La vita

di Ssaarraa__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La creaturina ***
Capitolo 2: *** Il viaggio ***
Capitolo 3: *** Soli ***
Capitolo 4: *** Tentazioni ***
Capitolo 5: *** Il ritorno? ***
Capitolo 6: *** Nate... ***
Capitolo 7: *** A casa ***
Capitolo 8: *** Katie ***
Capitolo 9: *** Rapimento ***



Capitolo 1
*** La creaturina ***



Elegantemente Annabeth appoggio le sue mani sul ventre. Non poteva crederci. Aveva appena scoperto di essere incinta. Subito un brivido le attraverso tutto il corpo...aveva appena 18 anni. Gea era appena stata sconfitta. Non era proprio il momento di fare la mamma.  Ad un tratto sentì la creaturina dentro di lei muoversi. Sobbalzò! Come lo avrebbe detto a Percy? Alla sua grande amica Piper? Sua madre che non approvava minimamente la sua storia con il figlio di Poseidone? Fece un respiro profondo e si avviò per passeggiare. Per adesso non voleva dirlo a troppe persone. E si voleva schiarire le idee con una boccata d'aria. 
La stradina che percorse era in piano, per non fare fatica. Si diresse vicino ad una pietra e ci si sedette sopra. Inspirò profondamente. Si immagino la sua vita se solo avesse tenuto questo bambino o bambina. La nanna, i pasti, le feste, i pianti, capricci, ma anche i sorrisi, la gioia e le risate...in quel momento sorrise. E decise di dirlo al suo fidanzato. Chiese in giro dove fosse: in infermeria , perché in un allenamento si era ferito alla mano. "Come sempre " ho pensato, "quel ragazzo non riesce a stare mai a non combattere o allenarsi".
Ero sulla soglia dell'infermeria, lì vidi Piper, la sua migliore amica, che le faceva un cenno con la mano. Le voleva un mondo di bene, nell'ultimo periodo aveva legato molto con lei.  Sperava solo che le fosse piaciuto fare la zia....
Comunque le si affiancò e poi aprì la porta. Le scoppio il cuore. Percy, il suo Percy, Testa D'Alghe, l'impacciato ragazzo di cui era follemente innamorata da anni, stava seduto con la mano fasciata a baciare un'altra ragazza!!!!! Inizialmente provò rabbia , ma poi il ragazzo si girò e lei cedette , la sua ira passo in un istante e scappò in camera sua.  
Non poteva crederci. Uno: non era da lei scappare e non affrontare le difficoltà. Due : Percy che baciava un'altra!?!?! 
Si chiese se fosse pazza... Le lacrime scendevano dalle sue guance. In una disperazione molto accentuata dagli ormoni della gravidanza , entro nella stanza Piper, che aveva assistito a tutta la scena. La abbracció . Annabeth ricambio l'abbraccio e pianse ancora di più! I singhiozzi non smettevano neanche dopo venti minuti, durante i quali Percy era andato da lei con la coda fra le gambe per scusarsi e dire che non era come sembrava. Dopo tre volte che la lingua ammaliatrice di Piper gli disse di andare via , il ragazzo si rassegnò e tristemente si avviò alla sua casa. Intanto Annabeth si era ripresa, ora calma si guardò allo specchio e quasi non si riconobbe. Il suo viso era palli come un lenzuolo, sembrava molto più magra e questo accentuava la pancia, ancora prematura. Mentre gli occhi grigi erano gonfi e molto arrossati per il pianto. Quando Piper andò via era ormai sera, ora di cena. Annabeth le disse di dire a tutti che stava male in fondo era vero. Si mise sotto le coperte e si accarezzò la pancia. La creaturina non era solo sua , ma anche di Percy. Tutti i bei momenti passati insieme rovinati...e ora era sola. Si sentì forte. Forte e determinata , ma non abbastanza per tenere questa bambina. Si alzò di scatto. Presa la borsa più grande che aveva e ci infilo tutte le sue cose tranne quelle che le avrebbero ricordato Percy. Appena finito vide la sua amica venirle incontro dopo la cena. Quando entrò Piper le disse che tutti erano in pensiero per lei e che ormai si sapeva quello che era successo. Poi butto l'occhio sulla borsa e la strinse forte in un grande abbraccio. Aveva capito. Annabeth se ne andava. E così le confessò tutto. Le disse: " Piper , non so come dirtelo, ma sono incinta. L'ho scoperto da poco e stavo andando a dirlo a Percy, ma lui...era già occupato." Con le lacrime agli occhi le disse congratulazioni e che capiva se voleva andarsene. Quello fu un momento magico per la loro amicizia. Sperava che Piper l'avrebbe coperta, dicendo che sarebbe partita per una missione, invece di scappare chissà dove con un creaturina non del tutto sua nella  pancia. 

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Capitolo 2
*** Il viaggio ***


Storia 2 
Annabeth cammino con questa borsa pesante fino alla strada. Non poteva crederci. Lei che si allontanava da l'unico posto che chiamava casa. "Se ne sarebbe fatto un altro" pensava. Passo una macchina, lei implorò al ragazzo che la guidava di fermarsi. Lui si fermò e Annabeth lo prego di darle un passaggio fino alla città. Si presentarono : " Ciao, scusa il disturbo sono Annabeth" e lui rispose : " Non ti preoccupare, sali che ti do un passaggio, mi chiamo Nate". Annabeth era un po a disagio, era in macchina che stava scappando con un tipo sconosciuto su una strada 
deserta. Attualmente la situazione non era delle migliori. Inizialmente parlarono del più e del meno. Poi la ragazza scoppio a piangere. Lui tranquillamente le porse un fazzoletto tutto spiegazzato. Imbarazzatissima la semidea lo prese e disse : "Di solito non sono così, scusa, una brutta settimana". "Cosa succede?" rispose lui "di sicuro molto meglio di me, ahahahah" e scoppio a ridere o a piangere...non si capiva. Annabeth scopri che era appena tornato nella sua città, perché i suoi genitori avevano fatto un incidente ed erano morti. Sconvolta da questa notizia la ragazza fece le condoglianze e gestì le sue emozioni meglio di prima. Lei sospirò e disse: " Io sono scappata da casa mia perché ho visto il mio fidanzato , scusa ex fidanzato , baciare un'altra, subito dopo aver scoperto di essere incinta!" Il ragazzo la guardó, sorrise e disse: "Non sei messa bene pure tu". Per il resto della strada piansero e risero come due pazzi. Annabeth non sapeva dove scendere. Decise di andare da suo padre, l'unico posto che conosceva anche se era decisamente indesiderata. Nate le apri la porta e le diede il suo numero. "Sono un medico, in qualunque momento chiamami, e congratulazioni". Detto questo si allontanò. Invece la ragazza si fermò sulla porta, busso e le aprì suo padre. Un misto di sensazioni  la percorsero, da anni ormai che non vedeva suo padre. La sua faccia le fece ritornare cento ricordi, molti dei quali brutti. Non era molto invecchiato, forse un po' ingrassato sulla pancia, ma il resto era okay. Anche lui era stupito. Tutto di un fiato gli disse:" Sono incinta e il mio ragazzo ed io ci siamo lasciati, mi potresti ospitare qualche giorno? Per piacere non ho dove andare". Lui stordito esclamò un po' burbero:" Hem...okay, ma siamo già in tanti qui, dovrai dormire sul divano. E ripeti prima parte...?"  Annabeth si incupì:" Sono incinta..." Lui la fece entrare, e disse che la moglie e i figli sarebbero tornati a momenti. Si sedette sul morbido divano, eccola lì l'espressione di delusione da parte di suo padre. " Come puoi essere incinta? In quei campi non vi insegnano nulla!?!??" Ora era decisamente arrabbiato. " Sappi che non voglio conoscere né tuo figlio né il padre intesi? E tua madre? Okay senti io ti lascio dormire sul divano una notte poi ti voglio fuori di qui, non contaminerai i miei figli e la mia famiglia con il tuo mondo!" Detto questo lascio la stanza e tornò solo per darle coperte e qualcosa da mangiare. Quella notte fu una delle più brutte...dopo tutto quello che aveva passato, non pensava che sarebbe stata ancora male. Pianse per qualche minuto...poi decise di chiamare Atena. Sinceramente, non sapeva al cento per cento come l'avrebbe presa. Ma decise di farlo comunque, lì in quella stanza avrebbe visto sua madre.

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Capitolo 3
*** Soli ***


Storia 3 "Ci sei? Madre? Dea Atena?" La ragazza sussultó, sua madre era lì , per prima cosa le pregó di fare piano perché non voleva svegliare suo padre e i suoi figli. Poi la Dea,già infuriata e scocciata, le mostrò tutta la sua disapprovazione. Dall'alto al basso la squadrò attentamente. Solo dopo dieci minuti di silenzio la Dea disse:" Cara Annabeth, non voglio essere una madre per te. Non lo sono con gli altri miei figli e figlie, non vedo perché tu dovresti essere speciale. Molti di loro sono più intelligenti e molti sono morti e molte sono rimaste incinta come te. Ora capisci? Non puoi pretendere che ti starò vicino in questo momento. Anzi, io ti avevo avvertito!" Inizió a mostrare la sua ira "Quel Percy, figlio di un mio nemico, lo sapevo ti avrebbe ferita! In qualche modo era tutto organizzato! Ora ti ha abbandonata con un figlio che dovrai crescere da sola. Io la finirei qui. Sono una Dea che ne ha avuti di figli, quindi ho esperienza. Ogni giorno ti ricorderebbe suo padre e man mano perderai la tua vita...non potrai più uscire, trovare un lavoro, sarai sempre impegnata e stanca. Io non volevo questo per te Annabeth. Ti voglio abbastanza bene per avvertirti di tutto questo". Con ciò chiuse il discorso e la ragazza con gli occhi grigi prese la borsa e lasció la casa ancora scioccata. Prese il telefono e compose il numero di Nate. "Pronto?" "Ciao, scusa l'orario sono Annabeth, non ho dove andare...e sono sola, di solito non chiedo favori così al primo che passa ma sono proprio in difficoltà e ti chiedo..." Lui la fermó:" Stai tranquilla, ora ti dico l'indirizzo e sistemo un po'. Sono anche io da solo, sono orfano." Con questa dichiarazione finale mise giù il telefono, ma Annabeth riuscì a sentire i singhiozzi dall'altra parte della linea. L'indirizzo era vicino e andò a piedi, anche perché non aveva una macchina. Bussó e il viso un po' pallido e sbattuto di Nate le comparve davanti. Si salutarono e le disse di sistemare la sua roba in camera degli ospiti. Tutta la casa era piena di scatoloni, dentro c'erano vecchie foto, ma anche recenti,dei suoi genitori dedusse Annabeth... Ringraziò Nate chissà quante volte e poi chiese di stare un po' da sola. Guardò in basso e la pancia si vedeva già di più... Era solo una sua impressione forse...ci mise la mano sopra, non lo faceva da quando aveva scoperto di essere incinta. Era così emozionante! Tutte le cose detta da Atena le passarono in mente...era una delle decisioni più difficile e importante della sua vita. "Devi finirla qua"...non voleva uccidere la creaturina...ma non voleva neanche rovinarsi la vita, ne quella di Percy., in fondo avevano 18 anni.Le saltò in mente un'idea. Se avesse trovato una famiglia adottiva per la sua piccola/piccolo non avrebbe dovuto preoccuparsi di dirlo più a nessuno! Si sentiva quasi più leggera, ne avrebbe parlato l'indomani con Nate.

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Capitolo 4
*** Tentazioni ***


Okay, siamo già al 4º capitolo. Non so come presentarmi. Sono Sara, è la mia prima storia come vedete. Ho spettato molto per prima idearla e poi scriverla, ma è stata una decisione stupenda. Ho capito cosa si prova a sistemare e mettere in ordine le idee nella tua testa. Con il mio entusiasiasmo vi prego di recensire così per fare meglio!! Al prossimo capitolo...SARA😊😘 Storia 4 "No no no e no!!!" Esclamò Nate. "Sei pazza! Non lascerai tuo figlio con degli sconosciuti! E poi senza aver consultato nessuno non puoi!". La ragazza aspettava silenziosamente la fine della predica. Ormai erano diventati amici. Convivendo era normale. "Ma non riuscirò a prendermi cura di lei o di lui da sola, mia madre e mio padre mi hanno voltato le spalle!". Nate sospirò, "Annabeth ci sono io...tranquilla."Si abbracciarono, la sua pelle non profumava come quella di Percy, ma le diede conforto quasi nello stesso modo. "Non pensiamoci più okay?". "Okay" disse la ragazza. Passarono tre mesi come niente. Non sentiva nessuno dei suoi amici da tantissimo tempo. Aveva trovato un lavoro part-time come cameriera, "Lo so non è il massimo, ma almeno posso contribuire alle spese" così aveva detto a Nate, che avrebbe accettato, a patto che non facesse sforzi. Essendo una semidea iperattiva non riusciva a stare con le mani in mano, l'unica cosa era leggere. Allora compró un libro sulla gravidanza e lesse che dopo tre mesi al feto si differenziano gli organi sessuali, compaiono le corde vocali e il volto diventa più 'umano'. Quel giorno d'estate doveva andare a fare la sua prima ecografia e voleva essere preparata. Era agitata come non mai, tutto le sembrava bello anche perché la nausea era finalmente finita! Aveva sofferto tanto di nausea nei mesi scorsi, infatti prendeva ancora delle vitamine che le procurava Nate all'ospedale. La accompagnò lui infatti. Finalmente vide la sua creaturina. "Piacere di conoscerti:)" disse appena la vide. Il medico che la visitava le disse:" Congratulazioni è una femmina!". Era felicissima!!!! "Chissà se mi assomiglierà" si chiese Annabeth. Lo comunicó a Nate, anche lui gioioso come non mai. Trovarsi era stata la cosa più bella in quegli ultimi mesi. Quella stessa sera, ricevette un messaggio-iride. Era Piper la sua miglio amica. "Ciao" disse lei " Come stai? Chirone e gli altri mi hanno pregato di chiamarti. Senza di te le missioni falliscono....eri sempre tu ad organizzare i piani per le imprese di successo...ce ne sarà una importante tra un settimana. Ti preghiamo di tornare solo questa settimana poi puoi tornare alla tua vita. Per piacere..." Annabeth era tentata. Alla fine non vedeva tutti i suoi amici da una sacco. Le mancavano...in più la pancia non si vedeva molto...12 settimane era poco e anche 13, non si sarebbe vista neanche la settimana successiva..."Okay vengo...ma solo una settimana". Aveva ceduto alla tentazione. Tornare in quel mondo dopo tre mesi di normalità era dura. In più di combattere non se ne parlava...ma lei voleva correre il rischio e quella notte uscì di nascosto con la sua borsa riempita.

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Capitolo 5
*** Il ritorno? ***


Sono di nuovo io 😉. Ogni notte penso a quello che potrei scrivere...ho troppe cose in testa, ma le sto filtrando Ahaha buona lettura.    Sara



Storia 5
 
Presi un taxi, sinceramente non ero in forze per camminare a lungo. Era quasi notte quando arrivò. Il frastuono di centinaia di semidei risuonava su tutta la collina. L'ambiente familiare era magico. Entrò! Sapeva benissimo dove andare. Controllò che non si vedesse la pancia con indosso una maglia abbastanza larga. Indossava pure un paio di occhiali da sole che non toglieva quasi mai, perché erano molte notti che ormai non dormiva per i dolori, per il caldo e perché continuava ad andare in bagno. Tutte cose normali aveva sostenuto Nate, ma i suoi occhi erano stanchi, con grosse occhiaie e sembrava che avesse preso a pugni per questo  li nascose.
 
Andò nella casa delle figlie di Afrodite. Piper la vide...con occhi gioiosi si abbracciarono! 
"Annabeth! Mi sei mancata tantissimo!", disse. 
"Che ne dici se usciamo? C'è una piccola festa fuori :)". Tutta felice la sua amica la portò fuori.
C'era abbastanza fresco.
Iniziarono a parlare in un angolo più appartato.
"Dimmi, raccontami" la pregò Piper.
"Okay...allora,..." La interruppe Jason perché chiamò la fidanzata.
Anche lui appena vide Annabeth si stupì! La vide molto riservata e fragile..."Oddio Annabeth! Sei tornata!!! Avviso subito gli altri" 
"No Jason...fa niente, davvero non lasciarti prendere dal l'entusiasmo, resto solo pochi giorni...". Si vedeva che il ragazzo era ancora entusiasta. Infatti dopo qualche minuto nel luogo appartato in cui volevano parlare le due ragazze arrivarono anche gli altri: Frank Hazel e Percy..esatto Percy!
L'ultima persona che Annabeth voleva vedere era lì di fronte a lei. Era molto imbarazzato...i suoi occhi color del mare erano spenti, non messi male come i suoi, ma tristi. Si scambiarono uno sguardo veloce e poi gli altri la tempestarono di domande. Ad Annabeth manco quasi il fiato.
"Dove sei stata?" "Cosa hai fatto?" "Sei stata tutta sola?" "Perché hai questi occhiali?" "Sei tornata per sempre?" Raccontaci...
Si sedettero proprio vicino a quella pietra in cui la figlia di Atena si era seduta il giorno stesso della sua partenza.
Si trattenne all impulso di toccarsi la pancia come faceva ogni sera. E inizio a parlare: " Allora , beh, io prima cosa sono andata da mio padre e poi sono scappata •ancora• e ho trovato casa con un ragazzo... E poi Piper mi ha chiamato per l'organizzazione e sono venuta qui. Sto solo una settimana poi devo tornare al lavoro.". Tutti zitti, la parte del aveva lasciato tutti stupiti. Si fece avanti Percy..."Vivi con un altro ragazzo?". Percy si sentì  in colpa per aver chiesto. 
"Percy, tu non puoi capire...lui è un medico , mi sta aiutando .." Le si bloccò la voce. "Sei malata?!?" Chiese impaziente il ragazzo.
" No sentite, sono venuta qui solo perché avete chiesto il mio aiuto. Io sto bene, sono felice e vorrei tornare alla mia vita."
"Ma è questa la tua vita" disse Jason... "Era" contraddisse la ragazza.
Mentre parlavano Piper aveva sempre tenuto la testa bassa. Lei era l'unica che sapeva. Era molto tentata di dirlo agli altri... Proprio in quel momento le squillo il telefono. Nel campo non lo aveva nessuno, perché attirava i mostri, ma per lei era  diventato necessario ed indispensabile. 
Tutti la fissarono...era Nate.
A "Pronto?"
N "O mio dio Annabeth! Sei viva! Pensavo ti avessero rapita!!"
Urlava talmente tanto che i suoi amici sentirono quasi tutto.
A " Scusa, non volevo farti preoccupare, scappare in quel modo, mi dispiace...Sto bene, sto via una settimana. Non posso dirti dove...ho preso le medicine le prenderò promesso. Ora non posso più usare il telefono. Giuro tornerò.." E attaccò il telefono.
 
Si avviarono nelle case. La figlia di Atena prese sottobraccio l'amica e la porto in un angolo. 
Voleva parlarle da sola.
"Piper, non so se sia stata una buona idea o no venire, ma Nate mi aspetta e non mi convincerete a stare qui. Parla con gli altri e non insistete. Ti volevo dire che ho tenuto la creaturina..."
"Annabeth è una cosa fantastica!! Sono felice per te...ma chi è sto Nate? C'è qualcosa tra voi?"
"Non lo so neppure io! Non c'è ancora stato niente. Siamo solo amici, molto stretti..ecco... Lui mi sta aiutando davvero molto...e guarda" tirò fuori la foto dell'ecografia. " è una femmina".
Si abbracciarono e Annabeth le prese la mano per farle sentire la pancia gonfia... "Sai, non vedo l'ora di conoscerla. È un strana sensazione...poi mi viene una paura che non immagini, peggio di stare nel Tartaro, così ho trovato loro" prese un'altra foto "saranno i suoi genitori." Erano una coppia di sposi che volevano un figlio , ma non riuscendoci, adotteranno quello di Annabeth.
"Devi sapere che Nate non vuole darla via. Ci sto ancora pensando."
"Amica" sospiro Piper " qualunque decisione tu prenderai sarà quella giusta, però pensa a quando crescerà e inizierà a manifestare i suoi poteri...cosa faranno questi nella foto? Solo noi semidei, come una grande famiglia, ci possiamo prendere cura l'un l'altro. E poi sarei una zia fantastica!" Dopo questa conversazione profonda con la sua amica andò a letto e si addormentò subito, senza avere caldo, senza andare in bagno cento volte  e senza dolore. Perché in fondo domani era un altro giorno.
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Nate... ***


Salve a tutti! Mi rincresce molto lasciarvi con questo capitolo in sospeso, ma vado in vacanza e non so bene se riuscirò a postare un nuovo capitolo in breve tempo...a presto. Sara😉


Storia 6
 
La missione che Annabeth aveva organizzato era andata a buon fine. Era felicissima! Le mancava da morire la sensazione di essere speciale e non una comune mortale cameriera. Da un lato voleva tornare da Nate, ma dall'altro voleva restare lì. L'unico ostacolo era Katie. Aveva dato un nome alla creaturina. Doveva solo aspettare sei mesi ed era fatta, la sua vita sarebbe tornata alla normalità. Quella mattina dell'ultimo giorno della settimana, non si sentiva troppo bene. Le girava la testa, le medicine! Esatto le aveva dimenticate, nel suo caso particolare di gravidanza, doveva prenderle, ma tutte le emozioni di quei giorni gliele avevano fatte dimenticare. Che poco intelligente  disse la ragazza tra sé e sé. Le cerco dappertutto, ma non le trovò. Si era completamente scordata...forse anche di portarsele via! Andò in bagno. Era molto pallida, bianchissima. Infatti appena uscì dalla porta e incontrò Piper, glielo fece notare. 
"Annabeth, tutto bene? Sei molto pallida e quelle occhiaie?"
"Lo so, ho dimenticato le medicine, devo proprio andare. Ora chiamo Nate e chiedo se mi viene a prendere. Grazie di tutto ci vediamo presto". Non voleva salutare gli altri, sarebbe stato troppo triste. Loro ci contavamo ancora, la volevano lì, in modo da stare tutti insieme. Nel corso della settimana ci avevano provato a farle fare pace con Percy...tutto inutile, lei si allontanava, era fredda...
 
"Ciao Nate..." aveva la voce molto rauca "Riesci a venirmi a prendere oggi? Ti dico il posto e ti puoi avviare, non sto molto bene..." Nate rispose subito " Va bene, ho capito. Siediti e stai a riposo, arrivo con la medicina giusta.".
 
 
Passarono dieci minuti massimo ed era lì. La prese in braccio, a lei sembrava eccessivo, ma si sentì subito a suo agio. Le cinse la vita e la strinse forte. "Ciao, mi sei mancata!" Le accarezzò il viso. Le loro fronti si sfioravano, erano vicinissimi. La ragazza si girò e vide i sei amici avvicinarsi. Ovviamente uscirono da confine, perché Nate non poteva entrare...
"Quindi sei tu il famoso Nate" disse Percy.
Ad Annabeth si fermò la voce, Nate la lasciò rimettersi in piedi e disse: "Si Percy è lui...beh, Nate lui è Percy, il mio ex fidanzato" La frase fece più male a lei che a lui. 
L'arrabbiatura nei suoi confronti era sparita, evidentemente quella di Nate nei suoi : no. Stava preparando la mano per dargli un bel pugno. "Nate non ne vale la pena, andiamo adesso. Mi puoi dare la medicina?". "Si eccola Annabeth." Le porse una scatola di pastiglie, ne prese una e ripose tutto nella borsa. Saluto gli amici, molto scocciati e inviperiti...
 
 
Trascorse altri cinque mesi con Nate. Stava diventando sempre più grossa. Ormai il parto era alle porte, trentadue settimane. Tra lei e il suo coinquilino non c'era mai stato niente, solo affetto, ma non amore. Si sentì più viva che mai in quei mesi. Trascorreva le giornate a leggere, cucinare e a prepararsi alla reazione di Nate quando avrebbe dato via Katie.
 
 
Quel giorno ne parlarono. 
"Nate ascolta, ho trovato una famiglia per Katie...non arrabbiarti ma è giusto così. Tu non sei suo padre e non voglio che cresca con la questa convinzione. Sono grata del tuo aiuto, del tuo amore nei miei confronti, ma non faremo quel passo avanti che serve ad una coppia per crescere una bambina." Le vennero le lacrime 
"Non avremo mai voluto ferirti"
Il ragazzo era distrutto.
"Annabeth, cara, non volevo darla via perché io sono stato adottato. Anche se ho amato molto i miei genitori adottivi, ho sempre avuto questo sentimento di abbandono nei confronti dei miei genitori biologici...non volevo che la bambina si sentisse così come mi sono sentito io..." Fece un bel respiro " Se le cose stanno così, io non solo mi sento ferito, ma anche usato, usato da te. Mi dispiace devo prendere una boccata d'aria" detto ciò scomparve sbattendo la porta. La figlia di Atena si sentì gelare...cosa avrebbe fatto adesso? Sentì la macchina che lasciava il parcheggio di casa. Ora era davvero sola. Si accucciò al pavimento ed inizio a cantare una ninna nanna a Katie che in tutto questo si sbizzarriva come un cavallo all'interno della sua pancia.
 
 
Qualcuno si stava avvicinando alla porta. C'erano varie luci fuori. Bussarono, era un poliziotto. 
"È la Signorina Chase?"
"Si sono io, c'è qualche problema?"
" Signora mi dispiace tanto, ma il suo ragazzo si pensa disperso nell'oceano, crediamo si sia buttato. Era successo qualcosa prima che partisse con la macchina?"
Non poteva crederci! Nate si era suicidato! Stava morendo dentro. Quasi non si reggeva più in piedi. Quei mesi erano stati bui e lui era il suo faro, la sua luce, un appiglio per andare avanti. 
"Signora? Signora mi sente? "
Il poliziotto era sfuocato, le lacrime ormai le rigavano le guance, no le inondavano la faccia. "Io..io..io non ce la faccio...mi scusi" scappò. Corse e corse per non so quanto... Il cuore la portò ai confini del campo. Non voleva farsi vedere, ancora non poteva..si sentiva tanto stanca, affranta e in colpa per quello che era successo.  La bambina dava calci pazzeschi che le bloccava lo stomaco. L'inizio a gridare, e poi cadde mezza svenuta sull'erba morbida.
 
"Nate mi dispiace..." 
 
 
 
 

 

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Capitolo 7
*** A casa ***


Salve a tutti, sono stata un po' assente, ma sono tornata! Spero continuerete a leggere la mia storia. Se magari mi date qualche consiglio su come continuare mi fareste un piacere 😊 grazie e alla prossima!😉
 
Nessuno la venne a svegliare. 
Come potevano i suoi amici pensare che era lì fuori stesa a terra inerme? Senza aspettare aiuti o rinforzi si mise seduta. Aveva piovuto, perché era fradicia. La maglietta le si era appiccicata al pancione, la sua bambina stava bene? Quanto era stata svenuta? E se fosse già morta!? Tutte le domande più terribili le passarono nella mente. Il cellulare si era bagnato e non funzionava più. Tutto era nelle sue mani, doveva arrivare al campo! Con molta fatica si mise in piedi. Si resse con una mano ad un albero. "Che fatica essere incinta" disse quando inizio a camminare. La destinazione non era lontana, un chilometro più o meno e sarebbe arrivata. Di certo non le mancava la paura. Come l'avrebbero presa gli altri la grande notizia? Per adesso è meglio arrivare tutte intere e sane salve. Era tutta sporca di fango, le mani , la faccia e i vestiti. Era sera, saranno state tipo le sei, quindi era rimasta svenuta quasi un giorno intero. Era stanza e debole, ma la cosa che più era distrutta era il suo cuore..."Non si è suicidato!" Disse come una pazza al vuoto che la circondava.
Le lacrime erano costanti da quando si era svegliata. 
 
Mancava poco! Fu la camminata più difficile e piena di emozioni della sua intera vita. Katie era immobile, non la sentiva scalciare. Fece un respiro profondo e supero l'entrata.
 
"Aiuto" iniziò a gridare con una  voce sottile. "Vi prego aiutatemi sono Annabeth"... 
 
Le guardie stavano percorrendo il confine per fortuna! "Presto presto venite c'è una ragazza a terra, chiamare Chirone". Urlò un ragazzo giovane.
Il gruppo la circondó, e le offrirono tutto l'aiuto possibile. 
Il centauro arrivo dopo pochi minuti, "Annabeth, cara, non sempre stare per niente bene, vieni che ho portato una barella sdraiati andrà tutto bene".
Traumatizzata ancora da tutto, la ragazza salii sulla barella fatta a mano. Sfilò velocemente per tutto il campo fino all'infermeria.
Era molto cosciente, ma non riusciva a stare in piedi, quindi si poggiò sul letto. Fu difficile con quel pancione. Notò che le sue mani stavano tremando, odiava il fatto di essere fragile. "Ora riposati, ti diamo dei vestiti puliti e chiamo i tuoi amici". Andò via.
Una ragazza molto carina mi pulì con una pezza bagnata e mi suturò il taglio in testa, per via della caduta. "La bambina..controlla la bambina, credo stia male.." Prego Annabeth alla dottoressa. "Mi dispiace, ma non abbiamo li strumenti adatti, comunque sei sotto shock, sentirei solo il tuo battito non il suo...proviamo più tardi. Cerca di tranquillizzarti". Appoggiò la testa sul cuscino.
"La mia bambina è morta, è morta con lui" pensò con il continuo sgorgare di lasciar dai suoi occhi.
 
Qualche minuto dopo entrarono Piper con le lacrime anche lei, Jason che le teneva la mano, Hazel,Frank e Percy devastati.
"Non sono morta ragazzi" cerco di sdrammatizzare Annabeth...
Piper le si buttò addosso..
"Piano mi fai un po' male" 
"Okay scusa, ci hanno detto che ti hanno trovata qui fuori sotto shock e tremante, cosa è successo?!?!"
La guardavano tutti con gli occhi fissi. 
"Scusatemi, scusatemi, io non so cosa mi sia preso...sento che la mia bambina è morta...potete controllare che non sia morta vi prego!!!" Ora stava urlando e piangendo. Una pazza isterica.
La dottoressa di prima arrivò di corsa. "Annabeth, devi calarti prima ricordi? Ora fai dei bei respiri con me...brava così...inspira...espira...okay okay"
Funzionò ma tremava ancora.
"Che bambina scusate?" Chiese Jason. Loro non vedevano la pancia, era nascosta dalle coperte,ma ormai doveva confessare. "Sono incinta...volevo dirvelo..." Scoprii il pancione. "Ma io stavo bene, ero felice...con Nate..." La voce le si spezzò..
"Cosa è cambiato Annabeth, avete litigato? Mi avevi raccontato solo cose bellissime di lui..." Chiese Piper preoccupata.  
" Lui...lui. È colpa mia." Non riusciva ad andare oltre, c'era la faccia di Percy in fondo  alla stanza che la guardava allibito.
"Scusate ma vorrei parlare con Percy in privato per favore.."
"Okay, ma torno fra poco, ti do un calmante". Disse la dottoressa.
Uscirono tutti tranne il ragazzo.
Moriva dalla voglia di abbracciarlo, ma non voleva spaventarlo di più di quanto era già spaventato. Lo invitò a sedersi  e anche lei si mise seduta, per farlo dovette prendergli la mano. Così calda e soffice. "Annabeth, fammi parlare, sono passati mesi, tutto questo è colpa mia...ma quella ragazza è stata lei a baciarmi, non c'era niente tra noi. L'avrei respinta. Ma tu sei scappata e non è da te...capisci? Ti chiedo scusa...io...". "Basta così..è quasi tutta colpa mia" la ragazzo lo fermò "Scappare non era la cosa migliore da fare. Portarti via questo pezzo della nostra vita insieme è stato un enorme sbaglio..così sono io che chiedo a te scusa". Detto questo il ragazzo l'abbracciò. "Io ti amo Annabeth...". "Testa D'Alghe vieni qui" lo tirò a sé e lo bacio dopo tanto tempo. Aveva sempre lo stesso odore e i suoi occhi si riempirono di lacrime. "Il bambino...è mio?" Chiese con un filo di voce... Fino a quel momento, nessuno aveva accennato al fatto che Annabeth era incinta e di chi.
"Certo che è tuo, comunque è una femmina e si chiama Katie".
"Davvero è femmina? Sono così felice, io, posso?" Avvicinò la sua mano al pancione " Certo..ma non credo sentirai nulla...vedi, con quello che è successo venendo qui..ecco potrebbe non avercela fatta.." Scoppiò a piangere nella sua spalla. Lui le accarezzò i capelli con la mano. "Shh,stai tranquilla, andrà tutto per il meglio..."
Entrò la dottoressa, "Cara che ne dici se ascoltiamo il battito della  tua bambina?" "Nostra" intervenne Percy tutto agitato.
"Oh congratulazioni a entrambi allora..." La dottoressa ascolto, il silenzio era calato e a un certo punto alzò la testa e disse :" Qui è tutto a posto, la tua bimba sta benissimo, è una dura". 
"Proprio come la madre" disse Percy. 
 
 
Passo in infermeria qualche giorno. Dormì la maggior parte del tempo e nel restante Piper, Percy e gli altri  le erano attaccati.
Tutti non capivano cosa l'avesse fatta tornare lì se stava così bene con il medico in città... Annabeth non ricordava più molto, poi però entro una delle pattuglie di quella sera che le restituì il telefono ritrovato. Nelle foto ritrovò il volto di Nate...e poi trovò un messaggio nella segreteria.
Anche se erano tutti nella stanza, stavano parlando fra loro e accese il messaggio.
"Ciao! Annabeth." La sua voce
" ti volevo dire solo che ho deciso di andarmene. Katie non sarà mai completamente mia, questo non mi da la possibilità  di decidere cosa fare con lei. Sei tu la madre e sarai una di quelle fantastiche. Come mi hai detto ti piace leggere, allora lei sarà una lettrice, sarà intelligente proprio come te. Non so come tu possa saperlo ma le piacerà anche l'acqua come mi hai detto."
Si accorse che tutti stavano ascoltando in silenzio. Ma non fermò il messaggio, voleva sentire 
"Negli ultimi mesi ho pensato tanto a noi. Non volevo esserti di intralcio nei tuoi affari personali, nella vita di Katie, ma eri arrivata da me distrutta. Senza niente. Tanto simili. In quel periodo buio dei miei genitori morti..."
La ragazza emise un singhiozzo
"So solo che il tuo aiuto, la tua presenza è stata fondamentale per sopravvivere. Spero sia lo stesso per te. Sono appena uscito, odio discutere con te sopratutto per Katie. Mi manchi già...ma devo andare. Voglio raggiungere i miei genitori. Ti voglio bene Annabeth, strana ragazza dagli occhi grigi. Magari un giorno ci rivedremo. E racconta di me a Katie. "
Si spense il messaggio. Erano tutti immobili ad aspettare la reazione di Annabeth. 
"Anche io ti voglio bene..." 
E urlò. Esatto le si erano rotte le acque. Katie stava arrivando...erano tutti spaventati a morte. Lei disperata per Nate. Quel parto non sarebbe stato facile. 

 

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Capitolo 8
*** Katie ***


salve a tutti! Non aggiorno da un sacco mi dispiaceeeee praticamente sono mesi. Spero che ci sia ancora qualcuno disposto a leggere la mia storia ormai quasi alla fine (quasi)!! Grazie se mi commentate perché non so più che cosa inventarmi , sono bloccata, la mia ispirazione è andate via, pufffff scomparsa ahahah buona lettura !😊  


Storia 8
 
Non aveva mai provato tanta paure e dolore nella sua vita. Aveva visto delle donne incinta, ma non si era mai preoccupata della vergogna che avrebbe provato nel partorire davanti a tutti. Sarebbe potuta stare in un ospedale con Nate che le teneva la mano e la sua bambina poi lasciata a quella coppia affiatata lontano da lei. Non aveva cambiato idea, semplicemente l'aveva detto a Percy. Non era pronta.
 
"È tutta colpa tua!" Urlò a Percy con una contrazione molto forte.
Era arrabbiata, la bambina era arrivata troppo presto. Non doveva lasciarla crescere. Non avrebbe dovuto affrontare nulla di tutto questo. Anche se ormai era cresciuta, a nessuno importava se fosse avvenuto tutto troppo in fretta! 
 
Sinceramente non voleva dare alla luce Katie con tutti lì a guardare. Non era così aperta.
Percy cercava di tenerle la mano ora che avevano riallacciato i rapporti. Anche perché non ce l'avrebbe fatta senza di lui. Aspetta...ma stava pensando a Percy o a Nate? Dopo quel messaggio lasciato in segreteria aveva pensato solo al parto, non a Nate.  C'era confusione. Cercava di mantenere la calma, ma senza riuscirvi. C'erano varie ragazze e donne che si muoveva no intorno a lei e tutti i suoi amici. Ormai era più di un'ora che continuava ad avere contrazioni. Il male aumentava sempre di più e non vedeva l'ora che tutto questo finisse. "Tutti fuori per piacere" disse alzando la voce ai suoi amici. "Pure Piper e Percy".
L'ultima frase non le fece male, non voleva che la vedessero nel momento in cui era più debole e fragile della sua vita. "Ma è mia figlia, voglio assistere...ti prego Annabeth!". Chiese il ragazzo mentre diventava bianco per un altro urlo della ragazza. "No, per tutti gli dei! Uscite e vi avviserò quando arriverà il momento. Per favore" si rivolse ad un infermiera "falli uscire e di loro di venire solo quando sarà il momento".
Detto ciò rimase con i medici. Era faticoso pure respirare. Ma scorreva sangue semi divino nelle sue vene, doveva resistere.
 
Quasi 6 ore dopo la ragazza le disse di spingere che c'era quasi.
"Vado a chiamare gli altri" dichiaró. "No non farlo, quando sarà finito ci andremo, per adesso no!". La sua vena autoritaria si fece avanti e la ragazza le diede ascolto. Era molto determinata, prima di allora non aveva mai pensato ad avere bambini. Li aveva sempre visti come una cosa che non si può avere a 18 anni. Eppure eccola lì, a gridare fino all'ultimo fiato, per far nascere una creaturina tutta sua. Il dolore sparì. E si alternò il gemito di un neonato, non "un", il neonato. Katie. 
 
Katie era un misto di grinze e occhi giganti! Il colore era indefinito, erano azzurri verdi alle estremità, mentre all'interno, prima del nero, erano grigi. Difficile distogliere lo sguardo! La sua bellezza era purificante. La portarono a lavare e poi gliela porsero nelle braccia. Alzò le piccole manine per prendere il suo visto. Sorrise. Sorrisero entrambe. "È bellissima, è magnifica...io...non pensavo..."  Le si ruppe la voce, distolse lo sguardo e divenne fredda. "Prendetela per piacere, non voglio guardarla". La cedette alla ragazza, di cui aveva scoperto il nome: Maya, e si alzò. Lo sapeva che non doveva, era stanca ma neanche troppo. Prese dei vestiti puliti si cambio ed uscì. Nessuno ebbe il tempo di fermarla. Quando raggiunse il centro del campo si sentì abbastanza esaurita. Piano piano raggiunse un angolo abbastanza nascosto e si accovacciò in terra con la schiena appoggiata a una siepe. 
 
"Basta piangere Annabeth! Su fatti coraggio!" Parlava da sola, stava impazzendo. "Dovrei stare a letto vero Nate?" Ora parlava al cielo. "Sai che è anche colpa tua? Dovevi, non so, evitare di precipitare nell'oceano?" Rise. Rise davvero forte. Le mancava ridere, sembrava che i muscoli della faccia che utilizzava per ridere fossero atrofizzati. Ma non smise. Della gente le passò a qualche metro di istanza e la guardava con inquietudine. "Non sono mica pazza! Guardati tu piuttosto" Rispose ad un ragazzo che la guardava male. Era brutto e avevano lo sguardo della guerra. "Sono un figlio di Ares! Non mi faccio insultare da una ragazzina come te." Le sputò vicino. Annabeth si alzò cercando di non far vedere che faceva fatica. "A si? Fammi vedere che sai fare allora." Lei gli tirò un pugno in faccia, uno di quelli che fatto male ad entrambi. Arrivarono gli amici e il figlio di Ares non mostrò nessuna pena per lei. Incassò almeno due pugni uno in faccia e l'altro in pancia. Quel l'ultimo le fece molto male. Le girò la testa. Frank comparve dietro il ragazzo è la salvò da quella situazione. "Annabeth! Vieni a sederti presto. E tu fratello lasciala stare!". Aggrappandosi a lui la figlia di Atena raggiunse il tavolo dove stavano mangiando gli altri. Tutti molto sorpresi di vederla lì vestita e sopratutto con il sangue dal naso. "Annabeth! Sei impazzita ?!? Dove è la bambina? Come stai?". Ecco Percy. "Stiamo tutti bene." Rispose la ragazza abbastanza stanca. "Dovresti metterti a letto. Così vedo anche mia figlia." Piper la aiutò ad alzarsi e con Percy la misero a letto. Vennero anche Frank, Hazel e Jason. 
 
 
Katie non smise di piangere un momento.
"Sicura di non volerla prendere in braccio?" Chiese Percy ad Annabeth, affascinato da Katie.
"No, falla prendere in braccio pure agli altri." Ed abbassò gli occhi. Passarono il pomeriggio a cercare di far smettere la creaturina di piangere. "Puoi portarla via? Solo un po', ho bisogno di stare da sola". Chiese la ragazza a Percy. "Si okay, la porto a fare un giro, ragazzi mi aiutate?" "Si andiamo" disse Piper.
 
 
 
"Buongiorno"
"È lei la signorina Chase?"
"Si sono io, volevo dirvi che Katie è nata, pesa quasi tre chilogrammi ed è in ottima salute, quando riuscite a venire a prenderla? Ci incontriamo da qualche parte."
"Oh che meraviglia! Grazie di averci contattato. Siamo completamente disponibili, ma il viaggio durerà almeno fino a domani sera. Rimaniamo in contatto per sapere il posto e l'ora. Grazie ancora e a presto."
"Arrivederci".
 
Sentiva da lontano Katie che piangeva. Era già tutto pronto, doveva solo dirlo ai suoi amici e sopratutto a Percy.
 

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Capitolo 9
*** Rapimento ***


Salve salve salve😊 Questa credo sarà il penultimo capitolo di questa storia!!!😁 Spero sempre che vi piaccia..alla prossima 💞


Storia 9  
Stare lì ferma in quel letto era estenuante. Pensava e ripensava come avrebbe detto ai suoi amici di Katie. Poi le spunto in testa un'idea, se Nate era morto nell'oceano, poteva contattare Poseidone per saperne di più.
 
Come ormai di frequente uscì dal letto e segui una scorciatoia. Portava alla baia più vicina. Si sedette un attimo ad assaporare l'odore del mare e della sabbia morbida sotto di lei. Come al solito pensando a Nate, le vennero i lacrimoni. " Poseidone? Per favore se ci sei rispondi! O almeno manda qualcuno ti prego è urgente". Ormai stava implorando. Dall'acqua si alzò un vortice che la porto con se negli abissi. Come previsto poteva respirare perché era contenuta in una bolla di ossigeno. Un voce le disse " Annabeth, so perché sei qui, il tuo amico Nate può essere ancora vivo se vuoi. Ma devi promettermi che non riferirai niente a nessuno, il dio dei mari non può riportare in vita i morti, ma conservarli integri si. Quindi ora si risveglierà appena tornati in spiaggia. Non dimenticare quello che ho detto ". 
 
Non poteva crederci! "Tra poco rivedrò il mio Nate..." Disse.
 
Infatti emersi dall'acqua Nate sputo e si riprese. La guardò negli occhi ed erano tutti bagnati . "Nate? Nate riesci ad alzarti? Non sai quanto sono felice di rivederti, pensavo che non ti avrei mai più rivisto...io..mi scuso, mi dispiace" e lo abbracció fortissimo.
 
"Annabeth! Mi hai restituito la vita che credevo mi dovessi togliere, non ho visto i miei genitori ma sono sopravvissuto e questo è l'importante. Ascoltami, sono stato abbandonato dai miei genitori naturali ma poi ho scoperto di essere un semidio! Questa cosa mi ha cambiato, poi ho incontrato te e tutto mi è stato chiaro, ho collegato i pezzi e anche tu sei una semidea... Non sai quanto si sono grato di questo pezzo di vita regalatomi". Detto ciò si alzò di scatto più vivo che mai. 
 
"Ora ti porto in un posto dove saremo al sicuro, insieme e conoscerai i miei amici e Percy..."
Nate rispose" Percy? Ci hai fatto pace ? Ma Annabeth, aspetta un momento...dove è Katie?? La nostra piccola creaturina?"
La ragazza si stupì che avesse detto "nostra". Ora era decisamente confusa...
 
"È nata ieri Nate! È una bambina favolosa , ma non l'ho ancora tenuta in braccio per molto. Sai, non mi voglio affezionare..."sospiró.
 
"Non dirmi che l'hai già abbandonata vero? Ti prego posso vederla? Mi sento partecipe della sua vita.." Imploró il ragazzo.
"Okay, però sbrighiamoci perché i genitori adottivi arriverebbero domani sera... In più al campo si sta svolgendo una piccola festicciola."
"Quindi hai proprio deciso? Ne parleremo ancora Annabeth..stanne certa, adesso avviamoci che mi vorrei anche asciugare."
 
 
La conversazione le parve un po' strana, come avrebbe tenuto Nate lontano dalla bambina d'ora in poi? E sopratutto come l'avrebbe presa Percy? .
 
La festa non era molto grande, per fortuna c'erano solo gli amici stretti... 
 
"Piper, amica mia, questo è Nate , quello di cui ti ho tanto parlato.. È tornato hai visto?" Con il suo ottimismo cercò di convincere sia l'amica che sé stessa.
"Ciao..ehm..appena tornato dalla mia vacanza..io e Annabeth siamo tornati assieme adesso e nessuno ci separerà, ne ora né mai." Aveva il volto incupito. 
Lo prese da parte e inviperita gli disse: "Scusa Nate ma nessuno ha detto che stiamo assieme... Ti ho portato qui per conoscere i miei amici e Percy. Se continui così la mia bambina non la vedrai mai.." Ora stava praticamente urlando , i partecipanti alla festa si girarono incuriositi.
 
"Bene allora! Fammi conoscere questi tuoi cari amici" La voce gli era tornata normale , ma comunque rimaneva il fatto che per un momento non era stato lui.
 
Gli presento tutti, Jason lo guardò male, ma la reazione di Percy fu altrettanto critica. 
"Ehm.. Percy lui è Nate, parlate un po', vado a prendere qualcosa da bere." 
 
I ragazzi si parlarono per trenta secondi esatti fino a che Nate non ne uscì con la storia che Annabeth fosse la sua ragazza e la bambina era praticamente sua. 
 
Rinunziarono a urlare, ma come due maschi fanno, stavano per arrivare alle mani. Arrivò Annabeth si corsa, li divide e si beccò un pugno in pancia da parte di Nate. Urlò dal dolore, anche per il parto da poco compiuto. Percy la tenne con le sue calorose mani. Lei si rialzò velocemente e scattò il suo istinto di madre, Nate era scappato via dopo averla messa al tappeto. Lei sapeva che sarebbe andato a prendere la sua creaturina...

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