Undertale: Machine's Hell

di Lord Gyber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un (a)tipico animale ***
Capitolo 2: *** Non c'è niente come la famiglia ***



Capitolo 1
*** Un (a)tipico animale ***


Correva a perdifiato.

Era stanco, affannato, gli dolevano le gambe e non si era ancora del tutto ripreso dal trauma.

Eppure non poteva fermarsi.

Se lo avesse fatto lo avrebbero riportato indietro, in quella prigione agghindata per sembrare una casa. Era stata una fortuna che fosse riuscito a trovare la via d'uscita in quel labirinto sotterraneo, dopo essere sgattaiolato via, ma la sua assenza era stata subito notata.

Il ragazzo passò in mezzo ad uno spazio tra due alberi, sperando così di rallentare il suo inseguitore.

Non poteva voltarsi a guardare, rischiava di inciampare date tutte le radici che sbucavano dal suolo e che rischiavano di farlo inciampare.

Ma non gli servì la vista per capire che il suo piano non aveva funzionato. Sentì il suono del legno che si spaccava e poi dei tonfi pesanti. Colui che lo stava inseguendo aveva abbastanza forza da buttare giù degli alberi a mani nude.

Il ragazzo fece un deviazione improvvisa, inoltrandosi dopo la foresta era più fitta, dove lui, date le sue piccole dimensioni, poteva superare più facilmente, ma ogni volta che pensava di essere lontano dal pericolo sentiva il fiato del suo inseguitore sempre più vicino al suo collo, mentre emetteva grugniti animaleschi.

Quando questi stava per schiacciarlo sotto la sua mano, il piccolo fece una finta di corpo facendogli credere che sarebbe andato a sinistra, per poi spostarsi immediatamente a destra. Il bestione dietro di lui ci cascò e finì per sbattere il brutto muso su una roccia.

Il ragazzo si concesse il tempo di un sorriso, felice del successo, ma non smise di correre, doveva trovare qualcuno che lo aiutasse.

Per sua fortuna, una città era proprio a portata di mano.

 

 

« D'accordo, per oggi può bastare. » Undyne dissolse la sua lancia, permettendo ad un affaticatissimo Frisk di sdraiarsi sulla fresca l'erba del cortile della scuola. Aveva un terribile fiatone e gli ci volle un bel po' perché la sua respirazione tornasse normale.

Ma non poteva lamentarsi, infondo era stato lui a chiedere ad Undyne di aiutarlo nell'allenamento. Era pur vero che ora gli umani e i mostri convivevano pacificamente, e se ne stava senza azione ormai da un paio di mesi, ma nessuno può sapere quale prossima minaccia è in agguato.

Si rimise in piedi dopo un paio di minuti di riposo e vide Alphys portare ad Undyne un bicchiere pieno d'acqua. A differenza di ciò che si aspettava la ragazza se lo rovesciò addosso, bagnandosi tutti i capelli e la canottiera nera.

Frisk osservò le due confabulare per qualche secondo, finché Alphys non divenne tutta rossa e scappò via. Incuriosito, il ragazzo si avvicinò alla donna pesce per chiederle un chiarimento « Semplice. » rispose lei « Mi ha chiesto perché mi fossi versata l'acqua addosso. Le ho detto che ero tutta sudata e volevo rinfrescarmi. Mi ha detto che era meglio se mi andavo a fare una doccia e allora gli ho proposta di farsene una con me. » ammise maliziosa, leccandosi il labbro inferiore pronunciando l'ultima frase.

Frisk non fece una piega, ormai si era abituato a questi sotterfugi perversi di Undyne, ma era conscio del fatto che, prima o poi, Alphys, per quanto timida fosse nella sua relazione, avrebbe presto ceduto.

« COWABUNGAAAAAA!!!!! » Frisk si spostò giusto in tempo per evitare di essere colpito da un osso volante, che si conficcò nel terreno. Da uno dei tanti cespugli sbucò fuori la testa di uno scheletro « NON E' GIUSTO! NON SI POSSONO EVITARE GLI ATTACCHI DEL GRANDE PAPYRUS!!! » uscì fuori dalla pianta parecchio contrariato, attirandosi addosso lo sguardo divertito di Undyne « Ehi, non puoi mica aspettarti che il tuo nemico stia fermo mentre tu cerchi di colpirlo. »

Si mise a fianco del cumulo d'ossa e gli mise un braccio intorno alle spalle « Però devo ammettere che ci hai quasi colti di sorpresa, però la prossima volta evita di urlare come un forsennato prima di colpire. »

Papyrus sospirò rassegnato distaccandosi dall'amica, ma non gli ci volle molto a recuperare il sorriso « BEH, ADESSO E' MEGLIO CHE VADA! DEVO ANDARE A COMPRARE GLI SPAGHETI! » e corse via, scomparendo dietro ad un muro della scuola.

Il bambino e la ragazza pesce sorrisero divertiti dal loro amico « Ora, che mi ricordo, dobbiamo andare anche noi. » disse la prima « Dovevamo andare in piscina insieme agli altri. Sarà meglio sbrigarci, rischiamo di fare tardi. » afferrò la mano del ragazzo e s'incamminarono verso l'uscita dell'istituto.

 

 

« DOVE SARA' LA MIA MACCHINA? » si domandò lo scheletro, che si guardava intorno non ricordandosi più dove aveva parcheggiato il suo veicolo « STRANO. IO, IL GRANDE PAPYRUS, SONO CONOSCIUTO PER LA MIA MEMORIA INFALLIBILE! »

Passò un paio di minuti a girovagare per le strade ma non la vide « POSSIBILE CHE...» una palla infuocata gli passò a pochi centimetri dalla faccia, andandosi a schiantare su uno dei palazzi della città, per poi cadere rovinosamente al suolo.

Papyrus si voltò il capo terrorizzato verso l'oggetto « QUELLA SEMBRA...» da una tasca tirò fuori le chiavi dell'auto, le puntò contro le macerie e premette il pulsante che serviva ad aprire le portiere. Vide due lucette lampeggiare in mezzo alle fiamme.

Disperato come non mai non si accorse della figura alle sue spalle.

 

 

« Cavolo, quanto pesano...» si lamentò Asgore, intento a portare i vari borsoni, due su ogni braccio, pieni di tutto il necessario per una giornata in piscina. Ne Undyne, Frisk, Sans o Toriel parvero volerlo aiutare « Non ti lamentare. » disse quest'ultima in cima il gruppo « Sei tu che hai accettato venire, quindi tocca anche a te fare un parte. »

Non lo fissò nemmeno, ancora non lo aveva perdonato e non l'avrebbe nemmeno invitato se non fosse stato per far felice il suo bambino. Asgore poteva comprenderla, neanche lui si era del tutto perdonato, ma, infondo, il fatto che gli rivolgesse la parola almeno era già un inizio.

« Resta comunque il fatto che il mio tridente è molto più leggero. Cosa ci avete messo qui dentro? » si fermò nel bel mezzo del marciapiede e vi posò a terra le borse, poi ne aprì una tutta azzurra che fin da subito gli era risultato la più pesante.

« Bottiglie di ketchup? » il borsone era pieno di bottiglie di colore rosso e non sembrava esserci nient'altro. Sans si avvicinò e gli rispose « quella è la mia borsa, le bottiglie invece sono la mia merenda. adoro il ketchup è...”salsa”zionale! »

Undyne e Frisk si permisero un sonoro face palm, ma l'unica cosa che sentì Asgore fu la risata di sua moglie a quello stupido gioco di parole dello scheletro e ciò bastò a farlo imbestialire, a prova di ciò una grossa vena pulsante sulla fronte. Sans era anche una brava persona ma il modo in cui si comportava con la SUA Toriel lo faceva uscire fuori dai gangheri.

Quell'ammasso di ossa non doveva nemmeno pensare di avvicinarsi a lei! Prima una battuta, poi un invito a cena, una cosa tira l'altra, si sposano, hanno dei figli ed io finisco nel dimenticatoio! Pensò il re dei mostri, non accorgendosi di Sans che gli stava punzecchiando la vena sopra citata con fare curioso « accidenti, da come balla, sembri proprio in...“vena” di esplodere. »

Toriel si rimise di nuova a ridere.

Asgore invece era già pronto a sbriciolarlo.

Purtroppo per lui un'esplosione lo distolse dal suo pensiero omicida.

Neanche il tempo di parlare che tutti si erano diretti sul luogo.

 

 

Un gigantesco gorilla meccanico evitava, nonostante la mole, tutte le ossa che Papyrus gli stava lanciando « VENDICHERO' LA MIA VETTURA!!! » continuava a gridare lo scheletro. Il gorilla però non sembrava interessato al suo avversario. Lo osservò con il suo unico occhio rosso fino a che non individuò un'apertura nella difesa nemica.

Evitò un'altra raffica di ossa spiccando un grosso balzo in avanti. Da dei buchi posti sulle spalle uscì del fumo e caricò indietro le braccia « GORILLA RUSH!!! » una successione di pugni volò verso lo scheletro, i colpi furono talmente violenti da alzare un polverone, quando però questo si diradò il robot si rese conto di aver colpito uno strano teschio dal muso appuntito grande quanto lui.

Questo si sbriciolò rilevando la figura di Sans, postosi davanti al fratello per proteggerlo dalla raffica di colpi. Lo scheletro con la giacca fissò il gorilla, anche se in quel frangente le sue pupille erano scomparse « vuoi passare un brutto quarto d'ora? »

La sua mano sinistra si illuminò di azzurro e in un secondo lo scimmione fu scaraventato contro un palazzo.

« SANS! CAVOLO! LO AVEVO IN PUGNO!!! » Papyrus neanche si immaginava di ringraziarlo, odiava quando suo fratello si intrometteva nelle sua battaglie. Sans si limitò a fare spallucce, ben conscio dei comportamenti del fratellino.

Un auto venne tranciata a metà prima che i due venissero colpiti « State più attenti quando combattete! » gli rimproverò Undyne mentre creava con l'acqua le sue micidiali lance, con gli occhi iniettati dalle fiamme della passione « Finalmente un degno avversario. »

Il gorilla afferrò un altro paio di macchine parcheggiategli a fianco e le lanciò contro la ragazza. Undyne lanciò le sue lance contro le automobili che esplosero prima che potessero ferire lei o i suoi amici.

Purtroppo non fu abbastanza rapida dal vedere il gorilla fuoriuscire dalla nube creata dall'esplosione, colpendola con uno dei suoi montanti. La donna pesce evitò di ritrovarsi con la faccia spappolata grazie al tridente di Asgore posto fra lei ed il nemico meccanico.

Il re mosse la sua arma per trafiggerlo ma esso si scansò giusto in tempo, spiccando un salto all'indietro.

Il gorilla si guardò intorno.

Alla sua destra i due scheletri, a sinistra Asgore e Toriel che caricavano delle fiamme magiche e dietro di lui Undyne a cui attorno levitavano almeno venti lance. Il suo cervello robotico elaborò la strategia migliore per salvarsi e adempiere alla sua missione.

Davanti a lui si trovava solo un ragazzino, ostacolo facile da superare.

Scattò in avanti con l'ausilio delle zampe meccaniche, caricando dietro il braccio.

Il pugno che ne derivò spacco senza troppa difficoltà il cemento della strada ma nessun essere vivente.

Frisk comparve all'improvviso davanti al muso della bestia robotica spaventandola e facendola cadere all'indietro. Frisk osservò la scena divertito e si fece scappare una risata, cosa che non piacque molto all'avversario.

« Lo trovi divertente? » disse il gorilla, rimettendosi i piedi e sbattendosi le muscolose braccia sul petto « Nessuno si prende gioco di me! »

Il ragazzo non si spaventò come il gorilla aveva pensato, anzi continuò a fissarlo con quella faccetta atona e a certi versi inquietante.

« Se mi dici chi sei vedrò di non prenderti più in giro. » disse semplicemente, riuscendo stranamente a far calmare il bestione, che si gratto la fronte con un dito « In effetti non mi sono presentato, altrimenti capiresti che con me non si scherza! » fece un paio di finti colpi di tosse e si poggiò una mano sul petto, quasi a doversi decantare.

« Modello 2o740-S, nome in codice: MetallicApe. Sono giunto fin qui durante una missione e, come dettatomi dal mio padrone, ho dovuto prendermi cura di tutto ciò che si metteva in mezzo fra me e il mio obbiettivo. Quindi bimbo, togliti di mezzo o preparati a passare dei guai. »

Frisk non prese sul serio la minaccia e le sue labbra si piegarono in un sorriso « Se adesso non chiedi scusa sarò io farti passare dei guai. » un cuore rosso sul suo petto si mise a brillare.

Un allarme si attivò nell'occhio di MetallicApe. Vide il ragazzo permearsi di un'aura rossa talmente imponente da sovrastare quella fornitagli dalla sua batteria « Sei un ragazzo davvero strano, ma devo obbedire, preparati a combattere. »

Frisk sorrise di nuovo.

 

 

Dei buchi si aprirono nei palmi di MetallicApe, puntati contro Frisk « TEMPESTA DI BANANE!!! » da essi vennero sparati fuori ciò che sembravano delle normalissime banane gialle, ma evitandone una l'umano la vide tranciare senza problemi un palo della luce.

Riuscì grazie alle sue rapidi mosse ad evitarne la maggior parte e quelle poche che andarono a segno lo colpirono solo superficialmente, senza provocargli troppi danni.

« GORILLA RUSH!!! » nemmeno la sequenza di pugni sembrò causare troppi problemi al ragazzo, che gli evitava danzandoci intorno prima che questi gli potessero sfiorare. Il Gorilla si sentì preso in giro e caricò il suo attacco più potente « GORILLA EXTREME!!! » da tutti i fori del suo corpo uscì del fumo rossastro.

Il suo pugno destro venne pervaso da una luce dello stesso colore.

 

(Amici lettori ora tocca a voi scegliere l'esito della battaglia e ricordate, ogni vostra scelta influisce sul finale: se decidete di distruggere MetallicApe andate al testo rosso, se decidete di risparmiarlo andate al testo verde)

 

Il pugno pervaso di energia fu troppo potente e veloce per essere evitato e Frisk si ritrovò grattare la faccia contro l'asfalto.

MetallicApe se la rise di gusto « Ecco cosa ti meriti moccioso! Ahahah...ah...ma che...!?! » sentì una corrente d'aria venirgli incontro e poi vide il braccio con cui aveva infierito cadere a terra in un sonoro tonfo.

Allibito, guardò dietro di se.

Il ragazzino teneva stretto nella mano un coltello irradiato di energia rossa con il quale lo aveva reso monco. Frisk sputò a terra del sangue per poi guardare fisso il gorilla negli occhi, facendolo indietreggiare terrorizzato « Tu...tu non sei normale...io me la batto! »

Fu subito pronto a scappare ma la sua vista si spaccò a metà, cosa che fece poi tutto il suo corpo « non l'avevo calcolato...»

Le sue due parti caddero a terra ed esplosero da li a poco.

 

 

Fu per pura fortuna che Frisk evitò la mossa finale di MetallicApe, che distrusse buona parte della strada.

Doveva trovare un modo per farselo amico, non voleva distruggerlo. Era solo un robot ma anche Mettaton era un robot e sapeva che anche i robot provano delle emozioni, in particolare quello davanti a se sembrava abbastanza vanesio, se lo voleva vincere doveva optare sul suo ego.

« Incredibile, mai vista una potenza simile! » ammise estasiato, osservando gli effetti del terribile colpo. Si avvicinò alla macchina e gli strinse le mano nelle sue « Lei è davvero incredibile! Una vera forza! »

MetallicApe fu preso alla sprovvista da tali complimenti ma non gli dispiacque affatto. Divenne rosso in volto e si mise in una posa da macho per far esaltare i suoi muscoli di metallo « Grazie piccolo, non per caso sono forse il più forte dei robot! Vuoi vedere quanto sono forte? »

Così diede un paio di dimostrazioni di potenza, sollevando enormi macerie, sotto gli occhi affascinati di Frsik, che non smetteva di acclamarlo.

Quando ebbe finito con le sue prove di forza si poté notare che ora era calmo e che ricambiava i sorrisi del bambino senza problemi « Mi piaci ragazzo e dato che ora sei un mio fan vi lascerò andare. » « Ma non avevi una missione? »

Si sporse per potergli sussurrare qualcosa all'orecchio « Vedi, il nostro padrone ci ha impiantato un programma per la totale obbedienza ma funziona solo in parte e quindi abbiamo un pieno libero arbitrio. Nessuno di noi ha mai voluto dirgli niente altrimenti sai che casino. Gli dirò che la missione era diventata troppo pericolosa. »

 

Era arrivato alle porte della città ed ora si stava dirigendo verso la boscaglia, salutando allegramente tutto il gruppetto « Scusate ancora per i guai. Per vostra fortuna distruggo solo cose che hanno l'assicurazione. » « NON LA MIA MACCHINA!!! » piagnucolò Papyrus, rannicchiato a terra, con San che cercava di risollevargli il morale.

« Chissà, magari un giorno ci rivedremo. »

 

 

Quando tutto ebbe fine il gruppo si riunì, complimentandosi con Frisk per il suo operato.

« C'è solo una cosa che non capisco...» disse Toriel, guardando tutta la distruzione causata da MettallicApe « Quale era la sua missione. » « Ti rispondo io...»

Tutti si voltarono verso una palazzina semi distrutta, dove, nell'ombra, era nascosto qualcuno « Stava cercando da me. »

Si fece avanti.

Asriel osservò il volto ebete dei suoi genitori.

« Ciao, mamma. Ciao, papà. »

 

 

 

 

 

 

Angolo Me:

Beh, non molto come inizio ma è pur sempre qualcosa.

Spero che vi piaccia il disegno che ho fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Non c'è niente come la famiglia ***


Asgore e Toriel non si staccarono un solo secondo dal figlio, cingendolo in un tenero abbraccio condito da lacrime e singhiozzi, sia di Asriel sia dei genitori.

Neanche durante il tragitto per fare ritorno a casa si erano separati (ma di certo non potevano rimanere li, in mezzo alla strada), quasi avessero il terrore che il loro piccolo scomparisse di nuovo, come era successo anni or sono.

La famiglia ritrovatasi si sedette sullo spazioso divano del salotto della casa di Toriel e Frisk, mentre quest'ultimo e gli altri presenti si sistemavano sulle varie poltroncine, Undyne prese una sedia del tavolo della cucina, sedendosi alla americana.

Fu il ragazzo umano a rompere il silenzio che si era creato da quando erano arrivati. Si avvicinò ad Asriel il quale riuscì per un attimo a separarsi dalla stretta, quasi soffocante, dei genitori e a scendere dal divano. I due coetanei si guardarono a lungo, poi Asriel saltò al collo di Frisk, desideroso di sentire le braccia del ragazzo cingerlo, cosa per cui non dovette aspettare molto.

« Sono contento di rivederti...» ammise, strofinando il viso nel collo di Frisk, che rispose sorridendo « Anche a me fa piacere. »

Toriel osservò la scena commossa dalla tenerezza dei suoi due bambini ma non poté non farsi nascere un dubbio « Come...fate a conoscervi? »

Asriel fu scosso da un brivido che gli percorse tutta la schiena. Frisk, ancora attaccato a lui, se ne accorse e non gli ci volle molto a capire il perché di tale reazione. Chi vorrebbe raccontare mai propri parenti di aver passato gli ultimi anni come fiore omicida, che aveva rubato tutte le anime dei mostri per i suoi scopi?

« E' una storia lunga. Ve la racconterò più in là. » disse l'umano togliendo, almeno per il momento, l'amico dalla brace e rimettendolo nella padella, poiché un problema ancora c'era. Ci pensò Undyne a riportarli tutti alla realtà « Non per interrompere il bel momento ma credo che sarebbe meglio se venissimo informati di ciò che sta accadendo. »

Asriel, anche se un po' dispiaciuto, si staccò dall'amico e si rimise seduto nel posto in mezzo ai suoi genitori, che si rimisero a stringerlo fra di loro. « Ecco, non saprei dire con esattezza come io sia tornato indietro...» iniziò a raccontare il principe dei mostri « Mi ricordo di essermi risvegliato in una stanza e di un uomo molto gentile che aveva iniziato a prendersi cura di me. »

« ce lo puoi descrivere? » domandò Sans, che come gli altri era incuriosito dalla misteriosa vicenda « Beh, si chiamava Ruben ed era poco più basso di papà, aveva capelli neri con un ciuffo sulla fronte ed indossava sempre un camice da scienziato. All'inizio non mi dispiacque restare con lui ma volevo pur sempre ritornare con voi. Tutto è cambiato quando gli chiesi di tornare a casa mia...»

 

 

« Andare a casa? Che sciocchezza, questa è casa tua ora. » ribatté l'uomo all'insensata, almeno secondo lui, richiesta di Asriel di voler tornare con i suoi genitori « Ma...io devo ritornare dai miei genitori, pensano che sia morto ed è da anni che aspetto di ritornare con loro...» l'uomo però non lo prese sul serio e si mise a ridacchiare divertito « Andiamo, cosa hanno loro che io non posso darti? Forse non ti piace stare qui? O forse non ti piaccio io? » chiese, facendo aumentare l'asprezza nel suo tono man mano che parlava.

Asriel scosse la testa « Certo che no! Tu...» « Allora perché vuoi andartene!?! » quella fu la prima volta che gli urlò contro ed il ragazzo ne fu spaventato, perché vide nell'uomo che fino che ad allora si era preso cura di lui una scintilla di follia mista angoscia dipinta nei suoi occhi. Come se stesse per ri-subire un qualche genere di trauma accadutogli nel passato.

Lui non riuscì nemmeno a giustificarsi che Ruben gli urlò di nuovo contro « Ingrato! Ti ho tratta come un figlio è ho fatto in modo che non ti mancasse niente eppure te ne vuoi andare! Mi dispiace ma non rivedrai più la mia famiglia! Tu resterai qui che ti piaccia o no! »

Quando fece per uscire fuori dalla camera, Asriel, col volto rigato di lacrime, aveva cercato di bloccarlo prendendogli un lembo del camice e l'uomo aveva reagito tirandogli un ceffone sulla guancia, lanciandolo per terra, per poi andarsene.

Lui si rannicchiò sul pavimento e per ore i muri della stanza si permearono dei singhiozzi del ragazzo.

 

Asgore sentì la furia omicida farsi strada nelle sue vene.

Avrebbe tanto voluto avere a portata di mano quell'uomo per massacrarlo nel peggiore dei modi per come aveva trattato suo figlio. Toriel strinse ancora più forte il suo bambino, che aveva preso a tremare e a piangere di nuovo dato che quei ricordi ancora gli bruciavano, ma decise comunque di continuare a raccontare, dopo essersi asciugato gli occhi con la manica del suo maglione.

« Un giorno, uscendo dalla mia stanza di nascosto ho scoperto che mi trovavo in un gigantesco laboratorio e vedendo che non c'era nessuno a fare da guardia ho deciso di scappare, mi ci sono volute delle ore ma alla fine sono riuscito ad evadere da quella prigione, anche se è stato complicato, i robot gironzolavano dappertutto e non potevo farmi scoprire. »

« Aspetta un attimo » interruppe la donna pesce « I robot? Intendi come quel gorilla, ce ne sono altri? » Asriel fece di si con il capo « Eccome! Centinaia! Ruben gli ha costruiti tutti da solo, è un genio della robotica. Ma MetallicApe non era nemmeno il più pericoloso. »

« CHE INTENDI? » gli domandò Papyrus vedendo il volto del ragazzo farsi estremamente preoccupato « Vedete, lui ha sempre al suo fianco tre macchine che chiama i “Generali”, ne ho visto solamente uno ma mi è bastato osservarlo per vedere che era diverso da tutti gli altri, si chiamava...»

Uno squillo di telefono lo interruppe prima che potesse finire di raccontare. Undyne tirò fuori il suo cellulare « Si Alphys cosa c'è?...D'accordo arriviamo. » una volta riattaccato si alzò subito dalla sedia « Alphys ha scoperto qualcosa di molto interessante, Frisk, Sans, Papyrus venite con me. Asgore tu...rimani pure qua con la tua famiglia. » disse contenta vedendo i tre componenti della famiglia coccolarsi a vicenda.

 

 

« Maledizione! » Ruben sbatté il pugno sul bancone del laboratorio, facendo sobbalzare tutto quello che vi era sopra data la foga. Una figura seduta a gambe incrociate dietro di lui lo osservò per un secondo, poi si rimise a lucidare la sua katana « Dovresti darti una calmata. » suggerì.

Ruben si ributtò sulla sua sedia girevole, rimettendosi ad osservare l'immagine della battaglia svoltasi quel pomeriggio nel centro città « Non dirmi di calmarmi! MetallicApe ha fallito! Sapevo che dovevo mandare te! E' tutto sbagliato! Sbagliato! » il robot dietro di lui continuò ad lucidare la sua arma « C'è solo ciò che giusto e ciò che è sbagliato. Avevi un 50% di probabilità di fallire. »

« Smettila con il Bushido! E' solo una stron...!!! » lo schermo del computer venne tranciato a metà e per poco lo stesso destino non toccò alla testa dello scienziato, che si voltò verso l'artefice, posto al suo fianco, che lo scrutava con il suo unico occhio che emanava una luce blu sinistra « Il Bushido è il codice d'onore di un samurai e bisogna portarli rispetto. » estrasse la sua spada dai rottami elettronici e la rinfoderò nella sua cintura « Io ti sono debitore ma la prossima volta non ci andrò tanto piano. »

Allontanatosi, Ruben poté di nuovo mettersi a respirare e tolse un fazzoletto dal camicie con il quale si asciugò il sudore « Vedrò di tenerlo a mente Saturn Samurai. » il robot lo squadrò di nuovo male « E vedi di darmi un nome migliore! Questo è davvero stupido. »

Quando la macchina se ne fu andata, Ruben contattò qualcuno da un centralino telefonico sulla sua scrivania « Kabutherine deve immediatamente presentarsi qui da me, è urgente! »

Se la forza bruta non basta pensò ci occorrerà qualcuno con ben altre capacità.

 

 

Il laboratorio di Alphys, Frisk non se lo era immaginato diversamente.

Era un lungo corridoio buio che terminava in un salone neanche quello troppo illuminato se non qualche lampadina mal funzionante. Appesi qua e la, fra macchinari vari e distributori di merendine, si trovavano vari poster di anime e manga dai quali la lucertola scienziata era davvero ossessionata, oppure vi erano adagiate sopra delle action figure sempre di personaggi di animazione giapponese. Per terra invece si trovavano varie confezioni di cibo vuote i cui piccoli residui ormai marci, uniti insieme in una nuvola tossica, impedivano quasi di respirare, inoltre vi erano anche sparsi senza alcun ritegno appunti di ogni genere, che andavano dalle varie invenzioni alle cose più banali (tipo il grafico per determinare quale fosse il cibo giapponese migliore e cose così).

Il quartetto vide Alphys che armeggiava con un portatile dal quale stava vedendo qualche sorta di anime, che non si riusciva ben a definire. La ragazza non si era nemmeno accorta di loro. « Alphys, che stai facendo? » la voce improvvisa di Undyne fece drizzare la schiena alla scienziata che, con una velocità da record, chiuse immediatamente la pagina sulla quale stava transitando e lanciò il computer fuori da una delle poche finestre presenti e di solito tenute chiuse per non far filtrare troppa luce nel laboratorio.

« C-ciao ragazzi, c-c-come va? » disse Alphys voltandosi verso i suoi amici, palesemente imbarazzata, cosa che stuzzicò particolarmente un certo lato di Undyne, che parve capire cosa stava facendo prima che loro arrivassero. Si avvicinò alla sua compagna e gli sussurrò qualcosa all'orecchio « Stavi guardando qualcosa di proibito? Magari qualcosa di disdicevole? » la lucertola gialla cominciò a sudare copiosamente « N-n-n-no! C-c-cosa vai a p-p-p-pensare? » La donna pesce non ci cascò per così poco e corse a raccogliere il computer.

Alphys cercò di placcarla ma perse per inferiorità numerica.

Undyne raccolse il portatile fortunatamente rimasto all'interno dell'edificio dato che aveva rimbalzato su una delle finestre chiuse ed era caduto sul pavimento. Lo aprì trovandosi davanti il corpo del reato « GUARDA QUA CHE MALANDRINA!!! » urlò alla compagna, che per la vergogna aveva cercato di nascondersi sotto un lembo del suo camice.

Intanto il resto del gruppo era rimasto immobile ad osservare la scena. Frisk e Sans si erano fatti una possibile idea di ciò che contenesse ed erano terribilmente imbarazzati dalla situazione. Papryus invece aveva ben altro per la mente SPAHETTI, SPAGHETTI, SPAGHETTI...

« Come puoi vedere una schifezza simile!?! » dal tono rimprovero di Undyne cominciavano a pensare che gli sarebbe saltata alla gola, mentre la povera Alphys cercava inutilmente di difendersi « E-e-ero solamente curiosa...» « CURIOSA!?! CURIOSA!?! Curiosa o no non c'è attenuante! »

Sans cercò di prendere parola per difendere l'amica « andiamo, non sarà poi una cosa tan...» « AH SI!?! GUARDA QUA! »

Undyne mostrò cosa c'era sullo schermo ai tre amici.

Sans provò a coprire gli occhi di Frisk per non fargli vedere materiale compromettente ma non fece in tempo « Mew Mew Kissy Cutie Star? » disse il ragazzino confuso da quella situazione, affiancato dallo scheletro in giaccone « non quel cartone che di solito guadate tu ed alphys? »

« Si, ma questa è la nuova stagione! Dovevamo guardarla insieme! Tradimento! » gridò, scaraventando il pc a terra e mandandolo a pezzi.

Frisk e Sans decisero di stendere un velo pietoso sulla faccenda e andarono avanti.

 

 

« Ho esaminato attentamente la vostra battaglia contro quel robot gorillesco, attraverso le telecamere di sicurezza. » disse la scienziata davanti ad un nuovo portatile, che mostrava la sequenza con la battaglia fra Frisk e MetallicApe « E devo dire di aver trovato dei dati molto interessanti. »

Digitò qualcosa sulla tastiera e sullo schermo comparve una cianografia di MetallicApe, precisa in ogni minimo dettaglio « Ho tracciato questo disegno grafico basandomi su tutte le informazioni che sono riuscita ad estrapolare, e posso dirvi due cose: la prima, è che chiunque sia riuscito a costruire una macchina così portentosa deve essere davvero un genio, la seconda...» digitò qualcos'altro e questa volta comparve un'immagine 3D del robot, intorno alla quale aleggiava un'aura rossastra.

« La seconda è che riuscito a creare una sorta di Determinazione artificiale. » « Vuoi dire che ha creato un'anima artificiale? » « No, Frisk, è impossibile crearne una, per ottenere un simile risultato deve essere ricorso a qualche forma di energia surrogata, molto simile a quella delle anime umane. »

« NON VEDO PERCHE' QUESTO CENTRI CON NOI. » « Beh, il fatto che questo genere di energia lascia una traccia che si può rintracciare, ma purtroppo (ok, come l'altra volta: i discorsi cambiano in base alle vostre scelte e i colori sono sempre gli stessi) ho perso la traccia di MetallicApe quando è rientrato nella foresta, come se qualcosa schermasse la zona/ dato che MetallicApe è stato distrutto non sono riuscita a risalire ad una possibile fonte. » disse indicando i rottami del gorilla sparsi su un tavolino.

« Allora siamo senza un pista. » dedusse Undyne, che si cominciava a chiedere perché fare la strada per venire fin li se poi non avevano ottenuto nessun risultato « Ehm, non proprio...» continuò la rettile « Se hanno mandato qualcuno a riprendersi il figlio di Asgore è possibile che qualcun altro venga mandato. » Frisk capì subito dove il discorso andava a parare « Quindi basterà aspettare che venga qua qualche altro scagnozzo di Ruben, così da poter rintracciare la sua posizione. »

« già » concluse Sans, rivolto all'umano « quindi, evita di danneggiarlo troppo, compare. » « Vedrò di fare del mio meglio! »

Hanno fatto del male ad Asriel si disse Non gliela farò passare tanto liscia...

 

 

Il robot osservò la chitarra rossa, con il suo cuore meccanico ricolmo di malinconia « Perché? » la sollevò come si solleverebbe la più preziosa delle reliquie posandola poi vicino ad una fotografia dove c'erano lei (si, in questo caso i robot possono avere anche un sesso) e MetallicApe « Perché? »

Il gorilla gli cingeva la spalla con il suo muscoloso braccio e lei distoglieva lo sguardo imbarazzata « PERCHE'!?! » tranciò in due parti un macchinario con una delle sue lame. Si appoggiò al muro e scivolò a terra, mentre delle gocce di olio per motori cominciarono a fuoriuscire dai suoi occhi.

« Lui...lui era l'unica famiglia che avevo! Me la pagherai, me la pagherai molto cara...»

 

 

Asriel continuava a rigirarsi nel letto che Frisk gli aveva gentilmente ceduto, mentre lui dormiva in un sacco a pelo sul pavimento della camera.

Aveva paura. Come biasimarlo? Chiunque avrebbe avuto paura.

Ogni tanto guardava la finestra con il timore che ci fosse qualcuno fuori a spiarlo e pronto a ghermirlo per portarlo via dalla famiglia finalmente ritrovata e questi pensieri di certo non allietavano il sonno.

« E' tutto a posto? » Frisk si appoggiò sul bordo del letto ed osservò l'amico tutto sudato, che continuava a scatti ad osservare la finestra « Ecco, io...» « Se hai tanta paura posso starti vicino. » « Eh? » senza ulteriori spiegazioni Frisk sollevò le coperte e si infilò sotto di esse, sdraiandosi vicino all'amico, rimasto un po' sorpreso da tale azione, ma di cui era terribilmente felice.

Riappoggiò la testa sul cuscino e prima di addormentarsi osservò beato il volto di Frisk, che al contrario di lui, si era subito addormentato « Grazie Frisk. » riuscì a dire prima di crollare per la stanchezza.

 

 

 

Angolo io:

Beh, non è molto ma è pur sempre qualcosa.

Sero che il capitolo vi sia piaciuto.

Alla prossima, Lord Gyber.

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