Darth Hevn - Solo per vendetta

di Mary_Julia_Solo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01_Prologo-Scomparso ***
Capitolo 2: *** 02_A un passo dalla morte ***
Capitolo 3: *** 03_How could you... ***
Capitolo 4: *** 04_Morirei per te ***
Capitolo 5: *** 05_You traitor ***
Capitolo 6: *** 06_This is the end for you, my Master ***
Capitolo 7: *** 07_I'm coming ***



Capitolo 1
*** 01_Prologo-Scomparso ***


PARTE 1
 
01_Prologo-Scomparso
 
Qui-Gon Jinn spalancò gli occhi. Era vivo… Era vivo. Ma com’era possibile? Ricordava la lama del Sith che lo attraversava. Sentì la voce di Anakin chiamarlo e si mise a sedere, guardandolo :
-Cos’è successo? -chiese,ancora confuso, e il bambino esclamò, sorridendo, ma non troppo raggiante :
-Abbiamo vinto Maestro! Abbiamo vinto! -
-Naboo è salva allora. -
-Le azioni eroiche dimostrate, il pianeta salvato hanno. -affermò una voce leggermente preoccupata. Qui-Gon rivolse il suo sguardo a Yoda.
-Maestro Yoda. Cos`è successo? -domandò di nuovo, non avendo ricevuto un’adeguata risposta da Anakin.
-Privo di sensi nella sala del generatore d’energia trovato ti abbiamo. Per miracolo salvato sei stato. -Qui-Gon aveva una domanda che non voleva fare. Non sapeva se avrebbe sopportato la risposta. Allora cercò di sviare:
-Anakin verrà addestrato? -
-Si, uno Jedi diventerà. Anche se del tutto d’accordo io non sono. -Qui-Gon rimase zitto. Non sapeva più che dire. Abbassò lo sguardo sulle sue mani. Ci fiu qualche attimo di silenzio, poi Yoda disse:
-Dalle tue paure, per sempre fuggire non potrai. -lo Jedi Grigio annuì, sospirò, chiuse gli occhi e gli riaprì. Si fece forza. Chiese soltanto:
-Obi-Wan? -Anakin non parlò, aveva un’aria spaventata. Yoda guardò Qui-Gon con i suoi occhi d’oro fuso.
-Lui e il Sith scomparsi sono. Non sappiamo cosa successo sia. -
-Non è quello che ho chiesto. Lo sentite? È vivo? -la sua voce era dura, fredda. Era sull’orlo delle lacrime. Sapeva che, se non riusciva a sentire Obi-Wan, significava che era  morto. Ma in fondo coltivava ancora una speranza.
-Questo io non so. Sicuro non sono. Il Lato Oscuro percepisco… -il verde Jedi rimase un attimo perso nei suoi pensieri e poi disse:
-Andiamo, giovane Skywalker. Il Maestro Jinn lasciamo sol. Di riposare bisogno ha. -saltò giù dalla sedia sulla quale si trovava e si diresse verso la porta. Anakin fece per seguirlo, ma indugiò un attimo sull’uscita. Tornò indietro e cominciò titubante:
-Maestro,io… Io non dovrei averla, ma… -gli diede qulacosa, che fino a poco prima aveva tenuto nascosta sotto la maglia. Una spada laser. -È di Obi-Wan. L’unica cosa che hanno trovato nella sala del generatore. -finito di parlare, il biondo corse via. Qui-Gon rimase con lo sguardo fisso sull spada laser per almeno un minuto. Poi si prese la testa tra le mani. Obi-Wan era davvero morto? Era tutta colpa sua. Se fosse stato un Maestro migliore… Se non avesse maltrattato il suo apprendista… Obi-Wan era la persona più simile a un figlio che aveva. Più di Feemor. Più di Xanatos. Come poteva aver lasciato che morisse?
 
Era buio. Incredibilmente buio. E freddo. Dove si trovava? Perchè era lì? Non ricordava molto. Era precipitato nel generatore d’energia con il Sith e poi si era risvegliato in quel luogo buio. Aveva un forte mal di testa. Sentiva il Lato Oscuro. Sembrava provenire da ovunque. Sentì dei passi, ma non poteva dire con certezza da dove provenissero. Poi, una voce:
-Ti sei svegliato finalmente, Jedi. -si guardò intorno, ma non vide nulla.
-Chi sei? -domandò. La voce gli tremava.
-Il tuo peggiore incubo, forse. O forse no. -
-Cosa intendi? -non capiva. O forse non voleva capire…
-Potrei essere la tua possibilità di vendicarti.-
-Di chi? Per cosa?-
-Sai di chi. E… Per averti fatto questo. Per averti abbandonato tra le mie mani. -la voce era diventata un ringhio.
-Ma… Cosa stai dicendo? -si sentiva mancare l’aria. Si sentiva svenire.
-Non cederai facilmente al Lato Oscuro, eh? -
-Non cederò mai! -non seppe mai come trovò la forza di gridare.
-Temevo che lo avresti detto.- ci fu un suono di lama laser attivata. Si voltò di scatto e vide. La luce di quella frusta laser. Non riusciva a vedere in viso colui che la reggeva. Ma doveva essere un Sith. Darth Maul, forse.
-Non puoi costringermi. Non cederò mai.-
-Non posso costringerti? Tra poco vorrai non averlo mai detto.- Lo vide avvicinarsi. Prima che potesse impedirlo, la frusta laser si abbattè sulla sua schiena. Non riuscì nemmeno a gridare.
 
 
Spazio Autrice:
Per VivianWho (se mai le venisse in mente di leggere questa storia): Ciao ! Ti giuro solennemente (mano sul cuore) che non ho copiato la tua idea. Suppongo avrai già capito come andrà a finire. No, davvero non ho copiato. Questa fic stagnava già da un po’ sul moi pc e non ho mai avuto il coraggio di pubblicarla, però tutti i miei amici mi dicevano che avrei dovuto farlo, e allora eccomi qua! Scoprirai che io Obi-Wan lo strapazzo abbastanza… -
Salve!^^ Grazie mille a chi si é arrischiato a leggere questa storia! Devo dire un paio di cose:
  1. Allora per chi non sapesse chi sono Xanatos e Feemor: Feemor è il primo apprendista di Qui-Gon e Xanatos (che poi è passato al Lato Oscuro) è il secondo.
  2. In questa storia è presente anche Siri Tachi, un personaggio inventato da Jude Watson (lo scrittore della serie « Apprendista Jedi »). Vabbè penso di aver capito che tra lei e Obi-Wan c’era qualcosa tipo amore platonico e niente di più (non ho mai letto quei libri… :(). La mia è una specie di AU dove la loro relazione non è rimasta sul platonico, proprio per niente, e si sono spinti un po’ oltre secondo le idee della nostra Siri… Allora lei ha mollato Obi-Wan dicendogli di non averlo mai amato. (l’ho detto che lo strapazzo…)
E poi, io ho la certezza ceh in fondo TUTTI gli Jedi siano umani anche se non lo dimostrano granchè… Sto scrivendo una cosa un po’ troppo lunga, quindi è il caso ceh mi fermi. >.<
Be’, al prossimo capitolo (se vorrete leggerlo)! :)
P.S: Hevn in norvegese vuol dire vendetta

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Capitolo 2
*** 02_A un passo dalla morte ***


02_A un passo dalla morte
 
Destroy…
 
 
Il tempo scorreva. Era ormai passato quasi un anno dalla presunta morte di Obi-Wan. Qui-Gon continuava a sentirsi terribilmente in colpa. Addestrava Anakin, che imparava molto in fretta, ma si sentiva sulle spalle il fallimento con ben due apprendisti. Non avrebbe mai permesso che questo accadesse anche Anakin. Era un giorno come moli altri al Tempio. Ma presto, quello stesso giorno, la tranquillità sarebbe stata spezzata. Qui-Gon e Anakin era appena tornati da una missione e stavano facendo  rapporto al Consiglio. Ad un certo punto, senza apparente motivo, Yoda perse i sensi. Tutti i Jedi presenti si precipitarono attorno al suo seggio, preoccupati. Quando il piccolo Jedi riaprì i suoi occhi dorati, trovò molti visi che lo osservavano.
-Maestro Yoda! State bene? Cos’è successo? -chiese Mace Windu.
-A sedere tornate. -ordinò il verde essere, e solo quando tutti furono tornati al loro rispettivo posto riprese a parlare. -Una visione stata è. Il Lato Oscuro visto ho. -si fermô un secondo, guardando Qui-Gon e Anakin e puntando un dito verso di loro. -Voi. Voi in pericolo siete. Attenti stare dovete. -Qui-Gon annuì pensieroso, mentre Anakin domandò:
-Siamo in pericolo Maestro? Cosa avete visto?-
-Non una visione vera e propria era. Sensazioni erano. In guardia dobbiamo stare. Noi tutti. -
-Ma… -tentò di dire Anakin, ma la voce di Qui-Gon coprì la sua:
-Ha a che fare con Obi-Wan vero? -Yoda e Windu si lanciarono un’ occhiata.
-Sicuro non sono… -mormorò Yoda, quasi come se parlasse più a se stesso che a Qui-Gon.
-Andate ora. -Maestro e apprendista chinarono il capo e prima di uscire sentirono la voce del piccolo Jedi. -Gli occhi aperti tenete. -
 
Qui-Gon e Anakin camminavano per i corridoi. Il bambino chiese:
-Cosa pensi che ci volesse dire il Maestro Yoda? Siamo davvero in pericolo? -
-Non lo so, Anakin… -il Jedi grigio non lo ascoltava davvero. Stava pensando. Il Lato Oscuro? Loro in perivolo di vita? Che… Che… Ma cosa andava a pensare! Era impossibile… O forse no? Vennero raggiunti da Siri Tachi, che arrivò correndo:
-Maestro Jinn, scusate… -cominciò la ragazza, distogliendo Qui-Gon dai suoi pensieri.
-Si? -
-La Magistra Gallia vi sta cercando… -non riuscì a terminare, perché il Tempio piombò nell’oscurità e la voce le si bloccò in gola.
-Cosa diavolo sta succedendo? -domandò Anakin. I tre sentirono la risposta di Yoda, alle loro spalle:
-Sotto attacco siamo. -
 
-Cosa possiamo fare Maestro Yoda?! -esclamò Anakin, saltellando da un piede all’altro, preoccupato. Yoda, invece, per qualche strano motivo chiaro solo a lui, era calmo. Rispose lentamente:
-Il giovane Skywalker e Siri, gli Iniziati aiutare dovrebbero. Il futuro degli Jedi essi sono. Andate, quindi. -Anakin lanciò uno sguardo a Qui-Gon, che annuì. Il bambino si affrettò a correre lungo il corridoio con Siri, verso gli Iniziati. Ci fu qualche attimo di silenzio, dopo che i due si furono allontanati. All’improvviso, Yoda si appoggiò al muro, anzi, si sostenne. Qui-Gon domandò subito:
-Cosa succede Maestro? Cosa sentite?! -il verde Jedi si portô una mano all’altezza del cuore e rispose:
-Morte io sento. Gli Jedi… Morendo stanno… Dal Consiglio tornare devo. Cosa fare decidere dobbiamo… -forse un po’ sovrappensiero, Yoda si allontanò con passo claudicante. Qui-Gon rimase solo nel corridoio buio, pensando. Cosa diavolo stava succedendo? Chi poteva avere interesse ad attaccare il Tempio Jedi? Poi, nella sua mente sentì le urla. Le urla di chi moriva per mano di… Chi? Cosa? Quale essere malvagio avrebbe mai attaccato i portatori di pace, gli Jedi, se non un Sith? Ma i Sith erano scomparsi da millenni… No, solo da un anno. Sentì qualcosa passargli accanto e azionò la spada laser. Non c’era nessuno, ma lo Jedi grigio giurò di aver visto un’ ombra muoversi fulminea sul muro. Sentì forte il Lato Oscuro. Sempre più vicino.Non seppe mai quale pazzia lo spinse a seguire il segnale. Vide fuoco, fumo, cadaveri. Delle ombre. Vive. Ma nel vero senso della parola. Una di loro prese uno Jedi, non più di un Padawan,con le sue unghie aguzze. Qui-Gon attaccò, per difendere il ragazzino, che sfortunatamente era già morto, ma l’ombra gli saltò addosso. Lo Jedi cercò di trapassarla con la spada, ma senza risultato. L’ombra era davvero fatta… D’ombra. Pensava di non avere speranze, di essere spacciato. Pensava che quella fosse una morte brutta e forse si, anche un po’ ingloriosa. E poi…
-No. Lui lasciatelo a me.-disse una voce, che sembrava provenire dal fondo dell’Inferno, dove il fuoco è più caldo, dove solo i demoni possono esistere. L’ombra, quasi delusa, si allontanò da lui, per andare chissà dove a fare strage. Allora Qui-Gon vide. Da oltre il fumo, comparve una figura. Aveva un cappuccio calato in testa e sugl’occhi, una cappa d’ombra sembrava celargli il viso e aveva una spada laser rossa in mano. Un Sith. Esattamente come aveva previsto. Prima che potesse fare qualcosa, il Sith stese una mano, e lo Jedi grigio sentì una stretta al collo. Lentamente, si sentì sollevare da terra. Il Sith lo fissò, soddisfatto, senza mollare la presa. Qui-Gon prese un respiro, e domandò:
-Chi sei tu? Perché ci hai attaccato? -il Sith rise.
-Sai chi sono. E sai anche che la tua seconda domanda non ha senso. -la mente dello Jedi lavorava febbrilmente. Come poteva sapere? Poi, pensò di aver capito. Anche se era impossibile.
-X-Xanatos? -balbettò. Il Sith rise ancora di più.
-Xanatos? Dovevi proprio volergli bene. No, il tuo apprendista è morto. -Qui-Gon non seppe come riuscì ad urlare:
-E ALLORA COSA DIAVOLO SEI?! -la stretta sul suo collo aumentò.
-Non ti permetto di urlare. -ringhiò il Sith. Una lingua di fuoco illuminò il suo viso e Qui-Gon riuscì a vederlo. Spalancò gli occhi, cercò di parlare, ma una voce coprì la sua:
-Maestro! -era Anakin, che correva in quella direzione. Il Sith si allarmò e strinse ancora.
Qui-Gon riuscì quasi a sentire le ossa del proprio collo scricchiolare. Anakin balzò tra i due, e lo Jedi grigio cadde malamente a terra, svenuto. Il Sith gridò, adirato:
-Maledetto! Ti sei messo in mezzo! Se non fosse stato per te, avrei potuto farlo soffrire! -Anakin azionò la spada laser.
-Tu non hai fatto nulla e nulla farai, mostro! Non causerai più morte! -il bambino attaccò, con rabbia, e il Sith riuscì a respingerlo senza troppa fatica. Anakin, tentò un affondo e il Sith disse:
-Ora basta giocare, mi hai stufato, bambino. Ora si fa sul serio. -in una mossa fulminea, prese il polso del bambino in una morsa di ferro. Anakin urlò dal dolore quando il Sith glielo storse e fu costretto a mollare la spada laser. IL Sith sollevò anche lui con la Forza per il collo. Anakin si sentì subito mancare il respiro. Il Sith gli ringhiò contro:
-Mi avevano detto che eri potente, ma non mi sembra proprio. Sei inutile. Come tutti gli altri. -il bambino tentò di difendersi dicendo, a fatica:
-Non è… vero… e… te lo… dimostrerò… sconfiggendoti… -
-TU NON FARAI PROPRIO NIENTE! TU SEI SOLTANTO UN BAMBINO IN LACRIME CHE NON VEDE L’ORA DI TORNARE DALLA SUA MAMMA! -
gridò irato il Sith, aumentando la presa. -Guarda in faccia la tua morte. -disse infine, azionando la spada laser rosso sangue. Una voce giunse da uno dei corridoi laterali:
-Guarda tu la tua, Sith. -il Consiglio Jedi e molti altri Jedi fecero la loro comparsa nei corridoi laterali. Anakin sorrise, sollevato. -Lascia il ragazzo. -continuò imperituro Mace Windu. Il Sith lasciò la presa, e, prima di tornare dal corridoio da cui era venuto, gridô, puntando un dito contro gli Jedi:
-Non è finita qui! Pagherete per quello che avete fatto! Morirete! Morirete tutti! -detto questo, fece un fischio per richiamare le ombre, e sparì oltre la cortina di fumo.
 
-Stai bene Skywalker? -domandò Mace Windu, aiutando il bambino ad alzarsi.
-Per fortuna sì. -rispose Anakin, per poi voltarsi verso Qui-Gon. -Ma credo che il mio Maestro no. -Yoda si era avvicinato allo Jedi grigio, posandogli una mano sulla fronte.
-Curato dev’essere. Sento che un grande shock subito ha. Probabile è che, facilmente non si sveglierà. -
-Chiamate i guaritori. -disse Windu ad un paio di Padawan, che annuirono e corsero via.
-Il Consiglio decidere cosa fare deve. -constatò Yoda.
 
Anakin era seduto accanto al letto di Qui-Gon. I guaritori avevano detto che lo Jedi grigio aveva utilizzato la Forza per cadere in coma volontariamente. Ma ora non aveva la capacità di svegliarsi. Anakin era molto preoccupato. Se Qui-Gon non si fosse svegliato, cosa avrebbe fatto? Nessuno avrebbe mai voluto addestrarlo al posto suo. Non sapeva da quando tempo era lì e,ad un certo punto, sentì una voce alle sue spalle:
-Anakin? -il bambino si voltò lentamente e vide Siri ferma sulla soglia, che non aveva intenzione di disturbare, ma era stata mandata dal Consiglio.
-Sì? -domandò Anakin e la ragazza disse:
-Il Consiglio ci ha chiamati. Mi dispiace, lo so che sei preoccupato per Qui-Gon, ma temo che tu debba venire. -
-Certo. -rispose il bambino, scendendo dalla sedia sulla quale era seduto e uscendo dall’infermeria, seguendo Siri. Che cosa voleva il Consiglio da loro? Anakin aveva solo dieci anni, cosa mai potevano pretendere da lui, soprattutto ora che era senza Maestro? Dopo aver oltrepassato parecchi corridoi, dove i segni dell’attacco erano rimasti, entrarono nella sala del Consiglio. Si fermarono al centro, aspettando che qualcuno parlasse. Il primo a prendere parola fu Mace Windu:
-Secondo informazioni acquisite dopo una lunga meditazione da parte di Maestro Yoda, riteniamo che il misterioso Sith si sia diretto verso il pianeta Ruusan, che come sapete fu luogo della grande battaglia che sterminò i Sith, quasi mille anni fa. Ovviamente non siamo certi che sia lì, ma vorremo che Siri Tachi vada ad indagare. -Siri chinò il capo.
-Sarà fatto Maestro. -
-E… Riguardo a me? -domandò Anakin, stato fino a quel momento diligentemente in silenzio fino a quel momento.
-Tu, Skywalker, sei in grave pericolo di vita, e fino a quando Qui-Gon non si riprenderà sarà Yoda a farti da Maestro. -il bambino annuì. Yoda si alzò dal seggio e osservò il cielo oltre la finestra. Un temporale era in arrivo.
-A qualcosa di oscuro ci stiamo avvicinando… -disse solo, pensieroso.
 
 
Spazio Autrice:
Grazie a coloro che mi hanno recensito!! ^^
Allora, vi avverto, che il prossimo capito che pubblicherò lo trovò abbastanza inquietante.
Spero non troviate Anakin troppo noioso, ma, capitelo, fino più o meno ai quattordici anni, le regole le rispettava ancora. ;)
Al prossimo capitolo!
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** 03_How could you... ***


Scusatemi tantissimo tutto il tempo che ci ho messo ad aggiornare!
Oh santo dio ragazzi questo capitolo è inquietante, vi avverto. A volte mi stupisco delle cose che scrivo. Se deciderete di abbandonarmi dopo questo capitolo vi capirò.
 
 
03_How could you…
 
…what destroy you!
 
 
Ruusan era deserto da centinaia di anni ormai. Siri scrutava la superficie del pianeta, cercando qualcosa di sospetto. Stava quasi per darsi per vinta, quando, mentre sorvolava l’arida Valle degli Jedi, non notò una fortezza. Era una gigantesca costruzione di pietra, molto alta. Lì, in bella vista. Non era per nulla nascosta. Il Sith non aveva paura di loro. Anzi, si faceva beffe di loro, costruendo quella specie di Tempio Sith nella valle simbolo per i Jedi. Atterrò, cercando di nascondere al meglio la nave tra le rocce. Scese e camminò fino a quando non si ritrovò davanti ad una parete di roccia. Alzò lo sguardo. La fortezza era proprio sopra di lei. Sbuffò. Avrebbe dovuto scalare. Non ci mise molto, ma si ritrovò quasi tutte le mani scorticate. Si guardò intorno, pronta ad un attacco, ma delle ombre o del Sith nessuna traccia. Andò verso la porta e notò che era socchiusa. Una trappola, ovvio. Ma voleva andare fino in fondo a quella storia. Entrò nel Tempio. Ai lati del corridoio che stava attraversando c’erano orribili statue di ogni sorta di demoni dell’inferno e di vecchi Sith Lord. Tutto era vuoto e freddo: quel luogo sembrava abbandonato, ma non poteva esserlo. Il Lato Oscuro proveniva potente da ovunque. Siri era confusa. Sentiva vita e Lato Oscuro provenire da ogni parte, ,ma allo stesso tempo morte. Oltrepassò un'altra grande porta e si ritrovò in qualcosa che sembrava una sala del trono, ma non ne vedeva l’utilità in un Tempio Sith. C’erano altre statue, ma più inquietanti. Avvicinandosi a una, si accorse, in un modo o nell’altro, che raffiguravano Sith mentre uccidevano Jedi. Avanzando ancora di più dovette attivare qualcosa, perché la statua Sith spalancò gli occhi, che sembravano carboni ardenti, e così fecero le altre statue. Non riuscì a trattenere un urlo. Si coprì la bocca con una mano, ma era tardi. Il suono si stava spandendo in tutta la stanza. Sentì molto movimento nel corridoio. Cercando di non farsi prendere dal panico -era pur sempre un unico Jedi in un Tempio Sith, e contro le ombre non poteva fare nulla-, notò che oltre le statue c’era una specie di portico con molte porte. Si fiondò nel corridoio-portico e cercò di aprire una porta. Era chiusa. Provò con un'altra , ma anche questa era chiusa. Provò con molte altre, ed erano tutte chiuse. Stava per perdere le speranze, quando finalmente trovò una porta aperta. Si infilò nella stanza e la osservò. C’era una finestra, che dava sulla valle, e poi, soltanto una porta e un letto con delle lenzuola. Stava decidendo cosa fare, quando sentì una voce alle sue spalle, che le fece gelare il sangue:
-Sapevo che saresti finita nella mia trappola. Ti conosco troppo bene, Siri. -
 
 
Siri rimase immobile per qualche secondo, come paralizzata. Quell’ultima frase cosa significava? La voce continuò:
-Avanti, non dirmi che non ti sono mancato… -un dubbio si formò nella mente di Siri.
La ragazza fece un respiro profondo, prese la spada laser e si voltò, lentamente. I suoi sospetti erano fondati. Non urlò, non emise neanche un suono. Ma si sentì come se avesse ricevuto un pugno nello stomaco. Non riusciva a respirare. Non poteva essere, non davvero. Davanti a lei stava il Sith con un ghigno beffardo sulla faccia. Forse, avrebbe dovuto capirlo prima. Perché Qui-Gon non era stato attaccato dalle ombre, ma dal Sith. Era così ovvio. Ma nessuno avrebbe mai accettato. Avrebbero continuato a fingere che fosse morto. “Lui” era dolce, gentile, saggio… E buono. Avrebbe dato la vita per chiunque. Anche forse per chi non lo meritava. Era anche forte. Nessuno avrebbe mai immaginato che lui, proprio lui, sarebbe passato al Lato Oscuro…
-Obi-Wan… -mormorò Siri, cercando di capire. Perché? Perché lo aveva fatto? Perché era divenuto un Sith? Non potendo trovare risposta, osservò l’ex-apprendista di Qui-Gon, osservò il Jedi migliore che avesse mai conosciuto… I suoi capelli erano molto più lunghi dell’ultima volta che l’aveva visto, gli arrivavano alle spalle, ed erano più chiari, più tendenti al rosso che al castano… I suoi occhi erano bracieri accesi…. E poi, aveva dei tatuaggi. Erano scritti in chissà quale lingua Sith e gli attraversavano la fronte e le guancie in orizzontale…
-Obi-Wan non è più il mio nome. Ora sono Dath Hevn. E sono molto più potente di quanto lo ero da Jedi. Ormai non sono più un debole, nessuno può battermi! -ribatté il Sith, continuando a sorridere.
-No… No… Obi-Wan, cosa sei diventato… -Siri si sentiva la voce tremare. -Hai ucciso dei Jedi… Hai ucciso la tua famiglia… -la ragazza fece un passo indietro e lui uno in avanti.
-La mia famiglia? Tu mi fai ridere… -Siri fece un altro passo indietro, spaventata.
-Dove credi di andare? Non puoi fuggire… -prima che potesse anche solo accorgersi di quello che stava succedendo, Siri si ritrovò schiacciata tra il Sith e il muro. Cercò di azionare la spada laser, ma Obi-Wan, anche se in quel momento di Obi-Wan aveva ben poco disse:
-Io non lo farei se fossi in te… -le afferrô il braccio che teneva la spada per il polso e lo bloccò contro il muro. Siri strinse i denti, cercando di non cedere al dolore, -i graffi provocati dalle rocce non aiutavano- ma infine fu costretta a mollare la presa. -Brava. Vedi? Si può sempre ragionare. -Siri aveva paura. Non era molto Jedi, ma aveva paura. Davvero paura di quello che avrebbe potuto farle quel mostro che aveva preso il posto di Obi-Wan. Cosa poteva fare? Lui, era davvero forte. Cosa poteva fare? Rabbrividì quando sentì le mani del Sith passarle sotto la tunica e graffiarle la schiena. Avrebbe voluto mollargli uno schiaffo, ma era completamente bloccata dalle sue braccia. Deglutì:
-Cos’hai intenzione di fare? -Siri cercò di parlare con voce calma. Non voleva mostrare a quella versione cattiva di Obi-Wan la sua paura.
-Oh, lo saprai molto presto… -il Sith sorrise. Un sorriso perverso e libidinoso allo stesso tempo. Poi, si avvicinò pericolosamente a lei. Siri sentì le sue labbra sul collo. Provò un tremendo disgusto, indescrivibile. Avrebbe voluto gridare, ma chi sarebbe mai andato a salvarla? Voleva fuggire, ma non poteva. Era paralizzata dalla paura e dal disgusto e bloccata da quel mostro. Sentì ancora le sue unghie sulla schiena, le sue labbra che le baciavano il collo, anche se, più che baciando la stava mordendo, letteralmente. La Jedi affondò i denti nel labbro inferiore, gli occhi umidi. I denti del Sith che le tormentavano la pelle sul collo la riportarono alla realtà. Lei era una Jedi! Non poteva permettere che… Non poteva lasciare che… Sentì la rabbia. Le salì dal profondo dell’anima, scaldandola. Non avrebbe dovuto utilizzare quella rabbia, ma se con essa poteva evitare di essere umiliata in tale modo… Utilizzando tutta la forza che aveva in corpo, quasi moltiplicata dalla rabbia, allontanò il Sith e, in una mossa fulminea, gli tirò un calcio che lo colpì in piena faccia. Prese la spada laser, ma non fuggì. Non voleva cedere al Lato Oscuro, ma quel Darth gliel’avrebbe pagata.
-Come sei potuto diventare così, Obi-Wan? Come? -domandò, adirata. Il Sith alzò la testa, gli occhi fiammeggianti, e, incurante del sangue che gli scendeva dalla bocca e gli colava lungo il mento, ringhiò:
-Non è questo che hai sempre voluto? Quello che hai sempre voluto da me e da chissà quanti altri? -
-Cosa? -Siri lo guardò, disgustata. -Io non sono una puttana! -lui rise.
-No? E allora perché… -sembrava cercasse di dominarsi, ma poi gridò, forte, e le sue parole bruciarono: -TU MENTI! NON RICORDI SETTE ANNI FA? -lei lo guardò, senza dire nulla. Ma certo, certo che ricordava. -NO?! ALLORA TE LO DICO IO COME È ANDATA! QUANDO HAI AVUTO CIÒ CHE VOLEVI DA ME, MI HAI MOLLATO! -dopo le ultime parole, si dovette fermare per tossire sangue. Siri non riusciva a muoversi. Ogni parola la colpiva come una pugnalata. Come era arrivato a pensare quelle cose? -NON FINGERE CHE TU NON FACCIA QUESTO ANCHE CON ALTRI! LO SO! -per quanto quasi non fosse possibile, alzò ancora la voce. -SO CHE TE NE VAI A SCOPARE CON TUTTI GLI UOMINI DELL’ORDINE! O FORSE NON SOLO?- Siri fece un passo indietro. Cosa diavolo era diventato Obi-Wan?
-Tu sei pazzo! -il Sith la osservò con i suoi occhi di brace, che sembravano ardere davvero.
-NO! È LA VERITÀ! -fu costretto di nuovo a tossire, e questa volta Siri non ci pensò su. Corse. Via, oltre la porta. Senza voltarsi indietro. Corse come il vento. Oltre il portone, giù dal dirupo. Saltò sulla sua nave e accese i motori. Solo quando fu nello spazio profondo lasciò alle lacrime la possibilità di uscire.
 
-Obi-Wan Kenobi un Sith? Ne sei certa? -domandò stupito Mace Windu, dopo che Siri ebbe raccontato di ciò che aveva trovato su Ruusan.
-Si, Maestro. Vorrei tanto che non fosse così, ma… -la ragazza abbassò lo sguardo. Tutti i presenti erano allibiti, alcuni membri del Consiglio parlavano tra di loro, a bassa voce. Windu lanciò un occhiata a Yoda, che prese la parola:
-Il Consiglio sciogliersi può. Con Siri parlare devo. -i Maestri annuirono e uscirono in silenzio. Siri li guardò uscire, aspettando che Yoda parlasse. Siccome non lo faceva, anzi, aveva chiuso gli occhi e sembrava meditare, la ragazza disse, preoccupata:
-Maestro… Come faremo a dirlo a Qui-Gon? Io… Non so se posso. Lo distruggerebbe… -Yoda aprì gli occhi dorati e guardò la Jedi bionda, che sembrava molto triste.
-Che lui già sappia, io credo. Per questo in coma è. La verità accettare non vuole.-
-Cosa possiamo fare? -chiese Siri. Il verde Jedi osservò il tramonto di Coruscant.
-Solo attendere possiamo… -
 
Siri entrò stanca nella sua stanza. Voleva solo dormire. Dormire più tempo che poteva, per chiudere fuori tutti i problemi, tutto il dolore… Se Yoda aveva ragione, doveva attendere. Gli avvenimenti di quei due giorni l’avevano sconvolta. Se poi pensava… No. Assolutamente no. Non doveva pensarci. Non pensare alle cose ti da l’impressione di non averle mai vissute. Si stese sul letto ancora vestita e si addormentò in fretta. Aveva sperato che fosse un sonno senza sogni, ma le sue preghiere non erano state ascoltate. Si ritrovò in un altro tempo, in un'altra stanza. Tra baci ardenti, cuore e respiro accelerati. Avrebbe dovuto essere qualcosa di brutto, quasi crudele, ora. Ma Siri si aggrappò a quel sogno con tutte le forze che aveva. In quel sogno, Obi-Wan era ancora Obi-Wan. Dolce, gentile. Niente a che fare con Darth Hevn. La sé stessa più giovane del sogno-ricordo mormorò: “Ti amo, Kenobi.”. L’Obi-Wan del ricordo aprì gli occhi, ancora di quel bellissimo grigio-azzurro, e rispose, prima di riprendere a baciarla: “Ti amo anch’io Siri…”. Perché? Perché non si poteva avere tutto questo indietro? Poi, tutto cambiò, di colpo. Siri aveva davanti il Sith, che sputava sangue. La stava insultando. Le stava dando della prostituta. Le gridava che la odiava. Siri spalancò gli occhi e si mise seduta sul letto. Si accorse di avere le guancie bagnate. Stava piangendo. Voleva con tutte le sue forze che Obi-Wan tornasse. Tornasse quello che l’amava. Ma come poteva pretendere questo, dopo che lei gli aveva detto di non amarlo? Come poteva pretendere che questo accadesse senza che lei muovesse un dito? Non poteva. Si alzò e uscì dalla stanza. Era notte fonda. In giro non c’era nessuno. Corse per i corridoi. Sapeva che era rischioso. Ma voleva riportare
Obi-Wan a casa. Ed era determinata a riuscirci.
 
 
Spazio Autrice:
Aehm… Vabbè, io vi avevo avvertito… Comunque, scusate se in questo capitolo non c’è Anakin (non lo so, lo dico, perché sono tutti pazzi per Anakin, perciò…). Nel prossimo ci sarà. Per poco, a dire il vero, ma ci sarà. Dopo le cose inquietanti, nel prossimo capitolo passeremo alle cose sdolcinate, sempre che qualcuno vorra’ ancora leggere questa storia.
7 RECENSIONI? Cavolo, non speravo neanche di arrivare a questo numero! Grazie! ^^
 
 

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Capitolo 4
*** 04_Morirei per te ***


Salve a tutti! ^^ Come al solito ci ho messo un eternità ad aggiornare, scusate. Come avevo scritto alla fine dell’ultimo capitolo, in questo si passa alle cose sdolcinate. Voglio avvertirvi che io sono leggermente esagerata, quindi mi scuso in anticipo. Forse sono un po’ paranoica, lo ammetto…
 
RagazzaOmbra: Grazie mille per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia!^^
 
Game_Master: Mmmh… Ecco, questo capitolo non penso che lo troverai molto interessante, non so perché… Però tra due capitoli ci sarà il primo combattimento e devo dire che mi è uscito abbastanza bene, calcolando che non sono proprio un genio a scrivere i combattimenti… Spero che non mi abbandonerai!
 
AnaDarkLady97: Grazie per i complimenti! Sono contenta che non adori Anakin alla pazzia come tutti, almeno non ti peserà il fatto che anche in questo capitolo c’è davvero poco. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, e che le mie esagerazioni non ti facciano fuggire a gambe levate!^^
 
 
04_Morirei per te
 
You weren’t just a star to me.
You were my whole damn sky.
 
 
Atterrò su Ruusan, ma stavolta direttamente davanti al portone del Tempio Sith. Venne subito raggiunta dalle ombre, che sotto quel sole cocente erano visibilissime. Una prese la sua spada laser, mentre altre due, la bloccarono e la scortarono lungo il corridoio. La portarono nella sala del trono, dove appunto seduto sul trono stava uno zabrak dalla pelle rossa. Accanto a lui, appoggiato al trono, stava Obi-Wan… No, Darth Hevn. Lo zabrak, Darth Maul, alzò lo sguardo e quando vide Siri sogghignò.
-Che bel regalo ci hanno portato le ombre… -commentò, per poi dirigersi verso di lei seguito da Obi-Wan. -Qual è il tuo nome? -domandò Maul, passandole una mano sotto il mento.
-Non credo ti interessi, Sith. -sbottò la Jedi, disgustata.
-Ma che bel caratterino… -
-Penso che il suo nome non sia di grande interesse, Maestro. -disse Obi-Wan, rispondendo alla domanda dello zabrak.
-Lo chiami anche “Maestro”? Obi-Wan, tu sei meglio di così! -esclamò la ragazza, cercando inutilmente di liberarsi dalla stretta delle ombre.
-Non hai il diritto di chiamarmi così. -ringhiò il ragazzo in risposta.
-Oh. Sento il tuo interesse nei confronti di questa focosa Jedi, mio apprendista. -disse Maul, parecchio divertito.
-Penso che le prigioni andranno benissimo per lei. -ribatté Obi-Wan, sogghignando.
-Lo penso anch’io. Occupatene tu. -concluse lo zabrak. L’ex-Jedi prese Siri e le mormorò all’orecchio:
-Se pensi di poter fuggire ancora ti sbagli…
-Non ho intenzione di fuggire, se ti fa piacere saperlo, Hevn. -sbottò lei, astiosa.
-Cammina. -ordinò Obi-Wan. Scesero due piani di scale, seguiti a poca distanza dalle ombre. Arrivarono in un corridoio pieno di celle. Il Sith spinse malamente la ragazza in una di esse e chiuse a chiave. Si fermò a osservarla da oltre le sbarre, dicendo:
-Non riuscirai tanto facilmente a fuggire. Su queste sbarre ci sono rune anti-Forza. -Obi-Wan si allontanò ridendo. Siri andò alle sbarre, ma quando vi appoggiò sopra le mani, fu costretta a ritirarle. Il ferro era caldo come fuoco. Obi-Wan rise ancora di più. -Buon soggiorno, “mia adorata”. -
 
-Come sarebbe a dire che Siri è scomparsa?! -esclamò Adi Gallia, stupita e arrabbiata allo stesso tempo.
-Mi dispiace Adi, ma lo sappiamo per certo. -rispose mesto Mace Windu.
-Dov’è andata? Dobbiamo trovarla! -continuò Adi, preoccupata.
-Capisco la tua preoccupazione, ma non possiamo fare nulla. Non sappiamo dove sia andata… -disse sospirando Windu.
-Maestro Yoda! Voi sapete qualcosa, vero? -la tholothiana non riusciva a restare calma. Yoda la osservò con i suoi occhi dorati.
-Calma restare devi, Adi. La tua apprendista in pericolo non è. Nella Forza lo sento. Solo atteso non ha. -Adi sospirò e chiuse gli occhi, cercando di dare ascolto alle parole di Yoda. In quel momento, nella Sala del Consiglio entrò Anakin, saltellando fino al centro ed esclamando:
-Maestro Yoda, Maestro Windu! -
-Cosa c’è Skywalker? -chiese Windu, un poco irritato dal comportamento del bambino. Anakin aveva ancora il fiato corto per la corsa, ma rispose in fretta:
-Qui-Gon! Qui-Gon si è svegliato! -
 
Era lì da un tempo che le sembrava interminabile. L’unica luce che aveva era quella proveniente da una sporca luce in fondo al corridoio. L’unico cibo che aveva erano il pane e l’acqua che ogni tanto le ombre le portavano. Quella cella era fredda. E sapeva di morte. E di dolore. Si sedette contro il muro, come faceva sempre, e chiuse gli occhi. Prima sentì le grida. Sembravano rantoli senza senso, ma ascoltando meglio poteva sentire le parole. “No, ti prego, no! No! Basta, ti prego!” -Siri spalancò gli occhi e si alzò di scatto, guardandosi intorno. Le urla sembravano provenire da ovunque, ma allo stesso tempo da nessuna parte. Poi, vide. Era lì, ma sembrava lontana anni luce. Dall‘altra parte del corridoio, in un'altra cella, c’era Darth Maul, una frusta laser in mano, che colpiva senza pietà la schiena di un uomo… Quell’uomo indossava abiti Jedi… “Deciderò io quando sarà abbastanza! “-ringhiò Maul, dando colpi più forti. Siri avrebbe voluto dire qualcosa, ma, per qualche strano motivo, la voce le si bloccava in gola. Solo quando l’uomo non riuscì più a gridare per il dolore, lo zabrak lo sollevò prendendolo per gli abiti fatti a brandelli e trascinandoselo dietro. Lo buttò malamente nella cella dove stava Siri, che rimase immobile, sbatté la porta e se ne andò dicendo:
-Cederai prima o poi. Lo so. -l’uomo cercò di alzarsi, facendo leva con le mani, ma le braccia non lo sostennero e lui ricadde a terra. Siri avrebbe voluto aiutarlo, ma non riusciva a muoversi. E non di sua volontà. Era come bloccata da una forza invisibile. Il Jedi si trascinò fino a uno degli angoli e lì si sedette. Allora Siri lo vide in faccia. Sussultò, sentendosi male, mentre Obi-Wan iniziava a piangere, prendendosi il viso tra le mani. “Perché? Perché sono ancora qui? Perché nessuno viene a salvarmi? -una voce parlò. Sembrava che la cella riflettesse i pensieri di Obi-Wan, quasi che glieli rubasse. Siri lo guardò. I capelli erano più lunghi del taglio da Padawan, sporchi e disordinati, ma non lunghi quanto quelli di Darth Hevn. I suoi occhi erano ancora grigi e sofferenti, tremendamente sofferenti. Troppo sofferenti. Molto più di quanto si potesse sopportare. E poi… I suoi abiti erano ridotti a stracci, brandelli bruciacchiati, a causa delle frustate. Chissà quante cicatrici aveva… Una voce,cattiva aspra, ma forse la stessa di prima, la parte che apparteneva al Lato Oscuro, disse: “Non viene nessuno, perché nessuno ti ama. Lo sai meglio di me.” -era così che l’avevano fatto passare al Lato Oscuro? Con convinzioni false? Obi-Wan si coprì le orecchie con le mani, mormorando: “Maestro, dove sei?” -la voce ripeté: “Nessuno ti ama.” -il ragazzo si rannicchiò su se stesso, debole e sofferente. Non voleva sentire, non voleva…
-No, non è vero Obi-Wan… -disse Siri, ma lui non poteva sentirla. Non era lì. Non era mai stato lì. O almeno, non pochi secondi prima. Non con lei. Quell’Obi-Wan era perduto. -Io sono qui per te… Io ti amo… -scivolò a terra, libera di muoversi, iniziando a piangere, restando a fissare un angolo vuoto…
 
Non sapeva da quanto tempo fosse lì. Si sentiva morire. Da quanto tempo non mangiava davvero? Da quanto tempo non vedeva la luce del sole? Un giorno come tanti, sentì dei passi. Qualcuno la prese tra le braccia. Non poté fare nulla. Non ne aveva la forza. Faceva fatica a rimanere sveglia, persino a respirare. La adagiarono su qualcosa di morire. Ci mise qualche attimo a capire che era un letto. Rimase immobile, cercando di capire cosa stesse succedendo e non potendo fare altro. Quando sentì l’odore del cibo non poté che avventarcisi sopra, mangiando come un lupo affamato. Dopo di che, riuscì finalmente ad aprire gli occhi. La luce proveniente dalla finestra le sembrò accecante. Si guardò intorno e vide una persona che conosceva molto bene. Era concentrata su qualcosa oltre la finestra. Cercò di alzarsi, ma ricadde subito indietro.
-Non farei sforzi inutili. Non riuscirai mai ad andartene. -disse Obi-Wan, voltandosi a guardarla.
-Io… non… voglio andarmene… -rispose e la sua voce risultò molto flebile.
-No? -il Sith sollevò un sopracciglio.
-Certo… che no. Avrei potuto andarmene prima… ma… voglio salvarti da… quello che… sei diventato… -Obi-Wan rise.
-Salvarmi da quello che sono diventato? Non sono mai stato più me stesso di ora. Non c’è nessuno da salvare. -
-Ascoltami… -
-Dovrei? Vuoi tentare di trovare delle scuse per quello che hai fatto? O vuoi giustificare Qui-Gon? -la zittì lui.
-No… -Siri tentò di raccogliere tutte le forze che aveva in corpo per parlare con un tono decente. Non poteva permettersi di stare male. Non davanti a lui. Non con tutto quello che aveva passato. Grazie alla Forza, forse, la sua voce tornò normale. -Mi devi ascoltare. Io non posso giustificarmi, lo so. Ho sbagliato. Anche Qui-Gon forse ha sbagliato, ma tutti fanno degli errori. -si fermò. Voleva vedere come avrebbe reagito Obi-Wan a quelle poche parole. Il Sith la fissava con i suoi occhi di brace, senza battere ciglio. Allora continuò:
-Non avrei mai dovuto farti del male, lo giuro. Nessuno avrebbe voluto. Tu eri forte. Tutti ti vedevano così. Ma forse eri più debole di quello che volevi far vedere. -
-Io non sono affatto debole, Siri. -lei lo ignorò.
-Puoi incolpare tutti per il tuo passaggio al Lato Oscuro, ma sappi che so che è solo colpa mia…
-Ora dovrei dire qualcosa di carino, del tipo che non è colpa tua e che ho fatto la mia scelta? Mentirei. Mentirei perché è colpa tua. Tu eri tutto per me. Era la mia anima, il mio cuore, le mi labbra, i miei occhi, la mia mente. Ma. Tu. Non. Mi. Hai. Mai. Amato. -lo disse in quel modo per accentuare ogni singola parola di quella frase. -Hai idea di come possa essermi sentito? Tu mi hai ucciso. Mi hai spezzato il cuore, rubato l’anima, lasciato sanguinante. Io non dimenticherò mai quello che mi hai fatto. Mai. -Siri rimase in silenzio per qualche attimo. Quelle parole… L’avevano sconvolta. Lui… Soffriva solo a causa sua. Ovviamente non era del tutto vero, ma l’amore offusca tutto. Anche il Lato Oscuro.
-Obi-Wan… -mormorò.
-Quello non è più il mio nome. - rispose brusco lui, smettendo di guardarla.
-Non mi importa quale tu pensi che sia il tuo nome. Io sono qui per te. Ho sofferto la fame per te. Morirei per te. Davvero. Lo dico, lo farei. Voglio solo che tu mi perdoni… -
-Perdono? Non conosco questa parola. -disse Obi-Wan pacato, rimanendo impassibile, sempre senza guardarla. Fece per andarsene, ma Siri quasi gridò, tutto d’un fiato:
-Per quanto non meriti perdono, devi perdonato per averti mentito. Per averti detto che non ti amo. Per averti ucciso. Ma quello che non sai è che quel giorno sono morta anch’io. Ho smesso di vivere. Mi mancavi come non mai. Mi mancavi come l’aria. Mi manchi come l’aria e voglio solo trovare un modo per riparare il tuo cuore. Ma non trovo nulla di meglio se non l’amarti con tutta me stessa. Davvero. Io ti amo, Obi-Wan. -lui era rimasto fermo quasi sulla soglia, ad ascoltarla. Si voltò a guardarla, e a Siri sembrò di vedere qualcosa nei suoi occhi, come un tremito… Ma fu solo questione di un attimo, perché poi il Sith disse, gli occhi più infuocati che mai:
-Come posso crederti? Se ti mancavo come l’aria perché non sei venuta a cercarmi prima che attaccassi il tuo adorato Ordine? -si era avvicinato a lei di qualche passo. -Perché non mi hai cercato mentre soffrivo? I Sith mi hanno fatto soffrire in un modo talmente crudele, che questi tatuaggi -si indicò i segni sulla fronte e sotto gli occhi, il viso vicino a quello di lei. -me li sono fatti da solo. -si voltò di scatto verso la porta, e di nuovo tentò di andarsene, ma Siri ancora lo fermò. Quel tremito le aveva dato una speranza.
-Io… Io credevo che fossi morto! Tutti lo credevano! -
-Ma nessuno se n’è accertato. -
-Come avremmo potuto? -
-Lasciami perdere. Non mi riporterai indietro. -non la guardava. E Siri questa cosa la notò: non la guardava quasi mai. Ma lei aveva sentito qualcosa, come un’indecisione, nella sua voce.
-Ma almeno ci voglio provare. -il Sith si voltò verso di lei, a metà tra l’irato e il disperato.
-Non puoi! Non puoi, mettitelo in testa! -tentò una terza volta di andarsene, ma Siri non poteva rinunciare. Non ora che era così vicina ad ottenere qualcosa. Perché lui si stava comportando in modo strano. Non tanto. Ma in qualche modo sì. Per lei poteva essere un bene. Allora lo fermò, per la terza volta. E anche l’ultima.
-Obi-Wan. Baciami. Perché a stare così vicino a te senza baciarti non ce la faccio. E poi nulla cancella l’amore. Né le bugie, né la gelosia, né la morte. L’amore c’è sempre. Per quanto vogliamo liberarci di lui, ci rimane attaccato alla pelle, ricopre silenzioso i nostri cuori, ci entra nell’anima. E non se ne va più. Quindi ti prego, baciami. Non sai quanto mi manchino i tuoi baci. Quanto mi manchi tu. -Obi-Wan rimase fermo a fissarla. Negli occhi aveva qualcosa di indecifrabile. Siri si sentì sotto esame, ma non importava. Non importava. Importava solo che lui le credesse. Lui si avvicinò a lei, gli occhi di brace e indecifrabili, ma diversi. Non poteva dire come, o perché, ma erano diversi. Non meno Sith, non più umani, ma diversi. Anche la voce era impercettibilmente diversa.
-Siri… -mormorò il ragazzo. Quando lui pronunciava il suo nome così si sentiva morire, le venivano i brividi lungo la schiena. -Sapessi tu quanto sei mancata a me… -prima anche solo che potessero capirlo, si stavano baciando. Non era un bacio passionale, era molto più disperato. Si staccarono un secondo e Obi-Wan disse, a voce bassissima:
-Sei… Sei così magra… E a causa mia… -
-Non ci pensare, non ci pensare… -ripresero a baciarsi. I vestiti di Siri, ormai troppo larghi per lei, caddero a terra come petali… Scivolarono abbracciati tra le lenzuola senza smettere di baciarsi… Nulla importava più, in quel momento… Solo i loro corpi intrecciati, i loro respiri che si confondevano… Le loro anime unite… Il mondo sembrava svanire… C’erano solo loro… Non esisteva più Lato Oscuro, Lato Chiaro, forse nemmeno la Forza… Solo loro, le stelle, l’amore… Le stelle. Loro sapevano sempre tutto. I segreti più oscuri delle persone, le passioni segrete, i baci nella notte. Ma non dicevano mai nulla. Naturalmente questo era un bene.
 
 
Spazio Autrice:
Grazie a tutti coloro che hanno recensito! Un numero a due cifre non me lo aspettavo, grazie!:) Come avete visto sono DAVVERO ESAGERATA. Ma state tranquilli, comunque, non è mica tutto così facile! Nessuno ha intenzione di tornare al Lato Chiaro così presto. Aehm, temo però che il motivo per cui Obi-Wan è passato al Lato Oscuro non sia così chiaro…
Spero che continuerete a leggere!
A presto!

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Capitolo 5
*** 05_You traitor ***


Salve a tutti! ^^ Come al solito ci ho messo un eternità ad aggiornare, scusate. E mi dispiace davvero, ma in questo capitolo ancora l’azione scarseggia :’(. Ma non preoccupatevi, cercherò di aggiornare con il prossimo capitolo il prima possibile e (finalmente) dopo le de pressate almeno per un po’ sarà il turno dell’azione. Spero che questo capitolo (capitolino) vi piaccia!
 
 
05_You traitor
 
Siri aprì lentamente gli occhi. Non era tanto sicura di voler tornare alla realtà. Rimase sdraiata ad osservare il vuoto accanto a lei. Poi, sospirando, si mise seduta sul letto. Obi-Wan, già vestito, era dove lei lo aveva trovato la sera prima. Stava di nuovo guardando oltre la finestra, con aria pensierosa. Siri si alzò a malavoglia, raccattò i suoi abiti, si vestì e andò da Obi-Wan. Mormorò il suo nome e lui si voltò a guardarla, dicendo:
-Suppongo che ora proverai a fuggire. -lei lo guardò negli occhi, rimasti di brace, e si sentì male. Già, cosa avrebbe fatto ora? Era lì per lui. Era quasi morta per lui. Ma adesso non sapeva cosa fare. Gli appoggiò una mano su una guancia:
-Vieni con me, Obi-Wan. Torna a casa. Ti prego… -si sentì una lacrima scendere lungo il viso. Obi-Wan smise di guardarla.
-Non posso. -disse in un soffio. -Non posso. Il Tempio non è più la mia casa. -Siri gli prese il viso tra le mani. Adesso le lacrime scendevano a fiumi.
-Io non sono la tua casa? -il ragazzo le diede un live bacio sulle labbra.
-Resta tu qui. -sussurrò.
-Questo non posso farlo, lo sai. -avrebbe voluto. Ma non poteva. Doveva tornare dai Jedi. E doveva trovare un modo di far tornare Obi-Wan. Rimanendo lì sarebbe solo stata soggiogata dal Lato Oscuro. Obi-Wan si allontanò da lei, tornando a guardare oltre la finestra.
-Allora non possiamo fare niente. -Siri tornò accanto a lui.
-Obi-Wan. Guardami. -il Sith non lo fece. -Ti prego, guardami… -non la lasciò nemmeno finire.
-Zitta! -esclamò. -Cos’è questo rumore… -spalancò gli occhi, realizzando. -La Repubblica! I Jedi! -afferrò Siri per un polso. I suoi occhi erano pieni di rabbia. -Mi hai ingannato! Era un piano fin dall’inizio. Un piano per distruggermi! -la Jedi cercò di difendersi.
-No, no… Non è vero! Obi-Wan, io… -le tirò uno schiaffo così potente da farla cadere a terra.
-Sta zitta! Non dire altre bugie! -Siri si sentiva le lacrime agli occhi. -Io che stavo quasi per crederti. -Obi-Wan lanciò un occhiata fuori dalla finestra. Le navi della Repubblica si avvicinavano. Prese la spada laser e corse fuori. Siri cercò di seguirlo, ma prima che potesse alzarsi, il soffitto crollò sotto le bombe della Repubblica.
 
Si svegliò tra candide lenzuola di un letto del centro medico del Tempio Jedi. Si guardò intorno e vide molti occhi che la osservavano. Cercò di mettersi seduta, ma le fu impedito di farlo.
-No, no. Non ci pensare nemmeno. Devi riposare. -esclamò Adi Gallia, rispedendola giù con la Forza. Siri sbuffò. Vide Yoda, tranquillamente seduto su una sedia, che le chiese:
-Meglio ti senti? -la ragazza annuì , per poi domandare:
-Cosa è successo esattamente? -fu Adi a rispondere.
-Be’, sei sparita per tre mesi e pensavi che non ti avremmo cercata? -la Jedi si morse il labbro inferiore e pensò: “Non potevate scegliere momento peggiore per arrivare…”, ma lo tenne per sé. Magistra Gallia continuò:
-È stato solo grazie ad Anakin se ti abbiamo trovata tra le macerie. Pensavamo fossi morta. Sai, respiravi in modo impercettibile, e data la tua magrezza… Abbiamo setacciato il resto del Tempio Sith, ma non abbiamo trovato nulla o nessuno… -
-E Obi-Wan? -
-L’ho detto, niente o nessuno. -Siri abbassò lo sguardo. Dov’era Obi-Wan? Era vivo? Soffriva? Chiuse gli occhi e una lacrima, che fu svelta ad asciugare, le scese lungo una guancia. Mace Windu disse:
-Quando ti sarai ripresa abbastanza, vieni dal Consiglio a fare rapporto. -
-Certo, Maestro. -
-Ti lasciamo riposare. -concluse Adi, e lei e gli altri Maestri uscirono. Solo Qui-Gon, che ancora non aveva parlato, rimase. Aspettò che i membri del Consiglio se ne andassero prima di dire:
-Vorrei davvero lasciarti riposare, ma devo chiedertelo… -Siri si mise seduta sul letto e guardò l’uomo negli occhi. Avevano qualcosa di estremamente triste.
-Si? -
-Lui… -cominciò il Jedi Grigio. Si riferiva ad Obi-Wan, ma non riusciva a pronunciare il suo nome.  -Lo hai visto? Sta mele, vero? -la ragazza fece un respiro profondo.
-Si, l’ho visto. E si, sta male. -
-È tutta colpa mia… Se solo… -Qui-Gon si prese il viso tra le mani. Non sapeva cosa fare. Il tono di Siri si addolcì:
-No. No, assolutamente. È colpa mia, solo mia. È colpa mia se lo abbiamo perso. -stava iniziando a piangere. Non riusciva a controllarsi. Qui-Gon la guardò:
-Come puoi dire questo? Lui era tuo amico, ti voleva bene. Ti vuole bene. -
-Anche a te vuole bene… -
-Non credo… Avrei dovuto fargli più da padre che da Maestro. Non gli ho mai detto quanto gli voglio bene. O quanto gliene volessi. Perché non sono più sicuro che in Darth Hevn ci sia ancora Obi-Wan… -Siri rimase sconcertata da quelle parole. Mormorò:
-Forse… Forse entrambi dobbiamo prenderci le nostre responsabilità, ma… Io credo che Obi-Wan sia ancora salvabile. E ti prometto che riusciremo a portarlo a casa. Anche a costo della mia vita… -
-E della mia… -i due Jedi si guardarono un secondo, poi si abbracciarono. Siri cominciò a singhiozzare. Si aggrappò a Qui-Gon per non crollare. Dopo qualche attimo si accorse che anche lui stava piangendo. Una cosa era certa. Avrebbero salvato Obi-Wan da sé stesso. Anche a costo di morire.
 
Spazio Autrice:
Ta-da!! Siamo quasi alla fine della prima parte di questa bellissima fanfiction (seh, certo… -.-).
Dai, dai tenete duro, il prossimo capitolo è formato interamente da un combattimento (alla buon’ora) e poi nella seconda parte l’azione è almeno raddoppiata, giuro.
Al prossimo capitolo. :)

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Capitolo 6
*** 06_This is the end for you, my Master ***


Eccomi di nuovo! Sì, lo so, avevo detto che avrei aggiornato il più presto possibile e invece come sempre ci ho messo un’eternità! Sorry!
 
Ragazza Ombra: Tranquilla, non mi hai annoiato affatto con la tua lunga recensione, anzi, mi hai fatto morire dal ridere! XD Mi piacciano molto questi tipi di commento perché è bello vedere cosa pensano i lettori in certi punti! :) Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
 
06_This is the end for you my Master…
 
C’era il freddo. E il buio. Era tutto come tempo prima… Solo che non c’era la paura. E il dolore. Quella notte, toccava a un altro morire. Uscì dal suo nascondiglio dietro le rocce. Uscì nella Valle degli Jedi. Lo riusciva quasi a vedere, poco avanti a lui. Sogghignò e gridò:
-Maul! -lo zabrak smise di camminare. Si voltò lentamente verso di lui, rispondendo:
-Hevn. Perché sei ancora qui? -Drath Hevn rise, prendendo la spada laser.
-Lo sai perché. -
-Per uccidermi? Pensi che sarà facile, nevvero? -
-Anche troppo. Sono diventato più potente di te, e lo sai! -azionò la spada laser, che illuminò la notte.
-Molto bene. -disse solo lo zabrak, prendendo a sua volta l’arma Sith e balzando verso il suo apprendista. Le spade cozzarono tra di loro. Hevn si allontanò di poco, appena il tempo per esclamare:
-Lo sapevi Maestro. Sapevi che sarebbe successo! La regola dei due, ricordi? L’apprendista uccide il Maestro! -Maul attaccò di nuovo, ma venne rispedito indietro.
-No, non sarò io a morire! -l’altro rise ancora più forte.
-Ma davvero? -con un balzo felino, oltrepassò Maul e prima che lo zabrak parasse il colpo riuscì a ferirlo ad un braccio. -Sei debole. -
-No, affato! -
-Ah, no? -in uno scatto fulmineo, Hevn riuscì di nuovo a colpire il suo Maestro, questa volta ad una gamba.
-Come pensi che riuscirai a ottenere la tua vendetta senza il mio aiuto? -domandò Maul, con la voce rauca. Si stava arrampicando sui vetri.
-La mia vendetta? Cominciare con l’ucciderti mi pare un buon inizio. -rispose ghignando Hevn. Attaccò di nuovo, e lo zabrak cercò di difendersi. La Valle degli Jedi fu invasa dal rumore delle spade laser che cozzavano tra di loro, illuminata dalle scintille che producevano, come centinaia di anni prima. Ma questa volta non erano Sith contro Jedi, ma Sith contro Sith. Il Lato Oscuro della Forza non poteva fare a meno di essere entusiasta. Di combattimenti simili ultimamente se ne vedevano ben pochi. Il Lato Chiaro non poteva che piangere nel vedere qualcuno dalla sua parte, un figlio suo, allontanarsi sempre di più. E scivolare sempre più nell’oblio. Lasciare la pazzia e diventare la cattiveria. Diventare l’odio fatto persona… Ancora una volta, Hevn respinse l’attacco di Darth Maul. Com’era patetico! Un tempo quell’”indifeso” zabrak gli faceva paura. Era stato la causa del suo dolore. E questo non poteva accettarlo. Attaccò con più rabbia, lasciando l’odio libero. Poteva quasi sentirlo scorrergli nelle vene… Gli vennero in mente i precetti Sith. Così, all’improvviso. Ma forse doveva utilizzarli. “La pace è una bugia. Vero. Estremamente vero. La pace non esiste.” -sferrò un colpo. “C’è solo la passione. Odio. Tremendo odio. E rabbia. Non sono un tuo nemico, sono alleati. Liberali.” -altro colpo. “Con la passione ottengo la forza. Certo. Ovvio.” -un altro colpo, più forte. “Con la forza ottengo il potere. Sì. Ciò che voglio sarà mio. Tutti cederanno al mio potere.” -ancora un colpo. Più potente. “Con il potere ottengo la vittoria. Già. E sono più potente di Maul. Più giovane. Più veloce.” -altri due forti colpi. Darth Maul era praticamente a terra. Non riusciva più a difendersi. “Con la vittoria le mie catene sono spezzate. Tutto sarà mio! Nessuna regola, niente su cui basarmi. Se non la rabbia e l’odio. Non sarò più condizionato da nulla. E nessuno oserà più mettersi contro di me.” -un altro potentissimo colpo. Maul stava esaurendo le energie. “La Forza mi renderà libero. Saremo solo io e lei. Mi difenderà. In fondo, una parte di lei vuole morte e distruzione. E l’altra non potrà fare altro che piegarsi e scomparire. Per sempre!” -sorrise, un sorriso diabolico, e tranciò di netto la mano di Darth Maul, quella che sosteneva la spada laser.
-Pare che sia la fine per te, mio Maestro. -disse Hevn, sollevando la spada sopra la testa, per poi continuare. -Implorami di non ucciderti. -voleva vederlo soffrire.
-Non ti darò mai questa soddisfazione! -ringhiò Maul.
-Come vuoi. -sferrò il colpo. La testa di Darth Maul cadde a terra. Darth Hevn spense la spada laser e sorrise. -Ecco Forza. Ora siamo solo noi due. -il vento aumentò nella valle degli Jedi. Come se la Forza volesse rispondere…
 
 
Angolo autrice:
Ecco! ^^ Con questo capitolo termina la parte uno di questa storia. Sperando ci sia qualcuno che la vuole ancora leggere…
Grazie a chi lo farà. :)
Cercherò di aggiornare presto. (tra due o tre mesi. Ok, spero di no. XD)
Ciauuu, al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** 07_I'm coming ***


Salve a tutti! :) OMG, scusate ci ho messo un casino per aggiornare, e per giunta il capitolo non è nemmeno molto lungo. Cercherò di pubblicare il prossimo più in fretta possibile.
 
 
PARTE 2
 
07_I’m coming
 
One day I’m gonna hurt you. I promise.
 
 
La neve cadeva silenziosa dal cielo. Una macchia scura indistinta si muoveva nella tormenta. Erano due Jedi, accompagnati da quattro guardie vestite di bianco. Avanzavano lentamente, lottando contro vento e freddo. Non mancava molto. In lontananza, si poteva vedere, sebben’non distintamente, una grande costruzione, che spiccava per i suoi colori scuri . Qualunque cosa facessero lì quei Jedi, non la portarono a termine.
All’improvviso le quattro guardie vennero sollevate da terra. Fluttuarono nell’aria per qualche attimo, come strani uccelli, e poi, caddero a terra. Il Jedi adulto, il Maestro, azionò la spada laser e il più giovane, il Padawan, fece lo stesso. Rimasero schiena contro schiena attendendo. Per qualche secondo non successe nulla, poi, una figura cominciò a farsi distinta tra la neve che cadeva veloce come frecce.
-Chi sei? -domandò gridando il Maestro, per sovrastare il rumore del vento. La figura continuò ad avvicinarsi, senza proferire parola. Il Jedi ripeté la domanda e in risposta, la figura nero vestita azionò la sua spada rossa. I due Jedi si misero in posizione di difesa. -Non vogliamo creare conflitti. Sappilo, chiunque tu sia! -allora, la figura, il Sith. Rispose:
-Oh, lo so. Ed è un vero peccato. Perché io non sono dello stesso avviso. -il Jedi si parò davanti al suo Padawan:
-Te lo chiedo per l’ultima volta. Chi sei? -
-L’ultima volta? Perché, altrimenti mi uccidi? -rise e la sua risata si propagò dappertutto, quasi come se la neve la espandesse.
-Non ha importanza. State per morire. -
-Questo si vedrà. -
-Ah sì? Fatti avanti. -il Sith fece un cenno con la testa. Il Maestro guardò gli occhi preoccupati del Padawan e fece un passo in vanti, affondando leggermente nello strato di neve. Il Sith sorrise:
-Vedo che ora ragioniamo. -
 
La porta del Consiglio venne spalancata all’improvviso e un Jedi si fiondò nella stanza.
-Maestri, scusate… -doveva aver fatto una lunga corsa perciò si fermò un secondo per riprendere fiato. -Non volevo interrompere, ma c’è una cosa che dovreste vedere… -
-Deve essere davvero grave se tu sei permesso… -cominciò Mace Windu storcendo il naso, ma fu interrotto da Yoda.
-Avanti tu vieni. Cos’hai mostraci. -il Jedi avanzò e si mise al centro della stanza, schiarendosi la voce:
-Ci è giunto un ologramma inviato volutamente e… È meglio che lo vediate. -lo fece partire sul suo dischetto e la versione più grande si proiettò al centro della Sala del Consiglio.
-
Era in corso un combattimento tra un Sith e un Jedi. La neve intorno a loro si era sciolta, a causa delle scintille provocate dallo scontro tra le due spade laser. Un Padawan, guardava impotente. In men che non si dica, il Maestro Jedi già si accasciava a terra, colpito dalla lama rosso sangue del Sith.
-No!!! -gridò il Padawan, lanciandosi verso il Sith che non si voltò nemmeno mentre lo sollevava con la Forza. Lentamente si girò a guardarlo, dicendo sarcastico:
-Quasi mi dispiace, quasi mi fai pena. Mi ricordi molto me, quando mi sono trovato in una situazione analoga. Devi capire che è inutile, non serve a nulla. Quel che è fatto è fatto. Ti abbandoneranno comunque. -
-L-lasciami… -disse il Padawan, con voce soffocata.
-Oh, giusto. -il ragazzino cadde a terra, morto. -Ma non prima di averti ucciso. -il Sith s guardò intorno, aprì le braccia al cielo e gridò:
-Guardate. Guardate! Vedete quello avete fatto? Avevo promesso ed ora… Siete tutti in pericolo! Nessuno mi sfuggirà, statene certi. -prese la spada laser e piantò nel terreno, dove la neve si era sciolta. Cominciò a tracciare delle linee, che presto divennero lettere, che presto divennero parole. Solo quando non fu più visibile nell’ologramma il messaggio si potè leggere chiaramente: Sto arrivando. L’ologramma si interruppe. Calò il silenzio. Yoda li osservò tutti: Qui-Gon era pensieroso, Siri si stava mangiando le unghie e Anakin si guardava la punta degli stivali, non sapendo cosa dire.
-Del messaggio cosa pensate? -domandò Yoda, rompendo il silenzio. Per quanto fosse strano, il viso del Sith non era visibile nell’ologramma. Ma sapevano chi era. Da quando Darth Maul era stato ritrovato morto, di Sith ne rimaneva solo uno. O almeno era quello che credevano. Ma cinque lunghi anni erano passati. Perché aspettare tanto per ricomparire? Fu Siri a rispondere, con sole due parole:
-È tornato. -
 
Angolo autrice:
God, questo capitolo è davvero corto, scusate! Sono molto contenta che abbiate recensito, lo apprezzo molto, grazie! E poi sono contenta che per ora la storia vi sia piaciuta!
Da adesso trovo la storia inquietante. Nella prima parte Obi-Wan/Darth Hevn è più pazzo che malvagio, mentre nella seconda è veramente più cattivo, anche se ha volte ha momenti di lucidità. Ok, non spoilero.
Ci vediamo al prossimo capitolo!:):)

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