- La pioggia non è per forza triste -

di Hayhey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. In cui James fa la conoscenza ufficiale di Sophie ***
Capitolo 2: *** 2.In cui si presentano meglio alcuni personaggi ***
Capitolo 3: *** 3. In cui la storia inizia a muoversi un po' ***
Capitolo 4: *** 4. In cui Sophie e James si avvicinano di più ***
Capitolo 5: *** 5. In cui Rose mette in imbarazzo Scorpius ***
Capitolo 6: *** 6. In cui ci si scambiano regali ***



Capitolo 1
*** 1. In cui James fa la conoscenza ufficiale di Sophie ***


- La pioggia non è per forza triste -
 
1.In cui James fa la conoscenza ufficiale di Sophie
 
James Sirius Potter era estraneo alle ragazze. Al contrario dei suoi cugini –che se ne andavano in giro raccontando grandi avventure con ragazze bellissime, storie che riteneva comunque abbastanza inventate- non aveva mai avuto una ragazza e il suo pensiero non si era mai soffermato più di tanto su una di esse. Per lui non erano altro che persone destinate a diventare mamme e a far da mangiare come sua nonna Molly, o pazze come le sue cugine –soprattutto Rose e Roxanne, conosciute anche come ‘Duo Scavezzacollo’- che facevano degli scherzi fantastici.
Era conosciuto per essere un po’ –tanto- scherzoso, ma alla fine era come tutti i suoi cugini agli occhi della gente anche se c’era molto di più sotto la fama che si trascinava dietro involontariamente. Era un ragazzo che trovavi fermo nel corridoio a metà lezione che osservava fuori il modo in cui le nuvole si addensavano quel giorno, che portava spesso e volentieri gli occhiali sulla testa mentre cercava di decifrare la scrittura dell’ultimo a cui aveva chiesto di copiare il tema, che abbracciava la sua sorellina Lily all’improvviso e senza motivo se non un ‘ti voglio bene’ implicito. Era sognatore e fuori di testa ed era tutto ciò a renderlo unico nel suo genere.
Non si riteneva un adone nonostante le sue cugine spesso gli dicevano il contrario. Una volta Rose gli disse che se non fosse stata sua cugina se lo sarebbe spupazzato tutto al che, il ragazzo era scoppiato a ridere. Roxanne spesso lo chiamava ‘Ricciolo’ per i suoi capelli ricci sparati da tutte le parti e aveva preso gli occhi castani e da cerbiatto di sua madre.
Insomma, non considerava le ragazze ‘ragazze’. Gli era proprio estraneo il concetto finché non conobbe Sophie Clavy, una Tassorosso dolce e gentile che gli fece conoscere l’estraneo mondo femminile e lo aiutò a vedere il mondo in tanti modi diversi. L’incontro avvenne durante il settimo anno di lui e il sesto di lui. Sophie era dello stesso anno di suo fratello Albus e del Duo Scavezzacollo e venne a conoscerla perché amica delle due –frequentavano insieme Incantesimi e Erbologia-, che la convincevano a unirsi a loro, sebbene la Tassa cercasse di fermarle col suo giudizio tipico della casata a cui apparteneva.
Sophie Clavy era di famiglia Babbana ma aveva presto imparato tutte le caratteristiche del mondo magico, il Cappello Parlante aveva impiegato due minuti buoni a decidere se smistarla in Tassorosso o in Corvonero e aveva infine optato per la prima. Amava disegnare e la potevi trovare spesso sul Lago Nero con il quaderno e la matita, talvolta con gli acquerelli. Era paziente e aveva spesso un fare materno, soprattutto col fratello minore –Babbano- a cui comprava regali ogni volta che andava a Hogsmeade.
Aveva i capelli castani, mossi e corti fino alla base del collo, con le punte tinte di verde, sia chiaro che scuro, gli occhi verde scuro, era di media altezza e di media corporatura.
Il loro incontro ‘ufficiale’ avvenne in una giornata piovosa di metà novembre, James stava osservando come la pioggia coprisse e avvolgesse tutto il paesaggio di Hogwarts nell’oscurità e in un certo senso anche nella tristezza. Le gocce cadevano sulle statue del cortile interno e scendevano lungo i visi di esse, soffermandosi un poco sulle punte dei nasi, sulle lame delle lance e sulle dita delle mani tese ad indicare il vuoto.
In quel momento passò Sophie, con un album da disegno in mano e la matita dietro l’orecchio destro, confusa tra una ciocca verde e una castana. Non appena notò il ragazzo, si fermò ad osservarlo, vide le sopracciglia corrucciate e lo sguardo intenso degli occhi castani e si girò per cercare il motivo di tanto interesse ma non vide altro se non la pioggia che cadeva nel cortile interno. Vuoi vedere che ha un animo artistico?
Allora, curiosa, si avvicinò per scoprire cosa vedesse in quella pioggia.
“Ehi, sei James, no?”
James si girò di scatto, come se fosse stato tolto all’improvviso da un altro mondo, un mondo in cui esisteva solo lui e quello che voleva vedere.
“Oh. Sei… sei Sophie Clavy giusto? L’amica di quelle pazze delle mie cugine?”
“Esattamente! Ti ho visto così interessato ad osservare la pioggia che volevo chiederti cosa ci trovassi di tanto interessante.” Sorrise gentilmente la Tassorosso.
“Oh, beh… è che ogni tanto mi metto a guardare il paesaggio e provo a pensare al motivo per cui, in questo caso, la pioggia scenda, rendendo tutto più triste e malinconico. Ok, non era forse il modo migliore di presentarmi a te, ma sono così!” James sorrise apertamente come solo lui sapeva fare, portandosi una mano dietro la testa a scompigliarsi i capelli come era solito fare quando era nervoso. E non era abituato a esserlo, soprattutto davanti alle ragazze, che considerava persone come tutti e non persone con cui poteva potenzialmente avere una relazione.
“Non è detto che la pioggia debba per forza essere triste e malinconica, sai? Sotto la pioggia ci si può anche divertire, la pioggia si può disegnare, si può bere, può essere colorata con la fantasia e sotto di essa possono nascere nuovi amori. Vedi quei due ragazzi là sotto?” James annuì, affascinato da questa visione e da questa ragazza con cui aveva parlato davvero per la prima volta in quel momento.
“Si stanno baciando e ridono.”
“Esatto. Vedi? La pioggia non rende tutto triste. Come ogni cosa in questo mondo ha un lato buono e uno cattivo, che può essere più lieve o più forte.”
James sorrise per la seconda volta da quando avevano iniziato a parlare, contento di aver conosciuto una persona così intelligente.
“Sai, sei molto intelligente, me lo avevano detto Rose e Roxie. E, come hai detto tu, non vuol dire per forza essere secchioni. Ci vediamo in giro!” Sorrise per l’ultima volta e si allontanò agitando la mano in segno di saluto e aggiustandosi gli occhiali sul naso.
Sophie rimase ferma, sorpresa e compiaciuta di aver incontrato un Potter-Weasley diverso da come se lo aspettavano tutti e senza preoccupazioni di essere come gli altri lo volevano. In più, il suo cuore aveva stranamente accelerato di un po’ la sua corsa normale.


-My corner^^-
Eccomi con una nuova ff su HP! Questa volta il protagonista sarà l'amore della mia vita Jamie <3 ci sarà anche un po' di Scorose (ovviamente) e niente, spero vi piaccia! Cercherò di aggiornare una volta ogni settimana o ogni 2 settimane, scuola permettendo!
Recensite per farmi sapere cosa ne pensate,
con tanti muffins,
hayhey :3

 

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Capitolo 2
*** 2.In cui si presentano meglio alcuni personaggi ***


2. In cui si presentano meglio alcuni personaggi
 
Rose e Roxanne avevano conosciuto meglio Sophie durante il terzo anno, quando avevano cominciato il corso di Rune Antiche e da quel momento, unite dalla loro diversità, erano diventate amiche strette e avevano avuto la fortuna di avere ogni anno almeno una lezione insieme.
Sophie, appena arrivata in quella scuola, in quel mondo a lei estraneo, si era trovata chiaramente disorientata, ma quelle due pazze che aveva incontrato l’avevano accettata senza problemi e da quel momento si era sentita come se avesse sempre fatto parte di quel mondo nascosto dall’occhio babbano. I suoi genitori l’avevano presa molto tranquillamente, ovviamente erano sconvolti inizialmente, ma poi si erano abituati ed erano fieri di avere una figlia speciale. Era stato invece un duro colpo per il fratello più piccolo di tre anni di Sophie che, capendo che non l’avrebbe vista per la maggior parte dell’anno si era rattristito e per una decina di giorni dopo la lettera non le aveva parlato; per questo ogni volta che tornava a casa nella sua cittadina irlandese, tornava con una montagna di dolci magici e regali per lui, che era sempre il primo a correrle incontro al suo arrivo.
Ma non tutta la sua vita era stata rosea come tutti si aspettavano da una ragazza sempre calma e sorridente come lei. Quando aveva dieci anni sua nonna, la sua confidente e colei che le aveva trasmesso tutti i valori che conosceva, era mancata e in quel momento aveva visto il mondo crollarle davanti agli occhi. Dopo un paio di giorni si era ricordata delle parole che una volta le aveva detto, ‘quando una persona sale in cielo, mia cara Sophie, vuol dire che il suo lavoro qua sulla Terra è finito e può andare in un posto dove può osservare e aiutare chi ha ancora tanto da fare’, così si era fatta forza e aveva fatto il possibile per aiutare il fratello a superare il lutto senza dimenticare, e i genitori in quello che poteva fare. Era cresciuta in fretta e per la sua maturità il Cappello Parlante l’aveva smistata nella casa dei leali, che non era la più debole come molti credevano, ma la più forte sotto molti punti di vista. Tassorosso era la casa di chi stava in disparte per dare spazio a chi ne era meritevole. Era fiera di esserlo e appena poteva portava la sciarpa gialla e nera che adorava.
La sua materia preferita non era Erbologia come molti Tassi preferivano, ma Incantesimi perché era quella dove poteva stare di più con quelle pazze delle Scavezzacollo. Quando le aveva conosciute era venuta a sapere della famiglia enorme che si ritrovavano in mezzo castello, ma quelli con cui parlava di più, eccetto loro due, erano Albus, anche lui del sesto anno e Serpeverde, Louis, Corvonero sempre del sesto e da quel giorno aveva l’impressione che avrebbe parlato di più anche con un certo riccio Grifondoro del settimo anno. E in effetti era proprio lì, di nuovo a osservare il cielo, questa volta con un bel tramonto.
“Ehilà James,” lo salutò, “anche oggi qua?”
Il riccio si girò e le fece un sorriso di benvenuto, annuendo in risposta.
“Oggi che mi dici?”
“Niente di che, osservavo semplicemente il tramonto e mi chiedevo perché molta gente lo ritenga romantico.”
Sophie era leggermente stupita, ma aveva l’impressione che avrebbe dovuto abituarsi perché le stava già simpatico, era diverso dagli altri ragazzi che aveva conosciuto e questo la incuriosiva sempre di più.
“Sai di solito sono le ragazze che amano queste cose, diciamo che crea l’atmosfera giusta.”
James la guardò pensoso e un po’ confuso.
“Perché? Che atmosfera?”
“Scusami, ma non hai mai avuto una ragazza che ti chiedesse di essere romantico?”
“Beh, non ho proprio avuto una ragazza. Diciamo che non mi interessano più di tanto, le vedo solo come possibili mamme-cuoche-cugine scherzose.”
“E secondo te come dovrebbero diventare mamme? Da sole?” rise Sophie.
James la guardò un po’ triste perché gli sembrava di essere preso in giro e questo era qualcosa che gli era già capitato ma che, detto da lei, non sapeva perché, lo deprimeva di più.
“Perché ridi di me?” chiese senza tanti preamboli.
La Tassa a quel punto non sapeva cosa dire, non aveva mai incontrato nessuno così, che ti dicesse le cose in faccia –a parte le sue amiche.
“S-scusa James, non pensavo dicessi sul serio… Mi sembri uno che ha già avuto una ragazza perché, a dirla tutta, non è che sei brutto, ecco.” Rispose imbarazzata.
“Perché non mi insegni com’è il vostro ‘mondo’? Così imparo qualcosa e le mie cugine smettono di dirmi che dovrei trovarmi una ragazza!” si riprese subito il Grifondoro, entusiasta della sua idea perfetta -a suo parere. Sophie ebbe appena il tempo di annuire incerta prima che il riccio l’abbracciasse forte, prendendola nuovamente alla sprovvista.
 
Rose non voleva che Roxanne lo sapesse, per il patto che si erano fatte una volta, Giuriamo solennemente di non avere un ragazzo senza il consenso dell’altra. E non l’aveva di certo il suo consenso, perché Scorpius Malfoy era il bersaglio preferito di Roxanne e nonostante le sgridate di Al –quei due erano migliori amici-, adorava far fare brutte figure a quello che in molti ritenevano un povero Corvonero sfigatello. Insomma, non era mica colpa sua se gli piaceva studiare e se aveva quegli occhiali un po’ strani. Quell’anno però li aveva cambiati e questo aveva un po’ rivoluzionato la situazione. Non era certo lei a far finire in infermeria tutte quelle poverelle che ci provavano con lui.
In ogni caso, il suo modo di avvicinarsi a lui non era dei migliori perché ogni volta che ci provava –esclusivamente senza Roxie nelle vicinanze- faceva la figura di Barnaba il Babbeo che cercava di insegnare la danza classica ai Goblin. Come quella volta che lo aveva salutato con una pacca sulla schiena e gli aveva fatto sputare tutto quello che aveva in bocca –insomma, adesso volete pure che controlli quando mangia? Come se non lo sapesse già!- e tutto il tavolo aveva riso di lui, complimentandosi con lei per lo scherzo riuscito.
Non voleva tutto ciò, ed era determinata a farsi perdonare, per questo gli aveva preso una pianta –assolutamente non rubandola dalle serre- come regalo di redenzione, ma non poteva certo sapere che era allergico alla polvere di Spruzzolo¹!
Niente, lei ci provava, ma ancora non era riuscita a conoscere bene quel biondino che rideva apertamente solo con suo cugino. E questo era il motivo per cui stava andando da lui in quel preciso momento, determinata a ricattare quanti Serpeverde possibili per ottenere la parola d’ordine.
 
 
 
[1]: appena inventata da me. Boccioli giallo senape che emettono una polverina profumata allo zafferano, la maggior parte dei maghi ne sono allergici (tipo la nostra allergia al polline).



-My corner^^-
Eccomi col nuovo capitoletto fresco di scrittura! Primo, grazie a chi ha recesito e aggiunto a seguiti/preferiti, vi amo <3 Secondo, penso aggiornerò più o meno ogni due settimane perchè ho davvero un sacco di impegni! Dimenticavo l'altra volta che questa storia è dedicata alla bellissima 
JustAHeartBeat!
Con tanti muffins,
hayhey :3

ps. spero che le dimensioni siano quelle dell'altra volta perchè non me le ricordo XD




 

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Capitolo 3
*** 3. In cui la storia inizia a muoversi un po' ***


3. In cui la storia inizia a muoversi un po’
 
Sophie non aveva ancora parlato con James dal giorno in cui le aveva fatto quella proposta assurda. Che cosa gli sarebbe andata a ‘insegnare’? Lei? Come esempio per tutte le donne? Non aveva la minima idea di cosa dirgli e per questo, per una settimana, aveva cercato di evitarlo appena lo vedeva. Al tempo stesso, o quando lo vedeva nel solito corridoio, o che abbracciava la piccola Lily Potter senza motivo, o quando si sfregava gli occhi appena sveglio senza accorgersi degli occhiali, rimaneva sempre intenerita e sorrideva come una mamma orgogliosa.
Ne aveva parlato anche col Duo Scavezzacollo –che aveva riso per una mezzora buona con la Tassorosso che le guardava ormai rassegnata- e anche loro le avevano detto che, letteralmente, ‘solo una Tassorosso può farsi fregare da quel biscotto che è Jamie!’ e giù di risate nuovamente. Le aveva ringraziate freddamente e si era alzata, uscendo dalla Sala Grande. Più tardi, Rose l’aveva raggiunta e le aveva chiesto scusa da parte di entrambe.
“Ehi Soph, scusa davvero. Lo sai come siamo fatte Verdina,” sorrise la rossa, portandosi una mano a tirarsi i riccioli sulla nuca, “ma sono venuta a dirti che secondo me dovresti aiutarlo. Noi cugine ci abbiamo provato in tutti i modi, magari tu ci riesci! E magari poi vi metterete anche insieme!” sorrise malandrina.
“Ma Rose! Non è certo quello il mio obbiettivo!” sbottò indignata –ma sempre calma- la castana.
“Seh, seh…” borbottò qualcosa che assomigliava molto a un ‘poi lo vedremo’ e fece per andarsene.
“Rosie ma… quindi ci vado? Se poi mi chiede perché l’ho evitato in questi giorni?” domandò insicura.
Rose si girò sorridendo trionfante interiormente.
“Vedrai che ha la testa così fra le nuvole che non se ne sarà nemmeno accorto Verdina!” Il suo sorriso interiore si allargò ancora di più quando vide i suoi occhi verdi scurirsi leggermente. Quei due sono perfetti insieme! Adesso vedremo come si evolverà la cosa.
“Ah, okay… E smettila di chiamarmi con quel soprannome orribile!”
“Ma i tuoi capelli sono così strani! Devo pur rendere loro onore in qualche modo!”
“Rose Weasley. Lo sai vero che anche la pazienza di una Tassorosso non è infinita?” domandò Sophie.
La Corvonero decise saggiamente di andarsene salutandola con un sorriso tipico dei suoi e si diresse decisa verso i sotterranei Serperverde per estorcere la parola d’ordine a qualcuno. Fortuna volle –per i Serpeverde- che incontrò il cugino Albus proprio mentre usciva dall’entrata della Sala Comune.
“Ehi Rosie, che ci fai qua?” domandò il moro.
“Ciao Al! Stavo proprio cercando te! Mi serve un consiglio!”
Albus era stupefatto perché era la prima volta nella sua vita che sua cugina Rose gli chiedeva un consiglio. Di solito faceva sempre di testa sua e questo portava sempre a qualche disastro, quindi ora era un po’ spaventato di quello che gli poteva chiedere. E non si poteva aspettare di certo quello che successe.
Andarono in Biblioteca per essere più sicuri che nessuno li sentisse, sotto consiglio di Rose. Questo fece spaventare il povero Potter ancora di più, tanto che i suoi occhi guardavano la riccia come un mago che, preoccupato, non sa che risultato darà la sua pozione che emette vapori strani. Entrarono attraverso la porta imponente di quercia e attraversarono quasi tutta la sala, passarono di fianco a scaffali e scaffali di libri che raccontavano storie di maghi e streghe che avevano fatto grandi gesta, ma anche degli studenti che li avevano studiati in tutti quei secoli. Alla fine raggiunsero il tavolo più lontano dall’entrata in modo da essere nascosti a occhi e orecchie indiscrete.
“Albus Severus Potter,” cominciò Rose.
“Rose Weasley,” replicò Albus, beccandosi così un’occhiataccia dalla cugina.
“Ho un problema.”
“Dimmi tutto.” Altra occhiataccia.
“Sii serio, Albus. Dicevo, ho un problema. Mi piace Scorpius.” Diretta e sincera –beh, senza Roxanne di fianco.
Il Serpeverde strabuzzò gli occhi. Forse aveva sentito male.
“Scusa, puoi ripetere?”
“Mi piace Scorpius. Scorpius Malfoy. Sai, il tuo migliore amico. Quello alto, biondo, con gli occhiali, che quest’anno lo hanno reso un po’ più carino agli occhi di quelle arpie che ci sono in questa miseriaccia di scuola. Ed è per questo che sono venuta da te per chiederti come potrei fare per piacergli.”
La bocca di Albus era leggermente aperta, non si era ancora ripreso dalla notizia.
“Cioè, mi stai dicendo che quella che tutti credono adori fare scherzi a Scorpius Malfoy ne sia in realtà innamorata? –Rose alzò una mano per fermarlo,- Sì, va beh, ti piace, è la stessa cosa. Lo so che in realtà ne sei innamorata e non interrompermi che devo ancora capire bene la situazione. Insomma, ti piace Scorpius e vorresti il mio aiuto?” Rose annuì. “Ma perché non chiedi a Roxanne?”
“Perché abbiamo fatto un patto, se mai ci piacerà qualcuno deve essere accettato dall’altra, e lei non accetterà mai Scorpius. Ma magari, se vede che è simpatico come quando lo vedo ridere insieme a te e non solo lo sfigatello secchione che credono tutti, si convincerà!”
Gli occhi di Rose dicevano tutto quello che le parole non potevano e furono quelli a convincere il Serpeverde. Anche se era certo che il bene che le voleva Roxanne avrebbe superato il fatto che la sua cotta fosse proprio per Scorp.
“Ok, lo farò. Ma, -la rossa lo guardò preoccupata- sì, c’è un ma. Io non ho la più pallida idea di come fare cara mia.”
“Oh, ma quello non è un gran problema. Basterà che tu mi metta in buona luce o che tu semplicemente scopra cosa pensa di me. O che io smetta di non venire con te quando sei con lui. O…”
“Ho capito, grazie Rose.” Al scoppiò a ridere per la dolcezza della sua cugina innamorata. “Sei davvero carina innamorata, sai? Forse dovresti farti vedere così da lui.”
La Corvonero lo fulminò con lo sguardo.
“Che c’è?” rise Al, per poi sporgersi sul tavolo e scompigliarle i capelli, che diventarono ancora più disordinati del solito, con ricci che spuntavano non si sa da dove e finivano chissà dove.
 
Sophie si era finalmente decisa, sarebbe andata a parlare con James. Ovviamente prima doveva trovarlo e non sapeva dov’era, aveva cercato in tutti i posti in cui era di solito: il corridoio, la Sala Grande e aveva chiesto anche a Fred Weasley se fosse nella Sala Comune di Grifondoro, ma non era neanche lì. Guardò nel chiosco interno della scuola e vi trovò Lily Potter, piccolina e con i capelli rossi e lisci, simile in tutto e per tutto a sua madre, che aveva intravisto molte volte alla stazione di King’s Cross.
“Ehi, Lily,” la salutò, “come va?”
Lily si girò verso di lei e sorrise gentile, come era suo solito. Se poi le andavi contro, o andavi contro qualche sua amica o amico, diventava una vera peperina con una lingua ben affilata, cosa che prendeva di sprovvista chiunque non la conoscesse.
“Ciao Sophie! Tutto bene, tu? Hai bisogno?”
“Tutto bene, grazie! A dire la verità, sì. Stavo cercando tuo fratello James, l’hai per caso visto?”
“Penso sia nella Torre di Astronomia e che stia pensando a qualche cosa di profondo come sempre.” Sorrise la rossa.
Sentendo il commento della Grifondoro, Sophie sorrise d’istinto al pensiero delle volte, poche, che aveva parlato con lui e aveva capito già com’era: un sognatore a cui non importava il giudizio degli altri. Forse dovrei dirle che James è una settimana che mi stressa chiedendomi se ho visto ‘una ragazza con i capelli metà verdi e metà castani che si chiama Sophie Clavy’, come se non sapessi chi è la migliore amica di due mie cugine poi, pensò Lily.
“Sai che è una settimana che mi chiede se per caso ti ho visto?”
Sophie arrossì imbarazzata, poi notò il sorriso di Lily e disse: “Ma è una cosa di voi Weasley-Potter quel sorriso malandrino? Ti giuro che ce l’avete tutti tranne James!” Cazzo. Così la induco ancora di più a pensare male, come Rose, e ci siamo appena conosciuti! Non è mica la prima volta che parlo con un ragazzo!
“Può darsi Sophie, può darsi. Ora va’ e non stropicciarmelo troppo, che poi non mi abbraccia bene. E non dirgli che mi piacciono i suoi abbracci. Ne va della mia reputazione.” Le fece l’occhiolino e si allontanò verso un’amica che la stava chiamando.
La Tassa era rossa da capo a piedi, sentiva il viso e le orecchie in fiamme e non seppe mai come trovò il coraggio di salire sulla Torre di Astronomia, dove vide James da dietro, i capelli ricci mossi leggermente dal vento freddo di novembre, le braccia appoggiate alla balaustra e la testa rivolta verso l’orizzonte ad osservare un altro tramonto. Si avvicinò silenziosa e si appoggiò alla balaustra come lui, facendolo girare. Gli sorrise e lui ricambiò con un sorriso enorme di benvenuto e poi stettero in silenzio a godersi il tramonto.



-My corner-
Ma buona sera a tutti!!
Eccomi, in ritardo di due giorni (sorry), con un nuovo e fresco capitolo! Spero che vi piaccia e grazie a tutti quelli che hanno recensito (siete un botto)!! Ora vado a cenare se no me matan (mi ammazzano)!
Con tanti muffins,
hayhey:3
ps. questo capitolo è dedicato a GeaRoseMalfoy perchè è una persona fantastica (lei sa perchè) e la storia è per JustAHeartBeat!

 

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Capitolo 4
*** 4. In cui Sophie e James si avvicinano di più ***


4. In cui Sophie e James si avvicinano di più
 
Quando ormai il sole era calato del tutto, Sophie si girò verso il ragazzo che le era al fianco e stava per parlargli, ma James fu più veloce.
“Mi sei mancata. È strano, se ci pensi. In fondo, ci conosciamo da poco, ma mi sei mancata davvero perché non ti ho visto per una settimana. Forse è la dimostrazione del fatto che sei una magnifica persona e che già ti voglio bene.” Affermò, scioccandola come sempre. Non sapeva se ci si sarebbe abituata. Lo rimase a fissare per un minuto buono, con la bocca leggermente aperta e i capelli leggermente scossi dal vento notturno. Rabbrividì leggermente –in effetti, erano poi in novembre ed era strano che non fosse ancora nevicato- e si strinse leggermente le braccia con le mani.
“Sai, volevo proprio chiederti se era vero che avevi domandato a Lily di me per una settimana. Ma a quanto pare mi hai già dato la risposta. E non posso fare a meno di chiedermi: sei sicuro di aver bisogno di me per insegnarti come trattare le ragazze? Perché ce ne vorrebbero di ragazzi come te, di questi tempi. Tutti con galanterie varie solo per arrivare dritti nel letto della sfortunata di turno, mentre tu dici direttamente quello che provi e, anche se prende un po’ alla sprovvista, è molto confortevole. Non so se capisci quello che intendo, ma quando mi dici tutte quelle cose, io mi sento davvero sorpresa e… confortata. Sai l’atmosfera natalizia di Hogwarts? –il ragazzo annuì- Ecco, in quel modo. Con te è come se fosse sempre Natale.” Tirò fiato, dopo tutto quello che aveva detto, stentando a credere lei stessa di aver detto tutte quelle cose tranquillamente. Probabilmente era l’influenza di James.
Il riccio sorrise impacciato. Sentiva una strana sensazione. Adesso che ci pensava sembrava quella che aveva appena descritto Sophie, si sentiva a Natale con lei. E lui adorava Natale.
“Anche io con te mi sento a Natale, Sophie. E io penso di aver bisogno dei tuoi consigli, almeno per imparare a stare con te. Mi piace stare con te.” Il cuore gli batteva un po’ più forte del solito e non aveva mai provato quella sensazione prima di quel momento. Gli piaceva abbastanza, era come essere costantemente su una di quelle montagne polacche babbane che aveva provato quell’estate: un costante su e giù, non sapevi mai come poteva andare e rischiavi con ogni frase –curva- che facevi. Per ora andava benissimo ed era contento così.
“Ora cosa facciamo?” chiese alla fine, dopo averla guardata dolcemente per un po’.
La ragazza dai capelli verdi era più o meno nella sua stessa situazione, anche il suo cuore era sulle montagne russe.
“Ora andiamo a cenare insieme, perché qua si muore di freddo.”
“Oh, scusa! Se vuoi ti do il mio mantello!” James si diede mentalmente dello stupido e non poté fare a meno di pensare che, forse, un insegnamento che doveva imparare da solo era quello di capire ciò di cui aveva bisogno una ragazza che voleva sembrare forte.
Sophie rise, non potendo fare a meno di adorarlo ancora di più col suo sguardo momentaneamente in panico.
“Tranquillo, basta scendere in Sala Grande che tra poco c’è la cena.” James tirò un sospiro, sollevato, e con fare galante e un po’ ironico la fece passare per prima dalla porta.
 
I giorni passarono, e così anche le settimane, novembre passò e si inoltrarono in dicembre, con la neve e le vacanze di Natale che si avvicinavano sempre di più.
James e Sophie imparavano a conoscersi ogni giorno un po’ di più, ormai erano amici intimi e ogni volta che si vedevano, James la salutava con un abbraccio dei suoi e Sophie con una strapazzata di capelli. Delle volte parlavano semplicemente di loro, delle loro famiglie e dei loro amici, delle altre Sophie gli insegnava come comportarsi con le ragazze. Poi c’erano quelli che erano i momenti preferiti di entrambi: Sophie disegnava e James semplicemente la guardava. La ragazza molto spesso lo ritraeva perché lo riteneva un ‘soggetto perfettamente adattabile a qualsiasi tipo di ritratto.’ Ogni volta che lo diceva il ragazzo non poteva fare a meno di ridere e poi sorridere orgoglioso –perché era comunque un ragazzo, nonostante la visibile differenza con gli altri della sua età.
Erano ormai arrivati al 18 dicembre, una domenica, e gli studenti che tornavano a casa erano nelle loro Sale Comuni per preparare le valigie in vista del viaggio di ritorno a casa per le vacanze di Natale. James, Lily, il Duo e Sophie sarebbero rimasti. Scorpius aveva invitato Albus a casa sua, quindi sarebbero partiti il giorno dopo da Hogsmeade.
Sophie decise che era la perfetta giornata per chiacchierare con Rosie e chiederle come andava il suo piano –che le aveva raccontato- per conquistare il biondo che le dava tanti pensieri.
Mentre la stava cercando incontrò Louis che parlava con Roxanne. Louis era un ragazzo tranquillo e intelligente, cosa molto impressionante dato che era cresciuto con Dominique –che da piccola si credeva una regina e lo trattava come schiavetto- e con Victoire –che, nonostante le apparenze, era molto casinista e aveva iniziato il Duo Scavezzacollo. Spesso il biondo si fermava a fare i compiti con lei e il Duo, ma ultimamente di meno dato che aveva trovato una ragazza, Layla Crave del quinto anno, Corvonero come lui, e il suo contrario fisicamente: se lui era ritenuto molto bello da tutta la scuola, lei non era per niente una bellezza e per questo Sophie pensava che i due stessero benissimo insieme.
“Ciao ragazzi! Come mai non sei con Layla?” chiese al ragazzo.
I due la salutarono e Louis non fece in tempo a parlare che Roxanne intervenne prima di lui.
“Lo sto aiutando a fare il regalo per quel batuffolo adorabile che è la sua ragazza! Saranno bellissimi!” Roxanne era eccitatissima al solo pensiero, adorava fare regali e ancora di più quando le chiedevano aiuto per farne a persone speciali. “Vado a mettermi al lavoro, Louisello bello!” e si allontanò borbottando fra sé e sé.
“Scusala Sophie…” mormorò un po’ rosso per l’imbarazzo il Weasley.
“Tranquillo, sono abituata ormai!” rise, facendolo sorridere.
“Avevi bisogno?”
“Ah, già! Volevo chiederti se per caso hai visto Rose! Le dovevo chiedere una cosa!”
“Mi ha detto Rox che stanotte dovevano fare uno scherzo a Fred, quindi penso che sia in Biblioteca a organizzare di nascosto.” Disse, ridendo interiormente all’idea di un altro dei loro scherzi.
“Ok, grazie mille Louis!” lo salutò e si diresse veloce verso la Biblioteca, per non rischiare che la rossa se ne andasse prima del suo arrivo.
La Biblioteca era il posto perfetto in cui Rose poteva organizzare gli scherzi. Lì, nessuno le avrebbe dato fastidio e, vedendola circondata da pergamene, sporca di inchiostro sulle dita e sul naso, tutti pensavano sempre che stesse studiando, visti i suoi voti sempre alti. In verità, Rose era la mente del Duo e trovava tutti i modi perfetti per ingannare le ‘vittime’, che designava Roxanne. Mentre la rossa metteva giù il piano, l’altra controllava che i luoghi che le aveva indicato Rose fossero perfetti per mettere tutta l’attrezzatura.
Sophie entrò in Biblioteca e la trovò nel solito tavolo ‘piani’, in fondo alla sala. Rose la vide con la coda dell’occhio e alzò una mano per dirle di aspettare un attimo. Scrisse un paio di appunti e poi disse, orgogliosa: “Finito!”
“Cosa avete in mente questa volta? Lo sai che prima o poi Fred si rivolterà contro di voi!” disse la Tassa, sedendosi di fronte a lei e appoggiando le braccia sul tavolo.
“Ma noi siamo sempre pronte a ogni evenienza! Come fai a sapere che è Freddie la nostra vittima?”
“Me lo ha detto Louis, a cui lo aveva detto Roxie.”
Rose alzò gli occhi al cielo.
“Non sa tenere la bocca chiusa quella ragazza! Se poi Fred lo verrà a sapere e il piano andrà male, sarà colpa sua.” Sophie rise, prima di mettersi davanti alla bocca una mano per non farsi scoprire dalla bibliotecaria, altrimenti nominata ‘la Mangia Casino’.
 “Cosa avete intenzione di fargli?” chiese.
“Oh, sono felice che tu me lo abbia chiesto. Prima di tutto, lo attireremo nel luogo scelto con una lettera di una misteriosa ammiratrice, sai come è vanitoso –Sophie annuì-. Poi, quando sarà arrivato, Roxanne, dal punto A –le indicò un pallino su una delle pergamene-, lancerà un incantesimo Gambe Molli in mondo da farlo cadere per terra e io, dal punto B, gli lancerò una fattura Tarantallegra e inizierà a ballare steso per terra. Poi azioneremo il Metto la Musica al Tuo Ballo del negozio di Zio George che metterà su una musica adatta al movimento delle sue gambe e così chiamerà a sé il signor Catchyou¹ e finirà in punizione, mentre noi saremo misteriosamente sparite. Che te ne pare?”
Sophie era leggermente sbigottita, non si abituava mai ai loro scherzi. Scosse leggermente la testa, contraria all’infrangimento delle regole che avrebbero fatto le due.
“Sai che sono contro l’infrangere le regole, però devo ammettere che siete geniali.”
“Lo so. Comunque, perché eri venuta qua?”
“Ah, già! È che mi sono persa nel racconto del vostro piano –rise-. Volevo chiederti come va col tuo biondo!” sorrise furbescamente alla reazione di Rose, che arrossì di colpo.
“Maledetto quel giorno che ti ho raccontato tutto. In cambio, tu mi racconti come va con quel pancake di mio cugino!” Sophie arrossì di rimando.
“E va bene, però sei davvero cattiva.”
“Lo so, Soph, lo so.”
 
[1] Letteralmente ‘Ti prendo’, però volevo fare una cosa del genere ‘Preso!’, ma sarebbe stato Catchedyou e fa ancora più schifo di quello che ho scelto alla fine. Che brutta fantasia che ho.

 
 
 
MY CORNER^^
Eccomi qua, in ritardo di quattro giorni (vi sono mancata? Eh? Non credo ahahah)!
Niente, spero che questo capitolo vi piaccia, nel prossimo farò un riordino di idee, e conosceremo di più certa gente! E sarà Natale!!! Io amo il Natale.
La smetto, grazie mille a tutti per recensire, seguire, ricordare e preferire! Anche se questa ff non sta avendo il successo di quella precedente, ha più recensioni per capitolo! Grazie mille millissime!
Con tanti muffins,
hayhey :3

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Capitolo 5
*** 5. In cui Rose mette in imbarazzo Scorpius ***


5. In cui Rose mette in imbarazzo Scorpius
 
Rose e Sophie controllarono che non ci fosse nessuno in biblioteca e, solo a quel punto, la rossa iniziò a raccontare.
 
Una settimana dopo il patto con Al.
Rose stava camminando per il corridoio dell’aula di Incantesimi, dopo che la lezione col professore Wishwand¹ era finita già da dieci minuti. Sentì due voci maschili da dietro l’angolo e, curiosa, si avvicinò di più perché le era parso di sentire il nome di Scorpius. Si sporse con la testa e i suoi riccioli la seguirono, cascando come piccole e lunghe molle, rendendola visibile ad Albus e al biondo. Saltò fuori dal suo ‘nascondiglio’ sorridente e si avvicinò ai due amici.
“Ciao Rosie! Come va?” chiese, accogliendola con un sorriso, suo cugino.
“Ehi, Al! Tutto bene, ho appena avuto Wishwand e ho guadagnato dieci punti per noi Corvi.” Sorrise leggermente imbarazzata in direzione del compagno.
“È vero, è stata molto brava.” Intervenne, a sorpresa dei due, Scorpius. Di solito quando c’era Rose non parlava molto. Accortosi degli sguardi dei due cugini, spostò lo sguardo velocemente dal viso della rossa. Al sorrise malandrino.
“Strano che non sia stato tu a intervenire, Sco’,” cominciò, “di solito sei sempre il primo nelle lezioni che abbiamo insieme.”
Scorpius divenne leggermente rosa.
“E-ero distratto…” lanciò uno sguardo di sfuggita a Rose, poi disse: “o-ora devo andare a restituire un libro in Biblioteca, mi accompagni?” chiese ad Albus, che sorrise ancora più malignamente.
“Non posso amico, devo andare un attimo da James. Perché non ti fai accompagnare da Rosie? Tanto non hai da fare niente, vero, Rosie?” guardò significativamente la cugina, che colse al volo l’occasione.
“No, anzi, devo passare proprio in Biblioteca!”
Scorpius allargò gli occhi, spaventato, e guardò l’amico supplicante, ma questi ricambiò il suo sguardo con un occhiolino che poi rivolse anche alla Corvonero.
“O-okay…” rinunciò alla fine, aggiustandosi gli occhiali nervoso.
Rose gli sorrise contentissima e allora anche il biondo si lasciò andare a un sorrisino che fece sciogliere la ragazza. Si avviarono in silenzio verso il reame degli studiosi –e dell’organizzazione dei piani del Duo Scavezzacollo-, con Rose che ogni tanto provava a iniziare un discorso che cadeva ogni volta per le risposte modosillabiche del Corvonero.
Quando erano ormai arrivati, Scorpius, inaspettatamente, parlò.
“Rose, scusa se te lo chiedo, ma... per caso ce l’hai con me?”
La Weasley lo guardò stupita un attimo, poi si riprese.
“No! No, no, assolutamente. È che io provo a... ecco, come dire... vorrei –si interruppe un attimo, grattandosi la nuca come faceva quando era nervosa- vorrei essere tua amica, ma data la mia sbadataggine non mi riesce molto e sembra che io ti faccia scherzi. Mi dispiace.” Lo guardò, speranzosa di essere perdonata per tutti quegli scherzi involontari che avevano creato un’immagine di uno Scorpius sfigato agli occhi degli studenti di Hogwarts.
Il ragazzo in questione sembrò tirare un sospiro di sollievo e, lentamente, un sorriso contento apparve sul suo bel volto.
“Perdonata.” Rose esultò e lo abbracciò d’istinto, lasciandogli un bacio a schiocco sulla guancia del biondo che arrossì di colpo.
 
“Attenzione, allarme in zona cuore di Rose Weasley!!” scoppiò a ridere Sophie, seguita da Rose.
“Calma, calma non è finita! Questo era solo il primo incontro!”
“Uh, la cosa si fa sempre più interessante!” La Tassa sembrava una di quelle signore che sono sempre pronte a sentire gli ultimi scoop, si aggiustò sulla sedia di legno per sentire ogni singola parola della ‘puntata’ che stava per raccontare la sua amica.
 
Una settimana dopo l’episodio della Biblioteca. Sera.
La Sala Comune dei Corvonero era pacifica come al solito, qualche chiacchiericcio di chi aveva già finito i compiti, suono di pagine sfogliate da chi leggeva e scricchiolii di penne da chi stava finendo un tema.
La libreria in fondo alla Sala era piena di ogni genere di libro perché tutti gli studenti potevano mettere a disposizione dei libri che avevano trovato interessanti, in modo da diffondere anche la cultura generale e non solo scolastica della loro Casa². Rose Weasley stava appunto osservando questa libreria quando sentì una voce dietro di lei.
“Ti consiglio quello là.” La rossa si girò, presa alla sprovvista e vide uno Scorpius sorridente che le indicava uno scaffale particolarmente in alto della sezione riservata alla letteratura inglese.
“Ehi,” sorrise la ragazza, “quale? Non ci arrivo fino a là.”
“Questo,” il ragazzo si avvicinò allo scaffale e per prendere il libro sfiorò inavvertitamente la testa di Rose con il petto. Rose tremò leggermente a quel contatto e cercò di restare concentrata sul libro che le stava porgendo il biondo, a sua volta emozionato da quel leggero tocco, “qua.” Disse alla fine, porgendole Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.
“Sembra interessante, grazie.” Sorrise la rossa.
“E di che,” Scorpius la stava fissando intensamente, senza accorgersi che gli occhiali stavano scivolando lentamente, “figurati.”
Rose si avvicinò e il ragazzo stava per pensare a chissà che, quando la mano della ragazza si alzò fino al suo naso e gli mise a posto gli occhiali. I due si guardarono un attimo e poi scoppiarono a ridere.
 
“Ma, Rosie!” scoppiò a ridere Soph, “Ti pare di rovinare così l’atmosfera?”
“Eh oh, sono fatta così.” Sorrise l’interessata colpevolmente.
“Vi pare di fare così casino in un luogo del genere? Fuori di qua!!” Era la bibliotecaria. Rose e Sophie si guardarono, presero le loro cose e fuggirono, scoppiando a ridere appena uscite dal portone della Biblioteca.
“E poi? Come procede?” chiese la castana, dopo che entrambe si erano calmate.
“Beh, niente, ora parliamo tutte le sere di libri e quelle ochette che prima gli stavano intorno sono misteriosamente sparite…” sghignazzò la mente del Duo Scavezzacollo.
“Rosie…”
“Ok, diciamo che potrei aver accennato a Rox il fatto Malfoy e diciamo che lei potrebbe averla presa inizialmente male e poi aver deciso di aiutarmi e diciamo che il suo modo di aiutarmi ha involto un secchio, una Maledizione Forunculus ben piazzata e tante visite in Infermeria.”
“Siete incorreggibili.”
“Lo so, lo so. Ma ora tu mi devi raccontare del mio cuginetto! Come va?”
Sophie iniziò a raccontare mentre si avviavano a cena, mentre Rose squittiva di felicità per ogni aneddoto particolarmente dolce.
 
Le vacanze di Natale arrivarono e Scorpius e Albus partirono. La mattina di Natale portò nella Sala Comune dei Tassorosso ancora più festeggiamenti del solito e i Tassi, entrando nella Sala dai dormitori, trovarono due vassoi di biscotti appena fatti che attirarono tutta la Casa.
Sophie scese dal suo letto con un sorriso stampato in faccia, prese e aprì i suoi regali, contenta di ogni cosa che trovava, si vestì e prese da sotto il suo cuscino un foglio arrotolato, con una piccola nota che indicava il nome del destinatario. James.
 
[1]: per chi ha letto la mia long precedente non sarà nuovo, è una mia invenzione e ho deciso di tenerlo perché lo amo. Ecco.
[2]: ho pensato di inventare questa cosa, mi sembra carina come idea per dei curiosi e amanti della lettura come i Corvonero.
 

MY CORNER^^
Scusate il ritardo, finalmente ce l’ho fatta a scrivere questo maledetto capitolo ed è anche la metà di quello che volevo che fosse. Ma va beh. Se no sarebbe arrivato a gennaio perché fra un po’ parto per andare in montagna e devo ancora fare la valigia. Ha. Ha. Poi appena torno ho la festa di Capodanno, quindi, beh, faccio in fretta.
Grazie mille a tutti per le bellissime recensioni, ora scappo, Buon Natale (in ritardo) e Buon Anno in anticipo!
Con tanti muffins natalizi,
hayhey :3

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Capitolo 6
*** 6. In cui ci si scambiano regali ***


6. In cui ci si scambiano regali
 
Sophie corse per il castello con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, non vedeva l’ora di dare il suo regalo a James e di vedere la sua reazione. Si diresse verso la Sala Grande nella speranza di trovarlo lì.
Quella mattina il cielo era ricoperto di un manto di nuvole bianche che promettevano una grossa nevicata. Lo spirito natalizio si vedeva sui sorrisi degli alunni rimasti, Rose e Roxanne aspettavano con ansia una sana battaglia a palle di neve, i professori erano finalmente rilassati e non pensavano ai compiti in classe, ma solo al pranzone coi pochi alunni che non avrebbero disturbato più di tanto, o così speravano.
La Tassorosso girò l’angolo e vide Louis che stava porgendo un pacchetto a Layla che aveva il viso illuminato dalla gioia; non volle interromperli per non metterli in imbarazzo e quindi non chiese loro di James. Più avanti vide una chioma lunga e rossa.
“Lily!” chiamò. La più piccola di casa Potter si girò incuriosita per vedere chi avesse bisogno di lei e sorrise quando vide Sophie.
“Stai cercando Jamie, vero?”
“Come hai fatto a capirlo?”
La rossa sorrise malandrina –in modo tipicamente Weasley- e poi gettò uno sguardo oltre la sua spalla.
“Te lo spiegherò in futuro,” rise, “comunque mio fratello è proprio dietro di te!”
Sophie si girò leggermente in ansia per il regalo e vide un James tutto scarmigliato, i riccioli posseduti da qualche specie di Pix, gli occhiali che gli scivolano sul naso. Il ragazzo raggiunse le due finendo addosso a Lily, la abbracciò e le scompigliò i capelli.
“Buon Natale bellissime! Come va? Che regali avete ricevuto?” Sembrava un bambino da quanto era contento, gli occhi erano lucidi e leggermente più scuri, il sorriso illuminava tutto il castello e quando il suo sguardo si posava su Sophie si allargava ancora di più.
“Fratellone, tutto bene. I miei regali li hai già visti, quindi pensa a Soph, invece di guardarla come un ebete! Ora vado a fare colazione, a dopo!” li lasciò con un ultimo sorriso malandrino, che li fece arrossire entrambi.
James si girò verso la ragazza e per un momento, per la prima volta nella sua vita, non seppe cosa dire o fare e alla fine la avvolse nelle sue braccia, confortandola col calore del suo corpo e accogliendola con la sua atmosfera natalizia. Sophie sentì che era l’unica cosa giusta in quel momento e si lasciò coccolare da quelle braccia che sentiva ormai come parte della sua vita. A un certo punto sentì come il rumore di carta accorciata provenire da sotto il maglione rosso –quello di nonna Molly, con una ‘J’ cucita sopra- di James.
“Jam, che hai sotto il maglione?” chiese.
James notò che aveva qualcosa in mano e a sua volta le chiese cosa avesse nella mano.
“Te l’ho chiesto prima io caro mio!” rise.
“Okay… È il regalo per te.” Il Grifondoro si scompigliò i capelli come faceva Rose quando era nervosa e guardò in basso, non più sicuro di quello che aveva fatto per lei.
“Oh… anche il mio è un regalo per te!” James alzò subito lo sguardo e la guardò curioso, sorpreso e contento. Con uno sguardo capirono che nessuno dei due lo avrebbe aperto per primo, per questo se li scambiarono e li aprirono insieme.
Sophie scartò il pacco fatto dal ragazzo e scoprì con meraviglia un album da disegno. Era chiaramente fatto a mano dal riccio, i fogli di pergamena da disegno e la copertina legati fra loro con uno spago, la copertina di cartone rigido antipioggia con sopra attaccato un pezzo di stoffa giallo senape col suo nome ricamato in bordeaux, probabilmente da Lily. Lo aprì e vide che c’era una tasca, anch’essa di stoffa giallo senape. Intravide un pezzo di pergamena e tirandolo fuori, vide che era una dedica per lei.
 
Tanti auguri di Natale,
mia carissima e fantastica Sophie.
Grazie per tutto,
grazie per essere il mio Natale.
Ti voglio bene,
Jam.
 
Sophie era commossa, era un regalo bellissimo e il suo cuore sembrava chiuso dalle braccia calde di James. Si strinse l’album al petto, guardando speranzosa il ragazzo di fronte a lei.
Il Grifondoro aveva aperto il nastro che legava la pergamena arrotolata. Era un disegno. Era lui, nel corridoio. Stava guardando fuori dalla finestra e aveva uno sguardo assorto come se stesse pensando intensamente a qualche cosa di molto importante. Il disegno era a matita, ma sembrava reale grazie alle curve e alle sfumature perfette che la ragazza aveva tracciato.
“Soph, grazie, grazie, grazie davvero, è stupendo! Sei davvero, davvero, brava, grazie mille!”
“Grazie a te, Jam. Lo amo e la dedica è stupenda. Sono davvero contenta di averti parlato quel giorno. Davvero.”
James si avvicinò con l’espressione più dolce che Sophie aveva mai visto. La abbracciò di nuovo come prima, più stretto ancora. Poi si staccò leggermente e si chinò verso il suo viso, guardandola dritto negli occhi verdi. Inclinò leggermente il viso e poggiò le sue labbra sulla sua guancia, lasciandocele per trenta secondi buoni, congelando il tempo per entrambi. Quando si staccò, riluttante, la guardò con ancora più dolcezza di prima e una forza sconosciuta fece alzare le gambe di Sophie, che ricambiò il bacio del riccio sulla sua guancia, leggermente pungente per la barba tagliata male.
Si abbracciarono un’ultima volta e si diressero abbracciati e in silenzio verso la Sala Grande per la colazione natalizia.

 
My corner^^
Heeelllooooo everyone!
Scusate per l’enorme ritardo, ma mi era proprio passata l’ispirazione per questa storia e oggi l’ho –più o meno- recuperata. Oltretutto è anche corto. Ma questo perché doveva essere la seconda parte del capitolo prima, quindi mi giustifico così! Hehe
Inoltre, spero che l’ultima scena sia un buon motivo di perdono xD love ya.
Con tanti muffins,
hayhey :3

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