Destination Unknown di _Ala_ (/viewuser.php?uid=53078)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alba rossa ***
Capitolo 2: *** L'occhio del ciclone ***
Capitolo 3: *** Fairytales ***
Capitolo 4: *** La voce di Naruto ***
Capitolo 5: *** Un letto singolo ***
Capitolo 6: *** Occhi che non vedono ***
Capitolo 1 *** Alba rossa ***
riassunto
DESTINATION UNKNOWN
-
L’Akatsuki era tornato.
-
E aveva affidato a Itachi Uchiha e Kisame quella
missione:
-
"Recuperate Kyuubi. Portatelo da me"
-
-
Ma stavolta Naruto non si era fatto cogliere impreparato.
Era cresciuto.
-
Sapeva chi era quell’uomo, sapeva cosa rappresentavano quei
mantelli neri e rossi.
-
Quegli occhi lo riportavano indietro, erano quelli gli occhi
per cui aveva perduto Sasuke. E Naruto, per questo, li odiava.
-
-
Non si sarebbe arreso facilmente, lui doveva rivedere
Sakura.
-
Doveva rivedere Sakura.
-
Doveva rivedere Sakura.
-
Doveva rivedere Sakura.
-
-
[Doveva salvare Sasuke]
-
-
CAPITOLO 1
Alba rossa
Eppure non ce l’aveva fatta. Non era ancora abbastanza
forte per quel bestione.
Era bastato lui, l’Uchiha non si era dovuto nemmeno
sporcare le mani, ancora invisibili sotto la stoffa nera, sotto quelle nuvole
cariche di sangue, era rimasto immobile, a guardare. Gli occhi neri freddi,
impenetrabili, in attesa, privi di incertezza.
Non aveva dubbi riguardo l’esito di quello scontro. Non ne
aveva mai avuti.
Naruto guardava dal basso, steso in una pozza del suo
stesso sangue.
Era nel centro esatto del pavimento di pietra, ormai
crepato e macchiato, quel pavimento che doveva restare puro, che una volta era
stato pestato solo da piedi sacri; un tempio.
Kisame pioveva su di lui, come una nuvola temporalesca che
copre l’azzurro del cielo d’estate [gli occhi di Naruto.]
La spada immane era sollevata, pronta per finirlo, quasi
come in un gioco troppo letale tra bambini.
Dov’erano i genitori di quei bambini ora?
Naruto non lo sapeva, non aveva mai visto il volto dei
suoi.
Guardava il luccichio della spada, che brillava quasi come
le lacrime che ormai vedeva sempre più spesso sul volto di Sakura-chan, sempre
meno incapace di nasconderle.
Il gigante bluastro lo avrebbe lasciato senza sensi, privo
di qualunque energia e possibilità di fuga. Probabilmente, trasportato dalla
foga del combattimento, Kisame avrebbe voluto ucciderlo, e il ragazzo lo
vedeva nel suo sguardo, in quegli occhi da squalo, feroci. Ma il mostro aveva
una missione, e neanche tutta la sua forza poteva competere con la volontà
della sua organizzazione.
No, l’avrebbe solo tramortito, un fantoccio da trasportare
nella terra dell’Akatsuki.
Non che questo fosse di qualche consolazione per lo
shinobi…
Tolto il demone a nove code, non avrebbe più avuto scopo.
L’avrebbero eliminato senza ripensamenti.
Naruto a terra si contrasse, non era tipo da arrendersi, ma
vedeva la speranza scivolare via dal corpo insieme al suo sangue.
"Non posso morire! Merda, devo fare ancora così tante
cose!
Diventare Hokage…
Far tornare il sorriso a Sakura-chan, mantenere quella
promessa…
[ti riporterò Sasuke]
Sasuke… devo… salvare… Sasuke…"
Ma per quanto volesse non riusciva a muoversi, i suoi sensi
si stavano intorpidendo, l’odore ferroso del suo sangue perso sul pavimento
gli dava la nausea. L’unica cosa a tenerlo ancora fuori dal buio era il dolore
alle ferite gli picchiava nel cervello. E quasi non bastava.
C’era solo quella spada, letale, definitiva, che scendeva
su di lui, sempre più veloce.
Naruto non perse tempo a tentare di chiudere gli occhi, non
tentò di difendersi, non riuscì a fare nulla, e poi non ne aveva più la
forza.
I suoi pensieri si alleavano contro di lui, scaraventandolo
sempre più giù, nel dolore, nel rifiuto, nella disperazione.
Più cercava di dare una logica a tutto più le cose
premevano per sfuggirgli dalle dita, accalcandosi l’una sull’altra appena
fuori dalla sua portata.
Il buio avanzava, la fine di tutto.
C’era solo un pensiero che rimaneva indelebile, come inciso
dentro di lui.
"Non salverò Sasuke.."
Riusciva a pensare solo a questo, l’azzurro dei suoi occhi
luminosi inverosimilmente quasi opaco mentre le immagini si confondevano in un
vortice infinito di passato e presente, che mischiava realtà e sogni,
rimpianti e desideri.
Perché davanti ai suoi occhi, come se ci fosse stato appeso
un quadro bellissimo, vedeva solo un sorriso tra il rosa dei fiori di
ciliegio, e più in là, immerso nell’ombra, un sorriso molto più amaro, su un
volto in cui sembrava fuori posto.
La ragazza della sua vita e il suo amico
perduto.
Naruto aspettò; il dolore, il colpo, il vuoto.
Ma non arrivò nulla.
Silenzio, solo un silenzio troppo irreale per essere
vero.
Un silenzio leggero, ma all’improvviso troppo carico,
opprimente.
Naruto cercò di vedere oltre il quadro, ci provò con ogni
goccia di ciò che era rimasto di lui.
Ma quello che vedeva non cambiò.
Sasuke. Di nuovo, sempre e solo Sasuke.
Quasi Naruto si arrabbiò in quel momento così sbagliato,
impossibile.
"Cazzo, togliti dai miei pensieri! Lasciami stare! Ti
prego,almeno per un istante, l’ultimo…"
Ma Sasuke non se ne andò.
Il cervello distrutto del ragazzo biondo ci mise tanto ad
arrivarci, a cogliere che quello non era il Sasuke che invadeva sempre i suoi
pensieri. Non era il Sasuke giovane, vestito di blu e bianco, il ragazzo che
fra i capelli portava un copri fronte identico al suo, ma non era nemmeno il
Sasuke vuoto, impassibile che aveva visto profilarsi su quelle rocce,
stagliato contro il sole, meno di un mese prima.
No, questo Sasuke non indossava quei fottutissimi vestiti
così simili a quelli del Sennin dei Serpenti, Orochimaru, quei vestiti che lo
indicavano come di sua proprietà.
Il Sasuke che Naruto stava guardando era vestito di nero e
bianco, ma c’era anche uno sprazzo di rosso in quel buio, il ventaglio, il
simbolo degli Uchiha, del suo clan annientato, il simbolo di un tempo finito,
di una famiglia perduta, di un orgoglio ancora così vivo… il simbolo di una
vendetta.
Naruto guardò Sasuke in piedi davanti a lui, con una
mano artigliata al braccio la cui spada avrebbe dovuto colpire
lui.
Con un unico movimento quasi troppo veloce per essere
visto, o almeno non dagli occhi stanchi del ragazzo disteso a terra, scagliò
quel colosso lontano, e osservò la sua imponente mole sbattere contro il muro,
romperlo, e rimanere lì, incastrato.
Sasuke, letale, che lanciava via Kisame, Sasuke che lo
salvava… e poi, che si voltava verso Naruto, per un istante appena,
quasi…
…quasi a controllare che fosse vivo…
E fu guardando quegli occhi neri, gli occhi che da anni
erano la sua più grande ragione di vita, che Naruto capì che l’Uchiha era lì,
era reale. "Sa…Sas’ke…" mormorò prima di sprofondare in un piacevole
oblio.
***
Sasuke non perse tempo a guardarlo.
Si voltò verso il fratello
"Itachi, finalmente"
Il maggiore lo guardò sogghignando.
"Otooto-chan"
"Non chiamarmi otooto"
"Come preferisci…
Mangenkyo sharingan"
***
Dolore…il dolore.
Lo shinobi riaprì gli occhi solo perchè sentì l’urlo di Sasuke, perché
capì il dolore di Sasuke, perché intuì la rabbia impotente di Sasuke. Perché
capì che stava per essere ucciso.
E come era sempre successo, come sarebbe successo sempre finché fosse
rimasto in vita, Uzumaki Naruto non poteva accettare che Sasuke fosse
in pericolo, Uzumaki Naruto non poteva sopportare che Sasuke fosse in
pericolo.
Un battito di ciglia, come per pulire un vetro appannato, e Naruto si rese
conto di quello che stava succedendo: Sasuke contro il muro, sollevato da
terra, ridotto a un fantoccio impotente nelle mani del fratello che gli
stringeva il collo, soffocandolo.
Il ninja della Foglia guardò gli occhi di quello che era stato il suo
migliore amico: erano persi, disperati, fissi in quelli del Mukenin.
Sasuke gridò ancora, e il suo corpo si contrasse.
Itachi sorrise, pigramente.
Con il suo sguardo, la ricompensa per aver ucciso il suo migliore amico,
torturava suo fratello.
Quel fratello che contro la superiorità di quello sguardo non poteva fare
nulla, quel fratello che avrebbe potuto avere a sua volta quell’arma, ma che
l’aveva rifiutata.
Aveva rifiutato di uccidere lui, Naruto.
Le sue mani si mossero da sole, si contrassero alla ricerca del terreno,
di un appiglio per cercare di tirarsi in piedi.
"Lascialo…"
Una voce soffocata tra quei denti che si stringevano, ora felini.
"Lascialo!"
Un ruggito.
Itachi, ancora sorridendo, lo guardò; occhi rossi riflessi in occhi
rossi.
Il corpo di Naruto tremava mentre si tirava in piedi, ciondolante, le
braccia pendenti lungo i fianchi, ma lo sguardo fermo non aveva
incertezze.
C’era solo furia dentro, solo potere, puro e incontrollato.
La voce di Itachi Uchiha era incolore.
"Ciao Kyuubi"
Il sorriso era scomparso dalle sue labbra.
***
"Avevi detto mai più…"
-derisione-
"Non posso scegliere"
-parole sibilate tra labbra strette-
"Ah… l’Uchiha, vedo…"
"Mi serve il tuo aiuto"
-sussurro fra i denti-
"Sei debole, Naruto-kun, sai che è pericoloso per
te…
Avevi detto mai più,
E poi…
Quell’Uchiha non si interessa di te,
lo sai benissimo"
"DAMMI IL TUO POTERE!"
-un urlo nella caverna rossa-
-un ribollio, un fluire da dietro quelle altissimi
sbarre-
-una risata grottesca-
"si…"
***
Fiction ambientata circa un
mese dopo la prima "escursione" di Naruto e Sakura nel covo di
Orochimaru. Quando c'è Sai e Sasuke vuole eliminare tutti, tanto per chiarirci
^^
Pubblico
questo capitolo di introduzione un po'
titubante.
Un mio difetto nello scrivere è quello di cominciare le cose
sempre piano, sempre troppo "alla larga". Per entrare nel vivo ( e divetare
interessante) la storia ci mette un po', soprattutto in questo
caso.
Ma d'altronde un ritorno di Sasuke ce lo vedo lungo e
tormentato, spesso frustrante.
Mi sembra poco realistico pensare che in due capitoli
l'Uchiha torni a Konoha e si innamori in una botta sola di Sasuke e Sakura
-insieme-della serie "vissero felici e contenti".
Poi è un mio parere, spero che mi comprendiate e che la
fiction vi piaccia.
Un abbraccio.
_Ala_
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Capitolo 2 *** L'occhio del ciclone ***
riassunto
CAPITOLO 2 : L’occhio del ciclone
A Naruto non restarono ricordi chiari di
quella battaglia, non fu lui a combattere, ma il demone volpe sigillato al suo
interno. Il ragazzo gli aveva lasciato spazio, gli aveva lasciato un’illusione
di libertà, ma solo per quel poco tempo necessario; in fondo la volpe gli
lasciava l’illusione di essere il solo possessore di se stesso da anni.. pochi
minuti poteva concederglieli, specialmente considerando il disperato bisogno che
ne aveva. Da solo non sarebbe stato in grado di proteggere Sasuke, e pur di
riuscirci era disposto a cedere se stesso. Queste erano verità che gli
bruciavano dentro.
E, faceva male ammetterlo, la cosa che più
gli pesava, in quel caso, non era certo il lasciarsi così controllare dal demone
che tanto lo tormentava.
Il chakra rosso lentamente scomparve, Naruto se lo riprese dentro,
dove non poteva ferire
nessuno, dove ne aveva il dominio. Non era facile, ne divertente convivere con
un tale mostro, così radicato in se da non permettere agli altri di separare
bestia e contenitore.
Ma non era importante in quel momento.
Non gli importava delle zanne che si
ritiravano riprendendo le loro consuete forme, ne degli artigli che,
lacerandogli la pelle morbida dei polpastrelli, si ritraevano dolorosamente. La
sua carne esposta venne ricoperta da nuovi strati di epidermide, i suoi occhi
ritornarono cerulei, rimodellandosi nel loro taglio abituale.
E mentre il cielo si rifletteva nuovamente
nel suo sguardo la coscienza sopita del ragazzo si risvegliò, e ritrovando quel
senno che sembrava perduto nella follia della volpe Uzumaki Naruto ritrovò se
stesso. Prima non c’era. Prima c’era solo Kyuubi, il demone a nove code, prima
c’era la sua rabbia cieca, la sua voglia di distruzione incontrollata, la sua
smania di uccidere, annientare, devastare.
Ma ora era tornato Naruto e con lui il suo
primo pensiero, il suo chiodo fisso. Perché se c’era Naruto non poteva non
esserci Sasuke. Era la sua preoccupazione sempre presente, la metà mancante di
se stesso. La zona calma al centro della tempesta, l’unico angolo di pace,
l’occhio del ciclone. Il dolore per il suo abbandono, poi la rabbia, e ora…la
preoccupazione.
Con uno sforzo si voltò a cercarlo con lo sguardo, e lo vide lì, abbandonato
come una bambola di stracci sciupati, maltrattati, ai piedi di quella parete
contro cui suo fratello l’aveva lasciato dimenticandosi di lui nell’esatto
istante in cui la potenza di Kyuubi si era manifestata. Con amarezza il ragazzo
pensò che, in un ipotetica inversione di ruoli, Sasuke mai avrebbe
scordato Itachi. C’era quasi invidia ora in lui, a pensare che, per suo amico
smarrito, il fratello maggiore era l’unica ragione di vita.
Costringendo i muscoli a muoversi lo
raggiunse a tentoni, trascinandosi sui gomiti. Il suo corpo, martoriato dopo lo
scontro con Itachi, non sembrava nemmeno appartenergli. Ma non gli importava,
non sembrava nemmeno accorgersene, il suo intero essere era completamente
rivolto verso Sasuke.
Si, perché se l’Uchiha, con tutto il suo
maledetto orgoglio se ne stava lì immobile, pateticamente spezzato sul
pavimento, mentre il suo sangue, quel prezioso sangue della sua stirpe, si
allargava in pozze cremisi intorno a lui, sprecandosi a macchiare un lercio
terreno, doveva essere grave davvero.
Quando finalmente Naruto lo raggiunse perse
un battito alla vista di quel volto esanime, ma proprio per la gravità delle
condizioni del’amico era fondamentale che si riprendesse, e scuotendo appena la
testa con l’intenzione di riacquisire un minimo di lucidità si sporse ancora
verso di lui. Faticosamente afferrò le sue spalle e attento, con delicatezza, lo
mise riverso sul pavimento. Stendendolo vicino a lui il sangue del ragazzo prese
a scorrere insieme al suo, mischiandosi in modo che era impossibile distinguere
l’uno dall’altro. Si trascinò fin dietro la testa di Sasuke, e sollevando il
capo lo guardò ancora. Respirava? Non avrebbe saputo dirlo. Spaventato allungò
due dita tremanti e oltrepassando lentamente i suoi occhi, il suo naso e la sua
bocca arrivò a sfiorargli la pelle calda e delicata della gola. Naruto posò le
dita sotto il suo collo, premendo sulla giugulare cercando la vita laddove suo
fratello poco prima aveva stretto tanto da procurargli quasi la morte. Si, un
respiro di sollievo gli scivolò dalle labbra e gli fece socchiudere gli occhi:
si il battito c’era, debole ma c’era. Era vivo.
L’angoscia che prima gli premeva sul petto
sembrò sciogliersi all’improvviso, la felicità unita al conforto gli scivolò
nelle vene, si sentiva pulsare, ribollire di gioia.
La scomparsa di quel dubbio tormentante lo
liberò, e insieme alla preoccupazione opprimente sembrò svanire anche la sua
forza, quella forza che si era costretto a raccogliere. Le sue braccia, tese
allo spasimo nel sostenerlo sopra il capo dell’altro cedettero, e solo con uno
sforzo di volontà inumano Naruto riuscì a resistere ancora un istante, a non
crollare del tutto sopra Sasuke.
I suoi gomiti picchiarono sul pavimento,
facendo schizzare il sangue. Ce ne era così tanto… così tanto…
..tanto da formare delle
pozzanghere.
Il ninja della foglia sentì la sua gola
seccarsi, e poi le lacrime riempire prepotenti i suoi occhi. Contrasse il viso
per cercare di non cedere a esse, ma era impossibile.
Il suo corpo, la sua anima, erano sfinite,
logorate dal combattimento e dall’angoscia che tutta la situazione gli
accumulava addosso.
E allora le lacrime debordarono, colarono
lungo le sue guance, lungo le tre cicatrici parallele, solitamente unica pecca
di quel viso giovane, vitale, ora deformato in una maschera grottesca di lividi
e graffi.
La stilla salata percorse la sua pelle, il
profilo del suo naso, le sue labbra. Goccia esitante che restò un attimo così
sospesa, in bilico sul nulla, quasi incerta o impaurita, e poi cadde, spiccando
il suo salto nel vuoto. Piccola lacrima in cerca di libertà.
Lacrima che infine morì sul viso bellissimo
del ragazzo moro, che si infranse in mille altri bagliori, come brillii leggeri
sulla sua fronte, seguita da altre, più veloci, quasi…
.. .come gocce di pioggia.
Naruto non seppe se furono le sue lacrime o
il suo sguardo a svegliare il ragazzo.
Sasuke aprì gli occhi.
…i loro visi vicini, paralleli, ma
opposti .
Non sembrò di trovarselo
davanti.
Gli occhi neri rispecchiarono l’azzurro,
che a sua volta rifletté il nero.
I loro sguardi per un istante apparsero
uguali.
Naruto non fece nulla per fermare le
lacrime, anzi alla vista degli occhi del vecchio compagno, di quel nero che da
anni cercava, disperato, la stretta al petto si intensificò. Di nuovo il senso
di dejà vu sbagliato, un errore in un quadro che conosceva a memoria. Gli occhi
di Sasuke non sembravano quelli di un mese prima, è vero, ma neanche quelli di
pochi minuti prima, non erano vuoti, non erano arrabbiati.
Sembravano invece stanchi… così stanchi, di
tutto.
"perché…?" mormorò tra le labbra pallide,
macchiate di sangue.
Naruto scosse appena la testa, stringendo
gli occhi, pieni di incomprensione a quella domanda
"perché cosa, Sas’ke?"
Chiese con voce tenera, incorporea quasi.
Irreale in quella atmosfera scesa su di loro, atmosfera che sapeva di un passato
ricreato dalla pioggia.
Ma il ragazzo moro era troppo debole, o
forse semplicemente troppo esausto per rispondere, o forse chissà, non voleva
farlo, non voleva ripronunciare quelle parole.
Spostò lo sguardo al di là del viso
preoccupato che galleggiava sopra di lui, oltre le sue spalle robuste, lungo il
soffitto altissimo.
E Naruto improvvisamente capì,
ricordò.
Sasuke gliel’aveva già fatta quella
domanda, tre anni prima, nella valle della fine.
"perché ti spingi così lontano per me,
Naruto?"
Non ebbe il coraggio di rispondere, sapeva
che le parole che avrebbe detto non sarebbero state le stesse. Aprì piano le
labbra morbide, ma l’indecisione sulla risposta gli impedì di pronunciare alcun
suono.
Gli occhi scuri ritornarono decisi, fissi
nei suoi laghi azzurri, così incerti.
"Dimmi perché..!"
Ordinò con voce soffocata, stremata dal
dolore.
Naruto socchiuse appena le palpebre, la sue
labbra si aprirono un poco di più, ma ancora non rispose.
E mentre Sasuke perdeva conoscenza, mentre
si spegneva di nuovo nell’oblio l’ultimo rantolo fu per lui, l’ultimo
appello.
"N..Naruto..?"
Solo allora, solo quando il ragazzo perse i
sensi la voce di Naruto si decise a collaborare.
Tre parole spezzate, mute, quasi un
bisbiglio di labbra troppo tremanti.
". . . P e r c h è T i A m o . . .
"
E poi crollò, piano, dolcemente, attento a non schiacciare il viso del
ragazzo, ormai una macchia bianco gesso nel nero più completo. Il suo capo si
appoggiò sul corpo di Sasuke, sul cuore di Sasuke.
E quando arrivò Sakura, qualche tempo dopo,
non poté impedirsi di urlare, perché era tutto troppo brutto.
Il rifiuto della realtà, che l’avrebbe
colta subito se li avesse visti svegli e felici, con gli occhi illuminati
nell’andarle incontro [proprio come li voleva] non poteva sopraffarla nello
scorgerli così: così immobili, uno sopra l’altro, col loro sangue mischiato, la
guancia di Naruto sotto il collo di Sasuke, la sua mano abbandonata accanto alla
sua fronte.
Si sono uccisi a vicenda
Continuava a urlare Sakura.
Morti entrambi. E lei sola.
Come nei suoi incubi
ricorrenti
No, non rifiuta la realtà Sakura Haruno,
perché dentro di lei aveva sempre avuto la certezza che Naruto avrebbe trovato
Sasuke, che Naruto non l’avrebbe delusa e gliel’avrebbe riportato. Avrebbe
mantenuto la sua promessa.
E infine l’aveva fatto.
Sakura Haruno urlava, perché il suo sogno
più grande, più ricorrente, si era trasformato nel suo più grande
incubo.
***
ed ecco che anche Sakura fa la
sua comparsa, povera, le verrà un infarto a crederli morti entrambi
^^
E ora le risposte ai
commenti:
_misty_: ecco che un altro
pezzetto si è scoperto! continua a leggere, e ti assicuro che la storia
diventerà chiarissima, è già tutta nella mia testolina, e in parte su carta!
^^Hai centrato in pieno quello che io vedo in amore tra tre persone, il fatto di
amare senza limiti, e tutto ciò che ne consegue! ehi! ma come sei intuitiva eh?
XD
Rinoagirl89: ooooh! mi hai
illuminata sull'ortografia della parola "theresome", (io scrivevo
treasome, e non so da dove mi usciva! -_-'') grazie mille! e grazie tantissimo
anche per averla aggiunta tra i preferiti, giuro che non la pianterò a metà e
che si, resterà sasusakunaru fino alla fine! va bene così l'aggiornamento?!
cercherò di farne uno alla settimana (ma non voglio minacce di morte se non mi
riuscirà eh? XDDD)
coccinella90: grazie grazie
grazie! addirittura due commenti, immagino che ti sia piaciuta così tanto da
voler lasciare un segno eh? (ovviamente non l'hai fatto erroneamente, no no XD)
si si, il rapporto fra i tre è bellissimo -o almeno il rapporto fra i tre che
c'è nella mia testa..) al prossimo, ciao!
AliceInWonderland: sapere che
addirittura hai guardato il mio profilo mi commuove *.*, hai visto, ho scritto
un'altra oneshot!?! -non era un invito ad andare a leggerla ovviamente..XD- e
anche giustice's eyes è aggiornata, spero ti piacciano ancora baci!
Stranger88: PUCCIA!!!!! anche
qui ti trovo! e scrivo sul tuo paring preferito (e allora tutti i discorsi sulle
shikatema?!? traditrice!!) effettivamente questa con il suo 'più leggera' è
anche più facile da scrivere!! e da leggere immagino..non essere triste, visto
come aggiorno in fretta, ti lovvo bacio bacio!!!!
|
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Capitolo 3 *** Fairytales ***
riassunto
-
FAIRYTALES
-
- Sakura trasformò il suo urlo in
singhiozzi mentre scivolava per terra, priva di quella forza che avrebbe
dovuto sorreggerla: l’amore.
- L’amore quasi ossessivo, irrazionale, per
Sasuke e poi quell’altro tipo di amore, un amore che in fondo sapeva un po’
d’amicizia, di sicurezza, d’appoggio.
- Il bisogno disperato che lei aveva di
Naruto.
- Perché non era l’Uchiha infondo, a esserle
rimasto accanto mentre la sua realtà crollava in pezzi,
- anzi era lui che l’aveva infranta.
- Si, quando tre anni prima il destino l’aveva
privata del suo tutto, di Sasuke,
- lei aveva scoperto che in mezzo a qual
niente qualcosa di rimasto c’era ancora.
- Qualcosa di piccolo, qualcosa che la ragazza
che era stata prima era troppo cieca per vedere,
- così abbagliata dal grande fuoco Uchiha e lì,
lì nell’ombra di quella luce, era sempre rimasto lui, Naruto.
- Il bambino con troppi sogni, il bambino con
troppa solitudine intorno,
- con una forza tremenda e terrificante
racchiusa dentro - quella del Kyuubi - e un’altra ancora più forte: la sua.
- Quella che si permetteva di sopravvivere al
demone, di sopravvivere alla solitudine.
- Lui non tirava semplicemente avanti, lui
combatteva.
- Combatteva per se stesso, per il suo sogno, e
per il sogno di qualcun altro.
- Il sogno di Sakura, che era l’amore, la stella
di Naruto.
- E lui combatteva per riportarle il ragazzo a
cui lei aveva donato il cuore.
-
- Con gli occhi pieni di lacrime e la gola secca
per le urla, fu da lui che strisciò per prima.
- Non naruto, non anche Naruto, non avrebbe
potuto sopportarlo.
- La sua vita, la sua fragile anima già privata
da tempo della sua metà, non avrebbe potuto reggere quell’ultima
botta.
- Sakura si avvicinò al ragazzo, a quello che
negli ultimi anni era stato il suo unico rapporto con la vita.
- Lo toccò.
- Era caldo
.
- Quasi tremando per l’emozione, per quella
speranza che se poi si fosse infranta l’avrebbe definitivamente uccisa,
- Sakura chiuse gli occhi e permise alla
ragione, al ninja medico che era in lei di intervenire.
- Stese la mano sul suo capo, in aria a pochi
centimetri della sua guancia, dalla sua tempia,
- e quando li riaprì erano pieni di lacrime
diverse, di sollievo.
- "Sei vivo…" mormorò.
-
- In quel momento Sakura percepì un movimento,
un impercettibile, minuscolo movimento.
- Altri due occhi si aprirono.
- E non erano quelli di Naruto.
- La kunoichi rimase ferma, immobile, shoccata a
fissare quegli occhi, occhi neri come ossidiana, come la notte stessa.
- Quegli occhi che portavano il respiro alle sue
labbra.
- Rimase per un secondo infinito immobile,
impietrita davanti a lui,
- ma dentro sentiva un turbine di emozioni così
devastanti da non riuscire realmente a comprenderne nessuna.
- Sentiva la gioia e l’opposto della gioia che
si annientavano l’un l’altra in un vuoto in cui l’unica cosa
- che importavano erano gli occhi di lui.
- Era talmente felice da non riuscire ad
esserlo.
-
-
[ E’ così difficile riuscire a
comprendere la portata dei tuoi sogni quando questi si
avverano]
- "Sa..su…ke-kun…" fu solo capace di mormorare,
in una replica di quella volta,
- un mese prima, quando l’aveva rivisto dopo
tanto tempo e lui le aveva detto che l’avrebbe uccisa per un suo
capriccio.
- Quello era stato un Sasuke che lei non
conosceva, non che si illudesse di averlo mai conosciuto veramente
- ma era ancora più freddo e privo di
sentimenti, era totalmente vuoto. Inumano.
- C’era solo odio in quel mukenin, solo odio
verso una persona.
- C’era solo un obbiettivo,
nient’altro.
- Senza più quell’obbiettivo non ci sarebbe più
stato nemmeno lui.
- Ma oggi quegli occhi erano
diversi.
- C’era tutto dentro.
- Tutto il mondo.
- C’era perdita, c’era sconfitta, c’era
rinuncia.
- Rinuncia a continuare a crederci.
- Anche quell’obbiettivo era scomparso, e con
esso, sembrava dover infine scomparire anche lui.
- Il guscio per quella vendetta, un guscio ormai
vuoto.
- Sasuke mosse le labbra, ma ne uscì solo aria
silenziosa.
- Sakura scosse la testa senza
capire.
- Sasuke stette in silenzio.
- Come a ricaricarsi, a convincersi. Quando
infine parlò la sua voce era ferma.
- "Sakura, uccidimi."
- Lei sbarrò gli occhi verdi, le si mozzò il
fiato.
- "No!" espirò.
-
-
-
***
-
-
-
Cosa poteva fare ora?
-
Non poteva riportarlo a Konoha,
aveva troppa paura di quello che avrebbero potuto fare.
-
Delle decisioni del
Consiglio.
-
E lei non poteva
rischiare.
-
Non avrebbe mai potuto
farlo.
-
Sasuke era
tornato.
-
-
Quando Naruto si svegliò la
fissò spaventato.
-
"Cosa hai
fatto?"
-
Sasuke era
tornato.
-
-
-
Sakura lo guardò,
dura.
-
"Sarebbe
morto.
-
L’ho guarito
-
- salvato -
-
Ti sembra così
strano?"
-
Sasuke era
tornato.
-
-
Lui scosse la testa, un sorriso
amaro sulle labbra.
-
Già complice di
quell’illusione.
-
"No,
Sakura-chan"
-
Sasuke è
tornato?
-
-
Avrebbero dovuto
saperlo.
-
Che non lo avevano ancora
guarito
-
- salvato -
-
Ma era bello
crederci.
-
-
-
-
***
-
-
-
- Da quando aveva riaperto gli occhi Sasuke era
stato capace di dire una sola frase.
- [Non ce l’ho fatta]
- I due ragazzi vicini a lui avevano sollevato
la testa e si erano guardati,
- lo stesso scintillio nello sguardo nel
costatare che allora era ancora in grado di parlare.
- Che non era del tutto vuoto come
sembrava.
- Non si muoveva.
- Non li guardava.
- Teneva gli occhi fissi nel vuoto, così apatico
da sembrare morto.
- Ma poi aveva detto quella frase, e loro
avevano sperato.
- Solo che successivamente l’aveva ripetuta così
tante volte
- che alla fine Naruto avrebbe preferito fosse
rimasto zitto.
- Quella nenia desolante, fatta solo di parole
respirate troppo forte lo distruggeva.
- Perché se quello che Sasuke esternava era
quello che sentiva dentro,
- allora era difficile convincersi di averlo
salvato. Troppo difficile.
- Persino per lui.
- Ma dopo quattro giorni scoppiò.
- Quella situazione gli toglieva
l’aria.
- Non riusciva più a guardare Sasuke rimanere
privo di vita, non riusciva più a sopportare
- che Sakura continuasse a sorridere e
medicargli le ferite come se tutto andasse per il meglio.
- Lui non era fatto per l’ipocrisia, non
riusciva a recitare, e ora i fili si stavano stringendo troppo intorno a
loro,
- sentiva quelle sottile corde di finzione
segargli la pelle.
- Per un po’ riuscì a nasconderlo, d'altronde la
sua pelle era famosa per rigenerarsi in fretta, quasi
istantaneamente.
- Ma alla lunga quel logorio risultò così
evidente che anche gli occhi di Sakura, ora puntati su altre ferite
se ne accorsero.
- "Cosa c’è che non va, Naruto?"
- Lui non alzò nemmeno il viso, scosse un poco
le spalle.
- "Cosa va piuttosto?" mormorò.
- La ragazza stette in silenzio.
- Lo shinobi fremeva sotto i suoi occhi,
disturbato tanto dall’apatia di lui quanto
- dalla incredibile capacità di lei di
far finta che fosse tutto normale.
- "Naruto…" sussurrò la ragazza, quasi
supplicandolo di lasciarla nella sua apparente felicità,
- di non costringerla ad aprire gli occhi. Ma
quel tono riuscì solo a farlo infuriare di più.
- "Cosa va, Sakura-chan!? Dannazione, dimmi che
cos’è che va esattamente!
- Ti sembra normale tutto questo? Mi fa SCHIFO,
mi fate schifo! Tutti e due!"
- Lei incassò le spalle, come a difendersi dalla
sua rabbia.
- Cercò di balbettare qualcosa, le labbra
morbide che tremavano, ma lui continuò a inveire.
- "Guardati! Tu che te ne stai lì, con quel tuo
solito vestito rosso, così romanticamente spaventoso,
- che ti pettini i capelli per piacere a una
statua di gesso che tra poco nemmeno respira,
- come se ti ostinassi a fare finta che quel
cadavere lì disteso abbia qualcosa a che fare col nostro
Sasuke!"
- Lei rimase solo a guardarlo, tremante, mentre
le lacrime affollavano quegli occhi infranti dalla realtà.
- Naruto non le badò più che un istante,
girandosi poi schifato, come se lo riempisse di orrore la sua sola vista.
- Afferrò invece Sasuke per le spalle, tirandolo
in piedi e sbattendolo contro il muro con tutta la forza che
aveva.
- "Maledizione Sasuke! Ma perché fai così?! Non
hai ucciso Itachi, e allora?! Pensi che morire ti servirà a farlo!?
- Sei debole Sasuke, mi fai solo pena! Riaverti
così non ha senso!
- Tornatene da quella serpe se è ciò che vuoi!
Io non sono disposto a…"
- Ma una mano lo spinse lontano,
- strappandolo dal corpo del mukenin che si
limitava a fissarlo senza alcuna reazione.
- Sakura si mise davanti a lui, come a volerlo
proteggere.
- "Ma che diavolo stai facendo!?" anche lei
stava urlando, strappata brutalmente dal suo mondo di favole.
- E Naruto aveva intenzione di risvegliarla del
tutto.
- "Sakura, guardalo!" ruggì, " E’ come se fosse
morto, come se fosse ancora di Orochimaru!"
- "Lui non è di Orochimaru.." bisbigliò lei tra
i denti, poi assottigliò gli occhi,
- "Naruto, è Sasuke. È sempre stato
difficile!"
- Il ragazzo distolse lo sguardo, senza sembrare
intenzionato a rispondere.
- "Tsk" fu tutto ciò che disse.
- La voce della ragazza di ammorbidì "prova a
metterti nei suoi panni, pensa a tutto quello che ha passato…"
- "E PERCHE’ IO NON L’HO PASSATO!?" ruggì il
ragazzo in risposta.
- "Evita di usare con me queste pallide scuse
Sakura-chan, tutti abbiamo ricordi che vorremmo
dimenticare"
- La sua voce andò in decrescendo, prima di
spegnersi in un basso sussurro.
- A Sakura si strinse il cuore, lui non
accennava mai al suo passato.
- Era tipico di Naruto guardare sempre in avanti
con un sorriso.
- Gli posò una mano sulla guancia, ma non era
intenzionata a cedere.
- "Naruto, non è quello che intendevo. Io…lo so,
di te."
- Lui chinò lo sguardo, non era abituato a venir
consolato,
- e lei, provando una tenerezza nuova, gli disse:
- "Ma… insomma, lui è Sasuke, è
qui".
- La conversazione, dopo le parole afflitte di
lui, aveva cambiato tono,
- era scesa a un altro livello e aveva un altro
valore per lei.
- Non voleva ferirlo, ma lo implorava di
capire.
- "Questo non è il Sasuke a cui voglio
bene"
- "E’ Sasuke, è lui, ed è tutto ciò che
voglio"
- Lui assorbì in silenzio la coltellata in pieno
stomaco.
- "Non è quello che voglio io…" mormorò, "non mi
basta, non è per questo vegetale che ho combattuto".
- La sua voce ora era più decisa.
- Con delicatezza si liberò dalla mano di lei,
che carezzava il suo viso, poi le voltò le spalle e se ne andò.
-
- La ragazza lo guardò andare via senza una
parola, poi,
- quando non sentì più i suoi passi nelle
vicinanze si voltò verso Sasuke.
- E lo trovò in piedi di fronte a
lei.
- " Ha ragione Naruto, Sakura"
- La usa voce era suadente, quasi viscida e
Sakura con orrore si tirò indietro con un movimento istintivo,
- le ricordava troppo il tono del Sennin dei
serpenti.
- "Che intendi?" Balbettò Sakura cercando di
rielaborare la sorpresa di trovarselo davanti e reattivo.
- "Odiami, uccidimi." Ancora quella voce, quel
tono quasi persuasivo, e allo stesso tempo quasi derisorio,
- che le faceva accapponare la
pelle.
- "Io ti ucciderei se servisse" continuò lui,
"Ma per cosa, per scappare? Per dove?
- Neanche state con lui, neanche
uccidere, annullarmi, separarmi da voi, le uniche persone che contassero
qualcosa.."
- La sua voce aveva preso un tono più deciso.
- Ecco il motivo del suo cinismo, era come se
parlasse a se stesso.
- "Neanche questo mi ha dato il potere per
uccidere Itachi"
- La voce di Sakura entrò in quell’atmosfera
intima,
- quel monologo che lui stava tenendo con se
stesso, spezzandolo.
- "Intendi Orochimaru, vero?" costatò, la rabbia
traspariva dalla sua voce.
- "Quando dici lui, intendi Orochimaru,
vero?"
- "Certo, finché è l’unico in grado di darmi il
potere…"
- Sasuke aveva perso la sua aria imperturbabile
ora, stringeva i pugni ai lati del corpo.
- "Forse la cosa giusta sarebbe tornare, è
l’unico maestro che può darmi qualcosa adesso"
- "Orochimaru?! Ma come fai ancora a dirlo, come
fai a essere così idiota?!" la frase sfociò in un urlo.
- "Se ci tenevi tanto perché non te lo sei fatto
trasferire nel corpo?!
- Fatti uccidere! Fallo entrare in te! Che
schifo, mi disgusta solo l’idea. Quell’essere…dentro di te, che
schifo!
- Tu non sei suo, non sei suo! Ti tratta come un
giocattolo..! E tu! .."
- "Sakura, io non sarò mai tuo."
- Quella affermazione riuscì a zittirla, la
ragazza si sentì come svuotata.
- "Non intendevo questo…" mormorò.
- "Davvero?" Insinuò lui velenoso, alzando un
sopracciglio.
- Lei non rispose.
- L’Uchiha alzò un angolo delle labbra in un
accenno di sorriso amaro. Poi si mosse per sorpassarla.
- Lei ci mise una frazione d’istante a
reagire.
- "Dove vai!?" Esclamò girandosi verso di lui,
allarmata.
- "Da Orochimaru"
- Rispose lui, senza voltarsi ma tuttavia
arrestandosi "le tue parole mi hanno fatto riflettere".
- "NO! Non lo farai! Te lo impedirò!"
- Lui si girò verso di lei, sul viso l’ombra di
un sorriso sghembo.
- "Ah sì? E pensi di riuscirci? Anche ridotto
così tu non puoi competere con me, Sakura".
- Sulla faccia della Kunoichi si leggeva il
panico, "Chiamerò Naruto! Lui ti fermerà! In due ti fermeremo!".
- Ma la faccia del mukenin restò tranquilla.
- "No, non lo farai" rispose, " Naruto mi
ucciderà Sakura, tu non lo vuoi, tu non vuoi questo."
- "No, non lo farà, lui ti ama come ti amo
io!"
- Sasuke a queste parole si animò, c’era fuoco
nei suoi occhi.
- "Se mi ami lasciami andare!"
- Gridò, e la sua voce era imperativa si,
ma anche calda, quasi un implorazione a capire…
- Sakura restò impietrita, gli occhi verde
foglia,
- quasi un emblema di quel villaggio, di tutto
quello che lui lasciava. Lei e Konoha.
- ...e Naruto…
- Sasuke le diede le spalle bruscamente,
nuovamente di ghiaccio.
- "Addio. Se tenti di fermarmi, ti
ucciderò"
- Ma lei era decisa,
-
-
[io ti amo]
-
- "E allora fallo!"
- IL tempo di tendere i muscoli per spiccare la
corsa verso di lui e si trovò premuta contro il muro,
- il corpo di Sasuke schiacciato addosso e la
sua mano che le inchiodava la gola in una morsa ferrea.
- "Hai detto che se ti amo dovrei lasciarti
andare, hai detto che si ti amo non dovrei cercare di tenerti qui.
- Hai detto che non sarai mai mio. Mi credi così
egoista Sasuke-kun?"
- Strinse i denti, afferrando il polso della
mano con cui la imprigionava con le sue.
- "Pensi che io ti voglia qui per me?
Pensi che non voglia vederti sprecare tutta la tua vita inseguendo una
vendetta, per me?
- Pensi che io non voglia lasciarti morire,
scomparire, per me?
- Tu non hai capito niente.
- Ama chi ti pare Sasuke-kun, ma vivi.
- È a te che dovrebbe interessare.
- E mi fa pena sapere che non è
così"
- Le sfuggì un gemito di dolore che si tramutò
in urlo quando lui premette più forte la mano sulla sua gola.
- Il viso di lei divenne rosso, le sue labbra si
contrassero nello sforzo di prendere aria.
- Lui la stava uccidendo, e i suoi occhi
rimanevano maledettamente freddi.
- L’aria iniziò a vibrare di energia mentre lui
richiamava il chakra necessario per un chidori nel suo palmo libero.
- Lo avvicinò allo stomaco della ragazza, che si
contrasse istintivamente.
- " Sei felice Sakura?" mormorò guardandola
negli occhi.
- " Sei felice?!" Urlò poi cattivo,
spietato.
- "Io ti amo" disse lei, parole soffocate dalla
sua stretta sempre più decisa.
- Sasuke piegò il bracciò all’indietro,
caricando il chidori di movimento.
- Si preparò ad ucciderla.
- "Come sarebbe bello" mormorò, avvicinando le
labbra al suo orecchio,
- "farmi amare da te".
- Sakura sbarrò gli occhi, lui bruciò nei
suoi.
- Rimasero immobili, per un ultimo
istante.
-
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Capitolo 4 *** La voce di Naruto ***
riassunto
-
LA VOCE Di
NARUTO
- La voce di Naruto, squillante come una tromba,
spezzò il silenzio pesante che era sceso sui due ragazzi, immobili nel loro
ultimo istante insieme.
-
-
"Sakura-chan! Scusami, non so che mi è preso!
-
Cioè, sono convinto di ciò che ho
detto, ma non dovevo arrabbiarmi così con te!
-
Col teme si, ma con te no."
-
-
Sakura sbarrò gli occhi
nel sentire la sua voce.
-
I muscoli ebbero involontariamente una nuova contrazione a quell’imprevisto,
che sapeva quasi di speranza.
- Naruto era lì! Era così vicino!
- Voleva scalciare, dimenarsi, urlare. Qualsiasi
cosa per manifestare la sua presenza.
- Ma il chidori a pochi centimetri dal suo ventre
la pietrificava.
- Così non parlò, rimase silenziosa benché dentro
urlasse, fissando gli occhi in quelli di Sasuke.
-
Cosa avrebbe fatto lui ora?
-
Se l’avesse uccisa Naruto l’avrebbe annientato, ma se fosse riuscito a
eliminarla così veloce da riuscire poi a scappare…
-
allora sarebbe stato libero.
- Negli occhi del ragazzo si agitarono mille
pensieri, in un esplosione confusa.
- I fulmini racchiusi nella sua mano sfrigolarono
mentre aumentavano d’intensità.
- Sakura non era una ragazza qualunque, capace di
illudersi in una situazione del genere, lei era una ninja, e capì subito come
sarebbero andate le cose.
- Lui aveva deciso, era stanco. Stava per
concludere tutto.
- Nonostante questo lei non chiuse gli occhi,
malgrado la paura, la consapevolezza della morte che le gravava addosso, li
tenne su di lui.
- Anche davanti alla sua fine non era in grado di
distogliere lo sguardo dal suo viso. Non aveva intenzione di perdersi nemmeno
un istante della sua bellezza.
- Era troppo che lo aspettava.
-
- "Sakura-chan? Non mi vuoi vedere? Se preferisci
così… me ne andrò, non temere".
- Il sangue le pompò potente nelle vene. Dritto
nel suo cuore.
- Sasuke se ne accorse, sotto la mano con cui le
stringeva la gola sentì i battiti della ragazza velocizzarsi, frenetici. Tutta
l’agitazione che le scorreva in corpo in un istante si riversò su di lui.
- E non fu difficile condividere i suoi
sentimenti.
- Se Naruto se ne andava, lei era
perduta.
- Se Naruto restava, avrebbe potuto
salvarla.
- La kunoichi socchiuse le labbra, pronta a
gridare, e lui istantaneamente caricò il colpo, disposto a tutto pur di
impedirglielo. Un riflesso automatico derivato da anni di esercizio
nell’uccidere.
- Lei fremette, di paura, di
frustrazione.
- Ma, all’ultimo istante, Sasuke
esitò.
- E il cuore di Sakura si fermò.
-
- "NARUTO!"
- Un grido squarciò l’aria. C’era paura, c’era
bisogno.
- Naruto non perse tempo nemmeno a pensare. Il
corpo lo trascinò in avanti prima che il suo cervello fosse in grado di dare
ordini. E, nel momento in cui si trovò davanti a quella scena, per un istante
nei suoi occhi si lesse il rifiuto della realtà.
- Sakura urlò di nuovo, e il suo nome risuonò come
una supplica.
- Sasuke la scagliò lontano con disprezzo,
guardandola sbattere la testa contro la parete e accasciasi a terra.
- Poi si voltò a fronteggiare il suo eterno
rivale.
- "Di nuovo qui, Naruto?" chiese,
beffardo.
- Dalla gola della Kitsune uscì solo un basso
ringhio.
- Poi si slanciò su di lui.
-
- La ragazza cercò di girarsi su un fianco, per
guardarli.
- Ma si sentiva così debole in quel momento, e
muoversi le costava uno sforzo così grande. Sbatté gli occhi verde prato,
grandi e luminosi, finché riuscì a far svanire quello spesso strato di
oscurità che le premeva intorno alla testa. Il martellare incessante alle
tempie le fece emettere un gemito, e lei strizzò di nuovo le palpebre, per
proteggersi.
-
Il pugno di Naruto gli piegò la
testa da un lato.
-
Disgustato sputò sangue al suolo e
si rigirò verso di lui.
-
Era più forte di come se l’era
immaginato.
-
Questo doveva
concederglielo.
-
Ma non era
abbastanza.
-
Ridendo lasciò che il segno
maledetto gli si dipingesse sul corpo,
-
fremendo mentre sentiva il potere
invaderlo come una cascata rigeneratrice.
-
I suoi occhi rossi si riflettevano
in quelli azzurri dell’altro.
-
"Sei pronto a perdere di
nuovo?"
-
Sibilò,
derisorio.
-
-
- I fili rosati dei suoi capelli le facevano
solletico dietro al collo. Le davano fastidio.
- Cercò di sollevare una mano per scostarli. Ma
non fu in grado di trovarla, non le rispondeva.
- Era come se non riuscisse più a sentire il suo
corpo. Ci rinunciò.
- Lei voleva solo riposare, non voleva
nient’altro. Solo lasciarsi cullare da quella sensazione di vuoto che le
chiedeva gentilmente di entrare. Voleva svanire e non sentire più
dolore.
- Inconsciamente pensò che era stanca anche di
piangere.
-
-
Lo guardò dall’alto. Naruto era a
terra.
-
Un braccio era spezzato, il sangue
usciva dalle numerose ferite.
-
A Sasuke sembrava un miracolo già
il fatto che riuscisse a tenere ancora gli occhi aperti.
-
Eppure era così.
-
Non si staccavano dai
suoi.
-
Sembrava
accusarlo.
-
Il mukenin si passò la lingua sulle
labbra, assaggiando il suo stesso sangue.
-
Ne stava perdendo
troppo.
-
E il suo chakra era agli
sgoccioli.
-
Doveva farla finita
presto.
-
O sarebbe finito
lui.
-
- Però diavolo, faceva troppo male per riuscire a
escludere tutto dalla sua testa.
- E poi cos’era quella sensazione di tristezza che
premeva contro la sua anima.
- Non era certa di volerlo sapere.
- Ma era come un incubo, più ti sforzi di non
pesarci, più quello torna a perseguitarti. Crudele.
- Anche un'altra cosa era crudele.
- Anche Sasuke lo era.
- Sasuke?
-
-
-
"Sei pazzo Naruto, come credi di
poter combattere ridotto in questo stato?"
-
"Non ti lascerò andare via, Sas’ke.
-
Non questa volta. Io ti fermerò,
che tu lo voglia o meno!"
-
Una risata gorgogliò priva di gioia
dalla gola del mukenin.
-
"Ma guardati, Naruto. Sei un
fallito.
-
Non puoi competere con
me,
-
col potere che Orochimaru mi ha
donato!"
-
Gli occhi dell’altro si velarono di
amarezza.
-
Non avrebbe mai
capito.
-
Nessuno dei due avrebbe mai
accettato di cedere.
-
"Come puoi voler tornare da
Orochimaru, Sasu?
-
Come puoi dopo avere visto che non
è servito?"
-
"Stai zitto!"
-
Quelle due parole ferirono l’aria.
Secche.
-
"Non parlare di cose che non
sai.
-
Chiama la volpe
Naruto.
-
Chiamala, e facciamola
finita.
-
Sono io il più
forte"
-
-
- Sakura si chiese ancora una volta che cosa
stesse succedendo lì.
- Si chiese ancora perché diavolo non riuscisse a
dormire.
- Maledì i volti di Sasuke e Naruto, che le
martellavano nella testa peggio dell’emicrania.
- Poi aprì finalmente gli occhi. Coscientemente.
- E quello che vide la lasciò senza
fiato.
- Pensò fosse meglio tornare
all’oblio.
- Perché essere svegli faceva troppa
paura.
- Le veniva da vomitare.
-
-
-
-
"Non chiamerò mai più la volpe,
dannazione!
-
Ma non lo
capisci?!
-
A me fa schifo l’idea che qualcuno
mi usi,
-
mi fa schifo l’idea che qualcuno mi
controlli!
-
Quante volte dovrò
ripetertelo?!"
-
"Allora sarai destinato a
perdere!"
-
"IO ti riporterò indietro
invece!
-
Ma lo farò con le mie
forze!
-
Senza la volpe.
-
Senza quella
serpe.
-
Solo io…"
-
Sasuke socchiuse gli occhi,
incredibile come ogni parola di quel baka gli suscitasse
rabbia.
-
"Parli solo perché vuoi rimandare
la morte."
-
Sussurrò.
-
"Sas’ke, sei tu che stai
continuando a parlare.
-
Sei sicuro di volermi
uccidere..?"
-
E il mezzo sorriso che si formò
sulle labbra spezzate di Naruto
-
era così fiducioso da fargli male
agli occhi.
-
Perché c’era totale adorazione in
lui.
-
Totale affetto.
-
- Io devo
ucciderti.
-
Io devo uccidere Itachi
-
-
"Stai sognando troppo,
Naruto"
-
Disse invece.
-
-
- Quell’essere scuro, quell’essere deviato non era
Sasuke!
- Cosa erano quelle due protuberanze mostruose
sulla sua schiena?
- "Sasuke-kun.." provò a mormorare.
- Ma dalle sue labbra non uscì suono.
- Non fu nemmeno sicura di averle
mosse.
- E cos’era quel chakra maligno che
sprigionava?!
- Lei l’aveva già sentito.
- Nella foresta dell’esame chuunin, tanti anni
fa.
- "No…" mormorò di nuovo.
- E stavolta la voce le arrivò alle orecchie, come
un gemito.
- Spostò lo sguardo. Qualsiasi cosa, le andava
bene guardare tutto.
- Ma non quel Sasuke. Non quel mostro.
- E, per terra, distrutto, c’era
Naruto.
- Lo shinobi non le faceva paura invece. Era
lui.
- Non c’era il demone volpe che si
manifestava.
- Le sue dita non avevano artigli.
- E i suoi occhi, erano azzurri.
- - Naruto ha degli occhi così belli -
-
Si calmò a guardarlo. La sua immagine, nella confusione
che le trapanava il cranio, aveva un effetto salutare per
lei.
-
Ricominciò a respirare normalmente. Si tranquillizzò abbastanza per provare a
muoversi.
- Prima di tutto la mano, a scostare il ciuffo di
capelli che la infastidiva, proprio lì, dietro al collo.
- Poi provò a muovere la gambe.
- Inutile, le sue ginocchia non ne volevano saper
di collaborare.
- Esausta spostò lo sguardo di nuovo verso le due
figure che si fronteggiavano a pochi passi da lei.
-
"Allora fallo.
Uccidimi."
-
Sasuke rimase
immobile.
-
Naruto inclinò ancora le labbra in
quel sorriso stanco.
-
"E’ bello essere dei sognatori
Sasu.
-
Dovresti provarci anche
tu".
-
Gli occhi del ragazzo di
incupirono.
-
"Avresti dovuto scegliere con
attenzione i tuoi sogni Naruto.
-
Non buttare la tua vita nel
seguirne di impossibili"
-
"Sai, Sas’ke, se tu non avessi
tentato di uccidere Sakura-chan,
-
io avrei potuto fare finta che non
mi importasse dei tuoi errori.
-
Ma così hai
esagerato.
-
Ora ti dovrò riportare a
Konoha.
-
E mi dispiace.
-
Perché non so come andrà a
finire".
-
"Ma di che diavolo
parli!
-
Tu stai
impazzendo!
-
Guardati.
-
Non riesci nemmeno a
muoverti".
-
"Uccidimi
allora".
-
-
- Un tremito riprese a scorrerle dentro mentre
guardava Sasuke.
- Perché si era ridotto così?
- Ma perché tutto questo stava
succedendo?
- Era troppo difficile lottare contro i
fulmini.
- E Sakura era troppo stanca per cercare ancora di
chetarli.
- Ma c’era Naruto.
- E c’era Sasuke.
- E lei era ancora immobile per terra. Inutile
come sempre.
- Cercò ancora di muoversi.
- Era difficile.
- E poi vide Sasuke avanzare ancora. E vide il
chidori formatosi nella sua mano.
- Quei fulmini che lei non riusciva a
calmare.
- E come erano belli.
- E come brillavano.
- Sentì i suoi occhi colmarsi di
lacrime.
- E poi la voce di Naruto, l’unica cosa che poteva
trovare spazio nella sua mente in quel momento.
- "Uccidimi allora".
-
- E così il nero diventò bianco. E il bianco si
scurì nel nero.
- Il cerchio alla testa venne strappato via dalla
sua voce.
- E all’improvviso la scena diventò reale. I
contorni si fecero nitidi sotto i suoi occhi.
- Un urlo distorto le sfuggì dalle
labbra.
- Naruto lo sentì, perché si voltò verso di
lei.
- Sasuke invece era troppo concentrato nel suo
gesto per accorgersi della kunoichi.
- Ma era sempre stato così.
- E a lei non importava.
- Se Sasuke avesse ucciso Naruto, Sakura era
sicura che poi lui sarebbe morto.
- O almeno l’avrebbe fatto nella sua
testa.
- E vivere nell’incubo di saperli entrambi
deceduti le era impossibile.
-
-
Non seppe dove trovò la forza, ma con uno sforzo immane si
tirò in piedi.
-
Costrinse le sue gambe a muoversi, corse. La sua voce
che risuonava nell’aria.
- Ora anche Sasuke la sentì.
- Per un attimo si distrasse e si voltò verso di
lei.
- La kunoichi stava volando.
- Non era mai riuscita a correre così
veloce.
- Quando abbracciò Sasuke pensò solo all’esame di
anni prima.
- Ritornò a essere la bambina spaventata che lo
implorava di fermarsi.
- Ma stavolta la sensazione fu
diversa.
- Mentre stringeva le mani contro il suo petto
sentì che era un uomo quello che abbracciava.
- Per un istante ebbe paura.
- Si strinse più forte a lui, impacciata dalle due
mani enormi che gli eruttavano dalla schiena. Seppellì il viso nei suoi lunghi
capelli argentei che odoravano di sangue e sudore. I singhiozzi le scuotevano
il petto e facevano tremare anche il ragazzo.
- Dentro se stessa pregò di riuscire a fermarlo, o
di morire nel tentativo.
- E poi lo sentì.
- Il chidori si esaurì nell’aria, offuscando
l’ambiente prima rischiarato da quella luce.
- Le sue ali strusciarono contro la sua pelle
mentre si rattrappivano fino a scomparire. I capelli si ritirarono, tornando
di quel colore ebano che lei adorava, la sua pelle coriacea tornò morbida,
bianca, a contatto con il suo corpo.
- Lei scostò un po’ il viso, in modo da incontrare
quello di lui, che la osservava da sopra la spalla, non seppe definire il suo
sguardo.
- Si era arreso. Era come spento, si era spenta la
rabbia e non c’era nemmeno il dolore, rimaneva solo quiete; il suo viso era
disteso, ma allo stesso tempo impassibile, distaccato.
- Sakura restituì lo stesso sguardo.
- Era come se non ci fosse niente
altro.
- E poi, con la coda dell’occhio, vide un
movimento che la gelò.
-
- Naruto, ora in piedi davanti a loro, le restituì
l’occhiata, deciso, e sferrò il colpo.
- La mano si scontrò con la tempia di Sasuke come
se fosse fatta di pietra.
- Lei smarrita riportò lo sguardo su di
lui.
- Affranta ritrovò la rabbia nei suoi occhi.
Mentre il mukenin sveniva la incenerì, tradito.
- A lei veniva da piangere, ma scosse la testa,
come tentando di negare la sua partecipazione alla vicenda.
-
[Scusami]
-
- Ma non fece in tempo a formularne il pensiero
che Naruto la interruppe.
- "Sakura-chan" la sua voce era un ringhio.
- "Non ti azzardare a chiedergli scusa, se non lo
finisco ora è solo perché… - perché lo amo - …perché ti amo
Sakura-chan.
- Ti amo così tanto che non voglio privarti della
cosa che ti rende felice.
- Ma lui stava per ucciderti - per uccidermi - e
quindi ora lo portiamo a Konoha. Dagli Anbu".
- Sakura annuì, in lacrime.
- Naruto aveva ragione, ovviamente, lui era un
mukenin, lui era pericoloso, lui stava per ucciderla…
- …ma aveva esitato…
***
-
Vi assicuro che questo è l'ultimo
capitolo dove c'è solo azione.
-
Dal prossimo sarà un concentrato di
sentimenti e paranoie tali da fare girare la testa *___*
-
Proprio come piacciono a me!
^^
-
(Ed ecco che tutti quelli che
seguivano la storia solo per l'azione svaniscono.. uffa! Mi sono fregata
-_-'')
-
-
Ringrazio tantissimo chi mi ha
commentato, siete stati molto carini *__*,
-
un grazie anche a chi ha aggiunto
la fic ai preferiti, se vi va, mi piacerebbe sapere il perchè
^^
E ora le risposte
individuali:
mansu95: Grazie mille
per i complimenti, sapere che la fic è riuscita a emozionarti mi fa saltare di
gioia! Sono sollevata dal fatto che pensi che i personaggi siano azzeccati, ci
tengo abbastanza a mantenerli IC, anche se presto ho paura che cadrò nel
OOC, a causa anche della trama (vedrai che gli combino! XD) cercherò
comunque di evitare! Presto la situazione si chiarira un po' (ho detto
presto..?! ^___^ che bugiarda!), e sentimenti dei tre si sveleranno... Un bacio!
spero che continuerai a seguire la fic!
Rinoagirl: Che bello
*___* qualcuno che mi capisce *___*, hai pienamente ragione, sisi XD, certe
volte, ci cadevo anche io nell'errore di non recensire ciò che leggevo -e certe
volte ci cado ancora in verità >__<'' - per pigrizia o altro, e
invece da quando sono autrice ho capito che i commenti fanno più piacere di
quanto si pensa XD. Comunque ho deciso di continuare ad aggiornare (anche perchè
un po' di commenti alla fine sono arrivati XD ), spero che tu continuerai a
farmi sapere che ne pensi, un bacio!
_misty_: Ecco, ora
verrai linciata per non aver aggiunto subito la fic! Ti lanceremo tutti (...)
pomodori addosso e verranno sritti manifesti sulla tua
inettitudine...Muahahah!!! NUUUUU!! ù__ù, Sai che scherzo vero?! Non ti
preoccupare, mi fa piacere che tu abbia commentato ora che hai potuto, non
temere, continuerò ad aggiornare adesso, e presto vedrai che la treasome si
svolgerà in pieno dato che tutti i personaggi inizieranno a intricarsi tra
loro.... un bacio, bella!
cicoria : Sono felice
che la fic ti piaccia! Anche qui ho voluto continuare un po' il contrasto tra
realtà e sogno (e Sakura è sempre quella addormentataXD, ma presto
anche lei si sveglierà e metterà in moto le cose, non temere!^^) Che
ne pensi del suo amore in questo chappy?, è proprio persa povera, non riesce e
odiarlo nemmeno quando lui è lì che la sta per ammazzare >__>!!! L'amore
mette proprio le fette di prosciutto sugli occhi..! E io ne so qualcosa per
altro...^^. Alla prossima! Un bacio!
E infine un grazie anche a chi legge
solamente ^^
|
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Capitolo 5 *** Un letto singolo ***
riassunto
-
UN LETTO
SINGOLO
- I passi di Sakura risuonavano lungo il
corridoio, desolanti, e questo era strano dato che solitamente ascoltare il
rumore ritmico dei suoi tacchi lungo la strada la calmava. La faceva sentire
meno sola, come se ci fosse sempre qualcuno che camminava lì con
lei.
- Ma ora, mentre scendeva sempre di più nelle
prigioni seguendo la guardia carceraria che la scortava verso una delle celle
situate più in profondità, quei passi la intristivano. Risuonavano lugubri, in
un luogo dove il silenzio aveva ormai vinto da tempo la sua sfida contro la
musica. Le risate erano molto rare in cella, specialmente in quelle
d’isolamento. Quasi inesistenti.
- All’improvviso la guardia si arrestò davanti a
una delle porte di legno e acciaio.
- "Questa è la cella di Sasuke Uchiha?" sussurrò a
voce bassa la ragazza, intimorita.
- "Ragazzina, qui sotto questa è l’unica cella
occupata al momento, quindi si, immagino che dentro ci sia chi cerchi tu". La
voce rude dell’uomo le confermò i suoi dubbi.
- Sasuke era solo lì sotto.
- Facendosi coraggio fece qualche passo verso la
porta e sbirciò all’interno dalla grata che vi era situata nella parte
superiore, all’altezza dei suoi occhi.
- C’era buio dentro, e lei riuscì solo a
distinguere una sagoma accasciata contro il muro. L’unica luce che penetrava
nella stanza era quella che arrivava dal corridoio stesso, e anche
quest’ultimo era scarsamente illuminato da poche torce disposte a intervalli
regolari.
- "Perché è al buio?" chiese, trattenendo a stento
l’indignazione nella sua voce, che uscì comunque più aspra di quello che
avrebbe voluto.
- "E’ bendato, che cosa credi che gliene importi
della luce?" ribatté la guardia, risentita.
- "Bendato?" Sakura ora era confusa, l’irritazione
cominciava a bruciarle nelle vene.
- "Ordini del Consiglio, gli Uchiha sono famosi
per le loro diavolerie degli occhi.."
- "Ma.." la ragazza lo interruppe, ma quello la
zittì con la mano.
- "Non posso starti dietro tutto il giorno, se ti
va bene entra, se no vattene via. A me non importa nulla!"
- La kunoichi inghiottì le parole che stavano per
esploderle sulle labbra e, senza degnare di un'altra occhiata l’uomo staccò
una torcia dalla parete e lo guardò con sfida.
- "Puoi andare ora, le chiavi lasciale pure a me".
Ordinò.
- Quello fece per protestare, ma la ragazza gli
strappò il mazzo dalle dita.
- "Sono l’allieva dell’Hokage, e la ragazza che lo
ha messo qui dentro. Credi che lo farei scappare?"
- L’uomo la squadrò contrariato per un istante,
poi si girò senza una parola e se ne andò.
-
- Entrò piano, facendo attenzione nel chiudere la
porta. Il ragazzo sembrava dormire, non ebbe nessuna reazione al suo
arrivo.
- Sakura lo guardò commossa, lottando con le
lacrime che pungevano contro le sue palpebre. Si ordinò di non farsi sfuggire
rumori. Se Sasuke l’avesse sentita provare compassione per lui, il suo
orgoglio non avrebbe retto. E lei non voleva rendergliela più difficile di
quanto già non fosse.
- Nonostante tutto quando lo illuminò, si dovette
premere una mano sulle labbra per non scoppiare in singhiozzi.
- Non aveva mai visto l’Uchiha così
sconfitto.
- Era seduto sul pavimento, la schiena contro la
parete. Le braccia erano sollevate ai lati del suo viso, con i polsi
incatenati al muro. La sua figura era piegata in avanti, la testa china, come
se non avesse avuto la forza di tenersi dritto. Sembrava completamente
disanimato, e la ragazza si sentì mortificata per lui.
- Ma perché lo trattavano così?
- Intrappolato, bendato, incatenato. Come se fosse
il peggior nemico di Konoha, il più crudele, il più pericoloso.
- E in effetti…
- Kami, a volte Sakura sembrava non rendersene
conto.
- Pensava < lui mi ha abbandonata >, ma la
realtà era che lui non aveva solo lasciato lei - e Naruto - lui aveva
tradito la Foglia, aveva voltato le spalle all’Hokage, si era unito al più
letale avversario di Konoha, aveva progettato di cedergli il suo corpo cazzo!
Aveva fatto ferire i ninja della Foglia mandati al suo inseguimento, cercato
di uccidere altri chuunin e un sensei quando un mese prima si erano
rincontrati.
- Per non parlare dei crimini indicibili di cui
sicuramente si era macchiato a Oto, durante la sua alleanza col Sennin dei
serpenti.
- Uchiha Sasuke era un traditore. Era un nemico
del villaggio.
- E lei, merda, lei lo amava.
- Come non avrebbe mai potuto amare nessun
altro.
- [nemmeno Naruto]
- Come sembrava patetico così, come sembrava
umiliato.
- Uchiha Sasuke, l’ultimo rimasto del maestoso e
potente Clan Uchiha, era ridotto come la peggiore feccia dei vicoli di
Konoha.
- Disprezzato, odiato, temuto,
imprigionato.
- Esiliato lì, in quella cella buia e isolata.
Privato della vista, dell’orgoglio, dei vestiti con l’emblema della sua
famiglia.
- Si, Uchiha Sasuke ora era solo un giovane
rifiuto umano in attesa di un giudizio.
- Che aveva cercato di uccida tra l’altro, un
particolare che non trovava spazio ora tra i pensieri della kunoichi. Perché
la sua mente era solo piena di pena, di smisurata compassione, per il
ragazzo che era metà della sua vita, e che lei stessa aveva contribuito a
ridurre in quello stato.
- < Ma almeno era vivo, almeno era al sicuro
>, si ripeteva continuamente. Ma non era certa di riuscire a
convincersene.
- Quella non era vita per un Uchiha, non era vita
per Sasuke.
- D'altronde cos’era vita per lui ormai? La sua
vendetta?
- E che razza di vita era quella?!
- Una vita spesa [buttata] nel cercare di
vendicare il suo Clan, la sua famiglia, uccidendo suo fratello.
-
- Sasuke non mosse un muscolo, non voltò nemmeno
il viso verso di lei, ma evidentemente non dormiva, al contrario di quello che
lei aveva creduto, evidentemente lui l’aveva sentita.
- E d’altra parte, trattandosi proprio di lui, era
ovvio. Nulla gli sfuggiva, mai.
- "Vattene via, Sakura"
- Lei chiuse gli occhi, incassando le sue parole
senza fare una piega.
- Sapeva che quella era una possibilità, per non
dire una certezza.
- "Sasuke-kun, io.."
- Ma lui non la lasciò parlare
- "Non mi rivolgere la parola. Tu sei
insopportabile. Vattene via."
- Lei si premette ancora una mano sulle labbra per
non far uscire suoni finché non fu sicura di essere in grado di
controllarli.
- "Mi avresti uccisa" si giustificò
debolmente.
- Poi guardò il muro della cella, per prendere
coraggio e riuscire a sopravvivere alle sue prossime parole.
- "Si" disse lui "Ti avrei uccisa. E ti ucciderei
adesso".
- La sua voce per una volta non era inespressiva,
anzi, conteneva una furia omicida che la spaventò.
- "Vattene via, Sakura. Vattene via."
Sillabò.
- La ragazza non si mosse, provò ancora a
parlare.
- Ma lui con uno scatto sollevò il capo. Nei suoi
lineamenti era inciso l’odio.
- "VATTENE VIA, ADESSO!"
- L’urlo del mukenin risuonò per tutta la cella,
per tutto il sotterraneo.
- Sakura si nascose il viso con entrambe le mani,
vergognandosi irragionevolmente di ciò che aveva fatto, e per soffocare quel
pianto che ormai non riusciva più a controllare corse via, lontano da
lui.
- Come se da ciò ne dipendesse la sua stessa vita.
- Corse da Naruto.
-
***
-
- Il chuunin era disteso sul suo letto; lo sguardo
rivolto al soffitto, le mani incrociate dietro la testa, le dita affondate nei
capelli biondo oro.
- Accanto a lui, sul pavimento, riposava
abbandonata una ciotola vuota di ramen, la cucina era ancora in disordine, non
si era premurato di lavare i piatti o di mettere a posto.
- Pensava.
- Sasuke, Sakura. Le due persone che tenevano in
piedi il suo universo, intorno alle quali girava la sua vita.
- Amava Sakura, la amava come un uomo ama una
donna. L’aveva sempre amata.
- E Sasuke… Sasuke era il suo migliore amico, era
una persona cara, era… era un legame. Il primo legame che avesse mai
avuto.
- Così solo, così uguale a lui. Ma anche così
totalmente opposto.
- Cosa provava per lui? Che nome dare al suo
sentimento?
- Oh, ma perché bisogna sempre dare un nome a
tutto?
- Perché catalogare in quel modo quello che si
prova?
- Perché deve sempre esserci una ragione, una
spiegazione… perché devono esserci limiti, confini, regole…?
- Naruto odiava le regole. Da sempre.
- Naruto amava Sasuke.
- L’amava quanto amava Sakura, seppure in modo
diverso.
- Amore, amicizia, affetto fraterno.
- Non lo sapeva.
- Sapeva solo che senza di lui tutto avrebbe perso
senso. Lui stesso avrebbe perso senso.
- Per questo, anche se aveva quasi ucciso la donna
che lui amava, e lo odiava per questo, non riusciva a toglierselo dalla testa.
- Rifiutava di tagliarlo fuori, rifiutava di
abbandonarlo, rifiutava di dimenticarlo.
-
- La sua porta si aprì con uno scatto, scivolando
di lato con forza.
- Naruto balzò seduto, guardando la ragazza con
un’espressione confusa sul viso.
-
- Nel vano della porta Sakura
piangeva.
- Non faceva nulla per fermare quelle lacrime che
continuavano a scendere lungo le sue guance, traboccando dai suoi occhi
stretti, arrossati. Che sembravano ancora più scintillanti; il verde ancora
più chiaro, più limpido, più puro.
- I suoi capelli erano un disastro, spettinati,
scompigliati dalla corsa; i fili rosa come fiori di ciliegio, così fini e
lucenti, erano ora arruffati e annodati.
- Ma Sakura non se ne curava. Stava lì, le labbra,
umide di lacrime, erano semiaperte nel tentativo di prendere aria. Il suo
petto si alzava e si abbassava veloce, inquieto dopo la lunga corsa senza
controllo.
- "Naruto.." balbettò tra i singhiozzi, poi
strizzò gli occhi, colta da una nuova ondata che gli impediva di parlare.
Voleva chiamarlo, per stringerlo. Ma non ce ne fu bisogno.
- Perché Naruto, così attento a lei, aveva già
capito.
- Era bastato solo quel richiamo appassionato,
pieno di necessità, e lui era balzato da lei.
- E la stava già abbracciando.
-
- Naruto si alzò solo a sentire la sua voce
tremante.
- Sakura soffriva, Sakura stava male, gli stava
chiedendo sostegno.
- E Naruto, come al solito, non glielo avrebbe
rifiutato.
- Si avvicinò a lei più in fretta che poté. Quando
le fu a pochi centimetri si fermò, era più alto di lei ora che erano
cresciuti. Era quasi un uomo ormai.
- Avvertiva il suo corpo sussultare in preda alle
lacrime. Guardava il suo bellissimo viso contratto, bagnato, arrossato, che
aveva dipinto nei tratti una sofferenza profonda.
- Piano alzò le braccia e le portò intorno a lei,
con una mano le toccò la schiena, l’altra la poggiò dietro la sua testa fra
quei capelli morbidi che adorava tanto. All’inizio fu un tocco leggero, e lei
restò rigida, le braccia lungo i fianchi, poi però, con un impeto che lo
sorprese, gli lanciò le braccia attorno al collo, sulle spalle, e lo strinse
come se volesse inghiottirlo dentro di sé, rubandogli la sua forza, la sua
stabilità.
- Sakura era fragile, era fatta di cristallo, da
quando si era frantumata la prima volta, alla partenza di Sasuke, i pezzi
erano incastrati debolmente, precariamente. Sembrava forte all’apparenza, come
solo il cristallo sembra, ma ci voleva meno che un soffio di vento a farla
sbriciolare di nuovo.
- E ora era la tempesta che si abbatteva su di
lei.
- A sentire quel bisogno il corpo di Naruto di
nuovo rispose ancora prima della sua mente. La sua stretta si fece decisa, la
incollò al proprio corpo con tutta la forza che osò usare.
- La sua mano afferrò la nuca di lei spingendola
sulla sua spalla, mentre lui stesso premeva il mento dietro a quella di lei
come a volerla stringere con tutto il corpo.
- Dopo quello che sembrò un minuto, o forse
un’intera esistenza, lei si calmò, si staccò da lui e si asciugò gli occhi.
- Lui non spostò le mani dalle sue spalle, erano
alla distanza imposta dalle sue braccia stese, non sapeva se la teneva così
per non farla allontanare troppo o per impedirle di tornare ancora
vicina.
- "Naruto"disse lei.
- Lui la guardò negli occhi.
- "Prima hai detto che mi ami, ma non era la prima
volta vero?
- Ero io che non volevo capirlo, ma tu avevi già
tentato di farmelo sapere in mille modi.
- E io a pensare che era più comodo
ignorarti.
- Quante volte mi hai chiesto di uscire con
te?
- Quante volte mi hai proposto di mangiare insieme
del Ramen?
- Io non riesco a ricordarlo."
- Lui abbassò gli occhi, senza capire perché lei
stesse scegliendo un momento così delicato - era li a piangere fra le sue
braccia per un altro - per parlare del suo amore mai corrisposto.
- Ma la voce di lei non vacillò, era stranamente
sicura, vuota.
- "Poi quella sera, in ospedale, dopo la missione
al Ponte Tra Cielo e Terra, ti ho sentito mentre parlavi nel sonno. Dicevi <
Salvami, puoi salvarmi… >
- Io non ci ho fatto caso"
- Naruto abbassò ancora di più il capo, celando
quelle guance cariche di imbarazzo.
- Perché? Perché lo stava umiliando
così?
- " E io lo sapevo che parlavi di me. Ricordo
ancora tutte le volte che mi hai guardato, nascosto nell’ombra su
quell’altalena, davanti all’Accademia. E io, stronza, che mi facevo beffe dei
tuoi ridicoli tentativi d’approccio. Che mi lasciavo condizionare da quello
che la gente continuava a mormorare alle tue spalle.
- Quante volte sei rimasto lì da
solo?"
- Le mani del ragazzo sulle sue spalle tremavano,
le tolse, per poi stringerle a pugno lungo i proprio fianchi.
- "Se potessi tornare indietro prendere tutti a
calci, te lo giuro".
- Sakura vide le sue spalle rilassarsi un pochino,
ma continuò, la voce inflessibile.
- "Vuoi ancora essere salvato da me,
Naruto?"
- Lui si irrigidì.
- Lei proseguì, all’improvviso
esitante.
- "E tu.. tu puoi salvarmi..?"
- Gli occhi azzurro cielo, spalancati, si
sollevarono a sentire il tremito nella voce di lei.
- Alla vista di quelle lacrime che avevano ripreso
a scorrere lungo il suo viso, sulle sue labbra tremanti.
- E stavolta non più per Sasuke, ma per
lui.
- Naruto annuì, ancora sorpreso, ma
implorante.
- Lei si sporse,lentamente.
- Lei lo baciò.
- Lui rispose, con un bisogno che negava da troppo
tempo. Erano anni che aspettava di toccare le sue labbra.
- Che sognava, pregava, piangeva per
averla.
- E ora lei era lì. La sua Sakura-chan era li che
baciava lui.
- Un bacio dolcissimo, malgrado l’impacciata
irruenza del ragazzo. Che Sakura riuscì a calmare, a controllare.
- Quasi a rassicurarlo che quel bacio era reale,
che non c’era nessuna fretta, che lei non era una fantasia.
- E così Naruto si lasciò baciare, anche se sapeva
dentro di sé, che tutto ciò era dovuto a Sasuke.
- A una qualche reazione che aveva scatenato in
lei e che l’aveva portata a cercare riparo in lui.
- Ma non poté biasimarla per questo, per amare
quel ragazzo scontroso e difficile.
- Anche lui amava Sasuke in fondo.
- E così, con la consapevolezza che la kunoichi
insieme a baciare lui, baciava anche il ragazzo moro nella sua testa, lui
baciando lei riuscì a sentire il sapore di Sasuke sulle proprie
labbra.
- E così il cerchio si chiuse intorno a loro.
- Entrambi consapevoli che solo in due non
sarebbero mai riusciti a essere completi.
- Ma non si dissero nulla.
- Preferirono restare in silenzio.
- Persi l’uno nelle labbra dell’altro.
- Abbracciati, per tutta la notte.
- Distesi su quel letto singolo che ora ospitava
due persone.
- [E il fantasma di una terza]
- Quando Sakura si svegliò, la mattina dopo,
Naruto non c’era.
- Sakura chiuse gli occhi.
- Una lacrima colò sulla sua
guancia.
***
Ed ecco un bel capitolo per tutti i
sostenitori del NaruSaku ^^
Personalmente non adoro questa coppia, o
meglio, la adoro quando comprende anche Sasuke, ma non quando lo taglia
fuoriXD
Voglio ringraziare tantissimo le persone che
commentano la mia fic o che l'hanno aggiunta tra i preferiti, grazie sul serio!
Come al solito, mi farebbe piacere leggere i
vostri commenti!
Un bacio anche a chi legge solamente, spero vi
piaccia!
E ora le risposte individuali, sarò breve ma
devo assolutamente finire i compiti, tra due giorni ricomincia la scuola e non
li ho ancora iniziati;_;
Sono messa proprio male...
mansu95 : Innanzi tutto, grazie mille per il
commento! Hai ragione, Sasu è così dolce infondo, e presto la cosa verrà fuori,
deve solo trovare le palle per ammettere che ci tiene ancora a qualcuno^^ Naruto
povero è esasperato, mettiti nei suoi panni, si fa un mazzo tanto per
riprenderselo, e poi Sasu cerca di ammazzargli la tipa! 8e poi ammazzare anche
lui! XD) comunque si, come vedi Sasuke è rimasto un tantinello irritato dal
"tradimento" di Sakura , ma non temere, le cose alla fine si aggiusteranno! Un
bacio!
Rinoagirl89: Sono contenta il capitolo ti
piaccia! per la lemon, sinceramente era dall'inizio della fic che ci pensavo,
ero un poco preoccupata perchè non ne avevo mai scritte prima, e in più una
lemon, come dire.. a tre mi sapeva di complicato, ogni volta che ci pensavo mi
venivano in mente o cose pervertite o cose ridicole (della serie "fanno un bel
trenino!" XD). poi però in seguito al tuo commento mi ci sono messa, e mi è
venuta una lemon lunga praticamente un capitolo O__O, si, non oso pensare agli
sproloqui che ci devo aver messo dentro, ma va beh! In definitiva: LA LEMON CI
SARA', ma dovrete aspettare un bel po' dato che, vista la situazione e il fatto
che ci vorrà un po' prima che tutti i vari problemi si sistemino, intendo
metterla come epilogo, diciamo una specie di regalino per tutti i lettori che ce
la faranno a sopportare fino alla fine^^. Un bacio!
cicoria: ciao! sono contenta che tu stia
continuando a seguirmi! Sai, la pensiamo allo stesso modo su tante cose, ad
esempio le threesome, anche secondo me rappresentano l'amore nella forma più
completa, senza regole o limiti^^ E allo stesso modo mi piacciono molto le
NaruXSasu, o meglio, è un discorso complicato: secondo me Sasuke è solo e sempre
SEME, ma allo stesso tempo, fuori dall'ambito sessuale, credo sia Naruto il vero
"forte" della coppia mentre Sasu è quello sempre complessato e pieno di fisse,
che ha bisogno di Naruto per andare avanti! non temere, arriverà anche la coppia
Naru/Sasu, o sasu/Naru, dipende dai punti di vista, bisogna solo aspettare un
po'! Fammi saper che ne pensi del chappy! Un bacio!
bacinaru: Non ti preoccupare se hai scoperto
solo ora la fic! mi hai fatto contentissima nel recesire questo capitolo, e sarò
ancora più felice se continuerai a seguirmi XD, cmq, io in realtà non adoro
tanto le Naru/Saku, dato che nella mia testa al primo posto (beh, al secondo,
dopo le threesome!) adoro il paring SasuSaku, però in questa fic do molta
importanza alla coppia Naruto-Sakura (come si può vedere dal chappy XD).A
proposito, ti è piaciuto? Finalmente Sakura si decide ad ammettere che ama la
kitsune e se lo bacia, il primo bacio! che carini*___*, fammi sapere che ne
pensi! Un bacio!
Regina Oscura: Prima di tutto grazie mille per
la recensione e benvenuta! Sono davvero contanta che ti piaccia, hai ragione,
per ora la fic è un poco triste, ma chi voglio prendere in giro, è
Drammaticamente Triste! ma io sono per l'happy ending, non temere! Ti è piaciuto
questo chappy? Un bacio!
_misty_: Grazie mille per il commento! Si, un po' è
contorto forse con tutti quei cambiamenti di vista, con la continua separazione
tra la scena cruda, di Naru e Sasu e quella più "addormenteta" di Sakura ( bella
l'idea che si sia fatta di qualche cosa, in effetti ho riletto il capiolo e
sembra davvero allucinata! XD) Sono contenta che mi capisci, era irrealistico
che Sasu tornasse e abbracciasse felice i compagni con il sottofondo di
uccellini canterini e di un bel cielo azzurro! Sasuke rimarrà contorto ancora
per un bel po', sospeso tra la rabbia e la voglia di essere un po' felice, ma
poi le cose si incentreranno su di lui!!! Un bacio!
|
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Capitolo 6 *** Occhi che non vedono ***
riassunto
-
Where are you?
-
And I am so sorry,
-
I cannot sleep, i cannot dream
tonight
-
I need somebody and
always.
-
-
"I miss you"
-
Blink182
CAPITOLO 6
Occhi che non vedono
- "Devo vedere Sasuke Uchiha".
- La voce di Naruto, sicura, non tradì la minima incertezza, e
la guardia non ne vide nemmeno nei suoi occhi,
- seri come mai li aveva visti. Per questo le proteste gli si
fermarono alla base della gola, e si limitò a scortarlo con un cenno fino alla
cella del mukenin.
- Lo shinobi non parve interessarsi al suo comportamento,
limitandosi a considerare che, diavolo, era una delle ultime in quel
sotterraneo. Da lì uscire sarebbe stato impossibile.
- Anche il sorvegliante, sebbene con diversi sentimenti,
sembrava pensare la stessa cosa mentre, nell’aprire lentamente la porta,
ascoltava rapito il cigolio stridente della vecchia anta che gemeva lungo i
cardini.
- Era da anni che a Konoha non era più necessario usare quel
tipo di celle, da anni non si catturava nessun pericolo tale da costringere il
Consiglio a quella scelta. Il bisogno di farle tornare funzionanti era una
dimostrazione di quanto chiaro fosse il rischio che comportava la custodia di
un simile prigioniero al villaggio e l’uomo si sentiva quasi orgoglioso
(orgoglioso e spaventato, come la preda davanti a un predatore ferito a morte)
nel poter dichiarare di essere lui ad avere l’incarico di vigilare tale
potenza.
- In preda a questi sentimenti contrastanti lanciò solo
un’occhiata pregna di malevolo disprezzo al recluso, e poi, avvertendo un
brivido di paura scorrergli lungo la schiena, lasciò le chiavi al giovane
biondo al suo fianco e imboccò velocemente il corridoi per tornare al suo
posto vicino all’ingresso.
- Il ragazzo vestito d’arancione non si curò di lui, provò solo
una vaga irritazione verso chi aveva bisogno di chiudere in gabbia la gloria,
per poterla vedere da vicino.
- Invece rimase in piedi, fermo davanti a Sasuke.
- In un altro momento il suo stato l’avrebbe scosso, indignato;
si sarebbe precipitato ad aiutarlo anche contro gli ordini dell’Hokage, si
sarebbe messo nei guai senza una domanda in più, avrebbe spaccato in pezzi
il mondo senza nemmeno starci a pensare.
- Non gliene sarebbe importato niente, perché non c’era niente
che fosse troppo per l’Uchiha.
- Ma non quel giorno. Non dopo quello che aveva osato
fare.
- Naruto rimase in piedi davanti allo straccio che era Sasuke,
e intorno a lui non c’era che rabbia.
- - Hai cercato di uccidere Sakura-chan -
- Avrebbe voluto dirgli queste parole, avrebbe voluto
insultarlo, riversargli addosso tutto la sua collera incredula, ma in fin dei
conti sapeva già che non avrebbe avuto presa sull’altro, sapeva già che tutte
le parole d’odio che poteva urlare gli sarebbero scivolate addosso senza
bruciarlo, senza nemmeno scottarlo.
- No, semplicemente Naruto guardò Sasuke, e il mukenin sollevò
su di lui quel viso con cui non poteva guardare, anche sui suoi lineamenti di
scolpito non c’era altro che rabbia.
- Rimasero fermi, a fissarsi a vicenda, a sfidarsi
silenziosamente a parlare per primo, ad abbassare lo sguardo.
- E fu l’Uchiha a cedere senza riuscire a reggere troppo a
lungo l’umiliazione di farsi vedere in quello stato.
- Ma ancora non aveva inghiottito il suo orgoglio e la sua ira
e la sua domanda fu un sibilo sprezzante:
- "Che diavolo ci fai qui?"
- Certo che avrebbe voluto urlare. Avrebbe voluto gridare fino
a perdere la voce e i sensi, vomitargli addosso tutta la rabbia che sentiva,
tutto il dolore, l’incredulità di esser stato tradito anche da loro, sfogare
il suo odio e la sua frustrazione su di lui e… ma avrebbe significato
mostrarsi deboli, ed era una cosa che lui non poteva permettersi; gli restava
ancora qualcosa della sua arroganza da difendere.
- Strinse i denti, sentendo qualcosa dibattersi dentro di
lui.
- Non voleva che Naruto lo vedesse così
annientato!
- Voleva alzarsi e fronteggiarlo, guardarlo negli occhi! Voleva
picchiarlo a sangue e ucciderlo, se fosse servito. Ma non poteva farsi vedere
così.
- Ai suoi piedi, cieco, piegato. In ginocchio.
- Lui che aveva rifiutato di farlo davanti a tutti.
- Non poteva sopportare che il suo eterno rivale lo deridesse.
Gli rinfacciasse di avere vinto.
- Lo shinobi della Foglia sogghignò.
- "In che stato ti sei ridotto, Uchiha?".
- Come previsto il moro chinò ancora di più il viso ribollendo
intimamente, Naruto esitò un secondo, poi, deciso, continuò a
deriderlo.
- "Ecco il grande e potente Uchiha, che non ha bisogno di
nessuno dei suoi amici, che non ha bisogno di nessun legame. L’Uchiha che vive
solo per vendicarsi. < Io sono un vendicatore > non era così che
dicevi?"
- La Kitsune ridacchiò.
- " Se ti vedessero ora, i tuoi antenati? Se ti vedessero
ora?!
- Traditore della Foglia, incarcerato in quello stesso carcere
in cui loro sbattevano la feccia. Perché è ciò che sei, Sasuke,
feccia.
- Il clan si vergognerebbe di te."
- Il biondo rise di nuovo, cercando di imprimere nelle sue
parole tutto il disprezzo e lo scherno possibile. Si sentiva morire a trattare
il suo amico così, proprio lui che sapeva perfettamente quanto quelle frasi lo
ferivano dentro checché Sasuke mostrasse, ma le sputò fuori comunque, con
rabbia, come una bestemmia, grondanti di veleno.
- I pugni del Mukenin tremavano intanto, ma ancora non parlava,
non aveva nessuna intenzione di dargli la benché minima soddisfazione, a lui
quanto a nessuno, e non contava che l’obbiettivo celato di Naruto fosse
esattamente quello di provocarlo, di svegliarlo, di farlo vivere di
nuovo.
- Ne aveva abbastanza dell’apatia, voleva Sasuke. Il Sasuke che
lui amava.
- Se necessario infuriato come un demone, ma almeno vivo,
presente.
- " Uchiha," continuò quindi nello stesso tono, " ti sei fatto
battere da me."
- Il moro sollevò di scatto il viso, come in un riflesso di
rabbia involontario, poi probabilmente si rimproverò di ciò che aveva fatto,
perché tacendo lo piegò di nuovo in una sorta di autodifesa e si irrigidì in
quella posizione.
- "Alla fine Naruto Uzumaki ha battuto il genio, il primo della
classe, il migliore in ogni cosa.
- Battuto dal pivello, dal coniglio, dall’idiota. La tua grande
aria di superiorità è sparita, vero?!"
- La Kitsune vide le labbra dell’altro ragazzo stringersi ed
esultò silenziosamente dentro di sé.
- "Vero?!" lo incalzò ancora, "vero? Vero? VERO?!" e poi
sillabò quella parola, scandendola deciso.
- "Perdente."
- Sasuke sbarrò gli occhi nascosti dalla stoffa della benda,
con stampate sotto le palpebre immagini accecanti di un enorme serpe che gli
si avventava contro, e di un ragazzino, un moscerino, che gli piantava due
shuriken nel muso, fermandolo, facendo quello che lui non era riuscito a fare,
socchiuse le labbra e ne uscì un sibilo: "piantala, ti avviso.." ma l’altro
ninja continuò.
- "Non sei riuscito neanche a battere Itachi.." Naruto si
odiò.
- "Io ti ho salvato da lui, Io l’ho fatto scappar…"
- "SMETTILA!" il ruggito dell’ Uchiha rimbalzò per tutto il
sotterraneo, di nuovo, proprio come con lei...
- Era la seconda volta che lo portavano a gridare, ma questa
volta era un urlo incontrollato, selvaggio.
- Il suo corpo tremava, cercava di liberarsi e di slanciarsi
contro l’altro come un animale. Naruto lo aveva colpito laddove non poteva
accettare essere toccato; "ZITTO!" gridò nuovamente.
- "Cosa ne sia tu di me?! Io ti ODIO! Non mi hai battuto,
capito?! Non mi batterai MAI! È stata Sakura, che è arrivata con l’inganno,
come due codardi, come sempre. Patetici, siete patetici…"
- "Sei tu ad essere patetico."
- La voce di Naruto era tornata tranquilla dopo aver raggiunto
il suo obbiettivo.
- Ma non dolce.
- Non poteva.
- Lentamente, felice che nessuno potesse vedere l’angoscia e
quel pentimento che gli s’era dipinto in faccia, si sedette davanti al
prigioniero, osservò lo slancio del suo busto verso di lui e le sue braccia
frementi, le catene tendersi e stridere inchiodate al muro finche piano Sasuke
si calmò e si lasciò scivolare di nuovo contro alla parete, piegando una gamba
verso di sé, di nuovo in perfetto mutismo.
- Sospiro addolorato, poi voce calma: "Perché devo arrivare a
dirti queste cose per farti avere una qualsiasi forma di rapporto con me?
Perché arriviamo a parlare solo quando la situazione intorno a noi è critica,
quando tutto sembra stia per finire, quando tu tenti di uccidermi?
- Spiegamelo, perché io non lo riesco a capire…"
- Naruto attese, ma l’altro non gli diede risposta.
- "Una volta non era così…" rifletté.
- " E’ sempre stato così." La replica del Mukenin fu
lapidaria.
- Il biondo esitò, "Forse" concesse. Alzò le spalle prima di
proseguire, "ma eravamo comunque migliori amici, no?"
- Silenzio dall’altra parte.
- "Ma come puoi non capire quanto ti abbiamo voluto bene, io e
Sakura-chan? Quanto te ne vogliamo adesso? Cosa le hai detto
ieri?"
- - Perché è venuta da me in lacrime, a cercare riparo?
-
- "Lei ti ama, Sasuke"
- "Non ho mai voluto questo amore. E neanche essere tuo
amico"
- La voce del moro era intrisa di tenerezza nel mormorare
queste parole, non c’era tutta quell’indifferenza costruita che si portava
sempre dietro. Sembrava stesse parlando a se stesso, ma poi si indurì
ancora.
- "E tu come fai a non capire che siete solo una scocciatura
per me? Mi siete completamente indifferenti.."
- "Ah si?" ribatté la Kitsune con un mezzo sorriso che l’altro
intuì anche se non poté vedere.
- " E allora perchè non mi hai ucciso nella valle della fine?
- Perché non hai ucciso Sakura poco tempo fa, nel tempio?
- Perché non hai fatto fuori me poco dopo?
- Perché quando lei ti ha abbracciato ti sei fermato, l’altro
giorno?
- Perché ci hai salvato da Gaara, anni fa?
- E perché ancora prima hai rischiato la tua vita per non farmi
uccidere da Haku?!
- Devo continuare?"
- Sasuke stette zitto.
- Abbassò di nuovo la faccia, di nuovo si fece piccolo,
incontro a se stesso.
- Naruto spalancò le braccia come per dire - visto? - poi
sbuffò, deluso, e senza un’altra parola uscì dalla cella.
- L’Uchiha immobile ascoltò il rumore della chiave girare nella
serratura.
- E poi i suoi passi.
- Distanti.
- Sempre più distanti, finché non rimase più nulla da
sentire.
- Finché fu sicuro di essere stato lasciato solo.
- Si permise solo all’ora di buttar fuori tutta l’aria che
tratteneva nei polmoni, e con quella la tensione accumulata.
- Odiava Naruto.
- Odiava quel povero idiota che ogni volta lo costringeva a
pensare.
- Lo detestava.
- Arrendendosi si ritrovò a riflettere, ad ammettere solo a se
stesso quello che non poteva dire a nessun altro. Quello che sapeva da sempre,
e che mai si era permesso anche solo di sussurrare.
- "Certo che li amavo. Erano tutto ciò di bello e positivo
c’era nella mia vita. Avevano riempito quello spazio lasciato vuoto da papà,
mamma e anche da Itachi, quel fratello che magari non è mai esistito davvero,
ma che è stato il mio più grande amico e protettore. Si, certo che li
amavo."
- Sasuke fece per passarsi una mano sugli occhi, ma i suoi
polsi erano trattenuti da catene inchiodate al muro. Per un istante se ne era
dimenticato. Girò il viso verso la sua mano. Gli faceva male, era da ore che
non sentiva più nulla dai polsi in su.
- Provò a muovere le dita, ma non successe nulla, o per lo
meno, gli sembrò non fosse successo nulla.
- Era troppo cieco per vederlo davvero.
- Forse era sempre stato troppo cieco per qualsiasi
cosa.
- "Alla fine ho scelto di lasciarli, tra l’amore e l’odio ho
scelto l’odio. Era più grande già allora. A dodici anni ho deciso di dare alla
mia vita un unico obbiettivo e ho lasciato tutto il resto al
nulla.
- L’amore di Sakura che mi indeboliva, quello di Naruto che mi
faceva scordare la cose che davvero importavano".
- La faccia di Itachi comparve nella sua mente, e davanti ai
suoi occhi da nero tutto si tinse di rosso. Strinse i pugni e i denti, per
impedire a un gemito di liberarsi.
- Poi si ripeté le solite frasi, per ricordare, per convincere.
- "Non posso amare, non è per me farlo.
- Io sono un vendicatore. Io vivo solo per
uccidere.
- Io non sono in grado di legarmi a qualcuno, e non è neanche
ciò che voglio.
- L’unica cosa che voglio è Itachi, e lo voglio
morto."
- Frasi che, forse non per la prima volta ma di certo per
quella che fece più male, suonavano un pò stanche.
-
- Erano tre giorni che Tsunade-sama non le rivolgeva la parola,
non le parlava se non lo stretto necessario, per informazioni schematiche e
efficaci su nuove tecniche o particolari medicazioni.
- L’allieva ne era quasi felice. La sua testa rosata veleggiava
in altri contesti, ben lontani dall’apprendimento e dalla medicina.
- Erano tre giorni che Sasuke Uchiha era prigioniero a
Konoha.
- Erano tre giorni che Sakura Haruno dormiva a casa di Naruto
Uzumaki.
- Ma senza fare niente, niente se non trovare riparo.
- Sakura e Naruto dormivano e basta, abbracciati in quel letto
a una piazza che sembrava unirli in sé come un guscio trasparente e
impalpabile, eppure decisamente solido.
- La ragazza appiccicò la targhetta contrassegnata sulla
provetta che Tsunade-sama le porgeva.
- Distrattamente la prese dalle lunghe dita della donna e la
posizionò sullo scaffale, nella ferrea logica della successione alfabetica.
- Cercò con gli occhi la mano del Quinto Hokage, pronta per
riconoscere quale colore collocare sulla nuova fiala, ma non la trovò.
Momentaneamente spiazzata guardò in viso la sua maestra, e quella con occhi
seri la fissò di rimando.
- " Abbiamo finito per oggi, puoi andare".
- La ragazza annuì automaticamente e si diresse all’uscita, ma
sull’uscio della porta la voce della donna la fermò.
- "Come stai, Sakura? Va tutto bene?"
- La kunoichi perse la sua aria d’automa per girarsi e scrutare
il viso insolitamente dolce, solitamente preoccupato. Non perse tempo a
chiedersi a cosa si stesse riferendo - era così palese che era più facile
ignorarlo - così si mise in faccia quel suo solito sorriso non del tutto
convinto, ma gentile e disponibile.
- "Va tutto come al solito, Tsunade-sama. Io e Naruto ci
alleniamo tutti i giorni, e duramente.
- Oserei dire che presto sarà al livello di un
Sensei."
- La sua maestra la osservò ancora un momento, aspettando, come
incoraggiandola a proseguire, ma quando incontrò solo il silenzio desistette e
il suo viso si fece indifferente. Per Sakura fu più facile ignorare anche il
leggero velo di delusione che troneggiava sui lineamenti affascinanti
dell’Hokage, così com’era facile fingere di non rendersi conto a quante cose
preferisse non pensare, ultimamente.
- Leggermente più depressa salutò un’altra volta e fece per
uscire dalla stanza, ma la voce della sua maestra la fermò ancora.
- "Mi hanno detto che rifiuta di mangiare e di
bere."
- Il cuore di Sakura si fermò.
- A chi alludeva la donna era scontato.
- Si morse un labbro morbido cercando di mantenere sul viso
un’espressione neutra.
- Mosse un passo per allontanarsi, ma poi qualcosa di più forte
la costrinse a girarsi e guardare in volto la donna.
- "Tsunade-sama?"
- Il viso del Quinto Hokage era duro, inflessibile. La fissò
negli occhi.
- "L’Uchiha" specificò.
-
- I lineamenti della guardia carceraria che controllava i
sotterranei della prigione Sakura li ricordava bene.
- Ricordava lo scintillio sprezzante che gli brillava negli
occhi l’ultima volta, quando lei aveva lanciato le chiavi della cella sul
tavolo accanto all’entrata prima di scappare fuori in lacrime.
- E la riempiva di frustrazione il fatto che quello scintillio
fosse presente anche adesso.
- "Cosa vorrebbe dire che non mangia e non beve da quando è
qui?!"
- Esclamò guardando l’uomo furente.
- La guardia non si scompose, sembrava che il suo tono non lo
toccasse minimamente.
- "Significa che gli ANBU gli portano cibo e acqua, e lui li
rifiuta. Allontana la testa, gli grida di non toccarlo. Li
minaccia."
- "Cosa intende con ‘allontana la testa’?" un dubbio terribile
balenò in mente alla kunoichi.
- "Beh.. si rifiuta di mangiare dalla mani degli
ANBU."
- Con il fiato mozzato dall’incredulità l’esclamazione di
Sakura uscì soffocata.
- "Non gli permettete di magiare da solo?!"
- L’uomo la guardò contrariato. "Gli ordini sono di non
lasciargli le mani libere, per nulla al mondo."
- "Ma il quinto Hokage…"
- "E’ il Consiglio che ha deciso…"
- Le sopracciglia delle ragazze si inarcarono, indispettite,
poi si prese un istante per riflettere. Era ovvio che ci fossero dietro quei
vecchi inaciditi. Ovvio.
- "Ma.. è ridicolo! "esclamò affondando le mani fra i capelli
rosa ai lati della testa con un gesto esasperato, "lui non si lascerà mai
imboccare!"
- "Quando avrà fame lo farà vedrai."
- "Fame?! Credi che dopo tre giorni non ne abbia… Diavolo! Lui
è.. lui è…"
- ..Lui è un Uchiha. È Sasuke!..
- "Lui è troppo orgoglioso" concluse alla fine.
- La guardia fece spallucce indifferente e lei aprì di nuovo le
labbra, pronta a replicare, a insultarlo piuttosto, ma poi si
arrese.
- Si sentiva un’idiota per non aver capito subito ciò che il
Consiglio avrebbe pensato, ma non era stupida: era inutile discutere, cercare
di spiegare tutti i meccanismi e le sfaccettature impossibili del carattere
del ragazzo che amava. Quell’uomo non avrebbe mai capito, e peggio ancora, non
gli sarebbe mai importato. Nessuno voleva aiutare Sasuke, nessuno. Come poteva
farlo, lei?
- "Posso andare da lui?" chiese quindi con un
sospiro.
- L’altro alzò nuovamente le spalle, Sakura si chiese quando
gli si sarebbero in criccate, a quel bastardo.
- "Fa come ti pare."
- Preso un sospiro la ragazza si fermò davanti alla porta di
legno massiccio che teneva rinchiuso il potere Uchiha. Doveva entrare ma era
anche spaventata, così si alzò sulle punte e sbirciò silenziosamente
al’interno.
- La sagoma di Sasuke era a mala pena riconoscibile nel buio,
facendosi forza alzò un po’ la torcia che teneva in mano e scorgendolo i suoi
occhi si colmarono di dolore.
- Il ragazzo aveva il capo abbassato e i capelli luridi,
pesanti a coprirgli il viso. Le mani eleganti sfregavano contro alle catene,
le lunghe dita immobili nel vuoto. Tutto il suo corpo era accasciato in
avanti, stancamente teso verso il suolo. Sasuke sembrava svuotato di qualsiasi
cosa.
- La mano che le era inconsciamente salita alla serratura girò
tremante le chiavi e la kunoichi spinse le porta per entrare. Al suo ingresso
l’Uchiha non ebbe nemmeno un sussulto, non sollevò la testa e non le disse
nemmeno di andarsene. Stette immobile, come prostrato verso una vita che lo
aveva ferito. Di nuovo.
- Lei sentì una gran compassione verso di lui, e avrebbe voluto
volargli accanto e stringerlo fino a non riuscire più a respirare, ma non si
lasciò scoraggiare e entrò decisa, senza esitare davanti al tanfo che riempiva
opprimente lo spazio ristretto. Indignata si guardò intorno e si rese conto
che effettivamente c’era un buco accanto al corpo del ragazzo, probabilmente
la latrina, ma era logico pensare che non fosse mai stato usato.
- Se l’era fatta addosso.
- Avevano lasciato che Sasuke Uchiha se la facesse addosso .
Non che avesse poi molto da fare poi, considerato che non
mangiava.
- La kunoichi deglutì appena e si avvicinò a lui.
- Non gli disse il suo nome, non si annunciò in alcun modo,
Sasuke sapeva che c’era qualcuno lì con lui, e lei era certa che avesse capito
chi.
- Rimase a lungo immobile, la punta di un sandalo a strisciare
il pavimento, le braccia incrociate.
- "Ho saputo che non vuoi nutrirti," disse alla fine, la voce
il più neutra possibile.
- Lui non le rispose.
- Vederlo così e pensare a com’era, e insieme ricordare il loro
ultimo incontro e rievocare com’erano stati una volta, le fece salire il
magone.
- Cercò di controllarsi.
- "So di averti deluso," cominciò, "so che probabilmente ti
senti tradito e ingannato…" cercò di ricacciare indietro le lacrime che
premevano sui suoi occhi prima di continuare, ma quelle irritavano la sua
pelle e le sfuggivano nella voce. Sospirò.
- "Ma anche tu hai deluso me. Anche tu mi hai tradita quando te
ne sei andato".
- Il magone incrinava le sue parole, e lei assaporò il
retrogusto salato delle lacrime sulle labbra.
- "So che non te ne importa, so che mi odi e che non vuoi
vedermi mai più" continuò stringendo i pugni, la voce sempre più alta e
acuta.
- "So che credi che oramai non hai più niente per vivere e so
che sei stanco. Io lo so che sei stanco, Sasuke. Ma non puoi lasciarti
morire. So che non ne hai voglia, va bene? Ma devi mangiare, devi dare al tuo
corpo un po’ di forza."
- Sakura inghiottì cercando di farsi coraggio.
- "Lo so che mi odi, ma io ti amo! E non posso lasciarti
morire!" si accorse di aver cominciato a singhiozzare, e mordendosi le labbra
si costrinse a ritrovare la decisione, "perciò ora mi avvicinerò e ti darò da
mangiare, e tu lo prenderai, merda, lo prenderai!"
- Strizzò gli occhi e stille minuscole bagnarono l’aria accanto
ai suoi occhi ornando le sue ciglia, poi la kunoichi raccolse la scodella di
cibo intatto da terra e si avvicinò a lui, inginocchiandoglisi davanti.
- Rumore di passi rapidi contro al pavimento. Rumore debole di
metallo quando intinse il cucchiaio nella ciotola.
- Il contenuto era una zuppa fredda e raggrumata, palesemente
abbandonata lì da ore, a Sakura salì quasi la nausea ma d’altronde non aveva
altro da dargli, e lui doveva mangiare subito.
- Con la mano libera portò dolcemente, molto lenta, i capelli
neri di Sasuke dietro al suo orecchio, poi gli posò il palmo sulla guancia
pallida e gli sollevò un poco il viso.
- "Lo so che non puoi vedere e che dev’essere umiliante per te,
ma ti prego, ora apri la bocca. Lascia che ti aiuti."
- Ancora nessuna reazione e Sakura col pollice gli carezzò la
pelle. Al gesto la testa del ragazzo ebbe un rapido scatto verso il basso, ma
quando lei forzò di nuovo per sollevargli il viso Sasuke si lasciò gestire e
schiuse piano le labbra tremanti. Erano secche, devastate, ma a lei parvero
stupende come sempre.
- Sostenendogli il viso perché cosciente dello sforzo che gli
richiedeva anche il solo tenere ritto il capo la ragazza lo imboccò
dolcemente. Ci mise un’attenzione infinita, ma nonostante ciò lui non fu
abbastanza veloce e del brodo gli colò sul mento. L’Uchiha sembrò voler
riabbassare istantaneamente il capo, vergognoso, ma lei sentì la tensione del
movimento sul palmo della mano e lo prevenne, saldando la presa.
- "Sasuke-kun, non è importante, dai. Prendine un altro," cercò
di non lasciare trapelare le lacrime nella sua voce.
- In silenzio lo imboccò finché la ciotola in equilibrio sulle
sue gambe non fu vuota, poi sospirò.
- "Bravo. Tornerò sta sera."
- Attese nuovamente una risposta da lui ma non arrivò, quando
tolse la mano dalla sua guancia lui lasciò ricadere il viso, di nuovo come
inanimato.
- Lei si alzò, scosse il vestito dalla polvere e uscì,
lasciandolo esattamente nella posizione in cui si trovava quando lei era
entrata.
- Quella sera Sakura chiese alla guardia un catino d’acqua e un
cambio di vestiti, oltre al cibo che si era incaricata di portare a
Sasuke.
- Non si fermò nemmeno davanti al sussurro maligno
dell’uomo.
- " Se usasse il buco come tutti i prigionieri invece di fare
il superiore allora non ci sarebbe bisogno di…"
- Ordinò semplicemente: "sta zitto." Mentre già
camminava.
- Quando però cercò di comunicare al ragazzo le sue intenzioni
cominciarono i problemi.
- "Sasuke… qui c’è un catino d’acqua pulita, e dei vestiti…" la
kunoichi abbassò la voce, "ora ti aiuto, va bene?"
- Senza guardarlo fece per avvicinarsi, ma quello la bloccò
subito. "No".
- Lei sospirò, "posso immaginare quanto sia difficile, ma tu
devi cambiarti Sasuke! Sono un ninja medico, e ti assicuro che se non
prenderai dei provvedimenti i rischi di infezione saranno altissimi, per non
parlare del.."
- "No."
- Lei lo guardò, lui stava rigido come una statua, ma lei
sapeva benissimo che solo essere in una situazione del genere per lui
equivaleva all’inferno. Probabilmente lo avrebbe torturato meno uno shuriken
piantato in pieno stomaco, o il trovarsi al centro di una battaglia
impossibile.
- Sakura conosceva il ragazzo, e capiva perfettamente la sua
posizione. Lei stessa voleva essere da un’altra parte. Umiliarlo in quel modo,
anche se indirettamente e senza colpevolezza, significava ferire se
stessa.
- Ma non c’erano alternative.
- "Ma tu devi farlo.." si trovò a mormorare.
- "Sakura. Per favore."
- Il suo tono era basso, privo di qualsiasi orgoglio, rabbia, o
arroganza.
- "Per favore." Ripeté.
- Era rigido come un ramo secco, sul punto di spezzarsi.
- Lei cercò ancora di insistere, ci provò davvero, ma alla fine
non ce la fece.
- Distolse lo sguardo da lui e, mollando tutto, se ne andò
soffocando i singhiozzi con le mani.
-
-
-
***
-
-
-
- Perdonate il ritardo. Purtroppo questa storia va così; la
aggiorno quando mi capita e spesso mi succede di non ricopiare niente su
computer per mesi! (Anche perché, diciamocelo, trascrivere è piuttosto
noioso..^^).
- Ciò nonostante ci tengo parecchio. È la prima fiction in
assoluto che io abbia mai scritto ( ecco perché fatta su carta, non doveva
nemmeno essere pubblicata!) e mi piace inoltre.
- Come sempre i ringraziamenti vanno a tutti i
lettori.
- A loro, a quelli che hanno aggiunto la mia storia ai
preferiti, a quelli che mi lasciano scritti quello che ne pensano.
^____^.
- Un enorme bacio a:
- Regina Oscura
(emh… in realtà mi sa
che la fic resterà "a tre" fino alla fine! Spero che ti piaccia comunque^^),
TheFrozenColor (Orgogliosissima di essere una delle poche XD. Ti
capisco, le Naru/Sasu/Saku secondo me sono la conclusione che dovrebbe
inventarsi Kishimoto per il manga!), Rinoagirl89 (Sono completamente
d’accordo! Anche a me il solo Naru/Saku non fa impazzire, se però c’è l’Uchiha
di mezzo…^ç^), mansu95 ( Già, Naruto probabilmente ha sbagliato, ma
povero, in una situazione come la sua chiunque impazzirebbe e commetterebbe
cavolate! Ora vedrò di fare in modo che si faccia perdonare^^).
- Un bacio a tutti.
- _Ala_
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