L’amore di una Veela

di EmilyG66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo anno ad Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Un’insolita malattia ***
Capitolo 3: *** La predizione ***
Capitolo 4: *** Indizi ***
Capitolo 5: *** Draco, Hermione e due ragazzini ***
Capitolo 6: *** Attacco di cuore ***
Capitolo 7: *** In infermeria ***
Capitolo 8: *** Lezioni ***
Capitolo 9: *** Amortentia ***
Capitolo 10: *** Decisione ***
Capitolo 11: *** Nei corridoi… ***
Capitolo 12: *** Un bacio ***
Capitolo 13: *** La partita di Quidditch ***
Capitolo 14: *** Rabbia e amore ***
Capitolo 15: *** Una Veela e la sua compagna ***
Capitolo 16: *** La verità ***
Capitolo 17: *** La famiglia Malfoy ***



Capitolo 1
*** Un nuovo anno ad Hogwarts ***


La stazione di King’s Cross era davvero affollata quel giorno e piena di giovani maghi che non vedevano l’ora di andare ad Hogwarts.
Il treno del binario nove e tre quarti era lucido, splendente e sbuffava pronto per partire mentre maghi e streghe si apprestavano a salutare familiari e amici.
In quel trambusto e in mezzo alla folla si muoveva lentamente Draco Malfoy.
Un ragazzo bello, alto, con la pelle pallida, i capelli biondo platino e un paio di occhi stupendamente grigi, anche se un po’ tristi in realtà.
Il suo viso di solito solcato da un sorrisetto impertinente ora era cupo e spento.
In quei mesi di vacanza che lo avevano separato dalla scuola Draco era cresciuto diventando più maturo e consapevole.
Aveva abbandonato tutte quelle cose che un tempo riteneva importanti sostituendole con il timore per la sua vita, quella di suo padre e quella di sua madre.
Lui era cambiato e sapeva che quest’anno ad Hogwarts sarebbe stato tutto diverso perché i giorni in cui si era divertito a fare scherzi con Tiger e Goyle erano ormai finiti.
Alzò lo sguardo per vedere dove stesse andando e notò tra la folla in lontananza il suo migliore amico Blaise Zabini che lo salutò con un gesto della mano.
Draco ricambiò appena con un cenno del capo e si diresse verso una delle entrate del treno.
I suoi bagagli erano già dentro e a lui non restava che salire e prendere posto.
Stava per fare il primo gradino immerso nei suoi pensieri quando sentì un brusco rumore davanti a lui.
Alzò lo sguardo in tempo per vedere il corpo di una ragazza che cadeva all’indietro.
Con una prontezza di riflessi Draco afferrò quella figura per i fianchi impedendo l’impatto, ma come le sue pallide mani vennero a contatto con quel corpo una scarica elettrica lo attraversò.
Subito il mondo sembrò fermarsi e andare a rallentatore.
Il Serpeverde avvertì le voci delle persone come se fossero lontane, la sua mente divenne sgombra da ogni pensiero e sentì solo il battito del proprio cuore pulsargli nelle orecchie mentre il sangue scorreva veloce nelle sue vene.
Fu poi inondato da un intenso calore.
Cosa gli stava accadendo?
Il corpo che sosteneva si rimise in posizione eretta e non appena le mani di Draco lo lasciarono quella sensazione svanì e tutto tornò normale.
Il prefetto Serpeverde abbassò le braccia ed alzò lo sguardo per scoprire chi avesse sorretto.
-Grazie…- disse la ragazza dai folti capelli prima di voltarsi.
La riconobbe subito.
Era Hermione Jean Granger, la strega più brillante di Hogwarts e l’amica di Potter e Weasley.
La Sanguesporco che aveva sempre preso di mira dal primo giorno in cui aveva messo piede a scuola.
La Grifondoro rimase così stupita nel vederlo che Draco pensava avrebbe ritirato il suo ringraziamento.
Non lo fece, anzi stava per allontanarsi come se non fosse successo niente quando fu proprio lui a parlare.
-Di nulla Granger. –le disse alzando le spalle e guardando davanti a se.
Hermione si voltò nuovamente sorpresa.
E la “sporca mezzo-sangue” (o Sanguesporco o Sanguemarcio)?
E gli insulti?
Dov’erano finiti?
La bruna ipotizzò che Malfoy fosse troppo stanco o annoiato per entrare in conflitto con lei il primo giorno di scuola, quindi lasciò stare e si diresse verso il suo scompartimento.
Draco salì finalmente i gradini, trovò una cabina vuota e si sedette in silenzio.
Il treno partì e lui si immerse nuovamente nei suoi pensieri e in quella strana sensazione che aveva provato prima.
Per tutto il viaggio rimase da solo e Blaise non si fece vedere. Probabilmente era assieme alla Parkinson, visto che ne era innamorato.
Draco sperava davvero che il suo migliore amico lo liberasse da quell’assillante ragazza.
Al ballo del Ceppo era stato invitato proprio da lei e lui, per evitare di essere torturato da altre femmine, aveva accettato concedendole però un solo ballo. Poi il Serpeverde era tornato dai suoi amici e Blaise poté chiedere alla Parkinson di ballare con lui quanto voleva.
Il prefetto sbuffò con frustrazione.
Se Pansy gli avesse fatto la corte anche quest’anno lui le avrebbe spifferato i sentimenti di Blaise in faccia.
Draco si passò poi una mano nei morbidi capelli biondi alzando lo sguardo.
La sua reputazione a scuola non era delle migliori, soprattutto con le ragazze. (Dipende dai punti di vista.)
Aveva fama di grande amatore (donnaiolo) ma non era assolutamente vero.
Quelle erano tutte voci che Draco lasciava correre per non incappare nella persecuzione da parte di ogni ragazza e dei loro filtri d’amore.
Lui non aveva neanche mai avuto una fidanzata, figuriamoci dormirci insieme.
Avrebbe portato disonore alla sua famiglia, inoltre sua madre l’avrebbe ucciso.
Non erano però solo queste le ragioni per cui non aveva mai avuto una storia.
Tralasciando il fatto che la sua famiglia era molto selettiva riguardo alla sua futura sposa (Serpeverde-Purosangue), Draco aveva degli antenati Veela e quindi doveva attendere in caso si fossero dimostrati o meno i sintomi del cambiamento.
Finalmente verso sera raggiunsero Hogwarts e il treno si fermò permettendo a tutti gli studenti di scendere.
Draco stava appunto per incamminarsi quando senza alcun motivo si fermò.
Subito dopo un intenso profumo lo invase e venne sorpassato proprio da chi possedeva quell’odore.
Hermione Granger gli passò affianco chiacchierando animatamente con Ginny Weasley.
Profumava di rose e miele.
Il Serpeverde non aveva mai notato che la Granger odorasse così.
Una mano si posò amichevolmente sulla spalla del Prefetto e lo riscosse.
-Ehi Draco stai aspettando qualcuno o possiamo andare? –gli chiese Blaise.
Il ragazzo biondo lo fissò per un momento poi tornò a guardare la Grifondoro ma si era già mescolata con le altre divise.
-No. Andiamo. –rispose.
Cominciarono a camminare e dopo qualche minuto…
-Draco! Blaise! –li chiamò una voce alle loro spalle.
Draco sbuffò.
-Non gliel’hai ancora detto Blaise? –domandò scocciato al suo amico che gli camminava affianco.
-No. Mi ci vuole un po’ di tempo. –si difese lui.
“No, la verità è che ci vuole coraggio e noi Serpeverde purtroppo ne siamo scarsi.” Si disse ironicamente Draco.
-Ehi potevate aspettarmi! Ciao Draco, come sono andate le tue vacanze estive? –gli chiese Pansy con un tono troppo dolce.
-Come al solito. –le rispose freddo.
Arrivarono alle carrozze che percorsero un bel tratto di strada ed infine si ritrovarono all’entrata del castello.
Varcarono la soglia, andarono nella Sala Grande e presero posto al tavolo dei Serpeverde.
Draco trascinò accanto a se Blaise in modo che Pansy non si avvicinasse eccessivamente a lui, ma lei non lo notò nemmeno e andò a sedersi con qualche sua amica.
Come la sala fu piena il professor Silente fece uno dei suoi soliti discorsi, ci fu la cerimonia dello smistamento e prima che venisse servita la cena il preside si alzò nuovamente attirando l’attenzione di tutti.
-In via del tutto eccezionale quest’anno vorremmo proporre una sorta di esperimento che riguarda tutte e quattro le case. È importante che nonostante le nostre differenze conviviamo tutti in armonia. Pertanto i prefetti di: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde verranno sorteggiati, suddivisi in coppie di case diverse e per tutto l’anno ciascuna coppia condividerà un proprio dormitorio. –come il professor Silente disse questo vi fu un brusio molto sommesso accompagnato da molti reclami.
-Silenzio! Dunque, dopo cena i prefetti si tratterranno mentre i professori riporteranno gli studenti nei rispettivi dormitori. E ora, senza indugiare, buon appetito. –concluse il preside battendo le mani.
Tutti mangiarono fino a scoppiare poi andarono verso i dormitori.
Draco non era entusiasta di questo “esperimento” e come lui neanche gli altri prefetti, infatti ognuno disse la sua ma senza ottenere alcun risultato.
Furono dunque accoppiati:
Antony di Corvonero con Hannah di Tassorosso.
Ron con Ernie, sempre di Tassorosso.
Pansy con Padma di Corvonero.
Ed infine…
-Restano solamente il signor Malfoy e la signorina Granger. – concluse Silente dopo aver sorteggiato i nomi.
I prefetti si mostrarono sconvolti e contrariati tanto quanto i due interessati, anche per il fatto che due delle quattro coppie erano formate da un ragazzo e una ragazza.
-Calmatevi tutti! Sappiamo bene che non è consono che un ragazzo e una ragazza condividano uno stesso dormitorio, ma abbiamo preso delle precauzioni in merito. PER OGNI TIPO DI EVENIENZA…–disse scandendo bene le ultime parole, poi continuò.
-…come porte incantate, quadri spioni e molto altro. Riponiamo inoltre gran fiducia in ogni Prefetto e ci aspettiamo il pieno rispetto delle regole. Pertanto i trasgressori verranno immediatamente degradati dal ruolo che investono. –finì di dire Silente.
Il Prefetto Serpeverde osservò Hermione.
Lei era arrabbiata e sconvolta ma tentava comunque di mantenere un comportamento degno di un Prefetto.
In quanto a lui, Draco poteva solo inviare una lettera a suo padre con un reclamo ma non sarebbe servito.
Doveva imparare a cavarsela da solo ormai.
Quando tornarono i professori ognuno accompagnò i prefetti nel nuovo dormitorio.
Draco e Hermione furono accompagnati dalla professoressa Minerva su per le scale e, dopo una svolta a destra, davanti ad un quadro che raffigurava una donna dall’aspetto severo.
La professoressa recitò la parola d’ordine e il ritratto si aprì per lasciarli entrare.
La sala comune era discreta, c’erano: quadri, finestre, un camino, un divanetto e un tavolino.
Sempre verso destra si trovavano due porte ben lontane l’una dall’altra. Una aveva la maniglia color oro e l’altra color argento.
-La stanza della signorina Granger è a sinistra mentre quella del signor Malfoy è a destra. Dentro ci sono già le vostre cose e due bagni, uno per ciascuno di voi. –disse ad entrambi.
Draco ed Hermione si guardarono intorno cominciando a prendere familiarità con quel posto.
-Vi avverto, se farete qualcosa di inopportuno lo verremo a sapere. Voi siete dei prefetti, siete il buon esempio della scuola. Non fateci pentire di questa scelta. –li ammonì Minerva lanciando ad entrambi uno sguardo serio prima di chiudersi il ritratto alle spalle.

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Capitolo 2
*** Un’insolita malattia ***


Draco non poteva ancora crederci, avrebbe passato l’intero anno condividendo un dormitorio con la Granger!
Neanche lei sembrava fare i salti di gioia ed entrambi si osservarono per un momento.
-Beh non poteva andare peggio, giusto Malfoy? –disse la Grifondoro con odio represso e mettendo le mani sui fianchi.
-Già. La morte sembra una scelta decisamente allettante ora. –ammise lui con noncuranza.
Qualcosa non andava.
Draco si sentiva stranamente…euforico? Impaziente?
Probabilmente era solo stanco.
Senza dire una parola di più si avviò verso la sua stanza e vi entrò.
Era abbastanza grande, aveva: un letto singolo, un armadio, una cassapanca e una scrivania dove erano poggiati i suoi libri.
Inoltre c’erano tre finestre dalle quali si poteva ammirare un bel paesaggio notturno.
Il colore della stanza giocava tutto sulle tonalità della Casa dei Serpeverde, grazie al cielo, infine addossata alla parete vi era una porta bianca che doveva condurre in bagno.
Il Prefetto si svestì, si infilò il pigiama e si mise sotto le coperte.

Dall’altra parte intanto anche Hermione era entrata nella propria stanza, che era esattamente come quella di Draco solo dei colori di Grifondoro.
Anche lei si infilò il pigiama e andò a dormire.

La mattina successiva Hermione si svegliò presto, si preparò per la giornata e aprì la porta della sua stanza ritrovandosi nella nuova sala comune.
Non vide Malfoy e questo fu un bene per lei.
Varcò il ritratto, scese le scalinate e si avviò nella Sala Grande per la colazione.
Si sedette accanto a Ginny e cominciò a chiacchierare con i suoi amici non accorgendosi che Draco non era presente.
La giornata passò così tranquillamente per Hermione che le sembrava che nulla fosse cambiato, finché non arrivò l’ora di Pozioni.
I Grifondoro la condividevano con Serpeverde e non era affatto piacevole, soprattutto perché l’insegnate era “leggermente” imparziale.
Come tutti presero posto a sedere il professor Piton squadrò la stanza e notò un posto vacante.
-Signorina Granger, dov’è il signor Malfoy? –chiese con voce strisciante.
Hermione osservò il banco vuoto nell’angolo dei Serpeverde e tornando a guardare Piton scosse la testa.
-Non lo so professore. –gli rispose.
Il mago le si avvicinò poggiando i palmi delle mani sul suo banco.
-Lei…non…lo…sa? –chiese nuovamente scandendo con lentezza le parole e guardando Hermione con superiorità.
-È strano, di solito non sei una so-tutto-io? –le domandò acidamente.
-Non sono la baby-sitter di Malfoy. Non so dove si trovi e non crede che non mi interessi? –rispose Hermione tentando di stare calma mentre sfidava con lo sguardo Piton.
Lui si allontanò.
-Per tua informazione signorina Granger i prefetti dovrebbero almeno accertarsi che il proprio compagno esca dal dormitorio e si rechi alle lezioni. Se non lo sa lei dov’è il signor Malfoy chi può saperlo? –la rimproverò.
Hermione rimase in silenzio mentre il professore sorrideva soddisfatto.
-Cinque punti in meno a Grifondoro per inconsapevolezza. E la prossima volta si accerti che il signor Malfoy venga a lezione. –le ordinò cominciando a scrivere alla lavagna.
I Grifondoro fecero degli sbuffi contrariati mentre Ron diede una gomitata alla sua amica.
-Bella mossa. –le disse ironico.
Hermione era furibonda.
“Malfoy deve averlo fatto apposta! Lurido furetto! Sistemerò le cose con lui più tardi!” pensò.
Finalmente si conclusero le lezioni e Hermione volò letteralmente nel suo dormitorio decisa a saltare la cena pur di schiantare Malfoy.
Entrò nel quadro, lanciò il suo zaino con i libri sul divano e “bussò” violentemente alla porta di Draco.
-Malfoy sei lì dentro vero?! –urlò con rabbia.
-…V…vattene Granger…- riuscì a dire il Serpeverde con una voce strana.
-No! Esci immediatamente! Mi hai sentita!?– gli ordinò.
-…lasciami in pace! –le rispose lui prima di emettere un lieve gemito di dolore.
La rabbia di Hermione sparì all’improvviso.
-Malfoy…ti…senti bene? –gli domandò un po’ preoccupata.
-…secondo te?!- provò a risponderle acido, ma il dolore nella sua voce lo tradì.
-Devo andare a chiamare Madama Chips? –gli chiese.
-…no…mi passerà presto…- ammise Draco respirando a fatica. -Sì, come no. Vado a chiamarla. –lo informò Hermione allontanandosi dalla porta.
-Tu fallo è giuro che te ne farò pentire amaramente Granger! –le gridò con nuova grinta.
La Grifondoro rimase impietrita.
Aveva solo cercato di aiutarlo in fondo.
-Allora rimani pure chiuso lì dentro e se muori tanto meglio! Ti assicuro che non me ne potrà importare di meno! –gli rispose sbattendo la porta del dormitorio e uscendo.
A quelle parole Draco avvertì un dolore tremendo, non era stato il suo orgoglio a risentirne ma il suo cuore.
Da quella mattina infatti, come il Serpeverde aveva aperto gli occhi, un dolore lancinante lo aveva letteralmente immobilizzato a letto.
Si sentiva come in preda alla maledizione Cruciatus, tutti i suoi muscoli gli facevano male e si contraevano di continuo, la testa gli scoppiava e il suo corpo scottava terribilmente. Di sicuro aveva la febbre alta.
Come se non bastasse il battito del suo cuore era accelerato notevolmente e il suo sangue bruciante schizzava via velocemente sotto la sua pelle.
Ed eccolo lì. Draco Lucius Malfoy disteso a pancia in giù sul suo letto con i capelli arruffati che gli nascondevano gli occhi e senza camicia.
Stringeva convulsivamente le coperte con entrambe le mani ed emetteva dei gemiti tentando di respingere l’ondata di dolore che provava.
“Che cosa mi sta succedendo?!” si chiese, ma già conosceva la risposta.

Verso notte fonda, e dopo i suoi giri di ispezione, Hermione ritornò nel suo dormitorio sfinita.
Passò accanto alla porta di Draco e non sentì alcun rumore, solo un lento respiro. Probabilmente stava dormendo.
La Grifondoro si svestì e si coricò a sua volta.

Il mattino seguente Hermione si preparò e, non sentendo Draco alzarsi, ipotizzò che non sarebbe venuto a lezione neanche quel giorno.
La bruna aprì dunque il quadro, scese le scale, fece colazione poi si diresse a Pozioni. Proprio la prima materia di quel giorno.
Si mise a sedere attendendo, come tutti gli altri, che il professore facesse la sua comparsa.
Non appena entrò, Piton la osservò e il suo sguardo volò immediatamente al banco vuoto di Draco.
-Mi sembrava di essere stato molto chiaro ieri signorina Granger. Dov’è il signor Malfoy? –le chiese attendendo una qualsiasi motivazione per togliere punti ai Grifondoro.
-Malfoy non si sente bene professore e non accetta di essere aiutato. –decretò Hermione.
Il volto di Piton sembrò essere attraversato da qualcosa simile alla…preoccupazione?
Anche i Serpeverde cominciarono a sussurrare tra di loro.
-Allora non le dispiacerà, alla fine di quest’ora, farmi strada verso il dormitorio così che io possa constatare che ciò che mi ha detto sia vero. –le disse scettico l’insegante.
Hermione annuì.

Non appena fu terminata la lezione la Grifondoro accompagnò Piton fino al dormitorio e una volta dentro il professore bussò alla porta di Draco.
-Malfoy, sono il professor Piton. Aprimi. –gli ordinò.
Sì udirono dei passi deboli e trascinati poi la porta si aprì appena.
-Professore io dovrei- cominciò a dire Hermione.
-Sì, può andare alla sua preziosa lezione di Storia della magia signorina Granger. –la interruppe il professore.
La Grifondoro non se lo fece ripetere due volte e si dileguò in fretta.
Appena fu uscita Piton entrò nella camera di Draco e fu sorpreso nel vederlo accasciato accanto al letto intento a tenersi il petto.
Si sarebbe alzato volentieri se non avesse avuto le vertigini.
-Che cos’hai? Fammi dare un’occhiata. –gli disse il professore inginocchiandosi accanto a lui.
-Hm…sei bollente, i tuoi muscoli si stanno contorcendo ed è evidente che provi molto dolore. Sono indubbiamente i sintomi di un cambiamento interno, più precisamente di una Veela. –concluse Piton aiutando Draco a stendersi di schiena sul letto.
-…come pensavo…- riuscì a dire il Prefetto Serpeverde.
-Ne eri già a conoscenza Malfoy? –gli domandò il professore in tono neutro e non curante come al solito.
-…Sì, i miei mi hanno avvertito che…che sarebbe potuto accadere. Ho…una parte di sangue Veela in corpo. Professore…quanto pensa che durerà? –gli chiese quasi stremato riferendosi al dolore.
-Non più di tre giorni. Tieni bevi questo. –gli ordinò porgendogli una fialetta appena estratta dalla sua tasca.
-Considerando il tuo stato attuale dubito che tu sia sceso per mangiare. –ipotizzò Piton.
Il ragazzo scosse la testa e bevve tutta la fiala prima di riconsegnarla al suo insegnate.
-E chi è la tua compagna? –volle sapere Severus.
Draco sospirò.
-Non ne ho idea…-ammise.
Il professore lo guardò torvo per un momento.
-Informerò io i tuoi genitori con un gufo. -concluse Piton prima di andarsene mentre Draco continuava la sua lenta e dolorosa agonia.

Quando Hermione tornò nel dormitorio quella sera, il Serpeverde stava agonizzando ancora cercando di trattenersi e la Grifondoro quasi si spaventò.
Cosa mai poteva avere Malfoy?

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Capitolo 3
*** La predizione ***


Il giorno dopo Draco continuò ad avere quei tremendi dolori ma sapeva che sarebbero cessati da un momento all’altro, proprio quando il suo corpo avrebbe finito di definirsi diventato più forte e perfetto.
Verso l’ora di pranzo ricevette una lettera molto preoccupata di sua madre con allegati dei dolci per addolcire quei dolorosi momenti.
Draco li mangiò con difficoltà e tentò in tutti i modi di dormire ma…
-Mi dispiace solo che tu debba stare qui con Malfoy. –disse una voce.
-Già, chissà che inferno. –ammise l’altra.
Erano Potter e Weasley!
Evidentemente la Granger li aveva portati nel dormitorio.
Il Prefetto Serpeverde non ne fu affatto felice e se solo avesse potuto muoversi avrebbe schiantato entrambi.
-Non è così male per il momento. Malfoy è malato. –affermò Hermione.
-Malfoy cosa?! Ahhh i miei desideri si sono finalmente esauditi! –disse Ron entusiasta.
-Perché non chiudi quella boccaccia che ti ritrovi Weasley e te ne vai! C’è gente che vuole dormire! –lo rimproverò Draco dolorante dall’interno della sua camera.
-Non ci sperare Malfoy io-
-Sì, adesso se ne va. –lo interruppe Hermione spingendo Ron verso il quadro.
“Brava Granger.” pensò il Serpeverde prima di emettere un verso di dolore.
-Hermione che stai facendo? Da quando fai quello che ti dice Malfoy? –le chiese Ron una volta che furono tutti fuori.
-Che gli prende? –domandò Harry con il suo solito tono sospettoso e dopo aver sentito un lamento di Draco.
-Non lo so. –rispose la Grifondoro chiudendo il quadro alle sue spalle.
-Da qualche giorno Malfoy non fa altro che languire di dolore. –ammise preoccupata.
-Cosa!? E perché non mi hai chiamato prima? –chiese Ron.
Sia Hermione che Harry lo ignorarono.
-Pensi che centri qualcosa con…-disse Potter toccandosi il braccio sinistro e alludendo al marchio nero.
-Non lo so. –gli rispose la Grifondoro scuotendo la testa.
-Ma vedrò di scoprirlo, poi vi farò sapere. –concluse Hermione.
In quel momento suonò la campana.
-Oh no. È tardi e noi abbiamo lezione con la Trelawney! Forza Ron dobbiamo sbrigarci! –affermò Harry tirando per la manica il suo amico.
-Aspetta, ma tu Hermione? –chiese il rosso.
-Niente Aritmanzia oggi. L’insegnate ha avuto un impegno improvviso quindi…Buona lezione! –li salutò lei divertita e imitando la Trelawney.
-Ah! Hermione domani dopo la scuola ti va di- cominciò a chiederle Ron.
-Glielo dirai dopo. –lo strattonò Potter trascinandolo verso le scale.
Hermione ridacchiò e rientrò nel quadro.
Una volta dentro accese il camino, fece comparire l’occorrente per prepararsi del the e poi lo mise in una tazza.
Dopo prese un libro dal suo zaino, si sistemò sul divanetto e cominciò a leggere sorseggiando il liquido caldo.
Ogni tanto Malfoy emetteva dei versi ma erano di bassa intensità. All’improvviso sparirono del tutto.
Passò qualche minuto di silenzio poi la porta dalla maniglia argentata si aprì e ne uscì un malconcio Draco Malfoy.
-Già passato tutto? Credevo fossi in fin di vita dai lamenti che emettevi. –ammise Hermione poggiando momentaneamente la sua tazza su un tavolinetto e continuando a leggere.
-Fai dello spirito Granger? Non ti conviene. –le rispose il Serpeverde tenendosi un mano sulla fronte finalmente tiepida.
-Perché non dovrei? –gli chiese lei osservandolo di striscio.
Il suo sguardo era rivolto a terra, respirava affannosamente, aveva il viso arrossato e i capelli spettinati ma a parte questo sembrava star bene.
Il suo carattere non era stato scalfito.
-Me ne fai un po’ Granger? –le domandò gentilmente indicando il the.
Hermione rimase a bocca aperta dall’improvvisa richiesta e si apprestò a rispondere.
-Co…cosa? No. Puoi preparartelo da solo, non sono il tuo elfo do-
-Per favore Granger! –la pregò.
La ragazza rimase del tutto stupita.
Draco-Lucius-Malfoy che chiedeva per favore?
Lo squadrò nuovamente, era sincero e sembrava avere davvero bisogno di bere qualcosa.
Senza accorgersene la Grifondoro gli porse la propria tazza in un gesto docile e amichevole.
Il Serpeverde non curante la prese e poggiò le labbra proprio dove Hermione aveva bevuto.
Assaporò poi appieno quel liquido e sentì anche il dolce sapore del miele.
Solo dopo entrambi si resero conto che il loro comportamento era stato davvero insolito.
Draco non si era lamentato, non aveva lanciato insulti di alcun genere e non stava neanche sputando a terra disgustato.
La Grifondoro invece pensò che Malfoy fosse ancora intontito e che forse aveva contagiato anche lei.
Allontanando quei pensieri Hermione tornò a farsi del the.
-Si può sapere comunque che cos’hai avuto? –gli chiese improvvisamente.
-Non sono affari tuoi Granger. –le rispose lui duramente prima di ritornare in camera con la sua tazza.
La ragazza gli lanciò uno sguardo indagatore poi riprese la sua precedente occupazione.

Intanto Draco si sedette sul letto con un peso sullo stomaco, si sentiva stranamente in colpa con se stesso.

Dopo un’oretta circa Hermione pensò che la lezione di Divinazione fosse giunta al termine e si avviò verso la torre per raggiungere i suoi amici e andare insieme a loro alla prossima lezione.
Arrivò proprio mentre gli studenti e la professoressa Trelawney stavano uscendo.
-E ricordate, allenate il vostro occhio interiore! –disse ai suoi alunni.
-Sì, sì…come no. Hermione sei qui! Bene, per domani io avevo pensato- provò a dirle Ron. -Oh! Signorina Granger! Vedo nel suo imminente futuro un amore intenso e doloroso! –lo interruppe l’insegnante rivolgendosi ad Hermione.
Ron alzò gli occhi al cielo e allargò le braccia sconfitto, mandando a quel paese ogni suo tentativo di invitare Hermione ad uscire.
Intanto tutti si voltarono, chi scetticamente e chi realmente impressionato, verso la Granger.
-Cosa? –chiese la Grifondoro incredula.
-Oh sì, tre sono i colori che indossa la persona amata! Il verde velenoso, il giallo d’oro pallido ed infine il grigio tempestoso. Il tuo amore sarà intenso, intenso davvero mia cara e potrai decidere tu tra la vita e la morte. –concluse scenicamente la Trelawney prima di ritirarsi velocemente nella sua classe.
Hermione si sentì al centro dell’attenzione con tutti quegli occhi posati su di lei.
-…Figuriamoci, ma chi ci crede. È…è assurdo! Andiamo dai. –disse ai suoi amici facendosi largo tra la piccola folla che cominciò a disperdersi.
Per il resto della giornata la Grifondoro cercò di ignorare le occhiate di tutti ma quando arrivò l’ora di cena non ne poté più.
-Davvero la professoressa Trelawney ti ha fatto una predizione d’amore? –chiese Ginny curiosa.
La diretta interessata roteò gli occhi innervosita.
-Sono tutte sciocchezze. Ha predetto un sacco di cose, anche che Harry sarebbe morto ma guarda…È ancora vivo e seduto accanto a Ron. –concluse indicando Harry e bevendo il suo succo di zucca.
-Sì ma c’è andato vicino più volte. –affermò Ron prima di ingozzarsi con del purè di patate.
-Certo e……che sta succedendo? –si interruppe Ginny sentendo dei cori dal tavolo dei Serpeverde.
-Oh, è solo Malfoy. Ora sta meglio ed è venuto a mettersi un po’ in mostra. –ammise Hermione senza alzare lo sguardo dal suo pasto.

Dall’altra parte della sala, al tavolo dei Serpeverde, Draco veniva accolto come un eroe di guerra che era sfuggito alla morte.
Il prefetto salutò tutti mestamente con un cenno e andò subito a sedersi accanto a Blaise. -Guarda chi riappare finalmente! Eravamo un po’ preoccupati per te, credevamo che la Granger ti avesse avvelenato o che fossi morto. -disse Blaise scherzosamente mentre i Serpeverde ridevano della battuta.
-Ci sono andato vicino. –ammise Draco riempiendosi con moderazione il piatto.
-Ehi, è davvero bello riaverti qua. -gli confidò Blaise sottovoce e mettendogli una mano sulla spalla.
-Grazie amico. –gli rispose lui altrettanto sommessamente.
-Ehi Malfoy, la Granger ha ricevuto una predizione d’amore dalla Trelawney! –disse un Serpeverde suscitando le risate degli altri.
-Davvero? –gli domandò Draco guardando al tavolo dei Grifondoro.
-Comunque riflettici su ciò che ti ha detto la professoressa. Magari questa volta non si sbaglia. –disse Ginny a Hermione.
La Grifondoro in questione sospirò, finì la sua cena e tornò al dormitorio.
Draco la imitò successivamente, dopo aver salutato Blaise e gli altri.

Come il solo splendette alto nel cielo Hermione si svegliò.
Non ci sarebbero state lezioni quel giorno, perciò decise di fare un salto in biblioteca per avvantaggiarsi con i compiti e per non essere disturbata.
Dopo qualche ora che era seduta a studiare Rune Antiche si alzò dalla sedia necessitando di un determinato libro per ultimare i suoi compiti.
Cercò tra gli scaffali e quando lo trovò sbuffò frustrata. Il libro era a qualche ripiano più in alto di quanto lei arrivasse.
Si rimboccò le maniche e tentò di alzarsi stando sulle punte ma non ci arrivò.
-Andiamo Granger, ci metterai tutto il giorno? –le chiese una voce melliflua e scherzosa a qualche metro da lei.
Hermione voltò la testa di scatto sia sorpresa che stizzita ma non si arrese e cercò nuovamente di arrivare a quel libro.
Draco la guardava agitarsi stando comodamente appoggiato ad una libreria.
-Non sono affari tuoi o mi sbaglio Malfoy? –gli domandò.
-No, non sono affari miei ma vorrei prendere un libro anch’io quindi…datti una mossa! –la informò avvicinandosi a lei con le mani incrociate al petto.
La Grifondoro poggiò completamente i piedi a terra e lo affrontò.
-Che colpa ne ho io se non arrivo al libro che mi serve!? –gli chiese alterata.
Draco rise.
-Secchiona, Grifondoro e pure bassa. Ah Granger…- le disse scuotendo la testa e avvicinandosi molto a lei.
Malfoy alzò poi il braccio e prese il libro dallo scaffale alle spalle della Grifondoro.
Hermione rimase ferma finché Draco non le porse l’oggetto con un’espressione di superiorità e di trionfo dipinta in faccia.
Lei indispettita afferrò il libro bruscamente.
“Che faccia tosta! È facile per un ragazzo alto più di un metro e settanta prendere un libro su uno scaffale leggermente più in alto! Non è un’impresa!” pensò.
Hermione osservò per un momento quel Serpeverde negli occhi ma come i loro sguardi si incontrarono qualcosa scattò in Draco.

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Capitolo 4
*** Indizi ***


Il prefetto fu subito invaso da un nuovo calore e sentì dentro di se una forte voglia di baciare Hermione.
Provò a non pensare alla Grifondoro che aveva davanti in quel modo ma la Veela dentro di lui non era d’accordo. Il Serpeverde notò solo allora quanto fossero belli gli occhi di Hermione, i suoi capelli ribelli ma morbidi, la sua pelle liscia, il suo profumo intenso e soprattutto le sue labbra rosee.
Senza accorgersene si avvicinò ulteriormente a lei quasi premendo il corpo di Hermione contro la mensola alla sue spalle e ispirò a fondo il suo odore.
La Grifondoro aveva uno sguardo confuso e quasi spaventato mentre Draco si sporgeva verso di lei aggrappandosi con entrambe le mani alla mensola impedendo a Hermione di scappare.
-M…Malfoy che cosa stai facendo? –gli domandò ignara di ciò che stava accadendo dentro quella serpe.
Draco non rispose e la guardò come ipnotizzato.
Hermione era bella.
Avrebbe voluto sussurrarglielo in un orecchio. Avrebbe voluto abbracciarla, accarezzarla, baciarla e si ritrovò anche ad immaginare il suo bel corpo solo in intimo.
A come sarebbe stato passare le sue mani su quella figura celestiale dalla pelle morbida e profumata.
Pensando a questo i sentimenti si intensificarono e senza saperlo i suoi occhi grigi cambiarono colore divenendo quasi neri.
-…Malfoy…i tuoi occhi sono diventati neri…- ammise Hermione decisamente spaventata.
Draco sembrò risvegliarsi, scosse la testa e si mise una mano sugli occhi come a volerli coprire indietreggiando.
“No…questo…tutto questo non sta accadendo davvero!” pensò il Serpeverde cercando di mentire a se stesso.
-…Ti sbagli...- le disse nel tentativo di depistarla, ma ormai il guaio era fatto.
Draco corse poi in fretta fuori dalla biblioteca e su per le scale fino ad arrivare al suo dormitorio.
Disse la parola d’ordine, il quadro si aprì e lui si catapultò nel suo bagno per osservare i propri occhi.
Fece appena in tempo a vederli allo specchio che questi cambiarono nuovamente colore ritornando grigi.
Draco ora era davvero preoccupato.
La sua Veela interiore era attratta da Hermione Granger e dunque, segretamente, lo era anche lui.
I suoi istinti sarebbero stati impossibili da non notare e per lui sarebbe stato ancora più difficile nasconderli.
Inoltre la Grifondoro uno di questi già lo aveva scoperto.
La lussuria, la possessività o la rabbia che Draco provava gli faceva cambiare il colore degli occhi per l’intensità dell’emozione.
Questi cambiamenti avrebbero portato ad alcuni episodi che una ragazza sveglia come Hermione avrebbe classificato sicuramente come anormali.
Il Serpeverde si allontanò dallo specchio.
Doveva raccontare ai suoi che Hermione era la sua compagna sconvolgendo il loro modo di pensare e di vivere.
Uscì dunque dal bagno e, armato di inchiostro, penna e pergamena, cominciò a scrivere la lettera che gli avrebbe cambiato l’esistenza.
Suo padre non l’avrebbe presa bene…per niente!

Intanto Hermione era rimasta allibita dal comportamento più che insolito di Malfoy.
“Cosa voleva fare? E perché i suoi occhi avevano cambiato colore?” si chiese.
Da quando Draco era andato via la Grifondoro aveva tentato di darsi delle risposte ma non c’era riuscita.
Forse quel Serpeverde aveva preso una pozione o forse quella reazione agli occhi era solo il frutto di un esperimento andato a male? E se Draco fosse in realtà un Animagus? O forse aveva davvero a che fare con il Marchio Nero?
Hermione scosse la testa tutte supposizioni inutili e pochi elementi di prova su cui basarsi.
Lasciò stare, rimise a posto i libri e si incamminò verso il suo dormitorio per posare le sue cose.
Non appena sbucò fuori dal dipinto Draco uscì dalla sua stanza, aveva intenzione di spedire una lettera e di andare a parlare con Blaise.
I loro sguardi si incrociarono nuovamente ma Hermione voltò la testa per cercare il suo zaino e quando lo trovò vi inserì i libri.
Il Serpeverde intanto pensava a come giustificare il comportamento che aveva tenuto pochi minuti prima nella biblioteca ma decise che un battibecco sarebbe stato sufficiente per distrarre Hermione.
-Allora…cos’è questa storia che la Trelawney ti ha fatto una predizione d’amore Granger? –le chiese divertito.
Lei sbuffò guardandolo.
-È una stupidaggine! Ha “predetto” un amore sofferto, poi si è messa a parlare di colori. È una buffonata! Dovrei andare in giro a cercare una persona che si veste come un pagliaccio? –affermò scettica Hermione.
Draco sorrise e sospirò, almeno ora non pensava a ciò che lui aveva quasi fatto prima.
-Beh prova a ragionarci sopra Granger, sei o non sei la saputella della scuola? Magari scopri qualcosa. –le rispose ridacchiando.
Lei si girò incrociando le braccia al petto decisamente in vena di scontrarsi verbalmente con lui.
-E tu? Si può sapere che ti è preso prima in biblioteca? –gli domandò rigida.
Il sorriso sparì dalla faccia di Draco e lui abbassò lo sguardo.
-Non mi sentivo bene. –le mentì.
-E ora stai bene furetto malaticcio? –gli chiese cercando di non far sembrare quella domanda docile.
-Ti preoccupi per me Granger? –le domandò in tono canzonatorio alzando nuovamente lo sguardo e sorridendo.
Amava scontrarsi con lei.
-No. Voglio solo sapere se è contagioso. –ammise lei.
“E se si tratta del Marchio Nero.” Pensò.
-No, non lo è. –le rispose sinceramente Draco alzando le spalle.
Ci fu un minuto di silenzio in cui il Serpeverde realizzò che erano di nuovo soli e che Hermione era a poco più di qualche metro dal suo corpo.
La sensazione di bisogno di prima tornò a farsi sentire e Draco cominciò a desiderare di cancellare la distanza tra di loro.
Il suo profumo tentò di attiralo nuovamente verso di lei.
Con un po’ di autocontrollo passò di fianco alla Grifondoro e una volta davanti all’uscita del dormitorio disse:
-A dopo Granger. –poi se ne andò.
Scese le scale e si avventurò per i sotterranei in cerca di Blaise. Entrò nel dormitorio dei Serpeverde e lo trovò solo, seduto sul divanetto e intento a scrivere qualcosa su una pergamena.
-Una lettera d’amore Blaise? –gli domandò facendolo sobbalzare.
-Draco mi hai spaventato! –gli rispose mettendo da parte penna e pergamena.
-Che coniglio…- sussurrò il Serpeverde prima di sedersi accanto a lui.
-Blaise ti devo dire una cosa…- gli disse il biondo cominciando a raccontargli tutto quello che gli stava succedendo.
Dopo alcuni minuti dal racconto di Draco, Blaise sospirò incredulo.
-Wow tuo padre ti ucciderà. –ipotizzò stupito.
-Se non lo fa prima la Granger. –concordò il Prefetto Serpeverde.
-Ma a te piace sul serio? –gli chiese Blaise quasi disgustato.
-Lo sai bene che avevo una cotta per lei dal primo anno. –affermò il biondo.
Il suo amico annuì mentre Draco si alzò dal divano.
-Vado a spedire le buone nuove. –disse ironico sventolando la busta che aveva in mano.
-Beh, buona fortuna per tutto Draco. –lo incoraggiò Blaise.
-Grazie amico. Ci sentiamo presto. –lo salutò, ma prima di arrivare all’uscita del dormitorio sbucò fuori Pansy.
-Oh Draco, non sapevo che fossi qui. –ammise lei sorpresa.
-Me ne stavo giusto andando. –tagliò corto lui come sempre.
Intanto Blaise si alzò dal divano affiancandosi alla ragazza.
-Aspetta, pensavo che più tardi noi- cominciò a dire la Parkinson.
-Ho da fare. –la interruppe.
-Oh…e domani invece- tentò nuovamente di dire la Serpeverde.
-Dannazione Pansy! Io non sono interessato a te va bene!? E mai lo sarò! Blaise, lui sì che stravede per te! –le gridò contro indicando l’amico che ora aveva la bocca leggermente dischiusa e gli occhi spalancati.
La ragazza si voltò verso di lui seriamente colpita.
-Fammi un piacere, smettila di farlo soffrire! E tu, mi devi un favore. –ammise rivolto verso Blaise prima di andarsene.

Dopo qualche minuto di cammino Draco raggiunse la guferia, si avvicinò al bellissimo e orgoglioso gufo di famiglia, gli diede la lettera e quello partì.
Il Serpeverde ritornò poi all’interno del castello e andò nella Sala Grande per il pranzo.

Hermione era seduta al tavolo ormai da qualche minuto e stava provando, scetticamente, a capire ciò che la Trelawney le aveva “predetto”.
Le parole della professoresse le rimbombavano in testa.
“Tre sono i colori che indossa la persona amata! Il verde velenoso, il giallo d’oro pallido e il grigio tempestoso.”
Aveva ipotizzato che il grigio fosse il colore dell’uniforme, ma un dato così non era di nessun aiuto.
La Grifondoro si massaggiò la testa.
-È ridicolo! –disse ad alta voce mentre Ginny, Harry e Ron la guardavano in silenzio.
Quella predizione avrebbe dovuto aiutarla a riconoscere il suo “futuro amore” quindi il grigio non poteva essere il colore della divisa.
-Hai pensato che il giallo e il verde potrebbero riferirsi a Tassorosso e Serpeverde? –le chiese Harry.
-Sono sicura che uno dei due si riferisca alla casa! E che gli altri due colori indicano qualcos’altro che ha questa persona. –ammise lei irritata.
–Quindi escludendo il grigio il tuo futuro amore sarà un Tassorosso-
-O peggio, un Serpeverde. –disse Ron interrompendo sua sorella.
Hermione si alzò indispettita e decisamente contraria a questa possibilità.
-Ora sono davvero sicura che questa sia una buffonata! Ci vediamo più tardi. –li salutò prima di dirigersi nuovamente in biblioteca visto che nella Sala Grande c’era troppo fermento per potersi concentrare.

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Capitolo 5
*** Draco, Hermione e due ragazzini ***


Una volta dentro la biblioteca Hermione si sedette al solito posto con una pergamena davanti a se è una penna nella mano.
-Allora. Un colore equivale alla casa e gli altri due dovrebbero aiutarmi a riconoscere, a messo che esista, questa “persona amata”. –ammise facendo virgolette con le dita.
Cominciò quindi a riflettere ed infilò le mani nei capelli per la frustrazione.
Passò qualche secondo poi suo viso si illuminò di colpo.
-I capelli...-ammise togliendo lentamente le mani dalla nuca.
-e forse…gli occhi…-si azzardò a dire.
Possibile che fosse stato così facile?!
Un sorriso raggiante si impadronì del suo volto.
-Ma certo! Casa, capelli e occhi! Ho tutte le risposte! Era così semplice! –affermò entusiasta, quindi cominciò subito a scrivere andando per eliminazione.
I capelli non potevano essere né verdi, ne grigi.
La casa non poteva essere grigia.
Gli occhi non potevano essere gialli.
Dunque il suo “futuro amore” doveva essere:
Biondo…
Il sorriso sul volto di Hermione scomparve.
Della casa Serpeverde…
“No, non può essere…” si disse quasi tremando.
Con gli occhi grigi.
La Grifondoro si alzò di scatto allontanandosi dal tavolo.
Conosceva una sola persona in tutta la scuola che corrispondeva esattamente a quella descrizione.
-È Malfoy. –ammise con gli occhi sgranati.
Per un momento rimase impietrita poi scosse la testa.
Ecco, l’ennesima conferma che la professoressa Trelawney non sapeva di cosa stesse parlando.
Cominciò dunque a riordinare le sue cose.
Non l’avrebbe mai ammesso ma una piccola parte di lei pensava che la sua scoperta era troppo dettagliata per trattarsi di un errore.
Decise di non ascoltarla e uscì dalla biblioteca.
Mentre cominciò a salire le scale però le parve che ci fosse dell’altro.
“Potrai decidere tu tra la vita e la morte.” Sentì quelle parole aggirarsi nella sua mente.
Forse Malfoy aveva davvero a che fare con il marchio nero.
Hermione decise che avrebbe tenuto gli occhi e le orecchie puntate su quel Serpeverde.

Intanto Draco era ancora nella Sala Grande e non aveva tolto gli occhi di dosso a Hermione neanche per un momento.
Quando lei si era alzata lui avrebbe voluto rincorrerla, afferrarla, trovare un posto per stare da soli, appoggiarla ad una parete e baciarla ma si era imposto di resistere e aveva cominciato a mangiare solo quando la Grifondoro se ne era andata.
La distanza non gli faceva bene ma era cosa migliore per evitare sospetti.
Non vedendo Blaise, Draco pensò che non volesse più vederlo. Ma proprio quando stava per alzarsi da tavola il suo amico gli si sedette di fianco prendendosi qualcosa da mangiare.
Il biondo osservò Blaise che sorrideva e involontariamente anche lui fece altrettanto.
-Da quel sorriso che hai, immagino che Pansy finalmente sia la tua ragazza. –ipotizzò.
-Sì. Appena te ne sei andato si è fiondata tra le mie braccia e mi ha chiesto scusa per…beh…per tutto. E poi ci siamo baciati. –ammise Blaise pensando al ricordo.
-Ehi Draco quest’anno abbiamo una strategia pazzesca per la partita di Quidditch contro i Grifondoro! Tu partecipi?! –domandò improvvisamente un Serpeverde quasi urlando a Draco.
-Tanto perderete! –gridò Ron Weasley dal tavolo dei Grifondoro prima che Harry lo prendesse per le spalle e lo voltasse nuovamente verso il loro tavolino.
-Sì. –rispose il prefetto mentre gli altri Serpeverde cominciarono ad alzarsi dal tavolo.
-Allora andiamo. –concluse uno.
-Dove? –chiese Draco.
-Ad allenarci, quest’anno vogliamo essere i primi. Tu non vieni? –gli domandò un altro.
-Prendo la mia roba e arrivo. –rispose il biondo.
Si alzò dunque dal tavolino, percorse le scale e andò nel suo dormitorio.
Come entrò vide Hermione seduta sul divanetto intenta a leggere.
Lei si voltò solo un momento per accertarsi che fosse Draco, poi tornò ad osservare il testo.
Il prefetto Serpeverde attraversò la sala comune ed andò nella sua stanza.
Mentre si svestiva la sua Veela interiore lo supplicava di aprire la porta e gettarsi tra le braccia di Hermione così com’era ma lui represse quell’istinto, si cambiò e uscì nuovamente.
La Grifondoro intanto lo osservò con la coda dell’occhio.
Con la divisa verde sgargiante faceva tutto un altro effetto.
Draco invece mise su il suo solito sorrisetto, visto che si era accorto dell’occhiata di striscio che lei gli aveva rivolto.
Si avviò verso l’uscita del dormitorio ma una volta davanti al ritratto si fermò.
-Occhio a non sbavare Granger. –ammonì divertito alla Grifondoro prima di uscire.
Hermione avrebbe voluto ribeccare ma ormai lui era andato quindi, maledicendosi per essersi fatta scoprire, arrossì leggermente.

L’allenamento fu intenso e Draco quasi si dimenticò del suo stato di Veela.
Il Quidditch gli piaceva davvero, da quando aveva perso il secondo anno contro Potter aveva deciso di allenarsi seriamente per ottenere il titolo di Cercatore che si era comprato come gli aveva detto Hermione quella volta.
Improvvisamente il suo stomaco si contorse, erano passate forse due ore e già le mancava.
Scosse la testa.
“Sono finito.” Si disse pensando all’assurda situazione.
Non appena l’allenamento si concluse, e dopo che tutti gli avevano fatto i complimenti, Draco ritornò al suo dormitorio.
Hermione non era più lì dentro, evidentemente era andata da Potter e Weasley.
Pensando a loro due, ma soprattutto a Weasley, avvertì un lieve moto di rabbia farsi strada dentro di lui.
Ecco, ci mancava solo che fosse geloso di un obbrobrio come Ron Weasley che inoltre non poteva neanche sognare di competere con lui.
Draco si diede dello sciocco e poi andò a farsi una lunga doccia.
Non appena fu presentabile andò a trovare Blaise per vedere come se la cavava con la Parkinson.
Ormai non parlava più con i suoi vecchi “amici” e preferiva di gran lunga stare da solo anche se spesso si annoiava.

Intanto Hermione aveva raggiunto Harry e Ron fuori dal castello, erano andati a trovare Hagrid e adesso tutti e tre stavano passeggiando.
Una chiacchiera tira l’altra decisero infine che il giorno successivo sarebbero andati tutti e tre a Hogsmeade.
Dopo qualche ora il cielo cominciò a farsi scuro e tutti e tre rientrarono per la cena.
Nella Sala Grande c’era anche Draco.

Il mattino seguente Ron, Harry e Hermione andarono a Hogsmeade e si divertirono parecchio. Comprarono di tutto visitando innumerevoli negozi e stettero tutta la giornata insieme anche se Ron e Hermione molto spesso litigarono.
E Draco?
Lui si era svegliato tardi quella mattina.
Aveva fatto inoltre: colazione, i compiti, un salto in biblioteca, un giro sul campo da Quidditch, pranzo e un po’ di allenamento con la scopa.
Ora era pomeriggio inoltrato e lui stava passeggiando per il parco della scuola accanto al lago con una mela verde in mano.
Stanco di camminare si mise a sedere ai piedi di un albero e diede un morso alla mela.
Aveva atteso la lettera di sua madre che gli chiedesse di venire a casa per stare un po’ con loro come ogni fine settimana, ma non era arrivata e ancora attendeva quella di suo padre che riguardava Hermione.
Pensando a lei ebbe una stretta allo stomaco.
Le mancava terribilmente, doveva ammetterlo, e saperla con quei due lo innervosiva e lo faceva star male ancora di più.
La sua Veela interiore cominciava a soffrirne la mancanza e a reclamare la vicinanza ma lui non poteva farci niente.
Draco sospirò, diede un altro morso alla mela e indirizzò i suoi occhi grigi verso il cielo.
Una breve brezza gli scompigliò i capelli setosi come a volergli dire che tutto sarebbe andato per il meglio e lui chiuse gli occhi.
Passò qualche secondo prima che li riaprisse, due voci attirarono la sua attenzione e voltò la testa in direzione del lago.
Due bambini del primo anno stavano litigando.
Ironia della sorte erano: una bambina Grifondoro dai capelli bruni e una ragazzino Serpeverde dai capelli biondi. Non come quelli di Draco ma più scuri.
Il prefetto sorrise divertito e, mettendo una mano dietro la nuca, si accomodò all’albero leggermente interessato e incuriosito da quei due.
-Le persone bionde sono stupide! –disse la Grifondoro mentre Draco si sentì un po’ offeso.
-No! Non è vero! –rispose il biondo.
Draco annuì con la testa dandogli ragione e masticando un altro pezzetto di mela.
-Tu sei stupida! E anche brutta. –continuò lui.
Il prefetto che li osservava voleva ridere.
Ma era così antipatico anche lui da piccolo? Qualcosa gli diceva di sì, anche perché non è che fosse cambiato molto.
-E tu sei malvagio perché sei un Serpeverde! –ribatté la ragazzina sbattendo i piedi rossa per la rabbia.
Il prefetto non poté non pensare che quella tipetta tutto pepe avrebbe dato un bel po’ di problemi a quel mini-Draco.
-E se anche fosse?! –chiese il biondino dando una spinta alla Grifondoro.
-Ehi! –rispose lei dandogli un pugno sulla spalla.
-Ahi! –esclamò lui prima di prenderla per un braccio e spingerla nel lago.
Lei cadde dentro e Draco stava per alzarsi in piedi e andare ad aiutarla, visto che era un prefetto, ma la bambina riemerse subito e il mini-Draco si spostò perché lei potesse uscire dall’acqua a carponi.

-Ma sei matto, idiota!? Ora sarai espulso, lo vado a dire subito alla professoressa! –e detto questo la Grifondoro si alzò di scatto e si mise a correre.
-No, aspetta! –cominciò a pregarla il biondino correndole dietro.
Draco poté finalmente ridere.
-Lo dicevo io che ti avrebbe dato del filo da torcere. Credimi lo so bene. –disse ad alta voce come se quel ragazzino fosse ancora lì. Lui parlava per esperienza personale.
Alla fine il Serpeverde si alzò.
Non erano male quei due, gli ricordavano parecchio lui e la Granger. Decise che li avrebbe tenuti d’occhio come passatempo, visto che troppo spesso non aveva niente da fare.
Si avviò dunque verso il castello con un sorrisetto sulle labbra e sapendo già il motivo per cui Serpeverde avrebbero perso dai venti ai sessanta punti.

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Capitolo 6
*** Attacco di cuore ***


“Il trio” era appena ritornato da Hogsmeade con alcuni dolci souvenir.
Harry e Ron dovevano finire dei compiti quindi si diressero in biblioteca sotto i rimproveri di Hermione.
Lei invece aveva pensato di finire di leggere un libro e poi raggiungere i suo amici a cena.
Salì le scale, entrò nel quadro del suo dormitorio e diede una rapida occhiata in giro.
Malfoy non c’era ancora.
Hermione prese dunque la propria borsa e l’aprì cercando un libro ma la prima che le venne in mano fu la pergamena che aveva scritto il giorno prima.
Gettò incurante quel pezzo di carta sul tavolino poco distante prese il libro e si accomodò sul sofà.
Avrebbe messo la pergamena a posto più tardi.

Draco rientrò dopo un po’ nel suo dormitorio.
Avvertì la presenza di Hermione e la cercò subito con lo sguardo.
La trovò addormentata sul divano con un libro appoggiato sullo stomaco.
Tipico di lei, di sicuro si era addormentata dimenticandosi qualche impegno importante preso con i suoi due amici e, Draco ne era certo, avrebbe dormito per tutto il tempo saltando la cena.
Il prefetto scosse la testa e le si accostò così tanto da sfiorare appena il viso di Hermione.
Il suo respiro era lento e sapeva di miele, il suo profumo era sempre più dolce e i suoi capelli le ricadevano lungo le spalle coprendo leggermente il suo petto ansante.
Il Serpeverde osservò come le sue forme fossero morbide e come la gonna corta le lasciasse intravedere le gambe snelle e la pelle liscia e rosea.
A quella vista i suoi pensieri vennero corrotti nuovamente dal desiderio e i suoi occhi divennero scuri.
Abbandonò con fatica quelle immagini e tornò a guardare il viso della sua Grifondoro, ma soprattutto la sua bocca.
Se l’avesse baciata adesso non si sarebbe accontentato. Voleva le sue labbra tanto quanto bramava il suo cuore. (Cioè da anni)
Si allontanò da lei a malincuore, ma solo per prenderla in braccio.
Non poteva lasciarla dormire sul divano.
Draco constatò che era sorprendentemente leggera. O forse lui era diventato più forte?
Non vi diede peso e osservò la ragazza tra le sue braccia.
Avere Hermione così vicina lo faceva impazzire e le sue mani bruciavano al contatto con il tessuto che nascondeva il suo corpo.
Senza rendersene conto le alzò di poco la camicia per poterle accarezzare con il pollice la vita sottile e cominciò a camminare verso la camera della ragazza.
-Hm…-si schiarì la voce un quadro.
Il Serpeverde lo ignorò e arrivò di fronte alla porta di Hermione sulla quale apparve un viso.
-Non potete entrare in due. –ammise la porta guardandolo torva.
-Non può dormire sul divano. Entro, l’appoggio e esco. –scandì lui.
La porta lo guardò ancora male ma poi si aprì.
Draco entrò e, sempre seguito dallo sguardo attendo della porta, poggiò delicatamente Hermione sul letto.
Poi uscì proprio come aveva promesso, non appena fu fuori la porta si richiuse soddisfatta e il viso sparì.
L’attenzione di Draco fu poi catturata dalla pergamena sopra il tavolino.
-E questa? –si chiese avanzando verso il tavolo e prendendo quel pezzo di carta.
La lesse.
-Capelli biondi, casa Serpeverde, occhi grigi…ma parla di me! –ammise prima si sorridere.
-Ah…Granger…allora sono nei tuoi pensieri. –affermò divertito rimettendo la pergamena a posto.
Andò poi a cena e di corsa a letto.

Il giorno dopo Hermione si svegliò sul suo letto e la trovò una cosa strana, visto che era vestita e che fosse sicura di essersi addormentata sul divano.
Per un momento pensò che Malfoy l’avesse portata a letto ma in fretta escluse quell’ipotesi.
Mise la divisa e uscì dalla sua camera pronta per la lezione di Pozioni nello stesso momento in cui uscì Draco.
Alla sua vista il Serpeverde ebbe un lieve tuffo al cuore mentre Hermione rimase a guardarlo in modo starno.
-Perché quella faccia Granger? –le domandò vago sistemandosi la cravatta che gli stava insolitamente stretta.
-Nulla, solo che trovo strano condividere un dormitorio con un Serpeverde. Soprattutto se si tratta di te. –ammise sottolineando l’ultima parte con disprezzo.
-Dovrai farci l’abitudine. Ah e potresti evitare di addormentarti in giro? –le chiese lui con un tono di finto rimprovero.
Hermione non ci mise molto a fare due più due e, riconoscendo che la sua precedente ipotesi era esatta, si sentì in imbarazzo.
Senza dire una parola entrambi uscirono dal ritratto, fecero colazione separatamente e poi, con i propri compagni, si diressero a Pozioni.
Piton fu molto soddisfatto di vedere nuovamente Draco a lezione e tutto filò liscio, almeno per il professore e gli altri alunni.
Con tutti quegli studenti in giro Draco non si sentì più il centro delle attenzioni di Hermione come in genere accadeva quando erano da soli.
Stava infatti per staccare la testa a “qualcuno”.
Perché?
Semplice, perché Ron Weasley si era seduto accanto alla sua Hermione e il suo essere Veela era subito scattato cominciando a ribollire di gelosia.
Ogni volta che bisbigliavano, ogni volta che si sorridevano il Serpeverde avvertiva la rabbia accumularsi dentro di lui e la voglia crescente di strozzare il rosso a mani nude non era d’aiuto.
La Grifondoro non rivolse a Draco neppure uno sguardo di striscio mentre continuava a chiacchierare sommessamente con Weasley.
Questo irritò così tanto il Serpeverde che cominciò a tagliuzzare gli ingredienti che aveva sotto mano come se stesse brandendo una mannaia o un’ascia da guerra.
Ci mancava poco che lanciasse l’arnese contro il rosso.
Il professor Piton sembrò accorgersi del “lieve” cambiamento del suo studente modello e decise di tenerlo d’occhio.
Le cose cambiarono non appena Hermione si scostò di lato i capelli accaldata e lasciando esposto il collo.
Nessuno si accorse di quel gesto insignificante ma per il Draco non fu così.
Infatti come la vide con la coda dell’occhio la sua gelosia svanì all’istante e venne sostituita dal desiderio. I suoi occhi si tinsero di nero.
Se non avesse avuto Hermione sotto le sue mani in quel momento forse sarebbe esploso o impazzito.
Avvertì una gran voglia di baciare quel lembo di pelle e morderlo senza pudore facendo capire a tutti che Hermione era solo sua.
Il biondo dovette aggrapparsi al banco per evitare di correre dalla Grifondoro e saltarle addosso.
Solo qualche banco lo divideva dalla sua compagna per tutta la vita.
La lezione infine prese decisamente una brutta piega quando…
-Ehi…Hermione va bene così? –sussurrò Ron alla sua amica poggiandole una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
Avvicinò poi a se Hermione facendole vedere come stava tagliando gli ingredienti.
Malfoy smise di fare qualsiasi movimento bloccandosi e il suo respiro sembrò fare lo stesso mentre una sensazione di panico lo invase.
Voltò poi lentamente la testa verso Ron con sguardo assassino negli occhi che ritornarono scuri.
Il suo sangue bruciava e scorreva nuovamente nelle sue vene.
Provava rabbia adesso, solo rabbia.
-No, devi farli più piccoli. Così. -rispose Hermione mettendo una mano su quella del rosso e guidandola nei movimenti.
Vi fu subito un altro cambiamento in Draco e avvertì improvvisamente un tremendo colpo al cuore così acuto da farlo piegare in avanti per il dolore.
Si appoggiò al banco reggendosi a stento con una mano mentre l’altra la teneva sul cuore stringendosi il petto.
Tutti si voltarono verso di lui e Blaise, che gli era seduto vicino, si mosse svelto verso il suo amico tenendolo per le spalle.
-Oh! Draco che cos’hai? –gli chiese visibilmente preoccupato.
Il prefetto Serpeverde non riuscì a rispondere, gli mancava l’aria e il dolore che provava era atroce.
Cominciava a sudare freddo e non sapeva quanto avrebbe resistito senza crollare a terra e svenire.
Lanciò una gelida occhiata verso l’angolo dei Grifondoro e Piton intercettò quello sguardo diretto a Hermione.
Lei era preoccupata e stupita come tutti dell’improvviso malanno di Draco e per la sorpresa tolse la mano da quella di Ron.
Si sporse poi fuori dal banco assieme agli altri mettendo una notevole distanza tra lei e il rosso.
Piton si avvicinò subito a Malfoy che riprese lentamente a respirare.
-Va tutto bene Malfoy? –chiese con voce piatta ma facendo tralasciare un po’ la sua preoccupazione.
Lui annuì rimettendosi in posizione eretta grazie all’aiuto di Blaise.
-Tu, Granger. Accompagna il signor Malfoy in infermeria. –le ordinò Piton girandosi di scatto e puntandole il dito contro.
-Perché io? –chiese visibilmente sorpresa.
-Già, perché la sangue-sporco? –ammise una Serpeverde mentre il resto delle ragazze si lamentava.
Draco girò la testa con rabbia verso colei che aveva parlato.
Respirava affannosamente con la bocca per riprendere aria più in fretta, aveva ancora una mano sul petto e lo sguardo omicida di poco prima era tornato sul suo volto.
Se solo si fosse sentito meglio quella ragazza sarebbe già morta.
Nessuno doveva azzardarsi ad insultare la sua Hermione e farla soffrire. Nessuno!
Lui l’aveva fatto in passato e se ne era sempre pentito almeno in parte.
-Silenzio! –decretò il professore richiamando l’ordine.
-Andrai tu perché io sono l’insegnate qui e decido io cosa fare! È chiaro? –chiese velenosamente, e abbastanza alterato, rivolgendosi a Hermione.
-Ma- provò a dire Ron.
-Forse cinquanta punti in meno a Grifondoro serviranno a convincerla. –minacciò Piton con uno sguardo duro.
Hermione sgranò gli occhi. Cinquanta punti?!
-Hermione ti prego vai! –le sussurrò Harry sporgendosi dal proprio banco.
La Grifondoro non se lo fece ripetere due volte e si avvicinò a Draco.
Il suo profumo ebbe subito un effetto benefico sul prefetto ma lei non ne era a conoscenza.
Inizialmente fu indecisa se toccarlo o meno poi però gli mise una mano sulla spalla.
Il Serpeverde fu sollevato dal sentire quel contatto benigno, aveva proprio bisogno che la sua Hermione gli stesse vicino.
Entrambi dunque uscirono dall’aula mentre Piton sorrideva soddisfatto.
-Verme…- sussurrò Ron contro il professore.
Il sorriso compiaciuto sulla faccia di Piton sparì e l’insegnate ritornò alla sua cattedra.
-Dieci punti in meno a Grifondoro per mancanza di rispetto nei confronti di un insegnante. Ringraziate il signor Weasley per questo. –concluse.
Ron divenne paonazzo mentre tutti i Grifondoro cominciarono a inveire contro di lui.

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Capitolo 7
*** In infermeria ***


Hermione nel frattempo stava accompagnando Malfoy per i corridoi.
Era davvero insolito per lei aiutare un nemico che per giunta la derideva da anni ma stranamente non le diede fastidio.
Era davvero preoccupata anche se lui appariva insolitamente calmo.
Sembrava aspettarsi ogni singola cosa che gli era successa in quei giorni e accettarla.
Draco intanto si teneva ancora il petto e con l’altra mano si appoggiava ad ogni superficie che incontrava ma stava un po’ meglio di prima.
Avrebbe dovuto ringraziare il professor Piton che, sospettava, avesse capito chi era la sua compagna.
-Come ti senti? –gli chiese a un tratto Hermione.
-Come qualcuno che ha appena rischiato un infarto. –ammise sincero ma con il suo solito tono freddo.
Hermione sbuffò.
-Che esagerazione Malfoy, per un po’ di dolore hai sempre fatto delle tragedie. -gli ricordò lei pensando a quando era caduto dalla scopa il secondo anno e quando era stato ferito al braccio il terzo anno.
-E comunque non credo che tu possa avere avuto un infarto. –affermò lei.

-Sì, ha chiaramente avuto un lieve infarto. –concluse Madama Chips una volta conclusa la sua diagnosi.
“Lieve?!” pensò Malfoy disteso nel lettino dell’infermeria.
Sorrise comunque leggermente e fissò Hermione con uno sguardo presuntuoso da “te l’avevo detto”.
La Grifondoro lo osservò per un istante poi voltò lo sguardo stizzita per aver sbagliato.
-Quello che mi stupisce è per quale motivo tu lo abbia avuto. Sei un ragazzo giovane, ben strutturato e chiaramente in forma. –affermò l’infermiera indicandolo.
Draco si sentì lusingato da quei complimenti ma quelle cose già le sapeva.
-Non è che per caso sei affine a un cambiamento magico? –gli domandò Madama Chips non trovando altra spiegazione al suo sintomo.
Il Serpeverde tornò serio e guardò Hermione che lo osservava con la coda dell’occhio e tendeva l’orecchio ansiosa di conoscere che cosa stesse nascondendo.
-Ne potremmo parlare più tardi e in privato magari? –chiese Draco.
L’infermiera annuì e il biondo distolse lo sguardo passandosi una mano tra i capelli.
La Grifondoro si era sicuramente insospettita e, essendo intelligente, il Serpeverde ipotizzò che avrebbe scoperto presto il suo segreto.
-Comunque, per questa notte sarà meglio tenerti qui. Devo impedire le visite come al solito? –continuò a dire Madama Chips.
-Sì, non voglio che succeda come l’ultima volta. –ammise Draco sospirando.
-Problemi con le ragazze? –domandò a quel punto Hermione soddisfatta e incrociando le braccia.
-Oh altroché! Mai viste tante ragazze in infermeria per lo stesso paziente! –le rispose l’infermiera prima di andare a preparare qualche rimedio.
La Grifondoro immaginò il Serpeverde circondato da un migliaio di oche che gli domandassero continuamente come stesse e poi Madama Chips che le scacciava a suon di minacce.
Hermione credeva che Draco amasse le attenzioni che le ragazze gli dimostravano ma, da quello che aveva capito di lui, sembrava esserne infastidito in realtà.
-Non senti le voci che girano su di me Granger? –le domandò ironicamente il biondo con un sorriso stanco.
-Ah! Guarda che io non sono stupida come tutti gli altri. Non ci credo mica sai? So bene che sono tutte bugie per tenere alla larga quel branco di oche idiote. –affermò lei con voce altezzosa alzano il mento e guardando Malfoy dritto negli occhi.
Lui sorrise.
-Allora sei davvero brillante Granger. Sei l’unica che ci è arrivata. –ammise lui non aspettandosi niente di meno da lei.
L’infermiera ritornò da loro e posò lo sguardo distrattamente su Hermione.
-Tu non hai lezione mia cara? –le domandò.
La ragazza ricordatasi dell’ora sgranò gli occhi per poi filare via.
Draco si sentì subito vuoto e triste per l’improvvisa assenza della sua compagna ma lasciò stare.
Madama Chips intanto chiuse la porta dell’infermeria e si mise a sedere accanto a Draco.
-Bene, ora signor Malfoy mi racconti tutto. –lo incoraggiò.
Il Serpeverde sospirò e cominciò a parlare.
Quando ebbe terminato la donna accanto a lui si alzò in piedi portandosi una mano alla bocca.
-Oh! Povero te ragazzo. –ammise dispiaciuta allontanandosi lentamente.
-Grazie mille per l’incoraggiamento. Molto utile, davvero. –la ringraziò il biondo con ironia prima di rivolgere gli occhi al soffitto.
Dopo un’oretta circa Draco era ancora steso sul lettino.
Madama Chips gli aveva detto che non doveva necessariamente passasse lì la notte visto che il suo problema si verificava solo in circostanze speciali ma lui non si sentiva pronto a rischiare di nuovo.
Ora sicuramente l’infermiera avrebbe riferito a Silente la sua condizione e molto probabilmente lui l’avrebbe detto agli altri insegnati per non parlare poi della lettera che avrebbe spedito ai suoi genitori informandoli che aveva avuto un attacco di cuore.
I suoi pensieri furono interrotti da un bussare alle porte dell’infermeria e Madama Chips andò ad aprire.
-Questo ragazzo è caduto dalla scopa e credo che si sia rotto una caviglia. –disse una voce che doveva appartenere a Madama Hooch.
-Ci penso io. Vieni dentro figliolo su, su. –lo fece entrare l’infermiera.
Draco girò la testa in direzione del ragazzo e rimase sorpreso nel constatare che era proprio il bambino biondo del primo anno che aveva visto l’altro giorno.
Madama Chips lo fece stendere e cominciò a curarlo.
Verso l’ora di pranzo cominciarono ad arrivarono alcune visite.
Una per Draco da parte di Blaise e le altre per quel ragazzino, ma una in particolare sorprese il prefetto.
Proprio quando l’orario delle visite volgeva al termine entrò la ragazzina con cui il piccolo Serpeverde aveva bisticciato.
-Ma guarda…Non dicevi di essere bravissimo nel volo e che non eri mai caduto da una scopa? -disse la Grifondoro attirando l’attenzione del biondino.
-E tu cosa ci fai qui?! –le domandò lui sorpreso.
Draco in quel momento pensò che lo spettacolino che si prestava davanti ai suoi occhi grigi fosse davvero un ottimo mezzo di intrattenimento.
La ragazzina alzò gli occhi al cielo e si avvicinò al piccolo Serpeverde.
-Sono venuta a vedere come stavi. –rispose lei con un tono piatto ma sincero.
-Beh io non voglio che tu stia qui! Madama-
-No! Shhhh sta zitto! –gli ordinò la Grifondoro mettendogli una mano sulla bocca.
Si guardò poi intorno per vedere se qualcuno li avesse notati ma Draco voltò subito la testa di lato trovando estremamente interessante il comodino di fianco al letto.
Intanto il ragazzino si dimenò e sfuggì alla mano della sua coetanea.
-Ti fa molto male? –gli domandò la Grifondoro osservando il suo piede.
Il biondino sbuffò incrociando le braccia.
-Certo che no! Per chi mi hai preso per un piagnucolone Grifondoro? –domandò secco.
Draco espirò rumorosamente.
Ma se si era lamentato per tutto il tempo del dolore “atroce” che sentiva!
“Uff, cosa non si fa per apparire diverso agli occhi di una ragazza.” si disse il prefetto annuendo comprensivo.
-Ascolta. Solo perché tu sei in Serpeverde e io in Grifondoro non vuol dire che non possiamo essere amici. –affermò la ragazzina.
“Invece sì.” Pensò Draco.
Era quasi una legge, anzi un’evidente constatazione.
-E invece sì. –rispose il biondino convinto prima che suonasse la campana delle lezioni.
La ragazzina Grifondoro sbuffò e se ne andò mentre il Serpeverde del primo anno tirò un sospiro di sollievo.
Il prefetto sorrise amaramente.
Almeno il ragazzino aveva ricevuto la visita della ragazza per cui, lui credeva, avesse una cotta. Mentre Hermione non era mai andata a trovarlo quando lui era finito in infermeria.
E c’era stata più di un’occasione!
Ma lei non si era mai presentata. Mai!
Neanche per prendersi gioco di lui.
Era sempre corsa dietro a Potter e a Weasley invece.
Nessuno sapeva però che, al contrario di Hermione, Draco le aveva fatto visita in infermeria il secondo anno quando lei era stata pietrificata.
Il Serpeverde chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal ricordo.
Quella volta si preoccupò davvero per ciò che era successo alla Grifondoro, anche se ne sembrò divertito come gli altri Serpeverde.
Attese che l’orario delle visite terminasse e la sera stessa entrò di soppiatto nell’infermeria.
Voleva vedere Hermione perché sapeva che non avrebbe mai potuto vegliare su di lei e che forse quella sarebbe stata la sua unica occasione per dimostrarle, indirettamente, che ci teneva a lei nonostante tutto quello che le faceva o che le diceva.
Non appena la individuò distesa sul lettino si avvicinò, si sedette accanto a Hermione e le accarezzò addirittura i capelli e il viso prima di poggiare una mano sulle sue.
Le confessò inoltre che non voleva che le accadesse quello.
Era rimasto lì a guardarla forse per ore finché non aveva sentito un rumore ed era sgusciato via prima che qualcuno lo vedesse…

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Capitolo 8
*** Lezioni ***


Non appena calò il sole Draco decise di lasciare l’infermeria e andò nella Sala Grande per mettere qualcosa sotto i denti.
Le solite ochette gli chiesero come stesse ma Blaise riuscì a congedarle tutte.
Il prefetto diede una rapida occhiata al tavolo dei Grifondoro notando con enorme sollievo che Hermione stava mangiando accanto a Ginny e che nessun ragazzo la stava sfiorando.
Sì sentì più tranquillo e, una volta finita la cena, riuscì ad arrivare al suo dormitorio sano e salvo.

Il giorno seguente Hermione uscì dalla sua camera aspettandosi di trovare, nella sala comune, Malfoy in piedi e pronto per le lezioni ma non fu così.
La stanza era vuota e sicuramente il Serpeverde stava ancora dormendo visto che era ancora presto.
Ricordandosi l’ammonimento di Piton e non volendo intensificare l’umore già grigio e naturale dell’insegnate, magari rischiando qualche punizione, la Grifondoro bussò alla porta del prefetto con le migliori intenzioni.
-Malfoy svegliati. –lo chiamò prima di allontanarsi e raggiungere il proprio zaino.
-Sono già in piedi Granger. –le rispose lui dall’interno della stanza.
-Bene, perché altrimenti faresti tardi a lezione. Non che mi importi ovviamente. –ammise Hermione.
Era abituata a controllare minuziosamente la puntualità di Ron e Harry e ora stava facendo lo stesso con il Serpeverde.
Doveva avere sempre tutto sotto controllo.
Aprì dunque il suo zaino per controllare che vi fosse tutto il necessario, quando si accorse della mancanza del compito di pozioni.
Svelta frugò ancora nell’involucro ma il foglio era sparito.
Si ricordava perfettamente di averlo lasciato sul tavolino della sala comune e…
Hermione sgranò gli occhi e corse verso la porta di Draco.
-Malfoy hai preso tu la mia pergamena con il compito di Pozioni!? –gli domandò con una tonalità di voce molto alta.
-Sì, ce l’ho qui ma non entrare. –le disse.
La Grifondoro furiosa non sembrò aver recepito l’ultima parte poiché afferrò la maniglia di scatto e aprì la porta entrando nella stanza.
Subito dopo sul legno della porta magica apparve una faccia molto contraria per non essere riuscita a fermare la ragazza dall’entrare.
Hermione comunque si era immobilizzata sulla soglia, rigida come una statua.
-Ti avevo detto di non entrare Granger. –rispose il Serpeverde con un lieve tono di rimprovero e senza guardarla.
Era seduto sul bordo del letto, indossava un paio di pantaloni neri ed era chinato verso il basso per mettersi una scarpa……ma non indossava la camicia.
Draco spostò il suo sguardo su Hermione senza essere imbarazzato.
Lei invece cominciò a colorarsi non appena il biondo si mise in piedi esponendo al meglio la sua alta figura e il suo torso nudo.
Malfoy era davvero bello.
Hermione non aveva intravisto gli addominali quando era rimasto seduto ma adesso…
Tutto di lui era perfetto.
Dalle braccia un po’ muscolose alla semi-nascosta V che si intravedeva sotto i suoi addominali ma che moriva pudicamente dove iniziavano i pantaloni neri.
Risalendo nuovamente si trovava una perfetta scacchiera e un petto tonico e pulito come il resto del suo corpo.
Forse il Quidditch non era tanto male dopotutto se faceva diventare i ragazzi come Malfoy, ma allora non aveva effetto sui suoi amici.
Hermione tuttavia non credeva che il Quidditch migliorasse l’aspetto fisico, insomma bisognava solo volare su una scopa e non corre e saltare.
Harry e Ron, soprattutto lui, comunque avevano molto da invidiare a Draco.
I suoi abiti scuri richiamavano il colore de suoi impressionanti occhi grigi e mettevano in risalto la sua pelle pallida e diafana, ma contrastavano e accentuavano allo stesso tempo i suoi capelli chiari e biondo platino.
Ora capiva perché tutte le ragazze impazzissero per lui.
-Ehi tu ragazza, devi uscire da questa stanza. Non potevi entrare. –ammise la porta ridestando Hermione che abbandonò i suoi pensieri e arrossì ancora di più.
Intanto Malfoy stava combattendo, come al solito, con la consueta voglia della Veela dentro di lui.
Hermione era imbarazzata, il Serpeverde quasi poteva sentire i battiti frenetici del cuore della ragazza, vedeva il rossore che le era spuntato sulle guance e sapeva che gli piaceva il suo corpo.
Dunque Draco faceva ancora più fatica a controllarsi.
La Grifondoro biascicò uno: “scusi” alla porta e stava appunto per uscire vergognandosi per la figuraccia che aveva fatto davanti a Malfoy quando quest’ultimo la richiamò.
-Granger. –le disse.
Lei si girò lentamente notando che il Serpeverde aveva preso una camicia bianca e che se la stava abbottonando.
-La pergamena. È lì sopra la scrivania. –decretò guardando Hermione senza scherno o malizia.
Lei osservò l’oggetto incriminante e lo afferrò uscendo subito da quella stanza.
Non voleva neanche sapere il motivo per cui Malfoy le avesse preso la pergamena.
Quando finalmente la porta si richiuse da sola Draco poté lasciare che un sorriso a metà tra il dolce e il malizioso comparisse sul suo viso e continuò a vestirsi.

-Allora Hermione, hai scoperto se il furetto è…sì insomma tu lo sai no? –le chiese Ron nella Sala Grande.
Stranamente non avendo niente infilato in bocca.
Quando non ottenne nessuna risposta il Grifondoro tentò nuovamente di attirare l’attenzione della sua amica.
-Hermione? Sei tra di noi? –le domandò.
-Cosa? Scusami Ron, non ti stavo ascoltando. –affermò dispiaciuta Hermione.
-L’ho notato. Avevi la testa fra le nuvole. –ammise il rosso cominciando a riempirsi il piatto con quello che doveva essere la sua colazione.
-Perdonami. –si scusò lei.
-Ti ha chiesto di Malfoy. Hai scoperto se ha…il Marchio Nero…? -le ripeté Harry abbassando di molto la voce.
-Oh…Ahm…- Hermione ci pensò per un momento e la visione di Malfoy di quella mattina riaffiorò nella sua mente.
Il suo viso si colorò nuovamente mentre tentava di ricordare se sul braccio sinistro vi fosse qualche simbolo scuro.
-...No. –rispose agitando la mano per togliersi quell’immagine dalla testa.
-Sei sicura che Malfoy non-
-No! Malfoy non ha…-
“Niente su quel corpo perfetto.” Stava quasi per dire evidentemente ancora scossa per aver visto il suo nemico nello stato di prima.
-…non ha…il Marchio Nero...Ne sono sicura. –concluse.
Poi, preso qualcosa dal tavolo, decise di non tornare più sull’argomento e di dimenticare ciò che aveva visto. Ma lo spettacolo di prima non poteva essere ignorato così facilmente.

La prima ora di quel giorno era occupata da Cura delle Creature Magiche ma Hagrid non poté esserci e venne sostituito.
Come se non bastasse la pioggia incessante obbligò tutti a restare in classe a esercitarsi sulla teoria invece di andare fuori a fare pratica.
La lezione andò piuttosto bene se non fosse che la professoressa Gruppy-Plank continuava a rivolgere a Draco uno sguardo molto preoccupato e, a volte. questo si posava su Ron come per cercare un qualsiasi motivo per allontanarlo da Hermione che sedeva lì di fianco.
Il Serpeverde sapeva che la preoccupazione dell’insegnate derivava dal fatto che Silente aveva parlato a tutti gli insegnati della sua situazione, ma trovava la reazione del docente un po’ eccessiva.
La professoressa pose poi una domanda a Ron e lui fece scena muta così, con la scusante che il rosso non si concentrava abbastanza, la Gruppy-Plank lo fece cambiare di posto con Draco.
Tutta la classe rimase muta aspettandosi chissà cosa mentre il Grifondoro imprecava nella sua testa e raccoglieva le sue cose.
Il prefetto Serpeverde invece prese i suoi libri senza dire una parola e senza sorridere.
Il suo sguardo era serio e incurante ma in realtà Draco era molto teso.
Non appena si sedette accanto a Hermione, alla quale sembrava non importare della situazione, sentì un bel calore invadergli l’anima e sospirò sollevato.
Si voltò poi verso la sua compagna e i loro sguardi si incrociarono per un attimo.
La Grifondoro girò la testa verso destra osservando qualcosa e il Serpeverde poggiò il viso sul palmo della mano tornando a seguire la lezione.
Hermione gli rivolse un sguardo di striscio con la coda dell’occhio e poi anche lei riprese a guardare l’insegnante che spiegava.
Quando la lezione di Cura delle Creature Magiche volse al termine Draco andò alle sue classi e Hermione alle proprie, si videro di sfuggita all’ora di pranzo e finalmente arrivarono le ultime due ore di Pozioni.
Non appena Draco mise un piede nell’aula il ricordo della scorsa lezione lo fece tremare leggermente.
La stanza si riempì in fretta e Piton iniziò subito a spiegare tenendo sempre gli occhi fissi su Ron Weasley.
Quando ebbe terminato ordinò a tutti di prendere i propri calderoni e di preparare la pozione che scrisse alla lavagna.
Hermione tirò subito fuori il suo libro e cominciò a lavorare.
Ron tentò di copiare i suoi movimenti e di chiederle qualcosa ma la voce di Piton lo congelò sul posto.
-Signor Weasley. So bene che lei non è per niente idoneo allo studio della mia materia e al delicato compito di produrre pozioni di elementare preparazione, tuttavia non sono avvezzo a premiare chi copia. –Ammise Severus con un sorriso che aveva poco o niente di festoso.
Ron osservò l’insegnate sudando freddo per essere stato colto in fragrante ma lui non lo osservava, anzi inviò uno sguardo d’intesa a Draco.
-Il signor Malfoy prenderà il suo posto, così vedremo cosa è in grado di fare da solo. –decretò Piton.
Per la seconda volta quel giorno la classe rimase sorpresa ma soprattutto il trio d’oro e il prefetto Serpeverde.
-È la seconda volta di fila oggi miseriaccia! –affermò Ron spostandosi nuovamente.
-E questa sistemazione rimarrà tale, mi sono spiegato? –il rosso sgranò gli occhi e aprì la bocca ma non ne uscì neanche un suono.
-Bene. –disse infine Piton soddisfatto.

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Capitolo 9
*** Amortentia ***


Hermione tentò di non badare a Draco mentre si sistemava ma cominciava a pensare che i professori stessero architettando qualcosa.
C’erano troppe coincidenze.
Malfoy intanto cercò nel suo zaino il libro di Pozioni ma stranamente non lo trovò.
Era sicuro di averlo preso l’ultima volta, ma poi aveva avuto l’attacco di cuore e il libro doveva essere rimasto nell’aula e…
Fu subito colto da un’illuminazione. Piton.
-Qualcosa non va signor Malfoy? –gli domandò Severus come se non sapesse.
Il Serpeverde non capì dove volesse arrivare con i suoi sotterfugi ma qualunque piega stesse prendendo quella situazione cominciava a piacergli.
-Non riesco a trovare il mio libro di Pozioni. –ammise tentando di non sorridere.
Alcune ragazze cominciarono a offrirsi di prestargli il proprio ma il professore sgretolò i loro sogni.
-Non vedo il problema. Vorrà dire che la signorina Granger condividerà il suo libro. Non è vero? –Hermione a quelle parole alzò lo sguardo stupefatta.
Poi stizzita e agitata spostò il libro di Pozioni alla sua sinistra ponendolo in mezzo a lei e a Malfoy.
-Grazie Granger…-le sussurrò divertito.
-Sta zitto Malfoy…-gli rispose la Grifondoro credendo che lui avesse fatto finta di dimenticare il libro apposta per darle fastidio.
Se solo avesse guardato nella direzione di Piton e l’avesse visto sorridere in quel modo si sarebbe accorta che era ben lontana dall’immaginare la verità, e altrettanto, il motivo delle azioni dell’insegnate.
Grazie a quel piccolo stratagemma Draco e Hermione era spesso vicini e chianti entrambi sul libro, controllavano le pozioni e si sfioravano involontariamente le dita quando dovevano voltare pagina contemporaneamente.
Il Serpeverde non poteva che essere felice nel sentire la pelle della sua compagna, anche se per un secondo, contro la propria o il suo profumo di rose e miele.
Era pura estasi per lui.
Riusciva anche ad osservarla contro la luce del sole e vedeva i suoi capelli bruni scivolare in un’infinità di sfumature.
La Grifondoro invece si sentiva stranamente impacciata e in imbarazzo.
Malfoy era un suo nemico e, a parte lo schiaffo del terzo anno, lei non lo aveva mai toccato o avuto così vicino.
Il biondo mescolava e aggiungeva gli ingredienti nel calderone con una delicatezza che mai Hermione aveva notato prima.
Con molta cautela alzò lo sguardo sul viso del Serpeverde e come lui la notò le rivolse un breve sorriso vero.
Il suo cuore saltò un battito.
Non lo aveva mai visto sorridere in quel modo così genuino.
Entrambi si osservarono ancora un po’ prima di interrompere quel contatto.
Draco poteva vagamente sentire le emozioni della sua compagna che ora era soprappensiero e confusa.
Il Serpeverde immaginava che fosse proprio lui il soggetto dei pensieri di Hermione e che, forse, finalmente avesse messo un po’ di se nel suo cuore.
La lezione fu più lenta del solito quel giorno e più dolorosa per Ron visto che, senza l’aiuto di Hermione, aveva completamente rovinato la sua pozione.
Ma era davvero così negato per quella materia?
O forse non si era accorto che i Serpeverde intorno a lui facevano di tutto per distrarlo e infilare clandestinamente qualsiasi cosa nella sua miscela…
L’ora successiva Piton fece comparire un calderone su un tavolo vuoto e in bella mostra attirando l’attenzione di tutti.
Hermione osservò attentamente il colore del composto era luminoso come la madreperla e il fumo che si sprigionava dal calderone era a forma di spirale.
La Grifondoro ipotizzò che si trattasse di…
-Amortentia. –disse riflettendo ad alta voce.
Draco che le era di fianco la guardò di sottecchi per un momento poi osservò anche lui il calderone.
Il Serpeverde era molto bravo in Pozioni e ovviamente aveva già sentito parlare di quell’intruglio.
Forse poteva…No!
-Come signorina Granger? –le domandò Piton.
Hermione sentì gli occhi di tutti puntati su di lei, ma ci era abituata quindi si schiarì la voce e ripeté.
-La…la pozione nel calderone è ...è Amortentia giusto? –disse un po’ incerta.
-Sì, è esatto. –rispose come sempre rivoltante all’idea che lei lo oscurasse.
-Ovviamente ne avrà già sentito parlare. Sarebbe così gentile da illuminare anche i suoi compagni? –chiese il professore.
Hermione non aspettava altro.
-L’Amortentia è il filtro d’amore più potente al mondo ed è in grado di causare una forte infatuazione o ossessione per una persona e per questo ne è vietata la produzione. –ammise mentre cominciarono a levarsi bisbigli da ogni angolo della classe.
-Inoltre l’Amortentia ha un odore diverso per ogni persona, secondo i profumi che ci attraggono di più. –concluse.
-Dimostrazione. –ordinò Piton muovendo la testa in direzione del calderone.
Hermione si diresse titubante verso il tavolo e si posizionò in modo che gli studenti la potessero vedere in viso.
Sì chinò sull’intruglio quel poco che bastava per sentirne l’odore.
-Io sento…erba tagliata…-cominciò a dire.
Il suo sguardo guizzò per un attimo a Ron, poi però osservò Malfoy che sembrava pendere dalle sue labbra.
La Grifondoro tornò a fissare un punto indefinito della stanza e continuò.
-…pergamena nu…- si bloccò, gli aromi stavano cambiando.
-Qualche problema signorina Granger? –chiese Severus.
-Ahm…gli…gli odori sono cambiati. –ammise suscitando un altro mormorio sommesso.
-Sì, può capitare se i sentimenti cambiano. Ci dica cosa sente e torni al suo posto. –decretò Piton.
Hermione annuì e tornò ad annusare.
-Profuma di…pioggia e umidità…mela verde…-
Gli occhi di Malfoy si allargarono leggermente e sospettosamente.
La Grifondoro lo osservò per breve istante.
-…e…menta. –concluse abbassando lo sguardo e tornando a passo spedito verso il proprio posto.
Era visibilmente agitata e preoccupata.

Finalmente suonò la campana e tutti gli studenti si affrettarono ad uscire dall’aula.
Draco stava per seguire Hermione e gli altri, ma soprattutto la sua Grifondoro, quando Piton lo fermò.
-Malfoy, aspetta un attimo…- gli ordinò.
Il Serpeverde fece marcia indietro a malincuore.
-Sì professore? –domandò.
L’insegnate non rispose ma sorrise e tirò fuori dal suo cassetto il libro di Pozioni di Draco.
-Credo che questo sia tuo. –gli disse in tono complice porgendoglielo.
Il prefetto sorrise, prese l’oggetto e lo rimise nello zaino.
-Noto con piacere che la lezione non è stata disastrosa oggi. –ammise il professore cominciando a controllare i pezzi di pergamena ricevuti.
Storse visibilmente il naso quando lesse i compiti di Weasley e Potter.
-Già. Non sono saltato addosso alla Granger…strano. –rifletté con sarcasmo.
-Non è strano. Devi essere sempre in contatto con la tua compagna, anche se per poco tempo. Più ti trovi lontano da lei più intenso sarà il desiderio di…starle vicino quando siete da soli. –ammise Piton schiarendosi un po’ la voce e sottolineando la parte finale.
-Beh…comunque grazie professore. –lo ringraziò Draco avviandosi verso la porta.
-È stato un piacere. –gli rispose Severus sempre con lo sguardo fisso sulle pergamene e con voce noncurante prima di cominciare a scarabocchiare con irritazione i compiti sbagliati.

Hermione si trovava nella Sala Grande per fare uno spuntino prima di cena. Finalmente anche quell’impegnativa giornata era arrivata al termine.
La lezione di pozione era stata alquanto strana soprattutto perché la sua Amortentia profumava di Malfoy…
-Oh! Signorina Granger. –la chiamò una voce dietro di lei irrompendo i suoi confusi pensieri.
La Grifondoro si voltò e si trovò faccia a faccia con la professoressa Minerva.
-Professoressa. –la salutò.
-Stavo cercando proprio lei. Bene, bene. –disse srotolando un pezzo molto lungo di pergamena.
-Questa sera toccherà a te e al signor Malfoy controllare i corridoi. Ti pregherei di riferire il messaggio anche a lui. –la informò prima di andarsene.
-Grandioso! Vuoi che veniamo con te? –Chiese Ron.
-No. Vi mettereste solo nei guai, vado a cercare Malfoy. Ci vediamo a l’ora di cena. –affermò la Grifondoro alzandosi e dirigendosi fuori dalla sala.
Dove poteva essere ora quel Serpeverde?
Non tardò molto a scoprirlo, anche se fu sorpresa di trovarlo da solo.
Malfoy era seduto sul muricciolo di uno degli archi in cortile poggiato con la schiena alla parete.
Una gamba era tirata leggermente al petto e l’altra ciondolava sfiorando la pavimentazione esterna.
Aveva una mano posata sul piano ruvido del muricciolo mentre l’altra era al mento.
Il suo sguardo sembrava assente e conferiva a Draco un aspetto davvero solitario e…davvero irresistibile.
Hermione si avvicinò a lui.
-Ehi Malfoy, la professoressa Minerva mi ha chiesto di dirti che questa sera faremo il turno delle ispezioni insieme. –lo informò.
-D’accordo. –rispose senza batter ciglio o voltarsi a guardarla.
Draco voleva sorridere ma un pensiero, qualunque fosse, gli impediva di farlo.
Hermione non poté fare a meno di notare quanto il Serpeverde era diverso quest’anno.
Prima era irritante, invadente, viziato, egocentrico e capriccioso ma adesso sembrava solo.
La sua bellezza tuttavia andava a braccetto con l’aria tetra e misteriosa che ora lo avvolgeva.
Poteva apparire come un principe azzurro ricco e biondo ma ciò che lo differenziava dall’esserlo, a parte il suo carattere che di principesco aveva poco, erano i suoi occhi.
A Hermione ricordavano il cielo nuvoloso prima della pioggia.
No. Draco Malfoy non era il principe azzurro ma un principe delle tenebre.
I suoi occhi non riflettevano un’anima piena di luce e di bontà, che comunemente viene attribuita a chi ha gli occhi chiari, ma riflettevano un’anima sola, piena di dubbi, preoccupazioni e di tristezza.

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Capitolo 10
*** Decisione ***


-Che cosa stai guardando? –chiese Hermione al Serpeverde.
Draco era fisso con lo sguardo ormai da un po’ e la Grifondoro tentò di intercettare a chi fosse rivolto.
Due ragazzini del primo anno stavano litigando e le ricordavano tremendamente lei e Malfoy.
Il piccolo Serpeverde diede una spinta alla ragazzina, lei venne spostata di qualche centimetro e nel mentre le caddero due volumi che aveva tra le braccia.
Con sorpresa di Hermione il biondino li raccolse e li porse alla Grifondoro.
Il ragazzino cominciò poi ad allontanarsi quando la bambina scattò verso di lui e gli afferrò la manica della divisa.
Il Serpeverde del primo anno si voltò, lei gli riferì qualcosa, lo lasciò e si misero a camminare insieme fianco a fianco.
-Serpeverde e Grifondoro che vanno d’accordo…ma pensa. –commentò Hermione con un sorriso.
-Non è una cosa possibile. –affermò Malfoy senza guardarla.
-Certo è possibile, perché no? –gli chiese lei.
Draco continuò ad osservare i due ragazzini finché non scomparvero dalla sua visuale.
-Serpeverde e Grifondoro non vanno d’accordo per principio Granger. Non ne siamo noi una prova sufficiente? –disse ironico rivolgendole uno sguardo di chi la sapeva lunga.
Hermione per rispondergli quando notò una figura alta e sottile incamminarsi verso l’entrata della scuola. -Malfoy…quella lì non è tua madre? –gli domandò non appena riconobbe la donna bionda di straordinaria bellezza.
Narcissa Malfoy indossava un lungo abito verde smeraldo accompagnato da gioielli in argento, i suoi capelli biondi con una spruzzata di nero in cima erano racconti dietro la nuca e le sue labbra erano contornate da un rossetto rosso.
Camminava a passo lento ma deciso e aggraziato con il mento alzato e lo sguardo altezzoso e fiero.
Hermione aveva sempre pensato che la signora Malfoy avesse davvero classe ed era sicuramente una donna molto invidiata, sotto tutti i punti di vista.
Draco osservò sua madre e subito si alzò in piedi andando ad accoglierla come il figlio premuroso che era.
-Madre! –la chiamò leggermente stupito.
Lei abbandonò l’atteggiamento regale che aveva assunto e corse ad abbracciarlo.
-Oh Draco! Tesoro mio eravamo così preoccupati quando abbiamo ricevuto la lettera di Severus. –ammise soffocandolo in un tenero abbraccio.
Il Serpeverde ispirò a fondo il suo dolce e costosissimo profumo.
Doveva ammettere che, nonostante fosse cresciuto, gli mancavano le attenzioni e le carezze di sua madre.
Anche suo padre gli voleva molto bene solo che i suoi gesti affettivi, tipicamente gli abbracci che erano via via diventati pacche da uomini sulle spalle, erano sempre stati un po’ sostenuti.
Lucius non desiderava altro che il meglio per suo figlio e questo già la diceva lunga sull’enorme quantità di affetto che provava per lui.
-Stai bene? –gli domandò sua madre sciogliendo l’abbraccio.
Posò dunque una mano sulla sua guancia e l’altra sulla sua spalla.
-Sto bene. –rispose lui annuendo.
Sua madre sospirò sollevata e si rilassò abbassando le spalle. Poi tolse le mani da suo figlio.
-Papà non è venuto vero? –ipotizzò Draco.
Narcissa gli sorrise in modo rassicurante.
-Tuo padre era davvero preoccupato ma credo che gli ci vorrà ancora un po’ di tempo per accettare la cosa. –lo informò alludendo alla storia della sua compagna sangue-sporco.
Un senso di colpa invase il Serpeverde.
-Ci sarebbe un altro modo. –ammise guardando negli occhi sua madre.
Un guizzo di paura attraversò le iridi della donna.
-No…non sei serio vero? Draco non osare neanche a pensarlo. –cercò di rimproveralo.
-Madre, io preferirei morire piuttosto che deludervi. -ammise sincero e drammatico.
-Draco, ascoltami tesoro. Io e tuo padre ti amiamo moltissimo, tu sei il nostro unico figlio e il nostro orgoglio. Non potremmo mai vivere se ti accadesse qualcosa. –gli ricordò Narcissa con gli occhi lucidi.
-Ti prego, fai almeno un tentativo. Fallo per me. –disse in tono supplichevole.
Il Serpeverde non poté dire di no a quel tono mieloso e a quegli occhi pieni di amore.
Annuì, l’avrebbe fatto per lei.
Ci avrebbe provato per colei che gli aveva dato la vita.
Una vita per la quale non avrebbe mai potuto ringraziarla abbastanza.
Avrebbe convinto Hermione ad amarlo perché o lei l’amava o lui sarebbe morto. Questa era la verità.
Draco però non intendeva assolutamente dirle che era in parte Veela Hermione sarebbe stata costretta ad amarlo e forzarla avrebbe voluto dire farsi odiare da lei ancora di più.
Narcissa emise un lungo respiro, era riuscita a scongiurare il peggio.
Osservò poi la Grifondoro che ancora non si era mossa da quando lei e suo figlio avevano cominciato a parlare.
Era rimasta infatti seminascosta dietro una colonna.
-Come va con LEI piuttosto. –gli chiese mettendo enfasi su quel “lei” e lanciando uno sguardo dietro al figlio.
Draco capì subito che si riferiva a Hermione.
-Male direi. Dobbiamo ancora passare da nemici a civili. –affermò ironicamente.
Sua madre sorrise dolcemente. Lo sguardo triste di prima era scomparso e i suoi occhi erano nuovamente pieni di luce.
-Riuscirai a conquistarla. Hai preso tutto da tuo padre, assomigli molto a com’era lui quando ci siamo conosciuti. –gli svelò sua madre con tono carezzevole e genuino.
Draco sorrise.
Prima che la signora Malfoy se ne andasse scoccò un bacio sulla fronte di suoi figlio, gli diede un altro abbraccio e gli fece un ultima carezza.

Arrivò l’ora di cena.
Hermione era seduta come sempre al tavolo dei grifoni ma il suo sguardo volò al tavolo dei Serpeverde in cerca di quella testa bionda che spiccava tra le altre.
La Grifondoro non poteva smettere di pensare a quanto Malfoy fosse stato affettuoso con sua madre.
Lo trovò intento a puntellare con la forchetta il pollo arrosto nel suo piatto apparentemente annoiato.
Con una mano teneva la postata e con l’altra reggeva il suo viso poggiando le lunghe e pallide dita sulla sua guancia altrettanto chiara.
Normalmente Hermione non si curava di quello che diceva o faceva Malfoy ma in quel momento non riusciva proprio a staccare gli occhi dal biondo.
Draco si sentì improvvisamente addosso lo sguardo attratto di Hermione e le sue labbra si incurvarono leggermente ai lati della bocca.
Alzò la testa e la guardò attentamente.
Quella sera sarebbero stati solo loro due, soli nei bui corridoi della scuola…sarebbe potuto accadere di tutto…

Quell’espressione…Hermione l’aveva già vista.
Malfoy le stava dando lo stesso sguardo profondo, ammaliante e stranamente ipnotico che le aveva rivolto in biblioteca. E a lei non piaceva.
Con un po’ di sforzo e di buona volontà Hermione non indugiò più sul Serpeverde per tutto il resto della serata.

Una volta che ebbe finito di mangiare Draco si alzò e uscì dalla Sala Grande, ma come ebbe varcato la soglia Piton gli si fece incontro.
-Buona sera Malfoy. -disse altezzosamente.
-Sera professore. –rispose lui.
Tentò di passare ma Severus lo fermò con una mano.
-Non così in fretta…- cominciò a dire per poi abbassare la voce.
-cos’hai intenzione di fare con…la signorina Granger? ...-chiese.
Draco lo osservò per un momento poi rispose.
-Farò un tentativo. –ammise.
Piton ritirò la mano raddrizzandosi.
-Allora dovrai corteggiarla …- affermò.
-E come dovrei fare esattamente? –gli domandò con scetticismo il biondo.
Severus sorrise beffardo.
-Se posso permettermi Malfoy, armi di seduzione mi pare di capire che ne hai a sufficienza. Ti consiglierei di fruttarle. –rispose prima di dileguandosi.
Draco sorrise ampiamente divertito e riprese a camminare.

Passata l’ora del coprifuoco sia Draco che Hermione uscirono dal loro dormitorio e cominciarono i loro giri.
Nei paraggi non c’era anima viva e non si avvertiva alcun rumore o così pareva.
I prefetti scesero le scalinate tenendo le bacchette ben in alto per poter illuminare meglio il loro percorso.
Hermione era inquieta e non sapeva il perché, Malfoy avvertì la sua tensione.
Svoltarono un angolo stando sempre rigorosamente in silenzio per cogliere di sorpresa i trasgressori di quella notte.
Dopo una decina di minuti buoni entrambi avvertirono un rumore provenire da un’aula vuota.
Hermione si fermò di colpo.
Portò la mano libera dietro di lei poggiandola inevitabilmente sulla camicia di Draco per arrestarne i passi.
Lui ne rimase spiazzato. Avrebbe tanto voluto stringere quella mano morbida e calda tra le sue invece continuava a guardarla con il fiato mozzato.
-C’è qualcuno…- bisbigliò la Grifondoro più a se stessa che al Serpeverde.
-Andiamo. –lo incitò Hermione poco dopo eliminando il contatto con la stoffa della camicia di Draco.
La Grifondoro aprì la porta dell’aula ed entrò seguita da Malfoy.

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Capitolo 11
*** Nei corridoi… ***


Beccarono solo due coppiette prima di arrivare alla torre di Astronomia.
Da lì si poteva ammirare un panorama notturno stupendo e la pioggia che batteva ormai da ore rendeva l’aria fresca e l’atmosfera più rilassante.
La torre era vuota quindi entrambi i Prefetti potevano ritornare al loro dormitorio.
Hermione ispirò a fondo il profumo di umidità prima di voltarsi verso Malfoy ma lui non era accanto a lei.
Draco infatti si era avvicinato ad uno degli archi ed ora era appoggiato alla balaustra di ferro.
Alcune gocce di pioggia gli bagnarono appena le dita ma lui sembrava incurante.
Osservava semplicemente il paesaggio.
La Grifondoro notò come la luce della luna illuminasse quel volto pallido e come accendesse i riflessi di quegli occhi grigi.
Enigmatico.
Ecco l’aggettivo che lo descriveva al meglio.
-Andiamo. –disse lei rompendo il silenzio.
Draco abbassò le palpebre, ispirò affondo l’aria umida e penetrante poi riaprì gli occhi.
Sì voltò e seguì Hermione.
Mentre discendevano le scale, forse per la stanchezza o per la poca visibilità, la Grifondoro inciampò proprio nell’ultimo scalino.
Ma prima che potesse cadere il Serpeverde dietro di lei le afferrò il braccio.
Hermione venne tirata indietro e si ritrovò davvero troppo vicina a lui.
-Quanto sei impacciata Granger. Cadere dev’essere proprio un vizio eh? –le disse allusivo ricordandole la prima volta che si erano incontrati quell’anno sul treno.
Lei non rispose ma lo guardò torva.
Malfoy non l’aveva mai sfiorata e mai Hermione pensava che l’avrebbe fatto, neanche sotto tortura!
Invece l’aveva presa già due volte impedendole di farsi del male mentre avrebbe potuto semplicemente lasciarla cadere e riderci sopra.
In effetti…da quanto tempo era che il principe delle serpi non rideva anche solo per schernire qualcuno?
Hermione osservò la mano del Serpeverde ancora ancorata al suo braccio poi alzò lo sguardo sul viso di Malfoy.
Quegli occhi grigi e limpidi si oscurarono pericolosamente in fretta.
La Grifondoro a quella vista strattonò subito il suo braccio riuscendo a liberarsi mentre il suo respirò cominciò ad accorciarsi.
Quello sguardo non le piaceva e un po’ la spaventava anche.
Hermione svelta si voltò allontanandosi dalle scale e da Draco ma proprio quando stava per girare l’angolo fu improvvisamente, e bruscamente, tirata indietro.
La bacchetta le scivolò di mano e la sua schiena venne immediatamente a contatto con il muro dietro di lei mentre le mani di Malfoy le strinsero, con una presa ferrea, le spalle impedendole di scappare.
La serpe stringeva ancora in mano la sua bacchetta illuminando i volti di entrambi i prefetti.
La Grifondoro lo guardò subito in viso scoprendo che lo sguardo del Serpeverde era deciso e intimidatorio.
Draco percepì la paura della sua coraggiosa compagna ma in quel momento la sua mente era come annebbiata e il suo istinto stava prevalendo sulla ragione.
Hermione invece, per una volta in vita sua, non sapeva cosa dire.
Il ragazzo che più odiava era lì in piedi di fronte a lei, la teneva contro il muro e la guardava fisso. La Grifondoro poté constatare benissimo che Malfoy la sovrastava di almeno dieci centimetri buoni in altezza e questo la fece sentire indifesa davanti a quella serpe dalla lingua più tagliente della sua.
-Hermione…- la chiamò con tono calmo solleticandole appena il viso con il proprio respiro.
Sapeva di mela verde anche se Draco profumava terribilmente di menta.
Hermione sentì un brivido attraversarle la schiena e uno starno formicolio muoversi alla bocca del suo stomaco.
Non aveva mai provato niente di simile e peggio ancora mai qualcosa per Malfoy.
Tutto solo per una parola. Il suo nome.
Lui l’aveva chiamata Hermione, non era possibile!
Draco per lei era sempre stato “Malfoy” e lei per lui…era…beh…tante altre cose tra cui “Granger”.
Ora che ci rifletteva però il Serpeverde non l’aveva ancora mai chiamata Sangue-sporco.
Questa realizzazione la fece sussultare e tornare alla realtà ma forse sarebbe stato meglio se non l’avesse fatto.
Draco lentamente si chinò sul suo collo e ispirò il profumo della sua preziosa Hermione.
Il cuore della Grifondoro smise di battere per un secondo e il suo respiro si fermò.
“Svegliati Hermione è Malfoy! Reagisci!” si disse.
Dov’era finito il coraggio che l’aveva sempre spinta a fronteggiarlo?
Il Serpeverde intanto era davvero tentato da Hermione e non voleva solo annusarla ma desiderava intensamente affondare labbra e denti nella sua pelle odorosa e morbida.
Cosa stava diventando? Un vampiro? No, ma le Veela facevano così per marchiare il loro compagno.
Guidato da chissà quale incantesimo scostò i folti capelli bruni di Hermione sfiorandole la pelle con le lunghe dita pallide e poggiò le labbra sul suo collo flessuoso baciandolo appena.
La Grifondoro rimase sotto shock e finalmente ritornò lucida svegliandosi completamente da quel…dolce torpore.
Con forza, disprezzo e imbarazzo mise le mani sul petto del ragazzo e lo spinse via.
-Malfoy smettila! –decretò.
Anche se il biondo non si spostò di molto afferrò al volo il messaggio di Hermione, la quale prese le distanze da lui.
Draco la guardò in faccia leggermente irritato dall’interruzione di quel meraviglioso contatto.
-Non so a che gioco stai giocando ma non provarci di nuovo! –lo intimò non del tutto sicura.
Il Serpeverde si era aspettato un comportamento del genere.
Forse poteva accennarle qualcosa sul perché aveva fatto ciò che aveva fatto, solo per chiarirsi.
-Senti Granger…-tentò di cominciare un discorso ma lei riprese in fretta la bacchetta da terra e gliela puntò contro non appena fece un passo.
Draco si fermò e avvertì i sentimenti di Hermione. Era arrabbiata, sorpresa e sospettosa ma forse una piccola parte di lei aveva gradito quelle nuove sensazione che solo lui finora era riuscito a farle provare.
-No, tu ascolta me Malfoy! Qualunque sia il tuo piano sappi che io non mi farò ingannare da te, chiaro?!. –concluse Hermione.
Lo conosceva fin troppo bene. Aveva in mente qualcosa, se lo sentiva.
Il Serpeverde sapeva che sarebbe potuto accedere.
Se si avvicinava a lei con calma non sarebbe andato lontano e se invece andava direttamente al sodo non faceva altro che allontanarla.
Fece infine un cenno con la testa.
Hermione si accertò che lui non la seguisse e poi si diresse velocemente verso il loro dormitorio.
Draco si passò una mano tra i capelli frustrato poi senza rendersene conto diede un pugno al muro sul quale, incredibilmente, comparve una bozza rotonda.
Il biondo non avvertì nessun dolore alla mano perché ciò che provava la sua Veela interiore era decisamente peggiore.
Scivolò poi lungo la parete affranto, spense la bacchetta e rivolse il voltò verso l’oscurità.

Hermione intanto era arrivata al dormitorio, si era infilata il pigiama e si era stesa sul letto osservando il soffitto.
I suoi pensieri erano tutti occupati da Malfoy e dal suo seducente, strano, e sospettoso comportamento nei suoi confronti.
Il suo respiro sul collo…
Hermione si portò una mano alla gola scendendo verso il luogo in cui Draco l’aveva sfiorata.
E quel bacio…
La Grifondoro rabbrividì ripensando alle labbra fredde del Serpeverde.
Arrossì e si rigirò infastidita affondando il viso nel suo cuscino.
“Maledetto furetto!” pensò.
Sarebbe stato impossibile per lei concentrarsi su altro.
Attese qualche minuto poi estrasse la testa dal morbido cuscino.
Cosa stava macchinando quella serpe?

Per il resto della settimana non accadde nulla di insolito almeno fino al 19 settembre.
Hermione si alzò con un vistoso sorriso sulle labbra quel sabato mattina.
Si vestì e uscì in fretta dalla sua stanza, passò per la sala comune e scattò verso il quadro scomparendo dietro di esso.
Era così felice che non si accorse nemmeno della presenza di Draco nella sala comune.
Lui sapeva perfettamente che giorno speciale fosse per la sua amata Hermione, se l’era appuntato bene nella mente fin dal primo anno.
Il Serpeverde sorrise, forse avrebbe dovuto farle un regalo.

Intanto nella Sala Grande…
-Buon giorno! –esclamò allegramente la Grifondoro da dietro le spalle dei suoi amici prima di sedersi.
-Che ci trovi di buono? –le chiese un assonato Ron.
-Ciao Hermione. –le rispose Harry prima di sbadigliare.
-Che brutta cera che avete ragazzi. –affermò Hermione.
-Lo credo bene visto che ieri sera sono rimasti alzati fino a tardi. –intervenne Ginny appena arrivata.
Si avvicinò ad Hermione e le sussurrò un “auguri” all’orecchio che fu ricambiato da un grazie altrettanto flebile.
-Beh che cosa avete fatto ieri sera per ridurvi così? No, non ditemi che avete aspettato di nuovo fino all’ultimo momento per fare i compiti! –li rimproverò.
-Non è colpa nostra questa volta. È colpa di quel viscido tiranno di Piton! Non ti ricordi? Ieri ci ha assegnato due rotoli e mezzo di pergamena per-
-E allora? Che problema c’è? Avreste sempre potuto fare i compiti domani. –lo interruppe Hermione.
-Veramente domani volevamo andare ad Hogsmeade. –le ricordò Harry.
-Beh potevate farli oggi. A proposito, non c’è niente che voi due volete dirmi? –domandò speranzosa.
-Ah sì, io e Ron saremo impegnati tutto il giorno con gli allenamenti di Quidditch. –affermò Harry.
-Già. –concordò Ron bevendo in fretta il suo succo.
I due Grifondoro si alzarono contemporaneamente dal tavolo.
-Oh, va bene…allora buon allenamento. –augurò ai suoi due migliori amici mentre il suo sorrise scomparve.
-Grazie. –risposero entrambi.

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Capitolo 12
*** Un bacio ***


Hermione si afflosciò sulla panchina non appena Harry e Ron sparirono dalla Sala Grande.
-Non se lo sono ricordati. –ammise sconsolata.
-Dai non è la fine del mondo. Probabilmente gli verrà in mente questa sera. –la consolò Ginny.
Il prefetto Grifondoro sospirò vedendo sfumare i suoi progetti sul passare una giornata perfetta con i suoi amici.
-Sai che facciamo? Per tirarti su il morale oggi andremo a festeggiare il tuo compleanno con le altre ragazze. Che ne dici? –le propose la rossa.
-Dico che ci sto. –concordò Hermione ritrovando il sorriso.
Poco dopo lei, Ginny e altre due ragazze uscirono dalla scuola.
A Hermione non importava se avesse trascorso quel compleanno senza Harry e Ron le bastava solo divertirsi con alcuni dei suoi amici o in questo caso delle sue amiche.
Tuttavia la Grifondoro si sentiva strana, come se qualcuno la stesse osservando.
Si voltò e ispezionò l’area, non c’era nessuno.
Il suo sguardo cadde sulla torre di Astronomia e volle tanto non aver guardato.
Appoggiato al parapetto c’era Malfoy che la osservava, ed era da solo.
Quella visione la turbò un po’ finché Ginny non la destò con la sua voce squillante.
-Ehi Hermione perché ti sei fermata? Andiamo. –la richiamò.
La Grifondoro abbandonò il Serpeverde e riprese a camminare con le sue amiche senza voltarsi nuovamente.
Draco intanto dalla torre pensava: “Non andartene…”
Sapeva già che gli sarebbe mancata ma allo stesso tempo non vedeva l’ora che tornasse da lui.

La giornata non poté andare meglio per Hermione, infatti ritornò al castello ridendo assieme a Ginny.
Il prefetto Grifondoro incrociò per caso Ron e Harry che avevano appena finito l’allenamento e che, distrutti, stavano andando a fare cena.
-Oh! Ron, Harry, ciao. Volevo dirvi-
-Hermione, oggi non è giornata…-affermò Ron interrompendola.
-Perché? Cos’è successo? –chiese lei.
-Niente, siamo solo stanchi. –disse Harry anche se Ron sembrava più agitato del solito.
-A me non la dai a bere Ron, che cosa è accaduto? –domandò nuovamente e con il suo solito tono da saputella.
-Non ho preso neanche una pluffa! Ecco che cosa è successo! –scoppiò lui.
-Beh…mi dispiace ma forse…dovresti lasciar perdere. –gli consigliò lei mettendogli una mano sulla spalla.
Ron si scansò irritato.
-Che cosa vuoi dire che faccio schifo?!- quasi le gridò contro il rosso.
-No, ma-
-Lascia stare Hermione. Oggi è stata una brutta giornata per entrambi. –ammise Harry ricordandosi dei Serpeverde che avevano assistito alle loro pessime performance.
Persino lui era caduto dalla scopa e ancora l’umiliazione gli bruciava.
-Beh invece per me è stata una bellissima giornata. –ammise lei con un tono un po’ più duro.
-E Chi se ne importa Hermione! Invece di compatirci come fa una vera amica sei felice!? –le domandò Ron ad alta voce.
La Grifondoro a quel punto esplose.
-Sei uno stupido Ronald! Sono felice perché oggi è un giorno importante per me e voi ve lo siete scordato! –affermò.
Il rosso ammutolì mentre Harry guardò Hermione con sorpresa.
-…Hermione oggi è ... -cercò di dire quest’ultimo.
-Sì Harry! Oggi era il mio compleanno e se fosse stati davvero miei amici ve lo sareste ricordato! –ammise guardando malissimo Ron prima di correre via.
Una volta arrivata nel suo dormitorio si chiuse nella sua stanza e si buttò sul letto.
Alcune lacrime cominciarono a uscire dai suoi occhi ma lei tentò di reprimerle.

Malfoy nel frattempo stava camminando con Blaise quando avvertì che la sua Hermione stava soffrendo.
Il suo cuore cominciò a fargli male.
Sentiva che doveva andare da lei al più presto, doveva farla stare meglio a tutti i costi e che doveva renderla di nuovo felice in qualunque modo.
Il prefetto salutò velocemente il suo amico e poi si diresse a passo svelto verso il dormitorio.

Hermione si era resa conto subito dopo che non avrebbe dovuto piangere.
Ron era solo uno stupito e loro due litigavano sempre quindi doveva averci fatto l’abitudine ormai.
Uscì dalla sua camera e si mise a sedere sul divano con la schiena appoggiata sul bracciolo, le gambe distese e con sguardo sconsolato dipinto sul volto.
Il ritratto si aprì ed entrò Malfoy.
Sembrava leggermente preoccupato ma Hermione era troppo triste per accorgersene, gli lanciò solo uno sguardo con la coda dell’occhio.
Tornò a guardare un punto indefinito della stanza e si portò le gambe al petto.
-Triste Granger? –domandò il Serpeverde.
-Lasciami stare Malfoy…- gli intimò lei con tono di lieve disprezzo.
-Scommetto che c’entrano Potter e Weasley. –affermò il biondo arrivando davanti alla Grifondoro e incrociando le braccia al petto.
Nel nominare il rosso un sentimento di puro odio si fece largo nel suo essere e le sue mani strinsero la stoffa della camicia.
-Non sono affari che ti riguardano Malfoy! E se proprio vuoi saperlo abbiamo solo discusso perché si sono scordati che…- la sua voce si spense improvvisamente.
Draco aprì leggermente di più gli occhi e abbassò le braccia.
“No. Non dirmi che quei due idioti si sono dimenticati del tuo compleanno!” pensò.
Come avevano potuto dimenticarlo?! Lui avrebbe addirittura fatto uno striscione scritto con il suo stesso, e purissimo, sangue se avesse potuto.
Hermione alzò lo sguardo verso il Serpeverde e riprese a parlare con più energia.
-…come succede spesso tra amici! –concluse.
-Ed è qui che ti sbagli Granger. –le disse lui.
-E tu che ne sai? –gli rispose la Grifondoro con evidente scetticismo allungando le gambe e togliendo le braccia dalle ginocchia.
Malfoy sorrise.
-Ne so più di quanto pensi. –ammise cominciando ad avvicinarsi lentamente a lei.
-Per esempio…- continuò arrivando davanti alla sua compagna e appoggiando una mano sul bracciolo e l’altra sulla testata del divano.
Hermione rimase composta ma indietreggiò leggermente.
-…io so esattamente che giorno è oggi. –le rivelò sporgendosi verso di lei.
Hermione rimase stupita da quella rivelazione e si bloccò mentre i suoi occhi si specchiavano in quelli di Malfoy.
“Lui…lo sa? ...Ma come” non riuscì a finire il suo pensiero che il Serpeverde le mise una mano fredda sul viso e l’altra dietro la nuca avvicinandola a se.
Il cuore di Hermione batteva freneticamente e le sue guance cominciarono a riscaldarsi e a colorirsi.
Draco non stava più nella pelle, doveva assaporare quelle labbra ma non andare oltre.
La voglia Veela dentro di lui minacciava quasi di esplodere ma doveva controllarsi.
Fu un attimo e il Serpeverde toccò le labbra della ragazza in un bacio lento e fermo, il primo per entrambi.
Hermione non si sarebbe mai aspettata qualcosa di simile da Malfoy…ma non le dispiaceva affatto…anzi, anche se era sbagliato, le piaceva.
Chiuse gli occhi esattamente come aveva già fatto il biondo.
Le sue labbra sapevano di mela verde…e d’ora in poi la Grifondoro avrebbe dato maggior significato a quel gusto.
Invece le labbra di Hermione sapevano di miele, esattamente come sospettava Draco.
Durò forse per minuti ma poi come si era avvicinato il Serpeverde si allontanò. Lasciando Hermione sorpresa e arrossata.
-Buon compleanno Hermione. –le disse sorridente prima di girarsi e uscire dal ritratto.
Una volta fuori il prefetto si accarezzò le labbra con la lingua desideroso di sentire di nuovo quelle della sua compagna ma non rientrò nel loro dormitorio.
Dentro di lui si fece strada il solito calore e un sentimento di profonda soddisfazione.
Lui, Draco Lucius Malfoy era riuscito a rendere felice Hermione Jean Granger e a farla arrossire.
Per lui non c’era vittoria più dolce di un primo bacio.

La Grifondoro rimase sotto shock.
Il suo notevole intelletto ci mise qualche secondo per registrare quello che era realmente accaduto.
La ragazza si portò alcune dita alle labbra dove si erano posate con gentilezza quelle del suo nemico.
“Non ha senso…” pensò, ma segretamente ne era felice.
“Perché Malfoy? Che cosa vuoi da me?” si chiese.
Dopo quelli che parvero dieci minuti Hermione si alzò e anche lei si diresse verso la Sala Grande.
Non avrebbe detto ai suoi amici di Malfoy, e aveva tutta l’intenzione di tenere la cosa per se. D’altra parte anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Non appena varcò la soglia il prefetto Grifondoro evitò di guardare nell’angolo dei Serpeverde ma non guardò neanche in faccia i grifoni, soprattutto due di essi.
Incominciò a mangiare quando:
-Hm…Hermione…- la chiamò una voce.
La diretta interessata si voltò verso Harry.
-Mi…ci, dispiace di aver dimenticato il giorno del tuo compleanno…- ammise Potter prima di dare una gomitata al suo amico.
-Ah! Va bene, mi dispiace di essermi dimenticato del tuo compleanno Hermione…ti chiedo scusa. –si scusò Ron.
-Puoi perdonarci? –domandò Harry speranzoso.
La Grifondoro sorrise e fece finta di pensarci su.
-Vedremo…-rispose girando la teste e ritornando a mangiare.
-Per la miseria Hermione ti abbiamo chiesto scus-
-Ci faremo perdonare, promesso. –disse Potter mettendo una mano sulla bocca del rosso.

La settimana passò lentamente ed Hermione rifiutava categoricamente lo sguardo di Malfoy.
Ancora una volta non sapeva che cosa pensare di lui e se fidarsi o meno.
Dopo tutto quello che aveva combinato a lei e ai suoi amici Hermione era davvero restia a perdonarlo o anche a pensare di farlo.

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Capitolo 13
*** La partita di Quidditch ***


Quella domenica mattina Draco si svegliò presto e decisamente di buon umore. Si vestì e uscì dalla sua camera in tempo per vedere una chioma bruna sparire dietro il ritratto.
Il biondo fu investito da un delizioso aroma di rose e miele e lo respirò a fondo.
Hermione doveva essersi fatta una doccia perché quel profumo era davvero intenso.
Gli occhi del Serpeverde si oscurarono e quasi senza rendersene conto Draco cominciò a camminare seguendo quella scia irresistibile.
Era una settimana esatta che la Grifondoro non lo calcolava e lui cominciava a sentirne gli effetti negativi.
Un giorno era infastidito e irascibile mentre il giorno dopo era triste e affranto.
Aveva bisogno della sua Hermione…ora.
Seguì dunque la sua scia fino alla biblioteca.
Hermione era nascosta dietro uno scaffale e stava mettendo a posto dei libri controllando di non aver lasciato foglietti con appunti al loro interno.
Amava passare il suo tempo in biblioteca nonostante quello che era successo il secondo anno.
Pensava che non si sarebbe mai più spaventata come allora in quel luogo ma come avvertì due mani sui suoi fianchi il suo respirò si arrestò e un brivido freddo la percorse per tutta la schiena.
Sperò tanto che non si trattasse di lui ma il suo profumo di menta confermò i suoi timori.
Hermione si voltò e vide due occhi neri scrutarla desiderosi.
-Malf-
Non terminò la frase che Draco la baciò.
Le solite farfalle cominciarono a svolazzare nel suo stomaco mentre il cuore riprese a battere velocemente e le sue guance si imporporarono.
Il Serpeverde le circondò la vita e l’avvicinò pericolosamente a se.
Da qui il bacio si fece più fugare e Malfoy mosse la sua lingua dentro la bocca della sua compagna.
Anche se inesperto il principe delle serpi era guidato dal suo istinto Veela e quello non sbagliava di certo.
Hermione fu davvero stupefatta da quel gesto e mise subito le mani sul petto di Malfoy nel tentativo di spingerlo via ma lui aveva ancora le mani attorno ai suoi fianchi e lei non poteva allontanarsi.
Comunque riuscì a fermare il Serpeverde che cambiò la destinazione dei baci.
Invece delle labbra scese sul collo dove era decisamente più impresso l’odore della sua compagna.
Le baciò la pelle ed Hermione tremò cercando di divincolarsi.
-M…Malfoy…- cercò di chiamarlo.
Niente da fare, le sue labbra erano così morbide…
-Malfoy…- riprovò ma i baci non si fermarono.
Draco era così preso che il suo istinto lo batté sul tempo e la mordicchiò.
-Ahi! Draco! –urlò Hermione.
Lui la lasciò per la sorpresa, i suoi occhi erano ancora neri.
Hermione mise una notevole distanza tra loro.
La sua bocca era spalancata, le guance brillavano di un rosso vivo sia per l’imbarazzo che per la rabbia e i suoi occhi erano sgranati.
-Malfoy mi hai morso! Che ti è saltato in mente!? –lo sgridò portandosi una mano al collo.
Fortunatamente non c’era nessuno nei paraggi.
La Grifondoro ancora sconvolta osservò il Serpeverde e si accorse degli occhi neri e del suo respiro frenetico che assomigliava tremendamente al proprio.
Draco non disse niente.
-Perché lo hai fatto?! –gli domandò con tono duro riferendosi anche al bacio della scorsa settimana.
-Perché fai tutto questo!? Che vuoi da me!? –disse nuovamente capendo che non le avrebbe risposto.
-…il tuo cuore Granger…-ammise quasi in un sussurro guardandola negli occhi mentre i propri si schiarivano ritornando grigi.
Hermione rimase con la bocca spalancata e la sua mano che prima era al collo scivolò al suo fianco.
-Co…cosa? …-chiese credendo di aver capito male.
Draco inclinò leggermente la testa senza sorridere in un’espressione che voleva dire “mi hai sentito benissimo”.
-Malfoy hai bevuto un filtro d’amore per caso? Tu mi odi! Mi hai sempre odiata ricordi?! Non sono degna neanche di toccarti e tu sei il primo a farlo! –affermò lei.
Negli occhi del Serpeverde passò un lampo di rammarico ma stette in silenzio comunque.
-È uno dei tuoi soliti scherzi vero? Tu non puoi amarmi sul serio, perché dovresti? –gli domandò.
Non era necessario essere un genio per capire che se un ragazzo ti bacia ha due motivazioni: O è innamorato di te o sta scherzando.
-…perché sei…unica. – rispose lui per evitare di dirle “la mia compagna.”
La Grifondoro non poteva essere più sorpresa di così, inoltre avvertiva anche un leggero mal di testa in arrivo.
-Hermione! Sei qui? –la chiamò qualcuno.
Draco voltò la testa in direzione del corridoi e strinse i pugni.
“Weasley!” pensò con fastidio prima di tornare a guardare Hermione.
Anche lei stava guardando nella sua stessa direzione.
Con tutta la calma che possedeva Draco si voltò e si incamminò verso l’uscita mentre Hermione rimase a guardare quella testa bionda uscire senza guardarla.
Doveva ammetterlo, comportamento misterioso di Malfoy la incuriosiva ma ora invece cominciava ad esasperarla.

Il resto delle giornate furono una uguale all’altra fino all’arrivo di Novembre e con lui l’attesissima prima partita di Quidditch disputata tra Grifondoro e Serpeverde.
I grifoni non potevano essere più preoccupati e più grintosi di così, mentre le serpi non potevano essere più subdoli e più preparati per quella partita.
Hermione non vedeva l’ora che la loro squadra stracciasse quella avversaria mentre Draco non vedeva l’ora di giocare.
Gli spalti si riempirono in fretta e dopo qualche minuto volarono finalmente in campo serpi e grifoni.
Si schierarono e Draco fulminò sia Harry che Ron con lo sguardo.
Partì la pluffa…e iniziò il gioco.
Malfoy si scansò immediatamente di lato e si alzò in volo pronto ad avvistare il boccino.
La partita continuò per quasi mezz’ora e ancora nessuna traccia del boccino d’oro, anche Harry si stava annoiando.
Finalmente un bagliore d’orato attirò l’attenzione di entrambi i cercatori.
“Ah tipico, sempre da Potter!” pensò Draco vedendo il boccino accanto alla suo rivale.
In fretta il biondo si gettò all’inseguimento ma come la pallina alata gli frecciò davanti al viso Draco virò cambiando subito direzione.
Harry era dietro di lui.

Sugli spalti intanto Hermione osservava tutti i giocatori e in particolare Ron che riusciva a malapena a fermare una pluffa.
I suoi occhi erano concentrati sulle divise rosse ma il suo sguardo poco ubbidiente avvolte volava verso una divisa verde in particolare.
Anche adesso che Harry era scattato per prendere il boccino lei osservava Malfoy.

Draco seguiva il boccino da un po’ ormai e Harry era quasi arrivato a pochi centimetri da lui.
Il Serpeverde avvertì l’agitazione di Hermione e fece saettare i suoi occhi verso le tribune rosse e oro.
La vide ansiosa di veder vincere Harry, ma non questa volta.
Il biondo sorrise e tornò a guardare il boccino con più determinazione e insistenza.
“Questa volta Potter non vincerai.” pensò e con uno scatto fece leva sulle braccia e saltò prendendo il boccino al volo per poi ricadere comodamente sulla sua scopa.
I Serpeverde esultarono all’istante.
-Ah! E quel furetto mal-
-Eh ehm! –disse Minerva interrompendo il commentatore.
-Volevo dire…Draco Malfoy afferra il boccino e…Serpeverde vince. –affermò dispiaciuto.
I Grifondoro arrabbiati e delusi cominciarono a lamentarsi e a scendere dalla loro postazione.
Hermione era abbastanza contraria ma per qualche strana ragione, in una remota parte della sua mente, non le dispiaceva che Malfoy avesse preso il boccino d’oro.

Draco la osservò e strinse ancora un po’ la palla alata nel suo pugno prima di scendere e ricevere i complimenti di tutti.
Per una settimana i Serpeverde continuarono a vantarsi della vittoria e delle straordinarie capacità del loro principe.

Il sabato successivo Harry, Ron ed Hermione ormai riappacificati, andarono ad Hogsmeade.
Presero delle burro-birre dai due manici di scopa e fecero una passeggiata.
L’aria era molto fredda ma ancora c’era traccia della neve.
-Non avete l’impressione di essere seguiti? –disse ad un tratto Hermione facendo uscire del fumo dalle sue labbra.
-Se intendevi dire perseguitati deve essere colpa di Malfoy. Guardate, eccolo là. –disse Ron con malcelato rancore e indicandolo.
Sia Harry che la sua amica alzarono lo sguardo.

Draco aveva seguito Hermione, non poteva farne a meno anche se sapeva che rischiava un infarto e che avrebbe potuto aggredire Weasley e Potter.
Era uscito dalla scuola poco dopo il trio e mentre loro erano andati ai due manici di scopa Draco era rimasto nelle vicinanze.
Ora stava osservando la vetrina di un negozio tanto per passare il tempo.
Blaise non aveva potuto accompagnarlo perché era rimasto a letto con la febbre.
Il prefetto si guardò intorno e notò il trio dell’oro fissarlo.
Draco rispose al loro sguardo con disprezzo e si allontanò dalla vetrina pronto per andarsene.

-Sta venendo da questa parte. –ammise Harry.
Hermione neanche lo ascoltò.
Malfoy era davvero diverso quest’anno, non solo per come si comportava con lei ma anche per come si comportava con tutti.
Non aveva più preso in giro nessuno, non si era circondato nuovamente di finti amici e il suo atteggiamento da bambino viziato era completamente sparito.
Hermione l’aveva già visto più volte passeggiare da solo ad Hogwarts, sembrava proprio che lui si fosse isolato allontanandosi dai suoi amici.
-Forza andiamo Hermione. –disse Ron mettendole una mano dietro la schiena.
La Grifondoro annuì e mise le braccia attorno al collo dei sue due migliori amici ma non appena lo fece Malfoy cadde in ginocchio tenendosi il petto.
“Ah! Maledizione…non…di nuovo…” pensò mentre poggiava una mano a terra sulla neve fredda.

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Capitolo 14
*** Rabbia e amore ***


Hermione si voltò dopo aver sentito le ginocchia di Malfoy toccare terra.
-Malfoy! Chiamate subito aiuto. –disse ai suoi amici dopo aver tolto le mani dal loro collo.
-Ma è Malfoy! –affermò Ron al quale poco importava se il Serpeverde fosse morto lì.
-Ron! -lo sgridò il prefetto correndo dal principe delle serpi.
-Andiamo. –disse Harry frettolosamente cominciando a correre con Ron.
Una volta arrivata davanti al biondo Hermione gli mise una mano sulla spalla, quel contatto fece rabbrividire Draco ma cercò si sembrare distaccato.
-Malfoy è il cuore di nuovo giusto? –chiese Hermione.
Il Serpeverde la guardò in modo gelido e si alzò lentamente.
Era stupito che lei si preoccupasse per lui ma era anche vero che lei fosse proprio la fonte del suo star male.
“Sono stanco di questa situazione!” pensò alterato.
-Sì. Ed è tutta colpa tua Granger! –affermò gelidamente e tenendosi ancora una mano al petto.
-Colpa mia?! Come può essere colpa mia!? –domandò lei cominciando ad arrabbiarsi.
-Tu non riesci a capire quello che mi sta accadendo vero!? –le chiese lui conoscendo già la risposta.
-No. Non so perché ti compirti in modo molto strano ultimamente ma so che hai bisogno di aiuto! –ammise lei.
-Ho solo bisogno solo di te Hermione! –decretò.
La Grifondoro rimase sotto shock.
Malfoy aveva davvero detto questo? Cominciava davvero a credere che non fosse il vero Draco Malfoy la persona davanti a lei.
Prima che potesse dire altro però arrivò la professoressa Minerva che fortunatamente era nei paraggi.
-Signor Malfoy! Va tutto bene, come si sente? –chiese evidentemente preoccupata.
Draco drizzò la schiena tentando ritrovare un po’ dell’atteggiamento Malfoy che lo caratterizzava.
-Sto bene. –ammise tagliente.
La professoressa sospirò sollevata.
-Bene, credo che sia ora per tutti noi di ritornare a scuola. –ipotizzò.
-Ma professoressa noi veramente-
-Ho detto tutti signor Weasley. –decretò e ritornarono tutti ad Hogwarts.
Mentre Draco filava dritto a letto riflettendo sul da farsi Hermione pensava: “Cosa mi stai nascondendo Malfoy?”
Il giorno seguente le lezioni si svolsero fin troppo velocemente e durante il pranzo…
-Già quella scopa era davvero magnifica! –ammise Ron rivolto ad Harry.
Il trio era appena uscito dalla Sala Grande e stava passeggiando per il cortile prima che riprendessero le lezioni.
Hermione alzò gli occhi al cielo mentre i suoi due migliori amici parlavano di Quidditch.
Improvvisamente Draco Malfoy passò di fronte a loro non degnandoli minimamente di uno sguardo.
-Avete idea di che cosa abbia Malfoy? –chiese Harry sospettoso e a bassa voce.
-No, non mi interessa se il furetto se la passa male. Tanto meglio. –ammise Ron.
Hermione invece ci pensò su. Forse più tardi avrebbe fatto una visita in biblioteca…
-Cerchi guai Weasley-uccio? Dimmi. –disse Draco tornando sui suoi passi e fermandosi davanti a tre.
-No. –rispose seccato il rosso.
-Forza andiamo. –disse Ron ai suoi amici prendendo Hermione per un braccio.
Gli occhi del Serpeverde a quel gesto divennero scuri.
-Giù quelle luride mani Weasley…-cominciò a dire.
-Lurido a chi!? –chiese il Grifondoro lasciando la sua amica e cominciando a scaldarsi.
-Dai Ron lascia perdere o finirai nei guai. –gli consigliò Hermione.
-Non mi importa! –rispose lui.
-Ron! Dai retta ad Hermione. –ammise Harry.
Weasley sbuffò frustato e senza più guardare in faccia il Serpeverde cominciò ad avviarsi ma come vide che Hermione era rimasta ferma la prese improvvisamente per il braccio.
-Sbrigati Hermione. –disse strattonandola.
-Ahi! Ron mi hai fatto male! –ammise lei mentre veniva quasi trascinata via.
-Scusami. Ma voglio allontanarmi il più possibile da quel furetto! –si scusò il rosso un po’ duramente.
-D’accordo ma lasciami il braccio, so camminare benis-
Non fece in tempo a finire la frase che una mano pallida e forte fece sgusciare il suo braccio dalla presa di Ron.
Hermione alzò gli occhi e vide che Malfoy aveva afferrato con l’altra mano il polso di Ron osservandolo in modo quasi rabbioso.
“Non mi piace che tocchi la mia Hermione Weasley. Non mi piace per niente!” pensò il biondo stringendo di più gli occhi.
-Non abbiamo finito Weasley. –affermò il Serpeverde.
-E allora finiamola. Stupeficium! –gridò Ron tirando fuori la bacchetta.
Malfoy fu preso di sorpresa e venne sbalzato all’indietro ma invece di cadere a terra come un sacco di patate atterrò toccando terra solo con una mano rimettendosi in posizione eretta subito dopo.
-Ron finiscila prima che ti veda qualche insegnante! –lo sgridò Hermione.
-Oh sta zitta Hermione. Non ti impicciare. –disse scocciato il rosso.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Malfoy a quel punto non ci vide più e si scagliò contro Ron.
Lui recitò un altro “Stupeficium” ma Draco lo schivò.
Era davvero molto veloce!
Arrivò di fronte al rosso e lo colpì al petto facendogli cadere la bacchetta poi gli diede un pugno in faccia.
-Malfoy! Maledetto! –gli gridò Harry.
Anche senza bacchetta si scagliò verso di lui e il Serpeverde prontamente lo afferrò per la divisa e lo fece volare contro un muro.
Potter si massaggiò la testa dolorante.
Malfoy era tremendamente forte! Come poteva essere!?
Harry aveva la sensazione di essere stato colpito da uno schiantesimo invece che da Malfoy.
La stessa sorte toccò a Ron solo che lui fu preso per il collo e scagliato in avanti.
Hermione rimase a guardare, senza la sua bacchetta era inerme.
“Merlino! Proprio oggi dovevo dimenticarla!” pensò lei preoccupatissima.
Intanto una gran folla di ragazzi ormai si era riunita nei dintorni.
Draco si avvicinò a Weasley e alzò la bacchetta quando…
-Stupeficum! –recitò una voce.
La bacchetta del Serpeverde volò via e quando Malfoy si voltò la vide nelle mani di Severus Piton.
-Basta così Malfoy. –lo intimò.
Draco lo guardò per un attimo.
-Tanto non ho bisogno di una bacchetta per ucciderti Weasley…-disse maligno avvicinandosi sempre di più.
-Malfoy non fare un altro passo! –disse questa volta una voce di donna che doveva appartenere a Minerva.
Il Serpeverde anche se riluttante la ascoltò.
Hermione si precipitò prima da Harry poi da Ron.
-Professore, professoressa avete visto vero? Malfoy ci ha attaccati! –ammise Potter.
-Come minimo lo espellono. –affermò Weasley toccandosi il collo.
-Malfoy si può sapere che ti è preso eh?! Sei impazzito per caso?! –gli chiese Hermione decisamente arrabbiata.
-Signorina Granger basta così. Signor Malfoy lei deve subito andare dal preside. –ammise Minerva con sguardo severo ma allo stesso tempo preoccupato.
-Voi altri tornate dentro! –decretò Piton alla folla di studenti.
-E voi due –riprese a dire Minerva indicando Harry e Ron –andate in infermeria e fatevi visitare prima di ritornare in classe. –decretò la prof andandosene.
-È incredibile! Io ho rischiato la vita e tutti fanno finta di niente!? –affermò Ron alterato e cominciando ad andarsene.
-Lo sai che ad Hogwarts questa non è una priorità. –ammise Harry seguendo Ron.
Anche Hermione stava per seguirli quando Malfoy parlò.
-Granger. Se vuoi sapere davvero quello che mi succede ti consiglio di consultare i tuoi amati libri. –le consigliò.
La Grifondoro stupita si voltò in tempo per vedere il biondo voltarsi dalla parte opposta ed essere scortato dal professor Piton.

Hermione corse nella biblioteca in più in fretta possibile sicura che Harry e Ron non avessero niente di rotto.
Avrebbe saltato un’ora di lezione ma quello che doveva fare, per una volta, era davvero più importante.
Voleva arrivare fino in fondo a quella storia e gli unici che potevano fornirle le rispose che stava cercando erano come sempre i libri.
Prese un foglio e velocemente stilò una lista delle cose starne che aveva notato in Malfoy e che le sarebbero servite come traccia per capire cosa cercare.
I primi giorni di scuola il Serpeverde era malato e soffriva, in più quando aveva avuto un attacco di cuore non voleva dire se fosse affine ad un cambiamento magico.
Quindi doveva essere diventato qualcosa.
Hermione afferrò il primo volume che trovò sulle creature magiche.
Saltò quelle più evidenti come mostri e cose così e arrivò ad una sezione particolare.
Le creature quasi umane, se così si potevano chiamare, come vampiri e altro.
Prima opzione: Vampiro.
Hermione scosse la testa, il Serpeverde non aveva alcun problema a prendere il sole anche se dalla sua pelle si poteva pensare il contrario.
Seconda opzione: Lupo Mannaro.
La Grifondoro quasi rise ricordando quanto Malfoy ne fosse spaventato il primo anno.
Scartò quell’idea visto che il soggetto non presentava segni di stanchezza o assenze durante la luna piena.
Scorrendo ancora qualche pagina la sua attenzione fu catturata da una parola.
Veela.

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Capitolo 15
*** Una Veela e la sua compagna ***


Hermione aveva sentito parlare delle Veela ma non ne sapeva molto in realtà, dunque cominciò a leggere il capitolo che riguardava quelle creature.
Caratteristiche:
Le Veela sono creature con sembianze umane (uomo o donna) e sono intelligenti e di bell’aspetto.
Hanno i capelli sempre biondi color: miele, grano, oro pallido o con riflessi argentei.
Gli occhi sono chiari di solito azzurri ma variano anche dal grigio al verde.
Infine il loro fisico è snello e conferisce alla Veela un’aria quasi eterea.
Quando un umano con il sangue Veela diventa quasi un adulto (dai 15 ai 17 anni) riceve un doloroso cambiamento che può durare uno, due o anche tre giorni.
In quel momento il corpo dell’umano muta interiormente, si intensificano i sensi e l’aspetto esteriore si abbellisce ulteriormente.
È così che nasce una Veela.
Particolarità:
Le Veela sono creature orgogliose e irose, spesso cedono all’ira e devono sfogarsi assolutamente.
Quando si arrabbiano il colore dei loro occhi si oscura e la stessa cosa accade quando una Veela prova un sentimento di lussuria.
Se una Veela si arrabbia gli spuntano il becco e le ali trasformandosi in un Arpia.
Le mezze Veela, ovvero gli umani con una certa percentuale di sangue Veela ereditato dai loro antenati, non si trasformano in Arpie e riescono a controllarsi meglio delle Veela pure perché posseggono una volontà più forte.
Le Veela poi possono avere poteri particolari come la capacità di attrarre, la velocità nei movimenti e la forza.
Esse possono inoltre captare le emozioni del proprio compagno.
Questi poteri tuttavia tendono a scomparire con l’avanzare delle generazioni.
Il/La compagno/a:
Non appena l’umano subisce il cambiamento interiore ed esteriore comincia a mostrare interesse per una persona, che viene decisa dall’istinto, e che diverrà il suo compagno a vita.
Si crede che una Veela abbia come limite di tempo il giorno del suo prossimo compleanno per riuscire a conquistare il cuore del suo compagno altrimenti morirà di crepacuore.
Altri ipotizzano che se muore il compagno di una Veela essa muore con lui.
All’inizio del corteggiamento l’istinto Veela porta l’umano che ne possiede i geni a mostrare i suoi istinti primitivi come l’odorare il proprio compagno o il tentare di avere qualunque tipo di connessione anche fisica.
Le Veela poi sono estremamente possessive, protettive e gelose nei confronti del loro compagno e se esso si trova accanto al sesso opposto la Veela proverà rabbia.
Invece se il compagno di questa creatura ha un qualsiasi comportamento fin troppo amichevole con il sesso opposto o lo tocca in maniera fisica, e questo atto dà fastidio alla Veela, essa si sentirà come tradita e avrà un attacco di cuore.
Se questi eventi si ripetono spesso il soggetto potrebbe anche morire.
Le Veela infine devono legarsi al proprio compagno tramite tre fasi.
La prima fase è la marcatura in cui la Veela marchia, affondando con i denti, il collo del suo compagno dimostrando che da quel momento in poi esso appartiene alla Veela.
La seconda fase è l’accettazione e consiste nell’accettare, da parte del compagno, la Veela spesso tramite la cerimonia del matrimonio.
La terza fase invece è il rito dell’amore corporeo e spirituale tra la Veela e il suo compagno.

La Grifondoro fu davvero stupita da quello che aveva appena finito di leggere.
In un attimo tutti i tasselli si incastrarono perfettamente e finalmente capì.
Draco Lucius Malfoy era una Veela!
Gli occhi che cambiavano colore, la sua malattia, gli attacchi di cuore…
Tutto tornava e giustificava anche il suo comportamento di prima.
Hermione fu colpita da una realizzazione ancora più grande e in un baleno le ritornarono alla mente i comportamenti di Malfoy verso di lei.
Il fatto di annusarla, i baci...
Questo voleva dire che…
Che Draco era davvero innamorato di lei e che lei era…la sua compagna!
La bruna si lasciò cadere sulla sedia portandosi una mano alla fronte.
Lei e Malfoy…non poteva essere. Perché capitavano tutte a lei!?
Improvvisamente si ricordò della predizione d’amore della Trelawney che descriveva un amore sofferto in cui lei avrebbe potuto scegliere tra la vita e la morte.
Tutto combaciava.
Anche la pozione Amortentia aveva gli aromi di Draco, quindi anche a lei piaceva lui sotto sotto.
La Grifondoro cominciava a sentirsi girare la testa.
Lei era legata a Malfoy per il resto della sua vita?
No, un momento…lei non era ancora legata al furetto.
Dovevano compiere tutte e tre le fasi per essere definiti compagni.
Hermione arrossì.
Lei e Malfoy dovevano sposarsi e poi…
Divenne viola.
Doveva passare un’intera vita accanto a Draco Lucius Malfoy, dormire con lui, svegliarsi abbracciata a lui…
Il cuore di Hermione ormai galoppava a tutta velocità.
Quella vita sarebbe stata fantastica per chiunque tranne che per lei.
Non poteva dimenticare tutto il male che Draco le aveva fatto e come la metteva con i suoi amici e con la famiglia Malfoy?
Tuttavia nessuno aveva scelta: o lei amava il Serpeverde e entrava a far parte dei Malfoy (che probabilmente non l’avrebbero permesso) e si allontanava dai suoi amici o lei lasciava morire il principe delle serpi.
Ma Hermione non voleva che Malfoy morisse.

-Ah signor Malfoy! Che spiacevole situazione quella in cui si trova. –ammise Silente non appena Draco entrò nella stanza.
-Professor Silente vada direttamente al punto. Lei mi espellerà? –chiese lui.
Il vecchio mago sorrise e fece segno al biondo si sedersi. Lui obbedì.
-Ah vede signor Malfoy temo di non poterlo fare altrimenti tuo padre me ne farà pentire amaramente. –ammise facendogli l’occhiolino e tentando di tirar su l’umore già nero di Draco.
Lui fece una smorfia appena percettibile.
-Dovrei almeno darti una punizione ma so che non è stata colpa tua. È nei tuoi geni. –disse Silente.
Il Serpeverde si rilassò pensando che non sarebbe stato espulso.
-Tuttavia, mi duole ammetterlo, ma credo che lei debba dire la verità alla signorina Granger. –gli consigliò il preside.
-Non voglio forzarla, ma credo che a quest’ora sia già nella biblioteca e che abbia scoperto tutto. –ammise Draco.
Silente a quel punto si alzò e così fece il Serpeverde.
-Non crucciarti Draco. Le cose accadono per un motivo, bisogna solo capire quale sia. Puoi andare ora. –affermò infine il preside.
Malfoy annuì e uscì dalla stanza.

Hermione uscì dalla biblioteca per questa volta non sarebbe andata a lezione.
Doveva parlare assolutamente con Malfoy.
Si diresse verso il dormitorio e non appena varcò il ritratto vide il Serpeverde che osservava fuori dalla finestra.
Come la percepì Draco si voltò ad osservarla.
-Sei una Veela vero? –domandò lei diretta.
Il biondo annuì.
-E…e io sono la tua compagna…- disse cercando di convincere se stessa.
Quando il Serpeverde diede un altro segno con la testa il cuore di Hermione si bloccò e lei dovette mettersi a sedere sul divano.
Malfoy sentì che la sua compagna non sapeva che cosa fare.
Rimase dunque in piedi a guardarla mentre lei evitava il suo sguardo.
-Guarda è difficile per te quanto lo è per me. –disse lui ad un tratto.
-No invece. Tu non sei responsabile della vita di qualcun altro. –lo contraddisse lei.
-Per questo non volevo dirtelo. –ammise il biondo come se niente fosse.
-Cioè avresti preferito morire!? –gli domandò lei offesa.
-No, non volevo dirtelo per obbligarti ad amarmi Granger! –affermò.
Lei rimase muta mentre Draco si passò una mano fra i capelli.
-Allora che dobbiamo fare? –le chiese esasperato e vagamente ansioso.
-Non lo so. –rispose lei.
-Non puoi chiedermi di dimenticare tutto quello che abbiamo passato. E i miei amici? E il mio sangue? Non è la cosa più importante per la tua famiglia? –domandò la Grifondoro.
-La cosa più importante per la mia famiglia sono io, come hai potuto vedere dai miei, inoltre preferirebbero vedermi accanto a te che vedermi morto. –ammise lui.
-Quindi mi stai dicendo che approverebbero?! –chiese davvero sorpresa Hermione.
Il Serpeverde sorrise.
-Entusiasta di diventare una Malfoy? –domandò Draco.
In quella frase la Grifondoro ritrovò un po’ della loro complicità ma essa svanì subito dopo.
-Seriamente Malfoy…-lo rimproverò.
Il biondo cominciò allora camminare per la stanza.
-Ieri mio padre si è finalmente convinto a rispondermi e mi ha inviato una lettera dicendo che ti avrei dovuto portare a Villa Malfoy una volta che avresti scoperto tutto. –decretò infine.
Hermione rimase di sasso e prese seriamente in considerazione l’opzione che Lucius Malfoy volesse farla fuori ma poi si ricordò che c’era in gioco la vita di Draco e si rilassò.
-Hermione…- cominciò a dirle il Serpeverde.
Lei alzò lo sguardo.
-Draco. -gli rispose.
Il biondo fece un lieve sorriso mai poi tornò serio.
-Il giorno del tuo compleanno, quando ci siamo baciati, tu non hai opposto resistenza. –affermò lui.
La ragazza si sorprese delle sua reazione passata e si imporporò.
Non l’aveva respinto perché quel bacio le era piaciuto e forse…
-Questo vuol dire che provi qualcosa per me? –sputò fuori il Serpeverde con il cuore in gola.
La sua Veela interiore tremava mentre Hermione rimase congelata sul posto.
Doveva prendere una decisione ora.

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Capitolo 16
*** La verità ***


-Draco…io non voglio che tu muoia…-ammise Hermione.
-lo so, sei troppo buona. –affermò lui.
-No, non è per questo. È perché……mi importa di te, indipendentemente da quello che potrebbero pensare Harry, Ron e tutti gli altri. –concluse Hermione notevolmente agitata.
Il cuore di Draco prese a battere furiosamente.
-Vuoi dire che…– cominciò a parlare il Serpeverde.
Hermione abbassò lo sguardo scegliendo accuratamente le parole da far uscire dalla sua bocca.
-Voglio dire che sei cambiato Draco o che stai cambiando, me ne sono accorta, e che…potrei amarti perché…credo che io mi stia innamorando di te. –ammise con vergogna la Grifondoro.
Ecco, bastavano solo un paio di occhiate di Malfoy, qualche gesto gentile e un po’ di baci per farla cadere ai suoi piedi.
Tuttavia gli aveva detto quelle cose per pietà della sua vita ma per una specie di affetto che cominciava a provare per il biondo.
A quelle parole calò un silenzio totale.
Malfoy cominciò a muoversi in direzione della sua compagna e quando lei si accorse che lui si era spostato alzò la testa.
I propri occhi incontrarono subito un paio di iridi grigie e colme di un sentimento intenso.
Le sue labbra furono intanto catturate da quelle di un sollevato e felice Draco Malfoy.
Hermione sentì nuovamente il sapore di mela verde e avverti le farfalle svolazzare nel suo stomaco.
Quando si separarono la Grifondoro osservò il Serpeverde con uno sguardo lievemente sorpreso.
-Grazie…- le sussurrò il biondo.
Alla bruna si smorzò il fiato per la dolcezza con cui Draco le aveva rivolto quella semplice parola.
Malfoy poi però sorrise maliziosamente.
-Quando dirai ai tuoi amici di noi…Amore? –chiese lui in tono canzonatorio.
La sua compagna lo guardò con sfida e, mentre le scintillavano gli occhi, diventò leggermente rossa sia per la rabbia che per l’imbarazzo. Ritrovò però subito la voce per affrontarlo.
-Quando tu dirai ai tuoi amici Serpev…aspetta un attimo…quando ti sentivi male…Tu eri geloso di Harry e Ron! –decretò lei arrivandoci improvvisamente.
Draco incrociò le braccia al petto sedendosi accanto a lei.
-Solo di Weasley. –ammise lui disgustato.
Hermione sgranò gli occhi.
-Tu?! Draco Lucius Malfoy geloso di Ronald Weasley?! È assurdo! –affermò la bruna sorridendo divertita.
-Già non l’avrei mai pensato neanche io. –disse avvicinandosi alla sua Hermione e scostandole un capello dietro l’orecchio.
Lei si bloccò credendo che Draco volesse baciarla di nuovo, lui se ne accorse e ridacchiò.
-Tranquilla non ho intenzione di baciarti ancora. –ammise il biondo.
-Perché no? –chiese Hermione con un tono un po’ troppo accigliato.
In fretta si morse le labbra, perché non riusciva a trattenersi!?
Il Serpeverde fece uno dei soliti ghigni da Malfoy.
-Perché voglio vedere quanto riuscirai a gestire il mio leggendario fascino, quanto riuscirai a resistere ad un Malfoy…-disse l’ultima parola quasi in un sussurro avvicinandosi ancora e guardando la sua compagna dritta negli occhi.
Lei infastidita alzò velocemente una mano frenando la sua avanzata.
-Io invece credo che sarai proprio tu a non riuscire a trattenerti. –ammise lei ritirando la mano.
-Forse. –concordò Draco rimettendosi dritto.
-Ma durerà poco considerando che dobbiamo eseguire tre fasi insieme…- decretò appoggiandosi allo schienale del divano e allacciando le mani dietro la nuca.
Hermione si agitò improvvisamente e, mentre diventava viola, voltò lo sguardo in un’altra direzione.
“Dannazione!” pensò lei.
Draco osservò con la coda dell’occhio la reazione della sua compagna e non appena avvertì l’ansia della ragazza sorrise dolcemente.
Anche a lui quella situazione metteva una certa agitazione ma per la maggior parte in senso buono.
Passare la sua vita con lei sarebbe stato come un sogno per lui.
-Sai…se non fosse stato per tutta questa storia della Veela…non mi sarei mai dichiarato. –ammise con un filo di vergogna e di imbarazzo ma sempre in tono calmo.
Hermione si voltò di scatto, il suo volto pallido per la sorpresa e il suo cuore fremente.
-Ti…ti piacevo prima? –domandò lei non credendo ne alle parole di Draco ne alle proprie.
Lui annuì continuando a mantenere lo sguardo sul soffitto.
Hermione non riuscì più a formulare neanche un pensiero per quanto era sorpresa.
Con chissà quale coraggio riuscì a formulare un pensiero davvero importante.
-Draco…-lo richiamò.
Lui spostò il suo sguardo sulla sua compagna e lei si spostò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
-Vuoi…marchiarmi adesso? –non sembrava una domanda ma più un invito.
Malfoy rimase di stucco ma sorrise maliziosamente.
-Io sto cercando di controllarmi per non saltarti addosso e tu mi inviti a farlo? –domandò divertito.
Hermione arrossì e solo allora notò dell’impercettibile tremore di Draco e che una delle sue mani stava stringendo lievemente il bracciolo del divano.
-Beh…da qualche parte dobbiamo pur cominciare no? –domandò con un po’ di determinazione.
Malfoy allora si lanciò con una velocità incredibile verso di lei stando a pochi centimetri dal suo viso.
Hermione indietreggiò leggermente, se non fosse stato per proprie mani che la reggevano sarebbe caduta morbidamente all’indietro.
-Sei sicura che vuoi che io lo faccia ora? –le domandò lui non sapendo esattamente come fare.
Hermione annuì. Era curiosa ma allo stesso tempo aveva timore.
Il biondo le prese delicatamente il viso e le scostò i folti cappelli ispirandone il profumo poi spostò di poco il colletto della camicia della sua compagna.
La Grifondoro quasi si pietrificò, forse non era stata proprio una buona idea…
Il suo coraggio se ne andò quando Draco le inclinò lentamente la testa e cominciò a baciarle il collo.
Lui si fermò di colpo.
Dire che Hermione provava un po’ d’ansia sarebbe stato un eufemismo, lei era quasi impaurita e la Veela dentro il Serpeverde non poteva permettersi di spaventarla.
Malfoy non avvertì nessun istinto di mordere la sua nervosissima compagna e si ritirò.
Hermione che fino a quel momento aveva chiuso gli occhi li riaprì.
-Non posso farlo se hai paura. Non posso proprio farti del male. –ammise lui.
La bruna fu davvero rassicurata da quelle parole, ma un po’ delusa, e il suo cuore saltò di qualche battito.
-Deve essere un piace…- le disse Draco.
Cominciò a baciarla dolcemente sulle labbra mentre i suoi occhi divennero scuri.
La Grifondoro non si oppose e rispose ai suoi baci diventando via via sempre più sicura e audace.
Hermione era tutta rossa e non sapeva neanche se i quadri dentro quella sala comune avrebbero fatto la spia, ma per la prima volta non le importava.
Malfoy la strinse sulla vita e l’avvicinò mentre lei immergeva le proprie mani nei capelli d’oro del ragazzo.
Il Serpeverde cominciò a baciarle il viso scendendo verso le orecchie, il suo respiro caldo faceva sciogliere Hermione tra le sue braccia che sentiva solo il proprio cuore sbattere in sincronia contro quello di Draco.
Era talmente presa che non si accorse che il biondo le stava baciando il collo.
Lei tirò indietro la testa e avvertì un fastidio al collo che poi però si trasformò in una sensazione calda e piacevole.
Aprì gli occhi lentamente, in tempo per vedere Draco che si allontanava un po’ da lei.
Le sue iridi erano nuovamente grigie e aveva un sorriso stampato sul viso mentre accarezzava il collo della sua Hermione.
La bruna ancora intontita si portò una mano dove aveva sentito quella stana sensazione e incontrò le dita di Draco.
Lui spostò l’indice in modo che lei potesse sentire i due piccoli fori che le aveva lasciato il suo compagno Veela.
Malfoy le prese la mano e la intrecciò con la sua.
-Ora sei mia e non puoi sfuggirmi…-le disse sia dolcemente che in modo malizioso.
Hermione lo guardò divertita e con finto scetticismo.
Più tardi entrambi erano stesi sul divano abbracciati e addormentati.
La Veela dentro Draco non poteva sentirsi meglio e allo stesso modo si sentiva sia lui che Hermione, la quale ora dormiva placidamente sopra il petto del principe delle serpi.
......
Passò una settimana nella quale Malfoy tentava di convincere la sua compagna ad andare con lui a casa sua.
La Grifondoro rifiutava categoricamente consapevole del notevole disagio che ci sarebbe stato.
Non era pronta per affrontare la famiglia Malfoy.
In tutto quel tempo non aveva ancora detto niente ai suoi due migliori amici ed era stata anche molto attenta a non toccare nessuno dei due.
Tuttavia Hermione tendeva a distaccarsi un po’ da loro per passare, “clandestinamente”, più tempo con Draco nella loro sala comune.
Parlavano tanto, bisticciavano, a volte facevano i compiti insieme e altre volte stavano semplicemente abbracciati e si scambiavano dolci attenzioni.
Nessuno dei due aveva intenzione di andare oltre.

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Capitolo 17
*** La famiglia Malfoy ***


Un giorno…
Draco era steso sul divano poggiando la schiena sul bracciolo del sofà e aveva tra le braccia Hermione la cui schiena era poggiata sul proprio petto.
Mentre la Grifondoro leggeva un libro il Serpeverde le stringeva la vita con un braccio mentre l’altra mano era impegnata nell’accarezzarle i morbidi capelli arricciandoseli al dito.
-Quando posso portarti a Villa Malfoy dai miei? –chiese il biondo rompendo il silenzio che regnava da molto.
-…Presto…- rispose Hermione senza voltarsi e continuando a leggere.
-Hermione…- la riprese lui dolcemente mettendo una mano sulla sua.
La bruna sospirò, mise un segno alla pagina che stava leggendo e chiuse il libro posandolo a terra poi si voltò verso “il suo ragazzo” mettendogli la mani sulle spalle per tenersi e sostenere i suoi occhi grigi.
-Malfoy mi sembra pazzesco che i tuoi vogliano incontrarmi! Non sono pronta a ciò che potrebbe succedere! E sinceramente tuo padre un po’ mi spaventa. –ammise lei guardandolo con occhi supplichevoli.
Draco ridacchiò e le accarezzò una guancia.
Non sapeva proprio cosa fare per placare la sua ansia. Non poteva dirle: “Tranquilla mio padre è solo un Serpeverde, ex Mangiamorte, e un potente mago che tiene in pugno moltissime persone” no, decisamente no.
-È ora Hermione. –decretò lui.
-E i miei amici? –chiese lei.
-Non occorre che tutta la scuola lo sappia ma sì, dovrai dirlo anche a Potter e a Weasley che sarai mia moglie presto. –disse lui in tono scherzoso.
La Grifondoro lo guardò risoluta.
-Chi ti dice che io voglia sposarti? –domandò.
Draco si sentì mancare la terra sotto i piedi e la guardò quasi con spavento ma lei sorrise.
-Stavo scherzando Draco! –gli disse vedendo la sua espressione afflitta.
Lui tirò un sospiro di sollievo e socchiuse le palpebre mentre Hermione ridacchiava.
Dopo un po’ aprì gli occhi, prese la mano della sua compagna e se la portò al petto proprio dove si trovava il suo cuore.
-Mi hai fatto prendere un colpo. –ammise lui.
-Scusa…-si scusò lei.
Malfoy scosse la testa, mise una mano dietro la nuca di Hermione e la fece avvicinare prima di baciarla.
……
Il giorno seguente la Grifondoro si prese molto tempo per pensare alla maniera meno indolore di dire ai suoi amici che avrebbe dovuto passare il resto della sua vita accanto a Draco Malfoy, il loro ex acerrimo nemico.
Alla fine la bruna optò per scrivere una lettera ad entrambi e dargliela non appena avesse lasciato la scuola per andare a Villa Malfoy con Draco.
Avevano chiesto il permesso di usare la metro-polvere spiegandone le ragioni d’uso e Silente aveva acconsentito.
L’ansia seguì Hermione ovunque quel giorno dalla prima colazione, dove a volte lei e il Serpeverde si scambiavano fugaci occhiate, all’inizio delle lezioni.
La Grifondoro era talmente tesa che, quel pomeriggio, quasi non ascoltava la lezione di Piton.
Ad un certo punto vide planare sul proprio libro di testo un uccellino di carta.
Si riscosse e senza farsi notare dall’insegnate di pozioni aprì il bigliettino su cui era scritto:
Smettila di essere così tesa, altrimenti dovrò darti un abbraccio e un bacio.
DLM
La bruna sorrise e si voltò alla sua sinistra. Perché le mandava messaggi se era proprio di fianco a lei?
Il biondo alzò le sopracciglia in modo tentatore e Hermione sorrise riuscendo finalmente a concentrarsi sulla lezione.
Amava che il Serpeverde fosse una Veela perché così riusciva sempre a capire quando lei aveva bisogno di lui.
Non avrebbe mai pensato di avere un legame così unico e speciale con Draco.
Ma a volte anche lui aveva bisogno di lei, dei suo baci e dei suoi abbracci.
Conclusa anche l’ultima lezione Hermione salì nel suo dormitorio, posò la cartella, si diede una sistemata cercando di essere presentabile e affidò al gufo di Draco le due lettere che avrebbe dovuto consegnare a Harry e Ron.
Una volta che ebbe sistemato tutto sia lei che Malfoy presero la polvere volante che Silente gli aveva dato e si posizionarono di fronte al camino della loro sala comune.
Si scambiarono uno sguardo e si presero per mano prima che Draco, con in mano una manciata di polvere, scandisse: Villa Malfoy! E gettasse la polvere sui loro piedi.
Delle fiamme verdi li avvolsero ed entrambi sparirono da Hogwarts per riapparire in un elegante camino che si trovava al centro di un enorme sala.
Il prefetto Serpeverde uscì dal camino trascinandosi dietro la sua compagna.
Hermione non fece in tempo ad ammirare neanche un dettaglio che davanti a loro comparì un elfo domestico.
-Oh il signorino Malfoy è qui! –disse questo prima di sparire nuovamente.
Dopo quasi un minuto nella stanza fecero il loro ingresso i genitori di Draco.
La signora Malfoy a destra e il signor Malfoy a sinistra.
Lucius aveva uno sguardo da superiore stampato in faccia, quasi lo stesso che fino a poco tempo fa utilizzava anche suo figlio. I capelli erano sciolti, indossava abiti neri e aveva in mano il suo bastone.
Narcissa invece sembrava stesse sorridendo leggermente, portava i capelli sciolti e un lungo abito nero.
La Grifondoro guardò entrambi sentendosi un pesce fuor d’acqua e strinse leggermente la mano del biondo accanto a lei sostenendo però lo sguardo dei signori Malfoy con un coraggio da vera grifone.
Quel gesto non passò inosservato a nessuno e Draco iniziò a parlare.
-Madre, padre, vi ho portato la mia compagna Hermione Granger. –ammise.
Nessun segno di disgusto trapelò dall’espressione di Lucius mentre Narcissa si apprestava a dire:
-Benvenuta a Villa Malfoy.
-Grazie signora Malfoy. –la ringraziò la bruna facendo un cenno con il capo.
-Viste le circostanze puoi chiamarmi semplicemente Narcissa. –disse lei tentando di spezzare l’ansia che regnava nel salone.
-Lei sa già tutto e ha anche accettato di amarmi. –decretò Draco avvertendo la crescente tensione della sua compagna e guardando sicuro suo padre.
-Dunque da adesso farai parte della nostra famiglia… -constatò ad un tratto Lucius che fino a quel momento non aveva parlato.
Hermione si irrigidì.
-…Credo di sì…- rispose non molto sicura.
Il signor Malfoy odiava, ed era risaputo: babbani, mezzo-sangue, sangue sporco, i Weasley e Harry Potter e chiunque avesse a che fare con loro.
Lei non era certo la ragazza che avrebbe voluto come nuora.
Lucius la scrutò per un momento con occhi gelidi e privi di emozioni poi gettò uno sguardo su suo figlio.
-Beh signorina…Hermione Granger tu sai che non ho in simpatia persone all’infuori dei purosangue, però Draco è mio figlio e io non lo voglio perdere. –ammise Lucius sorprendendo sia Hermione che Draco mentre Narcissa lo guardava con orgoglio e con amore.
-Discuteremo in futuro delle altre questioni e vorremmo che passassi più spesso qui da noi. –ammise Narcissa alla sua futura nuora.
Hermione con gli occhi fuori dalle orbite annuì.
-Bene, dunque…benvenuta tra i Malfoy…-disse Lucius in tono secco e quasi distaccato lasciando la stanza.
Si vedeva che si stava sforzando per dare un’impressione diversa di se stesso.
Intanto Narcissa si avvicinò ai due e abbracciò Hermione.
-Grazie per aver salvato mio figlio. –la ringraziò Narcissa un po’ rigidamente poi anche lei se ne andò salutando entrambi.
Draco osservò la sua compagna e la trovò rigida come un manico di scopa evidentemente scossa.
-Beh è fatta Hermione. Ti hanno accolta ma dovrai farti vedere più spesso qui. –ammise lui risvegliando la bruna dai suoi pensieri.
-Wau…tuo padre l’ha presa bene e anche tua madre, decisamente! –esclamò lei avviandosi con Draco verso il camino.
-Lo credo anch’io, forse è perché tu sei la migliore della scuola anche se non purosangue. –le ricordò prima di prenderla per un braccio e fermarla.
-Hermione sei davvero sicura di volere tutto questo? –le chiese un po’ preoccupato.
-E tu? –chiese lei a sua volta osservando il biondo negli occhi.
-Io voglio te, non potrei desiderare altro. –ammise lui serio con gli occhi grigi che scintillavano.
Hermione sorrise.
-Anch’io voglio solo te perché ti amo. –decretò.
Draco sorrise e mentre la sua Veela era al settimo cielo per la confessione lui prese la sua compagna e l’avvicinò a se.
-Ti amo anch’io. –e detto questo si baciarono.
Le Veela sono creature speciali, sia in pure che in parte, e quando si innamorano sarà per SEMPRE.
Fine.

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