Avventure a caso di corvetti sclerati di ELIOTbynight (/viewuser.php?uid=56070)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 1 *** 01 ***
Non
ho resistito. E’ stato più forte di me.
Non posso fare a meno di pubblicare subito dopo che scrivo qualcosa. Ho
altre fanfiction
che dovrei continuare a pubblicare, sono tutte long e dovrei curarmi di
quelle,
ma la fame di commenti è incontenibile.
Sono messa
così male?
*sospira*
Ad ogni modo, ormai sono qua.
Salve e
benvenuti in questa raccolta di One
Shot scritte sulla base di un CHARACTER MEME!
Vi spiego subito
di che cosa si tratta.
Si scrivono
delle frasi-prompt, che descrivano
delle situazioni (più strane sono e meglio è) che
coinvolgano almeno due persone.
Al posto delle persone, però, si mettono dei numeri,
decidendo un numero
massimo sia di frasi, sia di numeri nelle frasi e quindi di persone
coinvolte.
Dopodiché,
senza guardare le frasi, si fa
una lista di personaggi di un fandom (o più di un fandom se
si è abbastanza
sadici da fare un po’ di crossover – io lo sono,
quindi preparatevi perché farò
la grande cazzata di fare un mega Character Meme con i personaggi di
Free,
Kuroko no Basket e Haikyuu – che il cielo mi assista) e si
numerano completamente
a caso. Il tot di personaggi deve corrispondere col totale dei numeri
coinvolti
nelle frasi, che si possono anche ripetere così da non
utilizzare ogni
personaggio una sola volta.
Ora non resta
che sostituire i numeri nelle
frasi con i personaggi e vedere che caspita viene fuori! Quando
l’ho fatto io,
mi sono piegata in due dalle risate. È una sfida divertente
che spero
apprezziate.
Vi lascio alla
lettura, ulteriori dettagli
li vedrete alla fine. Adios!
*
Avventure a caso di corvetti sclerati - CHARACTER MEME
Fandom: Haikyuu!!
01.
- Vorrei due
milkshake, uno
alla vaniglia e uno al cioccolato, per favore!-
Non sia mai
interrompere la
calma interiore che regna nell’animo di Kenma con
un’ordinazione così lunga.
- Come, scusi?-
mormora il
mezzo biondino distrattamente da dietro il bancone, rifugio robusto
dove
intende nascondersi per il resto del pomeriggio.
Un nanetto con
degli insoliti
capelli spettinati e color carota lo fissa con i suoi occhioni vispi,
cercando di
arrampicarsi sullo sgabello troppo alto come fosse il monte Everest.
- Due milkshake,
vaniglia e
cioccolato!- ripete lui, quasi affaticato.
Kenma non cambia
espressione
di una virgola – non che lo faccia spesso – e muove
appena il capo in un cenno
di assenso:
- Arrivano.-
Prepara i due
frullati,
concentrandosi in realtà sulla pesantezza del palmare nella
tasca della felpa e
cercando di reprimere la voglia di tirarlo fuori e provare a battere il
boss
finale del suo gioco preferito.
- Non pensarci
nemmeno,
Kenma.-
La voce seria di
Kuroo lo
raggiunge nel solito modo pacato, ma non per questo impercettibile.
- Cerca di
impegnarti almeno
quando lavori.- continua il moretto, strofinando un bicchiere sul
grembiule per
pulirlo. - Ho fatto fatica per procurarti il posto.-
L’altro
annuisce lentamente,
corrucciando la fronte con un lieve sospiro. Al banco, Hinata aspetta i
milkshake con pazienza, o quasi.
- Sbrigati ad
arrivare,
Bakageyama. Ho già ordinato anche per te!- sbotta nel
telefono, prima di
riattaccare. Seccato, incrocia le braccia e si appoggia con aria
irritata, ma
si riprende quando vede arrivare l’ordinazione. Si dimentica
a momenti di
ringraziare e poi comincia a bere di gusto, rimediando al caldo estivo.
- Buono!-
esclama, arrivando a
metà bicchiere in un batter di ciglia.
Tuttavia, mentre
sta per
tirare un altro abbondante sorso, un’improvvisa spinta smuove
la schiena di
Hinata con violenza e tutto ciò che resta del suo frullato
ora gli decora la
maglietta con delle enormi chiazze marroni.
Con disappunto,
Hinata si
volta e vede il barista di prima. Si era del tutto dimenticato di lui,
impegnato a godersi il dolce sapore del cioccolato, e solo in quel
momento
realizza che era andato a servire qualcun altro, urtandolo
però nel tragitto.
- Oh.- dice
Kenma, sollevando
di poco lo sguardo dal cellulare. - Mi dispiace. Ne faccio un altro?-
Finalmente i
neuroni di Hinata
si connettono e lui capisce che il barista, poco attento a dove metteva
i piedi
perché intento a giocare, l’ha spinto nel
tentativo di evitare un altro tizio
che passava.
Esasperato,
Hinata si guarda
il petto e si lamenta:
- La mia
maglietta, era la mia
preferita …!-
E’
stata una giornata pessima.
Si è svegliato tardi e non è riuscito ad
accompagnare Natsu in tempo per lo
spettacolo della scuola con conseguente rimprovero della sorella e
della madre,
Kageyama non gli ha risposto al telefono per tutta la mattina e quando
si è
fatto sentire gli ha detto con noncuranza che sarebbe stato in ritardo
per
l’appuntamento … e ora si ritrova con la sua
maglietta preferita macchiata di un
colore piuttosto equivoco.
È
troppo facile, per una
persona emotiva come Hinata, perdere la pazienza.
- Testa a
budino, ma sei scemo
o cosa?!- grida a metà tra il disperato e
l’infuriato, mentre salta giù dallo
sgabello. - Accidenti a te!-
Ormai saturo di
tutta quella
negatività, deve sfogarla in qualche modo e così
tira un pugno sul braccio di
Kenma, il quale si smuove leggermente per la botta, ma fa finta di non
averla
subita. Si limita a guardare Hinata senza reagire e soprattutto senza
spegnere
il cellulare.
- Chiedo scusa.
Faccio un
altro frullato? Per farmi perdonare, è gratis.-
Il nanetto
sbatte gli occhi,
inebetito. Quella è in assoluto l’ultima reazione
che si sarebbe aspettato. Mai
vista tanta noncuranza e mancanza di espressività
concentrata tutta nello
stesso individuo.
È la
sua antitesi e quando
Hinata se ne rende conto stringe i pugni con forza e si altera ancora
di più.
- Chi ti credi
di essere?!-
gli sbraita in faccia, smuovendogli solo un po’ la frangetta.
- Pensi di
cavartela con quella faccia da pianta grassa e un frullato gratis?
Guarda che
hai fatto! Vai al diavolo, tu e il tuo giochino!-
Continua a
sputare insulti a
gran voce e lo prende a pugni, ma ahimè,
l’impavido Hinata è mingherlino e
persino più basso del barista distratto. Lo colpisce sulle
braccia e sul petto,
ma Kenma subisce senza reagire, né tantomeno lamentarsi:
rispetto a certi
ceffoni di Kuroo, quelle sono le carezze della mamma.
Al che, quasi
senza esserne
consapevole, il biondino lo interrompe con uno schiaffone in pieno viso.
I due si
fissano, uno più
stupito dell’altro. Kenma ha agito per riflesso, per
necessità di farla finita,
siccome c’è mezzo locale a osservarli. Pel di
carota, d’altra parte, è rimasto
impressionato dall’improvviso spalancarsi dei suoi occhi, che
fino a un attimo
prima sembravano senza vita.
Come quando
prova un nuovo
videogioco, Kenma decide di tastare il terreno. È la prima
volta che alza le
mani e soprattutto si accorge di esserne compiaciuto. Curioso, gli
molla un
secondo schiaffo, stavolta con l’altra mano.
- Hey!- esclama
Hinata sempre
più colpito – in tutti i sensi – prima
di riempirlo ancora di pugni.
Stanno per
oltrepassare il
limite, quando entrambi si sentono tirare per le spalle: da un lato
Kuroo e
dall’altro Kageyama.
- Mi dispiace,
questo idiota
non sa mai controllarsi … - si scusa quest’ultimo.
L’altro,
altrettanto desolato,
strattona Kenma e risponde:
- Dispiace anche
a me, giuro
che di solito non si comporta così.-
- Oh, finalmente
sei arrivato,
Kageyama!- sbotta Hinata, incrociando le braccia. - Andiamocene da
questo post-AHIO!-
Lamentandosi dal
dolore, il
piccoletto viene trascinato fuori dal bar per i capelli; cerca di
liberarsi, ma
le mani di Kageyama sono sempre troppo grandi e forti rispetto alle sue.
Kenma se ne
resta lì,
ricordandosi improvvisamente che per suonarle meglio a quella piccola
testa
calda aveva messo in pausa il gioco sul telefonino e l’aveva
intascato in
fretta. Ritirandolo fuori, sente Kuroo sospirare:
- Ma che figure
mi fai fare,
si può sapere che ti è preso? Li hai anche fatti
andare via senza pagare … -
- Lascia
perdere, Kuroo.- lo
interrompe lui, trascinandosi nel retro con passo stanco. - Direi che
non sono
tagliato per questo lavoro. Pago io i due frullati.-
Il moretto si
gratta in testa
con aria interrogativa, ma poi alza le spalle e ci rinuncia, tornando a
servire
i clienti.
Intanto Kenma si
accascia sul
divanetto del retro dopo essersi sfilato il grembiule, continuando
imperterrito
a giocare. Non riesce a vincere contro quel fastidiosissimo boss, ma
non gliene
importa: la sua mente è rimasta su quel nanetto dai capelli
rossi, così pieno
di vita sia nel bene che nel male, che in qualche modo gli ha dato una
svolta
alla giornata.
È la
sua antitesi e quando
Kenma se ne rende conto accenna un mezzo sorriso divertito.
*
La prima frase
era questa: “Hinata è
cliente di un bar, ma scoppia una
rissa con Kenma che lavora dietro il banco.”
Mi sembrava
tremendamente improbabile
rendere Kenma protagonista di una rissa, ma per fortuna al suo fianco
aveva il
grande amico Shouyou, in grado di coinvolgerlo. Così ho
cercato di giostrarmela
in modo da non andare OOC (se invece per voi sono andata OOC con Kenma
o con
qualcun altro, vi prego di dirmelo, perché l’OOC
non posso soffrirlo T.T).
Spero che la
prima OS della raccolta vi sia
piaciuta, anche se un po' cortina - magari nelle altre mi dilungo un
po' di più. Chi shippa KenHina potrebbe essere
particolarmente soddisfatto; io
non ho pensato a questo pairing perché è una mia
NOTP, ma vi lascio comunque
libera interpretazione. ^-^
Questo
è solo l’inizio, gente. I prompt più
pazzeschi devono ancora arrivare! Il problema è che non so
quando aggiornerò …
Siccome questa è una raccolta random, non mi sento troppo
obbligata ad
aggiornare in fretta, ma vedrò comunque di riuscire a non
lasciar passare
troppo tempo tra una OS e l’altra.
Alla prossima,
se lo vorrete. ;)
Eliot
|
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Capitolo 2 *** 02 ***
Hello!
Rieccomi tornata, vi sono mancata?
Ma che domande sono, certo che no. (?)
La
mia seconda OS è qui in paziente attesa
di essere letta da voi anime pie. Buona lettura. <3
02.
La
serata è dolce. L’aria è
fresca al punto giusto, mette voglia di sbottonare le giacche e
passeggiare
lungo i marciapiedi del centro. Quella mattina Tanaka ha mandato
messaggi a
chiunque lo ispirasse dalla rubrica; chi ha risposto ed accettato di
partecipare
a quella grandiosa uscita di gruppo ora si sta godendo
l’atmosfera emanata in
quel preciso momento, con tanta bella gente intorno, le luci della
città,
chiacchiere e risate che si spargono tutt’intorno.
Nel gruppo di
amici c’è anche
Kiyoko, che timida com’è si limita a sorridere e a
camminare, affiancata da
Yachi con cui scambia due parole. In fondo ha sempre apprezzato la
compagnia di
quei ragazzi, anche se sono uno più scalmanato
dell’altro.
- Sono ore che
girovaghiamo!-
sospira ad un certo punto Yamamoto. - Che ne dite, entriamo in un bar a
prendere qualcosa?-
- Ma come, se ci
siamo
incontrati tutti solo mezz’ora fa?!- ridacchia Sugawara con
le mani nel
giaccone.
Hinata fa un
balzo e arriva due
metri avanti a tutti, fermandosi a guardarli:
- Sì
dai, prendiamo qualcosa
da bere!-
- Se offri tu,
va bene.- soggiunge
Kageyama, continuando a camminare e sorpassandolo, ignorando le sue
lamentele.
Lev affianca il
piccoletto e
lo imita nell’entusiasmo:
- Avanti gente,
mi sembra una
buona idea, no?-
Kuroo e Kenma
non protestano e
anzi, fanno sì con la testa, così come Yaku,
Inuoka, Suga e Daichi.
-
D’accordo, allora! C’è un
posto niente male qui vicino … - sogghigna Tanaka, mentre
Nishinoya esulta
insieme a Hinata e Lev, assordandolo da una parte. - Oh, per te va
bene, vero
Kiyoko-san?- aggiunge poi con il solito sguardo adorante.
Quest’ultima
annuisce, mentre
Yachi non le si stacca un attimo di dosso e con leggera soggezione
– dopotutto
è circondata da ragazzi forti e robusti e se non fosse per
la sua senpai sprofonderebbe
nel marciapiede – mormora:
-
Sarà divertente!-
L’allegria
sembra regnare tra
tutti loro, anche quando entrano nel locale e prendono posto al tavolo
più
grande che c’è. Yamamoto sta ricevendo lezioni di
corteggiamento da Tanaka e
Nishinoya, Daichi e Kuroo sospirano e non osano domandarsi fino a che
punto
possano arrivare i loro discorsi, Yaku e Suga si fanno in quattro per
ordinare
e portare le bibite agli amici, Hinata punzecchia Kageyama spalleggiato
da Lev
e Inuoka, Kenma è impegnato in un livello piuttosto arduo
dell’ultimo
videogioco acquistato e infine Yachi racconta aneddoti scolastici a
Kiyoko, che
ascolta e sorride con pazienza.
- Oggi non mi
hai baciato
neanche una volta, Kageyama-kuuun!- blatera il rosso accanto a lui,
allungando
le labbra a ventosa e stringendo il drink quasi finito in una mano.
Il moretto, che
si è messo con
lui solo da pochi giorni, arrossisce di botto e cerca di allontanarlo
con una
mano in faccia:
- N-non dire
queste cose
all’improvviso, Hinata boke!-
Intorno a loro
ridacchiano
tutti, comprese le ragazze. Tuttavia Kiyoko si accorge che Lev, seduto
vicino a
lei, tiene silenziosamente gli occhi fissi nel vuoto da quando
è entrato nel
locale. Curiosa, lo osserva con la coda dell’occhio mentre
lui prende un altro
sorso abbondante del suo secondo cuba libre e sospira pesantemente.
“Che
strano.” pensa la
brunetta, abituata a vederlo felice e spensierato insieme agli altri.
Lev tace ancora
e gioca con la
cannuccia nel bicchiere, ridendo alle chiacchiere di Hinata,
Yachi e
Inuoka, ma ogni tanto si gira dall’altra parte e lancia
un’occhiata al gruppo
dei senpai. In particolare a uno di loro.
- Avete finito
con i vostri
ragionamenti strambi? Non stanno né in cielo, né
in terra.- borbotta Yaku,
togliendo una bottiglia di birra di mano a Yamamoto.
Quest’ultimo
si lamenta con
una smorfia:
- Aspetta, stai
interrompendo
una lezione di vita importante!-
- Stai
tranquillo, Yaku-san.-
dice Nishinoya, mimando un ok con la mano. - Questo simpaticone
è un allievo modello!-
Yaku sospira e
beve dalla
bottiglia dell’amico, rinunciando a riportare la loro
conversazione verso un
livello superiore. Guarda di sottecchi Kuroo che avvolge le spalle di
Kenma con
un braccio e Sugawara che tiene per mano Daichi: si rende conto che si
sentirebbe di troppo, se si intromettesse nella loro conversazione. Con
aria
rassegnata, continua a seguire i discorsi di Yamamoto, Tanaka e
Nishinoya,
calmandoli quando alzano troppo la voce. Tutto sommato è
buffo ascoltarli, così
anche Lev e Kiyoko si divertono a vederli gesticolare e parlare
d’amore come
fossero dei veri esperti.
Inaspettatamente
arriva un
cameriere:
- Di chi
è il cuba libre?-
- Mio!- esclama
Lev,
allungandosi per prenderlo.
Il cameriere non
fa in tempo
ad allontanarsi che lo spilungone ha già cominciato a bere
avidamente. Kiyoko
lo fissa, incuriosita e preoccupata. Quanto ancora ha intenzione di
ubriacarsi?
Lev nota lo
sguardo insistente
della ragazza e le porge il bicchiere già mezzo vuoto:
- Vuoi
assaggiare?-
- No, grazie.-
scuote appena
la testa lei. - Va tutto bene?-
L’altro
finisce l’ennesimo
sorso e accenna un sorriso sghembo, facendo sì con la testa
più volte di fila.
- Sicuro?-
La mano di Lev
col bicchiere già
quasi vuoto si ferma a mezz’aria. Il ragazzo sbatte gli occhi
verdi e nota che
l’espressione di Kiyoko non è piatta come sembra,
ma nasconde della leggera
apprensione negli occhi. Stavolta lui non sa rispondere e deglutisce,
abbassando lo sguardo e grattandosi la nuca nervosamente.
A Kiyoko non va
che ci sia
anche solo uno di quei giovani scapestrati col morale a terra.
È una bella
serata e deve essere così anche per Lev. Così,
all’improvviso, si alza e
mormora:
- Andiamo.-
Perplesso, il
ragazzo sbatte
le palpebre, poi finisce il drink e la segue senza replicare. Dietro di
lui,
uno sguardo interrogativo dopo l’altro da parte degli amici;
per fortuna hanno
tutti bevuto abbastanza da cambiare argomento in fretta.
Kiyoko si ferma
nel piccolo
corridoio che conduce ai bagni, poi si volta e lo fissa dal basso,
chiedendo:
- Cosa
c’è che non va? Avevi
l’aria triste, prima.-
Stupito, Lev
arrossisce e
incespica sulle proprie parole, senza riuscire a pronunciarne neppure
una.
- Puoi sfogarti,
se vuoi.
Basta che smetti di ordinare tutto quell’alcol.-
Piomba il
silenzio e il
ragazzo si accorge di non aver nascosto bene le proprie ansie. Sospira
e si
appoggia stancamente al muro, sconsolato:
- Va bene. Sono
stato stupido
a bere così tanto, la testa mi gira da un pezzo …
Sei sicura di volermi
ascoltare?-
Kiyoko annuisce
con
convinzione e allora Lev sente gli occhi inumidirsi e la testa
esplodere ancora
di più.
- G-grazie, sei
gentile.- sussurra
con il labbro inferiore che trema. - Ecco … La
verità è che mi sono innamorato
di Yaku-san!-
E
così Lev dà sfogo a tutte le
sue pene d’amore. Si siede contro il muro e ripete quanto il
suo senpai sia
buono e gentile, ma anche forte e figo; dice che adora il modo in cui
si
preoccupa degli altri e si lamenta perché vorrebbe essere
più basso, in modo da
poterlo guardare in quei bellissimi occhi; elogia il suo sorriso e i
suoi
capelli così chiari e praticamente tutto il resto, persino
il modo in cui lo
prende a gomitate quando battibeccano tra loro, ma soprattutto lo
sguardo
sereno con il quale poi lo perdona.
Kiyoko,
inginocchiata accanto
al ragazzo, ascolta con pazienza il suo discorso, pronunciato con voce
strozzata, ma anche piena della volontà di Lev di non cedere
alle lacrime che
premono per uscire. Di tanto in tanto la brunetta annuisce e gli
accarezza una
spalla, impedendogli di mettersi a piangere come un bambino nonostante
continui
ad avere un’aria affranta.
- Non mi
ricambierà mai!-
esclama lui per l’ennesima volta, tirando su col naso. - Non
piacerò mai a
Yaku-san, perché sono un imbranato senza speranza!-
- Su, non fare
così.- lo
consola Kiyoko. - Secondo me dovresti dichiararti.-
L’altro
alza gli occhioni umidi e mugola:
- E come faccio?
Non ne ho il
coraggio. Yaku-san è troppo perfetto per uno come me
… -
- Non darti per
vinto.-
sorride lievemente lei. - So che puoi farlo.-
Piano piano, Lev
si riprende.
Si asciuga le lacrimucce che stanno per scendergli lungo le guance e
torna a
sorridere:
- Forse hai
ragione. Non posso
sapere se gli piaccio, se non glielo chiedo direttamente!-
Entrambi col
cuore più
leggero, tornano dagli altri che sono già in piedi. Hinata e
Nishinoya stanno
cantando a squarciagola un motivetto indefinito, Kageyama si
è addormentato e
Daichi cerca di svegliarlo, gli altri iniziano a manifestare i primi
segni di
stanchezza.
- E’
meglio ritirarci, domani
c’è scuola per tutti.- sentenzia Kuroo, camminando
con il solito braccio
intorno alle spalle di Kenma.
Lev barcolla e i
compagni di
classe Inuoka e Yamamoto, allarmati, lo prendono entrambi per un
braccio. Yaku
sospira e borbotta:
- Hai esagerato
come al
solito, spilungone!-
Lev diventa
rosso di vergogna
e non risponde, anzi, si lascia trasportare dai compagni fuori dal
locale e
medita sulle parole giuste da usare per la sua dichiarazione. In
strada, Yachi prende
l’amica per un braccio e le domanda:
- Va tutto bene?-
- Sì,
Hitoka-chan.- risponde
lei, sorridendo. - Ora va tutto bene.-
La biondina
inclina la testa
con aria dubbiosa, ma non chiede altro.
- Yaku-san!-
La voce
squillante di Lev
sveglia tutti i presenti dallo stato di mezzo sonno con cui stanno
ciondolando
verso casa. Il ragazzo si libera dalle braccia degli amici e cammina a
passo
sicuro verso il ragazzo che ama.
- Devo dirti una
cosa e non
penso che potrò farlo in un altro momento, quindi ascoltami.-
- L-Lev?-
Yaku lo guarda
sorpreso,
mentre nessuno osa fiatare. Lev ha assunto un’aria
intimidatoria e determinata;
chiunque capirebbe che è un momento importante.
- Tu mi piaci,
Yaku-san. Mi
sei piaciuto dalla prima volta che ci siamo incontrati!- esordisce il
più alto,
stringendo i pugni e tremando.
Tutto il gruppo
sussulta,
compreso il diretto interessato che avvampa fino alla punta delle
orecchie.
- Non hai mai
smesso di
piacermi.- prosegue Lev, senza peli sulla lingua più del
solito, per effetto di
tutto quell’alcol. - Mi piaci in ogni singolo attimo, anche
adesso mi piaci e
continuerai a piacermi sempre. Forse non sono un granché per
te, ma dovevo
almeno farti sapere quello che provo!-
Vuole nascondere
il rossore,
ma non ci riesce. Sapere che si sta dichiarando davanti a tutti
è imbarazzante,
ma anche elettrizzante allo stesso tempo. Per questo motivo prende un
lungo
respiro e termina il suo breve discorso:
- Per favore,
Yaku-san,
accetta i mie-
- Idiota, Lev,
sei un idiota!-
Il ragazzo dei
suoi sogni lo
interrompe, guardandolo con la fronte corrucciata. Mortificato, lo
spilungone
non riesce ad emettere più un fiato. Sente che potrebbe
piangere di nuovo, quando
Yaku lo prende per le maniche della giacca:
- Baka di un
Lev, perché non
me l’hai detto prima?!-
Vaghi suoni e
versi di
meraviglia si sentono da un po’ tutti gli amici. Mentre i due
protagonisti
della scena non accennano a distogliere gli occhi l’uno
dall’altro, Kenma
mormora:
- Era ora.-
Stretto a lui,
Kuroo fa sì con
il capo ripetutamente. Yamamoto, Tanaka e Nishinoya lì
vicino non hanno la
forza di emettere un fiato e restano a bocca aperta.
- Mi
… mi piaci anche tu.-
mugugna Yaku, abbassando di poco lo sguardo per non cedere a quello
adorante di
Lev.
A
quest’ultimo brillano gli
occhi dalla felicità, talmente che all’inizio non
riesce a parlare. Preso
dall’entusiasmo, lo afferra per le spalle e si abbassa per
baciarlo. Il
contatto delle labbra di Lev sulle proprie fa sì che il
cuore di Yaku martelli
nel petto più forte di prima, ma è una sensazione
troppo bella per rinunciarci,
così il più basso manda al diavolo la
dignità, chiude gli occhi e ricambia il
bacio con tenerezza.
Inuoka e Hinata
spiccano un salto
di gioia dietro l’altro, gridando le loro congratulazioni ai
quattro venti. Gli
altri si limitano a sorridere e Kiyoko ridacchia tra sé,
attirando l’attenzione
di Yachi.
- Allora sei
contenta anche
tu, senpai!- osserva la ragazzina.
La
più grande si volta verso
di lei e risponde con orgoglio:
-
Sì … tanto contenta.-
*
La
frase-prompt che mi era capitata era
questa: “Tra Kiyoko e Lev nasce
inaspettatamente un rapporto in stile psicologo-malato
mentale.”
Non chiedetemi
come abbia fatto a partorire
una frase del genere, tantomeno ad essermela cavata con due personaggi
come Lev
e Kiyoko. Ma siccome sono un’inguaribile romanticona e mi
è subito risultato
naturale shippare YakuLev, il mio ragionamento è stato
questo: se Kiyoko deve diventare psicologa di
Lev,
quest’ultimo deve avere qualche problema, ma che tipo di
problema, visto che
non posso fare a meno di shippare Lev con Yaku potrebbe essere un
problema di
cuore, magari Kiyoko aiuta Lev a dichiararsi con Yaku, ma come fa
Kiyoko a
entrare in contatto con Lev se voglio rimanere nel contesto AU?
E
così mi è venuta l’idea della mega
uscita
di gruppo.
Ho
deciso di restare nel contesto AU per
tutta la raccolta, in modo da non essere costretta a spoilerare la
storia
originale. E poi questi prompt sono nati a prescindere per essere usati
in un
contesto AU, perciò ho voluto rimanere coerente con questa
scelta per tutte le
OS.
Spero che vi sia
piaciuta anche questa e
che abbiate apprezzato il mio tributo ad una delle tante ship di
Haikyuu che
adoro, la YakuLev! :3
Ne approfitto
per ringraziare ancora tantissimo ChidoriBlade (tesoro bello! **) e
Mitsuki, che mi hanno recensita in maniera tanto tanto dolce. <3
Lasciate una
recensione, mi piacerebbe
molto conoscere la vostra opinione. A presto!
Eliot
|
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Capitolo 3 *** 03 ***
E
siamo a tre! Che ne dite, sto procedendo bene? Giudicate voi! :D
Questa qui è proprio una piccola chicca, ma i dettagli ve li
dico dopo. Buona lettura! ;)
*
03.
Continua
a piovere senza
tregua. Infreddolito nel suo angolino del marciapiede, Takeda trema e
attende
con pazienza infinita l’arrivo dell’angelico
autobus che lo porterà finalmente
a casa. Un vago sorriso gli si stende sul volto quando questo accosta
alla
fermata, non prima di aver infradiciato un vecchietto e una ragazzina,
svuotando quasi del tutto una fastidiosa pozzanghera.
Le porte si
aprono, ma il
disappunto si impadronisce del povero professore. Un tipo alto e
robusto gira
la testa verso l’esterno – solo la testa,
perché il resto del corpo è bloccato
dalla folla che riempie vertiginosamente il mezzo pubblico –
e si accorge di
Takeda, che scruta le persone all’interno mordendosi un
labbro. A poco a poco
il disappunto lascia spazio alla rassegnazione, ma una voce lo
distoglie dai
suoi angosciati pensieri:
- Forse
riusciamo a fare un
po’ di spazio … che ne dici, Noya?-
- Eh?- mormora
un piccoletto
accanto a lui, sommerso dalla massa di persone, che ci mette un
po’ di più a
vedere l’uomo sotto la pioggia. - Oh, certo, vieni
più in qua!-
Il ragazzo dalla
possente mole
si stringe con timidezza all’amico più basso e
dà qualche leggera spinta ad un
altro tizio lì vicino, creando miracolosamente uno
spazietto. Takeda trasale e
non perde tempo, chiudendo l’ombrello e infilandosi
lì appena prima che le
porte lo blocchino dentro e il viaggio dell’autobus ricominci.
- G-grazie
mille!- sospira
lui, alzando lo sguardo e osservando il suo salvatore, che gli sorride.
Schiacciato tra
lui e Takeda,
c’è Nishinoya che esclama:
- Asahi-san
è il solito cuore
di vetro … Se vuole stare più comodo, me lo dica
e mi faccio ancora più
piccolo!-
Il ragazzo
più robusto
arrossisce e distoglie gli occhi, mentre Takeda ricambia
l’occhiata amichevole:
- Non
preoccuparti, mi avete
già ceduto un po’ del vostro spazio. Ve ne sono
riconoscente.-
Noya alza la
fronte e lancia
un sorriso a trentacinque denti verso l’amico, che viene
contagiato da
quell’aura sempre positiva che ha intorno e sorride a sua
volta, anche al
professore.
Quest’ultimo
si appoggia alla
porta, stringendo la valigetta tra le braccia, ma cambia espressione
quando nota
un biondino alto e forte quanto Asahi, lo stesso che è stato
spinto di poco per
farlo entrare. Il suo sguardo, diretto al coetaneo, non è
tra i più gentili.
Anche gli altri due si accorgono delle sue occhiate storte ed
insistenti, così
Nishinoya sbotta:
- Che hai da
guardare, tu?-
L’altro
non risponde e si
volta verso i compagni di scuola che chiacchierano.
“Meno
male che in giro ci sono
ragazzi come questi due!”, pensa Takeda, soppesando la
valigetta e facendo
attenzione alle porte che si aprono di nuovo.
Dopo un paio di
fermate, il
bus si è svuotato per miracolo e sia il professore che i due
studenti possono
tornare a respirare. Reggendosi a una sbarra, il professore sofferma
gli occhi
sulle divise scolastiche dei due ragazzi e chiede:
- Per caso
frequentate la
Karasuno?-
-
Sì.- risponde Asahi
gentilmente.
- Quindi andate
nella stessa
scuola dove inizierò a insegnare dalla prossima settimana!-
aggiunge Takeda con
entusiasmo. - Chissà se sarete voi i miei studenti
… Penso che mi piacerebbe,
visto che siete stati così gentili con me.-
Il piccoletto si
fa in avanti
verso di lui, penzolando dalla sbarra orizzontale sulla sua testa: -
Davvero?-
- Che
coincidenza.- mormora
Asahi con un altro pacato sorriso. - Allora immagino di doverla
chiamare
“sensei”.-
- Beh,
è solo un’ipotesi,
quindi non è necessario essere subito così
formali.- sentenzia Takeda.
La fermata
seguente è quella
di Noya, che prima di scendere punta un dito contro Asahi:
- Mi raccomando,
stai attento
ai malintenzionati e mandami un messaggio quando arrivi a casa!-
Al richiudersi
delle porte, il
ragazzo dal cuore di vetro sospira e lascia vagare lo sguardo nel
vuoto, perso nei
suoi pensieri. Il professore si compiace della conoscenza fatta con
Nishinoya e
non si trattiene dal fare un’osservazione:
- E’
un buon amico, vero?-
Asahi si
sorprende, ma poi
annuisce con un leggero rossore sulle guance.
- Per caso sono
stato troppo indiscreto?-
prosegue l’altro. - Ti chiedo sc-
La frase di
Takeda viene
interrotta da una brusca frenata dell’autobus. Tra lo stupore
generale, tutti
vengono sbalzati in avanti: il professore fa appena in tempo ad
appoggiarsi
alla sua sbarra, mentre lo studente finisce addosso al gigante di
prima.
Quest’ultimo si volta lentamente e lo fulmina con gli occhi.
Asahi non ha il
coraggio di fiatare e anche Takeda deglutisce alla vista di un
individuo
dall’aria tanto minacciosa.
- Oh, sei tu,
Azumane!-
esordisce un compagno di classe di quell’energumeno, poco
più basso di lui. -
Dovevi dirlo subito, che a spintonarti era stato lui, Aone!-
-
F-Futakuchi-san … - balbetta
Asahi intimorito, sotto gli occhi curiosi di Takeda.
L’altro
continua, lanciando
occhiate complici al suo amicone biondo:
- Adesso Azumane
ha così fifa
da dimenticarsi di chiedere scusa? È sempre stato un
pappamolla, giusto Aone? E
pensare che potrebbe avere la tua forza fisica … che spreco!-
Asahi inghiotte
a vuoto e abbassa
gli occhi, mormorando a malapena le sue scuse per averlo spinto prima.
Futakuchi, tuttavia, non è molto disposto a perdonarlo e si
mette a ridere,
cercando di contagiare Aone, che rimane impassibile senza
però smettere di
fissare Asahi con odio.
Takeda osserva
la scena in
silenzio. Ripensa alle parole di Nishinoya e si convince che non tutti
hanno la
decenza di rispettare un cuore di vetro come quello di Asahi.
Quest’ultimo è
imbarazzatissimo, lo si può dedurre fin troppo bene, e anche
intimorito dagli
occhi penetranti di Aone che continuano a fulminarlo.
Il professore
non è mai stato
particolarmente coraggioso o sfrontato. In quel momento si sente
spaventosamente simile ad Asahi, un giovane umile e buono come pochi,
che sta
stringendo i pugni con una smorfia di frustrazione repressa. Ora che il
suo
amico Noya non è presente, l’unico che potrebbe
aiutarlo è lui. E’ un
autorevole professore di letteratura, dopotutto!
Prende un
respiro profondo e
muove un passo verso Aone e Futakuchi:
- Magari
esistessero più
ragazzi educati come lui, sapete? Non ha spintonato nessuno, tanto per
cominciare, e poi con la vostra mole non avreste dovuto avere problemi
in ogni
caso a subire qualche piccolo spostamento. Abbiate più
riguardo verso una
persona come Azumane, perché non merita la vostra
cattiveria!-
Entrambi
rimangono immobili e
silenziosi, anche se la vergogna ha già iniziato a
traboccare dall’espressione
di Futakuchi. Asahi, meravigliato, vede Aone scomporsi lievemente di
fronte
allo sguardo determinato di Takeda, per poi voltarsi e raggiungere il
fondo
dell’autobus.
- Aspettami,
Aone!- replica il
compagno, andandogli dietro e rischiando di sbattere contro una
vecchietta.
L’impressione
del professore è
positiva. Pur senza dire nulla, quel biondino tutto muscoli ha compreso
la situazione
anche meglio del suo amico. Asahi esclama, riconoscente:
- Sensei, non ho
parole … La
ringrazio!-
- Dovevo farlo.-
sorrise
Takeda. - E poi ho ricambiato il tuo favore di prima, giusto?-
Il nodo allo
stomaco che
infastidiva Asahi si scioglie e il ragazzo ricambia
l’espressione amichevole,
promettendosi che non avrà più bisogno di
qualcuno che lo difenda.
*
Il prompt era
abbastanza generico: "Takeda
e Asahi si ritrovano a condividere un viaggio in autobus."
Il bello di questi prompt semplici è che si possono
sfruttare praticamente in qualsiasi modo. Un viaggio in autobus avrebbe
potuto significare qualsiasi cosa! Però due persone come
Takeda e Asahi, diciamo, non si caccerebbero mai in situazioni insolite
da soli. Sono troppo dei cuori dolci <3
Perciò ci andava l'intervento di qualcun altro. E siccome mi
piaceva l'idea di Takeda protettore del nostro gigantone dal cuore di
vetro, doveva esserci qualcuno che facesse da villain. Quel gran dork
di Aone era perfetto, così voilà! Ci ho anche
messo un pizzichino di AsaNoya, perché da brava fujoshi che
sono non posso trattenermi dal shippare gente con gente. C:
Mi auguro che l'idea e soprattutto la OS vi sia piaciuta! Le prossime
garantiranno più risate, vedrete. ^_^
Un baciotto e grazie dell'attenzione :*
by
Eliot ;D
|
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Capitolo 4 *** 04 ***
Ladies and
gentlemen, siamo alla quarta shot! E stavolta si ride, LOL
Ma bando alle ciance: buona lettura! :*
#
04.
Il
silenzio perfora i timpani
dei due malcapitati, non appena si chiude la porta dietro di loro.
Restano
immobili, con le braccia lungo i fianchi e i pugni chiusi, la fronte
bassa e la
bocca storta in una smorfia di disagio. Di fronte, la scrivania del
preside, il
quale sospira e si tiene la fronte con una mano. Quasi ha paura di
chiederlo,
ma lo deve fare perché beh, è il suo lavoro.
- Che
cos’è successo?-
Pena e
rassegnazione si
diffondono nell’ufficio attraverso quella domanda e
colpiscono l’alunno e il
professore con violenza, come se la situazione non fosse già
patetica.
- Ukai-sensei.
Cominci lei,
prego.- sospira ancora il preside.
Il falso biondo
deglutisce e
guarda di sottecchi colui che considera la causa del suo guaio, lo
studente più
basso della scuola, ma dal carisma prorompente.
- E’
stato un incidente.-
precisa subito Ukai. - Non sarebbe successo nulla, se non fosse stato
per Nishinoya.-
Quest’ultimo
si drizza sulla
schiena e lo interrompe subito a gran voce:
- Non
è vero, signore! La
colpa non può essere data solo a me. Ukai-sensei ha fatto la
sua parte nel
misfatto. Eravamo entrambi d’accordo!-
- Non dire
scemenze,
mocciosetto sconsiderato!- ribatte prontamente il professore.
- E lei non dica
bugie,
rompiscatole di un sensei!-
Il preside preme
le mani sulla
scrivania e fissa i due con la fronte corrugata, richiamando la loro
attenzione
e facendoli ammutolire come due tombe.
- Vi ho chiesto.
Che cosa è
successo.-
Nishinoya e Ukai
si scambiano
un altro sguardo truce, ma poi sospirano all’unisono e
raccontano la storia
senza girarci troppo intorno, per non peggiorare la loro condizione.
Due
ore prima …
- Noya-san, non
puoi farlo.-
- E
perché no, Ryu? È un’idea
strepitosa!-
- Sì,
ma anche rischiosa e non
voglio che ti sospendano di nuovo.-
- Uh, ti
mancherei per caso?-
- Ma che dici?
È per la tua
incolumità: chi li sente, poi, i tuoi genitori?!-
Le chiacchiere
degli studenti rimbombano
in maniera indistinta fin nella palestra dopo la lezione di ginnastica.
Ukai se
ne sta sdraiato in panchina con il registro sulla faccia, per nulla
deciso a
rinunciare al pisolino che lo aspetta nell’ora libera
seguente. Nello
spogliatoio, invece, l’aria è satura di
eccitazione.
- Lo vuoi fare
davvero,
Noya-san?- domanda Hinata con gli occhi che sfavillano.
Il senpai ride
con orgoglio e
inarca un sopracciglio:
- Vedrai,
sarà qualcosa di
epico.-
Mentre gli
“woah” di Hinata riempiono
lo spogliatoio a ripetizione, Nishinoya si prende il suo tempo tra le
critiche
di Daichi, lo scetticismo di Tanaka e le prese in giro di Tsukishima,
per poi
ritrovarsi ultimo a uscire. Guardingo, il ragazzo sgattaiola di nuovo
in
palestra e procede tranquillo, siccome Ukai sta già russando
sonoramente da
sotto il registro.
In un angolo, il
borsone del
professore di ginnastica è ancora mezzo aperto.
Ridacchiando, Nishinoya ci si
avvicina e fruga dentro, sempre con un occhio al sensei per timore che
si
svegli all’improvviso.
- Uffa, ma dove
l’avrà messa?
Possibile che a scuola non la usi? Impossibile, l’ho visto
… - borbotta
sottovoce.
Ukai si muove
nel sonno e Noya
si immobilizza. Sente il sudore freddo grondargli dalle tempie e non ha
il
coraggio di girarsi a guardare. Quando il silenzio torna a regnare
nella
palestra, Noya decide di aprire le tasche laterali e finalmente trova
ciò che
cerca.
- Eccola!-
sussurra tra sé,
fissando con espressione trionfante la bottiglietta racchiusa nella
mano.
Sta per
svignarsela in punta di
piedi, ma alle sue spalle qualcuno si schiarisce la gola e Nishinoya
perde un
battito. Un’ombra minacciosa lo sovrasta e con il panico
radicato fin nelle
ossa, il ragazzo si volta lentamente e rivolge uno sguardo terrorizzato
a Ukai.
- Nishinoya
Yuu.- esordisce il
professore con tono greve. - Che cosa ci fai con la mia tintura per
capelli?-
Lo studente non
è abituato a
farsi scoprire durante una delle sue malefatte; di solito la punizione
gli
arriva a missione compiuta. Nascondendo la bottiglietta di tintura
bionda
dietro la schiena, balbetta:
- E-ecco sensei,
in realtà
avevo bisogno di-di sistemarmi il ciuffo, sa, la ricrescita
… -
A Ukai basta
sollevare un
sopracciglio per trasmettergli il suo sospetto.
- Se me la
restituisci, sono
disposto a dimenticare la faccenda.- sentenzia, mostrandogli la mano
aperta.
Nishinoya
potrebbe
acconsentire, ma arrendersi non è affatto nel suo stile. Il
suo scherzo farebbe
scalpore in tutta la scuola, non può negarsi un momento di
gloria simile.
- Non posso,
sensei. È per una
buona causa.-
Il suo
atteggiamento è
cambiato, ma Ukai non se l’aspettava. Perplesso, gli chiede:
- Una buona
causa? Ma che stai
dicendo?-
- Sensei, lei
conosce bene
l’influenza del nostro vicepreside all’interno
dell’istituto.- comincia Noya
con tono autorevole. - E sa anche che la sua reputazione è
piuttosto, ecco,
discutibile.-
Sentirlo parlare
in quel modo
è decisamente insolito, ma Ukai non ha molta voglia di
interromperlo e si
limita ad ascoltarlo, senza però prenderlo troppo sul serio.
- Ebbene, ho
pensato di dare
un sollievo agli studenti stressati e intimoriti dalle sue costanti
critiche.
Per la felicità dei miei colleghi, io confesso: ho
intenzione di tingere il
parrucchino del vicepreside di un biondo così sgargiante da
illuminare le vite
di noi giovani!- termina il ragazzino con enfasi.
O per
l’assurdità dell’idea, o
per il tono concitato con cui Nishinoya ha parlato – ma forse
per entrambe le
cose – Ukai spalanca le orbite ed esclama:
- Che cosa?!
Delinquente che
non sei altro, ma come ti salta in mente?-
- Non
è geniale?- ride il
ragazzo. - Tutti odiano quel pallone gonfiato, sono sicuro che non mi
puniranno
neanche per averlo fatto! Anche lei, sensei … -
Il professore
sobbalza:
- Anche io,
cosa?-
- Lo ammetta.
Anche lei detesta
il vicepreside.- sussurra Nishinoya al suo orecchio, allungandosi sulle
punte
dei piedi.
Stupito, Ukai
avverte un
pesante senso di colpa addosso. Eppure il delinquente è
l’altro, non lui!
Allora perché non riesce a negare che sotto sotto Nishinoya
ha ragione?
In effetti,
già da quando ha
ottenuto a fatica il posto da professore di ginnastica, Ukai
preferirebbe non
avere quel pelato a tradimento sotto gli occhi, causa inaspettato
prurito alle
mani provocato dalla voglia di tirargli un pugno in faccia. Se lo
immagina, il
vicepreside, col parrucchino biondo che vola via nel cielo di ottobre,
confondendosi con le foglie secche che cadono dagli alberi del cortile.
Il sensei non
riesce a
spiccicare una parola. Il ragazzino lo guarda sornione e attende una
risposta,
divertito dalla difficoltà che ha Ukai di prendere una
decisione e forse
prevedendo già la sua resa.
Il biondino
stringe i denti
sul punto di cedere e alla fine il buonsenso l’abbandona.
-
D’accordo, Nishinoya, hai
vinto.- sospira. - Qual è il piano?-
Il ragazzino
entra nel
territorio nemico appena con il naso, lanciando occhiate di sicurezza a
destra
e a manca. Appoggiato al muro dietro di lui, Ukai sta finendo la
sigaretta.
Buttando fuori una nuvoletta di fumo, borbotta:
- Ancora niente?-
- Devo aspettare
il momento
giusto.- mormora Nishinoya, concentrato. - Lasci fare a me, ho mesi di
esperienza alle spalle!-
- Poveri noi,
allora.-
- Su, non faccia
così … Venga,
la via è libera!-
Il professore
spegne e butta
la sigaretta in un cestino, prima di seguirlo nel piccolo corridoio che
porta
alla sala insegnanti. Non sembra esserci anima viva nei paraggi, il
nanetto
aveva ragione.
- Ti avverto,
Nishinoya. Io ti
fornirò solo una copertura, mentre il lavoro è
tuo.- mette subito in chiaro
Ukai.
L’allievo
storce la bocca,
indispettito, per poi appiattirsi contro la porta della sala
insegnanti.
L’altro resta lì accanto, con le mani stancamente
rifugiate nelle tasche della
felpa.
- Non
è nervoso?- chiede Noya,
infastidito dalla sua indifferenza.
Ukai ammette che
dopotutto c’è
un che di divertente in quella storia, ma non può certo
permettersi di darlo a
vedere. Quasi atono, risponde:
-
Perché dovrei essere
nervoso? Se ci scoprono, la colpa è tua.-
- Io non mi
farò problemi a
trascinare nel baratro anche lei, sensei.- ridacchia il ragazzino.
- Non oserai!-
La conversazione
è interrotta
da alcuni rumori provenienti dalla stanza. Quando la porta si apre ed
esce un
altro professore, Nishinoya resta appiccicato ad essa, scomparendo
nell’angolino tra la porta e il muro. Ukai fa finta di niente
come d’accordo e
anzi, saluta il collega per non destare sospetti. Una volta che il
corridoio
torna deserto e la porta si richiude, il ragazzino sospira di sollievo.
- Adesso
dovrebbe esserci solo
la vittima nella sala insegnanti.- inizia Ukai, serioso. - Ora io entro
e lo
distraggo, mentre tu entri in azione.-
-
Così mi piace quando parla,
sensei!-
L’operazione
comincia. Il
professore bussa e viene accolto dal vicepreside, come sempre con aria
snob e
col fedele parrucchino in testa. Sfruttando agilità e
mancanza d’altezza,
Nishinoya si intrufola nella stanza a gattoni, nascondendosi dietro
tavoli e
sedie. Il discorso di Ukai non ha molto senso e il vicepreside non
è molto
disposto a dargli retta, ma l’altro non demorde e cerca di
tirarla per le
lunghe almeno finché Nishinoya non raggiunge la scrivania
che c’è alle spalle
della vittima.
- Adesso mi stia
a sentire … -
esordisce seccato il vicepreside con uno dei suoi sproloqui.
Ukai pensa che
sia il momento
giusto per agire, così dà appena un cenno allo
studente che si è già
arrampicato sul tavolo. Nishinoya fa per stappare la bottiglietta di
tintura
bionda, ma si accorge con orrore di avere qualche
difficoltà. E’ stata chiusa
troppo bene!
Il complice, che
regge a
malapena alle chiacchiere dell’uomo, si sente morire e
trattiene con tutte le
sue forze il disappunto nel vedere il ragazzino farsi silenziosamente
in
quattro per aprire quella dannata bottiglietta.
Dopo alcuni
tentativi,
finalmente Noya riesce a togliere il tappo, ma le conseguenze sono
devastanti.
Il braccio che
ha usato per
aprire la bottiglia sbatte contro la nuca del vicepreside. Nello stesso
momento, il ragazzino perde l’equilibrio e cade dalla
scrivania, finendo
addosso alla vittima dello scherzo. Davanti agli occhi di Ukai si
presenta una
scena incredibile: il vicepreside con la faccia a terra che si dimena
per
riuscire a rialzarsi e Nishinoya sopra di lui che con un ultimo sforzo
gli
versa la tintura in testa. Non sa nemmeno se scoppiare a ridere; fissa
i due
sul pavimento senza muovere un muscolo e con un’espressione
tragicomica sul
volto.
Un paio
d’ore più tardi, i due
colpevoli escono dall’ufficio del preside con
l’ennesimo sospiro. Se la sono
cavata entrambi con tre giorni di sospensione.
- Grazie a te,
quel poco di
buono che avevo della mia reputazione è andato a farsi
benedire.- sbotta con
irritazione Ukai, cercando le sigarette nella tasca.
- Tre giorni non
sono tanti,
poteva andare peggio.- lo consola Nishinoya, come per ringraziarlo
dell’aiuto
in quello scherzo, che in parte è anche andato a buon fine.
- Magari il preside
ci ha alleggerito la pena perché anche lui in fondo detesta
il suo vice!-
Il professore
mugugna,
mettendosi una sigaretta in bocca. Lo studente lo osserva per qualche
attimo,
prima di balzargli davanti e domandargli:
- Almeno si
è divertito,
sensei?-
Ukai riflette.
Ora che il
danno è fatto, forse può lasciarsi andare.
- Visto che mi
ci fai pensare
… in effetti non posso negarlo!- sorride, prima di
accendersi la sigaretta
sotto lo sguardo compiaciuto di Noya.
*
"A
scuola, Nishinoya e Ukai vengono mandati in
presidenza." Che
prompt, ragazzi!
Vedere questi due scemotti nei guai è stato piuttosto naturale...
anche se non avevo in mente subito questo scherzo. I miei neuroni
bruciati al sole ci hanno messo un po' a partorire l'idea della tinta
bionda, anche se entrambi i soggetti sono interessati dalla cosa. Poi,
pensando ai capelli finti, mi sono ricordata del parrucchino del
vicepreside... ed è stata la fine. XD
Spero che vi siate divertiti e che la storia vi sia piaciuta!
Lasciatemi una recensione, dai *-*
Ringrazio ancora le mie lettrici e recensitrici, siete adorabili
<3
Un baciotto e alla prossima :*
by
Eliot ;D
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Capitolo 5 *** 05 ***
Signorine, eccomi
tornata! Scusate la lunga attesa, ma ero in vacanza nello splendido
Salento xD
Ma mentre ero
lì mi sono lasciata ispirare dal mare e dal vento,
così sono riuscita a proseguire la raccolta con l'ennesima
storiella pazza. Spero che vi piaccia! I dettagli dopo ;)
#
05.
-
Tanaka-san, alle tue
spalle!-
La frase sfuma nell’aria,
sostituita dal fruscio dell’acqua che piomba in testa al
rasato e gli ovatta le
orecchie per un secondo. Dietro di lui, Noya è piegato in
due dal ridere e
batte il dieci con Sugawara. Tanaka si strofina il cranio asciugandosi
alla
meglio, per poi gridare:
- Adesso me la pagherete!-
Ride di gusto e cerca di
sollevare più acqua possibile dalla fontana centrale del
parco, rincorrendo i
due amici che l’hanno bagnato. Hinata non riesce a smettere
di sghignazzare, ma
viene interrotto prontamente da uno schizzo negli occhi da parte di
Kageyama.
- Adesso siamo pari!- esclama
quest’ultimo, prima di venire rincorso a sua volta dal
piccoletto.
Seduto sul bordo della
fontana, Yamaguchi sorride, ma Tsukishima lì accanto
sentenzia subito:
- Guai a te, se osi bagnarmi
anche solo di una goccia.-
- Come vuoi, Tsukki!-
Il biondino non ricorda più il
momento in cui hanno iniziato tutti a bagnarsi per rimediare al primo
vero
caldo dell’anno. Vorrebbe andare a casa dopo aver fatto i
compiti insieme a
Yamaguchi, ma su suggerimento dell’amico d’infanzia
si è fermato al parco con i
compagni per approfittare della bella giornata.
- Quest’anno ha fatto caldo in
anticipo, vero Asahi?- chiede Daichi, seduto su una panchina
all’ombra.
- Già.- sorride l’altro. - E’
stata una buona idea uscire tutti ins-
Il ragazzo si interrompe e
spalanca le orbite, atterrito. Nishinoya sta correndo verso di lui con
una
bottiglia in mano. Piena e soprattutto senza tappo.
- Asahi-san! Bevi un po’
d’acqua, altrimenti con questo caldo rischi di sentirti male
… -
L’argomentazione è buona e lui
allunga una mano verso la bottiglia senza esitare; tuttavia, sul punto
di
afferrarla, Noya scuote il braccio all’improvviso e gli bagna
completamente la
faccia.
- Pesce d’aprile!- esclama con
una fragorosa risata.
Rischiando di farsi
acchiappare da Daichi per il ciuffo, Nishinoya scappa di nuovo verso la
fontana, mentre gli altri si schizzano ancora.
In effetti è insolito che
faccia così caldo il primo di aprile, ma i giovani della
Karasuno non perdono
certo un’occasione simile per divertirsi. Il più
gasato è ovviamente Tanaka.
- Stamattina sono riuscito a
fare ben tre pesci d’aprile!- sogghigna lui, arrampicandosi
sul bordo della
fontana come un re che ascende al trono. - E sarebbero stati quattro,
se quello
di mia sorella avesse funzionato … -
- Cosa, hai provato a fare uno
scherzo a Saeko-nee-san? Che coraggio!- esclama Noya, che dopo tutti
quei
gavettoni è il più fradicio di tutti.
Tanaka spiega che non ci è
riuscito perché sua sorella è troppo furba per
lui – “chiunque è troppo furbo
per te” pensa subito Tsukki che ascolta di sottecchi
– ma in compenso quelli a
sua madre, a suo cugino di due anni e quello al panettiere sotto casa
hanno
riscosso un successo strepitoso. Infine, mettendo le mani sui fianchi
con orgoglio,
sentenzia:
- Modestamente sono il
migliore!-
La sua risata si sparge
tutt’intorno e i presenti che passeggiano lo guardano
perplessi, ma l’unica di
cui si cura Tanaka è la bellissima …
- Kiyoko-san! Che sorpresa
meravigliosa vederti da queste parti!-
A fargli eco c’è sempre Noya
che aggiunge:
- Con questo caldo si rovinerà
la tua splendida pelle; ti aiutiamo noi a rinfrescarti!-
Siccome non ha la benché
minima intenzione di subire alcun gavettone d’aprile, la
ragazza nemmeno si
ferma e mormora “no grazie” prima di procedere
dritta per la via senza
scomporsi.
Basiti, Nishinoya e Tanaka si
fissano per qualche istante e all’unisono esclamano:
- Mi eccita quando mi ignora
così!!-
Il più basso si rinfresca i
capelli “per riprendersi dalla bellezza di Kiyoko-san che gli
ha mozzato il
fiato”, mentre l’amico ride a gran voce e lo aiuta
a bagnarsi con qualche
schizzo.
Yamaguchi sospira e sorride
ancora divertito, prima di stappare una bibita:
- Tanaka-san è come una
macchinetta senza interruttore per spegnerla.-
- E’ irritante.- sbotta
Tsukishima, facendo per alzarsi.
- Aspettami, Tsukki …!-
I due si allontanano e solo
Yamaguchi si ferma qualche attimo in più per salutare gli
altri prima di
prendere la strada di casa, ma entrambi si bloccano al suono di una
certa macchinetta.
- Hey, ve ne andate di già?-
L’amico d’infanzia conosce
Tsukki troppo bene e sa che in quel momento c’è un
brivido di rabbia che sta
salendo lentamente lungo la sua spina dorsale.
- Ho da fare.- sillaba il
biondino, immobile sul posto sotto il sole cocente.
Tanaka, che a sua volta fa
fatica a sopportare l’apatia di Tsukishima, non vuole farsi
sfuggire la ghiotta
opportunità di giocare uno scherzo anche a lui. Qualcosa gli
dice che sarebbe
estremamente appagante.
- Resta ancora un po’.- dice
il rasato con gli occhi a fessura, mimando a Nishinoya di riempire e
passargli
la bottiglietta di nascosto. - Vedrai come ti divertirai … -
- Preferisco sciogliermi al
sole, piuttosto che restare. Soprattutto se me lo chiede uno scemo come
te.-
Gelido anche con trentacinque
gradi all’ombra, Tsukishima lascia Tanaka di stucco.
Quest’ultimo reprime il
pugno che gli tirerebbe dritto sul naso e forza un sorriso:
- Andiamo, ti va di
scherzare?! Forse hai solo bisogno di … rinfrescarti le
idee!-
Con le ultime parole, tenta di
svuotargli la bottiglia in testa, ma Tsukki non è stupido ed
evita facilmente
il getto d’acqua sul cranio. Il problema è che,
con un rapido movimento del
polso, Tanaka smuove la bottiglia e gli ultimi schizzi freddi bagnano
la sua
faccia e la sua maglietta.
Yamaguchi, silenzioso come mai
in vita sua, deglutisce appena e vede chiaramente la pazienza
dell’amico
scendere al livello zero.
- … Andiamo, Yamaguchi.-
sussurra soltanto Tsukishima, senza muovere un muscolo.
Rigido quanto un manico di
scopa, inizia a camminare fuori dal parco. Dietro di lui, il rasato
ripete a
manetta “andiamo Yamaguchi” facendogli il verso e
ridendosela con Nishinoya e
Hinata.
Il ragazzo con le lentiggini
si smuove con un battito di ciglia e raggiunge il biondino:
- Te ne vai così, Tsukki?-
- Assolutamente no.- risponde
l’altro, tremando di rabbia e nascondendo lo sguardo malvagio
dietro gli
occhiali ancora bagnati. - Non finisce qui.-
Notando che Tsukishima tiene
gli occhi fissi su un punto preciso davanti a sé,
l’altro segue la direzione
indicata dalla sua espressione e trasale quando vede Kiyoko che aspetta
il
verde al fondo della strada.
- Meraviglia delle meraviglie,
che giornata meravigliosa, che tramonto meraviglioso … -
Lungo la via si sente soltanto
la voce di Tanaka che canticchia frasi a caso e l’inaspettata
afa del
pomeriggio ha lasciato posto alla lieve brezza della sera. Ha appena
salutato
Daichi e Asahi all’angolo ed è rimasto solo,
perciò si tiene compagnia a modo
suo, meditando un pesce d’aprile da giocare a sua nonna che
verrà a visitare la
sua famiglia.
La sua cantilena spericolata
viene interrotta inaspettatamente dal trillo del telefonino. Curioso,
il
ragazzo lo tira fuori e controlla, ma la bocca gli si spalanca dalla
sorpresa
quando legge il nome del mittente.
- … K-K … Kiyoko-san!!-
esclama, a corto di fiato.
Se Tanaka non è abbastanza
sconvolto dall’aver ricevuto un messaggino dalla sua dea, ci
pensa il suo
contenuto a bloccargli del tutto l’immissione di aria nei
polmoni:
“Vorrei
vederti. Incontriamoci alla fontana dove ci siamo visti oggi. Ti
aspetto, Ryu.
Tua Kiyoko”
Paonazzo e con la mandibola
paralizzata, Tanaka avverte solo il proprio cervello ribollire ed
esplodere
come un fuoco d’artificio, prima di lasciarsi andare ad un
grido liberatorio.
Ormai ha la lingua per terra
da quanto è affaticato dalla corsa, ma la sua espressione di
pura gioia non
l’ha mai abbandonato. Tanaka è tornato al parco
alla velocità della luce e si
guarda intorno, pensando che non ci sia anima viva e che il tramonto
sia
l’unico spettatore del suo incontro d’amore.
Come si sbaglia!
Il cellulare suona di nuovo e
scioglie per un momento la sua tensione:
- Pronto?-
- Sei sleale, Ryu!-
- Noya-san, non arrabbiarti,
per favore … non ci posso fare niente se Kiyoko-san ha
scelto me!-
- Mi permetterai almeno di
farti da testimone?-
- Ma certo, amico mio!-
- Ottimo! Certo che hai una
fortuna sfacciata … e quindi la incontrerai adesso?-
- Sì! Ho il cuore a mille!!-
- Allora ti lascio, amico … mi
raccomando, fammi sapere com’è andata!-
- Puoi starne certo, ciao!-
Con un piccolo clic, il
ragazzo riattacca e canticchia il motivetto di prima a bocca chiusa,
sistemandosi la maglia e lisciandosi la testa semipelata.
All’improvviso si avverte un
fruscio. Tanaka si volta nella direzione del rumore e nota la siepe che
delimita un sentiero laterale, dall’altra parte della
fontana. Con gli occhi
che brillano, domanda:
- Sei tu, Kiyoko-san?-
Cammina a passo lento sulle
punte dei piedi, per gustarsi quell’attimo di suspense prima
del grande
incontro, e si dirige verso la siepe. È troppo occupato a
ridacchiare tra sé e
sé dall’emozione, per accorgersi che qualcuno
oltre il cespuglio sta facendo la
stessa cosa.
- Su, fatti vedere, mia dolce
e splendid-
Splash!
Acqua, tanta acqua. Litri d’acqua
gelata. Una secchiata, probabilmente.
Tanaka resta paralizzato a
bocca aperta; a malapena gli trema una palpebra.
- Pesce d’aprile, Tanaka-san.-
E solo a quel punto riesce ad sentirla
chiaramente, la risatina di Yamaguchi da dietro la siepe.
Ryu si gira con estrema
lentezza, senza cambiare espressione di un millimetro, per poi
impallidire
davanti a quella visione: Tsukishima con un secchio vuoto in mano, la
luce del
tramonto che gli si riflette sulle lenti e un ghigno sadico stampato
sul viso.
La realizzazione gli piomba dall’alto,
proprio come quell’acqua fredda che ora gocciola dai suoi
vestiti. Tanaka non
si è mai sentito così idiota, per aver abboccato
ad uno scherzo del genere.
- Come pensavo.- aggiunge il
biondino. - Solo gli stupidi possono cadere in una trappola altrettanto
stupida.-
Yamaguchi esce dal suo
nascondiglio, mentre la sua risata aumenta di intensità:
- Ottimo lavoro, Tsukki! Direi
che posso restituire il cellulare a Shimizu-senpai.-
Ora del tutto conscio del
pesce d’aprile che ha subìto, Tanaka tramuta il
suo sguardo atterrito in una
smorfia d’ira.
- Maledetto … - mugugna a
denti stretti, chiudendo le mani a pugno.
Sorprendendosi lievemente, Kei
salta giù dalla fontana e si affretta ad unirsi
all’amico:
- In effetti io devo
restituire questo secchio. Vengo con te, Yamaguchi!-
I due si mettono a correre
senza smettere di ridere, mentre Tanaka raccoglie tutta la sua forza
bruta e
comincia a rincorrerli, urlando come un forsennato.
-
TSUKISHIMAAAAA!-
- Pronto?-
- Noya-san … -
- Ryu! Allora, com’è andata? Sono
curioso! Ma … come mai questa voce triste?-
*
"Tanaka
è protagonista di un pesce d'aprile di Tsukishima."
Ragazzi,
non chiedetemi perché abbia scelto di sviluppare il prompt
così, perché non me lo ricordo più o
meglio non ne ho mai avuto idea. xD
Diciamo
che Tanaka era perfetto per un pesce d'aprile, sì, ma non
come vittima. Solo che beh, trattandosi di Tsukki, le cose sono state
molto più semplici. La parola che mi è venuta in
mente è stata VENDETTAAAA LOL
E niente, spero che anche questa shot vi sia piaciuta! La prossima si
prospetta incredibile, quindi non perdetevela!! Di sicuro
rimedierà alla cosina che è venuta fuori ora,
perché rispetto alle altre non è che ne sia
proprio soddisfattissima... non ho fatto uscire abbastanza vena comica.
Ma migliorerò, perché voglio farvi divertire!
<3
Che dire, alla prossima dolcezze! :*
Eliot
;D
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Capitolo 6 *** 06 ***
06.
-
Hey bella signorina, ti
piacerebbe avere uno dei miei cupcakes?-
- Ehm, ecco
… -
- Coraggio,
assaggiane uno.
Non mordono mica, anzi … sono loro che aspettano di essere
morsi da te … -
- Smettila di
guardarla in
quel modo, scemo di un Oikawa.-
- Iwa-chan, non
disturbarmi! Non
vedi che sto facendo affari?-
- Gli affari
altrui, intendi
dire?-
Tutti sono
euforici per la
festa del paese, ma per Iwaizumi ciò significa semplicemente
tempo in più in
cui deve sopportare quel broccolo del suo amico d’infanzia e
non ne sembra
molto entusiasta.
- Sei sempre il
solito!-
mugugna il broccolo in questione, allungando le labbra in avanti.
La giovane
cliente, incitata
dalle sue amiche adoranti, mormora:
- Ne prendo
volentieri uno,
grazie.-
- A te, dolce
fringuello!-
esclama soddisfatto Oikawa, mentre alle sue spalle il moro sospira
sistemando
nella vetrina l’ennesima infornata.
Vorrebbe
tirargli un pugno in
faccia ogni volta che fa quel suo sorrisetto da playboy, ma
è una buona
strategia di vendita e se non vuole passare dalla parte del torto
è costretto a
trattenersi.
Tutt’intorno
è un tremare di
luci e di colori, un intrecciarsi di risate e chiacchiere che viaggiano
da una
bancarella all’altra con vitalità. Molti indossano
yukata e abiti tradizionali,
rendendo le vie del paese ancora più vivaci da vedere.
L’ultima cliente di
Oikawa e Iwaizumi si allontana offrendo un morso del suo cupcake alle
amiche,
che cominciano a pigolare:
- Come sei
fortunata,
Oikawa-san ti ha offerto una delle sue creazioni!-
- C-creazioni?-
- Sì,
come vorrei che l’avesse
offerto a me, sono così buoni!-
- E lui
è così bello … ah, se
potessi comprerei tutti i suoi cupcakes!-
Voci e discorsi
di ogni tipo
si mescolano per la via, ma le parole di quelle ragazze vengono captate
da un
gruppo di liceali che arranca tra la folla nella direzione opposta, in
cerca di
cibo.
- Avete sentito,
ragazzi?-
esordisce Yamaguchi. - Oikawa-san vende di nuovo cupcakes.-
Hinata emette un
verso di
felicità inconfondibile ed esclama con l’acquolina
in bocca:
- Woooh, andiamo
a provarli?-
- N-non dovevamo
andare a
comprarli allo stand di Kageyama-kun?- mormora Yachi perplessa,
cercando di non
cadere dagli zoccoli tradizionali accompagnati al suo yukata a fiori.
- Ah, giusto,
hai ragione … -
Tsukishima mette
via il
portachiavi a forma di tirannosauro che ha appena comprato, intanto
sbotta:
- Sei stato tu
ad insistere
per andare da lui e ora te ne dimentichi, che scemo.-
- Stai zitto!!-
ribatte
l’energico piccoletto.
Quando Kageyama
aveva
timidamente annunciato agli amici che avrebbe partecipato al festival
con uno
stand, Hinata è stato il primo a offrirsi di aiutarlo nei
suoi dolci affari di
famiglia e si è impegnato a comprare qualcosa da lui.
E’ stata una promessa
così spontanea da stupirsene da solo. Fino a quel momento
gli è sembrato inverosimile
preoccuparsi così per qualcuno di tanto idiota e con palesi
problemi di
socializzazione quale era il suo compagno di scuola dai capelli di
corvo e gli
occhi che potrebbero riflettere il cielo stellato di stasera
…
Ma sono davvero
questi i
pensieri che si ritrova a fare?
- Eccolo
laggiù!- esclama
Yachi, notando all’angolo della via la bancarella di dolciumi
di casa Kageyama.
Il ragazzo si
sta occupando
della clientela con un grembiule bianco da fornaio e un cappellino
abbinato,
anche se non pare proprio contento di averli addosso. Gli amici si
avvicinano e
lui impallidisce.
- Hey
Kageyama!!- dice subito
Hinata con espressione divertita. - Ma che ti sei messo?-
- Cosa ci fate
qui?- si limita
a domandare il moretto freddamente.
Yamaguchi e
Yachi ammirano i
dolci sparsi nei vassoi che hanno davanti, mentre Tsukishima si ritrova
– e
quasi non ci crede nemmeno lui – d’accordo con
Hinata:
- Sembri
più stupido del
solito.-
Kageyama cerca
di spaventarlo
con uno dei suoi sguardi indemoniati, ma impacciato nel ritrovarsi
vestito in
quel modo è ancora meno credibile di quanto lo sia
normalmente.
- Stai zitto o
ti caccio via in
questo istante!-
Dietro di lui, i
suoi genitori
stanno preparando altri dolcetti, ma sentono il figlio sbraitare contro
quello
spilungone con gli occhiali che sembra così tranquillo ed
esprimono tutta la
loro perplessità:
- Qualcosa non
va, Tobio?-
- N-no, mamma,
tutto a posto.-
risponde Kageyama, tornato tranquillo come se nulla fosse.
Hinata non ce la
fa e comincia
a sghignazzare, mentre Yachi nota l’ira funesta che dalla
testa del moretto si sta
spargendo nell’aria e tenta quindi di far smettere di ridere
il rosso.
Quest’ultimo cambia espressione non appena vede quante
prelibatezze ci siano in
vendita di fronte all’amico.
- Ooh, quante
cose buone! Dai,
che cosa mi offri?-
- Quello che
vuoi, ma
purtroppo non posso concedere sconti. Tantomeno a te, idiota.-
- Ma chi lo
vuole, il tuo
sconto?!-
Da Hinata subito
parte una
linguaccia, prontamente replicata da Kageyama.
Come sempre
tocca alla pavida
biondina provare a dissuaderli dalle loro reciproche manie omicide:
- Hinata-kun,
che ne pensi di
quei cupcakes? Sembrano deliziosi … -
-
Già, hai ragione!- le fa eco
il piccoletto.
Quale gioia per
il piccolo e
innocente Tobio! Per la prima volta qualcuno nota i cupcakes che ha
decorato
lui personalmente e un lieve bagliore si irradia dai suoi occhi
– chissà come
mai nessuno aveva ancora apprezzato i suoi mostriciattoli di zucchero
dalla
forma ambigua e sconclusionata, mah, questi clienti hanno proprio
cattivo
gusto.
- Vi piacciono?-
chiede
Kageyama, felice come un bambino ma incapace di darlo troppo a vedere.
- Quelli
li ho fatti io.-
Yachi sorride e
sta per fargli
un complimento, ma più il ragazzo ha quello sguardo
compiaciuto in viso, più
Hinata ha voglia di sciuparglielo e così esordisce:
- Sul serio li
hai fatti tu?
Che coraggio a metterli in vendita! Se non l’avessi detto, ne
avrei mangiato
uno e sarei morto avvelenato!-
- EH?!- sbraita
Kageyama.
Pel di carota
non ha il
buonsenso di tenere calmo l’amico, non ci riesce,
è più forte di lui e rincara
la dose:
- Sei stato
generoso a
risparmiarmi da una morte tanto cruenta, ti ringrazio Kageyama-kun!-
- Adesso BASTA!-
Purtroppo Yachi
non fa in
tempo a intimarli di smettere, che viene strattonata via da Yamaguchi
per non
venir travolta da Kageyama, il quale ha scavalcato la schiera di dolci
che lo
separava dalla sua nemesi e ora sta tirando Hinata per i capelli.
Grazie a
Yamaguchi da una
parte e i genitori di Kageyama dall’altra, la rissa viene
scampata, non senza
aver attirato l’attenzione dei dintorni per qualche secondo.
Alcune bancarelle
più indietro, anche Iwaizumi ha notato il trambusto.
- Possibile che
debbano fare
casino tutti gli anni?- mugugna, trafficando con delle scatole di
caramelle.
- Non
cambierà mai, quel
mocciosetto.- storce il naso Oikawa con aria altezzosa. - Ingrato come
sempre,
gli basta un niente per lamentarsi anche se ha i genitori che lavorano
al posto
suo!-
- Oikawa
… -
- Non
capirà mai cosa
significhi guadagnarsi da vivere solo con i propri sforzi, quel bambino
viziato. L’unica cosa che sa fare è imbustare due
dolcetti e mettersi in tasca
i soldi!-
- Oikawa
… -
- E’
incredibile, ogni anno
vende molto più di noi perché ha la fortuna di
essere aiutato dal babbino e
dalla mammina, gnè! Non crescerà mai e non
imparerà mai, vero Iwa-chan? Io e te
sì che facciamo bene le cose, sudandoci ogni singolo
spicciolo che guadagniamo
… -
- Oikawa!!-
Il melodramma di
Tooru
raggiunge il suo apice quando il ragazzo prende l’amico per
il colletto e la
sua espressione si fa sofferente:
- Ti sembra
giusto, Iwa-chan?
Ti sembra giusto che la vita debba sempre prendersi gioco di noi poveri
lavoratori innocenti e favorisca invece chi non merita un briciolo di
guadagno?-
Iwaizumi non ha
la pazienza di
lasciare da parte le caramelle per mollare un sano cazzotto in faccia a
quella
primadonna. Si limita ad emanare la sua esasperazione con gli occhi a
fessura e
un semplice, ma efficace avvertimento:
- Piantala di
farfugliare
queste stupidaggini e impegnati per vendere qualcosa, altrimenti ti
spiaccico
il naso per terra … e sappi che non è una
minaccia, è una promessa.-
Con un aumento
di sudorazione
da zero a mille in un nanosecondo, Oikawa esegue l’ordine e
termina il suo
sfogo con un semplice sospiro teatrale, prima di armarsi di nuovo dei
suoi
soliti sorrisi sciupafemmine per attirare un po’ di clientela.
Anche Iwaizumi
sospira,
stavolta con serietà, perché in fondo comprende
il suo punto di vista. Tuttavia
non c’è tempo per perdersi in chiacchiere e
lamentele, tantomeno se si tratta
di quel cretino del suo amico.
- Vado a
prendere gli ultimi
scatoloni. Quando torno ti faccio secco, se non hai venduto almeno un
pasticcino!- sentenzia, lasciando Oikawa da solo.
Quest’ultimo
continua a
borbottare e a rosicare, fulminando con gli occhi da lontano la
bancarella di
Kageyama. È talmente occupato a farlo, che
all’inizio non si accorge che
l’amico gamberetto del suo avversario sta passando proprio di
lì.
- E’
inutile, Kageyama rimarrà
un idiota di prima categoria!-
- Cerca di
calmarti,
Hinata-kun … -
La
curiosità di Oikawa si
risveglia e le sue orecchie si allungano verso lo stand accanto al
proprio.
Nota il più alto del gruppo fermarsi lì davanti
per dare uno sguardo alla merce
esposta, mentre tra i suoi amici ad aspettarlo ci sono lo sfigato con
le
lentiggini, una ragazzina che non ha mai visto prima in loro compagnia
e il
nanetto coi capelli rossi che va sempre in giro con il tanto odiato
Tobio-chan.
Sorpreso di
quello che sta
dicendo, Tooru è deciso a non perdersene neanche una sillaba.
- Non
è capace di parlare, di
scherzare, non è capace a stare in società!-
esclama Hinata furioso. - Io ci
provo a far uscire il suo lato più normale, ma a quanto pare
non esiste. Dimmi,
Yamaguchi, secondo te esiste?-
Il ragazzo,
preso per le
spalle dal più basso, si intimorisce e balbetta:
- B-Beh,
è un po’ strano, ma
non penso che lo faccia apposta … no?-
- Dannazione, mi
dà sui
nervi!- grida infine Hinata con occhi e braccia al cielo.
Oikawa ridacchia
tra sé;
finalmente succede qualcosa di divertente in questa fiera da quattro
soldi.
Tsukishima
mormora un flebile
“possiamo andare” dopo aver constatato che lo
stesso portachiavi acquistato in
precedenza era su quella bancarella a metà prezzo e che
sarebbe bastata un po’
di pazienza per trovarlo e risparmiare qualche yen in più. I
suoi amici lo
seguono verso uno stand dalla parte opposta, ma il mago dei cupcakes
difensore
dei lavoratori onesti non perde tempo a farsi notare:
- Ehi
Chibi-chan, come va?-
Hinata si volta,
pronto a dar
battaglia a chiunque l’abbia chiamato così, ma
quando si accorge di chi si
tratta non riesce a non sobbalzare.
-
O-Oikawa-san!!- esclama.
Quest’ultimo
approfitta
dell’assenza di Iwaizumi per lasciarsi andare alla voglia di
stuzzicare la
gente.
- Che ne pensi
della festa?
Una noia mortale, vero?- domanda con quel suo solito sorrisetto
sornione. - Oh,
porta i miei saluti al caro Tobio-chan!-
Il rosso sa
quanto il rapporto
tra Oikawa e Kageyama sia teso e sa anche che la colpa è
dello strano odio del
primo nei confronti del secondo. Per questo il suo primo istinto
è di fissare
il tizio che ha davanti con cattiveria e sospetto, come se a offendersi
fosse
stato proprio Kageyama stesso.
Tuttavia,
più la fronte di
Hinata si corruga, più il sorrisino di Oikawa si allarga e
Yamaguchi, che
assiste alla scena insieme agli altri, cerca di correre ai ripari:
- Ragazzi,
laggiù ci sono i
biscotti della fortuna!-
- Eh? Davvero?
Andiamo
subito!!- urla il ragazzino, dimenticandosi completamente del suo
… rivale? Può
sul serio definirlo così?
Di solito Oikawa
non ama
essere ignorato, ma stavolta non ci rimane troppo male. Sogghigna,
pensando
allo scherzetto che vuole giocare ad una certa persona, e si allontana
quatto
quatto dallo stand senza che Iwaizumi se ne accorga.
- Grazie e buona
serata.-
Kageyama ripete
questa
cantilena per l’ennesima volta e sospira, annoiato. Una
grossa parte di lui
vorrebbe essere in giro con i suoi amici, ma la parte di lui che non
vuole – quella
antipatica ed asociale – è dura a morire e gli
impone di restare lì, sempre con
grembiule e cappellino bianchi, a fare il suo lavoro.
L’unico
episodio ad aver dato
un po’ di vera vita alla sua serata è stato
l’arrivo dei compagni di scuola,
seguito dallo scontro con Hinata, ma la cosa non rappresenta una
novità, anzi:
più o meno tutte le sue giornate si svolgono allo stesso
modo e se non fosse
per quel piccolo raggio di sole la sua adolescenza andrebbe avanti
liscia come
l’olio, ma piatta come una tavola da surf.
Appena Kageyama
se ne rende
conto, spalanca gli occhi e poi li strizza, scuotendo la testa. No, non
può
averlo pensato davvero.
Per fortuna una
voce familiare
lo distrae da questi vaneggiamenti mentali:
- Mmh, quante
prelibatezze.
Gli affari vanno sempre a gonfie vele, vero Tobio-chan?-
Il moretto alza
lo sguardo, ma
si irrigidisce alla vista di quel sorriso maligno che più di
ogni altra cosa lo
mette a disagio.
- Oikawa-san
… - mormora con
soggezione. - Che sorpresa.-
- Non dire
bugie, sai bene che
ci sono sempre al festival annuale del paese a sfornare i miei migliori
cupcakes. E tu non riuscirai a farli buoni come i miei.- esordisce
Oikawa,
indicandolo in modo arrogante con gli occhi a fessura.
Kageyama lo
guarda
contrariato, ma cerca di trattenere il suo solito tono provocatorio,
almeno
tanto quanto l’altro ama invece sfoderarlo:
- Non
è un problema, se i
dolci della mia famiglia continueranno a piacere alle persone e a farci
guadagnare.-
- Sì,
come vuoi.- taglia corto
Tooru con un gesto della mano. - Piuttosto, ho notato che ci sono anche
i tuoi
amici in giro … -
Sorride sornione
e si appoggia
con un gomito alla vetrina dei dolciumi, facendo irrigidire Kageyama
che vorrebbe
cacciarlo via, ma attirerebbe l’attenzione dei genitori.
Oikawa prosegue
quindi, viscido come un serpente:
- Sai,
chibi-chan era euforico
e blaterava cose strane. Parlava di un idiota che non è
capace a stare con la
gente e che dovrebbe farsi ricoverare per sperare di comportarsi
normalmente …
ops, parlava di te.-
Lo sguardo del
più piccolo si
fa sofferente e il suo broncio sempre più accentuato.
- Davvero
… ha detto queste
cose?- dice appena, distogliendo lo sguardo e rimanendo rigido.
- Certo!- la
voce dell’altro
si alza all’improvviso di tono, come se fosse un bambino. - E
non sai quante ne
ha dette dopo, non saprei da che parte cominciare!-
Il sorriso
allegro di Oikawa
nasconde una nota di vendetta, facilmente visibile da come i suoi occhi
si
chiudono di nuovo a fessura, puntati su Tobio. Quest’ultimo
sbarra gli occhi e
si morde nervosamente un labbro, stringendo i pugni senza riuscire a
dire
nulla. In fondo sa che il suo rivale vuole solo essere cattivo, ma non
è in
grado di togliersi dalla testa il fatto che Hinata abbia parlato
pesantemente
male di lui. Prova una delusione e un’amarezza tale che si
limita a guardare storto
Oikawa e ordina:
- Cre-credo sia
meglio che tu
te ne vada, Oikawa-san.-
Il ragazzo sta
per ribattere,
ma viene sbalzato indietro senza preavviso, con un repentino
cambiamento della
sua espressione sulla faccia.
- Che diavolo ci
fai qui,
pezzo d’idiota?!-
È
quasi sollevato Kageyama, a
sentire la voce energica e arrabbiata di Iwaizumi che ha preso il
compagno per
i capelli. Per non essere costretto a dare subito spiegazioni, Oikawa
si limita
a lamentarsi per il dolore.
- Scusalo.-
sbotta
semplicemente Hajime con lo sguardo sul moretto, prima di trascinare
via lo
stupido.
Kageyama li
fissa andare via
perplesso e provato, mentre Iwaizumi assesta un bel calcio sul didietro
di
Tooru.
- Fai tutti i
tuoi nobili
discorsi e poi lasci la bancarella incustodita? Ma ci sei o ci fai?!-
- Che male,
Iwa-chan … -
ripete l’altro. - Sarei tornato subito da te. Sei venuto a
cercarmi perché ti
mancavo?-
- Finiscila. Che
ci facevi
laggiù? Perché stavi parlando con Kageyama?-
- Beh, ho
sentito chibi-chan
parlare male di lui e ho pensato di dargli una lezioncina … -
Quello sguardo
compiaciuto non
fa che attirare altra violenza fisica, stavolta sul fianco.
- Ahio!-
- Non sei capace
a farti i
fatti tuoi?-
- Lo sai che
chibi-chan è il
punto debole di Tobio! Non ho fatto altro che approfittare della
situazione e
colpire!-
- Oh, santa
pazienza … -
Con queste ed
altre
chiacchiere di sottofondo, Hinata è all’angolo
della strada insieme ai suoi amici,
dove sta srotolando il suo biscotto della fortuna con la lingua che
sporge
fuori dalla bocca in una smorfia concentrata. Yamaguchi si lamenta di
non aver
letto nulla d’interessante, mentre Tsukishima ha
già buttato il messaggio nel
cestino senza dar troppo credito alla frase trovata.
- Cosa
c’è scritto nel tuo
biscotto, Hinata-kun?- domanda Yachi curiosa.
Il piccoletto
resta con il
bigliettino nelle mani senza dire nulla per un po’, poi
ridacchia e legge:
- “Se
una persona vi vuole
bene, lo vedrete dalla briga che si prende per rivolgervi
l’insulto che ritiene
più adatto.”-
A sentire quella
frase, anche
gli altri due si avvicinano a Hinata e lo guardano con
curiosità, siccome non
hanno mai visto un sorriso così pensieroso sul suo volto. La
ragazzina gli
prende il pezzo di carta dalle dita con delicatezza e lo legge a sua
volta:
- Che bella
frase! Mi ricorda
un po’ … oh!-
Con una sola
occhiata, tutti
capiscono a che cosa sta pensando il nanetto dai capelli color del
sole, che
arrossisce e si gratta in testa:
- Beh,
è pur sempre un mio
compagno, giusto?-
Yachi e
Yamaguchi si scambiano
una risatina complice; Tsukki invece sospira e alza gli occhi al cielo
con
sufficienza.
Le strade sono
meno piene dopo
alcune ore, il cielo si è fatto nero e pieno di stelle,
offuscate tuttavia dalle
ancora radiose luci del festival. Nonostante si avvicini
l’ora di sgomberare
tutto e tornare finalmente a casa, Kageyama non ne è
entusiasta e con la mente
è rimasto a quello che ha sentito da Oikawa.
- Grazie
… - sbotta con
sguardo torvo, porgendo un sacchettino di carta oltre la cassa con la
fronte
corrugata e facendo salire un brivido su per la schiena della ragazzina
che ha
pagato le sue ciambelline.
Non è
la prima volta che
Hinata parla male di lui, ma averlo fatto alle sue spalle ed averlo
saputo da
un subdolo come Oikawa non gli ha fatto per niente bene. Se si immagina
l’amico
sparlare di lui con qualcuno, magari altrettanto dispettoso come
Tsukishima, la
sua espressione si fa ancora più rude di quanto non lo sia
già di default e le
conseguenze si riversano spiacevolmente sulle vendite. I genitori di
Kageyama
hanno lasciato lo stand in custodia al figlio per un po’,
quindi non possono
rimediare agli strilli dei bambini che lo vedono o ai clienti mancati
per colpa
dell’improvvisa ed inspiegabile maleducazione del ragazzo.
E il suo umore
non migliora
affatto quando gli si presenta davanti con lo stesso sguardo
contrariato proprio
lo spilungone con gli occhiali.
- Non farti
strane idee.-
esordisce quest’ultimo, affiancato da Yamaguchi che resta col
naso attaccato
alla vetrina, in adorazione. - Ti ha promesso che avremmo comprato
qualcosa.-
Kageyama stringe
un pugno e
incassa la testa nelle spalle, tremando di rabbia:
- Chi,
quell’idiota da
strapazzo? Farebbe meglio a starmi lontano, se non vuole finire
spappolato!-
- Ma guarda
com’è arrabbiato …
- commenta Tsukki, con le mani sui fianchi e la strafottenza che regna
sul suo
viso. - Ottima pensata per attirare i clienti, non sei
d’accordo Yamaguchi?-
L’amico
è distratto, ma si preoccupa
quando in un attimo Kageyama ha già oltrepassato la vetrina
dei dolciumi e ora
sta fronteggiando Tsukishima a un palmo dal suo naso.
- Se sei venuto
per ricevere
un pugno in faccia, allora non ti faccio aspettare!- sbraita.
Il biondino non
fa in tempo a
controbattere: Hinata sta arrivando seguito da Yachi, ma nota la scena
e
interviene con un sobbalzo:
- Kageyama!-
Il moretto si
gira e lo fissa
con odio, ma l’altro non si fa intimorire e lo indica con
aria severa.
- Sei proprio
uno stupido
incapace! Se vuoi attirare gli ultimi clienti della serata, non devi
fare il
prepotente come al solito!-
- Tu! Piccolo
mentecatto!-
Kageyama non
perde tempo e
senza che Hinata possa reagire lo prende per il colletto della giacca e
lo
solleva leggermente.
- Hai il
coraggio di
presentarti qui dopo quello che hai detto in giro su di me?!- grida con
tutta
la frustrazione che ha trattenuto finora. - Sei tu stupido ad attirare
i miei
cazzotti sulla tua faccia, non certo io!-
- E questo
sarebbe il
ringraziamento per essere tornato a comprare qualcosa da te? Hai
ragione, scemo
che non sei altro, facevo prima a non venire!- ribatte Hinata, energico
come
sempre.
Da lontano,
anche Oikawa ha
sentito il diverbio e deve trattenere le risate perché
c’è Iwaizumi a tenerlo d’occhio
tra una vendita e l’altra.
Kageyama
rinforza la stretta
sulla sua vittima:
- A chi hai dato
dello scemo?
A quanto pare non sai fare altro che offendermi, vero nanerottolo??-
Pel di carota si
libera
spingendolo via, ma non ha intenzione di perdere la sfida:
- Potrei dire la
stessa cosa
di te, Bakageyama! Non sono tornato per litigare, ma per spendere da te
i miei ultimi
spiccioli!-
- Io non vendo
alle persone
che sparlano di me in giro!-
- E io non me ne
andrò finché
non avrò svuotato la tua stupida vetrina di dolci!-
Come gli amici
hanno previsto,
il primo a cedere è Kageyama, che non trovando parole per
rispondere resta
fermo e zitto con i pugni tremanti dal nervoso e i denti stretti. Non
sa mai
come comportarsi, di fronte all’onestà di Hinata.
Entrambi sono troppo
orgogliosi per rinunciare alla competitività che li unisce,
ma quando si rende
conto che non è stato lui il primo ad andare incontro
all’altro, si sente
opprimere dai sensi di colpa.
Dopo un respiro
profondo,
Hinata si avvicina e gli mette tra le mani il biglietto che ha trovato
nel
biscotto della fortuna.
- Non so
cos’hai sentito, ma
qui è scritta la verità su quello che penso di
te.- mormora a testa bassa. -
Vado a scegliere qualcosa dalla tua bancarella.-
Il piccoletto
corre insieme
agli altri ad ammirare i dolci, commentando quanto sia appariscente uno
o
bizzarro l’altro. Kageyama ha la mente in subbuglio mentre
apre la mano e legge
il biglietto. Le rughe che rendono cupo il suo sguardo si distendono e
gli
occhi si aprono di più. Li ha ancora puntati sul foglietto,
quando realizza il
suo significato e nello stesso istante il botto sordo dei fuochi
d’artificio
echeggia sulla sua testa. Alza il viso e ammira i colori che illuminano
la
notte in modo confuso e rumoroso, proprio come la sua strana amicizia
con un
certo nanerottolo dai capelli arancio.
- Oh, che
meraviglia!-
commenta Yachi, avvicinandosi a lui insieme agli altri.
Kageyama si gira
verso di loro
e quando incrocia l’espressione di Hinata sussulta e si
guarda i piedi con
imbarazzo. L’amico gli si avvicina e resta a fissare il suo
sguardo colpevole,
addolcito dai bagliori che si susseguono nel cielo.
- Qualunque
dolce tu voglia …
- inizia il più alto, titubante. - Beh, potrei fare
un’offerta e regalartene
uno o due in più.-
Tobio non lo sta
guardando, ma
nel suo tono di voce Shouyou percepisce tutto ciò che ha
bisogno di percepire e
sorride con soddisfazione.
- Che
spettacolo, Iwa-chan!-
- Lo vedo.-
- E’
tutto l’anno che aspetto
questo momento … beh, sarà meglio che torni al
lavoro.-
- Ehm, Oikawa
… -
- Mmh?-
- Ecco
… Finché non finiscono
i fuochi d’artificio, puoi fare una pausa per guardarli, se
vuoi.-
- Davvero?
Grazie, sei un
tesoro!-
- Ah, smettila.-
*
Dio mio,
perdonate il mio increscioso ritardo! Beh, vi avevo avvertiti che non
avrei aggiornato molto spesso, no? Ahimè, la vita si riempie
di impegni, di distrazioni e vabè. xD
La frase prompt che mi era capitata per questa shot è: "Hinata e Yamaguchi spettegolano
su Kageyama, Oikawa ascolta la conversazione e..."
Forse perché il prompt era così gustoso, ho
preferito prendermela comoda e tirare giù una trama un po'
più articolata. Io impazzisco per la KageHina, lo sapete, ma
ancora di più se viene disturbata da Oikawa. Non so, ho un
fetish per questa specie di triangolo. (?)
E quindi ho tirato giù questa idea. Non chiedetemi
perché proprio un festival, perché proprio
bancarelle di dolciumi e perché proprio cupcakes, davvero
non chiedetemelo. Sapevo solo che volevo restare AU. Ma per le prossime
one shot devo pensarci meglio, me ne rendo conto. xD
Beh, direi che è tutto. Ho fatto quel che potevo per tirare
fuori la mia vena comica, perché lo scopo di questa raccolta
è anche di farvi ridere. Spero quindi che questa OS rimedi
all'attesa con la sua lunghezza e che vi piaccia. Fatemi sapere cos a
ne pensate!
Grazie mille e a presto :*
by
Eliot ;D
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