Come la colomba divenne corvo

di ConteDalCapelloPazzo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atto I:Compleanno ***
Capitolo 2: *** Il Signore dei Ciucci ***



Capitolo 1
*** Atto I:Compleanno ***


Inspirò un po’ di fumo per poi soffiarlo fuori, sentiva quel sapore di nicotina sempre di più. Ogni volta sempre di più. Alle persone normali l’effetto diminuiva ogni volta di più lui provava un piacere sempre maggiore. Amava soffiarlo verso il cielo, verso le nuvole di quel cielo azzurro illuminato dal sole.
Il cielo, il Firmamento, ciò che accoglie a tutto, ma prima che quel fumo potesse giungere al cielo veniva spazzato via e disperso, come se lo rinnegasse. Lo aveva sempre pensato che la sua fosse una razza rinnegata dagli uomini. Loro non lo erano, le sue sembianze e quelle di sua madre erano umane, ma sua padre no. Era un uomo adulto dalle sembianze di ragazzino, lui stesso aveva a malapena 17 anni pur dimostrandone 21. Il suo corpo si era sviluppato velocemente, sia intellettualmente che fisicamente, forse significava che al contrario di ciò che si narrava lui sarebbe morto presto, con un corpo di polvere e sabbia.
- Polvere alla Polvere. Cenere alla Cenere-
Tanto valeva fumare. Se fosse morto, sarebbe morto presto. Se invece avesse ottenuto l’immortalità non gli avrebbe fatto nulla un po’ di fumo.
Era una vera scommessa, strano visto che lui non aveva mai provato il gioco d’azzardo. La sua vita era come un  lancio di dadi che ancora giravano sul tavolo del casinò.
Tutti si muovevano come suo padre aveva deciso, come se fossero pezzi degli scacchi, ma lui stesso era un pezzo sulla scacchiera dell’uomo che più odiava. Ne parlava spesso, Chekerface, l’uomo che lo aveva ridotto a infante e che aveva dato vita ai Vindice. Ma perché odiarlo? Grazie a lui aveva conosciuto sua madre, lady Rinte e aveva avuto lui, mentre un secondo figlio era nel grembo materno. Non lo capiva, bastava accontentarsi e sarebbero stati tutti felici,no?Infondo perché buttare la propria immortalità nell’odio per qualcuno? Aveva una bella moglie, un figlio gentile, un secondo figlio in attesa e,anche se Maes non ci pensava spesso,anche una figlia, Katia.
L’orologio scoccò l’ora di mezzogiorno. Si alzò da quella poltrona di velluto rosso su cui si era seduto qualche ora prima, si era limitato a osservare il quadro che aveva davanti, sopra il camino.


                                                Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere
                                                                                                               [Teofrasto- Filosofo Greco]
                             


Si diresse lungo il grande corridoio. Fece un sorriso, si aggiusto la tuba e il fazzoletto al collo come una cravatta, indossò un fazzoletto di seta e un fiore all’occhiello.
Un vindice fece un inchino – Suo padre Bermuda la attendava per iniziare la festa. Oggi è la festa dei suoi 17 anni, lord Maes-
Maes Von Vichtenstein fece un sospirò e aprì la porta. Era il suo compleanno, tanto valeva festeggiarlo.

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Capitolo 2
*** Il Signore dei Ciucci ***


Maes scese nel salone principale addobbato a festa, era gremita di invitati. << Pffff, ne conoscessi almeno uno di questi tipi. Sono tutti qui per il titolo di Vindice che mi porto dietro. >> pensò con un sorriso sulle labbra mentre scendeva la scalinata.
Cominciò a girare per il salone con fare annoiato mentre in mano teneva un drink, era un barba pazzesca. Poi una mano aggiustò il fazzoletto che aveva al collo – Devi essere elegante, Maes caro- Era una donna incinta dall’espressione gentile e dai capelli neri – Madre, hai ragione, ma personalmente trovo questi ritrovi assai noiosi ed ipocriti- Asserì per poi prendere un sorso – Mio padre e mia sorella non sono presenti ho notato. Come al solito hanno impegni da Vindice, vero?- La donna annuì un po’ intristita – Mi godo la libertà, tra poco dovrò badare a un fratellino che gattonerà per tutta casa impedendomi di fumare o bere-
Detto questo si allontanò fino ad uscire su uno dei balconi, quello dove non si trovava nessuno – Tu devi essere Maes Von Vichtenstein, giusto?- Al richiamo si girò mostrando il più falso dei suoi sorrisi – Si?- Quel sorriso lo perse non appena vide il suo interlocutore, un uomo biondo dal cappello di ferro e con un bastone in mano tenuto da guanti a scacchi. – Tu devi essere Chekerface- Asserì spostandosi di un paio di passi all’indietro e mettendo mano sinistra alla spada che portava alla vita  - Vedo che anche i figli di Bermuda hanno astio verso di me,eh?- - Come non dovremmo, Chekerface, anzi Creatore di Arcobaleni dell’Antica Razza- L’uomo sorrise divertito alle parole << Antica Razza >>, la sua razza aveva un nome vero e proprio, ma preferì sorvolare – Le feste di Lady Rinte sono sempre fantastiche, mi piace imbucarmi con altre sembianze- Prima che potesse terminare la frase a un centimetro dal suo viso la lama della spada era puntata contro di lui – Abbassa quello stuzzicadenti, Maes. È davvero inutile se sai quello che so fare-
Il suo volto coperto da una maschera, ma il suo sorrisino era visibile. Nonostante quel sorriso la voce era fredda, con una pugnalata alle spalle, ora era certo. Non era umano.
- Sigh, come ormai questi giovani non hanno il minimo rispetto- Versò per terra il proprio drink che in pochi secondi si mosse verso Maes bloccandogli il collo in una stretta – Posso fare questo e altro. Sappi che sono qui solo per il tuo bene. Non seguire le orme di tuo padre in una stupida vendetta verso di me, dovreste capire che lo faccio per il bene di questo mondo e per nessun altro motivo. E poi se non fosse per me non saresti nato, no?- Detto questo lo liberò dalla presa – Caro Maes, mi stavo scordando. Buon compleanno- Detto questo si mischiò con la folle cambiando aspetto nuovamente, il suo motivo era una speranza per un futuro migliore per il giovane.
Maes invece rimase lì, fermo, tenendosi la gola e ansimando. Se avesse voluto avrebbe potuto farlo fuori in pochi istanti. E non solo a lui, avrebbe potuto obnubilare dall’esistenza l’intera villa come se non facesse altro che versare acqua su un formicaio. Era inquietante. Orribile. Terribile. Antica Razza? Non scherziamo. Chekerface era un mostro.
 

                   [Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu 
                                           scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.]
                                                                                    [Friederich Nietzsche- Filosofo]
 

 
Ma era allo stesso un tempo interessante, aveva detto che di star aiutando il mondo, ma come? Ingannando e tramando alle spalle di innocenti? No, c’èra altro dietro, che suo padre non aveva capito, che nessuno aveva capito. Sarebbe stato divertente. Era uno scopo di divertente. Estremamente divertente.
 
Chekerface si strinse una mano al petto osservando il ragazzo, aveva cercato di aiutarlo, ma forse aveva iniziato a far marcire qualcosa in lui. Se fosse stato davvero così non se ne sarebbe mai perdonato.
 
 

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