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Saaaalve!!!! Sono tornata!!!^^ Si, lo so che mi stavate già dando per dispersa
facendo un festa, e invece…rieccomi!! Che dire? Mi
dispiace tantissimo di non aver potuto più aggiornare l’altra mia fic “La linea illusoria dell’orizzonte”,
ma problemi vari (leggasi: esami, mancanza di ispirazione, ecc) me lo
hanno impedito. E’ quasi un anno che non l’aggiorno e mi dispiace molto,
soprattutto per chi seguiva la mia storia!! Ma ho
deciso di sospenderla temporaneamente, riprendendola in mano quest’estate (non
mi piace lasciare le cose a metà, quindi la continuerò!), ma
dovrete pazientare ancora…mi scuso per questo e per farmi perdonare ho deciso
di iniziare a pubblicare questa nuova fic, che mi
gira per la testa da un bel po’!! Sono già andata un pochino avanti a scriverla,
proprio per evitare di far passare un’eternità tra un aggiornamento e l’altro!! Cercherò di fare del mio meglio!!^^
Beh,
per chi già mi conosce sa su cosa mi piace scrivere…per chi non mi conosce
invece lo scoprirà leggendo, e spero che sia di suo gradimento!!^^
Ora
ho parlato abbastanza quindi vi lascio a questa storia…un po’ particolare!! Stavolta i nostri cari blader
se la vedranno con svariati e non piccoli problemi (e quando mai fai filare
tutto liscio?? =_= nd.tutti
i personaggi vittime delle mie storie)…Lasciate qualche commentino, e se avete
dei consigli da darmi su come potrei migliorare questa storia mi farebbe
piacere leggerli!!!
Buona
lettura a tutti!!!!!!!!!^^ (sperando che non sia
venuta fuori una schifezza!! ^^’ Era parecchio che non scrivevo…ç_ç)
***
Prologo
Le diciotto e un minuto. Passi pesanti e
strascicati si odono nel corridoio. Si avvicinano. La porta si apre,
lentamente. Nella stanza grigia e spoglia fa il suo ingresso un ragazzo, poco
più che trentenne. Il suo nome è Brandon. Indossa un
camice azzurrino, in mano un bicchiere di plastica con dentro due pasticche,
bianche e dalla forma ovale.
Rivolge uno sguardo al letto solitario al centro
della camera, appoggiato con una sponda al muro. Seduto sopra di esso, il profilo di un uomo contempla il paesaggio fuori
dalla finestra con sguardo assente. Effetto dei farmaci.
Dal materasso pendono delle strane cinghie, che
quasi strusciano sul pavimento. Ognuna ha delle particolari fibbie
all’estremità, che unite ai ganci sull’altro lato del letto tengono a bada
chiunque è costretto alla loro resistenza. Ma ormai non vengono
più utilizzate da oltre cinque mesi.
L’uomo si alza e il suo volto, prima in penombra, è
ora del tutto visibile. Chiari occhi azzurri accompagnano la pelle diafana del
suo viso, in immediato contrasto con i capelli color ebano, il colore di una
notte senza luna. Una ruga appena accennata incrina la sua fronte assorta.
-Come si sente oggi, Signor Emory?-
domanda il giovane infermiere, come di consuetudine. Ma l’uomo non risponde.
Semplicemente si avvicina alla finestra, posando le mani sul davanzale, mentre
continua a fissare insistentemente il cielo invernale.
-Oggi è la grande notte- dichiara dopo qualche
momento di silenzio.
-Già…- replica Brandon,
pur non comprendendo a pieno il significato di quella frase; ma non se ne
preoccupa. Il Signor Emory dice spesso cose senza
senso.
Il paramedico si appresta a preparare la medicina
delle sei del pomeriggio. Apre una bottiglia d’acqua e la versa nel bicchiere
sul comodino accanto al letto. Dà le spalle alla finestra, per questo non si
accorge del Signor Emory che gli si avvicina. Non
sente i suoi passi. Quello che sente è solo una puntura sul collo. Non fa in
tempo a portare una mano alla nuca che già i suoi occhi si chiudono e il suo
corpo cade inerme a terra, profondamente addormentato, senza alcun lamento.
L’uomo lo guarda qualche istante, assicurandosi che
sia davvero privo di sensi. Ripone la siringa in tasca e si inginocchia accanto
al ragazzo. Fruga nelle tasche di Brandon e ne estrae
un piccolo mazzo di chiavi. Poi lo spoglia del camice e lo indossa lui stesso.
Si affaccia alla porta della sua stanza. Alla fine
del corridoio due graziose infermiere sostano davanti la macchina del caffè.
Con passi veloci si dirige verso le scale, a pochi metri dalla sua camera.
Scende al secondo piano. Rallenta l’andatura, non vuole dare sospetti. Gli
infermieri degli altri piani non sanno chi sia. Lo
scambiano per un altro paramedico. Nessuna domanda, nessuno gli chiede niente.
Raggiunge il garage dell’ospedale, quello che
spetta solo a chi lavora nella clinica. Senza esitazione si avvia verso
un’utilitaria dal colore rosso metallizzato. E’ la macchina di Brandon, l’ha vista molte volte, dalla finestra della sua
stanza, uscire dal parcheggio riservato, con a bordo
il ragazzo.
Mette in moto e con estrema scioltezza esce dal
garage attraversando il giardino dell’ospedale, fino a raggiungere i suoi
confini. Li sorpassa e si immette finalmente in strada.
Un sorriso incurva appena gli angoli della sua
bocca, mentre i suoi occhi continuano a fissare immobili l’asfalto davanti a
lui. Le mani impugnano saldamente il volante.
Poi l’auto viene
inghiottita dal buio, mentre dietro di lei scompare la grande scritta che
sovrasta l’edificio alle sue spalle: “Clinica psichiatrica del Minnesota”.
*
10 anni dopo…
“Ormai siamo agli sgoccioli. Tutti gli appassionati
di beyblade sono in fermento! Manca una settimana alla
“Sfida ai Campioni”, il nuovissimo e atteso torneo di beyblade
di quest’anno: squadre provenienti da ogni parte del mondo, conosciute o in
erba, affronteranno la Neoborg, gli Allstars, i Baihuzu, e la BBA Revolution, che negli
ultimi campionati hanno dimostrato di meritare in pieno il titolo di campioni
di questo sport.
Chissà se tra le nuove leve ci sarà qualcuno in
grado di tenergli testa!
Il mese scorso si sono concluse le fasi di
preselezione, e sono emerse le squadre che prenderanno parte alla sfida; quindi
appuntamento tra sette giorni a Buenos Aires, non potete mancare, ragazzi!”
-Grande!- Takao spense la televisione carico di entusiasmo, contagiato dalla foga
del cronista che aveva appena comunicato la notizia. Una settimana, mancavano
solamente sette giorni all’inizio della “Sfida ai Campioni”.
L’idea di prendere nuovamente in mano il suo Dragoon e lanciarsi a capofitto in nuove sfide lo
elettrizzava, senza contare che avrebbe finalmente rivisto i suoi migliori
amici dopo mesi.
Si sdraiò sul divano, intrecciando le mani dietro la
testa. Ora che ci pensava era da tanto che non riceveva loro notizie, le ultime
risalivano a circa un mese e mezzo prima, all’inizio
delle fasi di preselezione: Max gli aveva spedito un’e-mail, Rei gli aveva
scritto una lettera e Kai…Kai
era già tanto se gli mandava un telegramma!
Sul suo volto comparve un sorriso. Chissà come se la
passavano…
Gli tornò in mente il giorno in cui erano partiti,
all’aeroporto. Poco dopo aver saputo che Daitenji
avrebbe organizzato un nuovo campionato a livello mondiale, avevano preso la
decisione di lasciare il Giappone e di partecipare al torneo con le loro
vecchie squadre. Non era stato semplice scegliere, soprattutto dopo la faccenda
della BEGA che li aveva di nuovo uniti come un tempo.
Alla fine però l’idea di provare di nuovo a battere il campione in carica aveva
preso il sopravvento. E Takao aveva capito la loro
decisione e l’aveva accettata, anche se a malincuore; ma la tristezza era
svanita quasi subito pensando agli spettacolari incontri cui avrebbero dato vita quando si fossero trovati uno di fronte all’altro.
Tutti quanti, sia blader che
fan, si aspettavano l’annuncio ufficiale dell’inizio del quarto campionato
mondiale di beyblade da parte del presidente della
BBA. Ma quell’annuncio non era arrivato, al suo posto
ne era stato fatto un altro: non la quarta edizione del torneo che ormai da
anni coinvolgeva sia giovani che meno giovani, ma una sfida nuova, originale,
proposta da una squadra misteriosa, che sembrava non essere stata mai nominata
prima.
-E’ una proposta interessante- aveva
dichiarato Daitenji alla conferenza stampa svoltasi
poco più di un mese prima. –Nuovi blader
avranno la possibilità di mettersi alla prova e di emergere in questo sport; e
i campioni invece, avranno comunque, anche se indirettamente, la possibilità di
verificare chi tra loro sia il più forte-
Takao aveva riflettuto a lungo sulle
sue parole, in effetti pur non scontrandosi
direttamente avrebbero comunque potuto mettere a confronto la loro abilità.
Ogni squadra che aveva passato le fasi di preselezione per la sfida avrebbe
dovuto affrontare la Neoborg, i Baihuzu,
gli AllStars e la BBA Revolution almeno una
volta. Quindi chi tra la quattro squadre campioni
avrebbe vinto più incontri sarebbe stata la migliore. Un concetto semplice da
capire, eppure c’era qualcosa che a Takao sfuggiva. Non
solo per gli incontri, ma in tutta quella storia.
Ma non era stato a pensarci più di tanto, la cosa
fondamentale era che finalmente, in un modo o nell’altro, avrebbe potuto di
nuovo tornare a battersi con il suo beyblade in una
sfida importante.
Al resto ci avrebbe pensato il Professor Kappa, che come al solito gli
avrebbe spiegato per filo e per segno il regolamento del torneo che Daitenji avrebbe reso noto alla vigilia dell’evento.
Takao lanciò una veloce occhiata al
tavolo, dove era poggiato Dragoon. Il bit brillò
sotto il raggio di sole che entrava dalla finestra, e il ragazzo avvertì
chiaramente che, come lui, il Drago Azzurro stava scalpitando. Non vedeva l’ora
di cominciare. Ma quanto impiegavano sette giorni a trascorrere?
-TAKAO!- un urlo nell’ orecchio
per poco non gli perforò il timpano.
-Daichi! Ma sei impazzito?! Che hai da urlare?- gli chiese
seccato, mentre cercava di togliersi di dosso il ragazzino che gli era saltato
sullo stomaco senza troppi complimenti.
-Abbiamo appuntamento con il Professore alla BBA per gli
ultimi controlli dei nostri bey, l’hai dimenticato?-
Il moretto spostò l’attenzione sull’orologio appeso al
muro del salotto. Mancavano tre minuti alle quattro.
-Ahhhhh! Ma sono in un ritardo pazzesco!
Il Prof. mi aspettava lì mezz’ora fa!- esclamò
levandosi improvvisamente a sedere, mandando Daichi
dritto sul pavimento.
Senza attendere oltre si precipitò fuori, salutò al volo
nonno Jey e corse in direzione della nuova sede della
BBA, ricostruita in seguito al fallimento della BEGA, tallonato dal rossino che gli gridava di aspettarlo.
Non si fermò finché non giunse a destinazione. Spalancò
trafelato la porta della sala allenamenti e, ancora con il fiatone, si
inginocchiò a terra unendo le mani in segno di preghiera.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! Non mi ero accorto
che fosse così tardi! Scusa, Prof.!-
cercò di giustificarsi.
-Guarda che il Prof. non è ancora arrivato- lo avvertì una voce femminile. Takao sollevò lo sguardo, incontrando quello di Hilary.
-Non è ancora arrivato?- ribatté stupito, guardandosi
intorno per la stanza. Era vero, il loro amico non c’era, a dire la verità non
c’era nessun altro a parte lui e la ragazza.
-Ti ha dato appuntamento mezz’ora prima perché sapeva che
saresti arrivato in ritardo- spiegò l’amica in breve, ormai rassegnata alla
pessima abitudine del blader.
-E a quanto pare ho fatto bene!-
-Uh?- Takao si voltò verso il
Professore, che aveva varcato in quel momento la soglia della sala allenamenti,
affiancato da Daichi, incontrato davanti all’entrata
della sede.
-Sei arrivato adesso, vero?- gli chiese, anche se la sua
era una domanda retorica.
-Eh…eh eh!-
il moretto si portò una mano dietro la testa, imbarazzato.
-Immaginavo! Sei sempre il solito, Takao!-
sospirò. –Ma adesso non perdiamo altro tempo, manca una settimana all’inizio
del campionato! Forza, datemi i vostri bey-
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e affidarono
le loro trottole al loro meccanico di fiducia. Rimasero in silenzio
mentre lo osservavano trafficare tra beyblade
e computer, cercando di interpretare strani grafici che parevano
incomprensibili.
-Ho letto sul giornale che anche le squadre di Max, Rei e Kai si stanno dando da fare per preparasi
al torneo- dichiarò Hilary, sedendosi su una delle
poltroncine della sala.
-Perché, avevi qualche dubbio?- le chiese il capitano
della BBA Revolution.
-No!- gli rispose sorridendo. Era certa che tutti quanti i
suoi amici avrebbero dato il massimo, non c’era sfida di beyblade
che non prendessero seriamente.
-Sono contenta di rivedere i ragazzi- continuò poi,
rivolgendo uno sguardo alla finestra, contemplando il cielo tra il bello e
coperto di marzo.
-Parli in generale…o di qualcuno in particolare?- le
domandò Takao, lanciandole un sorriso malizioso.
-Ma no! Che dici!- ribatté lei,
arrossendo fino alla punta dei capelli.
Daichi e il Professore si scambiarono
uno sguardo interrogativo. Cosa intendeva dire l’amico? Hilary
prese a giocare con le sue mani, in segno di nervosismo, tenendo gli occhi
abbassati. Odiava sentirsi in imbarazzo ma non poteva
farci niente se il suo cuore prendeva a correre all’impazzata al solo pensiero.
Al solo pensiero di lui. Quanto tempo era ormai che non lo vedeva? Sei mesi? Da
quando era tornato in Russia per allenarsi con la sua squadra.
Kai…finalmente lo avrebbe rivisto. Un
dolce sorriso comparve sulle sue labbra…
Intanto, tre piani sopra di loro, qualcuno non poteva
permettersi di sorridere. Il presidente Daitenji nel
suo ufficio non riusciva a tenere nascosta la sua preoccupazione. In fondo, tra
quelle quattro mura era da solo, perciò non aveva motivo per costringersi a
comportarsi diversamente. Nessuno sarebbe potuto venire a conoscenza della sua
agitazione.
Immerso nei suoi pensieri, lo squillo del telefono lo fece
sobbalzare. Si riscosse e si affrettò a rispondere.
-Buongiorno Presidente, spero di non disturbarla- una voce
roca fece eco all’altro capo del filo. –Sono il…-
-So chi è. L’ho riconosciuta- rispose Daitenji
prima che l’altro potesse concludere la frase.
-Volevo avvertirla che la mia squadra arriverà
sabato prossimo a Buenos Aires-
-Bene. Provvederò ad accoglierla personalmente-
-Le sono grato per questo, e anche per…lo strappo alla
regola che ci ha concesso- fece lo sconosciuto, cordiale. Passò un attimo di
silenzio prima che continuasse:-So di averglielo già
detto, ma è di vitale importanza che lei non faccia parola a nessuno di questa
storia…almeno per il momento-
-Si…stia tranquillo. Non dirò niente- sospirò il
presidente con aria stanca.
-Siamo d’accordo allora. Ci sentiremo presto, Presidente.
E mi dispiace davvero di doverla caricare di un simile peso. Arrivederci-
-Arrivederci-Daitenji
abbassò il ricevitore, senza abbandonare la sua preoccupazione. Quella
preoccupazione dovuta al fatto di non poter rivelare il vero motivo per cui la “Sfida ai Campioni” si sarebbe svolta proprio a
Buenos Aires. L’America Meridionale non aveva mai ospitato un torneo importante
di beyblade, ed era giusto far conoscere a tutto il
mondo come questo sport si svolgesse a livello
agonistico. O almeno questa era la dichiarazione ufficiale…quella che lo stesso
presidente della BBA aveva dichiarato alla televisione. Ma non era la verità.
Daitenji si alzò dalla sua poltrona,
dirigendosi verso la finestra per osservare la gente che passava in strada.
Aprì i vetri e un leggero vento si infiltrò nella stanza andando a disturbare
le pagine di un vecchio giornale poggiato sopra la scrivania. L’anziano signore
lo stava leggendo prima di rispondere al telefono, come faceva ormai da giorni.
Sempre lo stesso articolo.
In alto sul lato sinistro portava la data del giorno in
cui era stato stampato. Risaliva a dieci anni prima. E sulla prima pagina,
appena sotto la testata, un titolo spiccava tra gli altri:
Dottor V. a piede libero! Evade questa notte dalla
“Clinica Psichiatrica del Minnesota”.
Salve!!! Eccomi di nuovo qui con il primo capitolo (dopo il
prologo) della mia fic!!! E’ un capitolo un po’ di introduzione e che mi è
venuto anche un po’ lunghetto!!! Quindi, se non vi addormentate prima ^^’,
mandatemi qualche commento e ditemi che ne pensate!!! Qui si comincia a dare un
primo accenno alla storia vera e propria!! Spero vi piaccia!!!!^^
Alla fine i ringraziamenti!!
***
La quiete prima della tempesta
Aeroporto internazionale di Ezeiza. Persone che salivano e
scendevano dagli aerei, altre che correvano perché rischiavano di perdere il
proprio volo, altre ancora che guardavano confusamente i tabelloni in cerca del
loro imbarco.
Daichi non rientrava in nessuna di queste categorie; seduto su una
delle scomode poltroncine della sala d’aspetto cercava di riprendersi dal lungo
viaggio appena affrontato. Il pallore del suo viso non prometteva nulla di
buono.
Si portò le mani sullo stomaco, aveva una nausea tremenda. Non era
abituato a volare in aereo, e anzi detestava farlo. Il Professore, accanto a
lui, cercava di farlo riprendere, mentre Takao e Hilary sembravano cercare
qualcuno tra la folla.
-Non capisco…il loro aereo doveva atterrare venti minuti prima del
nostro. Dovrebbero essere già qui- dichiarò il moretto, lasciandosi andare
stancamente su una sedia.
-Forse il volo ha fatto ritardo-
-Forse- annuì alle parole dell’amica. Si
stiracchiò e si lasciò andare ad un sonoro sbadiglio. Il viaggio in aereo era
stato molto lungo e spossante.
-Ehi, Takao!- una voce lo risvegliò dal suo stato di torpore.
Sollevò gli occhi e vide un biondino venirgli incontro che si stava sbracciando
per salutarlo.
-Max!- esclamò allora, scattando in piedi.
-Takao! Quanto tempo!- l’americano saltò praticamente addosso
all’amico, facendolo cadere a terra.
-Si…anche io sono contento di vederti, ma mi stai soffocando!-
-Oh, scusa Takao- il blader della Tartaruga Nera lasciò andare il
collo del compagno, permettendogli di rialzarsi.
Si guardarono negli occhi qualche secondo prima
di scoppiare entrambi a ridere. L’entusiasmo di Max era come al
solito contagioso. D’altra parte non si vedevano da mesi. Avevano molte cose da
raccontarsi e l’argomento principale ruotava ovviamente intorno al motivo per cui erano venuti fino in Argentina: l’ormai imminente
“Sfida ai Campioni”.
Il nuovo torneo preannunciava scintille, le squadre che erano
uscite vittoriose dalle fasi preliminari sembravano essere tutte di altissimo
livello.
-Allora, hai fatto buon viaggio, Max?- gli domandò Hilary
sorridendo.
-Si, grazie! E tu come stai, Hilary? Diventi ogni giorno più carina!- esclamò, rispondendo all’amica.
-Grazie- mormorò lei, arrossendo lievemente.
-Eh, Max…lasciatelo dire…ho paura che tu abbia bisogno di un paio
di occhiali!- il capitano della BBA Revolution diede una pacca sulla spalla del
biondino, con aria compassionevole.
-Scusa, cosa intendi dire con questo?!-
gli chiese la ragazza, con un pugno minacciosamente vicino al suo naso e gli
occhi che saettavano fuoco.
-Niente, niente! Scherzavo!- si difese il moretto mettendo le mani avanti, preso dal panico. Sapeva fin troppo bene
quanto Hilary potesse fare male quando si arrabbiava.
L’aveva sperimentato più volte sulla sua pelle e non aveva voglia di ripetere
l’esperienza.
-Vedo con piacere che siete tutti in ottima forma!- la voce del
presidente Daitenji si fece largo tra la folla.
-Presidente!- esclamarono in coro i presenti.
-Beh, proprio tutti non direi…- disse Takao, facendo un segno
verso Daichi. Il ragazzino stava lentamente riprendendo un colorito normale, ma
la smorfia delineata sulla sua bocca lasciava intendere che la nausea non lo aveva ancora abbandonato.
-Che peccato! In queste condizioni non ci sarà gusto a sbattergli
in faccia quanti avversari in più di lui avrò stracciato!- dichiarò Rick,
avvicinandosi al gruppo. Dietro di lui comparve anche il resto della squadra
americana, rimasta indietro; non erano riusciti a tenere il passo con Max, che
appena sceso dall’aereo si era precipitato di corsa verso la sala d’aspetto
dell’aeroporto, dove avrebbe dovuto trovarsi la squadra di Takao.
-Sogna bello! Vincerei anche se fossi
ridotto peggio!- ribatté il piccolo blader, scattando in piedi e puntando il
dito contro l’americano. Sembrava che avesse recuperato tutte le energie in un
solo istante.
-Ah, davvero? Lo vedremo, pidocchio!- grugnì Rick, con la sua
solita impulsività.
-Basta adesso! Non è il caso di litigare!- li riprese Emily,
cercando di impedire che i due dessero spettacolo nel bel mezzo dell’aeroporto.
-Siamo alle solite!- esclamarono Micheal e Eddy
rassegnati, pur non trattenendo un sospiro divertito.
L’allegria del gruppo non riuscì però a
contagiare Daitenji, che pareva preso da altro. Guardava continuamente
l’orologio, come avesse in programma un appuntamento
importante al quale non poteva fare tardi, e subito dopo, quasi meccanicamente,
sollevava gli occhi sui tabelloni degli arrivi degli aerei. Sembrava molto
impaziente.
-Qualcosa non va, Takao?- il ragazzo si voltò verso il professor
Kappa.
-No, tutto bene…è solo che…- gli rispose, fissando il presidente
della BBA. Aveva notato il suo strano modo di fare.
Scossa la testa. –No, niente!- continuò ridacchiando, pensando che
si trattasse solo di una sua impressione. –Forza! Che aspettiamo ad andare in
albergo? Sto morendo di fame!-
-Il pullman che vi porterà in hotel vi aspetta fuori
dall’aeroporto, ragazzi- li informò Daitenji.
-Lei non viene con noi, Presidente?- gli domandò il Professore.
-No, purtroppo ho ancora delle cose da fare, le ultime formalità
del torneo, sapete…- rispose evasivo con un sorriso tirato, prima di aggiungere
che li avrebbe raggiunti più tardi direttamente in albergo.
-Oh…d’accordo, allora-
Daitenji guardò i ragazzi allontanarsi e solo quando sparirono tra
la folla, diretti verso l’uscita dell’aeroporto, si decise a muoversi. Lesse
per un’ultima volta il tabellone dei voli e si diresse verso l’imbarco 14, dove
il prossimo aereo sarebbe dovuto atterrare alle undici
e quarantacinque. Mancava poco meno di mezz’ora.
Sul pullman Hilary teneva la fronte poggiata al finestrino, mentre
fissava l’acqua del Rio de la
Plata scorrere lenta sotto il ponte che stavano
attraversando. Il Dazzler Tower, l’hotel presso il quale avrebbero alloggiato
durante il periodo delle gare, si trovava al centro di Buenos Aires, a non più
di venti minuti dall’aeroporto di Ezeiza. Erano quasi arrivati.
La ragazza continuava a torcersi nervosamente le mani, come fosse preda di una grande agitazione.
-Ehi, Max! Sai quando arriveranno gli
altri?- Takao, che le era accanto, si era voltato verso il sedile dietro di
lui, dove si trovava l’americano.
-So che Rei e i suoi compagni arriveranno nel pomeriggio…mentre
la squadra di Kai dovrebbe già essere in albergo a quest’ora!-
-Fantastico! Non vedo l’ora di incontrarli!- esclamò il moretto,
tornando a spaparanzarsi comodamente al suo posto.
Hilary trasalì appena. Eccolo il motivo della sua agitazione…Kai…pensò. A breve lo avrebbe rivisto
dopo mesi. Il suo cuore prese a battere più forte,
mentre sentiva una strana morsa intrappolarla tra il petto e lo stomaco. Sapeva
che era stupido, ma non poteva impedirlo. Kai non era a conoscenza di quello
che lei provava nei suoi confronti, ed era convinta che non l’avrebbe mai
ricambiata. D’altra parte come avrebbe potuto? Lei era solo una ragazzina
qualunque un po’ rompiscatole, come spesso la definiva Takao. Lui invece era
bello, forte, orgoglioso, e sembrava del tutto estraneo ai sentimentalismi.
Sapeva che la cosa migliore da fare era dimenticarlo, ma le
risultava impossibile riuscirci se i suoi occhi la tormentavano ogni sera prima
di addormentarsi. Le comparivano davanti in tutta la loro bellezza e
profondità.
Si riscosse quando si accorse che il
pullman non era più in movimento. A quanto pareva erano giunti a destinazione.
Scese dal mezzo ed aspettò che l’autista aprisse il portabagagli per recuperare
le loro valigie.
-Uau! E’ davvero fantastico!- sentì Max esclamare.
Si voltò verso l’albergo, guardandosi intorno. Un grande giardino,
pieno di alberi e piante che in Giappone non si trovavano, circondava
interamente l’edificio. Sulla sinistra una serie di gazebo faceva ombra a dei
tavolini rivolti verso la piscina. Ma la sua attenzione fu catturata da
qualcosa oltre la grande vasca d’acqua: appeso al ramo robusto di un albero
grazie a due catene d’acciaio, un divano a dondolo in
legno oscillava appena, sospinto dal vento. Hilary lo trovò subito molto
carino. Sapeva già dove si sarebbe rifugiata la sera quando
aveva voglia di starsene un po’ da sola.
Tornò a spostare l’attenzione sulla facciata dell’hotel.
L’entrata, preceduta da una piccola scalinata, era costituita da una porta a
grandi vetrate, così da mettere subito a nudo l’eleganza della spaziosa hall
dell’albergo.
-Pare che Daitenji non abbia badato a spese!- dichiarò il
Professore.
-Già, è davvero bello…- disse Takao, avvicinandosi con aria
infastidita.
-Cosa c’è? Non ti piace?-
-Si, mi piace Prof…ma mi piacerebbe di
più se non dovessi portarmi dietro questo peso morto!- si lamentò, accennando a
qualcosa dietro di lui. Daichi infatti, dormiva sulla
sua schiena, con la testa pesantemente poggiata alla sua spalla. Il ragazzino,
sfinito dal lungo viaggio, si era addormentato sul pullman e nemmeno le urla
del suo capitano erano riuscite a svegliarlo quando
erano giunti in albergo. Così aveva dovuto caricarselo in spalla.
-Il viaggio deve averlo proprio stremato- osservò Emily.
-Già…Daichi si sente male appena mette piede su un aereo- concordò
Hilary.
-Ah ah! Il piccoletto è una palla al piede anche quando dorme!-
esclamò Rick, divertito.
-Dai, andiamo scimmione!- Micheal lo richiamò dandogli una pacca
sul braccio. –Sono stanco, ho voglia di farmi una dormita come si deve!-
-Il solito pappamolle!-
-Farò finta di non aver sentito- replicò l’altro tra i denti. –Tu
non vieni Max?- domandò, rivolgendosi al biondino.
-Arrivo subito!- Max si voltò verso la BBA. –Ci vediamo più tardi
ragazzi!- li salutò, seguendo la sua squadra dentro l’hotel.
-Beh…andiamo anche noi- disse Takao, trasportando il suo compagno
di squadra.
Hilary si offrì di andare a prendere la chiave della stanza,
mentre i ragazzi la aspettavano all’ascensore. Li raggiunse pochi minuti dopo,
giusto in tempo per vedere Takao perdere la pazienza. Il blader infatti, stufo di continuare a chiamare Daichi invano e di
fargli da balia, lo lasciò andare a terra senza troppi complimenti.
-Ah! Ora mi sento molto più leggero!- dichiarò ridacchiando.
-Ahia!-
Daichi aprì gli occhi di colpo, massaggiandosi il fondoschiena.
Nonostante il pavimento fosse ricoperto interamente da moquette aveva ricevuto
una bella botta. Sollevò lo sguardo, ancora intontito, incontrando quello del
suo capitano, che lo fissava dall’alto in basso con un’espressione palesemente
infastidita.
-Che è successo? E perché sono qui a
terra?- domandò confuso. –Takao! Scommetto che è colpa tua!- sbraitò l’attimo
dopo, riprendendosi dal colpo.
-Colpa mia?! Che ci posso
fare se non ti svegli nemmeno con le cannonate?- ribatté il moretto.
Hilary sospirò. Da che pulpito veniva la predica. Scambiò uno
sguardo d’intesa con il Professore; non sarebbero mai cambiati.
-A quanto pare avevo ragione! Solo voi potevate fare
un tale chiasso- una voce impostata richiamò la loro attenzione.
-Kai!- esclamarono in coro Takao e Daichi, voltandosi verso le
scale accanto all’ascensore. Il russo scese l’ultimo gradino e squadrò i
ragazzi con un sorrisino appena accennato.
-Le vostre urla si sentono fino alla nostra camera-
-Kai, vecchio mio! E’ un sacco di tempo che non ci vediamo! Come
te la passi?- gli chiese allegro Takao, avvicinandosi
al blader con il braccio alzato e il palmo della mano aperto, come a voler
battere un cinque.
-Sto bene- gli rispose incrociando le braccia al petto, freddando
l’espansività dell’amico.
Il giapponese lo fissò in silenzio per qualche
istante prima di tornare a riabbassare la mano. Le sue labbra si
piegarono in un sorriso divertito; in quei mesi Kai non era cambiato di una
virgola.
Ad Hilary per poco non mancò il respiro. Durante il periodo
in cui erano stati lontani, Kai si era alzato di qualche centimetro e il suo
fisico, modellato dai continui allenamenti, aveva assunto tratti più marcati e
adulti, così come i lineamenti perfetti del suo viso. Anche i capelli gli si
erano un po’ allungati. Era semplicemente bellissimo.
Il russo spostò lo sguardo oltre la spalla di Takao e la brunetta
si ritrovò intrappolata nell’abisso delle sue iridi ametista. Avrebbe potuto
perdersi nei suoi occhi magnetici per l’eternità.
-Ciao…Kai…- disse, facendo un enorme sforzo per non far tremare la
voce, mentre pregava con tutto il cuore che il rossore comparso sulle sue gote
non fosse troppo evidente.
-Quindi Kai aveva ragione. Erano vostri gli schiamazzi che
arrivavano fino al secondo piano- accanto al blader
dell’Aquila Rossa si materializzò il capitano della Neoborg.
-Yuri!- esclamò Daichi, infervorandosi. –Finalmente avremo di
nuovo la possibilità di dimostrare chi tra noi due sia il migliore! E stai
sicuro che questa volta sarò io a vincere!- sembrava che ormai avesse
recuperato tutte le energie che il lungo viaggio in aereo gli aveva sottratto.
-Lo vedremo, piccoletto!- ridacchiò l’altro, sicuro di sé,
ricordando come lo scontro fosse finito in parità nella finale del terzo
campionato mondiale.
-Beh, ragazzi…non so voi, ma con tutto questo lusso mi è venuta
voglia di andare a vedere la nostra stanza!- dichiarò Takao, mentre le porte
dell’ascensore si aprivano al piano terra.
-Ci si vede!- fece poi, rivolto a Yuri e Kai. Con quest’ultimo
scambiò uno sguardo d’intesa. Nessuno dei due parlò ma
era come se si fossero detti le stesse cose che poco prima si erano detti anche
Daichi e Yuri.
Hilary seguì i ragazzi dentro l’elevatore. Si era ripresa
dall’imbarazzo, ma passando vicino a Kai non poté fare
a meno di cercare nuovamente i suoi occhi, per un attimo. E per un attimo i
loro sguardi si incrociarono ancora, un attimo che bastò per farle perdere
l’equilibrio sulla soglia tra lucidità e irrazionalità.
Era ancora immersa nel mondo dei sogni quando
l’ascensore si fermò al secondo piano e il Professore le chiese il numero della
stanza che gli era stata assegnata.
-Hilary? Sei tra noi?- le domandò sventolandole una mano davanti
agli occhi, dato che la sua amica non gli aveva risposto.
-Come? Hai detto qualcosa, Prof?- chiese confusa, risvegliandosi
all’improvviso dal suo stato assorto.
-Ti ho chiesto qual è la nostra stanza…ma
tu sembravi avere la testa tra le nuvole!-
-Già…la nostra Hilary era nel mondo dei sogni!- esclamò Takao.
–D’altra parte ha appena incontrato…ouch!- una gomitata nello stomaco da parte
della brunetta gli impedì di concludere il discorso.
-Ha appena incontrato?- ripeté il
Professor Kappa.
-Nessuno! Non ho incontrato nessuno!- si affrettò a rispondere la
ragazza, sorridendo nervosamente. –E tu…un’altra parola e sei morto!- disse a
denti stretti, rivolgendosi al moretto, che per tutta risposta scoppiò a
ridere.
-Muoviamoci…la nostra stanza è la 212- continuò poi, cercando di
cambiare argomento.
Takao le si affiancò. –Sai, io penso
che…-
-Non hai capito cosa ho detto? Un’altra parola e sei morto!-
ribadì la minaccia, indirizzando al blader uno sguardo truce. Avrebbe fatto
davvero paura se le sue guance non fossero state tinte di rosso.
-D’accordo, scusa- si rassegnò il ragazzo, alzando le mani in
segno di resa.
La loro stanza sembrava un vero e proprio appartamento. La porta
d’ingresso si apriva su un saloncino con vista sul giardino, arredato con
tavolo, televisione, divano e tanto di quadri appesi alle pareti. Nella parte
sinistra era collocato il bagno, mentre a destra c’erano altre due camere.
-Uau! Ragazzi, questa si che è vita!-
esclamò Takao, gettandosi comodamente sul sofà. Si stiracchiò sbadigliando
sonoramente, facendo chiaramente intendere che tutto quel comfort gli era più che gradito.
-Eh eh! Puoi dirlo forte!- la voce di Daichi risuonò da una delle
due camere. Il rossino si era già precipitato sul letto, prendendo a saltarci
sopra come a testare la comodità del materasso.
*
-Fratellone Eiji! Sei proprio un gran maleducato!-
Il ragazzo si voltò verso la voce che per sua sfortuna, come lui
si lamentava di solito, conosceva fin troppo bene.
-Si può sapere cosa vuoi adesso?- ribatté scocciato, mentre
raccoglieva il suo zaino da terra. La ragazza gli si avvicinò fin quando non gli fu di fronte, sollevando la testa per
guardarlo negli occhi; gli arrivava a malapena alle spalle.
-Cosa voglio? Se fossi un gentiluomo aiuteresti una dolce ragazza
in difficoltà a portare il suo bagaglio- gli rispose indicando una valigia blu
di dimensioni notevoli, poco distante da loro.
Eiji si portò una mano alla fronte, appena sopra gli occhi, come
stesse scrutando in lontananza in cerca di qualcosa. –Che strano…- fece
all’improvviso. –Vedo la valigia ma non vedo la dolce
ragazza in difficoltà-
La giovane incrociò le braccia al petto, rivolgendogli un’occhiata
torva. –Non sei divertente- disse seccamente.
-Trovi? Io invece dico di si- ridacchiò
l’altro.
-Dai, fratellone! Portami la valigia! E’ pesante! Ti prego, ti
prego, ti prego!- lo supplicò la sorella.
-Potevi fare a meno di portarti dietro mezza casa, Sae!- la
rimproverò.
-Uffa! Fratellone Shun! Eiji è cattivo con me!- Sae mise il
broncio come una bambina di cinque anni, fingendosi offesa, mentre si
aggrappava al braccio di un terzo ragazzo, che sembrava essere il più grande
tra i tre.
-Piantatela voi due! Possibile che dovete litigare per ogni cosa?-
chiese in modo retorico, senza neppure rivolgere lo sguardo ai fratelli. La sua
attenzione infatti era concentrata sulla folla che
popolava la sala d’aspetto dell’aeroporto. In fondo era abituato alle liti tra
quei due.
Shun sospirò, chiedendosi perché non fosse nato figlio unico.
C’erano volte in cui i suoi fratelli andavano d’amore e d’accordo, ma queste
erano tante quante quelle in cui si sarebbero volentieri scannati a vicenda. E
in quelle occasioni ovviamente spettava a lui impedire che ciò accadesse. Si era
davvero stancato di dover fare il baby-sitter. Anche se Eiji e Sae avevano
rispettivamente uno e due anni meno di lui a volte si
comportavano come bambini dell’asilo. Lui al contrario sembrava molto più
maturo dei suoi diciotto anni.
-Voi dovete essere i ragazzi mandati da Silkwood, giusto?- una
voce non più giovane interruppe i tre ragazzi.
-Lei è il signor Daitenji- dichiarò Shun. Anche il fratello e la
sorella smisero di litigare e si fecero seri.
Come gli era stato detto era venuto ad accoglierli il presidente
della BBA in persona.
-Silkwood si scusa ancora per il disturbo che le è stato arrecato,
e ci tiene a farle sapere che cercherà di venire qui a
Buenos Aires appena possibile- continuò il giovane.
Daitenji gli rivolse un sorriso, cercando di mascherare la
preoccupazione. -Andiamo in albergo, mi racconterete tutto con calma-
*
-Ragazzi! Sembra di essere in vacanza!- Takao poggiò il suo succo
d’ananas sul tavolino, poi si stese comodamente sul lettino. Intrecciò le mani
dietro la testa pensando che fosse un peccato non aver portato il costume da
bagno: si sarebbe volentieri fatto un bel tuffo in piscina. Nonostante fosse
marzo in Argentina il clima era piuttosto mite. Pareva di essere sul finire
dell’estate e l’inizio dell’autunno. D’altra parte si trovavano nell’emisfero
australe.
-Ma non siamo qui in vacanza, Takao! Ti ricordo che tra due giorni
comincerà il torneo! Non sarebbe meglio se ti allenassi, invece di star qui a
poltrire?- lo rimproverò il Professor Kappa.
-Rilassati Prof! Siamo appena arrivati!- il blader si rotolò su un fianco, dando le spalle all’amico, facendo
chiaramente intendere che non si sarebbe smosso di lì tanto presto.
-E poi non devi preoccuparti. Io e il mio Dragoon sconfiggeremo
tutti gli avversari che ci troveremo ad affrontare!-
-Vedo che sei sempre sicuro di te, Takao!- una voce familiare alle
sue spalle lo costrinse di nuovo a voltarsi.
-Rei!- esclamò, mettendosi a sedere. –Quando sei arrivato?-
-Pochi minuti fa- gli rispose il cinese con un sorriso. Sorriso
che si propagò anche sulle labbra di Takao. Finalmente i suoi amici erano
arrivati, e in poco meno di due giorni si sarebbe dato il via all’apertura del
nuovo torneo. Il suo spirito battagliero aveva già preso a scalpitare
impaziente.
-Ciao!- Mao, l’unica ragazza della squadra cinese, si avvicinò ad Hilary, fino a quel momento rimasta ad osservare in
disparte i due blader che discutevano dei prossimi incontri.
-Ciao Mao! Come stai?- le domandò la brunetta, distogliendo
l’attenzione da Takao e Rei.
-Bene, grazie- replicò la giovane stiracchiando le braccia. Il
lungo viaggio fino in Argentina le aveva intorpidito i muscoli.
-Ti va di accompagnarmi a vedere la camera?- continuò la blader,
allegra. –Mio fratello e gli altri stanno pensando a portare i bagagli. Così mi
evito la sfacchinata! Sai, la mia valigia pesa un quintale!-
-Non peserebbe così tanto se evitassi di portarti dietro mezza
casa!- ribatté Rei, lanciandole un’occhiata.
-Ho portato solo l’essenziale!-
-Si, lo immagino- rispose il blader della Tigre Bianca con un
sospiro divertito, per niente convincente.
-Antipatico!- Mao gli fece una linguaccia scherzosa prima di
prendere sottobraccio Hilary e trascinarla con sé dentro l’albergo.
-Uffa! Sempre con questi luoghi comuni che le ragazze portano con loro molti bagagli quando partono!- si lamentò
la blader.
-Beh, nel tuo caso non è del tutto falso!- ridacchiò la
giapponese. Con lo sguardo voltato verso l’amica non si accorse della persona
che veniva verso di lei in direzione opposta, e a cui
finì praticamente tra le braccia.
-Mi scusi, non l’avevo vist…- quando
Hilary sollevò il viso non riuscì a completare la frase, rimanendo quasi
incantata dagli occhi dello sconosciuto con cui si era scontrata. Non ne aveva
mai visti di un verde tanto intenso, parevano gli smeraldi che venivano incastonati negli antichi gioielli che si
tramandavano le famiglie reali di generazione in generazione.
Il ragazzo le sorrise dolcemente, facendole segno di non
preoccuparsi.
-Uau! E’ veramente carino!- commentò Mao, appena lui si fu
allontanato. La giapponese si voltò a guardarlo e dovette dar ragione alla
compagna. Quel ragazzo era davvero carino. Fisico atletico, capelli
biondo cenere, molto corti, fissati con il gel in maniera fintamente
disordinata, donavano particolarmente alle sua pelle abbronzata, che sotto i
raggi del sole rifletteva di un debole color ambra.
Lo sconosciuto infilò una mano nella tasca dei jeans estraendone
un cellulare argentato, che portò subito all’orecchio. Evidentemente qualcuno
lo aveva appena chiamato.
Hilary continuò ad osservarlo per qualche istante
mentre parlava al telefono. Anche i lineamenti del suo viso erano
perfetti, parevano privi di qualsiasi irregolarità, eppure apparivano
tutt’altro che rigidi; anzi gli conferivano una delicatezza difficilmente
riscontrabile nel volto di un ragazzo.
L’opposto di una persona
di mia conoscenza…pensò.
Stava per andarsene quando il ragazzo sollevò lo
sguardo, incontrando nuovamente il suo. Gli occhi del giovane indugiarono su
Hilary qualche secondo finché non distolse l’attenzione da lei, come se nulla
fosse. Si diresse verso la hall dell’albergo,
scomparendo all’interno nello stesso modo in cui era apparso, mentre continuava
a parlare al telefono.
-Conosci quel ragazzo?-le chiese Mao.
-Come?- la domanda lasciò la ragazza sconcertata. –Io…no…no, non
l’ho mai visto prima-
-Ah…peccato- fece l’amica sollevando le spalle, mal celando però
un pizzico di delusione.
*
-Uffa! Ma perché sempre io?- si lamentò Takao dando un calcio ad
una lattina vuota, facendola rotolare a qualche metro di distanza da lui.
Si sedette su una panchina, sbuffando infastidito. –Non sono mica
il baby-sitter di quel pidocchio, io!-
Il Professore gli aveva chiesto di andare a cercare Daichi, dato
che uscito dall’hotel non era ancora rientrato, e si stava avvicinando la sera.
Forse si era perso. D’altra parte Buenos Aires non era certo una città piccola.
Non avrebbe dovuto andarsene in giro allo sbaraglio da
solo.
Strano però…le scimmie
dovrebbero avere un buon senso dell’orientamento…credo…Takao ridacchiò tra sé. Quel ragazzino
a volte era una vera e propria fonte di guai. In alcuni momenti lo avrebbe
volentieri strozzato. Anche Hilary ora passava molto più tempo a litigare con
lui che con il blader del Drago Azzurro, come era invece prima che il rossino
facesse la sua comparsa.
Estrasse Dragoon dalla tasca e se lo rigirò tra le mani. Doveva
ammettere però che senza il suo prezioso aiuto difficilmente sarebbe arrivato a
vincere l’ultimo campionato mondiale di beyblade.
Si alzò in piedi e lanciò il suo beyblade, guardandolo ruotare
velocemente su se stesso, mentre un sorriso comparve sul suo volto. Lui e
Daichi formavano un’ottima squadra, e non vedeva l’ora di dimostrarlo al
prossimo torneo, ormai imminente.
Sollevò gli occhi verso il cielo, il sole stava quasi per
tramontare. Di lì a poco sarebbe calata la sera.
Tornò a spostare l’attenzione su Dragoon, ma i suoi occhi furono
catturati da un improvviso luccichio vicino alla trottola bianca. Si avvicinò,
raccogliendo da terra quella che aveva tutta l’aria di essere una catenina
d’argento con agganciato un piccolo ciondolo. Probabilmente qualcuno l’aveva
persa.
Si guardò intorno, la catenina ancora in mano. Il parco si stava
pian piano sfollando, e non gli sembrava ci fosse qualcuno alla ricerca di
qualcosa che potesse aver perso.
Diede un’ultima occhiata distratta al ciondolo prima di riporlo
nella tasca e recuperare il suo Dragoon. Doveva sbrigarsi a trovare Daichi,
l’ora di cena si stava avvicinando e il suo stomaco lo avvertiva chiaramente,
visto che aveva cominciato a brontolare.
-Ciao!- una misteriosa figura gli comparve davanti, quasi fosse caduta dal cielo, facendolo indietreggiare per lo
spavento.
-Da dove salti fuori? Mi hai fatto prendere un colpo!- ribatté
Takao, portandosi una mano al petto, come a voler assicurasi che il suo cuore
non si fosse fermato.
Una ragazza davanti a lui, gli sorrideva divertita. Poi indicò
qualcosa sopra di lei.
Il blader alzò gli occhi notando solo allora la presenza di un
grande albero in fiore. Tornò a riabbassare lo sguardo, incerto.
-Stavi sull’albero?- le domandò, sollevando un sopracciglio.
La sconosciuta non gli rispose ma
continuò a sorridere. Takao la osservò esitante. Era una ragazza minuta, dalla
pelle chiarissima in netto contrasto con i capelli neri che, corti e scompigliati,
le ricadevano ai lati del viso dandole un’aria sbarazzina. Una treccina
decorata da perline e piccole piume colorate le scendeva da dietro l’orecchio
sinistro fino a toccarle la spalla, mettendo subito in risalto l’eccentricità
del suo look. Indossava una maglietta dai colori vivaci che all’altezza
dell’ombelico terminava in frange di varia lunghezza. Un foulard arancione
fungeva da cinta intorno ad una gonna jeans a pieghe molto corta, sotto la
quale portava un paio di fuseaux neri che le arrivavano appena sopra le
caviglie. Un paio di scarpe da ginnastica bianche e numerosi bracciali ai polsi
completavano l’effetto complessivo. Era molto carina.
-Tu sei Takao Kinomiya, vero?- chiese.
-Mi conosci?- ribatté il moretto, sorpreso.
-Sei il campione di beyblade! Il campione del mondo in carica!-
Quelle parole gonfiarono l’orgoglio di Takao che prese a
pavoneggiarsi come suo solito. –Sono davvero famoso in tutto il mondo! La mia
fama è arrivata anche qui da voi!- esclamò intrecciando le mani dietro la testa
e cominciando a ridere compiaciuto.
-Veramente io sono giapponese. Vengo da Yokohama- dichiarò la
sconosciuta.
-Ah…davvero?- chiese il blader, fissando imbarazzato la persona
che gli stava di fronte. In effetti quella ragazza
aveva i tratti del viso e il taglio degli occhi tipicamente orientali. Arrossì
notando quel particolare.
-Eh eh eh…- fece, cercando di riprendersi
dalla figuraccia appena fatta. –E come mai ti trovi a
Buenos Aires?- le domandò, tornando serio, affrettandosi a sviare il discorso
da un’altra parte.
-Sono in missione segreta…ma non dirlo a
nessuno!-la giovane si portò un dito davanti alla bocca, in segno di silenzio,
e gli strizzò l’occhio.
-In missione segreta?- ripeté il ragazzo, con un tono che lasciava
intendere che di certo quella era una tra le ultime risposte che si aspettava.
-Già…ho visto che hai raccolto il mio ciondolo- la moretta indicò
la tasca di Takao. –Posso riaverlo, per favore?-
-Ah…si…- biascicò il blader, infilando meccanicamente una mano
nella tasca dei pantaloni. Guardò il ciondolo per un’ ultima
volta prima di porgerlo alla sua legittima proprietaria. Dunque quel pendente
apparteneva a lei.
La sconosciuta lo ringraziò e si allacciò la catenina al collo.
Sfiorò con le dita il piccolo delfino argentato che vi era agganciato, poi
puntò i suoi occhi scuri in quelli del suo interlocutore, in silenzio, come stesse studiandolo attentamente, causandogli non poco
disagio.
-Che cosa c’è?- chiese infatti, per
scrollarsi di dosso l’imbarazzo.
La ragazza scosse la testa e gli rivolse un gran sorriso. –Ci
vediamo domani!- gli disse prima di voltarsi e allontanarsi di corsa. –E grazie
ancora per il ciondolo! Mi sarebbe dispiaciuto non trovarlo più!-
Takao rimase imbambolato a fissare il punto dove fino a pochi
secondi prima si trovava la moretta.
-Domani?!- esclamò quando ebbe elaborato
la frase che gli aveva rivolto. Fece vagare lo sguardo in lontananza nel parco,
alla sua ricerca. Ma di lei non c’era più traccia.
La sera non tardò ad arrivare. Takao, dopo l’incontro con quella stramba
ragazza, aveva deciso di tornare in albergo, scoprendo con non poca irritazione
che Daichi vi aveva fatto ritorno da un bel pezzo. Aveva vagato per Buenos
Aires per niente.
Hilary sospirò mentre aspettava l’arrivo
dell’ascensore, ripensando all’ennesima litigata dei suoi due compagni.
Probabilmente non sarebbero mai cambiati.
Guardò l’orologio. Non era molto tardi ma
lei si sentiva a pezzi. I postumi del lungo viaggio in aereo cominciavano a
farsi sentire. Sbadigliò sonoramente fino quasi a farsi lacrimare gli occhi,
mentre avvertì qualcuno venirle vicino. Spostò l’attenzione accanto a lei.
-Kai! Ciao…- biascicò impacciata, abbassando prontamente lo
sguardo a terra.
Il russo le lanciò una veloce occhiata, poi si appoggiò al muro
accanto alle porte dell’ascensore, incrociando le braccia al petto senza
proferire parola.
La brunetta lo fissò per qualche istante chiedendosi cosa stesse pensando in quel momento. Immobile quasi come
una statua, occhi chiusi, era praticamente impossibile riuscire a capire cosa
passasse per la testa di quel ragazzo. Per essere una persona piuttosto fredda
e impassibile a volte faceva delle cose del tutto imprevedibili.
Hilary lo vide aprire gli occhi di scatto, e spostarli verso la hall dell’albergo. Seguì anche lei la direzione del suo
sguardo e incontrò il profilo di una figura già nota. Quel verde intenso delle
sue iridi era difficile da dimenticare.
La giovane fu sorpresa di vederlo. Era il ragazzo con cui si era
scontrata quel pomeriggio.
Kai e lo sconosciuto si fissarono per qualche secondo, seri e in silenzio, poi il biondino mosse lo sguardo su Hilary,
rivolgendole un sorriso gentile, facendo colorare appena di rosso la pelle
delicata delle sue gote.
In un attimo le passò accanto e si diresse verso le scale che
portavano alle camere. La brunetta lo vide poi sparire oltre la rampa del primo
piano.
-Conosci quel blader?- le domandò Kai.
-No…- Hilary si voltò verso il russo. Era la seconda persona che
le rivolgeva quella domanda quel giorno.
-Come sai che è un blader?- gli chiese, mentre le porte
dell’elevatore si aprivano accompagnate da uno stonato avviso acustico.
-L’ho visto mentre si allenava- fu tutto
ciò che ottenne in risposta. Ovvia e scontata. Sospirò mentre
varcava la soglia dell’ascensore. D’ altra parte cosa si aspettava?
Si passò una mano tra i capelli, riavviandoseli dietro le
orecchie, cercando di metterli in ordine. Constatò sconsolata che erano un vero
disastro, a suo avviso.
Attraverso lo specchio vide Kai, bello come al suo solito. Chissà
se uno come lui avrebbe potuto trovarla carina…almeno
un po’. A quel pensiero arrossì appena e si voltò verso il blader, ancora
immobile davanti all’ascensore.
-Non vieni?- gli chiese.
Il ragazzo la raggiunse poco prima che le porte automatiche si
chiudessero dietro di lui.
-Se quel ragazzo è un blader, allora forse parteciperà anche lui
al torneo di dopodomani- rifletté la giapponese.
-E’ probabile. Alcune squadre che ne prenderanno parte alloggiano
in questo albergo- le rispose il compagno.
-Comunque lo scopriremo alla conferenza stampa di domani- aggiunse
poco dopo, laconico, come se la cosa non gli interessasse più di tanto.
La conferenza stampa alla vigilia dell’apertura del torneo.
Daitenji l’aveva indetta per la sera successiva per spiegare in modo definitivo
le regole e l’andamento della “Sfida ai Campioni”. Inoltre sarebbero finalmente
state presentate le squadre che avrebbero partecipato all’evento. Il giorno
seguente le quattro squadre Campioni avrebbero conosciuto le loro avversarie.
-Beh…buonanotte, Kai- gli augurò Hilary quando
fu di fronte alla sua camera.
Il russo le passò accanto fermandosi solo quando
fu a qualche metro di distanza da lei. Si voltò appena a guardarla.
-Buonanotte anche a te, Hilary- ricambiò, prima di dirigersi verso
la sua stanza.
***
E per oggi si termina qui!! Ci risentiamo al prossimo capitolo!!!!^^
Un grazie a tutti quelli che mi hanno seguito!!! E soprattutto a chi ha
commentato:
Padme86: spero che questo
capitolo ti abbia incuriosito ancora di più!!^^ Fammi
sapere!!
Yui00: spero allora di
non deluderti con questo capitolo e con i prossimi!!!^^
HollyShort91: ma allora
sei tu che mi hai mandato l’e-mail!!!^^ Mi fa
piacere!!!^^ Che ne dici di questo primo cap??
Eagle Fire: ecco qui il
seguito!! Forse un po’ lungo ma spero ti sia piaciuto!!^^
Pan Son: davvero hai
letto tutte le mie fic???^^ Grazie, ma mi fai troppi
complimenti!! ^///^ Faccio quel che posso…spero che questo capitolo non ti
abbia deluso!!!^^ Fammi sapere cosa ne pensi!!
Insomma, mi pare di capire che andiamo molto d’accordo sulla coppietta
preferita!!!^^ Che carini insieme!!^^
Redeagle86: sono contenta
che questa storia ti piaccia!!!^^ Dunque, per Takao ti
ho già risposto con una mia recensione, per il resto…beh, KxH ovviamente, non
potrei mai tradirli!!!^^ Ma sarà parecchio intrigata questa fic…aspetto tuoi
nuovi commy allora!!^^
Salve!!!!!!!!!!!!!^^
Eccomi qui ancora con un nuovo frizzante capitolo!! (A
dire la verità l’inizio è un po’ lento, ma era necessario ^^’)…dopo però si fa
(spero!) più interessante!!! In realtà non succede niente di particolarmente
eclatante...il bello comincerà ad arrivare tra poco!!! Questi primi cap.
fungono un pò da introduzione!
Bene, non voglio
annoiarvi oltre quindi vi lascio al capitolo e ci rivediamo direttamente alla
fine!! Buona lettura!!!^^
***
La
vigilia del torneo
La sala “Tierra del Fuego” era gremita
di persone. Entro pochi minuti sarebbe cominciata la conferenza stampa indetta
per celebrare l’apertura del nuovo torneo. Il presidente Daitenji
era impegnato in una conversazione con gli organizzatori della gara, alle sue
spalle un lungo tavolo adornato da numerosi microfoni era sotto l’attenzione
delle telecamere che, sistemate ai lati della sala, sarebbero state pronte a
mandare in onda in diretta il congresso.
Le sedie erano tutte occupate. Giornalisti, tecnici, consulenti
della BBA e le squadre che avrebbero preso parte al torneo erano riuniti in una
sola sala, le quattro squadre campioni prendevano
postonelle prime due file.
Daitenji strinse la mano ad
un uomo in giacca e cravatta e poi si diresse verso il fondo del locale, dietro
al lungo tavolo. Si schiarì la voce prima di cominciare a parlare, richiamando
l’attenzione dei presenti.
Quello che però richiamò l’attenzione di Hilary non fu l’anziano
organizzatore del torneo. Accanto a lui sedevano quattro giovani: una ragazza
molto bella che fissava la folla davanti a lei senza guardare davvero, sembrava
persa nei suoi pensieri; e tre ragazzi alla sinistra della giovane. La
giapponese riconobbe quello centrale all’istante, lo sconosciuto a cui era praticamente andata addosso il giorno prima.
Istintivamente guardò Kai, che seduto
all’angolo opposto della sala sembrava starsene sulle sue come di solito,
ricordandosi quanto aveva detto sul conto di quel ragazzo. Aveva ragione, era
un blader, e avrebbe partecipato alla “Sfida ai
Campioni”.
-Prima di tutto vorrei ringraziarvi per essere qui questa sera, è
bello vedere quante persone siano appassionate a questo bellissimo sport che è
il beyblade- esordì il presidente
della BBA.
Un applauso si levò tra le file dei presenti.
-Immagino che siate tutti impazienti di conoscere le regole di
questo nuovo torneo, per questo cercherò di non dilungarmi troppo in
chiacchiere- continuò Daitenji.
-Prima di passare ad illustrarvi le
modalità di svolgimento di questo scontro innovativo, vorrei però fare una
presentazione speciale-
Un leggero mormorio riecheggiò tra le pareti della “Tierra del Fuego”.
-Vorrei presentare i ragazzi che hanno proposto la sfida, la
squadra dei Revival!- annunciò, accennando ai quattro bladers che sedevano alla sua sinistra.
-Circa sette mesi fa ho ricevuto una lettera in cui mi si esponeva
questa proposta: molti ragazzi che intraprendono la strada del beyblade sognano di poter affrontare almeno una volta veri
campioni di questo sport, bladers davvero in gamba,
capaci di dar vita a sfide memorabili e con un talento
fuori dal comune-
-Ehi, sta parlando di noi!- esclamò Takao,
sentendosi chiamato in causa senza ombra di dubbio.
Ridacchiò sommessamente sistemandosi più comodamente sulla sedia, assaporando a
pieno quell’attimo di gloria.
Hilary e il Professore, di fianco a lui, si guardarono a vicenda,
sospirando poi rassegnati.
-Ho voluto conoscere personalmente i mittenti di quella lettera,
ho potuto vedere i loro allenamenti e parlato direttamente con loro. Sapevo che
tutti si aspettavano un quarto campionato mondiale di beyblade,
così come avevo preannunciato, ma l’idea di questa
variante aveva cominciato a farsi prepotentemente spazio tra le possibilità-
-Quando tornai alla sede della BBA decisi
così di parlarne con i miei collaboratori- riprese Dainteji
dopo una breve pausa.
-Abbiamo organizzato delle piccole inchieste non ufficiali per
sondare il terreno, per capire cosa ne pensassero gli appassionati e…beh, se
oggi mi trovo qui un motivo ci sarà, no?-
Una risata generale investì la sala, seguita a ruota da domande che
i giornalisti rivolsero al presidente della BBA.
-Allora ragazzi, cosa ne pensate di questa nuova sfida?- domandò
Rei, approfittando del trambusto momentaneo.
-Io la trovo interessante, Rei. L’importante è che finalmente potremo
di nuovo far parlare i nostri bey. E il mio Dragoon
annuncerà ancora che io sono il migliore!- ribatté Takao,
carico di entusiasmo.
-Sei sempre il solito, Takao!- lo
riprese Max, appoggiandosi sullo schienale della sedia davanti a lui, su cui
era seduto il giapponese.
-Beh, ormai dovresti conoscermi bene, Max!- dichiarò l’altro
mantenendo la sua aria spavalda.
-Già…per mia sfortuna!-
-Cosa?! Come sarebbe a dire?- Takao si voltò verso il biondino. Si guardarono in silenzio
con aria fintamente arrabbiata prima di scoppiare entrambi a ridere.
-Bene, se mi permettete ora vorrei
passare a spiegarvi le modalità di svolgimento di questo torneo- Daintenji riprese con la conferenza, richiamando nuovamente
su di sé l’attenzione dei presenti.
-Le regole della gara in realtà sono molto
semplici- continuò.
-Sentito Takao? Potresti capirle subito
anche tu!- lo provocò Daichi.
-Che cosa hai detto, brutto pidocchio?!-
replicò il giapponese.
-Insomma, volete piantarla voi due?- li rimproverò il professor
Kappa sottovoce, sperando che i suoi compagni non attirassero l’attenzione di
tutti, come loro solito.
-La “Sfida ai Campioni” si svolgerà in due fasi. Le squadre che
hanno passato le fasi di preselezione sono otto in tutto, e ciascuna di loro si
ritroverà a combattere con ognuna della quattro
squadre Campioni almeno una volta.
Ogni match sarà costituito da due incontri, quindi le squadre
partecipanti scenderanno in campo a coppia, proprio come accadeva per lo scorso
campionato mondiale.
Per ogni incontro saranno dati dei punti: due in caso di vittoria,
uno in caso di pareggio e zero in caso di sconfitta.
Le squadre sfidanti avranno una loro classifica, e alla fine le prime tre
squadre della graduatoria avranno diritto a passare alla fase successiva del
torneo; le altre saranno eliminate.
Nella seconda fase le tre squadre che avranno superato la prima
prova si troveranno di nuovo ad affrontare i Campioni con la stessa modalità appena annunciata. Naturalmente chi vincerà più
incontri, e quindi guadagnerà più punti, avrà vinto la competizione.
Per quanto riguarda le squadre Campioni, queste avranno una
classifica a parte, e solo alla fine delle due fasi sapremo quale tra le
quattro è stata la migliore in questo torneo-
Daitneji si schiarì la voce prima di proseguire
il discorso.
-Abbiamo voluto dividere il torneo in due fasi per dare la
possibilità alle squadre sfidanti che si dimostreranno più capaci, superando la
prima prova, di affrontare nuovamente i Campioni con una maggior preparazione,
avendo combattuto contro di loro già una volta. Inoltre i Campioni da una parte
e gli sfidanti dall’altra, si troveranno ad affrontare le stesse squadre, in
modo da rendere gli incontri del tutto imparziali, senza lasciare che sia il
caso a decidere gli accoppiamenti-
Quando Daitenji smise di parlare venne proiettata alle sue spalle, su un monitor che
occupava ben un terzo della parete, una schermata su cui erano indicati i nomi
delle squadre sfidanti partecipanti al torneo, ciascuno accompagnato da una
piccola foto di ogni componente del gruppo, insieme al nome del rispettivo beyblade.
-Queste sono le squadre che hanno superato le preselezioni. Domani
mattina avrà inizio la “Sfida ai Campioni” e sarà comunicato il calendario
degli incontri, che ognuno potrà trovare affisso nell’atrio dello stadio in cui
avrà luogo il torneo-
Con queste parole il presidente della BBA terminò il suo discorso
e fu nuovamente preso dall’assalto dalle domande dei giornalisti, a cui dovette rimettersi.
-Ehi, avete letto il nome della penultima squadra? Guardate un po’
chi c’è!- fece notare Rei.
-Incredibile, non pensavo ci fossero anche loro! Ne è passato di
tempo dall’ultima volta!- fece Takao sorpreso.
Max dovette rileggere più volte quel nome per accertarsi di aver
visto giusto…non era possibile, cosa ci facevano loro lì?
Il biondino fece vagare velocemente lo sguardo su tutta la sala,
come in cerca di qualcosa, con uno strano e improvviso peso sulla bocca dello
stomaco. Poi la vide. Appoggiata allo stipite della porta, con la braccia incrociate al petto, incontrò i suoi intensi
occhi verdi.
Mariam lo salutò con un cenno del capo e un ombra di sorriso sulle labbra, senza smuoversi da quella
sua postura distaccata.
Max ricambiò il sorriso, sorriso che si
andò ad allargare non appena tornò a voltarsi, fissando un punto non ben
definito davanti a lui.
Quando la conferenza stampa terminò la “Tierra del Fuego” cominciò lentamente a sfollarsi. Takao, nei pressi del buffet organizzato appositamente
per la serata, guardava i giornalisti allontanarsi con un’aria soddisfatta, probabilmente
pensando già a cosa scrivere sui loro articoli che sarebbero usciti sul
giornale il giorno successivo.
Vide Daichi abbuffarsi qualche tavolo
più avanti, spensierato e per nulla teso come suo solito, mentre il resto dei
suoi compagni li aveva momentaneamente persi di vista. Probabilmente erano già
rientrati in camera.
Spostò lo sguardo sul presidente Daitenji
che ora stava parlando al telefono. Chissà di cosa discuteva…non sapeva
spiegarsi il perché, ma aveva una strana sensazione addosso, un presentimento
riguardo al torneo.
Prese Dragoon dalla tasca osservandolo
attentamente, come se la piccola trottola potesse dargli una risposta, mentre
addentava una coscia di pollo fritto che un cameriere gli aveva appena offerto
su un vassoio.
Il bit del Drago Azzurro era sempre lì, quieto, al suo posto.
Scosse la testa, forse il suo era semplice nervosismo.
Stava per riporre il beyblade al suo
posto quando qualcuno lo urtò distrattamente, facendoglielo cadere di mano.
-Dragoon!- esclamò, precipitandosi a riprenderlo
qualche metro più avanti, nel punto in cui era rotolato.
Qualcuno però fu più veloce di lui a raccoglierlo da terra.
Appena sollevò lo sguardo, Takao pensò
di avere davanti una visione celestiale. Una ragazza
bellissima, dagli occhi di un verde marino, chiarissimi, lo fissava porgendogli
Dragoon.
L’aveva già vista, seduta accanto a Daitenji,
era l’unica ragazza che faceva parte della squadra dei Revival, quella che
aveva dato il via al nuovo torneo con la sua proposta.
I capelli, fluenti e lisci, di un caldo color rame le
incorniciavano il viso ovale, dai lineamenti perfettamente simmetrici,
ricadendole sulle spalle e poi giù, fino a metà schiena.
Dovette faticare per richiudere la mascella, che nel frattempo gli
era arrivata fin quasi a toccare il pavimento. Da vicino era a dir poco
stupenda.
Senza staccare gli occhi dall’affascinante sconosciuta riprese il
suo beyblade, riponendolo al suo posto nella tasca,
con gesto meccanico.
La rossa gli sorrise. Takao
avvertì i battiti del suo cuore accelerare all’improvviso, come dopo una lunga
corsa. Sentì le guance diventargli bollenti, tingendosi di un colore che nulla
aveva da invidiare al suo giacchetto.
Continuò ad osservarla mentre si
allontanava. Indossava una maglietta leggera a maniche lunghe, azzurrina,
tagliata sulle spalle in modo da lasciargliele scoperte mettendo in risalto la
sua pelle ambrata, e un paio di jeans a vita bassa. Un abbigliamento semplice,
quasi sportivo, eppure ogni suo movimento conferiva al suo fisico slanciato
un’eleganza intrinseca.
Takao ne era rimasto affascinato, il cuore
gli batteva così forte da sentirlo pulsare perfino nelle orecchie.
-Ciao!- una voce dietro di lui, accompagnata da una sonora pacca
sulla spalla, lo fece voltare di scatto, sussultando per lo spavento.
-Come va?- vide una ragazzina dai capelli neri, corti e
scompigliati, salutarlo con la mano con un gran sorriso gioioso sulle labbra.
L’effetto delle perline e piume colorate che decoravano la treccina che le
scendeva giù per un lato del viso era quasi ipnotizzante.
-Ma…ma tu sei…- esordì, dopo averla riconosciuta. Era la ragazza
che aveva incontrato al parco il giorno prima. Non riuscì a nascondere di
essere sorpreso di trovarla lì, nel suo stesso albergo.
-Beh, ti avevo detto che oggi ci saremmo
rivisti, no?- spiegò lei, intrecciando le mani dietro la schiena, continuando a
sorridere.
Quella risposta non cancellò lo stupore di Takao,
al contrario lo incrementò.
-Sai, sono una tua fan…ma volevo anche metterti in guardia-
continuò la mora, cambiando improvvisamente espressione. I suoi occhi si
accesero di un fuoco di sfida.
-Mettermi in guardia?- ribatté l’altro, sempre più confuso.
-Già…io e i miei fratelloni ti daremo del filo da torcere-
-Fratelloni?- ripeté il blader, senza
capirci nulla di quella storia.
-Si…Eiji e Shun. Io invece mi chiamo Sae, e insieme ai miei fratelli faccio parte della squadra
dei Thirdsky-Sae indicò
due ragazzi ai lati della sala, che stavano parlando tra loro. Uno, con i
capelli neri legati in una coda e la pelle chiara come quella della ragazza,
era appoggiato al muro, le braccia incrociate al petto; l’altro, più alto, con
i capelli castano chiaro corti e la carnagione un po’
più scura, teneva le mani in tasca e pareva annoiato.
-Allora…- Takao tornò a fissare la
moretta, facendo mente locale. –Partecipi alla “Sfida ai Campioni”?- domandò
dopo qualche istante.
La blader annuì soddisfatta.
-E quindi sarebbe questa la tua…- esitò prima di continuare.
–Missione segreta?- concluse alla fine, corrugando la
fronte, ricordando la loro conversazione al parco del giorno precedente.
-Uhm…- Sae parve rifletterci su. –Si e no- rispose, tornando a
sorridere.
Il ragazzo la fissò scettico, non capendo se lei lo stesse prendendo in giro o parlava sul serio. In ogni
caso pensò che fosse davvero una persona particolare, chiunque l’avrebbe
giudicata un po’…fuori dagli schemi. Almeno a primo impatto.
-Ho un’ ultima cosa da dirti-
-Cosa?- chiese vedendo la ragazza avvicinarsi. Parlò sottovoce ma
il blader riuscì ugualmente a sentirla dato che gli si era avvicinata all’orecchio.
-Dal vivo sei molto più carino che in televisione!- ridacchiò in
modo innocente, prima di salutarlo e correre via per raggiungere i suoi
fratelli, lasciandolo impalato nel bel mezzo della sala.
*
Hilary contemplava il cielo limpido, lasciandosi quasi rapire da
quella meravigliosa stellata. Da quella parte del mondo riusciva a vedere
costellazioni che non era possibile ammirare dal
Giappone.
Lentamente si faceva cullare dall’oscillare leggero del dondolo,
mentre una fresca brezza serale le accarezzava il viso, insinuandosi dolcemente
tra i suoi capelli che le ricadevano un poco scompigliati sulle spalle.
La conferenza stampa era terminata e la maggior parte degli
alloggianti in albergo si era ritirata nelle loro stanze. In fondo mancava poco
alla mezzanotte. Avrebbe dovuto tornare in camera
anche lei, il mattino seguente si sarebbe dovuta alzare presto. Ma le piaceva prendersi un po’ di tempo per se stessa, per
rimanere da sola con i suoi pensieri. Senza contare che non sarebbe comunque
riuscita a dormire: Daichi e Takao
avrebbero litigato per decidere chi avesse il diritto sul minifrigo, e tra uno
spuntino e l’altro avrebbero passato a discutere dell’imminente torneo per
tutto il tempo, o almeno fin quando Morfeo glielo avrebbe permesso. Il tutto
unito al sinfonico russare del professor Kappa, che avrebbe potuto
tranquillamente addormentarsi ai piedi di un cannone.
Sorrise immaginando la scena. Non c’era da ridire, i suoi amici
erano davvero…particolari. Non era stupido rincorrere delle trottole tutto il
giorno?
Era incredibile quanto la situazione fosse cambiata. All’inizio
erano questi i suoi pensieri riguardo al beyblade. Ma le era bastato poco per ricredersi, per rimanere
affascinata da quello sport. Erano successe un mucchio
di cose in quegli ultimi due anni e mezzo, aveva vissuto mille avventure, e non
tutte propriamente divertenti…anzi. Aveva conosciuto molte persone…e una in
particolare le aveva sconvolto la vita. Le aveva aperto gli occhi sulla realtà,
l’aveva portata finalmente con i piedi per terra. Kai
le aveva fatto smettere di credere nella favole, le
aveva fatto smettere di credere al principe azzurro che arrivava sul cavallo
bianco portandola nel suo magnifico castello. Perchè
quel freddo russo dalla sguardo penetrante non era
certo il ragazzo idealizzato da ogni ragazza. Impassibile, scostante,
terribilmente orgoglioso, testardo…eppure Hilary non riusciva a smettere di
pensare a lui. La brunetta sapeva che in Kai c’era
molto di più rispetto a quello che mostrava. Ammirava la sua grinta e
determinazione, il suo sguardo fiero e forte da combattente che sembrava non
aver paura di niente. I suoi sorrisi, rari e per questo unici, che la facevano
sciogliere.
L’irrazionalità dell’amore.
I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che le si avvicinò, fermandosi a pochi metri di distanza davanti
a lei.
Hilary puntò i piedi a terra, fermando il dondolo e fissando in
silenzio la persona che le si trovava di fronte. Era
il ragazzo biondo con cui si era scontrata il giorno precedente, lo stesso che,
nel corso della conferenza stampa, aveva scoperto partecipare alla “Sfida ai
Campioni” con la squadra dei Revival.
-Ciao-esordì
lo sconosciuto, rivolgendole un sorriso gentile.
-Ciao- rispose la brunetta, incerta.
-Posso sedermi?- le domandò, accennando con il capo al posto vuoto
accanto a lei.
-Si…certo-
Il bladerle si
sedette accanto, dall’altro lato del divanetto. Il legno del dondolo
scricchiolò appena.
-E’ una stellata stupenda questa sera- dichiarò, alzando gli occhi
verso il cielo.
-Già…- anche Hilary sollevò lo sguardo, tornando a fissare le
stelle.
-Ti ho vista alla conferenza stampa-
continuò il misterioso ragazzo, spostando le iridi smeraldo in quelle color
cioccolato della sua interlocutrice.
-E io ho visto te…fai parte della squadra che ha proposto la
“Sfida ai Campioni”, vero?-
-Precisamente. E’ una proposta molto interessante, non trovi?-
domandò con un sorrisino divertito sulle labbra.
-Io trovo che sarà molto difficile
riuscire a battere squadre di cui fanno parte blader
del calibro di Takao, Max, Rei e Kai-
gli rispose. –E anche i loro compagni non sono da meno- aggiunse immediatamente
dopo, immaginandosi Daichi offeso per non averlo
incluso subito nella lista.
-Pensi dunque che non possiamo farcela?- le chiese
per nulla arrabbiato; anzi sembrava ancora più divertito.
-No…penso solo che sarà difficile- ammise lei.
-Bene…questo renderà le cose ancora più interessanti-
Hilary lo vide appoggiarsi allo schienale del dondolo, continuando
a sorridere. Per un momento le ricordò Takao. Anche a
lui piacevano le sfide difficili.
-Al tuo posto Takao avrebbe detto la
stessa cosa- disse infatti, rendendo noti i suoi
pensieri.
-Takao, eh? Il campione del mondo in carica…-
il biondino sembrò riflettere su quell’affermazione per qualche secondo. –Tu
fai parte della sua squadra- concluse poco dopo; non
era una domanda.
-Si, anche se non sono una blader. Però faccio comunque del mio meglio per aiutare la
squadra…ma quell’ingrato di Takao a volte dice che
gli sono solo d’impiccio!- si lamentò, mettendo il broncio, ripensando a tutte
le volte che gli aveva sferrato un pugno in piena faccia per questo.
-Uhm…tu…sei la sua ragazza?- le chiese, facendosi immediatamente
serio.
-Cosa?! Oh, no, no, no! Per carità!- si
affrettò a ribattere la brunetta, non sapendo se rabbrividire o mettersi a
ridere al solo pensiero.
-E’ davvero così terribile?- ora il blader
sembrava incredulo.
-No…è solo che…beh, lui è un mio amico a cui
sono molto affezionata, ma non ci potrebbe essere nient’altro tra noi. Certo
poi ci sono volte in cui bisognerebbe prenderlo a schiaffi, ma questo è un
altro discorso!-
Il ragazzo ridacchiò alla sua affermazione; poi, improvvisamente,
si staccò dallo schienale del dondolo, mettendosi ben ritto a sedere, cambiando
completamente espressione. Sembrava appena essersi ricordato di una cosa
importante.
Si rivolse ad Hilary. –Che stupido sono! Non mi sono ancora presentato! Il mio nome è
Sean…perdonami, sono un vero maleducato- le disse porgendole la mano.
-Ah, no…non fa niente- gli rispose la brunetta titubante,
stringendogliela. Era particolarmente calda, di un calore…rassicurante. Quel
calore che d’inverno, con la temperatura al minimo, si ricerca per sentirsi
meglio, rilassati e di buon umore.
-Io mi chiamo Hilary-
-Hilary…è un nome davvero bello. Si addice
molto alla dolcezza del tuo viso-
Quelle parole colorarono le guance della ragazza di un bel rosso
acceso. –Grazie- gli disse imbarazzata, rifuggendo al suo sguardo.
Sean si alzò dal dondolo spostando poi l’attenzione sui balconi
del terzo piano dell’albergo. Affacciata c’era una bellissima ragazza dai
lunghi capelli color rame, che ora lo fissava con un’espressione dura in viso.
Sembrava arrabbiata.
-Scusami, ma ora devo proprio andare. Con la mia squadra dobbiamo
finire di decidere gli ultimi dettagli per domani e se ritardo
ancora Chantal potrebbe mettermi alla forca-
-Chantal?- domandò Hilary. Poi sollevò anche
lei lo sguardo, incontrando quello verde mare della rossa.
-Già…è il nostro capitano e anche se può non sembrare
ha davvero un pessimo carattere. Chi la conosce sa bene che a volte è meglio
tenersi a distanza di sicurezza- l’espressione di Sean era tra il preoccupato e
il divertito.
Alla giapponese fu difficile credere che una ragazza così bella e
con un’eleganza innata come la sua potesse essere così terribile.
-Mi ha fatto davvero molto piacere conoscerti, Hilary. Spero di
poter godere ancora della tua compagnia-
Sean abbassò lievemente il capo, accennando un inchino, prima di
dirigersi all’interno dell’hotel.
La giovane rimase imbambolata a fissare il punto in cui fino a
poco prima si trovava il biondino. Ma da dove era
uscito quel ragazzo? Sembrava il protagonista dai modi aristocratici venuto
fuori direttamente da un romanzo ottocentesco…
Eccomi come promesso!!! Vi lascio con i ringraziamenti per chi ha letto, e per
chi ha commentato lo scorso cap!!!
Yui00: scusa, pensavo si
era capito il paring principale già dallo scorso cap!! ^^’ Cmq se anche non ti
piacciono le KaixHilary ma
la fic ti piace puoi andare avanti tranquillamente: la
storia girerà soprattutto intorno a loro (è la mia coppietta preferita!!^^),
però non è incentrato esclusivamente su di loro…spazia vari campi!! Mi fa
piacere che alla fine tu abbia deciso lo stesso di continuare a leggere la fic!! E poi un parere diverso
riguardo questo paring e quindi forse un po’ più
oggettivo, può tornare utile!!^^
HollyShort91: penso che
questo cap. abbia un po’ chiarito le idee riguardo il
misterioso biondino, no??^^ Dici che lui e Kai non si
staranno “simpatici”?? Beh, basta continuare a leggere per saperlo!!!^^ (ehehe, sono cattiva e non
dico niente!!!!!) E Kai…beh, è sempre Kai!! XD
Bladegirl: come ho già detto
si è scoperto chi è il biondino…ma…eh, si, c’è sempre un ma…non tutto è come
sembra!!!^^
Panson: ma poverini gli altri personaggi!!!!! Come sei drastica con
loro!!!! Hehe, scherzi a parte…grazie per tutti
questi complimenti, ma non credo di meritarli tutti!!!!!
^////^ Spero che anche questo capitolo sia stato all’altezza delle tue aspettative!! Anche se ora che ci pensoKai è comparso pochissimo, anzi per niente…ma si
rifarà con i prossimi cap!!!!!!!!! Dopo tutto è il
mio (ma anche il tuo!! Anzi mi sa un po’ di tutte!!!)
personaggio preferito!!!!!!^^
Eaglefire: spero
sia venuto bene anche questo capitolo!!^^ Sai a volte anche
io quando scrivo certe scene sono un po’ gelosa di Hilary…e vabbeh,
c’est la vie!!!!!!!^^
Padme86: oltre ai nuovi
personaggi dello scorso cap. ora ne sono spuntati fuori degli altri…che dici,
sono troppi?? XD Posso solo dire che riveleranno molteeeee sorprese!!!!^^
Redeagle86: uhm…questa
volta non sarà tutto rosa e fiori per la nostra coppietta preferita…ma hai
ragione: come si può tradirli??^^ (che pucciosi insieme!!!^^) spero che anche questo cap ti sia piaciuto!!!!!!
Ria:……………..Riaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!
Oh!!!!!!!! Quanto tempo!!!!!!!!!!!!! Non ci crederai,
ma pochi giorni fa stavo rileggendo la tua fic (Psaico) e mi stavo giusto chiedendo che fine avessi fatto!!!!!!!!!!!!! Incredibile!!!!^^ Che
bello risentirti!!!! Sono contenta che questa fic ti
piaccia!!! Spero allora di risentirti presto!!! (e
cercherò di fare il possibile anche per l’altra vecchia fic!!)
Yunie the black
Angel: una vecchia lettrice ed una nuova recensionista allora!!!^^ Mi fa molto piacere!!! Grazie per
i commenti, e spero che ora tu possa leggere più spesso le fic
che preferisci!!!!^^ W le KaixHil!!!^^
Lady fire
(che mi ha mandato un ‘e-mail): grazie per i commy!!! Ho risposto alla tua e-mail!!^^
Un bacio grande a tutti!!! Grazie per i vostri commenti che mi spronano a scrivere
sempre meglio!!!! Fatemi sapere!!!^^Alla
prossima!!!!!!!!!!!!!^^
Salve a tutti!!!!!!!!^^ Eccomi pronta per un
nuovo capitolo!!!! Che dire? E’ un po’ lunghetto
quindi non vi anticipo niente, a parte che i capitoli di introduzione
sono quasi finiti, quindi preparatevi a molti impicci, rivelazioni e di nuovo
impicci!! XD A me è piaciuto
molto scrivere questo capitolo quindi spero che sia venuto bene!!(a volte con i capitoli lunghi
tendo a perdere un po’ il filo centrale della storia…^^’).
***
Una
rivelazione
-Ehi, guardate! Il calendario degli incontri!- Daichi
indicò un tabellone affisso nell’atrio dello stadio dove si sarebbe disputato
il torneo.
Era il giorno di apertura della “Sfida ai Campioni”, a breve
sarebbero iniziati i primi incontri. Takao si
avvicinò alla bacheca per scoprire chi sarebbero stati i loro primi avversari.
-A quanto pare noi della
BBA abbiamo un incontro in programma per oggi-
-Già…e anche la squadra di Max- aggiunge
il professor Kappa. –La Neoborg
e i Baihuzu invece combatteranno domani-
-Uhm…gli AllStars
devono affrontare i Revival…credo proprio che sarà un incontro interessante!-
esclamò il capitano.
-Perché, pensi siano forti?- gli domandò Hilary,
senza staccare gli occhi dal calendario.
-Non lo so…ma se sono stati loro i
promotori di questo campionato sicuramente devono avere molta fiducia nei loro mezzi-
Hilary ripensò all’incontro con Sean, la sera precedente. Gli era parso piuttosto
tranquillo…chissà se davvero la sua squadra avrebbe potuto competere con una di
alto livello come quella degli AllStars. D’altra parte in tutti i precedenti tornei c’erano
sempre state rivelazioni inaspettate. In ogni caso non avrebbero tardato a
scoprirlo.
-Ehi, Kai!-
La brunetta si voltò al richiamo di Takao.
Scorse la Neoborg
attraversare il corridoio dirigendosi verso gli spalti.
Il russo si fermò, attendendo che l’amico lo raggiungesse, mentre
il resto della sua squadra proseguiva per le tribune.
Lo vide scambiare qualche parola con il giapponese, il volto serio
e impassibile come suo solito, ma se si guardava più attentamente nei suoi
occhi violacei si poteva scorgere un fuoco di sfida
impossibile da spegnere.
Hilary sentì il suo cuore accelerare e le
farfalle inondarle lo stomaco. Sorrise nel pensare quanto quella sensazione le
fosse ormai familiare. Era certa che Kai non
l’avrebbe mai ricambiata, ma in quei momenti non le importava. La sua sola
presenza la rassicurava. Non ne conosceva il motivo, ma il solo sapere che lui
era lì, vicino a lei, anche se non nel modo in cui desiderava da quando se ne era innamorata, le faceva nascere in corpo
una strana tranquillità, un benessere fisico che si mischiava, e quasi stonava,
con i sentimenti irrequieti che provava per lui. Sapeva che se lui non ci fosse
stato non avrebbe mai sofferto chiedendosi se un giorno avrebbe
mai potuto provare qualcosa per lei, ma sapeva anche che se lui non ci
fosse stato, lei non avrebbe potuto più vivere.
L’amore sapeva essere senza pietà. E chi per primo aveva affermato
che esso era inscindibile dal dolore aveva dichiarato una grande verità.
*
-Benvenuti a tutti, blader e tifosi!
Stiamo finalmente per dare il via al nuovissimo torneo di beyblade
di quest’anno!- la voce di Djman riecheggiò per tutto
lo stadio, seguita dalle urla incoraggianti del pubblico che era venuto ad
assistere a questa nuova competizione provenendo da ogni parte del mondo.
-Sicuramente saprete già le regole di questo campionato, ma per
chi ieri non avesse potuto seguire la conferenza
stampa indetta dal presidente della BBA, il signor Daitenji,
passo brevemente ad illustrarvi le regole-
-Allora Takao, sei
emozionato?- Hilary si rivolse all’amico
sorridendo, mentre il cronista continuava ad
illustrare il regolamento della competizione.
-Ah! Non vedevo l’ora di scendere di nuovo in campo!- il ragazzo
si voltò verso di lei. –Mi vengono i brividi al solo pensiero!- esclamò
stringendo i pugni dalla felicità, come a voler contenere l’emozione.
-Io e il mio Dragoonsbaraglieremo
ogni avversario!- aggiunse portando le mani ai fianchi, scoppiando in una
fragorosa risata.
-Sei sempre il solito- la brunetta
sospirò rassegnata, ormai ben abituata all’egocentrismo del compagno.
-Ah ah ah!-
ribatté Daichi, facendogli il verso. –Vedi piuttosto
di non farci fare una brutta figura come è successo
all’apertura del terzo campionato mondiale!-
-Cosa dici, pidocchio?!
Cosa c’entra adesso?- replicò il capitano stizzito,
incrociando le braccia al petto e dandogli le spalle. Anche se non lo voleva
ammettere quella rimaneva una ferita ancora aperta. Ma questa volta sarebbe andata diversamente, avrebbe dato il
meglio di sé. Come faceva sempre, del resto. Non era certo un tipo che si
risparmiava.
-Silenzio voi due! Stiamo per cominciare!- li riprese il
Professore.
-Bene ragazzi. Da questo momento in poi dichiaro ufficialmente
aperta la “Sfida ai Campioni”!- l’enfasi con cui Djman
annunciò la notizia non fece altro che incrementare l’entusiasmo degli
spettatori, già impazienti. Lo stadio si riempì di un boato assordante.
Takao lanciò uno sguardo verso gli spalti,
cercando di riconoscere qualcuno tra la folla. Vide Kai
e Yuri in seconda fila, con il resto della Neoborg,e
qualche posto più in alto scorse anche Rei con i Baihuzu.
All’improvviso qualcos’altro attirò la sua attenzione. In prima
fila qualcuno lo stava salutando. Riconobbe la ragazza che aveva incontrato due
giorni prima al parco, la stessa che poi aveva rivisto al DazzlerTower dopo la conferenza. Sae
era seduta tra due ragazzi più grandi, i suoi fratelli, e lo stava salutando
con la mano sorridendo allegramente.
Il giapponese ricambiò il saluto quando
gli tornarono alla mente le parole di lei della sera
prima.
“Dal vivo sei molto più
carino che in televisione!”
Abbassò il braccio, irrigidendosi appena, e voltò lo sguardo
dall’altra parte mentre le sue gote si coloravano di
rosso.
-Nel primo incontro…- la voce di Djman
gli fece risollevare gli occhi. –Vedremo scendere in campo la squadra che ha
lanciato la proposta per questo torneo! Signori e signore,
accogliamo i Revival!-
Dalle tribune si sollevarono applausi mentre
i riflettori sul bordo campo opposto illuminavano un gruppetto formato da tre
ragazzi e una ragazza.
-I Revival si troveranno a combattere contro la già
conosciuta squadra americana, gli AllStars!- altri applausi partirono dal pubblico
mentre le luci si spostavano sull’altro lato del campo, non troppo
distante dalla panchina della squadra della BBA.
Takao guardò verso gli americani. Vide Max
sorridergli e accennargli un gesto di vittoria con le dita. Ricambiò facendo lo
stesso.
-In questo match si affronteranno Mason
per i Revival e Rick per gli AllStars!- annunciò il cronista.
-Blader, prendete
posto! Si comincia!-
Dalla panchina dei Revival si alzò un ragazzo magrolino, non molto
alto, dai tratti del viso ancora immaturi. I capelli castano
scuro erano tenuti legati in un piccola coda, e
gli occhi, dello stesso colore, guardavano tra il pubblico curiosi. Era un
ragazzo come un altro, dall’aria anonima, che non incuteva particolare timore.
Max lo vide comunque camminare tranquillo verso il campo, tenendo
in mano un beyblade arancione con delle sfumature più
rosse che dal bit si irraggiavano verso l’esterno.
-Quel ragazzino è già sconfitto- commentò Rick, accanto a lui.
-Non ti conviene sottovalutarlo! Fa parte della squadra che ha
proposto questo torneo! Sarebbe sciocco prenderlo sottogamba!- lo rimproverò il
biondino.
-Si, si, lo so!-
ribatté il blader preparando il suo beyblade.
-Dico sul serio,Rick!-
-Anche io, Max. Sta tranquillo- lo
rassicurò serio, guardando il suo compagno. Poi si diresse verso il beybladestadium, dopo che Max lo
sentì sussurrare:-Ma questo non toglie che sarò
comunque io a vincere-
-Bene, ora che gli sfidanti hanno preso
posto, possiamo finalmente dare il via all’incontro! Bladers
in posizione!- alle parole di Djman un improvviso
silenzio carico di tensione calò su tutto lo stadio.
-Tre, due, uno, pronti…lancio!-
Le due trottole si ritrovarono l’una contro l’altra al centro del
campo, scontrandosi, allontanandosi per poi scontrarsi di nuovo, con una modalità di gioco piuttosto ripetitiva e statica per i primi
minuti. Sembrava stessero studiandosi. Così come i loro rispettivi proprietari
che fissavano con attenzione il beyblade
dell’avversario cercando di carpire le sue tecniche d’attacco.
Dal bordo del campo Max guardò Mason.
Gli sembrava piuttosto calmo e sicuro di sé per uno che in fondo non aveva mai
partecipato prima ad un torneo di alto livello come
quello. Possibile che fosse certo di vincere? Eppure se aveva seguito
l’andamento del terzo campionato mondiale dell’anno precedente
doveva sapere che Rick non era certo un avversario
poco temibile: i suoi colpi sapevano essere di una potenza inaudita, quasi
distruttiva. E data anche l’evidente differenza di struttura fisica tra i due bladers era difficile pensare che potesse essere in grado
di parare i suoi attacchi restando illeso.
-Ehi, che ti prende amico, non attacchi più?- la voce del compagno
di squadra lo distolse dai suoi pensieri.
Il beyblade arancione si era fermato al
centro perfetto del campo, continuando a ruotare su se stesso, e non sembrava
intenzionato a portare avanti altri attacchi.
-E va bene! Allora attacco io! Vai
Bisonte di Pietra!- sbottò Rick, irritato dal
silenzio del suo avversario.
Ma il colpo andò a vuoto, perché l’altra trottola lo schivò
abilmente scansandosi all’ultimo secondo con una velocità impressionante, e
tornando subito dopo nella sua postazione.
Rick digrignò i denti. Stava iniziando a
perdere la calma. Ricominciò a sferrare una serie d’attacchi
ma il risultato fu esattamente lo stesso.
-E’ davvero incredibile! Mason sta schivando i colpi senza nemmeno guardare!-
-Che cosa?!- Max
si voltò verso Micheal, vedendolo fissare
l’avversario con espressione incredula.
Spostò l’attenzione su Mason. Teneva gli
occhi chiusi, eppure riusciva a capire perfettamente
quand’era il momento di scansarsi. Ed esattamente nell’istante in cui per il beyblade di Rick era troppo tardi
per cambiare la sua traiettoria d’attacco.
-Probabilmente segue il rumore dei beyblade…-
ipotizzò Emily.
-Già…- concordò il biondino, poi lanciò una veloce occhiata alla
panchina della BBA Revolution. Anche lo sguardo di Takao
si era fatto serio, e seguiva il match con attenzione.
Quei bladers erano davvero in gamba, non
c’era da ridire. Non era escluso che quel campionato avrebbe rivelato delle
sorprese…
-Se hai finito ora tocca a me- Mason
riaprì gli occhi e si rivolse a Rick. Il suo tono era
per nulla provocatorio, ma questo non bastò per non
irritare l’americano. Sembrava quasi che quelMason si stesse annoiando a combattere con lui.
-Adesso mi stai stancando, ragazzino!- sbottò Rick,
prendendo a sferrare colpi più ferocemente di prima.
Bisonte di Pietra questa volta si scontrò contro il beyblade arancione, scaraventandolo lontano. La trottola
avversaria perse l’equilibrio, cominciando a barcollare.
-Non puoi resistere alla potenza dei mie attacchi!-
Sulle labbra di Mason si delineò un sorriso di sfida. –Devo riconoscere che i tuoi
attacchi sono devastanti, davvero- ammise. -Ma tu non hai mai fatto i conti con
la resistenza del mio Scorpius-
-Cosa?!- il blader degli AllStars sgranò gli occhi stupito. Scorpius
smise immediatamente di barcollare e riacquistò stabilità, aumentando
contemporaneamente la sua velocità di rotazione.
-E’ davvero incredibile…sono pochissimi
quei blader in grado di riprendersi così velocemente
dopo un attacco potente come quello- commentò Micheal.
Max si avvicinò a Rick e al beybladestadium, vedendo giusto
in tempo la trottola arancione partire all’attacco su quella gialla.
-Ehi, ma quello è…- disse dopo aver visto un bagliore apparire
all’improvviso dal bit di Scorpius. Stava per
richiamare un bit-power.
-No…non c’è bisogno di scomodarlo- Mason
parlò tra sé, squadrando la situazione in campo ancora una volta. Il suo beyblade parve rallentare appena e la luce che aveva
cominciato ad avvolgerlo sparì così come era apparsa.
-Mi basterà un normale attacco- dichiarò. –VaiScorpius! Doppia tenaglia!-
Bisonte di Pietra si trovò immobilizzato. Scorpius
aveva cominciato a ruotare in cerchio intorno a lui, velocissimo, creando una
specie di barriera impenetrabile.
Il colpo fu inaspettato, e anche potente. Il beyblade
di Rick fu sbattuto dal lato opposto del campo di
gioco, riprendendosi a fatica.
Mason incrociò le braccia al petto, come in attesa dell’inevitabile. Pochi secondi dopo infatti, la trottola
dell’americano giaceva a terra, fuori dal beybladestadium, immobile.
-Non è possibile…- biascicò Rick,
scioccato.
E non era il solo ad esserlo. Anche Djman fissò incredulo Bisonte di Pietra, inerte a pochi
metri di distanza. Probabilmente nemmeno lui si aspettava una sconfitta per la
squadra americana.
-Ah…incredibile signori…- esordì dopo
essersi ripreso dalla sorpresa. –Il bey di Rick è fuori dal campo di gioco! Ciò significa che il vincitore di
questo match è Mason, che conquista due punti per i
Revival!-
Le urla e gli applausi degli spettatori non tardarono a farsi
sentire. Evidentemente la bravura di questa misteriosa squadra uscita dal nulla
aveva già conquistato il pubblico. In
effetti aveva aperto la “Sfida ai Campioni” in bellezza riuscendo
a strappare una vittoria agli americani già al primo incontro. Difficile
pensare che si fosse trattata solo di fortuna.
Mason tornò a sedersi al suo posto, con in volto la stessa espressione
tranquilla come poco prima di scendere in campo. I suoi compagni non lo
festeggiarono particolarmente, solo una pacca sulla spalla da parte del ragazzo
biondo seduto accanto a lui. Era come se si aspettassero
quel risultato.
Max guardò Rick raccogliere il suo beyblade e dirigersi verso gli spogliatoi senza nemmeno
passare per la loro panchina.
-Aspetta Rick!- lo chiamò.
-Lascia perdere, non ti ascolterebbe. Sai come è fatto- gli suggerì Micheal.
Essere sconfitti da un perfetto sconosciuto, e per di più con poca
difficoltà, doveva essere stato davvero un brutto colpo per lui. Ma in realtà lo era stato per tutti. Chi si aspettava che i
Revival, che non avevano mai partecipato ad un
campionato mondiale, potessero essere così forti?
Il biondino non ascoltò il consiglio del capitano degli AllStars e seguì il compagno. Djman intanto aveva annunciato dieci minuti di pausa prima
del prossimo incontro.
Max si precipitò negli spogliatoi, spalancando in fretta la porta,
ma non vi trovò nessuno. Rimase a guardare la stanza vuota. Ma
dove si era cacciato?
-Max…- una voce dietro di lui lo costrinse
a voltarsi.
-Mariam!- esclamò sorpreso. Non si aspettava
di trovarla lì. La ragazza era poggiata al muro del corridoio.
-Abbiamo assistito al primo
incontro- gli riferì, riferendosi anche agli altri membri degli
Scudi Sacri.
-A quanto pare i Revival sono davvero
forti! Dovremo impegnarci al massimo se vogliamo batterli!- ribatté il ragazzo
sorridendo, senza perdere il suo abituale entusiasmo.
-Già, dovrete…- le parole di Mariam
uscirono in un bisbiglio appena percettibile, mentre abbassava lo sguardo a
terra.
-Cosa?-
-No…niente- la blader scosse la testa
risollevando gli occhi smeraldo e puntandoli in quelli cerulei di lui.
-Va tutto bene?- le domandò, notando l’espressione preoccupata
della ragazza. C’era qualcosa che non andava. Sembrava quasi…angosciata. E
questo non era da lei, sempre così decisa e determinata.
-Come mai a questo torneo partecipano anche gli Scudi Sacri?-
continuò lui, non avendo ottenuto risposta. A quel punto un’ ombra di preoccupazione era comparsa anche sul
suo volto.
Mariam si riscosse e si allontanò dal muro. –Ma che domande! Abbiamo trovato la sfida interessante e così
eccoci qui!- gli rispose seccamente, tornando nei
suoi abituali modi di fare.
Max tornò a sorridere. Adesso la riconosceva.
-Beh, io ora devo andare. Tra pochi minuti devo disputare il
secondo match-
-Aspetta!-
L’americano si bloccò, tornando a voltarsi verso la ragazza. La
vide avvicinarsi fin quando non gli fu a pochi
centimetri di distanza.
-Max…stai attento- gli sussurrò prima di
dargli le spalle e correre via, sparendo tra i corridoi deserti.
-Certo che è stata davvero una rivelazione…i Revival sono
fortissimi!- esclamò il professor Kappa riferendosi
all’incontro appena concluso.
-Non c’è da esserne così sorpresi Prof…se hanno proposto la “Sfida
ai Campioni” dovevano sentirsi sicuri-
-E’ vero Takao,
però…Mason è stato davvero
fenomenale! Battere senza fatica uno come Rick non è cosa da poco-
-Eccocidi nuovo qui ragazzi!-
esclamò Djman al termine dell’intervallo, dopo aver
ripreso in mano il microfono.
-Siamo pronti per il secondo match, in cui vedremo affrontarsi Max
per gli AllStars e Gregory per i Revival!- annunciò. –Chissà se questa
misteriosa squadra riuscirà di nuovo a lasciarci senza parole! Stiamo per
scoprirlo!-
Takao vide Max avvicinarsi al beybladestadium, con il suo
inseparabile Draciel in mano. Di fronte a lui prese posto un ragazzo alto, dai corti capelli neri e gli
occhi grigio chiaro. I due sistemarono i loro rispettivi beyblade
nel caricatore e si prepararono a lanciare.
-Tre, due, uno, pronti…lancio!-
Il cronista diede il via all’incontro e le due trottole
schizzarono sul campo di gara, partendo subito all’attacco l’una contro
l’altra.
Max si lasciò colpire dall’avversario, parando e respingendo i
colpi come solo un bey di difesa come Draciel poteva
fare. Evidentemente voleva studiare bene le potenzialità del rivale prima di
elaborare una strategia.
Gregory sembrava tranquillo, esattamente come il suo compagno prima. Osservava l’incontro con le braccia
incrociate al petto e la testa leggermente inclinata di lato, una strana
curiosità negli occhi. Pareva quasi che stesse guardando l’incontro da
spettatore esterno invece di esserne direttamente coinvolto.
-Complimenti, sei davvero forte come si dice! La tua difesa è
impenetrabile!- esclamò il rappresentante dei Revival.
-E non hai ancora visto niente- ribatté
Max, più tenace che mai. Probabilmente dopo la sconfitta di Rick
era deciso a vincere.
-Non ho finito…dicevo, la tua difesa è davvero impenetrabile, ma
non per un beyblade come Millenium-
-Come?!-
Il moro lasciò andare le braccia lungo i fianchi e un piccolo
ghigno comparve sulle sua labbra. Millenium, viola con
delle striature nere, sparì alla vista per ricomparire subito dopo alle spalle
di Draciel cogliendolo di sorpresa, approfittando
così per partire subito all’attacco sul beyblade
verde.
-Ma è incredibile!- esclamò il Professore, alzandosi di scatto
dalla panchina.
-Che hai da agitarti tanto?- chiese Daichi.
-Guarda tu stesso! La velocità e la forza di Millenium
sono aumentate in modo esponenziale nell’arco di una frazione di secondo!-
spiegò, indicando i dati sul suo computer che come sempre aveva ripreso ogni
particolare dell’incontro.
-Cosa? Ne sei sicuro Prof?- domandò Hilary
avvicinandosi allo schermo del portatile.
-Più che sicuro- le rispose il compagno continuando a fissare il
monitor.
-E perché ti sorprendi tanto? Anche il mio Dragoon
è in grado di scatenare una simile potenza quandomi impegno al massimo-
-Hai detto bene Takao…quandoti impegni al massimo- precisò il tecnico della sqaudra. –Dai un’occhiata a Gregory: non
mostra il minimo segno di tensione o di affaticamento. E’ tranquillo come se
stesse passeggiando per un campo di margherite!-
-Un campo di margherite?- ripeté il
giapponese, perdendo il senso del discorso dell’amico.
-Era per dire!- replicò l’altro, risentito. –Quello che intendevo
dire era che Gregorynon si sta affatto impegnando-
Takao guardò il blader
dei Revival. In effetti il
Professore non aveva tutti i torti. Questo significava che Max avrebbe potuto
anche perdere contro un perfetto sconosciuto? Era difficile da credere…eppure Millenium stava tallonando Draciel
senza lasciargli un attimo di respiro.
Spostò l’attenzione sul biondino, suo amico. Il volto era
contratto in un’espressione tesa. Ma sapeva che Max
non era tipo da arrendersi così. Da un momento all’altro avrebbe reagito.
Così fu infatti.
Lo sentì urlare il suo attacco più potente.
-VaiDraciel!
Meccanismo motore, massima potenza!- la trottola verde sembrò acquistare
improvvisamente un nuovo vigore e si liberò dalla morsa imprigionante di quella
viola, che riuscì a respingere, sbalzandola indietro.
-Adesso Draciel!- l’americano guidò
l’attacco del suo beyblade, che partì velocissimo
verso Millenium, prendendo ad accerchiarlo, generando
una colonna d’acqua che lo teneva prigioniero al suo interno, mentre dal bit
faceva la sua comparsa la Tartaruga Nera.
-Notevole…davvero notevole- dichiarò Gregory, fissando soddisfatto il bit-power avversario. Poi
tornò ad abbassare lo sguardo sul ragazzo dagli occhi cerulei di fronte a lui.
-Ma nemmeno questo basterà a fermarmi- aggiunse, di nuovo un
ghigno sulle labbra.
Fu allora che dalla panchina dei Revival si alzò Chantal, la bella
ragazza dai capelli rossi. Si avvicinò al beybladestadium, ai piedi della pedana su cui stava combattendo il
suo compagno.
Takao la vide parlare con il moro,
dicendogli qualcosa che solo lui poteva sentire.
Gregory la fissò qualche
istante in silenzio prima di annuire.
Il capitano della BBA continuò a seguire la giovane con lo sguardo
finché non si risedette al suo posto. La vide proteggere i suoi occhi
chiarissimi dal sole che filtrava dal soffitto interamente vetrato dello
stadio, facendo risplendere i suoi capelli e la sua pelle di una lucentezza
unica. Era davvero bella.
-Takao! Ma mi stai a
sentire?!- il Professore lo strattonò per un
braccio.
-Eh? Cosa c’è? Hai detto qualcosa Prof?- biascicò incerto,
costringendosi a voltarsi verso l’amico.
-Certo che ho detto qualcosa! E’ tre ore
che ti chiamo!- ribatté lui. –Ma…stai bene? Sembri
accaldato…sei tutto rosso in faccia-
-Si, certo!- si affrettò a rispondere, irrigidendosi appena. –Cosa volevi?- domandò subito dopo con l’intenzione di
cambiare discorso.
Il Prof. gli mise davanti agli occhi il
suo computer. –Guarda qui, Millenium sembra aver
improvvisamente perso tutta la sua velocità e forza-
-Come è possibile?-
-Non lo so...è come se all’improvviso
abbia deciso di non voler combattere più-
Takao si voltò di nuovo per seguire
l’incontro. Il beyblade viola fu scaraventato fuori dal campo e cadde ai piedi del suo proprietario,
mentre Draciel continuava a ruotare al centro del beybladestadium.
-E finisce così il secondo match! Millenium
è stato sbalzato fuori dal campo, ciò significa che il
vincitore di questa sfida è Max!-
Le grida di entusiasmo del pubblico si mischiarono agli applausi.
Era stato un incontro emozionante.
-E’ stato davvero uno scontro
spettacolare, ragazzi! Nonostante la sconfitta Gregory
ha dimostrato di saper tenere testa ad un campione
come Max, facciamo un applauso anche a lui!- commentò Djman.
-GliAllStars e i Revival conquistano entrambe due punti, con un
risultato di una vittoria e una sconfitta ciascuna- continuò il cronista,
annunciando poi un quarto d’ora di pausa prima del l’incontro successivo che avrebbe visto scendere in campo i campioni del mondo in
carica.
-Sapevo che il maestro avrebbe vinto-
disse Daichi osservando il resto della squadra
americana complimentarsi con Max.
-Noi dovremo affrontare i Revival nella quinta giornata del
campionato, secondo il calendario- verificò il Professore.
-Chissà se Seancombatterà-
sussurrò Hilary, come stesse
riflettendo tra sé.
-Sean?- le domandò Takao.
-Il ragazzo biondo- gli spiegò,
indicandolo con il capo.
-Lo conosci?-
-Beh…gli sono andata addosso e…è una lunga storia- rispose
evasiva, scotendo la testa.
-Ah…- replicò il giapponese, anche se non era stato molto attento
alla risposta dell’amica. Dall’altra parte del campo infatti vide Gregory
raccogliere Millenium e guardare verso la panchina
degli AllStars. Uno strano
sorriso incurvava le sue labbra, un sorriso che non poteva certo attribuirsi ad uno che era stato appena sconfitto…
*
La sera stava calando e il cielo cominciava a tingersi del rosso
del tramonto. Dranzer ruotava tranquillo ai piedi del
padrone che immobile ad occhi chiusi cercava di
trovare la massima concentrazione. Il suo respiro lento e regolare era in
perfetta sintonia con i movimenti del suo beyblade.
Era lunedì, giorno di apertura della “Sfida ai Campioni”. Quella
mattina lo stadio di Buenos Aires aveva accolto i primi due incontri del
torneo, che avevano visto protagonisti gli AllStars e la BBA
Revolution.
Kai riaprì gli occhi, mentre la leggera
brezza serale gli accarezzava i capelli, facendoglieli ricadere dolcemente
sulla fronte.
Aprì una mano, lasciando a Dranzer di
ritornare a posarsi sul suo palmo. Per quel giorno poteva smettere di
allenarsi.
Ripose la trottola azzurra in tasca prima di attraversare il parco La Plata, che costeggiava il fiume, e
dirigersi verso il DazzlerTower.
Subito dopo pranzo si era allontanato da solo, alla ricerca di un posto dove lanciare il suo beyblade
e vi era rimasto per tutto il pomeriggio, fino a quell’ora.
Era stato via per quasi tutto il giorno ma non se ne
preoccupava; anche Yuri ormai si era abituato alle
sue sparizioni. Non che prima lo costringesse ad allenarsi con la squadra,
nemmeno il capitano dei Neoborg poteva considerarsi
un tipo di compagnia.
E a lui andava bene così. Anzi, era perfettamente conciliabile con
il suo carattere. In fondo era anche per questo se già al tempo del terzo
campionato mondiale aveva deciso di entrare a far parte della fredda squadra
russa.
Anche se…doveva ammettere che c’era qualcosa che gli mancava. I tempi passati con Takao e gli altri ragazzi ogni tanto riaffioravano nella sua
mente come ricordi malinconici. Ovviamente non lo avrebbe mai dichiarato ad
alta voce nemmeno sotto tortura.
Un sorriso appena accennato comparve sulle sue labbra.
Quel giorno aveva assistito agli incontri degli AllStars e della BBA…la mattina
seguente sarebbe stato il turno della sua squadra e di quella di Rei. Chissà se
ci sarebbero state altre rivelazioni…la squadra contro cui si erano battuti Takao
e Daichi non era stata in grado di mettere i due
ragazzi in eccessiva difficoltà, ma i Revival…loro erano stati una rivelazione.
Ed era anche convinto che quello che avevano visto non fosse tutto, qualcosa
gli diceva che quella misteriosa formazione aveva altro da mostrare.
Non che questo per lui costituisse un problema. Era convinto che avrebbe potuto batterli comunque.
Con questi pensieri attraversò l’ingresso del DazzlerTower, dirigendosi verso la sua stanza. Era già in ascensore quando si accorse di qualcosa di luccicante ai
suoi piedi. Si chinò a raccoglierlo, osservandolo per qualche istante. Era una
chiave con appeso un cartellino su cui era inciso un numero: 212.
Le porte dell’elevatore si aprirono al secondo
piano e lui vide qualcuno alla fine del corridoio, davanti ad una delle porte
delle camere dell’albergo. Si avvicinò scoprendo che
si trattava di Hilary, intenta a cercare qualcosa
nelle tasche.
-Accidenti, ma dov’è finita? Eppure ero certa di averla messa
qui!- la sentì esclamare.
-Sicuramente alla reception avranno un
doppione, però…- continuò, guardando sconsolata la porta davanti a lei.
-Cercavi questa?- le domandò Kai,
porgendole la chiave.
-Kai!- la ragazza sobbalzò appena
voltandosi verso il russo, probabilmente l’aveva colta soprapensiero.
-Ma quella è la chiave della nostra stanza!- affermò sorpresa,
guardando quello che il blader teneva in mano.
-L’ho trovata in ascensore- le disse lui, precedendo la sua
prossima domanda.
-Immaginavo di averla persa da qualche parte…beh, grazie…sei gentile- lo ringraziò timidamente.
Kai inarcò un sopracciglio; era raro che
qualcuno gli desse del gentile. Di certo non poteva considerarsi una persona
affabile. Era la brunetta ad essere sempre buona con
tutti…o quasi. A volte con Takao e Daichi non lo era decisamente,
anzi. Ma con lui lo era sempre stata. Anche quando non
lo meritava. Chissà perché poi…scosse la testa, cancellando quei pensieri.
Restituì la chiave alla ragazza prima di voltarsi per raggiungere
la sua stanza.
-Aspetta!-
Il russo tornò a guardare l’amica, in
attesa che continuasse. La vide stringere la chiave tra le mani, come se fosse
nervosa per qualcosa.
-Domani tocca alla tua squadra scendere
in campo per la seconda giornata del torneo…ecco…io volevo…volevo augurarti
buona fortuna- biascicò fissando le proprie scarpe, mentre un’ombra più rosea
coloriva le sue guance.
-Anche se so che non ne avrai bisogno- si affrettò ad aggiungere,
aprendosi in un sorriso.
Kai la osservò qualche istante, in
silenzio. E per un lungo momento i suoi occhi ametista incontrarono quelli
cioccolato di Hilary. Non seppe spiegarsi quello che
successe dopo e perché…ma nella sua mente riaffiorò un ricordo vecchio di due
anni ormai.
Lui che salvava lei dalle rocce, sull’isola in cui erano stati
trasportati dallo Psico Team. L’aveva spinta verso il
muro per impedire che quei massi, franati dalla cima della montagna, le
andassero addosso. Anche in quella occasione i loro
sguardi si erano incrociati e la brunetta lo aveva ringraziato.
-Beh…ora io torno in camera. Ci vediamo
domani, Kai- dichiarò la sedicenne prima di sparire
oltre la porta della stanza dei Bladebreakers.
Subito dopo anche il russo si allontanò, mentre una strana
sensazione si faceva strada nel suo petto, fermandosi
all’altezza dello stomaco. Qualcosa che non aveva mai provato prima, a cui non seppe dare un nome.
Infilò le mani in tasca mentre camminava
lungo il corridoio deserto, la solita espressione impassibile in volto. Ma sulle sue labbra serie non tardò a comparire un accenno
di sorriso che incurvò appena gli angoli della sua bocca.
Ed anche questa sera mi
fermo qui!!^^ Grazie a tutti
quelli che hanno avuto la pazienza di legger fino alla fine! Siete grandi!!!^^ Inoltre grazie a:
Ria: davvero vuoi
riscrivere Psaico?????
Si!!! Ti prego,
ripubblica!!!!!^^ E quindi prima o poi finirai anche quelle fic
che hai lasciato in sospeso?? Come Diaries per
esempio??? Dimmi di si!!!!!
^0^ Sarebbe stupendo, davvero!!
Io sarò in prima fila a leggere!!^^
Cmq…riguardo la fic…qui non
si scopre molto di Sae ma già dal prossimo cap si saprà qualcosa di più…anche per gli altri
personaggi, ci saranno parecchie sorpresine!!
Nika_chan01: sono
contenta ti piaccia la fic!! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo cap!!^^
Insomma mi pare di capire che Sean non ti
piace…uhm…posso dirti che nemmeno a Kai (tra
parentesi, non sono le mie descrizioni su Kai ad
essere fantastiche, è lui che è fantastico già da solo!! XD) starà molto
simpatico…chissà perché, eh? XD
Panson: grazie mille per tutti questi
complimenti!! ^///^ non
saranno troppi tutti insieme??
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!!^^ Su Sean e Kai
non voglio dire ancora nulla…se vuoi sapere che succederà dovrai aspettare
ancora!! Posso solo dirti che Sean si rivelerà un
tipo un po’ imprevedibile, e Kai…oh, beh…è sempre Kai!! XD
Per il momento la fic è ancora in fase “tranquilla”,
diciamo così!!
Eaglefire: spero
che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento!! Forte la “Tierra del fuego”, eh? ^_- Beh, Kai ispira
sempre, che vuoi farci!! XD
Grazie dei commy!!^^
Padme86: meno male,
pensavo che tutti questi nuovi personaggi insieme confondessero le idee!!Però
ora sono finiti…forse! XD Scherzi a parte…eh si, anche
da Takao questa volta ne vedremo della
belle!! Vedrai più avanti!!!^^
Bladegirl: il torneo è finalmente iniziato!! Spero che ti sia piaciuto anche
questo cap, e che gli incontri non siano risultati troppo noiosi! Non sono brava a descrivere gli
incontri di bey, non ho molta fantasia a riguardo!! ^^’
Yunie the black angel: ciao!! Eh si, si è scoperto finalmente
chi era il biondino…ma non è tutto ora quello che
luccica!! Aspetta e vedrai!!^^
Redeagle86: in effetti non è tanto normale che
facciamo passare di tutto e di più alla nostra coppietta preferita…che dici,
siamo un po’ sadiche?? XD ma mi sa che è una cosa comune tra le autrici di fic!! XD Cmq…oggi Sean non è comparso
granché; che stia tramando nell’ombra??
L’unica cosa certa è che se c’è Kai nelle vicinanze
farebbe meglio a non farsi trovare! (ogni riferimento a
qualsiasi comportamento aggressivo di Kai è puramente
casuale! XD).
Hilly89: ciaoooo!!
Quanto tempo!!! Che bello
risentirti!!! Sono molto contenta!!!!!!! E non preoccuparti del ritardo, spero
che tu abbia risolto i tuoi problemi con il pc! (il mio sinceramente lo prenderei a
capocciate!!)…spero ti sia piaciuto anche questo cap!^^
Mi fa piacere ritrovare ancora una mia vecchia (nel senso buono eh!!^^) recensionista!!
HollyShort91: eh si, Takao in questa fic è a volte troppo tonto (il che
qui ci starebbe pure) e a volte troppo sveglio!! XD Si scoprirà presto qualcosa
in più anche su Sae! Per quanto riguarda Kai, Hil e Sean…bocca
cucita per il momento, non voglio svelare troppo!! A presto!^^
Un bacio grande a tutte!! Grazie, grazie, grazie per i
vostri commenti!!
Buonasera!!!!!!!!!!!^^ Eccomi qui con il
nuovo capitolo fresco fresco!!
(a dire la verità era già
pronto da un po’ ma finalmente tra un esame e l’altro ho trovato il tempo di
postarlo!!!^^). Spero vi piaccia!!
Si comincerà a scoprire qualcosa in più sui nuovi personaggi
ma si creeranno nuovi interrogativi e misteri!!
La storia comincia finalmente a prendere forma ma è
ancora lontana dall’entrare nel vivo!!! Ora vi lascio
leggere e ci vediamo alla fine!!^^
***
Movimenti
nell’ombra
La stanza dei Revival era immersa nella tranquillità più assoluta.
Mason, in piedi al centro
del saloncino, fissava i
quadri appesi alla parete con aria stanca e disinteressata, mentre Gregory e Chantal erano seduti sul divano, immersi nei loro pensieri.
I loro respiri erano quasi udibili per il silenzio che soffocava l’abitazione.
Solo Sean era fuori dalla camera; sul
balcone, i gomiti poggiati alla ringhiera, fissava le
macchine passare oltre il giardino dell’albergo, percorrendo la strada che
portava al parco La Plata. In mano
teneva il suo beyblade, Archades, di un color celeste
chiaro metallizzato.
Fu lui ad interrompere la quiete
rientrando in stanza.
-Chi è la prossima squadra che dobbiamo affrontare?- domandò.
-La BBA Revolution-
fu Gregory a rispondergli, voltandosi appena verso di lui.
-La BBA? Interessante…- uno strano sorriso comparve
sulle sue labbra, mentre si andava a sedere sul bracciolo del divano, vicino a Chantal. Quest’ultima gli rivolse una veloce
occhiata.
-Nella quinta giornata del torneo- aggiunse il moro.
-Tra una settima dunque- Sean parve riflettere tra sé. Secondo il
calendario della Sfida ai Campioni gli incontri si svolgevano solamente il
lunedì, martedì, giovedì e venerdì, lasciando liberi i restanti giorni della
settimana. Quella mattina erano scesi in campo Mason e Gregory, la volta successiva sarebbe stato il turno suo e del capitano.
-E cosa dobbiamo fare? Vincere…o perdere?-
-Dipende da cosa faranno le altre squadre. Ci basta classificarci
tra i primi tre posti in questa prima fase del torneo,
lo sai- gli rispose la rossa.
-A giudicare da quello che ho visto fino
ad ora credo che ci basterà vincere solo qualche
incontro- dichiarò Mason
con sicurezza.
-Se nell’incontro con la
BBAdovrà essere solo uno di noi a
vincere, quello vorrei essere io-
Chantal guardò il suo compagno biondo con aria
interrogativa. –Perché?- gli chiese.
-Diciamo che vorrei…fare colpo-
Specialmente su una
persona…Sean sorrise a
quel pensiero, mentre davanti ai suoi occhi compariva l’immagina
di una certa brunetta giapponese.
-Come vuoi- ribatté la ragazza. –Ma vedi
di non strafare. Non dobbiamo dare sospetti e ricordati che la cosa importante
in questo momento è raccogliere informazioni-
-Si, stai tranquilla- la rassicurò alzandosi dal divano.
*
Lo stadio era gremito di persone. Proprio come era
successo nella prima giornata del torneo, anche la seconda aveva richiamato a
raccolta un gran numero di fan. Il primo incontro della mattinata, che aveva
visto scendere in campo Kai
e Yuri per la Neoborg
si era appena concluso con la vittoria della squadra
russa che aveva così conquistato quattro punti nella classifica, portandosi
momentaneamente a pari merito con la
BBA.
Sae si guardava intorno con aria spaesata,
non era mai stata sotto l’attenzione di tanta gente. Tra poco sarebbe stato il
turno della sua squadra, i Thirdsky.
Anche se lei per quella volta sarebbe rimasta in panchina, a combattere
sarebbero stati i suoi fratelli. E avrebbero dovuto affrontare i Baihuzu.
Djman intanto faceva un veloce riassunto
dell’andamento della “Sfida ai Campioni”, mentre una
classifica provvisoria veniva proiettata sui
maxischermi posti ai quattro angoli dello stadio.
-Allora sorellina, hai previsto come andrà a finire questa sfida?-
un ragazzo alto, dai capelli castano chiaro sistemati
con le punte sparate verso l’alto, puntò i suoi occhi scuri in quelli identici
della giovane.
-Anche se fosse non te lo direi!- gli
rispose la morettina alzando le spalle.
-Antipatica e acida come al
solito! Provo pena per quel poveraccio che ti si sposerà!- disse con enfasi Eiji iniziando a punzecchiarla
come suo solito.
La ragazza ribatté con una linguaccia prima di aggiungere:-Sai che lo faccio per non influenzarti-
-Lo so…ma tanto non c’è bisogno di sapere come andrà a finire
perché sarò io a vincere!- fece il blader,
esaltandosi.
-Fossi in te non ne
sarei così sicura! Dovrai vedertela con Rei!-
-E con questo che vorresti di…-
-Piantatela voi due- intervenne allora Shun prima che la situazione degenerasse in una lite
cui avrebbero assistito le migliaia di persone presenti.
-E ricordate che non stiamo qui per giocare, abbiamo una missione
da portare a termine- gli rammentò.
Sae sbuffò pensando al volto arrabbiato di
Silkwood, colui che li aveva spediti a Buenos Aires, se si fossero
cacciati nei guai. Quell’uomo non sapeva divertirsi a suo parere, era troppo
serio. Proprio come il suo fratello
più grande. Come facevano anon annoiarsi? Lei al contrario era una ragazza solare, sempre molto vivace…a
volte anche troppo.
-Bene signori. Diamo il via al secondo incontro di oggi! Baihuzu
contro Thirdsky!-
l’annuncio di Djman
richiamò la sua attenzione.
-Nel primo match vedremo affrontarsi Rei, per la squadra dei
Campioni eEiji,
rappresentate degli sfidanti-
Un applauso si levò dagli spalti mentre i
giocatori prendevano posizioni uno di fronte
all’altro, vicino al beybladestadium.
-Bladers in posizione! Tre, due, uno, pronti…lancio!- alle parole
del cronista seguì così l’inizio del secondo incontro della giornata. I due beyblade sfrecciavano sul terreno
di gioco, manifestando già dal principio l’intenzione di cominciare a farsi la
guerra, tenendo il pubblico con il fiato sospeso fin da subito.
Sae da bordo campo si focalizzò sui
movimenti del fratello. Anche lui aveva seguito i campionati mondiali dell’anno
prima e sapeva che il punto di forza del cinese era la velocità, e infatti lo stava dimostrando
benissimo: Driger era
talmente rapido che sembrava sparire nel nulla per qualche secondo per
ricomparire poco dopo nei punti più inaspettati, a ripetizione.
Eiji non poteva competere in questaattitudine ma a compensare
la cosa aveva dalla sua parte la possibilità di disporre di una potenza degna
davvero di attenzione.
-Certo che…la tua velocità è davvero…disarmante!- esclamò il
giapponese rivolgendosi al suo avversario.
-Grazie, lo prendo come un complimento- gli rispose Rei.
-Oh, lo era! Ma ti consiglio di non
sottovalutare il mio Alcor-
lo avvertì mentre faceva partire la sua trottola rossa
fiammante con un nuovo e più potente attacco.
-Non sottovaluto mai gli avversari- ribatté il blader della Tigre Bianca sorridendo.
-Bene, vedo cha andiamo d’accordo! Io la considero
la regola d’oro del perfetto blader!-
annunciò il rappresentante dei Thirdsky
in maniera quasi teatrale.
-Ma sentilo!- si lamentò Sae.
Fino a poco tempo prima suo fratello era certo di vincere. E’ proprio uno sbruffone…pensò. Sarebbe stato difficile trovare
qualcuno al mondo più egocentrico di lui.
Si voltò per tornare in panchina, da cui si era allontanata per
assistere meglio all’incontro, ma dopo pochi passi si fermò. Si portò una mano
all’orecchio e strinse gli occhi. Uno strano fischio le aveva improvvisamente
attraversato la testa, un fischio che cresceva di intensità
ad ogni istante, fino a diventare tremendamente fastidioso, tanto da doversi
isolare dal mondo circostante.
Chiuse le palpebre, sapeva esattamente cosa stava per succedere.
Un’immagine, come un flash, si fece prepotentemente spazio nella
sua mente cancellando ogni altro pensiero. Vide il beyblade rosso di Eiji ruotare ai piedi del ragazzo, fuori dal terreno
di gioco, mentre quello grigio di Rei era ancora in campo.
Allontanò la mano dell’orecchio e rilassò la fronte mentre sentì
il fischio affievolirsi fino a scomparire del tutto, allo stesso modo in cui
era comparso.
Riaprì gli occhi trovando quelli di Shun che la fissavano. –Perderà vero?- le chiese.
-Già- fu la sola risposta della moretta.
-E’ un peccato…si sta così divertendo; e anche Rei-
La ragazza guardò il moro con sguardo interrogativo prima di
spostare l’attenzione sul blader
dei Baihuzu.
-Come fai a dirlo? Non l’hai nemmeno toccato!- gli chiese, mentre
i suoi occhi tornavano nuovamente a posarsi sulla figura del fratello maggiore.
-Beh, con il tempo si imparano
ad affinare certe…capacità- Shun
pronunciò l’ultima parola con una strana incertezza, come se nel frattempo
stesse cercando un termine più appropriato da usare.
-Ma è ben poco per il momento. Penso di avere ampi margini di
miglioramento- aggiunse.
Aveva appena concluso la frase che un
boato assordante risuonò per tutto lo stadio: le urla
dei tifosi accompagnarono l’ultimo attacco che Driger e Alcor
scagliarono l’uno contro l’altro. Le trottole cozzavano e stridevano tra loro
mentre da sopra il rispettivo bit emergeva una luce quasi accecante. E
all’interno del bagliore la
Tigre Bianca di Rei combatteva con un altro bit-power, un puma dal manto dorato e gli occhi rosso
fuoco.
Fu un attacco incredibile, i due beyblade rimbalzarono indietro per l’onda d’urto. Driger sbatté violentemente
contro il bordo del campo ma riuscì a ricadere dentro
riprendendo stabilità e continuando a ruotare, mentre Alcorvenne sbattuto fuori
dal terreno di gioco, ai piedi di Eiji,
ancora ruotante su se stesso ma comunque all’esterno del beybladestadium.
E le regole erano chiare, bastava ciò per far
dichiarare il match concluso.
Fu così che Djman
annunciò il vincitore della sfida. –Il vincitore di questo incontro è Rei,
signori! Il suo Driger
continua a ruotare in campo!-
-IBaihuzu
si aggiudicano così due punti, portandosi nella classifica al pari con gli AllStars! Ma vedremo cosa
succederà nel secondo match!- aggiunse. –Intanto facciamo un bell’applauso al
rappresentante dei Thirdsky,
Eiji, che nonostante la
sconfitta ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per tener testa ad un campione come Rei! Sentiremo sicuramente ancora
parlare di questa squadra!-
Mentre i fan continuavano a gridare entusiasti Rei
si avvicinò ad Eiji.
–Complimenti, sei davvero un blader
in gamba- si congratulò tendendogli la mano.
-Beh…non così tanto da batterti a quanto pare- ribatté stringendogliela. –Sei un vero
campione!-
-Ho avuto dalla mia parte anche un pizzico di fortuna!-
Il blader dei Thirdsky
sorrise al cinese prima di tornare verso la panchina della propria squadra. Sae intanto osservava il blader dei Baihuzu
avvicinarsi verso i suoi compagni. Prima che potesseraggiungerli gli corse dietro.
-Ehi Rei!- lo chiamò come se si conoscessero da sempre.
-Si?- domandò il ragazzo un po’ incerto, voltandosi verso di lei.
-Tu sei amico di Takao,
vero?- gli chiese, nonostante sapesse già la risposta.
-Si…perché?-
-Niente…vorrei che tu lo salutassi per me, e poi…- si interruppe per portare le mani dietro al collo,
armeggiando con la chiusura della catenina che portava,
la stessa che Takao aveva
ritrovato al parco dopo che lei l’aveva persa. Era stato grazie a quel ciondolo
che si erano conosciuti di persona la prima volta.
-Vorrei che tu gli dessi questa. E digli che me la dovrà ridare
indietro il giorno in cui riuscirò a batterlo in una sfida a beyblade-aggiunse mentre già stava correndo indietro dai suoi
fratelli, lasciando Rei con una strana espressione sconcertata in volto.
-Che cosa hai detto a Rei?- le chiese Shun quando vide la sorella tornare a sedersi in
panchina.
-Niente!- gli rispose lei, ridacchiando. Un’ombra appena più rosea
colorava le sue gote.
-Avevi previsto la mia sconfitta, vero?- Eijile si
sedette accanto.
-Si…ma solo dopo che l’incontro era già iniziato-
La ragazza lo sentì sbuffare. –Rei è davvero un blader eccezionale. Non è stato
facile tenergli testa-
-Non te la prendere. Mi impegnerò per
farci guadagnare almeno due punti- intervenne Shun.
-Ma non sei tu che dici sempre che il torneo non è la cosa più
importante e che la missione
viene prima di tutto? Hai forse cambiato idea?- gli fece notare il fratello.
-No, non ho cambiato idea. Ma anche a me
piace fare bella figura. Dopotutto sono un Munemari anche io- gli rispose,
mentre sulle sue labbra compariva un sorriso soddisfatto.
*
Da quelle parti il tramonto tingeva il cielo sempre di rosso. Kai lo aveva notato anche il pomeriggio prima, quando era andato al
parco La Plata per allenarsi. Proprio come
aveva fatto anche quel giorno.
Richiamò il suo Dranzer
dirigendosi verso la balaustra che si affacciava sul fiume. Poggiò i gomiti
sulla ringhiera fermandosi a fissare l’acqua scorrere lenta sotto di sé.
Si portò una mano alla sciarpa allontanandola un poco dal collo.
Si sentiva quasi soffocare, faceva troppo caldo per lui. E dire che la
temperatura non era poi così eccessiva. D’altro canto era abituato a vivere in
climi rigidi. Aveva passato tutto l’autunno e l’inverno in Russia
dove il gelo non perdonava. In strada si rischiava di congelare.
Un rumore dietro di lui lo distolse dai propri pensieri, era un
sibilo che conosceva bene.
-Ciao Rei- lo salutò senza nemmeno voltarsi.
-Sei in gamba, hai riconosciuto subito Driger- se si fosse girato
avrebbe potuto vedere Rei sorridere mentre riprendeva
in mano il suo beyblade.
-Ho visto Yuri
venendo qui- disse l’amico avvicinandosi al russo. Si appoggiò con la schiena
al parapetto prima di aggiungere:-Forse ti stava cercando-
-Non credo- gli rispose l’altro, lo sguardo sempre fisso sul
fiume.
-Sai Kai…-
esordì il cinese dopo qualche minuto di silenzio. –Sinceramente credevo che non
avresti partecipato a questo torneo-
Kai voltò la testa verso il compagno,
lanciandogli un’occhiata interrogativa. Per quale motivo non avrebbe dovuto
partecipare?
-Le squadre Campioni non devono battersi
tra loro. Credevo che il tuo unico obiettivo fosse quello di
scontrarti contro Takao-
gli disse, rispondendo a quella sua muta domanda.
-D’altra parte lo scorso anno sei inizialmente passato dalla parte
della BEGA per raggiungere il tuo scopo-
Kai indurì lo sguardo, mentre i suoi pugni
si serravano più forte intorno alla ringhiera. Rei lo notò.
-Ehi, non ti voglio giudicare. Anzi, posso capire benissimo perché
lo hai fatto- continuò prima di allungare le braccia
verso l’alto, stirandosi i muscoli.
Il blader
dell’Aquila Rossa tornò a rilassarsi. In fondo Rei non aveva tutti i torti. –E’
comunque un torneo di beyblade.
E poi avremo lo stesso l’occasione di dimostrare chi sia
il più forte, anche se indirettamente-
A dire la verità era stato incerto fino
all’ultimo se partecipare o meno. Quando sei mesi
prima aveva lasciato il Giappone per recarsi a Mosca e allenarsi con la squadra
dei Neoborg non era stato
ancora del tutto sicuro della sua scelta. La decisione finale era arrivata poco
tempo prima dell’inizio della “Sfida ai Campioni”, quando ogni squadra aveva
dovuto confermare la sua presenza al campionato. La sua voglia di tornare a
battersi aveva preso il sopravvento e avrebbe comunque potuto constatare chi sarebbe stato il migliore. Eppure sentiva che
c’era dell’altro…un altro motivo per cui
alla fine aveva deciso di prendere parte al torneo. E non c’entrava nulla con
il beyblade.
Probabilmente lo sapeva anche Rei, perché in quel momento lo stava
guardando sorridendo. Un sorriso sincero che nulla aveva di canzonatorio.
Nostalgia. Da quando era tornato in Russia
qualcosa era cambiato in lui. Qualcosa gli mancava terribilmente. Ma non era riuscito a capire cosa fosse…
Per sua fortuna l’amico lo conosceva abbastanza bene da non
domandargli altro.
-Torniamo in albergo?- fu tutto quello che gli chiese.
L’altro annuì prima di seguirlo per dirigersi verso il DazzlerTower, che raggiunsero in nemmeno una decina di
minuti.
Si fermarono però davanti all’entrata
dell’hotel, senza entrarvi, la loro attenzione fu infatti
catturata da qualcosa. Attraverso le vetrate dell’ingresso dell’albergo
scorsero Daitenji intento a
parlare con il capitano della squadra dei Thirdsky, Shun.
-Sono forti- dichiarò Rei. –Non è stato facile riuscire a battere
suo fratello nell’incontro di oggi-
-E Lai invece è stato sconfitto, come sai. Sia i Revival che i Thirdskysono stati una vera rivelazione per questo torneo-
continuò il cinese, continuando a guardare il ragazzo conversare con il presidente
della BBA.
-Però è strano-
A quell’ultima affermazione del compagno Kai spostò l’attenzione su di lui. –Che cosa?- gli
domandò mentre lo vide portare una mano al mento con aria dubbiosa, come stesse
riflettendo.
-Ho seguito le fasi di preselezione del campionato: gli incontri
combattuti dai Revival non erano per niente paragonabili a quello cui abbiamo
assistito ieri contro gli AllStars. Però è probabile che
in quelle occasioni non abbiano sfruttato in pieno il loro potenziale e questo
spiegherebbe lo stupore nello scoprire quanto forti siano in realtà-
-Ma per quanto riguarda i Thirdsky…credevo di aver visto
tutti gli incontri delle preliminari, ma forse mi sbagliavo.
Loro non li ho mai visti in azione, e non mi è mai capitato di sentirli
nominare in televisione o sui giornali- concluse
il moro.
Il russo tornò a guardare Shun.
Lo vide congedarsi da Daitenji
e sparire oltre l’atrio dell’albergo. Tutto sommato Rei non aveva tutti
i torti, nemmeno a lui era mai capitato di sentir parlare di quei tre ragazzi
che costituivano i Thirdsky.
Doveva ammettere però che lui, contrariamente all’amico, non aveva
seguito troppo la fasi di preselezione, anzi.
Non gli interessava conoscere in anticipo le strategie usate dagli avversari, o
chi si sarebbe trovato di fronte a combattere. Avrebbe dato il meglio di sé in
ogni caso, dimostrando ancora una volta di essere il migliore. E un giorno
sarebbe finalmente riuscito a battere anche Takao, ne era certo.
-Comunque Daitenji
è stato piuttosto misterioso fino all’ultimo su questo torneo, quindi è inutile
rimuginarci sopra- aggiunse Rei distrattamente mentre
si tastava le tasche, come fosse in cerca di qualcosa.
Ne estrasse fuori una catenina d’argento.
-Beh, ci vediamo Kai.
Devo dare una cosa a Takao
prima che mi dimentichi-
Il blader
dell’Aquila Rossa seguì il compagno con lo sguardo, vedendolo avvicinarsi al
capitano dei Bladebreakers,
impegnato ad abbuffarsi di pizza e patatine su uno dei tavoli vicino alla
piscina.
-Takao, sei un pozzo senza fondo!- esclamò Daichi, seduto accanto a lui.
-Senti chi parla- fu Hilary a ribattere, accomodata al loro stesso
tavolo. Stava fissando distrattamente il ghiaccio che galleggiava sulla superficie
del suo succo di frutta.
-Ah, stai zitta ochetta!-
Il rossino
fece appena in tempo a terminare la frase che si sentì piovere addosso una cascata di coca cola.
-Ma che diavolo…- farfugliò guardandosi la maglietta ormai
impiastrata dalla bibita. Sollevò gli occhi vedendo che Hilary teneva ancora un
bicchiere rovesciato sopra la sua testa. Bicchiere che fino a qualche istante
prima era pieno di coca cola. La brunetta lo riposò sul tavolo pochi secondi
dopo, come se nulla fosse.
-Ma sei diventata pazza?!
Che diavolo ti è saltato in mente?!-
le urlòcontro Daichi scrollando la testa, come un cane appena
uscito da un bagno che cerca di asciugarsi.
-Ehi! Quella era la mia coca cola!- si lamentò Takao.
-Non azzardarti mai più a chiamarmi “ochetta”! E’ una cosa che non
sopporto!- replicò la giovane, rivolgendo uno sguardo truce al ragazzino e
ignorando completamente le proteste del capitano.
-Lo so! E’ per questo che lo faccio!-
Kaiintanto,
aveva assistito a tutta la scena. Vide la brunetta stringere i pugni e prendere
un profondo respiro, come stesse cercando di reprimere un improvviso istinto
omicida nei confronti del piccolo blader.
Era strano, fino a più di un anno prima era abituato a vederla
discutere spesso con Takao.
Poi con l’arrivo del terzo campionato mondiale e di Daichi le cose erano cambiate all’improvviso e la
controparte dei suoi litigi era stata sostituita. Non che i battibecchi tra lei
e il suo ex-capitano fossero stati del tutto eliminati. Capitava ancora di
vederli bisticciare come ai vecchi tempi.
Da che ricordava loro due invece non avevano mai litigato. Tranne
quella volta in cui Zeo gli aveva sottratto l’Aquila
Rossa, quando la ragazza era venuta a cercarlo al parco e lui gli aveva reso
nota la sua intenzione di lasciare per sempre il beyblade. Lei allora gli aveva urlato contro che era
un insensibile e che non aveva senso far parte di una squadra se andava via
proprio nel momento in cui gli altri avevano più bisogno di lui.
Solitamente invece era sempre gentile nei suoi confronti…lo era
stata anche quando lui stesso sapeva di meritarsi solo schiaffi.
Gli tornò in mente l’episodio della sera prima, davanti alla porta
della stanza della BBA, quando un po’ intimidita gli aveva augurato buona
fortuna per l’incontro di quella seconda giornata del torneo. Gli era parsa un po’ impacciata, forse in qualche modo la
sua austerità la metteva a disagio.
Con quell’ombra più rosea sulle guance gli era parsa
davvero…carina.
Si riscosse immediatamente dopo quel pensiero, guardandosi intorno
come fosse appena stato colto in flagrante perché aveva commesso qualcosa che
non avrebbe dovuto fare.
Ma che cavolo andava a pensare? Si voltò di scatto, il volto
di nuovo coperto da una maschera impassibile, mentre a passo svelto rientrava
in albergo.
-Takao!-
Sentendosi chiamare il giapponese sollevò gli occhi dalle sue
patatine, vedendo Rei venirgli incontro.
-Ciao Rei!- lo salutò a bocca ancora piena. Cosa che Hilary non
mancò di fargli notare con un commento poco carino a riguardo.
-Sei stato grande oggi contro Eiji! E’ stato un incontro appassionante!- continuò
entusiasta, ignorando del tutto l’amica.
-Grazie- gli rispose il cinese. –Ma non è stato facile batterlo. I ragazzi dei Thirdsky sono blader davvero in gamba- aggiunse.
-Già…e anche i Revival! Credo proprio che questo nuovo torneo sarà
avvincente!- esclamò intrecciando le mani dietro la testa e appoggiandosi
comodamente allo schienale della sedia. Non era affatto
preoccupato di potersi trovare davanti avversari difficili da battere, anzi il
solo pensiero lo elettrizzava e lo spingeva a dare il massimo. Erano questi gli
incontri che a lui piacevano di più.
Sorrise al blader
della Tigre Bianca prima che la sua attenzione fosse catturata da qualcosa di
argentato che quest’ultimo teneva in mano. Corrugò la fronte, cercando di
capire di cosa si trattasse, gli sembrava stranamente familiare.
-Cosa tieniin mano,
Rei?- gli domandò poco dopo.
Vide l’amico riscuotersi, come si fosse appena ricordato di
qualcosa. –Ah, già! Ero venuto apposta per questo!- disse infatti, porgendogli l’oggetto sotto il naso.
Takao lo osservò per qualche istante: era un
piccolo delfino d’argento. Lo stesso che pochi giorni prima aveva trovato nel
parco e aveva poi scoperto appartenere a Sae,
la ragazza che partecipava alla “Sfida ai Campioni” con la squadra dei Thirdsky.
-E questo cosa
significa?- chiese accompagnando la domanda con uno sguardo interrogativo
rivolto al compagno.
L’altro sollevò le spalle. –Non ne ho idea. E’ stata la ragazza
dei Thirdsky a chiedermi di
dartelo- spiegò in breve.
-Aggiungendo solo che avresti dovuto riconsegnarglielo il giorno
in cui ti avrebbe battuto in una sfida a beyblade-
Il moretto continuò a fissare il ciondolo in silenzio, ripensando
alla sua proprietaria. Dire che fosse strana era un eufemismo.
-Ah…- fu tutto quello che riuscì a dire in risposta.
-Non sapevo conoscessi quella ragazza-
gli disse Hilary.
-Beh, ci siamo incontrati per caso al parco qualche giorno fa e…- Takao non concluse la frase, non
trovando le parole per continuare. Non che ci fosse
molto da dire in fondo, lei gli era praticamente
piombata davanti dal cielo, e poco dopo aveva scoperto che anche lei era una blader e partecipava alla “Sfida
ai Campioni”. Tutto qui, non c’era altro…
Era immerso nei suoi pensieri che non si accorse quasi di star
arrossendo. Cosa che invece non sfuggì a qualcun altro.
-Uhm…che hai combinato?- gli domandò Rei.
Il sedicenne sollevò lo sguardo incontrando quello del blader della Tigre Bianca che in
quel momento lo fissava con un sorriso stranamente malizioso.
-Niente, niente! Che vai a pensare? Cosa dovrei aver combinato, scusa?- parlò a raffica
abbassando gli occhi, cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Comunque…- aggiunse poco dopo cercando di cambiare discorso. –Mi
dispiace per lei ma non penso che riavrà indietro questo
ciondolo tanto presto!-
Impiegò un secondo per tornare il blader spavaldo di sempre. Non aveva ancora mai
visto giocare Sae, ma se i suoi fratello erano forti
dubitava che lei potesse essere da meno. Questo però non sarebbe bastato per
battere un campione come lui, dal suo punto di vista.
Chiuse il pugno stringendo la catenina di quella strana ragazza,
mentre un sorriso si allargava sulle sue labbra.
Lui avrebbe sempre dato il massimo…
Ed eccoci
alla conclusione del cap!!! Che ne dite?? Si comincia a
capire qualcosa in più?? Ci
saranno ancora parecchie sorprese!!
Ora passo ai ringraziamenti:
Bladegirl: grazie!! Pensavo di aver fatto un po’ di impicci con gli incontri, non sono la mia specialità!!^^’ Per l’incontro di Kai…c’è da pazientare ancora un po’ ma arriverà!!^^
Yunie the Black Angel: si!! Bella quella puntata!!^^ Eh già, Kai
comincia a provare qualcosa…ma è troppo orgoglioso per ammetterlo!!^^
Hilly89: sono contenta
che la mia fic ti piaccia
sempre di più!!^^ Ho perso
parecchio tempo su questo cap
e spero sia venuto bene anche questo!! Allora io aspetto le tue recensioni
anche dopo tornadi e
tempeste!!! XD Comunque…eh
si, l’amore sa davvero essere senza pietà!! (semplice, conciso e vero!
XD) e in questa fic entrambi, Kai
e Hilary, ci sbatteranno contro la testa!! Aspetta e vedrai! ;)
Padme86: un po’ di
casini…è riduttivo! Ce ne saranno parecchi di casini!! XD vedrai presto…spero ti sia
piaciuto anche questo cap,
in cui i Revival restano ancora un po’ misteriosi…ma nel corso dei prossimi
capitoli spargerò qua e là indizi vari a riguardo, vediamo se qualcuno riesce a
mettere insieme il puzzle!!^^
Redeagle86: visto, anche
qui Sean non ha avuto particolare rilevanza…ma
ben diverso sarà per il prossimo capitolo!! Chi sarà
mai?? Non ti resta che continuare
a leggere per saperlo!!^^ E
anche per sapere che fine ha fatto il dottore psicopatico e soprattutto che
c’entra con i nostri “eroi” (beh, si fa per dire XD)!!
Panson: non preoccuparti per le
tue recensioni lunghe, mi diverto molto a leggerle!!^^ Sono contenta che ti sia piaciuto anche lo
scorso cap, e spero che
anche questo abbia fatto altrettanto!!^^ Ma per la lotta tra Kai e Sean
c’è ancora da pazientare…soprattutto perché il nostro bel russo troppo ci
metterà prima di rendersi conto di quello che prova!!^^ Ma se ti dico tutto
adesso poi non c’è più gusto a leggere la storia, quindi ora mi cucio la
bocca!! XD
Un grazie grande grande anche a coloro che leggono e basta, spero che
la storia continui a piacere anche a voi!!!^^
Cercherò di aggiornare presto, esami permettendo!!!!!!!!!
Alla prossima!!!!!!!!!!!!!!!!!
Capitolo 6!!!!! Eccolo qui, finito di
scrivere proprio oggi!!^^
Doveva essere molto più corto ma per una serie di cose alla fine è finito per
essere piuttosto lunghetto! Spero non vi faccia
annoiare!!^^’ E pensare che
avrei dovuto inserirci anche un’altra cosa, ma a questo punto la metterò nel
prossimo capitolo!! Intanto godetevi questo!!!
Uhm…ho l’impressione che
chi non sopporta Sean dopo questo capitolo lo
detesterà ancora di più!! XD
Buona lettura!!!!!!!!!!^^
***
Oltre
l’apparenza
-Sean…- Chantal si
fermò sulla soglia della portafinestra che dava sul balcone, osservando l’amico
seduto sulla sdraia. Teneva le mani intrecciate dietro la testa e le gambe
allungate verso la ringhiera, su cui poggiava i piedi. Stava contemplando
l’alba nascente.
-Buongiorno- le disse lui, senza neanche voltarsi.
-Già sei sveglio?- gli domandò la ragazza, spostando poi lo
sguardo verso l’orizzonte, dove il cielo cominciava a schiarirsi.
-Potrei farti la stessa domanda-
La rossa si avvicinò alla balaustra appoggiandovi i gomiti.
Socchiuse gli occhi per proteggerli dai raggi del sole che presto sarebbero
andati ancora a scaldare una nuova giornata.
-Mason e Gregory
dormono ancora?- chiese dopo qualche attimo di silenzio.
-Mi stupirei del contrario. Li conosci, difficile che si alzino dal letto prima di mezzogiorno!- ridacchiò il biondino. –E
poi oggi non ci sono nemmeno gli incontri del campionato-
Era mercoledì, unico giorno infrasettimanale di riposo dalla
“Sfida ai Campioni”, oltre ai week-end.
-Oggi invierò al capo le prime
informazione che abbiamo raccolto- dichiarò Chantal,
voltandosi verso il compagno. –Anche se per ora è poco e nulla…-
L’unica squadra contro cui
avevano combattuto fino a quel momento era quella degli AllStars.
E il bit-power di Max era comparso solo per pochi
secondi. D’altra parte non avrebbero potuto agire diversamente, se avessero
battuto facilmente il campione americano i Revival
avrebbero dato troppo su cui parlare. Non capitava
certo tutti i giorni che una squadra come la loro, sbucata praticamente dal
nulla, ne sconfiggesse una del livello degli AllStars come se niente fosse. La notizia avrebbe
sicuramente fatto il giro del mondo sportivo, richiamando su di loro
l’attenzione di troppe persone, correndo così il rischio di mandare il piano in
fumo. No, non era ancora giunto il momento per scoprirsi.
-Non preoccuparti, il torneo è ancora
lungo. Alla fine avremo tutto quello che ci serve- la
rassicurò Sean.
-Piuttosto…- aggiunse subito dopo, catturando l’attenzione della
ragazza. –Teniamo gli occhi aperti: il capo ha detto che potrebbero esserci
degli infiltrati in questo torneo-
-Quella maledetta organizzazione- sibilò Chantal tra i denti, mentre incrociando le braccia al petto
la sua espressione si faceva più dura.
-Hai già dei sospetti?- gli domandò.
-E’ presto per dirlo- ribatté l’altro con
la sua solita pacatezza. La giovane guardò il compagno, tornato nuovamente ad osservare l’alba. Lo conosceva da parecchi anni ormai,
eppure non ricordava di averlo mai visto perdere la calma. Lei al contrario scattava per ogni minima cosa che non le andasse a genio. Lo invidiava a volte per questo.
-Pensi sia vero?- gli chiese
all’improvviso. Vide il blader
spostare le sue iridi verde smeraldo nelle sue, più chiare.
-Il fatto che alcuni membri di quell’organizzazione possiedano
doti particolari…- precisò poi, notando lo sguardo interrogativo dell’amico.
Vide Sean sospirare prima di
risponderle. –Pare assurdo Chantal…ma
se il capo ha detto così significa che è la verità. Lui non mente mai-
La rossa rifletté su quella sua ultima affermazione prima di
annuire.
-A proposito, questa sera temo che dovrai fare a meno della mia
presenza per informare il capo- le disse il ragazzo.
-Perché?-
-Perché se tutto va come spero avrò una
specie di appuntamento- un sorriso si allargò sulle sue labbra.
-Non dirmi che stai parlando di quella
ragazzina della BBA?- lo sguardo del capitano dei Revival si fece
immediatamente più duro mentre il ricordo del suo compagno di squadra che
parlava con la brunetta sul divano a dondolo del giardino dell’albergo, qualche
sera prima, le riaffiorava alla mente.
-Che ci trovi in lei?- gli domandò
infastidita, mentre si girava di scatto dando volontariamente le spalle al
biondino, come avesse appena ricevuto un’offesa.
-Non essere gelosa, Chantal. Tu sei molto
più bella- sentì Sean spostare indietro la sdraia,
probabilmente si stava alzando.
-Non sono gelosa- ribatté seccamente, senza voltarsi.
-No, infatti- le
parole del ragazzo le arrivarono vicino all’orecchio, era dietro di lei. –Sei solo presuntuosa-
-Ma la cosa non mi stupisce: bellezza e presunzione di solito
vanno a braccetto- continuò allontanandosi.
Chantal tornò a spostare lo sguardo sul
biondino, vedendolo dirigersi verso l’interno della stanza.
-Non c’è solo la bellezza, Chantal-
le disse come ultima cosa prima di rientrare in camera.
-Forse…- rispose, più a se stessa che al compagno, che ormai non
poteva più sentirla. Poggiò le mani sulla ringhiera del balcone facendo correre
le sue iridi verde mare sull’orizzonte, sopra al quale si levava il sole, sorto
da poco.
-Ma è l’unica cosa per cui sono
apprezzata…- aggiunse a bassa voce mentre un velo di tristezza andava a
nascondere i suoi occhi.
*
-Ahhh! Adoro la colazione di questo albergo!- esclamò Takao, mentre osservava con occhi luccicanti i cornetti
ripieni di ogni tipo che andavano ad imbandire la tavola sotto il suo naso.
Li guardò uno per uno, indeciso su quale cominciare a mangiare per
primo, avevano tutti un aspetto molto invitante. Solo
dopo una lunga riflessione infatti,
decise di optare per quello al cioccolato.
-Buongiorno! Come va?- una pacca sulla spalla per poco non lo fece
strozzare.
Tossì un paio di volte cercando di non mandare di traverso il
boccone, e solo quando si fu ripreso sollevò lo
sguardo incontrando il sorriso dolce di una ragazza.
-Tu compari sempre così all’improvviso?- le domandò dopo qualche
attimo di silenzio.
-Spesso- gli rispose Sae, sedendosi di fronte a lui. –Non ti dispiace se
mi siedo qui con te, vero?- gli domandò cambiando completamente espressione,
come se il blader le avesse
appena risposto affermativamente.
-Beh…no. Siediti pure- replicò.
-Grazie- il sorriso tornò immediatamente ad illuminare il volto della giovane. Takao la osservò per qualche istante; era davvero
carina.
-Hai ricevuto il mio messaggio?-
-Uh? Quale messaggio?-
-Il ciondolo- gli spiegò in breve la
moretta.
-Ah…si!- il sedicenne infilò una mano nella tasca dei pantaloni,
estraendone una catenina con appeso il piccolo ciondolo a forma di delfino.
-Perfetto!- esclamò Sae,
evidentemente contenta perché Rei aveva riferito il suo messaggio a Takao.
-E così…pensi davvero di riuscire a battermi a beyblade?- le domandò quest’ultimo, un sorriso
strafottente sulle labbra.
-Guarda che non ti conviene sottovalutarmi- replicò la blader incrociando le braccia al
petto e mettendo il broncio.
-D’accordo…vorrà dire che sarà una sfida
interessante!- ridacchiò il ragazzo.
-Certo, puoi ben dirlo! Peccato che le nostre squadre si dovranno
affrontare solo alla tredicesima giornata del torneo!-
Il capitano della BBA Revolution fece
mente locale, cercando di ricordare la cronologia del calendario degli incontri. Se non sbagliava, il giorno seguente lui e Daichi avrebbero dovuto
combattere contro la squadra di Ozuma,
gli Scudi Sacri, e il lunedì successivo contro i Revival. Due sfide non facili.
In più c’erano i Thirdsky
che, come Sae gli aveva
appena riferito, si sarebbero trovati di fronte solo verso la fine della prima
fase del campionato. Tre incontri di tutto rispetto, non c’era da ridire. Per
quanto riguardava le altre formazioni invece, non gli erano parse avversarie
troppo temibili, almeno per il momento. Ma gli
conveniva non abbassare mai la guardia, qualcosa gli diceva che ci sarebbero
state delle sorprese in questa “Sfida ai Campioni”.
-Comunque…ottima scelta!-
Il ragazzo tornò a spostare l’attenzione sulla moretta.
-Il cornetto al cioccolato intendo…-
proseguì la ragazza, accennando con il capo alla colazione del blader del Drago Azzurro.
-Io ne ho già mangiati cinque!-
Takao sgranò gli occhi a quella sua ultima affermazione.
Non aveva mai incontrato qualcuno che potesse
competere con lui in fatto di cibo…a parte Daichi, ma il rossino non
faceva testo, dato che era da considerarsi un piccolo
selvaggio.
-IlfratelloneShun mi sgrida sempre per
questo…dice che sembro una bambina che non è capace di contenersi, e che un
giorno finirò per sentirmi male!-
Il ragazzo scoppiò a ridere non potendo fare a meno di pensare che
queste parole risultavano
terribilmente familiari anche per lui.
-Anche mio nonno mi dice esattamente le stesse
cose!- le comunicò infatti.
-Davvero? Beh, in effetti
il fratelloneShun
a volte è noioso proprio come un vecchietto…dovrebbe divertirsi di più!- disse Sae, portandosi un dito sulle
labbra e assumendo un’espressione pensierosa, come se stesse riflettendo su
come mettere in pratica quanto appena detto.
-In ogni caso è sempre meglio lui dell’irritante fratelloneEiji-
sbuffò storcendo la bocca.
Takao sorrise alla sua smorfia, era davvero buffa.
-Oh…scusami…per caso ti sto annoiando?- domandò la blader all’improvviso,
interrompendo il discorso. –Sai…a volte mi rendo conto di parlare un po’
troppo!- fece una linguaccia scherzosa per cercare di togliersi dall’imbarazzo,
visto che le sue gote avevano assunto una tonalità più
rosea.
-Lo stai venendo a dire ad una persona
che ha il tuo stesso problema…e a cui gli altri non
mancano di farglielo notare- ribatté il sedicenne, e aggiunse quell’ultima frase pensando in particolar modo ad Hilary e a tutte le volte che gli faceva presente di
parlare a sproposito.
Il blaader vide la ragazza sorridere e
tornare a rilassarsi. Ma durò solo un attimo. Il suo
viso si fece immediatamente serio e la sua attenzione pareva essere stata
catturata da qualche altra cosa.
-Scusa…- disse, alzandosi dalla sedia. –Ora devo andare, Eiji mi sta chiamando-
La vide allontanarsi e attraversare la sala delle colazioni,
voltandosi solamente quando fu davanti alla porta, decorata da una pittoresca
vetrata.
-Mi raccomando, in attesa della nostra
sfida conserva con cura il mio ciondolo, ci tengo molto!- gli disse con il suo
solito buonumore. Poi sparì di corsa oltre la soglia.
Takao ripose il pendente in tasca, decidendo
di lasciarlo poi nella sua camera d’albergo; se lo avesse portato con sé avrebbe corso il rischio di perderlo.
Mentre riprendeva finalmente a mangiare il suo cornetto al
cioccolato si accorse però che c’era qualcosa che non quadrava. Fece vagare lo
sguardo per tutta la sala, come fosse alla ricerca di
qualcosa, fermandosi poi sulla porta.
Che strano…pensò. Sae aveva detto di dover andar via perché Eiji la stava chiamando, ma non
gli sembrava di aver visto il fratello avvicinarsi a lei e nemmeno gli pareva
che la ragazza avesse ricevuto una chiamata o un messaggio sul cellulare.
Scosse la testa e, senza stare a pensarci troppo, riprese a
concentrarsi sulla sua colazione. Il suo stomaco stava brontolando impaziente.
*
-Finalmente Sae,
è da un’ora che aspettiamo!- la ragazza si fermò davanti al fratello,
riprendendo fiato. Aveva fatto più presto di quanto poteva, ma Eiji ovviamente aveva sempre
qualcosa da ridire.
Appena le fossero passati i postumi della corsa lo avrebbe
conciato per le feste.
-Guarda che ho corso per arrivare fin
qui, non me la sono presa comoda! E poi ho ricevuto la tua chiamata nemmeno
dieci minuti fa!- ribatté la moretta.
-A proposito…perché non mi hachiamata al cellulare come fanno tutte le persone normali?-
continuò, in viso un’espressione piuttosto seccata.
-Non vedo perché devo sprecare soldi al cellulare
quando ho un mezzo molto più veloce…e soprattutto gratis!-
Antipatico e pure
tirchio…che ho fatto di male per avere un fratello scapestrato come lui? Che
sfortuna…si commiserò.
Shun le sarebbe
tranquillamente bastato.
-Fai sempre irruzione nella mia mente nei momenti meno opportuni!-
si lamentò la ragazza. Era dovuta andarsene proprio nel momento in cui
cominciava a fare amicizia con Takao,
il ragazzo che era diventato il suo idolo dopo averlo visto combattere a beyblade durante il primo il
campionato mondiale.
-Cosa vuoi farci? E’
compito delle sorelle minori sopportare i fratelli maggiori!- esclamò Eiji ridacchiando, cosa che fece
infuriare Sae ancora di
più.
-Peccato che solitamente le sorelle minori non sono
costrette a sentire l’irritante voce dei fratelli maggiori rimbombare nelle
loro menti!- ribatté lei, alzando notevolmente il tono di voce.
-Attenta Sea,
stai urlando. Da quello che dici qualcuno potrebbe
prenderti per pazza!-
La blader
sospirò rassegnata. Non aveva nemmeno più la forza di arrabbiarsi.
-Dov’è Shun?- domandò, cambiando completamente discorso.
-E’ già dentro- le rispose l’altro,
spostando lo sguardo sul piccolo bar alla sua sinistra, quello davanti al quale
aveva detto a Sae di
incontrarsi.
Il ragazzo aprì la porta del locale, facendo segno alla sorella di
seguirlo all’interno. –E’ arrivato il momento di iniziare quello per cui siamo venuti-
*
-Insomma, si può sapere cos’è tutto questo fracasso?!- Hilary
spalancò di scatto la porta della sua camera, con un’espressione in viso che
non prometteva nulla di buono.
Stava cercando di parlare al telefono con sua madre, ma aveva
dovuto interrompere la conversazione a causa del frastuono e delle urla che
provenivano dal salotto, e che le impedivano perfino di capire cosa dicesse la
persona dall’altro capo.
Non si stupì più di tanto nello scoprire che i responsabili di ciò
erano Takao e Daichi che, tanto per cambiare,
stavano litigando.
-Cosa hai detto pidocchio?! Ripetilo se hai coraggio! Daichi,
giuro che se ti prendo sono affari tuoi!-
-Ho detto che la nostra squadra sarebbe fortissima anche senza di
te!- replicò il ragazzino mentre saltava dal divano
alla poltrona, per non farsi prendere da Takao.
-Perché io sono il numero uno, e basto da solo per vincere tutti gli incontri!- aggiunse
vantandosi.
-Come osi?!- il blader del Drago Azzurro stava dando
in escandescenza.
-Dai ragazzi, finitela…siete
compagni di squadra e dovreste andare d’accordo…- provò a farli ragionare il
Prof., pur mantenendosi ad
una certa distanza. Probabilmente non voleva rischiare di essere coinvolto.
-Ancora a discutere su questa storia! Siete
peggio dei bambini!- si lamentò Hilary.
-Tu non dovresti intrometterti, ochetta!- le rispose a tono il rossino.
Il sopracciglio destro della brunetta scattò pericolosamente verso
l’alto. Ringraziava il fatto di non avere un qualche oggetto contundente tra le
mani, altrimenti non sarebbe stata in grado di reprimere l’impulso di spaccarlo
sulla testa del piccolo blader.
In ogni caso, qualsiasi pensiero pericoloso fu scacciato da un improvviso e repentino bussare alla porta della loro stanza.
La ragazza andò ad aprire, dato che i suoi compagni continuavano
bellamente a litigare, e probabilmente nemmeno si erano accorti che qualcuno
aveva bussato.
La sorpresa sulla sua faccia fu evidente quando
scoprì chi c’era dall’altra parte. Non se l’aspettava.
-Ciao!- la salutò Sean con un sorriso
smagliante.
-Eh…ciao…- ricambiò lei, un po’ titubante.
-Scusami se mi sono permesso di venirti a cercare fino in
camera…spero che tu voglia perdonarmi-
-Ah…no…non preoccuparti- gli rispose la brunetta. Doveva ammettere
che ogni volta che quel ragazzo le rivolgeva la parolarimaneva spiazzata. Non aveva mai conosciuto nessuno
così gentile ed educato.
-Sai, oggi pomeriggio tornando in albergo ho scoperto una gelateria ottima proprio qui vicino…mi chiedevo se ti
andasse di venirci con me- le propose il biondino.
Hilary arrossì. Le stava forse chiedendo un
appuntamento? Era la prima volta che un ragazzo le chiedeva di uscire.
-Beh…io…non saprei…- gli rispose, abbassando lo sguardo a terra. Sean era un ragazzo carino, cortese, e le aveva dato
l’impressione di essere anche molto dolce. Forse non ci sarebbe stato nulla di
male ad uscire con lui.
-Se hai altro da fare non preoccuparti…non mi offendo!- scherzò.
-No, non ho nulla da fare…beh…allora d’accord…- Hilary stava per
accettare il suo invito, quando Takao
si avvicinò a loro, impedendole di continuare il discorso.
La ragazza spostò l’attenzione sul suo amico, che a quanto sembrava aveva smesso di litigare con Daichi. Aveva una strana espressione contrariata in
viso.
-Hilary non può uscire- sentenziò,
rivolgendosi al blader dei
Revival. –Si è fatto buio, sarebbe meglio per lei rimanere qui-
La giovane osservava il compagno con sguardo misto tra
interrogativo e scioccato. Che diavolo gli era preso?
Credeva che suo padre fosse rimasto in Giappone ma
evidentemente si sbagliava: in qualche modo si era trasferito nel corpo
dell’amico e voleva impedirgli di uscire di sera con
un ragazzo, non c’era altra alternativa.
-Non sarebbe da sola, e comunque non l’avrei riportata troppo tardi…ma
se è un problema, possiamo sempre fare un'altra volta- rispose Sean, come se il comportamento del moretto fosse del tutto
normale. Cosa che non mancò di stupire ulteriormente Hilary.
Non credeva che qualcun altro avrebbe potuto rispondere nello stesso modo, e
sicuramente non avrebbe gradito quell’intromissione.
-Non penso sia una buona idea- sibilò il
capitano della BBA Revolution tra i denti, ancora più
acido.
A quel punto Hilary cominciava davvero a
stufarsi. Quelli non erano affari di Takao.
-Puoi scusarmi un attimo Sean?- chiese
al biondino, sorridendo nervosamente, mentre trascinava il blader del Drago azzurro dentro la stanza.
Lo prese per un polso, conducendolo fino alla sua camera. Chiuse
la porta, in modo che nessuno potesse sentire e poi si
voltò verso di lui, più arrabbiata che mai.
-Si può sapere che problemi hai?!- sbraitò.
-Non capisco a cosa ti riferisci- ribatté il suo interlocutore,
con una faccia tosta da far paura.
-Takao!-
-Non puoi uscire con uno che conosci appena- buttò lì, sedendosi
sul letto della ragazza.
-Questi non sono affari tuoi- dichiarò Hilary
incrociando le braccia al petto, soffermandosi a studiare l’espressione del
giapponese. Sapeva che non era tutto, ormai lo conosceva abbastanza bene da
essere certa che nascondeva qualcosa.
Ma non se ne curò più di tanto, prima o poi
lo avrebbe scoperto. Takao
non era il tipo da tenere per sé ciò che pensava. Per questo gli diede le
spalle, con la chiara intenzione di lasciare la stanza.
-E Kai?- lo
sentì esclamare all’improvviso.
La giovane restò spiazzata a quella domanda inaspettata. Si voltò
verso il compagno, la mano ancora sulla maniglia della porta.
-Pensavo ti piacesse!- continuò l’altro.
-Questo…questo cosa c’entra?- replicò la brunetta, mentre
le sue guance si imporporavano.
-Cosa c’entra? Scusa, non ne so molto di certe cose, ma mi sembra
ovvio che se ti piace una persona non puoi uscire con un’altra!-
La brunetta guardò il blader
in silenzio per qualche istante, rimanendo sorpresa dalla sua ingenuità. Non
poté fare a meno di sciogliersi in un sorriso, che in un attimo cancellò la
rabbia.
-Takao…non preoccuparti, va bene?- lo
rassicurò.
-Eh? Che dici! Non vedo perché dovrei preoccuparmi per te! Ma figurati!- biascicò imbarazzato, voltando la testa
dall’altra parte.
Hilary ridacchiò. –Ci vediamo più tardi- lo
salutò prima di uscire.
Poco dopo Hilary era fuori con Sean. Alla fine aveva accettato il suo invito, pensando che
forse avrebbe potuto passare una bella serata. In fondo quel ragazzo non era
male: carino, simpatico, gentile, in pratica era il suo tipo. Quello che aveva
sempre idealizzato per lei. Prima di conoscere Kai, ovviamente. Da allora le cose erano del tutto
cambiate.
Forse fu proprio uno scherzo del destino a volere che la brunetta
incrociasse per caso la persona che da tempo occupava
spesso i suoi pensieri proprio quando lei era in
compagnia di un altro. O forse il destino non c’entrava nulla e la sua si
trattava semplicemente di sfortuna, o fortuna, asecondo dei casi.
Il blader
russo stava rientrando in albergo proprio mentre loro
se ne stavano allontanando.
Le passò accanto, senza nemmeno degnarla di uno sguardo. Eppure il
cuore della ragazza prese a battere con ritmo frenetico.
Si portò una mano al petto, come a volerlo rallentare, dandosi
mentalmente della stupida. Perché le faceva quell’effetto?
Kai non l’aveva nemmeno
salutata. Doveva smettere di provare simili emozioni per lui, doveva smettere
di continuare a sperare in un amore che sapeva non
avrebbe mai potuto ricevere. Non aveva senso…avrebbe soltanto continuato a
soffrire per tutte le volte che il russo non la considerava, e ad illudersi per quelle volte che riusciva a rivolgergli la
parola, per stare però nuovamente male dopo.
Cominciò a riflettere perdendosi tra i suoi pensieri. Era vero, a
volte le bastava anche solo stargli accanto per essere felice, e l’unica cosa
che le importasse veramente era che lui stesse bene.
D’altra parte però avrebbe voluto
stare vicino a lui come nessuno aveva mai fatto prima. Forse quello era un
pensiero egoista, o forse no, non sapeva bene come funzionassero certe cose.
-Tutto bene?- le domandò Sean.
-Si…certo- gli rispose Hilary, riscossa
dai suoi pensieri.
-Sembravi triste- aggiunse il biondino, incupendosi appena. Pareva
come se percepisse il suo stato d’animo.
-No, sto bene. Davvero!- esclamò la brunetta, sorridendogli. Il
ragazzo non sembrava molto convinto, ma ricambiò comunque il sorriso.
-In ogni caso un gelato ti tirerà su di morale. Vieni, siamo quasi
arrivati alla gelateria- le disse, invitandola a
seguirlo ad attraversare la strada.
Raggiunsero la gelateria pochi minuti più tardi e Sean, dopo varie insistenze di Hilary
per voler pagare lei il proprio il gelato, riuscì ad
offrirglielo.
-Che gentiluomo sarei
se facessi pagare una ragazza?- aveva detto per convincerla. La brunetta allora
lo aveva ringraziato timidamente, non era abituata a ricevere tanta gentilezza.
Bastava guardare le persone con cui passava la maggior parte del suo tempo…
Due in particolare…pensò, mentre nella sua mente si delineavano le immagini del capitano e di quel piccolo
selvaggio di Daichi.
-Beh, non abbiamo fatto molto tardi- dichiarò Sean
non appena rimisero piede nel giardino del DazzlerTower.
–Sono appena le dieci e dieci- continuò, guardando l’orologio.
-Almeno il tuo amico sarà contento!- ridacchiò, e la brunetta capì
che si stava riferendo a Takao.
-Ah, lascialo perdere. A volte si
comporta da stupido- replicò lei, ripensando alla scena di poco
prima.
-Non è che per caso è geloso?- domandò il biondino, incuriosito.
-No, certo che no!- esclamò Hilary, non
riuscendo a trattenere una risata. –Te lo avevo già detto…non è il mio ragazzo-
-Questo non vuol dire che non possa essere geloso- replicò il blader in un tono che la brunetta
non riuscì bene a decifrare.
-No…non si è comportato così perché e geloso. Solo che…- la
giapponese si interruppe, mentre riaffiorava il
ricordo della conversazione avuta con l’amico poco prima.
-Niente, lascia stare! Comunque ti assicuro che
non ce l’ha con te!-
-Meno male, allora! Non vorrei mi massacrasse
quando ci ritroveremo a combattere a beyblade!- scherzò, in finto tono preoccupato.
Qualche minuto dopo i due ragazzi erano
davanti alla stanza dei Bladebreakers.
Sean aveva accompagnato Hilaryfino davanti la porta.
-Ho passato davvero un bella serata, Hilary-
le confessò il biondino. –Spero ce ne saranno altre- proseguì
prendendole una mano e portandosela delicatamente alle labbra, lasciandola
senza parole.
-Sogni d’oro- le augurò prima di
allontanarsi, puntando le sue intense iridi smeraldo in
quelle cioccolato della sedicenne.
La giovane non poté fare a meno di pensare quanto i suoi occhi fossero penetranti, come quelli di Kai. Anche se in modo totalmente diverso.
*
Yuri rientrò in camera, certo di non
trovarci nessuno. Era stato allo stadio giusto poco prima
per controllare quando la sua squadra sarebbe dovuta scendere nuovamente in
campo.
Aprì la porta della stanza, completamente immersa nel buio.
Proprio come aveva immaginato, non c’era ancora nessuno. Aveva appena
incrociato Boris e Sergey
al bar dell’albergo e in quanto a Kai
non sapeva minimamente dove potesse essere
ma la cosa non lo preoccupava: quel ragazzo andava e veniva come e
quando gli pareva. Ormai ci aveva fatto l’abitudine e sapeva che era
impossibile mettere il guinzaglio aduno come lui. D’altra parte nemmeno gli interessava,
l’importante era che fosse presente durante gli incontri e che si impegnasse per vincere.
Attraversò velocemente il salone dirigendosi in camera. Era
convinto di essere da solo per questo rimase sorpreso di trovare una figura
seduta sul davanzale della finestra che, con la fronte poggiata ai vetri chiusi
guardava attraverso di essi. La luce della Luna che
penetrava nella stanza bastò per permettere a Yuri di riconoscere immediatamente di chi si trattasse.
-Kai…- esordì.
-Che diavolo ci fai qui al buio?- non si
aspettava di trovare già il suo compagno. Guardò l’orologio, erano da poco
passate le dieci; il blader
dell’Aquila Rossa era solito sparire subito dopo cena per poi rientrare molto
più tardi.
-Puoi accendere la luce, se vuoi- fu
tutto ciò che ottenne in risposta. Il rosso seguì il
suo consiglio trattenendosi dal domandargli cosa ci facesse
in camera a quell’ora. Sarebbe stato inutile, ormai
lo conosceva abbastanza bene da sapere che gli avrebbe risposto con uno dei suoi
soliti “Non sono affari tuoi”, o cose simili.
-Quando dovremo affrontare i Revival?-
gli chiese Kai, senza
muoversi dalla sua posizione.
-Nell’ultima giornata del torneo. Alla fine
della prima fase- al capitano della Neoborg
parve di cogliere un accenno di disappunto sul volto del suo interlocutore che
pure non distolse l’attenzione da ciò che stava fissando.
Yuri si avvicinò alla finestra seguendo la
direzione dello sguardo dell’altro ragazzo. Nel giardino dell’albergo scorse
due persone parlare tra loro: eranoSean, un membro della squadra dei Revival, e Hilary, la ragazzina che accompagnava la BBA ad ogni
trasferta. La giovane stava ridendo, probabilmente per qualcosa detta dal
biondino.
Il rosso spostò l’attenzione sul blader al suo fianco studiando la sua espressione.
Era distaccata e impassibile come suo solito, come se non gli importasse nulla
della scena cui stava assistendo. Eppure notava qualcosa di diverso in lui,
qualcosa che però non riusciva bene ad
inquadrare.
-Non mi convincono- proferì d’un tratto, lasciando
perdere il compagno e tornando a guardare i due ragazzi in giardino.
-Cosa?- domandò Kai,
distogliendo finalmente gli occhi dalla finestra per concentrarsi sul suo
capitano.
-I Revival…- ribatté l’altro, dando voce ad un dubbio che lo
attanagliava da due giorni, da quando aveva assistito
al primo incontro di quella misteriosa squadra contro gli AllStars.
-Ho l’impressione che abbiano fatto
vincere gli americani di proposito- continuò. Gli
tornò alla mente quando il capitano dei Revival, la
ragazza dai capelli rossi, si era avvicinata a Gregory
per dirgli qualcosa. Da quel momento in poi l’incontro era stato a senso unico
e Max aveva potuto sconfiggere il suo avversario senza difficoltà. Era
piuttosto anomalo visto che fino a poco prima il
biondino aveva rischiato di perdere.
-Quando quella ragazza…- iniziò a spiegare ma
si bloccò prima di concludere. Da quando aveva visto Chantal, ogni volta che pensava a quella blader una strana sensazione si impossessava di lui. Una sensazione di familiarità…era
come se l’avesse già vista da qualche parte, molto tempo
prima, ma non riusciva a ricordare dove.
-Pensi che la rossa abbia detto a Gregory
di perdere?- gli chiese Kai
quasi avesse letto nella sua mente.
Yuri non rispose e probabilmente il compagno
prese quel suo silenzio come un assenso, tanto che aggiunse:-Anche
se fosse non capisco perché te ne preoccupi. Finché la
cosa non ci riguarda direttamente non ha importanza-
Il capitano della Neoborg
lo vide allontanarsi dalla finestra per poi sparire oltre la soglia della porta
della stanza.
Di nuovo da solo si ritrovò a pensare che in fondo Kainon aveva tutti i torti. L’unica cosa a cui dovevano pensare era a vincere gli incontri del
campionato e nient’altro.
Eppure c’era qualcosa che lo tormentava…
Si recò nel saloncino
sentendo Boris e Sergey
rientrare, e in quel momento qualcosa alle spalle dei due ragazzi attirò la sua
attenzione.
Si affrettò a fermare la porta della stanza con una mano, prima
che potesse richiudersi.
-Che ti prende?- chiese Boris, stupito dalla reazione di Yuri. Il russo però non gli
rispose. Continuando a tenere aperta la porta della loro stanza d’albergo
fissava il corridoio lungo il quale avevaappena visto passare due
persone.
Erano Chantal e Gregory,
che in quel momento si stavano allontanando dandogli le spalle.
Le iridi di ghiaccio del blader
si soffermarono più a lungo sulla figura della ragazza. La vide passarsi una
mano tra i lunghi capelli ramati, lisciandoli fin dietro la nuca.
E improvvisamente quella strana sensazione di familiarità aumentò.
Quel gesto…non poteva trattarsi di una sua semplice impressione.
Tornò a voltarsi verso i suoi due compagni di squadra. –Domani mattina andate voi a seguire gli incontri della BBA Revolution e degli AllStars- disse, quasi come fosse
un ordine.
-Perché, tu dove vai?- gli domandò Sergey.
-Ho da fare- ribatté seccamente, liquidando così la curiosità del blader biondo.
E visto
che oggi voglio essere un po’ sadica (hihihihi!) mi fermo qui!!!!
Nel prossimo capitolo si comincerà un po’ a chiarire la situazione,
(specialmente riguardo ai Thirdsky
e i Revival)!! E sarà anche
un po’ più sentimentale!! Ma
temo che dovrete aspettare un po’ di più per vederlo perché tra un paio di
settimane ho un esame e dopo parto…cercherò di aggiornare appena prima di
partire, quindi verso fine luglio, ma se non ce la faccio lo farò appena torno. Tanto sto via solo una
settimana quindi tornerò presto a rompervi!!
XD
Ora passo ai
ringraziamenti:
Solarial: non immagini quanto mi faccia piacere risentirti!!!^^
Certo che mi ricordo di te!! (Ma
questo te l’ho scritto anche nell’e-mail XD). Sono contenta che la fic ti piaccia e ti attiri già
dai primi capitoli. Queste due nuove squadre sono molto misteriose e lo
resteranno per buona parte della storia!!
Comunque posso dirti che riguardo a Sae
e Shun ci hai azzeccato!!^^ E da questo cap. dovresti
essere riuscita a capire anche quali sono le capacità di Eiji…e ovviamente: w la nostra coppietta
preferita!!^^
Panson: anche se la recensione
non è lunga come al solito,
non preoccuparti!!^^ Fa sempre molto piacere!! Ho ritardato un giorno per
l’aggiornamento rispetto a quanto ti avevo detto…spero mi perdonerai!!^^’ Come ti è sembrato questo cap?
Hilly89: eccomi, spero di
aver fatto abbastanza presto!!^^
Allora, dici che ti piace Sean? Allora questo
capitolo ti dovrebbe essere piaciuto, ha avuto una bella parte!! Per sapere poi se Hilary accetterà il tuo consiglio oppure no…lo scoprirai
solo continuando a leggere! XD Che dici, a Kai serve qualcuno che gli dia
una bella svegliata?? XD
Yunie the BlackAngel: sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso cap!! Spero che anche questo non si stato da meno!!!^^
In quanto alla tua
richiesta…beh, se ti fa piacere puoi chiamarmi così,
ma non so se me lo merito!! ^///^
Padme86: eh si, anche i Thirdsky
sono tipi tosti…e misteriosi, almeno quanto lo sono i Revival!!
Uhm…sto lasciando vari indizi nei capitoli…chissà se qualcuno riuscirà ad
azzeccare qualcosa riguardo queste due squadre! Anche se per il momento è
ancora presto!!
Kai si sta pian piano svegliando…ma diquesto pian piano c’è qualcuno che se
ne approfitta! Chissà chi è? XD Spero ti sia piaciuto anche questo cap!!^^
Redeagle86: i misteri non
mancano mai! XD Mi chiedi dello scontro tra Kai e Sean…uhm…non
so, dipende da come mi gira nel momento in cui scriverò quel capitolo!! Per il momento posso dirti che non penso basti un
semplice incontro a beyblade!! Spero di aver soddisfatto la tua
speranza!! XD Aspetto i tuoi commy!!^^
E concludo
come al solito ringraziando tutti gli altri che
leggono!^^ Vedo sempre tante letture per i cap, quindi se anche qualcun altro vuole dare un
giudizio sulla fic, si
faccia avanti!!^^
Salve!!!!!!!!!
Finalmente riesco a pubblicare questo benedetto settimo capitolo!! Avrei dovuto
farlo più di un mese fa, ma ad agosto non sono stata praticamente mai a casa.
E’ abbastanza lungo (almeno compensa il ritardo XD), e dire che ho rinviato
anche un pezzo al prossimo capitolo!! Spero vi piaccia!!!
***
Lo scoglio dei
sentimenti
-Finalmente
scenderemo di nuovo in campo! Mi ero stancato di stare con le mani in mano!- strepitò
Daichi, carico di entusiasmo. Era la terza giornata
del torneo e secondo il calendario la squadra della BBA Revolution avrebbe
dovuto affrontare gli Scudi Sacri.
Anche
Takao si unì alla foga del piccolo blader. Sembravano davvero impazienti, quasi non
riuscissero a stare più di ventiquattr’ore senza
lanciare il loro beyblade.
Hilary
invece se ne stava un po’ in disparte quella mattina. Mentre aspettava che i
suoi compagni fossero pronti per uscire, seduta sul comodo divano del saloncino ripensava alla sera precedente. Quella notte aveva
impiegato più del solito per addormentarsi, turbata dagli avvenimenti degli
ultimi giorni.
Sean
la confondeva, non era abituata a ricevere tanta premura da parte di un
ragazzo. Era strano poi, aver sognato per tanto tempo simili attenzioni da
parte di una persona e riceverle invece da un’altra. Certo, non che si
aspettasse che Kai potesse comportarsi come il
biondino…non sarebbe stato da lui.
Sospirò
mentre poggiava stancamente la testa sul dorso della mano. Chissà, forse se
quel russo non fosse arrivato prima a sconvolgerle la vita si sarebbe potuta
anche innamorare di un tipo come Sean.
-Uh?
E questi cosa sono?- esclamò Takao,
distogliendola dai suoi pensieri. Non si era nemmeno accorta che il capitano
aveva già aperto la porta, pronto per recarsi allo stadio del torneo.
-Sono
fiori…non lo vedi?- ribatté Daichi, affiancandosi al
compagno.
-Certo
che lo vedo- replicò l’altro, scocciato dall’insinuazione del rossino. –Volevo solo sapere cosa ci fanno
davanti la porta della nostra stanza. Stavo quasi per calpestarli!-
-E
io come faccio a saperlo, scusa?- il ragazzino incrociò le braccia al petto con
aria pensierosa. –Ah! Forse ho capito!- continuò, mentre un sorriso spuntava
sulla sua faccia.
-Probabilmente
una mia fan li ha lasciati per me! Si, deve essere per forza così!-
Il
suo sorriso intanto si era allargato da un orecchio all’altro.
-Certo,
come no…- dichiarò sarcastico il blader del Drago
Azzurro. Nel frattempo Hilary si era avvicinata ai ragazzi per vedere da vicino
di cosa stessero parlando.
-Mi
spiace deluderti Daichi…ma questi fiori non sono per
te- affermò il Professor Kappa mentre si chinava a raccogliere da terra
l’omaggio floreale.
-Sono
per Hilary…c’è scritto sul biglietto- spiegò poi, facendogli notare il nome segnato
sopra un piccolo cartoncino bianco legato insieme ai fiori.
La
brunetta si vide così porgere dall’amico un mazzo di splendide rose rosse.
Rimase a fissarle stupita per qualche secondo, senza dire una parola. Ad occhio
e croce erano circa una dozzina, infiocchettate con un nastro argentato.
Le
prese in mano mentre con l’altra teneva stretto il biglietto che le
accompagnava. Non poté fare a meno di notare che era scritto con una
calligrafia impeccabile:
Grazie
per la bella serata; spero che oggi la tristezza abbia lasciato il posto ad uno
dei tuoi meravigliosi sorrisi.
Sean
Restò
impalata in quella posizione per qualche secondo. Aprì la bocca come a voler
parlare, ma dalle sue labbra non uscì alcun suono, cosa che contribuì ad
aumentare l’espressione meravigliata del suo viso.
Non
si aspettava niente del genere. Rilesse quelle poche righe tornando con la
mente alla sera precedente. A quanto pareva Sean non le aveva creduto quando
gli aveva detto che andava tutto bene. Doveva essere una persona piuttosto
sensibile.
-Non
dirmi che te li manda quel bell’imbusto biondo- disse Takao
in tono leggermente seccato.
Hilary
sollevò gli occhi dall’enorme mazzo di rose rosse, spostando l’attenzione
sull’amico.
-E’
stato carino- rispose, come a voler giustificare quel gesto.
-Per
me si sta prendendo un po’ troppa confidenza…non mi piace molto-
-Beh,
non è che deve piacere a te!- ribatté lei, in maniera più acida di quanto
avrebbe voluto. Si pentì immediatamente di quella risposta ma non si era potuta
trattenere. A volte Takao le dava proprio sui nervi.
Sean
era stato gentile a mandarle quei fiori e doveva ammettere che non disdegnava affatto tutte quelle attenzioni. Dopo averlo
letto tante volte sui libri o averlo sentito raccontare dalle amiche finalmente
capitava anche a lei in prima persona. Era normale che fosse curiosa ed
emozionata.
-Adesso
l’ochetta si mette a fraternizzare col nemico…dove andremo a finire?- esclamò Daichi guardando le rose, storcendo la bocca in una strana
smorfia. Probabilmente ancora non si capacitava del fatto che non fossero
destinate a lui.
-Io
non fraternizzo proprio con nessuno…e smettila di chiamarmi “ochetta”!-
Hilary
diede le spalle al rossino, dirigendosi verso la sua
camera. Poggiò i fiori sul comodino pensando di chiedere all’albergo un vaso in
prestito. Sarebbe stato un peccato se si fossero rovinati.
*
Non
sapeva nemmeno lei perché si trovava lì. Tra l’altro mancava poco all’inizio
dell’incontro, la sua squadra sarebbe dovuta scendere in campo per prima in
quella terza giornata di campionato. Sapeva soltanto che i suoi piedi l’avevano
condotta davanti a quella porta senza che il cervello glielo ordinasse.
Quasi
certamente i suoi compagni la stavano già cercando. Suo fratello era
sicuramente in pensiero per lei, non sapendo dove fosse, mentre Dunga non avrebbe mancato di infuriarsi.
Sbuffò
pensando a quanto quello scimmione perdesse facilmente la calma. Ozuma probabilmente sarebbe stato l’unico tranquillo, la
conosceva abbastanza da sapere che sarebbe tornata in tempo.
Sollevò
lo sguardo incontrando il cartello appeso sulla porta di fronte a lei. “AllStars” c’era scritto. Era il
loro spogliatoio. Per l’ennesima volta si domandò cosa fosse venuta a fare in
quel posto.
Non
sentiva alcuna voce provenire dall’interno, segno che il team americano non era
ancora arrivato.
Meglio così…si disse. In quel momento si rese conto che anche
in caso contrario non avrebbe voluto incontrarlo. Ultimamente i suoi pensieri
erano di un’incoerenza che riusciva a spaventarla. Lei era sempre stata un tipo
risoluto. Senza contare che adesso sopraggiungeva anche l’altro problema…
Girò
i tacchi, decisa ad allontanarsi per ritornare dai suoi compagni, ma i suoi
passi non furono abbastanza svelti.
-Mariam!-
Si
bloccò udendo quella voce inconfondibile per lei, suo malgrado. Sentì una
presenza farsi sempre più vicina alle sue spalle.
-Ehi,
che ci fai qui?-
A
quel punto fu costretta a voltarsi, incontrando le iridi azzurro mare del suo
interlocutore.
-Passavo- gli rispose evasiva.
Le
labbra di Max si aprirono in un gran sorriso. –Mi fa piacere rivederti-
Impossibile
pensare che quella frase non fosse sincera. Ma
perché deve essere sempre così gentile?pensò
leggermente innervosita. Avrebbe voluto dirgli di smetterla
ma per qualche strano motivo non lo fece.
-Oggi
scenderete in campo contro la squadra di Takao!-
aggiunse il biondino, con un entusiasmo che Mariam
giudicò superfluo.
-Già-
ribatté, mentre con la coda dell’occhio vide il resto degli AllStars entrare nel loro spogliatoio.
-Allora
farò il tifo per te!-
-E
il tuo amico?-
Max
le rispose con un’alzata di spalle. –Takao non ne ha
bisogno-
-Quindi
pensi che io invece ne abbia bisogno?!- l’espressione
della ragazza mutò in arrabbiata. Gli lanciò un’occhiata furente, gli occhi
ridotti a due fessure, le labbra tese in una linea fin troppo seria. Non la
credeva forse in grado di essere all’altezza della BBA Revolution? Pensava che
dall’ultima volta che si erano visti non aveva fatto
alcun progresso? Non riusciva a sopportare un simile affronto, specialmente da
lui.
-Pensi
che non abbia speranze di battere il tuo amico?- gli urlò contro, velenosa.
Forse stava esagerando ma in quel momento era il suo
orgoglio scalpitante a parlare per lei.
-No,
non…non era questo che volevo…- lo sguardo di Max si fece confuso
maMariam non se ne preoccupò.
Gli
diede le spalle senza tanti complimenti, distanziandolo a passo svelto. Sarebbe
stata la prima a scendere in campo e gli avrebbe dimostrato quanto valeva…e
soprattutto che non aveva affatto bisogno dei suoi incoraggiamenti.
-Aspetta
Mariam, hai frainteso! Io non intendevo…oh,
accidenti!- lo sentì imprecare in lontananza.
Aumentò
il ritmo, e prese a correre. Doveva sbollire la rabbia prima dell’incontro. O
almeno questa era la sua intenzione. Peccato che però non ci riuscì.
Djman
aveva già chiamato i nomi degli sfidanti per il primo match del primo incontro
in programma per quella giornata.
L’espressione
imbronciata sulla sua faccia era ancora ben visibile, e il vedere Max seduto
alla panchina sul lato opposto del campo non le rendeva la situazione più
semplice.
Mariam
prese un profondo respiro chiudendo gli occhi. Stava per scendere in campo, non
poteva permettersi di farsi distrarre da lui. Con la mente tornò indietro al giorno prima che lei e i suoi compagni lasciassero il
villaggio degli Scudi Sacri…
-Questo è ciò che il Consiglio si
aspetta da voi- aveva concluso il Capo dei Saggi dopo avergli illustrato la
situazione.
-Ci state chiedendo di verificare la
forza di Takao e dei suoi amici? Di metterli alla
prova?-
-Esatto, Ozuma.
Dovrete accertarvi che i custodi siano in grado di
proteggere i loro Animali Sacri- rispose l’uomo. Le sua
labbra parevano quasi non muoversi, tanto la sua folta e lunga barba
grigia gliele copriva.
-E se non fossero in grado? Cosa
dovremo fare, provare di nuovo a prendergli i bit-power per metterli al sicuro
nella roccia?-
Mariam aveva
parlato senza pensare, stringendo i pugni per reprimere la rabbia che
altrimenti avrebbe riversato fuori con le sue parole. Nessuno poteva
permettersi di rivolgersi in modo tanto impertinente ai grandi Saggi.
Sollevò lo sguardo, attendendo una
risposta. Non voleva infrangere la promessa che avevano fatto a riguardo. Non
avrebbero più tentato di sottrargli i bit-power. In caso contrario, cosa
avrebbero pensato tutti? Cosa avrebbe pensato…lui? Non voleva passare per
bugiarda.
-Dopo l’ultima volta abbiamo già
stabilito che quelle leggendarie creature resteranno a loro. Il Consiglio non
rimangia mai la parola data-
-E allora cosa dovremmo
fare?- domandò Jesse.
Questa volta fu l’Anziano seduto alla
sinistra del Capo a parlare. –Il vostro compito è quello di proteggere i bit-power,
ed è ciò che farete. Aiuterete i custodi-
-Non sarà semplice- aggiunse. –Questa
volta la minaccia è più grande di tutte quelle incontrate fino ad ora. Non solo
sono in pericolo le creature leggendarie…rischia di essere sovvertito l’intero
ordine naturale delle cose-
-Perché non ne siamo stati messi al
corrente prima?-
Mariam spostò
l’attenzione sul capitano della sua squadra. La sua era una domanda più che
legittima. Se c’era questo pericolo avrebbero dovuto
informarli prima. Avrebbero avuto più tempo per prepararsi. Adesso invece il
peso della responsabilità della loro missione si faceva sentire ancora di più,
gravava su di loro come una spada affilata poggiata dietro al collo.
Tornò a scrutare gli uomini riuniti nella
grande sala delle assemblee. Aveva sempre pensato che dietro i loro volti calmi
e impassibili si nascondesse una certa dose di sadismo.
-Eravate ancora dei bambini quando ci colse questa potenziale minaccia. Il
compito che svolgete voi oggi, allora era affidato a
chi vi ha preceduto- fu il Capo dei Saggi a riprendere la parola.
-Temevamo da tempo questo momento, ma
non c’è mai stato niente che ci abbia messo in
allarme…fino ad oggi. Forse abbiamo commesso un errore-
Il volto dell’Anziano si contrasse in
una smorfia. Come se il suo senso di colpa fosse diventato un male fisico.
-Ora però abbiamo saputo da fonti
attendibili che il pericolo è reale- terminò, il viso ancora struggente.
Mariam e i suoi
compagni rimasero in silenzio. Sarebbe stato inutile chiedere quali fossero queste
fonti attendibili…era un segreto che solo dopo essere entrati a far parte
ufficialmente del Consiglio si poteva veniva a conoscenza.
-Porteremo a termine la missione-
aveva concluso Ozuma, alla fine.
Solamente
su questo doveva concentrarsi. Solamente sulla loro missione.
I
pensieri di Mariam erano tornati limpidi
mentre il suo beyblade si scontrava con quello
avversario.
Sollevò
gli occhi sul ragazzino di fronte a lei. L’ultima volta che avevano incontrato
i Bladebreakers non si era ancora unito al loro
gruppo.
Le trottola viola e quella azzurra cozzarono l’una contro l’altra al
centro del campo, e la ragazza fu costretta ad ammettere la potenza devastante
di Gaiadragoon.
-Non
perderò questo incontro!- dichiarò Daichi, con la sua
solita determinazione.
-Questo
è da vedere!- ribatté l’altra. Missione o no il suo orgoglio non le avrebbe
permesso di perdere.
Erano
vicini all’attacco decisivo ormai, quello che avrebbe messo fine all’incontro,
decretando così il vincitore della sfida. Da entrambi i bit dei beyblade si sprigionò una luce intensa e al suo interno si
rivelarono i bit-power dei giocatori.
Lo
Squalo si avventò subito sul Drago Dorato che intanto cercava di schivare i
colpi, mentre aspettava l’occasione giusta per contrattaccare. I beyblade in campo seguivano fedelmente i movimenti dei
rispettivi animali sacri.
-Attacca
Squalo!- urlò Mariam.
-Non
possiamo perdere Gaiadragoon!- ribatté il suo
avversario. La luce si fece ancora più energica, tanto che avvolse
completamente il beybladestadium
abbagliando i presenti.
Solo
quando si dissolse ci si poté rendere conto della situazione. Ambedue le
trottole giacevano al centro del terreno di gioco, immobili.
-Incredibile, signori e signore! Abbiamo un caso di pareggio!- strepitò Djman al microfono. Le urla del pubblico accompagnarono il
suo annuncio.
-Questo
significa che, come da regolamento, verrà assegnato un
punto a ciascuna squadra!- continuò, mentre Mariam
raccoglieva Squalo da terra. Lo guardò per qualche secondo, passando poi un
dito sopra al bit, come per assicurarsi che il suo animale sacro stesse bene.
Sollevò
gli occhi dal beyblade, facendoli saettare dall’altra
parte del campo, alla panchina della squadra americana. Incrociò lo sguardo di
Max e istintivamente strinse la trottola blu ancora più forte nel suo pugno.
Non aveva perso, ma non aveva nemmeno vinto.
-Non
è possibile!- sbraitò intanto Daichi. –Deve essere
una maledizione! L’altra volta mi ha battuto quella ragazzina della BEGA, e
adesso pareggio con lei! Ma perché non riesco a vincere contro le ragazze?
Eppure dovrebbe essere più facile!-
-Così
impari a sottovalutarci, Daichi- lo punzecchiò Hilary, evidentemente colpita nel suo orgoglio femminile.
-Ma
stai zitta, ochetta! Nemmeno hai mai lanciato un beyblade!-
-Cosa
hai detto?!- ruggì a quel punto la brunetta,
raccogliendo in pieno la provocazione. I suoi occhi fiammeggiarono
mentre le sue mani si stringevano pericolosamente intorno al collo del rossino.
-Dai
ragazzi, smettetela! Hilary, così lo soffochi!- tentò
di farla ragionare il Professor Kappa, nel suo ormai
consueto ruolo di paciere tra i due.
-Era
esattamente questa la mia intenzione- replicò lei in
risposta, con una naturalezza da far paura.
-L’ho
sempre pensato! Tu sei completamente paz…umph!- il Prof. impedì a Daichi di concludere la frase tappandogli la bocca con una
mano, evitando di farlo finire all’ospedale per quel giorno.
-Sta
per iniziare il prossimo match! E poi è inutile prendersela, in fondo la volta
scorsa abbiamo vinto tutti e due gli incontri-
-E
va bene…- si rassegnò il ragazzino. –Vedi di non perdere!- fece poi,
rivolgendosi a Takao.
-Tranquillo,
vincerò di sicuro!-
Il
blader del Drago Azzurro osservò il suo prossimo
avversario. Era passato del tempo dall’ultima volta che si erano confrontati.
Era più che certo che sarebbe stato un incontro interessante.
Con
il sorriso sulle labbra preparò il suo Dragoon,
avvicinandosi al beybladestadium
non appena Djman chiamò il suo nome.
Ozuma
si posizionò di fronte a lui e al via del cronista i loro beyblade
sfrecciarono in campo. Takao partì immediatamente
all’attacco così come il capitano della squadra avversaria, che non fu da meno.
All’inizio dell’incontro la situazione era in una fase
di stallo. Nessuno dei due pareva prendere il sopravvento sull’altro.
Il
moretto riconobbe gli schemi strategici del suo vecchio rivale, ma notò anche
che erano stati notevolmente migliorati; a quanto pareva anche gli Scudi Sacri
avevano continuato ad allenarsi costantemente. Non poté fare a meno che
rallegrarsi per questo, più le sfide erano difficili ed avvincenti più lui si
impegnava a dare il massimo.
-Noto
con piacere che sei diventato ancora più forte, Takao- si complimentò Ozuma
sinceramente, mentre Leopard schivava abilmente un
attacco che Dragoon aveva sferrato dall’alto.
-Stavo
giusto pensando la stessa cosa di te- gli rispose lui, facendo sorridere il suo
avversario. Sorriso che però si trasformò quasi immediatamente in un espressione ben più seria.
-Devi
farmi vedere quello di cui sei capace, Takao. Se sarà
sufficiente-
-Se
sarà sufficiente? Per fare cosa? Per batterti?- domandò il moretto, stupito per
quella strana richiesta.
Ozuma
scosse la testa. –No, non per battermi. Vedi…non siamo venuti qui per caso, abbiamo una missione da compiere-
Il
giovane lo guardò confuso. Che significava? L’ultima volta che gli aveva detto
una cosa del genere stava quasi per rimetterci il bit-power. Non voleva credere
di poter ricadere nello stesso incubo.
Dragoon
e Leopard rallentarono la loro velocità di rotazione,
fronteggiandosi uno davanti all’altro come se si stessero studiando in
silenzio.
-Siamo
qui per mettere alla prova te e i tuoi amici- continuò.
-Metterci
alla prova? Ma…che significa?-
-Non
posso dirti altro…non ancora almeno. Tutto quello che devi fare adesso è
combattere-
Ozuma
incitò Leopard ad attaccare. La velocità della
trottola aumentò di colpo, tanto che una crepa si aprì sul terreno di gara. In
una frazione di secondo andò a schiantarsi contro il beyblade
avversario, sbalzandolo nelle vicinanze dei confini del campo.
Takao
non fece in tempo ad accorgersene che subito Dragoon
fu colpito ancora. Non capiva il significato delle parole che gli erano state
appena rivolte ma di una cosa era certo. Non poteva
perdere.
-Vai
Dragoon! Facciamogli vedere chi siamo!- urlò,
richiamando tutte le sue energie.
Il
Drago Azzurro venne in suo aiuto e fece la sua apparizione, riuscendo a fermare
un nuovo attacco rivale.
Il
capitano degli Scudi Sacri contemplò per un attimo il bit-power che si era
appena manifestato, poi fece una cosa che lasciò di stucco il giapponese.
Richiamò
il proprio beyblade, abbandonando quello grigio
chiaro da solo in campo.
-Ma…ma...-
balbettò Takao, in preda alla sorpresa. –Si può
sapere perché l’hai fatto?!-
-Noi
possiamo anche verificare…ma sarà solo l’evolversi dei fatti a dirci come andrà
a finire- si limitò a rispondere l’altro.
*
Yuri
intanto, a qualche decina di isolati di distanza dallo stadio in cui si stavo
svolgendo la “Sfida ai Campioni”, rifletteva sul da farsi. In piedi di fronte all’entrata
di un internet-point era indeciso se entrare o meno.
Aveva
passato l’intera notte a pensare su quanto era accaduto il giorno precedente,
sul perché quando aveva visto Chantal quella strana sensazione di familiarità
lo aveva assalito fin quasi a turbarlo. Era ormai sicuro di aver già incontrato
quella ragazza ma non riusciva a ricordare dove. Eppure la risposta non poteva
essere difficile. La sua infanzia non era certo legata a spostamenti e viaggi
fatti insieme ad una famigliola felice…ma era
saldamente incatenata ad un luogo soltanto. Un luogo che alla fine, nonostante
tutto, ancora adesso considerava come casa sua.
Fu
con questo pensiero che si ritrovò con una cornetta del telefono in mano a
comporre un prefisso che attraversava l’oceano.
Si
appoggiò con le spalle al muro e attese che qualcuno gli rispondesse dall’altro
capo. Uno squillo, due squilli, tre squilli. Solamente al quarto sentì il
ricevitore sollevarsi.
-Pronto?-
-Ciao
Ivan- rispose senza eccessivo entusiasmo.
-Yuri…-
avvertì la sorpresa nel tono del suo interlocutore. Non era difficile intuirne
il perché. Non è che chiamasse spesso al monastero
quando andavano in trasferta, e quando lo faceva difficilmente si trattava
solamente di una telefonata di cortesia. Forse il suo non era un comportamento
da annoverare in un manuale di educazione ma non se ne preoccupava troppo. I
suoi compagni ormai lo conoscevano bene e ci avevano fatto l’abitudine.
-Cosa
ti serve questa volta?-
Un
sorriso abbozzò le labbra del rosso. Come volevasi dimostrare.
Aspettò
qualche secondo prima di parlare. –Sai dove vengono
conservati i registri del monastero? Quelli su cui sono
segnati i ragazzi che vi hanno trascorso almeno un periodo
di…allenamento- tentennò sull’ultima parola. Non era riuscito a trovare un
termine migliore.
-Si,
certo. Sono nella stanza che Vorkov usava come ufficio-
Yuri
serrò i denti nel sentir pronunciare quel nome e un improvviso impeto di rabbia
si impossessò del suo corpo. Ancora non lo aveva perdonato. Ma non era il
momento di farsi prendere dal rancore. Tirò un sospirò
riacquistando lucidità.
-Devi
trovarmi una persona su quei registri, si chiama Chantal…Chantal…- chiuse gli
occhi portandosi due dita alla tempia. Qual era il suo cognome? Era il capitano
della squadra dei Revival, lo avevano sicuramente detto nel corso della “Sfida
ai Campioni”.
Le
sue iridi color ghiaccio tornarono a scoprirsi quando
gli tornò in mente. –Long…Chantal Long-
Per
qualche istante nessuna risposta pervenne dall’altro capo.
-Mi
chiedi molto, Yuri- disse Ivan, infine. –Quei
registri saranno svariate decine, ognuno contenente centinaia di nomi-
Lo
sapeva, e se ne rendeva conto perfettamente. Ma doveva arrivare fino in fondo
alla faccenda.
-Però
sono suddivisi per anni; farei molto prima se mi dicessi all’incirca in che
anno…-
-Undici
anni fa- ribatté, non lasciando ad Ivan il tempo di finire la frase. Aveva
parlato senza nemmeno rifletterci. Yuri stesso si
stupì della velocità di quel pensiero.
-Ah…beh,
in questo caso non si può fare niente- replicò il compagno.
-Perché?-
-Ricordi
l’incendio di cinque anni fa?-
Il
capitano della Neoborg annuì. Certo che se lo
ricordava. Era stata l’unica occasione, da quando
viveva al monastero, in cui Vorkov aveva concesso ai
suoi bladers un’ intera settimana di riposo,
nell’attesa di trovare il posto per delle nuove sale allenamento, visto che le
precedenti erano andate distrutte. L’intera ala est dell’edificio era stata
inutilizzabile per dei mesi.
-Tra
i danni riportati in seguito a quell’incidente puoi includerci anche alcuni dei
registri del monastero. Completamente carbonizzati-
-Quali?-
domandò, pur conoscendo perfettamente la risposta.
-Si
sono salvati solo quelli degli ultimi sette anni-
-Bene-
mormorò con una punta di sarcasmo, più a se stesso che al suo interlocutore. A
quanto pareva non sarebbe riuscito a risolvere quel mistero. Ma ciò che più lo
faceva arrabbiare era il non capire perché quella storia lo rendesse tanto
inquieto.
-A
te quel nome ricorda qualcosa?- chiese poi, rassegnato.
-Chantal Long? No…dovrebbe?- gli rispose Ivan.
-Lascia
perdere-
Se
anche quella ragazza fosse davvero stata al monastero
durante quel periodo era logico che Ivan non se lo ricordasse. Lui era arrivato
solamente due anni dopo.
Avrebbe
potuto chiederlo a Sergey e Boris. Ma sapeva già che
avrebbe fatto un buco nell’acqua anche con loro. A quel tempo la vecchia
squadra dei DemolitionBoys
non era ancora stata formata e non si erano mai allenati insieme. Li conosceva
solo di vista.
D’altra
parte non era mai stato un tipo estroverso. E anche in quel caso, sotto Vorkov non era pensabile instaurare legami che non fossero come voleva lui: uniti per raggiungere l’obbiettivo
comune, il suo obbiettivo comune, quello di quel tiranno. Non c’era posto per
l’amicizia o altri sentimentalismi simili.
Eppure
quella ragazza…scosse la testa. Magari si stava sbagliando. Magari si stava
solo confondendo. Magari se avesse smesso di pensarci quella strana sensazione
gli sarebbe passata.
-Non
importa- ribadì. –Devo andare. Riprenditi in fretta-
Ivan
qualche mese prima era caduto fratturandosi il polso. Per tutto il periodo in
cui aveva portato il gesso non si era potuto allenare a beyblade
e quindi non aveva preso parte alla “Sfida ai Campioni”.
-Grazie- replicò il compagno sorpreso. Probabilmente non si aspettava un
simile augurio.
Yuri
mise giù il ricevitore ed uscì dall’internet-point.
Alzò lo sguardo verso il cielo, il sole aveva già oltrepassato lo zenit. Gli
incontri di quella mattinata erano ormai già terminati.
*
Sdraiato
sul letto, Takao ripensava all’incontro di quella
mattina contro Ozuma. Non riusciva a togliersi di
mente le sue parole. Cosa significava quando aveva
detto che erano venuti per metterli alla prova? Aveva interrotto il match
volontariamente, lasciando tutti di sorpresa. Ma cosa avevano in mente?
Sbuffò,
chiedendosi perché quei ragazzi dovessero essere sempre così criptici. Da quel
poco che aveva capito, gli Scudi Sacri non avevano partecipato al torneo solo
per avere l’opportunità di sfidare le quattro squadre Campioni.
Gettò
uno sguardo sul comodino, dove aveva appoggiato Dragoon.
Dubitava che fossero tornati per provare a rubargli di nuovo i bit-power. Gli
avevano dato la loro parola tempo prima.
Si
levò a sedere, incrociando gambe e braccia. Comunque c’era qualcosa che non
quadrava in tutta quella storia, aveva addosso una
strana sensazione che si portava dietro dall’inizio della “Sfida ai Campioni”.
O stava diventando paranoico, oppure…scosse la testa, non lo sapeva nemmeno
lui.
-Basta!
Vado a fare quattro passi!- esclamò, scendendo dal letto con un balzo. Si calcò
in testa il suo inseparabile cappellino e si precipitò fuori
dalla stanza. Magari sgranchirsi un po’ le gambe e l’aria fresca gli
avrebbero schiarito le idee.
Era
soprappensiero quando le porte dell’ascensore gli si
aprirono davanti, per questo sobbalzò quasi quando vide chi vi era appena
uscita.
-Ciao…-
fu tutto ciò che riuscì a dire, la gola improvvisamente secca.
-Ciao-
ricambiò Chantal.
Il
suo cuore mancò di un battito, mentre contemporaneamente tratteneva il respiro.
Forse stava per avere un infarto. Nel silenzio che seguì, Takao
cercò di trovare qualcosa di sensato da dire, ma gli riuscì piuttosto
difficile. I pensieri affollavano la sua mente in maniera tutt’altro
che ordinata.
-Bella
giornata, vero?-
Subito
dopo aver pronunciato la frase si diede mentalmente dello stupido. Bella giornata,vero?
Ma da dove cavolo mi è uscito?! Sono un idiota…pensò.
Avrebbe voluto battersi una mano sulla fronte per la disperazione.
-Beh,
si…non male…- gli rispose la ragazza, sollevando appena il sopracciglio destro.
Probabilmente in quel momento lo stava prendendo per scemo.
-Allora…io
vado…- biascicò. Almeno avrebbe evitato di fare altre figuracce. Stava per allontanarsi quando la voce della giovane non glielo permise.
-Noi
dei Revival siamo impazienti di scontrarci contro di te-
-Come?-
domandò il moretto, voltandosi di nuovo verso la blader.
-Sei
il campione del mondo in carica, riuscire a batterti è il principale
obiettivo…di tutti- gli spiegò, mentre un sorriso andava ad incurvarle la
bocca.
-Ah….beh…-
si bloccò, non sapendo come continuare, troppo impegnato a fissare le labbra
della ragazza che aveva davanti.
-Anche
io…sono impaziente di rivederti…cioè, di scontrarmi contro di voi!- si corresse
immediatamente. –Mi siete sembrati davvero forti!- ridacchiò passandosi
nervosamente una mano dietro la testa, cercando di nascondere la gaffe.
Arrossì
vistosamente, non ricordava di essersi mai sentito così in imbarazzo in vita
sua. Velocemente le diede le spalle e prese a correre verso la prima rampa di
scale che gli capitò a tiro.
Raggiunse
il terzo piano e si fermò solo quando fu certo che
Chantal non potesse più vederlo. Solo allora poté concedersi di tornare a
respirare normalmente.
-Sono
uno stupido, stupido, stupido!- esclamò battendo la testa contro il muro.
-Takao?-
una voce alle sue spalle gli fece sollevare la fronte dalla parete. Volse lo
sguardo dietro di sé, per guardare in faccia il suo interlocutore, pur sapendo
benissimo di chi si trattasse.
-Kai…sono
un idiota. Ora lo so- annunciò sconsolato.
-Meglio
tardi che mai, Takao- ribatté l’altro, serio. Solo un
lieve ghigno tradiva che la sua era una battuta.
-Grazie
tante. Sei davvero divertente, Kai- replicò
sarcastico il blader del Drago Azzurro.
-Dove
vai?- gli chiese poi, vedendo il russo passargli
accanto a salire verso il piano superiore.
-In
terrazzo-
Il
sedicenne lo vide sparire dalla sua visuale. Ci pensò un
attimo prima di decidersi a seguirlo. Aveva delle cose da dirgli. In
fondo, ciò che gli aveva detto Ozuma non riguardava
solo lui.
-Allora…secondo
te, cosa voleva dire?-
Kai
lasciò vagare lo sguardo sul panorama che gli si apriva di fronte. Nonostante
l’albergo si trovasse prossimo al centro della città, non c’erano tanti palazzi
nelle vicinanze, e da lassù il traffico in strada era appena percepibile. Quasi
come una piccola oasi di pace.
Takao,
vicino a lui, si era seduto a terra, la schiena contro la ringhiera. Gli aveva
appena raccontato quello che Ozuma gli aveva riferito
quella mattina durante l’incontro.
-E’
strano…ma c’è qualcosa che non mi convince in questo torneo- continuò il
moretto, senza aspettare la sua risposta.
Il
blader dell’Aquila Rossa abbassò lo sguardo sul suo
amico. Le sue parole gli avevano fatto tornare in mente una cosa. Anche Rei
aveva detto qualcosa di simile al riguardo, sul fatto che non avesse mai sentito
parlare prima dei Thirdsky e che non avesse visto
nemmeno un loro incontro durante le fasi di preselezione.
E
poi anche Yuri…quando pensava che il capitano dei
Revival si fosse avvicinata a Gregory, durante la
prima giornata di campionato, per dirgli di perdere appositamente.
In effetti se ci pensava bene ce ne erano di stranezze…ed escludeva potesse
trattarsi solo di coincidenze, non ci aveva mai creduto e non avrebbe
cominciato a farlo adesso.
-Forse
dovremmo chiedere agli Scudi Sacri di spiegarci questa storia per filo e per
segno, non sopporto quando…Hilary, che ci fai qui?-
Il
russo si voltò verso la porta del terrazzo, vedendo la brunetta fare capolino
oltre la soglia.
-Ecco
io…non ti ho trovato in camera e così ero venuta a cercarti- fece, rivolgendosi
a Takao.
-Non
volevo disturbarvi…me ne vado subito- aggiunse. Un lieve color porpora si
impossessò delle sue guance quando il suo sguardo
cadde sulla figura di Kai.
-No,
aspetta!- esclamò il blader del Drago Azzurro, prima
di spostare l’attenzione sul compagno al suo fianco e poi riportarla nuovamente
sull’amica.
-Mi
sono appena ricordato che devo vedere il Professore per…ehm…discutere la
strategia da usare per il prossimo incontro!-
Il
moretto scattò in piedi, correndo verso la ragazza. –Tu puoi rimanere però. Ci
vediamo più tardi!- le disse, poggiandole una mano sulla spalla.
-Aspetta
Takao! Dove stai andando?-
domandò Hilary, afferrandogli un polso. Kai la guardò sollevando un sopracciglio. Forse era solo
una sua impressione ma gli era parsa come se fosse spaventata
o preoccupata.
-Te
l’ho detto, vado dal Prof! Ci vediamo!-
La
porta del terrazzo sbatté con un sonoro tonfo, lasciando da soli i due ragazzi.
Hilary tornò a voltarsi verso Kai,
per poi abbassare prontamente lo sguardo non appena incrociò i suoi occhi.
Il
blader appoggiò i gomiti alla ringhiera, lasciando
alla più fresca aria serale di accarezzargli il viso.
Poco
dopo la sedicenne gli si fece lentamente accanto in silenzio. Senza muoversi
dalla sua posizione Kai la osservò con la coda dell’occhio.
La vide posare delicatamente le mani sul parapetto e contemplare le nuvole
bianche che andavano a disegnare buffe figure nel cielo.
-Si
sta bene qui- disse alla fine.
Il
ragazzo valutò attentamente le sue parole. Andava spesso a cercare luoghi tranquilli
dove potesse stare da solo e in pace con se stesso.
Non sopportava di avere troppa gente intorno che gli impediva di concentrarsi.
Tuttavia amava e odiava la solitudine. Non era il tipo di persona da divertirsi
in compagnia come potevano fare Takao, Max o Rei, e
anzi tendeva spesso a sfuggire da situazioni del genere. Però c’erano volte in
cui ritrovandosi da solo una strana sensazione di vuoto si impossessava di lui.
In quei momenti si domandava come sarebbe stato se non avesse
passato la sua infanzia in Russia, al monastero; se suo padre avesse trascorso
più tempo con lui; se per suo nonno fosse stato semplicemente un nipote e non
qualcuno da manipolare per raggiungere i propri scopi. Forse adesso
sarebbe stato più simile ai suoi amici.
Voltò
la testa verso la ragazza al suo fianco. Era strano, la sua presenza non lo
infastidiva e nemmeno avvertiva quel senso di mancanza, quello che a volte lo assaliva quando si isolava dal mondo circostante, quello che
aveva provato anche in Russia quando era tornato ad allenarsi con la Neoborg. Si
stupì lui stesso di quell’improvviso equilibrio che
pervadeva il suo corpo.
-Cosa
ti è successo?-
Il
viso preoccupato di Hilary lo costrinse a spostare
l’attenzione sul suo braccio sinistro. La brunetta stava sfiorando una piccola
cicatrice diritta, lunga non più di tre centimetri. Se l’era procurata
recentemente e in quel punto la pelle era ancora irritata e più arrossata
rispetto a quella che la circondava.
-Allenamento- le rispose secco, ritraendo delicatamente il braccio. Aveva avvertito
una strana scossa sotto il tocco delle dita di lei.
-Voi
ragazzi esagerate sempre…state attenti…a non farvi
male- la voce di Hilary uscì quasi in un sussurro.
Kai
sospirò. L’ondata di equilibrio che lo aveva colto poco prima tornò a farsi
sentire, ancora più vivida.
Si…si sta bene qui…pensò.
Ed eccoci
alla fine!!!!^^ Come avete visto Sean
non è comparso in questo cap. (per la gioia di molte a quanto mi pare di capire
XD), e nemmeno i Thirdsky…ma ho lasciato una faccenda
in sospeso quindi ritorneranno tutti nel prossimo!! Ora passo ai
ringraziamenti:
Violet_Rose: una
nuova commentatrice!!!!(o
siete due?) In ogni caso mi fa molto piacere!!!^^ Sono contenta che la storia
ti piaccia, spero che abbia ottenuto lo stesso effetto anche questo cap!! Bhe, ancora non si è
risolto il mistero Yuri-Chantal, ci vorrà ancora un
po’ per scoprirlo!!^^
Vampirosolitario91:ciao!!! Non preoccuparti, se hai tempo
lascia un commentino, altrimenti non fa niente! (purtroppo
il tempo è una brutta bestia, soprattutto quando non c’è e devi fare un sacco
di cose!! =_=). Sono contenta che la storia ti piaccia!!
Mi ricordavo che eri anche tu una fan della coppia Kai-Hilary!!^^
Hilly89: sei una delle poche a cui piace Sean!! XD Nel prossimo
capitolo tornerà ad apparire!!^^ Sai, non so come farò
finire la storia tra Takao e Sae…(no,
non è vero, in realtà lo so…ma dicendo così si crea più intrigo!!! XDXDXD).
Anche Sae riapparirà nel prossimichappy!! Aspetto la tua nuova opinione a riguardo!!^^
Padme86: eh si, Sean
è un tipetto alquanto particolare!!
XD Comunque, tra qualche cap. qualche mistero verrà a sciogliersi…primo fra
tutti quello tra Yuri e Chantal!!(certo, sempre se non cambio idea all’ultimo momento…e
non è da escludere che possa succedere!!XD).
Panson: spero
che tu mi abbia aspettato lo stesso, anche se ci ho messo
ben più di un giorno di ritardo questa volta!! (ehm…). Inutile dire che mi
diverto sempre a leggere le tue recensioni “strampalate”!!(in senso buono, eh!!!^^). Insomma, mi fa piacere aver
creato un personaggio come Sean su cui si hanno varie
opinioni contrastanti!! Per il resto…ho già detto
tutto prima, quindi aspetto i tuoi nuovi commy!!^^
Yunie the
Black Angel: hai visto si, che tocco di classe quella
sottile differenza nello sguardo di Kai! Un colpo da
maestro proprio! (ora mi sa che ti stai montando la
testa…nd.Kai) XDXDXD. Scherzi a parte…sono sempre
lieta che ti sia piaciuto il cap!!!
Insomma, abbattiamo Sean!! XD Uhm…sai, sinceramente
devo ancora prendere la mia posizione a riguardo su di lui…per il momento è
neutrale!!(e dire che l’ho
creato io! ^^’).
Solarial: tanto
per cominciare, grazie per l’e-mail!! Ti ho risposto
direttamente qui così facevo prima!!^^ Per la
storia…sono davvero contenta che ti piaccia, a dire la verità non pensavo
avrebbe avuto tanto successo (sono commossa!! ç_ç)^^.
Come al solito le tue capacità intuitive sono molto
spiccate…non mi indovinerai tutta la storia, vero?? XD Riguardo al cap..eh, si Hilary
è da capire riguardo a Sean!! Vedremo prossimamente
l’evolversi della vicenda!!^^ E mi fa anche piacere
che ti sia piaciuto l’intervento di Takao…si, anche
se non lo danno troppo a vedere secondo me quei due sono legati!! Pucciosi!!^^
Layly_lily:
un’altra new entry!!^^ Mi fa molto piacere! In
particolare mi fa piacere sapere che ad alcuni leggendo la storia sembra di
guardare l’anime! Più o meno era questa la mia
intenzione!! Non volevo allentarmi troppo
dall’originale…per quanto riguarda i comportamenti nei personaggi almeno…la
storia invece, specialmente verso la fine scenderà invece su toni ben più
drammatici…ma niente preoccupazioni!! Sono un amante
dei lieto fine…però devono essere sofferti, se no non
c’è gusto, no?? ^_-
Lirinuccia: ciao!!! Ho letto anche il tuo commento all’altra mia fic…grazie!!^^ Cmq, non preoccuparti,
finirò anche quella storia prima o poi!! Penso che la ricomincerò da capo, per
poi continuarla!! Quando avrò notizie certe lo
comunicherò!! Sono contenta che ti piaccia anche
questa fic!! E soprattutto
che ti abbia fatto piacere le Kai-Hilary!!^^ Spero
continuerai a seguirmi!!
Bene…ora vi lascio!!!
Ci vediamo al prossimo aggiornamento!!! Fatemi sapere che ne pensate anche di
questo!!! Grazie a tutti per la vostra pazienza!!!!!!!!!!^^
Buonasera!!!! Eccomi qui, con il nuovo
capitolo!!! Dunque, premetto
che non è molto lungo…il fatto è che mi venivano in mente tante cose da mettere
nel prossimo capitolo e non riuscivo a sbloccarmi con questo!!! E siccome poi
“allungare inutilmente il brodo” diventava pesante, ho preferito farlo più
corto!! Ma mi rifarò con il prossimo, promesso!!!^^ Beh, che dire…non ci sono grandi risvolti
romantici qui (anche quelli verranno nel prossimo!), ma c’è un piccolo risvolto
riguardo il mistero che avvolge questa storia!! Ma piccolo piccolo però!! XDXD Buona lettura!!^^
***
Dubbi
Il primo timido
raggio di sole mattutino filtra dalla finestra socchiusa, andando ad
accarezzare dolcemente i morbidi capelli rossi sparsi sul cuscino. Chantal
sbadiglia ancora prima di aprire gli occhi, poi le sue labbra si incurvano in un sorriso gioioso.
Non è ancora del tutto sveglia ma sa benissimo che quello appena cominciato non
è un lunedì come un altro; è un lunedì
speciale, quello del suo compleanno, il quarto.
Immediatamente si
leva a sedere spalancando le iridi verde mare sulla sua cameretta e impaziente
allontana la coperta con un calcio. Con un balzo scende dal letto e corre fuori
dalla stanza senza neanche infilare le pantofole. I suoi piedi nudi vengono a
contatto con il pavimento freddo, ma in quel momento
Chantal è troppo felice per preoccuparsene.
Velocemente si
appresta a scendere le scale, saltando i gradini a due a due, rischiando quasi
di cadere, mentre la sua candida camicia da notte svolazza qua e là nel movimento.
Con il fiato ormai
corto spalanca la porta della cucina, mentre un aroma dolciastro si diffonde
nell’aria.
Una giovane donna
sui venticinque anni, davanti ai fornelli, sta infornando una crostata di mele.
Chantal la guarda in silenzio: tiene
i capelli castano chiaro, quasi biondi, raccolti in una lunga coda di cavallo
che le lascia appena scoperta la pelle nivea della nuca.
-Sei già sveglia?-
le domanda la ragazza, senza neanche voltarsi.
La bimba sorride
prima di correre da lei ad abbracciarla. –Mamma!- esclama entusiasta.
-Buongiorno,
piccola- ricambia la madre, mentre si inginocchia
all’altezza della figlia per poterla guardare negli occhi, identici ai suoi.
-Anzi…ormai sei
diventata grande. Quattro anni!-
Chantal annuisce
con foga. E’ da un mese ormai, che cancella con un pennarello rosso sul
calendario i giorni che trascorrono. Ma non è soltanto il suo compleanno la causa di tanta
felicità.
-Ho sentito dire
che oggi è il compleanno di una certa principessina- una voce calda e
rassicurante proviene da dietro di lei, alle sue spalle.
La bambina si volta, sorpresa. Sulla soglia della
porta un uomo sulla trentina, dagli occhi scuri e i capelli rossi, la guarda
con dolcezza.
-Papà!-
In un attimo la
piccola vola tra le braccia del padre, Eric Long. E’ orgogliosa di lui, ma non
lo vede quasi mai. E’ un pilota dell’aviazione militare statunitense, e spesso
è via da casa per dei mesi. Quel giorno ha preso una licenza apposta per lei,
per passare insieme il suo compleanno.
-Vuoi vedere il
regalo che ti ho portato?- le domanda Eric, pur conoscendo già la risposta.
Chantal annuisce
con vigore mentre il padre la rimette a terra. Subito dopo si vede porgere una
scatolina incartata con una carta rossa ed
un bel fiocco dorato.
Felice, non perde
un solo secondo per aprirla. Solleva il coperchio e guarda all’interno,
trovandovi una piccola trottolina colorata.
-Molti ragazzi ne
possiedono uno. Pare che far scontare queste trottole diventerà uno degli sport
più divertenti e diffusi. Si chiama beyblade- le spiega Eric, quando vede la
figlia alzare gli occhi su di lui. –Allora…ti piace?-
La bambina prende
il beyblade tra le mani, osservandolo in tutte le sue parti. Ha una base bianca
e un disco d’attacco con colori che variano dal blu all’indaco, dal verde al
giallo, dall’arancione al rosso. Sembra quasi un arcobaleno.
-E’ bellissimo!-
esclama entusiasta poco dopo. Sorridente si volta verso la madre. –Guarda
mamma, non è bellissimo?-
-Si…è davvero
bello!- le risponde quest’ultima, contagiata dall’eccitazione della bimba.
-Lo chiamerò
Rainbow!- annuncia Chantal stringendo la trottola forte a sé.
Sdraiata supina nel suo letto Chantal fissava il soffitto con
sguardo vuoto, domandandosi perché quel ricordo era tornato a riaffiorarle in
sogno proprio in quel momento. Era da tanto che non le succedeva.
Nel più totale silenzio ascoltò il ticchettio delle lancette
dell’orologio sul comodino, che parevano scandire il tempo con una lentezza
esasperante. Erano passate le tre, il cielo fuori era coperto, la stanza
immersa nel buio più profondo. Non che fosse un problema per lei, era abituata
a convivere con le tenebre, da anni ormai la sua vita si era trasformata in una
notte eterna.
Il sogno, l’ultimo ricordo felice che avesse della sua infanzia;
poi un giorno era tutto cambiato…
Si levò a sedere rannicchiando le gambe contro il petto e
affondando il viso tra le ginocchia. Una lacrima scese lentamente lungo la sua
guancia.
*
Dal divano a dondolo del giardino dell’albergo Hilary osservava
Takao e Daichi impegnati in un incontro di allenamento. Uno di fronte
all’altro, sui lati opposti della piscina, i due ragazzi erano concentrati sui
propri beyblade, lanciati su un materassino al centro delle vasca, che quindi costituiva un terreno di
gioco piuttosto instabile.
Era sabato mattina e la quarta giornata del torneo, che aveva
visto scendere in campo i Baiuhuzu e la Neoborg, entrambe vittoriose, era stata disputata
il giorno precedente, mettendo così termine alla prima settimana del
campionato.
La classifica provvisoria delle squadre Campioni vedeva il team
russo al primo posto con otto punti, seguito dalla BBA Revolution con sette
punti, e gli All Stars e i Baihuzu entrambe
con sei punti.
Per quanto riguardava la graduatoria delle squadre sfidanti
invece, i primi tre posti erano occupati dai Revival e i Thirdsky, a pari
merito, e dagli Scudi Sacri rispettivamente.
Ma la “Sfida ai Campioni” era ancora
lunga, nessuno poteva permettersi di rilassarsi o di cantare vittoria.
-Oh, accidenti!- esclamò Daichi quando GaiaDragoon rischiò di
cadere in acqua.
-Vuoi stare attento, pidocchio? La squadra di Kai è sopra di noi
di un punto solo perché tu la volta scorsa hai
pareggiato!- lo riprese Takao, sbuffando.
-Ma stai zitto! Contro i Revival andrà diversamente! Li
disintegrerò!-
Hilary sussultò alle parole del rosso. Aveva ragione, il lunedì
successivo avrebbero dovuto affrontare i Revival. L’immagine di un ragazzo
biondo le comparve davanti agli occhi come un flash. Chissà se avrebbe
combattuto anche Sean in quell’occasione. L’ultima volta erano stati due dei
suoi compagni di squadra a scendere in campo.
Non sapeva spiegarsi bene il perché, ma si sentiva agitata. Senza
contare che da quella mattina in cui aveva trovato quel mazzo di rose rosse
davanti la porta della sua
camera non lo aveva più visto. Solo una volta lo aveva scorto mentre scendeva
per la cena nella sala ristorante,
ma lei era stata ben attenta a rifuggire al suo sguardo, troppo imbarazzata. In
più si sentiva in colpa, lui era stato molto carino nei suoi confronti, ma lei
in cambio cosa aveva fatto? Assolutamente nulla, non lo aveva nemmeno
ringraziato.
-Un penny per i tuoi pensieri- una voce
calda e vellutata la riscosse dalle sue riflessioni. Sollevò gli occhi da terra
incontrandone un paio di un verde intenso.
-Si, lo so…è un po’ vecchia come battuta, ma ha sempre il suo
fascino! Almeno nei film!-
Sean ridacchiò sedendosi accanto alla brunetta. Sembrava
tranquillo e rilassato. Hilary al contrario teneva la testa bassa e stringeva
forte i lembi del suo giacchetto tra le mani. Non sapeva cosa dire.
-Hai ricevuto i miei fiori?- le chiese poi, probabilmente stanco
di quella conversazione a senso unico. In fondo non poteva dargli torto. La
domanda fu accompagnata da un lieve dondolio del divanetto che il biondino
aveva generato facendo pressione con i piedi per terra.
-Ecco…si, li ho
ricevuti…sono molto belli, davvero…grazie- biascicò in risposta. Forse era
stata scortese a non ringraziarlo subito, ma ora si sentiva meno in colpa.
-Prego. Mi fa molto piacere che tu li abbia graditi- ribadì l’altro, aprendosi in un
sorriso che Hilary giudicò uno dei più dolci che avesse mai visto. Avrebbe dato
qualsiasi cosa per vedere quel sorriso sul volto di un’altra persona. Anche una
volta soltanto, anche se non fosse stato rivolto a lei. Perché quel sorriso
poteva appartenere solo a qualcuno sereno e in pace con se stesso. E lei
avrebbe fatto di tutto per vedere Kai felice.
-Hilary?- domandò il blader dei Revival dopo qualche altro minuto
di silenzio. La ragazza si volse verso di lui, irrigidendosi quando notò che le si era avvicinato. Poteva
specchiarsi nei suoi occhi per quanto erano vicini. Troppo vicini.
-Hai qualcosa da fare domani pomeriggio?- continuò il biondino.
-Domani? Domani è
domenica…io…no…non mi sembra- riuscì a rispondergli, con quel poco fiato che le
era rimasto.
-Sai, giù al fiume affittano delle barche- le spiegò, tornando ad
allontanarsi, permettendo così alla brunetta di tirare un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva creduto che
volesse baciarla.
-Ho pensato che una bella
gita in barca è proprio quello che ci vuole per rilassarsi in vista di un
incontro importante come quello di lunedì…e mi farebbe piacere avere un po’ di
compagnia-
Hilary impiegò qualche secondo a cogliere il senso delle sue
parole. Era forse un invito implicito? Le stava chiedendo di andare con lui?
Spostò l’attenzione sul giovane al suo fianco. Teneva le mani
intrecciate dietro la testa e guardava lo scontro di Takao e Daichi, immerso
nella sua solita calma. Poche sere prima le aveva offerto il gelato, ma era stata un’uscita breve
e improvvisa, che non poteva essere considerata un vero e proprio appuntamento.
Adesso però era diverso. Sarebbero stati loro due da soli, un intero pomeriggio
su una barca. Uno scenario romantico che fece arrossire la brunetta.
-Ecco, io non…non lo so se…-
Hilary abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe, non sapendo
minimamente come rispondere. Certo, Sean era carino…anzi era bello. E sapeva
come lasciare il segno, ma senza esagerare. Probabilmente un sacco di ragazze avrebbero fatto a botte per stare
al suo posto in quel momento.
-Ehi, non preoccuparti. Non voglio costringerti a passare del
tempo con me se non vuoi- la voce del blader
si fece immediatamente più seria, ma comunque per nulla arrabbiata.
-Non è per questo!- si affrettò a rispondergli. –E’ solo che…-
lasciò la frase in sospeso. I suoi occhi si spostarono istintivamente verso una
delle finestre del secondo piano che dava sul giardino. Quella della stanza
della Neoborg.
*
-Hai deciso di diventare una balena?-
Sae sollevò gli occhi sul fratello mentre addentava la fetta di
crostata di mele che il cameriere le aveva appena servito.
Alzò le spalle con aria indifferente. –Io posso mangiare tutto
quello che voglio senza ingrassare- replicò mentre mandava giù un altro
boccone.
-E questo conferma che non sei normale. Se avessi il metabolismo
di un essere umano a quest’ora
saresti una piccola mongolfiera!-
La ragazza fulminò Eiji con lo sguardo. Da che pulpito veniva la
predica, lui che a tavola aveva la grazia
di un maiale.
-Buoni voi due, non ricominciate- intervenne Shun sorseggiando la
sua tazza di caffè fumante, rivolgendosi a loro allo stesso modo in cui si
poteva parlare a due bambini di cinque anni che facevano i capricci.
-Ho parlato con Silkwood- continuò poi quest’ultimo.
-Oh, il caro vecchio Silkwood! Prima ci manda in missione e poi si
dimentica di noi, possiamo anche morire nel frattempo!- commentò Eiji,
sarcastico.
-Piantala, Eiji. Lo sai che non è così- lo
riprese il moro.
-Hai ragione- ribatté l’altro. –Semplicemente si era stufato di
noi e ci ha appioppato qualcosa da fare lontano da lui!-
Sae guardò il fratello ridere come un idiota. Che Silkwood si
fosse stancato di avere lui sempre intorno era più che probabile. D’altra parte
aveva dato parecchi grattacapi alla I.S.A.
e al grande capo. Più di una volta aveva temuto che potessero sbatterlo fuori
dall’organizzazione. Non era un cattivo ragazzo, era soltanto un po’ ribelle e
indisciplinato…e terribilmente irritante. Ma
era anche molto in gamba e doveva riconoscere che se non fosse stato per lui
che aveva avuto il coraggio di rischiare, molte missioni non le avrebbero mai
portate a termine.
-Non gli è ancora possibile raggiungerci qui per il momento,
quindi noi dovremo essere i suoi occhi- dichiarò
Shun.
La ragazza diede l’ultimo morso alla sua crostata mentre
rifletteva sul da farsi. Sapeva a che cosa si stava riferendo. A loro tre era stato affidato il compito di
tenere i Revival sotto controllo e di informare la base in luogo di movimenti
sospetti, ma di non intervenire se non in caso di estrema necessità. La salvaguardia della segretezza
dell’organizzazione era estremamente importante, così come importante era che
loro non rivelassero lo scopo della missione e che cosa fossero in grado di
fare.
-Dovremo essere molto cauti…soprattutto dobbiamo stare attenti nell’utilizzare i nostri
poteri o rischieremmo di farci scoprire-
Lo sguardo di rimprovero di Shun colpì Eiji in pieno, che non
mancò di difendersi:-Perché guardi sempre me? Io non combino mai danni-
-Non è giusto…- mormorò Sae a voce appena udibile. –Non poter dire
a nessuno cosa siamo e quello
che facciamo…non è giusto- ribadì, mentre allontanava da lei il piatto ormai
vuoto.
-Sai che meno persone sanno
dell’organizzazione e meglio è. E poi, Silkwood lo fa anche per noi. Hai
pensato a cosa potrebbe fare certa gente se sapesse dei nostri poteri?-
-Nessun altro ci conosce veramente. Non ho mai avuto amici per
questo…a volte mi sento così sola- continuò la blader, ignorando il discorso
del diciottenne.
-A che ti servono degli amici? Hai noi- le rispose Eiji.
-Ha ragione, ci siamo noi con te. Non sei sola-
Sae guardò Shun con tristezza. Perfino lui era d’accordo con il
fratello. Possibile che nessuno capisse ciò che provava? Certo, aveva i suoi
fratelli, ma a volte sentiva che le mancava qualcosa. Istintivamente si portò
una mano al collo, dove di solito portava il suo ciondolo, trovandovi solo il
contatto con la sua pelle.
-Sae…- Shun la chiamò tendendole una mano. Osservò il suo palmo
teso verso di lei per qualche secondo, poi si alzò dal tavolo di scatto.
-Ti ho già detto come mi sento, ne abbiamo parlato anche altre volte. Sai che sto male per
questo. Non c’è bisogno che provi sulla tua pelle quello che sto provando io
perché non servirebbe a farmi stare meglio-
Senza aggiungere altro si allontanò dai due ragazzi, dirigendosi
verso l’uscita del bar. Un campanellino appeso sopra la porta tintinnò allegro
quando questa si richiuse alle sue spalle.
*
-Rei! Vieni a vedere che carino questo vestito!-
Mao trascinò il blader della Tigre Bianca attraverso le bancarelle
del mercatino sulla piazza. Rei sbuffò,
attento a non farsi sentire, mentre si domandava che cosa avesse fatto di male
per meritarsi un simile trattamento. Quella mattina si era svegliato presto per
allenarsi, ma i suoi piani erano stati sventati dalla ragazza, che lo aveva
incastrato per accompagnarla a fare shopping.
-Ieri ti sei allenato per tutto il giorno! Un po’ di svago fa
bene. E poi ci alleneremo insieme oggi pomeriggio- aveva detto lei per
convincerlo. A quel punto Rei non aveva saputo dire di no, anche se il quel
momento se ne stava pentendo.
Erano più di due ore che giravano per le bancarelle senza concludere nulla.
Rassegnato di avere davanti una
mattinata ancora lunga, si avvicinò alla giovane, che ora stava osservando un
fermaglio colorato da mettere tra i capelli.
-Ehi, Rei!-
Sentendosi chiamare il ragazzo si voltò, scorgendo una testa
bionda farsi spazio tra la folla.
-Max!- esclamò sorpreso. Non si aspettava di trovarlo lì. –Cosa ci
fai da queste parti?-
-Cercavo una persona- gli rispose, sbrigativo. –Tu invece?-
-Beh, a dire la
verità…- il blader lasciò la frase in sospeso, spostando lo sguardo verso la
cinesina alle sue spalle, ancora rapita dalla merce esposta del mercatino.
-Capisco! Anzi, scusami se ho interrotto il tuo appuntamento
romantico!- ridacchiò l’altro, senza nascondere il tono d’insinuazione della
sua voce. Cosa che gli costò un’occhiataccia da parte del suo amico.
Pochi minuti più tardi Max e Rei si ritrovarono ad attraversare il
parco. Mao era già tornata in albergo, lasciando da soli i due ragazzi, che
avevano preso a discutere di quanto fosse successo
durante la scontro tra la squadra della BBA Revolution e gli Scudi Sacri. Takao
gli aveva riferito ciò che Ozuma gli aveva detto in quell’occasione, e anche
loro trovavano quella storia incomprensibile.
-Sai, prima stavo cercando Mariam…- esordì Max all’improvviso,
dopo qualche istante di silenzio.
-Perché vuoi vederci chiaro in questa storia?-
-No…insomma, non solo. Ad
essere sinceri la cercavo per un altro motivo…- il biondino si fermò,
costringendo l’amico a fare lo stesso.
-Capisco! E poi sarei io quello che ha appuntamenti romantici!-
sogghignò Rei, interpretando l’espressione tra il tenero e l’imbarazzato del
compagno.
-Non è così, anzi…volevo chiederle scusa per l’altro giorno. Si è
arrabbiata con me per qualcosa che ho detto e che ha frainteso. Io non volevo
offenderla-
Era stata in quella stessa terza giornata del torneo che le aveva
parlato per l’ultima volta. Dopo la sfida contro la BBA non l’aveva più vista, né
in albergo, né in giro. Quella mattina era uscito per andare a cercarla, pur
non sapendo minimamente da che parte cominciare. Lei e la sua squadra erano in
grado di sparire nel nulla e riapparire come se niente fosse. Proprio come era successo quando aveva
scoperto la loro partecipazione alla “Sfida ai Campioni”. Assolutamente
inaspettata.
-Vedrai che le passerà- tentò di rassicurarlo il blader della
Tigre Bianca.
-Lo spero- ribatté Max, sospirando sconsolato.
-Ehi, scusate!- un bambino di circa dieci anni chiamò i due
ragazzi. –Potreste rimandarmela?- gli chiese, indicando una palla colorata
incastrata in mezzo ai cespugli poco distante da loro.
Il biondino si avvicinò al pallone, rilanciandolo al suo
proprietario che lo prese al volo.
-Grazie!- fece quest’ultimo, prima di tornare a giocare con un suo
coetaneo.
Il blader della Tartaruga Nera stava per tornare dal suo compagno
quando una voce familiare catturò la sua attenzione. Si voltò, scorgendo
un’ombra dalle fattezze note nascosta dietro ad un albero lì vicino.
Ma quello è il presidente
Daitenji…pensò
stupito. Cosa ci faceva il presidente della BBA rintanato dietro un albero?
-Si, capisco- stava dicendo, probabilmente al telefono, dato che con lui non c’era nessuno.
Max si avvicinò di qualche passo in silenzio, la curiosità aveva preso il
sopravvento.
-Solo che non mi sembra giusto tenerlo nascosto ai ragazzi, in
fondo è qualcosa che li riguarda molto da vicino. Ho organizzato questo torneo
apposta-
L’americano aggrottò le sopracciglia. Si stava forse riferendo
alla “Sfida ai Campioni”? E con chi stava parlando?
Rei gli si fece
accanto, forse incuriosito a scoprire che cosa avesse trattenuto l’amico. Il
biondino gli fece cenno di rimanere in silenzio e di ascoltare.
-D’accordo, farò come dice- l’anziano signore sembrava rassegnato.
-Si, mi è costato molto. Cerco sempre di evitare qualsiasi tipo di
scorrettezza, ci tengo che i miei ragazzi disputino incontri leali. Non riesco
a perdonare il fatto di essere stato proprio io a fare uno “strappo alla
regola” ammettendo i Thirdsky al campionato senza avergli fatto prendere parte
alle fasi di preselezione-
Max e Rei si guardarono scioccati.
Avevano sentito bene? Non era possibile che il presidente Daitenji avesse fatto
una cosa simile.
Il blader cinese prese l’altro giovane per un polso, invitandolo
ad allontanarsi. L’americano lo seguì, continuando a riflettere su quanto
appena sentito. Doveva sicuramente trattarsi di un errore, avevano capito male.
Non c’era altra soluzione.
-E’ assurdo! Insomma, non è possibile, non ti pare?- esclamò,
dando voce ai suoi pensieri.
-Temo invece che non sia così assurdo, Max…- dichiarò Rei,
mordendosi il labbro. Un’espressione seria comparve sul suo viso.
-Perché così…qualcosa comincia a quadrare- concluse sotto lo sguardo incredulo del ragazzo al
suo fianco.
Ta-dan!!^^ Come avevo detto è un capitolo un po’ corto ma
spero che vi sia piaciuto lo stesso!! Un piccolo intermezzo per il prossimo in
cui ci saranno avvenimenti succosi, quindi non perdetevelo!!! XD Come al solito ora passo ai ringraziamenti:
Solarial: sono contenta
che dici che la storia sta
venendo fuori costante e senza sbavature, perché è parecchio complessa e se ci
metti in mezzo le altre tremila cose che ho da fare ho sempre paura di perdermi
per strada qualche pezzo!! Avvertimi se succede! XD Spero ti sia piaciuto anche
questo cap…che dici, Hilary accetterà l’invito di Sean? E per quanto riguarda
Kai e Yuri, come vedi in questo capitolo
non sono comparsi ma nel prossimo torneranno alla carica!!^^
Ria: ma salve!!!!^^ Vero che sono pucciosi Max e
Mariam?^^ Ce la faranno a chiarirsi?? Vedremo!! XD Hila è confusa la massimo che ci vuoi fare, con Sean che la
corteggia come una principessa da una parte e Kai che fa l’iceberg
dall’altra!!! XD
Vampirosolitario91:
carino anche Sean, vero? Alla fine aprirò un sondaggio per vedere chi lo ama e
chi lo vorrebbe uccidere!! XD
Ma Kai e Hilary sono i migliori insieme!!!^^
Layly_lily: sono contenta
che ti siano piaciute tutte le mie storie, mi fa molto piacere!!! Spero che ti sia piaciuto anche
questo cap!! Per quanto riguarda la tua domanda, ho capito a quale immagine ti
riferisci, ma è solo un fotomontaggio realizzato da qualche fan!! (bravissima tra l’altro, magari anche io sapessi fare una cosa del
genere!! ç_ç)!!
Padme86: eh, si, è proprio il caso di
dirlo…beata Hila!!! XD Non preoccuparti, presto arriveranno le delucidazioni su
Yuri e Chantal e gli Scudi Sacri!!
Yunie the Black Angel: si, Kai si deve dare davvero una
mossa perché qui la vedo brutta…XD secondo te ce la farà?? Sean ci sa fare,
inutile negarlo, anche se non lo sopporti!!
XD E’ forte vedere che siete schierate in due fazioni distinte riguardo a lui!!!^^ Aspetto tuoi commy anche per
questo chappy!!^^
Lirinuccia: è un piacere
risentirti!! Spero anche
questo cap ti sia piaciuto!!^^
Kai è bello di per sé, è facile rappresentarlo così!! XD Per l’altra fic,
tranquilla la riprenderò, ho già riscritto i primi 2 cap…ma la pubblicherò finita questa!!
Hilly89: la scena tra Kai
e Hila nonostante piccola mi è piaciuta tanto scriverla!! Non è successo niente di particolare è vero, ma
anche immaginarla nella mia mente
mi ha troppo emozionato!!! ^^ Ah, si!! Tu eri una delle fan di Sean!!! Che ne dici di lui in questo
cap??^^
Readegle86: che bello
risentirti con i tuoi commy!!
Non ti preoccupare se commenti in ritardo, so che sei impegnata ma che ci sei
sempre!! Proprio come io sono
sempre a leggere le tue storie!!^^
Per quanto riguarda il cap…beh, qualcosina di buono anche Taky la fa qualche
volta!! XD Yuri si, povero…è
proprio sfigato!!! Sean…capirai mi sa che leggendo questo capitolo avrai dato
fuoco al pc!! XD Ma pazienta…arriverà il momento della vendetta!! Parola di Lenn!!
E con tanti
ringraziamenti anche a tutti gli altri lettori vi lascio in vista del prossimo
cap!!!!! A presto!!!!!!^^
New chappy!!!
Finalmente!! Non vedevo l’ora di pubblicarlo, era da un sacco che ce l’avevo in mente!!^^ Che dire? E’ prettamente romantico,
niente rivelazioni folgoranti (per il momento), ma saranno accontentate tutte
quelle che già pregustano botte tra Kai e Sean!! XD
Non si picchiano ancora però (sempre per il momento!
XD).
L’ultima parte invece introduce
l’azione che caratterizzerà il prossimo capitolo!!!!
Ora vi lascio augurandovi una buona lettura a tutti!!!
***
Emozioni di un
momento
Hilary
si guardò allo specchio un’ultima volta. Osservò la sua figura per intero nella
grande superficie riflettente davanti a lei, controllando che i vestiti fossero
a posto. Aveva indossato una gonnellina bianca, corta e a pieghe, e sopra una
maglietta leggera senza maniche, di un tenue color arancio albicocca.
Prese
un profondo respiro, provando a calmarsi. Alla fine aveva deciso di accettare
l’invito di Sean. In fondo non ci trovava nulla di male in una gita in barca,
senza contare che le sembrava un’ idea molto carina. Ma non era tutto, c’era dell’altro. Sperava di poter
allontanare Kai dai suoi pensieri, almeno per un po’. Sapeva che non ci sarebbe
mai riuscita da sola e in questo il biondino le aveva offerto, senza saperlo,
l’occasione adatta.
Si
sentiva un po’ in colpa di sfruttare in questo modo la gentilezza del blader
dei Revival nei suoi confronti, ma a compensare c’era il
fatto che non mentiva quando diceva di trovarsi bene in sua compagnia.
D’altra parte le riusciva difficile pensare che ci fosse qualcuno che non
provasse lo stesso, Sean sembrava l’affabilità e la disponibilità fatte essere
umano.
Stava
scendendo il primo gradino della rampa di scale che l’avrebbe portata nella
hall dell’albergo al piano terra, quando si fermò a riflettere su una cosa.
A
dire la verità c’era qualcuno a cui Sean non piaceva
particolarmente, e quel qualcuno era una persona molto vicina a lei.
Takao
aveva etichettato quel ragazzo fin dall’inizio e non sembrava intenzionato a
cambiare opinione, anzi. Quando gli aveva detto che sarebbe uscita con lui le
aveva messo il broncio, nemmeno fosse suo padre o il suo fidanzato. Comunque il
problema pareva riguardare l’intera squadra dei Revival. Per qualche motivo non
la vedeva di buon occhio e il fatto che i suoi membri fossero bravi blader non era un’ attenuante, stranamente. Certo, questo risvegliava
il suo spirito combattivo e la voglia di scontrarsi con loro, dandogli magari
ancora più soddisfazione nel caso li avesse battuti, ma non gli bastava.
Qualcosa in quei ragazzi lo metteva all’erta; almeno per quanto riguardava i
membri maschili. Non ricordava infatti di aver mai
sentito includere il nome di Chantal nei discorsi dell’amico. Chissà perché…
In
ogni caso Hilary pensava di poter spiegare il perché di questo
atteggiamento. L’ultima squadra rivelazione che avevano
incontrato era stata quella della BEGA, e tutti ricordavano cosa era successo
durante il periodo in cui Vorkov aveva provato a riprendere in mano le sorti
del mondo del beyblade, con i suoi piani di conquista e potere. Yuri era finito
in coma, per non parlare di Kai…contro Brooklin aveva rischiato la vita per ben
due volte.
Un
brivido le percorse la schiena e sentì il cuore
stringersi in una morsa, come se quei ricordi così vividi nella sua mente
fossero appena stati poggiati sul suo petto, pesanti come pietre, a
schiacciarle il torace.
Scosse
la testa, come a voler scacciare quei pensieri. Comprendeva benissimo la
preoccupazione dell’amico, ma quella volta sarebbe andato
tutto bene. Quel torneo era stato organizzato dal presidente Daitenji e non da
Vorkov, che era invece sparito dalla circolazione.
Con
questa nuova ondata di positività passò davanti alla reception, uscendo
dall’hotel. Seduto sulla scalinata d’ingresso c’era
già qualcuno ad aspettarla.
Hilary
rimase lì impalata a fissare Sean per qualche secondo. Indossava una camicia
bianca elegante, di cui aveva arrotolato le maniche fin sopra i gomiti e
lasciato aperto il primo bottone. Era abbastanza stretta da tendersi ad ogni suo movimento, aderendo perfettamente al suo fisico
modellato dagli allenamenti di beyblade. Sotto portava un normale paio di jeans
scuri, indirizzandolo più verso un look casual.
Non
riuscì ad immaginare se un simile accostamento avrebbe
avuto lo stesse effetto su un’altra persona. A lui stava benissimo, pareva un
modello. Le era difficile credere che quel ragazzo stesse attendendo proprio
lei.
-Ciao-
gli disse quando gli si fu avvicinata.
-Ciao-
ricambiò lui, alzandosi in piedi.
-E’
tanto che aspetti?-
-Dieci
minuti, più o meno-
-Oh…scusami,
io…- la brunetta guardò l’orologio imbarazzata, non
sapendo come farsi perdonare il ritardo. Si erano dati
appuntamento dopo pranzo, alle tre e mezza, davanti al Dazzler Tower.
-Non
c’è motivo di scusarsi, sei in perfetto orario. Sono io che sono sceso in
anticipo…è scortese far attendere una signorina-
Hilary
sorrise, pensando che avrebbe dovuto cominciare a fare l’abitudine ai suoi modi
di fare.
-Vogliamo
andare?- le domandò poi, porgendole la mano. La ragazza l’afferrò
timidamente, annuendo piano.
Stava
già pensando che visti così potevano benissimo apparire una coppia di
fidanzati, cosa che le provocò un certo imbarazzo, quando Sean, lungo la strada
che costeggiava il fiume, si decise a lasciare la presa.
-Sai,
mi fa davvero molto piacere che alla fine tu abbia deciso di accettare il mio
invito- dichiarò all’improvviso, fermandosi sotto l’ombra di un albero in
fiore. Hilary lo vide sollevare lo sguardo per osservarne la folta chioma
verdeggiante. Aveva la sua solita espressione rilassata in viso, come se
esprimere ad alta voce i propri sentimenti non lo mettesse
per nulla a disagio. Per un momento invidiò quel lato del suo carattere, magari
fosse stata in grado di farlo anche lei.
-E
poi…sei davvero splendida oggi- continuò, fissandola con quei suoi intensi
occhi verdi.
Le
guance della giovane si accesero per quel complimento, mentre balbettava un
impacciato ringraziamento. E dire che aveva indossato una tra le cose più
semplici che possedeva.
Quando
le sue gote ripresero un colorito normale seguì il suo
accompagnatore lungo una stretta stradina in discesa che portava direttamente
sulle sponde del La Plata. Fu
sorpresa di trovare un piccolo molo, una specie di pontile in
legno che protraendosi oltre la riva del fiume andava a fissarsi con dei pali
sul fondale di questo. Intorno, sulla superficie dell’acqua, galleggiavano
leggere tante piccole barche.
Il
biondino le disse di aspettarlo mentre lui si dirigeva sulla banchina, verso un
uomo che in quel momento era impegnato a ormeggiare una delle imbarcazioni. Lo
vide scambiare qualche parola con lui, poi si voltò, facendole segno di
seguirlo.
L’uomo
li condusse verso una delle barche più piccole, a due posti, e Sean l’aiutò a salire. Dopo le ultime raccomandazioni di quello
che probabilmente era il proprietario di quell’attività, la barchetta scivolò
tranquilla sull’acqua, sotto il movimento ripetitivo che il ragazzo faceva fare ai remi.
La
brunetta, seduta di fronte a lui, lo osservava curiosa. –Se poi ti stanchi,
posso darti il cambio- gli propose.
-Figurati- ribatté l’altro. –Ti ho invitata io, ci
mancherebbe che ti faccia anche faticare!- ridacchiò.
Le
conversazioni che seguirono furono piacevoli: non troppo impegnative, semplici
chiacchiere da fare in compagnia, e che diedero modo ad
Hilary di conoscere un po’ meglio il giovane che ora le si era seduto accanto.
Quando
Sean smise di remare, facendo fermare la barca, la ragazza si
inginocchiò sul fondo, poggiando una guancia sul bordo della chiatta e
sporgendo il braccio per arrivare a sentire l’acqua fresca del fiume sfiorarle
le dita.
Lontani
dai rumori della città, gli stormi di uccelli che solcavano il cielo, gli
alberi in fiore sulla sponda opposta, era impossibile
non rilassarsi.
-Quanti
anni hai, Hilary?- domandò Sean all’improvviso, dopo qualche minuto di
silenzio.
-Sedici-
gli rispose, continuando a fissare la superficie
limpida sotto di loro.
-Sei
piccola allora!- la sua risata non voleva essere una presa in giro, anzi, era
scherzosa in modo tenero.
Lei
allora si voltò verso il ragazzo, in volto un’espressione stupita. –Perché, tu
quanti anni hai?-
-Diciannove-
Rimase
sorpresa da quella risposta. Aveva sempre pensato che avesse la sua stessa età,
o al massimo l’età di Kai. Le risultava
difficile credere che avesse ben due anni in più del russo, nonostante fosse
più alto di lui. Certo, era molto carino, ma sembrava più giovane.
Restarono
a guardarsi in silenzio per qualche altro istante, finché il blader avvicinò
una mano verso la ragazza, poggiando delicatamente l’indice sulle sue gote.
Hilary si irrigidì per quel contatto, ma lui sembrò
non farci caso.
-Hai
la pelle delicata- le disse, percorrendo il profilo dei suoi zigomi. –Il sole
ha già lasciato il segno-
La
sedicenne sapeva a cosa si stava riferendo; le bastavano pochi raggi di sole
per dare un colorito più roseo alla sua pelle.
Intanto
Sean era sceso ad accarezzarle la guancia, arrivando fino al mento, che prese
tra due dita, facendo arrossire Hilary molto più di quanto non ci avessero già
pensato i raggi ultravioletti.
Il
suo cuore prese a battere più velocemente, in preda all’ansia. Il biondino le
era vicino e la guardava fisso negli occhi. Era facile anche per una persona
ingenua come lei intuire quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
Hilary
però non era molto sicura di essere pronta per quello. Anzi, non
lo era affatto. Di certo non in quel momento, e non con lui.
-Sei
carina anche così-
Le
sorrise, tornando a prendere le distanze, lasciando la ragazza sorpresa. Non
riuscì a comprendere infatti il motivo di quel
repentino allontanamento, se era dovuto a qualcosa che lei aveva fatto, magari
involontariamente, o se avesse solo frainteso le sue intenzioni. In ogni modo,
le permise di tornare a respirare normalmente.
*
Un
rosseggiante tramonto si stagliava nel cielo all’orizzonte. Ai loro piedi,
accolta in una specie di valle incantata, si estendeva Buenos Aires che in quel
momento, sul calar della sera, si accendeva pian piano in uno spettacolo di
luci molto suggestivo.
Da
quell’altura pareva si potesse quasi dominare la città. Circondati da quelle
verdeggianti montagne, ricche di alberi le cui foglie rimanevano immobili
nonostante la fresca brezza che proveniva dal nord, come fossero
dipinte ad olio su tela, sembrava di trovarsi in un sogno. Uno di questi posti
in cui ci si poteva aspettare di veder comparire all’improvviso un elfo
danzante con un liuto in mano.
Takao
non ricordava come fosse arrivato fin lì. Sapeva solo di volerci andare e di
colpo…quel meraviglioso panorama era ciò che i suoi occhi vedevano.
Spostò
lo sguardo sulla persona al suo fianco che sorrideva tranquilla. Le loro mani
erano intrecciate. Il vento le scompigliava dolcemente i lunghi capelli ramati.
Sarebbe rimasto per ore incantato a guardarla, come si trattasse di un’opera
d’arte di straordinaria bellezza.
-E’
bellissimo qui- disse lei, con voce melodiosa.
-Sono
contento che ti piaccia- le rispose il ragazzo, stringendo ancora più forte la
mano nella sua.
-Chantal,
ascolta…vorrei dirti una cosa- continuò poi, dopo qualche attimo di silenzio,
in un impeto di coraggio inatteso.
La
giovane si voltò verso il compagno, aspettando che parlasse. Tutto ciò che si
poteva leggere nei suoi occhi verde mare era emozione e speranza.
-Mi
sembra impossibile che tu sia qui con me ora. Tu sei così bella e io…sono solo uno stupido. Quando ti
incontro non so mai cosa dire, ma dalla prima volta che ti ho vista penso
sempre a te. E’ stato un colpo di fulmine- dichiarò tutto d’un
fiato.
-Takao…-
Chantal sembrava senza parole. –Oh, Takao…io non so cosa dire. Anche per me è
stato lo stesso. Sono così felice!- gli rispose, in preda alla commozione.
-Chantal…- il giapponese le poggiò dolcemente le
mani sulle spalle, fissandola intensamente negli occhi. Lentamente avvicinò il viso a quello della
ragazza, le loro labbra, a pochi millimetri di distanza, quasi si sfioravano…
-TAKAO!-
Quell’urlo
lo fece sussultare, cosa diavolo era stato? Si ritrovò
con il fondoschiena a terra e un dolore a livello del ginocchio destro, come se
avesse appena preso una forte botta.
Si
guardò intorno confuso, cercando di capire dove si trovasse. Una finestra
semichiusa da delle candide tende bianche e due poltrone separate da un basso
tavolino dalla superficie in vetro, su cui era poggiato un vaso con dei fiori, gli
fece ricordare di essere nel salotto della sua stanza d’albergo.
Osservò
con aria ancora intontita il divano accanto a sé, i cuscini erano deformati
come se qualcuno ci si fosse sdraiato sopra.
Si
rialzò in piedi, portandosi una mano alla testa. Dopo pranzo, a stomaco pieno,
doveva essersi addormentato sul sofà. E a giudicare da vari dolori sparsi e dal
fatto che fino a pochi secondi prima si trovava sul pavimento
doveva anche essere caduto a terra.
-Takao!
Dai apri, siamo noi!- riconobbe la voce di Max oltre la porta. Dal modo in cui
urlava e bussava doveva essere stato a chiamarlo per un bel po’.
-Era
ora! Ma che fine avevi fatto?- esclamò il biondino
quando si vide finalmente aprire.
-Mi
ero addormentato- gli rispose lui, una smorfia imbronciata in viso. E stavo anche facendo un bel sogno…avrebbe
voluto aggiungere. Sospirò, ovvio che non poteva essere altrimenti. Buenos
Aires non era circondata da verdeggianti montagne e non sorgeva al centro di
una valle. Soprattutto Chantal non sarebbe mai venuta lì con lui e non avrebbe
mai avuto occasione per…arrossì ripensando a quel particolare del sogno, quando
stava quasi per baciarla.
-Tutto
bene?- gli domandò Rei, seguendo Max nella stanza dopo che il giapponese li
aveva invitati ad entrare.
-A
meraviglia- ribatté con un’espressione per nulla convincente. Sospirò,
buttandosi di peso sul divano, voltandosi poi verso i suoi amici.
-Come
mai questa visita?- chiese, facendosi d’improvviso curioso. A pensarci era
strano che i suoi compagni venissero a cercarlo fino in camera e ora che lo
notava c’era qualcosa nei loro atteggiamenti che non gli faceva
considerare l’ipotesi che fossero venuti solo per portargli un saluto.
-Ecco,
a dire la verità…- esordì Rei, bloccandosi poi per
rivolgere uno sguardo complice e preoccupato all’americano.
-Abbiamo
sentito qualcosa di veramente molto strano- continuò, prima di decidersi a
raccontare ogni cosa.
*
Un
altro tuono rimbombò con fragore sempre più prossimo. Kai sollevò gli occhi al
cielo, ormai del tutto coperto. Il temporale si stava avvicinando. E dire che
fino ad un’ora prima c’era un sole che spaccava le
pietre. Improvvisamente si era alzato il vento, che aveva portato con sé
minacciosi nuvoloni neri.
Per
fortuna aveva finito di allenarsi, ma anche in caso contrario non gli sarebbe
cambiato granché. Spesso in Russia si allenava in mezzo a bufere di neve, di
certo non sarebbe stata un po’ di pioggia a metterlo in difficoltà. Comunque
doveva ammettere che non gli dispiaceva tornare in albergo, era da quella
mattina che non toccava cibo e la fame cominciava a farsi sentire. Anzi se
voleva mettere qualcosa nello stomaco doveva
sbrigarsi, se Takao e Daichi fossero arrivati prima di lui avrebbe rischiato di
non trovare più niente.
Sorrise
a quel pensiero, mentre imboccò la strada che costeggiava il fiume. Il giorno
seguente la squadra del suo ex-capitano avrebbe dovuto affrontare i Revival. Si
prospettava un incontro interessante. La Neoborg invece non aveva in programma di scendere
in campo fino al martedì, giorno in cui secondo il
calendario dovevano essere sfidati dai Thirdsky. Due delle poche squadre del
torneo che avevano qualche speranza di metterli in difficoltà. Ovviamente
qualche speranza non sarebbe bastata. Era fermamente deciso a schiacciare
chiunque gli fosse capitato davanti, dimostrando di essere il blader migliore
al mondo.
Purtroppo
non sarebbe stato come sconfiggere Takao in un incontro, ma almeno la sua
ossessione di vincere contro di lui si sarebbe placata…almeno in parte, e
almeno per il momento.
Affrettò
il passo, una goccia era scivolata dal cielo lungo la sua fronte, ora che si
trovava poco distante dal Dazzler Tower gli sarebbe
scocciato bagnarsi. Gettò distrattamente un’occhiata alla sua sinistra, verso
il fiume, e qualcosa catturò la sua attenzione.
Una
ragazza dai capelli castani era in piedi vicino alla sponda delLa Plata e
sembrava aspettare qualcuno. Senza che il suo cervello ordinasse qualcosa alle
sue gambe si fermò, incurante del temporale che di lì a breve si sarebbe
riversato sulla terra.
Quella
era Hilary…cosa ci faceva laggiù?
Subito
dopo vide avvicinarsi a lei un ragazzo, dai capelli biondi e i tratti vagamente
familiari. Impiegò un secondo per riconoscerlo come un membro della squadra dei
Revival, Sean si chiamava, se non ricordava male.
Non
seppe perché ma la sua mente si ritrovò a pensare quanto fosse insulso il suo
nome. Istintivamente strinse i denti e le sue labbra si chiusero a formare una
linea tesa. Un’improvvisa voglia di battersi si impossessò
di lui da capo a piedi, sentiva Dranzer scalpitare nella tasca della sua
giacca. Vi posò la mano sopra, avvertendo sotto le dita la
forma rassicurante del suo beyblade. Forse era solo una sua impressione ma gli
pareva di sentirlo bruciare attraverso il tessuto.
-Kai…ciao-
lo salutò Hilary titubante, quando i due gli si avvicinarono. –Anche tu da
queste parti?-
Il
russo non rispose. Fissò la ragazza in silenzio per qualche istante poi spostò
lo sguardo sulla persona che le stava accanto, di nuovo senza proferire parola.
-Beh,
conoscendo la sua fama sarà stato sicuramente in giro ad allenarsi…ho ragione?-
fece Sean, rivolgendosi direttamente a lui. Sorrise poi e poggiò una mano sulla
spalla della brunetta.
-Già-
ribatté Kai, glaciale. I suoi occhi ametista non abbandonarono quelli smeraldo
dell’altro blader.
Hilary
si scostò piano dalla presa del biondino, osservando i due ragazzi con aria
apprensiva. Sembrava preoccupata per qualcosa.
Sussultò infatti quando la musichetta di un cellulare cominciò
improvvisamente a suonare. Sean infilò una mano in tasca estraendone un piccolo
telefonino argentato. Si soffermò un attimo sul display dell’apparecchio prima
di rispondere.
-Scusatemi
un minuto- asserì, poi si allontanò di qualche passo. –Greg, che succede?- lo
sentì Kai chiedere sottovoce al telefono.
-Stavi
tornando in albergo?- la domanda di Hilary lo costrinse a distogliere l’attenzione
dal biondino.
-Dopodomani
dovrete affrontare i Thirdsky…farò il tifo per te- gli augurò sorridendo. Il
ragazzo continuò a fissarla in silenzio.
-Insomma…tutti
noi faremo il tifo per te- aggiunse poi, come volesse correggersi, mentre
arrossiva.
Sean
tornò ad avvicinarsi ai due. –Scusami…devo andare- disse, rivolgendosi alla
brunetta.
-E’
successo qualcosa?- domandò quest’ultima.
-Niente
di cui preoccuparsi, tranquilla- scosse la testa e le sorrise
rassicurante. A Kai però non sfuggì l’ombra di
inquietudine che per un attimo attraversò i suoi occhi.
-Mi
dispiace solo lasciarti qui così…-
Il
blader dei Revival si voltò verso il russo. –Voi due vi conoscete…ti dispiace
riaccompagnarla in albergo al posto mio? Comincia a fare sera e mi sentirei
molto più tranquillo se Hilary non rimanesse da sola-
Immediatamente
tornò a dedicarsi alla ragazza, senza nemmeno attendere la risposta del suo
interlocutore.
Kai
incrociò le braccia al petto. C’era qualcosa che lo irritava nei modi di fare
di quel tizio. Così posato, preciso, così protettivo nei riguardi di Hilary…che
poi da quando si conoscevano così bene?
Uno
sbuffo involontario fuoriuscì dalle sue labbra.
-Sono
rammaricato, davvero- continuò, prendendo la mano della giovane tra le sue. Il
suo tono di voce e l’espressione del suo viso per un attimo ricordò
a Kai qualcuno a cui era stato appena sferrato un pugno in pieno stomaco.
-Ti
prometto che saprò farmi perdonare-
-Non
c’è problema, Sean. Davvero, non devi preoccuparti per
me- dichiarò Hilary, visibilmente imbarazzata.
Il biondo sorrise, come se quelle parole avessero improvvisamente
cancellato la sua sofferenza. -Mi dispiace andare…ho passato una giornata molto
piacevole in tua compagnia. Grazie, piccola Hilary- concluse.
Poi si avvicinò al viso della sedicenne, dandole un bacio sulla guancia.
Kai
serrò di nuovo i denti, combattendo contro quell’improvviso senso di acidità
che gli aveva inondato lo stomaco, risalendogli fino alla bocca. Inghiottì a
forza, cercando di togliere il sapore amaro che sentiva. Pensò che forse aveva più fame di quanto non immaginasse.
Pochi
minuti più tardi Kai ed Hilary erano sulla strada per
il ritorno al Dazzler Tower. Pioveva appena, ma l’eco minacciosa dei tuoni non
faceva sperare che sarebbe durato ancora a lungo.
Il
russo si fermò all’improvviso, sentendo i passi dietro di lui fare lo stesso.
Si voltò verso la ragazza, squadrandola in silenzio per un attimo.
-Ti
dispiace camminarmi davanti? Non sopporto essere seguito- le disse.
Hilary
balbettò una timida risposta d’assenso, probabilmente messa in soggezione dal
tono freddo con cui aveva pronunciato quelle parole.
Non
sapeva nemmeno lui perché, ma c’era qualcosa che lo infastidiva. E non era la
pioggia, che ora si era trasformata in un vero e proprio acquazzone. Alzò lo
sguardo verso il cielo, stringendo gli occhi.
-Forse
dovremmo aspettare che allenti un po’ la tensione- propose la brunetta. Il
blader la vide coprirsi la testa con una mano, cercando di ripararsi come
meglio poteva, mentre con l’altra indicava una piccola chiesa in fondo alla
strada. L’entrata dell’edificio era preceduta da un piccolo porticato coperto.
-Speriamo
che smetta presto- dichiarò ancora, una volta che furono al riparo. Kai fu
dello stesso parere, ma si limitò ad appoggiarsi con la schiena al muro,
incrociando le braccia al petto, infischiandosene di essere completamente zuppo
da capo a piedi. Le gocce d’acqua grondavano dai suoi vestiti al suolo.
-Accidenti…comincia
a fare anche freddo-
Hilary
rabbrividì, mentre abbracciava il suo corpo per cercare di scaldarsi. Anche lei
era bagnata fradicia. I capelli appiccicati alla fronte e al collo, e per il
resto pareva si fosse appena tuffata in piscina con tutti i vestiti.
Involontariamente
lo sguardo del ragazzo cadde sulla sua gonna che da bianca era diventata, a causa
dell’acqua che aveva preso, un po’ troppo trasparente.
Subito
voltò la testa dall’altra parte, percependo per un attimo uno strano calore
inondargli il viso. Sospirò, e le sue guance tornarono alla temperatura normale.
Poi senza nemmeno pensarci si tolse la giacca, porgendola all’amica.
-Puoi
metterla, se hai freddo-
Hilary
guardò prima l’indumento che lui teneva tra le mani, poi incrociò i suoi occhi
ametista. Era abbastanza facile leggere la sorpresa sul suo viso.
-Ma
così sarai tu ad avere freddo…- gli disse, apprensiva.
-Figurati- ribatté il russo, con noncuranza.
-Beh…allora
grazie-
Il
blader osservò la giovane infilare delicatamente la sua giacca, per poi
rivolgergli un sorriso. In quel momento si rese conto di una cosa a cui non aveva mai fatto caso: quando Hilary sorrideva in
quel modo le si illuminavano gli occhi. Parevano cioccolato fuso.
Sentì
svanire completamente la sensazione di fastidio che provava fino a poco prima,
e gli parve di essersi appena svegliato da un sonno molto lungo. Si sentiva
intontito, tramortito quasi. Che cosa gli stava succedendo?
Riuscì
a fatica a distogliere lo sguardo da lei e, forse era solo una sua impressione,
ma gli sembrava che il suo respiro si fosse improvvisamente fatto irregolare.
Troppo veloce.
Si
portò una mano alla fronte, chiudendo gli occhi. Probabilmente quel giorno
aveva esagerato: troppe ore di allenamento intensivo e aveva anche saltato il
pranzo. Si, era sicuramente quello il motivo. Non
potevano esserci altre spiegazioni.
*
Il
lunedì non tardò ad arrivare. Lo stadio di Buenos Aires era gremito di persone.
Sugli spalti si poteva già respirare l’atmosfera tesa ed eccitata che precedeva
un grande incontro. Quella quinta giornata del torneo si apriva con una sfida
che prometteva scintille: da una parte c’era la BBA Revolution, vincitrice del
terzo campionato mondiale di beyblade, e dall’altra si presentavano i Revival,
considerati come la squadra rivelazione della “Sfida ai Campioni”.
In
cima nella classifica delle squadre sfidanti, a pari merito con i Thirdsky, i
Revival avevano però dimostrato fin da subito di avere una marcia in più
rispetto ai loro concorrenti. Il loro incontro con gli All Stars aveva lasciato
sorpresi e senza fiato. Tutti erano impazienti di scoprire se questi bladers
sconosciuti avrebbero replicato anche quella volta, non deludendo così le aspettative generali.
-Non
capisco per quale motivo vuoi seguire l’incontro da qui- dichiarò Boris,
tenendo gli occhi fissi su Yuri.
Quest’ultimo
però non gli rispose, continuando ad osservare il beyblade
stadium deserto al centro dell’arena. Le formazioni partecipanti si erano già
schierate ai lati del campo, entro pochi minuti Djman avrebbe ufficialmente
aperto la quinta giornata di campionato.
-Non
siete obbligati a rimanere- pronunciò infine il capitano della Neoborg, dopo un
silenzio che parve interminabile. Si decise a spostare l’attenzione sui suoi
due compagni di squadra, Kai era sparito come sua abitudine, prima di
aggiungere: -Potete seguire il match dalla tribuna-
Anche
volendo non avrebbe saputo come rispondere a Boris,
nemmeno lui ne capiva il motivo. Quella mattina per i Revival sarebbe sceso in
campo anche il loro capitano, Chantal, come era già
stato annunciato. E lui sapeva soltanto che voleva assistere alla sua sfida da
vicino, forse sperando di scoprire qualcosa in più su di lei e soprattutto sul
perché aveva la sensazione, ormai quasi la certezza, di averla già conosciuta
in passato.
Quindi
ora eccolo lì, in piedi sul limitare del corridoio che dagli spogliatoi
conduceva direttamente nello stadio, al campo dove si svolgevano gli incontri.
-Non
è questo il fatto, Yuri- continuò Boris. –Ultimamente sei così…-
-Strano-
concluse Sergey per lui.
-Non
mi sembra- ribatté il rosso, tornando a volgere lo sguardo dalla parte opposta.
Aveva replicato senza nemmeno pensarci ma in fondo sapeva anche lui che qualcosa
stonava nelle sue parole.
Quando
Djman prese in mano il microfono, gli altri due membri della Neoborg si
allontanarono, preferendo restare ad assistere all’incontro dagli spalti.
Ad
affrontarsi in quel primo match sarebbero stati Daichi e Chantal. Lo sguardo di
Yuri si soffermò solo per qualche secondo sul piccolo rappresentate dei
Bladebreakers, mentre nella sua mente riaffioravano veloci i ricordi della loro
ultima sfida, poi si concentrò sulla ragazza. E non le staccò più gli occhi di
dosso.
I
due bladers caricarono i loro beyblade e l’incontro cominciò. Chantal lanciò
Rainbow con sicurezza e precisione, imprimendogli una forza e una velocità tali
che sferzò l’aria circostante.
Alle
orecchie del russo le urla e gli incitamenti di Daichi verso GaiaDragoon
giunsero come se provenissero da chilometri di distanza. Era troppo concentrato
sul capitano dei Revival per coglierne il senso.
I
suoi capelli color rame, che le ricadevano lisci sulla schiena, mandavano
riverberi ancora più accessi sotto le luci dei riflettori. Da quella distanza i
suoi occhi verde acqua parevano ancora più chiari,
conferendole un aspetto quasi etereo. La sua pelle pareva ambra, come di una
leggera e perenne abbronzatura naturale. La sua espressione era neutra, solo la
fronte appena corrugata lasciava intendere di essere pienamente concentrata.
Yuri
avvertì quella strana sensazione di familiarità farsi più forte, risalendo
prepotentemente dal profondo fino in superficie. Un brivido gli attraversò la
schiena nello stesso istante in cui una domanda si formulò nella sua mente.
Se
anche lui e Chantal si fossero già conosciuti in passato cosa gli sarebbe cambiato? Perché era diventata la sua ossessione scoprire la
verità? La sua vita non sarebbe forse continuata come era
stato fino a quel momento?
-Chantal!-
Il
richiamo di Sean, dalla panchina dei Revival, lo distolse dai suoi pensieri. In
campo tra i due beyblade infuriava la battaglia e nessuno dei due pareva
cedere, si tenevano perfettamente testa. Almeno finché dalla trottola dai
colori dell’arcobaleno non si sprigionò una forte luce bianca.
Il
russo chiuse istintivamente gli occhi, per ripararli dall’improvviso bagliore,
e quando li riaprì si trovò davanti le forme di un animale
di straordinaria eleganza.
Era
una volpe dal manto niveo, con tre soffici code dello stesso colore latteo. Gli
occhi di un azzurro chiaro, ghiaccio, quasi si mimetizzavano con il resto del
pelo. Seduta immobile in tutta la sua grazia, stava solo aspettando di ricevere
un comando dalla sua proprietaria.
Il
beyblade di Chantal intanto si era fermato al centro del terreno di gioco,
continuando a ruotare velocemente su se stesso.
-Chantal,
me lo avevi promesso!- urlò nuovamente Sean.
Yuri
si soffermò su di lui, sulla sua espressione. Sembrava contrariato per
qualcosa. Non arrabbiato, più che altro amareggiato. Non riusciva a
comprenderne il motivo.
-Credi
di farmi paura? Stai a vedere ora cosa succede!-
sbraitò Daichi, in un tono che non lasciava repliche: era intenzionato a
mettere termine all’incontro e ad uscirne vincitore, naturalmente.
-Adesso
GaiaDragoon! Lame infuocate!- continuò, incitando la sua trottola. Il Drago
Dorato fece la sua apparizione, scagliandosi poi verso l’avversario, guidando
il beyblade viola.
L’impatto
fu potentissimo e l’onda d’urto che seguì sollevò un vento paragonabile ad un tifone. Per qualche momento non si riuscì a vedere
nulla del campo di gara, né dei bladers, completamente avvolti da un enorme
polverone.
Quando
la nube si diradò Yuri non fu l’unico a rimanere
stupito. Persino Djman, che fino a quel momento non aveva mancato di commentare
l’incontro colpo dopo colpo come un perfetto cronista,
era rimasto impalato con il microfono in mano, la bocca spalancata per lo
stupore.
Evidentemente
si era aspettato, come tutti del resto, che quell’attacco andasse a segno. E
invece non solo Rainbow aveva parato l’assalto di GaiaDragoon, ma l’aveva anche
rimandato al mittente.
Il
beyblade di Chantal continuava a ruotare tranquillo al centro del campo, come
se non fosse stato minimamente sfiorato. La Volpe Bianca, posizionata sulle quattro zampe come prima di spiccare un
salto, mostrava i denti minacciosa.
La
trottola viola di Daichi invece, non se la passava altrettanto bene. Sbalzata dall’altra parte del beyblade stadium vacillava
pericolosamente.
-Non
te la prendere. Certamente non avrai impresso tutta la tua forza in
quell’attacco- disse Chantal, con una fredda tranquillità.
La
faccia incredula del ragazzino faceva però intendere il contrario. Era chiaro
che non si aspettava che il suo attacco venisse
respinto con tanta facilità.
D’altra
parte nemmeno il capitano della Neoborg stesso se lo aspettava. Aveva subito
anche lui quel colpo, nella finale del terzo campionato mondiale, aveva sperimentato
di persona la sua potenza. E l’incontro era terminato in parità.
Ed eccoci qui!!
Per sapere come finirà l’incontro tra Daichi e Chantal
dovrete aspettare il prossimo capitolo!!! Intanto vi anticipo che dopo di loro
scenderanno in campo Takao e Sean…ne vedremo delle belle!! Spero di riuscire a
postarlo presto!!! Intanto aspetto le vostre opinioni
su questo capitolo!
Prima di concludere
ringrazio come al solito chi ha recensito lo scorso cap!!
Layly_lily: eh si,
Sean è proprio carino!! Un po’ troppo per i gusti di Kai XD.
Ti avverto che la sua reazione in questo capitolo verso di lui è solo un
assaggino di ciò che si prospetta in futuro!! Sono
contenta che la storia continua a piacerti, fammi sapere
cosa ne pensi anche di questo cap, ci tengo!!^^
Solarial: beh, niente rivelazioni
sconvolgenti riguardo la trama della storia, però in
questo cap è successo ciò che speravi! Kai che vede Sean e Hilary insieme!! XD Come ti è sembrato? E’ stato abbastanza difficile
scriverlo, non sapevo come rendere geloso uno come Kai senza andare OOC. Spero di esserci riuscita! Mi affido ad
un tuo parere! Per quanto riguarda Chantal, ci saranno altri flash back su di
lei e sulla squadra dei Revival in generale!! Ancora
ne devono succedere di cose!! XD
Hai visto che combina Daitenji, si?
XD
Hiromi91: ma certo che mi ricordo di
te!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!^^ Come potrei scordarmi?
Mi piacevano molto le tue storie!! A proposito, non è che ti è tornata la fantasia di tornare a scrivere
qualcosa su beyblade? In quel caso io starò lì a leggere sicuro!!!
Cmq…sono contenta che ti piaccia la
storia!! Non preoccuparti, di intrecci
ce ne saranno a non finire!! E spero con questo capitolo di averti dato un
assaggio di Kai geloso!! XD Ma ti avverto
che dovrà ancora dare il peggio di sé! XD Per il resto, mi fa piacere che
ritrovi i caratteri dei personaggi originali! Mi piacciono anche le storie OOC
ma quando qualcuno legge questa storia vorrei che la
leggesse come se stesse guardando ancora beyblade! Spero di riuscire a
mantenere questa linea!! Ti aspetto per questo cap
allora!! XD
Hilly89: non sei la sola ad aver
pensato ad una sorella di Yuri per Chantal!!! XD Non
hanno legami di sangue ma la loro sarà comunque una storia interessante…almeno
spero!!Hilary è sempre Hilary, così come Kai è sempre Kai! Che dici? Una
mossetta da ora se la comincerà a dare? XD Per quanto riguarda i Thirdsky, ora
sono un pochino in secondo piano…ma presto si affermeranno nella storia
scoprendo molto di più sul loro conto!
E Sean invece…eh si,
magari ce ne fossero di più in giro di ragazzi come lui!!! Pensi che abbia un
secondo fine? Non ti resta che scoprirlo con i
prossimo cap!!^^
Vampirosolitario91: purtroppo hanno
finito lo stampino per quelli come Sean! Bisogna farsene una ragione!! XD Scherzi a parte…spero che questo capitolo più
romantico, con i membri di questo tormentato triangolo faccia a faccia, ti sia
piaciuto!! Aspetto tue notizie!!^^
Redeagle86: d’accordissimo sul fatto
che se si vuole una cosa fatta la deve fare una donna!
Esperienza diretta di questo ultimo periodo, guarda!
XD Tornando alla storia cmq…oggi c’erano tutti e due i
nostri bei russi, uno più confuso di un altro, uno incacchiato e l’altro
stupito! XD
Immagino che Sean a questo punto sia
entrato nel tuo libro nero con inchiostro indelebile!!!!
Immagino già la sua tomba sotto al tuo portone!! XD
Padme86: non preoccuparti del ritardo!! Io che dovrei dire che ci metto
una vita ad aggiornare?ç_ç purtroppo non dipende tutto da me…
Sean, beh, ormai che ci prova con Hilary è evidente, l’ha visto pure Kai e mi sa che non gli è
piaciuta tanto la cosa! Nonostante lui continui a fare il finto tonto!! XD Si darà un mossa presto?
Mah…non ti resta che continuare a leggere i prossimi cap per saperlo!!^^
Ed eccoci alla fine! Grazie di nuovo
a tutti quanti, sia a chi commentata e a chi legge e basta!^^ Vi aspetto tutti
al prossimo capitolo!!!!!!!!!!!!!!!
Saaaaaaaaaaalve!!! Si, lo so cosa state pensando!!
Ma vi assicuro che non sono un miraggio!!!
Sono tornata!!!! XD Scusate il ritardo, ma gli esami mi hanno letteralmente
succhiato l’anima!!! =_=
Ispirazione compresa!!! Sono stata bloccata un po’ di tempo su questo capitolo,
ma in questi ultimi giorni sono riuscita a finire di scriverlo!! Spero sia
valsa tutta questa lunga attesa!!!^^
***
Una
sconfitta inaspettata
Sean osservava i due beyblade scontrarsi al centro del beyblade
stadium. Rilassò i muscoli delle spalle sospirando rassegnato, mentre si
sistemava più comodamente sulla sua panchina. Gettò una rapida occhiata
all’altro lato del campo, verso la squadra della BBA Revolution.
Hilary era in piedi, accanto al capitano, e incitava Daichi nello
scontro.
A quanto pareva avrebbe dovuto rinunciare alla vittoria contro il
campione in carica, e quindi a stupirla. Era un vero peccato, perché ci teneva
davvero a fare colpo su di lei.
Ma una duplice clamorosa sconfitta per
una formazione forte come quella della BBA avrebbe fatto parlare la gente.
Tutti si sarebbero posti delle domande. Troppe domande. E per loro era
essenziale continuare ad agire nell’ombra, non era ancora venuto il momento di
rivelarsi.
Si alzò, avvicinandosi a Chantal, guardandola continuare a combattere
con quella sua maschera d’impassibilità dietro cui l’amica aveva preso a rifugiarsi sempre più
spesso.
-A quanto pare
vuoi rubarmi la scena- disse in tutta tranquillità, il solito sorriso pacato
disegnato sul volto.
La ragazza non si mosse dalla sua posizione, né rispose. Rainbow
parava gli attacchi di GaiaDragoon con estrema facilità, dimostrazione che
l’ultimo colpo che gli era
stato inferto aveva arrecato qualche danno. Ma nonostante tutto il ragazzino non sembrava dare
segno di volersi arrendere, anzi dopo un iniziale smarrimento in seguito al
fallimento del suo attacco più potente aveva ripreso a lottare con più enfasi
di prima.
-Dovrei essere un po’ arrabbiato con te, visto
che avevi promesso di lasciare a me la vittoria- continuò Sean, del tutto
consapevole che la compagna lo stava comunque ascoltando.
-Ma ieri eri parecchio giù di morale, quindi ti cedo volentieri il
posto se serve a farti stare meglio-
Chantal strinse le labbra, ma continuò ad ignorarlo. Pareva che niente potesse distrarla dallo
scontro che stava disputando.
Il biondo tornò con la mente al pomeriggio precedente, quando
aveva ricevuto la telefonata di Gregory. Lo aveva avvertito che Chantal era
rimasta chiusa in camera per tutto il giorno, non volendo scendere nemmeno per
gli allenamenti. Inutili erano stati i tentativi per cercare di farle aprire
quella porta, che la blader aveva chiuso prontamente a chiave.
Non era la prima volta che capitava, quando c’era qualcosa che la
turbava, quella ragazza tendeva sempre ad allontanarsi ed isolarsi completamente dal resto del mondo che la
circondava. Non che solitamente fosse una persona molto aperta alla vita, ma in
questi casi era molto peggio
e preoccupante.
Vedendo vanificati i loro sforzi, alla fine Mason e Gregory
avevano deciso di far ricorso direttamente a lui, l’unico a cui in qualche modo Chantal dava ascolto. C’era
voluta tutta la pazienza di Sean infatti,
per tirare fuori la giovane dalla sua stanza. Non era riuscito a farsi dire il motivo di questa sua
chiusura improvvisa, ma non ce n’era nemmeno bisogno. L’amico sapeva
perfettamente a cosa attribuire la colpa.
Sospirò. Contrariamente a lui, Chantal non riusciva proprio a
staccarsi dal suo passato.
-Però ricordati che sei in debito con me…ieri ho anche dovuto
interrompere il mio appuntamento per rientrare in albergo!-
-Oh! Scusa tanto!- sbottò la ragazza, continuando comunque a non
guardarlo in faccia. La sua attenzione era sempre fissa sui due beyblade in
campo. Sembrava risultarle
per nulla difficile concentrarsi sull’incontro e contemporaneamente seguire i
discorsi del compagno.
-Beh, sai che lo faccio anche per facilitare il nostro compito-
Sean vide gli occhi verdi dell’altra saettare per un attimo su di
lui. –Che cosa intendi?-
-Hilary è una ragazza molto dolce…- le spiegò. –Sono sicuro che farebbe qualsiasi cosa per aiutare
le persone a cui tiene. Se le raccontassi come stanno le cose sono quasi certo che…-
-Spero che tu stia scherzando!- questa volta Chantal si voltò
verso il biondino, in viso un’espressione scandalizzata. –Pensi davvero che ci
aiuterebbe? Non lo farà mai! Nessuno lo farà mai! Ci considereranno tutti dei
pazzi e cercheranno di fermarci! Proprio come
è successo al Capo dieci anni fa!-
In campo intanto, Rainbow fu colpito violentemente da GaiaDragoon.
Il beyblade colorato prese a barcollare,
instabile, costringendo la blader dei Revival a tornare a concentrarsi
sull’incontro. Quanto appena detto da Sean l’aveva portata a
distrarsi. Strinse i denti, schivando un nuovo colpo dell’avversario mentre
cercava di riprendersi.
-Dammi retta Sean- continuò poi, con più calma. –Noi vogliamo
cercare di sovvertire l’ordine naturale delle cose, e questo per qualche strano
motivo dà fastidio a molti…altrimenti non saremmo mira dei servizi segreti. Non
puoi davvero aspettarti che una ragazzina cresciuta in una famiglia felice e
con tanti amici intorno possa capirci-
-Non lo so Chantal…io non ne sono così convinto. Lasciami provare
almeno- ribatté il ragazzo, per nulla intenzionato a mollare.
-Lei è amica di Takao, il possessore del bit-power forse più forte
tra i cinque che ci interessano! Hai idea di quanto questo potrebbe renderci le
cose più facili?- proseguì, con la speranza di convincerla.
-E’ per questo allora che le vai dietro?- chiese la rossa.
-Beh…- Sean rifletté su quella domanda prima di rispondere. Come
aveva fatto poco prima, spostò lo sguardo sulla panchina avversaria. Hilary
aveva continuato a fare il tifo per Daichi senza sosta.
-Tutto sommato potrebbe anche essere il mio tipo…- disse alla
fine, uno strano sorrisetto sulle labbra.
Chantal sbuffò, poi la sua fronte si corrugò ancora di più. La Volpe Bianca che
animava Raimbow era pronta a ricevere un suo comando.
-E va bene-
proferì per concludere il discorso. Chiuse gli occhi e nell’istante
immediatamente dopo il suo animale sacro ritornò nel bit, scomparendo alla
vista. –Goditi la tua vittoria, Sean-
*
Seduto sul pavimento, gli occhi chiusi e la schiena appoggiata al
muro, Takao cercava di trovare la concentrazione necessaria per il prossimo
incontro. Accanto a lui, la porta dello spogliatoio della BBA. Aveva
approfittato di quei dieci minuti di intervallo
tra un match e l’altro per andare a bere e raccogliere le energie.
La prima sfida si era appena conclusa
e aveva visto Daichi come vincitore, assegnando così due punti alla squadra. Ma
non era stata affatto una
vittoria facile, anzi c’era stato un momento in cui aveva temuto che il
compagno potesse essere sconfitto.
Chantal aveva infatti
respinto il suo attacco più potente con una facilità impressionante. A quanto
pareva, la prima volta che i Revival erano scesi in campo con Gregory e Mason
era solo un antipasto.
La ragazza si era dimostrata un’avversaria davvero temibile.
Ancora non riuscire a capire cosa fosse successo con esattezza verso la fine,
sembrava quasi che Rainbow avesse perso di colpo tutta la forza. Forse
GaiaDragoon era riuscito in qualche modo a minare alla sua resistenza…ad ogni
modo, proprio come era
successo al loro debutto all’apertura del torneo, i Revival erano riusciti ad
accaparrarsi le simpatie del pubblico, a giudicare dalle urla dei tifosi.
Era una squadra molto forte e su questo non c’era dubbio. Eppure
c’era qualcosa che a Takao non quadrava, quella strana sensazione che ogni
tanto tornava a farsi sentire ma che nemmeno lui sapeva spiegare. Era davvero
strano che dei bladers così in gamba non avessero attirato l’attenzione prima
di allora. Non avevano mai partecipato ad
una competizione a livello mondiale, e all’improvviso avevano lanciato la
proposta della “Sfida ai Campioni” al presidente Dainteji.
Prese un profondo respiro…o magari non era abituato a disputare un
torneo normale, in cui non c’erano persone squilibrate che avevano l’obiettivo
di rubargli i bit-power o conquistare il potere con il beyblade. Quel pensiero
lo fece sorridere. Meglio godersi la normalità finché possibile.
Al momento doveva concentrarsi solo sul secondo match. Sarebbe
dovuto scendere in campo contro Sean.
Sorrise di nuovo, ma questa volta era anche una punta di
soddisfazione a sollevargli gli angoli della bocca. Nella sua mente stava
focalizzando il momento il cui Dragoon avrebbe sbalzato fuori il beyblade di quel bell’imbusto biondo. Non gli
piaceva per niente quel tipo e non gli piaceva il modo in cui ronzava intorno
ad Hilary. Non che fosse geloso, solo che pensare alla sua amica insieme a quello non lo rendeva tranquillo…
-Ciao!-
Riaprì gli occhi trovandosi davanti un volto sorridente dalla carnagione chiara.
-Sae! Ciao…- ricambiò in tono leggermente sorpreso. Non l’aveva
sentita arrivare. La ragazza si era accucciata vicino a lui, ed ora gli si era seduta accanto.
-Ti stavi concentrando per il prossimo incontro?- gli domandò.
-Già-
-Ti disturbo allora? Se vuoi
me ne vado…- disse, piegando le gambe al petto e affondando la bocca tra le
ginocchia, tanto che le ultime parole arrivarono alle orecchie di Takao non
proprio chiare.
Il moretto la guardò per qualche istante prima di rispondere.
–Figurati! Poi non mi piace stare da solo!-
Le sue parole bastarono a tranquillizzare la blader, che tornò a
guardarlo sorridendo. Immediatamente si infilò
una mano in tasca estraendone qualcosa di bianco che assomigliava ad un
fazzoletto ripiegato.
Sae lo srotolò porgendolo poi a Takao. –Guarda- gli disse.
Il ragazzo lo osservò. Sembrava una fascia, di quelle che si
legavano tra i capelli. Sollevò gli occhi sull’amica, senza capire. Lei allora
voltò il pezzo di stoffa dalla parte opposta, permettendogli di vedere quello
che c’era scritto sopra.
-Ma…questo…questo che cosa significa?- le domandò, le guance improvvisamente imporporate.
-Te l’ho detto che sono una tua fan, no?- rispose la giapponesina
con semplicità. Poi prese la fascia, poggiandola sulla fronte e legandosela
dietro la nuca. Sulla striscia di tessuto bianco risaltava una scritta rossa:
FORZA TAKAO! Accanto era disegnato un piccolo cuore di decorazione.
-Farò il tifo per te dagli spalti!- spiegò subito dopo, scattando
in piedi e rivolgendogli una V di vittoria mimata con le dita. Sprizzava
energia da tutti i pori.
-Ah…- fu l’unica cosa che il blader riuscì a dire. –Beh…grazie…io…-
si alzò in piedi anche lui, cercando nel frattempo qualcosa da aggiungere.
-Batterò sicuramente Sean!- dichiarò alla fine, ritrovando un po’
della sua spavalderia.
-Bravo! Sono sicura che…- Sae si
interruppe immediatamente, portandosi una mano alla tempia.
Strinse gli occhi e spostò lo sguardo in lontananza nel corridoio, come se
all’improvviso qualcos’altro avesse attirato la sua attenzione.
-Sae? Va tutto bene?- le chiese Takao, preoccupato del repentino
cambio d’espressione della giovane.
Non ottenendo risposta seguì la direzione del suo sguardo. Non
c’era nessuno davanti a lui.
-Sae?- domandò di nuovo, posandole una mano sulla spalla.
La sedicenne si riscosse all’improvviso, come fosse appena stata
destata dal sonno. Guardò il blader del Drago Azzurro e si allontanò da lui di
qualche passo, indietreggiando.
Intanto attraverso gli altoparlanti, Djman annunciò la fine
dell’intervallo e l’inizio a breve del secondo incontro.
-Io devo raggiungere i miei fratelli sugli spalti, ora- gli disse
Sae. Prese ad avanzare verso le tribune, ma si fermò poco dopo, tornando a
voltarsi.
-Sono sicura che ce la metterai tutta! In qualunque modo dovesse
finire l’incontro!-
Forse fu solo un’impressione di Takao, ma gli parve che il suo
sorriso fosse stranamente forzato. La vide sparire alla fine del corridoio, e
improvvisamente gli tornò in mente quanto gli avevano detto Rei e Max il giorno
prima riguardo i Thirdsky. Il
presidente Daitenji li aveva ammessi al torneo senza farli partecipare alle
fasi di preselezione, andando contro il regolamento.
Sbuffò e scosse la testa. In ogni caso non era quello il momento
di pensarci. Adesso doveva scendere in campo contro Sean, al resto avrebbe
pensato più tardi.
-Finalmente sono riuscito a sconfiggere una ragazza! Ho spezzato
la maledizione! Hai visto ochetta?- esclamò Daichi ridendo con aria spavalda,
come se avesse appena compiuto chissà quale eroica impresa.
Takao vide Hilary sbuffare infastidita mentre tornava a sedersi
sulla panchina. Evidentemente per quella volta aveva deciso di risparmiarlo.
Estrasse il suo Dragoon dal taschino, rigirandolo tra le mani,
pronto a disputare il prossimo incontro. Poi sollevò gli occhi sul professor
Kappa, trovandolo concentrato a studiare qualcosa sullo schermo del suo
computer. Furono la sua espressione presa e la sua aria seria a convincerlo ad
avvicinarsi al compagno.
-Va tutto bene, Prof.?- gli domandò.
-E’ strano- ribatté l’altro. –Sto analizzando i dati della
registrazione dell’incontro di Daichi e Chantal-
Senza dargli ulteriori
spiegazioni girò il portatile verso di lui. Tutto ciò che il blader riuscì a
distinguere tra un’accozzaglia di numeri a suo avviso privi di senso, fu una curiosa colonnina
colorata in verde. Sembrava un diagramma, un grafico, o qualcosa di simile.
All’improvviso la colonna diminuì precipitosamente d’altezza, come fosse stata
appena abbattuta, cambiando colore in un rosso acceso.
-Beh…davvero…interessante- dichiarò per non fare brutta figura, ma
la sua faccia tradiva chiaramente che non aveva capito nulla.
-Questa colonna rappresenta la forza di Rainbow- spiegò il
Professore, cercando di metterla il più semplice possibile. –Il fatto che ad un certo punto crolli in maniera
così drastica, cosa ti fa venire in mente?-
-Sarà successo dopo l’ultimo attacco sferrato da Daichi- ipotizzò
Takao. –Anche se Rainbow sembrava imbattibile, GaiaDragoon alla fine è riuscito
ad indebolire la sua
resistenza. Sai che Daichi in quanto a potenza non è secondo a nessuno-
concluse, pensando di poter concedere quel complimento al compagno.
-Si, all’inizio anche io
l’avevo pensata così…ma poi mi sono accorto che i tempi non coincidono- il
giovane tecnico chiuse il portatile con una lentezza che il moretto giudicò
esasperante. Perché non si decideva a dirgli subito cosa aveva scoperto? La
pazienza non era decisamente
una sua virtù.
-La forza di Rainbow si è annullata poco più di un secondo prima
che GaiaDragoon lo colpisse…come se qualcuno lo avesse indotto volontariamente
a farlo-
-Stai forse dicendo che Chantal abbia voluto perdere di proposito?
E a che scopo, scusa?- ribatté il capitano, assolutamente sconcertato. Gli
pareva una cosa del tutto assurda.
Il Professore sollevò le spalle e scosse la testa. Segno che
nemmeno lui sapeva cosa pensare.
-Siamo pronti per iniziare questo secondo incontro, gentile
pubblico!- strepitò in quel momento la voce di Djman, diffondendosi per tutto
lo stadio.
-Preparatevi ad
un match davvero entusiasmante! Vedremo affrontarsi Sean per i Revival, squadra
che fino ad ora si è rivelata fortissima, e il nostro campione del mondo Takao!-
Le urla e gli applausi del pubblico potevano ben far capire quanto
questo incontro fosse atteso.
-I due sfidanti si preparino a scendere
in campo!-
Takao vide Sean avvicinarsi al beyblade stadium, e la stessa cosa
fece lui sul lato opposto. Non era tempo di pensare ad altro. Stava per
disputare un incontro, solo quello contava adesso. Sollevò lo sguardo sul suo
avversario che gli sorrise
pacato. Pareva incredibilmente tranquillo, come se l’idea di combattere contro
il campione del mondo in carica non gli procurasse la minima preoccupazione.
La cosa lo infastidì. Quel tizio lo irritava, non c’era niente da
fare. Era qualcosa che sentiva a pelle e che nemmeno lui sapeva ben descrivere.
Posizionò Dragoon nel
caricatore e si preparò a lanciare.
Poco male…pensò. Alla fine di questo incontro non sarà più così contento!
*
-Fai il tifo per il tuo amico?-
Max si voltò verso la ragazza che si stava sedendo al suo fianco.
Non lo guardò in faccia, i suoi occhi verdi erano fissi a seguire l’incontro
che si stava svolgendo.
-Mariam!- esclamò lui, sorpreso di vederla. Negli ultimi giorni
aveva provato a cercarla, inutilmente. Lei e la sua squadra sembrava quasi che riuscissero a sparire nel nulla.
Alloggiavano nello stesso albergo, ma non gli capitava mai di incrociarli per i
corridoi, nell’androne, o in sala
ristorante. Nemmeno se andava a bussare direttamente alla loro
camera riceveva risposta.
Quando gli Scudi Sacri decidevano di non farsi trovare ci
riuscivano perfettamente. E Max poteva ben intuire il motivo per cui Mariam non
voleva farsi trovare. Era lo stesso motivo
per cui lui la stava cercando.
-Si…- disse poi, rispondendo alla sua domanda. Ora che l’aveva
vicino non sapeva da che parte cominciare. Rimase quindi in silenzio,
continuando a seguire distrattamente l’incontro.
-Quindi credi che anche il tuo amico ne abbia bisogno?- domandò lei ad un certo punto,
interrompendo i suoi pensieri.
Il biondino tornò a voltarsi verso di lei, rimanendo quasi
imprigionato dalle sue iridi smeraldo, che ora lo stavano fissando con una
certa freddezza.
-Io…- biascicò all’inizio. Sapeva
dove volesse andare a parare, e forse non aveva tutti i torti.
Sospirò prima di parlare.
-Mariam, ascolta. Mi dispiace molto per quello che è successo l’altra volta, ma credimi…hai
frainteso. Io non intendevo affatto
dire che ti serviva il mio sostegno per vincere contro la squadra di Takao. Era
solo un modo per farti capire…che volevo esserti vicino-
Lo sguardo della ragazza si addolcì per un attimo e sulle sue
labbra spuntò un accenno di sorriso. Durò solo un momento però.
-E per quale motivo?- chiese
infatti, brusca.
-Cosa?-
-Perchè volevi…essermi
vicino?-
Max la osservò per qualche istante prima di aprirsi in un sorriso
radioso. –Perché mi piaci, è ovvio!-
-Ma che dici?!
Sei uno stupido!- ribatté lei, arrossendo. Il suo tono di voce aveva acquistato
un’improvvisa nota di nervosismo.
-Si, forse!- ridacchiò il blader.
*
I due beyblade erano in campo già da qualche minuto. La sfida era
entrata subito nel vivo, Takao aveva voluto vedere fin
dal principio di che pasta era fatto il suo avversario. E aveva dovuto
ammettere che sapeva farsi valere. Archades sapeva difendersi dagli attacchi di
Dragoon in modo magistrale.
Poco male, il moretto se lo aspettava. Ma questo non significava affatto che era
disposto a farsi sconfiggere, ci voleva ben altro. Dopotutto era lui il
campione del mondo.
-Vorrei farti una proposta, Takao- esordì Sean all’improvviso,
sorprendendo. Era rimasto in silenzio fino a quel momento.
-Una proposta?- ripeté lui, sconcertato.
-Se riesco a batterti, saresti così gentile da spiegarmi il motivo
per cui non ti sto particolarmente simpatico?-
-Cosa?!- lo
stupore sul suo viso aumentò ancora di più. –Ma che stai dicendo?-
-Beh, ho notato che non ti vado particolarmente a genio…mi
chiedevo il perché. In fondo non mi conosci nemmeno-
Takao strinse i denti con un mugugno infastidito. Non sapeva cosa
lo irritasse di più, se quella strana domanda o quel sorriso che Sean aveva
perennemente stampato in faccia, compreso in quel momento.
-E pensare che io ti stimo
molto. Sei un grande blader- continuò il rappresentante dei
Revival.
-Ma davvero?- ribatté lui, acido. –Allora dimostramelo combattendo
contro di me al massimo della tua forza!-
-Era esattamente quello che avevo intenzione di fare-
Non aveva neppure terminato la frase che Archades cominciò ad emanare strane scintille.
Assomigliavano a quelle che a volte si formavano inserendo una spina in una
presa di corrente. Quando Dragoon cozzò
contrò di lui, fu attraversato da una violenta onda vibratoria e fu sbalzato
indietro, quasi come avesse preso la scossa.
-Ma che diavolo…- esclamò Takao. Sollevò lo sguardo sul suo
avversario, in cerca di spiegazioni.
-Stai per conoscere la vera anima di Archades- disse il biondino,
semplicemente. Poi incrociò le braccia al petto, spostando la sua attenzione su
un punto non ben definito al di sopra del
beyblade stadium, come fosse in attesa di qualcosa.
Ciò che successe dopo avvenne nell’arco di pochissimi secondi. Una
strana colonna di elettricità avvolse il beyblade celeste chiaro, e nascendo
dalla base di esso andò pian
piano a crescere, salendo verso l’alto soffitto dell’edificio in cui si
svolgevano gli incontri.
Il capitano della BBA fu costretto a ripararsi il viso facendosi
scudo con le braccia. La luce era abbagliante e sentiva una strana sensazione
sulle parti del suo corpo che i vestiti non coprivano. Come se la sua pelle
fosse sottoposta a piccole ma continue scottature.
Quando riuscì ad aprire gli occhi
si trovò davanti una creatura dalle sembianze equine. Era un cavallo per la
maggior parte, ma dal dorso spuntavano un paio d’ali di falco, e sul muso, al
centro della fronte, troneggiava un corno liscio e appuntito. Tutto l’animale
sembrava fatto di argento liquido.
-Al mio Unicorno Alato piace giocare con l’elettricità…e l’elettricità può essere molto
pericolosa!-
Takao tornò a guardare Sean. Il suo solito pacato sorriso si era trasformato in un sorriso di
sfida. Lo stava provocando forse?
-Beh, anche i tornadi possono essere molto pericolosi! Drago
Azzurro!-
Al comando del suo padrone il bit-power fece la sua apparizione e
i due animali sacri si trovarono l’uno di fronte all’altro.
-Molto interessante- commentò il blader dei Revival.
A quel punto Takao aveva tutta l’intenzione di mettere fine al più
presto a quel match. Stava andando troppo per le lunghe e lui aveva una voglia
sempre maggiore di dare una bella lezione a quello sbruffone del suo
avversario.
Fu con questi pensieri che si lanciò all’attacco. Dragoon colpì
Archades violentemente, ma il suo proprietario non fece una piega.
-Sai perché i miei compagni soprannominano “Shut up three” il mio
Unicorno Alato?- disse invece.
Il giapponese si morse il labbro. Non gli piaceva per niente il
modo in cui si stavano mettendo le cose. I suoi attacchi non sembravano avere
granché effetto. Possibile che avesse sottovalutato troppo il suo rivale?
-Perché da quando fa la sua comparsa, il mio avversario viene sconfitto in tre secondi!-
spiegò poi Sean, rispondendo alla sua stessa domanda.
-Questo è da vedere!- urlò Takao, raccogliendo le forze per
sferrare uno dei suoi colpi più potenti. –Dragoon! Buttalo fuori!-
Il beyblade bianco piombò su quello azzurro ad una velocità impressionante. Quando i due dischi
d’attacco vennero a contatto
l’uno con l’altro stridettero per la violenza dell’impatto. Archades cominciò ad emanare piccole scintille, come
quelle che avevano preceduto l’entrata in scena dell’Unicorno.
-Uno…- disse tranquillamente il biondino, mentre tornava ad incrociare le braccia al petto.
Le scintille si fecero sempre più grandi, tanto che si poteva
quasi sentirne il rumore nell’aria. Questa volta non andarono a formare una
colonna, ma plasmarono una specie di cappa intorno alla trottola, avvolgendola
completamente.
-Due…-
Dragoon sembrava in difficoltà. Cercava di tallonare il suo
avversario, ma non riusciva a penetrare quella specie di barriera che si era
venuta a creare.
-E tre…-
Successe tutto in un attimo. Nemmeno Takao seppe spiegare ciò che
era accaduto. Una luce, uno strano nitrito e qualcosa di piccolo che gli
sfrecciò accanto, sfiorandogli quasi la guancia.
Restò immobile per qualche istante, fissando il beyblade stadium
al centro del quale Archades continuava a ruotare tranquillo su se stesso.
Sugli spalti era calato un silenzio incredulo, quasi innaturale.
Non poteva essere. Impossibile.
Lentamente si voltò, dando le spalle al campo di gara. Pochi metri
più avanti un beyblade bianco giaceva a terra, immobile.
Dragoon…
Spostò lo sguardo sulla panchina della sua squadra. Anche Daichi,
Hilary e il Professore osservavano la trottola a terra. Come se stessero
pensando tutti alla stessa cosa.
Ho perso…
Lentamente si avvicinò a Dragoon, raccogliendolo con un semplice
gesto meccanico, quasi fosse incapace di capire esattamente cosa stesse facendo.
-Questo è davvero incredibile, signori! Il secondo incontro di oggi si conclude con la
vittoria di Sean! Questo torneo ci sta riservando delle incredibili sorprese!
Nessuno si aspettava una sconfitta per il campione del mondo!- l’annuncio di
Djman ruppe il silenzio che era calato sullo stadio, che scoppiò in un boato di
urla e applausi.
Già…nessuno si aspettava
una sconfitta. Nemmeno io…Takao tornò a voltarsi verso il blader dei Revival. Era stato così
esuberante da sottovalutare troppo il suo avversario? Un errore che già in
passato aveva pagato qualche volta…eppure quella strana sensazione che ogni
tanto avvertiva continuava a persistere. Così come
l’irritazione verso quel biondino.
Solitamente era ben contento di avere a che fare con avversari di
valore, ma quella volta era diverso.
Se prima ciò che provava verso di lui era solo fastidio, adesso si era
trasformato in qualcosa di più forte, e non certo in senso positivo.
Strinse Dragoon nel pugno, tanto da farsi diventare bianche le
nocche. E la cosa non migliorò quando vide il diciannovenne avvicinarsi a lui. Cos’altro voleva?
-E’stato davvero un onore potermi confrontare
con un avversario del tuo calibro, Takao- gli disse, porgendogli la mano. –Mi
sembra quasi impossibile di aver vinto! Conoscendoti, immagino mi chiederai la
rivincita prima o poi!-
ridacchiò.
-Immagini bene- sibilò lui tra i denti. Ricambiò la sua stretta,
in segno di spirito sportivo, ma chiaramente controvoglia.
-Allora…visto che
ho vinto, hai intenzione di dirmi perché non ti sto particolarmente simpatico?-
Takao strinse le labbra. No, a dire la verità non ne aveva per niente l’intenzione.
-D’accordo, non
fa niente. Penso di poter sopravvivere anche senza saperlo!- ribatté a quel
punto Sean, intuendo i suoi pensieri. Poi tornò ad allontanarsi, lasciando il
giapponese da solo con la sua rabbia.
*
Lo stadio si stava svuotando. Ormai gli incontri di quella quinta
giornata del torneo si erano conclusi,
e gli spettatori avevano quasi tutti lasciato l’edificio. All’interno erano
rimaste solo le squadre partecipanti, che ora si preparavano anche loro a
tornare in albergo.
-Non mi aspettavo che Takao venisse
battuto oggi. Così come non mi aspettavo che vincesse il marmocchio al primo
incontro. Avrei scommesso sulla vittoria della rossa- dichiarò Boris, varcando
il grande portone del palazzo dello sport.
-Già…sembra che i Revival abbiano il potere di far ribaltare tutti
i pronostici- si trovò concorde Sergey.
-Non sei d’accordo, Yuri?- continuò il gigante biondo.
-Si…-
Kai spostò lo sguardo sul suo capitano. Forse fu solo una sua
impressione, ma dal suo tono di voce assorto probabilmente avrebbe risposto in
quel modo a qualsiasi domanda. Sembrava stesse pensando a tutt’altro.
Ultimamente il compagno gli era parso piuttosto strano…non che la
cosa lo riguardasse più di tanto comunque. Ma
era evidente quel tanto che bastava perché anche lui lo notasse.
-Ehi, Kai!-
Una voce femminile richiamò la sua attenzione. Si fermò vedendo
Hilary venirgli incontro. In mano teneva qualcosa di scuro che gli era familiare.
-Io ti ho riportato la giacca- gli disse lei, quando gli fu di
fronte. –Grazie mille per avermela prestata-
Il russo guardò per qualche secondo l’indumento, perfettamente
ripiegato, che la brunetta gli stava porgendo. Poi sollevò gli occhi su di lei,
che gli sorrise radiosa. E
proprio come il giorno precedente, sotto quel portico, nel bel mezzo
dell’acquazzone, provò una strana sensazione di calore nel petto.
-Avrei anche potuto restituirtela in albergo, ma l’avevo portata
con me oggi, e così…- spiegò la giovane, quasi a volersi giustificare.
Il ragazzo la fissò per qualche altro istante, in silenzio,
procurandogli forse un leggero imbarazzo, che andava pian piano a disegnarsi
sulle sue gote. Poi riprese la giacca delicatamente dalla sue mani.
-Beh, allora io vado…Takao è già andato via. Non credo abbia preso molto bene la sconfitta- lo rese partecipe
Hilary, mentre indietreggiava di un passo, aumentando la distanza tra loro.
Kai se lo immaginava. Takao faceva sempre così, ma gli bastava poco
per riprendersi e tornare più combattivo di prima. Lo conosceva abbastanza bene
da sapere che prima o poi si
sarebbe preso la sua rivincita. E anche se lui non lo avrebbe mai ammesso, in
cuor suo sperava che quel giorno arrivasse presto. L’idea di vedere quel
damerino biondo sconfitto dal suo amico, gli procurava uno strano senso di
euforia. Che era niente paragonata a quella che avrebbe provato se l’artefice
di quella sconfitta fosse stato lui stesso.
Un ghigno si delineò
sulle sue labbra. Un giorno sarebbe arrivato anche quel momento. Niente poteva fermarlo, specialmente quel
tipo…Sean.
Alla fine questo cap mi è
venuto un bel po’ più lungo di quanto avessi previsto!!! XD Spero vi sia piaciuto! Anche se…la maggior
parte del capitolo vede Takao come protagonista!!!! XD Beh, la prossima volta mi rifarò con i nostri bei russi preferiti!!!^^
Finalmente Max e Mariam
hanno fatto pace…Max è stato troppo puccioso in questo cap, no pensate!! ^^
E Kai…pare proprio che
Sean abbia firmato la sua condanna a morte, per la gioia di qualcuno!!! XD
Ed ora, passiamo ai
ringraziamenti!
Redeagle86: che dici? Sei
dalla parte di Takao questa volta, e sei arrabbiata con Sean anche tu?
Hihihihi! XDXDXD Questo ragazzo si è guadagnato l’odio di Takao e Kai per
motivi diversi…come la vedi??
Yuyu…si, povero…è parecchio
confuso! Ma presto sarò un po’ più buona con lui, povero!!!
Hai visto che ho
aggiornato subito dopo di te? Sai, che è stato il tuo capitolo a darmi
l’ispirazione per finire di scrivere questo?^^
Ps: gli uomini non vanno
da nessuna parte senza di noi…eh, che pazienza! E’ veramente faticoso averci a
che fare, ne so qualcosa in questo periodo!!
=_= Santa pazienza!!!
Solarial: eccomi qui!! Eh si, Sean ha decisamente il suo fascino, però…beh, sai
benissimo per chi parteggio no?? XD Kai è Kai!!!!!^^
Taky…si, sono un po’ cattiva anche con lui, poverino!!!
Chissà se un giorno riuscirà a coronare il suo sogno d’amore!!!! XD Devo ancora
pensarci un po’ a dire la
verità…uhm…
Sono contenta che Kai
geloso mi sia riuscito bene, è stato difficile immaginarmi come potesse
reagire…ma penso che una cosa del genere ci stia!! Almeno spero!!!^^
Per Yuri…arriverà anche il suo momento!!
Hilly 89: XDXDXDXD Oddio,
sai che ora che mi ci fai pensare è
vero?? Per certi aspetti ricorda molto Edward!! Sarà che sono così “intossicata” di lui che mi
viene da pensarci anche non volendo!!!!!!!!!
XDXDXD Cmq no…non è un vampirello, ed andando avanti scoprirai che è ben
diverso da lui!!!! (eh, beh, di Edward ce n’è uno solo…e solo nei libri! Che
amarezza…ç_ç)
Hilary pensa solo a
Kai…che ci vuoi fare…per
vedere se resisterà ancora non dovrai far altro che scoprirlo nei successivi
cap!!!!!!! E Sean…beh, già qui si intuisce
qualcosina in più su di lui…!
Yunie the Black Angel:
grazie per tutti questi complimenti!!!
^////^ Mi fa piacere, ma non so se meritarli tutti!! Ho ancora molto da
migliorare!!!! E non
preoccuparti per l’altro cap…capita una svista, no problem!!!!!!^^ Io anche a volte ho un sacco di cose da fare
che mi dimentico anche la testa!! =_=
Kai e Hila sono sempre
pucciosi insieme!!!! ^^
Saranno rose tra loro…beh, conoscendomi si sa già la risposta!!! XD Ma non sarà affatto semplice, no no!!!!
Hiromi91: mi spiace molto
di non aver potuto aggiornare prima del nuovo anno!! Sono andata molto più in là!! ç_ç Spero
che ne sia valsa la pena, però!!
Sono contenta che ti sia
piaciuto lo scorso cap!!Anche io mi sono molto divertita a
scrivere la scena di Kai geloso!!!!!!!! XDXD
Allora, spero di vedere
presto una tua nuova fic!!!
Non farti pregare troppo per pubblicarla!!!!!^^
Layly_lily: visto?
Qualcosa in Kai si smuove!!!
E’ già tanto!!!!!!! XDXD Purtroppo la cosa andrà ancora un po’ per lunghe
per…problemini vari!!! Lo
scoprirai presto!!!
Per quanto riguarda il
doppiatore di Sean…uhm…penso che ci vedrei bene Stefano Crescentini (Edward in Twilight, tanto per
riprendere il discorso di prima! XD)…non so se ce l’hai presente!!! Mi piace molto la sua voce!!!!
Vampirosolitario91: eh si, la gelosia è proprio una brutta
bestia! Kai lo scoprirà a sue spese, credimi!!!!!!!!!
Spero che ti sia piaciuto
anche questo cap, nonostante la lunghissima attesa!!!!!!!!!!!
Padme86: triangolo?
Quadrato? Beh, devo ancora decidere ma una qualche figura geometrica c’è!!!! XDXDXDXD Il prossimo cap vedrà Yuri molto più presente,
quindi nuovo svolgimento della storia con Chantal…e spero di non farvi
aspettare una vita!!!!!!!!!
XD