Come papaveri d'inverno

di Caarlk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capito 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


É difficile spiegare il tuo stato d'animo quando stai partendo migliaia di chilometri lontano dalle persone che ami. Non era stata una scelta facile, ma era sicuramente la migliore. 

Vedere le persone a cui vuoi bene che ti salutano per l'ultima volta da dietro dei pannelli dell'aeroporto.. La felicità di mio padre vedendomi felice, la tristezza di mio fratello Jessie e la preoccupazione di mamma sapendomi in un altro continente. Non è facile, non rendono le cose semplici ma è giusto che io segua i miei passi e faccia le mie scelte.

Mio padre, il reverendo John, aveva fatto i salti di gioia quando avevo annunciato di voler continuare a studiare storia dell'arte e il desiderio di voler diventare archeologa. 

Erano tutti felici per quella scelta, un po' meno quando hanno saputo del trasferimento; mamma ha pianto quasi due giorni. 

In realtà non conosco molto della Francia, di Parigi in particolare; a parte la torre Eiffel, il notre dame, l'arco del trionfo e il Louvre...  Ho sempre visto Parigi nelle foto, nelle cartoline, ma mai di presenza. 
Ho sempre voluto assaporare i profumi della Francia.

E adesso eccomi qui. A Parigi. Mi ritrovo in un rinomato college a studiare storia dell'arte. Fin da piccola ho desiderato diventare come quegli uomini in TV che ritrovano pezzi di storia. Con gli anni questa passione non è andata scemandosi e adesso, mi ritrovo qui. 

Ho sempre desiderato visitare la Francia, ma non avrei mai pensato di doverci vivere e la cosa mi elettrizza, non poco.

Una cosa mi preoccupa molto, e non è la lingua; ma gli amici. Non che non avessi amici ad Atlanta, ma non ho mai avuto quel tipo di carattere da conquistare tutti con una sola parola, sono più il tipo che si mette in disparte e aspetta che sia qualcun altro a rapportarsi. Maledetta timidezza.

Odio questo lato del mio carattere perché nasconde quello che posso veramente dare ad una persona. Trovo davvero gratificante e umile aiutare chi ne ha bisogno, e questo non c'entra con il fatto che sia la figlia del rabbino. 

A prescindere dagli insegnamenti di mio padre, in casa e in chiesa, ho sempre voluto aiutare gli altri e dare il meglio di me stessa per farlo. Il problema è quando la rabbia prende il sopravvento sulla dolcezza e l'umiltà. Non riesco a tenere a freno la lingua e questo ha portato spesse volte problemi.

Entrando nella camera singola, che dovrà ospitarmi per un lungo periodo, decido di renderla più calorosa abbellendola con delle fotografie della mia famiglia. 
La fotografia, ecco, un altra grande passione.

Ho scattato la mia prima fotografia quando avevo tre anni, con la macchina fotografica di nonno Greg, fotografando il cane mentre dormiva. Da quel giorno é diventata come un ossessione. 

Poco prima di diplomarmi avevo una scelta importante da fare, venire a Parigi e studiare storia dell'arte o andare a New York e studiare fotografia. É stata la scelta più importante della mia vita, la più difficile e la più ragionata. Ma ho deciso con il cuore, e non so bene per quale ragione abbia scelto Parigi, ma eccomi qui, e non posso tirarmi indietro adesso.

Uscendo dalla stanza mi ritrovo i un corridoio affollato e che puzza di sudore. Ragazze che entrano ed escono dalle camere, borse, valigie e borsoni sparsi sul pavimento, un vero caos. 

Stando attenta a non inciampare su qualcosa, vado verso la sala comune. Al centro della stanza quattro grandi divani, che formano un quadrato, occupano la maggior parte dello spazio, più a destra diversi tavolini con delle sedie dove poter studiare o leggere un libro, a sinistra invece, delle grandi finestre che illuminano tutta la stanza facendola sembrare più grande e accogliente, nonostante le pareti rosse.

Uscendo dal dormitorio, a pochi chilometri di distanza da lì, si trova la caffetteria. Entrando l'odore del caffè mi inebria le narici e ne ordino subito uno. 

Seduta nel mio tavolino, con accanto il caffè e un libro fantasy, riesco quasi a stare bene, come se fossi a casa. D'un tratto qualcuno sbatte con il piede sulla mia borsa, adagiata sul pavimento, e cade di peso a terra 

"Oh mio Dio!" Esclamo alzandomi e aiutandolo "Stai bene?" Dico "Oh... Si... Ehm.. To...tout .." "Eh sì sto bene. Il tuo francese un po' meno" il ragazzo si alza e mi sorride 

"Oh.. Si.. Sono arrivata adesso e non sono molto pratica.. Un momento.. Non sei francese?"
"Mio padre é americano ed è per questo che parlo due lingue" 

Restiamo qualche minuto a guardarci e poi, goffamente, lo invito a sedersi al tavolo con me. 

"Oh che distratto scusami, io sono Aaron" dice porgendomi la mano "Cassie" rispondo sorridendo

Aaron é un bel ragazzo, occhi azzurri, labbra carnose e capelli biondo cenere. 

"Quindi Cassie, dimmi.. Da dove vieni?" La sua voce è dolce e suadente allo stesso tempo, é rilassante. "Vengo da Atlanta" rispondo sorridendo "E cosa ti ha portato a lasciare Atlanta per venire a Parigi?" "Sono venuta per studiare. Studio storia dell'arte alla school of art americana" lui sgrana gli occhi e sorride, un sorriso che mi mette ansia. 

"Che c'è? Non sei un pazzo stalker stupratore che vuole uccidermi adesso che sa dove abito... Vero?" Domando un po' incerta; lui mi guarda e sbuffa a ridere. Cos'ha da ridere?

"Non sono uno stalker stupratore e non voglio ucciderti, ma sai credo proprio che ci vedremo spesso... Anch'io vivo dove vivi tu" risponde dopo aver smesso di ridere.

Rimango sorpresa da questa notizia. Ebbene la prima persona che conosco a Parigi parla la mia stessa lingua ed è anche lui alunno della school of art.. C'è sicuramente qualcosa che non va, io e la fortuna non siamo mai state amiche. 

"Davvero? Wow! Sei la prima persona che conosco! Cosa studi?" 

"Studio arte però vorrei diventare uno scultore, e comunque essendo la prima persona che conosci mi sento in dovere di pagare questo caffè e accompagnarti al dormitorio" 
"Cosa? Nono, pago io io caffè ma accetto volentieri l'invito da accompagnatore" rispondo alzandomi di scatto prendendo la borsa per andare a pagare. 

Una volta usciti fuori, il vento di settembre ci accoglie facendo svolazzare i miei capelli. Chiacchierando e parlando del più e del meno, in poco tempo arriviamo al dormitorio, nella sala comune. 

"AARON" sentiamo qualcuno urlare il nome del ragazzo al mio fianco, quando quest'ultimo viene investito da una ragazza che gli salta addosso "Lydia!" Risponde lui abbracciandola.

In quel momento, in quell'istante, la solitudine e la tristezza s'impossessano di me lasciandomi un vuoto nel petto, sento le lacrime salire e quasi scoppio, scappo. Corro nella mia camera e inizio a piangere come una bambina. 

Mi mancano i miei genitori, i miei amici, mio fratello, i miei nonni, la mia camera. È passato soltanto un giorno da quando sono arrivata qui e sento già la mancanza di tutti.. Come posso restare a vivere qui?

Il giorno dopo è l'unico giorno libero che ci rimane prima dell'inizio delle lezioni. Dopo aver fatto una veloce doccia, decido di uscire per fare colazione in caffetteria. 

L'aria di Parigi è meravigliosa, lo stile parigino, l'odore dei croissant appena sfornati, il grigio delle nuvole. Tutto è fantastico.

Una volta dentro la caffetteria, ordino un caffè e un croissant e mi accomodo su un tavolino posizionato in un angolo, prendo il libro dalla borsa e inizio a mangiare. 

Si sta bene in caffetteria, c'è confusione ma ognuno si fa i fatti propri, l'odore del caffè e dei croissant riempie tutto il locale e i riscaldamenti alleviano il rossore delle guance, formatosi per via del vento freddo.

"Cassie" non appena sento il mio nome alzo il viso per vedere chi chiama. Poco dopo ricordo che sono in Francia e non conosco nessuno a parte il ragazzo di ieri, Aaron.

Per l'appunto, quest'ultimo si dirige con passo svelto verso il mio tavolo. 
"Mademoiselle Cassie, perché siete fuggita ieri sera? Non vi ho più visto dopo l'arrivo della mia amica Lydia" senza chiedere il permesso aveva preso posto davanti a me 
"Monsieur Aaron, non stavo molto bene e scusami se sono andata via senza salutare.."

"Non preoccuparti" dice mentre prende il mio croissant e gli dà un morso "A proposito, stanno arrivando dei miei amici, che frequentano anche loro il college, gli ho detto di vederci qui.. Così te li farò conoscere!" Conclude dando un altro morso "Aaron!" Lo rimprovero

"Io però quello volevo mangiarlo" dico indicando un pezzetto del croissant rimasto. "Chiaro.. Sei venuta per mangiare.. Vado a prenderne altri" dice alzandosi e andandoli a prendere.

Ritorna poco dopo seguito da due ragazze, sono more e alte, si avvicinano ridendo verso il tavolo, una volta giunti si siedono e mi porgono la mano, una è Lydia la ragazza che della sera prima; capelli castani e occhi del medesimo colore. L'altra si chiama Emma, é mora anche lei ed ha gli occhi verdi ed é parigina. 

"Come mai frequenti una scuola americana?" Domandi curiosa "Per la lingua.. Ormai devo dire che parlo benissimo la vostra lingua, quasi meglio della mia!" Risponde lei sorridendo

É bello, nell'aria c'è odore di amicizia, come se conoscessi questi ragazzi da tempo quando in realtà li conosco da pochissimo. Mi sembra di essere a casa circondata dai miei amici Carol, Andrew, Joy e Alex.

Dovrei smettere di pensare ad Atlanta, riuscirò ad avere nuovi amici ed imparerò a sentirmi a casa. Si, farò di Parigi la mia nuova casa.

"Aaron ci ha parlato di te ieri! Sei nuova, sola e non parli bene francese, che dici di andare a fare un giro per Parigi oggi?" Domanda sorridente Lydia "Si dai, è una bellissima idea" esclama eccitata Emma. "Va bene" rispondo sorridente. 

"Oh eccolo finalmente!" Esclama ad un certo punto Aaron interrompendo la conversazione di noi donne. Spunta da dietro un tavolino un ragazzo. Sussulto appena lo vedo.

 È bello, ha la carnagione olivastra, folte sopracciglia scure così come la barba, occhi scuri magnetici, rosa labbra carnose, un piercing al naso e capelli quasi biondi, probabilmente tinti. 

"Dom!" Urla Aaron sventolando una mano per farsi vedere. Dopo uno sguardo veloce il ragazzo si avvicina al tavolo. 

Calma Cassie, calma. Non è il primo bel ragazzo che vedi, che succede?

Il ragazzo una volta giunto al tavolo, e abbraccia le due ragazze e saluta Aaron con delle pacche sulla schiena, poi mi fissa. 

"Monsieur De la croix, lei è la nostra nuova amica Cassie" dice Aaron notando il mio imbarazzo. Il ragazzo mi porge la mano e sorridendo risponde "È un piacere conoscerti Cassie, io sono Dominic" 

Credo che sia il ragazzo più bello e attraente che abbia mai visto. Ha qualcosa di misterioso e affascinante; soltanto guardandolo meglio riesco ad intravedere dei tatuaggi sulla mano sinistra. 

"Abbiamo deciso di andare a fare un giro per far vedere la città a Cassie, vieni con noi?" Chiede Lydia al ragazzo che, dopo essersi seduto accanto l'amico, aveva addentato un croissant. Si volta verso Lydia e, per evitare di parlare con la bocca piena, annuisce per poi continuare a parlare con Aaron. 

Credo che mi piacerà Parigi, credo che farò di questo luogo casa mia. 






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Salve a tutti! 
Il cognome di Dominic, che sarebbe "DE LA CROIX" si legge "DE LA CRUA".

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


L'imponente cattedrale si ergeva davanti i miei occhi facendomi restare a bocca aperta. 
Mai avevo visto qualcosa di più bello e antico nello stesso tempo. 

"È proprio bella, no?" Aveva detto qualcuno alla mie spalle. "Si... Davvero magnifico" 

"Come mai hai scelto proprio Parigi come luogo dove studiare" Dominic mi stava rivolgendo la parola da diversi minuti, ma io ero troppo impegnata a contemplare il Notre Dame. 
"Parigi è bella!" Risposi voltandomi nella sua direzione per poterlo, finalmente, guardare.

I suoi pozzi scuri mi stavano squadrando dalla testa ai piedi. Il suo sguardo magnetico e attraente, il naso dritto decorato da quel brillantino che luccica alla luce del sole, le folte sopracciglia che gli danno un'aria da duro, la barba e la mandibola marcata che definiscono la perfezione del suo viso. 

"L'ho scelta anche per cambiare aria.. E poi mi piace il francese" avevo risposto poco dopo, si era sicuramente accorto che lo stavo guardando. "Ma tu sei francese? Cioè, il tuo nome sembra francese ma parli benissimo la mia lingua" 

"Mio padre è americano, mia madre francese. Sono nato qui in Francia e quando avevo pochi mesi ci siamo trasferiti nella nuova casa a New York, i miei genitori sono ancora lì ma come te, ho deciso di cambiare aria e tornare dove sono nato"

"Oh vieni Cassie, devo farti assaggiare una cosa!!" Emma mi aveva travolto prendendomi sotto braccio e tirandomi, lontano da Dominic, verso una crêperia.

"Adesso ti faccio mangiare una cosa buonissima, la crêpes con il gelato!!!" Continuò ancora euforica.
"Guarda che anche in America ci sono le crêpes con il gelato..." 
"Sì ma non è come mangiarli in Francia!"

L'altro uragano, Lydia, aveva preso l'altro mio braccio e aveva iniziato a dire cose assurde e senza senso. 

"Andremo a vedere l'alta moda" "magari diventiamo modelle" "gireremo delle case di moda" "non ci perderemo nemmeno una sfilata" "Parigi è la capitale della moda!" "Ci divertiremo un mondo" 
E io cosa posso fare se non ridere? 

Mi giro verso Emma, con il sorriso sulle labbra, che mi sussurra: "è così..sembra pazza ma in realtà è solo felice di averti conosciuto!" 

Una volta dentro la crêperia , tutti ordinano qualcosa e anch'io decido di prendere, sotto consiglio di Lydia, una crêpes con gelato al cioccolato, panna e fragole. 

"Questo è il mio pranzo quindi.." Avevo sussurrato più a me stessa che agli altri 
"Sei impazzita? Dopo ci aspettano le escargot!!"  Aveva detto Aaron

"Cosa?" Dovevo avere una faccia sconvolta dato che tutti mi guardano sul punto di ridere. No, mai e poi mai avrei mangiato lumache in vita mia. "No no, non è cibo per me quello.. Preferisco il cibo dei fast food alle lumache" 

"Ehi non dire lumache! Suona brutto, si chiamano escargot e sono deliziose" 
"Davvero Aaron, spero tu stia scherzando!" Dico schifata e tutti scoppiano a ridere. 

Adesso sono confusa, che hanno da ridere? Sono davvero così buffa? Fa davvero ridere il fatto che non voglia mangiare delle lumache? 

"Aaron sei un cretino!" Aveva detto Emma dandogli un leggero pugno sulla spalla. "Stai tranquilla Cassie noi non mangiamo escargot."
 Oh beh, meglio così perché avrei sicuramente deciso di digiunare anche una settimana intera, ma mai e poi mai avrei messo in bocca quella viscida e molle lumaca cucinata con il ragù. Mai! 

"Già Cassie" continuava Dominic "Non mangiamo le escargot con il ragù e basta, di solito le facciamo mettere sulla pizza! Danno un sapore spettacolare!!"

"Guardate che se è uno scherzo non è divertente.... Potrei tornare subito a casa per questo!" Risposi ridendo nervosamente, mente tutti gli altri invece ridevamo di gusto e Aaron e Dominic si davano il batti cinque. 

"Stanno scherzando. Non li mangiano né in un piatto ne sulla pizza! Le mangiano con la crêpes!" Aveva aggiunto Lydia facendo ridere tutti un'altra volta. Questa volta risi anch'io perché so che infondo scherzano... Spero!

Finalmente il cameriere si avvicina a noi e dopo qualche sorriso e dei numerosi e calorosi "merci" da parte di ognuno di noi, iniziamo a mangiare. 

Tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo che non ci sono lumache nelle crêpes dei miei amici e mi prendo in giro da sola per averci anche solo creduto, che stupida. 
Esco il cellulare dalla tasca del mio giubbotto e subito scatto una foto al piatto.

"Non dirmi che tu sei una di quelle che fotografa ogni cosa e la pubblica sui social con tutti quegli hashtag e cose varie...." Aveva detto Dominic 
"No, non pubblico ogni cosa però faccio tante foto... La fotografia era l'altro mio indirizzo in alternativa alla school of art "

"COSA??" Quasi perdo l'udito per l'acuto di Lydia. "Davvero? Cioè tu sei tipo... una fotografa?" 

"Fotografa è un parolone però qualcosa di simile.. Perché? È strano?" 

"Dio no! È..Wow! È davvero figo! Beh sai in realtà io ho un sogno nel cassetto...."

"Eccola..." Aveva detto Aaron 
"Ci risiamo" disse Dominic continuando 
"Ancora con questa storia?" Aveva aggiunto per ultima Emma 

"Diciamo che è un desiderio che ho da quando sono piccola... Ho sempre desiderato fare la modella, anche essere pittrice è sempre stato il mio sogno, ma mi piaceva immaginarmi sulla copertina delle riviste più IN oppure in una sfilata di alta moda, magari di Versace o di Roberto Cavalli o di qualunque altro stilita italiano famoso! Ho provato a mandare qualche mio book ma vengono tutti rifiutati per la scarsità delle foto.."

"Oh ma non c'è problema, posso farti io qualche foto se vuoi" risposi sorridendo.  

"Cosa? Davvero? Lo faresti per me?" Lydia è davvero euforica "Si.." Un altro urlo mi invade l'orecchio destro e mi sento stritolare, quasi mi soffoca con questo abbraccio. "Grazie, grazie, grazie!!!!! So già che diventeremo grandi amiche noi due!!!" 

"Oh certo Lydia! Diventa amica con Cassie solo perché ti farà delle foto!" Aveva aggiunto Aaron quando Lydia si era calmata e si era di nuovo seduta nella sua sedia. 
"Cos'è sei geloso? Anche tu sei mio amico e non mi hai mai fatto una foto!" Aveva risposto a tono lei "E poi non sono amica con Cassie solo per le foto, mi sembra che lo ero anche prima di sapere della sua vita segreta da fotografa" 

"Ma io non ho una vita segreta da fotografa" dissi ridendo. "Oh beh, hai capito cosa voglio dire!"

L'uragano Lydia ci aveva fatto divertire tutto il giorno. Avevamo passato una giornata meravigliosa, girando per Parigi, mangiando crêpes e ridendo.

Credo di essere stata davvero fortunata a conoscere delle persone come loro, gentili e cordiali sin dal primo momento, premurosi e accoglienti, simpatici e allegri e chi più ne ha ne metta! 

Siamo tornati nel dormitorio verso le sei del pomeriggio e decisi di lasciare tutti per stare un po' sola nella mia camera dopo una calda e rilassante doccia.

Una volta stesa sul letto mi ritrovo a pensare a quanto io sia fortunata, ho la fortuna di avere una famiglia, anche se adesso è lontana da me, che mi ama e non mi ha mai fatto mancare nulla; ho la fortuna di avere un fratello premuroso e dolce che farebbe di tutto pur di vedermi felice, ho la fortuna di avere degli amici ad Atlanta che mi vogliono bene nonostante abbia deciso di prendere un aereo che mi ha portato dall'altra parte dell'oceano, ho la fortuna di poter studiare a Parigi, cosa che non tutti possono fare, e adesso ho avuto la fortuna di conoscere delle persone magnifiche.

Forse la mia vita non è un completo disastro come ho sempre pensato. 
Fino a poco tempo fa non avrei mai pensato di avere degli amici così alla moda e strepitosamente e schifosamente belli , ma questo non significa che io sia da buttare confronto a loro...Diciamo però che sono quasi passabile... 

Ecco il mio più grande problema: l'insicurezza. 

Non mi vedo mai abbastanza per niente; mai abbastanza bella, mai abbastanza alla moda, mai abbastanza, mai all'altezza.

Nessuno mi ha mai voluto e ho sempre pensato che fosse dovuto al fatto che mio padre fosse il reverendo, invece quando mio padre ha quasi "mollato la presa" su di me, nessun ragazzo si è comunque interessato ed è stato allora che ho capito di non essere abbastanza. 
Spesse volte mi imbarazza stare nella stessa stanza con tante persone, ragazze specialmente, sono tutte così belle, alte e magre... Non che io sia bassa e grassa, diciamo che la mia statura è più o meno normale per la mia età ma i chili di troppo si fanno sentire, sopratutto sui fianchi. 

Carol, la mia migliore amica ad Atlanta, ha sempre detto che sono fisicamente perfetta, io non credo che sia così. Ho spesse volte preso delle pillole per dimagrire, all'insaputa dei miei genitori ovviamente, ho fatto diete su diete e allentamento fisico fino allo sfinimento, ma non ho visto nessun risultato. Spesso e volentieri evito di pranzare o cenare proprio per riuscire a "mantenere" la linea o magari riuscire a perdere qualche chilo, ma questo ha procurato parecchi problemi nell'ultimo periodo. 

La mia famiglia e Carol hanno scoperto questa cosa e hanno provato molte volte ad aiutarmi senza nessun risultato. Io non credo di essere malata, io credo soltanto di avere qualche chilo di troppo e saltando qualche pasto magari riesco a buttarlo via.. 

Una volta mi capitò di abbuffarmi di dolciumi, dio quanto mi sentii in colpa quel giorno..
Mi chiusi in bagno e vomitai tutto quello che avevo mangiato, ogni singola caloria e zucchero che il mio corpo aveva ingerito finì nel fondo del water della mia camera. 
E quella non fu né la prima né l'ultima volta. 

Mi capita ancora oggi di mettermi due dita in gola e vomitare tutto quello che ho mangiato. 
Il problema è che ormai non lo faccio soltanto quando mangio troppo, lo faccio quando qualcuno a cui tengo mi delude, lo faccio quando sono arrabbiata, per punirmi. 

Punirmi, questa è la parola giusta. 
Mi punisco perché non riesco a contenermi quando mangio, mi punisco perché non mi vedo bella, mi punisco perché odio il mio corpo, mi punisco perché tutte le persone a cui tengo alla fine vanno via. È sempre stato così, prima o poi tutti si stancano di me. 

Senza nemmeno accorgermene sento le guance bagnate, il pianto è l'unico mio amico in tutta questa situazione. Mi ritrovo spesso chiusa nella mia camera a piangere, magari anche senza nessun valido motivo ma è qualcosa che riesce a farmi calmare e sfogare, sopratutto dopo aver vomitato. 

Mi addormento così, con delle lacrime amare che solcano le mie guance e con il ricordo dei miei genitori che mi abbracciano poco prima di salire sull'aereo per la Francia. 

Quando apro gli occhi, guardo la sveglia e noto di essere in anticipo, cosa davvero strana da parte mia, decido di alzarmi, anche se la voglia è pari a zero, e dopo una veloce doccia mi vesto ed esco andando dritta verso la caffetteria. 

Preso il caffè e un croissant e mi dirigo verso l'edificio dove si terranno le lezioni per tutto l'anno scolastico e inizio a cercare la mia classe.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sentii qualcuno scaraventarsi contro di me facendomi arrivare con il sedere sul pavimento e facendo volare la mia borsa con tutto il suo contenuto.  

Oh ma che bel quadretto! Sei stesa per terra con uno sconosciuto che è a meno di dieci centimetri dalla tua faccia con tutte le tue cose sparse per terra.. Ma che bell'inizio!

Ci mancava solo la mia coscienza.. 
Sei ancora per terra..

"Scusami, stavo correndo e non ti ho vista" 

Oh bene, non solo estremamente bello ma ha anche una voce che farebbe sciogliere un cubetto di ghiacchio dentro dell'acqua gelida!

"Oh sì, non preoccuparti.." 

Ma cosa fai? Oh, si? Ma cosa stai cercando di fare? Guarda che non stai girando un film a luci rosse e non devi gemere. Posso capire che la posizione in cui vi trovate può essere scomoda ma non esageriamo! A tal proposito, quando pensi di alzarti? Si, il misterioso ragazzo sopra di te è bello ma la gente attorno a voi a mio parere è scomoda, davvero fastidiosa.

Come se avesse sentito i miei pensieri si alzò da terra e iniziò a raccogliere le mie cianfrusaglie che erano ancora sul pavimento. 

Ma dico, ti alzi? Sta raccogliendo le tue cose mente tu sei in ginocchio a guardare.

Mi porge una mano, per aiutarmi ad alzarmi, e con questa anche la borsa con tutte le mie cose dentro. 
Si può essere così belli  senza fare niente in particolare? 

Ha gli occhi color nocciola e un sorriso che metterebbe calma anche ad una persona in preda ad un attacco di panico. 

"Ti sei fatta male? Mi dispiace davvero"

Mi sono fatta male? No, sto benissimo. Più che altro mi sta facendo male il tuo sguardo che mi fa sentire nuda, davanti a te che sei uno sconosciuto.
Stupida, parla!

"Nono, davvero sto bene"

Com'è che si dice? Ah sì, salvata in calcio d'angolo. Ma ti sembra modo di fare questi discorsi sullo sguardo mente lui ti parla e aspetta una tua risposta ?

"Perdona la mia dimenticanza, non mi sono presentato, io sono Joe" dice porgendomi per l'ennesima volta la mano. 

Ha le mani soffici.
Rispondi!

"Cassandra, per tutti Cassie"

Ma tutti chi? 

Afferrai con decisione la sua mano e sorrisi a quel meraviglioso ragazzo che sembrava un angelo sceso in terra. Se avessi saputo prima che Parigi è popolata da bellissimi ragazzi non avrei esitato un attimo a scegliere! 

"Beh Cassie io devo andare ma ci rivediamo! Voglio offrirti il pranzo" dice alzando un braccio per salutarmi mentre si avvia correndo verso un altro corridoio.

Come lui, mi avvio anch'io verso l'aula per non arrivare in ritardo, non il primo giorno almeno. 

Una volta dentro decido di scegliere un posto non troppo vistoso e mi siedo aspettando che arrivi qualcuno, dato che sono la prima arrivata e la classe è ancora vuota.

Prendo il telefono dalla tasca e inizio a guardare le mail e mi stupisco quando ne trovo una di mio fratello.

Da: jessie@badboy.com
A: cassandra@cassie.de

Ciao stella, come stai?
Spero che il viaggio sia andato bene! Sai ho sentito in TV di un aereo che stava per schiantarsi su un campo di patate diretto per Parigi, pensavo fosse il tuo invece tu eri già lì da un giorno intero, sei anche fortunata!!! Come vanno le cose? Immagino che tu abbia uno schifo di camera con uno schifo di coinquilina pazza e che puzza pure... Non vorrei essere nei tuoi panni cara sorella. Qui a casa si sente già la tua mancanza... Papà in chiesa non fa altro che lodarti e vantarsi di avere una figlia che studia a Parigi e mamma invece, non fa altro che frignare tutto il tempo perché "gli manca la sua bambina" quasi non la sopporto più !! Ho visto Carol in chiesa questi giorni e ha detto che ti scriverà al più presto... Oh mi ha detto anche di dirti di un certo Cameron...o Gideon? Spero vivamente che questo ragazzo non abbia a che fare con te, e a proposito di ragazzi... Cassie seriamente, sta attenta e non esitare a raccontarmi quello che ti succede. Sono tuo fratello tu puoi, anzi ti devi, fidare di me!
Adesso devo andare, mamma ha bisogno di una mano con la cena... Ti mandiamo un fortissimo abbraccio. 
Ti voglio bene, Jessie.


Come ho fatto a non vederla prima? Jessie è il fratello che tutti vorrebbero! È sempre dolce con tutti ma riesce anche ad essere cattivo quando vuole, mi ha sempre difeso e per quello che riesco a ricordare, mi ha sempre chiamato stella. 

Da: cassandra@cassie.de
A: jessie@badboy.com

Ciao Jess! 
Ti farà piacere sapere che non ho nessuno schifo di coinquilina pazza, perché le camere sono singole, e che la mia camera non è uno schifo.. E ho anche un bagno tutto mio!!! Non ho ancora capito per quale motivo ti fai chiamare bad boy quando di bad non hai niente... Tralasciando questo particolare, io sto bene, mi sono già fatta degli amici che mi hanno portato a visitare la città. Qui tutto è fantastico, c'è un sacco di storia in ogni strada e in ogni vicolo.. Ho mangiato una crêpes con il gelato la panna e le fragole, hai presente quando andavamo da Peter's caffè e prendevamo la crêpes e il gelato? Ok, non andarci più! Quella che fanno li è proprio uno schifo in confronto a questa che è fantastica e ne mangerei a tonnellate! 
Salutami mamma e papà e digli che mi mancano anche loro, e se vedi Carol prima che mi scriva dille che Malcolm (non Cameron e nemmeno Gideon) mi ha salutato prima di partire e che voglio sapere come sono andate le cose. Non fare domande perché tanto non ti risponderò, sono cose da ragazze che tu non potresti capire nemmeno se te le spiegassimo. 
Adesso devo andare perché sono a lezione, il primo giorno... Ho paura di non capirci niente se il professore inizierà a parlare in francese.. 
Un bacio, la tua stella. 


Dopo aver mandato l'email, mi accorgo che la classe è già piena e una ragazza si sta avvicinando a me.
"Posso?" dice indicando il posto libero al mio fianco, annuisco e tolgo la borsa dalla sedia che sarà occupata da lei, poggiandola sul pavimento

"Ciao, piacere io sono Yvonne" porgendomi la mano "Io sono Cassie"

Yvonne è sicuramente una delle più belle ragazze che abbia visto finora, un po' come Emma e Lydia.
Gli occhi scuri così come i capelli, lunghi fino alla spalla, scura come anche la sua carnagione. È la prima persona di colore che conosco a Parigi, di solito ho visto soltanto persone bianche, davvero troppo bianche. 

"Spero che questo professore non sia deludente.." Mi dice sussurrando. Ha davvero un bel sorriso e il bianco dei suoi denti risalta ancora di più quando ride. 

"Oh si lo spero anch'io..." 
"Hai un accento strano.. Non sei una parigina il che vuole dire che studi francese?"
"In realtà sono americana e sono venuta qui per studiare e imparare il francese" 

Yvonne batte forte le mani "Che figo! Io sono francese, i miei genitori sono fuggiti da giovani dall'Africa,quindi in realtà sono anche mezza africana, ma sono nata a Parigi!" 

Qualche minuto dopo varcò la soglia della porta una donna bassa e robusta, con una borsetta rosa in spalla e un tailleur color panna. 

"Quella donna è la professoressa più temuta dentro tutto questo posto. Ho sentito dire che è severa e non ha mai avuto simpatie per nessun alunno.. Dicono che sia un tiranno!" 

La professoressa poggia la sua borsa sul banco e subito estrae una barretta di cioccolato dalla borsetta.

"Salve ragazzi. Io sono la professoressa Meunier, passeremo molto tempo insieme e studieremo diversi argomenti come per esempio letteratura, storia dell'arte, storia della nazione e ovviamente francese."

"Wow, figo!" Dice un ragazzo seduto qualche banco avanti il mio. 

"Mi scusi, lei è monsieur....?"

"Sono Alex, Alex Montez!" 

"Bene monsieur Montez, si metta bene in mente che non sarà facile seguire i miei corsi. Esigo lealtà, collaborazione e sopratutto RISPETTO! Rispetto nei miei confronti che sono la vostra insegnate e rispetto fra voi stessi. Non voglio sentire nelle mie ore la parola PROF. Ogni volta che avrete bisogno di me mi chiamate miss. Quindi caro monsieur Montez meglio se inizia ad ascoltare le mie lezioni e toglie da davanti i suoi occhi quello stupido aggeggio elettronico se non vuole restare indietro già da adesso" 

"Pro... Miss Meunier, dovremmo studiare francese con lei, lei è francese o americana come la maggior parte delle persone qui?" Interviene un altro ragazzo seduto dall'altra parte dall'aula. 

"Sono di origini americane ma sono cresciuta in Francia, parlo benissimo le due lingue ed per questo che sarò felice di fare qualche lezione che non sia francese, in francese!" Dice sorridendo 

"Oh no..." Sussurro 
"Non sei messa bene con il francese?" Mi chiede Yvonne 
"Diciamo che qualcosa la capisco ma quando devo parlare sembro una stupida!" Risposi sempre sussurrando per non farmi sentire dalla miss che mangia la sua barretta di cioccolato. 
"Possiamo fare uno scambio. Io ti aiuto in francese e tu.. Beh tu farai qualcosa per me quando ne avrò bisogno" risponde anche lei sussurrando e abbassando il viso quando nota che la miss guarda in questa direzione.
"Ci sto!" Dico porgendole la mano destra che lei si presta a stringere. 

"Oggi cari élèves inizieremo a parlare della storia della Francia...."

"Yvonne, élèves.." 
"Alunni, significa alunni.. Scusa ero distratta!"

"Scusatemi, quelle due care  jeunes filles lì in fondo... Posso sapere come vi chiamate e cosa avete di così importante da dirvi?"

"Miss è un immenso piacere conoscerla io sono Yvonne De Beau e sono francese, la mia amica al mio fianco invece è.."  Tende la mano indicandomi e aspettando che continui io a parlare al posto suo per presentarmi 

"Salve, sono Cassandra Wilkerson e vengo dall'America, da Atlanta"

"Bene modemoiselle, adesso restate in silenzio perché non voglio più sentirvi parlare, chiaro!?" 

Tutta la classe annuì e la professoressa continuò a parlare a vanvera e a mangiare la barretta di cioccolato che sembrava non finire più. 

"Modemoiselle Wilkerson mi racconti un po' della sua vita è come mai ha scelto di venire a studiare in Francia" 

Ovviamente con almeno 20 studenti in classe proprio te doveva scegliere...
Silenzio!

"Oh si, ho 18 anni e come le ho già detto vivo ad Atlanta, anzi vivevo. Mio padre è il reverendo della chiesa locale e mia madre e la coordinatrice del coro. Ho un fratello che si chiama Jessie che è due anni più grande di me ed è rimasto ad Atlanta per continuare gli studi e stare vicino la famiglia.. Ho scelto Parigi perché non volevo più restare ad Atlanta, per diversi motivi, è poi anche perché uno dei miei più grandi sogni era almeno visitare questo luogo invece ho la fortuna di poterci vivere" 

"E lei modemoiselle De Beau?" 

"Io sono francese ma ho origini africane, i miei genitori sono figgiti dall'Africa da giovani e hanno deciso di rimanere qui. Sono nata a Parigi e ci vivo tuttora con la mia famiglia. Ho scelto questo college perché ho voglia di imparare una nuova lingua perché in futuro vorrei trasferirmi in America per lavoro."

"Noto con molto piacere che due mie élèves sono molto ambiziose! Lei invece in fondo è monsieur?" 

"Salve miss Meunier, io sono Joe Borden e sono americano" 

Cosa? Joe?
A quanto pare il ragazzo che ti è venuto addosso e tuo compagno di classe, forse la fortuna ti sta guardando per una volta.. 
Mi giro di scatto e noto con piacere che stava già guardando verso di me. 

"Vengo da New York e ho scelto questo college perché mio nonno era un pittore ed era francese e voglio seguire i suoi passi."

Resto incanta a guardarlo con uno strano sorriso in volto, cosa che fa anche lui non appena distoglie lo sguardo da miss Meunier. 

"Sei tu?" Mimo con le labbra.
"Dopo ti offro il pranzo, te l'avevo detto!" Risponde anche lui muovendo le labbra senza far uscire alcun suono. 

"Ma lo conosci? È davvero un bel ragazzo, troppo biondo per i miei gusti ma è davvero un Figo!" Sussurra Yvonne per non farsi sentire dalla miss che sta ancora interrogando il resto della classe. "L'ho conosciuto stamattina per sbaglio, mi è salito addosso mentre correva in corridoio, e adesso ha deciso di offrirmi il pranzo!" Sussurro. 

"COSA?" Grida Yvonne.

Tutti rimangono zitti e miss Meunier si volta verso di noi furiosa. 

"Modemoiselle De Beau qualcosa non va?"  Dice arrabbiata 

"Sono rimasta... Si sono rimasta senza parole per quello che ha appena detto il mio compagno" risponde indicando il ragazzo che stava parlando 
"Ah sì? Trova davvero così strano da restarci senza parole che il suo compagno sia rimasto orfano?"  È davvero arrabbiata. 
"Orfano? Mi scusi ma sono sicura di aver sentito che suo padre ha delle aziende in Spagna..." 
"Oh bene" dice miss Meunier addolcendosi un po' "questo dimostra che stava davvero ascoltando.. Beh torni a fare quello che stava facendo senza più disturbare con le sue urla!" 

Si gira verso di me e mi fa l'occhiolino per poi tornare ad ascoltare la professoressa.
Quando finalmente suona la campanella della pausa, Joe si catapulta su di me 

"Non sapevo che ti avrei rivista così presto!" Dice sorridendo 
"Neanch'io ci avrei scommesso così tanto!" Sorrido a mia volta
"Ti va di pranzare? Te lo devo" dice porgendomi il braccio come se fosse un galantuomo che accompagna la sua dama.
"Oh sì, grazie!" Prendo la mia borsa in spalla e accetto il braccio di Joe e insieme usciamo dall'aula diretti alla mensa.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Allora Cassandra raccontami un po' di te!" 

"Joe... Joe caro... Se vuoi continuare a parlarmi ed essere mio amico non devi più chiamarmi Cassandra!" Dico sorridendo mentre picchietto la mia mano sulla sua spalla e, ovviamente, lui inizia a ridere.

Ha davvero una bella risata e dei bei denti. 
Da vicino i suoi occhi sono ancora più belli e guardandoli attentamente si riesce a capire quanto dolce possa essere questo ragazzo. 

Da quando sono arrivata qui non faccio altro che fantasticare sui ragazzi, dovrei iniziare da subito a concentrarmi sullo studio! 

"Va bene Cassie! Allora raccontami di te!" 

"Come hai già sentito sono la figlia del reverendo della chiesa di Atlanta, e ti assicuro che non è facile! Ho un fratello più grande di me e gli voglio un mondo di bene anche se spesso è una rottura di scatole assurda. Capisco il francese ma non lo so assolutamente parlare e ho già conosciuto dei ragazzi fantastici che mi hanno fatto visitare la città! Credo che basti,no?" Dico sorridendo 

"Ok, tocca a me. Ho 19 anni, dopo il diploma ho deciso di prendermi un anno di riposo e adesso ho fatto questa scelta ed eccomi qui. Sono figlio unico e mi sarebbe davvero piaciuto avere un fratello o una sorella, ma purtroppo i miei genitori hanno deciso di non farne più per svariati motivi. Anch'io come te capisco il francese e posso dire che qualcosa riesco a dirla, vivevo a New York e spero di ritornarci un giorno perché amo la mia città, e non ho nessun problema con gli amici perché conoscevo già parecchie persone... Credo che possa bastare,no?" Finisce sorridendo. 

Senza nemmeno accorgercene abbiamo attraversato metà del college e siamo arrivati nella mensa. È grande con dei tavoli rotondi che possono accogliere più o meno sei persone.

 "Dove ci sediamo?" Domando 
"Facciamo che tu vai a scegliere il tavolo e io prendo il pranzo anche per te. Va bene qualsiasi cosa?" Annuisco e vado a cercare un tavolo libero.

Una volta seduta rimango ferma a guardare Joe che fa la fila per prendere il pranzo. 

Non si può proprio dire che sia un brutto ragazzo e fra l'altro finora si è comportato da gentiluomo. 

È bello ed educato cose che purtroppo non si vedono quasi più nei ragazzi d'oggi. 

Sono sicura che se fossi nata cinquanta, o sessant'anni fa, sarei stata molto più felice di adesso. Avrei sicuramente trovato marito in giovane età, a vent'anni, avremmo fatto dei figli, due o tre al massimo, due maschi e una femmina. Mi sarei presa cura della casa e della famiglia e la sera, dopo aver fatto cenare i nostri bambini e averli messi a letto, avrei aspettato mio marito per passare la notte a letto a farci le coccole, a chiacchierare della sua stancante giornata di lavoro e a fare l'amore. 

Ma tutto questo sarebbe successo se fossi nata molto tempo fa, quindi questo può solo restare un pensiero che non si avvererà mai. 

Non troverò mai un ragazzo disposto a sposarsi presto e a crearsi una famiglia. Ciò significa che darò un grande dispiacere a mio padre. 
Da una parte posso anche capirli i ragazzi, chi vorrebbe sposarsi a vent'anni o poco più? A vent'anni si pensa a divertirsi, ad andare in discoteca, a tatuarsi; si fanno tutte quelle cose che resteranno nei ricordi della giovinezza, e il matrimonio è l'ultimo dei pensieri. 

Credo sinceramente che se non riuscirò a trovare l'uomo della mia vita entro i ventidue anni, per la sua bella faccia da rabbino, mio padre combinerà un matrimonio. Allora sì che sarò davvero infelice per tutta la vita.. 

"Splendeur! Cassie, mon amuor" 

"Scherzi? Ma ti sembra modo di gridare in questa maniera attirando l'attenzione di tutti? Vieni qua e siediti!" Tiro Aaron per la maglia e lo faccio sedere su una delle sedie dato che entrando in mensa ha iniziato ad urlare e fare strani gesti come se fossimo Romeo e Giulietta, salendo anche con un piede sul tavolo. 

"Non vergognarti ma belle, volevo solo darti un caloroso saluto!" Dice sorridendo e abbracciandomi 

"Ma belle?" Rido ridendo 
"Mia bella Cassie... Sei messa proprio male con il francese, tranquilla ti aiuterò io se vuoi. Comunque stanno arrivando gli altri fra poco, possiamo stare tutti insieme, no?" Domande mente poggia i piedi sul tavolo e incrocia le braccia dietro la testa. 

"Si macho, possiamo ma togli quei piedi da lì! E comunque c'è anche un ragazzo che ho conosciuto oggi.. È lì che sta facendo la fila.."  Dico indicando Joe
"Ok, allora io vado ad ordinare le cose per gli altri..." Aggiunge mentre si alza 

"Dove stai andando?" Dice qualcuno alle sue spalle. 

Tre giorni, sono bastati soltanto tre giorni per farmi entrare la sua voce in testa. 

"Amico pensavo che non arrivassi più, ho fame!!" Dice Aaron strappando il vassoio dalle mani di Dominic e poggiandolo sul tavolo, addentando una carota. 

"Sei un porco. Potevi anche aspettare" aggiunge Lydia sedendosi davanti a me e salutandomi mandandomi un bacio. 

"Ciao Cassie!" Aggiunge Emma dandomi un bacio sulla guancia e sedendosi affianco a Lydia. 

D'un tratto sento delle braccia avvolgermi da dietro e un profumo di sigaretta e dopobarba invadermi le narici. 

"Ciao Cassie! Ti va di venire con me in un posto finite le lezioni?" Sussurra Dominic al mio orecchio. 

Sono sicuramente diventata rossa perché sento il viso andare in fiamme. 
Riesco solo a sussurrare un debole "ok".  

"Perfetto!" Esclama lui a voce più alta, lasciandomi un bacio sulla guancia e sedendosi alla mia destra. 

"Ehi che succede? Abbiamo compagnia?" Joe é finalmente arrivato con i nostri vassoi, si siede alla mia sinistra e si presenta a tutti facendo arrossire Lydia. 

Mentre i ragazzi iniziando a mangiare e chiacchierare, mi viene in mente Yvonne. Guardo un po' per tutta la sala e noto con dispiacere che è seduta in un tavolo in disparte da sola.
Senza dare spiegazioni a nessuno mi alzo e vado verso la mia nuova amica. 

"Yvonne!" La chiamo, lei si volta e mi sorride.
"Che stai facendo qui tutta sola? Andiamo, vieni a sederti con noi ! Ti presento i miei amici" dico sorridendole e prendendola per un braccio cercando di tirarla. La sento che sussurra un debole "ok" mentre è dietro di me e mi segue.

Arrivati al tavolo presento Yvonne ai miei amici e ci stringiamo per farla sedere fra di noi. 
"Che bei capelli!" Dice Lydia toccando i capelli di Yvonne che le ride in faccia per l'espressione che aveva fatto. 

"Cosa fai oggi pomeriggio? Ti va di fare un giro con me per la città?" Mi chiede Joe 
"No amico, scusa ma è già impegnata con me oggi" interviene Dominic che alle mie spalle aveva origliato la nostra conversazione. Lo guardo in modo poco carino e, dopo essermi votata verso Joe dico "Scusa Joe ma oggi non posso, ho un impegno con questo troglodita alle mie spalle" 

"Ma troglodita a chi scusa?" Domanda Dominic poggiando la sua mano sulla mia spalla. 
"Tranquilla Cassie! Sarà per un altro giorno" dice ridendo "Comunque adesso devo andare, devo passare in un posto prima di tornare in aula. Ci vediamo dopo" mi lascia un leggero bacio sulla guancia e dopo aver salutato tutto il gruppetto si allontana lentamente. 

"DOMINIC!" Urlo. 

"Che c'è!?" Il ghigno che si crea sul suo viso mi fa ribollire il sangue. 
"Ma sei stupido! Perché origliavi e perché gli hai risposto in quel modo?" 
"Avresti sicuramente accettato di uscire con lui e mi avresti dato buca. Ho dovuto" dice fiero. 

Lentamente mi volto verso Aaron che guarda la scena divertito. 
"Toglimelo da qui, allontanalo da me prima che lo affoghi con le mie stesse mani!" 
"Oh dai non fare così! Ci vediamo dopo baby!" Mi dà un bacio in guancia e corre via. 

"È cretino" sussurra Emma 

Nel giro di dieci minuti sono stata baciata dai due ragazzi più belli che abbia mai visto finora. 
Due ragazzi che a quanto pare sono proprio l'opposto. 

Joe è così dolce mentre Dominic mi sembra più strafottente.

Non vorrei mettermi nei guai con questi due stalloni! 

Quando finalmente le ore scolastiche erano finite tutti insieme tornammo al dormitorio. Feci la strada con quelle che erano diventate le mie nuove amiche, ridendo e scherzando per i professori. Yvonne si era già integrata benissimo fra noi, sopratutto con le ragazze. Sembrava che ci conoscessimo da una vita.

"Sembriamo così legate... Magari in un altra vita eravamo amiche e la storia si sta ripetendo! Io credo nella reincarnazione e nel karma" Dice Lydia 
"Come no! Chiudi la bocca Lydia, non dire stupidaggini " intervenne Emma. 

"Tralasciando il karma e le reincarnazioni, avete visto la professoressa, ah no scusate volevo dire miss Meunier ?" Aggiungo io interrompendo quello che sarebbe stato un dibattito sicuro sulla reincarnazione o il karma 
"Oddio! Sarà il mio incubo, ne sono sicura" aggiunge Yvonne 

"Ne ho sentito parlare... Hanno detto che sia una delle più temute e severe... Ma non credo sia molto vero" 
"No Emma fidati, se dici così è sicuramente perché non l'hai vista.. È un tiranno, è severa e sembra avere mille occhi e orecchie. E poi quella barretta di cioccolato...." Rispondo subito. 
"Vogliamo parlare del suo abbigliamento? Il tailleur ci può anche stare, ma qualcuno ha per caso notato la pochette rosa?" Dice Yvonne facendo ridere tutte. 

"Tralasciando i professori" dice Lydia "Dov'è che devi andare oggi con Dom?" Chiede curiosa
"Non ne ho idea... Mi ha solo detto di andare con lui in un posto..." Rispondo tranquilla
"Per quel che so potrebbe anche portarti in un luogo lontano e ucciderti!" Continua ancora Lydia spaventata.

"Ma Lydia!" La rimprovera Emma "La smetti di dire cazzate?" Urla. Notiamo i ragazzi davanti a noi girarsi con un sorrisetto malizioso sul volto, e alcuni passanti sconvolti, che avevano sicuramente capito cosa aveva detto, per il linguaggio poco femminile usato da una giovane ragazza.

Iniziai a ridere e mi seguirono tutti. 

"Mi fai perdere il controllo Lydia! Certe volte sei stupida! Ma come vai a pensare che Dom potrebbe uccidere Cassie?" Chiede sconvolta. 
Di risposta Lydia alzò le spalle e fece una faccia indifferente.

Una volta entrati nella sala comune, tutti si buttano sui divanetti sfiniti e li guardò divertita. 

"Siete stanchi? Non abbiamo fatte niente.." 

"Niente?? Cassie per te e niente restare cinque ore chiuso dentro quel posto senza essere stanco? Cinque ore a stare seduto ad ascoltare una vecchia racchia che spiega? Se fosse stata più giovane e in forma non sarei stanco, ne sono sicuro!" 

"Sei ridicolo Aaron, e anche esagerato. Io mi sono divertita, sopratutto con miss Meunier. E goffa e buffa quella donna"   

Dominic si alzò dal divano e venne verso di me. 
"Andiamo?" Sussurrò ad un passo dal mio viso, annui e dopo aver salutato tutti andai dietro Dom. 

"Andiamo a piedi?" Domandai 
"Si andiamo, dai" disse prendendomi per mano e tirandomi vicino a lui. 

La sua soffice mano, il colore che emana e l'evidente odore di sigaretta.. 

Sta calma Cassie, sta calma. 

Si Cassie stai calma, oggi Joe e adesso Dominic. La sfortuna ti ha sicuramente abbandonato. 

"Dove stiamo andando?" 

"Adesso vedrai" 

Notai lo sguardo di qualche passante, una donna anziana ci guardò e sorrise. 
Che stessimo dando l'impressione di essere una coppia? 

Restai a bocca aperta quando mi trovai davanti un negozio con una grande insegna rossa che si accedeva e si spegneva con scritto TATTOO 

"Dominic, vuoi tatuarti?" Chiesi sconvolta 

"Si. È un problema? Hai paura.. Pensavo che non avessi paura degli aghi.. Forse avrei dovuto dirti dove eravamo diretti.. Vuoi tornare indietro?"  Non avrei mai pensato che fosse così gentile e premuroso.  

"Non ho paura degli aghi e non voglio tornare indietro, solo che non pensavo volessi in altro tatuaggio dato che ne hai già così tanti.." 

"Il mio corpo è una tela, io sono il creatore della mia tela. Non sono mai abbastanza" 

"Sai già cosa tatuarti?"

"Ho qualcosa in mente, ma per questo ho scelte te per venire qui oggi. Sceglierai tu il mio nuovo tatuaggio." 

Cosa? Io? 

"E se non ti piacesse quello che scelgo?"

"Sono sicuro che mi piacerà, e se non dovesse piacermi, cosa che escludo, ho comunque qualcosa in mente" 

"Ok, andiamo" 
E ancora mano nella mano, varcammo la soglia della porta di Tom il tatuatore.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Ciao Tom!" Lo salutò Dominic lasciando la mia mano e avvicinandosi a lui. 

"Ti presento Cassie, sarà lei a scegliere il mio tatuaggio." Dice poi fiero. 

Era fiero che scegliessi io il suo tatuaggio? Ci conosciamo da quattro giorni esatti e ha deciso di portarmi da un tatuatore e farmi scegliere il tatuaggio che lo accompagnerà fino la morte. 

Devo avergli fatto per forza una buona impressione. 

"Piacere mio Cassie, sono Tom il miglior tatuatore di Parigi!" Dice ridendo 

Tom è alto, con i capelli ricci e degli occhi verdi smeraldo. Un bel ragazzo, pieno di tatuaggi. Ovviamente. 

"Vado un attimo in bagno, torno subito." Dice Dominic allontanandosi verso un piccolo corridoio come se fosse a casa sua "Cassie tu da un occhiata in giro e inizia a scegliere qualcosa" 

Mi giro verso Tom che mi mostra diversi raccoglitori con tanti tipi diversi di disegni. Scelgo il raccoglitore blu, e aprendolo noto che sono tutti disegni di animali. Inizio a sfogliarlo ma uno in particolare cattura la mia attenzione. Una fenice. 



So benissimo cosa indica la Fenice: è il simbolo del cambiamento e della rinascita, secondo dei miti quando la Fenice era vicina alla morte costruiva un nido con dei ramoscelli, lì si lasciava bruciare per poi rinascere dalle sue stesse ceneri. 

"Cassie" sussurrò Dominic al mio orecchio "Hai deciso?" Mi voltai verso di lui e annuii sorridendo. 

"La Fenice..." Sussurrai "È il simbolo del cambiamento e della rinascita. Muore e rinasce dalle sue stesse ceneri. È l'animale più bello di tutti, secondo me ovviamente..." 

"Ok... Mi piace" disse sussurrando al mio orecchio.

Perché è così vicino? e perché me ne sto accorgendo solo adesso?

"Tom ho deciso!" Dice Dominic alzando la voce. Il primo si avvicinò a noi con una tazza di caffè "Cara, ne vuoi anche tu?" Chiese gentile, annui sorridendo e si recò in un altra stanza e tornò pochi minuti dopo con una tazza anche per me.  

Sussurrai un "grazie" mentre osservavo Dominic che si toglieva la maglietta e spiegava a Tom cosa fare e dove.

"Vai a guardarti allo specchio e decidi il punto preciso" aveva detto il tatuatore mentre Dominic si allontanava. Tom si avvicinò di nuovo a me e si piegò per prendere il disegno che avevo scelto poco prima. 

"Sai che sei la prima ragazza che porta qui? Ha portato solo amici, Aaron di solito, non so se lo conosci" 

"Sì certo che conosco Aaron" sorrido gentilmente "E non sapevo di essere la prima... Cioè ci conosciamo davvero da poco, non credevo che mi portasse qui a scegliere il suo prossimo tatuaggio..." 

"Baby" dice Dominic entrando, e lo guardo male. 

Non può chiamarmi baby in pubblico, anche se è un dio greco sceso in terra, davanti a Tom poi! Mi mette ancora più in imbarazzo. 
"Cosa dici, sulla schiena o sul petto?" 

Ok Cassie, e la tua occasione. Scegli: continua ad essere la brava ragazza di sempre oppure esci gli artigli. 

Di scatto mi alzo, sotto lo sguardo divertito di Tom e quello attento di Dominic. Mi avvicino lentamente a quest'ultimo che non stacca gli occhi dai miei e subito spunta sul suo viso un sorrisetto malizioso. 

"Direi che qui sarebbe davvero bello.." Dissi toccando il suo petto. 

Guardai divertita il suo viso e notai che non riusciva proprio a dire nemmeno una parola. Boccheggiava e quasi gli mancava il respiro. Che fossi riuscita per la prima volta a lasciare a bocca aperta un ragazzo? 
Da dove esce tutta questa sfrontatezza? E il solito imbarazzo di sempre che fine ha fatto?
I suoi occhi sono la cosa che mi attirano e catturano di più, dei pozzi scuri che ti incatenano. 
I suoi occhi parlano ed è come se volessero raccontare qualcosa, una storia. 

Una storia difficile e triste.
È come se lui stesse annegando e chi lo guarda va lentamente giù con lui. È come se fosse un demone in cerca del suo angelo, o magari sta solo cercando qualcuno che possa perdersi con lui.

"Ok, iniziamo" dice Tom rompendo il silenzio che si era creato. 

Una volta seduto sul lettino, notai con piacevole sorpresa che Dominic aveva scelto proprio il posto dove io lo avevo toccato: pettorale sinistro.

Dopo più o meno un ora Dominic era felice e sorridente vedendo la sua Fenice finita. Era bella ed era davvero venuta bene che poi, sulla pelle olivastra del belloccio spiccava ancora di più.

"Andiamo a prenderci un caffè?" Chiede sorridendo una volta fuori dal negozio di tatuaggi, annuisco e ci dirigiamo verso la solita caffetteria.

"Perché hai fatto scegliere a me il tuo tatuaggio?" Gli domando una volta seduti nel nostro tavolo. 
"Perché mi andava" risponde sorseggiando il suo caffè caldo
"Non ha senso questa risposta, ma ok"
"Volevo portarti con me, non so perché... Fatto sta che volevo e l'ho fatto"

"Sei impulsivo" dico mentre continuo a sorseggiare il mio caffè  "Tu invece mi sembri impicciona" e storce il naso "Simpatico, sei anche sfrontato" dico mente i nostri sguardi non si staccano. "Baby, così però diventi fastidiosa" dice ammiccando "Sei pure stupido" rispondo facendo la stessa cosa che ha appena fatto lui. "Però sei bella" dice tornando serio "Però sei ridicolo" 

Scoppia a ridere e inevitabilmente, anche se contro la mia stessa volontà, rido anch'io.
"Nessuno mi aveva mai dato del ridicolo" dice continuando a ridere "C'è sempre una prima volta a tutto, e comunque se queste sono le tue tattiche di corteggiamento sono proprio schifose..." 
"Non ho nessuna tattica di corteggiamento e baby stai tranquilla che se volessi corteggiarti userei altri modi" dice schiacciandomi l'occhio. 

Sento qualcuno avvolgermi le spalle da dietro e mi ritrovo stretta fra le braccia possenti e robuste di un ragazzo. 

"Mi hai fatto prendere un colpo" dico mettendomi una mano sul cuore mentre Aaron, ancora dietro di me, ride.
"Amico hai fatto?" Domanda a Dominic mentre prende il mio caffè e inizia a berlo

"Eh no!" Dico prendono il caffè di Dominic, che stava poggiato sul tavolo, e inizio a berlo.
"Oh, ma quello è mio" grida quest'ultimo 
"Era tuo... Aaron ha preso il mio! E tu" indico Aaron "Dovresti smetterla di arrivare e prendere le mie cose" dico incrociando le braccia sotto il petto; brutto gesto dato che questo mette in risalto la mia terza abbondante, cosa che capisco i ragazzi apprezzino dato i loro sorrisetti.
Dopo un ora a scherzare in caffetteria decidiamo di tornare in dormitorio dove Lydia Emma e Yvonne mi aspettano.

"Stasera film e pizza" dice Lydia felice. 
"Si fa a sorte per scegliere in che stanza andare" aggiunge Emma
Dopo aver fatto milione di conte è una quindicina di volte carte forbice sasso, mi offro volontaria per offrire la camera. 

Verso le 21 sono tutti fuori la porta della mia camera, compresi Aaron e Dominic, che tengono le pizze.
"Cassie perché hai il letto così grande?" Domanda Yvonne mentre si ci butta sopra. "Non mi piacciono i letti piccoli... E poi dormo in modo strano, ho bisogno di spazio, molto spazio" rispondo mentre aiuto Aaron con le pizze e lo poggio sulla scrivania.

"Ok sedetevi tutti sul letto, facciamo una foto" dico obbligandoli a sedersi, prendendo uno per uno per mano accompagnandoli nel mio fidato amico letto. 
Posiziono la macchina fotografica sul cavalletto e metto l'autoscatto. 
"Siete pronti? Dura cinque secondi. Ok vado" schiaccio il pulsante e corro verso di loro, dove mi metto? 

Dominic mi prende per il bacino e mi fa sedere sulle sue gambe. L'ultima cosa che mi ricordo di fare é quella di guardare l'obbiettivo. 

"Ok basta foto, ho fame. Scusa belle" Aaron rompe il silenzio alzandosi e andando a prendere una pizza, seguito da dei "anch'io", "si", "concordo" delle ragazze 

Mi alzo dalle gambe di Dominic e vado a recuperare la macchina fotografia per metterla al sicuro da quel branco di pazzi che per amore del cibo l'avrebbero sicuramente rotta. È inevitabile pensare di non guardare la foto, ma devo resistere per evitare di arrossire davanti a tutti, anche se credo sia già successo dato il calore del mio viso. 

C'è chi mangia seduto sul pavimento, chi è con il cartone della pizza sulle gambe adagiato comodamente sul mio letto, chi è seduto sul l'unica sedia della mia camera con la pizza poggiata sulla scrivania e chi come me, mangia in piedi. 

"Che film avete scelto?" Domanda Lydia 
"Ne abbiamo un po'... Scegliamo insieme" risponde Dominic mentre l'amico affianco addenta la pizza come se fosse un affamato che non vede cibo da chissà quanto tempo. 

"Giochiamo a obbligo o verità?" Propone Aaron "Non puoi mangiare e basta?" Risponde a tono Yvonne 

"Hai paura cioccolatino?" 
"Non ti azzardare, cretino"
"Hai paura, capisco"
"Si, paura che qualcuno dica che devo anche solo sfiorarti"
"Cadrai ai miei piedi"
"Te lo sogni"
"Gioca"
"No"
"Accetta"
"No"

"Avete finito?" Domando e tutti scoppiano a ridere "Io non ho paura di niente" continua Yvonne "Allora gioca" risponde Aaron "OK!" Risponde lei arrabbiata "OK" continua lui nello stesso modo.

"Inizio io!" Dice Lydia "Cassie obbligo o verità?" E ora che c'entro io? Non ho nemmeno accettato. 

"Verità" 
"A quanti anni hai dato il tuo primo bacio?"
"A 14 o 15 credo... Ok tocca a me" rispondo subito per evitare domande, non parlerei mai del mio primo bacio davanti a due ragazzi. Posso essere anche sfrontata delle volte, ma sono comunque una ragazza timida e in determinate cose anche riservata.

"Aaron, obbligo o verità"
"Obbligo" e ora che gli dico?
"Ti obbligo....."  "Obbligalo a baciare Yvonne!" Suggerisce Lydia, e tutti si girano verso di lei guardandola male mentre io cerco di contenerne le risate.
"Ti obbligo a restare senza maglietta per tutta la serata"
"Cassandra, se mi sentirò male per questo me la pagherai" infondo siamo a settembre, che può venirgli mai? 

"Ok, allora" inizia Aaron "Dom, fai vedere a tutti cos'hai fatto con Cassie" 
"Ma io non ho detto che scelgo obbligo, avrei anche potuto scegliere verità... Amico giochi sleale e per la cronaca se volete sapere cosa abbiamo fatto oggi, ve lo mostro subito." Si alza e sotto lo sguardo attento delle ragazze si sfila la maglia lasciandole confuse e a bocca aperta. "Non capisco... Cos'hanno fatto?" Sussurra Lydia ad Emma, che poi tanto sussurro non era.. 

Dominic alza lo sguardo e punta i suoi occhi suoi miei "Diglielo... Non l'hanno ancora capito, ma la situazione si sta facendo interessante... Lascio a te la parola"
Adesso ho tutti gli occhi puntati addosso, tutti si stanno domandando cosa ho fatto nel pomeriggio con un ragazzo senza maglietta e, anch'io come loro, non sarei riuscita a capire cosa significasse tutto ciò, anche perché Dominic ha davvero tanti tatuaggi e nessuno si è ancora accorto del nuovo arrivato. 

"Cretino che non sei altro!" Dico spazientita "Mi ha portato al salone dove fanno i tatuaggi e mi ha fatto scegliere il suo nuovo tatuaggio" mi avvicino a Dominic e tocco la Fenice sul pettorale "E adesso vestiti bellimbusto che quello che deve stare senza maglietta è Aaron non tu" dico mente gli porgo la maglietta poggiandogliela sull'addome intanto lui se la ride. 

Dopo il teatrino con Dominic e con la sua Fenice, continuiamo a giocare. 
"Allora Emma,obbligo o verità" 
"Verità" 
"Nessuno che rischia..."
"Dominic finiscila, vieni al punto."
"Ok.... L'ultima volta che sei andata a letto con qualcuno?" Davanti quelle parole non posso far altro che restare scioccata.

Nella mia famiglia il sesso è tabù, l'ultima cosa di cui si parla e se si può evitare, si evita. 
Non ho mai fatto nulla con nessuno, sempre per la solita gelosia e l'iperprotettività di mio padre e mio fratello. 
Dovrò restare pura e casta finì il giorno del mio matrimonio, cosa che non credo accadrà. 
E se mai dovesse capitare che qualcuno scoprisse che qualche ragazzo si è infilato nel mio letto, sarebbe la mia rovina. Mio padre non me lo perdonerebbe mai, così come anche mia madre e molto probabilmente anche mio fratello, non riuscirei più a trovare marito e verrei macchiata come la pecora nera della famiglia del rabbino distruggendo tutti. 
Un casino quindi. 

"Prima di venire qui, con un ragazzo che ho conosciuto in aeroporto" risponde tranquilla 

"Ok tocca a me. Yvonne, obbligo o verità" Yvonne lancia qualche sguardo di sfida ad Aaron e dice con fermezza "obbligo" 
"Ti obbligo a baciare Aaron"





SU VOLETE VEDERE LA FOTO DELLA FENICE, SU WATTPAD C'E LA FOTO.

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Capitolo 6
*** Capito 6 ***


"Ehi ma quando l'ho detto io non era una buona idea, adesso lo è?" Sputa Lydia seccata. Mi faccio spazio accanto a lei sul letto e inizio ad accarezzarle i capelli come se fossi sua madre, e subito si rilassa. 

"Non bacio i trogloditi, mi dispiace"
"Allora bacia Dominic" suggerisce Emma "Ok" 

È come se il cuore stesse per esplodermi, lo sento, forse lo sente anche Lydia che è poggiata su di me.
Sta per scoppiare, lo sento.
Yvonne si sta avvicinando a Dominic, che guarda la scena divertito e rimane fermo.

A lui piace questa situazione?

Il cuore non smette di battere ad una velocità supersonica e spero con tutta me stessa che non lo baci davvero.

Sono vicinissimi, ad una distanza che non so nemmeno comprendere, si stanno già sfiorando. I loro nasi di toccano e vedo benissimo il sorriso soddisfatto e sfrontato sulle labbra di Dominic. 

Ma quanto può essere stupido questo ragazzo? 
Prima allontana sgarbatamente Joe da me, poi mi porta con lui in un negozio di tatuaggi e mi fa scegliere il suo nuovo tatuaggio, mi fa sedere sulle sue gambe, mi sorride sempre, mi offre il caffè, fa il carino con me e adesso davanti i miei occhi deve baciare Yvonne, una mia amica?

Valli a capire i maschi. 

"Quindi io sarei troglodita e lui no?" 
Grazie Aaron, ti ringrazierò a vita per questo. 

"Mi hai chiamato cioccolatino"
"È quello che sei"
"Non ti azzardare a dirlo ancora"
"Ora tu vieni con me, muoviti" Aaron la prende per il polso e la tira verso il bagno, una volta dentro chiude la porta a chiave.

"Hai cinque minuti Aaron." Grida Dominic ridendo

Mente quei due sono in bagno a fare chissà cosa nella stanza cala il silenzio. 

"Ok, mentre fanno le loro cose, dove sono i film? Scegliamo noi" dico rompendo il ghiaccio, perché quel silenzio era diventato davvero troppo imbarazzante. 
Lydia mi passa una borsa ed esce quattro cd. 

Horror, azione, thriller o cartone animato ? 

"Intanto vorrei iniziare con il chiedere chi abbia scelto questi film..." Inizio "e poi sicuramente non vedremo né un film horror ne un thriller perché ho già abbastanza ansia di mio, non si ci dovrebbe mettere anche un film" finisco sedendomi di nuovo accanto a Lydia. 

"Quindi vediamo quello d'azione ?" Dice Dominic con occhi sognati "Certo che no. Vedremo la sirenetta" prendo il cd e lo inserisco nel computer, dato che non ho ancora una televisione. 

"Ma dai baby" 
"Dom perché la chiami baby?" Domanda Lydia che è già mezza addormentata 
"Non capisco, Aaron la può chiamare ma belle e io non posso chiamarla baby?" 
"Aaron lo fa con tutti, tu no"
"Io..."

"Ragazzi" Aaron irrompe nella stanza, con i capelli scompigliati e le labbra rosse e gonfie. 
L'avevo ringraziato poco fa? Adesso l'avrei preso a calci! 

"Abbiamo scelto la sirenetta. Mettetevi tutti seduti sul letto" Sistemo il computer davanti a noi, in modo da poter vedere tutti bene lo schermo, spengo la luce e schiaccio play. Mi ritrovo tra il muro e Dominic che si è gettato di peso al mio fianco. 

Abbraccio il mio cuscino e mi beo della visione di quel cartone.  Ho sempre sognato di essere come Ariel!

Ariel è una principessa, io no. 
Ariel respira e parla sott'acqua, io no. 
Ariel ha un amico granchio, io no. 
Ariel trova il Prince azzurro, io no. 

Tutto mi ricorda quanto in realtà io mi faccia schifo, quanto in realtà io non mi piaccia. È tutto così snervante! Non potrei semplicemente essere più carina oppure essere un altra persona?  

Mi rendo conto solo adesso che sto stritolando il mio cuscino e che il cartone è quasi finito. I ragazzi dormono tutti uno sopra l'altro, sono davvero buffi! 
Mi alzo lentamente e vado a prendere la macchina fotografica, un momento del genere si deve per forza immortalare. 

Scattata la foto, poggio l'aggeggio elettronico sul comodino e noto la porta del bagno socchiusa.

Quale momento migliore di questo?
No Cassie, non c'è bisogno! Non farlo.
Si invece.

Ho bisogno di farlo. Ho bisogno di sentirmi libera e leggera,ho bisogno di sentirmi bella come le altre ragazze e per farlo devo punirmi.
Le cose belle non arrivano con uno schiocco di dita, purtroppo. 

Ho sempre tanto invidiato quelle ragazze che riescono a mangiare di tutto senza mettere su nemmeno qualche chilo in più.. Sempre belle e perfette; cosa che io non sono. 

Cosa che non riesci ad accettare. 

Mentre tutti dormono, entro in bagno e chiudo la porta, mi inginocchio vicino il water  e infilo due dita in gola così che possa vomitare. 

"Vomita Cassie,vomita" mi ripeto
Se vomito non sarò grassa, avrò mangiato ma sarà come se non l'avessi fatto. È ok, io sto bene e anche gli altri, nessuno qui sospetta nulla. 

E se scoprissero questa cosa? Cosa faresti se iniziassero a pensare che sei una pazza che ama distruggersi con le sue stesse mani?
Non sono affari loro, e comunque non lo sapranno. 
Cassie, basta.
Silenzio!

"Ehi Cassie tutto ok? stai male?" 

Sei fregata 

"Si..." Sussurro debolmente 
"Posso entrare?"
"Vomiteresti con me.. Non ti conviene" 

Senza ascoltare il mio consiglio, Dominic varca la soglia della porta e mi viene incontro. 
"Ehi..." mi accarezza la schiena. "La pizza deve avermi fatto male.." Mento mentre mi alzo da terra e lo vedo annuire 

"Gli altri sono andati via quando sei entrata in bagno, io ho aspettato per salutarti poi ho capito che non stavi tanto bene e sono rimasto.." 
"Tranquillo, sto bene"
"Posso restare se vuoi.."
"Davvero sto bene, non preoccuparti.." Sorrido e poggio la mia mano sulla sua spalla.

È così bello.  

"Ok usciamo da qui" mi tira per un braccio e usciamo dal bagno, chiude la porta alle sue spalle e mi fa accomodare sul letto; prende la sedia posta davanti la scrivania e mi si para davanti. 

Cala il silenzio mentre i nostri sguardi si intrecciano. 
Per l'ennesima volta, mi perdo nei suoi occhi così scuri e belli, così ipnotici e profondi.

"Perché mi chiami baby?" sussurro 
"È il soprannome perfetto per te"
"Non ti ho chiesto se è un bel soprannome per me, ti ho chiesto perché tu mi chiami così" perché la mia voce sembra essersi ritirata? E perché Dominic è sempre più vicino al mio viso?
"Perché sei una bomba sexy! Sei una bambola, ma chiamarti bambola non mi sembra il caso...Sopratutto non davanti gli altri! Baby suona meglio" 

Perché sei una bomba sexy! 
Sei una bambola 
Baby suona meglio 


"Ho trovato il soprannome perfetto per te"
"Sentiamo"dice ridendo.
"Ti chiamano tutti Dom che è davvero scontato... Da oggi in poi per me sarai Nick" 
"Nick?"
"Nick! È la fine del tuo nome.. Non pensavo fossi così stupido da non capirlo..."
"Bambinetta, l'avevo capito!" Dice facendomi sbattere la schiena sul morbido materasso e iniziando a pizzicarmi il ventre facendomi il solletico. 

Di colpo si ferma. 
È ad un palmo dal mio volto ed è quasi del tutto disteso su di me.
"Cass"
"Uhm"
"Ti piace Joe? Cioè... Esci con lui?"

Mi piace Joe? Si Joe mi piace, è un bel ragazzo, gentile ed educato. Ha dei bei capelli e degli occhi fantastici, un sorriso invidiabile oltre che un fisico da urlo. È proprio il prototipo di ragazzo che tutte sognano. 

"È un bel ragazzo ma no, non esco con lui.. Non sono venuta qui per trovarmi un fidanzato, sono venuta per studiare.."
"Bene baby, molto meglio così! Adesso vado a dormire, ci vediamo domani" si avvicina e mi lascia un leggero bacio sulla fronte, poi si alza e va via lasciandomi sola nella mia camera illuminata dalla fioca luce della abat-jour.


**************

3 mesi dopo. 
Novembre.


Sono passati tre mesi. 
Tre fantastici mesi. 
Le lezioni vanno alla grande, sento i miei genitori quasi tutti i giorni e ho trovato degli amici assolutamente formidabili. 
In mensa il nostro tavolo è uno dei più chiassosi e allegri; cosa che quasi tutti hanno notato.

Lydia, Emma e Yvonne sono diventate indispensabili per me. Facciamo tutto insieme: ci confidiamo, ci raccontiamo ogni minimo dettaglio della nostra giornata, andiamo a fare shopping, pranziamo, ceniamo, facciamo colazione e studiamo.

Aaron è diventato in assoluto il mio migliore amico. Riesco a confidarmi ma sopratutto riesco a fidarmi di lui, è l'unico ragazzo con cui riesco ad aprirmi e raccontagli le mie cose. Mi ascolta quando sono triste, quando vuole riesce ad essere estremamente intelligente e comprensivo, dà ottimi consigli anche se spesso può dare l'impressione di essere stupido, mi consola quando sento la mancanza dei miei genitori e sopporta anche i miei noiosissimi monologhi e sbalzi d'umore durante quella settimana infernale del ciclo. Una volta ha anche provato a darmi diversi consigli per farmi notare dai ragazzi, che non hanno funzionato per niente, la verità è che l'ha fatto solo perché si diverte a vedere Dominic geloso e Joe nervoso.

Joe è fantastico, non potrei dire altro per descriverlo. È davvero il principe azzurro sceso in terra alla ricerca della sua principessa da amare per il resto della vita. Mi ha chiesto più volte di uscire e, anche se a malincuore, finora non ho fatto altro che rifiutare. Perché? Dominic. 

Dominic mi confonde le idee. 
Dominic mi sta facendo perdere il senso della ragione. 

Da quella sera in camera mia non facciamo altro che guardarci senza mai fare nulla, anche se molti sguardi valgono più di mille parole.
Nessuno dei due ha fatto il primo passo, ma nonostante questo non mancano mai battutine o frecciatine; una cosa però ci accomuna: la gelosia. 

Sono estremamente ed esageratamente gelosa quando qualcuno del mio stesso sesso si avvicina a lui e con una qualsiasi scusa gli sfiora il braccio o gli tocca i pettorali, quando gli strappano un sorriso o una carezza.Il motivo di questa gelosia però non riesco a capirlo nemmeno io. Non sono innamorata di lui e credo di esserne abbastanza sicura, e che trovo abbastanza frustrante sapere che ci prova con me per poi fare il galletto qualche ora dopo con la prima biondina che gli corre dietro.


Ma la stessa cosa vale per lui! 
Aaron mi ha confessato che Nick odia con tutto se stesso Joe. 
Non lo sopporta per il semplice fatto che ci prova spudoratamente con me. Cosa alquanto stupida non sopportare una persona solo perché ci prova con una ragazza.. Anche perché io non appartengo a nessuno dei due. 

Fra Aaron e Yvonne le cose vanno a gonfie vele. Non hanno una storia seria ma regolarmente vanno a letto insieme e non hanno rapporti con nessun altro, almeno così dicono. 

Le lezioni con miss Meunier sono senza dubbio le mie preferite. È una donna buffa e strana. 
Ha uno strano modo di parlare e di rapportarsi con gli alunni ed è strano il suo modo di vestire. Porta sempre tailleur rosa salmone o gialli e deve per forza avere una grande scorta di cioccolata perché quella è l'unica cosa che nella sua piccola pochette non manca mai.

In questi tre mesi ho sentito poco, quella che negli ultimi 18 anni si è considerata la mia migliore amica, Carol.
Le nostre famiglie sono molto unite, da sempre per quello che riesco a ricordare. Fredrick, il padre di Carol, è come se fosse la spalla destra di mio padre oltre che il suo migliore amico. Noi siamo sempre state insieme, io e Carol ci siamo sempre dette tutto come per esempio del mio primo bacio o della sua prima tintura, abbiamo condiviso il primo giorno di liceo e persino il ciclo ci è venuto a distanza di pochi giorni. Ma adesso che le circostanze sono cambiate, io che sono qui a Parigi e lei che è rimasta ad Atlanta, anche il nostro rapporto purtroppo è cambiato. Lei è distante, non mi racconta più nulla, non mi scrive quasi mai e spesse volte non risponde nemmeno alle mie mail. Ho anche scoperto tramite mio fratello che non frequenta quasi più la chiesa e che sta uscendo con persone poco affidabili. Questo mi rattrista perché non ho mai avuto molte amiche oltre lei; mi è sempre stata accanto nei momenti tristi come in quelli felici e sapere che adesso sta frequentando gente che potrebbe soltanto rovinarle la vita mi spezza il cuore.

Mio padre mi ha sempre insegnato ad essere altruista ma per quanto io possa provarci lei sembra non volerne più sapere di me. 

"Cass, vieni con me?" Dominic mi risveglia dai miei pensieri riportandomi alla realtà 
"Dove?"
"In un posto"
"Non vuoi farti un altro tatuaggio vero?"
"Sarebbe bello ma no.." Mi porge la mano e sussurra "Dai vieni"

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Siamo in macchina da circa un quarto d'ora e non so ancora dove siamo diretti. 
È domenica quindi non stiamo saltando le lezioni, il cielo è azzurro e il sole illumina la neve che c'è ai margini della strada che sembra brillare.

Come il solito Nick non ha voluto dirmi dove stiamo andando, giusto per rendere il tutto più misterioso e divertente. 
In auto c'è silenzio, nessuno dei due ha più detto una parola una volta iniziato il 'viaggio', solo la radio da un po' di vitalità all'abitacolo. 

"Allora" dico mentre abbasso il volute della radio "Adesso mi dici dove stiamo andando?"
"Sai che sei troppo curiosa?" 
"Sai che sei davvero insopportabile?" 
"Tu invece sei adorabile quando storci il naso in quel modo"
"Ti sbagli. Non ho nessun modo di storcere il naso"
"Si invece.. Fai tipo così" si gira verso di me e inizia a fare diverse facce buffe per poi tornare a guardare la strada 
"Io non faccio così !" Gli do una leggera manata sulla spalla mentre non posso fare a meno di sorridere 
"Sei super sexy quando diventi violenta" è questo il bello di lui, sa benissimo come farmi diventare rossa di vergogna e lasciarmi senza parole.
"Io non sono violenta."  Aggiungo ancora rossa e imbarazzata
"Cassandra Wilkerson non continuo solo perché siamo arrivati a destinazione" risponde fermando la macchina e tirando il freno a mano 

Davanti a noi un grande cancello verde con un cartello accanto con la scritta ';Bois de Boulogn', un parco. 

"Questo è uno dei parchi più belli di tutta Parigi" mi spiega mentre iniziamo ad avanzare. 
"Ci sono anche due laghi.. Vuoi vedere?" Annuisco mentre continuiamo a camminare.

Attorno a noi dovrebbe essere tutto verde se solo non fosse per il manto di neve caduta durante la notte. I rami degli alberi sono spogli e ricci di neve e nonostante il freddo c'è gente seduta sulla neve a fare uno spuntino. Il lago davanti a noi non è ghiacciato ma l'acqua sarà sicuramente molto fredda. 

"Ti piace?" Domanda 

"Si" dico con occhi sognanti. È davvero una delle cose più belle che abbia visto finora ed essere qui con lui mi trasmette così tante emozioni che riesco nemmeno descrivere.

"Perché mi hai portato qui?" Domando mentre mi siedo una panchina "Non so, ti vedo tesa e agitata in questi giorni... Va tutto bene?" Risponde premuroso mentre si accomoda al mio fianco. 

Va tutto bene? Diciamo che nell'ultimo periodo ho esagerato un po'.. Mi sono chiusa in bagno a vomitare con molta più frequenza del solito e, anche se gli altri non ci hanno fatto molto caso, lui se ne accorto. Di solito in una settimana vomito almeno quattro volte, ultimamente ho quasi raddoppiato la mia abitudine. Mi aspettavo che prima o poi qualcuno se ne accorgesse ma non credevo che fosse lui. 

"Sto bene, sono solo nervosa perché non posso tornare a casa per festeggiare il Natale e il nuovo anno..." Non sto mentendo; o almeno non del tutto. "Sicura che si tratta solo di questo?" Poggia una mano sul mio ginocchio e mi rivolge uno sguardo pieno di fiducia e comprensione. È così premuroso, oltre che bello, nei miei confronti. "Sicura!" Dico sorridendo con l'intenzione di fare sorridere anche lui.

"Comunque guarda il lato positivo della cosa, passerai il Natale con i tuoi amici nella città dell'amore!" Afferma sorridente
"Sì certo... Significa che devo fare il regalo ad ognuno di voi e non ho la minima idea di cosa regalarvi. E per quanto riguarda la città dell'amore, non è che mi interessi qualcosa..."
"Vuoi dirmi che non hai mai sognato di essere qui a Parigi, con la persona che ami? Non hai mai immaginato di essere sotto la Torre Eiffel mano nella mano con il tuo ragazzo?"
"Ma sei un uomo o una donna? Di solito sono le donne che sognano questo genere di cose.."
"Non rispondere a delle domande con altre domande"
"Non l'ho fatto."
"Si l'hai fatto, e adesso rispondi" 

 "Una volta l'ho immaginato. Credo sia bello stare qui con la persona che ami a fare cose romantiche, però la vita non è come nei film. Nei film ci si incontra, ci si innamora, i problemi sembrano non esistere e poi vissero per sempre felici e contenti. Purtroppo non è così, non tutto è come pensiamo o come ci aspettiamo, non ti nego che da piccola il mio più grande sogno era venire a Parigi, e poi trovare un perfetto marito. Sono riuscita a venire qui, sono riuscita a lasciare tutto per arrivare dove sono adesso e non posso nascondere che sono davvero felicissima, ma credo che l'amore sia una cosa riservata a poche persone, e io non credo di farne parte.. E anche se dovessi mai innamorarmi sarebbe un casino perché essendo la figlia del reverendo ho mille e mille responsabilità, e fra l'altro se il ragazzo non dovesse piacere a mio padre sarei fregata. Non mi ci farebbe più parlare e non me lo farebbe più vedere"
"E se invece dovesse piacergli?"
"Se dovesse piacergli? Se dovesse piacergli dovrebbe essere un po' come te, ma senza tutti questi tatuaggi.. Sai sono vietati.. Non dovrebbe avere i capelli tinti come i tuoi" aggiungo sorridendo e accarezzando dolcemente la sua chioma tinta "E dovrebbe venire in chiesa, dovrebbe amarmi più di qualsiasi altra cosa al mondo e cosa più importante, dovrebbe essere puro per consumare con me per la prima volta il giorno delle nostre nozze"

"Mi stai dicendo che il sesso prima del matrimonio è vietato?"
"Esatto" sento il volto andarmi in fiamme, segno che sono arrossita. Darò la colpa al freddo. 
"Quindi se dovessi innamorarti e a tuo padre non piace il tuo ragazzo lo allontanerebbe da te?"
"Si sarebbe così.. Con questo però non credere che mio padre sia un mostro. Mio padre è un brav'uomo, è dolce ed è un padre davvero fantastico, ma quando nella stessa frase ci sono io e la chiesa diventa una persona completamente diversa."
"Allora non vuole davvero il meglio per te. Se ami davvero una persona non può impedirti di continuare a farlo o importi di amare qualcun altro"
"Lo so, ma l'onore e orgoglio purtroppo su questo argomento vincono sempre. Ti immagini la figlia del reverendo che arriva al giorno del suo matrimonio avendo già consumato con qualcuno che non sia lo sposo fra l'altro?"
"Cass, questi sono discorsi assurdi e primitivi"
"Sono discorsi che non ho più voglia di fare, andiamo ho voglia di una cioccolata calda" mi alzo e gli porgo una mano che prontamente afferra e si alza. 

Iniziamo a camminare lungo il sentiero del parco. Il lago davanti a noi è bellissimo, la cosa che più mi piace e il silenzio che regna in quel piccolo luogo.

"Questo posto è rilassante" 
"Si bambolina è rilassante"
"Non avevi detto che era meglio chiamarmi baby che bambola?"
"Forse ci ho ripensato.." 

Camminiamo ancora un po' e poi decidiamo di andare a prendere la cioccolata in dormitorio insieme agli altri. Il viaggio di ritorno sembra durare meno del primo e, a differenza dell'andata, anche se ci sono diversi minuti di silenzio l'aria tra noi e tranquilla, non c'è nessuno motivo per essere tesi né tantomeno imbarazzati. Una volta giunti al dormitorio entrando nella sala comune, il covo come lo chiamava Aaron, troviamo Emma, Lydia e Yvonne davanti il divano con dei cuscini in mano, dall'altro lato del divano Aaron e Joe pronti a saltargli addosso.

"Ma che cavolo fate?" Dico accigliata guardando la scena.
"Ma belle! Sei qui. Non lasciarmi mai più" Aaron di scagli su di me facendomi cadere per terra "Se tutte le volte che ci vediamo mi butti per terra tranquillo che non ti lascerò mai più" 
Joe mi affianca e mi porge una mano aiutandomi a stare in piedi. "Tutto ok?" Domanda sorridendo "Si" rispondo spostando dietro l'orecchio una ciocca di capelli "ok amico adesso vai, noi abbiamo da fare" Nick si mette fra noi facendo indietreggiare Joe, che sbuffando si allontana.

"Ma perché lo devi sempre trattare così?"
"Perché mi dà fastidio. Si intromette sempre" 
"Mi ha solo aiutato ad alzarmi da terra!"
"È fastidioso ok? Deve starsene al suo posto" 
"Tu sei pazzo" dico mentre mi allontano da lui e mi avvicino alle ragazze che hanno posato i cuscini e si sono sedute sul divano. "E adesso dove vai?" Urla alle mie spalle "Che ti frega!" Rispondo anch'io urlando a mia volta. Lo sento borbottare e mi trattengo dal girarmi e urlargli in faccia che non ha nessun diritto di allontanare le persone da me perché noi non siamo niente, non lo siamo oggi, non lo saremo domani e non lo saremo mai.

"Cos'è successo?" Dice Yvonne non appena mi siedo accanto a loro "È un totale cretino che mi fa perdere il controllo! Giuro che prima o poi lo strozzo" risposto nervosa "Che ha fatto?" Chiede Lydia 

"Allontana di continuo Joe da me! Io sono una totale cretina perché ho sempre rifiutato gli inviti di Joe perché lui mi confonde, ma adesso ho capito."
"Hai capito che sei innamorata di lui?" Chiede Emma sognate.
"Cosa? Ho capito che mi fa soltanto arrabbiare e innervosire! E sapete che vi dico? Che vado a parlare con Joe."
"Eccola la tigre che volevo vedere!" Esulta Yvonne battendo le mani. 

Sotto lo sguardo attento delle ragazze mi alzo e vado verso Joe che è seduto su un divanetto a leggere un romanzo. Con la coda dell'occhio noto Dominic alzarsi di scatto dalla sedia mente Aaron lo blocca con una mano. 

"Ehi" sussurro
"Cassie, vieni" dice sorridendo mentre mi fa spazio accanto a lui.
"Che leggi?" 
"Un romanzo, niente di che. Tu invece, abbiamo avuto poco tempo nell'ultimo periodo per parlare, come stai?" 
"Sto bene, è tutto un po' caotico nell'ultimo periodo ma posso farcela. Partirai per le vacanze natalizie?"
"Non credo, forse prenderò un aereo poco prima di capodanno, ma a Natale sarò qui" 
"Anch'io!" Dico entusiasta, e lo sono davvero. Joe è fantastico. 
"Dovrò farti un regalo per Natale"
"Dovrò fartelo anch'io allora" rispondo sorridendo. 

Questa è la differenza fra Dominic e Joe. Joe riesce a strapparmi un sorriso per ogni cosa, qualsiasi cosa. Con Dominic è diverso, anche lui esce a farmi ridere ma con lui faccio discorso che con Joe non riuscirei mai ad affrontare e poi, le uniche cose che gli riescono meglio sono farmi arrabbiare e innervosire. 

"Ti sei decisa ad uscire con me una di queste sere piccola Cassie?" Sussurra mente mi sposata una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Credo proprio di si"

Sentiamo un rumore assordante dietro di noi, voltandomi trovo Aaron che prova a calmare Dominic che sta dando di matto. Ha lanciato una tazza su uno scaffale facendo cadere tutti i libri sul pavimento, alza lo sguardo verso di me e non posso far altro che notare la sua espressione arrabbiata e ferita. Mi passa accanto e se ne va sbattendo la porta. 

Mi alzo e senza pensarci due volte gli corro dietro, lo trovo seduto per terra all'entrata del dormitorio, poggiato con la schiena sul bianco portone e la testa fra le mani. 

"Nick" dico mentre mi abbasso inginocchiandomi verso di lui 
"Vattene Cassandra" è arrabbiato, lo sento dalla durezza della sua voce, lo sento perché ha pronunciato il mio nome con disprezzo, tanto. 
"Che succede?" Provo ad insistere
"Per favore, puoi andare via? Non vorrei dire cose di cui poi mi pentirei" risponde ancora senza nemmeno guardarmi
"Almeno guardami negli occhi e dimmi di andarmene e lasciarti in pace" 
"No, non posso. Perché se ti guardassi negli occhi non riuscirei a dirti di andartene. Quindi continuo a dirtelo così"

"Mi spieghi perché fai così? Io non ti capisco... Sei un gran coglione!"
"Oh,oh! Andrai all'inferno figlia del reverendo hai appena detto una parolaccia!" Dice alzando la testa e puntando il suo sguardo nel mio. 
"Non me ne frega niente! Quello che adesso più mi impronta è dirti che sei un coglione, perché ho capito che è proprio quello che sei e che non c'è parola che possa descriverti meglio!" 
"Io sono un coglione? Allora lo sei anche tu!"
"Io? Io? Io non ti ho mai allontanato da nessuno, anche quando vengono da te quelle stupide oche bionde che si attaccano a te! Con quale motivazione mi allontani da Joe?"
"Avanti Cassandra non l'hai proprio capito?" 
"COSA DEVO CAPIRE DOMINIC, COSA?" Sto urlando, ho perso il controllo di me stessa. 

Senza nemmeno capire come, mi ritrovo sbattuta al portone, con Dominic schiacciato sul mio corpo e le sue labbra sulle mie.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Le sue labbra sono morbide e fresche e mi ricordano il sapore forte della menta; il suo profumo, probabilmente Ugo Boss, mi inebria le narici.
Allaccio le braccia al suo collo mentre lui mi stringe fra le sue forti braccia. Approfondisce il bacio facendo scivolare la sua lingua dentro la mia bocca ed è proprio in quel momento che mi sento cedere, se non ci fossero le sue possenti braccia a sorreggermi sarei sicuramente scivolata come pera cotta sul pavimento. 

Si stacca lentamente da me e mi guarda negli occhi "Questo dovevi capire.." Sussurra 

"DOMINIC!" Aaron sta urlando per le scale e sento benissimo il tonfo delle sue scarpe che sbattono fortemente e velocemente sugli scalini. 

D'istinto spingo Dominic facendolo barcollare e scappo fuori iniziando a correre. 
Corro come una pazza, come se ci fosse qualcuno dietro di me che vuole acchiapparmi, come se stessi facendo una gara e dovessi arrivare per prima. Mi fermo iniziando a respirare a fatica, poggio le mani sulle ginocchia piegando in avanti il busto e faccio entrare l'aria fredda dentro i polmoni. Soltanto adesso mi accorgo di non avere il giubbotto ed è quasi già buio. 

Perché sono scappata? Mi sono dimostrata una codarda e una fifona, mi sono dimostrata una stupida che non riesce ad affrontare le situazioni. Non appena ho capito le intenzioni di Dominic e il motivo di quel meraviglioso e fantastico bacio, mi sono spaventata e sono fuggita. Adesso starà sicuramente pensando che sono una stupida per il semplice motivo che io non l'ho rifiutato, io l'ho baciato, io desideravo quel bacio da tempo, io volevo baciarlo! Se l'avessi rifiutato sarebbe stato diverso ma la verità è che io quel bacio lo volevo; il problema però è che sono scappata senza un valido motivo. E se ha raccontato a tutti quello che è successo? Con quale coraggio posso tornare nel dormitorio e guardarlo in faccia?

Nel frattempo su Parigi è calata la sera, il sole è già tramontato e l'unica cosa che illumina le strade sono i lampioni che emanano la loro fioca luce, saranno più o meno le otto e noto che sono l'unica che cammina per le strada con addosso soltanto un maglione con il freddo che fa, molto probabilmente fra poco inizierà a nevicare. 

Entro dentro un bar e ordino una cioccolata calda e intanto non riesco a non pensare a quello che è accaduto oggi.
Serviva una scenata di gelosia di queste per farmi capire che gli piaccio e che è interessato a me? E poi ho anche lasciato Joe seduto da solo mentre correvo dietro quel pazzo, perché è questa la cosa che ho capito oggi: Dominic è un pazzo.

Dopo aver pagato la cioccolata con quei pochi spiccioli che avevo in tasca, lancio un'occhiata all'orologio appeso al muro: le 21:36, esco fuori e inizio a camminare lentamente verso il dormitorio. Spero di non incontrare nessuno perché non saprei proprio che fare o dire. 

Una volta arrivata, nel covo non trovo nessuno quindi corro nella mia camera e mi ci chiudo dentro. Per una volta le cose vanno per il verso giusto a quanto pare, più o meno!

Poggio la schiena alla porta e scivolo lentamente su di essa facendo toccare al mio fondo schiena il pavimento freddo.

"Ma l'hai trovata?" Sento la voce di Dominic 
"No.. Ma magari è tornata in camera" risponde Aaron 

Qualcuno bussa con insistenza alla porta, quasi la sfonda.
"Dai basta, starà dormendo. Lasciale il suo tempo.. Anch'io sarei fuggito al posto suo, sei un cretino amico" ed ecco Aaron in modalità persona seria
"Vai a dormire Aaron, vado anch'io.. Ci vediamo domani mattina per colazione" Dominic ha una voce triste; se penso che è ridotto così per colpa mia mi sento terribilmente in colpa. 
Aspetto una manciata di secondi prima di muovermi per evitare di fare rumore, anche se sono più che sicura che sono andati via. 

D'un tratto mi pizzica il naso e non riesco a trattenere uno starnuto. Grazioso, mi sono raffreddata!

"Sapevo che eri lì. Adesso posso anche andare a dormire in pace. Buonanotte Cass" dice una voce fuori dalla porta. 
"Buonanotte" sussurro piano, l'ho detto più a me stessa che a lui. 


Il giorno dopo ci ritroviamo tutti al solito bar, quando Dominic arriva non ho nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi e come avevo immaginato, mi sono beccata un raffreddore senza eguali 



"Come va? Stai bene?" Mi domanda Joe premuroso, sussurro un debole si e inizio a mangiare il mio croissant 

"Cassie ma ieri dove sei stata? Dominic ci ha detto che sei uscita da sola.. Ti abbiamo aspettato ma poi siamo andate via" mi chiede Lydia
"Si. Sono andata a... A comprare dei pensierini per i miei genitori. Avevo visto delle cose per loro qualche giorno fa e ieri ho fatto un salto a prenderli" rispondo mentre lancio un'occhiata ai due amici che si fissano mentre dico questa bugia. 

"Allora fratello!" Esclama Aaron "Quella biondona bomba sexy di Alissa esce con te ormai!" 
"Si!" Risponde fiero, che cretino.

Ha ben poco da essere fiero, ieri sera faceva il disperato perché non sapeva dov'ero e adesso usciva questa relazione con questa biondona bomba sexy? Altro che fuggire,  si meritava un pugno in pieno viso!

"Quando usciamo?" Domando a Joe quando vedo che Dominic mi sta guardando 
"Vuoi aspettare che ti finisca l'influenza ? Non c'è nessuna fretta" questo ragazzo è un amore, è così premuroso che inizio a credere che non può realmente essere vero.
"Non c'è problema, non sto morendo e soltanto un'influenza" dico sorridendo
"Allora possiamo uscire anche oggi pomeriggio se ti va e se non hai impegni"
"Non ho niente da fare!"
"Perfetto allora"'dice felice sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori

"Ragazzi io vado!" Dico alzandomi facendo strisciare la sedia sul pavimento, mentre tutti puntano gli occhi su di me "Devo parlare con un professore, ci vediamo più tardi" mi avvicino a Joe e gli lascio un bacio sulla guancia, stessa cosa per Aaron quando mi avvicino a Dominic gli lancio un sorriso fintissimo e vado via.

Inizio a camminare fra i corridoi ancora vuoti quando m'imbatto in qualcuno che corre come un forsennato. 

"Ma che succede?" Sussurro. Il ragazzo si blocca davanti a me, è alto e ben impostato, ha gli occhi verdi e i capelli castani, in viso è evidentemente scosso ed è pure un po' bianco. "Per favore corri nell'aula di miss Meunier! Si è sentita male e io sto andando a cercare aiuto" inizia nuovamente a correre come un disperato mente urla "Corri da lei" non me lo faccio ripetere due volte e inizio a correre verso l'aula.

Quando entro trovo la donna in tailleur rosa salmone stesa sul pavimento con la sua barretta di cioccolato stretta in una mano. Mi avvicino a lei e le tocco il polso, il battito è quasi inesistente e noto che respira a fatica 
"Salve miss Meunier..." Inizio "Allora, stanno chiamano aiuto ma lei deve restare sveglia ok?" Aggiungo mente le alzo la testa e noto i suoi occhi spaventati che iniziano a chiudersi "Ehi, ehi.. No, no, no!" È svenuta e io non so che fare. 

All'improvviso mi viene in mente di quell'episodio quando al liceo ci hanno insegnato a compiere la respirazione bocca a bocca e il messaggio cardiaco. 

"O la va, o la spacca" sussurro fra me e me.

Tappo il naso incipriato della donna e inizio a soffiare dentro quella bocca striminzita e colorata da un leggerissimo filo di rossetto rosa.

Soffio una volta, non accade nulla.
Soffio la seconda volta, non accade nulla.
Soffio la terza volta, non accade nulla nemmeno questa volta. 
Avvicino il mio orecchio al suo petto provando a sentire il battito del suo cuore ma niente. 

Sovrappongo le mani, le poggio sullo sterno e inizio a spingere verso il basso tenendo le braccia ben tese. 

Ma quando arrivano i soccorsi?
Sento delle voci provenire dal corridoio e quasi mi tranquillizzo un po'. 
Mi sto stancando, i muscoli delle braccia iniziano a bruciare e sto sudando per la paura. 

Spalancano la porta dei paramedici con una barella, è uno dei due si avvicina a me inginocchiandosi al fianco della professoressa 

"Mademoiselle.." Dice mentre continuo imperterrita a guadare la donna distesa sul pavimento e continuo con il massaggio cardiaco.

"Sono stanca.. Mi fanno male le braccia" lancio un occhiata al ragazzo inginocchiato al mio fianco e noto la sua espressione confusa, solo adesso ricordo che non parliamo la stessa lingua 

"Che devo dirgli ? Parla che io traduco per te" ma lui che ci fa qui?
"Ma tu che vuoi da me!? Mi segui? Digli che gli ho fatto la respirazione bocca a bocca per tre volte ma non è successo niente e ho iniziato il massaggio cardiaco" inizio leggermente ad innervosirmi "E digli pure che sono stanca! Mi fanno male le braccia" vedo con la coda dell'occhio che Dominic che parla con il ragazzo che è rimasto in piedi "Da quanto tempo lo stai facendo?" Mi chiede "Saranno più o meno dieci minuti, DIGLI CHE NON CE LA FACCIO PIÙ!" urlo le ultime parole in preda al panico, se continuo così i paramedici dovranno aiutare anche me!!

Il paramedico al mio fianco finalmente mi fa segno di spostarmi e inizia lui a compiere il massaggio cardiaco mentre io, incapace di compiere qualsiasi movimento, mi accascio del tutto sul pavimento iniziando a respirare a fatica. Ho le braccia che brucando e indolenzite, non riesco a muoverle e il mio cuore sta battendo ad un ritmo assurdo. 

"Stai bene?" Spunta davanti i miei occhi il viso di Dominic spaventato. Senza nemmeno dargli retta chiudo gli occhi e respiro per calmarmi. 

Nel frattempo si è creata una gran folla fuori dall'aula, la gente bisbiglia e si affaccia a guardare dentro la stanza.

"Cassandra" sento ancora la sua voce, il suo sussurro che giunge dolce e spaventato alle mie orecchie "Che vuoi Dominic?" Chiedo restando ad occhi chiusi "Come stai?" Apro gli occhi e lo guardo. 

È così bello, e così misterioso e dolce allo stesso momento. Ha un buon odore e le sue labbra sono morbide e in questo momento vorrei baciarlo, proprio come ha fatto lui con me. Sono stata così stupida a fuggire ma le gambe hanno iniziato a correre, il cuore mi martellava nel petto e le mani sudavano. Soltanto Dominic riesce a farmi sentire così, solo lui. 

"Bene... Sto bene" rispondo incapace di dire altro.

All'improvviso sento le sue braccia forti e possenti che mi avvolgono e l'unica cosa che riesco a fare e rifugiarmi in esse, anche se non nascondo di essere ancora abbastanza arrabbiata dopo aver saputo dell'esistenza di questa Alissa. 

"Mi hai fatto spaventare un sacco! Abbiamo visto un ragazzo mentre entravamo che correva e gridava come un pazzo e diceva che miss Meunier stava male e una ragazza era con lei. Non so perché ho subito capito che si trattasse di te ma ho avuto paura. Ho corso il più veloce possibile! Scusa se sono arrivati tardi" sussurra al mio orecchio mentre mi stringe più forte. 

"Grazie per essere venuto" rispondo mentre poggio il viso nell'incavo del suo collo. 



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Se volete passare a leggere la mia nuova storia "un incancellabile ricordo" mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate così che possa decidere se continuare o no. Un bacio e un grazie a tutti coloro che mi sostengono, che commentano e che semplicemente leggono. Grazie mille a tutti ! 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


I paramedici sono andati via da una manciata di minuti portando con loro la professoressa che aa quanto pare stava avendo un arresto cardiaco; non sono ancora chiari i motivi di questo malore ma portandola in ospedale e facendo degli accurati esami sapremo presto cos'ha causato questo malessere.

Quando sono uscita dalla stanza affiancata dai paramedici, Dominic si è volatilizzato e il ragazzo che avevo incontrato nel corridoio, Émilien, ha deciso di restare al mio fianco per tutto il tempo senza lasciarmi sola nemmeno un secondo.

"Quindi mi dirai chi è quel ragazzo che è corso verso di te come un pazzo? È il tuo ragazzo?" Mi stava domandando. "No, ma che dici?" Devo sembrare un oca starnazzante per il tono strillante che ho appena usato, e per l'espressione che si è creata sul suo volto.

"Sembrava il tuo ragazzo.. Sai che ti guarda in un modo strano? Cioè da fidanzato" continua imperterrito
"Émilien" sospirai "Quello non è il mio ragazzo, siamo soltanto amici e comunque lui sta uscendo con una ragazza... Una biondona bomba sexy per quello che ho sentito oggi" aggiungo abbastanza infastidita

"Quindi posso chiederti di uscire ?"
"Non stai correndo un po' troppo?"
"Ti sto chiedendo di andare a mangiare qualcosa o anche di farci soltanto una semplice passeggiata, non ti sto chiedendo di sposarmi o di procreare" risponde con un ghigno divertito

"Va bene, uno di questi giorni andremo a passeggiare allora" con un balzo scendo dal tavolo sulla quale ero comodamente seduta e raccogliendo la mia borsa, poggiata su una sedia li vicino, mi avvio lungo il corridoio  "Adesso vado, ci vediamo in giro!" Aggiungo mentre varco la soglia della porta.

Mancavano ancora due ore all'ora di pranzo e la mia voglia di andare a lezione è pari a zero. Le mie gambe camminano senza una meta ben precisa, come se camminassero senza che io glielo comandassi o chiedessi. Spinsi svogliatamente la porta del bagno delle ragazze e la prima cosa che notai fu lo squallore che mi circondava. I muri bianchi con gli angoli delle pareti ingiallite, la muffa sul tetto e i lavandini bianchi con i porta sapone quasi vuoti. Guardai le porte verdi che dividevano il water dal resto della camera piene di scritte e numeri di telefono, e mi chiusi dentro uno di quei quattro bagni sporchi e poco odoranti, tirai la porta verso l'interno e feci scattare la serratura; mi avvicinai cauta al water e dopo aver abbassato la tavoletta mi ci accomodai sopra con poca grazia.

Cosa sta succedendo? Cosa mi sta succedendo!?

Nel giro di poche ore mi son ritrovata a litigare con Dominic e qualche minuto dopo a flirtare con Joe solo per far innervosire il primo che ovviamente si è infuriato, per non dire imbestialito, che ha perso le staffe iniziando a rompere tutto quello che gli capitava sotto mano e quando mi è venuta la geniale idea di seguirlo lui mi bacia e io cosa faccio? Scappo! Poche ore più tardi incontro nel corridoio un pazzo che urla e sventola le mani gridando cose senza un apparente significato e poi invece mi ritrovo a correre verso l'aula della professoressa più odiata dagli studenti con quest'ultima sdraiata sul pavimento con un arresto cardiaco in corso.

Il fato, il destino, il karma o chi che sia deve avercela con me, con la mia scialba e insignificante vita. Perché devo sempre sentirmi indesiderata e fuori luogo? Perché devo essere sempre nel luogo sbagliato nel momento sbagliato? Perché devo essere sminuita o insultata anche quando faccio qualcosa che si presume sia giusta?

Sento un goccia bagnarmi la mano e istintivamente alzo gli occhi verso il soffitto che appare senza nessuna perdita d'acqua dai tubi, mi accorgo solo dopo pochi istanti di star piangendo.

Sei proprio una rammollita Cassandra Wilkerson, non fai che piangere! Quella è l'unica cosa che ti riesce a quanto pare.

Che senso ha la tua vita Cassandra? Non servi proprio a niente!

Non sai fare proprio niente, sarai almeno brava in qualcosa? Sei il disonore della tua famiglia Cassandra! Guarda tuo fratello, guarda i tuoi genitori, guarda quanti traguardi sono riusciti a raggiungere, quante cose hanno costruito con le loro sole forze, e adesso guardati tu: una rammollita che si chiude prima in se stessa e poi in bagno per piangere ore ed ore per delle vere e proprie sciocchezze. Tu hai tutto quello che vorrebbero avere gli altri ma non lo vedi, non vedi quanto gli altri siano invidiosi di te e della tua famiglia.

Cassandra Wilkerson sei la ragazza più disprezzata di tutta la scuola.

Vali meno di zero Cassandra.

Tutti gli insulti degli ultimi anni si erano radicati nel mio cervello, avevano ormai preso un posto fisso nella mia mente, facevano parte di Cassandra oramai. 
Ogni sillaba, ogni parola, ogni frase, ogni cosa era rimasta incisa dentro di me, dentro quel cuore che ormai era spezzato, da quel cuore che era stato martoriato, calpestato e buttato via da coloro che pensavo fossero amici.

Vali meno di zero Cassandra.

Pensavo che venendo a Parigi, in luogo così bello e sopratutto così lontano da casa sarei riuscita a risollevarmi, a ricominciare da capo e ad avere un nuovo inizio; invece non è così e non lo sarà mai.

Sei la ragazza più disprezzata di tutta la scuola

Resterò sempre la Cassandra che vale meno di zero, la Cassandra che si disprezza e che si fa disprezzare.

"Ehi..." Un sussurro, una voce maschile giunge alle mie orecchie facendomi zittire.
"Stai ancora singhiozzando.." ha ragione, anche se mi impongo di star zitta e far meno rumore possibile le lacrime continuano imperterrite a scendere e i singhiozzi non cessano.

"Ti va di parlare un po'?" Sussurra mentre sento che si poggia sulla porta verde che ci divide. 
"Ok, facciamo che inizio io..." Sospira e rimane in silenzio per qualche minuto poi lo ricomincia a parlare "Non so perché tu stia piangendo e non so nemmeno se ci conosciamo.. Probabilmente non ti ho mai visto così come tu non hai mai visto me.. Però posso dirti che qualsiasi sia il tuo problema non è mai così tanto grande o così tanto compilato da non poterlo risolvere. Tutto ha una soluzione.. Una volta mia madre mi ha scoperto mentre stavo rubando delle caramelle dalla borsa di una signora, al supermercato. Mi ha sgridato così tanto e per un così lungo tempo che non ho più rubato niente per paura di dovermi sorbire ancora quelle grida.." Scendo dal water e giro lentamente la serratura  della porta, spingo piano la porta e quando la apro del tutto per uscire davanti i miei occhi si para la figura di un uomo, alto e con le spalle larghe.

"Perché piangevi?" 
"Perché mi hai racconto della tua vecchia vita da ladro?" Ridacchia e torna di nuovo serio fissandomi negli occhi 
"Perché piangevi?"

"Che fai Émilien mi segui?" 
"Veramente no, ho sentito qualcuno piangere e sono entrato.."
"Quindi tu entri nel bagno delle donne così? Come se niente fosse?"
"A dire il vero quello degli uomini è molto più pulito e con meno scritte sulle porte..."
"Sei strano forte Émilien.."

"Mi dirai mai perché piangevi?"

"No" Aggiungo mentre sciacquo il viso 

"Voglio solo essere tuo amico, ma non fai altro che allontanare la gente.... Beh, scusa per il disturbo Cassandra, ci si vede in giro!" conclude con una nota sarcastica ma si vede benissimo che c'è veramente rimasto male. 

Resto in silenzio e lo guardo mentre si allontana ed esce dal bagno.

Ma cosa fai? C'è qualcuno che vuole esserti amico e lo allontani?

Continuo a fissare il mio riflesso sullo specchio e soltanto adesso mi rendo conto di aver allontanato la persona sbagliata. Magari voleva davvero essere mio amico, magari si stava davvero interessando a me..

Mi catapulto fuori dal bagno e inizio a correre verso  Émilien che cammina verso la mensa. Ha le spalle rigide e il passo pesante, è sicuramente arrabbiato. Avanzo lentamente alla sue spalle fino ad essere al suo fianco. Ha la mandibola contratta ed un espressione non proprio serena, è arrabbiato.

"Scusa ok? Non volevo offenderti né tanto meno mancarti di rispetto; è che nessuno si è mai avvicinato spontaneamente a me, sopratutto ragazzi, quindi per me è quasi naturale allontanare tutti..." abbasso lo sguardo e fisso il pavimento continuando a camminare.

"Perché allontani tutti? E perché piangevi? Che ti succede?" domanda curioso

"E' una lunga storia, non credo sia bello sentirmi parlare.."

"Ascolterei volentieri invece.."

"Andiamo almeno a sederci?" dico notando che nel frattempo siamo arrivati in sala mensa.

Ci avviciniamo verso il nostro solito tavolo e una dopo esserci accomodati noto  Émilien fissarmi, come se volesse cercare di capire qualcosa di più su di me, come se stesse cercando di leggermi dentro.

"Dunque.." inizio "Vengo da Atlanta e sono la figlia del reverendo e la mia vita non è per niente facile,  diciamo che è uno schifo!" aggiungo sospirando. "Ho un fratello più grande e a quanto pare lui è l'unico che riesce a capirmi... Mio padre mi ha sempre tenuto lontana dal mondo, a scuola ero presa in giro da tutti, dicevano tante cattiverie su di me e spesso mi trattavano male. La mia vita lì era come quelle delle ragazze sfigate dei soliti film americani; sgambetti nei corridoi, chiusa dentro lo sgabuzzino o dentro il bagno... Tutto iniziò quando diedero una festa, ovviamente mio padre non mi mandò lì però mio fratello ci andò, il giorno dopo mi disse che era stata la festa più bella della sua vita, da quel momento è stato ancora peggio di prima perché a scuola diventò un vero e proprio inferno. Tutti mi odiavano e non riuscivo nemmeno a capire il perché dato che io a quella stupida festa non c'ero nemmeno stata. Anche quelli che credevo miei amici mi si voltarono contro e l'unica che restò al mio fianco fu Carol, la mia migliore amica. Non so nemmeno io come feci a resistere fino al diploma, fatto sta che quando mi si presentò la possibilità di scegliere, scelsi il luogo più lontano possibile da casa e sopratutto da mio padre. Lui non è un mostro, so che mi vuole bene e possibilmente tutto quello che ha fatto è stato solo per il mio bene e per tenermi lontano dai guai, ma per colpa sua il liceo è stato un inferno, e adesso voglio soltanto studiare e divertirmi, e quando allontano le persone non lo faccio perché mi sento superiore o per chissà quale motivo è semplicemente che non riesco a fidarmi delle persone....Ho paura di essere ferita per qualcosa che non ho fatto,  per delle colpe che credo di non avere..."

"Cassandra" dice serio "Io voglio davvero essere tuo amico, non mi piace ferire le persone..." dice accarezzando la mia spalla.

"Non so nemmeno perché ti sto raccontando queste cose, ti conosco da poche ore..." dico mentre poggio la testa sulla sua spalla 

"Beh, te l'ho chiesto io.."

"Tu in realtà volevi solo sapere perché piangevo, però sento che posso fidarmi di te.."

"Questa è l'unica cosa giusta che hai detto finora!" mi sposto leggermente e guardandolo negli occhi noto che è sincero e involontariamente mi scappa una risata.

"MA BELLE!!" sento urlare qualcuno dall'altra parte della mensa. 

"Arrivano i miei amici  Émilien. Resta, voglio farteli conoscere" 

Per la prima volta da quando sono arrivata in Francia, mi sento bene. Non mi mancano i miei genitori o la mia migliore amica, non mi manca mio fratello, non mi manca la mia casa e la mia camera, non mi manca la mia città perché sento di essere a casa; perché casa non è un luogo prefisso dove tornare, casa è quando sei con le persone giuste, quando con loro ti si riscalda il cuore, quando anche se ti trovi dall'altra parte del mondo non conta, perché come in questo momento, sei a casa.

"E ora chi è questo?" Dice Dominic arrivando alle mie spalle.













Salve a tutti! scusate il ritardo solo che questo periodo per me è stato parecchio difficile. Vi dico solo che è venuta a mancare una persona a me cara e non ho avuto il tempo, la voglia e l'ispirazione giusta per scrivere il capitolo... scusatemi di nuovo. Aggiornerò presto, un bacio a tutti coloro che ,mi seguono in silenzio, a chi mi segue commentando e a chi mi manda messaggi per invogliarmi e spronarmi a continuare. 
Un grazie particolare va a ChiarettaL12 -  rosaa93 - stellina1983 -Chiara_86 - Nakurami.
Grazie,grazie,grazie!! Vi adoro tutti.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


"Fammi un po' di spazio belle"

Dopo Aaron e Dominic ci hanno raggiunto anche Joe e le ragazze che, ovviamente, avendomi visto in compagnia di un nuovo ragazzo hanno subito iniziato a fare strane facce e supposizioni. 

"Devi dirci qualcosa Cassie?" Esordisce Yvonne mandandomi delle occhiate maliziose 

"No" rispondo a tono fulminandola con lo sguardo.

Mentre tutti sono impegnati a parlare con Émilien e a raccontare pettegolezzi sulle cuoche della mensa sento il cellulare vibrare, lo estraggo dalla tasca interna della borsa e trovo una nuova email.


Da: Sweercarol@yahoo.com 
A: cassandra@cassie.de

Cara Cassie, amica mia, come stai?
Mi dispiace non aver risposto alle tue mail prima, ma non sapevo davvero cosa scriverti.. Mi dispiace sapere che non hai molti amici nemmeno li a Parigi, non sei mai stata brava ad avvicinare le persone! Io qui invece ho ripreso i rapporti con i nostri vecchi amici e sono davvero fantastici. Usciamo spesso e ci divertiamo davvero tanto. 
Sai, in chiesa tuo padre ha dato a me il posto di prima cantante nel coro, adesso tante persone possono ascoltare la mia bravura e la mia bella voce e molti di loro mi riempiono di complimenti! 
Si sente la tua mancanza, io la sento, i ragazzi dicono che non manchi a nessuno sopratutto per quello che è successo a quella famosa festa... Sai, dicono che sia colpa tua se Edward Stewart sia in prigione... Dicono che sei stata tu a fare quella chiamata anonima alla polizia la sera della festa, proprio mentre Edward stava venendo la droga; per questo sono tutti arrabbiati con te... 
Cassie perché hai fatto questo? Per colpa tua quel povero ragazzo è in carcere per spaccio di stupefacenti... Perché hai chiamato la polizia? Sei davvero così meschina? Non potevi farti gli affari tuoi ? Davvero non ti riconosco più.. Forse è meglio se non ci sentiamo per un po'... Sai com'è, non vorrei finire anch'io nei guai per colpa tua, ricorda che essere gelosi di qualcuno non porta a niente... Potevo aspettatemi qualsiasi cosa da qualche altra persona ma mai una cattiveria del genere da parte tua, figlia del reverendo fra l'altro... Sarà anche sbagliato spacciare ma Edward lo faceva per sfamare la sua famiglia... 
Ciao Cassie, ci sentiamo. Stammi bene!


Festa?
Edward Stewart?
Droga?
Polizia?

Rimango attonita davanti lo schermo schermo del cellulare, davanti quella lettera piena di cattiveria che riesce solo a ferirmi. Alzo lentamente lo sguardo e mi volto verso Émilien e lo scopro già intento a fissarmi con un'aria confusa e curiosa. Con un cenno del capo lo faccio avvicinare di più a me e gli mostro l'email.

Vedo i sui occhi che scorrono veloci fra quelle poche righe, vedo il suo viso cambiare, vedo le sopracciglia arricciarsi, vedo la sua mascella irrigidirsi e i pugni chiudersi. 

"Davvero? Dimmi che è uno scherzo!" Dice dopo svariati secondi di silenzio una volta che ha finito di leggere.

"Altro che scherzo... Io non ho chiamato nessuno, non so nemmeno chi sia questo Edward figurati se potevo sapere che quella sera anche lui era a quella stupida festa a spacciare droga!" Aggiungo leggermente alterata 

"Devi rispondergli. Devi dirgli che non sai niente di questa storia, che non sei stata tu a chiamare la polizia e sopratutto devi dirgli che qui hai degli amici. Amici veri che ti vogliono bene!" 

"Voi due che avete da discutere così animatamente? Avete dei segreti?" Interviene Emma davanti a noi facendo calare il silenzio nel tavolo; tutti si zittiscono e si fissano spaesati e poi i loro sguardi si spostano su noi.

"Parlavamo di oggi. Gli stavo dicendo che è stata brava con miss Meunier, le ha salvato la vita" Dice Émilien sorridendo e dandomi diverse pacche amichevoli sulla spalla 

"Non toccarla però" aggiunge Dominic infastidito guardando male Émilien, che resta in silenzio con la bocca socchiusa in evidente difficoltà.

"Dovresti smetterla. Io mi faccio toccare da chi voglio, come voglio e quanto voglio!" Aggiungo arrabbiata alzando di almeno due toni la mia voce e puntandogli il dito contro. 

"Ah davvero? E da quando?" Continua anche lui evidentemente arrabbiato più che infastidito. 

"Da oggi! L'ho deciso oggi. Da oggi mi farò toccare dal mio caro amico Émilien come, quando e quanto voglio!" Dico acida mentre poggio una mano sulla spalla del mio nuovo amico seduto al mio fianco.

"Buon per te allora! Così smetterai di fare la verginella repressa rompicoglioni " 

"Non mi sembra di averti mai rotto i coglioni"

"Oh sì invece! Li rompi eccome!" Dice sarcastico con sorriso malefico il viso. 

"Beh, significa che starò il più possibile lontano da te, così eviterò di romperti i coglioni" faccio strisciare sul pavimento la sedia sulla quale sono seduta e dopo aver raccolto la borsa aggiungo "Ci sentiamo più tardi" e vado via lasciando tutti in silenzio che mi osservano andare via. 

Dominic è così fastidioso quando vuole. Mi fa perdere le staffe, mi fa innervosire e manda in tilt il mio sistema nervoso. Come possono Emma, Yvonne e Lydia pensare che io sia innamorata di lui o che lui lo sia di me? Siamo troppo diversi per poterci volere in modo così forte come l'amore. 
Non nego che Dominic è un bellissimo ragazzo ed è anche molto attraente ma cosa potrebbe mai nascere fra noi se non facciamo altro che litigare e tirarci addosso la prima cosa che ci troviamo sottomano, nulla; non potrebbe mai esserci nulla fra noi. 

Esco dal grande portone e mi dirigo a passo svelto verso il dormitorio e durante il tragitto non posso far altro che pensare alla mail di Carol, a Dominic ci penserò più tardi. 

Carol è sempre stata mia amica, mi è sempre stata accanto e adesso che non sono più al suo fianco, non faccio quasi più parte della sua vita lei è felice, lei sta bene, lei ha tutto ciò che ha sempre desiderato; come quel posto di prima cantante nel coro della chiesa. 

Una volta arrivata nella mia camera mi getto di peso sul grande letto e penso in quale modo posso rispondere alla mail.




Da: cassandra@cassie.de

A: Sweercarol@yahoo.com

Cara Carol, mi fa piacere che tu abbia ripreso i rapporti con Joy e tutto il resto della truppa, mi mancano anche loro a dire il vero, così come mi manchi anche tu. 
Mi fa piacere sapere che il mio posto nel coro adesso l'hai preso tu, lo meriti davvero. 
Per quanto riguarda questo ragazzo, Edward, io non lo conosco. E' vero che la sera della festa ero arrabbiata e di mal umore per essere rimasta a casa ma io non ho fatto nessuna chiamata, non sono così pregevole e se davvero tu credi  che io possa aver fatto un gesto del genere significa che mi conosci davvero poco. Non ho mai fatto del male a nessuno e, anche se so benissimo che  spacciare è sbagliato, mi sarei fatta gli affari miei e non avrei mai fatto arrestare quel ragazzo. E' per questo che tutti dopo quella festa mi hanno trattato anche peggio di come facevano prima? Beh cara, ti consiglio di indagare più a fondo e di capire chi ha potuto essere così meschino da fare quella chiamata perché io non c'entro niente. 
Ah, Carol... Non so chi ti abbia detto che qui non ho amici perché non è assolutamente vero. Ho degli amici fantastici che mi vogliono bene e che mi sono sempre accanto; divertiti con quella massa di ingrati che tu chiami amici! 
E per quanto riguarda il 'è meglio se per il momento non ci sentiamo' per me va benissimo, non mi sei stata accanto finora, riuscirò ad essere quello che voglio anche senza di te. 
Addio Carol !!




Chiudo il computer e lo poggio sulla scrivania per poi stendermi sul morbido letto

"Cassandra, apri subito questa porta!" un forte rumore mi fa sobbalzare dal letto, Dominic sta prendendo a pugni la porta e urla come un pazzo

"Vattene, voglio riposare!!" urlo anch'io

"Apri subito!" continua autoritario 

"NO!"

"Butto giù la porta se non apri immediatamente, ti avverto!"

 Mi alzo dal letto furiosa e apro la porta. Dominic entra con passo pesante e veloce e, spostandomi di qualche passo in dietro, chiude la porta. Rimango ferma dove sono a fissarlo: sta facendo avanti e indietro senza sosta.

"Si può sapere che vuoi? Volevo riposare" rompo il silenzio 

"Si può sapere chi è adesso questo tuo nuovo amico?" domanda nervoso

"Ma che ti importa?"

"Mi importa!!"

"Io non credo che siano fatti tuoi con chi sono amica"

"Vi ho visti!! Avete già dei segreti che condividete?"

"Cosa?" chiedo confusa "Segreti?"

"Ti schiacci su di lui e lui ti.. ti tocca.. ti accarezza... Ma che significa?" chiede esasperato e arrabbiato.

"Tu sei pazzo! Io non mi schiaccio su nessuno" Urlo 

"Ah no? Le tue tette erano schiacciate sul suo braccio!"urla anche lui 

"Dominic, prima cosa: non urlare mai più in questo modo che le persone fuori potrebbero sentire e farsi brutte idee, sopratutto non frasi del genere!" dico alzando il pollice  "Seconda cosa: non mi  schiaccio su nessuno." continuo alzando l'indice "Terza cosa: mi guardi le tette? SMETTILA!" finisco dandogli una spinta che lo fa barcollare.

"Bambolina" sospira e si accomoda sul mio letto "Come devo fare con te?" continua prendendosi la testa fra le mani "Tu vuoi anche uscire con quel cretino di Joe!"

"Joe non è cretino"

"Invece lo è perché dovrebbe togliersi dalle scatole e non dovrebbe infastidire la donna di un altro"

"Io non sono la donna di nessuno"

Con una mossa veloce mi tira verso di letto e finisco su di lui, il suo respiro è irregolare, il suo viso e contratto per il nervoso e le sue labbra sembrano più carnose del solito.

"Dominic..." sussurro a pochi centimetri dalla sua bocca.

"Scusa.." sussurra anche lui prima di farmi toccare il materasso con il sedere e mettendosi al mio fianco

"Io non so che mi succede con te... e che tu sei fuggita e poi ti ho visto con quel cretino..."

"Dominic io non.."

"Non dire nulla bambolina. So che stasera devi uscire con quell'altro.. Ti faro cambiare idea, ti dimostrerò che nonostante il mio aspetto trasandato posso avere un cuore come chiunque altro, ti dimostrerò che anch'io posso amarti.." detto ciò si sporge e mi lascia un casto bacio nell'angolo della bocca, si alza e va via in silenzio dopo avermi lasciato un sorriso carico d'amore.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Dominic mi destabilizza.

Dominic mi fa perdere il controllo.

Dominic rovina la mia salute mentale.

Dominic è sempre nei miei pensieri, anche adesso che mi sto preparando per uscire con Joe.

Dopo la visita del bel dongiovanni, mi sono addormentata e sinceramente la mia voglia di mettere il naso fuori la porta della mia camera era davvero poca, ma quando Joe si è presentato con un mazzo di fiori e dei cioccolati non sono riuscita proprio a rifiutare. 

"Eccoti finalmente" esclama vedendomi arrivare fuori il cancello del dormitorio. Era poggiato con la schiena, e con il piede sinistro, sull'inferriata mentre tutta la sua attenzione la catturava il cellulare che aveva fra le mani. 

"Si.. Scusa, se non fossi venuto a svegliarmi starei ancora dormendo" aggiungo con un po' d'imbarazzo, mentre lui ripone il telefono in tasca.

"Andiamo?" Sorride mentre mi porge il braccio a mo' di gentiluomo.

Sotto il cielo di Parigi, sotto i lamponi che emanano una fioca luce, sotto la neve che cade lenta ci avviamo verso un ristorante italiano. 

"Io prendo la pasta" esclama Joe emozionato e contento dopo essere entrati ed esserci accomodati.

"Anch'io!" Rispondo con poco entusiasmo.

"Qualcosa non va Cass?" Chiede con una punta di preoccupazione "Forse non ti andava di uscire?" Conclude. 

"No no Joe che dici! Sono solo un po' frastornata dalla dormita di poco fa. Con una buona cena sono sicura che starò meglio" dico provando a fargli tornare il buonumore e ad incoraggiarlo nel peggiore dei modi che però sembra funzionare ugualmente. 

"Ma secondo te il cibo italiano è davvero così buono come dicono?" mi domanda mentre aspettiamo che ci portino i nostri piatti.

"Certo che è buono! Ma sono più che sicura che in cucina non ci sia uno chef italiano.." rispondo buttando qualche occhiata verso la cucina dove riesco ad intravedere il cuoco che sventola del basilico per aria.

"E' probabile.. Allora per sapere se veramente la cucina italiana è così buona come dicono dovremmo fare una scappata in Italia!" dice come se fosse una cosa ovvia facendomi sorridere.

La cena va avanti fra sorrisi e risate, chiacchiere e pettegolezzi, fin quando non torniamo al dormitorio. 

"Sono stato davvero bene questa sera Cass" dice mentre ci fermiamo davanti la porta della mia camera.

"Si anch'io Joe. Grazie per la cena e la bella serata" aggiungo guardandolo per poi cercare le chiavi nella borsa evidentemente in imbarazzo "Non trovo le chiavi.. Nella fretta devo averle lasciate dentro" aggiungo agitata.

"Andiamo a farci dare un duplicato.."

"Mi vergogno troppo a svegliare quel pover'uomo dal suo sonno per colpa della mia stupidaggine!" 

"Andiamo stupida! Parlo io con lui" dice tirandomi per un polso verso l'atrio. 

Dopo una manciata di minuti, che a me sembrano ore, Joe torna sorridente con la chiave della mia camera fra le mani.

"Ce l'hai fatta!" Dico buttandogli le braccia al collo istintivamente.

"E' stato difficile ma ci sono riuscito! Avanti dai, ti accompagno" dice sorridente prendendomi per mano. Avanziamo lentamente verso il lungo corridoio in silenzio e riesco a percepire una leggere tensione che mi mette, per l'ennesima volta che in imbarazzo. Una volta raggiunta la mia camera mi volto per guardare Joe e ringraziarlo nuovamente per la cena deliziosa e per la bella serata passata. Con la chiave ancora fra le mani sussurro un "Grazi Joe..Sono stata bene" Di slancio e senza nessun preavviso, afferra il mio viso fra le sue grandi mani e con estrema delicatezza poggia le sue labbra sulle mie. Non è un bacio aggressivo o passionale, è un bacio lento e dolce, senza nessuna pretesa ma desideroso e amorevole. 

"Buona notte piccola" sussurra soffiando ancora attaccato alle mie labbra "A domani" continua poi lasciandomi un altro leggero bacio per poi andare via. 

Ancora frastornata da quello che è appena successo, entro in camera e senza nemmeno accendere la luce mi getto di peso sul letto rimbalzando sul materasso morbido, cacciando un urlo con la faccia immersa nel cuscino.

"Che ti è successo bambola? Quella banana di Joe ti ha fatto arrabbiare?" Un ombra grande e grossa si erge alle mie spalle, poi la luce si accende e con piacere noto che non c'è nessun uomo nero, è solo Dominic. 

"SEI CRETINO?" urlo "MI HAI SPAVENTATO!" Continuo ancora urlando "E PERCHE' SEI QUI A QUEST'ORA?" finisco alzandomi dal letto come una furia avanzando minacciosa verso la sua direzione.

"Sapevo che dovevo consolarti dopo una sera passata con lui, per questo sono qui" dice tranquillo mentre sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi. 

"Tu sei pazzo Nick, sei pazzo!" probabilmente quella pazza in questo momento sembro più io che lui per via delle urla "Come sei entrato?" domando fermandomi di botto mentre lui continua a guardarmi divertito.

"Quindi sono di nuovo Nick... Questo è un buon inizio" risponde senza togliersi quel sorrisetto soddisfatto dal viso.

"Non cambiare discorso. COME SEI ENTRATO?" dico marcando e scandendo le ultime parole cercando di essere il più minacciosa possibile.

"Ho preso le tue chiavi, oggi" risponde con un ghigno uscendo il mio mazzo di chiavi dalla tasca.

"Bene" dico strappandogli violentemente le chiavi di mano "Adesso che hai visto che sono arrivata sana e salva e che non ho bisogno di essere consolata puoi anche andare" finisco andando verso la porta aprendola facendogli cenno con la mano per farlo andare via.

"No"dice chiudendo la porta "Vieni" dice tirandomi per un braccio fino il letto  "Allora" comincia "Raccontami cosa avete fatto, dove siete andati e come sei stata.."

"Stai scherzando?"

"No"

"Perché dovrei raccontarti come ho passato la serata con Joe? Che fra l'altro odi?"

"Bambolina forza" 

"Siamo andati in un ristorante italiano, abbiamo mangiato e parlato e siamo tornati qui" dico veloce dopo aver sospirato pesantemente.

"Ristorante italiano?" domanda pensieroso "Non lo facevo così audace"

"Dominic.."

"Niente passeggiata bambolina?"

"Hai finito? Sei fastidioso!"

"Vi siete baciati?"

"Dominic dovresti andare.."

"Vi siete baciati quindi.."

"La smetti?"

"Mi sorprendi ogni giorno di più bambola! Lui lo baci, se ti bacio io fuggi!" dice alterandosi "Assurdo, assurdo!" sussurra fra se e se visibilmente arrabbiato e infastidito. 

"Io non ho baciato nessuno, lui ha baciato me e non c'è bisogno di rinfacciare le cos.."  Mi ritrovo distesa sul letto, con Dominic schiacciato su di me a pochi centimetri dal mio viso che stringe i miei polsi all'altezza della testa. 

"Sai che se ti baciassi adesso non avresti via di fuga?" sussurra fissandomi negli occhi.

In questo momento non ho bisogno d'altro, i suoi occhi sono incatenati ai miei e probabilmente sarà sbagliato, sarà senza senso o chissà cos'altro; ma ho voglia di sentire la sue labbra sulle mie, di sentire quella lingua ricorrere la mia, di sentire il sapore e il calore delle sue grandi e carnose labbra schiacciate sulle mie, fino a consumarle. 

"Allora fallo.." sussurro senza smettere di fissarlo "Baciami" soffio sulle sue labbra.

Senza nemmeno farselo ripete due volte si getta sulle mie labbra baciandomi con foga, le sue carnose labbra sulle mia, la sua lingua intrecciata alla mia, le sue mani che, abbandonatomi i polsi, sfiorano e bramano ogni singolo angolo della mia calda pelle. 

"Nick" dico con il fiatone.

"Bambolina..." sussurra "Ho un problemino laggiù..Vado un momento in bagno"dice alzandosi andando verso il bagno.

Rimango sola, sdraiata sul letto. Sento il cuore battere all'impazzata, le mani sudate e il viso caldo, il respiro affannato e le labbra gonfie. 
Perché quando sono con lui mi sento in questo modo? Perché ogni volta, in un modo o nell'altro, mi trovo a pensare a lui? E se mi stessi veramente innamorando?

"Bambola" sussurra quando esce dal bagno "Sei stanca?" domanda mentre si distende al mio fianco.

"Un pò.."

"Allora riposa, io sto qui con te finché non ti addormenti, poi vado via"

"Dovrei cambiarmi..." sussurro mentre sento le palpebre pesanti e gli occhi bruciare per la stanchezza; mi impongo di alzarmi per andare in bagno e mettere il pigiama con poco successo però.

"Ci penso io, tu sta ferma" sussurra avvicinandosi nuovamente al mio viso sfiorandomi le labbra, mentre mi fa stendere di nuovo. 
Con una lentezza disarmante inizia a sfilarmi le scarpe, lentamente sale verso i miei pantaloni avvicinando un dito sulla zip.

"Nick..." sussurro arrossendo 

"Tranquilla bambolina, respira.. Non ti farò nulla. Fidati di me" sussurra ancora mentre sbottona piano i pantaloni e, dopo aver fatto scivolare giù la zip, inizia ad abbassare la stoffa che copre le mie gambe.
Lo guardo, lo osservo: ha la bocca schiusa e la lingua fra i denti, presumibilmente quello che vede gli piace. 

Prima un piede, poi l'altro, fin quando non rimango in slip davanti il ragazzo più affascinante che abbia mai conosciuto. Mentre risale per togliermi la maglia, si sofferma a guardare le mie cosce e lentamente le sfiora, anche se sono più che sicura che vorrebbe toccarle anziché sfiorarle solamente. Risale sempre con estrema lentezza senza smettere di fissarmi, i suoi occhi sono fissi sui miei, la sua mandibola ha un leggero filo di barba ed è contratta. Inizia ad alzare piano la maglia verso l'alto fin quando la toglie del tutto e resta immobile, fisso con gli occhi su di me, sul corpo che mi appartiene e non apprezzo, sul décolleté stretto nel reggiseno nero sgualcito dal tempo e dai troppi lavaggi.

 "Cass.." sussurra mentre inizia ad accarezzarmi il ventre facendomi sussultare "Sei così eccitante.." continua mentre le sue mani salgono a sfiorare le mie spalle "Cosi bella.." mentre scende sulle braccia "Così perfetta.." sussurra talmente piano che quasi fatico a sentirlo, mentre prende le mie mani sulle sue e inizia a baciare delicatamente le nocche. "Sei così calda.." sussurra nuovamente senza smettere di baciarmi le mani.

"Devo fermarmi finché sono in tempo." esordisce mentre si alza andando verso l'armadio per prendere il pigiama, dopotutto è dicembre, non posso dormire in intimo se voglio evitare di star male.

Al contrario di come aveva fatto precedentemente, mi vestì con estrema velocità e poi, come aveva promesso, si stese al mio fianco aspettando che mi addormentassi stringendomi fra le sue forti braccia.

Il suo respiro sui miei capelli, il suo viso a pochi centimetri dal mio, il suo corpo che mi riscalda, la sua mano sul mio fianco, il mio pigiama impregnato  dal suo odore mascolino. 

Dominic è probabilmente il prototipo di ragazzo che ho sempre sognato mentre Joe, é più il prototipo di ragazzo che sceglierebbero i miei genitori per me. 

Perché sono così confusa quando si tratta dei miei sentimenti? Perché non riesco a prendere una decisione o una posizione ferma? Sono due ragazzi talmente diversi e simili allo stesso tempo che mi confondono ogni giorno di più. 

Se dovessi pensare ad un futuro con uno di loro due non saprei nemmeno chi scegliere: Joe sarebbe uno di quei mariti perfetti, che sta fuori di casa tutto il giorno, che viaggia per lavoro e che quando ad ora di cena torna a casa lo aspettano due bambini a braccia aperte; sarebbe bello ma probabilmente finirebbe tutto con un divorzio dopo dieci o quindici anni di matrimonio, probabilmente per via di un amante da parte di uno dei due o probabilmente perché essendo sempre a lavoro non avrebbe quasi mai tempo per i figli e la moglie; o magari potrebbe essere per sempre. 
Dominic lo vedo con una carriera promittente: probabilmente nel campo dell'are; potrebbe essere un marito premuroso e gentile, che combina casini e che litiga spesso con la moglie per via della gonna troppo corta o per la maglia con la scollatura profonda ma sicuramente finirebbe tutto con un bacio e delle smancerie per poi concludere il tutto facendo l'amore. Lo immagino un padre esemplare,  che ama i figli, che va a prenderli a scuola, che li porta ai giardinetti, che li fa felici con un gelato.

Mi addormento cosi, pensando al mio futuro. Con chi potrebbe amarmi davvero e rendermi felice per il resto della vita. 

Quando apro gli occhi, Dominic non è più vicino a me ma il letto è ancora caldo e le coperte sono ancora impregnate dal suo profumo. 

Dopo essermi stiracchiata per bene, vado in bagno per una doccia veloce per poi andare a lezione. Quando entro in bagno vado dritta verso la doccia aprendo l'acqua calda facendomi investire da quel piacevole calore sulla pelle, quando esco mi stringo nel morbido accappatoio di cotone e la prima cosa che noto è il mio riflesso sullo specchio appannato che mi si parla davanti. 

Non ho le solite occhiaie violacee, non ho le solite borse gonfie sotto gli occhi che mi fanno sembrare sempre post-pianto. Il mio viso e rilassato e tranquillo e solo adesso noto che mi sento proprio cosi: rilassata. 
Per una notte ho dimenticato tutti i miei problemi e tutto ciò che finora mi ha distrutto e confuso la vita, tutto grazie a un ragazzo con i capelli tinti che è rimasto ad abbracciarmi per tutta la notte. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


"Émilien, perché la mia vita è così incasinata?" gli chiedo mentre mi siedo di peso su una sedia al suo fianco non appena arrivo in caffetteria.

"Buon giorno anche a te cara!" risponde sbadigliando mentre prende in mano il suo cappuccino per berlo "Cosa è successo questa volta?"

"In realtà mi vergogno un pò.." rispondo togliendogli il bicchiere di mano sorseggiando il cappuccino caldo, arrossendo leggermente

"Che hai combinato?" domanda preoccupato mentre mi strappa il bicchiere di mano.

"Ieri sera sono uscita con Joe.." inizio

"E?...."

"E  mi ha baciato..." sussurro sospirando "Io non volevo, cioè non me l'aspettavo e quindi non ho risposto al bacio... Ma non l'ho nemmeno rifiutato!" concludo abbastanza nervosa "Possibilmente si è fatto qualche idea sbagliata... Dio, perché mi incasino sempre la vita?" susurro le ultime parole fra me e me sospirando di nuovo.

"Ma non è tutto... Avanti Cassandra, ti conosco da poco ma è come se ti conoscessi da sempre... So che c'è dell'altro, continua!" dice lasciandomi sorpresa.

"Ok..." sussurro "Quando siamo arrivati davanti la porta della mia camera mi sono accorta di non avere le chiavi allora Joe è stato così gentile da andare in portineria e prendere un duplicato della chiave.. Quando sono entrata in camera mi sono buttata sul letto perché ero davvero stanca, oltre che confusa per quel bacio, e all'improvviso mi è spuntato Dominic davanti... Dietro più che altro.."

"Cosa?" quasi urla per la sorpresa

"Era venuto il pomeriggio in camera mia" inizio a spiegare

"Si... Diciamo che quasi tutti sanno che è venuto da te perché avete fatto un sacco di bordello!"

"Lo immaginavo!!" dico serrando la mascella "Dovrebbe pregare per non incontrarmi oggi perché giuro che.."

"Calma furia! Continua a raccontarmi cos'è successo!" mi interrompe ridendo

"Si.. beh, era in camera mia e ha fatto una scenata di gelosia da fidanzato preoccupato e geloso.. Quando gli ho chiesto come avesse fatto ad entrare mi ha  risposto che nel pomeriggio mi ha 'rubato' le chiavi perché sapeva che dopo una serata passata con 'quel cretino' così l'ha definito, avevo sicuramente bisogno di conforto e ovviamente chi poteva confortarmi meglio lui?" finisco ghignando.

"Dici davvero?" dice sorpreso Émilien mentre soffia il cappuccino ancora fumante

"Non è tutto.." sussurro calando il capo mentre sento le mie guance andare a fuoco. Alzo gli occhi di poco e lo vedo mentre alza la sopracciglia facendomi segno con il capo per continuare il discorso.

"Ci siamo baciati" sussurro

" 1 per Joe - 1 per Dominic" aggiunge sorridendo

"Avevo sonno e  volevo andare a letto.. E non so perché l'ho fatto perché io non sono il tipo di ragazza che fa queste cose, io vergogno enormemente del mio corpo, ma..." mi blocco per qualche secondo "Mi ha spogliato..Mi ha visto in intimo, quasi nuda" sussurro talmente piano che credo non l'abbia nemmeno sentito.

"1 per Joe - 2 per Dominic!!" dice battendo le mani felice

"Sei serio? Mi vergogno quando mi guardo allo specchio e lui mi ha visto in intimo! E' così imbarazzante, Dio!!"

"Non fare l'isterica. Non hai niente di diverso dalle altre ragazze, sei bella"

"Ma io.." sospiro "Ho combinato un casino nel giro di poche ore.. E  poi fra l'altro è rimasto a dormire con me...Sono sicura di averlo sentito andar via alle prime ore del mattino"

"Ma è una cosa davvero dolce Cassie! Sta cercando di farti capire che a te ci tiene"

"Rubandomi le chiavi e aspettandomi come un serial killer in camera mia fin quando non torno? Non credo che sappia come si corteggia una donna.." rispondo togliendogli il bicchere di mano e sorseggiando il cappuccino ormai tiepido.

"Beh forse non è proprio il modo giusto però ci sta provando!Avrebbe potuto forzarti a fare altro ma non l'ha fatto, non l'ha fatto vero?"domanda d'un tratto confuso

"No, non l'ha fatto" rispondo e subito si rilassa

"Ecco vedi? Possibilmente un altro avrebbe potuto approfittare della situazione per infilarsi nelle tue mutande lui no.." nota il mio sguardo inorridito e aggiunge un leggero "Troppo schietto, scusa" che mi fa sorridere "E poi è anche rimasto a dormire! Immagino che il suo amico avrebbe voluto far festa ma ha dovuto contenerlo perch.."

"Ok! E' chiaro il concetto!" lo interrompo mettendogli una mano davanti la bocca "Devo andare a lezione adesso" aggiungo bevendo quel poco che restava del suo cappuccino "Ci vediamo a pranzo?" domando mentre mi alzo per andare via, lui annuisce distratto dal suo cellulare che inizia a squillare e io ne approfitto per correre via prima che noti il bicchiere vuoto.

Arrivo in poco tempo al grande cancello e, dopo averlo varcato, mi inoltro nei corridoi per andare a lezione. Entrando in classe noto Joe seduto sul fondo dell'aula, dove siede solitamente, assalita dall'ansia con dei movimenti svelti estraggo il telefono dalla borsa e faccio finta di scrivere a qualcuno, quando lo vedo sorridermi ed alzarsi per venire verso di me, faccio finta di rispondere al telefono e mi allontano lasciandolo alle mie spalle. Uscendo dall'aula mi scontro con Yvonne che resta ferma guardandomi confusa

"Che succede? Ma perché stai fingendo di parlare con qualcuno?" chiede indicando il telefono che tengo ancora attaccato all'orecchio. La prendo e la porto lontano tappandogli la bocca. "Ma che fai" domanda mentre tengo ancora la mano sulla sua bocca.

"Dobbiamo parlare!" le dico

"Ok! Operazione S.R.I andiamo in bagno!" dice tirandomi per il braccio verso il bagno

Una volta varcata la soglia della porta del bagno, apre una delle porte verdi e mi spinge dentro "Ok" sussurra "Parla"

"Sai che potresti lavorare nella polizia? Ti ci vedo come poliziotta che obbliga qualche criminale a confessare.."

"Non fare la spiritosa con me mia cara, ti conviene iniziare a parlare!" dice con un'espressione seria mentre mi punta un dito contro

"Ma cos'è l'operazione S.R.I?" chiedo confusa

"Operazione servono rinforzi immediati. Adesso parla, forza!"

"Ieri sera Joe mi ha baciato" inizio e quando vedo la sua espressione sbalordita sorrido debolmente "Dopo un pò anche Dominic mi ha baciato, e adesso stavo proprio scappando da Joe perché non so che ha in mente adesso!"

"Ma tu li hai baciati tutti e due!"

"Lo so Yvonne, lo so.."

"Cosa pensi di fare adesso?" domanda curiosa

"Non lo so.. Andiamo a lezione per ora, più tardi vedrò di inventarmi qualcosa per tenere tutti e due alla larga" sospiro e, come ha fatto lei poco prima con me, la prendo per un braccio e la tiro verso l'aula.

Le lezioni vanno avanti senza nessun intoppo, senza nessuna distrazione ma sopratutto senza nessun strano messaggio sul cellulare. Mi sorprende un pò il fatto che Carol non abbia risposto alla mia mail, probabilmente ha capito che dopo essere stata incolpata senza nessuna prova mi sono sentita tradita. Quando arriva l'ora di pranzo, affiancata da Yvonne, andiamo verso la mensa. Una volta dentro notiamo Émilien ed Emma già seduti al tavolo che parlano, lentamente ci avviciniamo e dopo esserci accomodate ci raggiungono anche gli altri.

"Ciao ma belle!" esordisce abbracciandomi da dietro "Mi sei mancata tanto"

"Ci siamo visti ieri Aaron.." dico sorridendo

"Mi sei mancata lo stesso ok?" dice facendo spostare Joe per mettersi alla mia destra.

Iniziamo a mangiare e non far altro che notare lo sguardo dei due ragazzi puntato di me

"Émilien, mi guardano... Sembrano degli stalker.. Mi mettono ansia" sussurro all'orecchio del mio amico seduto alla mia sinistra

"Bella maglietta cioccolatino" dice Aaron a Yvonne ammiccando

"Cretino!" risponde lei

"A proposito! Tu!" dice Émilien alzando la voce puntandomi un dito contro facendo calare il silenzio "Mi devi un cappuccino! Stamattina facendo la giovane affranta l'hai bevuto tutto!!" finisce guardandomi torvo

"Ops" sussurro ridendo mentre,con la coda dell'occhio, scorgo l'espressione confusa di Joe e quella soddisfatta di Dominic.

"Cassie" mi chiama Emma attirando la mia attenzione "Dopo le lezioni usciamo a fare un giro vuoi venire con noi?"

"Fantastico! Ci vuole proprio una bella passeggiata" esordisce Aaron

"Oh certo. Sarà bello passare un pomeriggio solo con le ragazze!" esclama Yvonne divertita "Non avevo proprio dubbi su te!" continua sfoggiando un sorriso divertito e soddisfatto verso Aaron, che la guarda in cagnesco.

"Cioccolatino, è meglio se rimangi subito quello che hai detto perché io...."

"SAI AARON" urla Emma zittendolo "Avevamo pensato di fare un uscita solo noi ragazze" continua poi usando un tono di voce normale.

"Ma Aaron è il benvenuto!" aggiunge ancora Yvonne ridendo

"Ora basta!" si alza facendo strisciare la sedia sul pavimento e si avvicina alla ragazza "Forza" dice tirandola per un braccio facendola alzare "TU VIENI CON ME!!" esclama prima di caricarsela in spalla e andare verso l'uscita.

"Quei due finiscono insieme" sussurra Lydia, facendosi però sentire da tutti

"Quindi Cassie, vieni?" domanda Emma mentre raccoglie le sue cose pronta ad alzarsi dalla sua sedia

"Si" rispondo "Émilien andiamo?" aggiungo guardando negli occhi il mio amico

"Andiamo"dice sorridendo alzandosi dalla sua sedia.

"Cassie,vorrei parlarti.." dice Joe alzandosi anche lui dalla sedia

"Magari più tardi Joe... Scusa, dobbiamo andare!" risponde Émilien al posto mio mentre mi tira da un braccio verso l'uscita; e l'unica cosa che riesco a fare è scrollare le spalle.

"Grazie"sussurro ad Émilien una volta usciti dalla mensa

"Tranquilla belle, mi salverai anche tu prima o poi" risponde mentre si piaga in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia, per riprendere fiato dopo la corsa fatta.
















 

SO CHE QUESTO CAPITOLO E' CORTO E CHE STO AGGIORNANDO DOPO DAVVERO TANTO TEMPO,QUINDI SCUSATE!
Se vi va, passata a leggere la mia nuova storia "Il ritratto della felicità"

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