Roses in December

di ckofshadows_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** capitolo 33 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Rating: l'autrice inserisce come rating M, tuttavia fino al capitolo 20 (la storia non è ancora stata completata) non ho letto nulla di sconvolgente, per cui ho inserito il rating Arancione. Nel caso in cui troviate questa mia scelta inappropriata, ditemelo e subito prenderò provvedimenti.
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.
Note: l'autrice ha sottolineato che questa storia non è una AU. Se pensate che debba aggiungere una nota particolare, come l'AU o il What if Fatemelo sapere. Purtroppo non saprei nemmeno io come definirla bene.

Note della traduttrice: Ciao a tutti! Ho cominciato a leggere questa storia pochi giorni fa e l'ho letteralmente divorata! Mi è piaciuta tantissimo e mi ha fatto emozionare molto, questi sono stati i motivi che mi hanno spinta a lanciarmi nella mia prima traduzione di una fan fiction. Vi avverto che la mia traduzione tende ad essere un po' libera, soprattutto laddove il passaggio dall'inglese all'italiano causa una perdita nella fluidità della lettura... Che volete farci, le innumerevoli versioni di latino e greco mi hanno deviata. Ora vi lascio alla lettura! Spero che apprezzerete la storia così come è successo a me!


Capitolo 1


Negli ultimi mesi sono stato in missione per cercare la caffetteria perfetta. In realtà non so nemmeno cosa sto cercando, ma sono convinto che lo saprò quando lo vedrò. Sono stato in tutti gli Starbucks nel raggio di 80 Km da Westerville, ma nonostante i loro sapori siano intriganti – particolarmente durante le festività-, sono un po’ troppo commerciali per i miei gusti. Così ultimamente ho cominciato ad esplorare i posti più piccoli.

Ma “The Daily Grint” tende a bruciare il suo caffè, e “Cuppa Joe’s” tende ad usare bicchieri in styrofoam, e “Brew-Ha-Ha” ha delle sedie scomode. Nessuno è perfetto, e ogni giorno, elimino una caffetteria dalla lista.

È una fredda mattina all’inizio di dicembre quando arrivo in un posto chiamato “Lima Bean”. Non sembra un granché  dall’esterno, ma, se la mia esperienza come un Anderson mi ha insegnato qualcosa, l’apparenza può ingannare. Fermo l’auto nel parcheggio laterale e mi affretto verso il negozio, abbottonando il cappotto per il vento tagliente.

Il locale è quasi vuoto. È caldo e profuma di chicchi di caffè macinati e latte caldo, mi fermo oltre la porta all’insorgere di questa rivelazione.

È questo.

È la caffetteria perfetta.

C’è un senso di sollievo reale e palpabile, come se finalmente potessi smettere di cercare. Come se avessi cercato ciò da sempre. Mi avvicino al banco, continuando a tentare di capire cosa esattamente di questo luogo faccia la differenza. La barista mi guarda in attesa.

“Un  caffè medio, per piacere”, le dico. Non ho denaro con me, così striscio la mia carta di credito ed inserisco il codice pin prima di spostarmi alla fine del bancone. Abbastanza presto una tazza di caffè appena fatto è nella mia mano, etichettata con una scritta Blaine. Penso che abbia visto il mio nome sulla mia carta di credito. Dopo aver aggiunto crema e dolcificante al caffè, mi giro e analizzo la stanza, cercando un buon posto.

Ci sono molti tavoli vuoti vicino alle finestre –ciò significa buona luce per leggere- ma i miei occhi sono attratti da un piccolo tavolo al centro, dove è seduto un ragazzo della mia età che mi sta osservando. Un ragazzo attraente della mia età. Mi sta anche decisamente osservando –non semplicemente guardando- e c’è qualcosa di lui che mi spinge verso di lui.

Mi avvicino, sorridendogli con più sicurezza di quella che sento. “Ciao.”

I suoi occhi sono spalancati. Sono di una sfumatura di azzurro che non posso definire bene, ma lo vorrei poter fare. “Ciao”, risponde, la sua voce è alta e chiara.

“Il mio nome è Blaine.”

Il suo sorriso svanisce per un po’. Non lo biasimo;  è un nome stupido. “Io sono Kurt.”

“Kurt. Posso unirmi a te?”

“Um… Certo.” Scivolo sulla sedia di fronte a lui, posizionando la borsa del mio computer sotto al tavolo.

Vengo istruito a casa, ciò per alcuni ragazzi significa sedere al tavolo della cucina ricevendo lezioni di algebra dalla loro madre, ma per me significa compiti e ricerche mensili che completo da solo. A settembre ho cominciato a portare il mio computer ogni giorno in una caffetteria diversa. È il mio modo di fuggire dal silenzio opprimente della mia casa, ed avere accesso ad un flusso costante di caffè  e a biscotti freschi non fa mai male.

Tuttavia questa è la prima volta che ho cercato compagnia. Forse è stata l’ebbrezza di aver trovato la caffetteria perfetta ad avermi dato il coraggio.

“Vieni qui spesso?” chiede Kurt, con una delle delicate sopracciglia sollevate. È così bello che fa quasi male guardarlo.

Faccio un sorrisetto in risposta, prendendo un sorso di caffè. “Prima volta,” dico dopo aver ingoiato, poi inclino la mia tazza leggermente. “Non sarà l’ultima, comunque. Questo caffè è davvero buono.”

Annuisce, prendendo una sorsata dalla sua tazza. Sediamo in silenzio, non guardandoci direttamente, ma non guardando troppo lontano l’uno dall’altro. “Allora, cosa ti porta a Lima,” dice alla fine.

“Cosa ti fa pensare che non sono di Lima?” rispondo evasivamente. Mi guarda solo, imperscrutabilmente, e, alla fine, devo ridere. “Okay, hai indovinato, non sono di Lima. Vivo a Westerville. Cosa mi ha fatto scoprire?”

“Sesto senso” dice sarcasticamente. “E non hai risposto alla mia domanda.”

“Mi piace studiare nelle caffetterie.”

“Vai alle superiori?”

“Si. Sono un senior.”

Lancia un’occhiata all’orologio appeso al muro. “Sono le dieci di un giovedì mattina. Perché non sei in classe?”

“Studio in casa.”

Questo sembra sconcertarlo. “Oh. Non me n’ero reso conto.”

“Non siamo tutti disadattati sociali, lo giuro.”

“Avevo immaginato che andassi alla Dalton o qualcosa del genere.”

“No, ma non ci sei andato troppo lontano. Sono andato alla Dalton per un paio di anni,” ammetto.

“Huh.” Raggiunge il suo caffè di nuovo e noto che le sue mani stanno tremando. È nervoso?

“Che cosa mi dici di te?” chiedo, reclinando la testa da un lato. “Non dovresti essere in classe?”

“No. Mi sono diplomato l’anno scorso.”

“Allora hai la mia età.” Vedendolo in attesa, aggiungo, “Mi sarei dovuto diplomare la scorsa primavera, come te, ma ho dovuto lasciare la scuola per diversi mesi. Ho finito per perdere troppo tempo e non ci sono riuscito. Così sto ripentendo il mio ultimo anno.”

“Ah.”

Aspetto le inevitabili domande ma, con mia sorpresa, non ne arriva nessuna. Restiamo in silenzio. Io mi guardo attorno nella caffetteria, cercando di nuovo di capire cosa la renda così perfetta, ma la mia mente continua a tornare al mio nuovo amico. Il mio amico con il viso adorabile, le imperscrutabili espressioni e i capelli cotonati.* Mi chiedo come sarebbero tra le mie dita mentre ci baciamo, spinto contro la sua Navigator, le mani che vagano e il coprifuoco che si avvicina-

“Scusate per l’interruzione.” Guardo in alto e vedo la barista in piedi accanto a noi, che si dondola sulle punte dei piedi. “Una nuova infornata di biscotti ha appena finito di cuocere e ve ne ho voluto portare qualcuno.” Depone un piatto pieno di biscotti e istantaneamente ho l’acquolina in bocca.

Kurt le sta quasi lanciando un’occhiata truce. “Grazie, Bethany.”

“Prego, Kurt,” gli risponde,  sorridendo ampiamente. Comincio a prendere il mio portafogli, ma lei fa cenno di posarlo. “Non essere sciocco, Blaine. È offerto dalla casa.”

La ringrazio cortesemente, aggiungendo, “Sei davvero molto brava con i nomi.”

I suoi occhi guizzano su Kurt, e il suo sorriso si smorza. “Si. Bene. Dovrei tornare a lavoro. Divertitevi.”

Scompare di nuovo e spingo il piatto verso Kurt, facendogli segno di prendere un biscotto. Lo fa, il suo viso ancora teso per lo scambio con Bethany. Ne prendo uno anche io e, nessuna sorpresa, sono i migliori biscotti che abbia mai mangiato.  Tolgo il coperchio dal mio bicchiere di caffè e immergo i biscotti nel caffè pian piano, masticando la loro parte finale. Quando alzo lo sguardo, Kurt mi sta osservando, i suoi occhi sono terribilmente tristi.

“Cosa c’è?”

“Niente”

Noto che sta fissando l’attaccatura dei miei capelli, e io alzo le mie dita su quel punto, prendendo consapevolezza all’improvviso. “È una cicatrice,” gli dico con franchezza, e lui annuisce in risposta. “Non fa male,” lo rassicuro.

“Va bene.”

Il silenzio si dilata per miglia tra noi, finché non parlo. “È successo pochi mesi dopo l’inizio del mio ultimo anno di scuola,” gli dico. “Avevo lasciato la Dalton e mi ero trasferito in una scuola pubblica, e suppongo che lì ci fossero degli omofobi con tendenze violente. Io sono… Voglio dire… Sono gay.” Non sembra turbato né sorpreso da questa informazione, così continuo. “A quanto pare un gruppo di loro mi hanno messo all’angolo e mi hanno picchiato abbastanza pesantemente.”

 “A quanto pare?”

“Non ricordo nulla di cosa è successo.” Percorro con un dito la cicatrice scura e rialzata, dall’attaccatura dei capelli fino a metà strada dal mio scalpo. “Il trauma cranico fu la parte peggiore; uno di loro aveva un piede di porco. Sono stato in coma per davvero molto tempo.”

Kurt deglutisce. “E quando ti sei risvegliato?”

“È stato abbastanza difficile. Ho qualcosa chiamato amnesia retrograda. Ho perso più di un anno di ricordi.”

Questo non sembra turbarlo, il che è bello. La maggior parte delle persone si spaventano quando lo racconto. “E nessuno di questi ricordi è tornato?”

“Non ancora, no.”

Fa un sospiro. “Ci sono state altre conseguenze per quella notte?”

“Io… Come fai a sapere che è successo di notte?”

“L’ho solo immaginato. Questo genere di attacchi tendono ad avvenire quando fuori è buio.”

“Oh. Allora, no, l’amnesia è l’unica cosa. Qualche volta ho l’emicrania, ma non più tanto spesso. E…” Mi interrompo, imbarazzato. Kurt mi guarda in attesa. “E ho… delle visioni, qualche volta.”

“Visioni,” ripete.

“Penso che siano una sorta di allucinazioni,” ammetto, sperando che non pensi che io sia pazzo. “Ad esempio l’altro giorno, io e i miei genitori siamo andati a fare shopping da Gap, e ho avuto questo bizzarro sogno ad occhi aperti, dove stavo inseguendo un commesso della Gap per tutto il negozio e gli stavo cantando una canzone a tema sessuale davvero inappropriata. Ballando in giro e saltando sui tavoli e i mobili.” Rido debolmente. “Strano, vero? Nessuno potrebbe mai fare una cosa del genere.”

“Non lo so, qualcuno potrebbe se fosse un giovane dirigente,” è impassibile. “In ogni caso, come fai a sapere che non è un ricordo?”

Non posso dire se si sta prendendo gioco di me. “Pensi che io sia andato davvero sul posto di lavoro di qualcuno e fatto baldoria?”

“È possibile.”

“Nah. Come ho detto, succede qualche volta. Le visioni, intendo. Mio padre dice che è il modo in cui il mio cervello cerca di riempire le memorie mancanti con cose assurde.” Alla menzione di mio padre, Kurt si irrigidisce visibilmente. Forse ha un cattivo rapporto con suo padre. Cerco di immaginare come possa essere suo padre –alto e magro come lui, forse, con grandi occhi- ma continua solo a venirmi l’immagine di un uomo calvo che indossa tuta e un berretto da baseball. Sto per dirglielo, ma non vorrei offenderlo accidentalmente. “Così sei al college?” Chiedo.

“Io? No.” Infila un biscotto in bocca, e io ho la palese impressione che lo fa perché non vuole parlare del college. Mentre mastica si strofina inconsciamente il lato del suo collo. I miei occhi seguono il movimento delle sue dita sotto la cottile catena della sua collana, e – oh.

“Oh, dio. Scusa.”

“Non scusarti, andrò al college ad un certo punto-“

“No,” lo interrompo. “Mi dispiace per averti parlato della mia aggressione.” Indico il suo collo, dove le sue dita continuano a percorrere una cicatrice. Ora che guardo meglio, ce ne sono altre, anche. Una accanto all’occhio destro, e una grande lungo la sua clavicola. “Nemmeno tu te la sei passata bene, vero?”

Continua a guardarmi, afflitto. I suoi occhi stanno lentamente diventando lucidi per le lacrime, così abbasso lo sguardo sul mio caffè educatamente cosicché possa ricomporsi. Quando rialzo lo sguardo, però, le lacrime sono fuoriuscite, e sta facendo oscillare la sua testa. “Non posso fare questo,” sussurra.

“Fare cosa? Vivere in Ohio? Lo so, è difficile, ma non resterai qui per sempre. Io sto pianificando di partire alla prima occasione. Devi solo avere coraggio-“

Sento un acuto stridio quando tira la sua sedia indietro, e poi resta in piedi mentre infila il suo cappotto. “Devo andare.”

“È stato qualcosa che ho detto?” Dio, spero di no. C’è qualcosa di Kurt che mi fa desiderare di rannicchiarmi di lui e perdermi in lui. Solamente restare raggomitolati per tutto il giorno, guardando The sound of music e cantando un duetto e – merda. Dall’espressione sul volto di Kurt, so che ho appena avuto un’altra delle mie visioni.

“Cosa hai visto?” chiede.

Lo fisso, senza parole. “Per favore, non andare.”

Asciuga le sue guance rigate dalle lacrime con il retro della sua manica, e lancia un’occhiata verso la barista, che ci sta guardando con un’espressione compassionevole. “Devo andare.”

“Perché? Resta solo un altro po’. Prometto che non dirò nulla di stupido questa volta.”

“Non è colpa tua, è… Intendo, tuo padre…”

“Mio padre?”

Distoglie lo sguardo per un momento, e quando mi guarda di nuovo, lo fa con un’espressione nostalgica così intensa, che mi blocca il respiro in gola. “Ho bisogno di andare via ora. Ma… Tornerò. Domani mattina. Alle 10 circa. Se tu-“

“Sarò qui ad aspettarti.”

Non so se c’è sollievo o trepidazione nei suoi occhi quando annuisce, poi si gira e va via. Siedo da solo per un minuto, cercando di dare un senso a ciò che è appena successo. Bethany continua a guardarmi. Allora mi alzo, mettendo la borsa del computer sulla mia spalla e prendendo il caffè e i biscotti. C’è un posto a sedere vicino alla finestra sul retro che è più appartato.

Una volta che mi sono sistemato al nuovo posto, Bethany torna a lavoro, chiacchierando con un nuovo cliente. Rivolgo lo sguardo fuori dalla finestra, ed è così che lo vedo. Kurt è seduto sul sedile del guidatore di una Navigator parcheggiata, a non più di nove metri. La sua fronte è poggiata contro il volante, il volto coperto dalla sue mani. Non posso esserne sicuro, ma dal tremore delle sue spalle, sembra che  stia singhiozzando.

Scombussolato, prendo un sorso del mio caffè tiepido. Dopo pochi minuti, si raddrizza, accende il motore, e va via dal parcheggio. Tiro fuori il mio portatile, pronto a lavorare sul mio saggio sul Sacro Romano Impero, quando qualcosa mi colpisce improvvisamente.

Come facevo a sapere che guida una Navigator?





Note di fine capitolo
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Vi assicuro che, capitolo dopo capitolo, la storia diventa sempre più interessante! Piccole appunti sulla traduzione: le lunghezze erano espresse in miglia e in piedi, io ho usato il convertitore del mio cellulare, quindi non so se la conversione è stata fatta bene. Seconda cosa, i capelli cotonati di Kurt che ho segnalato con un asterisco sono stata una bella gatta da pelare... Nell'originale il termine usato è swooping hair, si tratta di uno slang e, nonostante abbia cercato in vari dizionari di slang non sono riuscita a trovare un termine equivalente in italiano, quindi lo confesso (MEA CULPA) ho scelto l'aggettivo un po' a caso.
Per adesso è tutto, fatemi sapere cosa ne pensate! A presto con il secondo capitolo!
Angel

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 2

Resto al Lima Bean per diverse ore, nella remota possibilità che oggi il misterioso Kurt ritorni. Non lo fa, però, e le occhiate curiose di Bethany si sono trasformate in un continuo fissare, così alla fine raccolgo le mie cose e vado via.

È difficile guidare per lunghe distanze quando sei soggetto ad avere visioni. Mantengo con risolutezza i miei occhi sulla strada e canto le canzoni che trasmettono alla radio per distrarmi. Ci sono molte canzoni che continuo a non conoscere, però –recuperare un anno mancante va ben oltre ciò che si possa immaginare.

Una volta che sono a casa, una volta che sono steso sul mio letto con gli occhi chiusi, lascio finalmente la mia mente vagare e fissarsi su Kurt. Ricordo l’affascinante sfumatura dei suoi occhi –azzurro con del verde e del grigio mescolati dentro- e come sembravano morbide le sue labbra. Ricordo la soffice cadenza della sua voce, e la linea dritta del suo cappotto, e il modo in cui i suoi occhi si sono illuminati quando gli ho detto che lo amavo-

I miei occhi si spalancano, e mi siedo confuso. L’orologio indica che sono le sei e trenta del pomeriggio. Devo essermi addormentato.

Scacciando via i ricordi del sogno, mi dirigo al piano di sotto, seguendo il debole rumore di stoviglie e pentole e l’aroma di aglio e pollo. Mia madre è in casa, indossa un abito di cotone e perle, somigliando in tutto alla casalinga americana degli anni ’50. Eccetto per la parte Filippina, ovviamente.

“Ciao, mamma.”

Mi guarda e mi sorride, premendo un bacio asciutto sulla mia guancia. “Babbo sarà presto a casa dal lavoro. Puoi apparecchiare al posto mio?”

Non ho più chiamato mio padre babbo da quando avevo quattro anni, ma mamma continua a riferirsi a lui in questo modo.

“Certamente. Metto i tovaglioli di lino?”

“Certo.”

Quando mio papà varca la soglia di casa, borsa alla mano, la cena è pronta. Mamma serve per loro due del vino, e porge a mio padre il coltello trinciante. Lui taglia la carne, e noi battiamo educatamente le mani prima di servirci la cena.

Mentre sto imburrando l’interno del mio panino, mio padre comincia a raccontare a mia madre di un paziente particolarmente difficile a lavoro. L’attenzione è lontana da me, così permetto alla mia mente di vagare di nuovo. Mi chiedo come facessi a sapere questa mattina che Kurt guida una Navigator. Mi chiedo come conosco la sensazione dei sedili sulla mia pelle nuda quando noi-

“E come è stata la tua giornata oggi, tesoro?”

Batto le palpebre velocemente, cercando di scacciare l’immagine nella mia mente di me e Kurt che pomiciamo febbrilmente sul sediolino posteriore della sua auto. È una bella immagine –una meravigliosa immagine- ma dal modo in cui entrambi i miei genitori mi stanno scrutando dal tavolo della sala da pranzo, ho il pensiero paranoico che sanno cosa stavo immaginando. “La mia giornata? È andata bene.”

“Come sta procedendo il saggio sul Sacro Romano Impero?” Papà chiede.

“Bene. Ho finito la parte di ricerca e ho scritto la bozza.”

“Ho chiamato sul telefono di casa intorno alle undici,” mamma dice, prendendo un sorso di vino. “Non ha risposto nessuno.”

“Sono andato ad una caffetteria a studiare. Hai provato a chiamare sul mio cellulare?”

Lei sbuffa una risata. “No, subito dopo che ti ho chiamato il fioraio ha consegnato garofani per il pranzo. Garofani, puoi capire? Allora ho dovuto chiamare in giro e cercare chi potesse preparare trenta centrotavola con delle calle in mezzora.  Una “bella” giornata.”

Papà le sorride affettuosamente. “Solo tu riesci a rimanere così calma anche sotto pressione, Cece.”

“È vero,” mi intrometto. “Non penso di averti mai vista agitata per qualcosa.”

Mi aspetto il suo solito pavoneggiarsi quando accoglie un mio complimento, invece c’è una strana tensione che avvolge i miei genitori. Mamma mantiene il suo sguardo basso, infilzando le carotine con la sua forchetta, e papà si schiarisce la voce più volte. Per diversi minuti il solo suono è il tintinnio delle posate.

Sposto il mio cibo nel piatto. “Ho incontrato qualcuno oggi,” azzardo. “Alla caffetteria.” C’è un forte fracasso nel momento in cui mio padre fa cadere la sua forchetta nel piatto. Io e mamma lo guardiamo. E lui prende un profondo respiro, raccogliendo la forchetta con un’espressione interdetta.

“Oh?”

Non so davvero dire perché non racconto di Kurt a quel punto. C’è qualcosa nel tono di voce di mio padre –quasi un avvertimento- che mi fa esitare. “Si, una ragazza di nome Bethany. Abbiamo chiacchierato per un po’;  sembra simpatica.”

Le sopracciglia di mamma si inarcano. “È un potenziale interesse amoroso, tesoro?”

“Cosa? No… Sono gay, mamma, ricordi?”

“Stavo solo chiedendo,”sospira. “Dopo tutto ciò che è successo con Rachel…”

“Chi è Rachel?”

Mamma guarda papà, che guarda me. “Rachel, dalla Bibbia,” dice lui velocemente. “Non ricordi le informazioni su di lei alla scuola domenicale?”

No, in realtà. Ma, ammettendolo, significherebbe per loro un invito a farmi andare in chiesa di nuovo, così annuisco soltanto.

“Giusto. Certo, capisco la connessione.”

Non capisco la connessione.

“Bene, se mai ti sentissi interessato romanticamente verso Bethany, andrebbe bene lo stesso,” mamma dice dolcemente. “Sei troppo giovane per attaccarti una qualsiasi etichetta.”

“Come se poi tu avessi mai avuto un ragazzo,” papà mi ricorda.

“Giusto,” concordo. Anche se so che è in errore.

Dopo cena, dopo aver tolto i piatti dalla tavola e averli messi nella lavastoviglie, mi dirigo in camera mia. Faccio quattro passi nella stanza e mi fermo, girandomi attorno lentamente e cercando per la centesima volta di capire cosa manca.

Qualcuno è entrato nella mia stanza, mentre ero in ospedale. Qualcuno ha preso delle cose e ne ha cambiate altre. Ad un ignaro osservatore, potrebbe sembrare uguale ad una qualunque altra stanza di un ragazzo. Ho un armadio pieno di vestiti… una libreria piena dei miei libri e dei miei CD preferiti… ho persino un computer fisso con accesso ad internet.

Ma ci sono cassetti in cui chiaramente mancano vestiti. Spazi nella libreria dove penso che ci dovrebbero essere annuari. Il computer –così come il portatile-  era nuovo di zecca quando tornai a casa dall’ospedale, infatti non c’erano foto o file video. Il mio vecchio indirizzo email è stato chiuso.

Ci sono altri segni, anche.  Ho una grande bacheca sulla mia scrivania, e anche se ci sono pochi oggetti attaccati –come il girone dello scorso anno dei Buckeyes e la lista delle partite, un poster autografato dalla prima volta che vidi Avenue Q, un paio di biglietti di un concerto che vidi quando ero all’ottavo grado- è per lo più vuota. Ciò si potrebbe attribuire alla mia monotonia, penso, se non fosse che ci sono centinaia di piccoli buchi di puntine su tutta la bacheca.

C’era vita prima sopra, e qualcuno l’ha messa via.

“Blaine?” alzo lo sguardo e vedo mio padre sulla soglia. “Va tutto bene?”

Devo sembrargli ridicolo, fermo immobile nel centro della mia stanza. “Certo, perché?”

“Hai avuto qualche visione a cena,” dichiara, e io posso sentire le mie guance colorarsi.

“Oh. Scusa.”

“Non scusarti, ragazzo. Mi chiedo solo se tu voglia dell’altro litio-“

“Papà. Ci siamo tornati sopra una dozzina di volte,” gli ricordo fermamente. “Niente più litio. Non mi piace come mi fa sentire. D’altro canto, sono sicuro che potresti finire nei guai nel portarmi a casa tutti questi campioni dal tuo ufficio.”

Scuote la testa incurante. “Resteresti impressionato se sapessi quanti campioni ci mandano le case farmaceutiche. Per questo motivo, potrei risparmiare ai miei pazienti il problema delle prescrizioni, e dare a loro i campioni per tutto il tempo in cui necessitano il farmaco.”

“Perché non lo fai, allora?”

I suoi occhi si socchiudono un po’, e ignora la domanda. “Cosa stai leggendo?” chiede, indicando il comodino, dove l’edizione economica di un libro giace aperta sulla superficie.

Dedalus. Lo hai letto?”

“Non quando avevo la tua età.” Mi guarda curioso, aprendo la sua bocca e poi chiudendola immediatamente. “Bene, buona notte.”

“Anche a te.”

“Ti voglio bene.”

“Ti voglio bene anche io.”

Tentenna un po’ prima di chiudere la porta della mia camera.

Questa è una novità. Tutto questo lo è; i pasti assieme come una famiglia, piccole chiacchierate dopo cena, manifestazioni serali d’affetto. Prima dell’attacco, vedevo mio padre un paio di volte alla settimana. Mamma era sempre fuori a qualche incontro per organizzare un evento di beneficienza fino a tarda sera, e così trascorrevo la maggior parte del mio tempo da solo. Andare alla Dalton è stato un miglioramento -c’era costante rumore ed attività. All’inizio è stato opprimente. Dopo qualche settimana, però, non ne avevo mai abbastanza.

C’è un’altra cosa. Sono stato alla Dalton dalla primavera del primo anno di scuole superiori fino all’inizio dell’ultimo. Non avrei dovuto avere degli amici quando l’ho lasciata? Perché non sono mai venuti a farmi visita quando ero in ospedale, o nemmeno quando sono tornata a casa? Sono stato lì per più di due anni. Ssono stato amico di Wes e David del secondo anno. Avrei mai davvero potuto tagliare i ponti quando ho lasciato la scuola?

Non dovrei avere un annuario del terzo anno? Gli annuari del primo e del secondo anno dell’Accademia Dalton sono sulla mensola, ma non c’è uno spazio accanto a loro. Perché non avrei dovuto avere quello dell’anno successivo? E se lo avevo… dove è finito?

Lancio un’occhiata alla porta chiusa. I miei genitori sono sempre stati d’accordo nel lasciarmi avere il mio spazio. Quando la mia porta è chiusa, non mi disturbano a meno che non si tratti di un’emergenza.

Così mi dirigo verso il mio letto, allungandomi dietro la testata e tirando fuori una piccola scala pieghevole. C’è una mensola alta sul mio armadio, troppo alta per essere davvero utilizzabile. Ho messo vecchi giochi da tavolo e la mia tastiera rotta lassù per riempire lo spazio, perché si possono facilmente tirare giù. Faccio questo ora, riponendoli sul lato dell’armadio, e sistemo la scaletta, arrampicandomi attentamente fino a che posso distendermi sulla mensola.

Cominciai a farlo da bambino, quando sentii mio padre dire a mia madre che sarei stato più al sicuro nell’armadio, fraintendendolo. Ma anche una volta che realizzai cosa significasse, continuai a salire qui su. C’è un qualcosa in un posto alto e stretto che mi fa sentire al sicuro. Avevo l’abitudine di portare lì una coperta e leggere libri con una torcia.

Ora, fisso le mie rose.

Ce ne sono quattro in totale. Appese al sottile bordo sopra le ante dell’armadio. Tre sono rosse, una è bianca. Hanno un piccolo nastro, e chiaramente provengono sa una sorta di corsage o boutonnière. Sono in vista solo quando sono sulla mia mensola. Chiunque abbia ripulito la mia stanza non le ha trovate.

Poggio la mia guancia contro lo spesso legno della mensa e guardo le rose.

Qualcuno mi amava una volta.

È l’unica spiegazione plausibile. Se fossero stati fiori di congratulazioni dopo una performance dei Warblers, o il corsage indossato nell’accompagnare delle amiche ai loro balli, non le avrei mai appese qui, lontane dalla vista. Questo è il mio posto segreto, il mio posto sicuro, e loro sono qui, ciò significa che le stavo nascondendo dai miei genitori. Per quanto io posso immaginare, ciò implica una sola cosa: avevo un ragazzo. Chiaramente non c’è più; l’aggressione avvenne quasi un anno fa, e sicuramente mi sarebbe venuto a trovare in ospedale se fossimo stati ancora assieme.

Resta il fatto che qualcuno mi amava una volta. Qualcuno mi amava  abbastanza da comprarmi dei fiori, e io l’amavo abbastanza da appenderli e farli seccare e metterli nel mio posto segreto.

Respiro lentamente, ascoltando il silenzio. Per mesi, sono venuto qui e ho fissato le rose, come se avessero potuto narrarmi tutto ciò che ho dimenticato. Ho provato ad immaginare la persona che me le aveva date, ma era sempre senza volto, senza forma. Lascio andare la mia mente, sapendo che una nuova visione sta per arrivare, ma accettandola lo stesso. Fa caldo nella mia camera, così caldo nel mio armadio , ed io e Kurt stiamo ballando lentamente attraverso la mia mensola quando mi addormento sorridendo.

Note traduttrice
Ciao a tutti! ;) Spero che vi sia piaciuto anche questo secondo capitolo. Abbiamo fatto la conoscenza dei coniugi Anderson, cosa ne pensate? Abbiamo anche scoperto il rifugio segreto del nostro Blaine! L'ultima scena è così tenera che mi fa venire i brividi ogni volta che la leggo! Adesso le cose possono essere un po' confuse, soprattutto per le improvvise visioni di Blaine (fantastica quella sui sedili posteriori della Navigator, peccato che vedere queste cose a tavola con i propri genitori non sia proprio il contesto ideale!), ma vi assicuro che pian piano le cose si faranno più chiare!

Voglio ringraziarvi tutti, mi fa davvero piacere che la storia abbia avuto un riscontro positivo! Spero davvero di riuscire rendere in italiano ciò che l'autrice vuole esprimere, anche se in alcuni punti la traduzione in italiano perde di incisione e devo metterci mano per sistemarla.

Per quanto riguarda gli aggiornamenti, spero di riuscire a postare un capitolo ogni due giorni...

Un saluto a tutti!
Angel



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 3

Sono sveglio all’alba, stordito dall’aspettativa, sorrido guardando la parte superiore dell’armadio. Non so nemmeno se questo è un appuntamento, ma scelgo i vestiti dall’armadio con cura in ogni caso. Sono indeciso se puntare ad uno stile curato o ad uno informale. Kurt ieri indossava dei jeans skinny, allora ne scelgo un paio simile dall’armadio. Poi opto per una camicia grigio antracite, bretelle con motivo Burberry, e calzini rosso acceso come tocco finale. Faccio la doccia e sistemo i capelli, mi rado e mi vesto.

Quanto tempo prima è troppo presto per arrivare?

Il mio Gps considera che arriverò a Lima poco prima delle nove se parto adesso, e, anche se è più di un’ora prima, credo che non fa male prevedere ritardi a causa del traffico. Prendo la borsa del mio portatile e alcuni quaderni, cosicché mia madre pensi che stia andando fuori per studiare. Mi fa sentire a disagio mentire ai miei genitori –non sono abituato- ma so di non aver frainteso il tono di voce di mio padre ieri sera. Se devo mantenere un segreto, Kurt ne vale la pena.

Sta nevicando leggermente quando raggiungo Lima alle 8.45 circa. Tutto sembra così pulito e fresco con una spruzzata di neve sopra, e mi ritrovo a canticchiare canzoni natalizie sotto voce mentre parcheggio nel piccolo spiazzo fuori al Lima Bean. Entro dentro, scuotendo via dalla mia sciarpa la neve, e-

Ed è già qui.

Kurt siede allo stesso tavolo di ieri, incantevole come sempre. Sta sorseggiando dal suo bicchiere di caffè, sfogliando l’ultimo numero di Vogue, dandomi la possibilità di studiarlo attentamente. Indossa una splendida giacca di Mc Queen, una sciarpa di seta e un paio di stretti pantaloni gessati. Sto quasi pensando di tornare a Westerville per cambiarmi con qualcosa di più elegante e tornare indietro, ma poi alza lo sguardo e mi vede. Mi guarda dalla testa ai piedi e sorride in modo così elogiativo che potrei vestire allo stesso modo per il resto dell’eternità.

Mi dirigo verso il tavolo, togliendo la sciarpa e poggiando la mia giacca sullo schienale di una sedia. “Buon giorno.”

“Buon giorno,” dice un po’ senza fiato. “Ti sei ricordato.”

“Come se potessi mai dimenticarmi di te,” rispondo, flirtando senza vergogna.

All’improvviso sembra deluso, oh merda, non è affatto un appuntamento. Ho completamente frainteso la situazione. Potrebbe persino non essere gay. È solo un ragazzo etero con una voce alta e grande stile, io l’ho totalmente inquadrato male e ora lo sto molestando sessualmente nel mezzo di una caffetteria-

“Rilassati, Blaine,” dice Kurt, schiarendosi la voce. “È un appuntamento, è presupposto che si debba essere impacciati.”
 
È un appuntamento. Le parole stanno riecheggiando nella mia mente –è un appuntamento è un appuntamento è un appuntamento- e io perdo completamente cosa dice dopo. Provando senza successo a controllare la mia gioia, scivolo sulla sedia di fronte a lui e gli offro un sorriso tutto denti. “Scusami, cosa hai detto?”

Sembra divertito. “Ti stavo chiedendo se volessi caffè o qualcos’altro.”

“Oh! Si. Caffè.” E mi alzo, arrivando a metà strada dal bancone prima voltarmi indietro verso di lui e aggiungendo, “Vuoi qualcosa?”

Indica la tazza di caffè. “Sono a posto, grazie.”

“Ok.” C’è un altro barista oggi, cosa di cui sono rilevato –quella Bethany era un po’ inquietante. Ordino un caffè medio ed un piatto di biscotti, e quando torno al tavolo, Kurt tiene tra le mani uno shaker di cannella. “Che cos’è?”

“Cannella.”

“Questo lo avevo capito da solo.” Roteo i miei occhi, apprezzando segretamente che mostri la sua fossetta. Adorabile. “A cosa serve?”

“Provala nel tuo caffè.”

“No grazie, sono un purista.”

“Fidati di me,” dice, e per qualche ragione, il momento sembra pesante. Come se mi stesse chiedendo più di quanto io sappia.

Alla fine prendo lo shaker, tolgo il coperchio dal mio bicchiere e metto una spruzzata di cannella nel caffè. “È abbastanza?”

“Un altro po’.”

Do un altro paio di scosse prima che lui annuisca. Quando ne prendo un assaggio, è-

“Oh mio dio,” gemo. “Oh mio dio.”

“Buono?”

“È fantastico.”

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto.”

Ci sorridiamo stupidamente. “Allora,” dico, mentre prende un sorso del suo caffè. “Mi chiedevo se tu mi potessi aiutare con una cosa.”

“Oh?”

“Ho un anno di ricordi persi, e volevo chiederti…” indico la sua copia di Vogue. “Quali tendenze della moda ho perso?”

I suoi occhi si illuminano. “Bene!” esclama, e poi si lancia un una lunga tirata su come I maglioni lunghi non dovrebbe essere alla moda, mai e Il mondo non stava chiedendo un ritorno degli elastici e Quando saranno di nuovo alla moda i kilt, perché penso che abbiamo aspettato tutti abbastanza. Io mi limito ad annuire con accondiscendenza e sorrido quando sembra aspettarselo, cogliendo l’opportunità di ammirarlo un altro po’.
Non è il mio tipo.

Penso che questa sia la cosa peggiore. Kurt non è il mio tipo. Tendenzialmente mi piacciono i ragazzi più grandi. Di aspetto più mascolino. Non sono mai stato interessato in ragazzi come Kurt prima, ma è la persona più bella ed affascinante che abbia mai visto. La prima volta che posai gli occhi su di lui, sapevo già che era intelligente , e divertente, e caloroso. È tutte queste cose, e davvero non sono mai capitolato così presto.

La moda era apparentemente la strada giusta per rompere il ghiaccio. Parla e parla, fino a che tutto il nervosismo scivola via e sembriamo due vecchi amici che prendono un caffè.

“Ne ho abbastanza della mia voce,” dice alla fine, sembrando imbarazzato. “Parlami di te, Blaine.”

“Ho paura che non sia una storia molto interessante.”

“Va bene, ho degli standard bassi.”

Ridiamo entrambi. “Okay, bene, sono originario della California. La mia famiglia si è trasferita in Ohio quando avevo cinque anni, cosicché mio padre ha potuto aprire uno studio privato a Westerville." Mi fermo per prendere un sorso di caffè, poi continuo. “Sono figlio unico. Ho sempre amato cantare e ballare. Non sono mai stato molto bravo negli sport. Che altro… Uh… Ho fatto coming out con i miei genitori a dodici anni. Sono andato alla scuola pubblica fino al primo anno di superiori, poi il bullismo è diventato insostenibile. La mia famiglia è originaria dell’area di Westerville e avevano conoscenze alla Dalton, per questo la scuola mi ha concesso il trasferimento a metà anno. Mi sono trasferito in un’altra scuola pubblica per l’ultimo anno di scuola superiore, ho subito un aggressione, un trauma cerebrale, perdita di memoria, blah blah blah.”

“Sono abbastanza sicuro che questa sia la sola volta nella storia in cui la frase trauma cerebrale, perdita di memoria, blah blah blah sia stata pronunciata.”

Scrollo le spalle. “A questo punto ci sono abituato. È una storia vecchia.”

Kurt sta mangiando un biscotto, senza guardarmi. “Allora… perché ti sei trasferito ad un’altra scuola pubblica?”

“Non ho menzionato la perdita di memoria?” dico sfacciatamente.

“So che non ricordi. Ma devi aver chiesto spiegazioni ai tuoi genitori ad un certo punto.”

“L’ho fatto, si. È stata la prima cosa che ho chiesto quando mi hanno raccontato dell’aggressione.”

“E?”

“Mio padre disse che mi era venuta l’idea.” Questo non è del tutto vero. Ciò che mio padre in realtà ha detto, suona terribilmente peggio, Tu eri innamorato. E poi ha guardato mia madre, i suoi occhi spalancati, e ha aggiunto, dell’idea di tornare in una scuola pubblica.

È un ricordo strano. Ma alla fine, così tanti miei ricordi sono strani.

Kurt annuisce in modo assente. “Capisco.”

“E adesso studio a casa, come sai. Passo la maggior parte del mio tempo studiando o uscendo con i miei genitori.”

“E i tuoi amici?”

“Quali amici?” sorrido mestamente. “Ti conosco da un giorno, e sei ciò che più si avvicina ad un amico.”

La sua bocca si spalanca. “Non sei serio.”

“Come un attacco al cuore. Credo di essere stato un ragazzo abbastanza impopolare.”

“Ma i tuoi amici della Dalton?”

“Non ho mai avuto notizie da nessuno di loro.”

“E Wes… le persone di Westerville?” I suoi occhi schizzano via.

“No, non c’è nessuno. C’è di peggio?”

“Non ti sto giudicando –sei straordinario, Blaine. Meriti degli amici. Meriti di vedere qualcun altro oltre tua madre e tuo padre.”

“Sto vedendo te, giusto?” Mi sorride, piano e caldamente, e posso sentire il mio stomaco contrarsi dolcemente. “Parlami di te,” dico, poggiando il mento sulla mia mano e sorridendogli. “Voglio sapere cosa rende Kurt…”

“Hummel.”

“Cosa rende Kurt Hummel affascinante.”

“Bene…” prende un sorso di caffè, sembrando pensieroso. “Sono nato e cresciuto a Lima. Sono sempre stato teatrale e devoto alla moda.” Do un’alzata di spalle. Nessuna sorpresa fin qui. “Mia madre è morta quando ero piccolo, così io e mio padre siamo rimasti soli per molto tempo.”

“Com’è stato?”

“Difficile. Solitario. Fortunatamente ho un padre fantastico. Mi accetta per ciò che sono, e so di poter sempre contare su di lui.” Le dita di Kurt cominciano a sfiorare la cicatrice sul suo collo di nuovo. “Quando ero alla superiori, si è risposato. Così la nostra piccola famiglia è raddoppiata; ho guadagnato una matrigna e un fratellastro. Carole è un’infermiera, e Finn lavora nell’officina con me e papà.”

“Ti piacciono?”

“Li amo.” Sta accarezzando la cicatrice con più forza adesso, le sue unghie catturano la catenina sottile della sua collana. “Finn è un ragazzo fantastico. Era il famoso quarterback della mia scuola e mi ha sempre coperto le spalle quando ha potuto.” La sua mano si ferma quando realizza cosa sta facendo, e la allontana, arrossendo.

“Quando è avvenuta l’aggressione?” chiedo gentilmente, ma lui si irrigidisce.

“Non voglio parlarne.”

“Okay.” Sediamo in silenzio per un tempo che sembra infinito, fino a che non chiedo, “Che collana indossi?”

Sembra sorpreso. “Cosa?”

“Indossavi la stessa collana anche l’ultima volta che ti ho visto. Perché la indossi sotto i tuoi vestiti?”

“Io…” Kurt prende un respiro profondo, e tira la catenina fuori dalla sua giacca. Vedo un anello d’argento che pende da questa. L’anello è delicato ed intricato e assolutamente splendido- sembrano dei tralci di edera intrecciati, tutto in argento.

“Wow. È stupefacente.”

“Grazie. Li ho disegnati io, in realtà.”

“Li?”

“Io e il mio ragazzo li abbiamo ordinati assieme, come anelli di fidanzamento. Siamo andati da un gioielliere di Columbus.”

E con questo il mio mondo si ferma. Il mio respiro, il mio cuore, tutto si ferma. “Oh,” sibilo. “Tu e il tuo ragazzo.”

“Si.”

“Dovrei… dovrei andare.”

Alza lo sguardo dall’anello. “Cosa?”

“Penso che abbiamo idee differenti su questa giornata.” La mia testa sta girando. Ho bisogno di tornare a casa. E nascondermi nel mio armadio. Per il resto della mia vita. “Credevo… ma tu hai un ragazzo, e-“

“Blaine.” Stende le braccia per afferrare la mia mano, impedendomi di alzarmi in piedi. “Non ho un ragazzo.”

“Ma tu hai detto-“

“Ne avevo uno.”

“Avevi.”

“Ma non più.”

Mi siedo di nuovo pesantemente, tirando un secco sospiro di sollievo. “Non-“

“No.”

“Allora perché continui ad indossare l’anello?”

Kurt continua a tenermi la mano, stringendola saldamente. “Quella notte… Non sono stato l’unico ad essere stato attaccato. Il mio ragazzo era con me, e si sono accaniti molto di più su di lui. Le mie ferite erano gravi, ma le sue erano molto peggiori, e…” Deglutisce duramente. “E l’ho perso.”

“Oh mio dio,” rantolo. “Sono così dispiaciuto.” Stringo forte la sua mano. Ciò spiega le sue lacrime di ieri, e la brusca uscita dalla caffetteria. Scommetto di essere il primo ragazzo con cui esce da quando il suo ragazzo è morto. “Deve essere stato molto doloroso.”

Annuisce, sbattendo velocemente le palpebre. “Lo è stato.”

Prendo un respiro profondo. “Kurt… sembra che la ferita sia ancora aperta. Sei sicuro di voler andare avanti così velocemente? Forse adesso ciò di cui hai bisogno è un amico.”

Trema un po’, ma la sua voce è ferma. “Blaine, credimi quando ti dico che tu sei l’unica persona con cui posso andare avanti.”

Il mio cuore perde un battito. Capisce. Sente anche lui questa connessione tra noi. Mi sento un po’ a disagio per quanto velocemente lui voglia cominciare qualcosa di nuovo, ma devo provarci. “Cosa ne dici di prendere le cose lentamente, e, nel caso, dirci reciprocamente se qualcosa va più velocemente di quanto vogliamo.”

“Questo sembra perfetto.” Stringe la mia mano di nuovo, prima di lasciarla. “Devo andare a lavoro. Forse potremmo vederci la prossima settimana?”

“O domani?” chiedo speranzoso.

Sorride, sembrando sollevato. “Si. Domani. Stessa ora, stesso posto?”

“Ci sarò.” Lo vedo andare via, e mi chiedo quanto tempo prima devo arrivare per essere qui prima di lui.





Note della traduttrice

Ciao a tutti! Questo capitolo mi ha emozionata tantissimo! Blaine è così tenero e dolce, e Kurt, con la sua storia, mi ha fatto piangere. Ho ancora il magone! E pensare che è l'ennesima volta che leggo questo capitolo. Abbiamo scoperto un altro tassello della storia, per ora è tutto ancora slegato, ma tra qualche capitolo arriverà il collante per mettere tutti i pezzi assieme! Spero davvero che questa parte della storia vi abbia emozionato, almeno non mi sentirò più stupida poichè reagisco in questo modo nel leggere una fan fiction!
Un saluto a tutti e un grazie enorme!

Angel

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 4


Il mattino seguente arrivo alla caffetteria quasi un’ora più tardi.

La colpa non è mia. Ho lasciato casa mia in abbondante anticipo. Ma c’è un incidente sulla 117esima, e il traffico è rimasto bloccato per più di due ore. La temperatura all’esterno è quasi quella di congelamento, per questo lascio il motore della mia macchina acceso per conservare il calore. Lo stesso fanno gli automobilisti attorno a me. Non c’è nulla di buono alla radio, e non c’è nient’altro da fare se non osservare le persone. Osservo tutti i miei vicini di autostrada, e penso a quanto tutti siamo isolati tra noi, ognuno chiuso nel proprio piccolo mondo solitario.

C’è un uomo in una Buick alla mia sinistra, che sta leggendo un giornale. Le nostre facce non sono nemmeno ad un metro e mezzo di distanza , e deve essere consapevole che lo sto guardando, ma non alza lo sguardo. Faccio un gioco, immaginando chi sia, dove stia andando. Decido che è un uomo d’affari, e sebbene sia in ritardo per una riunione, non è una a cui abbia tanta voglia di partecipare. Allora sfoglia il Dispatch per passare il tempo. Si sente obbligato a leggere le notizie economiche, anche se è segretamente ansioso di arrivare all’ultimo fumetto di “FoxTrot”.

Una volta esaurito l’interesse per lui, mi giro alla mia destra, dove c’è una ragazza con capelli punk tinti di rosa e piercing sul viso, sta fumando una sigaretta  e lascia nuvole di fumo dal finestrino della sua Corolla. Comincio anche con lei, immaginando che una volta era una cheerleader angelica che frequentava la chiesa, ma una scandalosa gravidanza adolescenziale e la conseguente adozione l’ha fatta sentire-

Una serie di forti e squillanti colpi di clacson mi fanno trasalire, e mi accorgo che il traffico davanti a me è sparito. Le persone nella fila di auto dietro di me sembrano furiose. Metto la prima e parto, borbottando un’imprecazione sotto voce.

Forse papà ha ragione. Forse ho bisogno di riprendere la cura.

Quando finalmente arrivo al Lima Bean, il parcheggio è pieno, allora devo parcheggiare sul lato della strada. Dopo aver messo alcuni quarti di dollaro nel parchimetro, mi affretto nella caffetteria, allungando il mio collo per cercare Kurt. È seduto al nostro solito tavolo. All’inizio il suo viso sembra strano, ma quando si accorge che sono arrivato, mi rivolge un ampio sorriso. La fila per il caffè è lunga, e io non so dove guardare mentre aspetto. Kurt mi sta guardando sfacciatamente, ma mi sento troppo imbarazzato per guardarlo a mia volta. Alla fine prendo il mio cellulare e gioco a Solitario.

“Caffè medio?” chiede il barista, un ragazzo che non ho mai visto prima.  Resto a bocca aperta, e lui sembra impaziente. “Si o no, amico?”

“Uh… si, grazie. Ed un piatto di biscotti.” Faccio meccanicamente le solite azioni –pagare, ritirare il mio caffè, prepararlo con crema, dolcificante e qualche spolverata di cannella- mentre gli occhi di Kurt seguono ogni mia mossa. Una volta che ho fatto, prendo il mio caffè e i biscotti e marcio verso il tavolo, scivolando sulla sedia di fronte a lui con un tonfo. “Scusa sono in ritardo,” sospiro. “Incidente automobilistico.”

I suoi occhi si spalancano. “Hai fatto un incidente automobilistico?”

“No, non io. Sono finito nel traffico dietro l’incidente.”

“Oh.” Sta giocando con il suo bicchiere di caffè, facendolo girare in lenti cerchi.

I miei occhi si spalancano non appena giunge la realizzazione. “Tu eri preoccupato per me.”

Mi deride. “No, non lo ero.”

“Lo eri. Eri completamente preoccupato per me,” canzono.

“Io…  Okay, forse solo un po’.”

Giuro di poter davvero sentire il mio cuore sciogliersi in una pozza di gelatina. “Mi dispiace davvero. Ti avrei chiamato, lo sai, ma non avevo il tuo numero.”

Stende la sua mano,  con il palmo in alto. Batto le palpebre, sorpreso –la caffetteria è animata questa mattina, e normalmente non prova a prendere la mia mano a meno che il posto non sia vuoto. Chi sono io per lamentarmi. Faccio scivolare la mia mano nella sua e la stringo-

Kurt ride. “Voglio il tuo cellulare, Romeo.”

“Oh. Giusto.” Mentre le mie guance arrossiscono, gli passo il mio cellulare.

Si piega sul telefono, facendo volare i suoi pollici sulla tastiera, e quando me lo porge, vedo che ha memorizzato un nuovo numero nella mia rubrica. “Ora puoi chiamarmi o mandarmi un sms se dovessi incorrere in un problema di nuovo.”

Vuole che io abbia il suo numero. Così posso contattarlo in futuro. “Amico di caffè?” leggo ad alta voce, un po’ stupidamente.

“Bene, ho pensato di aver bisogno di uno pseudonimo. Non vogliamo che tua madre o tuo padre trovino il mio nome.”

“Perché no?”

Si sposta sulla sua sedia. “Potrebbero andare fuori di testa se sospettassero che stai uscendo con me.”

Mi corruccio. “Hey , non è giusto. Non li conosci nemmeno.” Mi piace questo ragazzo, davvero, ma non resterò a sedere qui ad ascoltarlo sminuire i miei genitori. “Non hanno problemi con il fatto che sono gay.” Alza un sopracciglio silenziosamente. “Non ne hanno,” insisto.

“Allora hai avuto un sacco di appuntamenti?” chiede. “Voglio dire, sei attraente, intelligente, bello. Buon senso dell’umorismo. Devi aver avuto un sacco di ragazzi, giusto?” Il mio sguardo si abbassa verso il tavolo, e annuisce. “Si sono sicuro che non abbia nulla a che fare con i tuoi genitori.”

“Ho avuto un ragazzo una volta,” dico all’improvviso. Non risponde. Quando lo guardo, sembra afflitto, e una piccola parte di me si sente soddisfatta di averlo fatto ingelosire. “Prima dell’aggressione. Ad un certo punto ho avuto un ragazzo.”

“Loro, uh… Te lo hanno detto loro?” chiede tremante.

“No.”

“Allora come-“

“Non importa. Sto solo dicendo che ne ho avuto uno una volta.”

Annuisce, lentamente. “Hai mai provato a cercarlo?”

“No. Credo che ci siamo lasciati prima dell’aggressione.”

“Perché dici questo?”

Gli rivolgo un’occhiata incredula. “Sono stato picchiato quasi a morte, Kurt. Sono stato in coma per mesi, e sono stato ricoverato per ancora più tempo. Quale ragazzo mi avrebbe abbandonato in un momento come quello?” Si sta mordendo il labbro inferiore adesso, i suoi occhi si stanno riempiendo di lacrime, e scuoto la mia testa accanitamente. “Non farlo. Non aver pietà di me.”

“Io sono-“ Si schiarisce la voce, prende un respiro profondo. “Vedi, Blaine…”

“Hey, sto bene,” gli dico velocemente. “Alla fine è finito tutto bene per me. Se non mi avesse lasciato, non sarei qui con te ora, vero?” Gli sorrido timidamente. “Onestamente, sto cominciando a pensare che il fato mi abbia condotto a te.”

Raggiunge lui la mia mano questa volta, e gliela lascio stringere. Sediamo in silenzio, sorseggiando caffè e ignorando il ticchettio dell’orologio sul muro.




Venerdì mattina, arrivo così presto che sono arrivato prima di lui. Ne è valsa la pena per vedere il suo viso illuminarsi quando entra.

Sediamo qui per ore, parlando di qualsiasi cosa. Non ho mai conosciuto nessuno appassionato di musical come me, ma l’entusiasmo di Kurt potrebbe persino superare il mio. Parliamo dei nostri spettacoli preferiti di Broadway, discutendo di quali abbiano le canzoni migliori e le scene più belle. Tira in causa la vecchia questione delle riviste di moda, ed entrambi ridiamo della sua riluttante accettazione del fenomeno hipster.

Ci sono cose di cui non parliamo, però. Io non parlo della sua aggressione, e lui non parla della mia. Nessuno di noi menziona il suo vecchio ragazzo, anche se qualche volta sembra che il suo fantasma aleggi sul nostro tavolo. Parliamo del nostro reciproco amore per Rent, e quando gli dico che “I’ll Cover You” è la mia canzone preferita di quel libretto, Kurt diventa pallido e non dice nulla. Gli vorrei dire che ho sempre sognato di cantarla con l’uomo che amo, ma chiaramente ha la sua storia legata a quella canzone, così lascio perdere.

Indugiamo al Lima Bean fino a ben dopo mezzogiorno. Continuo ad aspettarmi che si scusi e vada via per lavorare. Ma ogni volta che apre la sua bocca dopo un silenzio, è per chiedere cosa penso del nuovo look di Adam Lambert, o del nuovo album di Beyonce, o del sottinteso omoerotico in Sherlock Holmes. È solo quando mi offro di comprare dei sandwich al bancone che Kurt guarda l’orologio.

“Devo andare al negozio,” dice a malincuore.

“Marina,” suggerisco, facendo sfoggio del mio sorriso più vittorioso. “Resta con me piuttosto.”

Sospira, il suo sguardo si riscalda. “Vorrei… Mi mancherai questo finesettimana.”

Sono allo stesso tempo felice perché gli mancherò e abbattuto perché dovrò trascorrere due giorni senza la sua compagnia. Conosco questo ragazzo da quattro giorni, e già divido i miei giorni in Tempo Speso Con Kurt e Tempo Speso Senza Kurt. È stupido, e al limite dell’ossessione, e posso sentire un rossore diffondersi sulle mie guance.

Ha una vita al di fuori di questa piccola caffetteria. Ha una famiglia amorevole e molti amici straordinari. È ovvio che voglia trascorrere i finesettimana con loro.

“Mi mancherai anche tu,” mormoro.

“Sarai troppo impegnato per sentire la mia mancanza,” afferma drammaticamente.

“Impossibile.”

Flirtare sta diventando più semplice. Kurt è diventato un po’ più rilassato ogni giorno. Ci provochiamo dolcemente, ci complimentiamo spesso. Qualche volta quando le nostre mani si toccano leggermente, devo combattere il bisogno di rabbrividire.

È così l’amore? Puoi davvero amare qualcuno dopo solo quattro giorni? Una settimana fa avrei detto che fosse assurdo. Ma una settimana fa, non avevo speso ore ed ore a parlare con Kurt, sorridendo e ascoltando la sua dolce voce, il mio cuore che sobbalza allo sfiorare delle punte delle nostre dita-

All’improvviso ho una visione stranissima, immagino Kurt con la divisa della Dalton poggiato contro una libreria, ma batto gli occhi e la visione è sparita. Mi sta guardando in modo quasi amorevole, e devo abbassare lo sguardo verso il tavolo. È travolgente, essere qui con lui.

“Ti vedrò lunedì?” chiede speranzoso, mentre si alza e infila il cappotto.

“Lunedì,” annuisco.

Mi stringe la mano, prima di dirigersi fuori nel freddo.

Penso a lui tutta la sera. Io e i miei genitori abbiamo la nostra solita cena di famiglia, piena di conversazione educata e delle solite domande sui miei studi. Papà mi chiede del progetto di architettura che mi ha assegnato una settimana fa, e devo ammettere di non averlo nemmeno cominciato.

Non è da me.

E loro notano che non è da me.

Eludendo le loro domande, dichiaro di essere stanco e scompaio nella mia camera. Ma fissare il mazzo di rose secche non è abbastanza per me stasera. Tocco il mio cellulare, combattendo il bisogno di mandare un sms a Kurt. Non voglio spaventarlo sembrando troppo interessato, è troppo presto.

Non dormo. Fisso il soffitto, la mia mente viaggia in scenari sempre più strani che comprendono me e Kurt: innaffiare un gruppo di ragazze con schiuma, cantare e ballare attorno ad un pianoforte viola in fiamme, cavalcare unicorni rosa lungo arcobaleni disegnati. Contare le pecore non mi rende insonnolito. All’alba, quando il sonno continua ad evitarmi, decido di scendere furtivamente le scale. I miei genitori non si svegliano mai così presto il sabato. Scarabocchio un messaggio e lo lascio sul tavolo della cucina: Vado a fare gli schizzi di alcuni ponti per il mio progetto di architettura. Torno in tempo per la cena, vi voglio bene.

Sta nevicando molto fuori.  Ci sono già diversi centimetri di neve sul terreno, e sono grato per le mie quattro ruote motrici non appena esco dal vialetto e mi dirigo a Lima.
Cosa posso fare una volta arrivato lì? Non so dove vive Kurt. Sono passato davanti al’ Hummel Tires and Lube lungo il viaggio verso la città, ma sembra improbabile che sia lì a lavoro il sabato. Avrei dovuto mandargli un messaggio prima di partire. Ma non voglio sembrare bisognoso. O ossessivo.

Dio, e se sono davvero bisognoso e ossessivo? Chi si aggira nella città di un ragazzo dopo averlo conosciuto da quattro giorni? Chi pensa a lui costantemente, producendo bizzarre fantasie che coinvolgono ragazze di una scuola privata insaponate e creature mitiche? Più volte rallento, con l’intenzione di fare un’inversione ad U e tornare a Westerville. Ma ogni volta, qualcosa mi fa cambiare idea e metto il piede di nuovo sull’acceleratore.

La città è silenziosa. Tra i 30 centimetri di neve a terra e l’ora mattutina, sembra che sia l’unico ad essersi avventurato fuori oggi. Quando alla fine raggiungo il Lima Bean, vedo che c’è un’altra macchina nel parcheggio.

È una Navigator.

Il mio cuore batte nel mio petto, parcheggio velocemente e corro attraverso il parcheggio, i miei stivali fanno scricchiolare forte la neve mentre cammino. Posso vederlo attraverso la vetrina. La sua testa è sulle sue mani, ma appena apro la porta, alza lo sguardo e mi vede. Ed allora è in piedi, che si precipita verso di me, i suoi occhi accesi, e dio, posso sentirmi sgretolare quando mi raggiunge.

“Non capisco cosa sta succedendo,” riesco a dire, ma lui mi afferra e mi spinge contro di lui. Mi culla avanti ed indietro mentre mi tengo stretto a lui, con un singhiozzo intrappolato in gola.



Note della traduttrice

Ciao a tutti! A me questo capitolo è piaciuto tantissimo! Kurt e Blaine sono adorabili. Amo sempre più Kurt che ha la forza di affrontare la situazione e, che dire di Blaine, è un vero e proprio cucciolo, se non fosse per le involontarie stilettate che continua ad infliggere al nostro angelo dagli occhi azzurri. Blaine è innamorato cotto e se ne meraviglia, si crea un sacco di problemi, quando Kurt è pronto ad accoglierlo in qualsiasi momento. La scena dell'abbraccio finale mi ha tolto il fiato! L'ho immaginata così perfettamente, che ho cominciato a temere di avere le visioni come Blaine! Al prossimo capitolo, che spero di pubblicare il prima possibile!
Un bacio a tutte! Siete fantastiche con il vostro sostegno e io non posso che ringraziarvi infinitamente!

Angel

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 5


Kurt profuma di casa.

Questa è una cosa strana da pensare, davvero, perché non profuma affatto come la casa dei miei genitori. Profuma di acqua di colonia e bucato pulito e lana umida e pelle, e abbracciarlo è una delle esperienze piè straordinarie di tutta la mia vita. Mi rilasso tra le sue braccia con un sospiro. Mi fa sentire così al sicuro. Mi permetto di immaginare, per un momento, cosa sarebbe stato avere Kurt nella mia vita quando ero alle superiori. Immagino baci rubati nei luoghi appartati della Dalton… tenersi le mani nell’ultima fila del cinema di Lima… pomiciare sul sedile posteriore della mia-

“Mi è mancato questo,” sospira debolmente.

Mi allontano velocemente, stringendomi forte con le mie braccia per rimpiazzare il calore perso. “Cosa?”

I suoi occhi si spalancano quando realizza cosa ha detto –sostanzialmente mi ha confuso con il suo ragazzo morto, proprio quando io stavo immaginando di condividere la mia vita con lui.

“Scusa.” Non sembra dispiaciuto.

“Va bene.” Non va bene.

Restiamo qui, senza guardarci, quando la barista dietro al bancone risponde al telefono. Non riesco a decidere cosa fare –lanciarmi di nuovo tra le sue braccia, o fuggire. “È normale questo?” chiedo alla fine.

“Cosa è normale?”

Scrollo le spalle senza speranza. “Voler spendere ogni minuto di ogni giorno con qualcuno che conosco a mala pena? Sentirsi meglio solo perché sei nella stessa stanza con me? Io… Non lo so. È normale? Perché mi sento come se stessi perdendo la testa adesso.”

Kurt sospira. “Non lo so se è normale, ma almeno siamo sulla stessa barca.”

“Intendi-“

“Mi sento come te, si.”

Mi mordo la lingua, provando a non rispondere, ma non resisto. “Era così prima per te? Con il tuo vecchio ragazzo?”

Annuisce tristemente. “Era esattamente così.”

La barista riaggancia il telefono e ci chiama. “Um, scusatemi, ragazzi?” Sembra avere un’espressione contrita quando ci giriamo verso di lei. “Era il mio capo. Ha detto che è previsto che la nevicata peggiori, vuole che chiuda il negozio per oggi.” Non dico nulla, allora Kurt le offre un sorriso educato in risposta. “Volete che vi prepari qualcosa prima?” chiede, raggiungendo il suo cappotto e il cappello. “Caffè? Espresso?”

“No, il tuo capo ha ragione, dovremmo tornare a casa,” risponde. Poi mi guarda interrogativamente. “Blaine, se la viabilità sta per peggiorare, probabilmente non dovresti tornare a Westerville.”

“Probabilmente no,” concordo tranquillamente.

“Dovresti venire a casa con me.  E aspettare che la cosa si risolva.”

Mi sento di star già aspettando che fin troppe cose si risolvano. Ma non posso dire no a questo ragazzo, allora mi trascino dietro di lui fuori nella neve, verso le nostre auto. Guidiamo lentamente lungo varie strade addormentate di Lima, fino a quando non seguo la Navigator in un vialetto non spalato. La sua casa è piccola, un singolo edificio tutto in mattoni.

Parcheggio ed esco dalla mia auto, lanciando occhiate per il vicinato. Dal solito abbigliamento di Kurt, mi sarei aspettato che la sua famiglia fosse agiata, come la mia. Ma quest’area è decisamente malandata.

Sta già percorrendo il piccolo sentiero che porta alla porta principale, così mi affretto a raggiungerlo.

“Casa dolce casa,” dice sarcasticamente, aprendo la porta ed entrando dentro. Entriamo in una cucina, il che è strano. Le porte principali di solito non portano ad un atrio, o almeno in un soggiorno?

“Mi piace,” gli dico. E mi piace davvero. Kurt vive qui. “Questa è la casa in cui sei cresciuto?”

“Questo posto? No, viviamo qui solo da otto mesi.” Si sfila il cappotto e tende la sua mano fino a quando non sfilo il mio cappotto e glielo do. “Abitavamo in una casa più bella. Ma dopo l’attacco, le spese dell’ospedale e della fisioterapia erano troppo alte… e l’assicurazione di papà non copriva le mie sedute psicologiche. I soldi erano troppo pochi per rimanere lì.”

Colgo il senso di colpa nella sua espressione mentre appende i nostri cappotti all’appendiabiti accanto alla porta.

“Scusa,” gli dico debolmente.

Annuisce. “Vuoi qualcosa da mangiare o da bere? Caffè? Tè?”

“Del caffè sarebbe perfetto. Dal momento che abbiamo lasciato il Lima Bean a mani vuote.”

“Nessun problema.” Comincia a preparare il caffè, poi prende due tazze, cucchiai, una confezione di crema e una piccola ciotola di dolcificante. Quando il caffè è pronto, sta per prendere le tazze, poi si ferma, una strana luce nei suoi occhi. “Quale delle due preferisci?” mi chiede.

“Quale tazza?”

“Si.”

“Oh, è indifferente.” Non è del tutto vero, in realtà. Una delle tazze è azzurro Tiffany con una manica delicata. L’altra ha la stampa di baffi vecchio stile. Se conoscessi Kurt un po’ meglio, avrei certamente preso quella con i baffi e fatto la mia migliore imitazione di Groucho Marx per lui. Ma non lo conosco bene, e quando continua a guardarmi in attesa, allungo le mani e prendo la tazza azzurra per essere sicuro. Kurt sembra abbattuto. “Volevi questa?” gli chiedo, confuso.

“No. No, va bene.”

È silenzioso, però, non mi guarda mentre prepara i nostri caffè. Non posso evitare di sentirmi come se avessi appena fallito un test senza nemmeno sapere che ne stessi facendo uno.

Sorseggiamo i nostri caffè al bancone della cucina. Lancio sguardi malinconici alla tazza con i baffi. È davvero bella.

“Possiamo chiacchierare nel salotto, se vuoi,”azzarda quando entrambi abbiamo finito, e io annuisco in approvazione, seguendolo nei pochi passi verso una piccola entrata.

C’è una grande foto incorniciata sul muro, e io mi fermo a studiarla con curiosità. Nella foto Kurt sembra un anno o due più giovane, i suoi capelli sono abbassati su un lato, le sue guance sono un  po’ più piene. C’è un ragazzo alto della nostra età al suo fianco –deve essere FInn- e una donna con un’aria affabile. E poi c’è… huh. La mia testa si piega di lato. È davvero così il padre di Kurt? È calvo, e alla mano, ed esattamente come l’uomo che ho immaginato il giorno in cui ho incontrato Kurt.

Strano.

“La mia famiglia,” dice Kurt accanto a me. Mi volto per sorridergli, e annuisco. “Cosa ne pensi di mio padre?”

Guardo di nuovo la foto. Che cosa dovrei pensare di suo padre? Questo sembra un altro test, e io non so cosa dire. È suo padre. Sembra un padre. E sembra anche un  meccanico, come ben so. Sono sicuro che indossa tute macchiate di olio la maggior parte dei giorni,  piegato sul cofano di una macchina mentre gli passo un carburatore-

“Ebbene?” Kurt mi sta stringendo il braccio, i suoi occhi sono speranzosi.

“Sembra gentile.”

Non sembra deluso questa volta; sembra più che altro arrabbiato. “Questo è tutto?”

Scuoto le spalle, perso. “Sembra… davvero gentile?”

“So cosa sta succedendo, Blaine,” sputa fuori. “Sono in grado di accorgermene, quando succede. Davvero pensi che non possa? Pensi che sia stupido?”

“No,” dico disperato. “No, penso che tu sia meraviglioso.”

Sta cadendo a pezzi di fronte a me, le lacrime stanno scendendo lungo le sue guance. “Non so come fare,” sussurra con voce rotta. “So che non è colpa tua, lo so, io… Mi manchi così tanto. Mi manchi tutto il tempo.”

Di tutti gli scenari che ho immaginato per il nostro primo bacio, non ho mai pensato a niente del genere: io che mi precipito a reclamare le sue labbra con fervore, con la testa che gira per la confusione, le nostre labbra che scivolano assieme, bagnate dalle lacrime di Kurt. Il bacio sembra tutto. Kurt sembra tutto.

“Non mi sono mai permesso di sperare,” geme, inclinando la testa per lasciare baci lungo la mia mandibola, il mio collo, la mia scapola. “Ho pensato che non ti avrei mai baciato di nuovo.”

Mi allontano, respirando pesantemente. L’aria nella stanza sembra diversa, come se qualcosa di grande stesse per accadere. Kurt mi sta fissando e io lo fisso a mia volta. “Forse,” mormoro, “forse dovremmo guardare un film o fare qualcos’altro.”

“Un film?” sembra che la parola non gli sia familiare.

“Si, io… si.”

Annuisce, guarda le mie labbra. “Si, certo. Abbiamo detto che ci saremmo andati piano, giusto?”

Sorrido consapevole, e mi bacia velocemente la guancia, prima di dirigersi verso l’ingresso. Mi giro a destra e vado nel soggiorno, cercando di recuperare il contegno.

È una stanza piccola e confortevole, con un senso di vissuto che è sempre mancato nell’immacolato salottino di mia madre. Il divano di pelle è afflosciato in modo  invitante, e tutte le poltrone hanno macchie sui braccioli. È il tipo di stanza dove mi piacerebbe raggomitolarmi con un buon libro. Parlando di libri, c’è una grande libreria sulla parete in fondo. Mi avvicino, curioso di sapere cosa piaccia leggere alla famiglia. Individuo alcuni romanzi di Tom Clancy e la maggior parte dei libri di Harry Potter accanto a copie economiche dei classici. Poi, la mia attenzione finisce su una serie di foto incorniciate che adornano una mensola alta.

“Oh mio dio,” mormoro, raggiungendo una delle foto. Mostra una donna dalla pelle chiara che regge un bambino piccolo, e dagli occhi e dal sorriso, so che è Kurt. È adorabile, con le guance paffute e le dita cicciottelle che sembrano appiccicose di marmellata d’uva. Sta stringendo la lunga collana di perle della donna, che sorride alla macchina fotografica con degli occhi azzurri molto familiari.

Mi si forma un nodo in gola. Non ho mai avuto un rapporto del genere con mia madre. Le nostre foto di famiglia sono rigide, formali, in posa. Anche in tenera età, ho sempre indossato una scomoda camicia inamidata e scarpe di vernice. Restavo di fronte ai miei genitori goffamente, mentre ognuno di loro posava una mano sulle mie spalle. Questa foto è il completo opposto. C’è così tanto calore nelle loro espressioni, così tanto agio nelle loro pose. Le braccia della signora Hummel sono avvolte attorno al torace di Kurt, e lui sembra così al sicuro.
Non riesco a immaginare quanto sia stato difficile per Kurt dover provare questo tipo di amore e perderlo all’improvviso. E dopo ha perso il suo ragazzo… è troppo da sopportare.
Poso la cornice, i miei occhi analizzano le altre foto allineate accanto a questa sulla mensola. Ce ne è una di un giovane uomo in uniforme militare –non sono sicuro chi sia. Poi c’è la foto di una squadra di football che solleva un trofeo al cielo, e poi –il respiro mi si blocca in gola. Poi c’è la più bella foto di Kurt che io possa immaginare. La prendo, osservandola con meraviglia.

È girato verso la macchina fotografica mentre abbraccia qualcuno, e il suo viso –privo di cicatrici o dolore- sta irradiando pura gioia. I miei occhi percorrono l’ampio sorriso, il suo naso all’insù e gli occhi che brillano, e spero di poter conoscere questo Kurt. Non c’è paura o sofferenza in questo ragazzo. È forte e sicuro, amorevole ed amato.

Guardo più vicino la persona che sta abbracciando. Posso solo vedere la sua schiena, ma è più basso di Kurt. I suoi capelli sono allisciati all’indietro, bagnati o coperti di gel. Il suo viso è nascosta nel collo di Kurt, e… oh.

Questo è lui. È il suo ragazzo.

È chiaro, una volta che l’ho realizzato. Le mani di Kurt sono poggiate morbidamente sulla sua schiena, e la mano del ragazzo avvolge il lato del collo di Kurt.  Non si stanno semplicemente abbracciando, ma si stringono con amore, e sembra quasi che la macchina fotografica stia invadendo un momento privato.

Qualcosa è strano, però. Qualcosa riguardante il ragazzo. I suoi capelli, e la sua altezza, e i suoi colori.

Posso sentire il sangue refluire dal mio viso quando capisco. Come Kurt è sembrato colpito da me così velocemente. Come oggi si è fatto scappare che gli è mancato abbracciarmi e baciarmi. Il modo in cui mi guarda qualche volta, i suoi occhi non presenti, come se stesse immaginando qualcun altro completamente.

Oh, dio. Sono così idiota! Non ha mai sentito nulla per me. Vacillo indietro, affondando in una poltrona e provando a respirare.

Gli ricordo il suo fidanzato morto. Mi sta solo usando.

Sento dei passi che si avvicinano all’ingresso, e alzo lo sguardo in tempo per vederlo dietro l’angolo. “Sto pensando di dedicare la giornata ad una maratona di musical,” dice, guardando verso un gruppo di DVD nelle sue mani. “Preferisci Hollywood, o-“

“Ho trovato qualcosa sulla tua mensola,” lo interrompo.

“Cosa-“ si pietrifica quando vede la foto che sto mantenendo. “Oh… dio. Oh Blaine.”

“Penso di meritarmi una spiegazione,” dico gelidamente.

Deglutisce forte. “Si,” dice alla finalmente, “Lo penso anche io.”




Note della traduttrice

Ciaoooooooo! Ebbene questo capitolo è a dir poco esplosivo, succedono tante cose! Kurt in questa giornata non sembra essere tanto lucido, la sua maschera quasi perfetta a cominciato a creparsi sempre più e si è lasciato scappare più volte affermazioni che hanno lasciato Blaine un po' perplesso. Non ho mai amato così tanto la neve come dopo aver letto questo capitolo! Blaine va a casa di Kurt e qui ne succedono delle belle. Kurt continua punzecchiare il ragazzo nella speranza di riuscire a far scattare qualcosa nella sua mente, ma all'ennesimo diniego scoppia, la maschera sta cadendo e si lascia andare e Blaine che fa?! Lo bacia! Mentre io saltellavo sulla sedia! E poi arriva la scoperta, o almeno così credevo perchè Blaine, si, sei davvero un idiota! E non per i motivi che credi tu!! Come fai a non riconoscerti in foto?! Sei totalmente fuso! Fatti un'altra risonanza magnetica alla testa, forse i danni sono stati peggiori di quelli che credi! Ok, adesso mi calmo, scusatemi per il momento di esaurimento, ma avevo bisogno di sfogarmi!
Nel prossimo capitolo vederemo cosa farà Kurt... è l'ora della verità?
Credo proprio che aggiornerò domani, così non vi lascio troppo sulle spine!
A presto!

Angel

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.



Capitolo 6


Kurt si lascia cadere sul divano di fronte a me,  spalle incurvate, testa abbassata. Quando alla fine alza lo sguardo, sono sorpreso di non vedere vergogna o colpa nella sua espressione; c’è sollievo. Come se stesse aspettando questo momento da sempre. “Mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo,” dice. “Avrei dovuto dirtelo il primo giorno che ti ho visto in caffetteria.”

“Si. Avresti davvero dovuto dirmelo.”

“Volevo. Solo non sapevo come avresti reagito.”

Il dolore del tradimento non diminuisce. Tutt’al più, sta crescendo. Questi ultimi giorni che ho trascorso desiderandolo, sognandolo ad occhi aperti, fino a sentirlo tra le mie braccia e ad assaporarlo sulle mie labbra… non è significato nulla per lui. “Mi hai fatto credere di essere speciale.”

“Tu sei speciale,”dice mentre si allunga per prendermi la mano. Mi allontano, e mi guarda come se lo avessi schiaffeggiato.

“Non sono interessato a stare con qualcuno che continua a vivere nel passato,” gli dico. “Non voglio essere un rimpiazzo.”

“Io non sto vivendo nel passato.”

“No?” sventolo la fotografia nella sua cornice. “Con chi vuoi uscire, Kurt, me o lui?”

Scuote la testa. “Non ti seguo.”

“Vorresti dirmi che è una coincidenza che io e il tuo ragazzo morto sembriamo-“

“Il mio cosa?”

“Capisco. Davvero. È stato traumatico, e terribile, è stato il grande amore della tua vita. Ma io non sono lui. Non è giusto legarti a me solo perché ti ricordo lui.”

Guarda di nuovo la foto, poi me, una consapevolezza sta nascendo nel suo sguardo. “Blaine… non ho mai detto che il mio ragazzo è morto.”

“Si lo hai fatto.”

“No, non l’ho fatto.”

“Si lo hai fatto, hai detto che tu-“ I miei occhi si chiudono brevemente. Oh. “Tu hai detto che lo hai perso.”

“Tu pensavi-“ Mi guarda a bocca aperta. “Cosa… cosa pensi che mostri la foto, esattamente?”

Ingoio contro il nodo nella mia gola. “Te. Felice.”

“Felice con…?”

“Con un ragazzo con i miei colori ed uno spiacevole senso dello stile,” gli rispondo. Reagisce nell’unico modo che non mi sarei aspettato; tira indietro la testa e ride forte, suonando divertito. “Sono serio,” insisto. “Non capisce che esistono anche tessuti a tinta unita, che non ha necessità di combinare un motivo scozzese con quadri e strisce e pois tutto nello stesso completo?”

Kurt ride più forte, i suoi occhi chiusi strettamente, una mano premuta forte contro il suo petto. Ciò che mi fa arrabbiare ancora di più è che non capisce il mio punto di vista. Kurt vive per la moda. Come può questa parodia di un fidanzato – che a quanto pare è ancora fuori da qualche parte- essere riuscito a renderlo così estaticamente felice come sembra nella foto?
“Deve essere daltonico,” aggiungo ferocemente. “Perché davvero, arancio evidenziatore e rosa fenicottero non dovrebbero-“

“Sei tu,” rantola, asciugandosi le lacrime di ilarità.

“Cosa?”

“Sei tu, Blaine, sei tu.”

Lo fisso dubbioso. “Cosa è me?”

“La foto, idiota. Siamo io e te.”

Le sue lacrime stanno fuoriuscendo troppo velocemente, ora, e la mano contro il suo cuore sembra che si stia aggrappando a qualcosa. Tira una serie di respiri tremanti, pulendo le sue guance con il retro di una mano.

E aspetta.

E io lo fisso con perplessità.

“Kurt… non sono sicuro di cosa tu…”

Tira su col naso delicatamente, poi si alza e mi porge una mano. “Solo… vieni con me. Voglio mostrarti una cosa.” Quando non prendo la sua mano, lascia cadere il suo braccio con un sospiro. “Per piacere. Ti prometto che le cose avranno più senso dopo che l’avrai vista.”

Si gira e inizia ad andare via, girando la sua testa indietro verso di me per alzare un sopracciglio. Mi sto alzando prima di realizzarlo, trascinandomi dietro di lui come uno sciocco. Perché ha questo potere su di me? Cosa mi sta impedendo di voltarmi, correre fuori dalla porta, e dimenticare di aver mai incontrato questo ragazzo?

Lo seguo lungo il corridoio, oltre un paio di porte chiuse e in una piccola camera da letto. La maggior parte dello spazio è occupato da un grande letto di legno, con bianche lenzuola pulite e un copriletto rosso. Qui dentro tutto profuma come l’acqua di colonia di Kurt, e di tessuti puliti, e non riesco a togliere gli occhi dal letto, figurandomi noi due che sporchiamo le lenzuola pulite con-

“Blaine?”

Finalmente guardo Kurt, che ha una mano alzata, ad indicare il muro dietro di lui.

Il muro è totalmente ricoperto di foto mie e di Kurt.

Cammino verso il muro, la mia bocca aperta mentre assorbo la grandezza di ciò che sto vedendo. Foto su foto di noi che sorridiamo assieme, cantiamo assieme, persino balliamo assieme.

“Cos’è questo?” C’è un’improvvisa ondata di rabbia che sta montando nelle mie vene. “Kurt, che diavolo è questo?”

“Sono i sedici mesi che hai perso,” replica tranquillamente.

“No.”

“Lo hai detto tu stesso, tesoro. Avevi un ragazzo prima dell’aggressione. Prima della nostra aggressione.”

Posso sentire il sangue refluire dal mio viso. “Nostra-“ Annuisce, e io guardo di nuovo le sue cicatrici, accorgendomi che sono guarite tanto quanto lo sono le mie. “Stai mentendo.”

“So che non ci credi.”

“Si, non ci credo.” Mi sento girare la testa. “Hai photoshoppato tutte queste foto.”

“Capisco,” dice con calma. “È molto da assimilare.”

Non c’è possibilità. Non c’è possibilità che stia dicendo la verità. I miei genitori non mi avrebbero nascosto una cosa del genere. Non riesco a smettere di guardare le stupide foto false, con i nostri sorrisi idioti e i miei brutti vestiti e i nostri anelli di fidanzamento-

Mi volto, respirando in modo irregolare e sorreggendomi al suo armadio. C’è un’altra foto incorniciata in cima a questo,  con noi due in smoking abbinati. Kurt sta sorridendo ancora di più della foto in soggiorno, mentre mi appunta una boutonnière di rose al risvolto della mia giacca-

Devo uscire di qui.

Inciampando verso l’ingresso, mi avvolgo un braccio allo stomaco, sperando di non vomitare.

“So che hai ricordato alcune cose,” dice dietro di me. “Cose che riguardano me e te.”

“Non è vero.”

“Cosa hai visto mentre guardavi il mio letto, allora?”

Mi giro verso il letto involontariamente, e la visione ritorna, i nostri corpi che si avvolgono e si intrecciano tra loro sotto le lenzuola. “Sono solo visioni, non sono reali.”

“Quando mai hai sentito la parola visione usata al di fuori di un romanzo di Jane Austen?” chiede. “Tuo padre è uno psichiatra. Se tu avessi avuto delle allucinazioni, le avrebbe chiamate così. Ma non lo ha fatto, perché sa cosa sta succedendo davvero. Non sono visioni, Blaine, sono ricordi.”

“Non possono esserlo. Sono troppo assurde per essere reali.”

“Mettimi alla prova.”

“Io e te abbiamo mai spruzzato schiuma su un gruppo di ragazze di una scuola privata?”

“Si.”

Ruoto gli occhi. “Dai, non lo abbiamo fatto.”

“Lo abbiamo fatto davvero.”

“In un grande magazzino vuoto? Come ci saremmo procurati una macchina spara schiuma? E come avremmo  fatto ad issarla su un’impalcatura?”

“Il consiglio del Warblers ha organizzato tutto.”

“Bene, allora, mi sono esibito in un gruppo di canzoni in un anfiteatro all’aperto con musicisti che hanno partecipato spontaneamente e un pianoforte viola che va a fuoco dietro di me?”

“Si.”

“Stai solo dicendo si a tutto ciò che dico.” Alzo le mani per la frustrazione. “Io e te abbiamo mai cavalcato arcobaleni in groppa ad un unicorno? Perché ho visto anche questo.”

Sospira. “Si. Era su uno dei vecchi poster della campagna che Brittany ha fatto per me.” Torna nella camera da letto, apre l’ultimo cassetto dell’armadio e tira fuori un grande foglio di cartoncino. “Uno dei pochi che ho tenuto.”

Lo prendo dalle sue mani e lo fisso in silenzio. È un poster rosa, con in cima la scritta “Assaggia l’Arcobaleno” in grassetto, e “Kurt 4 Prez!” alla base. Nel centro c’è una foto di noi due, che cavalchiamo un unicorno rosa assieme e mangiamo Skittles.

“Fece una sola stampa di questa versione particolare,” dice. “Hai sempre provato a rubarmelo ogni volta che venivi. Stavo pensando di fartene una copia per il tuo compleanno, cosicché l’avresti potuto appendere al soffitto del tuo armadio.” Alla mia espressione sorpresa, spiega, “Dicevi che avresti voluto stenderti sulla tua mensola e guardare sia in alto al poster o verso il muro alla boutonnière che ti diedi. In questo modo, ovunque ti saresti voltato, io sarei stato lì con te.”

“Come fai a sapere della mia mensola?” gli chiedo con voce roca. “Come fai a sapere delle rose?” Kurt non risponde. Mi guarda soltanto con la stessa espressione, un misto di pietà e bisogno. “Nemmeno i miei genitori sanno che sono lì.”

“È per questo motivo che le abbiamo messe sulla parete interna. Così non le avrebbero viste.”

“Non capisco.”

“Si che capisci. Hai solo bisogno di tempo per metabolizzare, ecco tutto.” Riprende il poster, ed è con difficoltà che lo lascio. L’idea di stendermi sulla mensola e osservare il poster mi sembra davvero interessante. “È molto da interiorizzare in una sola volta.”

La mia testa cade all’indietro contro il muro con un tonfo. “Vivo a Westerville. Non è per niente vicino a Lima.”

“Lo so.”

“Ci siamo incontrati per caso, in una caffetteria qualsiasi.”

“Non era una caffetteria qualsiasi, Blaine. Andavamo al Lima Bean assieme quasi ogni giorno.” Mi guarda di sottecchi. “Cosa pensi che ti abbia fatto percorrere tutta la strada fino a qui, allora?”

“Stavo…” stavo cercando qualcosa, non lo dico. Ma annuisce come se avessi espresso le parole ad alta voce. “Ma Westerville e Lima sono a più di un’ora di distanza. Come abbiamo fatto ad incontrarci?”

Si appoggia contro il telaio della porta, una mano corre lungo la venatura del legno. “Ero nel glee club del McKinley, e avremmo dovuto concorrere contro i Warblers alle Provinciali. Gli altri ragazzi mi mandarono alla Dalton per spiarvi.” Sorride un po’ malinconicamente, e io ho il bisogno di entrare nella sua mente per poter vedere cosa sta vedendo. “I Warblers mi hanno scoperto subito, ma siete stati tutti molto gentili. Ed io e te diventammo amici. Mi trasferii alla Dalton quando gli episodi di bullismo diventarono troppo pesanti, e dopo un po’ iniziammo ad uscire assieme.”

“Poi cosa è successo?” chiedo, dubbioso e curioso.

“Tornai al McKinley, e ti trasferisti lì per il nostro ultimo anno. Dicesti che non potevi stare lontano da me.” Posso sentire l’eco della voce di mio padre, che dice Eri innamorato. Mi sento le ginocchia malferme.

“Tutto questo non ha senso,” protesto debolmente. “I miei genitori non mi avrebbero mai mentito per tutto questo tempo. Mi vogliono bene.”

“Loro ti vogliono bene. Ma ti hanno anche mentito.”

“Non avrebbero potuto.”

“Lo hanno fatto.” Gli occhi di Kurt sono in fiamme. “Pensi che ti avrei abbandonato? Dopo tutto ciò che abbiamo passato assieme, tutti i piani che abbiamo fatto per il nostro futuro assieme? Non mi lasciavano avvicinare a te, Blaine. Non hanno lasciato avvicinare nemmeno i tuoi amici della Dalton. Ci hanno detto che non ci ricordavi, e che avrebbero lasciato andare le cose in questo modo.”

“Io non ti conosco nemmeno!” esplodo. “Questo è folle. Non ho motivo per crederti.” Le sue dita stanno accarezzando la catenina attorno al collo di nuovo. Penso all’anello appeso alla fine della collana. Penso alle promesse. “Ho bisogno di uscire da qui.”

Mi guarda, allarmato. “C’è una bufera di neve fuori.”

“Non mi interessa. Non posso stare qui con te.”

“Allora lascia che vada via io. Tu puoi aspettare fino a quando la bufera non passa.”

Lo ignoro, attraversando a grandi falcate l’ingresso e la cucina, afferrando il mio cappotto dall’appendiabiti.

“Non voglio che guidi in queste condizioni,” dice, precipitandosi dietro di me. “È troppo pericoloso.”

“Non hai voce in capitolo.”

“Blaine, ti prego.”

Senza guardarmi indietro, apro la porta principale e la sbatto dietro di me. La neve mi arriva alle ginocchia mentre marcio verso la mia auto. Avvio il motore e mi immetto in strada, cercando di ricordare come siamo arrivati qui. Alla fine riesco a trovare la strada per la superstrada e guidare verso casa, mentre mi gira la testa.

Non ha nessun senso.

Ma allo stesso tempo, spiegherebbe molte cose. La mia forte connessione con Kurt. Le nostre cicatrici sbiadite che combaciano. L’annuario mancante della Dalton del quarto anno, che avrebbe dovuto contenere la foto di Kurt. Le mie strane e continue visioni. L’assenza dei miei vecchi amici della Dalton. Le maledette rose.

Guido e guido, la fitta nevicata rende difficile vedere a molta distanza da me. Alcune volte la strada diventa scivolosa, e gli pneumatici della mia auto cominciano a slittare. Serro strettamente la mascella, riducendo un po’ la velocità. Quando finalmente la mia casa è in vista, lascio un sospiro di sollievo. Le auto di entrambi i miei genitori sono nel vialetto, così parcheggio dietro di loro e tiro il freno a mano.

Posso farlo. Li ho conosciuti per tutta la mia vita. Siamo sempre stati in grado di parlare di qualsiasi cosa. Semplicemente entrerò in casa, racconterò cosa sta succedendo, e mi spiegheranno che è tutto un grosso malinteso.

L’aria fredda mi brucia le guance non appena esco dall’auto. I fiocchi di neve si incollano alle mie ciglia, e io sbatto gli occhi continuamente per pulirle. Quando vanno via, la mia vista migliora e noto una macchina ferma a bordo strada, proprio oltre il nostro vialetto. Chiudo la portiera della mia auto, premendo la chiusura automatica.

Dovrei essere arrabbiato.

Ma non riesco nemmeno a definire cosa sento adesso.

Cammino faticosamente nella neve verso la sua auto lentamente, e Kurt abbassa il finestrino dal lato del passeggero. Sembra infelice.

“Volevo essere sicuro che arrivassi qui sano e salvo,”dice. “Non potrei sopportare di preoccuparmi per te più di quanto non faccia già.” Fa scivolare le punte delle dita lungo il volante.

“Adesso vado via.”

Annuisco, a pezzi, e lui va via dal mio marciapiedi. Il mio cuore si stringe mentre lo vedo andare via.




Note della traduttrice

Ciaooooo! Rieccomi di nuovo qui come promesso! Questo capitolo è bello tosto, vediamo un Blaine sull'orlo di una crisi di nervi. Vedersi sbattere in faccia la verità così da parte di un quasi sconosciuto, scoprire che i tuoi genitori ti hanno mentito per tutto questo tempo è un duro colpo. Per quanto sia evidente che ciò che racconta Kurt è la verità, con tanto di prove tangibili, resta comunque difficile per Blaine credere alle parole del ragazzo. Al suo posto sarei crollata, mi sarei sentita mancare il terreno sotto i piedi in una condizione già precaria in precedenza. Nella parte iniziale ho pianto dalle risate con Blaine che si stava insultando da solo, in pratica, meno male che Kurt ha avuto pietà nei confronti del ragazzo e gli ha impedito di proseguire la sua filippica sul suo cattivo gusto nel vestire. Kurt è adorabile! Ha addirittura affrontato una tempesta di neve pur di accertarsi che non avesse problemi lungo la strada! 
E ora vedremo come affronterà Blaine la questione con i genitori...
Spero di aggiornare domani, anche prchè poi non potrò collegarmi fino a martedì!
Un grazie a tutte voi, siete straordinarie con il vostro sostegno!
Alla prossima!

Angel




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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 7


Quando entro in casa, posso sentire il debole suono del tintinnare della ceramica. Un’occhiata veloce all’orologio del nonno nell’atrio mi dice che sono quasi le undici. Il sabato, questo significa caffè e focaccine con conserva di fragole. Mi dirigo nell’ingresso e nella sala da pranzo, dove i miei genitori stanno bevendo il caffè, seduti in un teso silenzio.

“Visto?” papà dice, le rughe sulla sua fronte scompaiono quando mi vede. “Ti avevo detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi, Cece. Blaine è un automobilista eccellente.”

“Lo so, ma stava nevicando forte fuori,” mamma dice, guardandomi e sorridendomi un po’. “Sono felice che tu sia tornato, caro, è previsto che peggiori ancora di più in giornata. Ci potremmo svegliare con un metro di neve, puoi scommetterci.”

Papà mormora a bassa voce. “Non ricordo l’ultima volta che abbiamo avuto tutta questa neve.” Si allunga verso la piccola ciotola di conserva, stendendola generosamente sulla sua focaccina. “Potrebbe stabilire un record.”

Si comportano in modo così normale. Come se qualcosa non fosse cambiato. Come se tutto non fosse cambiato. Affondo forte le unghie nei palmi delle mie mani, cercando di trovare un modo per affrontarli.

Se io li affronto, e negano, allora è la loro parola contro quella di Kurt. Ho bisogno di prove.

“Sono sollevata di aver comprato a Blaine la sua auto nuova.” Mamma ripiega la sezione stile del giornale prima di raggiungere di nuovo la sua tazza di caffè. “Immagina se avesse ancora guidato quella vecchia station wagon con la bufera,”

“Non stavo guidando durante la parte peggiore della bufera,” la assicuro, poi sento un’ondata di adrenalina quando aggiungo, “sono rimasto a casa di Kurt fino a quando non si è placata un po’.”

“Probabilmente è stata una buona idea,” annuisce. La sua tazza di caffè è a metà strada verso le sue labbra quando si blocca, e guarda verso mio padre. Lui ha una simile espressione di terrore, e allora capisco. Capisco.

E allora comincio a correre.

“Blaine!” Mio padre si alza dalla sedia e si precipita dietro di me, ma io faccio i gradini due alla volta, e ho sono partito in anticipo. Raggiungo la cima della scala prima che lui sia ancora a metà, e corro lungo il corridoio verso la sua camera. “Blaine, cosa stai-“

Ruzzolo attraverso la porta della sua camera e chiudo la porta sbattendola, e la chiudo a chiave dietro di me. Papà la raggiunge pochi secondi dopo, muovendo a scatti la maniglia prima di bussare forte alla porta. “Blaine Anderson, apri questa porta immediatamente!”

Il mio tempo è limitato. C’è un passe-partout nella cassettiera della cucina, e una volta che si sarà ricordato di ciò, non potrò più cercare nulla. I miei occhi setacciano la camera dei miei genitori lentamente mentre lui sbatte contro la porta.

Deve essere qui da qualche parte.

Setacciai il solaio la scorsa primavera quando stavamo cercando le decorazioni per Pasqua. E non abbiamo nessun deposito nel seminterrato. Se l’hanno preso, se l’hanno nascosto in casa, allora deve essere in questa stanza.

Guardo prima sotto il letto, poi sulle mensole nei loro armadi. Tiro fuori ogni cassetto della cassettiera. Niente, niente, niente.  Ricacciando indietro un’imprecazione, sento mio padre correre giù per le scale. Ho forse un altro minuto prima che entri dentro. I miei occhi cadono sul loro televisore a schermo piatto, che è posato in cima ad un baule della mia bis-nonna. I passi di mio padre stanno risalendo le scale mentre prendo il televisore e lo poso sul pavimento, prima di alzare il pesante coperchio del baule.

C’è lo sfregare di una chiave nella serratura, e mio padre incombe dal vano della porta, e mia madre è dietro di lui. E io non registro niente di tutto questo. Perché c’è un baule pieno di confusione e ricordi e inganno di fronte a me, e io non so da dove cominciare.

Il mio annuario del quarto anno alla Dalton? La pila di foto con buchi di puntine? Lo stendardo del McKinley? La felpa della Hummel Tires and Lube? La mia testa sta vacillando per tutto questo. Guardo verso i miei genitori, che mi stanno fissando, congelati sul posto.

“Dov’è?” chiedo lentamente.

Papà abbassa lo sguardo, ma mamma continua a pretendere che nulla sia sbagliato. “Dov’è cosa, caro?”

“Sapete cosa. Ridatemelo.”

“Blaine, davvero non-“

“Ho detto di darmelo.”

“Parliamo come persone razionali,” papà dice, continuando a non guardarmi negli occhi.

“Razionali?” mi alzo in piedi, i miei occhi in fiamme. “Cosa è razionale, papà, cancellare il mio passato? Impedendo alle persone che amo di avere qualsiasi contatto con me?”

“Io non-“

“Dammelo!” Sto urlando adesso, e non ho mai urlato a mio padre. Mai. “Non ne hai il diritto!”

Soffia un lungo sospiro prima di camminare verso il suo armadio. “Harold, non-“ Mamma geme, ma continua, apre il cassetto più alto e prende la sua scatola di gemelli. E poi sta aprendo un compartimento nascosto al di sotto, e mi offre qualcosa, e riconoscerei questi  tralci intricatamente intrecciati ovunque. Lo prendo, la mia vista si sfoca mentre le lacrime spuntano fuori con una sensazione sconosciuta. Io non piango, non piango mai.

È vero, tutto ciò che mi ha raccontato Kurt. È tutto vero. I miei genitori –le persone di cui mi sono sempre fidato di più- mi hanno mentito fin dal momento del mio risveglio dal coma. Mi rigiro l’anello sul mio palmo, leggendo l’iscrizione Sempre tuo, Kurt all’interno.

“Blaine,” mamma mormora. “Ti prego cerca di capire.”

Non ricordo quest’anello. Non ricordo come abbiamo deciso di scambiarceli, o quanto tempo è stato necessario a Kurt per fare il disegno, o se abbiamo fatto qualcosa di speciale per sorprenderci. È come se l’anello fosse caduto dal cielo, e io sto fremendo dal bisogno di sapere.

“Perché?” dico con voce rauca.

Papà si lascia cadere pesantemente sul letto, facendo correre la mano lungo il retro del suo collo. “Non è stata una decisione presa a cuor leggero.”

Alzo la testa per fissarlo. “Ci avete pensato molto, huh?”

“I dottori non sapevano se ti saresti mai svegliato,” dice con impotenza. “E poi ti sei svegliato e tutto è successo così velocemente-“

“Avevo degli amici. Avevo Kurt. Li avete allontanati da me.”

“Sentivamo che tu avessi bisogno-“

“Chi siete voi per decidere di cosa io ho bisogno? Avrei potuto avere il loro supporto. Sono quasi morto, e-“

“Esattamente!” Mamma esplode. “Tu sei quasi morto, Blaine! Ti sei mai fermato a pensare a questo? Ti sei mai chiesto come ci ha fatti sentire ciò, perdere il nostro unico bambino?”

Stringo l’anello nella mia mano, cercando di controllarmi. “Ti stai comportando come se io avessi la colpa di ciò che è successo.”

“Può anche essere!”

“Cecilia,” papà la rimprovera con calma. “Non farlo.”

“Non lo sappiamo!  Nessuno lo sa! La polizia non ha mai scovato i tuoi aggressori, Blaine. Sono ancora lì fuori da qualche parte. E chiunque sia…” Spinge il suo pugno contro il suo mento forte. “È qualcuno che ti conosceva.”

 Posso sentire il mio cuore cedere. “Cosa?”

Lei sta scuotendo la testa, i suoi occhi sono lucidi per le lacrime trattenute, allora papà parla. “Sei stato ferito molto più gravemente di Kurt,” mormora, le sue spalle sono curvate. “Kurt era in grado di ricordare cosa ha condotto all’aggressione, e disse che entrambi stavate facendo una passeggiata. Non c’è stato nulla che avrebbe potuto attirare la loro attenzione più su di te che su Kurt.”

“Ciò significa che ti conoscevano,” mamma suggerisce con rabbia. “O odiavano te di più, o Kurt gli piaceva di più. In ogni caso, era qualcuno che ti conosceva.”

“Non lo potete sapere con certezza.”

“È plausibile, però,” papà dice.

“Potrebbe essere stato qualcuno che andava alla Dalton con te .” La voce di mamma sta diventando più acuta. “potrebbe essere stato un membro della squadra di football del fratellastro di Kurt. Potrebbe essere stato qualcuno del tuo glee club.”

“È questo il motivo per cui avete tagliato tutti fuori dalla mia vita? Perché pensavate che gli aggressori avrebbero potuto attaccarmi di nuovo e finire cosa avevano cominciato?”

Papà fa un piccolo rumore, coprendosi le labbra con la punta delle dita. “Tu sei tutto quello che abbiamo,” sussurra. “Prima dell’aggressione dopo il ballo scolastico, poi questo… Cosa succederà dopo, Blaine? Come potremmo continuare a vivere con noi stessi se qualcosa di peggiore ti accadesse?”

“Quindi mi avete tenuto qui.” Deglutisco con forza, cercando di scacciare il sapore della bile nel retro della mia gola. “Mi avete reso il vostro piccolo animale domestico, con nessun contatto con il mondo esterno.”

“Solo fino al college,” dice con tono supplichevole. “Solo fino a quando non avresti lasciato l’Ohio.” Non potevo trasferire il mio studio, e così abbiamo pensato che avresti potuto ripetere il tuo ultimo anno scolastico e poi andare ovunque volevi. A San Francisco, o New York, o Boston. Una di queste grandi città dove questo tipo di bigottismo non è accettabile. Dovevamo solo farti volare sotto il radar fino ad allora.”

“Non intendi sotto il gayradar?” chiedo con risentimento.

“Non vogliamo che tu sia diverso da ciò che sei,” lui insiste. “Ma dovevamo tenerti al sicuro.”

“Capisco il vostro bisogno di proteggermi… ma questo è stato esagerato,” dico seccamente. “Non avete semplicemente scacciato i miei amici dalla mia vita. Mi avete fatto credere che i miei ricordi fossero allucinazioni. Mi avete fatto credere che fossi pazzo. Tu mi hai drogato, per l’amor di dio.”

“Gliel’ho chiesto io di farlo,” mamma dice debolmente. “Vidi qualcosa riguardo il litio alla TV, e-“

“Non gli ho mai dato il litio, Cece.”

Entrambi ci voltiamo a guardare papà sotto shock.

“Non è vero,” protesto. “Quelle pillole che portavi a casa mi rendevano stanco e mi davano le vertigini.”

“Questo succedeva perché ti stavo dando Benadryl,” ammette. “Non ero d’accordo nel somministrarti un farmaco potente e potenzialmente pericoloso per impedirti di riavere i ricordi. Questa è un confine che non volevo scavalcare.” Scrolla una spalla. “Il Benadryl rendeva il tuo cervello un po’ confuso, cosicché avresti dubitato di ciò che stavi ricordando. E di solito dormivi soltanto.”

Guardo l’anello nella mia mano, poi al cumolo dei miei vecchi effetti personali nel baule. “E quando mi avreste raccontato la verità, allora? Quando sarei stato pronto a partire per il college?” Gli occhi di papà sono puntati sulle sue ginocchia, e mamma sembra che stia studiando il suo copriletto. Annuisco amaramente. “Giusto. Stavate progettando di non dirmelo mai, vero?”

“Il college sarebbe stato un nuovo inizio per te.” Mamma mi sorride, come se fosse stato un suggerimento brillante. “Avresti ricominciato tutto, avresti incontrato qualcuno si speciale-“

Avevo già incontrato qualcuno di speciale!” Le ricordo furiosamente. “E voi avete portato lui via da me. E avete portato via me da lui, anche, ci avete mai pensato? Avete mai preso in considerazione che avrebbe potuto aver bisogno di me tanto quanto io avevo bisogno di lui?” Entrambi si limitano a guardarmi, silenziosi e sconfitti. La rabbia aumenta sempre di più dentro di me. Mi volto e mi abbasso sul baule, raccogliendo quanti più oggetti possibile. “Non posso rimanere qui,” biascico.

“Non andrai fuori di qui di nuovo,” mamma dice allarmata. “Blaine, c’è una tormanta.”

La sorpasso, le mie braccia sono cariche mentre marcio verso il corridoio. Entrambi si affrettano dietro di me.

“Affrontiamo la cosa da adulti,” papà annuncia mentre scendo le scale. “Non puoi guidare in queste condizioni meteo, nello stato emotivo in cui sei adesso.”

Quando raggiungo l’atrio, mi giro e guardo verso loro due. Entrambi sono fermi sulle scale, sembrano terrorizzati. “Non posso restare qui adesso,” dico. “Posso anche ricordare solo frammenti e piccoli pezzi della mia vita con Kurt, ma adesso per me lui è molto meno  estraneo di a voi due.” Mi volto ed esco dalla porta principale. Non mi seguono, e per questo sono riconoscente. Poso gentilmente i miei tesori recuperati sul sedile del passeggero della mia auto prima di salire al posto del guidatore.

La neve sta scendendo fitta quando mi immetto in strada. Per un momento, penso a Kurt e alla lunga strada per tornare indietro a Lima. La preoccupazione inizia a stringermi lo stomaco mentre mi chiedo se sta bene. Ma la scaccio via, così come ho scacciato le visioni nell’ultimo anno. Per una volta devo concentrarmi su me stesso.

Inizio a guidare senza avere una vera idea di dove andare. Sta diventando difficile vedere oltre il parabrezza, e so di dover trovare un posto dove aspettare la fine della tempesta. Un’idea mi colpisce, e dirigo la macchina a nord, stando lontano dalle strade principali. Il complesso di appartamenti normalmente dista venti minuti d’auto da casa mia, ma ci vuole quasi un’ora affinché lo raggiunga. Parcheggio tra due auto coperte di neve nel parcheggio, e metto tutti i miei effetti personali in una vecchia  busta della spesa che ho trovato nel portabagagli. Con interesse, mi accorgo di essere riuscito a prendere il mio vecchio diario dal baule. Forse ci sono delle risposte all’interno.

Il codice di sicurezza dell’entrata dell’edificio non è cambiato, e abbastanza presto sono nel caldo atrio, a spazzolarmi la neve dalle spalle e a premere il pulsante dell’ascensore. L’appartamento di Rob è all’ultimo piano, in un angolo tranquillo del palazzo. Lì riuscirò a pensare, e a capire cosa fare dopo.

Ho messo la chiave nella serratura e fatto un passo a metà strada nell’appartamento quando realizzo che qualcosa è sbagliato; le luci sono tutte accese, e posso sentire l’acqua scorrere.  Mi acciglio, chiudendo la porta alle mie spalle. Rob lavora a Wall Street, e usa questo appartamento solo un paio di settimane all’anno. Perché dovrebbe essere qui? “Ciao?” chiamo a disagio.

L’acqua viene chiusa, e dei passi si avvicinano. Il respiro mi si blocca in gola quando gira l’angolo.

“Ciao,” dice Kurt debolmente.

“Cosa stai… come…” balbetto rocamente.

I suoi occhi sono rossi; stava piangendo. “Ho iniziato a guidare verso Lima, ma la bufera è peggiorata troppo. Sarei rimasto qui fino alla fine della tempesta.”

“Come hai fatto ad entrare?”

“Chiavi.”

Resto a bocca aperta. “Vivevamo qui assieme?”

“Qualche volta alla settimana,” annuisce. “Alla fine mi facesti la copia delle chiavi. Tuo cugino disse che per lui andava bene.”  Si sta torcendo le dita nervosamente. “Devo andare via?”

“No, tu-“ mi fai sentire a casa, non lo dico. “Puoi restare.”




Note della traduttrice

Ciao a tutti! Vi chiedo scusa, ma sono davvero in volata! Sono in terribile ritado ad un appuntamente, ma volevo comunque lasciarvi il capitolo!! Impressioni? Spero che vi sia piaciuta la reazione di Blaine, io mi sono sentita il cuore in gola per tutto il tempo!
Un bacione a tutti ed un grazie speciale!

Angel

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.



Capitolo 8



Kurt è steso di fronte alla TV, completamente assorbito in una maratona di Project Runaway. Sembra così a suo agio, steso sul divano di mio cugino, e io vorrei sapere quante volte l’ho portato qui in passato. Che cosa facevamo assieme, quando eravamo qui? Fingevamo che l’appartamento di Rob fosse la nostra casa? L’idea è stranamente affascinante. Mi permetto di immaginare noi due ad una cena a lume di candela. Mi chiedo, sono ricordi o solo sogni ad occhi aperti? Come posso capire la differenza?

Siedo all’altro capo del soggiorno, ispezionando metodicamente la pila di tesori recuperati che ho preso da casa dei miei genitori. Le fotografie sono la cosa più semplice da cui iniziare, ma in qualche modo sono anche la cosa più disorientante. Kurt compare in molte, e ci sono anche i Warblers, ma ci sono ache un sacco di volti che non conosco. Un alto ragazzo asiatico appare spesso, così come una ragazza asiatica con i capelli lunghi. (Sua sorella? Oh, non importa, c’è una foto di loro che si baciano…) Ci sono alcuni scatti di ragazze con l’uniforme di cheerleader, una ragazza dall’aspetto profondo con lisci capelli castani, un ragazzo con gli occhiali sulla sedia a rotelle, una ragazza di colore che fa pose teatrali con Kurt… Non riconosco nessuna di queste persone. Ma chiaramente significavano qualcosa per me un tempo, se ho attaccato le loro foto sulla mia bacheca.

Con un sospiro, metto da parte le foto, e apro l’annuario dell’Accademia Dalton del quarto anno. È chiaro perché i miei genitori abbiano deciso di tenermelo nascosto; sulla terza pagina c’è una grande foto di me e Kurt seduti su una tovaglia da picnic su un prato. sembra che lui stia parlando animatamente, e io lo fisso con l’espressione imbarazzante più insensata, più innamorata sul viso.

È facile vedere il perché, tuttavia.  Kurt è affascinante. I suoi occhi sono accesi dalla felicità, le sue labbra sono piene e rosa, il suo lungo collo bianco che chiede solo di essere baciato mentre lo spingo sul divano-

“C’è qualcosa che non va?”

Oh. Ad un certo punto devo aver smesso di guardare la foto, ed ho cominciato a fissare Kurt  in carne ed ossa. Ha il capo reclinato e mi guarda con curiosità, posso sentire il rossore spargersi sulle mie guance.

“No, no, va tutto bene,” borbotto, voltando velocemente la pagina e fingendo di studiare un collage di foto di discorsi e dibattiti. Kurt ritorna a guardare la TV, però sono sicuro che continua a guardare verso di me con curiosità.

Più avanti nell’annuario, ci sono le solite foto a tutta pagina e i profili di tutti i diplomandi. Leggo i messaggi di addio dei miei amici diplomandi con occhi appannati; Wes è sempre stato bravo con le parole. I messaggi dei miei amici del secondo anno, però, sono molto meno commoventi –sembra che si siano lanciati in una battaglia per vedere chi avrebbe fatto i commenti più inappropriati sulla mia relazione con Kurt.

Scuotendo la testa, passo alla sezione H, sciogliendomi quando vedo la foto di Kurt. È magnifico con l’uniforme della Dalton, il tessuto scuro rende la sua pelle ancora più luminosa del normale. Nemmeno la scritte alla base che riconosco come la scrittura di Jeff ("I said what what, in the butt") può rovinare la bellezza dell’iimagine.

Ho appena finito di guardare l’annuario quando Kurt si alza e si sgranchisce. La sua camicia risale un po’, e non posso impedirmi di guardare il pallido pezzo di pelle esposta.

“Mi sta venendo fame,” dice. “Vuoi qualcosa dalla cucina?”

Il mio stomaco brontola in risposta, ed entrambi sorridiamo timidamente. “C’è anche  del cibo qui?” chiedo ad alta voce.

“Certo. Tenevamo sempre qui un po’ di cibo non deperibile in dispensa e nel congelatore, inoltre Rob fa rifornimento quando è in città. Dovrei essere in grado di metter su qualcosa.”

Scompare nella cucina, e il debole suono di mobiletti che vengono aperti e di stoviglie che sbattono raggiunge le mie orecchie. Il momento sembra accogliente ed intimo e solo un po’ terrificante.

Dopo l’annuario viene la locandina di una performance di West Side Story alla scuola William McKinley. Scorro la lista del cast e scopro, con mia sorpresa, che non solo ero nel musical, ma avevo il ruolo del protagonista. Kurt a quanto pare ha interpretato l’agente  Krupke –scommetto che doveva essere affascinante in uniforme. Leggo attentamente il resto dei nomi, ma nessuno mi sembra familiare.

Alla fine nulla è rimasto nella pila se non il mio vecchio diario. Lo prendo cautamente. Deve contenere così tante risposte, ma per qualche ragione sono terrorizzato dall’aprirlo. E se rivelasse ancora altre bugie? E se tutto ciò che hanno ammesso Kurt e i miei genitori oggi non fosse davvero tutto?

Uno stuzzicante profumo  si diffonde nell’aria, e metto il diario da parte, grato della distrazione. Kurt è nel pieno della preparazione della tavola in cucina. Mi appoggio alla cornice della porta, guardandolo allineare attentamente le posate prima di piegare una coppia di tovaglioli in un’intricata forma a ventaglio. Mi chiedo perché si stia facendo tanti problemi.

Si ferma improvvisamente, alzando lo sguardo verso di me e battendo le palpebre. “Oh, io… io pensavo che ti sarebbe piaciuto sederti con me qui. Ma posso mettere le tue cose su un vassoio se preferisci mangiare in-“

“Così va bene,” lo rassicuro, prendendo due bicchieri dal mobiletto. “Cosa vuoi da bere?”

“Acqua, per piacere.”

Riempio due bicchieri di ghiaccio e acqua del rubinetto, poi mi unisco a lui a tavola. Depone due piatti di cibo, e scruto il mio con curiosità. Sembra una combinazione di verdure arrostite e tonno, e profuma divinamente.

“È il tuo preferito,” mi dice, sedendosi. Scivolo sulla sedia di fronte a lui. “Dicevi sempre che ti ricordava un piatto che tua nonna era solita preparare.”

Lo assaporo attentamente, ed è davvero buono, e allo stesso tempo posso affermare che mi ricorda di mia nonna. Poi mi accorgo di un sapore familiare. “È per il coriandolo?”

“Per il coriandolo,” annuisce.

Mangiamo con tranquillità. L’aria attorno a noi sembra densa , pesante per la tensione. Non sembro essere in grado di iniziare una qualsiasi piccola conversazione per rompere il silenzio. Emily Post sarebbe sconvolta dalla mia maleducazione –ma alla fine non sono sicuro che Emily Post si sia mai trovata in un contesto così particolare. Cosa si dovrebbe dire ad un completo sconosciuto che ti conosce completamente?

Kurt mi lancia un’occhiata a metà strada dal piatto, esitando brevemente prima di chiedere, “I tuoi genitori ti hanno detto la verità?”

Ingoio un boccone di tonno. “Si.”

“Come è andata?”

Scrollo le spalle.  È andata terribilmente, ovvio, ma non mi sento a mio agio ad ammetterlo.

“Almeno la verità è uscita fuori ora,” dice.

Sposto alcuni broccoli nel mio piatto, improvvisamente non ho più fame. “Penso di si.”

“Pensi di si?”

“È solo che… Non lo so. Ho più domande di prima adesso. Alcune cose non hanno senso.”

“Ad esempio?”

“Ad esempio me e te.” Lascio la mia forchetta. “Siamo stati assieme per molto tempo. Presumo che ci amavamo?”

Kurt annuisce, i suoi occhi si allargano.

“E ci siamo persino scambiati degli anelli di fidanzamento personalizzati,” concludo. “Che dicono Tuo per sempre. Ciò implica un livello di impegno tra noi abbastanza profondo. Allora dopo tutte le promesse e tutti i piani che abbiamo fatto assieme… Come hai potuto abbandonarmi così?”

Trasale leggermente, sembrando ferito. “Te l’ho detto. Tuo padre disse che non potevo più vederti.”

“No, l’ho capito questo. Davvero. Ma-“ Lascio andare un basso sospiro di frustrazione. “Devi aver pensato che i miei genitori stavano facendo la cosa sbagliata tenendoci separati. Allora perché lo hai permesso?”

“Che cosa avrei dovuto fare, rapirti?” chiede, incrociando le braccia sulla difensiva. “Irrompere in ospedale e trascinarti a casa mia? La mia famiglia è quasi andata in bancarotta per le mie parcelle; come avremmo potuto pagare anche le tue?”

“Non sto dicendo questo. Ma saresti almeno potuto venire in ospedale e dirmi la verità.”

“Sei stato in coma per mesi. I tuoi genitori non hanno mai aggiornato nessuno di noi sul tuo ricovero. Quando abbiamo scoperto che ti eri svegliato, eri già tornato a casa.”

“Allora saresti potuto venire a casa e-“

“E dire cosa, esattamente? Ciao, so che non ti ricordi di me, ma avevamo progettato di trascorrere il resto delle nostre vite assieme? I tuoi genitori ti avrebbero fatto scegliere tra noi, Blaine, e tu avresti scelto loro piuttosto che un completo sconosciuto. Sai che lo avresti fatto.”

Scuoto la testa ostinatamente. “Ma-“

“Cosa avrei dovuto fare?” Chiede con voce stridula. “Cosa vuoi che abbia fatto?”

“Qualcosa!” esplodo. “Qualsiasi cosa! Non semplicemente stare seduto a sorseggiare caffè al Lima Bean ogni giorno nella remota possibilità che io sarei comparso-“

“Oh, si, perché la mia vita è stata una fottuta passeggiata nell’ultimo anno, Blaine. Certo, ho solo rinunciato ad andare al college e sono andato a lavorare nel negozio per sfizio. Perché sembrava una cosa divertente da fare.  Non perché continuavo ad aggrapparmi alla disperata speranza che la tua memoria sarebbe tornata o qualcosa-“

“Perché ogni cosa è colpa mia?” Sto urlando adesso, le mie dita sono strette contro il bordo del tavolo. “Io sono quello con la testa rotta. Cosa ne pensi di prendere la cosa un po’ in considerazione?”

“Che diavolo avrei-“

“Avresti dovuto combattere per me!”

“Ha detto che non ti potevo vedere-“

“Questa è una cazzata e lo sappiamo entrambi,” dico con furia. “Sono stanco delle bugie. Dimmi la reale ragione.”

Stiamo entrambi respirando forte, fissandoci. La sua bocca resta risolutamente chiusa.

Salto fuori dal tavolo, radunando il gruppo di effetti personali e me ne vado infuriato nella camera degli ospiti. Li lancio sulla scrivania prima di sbattere la porta e dandogli un calcio per essere sicuro. Mi fermo per ricompormi, chiudendo gli occhi e forzandomi a respirare profondamente.

È solo quando mi guardo attorno che realizzo che questa non è più la stanza degli ospiti. Dall’aspetto delle cose, ha smesso di essere la stanza degli ospiti abbastanza tempo fa.

La coppia di letti di quercia è sparita, rimpiazzata da un letto matrimoniale di metallo coperto da una trapunta. Le mura sono state dipinte con la sfumatura di blu delle uova di pettirosso,  e al posto delle vecchie stampe di Mondrian sul muro, ci sono varie fotografie in bianco e nero incorniciate di me e Kurt. Mi giro intorno lentamente, assorbendo tutto.

La nuova mobilia non è opera di Rob.

I due comodini appaiati su entrambi i lati del letto.

La toilette illuminata con bottiglie del mio gel per capelli preferito e una marca sconosciuta di lacca per capelli posizionati fianco a fianco.

Questa era la nostra stanza. Rob ha dato a me e Kurt una stanza tutta nostra qui.

La rabbia fluisce via da me lentamente, fino a che affondo sul letto, tenendo con delicatezza la mia testa tra le mani. Posso sentire il debole suono di piatti che sbattono, e realizzo che Kurt sta pulendo i resti della nostra cena. Sentendomi in colpa, apro la porta e mi trascino attraverso il corridoio in cucina.

Sta mettendo i bicchieri sciacquati nella lavastoviglie, ma si raddrizza quando percepisce la mia presenza.

“Ciao,” mormoro.

“Ciao.”

“Vedi, io-“

Mi interrompo quando il suo cellulare inizia a squillare. Alza un dito, mentre lo tira fuori dalla sua tasca. “Un secondo, probabilmente è solo mio-“  Sbatte gli occhi, mentre guarda lo schermo. “Sei tu.”

“Io?” Gira il telefono per mostrarmelo. Blaine Anderson è sullo schermo, con il mio numero di cellulare sotto. “Non ti sto chiamando,” gli dico stupidamente; ovviamente non lo sto chiamando. Non ho nemmeno il mio cellulare con me. L’ho lasciato a casa dei miei genitori quando-

Oh.

“Non rispondere,” gemo, proprio quando il cellulare è vicino al suo orecchio.

“Pronto?” dice, poi si ferma. “Salve, Mr. Anderson… Ha supposto bene, sono l’Amico di Caffè della sua rubrica… Si signore, è qui con me adesso.” Si sta strofinando il gomito con aria assente mentre parla, e non riesco a capire cosa stia succedendo. Non dovrebbero gridarsi contro lui e mio padre adesso? Perché sono così cordiali? “Posso chiedere, ma non sono sicuro che voglia parlare-“ scuoto velocemente la testa, e annuisce. “Si, mi dispiace, Mr. Anderson, non è in vena di una conversazione proprio ora. Ma sta bene. Lo prometto.” Ascolta per qualche secondo, poi sospira. “Prego. Buonanotte.”

Lo fisso quando finisce la telefonata. “Che cosa significa?”

“Cosa significa cosa?”

“Siete amici ora?”

Posa il telefono sul bancone. “Non sai come è stato dopo l’aggressione, Blaine. Vederti giacere in un letto d’ospedale, ancorato a tutti quei macchinari. Ti abbiamo quasi perso.”
“Che cosa c’entra questo con-“

“I tuoi genitori ne hanno passate abbastanza. Non dovevano trascorrere questa serata chiedendosi se fossi morto in fossato da qualche parte.” Fa una pausa e sospira. “Non mi piace cosa hanno fatto a te –ad entrambi. Ma sarebbe stato crudele lasciarli preoccupati.” Si volta e finisce di caricare la lavastoviglie, mentre scuoto la testa.

Ogni volta che penso di cominciare a capire chi è Kurt Hummel, mi dà altro su cui lavorare.

“Kurt?” mormoro, e si volta di nuovo. “Vedi, mi… mi dispiace per le cose che ti ho detto prima.”

“No non ti dispiace.” È tranquillo quando si appoggia contro il bancone. “Ma va bene.”

Mi dispiace,” insisto debolmente.

“Hai tutto il diritto di essere arrabbiato, Blaine. Sei stato picchiato quasi a morte, e hai perso un anno della tua memoria, e tutti quelli che ami ti hanno mentito. È molto da processare per te.”

“Okay, va bene, sono ancora arrabbiato. Ma sono anche dispiaciuto per alcune cose che ho detto.” Mi appoggio alla cornice della porta mestamente. “Stavo provando a ferirti.”

Sorride senza allegria al pavimento. “Va bene. Me lo merito.”

Vorrei contraddirlo di nuovo, ma sono troppo esausto. Tra il guidare in una bufera due volte, il confronto con i miei genitori, e la litigata con Kurt, sono stato su una montagna russa di emozioni. “Penso che andrò a letto.”

“Sta ancora nevicando abbastanza intensamente fuori,” dice. “Va bene se-“

“Certo che devi stare qui. Resta quanto tempo vuoi.”

“Grazie. Prenderò il divano.”

“Non essere stupido, io-“

“Davvero preferisco il divano.”

“No, posso dormire nella stanza di Rob, e tu-“

“Non sto cercando di essere galante,” mi interrompe. “Dall’aggressione, ho problemi a dormire, e per qualche ragione riesco a dormire solo quando sono steso su un divano.” Devo sembrare ancora insicuro, perché aggiunge, “Davvero. Dovresti dormire nella nostra stanza.”

Una strana sensazione mi riscalda il petto quando dice nostra stanza, ed è con qualche difficoltà che annuisco in approvazione. Si volta per mettere il piccolo barattolo di spezie nel mobile quando mi sovviene un pensiero. “Sarai qui quando mi sveglierò, giusto?”

Le sue mani si fermano, ma non si volta. “Vuoi che ci sia?”

“Si.”

C’è una lunga pausa, e io trattengo il fiato. “Okay,” dice alla fine.

“Grazie,” sussurro.

Mi preparo per andare a letto, usando il bagno degli ospiti e fermandomi ad ascoltare i suoni rivelatori di Kurt che accende la doccia nel bagno patronale. Ci sono diversi pigiami nell’armadio, e ne tiro fuori un paio familiare. Poi prendo un pigiama di seta blu reale che decisamente non è nel mio stile, e lo poggio sul divano per Kurt prima di tornare nella camera da letto.

Il mio diario è ancora sulla scrivania. Mi metto a letto, guardandolo attraverso la stanza, combattuto. La tentazione è qui, certamente. Potrebbe contenere così tante risposte. Ma la cosa è… che il diario contiene le risposte della vita di un altro Blaine –quello con il fidanzato devoto, e il coraggio di trasferirsi in una scuola pubblica, e il mazzo di rose secche nell’armadio.

Mi infilo sotto la trapunta a disagio, spegnendo la luce e chiudendo gli occhi.

Non riuscirò a dormire.

Il letto è meravigliosamente morbido, i cuscini pieni e vellutati proprio come piacciono a me, ma non sembra che io possa addormentarmi. Mi giro e mi rigiro per molto tempo, prima di decidere di prendere un bicchiere d’acqua in cucina.

Il soggiorno è buio, cammino in punta di piedi nel corridoio, cercando di non svegliare Kurt. Uno sguardo all’orologio digitale del microonde mi dice che sono passate quasi due ore da quando sono andato a letto. L’insonnia è stato un altro degli effetti collaterali a lungo termine del mio trauma cranico. Riempio il bicchiere con l’acqua del rubinetto, bevendola in un grande sorso. Un debole fruscio viene dal soggiorno, e poso piano il mio bicchiere nel lavandino prima di andare a dare una sbirciata a Kurt. Aggrotto la fronte per la confusione quando lo vedo.

Indossa il pigiama che gli ho preparato, ha la schiena premuta contro lo schienale del divano. Mi sarei aspettato di vederlo avvolto nella spessa coperta che Rob tiene piegata sul lato del divano, ma ne ha fatto qualcosa di strano invece –arrotolata in un rotolo stretto e avvolta attorno alla sua vita. Sta tremando nel sonno, e cammino a passo felpato verso l’armadio della biancheria e tiro fuori un piumino di riserva. Kurt mormora un po’ nel sonno mentre lo copro, ma poi torna silenzioso.

Ritorno in punta di piedi nella camera da letto senza accendere nessuna luce. Calcolo male la distanza, però, e il mio fianco sbatte contro la scrivania, facendo cadere diverse cose sul pavimento. Congelandomi, tendo l’orecchio per un segno del risveglio di Kurt, ma è tutto silenzioso. Chiudo la porta piano prima di accendere la luce e raccogliere gli oggetti caduti.

Il mio diario è aperto, e quando lo afferro, un passaggio mi salta all’occhio:

Dalla nostra prima notte assieme, non riesco a dormire bene quando Kurt non è nel letto con me. Le mie braccia sembrano vuote quando non lo stanno abbracciando.

Alzo lo sguardo, sbigottito, ripensando alla coperta arrotolata avvolta alla vita di Kurt, la sua schiena pressata contro lo schienale del divano. È per questo che ha bisogno di dormire sul divano adesso –perché lo fa sentire come se io fossi stretto a lui?

Sospirando pensierosamente, poso il diario sulla scrivania prima di tornare a letto. Un colpo all’interruttore riporta la stanza nell’oscurità.

Chiudo gli occhi, sperando che il sonno arrivi, ma la mia mente è confusa al pensiero di Kurt. È solo quando afferro il cuscino in più, stringendolo saldamente contro il petto, che riesco finalmente a scivolare nel sonno.



Note della traduttrice

Ciao a tutti! Ne è passato di tempo dall'ultimo aggiornamento, ma non ho potuto fare altrimenti... Non avevo la connessione ad internet, quindi niente aggiornamenti. Purtroppo vi avverto già da ora che cercherò di aggiornare sia giovedì che venerdì, ma da sabato in poi per una settimana non ci saranno nuovi capitoli, dato che andrò a mare.
Passando al capitolo, nutro un po' di odio amore per Blaine in questo momento, capisco la sua confusione e la rabbia che cova dentro, ma continua ad accanirsi contro il povero Kurt. Forse ce l'ho con lui perchè, in fondo, so bene che avrei reagito allo stesso modo al suo posto e la cosa mi fa male. Ormai sono convinta che l'indole di Kurt sia stata temprata con l'acciaio, non ha battuto ciglio di fronte alle accuse del ragazzo, si è dimostrato forte e determinato, non mostrandogli la sua debolezza. è sempre più saggio e assennato in tutto ciò che fa, ma poi la notte, il momento in cui vengono fuori tutte le paure più remote dell'uomo, mostra tutta la sua fragilità. Alzi la mano chi non ha avuto almeno un nodo in gola leggendo la parte finale di questo capitolo!!
Le cose sono ancora complicate e c'è ancora molto da scoprire! La strada è sempre più in salita!
Un grazie a tutte le persone speciali che mi sostengono!!
Alla prossima!

Angel

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.



Capitolo 9


Kurt sta ancora dormendo quando mi sveglio, allora faccio una doccia veloce e infilo una tuta che trovo nell’ultimo cassetto dell’armadio. Entro silenziosamente in cucina per rovistare alla ricerca di qualcosa da mangiare, ma le opzioni sono limitate. Alla fine opto per delle Pop-Tarts alla fragola, infilandone un paio nel tostapane prima di appoggiarmi contro il bancone.

È più semplice oggi, in qualche modo. La ferita del tradimento dei miei genitori continua a far male, e continuo a non capire perché Kurt non ha combattuto per essere ancora parte della mia vita… ma dopo una lunga dormita, è molto più semplice volgere la mia mente a tutto ciò che ho appreso ieri.

Da questa visuale privilegiata, posso guardare la figura addormentata di Kurt sul divano. Il suo viso sembra più giovane, più morbido quando dorme. Vorrei sapere com’era svegliarsi accanto a lui, quando condividevamo un letto assieme.

Il tostapane emette un forte click quando la griglia salta fuori, e Kurt inizia a svegliarsi. Prendo due piatti dalla vetrinetta e posiziono un Pop-Tart in ognuno di loro prima di andare nel salotto.

“La colazione è servita, mio signore,” annuncio con un terribile accento inglese, e sorride con gli occhi ancora chiusi.

“Pop-Tarts alla fragola?” mormora.

“Scelta fortunata.”

Il sorriso di Kurt si affievolisce, e il mio cuore cede. A quanto pare, non è una scelta fortunata. I suoi occhi si aprono in una fessura, e si siede. “ ‘Giorno.”

“ ‘Giorno.” Gli offro uno dei piatti. Fa un grosso sbadiglio, grattandosi il retro della testa mentre lo prende. “Allora questa era una tradizione?” chiedo, sedendomi sul tavolino da caffè di fronte a lui. “Io che ti preparo Pop-Tarts la mattina?”

“Si, era una tradizione.” Stacca un pezzo di pasta, soffiandoci sopra e guardando il vapore che si alza dal ripieno caldo. “Hai dormito bene?”

“Si, grazie. È un letto molto comodo.”

Annuisce. “Siamo andati in tre diversi negozi di materassi prima di trovare uno su cui eravamo entrambi d’accordo. Lo chiamavamo il materasso di Ricciolidoro.” Al mio sopracciglio corrucciato, spiega, “Tutti gli altri erano o troppo morbidi per me o troppo duri per te. Questo era quello giusto.”

Do un morso alla mia Pop-Tart, sibilando quando il ripieno mi scotta la lingua. Dalla risata lieve di Kurt, capisco che anche questa era una tradizione. Mi affretto verso la cucina, afferrando una coppia di bicchieri e riempiendoli con l’acqua del lavandino.

“Prendi del latte,” Kurt urla. “Fidati, funziona meglio.”

Prendo un cartone di Parmelat dalla dispensa e lo verso nell’altro bicchiere, tracannandolo velocemente. Ha ragione, il latte lenisce il dolore alla lingua. Afferro uno dei bicchieri di acqua e torno in soggiorno, porgendoglielo. “Cosa mi dici di te?” chiedo mentre prende un piccolo sorso. “Come hai dormito?”

Scuote una spalla. “Ho avuto un incubo verso le tre. Mi sono alzato e ho letto uno dei libri di Rob fino a che non mi sono riaddormentato. Oltre a questo, sono stato bene.”

“Hai molti incubi?”

“Si, dall’aggressione. Tu?”

“Si.”

Mangiamo e beviamo in silenzio. Continuo a lanciargli occhiate furtive, ma sembra perso nei suoi pensieri.

“Sembra che la neve si sia finalmente ridotta,” dice dopo che abbiamo finito. “Dovrei mettermi in viaggio. Mio padre e Finn fanno l’inventario la domenica, e avevo detto che li avrei aiutati.”

“Posso vederti domani?” chiedo, imbarazzandomi per il tono bisognoso della mia voce.

La sua espressione resta neutra. “Domani?”

“Si, magari potresti tornare qui dopo il lavoro. Potresti mostrarmi come si prepara quel piatto a base di tonno.”

“Non so se questa è una buona idea.”

“Okay, allora, un piatto diverso. O possiamo solo noleggiare un film, o-“

“Blaine, ti prego.” Si ferma. “Non possiamo semplicemente lanciarci in qualcosa assieme.”

“Cosa intendo? Lo hai detto tu stesso, mi amavi.”

“Si, ma-“

“Sei arrabbiato perché ti ho urlato contro ieri sera?”

“No, io-“

“Allora qual è il problema?”

Sospira pesantemente. “È come… come posso spiegartelo. Non lo ricorderai, ma delle volte, dopo un lungo pomeriggio di prove al glee club, guardavamo programmi stupidi. Giusto per staccare la spina prima di cominciare i compiti. Real Housewives, The Bachelorette, questo genere di cose.  E una volta, guardammo uno speciale su donne che amano detenuti.”

“Mi vuoi dire qualcosa, Kurt?” sorrido. “Sei stato condannato per qualche crimine?”

“No, è una cosa importante,” dice seriamente. “Entrambi pensavamo che queste donne erano ridicole per essersi innamorate di truffatori. Mandavano agli uomini regali, denaro e foto di loro nude, e gli uomini giuravano che una volta usciti di prigione, avrebbero sposato le donne e iniziato le loro vite assieme. Ma una volta che davvero erano fuori di prigione, regolarmente non restavano fedeli alle donne a cui si erano votati per molto tempo. E le donne finivano con l’avere il cuore spezzato.”

“Hai paura che tu possa spezzarmi il cuore?”

“No, ho paura che tu spezzerai il mio.” Un’espressione addolorata deve essere comparsa sul mio viso, perché pone una mano rassicurante sul mio ginocchio. “Il punto della trasmissione era che gli uomini in realtà non stavano mentendo alle donne. Davvero pensavano di essere follemente innamorati e che quelle donne fossero le loro anime gemelle. Ma una volta liberi, una volta che avevano la possibilità di scegliere tra milioni di altre donne-“

“No, ho capito,” lo interrompo. “I miei genitori mi hanno tenuto rinchiuso, e pensi che io mi stia buttando su di te perché sei il primo ragazzo gay con cui sono venuto in contatto.”

“Non è –okay, è più o meno ciò che sto dicendo, si.”

“Non è la stessa cosa. Prima che tutto questo succedesse, prima dell’aggressione,  avevo altre possibilità. E io ho lo stesso scelto te.”

“Ovvio che non è la stessa cosa. Ma Blaine, non ci conosciamo più.” Inizio a protestare, ma alza una mano. “Ci stavo pensando questa notte, quando non riuscivo a riaddormentarmi dopo l’incubo. Anche se ti fossi svegliato questa mattina e improvvisamente avessi riavuto tutti i tuoi ricordi, avresti continuato a non conoscere la persona che sono oggi. Hai perso un intero anno della mia vita. Un anno durante il quale mi sono dovuto riprendere da una grave aggressione, e affrontare il senso di colpa per aver quasi mandato in bancarotta la mia famiglia, e la preoccupazione per la debole salute di mio padre, e il dolore per averti perso, e il rimpianto di non essere andato al college… Non sono la stessa persona che ero prima dell’attacco. E mentre mi hai scelto quando eravamo alle superiori, forse non sceglieresti l’uomo che sono diventato.”

Scuoto la testa debolmente. “Ma-“

“E sono sicuro che anche tu sei cambiato molto, per ciò che è successo. Non sei lo stesso ragazzo con cui ho scambiato gli anelli di fidanzamento. Semplicemente non lo sei.”

Mi si sta cominciando a formare un nodo in gola. Sta davvero rompendo con me, prima ancora di avere la possibilità di stare di nuovo assieme? “Allora è finita? Stai lasciando perdere?”

Raggiunge la mia mano, per stringerla. “Devono prima aprirsi le porte dell’inferno per farmi rinunciare a te, Blaine. Specialmente ora che ti ho appena riavuto indietro.”

“Allora cosa intendi dire?”

“Sto dicendo che dovremmo conoscerci di nuovo.” Fa una pausa, e non posso fermare il sorriso che inizia a nascere sul mio viso. “Possiamo uscire, conoscerci. Vedere se siamo compatibili. Vedere se la scintilla è ancora qui. E-“ Prende un respiro profondo, chiudendo brevemente gli occhi. “E penso che dovresti vedere anche altre persone.”

Il mio sorriso cede. “Aspetta, cosa?”

“Come farai a sapere se sono quello giusto, se non hai mai visto cosa c’è lì fuori?”

“Questo è stupido,” replico, lasciando la sua mano. “Stai diventando ridicolo.”

“Non lo sono. Non sei mai uscito con nessuno oltre me.”

Tu sei uscito con qualcun altro oltre me?”

“Si.” Prende il mio silenzio scioccato come un permesso per continuare. “Sono andato a qualche appuntamento negli ultimi mesi. E so, ora, che ciò che avevamo io e te era speciale. Se non fossi uscito con quei ragazzi, mi sarei sempre chiesto cosa altro ci fosse lì fuori.” Deglutisce. “Spero che siamo ancora compatibili e che tu sceglierai di nuovo me? Si. Sopra ogni cosa. Ma davvero penso che tu debba fare questo prima. Se non lo fai, e semplicemente torniamo assieme come se niente fosse cambiato, e poi in pochi mesi o anni tu realizzassi ci sono altri ragazzi che vuoi di più… posso riprendermi dal colpo di un piede di porco sulla clavicola, ma non potrei riprendermi da questo.”

Sospiro, sentendomi sconfitto. “Va bene, allora. Per quanto tempo devo uscire con altre persone prima che tu mi permetta di uscire con te?”

“Davvero pensi che ti lascerò andare in giro per la città con ragazzi carini mentre io resto ad aspettare?” Ride leggermente.  “Uscirai anche con me. Questo sarà il modo più semplice per paragonarci.”

Okay. Questa proposta non è malvagia come pensavo. Dovrò affermare di essere uscito con altre persone mentre io e Kurt ci conosciamo. E alla fine accetterà di- “Aspetta, quando potrò dire di aver deciso che tu sei… questo, per me?”

“Bella domanda.” Ci rimugina sopra brevemente. “Che cosa ne dici di acconsentire a non diventare intimo con nessuno –incluso me- fino a quando sarai sicuro chi è quello giusto per te? Baciare ad esempio, penso che lo scambio di fluidi corporei debba comportare un certo livello di impegno.”

“Sei così romantico,” lo prendo in giro, ma lui annuisce.

“Si, lo sono.”

Prendo una delle sue mani e ne bacio lievemente le nocche. Mi offre un sorriso genuino, e riesco a sentire il mio cuore battere un po’ più velocemente in risposta. È frustrante il modo in cui il mio corpo sembra ricordare tutto ciò che il mio cervello ha dimenticato. “Che ne dici di incontrarci per un caffè domani? Al Lima Bean?”

“È un appuntamento.”

Accompagno Kurt alla porta, sperando in un abbraccio, ma lui fa solo scivolare la punta delle sue dita lungo il mio braccio prima di andare via.

Ci vuole un’ora buona prima che il mio braccio smetta di pizzicare.

Esco un po’ dopo le undici per estrarre la mia auto dalla neve. Altri inquilini stanno facendo la stessa cosa, e un paio di loro mi salutano come se mi conoscessero. Una volta che l’auto è pulita, sento di dover guidare da qualche parte, ma ci sono poche possibilità in una domenica pomeriggio innevata. Non posso andare a Lima, o a casa dei miei genitori. Alla fine decido di andare alla Dalton. Mi è mancato quel posto, e chi lo sa, forse potrebbe portare alla luce delle memorie perse.

Quando raggiungo il campus, un’ondata di nostalgia mi travolge. Questo è il posto dove mi sono sentito a mio agio nell’essere me stesso. C’è un centro sportivo, dove ho seguito le lezioni di difesa personale subito dopo il trasferimento. C’è l’edificio di musica, dove mi diedi una possibilità e mi iscrissi alle audizioni di canto a cappella. C’è il prato est, dove a quanto pare io e Kurt amavamo trascorrere la maggior parte del nostro tempo assieme. Alcuni studenti stanno passeggiando lungo i sentieri con i loro blazer scuri e le cravatte. Sembrano eleganti e rilassati. Ci sono voluti mesi prima che fossi in grado di rilassarmi completamente in questo campus.

Sfortunatamente, i miei amici della Dalton erano al mio stesso anno o all’anno successivo al mio, quindi non vedo nessuno dei vecchi amici vagare. Parcheggio nel posto riservato ai visitatori ed esco dall’auto, abbottonando il cappotto e infilandomi un cappello in testa. L’aria è tagliente e fredda, chiudo gli occhi e ne prendo un profondo respiro-

“Cosa stai facendo qui?”

I miei occhi si spalancano, e c’è un ragazzo sconosciuto e dall’aspetto poco amichevole in piedi davanti a me. È alto e grosso, con capelli biondi quasi bianchi e piccoli occhi azzurri.

“Scusa?”

“Perché sei venuto qui?” preme.

“Venivo alla Dalton, io-“

“Non dovresti essere-“

“Che mi venga un colpo,” si avvicina un’altra voce. Entrambi ci voltiamo e vediamo una coppia di ragazzi in blazer che cammina verso di noi. Uno è basso, con i capelli a spazzola e un grosso neo sulla guancia. L’altro è alto e davvero bello. “Se questo non è Blaine Anderson,” dice quello bello. “Non avrei mai pensato di rivederti qui di nuovo.”

“Scusa,” dico educatamente, “ci conosciamo?”

“Sebastian Smythe,” dice, offrendomi una mano ed un sorriso brillante. “Siamo amici, più o meno. Ci siamo incontrati dopo il tuo trasferimento dalla Dalton. Mi è davvero dispiaciuto per l’aggressione e la tua perdita di memoria, è stato un duro colpo-“

“Grazie,” rispondo, stringendogli la mano.

“Lui è Morgan Adams,” dice, indicando il ragazzo accanto a lui. “E hai già incontrato Lawrence, vedo.”

“Incantato,” borbotta il biondo. Lancia occhiate diffidenti a Sebastian.

“Allora cosa ti porta di nuovo al nostro bel campus?” Mi chiede Sebastian, inclinando la testa. “Provi a tirar fuor alcuni ricordi, o cerchi solo un ambiente familiare?”

“Entrambi.”

“Fortuna dal fronte della memoria?” Il suo sorriso sembra diventare un po’ più debole, ma dopo che scuoto la testa, sembra normale di nuovo. Deve essere stato uno scherzo della luce.

“Che peccato. Bene, ti inviterei ad unirti alla nostra riunione della domenica per la pratica dei Warblers, ma è appena finita.”

“Siete nei Warblers?”

“Bene, io lo sono,” dice, ridacchiando. “Questi due zucconi non sanno tenere una nota.” Si volta e guarda apertamente verso Morgan, i cui occhi schizzano su Lawrence.

“Dobbiamo andare,” Morgan dice a Lawrence. “Dobbiamo prendere quella cosa.”

“Quale cosa?” si acciglia Lawrence, mentre Morgan gli afferra il braccio e lo trascina via.

Sebastian li guarda andare via, sorridendo affettuosamente. “Non c’è nessuna cosa,” confida con un teatrale sospiro. “Volevo avere la possibilità di parlarti da solo.”

Sento un rossore diffondersi dal mio collo. “Oh?”

“Non può essere stata una coincidenza che tu sia venuto a visitare la Dalton proprio mentre stavo facendo una passeggiata. Deve essere stato il destino.” Si avvicina un po’ di più.

“Permettimi di portarti fuori domani sera.”

“Fuori? Domani sera?” ripeto stupidamente.

“C’è un bar gay chiamato Scandals, a West Lima. Tu ed io ci siamo andati una volta, e ci siamo divertiti molto."

“Davvero?”  Non sembra una cosa da me. Ma forse Kurt ha ragione, forse sono cambiato molto, e –sbatto gli occhi improvvisamente.

Kurt.

Dolce Kurt, con i suoi occhi profondi e le cicatrici che combaciano alle mie e il modo in cui mi fa sentire così al sicuro. Cosa sto facendo, parlare con questo ragazzo quando ho la possibilità di vedere Kurt di nuovo nel giro di poche ore?

“Avevamo una bella chimica all’epoca,” sta dicendo Sebastian. “Lo sapevi tu, e lo sapevo io. Allora che ne dici? Ti procurerò un altro documento falso, e balleremo tutta la notte."

C’è qualcosa di strano che mi solletica da qualche parte nel cervello, come quando provo a ricordare le parole di una canzone ma queste continuano a sfuggire via non appena penso di averle trovate. “Non lo so.”

“Un appuntamento,” dice, sembrando all’improvviso serio. “Se non ti diverti, non ti darò più noia. Che male può fare un miserabile appuntamento?”

Posso sentire l’eco delle parole di Kurt nella mia mente – Come farai a sapere se sono quello giusto, se non hai mai visto cosa c’è lì fuori?

“Okay. Siamo d’accordo.”




Note della traduttrice

Ciao a tutti! Come promesso, rieccomi con il nuovo capitolo! Cosa pensate della proposta di Kurt? Questo ragazzo è troppo maturo e razionale, non avrei mai concesso una cosa del genere al ragazzo che amo che ho appena ritrovato dopo un anno! Ma stiamo scherzando?! (Ebbene si, a quannto pare sono un'egoista! u.u perdonatemi!). Il ragionamento del ragazzo però non è sbagliato, anche se spinge Blaine ad uscire con altri ragazzi, anche se lui non vuole. Caro Kurt, va bene che vuoi proteggerti, ma bastava uscire e conoscersi meglio, non spingere il nostro amato smemorello tra le braccia di un altro ragazzo! Blaine si fa convincere, anche se non è molto d'accordo. La visita di Dalton ha avuto come unico risultato l'incontro  con Mr Viscido Smythe! Chi ha sentito come me un brivido di untuosità scivolare lungo la schiena mentre i due chiacchieravano? Mi lascia una certa inquietudine questo ragazzo e anche Blaine non si sente a suo agio, tant'è che c'è un tarlo bello grosso che gli rosicchia il cervello! Alla fine, purtroppo, l'appuntamento ci sarà e Kurt è stato proprio la spinta necessaria alla realizzazione di questo disgraziato evento.

Dopo questo commento, vi saluto tutti! Un grazie enorme a tutti voi che mi sostenete!
A domani ;)

Angel

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 10


Mi fermo in un supermercato dopo aver lasciato la Dalton, caricandomi di frutta e verdure fresche, uova, pane, riso e pesce. Molti degli scaffali del negozio sono quasi vuoti; credo che molte persone abbiano fatto rifornimento prima della tempesta di ieri. Prendo dei nachos e della salsa fresca dalla sezione biologica. Quando passo alle spezie, getto anche un contenitore di coriandolo nel carrello, sorridendo tra me e me.

L’appartamento vuoto sembra più freddo quando ritorno. Controllo il termostato, ma il riscaldamento sta funzionando bene.

È così tranquillo qui. Mentre sistemo gli acquisti nel frigo e nella dispensa, comincio a canticchiare una vecchia canzone dei Beatles. Mi piacerebbe chiamare Kurt, solo per una chiacchierata, ma è andato via da appena tre ore. Forse gli manderò un sms tra un’ora. Giusto per essere sicuro che sia arrivato a casa.

Mi sistemo per guardare la TV quando il silenzio si fa troppo opprimente. Ci sono centinaia di trasmissioni tra cui scegliere alla TV via cavo. Ripensando a ciò che Kurt mi ha detto sulla televisione stupida, opto per una replica di The Bachelorette, ma non riesco a seguirla. Alla fine rinuncio, decidendo di mandargli un messaggio per vedere cosa sta facendo. Vado in cucina a cercare il mio cellulare, e-

Oh, giusto. Ho lasciato il mio cellulare a casa dei miei genitori.

La realizzazione mi fa sentire ancora più isolato di prima. Faccio zapping tra i vari canali televisivi, sintonizzandomi su uno che trasmette Elf e mi sento terribilmente dispiaciuto per me stesso. Il film è quasi finito –Buddy è fuggito da casa- quando sento un colpo alla porta.

Sono prudente e guardo attraverso lo spioncino prima di aprire la serratura, e sto sorridendo come un demente non appena apro la porta. “Hey!”

Kurt mi sta sorridendo a sua volta scioccamente. Ha una grande borsa spessa posata su una spalla. “Hey anche a te.”

“Perché non hai usato la tua chiave?”

“Non volevo essere maleducato.” I suoi occhi brillano chiaramente come quelli di un bambino che sta per cacciarsi nei guai. Giuro, è così bello che mi fa sentire le ginocchia deboli.
“Visto che ho portato ospiti.”

“Ospiti?”

Si volta e fa un cenno dietro di lui, e due ragazzi della nostra età lo seguono nell’appartamento. Una è una ragazza bionda, che indossa un maglione twin set e dei pantaloni di lana. L’altro è un ragazzo dall’aspetto pericoloso con un mohawk, che mi fa un cenno con il mento con imbarazzo.

“Hey, ragazzo.  Fa schifo la storia del tuo cervello.”

“Grazie…”

“Puck. O meglio, Noah, ma mi chiamano tutti Puck.”

“E questa è Quinn,” dice Kurt, indicando la bionda. Lei mi fa un piccolo cenno. “Siamo andati tutti al McKinley assieme. Puck e Quinn erano con noi nel glee.”

Annuisco educatamente. “bene, uh… benvenuti nel nostro appartamento. Voglio dire, nell’appartamento di mio cugino.”

“Bell’appartamento,” dice Puck, guardandosi in giro. Si allontana senza essere invitato, e Kurt scrolla le spalle come a dire Questo è Puck. “Whoa!” urla dalla mia camera da letto.
“Sapevo che voi due dovevate avere un nido d’amore dove andavate a fare le cose sporche. Dovremmo accendere una lampada UV qui dentro, scommetto che avrebbe l’aspetto di una fottuta camera di un motel.”

In ogni caso,”Quinn dice di proposito, “Kurt, forse dovresti dire a Blaine perché siamo tutti qui.”

Gli occhi di Kurt si illuminano di nuovo. “Quando ho finito di fare l’inventario al negozio, ti stavo per chiamare, per vedere cosa stessi facendo. E poi mi sono ricordato che avevi lasciato il cellulare a casa dei tuoi genitori.”

“Giusto…”

“Allora penso che dovremmo riprendercelo.”

Scuoto la testa. “Apprezzo il pensiero –credimi, lo faccio- ma davvero non voglio vedere i miei genitori proprio adesso.”

“Nemmeno io.” Si dondola avanti e indietro sui talloni, sorridendo. “È per questo che Quinn e Puck sono qui. Andremo tutti a rubarlo.”

“Noi cosa?”

“Quinn è qui perché sembra una ragazza morale e innocente.” Lei fa uno sbuffo, e Kurt aggiunge, “Ho detto sembra. E Puck è qui-“

“Perché sono l’unico criminale che conosci,” dice Puck, ritornando nella stanza.

“Giusto.” Kurt cammina verso il tavolo della sala da pranzo, aprendo la sua borsa. “Allora Quinn creerà un diversivo. Busserà alla porta dei tuoi genitori affermando che la sua auto si è rotta. Mentre i tuoi genitori saranno occupati con lei, noi tre entreremo di nascosto in casa e ruberemo in tuo telefono.”

“Apprezzo il pensiero, ma tutto ciò non è necessario. Mia madre gioca a bridge tutti i mercoledì pomeriggio; posso andare in quell’occasione e prenderlo.”

“Davvero vuoi aspettare tre giorni interi prima di poter avere accesso al tuo telefono di nuovo?”

Lo guardo perplesso. “Ma io… ci sono tre metri di neve sul terreno. I miei genitori ci sentiranno se proviamo a trascinarci attraverso tutta questa neve per trovare una finestra aperta.”

“Ah, ma qual è la prima cosa che tua madre fa sempre non appena una tempesta di neve finisce?”

“Lei…” I miei occhi si allargano leggermente al sopraggiungere della realizzazione. “Fa venire il giardiniere per liberare i cespugli di rose.”

“Giusto. E dato che sono sul lato della casa-“

“Deve scavare un sentiero che corre proprio sotto molte finestre.” Glielo devo concedere, ha davvero pensato a questa trovata. Mi mordo il labbro, lanciando occhiate a Puck e Quinn, poi di nuovo a Kurt, prima di giungere ad una decisione. “Okay, ci sto. Qual è il piano?”

Applaude eccitato, poi inizia a tirare oggetti fuori dalla borsa. “Andremo una volta che sarà calata la sera, quindi dobbiamo vestirci tutti di nero. Ho scelto tessuti che hanno una superficie opaca, così i tuoi genitori non coglieranno il riflesso  della luce se guardano fuori. È un peccato, perché ho un bellissimo dolcevita nero di seta che sto morendo dalla voglia di provare.”

Quinn si sovrappone a lui. “Parcheggerò a metà della strada e andrò a piedi fino a casa di Blaine. In questo modo suo padre sarà meno disposto ad offrirsi di venire fuori e provare ad aggiustare l’auto. Kurt ha detto che il freddo peggiora l’artrite alle sue ginocchia.”

“Giusto,” annuisco, mentre Kurt continua a tirare fuori dalla borsa maglie, pantaloni, guanti e passamontagna.

“Busserò alla porta e dirò di aver avuto un guasto mentre viaggiavo per andare a visitare mia nonna,” continua.

“Ti chiederanno chi è tua nonna,” la interrompo. “Dì Mrs. Morrow. È una signora solitaria oscenamente ricca che vive a circa otto chilometri lungo la strada. Nessuno sa nulla del suo passato, ma mia mamma ne è sempre stata incuriosita. Non si lascerebbe mai scappare la nipote di Mrs. Morrow. E non si offrirà di accompagnarti per il resto della strada, non quando può spremerti per avere informazioni.”

“Che tipo di informazioni?”

“Oh, probabilmente ti chiederà da dove vengono i soldi di tua nonna, e perché si tiene rinchiusa in quella villa, e perché nessuno è mai venuta a trovarla prima. Puoi inventarti da sola le risposte; come ho detto, nessuno sa nulla di lei, oltre che il suo cognome. Sembra solo sicura quando parli. Mia mamma se la berrà.”

Quinn annuisce. “Dirò loro di aver chiamato AAA ma che ci potrebbe volere più di un’ora. Chiederò se-“

“Non chiedere,” la correggo. “Bussa alla porta, scusati per l’inconveniente e l’ora tarda, dì che la tua auto ha avuto un guasto mentre stavi andando a far visita a tua nonna. Hai chiamato AAA, ma fa terribilmente freddo per stare seduta in auto ad aspettare. Poi fermati qui.”

“E non dico nulla?”

“No. Una giovane donna per bene non dovrebbe chiedere. Esporrebbe la sua situazione e aspetterebbe di essere invitata ad entrare.”

“E se non mi invitassero?”

“Lo faranno.” Guardo Kurt rovistare più profondamente nella borsa e tirare fuori  degli oggetti che sembrano enormi pantofole pelose. “Cosa sono quelle?”

“Se entrassimo dalla finestra e cominciassimo a camminare per la casa, lasceremmo tracce bagnate a causa della neve sulle nostre suole. Infileremo queste sopra le nostre scarpe una volta che siamo dentro.” Tira fuori l’ultimo oggetto, un grosso foglio di carta arrotolato. “Ora, cominciamo ad organizzare la nostra strategia una volta che siamo dentro.” Srotola il foglio, e sono stupito dal trovarmi a fissare la pianta della casa dei miei genitori.

“Come l’hai avuta?”

“Non lo vuoi sapere.” Posiziona alcuni guanti su ogni angolo per mantenere il foglio srotolato, poi si sposta dall’altro lato del tavolo cosicché possiamo tutti guardarla. “Credo che la nostra via di entrata più probabile sia lo studio di tuo padre-“

“Probabilmente è la miglior opzione,” acconsento. “È lungo il sentiero per i cespugli di rose. Mamma di solito tiene il termostato più alto di quanto papà preferirebbe, e quando è nel suo studio tiene la finestra aperta. Anche se fosse chiusa stasera, scommetto che la serratura potrebbe essere ancora aperta.”

Puck si appoggia sulla mia spalla, scrutando la piantina. “Okay, dove ha lasciato il cellulare Blaine, per sapere dove dobbiamo cercarlo?”

“Questa è la parte del piano per cui sono più preoccupato,” ammette Kurt. “I genitori di Blaine hanno usato il cellulare per chiamarmi ieri sera. Non abbiamo nessun modo per sapere dove lo hanno lasciato.” Indica il primo piano della casa. “Cominceremo dal piano terra nella speranza che sia lì –ci offrirebbe la più facile via di uscita. Blaine, i tuoi genitori dove porteranno Quinn dopo averla invitata ad entrare?”

“Nel salottino,” rispondo. È la stanza che normalmente viene usata per ricevere gli ospiti. “Mamma le offrirà del tè e dei biscotti fatti in casa.”

“Le dirò che sono piena o qualcos’altro,” dice Quinn.

“No, dovrai accettare. Perché c’è la possibilità che mio padre sia troppo preso dal lavoro e una strana ragazza alla porta potrebbe non interessargli. Ma i biscotti alle mandorle sono la sua debolezza. Quando capisce che mamma li sta offrendo, sicuramente uscirà e si unirà a te. Poi una volta lì, non andrà via. Sarebbe maleducato.”

“Okay. E poi una volta che noi tre ci saremo sistemati nel salottino, dirò di dover mandare un sms ai miei genitori per far sapere dove mi trovo. Ma in realtà lo manderò a Puck per farvi sapere che è sicuro entrare.”

“Se vedi il cellulare nel salottino, Quinn, dovrai trovare un modo per rubarlo da sola senza essere scoperta, e poi mandaci un messaggio per non farci entrare,” dice Kurt. “Altrimenti, entreremo in casa e cominceremo la ricerca.” Indica le varie stanze sulla pianta. “Lo studio ovviamente sarebbe la stanza migliore, ma ci sono buone probabilità che abbiano lasciato il cellulare in un’area più comune. La cucina, la sala da pranzo e il salotto non sono visibili dal salottino, quindi cercheremo lì se non è nello studio di Mr. Anderson. Se non lo avremo ancora trovato, ci sposteremo al piano di sopra. Al secondo piano ci sono la stanza di Blaine, la stanza dei suoi genitori, tre stanze per gli ospiti e vari bagni. Certamente non lo avranno lasciato in una delle stanze degli ospiti o in uno dei bagni, dovremmo cercare nelle due stanze da letto principali. Se dovremo cercare al secondo piano, andremo solo io e Blaine. Puck, tu tornerai fuori e ci aspetterai lì.”

“Puck si acciglia. “Perché?”

“Penso che sia per le assi del pavimento che scricchiolano,”suggerisco.

Kurt annuisce. “Un paio di volte io e Blaine  ci siamo dovuti spostare per casa senza essere sentiti, allora mi ha insegnato dove camminare sulle scale e nei corridoi per evitare di fare rumore. Non possiamo rischiare di averti lì, Puck, perché uno scricchiolio potrebbe farci scoprire. Se dobbiamo andare di sopra, andrai fuori e ci aspetterai lì.” Fa muovere un dito lungo il corridoio sulla piantina. “Una volta che abbiamo il telefono, usciremo attraverso la finestra dello studio. Gli Anderson non hanno mai incontrato Puck, quindi farà finta di essere il meccanico mandato dalla AAA. Ho preso una tuta dall’officina di mio padre da fargli indossare. Dirà di essere riuscito a far partire l’auto, e Quinn potrà proseguire.”

“E se il padre di Blaine chiedesse la natura del guasto dell’auto?” chiede Puck.

“Sii sgarbato. Dì che non è affar suo, e hai molte altri lavori da fare entro la serata quindi devi andare.”

“Sgarbato, posso farcela.”

“Io e Blaine saremo nascosti sui sedili posteriori, così dovrai solo entrare in macchina ed andare via.” Kurt si volta verso Quinn, sembrando serio. “Se ad un certo punto durante questa operazione senti di dover uscire dalla casa –se trovano imperfezioni nella tua storia, o ti riconoscono in qualche modo, manda un messaggio di pericolo a Puck e ti faremo tirare fuori prima. Capito?”

“Capito,” lei annuisce.

“Penso che sia tutto.” Kurt arrotola la piantina attentamente mentre Puck nota la TV dietro di lui.

“Ooh, amo Elf,” dice eccitato. “E questa è la parte migliore. Abbiamo il tempo di ordinare un paio di pizze? Sono maledettamente affamato.”

“Certo, ma facciamone una semplice.” Kurt si volta verso di me, sembrando un po’ insicuro. “Ok?”

“Ok,” gli faccio eco.

“Questo è il piano. Che ne pensi?”

Scuoto la testa affettuosamente. “Penso che tu sia il ragazzo single più interessante di tutto l’Ohio,” gli dico, e sono pronto a giurare che il suo sorriso potrebbe illuminare tutta la stanza.
 


È buio fuori quando arriviamo sulla strada dei miei genitori. Indico a Puck di parcheggiare la sua auto di fronte alla casa degli Olsen –Mr. Olsen tiene un torneo di poker ogni domenica sera, e nessuno noterà un’auto in più a bordo strada. Puck spegne i fanali, e noi tre indossiamo i passamontagna e i guanti prima di uscire dall’auto. Mi metto in testa al gruppo, camminando attentamente lungo la strada e tenendo gli occhi aperti alla ricerca di testimoni. È appena passata l'ora di cena, e i vicini sembrano impegnati.

Raggiungiamo le siepi che delimitano il confine della proprietà dei miei genitori e ci fermiamo ad aspettare. Dopo pochi minuti, dei fanali appaiono alla fine della strada, e noi ci abbassiamo dietro alla siepe. L’auto si ferma di fronte alla casa degli Henderson. Quinn esce, lisciandosi il cappotto prima di raddrizzare le spalle e dirigersi verso casa mia. Quando ci passa accanto, Puck bisbiglia forte, “Diavolo, piccola, quanto vuoi per una notte?” e lei con raffinatezza alza il dito medio senza guardare verso di noi. Si avvicina alla porta principale, e a questo punto sono quasi sicuro che il cuore stia per uscirmi dal petto.

Kurt tira fuori un sospiro tremante dietro di me. È nervoso? Sembrava così calmo prima. Tasto il suolo, trovando nell’oscurità la sua mano e stringendola. Vediamo mia madre aprire la porta e guardare Quinn con curiosità. Vorrei poter sentire la loro conversazione. Trascorrono pochi secondi prima che mia madre faccia entrare Quinn in casa e chiuda la porta.

“Ha funzionato,” Puck dice con ammirazione. “Non male, Fabray.”

Camminiamo furtivamente lungo il vialetto, restando piegati e evitando la neve che potrebbe scricchiolare sotto i nostri passi. Il sentiero verso i cespugli di rose è fortunatamente pulito, e dirigo Kurt e Puck verso la finestra dello studio. La finestra è leggermente aperta. Kurt alza le sopracciglia, ma scuoto la testa velocemente. Posso sentire mio padre dentro, che canticchia mentre lavora. Restiamo completamente immobili, cercando di non fare nessun suono. Finalmente giunge il rumore dei passi di mia madre che si avvicina.

“Harold!” sibila. “La nipote di Constance Morrow è qui!”

“Chi è Constance Morrow?” chiede, suonando annoiato.

Lo sai, la vecchia signora ricca che vive nella tenuta a St. Pierre!”

“Mrs. Morrow? Non sapevo che il suo nome fosse Constance.”

“Nemmeno io, ma come ho detto, sua nipote è qui. Sii socievole, ti prego.”

“Cece, ho davvero bisogno di lavorare a questo.”

“Ho appena preparato del tè e i biscotti al burro.”

“Arrivo subito,” dice.

Kurt coglie il mio sguardo, gesticolando con la bocca Biscotti alle mandorle? Scuoto le spalle. Certe volte persino i miei genitori non sono completamente prevedibili.

Aspettiamo assieme, piegandoci sul cellulare di Puck. Dopo quella che sembra un’eternità, si illumina con un nuovo messaggio: La missione ha inizio. Dì anche a Blaine di procurarmi la ricetta di questi biscotti, sono dannatamente buoni.

“Ultima possibilità di tirarsi indietro,” bisbiglia Puck.

Mi ancoro con le dita sotto la finestra, scavalcandola senza emettere rumore. “Pantofole?” sussurro. Kurt me ne preme un paio tra le mani, sembrando ansioso. Mi do la spinta sul davanzale e strizzo l’occhio ad entrambi prima di sparire dentro.




Note della traduttrice

Ciao a tutte! Eccomi con il nuovo capitolo come promesso! Secondo me questo è il capitolo più "Glee" di tutti... Direi che c'è una giusta dose di assurdità associabile a quella che compare in alcuni episodi della serie TV. Sono stata felicissima di ritrovare il vecchio Kurt fashion addicted che comincia a farneticare sul dolcevita nero! E lo sono stata ancor di più di ritrovare Quinn e il vecchio Puck! Questo personaggio mi fa una tenerezza assurda, l'ho sempre adorato e secondo me è stato molto sottovalutato. E così Blaine si fa trascinare in questa Mission Impossible con tanto di piantina della casa e pantofole pelose (Vorrei proprio sapere da Kurt come si è procurato questi oggetti!!). Riusciranno i nostri impavidi eroi a farla franca e a recuparare il bottino?? Mi dispiace doverlo fare, ma devo proprio lasciarvi in sospeso a questo punto per una settimana, dato che domani parto per il mare!
Vi ringrazio tutti per il vostro sostegno! Siete fantastiche!!
Un bacio e alla prossima!

Angel

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.



Capitolo 11


Ci radunammo tutti e tre nello studio di mio padre, chiudendo subito la finestra affinché i miei genitori non percepissero una corrente fredda nel salottino. Una volta che tutti abbiamo indossato le pantofole pelose, ci dividiamo per cercare nella stanza. Non c’è segno del mio cellulare. Controllo anche il cassetto della scrivania di mio padre, ma non è qui.

Puck solleva le mani, mimando l’atto di camminare con le dita, e poi fa finta di mangiare un panino. Guardo verso Kurt, che sta stringendo le labbra nel tentativo di non ridere. Cucina? Mimo con le labbra, e Puck scrolla le spalle e annuisce, deluso perché il suo linguaggio dei segni non è stato compreso.

Vado per primo, camminando in punta di piedi nel corridoio e sento mia madre parlare a Quinn del loro figlio davvero bello e desiderabile, Blaine. Kurt mi fa segno con le sopracciglia e io sorrido prima di andare in cucina. Il bancone è insolitamente disordinato –mamma deve essersi affrettata a prendere i biscotti e preparare il tè- così ci vogliono diversi minuti per controllare la stanza. Ho quasi finito di cercare quando sento un frenetico frusciare. Alzo lo sguardo e Kurt sta allontanando Puck dal bancone, proprio quando Puck sta infilando altri biscotti al burro in bocca. Mi appoggio contro l’isola, ridendo silenziosamente di loro. Quando Kurt mi guarda, mimo con la bocca Criminale? Lui ruota gli occhi e spinge Puck verso la sala da pranzo.

Li guardo andare via, divertito. E aspetto. Se il cellulare non è nello studio o in cucina, so che deve essere al piano di sopra. Non c’è motivo per cui i miei genitori possano averlo lasciato nella sala da pranzo o nel soggiorno. Come avevo intuito, Kurt e Puck tornano in cucina poco dopo, e indico le scale silenziosamente. Kurt si volta e lancia un’occhiata significativa a Puck, che annuisce e ritorna nello studio.

Riesco a sentire la voce di mia madre dal salottino mentre io e Kurt scivoliamo silenziosamente verso le scale. “Allora dimmi, Penelope,” dice, “dopo tutto questo tempo, perché hai deciso di riallacciare i rapporti con tua nonna ora, se non sono troppo sfacciata nel chiederlo?”

C’è una lunga pausa, e io e Kurt  chiudiamo gli occhi, mentre aspettiamo nervosi.

“Sono andata via di casa,” dice alla fine. “Ho deciso che quando  troppo è troppo, e che il modo in cui mi trattavano i miei genitori era inaccettabile.”

Un forte rantolo viene da mia madre, e nella mia mente riesco a vederla protesa, desiderosa di ulteriori dettagli. “Che cosa ti hanno fatto?”

“Non hanno mai accettato che sono gay.”

Se la prima pausa sembrava lunga, questa allora sembra interminabile. Guardo Kurt, mimandogli con le labbra, Quinn è gay? Scuote la testa in risposta, sembrando confuso come me.

“Non mi fraintenda, i miei genitori mi vogliono bene,” Quinn continua. “Sono la loro unica figlia, e mi hanno dato ogni cosa materiale che io abbia mai desiderato. Ma ciò che ho sempre desiderato davvero, però, era la loro approvazione. Ero stanca delle insinuazioni di mia madre che questa è solo una fase, e della freddezza di mio padre verso la mia ragazza.”

“Bene…” la voce di mia madre suona scossa. “Certamente, hanno bisogno di tempo per abituarsi all’idea.”

“Ho fatto coming-out con loro più di un anno fa. E i segni erano presenti da molto tempo prima, se solo avessero prestato attenzione. In ogni caso, un giorno la situazione è diventata troppo da gestire, e me ne sono andata. Ho telefonano mia nonna e le ho raccontato tutto. Era davvero turbata, e ha detto che ha sempre educato sua figlia a comportarsi in modo migliore di così. Mi ha invitata a vivere con lei, e… eccoci qui.”

Kurt mi fa un cenno, indicandomi le scale. Anche se desidero molto restare e ascoltare la risposta dei miei genitori a Quinn, ha ragione. Il tempo corre. Saliamo le scale insieme lentamente, attenti ad evitare i gradini scricchiolanti. Una volta raggiunto il secondo piano, vado prima nella mia camera. La lampada accanto al letto è accesa, illumina il mio cellulare che è poggiato sul comodino. Trionfante, cammino in punta di piedi attraverso la stanza e lo prendo, voltandomi per mostrarla a Kurt.

Non mi sta guardando, però. È fermo proprio accanto all’ingresso, che osserva la stanza in modo triste. Mi guardo intorno, cercando di capire cosa lo abbia rattristato, prima di tornare da lui. “Kurt?” sussurro. “Va tutto bene?”

Mi sorride debolmente. “Sto bene. È solo… ci sono un sacco di ricordi legati a questa stanza.” Le sue guance si arrossano quando guarda il letto, e io tiro un sospiro.

“Oh… Abbiamo fatto… qui?”

“La nostra prima volta,” dice a bassa voce. Poi aggiunge, “E altre volte, anche, ma la prima volta è… bene, lo sai.”

“Non lo so, in realtà.”

Sospira. “Giusto. Oh, hey, hai trovato il tuo cellulare.”

“Si.”

“Fantastico.” Non sembra davvero esaltato, così sento il bisogno di chiedere.

“Tutto questo non era solo per il cellulare, vero?”

“No,” ammette. “Per niente. Anche se mi mancava mandarti messaggi.”

“Allora qual è il motivo di questa grande messa in scena?”

Va verso il letto, sedendosi con una scrollata di spalle. “Quando io e te stavamo assieme, avevamo l’abitudine di prendere il caffè al Lima Bean tutti i giorni. Passavamo il tempo a casa mia, e molto ancora nell’appartamento di Rob.”

“E?”

“Non capisci?” Mi guarda in modo interrogativo. “Ora è la seconda volta, e stiamo tornando di nuovo in tutti i nostri luoghi di ritrovo, e… volevo solo essere sicuro che se finisco per innamorarmi di te, mi sto innamorando davvero di te –non di chi eri.

“Non riesco a capire. Stai cercando di tirarmi fuori dalle nostre vecchie abitudini? Ma non hai appena detto che noi… abbiamo trascorso del tempo assieme qui, anche?” Chiedo, arrossendo un po’.

“Non è tanto per le abitudini ma per i ricordi.”

“Ma io non ho alcun ricordo di te qui.”

“Giusto. È per questo che ne stiamo creando uno nuovo.”

Una sensazione di calore nasce nel mio petto mentre lo guardo. Ha provato a rendere questa serata come un film di Mission Impossible, ma per quanto si sia sforzato, resta comunque un folle romantico. “Volevi che questa fosse un’ esperienza per legarci.” Annuisce in segno di ammissione. “Certamente hai preso questa idea dell’irruzione da un film, vero?”

“No,” dice, un po’ troppo in fretta.

“Lo hai fatto.”

Non l’ho fatto.”Lo guardo di sbieco, fino a che non borbotta, “l’ho presa da un vecchio libro di Nancy Drew di mia madre.”

Guardo verso il soffitto, mentre sorrido così forte che le guance mi fanno male. “Sei adorabile.”

“Smetti di ridere di me.” Mi sta mettendo il broncio, sporgendo il labbro inferiore in un modo così seducente.

Faccio un passo verso di lui, ed inspira bruscamente. “Kurt…”

“Blaine?”

“Sto per baciarti adesso.”

La sua bocca si spalanca. “Tu stai per-“

“Per baciarti adesso.” È tutto ciò a cui riesco a pensare. È dannatamente bello, non c’è alcuna possibilità che io riesca a passare un altro istante senza toccarlo. “A meno che tu non voglia fermarmi.”

“No,” sussurra. “Non voglio fermarti.”

“Grazie a dio.” Faccio un altro passo, e-

L’asse del pavimento sotto il mio piede produce un forte scricchiolio.

Oh, merda.

Faccio un passo indietro, e scricchiola di nuovo.

Entrambi ci blocchiamo. Kurt sembra terrorizzato tanto quanto me. Nessuno dei due respira mentre restiamo in ascolto, sperando che nessuno di sotto si sia accorto del suono. Ma non sono mai stato fortunato. Lentamente la voce di mio padre diventa più forte.

“Giuro di aver sentito qualcosa,” sta dicendo, e lo sento avvicinarsi alle scale.

“Aspetti!” Quinn esordisce, suonando nel panico. “Devo ancora parlarle dei segreti della mia famiglia… Mia nonna ha avuto mia madre fuori dal matrimonio!”

Mamma aggiunge, “Harold, non puoi andartene. Siamo nel mezzo di una conversazione.”

“Tornerò subito,” papà dice. “Voglio solo dare un’occhiata al piano superiore ed essere sicuro che tutto vada bene.”

Mi volto e guardo a bocca aperta Kurt. “Che cosa facciamo?” sussurro nervoso.

I suoi occhi sono spalancati, la sua bocca è una linea dura. “Anna fa ancora il bucato di lunedì?” Non capto ciò che mi sta chiedendo all’inizio, perché sono concentrato sui passi lenti e pesanti di mio padre che salgono le scale. “Blaine, concentrati. Anna fa ancora il bucato di lunedì?”

“Cosa? Um… Lunedì , si.”

Si alza e mi afferra la mano, trascinandomi nel bagno. Camminiamo su altre due assi scricchiolanti per la fretta, e posso sentire mio padre aumentare la velocità nel salire le scale. Kurt chiude la porta del bagno dietro di noi silenziosamente, poi si volta verso di me, respirando debolmente. “Controlla che io stia bene prima di andare.”

“Andare dove?”

“Puck sta aspettando fuori per aiutarci.”

“Ma aspetta, andare dove?”

Non risponde. Arretra verso il condotto del bucato sul muro del bagno, serra gli occhi nervosamente, e scivola via dalla vista. Mi precipito verso il condotto terrorizzato, cercando di guardare attraverso lo scivolo buio. E se Anna avesse deciso di fare il bucato prima questa settimana? E se non ci fossero pile di vestiti ad attutire la caduta di Kurt?

“Vai!” un sussurro viene dal basso, proprio quando sento papà raggiungere l’ingresso della mia camera. E non c’è tempo per pensare, per esitare, non c’è tempo per fare nulla, e io sono in caduta libera lungo un condotto della lavanderia come in un’assurda versione di Alice nel Paese delle Meraviglie. Atterro con il volto su una delle vecchie canottiere di papà, stordito, mentre cerco di figurarmi Kurt come il BianConiglio, che mi sta strattonando il braccio. “Vieni!” respira in modo affannato.

Mi alzo in piedi e mi arrampico per uscire dalla cesta dei panni, seguendolo verso la serie di finestre vicine ai cespugli di rose. Riesco a malapena ad individuare l’ombra degli stivali di Puck mentre cammina avanti e indietro fuori. Si rannicchia in basso quando vede Kurt aprire una delle finestre.

“Prima tu,” sussurra Kurt.

“Io? No, prima tu.”

“Non sarai in grado di raggiungere la finestra se non ti do una spinta,” insiste. Prima che io possa ribattere, si abbassa per afferrarmi per le caviglie, e mi solleva verso la finestra aperta. Puck si avvicina e afferra le mie braccia protese, tirandomi fuori nella neve. Torna indietro per prendere Kurt, e ci vuole un po’ più di fatica poiché Kurt deve saltare per poter raggiungere la presa di Puck.

“Andiamo,” Puck sussurra una volta chiusa la finestra del seminterrato. Ci pieghiamo, mentre corriamo lungo la strada. Kurt continua a scivolare lungo il vialetto coperto di neve fino a quando realizza di aver dimenticato di togliere le pantofole. Sto ridendo così forte che non riesco nemmeno a respirare.

Raggiungiamo velocemente l’auto di Puck.  Apre il portabagagli e tira fuori una tuta da meccanico, che infila sopra i suoi vestiti. “Sarò presto di ritorno,” dice, afferrando la copia delle chiavi di Quinn e correndo verso la sua auto.

Mi volto verso Kurt, che ha la testa rivolta verso le stelle, sta ridendo silenziosamente. “Non posso credere che ci hai quasi fatto beccare,” dice.

“Io? Tu sei quello che è quasi caduto nella neve qui.”

“Bene, tu sei quello che voleva fare un pisolino nella cesta del bucato.”

“Tu sei quello che a preso dritte per un furto da un libro di Nancy Drew.”

Entrambi stiamo ridendo adesso, i nostri respiri creano nuvolette nell’aria fredda. “Si, bene, tu sei-“

Non riesce a finire di parlare, poiché mi avvicino e lo bacio. Dio, ci stiamo baciando, ed è tutto ciò che ho sempre voluto. Le sue labbra sono persino più soffici di quanto sembrano –usa qualcosa per idratarle? È per questo?- ma i suoi baci sono fermi, sicuri. Ha già fatto questo prima, infinite volte, e spero di non essere troppo inesperto per lui. Avvolgo le mie braccia intorno alla sua vita, e le sue mani si curvano dietro il mio collo, le punte delle sue dita grattano dolcemente il mio cuoio capelluto. Tira un respiro tremante dalle sue labbra, e io gli rubo il fiato baciandolo di nuovo.

“Blaine,” mormora. “Dovremmo entrare in macchina. Le persone potrebbero vederci.”

Vorrei ribattere, ma ha ragione –gli O’Toole non esiterebbero a chiamare la polizia nel vedere due ragazzi che si baciano in pubblico. Kurt spalanca la portiera del sedile posteriore e mi ci tuffo dentro, sollevandomi per afferrarlo. In un istante è qui, sopra di me. Si abbassa e mi lecca il labbro inferiore, cosa che dovrebbe essere strana ma è incredibilmente erotica. Geme e lo fa ancora, e ancora.

Mi sta assaporando.

Dio.

Afferro il retro della sua testa e lo spingo forte in basso, aprendo la mia bocca e lasciando che le nostre lingue si tocchino timidamente. È come se gli avessi dato un segnale senza accorgermene. All’improvviso è steso completamente su di me, la sua lingua esplora la mia bocca, le sue mani mi accarezzano il petto, la sua coscia preme forte tra le mie gambe. Sto provando a tenere il passo, sperando che il mio desiderio superi la carenza di abilità. Le sue mani tornano sulla mia testa, tenendola con delicatezza mentre passa le dita tra i miei capelli.

La frenesia si affievolisce dopo un minuto, e ci stiamo baciando lentamente, in modo languido. Mi chiedo quante volte abbiamo fatto tutto ciò in passato. Invidio Kurt perché deve necessariamente ricordarle tutte, perché questo… Questo è il paradiso.

Si allontana dopo il passaggio di un’auto, e respira in modo tremante. “Non dovremmo fare questo ancora.”

“Perché no?” Gemo, trovando la sua bocca di nuovo. Si allontana, appena fuori dalla mia portata.

“Abbiamo fatto un patto, ricordi?”

“Si, che avremmo provato ad uscire di nuovo assieme. Le persone non si baciano agli appuntamenti?”

“Blaine…”

“Voglio dire, ammetto che la maggior parte della mia esperienza sugli appuntamenti deriva dalle trasmissioni della CW, ma comunque-“

Ride, riavvicinandosi per lasciare una scia di baci lungo il lato del mio collo. “Non dovresti mettere tutte le uova in un solo cesto,” mormora, la sua lingua fuoriesce per leccarmi dietro l’orecchio. “Dovresti anche uscire con altre persone.”

“Lo faccio.”

“Tu fai cosa?”

“Uscire con altre persone.”

“Cosa?”

“Ho un appuntamento con un ragazzo domani sera. Visto? Sto rispettando il patto.” Faccio un largo sorriso, aspettando che mi ribaci, ma lui si solleva sui gomiti, guardandomi in modo imperscrutabile.

“Tu hai un appuntamento.”

“Si.”

“Domani sera.”

Si. Ora possiamo tornare a-“

“Abbiamo stretto il nostro patto qualcosa come dodici ore fa. E tu hai già un appuntamento?” Mi accorgo che è irritato. Come può essere irritato lui, se sto seguendo le regole che lui ha stabilito?

“Mi hai detto tu di uscire con altre persone,” gli ricordo sulla difensiva.

“So di averlo fatto.”

“Se hai cambiato idea, allora dillo. Chiamerò il ragazzo e cancellerò il nostro-“ Mi fermo, sospirando. “Aspetta, no. Non ho il suo numero. Ma non ci andrò. Dì una parola, e il patto è cancellato.”

“No.” Scuote la testa. “No, dovresti andare. Al tuo appuntamento. Con il ragazzo. È il punto chiave del patto.” Si siede, sembrando molto più giovane all’improvviso. “È passato un bel po’ di tempo da quando Puck è andato via. Mi chiedo se tutto sta andando bene.”

“Kurt-“

“No,” dice velocemente. “Sto provando a fare la cosa giusta, qui. Per favore, non… non farlo.”

Sospirando, mi siedo anche io. Non so cosa dire. Non voglio uscire con Sebastian. Voglio di nuovo Kurt su di me e baciarlo per la prossima ora, o giorno, o per il resto della mia vita. Perché sta rendendo tutto così complicato?

Puck finalmente torna alla macchina, alzando i pollici in nostra direzione, e avvia il motore e si immette in strada. Durante il viaggio verso l’appartamento di Rob, ci intrattiene con i dettagli di come abbia impersonato un meccanico con bravura, e di come il padre di Kurt dovrebbe seriamente assumerlo, poiché è stato davvero convincente. Kurt non risponde. Sta guardando fuori dal finestrino, e anche se siamo seduti fianco a fianco, è come se lo sentissi scivolare lontano da me.

Arriviamo all’esterno dell’edificio. Non faccio un movimento per scendere, perché sto ancora aspettando qualcosa, qualsiasi cosa, da Kurt.

Alla fine mi guarda. “Siamo ancora d’accordo per il Lima Bean domani mattina?” chiede con voce roca.

“Certo che siamo ancora d’accordo. È la parte migliore di tutta la mia giornata.”

Sorride un po’, e mi avvicino per baciargli la guancia. Me lo lascia fare, ed è già qualcosa, almeno credo.

Esco dall’auto e ritorno nell’appartamento di Rob, sentendomi perso. Come ho fatto a rovinare tutto?

Quindici minuti dopo, mentre sto preparando una tazza di tè, il mio cellulare segnala l’arrivo di un nuovo sms. Mi precipito verso il telefono con  un senso di sollievo, ansioso di vedere cosa ha scritto Kurt, ma per mia sorpresa, è un messaggio da mio padre: Non c’era bisogno del teatrino, Blaine, ti avremmo lasciato il cellulare fuori se non volevi vederci. Spero che tu stia bene. Ti vogliamo bene.

Resto steso sul letto per molto tempo, il solito fastidio dell'insonnia mi tiene sveglio. Alla fine torno nel salotto, mi raggomitolo sul divano con la faccia premuta nel cuscino di Kurt, la sua trapunta della notte scorsa a coprirmi. Sono circondato da Kurt mentre sono qui da solo.

Il sonno non arriva.



Note della traduttrice

Ciaooooooooo! E dopo più di una settimana rieccomi con il nuovo capitolo! Mi sono fatta attendere un po' più del previsto, chiedo perdono!
Questo capitolo, a mio parere, è fantastico! Non manca nulla! Puck è di una comicità unica mentre si ingozza di biscotti! Kurt è tenerissimo, ha creato tutto questo pandemonio solo per lasciare un segno nel cuore e nella mente di Blaine, per creargli un ricordo speciale che possa rendere più concreto il legame tra loro. Il momento era perfetto, peccato che Blaine sia il solito imbranato! Ma dico io, cari signori Anderson, avete i soldi che vi escono dalle orecchie e non avete la forza di chiamare qualcuno a sistemare le assi che scricchiolano?! Ma io vi faccio causa!! Dopo la rocambolesca fuga durante la quale Blaine evidenzia sempre più i gravi danni al cervello di cui i medici non si sono accorti, ecco il fatidico bacio. I due ci prendono davvero gusto e l'atmosfera che si crea è perfetta. Kurt come fai ad avere ancora dubbi??? Stai complicando esponenzialmente la situazione e, non contento, fai anche il geloso. Blaine in tutto questo è sempre più confuso, e come dargli torto?! Per lui tenere fede al patto è solo un modo per far contento il ragazzo che desidera e, ovviamente, non vede l'ora di uscirne fuori. Capisco la paura di Kurt, ma in qualsiasi relazione che comporti la messa in gioco di sentimenti importanti c'è la possibilità di venire finiti. Bisogna lanciarsi...
E con questo concludo il mio delirio -vi assicuro che mi sono censurata molto o sarebbe venuto un commento più lungo del capitolo... so essere molto logorroica.
Il prossimo capitolo arriverà giovedì, domani purtroppo non sarò a casa per tutta la giornata!
Un abbraccio enorme a tutti! Non immaginate nemmeno quanto mi rende felice il vostro sostegno!
Alla prossima

Angel

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 12

Io e Kurt non abbiamo mai stabilito precisamente a che ora ci saremmo dovuti vedere al Lima Bean, così arrivo molto presto. Arrivo ad osservare la lunga fila di persone per la colazione, che aprono e chiudono gli occhi assonnati e tengono con delicatezza il loro caffè tra le mani come se fosse un’ancora di salvezza. Alcune occhiate curiose sono dirette nei miei confronti –una cheerleader dall’aria vivace mi saluta persino- ma per la maggior parte del tempo riesco a restare seduto in un angolo e ad osservare.

È stato importante per me arrivare qui presto. Perché voglio, ho bisogno di vedere la reazione di Kurt quando oltrepasserà la porta e si accorgerà si me. Voglio sapere se continua a restare in questa faccenda perché lo vuole, o perché sente di doverlo fare. Sorseggio il mio caffè con lentezza, cercando di farlo durare.

Arriva appena dopo le otto. Il suo sguardo è fisso sul pavimento, e ci vogliono dei minuti prima che si accorga che sono qui. Quando lo fa, il suo volto si illumina all’istante. Sento il mio cuore singhiozzarmi nel petto mentre si avvicina per unirsi a me. Apre la bocca per dire qualcosa, ma io sono già in piedi, le mie braccia avvolte attorno a lui e il mio volto premuto contro la sua spalla. Si congela per un momento prima di premere una mano contro la mia schiena, ridendo lievemente. “Ti sono mancato?” chiede senza fiato.

“Mmm.” Prendo un respiro profondo. “Profumi come il mio divano.”

“Hey!” obietta. “Ho fatto la doccia!”

“No, voglio dire, il mio divano profuma come te. Ci ho dormito sopra la scorsa notte.”

Sento la tensione iniziare a defluire dalle sue spalle, e mi stringe una volta prima di lasciarmi andare. “Vado a prendere del caffè. Ne vuoi una ricarica?”

“Certo.”

Cammina con passo sollevato quando si dirige verso il bancone. Mi piace sapere di esserne io la causa.

Quando ritorna, posa i nostri caffè e un piatto di mini-focaccine prima di sollevare un sopracciglio delicatamente. “Okay, parlami di questo tuo appuntamento di stasera.” La sorpresa deve essersi palesata sulla mia faccia, perché aggiunge, “è meglio affrontare subito l’elefante nella stanza cosicché possiamo passarci oltre e trascorrere una bella mattinata assieme. Non trovi?”

Scollo le spalle ed annuisco allo stesso tempo, sentendomi stupido. “Cosa vuoi sapere di lui?”

“Oddio, nulla. Non parlarmi del ragazzo. La mia immaginazione è più che sufficiente. Dove ti porterà?”

“In un bar gay a West Lima,” dico, prendendo un sorso dal mio caffè. “Si chiama-“

“Scandals,” finisce per me. I suoi occhi sono spalancati. Ho la sensazione di essermi perso qualche passaggio. “Andrai allo Scandals con lui?”

“Si, lo conosci?”

“Si.”

“È pericoloso?”

Kurt scuote la testa. “No, è… no. Ci sono stato diverse volte. Se tieni la testa sulle spalle, va bene.”

“Non dovrebbe essere un problema,” dico. “Non bevo.” Sputacchia nella tazza del suo caffè, mi fermo e lo fisso. “Bevo?”

“Non con regolarità,” dice, tamponandosi il mento con un fazzoletto. “Ma è successo. Una volta allo Scandals, per l’appunto.”

Allora ci sono già stato prima. Sebastian non mi ha detto la verità. “Bene, non berrò stasera, questo è certo.”

“Dovrai mantenere l’apparenza di gentiluomo, però.”

Lo guardo di traverso. “Un gentiluomo non ha bisogno di bere alcol.”

“Si, ma tu stai dando per scontato di dover ordinare tu da bere. Incontrerai questo ragazzo al bar, presumo.” Non appena annuisco, continua. “Probabilmente avrà ordinato da bere per te in tua attesa. Saresti in grado di rifiutarlo, senza sentire di essere stato sgarbato?”

“Mi conosci bene,” dico, strofinandomi il collo a disagio.

Si protende verso di me con serietà. “Non c’è nulla di male nel dire no, Blaine. Digli che non vuoi essere beccato per consumo di alcol minorile. Digli che vuoi avere la mente lucida per quando dovrai tornare a casa in auto più tardi. Dannazione, digli che stai prendendo delle medicine che non possono essere assunte con l’alcol. E se ti offre qualcosa di analcolico, trova una scusa per non prenderla.”

“Perché?”

“Perché potrebbe esserci della droga,” dice. “Non devi mai bere nulla che non ti sia stato dato personalmente dal barista. Mai.”

“Oh… Okay. Che altro?”

“Se un ragazzo ti chiede di accompagnarlo il bagno, non farlo.”

“Perché no? Potrebbe non sentirsi tranquillo nell’andare da solo. È una cosa assolutamente innocente-“

“Significa che vuole che tu gli faccia un pompino nel bagno,” dice Kurt schiettamente, ed io resto a bocca aperta. “O certe volte significa che vuole sco-“

“Okay!” lo interrompo, le mie guance stanno bruciando. “Okay, ho capito. Non bere nulla, non andare da nessuna parte con nessuno. C’è altro che dovrei fare?”

Prende una focaccina. “Divertiti.” Sbuffo a questa parola, ma la sua faccia è seria. “Dico sul serio. C’è qualcosa di davvero liberatorio nell’andare in un gay bar. Voglio dire, non fraintendermi, non è niente di simile al Castro District di San Francisco. Siamo ancora in Ohio, e persino i gay qui tendono ad indossare camicie di flanella e jeans sformati. Ma…” Alza una spalla. “Puoi ballare con un altro ragazzo e non preoccuparti che qualcuno ti scagli contro insulti, o peggio. Non ci sono molti posti qui attorno dove questo è possibile.”

“Vorrei che tu venissi.” Inizio a sorridere non appena mi sovviene un’idea. “Hey. Potresti farti vedere lì.”

“Nah.”

“Davvero. Potresti comparire nel bar e salvarmi dal mio stupido appuntamento-“

“Blaine, non lo sto facendo per punirti,” dice Kurt in modo gentile. “ Davvero penso che sia importante.”

Sospiro, per poi prendere un sorso di caffè. “Allora questo bar. Lo Scandals. Ci siamo andati assieme spesso?”

“No, solo una volta.”Sta facendo ruotare la sua tazza di caffè, e mi acciglio.

“Hai detto che ci sei stato diverse volte, però.”

“La prima volta ci sono andato con te. Le altre volte ero con un ragazzo con cui stavo uscendo alcuni mesi fa.”

Sembra più reale, all’improvviso. È davvero uscito con qualcun altro, più di una volta. Ha… fatto esperienza.

Oddio. Forse questo è il vero motivo. Forse vuole che diventi più esperto.

“Con quanti ragazzi sei uscito?”

“Uh… tre. Un paio di volte soltanto con due di loro. Con l’altro è durata un po’ di più.”

“Com’era?” chiedo con tono piatto.

“Era…” I suoi occhi diventano grandi e pensierosi, e odio che sembri così bello mentre sta pensando ad un altro ragazzo. “Teneva davvero a me. C’era un grande bagaglio d’esperienze tra noi.”

“A causa dell’aggressione?”

“No, no. Lo conoscevo da anni.”

“Allora lo conoscevo anche io?”

“In realtà si. Lo conoscevi.”

Trovo difficile ingoiare, spaventato dalla risposta che potrei ricevere ma devo chiederlo necessariamente. “Lo hai amato?”

“Cosa? No!” Sembra sbigottito. “No. Dio, Blaine, no. Non è andata così. Ad essere onesto, non avevo nemmeno capito che stavamo assieme per la maggior parte del tempo.” Corrugo la fronte in modo interrogativo, e sospira. “Mi ha contattato alcuni mesi dopo il tuo risveglio. È successo proprio quando ho capito che la tua memoria non sarebbe tornata per magia e… bene, diciamo che è stato il momento in cui ho toccato il fondo.”

“Si è approfittato di te allora,” sono furioso. “Ha visto che eri vulnerabile, e-“

“No, ha sentito dell’aggressione, e mi ha contattato per sapere se stessi bene. La tempistica è stata una coincidenza. In quel momento, la maggior parte dei miei amici era partita per il college, e tu stavi vivendo la tua vita ignaro della mia esistenza, mi sentivo così solo. Restavo seduto a casa tutto il giorno, sentendo la tua mancanza e quella dei tuoi amici. E all’improvviso è arrivato questo ragazzo che voleva passare del tempo con me. All’inizio ci incontravamo una o due volte alla settimana. Dopo un paio di mesi, lo vedevo quasi ogni giorno.” Fa correre una mano pallida sul lato del suo collo. “Credevo davvero che volesse essere solo mio amico. Ma alla fine è uscito fuori che lui ha pensato che stessimo assieme per tutto il tempo e stessimo prendendo le cose con molta calma.”

“Quando te ne sei accorto?”

“Quando ha provato a baciarmi.” La sua mano si blocca, e vedo le sue unghie affondare leggermente nella pelle del suo collo. “Eravamo seduti fianco a fianco sul suo divano, guardando un film, e per qualche ragione pensai che si stesse sporgendo verso di me solo per prendere il telecomando o qualcos’altro, e poi era proprio lì, a respirare a due centimetri dalla mia faccia, e sono uscito di testa.”

“Perché?”

“Solo… come ho detto, bagaglio.” Riporta la sua mano sul tavolo, ma posso vedere una fila di piccole mezzelune rosse sul suo collo. I segni cominciano a sparire lentamente mentre continua. “L’ho spinto via e sono corso via dalla porta. Il resto della notte, ha continuato a chiamarmi e a mandarmi sms, cercando di capire cosa avesse fatto di sbagliato. Era così confuso e turbato. Il mattino successivo l’ho chiamato, abbiamo parlato. Era abbastanza imbarazzato, ed io mi sono sentito male per averlo illuso.”

“Non è stata colpa tua,” obietto, ma scuote la testa.

“Penso che probabilmente lo sia. Sapevo che in passato gli piacevo, e non avrei dovuto essere così affettuoso con lui come sono stato. Avrei potuto accoccolarmi a Rachel o Mercedes senza che significasse nulla, ma è diverso con un ragazzo. Specialmente con un ragazzo gay.”

“Deve aver pensato che tu ti sentissi come lui. Così quella è stata l’ultima volta che lo hai visto?”

Mi guarda perplesso. “Quando ha provato a baciarmi?”

“Si.”

“No, cominciammo ad uscire dopo.”

Resto a bocca aperta. “Voi cosa?”

“Cominciammo ad usci-“

“Perché? Per quale dannato motivo avresti voluto uscire con un ragazzo che ti ha fatto sentire fisicamente minacciato?”

Kurt prende un lungo sorso dalla sua tazza, guardandomi con attenzione. “Blaine,” dice alla fine, “non sai cosa-“

“No, sono sicuro che è stato super romantico, stare con lui. Scommetto che ti sei divertito un sacco. Andare al cinema, dividere una confezione di popcorn, trasalire ogni volta che ti veniva troppo vicino-“

“Non è andata così. Non tutto il tempo.”

“Giusto, no, la maggior parte del tempo era il Principe Azzurro che hai sempre sognato-“

“Io avevo un Principe Azzurro,”sbotta, i suoi occhi scintillano per la rabbia. “Ne avevo uno, e mi ha dimenticato. Hai una vaga idea di cosa si provi?”

“Kurt-“

“No, non ne hai la minima idea. Un giorno ero sul punto di diplomarmi, con piani per andare finalmente via da Lima e trasferirmi a New York, con il ragazzo che amavo più di ogni altra cosa al mondo al mio fianco. Il ragazzo che mi ha sorpreso con un anello fatto con la carta di una gomma e mi ha detto di voler essere mio per sempre. E io gli ho creduto. Ho creduto a quel sogno. Mi sono permesso di sperare, e questa è una cosa che non mi è mai venuta naturale. Siamo andati da un orefice a Columbus insieme, e ci siamo fatti fare gli anelli di fidanzamento, e abbiamo pianto quando ce li siamo scambiati. E tu non piangi mai, Blaine.”

“Lo so,” sospiro.

“Abbiamo cercato su internet un appartamento a New York, e tu mi hai dato piena libertà sull’arredamento. Abbiamo cercato bar a Manhattan che facessero serate “open-mic”, teatri con casting aperti. Abbiamo sognato. Fino a quando qualcuno ci ha odiato abbastanza da prendere un piede di porco e-“ Si blocca, premendo un pugno contro la bocca.

Mi sento un completo idiota. “Kurt-“

“E mi sono svegliato,” continua, la voce rotta, “ed eri in coma. Tutti attorno a noi, le nostre famiglie e i nostri amici, stavano pregando. Ma io non credo in Dio,no. Ero così impotente. All’inizio ti venivo a trovare in ospedale ogni giorno. Poi è diventato troppo difficile stare dietro ai compiti scolastici, e papà aveva bisogno di aiuto all’officina per far quadrare il bilancio, e così venivo ogni altro giorno. Poi una volta a settimana. Un giorno sono venuto in ospedale e tu non c’eri. Nessuno mi diceva cosa fosse successo, e ho pensato che-“ Scuote forte la testa, come se stesse ricordando a se stesso che si era sbagliato. “Ho chiamato a casa dei tuoi genitori, e mi hanno detto che ti eri svegliato. E che stavi bene. E che ti eri dimenticato di me. Capisci adesso?”

“Io sono-“

“Mi sono permesso di sognare,” mi interrompe, “e hai dimenticato persino la mia esistenza. Sei andato avanti con la tua vita, e io ho continuato ad indossare un anello di fidanzamento che diceva Per sempre tuo.”

Annuisco mestamente. “Mi dispiace.”

“Non puoi giudicarmi per il modo in cui ho provato ad andare avanti, Blaine.”

“Hai ragione. Mi dispiace. Non ne ho il diritto.”

Sta respirando profondamente e lentamente, come se stesse cercando di tenere le lacrime a bada. “Io e lui non siamo usciti per molto tempo dopotutto, in ogni caso. Solo una settimana o giù di lì.”

Sono praticamente spaventato di chiedere dettagli, ma non riesco ad impedirmelo. “Come è finita?”

“Mi ha detto di amarmi.” Sorride senza gioia. “Non è terribile? Mi ha detto di amarmi, e io gli ho detto di non poterlo più vedere. Perché non lo amavo, e sapevo che non avrei mai potuto sentire qualcosa per lui di simile a quello che provavo per te. Dopo questo, sono uscito con altri due ragazzi, ed è stata la stessa cosa. Non sarebbero mai stati al tuo livello. Ho capito che nessuno avrebbe mai potuto esserlo.”

Trattenendo il respiro, tendo la mano sul tavolo e provo a prendere la sua. Mi permette di intrecciare le nostre dita fin quando sembrano dei tralci di edera avvolti. “Andrò a quest’appuntamento stasera,” sussurro. “Perché è importante per te. Ma alla fine della serata, ti chiamerò, cosicché sarai l’ultima voce che avrò sentito prima si addormentarmi. E andrò ad un altro paio di appuntamenti, se questo è ciò che vuoi. Ma poi sarà finita.” Stringo le sue dita dolcemente. “Dopo, voglio che tu accetti che non ti frequento per obbligo, o perché sei l’unico ragazzo gay che conosco. Lo faccio perché io e te, l'uno rende possibile all'altro di sognare. E questo non è qualcosa che lasci scappare.”

Ingoia forte. “Non so se posso permettermi di sperare di nuovo.”

“Va bene,” prometto. “Posso sperare abbastanza per entrambi.”



Note della traduttrice

Ciao a tutti e buon ferragosto, anche se in ritardo! Spero che abbiate trascorso una giornata piacevole ieri! :D
Questo capitolo è stato un vero colpo a cuore! Giuro di aver versato innumerevoli lacrime ad ogni lettura! Devo dire che è stato abbastanza complicato tradurre mentre si piange.
L'inizio è buffo con un Kurt in versione padre iper protettivo che spiega come va il mondo ad un Blaine che sembra appena caduto dal pero (seriamente Blaine, da quando i maschi hanno bisogno dell'accompagnatore per andare in bagno?!).
Finalmente Blaine capisce che non è l'unica parte lesa di questa storia (Alleluja!). Kurt non riesce a reggere le accuse che l'altro gli sta riversando addosso e la sua bella maschera ha accumulato fin troppe crepe. L'argine grazie al quale il dolore era tenuto a bada si frantuma e le emozioni rimaste imbrigliate per troppo tempo sono libere di fluire con la potenza dirompente di un flusso di parole. Blaine non può intervenire, è costretto a tacere e a vedersi sbattere la sua stupidità. Kurt gli fa capire che anche lui ha sofferto, tanto, troppo! Dopo tutte le delusioni e i duri colpi che la vita gli ha inferto si era permesso di sperare e credere in un sogno, ma la vita è crudele e in una notte tutto è stato spazzato via. E se Blaine è rimasto senza ricordi, Kurt ne ha troppi per riuscire a risalire dal baratro. Ha perso tutto e l'unica cosa che gli rimane è un anello a cui aggrapparsi per avere la consapevolezza che non è stato tutto un sogno.
Forse con questo capitolo si riesce anche a capire perchè Kurt vuole che Blaine esca con altri ragazzi, dopo aver già perso il suo principe una volta, vederlo andar via di nuovo potrebbe essere troppo. Blaine, per una volta, prende in mano le redini della situazione e capisce che adesso è il suo turno di aiutare l'altro a sperare e a sognare.
Dpo tutto questo sproloquio vi lascio... Domani arriverà il capitolo 13!
Grazie a tutti per il vostro sostegno! Siete fantastici!
Un bacio


Angel

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 13


Kurt mi chiama, circa un’ora prima dell’appuntamento con Sebastian e i suoi amici allo Scandals.

“Hey,” borbotto, mangiando l’unghia del mio pollice. “Ti prego dimmi che hai chiamato per dirmi che il patto è annullato.”

“Sei nervoso?” chiede, e sbuffo una risata.

“Sono rimasto a fissare una pila di vestiti per le ultime due ore,” ammetto. “Come faccio a sapere cosa si dovrebbe indossare in un posto del genere?”

“Oh, tesoro, scegliere il tuo abbigliamento è la mia professione. Quali sono le tue opzioni?”

Mi schiarisco la voce, sorridendo come un idiota. Mi ha chiamato tesoro. “Bene, la maggior parte del mio guardaroba è a casa dei miei genitori. Ma c’è ancora un assortimento decente di abiti qui. Due paia di pantaloni neri, un paio cachi, tre paia di jeans, un gruppo di camicie, alcuni cardigan-“

“Sei serio?” mi interrompe. “Questi sono gli elementi che mi stai dando per lavorare? Ho bisogno di dettagli, Blaine. Che tipo di jeans hai?”

“”Um…  denim?”

Prende un respiro lento, e devo mordermi l’interno della guancia per non ridere. “Ci sono i tuoi jeans scuri a zampa?”

Cerco tra la pila. “Uh, si, c’è… aspetta, no. Questo paio è troppo lungo per me.”

“Oh, quello deve essere il mio. Mi chiedevo dove fosse finito. Continua a cercare.”

Controllo il fondo di uno dei cassetti. “Ah! Okay. Si.”

“Bene. Ora, descrivi le camicie.”

“Ce ne sono quattro. Bianca, rossa, grigia, gessata blu e bianca.”

“La rossa ti farebbe sembrare uno che è a caccia, ma la bianca ti farebbe apparire troppo innocente. Quella gessata sembra adatta per un uomo d’affari. Vada per la grigia. È quella di Ralph Lauren?”

Do una sbirciata all’etichetta. “Si.”

“Perfetto. Rende le tue spalle davvero affascinanti. Non abbottonarla fino al colletto, però. Che mi dici delle scarpe?”

“Ho soltanto gli stivali da neve e i mocassini neri tra cui scegliere, quindi, credo che andrò per i mocassini.” Lascio andare un sospiro patetico, mentre mi siedo sul letto. “Sei sicuro di non voler venire con me? C’è la serata karaoke. Non cantavamo assieme nel glee club, un tempo?”

“Si,” dice, suonando un po’ malinconico. “Mi manca.”

“Scommetto che avranno due microfoni.”

“Certo che li hanno.”

“Vieni.”

“No. Divertiti. Mi chiami dopo?”

“Prova a fermarmi.”
 



 Lo Scandals non è troppo difficile da trovare. L’edificio non è proprio come me lo aspettassi, però. Dall’esterno sembra più una creperia che altro. Esco dall’auto, raggiungo il sedile posteriore per ripescare la mia giacca, e-

E all’improvviso vedo la sagoma del bar appena visibile in lontananza, attraverso la foschia della confusione e sgradevoli ricordi di una sbronza. Sono steso sul sedile posteriore della mia vecchia station wagon, Kurt quasi del tutto su di me mentre mi aggrappo a lui e lo desidero, lo desidero così tanto e-

E la visione scompare, in un istante. Mi guardo intorno, cercando di ricreare il momento, ma è andato. Infilandomi la giacca, mi faccio forza e mi dirigo verso l’edificio.

Posso farlo. Qual è la cosa peggiore che potrebbe succedere?

Sebastian mi sta aspettando proprio accanto all’ingresso. Sorride in apprezzamento quando mi vede, e fa scivolare un documento di riconoscimento nella mia mano. “Il mio nome è Waldo Warbler?” sibilo, mentre leggo la patente falsa. “Da Waldoville, North Carolina?”

“Rilassati,” sussurra. “È solo una formalità. Il buttafuori non le ha mai lette nemmeno.”

Abbastanza rassicurato, quando porgiamo i nostri documenti all’uomo barbuto all’entrata del bar, a mala pena ci guarda prima di annuire e tornare alle sue parole crociate. Seguo Sebastian all’interno, appendo la giacca al lungo attaccapanni, e mi guardo attorno con curiosità. Ci sono circa trenta uomini qui e, come Kurt ha predetto, la maggior parte di loro indossa jeans e camicie di flanella. Alcuni uomini ci lanciano un’occhiata prima di ruotare gli occhi e bisbigliare tra loro. Sento le mie guance scottare non appena avanziamo verso il bar.”

“Vodka tonic per me,” dice Sebastian al barista. “E il mio affascinante compagno prenderà-“

“Uno Shirley Temple,” sputo fuori. “Con ciliegie extra.”

Il suo sorriso vacilla, ma si riprende velocemente. “Perché non prendiamo per te qualcosa di più forte?” suggerisce. “Qualcosa che aiuti a rilassarti?”

“Non posso bere alcol. Sto prendendo medicine che non possono… la guida e le allergie minorili…” Dio, sono il peggiore bugiardo. Si limita ad un’alzata di spalle, e prendiamo le nostre bevande dal barista.

“Alle seconde possibilità,” dice Sebastian caldamente, facendo scontrare i nostri bicchieri.

Sorrido debolmente, prendendo un piccolo sorso dalla mia bevanda. È strano essere uscito con qualcuno che non è Kurt. Ciò non significa necessariamente che sia male. Sebastian è bello proprio come ricordavo, e mi sto immergendo nell’atmosfera di questo posto. Pesco una ciliegia dal drink e la mastico lentamente, guardandomi attorno nella stanza. Il karaoke è già cominciato. Un uomo di mezza età con un berretto sta cantando a squarciagola “Girls Just Want to Have Fun,” il che sembra una scelta strana, considerando il suo pubblico. Infilo un’altra ciliegia in bocca seguendo con la testa il ritmo.

“Sai, posso annodare il picciolo di una ciliegia con la lingua,” sussurra Sebastian, avvicinandosi a me. Non riesco ad impedirmi di bloccarmi, e lui si acciglia. “Dio, rilassati, Blaine. Non sto per stuprarti.”

“Scusa,” sussurro timidamente. “Non ci sono abituato. Agli appuntamenti, intendo.”

“Giusto… Lo avevo dimenticato. Va bene.” Mi massaggia il ginocchio affettuosamente.

Come se non fossi sufficientemente in imbarazzo, mi rendo conto che i due amici di Sebastian della Dalton sono sulla pista di ballo, a guardarci. Il ragazzo basso con il neo – Morgan, credo- sta facendo un divertente ballo ispirato al taekwondo sulla musica. Ma il grosso ragazzo biondo, Lawrence, si limita ad ondeggiare fuori tempo mentre lancia occhiate a me e Sebastian, con gli occhi socchiusi. “Cosa vuole il tuo amico?”

Sebastian alza lo sguardo verso di loro e fa un sorrisetto, mentre lo sguardo di Lawrence si indurisce e Morgan ride e ci saluta. “È innocuo.”

“Non sembra innocuo.”

“Potrebbe essere un po’ geloso. Di solito ci frequentiamo se non sto uscendo con qualcun altro.”

“E tu lo hai portato al nostro appuntamento?” chiedo, atterrito, quando Lawrence smette del tutto di ballare, restando immobile a fissare.”

“Avevo bisogno di supporto per le mie canzoni stasera. Inoltre, abbiamo cominciato tutti a bere un’ora fa. Una volta che l’alcol sarà scomparso, non sarà così inopportuno. Te lo prometto.” Sorride in modo affascinante, e per un momento mi permetto di chiedermi come sarebbe avere un ragazzo come Sebastian come fidanzato. Qualcosa di eccitante, probabilmente. Sembra il tipo che ama il pericolo, ama infrangere le regole. È attraente, ed è interessato a me.

Sono interessato a lui, però? Se lo sono, allora perché mi fa sentire così teso e a disagio? Sto permettendo ai miei crescenti sentimenti per Kurt di allontanare da me un ragazzo assolutamente bello?

La canzone di Cyndi Lauper finisce, e la folla irrompe in un applauso per il cantante che scende dal palco. Il successivo è un ragazzo più giovane, probabilmente vicino alla nostra età. È corpulento e ha la faccia da bambino, con un’espressione dura sul volto. Mi aspetto Springsteen, forse, o Bon Jovi. Sono sorpreso quando le prime note di una canzone dei Cary Brothers riempie l’aria. Chiude gli occhi e si avvicina al microfono per cantare.

 Wish enough, wise man'll tell you a lie
Window broke, torn up screams
Who'd have thought that you'd dream
Of a single tragic scene
I just wanna sing a song with you
I just wanna take it off of you

Cause Blue Eyes
You are all that I need
Cause Blue Eyes
You're the sweet to my mean


Sebastian mi sta dicendo qualcosa, ma non riesco a togliere gli occhi dal cantante. Sembra così appassionato, quasi sofferente. Con ogni parola che canta, penso a Kurt. A come i suoi occhi azzurri mozzafiato siano stati la prima cosa che mi abbia colpito di lui quando lo incontrai alla caffetteria. A come non possa quasi descrivere la loro precisa sfumatura di blu.

Fess it up, dot on the palm of your hand
I can help you to stand
Saved it up for this dance
Tell me all the things you can
I just wanna sing a song with you

I just wanna be the one that's true

Cause blue eyes
You're the secret I keep—

“Hey,” Sebastian dice più forte, e mi costringo ad allontanare gli occhi dal palco del karaoke. Mi sta guardando in modo strano. “Che hai?”

“Cosa?”

“Siamo usciti assieme, e tu stai mangiando con gli occhi l’omino della Michelin sul palco.”

“No, a me… mi piace questa canzone. Questo è tutto.”

Digrigna i denti, guardando di nuovo il cantante. “Vuoi ballare?”

“Ballare?”

“Si, è questa nuova moda che sta dilagando nella nazione. Movimento ritmico su una melodia.” Guarda in basso in modo valutativo, aggiungendo, “Scommetto che sei abbastanza bravo con i movimenti ritmici.”

“Io…” Cosa devo dire? Non posso esattamente affermare un’allergia al ballo. Annuendo in modo riluttante, lo seguo sulla pista da ballo. Ci sono poche altre coppie che ondeggiano assieme. Grazie a dio, Lawrence e Morgan sembrano essere scomparsi per il momento. Le braccia di Sebastian si avvolgono attorno alla mia vita, spingendomi più vicino. Mi aggrappo alle sue spalle goffamente quando cominciamo a muoverci.

Ed eccola di nuovo – la tensione. Non c’è mai stata tra me e Kurt. Sebastian mi sta spingendo, incoraggiandomi ad avvicinarmi, ma ho bloccato i gomiti per poter mantenere una distanza ragionevole tra noi. “Visto?” chiede delicatamente. “Non è così male, vero?” Mi stringe la vita prima di far scivolare le mani in basso lungo i miei fianchi lentamente. Sembra che non vogliano fermarsi lì, e il loro percorso sta curvando all’indietro, e io sto andando nel panico, cercando di pensare cosa debba fare un gentiluomo in questa situazione-

E poi, fortunatamente, mi accorgo che gli uomini attorno a noi stanno applaudendo. La canzone è finita. Mi allontano velocemente, aggiungendomi con un applauso fin troppo entusiasta. Sebastian si unisce dopo la pausa di un secondo. Il numero successivo viene annunciato, e la sua faccia si illumina. “Siamo noi,” dice con tono eccitato.

“Noi?”

“Me, intendo. I ragazzi faranno il coro.”

“Pensavo che tu avessi detto che non fossero in grado di prendere una nota?”

“Non possono. Fortunatamente non sono quelli che cantano. Ci guarderai?” I suoi occhi verdi sono intensi.

“Certo. Sarò seduto al bar così avrò una buona visuale.” Mi allontano e mi arrampico su uno sgabello, reclamando il mio drink e chiedendomi se qualcuno lo abbia drogato durante il nostro ballo di trenta secondi. Il barista è in piedi a pochi metri di distanza, e dubito che qualcuno possa essere così sfacciato. Sorseggio lo Shirley Temple mentre Sebastian e i suoi amici si sistemano sul palco, e colgo l’opportunità per dare un’occhiata agli altri clienti dello Scandals. La maggior parte sono molto più vecchi di noi. Sembrano tranquilli e sicuri di sé. Vorrei sapere come ci siano riusciti, essendo cresciuti in un posto come Lima.

Alcune note di apertura e un forte ritmo irrompe dalle casse a tutto volume, e la folla diventa selvaggia. Non posso evitare di ridere non appena Sebastian inizia la canzone, con Lawrence e Morgan che ballano con entusiasmo dietro di lui.

Young man, there's no need to feel down, I said
Young man, pick yourself off the ground, I said
Young man, 'cause you're in a new town

There's no need to be unhappy

“Dammi una Bud Light, Rick,” pronuncia una voce divertita vicina. “Ne avrò davvero bisogno per affrontare un’altra interpretazione di YMCA.”

“Dammi un secondo, ragazzo, devo preparare dei daiquiri prima. Sono subito da te.”

Mi volto a guardare il ragazzo appoggiato contro il bancone, e sono piacevolmente sorpreso di vedere il cantante di “Blue Eyes” di prima.

“Hey,” lo chiamo. Mi guarda e prende un brusco respiro. “Mi è davvero piaciuta la tua canzone.”

Fa una pausa. “Uh. Grazie.”

“Ho apprezzato il modo in cui sembravi connesso alla canzone,” aggiungo. Il ragazzo si volta, tornando a guardare il barista con la mascella contratta, e ciò mi suggerisce che probabilmente pensa che io ci stia provando con lui. Oddio, è per questo che sembra così contrariato. Dovrei chiarire le cose. “Il testo ha un significato particolare anche per me. Sto vedendo questo ragazzo incredibile, Kurt, che ha gli occhi azzurri più belli-“

Non riesco a finire questa considerazione, poiché vengo spinto violentemente contro il bancone del bar, la mano del ragazzo premuta contro il mio petto. Il suo sguardo è furioso. “Fai un favore a te stesso. Smetti di parlare.” Sento la folla cantare Y-M-C-A dietro Sebastian, all’oscuro del luccichio pericoloso negli occhi del ragazzo. Il barista se ne accorge, però, e si avvicina per dare uno spintone alle sue spalle.

“Prendi la tua birra e va’ via, Dave. Non farmi chiamare George.”

Il ragazzo –Dave- spinge un po’ più forte prima di lasciarmi andare. Respiro in modo incerto mentre si allontana con passo pesante, birra alla mano.

“Tutto bene, ragazzo?” mi chiede il barista.

Annuisco velocemente, prendendo il mio bicchiere e cercando di impedire alle mie mani di tremare. Sebastian sta ancora cantando a squarciagola la sua canzone sul palco, e Kurt è probabilmente a casa al sicuro nel suo letto, e tutto ciò a cui posso pensare è al ballo scolastico, e all’aggressione dello scorso anno, e se non sono al sicuro in un bar gay, dove esattamente dovrei andare?

Non so per quanto tempo resto seduto prima di accorgermi di alcune persone in piedi attorno a me.

“Allora?” Chiede Sebastian. “Che ne pensi?”

“Fantastica,” rispondo, sforzandomi di sorridere e sapendo di non riuscirci. “Avete catturato il pubblico.”

Morgan scuote la testa. “Nah, è tutto merito di Sebastian. Noi eravamo solo i ballerini da discoteca dietro di lui.”

“Pensavo che la mia performance fosse abbastanza buona,” dice Lawrence rigidamente.

Stanno ridendo, tutti e tre, così rilassati. Ed io, ho solo bisogno di essere fuori di qui. “Vado a prendere un po’ d’aria,” dico a Sebastian. “Tieni d’occhio il mio drink.”

Sorride confuso. “Stai bene?”

“Si, solo un po’ accaldato. Torno subito.”

Mi faccio strada tra la folla verso l’uscita, senza pensare alla mia giacca o al freddo o a qualsiasi altra cosa se non esci fuori, esci fuori, esci fuori fino a che non respiro aria fresca e gelida. Mi piego su me stesso, le mani sulle ginocchia, e con mio terrore, quando mi raddrizzo, lui è qui. È in piedi a lato dell’edificio, ma quando mi vede, inizia ad avvicinarsi lentamente.
“Non voglio guai.” Alzo le mani con un solo movimento, ricordando il dolore intenso di pugni nello stomaco, e sono grato di non ricordare il piede di porco sulla testa. “Non so cosa ho fatto per offenderti, ma-“

“Hai una vita da favola,” dice piano, “Ecco cosa hai fatto.” Dave si ferma a pochi passi da me, e guarda verso il parcheggio, mantenendo ancora la birra.

Non sembra che stia sul punto di attaccarmi, ma non significa nulla. Non posso abbassare la guardia. “Ho dei problemi,” gli dico. “Vedi questa cicatrice sulla testa? L’anno scorso-“

“Costruivo modellini di aeroplani quando ero bambino,” mi interrompe. “Mio padre mi aiutava. Mamma non aveva molto tempo o molta pazienza con me, ma papà è stato grande nell’insegnarmi cosa fa un uomo, com’è un uomo. Era il mio idolo, sai? Ho sempre cercato la sua approvazione, e l’ho sempre avuta. Giocavo a football e lui veniva ad ogni partita. Non sono sempre stato lo studente migliore o il migliore degli amici, ma sono sempre stato il miglior figlio, per lui.” Resto a guardarlo, confuso, e si avvicina di un passo. “Appendevo i modellini di aeroplani che avevamo costruito con dei fili sul mio letto,” dice, più tranquillo. “Ho dovuto toglierli alcuni mesi fa. Continuavano a darmi delle idee, quando li vedevo appesi lì.”

Mi fa male lo stomaco. È come se mi avesse colpito dopotutto.

“Mi dispiace di averti spinto,” continua. “Mi dispiace per tutto ciò che ho fatto. Ma tu conduci una fottuta vita da favola, ragazzo.”

Getta il resto della birra in un cassonetto vicino e si allontana nel parcheggio. Ho perso la percezione dello scorrere del tempo qui fuori, tremando per il freddo, fino a che la porta si apre di nuovo. L’amico si Sebastian, Morgan, è qui, accigliato. “Che stai facendo? Si congela, prenderai una polmonite o qualcosa del genere.”

“Stavo solo... stavo pensando.” Mi circondo con le braccia.

“Bene, sbrigati a pensare. Sebastian vuole fare una canzone a quattro parti o qualcos’altro, ed è certo che io non sarò quello a tenere la tonalità.”

Lo seguo nel locale, ma la sensazione di freddo non va via. Anzi, si fa più forte, tant’è che sto tremando dalla testa ai piedi. Sebastian mi sta sorridendo e mi sta porgendo il bicchiere –devo preoccuparmi che lui lo abbia drogato?- e Lawrence mi sta guardando in modo allarmato, e dio, non posso farcela. Balbetto. “Non mi sento bene,” dico. “Credo di dover andare.”

“Probabilmente,” Lawrence annuisce. “Si, probabilmente dovresti andare.”

Sebastian mi poggia una mano sula spalla, sembrando preoccupato. “Sei sicuro? Se stai male, forse non dovresti metterti alla guida della tua auto.” Si alza dallo sgabello, però, per guidarmi verso l’uscita, e per questo gli sono grato.

“No, dovrei riuscire a guidare.”

Recupera la mia giacca e mi aiuta ad infilarla, poi mi accompagna all’auto. I suoi amici restano indietro, e Dave non si vede da nessuna pare, quindi ci siamo solo noi due qui fuori. Il suo respiro produce piccole nuvole nell’aria fredda. “Posso avere il tuo cellulare per un secondo?” Glielo passo passivamente e ci traffica per un minuto prima di restituirmelo. “Ho memorizzato il mio numero. Voglio che tu mi scriva quando sei a casa, okay? Così non devo preoccuparmi per te.”

È diverso qui fuori, lontano da altre persone. È una cosa piacevole. “Okay, lo farò.” C’è un momento terrificante in cui penso che stia per avvicinarsi e baciarmi, ma si limita a stringere la mia spalla di nuovo prima di voltarsi e tornare dentro.




 Torno all’appartamento di Rob e faccio una lunga doccia calda, cercando invano di lavare via il disagio della serata. È così che fa sentire un appuntamento? A disagio e confuso? Cerco di valutare com’è andata, come mi sono sentito in compagnia di Sebastian, ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo la faccia di Dave, tormentata e accusatoria. Dopo essermi asciugato, infilo un pigiama. Scrivo un rapido messaggio a Sebastian –arrivato, sano e salvo, grazie per la serata- prima di prendere il cuscino di Kurt dal divano e posizionarlo sul letto. Sorrido non appena chiamo l’unica persona con cui davvero voglio parlare. Mi risponde subito.

“Pronto?”

“Hey, ciao,” dico. Sospira, ed è come se tutta la mia tensione scivolasse via all’istante. “Tutto bene? Cosa stavi facendo quando ti ho chiamato?”

“Stavo leggendo un’allettante biografia di Billie Holiday. Sapevi che lei-“

“Mi sei mancato.” È maleducato interrompere, ma credo che abbia bisogno di saperlo. “Stasera, allo Scandals. Desideravo che tu fossi lì con me.” Emette un suono bassissimo, quasi uno squittio, e chiudo gli occhi. “Davvero pensavi che sarei stato attratto da quel ragazzo, vero?”

“Dovevo prepararmi al peggio,” dice dopo una pausa.

“Ma perché?”

“Perché la vita tende a darmi il peggio.”

Affondo ancora di più con la guancia nel cuscino. Mi piace che profumi come lui. “Quando potrò vederti di nuovo?”

Resta in silenzio per un lungo momento. “Cosa hai da fare venerdì?”

“Niente…”

“Che dici se prendo un giorno libero dal lavoro, e lo passiamo assieme? Permettimi di portarti ad un appuntamento. Uno appropriato.”

Sorridendo, chiudo gli occhi. “Mi porterai cioccolatini e fiori?” Penso subito alla mensola dell’armadio, e sento una fitta di nostalgia.

“È una sorpresa. Niente di stravagante. Solo un’opportunità per conoscerci meglio.

“Sembra fantastico.” Mi sento respirare più tranquillamente, cominciando a scivolare nel sonno. “Anche se abbiamo un appuntamento venerdì,” sussurro con voce assonnata, “verrai al Lima Bean per incontrarmi tutte le mattine, giusto?”

“Prova a fermarmi.”




Note della traduttrice

Ciao a tutti! Scusate per il ritardo, ma davvero non sono riuscita a pubblicare ieri dato che sono stata per tutto il pomeriggio a telefono con una mia amica e non sono riuscita a finire la traduzione del capitolo.
Questo capitolo mi lascia con l'amaro in bocca, soprattutto per Dave... Karofsky non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti, ma la storia del suo suicidio mi ha davvero toccata, soprattutto perchè so che cose del genere succedono davvero, è inaccettabile! Il discorso di Dave a Blaine mi ha fatto venire i brividi, sono le parole di un ragazzo distrutto psicologicamente dall'ignoranza della gente, e che, proprio quando credeva di aver trovato la felicità sul campo sentimentale, si è visto sfuggire tutto dalle mani di nuovo. E Blaine è tutto ciò che lui vorrebbe essere. Tralasciando questa parte, ritroviamo un Kurt fashion addicted di nuovo (ho adorato la consulenza telefonica), un Sebastian sempre provocante, ma con una faccia gentile (continuo a non fidarmi, non so perchè!) ed un Blaine ligio nell'obbedire ai comandi di Kurt, anche a costo di sembrare più rimbambito che mai. Sono stata davvero male anche nel vedere la paura di Blaine per una nuova aggressione, il panico che lo coglie, lasciandolo praticamente inerme. Dove è finito il ragazzo che non si è scomposto davanti allo spintone di Karofski?! La sua anima di pugile? Mi chiedo sempre cosa diavolo sia successo la notte dell'aggressione? Il Blaine pre-trauma non mi è mai sembrato un tipo che non combatte... Mah! La telefonata finale è stata dolcissima. Kurt di che ti preoccupi? Blaine è innamorato di te! Finiamola con questa pagliacciata del patto!
E con questo concludo! Un grazie speciale a tutte voi! Siete fantastiche!
A lunedì! ;)

Angel

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.



Capitolo 14


Quando ci incontriamo al Lima Bean martedì mattina, Kurt posiziona una piccola scatola di cartone sul tavolo. Sollevo le sopracciglia, aspettando, e lui sorride.

“L’ho ordinato online. È arrivato ieri.” Volta il coperchio in mia direzione cosicché possa leggere il titolo.

Per conoscerti,” leggo ad alta voce. “Mille e uno modi per iniziare una conversazione. Perfetto per feste per adulti.” Lo guardo. “Aspetta… feste per adulti? Come quelli dove metti il nome in una ciotola, e-“

“Non feste per scambisti,” mi interrompe, arrossendo. “Significa che ci sono delle domande non adatte ai bambini. La mia matrigna mi ha raccontato che la sua amica Debbie organizza molti appuntamenti grazie ad internet, e che usa queste domande per escludere i tipi strani.”

“Quindi stai cercando di capire se sono un tipo strano?” Lo prendo in giro.

Kurt ruota gli occhi. “Sto cercando di aiutarci a conoscere meglio. Non dobbiamo farlo per forza se non vuoi.”

“No, no, penso che sia una grande idea. Proviamo.”

Apre la scatola e mischia le carte mentre vado al bancone a prendere i nostri caffè. Quando torno al nostro tavolo, ha diviso le carte in due pile di altezza simile. “Come facciamo questa cosa?” chiede. “Se io leggo a te una domanda, devo rispondere anche io? O solo tu?”

Alzo le spalle. “Mi va bene in entrambi i modi. Magari potremmo improvvisare, vedere se la domanda inspira una conversazione. Alcune saranno inutili, giusto?”

“Giusto.” Prende un sorso dal suo caffè, e guardo come la sua lingua rosea esce fuori per leccare una goccia rimasta sul suo labbro inferiore. “Inizio io?”

Si, perché ho bisogno di un momento per immagazzinare questa immagine nella mia memoria a lungo termine. Sempre se ho ancora la memoria a lungo termine. “Certo.”

Prende la prima carta dalla sua pila. “Cosa facevi durante l’intervallo alle elementari?”

“Domanda inutile,” rispondo, e inclina la testa in modo interrogativo. “Nella mia scuola non c’era l’intervallo.”

“Davvero?”

“Si.” Pesco una carta dalla mia pila, e leggo, “Quale era il tuo film Disney preferito da bambino?”

Ci pensa per un momento, arricciando il naso in un modo adorabile. “Probabilmente La Sirenetta.”

“Perché?”

“Credo che mi identificassi in Ariel. È cresciuta sentendo di non appartenere al mare. Amava suo padre e i suoi amici, ma sentiva che ci fosse altro per lei lì fuori.”

Studio la sua faccia pensierosa e sento un’ondata di senso di colpa. “Avresti lasciato Lima dopo le superiori, se non fosse stato per me.”

“No,” mi corregge. “Noi avremmo lasciato Lima assieme, se non fosse stato per l’aggressione.”

“Ma mi hai aspettato per un anno intero-“

“Se Ariel avesse dovuto scegliere tra il tornare in fondo al mare con Eric, e lo stare sulla terra da sola, quale avrebbe scelto secondo te?” chiede, la sua voce è tranquilla. “Certe volte non importa il posto in cui si finisce. Certe volte conta con chi sei, e sapere che quella persona ti rende davvero felice.” Accarezza assentemente l’angolo della sua pila di carte. “Sono felice di aver scelto di aspettarti per tutto questo tempo. Sembra che le cose siano andate a mio favore, non trovi?”

Mi allungo per stringere la sua mano, sorridendogli timidamente mentre legge la prossima carta.
 



Alla fine del nostro caffè di mercoledì, ho imparato il colore preferito di Kurt, la sua più grande fissazione, il suo modo preferito di rilassarsi dopo una lunga giornata, le allergie non stagionali, e il luogo per la sua luna di miele ideale. Invece, lui ha imparato la mia posizione preferita per dormire, la mia vacanza più indimenticabile, la mia stagione preferita, il genere musicale che mi piace di meno, e la celebrità per cui ho avuto una cotta da bambino (beh, non proprio… ho provato a dire che era uno degli Hanson, ma dal ghigno che non lasciava la sua faccia, so che devo avergli confessato l’imbarazzate verità ad un certo punto durante l‘ultimo anno.)

“Allora,” dice, mentre cerca di costruire un castello con le carte che abbiamo letto oggi. “Venerdì.”

“Venerdì,” annuisco, ignorando di proposito la contrazione del mio stomaco per la trepidazione. “Pronto a dirmi cosa faremo al nostro appuntamento?”

“Te l’ho detto, non è niente di particolare. Sarà qualcosa di semplice.”

“Nemmeno un indizio?”

“No.”

“Bene,” rispondo, cercando di controllare il tono lamentoso della mia voce. “Cosa devo indossare? Dal momento che è tuo compito scegliere il mio abbigliamento e tutto…”

“Qualcosa di sportivo e comodo. Magari uno dei tuoi maglioni verdi; ti mettono in evidenza gli occhi. Jeans andranno bene.” Il suo castello di carte traballa e crolla, e si acciglia. “È il tuo turno.”

Pesco una nuova carta dalla mia pila e la poso. “Ugh, inutile.”

“Cosa dice?”

“Nulla. Ne prenderò un’altra.”

“Blaine.”

“Non-“

“Leggila soltanto.”

La prendo risentito. “Se tu potessi cambiare permanentemente qualcosa del tuo aspetto, quale sceglieresti?”

Batte le palpebre. “Perché è una domanda inutile?”

“Perché sei perfetto. Non dovresti cambiare nulla di te.”

Non credo di averlo mai visto sembrare quasi senza parole. La punta delle sue orecchie sta diventando di un rosso brillante. “Pensi che sono perfetto?”

“Ti prego. Dovresti essere su qualche passerella in Italia, non bloccato in una caffetteria in Ohio.”

“Dio, Blaine, ti a-“ smette di parlare bruscamente, poi ingoia. “Grazie. Direi che vorrei cambiare il mio-“

Perfetto,” insisto, e ride mentre pesca una nuova carta dalla sua pila.

“Se dovessi fare sesso contemporaneamente con due persone che conosci,” legge, “chi sceglieresti?”

Mi acciglio per la confusione. “Come si può fare sesso contemporaneamente con due persone?”

“È una domanda a trabocchetto?” Quando non rispondo, Kurt capisce che non lo è. “Immagina dei Lego incastrati assieme.”

“Oh.” I miei occhi si allargano quando capisco. “Oh.”

“Davvero non lo sapevi?”

Alzo le spalle, imbarazzato. “Non ho mai avuto un fidanzato… o meglio, uno che ricordo. E intendevo fare una ricerca su cosa succede oltre le basi –non è che lo spieghino durante le lezioni di educazione sessuale- ma ho pensato che avrei aspettato fino a quando fossi stato interessato ad uscire con qualcuno, così da sapere a cosa sarei andato incontro. Poi quando mi sono risvegliato dopo l’aggressione, ed ero con i miei genitori tutto il tempo… non sembrava il momento ideale per iniziare a cercare su Google sesso gay, non trovi?”

Non dice nulla. Inizio ad agitarmi sulla sedia.

“Lo so,” sputo fuori. “Lo so. Ho una conoscenza del sesso quanto-“

“Un cucciolo di pinguino?” suggerisce, e sbuffo.

“Stavo per dire uno delle elementari, ma va bene. Rende l’idea.” I miei occhi evitano il suo sguardo profondo. “Allora noi, uh… abbiamo…”

“Si.”

“Più di una volta?”

Oh si.”

“Sei stato il mio-“

“Si. Anche tu sei stato il primo per me.” Si ferma, poi aggiunge, “Il mio unico.”

Prendo una grossa sorsata di caffè, e anche se sta diventando freddo, posso sentire un senso di calore diffondersi dentro di me.
 



Sebastian mi chiama nel pomeriggio per invitarmi al cinema, e accetto la sua offerta all’istante. È lo scenario perfetto –due ore senza dover fare la minima conversazione, e ugualmente conterà come secondo appuntamento. Sarò un passo più vicino dal poter vedere esclusivamente Kurt.

Quello che non ho considerato, però, è quanto è buio in una sala cinematografica, e quanto in basso la mano di Sebastian scivola mentre mi guida verso le poltrone. Faccio quasi cadere le due bevande che sto portando quando fa passare il suo pollice sotto la mia cintura e fa scivolare le sue dita più in basso.

In un improvviso colpo di genio, entro in una fila e mi sposto così da sedermi accanto ad una donna con l’età di mia madre. Mi guarda e mi sorride, dandomi l’opportunità perfetta per chiederle cosa ha sentito del film, e se pensa che la nomination di George Clooney all’Oscar sia assicurata.

Dopo alcuni minuti, sento un colpetto sulla spalla. Mi volto e vedo Sebastian accigliato. “Devo andare via?” chiede. “Non vorrei interrompere il tuo appuntamento con Demi Moore qui accanto.”

Mi rendo conto che ha ragione. Sono stato davvero maleducato. Si, la sua mano era un po’ più giù sul mio sedere di quanto avrei voluto, ma gli ho detto che mi ha fatto sentire a disagio? Come poteva saperlo?

“Scusa,” mormoro, avvolgendo le mie labbra attorno la cannuccia e prendendo un sorso della mia bibita.

“Va bene,” sussurra al mio orecchio. “Vuoi spostarti in ultima fila, cosicché possa farti un pompino?”

Mi va di traverso la bibita, e tossisco e sputacchio mentre stanno cominciando i trailer per fortuna. Sebastian si sistema per mettere la sua mano sul mio ginocchio. Non è inappropriato per un appuntamento, non credo. La sta solo poggiando lì. Ma poi sta… oh… la sua mano sta scivolando in alto sulla mia coscia. La stringe forte, a metà, e sento che mi sto eccitando. La sta muovendo ancora più su adesso-

Sposto la mia bibita in modo da posizionarla fermamente sul mio inguine. Il freddo improvviso schiaccia la mia eccitazione, e il bicchiere blocca la sua mano dall’andare avanti.

“Continuo a dimenticare che sei di nuovo vergine,” mormora, mentre le sue labbra mi sfiorano il lobo dell’orecchio. Dio mi aiuti, ma non posso impedire di rabbrividire un po’ in risposta.
Passo il resto del film sprofondato nella poltrona, con il voltastomaco, sentendo di aver in qualche modo tradito Kurt.
 


 
“Due appuntamenti fatti,” dico a Kurt la mattina successiva quando arriva al nostro tavolo. “Soltanto un altro e poi potrai avermi tutto per te.”

Kurt accetta il caffè che ho preso per lui. “Già due appuntamenti? Davvero?”

“Davvero,” dico, contandoli con le dita. “Siamo andati allo Scandals lunedì, e al cinema ieri.”

“Hmm,” Sorseggia il suo caffè con un’espressione imperscrutabile. “Ti ha chiesto di uscire di nuovo?”

“Si. Questo sabato. Allo Scandals ci sarà un’altra serata karaoke. Alcune canzoni e tornerò a casa.” Così da non dover incontrare Dave di nuovo, non lo aggiungo. Tolgo il coperchio dalla scatola Per conoscerti, mettendo da parte le carte avvolte da un elastico che abbiamo già usato. “È reale. Sta per realizzarsi. Io e te assieme sta per diventare realtà.”

Si tiene impegnato sistemando le carte in pile, e per gentilezza faccio finta di non accorgermi di come i suoi occhi sono diventati lucidi. Si schiarisce la voce un paio di volte prima di leggere ad alta voce la prima carta. “Se dovessi insegnare a tuo figlio una lezione, quale sarebbe?”

“Uh. Wow.” Mi mordo il labbro inferiore, pensando. “Vorrei che, uh… dio. Solo una?”

“Questo dice la carta.”

“Penso che… vorrei che mio figlio trattasse tutti con gentilezza.” Sta annuendo pensierosamente, così chiedo, “E tu? Cosa insegneresti a tuo figlio?”

“Che lui conta,” dice semplicemente.

C’è una storia dietro, ne sono sicuro, ma non lo spingo. Invece, prendo un’altra carta. E immediatamente inizio a ridere.

“Che c’è?”

“Baceresti mai una persona del tuo stesso sesso?” Ride anche lui, forte, ed un paio di persone ai tavoli vicini si voltano per fissarci. “Okay, la cambio io,” gli dico. “Baceresti mai una persona di sesso opposto?”

“L’ho fatto già,” confessa, con un po’ di imbarazzo.

“Davvero?”

“Si. È successo durante un periodo difficile della mia vita. Io, uh… Indossavo  berretti. E camicie di flanella a quadri.”  Sembra traumatizzato, ma continuo a ridere.

“Bene, ti ho battuto, credo,” dico con orgoglio. “Non ho mai baciato una ragazza.” La sua espressione si trasforma in una pensierosa ed astuta, e sento il mio sorriso scivolare lentamente dalla mia faccia. “Cosa?” Si stanno rivelando le sue fossette. Sta chiaramente cercando di non ridere. “No… Ho baciato una ragazza?”

“Due volte, in realtà. Stessa ragazza, entrambe le volte.”

“Ma perché? Sono gay! Sono così gay!”

“Nessuno sta dicendo il contrario qui.”

“Chi era? Intendo, pensavo che fosse un ragazzo in quel momento?”

Fa una pausa teatrale. “Il suo nome… è Rachel Berry. Ha lunghi capelli e indossa calzini al ginocchio. E maglioni con sopra animali.”

Nascondo la faccia tra le mani, umiliato. “Sei sicuro che non è successo dopo il danno al cervello?”

“No,” mi assicura. “No, sapevi cosa stavi facendo. Vi siete baciati e avete cantato un duetto da ubriachi ed eri davvero impazzito, per un momento. Voglio dire, non fraintendermi, Rachel ha i suoi lati positivi. Può essere irritante, ma non è male. E dio, il suo talento canoro è incredibile, eclissato solo dal suo ego esagerato. È figlia unica ed è stata viziata per tutta la sua vita dai suoi papà gay.”

Lo guardo, incredulo. “E non ha colto la mia omosessualità?”

“La stavi mettendo in dubbio tu stesso in quel momento.” Sta raddrizzando la sua pila, evitando il mio sguardo.

Spalanco gli occhi quando capisco.”Ti ho ferito.”

“Cosa?”

“Quando ero in dubbio sulla mia sessualità, ho ferito i tuoi sentimenti.”

Annuisce. “Lo hai fatto, si.”

“Mi dispiace.”

“Io… Non eri nemmeno tu,” mi ricorda.

“Sono comunque dispiaciuto.”

Mi sorride, un vero sorriso, prima di pescare un’altra carta. “Se ti fosse concesso di avverare un desiderio, quale sceglieresti?”

Un centinaio di differenti possibilità mi passano per la testa. Di tutto, da Vorrei non dover andare al terzo appuntamento con Sebastian a Vorrei essere più alto a Vorrei che l’aggressione non ci fosse mai stata a Vorrei potermi ricordare di te

“Posso pensarci?”

“Sai che non è un vero desiderio, giusto, Blaine? Non sono un genio.”

“Significa che non devo strofinare la tua lampada?”

La sua risata risuona di nuovo, forte e ridicola e io non riesco a ricordare l’ultima volta in cui mi sono sentito così stordito per la felicità.
 



Ci accordiamo per incontrarci al Lima Bean come sempre venerdì mattina. Mi dispero per cosa indossare, decidendo alla fine per dei jeans e un morbido maglione verde salvia. Lascio l’appartamento di Rob molto presto così da avere il tempo di fare una speciale fermata lungo la strada. Il mio GPS mi conduce da un fioraio tra Westerville e Lima che apre alle otto.

Una volta dentro, so di esserci già stato prima. C’è qualcosa di familiare nell’inebriante profumo di fiori, la fresca umidità, il basso  ronzio dei refrigeratori di vetro lungo le pareti. Osservo con attenzione il piccolo negozio, sperando di stimolare un ricordo, ma non arriva nulla.

“Posso aiutarti?” Un’impiegata  è emersa dal retro, le sue braccia sono cariche di bellissimi gigli orientali.

“Ah, si, grazie. Vorrei comprare dei fiori.”

“Allora sei venuto nel posto giusto,” scherza, posando i gigli in un vaso di vetro. “Qualche fiore in particolare?”

“Uh…” Sorprendentemente, nonostante tutte le carte che abbiamo letto, i fiori preferiti di Kurt non sono mai venuti fuori. “Rose?”  penso.

“Bene, la nostra fornitura di rose non è un granché nei mesi invernali. Ma puoi dare un’occhiata alla sezione laggiù.” Indica verso una fila di refrigeratori di vetro. “Fammi sapere se hai bisogno di aiuto.”

“Grazie.” Mi avvicino alla sezione delle rose e osservo le opzioni, confuso. Che messaggio voglio far arrivare? Rosso significa amore, ovvio, ma non voglio essere troppo precipitoso. Rosa sembra troppo femminile, bianco troppo innocente. Alla fine apro la porta del refrigeratore, tirando fuori un gruppetto di rose con le punte rosse e un altro di rose gialle. Amore e amicizia. C’è un messaggio migliore? Porto i fiori al bancone, posandoli con attenzione mentre l’impiegata finisce di sistemare il suo vaso di gigli.

“Fatto?”

“Si. Mi piacerebbe sistemare queste in un bouquet, per favore.”

Sorride. “Hai buon gusto. Sono bellissime.”

“Si. Lo sono.” Sorrido stupidamente, mentre la guardo avvolgere le rose con la carta velina verde e legare un largo fiocco di seta attorno al grazioso bouquet.

“Per cosa sono?” chiede.

“Per festeggiare,” dico, tirando fuori il portafogli.

“Occasione speciale?”

“Persona speciale.”

L’impiegata sorride in apprezzamento. Le porgo la mia carta di credito e mi abbasso ad annusare le rose.

“Dì alla tua persona speciale di appendere a testa in giù un paio di rose in un posto fresco e buio. Seccheranno bene,” dice mentre mi passa la ricevuta.

“Lo farò. Grazie.”

Vado fuori, posando le rose sul sedile del passeggero prima si salire in macchina. Faccio un profondo respiro e avvio il motore, puntando la mia auto verso Lima.



Note della traduttrice

Buonasera a tutti!! Scusate per il ritardo, ma oggi è stata una giornata davvero piena e ho finito tardi la traduzione!
Questo capitolo è molto fluffoso, la differenza del modo di relazionarsi di Blaine con Kurt e Sebastian è palese. Con Kurt Blaine riesce ad essere se stesso, a mettere in mostra ogni sua sfaccettatura e il modo in cui si capiscono ha qualcosa di straordinario! Blaine dimostra sempre più di essere così innocente ed ecco che risbuca il cucciolo di pinguino che prima identificava Kurt. I ruoli si sono decisamente invertiti! E che dire della confessione bloccata sul nascere da Kurt a seguito delle parole così dolci del riccio... quel "ti amo" stava per scappare dalle labbra del ragazzo e solo cucciolo-di-pinguino-Anderson poteva non accorgersi della defiance. Lo stesso che riesce a trovare innocente un cinema con Sebastian... Certo, come no... Blaine è attratto da Sebastian dal punto fisico, diciamo che il ragazzo riesce a risvegliare il suo lato più istintivo che con Kurt per il momento è sopito. L'ultimo appuntamento allo Scandals sarà il momento della verità per i nostri Klaine. Ma per il momento possiamo tirare un sospiro di sollievo con l'appuntamento del venerdì... Chissà cosa avrà in mente il caro Kurt!
A domani con il prossimo capitolo! Ovviamente non può mancare un grande ringraziamento a tutte per il vostro sostegno!!

Angel

P.S. Qual è il vostro film Disney preferito? La domanda mi ha incuriosita, anche perchè i film Disney resteranno sempre nel mio cuore!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 15


Sono già nel parcheggio del Lima Bean quando comincio a rivalutare l’idea dei fiori. Kurt l’ha detto –questo deve essere un appuntamento a basso profilo, ed io mi sto presentando con una dozzina e mezzo di rose. Dove dovrebbe metterle? Non è che abbia con sé nella sua auto un vaso. È stata un’idea stupida.

Resto seduto in auto per cinque minuti, discutendo con me stesso, fino a quando un colpetto al finestrino coglie la mia attenzione. È in piedi vicino alla mia auto, meraviglioso come sempre. Vengo scoperto a fissarlo, e lui colpisce di nuovo il finestrino di proposito. “Abbassa il finestrino, Blaine,” dice.

Lo faccio. “Buongiorno.”

“ ‘Giorno. Devo essermi perso qualcosa –prendiamo il caffè nella tua auto stamattina?” Il suo tono è leggero, ma i suoi occhi sono preoccupati.

Sospiro per l’imbarazzo. Abbassando la testa contro il volante, afferro i fiori dal sedile del passeggero e glieli passo attraverso il finestrino. Li prende senza una parola, e quando il silenzio è durato troppo a lungo, colgo l’occasione e do una sbirciatina in sua direzione. Sta fissando i fiori con la più strana delle espressioni sul volto.

“Io, um…” Deglutisce.

“Che c’è?”

Chiude gli occhi e annusa le rose. “Sono meravigliose.”

Sento un senso di sollievo fluirmi nelle vene ed un sorriso nascermi sulle labbra, tolgo le chiavi ed esco dall’auto. “Bene. Cosa c’è in serbo per noi oggi?”

“Un po’ di cose. Andiamo a prendere del caffè e valutiamo le nostre opzioni.” Lo seguo al Lima Bean. Il nostro solito tavolo è occupato, così dopo aver preso i nostri caffè dal barista, scegliamo un tavolo vicino alla finestra. Kurt tira fuori un blocchetto di carta, lo sfoglia fino a trovare la pagina con una lista scritta a penna. “Prima di tutto-“

“Scusa,” dico scherzosamente, “Ma hai preso appunti? Ci sarà un test dopo?”

Prima di tutto, dobbiamo decidere cosa fare prima oggi.”

“Bere caffè, a quanto pare.”

“Sei esuberante stamattina. Non sono riuscito a scegliere cosa fare tra queste opzioni, quindi decidi tu. Potremmo andare ad un paio di paesi di distanza, dove c’è un luna park per due giorni con giochi e giostre-“

“Fantastico. Ti prego, continua, ma fantastico.”

“O potremmo fare un giro alla Dalton e fare un tour nostalgico del campus assieme.”

Il mio cuore si ferma. Non possiamo assolutamente andare alla Dalton. E se incappassimo in Sebastian o nei suoi amici, e Kurt vedesse il suo diretto rivale da vicino e di persona, e sentisse tutte le cose inappropriate che Sebastian sicuramente mi direbbe- “Luna park,” sputo fuori. “Voglio dire, è qui solo per un paio di giorni, la Dalton è lì da più di un secolo. Sarà lì per visitarla in un’altra occasione.”

Accoglie la mia scusa con un sorriso, e le mie pulsazioni cominciano a regolarizzarsi di nuovo. “Vada per il luna park.”

“Staremo lì tutto il giorno?”

“Oh, no.  C’è un’abbondanza di sorprese in serbo per te oggi, mio caro.” Scatta in piedi per poi prendermi la mano e trascinarmi fuori dalla caffetteria, verso la mia auto.

Mi guardo attorno. “Dov’è la tua Navigator? La lasciamo qui?”

“Mi sono fatto dare un passaggio da papà stamattina. Posso guidare?” Gli lancio le chiavi. Sblocca le portiere e appoggia con attenzione i fiori sul sedile posteriore prima di unirsi a me in macchina. Poi si volta e mi guarda in modo pensieroso. “Huh.”

“Huh?”

“Gira un po’ il mento,” mi ordina. Mi volto verso di lui, e scuote la testa. “No, dall’altra parte. Faccia dritta in avanti.” Confuso, eseguo, si abbassa rapidamente, per baciarmi la guancia.

“Grazie per i fiori,” sussurra.

Sto ancora sorridendo quando arriviamo al luna park.




 Per essere un luna park itinerante, è abbastanza grande. Solo dall’entrata riesco a scorgere una ruota panoramica, una giostra a seggiolini volanti, un percorso acquatico sui tronchi, una piovra, e una giostra con i cavalli. L’aria è carica del profumo di patatine fritte e strauben, e allungo la mano per afferrare quella di Kurt per la trepidazione. Poi mi blocco, abbassando lo sguardo. “Va bene?”

Si guarda attorno. Il luna park è affollato, e nessuno sembra prestare attenzione a noi, ma sembra ancora teso. “Um…”

“Non fa niente.” Gli stringo la mano e la lascio andare.

“Scusa.”

“Non fa niente. Davvero. Possiamo vedere che attrazioni ci sono?”

Annuisce concorde, e passeggiamo per dare un’occhiata agli stand. Ogni gioco costa un quarto di dollaro, e quando Kurt tira fuori un sacchetto di plastica pieno di monete d’argento, non posso impedirmi di fare un gridolino per l’eccitazione. Proviamo il lancio dell’anello, fallendo entrambi miseramente. Andiamo altrettanto male al lancio della pallina di ping pong nella bottiglia di vetro, e nel tiro a segno con le pistole ad acqua. “Questi giochi sono truccati,” borbotta Kurt, lanciando un’occhiata omicida ad una ragazzina che ha appena messo in buca la sua terza pallina di ping pong vincendo un gorilla viola gigante. Rido e lo trascino verso lo stand del “Colpisci la talpa”. Io vado malissimo, ma lui si sta concentrando in modo accanito, e quando il timer suona, ha vinto un portachiavi peloso con un coccodrillo.

“Per te,” dice, mostrandomelo, e io fingo di svenire. “Sta’ zitto e attaccalo alle chiavi della tua macchina,” dice, sorridendo.

“Hai tu le mie chiavi.”

“Allora io starò zitto e le attaccherò al portachiavi.” Ci fermiamo vicino allo stand delle caricature mentre armeggia con l’anello, infilando le chiavi della mia auto nel portachiavi. “Ecco. Ora non le potrai mai perdere.”

“Mio eroe.”

Dividiamo uno strauben zuccherino e ci alterniamo a fare disegni con macchie di vernice prima di andare verso le giostre.

“Giostra dei cavalli?” propongo.

“Ruota panoramica?” ribatte, e io accetto stando al gioco.

Qualche minuto dopo, stiamo salendo lentamente in un grande cerchio, a quindici metri d’altezza per poi tornare giù. Quando la nostra cabina si ferma in cima, controllo per essere sicuro di non essere visibili dal suolo prima di voltarmi verso Kurt. “Huh.”

“Huh?”

“Gira il-“

Coglie la cosa prima di quanto abbia fatto io, avvicinandosi per baciarmi sulle labbra. Ci prendiamo il nostro tempo, unendo le nostre mani mentre la mia lingua scivola per rubare il sapore di zucchero a velo dalle sue labbra. Mi allontano una volta che le cabine cominciano a muoversi di nuovo, ma non lascio andare la sua mano.

Nemmeno lui lascia andare la mia.
 



Dopo aver visitato tutto il luna park e dopo non essere riuscito a convincerlo a farsi dipingere la faccia, torniamo alla macchina. “Dove andiamo ora?” chiedo.

Kurt borbotta in modo misterioso. “Vedrai.”

Stiamo tornando verso Lima, ma non va verso il centro della città. Invece, guida verso la periferia, con fattorie e spazi aperti. È difficile non continuare a chiedere dove stiamo andando, ma l’attesa è la metà del divertimento. Parcheggia l’auto a lato della strada, vicino alla base di un pendio scosceso.

“Non posso credere che hai indossato i tuoi stivali da neve,” dice, ridendo per le mie calzature.

“Non sapevo se saremmo stati all’esterno oggi,” rispondo, imbarazzato, prima di accorgermi- “Hey! Chi sei tu per giudicare? Stai indossando anche tu gli stivali da neve!”

Inarca le sopracciglia prima di uscire dall’auto e cominciare a risalire l’altura. Dopo un momento, scivolo fuori e lo seguo. Quando lo raggiungo, intreccia le nostre dita e fa dondolare le nostre mani avanti e indietro mentre ci arrampichiamo.

Non ho l’abbigliamento giusto per questo. Il mio maglione di cashmere è troppo bello, e il mio cappotto di lana puzzerà se ci va troppa neve sopra, e avrei davvero dovuto indossare calzini più spessi. Ma la mano di Kurt è così calda, e i nostri gomiti e le nostre spalle si incontrano mentre camminiamo.

Come è possibile che questa semplice vicinanza sia più eccitante della mano di Sebastian che stringe audacemente la parte superiore della mia coscia?

Raggiungiamo la cima dell’altura, e Kurt lascia andare la mia mano. “Aspetta qui. E chiudi gli occhi.” Obbedisco, respirando nell’aria fredda e pungente e ascoltando lo scricchiolio dei suoi passi nella neve mentre si allontana. Ritorna dopo poco, e riesco a sentire il suono di qualcosa che scivola unito ai suoi passi. “Okay, aprili.” È in piedi davanti a me, con un lungo toboga di legno al suo fianco.

“Andiamo in slitta?” chiedo, con gli occhi spalancati.

“Si.”

“Non sono mai…”

“Non sei mai andato in slitta?”

“Mia mamma non me l’ha mai permesso. Diceva che fosse troppo pericoloso.”

Si siede sul retro del toboga, allargando le gambe e dando colpetti sullo spazio vuoto davanti a lui. “Coraggio, Blaine.” Mi posiziono davanti a lui, piegando le ginocchia per starci. I suoi piedi scivolano dietro i miei, le sue gambe sono premute contro la parte esterna delle mie cosce, e avvolge le sue braccia strettamente attorno al mio torace.

Ho detto che salire lungo il pendio era eccitante? Perché nulla potrebbe superare questo. Sono duro abbastanza da tagliare diamanti.

“Prendi le redini,”mi dice dolcemente all’orecchio. “Dovrai pilotarci. Dimmi quando sei pronto, e ci spingerò giù.”

Il mio cuore sta correndo per l’adrenalina. Stringe un po’ di più il mio torace, e annuisco. Fa scendere i piedi dalla tavola, posizionandoli nella neve e spingendo forte. Iniziamo a scivolare e riposiziona i piedi contro i miei proprio quando la punta del  toboga si inclina. E poi stiamo volando, volando giù dall’altura, il vento freddo che mi colpisce la faccia e l’urlo di gioia di Kurt che mi riempie le orecchie. Ci stiamo spostando verso destra, così tiro la redine sinistra, raddrizzando il nostro percorso. Lo stomaco mi arriva alle ginocchia per la velocità del toboga mentre scende lungo l’altura. Troppo presto è finita, e stiamo scivolando fino a fermarci  a dieci metri dalla macchina.

“Possiamo rifarlo?” sussurra Kurt, e io annuisco con vigore. Risaliamo il pendio, più velocemente questa volta, ancora mano nella mano trascinando il toboga dietro di noi. Quando raggiungiamo la cima, chiede, “Vuoi sederti dietro questa volta?”

“Certo.” Mi siedo sul retro del toboga, spalancando le braccia, e si siede davanti a me, scivolando all’indietro fino ad essere premuto strettamente contro di me. Avvolgo le braccia attorno a lui, affondando la fronte contro il suo collo, e sono stordito dall’emozione che mi colpisce. Non mi muovo, e lui non si muove. Riesco a capire dal leggero tremore del suo torace che sta cercando di non piangere. “Questo è il modo in cui dormivamo?” sussurro. Annuisce, e tiro fuori un lungo sospiro.

Più che il Lima Bean, più che l’appartamento di Rob, persino più che i baci di Kurt, questo sa di casa. Lo stringo forte, e lascia andare le redini per stringere le mie mani contro di lui.
Non so per quanto tempo restiamo qui seduti assieme. Abbastanza a lungo per far cadere alla fine le lacrime di Kurt, e abbastanza a lungo per fermarle. Quando scivoliamo alla base dell’altura, entrambi sappiamo che non ci arrampicheremo di nuovo. Lo aiuto a caricare il toboga nel portabagagli, ed avvia l’auto. Mentre guida verso Lima, allento la mia cintura di sicurezza cosicché posso abbassarmi e poggiare la testa sulla sua spalla. Non parliamo, ma tra lo scivolare del toboga nel portabagagli e il fruscio della carta velina del bouquet e la confusione dei miei pensieri, non sono sicuro che la macchina possa contenere altri suoni.



 
Kurt parcheggia davanti a casa sua, che è l’ultimo posto in cui mi sarei aspettato che mi portasse. “I miei genitori sono ad un matrimonio a Columbus,” dice quando lo guardo interrogativo. “Non torneranno fino a tardi, quindi non preoccuparti di incontrarli.”

“Ma li incontrerò un giorno, vero?” premo. “Presto?”

La tensione della sua fronte diminuisce un po’. “Vieni, andiamo dentro.”

La casa è ancora piccola e strana come ricordavo. Inizio a togliermi il cappotto, ma mi ferma, così lo lascio addosso e lo guardo mentre recupera un cestino dal frigo. “Facciamo un picnic?” chiedo. “Fuori?” Non può essere. La temperatura è glaciale.

Sta annuendo. Hey, mi dico, se proprio devo andare in ipotermia per qualcuno, Kurt ne vale la pena.

Attraversiamo la casa velocemente. Mi passa un paio di spesse coperte di lana dall’armadio all’ingresso, poi mi conduce nel giardino sul retro, dove mi fermo a guardare sorpreso. Di fronte a noi, a dominare il piccolo giardino, c’è un’alta quercia. E sulla quercia c’è una vecchia casetta. “Questa è l’unica parte della casa che mi ha entusiasmato quando ci siamo trasferiti qui,” confessa. “Ne ho sempre voluta una da bambino.”

“Avresti messo uno di quei cartelli Vietato l’ingresso alle ragazze?”

Si limita a sorridere in risposta. Ci sono delle assi segnate dalle intemperie inchiodate al troco, a formare una scala improvvisata. Aggancia il cestino da picnic al suo gomito e sale la scala facilmente. Lo seguo, fino a passare attraverso un buco alla base della casetta sull’albero. Non si gela come temevo –le pareti e il tetto potrebbero sembrare traballanti, ma riescono a tener fuori la maggior parte del freddo. Kurt prende da me una delle coperte e la stende sul pavimento di compensato.

“Cosa c’è per cena?” chiedo, sedendomi accanto a lui.

“Niente di speciale,” dice. Lo aiuto a svuotare il cestino, fino a che  davanti a noi ci sono un piatto di panini al tacchino, un piatto di carotine e salsa di ceci fatta in casa, una ciotola di fragole affettate, e un paio di brik di succo alla mela.

Gli sorrido radiosamente e rubo una carota. “Sembra perfetto.”

Arrossisce. “Grazie.”

“E adoro la salsa di ceci.”

Sono così impegnato a sgranocchiare che quasi mi perso il suo lieve, “lo so.”

Mangiamo assieme tranquillamente, sedendo con i nostri fianchi premuti assieme, rannicchiati sotto l’altra coperta per restare al caldo. Sto quasi per chiedere se abbiamo fatto una cosa del genere prima, ma poi mi ricordo che gli Hummel si sono trasferiti qui alcuni mesi dopo l’aggressione. Il vecchio Blaine non ha mai visto questa casa.

Il vecchio Blaine non ha mai nemmeno visto questo Kurt. Mi chiedo, non per la prima volta, come fosse il suo Kurt. Mi chiedo se fossero spensierati assieme, nel pianificare il loro futuro assieme e scegliendo il design dell’anello e cantando assieme durante i viaggi in auto. Probabilmente è troppo idilliaco ciò che sto immaginando, ma come posso saperlo? Entrambi siamo la versione spaventata e rovinata dei nostri vecchi noi stessi.

Alla fine la temperatura sta diventando troppo fredda per restare fuori. Raccogliamo i resti della nostra cena, riportandoli giù attraverso la scala e poi in casa. Lo aiuto a rassettare e poi non c’è nient’altro da fare. Entrambi restiamo in piedi in cucina in imbarazzo. È buio fuori, e abbiamo trascorso tutta la giornata assieme. Forse vuole che vada via.

Dio, spero che non voglia che me ne vada.

Si strofina il collo in modo assente. “Che ne dici di un film?”

“Si,” dico troppo in fretta, guadagnandomi un sorriso sollevato.

“Cosa ti piacerebbe guardare?”

“Qualsiasi cosa.”

Andiamo in soggiorno, posando i nostri cappotti su una poltrona. Kurt mette il primo DVD che trova –The Bourne Supremacy- prima di sedersi accanto a me sul divano. Continuo a lanciargli occhiate furtive quando il film comincia. Quando alla fine mi scopre, sussurro imbarazzato. “Pos… Possiamo?”

In qualche modo, capisce cosa sto chiedendo. Non dice nulla, ma i suoi occhi si spalancano mentre annuisce. Mi stendo sul divano e lui si stende davanti a me. Le mie braccia si curvano attorno a lui, e lascia un forte sospiro di soddisfazione. Infilo la mia faccia tra i suoi capelli. Ha un profumo così buono, noto in modo assonnato, e sembra che sia fatto proprio per stare tra le mie braccia. Non voglio addormentarmi così, però. Voglio ricordare com’è tutto questo ogni momento.

Il fim è quasi finito quando sento un rumore proveniente dalla cucina. Prima di avere il tempo di allarmarmi, un alto ragazzo entra nel soggiorno, il suo braccio è affondato in un sacchetto di patatine mentre mastica. “Hey Kurt. Hey Blaine,” biascica con la bocca piena. Poi si blocca, i suoi occhi e la sua bocca si spalancano. “Amico.”

Kurt è in piedi in un istante, affrettandosi verso di lui. “Finn-“

“Blaine! È Blaine!”

“Non dovresti essere qui-“ Kurt sta tirando il braccio di suo fratello, cercando di trascinarlo di nuovo in cucina, ma Finn non si muove.

“Cosa significa? Gli è tornata la memoria?”

“No, andiamo-“

“Aspetta, non è davvero Blaine? È solo un ragazzo che gli somiglia? È inquietante, Kurt.”

“È Blaine,” insiste Kurt debolmente. Poi smette all’improvviso di spingere Finn. “È davvero lui.”

E ora si stanno abbracciando, con Finn che ride incredulo, e io non ho la più pallida idea di cosa stia accadendo. Mi alzo e mi avvicino, porgendo la mano. “È un piacere incontrarti, Finn.”
Si pulisce la mano dalle briciole di patatine prima di stringere la mia caldamente. “È così bello vederti, ragazzo. Non riesco a credere che mamma non me l’abbia detto. Devi venire alla prossima cena del venerdì.”

Kurt allontana lo sguardo. “Finn-“

“E c’è un’importante partita lunedì, dovresti venirla a vedere con me e Burt.”

Finn-“  

“Che c’è?”

“Non devi dire niente a loro. Di Blaine.”

“Dire… Aspetta, non lo sanno?” Finn sembra stupito tanto quanto me. “Perché no?”

“Promettimelo, Finn. Promettimi che non glielo dirai.”

“Ma-“ Sembra che stia per obiettare, ma qualcosa nell’espressione di Kurt gli fa cambiare idea. “Va bene, credo,” dice alla fine. “Se ne sei sicuro-“

“Ne sono sicuro.”

“Allora non lo farò.”

Le mie guance stanno bruciando per l’umiliazione. “Devo andare,” biascico, afferrando il mio cappotto. “Prima che tornino i tuoi genitori e mi vedano.” Perché a quanto pare sono qualcosa che deve essere tenuto nascosto.

Kurt mi accompagna alla porta della cucina, sembrando combattuto. “Mi dispiace,” dice, mentre Finn mi fa un incerto segno di saluto. “Doveva restare a casa della sua fidanzata stasera. Devono aver discusso di nuovo-“

“Ti vergogni di stare con me?” Lo interrompo.

Resta a bocca aperta. “Cosa? Certo che no.”

“Allora perché non lo dici alla tua famiglia?”

“Io…” Sospira. “Non è che mi vergogno di te. Te lo giuro.”

“Allora perché? Non gli piacevo?”

“No, ti volevano bene. È questo il problema. È stato già abbastanza difficile per loro averti perso la prima volta.”

E ci risiamo. “Perché continui a pensare che ti lascerò?” chiedo, frustrato. “Perché non puoi solo aver fiducia in me, per una volta?”

“Guarda, una volta che sarai andato al tuo ultimo appuntamento-“

“È una cosa stupida,” gli dico. “La tua regola è stupida. Non voglio nemmeno andare a questi appuntamenti. Non so cosa stai cercando di dimostrarmi-“

“Sto cercando di dimostrare qualcosa a me stesso,” esplode. “Non ho mai dato facilmente la mia fiducia, Blaine. Se vedo che puoi uscire con qualcun altro e che comunque vuoi stare con me-“

“L’ho fatto! Lo voglio!”

Poggia le mani sulle mie spalle, calmandomi. “Un altro appuntamento,” dice in un fiato. “Solo un altro. Ti prego.”

“Puoi venire dopo? Puoi aspettare che torni nell’appartamento di Rob?” Scuote velocemente la testa, e mi acciglio. “Giusto. Perché pensi che ci sia ancora una possibilità che io possa scegliere l’altro ragazzo.”

“Chiamami soltanto dopo, come hai sempre fatto. Così saprò che sei a casa al sicuro.”

“E solo,” sospiro.

“E solo, si.”

“E poi possiamo davvero cominciare a parlare del nostro futuro?” premo. “Dirlo alla tua famiglia, organizzarci per New York, decidere-“

Se vorrai ancora me dopo l’appuntamento, allora parleremo di tutto questo. Si.”

Mi avvicino per baciarlo, e lui risponde, con più forza di quanto mi aspettassi. “Ti sentirò domani,” gli assicuro.

“Forse.”

“Ti sentirò domani,” ripeto con fermezza, baciandolo di nuovo prima che possa dissentire. Restiamo sulla soglia di casa, baciandoci ancora e sempre più disperatamente, e cerco di non pensare che sembra un addio. Mi allontano, studiando il suo bellissimo volto, pallido per l’ansia. “Domani,” sussurro. Lo bacio sulla guancia e me ne vado.

Lungo la strada di casa, penso e pianifico e sogno cosa c’è in serbo per noi. Perché non c’è nessuna possibilità che Sebastian Smythe o qualcun altro possa nemmeno toccare quello che abbiamo.



Note della traduttrice

Ciao a tutti! So di essere un disastro! Non riesco a pubblicare mai in tempo, ma sembra che le giornate si siano accorciate e non riesco a far tornare i tempi! Spero che questo bel capitolo compensi l'attesa. Credo che sia uno dei più dlci della fan fiction. Blaine e Kurt sembrano mettere il passato da parte per vivere il presente, e sono felici e spensierati, finalmente. Riescono a viversi, a sentire che davvero l'amore c'è. Come una cara ragazza mi ha fatto notare, in questa fan fiction il passato rappresenta un'ombra minacciosa per questi ragazzi e l'autrice vuole farci capire che a volte è meglio mettere da parte i ricordi, staccarsi dall'ancora del passato per poter vivere serenamente. Ed è vero! Per la prima volta Kurt riesce ad abbandonare tutte le sue paure e i suoi dubbi, riesce ad essere semplicemente Kurt, un ragazzo di 18 anni innamorato, e lo stesso vale per Blaine. Non appena però il passato ritorna, riecco tornare anche i dubbi e le paure. Blaine ha ragione, entrambi sono cambiati, ma sono sempre loro in fondo, la cosa meravigliosa è che sono stati in grado di reinnamorarsi. Ed ecco anche il grande ritorno del "perticone" alias Finn, che ovviamente sembra cadere dalle nuvole... ho trovato tenero il suo entusiasmo alla vista di Blaine, la gioia sincera per il suo ritorno, ma ovviamente ecco Kurt versione bacchettona che ritorna a far danni, ferendo anche i sentimenti di Blaine, che si sente rifiutato. Kurt non riesce a capire che Blaine è davvero innamorato di lui e continua a cercare di proteggersi e a proteggere i suoi cari da un nuovo dolore per l'abbandono. Ho apprezzato molto Blaine che finalmente ha detto cosa pensa davvero del patto di Kurt, perchè, sì, è una cosa stupida, molto stupida! Meno che manca solo un appuntamento!
Domani arriverò con un nuovo capitolo! Grazie a tutti voi!
Alla prossima!

Angel

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 16


Indosso un maglione e dei jeans neri, preoccupato per tutte le cose che potrebbero andare male al mio appuntamento di stasera. Quel ragazzo, Dave, potrebbe minacciarmi di nuovo. Qualcuno potrebbe aggredirmi mentre mi dirigo nel parcheggio. Uno sconosciuto potrebbe drogarmi il drink, lasciandomi impotente e incapace di tornare a casa. Mi viene un’idea, e vado in cucina, dove Rob ha una collezione di magneti pubblicitari sul frigo. Uno di questi indica il nome e il numero di telefono di un taxi. Telefono e prenoto un taxi per farmi venire a prendere all’esterno del palazzo del mio appartamento, e poi uno allo Scandals alle undici. Una volta sistemato ciò, riesco a rilassarmi un po’. Avrò la possibilità di tornare a casa al sicuro ad un’ora prestabilita.

C’è ancora un problema, però. Quello a cui non mi sono permesso di pensare.

In fondo, devo ammettere di essere attratto da Sebastian. Non ha limiti, ed è arrogante, e mi fa sentire a disagio. Ma allo stesso tempo mi fa sentire lusingato, e confuso, e… eccitato. È chiaro che i miei sentimenti per Kurt sono molto più profondi sul piano emotivo, ma Kurt non sarà lì questa sera. Ci saremo solo io e Sebastian… e le sue mani vaganti.

Per un momento, prendo in considerazione l’idea di non andare. Potrei dire a Kurt di essere andato al terzo ed ultimo appuntamento, e sperare che mi creda. Ma stasera, alla fine, ho capito perché ha posto questa regola degli appuntamenti.  Se starò con lui, ha bisogno di sapere che io ho scelto di stare con lui, non che mi sono solo lanciato alla cieca. Se riesco ad affrontare questa serata e se alla fine vorrò Kurt più di Sebastian, sarà la prova che io e lui staremo assieme non per convenienza.

Ho bisogno di qualcosa che mi ricordi di Kurt quando sarò allo Scandals stasera. Qualcosa di simile ad un’ancora, che mi faccia tenere duro. Tornato nella camera da letto, sbircio nella scatola dove ho posto gli oggetti recuperati dalla cassapanca dei miei genitori. Giusto in cima c’è l’ormai familiare fascia di tralci intrecciati d’argento. Afferro l’anello di fidanzamento, leggo la scritta all’interno –Per sempre tuo,Kurt- e sorrido. Nella camera di Rob, trovo una catenina lunga e sottile e vi infilo l’anello, chiudendola poi attorno al mio collo.

Kurt indossava una collana come questa il giorno in cui l’ho incontrato. Se il promemoria ha funzionato con lui, forse funzionerà anche con me.

Il mio cellulare suona poco prima delle otto. Il taxi è qui. Faccio scivolare la collana sotto il maglione, e il freddo metallo poggia contro il mio cuore. Prendendo un respiro profondo, mando un breve messaggio a Kurt – Sto uscendo adesso. Ti chiamo più tardi. Un’altra occhiata all’appartamento, e sono pronto.

Posso farcela.

Mi risponde con un semplice lo spero. In qualche modo, so che resterà vicino al telefono tutta la notte fino a che non avrà mie notizie.
 



Lo Scandals è pieno di persone, e questo ha senso. È sabato sera, dopotutto. Trovo Sebastian al bar, con due drink davanti a lui. si illumina quando mi vede.

“Hey, bellezza! Ecco, ti ho preso da bere. Giusto per avvertirti, c’è una goccia di alcol dentro.”

Mi siedo sullo sgabello accanto a lui. dopo un sorso di prova, trovo che il drink sappia per lo più di Spite. Mi sento un po’ a disagio a bere alcolici qui, ma non credo che Sebastian stia provando a drogare la mia bevanda in segreto. È stato sincero nell’ammettere la presenza di alcol, e dal gusto, sembra non essercene molto. Prendo un altro sorso, provando a rilassarmi. “Allora cosa c’è in serbo per noi stasera? Altro karaoke?”

“Ovvio.”

“Hai portato di nuovo il tuoi coristi?”

Fissa lo sguardo in un punto vago della folla danzante, dove riesco a scorgere appena una testa bionda tra la schiera di uomini. “Sono da qualche parte laggiù. Ma penso che canterò da solo stasera.”

“Davvero? Hai una canzone in mente?” Il drink è buono. Non prendevo una Sprite da anni. Lo finisco velocemente, e Sebastian chiama il barista, indicandogli di riempirmi di nuovo il bicchiere.

“Non sono ancora sicuro. Voglio vedere dove ci porta la serata.” La sua mano è di nuovo sul mio ginocchio, e mi ricorda di tutta la questione dell’eccitazione. Restiamo seduti e guardiamo la folla di uomini che balla, mentre un ragazzo con una canottiera larga canta a squarciagola una canzone di Ricky Martin. La mano di Sebastian non sale più in alto del mio ginocchio, e ne sono sollevato. Soprattutto.

“Non so davvero nulla di te, Sebastian,” sparo. “Siamo usciti tre volte e tutto quello che ho scoperto è che una volta ci conoscevamo, che eri attratto da me, e che vai alla Dalton.”

Stringe il mio ginocchio in modo gentile. “Continuo a dimenticare che ti manca tutta la fase di conoscenza della nostra relazione.”

“Come ci siamo conosciuti? Mi hai detto che ci siamo incontrati dopo il mio trasferimento alla scuola pubblica.”

“Eri venuto a visitare la Dalton qualche mese dopo averla lasciata. Avevo sentito molte cose su di te dagli altri Warblers, così dopo ti invitai a prendere un caffè. Volevo avere dritte su come guidare al meglio il gruppo.” Sorseggia il suo drink, poi fa una pausa. “Continuammo a incontrarci per il caffè, a chattare online, a parlare a telefono una o due volte a settimana. Per lo più di musica e film. Eravamo entrambi grandi fan di Across the Universe, e tu provavi sempre a convincermi che i Beatles fossero meglio dei Rolling Stones.”

“Ovvio che i Beatles sono migliori,” dico subito. “Come puoi pensare altrimenti?”

Ride, rivelando due file di perfetti denti bianchi. “Stessa vecchia storia, solo ambientazione diversa.”

“Tu, um…” mi mordo il labbro inferiore. “Hai detto che c’era chimica tra noi, a quel tempo.”

“Mi piacerebbe pensare che ci sia ancora,” dice, strofinando lievemente  il pollice sulla parte interna della mia coscia. Combatto un brivido di piacere al contatto.

“Se avevamo questa chimica, allora perché eravamo solo amici?”

Il suo pollice si ferma. “Non stavi cercando una relazione romantica.” Perché avevo già un ragazzo, non aggiungo. Mi chiedo se Sebastian e Kurt si siano mai conosciuti. “Era un peccato. Mi piacevi davvero. Mi piaci ancora, in realtà.”

Finisco il mio cocktail a base di Sprite e ne trovo già un altro ad aspettarmi. Tra lo zucchero e l’alcol e il pollice di Sebastian che riprende il suo lento sfregamento, mi sento bene. Calmo. Non c’è stato alcun segno del famigerato Dave, e nessun altro sembra prestare attenzione a noi.

“Hai già pensato cosa fare l’anno prossimo?” chiede.

“Intendi il college?”

“Si. Sei all’ultimo anno, adesso, giusto?”

“Lo sono, sì. Ho fatto domanda a molte scuole. Tu?”

Annuisce. “La maggior parte delle mie domande sono in scadenza a gennaio, quindi sto dando solo i tocchi finali ai miei saggi. La mia prima scelta è la Darmouth.”

“È una grande scuola.”

“Lo so. Dove pensi che andrai a finire?”

New York, penso subito, e sento il peso leggero dell’anello di fidanzamento dove poggia sul mio petto. “Dipende da dove entro.” Le mie palpebre cominciano ad essere pesanti. Mi gratto il collo, le unghie catturano la catenina della collana. L’anello scivola lentamente lungo la mia pelle. “Penso che… penso che ci fosse più di una goccia di alcol nella Sprite, Sebastian.”

“Dovevo trovare un modo per farti rilassare,” sussurra. “Sei sempre così teso quando siamo assieme. Certe volte non sono nemmeno sicuro del perché tu stia uscendo con me. Non ti piaccio, Blaine?”

Mi piace il modo in cui stringe il mio ginocchio di nuovo. Ma non tanto quanto mi piace il modo in cui mi fa sentire stringere Kurt. Giusto? Questo è disorientante. Vorrei che Kurt fosse qui. Vorrei sapere come venirne a capo.

“Okay,” viene una voce rimbombante dal microfono.  “Lasciamo spazio al prossimo coraggioso cantante di questa sera, Blaine Anderson!”

Guardo verso Sebastian in allarme, e lui ride. “Hai dato il mio nome?”

“Sali lassù, campione,” dice, dandomi una spinta sulla spalla. “I tuoi fan adoranti ti stanno aspettando.”

Ancora intontito, barcollo verso il palco, mentre l’alcol rende i miei arti molli e assopiti. La folla mi applaude non appena mi avvicino alla prima fila. C’è un uomo accanto al microfono, che mi spinge sul palco e mi indica uno schermo su cui appariranno le parole.

“Aspetta, cosa devo cantare?” chiedo, ma poi cominciano a risuonare le note iniziali, e sorrido subito sollevato riconoscendole. È sempre stata una delle mie canzoni preferite dei Beatles. Chiudo gli occhi, non avendo il bisogno di leggere il testo, e comincio a cantare.

Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life
You were only waiting for this moment to arise

All’improvviso, sento la familiare sensazione di una visione sopraffarmi. Le immagini sono così chiare, persino più chiare della realtà. Ma per la prima volta, non sono visioni di qualcosa accaduto prima dell’aggressione. Per la prima volta, sono solo io, che ricordo.

Sto cogliendo l’immagine di uno splendido ragazzo che siede da solo in una caffetteria, e mi sto facendo coraggio per avvicinarmi e presentarmi.

Blackbird singing in the dead of night
Take these sunken eyes and learn to see

Sto ridendo a crepapelle quando scivola lungo il mio vialetto ghiacciato con delle pantofole troppo grandi ai piedi. Sto facendo il tifo mentre pesta talpe di plastica con un martello.

All your life
You were only waiting for this moment to be free

Sto affondando le mani tra i suoi capelli mentre ci baciamo sul sedile posteriore della sua auto, e sta gemendo mentre il calore e la passione e qualcos’altro bruciano chiaramente tra noi.

Blackbird, fly
Blackbird, fly
Into the light of the dark black night

Sto facendo con lui un picnic a cena in una vecchia casa sull’albero sgangherata. Sta guardando verso di me con occhi brillanti e sta tamponando il lato della mia bocca con un fazzoletto. La sua faccia è bellissima alla luce della luna.

Blackbird singing in the dead of night
Take these broken wings and learn to fly
All your life

Sono avvolto attorno a lui su un toboga sulla cima di una ripida altura, dimentico del freddo dell’aria e dei miei calzini bagnati e della forte pendenza del percorso davanti a noi. Lui sa di casa. Lui sa di per sempre.

You were only waiting for this moment to arise
You were only waiting for this moment to arise
You were only waiting for this moment to arise

Finisco la canzone e apro gli occhi, sorpreso di trovarli bagnati. La folla è generosa con il suo applauso, e io sospiro per il sollievo.

Sono innamorato di Kurt.

Amo la sua arguzia e il suo calore, la sua bellezza e la sua compassione. Amo il modo in cui mi sento quando sono con lui, e odio il modo in cui mi sento quando non sono con lui. voglio addormentarmi ogni notte con lui stretto contro di me. Voglio svegliarmi con lui domani, e il giorno dopo, e quello dopo ancora. Voglio tutto.

Per sempre tuo, Kurt.

Inciampando, scendo dal palco e mi faccio strada verso il bar. Sebastian sta aspettando, sorridendo felice, e io sorrido a mia volta. “Sono innamorato!” dico, raggiungendolo.

Ride affettuosamente. “Dopo solo tre appuntamenti?”

“No, è Kurt, sono innamorato di Kurt!”

Sono così impegnato a sorridere raggiante  verso la Sprite che quasi perdo la sua debole risposta. “Tu… tu hai di nuova la tua memoria?”

“No,” dico felice, tracannando il resto del mio drink. “No! Voglio dire, si, delle visioni qui e lì, ma non contano, perché amo Kurt! Lo amo! Non ricordo nemmeno tutta la storia tra noi, ma lo amo ora e vorrei che fosse qui, capiresti se lo incontrassi, è semplicemente il più straordinario-“

“Fermati. Fermati un attimo.” Porta la mano sotto al mento. “Come fai a conoscere Kurt?”

“Stiamo uscendo da un paio di settimane.”

“Mentre stavi uscendo con me?”

Oh. Mi volto verso Sebastian colpevole. “Mi dispiace davvero. Aveva questa regola su come io dovessi uscire tre volte con qualcun altro…”

“Sei uscito con me per una regola stabilita da lui.”

“Sì.”

“Tu che devi andare a tre appuntamenti.”

“Sì.”

“Quindi stasera… questo è tutto,” conclude, sembrando arrabbiato. “Dopo stasera, non ti vedrò mai più.”

“Bene, intendo, potremmo essere amici-“

“Mi hai sfruttato per tutto il tempo.”

La mia testa sta girando. Sebastian ha un bicchiere di acqua ghiacciata davanti a lui, lo afferro e lo bevo in un sorso, sperando che mi schiarisca la mente. È solo dopo aver finito di ingoiare che mi accorgo che non era per niente acqua. “Ugh, che cos’era? Sa di alcol denaturato.”

“Mi hai sfruttato,” pressa.

Sento un movimento alla mia destra, alzo lo sguardo e vedo Ragazzo Biondo e Ragazzo Neo in piedi accanto a noi. Hanno un nome. Nome come… uh. Okay, non riesco a ricordare il loro nome.

“Che sta succedendo?” chiede Ragazzo Neo con diffidenza.

“Blaine dice che è innamorato di Kurt Hummel,” Sebastian risponde seccamente, e sgrano gli occhi per la sorpresa.

“Conosci Kurt?”

Ragazzo Biondo guarda avanti e indietro tra noi. “Forse dovresti andare.”

Tiro fuori il mio telefono e guardo lo schermo. Sono già le 10:45 – il mio taxi dovrebbe arrivare presto. La stanza sta cominciando a girare, e in un momento di lucidità, chiamo la compagnia di taxi di nuovo. “Pronto? Ciao. Il mio nome… è Blaine. Ho prenotato un taxi. Ricorda?”

Blaine Anderson?”

“Yuh huh.”

Si,signore, come posso aiutarla?”

“Okay, vediamo, okay, la cosa è… Ho bevuto, più o meno. Sono un po’ ubriaco. Sono onesto.”

Capisco. Ho controllato il GPS del suo taxi, e indica che il suo autista sta già aspettando fuori. È questo d’aiuto, signore?

“Fantastico. Tu… sei fantastica.” Ragazzo Neo sta sussurrando a Sebastian, che gesticola verso di lui per l’irritazione. “Okay, c’è una cosa però. Mi porterà al complesso Appartamenti Wiltshire, ma è lontano una buona mezzora da qui. Non so quanto sarò sveglio quando arriveremo lì…”

Sono sicura che il suo autista sarà disponibile nell’aiutarla ad entrare. Qual è il numero del suo appartamento?

“È 309. E il codice per entrare nell’edificio è 23069.”

Gli fornirò subito quest’informazione. Grazie per aver scelto Cardinal Cabs, Mr. Anderson.

“Grazie a lei per essere così fantastica.” Termino la telefonata, e Sebastian si allunga per afferrarmi il polso.

“Blaine, ti prego,” dice in modo supplichevole. “Non farlo. Non mi hai nemmeno mai dato una vera possibilità.”

“Mi dispiace davvero. Credimi.”

“Allora continua ad uscire con me fino a conoscermi. Se hai bisogno di uscire contemporaneamente con Kurt, va bene.”

Scuoto la testa. “Lo amo.”

“Dopo due settimane?” esplode. “Puoi innamorarti di qualcuno così velocemente? Quindi se ti avessi incontrato un mese fa, saresti stato con me, e Kurt non sarebbe stato un problema?”

Rifletto per capire se ha ragione, ma la logica non è con me. Il drink che ho bevuto mi sta facendo male. “Ho bisogno di andare via.”

“Tu hai bisogno di darmi una possibilità, ecco ciò di cui hai bisogno,” insiste. Ragazzo Biondo mette una mano sulla sua spalla, e Sebastian lascia andare il mio polso per spingerlo via. Colgo l’occasione per alzarmi, sorreggendomi con una mano sul bancone del bar accanto a me.

“Mi dispiace di averti ferito. Non ho mai inteso farlo.”

Ragazzo Neo si sposta tra noi leggermente, ciò mi lascia abbastanza spazio per scivolare tra loro. Cammino incerto verso la porta, sollevato nel trovare il taxi che aspetta vicino al marciapiede proprio come ha detto la gentile signora. L’autista mi vede e salta fuori dal sedile del guidatore, affrettandosi per aiutarmi.

“Whoa,” dice. “Vieni, amico, vediamo di farti arrivare al sedile posteriore.”

“Hai avuto il mio messaggio?”

“Su come aiutarti ad entrare nell’edificio? Certo. Nessun problema.” Avvolge un grosso braccio attorno le mie spalle, Guidandomi verso l’auto. “Quanto hai bevuto, ragazzo? Ti ho accompagnato solo un paio di ore fa.”

“Suvvia, ho preso solo una birra.” Rido non appena lo dico, perché è una bugia.

“Va bene, ecco qui. Stenditi e cerca di non vomitare, okay?”

“Sono innamorato,” dico raggiante, e per la prima volta dal momento della mia realizzazione, qualcuno sembra felice per me. Sorride e chiude la portiera, avviandosi verso il sedile del guidatore.

Con una lieve inversione, il taxi esce dal parcheggio, dirigendosi verso la superstrada. Le vibrazioni del motore mi rendono sonnolento. Un po’ nauseato, anche, ma sarebbe maleducato da parte mia vomitare nel taxi di questo signore gentile. Chiudo gli occhi, sorridendo.

Sono innamorato.
 



Mi sveglio sul divano di Rob, la mia bocca sembra piena di cotone e la mia vescica sul punto di esplodere. Affrettandomi verso il bagno, alzo la tavoletta del water e faccio pipì per un buon minuto, appoggiando la fronte contro il muro. Ugh, mi sento una merda. Mi lavo le mani e afferro un’aspirina dall’armadietto delle medicine. Rob ha solo dei bicchierini nel bagno, quindi lo riempio per altre due volte, ingoiando l’acqua in un colpo fino a spegnere la mia sete. Poi afferro il mio spazzolino, dando una bella pulita ai denti e alla lingua fino a che il disgustoso sapore lascia la mia bocca.

Strofinandomi gli occhi, ritorno nel soggiorno, ricadendo di nuovo sul divano e affondando il volto in un cuscino. È ancora scuro, quindi non so che ora sia, ma posso concedermi un’altra dormita. Voglio essere sicuro di non avere i segni di una sbronza quando io-

Oddio.

I miei occhi si spalancano per la consapevolezza.

Non ho chiamato Kurt la scorsa notte.




Note della traduttrice

Ciaooo a tutti! Sono di nuovo con un giorno di ritardo, perdonatemi, ma ieri sono stata male a causa della pressione bassa e ho passato tutto il pomeriggio a dormire!

Questo è il capitolo dell'epifania di Blaine, che a quanto pare ha bisogno di ascoltare Blackbird per riuscire a far chiarezza nel suo cuore. Grazie ai Beatles per aver creato questa canzone illuminante per Blaine. Tornando seri, Blaine ha capito le ragioni di Kurt perchè è consapevole del fascino che Sebastian esercita su di lui e quindi deve mettersi in gioco per capire chi vuole davvero. La testa di Blaine è confusa, ma il suo cuore no, tanto che sente di aver bisogno di qualcosa che gli faccia sentire Kurt vicino e cosa c'è di meglio dell'anello di fidanzamento. Il suo tocco sul cuore permette di ricordargli dei sentimenti per il ragazzo, permettendogli di resistere all'attrazione fisica verso Sebastian. Blaine perchè ti ostini a bere, visti i precedenti?! Va bene che non ricordi, ma papà Kurt ti aveva avvertito... Sebastian questa volta ci prova meno spudoratamente, comincia a parlare con il nostro cucciolo di pinguino, anche se io sono convinta che nasconda qualcosa... Un po' mi è dispiaciuto per lui, Blaine è stato troppo euforico nel cominicare al mondo di essere innamorato, con tanto di cuoricini sprizzanti da tutti i pori, ha ferito Sebastian, che davvero è interessato a lui e cerca in tutti i modi di tenere legato a lui il ragazzo. Effettivamente è stato usato e Blaine è stato davvero poco corretto nei suoi confronti, ma la scena finale mi sa tanto di cose non dette? Perchè Ragazzo Neo e Ragazzo Biondo alias i Tiger e Goyle di Sebastian sono intervenuti subito, come se temessero qualcosa. Non mi piace, non mi piace.

Blaine combina un altro pasticcio dei suoi, dimenticando di chiamare Kurt, che ora sarà convinto di non essere stato scelto.

Mi dispiace dovervi lasciare così, ma domani parto per la Croazia... Il prossimo aggiornamento arriverà tra una settimana! Aspettatemi, vi prego!
Grazie a tutte per il vostro sostegno, siete meravigliose!

Angel

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 17


“Oh no.”

Scatto dal divano, affondando le dita nei capelli. Non ho chiamato Kurt. Non l’ho chiamato.

“No no no no no…”

Dov’è il mio telefono? Dove-

“Non sta succedendo davvero.”

Non riesco a pensare a cosa possa significare tutto ciò, ma il mio cuore sta già facendo male per la consapevolezza.

“Non è possibile.”

Il mio cellulare non è sul tavolino da caffè. Tolgo i cuscini dal divano; non è nemmeno lì sotto. Il fatto che controlli i pantaloni che ho indosso per ultimi, trovando il cellulare nella tasca destra, è una prova di quanto lentamente stia lavorando il mio cervello.

Una chiamata persa.

“Merda.” Biascico, mentre controllo il numero. Era Kurt. Kurt mi ha chiamato. Alle 4:21 di questa mattina. Un’occhiata al display del lettore DVD mi dice che adesso sono le undici passate. “Merda.” Mi sento stringere il petto. Trovo difficile respirare.

Mi ha aspettato. Ha aspettato tutta la notte che lo chiamassi. Non posso nemmeno immaginare cosa lo abbia spinto a chiamarmi lui, e quando lo ha fatto, non ho nemmeno risposto al telefono. Oddio, che cosa avrà pensato quando non ho risposto?

Con dita tremanti, chiamo il suo numero. Risponde subito la segreteria. Provo ancora, e ancora, e continuo a sentire la registrazione della sua voce. Ha aspettato così a lungo la mia telefonata che ha scaricato la batteria? Ha spento il cellulare, dando per scontato che io abbia scelto Sebastian e che non avrebbe più avuto mie notizie?

Le ginocchia mi tremano, e sento un basso suono sofferente che deve essere uscito dalla mia gola. Perché ho bevuto la scorsa notte? A cosa stavo pensando? Perché ho chiamato la compagnia di taxi dopo la mia realizzazione, quando avrei potuto chiamare Kurt?

Mi guardo intorno alla ricerca delle mie scarpe. Il tassista deve avermele tolte prima di andarsene. Ce n’è una vicino al divano, ma non vedo l’altra. Non c’è tempo per cercarla. Non c’è tempo per fare nulla. Non posso nemmeno immaginare cosa sta passando Kurt adesso. Devo andare da lui. prendo gli stivali da neve e li infilo. Le chiavi della mia auto sono sul tavolo vicino alla porta, ancora attaccate al portachiavi con il coccodrillo peloso che Kurt ha vinto per me al Luna Park. In poco tempo sono fuori dalla porta, correndo verso l’ascensore.
È luminoso fuori, la luce del sole riflette sulla neve. Maledicendo i postumi della sbronza, corro alla macchina e infilo un paio di occhiali da sole economici che tengo nel cassetto portaoggetti. Tengono lontana la maggior parte dei raggi solari mentre mi dirigo a Lima, premendo il piede a fondo sull’acceleratore.
 


Arrivo a casa di Kurt in tempo record, e poi resto seduto in auto intorpidito dal terrore. E se non mi perdonasse? Considero brevemente l’idea di raggiungere furtivamente la sua finestra e bussare. Non lo faccio, però –non per rispetto della sua privacy, ma soprattutto per la paura che vedendomi possa chiudere la tenda.

Cammino verso la porta principale, asciugandomi le mani sudate sui jeans, e prendo un respiro profondo. Il peggio che può succedere è che lui si rifiuti di parlarmi, giusto? Sarei nella stessa condizione in cui sono adesso. No, perché perderei il piccolo barlume di speranza che è ancora radicato dentro di me. Facendomi forza, mi allungo e suono il campanello.
Il suono di passi diventa più forte. Trattengo il respiro mentre la porta comincia ad aprirsi.

“Non lo so, probabilmente è un testimone di Geova…” il padre di Kurt è davanti a me, la bocca spalancata non appena mi vede.

Mi schiarisco nervosamente la voce, dondolandomi sui talloni. “Ah, ciao, Kurt è-” Non riesco a pronunciare un’altra parola, perché si affretta sulla veranda e mi stringe in un abbraccio così forte che il respiro mi si blocca nel petto.

“Oh mio dio,” sussurra. Non mi lascia, continua a stringermi come se potessi scomparire. Per qualche ragione, la trovo una cosa piacevole. “Sei davvero tu? La tua memoria- Oh mio dio. Questo è… Oh mio dio, figliolo, io non prego, ma se lo facessi, avrei pregato esattamente per questo.” Alla fine si allontana, ingoiando forte e battendomi sulla spalla. “Entra, entra. Dio, è così bello vederti.”

Sorrido educatamente, seguendolo dentro. La matrigna di Kurt sta piegando la biancheria sul tavolo della cucina. Quando mi vede, anche lei si precipita ad abbracciarmi, tenendo ancora tra le mani un paio di boxer.

“Non posso crederci,” ansima, i suoi occhi brillano. “È fantastico. Come hai fatto a trovarci? Sei andato prima alla nostra vecchia casa? Burt, prendi una sedia per lui, sembra sopraffatto.”
“Qui, siediti,” dice Burt, conducendomi ad una sedia della cucina. “Posso offrirti qualcosa? Ti piace ancora il tè freddo? Carole, abbiamo il tè freddo?”

“Sto bene, grazie,” li rassicuro. Entrambi stanno sorridendo così tanto, fissandomi come se non vedessero abbastanza di me.

“Stai bene,” dice Carole infine. “La tua cicatrice è guarita bene.”

Le mie dita si dirigono spontaneamente all’attaccatura dei capelli. “Vero, sì.”

“Quando hai ricordato?” Chiede Burt ansiosamente. “È successo di punto in bianco? Ti sei svegliato questa mattina e ricordavi?”

“Io, ah…”

“Lascia che ti prepari qualcosa da mangiare,” dice Carole. “Mi sembri un po’ stordito. Hai la pressione bassa? Dovremmo avere delle patatine qui da qualche parte…” Inizia a rovistare nei mobiletti, e Burt la aiuta nella ricerca. “Augh, le ho comprate giovedì, dove le ho messe?”

“Credo che Finn le abbia finite venerdì sera, mentre eravate al matrimonio” suggerisco. Entrambi si voltano lentamente verso di me.

“Sei stato qui?” chiede Burt. “Venerdì?”

“Um… sì.”

“E Finn era…” Carole sospira incredula. Poi urla, “Finn! Vieni qui, ora!” molto più forte di quanto l’avrei creduta capace.

Finn entra in cucina dopo un minuto, sbadigliando e grattandosi il retro della testa, dove i suoi capelli sono irti. “Caspita, che succede, mamma? Stavo dormendo…” I suoi occhi si spalancano quando nota noi tre seduti assieme. “Oh… ciao, Blaine.”

Gli rivolgo un piccolo saluto timido mentre Carole va verso di lui. Incrocia le braccia minacciosamente, e lui si fa piccolo per la paura. È qualcosa di impressionante, in realtà, considerando che Finn è più alto di lei di mezzo metro. “C’è qualcosa che vorresti dirci, Finn?”

“Kurt mi ha fatto promettere di non dirvi nulla!” dice in sua difesa. “Ha detto che avrebbe solo illuso le vostre speranze, e-“

“Come potrebbe illudere le nostre speranze sapere che Blaine ha di nuovo la memoria?”

“Non ce l’ho.” mi intrometto, e i tre si girano a guardarmi. “La memoria, intendo. Qualche immagine qui e lì, ma non molto.”

Burt batte gli occhi. “Tu… ma… allora come ci hai trovati?”

“Non vi ho trovati. Un paio di settimane fa, ho incontrato Kurt per la prima volta al Lima Bean. Bene, non la prima volta,” mi correggo. “Ma sapete cosa intendo. La prima volta per me. Abbiamo parlato, e abbiamo cominciato ad incontrarci tutte le mattine per il caffè.”

“Tutte le mattine?” Carole sembra scioccata. “Per due settimane, e non ci ha detto nulla?”

“Questo spiega perché ha cominciato ad arrivare ogni giorno sempre più tardi a lavoro,” dice sotto voce. “e non te l’ha detto? Del tuo passato e tutto il resto?”

“Lo ha fatto, alla fine. Stiamo ancora cercando di capire la situazione. È per questo che sono qui- vorrei parlargli, se per voi va bene.”

Carole e Burt si guardano. “Kurt non è qui.” mi informa Carole. “È uscito. Una mezzoretta fa.”

Il mio cuore affonda. “Oh.”

“Ha avuto una brutta nottata. Non so cosa sia successo, ma non credo che sia mai andato a dormire. Mi sono svegliata alle tre per andare in bagno, e la luce della sua camera era accesa. Quando ho dato un’occhiata dalla porta, stava seduto sul letto, fissando il cellulare.”

Chiudo per un istante gli occhi. “Abbiamo avuto un piccolo fraintendimento. Io… sì. Sapete dove potrebbe essere andato?” Entrambi scuotono la testa.

“Ha il cellulare spento,” aggiunge Burt. “Ho provato a chiamarlo poco dopo che è uscito, per chiedergli di prendere del succo d’arancia, ma ha risposto subito la segreteria.” Si acciglia. “Pensi che dovremmo preoccuparci?”

“No, io… no.” Una forza nervosa comincia a scorrermi nelle vene, facendomi sentire irrequieto. È come se ogni parte del corpo mi stesse dicendo una sola cosa: Trova Kurt. “Vado a cercarlo,” dico. “Se vi do il mio numero di cellulare, mi chiamate nel caso in cui venga a casa mentre sono via?”

“Certo.” Carole mi porge una penna, e rovista in un cassetto fino a che trova un blocchetto di Post-It verdi. “Qui, ti scrivo il nostro numero, in caso tu abbia bisogno di contattarci.”

“Grazie.” Annoto il mio numero su un altro Post-It e glielo passo, prima di alzarmi goffamente. “Credo di dover andare.”

Burt annuisce riluttante; sembra che non voglia che vada via. Tutti e tre mi accompagnano alla porta e mi guardano entrare in auto. Avvio il motore, prima di rendermi conto che non ho nessuna idea di dove cercare.

Dove va Kurt Hummel, quando pensa di aver perso tutto?
 


Il Lima Bean è affollato di persone che mangiano il loro pranzo, ma un’occhiata veloce al locale mi dice che Kurt non è qui. Noto che la barista dietro al bancone è la stessa ragazza che stava lavorando il giorno in cui ho incontrato Kurt. Saltando la fila di clienti, vado al bancone, ignorando le occhiatacce che mi rivolgono. “Bethany,” la chiamo, e quando mi vede, i suoi occhi si illuminano.

“Blaine!”

“Hai visto Kurt?”

Annuisce allegramente. “Certo!”

“Davvero? Quando?”

“È stato qui la maggior parte della giornata ieri.”

“E oggi? È stato qui?”

“Oh, no, non l’ho visto oggi,” dice. “E sono qui da quando abbiamo aperto. Mi dispiace.”

“Va bene. Grazie.”

Abbattuto esco dal locale e torno all’auto. Infilo le chiavi nel cruscotto, e piego di lato la testa quando vedo il coccodrillo peloso che pende.
 


Il Luna Park itinerante è chiuso quando arrivo sul posto. Le giostre sono state caricate sui camion ed i chioschetti sono stati smontati e caricati nei rimorchi.

Vago per la zona per quasi un’ora. Il posto che sembrava così entusiasmante  e magico ieri oggi sembra malridotto e triste. Gli addetti del Luna Park non mi prestano alcuna attenzione mentre sistemano il loro equipaggiamento. Attraverso l’area che aveva ospitato l’Acchiappa la talpa, e noto alcuni portachiavi a forma di coccodrillo a terra, quasi sepolti dalla neve. Per qualche ragione, quella vista mi deprime ancora di più.

Torno in macchina e ripercorro il nostro percorso di ieri, dirigendomi verso la periferia di Lima. Sento il toboga scivolare nel portabagagli in curva, e spero sia un buon presagio.

La collina è deserta quando arrivo. Esco e mi arrampico lo stesso sull’altura, cercando impronte fresche nella neve, ma non c’è nulla. Non è stato nemmeno qui.

Mentre mi trascino nella neve giù per la collina, la paura inizia a sopraffarmi. E se avesse provato a ferirsi? È sconvolto ed esausto… ma sicuramente non farebbe una cosa del genere alla sua famiglia. Sicuramente ricorda quanto è stato difficile per loro lo scorso anno quando siamo stati aggrediti, e-

Comincio a correre, saltando in auto e andando in città. Il Liceo William McKinley deve essere da qualche parte qui intorno. Lo so. Accosto brevemente per digitare il nome nel GPS, poi seguo le istruzioni fino a che raggiungo la scuola. Sembra così innocuo dall’esterno. Non si potrebbe mai immaginare l’orrore che abbiamo provato quella notte nel parcheggio est.
Kurt mi disse che eravamo usciti tardi da scuola dopo le prove del glee. Stavamo provando un duetto che non riuscivamo a fare bene, così eravamo rimasti nell’auditorium per un’altra ora, esercitandoci fino a che non siamo stati soddisfatti. Ciò significava che nessuno del glee era più a scuola quando raggiungemmo il parcheggio. Ciò significava che nessuno era lì per sentire le nostre richieste d’aiuto.

Fermo la macchina nel parcheggio est, respirando profondamente. La sua Navigator non è qui, ma scendo comunque dall’auto, camminando nel parcheggio. Non ricordo per nulla questo posto. Ho la sensazione, dalla faccia terrorizzata di Kurt quando mi ha raccontato dell’attacco, che in questo caso, la mia amnesia sia una benedizione.
 


Per un po’, guido senza meta. Tengo il cellulare sul sedile del passeggero, sperando che gli Hummel mi chiamano con delle novità, ma resta ostinatamente in silenzio. Non accendo la radio; tutto quello che posso sentire è lo scricchiolio del sale sotto gli pneumatici,  lo scivolare del toboga nel portabagagli e il lieve fruscio del bouquet di Kurt sul sedile posteriore. Sollevo la testa mentre faccio congetture. Il suo bouquet di rose

Accosto a lato della strada, cercando nel mio cervello. Kurt mi ha menzionato sua madre, molte volte. Mi ha detto del suo funerale, del posto tranquillo dove l’hanno deposta. Pensa, mi dico, ma non riesco a richiamare il nome del cimitero.

Non è cresciuto in un ambiente religioso. Ricordo quando me lo disse, durante uno dei nostri round di Per conoscerti. La maggior parte dei cimiteri nell’area sono su terreno ecclesiastico, questo riduce le possibilità. Noto una coppia di anziani che camminano vicino e abbasso il finestrino.

“Scusatemi signori,” dico. “Mi dispiace arrecarvi disturbo, ma sapete se c’è qualche cimitero non consacrato in zona?”

L’uomo mi guarda confuso, ma la donna subito risponde.“Ce ne è uno a Edison Street, chiamato Cedar Hills. E un altro chiamato… ah…” Guarda verso il compagno. Lui si limita ad alzare le spalle. “Qualcosa con Meadow, forse.”

“Tranquil Meadow!” dico di impulso, in un attimo di ispirazione.

“Sì, sembra giusto.”

“Grazie.”

Annuiscono e continuano per la loro strada. Digito il nome nel GPS. Tranquil Meadows è a quasi mezzora da qui. Sospirando, faccio inversione ad U e mi dirigo ad ovest.

Lungo la strada verso il cimitero, preparo il discorso che farò a Kurt quando lo troverò. “Mi dispiace per non averti chiamato la scorsa notte. Credimi, lo avrei fatto se fossi stato cosciente…” No. “Kurt, so che sei arrabbiato con me, ma credimi, ho una buona spiegazione. Ho bevuto troppo la scorsa notte e mi sono addormentato sul sedile posteriore di un taxi…” No. “Kurt, volevo chiamarti, ma il ragazzo con cui sono uscito continuava ad ordinarmi altro alcol e a stringermi la coscia, e…” Dio, no! Cosa posso dire per sistemare le cose?
“Kurt, non mi ricordo di te. Ma ti amo.” Non perfetta, ma quanto di più vicino alla perfezione possa ideare.

Raggiungo il cimitero poco dopo le cinque. Il sole sta cominciando a tramontare, esco dall’auto velocemente, osservando le file di lapidi nella luce calante. Non c’è un suono se non lo scricchiolio dei miei stivali mentre cammino lentamente nella neve, cercando un segno di Kurt nel mare di bianco. Ci sono delle impronte fresche alcune file più su, e mi dirigo verso di loro, seguendole con curiosità. Mi guidano nel cuore del cimitero, oltre un albero alto, e si fermano di fronte una lapide nera. Il respiro mi si blocca in gola.

Elizabeth A. Hummel, moglie e madre devota.

È stato qui.

Mi guardo intorno, cercandolo concitato, ma non è da nessuna parte. Seguo le sue impronte da dove sono partite, e mi ritrovo sulla strada dove ho parcheggiato. È andato via. È andato via, ed io non ho più idee.

Raggiungo il sedile posteriore, tirando fuori il bouquet di rose rosse e gialle e ripercorro i nostri passi verso la tomba della signora Hummel. I fiori sono bellissimi, appoggiati contro la sua lapide.
 


È buio quando parcheggio nel vialetto degli Hummel. Non c’è segno dell’auto di Kurt, e non mi hanno chiamato al cellulare, quindi so che non è tornato a casa. Ma non so dove altro andare.

Carole apre la porta e scuote la testa quando la guardo speranzoso. Mi guida in cucina, dove Burt e Finn sono seduti a tavola, cenando. È apparecchiato per una quarta persona e sono sicuro che è per Kurt, ma Carole mi sta spingendo verso la sedia mentre Burt mette un grosso pezzo di lasagna nel piatto per me. Finn mi passa il cestino con del pane all’aglio. All’improvviso mi sento assolutamente affamato. Non ho mangiato nulla per tutto il giorno, e la lasagna ha un profumo delizioso. La divoro, prendendo grossi morsi di pane all’aglio tra una forchettata e l’altra. Carole mi versa un bicchiere di latte, e Finn comincia a parlare delle possibilità dei Bobcats in questa stagione, ed è solo quando sento la mano di Burt sulla schiena che mi accorgo che sto piangendo.

Nessuno dice nulla. Prendo il tovagliolo dalla tavola e me lo premo contro il viso, imbarazzato per essere crollato davanti a degli sconosciuti.

“Io non piango mai…” dico.

“Tornerà da te.” sussurra Burt, e stringo più forte le palpebre. “È quello che fate voi due. Tornate sempre dall’altro.”
 


Resto a casa degli Hummel per ore, alternandomi tra guardare la partita di basket con Finn e guardare la porta principale con Burt. Per un po’, ho continuato a provare a chiamare il telefono di Kurt, fino a che Finn se ne è accorto e mi ha detto di averlo visto sul letto di Kurt.

Alle dieci, tutti e tre cominciamo a sbadigliare. Rammento le buone maniere, e nonostante l’offerta di Carole di prepararmi il divano per dormire, dico di dover andare. Burt mi dà un altro dei suoi abbracci stritola ossa, promettendomi di chiamarmi quando Kurt tornerà a casa. Questa volta, lo stringo forte anche io.

Tornerò domani, decido lungo la strada verso l’appartamento di Rob. Tornerò domani, e il giorno dopo, e il giorno dopo ancora. Non rinuncerò a lui. E io non gli permetterò di rinunciare a me.

La neve sta cominciando a cadere di nuovo quando raggiungo il complesso di appartamenti. Parcheggio ed entro nell’edificio, passando il pollice sul mio cellulare, sperando ancora che suoni.

Non lo fa.

Cammino a fatica lungo l’ingresso fino all’appartamento di Rob, lanciando le chiavi sul tavolino vicino alla porta. Sono così esausto mentalmente e fisicamente che non mi accorgo che il mio mazzo di chiavi è atterrato vicino ad un altro. Non mi accorgo del bicchiere d’acqua sul tavolino da caffè e non mi accorgo che i cuscini del divano sono stati sistemati. È solo quando sto appendendo il mio cappotto alla fila di attaccapanni, e vedo una giacca conosciuta, che alzo lo sguardo per la sorpresa e trovo un paio di familiari occhi azzurri che mi guardano cautamente.





Note della traduttrice

Ciao a tutti! Dopo una lunga assenza, rieccomi con il nuovo capitolo di Rid! Prima di commentare il capitolo, però, voglio porgere un ringraziamento speciale ad una ragazza straordinaria che ho avuto il piacere di conoscere con questa storia e che si è assunta l'onere di betare le mie traduzioni! Grazie Charty! Il tuo lavoro è davvero prezioso per me!

Bene, adesso posso passare al capitolo! Blaine si trova a fare i conti con il pasticcio che ha combinato a causa della sbronza. Il ragazzo è consapevole del significato che Kurt avrebbe dato ad una sua mancata telefonata e cerca di fare il possibile per rimediare. Nel caso in cui ci fossero ancora dubbi sui sentimenti di Blaine, credo che questo capitolo li elimini totalmente. L'arrivo a casa Hummel è stato davvero tenero, vediamo Burt e Carole sopraffatti dall'emozione nel rivedere il ragazzo che consideravano quasi un figlio, sono talmente su di giri che non gli danno nemmeno modo di parlare. Comincia così un viaggio verso tutti i posti legati a Kurt, il Lima Bean, il Luna Park, la collinetta, persino il liceo (dove Blaine capisce che forse non è lui quello a stare peggio, dato che la perdita di memoria lo protegge dal dolore) e, infine, il cimitero dove riposa la madre di Kurt. Quando ritorna a casa Hummel, Anderson sente tutto il peso della giornata sulle spalle, ha paura di aver perso il ragazzo che ama e tutto lo stress lo fa scoppiare in lacrime, ma Blaine non è solo. Burt pronuncia la frase che meglio descrive la relazione dei ragazzi. È quello che fate voi due. Tornate sempre dall’altro. Nonostante tutte le difficoltà, hanno bisogno di stare assieme, e si ritroveranno sempre, proprio come è successo qualla mattina al Lima Bean. Quando ritorna nell'appartamento di Rob, Blaine è così distrutto dagli avvenimenti che non nota subito la presenza di Kurt. Finalmente i due potranno parlare e scopriremo anche cosa sia passato per la testa del ragazzo dagli occhi azzurri...

Voglio ringraziare tutti per il vostro affetto e il vostro calore! Mi rende molto felice vedere che anche voi vi emozionate come me nel leggere questa storia.
Alla prossima!

Angel

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 18


Kurt è qui.

È qui, a pochi passi da me nel soggiorno di Rob, qui. Sembra totalmente esausto. La sua pelle è persino più chiara del solito, quando mi guarda i cerchi scuri sotto gli occhi sono più pronunciati. I suoi capelli sono un disastro, e sta indossando  una mia vecchia felpa e un paio di morbidi pantaloni della tuta larghi.

Anche così, giuro che è la più bella cosa che abbia mai visto.

Faccio un passo verso di lui, e lui arretra. Allora mi fermo. E ci studiamo attentamente. I suoi occhi cerchiati di rosso si abbassano, e posso vedere il cambiamento della sua espressione quando si accorge dei vestiti che sto indossando. Ingoia forte prima di riportare il suo sguardo diffidente sulla mia faccia.

“Kurt-“

“No.” Solleva il mento provocatoriamente. “Non ti permetterò di fare tutto questo.”

“Ti prego-“

“So cosa ho detto,” dice bruscamente. “So di essere stato io quello ad aver creato questa regola in principio. Ma non accetterò questo. Dovevo essere sicuro che… intendo…” balbetta per un momento. “Ho capito. È colpa mia. Ci ho convissuto per un anno. Ma non sono stato punito abbastanza fino ad ora?”

“Di cosa stai parlando?” Lo guardo attraversare la stanza e sedersi risoluto su una delle poltrone di pelle di Rob, afferrando i braccioli. Cautamente, mi dirigo verso il divano, sedendomi.

“Kurt?”

“Non me ne vado.” Dice, stringendo forte la bocca. “Non puoi farmi andare via.”

“Io non voglio che tu-“ inizio a dire con entusiasmo, ma mi interrompe di nuovo.

“Sei andato a tre appuntamenti. Non è abbastanza per conoscere davvero qualcuno.”

“No, credimi, è abbastanza per capire che-“

“Posso fare meglio, se me lo permetterai” dice. “Organizzerò altri appuntamenti romantici a cui portarti. Ascolterò tutte le tue storie, e non sarò mai critico su ciò che dirai, o farai, o indosserai.” Alla vista del mio sguardo scettico, concede, “Okay, non dirò mai qualcosa di critico. Non posso evitare di pensarlo.”

Gli sorrido affettuosamente.

“Questo ragazzo non ti conosce come ti conosco io,” continua infervorato. “Non sa che… che ami la crema di fagioli ma detesti i fagioli fritti. Che ti sei fatto quella cicatrice sul ginocchio sinistro quando Rob provò ad insegnarti ad andare in bicicletta. Che odi indossare i calzini e di conseguenza le tue scarpe iniziano a puzzare per i tuoi piedi sudati . Si rettifica. “Non è una critica, ma solo un’osservazione.”

“Certo.”

“Chiunque si può mettere sotto una buona luce durante pochi appuntamenti. Lui non è… non può essere…”

“Kurt,” riprovo, “ti prego, ascoltami.”

“Hai scopato con lui?” sputa fuori.

Cosa?

“Solo… io… hai scopato con lui?”

“Dio, no-“

“Dimmi la verità, posso accettarla, ho solo bisogno di sapere-”

“Io non ho s…” non riesco nemmeno a pronunciare la parola. “Non l’ho fatto!”

“Hai avuto indosso questo maglione per le ultime ventiquattro ore. Ha completamente perso la sua forma.”

Mi guardo consapevole. “Io…”

“Hai indossato questo outfit allo Scandals la scorsa sera, vero?”

“Io… sì, vero.”

“Sono seduto in questo appartamento dalle tre. E ora è mezzanotte passata. Hai trascorso la notte scorsa e tutta la giornata di oggi con questo ragazzo, e dovrei credere che tu non abbia dormito con lui?”

“Ero qui ieri notte,” insisto, “a dormire. Da solo.”

“Vestito con il tuo completo per lo Scandals?”

“Sì. Ho dormito qui, sul divano.”

“Come avresti fatto se tutti i cuscini erano sul pavimento?” chiede fermamente.

“Non erano sul pavimento, li ho lanciati a terra questa mattina mentre cercavo il mio cellulare-“

“Quindi sei tornato la scorsa notte, ma non mi hai chiamato come avevi detto che avresti fatto.”

“Io-“

“Che avete fatto assieme oggi, allora? Certamente non siete andati a comprare nuovi maglioni.”

“Non ero con lui nemmeno oggi, io-“

“Giusto, così avresti semplicemente deciso di passare tutto il giorno-“

“Ho passato tutta la giornata a cercare te!” Questo lo sconvolge al punto di zittirlo e io colgo l’occasione per difendermi. “Ho bevuto troppo la scorsa sera e sono crollato durante il viaggio in taxi verso casa. Questo è quello che è successo. Non ne vado fiero, ma questo è tutto. Quando mi sono svegliato ho provato a chiamarti, ma il tuo cellulare era spento. Quindi ho guidato fino a Lima e sono andato a casa tua. Ho incontrato i tuoi genitori-” ignoro di proposito il suo lamento di terrore “-e poi sono andato in giro nella speranza di trovarti. Sono andato al Lima Bean, al piazzale del Luna Park, alla collina dove siamo andati in slitta e al McKinley High-“

“Tu sei andato dove? Sei fuori di testa? Ti avrebbero potuto aggredire di nuovo!”

“Beh, non sapevo dove altro cercarti e non riuscivo a pensare dove fossi. Sono persino andato al Tranquil Meadows per vedere se fossi andato a far visita a tua madre.”

Le sue spalle cedono. “Tu…”

“Eri lì oggi, vero?” premo. “Ho visto delle impronte nella neve che conducevano alla sua lapide.”

Annuisce, la testa bassa mentre sospira. “Oh, Blaine.”

Colgo l’occasione per spostarmi sul tavolino da caffè di fronte a lui. “Sono davvero, davvero dispiaciuto per non averti chiamato. Ma giuro, non ho scelto l’altro ragazzo. Ho scelto te.”

“Ti prego…” respira lentamente, con cautela. “Ti prego non dirmi cose come questa a meno che tu non ne sia assolutamente sicuro.”

“Sono sicuro. Dio! Sono assolutamente sicuro.”

“Davvero?”

“Davvero. Devi credermi, Kurt, Sebastian non significa nulla per me. Sei tu. Sei sempre stato tu.”

“Io…” La sua testa si alza di scatto, i suoi occhi innaturalmente spalancati. “Aspetta, cosa?”

“Ho detto che sei sempre stato tu.”

“Non… non quella parte.”

“Quale?”

“Sebastian non significa nulla per te?” Qualcosa nel suo tono suona davvero strano. Come se fosse mortalmente calmo e completamente isterico, tutto in una volta.  “Chi è Sebastian?”

“Il ragazzo con cui sono uscito. Va alla Dalton. Lo incontrai quando andai a visitare il campus la settimana scorsa.”

Kurt si preme le dita contro le labbra fino a farsi diventare le punte bianche. “Tu sei uscito con Sebastian Smythe.”

“Lo conosci?” chiedo sorpreso.

“Sei andato allo Scandals… e ti sei ubriacato… con Sebastian Smythe.”

“La sera scorsa è stata l’unica volta che mi sono ubriacato. Lo giuro.”

Si alza bruscamente, fa tre passi verso la porta e grida “Sebastian Smythe? Mi stai prendendo in giro?”

“Kurt, te l’ho detto, non significa-” capisco dove è diretto, e salto in piedi per raggiungerlo. “Ti prego non andare. Ti prego.”

“Hai la più pallida idea di cosa ci ha fatto l’ultima vota? Tutte le bugie e i sotterfugi?”

“No, io… no!”

“Ci ha quasi fatti lasciare, Blaine.”

“Non lo sapevo! Sai che non lo so, o non avrei mai accettato di uscire con lui!”

“Per non parlare di quanto era inquietante. Hai quasi richiesto un ordine restrittivo contro di lui!”

“Io… cosa?”

Lascia un sospiro di incredulità, voltandosi verso di me. “A cosa sarebbe servito trovare il tuo vecchio diario se non l’hai nemmeno letto?”

“Il mio diario?”

“Sono sicuro che c’è tutto dentro. Come ha cominciato a comparire ovunque tu fossi. A scriverti dozzine di volte al giorno.”

“Questo non-“

“A chiamarti nel bel mezzo della notte per sussurrare cose strane e vaghe minacce a telefono.”

Un brivido di terrore inizia a scorrermi lungo la schiena. “Minacce?”

“Riguardo a come avresti fatto meglio a lasciarmi, o avresti visto cosa ti sarebbe successo.”

“Cosa mi sarebbe successo…” Alzo una mano tremante fino alla mia cicatrice, per percorrerla con la punta delle dita. “Pensi che fosse lui…”

“No,” dice in modo riluttante. “No, Sebastian non ci ha aggrediti, se è questo ciò che stai pensando.” Incrocia le braccia, sembrando sulla difensiva. “Se lo avesse fatto, avrebbe attaccato soprattutto me, non te. Ogni volta che tu lo hai rifiutato, ti voleva ancora di più. Avrebbe pestato me per eliminare la concorrenza, ma non avrebbe mai alzato un dito su di te. Come ho detto, so che è stata colpa mia.”

“Cosa è stata colpa tua?”

“L’aggressione.” Sta guardando il divano, il muro, la porta. Ovunque tranne me.

“L’att…” Lo fisso, sconvolto. “Ma pensavo che la polizia non avesse mai scoperto l’identità degli aggressori.”

“No, infatti.”

“Allora come puoi-“

“Chi frequentavi?” Mi interrompe. “Ripensa a ciò che riesci a ricordare dei tuoi anni alle superiori. Chi ti conosceva a quel tempo? La tua famiglia? I tuoi amici dei Warblers?”

“Si? Quindi?”

“Altri amici? Nemici? Qualcun altro?”

“Io…” Mi scervello, ma non trovo nulla. “No, trascorrevo la maggior parte del mio tempo con i miei genitori o i Warblers. Ma non vedo come-“

“Entrambi sappiamo che i tuoi genitori non ti hanno mai toccato nemmeno con un dito in tutta la tua vita. E i Warblers si stavano esibendo a Columbus quella sera –con il tuo prezioso Sebastian a cantare l’assolo.”

“Non è il mio-“

“Sei simpatico,” dice semplicemente. “Sei educato e amichevole. Affascinante. Aiuti le vecchiette ad attraversare la strada. Sei un uomo dei sogni degli anni Cinquanta a cui è capitato di vivere nel mondo d’oggi. Piaci a tutti, Blaine.”

Lo guardo a bocca aperta, incredulo. “Pensi che solo perché piaccio alle persone, tu devi aver provocato l’aggressione in qualche modo?”

“Io sono…” Scuote la testa, il mento che inizia a tremare. “Stronzo. Moralista. Critico. Serbo rancore, e-“

“Basta. Basta adesso” imploro, con un nodo alla gola insopportabilmente stretto. Avanzo e lo stringo in un abbraccio stretto, nonostante il suo debole verso di protesta. “Anche se tutto questo fosse vero, continuerebbe a non essere colpa tua, Kurt… Non posso credere che tu abbia passato l’ultimo anno assumendoti la colpa.”

“Non sono solo io.” La sua voce è così debole, è difficile sentirlo.

Mi allontano, strofinando le sue spalle tremanti, anche se vorrei gridare. “Fammi indovinare. I miei genitori.”

“Non sono nel torto,” dice con voce rotta, la testa bassa. “le possibilità ci sono, qualcuno stava provando a vendicarsi per qualcosa che ho fatto.”

“È per questo che non hai combattuto per me, quando i miei genitori ti hanno detto che non potevi vedermi? Perché pensavi di meritartelo?”

“Non sono nel torto” protesta di nuovo, debolmente.

“Loro sono nel torto.” Stringo le sue spalle più forte. “Guardami, Kurt… Guardami!” Solleva lentamente la testa, due lacrime gli stanno scivolando sulle guance. “Tutto questo tempo…  tesoro. E se anche fossi stronzo? E se anche dicessi a delle persone cose che non vogliono sentire? Questo continua a non giustificare cosa ci hanno fatto.” È disperato, ma sembra che stia ascoltando, per una volta. “E non dimenticare, hanno ferito me molto peggio di quanto abbiano ferito te-“

“Probabilmente perché ti sei messo in mezzo quando stavano puntando a me. Se sempre stato protettivo nei miei confronti.”

“Okay, bene, forse la mia vena protettiva è stata la cosa che li ha aizzati maggiormente. O forse non gli piaceva vederci assieme a scuola. Forse non gli piacevano i nostri anelli di fidanzamento. Ci sono milioni di forse, e nessuno di questi avrebbe dovuto averci mandato in ospedale. Non sapremo mai cosa li abbia scatenati, ma non possiamo accusarci per ciò che è successo. Semplicemente non possiamo. Niente di ciò che abbiamo detto p fatto potrebbe mai giustificare qualcuno che ci ha quasi ucciso. Noi siamo vittime.”

Mi studia. “Una volta mi dicesti che dovrei rifiutare di essere la vittima.”

Gli asciugo le guance bagnate teneramente con i pollici. “Come identità? Sì, dovresti. Non abbiamo potuto evitare di essere aggrediti, ma possiamo scegliere come vivere le nostre vite adesso. E se ci guardiamo sempre dietro ogni angolo, mettendo sempre da parte i nostri sogni per colpa della paura, allora non siamo stati vittime dei nostri aggressori  solo l’anno scorso. Saremo ancora le loro vittime.”

“Ma non sappiamo nemmeno chi sono.” Mi ricorda. “Potrebbero benissimo essere nascosti dietro il prossimo angolo.”

“Se lo sono, allora li affronteremo di nuovo. Assieme.” Mi allungo per prendere la sua mano nella mia. “Kurt… Quando ero allo Scandal la scorsa sera, ho avuto una visione.”

I suoi occhi si dilatano speranzosi. “Hai ricordato?”

“No. Ero sul palcoscenico del karaoke, a cantare una vecchia canzone dei Beatles, e ho capito.”

“Cosa?”

“Che sono innamorato di te.” Le nostre mani unite stanno tremando, e non so chi dei due ne sia la causa. “Lo sono davvero. Ti amo quando sei dolce e romantico, o stronzo e critico. Amo ogni momento che passo con te. Non devi provare ad impressionarmi con fantasiosi appuntamenti. Mi basterebbe raggomitolarmi con te sul divano e guardare quei reality show spazzatura di cui sei tanto appassionato.”

“The Real Housewifes non è spazzatura, è incompreso” borbotta, i suoi occhi diventano di nuovo lucidi per le lacrime.

“Non ti amo per quello che eravamo un tempo, ti amo per quello che siamo adesso” gli dico caldamente. “Io ho scelto te, Kurt, e nessuno potrebbe farmi cambiare idea. Non gli aggressori, non i miei genitori, non Sebastian. Ho scelto te prima dell’aggressione, e continuerò a scegliere te per tutto il tempo che mi permetterai  di farlo.” Lascio andare la sua mano per infilarla sotto la camicia, tirando fuori la catena con l’anello di fidanzamento appeso. “È per questo che sono andato al terzo appuntamento indossando questo.”

Il suo respiro si blocca quando vede l’anello. “Blaine…”

“Ho seguito le tue regole. Sono andato a tre appuntamenti, e sono finiti. E scelgo te. Tu mi scegli?”

“Io…” si ferma, facendo un singhiozzo. “O mio Dio… certo che ti scelgo. Sei sempre stato la mia scelta.”

“Anche con i piedi puzzolenti?”

“Anche con i tuoi piedi puzzolenti.” Si avvicina per baciarmi forte. I nostri denti si scontrano perché nessuno dei due riesce a smettere di sorridere, e le mie guance vengono macchiate dalle sue nuove lacrime ed è semplicemente perfetto. Si allontana e mi guarda con puro affetto. “Ti amo, Blaine.”

Mi chiedo come mi sia sentito la prima volta che Kurt ha detto di amarmi. Mi chiedo se mi abbia colpito forte come ora. Si avvicina per baciarmi la mandibola, poi il collo, prima di tirarmi forte contro di lui. Restiamo  a stringerci così per anni. È abbondantemente passata la mezzanotte e sono davvero stanco, ma ho paura di lasciarlo. Ho paura di rompere l’incantesimo.
Alla fine si allontana, tenendomi con delicatezza il collo con la mano. “È tardi.”

Il mio cuore precipita. “Oh… sì. Dovresti-“

”Letto?” chiede, e io faccio un respiro aspro. “Per dormire,” ride, “non preoccuparti, so che sei ancora un cucciolo di pinguino.”

“Questa metafora deve scomparire.” dico, arrossendo mentre gli bacio la guancia.

Ci dirigiamo nella camera assieme. Mi cambio con il pigiama mentre è in bagno a fare il suo trattamento di bellezza per la pelle. È una bella sensazione uscire dal maglione per indossare la morbida flanella. Quando sfilo i pantaloni, mi accorgo del rigonfiamento del cellulare nella tasca frontale. Tirandomi su velocemente i pantaloni del pigiama, mi affretto verso il bagno, per bussare alla porta.

“Blaine, questa faccia non si è fatta da sola,” dice attraverso la porta chiusa “se non la idrato propriamente-”

“Tuo padre,” dico “non sa che sei qui. Era preoccupato quando non sei tornato a casa stasera.”

La porta si apre all’improvviso. “Telefono?” chiede e io glielo metto sul palmo della mano. Chiama il suo numero di casa e tiene il cellulare vicino all’orecchio, mordendosi ansioso il labbro. “Papà? Sono io… Lo so, mi dispiace… lo so… so so… sono davvero… lo so. Sono davvero dispiaciuto.”

Ritorno in camera per concedergli un po’ di privacy. Scorgo il mio diario sul tavolo e lo prendo esitante. Forse Kurt ha ragione. Forse devo leggerlo. Sono stato così categorico nel decidere che il passato, in confronto al presente, non contasse. Ma forse lì dentro ci sono cose che devo sapere.

“Sono con Blaine, all’appartamento. Dormirò qui stanotte.” Arriva nella camera da letto, ancora a telefono, e mi sorride timidamente. “Si, papà… lo so… lo so, credimi. Ci vediamo domani, va bene?” Sospira. “Lo so. Ti voglio bene anche io. Notte, papà.” Chiude la telefonata e mi passa il telefono. “Grazie.”

“Nessun problema. Sta bene?”

“Sì. Hai fatto bene a pensare di chiamarlo. Era rimasto in piedi ad aspettarmi.”

“È sempre stato così?”

“È sempre stato protettivo, ma è peggiorato dopo l’aggressione. Sono sicuro che anche i tuoi genitori si comportano nello stesso modo.” Mi guarda pensieroso. “Hai parlato con loro?”

 “Con i miei genitori? No. Non da… no.”

“È passata una settimana.”

“Lo so.”

Non dice altro, e non deve farlo. So quanto mamma e papà devono essere preoccupati. La rabbia e la colpa si scontrano dentro di me, fino a quando Kurt si sporge per prendermi la mano. “Perché non vieni a letto. Finisco il mio trattamento e vengo da te.”

“Okay.” Lo guardo scomparire nel bagno, poi guardo il cellulare. Velocemente, prima di cambiare idea, mando un breve messaggio a mio padre: Sto bene, non preoccupatevi. Mi farò sentire presto. Il peso della colpa nello stomaco si alleggerisce un po’e poso il telefono sul comodino prima di sollevare le lenzuola e mettermi a letto. Quasi immediatamente, il cellulare squilla per un messaggio: Grazie, Blaine. Aspetteremo tue notizie. Ti vogliamo bene. È quasi l’una di notte e i miei genitori normalmente vanno a letto alle dieci. Mi chiedo se stiano dormendo con i loro cellulari accanto.

“Vuoi che ti presti il mio tonico?” dice Kurt dal bagno.

“Uh… no, grazie.” Riesco a sentirlo borbottare sotto voce e sorrido. Questo è chiaramente un argomento che conserverà per un altro giorno. Il mio cellulare suona di nuovo, e lo prendo per leggere il messaggio. Per mia sorpresa, non è da parte di mio padre. È da Sebastian. Dobbiamo parlare. Cancello il messaggio e poso il telefono. Pochi secondi dopo suona di nuovo per un nuovo messaggio: Stai facendo un grosso errore. Premo il pulsante rosso per spegnere ilcellulare e vedo Kurt entrare nella stanza. “Ho scelto il lato giusto del letto?” chiedo.

Annuisce con delizia. Allargo le braccia e lui spegne la luce prima di arrampicarsi sul letto e baciarmi. Poi si volta, lasciando che mi curvi dietro di lui. Infilo il naso tra i suoi capelli assonnato.

“Blaine?” sussurra.

“Mm?”

“Grazie per avermi scelto.” Intreccia le nostre dita, tenendole contro il suo cuore. “Avevo pura che tu fossi tornato per dirmi addio stanotte e che non ti avrei mai più rivisto.”

“Impossibile.” Lo spingo più vicino, baciandogli la spalla lievemente. “Non ti dirò mai addio.”



Note della traduttrice

Ciao a tutti! Prima di tutto voglio scusarmi per gli aggiornamenti più sporadici... Le vacanze sono finite e ho ripreso i libri per studiare. Abbiate un po' di pazienza.

Piccola nota informativa: mancano solo altri quattro capitoli e poi la traduzione sarà in linea con l'originale, quindi gli aggiornamenti dipenderanno da quelli dell'autrice. Io, magari, mi dedicherò a qualche altro progetto di traduzione.

Bene, ora passiamo al capitolo, che per me è stato un pugno al cuore, con correlati fazzoletti zuppi di lacrime. Ma, andiamo per ordine. All'inizio abbiamo un Kurt scatenato, a quanto pare è una caratteristica della famiglia Hummel non dare la possibilità a Blaine di parlare. Il ragazzo dagli occhi azzurri sommerge di parole il povero Anderson, che non può fare altro che restare in silezio, dato che ogni suo tentativo da intervento viene subito messo a tacere. Kurt, finalmente, ha messo il suo atteggiamento buonista, magari, sotto sotto, in lui c'era la sicurezza che Blaine lo avrebbe comunque scelto e questo gli conferiva una relativa tranquillità. Quando, però, ha capito che forse il suo "brillante" piano si potrebbe essere ritorto contro di lui, decide di prendere posizione. Vediamo, finalmente, un Kurt grintoso, determinato a lottare con la persona che ama con le unghie e con i denti. Non vuole rinunciare al moro ed è determinato a fargli cambiare idea, perchè è sicuro di essere la scelta migliore. Quando Anderson riesce a prendere la parola, ha la possibilità di dichiararsi e far capire a Kurt che non avrebbe rinunciato a lui, non dopo averlo cercato per tutta Lima e dintorni, colpisce l'altro raccontandogli della sua visita al cimitero e, credo, che in quel momento Kurt abbia cominciato davvero a capire i sentimenti di Blaine. Quando arriva la confessione vera e propria, però, ecco comparire l'ombra di Sebastian Smythe. Per quanto consideri esagerata la reazione di Kurt all'udire di quel nome (in fondo Blaine non ha ricordi), credo che anche a me sarebbero saltati un po' i nervi. Cavoli?! Con tutti i ragazzi dell'Ohio, solo Anderson sarebbe stato capasce di scegliere il suo stalker per uscire. E così scopriamo un tassello del carattere di Mr Smythe, che a questo punto mi fa venire ancora di più i brividi! L'aggressione per me è ancora un grosso punto interrogativo, sono confusa a riguardo. La cosa che più non riesco a capire è come abbia fatto Kurt a non riconoscere i suoi aggressori o a fornirne almeno una parziale descrizione. La cosa mi puzza e ho paura che ci siano ancora tante cose nascoste. Kurt è sicuro di essere il responsabile dell'aggressione, palesando il disprezzo per sè stesso e tutta la colpa che continua a riversarsi addosso da un anno a questa parte. Ho pianto molto leggendo questa scena, Kurt è totalmente devastato e fragile. Le parole di Blaine sono state di una maturità e di una saggezza incredibile. Nulla può giustificare l'uso della violenza! Ma soprattutto, devono superare il trauma di questa esperienza. Anderson ha ragione, sono stati entrambi delle vittime in quel momento, ma non possono rinunciare a vivere a causa della paura, continuare ad essere vittime, ciò non farebbe che conferire maggiore potere a degli esseri spregevoli. è giunto il momento della "rinascita" a partire dalla loro storia, è il primo passo per condurre una nuova vita, che fino a quel momento ai due era stata negata. Kurt riesce a sciogliersi e l'abbraccio tra i due è stato uno dei momenti più belli di questa storia, è il simbolo della loro riunione. Tutto torna al suo posto, anche se con una connotazione diversa e, magari, adesso entrambi riusciranno a dormire, tenendo lontani gli incubi (anche se, dopo i messaggi di Sebastian, io avrei perso il sonno!)
E ora concludo, sperando che questo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima! Un bacione a tutti e uno speciale alla mia beta Charty!

Angel

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.

Capitolo 19


Svegliarsi accanto a Kurt non è per niente come avevo immaginato.

Ad un certo punto durante la notte deve essersi  girato. Sta usando il mio bicipite come cuscino, di conseguenza tutto il mio braccio è intorpidito. In bocca ho un bruttissimo sapore, come se avessi masticato un vecchio calzino e sono piuttosto sicuro di avere un’evidente erezione. Scivola contro di me, facendosi più vicino e ora sono sicuro di avere un’evidente erezione. Tutto ciò che posso fare è cercare di non gemere ad alta voce. Ho un disperato bisogno di lavarmi i denti e di circa cinque minuti chiuso in bagno con del lubrificante e la mia mano destra. Peccato che continuo a non sentire la mia mano destra. Cerco di muovere le dita, ma questo fa solo muovere Kurt.

 “ ‘aine?” biascica.

“Ssh, torna a dormire” sussurro, estraendo cautamente il mio braccio da sotto il suo corpo. Geme un po’ per la perdita del contatto, cosa che dovrebbe farmi male se non fosse per il meraviglioso sollievo per essere in grado di sentire le mie dita. Adesso sgattaiolo in bagno, sicuramente Kurt ha una confezione di scorta di lubrificante lì-

“Mmm.” Lascia andare un mormorio di soddisfazione, mentre avvolge la sua gamba al mio fianco, facendoci aderire. Proprio…  aderire. In un istante, scopro di non essere l’unico con un’erezione. Con quest’angolazione, siamo perfettamente incastrati e cinque minuti nel bagno non sono necessari. Sei secondi buoni sarebbero sufficienti. “Blaine” sospira di nuovo, la sua gamba si stringe attorno a me mentre i suoi fianchi cominciano a muoversi lentamente contro i miei.

Questo non va bene. Come gentiluomo, devo mettere fine a questo ora. Kurt non è nemmeno totalmente cosciente e –“Ohh, dio, proprio lì” gemo quando preme più forte.

“Ti piace questo?” La sua voce è così bassa e sensuale, ancora roca per il sonno. “Ti piace questo, tesoro?”

“Guhh, sì,” ansimo, “sì, mi piace.”

Afferra le mie spalle e mi fa rotolare sulla schiena, infilando le sue gambe tra le mie e cominciando a fare sul serio. I suoi occhi sono ancora chiusi, ma penso che sia sveglio. Spero che sia sveglio. “È così bello” dice, baciandomi il collo con languore e sfregandosi più velocemente. “Scopami, Blaine.”*

Ecco di nuovo quella parola. Quella cosa che i ragazzi fanno nel bagno allo Scandals. Quella cosa che Kurt pensava avessi fatto con Sebastian. Quella cosa che completi sconosciuti possono fare-

“Basta” dico in modo strozzato. “Ti prego, basta.”

Si congela, i suoi occhi si aprono lentamente. Sono larghi, così larghi,  sta scendendo dal letto con orrore. “Oh mio dio, scusa, io… oh, Blaine, sono-“

“Va tutto bene.” Mi siedo imbarazzato, tirandomi le ginocchia al petto.

“Non va bene, io…” Si copre l’inguine con entrambe le mani. Riderei per la sua espressione se non fossi completamente imbarazzato. “Non avevo capito che fossi tu.” Spalanco la bocca e lui si affretta a chiarire. “Voglio dire, sapevo che fossi tu, pensavo che fosse-“

“Il vecchio me” concludo.

Annuisce mestamente. “Mi dispiace davvero.”

“Va bene. Credimi.”

“Devi aver pensato che sono una specie… una specie di predatore sessuale.”

“Tu sei-“ Questa volta rido, coprendomi il volto con le mani. “Davvero non lo sei.” Sento il letto abbassarsi, quando si siede con cautela dall’altro lato. “Kurt… voglio fare queste cose. Con te.” Sbircio verso di lui attraverso le mie dita e mi rivolge un timido cenno del capo, quindi mi porto le mani in grembo. “Davvero voglio. È solo che sono nuovo a tutto questo. Ho avuto il mio primo bacio solo la scorsa settimana, nel corridoio vicino alla tua cucina. Tutto questo sta succedendo troppo in fretta e voglio essere sicuro che quando facciamo queste cose entrambi siamo svegli e pronti. E che non sia… solo scopare. Ho bisogno che significhi qualcosa.”

Mi aspetto che lui assuma un’espressione abbattuta, invece sul suo viso sta nascendo un sorriso amorevole. “Non capirò mai perché dici di non essere bravo con le cose romantiche” dice.

“Io non sono bravo con-“

“Sei il più grande romantico che conosco. Quasi quanto me.” Scivola all’indietro fino a stendersi sullo stomaco dal suo lato del letto, mantenendo una considerevole distanza tra noi.

“Andremo piano quanto vuoi. Te lo prometto. Anche se tu non vorrai mai andare oltre al bacio.”

“Io voglio” dico all’improvviso, poi sento le mie guance diventare calde. “Ad un certo punto, intendo.”

“Allora lo faremo. E quando avrai la tua prima volta, la renderemo esattamente come l’hai immaginata. Perché tu hai fatto lo stesso per me.”

“Davvero?”

“Oh sì. Eri pronto molto tempo prima di me. Ma hai aspettato, perché sei un gentiluomo. Mi dicesti che è per questo motivo che hanno inventato la masturbazione.”

Adesso sto davvero arrossendo. “Io ho detto questo?”

“Sì.”

“Chi pensavo che l’avesse inventata?”

Kurt ride. “Non ho mai cercato la risposta.”

Sospiro, raddrizzando le gambe e stendendomi dal mio lato, guardandolo. “Questa parte deve essere molto strana per te.”

“Devi essere più specifico –un sacco di cose in questa situazione sono strane per me.”

“Bene, la prima volta eravamo entrambi vergini. E poi non… eravamo più vergini, entrambi. Non ti sei mai dovuto preoccupare di cose del genere.”

Annuisce. “C’è qualche cambiamento, sì. Ma ci sono dei benefici, anche.”

“Del tipo?”

“Come…” Piega le braccia e ci appoggia la guancia sopra, guardandomi. “Non sei più la stessa persona.”

Mi acciglio per la confusione. “Come può questo essere un beneficio?”

“Quando all’inizio esci con una persona, cominci a conoscerla. Cerchi di capire se siete compatibili. A scoprire le piccole manie e vedere se le trovi adorabili o ripugnanti.”

“Continuo a non…”

“Mi sono innamorato di nuovo.” Ingoia. “Dopo averti perso, pensavo che fosse finita per me. Pensavo che non avrei mai avuto un’altra possibilità di trovare qualcosa di reale. E poi sei comparso al Lima Bean ed eri tu, ma non tu; non sapevo se saremmo stati ancora compatibili, ma…” Il suo sorriso è lento e sincero. “Non sei più la stessa persona. Sei un Blaine diverso e io sono innamorato di te. Il te che sei ora.”

Mi sento un nodo in gola. Non avevo capito quanto avessi bisogno di sentire ciò. “Come fai a dirlo?”

“Quando ero qui ieri, aspettandoti, ho cominciato a pensare a cosa sarebbe successo se improvvisamente la tua memoria fosse tornata. Non quelle piccole visioni qui e lì, ma tutto. Una volta mi aggrappavo a questa speranza, che la tua memoria sarebbe tornata un giorno e saresti stato lo stesso Blaine che eri prima dell’aggressione. Ma quando ero seduto qui ieri, guardando le nostre vecchie foto, ho capito alla fine che sto meglio con te che con il vecchio Blaine. Ti ho sempre amato, ma quando penso con chi voglio passare il resto della mia vita, penso a te, non a lui.”

Ingoio forte. “Questo era il mio desiderio” sussurro.

“Cosa?”

“Quando stavamo giocando a Per conoscerti, mi hai chiesto quale fosse un mio desiderio. Questo era quello che più desideravo –sapere che tu vuoi stare con me. Che non lo stavi facendo solo per nostalgia. L’ho desiderato così tanto.”

“Hmm” dice, i suoi occhi sono brillanti. “Forse sono un genio dopotutto.”

Con il cuore gonfio, mi abbasso per baciarlo dolcemente una volta, poi due. Dopo mi allontano di scatto. “Uh, dio, il mio alito. Scusa.”

Ridacchia, sorridendomi teneramente. “Una delle cose a cui ti abitui, dopo un po’. Hai fame?”

“Sì.”

“Colazione?”

Annuisco, rubando un altro bacio veloce a labbra strette. Salta giù dal letto e usa il bagno per alcuni minuti mentre sorrido stupidamente al soffitto. Mi ama. Ama me.
Una volta che è fuori e si dirige in cucina, vado in bagno, faccio i miei bisogni** prima di lavarmi vigorosamente i denti. Quando esco, noto il mio diario, ancora poggiato sul piccolo tavolo accanto alla porta della camera da letto. Lo prendo per portarlo con me; fischiettando entro in cucina.

“Specialità del giorno: Pop-Tart aux fraises” dice Kurt, passandomi un piatto e baciandomi la guancia. “Attento, scottano.”

Prendo un paio di bicchieri e li riempio con il latte prima di unirmi a lui a tavola. Sediamo vicini, mangiando e lanciandoci occhiate timide. Guardo l’orologio del microonde e sbatto gli occhi per la sorpresa. “Hey, è quasi mezzogiorno. Non dovresti essere a lavoro?”

“Non oggi.”

“Ma è lunedì…”

“Papà ieri sera mi ha detto che dovrei prendermi dei giorni di pausa.” Lecca un po’ del ripieno alla fragola dalle sue dita. “Ha detto che tu hai bisogno di me qui, più di quanto ne abbia lui all’officina.”

Gli sorrido grato. “Sapevo di piacergli. Lo rivedremo di nuovo presto?”

“Certo, se vuoi.” Fa un cenno verso il mio diario, che ho lasciato sul bancone della cucina. “Hai deciso di leggerlo oggi?”

“Ci stavo pensando. Ma se sei qui-”

“Non c’è bisogno che tu mi faccia compagnia. In realtà devo lavorare sul saggio per il college.”

“Ti iscriverai al college l’anno prossimo?” chiedo con gioia. “Non lo sapevo.”

Finisce con un ultimo morso il Pop-Tart , sembra compiaciuto. “L’ho deciso solo la scorsa settimana. La ragione principale per cui sono rimasto qui quest’anno era la speranza di ritrovarci.”

“E ora è successo” sussurro, allungandomi per stringergli la mano. “Sai, ho fatto domanda a cinque scuole a New York.”

“Davvero?”

“Sì, i miei genitori mi hanno fatto mandare le iscrizioni il giorno del Ringraziamento. È stata una sofferenza  a quel tempo, ma adesso sono lieto di averlo fatto. Dove ti sei iscritto?”

“In alcuni posti. Le mie scelte favorite sono NYADA, NYU o la Parson, ma sarei felice di essere accettato in quasi tutte le scuole. Basta che siano a New York.”

“Con me?”

“Con te.” Mi stringe la mano. “Dio, sarà fantastico. Prenderemo un appartamento assieme –voglio dire, se vuoi-”

“Lo voglio.”

“Potremo esibirci assieme alle serate karaoke… andare a guardare le vetrine di Fifth Avenue… prendere biglietti scontati per gli spettacoli di Broadway… tenerci per mano lungo la strada senza preoccuparci che qualcuno provi a-“

“Sarà perfetto” intervengo, prima che possa finire. “Ma devi prima finire le tue domande di iscrizione prima che ti prendano. Hai iniziato il saggio?”

Scrolla le spalle. “Ne ho uno. È sulla musica e la moda e… pensavo che mi descrivesse abbastanza bene.”

“Allora perché non lo usi?”

“Pensavo di scrivere qualcosa a proposito di quello che abbiamo passato. Ora che c’è un lieto fine.”

Gli sorrido, alzando ed abbassando le sopracciglia. “C’è, vero.”

Ruotando gli occhi, si alza e mi pianta un forte bacio sulla cima della testa. “Posso usare il computer nella nostra stanza?”

“Certo.”

Lo osservo dirigersi in camera, poi mi volto e guardo il diario sul bancone. Sembra una cosa folle ammetterlo, ma so perché non ho voluto leggerlo prima. Ero geloso del vecchio Blaine. Pensavo che Kurt lo preferisse a me. Ora che so che Kurt ama me, sono curioso di sapere cosa c’è lì dentro.

Dopo aver pulito i piatti e averli posizionati nella lavastoviglie, afferro il diario e vado nel soggiorno. Fa un po’ freddo qui, quindi prendo la coperta dal divano e me l’avvolgo addosso.
Il diario inizia in modo davvero noioso. Scusa, Vecchio Blaine, ma sei noioso. Parla di alcune ricerche che deve scrivere per Storia Mondiale, di quanto il suo montante destro sia migliorato e di come Wes abbia detto che l’arrangiamento dei Warblers di “Teenage Dream” necessiti di una coreografia migliore-

Ma oh. Mi raddrizzo.

C’è una spia.

Sorrido ampiamente mentre continuo a leggere. Vecchio Blaine è dispiaciuto per la povera spia scoperta. Parla dei problemi di Kurt a scuola con un certo bullo di nome David Karofsky e il suo consiglio è che Kurt dovrebbe affrontare il ragazzo.

Mi acciglio. Che consiglio terribile. Vecchio Blaine sei un idiota.

Vado avanti, notando che sempre più pagine menzionano il nome Kurt. Ci sono ghirigori di uccelli e un cuore con dentro K+B (scontato) e poi una lunga, lunga descrizione del loro primo bacio. Sento una dura fitta di gelosia allo stomaco e devo ricordare a me stesso che Kurt ama me. Me, me, me.

Sono assieme per molto tempo prima che Sebastian venga menzionato.

Sono andato alla Dalton oggi per chiedere ai ragazzi se sarebbero venuti al McKinley a vedere me e Kurt recitare in West Side Story. Quando sono arrivato, stavano provando una bella versione di “Uptown Girl” di Billy Joel. Grande energia ed armonia, nonostante la voce del loro nuovo solista Sebastian sia un po’ troppo nasale per i miei gusti. Io e lui dobbiamo incontrarci per un caffè uno di questi giorni, affinché possa chiedermi consigli per guidare i Warblers. Non sono sicuro di come possa aiutarlo –non sono mai stato membro del Consiglio. Ma hey, Warbler una volta, Warbler per sempre.

Sebastian comincia a saltare fuori sempre più spesso. Incontra Kurt e Vecchio Blaine allo Scandals, la cosa va abbastanza male. Continua a provocare Vecchio Blaine e non capisco se al Vecchio Blaine piaccia. Ma dopo lui e Kurt fanno l’amore-

Mi fermo e fisso la pagina per un po’. Poi salto le successive cinque pagine, perché la parola “lubrificante” non necessita di essere menzionata così tante volte.

Kurt torna in soggiorno nel tardo pomeriggio, mentre sono immerso in una sezione riguardante la campagna per l’elezione del presidente dei Senior. Si abbassa sul divano, baciandomi la fronte, le labbra, il naso, le labbra, la guancia, le labbra, il mento, le labbra…

Just pay me back, with one thousand kisses” canta e i miei occhi si spalancano.

“L’abbiamo cantata? Insieme?”

“Ti ricordi?”

“No, io… dicevo sempre di voler cantare questo duetto con l’uomo che avrei amato.”

“Lo abbiamo fatto. Lo abbiamo cantato un sacco di volte.” Si abbassa di nuovo e lo bacio lentamente, assaporando lo scivolare e lo spingere delle nostre labbra. In qualche modo non penso che questa sensazione sparirà mai. “Smetti di distrarmi, devo lavorare al mio saggio” sussurra, mordicchiandomi il labbro inferiore.

“Allora vai via” gli rispondo, la mia lingua corre a leccare le sue labbra. Geme e mi bacia di nuovo prima di allontanarsi.

“Forse dovrei scrivere su mio saggio su come sia baciarti.”

“Accertati di menzionare il mio alito mattutino di prima.”

Ridacchia, salutandomi prima di ritornare nella camera.

Ritorno al diario, passo oltre un sacco di deliri amorosi (seriamente, Vecchio Blaine, chi dice ancora la parola tubare?) fin quando il nome Sebastian inizia a saltar fuori di nuovo. Ha iniziato a scrivere a Vecchio Blaine, chiedendogli di uscire. Vecchio Blaine senza mezzi termini gli dice di essere innamorato di Kurt e di non avere interesse ad uscire con Sebastian. Poi le cose cominciano a diventare interessanti.

…Sebastian mi ha scritto quindici volte oggi. Continua a dirmi che sto facendo un errore, scegliendo Kurt piuttosto che lui…

…Sebastian mi ha mandato una foto di lui nudo questa mattina. Gli stavo per rispondere dicendogli che Kurt è diversi centimetri più lungo, ma non sarebbe stato educato…

Kurt sta cominciando ad innervosirsi per la frequenza con cui Sebastian mi manda SMS ed email. Ho detto a Sebastian di finirla, ma non mi ha ascoltato. Non sono sicuro di come fare per affrontarlo…

…La scorsa notte il mio cellulare ha squillato alle 2:14. Era Sebastian. Quando ho risposto, ha sussurrato “Lascialo solo, o vedrai cosa ti succede.” È stato davvero inquietante. Kurt ha continuato a dormire e non gli ho detto nulla. Forse Sebastian era solo ubriaco. Alcune persone possono comportarsi in modo davvero stupido quando sono ubriache. (Ho baciato una ragazza, dovrei saperlo)…

…Alla fine ho detto a Kurt delle telefonate di Sebastian nel cuore della notte. Ce ne sono state cinque solo nell’ultima settimana. Ogni volta che rispondo, provo a dirgli di smettere di chiamarmi, ma lui continua a sussurrare minacce inquietanti a telefono. Kurt pensa ce dovrei parlarne con la polizia. Ho provato a chiedere a papà di avere un blocco restrittivo delle chiamate dal numero di Sebastian, ma mi ha detto che gli Smythe sono una famiglia con molte conoscenze. Come se questo contasse…

“Mi annoio.”

Alzo lo sguardo per trovarmi Kurt davanti. “Cosa?”

“Mi annoooooooio” mette il broncio.

“Cosa mi dici del saggio?”

Alza la coperta e si rannicchia accanto a me. Le mie braccia vanno attorno a lui automaticamente mentre nasconde la testa nella curva del mio collo. “È troppo difficile scrivere. Continuo a provare, ma non vado da nessuna parte.”

“Quindi userai il vecchio saggio alla fine?”

“Non lo so. Forse proverò di nuovo domani. Sono troppo distratto oggi.”

“Da cosa?”

“Dalla tua clavicola.” Si abbassa per mordermela e rido, colpendogli il fianco.

“La mia clavicola non era nella stanza con te. Come avrebbe fatto a distrarti esattamente?” Non risponde, la sua bocca è troppo impegnata a succhiarmi il collo. È bravo. Davvero, davvero bravo. I miei respiri iniziano a diventare più veloci mentre lecca e succhia e geme delicatamente contro la mia pelle. Troppo presto, sento un familiare restringimento allo stomaco e mi allontano riluttante.

Mi guarda, le sue labbra sono rosee e deliziose. “Troppo?”

“Un po’.” ammetto.

“Ok.” Preme un bacio veloce sulla mia guancia prima di alzarsi dal divano. “In ogni caso dovremmo prepararci.”

“Per cosa?”

“Devo prendere il mio cellulare a Lima e Carole mi ha inviato un email per invitarci ad unirci a loro per cena. Se vuoi.”

“Certo!” Se non altro, sarà bello dimostrare che posso mangiare un pasto senza scoppiare in lacrime. “A casa loro o al ristorante?”

Alza le spalle. “Dipende da Finn. Vuole andare sempre al Breadstix.”

“Cos’è il Breadstix?”

“La versione di Lima dell’Olive Garden. Ci stai ancora?”

“Certo, dammi solo il tempo di fare la doccia e radermi.”

Fa un sorrisetto compiaciuto e apre la bocca, poi la chiude all’improvviso, gli occhi spalancati. “Okay.”

“Cosa?”

“Niente.”

“Kurt.”

“Non è niente.”

“Stavi per suggerire di fare la doccia assieme, giusto?”

“Io…” sospira. “Mi dispiace. Le vecchie abitudini sono dure a morire.”

“Va bene. Sono sicuro che ci riuscirò, un giorno.” Ci sorridiamo timidamente. “Userò la doccia di Rob, tu puoi adoperarequella del nostro bagno.”

“Grazie.”

Prendo alcuni vestiti dall’armadio della camera da letto prima di andare nel bagno di Rob. Proprio prima di accendere la doccia, riesco a sentire debolmente Kurt accendere l’altra. Nella mia mente compare l’immagine di lui, nudo e bagnato mentre insapona il suo bellissimo corpo con una spugna…

Gemendo per le ore di eccitazione repressa, mi infilo sotto il getto della doccia. L’acqua è calda e nella cabina doccia appannata è facile immaginare Kurt dietro di me, che si strofina con fermezza contro il mio sedere. Ci vogliono solo poche spinte per farmi gemere e venire forte contro il muro, con le ginocchia tremanti per la potenza del piacere. Risciacquo tutto e poggio la fronte contro la parete coperta di piastrelle, controllando il respiro e chiedendomi se quel “un giorno” arriverà prima di quanto penso.



Note alla traduzione
*L'esclamazione di Kurt mi ha dato davvero del filo da torcere. In realtà il nostro caro ragazzo, preso dalla foga della passione dice "Fuck, Blaine". Kurt la utilizza come imprecazione "Cazzo",  ma Blaine la percepisce come "Scopare", quindi va in crisi. Alla fine, grazie all'aiuto della mia carissima beta, ho optato per renderlo con "Scopami, Blaine" in modo da spiegare lo shock del cucciolo di pinguino.
**So che è bruttissimo e ci manca solo che spunti la Chiabotto con una bottiglia di Rocchetta che dice "Fa fare tanta plin plin", ma l'autrice ha scelto proprio un vocabolo inglese che significa precisamente questo. Non sapendo come uscirne, ho deciso di rimanere fedele alla scelta di ckofshadows.


Note della traduttrice
Ciao a tutti! Ebbene sì, non sono morta, anche se gli esami universitari stanno attentando seriamente alla mia salute psicofisica. Perdonatemi! Non immaginiate nemmeno quanto preferirei immergermi nel mondo di Kurt e Blaine, piuttosto che studiare quintali e quintali di cose!
Questo capitolo si concentra un po' sulla quotidianità della nostra coppia preferita. Io li ho trovati semplicemente adorabili, sono di una tenerezza sconvolgente! Per Kurt certe abitudini sono dure a morire e tende a dimenticare di avere davanti Blaine-cucciolo-di-pinguino-Anderson e non Blaine-viva-la-masturbazione. Ho trovato davvero dolci le rassicurazioni di Kurt, ha intuito che la paura principare del riccio è che non ami davvero lui, ma la sua vecchia versione. I Klaine puntano a New York assieme, che gioia! Dopo tutto l'amaro che sto ingoiando e ingoierò con la serie tv (a proposito che ne pensate della prima puntata della quarta serie???), l'idea di vederli partire assieme mi entusiasma. Blaine è sempre più dolce, non potevo fare a meno di sorridere nel constatare la rivalità che avverte verso sè stesso mentre legge il suo diario. Veniamo anche a conoscenza di altre informazioni su Mr Viscido Smythe, che a quanto pare merita anche l'epiteto "Stalker inquietante". La cosa mi piace sempre meno e soprattutto mi da i brividi, tanto.
Bene, con questo concludo! Nel prossimo capitolo ritroveremo la famiglia Hummel-Hudson al completo! Spero di aggiornare quanto prima!
Un bacione a tutti e grazie per il vostro sostegno!

Angel

P.S. Un bacio enorme alla mia beta! Charty te lo meriti proprio!

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***




Kurt trascorse gran parte del viaggio verso Lima con il mio cellulare a messaggiarsi col fratellastro , per potergli dare le istruzioni giuste su come vestirsi.

“ Non puoi immaginarti quante volte Finn si presenta con qualcosa che stoni con il mio outfit” mi disse , fermandosi solo per bere un sorso dalla sua bottiglia di Evian.

“ Tipo, ogni volta che indosso qualcosa di rosa o malva, lui deve indossare qualcosa color arancio ruggine. E poi, invariabilmente, finiamo sempre per sederci vicini, una cosa inguardabile, mio Dio, proprio un pugni in un occhio.

Entravo ed uscivo dalla conversazione, annuendo distrattamente mentre guidavo.

La notte è fredda , e ci sono lastre di ghiaccio nero da evitare.

Ma più che altro , sto pensando.

Io e Kurt eravamo abituati a far sesso.

Eravamo abituati a fare molto sesso.

Sa che aspetto ho , quando sono nudo.

Probabilmente ha visto, toccato e anche assaggiato il mio…

“ Tutto bene?” mi chiede.

“Si”, dico quasi senza fiato. Sento il rossore salire dal collo, sperando che non si noti.

Conosco la meccanica del sesso.

Ma con due ragazzi, come si decide chi sta sopra, chi sta sotto? Quale dei due sono stato con Kurt? E se non volessi più esserlo? Kurt mi vorrebbe ancora se gli chiedo improvvisamente di cambiare? E se fingesse di essere d’accordo ed invece ne fosse deluso?

“ Sei sicuro? La tua faccia è strana. Hai caldo? Vuoi un po’ della mia acqua?" Dice allungandomi la bottiglia, ma io scuoto la testa.

“Si, no, sto bene. Grazie. Sto bene”

Passammo il resto del viaggio in silenzio, tranne quando Kurt, tranquillamente, mi indicava dove e quando girare.

Continuava a guardarmi. Mi piacerebbe sapere a cosa stava pensando.

Arriviamo da Breadstix in anticipo e decidiamo di aspettare la famiglia di Kurt all’esterno.

Si appoggia al muro esterno del palazzo, sempre sorseggiando la sua Evian.

Sto cercando di non guardare le sue labbra piene, che succhiavano il muso della bottiglia, così sposto lo sguardo in basso.

E’ così alto e flessuoso, le sue gambe sembrano non finire mai.

Per cosa le usa? Le ha avvolte alla pedana del letto o attorno alla mia vita?

Cercando di combattere contro il rossore , mi appoggio anche io al muro, cercando di ricordare quel sprazzo di ricordo che avevo avuto la settimana scorsa nella camera di Kurt.

Mi ricordo che eravamo nudi nel suo letto, di sicuro, ma non riesco a capire chi era dentro di….

“ Ok, sputa il rospo.” Dice Kurt fissandomi intensamente.” Cosa c’è che non va?”

“ Niente”

“ Non farlo. Dobbiamo essere onesti l’uno con l’altro. Ti stai comportando in maniera strana da quando abbiamo lasciato l’appartamento. Forse non volevi venire a cena con la mia famiglia?”

“ No, certo che volevo venire. Mi piace la tua famiglia.”

“E’ per colpa di quello che è successo prima? Ti ho spinto troppo?”

“ No, tu..”

“Dimmelo. Posso farcela.”

Si siede ed aspetta, mentre io cerco di trovare il coraggio di fargli una domanda.

Ha appena finito di prendere una sorsata d’acqua, quando parlo.

“Quando abbiamo fatto sesso, ero l’attivo o il passivo?”

Si stava per strozzare, tossì forte rovesciandosi l’acqua sul cappotto.

Ci volle un buon minuto o giù di li per fermare la sua tosse, a quel punto vedemmo la famiglia di Kurt venirci incontro a piedi dal parcheggio.

Kurt si sporse verso di me, asciugandosi il mento, dicendomi:

“ Ne riparliamo più tardi”.

Annuisco debolmente ,quando Carole ci raggiunge.

“ Non avreste dovuto aspettarci qui fuori” dice, attirandoci entrambi in un abbraccio a tre. “ Il parcheggio è così scarsamente illuminato.. ed inoltre fa più caldo nel ristorante.”

“ E’ tutto a posto” . Le guance di Kurt sono di un rosso fiammante. “Il freddo è una specie di rinfrescante”.

“Pensavo avessi detto che l’aria fredda facesse male alla tua pelle” dice Finn, altissimo rispetto a noi, e Kurt lo guarda male.

“Sul serio? Non hai mai ricordato nessuno dei miei consigli sulla cura della pelle, ed ora tu…”

“ Andiamo dentro”, dice Carole con un sorriso luminoso. “ Muoio dalla voglia di un bicchiere di vino rosso.

Prende sottobraccio Kurt e lo conduce nel ristorante, con Finn proprio dietro di loro.

Sto per seguirli quando sento una mano stringere la mia spalla.

Mi giro e vedo Burt in piedi accanto a me, con un’espressione felice negli occhi.

“Non sai quanto è bello vedervi di nuovo insieme” dice.

Entriamo nel ristorante insieme e, anche se la sua mano lascia la mia spalla dopo un attimo, sento ancora il calore della sua mano.

La cameriera di turno prende dei menù e ci accompagna ad un tavolo al centro del ristorante.

Io e Kurt ci sediamo ad un lato , Burt e Carole dall’altro, mentre Finn prende una sedie e si accomoda a capotavola.

“ E’ la prima volta che torni al Breadstix?. Mi chiede Burt, ed io annuisco.

“Devi provare i grissini “ Finn dice con entusiasmo spingendo verso di me il cestino del pane. “ Sono davvero tremendi”.

Do un’occhiata interrogativa a Kurt per poi prendere un grissino del cestino con un’alzata di spalle.

Kurt sospira.

“Hanno sempre un sapore di stantio, non importa quando li prendi. Com’è possibile?” ne prende uno lo stesso , cercando di sgranocchiarlo delicatamente.

Devo distogliere lo sguardo per un momento, sto avendo troppe immagini delle labbra di Kurt avvolte ad oggetti lunghi e cilindrici per stasera.

“ Forse avremo dovuto cenare a casa stasera” mormora Carole, con la fronte aggrottata. Sembra distratta, si guarda attorno nel ristorante. Forse sperava di trovare qualcuno che conosceva qui.

“ E’ un peccato avere tutta la famiglia di nuovo insieme e mangiare grissini stantii.. avrei potuto cucinare il mio arrosto; amate tutti il mio arrosto.”

“ Dai mamma, non veniamo qui da settimane” dice Finn, “ Mangeremo il tuo arrosto domani sera.” Si ferma a pensare. “ A meno che Sarah non mi perdoni prima e posso finalmente tornare nel suo appartamento. In quel caso, dovrete fare la cena senza di me”.

“ Cosa hai fatto stavolta?” gli chiede Kurt.

“ Niente”.

“ Finn”

“ Beh.. la settimana scorsa era il suo compleanno..”

“ Non dirmi che lo hai dimenticato..”

“ Non l’ho dimenticato.. Me lo sono assolutamente ricordato…”

“ Okay”.

“ Il giorno dopo “ ammise Finn.

Kurt alza le braccia iniziando a rimproverarlo; ne approfitto per avvicinarmi a Carole per parlarle.

“ Amo la tua camicetta” le dico, “ mette in risalto il colore dei tuo occhi. Dove l’hai presa?”

“In realtà, me l’ha regalata Kurt”, risponde. “ Com’è andato il viaggio fin qui? Le strade erano okay? Niente ghiaccio nero?”

“ Non male.” Rispondo “E il vostro?”

“ Oh, tutto bene.”

“Uhm… così..” abbasso la voce, “ Volevo solo ringraziarvi per l’ospitalità di ieri. So che probabilmente ho interrotto la vostra cena di famiglia, e …”

“Blaine” mi interrompe Carole. “ Sei stato parte di questa famiglia per tantissimo tempo, avremo sempre un posto per te a tavola.”

Penso , improvvisamente, alle cene della mia famiglia, a mio padre che tagliava la carne ed io e la mamma che lo applaudivamo. Sembrava tutto così rigido e formale , in confronto.

“ Mi dispiace anche per essermi messo a piangere.” Dico ancora più a bassa voce. “ Non piango mai, non so cosa mi sia preso”.

Carole allunga una mano per stringere la mia mano brevemente.

“ Eri preoccupato per Kurt. E tutti a quella tavola sapevano perfettamente come ti sentivi. Se Kurt non avesse chiamato la notte scorsa, probabilmente ne avremo denunciato la scomparsa.”

“ Davvero?”

“ E’… non riesco nemmeno a spiegarti cosa significhi avere un figlio, un’estensione di noi stessi nel mondo. Vorresti proteggerli ogni minuto della giornata, ma, semplicemente, non è possibile. E’ stato già difficile quando avevo solo Finn, ma Kurt è molto più vulnerabile. “ I suoi occhi si riempirono di lacrime e dovette ingoiare visibilmente.

“ Quella notte.. la notte in cui siete stati aggrediti..”.

“Non devi…”

“ E’ il peggior incubo per qualsiasi genitore” Si schiarisce la gola, prende un bel respiro, “ Io e Burt non possiamo fare a meno di preoccuparci, anche adesso che abbiamo cercato di andare avanti, per Kurt, alcune cose sono troppo difficili.. Come quando passano parecchie ore senza sentirlo, o quando vai in un luogo pubblico e ti chiedi se tra la folla si trovano i vostri aggressori..”

Mi guardo in giro, di nuovo.

Non mi è mai venuto in mente che il nostro attacco era avvenuto a Lima, Carole ha ragione.. era più che probabile che i nostri aggressori fossero di qui.

“ Va bene, mi dispiace. Ma qualcuno deve pur difendere quella povera ragazza”. Kurt aveva, evidentemente, finito di rimproverare Finn, e si china verso di noi con curiosità.

“ Cosa mi sono perso?”

Carole sembra agitata, quindi intervengo io “ Stavo solo complimentandomi con lei per questa bella camicetta” , dico, “ Mi ha detto che ha avuto un po’ di aiuto per sceglierla.”

“Non mette in evidenza il verde dei suoi occhi?” sospira, “ Che posso dire, vivo con una vera musa .”

“ Si , come no” ride , sbuffando grossolanamente. “ Oh, quasi dimenticavo..” scava nella sua borsa , poi tira fuori il cellulare di Kurt e glielo porge. “ Hai un caricabatteria a casa di Rob?”

“ Si, sono a posto. Grazie. “ si infila il cellulare in tasca e apre il menù per condividerlo con me, indicando i vari antipasti.

“ Okay, puoi mangiare tranquillamente questi tipi di pasta, ma starei lontano dalla carne, se fossi in te. Finn è stato molto male l’ultima volta che ha mangiato un cheeseburger qui.”

“Esplodeva da tutte le parti” dice Finn in suo aiuto.

“ Se ti va, puoi prendere anche un insalata o una zuppa per cena. Il loro minestrone è piuttosto buono.”

“Oh..” scuoto la testa. “ In realtà non sono un grande fans del minestrone”.

Finn sbircia da sopra il menù, “ E da quando? Hai sempre preso il minestrone qui”.

“ A volte, dopo un trauma cranico, i gusti possono cambiare”, gli dico.

“Veramente?”

“ Secondo il dottore”.

“Strano”.

Dopo aver dato le nostre ordinazioni alla cameriera, rimaniamo seduti in una sorte di strano silenzio.

Finn sta messaggiando con qualcuno, Burt sgranocchia grissini e Carole si guarda in giro, osservando gli altri clienti del ristorante.

Sembra che la sua attenzione sia concentrata su un punto in un angolo dietro di me.

Quando mi volto a guardare, vedo ad un tavolo dai ragazzi , universitari credo, con la divisa da football.

“ Vado in bagno” , dice Kurt, “ Torno subito.”

Si alza dirigendosi in fondo alla sala.

Mi giro verso Finn, che sembra il più sicuro su cui scommettere per una conversazione, ma prima che potessi chiedergli qualcosa, Carole gli dice :

“ Finn, vai in bagno”.

“Ma io non devo andare a pisc…”

“ Adesso”.

Si affretta a seguire Kurt, e noi rimaniamo di nuovo in silenzio.

Mi concentro sulla mia acqua, cercando di ignorare la preoccupazione che assale il mio stomaco.

Cosa sta succedendo?

Qualche minuto dopo, Kurt torna indietro quasi marciando, con sguardo furioso, mentre Finn lo seguiva.

“Di nuovo?” Domanda , in piedi accanto al tavolo con le mani sui fianchi, “ Sul serio? Credevo avessimo superato questa sciocchezza”.

“Kurt, siediti”, dice Burt , guardando l’angolo del tavolo con disapprovazione, “ I nostri piatti arriveranno presto”.

“Ho diciannove anni , non ho bisogno di un compagno di bagno”.

“Kurt , ti prego” Carole supplica, “ Ne stai facendo una scenata.”

Mi guardo attorno, ma nessuno sembrava interessato a noi.

Poi scorgo una figura familiare , seduto ad un tavolo in un angolo. Ci sta guardando con occhi arrabbiati, sorseggiando una bibita ed ignorando completamente la ragazza seduta di fronte a lui.

Mi volto, cercando di ignorare la sensazione di disagio che mi aveva preso nello stomaco.

Cosa ci fa il ragazzo dello Scandals qui?

Kurt, finalmente, si siede di nuovo accanto a me, sbuffando, e Carolo riesce a distrarlo parlandogli di un nuovo taglio di capelli che il suo parrucchiere aveva imparato.

Kurt è nel suo elemento, parla di sfumature di colore, di luci e del valore di una buona mousse, così lancio, furtivamente, un’altra occhiata al ragazzo . Dave, credo.

Sta ancora a fissarci, la mascella serrata.

Tutto ad un tratto, mi sento assalire dalla nausea.

Mi sembra di dover vomitare.

“Ho bisogno di usare il bagno”, dico a Kurt

Mi alzo da tavola, poi mi dirigo verso il bagno degli uomini.

Immagino che Carole non insistette per farmi avere un compagno di bagno, perché Finn non mi seguì.

Entro in bagno e mi avvicino al lavandino di porcellana. Il mio viso nello specchio mi appare pallido e tirato.

Giro la manopola del vecchio lavandino dell’acqua fredda, e , a mani aperte, inizio a schizzarmi un po’ d’acqua sul viso. Per fortuna, funziona con la nausea.

Respiro profondamente, e raddrizzandomi , vedo il volto di Dave riflesso nello specchio proprio dietro di me.

“ Gesù” . Mi volto , agitato.

Mi si avvicina, quasi sovrastandomi.

“Cosa vuoi?”

“Perché sei venuto qui?” mi dice a denti stretti. “ Tu non appartieni a questo posto. Questa è la mia città”

“ E’ anche la città del mio ragazzo, lui vive…”

“ Tu non lo meriti”

“ Cosa?”

“ Hai avuto la tua occasione con Kurt, ti sei dimenticato di lui. Non avresti dovuto riaverlo” stringe la mani a pugno ed io mi blocco con la schiena al lavandino.

“Dovrei essere io a stare con loro , a quel tavolo. Dovrei essere io a farmi bello per loro, io a seguirlo a casa dopo.”

Spalanco la bocca. “ Tu.. tu conosci Kurt?”

Le sue narici si dilatano , mentre si avvicinava.

Vorrei correre, urlare, ma sento le mie gambe pesanti e a faccio fatica a respirare.

“ Ascolta attentamente” mi dice, ma qualsiasi cosa fosse fu interrotto dal suono di una porta che sbatteva.

“Oopss..la porta è più leggera di quanto pensassi”. Finn è li, con un sorriso imbarazzato. “ Mamma mi ha mandato a vedere come stavi. Tutto okay?”

“Si”, mormoro, ancora scosso.

“ Ehy, Karofsky, come va?” annuisce. Ed io mi sento sprofondare.

Karofsky.

Dave era David Karofsky.

Afferro il lavandino dietro di me, forte.

Nessuno dice nulla, e questo silenzio fece capire a Finn che c’era qualcosa che non andava.

Apre la bocca esitante. “ Sei sicuro che vada tutto bene?”

“Uhh.. non mi sento tanto bene.” ammetto.

Finn mi guarda , preoccupato, si avvicina e mi porta fuori dal bagno.

Non oso voltarmi per vedere se Dave ci stesse seguendo.

“ Hai bisogno di aria fresca”, dice Finn, dirigendosi velocemente alla porta d’ingresso.

Appena fuori, prendo delle profonde boccate d’aria gelata, cercando di calmare la rabbia e la paura che sentivo nel mio petto.

Ero li da qualche minuto, quando sento qualcuno avvicinarsi.

“Blaine?”, mi si avvicina Kurt, inclinando la testa.” Finn mi ha detto che non ti senti molto bene. Cosa c’è che non va?” Mi mette una mano sulla fronte e sulle guance. “ Non sei caldo.. ma stai tremando tutto, tesoro, forse ti hai preso freddo.”

“ Sei uscito con Dave Karofsky?” dico esigendo una risposta.

L’espressione del suo viso, mi da la risposta giusta.

“ Sul serio? Il tizio che per tutto il liceo non ha fatto altro che bulleggiarti e che ti ha molestato sessualmente? Ho letto tutta la storia sul mio diario. Quel ragazzo ha reso ogni tuo giorno a scuola un inferno. Ti sei dovuto trasferire alla Dalton per colpa sua”.

“ Lo so..”

La porta si apre di nuovo, ma è solo Finn che si avvicina goffamente a noi.

Suppongo che stasera sia anche un nostro compagno da parcheggio.

“Tutto bene’” chiede.

“ No, Finn, non va tutto bene”. Dico , passandomi le mani tra i capelli , strofinandole sulla mia cicatrice. “ Ho appena scoperto che Kurt ha cercato di sostituirmi col ragazzo che mi ha aggredito la settimana scorsa, quindi scusatemi se ho bisogno di qualche minuto per elaborare il tutto.”

“ Aspetta. Cosa?” Kurt mi guarda sbalordito. “ Cosa è successo?”

“ Ho cercato di parlare con lui allo Scandals, e lui mi ha spinto contro il bar.”

“ E’ stato Dave? Ti .. ti ha fatto del male?”

“ No, lui…”

Finn si volta e corre di volata dentro il ristorante.

“ Oh no.” Kurt sussurra, mi afferra una mano e mi tira.

Nel momento in cui rimettiamo piede nel ristorante, vedo Finn tirare Dave afferrandolo per il colletto della giacca.

La ragazza che sta con Dave, protesta, Burt e Carole si alzano preoccupati, ma Finn sembra non accorgersi di nulla.

“ Hai messo le mani addosso a Blaine la settimana scorsa? “ domanda “ Hai spinto Blaine?”

Dave alza le mani. “ Ehy, calmati Finn..”

Ma Finn è troppo furioso per calmarsi.

Trascina Dave fuori nel parcheggio, fregandosene dei tentativi di Kurt di fermarlo.

“ Hai preso di mira mio fratello al liceo” quasi fuma dalla rabbia, “ Ora hai preso di mira Blaine. Cosa esattamente vuoi..?” I suoi occhi si spalancano all’improvviso. “ Oh mio dio, sei stato tu”.

“ Cosa?”

“ Li hai aggrediti l’anno scorso”.

“ Io…”

Il primo pugno di Finn colpisce pesantemente la guancia di Dave. “ Figlio di puttana. Avresti potuto ucciderli..” Riesce a colpirlo due volte prima che lo raggiungessi. Lo afferro per la vita, cercando di trattenerlo.

“ Finn”, grida tra le lacrime Carole, correndo verso di noi con Burt.

“Fermati” gli mormoro all’orecchio. “ Fermati. Non è stato lui”.

“ Ti stava minacciando in bagno , prima. Non è vero? Ho capito che c’era qualcosa che non andava quando sono entrato.”

“ Non è stato lui ad aggredirci. Te lo giuro.”

Respira ancora pesantemente, mentre guarda Dave piegato in due , con la testa tra le mani come difesa. “ Non puoi saperlo” dice Finn.

“ Lo so.”

“ Come?”

“ Perché è innamorato di Kurt”.

“ Cosa?”

“ E’ innamorato di Kurt”.

Riesco a sentire il cambiamento nel corpo di Finn, mentre realizza quello che gli stavo dicendo.

“ Pensa a quanto era ferito Kurt dopo l’aggressione. Non si può fare questo a qualcuno che si ama. Dave mi odia, si, ma non avrebbe mai alzato un dito contro Kurt.”

Il parcheggio è completamente silenzioso, si sente solo il respiro pesante di Dave.

Finn alza le mani , in segno di resa, ed io lo lascio andare.

Eravamo ancora li, quando la compagna di Dave venne fuori, con addosso la giacca, arrabbiatissima.

“ Andiamo” gli dice bruscamente.

Dave si raddrizza, la mano sulla guancia. “ Cassie..”

“ Non ti voglio sentire, Dave” scatta, “Non sono mai stata così umiliata in tutta la mia vita”, dice andando via; Dave, dopo una veloce occhiata a Kurt, la segue velocemente.

Io e Finn ritorniamo da Kurt ed i suoi genitori, che ci stavano guardando con una espressione imperscrutabile.

“Finn, vai a casa nostra con Kurt e Blaine” dice Carole severamente.” Vado a cercare il nostro cameriere per poter pagare e concludere la nostra cena.”

“ Mamma..”

“Non discutere con me”, guarda Burt. “ Li accompagni alla macchina?”

“ Certamente”, dice , poggiando un braccio sulle spalle di Kurt, “ Finn tu stai con Blaine.”

“ Si.”

Kurt sembra prossimo alle lacrime.. “ Papà…”

“ Non è colpa tua, figliolo. Solo.. andiamo a casa."





Note:

Allora, come ho scritto nel piccolo riassuntino iniziale, questa è la continuazione di una traduzione mai completata. AngelCalipso si era fermata al capitolo 19 , la storia è formata da 32 capitoli,per ora , ho quindi chiesto il permesso all'autrice di continuare con la traduzione, perchè molti avevano seguito questa FF..

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1163106 questo è il link per leggere i primi 19 capitoli... naturalemente per quanto io abbia cercato di mantenermi in linea con la sua di traduzione è possibile che ci sa qualche "differenza" fatemi sapere se vi va bene lo stesso o preferite che la segua di più...

Avendo un paio di traduzioni in corso aggiornerò , per ora , una volta a settimana.. ancora non ho deciso il giorno ma ve lo farò sapere..

RIngrazio Alina_Petrova per la foto...

Smackkkkkkkk

Beh... buona lettura... e se qualcuno vuole a me fa piacere ricevere commenti sia buoni che "correttivi"... P.S. Allora il mio nome su Efp è froda.. e dalle note avrete capito che sarò io a continuare questa traduzione.. ho finalmente ottenuto la password e quindi posso ricopiare la storia dal mio account a questo.. nel frattempo questo è il link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3293485 fino al capitolo 32 .. l'autrice ha promesso di finirla ma non sa ancora quando .. aspettiamo impazienti.. ma con calma purtroppo da quello che mi ha detto ha avuto molti problemi personali.

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


Durante il tragitto verso casa di Kurt, non ci diciamo una parola.

Sono sopraffatto.

L’unica cosa che mi permette di guidare nella giusta direzione, sono tutte queste emozioni che mi scorrono nelle vene.

Fuori è buio pesto. Ed io continuo a premere il freno, ogni qualvolta mi sembra di notare un’ombra passare davanti ai fari.

Mi dirigo verso casa degli Hummel, e mi fermo.

Tutto quello che avrei voluto fare era salire sul ripiano nell’armadio della mia camera da letto, stringere le gambe al petto, cercando di farmi più piccolo possibile.

Tornare a casa non era ancora un’opzione , anche se… ma non posso affrontare i miei genitori.

Ma allo stesso tempo non posso, eventualmente, sedermi al tavolo della cucina di Kurt e parlare con la sua famiglia.

Eppure so che se lasciassi qui Kurt e me ne andassi nell’appartamento di Rob, lui ne sarebbe devastato.

Ho tre opzioni, eppure non ne ho in realtà.

"Andiamo", mi dice Kurt alla fine, " Andiamo dentro."

"Kurt.."

" Abbi solo un pò di fiducia in me", mormora.

Ci incamminiamo tutti verso casa.

Finn e Kurt si tolgono i cappotti e li appendono all'attaccapanni.

Cerco di tenermi il mio, ma Kurt mi allunga il braccio e non lo ritira fin quando non gli consegno il mio cappotto.

Lo appende ordinatamente accanto al suo, poi prende la mia mano e mi sussurra:

"Voglio mostrarti una cosa".

Mi conduce lungo il corridoio della piccola casa, fermandosi vicino la porta posteriore.

Mi guardo intorno, è solo un corridoio vuoto.

Kurt raggiunge il soffitto, e spinge un pannello che non avevo notato prima, li proprio sopra le nostre teste.

Una vecchia scaletta scende automaticamente, fino al pavimento.

"Non è come il tuo armadio", dice, " ma potrebbe aiutarci."

Lo fisso a bocca aperta . " Ma come...."

" Le cose non erano mai state perfette, nemmeno prima dell'attacco. Ero diventato abbastanza bravo a capire quando avevi bisogno di un posto dove stare da solo per poterti sentire al sicuro.

Mi indica la scala.

“Provalo”.

Probabilmente, per correttezza, avrei dovuto chiedergli di salire con me; ma non lo faccio.

Invece, salgo lentamente le scale, fin quando non mi ritrovo in una soffitta , piccola e polverosa.

Si gela qui.

Non riesco a stare nemmeno in piedi, e ci sono talmente tante scatole che riesco a muovermi solo di pochi passi in qualsiasi direzione.

E’ perfetto.

Mi allontano dalla scala, fermandomi accanto ad un paio di scatole etichettate come vestiti estivi. Non riesco nemmeno a trovare una lampada; ma va bene. Il buio si adatta bene al mio stato d’animo.

Da sotto, mi giunge il rumore di una porta che si apre e la voce ansiosa di Carole chiamarci.

Kurt le risponde, ma io sono contento di non riuscire a sentire la loro conversazione.

Non riesco nemmeno ad immaginare quanto lei possa pensare che io sia maleducato, nascosto qua su , quando invece dovrei essere a cena con loro.

Burt si unisce a loro, la sua voce è appena un mormorio.

Le mie guance si tingono di rosso.

Ieri sera ho pianto tanto li al loro tavolo da pranzo.

Stasera mi sono nascosto qui in casa loro.

Tanto per stupire la famiglia di Kurt.

Sento ancora le loro voci, e nonostante il poco spazio, mi sento ancora turbato.

Troppo presto , sento qualcuno avvicinarsi alla scala.

Sento dei rumori pesanti su per la scale, e vedo una testa castana fare capolino.

“ Sei il mio amico “soffitta” adesso?” chiedo senza ironia a Finn, che si affaccia incerto, mantenendosi con la mano sinistra per tenersi in equilibrio.

“ La cena”, dice, mostrandomi i due contenitori in alluminio che aveva nella mano destra.

“ Non ho fame”.

“ Figo, allora mi mangio anche la tua appena finisco la mia” Si lascia cadere accanto a me, iniziando ad aprire i contenitori.

L’odore di crocchette di pollo e patatine fritte, in realtà, è piuttosto invitante.

Cerco di ricordarmi se oggi ho mangiato qualcosa di diverso dalle solite Pot-tart.

Ma poi inizio a pensare a grissini stantii , acqua fredda e ad una figura che incombe su di me..

“Non ricordo nemmeno cosa ho ordinato” dico, cercando di distrarmi.

Finn rompe il coperchio del secondo contenitore.

“ Sembra pollo alla parmigiana, sugli spaghetti.”

Mi porge coltello e forchetta, alzando le sopracciglia, fin quando non li accetto.

Sospiro mentre accetto, prendo il contenitore e lo apro, diffondendo un allettante profumo di aglio e pomodoro.

Mangiamo in silenzio, fianco a fianco, fino a quando il dolore allo stomaco non inizia a diminuire.

“ Allora, chi ti ha fatto salire qui?” chiedo , prendendo un pezzo di mozzarella, “ Tua madre?”

“ In realtà , mi sono offerto volontario.”

“Davvero?”

Si infila una manciata di patatine in bocca e si pulisce la mani sui jeans.

“ Temevo potessi trovare questi.” Dice avvicinandosi a me con in mano alcune riviste.

Arriccio la fronte per la confusione, per poi notare un piccolo particolare delle copertine.

“ Leggevi porno qui?” gli dico, sbigottito.

“Uh, … non lo chiamerei proprio leggere.. mi bastava guardare le immagini , e.. sai no?”

“Grande”.

“Non volevo le trovassi e ne rimanessi infastidito.”

Lo guardai leggermente storto. “ Le tette non mi turbano”

“No?”

“No , non le trovo interessanti, ma non mi infastidiscono”.

Tranne forse il fatto che probabilmente sono seduto sui fluidi secchi di Finn.

“Figo”.

Si appoggia ad una pila di scatole, infilandosi in bocca l’ultima crocchetta di pollo.

“ Più che altro , ci venivo quando avevo bisogno di stare da solo.”

“Ma non avevi la tua stanza?”

“Si, ma…”si stringe nelle spalle, “ C’è voluto un po’ per il recupero di Kurt, a volte era tipo troppo rumoroso di sotto.”

“ Non capisco. Ha detto che non era stato ferito così tanto..”

“ Non parlo del suo recupero fisico.”

"Oh".

Abbasso lo sguardo sulla mia cena mezza mangiata e la poso di fianco a me, non avevo più appetito.

Anche lui posa la sua e , per qualche minuto , gli unici suoni sono i mormorii fievoli di Kurt e dei suoi genitori che ci giungono dal piano di sotto.

" Spero che tu non sia arrabbiato con Kurt", dice Finn a bassa voce. " Le cose dopo l'aggressione andavano male e le cose sono peggiorate quando ti sei dimenticato di lui. E' stato davvero molto difficile per lui".

"Non sono arrabbiato con Kurt"

"Con chi allora?", chiede, " Karovsky?"

" Con me stesso, Finn" , gli dico e lui mi guarda confuso. " Lo sapevi che sono stato un pugile per anni?"

" Uh.. si, in realtà, me lo ricordo".

"Fui picchiato nella scuola pubblica che ho frequentato a Westerville, quando ero una matricola. Dopo i miei genitori mi iscrissero ad un corso di autodifesa, così da poter imparare a difendermi. Poi misero un sacco da pugile in cantina; presi l'abitudine di passarci molte ore li, lavorando sul mio gancio destro e sull'uppercut*."

" Non capisco..."

" Io e il mio ragazzo siamo stati aggrediti , quasi uccisi, mentre eravamo nel parcheggio della scuola l'anno scorso", dico con voce tremante, "Un tizio mi ha spinto contro il bancone di un bar la settimana scorsa; e , questa sera, lo stesso ragazzo mi ha minacciato di nuovo".

Avvolgo le braccia attorno alle ginocchia, stringendo leggermente.

"Mio padre è solito dire: "una volta è un incidente, due volte una coincidenza, la terza è uno schema". Allora, questo, è chiaramente uno schema. Qualcuno minaccia la mia sicurezza, ed io non riesco a reagire. Non riesco nemmeno a muovermi."

"Quindi tu sei arrabbiato per il fatto che stasera sei rimasto bloccato ed ho dovuto colpire Dave al posto tuo" deduce Finn.

" Sono arrabbiato perché tutte quelle lezioni e quella pratica sono state inutili, se non riesco nemmeno a difendermi quando si arriva al momento critico"

Finn giocherella con i lacci delle scarpe, pensieroso.

" Beh, forse il lottare non è il tuo forte. Il tuo primo istinto è di non ferire qualcuno. Non è una cattiva cosa".

" Lo è quando sei faccia a faccia con qualcuno il cui primo impulso è ferire te."

Annuisce tristemente.

Alla fine mi fa un vero sorriso.

"Sai anche Kurt ha preso lezioni di autodifesa, quando eravamo al liceo".

"Davvero?"

Questo mi sorprese, per qualche strana ragione.

"Si. Burt era convinto che era molto di più di un obiettivo per i bulli , così tornò a casa con tutti questi opuscoli di vari corsi e disse a Kurt di sceglierne uno. Alle fine del semestre, Burt gli chiese di mostrare a tutti e tre cosa avesse imparato"

" E..? "

" Ci disse solo di aver imparato tanto sui differenti modi di usare le spade sai".

Io e Finn scoppiamo a ridere forte.

Questa cosa, adesso, non mi sorprende.

" Burt non poteva essere più arrabbiato. Kurt girava per le stanze cantando canzoni da " Man of la Mancha", roteando le spade dovunque; credo anche di essermela fatta sotto una volta , dal troppo ridere"

" Questo è il mio Kurt".

Rimaniamo così seduti per un pò, ascoltando i lievi tintinnii di piatti , fino a quando Finn non parla di nuovo.

“ Ha bisogno di te, sai”

“ Lo so”, sospiro.

“Quello che voi due avete, è speciale. Non tutti hanno la possibilità”, si acciglia, “ Ho creduto di aver avuto anche io qualcosa di simile una volta”.

“ Con Sarah?”

“Sarah? No, lei… no. E’ stato tempo fa. Ho creduto che potesse essere l’unica.”

“Cosa è successo?”

“ Sai , come quando le cosa andavano male e Kurt ha messo da parte il suo sogno per aspettare te qui?”

“ Si..”

Finn scrolla le spalle.

“ Ho scoperto che per lei seguire il suo sogno fosse più importante di quanto lo fossi io”

Cerco di non mostrargli pietà , ma so di aver fallito.

“Mi dispiace davvero tanto. Fa schifo.”

“ Fa schifo davvero. Ma la vita va avanti , no?”

Un rumore di sedie spostate ci arriva dal piano di sotto; capisco che Kurt ed i suoi genitori hanno finito di cenare.

Finn mi guarda con curiosità.

“ Andrei da lui , giù.” Gli dico, “ Ma ho paura che i tuoi genitori mi possano odiare”

“ I miei genitori non potrebbero mai odiarti”, dice guardandomi come se fossi diventato matto”.

“ Ho riportato tutto questo il dolore nella loro vita…”

“ Non lo hai fatto, Blaine”, mi interrompe, “ Mia madre e Burt dicono sempre che quando io e Kurt avevamo sedici anni, si sono ritrovati all’improvviso con due figli, ma che , quando ne avevamo diciasette, si sono ritrovati ,di nuovo all’improvviso, con tre figli” scuote la testa, “ Ti comporti come se fossi una specie di ospite maleducato o qualcosa di simile. So che non ti ricordi, ma tutti noi conosciamo te. Tutti noi ti consideriamo come uno di famiglia, quindi non importa se piangi durante una cena o se esci infuriato da un ristorante o altro. I miei genitori ti vorranno sempre bene”.

Mi si stringe la gola, cercai di nascondere la cosa, voltandomi a sistemare alcune riviste.

“Anche io ho bisogno di lui , sai”

“ Certo, è ovvio. Voi due siete Blaine e Kurt; non può esistere un Blaine senza un Kurt o viceversa.”

Non capisco come, ma questa cosa ha un senso.

*********



Scesi la scala per primo, mentre Finn sistemava la sua collezione di riviste porno in un angolo.

Poi mi segue. Mi aiuta a sistemare la scala, ma sono troppo basso per aiutarlo a sistemare il pannello.

Non si sente più nessun rumore dalla cucina, so che Kurt e i suoi genitori ci hanno sentiti.

Esito, ma Finn mi da una colpa sulle spalle ed entra per primo.

Gli sono grato per il gesto.

Quando gli ostacoli sono troppo alti, sembra più facile seguire che condurre.

Burt e Carole sono vicino al tavolo, mentre Kurt ha le maniche arrotolate e le mani nel lavandino mentre lava i piatti sporchi.

“ Dessert?” chiede Carole, quando ci vede. “ Ho comprato una grossa torta da Entenmann, l’altro giorno. E scommetto che abbiamo anche del gelato.”

“C’è una partita di pallacanestro in tv stasera”, dice Burt, “ Potremo guardarla tutti insieme se…”

Mi avvicino e lo abbraccio forte, fermando qualsiasi cosa stesse per dire.

Si irrigidisce per un attimo, poi risponde al mio abbraccio con dolcezza a mani aperte sulla mia schiena.

“Grazie” gli dico sottovoce.

Mi allontano e lui annuisce con gli occhi lucidi.

Poi mi volto verso Carole, che aveva iniziato ad avvicinarsi. Ci abbracciamo forte e lei mi scompiglia i capelli.

“Grazie Carole.”

Quando mi volto verso Kurt, lui stava già asciugandosi le mani .

“Potete..”

“ Finiremo noi”, mi assicura Burt e Kurt mi prende per mano, portandomi giù nella sua camera da letto.

Una volta li, Kurt chiude la porta; io apro la bocca per parlare, ma lui è più veloce e mi stringe in un forte abbraccio.

Restiamo così, insieme, per quel che sembrano ore, stretti l’uno nelle braccia dell’altro.

“Stai bene?” mi chiede, io annuisco in silenzio.

Ondeggiamo avanti e indietro come se stessimo danzando.

Apro gli occhi lentamente, focalizzando lo sguardo sul muro di foto di fronte a me.

Ci sono dozzine di scatti di noi due.

Stiamo cantando, ballando, ridendo, baciandoci…

“ Voglio essere li su” dico e Kurt, sciogliendo l’abbraccio, mi guarda curiosamente.

“ Li su dove?”

“ Sul muro”, dico indicando le foto.

“ Sono tutte foto di te e del vecchio Blaine. Voglio essere io ad essere li.”

Kurt pensa per un attimo , poi il suo volto si illumina.

“Aspetta un attimo”.

Mi dispiace , ma non dico nulla. Perché Kurt è già schizzato fuori dalla stanza e le mie braccia diventano fredde e vuote, arriccio le dita per cercare di trattenere il calore del suo corpo.

Ma torna in un attimo, con in mano una vecchia macchina fotografica Polaroid*.

“ Ho abbastanza pellicola per fare una ventina di foto.” Dice, “ Vuoi farle tutte adesso o vuoi farne qualcuna….”

“Tutte ora” dico di botto.

Il sorriso del vecchio Blaine è raggiante e compiaciuto, voglio cancellarlo col mio

Le braccia di Kurt sono più lunghe delle mie, quindi fa lui le foto.

So che potremo chiamare Burt o Carole per farci le foto, ma questo è tutto più intimo.

Avviciniamo i nostri volti e facciamo tante pose così come le chiama Kurt.

“ Fai una faccia felice!, Seducente! Vigorosa!, Ora fanne una confusa! Ora astuta! Terrificante!”

Sono abbastanza sicuro, che non ho fatto altro che sorridere in ogni foto.

Quando sono finite le venti foto, le stendiamo sul letto e le guardiamo svilupparsi.

Iniziamo a ridere , a voce alta e sfrenatamente, perché anche Kurt non ha fatto che sorridere in tutte le foto.

Mi avvicino al muro per staccarne una, ma Kurt mi blocca.

“Queste restano li”.

“Tu mi ami”, gli ricordo, “ e ami me” dico cocciutamente.

“ Si, ma senza di lui, non ci sarebbe nessun te.”

Lavora velocemente, sposta alcune vecchie foto e riempie i vuoti con queste nuove della Polaroid.

Quando finisce, le foto sono dappertutto nella stanza, e sembra più di una semplice esposizione di foto. Sembra che ci sia vita su quel muro.

Ha realizzato anche qualcosa di diverso, non so se di proposito o per puro caso.

Ovunque ci sono insieme foto del vecchio Blaine col vecchio Kurt e foto del nuovo Blaine e del nuovo Kurt, sorridenti come a voler dire “Vi vediamo così felici ed innamorati, ma lo siamo anche noi, adesso.”

Visto che è tardi e che le strade sono ghiacciate e la nostra stanchezza , decidiamo di rimanere qui a dormire.

Kurt mi assicura che ai suoi genitori non importa se condividiamo il letto, ma io insisto perché glielo chieda comunque.

Si siede davanti allo specchio per i suoi soliti rituali serali per la pelle, mentre io do una veloce lettura alla copia di “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” che avevo notato su uno scaffale.

“Amo questo libro” gli dico, “ E’ sempre il mio preferito.”

Sorrido tristemente, e anche prima di controllare , so che troverò una dedica.

Ed infatti ho ragione.

“Per Kurt.. Affronterei i treni più pericolosi e gli stranieri più temibile, per trovarti.. Blaine.

Metto il libro da parte, preso da una inutile gelosia per l’altro me. “ Dimmi qualcosa che lui non ha mai saputo”, dico a Kurt.

“ Chi?”

“ Il vecchio Blaine. Dimmi un segreto che non hai mai avuto il coraggio di dirgli.

Si ferma, col batuffolo di ovatta imbevuto di tonico, e pensa.

“ Ho sempre temuto di averlo amato più di quanto lui amasse me”.

Non era quello che mi aspettavo dicesse. E , in realtà, non mi fa sentire meglio.

Gli chiedo se posso prendere in prestito qualcosa per dormire, e lui mi indica un cassetto basso del suo armadio.

Tiro fuori una maglietta scolorita e un pantalone di flanella, quindi mi scuso e vado in bagno a cambiarmi.

Solo quando mi tolgo i jeans , decido di controllare il cellulare per vedere se ci sono delle chiamate perse.

CI sono quattro messaggi di Sebastian:

08:11 Speravo potessimo parlare. Per favore, l’unica cosa che vorrei è parlare.

08:45 Chiamami quando puoi. Possiamo uscire. Andare a fare un po’ di shopping. Prenderci un caffè. Vedere cosa succede.

09:56 Ho appena aperto la migliore bottiglia di vino di sempre. Vieni e dividila con me.

10:48 Sono così fottutamente desideroso che tu fossi qui a fottermi.

Il mio viso diventa quasi rosso barbabietola mentre cancello i messaggi dal mio telefono e mi siedo sul bordo della vasca.

Mi vergogno di essere agitato per l’eccitazione dopo aver letto l’ultimo messaggio.

Come posso avercela con Kurt per i suoi sentimenti per il vecchio Blaine, quando mi eccito per qualcuno che mi ha molestato sessualmente?

Perché Kurt era innamorato del vecchio Blaine, ricordo a me stesso, e tu sei solo un ragazzo in piena crisi ormonale e sei lusingato delle attenzioni di Sebastian, questo è tutto.

Sai che preferisci coccolarti in pigiama con Kurt, piuttosto che fare sesso sfrenato con Sebastian.

Torno in camera di Kurt, sperando che non si accorga della mia iniziale erezione.

Ma dal sorriso sul suo viso , capisco che se n’è accorto.

“ Questo mi fa ricordare” dice , prendendo con le dita un po’ di una crema bianca idratante.” Devi promettermi di non usare più parole come attivo o passivo quando dobbiamo incontrarci con i miei genitori. Non è un qualcosa che voglio associare.

Abbasso la testa per l’imbarazzo.

“ Mi dispiace. A mia discolpa, dico che me lo hai chiesto te.”

“ L’ho fatto. Hai ragione. E’ colpa mia “ dice seccamente, massaggiandosi la crema sul viso. “ E se ricordo bene, ti ho detto che ne avremo parlato dopo”

Alzo lo sguardo velocemente, gli occhi spalancati.

“Lo hai fatto, si”.

Continua a massaggiare la crema ed io mi ritrovo col fiato sospeso per l’attesa.

Non sono nemmeno sicuro di quale dei due spero mi dirà.

In realtà nessuna delle due posizioni mi sembra in questo momento attraente.

Ma devo sapere a cosa vado incontro quando arriveremo a quel momento.

“Non sei stato nessuno dei due”, dice alla fine.

“Cosa?”

“Non sei stato né attivo né passivo.”

Lo guardo a bocca aperta, confuso.

“ Allora… sono stato entrambi? Abbiamo fatto a turno?”

“Blaine..” si gira completamente verso di me, dopo aver posato la bottiglia di crema sul comodino. “ Il sesso gay non significa solo sesso anale. Un sacco di teenagers non lo fanno in questo modo. Un sacco di ragazzi adulti non lo fanno così. Ne abbiamo parlato, ed eravamo entrambi d’accordo che non eravamo ancora pronti per questo.”

“E allora… come ti metti..”

“ Ci sono un sacco di altri opzioni. Beh seghe e pompini sono facili e veloci.”

Arrossisco così tanto , quasi da far male. “ Ah!”

“La maggior parte delle volte che parliamo di sesso intendiamo amoreggiare”

Alza le mani e con due dita fa delle V e le strofina insieme.

“Posizioni le gambe tipo così e cerchi di allinearti all’altro in modo che l’angolazione sia giusta, e si inizia a strusciarsi l’un l’altro.”

“Ma non è scomodo? Cioè.. non c’è un sacco di attrito?”

“ Si usa del lubrificante” sorride diabolicamente. “ Molto lubrificante”

Non sono più mezzo duro. Ora ho una dolorosa erezione , e Kurt sta sorridendo apertamente ormai.

“ Devo solo…”.

“ Si.. devi!”

Si gira di nuovo verso lo specchio, mentre io scappo in bagno , urlandomi dietro un “ Il lubrificante è sotto il lavello”.


********


Una volta essermi preso cura del mio piccolo problema urgente, tiro giù le coperte e mi infilo nel letto. Le sue lenzuola sono morbide come seta.

Strofino una guancia sul cuscino , sospirando per la felicità.

“ Mi piace essere qui.”

“ Dove? A casa mia?”.

“ Nel tuo letto. Ha il tuo odore”.

Kurt finisce i suoi trattamenti, si alza e si toglie la vestaglia

“Stai dicendo che odoro?”

“Mmm, si. Adoro il tuo profumo.”

Lo guardo sistemare la vestaglia su una sedia , prima di avvicinarsi e stendersi accanto a me.

Si china su di me, posando un dito sulla mia guancia.

“ Ti amo” mi sussurra, prima di baciarmi con delicatezza.

Ricambio il bacio con cura.

Le nostre lingue si muovono insieme, e tutto il mio corpo inizia a rabbrividire.

Mi sento come se il letto fosse alla deriva, come se fosse la nostra piccola isola galleggiante, irraggiungibile da Sebastian o da Karovsky , o da chiunque altro voglia farci del male.

Quando ci fermiamo , mi sento come svuotato e debole..

Kurt si gira e avvolge le mie braccia attorno a lui, sospirando per la felicità.

“ Ti amo anche io” gli sussurro, “ Mi dispiace per stasera.”

“Per cosa?” mormora, “ Non potevi sapere che il ragazzo con cui sono uscito solo per qualche giorno un anno e mezzo fa, ti avrebbe minacciato”.

“ No, ma non avrei dovuto essere così sconvolto dopo”.

“ Ti è permesso arrabbiarti Blaine. Entrambi lo siamo.”

“Okay”.

Aggroviglia le gambe alle mie. Sento le sue dita fredde quando le avvicina alle mie caviglie. “ Basta che poi torni sempre da me”.

“Penso che se l’ultimo anno ci ha insegnato qualcosa, questo è che torno sempre da te”.

Mentre scivolo nel sonno , penso all’amore, al coraggio e al fatto che affronterei i treni più pericolosi e temibili.

Devo riconoscerlo al vecchio Blaine. Ha riassunto tutto perfettamente.




NOTE


* Per chi non lo ricorda o non lo sa, le macchine Polaroid erano delle macchine fotografiche a sviluppo istantaneo, tipo qualche secondo e le foto erano pronte.

Allora, penso di aver scelto il giovedì come giorno per la pubblicazione dei nuovi capitoli.. prometto che quando finisco l'altra cercherò di aggiornerare due volte a settimana.

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


“Mi hai detto che potevo avere qualche giorno”

"Mi dispiace, Kurt. George è fuori , è andato dai suoi genitori a Boca questa settimana, e ho appena ricevuto una chiamata da Jack, dice che i suoi ragazzi hanno l'influenza. Siamo sommersi di lavoro e sono a corto di personale."

"Non puoi chiedere a Finn?"

"Lui sarà lì. Finora siamo io, lui ed Hank, e noi tre non siamo in grado di gestire tutto. Se potevi venire almeno per mezzo turno, anche solo per togliersi dai piedi qualche cambio d’olio o di  pneumatici... "

"Ha bisogno di me in questo momento, papà."

"Lo so, figliolo,  ma anche io ho bisogno di te. Non te lo chiederei se avessi qualsiasi altra opzione."

Mi siedo, stropicciandomi gli occhi confusamente. Kurt e suo padre sono in piedi sulla soglia, mi stanno guardando.

“Buongiorno”, dico a Kurt, con voce ancora assonnata.

“Buongiorno “ risponde Kurt , venendo a darmi un bacio. “ Bei capelli”.

Lo guardo imbronciato, cercando di sistemarli con il palmo della mano, mentre Burt ridacchia.

“ Devi uscire?” 

“Solo per un po’. Starai bene?”

“ Si.. Che ore sono?”

Non sono ancora le sette. Torna a dormire. Cercherò di finire prima di mezzogiorno.”

“Okay” Mi ristendo sul letto, addormentandomi all’istante.




Quando mi sveglio di nuovo, sono appena passate le otto.

Rifaccio il letto di Kurt, faccio una doccia veloce prima di vestirmi e mi dirigo verso la cucina.

Con mia grande sorpresa, Carole è qui., che sorseggia il suo caffè mentre legge il giornale.

“Buongiorno” dice, “ Hai dormito bene?”

“ Si, grazie. Pensavo che foste già tutti al lavoro”.

“Il mio turno non inizia prima delle nove. Vuoi dei cereali?”

Mi passa una scatola di Froot Loops*, poi si alza per prendere una ciotola ed un cucchiaio , da un pensile, e me li passa.

“Kurt prende solo cereali con alto contenuto di fibre, ma mi ricordo che tu le preferisci con lo zucchero”, si ferma, mentre prende il latte dal frigo. “ A meno che non hai cambiato gusti , come col minestrone!”

“ No, mi piacciono ancora”. 

Mi siedo di fronte a lei, ringraziandola e mi verso i cereali nella tazza.

Carole si siede e riprende con entrambi le mani la sua tazza di caffè caldo.

La casa è fredda questa mattina.

“Che programmi hai oggi?”

“Non lo so, pensavo di rimanere qui, se per voi va bene.”

“Va sempre bene per te rimanere qui, ho solo pensato che avresti potuto volerti incontrare con qualche amico”.

Mastico il boccone di cereali che ho in bocca velocemente, sentendomi in imbarazzo.

Alla fine, ingoio e ammetto.

“ Non ho amici”.

Mi fissa incredula.

“Cosa? “

“I miei genitori non hanno permesso a nessuno di rimanere in contatto con me da quando mi sono svegliato dal coma. Quindi non parlo con nessuno dei miei amici da più di un anno”.

Dal modo in cui mi stringe la mano , capisco che vorrebbe dirmi molte cose al riguardo.

Invece, dice solo :

“ Dovresti rimetterti in contatto con loro; scommetto che a loro piacerebbe risentirti”.

“ Mi piacerebbe.. ma è complicato.”

“ A causa dei tuoi genitori?”

“ No, per Kurt”, inclina la testa con aria interrogativa, quindi , per questo, aggiungo , “ C’è questo ragazzo tra i Warblers..” 

“ Ah, giusto, me lo ero dimenticata”.

“ Sono preoccupato che passa continuare a provarci se vado a trovare i miei amici alla Dalton e Kurt…”

“ Dovrà affrontarla prima o poi questa cosa”, mi interrompe, “ Se vuoi andare a trovare i Warblers , vai a trovarli. So che questo ragazzo, Sebastian, fa sentire Kurt minacciato, ma deve cercare di andare oltre. Ci sarà sempre qualcuno che proverà molto interesse per uno di voi. Deve aver fiducia nel fatto che gli sarai fedele. E tu devi avere la possibilità di poterti scegliere gli amici.”

Lancia uno sguardo all’orologio sul microonde, poi si alza.

“ Se non mi sbrigo ad andare, farò tardi. Starai bene qui?”

“ Si, sto bene. Grazie Carole.”

Mi scompiglia i capelli, prima di andare. 

Le sorrido in risposta, anche se so che mi ci vorranno buoni cinque minuti per sistemare col gel il problema.


Considero l’idea di andare alla Dalton, però , una volta raggiunto a fatica la mia macchina a causa della neve caduta da poco, ho deciso di guidare verso il Lima Bean. 

Spero che una tazza di caffè caldo appena fatto, mi aiuti a schiarirmi le idee.

Quello che però non mi aspetto è di vedere Sebastian seduto ad un tavolo proprio accanto all’ingresso.

“ Bene, bene, bene” dice lentamente, “ Sembra che Santa mi ha portato il mio regalo di Natale un po’ prima quest’anno”. 

Gli faccio un cenno col capo, poi vado a mettermi in fila per prendere il caffè.

Riesco a sentire il suo sguardo su di me, mentre ordino il mio caffè con aggiunta di panna, dolcificante e uno spruzzo di cannella.

Quando mi giro, mi accorgo che mi sta ancora guardando, mi fa un ampio sorriso e alza le spalle gridando:

“ Mi sto solo godendo la vista”.

“Non dovresti essere a scuola?” Chiedo con freddezza, camminando verso il tavolo.

“ Le semifinali dell’ ICHSA* stanno per arrivare. I Warblers sono stati dispensati dalle lezioni la mattina del martedì e del giovedì in modo che possano provare”

Guardo sul tavolo , ha una copia di GQ e una tazza di caffè di fronte a lui.

“ E’ così che ti prepari?”

Il suo sorriso vacilla un attimo.

“ Sono… in realtà ho preso una pausa dai Warblers per un po’.”

“Non dovresti essere in classe , allora?”

“ Cosa sei mia madre?”, scatta.

Alzo le mani in segno di resa.

“Bene, dimenticati quello che ti ho detto. Buona giornata, Sebastian”, gli dico mentre mi accingo ad andarmene .

“ No, aspetta”.

“ Non ho tempo per..”

“Sono stato sospeso dalla Dalton”.

Mi giro lentamente.

“ Tu cosa?”

“ Sono stato sospeso” dice piano, guardandosi intorno.

“ Per cosa?”

“ Ho… uh.. ho portato del liquore nella mia stanza nel dormitorio. E’ la seconda volta in questo semestre, e così mi hanno sospeso per una settimana.”

Sospirando, mi siedo di fronte a lui.

“I tuoi genitori si sono arrabbiati?”

“ Non lo sanno ancora. Sono a Roma fin dopo capodanno”, dice mentre fa girare la sua tazza in piccoli cerchi. “Il preside esagera. Non è che ho problemi col bere. Bevo solo ogni tanto per rilassarmi.”

“Come la notte scorsa?”

Si ferma, guardandomi con curiosità.

“ Come fai a sapere che ho bevuto ieri sera?”

“Mi hai mandato degli interessanti sms”.

“Oh.. “ Prende il suo cellulare  e scorre i messaggi fino a quando non trova quelli che mi ha mandato. “ Oh.. mi dispiace.”

“Okay”.

“ Di solito ci provo con Morgan se sono eccitato, ma ieri sera era ad una gara di taekwondo, io e Jeff abbiamo pomiciato  ad una festa una volta, ma ultimamente non risponde se gli mando messaggi”, fa una risatina, “ Nessuno dei Warblers lo fa più.” 

“Credevo mi avessi detto di esserne il leader?”

“Lo sono stato, per un po’.”

Sorseggia il suo caffè, senza guardarmi.

“ Credo si siano stancati di me alla fine. Probabilmente mi caccerebbero a calci in culo se non fossi il loro miglior cantante.”

“Ed il più umile”.

“ Beh… questo va da sé” 

Gli è tornato il sorriso, con i suoi denti bianchi scintillanti in mostra.

Non ci avevo fatto caso prima a quanto triste sembra quando sorride.

“Allora cosa ti porta al Lima Bean, Blaine? Non dovresti essere da qualche parte col tuo ragazzo frigido ed effeminato?”

“Perché ti piaccio?” lo interrompo.

I suoi occhi luccicano in modo strano sotto la luce.

“Cosa?”

“Non bevo, non sono promiscuo. Non abbiamo gli stessi amici; o gli stessi interessi a parte il cantare. E ti ho detto di no, quando l’anno scorso mi hai chiesto di uscire. Allora, cosa di me ti attira? Perché continui a provarci con me?”

Mi fissa , muto, quindi lo incalzo.

“ E’ il brivido della caccia? Qualcosa da conquistare? Sono l’unico ragazzo che ti ha rifiutato?”

“ Tu..” scuote la testa, “ E’ difficile da spiegare”.

“Provaci”. 

“Tu.. non badi alle apparenze”, sorride ed inclina la testa quando lo guardo confuso. “ So di poter risultare antipatico. Anche un po’ egoista.

Tutti mi classificano senza darmi nemmeno una seconda possibilità; solo tu hai sempre capito che ci potesse essere qualcosa in più in me. 

Anche l’anno scorso , quando Kurt fece quella scenata quando parlavamo, tu non mi hai abbandonato.

Chattavano spesso, di film, di musica e di quanto odiavamo i circoli dell’alta società dei nostri genitori.”

Quello che sta dicendo non corrisponde a ciò che c’è nel mio diario, ma, tuttavia, sembra credibile.

Sono sempre stato il tipo che cerca di essere amico di tutti, di saper vedere il buono nascosto in una persona anche quando gli altri non possono.

Ma come mai non ho scritto questo nel mio diario? Ero preoccupato che Kurt avrebbe potuto leggerlo ed arrabbiarsi? 

“ Quindi ero tuo amico?” Suppongo.

“Immagino.. si.” 

“Allora perché continui a provarci con me?”

Arrossisce.

“ Come ti ho detto, sembrava che ti importasse di me. Ed io penso che tu sia sexy.. e so che anche tu pensi che io sia sexy”.

Mi guarda come se mi stesse sfidando a dire il contrario, ma io non lo faccio.

“Così mi piacerebbe uscire con te? Certo.”

“ Ma lo sapevi dall’anno scorso che non avrei voluto quando me lo hai chiesto ..”

“ Certo, è per questo che ho cercato di fare meglio stavolta.”

Strizzo gli occhi smarrito.

“ Davvero?”

“Beh si sai, ti ho corteggiato un po’. Ti ho portato ad una serata karaoke, in modo da poter parlare di musica di nuovo. Ad un film, per poter parlare della trama dopo.

“ Mi hai offerto di farmi un pompino nel retro del teatro.” Gli rispondo, arrossendo.

“Davvero?”, Ride, “ Beh , le vecchie abitudini sono dure a morire, credo. E poi mi piacerebbe”

“ Ti piacerebbe cosa?”

“Farti un pompino”, si sporge mentre il mio respiro si blocca.

Mi piace, mi piace tutto quello che riguarda esso. L’odore, il gusto, il senso di controllo .. la mia parte preferita è quella frazione di secondo quando un ragazzo si blocca , giusto prima di venire forte , giù per la gola….”

“ Questo”, dico, “ Questo è l’esempio perfetto del perché siamo sbagliati l’uno per l’altro. Kurt sa che non mi sento pronto per il sesso, quindi ha detto che mi aspetterà tutto il tempo di cui ho bisogno. Invece tu non riesci a parlare d’altro.” 

“Posso invece”.

“Okay, provalo”.

SI guarda intorno, riflettendo.

“Mi piace giocare a scarabeo online”.

Questa è davvero l’ultima cosa che mi sarei aspettato dicesse.

“Davvero?”

“ Certo. Si gioca tramite Facebook..  qui si chiama “ Words with friends*”. O ci sono anche altri siti. Sono impressionante col gioco.”

“ Ma non è una specie di gioco di fortuna? Non dipende da quali tessere prendi?”

“Oh Dio, no. E’ tipo un gioco di strategia. Questo ed anche un buon vocabolario per scarabeo. Per esempio, anche tu credi che ogni parola che inizia con la Q deve per forza essere seguita da una U, giusto?”

Gli faccio un cenno affermativo, e lui continua.

“ Bene, ci sono delle eccezioni. Tipo QI* e QAT*. Cerco sempre di usare la mia Q per una parola da tre lettere, perché da molti più punti.

“Questo è… interessante”.

“ No, non lo è. E’ noioso, ed io mi sono annoiato anche a parlarne. Vogliamo ancora parlare della mia tecnica nel fare pompini.

“No”.

“ Sei sicuro! Faccio questa cosa in cui arrotolo la lingua attorno al tuo…”

“NO”.

Stiamo entrambi ridendo ora.

“Okay , fammi sapere se cambi idea ed hai bisogno di qualche consiglio”. 

Il suo sorriso svanisce.

“ Anche se non li utilizzerai mai su di me.”

“Sebastian..”.

“ Voglio dire. Ti sono accadute un sacco di cose di merda lo scorso anno, e meriti un po’ di felicità. E forse… non so. Forse ci sarà la possibilità per noi di essere amici questa volta”.

“Credo.. credo che piacerebbe anche a me.” Gli dico e , con mia grande sorpresa, mi accorgo di pensarlo sul serio. Ho davvero bisogno di amici.

“Anche a me. E se per caso tu e Kurt doveste lasciarvi…” 

“Non accadrà mai”.

Restiamo seduti in un piacevole silenzio, sorseggiando i nostri caffè. Una parte di me vorrebbe chiedergli di alcune cose raccapriccianti che ho scritto nel mio diario. Voglio sapere perché mi chiamava nel cuore della notte per minacciarmi. Era forse ubriaco? Quando le sue difese sono abbassate, si esprime in modo diverso?

Noto l’orologio. Non avrebbe senso adesso guidare fino alla Dalton per una visita; le prove dei Warblers saranno finite nel frattempo che arrivo. 

Inoltre , sono già le undici passate. Kurt dovrebbe aver quasi finito col lavoro.

“Adesso devo scappare” dico a Sebastian.

Annuisce e piega la testa di lato.

“Qualche possibilità di avere un abbraccio?”

“Un abbraccio?”

“Gli amici si abbracciano, giusto?”

Mi stringo nelle spalle , confuso, ma mi alzo comunque, accettando il suo abbraccio .

Avvolge le braccia attorno alle mie spalle e mi stringe stretto.

“Ti mando un sms più tardi”, dice, prima di sciogliere l’abbraccio.

“Okay”

“Non ti ho afferrato il culo, lo hai notato?”

“L’ho notato”

“Faccio progressi , no?”

“Direi di si”.

Butto la mia tazza nel cestino e mi dirigo verso la mia macchina, sentendomi in qualche modo più leggero.

Riesco a tornare a casa per le 11:30 e Kurt entra dalla porta alle 12:15.

Non fa che scusarsi e riempire il mio viso di baci, cercando di farsi perdonare.

Per un momento , penso che dovrei parlargli di Sebastian, ma quando inizia a succhiare , all’improvviso, la parte bassa della mi mascella, non riesco più a pensare a nulla.



Cerco di dirglielo più tardi nel pomeriggio, dopo essere stati a lungo sul divano del salotto a pomiciare. Le sue labbra sono rosse e gonfie per i nostri baci, lo sguardo caldo e pesante. 

E’ così rilassato, sembra un buon momento per parlarne.

“Kurt, avevo pensato… Sarebbe un bene per me farmi degli amici.”

Il suo viso si illumina. 

“Oh tesoro, assolutamente.”

“Davvero? Non ti dispiace?”

“ Per l’amor di Dio, Blaine, non è che sto pianificando di tenerti legato al letto nella mia stanza o… “ I suoi occhi si scuriscono all’improvviso ed io capisco che sta pensando a qualcosa di sporco.

Mi schiarisco la gola rumorosamente.

“Non ti distrarre, per favore”.

“Grazie. Si. Comunque penso che sia una buona idea. E a dire la verità, ci sono alcuni amici che hanno organizzato con Finn di venire qui stasera, se non ti dispiace che ci siano.”

“Non mi dispiace. Di che amici parli?”

“Un gruppo di amici che sono tornati per le vacanze invernali, così Finn li ha invitato per giocare a qualche gara di videogiochi.”, strizza gli occhi pensando, “ Ho dimenticato il nome del gioco. Qualcosa che ha a che fare con le sparatorie cose così.”

“ Ah, ok, ho capito.”

“Comunque Puck sarà qui, lo hai già incontrato, con Sam Evans e Artie Abrahms , sono entrambi dei senior quest’anno, poi devo chiedere a Finn se viene anche Mike”.

“Chi è Mike?”

“Mike Chang. Probabilmente il tuo migliore amico al McKinley.”

Ho , all’improvviso, una visione su un ragazzo asiatico alto che fa alcuni passi  di hip hop.

“ Era … era un ballerino?”

Gli occhi di Kurt si illuminano. 

“ Lo era. Dammi un secondo. Chiamo subito Finn in officina”.

Prende il cellulare e colgo l’occasione per controllare gli sms che non ho ancora letto.

Ce n’è uno di Sebastian.

“ Ho appena incontrato un ragazzo molto sexy al centro commerciale. Che metodo di rimorchio pensi sia più efficace? “

Ci penso un attimo e poi gli rispondo.

“ Ciao il mio nome è Sebastian. Tu come ti chiami?”

Lo invio prima di rimettermi sul divano sotto la coperta.

Un paio di ore di frenetici baci può fare tanto casino coi cuscini.

Kurt è ancora al telefono, sembra che stia parlando col padre sull’ordinare alcune pizze per cena.

Lo sento dire che Mike Chang sarà dei nostri stasera e mi sento pervadere dall’eccitazione.

Forse io e Mike potremo essere ancora in sintonia e potrebbe voler essere ancora mio amico.

Il mio cellulare vibra, è arrivato un nuovo sms.

“Ah, quindi non mi consigli qualcosa tipo “Ti piace stare sotto o sopra? perché qui ho una bella mazza... vorrei far punti con te?*”

Soffoco una risata, rispondendo:

“ Si , non te lo consiglio”.

“ Quindi sarà per questo che è fuggito?”

“ Probabilmente. La prossima volta prova il mio. Vedi se funziona”.

I ragazzi si stanno organizzando per incontrarsi per le 6, per mangiare la pizza e giocare, così io e Kurt abbiamo ancora qualche ora per noi.

Si siede sul divano, io mi siedo sul pavimento tra le sue gambe , guadagnando un bel massaggio sulle spalle, mentre guardiamo un episodio di “What not to wear”

Poi ci cuciniamo quattro infornate di spettacolari biscotti al cioccolato e farina d’avena, prima di prendere i bicchieri di plastica, i piatti e i tovaglioli per la cena di stasera.

“ Che tipo di pizza vuoi?” mi chiede.

“Qualsiasi gusto. Mi conosci . Sono un tipo facile.”

I suoi occhi brillano e mi viene da ridere. Chiama la pizzeria, ordina cinque pizze con condimenti diversi e qualche bottiglia di coca cola e Sprite.

Mi appoggio al bancone e lo guardo, sentendomi felice ed amato. Nemmeno un mese fa, guidavo in giro ogni mattina alla ricerca della migliore caffetteria .

Adesso ho in qualche modo trovato il fidanzato più bello , più divertente e dolce del mondo.

La sua famiglia mi ama e mi supporta.

Ci sono anche dei potenziali amici che stanno per arrivare.

Non posso credere che la mia vita sia così profondamente cambiata nel giro di poche settimane.

Nello stesso istante in cui Kurt riaggancia , sento il mio cellulare vibrare. 

Lo prendo e leggo il nuovo sms.

“Ciao, il mio nome è Sebastian. E tu? Come ti chiami?”.



* Marca di cereali

* International Championship of High School A 

* Naturalmente essendo un gioco ho lasciato il “Nome” originale, comunque il significato è “Parole con gli amici”.

* QI = quoziente intellettivo QAT=  Quick Access Toolbar Read  barra di accesso rapido

* scusate la “finezza”.. score in americano significa anche scopare.. quindi ho usato il gioco di parole score come far punti / punteggio.. e appunto lo scopare..




P.s. raga scusate per errore ho cancellato la storia del mio account froda.. prometto comunque di aggiornare i capitoli al massimo nel giro di un paio di giorni.. ho la copia della traduzione nel pc del mio negozio.. qui ne ho solo qualcuno ..

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


Sono così nervoso.

Tutto questo mi ricorda il mio primo giorno alla Dalton, quando sentivo la cravatta troppo stretta ed i miei capelli non ne volevano sapere di restare in piega ed avevo solo bisogno che tutto fosse perfetto, così da poter piacere alla gente.

Mi ricordo della prima volta che ho attraversato i corridoi della scuola.

Vedere tutti gli studenti e i professori sorridermi.

La differenza di incontrare ragazzi che volevano stringermi la mano invece di spingermi a terra.

L’intera giornata passò in un ciclo costante di paura, speranza e meraviglia.

Ora , a casa di Kurt , sto raddrizzando le posate, sistemando le tazze ad arte, sbattendo i cuscini del divano; Kurt e Finn continuano a guardarmi con divertimento, ma comunque non capiscono la posta in gioco.

Kurt aveva detto che Mike Chang era il mio migliore amico al McKinley.

Penso al verso di una canzone dei Muppets.. – Non c’è ancora una parola per i vecchi amici che hai già incontrato.. -  e spero per la milionesima volta che io e Mike possiamo ancora andare d’accordo.

Così come so di amare Kurt, so di aver proprio bisogno di un amico adesso.

Non uno come Sebastian che sta esaurendo la mia pazienza, né come Finn, che non può essere veramente il mio confidente perché è il fratello di Kurt.

No, ho bisogno di un amico per conto mio.

E se a Mike piaceva il vecchio Blaine , bene, forse gli piacerò anche io.

Alle 6:15 pm, mi fiondo nel bagno, di nuovo, per essere sicuro che i miei capelli coprano la maggior parte della cicatrice sulla testa.

Quando apro la porta, trovo li Kurt .

“ Ti stai preoccupando troppo. Mike è veramente un ragazzo tranquillo. Non gli importa com’è un posto. E certamente non gli importerà come saranno i tuoi capelli.”

“ Ho bisogno  di un amico” dico tristemente. “ Non me ne ero reso conto fino a quando ho incontrato te. Ho avuto come compagnia solo i miei genitori in questo ultimo anno, ed io.. io..”

“Hai bisogno di amico” annuì, “ Lo posso capire sul serio. Solo non diventare matto per questo , okay? Sembri quasi ridicolo.”

Il campanello suonò e posso sentire il mio cuore battere più forte.

“E..?”

“ Andiamo a vedere “.

Erano Sam e Artie alla porta.

Mi salutarono con espressione imbarazzata per poi fissare la mia testa.

Avrei dovuto indossare un cappello. Perché non ho indossato un cappello?

Per fortuna , arriva Puck, mi da una sonora pacca sulle spalle e racconta a Sam e ad Artie della nostra avventura con Quinn a casa mia *.

In pochi minuti , la strana tensione si dissolve.

Siamo tutti seduti in salotto, ascoltando Sam fare una buona imitazione di James Bond, quando un ragazzo alto di origini asiatiche entra nella stanza.

Mi alzo pensando a cosa potrei dire, ma non ne ho la possibilità .

In due falcate, Mike , attraversa la stanza, mi afferra e mi da un vigoroso abbraccio.

“”Woow, è così bello rivederti” dice allontanandosi dopo un attimo. “ Mi sei mancato tanto, amico”.
Io sono raggiante, lui è raggiante, e Kurt si asciuga gli occhi con un fazzoletto.
 
 

Il nuovo videogame di Puck si chiama Ultimate Street Justice VI.

Fondamentalmente, nel gioco ci sono due giocatori che devono andare da una parte all’altra della città in cui si trovano, cercando di proteggersi dagli attacchi delle bande che trovano lungo la strada.

Kurt si annoia quasi subito e si allontana per lavorare alla sue prova d’ingresso al college.

Sono seduto sul pavimento insieme a Mike, guardando Artie e Puck cercare di raggiungere qualche luogo stabilito.

“Attento al ponte” dice Finn, appollaiato sul bracciolo della poltrona. “Scommetto che ci sono dei cecchini li. E attendo anche ai barili. I barili sono sempre sospetti. Qualcuno vuole un altro po’ di pizza?”

Si diresse in cucina e dopo un po’ Sam lo segue, mormorando qualcosa tipo tutto ma non i pesciolini amari*.

Artie si china in avanti dalla sua sedia a rotelle e scuote la testa.

“Hey, questo livello è molto difficile” Distoglie ancora lo sguardo dal gioco per fissarmi di tanto in tanto, così mi volto dall’altra parte, cercando di nascondergli la cicatrice.

Puck si ritrova in un vicolo cieco pieno di loschi tipi e si nasconde dietro un bidone appena questi aprono il fuoco con delle mitragliatrici.

“Hey amico, dove sei? Ho bisogni di rinforzi!”

“ Sto.. aspetta” Artie cerca di seguirlo, ma uno scagnozzo alto e muscoloso salta davanti a lui, stringendo una spranga  grande.

“ Spara.. “ Lo scagnozzo ruota la spranga , colpendo Artie, facendolo cadere a terra.

Ed all’improvviso , non posso muovermi.

Sento uno strano ronzio nelle orecchie.

Non riesco a staccare gli occhi dallo scherzo.

Ancora, ed ancora ed ancora, la spranga va giù, colpendo il suo corpo con un fastidioso rumore;  e lui non si muove ora.

Non si sta muovendo e c’è tanto sangue, e la spranga va giù ancora.. con Kurt come obiettivo stavolta, Kurt che si è appena tuffato verso di me...

“Mettiamo per un po’ il gioco in pausa” dice Mike ad alta voce.

Puck ed Artie lo guardano con curiosità.

“Sono completamente in vena di un po’ di bubble tea* . Qualcuno ne vuole?”

“ Si, io” annuisce Puck, “ Il bubble tea è buono, mi piace quando le morbidi bolle scoppiano nella mia bocca”.

Nota Artie guardarlo ad occhi spalancati ed aggiunge… “ No homo”*

“Grande. Vado a comprarlo per tutti ; Blaine può aiutarmi a portarli qui tutti”

Mike mi tira letteralmente in piedi, che si rivela essere d’aiuto, visto che sono ancora scosso.

“ Torneremo subito”.

Ci avviciniamo alla porta d’ingresso, Mike prende i nostri cappotti dall’attaccapanni a parete.

Kurt si affaccia dalla porta della sua camera da letto.

“ Ragazzi, ma dove state andando… Blaine? Che succede?”

Scuoto la testa ancora intontito.

“Lo porto con me “ dice Mike, aiutandomi ad indossare il cappotto.

Kurt annuisce, guardandoci poco convinto , quando io e Mike usciamo di casa.

L’aria fresca mi colpisce in pieno visto, una volta fuori.

Mi chino e ne respiro un po’ a pieni polmoni, lasciando scivolare via il terrore provato un momento prima.

“Mi dispiace” sta dicendo Mike” Il gioco è appena uscito e non sapevo ci fosse quella scena. Non avrei mai permesso che lo portassero se lo avessi saputo.”

Poggia una mano sulla mia schiena mentre inspiro ed espiro, in modo instabile.

“Vuoi che ti accompagno a casa? Posso cacciare i ragazzi se vuoi. Faccio tutto quello che vuoi.”

Mi tiro su e lo guardo.

Scorgo sul suo viso un’espressione preoccupata e sta pazientemente aspettando una mia risposta.

“Blaine? Cosa vuoi fare?” mi chiede gentilmente.

“Voglio uscire col mio amico per prendere un bubble tea.” Gli dico.
Mike ride “ Bene, okay, andiamo”.

 
 

“ Quindi fammi capire bene” Mike prende un sorso del suo bubble tea al mango – il terzo per stasera – prima di continuare.

“Ogni singola mattina, guidavi in giro fermandoti in varie caffetterie, in un raggio di circa due ore da Westerville, fino a quando non hai trovato il Lima Bean. E quando sei entrato , trovasti Kurt capitato li per caso”.

Annuisco, finendo il mio secondo tea al litchi, prendendone un altro al taro.

Mike ne ha comprati una dozzina e ci siamo seduti ad un tavolo sul retro del Boba Fete , un piccolo locale conosciuto per la varietà di tea che preparano, a metà strada tra Lima e Bluffton.

So di dover andare a fare pipì tra poco, ma vale la pena essere seduto qui con Mike, a recuperare il tempo perduto.

“ Sono stato solo fortunato, credo”.

“Dimentica la fortuna, questo è il destino. Ed ora state nell’appartamento di Rob insieme?”

“ Da quando sono andato via da casa dei miei genitori, si”

“ Woow. Quindi cosa succederà adesso?”

“Non ne ho idea” ammetto, “ Le domande per il college sono pronte, ho quasi finito di fare i compiti che non ho potuto fare quando ero in coma. Quindi, per il momento, mi sto focalizzando sulla relazione con Kurt.”

Mike piega la testa di lato e mi guarda con curiosità.

“ E’ strano”.

“ Cosa è strano?”

“ Uscire di nuovo con qualcuno che sa già tutto di te”

Mi stringo nelle spalle.

“ A dire il vero , non conosce già tutto di me. Sa tutto del vecchio Blaine.

“Il vecchio Blaine?

“ Il ragazzo di cui non ho memoria”

Scuote la testa.

“Non capisco”

“ Non mi sento come la persona con cui è uscito Kurt l’anno scorso. Voglio dire… quando ho sentito che si era trasferito in un’altra scuola per stare con Kurt? Non potevo crederci. Dopo tutto quello che avevo fatto per entrare alla Dalton, ha buttato tutto all’aria.”

“lo hai fatto per stare più tempo con il ragazzo che amavi” dice cautamente Mike.

“ No, questo lo capisco. Ma avrebbe potuto vedere Kurt la sera, o nei weekend. Avrebbero potuto parlare per telefono o vedersi su Skype. Non capisco proprio il perché abbia volutamente mettersi nella stessa situazione da cui ho cercato duramente di scappare.

“ Era importante per te affrontare le tue paure”.

“ Ma lui..”

“ Tu” interviene gentilmente.

“ Cosa?”

“ Continui a dire lui; ma sei tu.

“ Tecnicamente si.”

“Non tecnicamente. Che tu ricorda o meno, sei sempre tu.

Prendo un sorso del mio tea, cercando di trattenere la rabbia.

“ Non ti arrabbiare , Blaine. Sto solo cercando di aiutarti”.

“Non sono arrabbiato”.

“ Certo che lo sai. Credi che io non riconosca quando sei arrabbiato?”

Si sporge verso di me.

“Lo capisco, perché ti conosco”

“ Tu conosci il vecchio Blaine”.

“ Io… “ sbuffa per la frustrazione. “ E’ tipo.. Hai mai sentito la storia dei tre uomini ciechi che durante una passeggiata si imbattono in un elefante?”

Scuoto la testa.

“Okay, il primo cieco si avvicina e tocca la proboscide dell’elefante e dice “ Questo è un serpente”; il secondo cieco si avvicina e tocca la zampa dell’elefante e dice “ No questo è un tronco d’albero”; il terzo si avvicina e tocca la cosa e dice “ No questa è una corda”.

“ Non ti seguo”

“ Stai supponendo che qualcuno può conoscerti solo se ti ha conosciuto dopo l’aggressione. Ma tu sei più dell’insieme di esperienze fatte in quest’anno. Sei il ragazzo che eri prima della Dalton, sei il ragazzo che eri quando stavi con Kurt e sei il ragazzo che sei oggi. Guarda solo un pezzo senza l’insieme, e vedrai solo una foto incompleta”.

“Stai dicendo che sono incompleto senza i ricordi che ho perso?” chiedo , punto sul vivo.

“ Sto dicendo che,  che tu ricorda o meno il tempo perduto, fa sempre parte di te.”

“ Ma no lo è”.

“ Certo che lo è. Hai detto che hai dei flash di ricordi, giusto?” chiede. Annuisco malvolentieri. ”E la scatola dei ricordi. Il tuo vecchio diario, Kurt ed anche io . Veniamo tutti dalla vita del vecchio Blaine”.

“ Non potrò mai essere di nuovo lui” sbotto , sorprendendo anche me stesso, “ La gente si aspetta che io lo sia ed io non posso vivere come lui”

“ Cosa intendi?”

“ Ha avuto tutto facile. Non ha avuto a che fare con tutto quello che io ho passato” Mi fermo, frustrato, ma Mike mi fa cenno di continuare.

“ Ho paura che Kurt, e tu, e anche tutti gli altri… che tutti si aspettano magicamente che io diventi di nuovo lui, se i miei ricordi tornassero. Ma non posso. Perché lui non ha dovuto affrontare il sapere che c’è una persona che lo odia così tanto da volerlo uccidere. Questo cambia chi sei, Mike”

 “ Nessuno si aspetta che tutto ritorni come prima”, dice.

“ Certo che sei cambiato. Anche Kurt è cambiato. Al diavolo, sono cambiato anche io.

Sto solo dicendo che non puoi trattare i tuoi ricordi perduti, come se appartenessero a qualcun altro, qualcuno con cui sei in competizione. Sono tutti parte di te.

E credo che se lo accattassi, realizzerai di avere molto più in comune con questa parte persa di te stesso di quanto pensi.”

Prendo un altro sorso di bubble tea, pensando, ma lui non mi fa fretta.

Finisce solo il suo tea.

“ Capisco come mai noi eravamo amici” Gli dico alla fine.

“Migliori amici” mi corregge.

“Migliori amici” concordo.

Sorrido per questo e lui mi ricambia.

“ Credo tu sia l’unica persona con cui sono sempre stato completamente sincero. Ci siamo sempre detti tutto”.

“Tutto?” chiedo, “Quindi conosci qualcosa su Sebastian?”

Il suo sorrise si spegne.

“ Ti ricordi di Sebastian?”

“No. L’ho incontrato quando sono andata in visita alla Dalton. Kurt mi chiese se volessi uscire per altri tre appuntamenti, così che potessi capire se fosse lui la persona giusta per me di nuovo. Così sono uscito con Sebastian”.

“E com’è andata?”

“ Come pensi che sia andata?”

“Credo che abbia usato tutti e tre gli appuntamenti cercando di entrarti nei pantaloni.., giusto?”

“Giusto. Anche se stiamo provando ad essere amici. “

“Non funzionerà” dice immediatamente.

“ Come fai a saperlo?”

“Perché volete cose diverse. Avete già provato ad essere amici, anche l’altra volta.”

“ E’ quello che mi ha detto” dico interessato. “Ma nel mio diario non ho trovato nulla. Avevo forse paura che lo leggesse Kurt?”

“ No, non avrebbe mai tradito la tua fiducia così”.

“ I miei genitori, allora? Voglio dire, a chi lo stavo nascondendo?”

“ A te stesso, probabilmente”, dice con un’alzata di spalla, “ Hai sempre avuto questa specie di … complesso del gentiluomo. Dovunque siamo, devi essere sempre la persone più carina nella stanza, la più gentile, la più accomodante. E sempre, sempre devi fare la cosa che pensi sia la più giusta.

Credo che non hai scritto di essere amico di Sebastian , perché sapevi che era la cosa sbagliata da fare e che non volessi poi affrontare la verità.

Poi, ad essere completamente onesti, avresti dovuto ammettere che sei attratto da lui”.

Lo guardo a bocca spalancata, ” Te l’ho detto io?”

“Non ne avevi bisogno. Era ovvio”.

“ Mi sento così in colpa per questo “, ammetto, “ Amo Kurt. Lo amo davvero. Quindi perché mi sento ancora attratto da Sebastian?”

“Amare qualcuno non significa non poter essere attratti da qualcun altro. Sono attratto da alcune ballerine del mio corso di danza. Tutti questi passi che facciamo insieme? Sono una tortura.

Ma amo la mia ragazza e so che non la tradirei mai. Trovare qualcuno attraente non è tradire.”

“Immagino di no” concordo.

“ Ma è qui il punto, Blaine. Anche alcune di queste ballerine sono attratte da me. Mi chiedono di vederci per un caffè ed io dico sempre di no.

Perché altrimenti gioco col fuoco, ed è poi solo questione di tempo se qualcuno di scotta.”

Mi sento come se qualcuno mi avesse appena tolto un peso dal petto.

Non solo Mike capisce il mio senso di colpa per essere attratto da Sebastian, ma mi sta dicendo che tagliare i ponti con lui non distruggerà il mio codice da gentiluomo.

Penso all’ultimo sms di Sebastian di questo pomeriggio e capisco che Mike ha ragione… io e lui non potremo mai essere amici.

“Puoi scusarmi un attimo?” dico.

“Si , certo”.

“Torno subito”.

Prendo il cappotto ed il cellulare , prima di dirigermi all’esterno della caffetteria, abbottonando il cappotto a causa del vento freddo.

C’è una piccola panchina li vicino, mi ci siedo e controllo i nuovi sei sms che ho ricevuto.

Sebastian Smythe : Hey Blaine, mi fai sentire come un M&M.

Sebastian Smythe : perché mi fai venir voglia di sciogliermi nella tua bocca , e non sulla tua mano.

Kurt Hummel : Stai bene? Fammi sapere se hai bisogno di me. Ti amo.

Sebastian Smythe : Qualche possibilità che tu consideri l’idea di fare sesso telefonico?

Sebastian Smythe : Perché sono duro come una roccia ed ho la mano piena di lubrificante che porta il tuo nome.

Sebastian Smythe : O Skype? Cosa ne pensi di Skype?

Premo invio, trattenendo il fiato mentre aspetto che risponda; dopo qualche squillo , sento la sua voce rispondermi.

“Oh dio, non pensavo avrebbe funzionato. Sei nudo anche tu? Cosa ne pensi se usiamo Skype? La mia username è…”

Non possiamo essere amici, Sebastian.” Lo interrompo.

“Cosa?”

“ Mi hai detto che ti saresti tirato indietro. Hai detto che avresti rispettato la mia relazione con Kurt. Non è passato nemmeno un giorno e ci stai riprovando con me di nuovo.”

“ Stavo solo prendendoti un po’ in giro”

“No, non lo stavi facendo”

Sento un basso rumore di uno schiaffo in sottofondo e sento una fitta allo stomaco.

“Come posso farne a meno se tu sfili con quei tuoi piccoli e stretti…”

“Abbiamo chiuso.  Non chiamarmi , non messaggiarmi e non venire a cercarmi. Hai capito?”

Dopo una lunga pausa, mormorò con voce bassa un “ Ho capito”.

Chiudo la telefonata e mi piego in avanti, emettendo un lungo sospiro.

Ho sempre avuto questo travolgente bisogno di piacere alla gente e quindi questo genere di cose non sono facili per me.

D’altra parte è un gran sollievo non doversi più preoccupare di cosa dirà o farà la prossima volta Sebastian.

Mike esce qualche minuto dopo con quattro nuovi bubble tea in mano.

“ E’ tutto ok?”

Alzo lo sguardo e gli faccio un vero sorriso.

“E’ tutto ok. Ma non c’è nessuna possibilità che io possa bere un altro bubble tea o la mia vescica potrebbe esplodere.”

“Questi sono per i ragazzi” dice, “ Pronto a tornare”?

“ Assolutamente.”
Accendiamo la radio durante il viaggio di ritorno, e cantiamo a squarciagola . ballando ad ogni semaforo rosso, sui sedili.

 
 

Per quando arriviamo a casa di Kurt, Artie e Sam sono andati già via.

Puck e Finn sono coinvolti in una battaglia d Call of Duty , anche se mettono il gioco in pausa abbastanza a lungo per permettere a Puck di divorare il suo bubble tea.

Kurt si unisce a me e Mike al tavolo della cucina, dopo che sono andato in bagno, ed i due iniziano una specie di gara raccontando storie imbarazzanti sul vecchio Blaine.. voglio dire, su di me.

Stiamo tutti sbellicandoci dalle risate, quando arrivano , quasi subito, Puck e Finn che vi guardano con curiosità.

Kurt va verso l’armadietto all’ingresso e prende un vecchio set da poker; ci stringiamo per aggiungere due nuove sedie al tavolo così che tutti possiamo accomodarci.

Finn è incapace a bleffare e Puck dichiara un all in* ad ogni mano fin quando non perde tutto.

Kurt è maledettamente bravo e comincia a costruire grandi torri con le fiches vinte.

Mike cerca di barare , chiedendomi quale carte ho in tagalog*, facendo urlare Finn.

“Per la milionesima volta, nessuna lingua straniera è accettata!”

Tutto sta andando bene.

Ridiamo, ci prendiamo in giro e quando Kurt si avvicina per baciarmi una guancia, nessuno batte ciglio.

Si , okay, Puck ci guarda con occhi sognanti, ma nessun altro sembra notarlo.

La festa finisce poco dopo mezzanotte; Mike mi da un altro abbraccio stritola ossa e prima che va via ci scambiamo i numeri di cellulare.

“ Tutto bene?” mi chiede Kurt speranzoso, quando tutti sono andati via.” Credo che sia andato tutto okay…”

Lo spingo piano contro il bancone baciandolo ansimante.

“So che è tardi, ma possiamo andare a casa? Voglio ringraziarvi come si deve per questa serata."

Mi bacia più forte, intrappolando tra i denti il mio labbro inferiore.

Gemo.
“Vado a prendere le chiavi."

 
 

Io e Kurt ci baciamo sul letto, fino a quando siamo entrambi talmente esausti che l’unica cosa che possiamo fare è addormentarci.

Quando il mio cellulare squilla sono appena passate le tre, per fortuna Kurt non si sveglia.

Mezzo addormentato , mi trascino verso il comodino per prendere il mio telefono, gemendo sommessamente quando mi accorgo che si tratta di Sebastian.

Per fortuna quando guardo di nuovo Kurt , lui è ancora addormentato.

Esco dalla camera da letto in punta di piedi, per poter rispondere.

“Sebastian, questo è ridicolo, Kurt è…”

“Ascoltami molto attentamente” sussurra, “ Non devi vederlo. Non devi chiamarlo.

Non devi pensare così tanto a lui. Stai lontano da lui, altrimenti..”

Sento il sangue gelare quando percepisco la rabbia appena celata nelle sue parole.

“Altrimenti cosa?”

“Altrimenti questa volta ti ucciderò, cazzo.”

 



NOTE
* Per chi non ricordasse la scena .. capitolo 10 e 11
* Per pesciolini amari si intendono le alici.
* Il Bubble Tea è un tipo di tè verde o nero che viene miscelato con latte e / o sciroppo di frutta, e mescolato in un apposito shaker fino a diventare particolarmente spumeggiante. 
*E’ una espressione slang si usa quando dici una frase che potrebbe venir fraintesa come una frase detta da un omosessuale.
* Dialetto filippino… :’)
* All in è un’espressione che si usa a poker, significa giocarsi tutte le fiches in una sola mano.
 
 

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


Kurt si sveglia poco dopo le nove. Sono seduto sul divano, le braccia strette attorno a me, sono rimasto così nelle ultime sei ore, ascoltando i suoni leggeri  che fa.

Si lascia sfuggire un lamento mentre si stiracchia. Il suono dei suoi passi morbidi sul tappeto in camera da letto. L’acqua che scorre mentre in bagno di lava i denti.

Alla fine si aggira per il salotto, sorridendomi con espressione assonnata, i suoi capelli arruffati sul collo.

"Buon giorno," dice.

"E'stato Sebastian."

Si ferma, il suo sorriso svanisce.

“Cosa?”

“Sebastian è tra le persone che ci hanno aggrediti”.

“Oh, tesoro. Stai tremando.”

Si avvicina al divano, si sistema accanto a me e si rannicchia tra le mie braccia aperte.

“Devi svegliarmi se hai degli incubi”.

“ Non era un incubo. Mi ha chiamato la notte scorsa.”

Kurt mi fa sentire così bene, è tutto caldo , morbido e dolce contro di me, ma non posso lasciarmi distrarre.

“ Mi ha minacciato. Ha detto che devo tagliare tutti i contatti con te”.

Kurt sospirò, un lento e lungo sospiro.

“ Mi dispiace che ti abbia spaventato”.

Avvolge le braccia attorno a me per darmi un po’ di sicurezza.

“Mi dispiace di non essermi svegliato quando è successo. Ha fatto questo genere di cose anche prima.

Beveva troppo e ti chiamava nel cuore della notte. Ti diceva anche cose orribili.”

“Perché è stato lui”. Insisto, “ Ci ha aggrediti lo scorso anno. E’ uno di loro. Ed è colpa mia se è tornato nelle nostre vite di nuovo. E tutta colpa mia.”

“ Chiudi gli occhi” mi esorta, “ Solo, respira, ok? E’ normale che tu sia sconvolto.

Questa telefonata avrebbe scosso chiunque”.

“ Come fai a non capire? Non c’entra nulla la telefonata”.

Si tira un po’ indietro, appoggia il mento sul mio petto ed alza lo sguardo su di me.

“ Tesoro, te l’ho detto. Non è stato Sebastian ad aggredirci. Stai forse dicendo che ha organizzato lui l’aggressione? Ha chiesto a qualcuno di farlo per lui?”

“ No, sto dicendo che è stato lui. Potrei giurarlo. Ha detto che questa volta mi ucciderà se non sto lontano da te.”

“Posso capire perché questa cosa possa essere per te sconvolgente” dice, “ Ma davvero non è stato lui.

Era fuori città tutta l’intera notte”.

“Allora mente. Si è creato un finto alibi”.

“Non lo ha fatto però. I Warblers stavano facendo un concerto di beneficenza a Columbus quella sera.

Ci sono tanti video su youtube di lui che canta li.

La stampa ha controllato il concerto ed è in tutte le foto.”

Mi accarezza dolcemente la schiena.

“ Credimi. Non sono un fan di Sebastian Smythe. Sarei felicissimo se potessi non rivedere mai più la sua faccia da mangusta .

Ma anche lui non può essere caduto così in basso.

Non c’è alcuna possibilità che sia stato lui.”

La mia mente comincia a pensare in fretta.

“ Ma il tono della sua voce.. Era.. Ti sto dicendo  che sembrava davvero uno di loro.”

Anche se sono io a dirlo, riconosco quanto paranoico posso sembrare.

Se Sebastian era fuori città e molte persone potevano confermarlo, ovviamente mi sono sbagliato.

“ Che ne dici se vado io a parlargli?” suggerisce Kurt.

“No, non farlo”.

“Blaine…”.

“ Lo so, lo so. Non è stato lui. Ma solo.. per favore. Non farlo”.

“Okay” dice, “ possiamo andare alla polizia e cercare di avere un ordine restrittivo.

Ma dobbiamo provare che ti sta minacciando, il che significherebbe che dobbiamo registrare le prossime chiamate che fa.”

“Non voglio sentire la sua voce mai più. Nemmeno per tendergli una trappola.”

“Allora dobbiamo trovare un modo per bloccare il suo numero sul tuo cellulare”.

“ Ho letto sul mio diario che ho provato a bloccarlo anche l’ultima volta.

Ma mio padre dovrebbe approvarlo perché il cellulare è intestato a suo nome e non vorrà farlo”.

“ Allora, parliamo con tuo padre, e ..”

“Non sono pronto per questo”.

“ Allora chiamerò Sebastian”, dice con tono deciso.

“gli chiederò di cancellare il tuo numero dal suo cellulare, in modo che anche se ubriaco non potrà chiamarti.”

L’idea di Kurt che parli con lui mi mette a disagio, forse perché sono ancora molto scosso dalla rabbia che ho sentito nella voce di Sebastian la notte scorsa.

Però, Kurt ha ragione.

Questa è la soluzione che ha più senso.

“ Ok, ma non… non ancora!”

Lo stringo forte contro di me.

“ Possiamo solo stenderci un po’ qui , prima?”

“ Non dico mai di no alle coccole” dice , poggiando la testa sotto il mio mento .

“Ma devi promettermi che mi sveglierai, se una cosa del genere capiterà di nuovo.

Mi uccide sapere che sei qui da solo e spaventato per tutte quelle ore.”

“Lo prometto”.

Mormora dolcemente, rilassandosi contro di me.

Le mie palpebre diventato troppo pesanti per tenerle aperte, la stanchezza della notte scorsa mi pesa.

L’ultima cosa che ricordo di aver sentito prima di addormentarmi è il sussurro di Kurt che dice di amarmi.

 

Mi sveglio quando sento la porta dell’appartamento aprirsi;  la cosa mi spaventa all’inizio, poi mi rendo conto che è solo Kurt che è tornato, pieno di buste della spesa.

Mi alzo per aiutarlo .

“ Sei andato a fare la spesa?”

“Non si può vivere di sole Pop-Tarts” dice, mentre con la spalla mette il catenaccio alla porta , porgendomi poi alcune buste.

Lo seguo in cucina, sbadigliando.

“ Scusa se ho dormito così tanto”

“ Non fare il cretino. Ne avevi bisogno.”

“Cosa hai fatto mentre dormivo?”

Oh, sai. Ho fatto delle commissioni; ho fatto un maglione ai ferri; scritto una sinfonia”.

Ruoto gli occhi.

“Non ho dormito così tanto”.

“Io.. Uh.. “ Toglie due scatole di cereali da un sacchetto , mordendosi il labbro.

“Ho anche chiamato Sebastian.”

“Tu.. Cosa?”

“ Ho preferito chiamarlo presto per essere sicuro di trovarlo sobrio”, dice, “ Non è stata una brutta chiacchierata in realtà”.

Lo guardo metter via la spesa nella dispensa di Rob.

“Allora… Cosa ti ha detto?”

“ Si è scusato. Ha detto che non ricordava nemmeno di averti fatto quella telefonata”.

“ E tu, gli credi?”

Kurt si ferma, pensandoci.

“ Si, credo di si. Tende ad essere piuttosto ovvio nelle sue intenzioni e quando gli ho chiesto spiegazioni sulle minacce che ti ha fatto , sembrava sconvolto e pieno di vergogna, per essere uno che finge.

Ha detto che avrebbe cancellato il tuo numero dalla sua rubrica immediatamente.

E mi ha chiesto di farti avere le sue scuse. Per tutto.”

Lascio uscire un profondo respiro.

“Quindi, questa è la fine di Sebastian.”

“ Beh, non esattamente.” Dice togliendo una bottiglia d’acqua da una della buste.

“ Deve passare almeno una volta”.

“ Passare qui? E perché?.”

“ Dice che deve restituirti il tuo anello di fidanzamento.”

“Cosa?”

Porto la mano velocemente al collo, alla ricerca della collana, ma questa è sparita.

“Come..”.

“ Dice che l’ha trovata per terra quando lo hai lasciato al Lima Bean ieri.

Crede si sia attaccata al suo cappotto quando vi siete abbracciati”.

Mi guarda inarcando un sopracciglio ed io inghiottisco a fatica

“Sono andato a prendere un caffè, mentre eri al lavoro ieri mattina.

Lui era li per caso. Abbiamo parlato per qualche minuto ed avevamo deciso di provare ad essere amici.

Era una cosa completamente innocente, lo giuro.”

“Ti credo. E’ solo che.. avrei preferito sentirlo dire da te, piuttosto che da lui”.

“Mi dispiace!”

Accarezza la mia spalla per un breve momento, prima di prendere una confezione di uova.

“Quindi..”

“Quindi?..”

“Hai fame?.”

Annuisco.

Sono le due passate e non ho ancora mangiato nulla oggi.

“ Stai per cucinare qualcosa?”

“Veramente, avevo pensato che potesse essere più divertente uscire.

C’è questo ottimo ristorante Thai che amavamo molto.

Le tagliatelle sono buone da morire”

Inarca le sopracciglia, passandosi una mano sui fianchi.

“ Anche se forse.. dovrei eliminare di nuovo i carboidrati per un po’.. I miei jeans si sono ristretti in questi due giorni..”

Lo interrompo con un bacio e sento le sue labbra sulle mia incurvarsi in un sorriso.

“Sei perfetto” dico prima di baciarlo ancora ed ancora..

“ Lo dirai anche quando peserò 500 kg e mangerò pad thai* da un secchio?”

Annuisco sinceramente e lui ride.

“Lo intendo per davvero Kurt. Non potrai mai essere altro che perfetto per me”.

Mi bacia ancora una volta, prima di finire di sistemare completamente tutta la spesa.

Lo guardo , godendomi la vista del suo collo che diventa sempre più rosso.

“Beh, adesso so anche che canzone canteremo in macchina durante il tragitto”.

 

Il ristorante era all’interno di un centro commerciale, vicino ad una lavanderia a gettoni.

Mi sento un po’ troppo elegante con la mia giacca button-down rosso acceso e col mio papillon di cachemire , ma gli sguardi di apprezzamento che mi rivolge Kurt, mi fanno capire che ne è valsa la pena.

Il locale è quasi vuoto, cosa che credo abbia un senso visto che sono le 2:30pm. Di un mercoledì.

La cameriera sembra riconoscerci .

Ci conduce ad un tavolo ad angolo nella parte posteriore del locale e ci porge due menù laminati.

“ Possiamo avere due Thai tea freddi?” chiede Kurt; lei annuisce prima di tornare in cucina.

E se non dovesse piacermi il Thai tea freddo cosa fai?” lo prendo in giro.

“Allora li berrò tutti e due io. Sarò condannati ad avere i fianchi a pera”.

“Non hai i fianchi a pera”

“No, se berrai il tuo tea non li avrò”.

Appoggio il mento sulla mano , guardandolo con tutto l’amore che provo.

“ Ti amo”.

I suoi occhi brillano.

“Sarà meglio”

La cameriera torna con i nostri tea e mi sa che i fianchi di Kurt resteranno piccoli, perché il mio è buonissimo.

Ne bevo metà mentre diamo un’occhiata ai menù.

“Cosa prendevo di solito quando venivamo qui?” gli chiedo.

“Il curry verde ai gamberi o il mee kati *se avevi voglia di tagliatelle. E di solito ci dividevamo un piatto di involtini primavera”.

“Woow, avevo buon gusto. Ordinerò i gamberetti allora.”

Chiudo il menù e mi appoggio al bordo del tavolo.

Quando alzo lo sguardo, sorprendo Kurt a guardarmi con un sorriso esitante.

“Cosa c’è?”

“ E’ solo che… non avevi mai parlato così del vecchio Blaine.. come se fossi tu.. e che ora la cosa ti sta bene.”

“Io e Mike ne abbiamo parlato” ammetto.

“Oh.. e com’è andata?”

“ Ha detto delle cose che avevano molto senso”.

“Ha usato la metafora dei tre uomini ciechi e l’elefante?”

Spalanco gli occhi per la sorpresa.

“Uh.. si.. a dire il vero , si lo ha fatto”

Kurt ride.

“ Ha l’abitudine di usarla tutte le volte, quando voleva sembrare un tipo profondo durante una delle nostre lezioni.

Disse che era una vecchia storia che gli aveva raccontato sua nonna quando era andato a trovarla nella Cina rurale.

Mi dicesti poi , che in realtà l’aveva letta nella pagine dei fumetti di un giornale quando era piccolo.

“Beh, ha funzionato ancora.” Sorrido.

La cameriera ritorna con un blocco e prende le nostre ordinazioni.

Io e Kurt parliamo per un po’ del mio nuovo-vecchio amico, raccontandogli della nostra uscita per i bubble tea.

Poi tra un morso ed un altro di involtini primavera , Kurt mi racconta di come Mike sia diventato da silenzioso giocatore di football a ballerino.

Quando finiamo i nostri appetitosi piatti , Kurt si sporge e poggia le braccia sul tavolo.

“ A proposito.. Cosa è successo l’altra sera?”

“ Che vuoi dire?”

“ Sono andato nella mia stanza per un attimo e quando sono tornato , tu e Mike ve ne stavate andando.

Sembrava che tu avessi appena visto un fantasma.”

“ Oh..” mi muovo sulla sedia a disagio. “Quello”..

“Qualcuno dei ragazzi ha detto qualcosa che ti ha turbato? E’ stato Puck? Finn?”

“ No, nessuno ha detto nulla. Io… “scuoto la testa, il ricordo è ancora troppo inquietante per pensarci.

“ Stavo guardando Artie e Puck giocare con questo nuovo videogame e … Uh.. uno dei cattivi è apparso dal nulla ed ha attaccato il personaggio di Artie con un piede di porco” sussulto appena vedo Kurt portarsi una mano davanti la bocca.

“Non è stato bello. Ma Mike si è preso cura di me. E’ un bravo ragazzo.”

“ E gli altri sono degli stronzi” dice, sembra scocco.” Se ne sono almeno resi conto?”

Dall’espressione del mio viso capisce la risposta perché irrigidisce la mascella .

“ Giuro su dio, quando acchiappo Finn…”

“ Finn non era nemmeno in salotto in quel momento.  E credo che gli altri fossero solo troppo presi dal gioco. Credo non ci abbiano nemmeno pensato.”

Mi fermo un attimo, ricordandomi della visione avuta durante la scena del videogioco.

“ Kurt.. lo so che non ti piace parlare dell’aggressione… ma .. ho delle domande da farti.

Domande a cui i miei genitori non mi hanno voluto rispondere.”

Kurt si appoggia allo schienale della sedia, incrocia le braccia e si guarda intorno.

“Qui?”

“ Non deve essere per forza qui. Ho solo pensato che fosse meglio se ne parlassimo in un posto che non sia l’appartamento.

Così quando torniamo a casa, possiamo lasciarci tutti i fantasmi che abbiamo ripescato.”

“Sei molto strano”

“ Così mi hanno detto”

“ Cosa vuoi sapere?”

Lecco le labbra, la mia mente vaga.

Non avrei mai immaginato che Kurt accettasse così facilmente.

“Okay.. Per iniziare , quanto ricordi di tutta l’aggressione?”

“ Solo qualche frammento. Ci stavamo dirigendo verso la tua auto, sentimmo dei passi dietro di noi e…” Si tocca la cicatrice con le dita ed io ingoio forte.

“Mi dispiace, non dobbiamo parlarne ora.”

“ No, è.. No. Hai ragione; meriti di sapere quello che è successo”

Prende un debole respiro.

“ Ho sentito qualcosa di affilato colpire un lato del mio collo. Poi .. tutto è diventato confuso. Sfocato.

Ricordo di aver provato tanto dolore. Credevo che non sarebbe mai finita.

Alla fine siamo rimasti solo io e te, stesi li per terra.

C’era sangue ovunque. Solo… dovunque.

Ricordo di essermi chiesto se ne era rimasto ancora nel nostro corpo.”

Mi stringo tra le mie braccia, desiderando di abbracciare lui .

A cosa diamine stavo pensando, quando ho chiesto a Kurt di ricordare , qui tra la gente.

“ Quello che alla fine mi ha fatto reagire “ continuò, “ fu guardarmi intorno e vederti.

Mi stavi guardando. Non stavi facendo nessun rumore.

Sono strisciato verso di te, cercando di fermare l’emorragia che avevi alla testa, ma.. c’era così tanto sangue… Credo di essere tornato in me ad un certo punto, ed ho chiamato il 911 col cellulare.”

I suoi occhi si riempiono di lacrime.

“Ricordo che ti tenevo stretto sul mio grembo, dicendoti di resistere, che l’ambulanza stava per arrivare.

Mi guardavi senza dire nulla. Sembrava come se stessi studiando il mio viso.

Dopo un po’ hai chiuso gli occhi, come se il dolore fosse diventato troppo forte da sopportare.

Così ti ho stretto tra le braccia ed ho aspettato che arrivasse qualcuno ad aiutarci.”

“Oh, amore.. “ Gli allungo la mano, che prende e stringe forte.

“ Non avevo capito ricordassi così tanto. Avresti potuto raccontarmi solo le cose essenziali.”

“ Onestamente, ho cercato di non pensarci . Soprattutto ora che ti ho ritrovato. Ma tu meriti di sapere quello che è successo”.

Ci teniamo per mano, quasi con forza, per qualche minuto, mentre si ricompone.

“ Kurt, qualcosa di strano è successo l’altra sera , mentre guardavo il videogame” gli dico a bassa voce. “ Quando è iniziato l’attacco con la spranga, ho avuto una visione.

Ti ho visto buttarti davanti ame, a farmi da scudo contro uno di loro. Era un ricordo?”

Sbatte le palpebre.

“ Io.. Io.. non lo so. Non ricordo di averlo fatto. Ma come ti ho detto, molte delle cose successe sono confuse.”

“ Mi hai detto che ad attaccarci è stato un gruppo di persone”.

“ Si”.

“ Hai visto il volto di qualcuno di loro?”

“ No, non li ho visti.”

“Io.. “ Scuote la testa.” Era tutto sfocato”.

“ Ma sei sicuro che c’era un gruppo di persone”.

“ Sembra che fossero un gruppo. E i poliziotti che ha incontrato mio padre, hanno detto che non c’era possibilità che una sola persona potesse colpirci entrambi così brutalmente in poco tempo, a meno che non fosse stato un ninja o qualcosa di simile.

Hanno solo saputo dalla scientifica che c’era una sola spranga usata nell’aggressione però.

“ Questa è un’altra cosa che non capisco… Come fanno a sapere che hanno usato una spranga? L’hai vista?”

“Io… no”.

“L’hanno lasciata li?”

“No..”

“Non poteva essere qualcos’altro?”

“No. Era una spranga”.

“ Come puoi…”

“Ho una cicatrice “ dice con occhi imploranti, come a chiedermi di fermarmi. “Sulla gamba”.

“Oh Kurt”, gli stringo più forte la mano, “ Mi dispiace. E’ stato un errore”

“ No, è.. voglio dire.. meriti…”

“ E tu meriti di passare una bella serata a cena fuori col tuo ragazzo, senza che lui ti faccia riportare a galla tutti questi ricordi dolorosi. Mi dispiace”

“E’ tutto ok” dice prendendo un profondo respiro sbattendo le palpebre rapidamente. “ Ma… possiamo parlare d’altro adesso?”

“Assolutamente. Di cosa vuoi parlare?”

“Uhm..” pensa per un lungo momento.” L’importanza di utilizzare un buon toner*?

Rido sorpreso.

“Nella mia stampante?”

Sorride tremante.

“ Sono serio. Riduce al minimo la comparsa di pori e mantiene la tua pelle rigorosa e fresca.”

“Quindi stai dicendo che i miei pori sembrano troppo grandi?”

“ Umm…” piega la testa di lato come se stesse considerando la cosa.

“ Ti vergogni di essere visto con me”.

“ Beh..”

“ Credi che la gente ti riconoscerà come il ragazzo col fidanzato dai grandi pori”.

Kurt si porta la mano sulla bocca ridacchiando senza volere.

Sembra un po’ più rilassato, per fortuna, e credo che entrambi siamo grati alla cameriera, che ci serve i nostri piatti, per averci distratti.

Mangiano con gusto, assaggiando qualcosa dal piatto dell’altro , mangiando troppi carboidrati  per i gusti di Kurt.

Ordino una grossa coppa di sorbetto al mango per dessert e lo imbocco col cucchiaino con suo grande imbarazzo …e tanto divertimento della cameriera che ho sorpreso a guardarci dall’altra parte della sala.

Quando litighiamo per chi deve pagare il conto ( vinco io ) e per chi deve lasciare la mancia ( vince lui ), sembra di nuovo lui.

“ Allora” dico mentre , mano nella mano, ci dirigiamo verso la macchina, “ Cosa facevamo, di solito, dove essere usciti a cena?”

“Beh, normalmente io mi lamento dei carboidrati e tu.. um..” Mi accorgo che sta arrossendo, “ Tu suggerisci un modo per bruciare le calorie.”

“Con una passeggiata?” chiedo innocentemente.

“ Ah.. no”.

“ Con un giro in bicicletta?”

“No”.

“ Ginnastica di coppia?”

Ruota gli occhi.

“ Sei ridicolo”.

“A dire il vero.. sarei.. credo di essere pronto per.. qualcosa. Presto.”

Lo guardo nervosamente, cercando di valutare la sua reazione.

Quando si lecca le labbra, quasi gemo.

“Mi terrai informato?” chiede, cercando, fallendo, di sembrare disinvolto.

“Sarai il primo a saperlo”.

“ Sarà meglio”.

Kurt apre la portiere del passeggero per me, ed io gli bacio una guancia velocemente prima di entrare in macchina.

Fa il giro della macchina per mettersi al posto di guida , si ferma a controllare il suo cellulare prima di scivolare accanto a me.

Poi , resta li seduto con lo sguardo fisso.

“ Kurt?” gli chiedo alla fine, “ C’è qualcosa che non va?”

Si lascia scappare un sospiro, poi si volta verso di me.

“ Sto riflettendo”.

“ Su cosa?”

“ Se devo esporti o meno alla pazza serata più tardi”.

“Credo di aver visto già una buona parte della tua pazzia. E questo non mi ha fatto scappare.”

Kurt ridacchia.

“ Non la mia pazzia. Ma la pazzia.”

“La..”

“Siamo stati invitati ad unirci ai miei amici per una serata karaoke. Ad un ristorante giapponese sulla Route 75”.

“E il posto del karaoke è strano?”

“No, la compagnia lo sarà. Ti dico solo che c’è un cinquanta per cento di possibilità che lei sarà li con le sue scarpe a sella ed un maglione con il disegno di un maiale sopra.”

Spalanco la bocca.

“ Aspetta. Stai parlando della ragazza che mi hai detto che ho baciato?”

“ Nessun altro che lei, Rachel Berry.”

“ Wow. Dobbiamo assolutamente andare”.

Sorride, sorpreso.

“ Davvero? Davvero non ti dispiace?”

“ No. Mi piacerebbe. Non vedo l’ora di ribaciarla e vedere se abbiamo ancora la stessa chimica”

Kurt mi da uno schiaffo forte sulla gamba, ed io alzo le mani in finta resa.

“ Non scherzare minimamente su questo!”

Do un occhiata in giro nel parcheggio vuoto, poi mi chino, tirandolo più vicino a me.

Ci incontriamo a metà strada, e mi bacia possessivamente.

La punta delle nostre lingue si toccano e Kurt geme disperatamente, tirandomi ancora più vicino.

“ Si.. sono gay” dico, stordito, e lui ride a crepapelle, catturando di nuovo le mie labbra.


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Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


A quanto pare , non c’era bisogno che Kurt indicasse Rachel Berry.

Abbiamo a malapena messo piede nel ristorante che una piccola mora corre e si lancia su di me.

“Blaine!” strilla , dandomi un breve ma forte abbraccio. “ Sei davvero tu! Ma è fantastico!”

“Ciao Rachel, è bello..”

“ Ho già prenotato per noi alcuni duetti. Endless Love, naturalmente, e Ain't No Mountain High Enough.

Poi ho pensato che potremo esibirci in qualcosa di più inusuale.

Lucky è sopravvalutata, ma penso che Homeward Bound, il classico cavallo di battaglia di Simon and Garfunkel , potrebbe esse un tantino più inaspettato e potrebbe piacere di più alle persone…”

“ Rachel, Blaine. Blaine, Rachel. “ dice seccamente Kurt. “ Blaine , ti prego di notare le scarpe a sella rosa e il maglione giallo con la pecora.”

“Notati” rispondo, ad occhi spalancati.

Rachel sorride e trascina entrambi verso un tavolo al centro del ristorante.

C’è molta gente stasera e sento un’inaspettata scarica di adrenalina.

Ho sempre amato esibirmi e fatta eccezione di quella sera con Sebastian dove ho cantato da ubriaco al karaoke, non ho avuto la possibilità di cantare da quando mi sono svegliato dal coma.

“ Ora, come potete notare , gli altri clienti sono tutti più vecchi di noi” dice Rachel non appena ci siamo accomodati.

“ Quindi dobbiamo essere certi di fare le canzoni degli anni 80 per renderli felici. Whitney Houston, Madonna, Michael Jackson tutto dalla top40. Facciamo finta che sia il professor Schue a scegliere l’elenco.”

“Chi è il professor Schue?”, chiedo.

Il suo sorriso si spegne per un attimo , ma lo nasconde immediatamente .

“ Non importa. Ecco i menù; dateci un’occhiata e fatemi sapere cosa vi stuzzica di più. 

I miei papà mi hanno dato la loro carta di credito dicendomi che la cena di stasera la offrono loro.”

Ordiniamo una zuppa calda di miso, un agedashi tofu, un piatto di edamame ed un piatto di sushi vegano.

Mentre mangiamo, alcuni clienti salgono sul palco per cantare.

Rachel diventa sempre più sicura di se ad ogni canzone che ascoltiamo.

Storce il naso ad ogni nota stonata e ci sussurra che di sicuro le star della serata saremo noi.

Ho la bocca piena di involtini all’avocado quando chiamano i nostri nomi e Rachel mi trascina sul palco.

“Qual è la canzone?” chiedo ancora masticando.

“ Sky.. ti piace ancora Joshua Radin, vero?”

Riesco ad ingoiare nello stesso momento in cui l’intro della canzone inizia, e poi, sto cantando con gli occhi incollati al monitor.

All’inizio sono nervoso. La mia voce vacilla durante la prima strofa.

Poi, Rachel si unisce a me nel ritornello e ci lasciamo prendere dal ritmo della canzone.

Gli altri clienti si fermano a guardarci , ed i miei occhi si incantano a guardare il largo sorrido di Kurt, e questo, questo è quello che sento di essere destinato a fare nella vita.

Come ho potuto vivere senza esibirmi per più di un anno?

Quando finiamo otteniamo tanti forti applausi che alimentano ancora di più le manie di Rachel.

Si dirige verso l’ingresso per sfogliare il libro delle canzoni, per sceglierne altre fino a quando sembrò che io e Rachel avremo cantato ogni singola canzone presente in quel libro.

Comunque sembra che nessuno se ne lamenti… anzi sembra che la gente presente ci adori.

Cerchiamo anche di convincere Kurt ad unirsi a noi sul palco, ma ci dice che è contento di restare li seduto ad ascoltarci cantare.

Resto un po’ a supplicarlo, sedendomi vicino al lui al tavolo, mentre Rachel inizia a cantare degli assoli, che mi fanno rizzare i capelli.

“E’ incredibile” mormoro.

“Lo è “ sospira Kurt. “ Sono sempre stato convinto che avesse raggiunto la vetta durante il liceo, ma mi sbagliavo. New York ha fatto meraviglie su di lei.”

“ Saremo così anche noi l’anno prossimo” gli dico sognante “ Frequenteremo i migliori programmi per l’arte dello spettacolo  ed i nostri vocal coach ci aiuteranno a migliorarci. Saremo così bravi che i reclutatori di Broadway ci prenderanno subito dopo il college. “

“ Mi stai prendendo in giro”.

Lo guardo sorpreso, ma lui non sta guardando me.

Il suo sguardo è fisso sull’ingresso del ristorante, dove vedo Sebastian ed il suo amico Morgan appena entrare.

“ Oh Kurt, non ti preoccupare…”.

Ma lui è già in piedi, però, e si dirige , passando tra i tavoli, verso di loro.

Lo seguo di corsa, raggiungendolo in tempo per vedere Sebastian alzare le mani in segno di resa.

“Hey ragazzi, siamo venuti solo per cantare. Lo Scandals ha spostato la serata karaoke a lunedì per questa settimana e non potremmo andarci perché Morgan ha un torneo di Tae Kwon do.”

“Perché continui a chiamarlo così” gli chiede il suo amico, “ Te l’ho detto centinaia di volte, si chiama Bojutsu, non Tae Kwon do”.

Sebastian si stringe nelle spalle. “In entrambi i casi è una specie di lotta libera tra ragazzi in pigiama. Comunque, ho controllato quali locali il mercoledì facessero il karaoke ed è venuto fuori questo ristorante , il Siri.”

Sebastian mi guarda ed io faccio un passo avvicinandomi di più a Kurt.

“ Onestamente ragazzi, non sapevamo che eravate qui altrimenti non saremo venuti. Lo giuro.”

“ Ok, adesso lo sai” dice Kurt a denti stretti. “ Ed ora potete andare via.”

Sebastian sta ancora guardando me, calcolandomi.

Faccio un altro passo verso Kurt, intrecciando le nostre dita, tenendo lo sguardo basso.

“Bene” dice alla fine Sebastian.

Sta per andarsene, ma si gira verso di noi di nuovo.

“Ascolta Blaine…” .

“ Andiamocene” lo incita Morgan.

“No.. Io.. davvero non sapevo che ti stavo facendo quelle terribili telefonate. 

Mi dispiace tanto. 

Non avrei mai voluto spaventarti così.”

“ E’ tutto ok” dico dopo un po’.

“ No, non è tutto ok. E spero che un giorno tu possa perdonarmi per questo.”
Sospira perché io continuo a non alzare lo sguardo.

“ Morgan puoi andare a prendere la macchina? Nel frattempo io prendo un po’ di tempura da portare via.”

Appena il suo amico se ne va, Sebastian si dirige verso il bancone per ordinare.

Io e Kurt torniamo al nostro tavolo.

Ci sediamo in un silenzio teso e Kurt stringe i denti quando Sebastian viene verso di noi.

“ Seriamente?”

“ Volevo solo sapere se posso riportare la collana con l’anello domani pomeriggio” dice Sebastian, “ Non potevo chiamarti per chiedertelo quindi...”

“ Sarò a casa dopo le cinque” dice Kurt, “ Non venire prima di allora. Capito?”

“ Si, e Blaine.. sono veramente..”

“ Sei dispiaciuto. Ho capito. Per favore , vattene.”

Torna verso l’ingresso , dove c’è Morgan che ci sta guardando.

Ritirano il loro cibo e se ne vanno.

La tensione nelle spalle di Kurt non sparisce, così avvolgo un braccio attorno alla sua vita, stringendo leggermente.

“Credevo che non ti saresti lasciato mai più infastidire da lui”.

“ Si, vero, ma questo era prima , quando pensavo di non dover rivedere mai più lui o la sua faccia inquietante senza alcun preavviso.”

Poggio il mento sulla sua spalla, sentendolo rilassarsi un po’.

“Non devi sentirti ancora minacciato da Sebastian, ok? 

Non sono interessato a lui.

Nemmeno un po’”

“Lo so che non lo sei . 

E’ solo che… ti sei mai trovato in una situazione in cui rivedi qualcuno dopo un lungo periodo di tempo e tutto quello che provavi per lui prima.. ritorna a galla?”

“ Certo. Come quando ti vidi , mi sono sentito subito attratto da te, anche se non mi ricordavo di te”.

“Esatto. Bene, vederlo all’ingresso , davanti alla porta, mi ha fatto riprovare tutto quello che ho provato lo scorso anno.

E tutto quello che volevo fare era prenderti in spalla e scappare via con te”.

“ Oh, davvero” dico a bassa voce, “ Dimmi di più su questo tuo impulso da cavernicolo”

Sbuffa grossolanamente.

“ Sei ridicolo”

“ E tu sei molto più sexy del solito quando diventi protettivo e possessivo”.

Kurt si guarda intorno, verso gli altri clienti, ma sono tutti distratti dall’ultima performance di Rachel.

Scivola un po’ più vicino a me e ci coccoliamo un po’ mentre lui si calma.

“ Come hai fatto a diventare così a tuo agio con Finn?” Gli chiedo con stupore, “non ti aveva bulleggiato a scuola?”

“ Abbiamo ancora qualche momento di tensione”, ammette.

“ Di solito andiamo d’accordo ma ogni tanto, all’improvviso, vado un po’ in panico se si avvicina a me troppo velocemente.”

“ Questo è triste”.

“ E’ autoconservazione, credo. 

Il tuo corpo reagisce d’istinto per proteggerti.”

Beve un sorso d’acqua, poi  alza le spalle.

“ Come dicevo, non capita spesso. Io e Finn abbiamo un ottimo rapporto”.

“ Cosa stavi dicendo?”.

Entrambi alziamo lo sguardo e vediamo Rachel scivolare sulla sedia di fronte a noi, ancora leggermente senza fiato per il suo ultimo numero.

“ Scusa, stavate parlando di Finn?”

“ Si, lo stavamo facendo”

“ Non lasciate interrompervi da me. Cosa stavi dicendo?”

Kurt scuote la testa, uno strano mix di divertimento e frustrazione sul viso.

“Avevo finito. Com’è andata la tua canzone?”

“ Oh, lo sai. Billy Joel è sempre infallibile per la gente.” 

Sorride malincolicamente.

“ Come sta comunque?”

“ Billy Joel? Penso abbiamo di nuovo divorziato qualche anno fa.”

“Kurt..”

“ Cosa vuoi che ti dica Rachel?”

“Voglio solo sapere come sta.”

“Finn sta bene. Lavora al negozio con me e papà”

“ E’..” chiude gli occhi per un istante. “ Si sta vedendo con qualcuno?”

“ Si, si sta vedendo con una bella ragazza di nome Sarah da circa tre mesi.”

“ Oh.. Avevo pensato che forse..”

“ Lo hai lasciato, Rachel” le ricorda Kurt “ Ti ha pregato di restare, ma hai preso lo stesso quel treno. E’ solo andato avanti”

“ Era il mio sogno. Lo sai. Dovevamo andare tutti a New York insieme, e…”

“Dovevamo fare tante cose . La vita ci ha bloccato la strada.”

Rachel sospira.

“ Mi odia?”

“ No, certo che no”.

“ E tu?”

“Io cosa?”

“ Tu.. mi odi?”

Kurt si sporge in avanti aggrottando le sopracciglia.

“Rachel…”

“ Perché capirei se mi odi” lo interrompe, “ Le cose che ti ho detto prima di andarmene..” 

Lei e Kurt mi guardano.

“ Non avevo il alcun diritto di dirle”.

“ E’ vero. Non dovevi”.

“Volevo solo aiutare. Se avessi saputo che sarebbe tornato da te…”

“Non ti odio” dice Kurt, “ Anche se ti sei sbagliata, so che hai a cuore quello che mi riguarda.”

“Ok..” Abbassa lo sguardo per nascondere gli occhi pieni di lacrime.

“Sono felice di sentirtelo dire”.

“Andartene a New York ti ha avvicinata a quello che vuoi fare. Restare a Lima, mi ha aiutato a riavere quello che volevo.”

Mi da una leggera spintarella , spalla contro spalla.

“Penso che abbiamo avuto quello che volevamo”.

“ Ed è felice? Finn intendo”.

Kurt annuisce con forza, ma io non ne sono convinto. E visto il suo sguardo, nemmeno Rachel lo è.

Abbiamo passato altre due ore al ristorante, ordinato alcune tazze di tea e e qualche dolce in modo da evitare che la cameriera ci guardi male perché stiamo monopolizzando il tavolo.

Rachel canta canzone dopo canzone… i testi parlano, stranamente, di amori perduti ora…mentre io cerco di convincere Kurt a fare un duetto con me.

All’inizio scuote la testa, affettuosamente; poi inizia a sembrare infastidito.

“Per favore? Sarà divertente”, dico, guardandolo col mio migliore sguardo da cucciolo abbandonato.

“ No”

“ Ma non ti ho mai sentito cantare. Solo qualche pezzo qua e la..”

“ Canterò qualcosa più tardi. Quando saremo a cosa”.

“ Possiamo cantare I’ll cover you insieme .”

Sorrido , inarcando le sopracciglia.

“ Scommetto che qui ce l’hanno. Dai , sii coraggioso. Se vuoi diventare un performer…”

“ Voglio essere un performer a New York”, sibila sulla difensiva, “ Non nel retrogrado Ohio, dove avere una voce acuta ti fa diventare bersaglio per gli stronzi omofobi”.

Il mio sorriso si spegne.

“ Credi che..”

“ Non so cosa li ha fatti scattare quella notte. E forse non lo saprò mai.

Ma nel frattempo, non mi esibirò a Lima con la mia voce da ragazza in pubblico.

E’ già dura avere a che fare con gli sguardi che ci hanno lanciato prima mentre ci abbracciavamo”.

Inghiotte , guardandosi attorno.

“ Forse non sono così coraggioso come credevi, Blaine. Mi dispiace se questo ti  delude.”

“Oh, Kurt..” .

Il mio primo impulso è quello di avvicinarmi a lui, ma so che così potrei solo peggiorare le cose.

“ Sei il ragazzo più coraggioso che conosco”.

“ Si, come no” si fa beffe di me.

“Lo sei.. Voglio dire, guarda Rachel.

Sapeva di essere troppo brava per questo posto, così se n’è andata a New York City.

Ha lasciato il ragazzo che ama, perché per lei aspettare un altro anno qui sarebbe stato troppo difficile.

Ma tu?.. Hai messo da parte i tuoi sogni senza pensarci un secondo.

Hai aiutato tuo padre a rimettersi in piedi ed hai aspettato che io tornassi da nuovo da te.”

“ Questo non è essere coraggiosi” , dice, “ Responsabile, forse…”.

“ Non fingi di essere qualcuno che non sei. Indossi abiti incredibili ogni giorno.. abiti che sai che ti fanno notare , in un posto dove sarebbe meglio per te mimetizzarti. Hai preso la mia mano a carnevale, e ti sei rannicchiato accanto a me prima.”

“ Ed ho creduto stesse per venirmi un attacco di panico…”

“ Non è necessario sentirsi coraggiosi per essere coraggiosi.

Per esempio quando mi hai rivisto quel giorno al Lima Bean.

Avresti potuto andar via prima che io ti parlassi. Avresti potuto conservare di me solo un meraviglioso ricordo. 

Invece hai preso al volo questa grande occasione e mi hai fatto innamorare di te un'altra volta.”

Mi guarda, finalmente, i suoi meravigliosi occhi brillano. “ Davvero è così che mi vedi?”

“ Sempre”.

E poi… a dispetto di Rachel che, sul palco, canta a squarciagola Without you  , a dispetto di una stanza piena di coppie di mezza età conservatrici, a dispetto della paura , che lo aveva fatto voltare e destra e a sinistra prima… Kurt si avvicina e bacia le mie labbra.

Come ho appena detto. 

Il ragazzo più coraggioso che conosco.



Ci stiamo dirigendo verso l’appartamento di Rob, quando , finalmente, non posso fare a meno di prendere in giro Kurt.

“ La tua migliore amica indossa scarpe a sella rosa con dei calzini lunghi al ginocchio con delle stelle sopra.”

“Ugh.. Lo so.”

Appoggio la testa sul sedile, mi volto e gli sorrido con affetto.

“ La tua migliore amica indossa maglioni con pecore e maiali sopra.”

“ Se ricordo bene, tu sei quello che ha limonato con lei.”

“ Mentre ero ubriaco, a quanto pare, e mentre giocavamo al gioco della bottiglia.

Tu sei quello che l’ha scelta come migliore amica… da sobrio”.

Mi guarda storto e si morde il labbro inferiore, cercando, ma fallendo, di non ridere.

“Bene, il tuo migliore amico è entrato nel Glee Club nonostante fosse un po’ stonato”

“ La tua migliore amica ha detto ad un vecchietto che per stasera era meglio se andava a giocare a canasta e la smetteva di monopolizzare il microfono.”

“ Il tuo migliore amico si è stirato l’inguine mentre cercava di fare il moonwalk tra i pali del campo di football.”

Stiamo ancora ridendo quando Kurt parcheggia, e ci incamminiamo mano nella mano verso il palazzo.

“ La tua migliore amica ha detto alla cameriera che avevamo bisogno di un tavolo per quattro persone perché il suo talento era troppo grande.”

“… Non lo ha fatto”.

“No, non lo ha fatto. Ma per un attimo mi ha creduto, non è vero?”

In ascensore, Kurt strofina il naso sul mio collo, sospirando.

“Ti vuol bene. Ancora. Di nuovo. Daccapo. Comunque ti vuol bene.”

“Le voglio bene anche io. Anche se credo che , probabilmente, è più facile se la prendi a piccole dosi.”

“Ha ragione, signore”.

Una volta nell’appartamento, appende il cappotto accanto al mio e si stiracchia, iniziando a dirigersi verso la nostra camera da letto.

Mi schiarisco la gola, rumorosamente, lui si gira e mi guarda interrogativamente.

“Mi è stata promessa una canzone” gli dico, lasciandomi cadere sul divano.

“ Cosa?”

“Mi hai detto che mi avresti cantato qualcosa una volta tornati a casa. Siamo a casa.”

Schiocco le dita come ha fatto lui alla cameriera prima e Kurt arrossisce.

“Cosa? Adesso?”

“Beh, se proprio insisti”, sorrido sfacciatamente e lui alza gli occhi al cielo.

“Cosa dovrei cantare?”

“ Avevamo una canzone? Cioè una nostra canzone?”

“ No, non realmente. Avevamo alcune canzoni che erano speciali per noi. Tipo I’ll cover you o Blackbird e…”

Respiro bruscamente e scoppio a ridere.

“Blackbird?”

“Una vecchia canzone dei Beatles”.

“ Lo so bene.”

Non gli racconto della mia esperienza al karaoke dello Scandals, perché non voglio che Kurt pensi a Sebastian in questo momento. 

Questo momento è tutto per noi.

“ Cantami una della nostra canzoni, qualcosa come Blackbird che mi ha fatto innamorare di te”.

Si avvicina al divano, sedendosi di fronte a me, voltandosi poi a guardarmi.

“Io… umm..okay. Questo potrà sembrarti strano.. ma.. Credo di essermi innamorato di te nello stesso istante in cui mi hai cantato questa canzone per la prima volta.”

Quasi squittisco dalla gioia, e porto le ginocchia al petto.

Kurt mormora un paio di note fino a quando trova una buona intonazione ed inizia a cantare.

La sua voce è acuta e dolce e così incredibilmente meravigliosa.

“Before you met me, I was a wreck

But things were kinda heavy, you brought me to life

Now every February you'll be my Valentine, Valentine”

Trad.

( Prima che tu mi incontrassi, ero un relitto ma le cose

Erano parecchio pesanti, mi hai portato alla vita

Ora ogni febbraio, sarai il mio Valentino, Valentino)


Mi lancia un’occhiata interrogativa ed io annuisco.

“Let's go all the way tonight

No regrets, just love

We can dance until we die

You and I, we'll be young forever

You make me feel like I'm living a teenage dream

The way you turn me on, I can't sleep

Let's runaway and don't ever look back

Don't ever look back


My heart stops when you look at me

Just one touch, now baby I believe

This is real, so take a chance

And don't ever look back, don't ever look back”

Trad. 

(Andiamo fino in fondo stasera

Nessun rimpianto, solo amore

Possiamo ballare fino alla morte

Tu ed io
Saremo per sempre giovani

 Tu mi fai sentire come se stessi vivendo un sogno adolescenziale

Il modo in cui mi fai sentire, non riesco a dormire

Allora corriamo via e non guardiamo più indietro, non guardiamo più indietro

Il mio cuore si ferma quando mi guardi

Un solo tocco, ora baby ci credo

Questo sentimento è reale quindi credici e non guardarti più indietro, non guardarti più indietro)


Mentre canta un meraviglioso calore si diffonde in tutto il mio corpo.

Non è lussuria animale e nemmeno ormoni impazziti di un ragazzino in calore.

E’ più un urgenza travolgente di rannicchiarmi in lui, avvolgerlo intorno a me come una coperta fino a non capire più dove finisce lui ed inizio io.

I might get your heart racing in my skintight jeans

Be your teenage dream tonight

I'll let you put your hands on me in my skintight—

Trad.

Potrei far scoppiare il tuo cuore

Nei miei jeans stretti

Potrei essere il tuo sogno adolescenziale stanotte

Ti lascerò porre le tue mani su di me

Nei miei jeans stretti


Mi butto su di lui senza preavviso, interrompendolo con un bacio duro, arrampicandomi sul suo grembo.

Ride sorpreso.

“ Dopo tutto il tuo piagnucolare, ora non mi vuoi lasciar finire..”

Lo bacio di nuovo, ed ancora, ed ancora.

Si lecca le labbra ed io catturo la sua lingua, la succhio inumidendola con la mia.

Mi metto a cavalcioni su di lui e questo ci avvicina ancora di più; lo sento lamentarsi non appena le nostre erezioni si toccano ed iniziamo a strisciarci l’un l’altro con un ritmo lento e incerto.

La mie mani accarezzano i suoi capelli, stringono le sue braccia, accarezzano la sua schiena, il suo collo..

Tutto sta accadendo troppo in fetta e allo stesso tempo troppo lentamente e la mia mente non riesce ad elaborare il momento.

“Voglio essere dentro di te” dico, sorprendendo me stesse per il tono roco e basso della mia voce.

Afferra i miei fianchi e mi guarda stordito.

“ Vuoi dire.. dentro di.. “

“ No, è più metaforico.”

Si ferma per un attimo , abbassa la testa , stringendomi in un abbraccio per poi iniziare a ridacchiare.

“ Oh mio dio”.

“ Cosa?.. E’ strano?”

“ No , è solo che credevo che stessimo per passare dalla prima base alla casa base in una sola notte e mi sono agitato un attimo.

Mi guarda, lo sguardo caldo.

“ Sei già dentro di me, Blaine. Mi hai , anima e corpo.”

“Forse..umm.. “ Avvolgo le braccia attorno alle sue spalle e spingo giù i miei fianchi di nuovo, facendolo sibilare.

“Forse potremo lavorare sulla parte del corpo per stasera.”

Le sue mani si muovono sulla mia vita.

“ Devi specificare cosa intendi perché a quanto pare stasera non riusciamo a capirci bene”.

“ Tipo così” ruoto i fianchi ancora ed ancora.

“ So che forse con i vestiti non è proprio comodo, ma non credo di essere pronto .. “

Mi bacia rudemente, guidando i miei fianchi in un ritmo lento , respirando nella mia bocca.

“ Così è perfetto, amore. E’ fantastico.”

“ Si sente così bene” mi lamento , sentendolo indurirsi ancora di più contro di me.

“ Oh dio, se ci avessero detto durante l’ora di Educazione sessuale che strusciare i nostri genitali fosse così bello..”.

Kurt butta indietro la testa e rise di nuovo, coprendosi il viso con le mani.

“Oh mio dio”

“ Cosa?”

“ Hai appena detto genitali?”

Beh, voglio dire, so che strusciarsi sarà bello anche per le ragazze. Non è necessario specificare il sesso..”

“Blaine. Quando sono duro e ti sei duro.. solo.. solo non usare la parola genitali. Solo.. No.. “ ridacchia impotente.

“ Oh mio dio, non posso credere di dovertelo spiegare. 

“ Non lo uso normalmente, sto solo dicendo…”

“ Chiamalo uccello, chiamalo cazzo, chiamalo verga se proprio devi, ma non genitali.

Mi prende di nuovo per i fianchi spingendosi contro di me.

Affondo più forte, facendolo grugnire e muovere più veloce.

“ Mmm.. si amore, amo il tuo cazzo. Strusciamo i nostri cazzi insieme, solo così come adesso”.

Stiamo entrambi ridendo adesso, strusciandoci velocemente e baciandoci furiosamente tra le risate.

Muove le mani più giù , guardandomi con le sopracciglia alzate.

Quando annuisco, geme ed afferra il mio culo con entrambe le mani stringendolo forte.

Sento i miei pantaloni diventare incredibilmente stretti, lo sfregamento scomodo.

Sarebbe più facile levarseli al volo e lanciarli da qualche parte, così da poterci muovere uno contro l’altro in intimo. Ma non posso sopportare l’idea di allontanarmi da Kurt nemmeno per un secondo , e troppo presto, sento un familiare stretta al basso ventre.

“ Kurt..” 

“Lo so”.

“ Sto per..”

“Lo so.”

Mi colpisce all’improvviso, un sospiro sfinito scappa dalle mie labbra mentre vengo forte; un calore bianco mi avvolge mentre tremo contro di lui.

Si struscia ancora un poco contro di me prima di urlare e poi calmarsi, stringendomi più forte.

Stiamo entrambi ansimando, stretti l’un l’altro mentre cerchiamo di riprendere fiato

“Porca puttana” ansimo, “ E’ stato..”

“ Inaspettato?” dice baciandomi il collo.

“ Prova con incredibile”  mi allontano e  lo guardo abbagliato.

Sembra anche lui sazio e stordito.

“ Non credevo che potesse essere anche così pieno di risate, però”.

“Questa è un’altra cosa che non ci hanno detto durante educazione sessuale. A volte è bello ridere durante il sesso.”

Sbatto le palpebre.

“ Abbiamo fatto sesso?”

“Si.”

“Ma siamo ancora completamente vestiti”

“ Ancora un’altra cosa che non ci hanno..”

“ Ho capito. Mi sa che il programma di educazione sessuale deve aggiornarsi.

Sospiro e mi accoccolo a lui, chiudendo gli occhi.

“ Allora.. non sono più vergine?

“ Beh, ognuno ha una propria definizione del sesso. Se tu…”

“ Non sono più vergine”, dico in modo deciso, allontanandomi un po’ con un sorrisetto compiaciuto sul volto. “ Mi hai sverginato”.

“ L’ho fatto”. Mi guarda quasi fiero. “Due volte, in realtà.”

Ci sorridiamo a lungo , rubandoci piccoli baci.

Poi il mio sorrise si spegne. 

“Oh..”

“Si”

“ E’ tutto.. appiccicoso.. li sotto”.

“ Si lo è”

“ E credo che stia trasformandosi in … colla fredda.”

“ Ringraziamo Rob che ha una lavatrice ed un’asciugatrice . Ti lascio fare la doccia per primo?”




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Capitolo 26
*** capitolo 26 ***


Le cose sono diverse, in qualche modo.

Ora ho capito.

Cosa rende così speciale il sesso per le persone.

L’ho capito.

Non è solo il piacere fisico, non del tutto almeno.

E’ essere così vicino ad una persona, aprirsi con lui, fidarsi di lui completamente anche quando cadi.

Questa connessione tra noi  non va via nello scarico della doccia.

E’ anche più forte quando Kurt riemerge dal bagno, il suo volto coperto da una specie di tonico per il viso.

Lo guardo e tutto quello a cui riesco a pensare è la parola per sempre.

Ci stendiamo sul letto insieme, arrossendo e sorridenti.

Prima che si possa girare,  aspettando che io lo abbracci a cucchiaio, mi schiarisco la gola.

“ Um.. Kurt?”

“Mm.” mi sorride con aria assonnata. “ Non sei mica pronto per il secondo round, vero? Perché sono un po’ stanco”

“ Round.. no, no.” ridacchio , la mia voce troppo alta. “ Volevo chiederti una cosa. Beh.. Volevo chiederti se andrebbe bene per te una cosa. Una cosa che vorrei fare.”

Appoggia la mano sulla testa e mi guarda incuriosito. “ Sto ascoltando..”

“Domani sera, quando Sebastian mi riporta il mio anello di fidanzamento.. “ mi faccio forza. “ Lo voglio rimettere.”

“Ma certo che puoi, amore”, dice, “ Mica lo mettiamo in cassaforte, giusto? Sono sicuro che ti riporterà anche la collana che usavi , così puoi indossarlo di nuovo sotto i vestiti, proprio come stavi facendo…”

“ Non voglio indossarlo sotto i vestiti. Voglio rimetterlo al dito. A dire il vero, voglio che sia tu a rimettermelo al dito”.

Mi fissa “ Cosa?”

“ So cosa significhi per me. So che per noi ci sarà il per sempre”.

" Allora perché hai bisogno di indossarlo?"

" Perché voglio che lo sappiano anche gli altri. Indossandolo farò vedere a tutti quanto sono orgoglioso di stare con te."

Si siede distogliendo lo sguardo.

"Preferire che non lo facessi".

Mi ero preparato a questa eventualità, ma sentirglielo dire brucia lo stesso. 

"Come mai?"

" Perché è stato qualcosa che ho fatto .. col vecchio Blaine. Dovremo fare nuove cose insieme."

" Vuoi prendere un anello di fidanzamento diverso? Ma li avevi disegnati tu.. Erano speciali per noi"

" No, io non.. " si interrompe, sembra frustrato.

"Non importa."

"Cosa?"

" E' solo che questi anelli non hanno per me lo stesso significato di allora.

Hanno perso il loro significato di promessa nel momento in cui ho scoperto che ti eri dimenticato di me."

"Eppure hai continuato ad indossare il tuo. Quindi cosa significava per te, allora?

Che tu non ti eri dimenticato di me? O lo indossavi con la speranza di riavere il vecchio Blaine indietro?"

"Possiamo solo lasciar perdere?"

"Ecco cos'è, non è vero? 

Riesco a sentire il dolore nella mia voce e rabbrividisco.

"Tu stavi aspettando che tornasse. Lo stai aspettando ancora. Questa è la tua speranza segreta".

"Questa è la mia paura segreta" sbotta. " Pensi che sia facile per me, svegliarmi ogni mattina, e non sapere chi si sveglierà accanto a me?

Ogni volta che andiamo a dormire, mi chiedo se quella sarà l'ultima notte con te. Mi chiedo se quando ti sveglierai sarai il vecchio Blaine e che non vorrai più stare con me."

"Ma di cosa stai parlando?"

"Continuo a dirtelo, potrei non essere più compatibile con lui. Sono cambiato troppo.

E se improvvisamente ti svegliassi e ricordassi tutto quello che hai perso.. dimenticandoti tutto quello che è successo in queste ultime settimane.."

"La memoria non funziona così"

" Anche i tuoi medici lo hanno detto.. nessuno può prevedere cosa succederà o meno al tuo cervello. Non ho alcun modo di sapere per quanto tempo ti avrò con me e questo mi terrorizza."

Sospira tremante, fissando il soffitto. " Hai ragione quando dici che sto aspettandolo, ma non pensare nemmeno per un minuto che io lo speri".

Mi tiro le coperte fino al mento, sentendomi infelice.

" Quindi per te sono soltanto una bomba ad orologeria. Non ti sentirai mai al sicuro con me perché sarai sempre li ad aspettare che io mi dimentichi di nuovo di te".

"No.. sei.. no"

"Mi hai detto di volere me più di quanto volessi il vecchio Blaine".

"Lo faccio.."

" ..Eppure è a lui che era permesso di indossare l'anello di fidanzamento. E' lui ad avere avuto il diritto di indossare il tuo anello al dito.

E' con lui che hai fatto piani per il futuro. Come credi che mi faccia sentire tutto questo?"

Kurt si gira a guardarmi. Il suo sguardo si sofferma su di me per quel che sembra un’ora, prima di sospirare.

“Hai ragione”

“… Ce l’ho?”

“Sicuro che ce l’hai. Non sono stato giusto nei tuoi confronti. Ma tesoro… devi capirmi. Sono solo, quante, due settimane da quando ci siamo ritrovati?”

“Sedici giorni” suggerisco e lui sorride.

“Sedici dei giorni più belli della mia vita” dice dolcemente, “ Ma vengono dopo undici dei peggiori mesi della mia vita.”

“Lo so. “ sussurro, “ So quanto sia stato difficile per te cambiare marcia così.”

“ Ed è ancora più difficile in questo periodo dell’anno”, dice toccando la mia cicatrice sulla testa con dolcezza.

“ Si sta avvicinando l’anniversario dell’aggressione.  Rende tutto un po’ irreale, capisci?”

Prendo la sua mano e la tengo stretta al cuore.

“ Questo è reale. Quello che abbiamo è reale, e nessuno può toccare quello che abbiamo.”

“Lo so. Dammi solo ancora un po’ di tempo in modo che la mia testa raggiunga il cuore, okay?”

“Lo farò.” Kurt si sporge e ci baciamo dolcemente.

Si stende di nuovo accanto a me, ancora pensieroso.

“ Sai Kurt” azzardo, “ Non ti devi preoccupare che il vecchio Blaine possa tornare”

“ Perché no?”

“ Perché anche se dovesse tornare.. credo che riusciresti a far innamorare di te, qualsiasi versione di me”.

Mi aspetto che sorrida, invece di gira, permettendomi di abbracciarlo da dietro.


 


Un forte odore di caffè mi sveglia questa mattina.

E’ forte e profumatissimo, e quando apro gli occhi vedo sul comodino una tazza dello Starbucks.

Mi siedo sul letto, strizzando gli occhi.

“ Kurt?”

“ Sono qui”

Sembra che la sua voce provenga dal salotto, così afferro la mia tazza di caffè e con passo felpato esco dalla camera da letto.

E’ completamente vestito, fermo nel bel mezzo del stanza con le mani sui  fianchi.

“ Kurt? Cosa stai facendo?”

Sembra turbato.

“ C’è qualcosa che non quadra in questa stanza? I cuscini non erano disposti in maniera diversa?”

Volto lo sguardo verso i cuscini , sorseggiando il mio caffè.

“Uh.. non ne ho idea”.

“Qualcosa … non è al suo posto” , dice strofinandosi il collo. “ C’è qualcosa ..”

“Kurt. Cosa sta succedendo?”

Finalmente mi guarda, gli occhi spalancati.

“ Non lo so cosa c’è che non va. Tutto era apposto stamattina. Avevamo finito il caffè, così sono andato allo Starbucks per comprarne un po’, e.. Ho avuto questa strana sensazione di essere osservato.

“Sembra inquietante”

Era inquietante. Ed è diventato ancora peggio  ora che sono tornato . Non riesco a mettere a fuoco cosa c’è..”

“Oggi deve venire Sebastian”, gli ricordo, “ Probabilmente è questo che ti rende così ansioso. Questo è tutto”.

“ Forse hai ragione”.

Prende un sorso del suo caffè , poi sembra tornare in se.

“ Oh, scusami. Buongiorno”.

Si avvicina per baciarmi.

Lo afferro per i gomiti, e lo bacio con cura, sperando che il caffè mascheri il mio alito mattutino.

“ Giorno” gli rispondo. “ Mi dispiace che la tua giornata sia iniziata in maniera così tesa.”

"Va tutto bene. Anche se , mentre tornavo a casa, ho pensato che forse è meglio se ci inventiamo un nostro modo segreto di bussare alla porta."

"Ed una stretta di mano segreta" annuisco, spalancando gli occhi.

" Sono serio. Pensa se Sebastian venisse prima stasera e che chieda aiuto ai vicini per entrare nel palazzo.

Immagina di sentire bussare la porta e tu apri senza pensare e fosse lui".

" Si , sarebbe terribile. Voglio dire, credo di poter resistere alle sue avance per dieci minuti o giù di li, ma dopo che.,."

"Prendimi in giro quanto vuoi, ma voglio una nostra bussata segreta.”

Posa la sua tazza di caffè sul tavolino con decisione, poi se ne va in corridoio chiudendo la porta dietro di lui.

"Okay" mi chiama da dietro la porta, " Sei pronto?

Poi sento "knock knock knock-knock knock-knock knock knock knock."

"Chi è?" chiedo con voce cantilenante.

Apre la porta accigliato.

" E' la prima riga di Blackbird. Blackbird sing-ing in-the dead of night. Okay, adesso prova tu".

Mi spinge in corridoio poi torna dentro, chiudendo la porta.

E' strano.

Una volta qui fuori in corridoio da solo, ho la stessa sensazione che mi ha descritto Kurt.

Mi si rizzano i capelli sulla nuca e do un'occhiata al corridoio vuoto velocemente.

Per un momento sono sicuro di aver visto qualcuno in agguato dietro l'angolo in fondo al corridoio.

Provo la maniglia, ma la porta è chiusa.

"Kurt fammi entrare" dico con ansia.

" Non prima che tu faccia la nostra bussata segreta".

Batto sulla porta in fretta knock knock knock-knock knock-knock knock knock knock.

La porta si spalanca e Kurt mi tira dentro.

Tiro un sospiro di sollievo mentre richiude la porta.

“Grazie” dice, “ So che sembra stupido, ma mi fa sentire meglio, in caso dovessi tornare tardi stasera.”

“Non capisco però perché devi bussare”, gli faccio notare, “ Hai la chiave”.

“Dovresti chiudere tutte le serrature quando sei da solo in casa. La catena e il chiavistello anche.

Non mi importa dover aspettare mentre li sblocchi”.

Da uno sguardo al suo cellulare, poi sbuffa per il disappunto.

“Ugh.. sono in ritardo. Ho detto a papà che sarei stato al lavoro .. adesso. Ci vediamo alle 5 ok?”

Mi bacia di nuovo e si dirige verso la porta.

“Non dimenticarti di chiudere i serrature”.

“ Si, si.”

Dopo che è andato via, chiudo le tre serrature, poi mi giro per andare a prepararmi la colazione.

All’improvviso tre colpi forti si sentono alla porta ed io rido.

“ Bel tentativo, Hummel”

“ Ti amo”, grida, prima di girarsi e dirigersi verso l’ascensore.

 

 
Passo la maggior parte della mattina al computer, alla ricerca di appartamenti a New York City.

Mi innamoro follemente due volte.. la prima volta per un walk-up* a Chelsea e la seconda per un monolocale nel West Village.. ma entrambi costano troppo.

In base a quello che Kurt mi ha detto sui problemi finanziari della sua famiglia, penso che Kurt avrà un budget limitato.

Io ho un fondo fiduciario considerevole, così i soldi non sono un problema per me.

Ora devo solo capire come fare a convincere Kurt a farmi pagare più della metà dell’affitto.

Faccio , con aria sognante , un tour online degli appartamenti, decidendo come sistemeremo i nostri mobili.

Poi realizzo di star diventando ridicolo, non abbiamo mobili nostri.

Così passo un altro paio di ore alla ricerca di negozi di mobili usati ma di alta qualità e in buone condizioni a New York.

Verso mezzogiorno , Mike mi manda un sms per chiedermi se ho voglia di andare a vedere l’ultimo film di James Bond con lui stasera.

Per quanto io desideri andarci, sospetto che Kurt sarà un po’ rude e possessivo una volta che Sebastian se ne sarà andato e so di non volerlo lasciare solo.

“Un’altra volta?” gli messaggio.

Quasi immediatamente mi risponde.

“D’accordo , sono a casa per le vacanze fino al due gennaio. Resti a casa di Rob per tutto il tempo?”

“ Non ne sono sicuro. Forse”

“Cosa mi dici dei tuoi genitori? Non passi il Natale con loro?”

Mi acciglio un po’  e gli mando un altro sms.

“Questa è la parte di conversazione in cui mi fai sentire in colpa?”

“ Non ne sono sicuro. Forse”.

Lancio il cellulare sul divano e mi dirigo in cucina per prepararmi qualcosa per pranzo.

Mike non sbaglia; ma non sono ancora pronto ad incontrarmi faccia a faccia con i miei.

E’ strano, comunque, sono passati venti giorni senza vederli.

Non riesco a ricordare di essere stato lontano da loro per così tanto tempo in tutta la mia vita.

Mi preparo con calma una vera e meravigliosa insalatona di spinaci, frutta, semi e noci, poi la prendo mentre guardo di nascosto il mio cellulare.

Alla fine, mi arrendo, riposo l’insalata e vado verso il divano per prendere il cellulare.

“ E’ tutto apposto” digito, “Spero state bene anche voi”.

Invio l’sms a mio padre , prima di cambiare idea.

Poi aggiungo un po’ di olio d’oliva alla mia insalata prima di provare a mangiarla.

Dopo circa quindici minuti, mio padre risponde.

“ Scusa per averti fatto aspettare. Ero in riunione. Grazie per il messaggio, siamo preoccupati per te. Ci vedremo a Natale?”

Mordo con più forza del necessario una noce, rimuginando su una risposta.

Alla fine scrivo :

“ Sono stato con Kurt, ci stiamo conoscendo di nuovo. E’ un processo lento. Non so ancora nulla per Natale.”

Finisco di mangiare la mia insalata, poi sciacquo il piatto e la forchette e li metto in lavastoviglie.

Ancora non è arrivata nessuna risposta da mio padre.

Sano rannicchiato sul divano guardando delle repliche dell’Ellen Show , quando mi risponde.

“ Capisco. Ti faccio sapere che in entrambi i casi passerai le vacanze con qualcuno che ti ama.”

Mi rannicchio di nuovo sul divano , decidendo che per lo meno a Natale passerò da loro.

 


Sono appena passate le 4.15 pm quando sento il citofono, accanto alla porta , suonare.

Incuriosito, mi avvicino a premo il pulsante.

“Si.. Chi è?”

“ Ho un pacchetto qui per Blaine Anderson. Un lungo e grosso pacco, in effetti”.

“ Sebastian, sei in anticipo”.

“ Sono partito presto da casa per evitare il traffico, ma non c’era quasi nessuno in giro”.

“Kurt dovrebbe tornare per le 5pm. Ti farà entrare lui nel palazzo.”

“ Quindi mi lasci qui fuori al freddo gelido ad aspettare Kurt per quarantacinque minuti?”

“ Hai accettato di non venire prima delle 5pm”.

"Non è colpa mia se c’era poco traffico ."

"Non ho intenzione di farti entrare."

"Okay, okay. Mi limiterò a stare qui fino a che non sarò morto congelato e completamente duro. E non in modo divertente."


 


Alle 4.30pm il citofono suona di nuovo.

“ Cosa?” chiedo

"Volevo solo farti notare che alcune persone sono entrate ed uscite dall'ingresso principale, e io sono ancora qui fuori. Non ho nemmeno messo piede nell’atrio."

"Quindi stai seguendo il nostro accordo. Magnifico".

“Si gela, amico. Non posso semplicemente stare dentro? Kurt non dovrebbe tornare per un'altra mezz'ora." Aspetta mentre penso che sia finita, poi aggiunge: "Sono stato un bravo ragazzo chiedendotelo, sarei già dentro se avessi voluto inserendo il codice di accesso.".

Sbatto le palpebre. "Sai il nostro codice?"

"Certo, lo hai detto quella sera allo Scandals, quando eri al telefono con la compagnia di taxi. 23069."

"Come hai-"

"Il signor Peterson dà un seminario sulle tecniche di memorizzazione ogni semestre prima degli esami.

Se dici un numero di circa dieci cifre a qualsiasi ragazzo alla Dalton, se lo  ricorderà per sempre.

In più, il vostro codice è facile. Mi ricorda il mio tipo di appuntamento  preferito. "

"Che tipo..."

"Uno che si conclude con un 69". Ride a voce troppo alta. "Andiamo. Lasciami almeno entrare nell’atrio.”

"Bene," gemo, e gli apro.

 Poi mi tuffo sul divano, sfogliando una rivista di moda e ignorando il nervosismo che mi stringe lo stomaco.


 


Alle quattro e quarantacinque, Kurt chiama, con tono stressato.

"C'è stato un incidente," mi dice, ed io sussulto.

"Hai fatto un incidente?"

"No, non io.

Il rimorchio di un trattore ha fatto una brusca virata, troppo veloce, e si è capovolto su un fianco.

Sembra che il conducente stia bene, ma ora il camion sta occupando tutte le corsie, in entrambe le direzioni.

Stiamo fermi qui da anni.

Non so quando riuscirò ad arrivare da te.

Speriamo che Sebastian arrivi in ritardo. "

Faccio una smorfia.

"A dire il vero ... Sebastian è qui da almeno mezz'ora".

"Aspetta, lo hai fatto entrare nell’appartamento?" grida Kurt.

"No, no, lui è al piano di sotto nell’atrio.

Non gli ho nemmeno detto in quale appartamento siamo."

Anche se, ora che ci penso, probabilmente se lo ricorda da quando ho chiamato la compagnia di taxi.

"Dovrei andare giù e farmi dare l'anello adesso, o chiedergli di farlo scivolare sotto la nostra porta?"

"No, solo ... solo non fare nulla.

 Il carro attrezzi è appena arrivato, quindi penso che dovremmo iniziare a muoverci di nuovo al più presto. Sarò li prima possibile... ne parliamo dopo."

"Ti amo," gli dico, ma lui ha già riattaccato.




 
Alle cinque, Kurt non è ancora tornato. Vado avanti e indietro per il salotto, rosicchiandomi le unghie.

Poco dopo le 5pm sento il suono dell'ascensore in fondo al corridoio.

Passi lenti e cauti si avvicinano alla porta dell'appartamento per poi fermarsi.
 
"Dai Blaine" dice Sebastian un pò irritato. " E' stupido. Possiamo comportarci da persone civili abbastanza a lungo da permettermi di restituirti questo stupido anello.".

Ha ragione, naturalmente, ma io non riesco ancora a scuotermi di dosso la sensazione di disagio di questa mattina.
 
Non mi muovo e alla fine Sebastian, sbuffando esasperato, torna verso l'ascensore.
 
Torno a respirare normalmente solo quando sento il suono dell'ascensore che scende.


 
 
 
Sono le 5.25 pm quando sento di nuovo il suono dell'ascensore.
 
Sento dei passi avvicinarsi , più velocemente questa volta, ed un respiro pesante.
 
Poi sento:  knock knock knock-knock knock-knock knock knock knock.
 
Lascio scappare un sospiro di sollievo e mi dirigo alla porta; sblocco il chiavistello, tiro la catena 

ed apro la porta di colpo.
 
Vedo un movimento velocissimo.
 
Poi sento un dolore accecante.
 
Poi non c'è più nulla.
 
* Walk- up è uno stabile o palazzo senza ascensore.



 

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Capitolo 27
*** capitolo 27 ***


WARNING: L’autrice avvisa che in questo e nel prossimo capitolo ci saranno delle scene di violenza, appena accennate, quindi se qualcuno vuole può saltarli.. Io consiglio comunque di leggerli .. ci sono molte spiegazioni 




Avevo dodici anni quando mio cugino Rob comprò un appartamento a pochi chilometri da casa nostra.

Si era trasferito a New York subito dopo il diploma ed aveva comparto questo appartamento così da poter avere un posto dove stare quando tornava a casa per le feste o le vacanze.

Rob era un agente di cambio ventenne, ma ha sempre avuto del tempo per me.

Mi ricordo che un giorno ero seduto sul pavimento del suo appartamento , nuovo e vuoto, mentre lo aiutavo a scegliere tra i vari colori la vernice e tra i vari campioni di moquette.

“Quale colore ti piace di più tra questi per le pareti?” mi chiese, “ Questo potrebbe essere un po’ troppo giallo.. questo sembra troppo verde.. e questo ha troppo arancione dentro. Non riesco a decidere.

Guardai , strizzando gli occhi, i quattro campioni che ho in mano; mi sembravano tutti della stessa tonalità di grigio.

“ Forse questo” dissi esitante, indicando l’unica di cui Rob non si era lamentato.

“Mi piace.. quanto sia grigio”.

“ E sia”. 

Rob lanciò la carta in una ciotola, dove atterrò perfettamente.

“Va bene  la moquette per le due camere da letto. Ma per il salotto, voglio mantenere i pavimenti in legno, basta aggiungere un bel tappeto. Quali di questi preferisci?”

Tirò fuori dei ritagli di giornale, mostrandomi diversi tappeti con disegni grigi e neri.

Discutemmo per due tappeti in particolare, ma alla fine decidemmo per un tappeto di lana spessa con dei motivi geometrici sopra.

Il giorno che aiutammo Rob a trasferirsi, mi diede di nascosto la mia copia personale della chiave.

“A cosa mi serve?” gli chiesi.

“Leggo di continuo di tutte le pressioni a cui i ragazzi sono sottoposti oggi.”

Lanciò un’occhiata dietro le spalle, per essere sicuro che i miei genitori fossero anche in sala da pranzo,  non a portata di voce.

“Ho pensato che questo potesse aiutarti se avessi bisogno di un posto per staccare”.

“ Staccare dai miei genitori?”

“ Staccare da tutto. E non mi importa  se tu… se vuoi portarci qualcuno “
Sbattei le palpebre, gli occhi spalancati.

“ Intendi… qualcuno tipo una ragazza?”

“ No, ragazzino. Non intendo qualcuno come una ragazza.”

Fu allora che realizzai perché Rob mi avesse chiesto tutti quei pareri su come arredare l’appartamento.

Non era una casa per lui dopotutto.


Il tempo si è fermato.  Il tempo è perfettamente immobile ed il tappeto di Rob è rovinato.

Guardo il liquido rosso gocciolare dalla spranga, che filtra lentamente nelle fibre bianche e grigie del tappeto.

Come se il sangue non bastasse, qualcuno ha vomitato sul tappeto davanti a me.

Dal sapore in bocca e la sensazione appiccicosa sulle mie labbra, ho il sospetto che probabilmente si tratta di me

“ Vieni qui.. No, devi venire qui adesso. Ho.. ho cominciato a colpirlo e poi non riuscivo più a smettere. Credo di averlo ucciso."

Qualcuno sta camminando avanti e indietro per la cucina, parlando  in modo veloce, con voce strozzata. 

Sembra che stia piangendo. 

"Per favore, amico, ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno che tu lo controlli e vedere se è morto. Per favore."

Non sono morto. 

Almeno non credo.

Sono sdraiato su di un fianco, in parte sotto al tavolino, di fronte alla porta.

La testa mi fa male da morire. Lo stesso la mia spalla.

Questo non è il modo in cui dovevano andare le cose. Avrei dovuto essere al sicuro qui, nel mio piccolo rifugio che Rob ha creato per proteggermi dal mondo esterno.

Mi sforzo di respirare,  dentro e fuori, dentro e fuori. 

La respirazione è importante.

Se sto respirando, sono ancora vivo.

Il piede di porco è coperto di sangue…così tanto sangue che comincio a chiedermi quanto gravemente sono ferito.

Trattenendo il fiato contro il dolore nella mia testa, passo la mano, lentamente, per tutto il corpo, ma non sembra che sia ferito da qualche altra parte.

Sembra che mi ha colpito in testa ed io sono caduto.

Devo aver sbattuto la spalla sullo spigolo del tavolino. Lussata, forse.

Probabilmente dovrei cercare di fermare l'emorragia dalla mia testa, però. 

Tanto sangue sulla spranga.

Tanto sangue sta scorrendo sul tappeto di Rob.

Mi guardo in giro, cercando, nelle vicinanze,  qualcosa da usare.

Il mio sguardo si ferma sulla coperta sul divano e mi si blocca il respiro.

Era solo ieri che io e Kurt eravamo su quel divano insieme, baciandoci e strusciandoci l’uno contro l’altro, ridendo ed amandoci.

Qualcuno sta di nuovo andando avanti ed indietro in cucina.

Mi chiedo cosa farà quando si renderà conto che, dopotutto, non sono morto.

Viene in salotto, solleva la spranga e soffocando un singhiozzo la lascia cadere con un tonfo.

“Questo non sta succedendo. Questo non sta succedendo.”

E’ l’amico di Sebastian.

Quello col neo sul viso.

Quello che va a letto con Sebastian quando è ubriaco e che fa bojutsu… chiudo gli occhi. 

Merda.

Bojutsu.

E’ più facile tenere gli occhi chiusi.

La luce mi da fastidio e , quando chiudo gli occhi, posso fingere che questo sia solo l’ennesima emicranea.

Posso immaginare mia madre che fa bollire l’acqua per il tea e mio padre che poggia un altro panno fresco sulla mia fronte.

E’ più facile.

Morgan usa di nuovo il cellulare; è agitato quando gli rispondono.

“Ma che cazzo, amico. Dove sei?”

Un colpo si sente alla porta proprio in quel momento.

Apro appena gli occhi per vedere Morgan gettare il cellulare su di una poltrona e correre a controllare lo spioncino, prima di aprire velocemente la porta.

“ Era ora, sono secoli che aspetto”

L’altro suo amico.. Lawrence.. entra velocemente, richiudendo la porta dietro di se, rimettendo tutti i serrature.

Si gira verso di noi, guardando verso di me.

Chiudo gli occhi di scatto, ma sono sicuro che mi ha visto osservarlo.
“Morgan, ma che cazzo”.

“ Per favore, per favore. Ho bisogno che vai a controllare per vedere se.. se è morto.. se l’ho ucciso.”

Morgan ricomincia a piangere.

"Non so cosa fare. Continuo a lavarmi le mani, ma non riesco a cancellare il suo sangue ". Si dirige verso la cucina di nuovo, di accendere l'acqua al massimo.

Quando riapro gli occhi, Lawrence mi sta guardando.

Non riesco a leggere la sua espressione. 

"Gesù, ma sei ancora li?" urla Morgan sovrastando il rumore dell'acqua. Ho bisogno che vai a controllarlo!" 

Aspetto che Lawrence gli dica che sono vivo, ma lui non lo fa.

Anzi, si gira e lascia l'appartamento.

 Il sangue sulla spranga si sta raggrumando.

Così come quello sul tappeto. 

Tanto sangue, ovunque.

Una vecchia canzone di Michael Jackson mi passa per la mente, per qualche motivo. 

Annie are you okay, are you okay Annie? ( Annie stai bene, stai bene Annie?).

Inghiotto abbondantemente cercando di non vomitare di nuovo.

She ran underneath the table

He could see she wasn't able

(Corse sotto il tavolo

Poteva vedere che lei non era in grado)

Perché Lawrence non aveva detto a Morgan che sono vivo? 

Mi ha sicuramente visto mentre lo stava osservando.

Forse è andato a chiedere aiuto. 

Forse ha chiamato il 911, ed un'ambulanza è già per strada.

Lo spero.

Il dolore alla testa sta peggiorando.

Probabilmente dovrei fare qualcosa per fermare l'emorragia, prima di perdere troppo sangue. 

Cautamente alzo la mano e passo delicatamente la punta delle dita sopra la mia testa. 

C'è un brutto rigonfiamento simile ad un uovo d'oca sul lato sinistro, appena sopra l'orecchio, ma quando , tirando indietro la mano, ci do un’occhiata, non c'è sangue sulle mie dita.

You were struck down, it was your doom

È stata colpita, è stata la tua condanna

A volte è una buona cosa avere le testa sanguinante. Allevia la pressione.

Mi chiedo se devo cercare qualcosa per bucare l’uovo d’oca per aiutare a far diminuire il gonfiore.

Il dolore sta diventando insopportabile appena chiudo gli occhi, cercando di respirare con calma.

There's a sign in the window that he struck you, a crescendo Annie

C'è un segno sulla finestra che ti ha colpito, un crescendo Annie

Stupida canzone.

Stupido Michael Jackson e la sua stupida canzone inquietante.

You were struck down, it was your doom

Sei stata colpita, è stata la tua condanna

Morgan sta piangendo di nuovo in cucina, sento i suoi conati di vomito.

Sembra quasi crudele che Lawrence non abbia solo messo fine alle sue sofferenze dicendogli che sono vivo.

A crescendo Annie

He came into your apartment, he left the bloodstains on the carpet

(Un crescendo Annie

E’ venuto nel tuo appartamento, ha lasciato macchie di sangue sul tappeto.)

Aspetta.

Ha lasciato macchie di sangue…

Spalanco gli occhi, respirando più velocemente.

Se non sto sanguinando.. di chi è tutto il sangue sulla spranga?

Il mio sguardo si posa sul lettore DVD e non riesco a soffocare un gemito di terrore quando leggo l’ora sul display.

Sono quasi le 5:45pm.

Kurt sarebbe dovuto tornare secoli fa.

Oddio.

Kurt.

Vomito di nuovo, grandi conati che portano su solo bile gialla.

Dovrebbe essere qui ormai.

L’ultima volta che ho parlato con lui era circa un’ora fa e mi aveva detto che era arrivato il carro attrezzi per togliere il rimorchio rovesciato. 

Deve essersi imbattuto in Morgan per strada e…

Sputo l’ultimo residuo di vomito, cercando di sforzarmi di pensare.

Kurt è da qualche parte in questo edificio e, a giudicare dallo stato di isterismo di Morgan, è ferito gravemente. Devo salvarlo.

Do un’occhiata intorno nella stanza di nuovo. 

Non posso guardare il piede di porco, non posso guardare il sangue sul tappeto. Non posso pensare al calore del sorriso di Kurt o alla cadenza della sua voce morbida. Devo concentrarmi su come essergli d’aiuto.

Dov'è il mio cellulare?

Controllo la parte anteriore dei jeans con la mano libera, ma le mie tasche sono vuote. 

Dove l’ho messo dopo aver parlato l’ultima volta con Kurt?

Ho un vago ricordo di averlo messo sul caricatore in camera mia, ma non so se l’ho fatto oggi o ieri. Il tempo sembra confuso e indistinto.

I miei occhi si soffermano sulla poltrona accanto al divano e sento i battiti accelerare.

Il telefono di Morgan è li sulla poltrona.

E’ a circa due metri da me.

In una giornata normale, mi ci vorrebbero due passi per raggiungerlo.

Ma questo non è un giorno normale.

Cerco di rotolare sulla spalla ferita ma non posso fare a meno di lamentarmi sottovoce per il dolore che sento.

Fortunatamente Morgan sta lavandosi le mani e sembra che non mi ha sentito.

Sono sulla schiena adesso, cercando di riprendere fiato, digrignano i denti.

Devo raggiungere quel telefono. 

Devo salvare Kurt.

Trattengo il respiro prima di tirarmi su con il braccio buono.

Sento la testa girare a causa del movimento,  ma almeno adesso sono seduto.

Il telefono non sembra così lontano ora.

Cammino lentamente verso la poltrona, barcollando.

Per un momento, prendo in considerazione l’idea di usare la spranga per colmare la distanza rimasta, ma non riesco a toccarla.

E’ troppo facile immaginare il volto pallido di Kurt terrorizzato mentre Morgan gli si avvicina con la spranga in mano.

Ancora qualche passo e riesco a raggiungere il cellulare, soffocando un  grido di sollievo quando le mie dita lo afferrano.

Morgan chiude l'acqua, ed io mi blocco per il terrore.

Se gira l’angolo della cucina e guarda di qua, mi vedrà.

Mi accovaccio lentamente, strisciando verso il tavolo.

Sta di nuovo facendo avanti e indietro , ed i suoi passi riescono a coprire i lamenti  dolore che non riesco a soffocare.

Riesco finalmente a tornare sotto il tavolino.

Stringo il cellulare come se fosse la mia ancora di salvezza.

Ce l’ho fatta. 

L’ho preso. 

Ora posso salvare Kurt.

Schiaccio il tasto di accensione.. ed il mio cuore sprofonda.

E’ necessaria una password per sbloccare il telefono.

Provo con 1,2,3,4. 

Poi con 0,0,0,0 e poi con 1,1,1,1.

Poi inizio a fare combinazioni a casaccio, boccheggiando in cerca d’aria.

Questo non può succedere.

Non posso essere arrivato così vicino, solo per fallire.

Mi si appanna la vista per le lacrime di frustrazione mentre digito ogni combinazione che riesco a pensare.

Poi sento il suono dell’ascensore e passi pesanti lungo il corridoio.

Ficco il cellulare in tasca e mi stendo di nuovo, calde lacrime scorrono sulle mie guance.

I passi si fermano davanti l’appartamento, prima che la maniglia giri lentamente.

Lawrence entra nell’appartamento , chiudendo la porta dietro di se richiudendo tutte le serrature.

Quando si gira verso di me , sembra uno che ha appena visto un fantasma.

Non posso fingere di essere morto.

Non posso nascondere il tremolio del mio respiro a questo punto.

Incrocio il suo sguardo, supplicandolo silenziosamente ma lui mi guarda arrabbiato.

“L’unica cosa che dovevi fare era stare lontano da lui” mi dice con ferocia, la mascella serrata.

“Ti sei comportato come se lui non ti piacesse; perché non sei rimasto lontano da lui.” 

Si passa le mani in faccia, prima di dirigersi in cucina.

Sento Morgan fermarsi bruscamente, poi un silenzio carico di tensione.

“Allora?” dice infine Morgan , in tono lamentoso.

“E' vivo" risponde Lawrence e sento il petto espandersi per il sollievo.

C'è ancora tempo per salvare Kurt.

Devo solo trovare il modo.

Prendo di nuovo il cellulare e provo altre combinazioni .

"Sta.. sta molto male, Morgan."

"Lo so che sta male. Perché credi che ti abbia chiamato?"

E ricomincia ad andare avanti ed indietro .

"Ha bisogno di un medico", mormora Lawrence.

" Ci deve essere una via d'uscita a tutto questo" dice Morgan" Dobbiamo trovare un modo per sistemare tutto".

" Sistemare tutto?" rispose Lawrence sorpreso.

"Il nostro migliore amico giace in una pozza del suo stesso sangue nella tromba delle scale. Esattamente, come credi che possiamo curarlo?"

Le mie dita sono ancora sulla tastiera. 

Posso sentire i battiti del mio cuore nelle orecchie.

Non è Kurt.

E' Sebastian.

Stringo gli occhi , sospirando per il sollievo.

Non è Kurt.

Di sicuro Lawrence non lascerà il suo migliore amico morire.

Sono sicuro di questo.

Parlerà con Morgan; chiamerà un ambulanza che ci salverà entrambi; e la polizia arresterà Morgan.

E finalmente, io e Kurt potremo smettere di guardarci alle spalle.

Possiamo finalmente iniziare la nostra vita insieme.

La mia testa fa sempre più male, ma il sollievo è così concreto che a malapena noto quello che mi circonda.

Noto a malapena Morgan e Lawrence parlare in cucina.

Noto a malapena il suono dell'ascensore in fondo al corridoio; e noto a malapena i passi che si avvicinano alla porta.

Ma poi sento un rumore che supera tutto il dolore e la confusione, un rumore che mi terrorizza completamente:

knock knock knock-knock knock-knock knock knock knock. 



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Capitolo 28
*** capitolo 28 ***


Per un attimo , la mente dolorante mi convince del fatto che se resto fermo, forse Kurt andrà via.

Non ho nemmeno il coraggio di respirare.

Ma sento di nuovo quel suono : knock knock knock-knock knock-knock knock knock knock. 

"Zitto" sussurro con ferocia, strizzando gli occhi chiusi.

" Zitto, va via. Zitto, zitto."

" Blaine?" mi chiama. 

Forte.

Troppo forte.

"Ci sei? Ho provato a chiamarti prima.. C'è voluto più di quanto mi aspettassi per trainare il rimorchio e tutto il resto.."

"Zitto, Kurt. Zitto"

Morgan e Lawrence stanno ancora discutendo in cucina, ma la voce di Kurt sta diventando troppo alta ed è solo questione di tempo prima che lo sentano.

Cerco di mettermi seduto grazie al braccio sano per strisciare verso la porta il più velocemente possibile .

La testa mi fa male da morire.

Ma il dolore mi aiuta a focalizzarmi solo su due cose: calmare Kurt e mandarlo via da qui.

Sento il rumore della chiave nella toppa e poi, mentre mi trascino verso di essa , sento il tintinnio delle serrature.

" Beh almeno ti sei ricordato di chiudere tutte le serrature. Puoi sentirmi ? Blaine?"

"Shh, zitto , zitto" ansimo, raggiungendo la porta.

"Eccoti" dice, " Presto, aprimi. Ho preso una cheesecake al cioccolato alla panetteria quando ho finito di lavorare.

Ma temo che sia diventata una poltiglia dopo tutto quel tempo in macchina"

Fa un sospiro profondo mentre cerco di ascoltare per sicurezza se Morgan e Lawrence stanno ancora parlando.

"Tutto ciò che vorrei fare è mangiare una grossa fetta di cheesecake mentre mi stringi. Puoi organizzarlo?"

" Kurt, per l'amor di dio, taci" sibilo.

"Sei.. sei sul pavimento?"

" Per favore, abbassa la voce, potrebbe sentirti."

"Chi potrebbe sentirmi?"

Quando non gli rispondo, geme.

" Non dirmi che hai fatto entrare Sebastian in casa con te".

"Io.. uh.." chiudo gli occhi per un attimo.

" Si, si l'ho fatto".

"Ok, riprenditi l'anello e caccialo. Sono troppo stanco per affrontarlo."

"No".

" ..no? Non vuoi riavere il tuo anello?"

Ti prego, perdonami per questo un giorno, Kurt.

" Non voglio mandare via lui. Voglio mandare via te."

" Ma di cosa stai parlando?"

"Io.. io ho scelto Sebastian. Non ho scelto te.

C'è un lungo silenzio, durante il quale riesco a sentire Lawrence urlare su quanto sangue ha già perso Sebastian li nella tromba delle scale.

Prego silenziosamente che Kurt non lo possa sentire.

" Blaine , dai. Apri la porta, non è divertente."

" Non sto cercando di essere divertente.. E' .. è venuto e una cosa tira l'altra e abbiamo.. abbiamo fatto sesso."

Esita.

" Uh.. huh.."

"Lo abbiamo fatto. A vicenda. Del vero sesso."

Insisto , cercando il termine esatto, ma fallendo.

" Quello fatto col culo".

" Chi stava sopra?"

Mi gelo.

"Cosa?"

" Se avete fatto sesso anale, chi stava sopra? Hai fatto sesso col suo culo?"

" Oh dio no.. "

Il solo pensarci mi fa venire il voltastomaco.

"Quindi lui ha fatto sesso col tuo culo?"

"Ew, questo è anche peggio, no.."

" Vi siete strusciati i cazzi nel culo"? *

Sta replicando troppo velocemente e la mia mente dolorante non riesce a tenergli il passo.

"Kurt.."

" Andiamo Blaine, posso essere un tipo insicuro.

Ma sono certissimo che non sei finito a letto con Sebastian, solo perché sono tornato a casa tardi oggi.

Cosa sta succedendo veramente? Perché non vuoi aprire la porta e perché sei seduto sul pavimento?"

Le urla di Morgan diventano sempre più forti e sento la paura vorticare intorno a me, minacciando di affogarmi.

" Ho solo bisogno che tu vada via per un paio d'ore" lo supplico, "Puoi tornare tra un paio di ore, ma non puoi stare qui adesso."

" Perché no?"

I miei respiri stanno diventando sempre più veloci, sempre più veloci.

"Io.. non posso"

"Hey" dice, sento il rumore dei vestiti mentre si accovaccia. " Oh amore, stai avendo un attacco di panico?"

" E' per questo che sei sul pavimento? Qualcosa ti ha spaventato?"

"Si" dico ansimando.

Lo sento sorridere dolcemente.

" E noi non abbiamo un armadio col ripiano per nascondersi"

" N.. no".

Allunga la mano sotto la porta e vedo la punta della sue dita cercare la mia.

Con gratitudine allungo anche la mia ed accarezzo la sua.

" Sei spaventato a causa di Sebastian?" chiede con dolcezza." E' venuto prima?"

"Si".

" Ma se n'è andato ora?"

" Si" chiudo gli occhi forte, cercando di non pensare a Sebastian steso nella tromba delle scale. “ Si, se n’è andato.”

“Apri la porta, tesoro. Posso aiutarti…”

“ No, per favore. Dammi solo un po’ di tempo per stare da solo.”

Non parla per un lungo momento.

Poi mormora.

“Un ora. Ti lascerò per un’ora, okay?”

“ Due ore”.

“ Una”.

“Va bene, ma adesso vai”.

“Posso solo mettere la cheesecake nel frigo prima?”

“Kurt per fa.. per favore, solo vai.”

“Ok”, dice, più rilassato.

“Va bene. Mi dispiace, me ne vado. Chiamami se vuoi che torni prima ok?”

“ Lo farò”.

Accarezza la punta delle mie dita, prima di tirare via la mano ed alzarsi.

“ Ti amo , Blaine.”

“ Ti amo anche io” , appoggio la fronte alla porta cercando di regolarizzare il mio respiro. “ Più di … più di qualsiasi cosa, più di tutto”.

Torna verso l’ascensore, mi accascio esausto per lo sforzo che ho appena fatto.

Il tappeto è morbido sotto la mia guancia e chiudo gli occhi, ascoltando le urla furiose dalla cucina.

“ Mi hai detto che loro ti avevano aggredito! Mi avevi giurato che era stata legittima difesa!”

“Era legittima difesa!”

“ Oh, giusto. Scommetto che uno dei ragazzi ha cantato ad alta voce fino a farti esplodere i timpani…”

“Puoi aggredire qualcuno anche senza usare i pugni, Lawrence. Blaine stava mettendo in pericolo la relazione tra me e Sebastian..”

“ Mi stai prendendo per il culo. Viene a letto con te quando è ubriaco. Tu questa la chiami relazione”.

“ Blaine aveva già un fidanzato. Non doveva andare dietro ad un altro ragazzo.. Sebastian era la mia solo opportunità!”

“ La tua unica opportunità. Così hai deciso di picchiarlo fin quasi ad ammazzarlo?”

“ Ha riso di me..”

“ Lui.. Cosa?”

“ Ero qui in giro, vicino al palazzo oggi, perché sapevo che, dopo aver visto Blaine ieri al ristorante… Solo.. lo sapevo che avrebbe cercato di vederlo.

E’ salito fino all’appartamento, e quando è tornato giù, io.. lo stavo aspettando.

E gliel’ho detto. Gli ho detto che sono innamorato di lui ed ha riso di me. Ha detto..”

All’improvviso la mia attenzione si sposta, nel momento in cui realizzo dei passi che si fermano giusto di fronte la nostra porta.

“Blaine?” sento il suo flebile richiamo, ed il mio cuore sprofonda.

“Vattene Kurt” mormoro.

Cerco di alzare la testa, ma fa troppo male.

“ Ho preso l’ascensore” dice e sento un rumore sordo quando si lascia cadere sulle ginocchia.

“Stavo cercando di bilanciare la cheesecake mentre prendevo le chiavi della mia macchina e sono scivolato leggermente sul tappetino dell’ascensore e.. ed ho guardato giù.”

Trattengo un gemito. “ Per favore..solo..”

“E c’era una macchia di qualcosa di umido in ascensore. E’.. è finito sulla mia scarpa così mi sono chinato per ripulirla…” Respira veloce, troppo veloce.

Come fa quando è spaventato.

“ Ed era sangue. C’è del sangue in ascensore. Una pozza di sangue. E poi ho notato che c’erano altre piccole macchie che uscivano dall’ascensore, così le ho seguite.

Ho seguito le gocce di sangue che mi hanno… mi hanno portato qui.

Blaine c’è una scia di sangue nel corridoio , che porta qui davanti alla nostra porta”.

I miei occhi sono sfocati dalle lacrime , di nuovo. 

Cosa ho combinato oggi? Ho mostrato la nostra bussata segreta a Morgan mentre era nascosto dietro l’angolo del corridoio.

Ho aperto la porta del nostro appartamento a Morgan, senza nemmeno guardare nello spioncino prima..

 Ed ora… ed ora non posso più salvare Kurt.

“ Ti prego”.

“ Dimmi che c’è una spiegazione “ mi implora, respirando sempre più velocemente.

“Oh dio , ti prego dimmi che nessuno ti ha fatto del male.”

Non gli rispondo e sento un lamento che spezza il mio cuore.

“Apri la porta, Blaine. Adesso”

“ Non riesco a raggiungerle”

“ Che cosa?”

“ Le serrature. Non riesco a raggiungerle.”

“ Non riesci.. non riesci ad alzarti?”

“No” ammetto sussultando quando lo sento trattenere il fiato.

“ Adesso butto giù la porta” dice all’improvviso balzando in piedi ed indietreggiando per prendere la rincorsa.

“ No..”.

Con un tonfo la porta cigola forte; ed io singhiozzo in preda al terrore.

“ Stop, Kurt, fermati.. Lui è ancora qui. Ci ucciderà entrambi se ti sente”.

Non colpisce di nuovo la porta, ma il danno ormai è fatto.

Morgan e Lawrence si zittiscono.

“ E’ stato Sebastian?” la voce di Kurt è più bassa ma molto terrorizzata.

“ Ti ha fatto del male?”

Aspetto fino a quando sento Morgan parlare di nuovo, prima di rispondere.

“Sebastian potrebbe essere morto.” Dico con tono smorto.

“ Il suo amico.. quello dell’altra sera.. lo ha colpito, mi ha colpito. Con la spranga. 

Ti prego.. Devi andare via da qui”.

Trattiene il respiro e lo sento inserire i codici di sblocco del suo cellulare.

“ C’è anche Sebastian li con te?”

“Kurt..”

“Zitto. Non ti lascio. E’ li con te?”

“ No.. E’ nella tromba delle scale. E’ suo il sangue in ascensore.”

C’è una breve pausa, poi sento:

“ Abbiamo bisogno di aiuto. C’è stata un aggressione agli Appartamenti Wiltshire.

Per favore, abbiamo bisogno di un’ambulanza e della polizia. Tanti poliziotti.”

C’è silenzio mentre Kurt ascolta l’operatore del 911 fargli qualche domanda.

E’ tutto silenzioso.

Troppo silenzioso.

Lentamente giro la testa per dare un’occhiata in cucina.

E li mi si gela il sangue.

“l’aggressore è ancora nell’edificio. E’ nell’appartamento 303.” Sta dicendo Kurt. “ Ha ..ha una vittima con lui. Un’altra è nella tromba delle scale. Sono stati entrambi colpiti con una spranga.

Lawrence è in piedi a pochi passi da me, incombe su di me, gli occhi spalancati.

So che può sentire Kurt fuori in corridoio.

“No..” Sussurro. “ Non lo toccare.

Mi siedo a fatica,  allargando il braccio sano cercando di bloccargli la porta.

“Lawrence?” Morgan urla dalla cucina. “ Cosa sta succedendo?”

Lawrence guarda giù verso di me, la testa bionda piegata poi fa un passo lento verso la porta.

“ Stai indietro” sibilo il cuore a mille, “ Non ha fatto nulla.. Solo.. lascialo in pace.”

Sto tremando, sento l’adrenalina e il terrore scorrermi nelle vene.

Lentamente, trattenendo un gemito di dolore, barcollo all’in piedi.

Ho il braccio ferito , inerme, al mio fianco ma alzo l’altro pugno , cercando di sembrare minaccioso; anche se mi sostengo alla porta.

“ E’ sveglio?” chiede Morgan di nuovo.

Posso sentire lo scorrere dell’acqua nel lavandino.

“E’ stato lui a fare quel rumore prima”.

“Non lascerò che nessuno dei due gli faccia di nuovo del male.” 

Sento la testa pulsare e le mie ginocchia stanno per cedere dal dolore, ma mi sforzo di restare in piedi.

“ Devi… devi prima uccidere me per arrivare a lui”.

Ci guardiamo, in attesa, fin quando Lawrence non grida.

“ No, deve essere stata un’altra porta. Nulla è cambiato qui.”

Non riesco a trattenere il singhiozzo che sfugge dalle mie labbra, ma resto li fermo.

“ Hai del nastro adesivo?” mi chiede a bassa voce.

“ Cosa?”

“ Del nastro adesivo. Ne hai ?”

Scuoto la testa mentre si acciglia.

“Hai una corda? Dei lacci?”

Faccio un inventario del nostro appartamento.

“ Del filo interdentale?”

Mi lancia una strana occhiata, poi annuisce.

“ Dov’è?”

“Nel bagno”  Gli indico una direzione a casaccio.

“ Cosa stai facendo?” Gli urla Morgan.

Gli sto controllando il polso, un secondo” gli risponde Lawrence.

Corre verso il bagno ed io mi accascio contro la porta, piego le ginocchia lentamente fino a sedermi di nuovo.

C’è una lunga pausa e poi sento Kurt mormorare.

“ Davvero? Bene. Il codice di accesso al palazzo è 23069. Vi prego, vi prego ditegli di fare in fretta.”

Potrebbero essere passati pochi minuti o pochi secondi, quando torna Lawrence col filo interdentale in mano.

Prende un respiro profondo, lanciando un’occhiata alla spranga ricoperta di sangue sul pavimento prima di tornare di nuovo in cucina.

Parla con calma, ma la risposta di Morgan è chiara come il cristallo.

“ Devo costituirmi? Ma sei matto?”

“Questa cosa è andata troppo oltre. Se Sebastian sopravvive, lo sai che gli dirà che sei stato tu..”

Ricominciano a litigare, ma io ignoro le loro voci, quando le dita di Kurt riemergono da sotto la porta di nuovo.

“ Ci sei , amore?” Stanno arrivando.  Sono quasi qui. L’operatrice del 911 dice che qualcuno li aveva già chiamati circa dieci minuti fa. Dice che la polizia dovrebbe essere qui a minuti.”

Gli accarezzo la punta delle dita con leggerezza cercando di calmarlo. E’ salvo, per ora.

“ Grazie”

“L’amico di Sebastian.. dov’è adesso?”

“ Stanno litigando in cucina”

“ Stanno?” Quando non rispondo mi stringe la mano con insistenza.

“ Aspetta, Blaine, c’è qualcun altro nell’appartamento? Gli aggressori sono due?”

“No, non credo” rispondo, appoggiando la testa contro la porta. "Ha del filo interdentale “

“ Ha.. Cosa?”

Ora si sentono dei forti rumori di qualcosa che sbatte provenire dalla cucina e dei grugniti di qualcuno che sta facendo uno sforzo.

Morgan non ha la sua spranga, quindi forse solo Lawrence può farcela solo con la forza bruta.

Cerco di non pensare a cosa potrebbe succedere se Lawrence non dovesse farcela.

Il dolore sta svanendo e questo è un sollievo.

“ Mi canteresti qualcosa?” chiedo a Kurt, “ Hai una voce così meravigliosa”.

“ Blaine…”

“ Ti prego” Una fitta nebbia sembra entrare nella stanza strusciando piano piano lungo le pareti .

“ Ti prego cantami una ninna nanna”.

“Non devi dormire” dice bruscamente.” Devi restare sveglio”.

I colpi si sono fermati.

Qualcuno grugnisce.

In un minuto o forse un’ora, vedo una figura bionda muscolosa emergere dalla cucina, e tiro un lungo sospiro di sollievo.

Lawrence si dirige verso la porta, apre le serrature e la catena.

Poi mi guarda.

“ Ti puoi spostare?”

Sbatto le palpebre confuso.

Si china e mi prende in braccio dolcemente con mia grande sorpresa, spostandomi un po’ di lato così che possa aprire la porta.

C’è uno strano momento quando apre la porta, Kurt sembra piccolissimo nel corridoio con solo la cheesecake come arma.

Poi Lawrence lo supera e si avvia verso le scale.

In un istante, Kurt è al mio fianco, passando le mani sul mio corpo.

“Dove ti ha…Oh dio la tua testa.. quante volte ti ha..”

“Ciao”, mormoro accarezzando il suo braccio, “ Ciao, sei qui”.

“ Dimmi dove ti ha colpito”.

“Così meraviglioso..”

“Blaine. Dimmi dove ti fa male”

“ La testa.. la spalla..”.

“Sembra che stia piovendo.

Non può piovere; siamo all’interno.

E la pioggia è così calda, però.

“ Tieni gli occhi aperti”, dice Kurt a voce dura. “Guardami, tesoro”

“Sto bene” gli dico rassicurante. “ Ho solo bisogno di dormire.”

“No.. No” 

Oh, non sta affatto piovendo.

Queste sono le lacrime di Kurt che cadono dal cielo.

“ Ti ho lasciato dormire la volta scorsa e mi hai dimenticato. Ho bisogno che resti sveglio per me. Guardami”.

Guardo in alto. 

E’ così bello.

“ Sembri un principe .”

“Concentrati , dolcezza. Stanno quasi per arrivare.” 

Fa uno strano rumore strozzato, poi giura forte.

“Dove sono loro?”

“ Stanno arrivando.. starò bene.. sono solo stanco”.

“Non chiudere gli occhi. Non ci provare”.

I suoi respiri diventano sempre più veloci, sempre più veloci proprio come i miei che diventano sempre più lenti, sempre più lenti.

“ Ho bisogno che mi guardi. Guardami.  Resta con me, Blaine. Dai , amore, non lasciarmi di nuovo. Non posso rifarlo di nuovo. Ti amo, ma non posso farlo”.

La nebbia mi avvolge lentamente, quindi posso focalizzarmi sul suo viso.

I suoi bellissimi occhi, e la loro tonalità di azzurro, che ancora non riesco a classificare, ma vorrei .

“Tornerò sempre da te”.

“ Blaine.. ti prego.. “

Una nuvola nera mi avvolge , ed io dormo.



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Capitolo 29
*** capitolo 29 ***


Qualcuno sta urlando.

Su e giù, su e giù, qualcuno geme, senza nemmeno disturbarsi di fermarsi a respirare.

“Blaine? Mi senti? Apri gli occhi, Blaine.”

Sbatto le palpebre ed un uomo in camicia bianca entra nella mia visuale.

“ Bene, questo è un bene. Sai dove sei?”

Le urla sembrano diventare più forti.

Il dolore alla testa mi sta uccidendo.

“ Cosa?”

“ Sai..” l’uomo continua a parlare, ma le urla lamentose coprono la sua voce.

“Le urla.” Mormoro, “ Fermate queste urla.”

L’uomo si volta ed urla qualcosa a qualcuno, qualcosa su un interruttore ed il rumore si interrompe all’improvviso.

Lascio uscire un sospiro di sollievo.

La stanza in cui siamo, sta tremando, vibrando, rumoreggiando.

Ma almeno ha smesso di urlare.

“ Sai dove sei?”

C’è un altro uomo accovacciato dall’altro lato del mio letto.

Indossa un pesante cappotto da marinaio con una toppa.

Sta stringendo il mio gomito.

Sento un forte pizzicore.

Mi ritraggo e la mia spalla grida per il forte dolore.

O forse sono io.

“Blaine?”

Sento le membra pesanti, mi sento sprofondare tra le lenzuola, attraverso il pavimento, attraverso il terreno, attraverso la Terra mentre i lamenti riprendono.

 

E’ difficile restare sveglio.

E’ difficile restare a dormire, visto anche la frequenza con cui le infermiere mi svegliano per farmi delle domande.

Ma una volta che hanno finito, riscivolo nel sonno soprattutto quando la morfina fa effetto.

E’ uno strano tipo di sonno, però.

I miei occhi sono chiusi, il mio corpo inerme, ma tratti di conversazione intorno a me riescono a raggiungere le mie orecchie e a strisciare nella mia mente:

"Non avremo dovuto lasciarlo andare. Questo non sarebbe successo se lo avessimo tenuto a casa."

"I segni vitali sembrano buoni. Facciamogli una TAC della testa, verificheremo la presenza di emorragie."

“ Cosa supponi che avremo dovuto fare, richiuderlo a chiave in camera? Ha diciannove anni , Cecilia.

Che ci piaccia o no, è un adulto ormai”.

“Mi dispiace tanto Blaine. Volevo solo proteggerti e guarda cosa è successo.”

Mi sveglio per un po’, quando in camera cala il silenzio e la quiete.

Mi guardo attorno, con lo sguardo ancora assonnato, dando un’occhiata alla mia stanza d’ospedale.

Ho un tubo IV * infilato in un braccio.

L’altro braccio è fasciato.

Credo di non essermi sbagliato sulla mia spalla, che è lussata.

Muovo le dita della mano.. muovo le dita dei piedi.

Per quanto tempo ho dormito?

Mamma è accasciata goffamente su una piccola sedia accanto a me, quasi stesa sul mio letto; la testa e le braccia appoggiate sulle lenzuola.

Mio padre è su una poltrona reclinabile dall’altro lato, seduto scomodamente, con lo sguardo accigliato anche nel sonno.

Li guardo entrambi, per quello che potrebbe sembrare ore, ma potrebbero essere anche pochi secondi; in entrambi i casi , li guardo e non si muovono.

 

La stanza è luminosa quando mi risveglio.

Mamma e papà stanno parlando, davanti alla porta,  con qualcuno nel corridoio.

Tendo le orecchie per ascoltare, ma quando sento una flebile voce, spalanco gli occhi e cerco a fatica di sedermi.

Papà lancia uno sguardo verso di me, due volte , poi si affretta a venire al mio fianco.

Sussurra il mio nome, il palmo della mano sospeso sulla mia testa come se avesse paura di toccarmi.

Anche mamma corre verso di me, gli occhi lucidi per le lacrime.

“Blaine?”

Cerco di parlare, ma la mia gola è troppo secca, quindi comincio a tossire.

Mamma prende una bottiglia di acqua del comodino e con mani tremanti riempie un bicchiere e ci mette una cannuccia.

Con gratitudine , mi chino in avanti e bevo avidamente.

Una volta che il bicchiere è vuoto, mi ristendo sospirando di sollievo.

“Grazie mamma” dico ed entrambi respirarono forte.

 “Avevamo paura che non avresti potuto…” mio padre sbatte le palpebre rapidamente. “ Bene. Sei sveglio. Ringraziando dio.”

“Possiamo fare qualcosa?” chiede mia madre. “Senti dolore ?”

Intravedo dei movimenti vicino la porta ed una figura alta dai capelli bruni attraversa la mia visuale.

Prendo un respiro tremante .

“Chi era? Con chi stavate parlando prima?”

I miei genitori si guardano l’un l’altro.

Mio padre scuote la testa.

“Io… “

“Blaine” dice mamma a bassa voce, avvicinandosi per prendermi la mano.

“ Tu.. ah.. tu hai un ragazzo. E’ preoccupato per te tantissimo. Tenete l’un l’altro tantissimo.

“So che potrebbe essere troppo per il momento” dice papà, “ Ma quando ti sentirai meglio, lo potrai vedere.”

Sento improvvisamente una stretta al petto, come se il mio cuore fosse troppo grande per lo spazio disponibile.

“ Avreste potuto dire che era Kurt, eh..”

“Tu..oh..”, mamma sbuffa per la sorpresa.

“ Scusa”.

“ Non dirlo”, dico stringendole la mano un po’ più forte. “ Non dirlo. Questo… significa molto”.

“ Vuoi parlarci?” chiede mio padre .

“ Si , per favore.”

Si volta e a grandi passi esce dalla stanza, sparendo nel corridoio.

La mamma mi accarezza la testa dolcemente, disapprovando lo stato dei miei capelli.

“ Hai bisogno di uno shampoo”, mormora.

“Cosa ha detto il dottore sulla mia testa?”

“ Un’altra commozione cerebrale. Sei stato fortunato che ti abbia colpito una sola volta.”

Lo vedo ingoiare per poi allontanarsi.

“Mi dispiace mamma. Non avrei voluto che questo accadesse di nuovo.”

“Lo so che non volevi”.

Non posso darle un vero abbraccio, visto che ho il braccio fasciato, così stringo la sua schiena col braccio sano accarezzando il suo con cautela per non far rimuovere il IV.

Papà torna in camera, guardandoci perplesso.

“Era proprio qui”, dice “ non so dove sia andato. I tuoi amici dicono che lo hanno visto dirigersi verso l’ascensore qualche minuto fa.”

Aggrotto le sopracciglia, poi sbatto le palpebre.

"I miei amici?"

"Non li hai sentiti prima? Stavano tutti cantando, fino a quando un infermiere non gli ha detto di smettere".

" Si sono quasi impadroniti della sala d'aspetto" dice mia madre," Ci sono una dozzina di loro qui fuori .. Michael , Wes e Artie e quella bellissima ragazza lesbica che aveva finto di essere la nipote di Mrs Morrow.."

La mia risata risuona per la stanza, spaventando tutti e tre.

Poi mamma inizia a ridere forte e poi anche papà.. e poi tutti e tre ci stiamo sbellicando dalle risate, anche se non riesco a trovare nulla di divertente in tutta questa situazione.



C'è un flusso costante di visitatori.

In base alle regole di visita dell'ospedale entrano a due alla volta, come una visione bizzarra dell'arca di Noè.

Mi aspetto di vedere attraversare la porta Kurt per primo; invece entrano Mike e Finn.

Mike è affettuoso ed amichevole, ma Finn si tiene un po’ indietro , guardandomi con circospezione.

Alla fine parlo.

“ Va tutto bene, Finn”.

“ Questo è un bene.” Ma la sua espressione non cambia.

“Quindi hai riavuto indietro tutti i tuoi ricordi?”

“ Sono quasi sicuro che questo genere di cose accadono solo nei film” replica Mike, “ Il cervello non ha un pulsante per il reset.”

Finn annuisce.

“Quindi sai.. cosa.. uh..”

“ Digli che sono ancora il nuovo Blaine. Digli che sono lo stesso ragazzo con cui si è svegliato questa mattina”.

“Um.. Blaine.. “ dice Mike, “ Kurt si è svegliato nella sala d’attesa questa mattina. Lo abbiamo fatto tutti. Sei stato fuori dai giochi per un paio di giorni”.

Chiudo gli occhi brevemente.

Kurt sarà andato fuori di testa per la preoccupazione.

“Posso vederlo? Per favore?”

Si guardano l’un l’altro.

“ Vado a vedere se riesco a trovarlo” dice Finn.

Si dirige verso il corridoio.

“ Come facevi a sapere che era venuto qui come spia per Kurt?” chiede Mike.

“Perché conosco Kurt”.

Mi faccio forza prima di fare la mia prossima domanda.

“Mike.. Sebastian è…”

“ Starà bene.” Mi assicura ed io tiro un sospiro di sollievo.

“ E’ messo male e lo stanno ancora tenendo in terapia intensiva ( ICU), ma i dottori si aspettano una piena guarigione”.

“ Bene. Questa è una cosa buona.”

“ Il ragazzo che ti ha fatto questo..” .

“ Morgan”

“ Giusto. E’ stato arrestato la notte scorsa. I suoi genitori hanno pagato la cauzione ; ma è agli arresti domiciliari fino al processo.

Gli hanno messo una di quelle cavigliere elettroniche, così possono sapere se dovesse uscire di casa”.

E’ tutto così irreale.

Come un vivido sogno avuto dopo essermi addormentato durante una maratone di Law & Order.

“ Come ti è sembrato Kurt?”

“ Non sta bene” dice Mike onestamente.

“ Non ha parlato con nessuno. E’ stato seduto da solo.

Ogni tanto, all’improvviso, spariva per qualche ora. Nessuno sa dove andava”. Sospira.

 “Se vuoi, posso aiutare Finn a cercarlo”

“ Lo apprezzerei. Grazie”.

Va via e mi sistemo il camice cercando di sembrare un po’ più presentabile agli occhi di Kurt.

Ma quando qualcuno entra in camera, non è Kurt.

“ Rob?”

“Hey amico” , sembra esausto. Ha la barba non fatta da qualche giorno e dei cerchi neri sotto gli occhi grigio blu.

“ Cosa ci fai qui?”

Stringe la mascella e infila le mani nelle tasche.

“La polizia mi ha chiamato giovedì notte”.

“La polizia?”

“Si , apparentemente ti dovevano notificare che il tuo appartamento è la scena di un crimine”.

Sussulto.

“Oh..”

Annuisce , mordendosi le labbra.

“ Allora, ah.. tua mamma e tuo padre mi dicono che la prognosi è buona”

“ Rob..”

“ Sembra che non ci siano segni di ..”

“ Rob, mi dispiace. Sono veramente dispiaciuto”.

Scuote la testa più e più volte, poi abbassa lo sguardo.

“Sono stato un idiota. Pensavo di poterti proteggere dandoti la chiave di quel posto, e guarda cosa è successo”.

“Mi hai protetto.” Gli dico onestamente. “ Hai dato a me e a Kurt un posto dove poter andare ed essere noi stessi. Ci hai dato una casa.”

Non risponde ed io ricordo con un senso di inquietitudine, come fosse ridotto l’appartamento l’ultima volta che lo avevo visto.

“ Comunque, ti prometto che sostituirò il tuo tappeto”.

Rob rialza lo sguardo di scatto, gli occhi sbarrati per l’incredulità.

“Il mio tappeto?”

“ Si , ci ho vomitato sopra l’altra notte. Dopo che mi ha colpito, io..”

“ Davvero credi che terrò quel posto?”

“Io..” sento il cuore battere forte.

“Non puoi sbarazzarti dell’appartamento. Non puoi”

“ Col cazzo che non posso. Sai cosa significa portare in giro la polizia nella propria casa e vedere..”.. fa un sospiro leggero, “ Il tuo sangue ovunque.. “

“ Non era il mio sangue, era di Sebastian..”

“ Non importa di chi era il sangue. Ciò che importa è che questo non sarebbe successo se non ti avessi dato una chiave di quel posto. Saresti stato al sicuro a casa dei tuoi genitori”.

“Rob, per favore. Per favore, non vendere l’appartamento”.

Scuote di nuovo la testa, gli occhi arrossati.

“Già fatto. Ho già chiamato qualcuno per portar via tutto. Porterò le tue cose a casa dei tuoi”.

“ Rob”.

Ma è già andato via e Wes e Rachel stanno entrando, con dei sorrisi timidi sul volto.




Kurt mi evita.

So che non ha lasciato l’ospedale da quando sono arrivato.

Tutti quelli che sono venuti a trovarmi mi hanno detto che non fa altro che andare avanti e indietro nella sala d’aspetto da giorni e che avrebbe bisogno di usare del sapone per farsi una doccia.

E poi lui entra solo se sto dormendo per lasciami dei messaggi.

Ogni volta che mi sveglio ne trovo uno nuovo.

“ Scusa ho perso il tuo attimo di coscienza. Ci vediamo presto. xo Kurt”

“ Hey bell’addormentato, mi sono fermato di nuovo. Spero che la testa stia meglio. Kurt”.

“Ti ho detto quanto siano poco eleganti queste fasciature. Dovremo decorarle o qualcosa di simile. Kurt”

Sono qui letteralmente ogni volta che mi sveglio e mi meraviglio del fatto che sembra sempre sapere quando sto per addormentarmi.

Poi inizio a notare il fatto che Rachel, in particolare, continua a chiedermi se sono stanco.

Ad un certo punto, le mento e fingendo uno sbadiglio le dico:

“A dire la verità si. Credo che mi riposerò un po’.

Manda un veloce sms col suo cellulare e a quel punto capisco di non essermi sbagliato.

“Okay, va bene. Stammi bene”.

Borbotto incoerentemente, sperando di non aver esagerato.

Non devo averlo fatto però, perché solo un paio di minuti dopo sento il rumore di qualcuno che in punta di piedi si avvicina al letto.

Aspetto fin quando non si china per poggiare un altro messaggio sul comodino per aprire gli occhi.

“ Ciao”.

“ Oh dio” Kurt salta per lo spavento, portandosi una mano sul cuore. “ Mi hai spaventato!”

“ Scusa”

“ Va bene. Pensavo solo che stessi dormendo.”

Lo guardo attentamente.

I suoi occhi arrossati stanno spaziando dai fiori all’angolo ai palloncini , dalla porta alla coperta piegata ai piedi del mio letto.

Ovunque tranne che su di me.

“Kurt… perché mi stai evitando?”

“ Di cosa stai parlando? Sono qui , giusto?”

“ Si , ma solo perché Rachel ti ha detto che stavo dormendo”

Sono sollevato che Kurt non abbia cercato di negare l’evidenza.

“ Dove sei stato? Finn non ti ha detto che volevo vederti?”

Annuisce.

 “ Scusa . Stavo… stavo cercando di occuparmi di alcune cose.”

“ Non so cosa sta succedendo, ma ho bisogno di te, Kurt. Cioè. Sono stato fortunato ad esserne uscito con una spalla lussata e una commozione. Avrei potuto…”

“ Lo so… Lo so cosa sarebbe potuto succedere. Questo è il problema”.

Incrocia le braccia , sembra agitato.

 Ancora evita di guardarmi negli occhi.

“ Ho letto online che ogni lesione cerebrale, come quella che hai avuto, può farti rischiare una nuova amnesia.”

“Ok, non è successo questa volta. Oltretutto non ho l’abitudine di farmi colpire in testa..”

“ Due in uno anno. Due”.

“ Questo non è giusto, qualcuno mi ha aggredito..”

“ Viviamo nello sperduto Ohio. Ci sarà sempre qualcuno che vuole aggredirti. E cosa succederà se la prossima volta, finisci per dimenticarti tutto? Cosa succederà se ti svegliassi come un foglio bianco e nulla di quello che ci riguarda ci sarà più? Cosa succederà?”

Scuoto la testa impotente.

“ Allora cosa? Mi stai lasciando?”

” Non è quello che ho detto”.

“Allora cosa stai dicendo?”

“ Che non avrei combattuto per te” sbotta, coprendosi poi la bocca con entrambi le mani. “ Merda”.

“ Cosa?”

“ Non avrei voluto dirtelo così . Volevo aspettare che uscissi da qui per poterci sedere e parlare senza sentire il rumore dei monitors.”

“ Kurt.. Parlami”.

Abbassa le mani lentamente e vedo nei suoi occhi lacrime ancora non versate.

“ Quella notte… ero seduto sul pavimento tenendoti stretto, urlando affinché qualcuno, chiunque, venisse ad aiutarci e tu… tu eri svenuto ed io pensavo solo che non avrei potuto rifarlo di nuovo. Se mi ha dimenticato lo devo lasciare andare questa volta, perché non posso attraversare questo di nuovo.”

“ Oh amore..”

“ E ci siamo fatti una promessa. So che quando ci siamo scambiati gli anelli , ci siamo promessi di amarci per sempre in salute ed in malattia ed io… ed io non posso prometterlo di nuovo. E meriti di saperlo”.

 “ Eri nel panico. Eri spaventato. E’ normale che avessi avuto il dubbio di dover riattraversare tutto.”

“ Non sono in panico adesso”, inghiotte, “ Sto cercando solo di essere onesto. Non sono forte come te, Blaine. Queste ultime tre settimane.. è stato stupendo innamorarmi di te di nuovo , ma è stato allo stesso tempo terrificante. Se dovessi passarci di nuovo e tu non dovessi amarmi questa volta…”

 Finalmente mi guarda negli occhi ed io non riesco a respirare.

“ Ne sarei distrutto. Non potrei più guarire. E mio padre, la mia famiglia , hanno troppo bisogno di me per perdermi.”

“ Anche io ho troppo bisogno di te per perderti.” Sottolineo, prendendogli una mano ed appoggiandomela al cuore. “ Kurt, non c’è nulla che io possa dire o fare per convincerti che ogni versione di me ti amerà. Quindi non so proprio cosa fare adesso; oltre a chiederti di aver fiducia in me.”

Mi guarda indagatore poi fa un leggero sospiro mentre si piega in avanti, catturando le mie labbra in un disperato bacio.

Allungo un braccio per afferrare il colletto della sua camicia per tirarlo più vicino, restio a lasciarlo andare.

“ Ero così spaventato” sussurra tra i baci disperati .

Ripenso a quando nell’appartamento di Rob avevo creduto che Kurt fosse stato ferito e all’agonia che ho provato.

Poi immagino di passare un paio di giorni come li ha passati lui, senza sapere se io lo abbia dimenticato di nuovo.

Con difficoltà lo allontano dalle mie labbra, puntando i miei occhi nei suoi.

“ Non dire mai più di non essere forte” mormoro, “ Sei la persona più forte che io abbia mai incontrato”.

Accarezza la mia guancia con la punta del pollice e le mie labbra.

Poi mi bacia di nuovo  ed io dimentico tutto.. il dolore alla testa, la mia spalla sofferente, il bisogno di acqua che ho in gola.
Perché in questo momento, Lui è tutto quello di cui posso aver bisogno.
 


E’ Artie , abbastanza stranamente, a trovare una soluzione per far superare l’ansia a Kurt.

I visitatori possono entrare uno alla volta adesso, perché Kurt si rifiuta di lasciarmi.

E’ rannicchiato accanto a me, quando Artie ci racconta del suo progetto per i servizi sociali.

“ Ho lavorato per la casa di cura Shady Pines . Mia nonna era li ed una volta che sono andato a trovarla mi raccontò di quanti ospiti avessero l’ Alzheimer li.

Mi disse che a volte si svegliavano senza sapere dove fossero ed addirittura chi fossero.

E quando l’infermiera cercava di dirglielo , spesso, non le credevano .

Così ho pensato.. quale potrebbe essere il miglior modo per fidarti se tu fossi un paziente in una situazione simile alla loro?”

Kurt giocava con uno dei bottoni del mio pigiama, ascoltandolo solo a metà.

“Hmm?”

“ Di quale consiglio ti fideresti?”

“Quello di Tim Gunn. L’uomo ha buon gusto.”

Artie alza gli occhi al cielo e mi guarda . “ E tu?”

Mi stringo nelle spalle.

“ Forse del marito o della moglie? Dipende da quanto loro ricordino. Potrebbero non fidarsi di nessuno”.

“ Esatto” dice sorridendo, facendo schioccare le dita.

“ Ti fideresti solo di te stesso.

Allora ecco il mio progetto.

Vado alla casa di cura e nei giorni in cui questi pazienti stanno bene, li filmo mentre mi raccontano la loro vita. Cosa facevano per vivere, chi sono i loro familiari; in quale stanza stanno allo Shady Pines… tutto quello che sembra importante.

Poi aggiungo delle foto ai video.

Scatti recenti dei loro familiari, foto delle loro vecchie case, perfino le foto delle pillole che prendono ogni giorno.

Le infermiere gli mostrano i video durante le loro brutte giornate, ed ha dei buoni risultati.”

Gli occhi di Kurt sono spalancati quando incontrano i miei ed entrambi sorridiamo.
 


Artie monta il suo treppiedi vicino al mio letto, in ospedale.

Mi sposto per fare spazio a Kurt accanto a me sul letto.

Artie preme il tasto di registrazione ed io e Kurt parliamo e parliamo.

Parliamo di come ci siamo incontrati; di come ci siamo innamorati.

Di come sia avvenuta la prima aggressione e di quanto abbiamo perso.

E poi di quanto abbiamo ritrovato.

A volte, quando Kurt esce dalla stanza per farsi una doccia o per andare a prendersi da mangiare al bar, guardo il video.

Quanto torna, inevitabilmente, mi becca sempre, ma non si prende gioco di me.

Anzi , si stende sul letto accanto a me e lo guardiamo insieme.

“ Ne voglio una copia” sussurra un giorno, dopo avermi visto , nel video, raccontare di come avessi realizzato di essere innamorato di lui.

“ Voglio poterlo guardare quando non ci sarai”.

“Perché non dovrei esserci?”

“Rob ha venduto l’appartamento. Non abbiamo più una casa per noi.”

“ Ci vedremo ancora” lo assicuro..

“Qualche appuntamento per un caffè, forse. Un’ora o due al giorno.”

Sospira quando non rispondo.

“ Tutto cambierà, Blaine.”

Lo stringo col mio braccio sano sperando che abbia  torto.



Note

E' un tipo di ago ospedaliero che si utilizza per le flebo e viene infilato o sulla mano o sul braccio.


 

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Capitolo 30
*** capitolo 30 ***


Allora piccola nota dell’autrice:

“Mi ero ripromessa di non far passare un anno per aggiornare RID. Purtroppo l’ho fatto.  

Mi dispiace per tutte le persone che hanno avuto la pazienza e la gentilezza di aspettare. 

Ho ricevuto moltissimi messaggi poco amorevoli di persone che mi chiedevano aggiornamenti; questo non mi ha permesso di scrivere per un po’, ho ancora attacchi di panico solo al pensiero.

Poi anche se è passato un po’ di tempo e gli attacchi di panico sono finiti, non riuscivo comunque a scrivere nulla perché , per compensare l’attesa, l’aggiornamento avrebbe dovuto essere lungo e sorprendente, ma essendo la storia già tracciata non sapevo come renderla più eccitante.

Poi ho capito che c’erano alcuni sviluppi dei personaggi  che avrebbero avuto poco senso se non conoscevate i dettagli di quello che era successo durante l’aggressione che non poteva essere sviluppato qui in quanto Blaine non ricordava nulla.

Il che ci porta ai prossimi punti:

Se non lo avete già fatto , leggete la OS “ Red as, Cold as”  adesso. Prima di leggere questo capitolo , se possibile. E’ la storia dell’aggressione dal punto di vista di Kurt e sarà importante.

Poi , giusto per il gusto di farlo, potreste rileggere il capitolo 29, per ricordarvi di cosa cazzo parla questa storia.

Mancano ancora pochi capitoli.  In base alla mia bozza , mancano 2 o 3 capitoli al massimo, dipende da quanto sarò prolissa. 




I medici mi tengono in ospedale in osservazione una notte di più, per essere sicuri che il gonfiore alla testa sparisca del tutto.

Poi sono libero.

Mamma e papà sono al reparto amministrativo per firmare dei documenti, mentre Kurt spinge la mia sedia a rotelle fino all’atrio, fermandosi vicino ad un gruppo di ragazzi con delle felpe dei Cincinnati Reds.

Poi comincia a riprendermi per l’eccessiva quantità di gel che ho usato stamattina.

“Giusto un pizzico, simile ad una moneta, Blaine. Hai bisogno solo di questo.”

“Questo è quello di cui tu hai bisogno, forse. Tu non hai i capelli più ricci del mondo.
Un pizzico non li ammaccherebbe nemmeno.”

“ I tuoi capelli sarebbero più belli con un piccolo ciuffo. Dà carattere.

Non prendi in giro nessuno credendo di sembrare etero con tutto quel gel , lo sai.”

“E’ passato molto tempo da quando potevo ingannare qualcuno facendogli credere che fossi etero, questo è vero.”

“Giusto. Non da Rachel.”

Lascia passare  solo pochi secondi prima di scoppiare a ridere ed io lo colpisco scherzosamente col braccio sano.

“ Fidati di me, è meglio in questo modo. Tu non hai idea di quanto siano ricci.”

“ Certo che lo so. Credi di non avermi mai mostrato i tuoi ricci? Ti pregai una volta, stavamo passando il weekend a casa di Rob.

Ti facesti una doccia e li tamponasti un po’ con l’asciugamano, e poi non fecero che crescere, crescere e crescere.”

Gli occhi di Kurt si spalancarono al ricordo.

Sospiro.

“Wow. Hai visto la mia testa stile afro e non sei scappato. Devi proprio amarmi.”

L’espressione sul suo volto si fa più dolce ed afferra la mia mano.

Poi, dopo aver lanciato un’occhiata ai ragazzi vicino a noi, la lascia andare rapidamente.

“Cosa c’è che non va?” chiedo.

“ Nulla” dice rigidamente.

“Kurt?”

“ Ti hanno già spaccato la testa due volte” mormora, “ Evitiamo di attirare troppo l’attenzione su di noi per non arrivare a tre.”

Guardo verso i due ragazzi che sono piegati sui loro Iphone e sembra che non si siano nemmeno accorti di noi.

“ Hai capito che non erano crimini di odio, vero?” 

“Cosa?”

“Le aggressioni. Quella al parcheggio del McKinley e quella nell’appartamento. Non erano crimini di odio. Voglio dire, si , Morgan mi odiava, ma non perché era un omofobo.”

Kurt inizia a replicare, poi si acciglia.

“Oh”.

Poi resta in silenzio per un po’.

“E’ che mi sono abituato a credere che il motivo per cui è successo fosse questo.”

“ Lo so, anche io. “

Lancia di nuovo un’occhiata ai ragazzi.

Aspetto che si rilassi , ma non lo fa.


Per suo disappunto, Kurt deve tornare al lavoro , una volta che sono tornato a casa.

Non entra nei dettagli, ma è chiaro, le cose all’officina non stanno andando bene.

"Potrei dare una mano," gli dico.

"Assolutamente no. Hai bisogno di riposo."

"Io e mio padre abbiamo ricostruito una macchina una volta, so come muovermi su un motore. Anche con un braccio al collo."

«Staremo bene." Mi bacia la fronte dolcemente. "A dopo?"

"Faresti meglio."

Mamma si affaccenda nella mia stanza una volta che Kurt se ne va.

Sistema i miei cuscini e riempie la brocca d'acqua accanto al mio letto.

"Hai bisogno di qualcosa, tesoro?" mi chiede. "Toast? Forse un po’ di minestra?"

"Non sono malato, mamma, ho solo una commozione cerebrale. Sto bene, davvero. Non hai un incontro alla Junior League oggi?"

“Oh, non ci voglio andare.”

“Ma hai da organizzare l’asta di beneficenza”.

“ Ci sono cose più importanti di un’asta di beneficenza, tesoro”.

“ Come guardare me che guardo il muro?” la blocco mentre cerca di sistemare di nuovo il cuscino, “ Mamma, io sto bene; lo hai sentito il Dr. Weeks questa mattina.

Non è più necessario monitorarmi, ho solo bisogno di un po’ di riposo.

Vai alla riunione , se avrò bisogno di qualcosa ti chiamerò..”
Esita ed io aggiungo:

“ Lo sai che Belinda Cartwright potrebbe rovinare completamente l’asta se non sei lì a  supervisionare il progetto”

Sbuffa. “ Belinda Cartwright. Quella donna non ha la minima idea di come si organizzano eventi.”

“ Potrebbe ordinare garofani” dico in tono serio, e la mamma è all’in piedi in un istante.

“Mi prometti che mi chiamerai se avrai bisogno di qualcosa? Di qualsiasi cosa?”

“ lo prometto”.

Casa diventa sempre più silenziosa e tranquilla quando se ne va.

Non posso guardare la Tv, leggero o utilizzare il computer, quindi le mie opzioni sono limitate.

Mi aggiro per casa, scendo le scale e sorrido quando salto lo scalino scricchiolante per abitudine.

Mi fa ricordare a quella sera , quando con Kurt e Puck siamo entrati di nascosto in casa per recuperare il mio cellulare, solo poche settimene fa.

E’ stata una notte di sguardi rubati ..e di baci rubati.. e di un cellulare rubato, che è pesante sul mio palmo, mentre lo accendo.

Kurt è troppo impegnato per fare conversazione al cellulare e non c’è nessun altro che penso posso chiamare.

Io e Mike stiamo ricostruendo il nostro rapporto di amicizia, ma non mi sembra sia il tipo con cui vorrei fare una lunga chiacchierata al telefono, forse per un minuto o due si.

Le ore passano, Kurt mi messaggia spesso, chiedendomi  come mi sento.

Gli dico che sto bene. Sto bene fino a quando tengo casa quieta e poco illuminata.

Recuperare da una commozione cerebrale sembra poca cosa rispetto a quello che ho passato lo scorso anno.

Prendo un paio di Tylenol per aiutarmi con il dolore alla spalla e cerco di riposare.

Ma quando chiudo gli occhi, vedo il movimento della spranga e li spalanco di colpo.

Casa comincia a diventare soffocante, mentre il pomeriggio passa.

Penso all’appartamento di Rob con il suo arredamento moderno e la sua atmosfera calda e accogliente.

In un primo momento era molto arrabbiato con Rob per averlo venduto; ma ora non riesco ad immaginare di tornare in quella casa macchiata col mio sangue.

Per non parlare di quello di Sebastian.

Sebastian.

Nessuno mi ha aggiornato sulle sue condizioni, non da quando Mike mi disse che era in terapia intensiva.

Mi chiedo se sia ancora la o se sia stato dimesso come me.

Passo il pollice sullo schermo del cellulare, prima di accenderlo e chiamare l’ospedale.

“ Salve. Mi potete passare la stanza di Sebastian Smythe, per favore?”

Sento l’operatore battere sui tasti del computer, poi mi dice:

“ Mi dispiace, il Sig. Smythe è in terapia intensiva e non può ricevere chiamate”.

“ Oh” dico accigliandomi. Sono tanti giorni. “ Grazie”.

Le pareti cominciano a farsi lentamente spaventose, mentre il sole inizia a calare.

Mamma chiama poco prima delle quattro e le dico che sto per farmi un riposino.
“ Papà deve lavorare fino a tardi, quindi cercherò di essere a casa per le sette. Va bene?”

“Non affrettarti mamma. Probabilmente dormirò fino alle otto”.

“E le otto siano”, dice, sembrando distratta, “ Ti vedrò a quell’ora. Goditi il riposino.”

“Lo farò” dico, chiudendo la telefonata e cercando il numero di un servizio di taxi qui vicino.



Le forti luci fluorescenti dell’ospedale mi danno fastidio , mi fermo quindi vicino ad una fontana per prendere un paio di pillole.

Prendo poi l’ascensore per la ICU.

Odio gli ospedali.

Ci sono stato abbastanza da poterlo dire con la massima certezza.

Puzzano di antisettici ed antibiotici e di pipì, e non c’è nessuna dignità nel passeggiare per le corsie indossando una veste sottilissima col culo in bella mostra.

Anche se questa è la ICU, quindi i loro pazienti sono tutti nei loro letti, il costante segnale dei monitors e i brusii delle conversazioni sono gli unici che si possono sentire, mentre attraverso la serie di doppie porte.

Alcuni inservienti mi guardano curiosi, ma la maggior parte delle altre persone mi ignorano mentre passo da una stanza all’altra, cercando di sbirciare dentro senza essere troppo invadente.

Stanza dopo stanza, ma non trovo Sebastian.

Una volta girato l’angolo , non c’è più bisogno di continuare a cercare.

Un robusto ragazzo biondo è seduto su una delle sedia fuori da una stanza, la testa tra le mani.
Mi avvicino lentamente ed appena prima che lo raggiunga, alza lo sguardo.

“ Ciao Lawrence”.

“ Ciao”. Sembra esausto.

“ Posso?” gli chiedo indicando la sedia accanto a lui.

“ Certo, si” aspetta che mi sia seduto poi schiarendosi la voce dice:

“ Allora, uh. Come ti senti?”

“ Bene. Come sta Sebastian?”

“ E’ ancora incosciente. I medici dicono che dobbiamo aspettare che sparisca il gonfiore per vedere cosa succederà. Ma c’è una buona.. attività cerebrale o qualcosa di simile? “ Si strofina la nuca, “ Non lo so .  Non ha molto senso per me, ma la sua infermiera dice che sono ottimisti e che recupererà appieno.”

“ Bene, questo è un bene”.

Lui annuisce, e ci sediamo in silenzio per un po’.

Un’infermiera entra nella stanza di Sebastian , ad un certo punto, ma ne riesce quasi subito.

“ I suoi genitori sono qui?” chiedo.

“No”.

E’ impossibile non sentire l’amarezza nel suo tono di voce.

“ Sono in vacanza a Roma”.

"E nessuno è stato capace di rintracciarli?"

“Oh, li abbiamo rintracciati. Ma la madre ha detto che non avevano in programma di tornare prima di capodanno, e che non avevano intenzione di interrompere il loro viaggio.”

Spalanco la bocca.

“Loro figlio è in ICU.”

“ Si”

“ E loro restano a Roma”:

"E '..." Si stringe nelle spalle. "E' il modo in cui sono. Conosco Sebastian da quasi tutta la mia vita. I suoi genitori si comportano come se fosse un trofeo. Qualcosa di scintillante da tirare fuori e mostrarlo in giro quando vogliono impressionare qualcuno, per poi posarlo i nuovo su uno scaffale. Perché pensi che abbia cambiato così tanti collegi? "
«È quello che è successo anche a Morgan?"

«Morgan. No, i genitori di Morgan non sono così."

Il mio cellulare vibra, e quando lo controllo, c'è un messaggio da Kurt, che mi chiede come sto.

Digito rapidamente una risposta inviandogliela.

“ Non puoi usarlo qui, ti strilleranno “ dice Lawrence, così lo spengo.

“ Li conosci entrambi da molto tempo?”

"Sì, siamo tutti cresciuti insieme. Sebastian è stato spedito in un paio di collegi esteri prima che i suoi genitori decisero che la Dalton fosse la scelta migliore. Ci siamo trasferiti tutti e tre insieme. Ero entusiasta della loro squadra di lacrosse. Morgan invece continuava solo a parlare di quanto sarebbe stato grande rivedere Sebastian. Ho pensato che gli fosse mancato un sacco o qualcosa del genere, non sapevo che ... "

"Che era gay?"

"No, lo sapevo me lo aveva detto quando frequentavamo la scuola media. Solo che non sapevo che avesse un debole per Sebastian fino a quel punto."

"Allora, cos'è successo?"

“Sebastian è diventato il leader del Campus.

Aveva la possibilità di scegliere tra tutti i ragazzi della Dalton.

Anche molti dei ragazzi etero lo volevano.

Ogni tanto si ubriacava veramente e cominciò a vedersi con Morgan; abbastanza per scoparsi Morgan di tanto in tanto”.

Gli studio il viso.

“ Gli dai la colpa per tutto questo?”

Alza lo sguardo rapidamente.

“Per questo? Perché Morgan lo ha picchiato a sangue? Per aver rovinato la tua vita? Non sono un mostro , Blaine. Non credo ci siano scuse per quelle che Morgan vi ha fatto.”

“ Tranne per la prima volta”.

Sospira profondamente.

“ Lo hai sentito”.

“ Si. Hai detto che Morgan ti aveva detto che era stata legittima difesa”.

“ C’eravate due di voi, e lui era solo e …”.

Allarga le mani.

“Era mio amico. Mi fidavo di lui. Ed in fondo penso di non aver voluto davvero credere all’alternativa.”

Annuisco.

“Grazie per aver chiamato il 9-1-1, a proposito.”

“ Come hai ..”.

“ La polizia ci ha detto di aver ricevuto una chiamata anonima dalla cabina telefonica vicino alla tromba delle scale una decina di minuti prima che li chiamasse Kurt. Chiunque altro sarebbe rimasto con Sebastian e li avrebbe aspettati. Ho pensato fossi stato tu”.

Lawrence si stringe nelle spalle.

“ Non sapevo se Morgan lo avrebbe fatto. E dovevo chiedere aiuto.”

“Lo so. Quei dieci minuti potrebbero avergli salvato la vita”.

Si schernisce.

“ Dieci minuti. Morgan mi aveva chiamato circa mezz’ora prima. Se avessi chiamato la polizia subito, forse Sebastian si sarebbe già svegliato a quest’ora”.

“ Perché non lo hai fatto?”

“ Non volevo credere fosse vero. Speravo stesse esagerando o che se lo stesse inventando. Voglio dire.. Chi vorrebbe credere che il proprio miglior amico sia capace di qualcosa del genere?”

Immagino di ricevere una chiamata da Mike, in cui mi dice di aver aggredito qualcuno .

L’idea è talmente assurda che faccio fatica anche ad immaginarmelo.

“ Hai detto alla polizia di essere stato tu a chiamare?”

“ No, ma mi hanno preso le impronte digitali. Probabilmente lo capiranno presto”.

Fa una pausa.

“ Pensi che sarò nei guai?”

“Per aver chiamato il 9-1-1?”

“ Per non avergli detto che sono stato io”.

Vedo i cerchi neri sotto i suoi occhi iniettati di sangue.

“No, non credo che lo sarai. Sembra che tu ti stia punendo anche troppo ora.”

Qualcuno sta piangendo in un'altra stanza. Grandi grossi singhiozzi, ed io mi sento a disagio ad ascoltarli.

"E' a casa adesso?"

"Chi?"

"Morgan".

"Sì, i suoi genitori hanno pagato la cauzione mentre era ancora in cella. Ci resterà fino al processo."

«È normale? Avere gli arresti domiciliari, invece di andare in prigione?"

“Nulla è normale se sei il figlio di Henry Adams”.

Al mio sguardo assente, ruota gli occhi.

“ Henry Adams? Il guru del mercato azionario?”

Mi stringo nelle spalle.

“Suo padre è una leggenda, amico. Ha ereditato sei milioni di dollari quando ha compiuto 21 anni,  che ha trasformato in sei cento milioni di dollari in dieci anni solo giocando in borsa. 

Convertiti in soldi prima del crollo della borsa del ’08.

Ha scritto un paio di libri, ospite fisso di quella trasmissione sulla gestione del denaro sulla CNN.. ma veramente non hai mai sentito parlare di lui?”

“ No, scusa”.

“ E’ uno degli uomini più potenti dell’Ohio.”

“ Si , sono sicuro che sia un uomo in gamba, ma questo non significa che suo figlio non si sia rivelato uno psicopatico”.

Lawrence fa una pausa.

“ Lui.. uh.. vorrebbe parlarli, comunque.”

“Sento scorrere una sensazione di paura lungo la schiena.

 “ No”.

“ Potresti voler..”

“Non ho nulla da dire a Morgan. E di certo non intendo stare nella stessa stanza con lui mai più”

“ Non Morgan. Henry, suo padre”.

“Perché? Vuole comprare il mio silenzio così come ha comprato la libertà a suo figlio?.. No niente da fare”.

“ Non è così. Henry è una brava persona .. non vorrà.”

“Non sono in vendita” gli dico bruscamente.

Un allarme si spegne nella stanza accanto a quella di Sebastian, e due medici corrono verso di essa. Un’infermiera li segue, spingendo un carrello e capisco che è arrivato il momento di andarmene.

Lawrence non alza nemmeno lo sguardo quando me ne vado.

Riaccendo il cellulare , mentre sto aspettando un taxi, appena in tempo per ricevere un nuovo sms da parte di Kurt. Gli dico che sto bene.

Dico anche a me stesso che sto bene.



Arrivo a casa poco prima delle sette. 

Tutto il tempo per prepararmi un piatto di maccheroni al formaggio per cena.

Mamma rientra mentre cerco di lavare i piatti con la mano buona.

“Posso farli io, tesoro. Come hai dormito?”

“ Bene. Come sta andando l’organizzazione dell’asta?”

“Benissimo. Una delle signore del comitato è una vecchia amica di Ted Strickland, e ci ha detto che probabilmente potremo avere lui come banditore d’asta tra le celebrità.” 

Chiacchiera amabilmente mentre lava i piatti ed io l’aiuto ad asciugarli.

Questo mi fa venire in mente quando ero piccolo.

Usavo uno sgabello in cucina, in modo da poter aiutare mia madre a fare i piatti dopo cena tutte le sera.

Lei mi chiedeva della mia giornata, ed io gliela raccontavo saltando tutte le parti brutte..

“ Blaine?” mi fissa preoccupata. “ Va tutto bene?”

“ Si sto bene.. bene..”

Stavo dicendo, Kurt probabilmente verrà qui stasera. Io e papà potremo restare sopra se voi volete guardare un film qui”

"Kurt? Non mi ha detto di voler venire."

“Si beh.. oggi è..” mia madre abbassa lo sguardo. “ Oggi è un anno”

"Un anno?"

“Dall’aggressione”

Mi gira lo stomaco.

Non c'è da stupirsi se Kurt mi ha messaggiato per tutto il giorno.

"Non lo avevo capito."

“Beh, le cose sono state molto frenetiche ultimamente.

A proposito, tra tre giorni è Natale”

“Oh, giusto”.

Non ho comprato ancora nulla per nessuno.

A dire il vero, l’idea di aprire una pila di regali mi fa stare male, sapendo delle difficoltà economiche degli Hummel.

“Ho pensato che forse potremo rimandare “ dice , mentre lavava lo scolapasta un po’ più forte.” Fino a dopo capodanno.” 

"Sì", le  dico subito. "Sì, rimandiamo."

"Burt Hummel mi ha chiamato l'altro giorno, ha detto che anche loro  rimanderanno ", continua, ed io sussulto leggermente.

La sua famiglia probabilmente non si scambierà i regali proprio.

 "Così forse potremmo festeggiare tutti insieme?"

Sto per rispondere, poi mi fermo confuso.

Quando esattamente i miei genitori sono diventati di nuovo così intimi con gli Hummel?

 "Mamma ... non credo sia una buona idea. In realtà non possono permetterselo in questo momento."

"Non sto parlando di regali, Blaine. Sto parlando delle nostre due famiglie riunite insieme".

Posa lo scolapasta nel lavandino, ma non mi guarda.

“L’ultimo anno è stato un inferno. Per tutti noi. Io e tuo padre.. si abbiamo provato a tenerti al sicuro, ma non abbiamo fatto che peggiorare le cose, tenendo te e Kurt lontani. Ci piacerebbe provare a migliorare le cose 

Abbiamo parlato con Burt un paio di volte in questa settimana, ed è stato davvero molto comprensivo.. su tutta l’intera faccenda.

Probabilmente molto più comprensivo di me se fossi stata al suo posto.”

Non posso non stringerla forte.

Il mio abbraccio sembra sorprenderla, ma mi stringe forte anche lei.

"Grazie mamma."

Lei canticchia un po’.

"Resterà qui in giro per sempre, non è vero?"

"Se sarò fortunato, sì."

"Mi piacerebbe credere che siete entrambi fortunati, tesoro."

Mia madre è leggermente più bassa di me, ma per qualche ragione, quando l’abbraccio, mi sento di nuovo come quel bambino sullo sgabello.

Per un attimo, mi chiedo se è così che lei ancora mi veda.

Il campanello suona, sorprendendo entrambi.

"Vai, fallo entrare," dice, allontanandosi e asciugandosi gli occhi. "Finisco io qui."

Come avevamo pensato , quando apro la porta d'ingresso, trovo Kurt sulla veranda.

Ha in mano un sacchetto da asporto del ristorante tailandese dove siamo andati l'altro giorno, e un altro sacchetto pieno di DVD.

Lo bacio profondamente , proprio lì sulla soglia, fino a quando non lo sento rilassare le spalle.

«Ciao», mormora.

"Ciao."

"Mi dispiace di non aver chiamato prima per chiedertelo. Va bene se sono passato?

"Va sempre bene."

Non guardiamo nessuno dei film.

Invece, ci siamo rannicchiati sul divano insieme, mangiando la cena stretti l’un l’altro.

"Sembri esausto," gli dico a bassa voce.

"C'è un limite a quello che le creme facciali possono fare", sospira. "Io sono esausto. Io , papà e Finn stiamo lavorando quanto più possiamo per tenere il passo con il carico di lavoro che si è aggiunto.. papà ha dovuto licenziare un paio di ragazzi perché non riusciva a coprire i loro stipendi.. Carole ha trovato un secondo lavoro, ma le bollette si stanno ancora accumulando.

Ieri abbiamo ricevuto un avviso, minacciano di spegnere i riscaldamenti.

Buon Natale, giusto? 

Papà ha chiesto una seconda ipoteca, sperano che questo ci permetta di tenere a bada i creditori”.

"Non mi ero reso conto di quanto fosse grave la situazione."

"Non volevo farti preoccupare. Ho scoperto la gravità della cosa solo un paio di giorni fa."

Mi sento in colpa  se penso alla ricchezza dei miei genitori, e al mio considerevole fondo fiduciario.

Kurt coglie la mia espressione e scuote la testa categoricamente. 

«Non pensarci nemmeno ad offrirci denaro."

«Ma io sono il motivo …"

"Non lo sei . Non pensarci nemmeno per scherzo. E hai bisogno di quel denaro, per il college."

"E tu?"

"Il college non è per me in questo momento", dice seccamente. "Forse fra un anno o due. Cercherò di trovare qualche borsa di studio alla Ohio State."

"Ohio State? E New York?"

"E’ ormai  un sogno impossibile, Blaine. La realtà mi ha sbarrato la strada."

"Potremmo ancora andare a New York. Posso pagare per un appartamento, possiamo trovarci un lavoro li.."

"Non ho intenzione di abbandonare la mia famiglia in questo momento difficile," dice con fermezza. "Se vado via di casa, perderebbero un altro introito. Non riusciranno a far tornare l’azienda in attivo.”

Torno con la mente alla mia conversazione con Lawrence, su Henry Adams e su tutti i suoi milioni. E su tutto il suo potere. 

"Kurt ... Il padre di Morgan vorrebbe parlarmi."

"Sì, ha chiamato anche a casa mia spesso."

"Davvero?"

"Probabilmente vuole cercare di corromperci per non testimoniare contro suo figlio. Come se potesse convincerci che Morgan meritasse un posto diverso dallo stare dietro le sbarre per tutto quello ci ha fatto. Non l’ho richiamato. Tu?"

"Sì. Voglio dire no, non ci ho ancora parlato".

"A chi importa di quel tipo e di tutti i suoi soldi», dice, stringendomi più forte.

"Finché ho te, sono l'uomo più ricco della terra."

Gli bacio la mascella e lo tengo stretto, cercando di non pensare a quanto potrebbe spingersi lontano un uomo come Henry Adams per tenerci tranquilli.



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Capitolo 31
*** capitolo 31 ***


Il giorno dopo , mamma ha un’altra riunione per l’organizzazione dell’asta di beneficenze.

Mi aggiro per casa senza meta per qualche ora, messaggiandomi con Kurt tra una riparazione ed un’altra.

Mi chiama Mike e chiacchieriamo per un po’, recuperando questi ultimi giorni.

Ammetto di essere passato a trovare Sebastian all’ospedale e lui non mi giudica, cosa che apprezzo.

Dopo aver chiuso la telefonata, cerco , invano, di riposare.

Alla fine la noia prende il sopravvento e richiamo di nuovo la compagnia dei taxi.

L’ospedale è tutto addobbato per il Natale, con coroncine di nastri colorati sulle porte ed un grande albero finto all’ingresso.

Mi fermo ad ammirare le palline di vetro colorato e faccio un paio di foto col mio cellulare prima di prendere l’ascensore fino al quarto piano.

C’è un albero anche qui, decorato con delle decorazioni a forma di ghiaccioli.

Faccio qualche altra foto prima di notare un grosso ragazzo biondo venire verso di me.

“Non puoi usare il cellulare qui”, mi ricorda Lawrence, quindi lo spengo.

“Non pensavo di rivederti qui così presto”

“ Non avevo nulla da fare a casa. Stai andando via?”

“ Solo per un pò. Devo fare una cosa con la mia famiglia e mia madre non mi permette di non andare. Tornerò più tardi. 

Ma.. uhm.. prima di andare..”

Mette una mano in tasca e tira fuori una piccola busta.

“ I paramedici hanno sistemato i vestiti e gli effetti personali di Sebastian in una pila nella sua stanza. Ho trovato questo, ho pensato lo rivolessi indietro.”

Apro la busta e, inclinandola, tiro fuori la catena con il mio anello di fidanzamento.

Solo stringere di nuovo il mio anello , mi fa sentire meglio.

“ Grazie”.

“Non dirlo nemmeno”, dice poi si dirige verso gli ascensori.

Mi dirigo verso la stanza di Sebastian e sbirciando dentro lo trovo addormentato.

Mi siedo fuori dalla sua stanza per qualche ora, giocherellando con la parte rotta della catena della mia collana, ascoltando i segnali ritmici del monitor cardiaco di Sebastian.

Dopo un po’ riesco a riparare la catena così la indosso di nuovo; ora l’anello è di nuovo al sicuro sul mio cuore.

Mi dirigo verso la mensa verso le due per prendermi una tazza di caffè forte.

Gli incubi mi tormentano ancora e non riesco a dormire, così la caffeina mi aiuta  a restare sveglio.

Compro anche un panino, che mangio lentamente mentre guardo un gruppo di ragazzi cantare carole natalizie .

Mi sembra passata un’eternità da quando andavo a liceo.

Ho solo un anno in più di questi ragazzi, ma mi sento un adulto in confronto a loro.

Dopo un po’ rinuncio al panino e torno in terapia intensiva.

Seduto sulla sedie fuori dalla stanza di Sebastian c’è un uomo anziano.

Sembra esausto e sono quasi sicuro che abbia pianto.

Sento sciogliersi la tensione che ho alla schiena.. ci avevo proprio sperato che i genitori di Sebastian cambiassero idea e tornassero da Roma prima dopo tutto.

“ Salve” dico a bassa voce , cercando di non spaventarlo, “ Sono Blaine”.

Mi guarda e notando il mio volto fasciato e tumefatto fa una smorfia. 

“ Oh mio Dio. Ma guardati”.

“ Lei è il padre?”

L’uomo annuisce , tirando da una tasca un fazzoletto per asciugarsi le lacrime.

Aspetto che si ricomponga poi mi giro a guardare la stanza di Sebastian.

“ Si è svegliato del tutto?”

“Due volte. Solo per pochi minuti la prima volta, qualcosa in più la seconda.

Ma sapeva dove si trovava e chi era. 

Sono tutti segnali buoni.

Non come l’ultima…”

Si interrompe guardandomi mortificato.

“ E’ tutto okay. Non ricordo nemmeno il mio risveglio dal coma”.

“Da quello che ho sentito , ci sono molte cose che non ricordi”.

Mi stringo nelle spalle, poi indico la sedia accanto a lui.

Annuisce in fretta poi mi siedo cercando di non sforzare sulla fasciatura.

“Perdere circa sedici mesi di vecchi ricordi e passare molti mesi in coma. Sono contento che Sebastian non abbia dovuto passare tutto questo”.

Scuote la testa, piegando e ripiegando il fazzoletto tra le man tremanti.

“ Blaine, spero che tu sappia quanto mi dispiace per tutto questo”

“ Voi? Perché? Non è colpa vostra.”

“ Il comportamento di mio figlio..”.

“ Vostro figlio non è un cattivo ragazzo.” Gli dico fermamente e lo sento ingoiare un singhiozzo.

“Voglio dire, ha dei problemi a controllare gli impulsi, non mi fraintenda. Ma , forse, ora che lei è tornato da Roma, può finalmente vedere qualcuno”.

“Roma? Non ero a Roma.” Mi guarda , sbattendo le palpebre.

“Ma Lawrence mi ha detto che lei..”

“ No, quello è.. “ mi guarda col volto abbattuto. “ Tu pensi che io sia il padre di Sebastian.”

Riesco a sentire il battito del mio cuore accelerare.

“Non lo è?”

“No” dice tranquillamente. 

“No , mi chiamo Henry Adams”

“ Siete il padre di Morgan”.

Respiro sempre più velocemente.

“Vostro figlio ci ha fatto questo”.

“ Lo ha fatto”

“E lei mi ha lasciato parlare di problemi del controllo degli impulsi?”

La mia voce rimbomba fortissima nel corridoio, costringendolo a guardarsi intorno in modo inquieto.

“Mi dispiace. Ho cercato di mettermi in contatto con te. Anche col tuo ragazzo.”

“Stia lontano da lui” gli dico, rialzandomi in fretta, acutizzando il dolore alla testa.

“ Stia lontano da noi due”.

Alza entrambi le mani cercando di calmarmi.

“ Non volevo farti arrabbiare”.

“ Non può comprare il nostro silenzio.

 Le prove ci sono tutte e non mentiremo in tribunale . 

Suo figlio mi ha quasi ucciso.. due volte.”

“ Non mi aspetto mentiate , nessuno di voi due, in tribunale. Non è quello che voglio.”

“ Allora, cosa? Cos’è che vuole?”

Fa una pausa.

“Possiamo andare da qualche altra parte a parlare?”

“No” dico, sedendomi lontano da lui. 

“Sono stato in una stanza da solo con suo figlio, ed entrambi sappiamo cosa è successo.”

“ Io..” si guarda di nuovo intorno, poi si sporge verso di me, parlando a bassa voce.

“ L’avvocato che sta seguendo il caso, mi ha chiamato dopo aver visto il rapporto della polizia. Mi ha detto che può far assolvere Morgan da tutte le accuse.

“ Stronzate”, sputo.

“E’ un buon avvocato, Un ottimo avvocato ma.. non è una brava persona, a quanto pare.”

Scuote la testa.

“ Ha iniziato a parlare di Lima, e del fatto che i suoi abitanti siano molto conservatori e che , probabilmente , riterrebbero colui che ha aggredito una coppia gay un eroe.”

Deglutisco a fatica, cercando di tenere a bada la crescente nausea.

“Dove vuole arrivare?”

“Voglio dire che l’ho licenziato” mi guarda supplichevolmente, “L’ho licenziato, ma ha ragione”.

“ Che suo figlio sia un eroe?”

“ Che non otterreste nessun risarcimento per quello che vi è successo. Non in un aula in questo posto sperduto. Un giurato potrebbe farsi convincere, ma metti dodici giurati conservatori insieme e la loro mentalità chiusa verrà fuori”.

“ Quindi Morgan sarà rilasciato e questo quello che sta dicendo?”

“Morgan si dichiarerà colpevole” si ferma un attimo, mentre cerco di controllare il mio respiro.

“Ne abbiamo parlato come una famiglia. Ha capito che quello che ha fatto è sbagliato, e vuole assumersi le sue responsabilità per questo”.

E’ più di quanto avrei potuto sperare… il nostro aggressore dietro le sbarre, senza che io o Kurt dovessimo testimoniare.

“ Allora cosa vuole da me?”

“Quando ho parlato col mio avvocato.. quanto era ancora il mio avvocato.. ha detto qualcosa a proposito di un processo civile. E di come , se tu e Kurt decideste di citare la mia famiglia, sareste derisi fuori dall’aula. E  penso che abbia… ragione anche su questo.”

“Io non..”

“ Sai ha fatto coming out quando era già alla Dalton.” Dice all’improvviso.

“Morgan, intendo. Al suo sophomore*. Sapeva già di essere gay da un po’, credo, ma non ci aveva mai detto nulla ed io e mia moglie non avevamo mai sospettato nulla.

Era .. era solo un ragazzo, sai.? Un grande atleta di lacrosse, gli piaceva guardare le partite dei Buckeyes con me… non ci era mai venuto in mente.

Così, quando ce lo ha detto, siamo rimasti stupiti. Non sapevamo cosa dire. Non sono omofobico, non lo sono. Solo non sapevo come rispondere.

Alla fine mia moglie gli ha chiesto se stava uscendo con qualcuno alla Dalton. Ci disse che stava vedendosi con Sebastian. Ed io gli ho detto, “ Oh bene, .. finchè si tratta di Sebastian" . Si ferma scuotendo la testa.

" Intendevo dire che mi faceva piacere che fosse qualcuno che conoscevamo, qualcuno di cui potersi fidare, che non gli avrebbe fatto del male. Non volevo.."

" Cosa?" 

" Non volevo dire che poteva uscire solo con Sebastian. 

Ed invece è quello che lui ha capito. 

Ha detto che pensava che Sebastian fosse l'unica persona che noi avremmo approvato".

Ricordo, all'improvviso, le urla di Morgan contro Lawrence nell'appartamento di Rob.. Sebastian è la mia unica opzione.

" Ancora non capisco cosa tutto questo abbia a che fare con me".

 "Mio figlio è responsabile di quello che ti ha fatto ed accetta questa responsabilità. 

Ma ne sono responsabile anche io".

Si schiarisce la gola.

"Sono pronto ad offrirvi una somma considerevole al posto del processo civile se firmerete un accordo in cui promettete di non fare causa alla mia famiglia e di non parlare con i media di tutto quanto.”

“ I media. Ecco di cosa si tratta veramente”.

“Sei d’accordo a tenere tutto in sordina..”

“Le ho veramente creduto per un attimo. Tutta la storia del sentirsi responsabile…”

“ Mi sento responsabile..”

“ Fino a quando tutto resta tra noi” finisco per lui, “ Fino a quando nessuno viene a saperlo.”

Si schiarisce la gola.

“ Non nego che il momento è particolarmente grave. Sto negoziando un nuovo contratto con la CNN ed una cattiva pubblicità potrebbe realmente influenzare tutta la mia carriera.

Apre le mani esponendo i palmi.

“ Devo pensare alla mia famiglia.”

“Siete miliardari”.

“ Non proprio”.

“Abbastanza vicini. L’affare con la CNN non scalfirebbe la vostra fortuna.”

“ Un uomo è più della sua fortuna, Blaine. Ho la mia reputazione da salvare.”.

“ Morgan vuole veramente dichiararsi colpevole?” gli chiedo, “ O lo avete costretto a farlo?”

“ Morgan capisce l’impatto che potrebbero avere le sue azioni. Per voi e per la sua famiglia”.

Mi guarda, avvicinandosi di più a me.

“ Potrei coprire tutte le tue spese mediche, la terapia, tutto.

Più una somma in contanti per il problema.”

“ Sta scherzando?”

“ Sono molto serio”.

“ Il mio problema?”

“ Forse non è la parola miglior…”

“ Allora, mi dica , come la calcoliamo la cifra? 

Qual è la tariffa in questi giorni?

Decidiamo una certa somma per tutti i giorni in cui sono stato in coma o facciamo un forfettario?”

Si strofina la fronte lentamente senza parlare per un lungo momento.

Infine con calma parla di nuovo.

“ Il risarcimento standard per le vittime che finiscono in coma è di $ 1000 al giorno”.

“ C’è un risarcimento standard?” chiedo sbalordito.

“ Che può arrivare a risarcire circa  $ 120.000 “.

“ Davvero credete di poter dare un valore in dollari a tutto quello che ho passato? 

Su tutto quello che la mia famiglia ha passato?”

Ho iniziato a strillare adesso.

“ Quanto, allora? In tutto, in totale?”

Si sposta a disagio.

“ Sono pronto ad offrirti mezzo milione di dollari”

“ Ficcatelo in culo”, sputo.

“ Blaine sii ragionevole, questo..”

“ E per la mia rottura con Kurt? Quanto per tutti i mesi in cui non mi ricordavo di lui?

“ Tu non..”

“ Ha idea di quanto tutto questo sia offensivo?”

Strofina i palmi sulle ginocchia.

“ Guarda. Posso.. posso arrivare a 700 mila dollari”.

“ Le dirò io cosa puoi farsene dei suoi..”

“ Blaine?” 

L’urlo improvviso ci fa voltare entrambi per la sorpresa e vedo Kurt correre lungo il corridoio , verso di me.

Ho appena il tempo di alzarmi dalla sedia che mi raggiunge abbracciandomi e stringendomi forte.

“Kurt? Cosa c’è che non va? Stai bene?”

“ Non riuscivo a trovarti” ansima, stringendomi ancora più forte.

“ Il tuo cellulare era spento, non eri a casa.

Tua madre e tuo padre non sapevano dove fossi e la tua auto era ancora nel vialetto di casa tua.

Ho pensato che avesse trovato il modo di riavvicinarsi  a te per finire quello che aveva cominciato.”

“Oh tesoro”.

Gli accarezzo la schiena con il braccio sano, ignorando il dolore che provo alla spalla a causa del suo forte abbraccio.

“ Mi dispiace di averti fatto preoccupare. Avrei dovuto avvisarti che dovevo spegnere il cellulare. Non ci ho pensato.”

Sta ancora tremando quindi gli do un bacio sulla tempia.

“ Come hai fatto a sapere che ero qui?”

“Mike” mormora, “ Ha avuto lui l’idea”.

Restiamo stretti l’un l’altro, dondolandoci avanti e indietro fino a quando non si calma.

Poi si allontana improvvisamente.

“Oh dio, devo chiamare mio padre. Anche lui era molto preoccupato.

Ha chiamato tutti i dipartimenti di polizia locali per vedere se sapevano qualcosa.

Ha mandato via due clienti perché non voleva allontanarsi dal telefono per parlare con loro.

Sento il senso di colpa avvolgermi la schiena, strisciante e bollente.

Burt non può permettersi di perdere clienti ed è tutta colpa mia e della mia leggerezza.

“Kurt mi dispiace..”

“Va tutto bene. Tu stai bene. E’ tutto okay”

Mi da un altro forte abbraccio .

“ Torno subito, non posso telefonare da qui. Sarai qui?”

“ Sarò qui”

Lo guardo correre lungo il corridoio.

E solo quando scompare attraverso le doppie porte, mi ricordo che il padre di Morgan è ancora qui.

Mi volto a guardarlo e scopro che anche lui stava guardando Kurt.

Ha uno strano sguardo .

Se non lo ritenessi impossibile, direi che era vergogna.

“Un milione a testa” dice.

“Tutte le spese che entrambi le famiglie hanno sostenuto, oltre ad un milione per ciascuno di voi”.

Deve aver notato qualche cambiamento sul mio viso, perché aggiunge altro.

“ Ed anche un milione per le vostre famiglie.”

Mi lascio cadere sulla sedia, la mente in subbuglio.

Un milione di dollari.

Un milione per Kurt ed un milione per i suoi genitori.

Tutti i problemi finanziari della famiglia Hummel risolti.

Burt avrebbe potuto permettersi di nuovo di assumere qualcuno e di ridurre i suoi orari di lavoro.

Carole avrebbe potuto lasciare il suo secondo lavoro.

Potrebbero ritornare a vivere in un quartiere più bello.

Finn potrebbe riavere i soldi per il college, e Kurt…

Prendo un respiro tremante.

Con questo denaro potrebbe cambiare tutto per Kurt.

Poteva andare al college, inseguire i suoi sogni.

Lasciare l’Ohio , se è quello che vuole , e sapere che la sua famiglia sta bene durante la sua assenza.

“Parlerò con lui”, dico alla fine”.

Il Sig. Adams annuisce, ed io mi avvio lungo il corridoio dopo Kurt.



“Allora fammi capire bene”, dice Burt con calma.

“Il figlio di questo signore vi ha pestato a sangue ed ora lui vorrebbe pagarvi per tenere il tutto in sordina?”

Siamo tutti seduti nel salotto degli Hummel, la mia famiglia e quella di Kurt, e c’è molta tensione nella stanza.

Mio padre sospira.

“ Non ne sono sorpreso , a dire il vero. Quando ho saputo di chi era figlio , mi sono chiesto se avrebbe provato a farlo.”

“ Non dobbiamo accettarli per forza, vero?” mamma chiede, “ Non possiamo comunque fargli causa?”

Burt guarda Carole, poi si schiarisce la gola.

“Io.. ah.. Non posso permettermi di pagare un avvocato in questo momento, Cecilia.”

“Il denaro non è un problema, possiamo pagare noi per l’avvocato” dice papà, “ Ma potrebbe aver ragione quando dice che i ragazzi non avrebbero un equo processo, qui in Ohio” .

“Quale sarebbe lo scopo del processo, comunque?” è Finn a parlare; tutti ci giriamo a guardarlo interrogativi.

“Voglio dire Blaine ci ha detto che il Sig. Adams gli ha già offerto del denaro. Quindi il processo serve a spillargli più soldi o a rendere tutto pubblico?”

Guardo Kurt, che è seduto sul pavimento, con lo sguardo fisso sul suo grembo.

Non ha ancora detto una parola.

“Perché la questione è che..” continua Finn, “ .. il processo non sarebbe basato su un attacco omofobico.

Apparirà come un triangolo amoroso di un gruppo di ragazzi gay. 

Ed è così che sarà visto nei notiziari.

 Faranno in modo che tutti quelli coinvolti appariranno come dei cattivi ragazzi. 

Lo sapete?”

Ci fu un lungo silenzio.

“ Credo che dovremmo informarci su quanto vuole offrirci” dice mio padre.

“ Mi ha detto che pagherà tutte le nostre spese mediche e psichiatriche. In più darà un milione di dollari ciascuno a me, a Kurt e alle nostre famiglie.”

Carole si lascia scappare un fischio, stringendo il braccio di Burt mentre Finn borbotta sottovoce.

I miei genitori sono più contenuti; hanno appena alzato le sopracciglia.

Ma è Kurt che osservo, ansioso di conoscere la sua reazione.

“Vuoi davvero prendere i soldi di quel ragazzo, comunque?”

Chiede Finn.

“ Sei stato tu quello che ha perso di più in tutto questo, Blaine. Cosa vuoi fare?”

Kurt finalmente alza lo sguardo su di me, gli occhi spalancati e sofferenti, non deve dire nulla.

“Voglio accettare l’accordo”  dico, e lo vedo rilassarsi per il sollievo.



Sophomore = secondo anno.


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Capitolo 32
*** capitolo 32 ***


Nota dell’autrice:


Le mie scuse per l'intervallo di tempo tra i capitoli. Se avete capito bene quello che vi ho spiegato nei precedenti capitoli penso che mi capirete.

Spero di avere l’ultimo capitolo prima della fine di questo dicembre, in modo da poter mettere la parola fine alla serie “Roses”.*



La D.ssa Mathison deve aver assunto un decoratore per progettare il suo ufficio.

Ogni piccolo dettaglio è semplicemente perfetto…il morbido divano di velluto, i quadri rilassanti alle pareti, anche l’illuminazione fioca del lampadario.

"Blaine?"

Tutto è perfettamente stato scelto per calmare i nervi.

Si tratta di un posto per potersi rilassare, una lussuosa fuga dalle pressioni del mondo. 

Non c'è da stupirsi se mio padre ha scelto questo posto; probabilmente sta costando ad Henry Adams una piccola fortuna.

"Blaine, hai sentito la mia domanda?"

Sbatto le palpebre e la guardo.

 "Mi dispiace, cosa stava dicendo?"

La D.ssa Mathison mi scruta da dietro gli occhiali dalla montatura spessa, increspa le  labbra con forza , e scarabocchia qualcosa di  illeggibile sul suo blocco.

 "Ti ho chiesto come va oggi".

"Sto bene."

Ha all’incirca una cinquantina d’anni, cosa ho saputo solo grazie al diploma di Harvard appeso al muro.

Sembra molto più giovane, è elegante e ha stile con quel suo caschetto biondo e le sue scarpette di Manolo.

“”Come stanno andando le cosa dopo il nostro ultimo incontro?”

“Bene. I miei genitori stanno bene. Tutto è tornato alla normalità. 

Mio padre è tornato al lavoro. Mamma sta dando una mano ad organizzare non so che serata di gala.

Ed anche gli Hummel, le cui vite sono cambiate grazie ai soldi del Sig. Adams . Ora che i creditori sono stati pagati, Burt ha potuto riassumere i ragazzi che era stato costretto a licenziare.

Carole ha lasciato il suo secondo lavoro.

Finn ha iniziato a parlare di nuovo del college.”

“Mm..mm”

“Kurt però ancora non si comporta come suo solito”.

“Come mai?”

Mi acciglio ricordando la nostra ultima conversazione avuta poco prima di questo appuntamento.

Sembrava esausto.

“E’ spaventato per tutto il tempo. Non fa che parlarmi del fatto che le piccole città dell’Ohio non sono sicure per noi , a causa di tutti gli omofobi che vivono qui.

Ho cercato di ricordargli che Morgan non era un omofobo, ma sembra che questo non lo aiuti.

Tutto quello che ottengo è farlo arrabbiare ancora di più, perché pensa che non ci possiamo nemmeno più fidare dei nostri amici gay.”

Strofino i palmi sulle ginocchia.

“ Resta a casa tutto il giorno, tutti i giorni. Ed è terrorizzato ogni volta che devo uscire di casa.”

La dottoressa scrive qualcosa sul suo blocco.

“ Blaine, hai mai notato che ogni volta che ti chiedo come vanno le cose, parli dei tuoi genitori, di Kurt, della famiglia di Kurt, ma non mi parli mai di te?”

Scrollo le spalle.

“Sto bene.”

“Lo hai detto spesso ultimamente”.

“Cosa?”

“Che stai bene”.

“ Io sto bene”. Dico tirando fuori il miglior sorriso alla Blaine Anderson. “ Ecco perché lo dico”.

Arriccia le labbra e scarabocchia di nuovo.

Sospiro.

“Non mi crede”.

“ E’ difficile da credere”.

“Perché?”

“Sei stato aggredito duramente.. due volte.”

“Si”.

“Ne hai mai parlato con uno psicologo?”

“ Non ce n’è bisogno”, le assicuro. “ Sto bene”.

“Bene”.

“Si”.

“ Parlami di quando non stavi bene, Blaine”.

La dottoressa si china in avanti e con un dito perfettamente curato si aggiusta gli occhiali.

“Raccontami di una volta nella tua vita in cui non stavi bene”.

Non posso evitare di ruotare gli occhi.

“ Un sacco di volte”.

“Nominamene una “.

“ Oh, non so , quando sono stato in coma?”

“ Non eri cosciente quando sei stato in coma. Ti sto chiedendo di parlarmi di una volta in cui hai smesso di recitare la parte del bravo studente..”

“Hey”.

“ E sei stato veramente arrabbiato , ed hai fatto qualcosa per questo”.

“Siete fuori strada, D.ssa Mathison. Sono stato arrabbiato e l’ho anche dimostrato.”

"Quando?"

Mi prendo un attimo per pensare.

“Nel mese di dicembre.” Dico alla fine trionfante.

“Quando mi sono reso conto che i miei genitori mi avevano mentito”.

“ Humm… Raccontamelo”.

“ Ve l’ho già raccontato. 

Quando mi sono risvegliato dal come non hanno permesso a Kurt di vedermi. E non hanno permesso di vedermi a nessuno dei nostri amici comuni.

Hanno cancellato ogni traccia di lui dalla mia vita, quindi non avrei mai saputo della sua esistenza.”

“ E come ti sei sentito quando lo hai scoperto?”

“ Ferito.. Tradito.. Furioso.”

 Alzo le sopracciglia.

“ Questo vi sembra recitare la parte del bravo studente?”

“ Cosa hai fatto?”

“ Sono andato a casa mia. Ho affrontato i miei genitori. Gli ho urlato contro, per la prima volta in vita mia.”

Invece di impressionarsi, la D.ssa Mathison si limita ad annuire con aria di sufficienza.

“ Gli hai urlato contro”.

“Si, l’ho fatto”.

“Per la prima volta nella tua vita”.

“Si, io..”

“Quanti anni hai , Blaine?”

“ Diciannove” replico, trattenendomi dal sottolineare che la mia data di nascita è scritta nella grossa cartella che ha sulle ginocchia.

“Quindi ci hai messo diciannove anni per urlare contro i tuoi genitori?”

“ Solo perché sono una persona ben educata” dico forte, “ non significa che non sono una persona autentica”

Si appoggia allo schienale , scarabocchiando di nuovo.

“ Cosa fanno le persone ben educate?”

“ Si comportano civilmente; discutono in maniera razionale.”

“Picchiano la gente?”

Sospiro.

“No. Ovvio che non lo fanno”

“ Prendono una spranga rompendo la testa del tuo ragazzo’”

“D.ssa Mathison. Non so dove vuole arrivare . Pensa che potrei scattare come Morgan? Che potrei aggredire le persone?”

“ No. Non lo penso. Ti preoccupi troppo per gli altri per fare del male a qualcuno.”

“ E allora , cosa?”

“ Ti ricordi le sessioni congiunte che abbiamo fatto con Kurt qualche settimana fa?”

Dice indicando il suo blocco, come se potessi leggerlo.

“ Hai detto che eri preoccupato per il suo comportamento. E quando ho chiesto a Kurt cosa pensasse del tuo comportamento, mi ha detto che gli sembrava come se tu fossi già tornato alla normalità.”

“ E vero. Aveva ragione”.

“ Blaine, qualcuno ti ha aggredito due volte. Ha cercato di ucciderti “.

“ Preferirebbe che reagissi come Kurt? Riesce a malapena ad uscire di casa.”

“ Sta elaborando. E francamente io sono preoccupata del fatto che tu stia respingendo le tue emozioni, le stai reprimendo.”

“Non sto reprimendo nulla, ho solo una migliore capacità di recupero.”

“Le persone recuperano facilmente quando imparano ad affrontare qualcosa” dice meticolosamente. “ Non stai affrontando nulla. Ti sei incollato questo affascinante e grande sorriso per far credere a tutti di stare bene.”

La guardo e lei guarda me.

Nessuno dei due dice nulla.

Alla fine sospira, lanciando un’occhiata all’orologio.

“ E’ tutto per oggi”.

“ Bene”. 

Mi alzo e sono fuori dalla porta prima che lei abbia il tempo di alzarsi.

Non mi preoccupo di fermarmi alla reception per fissare il prossimo appuntamento. 

Sono stanco di avere a che fare con questa pazza.

Come ho già detto a tutti, non ho bisogno di andare da uno psicologo.

Sto bene.

Mi fermo comunque a salutare la sua segretaria, per educazione.



Dopo essermi fermato a fare benzina, mi dirigo verso la nuova casa di Kurt.

Come entro nel vialetto e parcheggio la macchina, riesco a vederlo da dietro le pesanti tende.

Lo saluto dalla macchina, con un sorriso luminoso sul viso.

La tenda si chiude ed il mio sorriso svanisce.

Il nuovo quartiere di casa Hummel è molto bello, con case confortevoli e giardini ben curati.

Alcuni ragazzini stanno giocando nel cortile vicino e le loro risate riempiono l’aria mentre mi dirigo verso l’ingresso.

Quando raggiungo la porta, però, Kurt la apre e mi trascina dentro in fretta come se fuori stessero sparando.

Mi stringe forte una volta che sono al sicuro all’ingresso.

“ Sei in ritardo. Ero preoccupato.”

“ Sto bene, amore” gli dico, sporgendomi per un bacio.

“ Mi sono dovuto fermare a fare il pieno alla macchina.”

“ Non ti sei fermato da BP vero? Giuro che quei due ragazzi stavano parlando di me l’ultima volta che mi sono fermato…”

“ No, me lo sono ricordato. Sono andata da Jerry. Ci piace Jerry , giusto?”

Annuisce riluttante.

Burt è a casa, finalmente felice rilassato per la prima volta da tempo.

Mi saluta dal salone, prima di tornare ad appendere cornici.

Lo guardo per un momento, mentre Kurt appende il mio giaccone nell’armadio.

Burt ha in mano una foto incorniciata  e la guarda con affetto, e quando l’appende al chiodo sono sorpreso di vedere che si tratta di una foto di me e Kurt al nostro ballo di fine anno.

“ Vuoi andare di sopra?” mi chiede Kurt.

Annuisco , sorridendo, e ci dirigiamo nella sua stanza.

“ Sei uscito oggi?”

“ No”.

“ Perché? E’ una bella giornata .”

Mormora senza sbilanciarsi.

Ci stendiamo sul suo letto insieme, stringendoci, ed io devo trattenere la voglia di dirgli di smetterla di nascondersi.

I soldi di Henry Adams avranno anche salvato gli Hummel dal tracollo finanziario, ma allo stesso tempo hanno tolto la necessità di Kurt di uscire di casa.

“ Hai ricevuto la mia email per la Nyada?” chiedo.

“Si”

“ Cosa ne pensi?”

“ Non lo so. Recitare potrebbe non essere più quello che voglio fare alla fine.”

“ Ci sono altre email che ti ho inviato su alcune scuole di design. La  Parson, forse?”

Sospira.

“ Onestamente non ci ho dato che una veloce occhiata”

“ Perché?”

“ Perché è deprimente. Perché ormai abbiamo superato tutte le scadenze per le domande a queste scuole a questo punto. 

Anche se ci provassimo il prossimo autunno, significherebbe comunque che non potremo andare a New York per un altro anno.”

Non l’avevo vista in questo modo.

“ Ma ci andremo. Prima che te ne accorga, saremo la. “

Guardiamo Across the Universe insieme, cantando insieme e tutto sembrò quasi normale.



Me ne vado non appena Kurt si addormenta, anche se sono appena le 6:30.

E’ ancora orario di visita all’ospedale, così mi dirigo la, chiedendomi se Sebastian vorrà vedermi questa volta.

“ Ciao Gloria, sei bellissima oggi” dico , appena entro all’infermiera più anziana alla reception.

“ Oh. Vuoi farmi arrossire.” Ridacchia, “ Ma sei sicuro che non ti piacciono le donne? Dopo la menopausa sono ancora meglio sai”.

Le faccio l’occhiolino .

“ Ti terrò aggiornata”.

Vengo qui ormai dal giorno in cui il mio dottore mi ha dato il permesso di guidare di nuovo.

Sebastian non ha ancora accettato di vedermi, quindi ogni giorno, mi siedo fuori dalla sua camera, parlando con Lawrence ed occasionalmente con gli Smythe, che sono finalmente rientrati da Roma.

Quando arrivo stasera non c’è nessuno all’ingresso.

Ora che Sebastian è stato spostato dalla ICU*, posso riusare il mio cellulare, così mi accomodo e tirandolo fuori dalla tasca mi metto a giocare.

“ Ma , seriamente, sei di nuovo qui? Ti ho detto di smettere di venire.” urla dalla propria stanza.

Ruoto gli occhi.

“E’ un paese libero” gli grido in risposta.

“ Fatti una fottuta vita , Anderson. Vattene”.

E’ più di quanto mi ha detto da dopo l’aggressione, così mi fermo a pensare.

Poi metto via il cellulare e mi rialzo, avvicinandomi alla soglia.

“ Come ti senti?”

Sembra stare meglio rispetto a ieri.

Il gonfiore sulla sua faccia si sta assorbendo e gli sono state tolte le bende dalla testa.

“ Come se avessi uno stalker. Non hai di meglio da fare?”

Alzo le spalle osando qualche passo.

Quando non fa nulla per bloccarmi, faccio qualche passo nella stanza.

“ Sono stato nelle tue stesse condizioni. Quindi ho pensato ti potesse aiutare avere vicino qualcuno che ti capisce”.

“ Ho la testa ed un braccio rotti. Non sono sicuro che restare steso mezzo morto in coma per mesi sia la stessa cosa”.

Sta cercando di sembrare scostante, ma ha un’espressione tesa sul viso.

Mi avvicino ancora un po’.

“ Siamo stati entrambi vittime di …”

“ No” dice, non appena raggiungo il suo fianco.

“ Non farlo”.

“ Fare cosa?”

“ Non cercare di fare finta che siamo uguali.”

“ Non capisco”.

“ Sei qui per avere delle scuse, giusto? E’ questo il motivo per cui continui a venire qui?”.

Scuoto la testa confuso.

“ Delle scuse?”

“ Vuoi sentirmelo dire? Bene, è stata tutta colpa mia. E’ stata tutta colpa mia.”

“ Cosa è stata colpa tua?”

Sebastian mi guarda male.

“ Lo sai cosa. Ho illuso Morgan. Ho giocato con lui perché era tutto facile. 

Ho causato questo. Tutto questo.” Stringe la mascella.

“Tutto. Lui che quasi uccide te e Kurt. 

Lui che aggredisce me e te il mese scorso.

E’ tutta colpa mia, giusto?”

“Non lo è..”

“Lo è”.

Il suo respiro è irregolare adesso , gli occhi lucidi per le lacrime.

“ Non l’ho visto.. non ho visto.. lui .. non l’ho visto.. se lo avessi fatto.. avrei potuto.. ma non lo sapevo che si sarebbe.. non lo sapevo che lui potesse…”.

“Non avresti potuto.”

“ Era mio amico” , dice con voce rotta, allontanandosi da me.

Raggiungo la sua mano e la stringo forte.

“ Non lo sapevo. Lo giuro, non lo sapevo.”

“ Va bene.. va tutto bene, è tutto okay.”

Nessuno di noi due dice altro, e quando alla fine me ne vado , entrambi sappiamo che non ritornerò.



E’ quasi febbraio e le nostre famiglie hanno appena trovato il tempo per festeggiare il Natale.

Avevamo programmato di farlo subito dopo capodanno, ma poi il Sig. Adams ha rovinato i nostri piani, dandoci soldi in cambio del nostro silenzio.

Le cose sono andate veloci una volta che ci siamo decisi ad accettarli.

Gli Hummel hanno subito trovato la casa perfetta, pagandola in contanti non appena i soldi sono stati depositati.

Ho passato una settimana ad aiutarli ad impacchettare le loro cose nelle scatole e ad aiutarli a disfarli.

Ora che si erano trasferiti definitivamente nella loro nuova casa è arrivato finalmente il momento per le nostre famiglie di festeggiare il Natale.

Ci sono molti regali. Troppi regali.

Come se Burt e Carole cercassero di farsi perdonare per qualcosa di cui in primo luogo non hanno colpa.

Finn urla per l’eccitazione quando apre una busta e ci trova l’abbonamento per i Buckeyes.

Carole riceve un meraviglioso ciondolo di diamanti, commuovendosi quando Burt l’aiuta a metterlo al collo.

Kurt si appoggia a me e guarda gli altri aprire i regali.

“ Non vuoi aprire i tuoi?” gli chiedo.

Gli ho comprato un paio di stivali che sapevo desiderava tanto e so che Carole gli ha preso una serie di cravatte e sciarpe vintage.

“ Forse più tardi” risponde.

Mia madre scarta il suo filo di perle e mi ringrazia calorosamente.

“Mi aiuteresti a metterla , tesoro?”

Mi alzo e la seguo all’ingresso dove si ferma davanti ad uno specchio grande.

Tira su con cura i suoi capelli ed io metto la collana al suo collo.

Entrambi ci fermiamo li per ammirare il suo riflesso.

 “E’ ancora in difficoltà, vero?” dice facendo segno verso Kurt.

Sta guardando suo padre aprire i regali, accennando un leggero sorriso quando Burt grida per l’entusiasmo .

“Spero che col tempo le cose migliorino”.

“ E’ difficile. Lui è.. è difficile. Ma ne usciremo.”

Mi osserva , studiando il mio volto.

“Lo farete”.

“ Abbiamo l’un l’altro.”

“ Si”.

Non riesco a capire del tutto l’espressione sul suo volto.

Non è proprio tristezza, non è orgoglio.

Forse è qualcosa di entrambe.

“Sei cresciuto molto in questi ultimi mesi”.

“Devo arrivare alla mia età, immagino”.

Mi sposta una ciocca di capelli e bacia la mia fronte più forte di quanto  mi aspettassi.

“Lo sai che ti voglio bene , vero?”

“ Certo mamma”.

“ E che voglio il meglio per te”

“Lo so”

Quando si allontana, sono sorpreso di vederla piangere.

“Okay”.

“Mamma?”

“ Sto bene tesoro, sto bene.”

Papà ci chiama.

Torniamo in salotto insieme, sorridendo quando mio padre ci domanda chi di noi ha osato comprare un coltello per la carne elettrico.

“ E’ un crimine contro natura”, protesta, mentre noi ridiamo.

“ Mi porta via tutto il senso artistico”.

“ Allora puoi restituirlo” dice mamma, chinandosi per baciargli una guancia prima di sedersi sul bracciolo della poltrona.



Il baccano è finito e Finn ha acceso il fuoco nel camino.

Proietta su di noi una luce calda, mentre ci rilassiamo tutti insieme, sorseggiando della cioccolata calda.

Kurt non ha ancora aperto la maggior parte dei suoi regali.

E’ felice di essere accoccolato a me, mentre guarda il fuoco.

“Burt” dice mamma.

“ Si?”

Si volta a guardarla.

“Pensi… è ora?”

“ Penso sia un buon… voglio dire..”

La sua voce si affievolisce mente papà le accarezza la schiena.

Mi acciglio.

“Mamma?”

“ C’è un altro regalo” dice Burt , un po’ burbero.

“Noi.. c’è ancora un altro regalo”.

Carole gli si avvicina e gli stringe la mano,; io inclino la testa di lato.

“Un regalo per chi? Cosa sta succedendo?”

“Per te” dice papà, “ Per te e per Kurt , voglio dire. Da tutti noi”.

Mamma prende un fazzoletto dalla borsa.

Abbassa lo sguardo per un momento, prima di chinarsi verso di me per porgermi qualcosa in mano.

E’ una busta bianca piena, senza però nessuna indicazione su cosa contenga.

Guardo Kurt.

“ Vuoi aprirla tu?”

Scuote la testa, così la strappo e guardo il suo contenuto.

Ci sono due biglietti dentro e quando li tiro fuori, il mio cuore batte più velocemente.

“Biglietti aerei per New York City? Davvero?”

“ Davvero” dice mamma.

Non riesco a capire perché mia madre e mio padre sembrano così tristi.

“ Per quando?” chiede Kurt.

Do un’occhiata alla data dei biglietti.

“ Oh, woow, una settimana a partire da domani. E torniamo…”

Aggrotto le sopracciglia, guardando meglio i biglietti per poi controllare di nuovo nella busta.

“Non capisco. Questi sono biglietti di sola andata.”

Burt annuisce, deglutendo a fatica.

Kurt si alza in un lampo.

“Papà? Davvero?”

“ E’.. cioè.. il tuo psicologo sembra pensare che questo potrebbe.. “

“ Ma sei serio?”

Kurt fa quasi un salto in braccio al padre ancora prima che io riesca a reagire.

“Ti prego, dimmi che è tutto vero”.

“ E’ vero, figliolo. Abbiamo parlato col cugino di Blaine, Rob, e ci ha detto che potete restare da lui fino a quando non troverete un posto tutto vostro.

I soldi avuti con l’accordo dovrebbero essere più che sufficienti per pagare l’affitto e le vostre spese li, per non parlare delle tasse universitarie quando sarete pronti a tornare a scuola..”

La risata di Kurt risuona sorprendente e molto forte.

“Stiamo per andare a New York”

Abbraccia il padre , ricevendo un oof sorpreso di Burt, poi mi guarda, il volto raggiante.

“ Blaine. Blaine ce ne andremo da qui. Stiamo per andare a New York”.

“ Ho sentito.” Gli sorrido confuso per la strana sensazione allo stomaco.

“ E’ quello che volevi” 

“ E’ incredibile.. è così.. solo.. New York”.

Anche Carole lo abbraccia e Finn inizia a parlare di quando verrà a farci visita e di quando andremo a vedere uno spettacolo di Broadway; e papà sta dando dei suggerimenti a Kurt su dove trovare i migliori bagels in città; e mamma sta abbracciando Burt per qualche ragione.

E tutto si muove così velocemente .

Ma io sto bene.

Tutto va bene.





Per chi non lo ricordasse è il reparto di terapia intensiva.



* naturalmente il dicembre è riferito a quello del 2014.. ora parlando circa un mesetto fa con lei.. mi ha detto che avrebbe presto pubblicato gli ultimi capitoli.. ma ancora nessuna notizia. Per il momento non metto la parola “completo” alla ff sperando di ricevere sue notizie al più presto.

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Capitolo 33
*** capitolo 33 ***


Note dell’autrice :

So che molti lettori avranno perso la speranza di un finale per questa storia, e non li biasimo.

Ma davvero la finirò .

Mancano ancora circa due capitoli più un facoltativo epilogo.

Mi dispiace davvero tanto che ci sia voluto tutto questo tempo  per pubblicare questo capitolo, ma più il tempo passava più sentivo la pressione di renderlo perfetto.. e non mi veniva mai perfetto.

Così ho pensato che aveva più senso fare semplicemente del mio meglio e finire la storia, piuttosto che lasciarla per sempre incompiuta.



“Blaine!”

Alzo lo sguardo dalla rivista e vedo Kurt e Anya entrare dalla porta allegramente, i loro nasi rossi per il freddo esterno.

“Hey! Sei tornato!”

“Abbiamo finito di fare compere un’ora fa, ma poi ci siamo spinti fino alla pasticceria Magnolia per prendere un dolce per stasera” dice Kurt, raggiante, “Delle mini cheesecake ci credi? Noci e caramello, red velvet, Key lime* e alla vaniglia.”

“Ed ha intenzione di mangiarsele tutte” aggiunge Anya scherzosamente.

Kurt alza le spalle con un timido sorriso.

“Potrei chiedere di assaggiarne altri..”

Si dirigono entrambi in cucina, le braccia cariche di buste delle spesa e dai vestiti che hanno acquistato.

Da quando siamo arrivati a New York, Kurt ha legato molto con la ragazza di Rob.

Anya è un agente immobiliare con orari di lavoro molto flessibili, così aveva trascorso ogni giornata di questa settimana , portando Kurt con se in giro per la città.

“Blaine… ho visto l’annuncio di uno spettacolo Off-Broadway del “Mercante di Venezia” urla Kurt dalla cucina, “ ti va di andarci questo fine settimana?”

“Ah.. no.. non importa..” urlo di rimando e diventano entrambi silenziosi.

“Forse un’altra volta” aggiungo  e credo che abbia funzionato , perché si rimettono a chiacchierare di nuovo.

Tutto sembra andare avanti velocemente, da quando i nostri genitori ci hanno dato i biglietti per New York.

Prima che riuscissi anche solo a riprendere fiato, il nostro aereo stava atterrando a La Guardia* con Rob ed Anya che ci salutavano mentre eravamo al ritiro bagagli .

Kurt scese per le strade della città il più rapidamente possibile, divertendosi ad esplorare e ad imparare quanto più possibile su New York. 

Sembra davvero felice qui.

Ed io amo vederlo felice.

Finirono di sistemare il cibo in frigorifero ed in dispensa, e poi tornarono in salotto; io sono accoccolato sul divano con una copia di Entertainment .

Quando Kurt si lasca cadere sul divano accanto a me, sollevo il braccio in modo che possa rannicchiarcisi sotto.

“Voi due volete farmi vomitare” dice Anya , ma il suo sorriso affettuoso la tradisce.

Soffia un bacio a Kurt, prima di andarsene per far visitare una casa in affitto. 

Siamo soli ora.

Questo è il mio momento preferito di tutta la giornata, quando Rob è ancora al lavoro ed io e Kurt abbiamo l’appartamento tutto per noi.

Lancio la rivista sul tavolino e mi chino a baciare Kurt profondamente, prendendo il suo volto tra le mani , muovendo la lingua nella sua bocca.

Dopo qualche minuto, Kurt si allontana.

“Bene..” dice, leggermente senza fiato, “ Sei diventato davvero bravo in questo.:”

“Mi sono allenato mentre eri a fare compere” replico , mettendo su un’espressione innocente sul viso, “ con il portiere”.

“Gary?”

“No.. Eugene..”

“Ha tipo cent’anni..” ansima, fingendo di essere offeso..

“L’amore non ha età , Kurt”

Cerca con scarso entusiasmo di colpire la mia spalla e finiamo per fare una piccola lotta, fin quando non ricominciamo a baciarci di nuovo.

Non mi stancherò mai di questo; sentire le sue labbra ed il suo corpo arrendevole contro il mio , le mie mani scendono sempre più in basso fino ad afferrare il suo sedere..

“Okay” dice , rimettendosi a sedere.

La mia mano scivola via dal suo culo ingoiando un’obiezione. 

Kurt si passa una mano tra i suoi capelli perfetti, le guance persino più rosa di quando era rientrato.

“Dobbiamo parlare di appartamenti”.

Sento il cuore sprofondare.

“Proprio adesso?”

“Beh.. insisti nel palpeggiami nel salotto di tuo cugino che potrebbe rientrare da un momento all’altro.:”

“Lavora fino alle otto stasera, ci ha già avvertito” borbotto, ma mi siedo anche io.

“Abbiamo visitato parecchi posti oggi, mentre facevamo shopping. 

Anya ha sempre notizie fresche per i nuovi appartamenti quotati, per il suo lavoro. 

Abbiamo tante grandi opzioni tra cui scegliere, appositamente per il nostro budget.”

“Non hai intenzione di rifare tutto l’appartamento vero , tesoro?”

Allungo la mano per afferrare la sua, desiderando per la centesima volta che il mio anello fosse al suo dito.

“Certo che no.. ma visto che il Signor Adams alla fine ci ha dato molto più denaro di quanto ci aveva promesso, si apre davanti noi un mucchio di possibilità in più”.

Scuote la testa, attorcigliando le dita alle mie distrattamente.

“Ancora non riesco a crederci.  Ci aveva detto che ci avrebbe dato un milione di dollari a testa e poi ce ne ha dato un milione e mezzo.

Cosa credi che gli abbia fatto cambiare idea?”

Scrollo le spalle con espressione confusa, sperando che non riesca a capire.

La verità è che non credo che il Signor Adams abbia aggiunto dei soldi in più.

Un giorno ho sentito mio padre mormorare le coordinate bancarie al telefono e sono quasi certo che stava chiedendo di dividere la quota dei miei genitori tra me e Kurt.

Non ho parlato a Kurt dei miei sospetti, perché lui ha davvero bisogno di quei soldi.. i miei genitori no.

“Comunque.. abbiamo preso in considerazione un appartamento a Chelsea con dei pavimenti in legno” dice, “sono andato leggermente in estasi.:”

“ E la sicurezza?  Com'è il quartiere? Ed è ad un piano alto?”

“Il quartiere è davvero bello e molto sicuro” esita per un secondo , “ C’è una chiave per la porta principale ed una per la porta interna..:”

“Sai che preferirei ci fosse un vero portiere all’ingresso. A che piano è?”

“Uh.. il piano terra..”

“Kurt!”

“So che hai detto di non voler vivere al piano terra , ma aveva molte delle caratteristiche che sto cercando.. Ma in realtà..” inclina la testa , il fantasma di un sorriso appare in un angolo della sue labbra e sento il mio cuore appesantirsi.

“Ora che lo hai accennato.. abbiamo trovato un posto che spunterebbe tutte le voci dalla tua e dalla mia lista”.

“Oh.. davvero?” 

Capisco all’istante che ha cercato di imbrogliarmi.

Non mi avrebbe parlato di un appartamento con così tanti difetti se non avesse voluto parlarmi di uno molto più bello.

Gli faccio un sorriso smagliante.

“Parlamene”.

“Ho fatto delle foto” comincia quasi saltellando sul posto quando prende il cellulare, sbloccandolo ed aprendo la cartella delle foto.

“Questo è un loft ed ha anche il pavimento in legno. E’ al Village* in un palazzo con la sorveglianza all’ingresso principale ed in più ha un portiere alla reception.

Il loft è al 5° piano.”

Apro la bocca per fare una domanda, ma Kurt mi anticipa.

“L’ascensore c’è. 

Due in realtà. 

E non si posso usare senza una chiave”.

Mi porge il cellulare e sfoglio le foto, cercando di fermare il tremore alle mani.

L’appartamento è meraviglioso.

Era tutto quello che avevamo detto di volere.

Era un open space con splendide finestre ed un sacco di spazio.

“Gli attuali proprietari hanno ristrutturato il bagno lo scorso anno”, mi sta dicendo, e mi sforzo di sembrare interessato.

“Saremo all’ultimo piano, e questo significa che avremo un posto sul tetto tutto nostro, solo per noi.

Potremo metterci delle sdraio, o potremo iniziare a costruire un piccolo giardino urbano o potremo organizzare delle favolose e raffinate feste…”

I suoi occhi vagarono per tutte le possibilità per un momento, prima di battere le palpebre , indicando poi la foto successiva.

“Questa nicchia sul soffitto è uno spazio in più”

“Perfetto per i tuoi abiti fuori stagione” offro debolmente e lui sorride scorrendo verso la successiva foto dell’album.

“E guarda.. c’è anche una cucina completa con la cucina a gas ed il forno, ed ha abbastanza stanze così da poter sistemare dei materassi e poter far dormire qui i nostri amici quando vengono a trovarci..

E’ perfetto Blaine.

Ha tutto quello che vogliamo”.

“Quanto chiedono?”

“E’.. “ borbotta,, “ è solo un po’ più caro di quanto avevamo intenzione di spendere”.

“Quanto di più?”

“Umm… 50?”

“Kurt!”

“Blaine.. abbiamo i soldi. Abbiamo tantissimi soldi ora”.

“E ne abbiamo bisogno per il college.

E forse per pagare le bollette mentre faremo dei tirocini sottopagati.

E vogliamo anche creare un fondo fiduciario per l’università dei nostri figli un giorno, giusto?

L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di gettarli al vento e poi desiderare di non averlo mai fatto”.

Prende il telefono, battendo le dita su una foto con tristezza e sento una morsa allo stomaco per il senso di colpa, quando Kurt si acciglia.

“Non sei mai venuto con me a vedere questi posti” dice , “ E’ davvero difficile fare questo tutto da solo. 

Certo, Anya aiuta, ma sembra che ogni volta che trovo un posto che mi piace e torno per parlartene, tu ti opponi”.

“Verrei se potessi” dico debolmente, “ Sono ancora in convalescenza , lo sai.”

“Lo so .. scusa”.

“Questa città è un po’ troppo per me in questo momento.

Sto anche affrontando la commozione cerebrale.”

“Lo so , amore. Lo so davvero. Non dovrei spingerti” il suo cipiglio si fa più profondo e la sensazione di colpevolezza che sento allo stomaco peggiora, e sento l’ansia risalire la schiena.

“Lo sai ..amo quando indossi questi pantaloni “Gli dico facendo scorrere la mano sul suo fianco, seguendo la linea della cintura.

Kurt si pavoneggia un po’.

“Oh?”

“Mm.. hmm” le mie mani scivolano veloci sotto la maglia per accarezzare la soffice pelle del suo stomaco e Kurt prende un respiro tremante.

“Ma li amo ancora di più quando li togli”.

Sorride e ruota gli occhi, ma c’è un rossore rivelatore sulle sue guance.

Gli piace quello che sto facendo.

“Perché ogni volta che cerco di parlarti di prenderci un appartamento da soli, vuoi fare sesso?”

“Voglio fare sesso con te non mi importa di cosa stiamo parlando”.

Le mia dita aprono abilmente il bottone dei suoi pantaloni e lo spingo fino a farlo appoggiare contro il divano, mentre mi muovo verso il basso, chinandomi poi per appoggiare la bocca sulla sue crescente erezione.

“Questo non ha.. ohhh..”

Kurt inclina la testa all’indietro quando abbasso i suoi slip e glielo prendo profondamente in bocca.

Ci sono volute due notti nell’appartamento di Rob prima che io e Kurt tornassimo di nuovo intimi.

Eravamo completamente vestiti la prima volta.

Due ore dopo, le nostre mani cominciarono ad avventurarsi sotto i vestiti per accarezzare ogni lembo di pelle che riuscivamo a trovare e non ci volle molto prima che fossimo di nuovo nudi insieme.

Da allora, siamo nudi insieme almeno due volte al giorno.

O più spesso, se potessi fare di testa mia.

Questa è una cosa che nessuno ti dirà mai sul sesso.

Una volta che hai cominciato a fare certe cose, non vorresti mai fermarti.

Rob ha due camere da letto, per fortuna ai due lati opposti dell’appartamento, così abbiamo un po’ di privacy la notte.

Quando siamo arrivati dall’Ohio ci disse che potevamo restare da lui per tutto il tempo che volevamo.

Io stavo pensando  ad un paio di mesi.. Kurt un paio di giorni.

E’ passata poco più di una settimana e posso dire con certezza che Kurt sta diventando sempre più impaziente.

Vuole che la sua nuova vita abbia inizio.

“Tu sei sicuro che Rob non torni a casa prima delle 8?” mormora Kurt, accarezzando i miei capelli dolcemente, mentre continuo a succhiarlo.

“Non è meglio se ci spostiamo in camera da letto?”

Mormoro in risposta e le vibrazioni lo fanno gemere e cominciare a spingersi nella mia bocca.

Sento un tintinnio di chiavi alla porta e mi stacco velocemente da lui mentre gli occhi di Kurt si spalancano.

“Aveva detto alle 8” gli dico con voce roca, tornando a sedermi mentre Kurt si tira su velocemente i suoi pantaloni.

Le sue guance sono in fiamme mentre Rob entra nell’appartamento con il cellulare premuto contro l’orecchio.

Sono sicuro che siamo spettinati e dall’aria colpevole, ma Rob va talmente di fretta che ci lancia a malapena uno sguardo.

“Lo so..” dice Rob, “il documento è nel mio ufficio, dammi solo un secondo .. lo so , Thomas.. ho tutto.. lo so..”.

Sparisce in corridoio, e Kurt ne approfitta per abbottonarsi i pantaloni.

Mi asciugo la bocca col dorso della mano e Kurt arrossisce ancora di più.

Non so dire se è furioso o eccitato.

Forse entrambi.

In un attimo, Rob riappare , stringendo in una mano una pila di fogli.

“Li ho qui , Thomas. Torno in ufficio in venti minuti” appoggia il cellulare sul petto per un secondo  e ci sussurra “non ti azzardare a macchiarmi il divano” prima di andare via.

Raggiungo di nuovo la patta dei pantaloni di Kurt, ma lui spinge via la mano.

“Devi imparare a capire la situazione. L’atmosfera è sparita.”

Afferra il telecomando , accendendo la Tv , scorrendo la programmazione per vedere cosa stanno trasmettendo.

“Dobbiamo recuperare le puntate di Project Runway” gli ricordo.

“Abbiamo bisogno di un posto tutto nostro” mi ricorda.




Ceniamo alle 8.30.

Tutto si fa più tardi a New York rispetto all’Ohio.

A casa, pranziamo a mezzogiorno e non è insolito sedersi a tavola per cenare prima delle 6.

Ora che siamo a New York , a volte non ceniamo prima delle 10.

I nuovi orari li ha decisi Kurt.

Non mi ci sono ancora abituato così nel primo pomeriggio mi preparo sempre uno snack.

Rob porta del cibo da asporto dal suo ristorante cinese preferito ed apriamo tutte le confezioni al centro del tavolo e, usando le nostre bacchette scegliamo degli assaggi di tutto.

Ad un certo punto , lancio un’occhiata a Kurt e vedo che ha un po’ di salsa hoisin* all’angolo della bocca.

“Hai qualcosa sulla bocca” gli sussurro.

Prende il suo tovagliolo , asciugandosi le labbra.

La salsa è ancora li, così mi chino verso di lui per togliergliela con un bacio.

Mi ringrazia con un gemito, ricambiando il bacio in modo più sporco.

Devo ammettere , è bello avere .. questi piccoli momenti con Kurt e la mia famiglia.

Non mi sarei sentito così libero di baciare Kurt davanti ai miei genitori, ma a Rob non importa.

Al massimo, distende la fronte quando vede quanto siamo felici insieme.

Ricordo la nostra stanza nell’appartamento di Rob in Ohio e mi chiedo quanto tempo avrà passato con noi prima dell’attacco.

Dopo cena, ci dirigiamo in salotto per una partita a Cranium*.

Tutto vogliono sempre Kurt nella loro squadra, perché è molto bravo sia nel disegnare che nel mimare, ma Rob , questa sera, riesce a reclamarlo per primo.

Io sono incastrato con Anya , che è molto brava ad indovinare le parole, ma è piuttosto penosa per tutto il resto.

“Una pala?”  almeno credo.. mentre arrotola della plastilina a forma di tronco e lo attacca ad una base piatta, “ una scopa?”

Scuote la testa, e arrotola un po’ di più la base alla fine.

Kurt inizia a ridacchiare ed anche Rob non può nascondere un sorriso.

“E’.. umm.. “ scuoto la testa, “ Anya.. sembra un pene”.

Solleva di scatto la testa.

“Cosa? No.. non lo sembra…”

“Lo sembra davvero invece” dice Rob “ ed ora ti restano solo 5 secondi”.

Anya cerca di appiattire un po’ le palle , cosa che fa rumoreggiare in modo buffo  Rob  e ridere ancora più forte Kurt. 

“Tempo scaduto” gracchia Kurt , mentre lascio cadere la testa tra le mani.

Abbiamo perso di brutto.

“Che cos’era?”

“Un martello”  Anya dice “ è stata molto dura”.

“Di sicuro.. sembrava duro” dice Rob ricevendo una cuscinata da Anya.

Kurt e Rob hanno vinto facilmente.

Anya porta le piccole cheesecake e le dividiamo tra noi.

Kurt si accoccola a me dopo, mormorandomi nell’orecchio che mi ama persino più di quanto ama la cheesecake, ed io lo stringo forte.

E’ una serata perfetta.

“Cosa ne dite di una passeggiata per la città per bruciare un po’ di queste calorie?” chiede Rob.

Sento Kurt iniziare ad allontanarsi per mettersi seduto.

Alla faccia della perfetta serata.

“Io ci sto.. “ dice Anya, “ Kurt , Blaine?”

“Sembra grandioso” interviene Kurt troppo vivacemente, “ Solo per un po’?”

Alzo lo sguardo e vedo la sua espressione speranzosa; prendo un respiro profondo.

Una piccola passeggiata.

Rob sarà li.

L’unione fa la forza.

Solo una piccola passeggiata.

“Okay”

Kurt sorride  eccitato e mi bacia su una guancia.

“Andiamo a fare una passeggiata in città”.

“Una piccola ..” gli ricordo.

Si era già diretto verso l’armadio per prendere la sciarpa perfetta.




Nessuno a Lima è in giro dopo le sette di sera, ma a New York , le strade sembrano sempre affollate di gente.

Rob ed Anya vivono nell’Upper East Side nel quartiere  Carnegie Hill*.

A loro piace perché è vicino ai loro amici e all’ufficio di Anya.

A me piace perché è a pochi passi dall’ospedale, in caso succedesse qualcosa.

Kurt era diventato davvero silenzioso quando gliel’ho detto, così non l’ho più menzionato.

Un taxi sfreccia accanto a noi e mi allontano velocemente dalla strada.

Kurt mi prende a braccetto .

“E’ tutto okay? “

“Certo”.

Inizia ad indicare alcuni negozi locali e dei ristoranti che aveva già visto.

“Li c’è il sarto dove ho preso questi pantaloni verdi che ti piacciono così tanto quando l’indosso..”

“Dovrò ringraziarlo un giorno.. Il tuo culo potrebbe fermare il traffico con questi pantaloni addosso”.

“E di la.. c’è invece l’unica lavanderia che Anya ci consiglia in questa zona.

Giura che possono smacchiare qualsiasi macchia di sangue da qualsiasi cosa”.

“Quanto spesso sanguina?” chiedo allarmato.

“Ogni mese… penso”.

“Oh.. giusto”.

Mi prendo un attimo per ringraziare di essere nato gay.

“Là invece è dove compriamo la frutta e le verdure.

Un intero negozio per un solo tipo di prodotto.. riesci a crederci?”

E’ raggiante , qui per le strade rumorose a chiassose di New York City.

Non ho mai visto i suoi occhi così luminosi mentre si guarda intorno e non sono l’unico che viene catturato da tutto questo.

Mentre ci dirigiamo in fondo all’isolato, noto quattro uomini che lo squadrano da capo a piedi con interesse.

Kurt alza lo sguardo e lo punta su uno di loro, lasciando il mio braccio per salutarlo.

“Hey.. Donnie..”

Il ragazzo si avvicina.

Sembra come se qualcuno lo avesse ritagliato dallo spot di Abercrombie* e lo odio anche prima che apre bocca.

“Hey bellissimo”.

Kurt arrossisce.

“Blaine.. lui è Donnie . Lavora per il fioraio dove ho comprato quei bellissimi narcisi la scorsa settimana.

Donnie, lui è Blaine, colui di cui ti parlavo.”

Il ragazzo annuisce verso di me per un attimo.

“Allora Kurt, hai pensato a quella esposizione di Guggenheim? Mi farebbe piacere farti fare un giro qualche volta”.

“Donnie frequenta scuola d’arte” mi dice Kurt, “ ha detto che potrebbe farci visitare il museo e parlarci di tutti i vari artisti”.

“O posso portare solo Kurt, se non ne hai voglia” dice il ragazzo, fissandomi.

Noto che Rob ed Anya si sono fermati e stanno tornando verso di noi.

“Non sono sicuro che ne avremo la possibilità” dico, sento il battito accelerare, “ Io e Kurt ci trasferiremo molto presto. Dall’altra parte della città”.

Tutti e quattro si voltano all’unisono verso di me.

“Aspetta.. ti trasferisci?” chiede Rob “ Quando è successo?”

“Kurt ed Anya hanno trovato un posto oggi. Un loft.” 

Il mia bocca parla più velocemente di quanto la mia testa riesca a pensare.

“E’ nel Greenwich Village”.

Anya lancia un piccolo urlo.

“Ti è piaciuto il loft? Kurt.. perché non me lo hai detto? Devo presentare un’offerta per voi adesso?”

Kurt cerca il mio viso, stupito.

“Blaine..”

“Ci ho pensato.. ed hai ragione.. è perfetto” gli dico, “ Abbiamo i soldi. Non troveremo mai un altro posto che abbia proprio tutto quello che vogliamo”.

Sembra combattuto tra la gioia e l’apprensione.

“Sei sicuro?  Non lo stai dicendo solo perché io..”

“Sono sicuro”  bacio forte le sue labbra, sperando che questo nasconda qualunque sia l’espressione del mio viso.

Rob scuote la testa confuso, ma Anya è già al telefono che dice all’agente immobiliare del venditore che pagheremo la cifra richiesta per il loft,  e Kurt mi abbraccia così forte che mi fa quasi male alle costole, e Donnie si allontana da noi velocemente, e la luce del semaforo all’angolo diventa verde e .. pronto o no.. ci siamo..



NOTE

Meringa

Aeroporto di New York

Il Greenwich Village è un quartiere residenziale di New York

La salsa hoisin (spesso scritta anche hoi-sin o "salsa nera" per via del colore bruno molto scuro) è una salsa usata come condimento nelle cucine sud-orientali, in particolare nella cucina vietnamita, tailandese e cinese.

Cranium è un gioco di società che include un'ampia varietà di diverse attività da svolgere tra cui risposta a domande, disegno, canto, mimo e modellazione della plastilina. 

Abercrombie & Fitch è una famosa casa di moda statunitense.



Ed ecco finalmente il nuovo capitolo

Il prossimo dovrebbe arrivare intorno alla fine della settimana prossima.. speriamo mantenga la promessa..

Blaine è ancora spaventato.. Kurt egoista come al solito... e Rob è preoccupato..

Compreranno davvero il loft?

Si trasferiranno?

Alla prossima .. ( più veloce di così non ho potuto )...

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