Two Brothers

di hakuryu
(/viewuser.php?uid=147068)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 - rage ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 - feels...? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Lien. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - trust. ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 - Najka. ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 - Mischief ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 - rage ***


Thor e Loki.
Sincerità e inganno.
L’amore e l’odio.
L’onestà e la disonestà.
Loki sapeva di non essere ben gradito a palazzo. 
Lo ha sempre saputo, sin da quando aveva scelto di perseguire la strada dell’intelletto seguendo sua madre nelle arti magiche, piuttosto che interessarsi alla forza fisica. Come invece aveva fatto suo fratello.
Da piccoli giocavano sempre insieme, non si separavano mai.
Delle volte nemmeno per dormire.
Loki ha sempre avuto , da bambino, il problema degli incubi. D’altronde chi da bambino non aveva timore del mostro sotto il letto? O magari di quello dentro l’armadio? Il problema del bimbo Loki era diverso.
Lui i suoi incubi li viveva da sveglio, nella solitudine di quella sua stanza dove regnavano le ombre.
Loki non aveva paura dei mostri comuni, Loki aveva paura di se stesso. 
Per una particolarità del suo corpo, di cui non conosceva la ragione,  delle notti nel buio notturno della sua stanza … la pelle di Loki cambiava tonalità di colore.
Dal suo bel pallore candido ed etereo, assumeva una colorazione bluastra.
Man mano che si agitava vedendo questa sua reazione cutanea, il colore si andava ad espandere.
Loki  si sentiva come se il mostro da cui tutte le mamme mettevano in guardia i pargoli … fosse lui. 
Quindi  fuggiva spaventato dall’unica persona che gli avrebbe consentito di poter entrare nel suo letto.

E quella persona non era certo Odino. Il Padre Tutto era sempre stato un genitore severo. Più con lui che col fratello Thor.

Ogni qualvolta cominciava a notare un cambiamento di colore quindi,prima che degenerasse del tutto espandendosi in tutto il corpo,si recava nelle stanze di suo fratello, il quale non era al corrente di questa sua “dote” se così poteva chiamarsi. Non gliel’avrebbe mai detto. Non avrebbe mai rischiato di poter essere rifiutato dall’unica persona cui poteva sempre contare.
Arrivato vicino al letto di Thor, silenziosamente come il più silenzioso e candido topolino, si fermava e osservava il volto del fratello in attesa di un qualche cenno.
Loki non sapeva come, ma Thor sentiva sempre quando entrava in stanza. 
Gli piaceva pensare che magari lo aspettasse per dormire insieme. 
Ovviamente non c’era alcuna malizia nel suo pensiero, voleva bene al fratello e la tenera età non permetteva a certi sporchi pensieri di insinuarsi nella sua mente.
<< Brutto sogno? >> chiedeva Thor ad occhi chiusi, dando le spalle al fratello.
<< … si  >> rispondeva a bassa voce Loki , senza aggiungere altro.
<< vieni dentro e dormi. Non ci sono mostri qui >> diceva assonnato sempre nella medesima posizione,spostandosi leggermente per far entrare il fratello accanto a lui nel letto.
Con delicatezza Loki alzava le lenzuola e gli si metteva accanto,osservando gradualmente il colore blu lasciare il suo corpo e gradualmente il sonno lo rapiva, lasciando spazio ad un sereno riposo.
Non sapeva dire perché,ma era come se suo fratello … lo scaldasse con la sua sola presenza. 
Sarà stata l’innocenza di fanciullo a parlare, ma era persuaso del fatto che solo Thor potesse far si che il gelido blu non si impossessasse di lui.
Poi crescendo, Loki si accorse che non c’era più spazio per lui nel letto del fratello. Con l’età gli ormoni arrivarono a farsi sentire, e Thor piacente com’era non aveva ragione per non attirare le attenzioni di tutte le femmine di Asgard.
Questo lo capì quando, una notte, si trovò a voler andare dal fratello.
Prima di poter aprire la porta, fortunamente, sentì dei rumori nella stanza.  Sentiva gemiti, sospiri pesanti,il letto scricchiolare.
Così Loki facendo  qualche passo indietro ancora con la mano testa che stava per andare ad abbassare la maniglia della porta, con un’espressione indecifrabile in viso, abbassò la mano e tornò indietro nelle sue stanze.
Quella fu la prima notte in cui Loki si vide interamente il corpo coperto da quel blu del quale aveva così tanta paura.

Ma , dice un detto, “se non puoi combatterlo” …

Passò un bel po’ di tempo , e il colore blu per qualche strana ragione non si manifestò più.
Qualcosa a non manifestarsi più era anche l’affetto esplicito che Loki dimostrava al fratello. D’altronde anche il fratello era cambiato, divenendo più rozzo e voglioso di combattere sempre più guerre.
Per contro,Loki era solitario. Soleva leggere,esercitarsi con le arti magiche di cui ormai era maestro grazie agli insegnamenti di sua madre. Le sue giornate per lo più passavano così, si sentiva stare sotto l’ombra perenne del fratello, ormai.

A lui spettava il trono.

A lui spettavano le attenzioni particolari di Padre Tutto.

Lui era quello per cui milioni di asgardiani sarebbero stati disposti a sacrificare la vita.

A lui fu donato Mijolnir.

Lui aveva amici su cui contare, soldati su cui contare. Aveva persino Odino su cui contare, il più delle volte.

Loki chi aveva? Non una persona avrebbe dato la vita, per lui. Lui che veniva dipinto come la peggiore delle serpi, e per cosa? Unicamente dicerie.
Quindi, lui divenne quella serpe.
Si divertì a diventarla ,poiché ferire le  persone era meglio che essere feriti.
Poteva dire di avere sua madre certo, ma non appena avesse saputo del suo segreto Frigga cos’avrebbe fatto? Non voleva scoprirlo. Non lo disse mai ad anima viva, né morta.
Cominciò a tramare senza quasi rendersi conto, tramare per distruggere l’aura perfetta che circondava Thor .
Avrebbero poi acclamato Loki, lo avrebbero voluto Re .
Lo avrebbero voluto tra loro, non uno lo avrebbe rigettato.
Quindi, con l’astuzia degna della serpe che era diventato, spinse il fratello ad attaccare Jhotuneim. Poi anche Odino, inconsapevolmente, gli diede una mano esiliandolo sulla terra.
Da lì in poi, fece una scoperta che lo lasciò di stucco e che aveva timore anche solo ad immaginare. Lui era il figlio di Laufey , signore dei giganti di ghiaccio.
da quel momento Loki divenne più impulsivo che calcolatore, perse la testa per qualche attimo. Scoprì che Odino lo raccolse dalle gelide nevi di Jhotuneim solo per poter un giorno seppellire l’ascia di guerra con gli jhotun.
Tutta la sua impresa gli si sgretolò davanti quando il fratello trovò il modo di tornare ad Asgard dopo essere venuto a conoscenza dei suoi inganni.
Ma non si arrese. 
Qualche tempo dopo trovò il modo nuovamente di mettere in pericolo un modo : stavolta Midgard , la terra.
Ma “purtroppo” anche questo suo tentativo fallì, con l’aiuto degli odiati Vendicatori lui era finito in manette anti magia ed imbavagliato con un bavaglio in metallo.
Fu poi scortato ad asgard, dove il giudizio solenne di Odino lo avrebbe atteso. Di li a poco.
<< “ mi hanno detto che disquisire in terza persona fra se e se porti alla luce eventuali errori commessi. Se è davvero così non ho commesso errore alcuno per meritare di finire legato e imbavagliato come il più volgare dei mortali. Davvero non capisco cosa Odino aspetti a farla finita con questa idiozia. “>> si disse mentalmente un Loki  che,costretto a non poter proferire parola alcuna  per merito dello speciale bavaglio di cui Odino gli aveva fatto dono, si era ritrovato a ripercorrere brevemente la strada che lo aveva portato nel punto in cui era adesso.
Al di fuori della cella, numerose guardie si davano il cambio per la sorveglianza cui era sottoposto.
<< “ come se potessi realmente poter fare qualcosa per sfuggire alle mani di mio padre, in queste condizioni”>> pensava stizzito sentendo tintinnare l’armatura delle guardie che andavano e venivano periodicamente.
I suoi occhi esprimevano tutto il suo disappunto, e le guardie si sentivano così minacciate da quegli occhi vitrei e pieni di rancore che raramente aprivano la fessura per controllare cosa stesse facendo il carcerato.
Loki stava seduto, con la schiena poggiata al muro di fronte la porta della cella, le gambe divaricate largamente in una posizione mediamente comoda. 
Le mani legate da manette pesanti unite da una catena abbastanza lunga. 
La testa lasciata andare indietro, poggiata al muro. L’espressione vuota, di chi non ha speranza alcuna e che oggettivamente si aspetta solo di ricevere il riposo eterno. 
Le ore passarono, si fece notte. Il buio calava anche nella cella di Loki , per nulla illuminata.
Tranne che per l’impercettibile e tremolante torcia che le guardie avevano acceso per far luce nel corridoio delle segrete.
Ad un certo punto un rumore di passi diverso da quello delle guardie.
<< lasciatemi solo con il prigioniero. Ho bisogno di confrontarmi in privato con mio fratello. >>
<< ma signore, abbiamo l’ordine di … >> provò a replicare la guardia
<< se qualcosa avverrà, sarò io e io soltanto a prendermi la responsabilità di quel che succederà. Ora andate>> pronunciò solenne.
Le guardie, seppur riluttanti , ubbidirono.
Una grossa chiave entrò nella toppa della pesante porta della prigione, aprendo il chiavistello. Thor entrando, si chiuse la porta alle spalle e mise la chiave nella sua tasca. Poi camminò verso il fratello, stando
 A pochi passi da lui, addentrandosi nel buio tetro in cui era immerso.
<< Loki, fratello. Perché fare tutto ciò? Ti ho forse arrecato qualche torto senza rendermene conto? Altrimenti a che pro attaccare la Terra,che sai essere mia protetta? A che pro mettersi contro tutti i Nove Regni? Il tuo egoismo ti sta conducendo in un baratro dal quale ti sarà impossibile uscire. Fermati finchè ancora sei ad un passo dallo sprofondare,non è troppo tardi ancora. Se provassi a chiedere perdono al Padre degli Dei … >> risuonava più come una domanda fatta a se stesso, più che ad un’affermazione fatta al fratello.
Appena Loki udì le parole “ chiedere perdono al Padre..” il suo sguardo si tinse di rosso coprendo tutta la lunghezza dell’occhio e la sua pelle diventò blu con delle striature blu scure che si intravedevano sul viso,un blu che Thor non poteva vedere data la poca luce. 
Loki si alzò di scatto per l’ira funesta che lo stava attanagliando.
Nel buio della cella, gli occhi rossi del fratello brillavano come due fuochi intensi, animati da puro rancore e rabbia.
<< fratello … >> si avvicinò ulteriormente a lui , coprendo la distanza che li separava.
Loki non aveva intenzione di indietreggiare.
Non avrebbe mostrato alcun segno di cedimento. Avrebbe incassato ogni colpo del fratello a testa alta, tenendo i suoi occhi fissi in quell’oceano che erano gli occhi del fratello maggiore.
Con sua sorpresa, non arrivò nessun colpo a fargli del male. Thor passò ambo le braccia dietro la testa del fratello, e lo liberò dalla morsa del metallico bavaglio che lo opprimeva.
Loki non mostrò segni di riconoscenza verso quel gesto,si limitò a stare nella medesima posizione.
<< figlio di Odino, non ho commesso errori per cui io debba essere qui giudicato.
Ho solo cercato di portare a termine il mio destino. Regnare . se non qui, quale posto migliore di quella stupida razza umana? Sono un popolo debole, anelano solo ad essere comandati. Inoltre non ho mietuto più vite di quanto Odino stesso non abbia fatto prima di me >> disse inarcando le labbra in un maligno ghigno. 
Poi riprese << come puoi venire da me e parlarmi di chiedere indulgenza? Perdono, ad un essere che non mi ha mai amato?! >> disse con voce ferma, convinta di ogni singola sillaba che proferiva la sua bocca.
<< Stai parlando di NOSTRO padre!>> disse alzando il tono di voce con autorevolezza
<< ODINO NON è MIO PADRE >> Gli urlò in faccia avvicinandosi di più  lui << e io non sono tuo fratello. Questa non è che una delle tante bugie con le quali sono cresciuto.>> queste parole furono accompagnate da uno sguardo che celava la tristezza di un animo solo, esiliato da tutti.
Dietro quegli occhi rossi come il più scoppiettante dei fuochi accesi, cosa realmente pensava il fratello? Thor non lo sapeva.
Thor preso da un impeto di rabbia, lo prese per le spalle spingendolo verso la parete con molta poca delicatezza. Lo trattenne in questa posizione cominciando nuovamente a parlare.
<< dunque noi non siamo fratelli?! Loki non ti riconosco! Dov’è finito il Loki che conoscevo?! Quello con cui giocavo da fanciullo, dov’è finito!? >> disse con tono rammaricato e colmo di nostalgia
<< quel Loki è svanito ormai da lungo tempo , fratello >> disse acidamente,spuntando con disprezzo l’ultima parola proferita
<< è svanito senza che te ne accorgessi, poiché anche tu come tutti mi hai abbandonato. Ma d’altronde perché stupirsi di ciò? Tutto nella mia vita è stato una menzogna, non vedo perché il nostro “rapporto fraterno” dovesse fare eccezione>> disse in tono ironico inarcando le sopracciglia
<< parla seriamente Loki ,cosa ti ho fatto per meritare da te tutto questo odio? Io mi sono sempre fidato di te, sempre>>disse più calmo , togliendogli le mani dalle spalle ma rimanendo davanti a lui , nel buio spettrale della cella con ancora il fratello avente le sembianze di uno jhotun.
<< proferisci parole nobili, parli di fiducia. Ebbene ,figlio di Odino, visto che riponi fiducia in me liberami da queste manette. Oppure non riconosci in tuo fratello questo mostro che hai davanti?>> disse andando verso un angolo poco più illuminato della cella in modo da farsi vedere, accompagnando la frase con un movimento di entrambe le mani volto ad indicare se stesso
<< Io mi fido di te , Loki.  Nonostante tutto, io mi fido. >> disse guardandolo fisso con aria quasi ammaliata e camminando verso di lui.
Thor non ebbe esitazione, levò prima una manetta.
Poi l’altra.
Loki abbassò lo sguardo a guardarsi i polsi, li massaggiò con le sue mani. Aveva ancora il volto chino, come in segno di rassegnazione o pentimento.
Fu quando Thor stava pensando che il fratellino che lui amava tanto era ancora lì dentro che Loki alzò lo sguardo con un sorriso sornione e diabolico.

<< ahhh fratello. Ingenuo  e stupido come sempre. >> gli disse, mantenendo il sorriso e svanendo come fumo , lasciando la suafigura sbiadire pian piano, fino a scomparire del tutto.

Thor era rimasto a  bocca aperta a fissare quel fumo. 
Quando si riscosse fece uno scatto verso la  porta della cella, correndo per tutto il sotterraneo.
Thor non avvertì nessuno della sparizione del fratello, voleva pensarci da solo. 
Voleva trovarlo, anche se questo avesse dovuto significare il dover setacciare  Asgard  centimetro per centimetro. 
Purtroppo per lui, poco tempo dopo la sua uscita dalla cella, tornarono le guardie a controllare che fosse tutto apposto. 
Con l’ovvia conclusione che diedero l’allarme. 
Appena la cosa sarebbe giunta alle orecchie di Odino si sarebbe infuriato come non mai.
Ma fino al ritorno del padre c’era ancora un giorno intero visto che degli affari da Padre degli Dei lo richiedevano in giro per i Nove Regni, e Thor contava di trovarlo entro quel termine.
Col cuore colmo di ansia, arrivò fino ad un lontano giardino, colmo di alberi folti e laghetti qui e la. 
Ninfee galleggiavano nei laghetti, il silenzio regnava sovrano.
Thor crollò sulle ginocchia,disperato dal non riuscire a trovare Loki.
<< dannazione! >> disse scagliando un pugno contro il terreno, lasciando una profonda impronta.
<< ti affligge così tanto il pensiero di non ritrovarmi, fratello? >> disse una voce acida, senza però palesare la sua figura 
<< oppure è il pensiero dell’ira del tuo amato padre per l'accaduto a non darti pace?>> si palesò poi davanti al principe asgardiano .
E dietro. 
E ai lati.
E tutto intorno a Thor.
Thor allora si rialzò
<< Loki, basta giocare!>> disse rialzandosi a voce molto alta, serrando i pugni.
Le copie allora svanirono, e loki uscì dalla boscaglia con le braccia divaricate all’altezza dei fianchi.
<< così va meglio? Preferisci che ad ucciderti sia io soltanto, senza l’aiuto delle mie copie?>> disse con un ghigno malefico spuntargli in volto.








note dell'autrice : 
salve a tutti, gentili lettori. Spero che non siate troppo duri nel vostro giudizio, visto che questa è la mia prima fan fiction scritta su questi due problematici quanto carismatici fratelli. Spero sia stato per voi scorrevole leggere il mio capitolo, e spero che vorrete lasciarmi un commento per dirmi cosa ne pensate di questa mia follia notturna che mi fa scrivere... orsù che dire, grazie per aver letto , spero continuiate a seguirmi!
Kyuuuu kiss kiss! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 - feels...? ***


<< Loki, basta giocare!>> disse rialzandosi a voce molto alta, serrando i pugni.
Le copie allora svanirono, e Loki uscì dalla boscaglia con le braccia divaricate all’altezza dei fianchi.
<< così va meglio? Preferisci che ad ucciderti sia io soltanto, senza l’aiuto delle mie copie?>> disse con un ghigno di sfida.
Thor e Loki giravano in cerchio intorno a loro mantenendo una certa distanza, come quando due cani randagi si scrutano per trovare il momento giusto per sferrare l’attacco.
<< Tu non mi ucciderai Loki. Io posso aiutarti, posso rimembrarti tutto ciò che del nostro passato hai dimenticato. Permettimi di farlo, Loki! Permettimi di dimostrarti che non tutto è nero intorno a te, come lo percepisci tu! >> tentava di convincerlo, pronunciando parole calde e rassicuranti, Thor.
<< Tu non riesci proprio  a capire. Ma d’altronde non posso pretendere tanto da te, sei sempre stato tardo a capire le cose. E testardo quando non potevi avere le cose che desideravi. E lo sei ancora, nonostante tu sia cresciuto. Sei cresciuto solo nel corpo, e me lo dimostri costantemente!>> sputò cattivo  guardandolo serio.
Però Thor continuava ad avere dolcezza nei suoi occhi, non c’era la rabbia di chi era stato ingannato. Non riusciva a distogliere gli occhi dal viso dell’altro. La pelle del fratello, così diafana. Così perfetta.
Poi si concentrava sugli occhi. Thor non lo stava realmente ascoltando parlare, era in qualche modo perso in quegli occhi.
Stava  riaffiorando una ricordo, nella sua mente. Un ricordo che per dolore o per rabbia aveva sepolto nei tantissimi anni che erano passati da esso.
Due ragazzini, uno dai capelli di un biondo da eguagliare la lucentezza dell’oro più fine.
L’altro con i capelli neri come la notte più tenebrosa e affascinante al tempo stesso.
L’uno un po’ più corpulento, l’altro più gracilino.
Giocavano insieme, ridevano insieme. Poi veniva il momento che Thor aspettava, il momento in cui Loki sarebbe venuto nella sua stanza a rifugiarsi con lui sotto le coperte. Anche se l’età della paura dei mostri era passata da qualche anno, Loki continuava a fargli visite. E non si negava quanto piacere gli facesse  l’averlo accanto a lui,era quasi un’abitudine ormai.
Una bella abitudine.
 Si erano fatti più vicini, in quel grande letto. Ad un certo punto cominciarono a prendersi a cuscinate, ridendo divertiti sottovoce.
Fu allora che Loki cadde con le spalle sul materasso dopo una cuscinata più forte delle altre.
Il cuscino di Loki volò fino a colpire un paio di trofei di Thor che caddero rumorosamente a terra.
Ma i due non ci diedero peso.
<< Adesso ti tocca la penitenza! Ho vinto!>> disse orgoglioso di se stesso un giovane Thor dall’animo battagliero mettendosi a cavalcioni sopra al fratello
Loki per contro era un po’ corrucciato dall’aver perso quello scontro, e sotto al fratello stava a braccia conserte a mò di offeso.
Thor poggiò le mani ai lati della testa del fratello, e con un po’ di batticuore e il viso lievemente arrossato da quello che stava per fare, si chinò e gli diede un casto e pudico bacio sulle labbra. Loki dapprima spalancò gli occhi, poi li chiuse anche lui. Fu un attimo.
L’attimo in cui Frigga entrò nella stanza di Thor allertata dal rumore evidentemente più forte del previsto provocato dai trofei nel cadere. Fu così che li vide l’uno sull’altro uniti in un bacio.
<< Loki!? Thor?! >> disse avanzando spedita nella stanza mentre i due ragazzini si staccarono di botto mettendosi a sedere ritti sul letto . Il tono della Madre faceva loro pensare che avessero sbagliato a fare qualcosa … << ditemi che i miei occhi hanno mal visto quello che stavate facendo >> disse in tono arrabbiato e sconvolto allo stesso tempo.
Non ricevendo risposta alcuna, Frigga diede un sonoro ceffone a Thor e tirò via dal letto Loki per un braccio in malo modo.
<< Ma … madre! Stavamo solo … >> provò a dire Loki
<< SILENZIO! Quello che avete fatto è SBAGLIATO. Siete fratelli , non sta affatto bene che facciate queste cose!! Se lo sapesse vostro padre … >> disse , mugugnando preoccupata l’ultima parte.
<< Freija! È successo qualcosa per cui stai tardando a tornare nelle  nostre stanze? >> disse un vocione profondo, era Odino che avanzava nel corridoio per raggiungere la porta del figlio.
<< No caro, alcunché! >> disse Frigga a voce più alta, poi parlò più piano riferendosi a Thor << Tu vai immediatamente a letto,non mi ripeterò una seconda volta. Hai capito?! >> disse in tono di rimprovero.
Thor eseguì l’ordine, si rimise a letto guardando Loki  di sottecchi. Loki fece altrettanto mentre la madre lo trascinava via dalla stanza, ripetendogli le stesse parole dette al fratello. Appena usciti dalla camera, Lei trovò Odino davanti a se ed inventò una scusa per giustificare la presenza di Loki nelle stanze di Thor.
Thor era confuso, non sapeva dove avesse sbagliato. Aveva fatto una cosa che si era sentito di fare, e lo aveva anche fatto stare bene … per quanto poco fosse durato. Era meglio dimenticare la cosa, Madre diceva che era sbagliato. E se lo diceva lei era sicuramente così. Era meglio trovare qualcosa … qualcuno ,che non lo facesse pensare a Loki.
Cominciò quindi a corteggiare donne ad ogni banchetto asgardiano, e qualcuna era anche riuscito a portarla nelle sue stanze per divenire un uomo sotto ogni aspetto. Ma da allora in poi , ogni rapporto col fratello si ruppe. E Thor ci stava male. Si concentrava quindi solo sugli allenamenti, sulla preparazione alle battaglie che presto avrebbe dovuto affrontare. Tutto, pur di stare a debita distanza dagli occhi indagatori del fratello. Sicuramente si chiedeva il perché di quell’ allontanamento definitivo …  e pensare che se fosse stato fermo, se non avesse compiuto quel gesto per Thor tanto delicato … forse adesso il Loki di oggi sarebbe diverso.
<< Mi stai forse ignorando, figlio di Odino?! Non mi reputi all’altezza di battermi con te?! >> disse Loki furibondo colpendolo con un pugno in pieno viso, facendo riscuotere Thor dai suoi pensieri e facendolo cadere a terra, sbattendo al suolo la schiena. << se non vuoi difenderti, per cortesia abbi l’accortezza di dirmelo subito. Così sarà per me più facile darti il colpo di grazia >> disse sorridendo beffardo inarcando entrambe le sopracciglia. Subito dopo spuntò un pugnale  nella mano del Dio degli inganni. Con quello in pugno si scaraventò su Thor.
Quando fu abbastanza vicino, quest’ultimo si alzò di scatto e con tutto il suo peso si gettò addosso al fratello finendo in terra al di sopra di lui a tenerlo fermo puntellando le sue mani negli avambracci di Loki,per non farlo muovere.
<< ti chiedo perdono,Loki. Non sono stato in grado di accettare quello che provavo per te da ragazzino, non sono stato in grado di riavvicinarmi a te ribellandomi a Madre. >> gli disse di corsa un Thor più consapevole di quelli che sembravano essere sentimenti che gli si agitavano nel cuore.
Dall’altra parte, un Loki perplesso per tutto quello che aveva sentito. Gli occhi spalancati, il pugnale ancora stretto in pugno vacilla e gli cade di mano
<< non so di cosa tu stia parlando, né tantomeno mi importa saperlo>> disse con sguardo fisso negli occhi di Thor << non comprendo di che sentimento tu parli , considerando tutte le sgualdrine che facevi insinuare tra le tue lenzuola dubito che provassi qualche sorta di sentimento per me >> disse stranamente balbettando le ultime parole.
Ahia, eccolo. Il nervo scoperto a cui Thor poteva aggrapparsi per far si da far riacquistare il buonsenso perduto del fratello . Forse sarebbe tornato quello di un tempo. Sicuramente Thor voleva provarci.
<< Io cercavo, tentavo invano di … dimenticare, dimenticare il gesto che avevo compiuto. Era il sintomo che qualcosa di più profondo giaceva in me. E sono certo, anche in te  Loki >> gli disse fissandolo con occhi dolci e con tono pacato. I capelli biondi gli ricadevano morbidi sulle spalle, e qualcuno più audace gli ricadeva sul viso.
<< Ti ripeterò, per un’ultima volta,  io non provo nulla. Non mi è stato fatto dono del tuo “grande cuore” come tutti si ostinano a ripetere in giro. Quell’avventato gesto di quella sera non fu altro che un errore di uno stupido ragazzino che.. >>  mentre parlava cercando di darsi quanto più contegno possibile vista la posizione,gli fu tappata la bocca da delle labbra calde e morbide.
Durò qualche secondo, e Loki non sapeva bene come reagire. Anzi, forse lo sapeva …
Non si oppose a quel bacio casto, depose momentaneamente le armi.
Thor dolcemente si staccò da Loki.
<< E questo? Anche questo lo giudichi l’errore di un ragazzino forse?>> gli disse sottovoce stando naso contro naso.
<< Perché giochi con me, figlio di Odino? non ti sembra che il destino abbia giocato già abbastanza con la mia sorte? >> gli disse Loki con tono arrendevole.
<< Sarà tutto diverso adesso >> disse allentando la presa che ancora aveva negli avambracci di Loki << te lo prometto. Non sei più solo, se me lo consentirai … resterò io al tuo fianco >> gli disse serio
<< Tengo  a ricordarti che come futuro Re di Asgard sei tenuto ad avere una regina. Certamente non puoi dire al tuo amato Padre … >> disse Loki con un tono poco serio, venendo interrotto da Thor
<< Sono disposto anche a rinunciare al trono, se questo significa averti >> disse ancora Thor, serio
<< Avermi? E vedendo il mio reale aspetto … >> lentamente la pelle cambiò colore divenendo di un blu oceano, con delle striature di un blu ancora più scuro , poi riprese a parlare con i suoi occhi color fuoco puntati nelle iridi blu di Thor << sei ancora convinto di volermi ? >>
Thor prese i polsi di Loki portandoglieli all’altezza della testa, e li tenne con una sola mano mentre con l’altra andava a slacciare i lacci della casacca del fratello  fino a lasciare leggermente scoperta una parte del suo petto anch’esso blu. Allontanando con delicatezza la stoffa dal petto in cui è d’intralcio,posa qualche leggero e umido bacio sulla sua pelle fredda come le nevi d’inverno. Risalendo dal collo con le labbra fino a posare un ultimo bacio sulle labbra di Loki.
<< ho risposto alla tua domanda? >> disse in tono suadente << non mi fai paura Loki, tantomeno ribrezzo >> disse ancora serio
Dal canto suo, Loki non pensava che Thor potesse essere tanto sfacciato da fare una cosa simile. Si era irrigidito dato quel suo inaspettato contatto. Cercava di liberarsi dalla presa ferrea del maggiore, aveva ancora una dignità e non voleva essere sottomesso al volere di alcuno.
<< Thor … >> disse ritornando del suo colorito normale,trattenendo gli ansimi che il gesto del fratello gli provocò  << non potrai soddisfare il tuo desiderio di un futuro con me. Non sai nemmeno se domani a quest’ora sarò ancora in questo mondo >> continuò a dire melodrammatico, spostando il suo sguardo in una direzione diversa dagli occhi di Thor, per fare scena.
<< Lo sarai , invece. Parlerò con Padre Tutto, troverò una soluzione >> disse autoconvincendosi delle parole proferite
Loki fece un mezzo sorriso,poi tornò a guardarlo  << “ proprio dove volevo arrivare” >> pensò
Thor interpretò il suo mezzo sorriso come un ringraziamento per le parole dette, non poteva immaginare cosa Loki aveva in mente.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Lien. ***


Capitolo 3 .



<< Lo sarai , invece. Parlerò con Padre Tutto, troverò una soluzione >> disse autoconvincendosi delle parole proferite
Loki fece un mezzo sorriso,poi tornò a guardarlo  << “ proprio dove volevo arrivare.” >> pensò
Thor interpretò il suo mezzo sorriso come un ringraziamento per le parole dette, non poteva immaginare cosa Loki aveva in mente.
Piano Thor si alzò dal carpo di Loki, con grande sollievo da parte di quest’ultimo visto che Thor pesava un quintale e stava per soffocare. Ma non lo diede a vedere.
Thor senza dire una parola, alzandosi porse una mano a Loki per aiutarlo ad alzarsi e per “sugellare” silenziosamente con una stretta di mano una sorta di nuovo inizio per i due. Questo era il significato che dentro di se il Dio del Tuono dava alla mano sporta in avanti a cercare quella dell’altro.
Loki squadra la sua mano,convenendo che fosse meglio che il fratello pensasse che lui aveva capito quello che gli aveva più volte ripetuto Thor. Che poteva cambiare, che poteva tornare ad essere quello di un tempo.
<< “Povero illuso.” >>  pensò Loki mentre prendeva la mano di Thor, sfoggiando un sorriso sghembo.
Thor era felice di questo apparente cambiamento,e lo dava molto a vedere. Un sorriso enorme stampato in volto, le gote leggermente rosee per la sensazione di felicità che lo inondava pensare che finalmente il suo Loki poteva cambiare grazie a lui. La sensazione di abbracciarlo era incontenibile, allora fece un paio di passi in avanti aprendo le braccia per poterlo stringere a sé.
Di rimando Loki ,però, alza le mani all’altezza del suo petto facendo un passetto indietro.
<< Thor, non meno di 5 minuti fa volevo ucciderti. Non pensi forse che  certe… smancerie sia meglio rimandarle ad un secondo momento? >> parlò in maniera limpida e cristallina cercando di evitare di dire “toccami ancora e sei morto”.
Thor sembrò capire,stranamente.
<< “ non devo forzarlo,devo rispettare i suoi tempi” >> pensò,solenne.
 Abbassa quindi le braccia lasciandosele ricadere lungo i fianchi.
<< Dunque >> esordì Loki << adesso cosa progetti di fare? Perché immagino tu abbia un piano,no? >> gli chiese un po’ in tono canzonatorio.
<< Per prima cosa, tu dovrai tornare in cella >> gli disse, sicuro.
<< cosa? >> chiese sbigottito << che fine ha fatto tutto quel parlare di fiducia e di sentimenti puri? Non è che la tua sola intenzione è quella di sbattermi definitivamente in cella e gettare via la chiave, catturandomi  nuovamente con l’inganno? Sarei sorpreso se tu avessi ordito un simile piano alle mie spalle,e tutto da solo per giunta. >> disse essendo dentro di sé sinceramente dubbioso di quelle che erano le intenzioni del fratello,ma non lasciando trapelare insicurezza nelle sue parole. Solo ironia, quella che ci si aspetta quando si tiene una discussione con lui.
<< Loki, solo un attimo fa ti avevo chiesto di fidarti di me e già metti in dubbio le mie parole? >> chiese il Dio del tuono, sinceramente risentito dalle parole appena proferite dal fratello. Il Dio del Tuono lasciava molto trapelare le sue emozioni, difatti il sorriso felice di un attimo fa era sparito lasciando il posto ad uno sguardo corrucciato e un po’ ferito.
<< D’accordo, d’accordo. Tornerò in quella sgradevole cella. Immagino che queste possano servire per rendere più veritiera  tutta la farsa del mio ritorno alla prigionia >> terminando la frase sporse in avanti i suoi polsi uniti, che vennero  illuminati da una luce verde e al posto della luce si materializzò l’illusione molto veritiera di delle pesanti manette che gli impedivano i movimenti delle braccia.
Un piccolo giochetto da nulla per il Dio degli inganni,che riuscì un po’ a sorprendere Thor.
<< Bene,ottima idea. Però ti prometto che questa che passerai in cella sarà la prima e ultima notte. Non appena  Padre tornerà ad Asgard chiederò di avere udienza, e troverò gli argomenti necessari per fargli avere indulgenza nei tuoi riguardi >>
<< Attento a quello che prometti, figlio di Odino. Si dice che un promessa è debito. E quello che prometti non è propriamente una sciocchezza da portare a termine >> gli disse tagliente, ma disposto a seguirlo nel suo piano. Anche se lo inquietava non sapere tutti gli esatti dettagli del piano di Thor. Non era mai stato quello che si definisce un ottimo stratega, lui si limitava sempre ad agitare quel suo martello e far fuori nemici.
Thor non rispose nulla, era come se fosse assorto nei suoi pensieri. Scortò velocemente Loki dove avrebbe dovuto essere in quel momento, nelle segrete. I due trovarono un drappello di guardie che brandivano armi e armature, e alla vista di Loki impietrirono di colpo.
La vista delle manette parve però tranquillizzarli, in un secondo momento.
<< Signore, scorteremo noi il prigioniero nella sua cella >> disse una guardia dall’aria giovane brandendo una lancia,parandosi di fronte ai due e  rivolgendosi a Thor in maniera educata e con la durezza e la compostezza che ci si aspetterebbe da un soldato.
<< Non è necessario. Ci penserò io stesso a condurlo là dove dovrebbe stare. Voi fate tornare la calma tra i soldati, comunicate che Loki è nuovamente prigioniero e che non ha intenzione alcuna di fuggire nuovamente, pentito dal suo gesto. È un ordine. Andate.>> disse serio ed in maniera lineare,sicuro di tutto ciò che stesse dicendo come se fosse la più pura verità
Con un colpo di tacco del piede  destro dato al pavimento ed un pugno all’altezza del cuore, la giovane guardia rispose che avrebbe ubbidito agli ordini e che si congedava con il suo permesso insieme a tutte le altre guardie.
Allora, Loki e Thor si avviarono nuovamente verso la cella ormai poco distante.
<< Complimenti, fratello. Aspiri ad intraprendere una nuova carriera come Dio degli inganni per poi rubarmi il titolo? >> sputò Loki con poco celato veleno, alludendo alle menzogne dette da Thor alla guardia sul fatto di essersi pentito.
E magari un po’, in cuor suo, in quella frase era volutamente nascosta una vecchia accusa che ancora bruciava nel suo cuore colmo di inganni come una ferita aperta. La vera domanda nascosta dietro quella ironica frase era,probabilmente : Già mi hai rubato il trono, adesso vuoi prenderti anche altro che non ti appartiene?
<< “Io, pentito. Non ho memoria di aver mai provato questo sentimento”. >>  si disse tra se e se, pensando ancora alle parole di Thor.
Ancora una volta, Thor decise di non rispondere alle provocazioni di Loki. Tanto era sempre lui quello ad uscirne vincitore, non avrebbe avuto senso replicare. Avrebbe trovato il modo di rigirare la frittata a suo vantaggio.
Giunti alla cella,Thor sostituì le illusorie manette con quelle vere. Facendo indispettire Loki.
<< Qualora qualcuno che non sia io dovesse entrare in questa cella per portarti fuori, non può vedere scomparire delle manette. Sarebbe sospetto. Io tornerò dopo il colloquio con Padre Tutto, credo che sarà tedioso e che dovrò rimettermi al giudizio anche degli altri Aesir* . Ma hai la mia parola,non dimenticarlo . >> finì di dire l’ultima frase in maniera dolce, allungando la mano verso il suo viso per carezzarlo.
Tuttavia Loki si ritrasse come un cane randagio che troppe volte è stato scacciato,rimproverato e ferito.
<< Ti attenderò, dunque. Ti consiglio di andare, se indugi ancora qui a intrattenere discussione con me potresti destare sospetti >>  appena finite di pronunciare queste parole, Loki gli diede le spalle e si avviò verso una parete del muro,girandosi nuovamente verso Thor e poggiando le spalle contro la fredda pietra. Non c’era alcun sorriso sghembo ad attraversargli le labbra adesso, soltanto un’espressione seria.
<< Torno presto,Loki >> parve sussurrargli il Dio del Tuono. Poi chiuse la pesante porta della cella, e si incamminò per la sua strada,lasciando Loki da solo con in suoi pensieri.
<< “ Spero vivamente che tutto questo serva a qualcosa. Sarebbe oltremodo fastidioso se il tanto amato Padre degli Dèi dovesse decidere per la mia esecuzione. Ho cara la mia pelle,alcuni potrebbero dire “meglio morire tentando di fuggire che morire da prigioniero”. A mio parere, è meglio scegliere di non morire affatto. Mi potrebbero chiamare codardo, ma se questo significherà sacrificare qualche altra vita per avere salva la mia, e sia. Non le decido certo io le regole del gioco.” >> disse tra se e se ghignando con un movimento delle spalle, per poi mettersi lentamente a sedere strisciando la schiena al muro fino a toccare il suolo. Poi riprese a pensare a cose indefinite. A volte guardava un punto fisso davanti a se senza pensare a nulla e a tutto nello stesso istante. Sperava solo che Thor riuscisse ad impietosire con le sue ciance suo Padre,altrimenti avrebbe dovuto pensare ad un piano B.
Loki odiava il dover appoggiarsi a chiedere aiuto a qualcuno per qualcosa che lo riguardava molto da vicino, perché più volte aveva avuto la conferma di una cosa dolorosa da accettare : se quel qualcuno a cui sei appoggiato si sposta, tu cadi.
E Loki era caduto molte volte, per questo stentava a fidarsi di qualcuno.
Nel frattempo, Thor si era riunito con i tre guerrieri e Lady Sif che avevano sentito della fuga di Loki ed erano quindi accorsi per dare una mano nelle ricerche.
<< Miei amici, vi chiederò un enorme favore. Dovrete appoggiarmi nel discorso con mio Padre domani, ho intenzione di parlargli di Loki >> gli chiese un accorato Dio del tuono.
<< Thor, cosa stai dicendo? Vuoi forse che giustifichiamo il comportamento di Loki davanti al Padre degli Dèi dopo tutto ciò che  ha fatto?! >> sbottò furibonda Lady Sif, non capendo perché mai il comportamento di Loki meriterebbe una sorta di giustificazione. << Hai forse dimenticato tutte le persone innocenti che ha ucciso? Mi stupirei se lo stesso Odino non decidesse di farlo marcire in prigione. E sarebbe anche la pena più clemente >> continuò a dire, incrociando le braccia.
<< Ragiona, Thor. So che lo consideri ancora come tuo fratello, tuttavia non si possono cancellare tutte le malefatte che ha compiuto. >> cercò di dire in modo pacifico Fandral, cercando di far capire bene il concetto a Thor.
<< Io so che Loki può cambiare, può essere migliore di quello che è diventato. Ed io lo aiuterò in questo cammino. Chiedo solo l’opportunità di poterci provare, nulla più. E se vedrò che sarà impossibile… >> fece intendere qualcosa che non aveva il coraggio di dire ad alta voce.
 << Sono pensieri nobili, Thor. E sai che ti seguirei in qualunque tua battaglia,in ogni tua impresa come ho sempre fatto >> esordì Vostalgg, finendo di masticare un pezzo del panino che si era preparato per allietare la ricerca del prigioniero. Poi riprese << Però non hai prove che Loki possa intraprendere la via del giusto dopo che ha seminato tanto sangue… >> concluse, addentando nuovamente il panino.
<< Miei Amici, vi prego di fidarvi di me. Vi ho forse mai deluso? >> gli chiese guardandoli uno per uno.
<< No, affiderei la mia stessa vita a te >> parlò Hogun << Quello di cui noi non ci fidiamo è Loki >> finì di dire in tono cupo.
<< Esatto! >> disse in tono quasi acuto Lady Sif << Hogun ha ragione. Potrebbe anche tentare di ucciderti nel periodo in cui dovesse essere libero di girare a piede libero, o peggio: potrebbe riuscirci. E poi chi sarà ad occupare il giusto posto di sovrano di Asgard dopo Odino?! >> disse brusca Sif, gesticolando a tratti con le mani.
<< Io so che non lo farà. Ho visto qualcosa in lui,che mi ha fatto ben sperare di poter riuscire a plasmare questo suo carattere!  >> disse Thor sicuro di se parlando in modo accorato e sincero, non smettendo di scrutare i suoi interlocutori.
Ci fu un attimo di silenzio, che fu poi rotto da Volstagg dopo che ebbe finito definitivamente di ingurgitare il panino.
<< D’accordo, io sono con te. Hai sempre portato a termine le imprese più dure,sei degno di avere la mia fiducia anche per questo compito. Io ti sosterrò,Thor. Hai la mia ascia** >> disse solenne il grassoccio Volstagg toccando l’ascia legata al suo fianco.
<< Ti ringrazio >> gli disse Thor accennando un sorriso e dandogli una pesante pacca sulla spalla, poi guardando gli altri chiese << E voi? Siete con me?>>
Ci fu qualche attimo di attesa durante i quali gli altri tre si scambiarono occhiate dubbiose. Poi Fandral si fece avanti.
<< Io sono con te,Thor, spero tu sia consapevole di ciò in cui ti stai cacciando. >> disse con  un mezzo sorriso, poi riprese << Hai il mio arco*** >> disse mettendo una mano davanti a se allungando il braccio.
<< Hai la mia mazza >> si limitò a dire Hogun che aveva la fama di essere un tipo taciturno, e mise la propria mano sopra quella di Fandral.
<< Avete la mia riconoscenza, Amici. >> disse poi posando lo sguardo su Sif, aspettandosi una risposta.
<< Continuo a credere che sia un pessima idea ma… se sei convinto delle tue ragioni, io sono con te. >> disse poggiando una mano sopra quella di Hogun e continuando a parlare << Hai la mia spada >> concluse,
<< Sono fortunato ad avere dei compagni come voi, ragazzi. Non vi deluderò,avete la mia parola >> disse dando una sonora pacca sulla spalla anche ad Hogun << Ci vediamo domani nella sala del trono, ci aspetterà una lunga discussione  temo >> disse , poi si avviò lontano dai compagni percorrendo i lunghi e bui corridoi della dorata Asgard.
Il giorno seguente, Odino arrivò in sella al suo cavallo ad otto zampe****. Immancabilmente gli fu detto che Loki aveva tentato la fuga mentre Lui non era presente nella dorata roccaforte degli Dèi. Non prese affatto bene la notizia, quindi richiese immediatamente di avere un colloquio con Thor.
Non appena Thor aveva messo piede nella sala del trono, le urla di Odino furono udibili anche dall’altro lato del castello.
<< SI Può SAPERE COM’è POTUTO ACCADERE?! MENTRE LUI FUGGIVA TU DOV’ERI?! >> ha urlato senza tanti fronzoli in faccia a Thor un Odino al di fuori di se dalla furia guardando il figlio dall’alto  del suo trono, con al suo fianco Frigga che non proferiva parola e si limitava ad osservare il figlio.
<< Padre ho  posto rimedio ad una mia distrazione facendolo tornare in cella, in attesa del tuo arrivo >> disse tutto d’un fiato e sicuro di se pronto a rispondere a tutte le domande che suo Padre gli avrebbe posto.
Prendendo una pensante boccata d’aria che poi gettò fuori con la speranza di calmare la sua collera,Odino continuò a parlare.
<< Le tue parole mi fanno intendere che con il mio arrivo sarebbe mutata questa condizione di Loki. Se davvero così fosse ti sbagli ragazzo. Loki pagherà per i suoi crimini, rimarrà imprigionato per il resto dei suoi giorni in una buia cella. Essendo comunque principe, non posso condannarlo all’esecuzione. >> disse solenne guardando con l’unico occhio Thor e sentendo dietro di lui gracchiare i suoi due corvi Huginn e Muninn*****
<< Padre, Loki è pentito. So che con il mio aiuto può cambiare in meglio. Ne sono certo! Ho letto nel suo sguardo che per lui non tutto e perduto, c’è speranza. Io voglio tentare, Padre. Ma non posso pensare di riuscirci se Loki continua a stare in cella. Deve potersi fidare di me, deve poter credere di poter contare sulla sua famiglia!! >> disse alzando un po’ il tono di voce per marcare meglio in concetto.
<< La mia risposta è no. Nessuno può tentare di mutare un animo corrotto come quello di Loki. È fuori questione >> disse sbattendo la sua pesante lancia da guerra al suolo, come segno che non era disposto a cambiare idea al riguardo.
Ad origliare lì nei paraggi e pronti ad entrare c’erano i Tre Guerrieri e Lady Sif, che dopo essersi fermati poco dietro Thor fecero un inchino al Padre Tutto e misero quasi all’unisono le braccia dietro la schiena.
<< Con tutto il rispetto, Padre degli Dèi >> cominciò a parlare Sif ,lanciando una rapida occhiata a Thor << Io credo che potrebbe essere utile un tentativo.>>
Al posto di Sif continuò la frase Fandral, facendo  un piccolo passo avanti.
<< A tutti viene data una seconda opportunità, potreste far vedere  a Loki che ancora credete in lui. A quel punto potrebbe cambiare anche solo per riconoscenza nei vostri confronti >> disse con un delicato gesto della mano volto ad indicare Odino accompagnato da una piccola riverenza.
<< Siete indubbiamente ottimi compagni per mio figlio, leali e forti come pochi qui ad Asgard. Tuttavia nonostante ciò che possiate dire… >> venne interrotto da Frigga, che posò leggermente una mano sopra quella di Odino che risiedeva poggiata al bracciolo d’oro del trono.
<< Padre, io chiedo il vincolo. >> intervenì  Thor risoluto di punto in bianco, stringendo i pugni.
<< Se mi è concesso parlare, Padre degli Dèi >>disse Frigga  facendo una piccola pausa e poi riprese, per accertarsi di poter intromettersi e parlare liberamente << Sai benissimo anche tu quanto Thor sia cocciuto quando si impone di fare qualcosa. E sappiamo anche che è degno della nostra fiducia. Ha riportato la pace nei nove mondi più volte,e questo merito non può essergli tolto o negato. Marito mio, prova a concedergli un po’ di fiducia. >>
<< Frigga, tu sei davvero convinta che Thor riuscirà a tenere a bada Loki e per di più ad ammansirlo? >> chiese alla moglie, sorpreso che sia intervenuta.
<< Sì, lo sono. >> si limitò a dire Lei, sorridendogli dolce e pacata.
Odino allora gettò un altro profondo sbuffo d’aria, tenendo lo sguardo dell’unico occhio fisso su Thor. Ci fu qualche lungo attimo di attesa, e soprattutto di tensione da parte di quest’ultimo.
Poi finalmente Odino si decise a parlare.
<< Ebbene, Thor figlio di Odino, ti riterrai tu responsabile di ogni malefatta compiuta da Loki mentre lui giace sotto la tua protezione? >> chiese al figlio a tono alto, in modo da far risuonare l’eco della stanza con la sua voce, alzandosi dal trono continuando a impugnare la sua lancia.
<< Sì Padre, lo farò. >> gli rispose gonfiando il petto e guardando il padre a testa alta.
<< Bene. Portate qui il prigioniero. >> disse a voce alta e possente rivolgendosi  alle guardie che molto rapidamente portarono Loki al suo cospetto.
<< Lady Sif, bella come sempre. Salute Fandral, Hogun .>> fece un cenno col capo , con un sorriso beffardo a segnargli il volto << Salute anche a te Volstagg, hai finito tutto il cibo di Asgard per caso? Ti trovo ingrassato notevolmente >> disse tagliente. Tuttavia coloro che aveva nominato non gli rivolsero nemmeno lo sguardo.
Le guardie portarono Loki ammanettato accanto a Thor, i due si scambiarono una fugace occhiata tornando poi a guardare Odino.  Non capivano il perché del chiamare anche Loki nella sala.
<< Loki,  Thor mi ha espresso la volontà di voler provare a cambiare il tuo carattere difficile . >> disse avvicinandosi ai due mentre Loki lo fissava con un’aria tra il disgustato  e l’altezzoso. << Dunque vi impongo il Vincolo di sangue. >> fece cenno alle guardie di  esporre all’insù il palmo della mano di Loki, per poi tirare fuori un pugnale e conficcarlo nella mano da parte a parte provocando a Loki un gemito di dolore misto ad un ringhio di rabbia.
<< Adesso ripeti dopo di me >> disse guardandolo con un’aria severa << Giuro di rispettare il Vincolo, sino a che il Vincolatore non lo spezzi >> disse continuando a fissarlo, stando ancora con la lama conficcata nella sua mano.
Nemmeno il Dio degli inganni poteva sottrarsi ad una cerimonia già in atto sebbene contro il suo volere,era stato cresciuto da principe e come tale aveva l’obbligo di rispettare alcune cose. Per quanto assurdo possa sembrare.
<< Giuro di rispettare il Vincolo, sino a che il Vincolatore non lo spezzi >> disse Loki a denti stretti, con gli occhi accesi d’ira.
Solo allora Odino estrasse il pugnale insanguinato per poi rivolgersi a Thor, i quale di sua iniziativa allungò il palmo della mano conoscendo il rito.
Anche a lui venne conficcata la lama sulla mano, causandogli un piccolo mugugno di dolore.
<< Ripeti dopo di me >> disse ancora Odino, fissandolo con l’unico occhio  << Giuro di rispettare il Vincolo e di proteggere il Vincolato fin tanto che il Vincolo non sarà da me spezzato >> disse solenne e forse con un po’ di apprensione per quello che sarebbe potuto accadere e che conseguenze avrebbe potuto recare questo vincolo al suo figlio prediletto. Purtroppo, una volta fatta la richiesta del vincolo nemmeno Odino poteva rifiutare di eseguire la cerimonia. Erano le tradizioni, e le tradizioni andavano rispettate.
<< Giuro di rispettare il Vincolo e di proteggere il Vincolato fin tanto che il Vincolo non sarà da me spezzato >> Pronunciò solenne guardando prima Odino, poi Loki. Quando ebbe finito di pronunciare la formula, Odino estrasse il pugnale. Poi prese i polsi dei due e li avvicinò fino a che i due non si strinsero a vicenda i palmi insanguinati, decretando così conclusa la cerimonia del Vincolo di sangue.
<< Adesso Loki è una tua responsabilità, tua soltanto. Nessuno dei due potrà infrangere il sacro rito a cui avete tenuto parte oggi. Pena la vita. Inoltre alloggerete nella tua stanza, entrambi. >> disse guardando Thor << In questo modo sarai sicuro di poterlo tenere d’occhio con più facilità. È tutto . >>
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice :
salve a tutti miei cari lettori! Mi scuso tantissimo per averci messo così tanto ad aggiornare, ma gli impegni della vita reale e la poca ispirazione sono stati complici nel farmi tardare ad aggiornare!
Prima di tutto , ci tengo di vero cuore a ringraziare le 6 persone che hanno recensito,le 2 persone che hanno messo la storia tra le preferite, le 3 persone che l’hanno aggiunta tra le ricordate e le 5 persone che la seguono <3
Grazie di vero cuore! Spero possano piacervi anche i capitoli a seguire come vi sono piaciuti i primi <3 mi raccomando, recensite! Voglio sapere cosa ne pensate!! Biscottini per tutti quelli che lo faranno u.u
Adesso passiamo alle note del capitolo, raramente le metto poiché non c’è molto da spiegare ma questa volta sono un po’ più informata  sul settore “ mitologia nordica e dintorni” quindi se vi interessa saperne di più a proposito delle paroline segnate da degli asterischi bhe…. Leggete e capirete! :D
 
Note
*Aesir : gli Aesir sono le divinità che abitano la dorata Asgard
** “ hai la mia ascia […] hai il mio arco […] hai la mia mazza […] hai la mia spada […] “  è semplicemente una citazione tratta da “il signore degli anelli” .
*** avrete notato che Fandral ha citato un arco sebbene lui nel film “Thor” usi una spada/ un fioretto. Ebbene Fandral è un noto arciere oltre ad essere un bravo spadaccino, nella mitologia ( grazie wikipedia) . Anziché essere ripetitiva e menzionare due volte l’arma “ spada” ( visto che anche Sif predilige quest’arma) ho scelto di variare l’arma di Fandral.
Sparatemi, non volevo essere ripetitiva!
**** cavallo a otto zampe : il “piccolo” cavallino si chiama sleipnir ed è stato partorito da Loki. Ebbene si, il nostro Dio  ha fatto molto figli,e questi non hanno sempre fattezze… umane. Ma magari ne parleremo più avanti.
***** i due corvi di Odino : Huginn e Muninn sono i raccogli-informazioni di Odino. li sguinzaglia in giro per il mondo al’alba per poi farli tornare al tramonto, loro si appollaiano alle spalle di odino seduto sul trono e gli sussurrano alle orecchie le cose che hanno scoperto nel loro vagare. I nomi significano rispettivamente “pensiero” e “memoria”
 
Ok ho terminato!!ci vediamo alla prossima, spero di poter aggiornare presto la prossima volta <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 - trust. ***


<< Giuro di rispettare il Vincolo e di proteggere il Vincolato fin tanto che il Vincolo non sarà da me spezzato >> Pronunciò solenne guardando prima Odino, poi Loki. Quando ebbe finito di pronunciare la formula, Odino estrasse il pugnale. Poi prese i polsi dei due e li avvicinò fino a che i due non si strinsero a vicenda i palmi insanguinati, decretando così conclusa la cerimonia del Vincolo di sangue.
<< Adesso Loki è una tua responsabilità, tua soltanto. Nessuno dei due potrà infrangere il sacro rito a cui avete tenuto parte oggi. Pena la vita. Inoltre alloggerete nella tua stanza, entrambi. >> disse guardando Thor << In questo modo sarai sicuro di poterlo tenere d’occhio con più facilità. È tutto . >>
<< “ Il vincolo … perché diavolo è ricorso a questo antico rituale?! Antico come la creazione, quando c’erano solo L’ordine ed il Caos a dominare le due uniche fazioni del mondo. Così antico da non  poter essere spezzato nemmeno con la magia. Nemmeno con la MIA magia. Dannazione, questo è un problema. Non potrò ucciderlo quando più mi aggraderà né tantomeno abbandonarlo in battaglia … come se non avessi già salvato le sue regali natiche abbastanza volte, nel corso di questi millenni.” >> pensava Loki con la mano ancora sanguinante unita nell’altra mano, sempre con le salde manette ai polsi, mentre veniva malamente scortato nelle stanze di Thor. Non ne poteva più di quelle stanze, dannazione. Teatro di ricordi che non voleva né ci teneva a ricordare. Una volta entrato, le guardie dalla scintillante armatura d’orata gli chiusero la porta alle spalle. Dal rumore della ferraglia Loki poté constatare che probabilmente le guardie dovevano essersi fermate davanti la porta della stanza a sorvegliarlo. Come se potesse davvero andare da qualunque parte senza il permesso di Thor, in quelle condizioni miserabili.
<< “ Tutto uguale a molti anni fa. Tranne che per degli osceni trofei di battaglia. Teste di troll e altre oscenità come una lingua di un uomo che evidentemente aveva parlato troppo” >> fece una pausa dai pensieri ironici per sogghignare tra sé e sé , poi tornò serio << “ Che avesse un dubbio gusto nell’arredamento, d’altronde, l’ho sempre sospettato” . >>
Prese quindi a girare per la stanza. Il grande letto a baldacchino posizionato a muro sulla parte sinistra della stanza, con numerosi cuscini rossi con bordature e decori d’orati e qualche strato di coperte che ricadono quasi al suolo. Visto il freddo pungente del posto una singola coperta non basta.
Poco più avanti al letto si trova un’ampia finestra, separata circa un metro dal pavimento ma alta quasi fino al soffitto. Una sola anta era aperta, e la candida tenda aleggiava sotto il vento calmo ma pungente della fredda Asgard. Ancora più avanti vi erano una divanetto a due posti ed una poltrona, al di sotto di esse giace un morbido tappeto intessuto con il pelo di chissà quale animale.
Infine, come ultima stanza vi è il bagno. Non c’è bisogno di entrarci per sapere che vi è una grande vasca da bagno in marmo, con qualche gradino da dover salire per potercisi immergere. Poco prima della vasca invece, si trovano uno specchio molto grande ed un elegante tavolino in vetro con una bacinella ed una brocca.
Durante il suo passeggiare nella stanza, Loki borbottava quanto fastidio gli recassero quelle manette. Il fatto che trattenessero la sua magia gli faceva prudere le mani. Più un effetto dell’ira che un reale effetto delle manette che gli erano state imposte.
Si costrinse con malavoglia a sedersi su una non scomodissima poltrona ed attendere che qualcosa si muova.
Nel frattempo, Thor era rimasto da solo con il Padre Tutto. Odino aveva convenuto che fosse meglio ragguardare il figlio sugli effetti della richiesta che gli era stata fatta. Che Odino fosse preoccupato del destino di entrambi i suoi figli? Questo poteva dirlo solo la testa di *Mimir, che tutto sapeva ma che a pochi lo diceva.
<< Allora, Thor. >>cominciò a dire, severo ma con un tono differente dall’ira o dalla collera << Il vincolo non è qualcosa da prendere come un mero gioco. Se qualcuno colpirà Loki in tua presenza, tu dovrai frapporti incassando il colpo al suo posto. Non potrai sottrarti al dovere e all’obbligo di doverlo proteggere, difenderlo da tutti i mali dei Nove Mondi. Così come a lui non sarà concesso il poterti tradire, o il farti del male volutamente. Nel lungo corso della storia, nemmeno le **Norne hanno tessuto nel loro arazzo la storia di alcuno che avesse osato tradire il vincolo, poiché era leggenda che tale impudente azione avrebbe portato alla morte. Lenta o veloce, comunque sarebbe giunta. >> fece una piccola pausa portandosi  la mano libera dietro la schiena, con l’altra che reggeva la lancia da battaglia che lo accompagnava sempre, dopo un lieve respiro per placare il suo animo continuò a parlare con calma e lentamente così da imprimere meglio le parole nell’animo di Thor << Adesso, ti ho spiegato quello che forse già sapevi. Ma sono qui per dirti di stare all’erta. Sei l’unico degno erede del trono di Asgard. Portare la pace nei Nove Mondi è stato e dovrà ancora essere il tuo compito per molti, molti secoli dopo che la morte mi avrà colto. Non puoi permetterti la minima distrazione, soprattutto non puoi distrarti da Loki. È il Dio degli inganni dopotutto, potrebbe trovare scappatoie che noi non vediamo. O forse sono solo i deliri di un vecchio sovrano a parlare >>. Smise di parlare, per permettere al figlio di rispondergli.
<< Padre >> iniziò cauto << So che chiedervi di dare fiducia a Loki sarebbe una follia, ma quantomeno concedetegli il beneficio del dubbio. Nessuno può essere certo che Loki manterrà la sua parola … >> Odino allora lo guardò con una nota di preoccupazione, ma prima che potesse aprire bocca Thor continuò a parlare << MA nessuno può essere certo che non lo farà. Dimostriamogli che può continuare a vivere la sua vita da uomo libero, anche se recluso in queste alte e sicure mura. Togliamogli le manette, acquisiremo la sua … bhe, forse parlare di fiducia è prematuro, ma di certo non gli farà male. Potremmo anche permettergli di dormire nelle sue stanze … >> azzardò Thor.
Odino scosse la testa aggrottando un po’ le sopracciglia con fare contrariato << Su questo punto non transigo. Non adesso quantomeno. Vedremo come si svolgeranno i fatti, solo allora penserò di prendere in considerazione la tua proposta. Sappi che ciò che è accaduto oggi qui, il vincolo, non ti esonererà dai tuoi doveri di protettore di Asgard ed Yggdrasill. Se sarà necessario, e credo che lo sarà, dovrai portare Loki con te nelle tue spedizioni. Di qualunque portata esse siano. >>
<< Certo Padre, non abbandonerò i miei doveri. Potete stare tranquillo >> disse gonfiando il petto e sfiorando il martello allacciato al suo fianco. << Adesso Padre, con il vostro permesso, io mi congedo. >> con queste parole gli rivolse un breve inchino del capo in segno di rispetto, e facendo svolazzare il suo mantello facendo marcia indietro verso l’entrata della sala del trono e scomparendo pian piano alla vista del Padre degli Dèi.
Adesso nella sala del trono c’erano solo l’immobile e pensierosa figura di Odino e i due corvi a gracchiare senza pace. Forse, davano a modo loro voce ai pensieri del loro Padrone.
A quel punto, Thor si dirigeva da Loki con una fretta che faticava a celare agli occhi altrui. I pugni stretti, l’uno ancora un po’ sanguinante per una recente coltellata, e l’andamento veloce e sicuro di un guerriero lo contraddistinguevano anche tra 100 soldati.
Una volta giunto davanti la porta che lo avrebbe condotto nella sua stanza, fece cenno alle guardie di andare. I due annuirono silenziosamente, e se ne andarono facendo riecheggiare i loro passi per il lungo corridoio.
Quando varcò la porta e se la richiuse dietro, vide un Dio degli Inganni alquanto furioso, indignato e velenoso. Tutto questo lo si evinceva dalle sue pupille, che se fossero state armi sarebbero sicuramente risultate letali.
<< Thor >> disse a denti stretti Loki alzandosi << Sapevo che fossi stupido, credimi ne ero certo , ma da qui ad arrivare a stipulare un accordo di sangue … ogni secondo mi fai dubitare che tu abbia effettivamente un cervello. >> sputò maligno guardandolo di sbieco e respirando pesantemente dalla rabbia mentre parlava.
<< Loki l’ho fatto per dimostrarti che tra noi può esserci fiducia >>  disse andandogli incontro lentamente
<< IO NON MI FIDO DI TE! >> urlò dilatando gli occhi e inarcando la schiena verso di lui, strattonando i polsi incatenati alle manette per la foga dell’urlo. Thor sapeva quanto il fratello potesse essere teatrale nei suoi gesti e nelle sue parole, tuttavia quelle parole lo colpirono comunque in pieno come un ceffone ricevuto all’improvviso.
<< E tu non puoi fidarti di me >> disse Loki tornando eretto con la schiena, ricomponendosi e tornando al suo tono distaccato. << Tuttavia, date le circostanze e stando così le cose … considerando il fatto che non ho alcuna intenzione di sparire dalla faccia dei Nove Mondi, penso che sarò obbligato a fidarmi di te, e tu di me. >> disse controvoglia, più scocciato che convinto del da farsi, respirando lentamente per far tornare il cuore a battere ad un ritmo normale.
<< Io non sarò costretto a fidarmi Loki, vuoi capirlo che mi fido già?! >> gli disse alterato Thor afferrandogli le spalle e scuotendolo un po’.
<< Babbeo, vuoi capire il senso delle frasi per intero una buona volta senza soffermarti su OGNI parola?! Ti fidi di me, bene. Perfetto. MERAVIGLIOSO, aggiungerei. Ma adesso smettila di fare la donnetta isterica, o ti verranno le rughe >> disse infastidito e spazientito da suo ottuso fratello << E poi, toglimi le mani di dosso. Non toccarmi a meno che non sia strettamente necessario. Vuoi che mi fidi di te? Bene, comincia col rispettare quelli che sono i MIEI spazi. Il fatto di aver stretto il vincolo non ci costringerà certo a sfamarci dallo stesso piatto. Mi sono spiegato? >> cercò di dire in modo lineare il tutto e fare esempi col cibo così che suo fratello capisse per bene il concetto.
Thor quasi subito mise giù le mani dal corpo del fratello,con suo sollievo, e distolse lo sguardo da Loki.
<< “ Bhe almeno questa carta della fiducia posso giocarmela quando più mi aggrada. Solo perché sono stato “sistemato” nelle sue stanze, non posso permettere che Thor si senta libero di … sfogare le sue voglie provenienti dal basso ventre su di me. Non sarò la sua puttana” pensò allontanandosi da Thor per avviarsi a guardare oltre il vetro della finestra della stanza.
Passarono diversi istanti di silenzio nei quali i due stavano a distanza l’uno dall’altro. Poi Loki sentì i passi di Thor allontanarsi per poi sentirli poco dopo avvicinarsi a lui, quindi si girò per vedere a che fine lo stava facendo.
<< Loki, allunga le braccia >> gli chiese in tono normale
<< Come, prego? >> chiese scettico l’altro
<< Non fare tante storie e allunga le braccia. Lo farei io per te, ma a quanto pare non gradisci che io ti tocchi, quindi … >> disse facendo un cenno con la testa verso le sue braccia. << alzale >>
Controvoglia Loki lo ascoltò la sua richiesta e lo assecondò con riluttanza.
Thor poggiò un panno umido sulla mano sporca di sangue e sfregiata, anche se più cicatrizzata rispetto a quando gli era stata inflitta la coltellata.
<< Stringila, allevierà il fastidio >> gli consigliò. Poi spostò la sua attenzione alle manette. Gli liberò prima un polso, poi l’altro, gettando le manette sulla poltroncina poco lontana.
<< Molto obbligato >> disse acidulo massaggiandosi il polso con la mano libera dal panno umido e spostando lo sguardo sulle sue mani. Poi riprese a parlare << allora, sono confinato in queste stanze o mi è concesso il lusso di abbandonarle? >> la domanda era seria, non come il tono.
<< Puoi uscire, non sei prigioniero >>  fece una piccola pausa e poi riprese << Tuttavia devo essere a conoscenza dei tuoi movimenti, quindi sei pregato di farmi sapere i tuoi spostamenti >> cercò di essere delicato nel dirlo, con scarso risultato tuttavia.
<< Non sarebbe per te più comodo mettermi un guinzaglio al collo? >> disse innervosito inarcando un sopracciglio << tuttavia, credo che per essere “libero” di muovermi potrei sottostare a questa sciocchezza >> disse il più pacato che poteva. Doveva pensare a come aggirare questa fesseria del Vincolo di Sangue. E litigare con Thor non avrebbe portato risultati positivi.
Doveva pensare, pensare e ancora pensare. Magari poteva anche trovare il modo di girare le cose a suo vantaggio, riuscendo anche ad uccidere Thor …
<< “ Si prospetta un’intricata rete di inganno da tessere” >> pensò serio, poi continuò con un ghigno fissando l’orizzonte dalla finestra e riducendo gli occhi a delle fessure << “ la cosa potrebbe rivelarsi eccitante” >>
 
Pian piano il cielo della dorata Asgard stava tingendosi di arancione, stava calando la sera, le servitrici entravano nella stanza portando la cena stando sempre attente a non incontrare lo sguardo di Loki.
Questo fare delle servitrici lo divertiva, si sarebbe rivelato un piacevole passatempo vederle terrorizzate per mano sua.
Una ragazzetta aprì il contenitore di un fine materiale dove giaceva della calda e fumante zuppa, prendendo un mestolo cominciò a versarla più velocemente che poteva stando però attenta a non rovesciare nulla. Più svelta sarebbe stata, prima sarebbe potuta fuggire via dagli occhi indagatori e malevoli di Loki.
Loki di sottecchi disegnò in aria dei ghirigori e dal mestolo che la donna teneva in mano spuntarono una quantità enorme di piccoli ragni che cominciavano a salirle sul braccio velocemente.
<< AHHHHHHHHHH!!!! >> urlò lei facendo cadere in terra il mestolo e fuggendo dalla stanza continuando ad urlare e cercando di levarsi di dosso i ragni.
In quel momento entrò Thor che era uscito per avere udienza con Fandral il quale doveva metterlo al corrente di un problema in uno dei mondi.
Entrando sbuffò pesantemente, visto che aveva notato i ragni addosso alla giovane fanciulla.
<< Era proprio necessaria l’azione che hai compiuto? Quella poveretta che ti aveva fatto per farle un simile dispetto? >>
<< Suvvia Thor, mi annoiavo >> disse alzandosi in piedi e allargando un po’ le braccia << dovevo pur far passare il tempo in qualche modo. E poi un tempo lo avresti trovato divertente proprio come lo trovo io >> fece un sorriso sghembo.
<< Siamo cresciuti, il tempo delle beffe alla servitù  è passato da un po’ sai? >> disse a mo di rimprovero.
<< Va bene va bene. Quantomeno portami qualche libro da leggere per occupare il tempo. Sono qui dentro da poche ore e già sento che potrei impazzire >>sogghignò ancora.
Thor evitò di dirgli che secondo lui la pazzia nella sua mente si era fatta strada da un bel pezzo …
<< Ad ogni modo, cosa voleva il moschettiere? >> gli chiese Loki con finto interesse guardandolo distrattamente.
<< Cos’è un moschettiere? >> chiese perplesso. Ma non volle aspettare la risposta del fratello, quindi continuò a parlare << è sorto un problema con delle bestie su hellheim*** , sconfinano nei luoghi circostanti mietendo più vittime di quante non ne dovrebbero. Partiremo domani al sorgere del sole, tieniti pronto e riposa a dovere. Domani si combatte! >>disse con un tono quasi allegro e pompante di adrenalina già adesso al solo pensiero del sangue che scorrerà il giorno dopo. Ovviamente, quel sangue non sarà il suo.
<< Declino gentilmente l’invito >> disse ironico.
<< Non puoi >> rispose secco.
<< Lo sospettavo >> disse scoraggiato portandosi indietro i capelli << spero che tu abbia almeno un piano. Ce l’hai? >> gli chiese sempre con scarso interesse.
<< Un piano? Ma certo che ce l’ho, che domande >> gli rispose orgoglioso.
<< Sentiamolo allora >> lo invitò a parlare con un cenno della mano.
<< Arriviamo lì, aspettiamo che siano deboli e distratti, li attacchiamo e torniamo a casa con le loro teste! >> disse con gli occhi brillanti come quelli di un bambino.
Loki si portò una mano alla fronte sospirando un << Saremo fortunati se noi riusciremo a tornare con le nostre teste ancora attaccate al collo >>
La notte trascorse senza intoppi, dal dialogo della battaglia imminente nessuno dei due aveva più aperto bocca. Loki dormì sul divano, nonostante Thor continuasse a ribadire che il letto era abbastanza grande e spazioso per due persone.
Pochi minuti prima dell’alba, vennero a sapere che sarebbero stati soli nel risolvere quel problema in Hellheim pochè Lady Sif e i tre guerrieri erano stati assegnati ad allenare le giovani reclute che sarebbero poi diventati parte della milizia Asgardiana.
<< Non sei elettrizzato Loki? Solo io e te a combattere, come i vecchi tempi! >> gli disse quasi urlando mentre a cavallo si dirigevano verso bif-rost.
<< Oh certo, non vedevo proprio l’ora >> gli rispose sarcastico mentre galoppava in sella al suo cavallo nero e lucente. << “magari potrebbe accadere qualche incidente. Si sa, le disgrazie avvengono” >> pensò sorridendo beffardo.
Arrivati nell’ala di controllo di Heimdall, da dove può vedere ogni singola anima e corpo celeste dei Nove Mondi, per chiedergli di azionare Bif-rost e di farli giungere a destinazione.
<< Giovane Thor, non credo che lasciare Asgard con la Sua sola compagnia sia sicuro per la tua incolumità >> disse in tono profondo e freddo rivolgendo poi lo sguardo a Loki.
<< ****Boccadoro, così mi ferisci. Sapevo di non starti molto simpatico, ma da qui ad insinuare che potrei attentare alla vita del mio caro fratello … >> concluse la frase chinando leggermente la testa di lato e accennando un espressione ferita con le sopracciglia inarcate e un sorriso sornione stampato in volto.
<< Non preoccupare, Heimdall, non accadrà nulla. Adesso portaci su Hellheim >> tagliò secco Thor, stufo di ripetere sempre la stessa cosa.
Dal canto suo Heimdall obbedì,mentre guardava in cagnesco Loki entrando la spada nella fessura che avrebbe attivato il congegno per il teletrasporto. Chissà magari il Guardiano aveva immaginato che la testa del Dio degli Inganni fosse sotto quella spada.
In men che non si dica  si ritrovarono su Hellheim che si trova poco lontano da Niflheim. I due posti sono meteorologicamente l’opposto: Niflehim è una distesa di ghiaccio, neve e nebbia sferzata da venti glaciali, tempeste di grandine, nevischio e uragani. Poi abbiamo l’altra regione, Hellheim. È il regno dei morti, governato da *****Hel la sovrana della morte. Non si dicono cose belle sul suo conto, si narra che quando venne al mondo per la prima  volta nel mondo dei vivi tutti conobbero il dolore e la malattia.
Questo luogo è come un polveroso deserto, dove aleggiano vento torrido e tempeste di sabbia di tanto in tanto. A volte sono visibili gli spettri delle persone defunte che si tormentano nel dolore per essere morte e non aver fatto quello che avrebbero voluto della loro breve e miserevole vita. Producono lamenti simili a quelli degli animali feriti.
<< Posticino allegro >> commentò Loki << Cosa siamo venuti a cercare qui, con esattezza?  >> gli chiese scostandosi i capelli dal viso. Non sopportava molto il caldo. Preferiva il gelo.
<< Dobbiamo cercare Najka, la donna scorpione. Ha distrutto con alcuni suoi simili un villaggio. Bisogna abbatterla o riportarla viva ad Asgard >> disse incamminandosi, seguito da Loki.
<< Quindi dovremmo avere a che fare con più di uno scorpione gigante. Da soli. Bene. Ricordami gentilmente, perché sono venuto anch’io quando invece potevi morire tu soltanto? >> chiese sbuffando per l’assurdità della situazione e per il caldo afoso.
<< Forse eri preoccupato per me, infondo infondo, quindi non mi hai lasciato partire da solo >> gli rispose facendogli un occhiolino voltando leggermente la testa verso di lui.
<< Certo, nei tuoi sogni magari >> rispose a sua volta superandolo.
I due dovettero comminare per più di due ore fino a che finalmente non arrivarono dove vi erano i detriti del villaggio assaltato dall’allegra banda di scorpioni giganti …
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice :
salve a tutti cari lettori! Sono qui a ringraziarvi ancora per continuare a leggere questa storia la quale non prevedevo che vi sarebbe piaciuta tanto <3 il prossimo capitolo sarà notevolmente più lungo ve lo garantisco… e sarà anche molto più movimentato!! Mi raccomando, rimanete connessi per non perdervelo u.u
mi scuso per la tempistica di aggiornamento … spero di poter aggiornare regolarmente, un giorno non troppo lontano adesso diamo il via alla spiegazione delle note! 3… 2… 1… VIA!
Note:
  • Mimir: la testa di un vecchio conoscente di odino, immersa in un fiume connesso direttamente con Yggdrasill. Questa testa funge da oracolo, parla ad Odino il quale lo interroga spesso sulle sorti del suo regno.
  • Le norne : sono 3 divinità che intessono  l’arazzo della vita di ogni essere vivente. Il filo che usano per tessere rappresenta la vita, la lunghezza del filo rappresenta la durata della stessa.
  • Hellheim  : regno dei morti, parleremo in seguito più approfonditamente della sua regina.
  • Boccadoro : è un soprannome che il caro loki nel corso dei secoli ha dato ad Heimdall per la sua dentatura d’oro.
  • Hel : regina di hellheim, ha avuto un destino sfortunato. È nata con una parte “viva” e una “morta”. Cioè per metà è una donna come tante, anche carina. L’altra metà invece lascia ricadere l’occhio al di fuori dell’orbita, nel caso del viso, mentre la metà dello sterno vede le sue ossa completamente visibili senza carne a coprirle. Ha avuto un’infanzia sfortunata poiché nessuno voleva esserle amico per il suo aspetto. Odino ebbe pietà di lei e per la simpatia che provava nei suoi confronti le fece il dono di divenire regina di un proprio regno nel quale non sarebbe stata discriminata.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 - Najka. ***


Quando i due arrivarono al villaggio l’unica cosa che videro fu la desolazione totale. Non un’anima viva circolava, vi erano case molto rudimentali dalle finestre forate e dalle porte sfondate.
<< Evidentemente qualcuno degli esseri a cui stiamo dando la caccia piace imbucarsi in casa altrui senza invito >> constatò Loki camminando al fianco di Thor con un leggero ghigno.
<< Non mi pare il caso di fare dell’ironia, delle persone sono morte qui Loki. >> gli rispose Thor da bravo paladino del bene, ovviamente a Loki il rimprovero del fratello non importò poi molto. Scrollò quindi le spalle. Dopo un istante di pausa Thor continuò a parlare guardandosi intorno << Dovremmo controllare se  ci sono superstiti nelle vicinanze. Dividiamoci, copriremo un’area più vasta. Laddove ci siano sopravvissuti li condurremo ad Asgard e gli offriremo riparo. Tu vai da quella parte, io vado per di qua. >> disse mentre indicava due parti diametralmente opposte.
<< Thor, credi sia saggio separarsi quando siamo ben consapevoli che non siamo i soli ad aggirarci in questi paraggi? >> finì la frase gesticolando  con una mano volta ad indicare l’area intorno a loro inarcando un sopracciglio per rendere al meglio la sua aria  dubbiosa.
<< Hai forse timore per la tua vita? Vuoi che ti stia accanto per proteggerti? >> gli chiese guardandolo con un sorriso che si faceva mano a mano strada sul suo volto.
<< Non dire sciocchezze, pensa a proteggere la TUA di vita. E stai attento che non sia io ad ucciderti anziché quei mostri. >> gli rispose indignato e voltandogli le spalle andò nella direzione che gli era stata indicata.
Thor scosse la testa sorridendo e scrollando le spalle, e si diresse nella direzione opposta a quella presa dal fratello.
Loki camminando con la silenziosità di un felino si guardava intorno e di tanto in tanto alle spalle, gettava un occhio qua e la con poco interesse per vedere di trovare qualche sopravvissuto. Sperava di non trovarne, sarebbe stato fastidioso portarsi appresso un villico.
<< Che fetore immondo >> disse piano storcendo il naso. C’erano cadaveri sparsi un po’ ovunque, e il veleno degli scorpioni contribuiva alla decomposizione più rapida dei cadaveri poiché ne scioglieva le membra. Non tutti erano andati all’altro mondo da codardi, qualcuno si era fatto onore combattendo visto che tra le fredde articolazioni alcuni uomini stringevano armi di vario tipo.
Chi una padella, chi un forcone, chi una pala e chi ancora qualche spada.
<<  Credo che questa servirà più  a me che a te >>  disse prendendo la spada di un uomo strappandogliela dalla mano rigida e cadaverica.
Ancora continuava a camminare senza successo, poi un rumore colse la sua attenzione e si girò immediatamente  di scatto verso il punto del rumore. Come di qualcosa di metallico che cade in terra.
Avvicinandosi con cautela, potè notare che uno scorpione nero come la pece aveva fatto cadere un secchio di latta vuoto. Allora rilassò le spalle, era già fisicamente e mentalmente pronto al combattimento.
<< Fortunatamente per te non sei tu lo scorpione che sto cercando. >> disse rivolgendosi al piccolo ma letale esserino.
Andando avanti per la sua strada e sbirciando di tanto in tanto in qualche casa a caso, Loki cominciò a sentirsi osservato. Aveva i brividi alla schiena, come se qualcuno stesse monitorando ogni suo infinitesimale movimento.
La sensazione non era delle migliori, con qualche sguardo furtivo cercava di individuare chi o cosa lo stesse tenendo d’occhio.
Poi anche l’udito si stava pian piano aguzzando, e Loki giurò di poter sentire il suono come di decine di zampette che gli si avvicinavano a passo non proprio lento.
TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC TIC.
Di lì  a poco si ritrovò circondato  da decine e decine di neri scorpioni e conseguentemente da altrettante  code avvelenate.
Girando su se stesso Loki constatò che era proprio stato accerchiato, apparentemente non aveva via di fuga.
<< E così mi state spiando eh? Cos’è, il vostro padrone ha troppa paura per affrontarmi di persona e manda i suoi … cuccioli da compagnia? >> disse trattenendo una risata e facendo lo spaccone mentre pensava seriamente a come eludere tutte quelle schifose bestiacce.
<< La nostra razza nessuno teme, figuriamoci un misero dio ripudiato >> a parlare fu una voce femminile all’inizio celata agli occhi di Loki, poi però fece il suo ingresso in scena sbucando da dietro una casa.
I piccoli scorpioni si spostarono per permettere il passaggio a questa creatura, che altrimenti li avrebbe schiacciati senza tanti preamboli.
La creatura che gli si presentò davanti aveva sembianze di un immenso scorpione di colore dell’ebano, quattro lunghe zampe ai due lati dei fianchi ed una particolare caratteristica: invece di iniziare con la classica testa e chele da scorpione, il corpo aveva inizio con un busto da donna per poi continuare con il normale corpo dell’animale.
Questa donna aveva la pelle chiara e i capelli di un nero intenso,lunghi abbastanza da coprire i nudi seni.
<< Ohhh, sapevo che voi donne Najka foste conosciute per la vostra letale bellezza ma non credevo di poterne rimanere così ammaliato >> le disse galante accompagnando le parole da un leggero inchino seguito da un gesto di riverenza della mano, il tutto mantenendo uno stretto contatto visivo.
<< So che te la cavi con le parole, Lingua D’argento. La tua reputazione ti precede. Ma non pensare di poter aver salva la vita con le belle parole. Noi Najka non possediamo solo una bellezza letale … >> le rispose malevola mettendo bene in mostra la velenosa coda quasi divertita dalla scena.
<< Sai anche di questo mio nomignolo, vedo. Cosa si dice ancora sul mio conto, in giro per i nove regni? Belle cose, voglio sperare >> gli chiese con una nota di finta curiosità nella voce tornando  in posizione eretta.
<< Molte sono le cose che la mia razza conosce, soprattutto di te. Ingannevole, malalingua, traditore e reietto. Un principe a cui è stato tolto il trono, il cui fratello è stato preferito poiché il figlio di  un mostro non sarebbe degno di regnare nemmeno un villaggio! >> disse con un sorriso malevolo che si allargava in tutto il viso << e adesso perirai e mi assicurerò che tutti sappiano che il Dio degli inganni è andato all’altro mondo per opera mia … >> disse avvicinandosi lentamente e portando in alto la lunga coda gonfia di veleno.
Quando ormai la Najka era sul punto di avventarsi su Loki, di colpo sparì da davanti  agli occhi del mostro che rimase confuso. Poi un dolore lancinante ad una delle zampe posteriori la fece urlare di dolore.
Loki ricreando la sua immagine intenta a parlarle, aveva approfittato del fatto che la creatura fosse distratta e intenta a finire in bellezza il suo monologo e le era sgattaiolato dietro approfittando anche del fatto che gli altri piccoli scorpioni si erano spostati.
Le aveva mozzato un zampa. Non l’avrebbe uccisa, ma di certo l’avrebbe rallentata.
<< Dovresti prestare più attenzione al nemico, piuttosto che parlare a vanvera >> disse sorridendo beffardo.
Lei traballò poiché le mancava il sostegno di una zampa.
<< Tu … >> sibilò furibonda << IO TI UCCIDERò!! >> disse muovendo la coda verso di lui con il pungiglione che gocciolava veleno.
<< Scusa tesoro, sarà per la prossima volta >> disse indietreggiando e facendo un gesto di saluto con la mano libera.
Corse a perdifiato per sfuggire alla collera della femmina di Najka, aguzzando l’udito la sentiva correre in lontananza gemendo di dolore. Era lenta e dolorante, adesso Loki doveva solo ucciderla. Ma come?
Mentre correva pensava e regolava il respiro che si era fatto pesante per la corsa che non sapeva quando sarebbe terminata.
Si guardava intorno, gli venne un’illuminazione. Creò una sua copia e fece vedere alla Najka  lui che , cadendo, picchiava la faccia in terra. Allora potè sentire quella mostruosa creatura aumentare vertiginosamente la sua corsa, pregustando il momento nel quale lo avrebbe ucciso.
Nel frattempo Loki si arrampicò su una roccia più alta del Najka stesso, nel cui picco vi era un enorme sasso. Il collegamento tra le due cose era chiaro.
Schiacciare quell’essere come uno scarafaggio.
Intanto la Najka arrivò di fronte al Loki sdraiato in terra con un espressione terrorizzata in volto e strisciante di supplica.
<< M- magari abbiamo iniziato con il piede sbagliato e ti chiedo perdono per averti privata di una zampa, abbi pietà e lasciami vivere! >> disse sempre stando sdraiato nella medesima posizione.
<< Tu che supplichi la mia pietà? Ebbene, ti garantisco che sarò delicata quando mi nutrirò di te pezzo dopo pezzo. E mi assicurerò che tu sia VIVO. >> finì la frase e si avventò su di lui.
Proprio in quel momento il vero Loki spinse la pietra verso il Najka.
Fu un attimo.
La Najka intuendo l’imbroglio vedendo la copia scomparire da sotto di lei si  girò di scatto sentendo il rumore del masso sfregare sulla roccia e fece partire uno schizzo di veleno dal suo pungiglione che colpì Loki al braccio nel momento stesso in cui il masso schiacciò e spappolò l’enorme scorpione, facendo schizzare il suo sangue violaceo nelle rocce circostanti il veleno.
<< Arrrghhhh >> mugugnò a tono alto di dolore tenendosi il braccio e inginocchiandosi con un tonfo sordo sulla roccia rovente. Il veleno corrosivo della Najka lo prese di striscio, solo di striscio ma il dolore era come di 100 aghi che si infilzavano tutti in uno stesso punto contemporaneamente. Le vesti si erano sciolte e continuavano a sciogliersi tutto intorno al braccio. La ferita che si era aperta nella sua chiara pelle aveva un brutto aspetto, schiumando in più punti.
Dolorante, legò la spada in vita e scese dalla alta trappola che gli si era per certi versi ritorta contro, poi strappò la maglia di un cadavere e se la legò con molto dolore attorno al punto leso per ripararlo dalla sabbia.
Di lì a qualche ora il veleno avrebbe potuto raggiungere le ossa sciogliendo la carne.
<< Devo trovare quel babbeo e tornare ad Asgard. Non ho intenzione di perdere il braccia perché LUI ha voluto dividersi >> disse furioso, abituandosi al dolore.
Ebbe un’idea. Tramite una runa, tramutò in aspetto di falco. Era difficile rimanere concentrati a mantenere questo aspetto con il dolore che non accennava a diminuire, ma quantomeno in volo poteva individuarlo prima.
Effettivamente fu così: dopo qualche minuto in volo lo trovò. Aveva combattuto contro due Najka, dei quali uno aveva avuto la peggio.
Questa Najka con la quale stava combattendo era uguale a quella che aveva ucciso, con l’unica differenza che i lunghi capelli erano rossi ed il corpo era di un nero lucente.
Thor aveva il mantello bruciato dal veleno ma non mostrava di aver segni di lesioni particolarmente gravi.
Guardò attentamente attorno a quella landa desolata per vedere se ci fossero altri pericoli in agguato, parve di no quindi vagliava l’idea di atterrare  e di mutare nuovamente aspetto e tornare normale.
Thor sembrava particolarmente affaticato dal combattimento tanto che in un momento in  cui stava riprendendo fiato la Najka lo fece sbalzare a terra.
<< “ Dannazione, se fossi arrivato 5 minuti più tardi sarebbe morto senza che io potessi fare nulla per aiutarlo. Stando così le cose sono costretto a darmi da fare.” Pensò controvoglia.
<< Hey tu >> disse ad alta voce  scagliandosi in picchiata contro la Najka << Non osare pensare di ucciderlo! Lui è di mia proprietà, e solo io posso ucciderlo! >> continuò a parlare per fare un po’ di scena e quando fu proprio su di lei,mutando aspetto mentre si trovava in aria impugnò la spada e la trafisse all’altezza dell’attaccatura delle zampe anteriori puntando i piedi sul suo corpo.
Lei urlò di dolore scrollandosi per cercare di togliersi Loki di dosso, e ci riuscì. Nel frattempo Thor riacquistò possesso del suo martello ed evocando una serie di fulmini arrostì per bene l’animaletto.
Sembra essere tornata un po’ di pace, con i combattimenti terminati possono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Thor si voltò verso Loki che giaceva ancora in terra poco lontano da lui e legando Mijolnir alla vita gli andò incontro.
Una volta raggiunto si inginocchiò verso di lui chiamando il suo nome.
<< Loki? Loki? Mi senti? >> chiese avvicinandosi.
<< Sì che ti sento, non sono certo sordo >> rispose scontroso riaprendo gli occhi e storcendo il viso in una smorfia di dolore. Non era mai stato molto avvezzo a sopportare le cose dolorose, preferiva evitarle.
Tutto ciò che potesse causargli dolore, lo teneva alla larga. Non cercava lo scontro con mostri letali come i Najka, razza bastarda ed infida, proprio per evitare il loro veleno che adesso si ritrovava ustionante sulla pelle.
Rifuggiva i sentimenti, poiché gli bastava essere già stato tradito a morte dal suo fasullo padre. Non sapeva come era riuscito a non cadere in pezzi quando gli confessò che lui altro non era se non una garanzia di un futuro di pace con jotunheim.
Mentre era in questo stato di semi coscienza si ritrovava a pensare a queste cose, non sapeva bene perché. Forse la vicinanza di quel babbeo gli faceva male.
<< Forza, ti aiuto a rimetterti in piedi >> così dicendo lo tirò in piedi mettendogli una mano su un fianco per reggerlo in piedi, poi riprese a parlare << non abbiamo ancora finito su questo pianeta, dobbiamo trovare il capo delle Najka. Ma se sei troppo stremato posso chiamare Haimdall e … >> non poté continuare poiché Loki si sottrasse barcollando dalla sua presa, rimettendosi in piedi con le sue forze.
<< Io sto benissimo. Non è il caso di trattarmi come fossi un bambino. Devo forse ricordarti chi ha salvato le tue regali natiche anche stavolta? >> gli disse acidulo nascondendo il dolore che provava in tutto il corpo e a quel dannato braccio.
Thor a quel punto avanzò verso di lui e poggiandogli un mano sul volto gli disse con un tono delicato << Ti ringrazio, Loki >> disse guardandolo dritto negli occhi.
Per un lungo attimo Loki esitò  a togliersi la mano del fratello dal viso. Era piacevolmente tiepida a contatto con la sua fredda pelle,che nonostante il caldo torrido rimaneva tale. Si sentiva come intontito dal dolore, si ritrovava con i sensi ovattati.
Poi si riscosse.
Col dorso della mano spinse via la mano di Thor, accompagnando il gesto dalle parole << Si certo, prego non c’è di che. Adesso andiamo, prima termineremo questa cosa e prima torneremo ad Asgard >> .
Ripresero a camminare per ore e ore, lasciandosi alle spalle il devastato ed isolato villaggio con nemmeno l’ombra di un’anima viva al suo interno. Il paesaggio era monotono, pressoché  uguale. Sabbia, sassi, sterpaglie e qualche sasso più alto degli altri. Spirava sempre il solito vento afoso che di tanto in tantoo faceva sollevare della sabbia che finiva fastidiosamente dentro agli occhi.
Loki sentiva chiaramente il veleno scavargli ancora più a fondo nella carne, ma avrebbe preferito ingoiare la lingua piuttosto che spiegare a Thor che lui, al contrario del fratello che era rimasto illeso nello scontro con due bestiacce, si era fatto ferire.
Thor dal canto suo di tanto in tanto buttava qualche occhiata a Loki, non lo vedeva stare troppo male ma pensava che accampandosi avrebbe avuto più energie per continuare la ricerca di eventuali altri Najka. Tuttavia avrebbe dovuto inventare qualche scusa, se gli avesse detto che voleva accamparsi per una gentilezza nei suoi confronti si sarebbe sicuramente adirato.
Pian piano il sole cominciava a picchiare sempre meno, e anche il caldo intenso cessava lasciando il posto ad una brezza fresca.
Thor avvistò un punto dove si ergeva una lunga e solida roccia. Un eventuale attacco nemico quindi sarebbe potuto avvenire solo da davanti a loro e non li avrebbero potuti cogliere alle spalle.
Quindi, dopo tutte queste ore passati in silenzio o con qualche grugnito di disappunto da parte di Loki, Thor si decise a  parlare.
<< Accampiamoci >> disse << Non possiamo muoverci nella notte con il rischio tangibile di essere attaccati tra le tenebre. Saremmo dei facili bersagli. Inoltre dobbiamo accendere un fuoco, o rischieremmo di morire assiderati. Le temperature calano di molto in deserti come questo, ed il sole cala velocemente >>.
<< Per me il freddo non è un problema, forse non ricordi che sono per metà gigante di ghiaccio >> rispose mantenendo lo sguardo davanti a se, poi per un istante si zittì e parve pensieroso. D’un tratto continuò a parlare << Ad ogni modo con le tenebre non caveremmo un ragno dal buco, come dicono su Midgard … >>.
<< Che c’entrano i ragni? Noi siamo a caccia di scorpioni, Loki … >> rispose guardandolo interrogativo, incurvando la testa da un lato e inarcando un sopracciglio.
Loki si girò a guardarlo lentamente con la bocca così spalancata che a momenti gli si sarebbe potuta slogare la mascella. Decise di rinunciare a spiegargli cosa volesse dire con questo proverbio appena usato ed assecondò la sua proposta.
Thor prese dei legnetti secchi qui e la per il fuoco che avrebbe dovuto resistere per parte della notte,almeno , e li mise accatastati l’uno sull’altro. Loki invece con uno sfregamento di mani si preparò mentalmente ad accendere il fuoco. Disegnò dei ghirigori in aria che lasciavano una scia verde che contornava le dita e per opera della sua magia quando abbassò la mano si accese il fuoco che all’inizio aveva le tonalità del verde e poi prese ad avere il suo normale colorito rosso-arancione.
Nel frattempo le tenebre non hanno tardato ad arrivare, inghiottendo tutto lo spettrale deserto di Hellheim. Si sentono lamenti di ogni tipo, ma potrebbe anche essere il vento complice nel soffiare e rendere tutto ancora più lugubre.
<< Allora … hai trovato qualcosa di interessante al villaggio?  >> chiese tentennante Thor.
<< Se mi stai chiedendo se ho lasciato qualcuno a morire la mia riposta è no, Thor >> rispose chiudendo gli occhi e tenendosi il braccio fasciato alla bene e meglio.
<< Bhe non volevo insinuare nulla … non era mia intenzione … io… >> disse Thor staccando la schiena dalla roccia dove era poggiato e sporgendosi verso Loki, affannandosi a riparare al danno che non voleva creare.
<< Thor, prima che il tuo cervellino collassi nel tentare di articolare qualche frase di senso compiuto ,ti consiglio chiudere la bocca e dormire >>  gli disse con un sorriso compiaciuto dalla battuta appena fatta.
<< Bhe, quantomeno ti diverte prendermi in giro >> disse riappoggiando la schiena alla roccia  << questa è una delle cose che non è cambiata tra noi >> finì di dire, alludendo a qualcosa.
Anche stavolta Loki decise di non rispondergli. Stava pensando al fatto di curare la ferita da veleno con la sua magia, però non era sicuro che la sua magia avrebbe potuto qualcosa contro il veleno di un Najka.
<< Loki, posso avvicinarmi? >> gli chiese attento Thor, dopo un po.
<< Fa come ti pare >> gli rispose Loki senza dar troppo peso alla cosa. Cominciava a sentirsi la testa leggera e il corpo leggermente accaldato, sensazione che non provava spesso nelle sue condizioni. Il veleno doveva essersi introdotto nel sangue. Si sentiva man mano sempre più stanco e spossato, adesso che l’adrenalina cominciava a venir meno.
Thor dal canto suo non se lo fece ripetere due volte e si accostò a Loki. I minuti passavano e ancora una volta il silenzio regnava sovrano.
Di colpo Thor sentì la testa dell’altro andare a poggiarsi pesante sulla sua spalla.
<< Loki … ? >>  lo chiamò chinando il viso a guardare il suo. Con suo immenso stupore vide che Loki si era addormentato e nel sonno era scivolato sulla sua spalla.
Non sapeva se lo avesse fatto di proposito o se era stato puramente una cosa accidentale, sta di fatto che Thor fu molto felice di sentirlo a contatto col suo corpo. E volendo aumentare questo contatto, decise di passare un braccio attorno alle spalle di Loki e di far poggiare il suo viso al petto. Avvicinandoselo contro posò la mano che lo cingeva sul suo fianco e così si addormentò quieto anche lui.
Quieto non era proprio il termine adatto, dato che Loki si addormentò per lo sfinimento per il dolore …
Poco tempo dopo essere scivolati entrambi nel sonno, non potevano sapere che c’era qualcuno che tramava in agguato nell’ombra aspettando solamente il momento adatto per colpire.
Thor diceva di avere almeno le spalle coperte da quell’enorme tratto roccioso che avevano alle spalle, non poteva sapere quanto si sbagliasse.
Difatti l’ennesima Najka aspettando l’occasione giusta per colpirli si era appostata, arrampicandosi, sopra l’enorme ammasso roccioso.
Questa donna-scorpione aveva i capelli neri e il corpo che contraddistingue la sua specie ibrida era di un nero lucente.
Durante il tempo in cui questa attendeva di attaccare, pensava a quale modo sarebbe stato più atroce per torturare ed infine uccidere quegli stolti che avevano osato uccidere le sue sorelle. Poi ebbe l’illuminazione.
<< “ Scioglierò loro il corpo nel mio acido veleno, sarà questa la punizione nondimeno” >> pensò inarcando le labbra in un sorriso diabolico.
Silenziosa come il più piccolo degli insetti pose la sua coda in aria, in modo  da poter prendere entrambi con il getto,  e proprio quando stava per investirli con il suo veleno … giunse una presenza molto potente, che dal basso cominciò a parlare.
<< Tu, Najka, io ti ordino di fermarti. Non costringermi ad ucciderti, voi creature che abitate il mio regno siete così carine … >> disse una voce femminile a tono abbastanza alto ma pacato.
Al suono della voce della ragazza sia Thor che Loki spalancarono gli occhi e si alzarono di scatto.
<< Che sta succedendo?! E tu chi sei?! >> urlò Thor alla ragazza pronto a sfoderare il  suo martelo.
Loki mise un braccio steso davanti a Thor << Sta fermo, Thor. >> gli disse in un sussurro, riconoscendo la ragazza che aveva davanti.
<< Ma, regina .. questi Dei hanno ucciso le mie sorelle! Io reclamo vendetta!! >> rispose furibonda la Najka.
<< Capisco, capisco. Dovevi essere molto legata alle tue sorelle. Allora è deciso ... >> battè due volte le mani  e dalla sabbia spuntarono 5 serpenti enormi che strisciarono a velocità inaudita verso la donna-scorpione passando davanti ai due Dei che guardavano la scena senza fiatare.
Poi la ragazza che veniva chiamata regina continuò a parlare << … ti riunirai a loro. Consideralo un regalo della tua sovrana >>
Due serpenti si occuparono di immobilizzare e stritolare la Najka  mentre gli altri 3 la azzannavano incessantemente.
Le urla della creatura erano acute, e si dibatteva per cercare di liberarsi ma c’era poco da fare. Soccombette ben presto tra le spire dei serpenti che, una volta compiuto il loro dovere, si rituffarono nella sabbia scomparendo alla vista.
<< Hel, vedo che sei cresciuta. Sei anche più spietata di quanto ricordassi. >> disse Loki abbassando il braccio e parlando alla ragazza.
<< Guarda chi si vede. Ciao paparino >> rispose svogliata la ragazza senza far trapelare un solo sentimento dal suo viso storpiato.
Aveva difatti solo mezza parte del volto che si poteva definire viva, poiché l’altra parte sembrava appartenere ad un corpo in decomposizione, e così sarebbe stato per il resto della sua vita.
<< Cos- lei è tua figlia?! >> chiese Thor girandosi verso Loki con l’aria esterrefatta e più stupida del solito, pensò Loki senza dirlo apertamente.
<< Si, mi chiamo Hell e sono figlia di Loki e Angrbroda. Per gentile concessione di Odino adesso mi ritrovo a governare il regno dei morti. Cosa ci fai qui, padre? >> chiese avvicinandosi e spostando la sua attenzione su Loki, poi riprese a parlare utilizzando sempre un tono atono e privo di reale curiosità << Non credo tu sia venuto a trovarmi, non ti vedo giusto da qualche secolo >>
<< Così mi ferisci, cara Hel. Un padre non può venire a trovare un figlio senza che ci sia un secondo fine? Comunque hai effettivamente ragione, sono qui per assolvere assieme al figlio di Odino una missione. Mio malgrado ho dovuto parteciparvi. >> rispose garbato, sapeva che la figlia era potente e doveva rispondere adeguatamente visto che  era debole e con pochissimo potere in corpo per poter affrontare uno scontro con la regina del posto. Poi riprese << Pare che abbiamo adempiuto al nostro compito adesso, grazie anche al tuo aiuto Hel. Adesso ci ritiriamo. Qualora volessi venire a farci visita ad Asgard, saresti la benvenuta >> finì la frase con un falso sorriso ed una piccola reverenza del capo.
<< Io? Venire ad Asgard con tutte quelle Dee e quegli Dei così pieni di sé? Finirei per uccidere qualcuno, e questo è meglio farlo qui dove posso. Ah, a proposito di morte, curerei in fretta quel braccio. Fra un’ora potresti venire a farmi visita sotto forma di spettro, caro padre. >> disse sorridendo, ma solo la parte viva inarcò le labbra mentre la parte morta aveva la bocca orribilmente deformata e cadente verso il basso. Per non parlare per l’occhio fuori dalla sua orbita …
Hel, voltando le spalle e facendo muovere i suoi lunghi capelli,sparì avvolta da una folata di sabbia mista a vento. Se n’era andata.
<< Loki, di cosa stava parlando? Cos’ha il tuo braccio?! >> chiese Thor allarmato, e con forza prese il braccio di Loki strattonandolo e tenendolo bloccato dal polso fino a quando non tolse la benda di fortuna che si accorse solo adesso essere zuppa di sangue.
Questo provocò un forte lamento di dolore da parte di Loki, che vedendo come era ridotto il braccio pensò davvero all’ipotesi tangibile dell’amputazione.
La ferità si era allargata, era di un anomalo colorito violaceo ed era come se avesse un buco che si stava scavando mano a mano sempre più a fondo. A questo punto senza il tampone della benda, il  sangue prese a gocciolare in terra.
Thor era al limite della sopportazione. Loki sarebbe potuto morire e tutto perché non voleva che ci si preoccupasse per lui?! Adesso Thor gli avrebbe fatto capire cosa questo avrebbe comportato.
Scuro in volto, passo un braccio attorno alle spalle di Loki e un altro sotto le sue gambe così da prenderlo in braccio.
<< Thor!! Mettimi immediatamente giù!!! Non osare trattarmi come una donnetta in pericolo! Mettimi giù oppure io … >> tentò di minacciarlo, agitandosi come un dannato.
Thor lo guardò minaccioso e con gli occhi ridotti quasi a due fessure << Adesso starai immobile ed in silenzio sino all’arrivo ad Asgard, oppure ti colpirò così forte da fare in modo che tu perda i sensi e a quel punto ti prenderò comunque a questo modo per portarti a casa. Scegli tu in che modo vuoi tornare, con qualche ferita o con qualche osso rotto? >> disse serio e dal tono fermo di  chi sa che è sicuro di ciò che dice e di ciò che afferma di voler fare.
Si guardarono negli occhi per qualche istante, gli occhi di Loki sprizzavano odio e voglia di combattere in modo da dare una lezione a quell’energumeno del fratello. Ma c’era un problema di fondo in tutto ciò: no magia, no party.  Quindi Loki si vide costretto ad arrendersi, e si limito a distogliere lo sguardo con un’aria di sconfitta impressa sul volto.
Thor ritornò a guardare davanti a sé, camminò un po’ per essere certo che i bif-rost potesse raggiungerli in facilità e in una zona sgombera.
Fermandosi e levando gli occhi al cielo disse << Heimdall, quando vuoi. >>
Pochi istanti dopo un raggio di luce investì Thor e lo portò via da quel pianeta lasciando inciso sul terreno il marchio del portale.
Nel frattempo Loki perse i sensi. Quando si risvegliò si trovava in una vasca curativa, era immerso totalmente in posizione fetale in un liquido con una mascherina che gli permetteva di respirare. Non appena ripresi i sensi, la vasca si svuotò e si strappò via la mascherina tossendo. Il suo pensiero andò subito al suo braccio, guardandolo vide che era ancora attaccato e con solo un ematoma che se ne sarebbe andato via presto.
<< La aiuto a scendere, principe Loki >> gli disse una donna dall’aspetto prosperoso e dai corti capelli rosso fiammeggianti  porgendogli la mano.
<< Non ho bisogno del tuo aiuto >> rispose scendendo piano lo scalino che separava il terreno con l’entrata della vasca. Nel fare questo movimento l’asciugamani che aveva legato in vita scivolò via costringendo la donna a voltare lo sguardo imbarazzata.
<< Prima ti offri di aiutarmi e adesso per una cosa da nulla ritrai la mano e volti lo sguardo? Forse non hai mai visto … un uomo prima d’ora? >> chiese sogghignando divertito dalla scena.
<< Principe Loki, sono una ragazza nubile e se si venisse a sapere che ho visto un … uomo nudo nessuno vorrebbe più sposarmi … >> rispose con un filo di voce al limite dell’imbarazzo voltando sempre più il viso dal lato opposto a dove stava Loki.
<< Capisco. >>  rispose sempre più divertito << Gentilmente, mi porgeresti un asciugamani asciutto? >> chiese mantenendo il ghigno dispettoso sul volto.
La ragazza dopo un attimo di tentennamento, voltandogli le spalle, si diresse a prendere un’asciugamani pulito da porgergli.
Proprio in quell’istante, sul viso di Loki si abbattè una sorta di accappatoio lanciato dall’entrata della stanza.
Loki lo prese e sbuffando vide Thor all’ingresso che stava dicendo alla donna che poteva andare e che ci avrebbe pensato lui. Lei fuggì via.
Loki mise l’accappatoio e se lo legò in modo che non potesse aprirsi.
<< Se riesci a beffeggiare la servitù significa che ti sei ripreso abbastanza bene >> disse Thor avanzando nella stanza.
<< Se ti aspetti che ti ringrazi ti sbagli >> rispose lui portandosi indietro i capelli ancora bagnati.
<< Ti prenderai un raffreddore se continui  a stare in quel modo >> gli disse squadrandolo da cima a fondo appoggiandosi al muro ed incrociando le braccia.
<< Tu …  mi farai impazzire!! Non preoccuparti per me, non devi e non lo desidero. Vivi e lascia vivere  THOR >> Disse Loki stringendo le labbra e corrugando le sopracciglia, cominciando anche a camminare volendo uscire da quella stanza e dal campo visivo di quell’odiosa presenza.
Non appena gli fu vicino, Thor incastrò il corpo di Loki tra il suo ed il muro tenendo poggiato sopra la testa dell’altro il suo braccio.
<< Io voglio che tu viva Loki. E non te lo sto dicendo perché non ho capito questo tuo … riferimento ad un proverbio Midgardiano. Io non posso pensare che se tre giorni fa non avessimo fatto in tempo a curarti tu saresti potuto morire … >> gli disse a cuore aperto un Dio del tuono sinceramente rammaricato.
<< Io sono … stato nella vasca per tre giorni interi? >> si chiese sbigottito.
<< Si,  e hanno dovuto impegnarsi per fare in modo che il tuo braccio seppur ancora attaccato al corpo non perdesse la sensibilità motoria … queste sono le esatte parole del gran medico. Non devi farlo mai più. Tu hai detto che solo tu avevi la facoltà di togliermi la vita, rimembri queste parole? Bene, se è così allora solo io posso uccidere te. Tu puoi morire solo per mano  mia e di nessun altro. Quindi cerca di ricordartelo, altrimenti troverò il modo di seguirti fino in capo ad Hell se necessario. >> e dicendo questo poggiò la fronte su quella di Loki, che svanì in una nube di fumo verde.
Girandosi trovò Loki  all’entrata della stanza voltato di spalle che cominciò a parlare sentendo che la sua copia era svanita.
<< La mia vita non appartiene a nessuno se non a me stesso >> sbuffò irritato preparandosi ad uscire.
<< Bene, allora farò in modo che tu non possa mai uccidermi >> gli rispose mentre si era avvicinato silenziosamente a lui, poi riprese << Ah, Loki? >> lo chiamò
<< Cosa vuoi ancora? >> chiese spazientito voltando la testa con la mano poggiata alla maniglia della porta.
Inaspettatamente Thor gli stampò un veloce bacio sulle labbra, ma anche stavolta Loki svanì in una nuvola di fumo verde.
<< dannazione, mi gioca sempre … >> disse fra se e se portandosi il dorso della mano sulle labbra.
Nel frattempo, nelle stanze di Thor, Loki era steso sul letto. Forse non tutti sanno che tutto ciò che sente  la copia viene trasmesso, seppur in modo un po’ più lieve, al corpo che le ha generate …
Guardando un punto indefinito e sentendosi stremato, si portò due dita alla bocca poggiandosele leggermente come a volerle accarezzare. Poi, chiudendo gli occhi, si addormentò nuovamente.




angolo dell'autrice: 
bene ragazzi rieccoci qui... ringrazio di vero cuore le anime pie che ancora stanno leggendo questa mia piccola opera nonostante i tempi vergognosi in cui la aggiorno!
mea culpa! non ho scuse stavolta!
per questo ho deciso di fare un capitolo un po più lungo, magari così mi faccio perdonare <3 
spero che vi sia piaciuto e che mi facciate sapere se vi è piaciuto o meno! lo sapete ormai che ci tengo u.u stavolta non ci sono note esplicative, per la vostra felicità!
mi dileguo adesso, ci  becchiamo al prossimo capitolo!! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 - Mischief ***


Capitolo 6
 
 
 
Nel frattempo, nelle stanze di Thor, Loki era steso sul letto. Forse non tutti sanno che tutto ciò che sente  la copia viene trasmesso, seppur in modo un po’ più lieve, al corpo che le ha generate …
Guardando un punto indefinito e sentendosi stremato, si portò due dita alla bocca poggiandosele leggermente come a volerle accarezzare. Poi, chiudendo gli occhi, si addormentò nuovamente.
Quella notte Thor tardò a rientrare nelle sue stanze poiché controllò alcune aree del palazzo, che solitamente erano frequentate da Loki, per verificare se il Dio degli inganni avesse preferito non tornare nelle stanze.
Una volta appurato che Loki non si trovava nei posti in cui il Dio del tuono ipotizzasse che si trovasse, tornò nei suoi alloggi. Se non lo trovava magari era perché non voleva essere trovato.
Fu con immenso stupore che, entrando, lo vide lì nel suo letto a dormire beatamente.
Si avvicinò con cautela per osservarlo, non voleva svegliarlo voleva solo bearsi di quello spettacolo insolito.
Il viso disteso. La nera capigliatura scompigliata in alcuni punti, con qualche ciocca audace osava ricadergli sul viso. L’espressione rilassata di chi non ha pensieri. Era sereno. O quantomeno lo sembrava.
Thor inclinava la testa incuriosito e colpito, per osservarlo da più angolazioni.
Si era addormentato senza cambiarsi, ignorando quello che gli aveva consigliato di fare affinché non si prendesse un malanno.
<< “sei un gran testardo … “ >> pensò tra se e se sorridendo.
Togliendosi gli stivali e restando a piedi nudi per non fare rumore, Thor si avviò a prendere una coperta di pelle d’orso per adagiarla sopra al corpo di Loki coperto dal nulla. Il freddo non gli dava problemi essendo un gigante di ghiaccio, questo lo sapeva bene, ma voleva dimostrarsi premuroso.
Presa la coperta tornò verso il letto, quasi in punta di piedi, e adagiò con calma e lentezza la coperta sul corpo di Loki. Quest’ultimo però con fare felino aprì gli occhi e prese Thor, chinato verso di lui, buttandolo nel letto mettendosi a cavalcioni su di lui puntandogli alla gola il pugnale che teneva sotto il cuscino.
Poi Loki parve rendersi finalmente conto di chi aveva davanti e smise di fare pressione con la lama, facendo uscire un piccolo rivolo di sangue scarlatto dal collo dello sconvolto Thor.
<< THOR?! Sei forse impazzito?! Avrei potuto ucciderti! >> gli disse irritato quasi urlando il suo nome e gesticolando con la lama.
<< E ti saresti rammaricato per la mia morte? >> gli chiese con un lieve sorriso. Gli piaceva  che stesse così, su di lui, sentire il suo corpo a contatto con quello di Loki. Anche se preferiva che il pugnale non fosse presente in questa “idilliaca” scena.
<< Ma certamente, Thor … >> gli rispose con un’espressione quasi dolce, e lì per lì Thor rimase esterrefatto e  aveva preso anche  un respiro profondo per rispondergli, ma Loki non gliene diede il tempo visto che riprese a parlare << … mi sarebbe rammaricato perché poi sarebbe toccato a me morire. Hai forse dimenticato il vincolo che ci tiene incatenati? Eppure lo hai stipulato tu stesso. >> sputò con odio.
Loki fece per alzarsi da quella posizione decisamente fuori luogo, considerando che indossava la sola accappatoio, ma Thor non glielo permise. Anzi, mantenendolo in quella posizione, alzò la schiena abbracciandolo con mal celata forza.
<< Posso stringerti solo un po’? solo … un po’  >> chiese quasi supplichevole incastrando il suo viso tra  la spalla e il collo dell’altro.
Loki si paralizzò come a non aver realizzato cosa stava accadendo. Cercò di divincolarsi, ma Thor mise ancora più forza in quell’abbraccio e Loki teneva molto alle sue ossa. Decise quindi di assecondarlo temporaneamente.
<< Solo un po’. E che non diventi un’abitudine. >> disse seccato lasciando ricadere le braccia lungo i propri fianchi, non ricambiando l’abbraccio.
<< Loki, c’è una cosa che volevo domandarti da tempo >> cominciò a parlare sempre nella stessa posizione, causando brividi di Loki per il respiro caldo che emetteva quando parlava, respiro che si scontrava con la sua fredda pelle. << Quando tu scappasti dalla prigione, ormai una settimana fa … quando ti dimostrai di tenere a te come a più di un fratello …  ecco, non mi hai mai detto quello che tu provi nei miei riguardi. >> terminò la frase con fare solenne e sollevò il capo così da guardarlo fisso nei suoi preziosi occhi verdi.
<< Thor, io non ho bisogno di sentimenti genuini come l’amicizia o l’amore. Nel mio mondo non c’è spazio per questi sentimenti, poiché io non li conosco. Conosco l’opportunismo e conosco molto bene l’odio. E mi trovo bene così. Io non so se ho memoria dei … sentimenti che anni or sono AVREI potuto provare per te … >> avrebbe continuato a parlargli e a dirgli che per lui c’era solo rancore nel suo cuore, ma Thor ribaltò le posizioni, in questo modo si sciolse anche la cintura che Loki aveva legata alla vita per fare in modo che  la sua accappatoio non si aprisse, ed il pugnale gli volò di mano.
<< Permettimi di ricordartelo, permettimi di mostrarti che sono cresciuto e che non sono più quello di un tempo … >> disse guardandolo negli occhi come a volercisi tuffare dentro e poggiando le braccia tese ai lati dei fianchi di Loki.
<< Thor … smettila adesso … >> disse con la voce ridotta ad un sussurro e con i palmi delle mani poggiati sul petto di Thor che facevano pressione per farlo alzare da lui.
Loki deglutì pesantemente e lesse negli occhi di Thor la certezza di volergli dimostrare che lo amava più di come si può amare un fratello. Ebbe per un attimo paura. Paura perché non era abituato all’amore, si era allontanato da quel sentimento, l’amore fa soffrire e rende deboli. Lui non voleva più essere debole, però dall’altro lato … dall’altro lato perché odiava Thor? C’era davvero un valido motivo?
Thor che colpa aveva se non quella di essere il figlio di Odino?
La testa di Loki per degli attimi che parvero secoli fu invasa da pensieri contrastanti, e non rispose più a Thor.
Il silenzio calò nella stanza, parole nascoste tra gli sguardi aleggiavano silenziose e letali.
Thor lentamente scese a baciargli il collo, poi il candido petto nudo. Scese ancora con una scia di umidi baci verso il ventre sentendo Loki irrigidirsi mano a mano di più.
Di colpo Thor si fermò e alzandosi lievemente si tolse il mantello e coprì il corpo nudo di Loki, con suo grande stupore.
<< Loki, non voglio forzarti a fare nulla. Se non avrò il tuo consenso, non ti sfiorerò oltre. È per me complicato resistere a quelli che sono i miei istinti, ma è la ragione quella che ci distingue dagli animali. Ed io non lo sono. >> gli disse pacato e serio stando in piedi poco distante da lui per dargli modo di riprendersi.
Loki prese il mantello ed alzandosi lo gettò via, rimanendo per un attimo con l’accappatoio mezza tolta e spalancata. Per quell’attimo la luce delicata della luna si posò sul suo corpo delineando quel pallore e quel corpo perfetto che Thor si ritrovava ad ammirare.
<< Non sono la tua principessa da salvare, ne tantomeno un tuo gioco per il tuo personale divertimento. >> gli disse chiudendosi l’accappatoio stringendo la corda in vita, poi riprese << Riguardo a quello che è avvenuto poco fa, non farti illusioni. Non mi sono ancora ripreso del tutto, altrimenti sarei volato via in sembianze di falco ben prima che tu, facendo il cavaliere dalla splendente armatura, decidessi di alzarti senza dar sfogo ai tuoi più bassi istinti. Figlio di Odino, ti ho già detto di non giocare con me e non voglio ripetermi. >> proferì queste parole con l’amarezza nella voce e si voltò  dando le spalle a Thor.
<< Non è mia intenzione prendermi gioco di te, mai lo farei.>> gli disse avviandosi verso la porta sentendosi colpevole, forse aveva affrettato troppo i tempi. Poi riprese a parlare << Ti farò portare degli abiti domattina. Ti auguro una buona notte. >> così concludendo, si chiuse la porta alle spalle.
<< “ Una buona notte dice lui, eh. Facile a dirsi. Ma cosa mi sta succedendo?! Deve sicuramente essere colpa di quel vincolo di sangue, mi si sta ritorcendo contro con qualche suo effetto collaterale. Devo trovare il modo di liberarmene, così facendo anche queste …  sensazioni spariranno.” >> con questa ferma convinzione, si rimise a letto, coprendosi con la coperta che aveva trovato sul letto, e dopo vari tentativi, cadde tra le braccia di Morfeo.
Loki dormì intrappolato in un sonno senza sogni, svegliandosi con il rumore della porta aprirsi. Era una vecchia serva raggrinzita dall’età che stava portando la colazione ai principi.
<< Mi stupisce come tu faccia a non essere ridotta in polvere, vecchia. >> le disse sarcastico con la voce leggermente impastata dal sonno.
<< Questo è molto irrispettoso da parte tua, e anche impertinente aggiungerei. >> gli disse in tono sicuro la vecchia avvicinandosi lentamente al letto dove ancora giaceva Loki.
<< Potrei lenire le sofferenze che ti ha causato l’età adesso e definitivamente vecchia, come premio per questo tuo comportamento. >> le rispose sedendosi sul letto alzando leggermente il mento e guardandola con aria di sfida, quasi divertito dall’impertinenza della vecchia.
La serva riprese a parlare camminando lentamente e  si appoggiò con una mano alla struttura del letto << Però magari se non fosse una vecchia a parlarti ma se al contrario fosse … >> così dicendo, con un movimento rotatorio delle dita e attorniata da un tenue fumo dorato, mutò aspetto diventando una ragazza alta e giovane dai capelli scuri e lunghi, dagli occhi di cerbiatta e con indosso delle succinte vesti che coprivano solo lo stretto necessario affinché non fosse totalmente nuda. Con la grazia di un felino si sedette ai piedi del letto di Loki accavallando le gambe e riprendendo a parlare << … serberesti lo stesso trattamento anche ad una giovane fanciulla, principe Loki? >> concluse sorridendo.
Loki  era notevolmente impressionato dalla stregoneria usata. Rune abbastanza complesse erano state applicate per la trasformazione, non è cosa da tutti.
<< Chi sei? >> le chiese incuriosito senza rispondere alla sua domanda e portandosi una mano al mento curvando la schiena e poggiando il gomito alla gamba.
<< Sono la persona che può aiutarti a sciogliere il vincolo che ti tiene legato a Thor … >> gli sorrise suadente avvicinandosi ancora di più fino a essergli di fianco
<< E chi mi garantisce che posso fidarmi di te? >> chiese mal celando la sua curiosità e squadrandola per bene, recuperando il pugnale che giaceva accanto a lui e sfregandone lievemente la punta sulla coscia di lei.
<< Oh ma io non ho mai chiesto la tua fiducia, principe Loki. >> gli rispose mantenendo il sorriso sulle labbra << Io ti servo. >> concluse portando un dito al collo di Loki e facendolo scorrere fino al mento in una carezza.
Loki in risposta le afferrò di scatto la mano e la strinse con un po’ di forza  << Come potresti aiutarmi? >> le chiese puntando dritto al sodo.
Lei si voltò verso la porta sentendo i passi di qualcuno arrivare, poi tornò a puntare il suo sguardo su Loki << Non qui. Troppe orecchie ascoltano. Mi farò viva io prima di quanto tu possa immaginare. A più tardi, principe. >> così dicendo, scomparve nella medesima nuvola di fumo dorato  che aveva usato per trasformarsi.
<< Una copia resistente al tatto, eh? Ingegnoso … >> si disse tra sé e sé.
Non passarono che pochi istanti e qualcuno bussò alla porta.
<< Posso, principe Loki? Sono venuta a portarle un cambio d’abito … >> proferì una domestica con voce tremante.
<< Entra. >> disse distratto ancora da quell’incontro e pensando a quel fumo dorato. Solo una persona nei nove mondi, aveva letto, era in grado di produrlo. Ma chi era? Lo aveva letto molto tempo prima in un testo antico quanto la creazione degli stessi mondi.
Nel frattempo la domestica, frettolosamente ma meticolosamente, ripose gli abiti nella poltrona più lontana dal letto.
<< Con permesso … >> disse con una riverenza del capo pronta a lasciare quelle stanze.
<< Aspetta >> disse fermandola << Dov’è in questo momento Thor, mio fratello? >> disse fissandola e pronunciando l’ultima parola con ironia
<< Il principe Thor si trova ad allenarsi, mio signore. A quanto ho sentito è stato lì per gran parte della notte se non tutta. >> rispose rispettosa e con voce tremante.
<< Riferiscigli che andrò a passeggiare quest’oggi. Puoi andare. >> le disse autoritario senza guardala.
La serva con un ultimo cenno del capo se ne andò lasciando il principe libero di vestirsi.
A quel punto Loki si vestì con calma, indossando i suoi soliti abiti con le colorazioni del nero e del verde con qualche accenno di dorato. Per ultimi indossò gli stivali e, portandosi indietro i capelli, uscì dalle stanze. Prese un’ala del palazzo poco frequentata, che passava per i giardini esterni.
Un ambiente splendido e rilassante, colmo di profumi di ogni genere senza però risultare eccessivi. Colori di ogni genere spadroneggiavano liberi e selvaggi ma al contempo curati come se quei fiori fossero l’essenza stessa degli Dèi. Uccellini cinguettanti posati sulle fronde dei rami dalle foglie di un verde sgargiante quasi come fossero artificiali, un laghetto poco distante dove le libellule di ogni colore volavano per le ninfee volando talvolta via spaventate dall’incontro con un ranocchio.
In tutto questi ambiente idilliaco ma familiare al contempo, c’era qualcosa che stonava con il resto.
C’era infatti un serpente, un tipo di serpente che non si era mai visto prima. Lucente come le gemme più preziose, di un bianco puro come le rose più pregiate e gli occhi color dell’oro.
Questo serpente prese ad avvicinarsi sempre di più, fino ad arrivare ai piedi di Loki. Salire fino al ginocchio. Salire ancora fino ad arrotolarglisi al braccio. Il musino accanto all’orecchio gli sussurrava parole, mentre la lingua serpeggiava.
<<* Ssssssplendente le misssssssero nome: dovunque venisssssse nelle case indovina esssssperta in profezie, dava potere alla magica verghe; incantò, dovunque poteva, incantò i ssssssensi, sssempre era la delizia di sssspose malvagie. Ti assssspetterò ad **Alfehimir, lì ti ssssvelerà come ssssciogliere il vincolo … >> concluse il serpente svanendo in un fumo dorato e liberando il braccio di Loki dalle sue spire.
<< Adesso ricordo a chi appartiene questo potere così particolare, anche se dopo tutti questi secoli pensavo fosse morta DEFINITIVAMENTE ormai … >> disse con un sorriso sghembo sul volto. << Alfheimir, eh? So anche come arrivarci … senza che boccadoro mi veda. Sarà divertente, presumo. >>  concluse, assumendo le sembianze di una qualunque guardia asgardiana.
Tornando tra le mura di Asgard, Loki si mosse tranquillamente attraverso i corridoi senza destare sospetti. Si diresse verso il punto dove tenevano la flotta di navi volanti, il posto era sorvegliato da due guardie poste davanti l’entrata dell’enorme porta.
Era il momento di un trucchetto magico, si disse loki sogghignando. Portando una mano dietro la schiena, mentre l’altra teneva la lancia da battaglia delle guardie, disegnò dei ghirigori  che emettevano come un fumo verde. Così creò una copia di un fuggitivo dalle prigioni, uno dei balordi che si vedevano in giro per i mondi.
<< Allarme! Allarme!! Un prigioniero di guerra è fuggito! >> disse correndo verso le guardie che stavano dinnanzi alla porta.
Quelle, allarmate, lasciarono la postazione correndo alla caccia del fuggiasco. Anche Loki fece vedere di avviarsi con loro per l’inseguimento, rimase man mano sempre più indietro fino a veder scomparire all’orizzonte i due allocchi che avevano abboccato all’amo. Poi tornò indietro a passo spedito sogghignando, aprì la porta e se la richiuse alle spalle. Constatando che non vi erano ulteriori guardiani sciolse l’illusione e, illuminandosi di un fumo verde che nei punti dove svaniva lasciava spazio al suo vero aspetto, prese in prestito una delle navi.
Celò la sua presenza ad Heimdall e usando delle rune particolari schermò anche la presenza della nave, rendendola mimetizzata con l’ambiente in cui volava. Per un ulteriore sicurezza si mantenne basso.
Una volta avvistate delle rocce in lontananza, Loki accelerò al massimo l’andatura andando a mirare verso una piccolissima fessura e, con i capelli svolazzanti preda della brezza che si era andata a creare per la velocità assunta, al contatto con la roccia svanì come risucchiato da un portale. Questa era la scorciatoia per Alfheimir.
Una volta arrivato sul luogo, la barca sfregò violentemente contro il terreno provocando un rumore immondo e stridulo come di mille unghie che sfregano contro una lavagna, Loki venne sbalzato via dalla forza dell’impatto col terreno atterrando oltre la struttura della barca.
<< Atterraggio burrascoso, ma almeno ricordavo bene la posizione del varco. Sarebbe stato problematico altrimenti. >> disse alzandosi da terra e spolverandosi via la terra di dosso.
L’ambiente era cupo, il cielo con delle nuvole che davano sul violaceo era privo di sole. C’era luce quanto basta per vedere poco oltre l’orizzonte.
Vegetazione, per quanto ce ne fosse, arida e morta per lo più. Non proprio un ambiente piacevole dove vivere.
Si aspettava di dover camminare molto per pensare di incontrare colei che lo aveva invitato su questo pianeta, invece poco tempo dopo si palesò la stessa giovane donna che c’era nelle sue stanze.
<< Principe Loki, hai fatto molto presto a giungere sin qui. Devo pensare che ti mancavo? >> disse sdolcinata e maliziosa gettandogli le braccia al collo, con un profumo talmente forte da annebbiare i sensi.
Loki però si mantenne con le braccia lungo ai fianchi, guardandola dall’alto in basso con un sorriso sghembo in volto << Sono unicamente interessato a sapere come potresti mai aiutarmi, mia potente Gullveig- Heid. Incantatrice esperta e maga eccelsa di rune. La tua fama ti precede, mi rammarico per non averlo capito al nostro primo incontro. >> disse togliendosi le braccia dal collo con gentilezza e facendole un inchino con baciamano, poi riprese a parlare tornando eretto << Mi ferisce tuttavia che tu abbia usato proprio questa miscela floreale che dovrebbe causare intorpidimento agli arti, volevi  forse tendermi una trappola? >> concluse con un sorriso ancora più largo in volto.
<< Oh principe, non avrei mai pensato che saresti potuto cadere in una trappola così infantile … >> gli disse accennando un sorriso e sfoderando un’occhiatina dolce.
Proprio in quell’istante furono prese a Loki le braccia e portate alla sua schiena con la forza, per poi essere ammanettato. Voltandosi, Loki riuscì  a vedere chi con tanta forza era riuscito ad incatenarlo, vide un elfo oscuro dannato evidentemente al servizio della maga.
<< … Tuttavia, >> riprese a parlare la maga << So della tua particolare dedizione ai monologhi, e che sei solitamente così compiaciuto e pieno di te dal non dare particolare attenzione all’ambiente che ti circonda. >> disse trionfante, sfoggiando un malevolo sorriso.
Loki strinse le labbra, era stato uno sciocco a lasciarsi distrarre. Tentò di strattonare le manette, ma per quanto le strattonasse gli sembrava che si stringessero sempre di più ai polsi.
<< Ah, un consiglio. Se non vuoi rischiare che le manette speciali che ho riserbato per te ti mozzino le mani, ti converrebbe non tentare di romperle o toglierle. Sono manette anti-magia, un piccolo souvenir che presi da Asgard alle quali poi apportai questa piccola modifica. Belle, vero? >> concluse, carezzandogli il mento.
<< Molto raffinate, ti starebbero a pennello. >> rispose provocatorio sorridendo.
In risposta Gullveig gli mollò un sonoro ceffone, costringendo Loki a voltare il viso tale era la forza impiegata.
<< Qual è lo scopo di tutto ciò? Non ti ho mai arrecato alcun danno per meritare un trattamento simile, potremmo giungere ad un accordo e … >> disse tornando a guardarla, tuttavia lei non lo fece finire di parlare.
<< Portando te qui, lontano da Asgard, spingerò il principe Thor ad accorrere per salvarti. Una volta che sarete entrambi nelle mie mani, vi ucciderò, lasciando Odino senza nessun successore. Odino è ormai vecchio e debole, e alla sua dipartita non essendoci nessun altro a governare mi prenderò Asgard. >> disse solenne.
<< Ah bhe, puoi anche uccidere solo Thor allora. Sai, non sono propriamente il favorito per prendere posto come erede al trono di Asgard. >> le rispose ironico.
<< Meglio non correre rischi. Adesso io vado, è ora di far giungere qui anche il tuo amato fratello. Non temere, non sarai solo ad attenderlo. Ti lascio in compagnia dei miei amichetti. >> disse rivolgendosi ad altri due elfi oscuri dannati << portatelo via e rinchiudetelo in cella. Giocate un po’ con lui, non vorrei si sentisse solo. >> concluse svanendo nel nulla in una nube di fumo dorato.
<< Su ragazzi, parliamone … >> disse un Loki preoccupato per quello che sarebbe successo. Non ci teneva a … giocare con quei tizi senza poter controbattere.
Uno dei tre elfi mostruosi lanciò un pugno a Loki in pieno volto, face dolo cadere rovinosamente a terra. Da lì in poi si accorse, prima di perdere i sensi, di essere trascinato dalla caviglia per un lungo tratto di strada.
Mentre accadeva tutto questo all’imprudente Dio degli inganni, Thor non faceva altro che allenarsi e ancora allenarsi per scaricare la tensione. A pagarne le conseguenze e ad uscirne mezzi interi erano Hogun, Volstagg e Fandrall che si erano offerti volontari. Di certo non si aspettavano che Thor potesse essere così bisognoso di sfogarsi, avrebbero avuto lividi per un paio di giorni.
<< Uo uo uo, Thor calma! Finirai per ucciderci amico, fortuna che non stai usando Mijoolnir! >> disse Fandrall con i capelli  spettinati e le mani poggiate alle ginocchia per riprendere fiato.
<< Facciamo una pausa ragazzi >> disse Thor non rispondendo a Fandrall ed asciugandosi il sudore dalla fronte con un’asciugamani bianco. Con passo medio-veloce si allontanò  dai suoi compagni, lasciandoli interrogare sul motivo del suo strano comportamento.
Thor non si dava pace, stava ancora pensando agli avvenimenti di quella notte. E per di più non aveva ancora avuto il coraggio necessario per vedere Loki quel giorno.
<< “ un guerriero che ha affrontato centinaia di battaglie che non ha il coraggio di confrontarsi con un singolo individuo. Suona esilarante … “ >> pensò tra sé e sé accennando un sorriso mesto.
Fu così che mentre aveva lo sguardo perso nel vuoto vide Loki procedere verso il corridoio che portava alle armi e all’ala dei soldati a parso spedito.
<< Loki? >> sussurrò prima di corrergli dietro. Decise di non chiamarlo ad alta voce, per non attirare l’attenzione di nessuno.
Lo vide prendere l’ingresso per le barche, accelerò il passo e lo vide mettersi su una di quelle e prendere il volo. Allora lo imitò e lo segui, dapprima distante e poi accelerando notevolmente quando vide che stava andando a scontrarsi contro una parete. Urlò  << LOKI,NO!! >> poi lo vide sparire come risucchiato da qualcosa, e prima di potersi fermare aveva già attraversato anche lui il vortice ed essere così giunto ad Alfheim.
Come Loki poco tempo prima, anche Thor fece lo stesso ruzzolone giù dalla nave, però non c’era traccia ne di Loki ne tantomeno della sua nave.
<< Ma che … ? >> si chiese guardandosi intorno << è un altro dei suoi trucchi, mi sta giocando ancora!! >> disse iracondo scagliando un pugno al terreno e formando una considerevole buca. Poi rialzandosi in piedi prese a guardarsi intorno << Loki!! LOKI! Basta con i tuoi giochetti!! Esci fuori!! >> urlò furente.
<< Calma, calma Thor. Sono qui >> disse Loki comparendo poco lontano da lui, per poi lasciare posto al nulla svanendo in un luce d’orata e lasciando il posto ad una donna.
<< Tu … tu non sei … chi sei? E cosa vuoi da me? Mi hai attirato con l’inganno, cosa vuoi? >> le chiese mettendo mano alla cintura per prendere Mijolnir, senza però trovarlo. Lo aveva lasciato nel campo d’addestramento …
<< Bla bla bla, tu e tuo fratello fate gli stessi discorsi. Volete sapere, sapere e ancora sapere! Come siete noisi! >> disse facendo segno a qualcuno di venire. Dalle sue spalle arrivarono 3 Elfi oscuri dannati, che si avventarono contro Thor.
Senza il suo martello Thor era in svantaggio, non considerando che aveva anche tolto la sua corazza per allenarsi. Tenne degnamente testa ai 3 esseri enormi, riuscendo anche a stenderne uno. Gli altri due però colsero l’occasione per lavorare in squadra: uno lo teneva fermo da dietro mentre l’altro lo prendeva violentemente a pugni, alternando tra viso e stomaco. Il combattimento durò alcuni minuti al termine dei quali Thor, cadendo in ginocchio e venendo colpito alla testa, venne portato via a spalla da uno dei dannati.
Al suo risveglio, Thor, con la vista un po’ annebbiata, vide che l’ambiente circostante era scuro e stretto, con una sola piccola finestrella con delle sbarre di ferro. Realizzando che si trovava in una prigione, mettendo ancora di più a fuoco l’ambiente, vide Loki dalla parte opposta della cella rispetto a dove si trovava lui.
Era malconcio, sanguinava in più punti dal volto e aveva le vesti strappate in alcuni punti da dove fuoriusciva sangue rosso scarlatto. Era poggiato con la schiena al muro e il volto chino, le gambe distese e le braccia unite in un punto in mezzo alle gambe.
Un brivido passò a Thor lungo tutta la schiena quando realizzò che poteva non essere in vita …
Facendosi forza, si alzò traballante per raggiungere Loki. Un uomo qualunque dopo tutte quelle percosse avrebbe potuto riportare seri danni agli organi interni, ma un Dio aveva la scorza più dura di un semplice uomo.
<< L- Loki … >> sussurrò inginocchiandosi pesantemente davanti a lui, tossendo subito dopo aver proferito parola. Abbassando lo sguardo vide che Loki aveva delle manette, al contrario di lui. Non capiva il perché di questa decisione: forse pensavano che non fosse temibile quanto Loki? No, non era il momento di pensare a queste cose. << L – Loki! Svegliati! >> gli sussurrò portandogli una mano al viso ed alzandolo leggermente.
Quando ebbe compiuto questo gesto, Thor si sorprese a vedere che Loki aveva gli occhi aperti e adesso lo stava fissando. Era uno spettacolo ben più terribile di quello che si aspettava: una parte del volto di Loki era totalmente insanguinata, quasi come se fosse stato trascinato per un lungo tragitto in un terreno roccioso. L’altra parte del volto invece era livida e sanguinante dalla bocca e dal sopracciglio.
Lo sguardo di Loki era diverso, era più … cattivo, più risentito se possibile. Diverso la quello degli ultimi giorni che aveva passato con lui. Gli si leggeva chiaramente che aveva voglia di uccidere.
<< Loki, ma cosa ti hanno fatto … ? >> gli chiese scuotendo il volto accigliato, sconvolto dalle sue condizioni.
<< A quanto pare ho ancora la fama di essere il Figlio di Odino, e per questo vogliono la mia dipartita. Non contando la tua e quella di tuo Padre. >> gli rispose a fatica con un tono tra il sarcastico e il sofferente.
<< Ti hanno torturato, non avrò pietà per loro. >> disse iracondo << adesso noi due insieme ce ne andremo da qui. Per prima cosa ci libereremo di queste manette. >> concluse prendendo la catena che univa  i due capi delle manette e cominciò a tirare facendo scaturire un luce verde.
<< Aaargh!! Thor! Fermati!! >> quasi gli urlò, stremato << queste manette contengono la mia magia, e se proverai a toglierle con la forza finirai con l’amputarmi le mani! >> concluse tutto d’un fiato per poi contorcersi per un improvviso dolore alle costole. Doveva averne un paio rotte.
Thor tolse immediatamente le mani dalle  manette, se solo avesse avuto Mijolnir …
<< Scusami Loki, non potevo immaginare … Appena usciremo da qui prenderemo la chiave delle manette e … >> non poté finire la frase poiché Loki lo interruppe.
<< Thor, l’ultima cosa di cui ho bisogno sei tu che mi esprimi i tuoi piani ottimisti di fuga! >> gli sbottò contro << tu senza il tuo mistico martello ed io senza i miei poteri. Ci ritroviamo alla stregua di due uomini comuni che stanno andando incontro alla morte!! >>  concluse fissando i suoi occhi in quelli di Thor.
Thor a quel punto non poteva dargli torto, non  aveva modo di dargliene.
Si sedette accanto a lui senza più proferire parola. Thor si ritrovava ad essere troppo debole per poter piegare le sbarre della cella. E anche piegandole cosa avrebbe risolto? Ci sarebbero state guardie da affrontare, decine e decine. E come avrebbe combattuto con Loki in quelle condizioni? Si sarebbe fatto uccidere pur di non far avvicinare nessuno a lui, ed era proprio quello che volevano. La sua morte, alla quale sarebbe seguita quella  di Loki.
Passarono un paio d’ore, forse, da quando il silenzio era calato tra loro e Thor non aveva smesso un attimo di pensare alle parole di Loki “ ci ritroviamo alla stregua di due uomini comuni … “ …
<< Loki >> lo chiamò, guardando in avanti.
<< Cosa c’è. >> gli rispose, stando nella medesima posizione.
<< Hai detto … che in questo momento possiamo considerarci due uomini semplici, giusto? >> chiese, non guardandolo.
<< Si, e che stiamo andando in contro alla morte. Dove vuoi andare a parare? >>
<< Se proprio dobbiamo morire, non voglio farlo sapendo di non averti detto una cosa importante. Loki … >> disse girandosi verso di lui << Io t … >> lo interruppe un frastuono assordante, seguita dalla porta della cella che veniva totalmente scardinata dai cardini e buttata via.
Per quanto velocemente gli fosse concesso di muoversi, fulmineamente Thor si spostò davanti Loki per proteggerlo. Ma quando vide chi stava entrando dalla porta, fece un largo sorriso e rilassò le spalle.
<< Volstagg! >> disse raggiante.
<< Thor, scusa il ritardo ma siamo stati un po’ impegnati a giocare con le guardie della magione! >> gli disse il  grasso Volstagg entrando nella cella e dandogli una mano ad alzarsi da terra.
<< Ma come avete fatto a sapere che ero qui? >> gli chiese sorpreso dandogli una pacca sulla spalla.
<< Heimdall ti ha visto durante il tuo tragitto con la barca ed ha percepito la tua essenza su questo pianeta! E poi sei stato strano tutto il giorno e volevamo capire … >> fece una pausa tirando fuori un pezzo di panino dalla  sua armatura e masticandolo continuò a parlare sputacchiandone pezzi << … perché! >>
<< Quanta eleganza Volstagg. ***Potrei vomitare. >> se ne uscì Loki roteando gli occhi, poi alzò le braccia ammanettate dicendo acido << Hai un rimedio per queste che non includa distruggerle come hai fatto per la porta di poco fa? >>
Una chioma bionda fece capolino dalla porta dicendo << ho preso delle chiavi da una guardia >> per poi tirarle a Thor << Se sono come quelle di Asgard, la chiave ad incastro quadrato dovrebbe aprirle >> concluse poggiandosi allo stipite della porta.
<< Queste non sono simili, SONO quelle che usiamo ad Asgard. Odino dovrebbe tenere più sicure e sotto chiave le sue cianfrusaglie, Fandrall. >>  rispose Loki irritato al solo vederlo.
<< Se il Padre degli Dèi avesse tenuto meglio le sue “cianfrusaglie” , come le chiami tu, non saresti nemmeno riuscito ad abbandonare Asgard. >> disse una scontrosa Lady Sif sbucando dall’altro lato del corridoio mentre posava nel fodero la sua spada.
<< Basta così, pensiamo ad andarcene di qui adesso. >> li zittì Thor, chinandosi verso Loki ed aprendogli le manette e aiutandolo ad alzarsi.
<< Non ho bisogno d’aiuto. >> disse scostandosi da Thor, ma quando un giramento di testa lo colse di colpo si trovò a poggiarsi alla sua spalla.
<< Io invece credo di si. >> gli disse per contro Thor, passandosi un braccio di loki intorno al collo e mettendogli un braccio attorno alla vita per farlo camminare decentemente. L’avrebbe preso in braccio, ma Loki non glielo avrebbe mai perdonato.
Uscendo dalla cella passarono di soppiatto per uno stretto corridoio, fino ad arrivare all’uscita secondaria delle segrete che portava direttamente fuori dal piccolo maniero.
Tuttavia ad accoglierli trovarono la donna con una manciata di elfi dannati alle sue spalle.
<< Non sapete che è scortesia lasciare la proprietà che vi ha ospitato senza salutare la padrona di casa? >> disse avanzando verso di loro, mentre i 3 guerrieri e Lady Sif si paravano davanti Loki e Thor con le armi sguainate e pronti al massacro.
<< ADESSO BASTA. >> disse una voce riecheggiante nell’aria come il rimbombo di un tuono e che proveniva da un fascio di luce posizionato proprio sopra le teste degli elfi dannati al comando della strega.
In tutta la sua Grandezza comparve Odino brandendo Grungnir, la sua lancia, e cavalcando il suo fedele Sleipnir che con le sue numerose zampe schiacciò violentemente tutti gli elfi non appena posò gli zoccoli sul terreno.
<< Gullveig-Heid, strega. Sei condannata per tradimento verso il tuo Dio e per aver rapito i miei figli. >> Disse solenne guardandola con aria da giudice imparziale e battendo due volte l’asta della lancia in terra causando delle vibrazioni simili ad un terremoto.
Non poteva non incutere un certo timore  poiché era alto come un gigante.
<< Oh, Odino. Da quanto tempo, non immaginavo che saresti accorso personalmente … >> rispose indietreggiando la strega che era a corto di magia per poter fronteggiare Odino. L’illusione che aveva fatto vedere a Thor riguardo Loki era stata lunga da tenere, e questo tipo di incantesimo richiede un enorme dispendio di energia oltre all’elevato utilizzo di rune.
<< ****Visto che ti è così assai congeniale rinascere più e più volte … >> disse prendendo da un piccolo fodero un pietra lucente e puntandola su Gullveig , poi continuò << … verrai tramutata in fenice, costretta in eterno a risorgere dalle tue ceneri chiusa in una gabbia dorata. >> concluse.
Un fascio di luce color arancio si diffuse tutto intorno alla strega, e tra le urla di dolore cambiò aspetto in modo permanente. Una volta trasformata, Sleipnir la prese per il collo, usando la bocca ed utilizzando le rune che aveva scolpite sui denti la immobilizzò.
La grandezza di Odino pareva ineguagliabile, anche Loki avrebbe dovuto ammetterlo.
<< Guerrieri. Figli Miei. Torniamo a casa. >> disse solenne e con l’aria stanca, aveva perso quell’alone di paura che aveva assunto dinnanzi alla strega.
<< Heimdall, quando sei pronto. >> disse Fandrall, parlando a nome di tutti.
Ancora una volta tornarono ad Asgard, e Loki rifiutò categoricamente di andare nella stanza dove era situata la vasca della guarigione. Thor lo portò nelle sue stanze e lo aiutò a sedersi sul letto.
<< Sicuro che non vuoi che ti porti alla vasca? Questione di qualche ora e saresti come nuovo >> gli disse Thor , evitando di sedersi accanto a lui e restando in piedi.
Loki non rispose, portandosi le mani al volto e facendo scaturire una luce verde, sotto gli occhi di Thor fece richiudere le ferite e le abrasioni che aveva in tutto il volto. In un paio di minuti era come se non avesse mai avuto fatto alcun male. Fece la stessa operazione portandosi le mani all’altezza delle costole, e lì fece male. Con l’aiuto della magia le allineava dall’interno e le calcificava unendole nuovamente. Scoprì che le costole rotte erano 3.
Quando ebbe finito si accorse che Thor lo guardava ammaliato e stupito.
<< Siediti. >> gli disse Loki facendogli cenno  di sedersi accanto a lui.
<< Io? Perché … >> fece per chiedere qualcosa ma venne interrotto.
<< Muoviti, prima che io cambi idea. >> gli disse scorbutico
Thor eseguì l’ordine, sedendosi accanto a lui. Loki allora si voltò verso di lui impose le sue mani su di lui senza toccarlo,  partendo a curarlo dal volto leggermente graffiato fino alle leggere emorragie interne che aveva in nel cervello e all’altezza dell’addome.
Thor si ritrovava avvolto dalla luce verde che emanava la magia di Loki, non immaginava che avrebbe mai fatto qualcosa di simile per lui. Per un attimo, si illuse che magari Loki poteva nutrire affetto nei suoi confronti. Per un attimo, si sentì più vicino a lui.
Ci volle qualche minuto in più, ma rimise in sesto Thor.
<< Ho terminato,non guardarmi a quel modo. Con la mia magia non sono solo in grado di arrecare danno al prossimo. >> gli disse ritraendo le mani e spostando lo sguardo.
<< Lo so. >> si limitò a dire << Ti ringrazio. >> concluse, sfiorando  la mano fredda e pallida di Loki.
<< Avresti fatto lo stesso per me. >> gli rispose Loki, senza ritrarre la mano. << tu vuoi cambiarmi, Figlio di Odino. Devi essere consapevole del fatto che non mi interessa mutare il mio carattere ed il vincolo che mi hai imposto è l’unica cosa che mi frena dall’ucciderti o dal lasciarti morire in battaglia. >>
<< Ne sono consapevole. >> gli rispose Thor, e Loki gli riserbò un’occhiata sorpresa e dubbiosa.
Dubbiosa perché nemmeno lui sapeva  riconoscere le bugie che aveva raccontato a sé stesso. Perché ormai Loki non sapeva più perché odiava Thor.
Ma gli era più facile convincersi di odiarlo piuttosto che pensare di amarlo.
Come amico, come fratello o … come qualcosa di più.
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
eccomi di nuovo qui! Salve a tutti, miei cari lettori <3 questo capitolo è arrivato un po’ prima del solito, sto cercando di darmi una mossa per tutti voi che mi leggete! E siete tanti!!
Mi raccomando però, anche per questo capitolo vi chiedo: commentate! Recensite gente! Così da farmi venir voglia di pubblicare sempre più velocemente <3
Adesso vorrei ringraziare qualcuno:
le 5 persone che hanno messo la mia storia nei preferiti ;  le 3 persone che la ricordano e le 10 persone che la seguono. GRAZIE <3
Un grazie speciale a chi ha perso due minuti della loro vita commentando la mia storia e facendomi sapere che ne pensavano <3 <3
Ma i miei ringraziamenti più sentiti vanno ad una ragazza dolcissima che non manca mai di recensire ed è sempre presente: una comete. Spero che continuerà a piacerti il mio modo di scrivere <3
 
E adesso le note!! Lo so che avete notato gli asterischi gente!! Stavolta non ve li ho risparmiati mwahahahah!
  • *Tutta la pappardella che ha detto il serpente “ splendente le hanno dato nome” e bla bla bla, non me la sono inventata io gente! È il testo dell’oracolo della mitologia nordica nel quale si parla dell’amorevole strega Gullveig-Heid  che vi ho presentato in questo capitolo! Lodata sia wikipedia che mi ha consentito di estrapolare qualcosa di colto da poter inserire nella storia.
  • ** Alfheim, il pianeta dove vivono gli elfi oscuri. Ricordate Malekit? Thor 2? Bene, il pianeta è quello. Ed anche il trucchetto della barca per prendere il varco dimensionale è un riferimento a Thor 2 <3
  • *** “ potrei vomitare” è una frase detta dal professore di pozioni Severus Piton, citazione che ho voluto inserire in memoria di Alan Rickman attore che interpretava il personaggio e che è venuto a mancare pochi giorni fa.
  • **** perché Odino ha fatto il riferimento sul fatto che la strega fosse avvezza a rinascere più e più volte? Nella mitologia nordica si narra che Gullveig fu arsa viva nella sala del trono di Odino per 4 volte, e rinacque altrettante.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3277375