Luna Sciia

di ValentinaMarongiu2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ciao mi chiamo Luna,Luna Sciia,ho quasi 17 anni e sono nata oltre 5000 anni fà,nel IV millenio a.c (7 luglio 3109 a.c),okay questo vi sembrera un pò strano,ma parto dal principio e vi racconto tutto,però abbiate un pò di pazienza,la stroria non è breve...5000 anni sono tanti.Tutto ebbe inizio oltre 5.000 anni fà,nel Galles a Kurtebeck,un piccolo e mondesto villaggio (Kurte per via del Clan originale del vilaggio e beck per via del ruscello che si trovava lì vicino),vivevo insieme alla mia amata madre Natalie,il mio amatisimo padre Joffrey,la mia sorellina Anna che aveva appena 7 anni e Macchia un labrador ormai vecchio con una piccola macchia vicino al collo;ero una ragazza solare,simpatica,gentile,altruista,bella...si bella...da non credere vero,ma anche a quei tempi c'erano delle belle ragazze,ed io ero una di quelle fortunate(ovviamente la mia bellezza colpisce ancora...è una bellazza secolare),magra e alta quasi 1,60cm,cappelli castani e occhi verdi.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ora andiamo per gradi,perchè sicuramente vi starete chiedendo come faccio ad avere 5123 anni ma a dimostrarne sempre 17,be sono più che sicura che avrete già capito che in tutto questo c'è lo zampino della magia...era il 1 luglio del 3092 a.c ,mancava meno di una settimana al mio 17° compleanno,mia madre stava cucinando,mio padre stava vicino al fuoco e mia sorella giocava con Macchia,io...io ero addormentata nella mia cosidettà stanza(che condividevo con mia sorella e macchia),quando ad un certo punto attraverso le palpebre intravidi una luce...una luce fortissima,apri gli occhi e vidi una donna,rimasse in silenzio a fisarmi,mentre sgranavo gli occhi lei inizio a parlare <<è il momento,sei pronta,dammi la mano e questo passaggio della tua vita sarà completato>> io la guardai con una faccia perplessa e gli dissi <> le mi guardo,sorrise e mi disse <> ci fù un breve silenzio e poi dissi <> lei mi guardo e senza pensarci mi rispose <>mi tocco e tutto un tratto senti una forte fitta al pettto,volevo urlare...cercai di trattenermi,ma il dolore divento sempre più forte e iniziava ad espandersi in tutto il corpo,lei mi gurdo e mi disse<> così detto mi porse il medaglione e come d'incanto svani...mi scese una lacrima e senza farlo apposta un forte urlo usci dalla mia bocca e il dolore svani all'improviso,mia madre sentendo quell'urlo accorse insieme a mio padre,lì vidi erano davanti a me,mi fissavano incosapevoli di quello che era accaduto,non riuscivo a parlare,i miei occhi erano lucidi,sbattei le palpebre ancora incredula e spaventata e mia madre mi disse << perchè hai urlato?stavi piangendo?cosa è successo?dimmi piccola mia>> cercai di parlare,ma dalla mia bocca non usci niente,neanche una silabba,così scossi la testa e l'abbracciai,all'improviso senti il calore del suo cuore e la voce mi torno di colpo,mio padre mi guardo e disse <> io lo guardai e gli sorrisi,mentre una lacrima(di gioia) mi scese e mio padre mi accarezzo come per asciugarla,mi sorrise a sua volta e se andò(lui era una persona fantastica,era l'uomo che amavo di più al mondo,quando lo guardavo mi perdevo nei suoi occhi e il suo sorriso era come la luce che illuminava i miei momenti bui),mi voltai verso mia madre e le chiessi<>lei mi guardo sorrise e annui,così io presi la mantella e uscì.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Nella mia vita sono stata una ragazza,una figlia,una sorella,un'amica,una madre,una moglie,una donna...una popolana,una nobile,una principessa,una regina,una donna d'affari...ho visuto la storia,ho conosciuto eroi,ho visto l'evoluzione e ho visto la donna rendersi libera;nella mia epoca la donna era solo un oggetto,la mia famiglia mi considerava un diamante,ero il loro tesoro,non perchè mia sorella Anna non fosse altretanto importante,ma soltanto perchè io ero già parte della società(cioè potevo aiutare in casa,ero già una donna ed ero prossima a sposarmi).Mi ricordo che quando quella notte usci per andare dalla mia amica Ginevra,non vedevo l'ora che mi abbraciase e mi facesse sorridere,volevo dimenticare,era tutto troppo assurdo e poi...quel dolore straziante,il solo ricordo mi faceva lacrimare come se il dolore fosse ancora lì...nel mio petto;quando la vidi corsi verso di lei,poi a metta strada mi fermai,era strano,non si muoveva,era lì come un tronco di legno,il mio cuore batteva all'impazata,avevo paura,perchè non si muoveva?la chiamai << Ginevra,Ginevra...ehi sono qui,sono Luna,Ginevra rispondimi >> poi senti delle urla,mi voltai per cercare volti amici e mi resi conto che non c'era nessuno,era tutto troppo strano,così decisi di tornare a casa,dove in quel momento sapevo che mi sarei sentita più al sicuro. Come potevo sapere ciò che invece avrei trovato e mi avrebbe cambiata per sempre...quando arrivai,mi accorsi subito che qualcosa non andava,cosa stava succedendo?avevo il cuore che batteva forte e tremavo,avevo paura di cosa avrei trovato entrando. Appena entrai senti un brivido attraversarmi la pelle, alzai lo sguardo e vidi la mia famiglia a terra, mio padre era proprio accanto al fuoco e il suo volto era illuminato da una piccola fiamma ancora accesa, non era il volto felice che amavo guardare, era spento, pallido, assente...non sentivo più le gambe, guardai meglio e mi accorsi che affianco a lui c'era mia madre e subito dopo mia sorella, lei mi guardava come per chiedermi aiuto e stringeva la sua bambola, quella che gli regalo mio padre al suo ultimo compleanno, ero bloccata, il mio corpo non reagiva, le lacrime scendevano a stento, dalla mia bocca non usciva nulla, neanche una sillaba...volevo urlare, correre, abbracciarla e portarla via, volevo salvarla, mah ...mah non feci niente, ad un certo punto mi accorsi di avere degli occhi addosso, mi voltai per capire chi era e vidi che davanti a mia sorella, con un sorriso compiaciuto c'era una ragazza, aveva più o meno la mia età, i suoi occhi erano pieni di odio e rabbia...perché aveva fatto questo alla mia famiglia?...perché?cosa gli avevano fatto? lei continuava a guardarmi e poi abbassai lo sguardo e notai che la mano destra era rivolta verso mia sorella chiusa a pugno e più stringeva e più notavo che mia sorella provava dolore...<< cosa c'è? hai paura? oh povera piccola, vorresti uccidermi, non è così? ah ah ah >> mi disse in modo compiaciuto e poi continuo << sta morendo, guarda...guarda come uccido tua sorella, come ho ucciso il resto della tua famiglia, ora sei sola, il tuo villaggio e morto per mano mia ah ah ah >> continuava in modo compiaciuto e io non riuscivo a dire niente, dentro di me bruciavo, volevo morire, perché mi stava facendo questo?chi era? la vidi voltarsi nuovamente verso di me << sai un giorno, tornerò a prendere anche te, quindi non preoccuparti...per ora siamo pari >> io la guardai confusa, siamo pari? in che senso? poi vidi che strinse al massimo il pugno, feci un passo in avanti perché avevo già capito...vidi mia sorella e il suo sguardo spegnersi con un'ultima lacrima...ma neanche il quel momento riuscì ad urlare e le lacrime ancora non vollero scendere, il mio corpo rimasse lì dov'era...e poi senti lei avvicinarsi al mio orecchio, tremavo e il mio cuore stava per scoppiare << a presto...sorellina, ricordati solo un nome Stella >> mi disse in tono calmo e divertito, poi usci...e il mio cuore era come, se in quel momento avesse realizzato cosa era successo, cadì a terra e rimassi lì con gli occhi lucidi a guardare la mia vita che orami non aveva più niente per cui vivere, volevo morire, mi ricordai che avevo un cane e cercai con gli occhi doloranti dalle molte lacrime che orami non volevano più fermarsi e continuavano a uscire ininterrottamente, lo vidi era lì ad un angolo, quasi a fare da guardia a loro...era con mezza lingua di fuori e gli occhi senza vita, quella ragazza mi aveva tolto tutto...e non sapevo il motivo, non so come riuscì ad arrivare da mia sorella, la presi fra le mie braccia, le diedi un bacio sulla fronte e in quel momento senti il mio cuore frantumarsi in mille pezzi, facendomi emettere un urlo talmente pieno di dolore che divento muto alle mie orecchie che rifiutarono di ascoltare per un tempo indecifrabile.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Ricordo ancora i loro corpi freddi, gli occhi spenti, le facce pallide, lo sguardo di mia sorella che moriva davanti a me e mi chiedeva aiuto, ed io come una codarda sono rimasta lì, immobile, il dolore che provai quella notte riecheggia ancora dentro di me e incredibile che dopo tutto questo tempo quella notte sia ancora impressa nella mia mente fin nei minimi dettagli, se solo potessi tornare indietro...ma anche la magia ha i suoi limiti e le sue regole, anche se io nel tempo ne ho infrante parecchie. Quella notte sembro interminabile, pensai che non potesse andate peggio...ma mi sbagliavo,dal quel giorno è andato tutto storto. Ricordo che ad un certo punto possai mia sorella a terra e presi il ciondolo che mi aveva dato quella donna, lo strinsi e pensai a lei...passarono alcuni minuti e di lei nessuna traccia, riprovai ma ancora niente, così decisi di uscire a vedere se davvero l'intero villaggio era stato massacrato...quando usci era come se la natura fosse dalla mia parte, sembrava arrabbiata, il vento soffiava da ogni parte, spingendomi quasi a dirmi di andare via, le nuvole in cielo erano sempre più grigie, si sentivano i tuoni e le prime gocce sfiorarono il mio viso, già bagnato dalle tante lacrime che imperterrite continuavano a bagnarlo mischiandosi con la pioggia che aumentava con il passare dei secondi; stavo camminando da sola nel buio, cercavo una mano a cui aggrapparmi per non cadere in luogo, da cui dentro di me, sapevo che non sarei mai uscita; stavo camminando ormai da un po' e ancora niente, decisi di entrare nella dimora del mio amato, appena entrai non vidi nessuno, così andai nelle zona notte...andai dritta nella sua e prima ancora di arrivare vidi una grande pozza di sangue, mi misi istintivamente una mano sulla bocca, avevo paura di quello che avrei trovato, entrando calpestai il sangue e poi lo vidi era nel suo letto, lì la pozza era ancora più grande, non pensavo che si potesse perdere così tanto sangue...sembrava un angelo, mi chiesi se aveva sofferto, mi accasciai a terra buttandomi sopra di lui, provai a scuoterlo e a chiamarlo "Kyle...Kyle" ma niente, gli stampai un bacio sulle labbra, quel bacio racchiudeva mille parole, quelle che ancora oggi non riesco a dire... è difficile dire addio a una persona, anche per me che ho 5126 anni e sono una figlia della natura...quando mi resi conto che ero completamente ricoperta di sangue e per la maggior parte era il suo, cercai disperatamente di pulirmi ma inutilmente, il sangue è difficile da togliere, quanto da dimenticare...quella stessa notte dissi addio alla mia amata terra, il Galles, dove ancora oggi non vi ho fatto ritorno. Sapevo che non sarebbe stato per niente facile per una ragazza sola di quasi diciassette anni, ritornai a casa, mi pulì al meglio e mi cambiai, presi il minimo indispensabile e i soldi che aveva la mia famiglia, non molto, volevo andarmene ma sapevo che con quello non sarei andata lontano, mi senti già una miserabile per essere rientrata in casa comportandomi come se non fosse successo niente, se loro non fossero lì stessi a terra, no...non era abbastanza dovevo essere ancora più miserabile perché andai nelle case degli a prendere i loro soldi, persino nella casa del mio amato e del mio futuro sposo, lì vidi tutti e a tutti rubai, perché si e quello che alla fine ho fatto, anche se mento a me stessa, come menti a cinque incontrai durante il mio viaggio, tutte quelle persone sono morte a causa mia e ancora oggi non ho fatto niente per rimediare, porto ancora quel peso nel mio cuore accompagnato da altri mille che ho accumulato durante la mia abominevole vita. Camminai per giorni, forse settimane, non lo so, arrivai fino al Wessex in Inghilterra, la gente ricordo che era molto cordiale e mi dicevano che sembravo un cadavere, incontrai una signora, credo che avesse intorno ai cinquant'anni, si chiamava Elaisa, aveva vissuto da sempre lì e qualche anno prima aveva perso suo marito, gli restava solo suo figlio che aveva una trentina d'anni, il suo nome era Paul, era sposato e aspettava il secondo figlio, quella donna mi resto impressa perché fu la prima ad essere stata veramente gentile con me, dopo quello che avevo passato, poiché al contrario degli altri che incontrai prima di lei, non volle niente, fu gentile senza aspettarsi niente in cambio, era malata, ricordo che il figlio la salutava ogni giorno come se fosse l'ultimo, perché non sapeva mai se al suo rientro l'avrebbe trovata lì ad aspettarlo, avrei voluto fare qualcosa per aiutarla, ma non sapevo cosa fare o come fare, mi stavo davvero abituando a sentirmi impotente, per fortuna non duro a lungo, perché scopri con il tempo ciò che ero in grado di fare...

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Ricordo ancora il dolce vento del Galles, tutto quel verde soffice che sembrava coccolarti, gli alberi alti quasi a toccare il cielo che sembravano dei giganti, posti lì a fare da guardie, i fiumi intorno che sembravano isolarti e proteggerti da tutto il resto e 'acqua era sempre limpida e fredda...amavo quel posto era casa, era...che parola orrenda da dire, ti ricorda che è il passato e che non è più così, ma dentro di me resterà per sempre casa, chiudendo gli occhi, tornerò a camminare e correre scalza sul quel verde, tornerò a tuffarmi in quell'acqua limpida e fredda, tornerò ad incantarmi a fissare il cielo e gli alberi che sembrano così maestosi e irraggiungibili...tornerò a casa. Ricordo ancora che mentre passeggiavo insieme alla signora Elaisa un forte brivido di gelo mi percorse il corpo fino ad arrivare al mio petto,sentendo l'istinto di voltarmi e quando lo feci un forte vento mi sfioro la faccia ma non era quella la cosa strana,no...la cosa strana è che sentivo di dovermene andare,come se qualcosa di brutto stava per accadere; rientramo in casa e decisi di aiutarla a preparate la cena,ad un certo punto mi bloccai,ero come paralizzata,la signora Elaisa non capiva,ma neppure io,provo a scuotermi,ma ero come assente,d'un tratto era come se i miei occhi stessero proiettando un film,vidi la terra sotto i piedi,senti delle urla e vidi del sangue vicino alla capanna,era la capanna della signora Elaisa,vi entrai e vidi lei stessa per terra,ma non aveva sangue,allora di chi era,proseguì ed entrai in una stanza e vidi che stesso per terra c'era il figlio di Paul,era ricoperto di sangue,cercai di vedere se c'era qualcun'altro nella stanza,chi le aveva fatto questo,non vidi nessuno e come chinai il capo,vidi le mie mani ricoperte di sangue...cosa, non era possibile; poi vidi la signora Elaisa che continuava a chiamarmi e a scuotermi,ero tornata nella realtà,quello che ho visto cosa era? un incubo? ero sconvolta e la signora se ne accorse "cosa hai Luna? mi sono spaventata" disse e io cosa potevo dire,non sicuramente quello che ho visto "devo prendere una boccata d'aria" risposi sorridendo e così uscì. Ero fuori e mentre camminavo sentivo l'aria fresca della notte che mi accarezzava e la mia mente che vagava tra quelle immagini confuse, cosa voleva dire ciò che ho visto? non avrei mai potuto uccidere qualcuno, tanto meno un bambino innocente; vagai...vagai fino che quasi non si fecce mattino e quando tornai nella capanna, tutti dormivano ancora, presi le mie cose, stampai un bacio sulla fronte alla signora Elaisa e in quell'istante i miei nuovamente proiettarono un film, era diverso, vidi la signora Elaisa che tranquilla era nei boschi a raccogliere erbe e poi all'improvviso si tocco il petto e nei occhi si leggeva la paura, si accascio a terra poggiandosi sulla ginocchia, cercava di chiedere aiuto, ma la voce ero come svanita, troppo debole per uscire, si accascio del tutto a terra e vidi i suoi occhi spegnersi e il suo corpo accarezzato del vento e dal sole che inermi assistevano a questo brutto e inevitabile evento; quando ritornai nel mondo reale una lacrima istintivamente mi sfioro il viso e io a malincuore usci dalla capanna e m'incamminai, verso una terra molto più lontana.

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