Un anno magico

di Myra_16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuti a Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Prime lezioni ***
Capitolo 3: *** Tra esibizioni e litigi ***
Capitolo 4: *** Fatevi gli affari vostri! ***
Capitolo 5: *** In punizione ***
Capitolo 6: *** Venerdì ***
Capitolo 7: *** Scomparso ***
Capitolo 8: *** Supposizioni non svelate ***
Capitolo 9: *** La Stanza delle Necessità ***
Capitolo 10: *** Al Campo Mezzosangue ***
Capitolo 11: *** In trappola ***
Capitolo 12: *** Compagni insapettati ***
Capitolo 13: *** Sull'Argo II ***
Capitolo 14: *** Inganno scoperto ***
Capitolo 15: *** Il ritorno ***



Capitolo 1
*** Benvenuti a Hogwarts ***


Lo smistamento era finito. Quelli del primo anno si erano seduti ai tavoli delle proprie case. La McGrannit si era alzata per tenere il solito discorso d'inizio anno.
Lily la fissò annoiata, pensando alle pietanze che sarebbero comparse sul tavolo da lì a poco, quando la preside disse qualcosa che la sorprese. Lei si era aspettata il solito discorso che aveva fatto per tutti gli altri quattro anni e invece no.
-Prima che incominciate a mangiare ho un annuncio da fare: quest'anno sarà un anno speciale. Avremo degli ospiti che studieranno con noi fino a giugno e poi, se saranno soddisfatti, qualcuno di voi avrà il privilegio di passare un'estate nel loro campo- stava dicendo la professoressa.
Tutti gli studenti erano attenti. Non volava una mosca.
-Sono sette ragazzi. Sono molto potenti, loro sono i così detti “mezzosangue” o...- la McGrannit venne interrotta da qualcuno che dal tavolo dei Serpeverde gridò: -Più forti di noi Purosangue?-
La professoressa lo ignorò. -... o anche “semidei”, figli di un mortale, i Babbani per noi, e una divinità. Alcuni sono figli di dei greci altri di dei romani ma non per questo dobbiamo fare favoritismi.-
Lily ormai si era completamente dimenticata della fame che la opprimeva, come tutti d'altronde.
-Diamo quindi il benvenuto ai nostri nuovi compagni!-


***


Annabeth stava morendo dalla fame. Ed era stanca.
Lei e gli altri erano stati avvertiti da Chirone che avrebbero passato un anno in una scuola di magia e che il primo settembre si sarebbero dovuti riunire in un locale di Londra, il Paiolo Magico, verso sera.
Ma non erano a conoscenza del modo in cui sarebbero arrivati alla scuola e così si sorpresero non poco quando si videro comparire davanti un omone gigante con un pastrano tutto rattoppato, il viso ricoperto di barba e capelli neri da cui si vedevano solo gli occhi e che teneva in mano una vecchia cartina geografica.
-Oh, ehm, ciao. Io sono Hagrid- aveva detto quando li aveva visti.
I ragazzi si erano presentati a turno e poi Hagrid aveva spiegato: -Mettevi intorno alla mappa. Ecco così. E ora ci dovete toccare un pezzo almeno con un dito.-
Quando tutti si furono sistemati, Annabeth aveva sentito una specie di strappo appena sotto all'ombelico, i suoi piedi non avevano più sentito il pavimento, e qualche secondo dopo era caduta per terra. Come tutti gli altri del resto, a parte Hagrid.
Erano capitati in un paesino e da lì avevano imboccato una strada che portava al parco di un castello.
Avevano dovuto attraversare tutto il prato e l'ingresso di corsa perché, stando a quello che aveva detto l'omone, erano in ritardo.
Ora erano fermi davanti a un portone di quercia. Dall'altra parte si sentiva la voce di una donna che diceva: -... fare favoritismi. Diamo quindi il benvenuto ai nostri nuovi compagni!-
Le porte si aprirono e i ragazzi si trovarono davanti a un salone con quattro tavoli con gli studenti e un quinto perpendicolare dove sedevano gli insegnanti.
Davanti a questo, c'era una sedia con sopra un cappello, di quelli a punta che usavano i maghi, con uno squarcio davanti.
C'erano almeno duecento facce che li guardavano e Annabeth si rese conto che erano ancora fermi sulla soglia.
-Avanti, cosa state aspettando?- disse una donna. Era in piedi vicino al cappello. Aveva degli occhiali sulla punta del naso e i capelli erano legati in una crocchia. Indossava una lunga veste verde oliva. Probabilmente era la stessa che avevano sentito parlare.
Leo fu il primo a entrare, seguito poi da tutti gli altri. Attraversarono il corridoio tra i tavoli e si fermarono davanti alla donna.
-Benvenuti a Hogwarts- li accolse lei.
I sette annuirono, Annabeth e Piper mormorarono un debole grazie.
-Bene, io sono la professoressa McGrannit e anche la preside. Ora verrete smistati in quelle che per quest'anno saranno le vostre case. Sono Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Quando sentirete il vostro nome vi siederete qui– indicò lo sgabello –e io vi metterò il cappello in testa. Funziona più o meno così anche da voi, mi sembra-concluse la McGrannit.
Annabeth era proprio curiosa di sapere come un logoro cappello avrebbe potuto smistarli ma dopo nove anni di mostri e avventure si adeguava e basta.
Fu Leo a rispondere. -Beh, sì, ci sono delle case anche lì, ma sono a seconda del proprio genitore divino.-
-Capisco. Anche qui ci sono delle caratteristiche. Grifondoro per il coraggio, Tassorosso per la lealtà e la pazienza, Corvonero per l'intelligenza e Serpeverde per l'astuzia- spiegò la preside. Annabeth fu sicura di averla sentita sussurrare anche qualcosa che suonava molto come “Ma soprattutto per l'arroganza.”
La donna tirò fuori una pergamena e cominciò a chiamarli.
-Chase Annabeth, figlia di Atena.-
Lei si avvicinò cautamente allo sgabello, si sedette e le venne posato in testa il copricapo.
La ragazza sentì gli sguardi di tutti puntati su di lei, quando sussultò. Il cappello aveva parlato. -Vedo intelligenza e coraggio... Hai affrontato molto avventure pericolose... Ma dove ti colloco?-
Annabeth lanciò uno sguardo a Percy. Si capiva che era preoccupato.
-Mmm... ho affrontato un caso come il tuo tanti anni fa... la ragazza è poi diventata un eroina... vedo che anche tu lo sei nel tuo campo, quindi credo che farò la stessa scelta: Grifondoro!- gridò infine.
Dal tavolo sulla destra del corridoio partì un applauso e Annabeth, dopo aver guardato Percy e avergli sorriso, andò a sedersi tra quegli studenti, che la accolsero calorosamente.
-Grace Jason, figlio di Giove- chiamò ancora la McGrannit.
Prima di andare a sedersi sullo sgabello, Jason strinse la mano di Piper.
-Oh, su di te non ho dubbi! Grifondoro!- esclamò il cappello appena sfiorò la sua testa.
Lui andò a sedersi vicino ad Annabeth, contento di avere almeno un amico lì.
Poi fu il turno di Percy.
-Jackson Percy, figlio di Poseidone.-
-Hai coraggio da vendere, vedo. Grifondoro!- strillò il magico copricapo.
Percy andò al tavolo e si sedette di fronte alla sua ragazza.
-Levesque Hazel, figlia di Plutone.-
Hazel si diresse con passo sicuro e si mise in testa il cappello.
-Oh, ma cosa abbiamo qui? Corvonero!- annunciò quello.
Un grido si alzò dal tavolo alla sinistra del corridoio e lei andò a sedersi lì.
-McLean Piper, figlia di Afrodite- disse la preside.
Sin da dove era seduta Annabeth si vedeva chiaramente che Piper guardava verso di loro, o meglio, verso Jason.
-Mmm... dove ti posso mettere? Sei coraggiosa ma forse è meglio... sì, sì. Tassorosso!- decise.
Un'altra ondata di applausi si levò, ma stavolta dal tavolo vicino a quello dei Corvonero.
-Valdez Leo, figlio di Efesto- lesse la professoressa.
Il ragazzo camminò spedito fino allo sgabello, si sedette e si mise il cappello in testa. Poi il suo naso prese fuoco. Gli studenti urlarono e anche alcuni insegnanti.
Leo si affrettò a portarsi una mano al naso e a spegnere il fuocherello.
-Ehm, scusate, mi succede sempre quando sono eccitato o felice- si scusò.
Gli alunni scoppiarono a ridere ma la McGrannit non sembrava una tipa a cui piace scherzare.
-Sei molto coraggioso ragazzo ma il problema è Serpeverde o Grifondoro?- disse il cappello.
-Oh, non so, per me è uguale. Solo che se ti sbrighi è meglio, sai ho fame- rispose Leo suscitando altre risate.
-Non mi sembri molto paziente, eh? Serpeverde!- si decise infine.
Il semidio andò a sedersi vicino al loro tavolo e cominciò subito a parlare con un ragazzo di quella casa.
Rimase solo Frank.
-Zhang Frank, figlio di Marte.-
Quando si fu messo il cappello in testa quello gridò subito: -Grifondoro!-
Così anche lui si unì a Percy, Jason e Annabeth. L'unica cosa fu che per il poveretto ci furono applausi certo, ma non quanti per tutti gli altri. La figlia di Atena era certa che c'entrasse il suo aspetto: con quel viso da bambino e il corpo di un ragazzo. Questa era l'apparenza e l'apparenza inganna. Dovevano ancora vedere di che cosa era capace.
-Neville, puoi portare via il cappello?- chiese la preside anche se tutti capirono che era un ordine.
Un professore con i corti capelli neri e gli occhi verdi prese lo sgabello e scomparì dietro una porta. Quando si fu riseduto al suo posto la McGrannit disse: -E ora abbuffatevi!-
Sui tavoli comparvero cibi di tutti i tipi: arrosti, tacchini, pollo, verdure, purè... insomma di tutto.
La sala risuonò all'istante di risate e chiacchiere. La cena era cominciata.





Buonsalve gente! Ecco una nuova storia, anche se in realtà non è nuova visto che l'avevo già pubblicata sul profilo vecchio ma dettagli xD
Alloooora, ho solo qualche cosina da dire prima di andarmene:
- nel caso qualcuno l'avesse già letta (cosa molto improbabile ma vabbè), avrà notato una "piccola ma grande" differenza, ovvero la casa in cui è stato smistato Leo. Prima l'avevo messo in Tassorosso con Piper ma ora l'ho spostato in Serpeverde, un po' perché secondo me ci starebbe bene, un po' perché non volevo che le serpi rimanessero senza semidei e un po' perché così fa da "ponte" tra i Sette e Scorpius, che comparirà in seguito;
- la casa di Annabeth. Avevo ricevuto delle piccole critiche sul fatto di averla messa in Grifondoro, ma anche a mio parere starebbe bene sia lì che in Corvonero, che tra i Serpeverde ma guardiamo Hermione: pure lei poteva essere smistata in queste tre case e il Cappello ha deciso per i Grifoni. Quindi, visto che ero indecisa su Annabeth e che per me loro due sono molto simili come carattere, ho preso il ragionamento del Cappello Parlante e l'ho riciclato per la semidea (detto questo, siete più che liberi di criticare le mie scelte);
- aggiornerò ogni mercoledì;
- che ne dite di lasciare una recensione? Mi farebbe molto piacere u.u
Boh, credo di aver detto tutto quello che dovevo. Enjoy ;)

 

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Capitolo 2
*** Prime lezioni ***


La mattina seguente Lily si svegliò di buon umore. Mentre si vestiva ripensò alla sera prima.

-Ciao, io sono Lily- si era presentata ai nuovi ragazzi, con cui aveva subito fatto amicizia.
-Ma chi era l'eroina di cui mi ha parlato il Cappello?- le aveva chiesto Annabeth dopo un po'.
-Hermione Granger, ha aiutato Harry Potter a sconfiggere Voldemort- le aveva risposto.
-La conosci?-
-Sicuro, è mia zia e poi insegna Incantesimi.-
-E conosci anche Harry Potter?- aveva domandato Jason.
Lei era arrossita lievemente. -È mio padre.-
I quattro semidei erano rimasti sbigottiti.
Poi avevano passato il resto della cena a parlare del più e del meno. Annabeth aveva continuato a fare domande su Harry Potter mentre i ragazzi avevano voluto sapere che sport praticavano i maghi e così finirono per parlare di Quidditch, che a Lily piaceva molto.
Ma erano stati interrotti dalla McGrannit. -Ora andate a letto. Domani incominciano le lezioni.-

Scese in Sala Grande con Annabeth e la sua migliore amica Sarah, una ragazza con gli occhi azzurri e i lunghi capelli mossi e marroni, figlia di Demelza Robins e Jack Sloper.
Presero posto al tavolo di Grifondoro sperando di non avere già tanti compiti il primo giorno anche se quello era l'anno dei G.U.F.O.
-L'anno del gufo?- chiese Annabeth, confusa.
-Oh, no. G.U.F.O è la sigla di Giudizio Universale per Fattucchieri Ordinari ma non credo che voi li farete dato che ci vogliono cinque anni di studi- le rispose Sarah.
-Credevo intendeste l'animale- disse Annabeth.
Le tre ragazze si guardarono e poi scoppiarono a ridere.
-Bene, vedo che c'è qualcuno che si diverte molto. Spero che non sia così anche nelle lezioni visto che avete i G.U.F.O. signorine Potter e Sloper- le interruppe la Preside che stava facendo il giro dei tavoli per dare gli orari.
-Abbiamo un'ora di Incantesimi, una di Storia della Magia, una di... oh, no! Divinazione! E due di Difesa contro le Arti Oscure- esclamò Lily quando la professoressa se ne fu andata.
-Tanto prima o poi dovevamo averla no? Meglio a inizio settimana così ce la togliamo. Stupide noi che l'abbiamo scelta!- sbottò Sarah.
-Sei tu che la volevi fare! Stupida io che ti ho assecondata! E tu Annabeth? Cosa ti è capitato?- le chiese Lily.
-Incantesimi, Storia della Magia, Cura delle Creature Magiche e due Pozioni- rispose lei.
-Abbiamo le prime due insieme! Incantesimi e Divinazione con i Tassorosso, Storia con i Corvonero e Difesa con i Serpeverde- disse Sarah. Lily sbirciò dall'orario della nuova amica e aggiunse -Tu invece Pozioni con i Corvonero e Cura con i Serpeverde.-
-Ma da come li ha descritti la preside sono arroganti. È davvero così?- chiese la figlia di Atena.
-Non tutti, qualcuno, ma ormai sono pochi solo che lei ha avuto degli allievi di una certa arroganza tra di loro e non lo ha dimenticato- spiegò Lily.
-Dici così solo perché c'è Scorp...- intervenne Sarah.
-Non è vero! Be', lui non è arrogante ma neanche i suoi amici!-  la interruppe l'altra arrossendo lievemente.
In quel momento la Sala Grande si riempì di gufi.
Una civetta bianca planò verso le tre amiche e si posò davanti alla piccola Potter.
-Quella è una civetta delle nevi?- le chiese Annabeth.
A risponderle fu proprio l'animale che tubò indispettito.
La semidea non poté fare a meno di stupirsi. -Ma... le civette sono mute e non mangiano pancetta!-
Infatti la sua padroncina le aveva appena dato una fetta di pancetta per ringraziarla. Quella si alzò di nuovo in volo.
-Lo so, ma tutti questi gufi sono magici– Indicò la sala –E me la regalata mio padre. È uguale a quella che aveva lui quando veniva ancora a Hogwarts, si chiama Edvige come la sua- aggiunse quando vide che Annabeth aveva aperto di nuovo la bocca.
-Lily!- si sentì gridare. Un ragazzo si stava avvicinando a loro. Aveva i capelli neri arruffati e gli occhi marroni.
-Cosa c'è James?- gli chiese lei.
-Quella era Edvige vero? Cosa ti ha portato?-
-Primo: se mi dai il tempo di leggere te lo dico; secondo: se era qualcosa per te non l'avrebbe dato a me, non credi?- ribatté la ragazza mentre apriva la busta che aveva slegato dalla zampa della civetta.
Poi incominciò a leggere.

Cara Lily,
abbiamo saputo che sono arrivati dei nuovi ragazzi lì a Hogwarts.
In realtà lo sapevamo già perché quando si lavora al Ministero le cose si sanno in anticipo ma Kingsley e la McGrannit ci hanno chiesto di mantenere il segreto.
Spero che facciate amicizia.
Saluta James e Al da parte nostra.
                                                           Mamma

-Va bene grazie. Quando le rispondi delle che la saluto- disse il ragazzo prima di scappare.
-Mio fratello- spiegò Lily ad Annabeth che la guardava interrogativa.
-Sarà meglio che ci muoviamo o arriviamo tardi a Incantesimi- disse Sarah.
Le tre amiche si alzarono e uscirono dalla Sala Grande quando vennero raggiunte da Percy, Jason e Frank.
-Ciao ragazze- le salutarono.
-Ciao ragazzi- risposero in coro per poi battersi il cinque.
-Cavoli, vi conoscete da un giorno e vi comportate come se siete amiche da anni!- esclamò Percy prendendo la mano di Annabeth.
-Tanto condivideremo la stessa stanza per un anno quindi perché non incominciare facendo amicizia?- rispose la figlia di Atena.
A quel punto vennero chiamati da una voce.
-Ciao Piper- li salutarono i semidei e presentarono la ragazza a Lily e Sarah.
Arrivarono in classe solo qualche minuto prima della professoressa.
-Buongiorno.- disse quest'ultima -Sapete tutti che questo è l'anno dei G.U.F.O. e che dovete studiare sodo per non essere bocciati...- e spiegò quello che c'era da sapere sugli esami -...ma visto che ci sono dei ragazzi nuovi vorrei incominciare con un semplice esercizio.-
Tutti si guardarono sbalorditi. I genitori li avevano messi in guardia che già il primo giorno sarebbero stati carichi di compiti, soprattutto Lily che conosceva bene Herm... ehm, la professoressa Granger, era la più stupita.
-Avete già delle bacchette?- chiese Hermione ai semidei.
-Si- risposero loro e le tirarono fuori.
-Bene, cinque di voi dovranno andare con i nostri nuovi amici e proveranno a insegnargli l'Incantesimo di Levitazione mentre gli altri proveranno con me un incantesimo che richiederanno al G.U.F.O. e verrà ripreso nella prossima lezione. Allora, chi si offre?- domandò.
Vennero fatte le coppie: Annabeth con Lily, Piper con Sarah, Jason con Hugo Weasley, Percy con Louis Weasley e Frank con una Tassorosso, Jessie Smith, figlia di Eloise Midgen e Zacharias Smith.
Dopo qualche prova Annabeth, Jason e Frank riuscirono a imparare l'incantesimo e quindi Lily, Sarah e Jessie furono libere di seguire la lezione sugli Incantesimi Rallegranti.
Quando suonò la campanella alcuni studenti che erano riusciti a fare quest'ultimo incantesimo continuavano a ridere.
Tutti si affrettarono verso l'aula di Storia della Magia.
Dopo che furono arrivati anche i Corvonero, tra cui Hazel, il professore arrivò fluttuando attraverso la lavagna, come era solito fare.
-Ma è un fantasma?- sussurrò Jason a Sarah.
-Si, una volta si è alzato dalla poltrona e si è lasciato dietro il corpo senza farci caso. Da allora entra in classe attraverso la lavagna. È qui da più di un secolo, si dice- rispose lei.
A cinque minuti dalla fine della lezione gli unici che erano stati attenti per tutta l'ora erano Annabeth, Hazel, Lily (solo perché voleva prendere un G.U.F.O.) e forse Lysander Scamandro ma dato che aveva un'aria sognante non si capiva.
Driiiin
Il suono della campanella ridestò chi si era appisolato, chi giocava o chi parlava.
Appena usciti i semidei e le due ragazze andarono ognuno alle proprie classi.

 

***
 

Annabeth non si aspettava una lezione come quella. Credeva che avrebbero studiato pegasi, unicorni o altre creature simili ma non... quelle.
Lei, Percy, Jason e Frank, seguendo le informazioni di Lily, si erano diretti verso una capanna verso il limitare della foresta dove viveva l'omone che li aveva accompagnati al castello il giorno prima.
Mentre si riunivano insieme a tutti gli altri dalla casetta uscì Hagrid. Aspettò che ci fosse silenzio e poi disse: -Ciao a tutti! Oggi ho una vera chicca per voi! Seguitemi.-
Li condusse nella foresta ma non troppo dentro e trascinandosi dietro quella che sembrava una mucca morta. Si fermarono in una raduna e posizionò la carcassa al centro.
-Quelli che studieremo oggi sono i Thestral. Assomigliano ai pegasi ma... Oh, ecco che ne arriva uno!- esclamò.
Infatti dagli alberi era spuntata una creatura. Come aveva detto il professore sembrava un pegaso ma era tutto nero, talmente magro tanto che si vedevano le ossa, le ali sembravano quelle di un pipistrello, solo più grosse, e aveva gli occhi bianchi.
-Ora, chi riesce a vederlo?- chiese l'omone.
Ma che razza di domanda è?, pensò Annabeth ma alzò comunque la mano.
Si guardò attorno e vide che solo pochi, tra cui Percy e Frank, l'avevano imitata.
-Qualcuno c'è allora! Dovete...- incominciò Hagrid ma venne interrotto da una ragazza che strillò: -Che schifo! Cos'è che sta mangiando quell'animale? La carne sparisce ma non c'è niente!-
Ma che diavolo sta dicendo?, pensò ancora la figlia di Atena.
-Si, in realtà li può vedere solo chi ha visto qualcuno morire, per questo si crede che siano creature sfortunate ma non è così- spiegò Hagrid.
Che cosa allegra, altro pensiero della semidea.
-Bene, voi tre, laggiù, come vi chiamate?- gli chiese Hagrid, che evidentemente se l'era dimenticato.
-Annabeth Chase.-
-Percy Jackson.-
-Frank Zhang.-
-E chi avete visto?- domandò di nuovo.
A quel punto la ragazza cominciò ad arrabbiarsi.
Ma cosa gliene importa di chi ho visto morire? Saranno fatti miei, no?, pensò.
Ma visto che non poteva non rispondere a un professore, anche se lui non aveva per niente l'aria di esserlo, disse: -Due miei amici, Luke Castellan e Silena Beauregard e anche Zoe Nightstead e Ethan Nakamura.-
-Io una ragazza, Gwen- aggiunse Frank mentre il figlio di Poseidone annuiva. -Tutti e cinque più Bianca di Angelo.-
Passarono il resto della lezione a prendere appunti sui Thestral.
Nell'intervallo raccontò a Lily e Sarah della lezione di Cura delle Creature Magiche e loro quella di Divinazione.
Poi si divisero di nuovo, loro verso l'aula di Difesa e lei diretta verso i sotterranei.
Il professor Lumacorno era già in classe e quando ebbe ottenuto il silenzio disse che dovevano fare una pozione che spesso veniva chiesta ai G.U.F.O., la Bevanda della Pace, poi partì con un discorso simile a quello che aveva fatto la professoressa Granger.
Annabeth seguì attentamente le istruzioni mentre mentalmente le cancellava dalla lista.

· Versare l'essenza di elleboro in un infuso di tiglio   Fatto
· Lasciare bollire per 20 minuti   Fatto
· Aggiungere fiori di gelsomino raccolti all'alba durante il plenilunio   Fatto, anche se i fiori li ha raccolti il prof
· Girare tre volte in senso orario   Fatto
· Girare una volta in senso antiorario   Eeeee... Fatto! Finito!

Quando Lumacorno annunciò che il tempo era scaduto e che dovevano portare una fiala della loro pozione alla cattedra, rimase stupito dal risultato di Annabeth.
-Per la barba di Merlino! Mia cara ragazza, è la prima volta che prepari questa pozione?- le chiese.
-Si, signore- disse annuendo.
-E quante pozioni hai preparato prima di questa?- domandò ancora.
-Nessuna, signore- rispose.
-Nessuna? Ma questa è molto difficile e tu sei una dei sette semidei giusto?- s'informò.
-Si, signore, ma forse è perché sono figlia di Atena, la dea della saggezza, che mi è sembrato facile- spiegò la ragazza.
-Mmm... credo che... va bene vai pure- la congedò il vecchio professore.
Quella sera a cena, quando raccontò alle amiche della discussione con Lumacorno, Lily si dispiacque un po' per lei. -Mi dispiace Annabeth ma di sicuro sei entrata nel Lumaclub, un gruppo di studenti prediletti. Organizza delle festicciole durante le feste e, fidati, sono abbastanza noiose, io ne faccio parte solo perché mio padre è Harry Potter.-
Dopo la cena, nel suo letto, appena prima di addormentarsi, Annabeth non poté fare a meno di pensare: un altro giorno, ancora un anno senza niente mostri e rischi di morire a causa di un dio, devo dire che mi manca già quella vita.
 

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Capitolo 3
*** Tra esibizioni e litigi ***


Quando le tre amiche scesero per fare colazione erano fresche e riposate, pronte per una giornata di studi.
Arrivarono anche i ragazzi e trovarono una Lily intenta a scrivere la risposta alla madre per la lettera del giorno prima, una Sarah che si stava ingozzando di porridge e un'Annabeth alquanto confusa.
-Perché io ho più ore buche di voi? Certo, alcune ore abbiamo materie diverse ma non dovrebbero essere lo stesso numero di ore?- stava chiedendo.
-Annabeth, tu non hai i G.U.F.O. come noi, non devi studiare tutto il tempo. Ti avranno dato qualche ora libera in più per goderti l'anno visto che è l'unico in cui starai qui- le rispose Lily e mentre si alzava aggiunse: -Vado su alla guferia a spedire questa lettera prima delle lezioni, a dopo!-
Non fece in tempo a fare neanche un passo che Annabeth chiese: -Guferia? C'è davvero? Posso venire con te? Sai, la civetta è il simbolo di mia madre.-
-Certo, viene pure- la ragazza era un po' spiazzata dalla richiesta.
Si avviarono verso la torre e dopo un po' la figlia di Atena domandò: -Che tipi di volatili ci sono?-
-Oh, ehm... un po' tutti, allocchi, civette, barbagianni... alcuni sono della scuola, altri degli studenti. Qualcuno si porta il gufo e qualcun'altro un gatto o un rospo- le spiegò Lily.
Entrarono nella stanza rotonda e ci misero non poco per far scendere Edvige dalla sua postazione. Appena fu sparita all'orizzonte si affrettarono verso Cura delle Creature Magiche la Potter e l'amica a Babbanologia.
Lily arrivò davanti alla capanna di Hagrid solo qualche secondo prima che lui uscisse.
-Ci siete tutti?- tuonò col suo vocione per sovrastare il chiacchiericcio.
Il silenziò s'impossessò degli studenti all'istante.
-Bene, venite con me! Ho una bella lezione per voi oggi!- disse il professore addentrandosi nella foresta.
Sarah e Hazel si misero ai lati dell'amica e la seconda chiese: -Secondo voi cosa ci insegnerà?-
-Oh, conoscendolo niente che non sia molto pericoloso- rispose Sarah.
-Allora non credo di avere problemi... Insomma anche se è qualcosa di pericoloso io ho visto la Morte in faccia, letteralmente, un po' di volte...- disse Hazel.
-Ma non hai visto che creature alleva lui. Mio padre mi ha detto che una volta aveva un piccolo drago e che nella foresta viveva una famiglia molto estesa di Acromantule, ragni giganti, poi aveva portato suo fratello, un gigante, fin qui e che aveva fatto promettere a lui e a mia zia di insegnargli l'inglese e le buone maniere, come se fosse possibile che un gigante impari a parlare inglese!- esclamò Lily.
-Ha un fratello gigante?- si stupì la semidea.
-Ops, forse non avrei dovuto dirlo... ma ormai il danno è fatto. Hagrid non è così grosso per caso, sua mamma era una gigantessa e suo padre un uomo normale, poi lei ha avuto un altro figlio con un gigante e non chiedermi come sia possibile che una alta sette metri posso aver avuto un “bambino”– e fece il segno delle virgolette in aria –con uno alto al massimo due- rispose Lily.
Intanto si erano fermati in una radura, la stessa dove aveva mostrato i Thestral agli altri semidei, e posò un'altra mucca morta per terra.
-Ora fate quattro passi indietro, ci dovete lasciare spazio altrimenti non ci vengono, a mangiare- ordinò Hagrid.
-Che cosa ci mostra, professore?- gli chiese Sarah.
-I Thestral. Qualcuno ne ha sentito parlare?- rispose con un'altra domanda lui.
La Potter alzò la mano. -Io.-
-Ma certo che tu li avrai già sentiti nominare! È stato Harry?-
Lei annuì. -Si.-
-Quindi saprai dirmi quali caratteristiche hanno?-
-Sono invisibili agli occhi di chi non ha visto la morte.-
-E tu? Li vedi?- domandò di nuovo Hagrid .
-N-no- balbettò la ragazza, mentre guardava disgustata la carcassa: grandi pezzi di carne stavano scomparendo nel nulla. -Ma sono quelli che tirano le carrozze, mi sembra- riprese distogliendo lo sguardo da quel macabro spettacolo.
-Esatto. Sono forti e possenti anche se non sembra.-
Per chi li vede non devono fare così schifo, ma per me... Oddio, che orrore!, pensò Lily quando Hagrid chiese chi riusciva a vederli.
Si alzò qualche mano: Hazel, Sarah, Robert Belby, figlio di Marcus Belby e Lisa Turpin, insieme a un paio di Corvonero che la ragazza non conosceva.
Dopo che la lezione fu finita Sarah e Lily si diressero verso l'aula di Babbanologia e arrivarono qualche minuto dopo che erano usciti Annabeth, Percy, Jason e Frank con quelli di Grifondoro e Tassorosso del quarto anno.
Fecero appena in tempo a salutarsi che la professoressa li chiamò.

 

***
 

Annabeth aveva trovato abbastanza interessante la lezione, le era piaciuto studiare i mortali sotto il punto di vista dei maghi. Certo, loro li chiamavano Babbani e i semidei mortali ma era la stessa gente, senza nessun tipo di potere.
-Adesso cosa abbiamo?- chiese Jason.
-Divinazione- rispose prontamente la ragazza.
-Mmm... già il nome mi fa pensare a una materia dove si può dormire- disse Percy.
-Percy!- lo riprese Annabeth.
-Che c'è? Non hai sentito come hanno descritto l'ora Lily e Sarah ieri?- si difese lui.
La semidea sbuffò.
-In effetti ha ragione- s'intromise Frank -L'hanno descritta come un'ora noiosissima e con una professoressa fuori di testa.-
Era con le spalle al muro.
-Può darsi- si arrese -Ma non vuol dire che puoi dormire!- si affrettò ad aggiungere quando vide l'espressione vittoriosa di Percy, che si spense appena lei pronunciò quelle parole.
-Almeno dicci come arrivare fino alla classe- fece Jason.
-Siamo già arrivati, dobbiamo solo aspettare che scenda la scaletta- rispose Annabeth.
Dopo una manciata di secondi si aprì una botola, rivelando una scala.
-Ehi, ma come facevi a saperlo?- esclamò Percy.
-Forse prevedo il futuro?- scherzò la ragazza.
-Forse ascolta quando la gente le parla?- disse invece Frank.
Si unirono agli studenti che si stavano arrampicando su.
L'aula era piena di comode poltrone e pouf, tavolini e ripiani con tazzine e sfere di cristallo. Tutte le lampade erano ricoperte di scialli rossi, le tende erano tirate, il camino acceso e c'era un forte odore di quella che sembrava essere lavanda, che in realtà doveva profumare la stanza ma ne era stato spruzzato così tanto che faceva venire quasi mal di testa.
Annabeth e Percy si sedettero a un tavolo, sprofondando nelle poltrone, Frank e Jason in quello di fianco, su due pouf.
Poi, all'improvviso, da un angolo in ombra si sentì una voce: -Benvenuti miei cari ragazzi.- e spuntò una donna. Era ricoperta di scialli, collane e braccialetti, ogni suo movimento era tintinnio di perline. Aveva degli occhiali con le lenti spesse come fondi di bottiglia che le rendevano gli occhi giganti e i capelli quasi completamente bianchi non facevano altro che peggiorare il suo aspetto da pazza.
-Io sono la professoressa Cooman e quest'anno studieremo l'arte delle foglie di the. Se mi potresti prendere quella teiera, mia cara ragazza, e poi dare una tazzina ad ogni tuo compagno te ne sarei grata- disse, rivolgendosi a una ragazzina del terzo anno di Serpeverde. Quella si alzò e passò una grossa teiera alla professoressa Cooman poi iniziò a distribuire tazzine a tutti mentre la Cooman la seguiva e man mano versava il the.
-Ora bevete e state attenti a lasciare il fondo, dovete leggerlo- spiegò.
Annabeth bevve un po' troppo velocemente e il the caldo le ustionò la gola.
-Ora scambiate la tazza con quella del vostro vicino e vedete cosa dice- disse di nuovo la professoressa.
Percy le prese la tazzina e lei lo imitò. Aprì il libro Svelare il futuro a pagina dieci e cominciò a cercare.
-Allora cosa vedi?- domandò la ragazza.
-Un mucchietto di fondo di the- rispose.
-Seriamente! Qui sembra che si formi un... tridente? Vuol dire acqua. Be' grazie, lo sapevo già che avevi dei poteri sull'acqua non avevo bisogno di bere the bollente per scoprirlo!- sbottò Annabeth.
-Meno male che eri tu quella che diceva che ogni materia era utile- rise il ragazzo.
La figlia di Atena lo fulminò con i suoi occhi grigi. -Non sto dicendo che è inutile! Dico solo che non serve a niente sapere che hai dei poteri sull'acqua visto ti conosco da quando abbiamo dodici anni- replicò lei.
Dopo quella che sembrava un'eternità suonò la campanella e tutti furono felici di abbandonare quell'aula e respirare un po' d'aria fresca.
-Mi sembra che abbiamo un'ora libera adesso- disse Percy.
-Come mai ti ricordi le cose solo quando non devi fare niente?- chiese Annabeth.
-Ehi, non è colpa mia se quella tizia è una pazza!- replicò lui.
-Si, scusa, hai ragione, non è colpa tua. Solo che mi ha fatto andare fuori di testa: “Cosa c'è nella tua tazza cara? Una civetta? La civetta è il simbolo dell'intelligenza, mia cara.” Ma non ha sentito quello che ha detto la McGrannit al banchetto quando mi ha chiamato? O quello che mi ha detto il Cappello?-
-Io in realtà non l'ho vista al banchetto- fece notare Percy.
-Neppure io- concordarono gli altri due.
-Forse allora non c'era- disse la ragazza.


***
 

-Ciao!- esclamarono Lily e Sarah, uscendo dal castello e andando incontro ad Annabeth.
-Ciao- rispose lei.
-Aspetta, dove sono tutti gli altri?- chiese Sarah.
-Venite a vedere- rispose.
Le condusse fin sulla riva del lago dove si era radunata una folla.
-Ma cosa succede?- domandò Lily.
-Guardate- disse Annabeth. Riuscirono a infilarsi tra i ragazzi e ad andare in prima fila.
Jason, Leo, Percy, Frank, Piper e Hazel erano lì, davanti a tutti.
Il primo era sospeso a qualche metro da terra e volava avanti e indietro, poi c'era Leo che andava a fuoco... -Ehi! Un momento come mai Leo sta andando a fuoco? Non si fa niente?- chiese Sarah, preoccupata.
-No, no. In quanto figlio del dio del fuoco non gli succede niente ma non a tutti i suoi figli capita di essere immuni, è un dono- spiegò la figlia di Atena.
Percy stava facendo prendere strane forme all'acqua, prima era una mano, adesso un'onda e poi un vortice s'impossessò del lago, come se fosse stato tolto un enorme tappo dal fondo. Frank si trasformava in vari animali: un leone che ruggiva, un drago che sputava fuoco, un'aquila gigante, un serpente che sibilava, uno squalo che nuotava senza problemi nel vortice creato da Percy... Infine Piper convinceva alcuni ragazzi a fare le cose più assurde come se fossero sotto la Maledizione Imperius e Hazel che faceva spuntare dal terreno smeraldi e rubini e appena qualcuno cercava di toccarli sprofondavano di nuovo nella terra.
-Ma come fanno?- si stupì Lily.
-Be' il padre di Percy è il dio del mare, quello di Jason il dio del cielo, di Hazel delle ricchezze della terra e dei morti. Piper usa la lingua ammaliatrice, un potere che hanno in pochi e quello di Frank è un dono che ha tutta la sua famiglia: potersi trasformare in qualsiasi animale, in parole povere. Alcuni Grifondoro gli hanno chiesto se potevano fargli vedere i loro poteri e... eccoli lì- disse Annabeth.
-E tu perché non sei lì con loro?-
-Io non ho poteri, sono solo intelligente- rispose la ragazza.
-Annabeth non dire sciocchezze! Sei bravissima a combattere!- esclamò Percy che evidentemente l'aveva sentita.
A quel punto dalla folla si levò un unico grido: -Combattimento! Combattimento!-
-Ok, ok. Combatto! Però state zitti!- decise la figlia di Atena.
Tirò fuori il suo pugnale e Percy una...
-Una penna?!- gridò qualcuno -Cosa ci fai con una penna?-
-Zitto e guarda- si limitò a dire lui. Tolse il cappuccio e la sua “penna” si trasformò in una spada.
Iniziarono a combattere tra gli -Ohhh!- e i -Ahhh!- degli studenti ogni volta che uno dei due colpiva l'altro.
Dopo quello che parve un tempo infinito Annabeth riuscì a disarmare Percy e il combattimento finì.
I ragazzi tornarono ognuno alle proprie attività e il figlio di Poseidone si immerse nell'acqua per guarire il taglio che aveva sul braccio procuratogli dalla figlia di Atena.
-Sei stata grande!- esclamò Lily correndo verso di lei.
-Grazie. Ma quanto manca all'inizio della lezione? Ho bisogno di una doccia.-
-Una ventina di minuti più o meno- rispose Sarah.
-A dopo allora- e si allontanò.
Dopo una decina di metri venne fermata da un ragazzo di Grifondoro forse del sesto anno.
Le due amiche, loro malgrado, sentirono tutto quello che si dicevano.
-Sai, ti ho vista, prima, mentre combattevi contro quel ragazzo. Sei stata fantastica, davvero!- stava dicendo il ragazzo.
-Grazie- rispose Annabeth.
-Ecco, io... non so come dirlo... volevo chiederti se... tiandavadiuscireconme- lo disse talmente veloce che Lily e Sarah non capirono quello che intendeva e neanche Annabeth, che aveva un'aria confusa.
-Come scusa? Non ho capito, puoi ripetere?-
-Mi chiedevo se ti andava di uscire con me- ripeté più lentamente il ragazzo dopo un po' di silenzio.
A quel punto la ragazza commise un errore di cui, sfortunatamente, si accorse troppo tardi: si mise a ridere.
-Ma se non ci conosciamo neanche!- esclamò.
E qui fu lui a fare un errore, soprattutto mentre Percy andava verso di loro: levò la bacchetta, gridò: -Stupeficium!-, Annabeth volò indietro di quindici metri e atterrò di schiena sull'erba.
Lily e Sarah si precipitarono da lei mentre Percy si lanciava sul ragazzo.
Non tirò fuori la penna-spada ma usò i pugni. Lo colpì in pancia e quello si piegò in due.
-Non osare toccare la mia ragazza, idiota!-
Piper e Hazel accorsero verso la figlia di Atena. Jason, Leo e Frank cercarono di dividere i due ragazzi.
Quello del sesto anno aveva lasciato cadere la bacchetta quando era stato colpito in pancia e ora cercava di tirare pugni e calci a Percy, che li schivava tutti in quanto più allenato.
-BASTA!- si sentì urlare. Tutti si fermarono. La preside si dirigeva verso di loro a passo spedito.
-Cosa è successo? Jackson, perché l'hai colpito?- chiese.
-Ha aggredito Annabeth- ringhiò Percy.
Quando lo sguardo della professoressa cadde sulle ragazze intorno alla figlia di Atena, ancora distesa a terra, disse: -Signorina Potter, mi spieghi lei cosa è successo.-
-Quel ragazzo ha Schiantato Annabeth e allora Percy gli ha tirato un pugno- spiegò Lily.
-È davvero andata così?- domandò poi al figlio di Poseidone.
-Non so cosa voglia dire “schiantare” ma se significa far volare una persona quindici metri indietro e farla svenire allora sì- disse lui.
-E non neghi che gli hai tirato un pugno?-
-No- rispose.
-Nel mio ufficio. Tutti e due- ordinò -Voi portate la signorina Chase in infermeria.-
Le ragazze sollevarono Annabeth e si misero un braccio di lei sulla spalla per portarla da Madama Chips.
-Posso almeno assicurarmi che stia bene?- chiese Percy.
-Dopo. Ora seguimi, non ci metterò molto- rispose la preside, aggiungendo l'ultima parte come se le costasse 50 galeoni.
Lily e Sarah appena Annabeth fu adagiata su un letto dell'infermeria dovettero correre subito via per arrivare in tempo alla lezione di Pozioni.
Entrarono in classe ansanti dieci minuti dopo l'inizio dell'ora.
-Signorina Sloper, Signorina Potter, non mi aspettavo un ritardo da voi. Cosa vi ha trattenute?- chiese uno stupito Lumacorno.
Quando le due ragazze finirono di spiegare il professore non credeva alle sue orecchie. -Davvero? Non credevo che uno del sesto anno fosse così indisciplinato! Comunque io ho una lezione da portare avanti, se volete sedervi.-
Loro si sedettero e prepararono la Bevanda della Pace e fu solo grazie a un miracolo che Lily riuscì a completarla dal momento che per le due ore non aveva pensato ad altro che a quello che era successo.
Finita la lezione si precipitarono in infermeria e quando Madama Chips disse che Annabeth era uscita mezz'ora prima si diressero come delle matte alla Sala Comune dei Grifondoro.
-Mimbulus Mibletonia- dissero alla Signora Grasse anche se erano a metà corridoio. Si fiondarono dentro e trovarono Jason, Frank, Percy con un'aria preoccupata e Annabeth che era molto pallida, seduti davanti al fuoco. Presero due poltrone e le spinsero vicino a loro.
-Come ti senti?- domandò Lily.
-Bene- rispose la ragazza.
-Allora, cosa ti ha detto la McGrannit?- chiese Sarah a Percy.
-Niente di che, mi ha tolto 75 punti e mi ha dato due giorni di punizione mentre a quell'altro ha tolto 100 punti e cinque giorni di punizione- spiegò.
-Perché ti ha tolto meno punti e hai meno giorni?-
-Non lo so- ammise Percy.
-Forse perché è la sua ragazza?- azzardò Jason.
-No, la McGrannit non è quel tipo di persona, sono tutti uguali per lei- replicò Lily.
A cena erano tutti un po' scossi dalla notizia di quello che era successo.
-Cavolo se volano le notizie qui!- esclamò Frank mentre prendevano posto al tavolo dei Grifondoro.
-Devi farci l'abitudine- disse Sarah -Ma poi è una scuola fantastica, diversa pure dalle altre scuole di magia.-




Buonsalve! Lo so che sono solo al terzo capitolo è già posto in ritardo ma ieri mi sono dimenticata che era mercoledì e oggi avevo un corso di cinese per cui sono arrivata a casa solo venti minuti fa, chiedo umilmente perdono e prometto che me lo segno sul calendario!
Magari lasciate una recensione, okay? Okay :D
Enjoy

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Capitolo 4
*** Fatevi gli affari vostri! ***


Il giorno dopo tutti assillavano Annabeth con domande del tipo: -Cos'è successo veramente?- e -Chi è stato?-
Lei, dal canto suo, non rispondeva e tirava dritto. Questo spinse la folla di curiosi a tempestare di domande anche i suoi amici o chiunque era sulla scena.
Meno male che adesso c'è lezione!, pensò la ragazza quando, proprio mentre suonava la campanella, un gruppetto di ragazzi del terzo anno le chiedeva: -Perché ti ha Schiantato?-
La figlia di Atena li ignorò e si avvicinò a Percy, anche lui alle prese con dei ragazzi curiosi, lo prese per mano e lo trascinò via, quasi correndo.
-Ehi, Annabeth, calmati, così mi stritoli la mano!- esclamò lui appena varcarono il portone di quercia e uscirono.
-Eh? Oh, sì, scusa...- rispose allentando un po' la presa.
-Ma che ti prende? Sei strana- le chiese a metà prato.
-Come che mi prende? I ragazzini, ecco cosa! Non la smettono più di farmi domande!-
-Le fanno a tutti le domande. Pensa che a me hanno chiesto se io e... Wow!-
-Che cosa...?- domandò ma si blocco anche lei.
Erano arrivati allo stadio di Quidditch e si vedeva un ragazzo che volava sopra una scopa.
Leo, Piper, Jason, Frank e Hazel arrivarono qualche secondo dopo e si fermarono accanto a Percy e Annabeth, anche loro sorpresi e stupiti.
Quando il ragazzo li vide, atterrò e smontò dalla scopa. Si avvicinò e alla ragazza sembrò che avesse un'aria familiare.
-James?- gli chiese.
Quello annuì. -E tu sei Annabeth.-
-Vi conoscete?- intervenne Percy.
-L'altro giorno, a colazione, ero andato da mia sorella ed era con lei- rispose James.
-Be' io sono Percy- si presentò.
Anche gli altri lo imitarono e poi lui disse: -Dato che avevo un'ora libera e che sono il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro la professoressa McGrannit mi ha chiesto di insegnarvi a volare.-
I sette semidei annuirono.
James diede loro una scopa ciascuno e gli spiegò come fare per volare.
-Al mio tre provate ad alzarvi... Uno, due, tre!- esclamò.
Annabeth si diede una spinta con le gambe e si sollevò da terra.
Sentì il vento che le accarezzava la faccia. Si piegò sulla scopa e sfrecciò in avanti. Fece un giro completo del campo sentendo il vento che le fischiava nelle orecchie e la voce di James che gridava un complimento rivolto a Leo che si mischiava con quello.
Si fermò e si guardò intorno. Jason, Leo, Frank, Hazel e Piper volavano sopra il campo, ma dov'era Percy?
Abbassò lo sguardo e lo vide. Era lì, ancora per terra e con la scopa in mano che guardava James che intanto era decollato e stava fermo a mezz'aria.
Scese a terra e gli si avvicinò.
-Ehi- disse.
-Ehi- la salutò.
-Perché non vieni?- chiese.
-Zeus- rispose semplicemente lui.
-Ah, dai, vieni! C'è Jason, Zeus non ti farà niente!- replicò.
-Senti Annabeth, non me la sento io...- ma non terminò la frase che si ritrovò sospeso in aria.
-Dii immortales! Cosa...?- esclamò la ragazza.
-GRACE!- urlò Percy.
-Sì?- rispose Jason.
-Mettimi subito giù!- gridò divincolandosi.
Ma dov'era James? Perché non era lì? Perché era sulla sua scopa che rideva?
-Solo se tu fai un giro- replicò Jason.
-Mai!- si ostinò lui.
-Forza, Percy! Sei già in aria e non ti sta succedendo niente!- s'intromise Leo.
-A parte non poter scendere?- aggiunse Hazel.
-Jason mettilo giù, non voglio usare la lingua ammaliatrice su di te- disse Piper.
Ma il ragazzo non le diede ascolto e si rivolse di nuovo a Percy. -Annabeth e Leo hanno ragione! Mio padre non ti farà niente finché ci sono io!-
-E va bene! Faccio un giro. Uno solo però! E ora rimettimi a terra!- si arrese.
Jason lo lasciò atterrare e Percy, sotto lo sguardo di tutti, montò sulla scopa e decollò.
Non fece un giro, non due, non tre ma bensì dieci o forse più, finché James non lo obbligò a scendere per andare alla lezione successiva.
-Visto che non ti è successo niente?- gli chiese Jason mentre salivano per il prato.
-No, in effetti non era male- rispose lui.
-Non era male? Non era male?! Ti senti bene, amico? Hai fatto più di dieci giri del campo!- esclamò Leo.
-Ok, ok, è stato bello va bene?-
-Va già meglio- disse Leo.
-Cosa abbiamo adesso?- domandò Percy ad Annabeth.
-Trasfigurazione con i Serpeverde- rispose lei.
Hazel e Piper andarono insieme a Incantesimi mentre loro si dirigevano al piano superiore.
-Ragazzi!- li chiamò una voce.
I cinque semidei si voltarono: erano Lily e Sarah.
-Com'è andata la lezione di volo?- gli chiesero.
-Bene, per Percy più di tutti- ridacchiò Jason.
Dato che i quattro ragazzi avevano cominciato a discutere fu Annabeth a raccontare alle due amiche cosa era successo.
Appena arrivò al punto in cui Percy era stato sollevato in aria Lily e Sarah scoppiarono a ridere, ripensandoci era una scena molto divertente, e così anche lei incominciò a ridere in mezzo al corridoio, sotto gli sguardi confusi di Jason, Frank e Percy.
Quando si ripresero erano leggermente in ritardo per la lezione e, correndo, riuscirono ad arrivare e a sedersi poco prima che entrasse la McGrannit.
Anche lei, come gli altri professori, tenne un lungo discorso sui G.U.F.O.
-Quindi dovete studiare sodo se volete passare l'esame. Ci sono domande?- chiese alla fine.
Nessuno alzò la mano e così la preside continuò: -Bene, oggi trasfigureremo una tartaruga in una scodella.-
Gli unici che riuscirono, più o meno, a trasfigurarla furono Annabeth (anche se la sua ciotola aveva una piccola codina), Lily (la sua scodella era dura come il guscio del povero animale), Jason (per dei motivi a tutti sconosciuti la sua ciotola era blu) e due ragazze di Serpeverde le cui scodelle erano perfette e la McGrannit assegnò loro dieci punti ciascuna.
-Per compito provate a esercitarvi e fate un tema di un rotolo sulla differenza di una persona trasfigurata in animale e un Animagus.-
Al suono della campanella un gruppetto di ragazzi di Serpeverde e anche qualcuno di Grifondoro si avvicinò ai semidei e alle due amiche.
-Ehm... ciao ragazzi... noi volevamo sapere perché Annabeth è...- incominciò un ragazzo basso, con gli occhi verdi e i capelli marroni ma non finì mai la frase perché Lily lo interruppe: -Fatevi gli affari vostri!-
Il gruppo se ne andò subito tranne una ragazza dai lisci capelli biondi e gli occhi marroni che, prima di seguire gli altri, disse: -Mi dispiace per quello che è successo ad Annabeth.-
-Signorina Potter, non doveva urlare così!- esclamò la preside.
-Mi scusi, professoressa- rispose lei.
-Niente scuse! Non le posso permettere di urlare così durante le ore di lezione! Per punizione domani sera aiuterà il signor Jackson a etichettare tutte le pozioni che ci sono nei sotterranei- ordinò.
-Ma professoressa...!- ribatté Lily.
-Non ho intenzione di cambiare idea e ora fuori- fece la McGrannit.
I ragazzi uscirono a testa bassa.
-Quella perfida...- cominciò Sarah.
-No, ha ragione, non avrei dovuto alzare la voce ma non ce la faccio più, ovunque mi giro ci sono ragazzini che mi fanno domande... Oh, ci hanno visti, andiamo di qua- disse la ragazza quando vide tre studenti che andavano loro incontro e spinse gli altri dietro un arazzo.
-Passaggio segreto- spiegò poi, vedendo le espressioni dei suoi amici.
Lo attraversarono e comparirono vicino al corridoio della Signora Grassa.
-Noi siamo cariche di compiti. Andiamo in sala comune, venite con noi?- chiese Sarah.
-Io vengo con voi. Ragazzi?- rispose Annabeth.
-No, noi usciamo.-
Così si divisero.
Mentre facevano il tema di Storia della Magia la figlia di Atena alzò la testa e mormorò: -Guardate chi c'è.-
Era la prima volta che lo vedeva dal giorno prima e avrebbe volentieri fatto a meno di incontrarlo di nuovo.
Lily e Sarah si voltarono e lo videro anche loro. Il ragazzo se ne stava seduto su una poltrona e rideva con i suoi amici. Aveva capelli neri e occhi marroni.
Era quello che aveva Schiantato Annabeth.
In quel preciso istante percorse la sala con lo sguardo e si soffermò sulla ragazza. Fece un sorriso perfido e tornò a parlare con gli altri.
-Non mi piace per niente- disse Sarah.
-Neanche a me- concordò lei.
-Il modo in cui ti ha sorriso... mi mette i brividi- fece Lily.
Finirono in fretta il tema e poi incominciarono a inventare sogni per Divinazione.
-Tenete un quaderno dei sogni. Ma a cosa serve?- si lamentò Sarah.
-A niente- rispose Annabeth -A meno che non siate semidee e facciate sogni che in realtà non sono sogni.-
-Mio padre mi ha detto che anche lui si inventava i sogni o le premonizioni quando c'era di mezzo Divinazione- raccontò la Potter.
In quel momento alla semidea venne in mente una cosa.
-Ragazze, secondo voi perché quella Serpeverde mi ha detto che le dispiaceva per quello che mi era successo?- chiese.
-Non ne ho idea. Forse non diceva sul serio- ipotizzò Sarah.
-No, secondo me era sincera, non sembrava che dicesse una bugia- dichiarò Lily.
-Oh ma dai! Come puoi pensare che ad un Serpeverde dispiaccia se qualcuno che neanche conosce sia stato Schiantato, soprattutto se è di Grifondoro! Lo sanno tutti che le due case sono in rivalità da molto tempo!- ribatté l'altra.
-Te l'ho detto: sono cambiati. Non credono più in Mezzosangue o Purosangue, almeno i tre quarti di loro- insisté Lily.
L'amica stava per replicare ma vennero interrotte da Annabeth: -Forse è meglio se ci sbrighiamo per andare a lezione.-
Le altre due annuirono e uscirono dal buco del ritratto. Una volta in corridoio la semidea si diresse verso l'aula di Antiche Rune e loro si diressero fuori, nelle serre, per due ore di Erbologia con i Tassorosso.

 

***


Appena arrivarono incontrarono Piper e Leo che, come gli altri, si lamentarono dei ragazzini curiosi.
-Buongiorno a tutti!- esclamò il professor Paciock.
Tenne un lungo, noioso e ripetitivo discorso sui G.U.F.O. e quando finì di spiegare anche l'esercizio che avrebbero dovuto fare e dopo una piccola dimostrazione era già passata un'ora.
Gli ultimi sessanta minuti passarono in fretta e la ragazza se ne accorse a mala pena. Certo, era talmente persa nei suoi pensieri che non si rendeva conto di quello che faceva e così colpì un vaso con la mano, che cadde per terra e si frantumò.
-Cinque punti in meno a Grifondoro- disse il professore.
Lily puntò la bacchetta sui pezzettini di ceramica e sussurrò: -Reparo.-
Quelli volarono sul tavolo e si ricomposero come pezzi di un puzzle.
-Ehi, Lily, che ti prende? Sei stata distratta per tutta la lezione!- le chiese Sarah mentre uscivano dalla serra.
-Niente- rispose.
A cena non mangiò quasi niente e fu enormemente sollevata quando la McGrannit li mandò tutti a letto.



La connessione internet mi ha abbandonata per quasi tutta la settimana e posso aggiornare solo ora, very sorry! Non uccidetemi/cruciatemi (?) che non è colpa mia questa volta, pliz...
Vabbè me ne vado, addio!

 

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Capitolo 5
*** In punizione ***


-Non credevo che il succo di zucca potesse essere così buono- dichiarò Annabeth la mattina seguente, a colazione.
-Già, è molto buono e dissetante- confermò Sarah.
-Ehi, voi cosa mangiate al vostro campo?- le chiese Lily.
-Niente di speciale, cibi normali e possiamo bere qualunque cosa purché non sia alcolica- rispose lei.
-Uhm...- mugugnò Sarah annuendo e mandando giù una cucchiaiata di porridge.
Continuarono a mangiare e vennero raggiunte dagli altri semidei di Grifondoro.
-Ciao ragazzi- li salutò Annabeth prima di dare un bacio a Percy.
-Oggi punizione, eh?- chiese quest'ultimo a Lily sedendosi davanti a lei.
-Già... ci sono un sacco di pozioni là sotto e lei si aspetta che io e te da soli riusciremo a etichettarle tutte in una sola sera... dovremmo essere almeno in quattro per farcela- sospirò la ragazza.
-Be' allora vedremo di farci mettere in punizione anche noi- scherzò Jason, indicando lui e Frank.
-Non è il caso- rispose lei.
Si bloccò di colpo quando vide qualcuno andare verso di loro: un ragazzo con gli occhi verdi e i capelli neri che avrà avuto la stessa età di Annabeth.
-Al, cosa ci fai qui?- gli domandò quando fu abbastanza vicino da risponderle.
-Ho sentito che la McGrannit ti ha messo in punizione- spiegò l'altro.
-Sì, è vero, solo perché ho detto a un gruppo di ragazzini di andare fuori dai piedi... be' in realtà l'ho gridato- affermò.
-E...-
-Sì, l'ho già detto a mamma, le ho spedito una lettera ieri sera- lo interruppe.
-Cosa devi fare?- chiese ancora il ragazzo di nome Al.
Che razza di nome è Al?, pensò Annabeth.
-Mettere l'etichetta alle pozioni che ci sono nei sotterranei.-
-Oh, be', buona fortuna, allora! Ciao!- detto questo se ne andò.
-È proprio quello di cui ho bisogno- borbottò la ragazza.
-Chi era?- la interrogò Jason.
-Albus, suo fratello- rispose Sarah per lei quando si accorse che l'amica non rispondeva e continuava a fissare la ciotola che le stava davanti.
Rimasero in silenzio ma la rossa sembrava incantata. Allora l'altra, guardando la Potter, disse: -Aspettate, so io cosa funziona in questo caso.-
-E cosa?- vollero sapere gli altri.
-Scorpius Malfoy- disse semplicemente.
A sentir pronunciare quel nome Lily sollevò di scatto la testa ed esclamò: -Scorpius? Dove? Perché?-
-Perché ne sei innamorata!- la prese in giro l'altra.
-Non è vero!- replicò lei.
-Sì invece- la rimbeccò sorridendo mentre gli altri guardavano la scena divertiti.
-Sarà meglio che andiamo a lezione, ragazze- intervenne Annabeth appena Lily aprì bocca per ribattere.
Si alzarono e si divisero: Lily e Sarah, ancora battibeccando, andarono ad Aritmanzia e gli altri a Erbologia.
-Con chi abbiamo lezione? Con i Serpeverde?- chiese Frank.
Percy annuì.
Si avviarono verso le serre e trovarono il professor Paciock già dentro alla numero 3 che li aspettava.
-Che pizzaaaa!- sussurrò Percy alla sua ragazza mentre l'insegnante spiegava i G.U.F.O.
-Dai Percy, prova almeno a stare attento!- bisbigliò lei in risposta.
-Ci provo, solo che questo discorso l'ho già sentito dieci volte!-
Annabeth sbuffò e ricominciò a guardare Neville.
Dopo una decina di minuti mormorò: -In effetti è noioso.-
-Vedi che ho ragione?- domandò lui.
-Bene, ora passiamo all'esercizio- disse finalmente il professore.
Mostrò loro cosa dovevano fare e, una volta finita la dimostrazione, incominciò a girare tra i tavoli a vedere come lavoravano.
Passò un'ora. Passò un'altra ora e finalmente la campanella suonò.
Uscirono dalla serra e la figlia di Atena dovette ammettere che Erbologia non era tanto interessante come se l'era aspettata.
-Finalmente un'ora libera!- esclamò Percy.
-Possibile che tu non pensi ad altro che alle ore buche?- gli chiese Jason.
-Invece sì che penso ad altro, o credi che Annabeth non esista?- replicò lui facendo sorridere la ragazza.
S'incamminarono verso il castello, la figlia di Atena e il figlio di Poseidone tenendosi per mano.
Mentre camminavano un po' di ragazzini si avvicinarono ma ad uno sguardo assassino di Annabeth se ne andarono subito.
Poco dopo raggiunsero Lily e Sarah che andavano ad Incantesimi insieme ai Serpeverde.

 

***
 

Si sedettero nei soliti banchi in fondo e si guardarono intorno.
Durante l'ora di Aritmanzia avevano ideato un piano: intercettare a lezione di Incantesimi la ragazza Serpeverde e chiederle una spiegazione. Perché si era scusata? Cosa c'entrava lei con quello che era successo ad Annabeth? Non era neanche presente sulla scena o almeno Lily non l'aveva vista e poi non conosceva neppure la ragazza, che motivo aveva di porle le sue scuse?
La videro seduta in prima fila che chiacchierava con un'amica. Fecero per andare da lei ma Hermione entrò in classe proprio in quel momento e dovettero risedersi.
-Buongiorno ragazzi- li salutò la professoressa.
-Buongiorno prof- risposero loro.
-Oggi, come avevo detto l'altra volta, riprendiamo gli Incantesimi Rallegranti, dividetevi in coppie e provate.-
Lily, come tutte le volte che c'era da fare qualcosa in coppia, si mise davanti a Sarah e le lanciò l'incantesimo. Lo parò facilmente e lei scagliò il suo.
La ragazza venne colpita ed incominciò a sentirsi subito più allegra, tutti i suoi problemi: la Serpeverde, la punizione, i ragazzini curiosi... scomparirono in un attimo dalla sua testa.
Riprovò e riprovò a fare l'incantesimo finché, con una dritta da parte della professoressa Granger, riuscì a  padroneggiarlo.
Appena suonò la campanella Hermione diede il compito di esercitarsi nell'incantesimo.
Gli studenti uscirono dalla classe e si diressero verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure incontrando a metà strada i Corvonero, con cui avrebbero dovuto condividere le due ore di lezione.
-Ciao Hazel- la salutò Sarah.
-Ciao ragazze- rispose la semidea.
-Allora, com'è questa materia?- chiese poi.
-A me piace molto- rispose Lily -È un po' impegnativa ma è bella.-
-Chi è il nuovo professore?- domandò Sarah.
-Non lo so... spero qualcuno di simpatico e che non ci riempia di compiti- rispose.
-Come mai non lo conoscete? Non è quello dell'anno scorso?- si stupì la figlia di Plutone.
-Sì, quello dell'anno scorso è andato in pensione e così ce n'è uno nuovo ma non sappiamo chi sia- spiegò la rossa.
Entrarono in classe dove un ragazzo sui trent'anni era in piedi vicino alla lavagna.
Quando tutti si furono seduti lui era ancora lì, con un sorriso stampato in faccia, che li scrutava uno ad uno.
Una ragazza di Corvonero fece un profondo respiro e chiese: -Mi scusi, lei chi è?-
-Sono il vostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, signorina...-
-Corner, signore- finì quella.
-Bene, signorina Corner. Non vi avevano avvertito che avreste avuto un nuovo insegnante?- le chiese.
-No... non ci avevano detto niente...- rispose.
-Sì, invece- intervenne Lily.
-No, ti sbagli, la Preside non l'ha detto al banchetto- replicò l'altra.
-Oh, be', forse allora me l'ha detto mio padre...- borbottò la ragazza.
-Tuo padre? Posso sapere chi è?- domandò il professore.
-Harry Potter, signore.-
-Oh, sì, l'ho conosciuto al Ministero. Comunque io sono il professor Këtrohas, nato in Russia sono cresciuto in Inghilterra, prima ero un Auror ma ho incominciato ad insegnare qualche anno fa- si presentò.
Fecero un veloce scambio di nomi per conoscersi e poi il professore li sorprese: -So che siete abituati a sentirvi dire tutto sui G.U.F.O. da ogni insegnante dato che quest'anno avete gli esami ma secondo me sapete già tutto quello che c'è da sapere sui G.U.F.O. quindi non ritengo necessario spiegarveli solo per annoiarvi e direi di incominciare subito con gli esercizi.-
I ragazzi si guardarono sbigottiti. Nessun professore, da quando Hogwarts era stata fondata, aveva rifiutato di spiegare i concetti degli esami per non annoiarli.
-Mi farebbe molto piacere sapere dove siete arrivati l'anno scorso- disse Këtrohas che non si era accorto dello stupore dei suoi alunni.
-Il vecchio professore ci aveva detto che dovevamo fare i Patroni, signore- rispose una Corvonero.
-Già hai Patroni? Siete avanti allora, ragazzi!- esclamò lui.
Le due amiche si scambiarono un sorriso compiaciuto.
-Allora, suppongo che nessuno di voi abbia mai provato a farne uno- disse l'insegnante.
Si alzò una mano.
-Sì, signorina Potter?-
-In realtà io sì, mio padre ha voluto insegnarmi per precauzione- spiegò Lily.
-Oh, bene, allora! E sai che forma ha?-
-No, non sono riuscita a farlo corporeo.-
-Non importa, è difficile provarci le prime volte.-
Incominciò a spiegare come fare per produrne uno e poi, con un lieve gesto della bacchetta, i banchi volarono ai lati della classe e gli studenti provarono a fare un Patronus mentre Këtrohas andava da un all'altro a dare dritte.
Ogni tanto uno sbuffo argenteo fuoriusciva dalla bacchetta di qualcuno anche se spariva subito. Allora il professore era subito lì a fare i complimenti.
-Prova a puntare la bacchetta un po' più in alto, ecco così- disse a Sarah, mentre passava.
-Mi piace ogni minuto di più- sussurrò all'orecchio dell'amica quando si fu allontanato.
Lily ridacchiò e annuì.
Passate le due ore uscirono dall'aula tutti contenti: il professore non aveva dato neanche un compito.
Uscirono nel cortile e si sedettero sotto un albero, lo stesso dove, anni prima, si soffermavano Harry, Ron e Hermione.
Dopo dieci minuti vennero raggiunte da Annabeth e Percy mentre Jason e Frank erano andati dalle rispettive fidanzate.
Passarono tutte il tempo a ridere e scherzare fino all'ora di cena.
Corsero in Sala Grande e il figlio di Poseidone e la piccola di casa Potter mangiarono più in fretta che poterono per arrivare in tempo alla punizione.
Lumacorno li aspettava davanti alla porta del suo ufficio.
-Buonasera ragazzi- li accolse.
Li portò nell'aula di Pozioni, gli diede una scatola piena di foglietti e disse: -Dovete metterli su ogni bottiglietta che non ce l'ha.-
Poi se ne andò e li lasciò soli.
-Ok, dai, incominciamo- disse Lily.
Prese una boccetta che conteneva quella che sembrava Felix Felicis e frugò nella scatola in cerca dell'etichetta giusta. Con un Incantesimo di Adesione Permanente la appiccicò e la rimise al suo posto.
Stava per prenderne un'altra quando si accorse che Percy era ancora fermo.
-Che c'è?- gli chiese.
-Io non so riconoscere le pozioni, come faccio?-
-Oh, è vero, scusa! Allora possiamo fare così: io ti dico di quale cartellino ho bisogno e tu me lo passi, ok?- propose.
-Va bene- acconsentì.
Prese una fiala e dichiarò: -Amortensia.-
Il ragazzo cercò nel contenitore e tirò fuori un cartellino su cui, in bella calligrafia, c'era scritto: Amortensia.
Andarono avanti così per un po' finché Percy non disse: -Oh, cavolo, non riesco più a leggere, cosa c'è scritto qui? Pulasoccio?-
-No, è Polisucco.-
-Scusa è che la dislessia...-
Provarono a scambiarsi il ruolo per un po' e dopo un'ora avevano messo il nome a tutte le pozioni dello scaffale.
Dopo due ore anche gli altri scaffali erano in ordine e quando Lumacorno andò a vedere cosa avevano combinato non trovò niente da ridire e li mandò a letto.

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Capitolo 6
*** Venerdì ***


La mattina dopo Lily si svegliò con un pensiero fisso: trovare la Serpeverde.
Si vestì in fretta e andò in Sala Grande.
Si sedette al tavolo quando sussultò. Due ragazze le si erano avvicinate da dietro senza essere viste.
-Mi avete spaventato!- esclamò.
-Te lo meriti! Così impari a non aspettarci!- rispose Sarah.
Lei e Annabeth presero posto al tavolo.
-Perché sei scesa così velocemente?- le chiese quest'ultima.
-Volevo intercettare quella ragazza di Serpeverde prima delle lezioni- spiegò Lily.
-Ah, sì, quella che si è scusata con me, giusto? In effetti sono curiosa di sapere perchè l'ha fatto- disse la semidea.
-Già. Volevamo chiederglielo ieri, a lezione di Incantesimi, ma ci siamo dimenticate- intervenne Sarah.
Finirono di mangiare in fretta e si diressero al tavolo di Serpeverde.
Incontrarono Percy, Jason e Frank ma non ricambiarono il saluto, continuando a camminare, e li sentirono sussurrare: -Ma che cosa hanno?-
Arrivate al tavolo di Serpeverde si fermarono percorrendo con lo sguardo gli studenti.
-Eccola lì!- esclamò Sarah dopo qualche secondo.
La ragazza stava parlando con un'amica, la stessa della lezione di Incantesimi.
Le si avvicinarono piano piano e le chiesero: -Scusa, potremmo parlare un attimo?-
La Serpeverde guardò le tre Grifondoro un po' confusa. -Ehm... sì, certo. Tu aspettami qui, Nellie- disse alla sua compagna.
Si alzò e inseme uscirono dalla Sala Grande.
-Cosa c'è?- chiese poi.
Lily era sicura che lei sapesse cosa volevano ma rispose comunque. -Volevamo solo sapere perché ti sei scusata con Annabeth... insomma, non la conosci neanche e siamo di due case diverse...-
-Be' a parte che io non faccio differenza, uno può essere Corvonero o Grifondoro ma se è simpatico è simpatico- disse.
La Potter lanciò uno sguardo a Sarah, come per dire “Vedi che avevo ragione io?”
-Poi perché... ecco, quel ragazzo che ti ha Schiantata... è mio fratello- rivelò.
Le tre amiche rimasero allibite.
-Cosa? Tuo fratello?- domandò Lily.
-Sì, non ci assomigliamo per niente, vero?-
-No, proprio per niente- concordò Annabeth.
-Ma perchè l'ha Schiantata? Aveva ragione lei, non potevano uscire insieme se non si erano neanche mai parlati!- s'intromise Sarah.
-Lo so ma lui non sa accettare un “no” come risposta, i nostri genitori l'hanno sempre accontentato ed ecco il risultato- spiegò.
-È strano... se non sapessi in che casa siete avrei detto che tu eri Grifondoro e lui Serpeverde- disse Sarah.
-Non so... mio fratello è più coraggioso di me e io sono astuta, o almeno così mi dicono tutti, quindi siamo finiti in queste case.-
Ci fu un minuto di silenzio e poi Annabeth disse: -Ok, grazie allora. Noi andiamo.-
Si voltarono ma la ragazza afferrò il polso della semidea. -Aspettate, c'è ancora una cosa: mio fratello non si arrende finché non ottiene quello che vuole per cui state attente e per qualunque cosa io sono Christine.-
-Oh, ehm, d'accordo, faremo attenzione- concluse Lily.
Lanciò uno sguardo alle amiche e vide la preoccupazione dipingersi sui loro volti e capì che anche, come lei, stavano pensando al sorriso perfido che il ragazzo aveva rivolto ad Annabeth.
Si girarono affrettandosi verso l'aula di Pozioni, incontrando in corridoio Leo, con cui avrebbero avuto lezione.
A metà strada la figlia di Atena esclamò: -Per la divina Era! Io dovevo andare alla lezione di volo!- e corse via.
Gli altri tre si guardarono e continuarono a scendere gli scalini che portavano nel sotterraneo.
Lumacorno entrò in classe qualche minuto dopo e diede i voti sulla preparazione della Bevanda della Pace.
“D” questo era il voto che aveva preso Lily.
Certo, distratta com'ero non potevo fare molto meglio, pensò.
In quel momento sarebbe stata molto grata a chiunque le avesse gettato addosso un Incantesimo Rallegrante, ne aveva proprio bisogno.
Durante le due ore, le sue mani tagliavano, sminuzzavano e mescolavano la pozione che dovevano fare ma la sua testa era altrove e non sapeva neanche quale fosse il nome della pozione.
Continuava a pensare a quel ragazzo, al sorriso perfido e a quello che avrebbe potuto fare ad Annabeth solo perché gli ha detto di no.
Una gomitata nelle costole a risvegliò dai suoi pensieri.
-Lily, muoviti! Devi dare una boccetta con la pozione al professore!- esclamò la voce di Sarah.
La ragazza si affrettò a eseguire e a seguirla fuori dall'aula.
-Prenderò un brutto voto pure questa volta- si lamentò.
-Non mette il voto- ribatté l'amica.
-Ah no?-
-Lily, mi dici il nome della pozione?-
-Ehm... ma perché, scusa? Dovresti saperlo se eri attenta, o forse non sei stata attenta?- domandò ironica, salvandosi dal rispondere visto che l'altra era scoppiata a ridere.
-Lascia perdere, andiamo a Cura delle Creature Magiche che è meglio- rispose ricomponendosi.


***
 

-Tutto bene Annabeth?- le chiese Percy.
-Eh? Oh, sì, certo, perchè non dovrebbe andare bene?- domandò.
-Non lo so ma sei strana.-
-Io strana? Ma cosa dici Testa d'Alghe?-
-La verità, cara la mia Sapientona.-
-Sì, va bene, ho un po' di cose in testa- si arrese.
-Vedi, lo dicevo io.-
In quel momento arrivarono Lily e Sarah.
-Allora Percy... hai fatto altri giri sulla scopa?- gli chiesero.
-Mah... più che altro James ci ha mostrato le regole del Quittidch- rispose.
-Quidditch- lo corresse la rossa.
-Sì, quello. È divertente per quel poco che conosco.-
-A proposito di Quidditch... io mi vorrei proporre come Cacciatrice- disse Sarah.
-Davvero? È fantastico! Pure io mi riproporrò come Cacciatrice- rispose l'altra.
-Tu giochi a Quidditch?- le chiese Annabeth.
-Certo! È dal terzo anno che sono in squadra.-
Un latrare di cane li avvertì che era arrivato Thor con il suo padrone.
-Bene! Seguitemi prego- disse subito Hagrid prima di condurli verso il retro della sua capanna.
Appena si fermarono un coro di -Wow- si levò dal gruppo di studenti.
Davanti a loro c'era infatti un grosso recinto in cui pascolavano dei cavalli dal manto bianco come la neve, altri erano color argento e quelli più piccoli avevano il mantello oro ma una cosa li accomunava tutti: un corno sulla fronte.
-Sono unicorni!- esclamò Jessie Smith portandosi le mani alla bocca.
-Sì. Belli, vero?- domandò Hagrid. -Bene, a loro ci piace il tocco femminile quindi le ragazze che ci vorrebbero carezzare il muso possono farsi avanti.-
In quel momento, con tutto quel silenzio, si sentì chiara la voce di Percy. -Ehi, bello.-
Tutti si voltarono verso di lui. Era appoggiato alla staccionata e accarezzava un unicorno.
-Non credo che ci piac...- incominciò Hagrid ma il resto della frase venne sommerso da un nitrito.
-Scusa, volevo dire bella- disse Percy.
-Ehm... Percy, non credo sia il caso- lo avvertì Sarah.
-Perché no? Gli piace- rispose lui.
-Ma come fai? Di solito non ci piace il tocco maschile- si stupì Hagrid.
-Mio padre ha creato i cavalli dalla schiuma del mare per cui io li capisco. Posso comunicare con pegasi, unicorni, cavalli, Ippocampi, con quelli lì... i Thestral e altre specie- spiegò il ragazzo.
Il resto dell'ora lo passarono a scrivere le caratteristiche degli unicorni e, per le ragazze, anche ad accarezzarli.
-Mi è piaciuta un sacco questa lezione- affermò Lily mentre attraversavano il prato per andare nella Sala Comune.
-Anche a me- concordò Sarah.
-Dobbiamo per forza andare in Sala Comune? Non possiamo rimanere fuori?- chiese Percy.
-Io voglio stare al passo con i compiti, tu fai come vuoi- gli rispose la sua ragazza.
-Ok, andate pure ad annoiarvi ma io vado da Leo, che è lì da solo.- Indicò un punto vicino a dei cespugli dove il figlio di Efesto era concentrato su un piccolo oggettino.
Le tre ragazze lo lasciarono lì e corsero di sopra.
Appena entrarono Sarah disse: -Troppo affollato.-
In realtà non c'erano molti ragazzi, la maggior parte era fuori a godersi il sole, ma per loro che dovevano parlare di cose “segrete” c'era fin troppa gente.
Si diressero verso il dormitorio e si lasciarono cadere ognuna sul proprio letto.
-Cosa pensate che dobbiamo fare?- domandò Lily guardando il soffitto.
-Dirlo alla McGranitt?- suggerì Sarah.
-Non credo che sia la soluzione giusta, dopotutto non ha ancora fatto niente- disse Annabeth.
-Ma Annabeth! E se poi ti... che so? Ti Crucia finché non gli dici di sì? Christine ha detto che può fare di tutto!- esclamò Lily scioccata.
-Cosa vuol dire “crucia”?- chiese la semidea.
-Maledizione Cruciatus, una delle tre Maledizioni Senza Perdono, se ne fai una finisci in prigione, ad Azkaban. Quella ti tortura e se uno viene torturato per molto tempo perde il senno della ragione- spiegò Sarah.
-Non credo arriverà a tanto- osservò la figlia di Atena.
-Ma come fai a dirlo? Non lo conosci neanche!- fece Lily.
-Non hai visto il suo sorriso? Per me quello ha già in mente qualcosa- aggiunse l'altra.
-Sentite ragazze, per ora teniamo gli occhi aperti, ok? Se vediamo qualcosa di strano andiamo dritte dalla preside e le riferiamo il tutto- propose.
Le altre annuirono.
-Credo che sia la cosa migliore da fare- disse Sarah.
-Sì.-
Si guardarono per un attimo e poi, come se si fossero messe d'accordo in precedenza, si alzarono e andarono, fuori, nel parco.
Annabeth e Lily si diressero subito verso Percy, Jason, Frank e Piper ma Sarah disse: -Andate voi, io mi sono dimenticata una cosa.-
Proseguirono verso i quattro amici però,con la coda dell'occhio, la semidea vide che la ragazza non stava tornando dentro il castello ma si era seduta sotto un albero, vicino a Leo, nuovamente solo con il suo strano oggetto.
-Ciao ragazzi, che fate?- li salutò Lily.
-Niente di speciale... parlavamo un po' del campo- rispose Jason.
-Il campo? Quello dove andate voi?- chiese la ragazza.
Gli altri quattro annuirono.
-Com'è?- volle sapere.
-Ecco... ci sono un sacco di case, ognuna per i figli di un dio, c'è una mensa, una stalla, un laghetto, un poligono di tiro con l'arco, una parete d'arrampicata e un'arena- spiegò Percy.
-E quante case ci sono più o meno?- domandò ancora.
-Un bel po'... erano dodici all'inizio ma poi ne sono state costruite altre, non so di preciso quante- disse Annabeth.
-E indovina chi le ha progettate?- fece Percy.
-Ehm... non lo so...- rispose Lily aggrottando la fronte.
-Annabeth- affermò il ragazzo.
-Davvero?-
-Sì- rispose la figlia di Atena.
La Potter la guardò sorridendo e poi, dopo essersi guardata intorno, disse: -Non dovremmo andare a lezione?-
Tutti insieme si alzarono da terra e si misero a correre verso le rispettive classi. Piper a Trasfigurazione, Lily a Antiche Rune e gli altri a Divinazione.
-Odio quella materia- sbuffò Frank mentre salivano la piccola scala per entrare nell'aula.
-A chi lo dici- borbottò Annabeth in risposta.
Anche quella volta la Cooman era ricoperta di scialli e braccialetti tintinnanti che la facevano sembrare una povera vecchia.
-Buon pomeriggio, miei cari ragazzi. Oggi continueremo a studiare l'arte delle foglie di the- disse incominciando a passare di tavolo in tavolo a versare l'infuso nelle tazze.
Quando ebbe finito si sedette dietro alla cattedra e li guardò lavorare.
Verso la fine dell'ora si alzò, si diresse verso il tavolino dov'erano seduti Annabeth e Percy e le disse: -Stai attenta, mia cara. Una grave disgrazia si abbatterà su di te.-
-Ma che cosa intendeva?- le domandò Percy appena la Cooman si voltò e la campanella suonò.
-Non ne ho idea- mentì la semidea. -Ma è mezza svampita, se non completamente, per cui non me ne preoccuperei più di tanto.-
Invece lei si stava preoccupando eccome.
Doveva dirlo a Lily e Sarah, le uniche al corrente di tutto.
Si inventò una scusa sul momento. -Devo andare a... cambiarmi, sì, a cambiarmi, mi sono rovesciata un po' di the addosso- e corse via.
Arrivò in Sala Comune sperando che le sue amiche fossero lì ma non c'erano.
Salì nel dormitorio e si cambiò davvero, solo per far stare in piedi la sua scusa.
Si precipitò fuori dal ritratto e andò a sbattere con qualcuno.
-Ehi Annabeth! Che succede?- le chiese Sarah.
-Devo parlarv.- disse semplicemente e le trascinò nella loro camera.
-Cosa c'è di tanto importante? Hai incontrato quel ragazzo?-
-Sì, cioè no, ma in un certo senso sì... la Cooman mi ha detto che una grave disgrazia si abbatterà su di me. Credo che si riferisse a quel tipo- spiegò.
-Non può essere, quella lì è fuori di testa- fece Sarah dopo un attimo di silenzio, ma neanche lei non credeva alle sue stesse parole.
-La Cooman non sbaglia su queste cose... mio padre ne sa qualcosa per cui non dovremmo sottovalutare quello che ti ha detto- disse Lily.
-In effetti...- incominciò Sarah ma venne interrotta da una ragazza che entrò di corsa nel dormitorio e appena vide la semidea esclamò: -Annabeth, Percy è scomparso!-

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Capitolo 7
*** Scomparso ***


-Come?- chiese sbalordita Annabeth.
-È scomparso! Sparito!- ripeté l'altra, Alice Paciock.
-Non può essere. Non di nuovo!- strillò la semidea.
-Ma perchè stiamo qui? Andiamo a cercarlo, no?- propose Lily.
-Sì, certo- approvò la figlia di Atena.
Le quattro ragazze uscirono di corsa dal dormitorio e scesero in sala comune.
Tutti i ragazzi erano confusi: si stava spargendo la voce.
Frank e Jason si avvicinarono. -Ragazze è vero?-
-Temo di sì- rispose Sarah.
-Ma come è potuto succedere?-
Tutti guardarono Alice senza però smettere di correre.
-Be', ecco, non so cosa sia successo esattamente. Ero seduta sotto un albero a studiare quando ho sentito uno strano rumore. Allora ho alzato la testa e ho visto una piccola nuvola nera che circondava Percy e, quando si è dissolta, pochi secondi dopo, lui non c'era più. Però sono sicura che quel velo fosse frutto di un incantesimo- spiegò lei.
-Ma chi può aver fatto una cosa del genere?- si stupì Frank.
Le tre amiche si guardarono pensando la stessa cosa: era stato quel ragazzo.
-Bisogna dirlo alla McGrannit- decise Lily.
-E se era solo un incantesimo fatto per sbaglio?- domandò Jason.
-No, non lo era. Io so chi può essere stato- replicò Annabeth.
Cambiarono traiettoria e si diressero al piano superiore, in un corridoio vuoto, fatta eccezione per un gargoyle di pietra davanti al muro infondo.
-Ehm... chi sa la parola d'ordine?- chiese Sarah.
I ragazzi si guardarono avviliti.
-Con il preside precedente la parola era sempre il nome di qualche caramella, se abbiamo un po' di fortuna può essere ancora così- fece Lily insicura.
Allora lei, Sarah e Alice cominciarono a dire tutti i dolci che conoscevano.
-Api frizzole.-
-Gelatine tutti i gusti +1.-
-Sorbetto al limone.-
Continuarono per un po' poi ad Alice venne in mente un dolce che non era molto famoso ed esclamò: -Aspettate, lo so! Rospo alla menta.-
Appena pronunciò quel nome il gargoyle prese vita e si spostò di lato, rivelando una scala a chiocciola che saliva.
I sei ragazzi salirono in cima e bussarono alla porta di quercia che avevano davanti.
-Avanti- disse la McGranitt da dentro con una nota di sorpresa nella voce.
Entrarono tutti e la preside, squadrandoli da capo a piedi, chiese: -Qual buon vento vi porta qui?-
Allora gli spiegarono tutta la storia del fratello di Christine senza tralasciare nessun dettaglio.
-E noi pensiamo che sia stato lui a rapire Percy- concluse Annabeth.
-Ma signorina Chase non può accusare così una persona!- esclamò la professoressa.
-Però siamo sicuri che è lui il colpevole- ribatté Lily.
La McGranitt si chinò sulla scrivania e scrisse qualcosa su un pezzo di pergamena.
-Potresti per favore portarlo a Craig McLaggen?- chiese ad Alice porgendole il foglio che si era magicamente arrotolato e ora era tenuto chiuso da un fiocco rosso.
-Certo- rispose prendendolo e uscendo.
-Craig McLaggen?- domandò stupita Sarah.
-Sì, il ragazzo che ha Schiantato la signorina Chase. Vorrei scambiare due parole con lui- chiarì la preside.
Con un veloce gesto della bacchetta fece poi comparire delle sedie per i ragazzi, che si sedettero in silenzio ad aspettare.
Passarono venti minuti ma, quando Alice tornò, McLaggen non era con lei.
Tutti si voltarono verso la ragazza.
-Mi scusi professoressa, l'ho cercato in tutto il castello e ho chiesto a chiunque ho incontrato ma di lui non c'è traccia- rispose ai loro sguardi interrogativi.
-Non è possibile che non ci sia, deve essere da qualche parte!- esclamò Frank.
La preside stava per dire qualcosa ma venne interrotta da Lily che balzò in piedi e esclamò: -Professoressa, io so come fare a cercarlo!-
-Qual è la sua idea?- le chiese la McGranitt.
-James!- rispose lei.
-James?- ripeté stupita Annabeth.
-Sì, lui potrebbe aiutarci! Posso andare a chiedergli una cosa? Farò in fretta- supplicò.
-Se ci potrebbe aiutare, vai pure- concesse con aria stanca.
La ragazza uscì di corsa dall'ufficio e tornò dopo pochi minuti con in mano una vecchia pergamena.
-La Mappa del Malandrino può aiutarci a trovarlo se è dentro il castello- disse.
La posò sulla scrivania, la aprì e appoggiandole sopra la bacchetta mormorò: -Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.-
Sulla carta comparì dell'inchiostro nero che si espanse e contorse fino a formare la mappa di un castello, la
mappa di Hogwarts.
Sulla carta c'erano anche dei minuscoli puntini con sotto una didascalia.
Annabeth si stupì non poco quando vide sette puntini nell'ufficio della preside con il nome di ognuno di loro.
-Questa che cos'è?- domandò curiosa.
Lily lanciò un'occhiata dubbiosa alla McGrannit che però aveva un'espressione indecifrabile e rispose lentamente. -È la Mappa del Malandrino, io... so che non dovrei...-
-Non importa signorina Potter, basta che questa questione si risolva- la interruppe la professoressa.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo.
-Non ci resta che cercare McLaggen- disse.
Lei, Annabeth e Jason incominciarono a studiare la mappa, passando il dito sulle varie stanze ma dopo dieci minuti dovettero rassegnarsi.
-Niente, non c'è da nessuna parte- concluse il figlio di Giove.
-Ma dove può essere andato?- chiese Sarah.
-E cosa ne ha fatto di Percy?-aggiunse la figlia di Atena.
-Lo troveremo Annabeth- assicurò Frank.
-Non posso perderlo. Non di nuovo- mormorò lei, lasciandosi cadere su una sedia e trattenendo le lacrime.
-Di nuovo?- ripeté Sarah.
-Un po' di mesi fa Era lo aveva “prelevato” dal campo e portato al Campo Giove scambiandolo con Jason. Per sei mesi non ho avuto sue notizie e non voglio che succeda ancora- spiegò.
-Non succederà, stai tranquilla. Lo ritroveremmo presto- disse Lily.
-Professoressa, cos'altro possiamo fare?- chiese Alice.
-Niente temo,- rispose affranta -se non contattare Chirone e spiegargli la situazione. Credo che lui saprà come procedere.-
-Se posso intervenire,- una voce giunse da uno dei ritratti -secondo me sarebbe meglio mettere qualche Auror ai cancelli.-
Tutti si voltarono verso il quadro. A parlare era stato Albus Silente.
Annabeth l'aveva riconosciuto. Aveva visto una sua foto sul libro Storia di Hogwarts.
Aveva degli occhiali a mezzaluna sul naso adunco, chiaramente rotto, dietro ai quali si vedevano gli occhi azzurri. Una lunga barba argentea che sembrava uscire dalla cornice e lunghi capelli bianchi.
-Oh, ma certo Albus, certo. Come ho fatto a non pensarci- fece la McGrannit.
Prese un'altra pergamena e scrisse una lettera.
La piegò con cura e la porse a Lily. -Potresti mandarla a tuo padre?-
-Sicuro- rispose prendendola.

 

***
 

La ragazza percorse i corridoi vuoti. Non c'era nessuno a quell'ora.
O erano tutti in Sala Grande per la cena o nelle sale comuni.
Cercò di fare il punto della situazione.
Percy era scomparso, rapito da Craig McLaggen.
Come vendetta perché Annabeth gli ha detto di no, suppose.
Sulla Mappa del Malandrino non compariva nessuno dei due e questo voleva dire che non erano nei confini di Hogwarts. Potevano essere a Hogsmead come a San Pietroburgo, per quanto ne sapeva lei.
Percy era suo amico. Annabeth era sua amica.
Voleva bene a entrambi e non avrebbe permesso a quel verme di fare del male al figlio di Poseidone per ferire la figlia di Atena.
Loro lo avrebbero trovato. Con o senza l'aiuto degli Auror e del corpo insegnanti, non faceva differenza.
Svoltò l'angolo e si scontrò con un ragazzo.
Si sarebbe aspettata chiunque ma non lui.
Capelli biondi, occhi azzurro ghiaccio, divisa di Serpeverde, spilla da prefetto.
Non c'erano dubbi: era andata a sbattere contro Scorpius Malfoy.
-Oh, ehm... ciao Malfoy- balbettò imbarazzata.
Ma perchè cavolo lo chiamo per cognome se mi piace?, si chiese.
-Ciao Potter- rispose lui -Come mai in giro a quest'ora?-
-Devo consegnare una lettera da parte della preside.-
-E ha chi?-
-A mio padre.-
Lui la guardò indagatore e la ragazza arrossì visibilmente.
-Ora devo andare, ciao- disse prima di scappare via.
Arrivò alla guferia e si fermò ansimante.
Si mise le mani sulle ginocchia per riprendere fiato ma subito sentì un frullare d'ali e qualcosa posarsi sulla sua spalla.
-Edvige!- esclamò.
La civetta in tutta risposta tubò e porse la zampa capendo che c'era una lettera da consegnare.
-Tieni, portala a papà- le disse.
Aspettò di vederla scomparire all'orizzonte prima di andarsene.
Aveva appena fatto mezzo metro fuori dalla porta che qualcuno, da dietro, le posò una mano sulla bocca impedendole di urlare.
Cominciò a dimenarsi e l'altro non cercò nemmeno di farle un incantesimo, preferendo usare le parole. -Non ti preoccupare cara Lily, presto rivedrai il tuo amichetto semidio.-

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Capitolo 8
*** Supposizioni non svelate ***


Aveva una voce fredda e tagliente. Bastò solo un attimo a Lily per capire che non era Craig McLaggen. La voce non assomigliava per niente alla sua.
Cercò ancora di divincolarsi ma il ragazzo aveva una stretta forte. Serrò la presa sulla sua bocca, che provò invano a morderlo, mentre con l'altra la stringeva in vita.
Lei gli pestò il piede ma lui non cedette.
La bacchetta... se solo potessi arrivarci, pensò.
Il ragazzo sembrò leggerle la mente e le bloccò il polso con un gesto fulmineo.
-Calmati, stupida ragazza. Non puoi niente contro di me- ordinò.
La fece girare e con la forza le aprì la bocca. Le versò dentro qualcosa, un liquido azzurrino che sapeva di metallo.
Lily fece appena in tempo a registrare due occhi di una strana sfumatura, forse sul viola, e dei capelli biondo cenere prima di cadere in un sonno profondo.

 

***
 

-Andate ora, la signorina Potter vi raggiungerà più tardi- disse la McGrannit -Vorrei scambiare due parole con il professor Silente.-
I ragazzi si alzarono e uscirono dalla stanza.
Nessuno di loro parlò finché non si ritrovarono in cima alle scale della Sala d'Ingresso.
-Che dite, andiamo a cenare o in sala comune?- chiese Jason.
-Io ho perso la fame- disse Sarah.
Annabeth e Frank annuirono.
-Allora è deciso: sala comune- fece Jason.
-Ehm, ragazzi, vi dispiace se io vado in Sala Grande?- domandò Alice.
-Figurati, hai già fatto tanto- le rispose Annabeth.
-Lo troveranno- assicurò la ragazza prima di scendere la scalinata di marmo.
La figlia di Atena annuì debolmente e si diresse insieme agli altri verso il ritratto della Signora Grassa.
Una volta dentro si lasciarono cadere sulle poltrone.
-Secondo voi come la prenderà Chirone?- chiese Jason.
-Non ne ho idea ma dobbiamo avvertirlo- rispose Frank.
-Sì, giusto ma dove lo troviamo un po' di vapore per un messaggio Iride?- domandò Annabeth.
-In bagno- rispose con tono ovvio Sarah.
Li condusse fuori, fino al terzo piano, in un corridoio deserto.
-Venite- disse spingendo una porta.
-Quello è il bagno delle ragazze!- esclamò Jason.
-Lo so, ma non ci viene mai nessuno- replicò la ragazza entrando.
Bastò loro dare un'occhiata intorno per capire come mai. Il pavimento era allagato, lo specchio sudicio, i lavandini scheggiati e dai cubicoli provenivano dei lamenti, come se qualcuno stesse piangendo.
-Cos'è questo rumore?- chiese perplesso Frank.
-Oh, non fateci caso, è solo Mirtilla Malcontenta.-
Si avvicinò ad uno dei rubinetti e lo aprì.
Dovettero aspettare un bel po' prima che l'acqua diventasse calda e a quel punto Sarah accese una piccola fiamma con la bacchetta.
-Chi è là?- disse una voce stridula proveniente da uno dei gabinetti.
Una figura opalescente attraversò fluttuando la porta. Era il fantasma di una ragazza con gli occhiali e due codini.
-Ciao Mirtilla- la salutò Sarah.
-Ah, sei tu. È tanto tempo che nessuno vieni più a trovarmi!- disse il fantasma.
-Voi vi conoscete?- chiese titubante Jason.
-Al primo anno sono venuta qui senza sapere che questo era il suo bagno- spiegò la ragazza.
-Sembra che te ne sei pentita- replicò Mirtilla.
-No, certo che no- mentì Sarah.
Poi i ragazzi si voltarono per usare l'I-phone e Mirtilla disse: -Oh, certo, chi tiene mai conto di Mirtilla Malcontenta?- prima di tuffarsi in un water causando vari schizzi d'acqua.
Annabeth tirò fuori dalla tasca dei jeans una dracma ed esclamò: -Oh, Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta e mostrami Chirone al Campo Mezzosangue.-
Lanciò la moneta nel vapore e quella scomparve. La nebbiolina si dissolse per un attimo e poi comparve l'immagine di un uomo sulla sedia a rotelle sotto il portico di una casa.
-Chirone!- esclamò la figlia di Atena.
L'uomo si voltò.
-Ragazzi, che sorpresa!- disse ma poi vedendo le loro espressioni serie domandò: -Cos'è successo?-
Gli raccontarono tutto dal principio, senza tralasciare nessun dettaglio.
-La McGrannit ha detto che metterà degli Auror all'entrata- terminò Frank.
Chirone si rabbuiò e sembrò invecchiare di cinquant'anni.
-Brutto segno, brutto segno- mormorò.
-Cosa? Tu lo sapevi?- si stupì Annabeth.
-No, non lo sapevo. Ma credo di sapere di cosa si tratti- rispose.
-Di cosa?-
-Mi dispiace, non posso dirvelo finché non ne sono completamente sicuro.-
-Ma Chirone, si tratta di Percy!- esclamò Annabeth.
-Lo so, mia cara, ma potrei portarvi sulla strada sbagliata e non abbiamo bisogno di altri guai- replicò calmo Chirone.
-Ma... ma...- la ragazza non sapeva cosa dire.
-Ora devo andare- disse il centauro prima di passare una mano nel vapore.
Annabeth rimase lì a fissare il punto in cui era scomparso Chirone per un po' poi Sarah disse: -Torniamo in sala comune.-
Uscirono e percorsero lentamente i corridoi.
Erano a metà del corridoio del quarto piano quando incontrarono Piper, Leo e Hazel.
-Ciao ragazzi!- li salutò allegramente Leo.
-Ciao Leo- risposero loro in tono assente.
-Cosa vi è successo?- domandò allora Hazel.
-Cos'è successo a Percy piuttosto...- borbottò Sarah prima di spiegare tutta la storia anche a loro.
-Se... se Chirone non vi ha detto niente vuol dire che per il momento non dobbiamo fare niente, no?- disse cautamente Piper.
-Credo di sì- rispose Frank.
-Siete proprio sicuri che non sono nel castello?-
-Sì, Lily ha controllato.-
-A proposito, dov'è?- chiese Sarah.

 

***
 

Il fatto è che neanche la povera Lily sapeva dove si trovava.
Si risvegliò in una grande stanza illuminata solo da una fioca luce proveniente da una piccola lampada posizionata su un tavolo al centro della sala.
Provò ad alzarsi ma aveva i polsi legati dietro la schiena e i piedi tenuti vicini da una corda spessa.
-Ho provato anch'io ma non serve a niente- le disse una voce roca dall'altra parte della stanza.
Cercò di adattare gli occhi alla semi oscurità e intravide una sagoma rannicchiata su se stessa.
-Percy?- domandò.
-Lily?- chiese in risposa la voce.
-Percy!-
-Lily!-
-Dove siamo?-
-Non ne ho idea, mi ricordo solo di una nube nera che mi avvolgeva e poi mi sono risvegliato qui- spiegò il semidio.
In quel momento si sentì un forte rumore, come di un vaso spezzato, e comparve un ragazzo.
-Felice che ti sia svegliata, Potter- disse il nuovo arrivato che Lily riconobbe come quello che l'aveva rapita.
Le si inginocchiò davanti, rimanendo con il viso nell'ombra, e le accarezzò una guancia.
Lei, in risposta, gli sputò in faccia.
Sono una Grifondoro dopotutto, pensò.
Non l'avesse mai fatto! Il ragazzo la prese per i capelli e le sbatté la testa contro il muro.
La strega cadde di nuovo nel sonno.




Buonsalve, ecco qui il nuovo capitolo e visto che come al solito ne metterò un altro la prossima settimana: buona Pasqua a everybody! E niente, volevo dire solo questo... Adios :)
 

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Capitolo 9
*** La Stanza delle Necessità ***


Annabeth svoltò l'angolo e andò a sbattere contro una ragazza.
-Lily!- esclamò -Dov'eri finita?-
-Ero andata su alla guferia- rispose lei.
-Ce ne hai messo di tempo- intervenne Sarah.
-È colpa di Edvige, non voleva scendere- spiegò.
-Andiamo in sala comune?- chiese Jason.
-Ma non possiamo, noi non possiamo entrare nella vostra sala comune- obbiettò Hazel.
-Ha ragione, dove possiamo andare per parlare lontano da occhi indiscreti?- domandò Frank.
Sarah e Lily si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi la prima disse: -Lo so io, venite.-
Li condusse fino al settimo piano, in un corridoio vuoto, davanti ad una parete.
Si fermarono e Lily fece avanti e indietro davanti alla parete per tre volte.
Dopo di che aprì gli occhi e guardò il muro. Un piccola crepa stava diventando sempre più grossa finché sul muro non comparve una porta.
-Ma che...- incominciò Leo.
-La Stanza delle Necessità- rispose Lily prima ancora che il ragazzo finisse la domanda.
Entrarono nell'enorme sala, adibita in quel momento come la sala comune di Tassorosso: piante in ogni angolo, piccoli tavoli rotondi, soffici divani con la stoffa gialla e nera e tonde finestre.
Si accomodarono sui divani senza sapere cosa dire.
-Come mai questa stanza non era sulla Mappa del Malandrino?- chiese ad un certo punto Annabeth.
-Perchè non è molto conosciuta, è nota anche come Stanza va-e-vieni perché appare solo quando serve e dotata di quello che occorre, ma credo che i Malandrini non sapessero della sua esistenza- spiegò Lily.
-Quindi, se ogni volta è diversa e non compare sulla mappa, Percy potrebbe essere finito qui- constatò Annabeth.
-No- rispose subito Lily.
Si voltarono tutti a guardarla. -Perchè no?-
-Non è qui- tagliò corto lei -Ne sono sicura.-
Ci sta nascondendo qualcosa ma non capisco perchè: sa quanto tengo a Percy, disse tra sé e sé la ragazza.
Sarah le gettò un'occhiata indagatrice ma lei non batté ciglio.
-Da cosa lo deduci?- le chiese dopo qualche minuto.
-Ho come un sesto senso- rispose.
L'amica continuò a guardarla in modo strano ma disse: -Allora McLaggen dove può aver portato Percy?-
Annabeth vide che Lily cercava di trattenere una risata ma poi non si trattenne più.
-Ti sembra questo il momento di ridere?- fece infastidita Hazel.
-Non è stato McLaggen, sarebbe tornato a scuola per non destare sospetti su di lui, no?- disse lei ignorando Hazel e tornando seria.
Annabeth ci pensò su. -In effetti, è vero. Non è stupido, molto aggressivo ma non stupido.-
Jason annuì. -Allora chi può essere stato?-
-Non lo so- rispose sconsolata.
Senza più una traccia da seguire si sentiva persa.
-Forse... forse c'entrano gli dei- suggerì Piper -Insomma, già una volta Era a fatto sparire Percy, forse c'entra lei anche questa volta.-
-Opzione plausibile anche se non credo- disse la figlia di Atena -La barriera che protegge Hogwarts dovrebbe tenere fuori gli dei, no?-
Ci fu qualche minuto di silenzio poi Leo rese esplicito quello che stavano pensando tutti. -Ma non i mostri.-
-Che magari potrebbero essere stati inviati da uno di loro- aggiunse Frank.
All'improvviso Lily si alzò. -Io devo andare a fare una cosa- esclamò e uscì di corsa dalla stanza.
-È strana, non trovate?- chiese Jason quando la porta si chiuse alle sue spalle.
-Non che non lo fosse mai stata ma da quando è tornata dalla guferia lo è molto di più- concordò Sarah.
-Sembra quasi che sia sotto l'effetto di un incantesimo, tipo la lingua ammaliatrice- disse Piper.
-La Maledizione Imperius, vuoi dire. Non credo che suo padre non le abbia insegnato come combatterla visto che si preoccupa così tanto per lei- replicò Sarah.
-Non lo so, a me sembra che stia nascondendo qualcosa- disse Annabeth.
-Sembra strano, però. Cos'avrebbe da nascondere? Dopotutto Percy è anche suo amico- osservò Leo.
-Magari non c'entra con Percy- azzardò Frank.
-Secondo me sì, altrimenti non se ne sarebbe andata- ribatté Hazel.
Rimase un attimo in silenzio poi Leo sbadigliò. -Andiamo tutti a letto? Io sto morendo di sonno.-
-Hai ragione forse domani mattina avremo le idee più chiare- annuì Piper.
Decisero di incontrarsi davanti al corridoio verso le dieci, visto che il giorno dopo era sabato e non c'era lezione.
Quando Annabeth e Sarah arrivarono al dormitorio trovarono solo Alice che leggeva un libro babbano. Appena le vide entrare lo chiuse e lo posò sul comodino.
-Scoperto qualcosa?- chiese gentilmente.
-Niente, se non che Lily si comporta in modo strano- le rispose Sarah.
Lei sembrò pensare un attimo e poi disse: -Prima è venuta qui ma quando ha visto che c'ero io si è subito girata ed è uscita senza neanche salutare.-
-Possiamo solo aspettare domani e vedere se torna normale- affermò Sarah mentre si metteva la camicia da notte e si infilava sotto le coperte calde.
-Già- concordò Annabeth poi tutte e tre rimasero in silenzio finché non si addormentarono.

 

***
 

-Ben risvegliata, Potter- disse il ragazzo misterioso.
Lily non provò neppure più a opporre resistenza quando lui le alzò il mento per guardarla negli occhi, si limitò ad un'occhiata di puro odio.
-Non mi guardare in quel modo, potresti pentirtene- la risprese lui.
-Non mi interessa niente di quello che fai a me basta che non tocchi i miei amici- ribatté la ragazza.
-I tuoi amici, eh?- si avvicinò a Percy, che era svenuto e aveva un livido nero sotto un occhio, e gli tirò un pugno nello stomaco.
-No!- gridò Lily.
-Vediamo se così collabori allora- le disse prima di inginocciarsi di nuovo davanti a lei.
La ragazza abbassò la testa per non doverlo guardare in faccia.
Quanto avrebbe voluto avere la sua bacchetta in mano!
-Dimmi... cosa pensi succederà se, per esempio, Jackson non dovesse tornare al suo amato campo?- le domandò.
-Questo non succederà mai- ribatté sicura Lily alzando lo sguardo su di lui.
Finalmente poteva vederlo bene.
Aveva il naso allungato e gli occhi, non si era sbagliata, erano di una strana sfumatura di viola. I capelli biondo cenere erano lunghi e tenuti legati in una coda mentre le labbra, Lily sussultò quando le vide, erano  sottili ma verdi come la linfa degli alberi.
-Cosa te lo fa pensare?-
-Ci troveranno, verranno a liberarci- rispose Lily -Non riuscirai a mettere in atto il tuo piano.-
-Ma il mio piano è già in atto e sta procedendo alla grande, se solo tu collaborassi...- scuoté la testa, come se lei non riuscisse a fare una cosa semplice tipo due più due.
-Non ti aiuterò a fare del male ai miei amici se è questo che vuoi- replicò -Non ti aiuterò in niente.-
-Neanche se ti dicesse che ho la tua famiglia in pugno?-
Per un attimo fu tentata di gridare, di colpirlo il più forte possibile e urlargli di lasciare in pace la sua famiglia ma non poteva.
No, si disse, vuole solo farmelo credere per dirgli quello che gli serve sapere ma non ci casco.
-Non è vero, non sono così stupidi da finire nella tua trappola.-
-Ma tu ci sei finita.-
-Infatti ho detto “non sono” non “non siamo”.-
-Sei molto intelligente, Potter, ma non abbastanza per capire il mio piano, forse solo la figlia di Atena ci riuscerebbe o forse no.-
-Riusciranno a trovarci e tu non sarai riuscito a fare niente.-
-Tu dimmi quello che voglio sapere così anche se capiranno la nostra posizione io completerò i miei progetti- insisté.
-Non ti aiuterò per nulla al mondo a fare del male ai miei amici!- disse Lily lentamente e scandendo le parole.
-Se non gliene farò io di male, glielo farei te- ribattè il ragazzo e con un rapido movimento della mano lei ricadde ancora una volta nel sonno.

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Capitolo 10
*** Al Campo Mezzosangue ***


-COSA?- urlò Harry Potter.
-Mi dispiace, Harry, ma è la verità- disse la McGrannit.
Erano passati due giorni da quando Lily era scappata di corsa dalla Stanza delle Necessità e non si era fatta più vedere.
L'unica possibilità è che fosse stata rapita pure lei.
Silente aveva suggerito che sarebbe stato meglio avvertire i genitori della ragazza e così eccoli lì, nello studio della preside, insieme ai semidei e Sarah.
-Potreste ripetere tutta la storia?- chiese Ginny ai ragazzi.
Raccontarono di nuovo tutto, fino a quando Lily era uscita dalla Stanza delle Necessità.
-Ma cosa le può essere successo?- domandò infine Harry.
-È quello che ci siamo chiesti anche noi, signor Potter- gli rispose Sarah.
Lui trovò la forza di sorridere. -Sarah, quante volte te lo devo dire? Ci puoi chiamare Harry e Ginny.-
La ragazza sorrise ma poi tornò a preoccuparsi. -Noi sappiamo che non è stato McLaggen ma non si fa vedere neanche lui da quando è scomparso Percy, quindi forse anche lui è una vittima.-
Annabeth annuì. -Io... io credo che dobbiamo tornare al Campo Mezzosangue e convincere Chirone a dirci chi può essere stato secondo lui, aveva un sospetto quando gli abbiamo mandato il messaggio-Iride.-
La McGrannit la guardò a lungo.
-D'accordo, potete andare- disse infine.
-Grazie, professoressa.-
-Ma...- intervenne Frank -Come ci arriviamo al campo?-
-Ehm... non lo so- rispose Annabeth.
-Potreste usare la Metropolvere- suggerì Ginny.
-Non ci sono camini al Campo Mezzosangue, però- obbiettò la preside.
-Ce n'è uno solo, nel salotto della Casa Grande. Possiamo provare con quello- replicò la figlia di Atena.
La McGrannit si alzò,
-Bene. Allora, chi andrà?- chiese prendendo un barattolo da uno scaffale.
Annabeth scattò in piedi. -Andrò io- disse.
-Perfetto. Vieni.-
La ragazza si avvicinò al focolare prendendo della polvere verde dal vasetto che le stava porgendo la donna.
-Devi lanciarlo nel fuoco prima di entrare, poi dici il nome della destinazione- le spiegò.
Lei obbedì.
Le fiamme da rosse divennero subito verdi.
Si preoccupò un po' quando dovette entrare nelle fiamme  ma ehi, era sopravvissuta al Tartaro bevendo letteralmente fuoco, non le poteva succedere niente di peggio.
Il fuoco non era né caldo né freddo.
Dovette chiudere gli occhi perché la cenere non ci entrasse poi si schiarì la gola e disse: -Campo Mezzosangue!-
Roteò su sé stessa e per un attimo non capì più niente.
Poi com'era cominciato, tutto finì.
Si ritrovò nel salotto della Casa Grande, coperta di polvere e distesa per terra.
Si alzò tossendo, togliendosi la cenere dai vestiti con le mani.
Visto che non c'era nessuno, decise di uscire ma quello che vide appena fu fuori la sorprese. Appoggiati al parapetto c'erano due ragazzi, un maschio e una femmina.
La ragazza era di spalle e guardava il campo. Aveva i capelli rossi, quindi Annabeth pensò che fosse Rachel.
L'altro ragazzo, invece, la stava guardando sorridendo.
-Percy!- gridò prima di corrergli incontro.
Si baciarono e poi lui disse: -Ehy, Annie, che ci fai qui?-
Non era normale. Non la chiamava mai Annie, sapeva che non le piaceva.
La prima volta che l'aveva chiamata così si era ritrovato per terra in un nanosecondo con lei che lo guardava arrabbiata. Da quell'episodio non si era mai azzardato a usare quel nomignolo.
Solo la sua matrigna la chiamava così, come se potesse starle più simpatica perché le aveva abbreviato il nome, e ogni volta che lo sentiva le tornavano in mente brutti ricordi.
-Non chiamarmi Annie- ribatté acida.
-Ehy, che ci fai qui, Sapientona?- si corresse.
-Devo vedere Chirone- rispose.
In quel momento la ragazza si voltò e Annabeth riuscì a vederla in faccia.
Non era Rachel. Era Lily.
-Per la divina Era, Lily! Voi come fate ad essere qua?- chiese.
Ma prima che uno dei due potesse rispondere qualcuno esclamò: -Annabeth!-
Chirone si avvicinò in tutta la sua grandezza equina.
-Non dovresti essere a Hogwarts?- le domandò.
-Certo, ma sono venuta perché dovevo convincerla a...- si bloccò.
C'era qualcosa che non andava. Come potevano Percy e Lily essere al campo? E se erano sempre stati lì, come mai Chirone non le aveva detto niente?
-Da quando tempo siete qui, Testa d'Alghe?- chiese.
-Siamo arrivati solo dieci minuti prima di te- le rispose.
Okay, forse si stava complicando la vita da sola. Magari erano riusciti a sconfiggire quel qualcuno che li aveva rapiti, arrivando al campo perché era il posto più vicino ma c'era ancora una cosa che non si spiegava.
Cercò di arrivare al punto con delle domande innocue.
Sorrise. -Come avete fatto a scappare da quel tizio che vi aveva rapiti?-
-Be', è stato piuttosto complicato. Mentre non guardava sono riuscito a muovermi fino a che Anaklosmus non mi è uscita dalla tasca. A quel punto ho tagliato le corde che mi legavano, ho messo al tappeto McLaggen e ho liberato Lily. Dopo di che siamo scappati- spiegò Percy.
Ora era ancora più confusa. Era o non era stato Craig McLaggen?
E poi Percy non chiamava mai la sua spada Anaklosmus, sempre e solo Vortice.
Ma doveva continuare con il suo piano.
-Fantastico- disse.
-Però abbiamo perso la mia bacchetta e la sua spada- aggiunse Lily.
-Come, scusa?- disse Annabeth.
-Abbiamo perso la bacchetta e la spada- ripeté la ragazza.
-Questo è impossibile- ribatté la figlia di Atena per poi rivolgersi a Percy -Vortice ti ricompare sempre in tasca, no?-
Quando lui parlò la voce non era la sua ma una molto più fredda e tagliente. -Grazie, per quest'importante informazione, figlia di Atena.-
-Percy!- gridò -Chirone cosa gli sta succedendo?-
Si girò verso il centauro ma lui aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Appena aprì bocca per rispondere a parlare fu di nuovo quella voce. -Non riesci ad arrivarci da sola? Per essere una figlia della dea della saggezza sei piuttosto stupida, ragazza.-
-Sono posseduti, non è così? Io sarò stupida ma è sempre meglio che essere codardi come te e non mostrarsi ai propri avversari!- urlò in risposta.
-Codardo? Io?- tuonò la voce -Non sai con chi hai a che fare.-
-No, forse no- convenne Annabeth -Ragion per cui faresti meglio a mostrarti e a batterti di persona invece che parlare attraverso i miei amici.-
-Ma è così bello usare i loro corpi, posso fargli fare tutto quello che voglio- ribattè Lily prima di darsi uno schiaffo.
Annabeth serrò i denti.
Cercò un modo per sconfiggere quell'essere.
All'improvviso comparvero, vicino a Percy, un sacco di ragazzi. Riconobbe Luke, Silena, Hazel, Jason, Reyna, Will Solace e molti altri, alcuni erano dei, ma la maggior parte era a lei sconosciuta. All'unisono cominciarono a dire tutti la stessa cosa.
In un primo momento non capì.
Poi incominciarono a gridare finché la ragazza non dovette tapparsi le orecchie per il troppo rumore anche se riusciva ancora a sentirli.
-Perdente- dicevano -Stupida.-
Luke si fece avanti. -Forse non avrei dovuto salvarti, Annabeth. Avrei dovuto lasciarti in quel vicolo o rispedirti dalla tua famiglia. Talia sarebbe d'accordo con me.-
-Hai ragione. Non ne è valsa la pena. Abbiamo rischiato molto a portarla con noi.- concordò Talia, facendosi avanti tra la folla -Vuoi sapere perchè sono diventata una Cacciatrice, Annabeth? Perché altrimenti avrei dovuto passare tutte le estati al campo e vederti.-
-Basta!- urlò la figlia di Atena -Smettila!-
La voce parlò di nuovo ma questa volta risuonò dall'alto, come le voci narranti in alcuni film.
-Vuoi che la smettano? Mi dispiace deluderti ma io non lo voglio.-
-Cosa sei tu, in confronto ai grandi eroi come Ercole o Ulisse?- chiese un'uomo.
-Dì la verità, chi ti ha aiutata a ritrovare l'Athena Parthenos?- domandò una donna.
-Vorresti dire chi l'ha trovata al suo posto- la corresse Percy.
-Sì, non ci sarebbe mai riuscita da sola.- disse Atena.
Quello fu un duro colpo. Già in passato sua madre le aveva detto che non era degna di essere sua figlia e ora questo.
-Non è vero!- urlò -Ho avuto solo l'intelligenza dalla mia parte!-
Chiuse gli occhi, cercando di non piangere.
Le grida cessarono.
Riaprì gli occhi per vedere cos'era successo.
Nero. Tutto era diventato nero.
La Casa Grande, il Campo Mezzosangue, tutta quella gente... non c'era anima viva.
Solo oscurità.
Nel silenzio assoluto rimbombò la voce. -Sei caduta nella mia trappola, Annabeth Chase.-

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Capitolo 11
*** In trappola ***


Nella mente di Annabeth c'era il caos più totale. Era davvero stata così ingenua da cadere in una trappola? Si era immaginata i suoi amici che la consideravano una buona a nulla o era successo veramente?
La ragazza andò nel panico ma cercò comunque di uscire da quella situazione.
-Nella tua trappola?- chiese.
-Esattamente- rispose la voce -Sei stata così stupida da non capire che quello che hai visto era frutto della magia?-
-Quindi tu saresti un mago?-
-Ovviamente no, non sono caduto così in basso per fortuna e non sono nemmeno un mezzosangue. Sono molto più potente.-
-Che cosa sei, allora?-
Davanti a lei ci fu un lampo di luce e comparve un ragazzo o almeno quello che sembrava essere un ragazzo.
Occhi viola e labbra verdi.
-Cosa sei?- ripeté Annabeth.
-Sei sicura di non avermi hai mai visto?- domandò l'altro -No, certo che no. Non te lo puoi ricordare.-
-Io... io non so di cosa tu stia parlando. rispose la figlia di Atena.
-Davvero non lo sai?- si sorprese -Tre parole: ragni, parco, buio.-
Solo allora Annabeth cominciò a ricordare. Un pensiero che non le piaceva per niente si fece strada nella sua testa.
-No- disse -Non puoi essere tu.-
-Ci sei arrivata, vedo. Ebbene sì, sono proprio io. Contenta?-
-Tantissimo- rispose sarcastica.
L'altro la guardò sorridendo e per lei fu un enorme sforzo sostenere il suo sguardo.
-Allora, Annabeth, rinfrescami la memoria- disse dopo un po'.
Non voleva riportare alla mente gli attimi della sua infanzia ma doveva farlo.
Così incominciò a parlare con metà cervello concentrato sul racconto e metà che pensava a un modo per salvarsi.
-Appena scappata di casa sono andata al parco vicino a dove abitavo. Mi sono seduta su un panchina quando sei comparso tu. Con un gesto della mano hai chiamato migliaia di ragni assicurandomi che non mi avrebbero fatto niente se ti avessi aiutato ma io sono corsa via senza voltarmi fino a che non sono tornata nella mia stanza entrando dalla finestra- ricordò.
-Eppure sei scappata comunque- replicò il ragazzo.
-Dopo mesi ci ho riprovato, sì.-
-Riuscendo nel tuo intento o facendoti ancora spaventare da un ragazzo con un esercito di ragni?- le chiese ridendo.
Annabeth serrò la mascella.
-Riuscendoci- rispose gelida.
-Bene, bella storia, dico sul serio. Mi piace sapere la storia dei semidei che devo uccidere.-
-Non puoi- disse subito la ragazza.
-Non posso?- ripeté stupito il ragazzo.
-No. E scommetto che non sai neanche perché.-
-Dimmelo tu, il perché allora- la incoraggiò.
-Davvero non riesci a arrivarci da solo?- si stupì Annabeth.
Il ragazzo corrugò la fronte. -Di cosa stai parlando?-
Non lo so neanch'io, avrebbe voluto rispondere ma non poteva permetterselo, doveva fare la cosa che le veniva meglio in situazioni come quella: parlare.
-Tu sei figlio di Ecate, giusto?- tentò.
-Certo. Suo e di Marte- rispose -Come tutti sanno quei pochi figli di una divinità greca e una romana sono molto più potenti di qualunque altro mezzosangue.-
-Esattamente, se non fosse...- Annabeth lasciò la frase in sospeso facendo sfumare la voce.
-Se non fosse? Cosa? Parla, stupida ragazza!- esclamò il ragazzo.
-Non posso, mi dispiace. Non so neanche perché l'ho detto. Ti sconvolgerebbe- si scusò.
-No! Avresti dovuta stare zitta, ora devi dirmi tutto quello che sai- ordinò.
-Mmm... non so. Altrimenti cosa mi fai?- chiese cercando di prendere tempo.
Il ragazzo sembrò pensarci su. -Ti uccido- decise infine.
-Non potresti perché se mi uccidi non saprai mai quello che fa Ecate ai suoi figli- ribatté Annabeth.
-Infatti non fa proprio niente!- esclamò l'altro.
-Ne sei sicuro? Non ti senti... strano?-
-Certo che no.-
-Be' allora è peggio di quello che credevo- disse la figlia di Atena -Il fatto è che Ecate getta sempre una maledizione sui suoi figli appena nascono.-
-Una maledizione, dici?- chiese preoccupato.
La ragazza annuì.
-Ma io sono speciale. Sono metà greco e metà romano, perché avrebbe dovuto maledirmi?-
-Appunto perché sei metà e metà. Se tu fossi completamente greco la maledizione sarebbe stata più... leggera, diciamo- spiegò Annabeth.
L'altro assunse un'espressione strana, un misto di paura e preoccupazione.
-Conosco pochi figli di Ecate ma tutti non hanno una bella vita a causa della maledizione- continuò la ragazza -Alcuni hanno delle malattie rare e incurabili mentre altri... meglio tralasciare.-
-E secondo te io che cos'ho?- domandò subito il semidio.
-Non lo so. Dici che non ti senti strano e questo mi fa preoccupare, vuol dire che qualunque cosa tu abbia agisce senza che te ne renda conto. Nel migliore dei casi perderai i poteri, se invece ti va male potresti morire.-
-Ecate non lo permetterebbe mai- fece deciso lui.
-Io non ne sarei così sicura- replicò Annabeth -Le tue labbra stanno cambiando colore.-
Il ragazzo rise. -Sono verdi perché io ho deciso così.-
-No, non sono più verdi ora, stanno diventando blu.-
L'altro toccò più volte la bocca cercando di vedere di che colore era.
All'improvviso una voce rimbombò nell'oscurità. -Non crederle, sta mentendo. Vuole ingannarti, non maledirei mai il mio figlio prediletto.-
Il figlio di Ecate guardò Annabeth con gli occhi che sembrava andassero a fuoco per la rabbia.
-Tu!- tuonò -Come hai osato?-
La ragazza non rispose e non si mosse.
-Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Sembravi tanto felice di parlare prima- disse.
-Ben detto: prima.- rispose Annabeth.
-Tanto non puoi scappare, sei mia prigioniera, intrappolata nell'ombra.-
Ombra.
Ma certo, doveva trovare il modo per riuscire a chiamare Nico e insieme avrebbero potuto andarsene facendo un viaggio nell'ombra.
-Come posso fare?- mormorò la figlia di Atena.
-Cos'hai detto?- domandò il figlio di Ecate.
-Niente- si affrettò a rispondere.
Non c'era modo di chiamare Nico e lei non conosceva nessun altro che sapeva viaggiare nell'ombra. O forse sì...
Era un'idea folle e non sapeva neanche se poteva essere possibile. Per di più non sapeva perché avrebbe dovuto rispondere al richiamo, sempre che lo sentisse...
Però l'importante era provarci.
Mentre il ragazzo la fissava cercando di capire cosa volesse fare, lei fischiò.
-Cosa credevi di fare?- le chiese.
-Perché, adesso è proibito fischiare?- fece Annabeth sulla difensiva.
L'altro sorrise. -Ammettilo, stavi cercando di chiamare i tuoi amici semidei?-
-No- rispose la ragazza, che poi era la pura verità.
Rimasero in silenzio per un po'.
Dopo un tempo che parve infinito il figlio di Ecate tirò fuori un pugnale e cominciò a affilarlo.
Annabeth si decise finalmente a chiedere la cosa che la opprimeva. -Come ti chiami?-
-Il mio nome è Kevin- rispose il ragazzo.
Aveva sperato che, una volta saputo il nome, sarebbe riuscita a collegarlo a un qualche mito, dopotutto era un dio minore, essendo figlio di Ecate e Marte, ma non andò così.
-Non ti ho mai sentito nominare- disse.
-Nessuno si ricorda mai di me. Pensare che sono stato il primo figlio di una divinità greca e una romana!- esclamò Kevin.
-Ma non c'è neanche un dio minore che si chiama come te- osservò Annabeth.
-No, infatti non sono un dio minore anche se figlio di due dei- spiegò Kevin -Gli dei greci non mi volevano perché ero anche romano e i romani perché ero metà greco.-
La ragazza rimase in silenzio.
-Perché stai facendo tutto questo?- chiese infine.
-Ordini superiori- rispose semplicemente.
-Che informazione utile- borbottò Annabeth.
Guardò Kevin e vide che stava riponendo il pugnale in uno zaino che prima non aveva notato.
Ora o mai più, pensò.
Fischiò di nuovo e non smise finché non dovette riprendere fiato.
Subito qualcosa di grosso e molto peloso apparve davanti ad Annabeth.
-Avevi detto che non stavi cercando di chiamare aiuto!- urlò Kevin.
-No, io avevo detto che non stavo cercando di chiamare i miei amici semidei- lo corresse -Infatti la Signora O' Leary non è un mezzosangue ma un Segugio infernale.-
Salì sulla groppa del cane gigante e disse: -Brava Signora O' Leary ma ora andiamo via.-
Il segugio abbaiò poi incominciò a correre e in meno di un minuto Annabeth si ritrovò davanti ai cancelli di Hogwarts.



Internet è finalmente resuscitato per cui ecco il nuovo capitolo tutto per voi! Aggiornerò anche mercoledì, in modo da riprendere la solita settimana tra un aggiornamento e l'altro, nonostante ne abbia saltate due.
Enjoy! Myra xD

 

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Capitolo 12
*** Compagni insapettati ***


La Signora O'Leary attraversò di corsa il prato. Si fermò davanti al grande portone.
Annabeth scivolò giù dalla sua schiena.
-Aspettami qui, okay?- le disse -Così poi andiamo a cercare Percy.-
Il segugio non sembrava molto contento di rimare lì fuori ma appena sentì nominare Percy abbaiò felice.
La ragazza entrò di corsa nel castello e andò direttamente nell'ufficio della McGrannit.
-Professoressa!- ansimò una volta dentro.
Nello studio c'erano ancora tutti gli altri.
-Annabeth!- esclamò Sarah, saltando dalla sedia -Come fai a essere già qui?-
-Cosa ti ha detto Chirone?- domandò Piper.
-Niente- rispose lei e raccontò quello che le era successo.
Ci fu un attimo di silenzio.
-Dobbiamo andare subito a cercare Percy e Lily- disse Jason.
-E dove andrete, sentiamo- replicò brusca la preside.
-Ma professoressa!- ribatté Piper, che aveva capito dove voleva arrivare -Non può non lasciarci andare!-
-Invece posso. Non lascerò che degli studenti vadano a cercare dei ragazzi che potrebbero essere dall'altra parte del mondo! Voi starete qui e aspetterete che se ne occupino gli Auror, giusto Harry?- rispose la McGrannit.
Harry annuì. -Ha ragione, ragazzi. Me ne occuperò io stesso.-
-Bene- affermò la professoressa -Ora, se non vi dispiace, vi consiglio di andare nei vostri dormitori e mi raccomando di restarci.-
I ragazzi uscirono a testa bassa.
-Sentite, non possiamo lasciar perdere così facilmente!- esclamò Annabeth una volta in corridoio.
Gli altri la guardarono come se fosse pazza.
-Non vorrete davvero che la cosa finisca qui?- continuò -Dobbiamo fare qualcosa, non dobbiamo rispettare quello che ci dice la McGrannit.-
Hazel annuì convinta. -Io ci sto. Hai già un piano, vero?-
-Sì- rispose e lo spiegò agli altri.

Il mattino seguente i semidei e Sarah scesero nella Sala d'ingresso abbastanza presto.
-Allora, siete pronti e con gli zaini a posto?- chiese Annabeth -Ma soprattutto: siete ancora convinti di volerlo fare?-
-Certo- rispose Sarah -Conosco Lily da quando sono nata, farei di tutto per lei anche se mi fido molto di suo padre.-
-Perfetto- disse la figlia di Atena -Possiamo andare.-
Non fecero in tempo a fare due metri che qualcuno li chiamò. -Ehi!-
I ragazzi si bloccarono sul posto.
-Aspettate!- gridò ancora qualcuno.
Si voltarono e videre che un ragazzo stava salendo di corsa le scale che portavano ai sotterranei. Era Scorpius Malfoy.
-Piuttosto mattiniero, Malfoy- gli disse Sarah quando li ebbe raggiunti.
-Che simpatica- replicò sarcastico, roteando gli occhi.
-Che cosa c'è?- domandò Jason.
-Voglio venire con voi- rispose deciso Scorpius.
I ragazzi si scambiarono una serie di sguardi.
-Noi non stiamo andando da nessuna parte- ribattè Annabeth.
-Sì, certo, e io sono un Vermicolo.-
Sarah fece un passo avanti. -Va bene, Vermicolo, hai ragione. Contento? Ora, da bravo, tornatene nel tuo dormitorio.-
Scorpius la guardò male.
-Se non fossi amica di Lily saresti già in infermeria- commentò.
-Senti, ci stai facendo perdere tempo. Dobbiamo andare- intervenne Piper voltandosi.
Gli altri la imitarono e uscirono nell'aria fresca del mattino.
Il Serpeverde li raggiunse e si mise a braccia conserte davanti a loro.
-Dico davvero. Vengo anch'io con voi- disse con un tono che non accettava repliche.
-Non sai a cosa stai andando incontro- replicò decisa Annabeth prima di sorpassarlo seguita dagli amici.
-Potrei aiutarvi!- gridò Scorpius rinunciando a seguirli.
Sarah si voltò, stufa, e tornò indietro.
-Senti- cominciò -Non so cosa tu ti sia messo in quella testa e non lo voglio sapere. Ma noi dobbiamo andare a cercare i nostri amici, riesci a capire? Nostri! Tu non hai mai parlato con Percy e Lily... be' lo sai cosa prova per te ma non l'hai neanche mai salutata quindi non farci perdere altro tempo e tornatene nel tuo covo di serpi!-
Tornò dai semidei e afferrò il braccio di qualcuno a caso, Frank.
-Andiamo- disse.
Lo trascinò verso il sentiero che portava al cancello.
-Gli altri sono ancora là- le fece notare il figlio di Marte a metà strada.
La ragazza si voltò e vide che aveva ragione. Stavano parlando sottovoce con Scorpius.
-Aspettiamoli qui- decise.
Quando, qualche minuto dopo, vennero raggiunti dai semidei con loro c'era anche Malfoy.
-Viene con noi- annunciò Leo -E ora, per una buona volta, andiamocene.-
Sarah annuì, rinunciando a contestare la decisione degli amici.
Si incamminarono ma appena varcata la soglia dei territori di Hogwarts si fermarono tutti di colpo.
La strada era loro sbarrata da una nave.
-Ehm... ragazzi, cosa ci fa qui l'Argo II?- chiese perplessa Annabeth.
Leo si avvicinò all'imbracazione.
-Non lo so- rispose pensieroso ma subito dopo urlò: -Ehi Festus! Hai portato tu qui la nave?-
Il drago di bronzo emise una serie di ronzii che solo Leo riuscì a comprendere.
Il figlio di Efesto si voltò. -Dice che...-
Non riuscì a finire la frase perché in quel momento un satiro comparve sul ponte agitando una mazza.
-Dove sono i mostri? Hanno paura di me, eh?- gridò il Coach Hedge.
-Coach?- esclamarono i semidei tutti insieme.
Il satiro li guardò poi scomparve.
-Quello chi sarebbe?- domandò Scorpius.
-Cos'è questa nave?- chiese Sarah.
Nessuno gli rispose.
Hedge ritornò e lanciò giù una scaletta.
-Allora, che aspettate a salire?- urlò.
I ragazzi si affrettarono ad obbedire.
Sarah rimase per ultima e aveva appena appoggiato il piede sul primo piolo quando vide davanti a lei una ragazza con i capelli rossi.
Si slanciò in avanti con le braccia protese per abbracciare Lily.
Quella la guardò correrle incontro poi, proprio mentre l'amica stava per stringerla, si spostò di lato.
Sarah perse l'equilibrio e cadde per terra.
Si rialzò subito. -Che ti prende, Lily? Cosa ti è successo?-
-Niente- rispose lei. -Devo andare ad avvertire mio padre.-
-No- ribattè Sarah predendole il polso -Non c'è tempo, dobbiamo andare a cercare Percy!-
Lily la guardò per un lungo attimo.
-Va bene- disse infine -Andiamo.-
-Sarah, ti sbrighi?- esclamò Jason dal ponte.
-Arriviamo!- rispose.
-Tu e chi?-
Lily fece cenno a Sarah di salire la scaletta.
-Prima tu- replicò.
La rossa si arrampicò su seguita dall'amica.

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Capitolo 13
*** Sull'Argo II ***


Quando arrivarono sul ponte gli altri le accolsero gridando tutti il nome di Lily.
-Come hai fatto ad arrivare fin qui?- le domandò Piper appena si furono seduti nella sala ristoro.
La rossa non rispose e continuò a guardare dritto davanti a sé, come se non l'amica le avesse chiesto niente.
-Ehm... ci sei? Lily?- la chiamò Sarah schioccandole le dita a due centrimetri dal naso.
Scorpius la fissò preoccupato ma lei scosse la testa come per scacciare i pensieri e si voltò verso Piper.
-Cos'hai detto?-
-Ti ho chiesto come hai fatto ad arrivare fin qui- ripetè la ragazza.
-Oh... io non lo so di preciso. È tutto molto confuso...- rispose -Voci che mi ordinano delle cose, persone che corrono di qua e di là, l'oscurità che regna sovrana...-
Scosse di nuovo la testa e sospirò.
Annabeth le mise una mano sulla spalla.
-E di Percy? Ti ricordi qualcosa?- lo disse dolcemente ma dal tono di voce traspariva impazienza.
-Mi dispiace, non riesco a capirci niente- disse.
La figlia di Atena si alzò in piedi.
-Vorrà dire che cominceremo subito a cercarlo.-
Leo la imitò. -Perfetto. Vado da Festus, allora- annunciò.
Detto questo uscì dalla stanza.
Sarah guardò le immagini del Campo Mezzosangue sulle pareti.
-È quello il campo?- chiese.
Jason aprì la bocca per rispondere ma fu interrotto da Hazel.
-Forse dobbiamo incominiciare ad andare lì!- esclamò.
Frank alzò le sopraciglia.
-Perché? Tra tutti i posti dove Percy può essere di sicuro non c'è il campo.-
-Lo so, ma Chirone ha detto che credeva di sapere chi poteva essere stato a rapire lui e Lily quindi...-
-Potrebbe sapere dove Kevin l'ha portato!- concluse Annabeth.
-In questo caso avrebbe già mandato qualcuno a cercarlo, no?- fece notare Piper.
-Scusate, chi è questo Chirone?- intervenne Scorpius.
-È lungo da spiegare partendo dall'inizio per cui ti diremo solo l'essenziale- gli rispose la figlia di Atena.
Il Serpeverde annuì e i ragazzi gli raccontarono come stavano le cose.
-Quindi... noi staremo andando a Manatthan? Cioè, in America?- chiese alle fine.
Jason annuì.
-Ma ci metteremo... quanto ci metteremo?- domandò Sarah.
Hazel fece un breve calcolo.
-Qualche ora- rispose.
-Qualche ora? Saremmo potuti essere già là se ci fossimo Smaterializzati!- esclamò la ragazza.
Annabeth alzò la testa.
-Questo lo sappiamo anche noi ma non è colpa nostra se il coach Hedge si è presentato qui senza preavviso- replicò.
-E poi Leo non sarebbe mai venuto con noi se ci fossimo Smaterializzati lasciando qui la nave- fece notare Jason.
-Beh... non avremmo potuto lasciare indietro Leo- disse Sarah.
Tutti la guardarono sorridendo, tranne Lily che continuò a fissare il suo piatto con aria assente.
-Che c'è?- chiese -Ho qualcosa in faccia?-
-Sì- le rispose Piper -Hai scritto “Mi piace Leo” grosso come una casa.-
Sarah avvampò. -Non è vero!-
-Cosa?- le domandò Lily, tornando in sé stessa -Che non ti piace o che non l'hai scritto in faccia?-
-Nessuna delle due!- esclamò arrossendo ancora di più.
-Okay, ora basta- intervenne il coach Hedge entrando nella stanza -Passiamo all'azione. Non c'è bisogno di pianificare. Arriviamo e uccidiamo i mostri, semplice no?-
-Ehm, coach... non ci sono mostri al Campo Mezzosangue- rispose Frank.
-Oh...-
-Perché non va a guardarsi una partita, coach?- propose Annabeth.
Lui annuì e se ne andò borbottando.
-È proprio strano il satiro- osservò Scorpius.
Gli altri annuirono ma nessuno disse niente.
Dopo un po' Sarah si alzò.
-Credo che andrò a fare un giro della nave- annunciò.
-Con Leo- aggiunse Hazel.
La ragazza roteò gli occhi ma non ribattè.
-Ti piace!- le gridò Lily mentre usciva.
-Stupida!- urlò in risposta lei.

 

***
 

-Dimmelo, dai!-
Lily pregò Sarah per la centesima volta.
Si trovavano nella cabina della prima, a chiacchierare.
-Okay, okay- sbottò Sarah -Te lo dico, ma dopo tu devi essere altrettano sincera con me, va bene?-
L'altra annuì.
-Mi piace Leo, lo ammetto- disse tutto d'un fiato dopo un breve silenzio.
-Lo sapevo, io lo sapevo!- esplose Lily.
Sarah alzò una mano per fermarla.
-Ora tocca a te.-
La rossa andò nel panico. E se le avesse chiesto qualcosa di troppo personale? Qualcosa a cui il ragazzo con gli occhi viola e le labbra verdi non avrebbe saputo rispondere?
-Ti piace Scorpius?- le domandò Sarah.
Questa era facile, facilissima.
-No- rispose decisa.
L'amica strabuzzò gli occhi e cercò un segno di bugia in quelli dell'altra. Un qualunque segno che le permettesse di capire se mentiva o meno. Ma non trovò niente.
-Davvero?- chiese incerta.
-Stai scherzando? È ovvio che Scorpius non mi piace!- esclamò la ragazza.
-Ehm... Lily... forse dovresti stare zitta- le suggurì Sarah.
La porta si era aperta ed era entrato il ragazzo di cui stavano parlando proprio mentre lei diceva di non esserne innamorata.
Ma la Potter non ascoltò il suggerimento e continuò a parlare.
-Cioè, come puoi pensare una cosa simile? Mi ci vedi con lui? Io proprio no. Insomma è...- e si esibì in un'imitazione di un conato di vomito.
A quel punto Scorpius, rosso di rabbia e tristezza, non si trattenne più e sbottò: -Quindi è questo che pensi di me.-

 

***
 

Annabeth si affacciò dal ponte. Era passata solo un'ora da quando erano sulla nave ma, stranamente, stavano già sorvolando l'oceano.
Si domandò come fosse possibile. L'Argo II non era mai stata così veloce.
Osservò l'acqua risplendere alla luce del sole e le venne in mente Percy.
Già l'anno prima lui era scomparso, adesso di nuovo. Sperava di non dover aspettare altri sei mesi prima di ritrovarlo.
Questa volta non c'era Sally con cui consolarsi a vicenda, parlando dei pregi del ragazzo. C'erano i suoi amici però. Piper, Jason, Leo, Hazel, Frank...
Anche se loro non conoscevano bene Percy come lei e sua madre, sapeva che facevano il possibile per tirarle su il morale, che era sprofondato nella terra fino ad arrivare agli Inferi.
Per esempio, qualche minuto prima quando Piper e Leo si erano proposti di far esibire il secondo in una serie di cose buffe sotto l'effetto della lingua ammaliatrice della figlia di Afrodite, come se non ne facesse già abbastanza di suo senza nessun incantesimo.
Annabeth aveva sorriso, certo. Ma per cortesia, più che per puro divertimento. Si era accorta che i due amici avevano capito che non le erano d'aiuto così e se n'erano andati.
Sentì le lacrime salirle agli occhi. Le ricacciò indietro: non voleva piangere. Il suo muro di autocontrollo, che aveva eretto con fatica intorno a sé nel corso degli anni, vacillò.
Quella corazza, fatta dei ricordi del suo passato, dei mesi trascorsi con Luke e Talia, non aveva mai ceduto. Non completamente, almeno.
Qualche volta aveva avuto delle crepe ma era sempre riuscita a richiuderle. Ora, invece, minacciava di crollarle addosso.
Non era sicura di poter reggere le macerie del suo muro, di riuscire a rialzarsi una volta sotterrata da esse.
Era stata forte quando era scappata con Talia e Luke, quando lei era diventata un pino.
Era stata forte mentre sosteneva il peso del cielo, continuando a ripetersi che il figlio di Ermes non le avrebbe mai fatto una cosa del genere, che era stato costretto da un incantesimo.
Era stata forte quando lui l'aveva quasi uccisa pregando perché Luke tornasse in sé e non si facesse battere da Crono, quando poi l'aveva visto morire.
Era stata forte durante i mesi in cui Percy era sparito, sperando continuamente che l'avrebbe ritrovato, un giorno o l'altro.
E, infine, era stata forte nel Tartaro, con la sola compagnia del figlio di Poseidone, circondata da creature orrende e con il rischio perenne di morire negli abissi del mondo dei morti.
Non sarebbe riuscita a sostenere quelle disgrazie tutte insieme. Aveva cercato di dimenticarle, ignorandole e spingendole infondo alla sua mente, sostituendole con i momenti felici vissuti con i suoi amici, ma non c'era riuscita, non del tutto.
Ricordò quando aveva capito di amare veramente Percy e non Luke, che la sua non era una cotta passeggera, e non si trattenne più.
Corse nella sua cabina.
Se doveva piangere, non voleva farlo davanti agli altri.

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Capitolo 14
*** Inganno scoperto ***


Lily impallidì.
-È questo che pensi di me- ripetè Scorpius, la tristezza evidente nella voce.
Si girò lentamente verso di lui.
-Io... no, cioè... insomma...- balbettò.
-Non dire niente, finiresti col peggiorare la situazione- disse il ragazzo.
Si voltò e si chiuse fragorosamente la porta alle spalle.
Lily guardò Sarah, implorante e dispiaciuta.
-Forse dovresti seguirlo- le suggerì l'amica.
Lei annuì e si alzò.
Uscì nel corridoio ma il Serpeverde era sparito. Provò a cercalo nella sua stanza, senza trovarlo.
Chiese agli altri se l'avevano visto e le risposte che ricevette furono tutte negative.
Non aveva voglia di cercarlo per tutta la nave per cui rinunciò. In fondo, cosa le importava? Cosa importava al ragazzo dagli occhi viola e le labbra verdi se quel Malfoy se la fosse presa?
Tornò nella sua stanza. Sarah se n'era andata.
Si sdraiò sul letto e guardò il soffitto.
Rimase ferma per un po' poi alzò una mano e capì che avrebbe dovuto bere, anche se aveva la magia a proteggerla.

 

***
 

Sarah si aggirò per la nave senza una meta precisa, pensando alla sua amica.
Lily si comportava in modo strano da quando la McGrannit l'aveva mandata a spedire una lettera a suo padre.
Cosa le era successo? Perché aveva detto quelle cose su Scorpius quando sapeva benissimo che lei era consapevole del fatto che il ragazzo le piaceva? Per di più, l'aveva detto senza un attimo di esitazione, come se si fosse preparata in precedenza la risposta a quella domanda. Ma perché mentirle? E poi, come faceva Lily a sapere che lei gli avrebbe posto quella domanda?
Decisamente troppe questioni e nessuna risposta.
Aveva una mezza idea tornare nella sua stanza e chiederle cosa c'era che non andava. Dopotutto, si erano sempre confidate ogni segreto. Però, se Lily si stava comportando in modo così strano, cosa le avrebbe impedito di tenersi i suoi segreti per sé, spezzando il patto silenzioso di non mentirsi e dirsi tutto che si era instaurato tra di loro nel corso degli anni? Niente, assolutamente niente.
Mentre si sedeva sul suo letto, un'idea si fece strada nella sua mente, come una piccola luce che si fa debolmente valere in mezzo ad un mare di oscurità.
Era un'idea pazza, folle, senza capo né coda, che non stava né in cielo né in terra, pensata da una ragazza che vuole semplicemente scoprire cos'è successo alla sua migliore amica, ma era pur sempre un'idea.
Decise che doveva testarla, provare a vedere se aveva ragione. In caso contrario... pazienza, avrebbe solamente incolpato Lily di cose che non aveva fatto, le avrebbe chiesto scusa e forse tutto sarebbe tornato  alla normalità, per quanto normale potesse essere quella situazione.
Si alzò di scatto e corse fuori, a cercare gli altri, per renderli partecipi del suo misero e stupido piano.

 

***
 

Nella sua cabina, Annabeth si asciugò le ultime lacrime.
Doveva tornare sul ponte, controllare se andava tutto bene, se qualcuno aveva avuto un'idea del luogo dove avrebbe potuto trovarsi Percy. Poteva fare tutto ma non poteva, e non doveva, stare lì a piangere per cose passate e che lei non poteva cambiare. Avventure che avrebbero dovuto renderla più forte, più sicura di sé, non distruggerla dentro, rendendola debole e fragile come una foglia al vento.
Si guardò allo specchio.
Aveva gli occhi rossi e gonfi. Si sciacquò la faccia più volte, finché capì che più di così non poteva mascherare il pianto. C'era il trucco, ne bastava poco. Ci pensò un secondo ma poi scartò l'idea. Lei lo odiava, non capiva cosa ci fosse di bello nel riempirsi la faccia di cosmetici come l'ombretto, era solo polvere colorata infondo!
Legò i capelli in una coda e aprì la porta.
Si trovò davanti Sarah, con la mano alzata per bussare.
-Tempismo perfetto- commento.
L'altra annuì. -Non è che puoi venire sul cassero di prua?-
Annabeth intuì che era un'ordine cammuffato da domanda per sembrare più cortese.
-Certo- rispose.
Quando le due ragazze arrivarono, gli altri erano già tutti lì.
La figlia di Atena si avvicinò a Piper, che la guardò neglio occhi e poi le sorrise incoraggiante.
Davvero si vedeva così tanto che aveva pianto?
-Tutto bene?- le chiese sottovoce.
-Sì- rispose.
Sarah cominciò a parlare come se si fosse preparata un discorso e, forse, era proprio quello che aveva fatto.
-Allora, noi non abbiamo idea di dove si trovi Percy e ci stiamo dirigendo al Campo Mezzosangue per parlarne con Chirone. Annabeth sa che il colpevole è questo Kevin, un ragazzo a metà tra dio e semidio, tendente di più alla prima categoria. Lily dice di non ricordarsi niente di quello che le è successo da quando è stata rapita fino a poco prima di salire sull'Argo II. E fino a qui, tutto okay. Ma negli ultimi giorni si sta comportando in modo davvero strano, non vi pare? Ebbene, forse io so perché ma prima, vorrei che fosse lei a dircelo.-
La diretta interessata non si scompose mentre otto paia di occhi si puntarono su di lei.
-Beh, è un periodo difficile. A volte mi sembra di ricordare qualcosa di quello che è successo ma un attimo dopo è solo fumo che si dissolve nell'aria. E tutto questo mi manda in confusione- spiegò.
Annabeth la fissò intensamente, come sottoponendola ai raggi X, e le sembrò che in lei ci fosse qualcosa di diverso, di strano. Un pezzo del puzzle messo male ma che non vedi perché ti sembra sia giusto. Quello che poi, quando lo trovi, ti fa sentire stupido poiché non l'hai individuato subito.
Sarah continuò: -No, non credo che sia questa la vera ragione delle tue stranezze. A mio parere il motivo è un altro, forse più complesso, forse più semplice, a voi la scelta. Secondo me, quella, o quello, che è qui con noi non è la vera Lily ma solo una sua copia, creata con una pozione in grado di far cambiare aspetto assumendo quello di un'altra persona, la Pozione Polisucco. Non è così, Lily?-
Un coro di -Cosa?- si levò dagli altri nove presenti, compresa l'accusata. Perfino Leo, che aveva continuato a guardare davanti a sé guidando la nave, si era voltato per osservarla come se fosse pazza.
-Che stai dicendo?- chiese Lily.
-Di cosa stai parlando?- fece Frank.
-Non essere sciocca- la riprese Scorpius.
-In questo caso, a morte la rossa!- esclamò il coach Hedge facendo un salto avanti e brandendo la sua mazza.
Ora che Sarah aveva detto della probabilità dell'uso della pozione, la figlia di Atena capì cosa trovava di diverso in Lily.
I ragazzi continuarono a parlare finché Annabeth disse: -Sarah ha ragione.-
Tutti ammutolirono all'istante.
Sarah la guardò.
-Lo pensi davvero?- le chiese.
-Sì.-
La ragazza sospirò, come se si fosse tolta un peso dalle spalle, e sorrise grata.
-Perché dite così?- domandò Jason alzando le sopraciglia.
-Ma non è logico?- si stupì Sarah.
Quando il ragazzo scosse la testa, Hazel intervenne: -In effeti, ora che ci penso, hanno ragione. Può darsi che sia così.-
Ci fu un attimo di silenzio e si sentì Leo che borbottava -Ragazze... e chi le capisce?-
-Si potrebbe spiegare qualcosa? Non ho capito molto- disse Frank.
-Questa che abbiamo davanti- cominciò Annabeth indicando Lily -non è chi pensavamo che fosse. La vera Lily è ancora da qualche parte con Percy. Già da quando la McGrannit l'ha mandata a spedire una lettera a suo padre, e poi siamo andati nella Stanza delle Necessità, lei era strana. Perché non era più lei, ma un'altra persona, un seguace di Kevin, magari, se non proprio lui.-
L'accusata scoppiò in una fragorosa risata, ma era rauca rispetto a quella di Lily Potter. Iniziò a cambiare forma. Prima i lineamenti del viso, che si fecero più duri. Gli occhi si scurirono fino ad assumere una tonalità sul viola. Poi le labbra si tinsero di verde. Infine il corpo, dalle curve femminili, si trasformò in quello di un ragazzo palestrato.
-Mi avete scoperto allora- disse Kevin, interrompendo la sua risata.
-Cos'hai fatto a Lily?- chiese Sarah quasi urlando.
Kevin alzò le spalle e con fare non curante disse: -Niente.-
Prima che potessero fermarla, la ragazza si avventò su di lui.
Al ragazzo bastò un movimento della mano perché lei volasse indietro ed atterrasse, priva di sensi, su un mucchio di corde.
I semidei tirarono fuori le proprie armi e Scorpius la sua bacchetta.
Hazel fu la più veloce di tutti. Menò un fendente ma mancò il bersaglio. Jason la imitò, seguito da Annabeth e Piper.
Misteriosamente, ogni loro tentativo di colpirlo falliva. Sembrava quasi che avesse una barriera protettiva intorno a sé.
La figlia di Atena vide con la coda dell'occhio Frank che si trasformava in un'aquila gigante.
Continuarono a combattere, sapendo che non l'avrebbero mai sconfitto, non in quel modo.
L'aquila si avventò su Kevin, afferrandolo per le spalle. Gli artigli affilati gli si conficcarono nella carne. Urlò, anche se assomigliava di più ad un grido di battaglia che a uno di dolore, e l'uccello lo lasciò andare di scatto, come se il contatto l'avesse scottato.
Annabeth notò che le ferite, da cui stava uscendo del sangue, non si richiudevano. Almeno non era immortale, potevano batterlo. Se solo trovavano il modo.
Una sfera di fuoco volò verso di lui a gran velocità, un getto di luce blu subito dietro di essa. Si schiantarono sul petto di Kevin, che barcollò e cominciò ad indietreggiare.
Il coach Hedge corse avanti, con la mazza alzata sopra la testa, ma prima che potesse colpirlo, il ragazzo cadde giù dal ponte.
Tutti si affacciarono. Di lui non c'era più traccia, era sparito nel vuoto.
-Com'è possibile?- esclamò il satiro -Ero pronto a dargli il colpo di grazia, avrebbe dovuto chiedermi pietà e...-
-Coach- lo chiamò Piper -Coach!-
-Che c'è?- domandò, evidentemente irritato per essere stato interrotto.
-È scomparso, okay? Non possiamo farci assolutamente niente.-
Leo si voltò verso Sarah.
-Sarebbe meglio portarla dentro, che dite?-

 

***
 

Dopo essere saltato giù dalla nave, Kevin usò i suoi poteri per scomparire e ritrovarsi davanti al suo nascondiglio segreto.
Un ghigno gli passò sul volto. Stupiti, poveri semidei. Mai, mai, avrebbero immaginato che lui si trovava lì, così vicino a loro, ma allo stesso tempo così lontano.
Il sorriso di soddisfazione sparì, sostituito da una smorfia di dolore, quando alzò il braccio per posare la mano sulla pietra fredda che si ergeva davanti a lui. Quel figlio di Marte, lui sì che era pericoloso, col suo potere di cambiar forma. E anche la figlia di Atena: troppo astuta. Doveva sbarazzarsi di loro. Gli altri sei erano un gioco da ragazzi, molto deboli. Per non parlare del satiro...
Appena le sue dita si posarono sulla roccia umida, quella si spostò di lato per lasciarlo passare.
Entrò, non curante del buio che lo circondava, e si diresse con passo sicuro verso la stanza scavata nella pietra in cui teneva i suoi prigionieri.
Svoltò parecchie volte, sentendosi a casa in quella specie di labirinto, prima di trovarsi davanti le due figure accasciate per terra, dormienti.
Si inginocchiò davanti alla ragazza.
-La tua amichetta mi ha scoperto- sussurò.
Sapeva che non poteva sentirlo ma non gli importava.
-Sai una cosa? Non mi interessa. So già come rimediare al danno che ha provocato, ma questa volta tu non mi servirai più. È tempo di rispedirti dai tuoi amici una volta per tutte.-



Alloooora... Salve gente! Posto oggi perché domani vado in gita tre giorni e quindi non potrei aggiornare, per di più la scorsa settimana avevo messo il capitolo nuovo con un giorno di ritardo per cui recupero adesso.
Che ne dite di lasciare una recensione? Mi farebbe piacere :)
Enjoy, Myra

 

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Capitolo 15
*** Il ritorno ***


Sarah si svegliò verso sera, quando il cielo si stava già scurendo. Era ancora scossa per il suo sogno: un gigante che uccideva Percy e Lily. Era solo un incubo, lo sapeva, ma sembrava così reale... Lei non era una semidea, non doveva preoccuparsi dei suoi sogni, non erano premonizioni. O almeno lo sperava.
Si alzò dal letto e andò sul ponte. Non c'era nessuno, se non Leo che se ne stava seduto con la schiena appoggiata a un masso di corde. Si avvicinò e si accomodò di fianco a lui, che girò la testa per guardarla.
-Ciao- la salutò. -Tutto a posto?-
-Ho solo un po' di mal di testa. Cos'è successo dopo che sono svenuta?-
-Kevin si è buttato giù dalla nave ed è scomparso- spiegò. -Ma non pensiamo che sia morto, semplicemente è sparito nel nulla.-
-Come se si fosse smaterializzato- osservò Sarah.
-Non so bene cosa significhi in realtà- rispose lui, ma prima che lei potesse dirglielo continuò: -Hai dormito per un giorno intero, Sarah.-
Lei lo guardò a occhi splancati, poi distolse lo sguardo. -Davvero? Per così tanto? Questo vuol dire che siamo già arrivati al Campo Mezzosangue.-
Leo annuì. -Siamo diretti in Grecia ora. Chirone pensa che Kevin possa essere nascosto lì, ma non saprebbe dire dove, e Rachel, il nostro oracolo, non era al campo e quindi non abbiamo potuto chiederle aiuto.-
Rimasero in silenzio per un po', poi la ragazza si fece coraggio e disse: -Leo devo dirti una cosa.-
Il figlio di Efesto la guardò curioso, aspettando che continuasse.
Sarah arrossì. -Beh, ecco, io credo che tu...-
-Oh no- la interruppe Leo. -Mi dispiace Sarah, davvero, ma io ho... in un certo senso, ho già una ragazza.-
Impose a se stessa di non chiederegli cosa intendesse con “in un certo senso”. Infondo si conoscevano solo da una settimana, era logico che lui non provasse le stesse cose.
Sorrise con fatica. -Certo, capisco. Avrei dovuto aspettarmi una risposta del genere, giusto?-
-Non potevi saperlo, va bene così.- Leo le sorrise rassicurante e si alzò. -Dovrei andare ad aiutare Festus con la nave.-
Sarah annuì e lui se ne andò, lasciandola da sola finché Hazel non la raggiunse, qualche minuto dopo.
-C'è una cosa che dovresti vedere- le disse porgendole un foglietto.
La ragazza lo prese e se lo rigirò tra le mani, ma non c'era scritto niente: il foglio era completamente bianco. Stava per dirlo a Hazel quando comparve una scritta.
-Semidei! Maghi! Tenete d'occhio il ponte della nave oggi: avrete sorprese grandiose!- lesse ad alta voce, prima di alzare lo sguardo sulla figlia di Plutone. -Chi l'ha mandato?-
-Non lo sappiamo... Jason pensa che sia da parte di Kevin- rispose lei. -Annabeth non n'è molto sicura però.-
Sarah guardò ancora una volta il biglietto e sussultò, riconoscendo la calligrafia della sua migliore amica.
Si alzò in piedi e strinse il foglietto nel pugno chiuso, riducendolo ad una pallina di carta. -È la scrittura di Lily. Kevin l'avrà costretta a scriverlo oppure avrà trovato un modo per replicare la sua calligrafia, non lo so... Dobbiamo fare qualcosa.-
-Non possiamo fare niente, Sarah- le fece notare Hazel. -Non sappiamo dove o quanto distanti da qui siano... Possiamo solo fare come c'è scritto e aspettare che succeda qualcosa, tenendoci pronti.-
Sarah stava per ribattere che non potevano starsene a girarsi i pollici mentre Kevin avrebbe potuto arrivare da un momento all'altro, ma si bloccò. La semidea aveva ragione, inutile negarlo.
Aprì la mano e tirò fuori il biglietto, ormai tutto stropicciato. Rilesse un paio di volte quello che c'era scritto, poi alzò lo sguardo su Hazel.
-Avremo sorprese grandiose- disse. -Ho l'impressione che saranno grandiose per lui, non per noi.-
La ragazza annuì. -Probabilmente sarà così. È tutto il giorno che aspettiamo che accada qualcosa, ma per ora non è ancora successo niente.-
-Tutto il giorno? Vuoi dire che l'avviso è arrivato questa mattina?- chiese stupita.
-Mentre facevamo colazione. Eravamo tutti al tavolo e il biglietto è comparso dal nulla, proprio in mezzo a noi.-
In quel momento arrivarono anche tutti gli altri, con le rispettive armi in mano.
-Non si sa mai, magari Kevin ha intenzione di mandare qualche mostro- disse Piper, rispondendo allo sguardo interrogativo di Sarah, che annuì e tirò fuori la bacchetta.
Scorpius le si avvicinò. -Stai bene?- le chiese.
Sarah lo guardò stupita, però rispose subito: -Sì, tutto a posto. Grazie.-
Il Serpeverde rimase in silenzio per un attimo, poi, senza guardarla, le fece una domanda che non si sarebbe mai aspettata, di certo non in quel momento. -Quindi quello che ha detto Kevin sotto forma di Lily riguardo a me... Lei lo pensa davvero?-
Ci mise un attimo ad elaborare ciò che le aveva detto. In pratica le aveva chiesto se piaceva a Lily.
-No, Scorpius. Lily è di un parere completamente diverso, non penserebbe mai una cosa del genere- lo rassicurò sorridendo.
Il ragazzo le lanciò un'occhiata e appena capì che Sarah non stava scherzando tirò un sospiro di sollievo. -Mi sembrava fosse strano... Già dall'anno scorso avevo notato che era diversa quando c'ero io e quest'estate ho iniziato a pensare che magari fosse per un motivo preciso...-
-Non devi parlarne se non vuoi- lo interruppe Sarah notando il suo disagio, ma lui scosse la testa e continuò: -Quando ha detto quelle cose su di me, ho pensato di essermi illuso per tutto il tempo, illuso che ci potesse essere qualcosa.-
-Perché non ne hai mai parlato con lei allora?- gli chiese stupita. -Se sapevi che provava qualcosa per te...-
-E se non fosse stato così? Che figura avrei fatto? E poi lei è la sorella del mio migliore amico, non ero sicuro di come Albus avrebbe affrontato la questione.-
Sarah non riuscì a trattenersi e ridacchiò. -Tu avevi paura di come suo fratello avrebbe reagito?-
Scorpius la guardò male e stava per ribattere quando Frank attirò la loro attenzione indicando qualcosa vicino all'albero maestro. -Guardate!- esclamò.
In quel punto, l'aria si stava condensando e pian piano stava assumendo un colorito bluastro.
-Che cos'è?- domandò Piper mentre impugnava più saldamente il suo pugnale.
Ora sembrava che una piccola nuvola blu si fosse posata sul ponte della nave e al suo interno si potevano scorgere due ombre più scure.
Leo raggiunse il gruppo di semidei proprio nel momento in cui si sentì una risata e la nuvoletta si dissolse, lasciando apparire due persone. Kevin era lì in piedi e li squadrava con uno strano ghigno dipinto sul volto. Appoggiata a lui, con gli occhi semichiusi e qualche livido sul viso, c'era Lily.
-Lily!- gridò Sarah facendo un passo verso di loro ma bastò uno sguardo di Kevin per farla bloccare sul posto.
-Non lo farei se fossi in te- le disse sorridendo. -Potrebbe non finire bene per la tua amica qui.- Con un cenno del capo indicò la ragazza al suo fianco.
-Cosa le hai fatto?- chiese Scorpius con un filo di voce. Osservava il volto di Lily e la sua espressione rifletteva tutto il suo shock.
-Solo quello che si meritava direi.- Kevin scrollò le spalle come se non fosse niente di importante. -Comunque sia,- continuò senza lasciare a nessuno il tempo per ribattere -ora che avete scoperto il mio inganno, non ho più bisogno di lei... Potete riprendervela. Va' da loro, Potter.-
Lily, che si sorreggeva a lui in quanto era quasi completamente incosciente, provò a fare un passo verso di loro ma non riusciva a reggersi in piedi da sola. Kevin sospirò seccatto e la sorresse di nuovo, per poi guardare i semidei e i due maghi.
-Vi consiglio di prenderla prima che cada- disse prima di scomparire lasciandosi dietro una scia di fumo blu.
Sarah si slanciò in avanti e afferrò l'amica che, ritrovatasi improvvisamente senza appoggio, stava quasi per cadere. La strinse in un abbraccio mentre una lacrima le rigava una guancia. Lily alzò la testa e la guardò per qualche secondo, aprendo un po' di più gli occhi.
-Sarah...- sussurrò con voce flebile. -Stai piangendo.-
La ragazza rise per il sollievo di sentirla parlare e stava per risponderle quando tutti gli altri le circondarono e Scorpius si fece avanti, affiancandole. Sarah si spostò permettendogli così di poter abbracciare Lily, cosa che lui non esitò a fare, stringendola per un lungo minuto.
-Dovremmo avvisare suo padre- disse alla fine Jason. -Scrivergli una lettera.-
-Faccio io- propose Sarah -però prima occupiamoci di lei.-
Il cielo era ormai scuro e si potevano vedere già le prime stelle, per cui si trovarono tutti concordi sul prepararsi per andare a dormire e Leo assicurò che non c'era bisogno di stabilire dei turni di guardia perché si sarebbe occupato Festus di proteggere la nave.
Sarah non voleva lasciare da sola Lily dopo quello che era successo e decise quindi di stabilirsi nella sua cabina, dormendo insieme a lei. Mentre Annabeth era andata a cercare qualcosa per i suoi lividi, Lily si fece aiutare a cambiarsi.
-Ho male ovunque- mormorò quando la semidea si sedette vicino a lei e aprì il barattolo che teneva in mano. Conteneva una crema giallognola al profumo di limone che la figlia di Atena iniziò a spalmare delicatamente sui segni violacei dell'amica. Sarah le osservava in attesa della domanda che sapeva Annabeth avrebbe posto.
-Lily... So che non è il momento più adatto, ma per caso sai qualcosa di Percy?- chiese infatti poco dopo.
-Era con me, Kevin ci teneva nella stessa stanza... Le ultime volte che l'ho visto era svenuto. Credo che Kevin cercasse di fare in modo che non fossimo mai entrambi coscienti nello stesso momento. Percy ha... beh, diciamo che è messo un po' peggio di me.- Lily la guardò sconfortata. -Mi dispiace tanto.-
Annabeth deglutì e rimase un attimo in silenzio, poi accennò un sorriso e le posò una mano sulla spalla. -Cerca di riposare, domani starai meglio.-
Lily annuì e ricambiò il sorriso prendendo il barattolo che le porgeva, ma dopo che la semidea fu uscita dalla stanza e lei ebbe incrociato lo sguardo di Sarah, scoppiò in lacrime. -È colpa mia- disse. -Kevin l'ha picchiato perché io ho opposto resistenza.-
-Non è colpa tua- replicò Sarah. -Kevin l'avrebbe fatto in ogni caso, solo per il gusto di farlo. Non addossarti colpe che non hai, Lily. Niente ma- aggiunse appena la ragazza aprì bocca per ribattere. -Ora dormiamo un po', d'accordo?-
Si misero a letto, stringendosi per riuscire a starci entrambe, e Lily ebbe appena il tempo di dire a Sarah quanto le fosse mancata prima di cadere in un sonno profondo.
-Mi sei mancata anche tu- disse Sarah, consapevole del fatto che non potesse sentirla. Chiuse gli occhi cercando di scacciare dalla mente il volto di Kevin e i lividi dell'amica e passato qualche minuto riuscì ad addormentarsi anche lei.








Eccomi qui! Ho già finito il capitolo, non so bene come io abbia fatto ma eccolo qua! Spero che vi piaccia e come al solito qualunque commento o critica (purché costruttiva e non offensiva) è ben accettato :)
Mi scuso ancora una volta per la lunghissima attesa ma mi fa piacere sapere che nonostante tutto ci sia ancora qualcuno che segue la storia. Per quanto riguarda i futuri aggiornamenti, saranno uno ogni due settimane e probabilmente non avranno un giorno preciso.
Credo di aver detto tutto quello che c'era da dire... Per cui enjoy
Myra

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