Un Nuovo Inizio

di Akiko Swift
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La Rivelazione della Profezia ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Alba, Chiarimenti e Spiegazioni ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Corro veloce attraverso i vari corridoi del museo con in mente un solo obbiettivo, raggiungere la stanza dedicata all’Egitto.

Schivo un mammut e poi saluto la mia amica Sacajawea, intenta a preparare Teddy per lo spettacolo di questa sera, dedicato alle scuole medie.

Devo proprio ammetterlo, sono una coppia meravigliosa e un po’ li invidio perché loro possono vivere il loro amore, anche se in un modo strano, in fondo sono statue situate in un museo.

Invece il mio amore è destinato a rimanere chiuso nel mio cuore e il motivo è semplice, mi sono innamorata di Ahkmenrah.

Mi fermo un attimo e sospiro triste a questo pensiero, ma sussulto non appena sento una mano sulla mia spalla, così mi giro di colpo e mi trovo davanti Sacajawea.

-Saca,mi hai fatto prendere un infarto- guardo la mia migliore amica e le sorrido, ma dal suo sguardo vedo che non riesco a convincerla per niente

-perdonami, ma ti ho vista così giù di morale e mi sono preoccupata- la guardo e ringrazio tantissimo Nicky
per quella volta che mi ha fatto venire di notte a vedere il museo dove il padre lavorava come guardiano notturno.

Sospiro nuovamente e mi avvicino ad una panchina posta al fianco della teca dove fino a pochi minuti fa si trovavano i romani ora intenti a ridere all'ingresso assieme ai cowboy.

-sei triste per qualcosa, ma non dovresti, sei una ragazza meravigliosa e poi hai questa grande opportunità di poter vivere quest’esperienza unica al mondo- guardo Sacajawea e lentamente annuisco, ma ormai non riesco più a trattenere
tutto quello che sto provando all’interno del mio cuore.

Mi lascio cadere sulla panchina e mi porto le mani al volto non riuscendo più a sostenere lo sguardo della mia migliore amica

-non ce la faccio più, non posso più tenere dentro questo peso- stringo le mani attorno ai capelli e cerco di trattenere le lacrime

- che cosa stai dicendo? non ti capisco- sento le sue mani prendermi per le spalle e voltarmi verso di lei, poi sposta le mie mani
dal volto e me lo alza in modo da vedere i miei occhi grigio chiaro, scuri solamente vicino alla pupilla.

Non appena incrocio il suo sguardo penso che pochi istanti prima quegli stessi occhi stavano guardando la sua anima gemella e nel mio cuore sento tanto dolore chiedendomi il motivo per cui io debba soffrire così tanto. 

“Ormai non posso tirarmi in dietro” penso continuando a guardarla negli occhi “ ho parlato e ora devo dirle tutto, se no soffrirò il doppio se mi tengo ancora tutto dentro” 

Distolgo lo sguardo abbassandolo mentre prendo un respiro profondo, poi mi preparo a dirle tutto ciò che provo.

-n…non riesco più a tenermi tutto dentro, ormai sto soffrendo come non mai e tutto questo solo a causa del mio cuore- provo ad essere chiara, ma mi è molto difficile rivelarle tutto, anche se lei è la mia migliore amica.

Ci conosciamo a fondo, a scuola mi è sempre piaciuta la sua storia e non appena ho avuto la possibilità di incontrarla dal vivo non ho perso tempo, le ho chiesto di parlarmi di tutto quello che la riguardava e io ho fatto lo stesso.

Ora basta solamente guardarci per capire ciò che pensa l’altra, eppure sento come se ci fosse un muro in questo momento di fronte a noi.

-Nisha giuro che non ti sto capendo, per quale motivo il tuo cuore ti sta facendo soffrire così tanto- mentre mi dice queste parole mi prende le mani e le stringe tra le sue con fare affettuoso

-o…ogni volta che vedo te e Teddy provo invidia, invidia per il vostro amore perché so che io non potrò mai avere quello che voi avete- dalle mie labbra le parole escono come un fiume in piena, ma una mano sulla guancia riesce a farmi zittire un secondo

-questo non è vero, vedrai che troverai anche tu l’amore che adesso abbiamo io e Teddy, ci vuole solo un po’ di tempo- scuoto la testa e abbasso il volto, incapace nuovamente di sostenere il suo sguardo.

- io non avrò mai quell’amore perché il mio cuore ha già deciso, ma questa volta non posso seguirlo come mi dici ogni volta, ne soffrirei troppo perché…- uno strano rumore blocca le mie parole e un urlo mi fa scattare, dimenticandomi immediatamente di ciò che stavo dicendo

- che sta succedendo- guardo Sacajawea e scaccio via le lacrime, iniziando a correre verso la stanza dedicata all’Antico Egitto

-fa presto, va a chiamare il padre di Nick- non so per quale motivo sono in ansia, ma so per certa che è stato Ahkmenrah ad urlare, così
aumento il ritmo della corsa.

Affanata raggiungo il luogo in cui si trova la persona più importante per me in questo momento e mi sento male nel vederloa terra in preda a strani dolori.

-Ahkmenrah!- mi avvicino e cerco di attirare la sua attenzione, in modo da distrarlo da tutta quella sofferenza, ma i miei tentativi risultano vani anche perché solo in questo mi accorgo di un orribile particolare.

La tavola che da vita ogni notte a tutto il museo non è più sulla parete a lei assegnata e questo sta causando tutta quella sofferenza al faraone, ma fino ad  adesso non era mai successo che lui soffrisse a causa della sua lontanaza.

Provo ad alzarmi per cercarla, ma la presa del faraone mi costringe a riavvicinarmi a lui e dolcemente cerco di metterlo in una posizione che lo faccia stare più comodo

-che cosa ti è successo Ahkmenrah- odio vederlo soffrire senza poter fare nulla, in fondo dovrei essere la guardiana della sua tavola, dovrei essere in  grado di capire come farlo guarire, eppure non so cosa fare

-l…la tavola è s…stata rubata- sgrano gli occhi spaventata a quella notizia e inizio a guardarmi in giro per vedere se riesco a capire cosa diamine è successo in quei pochi minuti in cui mi sono fermata a parlare con Sakajawea

-Nisha, Ahkmenrah- guardo davanti a me e ringrazio il cielo dell’arrivo del padre di Nick e degli altri, ma con mia sorpresa assieme a Nicky vedo una strana ragazza che mai prima di quel momento avevo visto.

Ha i capelli verdi chiaro, ma non quel chiaro pastello, un verde simile alla fresca erba mattutina, quella bagnata dalla dolce rugiada mentre viene inondata dai piccoli raggi timidi del sole appena sorto.

La vedo correre e i miei occhi si soffermano sui suoi che posseggono qualcosa che mi attira, ma non so dire di preciso che cosa.

Sono di un azzurro ipnotizzante, simili all’azzurro estivo del cielo, però su di essi vedo anche un “ velo” che impedisce ai sentimenti di esprimersi realmente o almeno è ciò che in questo momento riesco a scorgere in essi.

Subito dopo il viso mi concentro sui suoi vestiti e mi sorprendo nel vedere il forte contrastro che creano con gli occhi e i capelli.

Indossa una grande e nera felpa, la chiamo grande a causa del fatto che le arriva poco sopra le ginocchia, ma non sembra essere un problema per lei.

Subito sotto vedo dei leggins anch’essi neri, quasi fossero fatti di pura pece, anche perché ad essere neri non sono solo i vestiti, ma anche le scapre, delle vans con una sottilissima riga bianca ad indicare l’inizio della suola.

Più la guardo e più mi sembra che il nero faccia parte di lei, come fosse una seconda pelle, ma la cosa che mi sorprende e mi spaventa è il fatto di come mi sembra proprio lei ha comandare tutto quel nero, però scuoto la testa e penso che sia solamente una mia impressione dovuta alla stanchezza di tutto quello che è accaduto in queste pochi minuti.

-Nisha cos’è successo qui…ehi Nisha- la mano del signor Lerry mi risveglia dalla “trans” in cui mi sono bloccata, così mi faccio aiutare ad alzare Ahkmenrah e poi mi alzo io.

Improvvisamente mi ritornano alla mente le parole che il faraone è riuscito a dirmi con molta fatica e agitata mi aggrappo alla manica della divisa del signor Larry mentre le lacrime scendono sul mio viso, incorniciato dalla massa di capelli mossi e neri che ho ereditato da mio padre.

-la tavola…la tavola è stata rubata!- non riuscivo a pensare ad altro e se non avessimo trovato la tavola prima del tramonto avrei seriamente rischiato di non poter più vedere il mio adorato faraone.

-a…aspetta un secondo, ne siete proprio sicuri- guardo Nicky e mi chiedo se sia diventato cieco tutto in un colpo

-guarda tu stesso, non si trova al suo posto e Ahkmenrah è scosso da continui dolori, l’urlo che è rimbombato in tutto il museo è suo- tutta quell’agitazione completò l’opera e in un secondo mi ritrovo tra le braccia del mio migliore amico, svenuta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La Rivelazione della Profezia ***


Capitolo 1: La Rivelazione della Profezia 


Apro gli occhi infastidita dalla luce della lampada posta sul comodino affianco al letto dell’infermeria del museo.

Mi alzo lentamente, ma delle doloranti fitte alla testa mi costringono a risdraiarmi sul letto mentre a poco a poco riaffiorano i ricordi di quello che in pochi minuti è accaduto nella sala dell’Antico Egitto.

-non dovresti alzarti ancora, sei debole – volto la testa di scatto, sorpresa di vedere seduto su una sedia posta al fianco del mio letto Ahkmenrah, leggermente pallido in volto rispetto al solito.

-come ti senti?- mi sento stupida a porgli questa domanda, visto che quella in un letto sono io, ma ne sento la necessità, voglio essere sicura che stia veramente meglio.

-io sto bene, ti ringrazio- felice mi siedo sul letto e mi lascio scappare un sospiro di solievo

-Nisha devo veramente ringraziarti, mi hai salvato la vita- lo guardo senza capire quello che vuole dire, però sento che nelle sue parole si nasconde qualcos’altro, qualcosa che non mi vuole dire.

- Ahkmenrah dove si trova la tavola- il suo sguardo sfugge dal mio e subito capisco che è successo qualcosa di brutto, così mi alzo e mi avvicino alla porta, fermandomi sulla soglia, con la mano sulla maniglia

-sai bene che io ho il compito di tenere al sicuro la tua tavola, qualunque cosa tu mi nasconda io saprò sempre se è la verità- abbasso la maniglia e inizio a correre verso la sala, sperando che la tavola non sia in mani sbagliate.

Mi guardo in torno e vedo che non sono svenuta per molto, in fondo da alcune vetrate vedo ancora la luna alta nel cielo.

Schivo alcuni animali e riprendo la mia corsa verso la sala, ma vengo fermata da una mano che prepotentemente mi tira indietro

-ma che…- non riesco nemmeno ad urlare a causa di un’altra mano posta sulla mia bocca, così inizio a divincolarmi spaventata

-shhh…fa silenzio e ascoltami- in un secondo riconosco la voce e mi fermo, aspettando di essere lasciata libera.

Dopo pochi istanti le mani mi lasciano e io mi volto verso il mio migliore amico, scoprendo che assieme a lui c’è anche la ragazza dai capelli erba di rugiada  e gli occhi cielo.

-Nicky che ci fai qui, anzi, per quale motivo mi hai fermata, sai bene che…-  la sua mano mi blocca nuovamente e questa volta è la ragazza a parlare

-devi sapere una cosa, sacerdotessa della tavola, quello che adesso vedrai ti potrebbe spaventare, però non devi dirlo a nessuno- la guardo senza capire, ma un rumore proveniente dalla sala mi fa tornare alla
mente il motivo per cui sono scappata dall’infermeria, così tolgo la mano di Nick  dalla mia bocca e mi volto verso la sala

-scusatemi, se sapete che sono la sacerdotessa non devo dirvi io che ho urgentemente bisogno di controllare la tavola- velocemente mi dirigo nella sala, ma quello che vedo non mi spaventa, mi terrorizza.

Vicino alla tavola c’è uno strano tizio vestito da egiziano, ma sono vestiti sporchi, quelli tipici degli schiavi di corte, con una benda su un occhio, l'altro piccolo e nero, i capelli grigio scuro, stopposi, come se nemmeno il suo creatore avesse avuto cura di lui.

In mano ha una strana spada, in oro e argento,decorata come le spade usate nell’antichità per compiere sacrifici alle divinità, ma quello che veramente mi terrorizza è la strana aura che circonda completamente la tavola magica.

-salve sacerdotessa, non vedevo l’ora di incontrarla, ma mi sembra turbata, posso saperne il motivo- sposto il mio sguardo dalla tavola e lentamente mi avvicino a quello strano uomo.

Il suo sguardo mi turba e mi provoca freddi brividi lungo la spina dorsale, però qualcosa mi spinge ad avvicinarmi a lui e tendergli la mano.

I miei occhi non riescono a distogliersi dai suoi, così piccoli e neri da sembrare delle biglie mentre la mia mano si avvicina sempre di più alla lama della spada che l’uomo ha messo in verticale rivolto verso di me.

-prego appoggi la sua mano sulla lama, stia tranquilla ci vorrà solo qualche istante – una strana forza mi attira sempre di più verso quella strana spada.

Ad un certo punto sento dei passi avvicinarsi alla sala, ma non me ne curo più di tanto, rimango concentrata sul luccichio che la spada emette

-forza da brava, poggia la tua mano – la voce dell’uomo, in qualche modo, rende ovattati gli altri suoni, ma non appena tocco la spada, un piccolo taglio mi ferisce la mano e mi causa un forte giramento di testa

-che cosa mi ha fatto, chi è lei- nuovamente la voce dell’uomo avvolge tutto e in una sorta di cantilena inizia a parlare

-quello che fu scritto ora si compirà, la sacerdotessa affidata alla custodia del faraone diverrà offerta per il sacrifico, questo grazie al suo amore che spezzerà il sigillo che fu messo sopra il potere oscuro della tavola, questo è il suo destino e niente e nessuno potrà cambiarlo- due secondi dopo non sento più la voce di quell’uomo, ma sento quella del padre di Nicky e di Sacajawea, così apro gli occhi e nuovamente mi ritrovo sdraiata per terra.

Ancora una volta sono io che vengo aiutata in un luogo che dovrebbe essere sotto la mia protezione.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Alba, Chiarimenti e Spiegazioni ***


Capitolo 2: Alba, Chiarimenti e Spiegazioni
 

-Larry che diamine sta succedendo, la tavola è lilla e non mi risulta sia
normale la faccenda- la voce di un uomo entra prepotentemente nella mia mente

-non ne ho la più pallida idea signor McPhee, non mi è mai successa una cosa
del genere – un’altra voce si unisce alla prima, costringendomi a svegliarmi e a farli
smettere, ma non appena apro gli occhi vengo accecata dai raggi del sole che
filtrano dalla finestra dell’infermeria, centrando in pieno il letto dove sono sdraiata.

Mi alzo lentamente e cerco di attirare l’attenzione di tutti, però una nuova fitta alla
testa mi sorprendere e mi fa scappare un piccolo gemito di dolore.

-Nisha ti sei ripresa finalmente- guardo Nicky e vedo al suo fianco quella strana
ragazza, poi sposto lo sguardo sui proprietari delle due voci che hanno avuto l’”onore”
di svegliarmi.

Scuoto la testa e chiudo un secondo gli occhi cercando di ricordare ciò che è successo
l’altra sera, ma è come se qualcuno mi avesse cancellato tutto dalla mente.

-Nicky…portami alla sala, t…te ne prego- non so perché, però sento come se ci
fosse un pericolo vicino al faraone e devo accertarmi che non sia vero.

-aspetta un momtento ragazzina, dimmi che cavolo sta succedendo alla tavola di
Ahkmenrah- mi volto verso il direttore e lo fulmino con lo sguardo, ma improvvisamente
mi ricordo dello strano uomo in piedi al fianco della tavola

-mi dica una cosa, chi è l’uomo posto al fianco della tavola?- guardo attentamente
negli occhi il direttore, cercando in qualache modo di scoprire se mi sta nascondendo
qualcosa di importante, e nel frattempo aspetto la sua risposta

-quella è una statua di un’egiziano che ci è stata mandata dall’italia per poterla mostrare
per un breve periodo mentre restaurano la sua area nel museo di Torino, se non
sbaglio è uno schiavo di un membro della famiglia reale, si chiama Malakini o qualcosa
del genere- sgrano gli occhi e scendo dal letto il più velocemente possibile, ma come
una stupida cado a terra, anche se vengo subito affiancata da Nick 

-Nisha fa piano, non ti sei ripresa ancora del tutto – accetto l’aiuto di Nicky e mi rialzo,
però non posso rimanere ferma senza fare nulla mentre il faraone rischia la vita

-sacerdotessa forse dovrebbe sapere una cosa molto importante prima di andare
nella sala – sorpresa guardo la ragazza dai verdi capelli e solo ora mi accorgo che
ha lineamenti egizi sul volto.

- che cosa intendi dire?- mi appoggio a Nick cercando di rimanere in piedi, ma la ferita
alla mano inizia a pulsare causandomi altro dolore

- il mio nome è Alex e sono venuta qui a posta per parlare con voi, devo informarvi di
una cosa molto importante e a quanto vedo non ho molto tempo- non capisco nulla di
ciò che sta dicendo, anzi spero che faccia in fretta, prima che la notte arrivi.

-sentite andiamo in un luogo molto più adatto per parlare di queste cose, il museo presto
aprirà e non potremmo parlare liberamente- guardo il padre di Nicky e annuisco, così
andiamo nell’ufficio del direttore, in modo da non essere disturbati.

Non appena arriviamo nell’ufficio mi lascio cadere su una delle sedie, affaticata a causa
del dolore alla mano.

Controllo la ferita e con tristezza noto che la benda  è quasi del tutto rossa a causa del
sangue che imperterrito continua ad uscire.

Scuoto la testa e mi rialzo, concentrandomi su quello che stanno dicendo Nicky e il signor
Larry, ma la mano di Alex mi attira vicino alla finestra

-perdonami se sono apparsa così all’improvviso, ma ho molte cose da dirti e vorrei non
perdere tempo prezioso- la guardo negli occhi e capisco che le sue parole non sono solo bugie.

Annuisco e mi volto verso tutti gli altri, attirando la loro attenzione su di noi e facendoli
smettere di chiaccherare tra di loro.

-ascoltatemi per favore, in questo momento il museo sta per aprire, ma non possiamo
di certo dimenticare ciò che è successo la scorsa notte notte- lentamente alzo la mano fasciata e
la mostro a tutti i presenti, lasciandoli leggermente sconvolti nel vederla ancora perdere sangue

-questa ferita mi è stata causata dal nuovo “acquisto” del nostro Museo, ma non si tratta solo
di questo, anche le sofferenze del Faraone non si riescono a chiarire- mi volto verso Alex e
le faccio gesto di venire al mio fianco

-per favore dicci tutto quello che sai, per noi è importante sapere cosa minaccia i nostri
amici- la vedo annuire per poi prendere un grande sospiro, preparandosi a dirci tutto
quello che può aiutarci.

-per chi non mi conoscesse ancora, il mio nome è Alex e sono venuta qui a New York per
portare a termine il compito che molti anni fa fu affidato alla mia famiglia- la guardiamo
tutti mentre ci spiega il motivo per cui si trova qui.

- scusa se ti interrompo, ma quale sarebbe questo…compito?- entrambe fulminiamo il
direttore e Nicky cerca di trattenere una risata

-ve lo stavo appunto dicendo…il mio nome vuol dire “protettrice degli uomini” e la mia
famiglia ha il compito di proteggerli attraverso una profezia che mai si dovrà avverare,
ma per nostra sfortuna posso notare già alcuni elementi  che indicano l’avverarsi di questa
profezia- mi volto sconvolta verso di lei, ma le sue parole sono incomprensibili per me

-e quale sarebbe la profezia sentiamo?- la voce del signor Larry, in qualche modo, mi fa
tornare alla mente ciò che mi è successo, causandomi un capogiro e attirando tutta l’attenzione
su di me, ma non mi interessa, guardo la scrivania con gli occhi spalancati mentre la profezia
spinge per uscire dalle mie labbra

-quello che fu scritto ora si compirà, la sacerdotessa affidata alla custodia del faraone diverrà
offerta per il sacrifico, questo grazie al suo amore che spezzerà il sigillo che fu messo sopra il
potere oscuro della tavola, questo è il suo destino e niente e nessuno potrà cambiarlo
- dopo
aver detto quelle parole ritorno in me e mi sento mancare, prontamente presa dal mio migliore amico

-ehi Nisha che cosa ti succede?- non gli rispondo immediatamente, ma poi cerco di rimanere
in piedi da sola

-scusate sono solo stanca, perdonatemi, ma ho veramente bisogno di riposare- mi stacco da Nick e
mi dirigo verso la porta, fermandomi di fronte  ad essa

-ne riparliamo con gli altri più tardi, ora scusatemi- me ne vado barcollando dall’ufficio, lasciando
gli altri con domande prive di risposte.

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