Fairy Tail ga Kill di Lord_Ainz_Ooal_Gown (/viewuser.php?uid=332873)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: I malvagi annegheranno nel sangue ***
Capitolo 2: *** La strada che abbiamo scelto ***
Capitolo 3: *** Cacciatori e prede ***
Capitolo 4: *** Non vi è spazio per i sentimenti ***
Capitolo 5: *** Noi accettiamo la morte così come la vita ***
Capitolo 6: *** L'alleato più affidabile può essere il nemico più letale ***
Capitolo 7: *** Una nuova meta ***
Capitolo 8: *** Fulmini minacciosi ed oscuri presagi ***
Capitolo 1 *** Prologo: I malvagi annegheranno nel sangue ***
*Si
siede ad un tavolo e si mette comodo*
Salve!
Lo so, vi aspettavate il mio classico 'Chaos' ma è giusto
cambiare
qualcosa ogni tanto! Dunque, prima di iniziare questo piccolo
esperimento (sì, è un esperimento,
perciò potrebbe durare una
notte come fino alla fine dei tempi) è meglio mettere subito
le mani
avanti, onde evitare problemi.
Prima
di tutto, avevo detto che non avrei aggiornato fino al 10 e dovrebbe
essere così ma la mia partenza è stata
posticipata e quindi non
aggiornerò fino al 12/13 di settembre.
Prima
di tutto, pensate a Fairy Tail. Immaginate i vari personaggi, i
luoghi, le storie e tutto il resto. Fatto? Molto bene, ora tenete a
mente solo i luoghi, i nomi e l'aspetto fisico dei personaggi. Tutto
il resto: eliminatelo dalla vostra mente. Proprio così,
eliminate le
magie, le avventure, le varie storie e tutte quelle cose lì.
Ora
pensate ad un altro anime, uscito da poco. Akame ga Kill. Non so
quanti di voi lo conoscano ma, per quelli che lo seguono, ripetete lo
stesso procedimento di Fairy Tail ma stavolta eliminate completamente
i personaggi.
Ora
rimangono i personaggi e i luoghi da una parte e la
“storia/avventura/trama/quello che volete”
dall'altra. Unite le
due parti e avrete ottenuto l'idea di fondo di questa fic che, come
già detto, potrebbe durare solo un capitolo o anche di
più.
Ci
sono molte altre cose da dire, ma ve le dirò dopo che avrete
letto
le prossime pagine (anche se credo che alcuni di voi andranno
direttamente in fondo).
Buona
lettura!
I
MALVAGI ANNEGHERANNO NEL SANGUE
Oscurità.
Nel cuore
di una foresta, con la luna coperta da nubi temporalesche,
l'oscurità
regnava su tutto. Era assoluta, sempre presente e, al tempo stesso,
assente. Le persone normali la temevano. Per loro,
l'oscurità era il
regno del male, la casa dei demoni, il dominio dei malvagi.
Non
era quindi
strano che, al calare della sera, le persone si chiudessero in casa o
nelle taverne, senza provare nemmeno a pensare di camminare per
strada.
Le
vie dell'enorme
città di Magnolia erano completamente deserte. Gli unici
impavidi,
che affrontavano quelle fredde strade d'inverno, erano i membri della
polizia militare, coloro che dovevano vegliare sui cittadini e
garantire il trionfo della giustizia sui malfattori.
Tuttavia,
nemmeno i
poliziotti osavano avventurarsi al di fuori delle alte mura
cittadine, il primo vero e proprio scudo che proteggeva la
città da
banditi e Bestie Pericolose.
I
nobili che,
invece, preferivano abitare al di fuori della città, si
erano
assicurati i servigi di piccole compagnie mercenarie o di veri e
propri gruppi di soldati privati, addestrati da loro stessi. Un
esempio era quello di una vecchia nobile, proprietaria di uno dei
negozi più famosi di tutta Magnolia: Lamia Scale.
La
donna, Ooba
Babasama, apparteneva alla casta più adagiata della
città. I nobili
di alto livello facevano soldi attraverso commerci, imprese e anche
affari loschi, con quest'ultimi che non venivano mai presi in
considerazione dagli ufficiali corrotti della città.
Malgrado
fosse la
capitale del Regno di Fiore, Magnolia nascondeva un lato oscuro
estremamente sinistro ed inquietante.
In
città, un grosso
orologio posto su un campanile, segnò le due in punto. Ormai
i
cittadini si erano abbandonati alla stanchezza ed erano sprofondati
nel sonno. Ooba non faceva differenza ma le sue guardie, al
contrario, erano ancora attive e vigili.
La
magione
dell'anziana nobile comprendeva tre piani e non era molto espansiva
ma le finestre protette da sbarre d'acciaio e lo spesso portone
facevano intendere che la sicurezza non era di sicuro trascurata.
Tuttavia, molte persone si erano chieste perché avesse fatto
costruire il suo palazzo così vicino ad un bosco.
Nessuno
lo sapeva e
nessuno lo avrebbe mai saputo.
Una
goccia d'acqua
colpì una tegola del tetto, ne seguì un'altra, e
un'altra ancora.
In pochi istanti, un vero e proprio diluvio investì la
città e il
bosco circostante, dissipando l'oscurità con dei lampi
occasionali,
a cui seguivano sempre dei fragorosi tuoni.
Le
due guardie che
pattugliavano il perimetro alzarono lo sguardo verso l'alto.
“Ah che palle...
ci mancava solo la pioggia.” si lamentò il ragazzo
dai tratti
canini, passandosi una mano tra i lisci capelli arancioni.
“Strano, eppure
siamo in pieno inverno.” commentò il compagno, un
ragazzo più
basso e dalle lunghe sopracciglia “Non dovresti comunque
avere
problemi, no Toby?”
“Oooon! Lascia
fare a me, Yuka! Se qualche criminale tenterà di entrare, lo
scoverò
senza problemi!” urlò Toby, alzando le braccia. Un
ramo si spezzò
alla loro sinistra, in direzione del bosco.
I
due si girarono di
scatto, pronti allo scontro.
Davanti
a loro, sul
limitare del bosco, c'era una ragazza. Era alta e snella. La
carnagione candida come il latte e il seno ben proporzionato. Il
volto era coperto da una maschera nera simile alla testa di un corvo,
con due buchi perfettamente circolari per gli occhi.
I
capelli erano
tenuti al riparo dalla pioggia dal cappuccio nero del suo mantello
che le arrivava fino alle caviglie, coprendo le braccia. Il busto era
coperto solo da una camicetta viola che le arrivava fino
all'ombelico, mentre le gambe erano per lo più scoperte,
fatta
eccezione per gli shorts di jeans e gli anfibi militari neri.
Il
tutto dava a
quella persona un'aria inquietante ed affascinante allo stesso tempo.
Toby ne rimase subito colpito ma Yuka stava pensando ad altro.
Lentamente,
abbassò
lo sguardo sui suoi vestiti orientali blu. L'acqua li aveva
già
inzuppati e gli avrebbero rallentato i movimenti. Riportò lo
sguardo
sulla ragazza che non si era mossa di un millimetro.
“Toby, prepara la
tua Arma Imperiale... quella lì è
forte.” sibilò Yuka,
infilandosi dei guanti neri senza dita con dei piccoli dischetti di
cristallo sui palmi. Il compagno seguì il suo suggerimento
e, a sua
volta, indossò un paio di guanti verdi con delle lunghe
unghie
d'acciaio.
La
ragazza inclinò
la testa di lato, mentre un sinistro bagliore rosso si accendeva
nelle orbite della maschera. Toby deglutì mentre Yuka
pensò a quale
fosse la tattica migliore. Il fatto che non sapessero nulla della
loro possibile avversaria li rallentava, anzi, li bloccava. Avevano
paura.
Quando
due
possessori di Armi Imperiali si scontravano, in nove casi su dieci,
uno dei due moriva. Il decimo caso era la morte di entrambi.
“Toby! Mira alle
gambe! Io ti compro!!!” urlò all'improvviso Yuka
alzando la gamba
destra per avanzare.
Due
piume nere si
conficcarono negli occhi di Toby. Il dolore non potè nemmeno
raggiungere il cervello. Altre tre piume si conficcarono nella sua
gola, precisamente sul pomo d'Adamo. Il dolore delle prima due piume
lo raggiunse. Una decina di piume di conficcarono nella cassa
toracica. Tutte colpirono un organo interno.
Toby
cadde
all'indietro, privo di vita.
Yuka
posò a terra
il piede destro. Fece ancora due passi prima di rendersi conto
dell'accaduto. Si immobilizzò sul posto. La gamba destra
ancora
piegata e le braccia piegate ai lati, con i palmi rivolti verso la
ragazza.
Gli
occhi verdi del
giovane erano sgranati all'inverosimile e il suo corpo si rifiutava
di muoversi. Il suo migliore amico era morto nel giro di un battito
di ciglia e lui non aveva potuto fare nulla per salvarlo.
Davanti
a lui,
quella misteriosa ragazza portò le braccia in avanti,
mostrando i
guanti senza dita neri che le arrivavano fino ai gomiti. Da sotto il
mantello uscirono due piume nere, uguali a quelle dei corvi.
“Tu...!”
La
voce gli morì in
gola. Nell'esatto momento in cui aveva proferito quella parola, tutto
era diventato completamente nero. Per il primo secondo non se ne
capacitò ma poi, insieme al dolore lancinante, due fiotti di
sangue
sgorgarono dalle orbite vuote del suo volto.
Si
lasciò cadere in
ginocchio, portando le mani sugli occhi ormai assenti. Aprì
la bocca
per urlare ma venti piume si conficcarono nella sua spina dorsale,
colpendolo sempre tra due vertebre. Una di esse lo aveva colpito alla
base del cervelletto ma non sentì dolore.
Il
corpo senza vita
della guardia si accasciò al suolo senza emettere alcun
suono.
La
ragazza
mascherata alzò lo sguardo sulle finestre del terzo piano.
Un lampo
illuminò lo sprazzo d'erba ma, prima che il tuono potesse
arrivare,
l'assassina era già scomparsa.
Un
ragazzo dal
fisico scolpito passeggiava lungo un corridoio del piano terra. I
corti capelli argentati oscillavano leggermente, al ritmo dei suoi
passi. Lo sguardo serio era puntato avanti a sé, le orecchie
tese
per percepire il più flebile dei rumori.
Pochi
istanti prima
aveva sentito urlare Yuka ma, tra i tuoni e il rumore della pioggia
sul vetro, non ne era sicuro al cento per cento. Avrebbe continuato a
sorvegliare il piano terra e, se non li avesse visti all'esterno,
avrebbe dato l'allarme.
Arrivò
davanti alla
piccola porta che dava sul retro della magione, il piccolo orticello
della sua padrona. Fu proprio oltre quella porta che avvertì
una
presenza. Era fredda ed appena percettibile ma lui era allenato e
sapeva bene che molti assassini riuscivano a nascondere completamente
la loro presenza. Probabilmente quello era ancora inesperto.
Controllò
i suoi
guanti blu dalle striature azzurre. La sua Arma Imperiale era pronta
e, se il suo intuito non sbagliava, avrebbe dovuto usarla. Fece un
passo verso la porta ma la presenza non svanì, rimase ferma.
-Meglio.-
pensò il
giovane, prima di fare un altro passo. Questa volta, invece, la
presenza si mosse velocemente e la porta esplose in centinaia di
schegge di legno. Persino lo strato d'acciaio al suo interno venne
distrutto.
Una
grossa ombra
scura si scagliò contro l'albino che, velocemente, mise la
mani
avanti a sé, urlando “Ice Eagle!”.
Decine di piccole aquile di
ghiaccio vennero create dai suoi guanti e si schiantarono sulla
figura, congelandola in pochi istanti.
Il
giovane, dopo
qualche secondo, scrutò attentamente la cosa che lo aveva
attaccato.
Era una specie di uomo insetto. Era alto sui due metri e dieci ed
aveva un fisico imponente, interamente coperto da una specie di
esoscheletro blu scuro. Gli occhi erano interamente gialli e privi di
pupilla.
Sulla
corazza
indossava una bandana nera, dei para tibie di cuoio neri, dei para
braccia neri e una specie di tunica nera aderente che, oltre al
busto, gli copriva anche le cosce. La strana creatura aveva la mano
destra puntata in avanti, come a voler afferrare il ragazzo.
“Spiacente amico,
ti è andata male.” disse il giovane sorridendo ma
il suo sorriso
durò solo una manciata di secondi. Delle spesse crepe
iniziarono a
crearsi nel suo ghiaccio e il nemico si liberò interamente,
spargendo il ghiaccio per terra.
Il
giovane evitò la
presa dell'avversario che tentò di colpirlo con un pugno. Lo
mancò
di un soffio ma distrusse comunque parte della parte che
colpì al
suo posto. L'albino si rialzò prontamente e protese
nuovamente le
mani in avanti.
Sgranò
gli occhi.
Un
dolore alla
schiena gli fece portare una mano sul collo. Sentì qualcosa
sporgere
dalla carne. L'afferrò e la tirò via,
portandosela davanti agli
occhi. Una piuma di corvo, sporca del suo sangue.
Si
girò su se
stesso, ritrovandosi ad osservare una maschera di corvo. La giovane
che, probabilmente, lo aveva attaccato alle spalle, lo stava fissando
senza dir nulla. Un rivolo di sangue colò dalla bocca del
guerriero
del ghiaccio.
Una
grossa mano blu
gli afferrò la testa, sollevandolo di peso dal terreno. La
presa
diventò sempre più forte ma lui non sentiva
nulla. Non sentiva
dolore.
Alla
luce di un
lampo, le cervella della guardia macchiarono la parete ed il
pavimento, insieme a litri di sangue e ciò che restava dei
suoi
occhi blu. La creatura che lo aveva ucciso lasciò cadere il
cadavere
per poi posare lo sguardo sulla sua compagna.
“Leon Vastia.
Eliminato.” riferì la creatura, la cui voce faceva
pensare ad un
maschio.
La
giovane annuì e
si diresse verso le grosse scale poste all'ingresso. La creatura la
raggiunse pochi secondi dopo. Alzarono lo sguardo verso l'ultimo
gradino.
Un
uomo dalla lunga
barba e dalla testa liscia li stava osservando con sguardo furente.
Il fisico imponente coperto da una larga tunica bianca. Le mani
incrociate davanti al petto.
I
tre si osservarono
in silenzio per qualche secondo, poi l'uomo ruppe quel silenzio
“Siete assassini, non è così?”
La
creatura annuì
mentre la ragazza continuò a fissarlo in silenzio.
“Immagino che
abbiate già eliminato i miei compagni...” disse
l'uomo “Io, Jura
Neekis, vi eliminerò qui e ora!”
Un
secondo dopo,
mosse la mano destra avanti. Cinque pilastri di roccia sfondarono il
terreno, chiudendo i due assassini in una specie di gabbia. Con un
altro movimento della mano, i cinque pilastri si fecero sempre
più
vicini agli altri. Voleva schiacciarli all'interno di quella gabbia.
Tuttavia,
due dei
pilastri non riuscivano a muoversi. La creatura li stava bloccando
con le sue sole forze.
“Sei un nemico
ostico. Dovrò impegnarmi.” disse Jura prima di
unire la mani come
se dovesse pregare. Due spesse piastre di roccia si alzarono dal
terreno e si schiantarono l'una contro l'altra, schiacciando i cinque
pilastri e i due assassini.
Una
grossa nuvola di
polvere e detriti venne a crearsi nell'entrata ma durò solo
qualche
secondo. Jura sgranò gli occhi sorpreso. La creatura era
ancora in
piedi mentre mentre la ragazza era rannicchiata tra le sue gambe.
L'uomo
si preparò
ad un altro attacco ma la vista gli si annebbiò
all'improvviso. Le
sue gambe si fecero deboli e non ebbe più equilibrio.
Ruzzolò giù
dalle scale, finendo con la schiena a terra e il respiro pesante.
Fu
allora che lo
vide. Attaccato ad un grosso lampadario, c'era un ragazzo. Era molto
giovane e il fisico era asciutto. La carnagione leggermente
abbronzata creava un perfetto contrasto con i suoi occhi verdi come degli smeraldi.
Si
lasciò cadere a
terra, senza provocare alcun suono. Sembrava quasi uno spettro. Il
ragazzo si sistemò la fascia rossa che teneva sulla fronte e
che
teneva su i suoi corti capelli neri, puntati verso il cielo. Il
giubbotto verde oliva che indossava era aperto, permettendo
così di
vedere la canotta bianca sottostante.
Il
moro si piegò in
avanti, sistemandosi poi i larghi pantaloni neri che gli coprivano
quasi del tutto le scarpe rosse.
“Buonasera! Mi
dispiace informarti che morirai tra pochi secondi.” disse il
ragazzo sorridendo.
“C... cosa mi...
hai...” biascicò Jura ma la sua lingua si
paralizzò, impedendogli
di continuare.
Il
ragazzo mantenne
il suo sorriso e, lentamente, scostò la manica destra del
giubbotto,
mostrando una specie di protezione bianca piena di buchi.
“Questa è la mia
Arma Imperiale. Si chiama Baeis ed è stata creata dai
materiali del
Basiaois, una Bestia Pericolosa che, attraverso la sua resistente
coda, spargeva nell'aria un veleno mortale per uccidere le sue
prede.” spiegò il giovane assassino “Il
veleno, benchè mortale,
impiega comunque diversi secondi per agire. Se non ci fossero stati
loro due, probabilmente ti saresti accorto della mia
presenza”.
Jura
provò a
parlare ma aveva ormai perso il controllo sul suo corpo.
Iniziò ad
impallidire, mentre tutte le sue vene diventavano blu. Aprì
la bocca
per urlare ma non uscì nemmeno un gemito. Il suo corpo si
irrigidì,
mantenendo quell'espressione di disperazione sul volto.
“Bene, e anche
l'ultima guardia è andata.” commentò il
giovane, prima di salire
le scale, seguito a ruota dai suoi compagni. Furono rapidi e
silenziosi. Nel giro di pochi secondi trovarono la stanza del loro
bersaglio.
La
ragazza aprì la
porta. Ooba era seduta contro lo schienale del letto e la fissava con
sguardo ormai spento.
“Così siete
arrivati...” commentò la vecchia, mentre i tre
assassini entravano
nella stanza.
“Perdonaci
vecchia, ma siamo di fretta.” commentò il ragazzo
prima di fare un
cenno alla sua compagna. Quest'ultima puntò tre piume nere
verso
l'anziana nobile.
Le
scagliò tutte e
tre alla gola ma non per conficcarle, infatti le fece tre ampi tagli
nella carne dalla quale iniziò a fuoriuscire tanto sangue.
Ooba si
portò le mani alla gola per fermare l'emorragia ma le forze
le
vennero meno dopo pochi istanti. Si accasciò sul letto ormai
impregnato del suo sangue.
“Le gemme del tuo
negozio, vengono estratte sulle montagne, da dei giovani orfani che
hai comprato al Mercato Nero. Centinaia di loro sono morti in quelle
gallerie ma tu non hai mai fatto nulla per impedirlo. La morte
è la
giusta ricompensa per quelli come te.” disse il ragazzo, per
poi
dirigersi verso l'uscita.
Si
fermarono tutti e
tre vicino al cadavere di Jura. Il giovane assassinò
ghignò.
Il
sole era ormai
alto nel cielo e un freddo vento muoveva le fronde degli alberi.
L'oscurità era stata scacciata dal Sole e la gente era molto
più
tranquilla.
Un
soldato dai
lunghi capelli verdi camminava lungo una piccola strada, poco fuori
dalla città. Era diretto verso la magione della proprietaria
di
Lamia Scale. Qualcosa gli stava trasmettendo uno strano senso di
inquietudine e non riusciva a capire cose fosse.
Dopo
alcuni minuti
arrivò alla magione ma ciò che vide lo fece
cadere in ginocchio.
Sopra la porta d'ingresso, la vecchia Ooba era stata crocifissa con
delle piume di corvo. Alla sua destra c'erano due delle sue guardie,
così come alla sua sinistra.
Il
soldato fissò
poi la porta dove era stato dipinto uno strano simbolo con il sangue:
La testa di una pantera con i denti in bella vista.
“Imperatore Romeo!
Imperatore Romeo!” urlò un messaggero, entrando
nella sala del
trono, sulla quale sedeva un giovane ragazzo, quasi un bambino.
“Calmati soldato!”
gli intimò il giovane Romeo, facendo cenno di
inginocchiarsi. L'uomo
eseguì all'istante e disse “Un soldato ci ha
appena informato che
la nobile Ooba Babasama e le sue guardie sono state
eliminate!”
Romeo
strinse la
presa sul piccolo scettro dorato che teneva nella mano destra. Da
dietro il torno spuntò un uomo anziano dalla lunga barba
grigia. Una
benda nera sull'occhio destro. Indossava degli abiti eleganti neri e
una sfarzosa collana d'oro.
L'uomo
si chinò
leggermente in avanti e chiese “Sono stati di nuovo
loro?”
Il
soldato annuì
“C'era il loro simbolo sulla porta...”
“Imperatore Romeo,
credo che sia il momento di prendere provvedimenti.”
commentò
l'anziano, osservando il giovane sovrano, il quale annuì
“Sì, ha
ragione Ministro Purehito! Richiamate subito il Generale Charlotte!
E' ora di debellare completamente la minaccia di Fang of
Darkness!”
Angolo
del ricercatore/scienziato:
Oh,
ben ritrovati! Piaciuta questa piccola lettura? Beh, se siete
arrivati fino a qua e non ve ne siete andati vomitando quello che
avete mangiato ieri sera, direi che avete apprezzato. Ora preparatevi
perché sarò più soporifero di un prof
di latino all'ultima ora del
lunedì!
Prima
di tutto, mi scuso. Mi sono dimenticato di dirvi che, oltre ai
personaggi di Fairy Tail, dovevate aggiungere anche qualche OC eh eh
eh eh... ma penso che lo abbiate capito mentre leggevate.
Penso
anche che abbiate capito che questa dovrebbe essere una fic ad OC
anche se, essendo un esperimento, non ne sono molto convinto. Alla
fine consigliatemi voi se è il caso di continuare o meno.
Ora
passiamo a questa specie di prologo. Come avrete capito, qua non
c'è
la magia ma bensì le Armi Imperiali di Akame ga Kill. Dato
che non
credo che tutti conoscano questo nuovo anime, e potrei fare almeno
cinque nomi, lasciate che vi spieghi cosa sono queste Armi Imperiali.
Sono delle stracazzutissime armi che sono state create centinaia di
anni prima rispetto a questa storia, utilizzando minerali rari,
oggetti rarissimi, pezzi di Bestie Pericolose (possono essere draghi,
e tutto quello che vi viene in mente) ecc ecc... fa molto Monster
Hunter vero?
Queste
armi possono essere per la difesa, per l'attacco e per quello che vi
viene in mente. Possono essere anche esseri viventi veri e propri con
delle caratteristiche particolari. Qua potete sbizzarrirvi come
volete.
Bene,
ora che abbiamo spiegato qualcosina, passiamo ai classici punti che
dovete tenere in mente per la creazione del personaggio. E' probabile
che mi dimenticherò qualcosa.
1)
Niente Mary Sue o Gary Sue. Se me li mandate, non li
calcolerò manco
di striscio.
2)
Non so quanti OC accetterò né se vinceranno i
primi ad arrivare o
se sarà a selezione.
3)
Accetto anche due OC da ogni utente.
4)
Accetto fratelli, gemelli, gemelle, sorelle, ecc...
5)
La scheda OC va riempita al 100%, a questo giro non vi dirò
“Guarda
che manca questo”, se manca qualcosa non lo accetto.
Piuttosto, se
non sapete cosa scrivere, mettete // o chiedete a me.
6)
La storia dovete seguirla. Io non sono nelle vostre menti e non vi
conosco (tranne alcuni casi) perciò non so cosa pensate
quando
create gli OC. Ergo, una recensione anche solo di undici parole, ogni
tanto, dove dite che l'OC va bene e chi si è visto
s'è visto.
7)
Chi dovesse lasciarmi l'OC e poi fottersene della fic, lo dico
subito, faccio in fretta a sostituire quel personaggio, anche senza
eliminarlo. Poi però non lamentatevi.
8)
Credo sia sottinteso ma gli OC potrebbero morire come finire in coma
come potrebbero perdere degli arti o organi interni.
9)
Per chi segue Akame ga Kill, le armi imperiali non sono 48 ma molte
di più.
10)
Le armi hanno per la maggior parte un solo effetto ma per quelle che
ne hanno due o addirittura tre, gli effetti secondari sono
più
“deboli” di quello principale. Esempio: armatura
dalla difesa
assurda che può anche diventare invisibile e richiamare una
spada,
l'effetto principale è la durezza mentre
l'invisibilità, caso mai,
dura poco o può usarla solo da fermo mentre la spada
è una
semplicissima spada senza effetti. Se non avete capito, chiedete.
11)
Nella recensione dovete dirmi quanti OC inviate, il sesso, la fazione
e il tipo di arma. Per l'arma non state lì a specificare
tutto ma
dite lo stretto necessario affinché nessuno vi copi.
12)
LEGGETE LE PRECEDENTI RECENSIONI dato che non voglio dover continuare
a mandare mp con su scritto “Questo potere c'è
già”, siate
creativi.
13)
I personaggi di Fairy Tail appartengono al loro creatore,
l'ambientazione anche mentre gli OC apparsi appartengono a me.
14)
Il personaggio va inviato via mp avente come oggetto “Fairy
Tail ga
Kill: 'Nome personaggio'”
15)
Quando andrete a creare la vostra arma, siate coerenti. L'effetto
deve essere necessariamente collegato alla sua origine (animale,
oggetto, ecc) perciò se è stata creta da un
animale elettrico, avrà
l'elettricità oppure sarà immune ad essa.
16)
In questo mondo esistono pistole, fucili e la tecnologia in generale
solo che non siamo ancora arrivati a satelliti, cellulari e cose
simili.
Ora,
benchè sia contro il regolamento, metto qua la scheda OC,
per due
motivi. Primo, nei prossimi giorni potrei non esserci e se qualcuno
dovesse partecipare, non potrei inviargli la scheda. Secondo,
è più
veloce come cosa.
TUTTO
OBBLIGATORIO
SCHEDA
OC:
Nome:
Cognome:
Soprannome:
Sesso:
Età:
Carattere:
Aspetto
fisico:
Segni
particolari:
Vestiario:
Fazione:
(Assassini [buoni] o Poliziotti [cattivi])
Esperienza:
(siete novellini, esperti, veterani, ecc... non tutti mega iper
veterani eh, qualche recluta ci vuole)
Nome
Arma Imperiale: (sì, la vostra arma avrà un nome)
Aspetto
Arma Imperiale: (dovete dirmi che cos'è e com'è
fatta)
Effetto
Arma Imperiale: (dovete dirmi cosa fa)
Vantaggi
Arma Imperiale: (dovete spiegare i punti do forza della vostra arma)
Svantaggi
Arma Imperiale: (dovete spiegare i punti deboli della vostra arma)
Origine
Arma Imperiale: (dovete spiegare da cosa è stata creata e
descrivere
nel dettaglio l'animale/oggetto/ecc... da cui è stata creata)
Arma
di scorta: (questa voce va riempita solo se la vostra Arma Imperiale
non è adatta al combattimento o se è da difesa.
L'arma di scorta
non avrà alcun effetto. Non create combinazioni invincibili
perché
ve le smonto pezzo per pezzo)
Punti
di forza: (quelli del personaggio)
Punti
deboli: (idem)
Limiti:
(fin dove si spingerebbe il vostro OC)
Specialità:
(cucinare, uccidere, dormire, ecc...)
Abitudini/hobby:
Ama:
Odia:
Paure:
Rancori:
Passato:
(spiegate anche perché siete entrati tra gli assassini o tra
i
poliziotti)
Love
story: (sì/no, se avete preferenze ditele)
Sposato:
(sì/no, nulla vi vieta di avere già una moglie o
un marito, se
mettete sì, date una breve descrizione)
Figli:
(sì/no, se mettete sì, date una veloce
descrizione di loro)
Altro:
(tutto ciò che non rientra nel resto)
Bene,
questa era la scheda. Ah, per la love story, potete tranquillamente
mandarmi due oc già fidanzati/sposati tra di loro.
Altra
cosa: se la vostra Arma Imperiale ha un effetto pressoché
debole
oppure è un essere organico (TUTTI GLI ESSERI ORGANICI SONO
DOTATI
DI RIGENERAZIONE RAPIDA), potete avere un'arma di scorta un po'
più
potente.
Ultima
cosa: molte scene potrebbero essere “copiate” da
Akame ga Kill o
comunque modificate leggermente.
Ultimissima cosa: se questa fic andrà
avanti, aggiornerò una volta al mese o anche in periodi
più ampi.
Bene,
ho finito *prende il taccuino per gli appunti* ora vediamo come va
l'esperimento!
|
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Capitolo 2 *** La strada che abbiamo scelto ***
LA
STRADA CHE ABBIAMO SCELTO
Le
vie di magnolia, al mattino, sprizzavano vivacità ed
energia. Le
bancarelle erano piene di merci rare, le mogli dei mariti al lavoro
si spostavano tra di esse, comprando quello di cui avevano bisogno,
tenendo anche d'occhio i bambini che riuscivano a divertirsi senza
causare troppi danni.
Le
campane di un campanile iniziarono a rintoccare, segnando
così le
dieci del mattino. Uno stormo di colombi si alzò in volo,
sorvolando
una grossa piazza adibita al mercato e provvista di una grossa
fontana di marmo bianco. Alcune bambine aiutavano i loro genitori
nelle bancarelle, trasportando delle piccole casse con la merce,
oppure gettando i pochi rifiuti.
Una
di esse, mentre portava una cassetta piena di fragole,
inciampò a
terra, spargendo molti
frutti a terra. Il padre, un uomo sulla quarantina, le fu subito
vicino per aiutarla, quando una voce femminile gli arrivò
alle
orecchie “Dovrebbe fare più attenzione. Se ci
fossero state delle
altre persone sarebbe successo un casino”.
L'uomo
si voltò lentamente. Sapeva fin troppo bene a chi
apparteneva quella
voce.
Era
alta sul metro e settanta e la carnagione era rosea. Lunghi
capelli rossi raccolti in una coda alta disordinata
e due
occhi color giallo scuro che lo stavano praticamente trafiggendo da
parte a parte. Il
sorrisetto sulle labbra era inconfondibile così come il
cinturino
dorato che portava in vita, sopra a dei pantaloni neri e lucidi. La
lunga sciarpa bianca che portava intorno al collo, venne mossa dal
leggero venticello mattutino, permettendo così di vedere la
croce
bianca raffigurata sul retro della sua maglietta, senza maniche,
nera.
La
ragazza mosse qualche passo in direzione dei due cittadini,
schiacciando alcune
fragole con le sue scarpe rosse. Imprecò, senza curarsi
degli
sguardi dei presenti. Affondò nuovamente i suoi occhi gialli
in
quelli neri dell'uomo che, abbassando lo sguardo, cercò di
scusarsi
“Vi chiedo scusa. Non l'ha fatto di proposito!”
“E
vorrei ben vedere!” esclamò la rossa con tono
seccato, mantenendo
comunque il sorrisetto “Se l'avesse fatto di sua spontanea
volontà,
tu non te la saresti vista bene!” e afferrò l'uomo
con la mano
destra. In quel momento, il tatuaggio sull'avambraccio destro della
ragazza venne messo in bella vista. Erano tre parole: “Alias
graves
nil”.
“Papà!”
urlò la bambina cercando di aiutarla ma la ragazza
spostò di lato
l'uomo, facendo cadere nuovamente.
“Silenzio,
mocciosa.” sibilò la ragazza, prima di rivolgersi
al padre “Per
questa volta vi lascio andare ma le mie scarpe si sono sporcate,
perciò prenderò le fragole rimaste.” e
lo lasciò andare,
prendendo una mezza dozzina di fragole.
Riprese
a camminare in mezzo alla folla che, con suo piacere, si apriva al
suo passaggio. Mangiò l'ultimo frutto, gettando l'erba in un
piccolo
cestino. Lei amava l'ordine e doveva essere totale, sia nelle piccole
cose, come la pulizia delle strade, che nelle grandi, come il
completo annientamento della malvagità.
“Comandante
Kirigaya!” urlò un uomo, correndo verso di lei. La
rossa si girò
verso di lui, osservando la
sua particolare cicatrice sulla faccia “Soldato semplice
Doranbolt
a rapporto! Devo comunicarle che...!”
“Soldato,
penso di aver detto a tutti come ci si deve comportare in mia
presenza.” disse la ragazza, posando la mano destra
sull'impugnatura di uno dei due pugnali che portava appesi alla vita.
Doranbolt
deglutì.
“Comandante
Shino Kirigaya, chiedo il permesso di parlare.” disse il
ragazzo
dai corti capelli neri, mettendosi sull'attenti.
La
rossa lo fissò per qualche secondo, estraendo poi una
piccola
confezione di snack al cioccolato. Prese uno di quei lunghi
bastoncini croccanti, ricoperti di cioccolato al latte, e lo
mangiò
lentamente, lasciando il soldato in attesa. Dopo tre snack, disse
“Parla pure”.
“Comandante
Kirigaya, è richiesta la vostra presenza al palazzo reale,
ordine
diretto dell'imperatore Romeo.”
spiegò Doranbolt, catturando l'attenzione di Shino che, per
prima
cosa chiese “Quanti altri hanno ricevuto questa
chiamata?”
“Non
lo so purtroppo. Altri tre o quattro elementi di spicco, a quanto ho
capito, ma non so i nomi.” spiegò il soldato.
Shino lo congedò
con un cenno brusco della mano, per poi posare lo sguardo sul palazzo
reale. Il sorrisetto si trasformò in un piccolo ghigno
sadico.
-Penso
proprio che sarà divertente!-
La
luce del sole, benchè fosse considerata la soluzione contro
l'oscurità della notte, non era riservata solo a coloro che
erano
nel giusto, o credevano di essere nel giusto, all'interno della
città. Essa illuminava anche coloro che venivano considerati
traditori del regno e terroristi di prima categoria.
Nel
fitto di una vasta foresta, a circa una decina di chilometri da
Zafirus, vi era la sede dei cosiddetti terroristi. La vicinanza ad un
fiume e alle montagne lo rendeva un luogo perfetto per nascondersi e
sopravvivere, soprattutto quando la sede era un grosso edificio
scavato interamente nella roccia, coperto da una grossa piattaforma
di terra e roccia.
Nessuno,
tranne coloro che ci vivevano, sapeva della sua posizione e, come
speravano gli assassini, nessuno lo avrebbe mai scoperto. Poco
lontano dalla loro casa, lungo un piccolo sentiero, tre assassini
stavano rincasando. La notte era stata dura. La pioggia li aveva
infreddoliti per bene e il
dover camminare tutta la notte tra gli alberi non era proprio
divertente.
Non
appena furono in vista della loro dimora, il sorriso tornò
sul volto
del ragazzo che camminava davanti a tutti gli altri. Gli occhi verde
smeraldo si illuminarono ed esclamò “Finalmente!
Non vedo l'ora di
farmi un bel bagno caldo!”
“Non
ti è piaciuta la doccia fredda di stanotte?”
chiese l'imponente
ragazzo dietro di lui, accennando un ghigno.
L'apri-fila si voltò verso di lui. I suoi occhi si
incatenarono in
quelli azzurri del gigante che lo osservava dai suoi due metri e
dieci di altezza.
“No
Stun, non mi è piaciuta per niente!”
sbottò il ragazzo agitando
le braccia.
Stun
non cambiò espressione, passandosi una mano tra i corti
capelli
biondi. La pelle pallida era in perfetto contrasto con la sua divisa
nera, composta da: stivali
alti, pantaloni, guanti, t-shirt e cappotto lungo che gli arrivava
fino alle ginocchia. Malgrado l'aspetto imponente, il
volto aveva dei tratti dolci e delicati.
La
ragazza che camminava di fianco a Stun gli diede un colpetto sul
braccio sinistro, attirando
la sua attenzione “Gergas non sopporta l'acqua fredda, una
carta
parte del suo corpo si rimpicciolisce con essa”.
Gergas
arrossì immediatamente ed urlò
“Cristal, maledetta! Ti ho detto
mille volte che non è vero!”
“Certo
certo, tranquillo Gergas, anche se lo sanno tutti, nessuno ti
dirà
mai nulla di male.” commentò Stun, sistemandosi un
piccolo scudo
circolare blu che portava sull'avambraccio destro. Su di esso vi era
raffigurato un grosso scarabeo.
Il
moro sospirò pesantemente “E dire che in
combattimento sembrate
due persone completamente diverse, invece vi divertite a sfottere la
gente!”
“Cosa
cosa? Hanno di nuovo preso in giro la tua dotazione che corre ai
ripari quando c'è l'acqua fredda?” chiese una voce
femminile alle
loro spalle. Gergas si voltò dietro di sé,
scoprendo che erano
ormai davanti alla loro base. Davanti alla porta d'entrata vide la
ragazza che gli aveva posto quell'imbarazzante domanda.
Era
alta sul metro e sessanta, venti centimetri in meno di lui. Il corpo
magro e tonico, dal seno prosperoso, aveva una carnagione color
pesca. La bocca, dalle labbra sottile e rosse, era piegata in un
sorriso sincero e i grandi occhi rossicci erano puntati sui tre
assassini.
Senza
attendere una risposta, si incamminò verso i suoi compagni.
I suoi
lunghi e folti capelli rossicci, scalati e che le arrivavano al
bacino, ondeggiarono al ritmo dei suoi passi, insieme
al grosso fiocco rosso che, allacciandosi sulla schiena, poco sotto
al seno, teneva su il corto kimono nero della ragazza.
Quell'indumento, oltre a lasciarle scoperte le spalle, aveva delle
grosse maniche che le coprivano quasi interamente le mani, coperte da
dei guanti senza dita neri. Ai piedi, infine, calzava dei morbidi
stivali neri.
Prendendo
velocità, saltò il alto e, posando pesantemente
le mani sul volto
di Gergas, lo usò come piattaforma di lancio, scavalcandolo
senza
problemi. La rossa atterrò vicino a Cristal, stritolandola
in un
grosso abbraccio.
“Cristal!
Sei tornata!”
La
ragazza con la maschera da corvo annuì, ricambiando
l'abbraccio.
“Non
ti sei ancora tolta la maschera?” chiese la rossa inclinando
di
poco la testa, mentre Gergas accumulava la rabbia per dirgliene
quattro.
Cristal
alzò di poco lo sguardo, come si fosse appena accorta di
qualcosa
“Hai ragione, me n'ero dimenticata.” e
portò entrambe le mani su
quella protezione. La tolse lentamente, lasciando che i suoi lunghi
capelli assaporassero la libertà pian piano.
La
luce del sole illuminò i suoi candidi capelli il cui colore
era una
via di mezzo tra l'azzurro e il bianco, quasi come il colore di
alcuni cristalli. Sentendo l'aria fresca sulla pelle, la giovane
sorrise e chiuse i grandi occhi rossi, godendosi quel momento di
serenità.
L'altra
ragazza, intanto si era spostata da Stun, stringendogli il braccio
destro in un abbraccio, dato che tutto il corpo non era possibile.
Alzò lo sguardo, incrociando quello del gigante e,
sorridendo, disse
“Ben tornato, Stun!”
Il
ragazzo volse lo sguardo da un'altra parte. Un leggero velo di
rossore sulle guance.
“Grazie,
Haruka...”
La
ragazza continuò a sorridere e disse “Dai, puoi
anche scioglierti
un po'! Soprattutto ora che quel guastafeste di mio fratello non
è
qui!”
“Chi
sarebbe il guastafeste?” chiese una voce maschile, facendole
drizzare le orecchie.
I
quattro assassini si girarono in contemporanea verso la loro sede
dalla quale era appena uscito un ragazzo parecchio alto, qualche
centimetro in più di Gergas. La carnagione era uguale a
quella di
Haruka, così come i grandi occhi rossicci. Di certo non ci
voleva
molto a capire che erano fratello e sorella, benchè lo
sguardo
serio, quasi annoiato del giovane, era molto diverso da quello della
parente.
I
capelli erano lisci e neri come il carbone, lo stesso colore della
catena con artiglio che portava appesa al collo. Il fisico tonico e
muscoloso era coperto da una maglietta bianca e, sopra di essa, una
felpa aperta sul davanti di un blu acceso. Nella parte inferiore del
corpo, invece, vestiva con dei jeans blu e delle scarpe da ginnastica
blu scuro.
“R...
Ryo! Ehm... ovviamente non sei tu!” disse Haruka, sorridendo
e con
lo sguardo da cucciolo. Il fratello alzò un sopracciglio ma
non
commentò, limitandosi a salutare gli altri con un cenno del
capo.
“Buongiorno
Yuki.” disse Cristal, sorridendo alla bambina seduta sulla
spalla
destra di Ryo. La piccola doveva avere circa otto anni e i tratti del
volto erano dolci ed infantili. La carnagione lattea si adattava
molto bene ai lunghi capelli lisci color del ghiaccio e ai grandi
occhi color verde acqua.
Sulla
fronte aveva una piccola frangetta che teneva appuntata con una
mollettina a forma di fiocco di neve. Indossava un kimono bianco
lungo fino ai piedi scalzi e una grossa fascia verde acqua che si
chiudeva sulla schiena con un fiocco.
La
bambina le sorrise per poi guardare Ryo e fare dei cenni con le mani.
Il ragazzo annuì.
“Ora
che siete tornati, il Boss vuole vedervi.” disse Ryo, prima
di
rientrare, seguito dagli altri.
“Ci
siamo tutti?” chiese Cristal, con voce ferma.
“No.
Nikki e Shoici sono ancora in missione, mentre Lance
è ancora in città a raccogliere informazioni.”
spiegò il
ragazzo, facendo strada, per poi fermarsi di fronte ad un grosso
portone di legno nero.
Diede
un paio di colpi e il portone si aprì verso l'interno da
solo,
mostrando una grossa sala illuminata e adornata con vari quadri e
tappeti. Al centro vi era una un tavolo circolare con diverse sedie,
quattro delle quali erano occupate.
Gergas,
Stun e Cristal entrarono silenziosamente, ma quando Haruka
provò a
seguirli, Ryo le si parò di fronte.
“Tu
no.” disse il ragazzo.
“Cosa?
Perchè no? E' una riunione d'emergenza riservata ai
più esperti,
no? Io sono qua da moltissimo tempo ormai!”
protestò Haruka ma lo
sguardo di Ryo non ammetteva repliche. Yuki si sporse leggermente in
avanti e le diede alcune pacche sulla testa.
“Grazie
della comprensione...” commentò Haruka prima di
voltarsi ed
andarsene con passo pesante. Quella se la sarebbe legata al dito.
Ryo
sospirò, prima di entrare a sua volta, chiudendo il portone
alle sue
spalle. Si accomodò su una sedia, mentre la bambina si
sedette sul
bordo del tavolo, dando le spalle al centro.
“Come
mai non l'hai fatta entrare?” chiese il ragazzo seduto alla
sua
sinistra. Ryo ruotò di poco il capo, osservando il suo
interlocutore. Era un giovane più basso di lui, almeno
quindici
centimetri, dalla carnagione chiara e dal fisico asciutto ed
atletico.
I
capelli erano corti e neri, sparati verso l'alto mentre gli occhi
erano verdi come quelli di Gergas, benchè il sinistro fosse
attraversato da una cicatrice che lo rendeva inutilizzabile.
Indossava un vestiario interamente nero. Una canottiera nera con la
manica destra che gli copriva il braccio fino al polso, dei pantaloni
di pelle aderenti con una catena al posto della cintura, degli anfibi
con borchie di ferro e un collare borchiato.
Al
polso sinistro portava una piccola catenella con una croce mentre
nelle orecchie teneva delle cuffiette nere. Il sorriso del giovane
non lo toccò minimamente.
“Te
l'ho già detto, Kuro. Non dev'essere coinvolta.”
sibilò Ryo.
“La
situazione non è delle più rosee, prima o poi
dovrai lasciarle un
po' più di libertà.”
commentò il moro ma le occhiatacce di Ryo e
Yuki lo costrinsero a cambiare bersaglio “Voi due che ne
pensate?”
chiese poi alla coppia di ragazze sedute alla sua sinistra.
La
prima di esse, quella più vicina, una ragazza alta dai
lunghi
boccoli color rosso ciliegia e dagli occhi grigi, si destò
dal suo
incantamento dovuto al troppo tempo passato seduta ad aspettare.
Indossava una canottiera bordeaux, con una croce bianca disegnata al
centro, che metteva in risalto il suo seno proporzionato, degli
shorts di jeans a vita alta, delle calze nere lunghe fino a
metà
coscia e degli anfibi neri con la suola simile ai cingoli di un
carrarmato. Benchè leggera, era anche visibile una piccola
bruciatura sulla mano destra.
“Ha
ragione Kuro, secondo me. Ormai è con noi da molto
tempo.” disse
la rossa e solo Cristal si accorse di un particolare. Quando aveva
guardato Kuro, era arrossita, ma era riuscita a non farlo notare.
Peccato che a lei non sfuggiva nulla e, conoscendola, sapeva anche a
cosa stava pensando poco prima.
“Visto
Ryo? Anche Irina la pensa come me.” commentò Kuro,
tornando a
guardare il ragazzo, per spostare nuovamente lo sguardo sull'altra
ragazza, seduta alla sinistra di Irina “Tu, invece, cosa ne
pensi,
Lightning?”
La
ragazza, alta grosso modo come Irina, aveva dei profondi occhi neri
con la quale scrutò il ragazzo. I suoi capelli erano corti,
arrivavano a malapena alle spalle, ed erano di un castano chiaro, con
un piccola treccina vicino all'occhio destro.
Come
Kuro e Stun, anche il suo vestiario era per lo più nero. Ai
piedi
calzava degli stivali neri, mentre le gambe erano coperte da dei
pantaloni di pelle neri con due bandane rosse, una legata sulla
coscia destra mentre l'altra sul polpaccio sinistro. Il formoso seno
era coperto da un lungo corpetto nero, che le lasciava scoperto il
basso ventre, coperto a sua volta da una lunga sopraveste nera con
cappuccio, calato sulla fronte.
Gli
avambracci erano coperti da dei para braccia di cuoio nero che
coprivano quasi interamente i tatuaggi tribali neri sulla pelle
chiara della ragazza. L'altro tatuaggio visibile, invece, era una
fiamma nera tribale che avvolgeva l'ombelico, finendo sotto al
corpetto.
Alzò
le spalle e disse “Non sono affari che mi
riguardano”.
“Simpatica
come sempre...” commentò Lightning, quando Cristal
chiese “Di
cosa vuole parlare il Boss?”
“Non
lo sappiamo, ma credo che voglia parlare di qualcosa riguardo al
generale Charlotte.” spiegò Kuro.
“Perchè
dovrebbe parlarne?” chiese Gergas, leggermente curioso.
“E'
stata richiamata a palazzo, dopo aver conquistato l'ennesima
città
dell'ovest.” disse Kuro incrociando le braccia al petto.
“Non
promette nulla di buono.” commentò Stun, posando
lo scudo sul
tavolo.
In
quel momento, la porta posta sulla parete opposta a quella dalla
quale erano entrati, si aprì e una donna nel
fiore dei suoi trent'anni
fece il suo ingresso nella stanza. Fisico slanciato, carnagione
abbronzata, lunghi e fluenti capelli neri e due brillanti occhi
azzurri.
Se
non fosse stato per la
guancia destra completamente squarciata e i denti bianchi in bella
vista, sarebbe stata di sicuro una bellissima donna. Inoltre,
il tatuaggio FATALITY sulla fronte, non aiutava di certo scoraggiava
eventuali spasimanti.
La
donna si tolse la pelliccia nera che portava sulle spalle, mettendola
sullo schienale della sedia. La larga giacca di pelle gialla con
canottiera nera mettevano in ottima luce l'enorme seno della donna,
che sembrava non curarsene affatto, mentre le lunghe e seducenti
gambe erano coperte solo da dei larghi pantaloni neri. Ai piedi,
degli stivaletti neri.
“Ben
trovati.” disse la donna sorridendo ai suoi compagni.
“Buongiorno
Boss, come ve la siete passata al QG?” chiese Gergas.
“Una
noia terribile ma avrei preferito che continuasse così
piuttosto che
scoprire quanto sto per dirvi.” disse la donna, il cui
sguardo si
indurì leggermente “Dove sono gli altri?”
“Haruka
è stata bloccata da Ryo, gli altri 'anziani' sono in
missione.”
disse Kuro, lanciando un'occhiata a Ryo che non batté
ciglio, così
come la donna.
“Bene,
vorrà dire che gli spiegherete voi la situazione. Per
cominciare:
Cristal, Stun e Gergas. Ottimo lavoro con quella nobile, un lavoro
svolto ad opera d'arte. Avete recuperato le loro Armi
Imperiali?”
chiese
la donna.
Gergas
annuì e gettò sul tavolo una piccola borsa di
pelle, dalla quale
tirò fuori tre diversi paia di guanti ed un anello che
sembrava di
roccia, con una pietra simile all'ambra incastonata in esso.
“Le
invieremo al QG quanto prima.” disse il Boss “Ora
la notizia più
importante. Dati i nostri recenti successi, l'Imperatore
Romeo, o per meglio dire, il Ministro Purehito, ha richiamato alla
capitale il generale Charlotte. Quella
donna è di sicuro una spina nel fianco per noi e sono sicuro
che non
rimarrà con le mani in mano”.
“Non
l'ho mai vista, ma a quanto pare è la più forte
del regno.”
commentò Gergas e la donna annuì “Oltretutto
non sarà da sola. Sotto richiesta di Romeo, sono stati
richiamati
alcuni dei membri più capaci della polizia militare. Di
sicuro
saranno tutti dotati di un'Arma Imperiale”.
“Sappiamo
già chi sono?” chiese Kuro e la donna
osservò per diversi istanti
il moro, prima di posare lo sguardo su Lightning.
“Sì
e probabilmente non vi piacerà. Due dei membri della sua
squadra
saranno tuo fratello, Shiro, e il fratello di Lightning,
Castiel.”
disse il Boss, sorprendendo i due diretti interessati. Entrambi i
loro sguardi si indurirono parecchio ma mentre quello di Kuro non
sembrava troppo convinto, quello della ragazza era di odio puro.
“Quindi,
il motivo di questa riunione...” iniziò Gergas ma
la donna lo
precedette “E' mettervi in guardia su Charlotte e,
soprattutto,
prepararvi al meglio. D'ora in avanti, le missioni le svolgerete in
tre come minimo, e un membro della squadra dovrà sempre
essere
pronto a ritirarsi in caso di fallimento totale”.
Tutti
la osservarono in silenzio. Nessuno osò dire una sola
parola.
Conoscevano bene il loro Boss e sapevano che, in realtà lei
voleva
che tutti tornassero alla base, nessuno escluso, ma doveva comunque
prepararsi al peggio.
“Ehi,
Haruka, tutto bene?”
La
ragazza dai capelli rossi smise di spolverare per terra,
concentrandosi sul giovane ragazzo, seduto su un divano, che le aveva
fatto quella domanda. Era
alto, dalla corporatura normale ma ben allenata. I capelli erano
lisci ed arruffati e, stranamente, mandavano riflessi blu elettrico
mentre gli occhi erano viola scuro.
Indossava
degli anfibi militari neri, abbinati ad un paio di jeans, una
maglietta rossa e una felpa nera con cappuccio. Le mani erano
protette da dei guanti neri senza dita.
Al collo portava una strana collana, composta da una catena azzurra,
alla quale era appeso un cerchio di giada. Al centro di quel cerchio
c'erano incastonate due lune crescenti blu che circondavano un
piccolo smeraldo verde.
Haruka
riprese a spolverare “Sì, Aris, una
meraviglia!”
“Ho
come l'impressione che tu mi stia dicendo una bugia.” disse
il
ragazzo con un leggero sorriso sul volto, tornando
poi a leggere il suo libro di botanica.
“Mio
fratello mi ha impedito di partecipare alla riunione indetta dal
Boss! Partecipano tutti gli assassini più esperti e mi ha
esclusa!”
disse Haruka, continuando a spolverare per terra, con più
vigore.
“Non
prendertela, ha solo svolto il suo compito di fratello, cioè
proteggere la sua sorellina. Evidentemente la questione è
molto
seria. Vedrai
che, prima o poi, potrai dire anche la tua.” disse Aris,
ampliando
il sorriso.
Nel
silenziò che seguì quelle parole, i due sentirono
una porta
chiudersi. Si girarono entrambi verso le scale di legno che
conducevano al piano superiore, dalla quale scese una ragazza
incappucciata.
Era
alta e snella, con le forme giuste al posto giusto. I capelli che
uscivano da sotto il cappuccio erano lunghi e neri mentre gli occhi,
che incrociarono gli sguardo di Haruka e Aris, erano azzurri come il
cielo. Sul
labbro inferiore, un piercing.
Indossava
delle semplici scarpe da ginnastica bianche, dei pantaloni di pelle
nera, un gilet grigio provvisto di cappuccio e, sotto di esso, una
canottiera biancha che le lasciava scoperta il ventre.
“Ehi,
Yui!” esclamò Haruka sorridendo “Vai ad
allenarti?”
La
mora la guardò ed annuì, finendo di scendere le
scale. Aris notò
la sua Arma Imperiale, due spade simili alle zanne di una tigre
incrociate sulla schiena con i manici rivolti verso il pavimento, e
capì che le ci sarebbe voluto un po'. Da quando la
conosceva, aveva
capito che se portava l'Arma Imperiale con sé, era
perché andava a
caccia di Bestie Pericolose.
“Non
dici niente riguardo la riunione?” chiese Haruka.
“Sono
solo arrabbiata per il fatto che, essendo qualcosa di grosso, hanno
preferito tenerlo per loro.” commentò seccamente
Yui “Io e Aris
siamo i due più inesperti ma non per questo non sappiamo
cavarcela”.
“Ormai
dovresti esserci abituata, no?” chiese Aris. Yui
scrollò le spalle
ed uscì dalla base, dirigendosi verso la foresta.
“Dici
che la situazione è davvero così
pericolosa?” chiese Haruka.
Prima aveva cercato di allontanare un oscuro presentimento ma sapeva
fin troppo bene che lei ci azzeccava sempre in quei casi. Qualcosa di
brutto sarebbe accaduto e lo sguardo serio di suo fratello era
riservato solo ai ragazzi che tentavano di approcciarla e alle
situazione davvero pericolose.
“Non
lo so... ma credo che la vita di noi assassini non sarà
più tanto
facile...”
Le
parole di Aris preannunciavano un'oscura realtà.
Il
palazzo imperiale era una delle cose più belle di tutto il
regno e,
allo stesso tempo, una delle più disprezzate. Molti dei
soldi
estorti ai cittadini venivano impiegati per ristrutturarlo o
abbellirlo ulteriormente, mentre
le strutture che avevano veramente bisogno di ristrutturazioni, come
ospedali e simili, venivano trascurate senza alcun problema.
Shino
camminava per i corridoio di quel palazzo. Lo sguardo era
costantemente spensierato, quasi non si rendesse conto del luogo in
cui si trovava. Sbatté con la spalla destra, facendo cadere
un
maggiordomo ma non lo degnò di un'occhiata, continuando per
la sua
strada.
Finalmente
giunse alla sua destinazione, una
grossa porta a due ante di legno. I due soldati, posti a guardia
della porta, fecero per aprirla, ma lei, con noncuranza, diede un
poderoso calcio all'anta destra, spalancandola, per poi entrare.
Trovò
una stanza spartana, ove era presente un tavolo rettangolare con
cinque sedie, di cui una a capotavola. In quel momento, solo una di
esse era occupata.
Shino
portò subito lo sguardo sul cavaliere seduto su di essa. Era
alto sul metro e ottanta, dal fisico tonico e muscoloso. La
carnagione molto chiara metteva in risalto le lentiggini sul naso e
sulle guance, mentre gli scompigliati capelli biondi gli cadevano
sulla fornte, anche sul anso, lasciando però visibili i due
brillanti occhi azzurri.
Indossava
degli
stivali di cuoio marrone, pantaloni
di cuoio marrone con una cinghia arancione sulla coscia destra, una
grossa cintura di tessuto arancione, una cotta di maglia a maniche
corte coperta da una strana maglietta a maniche corte marrone, con un
giro collo di pelliccia grigia e un paio di guanti senza dita marroni
che gli arrivavano fino ai gomiti.
Sullo
sterno portava una protezione d'acciaio che, sulle clavicole, si
diramava a V, lasciando la gola scoperta, mentre il braccio destro
era interamente coperto da delle piastre di metallo affilate,
appartenenti ad un'armatura.
Il
ragazzo, sorridendo, si alzò in piedi e si
avvicinò a Shino,
tendendole la mano “Piacere
di conoscerti! Mi chiamo Castiel Seeker! A quanto pare saremo nella
stessa squadra!”
Shino
alzò un sopracciglio, prima di stringergli la mano ma,
sorprendendolo, mise parecchia forza nella presa, arrivando poi a
giragli il polso e piegargli il braccio dietro alla schiena
“Ascoltami ben, bamboccio! Mettiamo le cose in chiaro, non ti
permetto di parlarmi con tutta questa confidenza!”
Non
ricevendo risposta, si inclinò leggermente sulla destra,
notando che
Castiel stava perdendo sangue dal naso. Eppure non l'aveva colpito
sul naso, anzi non l'aveva colpito affatto!
“Ehi,
che cazzo di problema hai?”
“Il
tuo seno... è molto morbido.” commentò
Castiel sorridendo e
alzando il pollice della mano libera verso l'alto. Solo in quel
momento Shino si accorse che il suo seno, effettivamente, era
appoggiato contro il braccio del ragazzo.
Una
grossa vena le iniziò a pulsare sulla fronte “Come
cazzo ti
permetti!!! RAZZA DI INUTILE MANIACO!!!” e, dopo avergli
afferrato
la testa con la mano libera, gliela sbatté sul tavolo con
tutta la
sua forza.
Senza
alcun problema, il ragazzo fece forza sul collo e si rialzò.
Lo
stesso sorriso ancora stampato sul volto.
“Focosa,
eh? Mi piace!” e di nuovo il pollice puntato verso l'alto.
Lo
sguardo di Shino cambiò leggermente. L'ultima persona cui
aveva
spiaccicato la faccia contro un tavolo non si era rialzata per un bel
po', invece lui non ne aveva risentito minimamente. Forse non era
così debole.
“Tsk,
prova solo ad avvicinarti e ti uccido.” sibilò
Shino prima di
andare a sedersi sulla sedia opposta a quella di Castiel. Il
ragazzo mantenne il suo sorriso ma, prima che potesse sedersi, la
porta si aprì d nuovo, stavolta grazie ai due soldati.
Nella
stanza fecero il loro ingresso un ragazzo ed una ragazza.
Il
giovane, che sembrava il più esperto dei due, era alto un
metro e
settanta, fisico
asciutto ed atletico
ed
aveva la carnagione chiara. I
capelli di lunghezza media erano bianchi e tirati all'indietro mentre
gli occhi erano verde smeraldo, con
quello destro che era attraversato da una cicatrice orizzontale, che
lo rendeva inutilizzabile.
Vestiva
quasi completamente in bianco. La
camicia, la giacca medio lunga con una testa di lupo argentata
raffigurata sulla schiena e i pantaloni erano dello stesso colore
della neve, mentre la cintura e le scarpe erano grige. Al
polso destro portava una catenella con appesa una croce.
“Guarda
guarda se non è Shiro
Kronor, il cacciatore bianco.” disse Shino accennando un
ghigno “Ho
sentito parlare bene di te”.
“Wow,
avete i nomi quasi uguali! Dovrò ricordarmi che la manesca
è
Shino.” commentò Castiel con un sorriso, ricevendo
un'occhiataccia
da parte della rossa.
Shiro,
d'altra parte, non disse nulla, limitandosi a scrutarli con il suo
sguardo freddo. Silenziosamente,
andò ad accomodarsi di fianco a Castiel. La
ragazza che era entrata con lui, e
che era poco più bassa,
andò vicino al moro e gli chiese “Sono la partner
di Shiro, potrei
avere il suo posto?”
Il
ragazzo la squadrò un secondo, restando sorpreso nel vedere
che
aveva la faccia completamente bendata, fatta eccezione per gli occhi,
le labbra carnose e rosee e i capelli viola tenuti a caschetto che le
arrivavano fino alle spalle.
“Oh
ma certo! Nessun problema!” disse
il ragazzo sorridendo, tendendole la mano “Io mi chiamo
Castiel!”
La
ragazza fece un breve inchino con la testa e gli strinse la mano
“Sheila Ronadrof, spero che potremo lavorare bene
insieme.” ma
le sue parole non sembrarono raggiungere il giovane che stava
nuovamente sanguinando dal naso. La
giovane mosse i suoi occhi color oro, seguendo lo sguardo del
giovane, capendo così che le stava fissando il seno
prosperoso,
coperto solo da un corsetto color crema senza spalline.
Una
vena iniziò a pulsare sotto le bende della ragazza e, con
incredibile velocità, gli fece uno sgambetto laterale,
facendolo
rovinare a terra, per poi schiacciargli la testa al suolo con uno dei
suoi stivali viola lunghi con la zeppa alta.
“Bada
a come ti comporti! Sei in presenza dell'erede di una prestigiosa
famiglia!” sibilò Sheila, mettendo
ancora più forza nella gamba ma un colpo di tosse di Shiro
la fece
ritornare in sé. Dopo essersi data una spolverata alla gonna
color
lampone che le arrivava poco sopra le ginocchia, andò a
sedersi di
fianco al compagno mentre Castiel, dopo essersi rialzato senza
problemi, si sedette di fianco ad una 'felicissima' Shino.
“Dunque...
perché siamo qui?” chiese il moro, esponendo i
suoi dubbi.
“Ci
ha convocato l'Imperatore Romeo per una questione di vitale
importanza.” spiegò Sheila con serietà.
“Wow,
chissà di che si tratta!” esclamò
Castiel, mantenendo il sorriso.
“Riguarderà
gli assassini. Hanno avuto troppe libertà di
recente.” commentò
Shiro.
La
porta si aprì nuovamente, sbattendo entrambe le ante contro
le
pareti.
I
quattro si girarono verso l'entrata.
La
donna più forte del regno, il generale Charlotte, era
arrivata.
Angolo
dell'autore:
Sera
a tutti! Stranamente sono ancora qua!
Spero
che questo capitolo, seppur noioso come poche cose, vi sia piaciuto
^^ nel prossimo metterò in moto qualcosa e
introdurrò gli OC che
non mi sono ancora arrivati! Spero
di aver reso bene gli OC comparsi in questo cap!
Scusate
ma l'ora tarda mi fa essere di poche parole XD alla
prossima!
CHAOS!!!
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Capitolo 3 *** Cacciatori e prede ***
CACCIATORI
E PREDE
I
quattro membri
della nuova squadra speciale rimasero in silenzio, intenti ad
osservare la nuova arrivata. Colei che avrebbe gestito le varie
missioni e a cui avrebbero dovuto ubbidire. I glaciali occhi azzurri
del generale Charlotte si posarono su ognuno di loro, soffermandosi
giusto qualche secondo.
Nel
silenzio più
totale, la ragazza fece qualche passo in avanti e le porte le si
chiusero alle spalle. Senza proferir parola, si diresse verso l'unica
sedia libera, il posto da capotavola. La gonna a balze nera del suo
abbigliamento gothic lolita ondeggiò al ritmo dei suoi
passi, mentre
i tacchi dei suoi stivali neri rompevano periodicamente il silenzio.
Castiel
puntò
prontamente lo sguardo sul seno abbondante del generale, coperto da
una camicetta nera con le maniche a sbuffo. La ragazza non dovette
neanche guardarlo per fargli sentire una presa gelida intorno al
cuore, convincendolo a guardare qualcos'altro.
La
giovane
comandante spostò la sedia e si sedette, sistemandosi i
lunghi
capelli neri che le cadevano sulla schiena. Dopo aver accavallato le
gambe, scrutò nuovamente i suoi quattro sottoposti.
“Sarò chiara fin
da subito. Voi quattro morirete entro sei mesi.”
sentenziò la
mora, lasciando alquanto confusi gli altri.
“Mi perdoni,
generale Charlotte, ma cosa vorrebbe dire?” chiese Sheila,
alzando
una mano.
“Vi ho scelti
appositamente per le vostre abilità e so che non siete degli
imbecilli. Quello che ho detto è estremamente semplice.
Entro sei
mesi sarete tutti morti.” disse Charlotte, scoccandole
un'occhiata
neutra che però fece stringere i denti a Sheila.
“Quindi, malgrado
ci abbia scelto lei, sa già che moriremo. Potrebbe spiegarci
come fa
a saperlo?” chiese Shiro, sostenendo lo sguardo della rossa.
“E' presto detto.
Attualmente noi siamo solo in cinque, mentre gli assassini
appartenenti a Fang of Darkness sono circa undici. E' quasi un
rapporto tre a uno e non sono dei novellini. Sanno il fatto
loro.”
spiegò Charlotte, appoggiandosi meglio allo schienale della
sedia.
“Non si preoccupi,
generale! Le dimostreremo che possiamo sconfiggerli anche se in
minoranza!” esclamò Castiel dandosi un pugno sul
petto.
“Non ne dubito ma,
per sicurezza, ho chiamato qualcun altro. Due soldati che conosco da
molto tempo.” disse il generale, mostrando un sorriso che
fece
rabbrividire gli altri quattro.
“Tutto ciò è
molto interessante... ora potrei andarmene? Sto facendo la muffa su
questa sedia.” si lamentò Shino, ricevendo
un'occhiata divertita
da parte di Charlotte.
“Tu devi essere
Shino Kirigaya, ho sentito molto parlare di te. Che ne diresti di
farmi vedere quanto vali?” chiese Charlotte e un ampio ghigno
sulle
labbra della rossa le fecero capire di aver ottenuto la sua
attenzione ed il suo consenso “A quanto pare, un assassino
abbastanza famoso nei piccoli paesi, è appena arrivato in
città.
Che ne diresti di andare a catturarlo?”
L'emozione
di Shino
parve scemare “Devo solo catturarlo?”
“Ovviamente, se
opporrà la ben che minima resistenza, potrai ucciderlo.
Ricordati di
portarmi la sua Arma Imperiale nel caso dovesse lasciarci
prematuramente.” disse Charlotte, mantenendo quell'enigmatico
sorriso “Le guardie qui fuori ti daranno alcune informazioni
su di
lui”.
La
rossa annuì ed
uscì dalla stanza con passo veloce, strappando di mano dei
documenti
ad un soldato di guardia. Scendendo le scale, iniziò a
sfogliare
quei fogli.
-Draco
Aincanrd,
assassino emergente che sta facendo scalpore nei paesi più
piccoli.
Arma Imperiale che controlla la gravità. Lavora da solo-.
La
ragazza arrivò
davanti al portone d'ingresso leggendo le poche caratteristiche
fisiche conosciute del suo bersaglio. Aprì le porte
dirigendosi
subito verso la zona del mercato. Sapeva benissimo come attirarlo
allo scoperto.
Paura.
Ecco cosa
provavano gli abitanti della città nell'osservare due
individui
intenti a camminare verso il castello. Erano entrambi avvolti in un
ampio mantello nero. Il cappuccio calato sul volto non rendeva
visibili i tratti dei due sconosciuti ma, visto il fisico scolpito di
quello più alto, era facile dedurne che fosse un ragazzo.
La
figura che gli
camminava di fianco, invece, era alta sul metro e settante, circa
quindici in meno del compagno. Due lunghe ciocche bianche uscivano
dal cappuccio, ricadendo dolcemente sull'abbondante seno. La ragazza
aveva un'andatura tranquilla e disinvolta, mentre quella del ragazzo
era più rigida e meccanica, come quella di un soldato.
Al
loro passaggio la
gente distoglieva lo sguardo o entrava nel primo edificio che
capitava. Non li potevano vedere in faccia e nessuno li aveva mai
visti, eppure la loro presenza trasudava pericolo.
Questo
andava a
vantaggio di una terza figura. Era distaccata rispetto alle altre
due, nascosta in un vicolo stretto dalla quale sporgeva solo la
testa. Gli occhi verdi scuri del ragazzo erano puntati sulle due
figure incappucciate, pronti a cogliere il più piccolo
segnale di
pericolo.
Era
molto alto, un
metro e ottantacinque circa, e la muscolatura leggermente delineata
era abbinata ad un fisico, all'apparenza, abbastanza agile con una
carnagione leggermente abbronzata. Nel più completo
silenzio, si
passò una mano tra i corti capelli neri, togliendosi anche
il sudore
dalla fronte.
Si
inclinò
leggermente in avanti, spostando il peso del corpo sulle gambe
avvolte da un paio di jeans abbinati a delle scarpe in cuoio nere e
ad una maglia bianca a maniche corte. Dopo aver confermato che i suoi
due bersagli erano a una distanza sufficiente per permettergli di
muoversi, mise una mano sull'elsa della spada che teneva appesa sul
fianco destro, in modo da tenerla ferma.
Era
una spada
alquanto particolare, forse fin troppo dato che era facile dedurne la
sua natura. Un'Arma Imperiale. Era fatta di uno strano metallo blu
scuro, l'elsa era liscia e sottile, la guardia era una sorta di C con
la parte gonfia rivolta verso la mano e, attorno ad essa, vi era una
piccola catena che si incrociava davanti e dietro. La lama era
affilata e, in punta erano presenti cinque incisioni nere mentre la
parte interna dell'arma era di un rosa pallido, quasi come se fosse
l'anima stessa della lama. Alla base, tra la lama e la guardia, il
materiale era, invece, viola scuro con quattro incisioni messe come a
formare una croce.
Si
mosse velocemente
e senza far quasi alcun rumore. In pochi passi raggiunse un altro
vicolo e vi si infilò rapidamente, restando nascosto per
qualche
secondo con la schiena appoggiata al muro. Dopo aver nuovamente
riportato il battito cardiaco ad un ritmo calmo e costante, si sporse
leggermente e sgranò gli occhi. Il ragazzo incappucciato si
era
fermato e, benchè non si fosse girato completamente verso di
lui,
aveva ruotato leggermente la testa verso sinistra.
Lo
aveva
individuato.
Il
suo istinto mosse
il suo corpo prima del suo cervello. Non era ancora ad un livello
tale da poterli affrontare ma di sicuro poteva andarsene senza alcun
problema. Corse velocemente verso l'altra estremità del
vicolo ma,
con sua somma sorpresa, si ritrovò la ragazza incappucciata
di
fronte a lui, intenta a precludergli l'uscita.
Non
dovette neanche
voltarsi per accorgersi dell'altro ragazzo, il quale gli aveva
bloccato l'altra uscita.
Il
suo cuore aumentò
leggermente la velocità dei battiti ma non diede segni di
terrore o
preoccupazione. Semplicemente, rimase fermo davanti a quella ragazza.
Aveva una sola occasione e non poteva lasciarsela sfuggire.
La
ragazza fece per
fare un passo verso di lui ma una voce femminile tuonò
“Lance!!!
Via di lì!!!” e diverse lame metalliche si
abbatterono al suolo,
costringendo i due incappucciati ad indietreggiare di qualche metro.
Lance
non si fece
cogliere impreparato e, con una forza incredibile, saltò in
alto,
raggiungendo una finestra. Dopo essersi appeso al piccolo davanzale,
posò i piedi contro il muro e si spinse in alto,
raggiungendone
un'altra. Ripetè il procedimento un'ultima volta e
riuscì a
raggiungere il tetto, dove lo attendeva una ragazza.
Era
più bassa di lui ma dal fisico snello e col seno prosperoso.
I
lunghi capelli biondi dalle punte arancioni erano illuminati dalla
luce diurna e sembravano mettere ancora più in risalto la
ciocca
rossa che le ricadeva sul lato destro del viso. La
pelle leggermente abbronzata creava un buon contrasto con i grandi
occhi viola che, in quel momento, stavano osservando Lance con fare
divertito.
“Nikki,
cosa ci fai qui?” chiese il ragazzo, osservando le varie lame
che
levitavano intorno al corpo della ragazza.
“Tsk,
che domande! Vengo a salvare il tuo fondo-schiena e a rompere quello
di quei due lì!” esclamò Nikki
sorridendo e sistemandosi i suoi
guanti neri da motociclista senza dita che le arrivavano fino a sotto
il gomito.
“Sarebbe
meglio allontanarsi da qui, quei due non sono alla nostra
portata.”
disse Lance fissandola con sguardo serio.
Una
breve folata di vento fece oscillare la minigonna bianca della
ragazza a cui erano
abbinati
un top bianco e
degli stivali bianchi, alti fino a sotto le ginocchia.
I due si voltarono verso il vicolo e, sul tetto della casa di fronte,
videro i due individui incappucciati.
“Bene
bene! Quindi volete affrontarci a faccia aperta eh? Sarò
lieta di
darvi una lezione!” esclamò Nikki per poi compiere
un movimento
orizzontale del braccio destro. Tutte le lame metalliche si
raggrupparono vicino al suo corpo e
puntarono in direzione dei due avversari.
Erano
spariti.
Nikki
e Lance osservarono il tetto increduli, senza però perdere
la
concentrazione, infatti il ragazzo, dopo aver estratto la sua spada,
si mise con la schiena contro quella di Nikki, iniziando ad osservare
il tetto dove si trovavano.
“Dov'è
tuo fratello?” chiese Lance.
“Ha
detto che doveva fare una certa cosa...” spiegò
Nikki per poi
infilarsi due dita nel collare stretto che teneva al collo. Era di
pelle nera e, da esso, partivano due nastri scuri che si
intrecciavano dietro la schiena e poi sull'addome, andando poi a
scendere lungo la gamba destra. Sul ventre, sulla sinistra, era
presente una voglia che ricordava l'impronta di un lupo.
“Davvero
un ottimo tempismo...”
“Cos'è,
credi che io non sia sufficiente per batterli?!?”
sbottò Nikki,
mentre le sue lame assumevano una forma più difensiva,
disponendosi
intorno ai due.
“Credo
che neanche tuo fratello sarebbe sufficiente.” ammise Lance
con
tono serio. Nikki rimase leggermente sorpresa da quella affermazione.
Il suo compagno era sempre allegro e solare e raramente lo si vedeva
così serio, soprattutto nelle missioni più
ostiche. Inoltre, suo
fratello era uno dei migliori assassini del gruppo e il fatto che non
lo considerasse abbastanza forte da sconfiggere quei due, era un
brutto segno.
“Tsk,
non dire stronzate! Di certo non abbiamo bisogno di lui, possiamo
batterli da soli!” esclamò la bionda stringendo i
pugni.
“Ne
sei davvero certa?” chiese una voce femminile davanti a lei e
Nikki
per poco non saltò all'indietro nel vedere la ragazza
incappucciata
a pochi centimetri da lei. Dopo la sorpresa iniziale, un sadico
ghigno si fece strada sulle sue labbra e, con un movimento delle
mani, fece
saettare in avanti la metà delle sue venti lame.
La
ragazza era svanita nuovamente nel nulla.
Nikki
digrignò i denti ma un'improvvisa fitta le fece portare una
mano
sulla coscia sinistra. Quando la portò davanti al viso, la
vide
sporca di sangue. Il suo sangue.
Un
taglio non troppo grosso era apparso dal nulla poco sotto la
minigonna e, per fortuna, non aveva reciso né vene
né arterie
importanti.
-Invisibilità?-
pensò Nikki -No, le mie lame l'avrebbero colpita anche se
fosse
stata invisibile. Che possa utilizzare il teletrasporto?-
“Nikki,
dobbiamo andarcene. Se restiamo qui siamo morti.” disse
Lance.
L'idea di usare la sua Arma Imperiale si stava facendo pian piano
spazio nella sua mente ma se l'avesse usata si sarebbero ritrovati
parecchi soldati alle calcagna.
“Volete
già adunarvene?” chiese la ragazza incappucciata,
apparendo
all'improvviso davanti a lui. Lance non si fece attendere e
cercò
di colpirla con un fendente ma quella svanì ancora prima che
il
colpo potesse raggiungerla.
Il
ragazzo scrutò il tetto alla ricerca di movimento ma non ne
vide e,
anzi, si ritrovò un ampio taglio sul torace dalla quale
iniziò a
colare lentamente il liquido rosso che gli scorreva nelle vene.
-Quando
diavolo mi ha colpito?- pensò il ragazzo, osservando la
ferita -Non
ho sentito nulla e all'improvviso ho ricevuto questa ferita.
C'è
qualcosa che non quadra...-
“Ehi,
Lance...” lo chiamò Nikki “... non so se
te ne sei accorto, ma
il bastardo incappucciato si è appostato dall'altra parte
della
strada”.
Lance
volse lo sguardo alla sua sinistra e vide, appoggiato ad un caminetto
sull'altro lato della strada, il ragazzo incappucciato. Era immobile,
semplicemente se ne stava lì ad osservarli.
-Quindi
intende lasciar combattere la sua compagna? Perfetto, questo ci da
una chance per potercene andare.- pensò Lance prima di
chiedere a
Nikki “Ehi, quanto a lungo puoi farle muovere quelle
lame?”
“Per
più di tre ore e anche velocemente.” disse Nikki
“A cosa stai
pensando?”
“Ascoltami
bene, ora ce ne andiamo ma ho bisogno delle tue lame. Falle ruotare
intorno a noi. Fai
in modo che seguendo delle traiettorie imprevedibili ma che restino
comunque molto vicine a noi.” spiegò Lance
rinfoderando la sua
arma.
La
bionda fissò il ragazzo incappucciato dall'altro lato della
strada.
Non solo non poteva attaccarlo ma era anche costretta ad andarsene.
Se la sarebbe legata al dito e, prima o poi, l'avrebbe fatta pagare a
quei due.
Velocemente,
si arrampicò sulla schiena di Lance,
cingendogli il collo con le braccia per tenersi meglio e il ventre
con le gambe. Le sue lame iniziarono a ruotarle attorno, creando
archi immaginari sempre diversi, cambiando direzione all'improvviso.
Lance
fece un bel respiro per poi iniziare a correre di tetto in tetto, con
le lame che gli sfioravano la pelle, senza però ferirlo.
Continuò
per diversi minuti, convinto che li stessero inseguendo ma in
realtà
la ragazza li aveva già lasciati andare dal primo momento.
Il
ragazzo incappucciato raggiunse la sua compagna, la quale si stava
guardando un piccolo taglio, che le avevano procurato quelle lame,
sul palmo della mano destra.
“Mi
chiedo se quel ragazzo abbia capito il mio potere.” disse la
ragazza “Su fratellone, muoviamoci. Il generale Charlotte
odia
aspettare!” e insieme tornarono in strada, dirigendosi
nuovamente
verso il castello.
Una
chiesa era un luogo molto frequentato in quei tempi. Ogni giorni,
decine e decine di credenti, entravano in quel luogo sacro per
dedicare una preghiera ai loro cari defunti oppure per chiedere
perdono.
Il
prete era un uomo buono e sincero. Con i suoi ottant'anni portati
molto bene, era l'uomo più vecchio della zona e tutti gli
volevano
bene. Gestiva anche il piccolo orfanotrofio che si trovava di fianco
alla chiesa e, ogni giorno, insegnava ai vari bambini qualcosa di
nuovo.
La
toga bianca dell'uomo venne mossa da una folata di vento e i suoi
vispi occhi grigi si puntarono sul portone della chiesa. Una giovane
ragazza dagli occhi gialli aveva appena aperto le due ante con un
calcio, fregandosene altamente del luogo nella quale si trovava.
Alcuni
bambini andarono a nascondersi dietro di lui, mentre altre persone,
intente a pregare, si alzarono e si fecero da parte. La ragazza
mostrò un ghigno inquietante ed iniziò ad
avvicinarsi al prete. Un
ragazzo abbastanza giovane le si parò di fronte, cercando di
fermarla ricordandole che quello era un luogo sacro.
Bastò
un bel manrovescio sulla guancia destra per farlo cadere al suolo,
dove venne subito soccorso da due bambini. La rossa non se ne
curò
minimamente e continuò la sua avanzata verso il prete.
“Hai
davvero una bella chiesa.” si complimentò Shino
osservando i vari
affreschi che abbellivano l'edificio.
“Cosa
vuoi?” chiese il prete senza mostrare alcuna paura,
proteggendo nel
mentre i bambini con le braccia.
“Oh,
niente di particolare.” disse Shino prima di tirargli un
pugno alla
bocca dello stomaco, facendolo piegare in due dal dolore “Ho
bisogno delle tue urla.” e gli piantò una mano in
faccia,
conficcandogli le unghie nella pelle. Iniziò pian piano a
mettere
sempre più forza nelle dita.
I
bambini cercarono di fermarla. Qualcuno le afferrò il
braccio,
qualcun'altro le urlò di smetterla, ma nessuno di loro si
rese conto
che Shino era completamente concentrata su qualcos'altro.
Un
combattente esperto si sarebbe subito accorto di alcuni particolari
come le gambe tese e pronte a scattare o ancora lo sguardo quasi
spento. In quel momento, la ragazza stava mettendo tutta la sua
concentrazione nelle orecchie e nei piedi.
Di
punto in bianco, sgranò gli occhi ed inclinò la
testa da un lato.
Avvertì quasi uno spostamento d'aria nel punto in cui prima
c'era la
sua testa e, nel pavimento, vide formarsi una specie di buco non
troppo grosso. Il legno era come collassato.
Ruotò
lentamente la testa verso destra, con gli occhi puntati verso l'alto.
Tra le spesse travi di legno che tenevano in piedi il soffitto della
chiesa, scorse una figura nell'oscurità
“Ops...
mi hai mancata.” disse Shino con fare divertito, lasciando
andare
il prete. La figura rimase immobile e la ragazza si
complimentò
mentalmente con lui. Se non fosse stato per il leggero rumore
provocato dal legno, non si sarebbe accorta in tempo di lui.
“Immagino
tu sia Draco. Tra le poche informazioni che abbiamo raccolto su di
te, c'era anche quella che accennava alla tua incredibile
capacità
di muoverti in completo silenzio.” disse Shino.
Il
ragazzo mosse leggermente la testa, individuando il prete che veniva
messo al sicuro da alcuni aiutanti. Riportò la sua
attenzione sulla
ragazza che era riuscita ad evitare il suo attacco. Era molto
pericolosa.
Si
lasciò cadere all'indietro, atterrando con grazia e senza
fare alcun
rumore, per poi mettersi tra l'uscita e Shino che, in quel momento,
potè osservare meglio il suo prossimo avversario.
Era
alto sul metro e sessantacinque, basso per essere un ragazzo, dal
fisico atletico e con la carnagione non particolarmente abbronzata. I
capelli erano corti e neri con alcune sfumature viola mentre gli
occhi che la stavano squadrando da capo a piedi erano color indaco.
Indossava
un completo attillato completamente nero con delle piume blu e viola
sul collo e sulle maniche. Ai piedi calzava delle scarpe nere lucide
e il colletto del completo era sollevato, coprendogli il viso fino al
naso. Le mani, invece, erano coperte da uno strano tessuto formato da
strisce viola e nere che andavano sotto le maniche del completo.
Senza
alcuna fretta, la ragazza portò le mani sui suoi due pugnali
e gli
disse “Dovresti venire con me. Se non opporrai resistenza non
ti
farò alcun male, ma in caso contrario...” e il suo
ghigno lasciò
intendere a cosa si riferisse.
Draco
assottigliò lo sguardo, rilassando le braccia nel mentre.
Shino no
perse il suo ghigno e chiese “Devo prenderlo come un
'no'?”
Il
ragazzo rimase in silenzio, iniziando ad indietreggiare leggermente,
continuando a tenere lo sguardo puntato sulla rossa.
“Non
crederai davvero di potertene andare così, vero?”
chiese Shino
estraendo i suoi due pugnali “Sin!!!”
Il
suo cinturino dorato si illuminò di un intenso bagliore e,
senza
alcuno sforzo, scattò verso Draco, accorciando la distanza
in un
istante. Il ragazzo sgranò gli occhi per la sorpresa ma
riuscì
comunque a scartare di lato, evitando i due affondi dell'avversaria.
Aveva cercato di pugnalarlo al cuore fin da subito, evidentemente
voleva finire lo scontro il più velocemente possibile.
Il
ragazzo andò a nascondersi dietro ad una colonna di marmo e
Shino,
senza farsi attendere, cambiò direzione in una frazione di
secondo,
inseguendolo. Non appena girato attorno alla colonna, però,
si
ritrovò il palmo della mano di Draco puntato verso la faccia.
Si
abbassò all'istante, percependo di nuovo quello spostamento
d'aria
sopra la sua testa. Tuttavia non riuscì ad evitare il calcio
del
ragazzo che la colpì al braccio destro, costringendola a
rialzarsi.
Shino si allontanò da lui con un balzo.
“Bel
colpo, ma ho ricevuto colpi molto più forti.”
disse Shino,
giocherellando con le sue armi per poi indicare i guanti di Draco
“Quindi quella è l'Arma Imperiale 'Gravity Crush',
davvero
interessante”.
“Sembra
che sappiate molto su di me.” disse il ragazzo.
“Keh,
non sarai molto famoso qua nella capitale ma ciò non toglie
che hai
dato parecchio fastidio ad altre persone.” disse Shino,
notando che
le strisce viola dei guanti erano diventate nere -Sono ancora attivi.
Mi sta preparando una trappola...-
Senza
dir nulla, scattò nuovamente verso il ragazzo e
lanciò i suoi
pugnali verso l'alto. Draco non si fece distrarre e continuò
a
tenere gli occhi sulla ragazza, per poi tendere il braccio destro in
avanti. Shino si gettò a destra e saltò contro
una colonna,
atterrando con i piedi contro la superficie liscia.
Rimase
in quella posizione solo per un attimo, dopodichè si
scagliò sulla
colonna vicino alla quale si trovava Draco. Il ragazzo fece un passo
indietro, evitandola al pelo ma, prima che potesse provare ad
attaccarla, la ragazza era saltata verso l'alto, afferrando i suoi
pugnali al volo ed atterrando contro un'altra colonna.
Draco
ruotò su sé stesso con il braccio sinistro
già proteso in avanti
e, nel momento in cui lo puntò verso Shino, lei
balzò addosso a
lui, ruotando sul suo asse e con le lame bene in vista.
Un
secondo dopo, lei era dietro di lui e gli dava le spalle. Attimi di
silenzio seguirono quel breve scambio di colpi, fino a quando un
ampio taglio si disegnò sulla schiena di Draco, facendolo
cadere in
ginocchio.
“Sai,
con quell'ultimo attacco mi avresti uccisa... ma purtroppo per te,
velocità e agilità migliori non sono gli unici
vantaggi di questo
gioiellino.” spiegò Shino, dando un colpetto al
suo cinturino
dorato con l'impugnatura di un pugnale.
La
ragazza si girò verso il suo avversario ed iniziò
a camminare verso
di lui. Era leggermente affaticata ma nulla di rilevante, avrebbe
potuto combattere ancora per parecchio tempo se avesse voluto. Non
appena fu dietro di lui, però, il ragazzo parve rianimarsi e
ruotò
su sé stesso con la gamba destra tesa, riuscendo a colpirla
e a
farle perdere l'equilibrio.
Shino
venne colta alla sprovvista e le sue braccia si mossero un secondo
troppo tardi. Draco le mise una mano in faccia, tenendola premuta
contro il pavimento. Lo vide chiudere gli occhi
“Addio”.
Il
ragazzo udì chiaramente il pavimento creparsi sotto la sua
mano e le
braccia di Shino cadere al suolo. Si rialzò barcollante,
troneggiando sul corpo della sua avversaria, e la cosa non gli
piacque neanche lontanamente.
“Sei
stata sfortunata...” disse il ragazzo riaprendo gli occhi e
incrociandoli, con sua somma sorpresa, con quelli galli di Shino
“Chi
è che sarebbe stato sfortunato?”
Il
ragazzo non riuscì ad allontanarsi in tempo e la rossa gli
conficcò
un pugnale nella spalla destra, facendolo urlare per il dolore.
Tuttavia, il moro fu in grado di di colpirla con un calcio al ventre,
costringendola ad allontanarsi.
La
ragazza lo fissò con sguardo divertito, lasciando gocciolare
a terra
il sangue dalla sua arma.
-Impossibile...
sarebbe dovuta morire con quell'attacco. Come diavolo ha fatto?-
pensò Draco tenendosi la spalla ferita.
“Te
l'ho detto, no?” urlò Shino saltando in alto
“Questo gioiellino
ha diversi vantaggi!!!” e calò entrambe le lame
sul suo
avversario.
-Merda!
Non farò in tempo...!-
Un
rumore stridulo echeggiò nella navata della chiesa mentre
alcune
scintille andavano ad illuminare un paio di occhi color smeraldo
incatenati in quelli giallo scuro di Shino. La ragazza
avvertì
un'incredibile forza opporsi al suo attacco e si ritrovò
spedita
all'indietro, riuscendo comunque ad atterrare in piedi.
Dall'ombra
della colonna uscì un ragazzo dal fisico scolpito ed
asciutto. Era
abbastanza alto e la sua pelle abbronzata creava un ottimo contrasto
con i corti capelli biondi ove erano presenti alcune ciocche versi
sparpagliate qua e là.
Indossava
degli anfibi neri e dei jeans scuri nella parte inferiore del corpo,
mentre il busto era coperto da una T-shirt rossa leggermente
strappata, un giubbino di pelle nera e dei guanti senza dita neri.
Nelle
mani teneva saldi due tonfa metallici. L'impugnatura di uno era rossa
con dei dettagli dorati mentre l'altra era blu con i dettagli
argentati.
“Oh...
questa è la prima volta che mi perdo e riesco a fare
tombola.”
commentò il biondo mentre una densa aura omicida si
espandeva dal
suo corpo.
“E
tu chi diavolo saresti?” chiese Shino leggermente euforica.
Le era
bastato un solo scambio di colpi per capire che quel biondino era
molto più forte di Draco.
“Il
salvatore del pivellino qua dietro. Ti consiglio di andartene se non
vuoi essere sculacciata troppo forte.” disse il biondo con
fare
annoiato. Lo sguardo di Shino parve indurirsi ma tornò
subito
normale.
“Fang
of Darkness, eh?” ipotizzò Shino, capendo subito
di aver fatto
centro, dato che l'aura omicida del biondo era aumentata di colpo
“Quindi devi essere Shoici Inuzuki, uno dei veterano di quel
gruppo
di assassini”.
“Dato
che lo sai, non posso lasciarti in vita.” disse Shoici
scattando
verso di lei. I due si scambiarono una serie di rapidi attacchi ma
nessuno di essi andò a segno. Shino attivò
nuovamente Sin e riuscì
a ferire in alcuni punti il suo avversario senza però
provocare
danni gravi.
“Sembra
che dovrò fare sul serio... Hyoringetsu!” disse
Shoici e diverse
piccole lame iniziarono a comparire sui suoi tonfa, rendendoli simili
a dei cactus di metallo. I due ripresero a combattere e, non appena
una delle lame del tonfa con l'impugnatura blu toccò il
pugnale di
Shino, l'arma si dissolse, trasformandosi in sabbia.
La
ragazza riacquistò subito la distanza di sicurezza,
decidendo il da
farsi.
-Quei
due tonfa sono pericolosi. Da quanto ho letto, uno trasforma tutto
ciò che tocca in sabbia mentre l'altro pietrifica.
Attualmente non
penso di poterlo battere con un solo pugnale.- pensò la
rossa quando
una voce a lei familiare echeggiò nella navata principale.
“Ehi
Shino!!! Siamo qua per aiutarti!!!”
Draco
si voltò verso l'entrata, individuando un ragazzo con una
strana
armatura sul braccio destro. Impugnava uno spadone a due mani
argentato con una linea celeste che lo tagliava a metà.
Il
nuovo arrivato vide Shino intenta ad affrontare Shoici e, menando un
fendente col suo spadone, urlò
“Justice!!!”
Dalla
sua arma scaturì un fascio di luce che venne diretto verso
Shoici.
Il biondo riuscì comunque ad evitarlo, ritrovandosi
leggermente
frastornato e con delle deboli vertigini. La ragazza ne
approfittò
subito e si scagliò verso il biondo ma tra i due si
intromise Draco
che cercò di colpirla nuovamente, costringendola ad evitare
un'altra
volta l'effetto della sua arma.
Intanto,
dietro al biondo armato di spadone, erano arrivati altri due
individui. Shoici sgranò gli occhi nel vedere che il ragazzo
vestito
di bianco era uguale a Kuro, il suo compagno di squadra.
-Dev'essere
suo fratello gemello.- pensò Shoici prima di colpire una
colonna con
il tonfa dall'impugnatura blu. La colonna iniziò a
trasformarsi in
sabbia e, non avendo altri supporti oltre alle travi di legno, parte
del soffitto crollò, sollevando un grosso polverone ed
impedendo ai
poliziotti di avvicinarsi e costringendoli a proteggersi la faccia
dai detriti.
Quando
fu di nuovo in grado di vedere, Shino notò un grosso buco
nel muro.
Alcune pietre erano state trasformate in sabbia per permettere la
fuga.
“Sono
scappati?” chiese Castiel, avvicinandosi alla compagna.
“Una
mossa astuta. Quello Shoici è un avversario
ostico.” disse Sheila,
osservando il buco nel muro.
“Tsk,
me li sono fatti sfuggire!” sbottò Shino
visibilmente irritata dal
fatto.
“Non
pensarci. Avrai altre occasioni.” disse Shiro uscendo
“Torniamo
dal generale”.
Quando
Shoici aprì la porta della base, rimase quasi sorpreso nel
vedere
sua sorella con una bendatura sulla gamba.
“Ehi
Sho! Finalmente sei tornato! Cominciavo a pensare che ti fossi
perso... di nuovo!” disse Nikki con un sorrisetto sulle
labbra. Il
biondo la ignorò bellamente e chiese
“Dov'è Aris?”
“Di
là con Lance. Gli sta bendando la ferita.”
spiegò Nikki per poi
andare in un'altra stanza, seguita a ruota dal fratello e da Draco
che, dalla chiesa a lì, non aveva ancora aperto bocca.
“Boss,
ho portato il novellino.” disse Shoici entrando per poi
andare a
stravaccarsi su una poltrona.
“Grazie
Shoici.” disse la donna per poi concentrarsi sul nuovo
arrivato “Tu
devi essere Draco. Ho sentito dire che sei molto talentuoso”.
“E
sei ridotto ad uno straccio.” commentò Aris,
indicandogli una
sedia. Il moro andò a sedercisi sopra e il giovane assassino
iniziò
a spalmargli un unguento medico sulla ferita alla spalla.
“Perchè
mi avete salvato?” chiese Draco.
“Semplice,
perché vogliamo che tu entri a far parte dei Fang of
Darkness.”
disse il Boss “La potenza di fuoco non è mai
sufficiente, per così
dire”.
Draco
parve rifletterci su per qualche secondo.
“D'accordo,
accetto ma sia chiaro, lavoro da solo”.
“Perfetto.
Benvenuto nel gruppo allora!” esclamò la donna
sorridendo e
mettendo in bella mostra lo sfregio sul suo volto “Ora,
tornando a
te Lance, quei due sono davvero così forti?”
“Per
il ragazzo non posso dire nulla.” disse Lance “Ma
la ragazza è
riuscita a ferirci senza che potessimo fare nulla... inoltre temo che
d'ora in poi non sarò più un volto sconosciuto in
città”.
“In
effetti Lance è uno dei pochi il cui volto non è
conosciuto.”
disse Aris, finendo di bendare Draco.
“Questo
lo sapremo solo tra uno o due giorni. Manderemo qualcuno in
città ad
accertarsene.” disse il Boss “Comunque sia, ottimo
lavoro Lance.
Ora sappiamo che il generale Charlotte non è l'unico
problema”.
“Quindi
quei due sono così pericolosi? Eppure non li ho mai
sentiti.”
commentò Nikki.
“E'
normale. In questo regno sono piuttosto sconosciuti ma nei regni
orientali non c'è nessuno che non conosce i fratelli
Bleeder”.
“Mi
state dicendo che non vi ricordate la sua faccia?” chiese il
generale Charlotte, con voce calma.
Le
due figure incappucciate annuirono all'unisono.
“Purtroppo
con questi cappucci non lo abbiamo visto in faccia, però so
per
certo che utilizza una spada viola e nera!”
esclamò la ragazza.
Dietro ai due incappucciati, gli altri quattro membri della squadra
erano per lo più basiti.
“Va
bene, non importa... vorrà dire che avranno ancora quel
piccolo
vantaggio. La prossima volta, però, combattete senza
cappucci.”
disse Charlotte e i due annuirono.
“E
questi due sarebbero i rinforzi?” commentò Shino.
“Evidentemente
hanno delle abilità nascoste.” ipotizzò
Sheila mentre Shiro e
Castiel rimasero in silenzio. Il primo perché non gli
importava di
quei due, e il secondo perché aveva lo sguardo concentrato
sui seni
delle sue due compagne.
“Bene,
potete andare.” disse Charlotte, congedandoli tutti e sei.
Non
appena furono usciti, la ragazza si avvicinò alla finestra,
osservando il cielo. Uno strano sorriso apparì sulle sue
labbra.
-Bene,
cari Fang of Darkness, è ora di farvi capire
qual'è il vostro
posto-.
Angolo
dell'autore:
Chaos
a tutti! Piaciuto il capitolo? Spero di sì! Come potete
notare,
rispetto ai miei standard, questi capitoli sono molto brevi, sempre
una decina di pagine circa, ma lo faccio di proposito perché
così
ne posso fare di più e più velocemente.
In
questo capitolo ho presentato dei nuovi OC e per lo più la
questione
è rimasta incentrata sui poliziotti, ovviamente non
sarà sempre
così, tranquilli.
Detto
questo vi saluto e spero di aver reso bene i vari OC!
Alla
prossima!
CHAOS!!!
P.S:
questa è la spada di Lance, dato che faccio schifo a
descrivere le
cose.
|
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Capitolo 4 *** Non vi è spazio per i sentimenti ***
NON
VI E' SPAZIO PER I SENTIMENTI
Il
regno di Fiore non aveva solamente dei problemi all'interno della sua
capitale. Enormi gruppi di banditi appestavano le sue terre,
saccheggiando i villaggi meno difesi e uccidendo per puro
divertimento. Questi
soldati
senza padrone erano il peggio del peggio agli occhi della popolazione
ma a nulla servivano gli esigui rinforzi inviati dalla capitale.
Ogni
volta che arrivava un manipolo di soldati, a malapena sufficiente per
circondare una scuola, il comandante diceva sempre “Il
Ministro
Purehito non ritiene necessario inviare ulteriori truppe. La
sicurezza della capitale ha la priorità assoluta”.
Tuttavia,
il generale Charlotte non era dello stesso avviso e, invece di
convocarli alla capitale, aveva inviato quattro dei suoi più
fidi
sottoposti in tre punti alquanto 'caldi' del regno. I fratelli
Bleeder erano stati i primi a rientrare, ma gli altri due erano
ancora in missione. Una di queste speciali missioni aveva come luogo
di svolgimento il confine ovest del regno.
Nelle
enormi distese erbose che caratterizzavano il panorama, vi erano
innumerevoli castelli di pietra, costruiti in tempi antichi dai
signori di quelle terre, benchè il motivo di tale gesto
fosse andato
perduto nel tempo.
Tra
queste imponenti costruzioni di pietra, erano nati dei piccoli
villaggi. Gente umile e gentile, che non si lamentava mai dello
scarso raccolto o degli inverni rigidi. Nel loro piccolo,
sopravvivevano e quella era una delle capacità
più importanti in
quei momenti bui.
Tuttavia,
neanche il loro forte carattere poteva nulla davanti alla tirannia
dei banditi che rendevano il loro stile di vita ancora più
difficile.
Le
case di un villaggio andavano a fuoco. La gente urlava in preda al
panico, cercando di spegnere le fiamme sempre più grandi.
Una
bambina piangeva vicino al cadavere della madre mentre degli uomini
uccidevano il padre con le loro armi. Le risate dei banditi
riempirono l'aria come il fumo creato dall'incendio.
“Adoro
quando il capo ci dice di potare le erbacce!!!”
urlò un uomo
sgozzando un vecchio armato di forcone. Un compagno gli diede una
pacca sulla spalla, facendogli l'occhiolino “Solo lui
può farci
amare dei lavori così stancanti!”
Le
atrocità continuarono per alcuni minuti, quando nell'aria,
oltre
alle urla dei feriti e le risate dei banditi, si udì una
canzone.
Una ragazza cantava. La voce era incredibilmente soave e la canzone
da lei cantata era leggera, lenta ma non per questo noiosa.
“Ehi
amico, guarda là!” disse un uomo indicando ad un
suo compagno un
punto in fondo alla strada ormai avvolto dal fumo. Attraverso
al cortina scura, i banditi intravidero una sagoma umanoide, intenta
ad avvicinarsi. La voce proveniva dalla sua direzione.
Dopo
pochi secondi, la
figura
emerse dal fumo e tutti i banditi rimasero piacevolmente sorpresi
nello scoprire che la cantante era una giovane ragazza dal fisico
niente male.
Era
alta sul metro e settanta, dal fisico magro e carnagione rosea. I
brillanti occhi erano rossi come il sangue vicino alla pupilla,
sfociando nel rosa man mano che ci si allontanava da essa. I
lunghi capelli arancioni le cadevano sulla schiena, fatta eccezione
per le grandi ciocche che le incorniciavano il viso e il ciuffo che
le ricadeva in mezzo agli occhi, tendendo verso quello destro.
Il
suo vestiario era alquanto particolare, a partire dagli stivali.
Neri, lucidi e che le arrivavano fino a metà coscia,
allargandosi
verso la fine, con
cinque
bottoni bianchi sul davanti. Sotto ad essi, indossava un collant nero
semi trasparente. La
minigonna che indossava era composta
da tanti quadrati rossi delimitati da delle linee bianche, inoltre
era provvista di un paio di bretelle, ma solo quella sinistra passava
attorno alla spalla. L'altra era cadente sul alto destro, rimbalzando
contro la gamba ogni volta che faceva un passo.
Il
prosperoso seno era coperto da una camicetta nera, dai bordi viola,
sprovvista di maniche e che le arrivava poco sopra l'ombelico,
lasciando scoperto il basso ventre. Sotto
al colletto della camicetta passava una piccola fascia arancione che
si chiudeva a X tra le due clavicole.
Sulle
braccia indossava dei guanti neri che le arrivavano quasi al gomito,
mentre intorno al collo portava
una collana d'oro bianco a forma di cuore. Gli ultimi due elementi
del suo vestiario erano il cappello con visiera, che aveva lo stesso
motivo della minigonna, e delle strane cuffie. Erano
bianche all'esterno, con il simbolo di una rosa, e nere all'interno,
sul lato destro era presente anche un piccolo microfono, che le
arrivava giusto vicino alle labbra, mentre, cosa più
particolare,
dietro alle orecchie erano visibili delle piccole ali bianche che
levitavano a pochi millimetri dalla ragazza.
“E
quella chi è?” chiese un uomo, scoccandole diverse
occhiate che
non riuscivano minimamente a nascondere i suoi desideri.
“Boh,
però è molto carina! E' il nostro giorno
fortunato!” esultò un
altro bandito, agitando la sua spada in aria “Addosso
ragazzi!!!”
e molti dei suoi compagni lo seguirono, correndo verso la ragazza
che, per tutta risposta, gli sorrise.
Quando
furono abbastanza vicini, iniziarono ad udire chiaramente le parole
della canzone.
“You
are all bad people! You don't deserve forgiveness! Therefore I
command you...”
gli
occhi della ragazza trasmisero un'incredibile sensazione di terrore
nelle menti degli uomini il cui destino era già segnato
“...
to die!”
Tutti
i banditi sgranarono gli occhi per il terrore. Molti si portarono una
mano sul petto, altri abbassarono lo sguardo, mentre altri ancora non
fecero nulla. Nel giro di pochi secondi, si accasciarono tutti al
suolo.
La
ragazza continuò tranquilla la sua passeggiata, passando
vicino a
tutti quei corpi ormai privi di vita. Alle sue spalle giunse un
soldato “Abbiamo
estinto l'incendio come ordinato, Aika”.
La
ragazza sorrise e le ali luminose, così come il microfono,
svanirono
nel nulla.
“Molto
bene! Questi erano gli ultimi! Ora posso tornare alla capitale, il
generale Charlotte avrà già iniziato la festa senza
di me. Preparate il mio cavallo.” ordinò
Aika e il soldato, dopo essersi inchinato, si voltò,
svanendo nel
fumo ormai prossimo a diradarsi.
La
ragazza, intanto, tornò ad osservare il cielo azzurro e
pensò
-Chissà quanti bei ragazzi troverò alla capitale!-
“Quindi,
il generale Charlotte ha già messo su la sua
squadra?” chiese il
Boss. Il biondo che aveva salvato Draco annuì, mentre gli
altri lo
fissavano in silenzio.
Ora
che tutti i membri effettivi del gruppo erano alla base, la riunione
vera e propria era cominciata. Il nuovo arrivato, dopo le cure
necessarie, si era allontanato dalla base, dirigendosi verso il
bosco, e aveva esplicitamente chiesto di essere lasciato da solo.
“Come
ti sono sembrati i membri di questa squadra?” chiese la donna
e il
ragazzo, sbadigliando, fece spallucce “Niente di assurdo. La
ragazza che ho affrontato è molto agile ma non è
altrettanto forte.
Il biondo impiccione che è arrivato alla fine ha una strana
Arma
Imperiale che spara fasci di luce. Malgrado mi abbia mancato, sono
rimasto leggermente intontito dal colpo”.
“Sai
che novità...” commentò Nikki con un
ghignetto, ricevendo
un'occhiataccia da parte del fratello.
“Beh,
se Shoici dice che non sono un granché, non c'è
da preoccuparsi.”
commentò Kuro.
“Ah,
dimenticavo... vestito di bianco fai veramente schifo.” disse
Shoici, fissando il suo compagno di squadra. Kuro, all'inizio, non
capì ma poi sgranò gli occhi per la sorpresa
“Hai incontrato...
mio fratello?”
Shoici
annuì e i presenti si voltarono verso Kuro, il quale assunse
uno
sguardo duro. Evidentemente non ne voleva parlare.
“Il
tizio biondo con l'Arma Imperiale della luce... aveva gli occhi
azzurri e delle lentiggini sul naso?” chiese Lightning,
sorprendendo alcuni dei suoi compagni.
“Chi
cazzo se lo ricorda... ero impegnato ad evitare il suo attacco e a
salvare il culo al novellino.” rispose seccamente Shoici.
Lightning
tornò al suo solito silenzio, al che fu Lance a prendere la
parola.
“Se
anche i due tizi incappucciati sono membri della sua squadra, la
situazione potrebbe peggiorare, e anche di molto”.
“Per
fortuna avevo previsto una situazione come questa.” disse il
Boss,
accendendosi un sigaro “Ho fatto richiesta al QG per altri
assassini capaci e pieni di talento. Ne avevano solo due disponibili
e dovrebbero arrivare stasera... vi avviso, uno di loro è
molto
difficile da gestire”.
“Addirittura
peggio di Shoici? Dev'essere davvero un caso disperato!”
commentò
Gergas con un sorriso ma l'occhiata furente del biondo fece svanire
quel piccolo barlume di allegria.
“Non
so se possa essere definito in tale modo, ma spero comunque che
imparerete a lavorare insieme.” disse la donna, per poi
alzarsi ed
uscire dalla stanza, congedando così gli altri assassini.
Non
appena furono usciti dalla stanza, però, si accorsero di un
piccolo
particolare che saltò subito all'occhio, o per meglio dire,
all'orecchio. C'era silenzio.
“Dov'è
Haruka?” chiese Ryo, iniziando a cercare la sorella di stanza
in
stanza.
“Sembra
che anche Aris sia scomparso.” disse Cristal, vedendo il suo
libro
appoggiato su un divanetto.
La
porta della base si aprì all'improvviso e tutti, fatta
eccezione per
Shoici che era tornato a stravaccarsi su una poltrona, si girarono
verso l'entrata. Dopo qualche secondo, videro entrare Draco.
Il
ragazzo aveva un'aria particolarmente seccata e il motivo era che una
ragazza armata di due spade corte, lo stava minacciando alle spalle,
intimandogli di non fare scherzi.
“Ehi
Yui, che stai facendo?” chiese Kuro, fissando la compagna.
La
ragazza si limitò ad un cenno del mento diretto a Draco.
“L'ho
trovato nel bosco qua vicino. Ha scoperto la nostra base.”
spiegò
Yui.
“Lui
è un nuovo membro della squadra.”
spiegò Cristal “E' arrivato
mentre non c'eri”.
Yui
sgranò leggermente gli occhi per la sorpresa, rinfoderando
le armi.
Draco si girò per fissarla velocemente in malo modo.
“Scusa”.
“No,
scusa tu. Non ti ho detto chi ero.” disse Draco.
“Beh
tra due chiacchieroni come voi, difficilmente poteva nascere un
dibattito...” commentò Nikki grattandosi la testa.
Ci mancava solo
un altro membro taciturno e solitario...
“Avete
visto Haruka?” chiese nuovamente Ryo, fissando i due
assassini che
scossero la testa “Dove diavolo è
finita?!”
“Devono
essere usciti... forse sono andati in città.”
ipotizzò Lightning.
“In
effetti... i loro volti non sono ancora conosciuti in città
perciò
non dovrebbero aver problemi a girare tranquillamente.”
aggiunse
Kuro, notando poi lo sguardo serio di Ryo “Non vorrai andare
a
cercarli, vero?”
Ryo
non lo degnò nemmeno di una risposta e, dopo aver afferrato
un
mantello per sé stesso e uno per Yuki, uscì di
gran carriera,
dirigendosi verso la capitale.
“Non
possiamo lasciarlo andare da solo. Il suo volto è uno dei
più
famosi!” disse Gergas, fissando i suoi compagni.
“Irina.”
chiamò Cristal, voltandosi verso la compagna
“Prendi Yui e
seguilo. Io e Nikki setacceremo i dintorni, mentre Stun e Gergas
andranno sulle montagne”.
“E
noi?” chiese Kuro.
“Resterete
qua. Non possiamo lasciare la base scoperta con due feriti al suo
interno.” spiegò Cristal, alludendo a Draco e
Lance.
Kuro
si limitò ad annuire. Cristal era pur sempre il capo in
carica,
fatta eccezione per il Boss, e quindi dovevano obbedirgli quando dava
certi ordini. Il ragazzo andò a sedersi su una poltrona,
lanciando
un'occhiata malinconica alla croce appesa al suo polso.
“Bene,
andiamo.” disse Cristal e i vari assassini andarono nei punti
a
loro assegnati.
“Ehi
Haruka, sicura che sia stata una buona idea?” chiese Aris,
fissando
la ragazza che camminava davanti a lui.
“Certo
che lo è! Non sopporto l'idea di essere un'assassina di
tutto
rispetto ed essere comunque esclusa dalle riunioni. Se riusciremo ad
ottenere delle buone informazioni, di sicuro cambieranno opinione su
di noi.” spiegò la ragazza.
“Veramente
la cambieranno su di te. Io non sono ancora al tuo livello e nemmeno
a quello di Ireth o Lightning o...” iniziò Aris ma
la ragazza gli
tappò la bocca, afferrandolo per il bavero e trascinandolo
in un
vicolo.
Il
ragazzo rimase in silenzio. Non era esperto come la sua compagna ma
ormai sapeva cosa andava fatto e, soprattutto, quando andava fatto.
In quel momento doveva solo far silenzio e attendere delle istruzioni
da Haruka.
La
ragazza si sporse leggermente verso la strada dalla quale erano
appena usciti ma ritirò immediatamente la testa. Lo sguardo
che Aris
vide sul volto della ragazza non gli piacque per niente.
-Maledizione!
Stanno venendo da questa parte!- pensò la ragazza
guardandosi
attorno. Il vicolo conduceva ad un'altra strada e sarebbero potuti
correre verso essa, ma avrebbero attirato troppo l'attenzione dato
che poteva vedere, seppur di spalle, una coppia di soldati all'uscita
del vicolo.
Haruka
sgranò leggermente gli occhi per l'idea che le era venuta.
Si diede
mentalmente dell'idiota ma la fretta, di sicuro, non aiutava. Sotto
lo sguardo confuso di Aries, si tolse i guanti e gli stivali,
gettandoli dietro ad una botte di legno piena di acqua piovana, per
poi abbassarsi ancora di più il kimono, senza
però esagerare.
Aris,
ormai visibilmente arrossito, cercò di chiederle
spiegazioni, ma la
compagna lo anticipò “Dammi delle
monete”.
“Cosa?
Perché dovrei dartele?” chiese il ragazzo ancora
più confuso.
“Senti,
non è il momento di fare il tirchio! Dammele e
basta!” sbottò
Haruka, anch'essa leggermente arrossita. Il ragazzo sbuffò
e, dopo
averle prese da un piccolo borsellino, le diede cinque monete d'oro.
Prima
ancora che il ragazzo potesse chiederle il motivo di tutto
ciò, vide
due figure palesarsi all'uscita del vicolo, ed entrambe avevano gli
occhi puntati su di loro. Aris era con le spalle al muro e, prima che
potesse allontanarsi da esso, Haruka posò la mano vicino
alla sua
testa, mettendo il braccio davanti ai suoi occhi.
Il
giovane assassino tornò a fissare l'amica che, nel frattempo
si era
messa un po' in disordine i capelli in modo da coprire il lato
sinistro del volto.
Haruka
gli si avvicinò ancora di più e, con un tono di
voce estremamente
sensuale, gli disse “Beh, direi che per queste...”
ed iniziò a
giocherellare con le monete nella mano destra “... potrei
farti
divertire parecchio!”
L'incredibile
pressione, che avvertì sul lato sinistro, la fece voltare
verso le
due sagome poste all'uscita del vicolo. La prima era un ragazzo
vestito di bianco e, di fianco a lui, vi era una ragazza con la
faccia completamente bendata.
“Che
cosa deprimente...” disse quella “Essere costretta
a prostituirsi
a quella giovane età... la capitale sta davvero cadendo in
basso...”
Il
ragazzo in bianco si limitò a fissare Haruka con uno sguardo
penetrante ma un improvviso rumore di vetri infranti destò
la sua
attenzione, così come quella della sua compagna.
“Andiamo,
Sheila.” disse il ragazzo per poi allontanarsi, seguito dalla
compagna.
Haruka
e Aris tirarono un sospiro di sollievo e, mentre la ragazza si
rivestiva completamente rossa in volto, il compagno le disse
“Non
sapevo avessi anche questo tipo di... ehm... camuffamento. Se Ryo o
Stun dovessero venirlo a sapere...”
Non
l'avesse mai detto.
Haruka
si girò di scatto verso di lui, con un'aura nera che la
faceva
apparire come un demone sputato fuori dall'inferno.
“Che
non ti passi neanche nell'anticamera del cervello di dire quanto ho
appena fatto a Stun! E neanche Ryo deve saperlo! Non deve saperlo
nessuno!” sibilò Haruka e Aris, leggermente
preoccupato per la
propria incolumità, annuì.
“Comunque...
hai notato? Quel ragazzo era uguale a Kuro.” disse Aris.
“Già...
dev'essere suo fratello. Da quanto ho potuto udire, è un
poliziotto.” disse Haruka avvicinandosi alla strada
“Seguiamoli”.
“Cosa?
Perchè, di grazia?” chiese prontamente Aris.
Quella missione stava
diventando sempre più pericolosa a suo dire, ma non avrebbe
lasciato
una compagna da sola... altrimenti chi lo sentiva Ryo?
“Perchè
forse sono andati a fermare una rissa o cose simili. Dovranno pur
utilizzare la forza bruta o, ancora meglio, le loro Armi
Imperiali.”
spiegò Haruka con un sorriso.
“D'accordo
hai vinto tu. Andiamo...” disse Aris seppur con poco
entusiasmo.
I
due assassini iniziarono a pedinare i due poliziotti che camminavano
con passo svelto. Dopo circa due minuti, raggiunsero una grossa
taverna con i vetri rotti e alcune sedie gettate per strada. Davanti
alla porta d'ingresso c'era un ragazzo dai capelli neri con vestiti
orientali che stava pestando a sangue un uomo, ormai svenuto.
“Hic!
Così impari... a dar fastidio al Falco Ubriaco!”
disse il ragazzo
con i capelli neri.
“Ehi
tu. Stai attentando alla quiete della capitale. Sei invitato a
smetterla subito e a seguirci. Se ti opporrai, useremo la
forza.”
disse Sheila.
“Fa
attenzione.” disse Shiro “Dev'essere un maestro di
arti marziali,
visto il fisico. Non agire senza un piano”.
Sheila
annuì per poi tornare a rivolgersi al Falco Ubriaco
“Dunque? La
tua decisione?”
“Hic...
cara la mia mummietta... scelgo l'opzione numero tre!”
urlò il
ragazzo per poi scagliarsi verso di lei. All'ultimo saltò in
avanti,
ruotando sul suo asse come una trivella. La colpì cinque
volte,
atterrando poi dietro di lei.
Shiro
non batté ciglio, limitandosi a fare qualche passo indietro.
“Eh
eh eh... è stato troppo facile... hic!” disse il
ragazzo per poi
sgranare gli occhi per la sorpresa “Non... riesco... a
muovermi...?”
“Spiacente,
ma gli scontri a corto raggio, vanno benissimo per me.” disse
Sheila, girandosi verso di lui. Con la coda dell'occhio, il Falco
Ubriaco riuscì a vedere distintamente le protezioni sulle
braccia
della ragazza.
Erano
dei guanti di cuoio marrone, lunghi fino al gomito, con una piastra
di uno strano metallo piena di spine metalliche. Lo stesso metallo
ricopriva anche le dita come degli uncini ove erano visibili delle
piccole scintille dovute all'elettricità.
Sheila
iniziò a camminare, fermandosi davanti al suo avversario,
per poi
afferrargli la faccia con la mano destra “Ho vinto
io”.
Un'intensa scarica elettrica percorse il corpo del ragazzo, facendolo
urlare per appena due secondi. Alla fine, i suoi occhi erano
completamente bianchi e crollò al suolo in preda ad alcuni
piccoli
spasmi.
“Ehi
voi due!” disse Sheila, rivolgendosi a due soldati
“Prendetelo in
custodia e portatelo in carcere. Servirà a schiarirgli le
idee.” e
i due eseguirono.
“Hai
agito bene.” disse Shiro “Ora... occupiamoci di
quei due
assassini.” e si girò di scatto, incrociando lo
sguardo con quello
di Haruka che, solo per un istante, rimase scioccata. Un secondo dopo
stava già correndo insieme ad Aris per salvarsi la pelle.
“Maledizione!
Come ha fatto a vederci?” chiese Aris, imboccando uno stretto
vicolo.
“Non
lo so! Forse è sensitivo! Ora, l'unica cosa che conta
è trovare un
modo per depistarli!” disse Haruka.
I
due continuarono a correre per diversi minuti, cambiando
continuamente strada e passando per piccoli mercati e zone affollate.
Alla fine andarono a rifugiarsi dentro una casa ormai pericolante.
“Dici...
che li abbiamo seminati?” chiese Aris con il fiatone.
“Non
lo so. So solo che...!”
Il
suono delle parole di Haruka venne sovrastato dal rumore di una
grossa esplosione che disintegrò il muro e alcune colonne.
Dopo
qualche secondo, Haruka riaprì gli occhi. Le faceva male la
gamba
destra, ma la sua attenzione era per Aris, il cui braccio destro era
sepolto sotto ad alcune macerie e stava perdendo parecchio sangue da
un brutto taglio sulla fronte.
La
ragazza volse quindi lo sguardo nel punto in cui era esploso il muro,
ormai interamente crollato. La luce del sole la accecò
momentaneamente, ma riuscì poi a vedere il ragazzo vestito
di
bianco.
Nella
mano destra teneva una katana completamente bianca la cui impugnatura
sembrava fatta di scaglie di drago. Da essa partiva un drago
argentato che, risalendo lungo l'impugnatura, si attorcigliava alla
base della lama, formando la guardia, per poi salire lungo il dorso
dell'arma, terminando a metà.
“Siete
bravi a scappare.” disse il ragazzo.
“Keh...
non abbastanza...” disse Haruka “Tu sei... il
fratello di Kuro,
non è... vero?”
Lo
sguardo del ragazzo si indurì all'istante. Dopo aver
rinfoderato
l'arma, si avvicinò alla ragazza e le sollevò la
testa tenendola
per i capelli “Non osare mai più nominarlo. Una
lurida assassina
come te non ne è degna”.
Haruka
accennò ad un ghigno, spostando leggermente le braccia in
avanti. Il
suo unico pensiero, in quel momento, era trovare un modo per salvare
Aris. Era pur sempre il medico del gruppo, non poteva lasciarlo
morire così.
Il
ragazzo si accorse di qualcosa e, lasciandola andare, si
allontanò
di qualche metro. Dietro di lui arrivò la ragazza con il
volto
bendato.
“Cosa
succede, Shiro?” chiese lei.
“Sembra
che eliminarla non sarà così facile.”
commentò il fratello di
Kuro, osservando Haruka che, nel frattempo, aveva facilmente liberato
la sua gamba da alcune macerie. I suoi guanti, ora, avevano qualcosa
di diverso. Dalla piccola placca metallica, posta sul dorso della
mano, erano fuoriusciti tre lunghi artigli affilati e leggermente
ricurvi.
“Un'Arma
Imperiale per il combattimento ravvicinato.” disse Sheila,
mostrando i suoi guanti “Direi che possiamo
gestirla!”
Senza
alcun preavviso, Haruka scattò verso Sheila. Il braccio
destro
proteso in avanti, con gli artigli pronti a trafiggerla.
Sheila
alzò il braccio sinistro come protezione ma a nulla valse il
metallo
di cui erano fatti i suoi guanti. I tre artigli di Haruka passarono
attraverso l'Arma Imperiale e la sua carne come se nulla fosse,
tuttavia, la sua avversaria fu abbastanza sveglia per spostare il
braccio di lato, impedendole di completare l'attacco.
Dopo
aver caricato il pugno destro, la poliziotta cercò di
colpire la
rossa con un diretto al volto, ma Haruka le afferrò il
polso,
fermandola senza alcuna difficoltà. Prima ancora che Sheila
potesse
colpirla con un attacco elettrico, l'assassina le tirò una
testata
sul naso, facendola barcollare all'indietro, ma dovette poi arretrare
per evitare un fendente di Shiro.
“Tutto
bene?” chiese il ragazzo, notando la ferita al braccio della
sua
compagna.
“Sì,
posso ancora combattere.” disse Sheila, muovendosi sul lato
sinistro di Haruka, mentre Shiro si portò sul lato destro.
L'assassina non seguì nessuno dei due con lo sguardo,
limitandosi a
guardare avanti a sé.
Il
primo a scattare fu Shiro che cercò di colpire Haruka con un
fendente dall'alto ma la ragazza bloccò il colpo con gli
artigli
della mano destra. Ne seguì un'esplosione che avvolse la
ragazza
nelle fiamme ma, con grossa sorpresa di Shiro, gli artigli non erano
minimamente intaccati e, seppur con diverse ustioni sul volto e sul
braccio, la ragazza gli mostrò un sorriso sadico
“Non dirmi che
hai veramente pensato di poterli rompere!”
Il
secondo attacco arrivò da parte di Sheila che
cercò di colpirla con
un pugnò alla coscia. Haruka, sorprendendo l'avversaria,
saltò in
alto e le schiacciò il braccio con il piede sinistro,
bloccandola al
suolo ma, senza perdersi d'animo, la poliziotta le afferrò
la
caviglia con l'altra mano per poi colpirla con una grossa scarica
elettrica.
Haruka
strinse i denti per il dolore, dovendo in seguito parare un altro
fendente di Shiro, la cui esplosione aumentò il numero di
ustioni,
peggiorando le precedenti. L'assassina, malgrado avesse gli occhi
chiusi, riuscì a parare un terzo attacco che però
la costrinse ad
indietreggiare.
-Sembra
proprio che il suo corpo non si spezzerà facilmente.-
pensò Shiro
prima di raccogliere alcuni sassolini. Mentre Haruka era impegnata a
fronteggiare un nuovo attacco di Sheila, il ragazzo lanciò i
sassolini verso di lei.
L'assassina
se ne accorse e si girò verso di lui. Con una precisione
incredibile, Shiro colpì tutti i sassolini al volo, creando
tante
esplosioni intorno ad Haruka il cui udito venne messo a dura prova,
insieme agli occhi che fu costretta a chiudere. Alzò il
braccio
destro per proteggersi, ma un dolore che non aveva mai provato prima
la raggiunse alla spalla sinistra.
Venne
scagliata verso destra, rovinando a terra per qualche metro. Non
appena fu in grado di riaprire gli occhi,s coprì che il suo
braccio
sinistro era stato distrutto, o per meglio dire, l'omero era stato
distrutto vicino alla giuntura della spalla. Ciò che restava
del suo
arto era stato scagliato dalla parte opposta.
Non
urlò. Non pianse. Semplicemente si rialzò in
piedi, seppur con
qualche difficoltà. Un secondo dopo, Sheila la
colpì con un pugno
sulla guancia sinistra. La poliziotta sgranò gli occhi per
la
sorpresa nel vedere che Haruka non era indietreggiata. Al contrario.
Stava facendo forza sui muscoli del collo e su tutta la colonna
vertebrale per contrastare la sua forza.
Sheila
soffocò un'imprecazione per poi afferrarle la faccia e
colpirla con
un potente attacco elettrico, ma neanche quello fece cadere
l'assassina, al che la sua avversaria le afferrò anche la
gola e
rincarò la dose di elettricità.
Dopo
un intero minuto la lasciò andare. Haruka rimase in piedi
con un
sorrisetto stampato sulle labbra, per poi crollare al suolo, mentre
gli artigli svanivano così com'erano venuti. Shiro si
avvicinò
all'assassina con passo deciso e, non appena le fu sopra,
alzò la
sua katana.
Calò
il colpo con precisione, mirando alla testa di Haruka ma, all'ultimo,
qualcosa si frappose tra la ragazza e l'Arma Imperiale. L'esplosione
si generò come previsto ma, anziché vedere il
corpo carbonizzato
dell'assassina, Shiro vide alcune spesse radici che l'avevano
protetta.
Il
ragazzo volse lo sguardo verso la casa diroccata e vide Aris
appoggiato a ciò che restava di una colonna. Dietro di lui,
alcune
macerie erano state spostate da altre radici e il suo medaglione
brillava di un tenue bagliore verde.
Il
giovane assassino compì un movimento del braccio e delle
grosse
piante carnivore fuoriuscirono dal terreno, cercando subito di
mangiare Shiro e Sheila ma nessun vegetale riuscì nel suo
intento,
venendo distrutto dall'arma del ragazzo.
-Maledizione...
ho perso troppo sangue... non potrò tenerli impegnati a
lungo...-
pensò Aris prima di avvicinarsi ad Haruka. Fece crescere una
piccola
piantina dalle foglie rosa e, dopo averle masticate, applicò
quel
rudimentale impasto sulla spalla della compagna, bloccandole
l'emorragia.
Si
spostò poi verso il braccio diviso dal corpo ed
evocò una strana
pianta il cui frutto verde era grosso come un'anguria ma interamente
gelatinoso e trasparente. Senza esitare, mise l'arto dentro al
frutto.
-Bene,
così potrò riattaccarlo senza che si
decomponga...- pensò Aris
prima di voltarsi verso i suoi avversari che, in quel momento,
eliminarono l'ultima pianta carnivora.
“Sembra
che tu voglia morire prima della tua compagna.” disse Sheila,
fissandolo con sguardo ostico.
Il
ragazzo cadde in ginocchio. Ormai le gambe non riuscivano
più a
sostenerlo e il suo braccio aveva diverse ferite che non erano per
nulla superficiali.
Shiro
si incamminò verso di lui. La katana ben visibile agli occhi
del suo
nemico. Lo sguardo freddo puntato sulla sua schiena mentre Aris
riusciva a malapena a vedergli le anche. Ad un tratto, però,
avvertì
qualcosa.
Freddo.
Ma
non era un freddo inteso come qualcosa di malvagio e che portava il
gelo, la causa della morte di molti tipi di piante.
Era
un freddo a lui familiare che aveva già provato altre volte,
sui
campi di battaglia. Un sorriso innocente apparve sulle sue labbra,
mentre alle sue spalle apparivano quattro figure avvolte in mantelli
neri.
“Eh
eh... era ora che... arrivaste...” disse Aris mentre Shiro
era
indietreggiato vicino a Sheila. Aveva previsto dei rinforzi ma doveva
ancora capire che tipo di rinforzi erano.
La
prima a togliersi il mantello fu una ragazza con due spade corte
incrociate sulla schiena. Si avvicinò subito ad Aris per
sincerarsi
delle sue condizioni.
“Stai
bene?”
“Sta
tranquilla... ho subito di peggio.” le rispose Aris con un
sorriso
tirato “Occupatevi di Haruka... le ho fermato l'emorragia ma
dobbiamo portarla alla base”.
Yui
annuì per poi voltarsi verso i suoi compagni ma non ebbe il
coraggio
di aprir bocca. Irina era indietreggiata di qualche metro per paura
di Ryo. In quel momento, il volto del ragazzo era una maschera
d'odio.
Sheila
non riuscì a trattenere alcuni tremiti di terrore. Era la
prima
volta che le capitava e sperava vivamente di non dover più
vedere
degli occhi così freddi. Shiro, in un certo senso, la
capiva. Era
come se tutto l'odio del mondo si fosse riversato dentro a
quell'assassino. Ora aveva una chiara idea della situazione. Le due
ragazze non erano pericolose.
Lui,
probabilmente, era il più pericoloso e, se la sua mente non
lo
tradiva, era uno dei veterani di Fang of Darkness. Probabilmente era
al suo stesso livello, se non ancora superiore.
“Yui...”
sibilò Ryo “... prendi Haruka e Aris. Portali in
un posto sicuro e
cerca di aiutarli come puoi. Irina, tu ed io ora uccideremo quei due
maledetti”.
La
sua compagna annuì per poi impugnare la sua grossa scia
bipenne.
Sulle lame era inciso quello che sembrava 'vento' oltre ad un nome in
una strana lingua. L'impugnatura era coperta da un nastro blu,
probabilmente per agevolarne la presa.
Ryo
mosse una mano in avanti “Yuki, attacca!”
La
bambina, dopo aver gettato via il suo mantello, compì degli
ampi
movimenti circolari con le braccia, generando una vera e propria
bufera di neve. Shiro fu abbastanza tempestivo da gettarsi di alto,
evitando il grosso dell'attacco, mentre Sheila rimase ferma,
incrociando le braccia davanti al volto.
Lo
spadaccino individuò subito Ryo e Yuki ma Irina era svanita
nel
nulla. Un dubbio atroce lo colse impreparato. Aveva sottovalutato la
ragazza. Si voltò verso Sheila ma, prima che potesse urlarle
qualcosa, una grossa folata di vento disperse la tormenta,
costringendolo a proteggersi il volto con un braccio.
Sentì
diverse lame colpirgli il corpo ma non poteva fare nulla per
difendersi. L'attacco durò una manciata di secondi e, quando
ebbe
abbassato il braccio, vide Irina a pochi metri da Sheila o per,
meglio dire, la parte inferiore di Sheila.
Alzò
velocemente lo sguardo, individuando subito la parte superiore del
corpo della sua compagna. Era parzialmente congelato ed era ancora
con le braccia incrociate davanti al volto. Il busto cadde a diversi
metri dalle gambe, anch'esse congelate.
Non
una sola goccia di sangue aveva toccato il terreno.
“Spiacente.
Il freddo non ha effetto su di me.” disse Irina per poi
voltarsi
verso Shiro che si preparò ad un eventuale attacco.
L'attacco
arrivò, ma da parte di un golem di ghiaccio che
cercò di colpirlo
con un pugno.
Shiro
lo distrusse con un colpo della sua arma e fece lo stesso con gli
altri quattro golem che seguirono il primo. Dietro ai loro resti,
vide la bambina intenta ad evocarne un sesto. Non le diede il tempo
di farlo e, dopo aver annullato la distanza che li separava, la
colpì
alla base del collo con un affondo.
L'esplosione
distrusse la testa della bambina e parte della cassa toracica.
Purtroppo
per lui, quella non era una semplice bambina, bensì un'Arma
Imperiale Organica, esseri dotati di volontà propria che
potevano
rigenerarsi all'infinito, o almeno finché non finiva la
carica di
energia del proprietario o non si distruggeva il nucleo posto
all'interno dell'arma.
Yuki
tornò come nuova dopo pochi secondi ma Shiro dovette fare i
conti
con Ryo che, dopo essersi portato sul suo lato destro,
scattò verso
di lui. Lo spadaccino mosse il braccio orizzontalmente verso destra
ma ormai il suo avversario era troppo vicino.
Alzando
il braccio destro, bloccò l'attacco afferrando il polso di
Shiro e,
dopo avergli afferrato la giacca vicino alla spalla con la mano
sinistra, gli colpì il gomito, in quel momento in stato di
tensione,
con una ginocchiata.
Shiro
vide chiaramente che il ginocchio era rivestito da uno strato di
ghiaccio per infliggere più danni e ciò avvenne.
Il suo braccio si
piegò con un'angolatura innaturale per un corpo umano ma,
anziché
lasciarsi andare, lanciò in alto la katana e si
spostò verso Ryo.
Compiendo
un moto circolare verticale con il braccio sinistro, afferrò
la
katana al volo e, senza rallentare, calò un fendente dritto
al
torace di Ryo. L'esplosione che venne generata scagliò i due
avversari ai lati opposti della strada.
Yuki
e Irina andarono subito da Ryo il cui torace, seppur protetto da
un'armatura di ghiaccio, era gravemente danneggiato. Pure lui era
stato colto in contropiede con quella mossa. Dall'altra parte della
strada, Shiro si stava già rialzando ma il dolore al braccio
gli
stava martellando nella mente come se non ci fosse un domani.
Irina
si accorse di lui e gli si scagliò addosso, ma all'ultimo,
una sfera
elettrica passò tra i due, impedendole di avanzare
ulteriormente. Si
voltò subito verso l'origine di quell'attacco e rimase
parecchio
sorpresa nel vedere che Sheila era ancora viva, seppur in condizioni
critiche.
“Shiro...
vattene via...” disse Sheila prima di vomitare un po' di
sangue.
Il
ragazzo conficcò la sua katana nel terreno, dando vita ad
una catena
di esplosioni che costrinsero Irina ad indietreggiare. Quando la
ragazza menò un fendente con la sua ascia, una folata di
vento
gelido disperse il fumo ma sia Shiro che le due parti di Sheila erano
svaniti nel nulla.
La
ragazza si guardò attorno e, non vedendo tracce, decise di
lasciarli
andare. I suoi compagni avevano la priorità.
Dopo
aver aiutato Ryo ad alzarsi, si diresse verso il punto era scomparsa
Yui. Dopo pochi minuti la trovò vicino ad Haruka e Aris.
Entrambi
erano ancora privi di sensi ma, a detta dell'amica, non erano in
pericolo di vita.
Seppur
ferito, Ryo volle caricarsi sua sorella in spalla, mentre Irina
portò
Aris con Yui che faceva da apri-fila per evitare eventuali
contrattempi. Avevano appena avuto una dimostrazione della potenza
della nuova squadra speciale del generale Charlotte e qualcosa gli
diceva che era solo l'inizio.
“Se
la caverà?”
La
voce del generale Charlotte era ferma e calma come al solito.
“Sì,
è incredibilmente forte. Malgrado quell'orribile ferita se
la
caverà... tuttavia non potrà tornare in servizio
prima di tre
settimane.” spiegò il dottore appena uscito dalla
sala di
chirurgia “Inoltre, non potrà più
combattere per almeno due mesi.
Una persona normale sarebbe già morta, invece lei
è riuscita a
sopravvivere con colonna vertebrale recisa di netto, intestino
gravemente danneggiato così come i reni completamente
recisi”.
“D'accordo.
Mi assicurerò che riceva un congedo dalle operazioni per
almeno tre
mesi.” disse il generale.
“Gliene
sarei grato.” disse il dottore “Per quanto riguarda
Shiro, il
gomito non è ridotto così male come credevamo.
Due settimane e sarà
come nuovo”.
“Perfetto,
grazie per il suo tempo.” lo ringraziò Charlotte.
Il medico fece
un breve inchino e se ne andò. La ragazza, invece, si
diresse verso
la stanza dove aveva incontrato per la rima volta i suoi nuovi
sottoposti.
Vi
trovò i fratelli Bleeder, con indosso il loro mantello e
cappuccio
calato sui volti, Shino, Castiel e una ragazza intenta a canticchiare
qualcosa.
“Beh,
mi fa piacere rivederti, Aika.” disse Charlotte, mostrando un
sorriso alla nuova arrivata che, dopo essersi alzata,
ricambiò il
sorriso.
“E'
un piacere anche per me, generale! Sono pronta a dare una
mano!”
disse Aika.
“Avrai
presto la tua occasione, due dei nostri elementi dovranno rimanere
fermi per almeno due settimane.” spiegò Charlotte
“Sherry non è
ancora arrivata?”
“Quella
bionda? No, probabilmente è ancora in missione.”
disse Aika
facendo spallucce.
“Capisco.
L'importante è che arrivi presto, abbiamo bisogno anche di
lei per
attuare la nostra strategia.” disse Charlotte, per poi uscire
dalla
stanza.
-Fang
of Darkness... la vostra superiorità attuale è
dovuta solo al
vantaggio numerico... ma molto presto, questa situazione
cambierà
drasticamente-.
Il
gelido ghigno di Charlotte fu l'ultima cosa illuminata dal sole,
prima che la stella svanisse dietro alle montagne.
“Tre
feriti... di certo questi poliziotti ci sanno fare.” disse
Gergas e
Lightning annuì, dandogli supporto.
“Pensare
che sono riusciti a ferire gravemente anche Ryo...”
commentò Yui.
“Irina,
com'era questo spadaccino?” chiese Nikki e la ragazza, dopo
essersi
assicurata che Kuro non fosse nelle vicinanze, disse “Molto
abile.
La sua abilità con la spada è di prim'ordine,
inoltre la sua Arma
Imperiale è molto pericolosa”.
“Una
katana che genera esplosioni... non a caso è il fratello di
Kuro. Le
loro armi sono molto simili.” disse Cristal e gli altri
convennero
con lei.
Intanto,
nell'infermeria della base, Stun era seduto di fianco a Hanako. Prima
di crollare in un sonno profondo, Aris aveva fatto crescere una
speciale pianta curativa che le aveva fatto ricresce la parte di
braccio distrutta, consumando così le sue energie.
Il
gigante osservò ancora per qualche secondo il volto della
ragazza.
Era incredibilmente bella mentre dormiva e, il fatto che l'avesse
quasi persa per sempre, lo faceva stare male. Molto male.
Si
alzò in silenzio ma, prima che potesse aprire la porta, una
voce
maschile lo fermò.
“Stun.
Aspetta”.
Il
ragazzo si voltò, posando lo sguardo sul fratello di Haruka.
Ryo era
sveglio, seppur fosse costretto a letto a causa della ferita
infertagli da Shiro.
Stun
si avvicinò a lui e vide Yuki seduta su una sedia. L'Arma
Imperiale
Organica dormiva serenamente con la testa appoggiata sulla spalla di
Ryo.
Il
ragazzo lo fissò per qualche secondo in silenzio, per poi
dirgli
“Non ho mai approvato, né approvo, il fatto che tu
e mia sorella
siate diventati... intimi. L'unica cosa che mi ha impedito di
congelarti è stato il suo sorriso, un sorriso particolare
che ha
soltanto quando è con te”.
Il
biondo ascoltò in silenzio, senza batter ciglio.
“Tuttavia,
oggi abbiamo rischiato di perdere quel sorriso per sempre, e so bene
che tu tieni a lei quanto me.” continuò Ryo
“Perciò, vorrei
chiederti un favore. Se dovessi incontrare il bastardo che l'ha
ferita... uccidilo”.
Stun
si voltò dirigendosi verso l'uscita “L'avrei fatto
anche se non me
l'avessi detto. Vorrei però dirti una cosa... se tu avessi
una
maggior considerazione di tua sorella, tutto questo non sarebbe mai
successo”.
Ryo
sentì distintamente la porta chiudersi. Per la prima volta
da molto
tempo aveva il disperato bisogno di urlare la sua rabbia ma non
poteva farlo per due ragioni. La prima era che non voleva svegliare
sua sorella o Yuki né allarmare gli altri. La seconda, molto
più
importante, era che Stun aveva perfettamente ragione.
-Sono
proprio un idiota...-
Verso
le dieci e mezza, la porta della base si aprì di colpo. I
primi ad
arrivare furono Nikki e Cristal che si trovarono di fronte a due
ragazzi avvolti in un mantello nero.
“Chi
siete?” chiese Cristal con sguardo fermo.
“Ah,
finalmente siete arrivati!” disse il Boss arrivando alle
spalle
delle due ragazze “Naoki, Amlach, è davvero bello
rivedervi!”
Angolo
dell'autore:
Chaos
a tutti! Avevo detto che non avrei aggiornato per un po'? Ho mentito
spudoratamente! Questa fic mi sta prendendo troppo e spero che questo
capitolo, come gli altri, vi sia piaciuto ^^
A
titolo informativo, Aika non è la mia OC, bensì
quella di Heartly
(spero di averla resa bene). Come avete potuto vedere, a sto giro le
botte sono arrivate per tutti ed erano delle signore botte!
AVVISO
NUMERO 1: nel prossimo capitolo, oltre ad introdurre nuovi OC (ce ne
sono sempre), MORIRA' il primo OC, perciò tenetevi pronti!
AVVISO
NUMERO 2: da lunedì iniziò
l'università e l'orario è tutto
fuorché amico degli scrittori come me (es:
mercoledì dalle 9 alle
20 ho lezione) perciò gli aggiornamenti saranno mooooolto
più lenti
di adesso...
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto (e due) ed aspetto le vostre
recensioni! Alla prossima!
CHAOS!!!
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Capitolo 5 *** Noi accettiamo la morte così come la vita ***
NOI
ACCETTIAMO LA MORTE COSI' COME LA VITA
Due
mesi. Erano già
passati due mesi da quel terribile scontro ove Sheila aveva quasi
perso la vita. Da quel giorno, le pattuglie dei soldati erano
aumentate e coprivano molte più zone malfamate.
Inoltre,
il Generale
Charlotte aveva richiesto ulteriori rinforzi dai vari battaglioni
sparsi lungo i confini con gli altri regni. A detta di lei, i Fang of
Darkness andavano schiacciati velocemente e con brutalità,
senza
dargli il tempo di organizzarsi.
Nella
camera
speciale della sua squadra, i vari poliziotti si stavano godendo
qualche momento di relax. Recentemente avevano spazzato via
l'organizzazione criminale conosciuta come “Blue
Pegasus” che
operava in un grosso bar, molto rinomato nella capitale.
I
fratelli Bleeder,
che ancora non avevano mostrato i loro volti a nessuno, erano
impegnati a mangiare una fetta di torta, in un angolino della stanza.
Shino lucidava i suoi nuovi pugnali, più resistenti ed
affilati dei
precedenti, mentre Aika e Castiel chiacchieravano tranquillamente del
più e del meno.
Il
Generale
Charlotte entrò silenziosamente e i cinque poliziotti si
girarono
verso di lei, notando che era seguita da un'altra ragazza.
“Guarda guarda chi
si vede!” disse Aika, lanciando un sorriso alla bionda appena
entrata “E' un piacere rivederti Sherry”.
L'alta
ragazza si
voltò verso di lei, fissandola con i suoi grandi occhi viola.
“Aika! Anche per
me è un piacere rivederti!” disse Sherry, andando
ad abbracciarla.
Dopo che si furono separate, la bionda si sistemò la sua
giacca di
pelle bianca sulla cui schiena era presente la testa di un leone
nero.
Oltre
ad essere
alta, aveva la carnagione chiara e un fisico sensuale e ben
sviluppato. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda alta,
mentre i suoi occhi erano coperti da degli occhiali con montatura
rossa. Ai piedi calzava degli stivaletti neri con tacco, abbinati ad
un paio di jeans grigi.
Intorno
alla vita vi
era una cintura di pelle nera, mentre intorno al collo vi era una
collana con una moneta di ferro a mo di ciondolo.
“Vi conoscete?”
chiese Castiel pochi secondi prima di iniziare a perdere sangue dal
naso.
“Ma sta bene?”
chiese Sherry.
“E' solo un
fottuto maniaco. Ignoralo.” le disse Shino prima di
riprendere ad
affilare i suoi pugnali.
“Lei sarà il
nuovo membro della nostra squadra.” spiegò
Charlotte “Inoltre,
abbiamo appena ricevuto ordini dall'Imperatore. La famiglia
Heartphilia terrà un ricevimento nella sua villa stanotte.
E'
possibile che i Fang of Darkness approfitteranno di quest'occasione
per colpire”.
“Sembra
interessante come cosa!” esclamò la ragazza
incappucciata.
Charlotte
annuì per
poi dire “Ora prepareremo il nostro piano di
difesa”.
“Vengo anch'io.”
sibilò una voce maschile.
“Sei sicuro,
Shiro?” chiese il Generale, fissando il ragazzo appena
arrivato.
“Il mio braccio è
guarito.” si limitò a dire Shiro.
“Molto bene,
questa sarà la prima vera e propria missione di questa
squadra.”
disse Charlotte “Il nostro compito è dissipare
l'oscurità, perciò
noi saremo i 'Knights of Light' e schiacceremo completamente quegli
assassini”.
“COSA?!? Che
significa: 'Tu non verrai'?!?”
La
base degli
assassini era in uno stato di agitazione dovuto all'imminente
missione. Gli ordini del QG erano chiari: eliminare la famiglia
Heartphilia, un gruppo di nobili che, in segreto, aveva guadagnato il
suo patrimonio sulla morte di altre persone, portando alla morte
delle suddette.
“Haruka, sai
benissimo che non devi urlare con me.” disse il Boss
“A meno che
tu non voglia passare qualche oretta da sola con me...”
La
rossa deglutì
sonoramente, per poi cambiare tono “Perchè non
posso venire?
Questa è un'importante missione!”
“Lo so benissimo,
ma l'ultima volta che sei uscita, senza dire niente a nessuno tra
l'altro, ci hai quasi lasciato le penne.” spiegò
il Boss “Inoltre
non sarai l'unica esclusa da questa missione”.
Gli
altri assassini,
riuniti nell'enorme sala della base, si girarono verso di lei. Era il
momento di conoscere i fortunati che avrebbero preso parte a
quell'attacco.
“E' probabile che
l'intera squadra del Generale Charlotte prenderà parte al
ricevimento, perciò non possiamo rischiare inviando tutti i
membri.”
iniziò il Boss “Perciò
invierò solo una piccola parte di voi”.
“La detesto quando
la tira per le lunghe...” commentò Nikki,
ricevendo occhiate
comprensive da alcuni compagni.
“Coloro i quali
andranno in missione sono: Amlach, Naoki, Yui, Kuro, Lightning e
Gergas. Gli altri resteranno qui.” disse la donna,
accogliendo
silenziosamente sospiri di delusione e piccole esclamazioni di
felicità “Gergas sarà il caposquadra,
è quello con più
esperienza tra di voi”.
Il
ragazzo annuì
sorridendo ma qualcuno, evidentemente, non era d'accordo.
“Perchè cazzo
dovrei obbedire a quel ragazzino? Faccio prima ad andare da
solo.”
disse un ragazzo seduto in disparte rispetto agli altri.
Il
Boss sospirò,
posando poi lo sguardo sull'assassino che aveva parlato. Era un
giovane molto alto, sul metro e novantacinque, dal fisico scolpito ed
atletico. Essendo seduto in un punto in cui la luce non illuminava
del tutto, sembrava quasi che i suoi corti capelli neri si fondessero
con l'oscurità, mentre i glaciali occhi grigio-azzurri erano
incatenati in quelli della donna.
“Questa è una
squadra, Amlach, e come tale agisce.” spiegò la
donna.
Il
ragazzo si alzò
dalla poltrona, facendo ondeggiare il lungo cappotto bianco adornato
con delle fiamme tribali nere. Sotto a quell'indumento indossava
anche una giacca nera rinforzata e, sotto ancora, una camicia bianca,
mentre le gambe erano coperte da dei lunghi pantaloni in pelle nera,
tenuti su da una cintura in acciaio nero cadente sui lati. Ai piedi
calzava degli stivali neri.
“Non m'importa. Io
e Naoki siamo più che sufficienti.”
ribattè seccamente Amlach,
ricevendo qualche occhiataccia dai suoi compagni.
“Sembra che al QG
non ti abbiano insegnato le buone maniere, nanerottolo.”
commentò
Stun, facendogli serrare di scatto i denti. Da due mesi, quella era
la parola che più detestava, soprattutto quando, a
pronunciarla, era
Stun, che lo sovrastava di quindici centimetri abbondanti.
Da
quando lo aveva
incontrato, lo aveva preso in antipatia, più degli altri,
mettendolo
al primo posto nell'elenco delle persone odiate, anche se persone
come Haruka e Nikki non erano molto lontane dal gigante, dato che
sogghignavano ogni volta che quella determinata parola veniva
pronunciata.
Prima
che il moro
potesse scatenare un qualcosa di spiacevole, Gergas gli si
parò di
fronte, lanciando una breve occhiata al piercing che teneva sul
sopracciglio destro.
“Dato che hai
detto di potercela fare da solo, o al più con Naoki,
sentiamo cosa
ne pensa lui.” disse Gergas, voltandosi poi verso un ragazzo
seduto
di fianco a Aris. Era un giovane alto sul metro e settantacinque, con
un fisico atletico e la pelle molto chiara.
I
capelli erano
talmente neri da non avere alcun riflesso. Erano leggermente lunghi,
tenuti legati in un codino morbido per non farli andare avanti. Il
taglio di capelli era particolare in quanto la parte sinistra era
rasata mentre quella destra era poco più lunga del normale,
con un
ciuffo che gli copriva quasi interamente l'occhio destro, di un
brillante rosso sangue.
Aveva
diversi
tatuaggi sul corpo, soprattutto sulle braccia e sulle mani, ed erano
tutti dei segni tribali. Quelli che saltavano subito all'occhio erano
la scritta “Nec sine te, nec tecum vivere possum”,
tatuata sul
collo, il sole tribale posto sul pettorale sinistro. Sul lato destro
delle labbra aveva un piercing a forma di anello nero e un piercing
come quello di Amlach sul sopracciglio sinistro.
Le
orecchie erano
entrambe addobbate con diversi piercing e orecchini vari.
Sull'orecchio destro aveva due dilatatori neri, uno poco più
grosso
dell'altro, e, sulla parte alata, aveva due orecchini semplici
intervallati da un terzo orecchino a forma di anello. L'orecchio
destro, invece, presentava un dilatatore nero e due anellini neri
sulla parte alta.
Per
quanto tutti
quegli accessori potessero sembrare particolari, anche il suo
abbigliamento non era da meno. Indossava una canottiera bianca con
due anelli sulle spalline e dalla scollatura molto pronunciata,
abbastanza da lasciare visibile il tatuaggio del sole. Sopra di essa,
portava una felpa nera aperta davanti e che lasciava cadere al di
sotto delle spalle, con le maniche tirate su, in modo da rendere
visibili gli altri tatuaggi. Gli ultimi tre elementi del suo
vestiario erano dei pantaloni a cavallo basso color jeans, delle
scarpe da ginnastica nere e una collana nera, simile ad un collare,
con appeso un piccolo ciondolo rotondo.
Il
ragazzo si limitò
a mimare dei gesti con le mani, restando nell'assoluto silenzio.
Molti dei presenti si girarono verso il Boss che disse “Ha
detto
che gli va bene qualunque cosa, ma non lascerà andare Amlach
da
solo”.
“Bene, dato che
per lui va bene qualsiasi cosa, purché tu non vada da solo,
agiremo
come da programma, e cioè come una squadra.” disse
Gergas.
Amlach
soffocò
un'imprecazione ed uscì dalla stanza, sbattendo
violentemente la
porta. Naoki si girò verso il Boss e le mimò
alcuni gesti.
“Non
preoccuparti...” disse la donna “... non devi
scusarti per lui”.
“Bene, ora che
abbiamo... messo in chiaro la situazione, abbiamo delle informazioni
per la missione?” chiese Gergas.
Il
Boss tirò fuori
una piccola mappa che distese per bene sul tavolo al centro della
stanza. I primi ad avvicinarsi furono gli assassini che avrebbero
preso parte alla missione, ma anche gli altri vollero dare
un'occhiata.
“La magione del
nostro bersagli si trova al centro di una zona boscosa che è
stata
completamente ripulita per quanto riguarda le Bestie Pericolose,
infatti sarà pieno di soldati armati di tutto
punto.” iniziò la
donna “Normalmente sarebbe un problema, ma si tengono
costantemente
in contatto, perciò non potrete ucciderne nessuno
all'inizio”.
“Quindi... come
facciamo?” chiese Lightning.
“Semplice, ci sono
due collaboratori che ci hanno aiutato altre volte in passato.
Stanotte ci aiuteranno un'ultima volta per poi tornare al QG, ormai
hanno messo su famiglia e qui è troppo
pericoloso.” spiegò la
donna “Vi faranno passare per una via sicura”.
“Ok, andate a
prepararvi allora! Stasera si va in scena!” disse Gergas e
gli
altri annuirono, uscendo poi dalla stanza. Prima che il ragazzo
potesse uscire a sua volta, il Boss lo chiamò in disparte
“Mi
raccomando, fai attenzione. Non sappiamo quanti nemici
troverete”.
“Lasci fare a me,
Boss! Non la deluderò!” esclamò Gergas
sorridendo, per poi
andarsene in camera.
La
donna fissò la
porta per qualche secondo. Pensieri oscuri si agitavano nella sua
mente e non riusciva a capacitarsi della loro presenza.
Quella
notte, la
luna era coperta da grossi nuvoloni che annunciavano pioggia, e i
tuoni che si udivano in lontananza aumentavano le
possibilità per un
buon acquazzone. Nell'ombra di una grossa quercia, diverse figure
sbucarono fuori da un piccolo passaggio sotterraneo.
L'ultimo
ad uscire
fu Gergas che si voltò verso i loro alleati.
“Grazie di tutto,
Alzack.” disse l'assassino, stringendo la mano all'amico che
disse
“Non preoccuparti, spero che la vostra missione sia un
successo.
Io, Biska e la piccola Asuka tiferemo per voi”.
Gergas
spostò lo
sguardo sula ragazza dai lunghi capelli versi e sulla bambina che
stringeva al petto. La piccola gli mostro un timido sorriso per poi
salutarlo con una mano.
“Buona fortuna
anche a voi.” disse il moro per poi chiudere l'ingresso del
passaggio segreto.
Gli
assassini
scattarono rapidi e silenziosi, raggiungendo la base di un muro e
nascondendosi nell'ombra. Vista dall'alto, la struttura dell'edificio
ricordava una E e, nella parte centrale, era in atto il ricevimento.
Anche lì fuori erano udibili le melodie che nascevano da
violini,
pianoforti e violoncelli. Musica di alta classe adatta ai nobili.
“Il piano lo
conoscete tutti...” sibilò Gergas
“Muoviamoci”.
I
sei assassini si
divisero in tre coppie e si diressero verso tre punti diversi. Per
far sì che la missione andasse a buon fine, bisognava
eliminare i
bersagli velocemente e senza farsi scoprire ma, altra cosa
importante, i soldati non dovevano essere in grado di chiedere
rinforzi.
Amlach
e Naoki si
diressero verso la sala della sicurezza, costeggiando il muro sul
versante sinistro e facendo attenzione a non farsi vedere. Malgrado
la stazza, Amlach era in grado di muoversi in silenzio come il
compagno, che lo precedeva di qualche metro. Era costretto a farlo.
In quel momento avrebbe voluto far irruzione e fare una carneficina
ma doveva attendere fino all'eliminazione dei bersagli.
In
contemporanea,
Lightning e Yui si erano dirette verso l'entrata principale della
magione. Il compito di eliminare i nobili sarebbe toccato a loro,
mentre Gergas e Kuro avrebbero sgomberato una zona del castello per
garantire a tutti una via di fuga.
Le
due assassine
salirono in silenzio su una grossa pianta rampicante, raggiungendo un
punto ove i soldati non potevano andare. Si mossero silenziosamente
lungo quelle sottospecie di cornicioni, raggiungendo poi una serie di
grosse finestre. Da lì ebbero una completa visuale sul
ricevimento
che si stava tenendo.
“Lightning, eccoli
là.” disse Yui, indicando un punto specifico nella
sala. La
compagna seguì la direzione del dito, individuando una
ragazza molto
bella dai fluenti capelli biondi e dagli occhi color cioccolata. Lucy
Heartphilia, l'erede legittima dell'eredità di famiglia.
Poco
distante da
lei, l'assassina individuò anche Layla Heartphilia, la
madre, e Jude
Heartphilia, il padre. Entrambi stavano parlando con altri nobili ed
erano parecchio vicini. Lightning prese in mano il suo arco d'ebano
nero su cui erano presenti delle striature rosse in continuo
movimento.
Tese
la corda e
apparì una freccia fatta di oscurità,
dopodichè puntò Lucy,
spostandosi poi sui genitori, tornando poi sulla figlia.
Ripetè il
gesto tre volte, fin quando non fu sicura della velocità con
la
quale avrebbe dovuto agire.
Fece
una serie di
respiri profondi, dopodichè scagliò la prima
freccia che andò a
conficcarsi alla base del collo di Jude. La freccia esplose un
istante dopo, facendo schizzare del sangue addosso a tutti i nobili
vicini, compresa sua moglie che ebbe appena il tempo di voltarsi
verso suo marito.
Non
appena la sua
mente concepì quanto accaduto, una freccia le si
conficcò nella
tempia destra, esplodendo come la precedente ed uccidendo la donna.
Gli altri nobili urlarono con tutto il fiato che avevano in corpo,
mentre Lucy prendeva atto di quanto accaduto ai suoi genitori.
Fu
sul punto di
svenire, ma un ragazzo biondo e con gli occhi azzurri le fu subito
vicino per aiutarla a stare in piedi. Lightning lo
identificò subito
come Sting Eucliffe, il rampollo di una nota famiglia di
aristocratici.
L'assassina
prese
subito la mira, puntando alla testa di Lucy, ma una voce maschile
tuonò nella sala “Eccola!!! E'
lassù!!!”
Una
finestra poco
lontana da loro esplose in decine di frammenti di vetro. Yui estrasse
al volo le sue due spade corte, giusto in tempo per parare i fendenti
di una ragazza dai lunghi capelli rossi. Capì subito che si
trattava
della ragazza che avevano affrontato Shoici e Draco nella chiesa.
La
rossa si
allontanò di qualche metro, attendendo l'arrivo del suo
alleato che
le fu subito vicino. Castiel notò subito Lightning,
sgranando gli
occhi per la sorpresa “Sorella...?”
La
ragazza,
tuttavia, non batté ciglio ed incoccò subito una
nuova freccia,
scagliandola pochi istanti dopo. Castiel si abbassò
all'ultimo,
evitando il colpo che, nell'oscurità, era
pressoché invisibile.
Nello
stesso
istante, Shino scattò in avanti, incrociando nuovamente le
lame con
Yui che cercò di sorprenderla con un calcio basso. La
poliziotta lo
vide arrivare e saltò in alto, cercando di colpire
nuovamente la sua
avversaria, che però scansò il colpo facendo un
passo indietro.
Prima
ancora che la
rossa atterrasse, Yui le andò incontro e cercò di
colpirla al volo
ma l'avversaria riuscì a posare un piede sul dorso della
mano usata
per attaccare e, grazie a quel gesto, riuscì a darsi
un'ulteriore
spinta verso l'alto, atterrando poi a distanza di sicurezza.
Le
due avversarie si
osservarono qualche secondo in silenzio, per poi svanire nel nulla,
sorprendendo gli altri due. All'improvviso, Yui e Shino riapparirono
vicino a Lightning, generando una piccola onda d'urto. Le loro armi
generarono delle scintille, dopodichè svanirono nuovamente
alla
vista dei loro compagni.
Iniziarono
a
comparire e svanire in rapida successione, giusto il tempo per menare
un colpo e poi sparire nuovamente.
-Si
stanno muovendo
troppo rapidamente per seguirle con gli occhi...- pensò
Lightning
-... meglio occuparsi di lui!- ed incoccò una nuova freccia
ma
Castiel, avendola notata, menò un fendente con il suo
spadone,
generando un fascio di luce. L'arciere si gettò
all'indietro,
cadendo di sotto ed evitando il colpo.
Atterrò
senza alcun
problema in piedi e, prima di scattare verso il bosco, puntò
l'arco
verso l'alto e scagliò una freccia. In quel momento, Castiel
raggiunse il punto in cui Lightning si era buttata e, la freccia da
lei scoccata, si conficcò esattamente sull'angolo.
L'esplosione
scagliò piccoli frammenti di marmo in tutte le direzioni e,
uno di
essi, colpì il ragazzo sulla fronte, causandogli una piccola
ferita
dalla quale iniziò a colare sangue.
Castiel
non se ne
curò minimamente e si gettò all'inseguimento
della sorella che,
ormai, era già entrata nel bosco. Nel frattempo, anche Shino
e Yui
erano scese nel breve tratto di prato che separava il bosco
dall'edificio. L'assassina aveva alcuni piccoli tagli sulle braccia,
mentre la sua avversaria non aveva neanche un graffio.
Yui
scattò
nuovamente verso la sua avversaria, iniziando a correrle incontro,
cambiando direzione di tanto in tanto. Shino, d'altra parte,
iniziò
a seguirla sempre meno con lo sguardo, concentrandosi di più
sul
rumore attenuato dei suoi passi.
L'assassina
cercò
di colpirla con un affondo alle spalle ma la rossa fece uno scatto in
avanti, evitando l'attacco, per poi ruotare su sé stessa,
deviando
un secondo colpo. Ora Yui era ancora sotto l'effetto dello slancio in
avanti e questo diede modo a Shino di colpirla con un calcio al
volto, facendola cadere a terra.
Tuttavia,
l'assassina si rialzò subito, sistemandosi poi il cappuccio
che le
copriva il viso.
-Così
non riuscirò
mai a colpirla... devo farle usare quella cosa.- pensò Yui
per poi
partire nuovamente contro la sua avversaria. Non appena fu ad appena
tre metri da Shino, iniziò a fare la ruota, sorprendendola.
Le
bastarono due giri per arrivare vicino al suo obbiettivo e, iniziando
il secondo, cercò di pugnalarla dall'alto.
La
poliziotta
incrociò le spade sopra la testa per bloccare il colpo e ce
la fece,
ma Yui aveva impugnato l'arma con la lama posta dal lato del mignolo
e, usandola come gancio, costrinse Shino ad abbassare entrambe le
lame, lasciando scoperta la testa.
La
seconda lama calò
ancora più velocemente ma, prima di affondare nella carne
dell'avversaria, Shino sibilò
“Distortion.” e la lama le passò
attraverso, senza sortire alcun effetto, come se fosse passata
attraverso un fantasma.
Yui
sgranò
leggermente gli occhi per la sorpresa nel vedere quello strano
fenomeno unito al fatto che, la figura di Shino sembrava quasi
sbiadita o simile ad un miraggio. Non appena la lama uscì
dal suo
corpo, quella specie di illusione ottica svanì e Shino le
mostrò un
ghigno trionfante.
“Spiacente, ma non
mi batterai così facil...!”
Il
tacco destro di
Yui calò rapido e preciso sulla testa della poliziotta,
facendole
serrare i denti e mordere la lingua.
Shino
imprecò ad
alta voce, indietreggiando, per poi sputare un po' di sangue
fuoriuscitole dalla lingua. Ora, il ghigno che poco prima era sulle
sue labbra, si trovava su quelle di Yui che disse “Per
fortuna ho
chiesto a Draco di parlarmi della tua Arma Imperiale. Sapevo
benissimo che possedevi l'abilità di evitare qualsiasi colpo
per un
breve istante”.
“Keh, lurida
assassina! Sapevi anche di questo?” chiese Shino prima di
svanire
nel nulla, ma non si trattava di semplice velocità.
Yui
avvertì una
fitta di dolore allucinante al fianco sinistro e vide, a pochi
centimetri dall'ombelico, la punta di un pugnale che le fuoriusciva
dal corpo. Dopo essersi portata alle sue spalle, Shino l'aveva
trafitta con il pugnale sinistro, caricando nel mentre quello destro.
L'assassina
non ci
pensò neanche un istante e, anziché scattare in
avanti, ruotò
verso il lato destro. Se la lama fosse stata conficcata
orizzontalmente, quel gesto avrebbe solo aumentato i danni, ma
così
non era stato e ciò le permise di menare un fendente
laterale.
Shino
inclinò la
testa verso sinistra, riuscendo a cavarsela con una ciocca di capelli
tagliati. L'assalto però non era finito dato che Yui
cercò di
pugnalarla con la seconda lama. La poliziotta lasciò andare
il
pugnale che stringeva nella mano destra e usò la mano per
afferrare
il polso sinistro dell'avversaria, bloccando di conseguenza il
fendente.
Erano
entrambe in
una posizione molto scomoda, ma questo non impedì a Shino di
mordere
l'avversaria all'altezza del gomito destro, sul alto interno. Yui
strinse id enti per il dolore ed iniziò a pensare ad un modo
per
liberarsi. In quel punto passavano alcune vene ed arterie molto
importanti. Se fosse riuscita a recidergliene una, sarebbe stata nei
guai.
Dovette
comunque
complimentarsi mentalmente con la poliziotta dato che, mordendola in
quel punto, le stava impedendo di piegare l'arto e di colpirla con la
sua arma. A malincuore, lasciò andare anche lei la lama
nella mano
destra e prese a tirarle diverse testate sullo zigomo sinistro.
Dopo
diversi colpi,
Shino, che aveva sentito l'arma cadere, la lasciò andare e
Yui ne
approfittò subito, afferrandole i capelli e tirandole la
testa
all'indietro. Dopo neanche un secondo, la spinse in avanti e le loro
fronti cozzarono l'una contro l'altra, facendo riguadagnare la
libertà ad entrambe.
Yui
tirò subito
fuori la alma dalle sue carni e la scagliò contro la sua
proprietaria che la prese al volo. Un istante dopo, Yui era sotto di
lei ed aveva già ripreso l'altra lama. Cercò di
tagliarle la testa
con un colpo a X ma entrambe le lame passarono attraverso il corpo di
Shino senza far alcun danno.
Anziché
restare lì,
Yui si allontanò immediatamente, accorgendosi poi che la sua
avversaria stava sudando ed aveva anche il fiatone. Evidentemente
quell'abilità le consumava parecchie energie. L'assassina
fece un
passo in avanti, ma Shino svanì nel nulla, riapparendo
vicino alla
finestra che aveva sfondato.
Le
lanciò
un'occhiataccia carica di rabbia ma, stranamente, era accompagnata da
un piccolo ghigno che lasciò leggermente confusa Yui. Senza
dir
nulla, la poliziotta rientrò nell'edificio, lasciandola da
sola.
-Non
sei affatto
male, assassina. La prossima volta regoleremo i conti.-
pensò Shino
prima di ordinare ad alcuni soldati di muovere il culo per far
tornare l'ordine.
Yui
rinfoderò
lentamente le sue armi per poi cadere in ginocchio. La ferita la
stava facendo impazzire e aveva perso moltissimo sangue.
Sentì
diversi
soldati avvicinarsi. Il rumore delle loro armature gli impediva di
essere furtivi e questo aiutò moltissimo Yui. Facendo un
enorme
sforzo, riuscì a rialzarsi in piedi, andando poi a
nascondersi
all'ombra di un albero. Tamponando la ferita con le mani,
cercò di
resistere al dolore sempre più forte.
Un
improvviso flash
bianco le fece portare lo sguardo nel cuore del bosco, dove vide un
altro flash. Lightning stava ancora combattendo contro quel
poliziotto. Si maledisse mentalmente per essersi fatta colpire alle
spalle, dopodichè si avviò verso quelle luci.
Doveva aiutare la sua
compagna.
Castiel
aggirò un
grosso albero e, non appena vide un'ombra muoversi, scagliò
un altro
fascio di luce, centrandola in pieno.
Si
avvicinò di
corsa e rimase leggermente sorpreso nel vedere che si trattava di un
soldato svenuto.
“Ops... ho fatto
confusione...” commentò Castiel ringraziando che
la sua arma non
uccideva con quell'attacco di luce. Un'improvvisa aura omicida lo
riportò alla realtà e, inclinandosi di lato,
evitò un'altra
freccia di oscurità che però colpì il
soldato ad un braccio,
facendoglielo esplodere.
Castiel
soffocò
un'imprecazione e, puntando verso l'alto, scagliò l'ennesimo
fascio
di luce che però si disperdette tra le fronde degli alberi.
Notò
un'ombra intenta a spostarsi tra i rami e iniziò ad
inseguirla.
“Claire!!! Perchè
sei insieme a questi assassini?!?” urlò il ragazzo
e una freccia
si conficcò davanti a lui, creando un piccolo cratere in
seguito
all'esplosione. Il biondo non se ne curò e
continuò ad avanzare
“Rispondimi, Claire!!!"
“Non chiamarmi con
quel nome!” tuonò una voce femminile tra gli
alberi e l'ombra
svanì alla vista del ragazzo che, solo dopo due secondi, si
accorse
della presenza di sua sorella alle sue spalle.
Il
ragazzo abbassò
lentamente lo spadone, tenendolo comunque saldamente con la mano
destra “Quindi sei davvero tu... sorella?”
“Io non sono più
tua sorella, ho smesso di essere una tua parente diversi anni
fa.”
sibilò Lightning incoccando un'altra freccia.
“Vuoi dire...
quando nostra madre è stata uccisa dagli
assassini?” chiese
Castiel senza voltarsi.
“E' questo che ti
ha raccontato nostro padre? Beh, ti ha davvero raggirato per
bene.”
disse Lightning “Nostra madre è stata uccisa dai
poliziotti per un
tradimento alla quale non ha partecipato!”
“Bada a come
parli! I poliziotti rappresentano la legge! Non farebbero mai nulla
di così stupido!” sbottò Castiel,
leggermente irritato per la
mancanza di rispetto mostrata verso suo padre e i suoi compagni.
“Sei troppo
ingenuo, Cas. Forse un giorno avresti scoperto la vera faccia di
questi rappresentanti della legge... ma purtroppo per te, devi morire
ora...” commentò Lightning. Nessuna emozione
traspariva dalla sua
voce, benchè la mano con cui teneva l'arco avesse dei
piccoli
tremolii. Era pur sempre suo fratello.
“Capisco... mi
dispiace molto, Claire...” disse Castiel per poi fare una
cosa che
sorprese la sorella. Anziché cercare di girarsi,
saltò
all'indietro, quasi come a volerla travolgere con la sua schiena.
La
ragazza non potè
scoccare subito la freccia. La schiena era troppo vicina alle dita
con la quale impugnava l'arco e l'esplosione gliele avrebbe potute
portare via. Riuscì comunque ad abbassare l'arco e
scoccò la
freccia che andò a conficcarsi sul lato destro della coscia
destra
di suo fratello.
L'esplosione
gli
portò via gran parte del muscolo, mettendo a nudo l'osso e
spargendo
sangue tutt'attorno ma il ragazzo, ora che la sorella non aveva
più
la freccia incoccata, riuscì a fare perno sulla gamba
sinistra e a
girarsi in quel senso.
In
quel brevissimo
istante, era riuscito a cambiare la presa sulla sua arma,
afferrandola con la lama puntata verso il basso e, con il pugno
coperto dall'armatura, colpì sua sorella direttamente
sull'occhio
sinistro.
Fu
un solo per un
istante, ma i loro occhi si incrociarono. Quelli di lei erano pieni
di odio nei confronti del fratello, mentre quelli di lui erano pieni
di tristezza e compassione per la sorella che aveva smarrito la retta
via.
La
forza di Castiel
tornò a farsi valere e, oltre a procurarle diversi tagli
intorno
all'occhio, le crepò anche le ossa del cranio. Il colpo la
fece
volare ad una decina di metri di distanza, facendola sbattere contro
la corteccia di un vecchio albero.
Il
fiato le mancò
di colpo ed annaspò per diversi secondi alla ricerca d'aria.
Quando
fu di nuovo in grado di respirare, alzò lo sguardo su suo
fratello
che aveva conficcato lo spadone nel terreno per sostenersi. Era
vulnerabile.
I
tagli provocati
dal pugno avevano iniziato a sanguinare, impedendole di vedere con
l'occhio sinistro ma prese comunque il suo arco, incoccando un'ultima
freccia. Maledì suo fratello. Non aveva più forza
nelle braccia e
la corda non era tesa neanche al venti per cento.
Chiuse
l'occhio
destro, cercando di chiamare a sé tutte le energie rimaste
ma non ci
fu verso di incoccare al meglio quella freccia. Alla fine desistette
e tornò a fissare suo fratello che aveva ancora lo stesso
sguardo di
prima.
“E' inutile che mi
fissi con quegli occhi... se non mi uccidi ora, ti ucciderò
io la
prossima volta.” sibilò l'assassina.
Il
ragazzo accennò
un piccolo sorriso, per poi estrarre lo spadone dal terreno.
Contrariamente a quanto previsto da Lightning, il ragazzo fece dietro
front ed si incamminò verso la magione “Il mio
compito è
proteggere l'ultimo membro della famiglia Heartphilia...”
La
figura di Castiel
svanì nelle ombre, lasciando la ragazza da sola
nell'oscurità. Dopo
qualche minuto, una voce a lei familiare le arrivò alle
spalle
“Anche tu non sei ridotta molto bene...”
Lightning
si girò a
fissare la sua compagna “Yui...”
La
spadaccina non
attese altre parole e l'aiuto ad alzarsi, dovendo poi appoggiarsi a
lei per avanzare. La ferita al fianco le stava facendo perdere i
sensi e Lightning se n'era accorta. Lentamente, si incamminarono
verso il punto di rendez-vous.
“Tro~va~ti~!”
Amlach
si girò
verso la porta che dava su un piccolo corridoio, spostando, con un
piede, la testa del soldato che aveva avuto la sfortuna di trovarsi
in quella stanza al loro arrivo. Sulla soglia vide una ragazza
avvolta in un mantello nero con il cappuccio calato sul volto.
“E questa chi
cazzo è?” chiese Amlach, dando poi un colpetto a
Naoki che, seduto
davanti ad uno strano apparecchio elettronico, si girò verso
la
ragazza, portando poi una mano sulla katana nera.
Amlach
intuì il suo
consiglio e afferrò saldamente la sua arma. Si trattava di
una
grossa falce nera ove, sulla punta in fondo al manico, era presente
un grosso artiglio mentre la lama fuoriusciva dal teschio di un drago
sotto la quale erano attaccati dei nastri neri. Un denso fumo nero
fuoriuscì dall'arma, iniziando poi a girare intorno al
proprietario.
La
ragazza dischiuse
leggermente le labbra, comprendo i denti con esse, mostrando un
sorriso inquietante, simile a quello delle maschere di teatro.
“A quanto pare il
Generale Charlotte aveva ragione!” disse la ragazza, entrando
poi
nella stanza.
Amlach
la fissò per
qualche secondo, dopodichè mostrò un ghigno poco
rassicurante e
disse “Quindi fai parte della sua squadra speciale, eh?
Ucciderti
sarà un ottimo passatempo.” per poi scagliare un
fendente con la
sua falce. Il fumo nero seguì l'arco del suo attacco e
tagliò di
netto il muro, ma della ragazza nessuna traccia.
“Oh! Quasi mi
dimenticavo! Devo togliermi il cappuccio, altrimenti non posso
vedervi in faccia!” esclamò la ragazza
sorprendendo i due per la
facilità con la quale era arrivata tra loro. Amlach si
girò di
scattò, bloccando però all'ultimo il colpo e non
per il fatto che
Naoki era davanti a lui, ma per via degli occhi della ragazza.
I
capelli erano
candidi come la neve e fluenti. Le arrivavano fino alle spalle ma
aveva due lunghe ciocche che le incorniciavano il viso angelico dalla
carnagione pallida, ma gli occhi... gli occhi erano di quanto
più
strano avesse mai visto.
La
sclera, che
avrebbe dovuto essere bianca, era rosso sangue mentre l'iride era
gialla e la pupilla... beh, in realtà aveva tre pupille per
ogni
occhio, messe come ai vertici di un triangolo equilatero, con un
vertice rivolto vero l'alto.
Quell'attimo
di
esitazione permise alla ragazza di sorridergli per poi svanire
davanti ai suoi occhi.
“Hai davvero una
bella Arma Imperiale!” commentò la ragazza,
riapparsa vicino
all'uscita. Amlach si girò nuovamente, notando che l'albina
stava
impugnando la sua falce.
-Quando
diavolo me
l'ha presa?”- pensò il moro, cercando poi un modo
per riaverla ma
ci pensò la poliziotta che la lanciò ai suoi
piedi. Il ragazzo la
raccolse lentamente, tenendo lo sguardo puntato su quella strana
ragazza.
“Sai... mi
piacerebbe molto giocare con voi... ma purtroppo devo obbedire agli
ordini.” disse la ragazza con uno sguardo triste. I due
assassini
la osservarono per qualche secondo, quando all'improvviso, dei
profondi tagli si aprirono sulle cosce di Amlach e sulla schiena di
Naoki.
Il
secondo si girò,
andando ad appoggiare la schiena contro quella di Amlach.
“Credete davvero
di potermi contrastare con quella tattica?”
domandò l'albina
apparendo di fronte a Naoki che la fissò all'istante con i
suoi
occhi rossi ma, tempo un secondo, la ragazza era di nuovo scomparsa.
Il
ragazzo capì
che, in quello stanzino, avevano poche possibilità di
capirci
qualcosa, perciò tirò Amlach per una manica e,
dopo aver sfondato
una finestra, uscirono all'aria aperta. L'assassino armato di falce
si girò all'istante verso la finestra e la coprì
interamente con il
suo fumo nero.
“Vi ringrazio per
essere usciti. Quella stanza era troppo piccola per i miei
gusti”.
Amlach
non si
sorprese neanche, limitandosi a far svanire il fumo, per poi voltarsi
verso la ragazza comodamente seduta su un ramo basso di un albero.
Il
ragazzo diede un
colpetto sulla spalla di Naoki che si girò per guardarlo.
“Vattene da qui.
Questa mocciosa posso gestirla da sola”.
Naoki
lo fissò in
silenzio per qualche secondo per poi mimare dei gesti con le mani.
“Tranquillo, non
morirò qua... morirò solo dopo averla
vendicata.” spiegò Amlach
tenendo gli occhi fissi sull'albina. Naoki mostrò un piccolo
sorriso
per poi dargli una pacca sulle spalle ed allontanarsi, svanendo nel
buio del bosco.
“Oh, hai appena
mandato una pecorella nella tana del lupo.”
commentò l'albina
sorridendo.
“Può darsi...”
disse Amlach per poi mostrare lo stesso ghigno inquietante di prima
“... o forse ho appena mandato un lupo dentro ad un
ovile”.
La
ragazza rispose a
quel ghigno con un ghigno altrettanto inquietante e, dopo essere
scesa dall'albero, gli mostrò un piccolo falcetto
dall'impugnatura
nera.
“Sai... io non
sono molto forte fisicamente, perciò non potrò
eliminarti in
fretta.” disse l'albina “Spero che sopporterai il
dolore fino
alla tua morte”.
Il
ragazzo non si
perse in ulteriori chiacchiere e menò un colpo con la sua
falce,
riducendo l'albero in tre grossi blocchi di legno. La ragazza era
già
svanita nel nulla e un nuovo taglio si era aperto sulla spalla destra
dell'assassino.
La
avvertì alle sue
spalle e, ruotando sul suo asse, scagliò una lama di fumo
nero
orizzontalmente che mancò il bersagliò creando un
grosso squarcio
nel muro. Prima ancora di avvertire la presenza della ragazza,
ruotò
nuovamente e scagliò altri colpi, distruggendo diversi
alberi ma
mancando sempre il bersaglio.
La
poliziotta lo
fissò con uno strano sorrisetto sulle labbra
“Certo che hai
energie da vendere, eh?”
-Con
tutti quei
colpi non l'ho neanche sfiorata. Dev'essere per forza un'illusione
ottica o qualcosa di simile.- pensò Amlach prima di
conficcare la
falce nel terreno. Un denso fumo nero ricoprì il terreno,
creando un
cerchio dal raggio di tre metri -Guarda te se mi tocca usare questa
tecnica...-
Il
ragazzo chiuse
gli occhi, iniziando a fare dei respiri profondi, mentre l'albina
continuava a fissarlo curiosa. Vedendo che, dopo circa due minuti,
Amlach era ancora immobile, la ragazza sbuffò
“Ehi, se non ti
decidi a fare qualcosa, lo farò io!”
Il
ragazzo riuscì a
trattenersi dal ghignare e la sua sofferta pazienza venne premiata.
La voce della ragazza proveniva da davanti a lui, ma, attraverso il
fumo sul terreno, avvertì dei passi alle sue spalle. Senza
un attimo
di esitazione, estrasse la falce e scagliò un'enorme lama di
fumo
alle sue spalle.
Dal
nulla vide
comparire la ragazza che venne scagliata a terra dallo spostamento
d'aria dovuto all'attacco. Il ragazzo non potè trattenere un
ghigno
vittorioso ma tutte le parole di scherno che aveva già
pronte, gli
morirono in gola non appena vide che la ragazza stava... piangendo?
“Uuuaaaaaaahhhh!!!
Mi hai fatto male!!!”
Amlach
rimase
letteralmente senza parole. Da anni uccideva le persone su
commissione, e a volte anche per sfogo personale, ma quella era la
prima volta che gli capitava di vedere una poliziotta, che faceva
parte anche di una squadra speciale, piangere. Aguzzando la vista,
notò un piccolo taglietto sul dorso della mano destra della
ragazza.
-Sta
piangendo
per... quello?- si chiese il ragazzo sempre più perplesso
quando, di
punto in bianco, la ragazza iniziò a chiamare qualcuno
“Fratellone!
Fratellone!!!”
L'assassino
iniziò
a guardarsi attorno, pronto a vedersela con il suo nuovo avversario.
Vide un'ombra alla sua destra e, voltandosi in quella direzione, vide
un ragazzo avvolto in un mantello uguale a quello della ragazza.
Quello
che
identificò come il “fratellone” della
poliziotta si diresse
verso l'albina senza degnarlo di un'occhiata. Non appena fu vicino
alla sorella, si inginocchiò di fianco a lei e le diede
alcune
pacche sulla testa mentre la ragazza continuava a piagnucolare per
via del taglietto.
“Torniamo a casa!
Non voglio più giocare con quel cattivone!” disse
la ragazza e il
fratello annuì prendendola in braccio. Si girò
poi verso verso
destra e si incamminò verso la casa, dirigendosi verso
l'entrata, ma
un grosso muro di fumo nero gli sbarrò il cammino.
“Non crederai
davvero di potertene andare così, vero?” chiese
Amlach iniziando
ad avvicinarsi ai due. Il ragazzo incappucciato non si girò
neanche
ad osservarlo e si limitò a camminare contro il muro che,
sorprendendo Amlach, si dissolse nell'aria, venendo assorbito
dall'insieme di bende che il ragazzo portava sulle spalle.
L'assassino
era
ormai esperto nelle armi e, vista la forma di quell'ammasso di bende
e l'impugnatura che ne fuoriusciva vicino alla spalla destra
dell'avversario, doveva trattarsi di uno spadone bello grosso. Il
fumo passò attraverso le bende senza danneggiarle in pochi
secondi.
-Dev'essere
la sua
Arma Imperiale... forse può annullare gli effetti delle
altre Armi?-
pensò Amlach fissando il suo nemico intento ad allontanarsi.
Ebbe
l'istinto di inseguirlo e tentare un approccio corpo a corpo, ma una
breve scossa sismica catturò la sua attenzione, facendolo
girare
verso il punto dov'era scomparso il suo compagno.
Seppur
a malincuore,
si diresse verso quel punto, iniziando a correre tra gli alberi.
Naoki
si avvicinò
all'albero appena caduto sotto l'effetto della scossa sismica. Sotto
ad esso, vi trovò due soldati svenuti con le gambe bloccate
dal
tronco della pianta. Per fortuna era un albero vecchio e il legno non
era più duro come una volta, perciò i due uomini,
con un po' di
riposo sarebbero potuti tornare a camminare.
Emise
un sospiro di
sollievo per poi voltarsi verso altri tre soldati che lo avevano
appena raggiunto. I tre gli urlarono di alzare le braccia sopra la
testa e di non opporre resistenza.
Il
moro gli sorrise
e fece come richiesto ma, non appena la sclera degli occhi divenne
nera, i tre uomini urlarono di dolore, iniziando ad agitarsi a terra
in preda a delle forti convulsioni come se avessero appena preso la
scossa. Una scossa molto potente.
“Oh
brave soldiers, you who have been attacked by the evil... hear my
voice and become the swords of justice!”
I
tre soldati, sorprendendo Naoki, si rialzarono senza alcuna
esitazione. Le spade strette nelle mani e gli occhi fissi
sull'assassino.
“Whatever
happens, don't let that stop you. Fight to the death!”
I
tre soldati si lanciarono contro Naoki che iniziò ad evitare
i loro
colpi, procurandosi però diversi tagli sul corpo. Decise
quindi di
estrarre la sua katana con la quale parò la maggior parte
dei colpi,
eppure quei soldati non si fermavano. Nessuno di loro rallentava il
ritmo, semplicemente continuavano a colpire con ferocia.
La
sclera degli occhi di Naoki tornò nuovamente nera e i tre
soldati
ebbero di nuovo delle convulsioni ma non cedettero al dolore e
continuarono a menare colpi a destra e a manca. L'assassino decise
quindi di passare a metodi estremi e, in poche mosse, tagliò
di
netto le mani ai suoi avversari che non fiatarono minimamente,
limitandosi a fissare i propri moncherini mentre schizzavano sangue.
Si
portò alle loro spalle e li colpì alla base del
collo col dorso
della katana, facendoli cadere tutti e tre a terra. Alzò
leggermente
lo sguardo, ritrovandosi di fronte ad una ragazza dai lunghi capelli
arancioni intenta ad applaudire.
“A
really good fight, but the time has come... now, kill yourself.”
disse la ragazza cantando e mostrando un inquietante sorriso.
Naoki
si limitò a fissarla in silenzio.
La
ragazza alzò un sopracciglio leggermente sorpresa e,
smettendo di
cantare, chiese “Ehi... mi hai sentito?”
“Oh,
scusa...” disse Naoki sorridendo e indicandosi l'orecchio
sinistro
“... purtroppo io sono sordo e non posso sentire la tua
voce”.
La
ragazza sgranò gli occhi per la sorpresa mentre le ali di
luce che
levitavano dietro alle sue orecchie svanivano nel nulla.
-E'
sordo? E ora che faccio? La mia Fatality è inutile contro di
lui...-
pensò la ragazza prima di fare un passo verso il suo
avversario,
quando una potente scossa elettrica la pervase da capo a piedi,
facendola finire in ginocchio.
“Immagino
che il tuo potere risieda nella tua voce e in quelle cuffie. Posso
leggere il labiale e mi hai ordinato di suicidarmi.” disse
Naoki
“Devi essere un membro della squadra del Generale
Charlotte”.
La
ragazza continuò a fissare il terreno in silenzio alzando
d'improvviso un braccio e lanciando un po' di terra in faccia a Naoki
che fu costretto a chiudere gli occhi. Non appena li ebbe riaperti,
la ragazza era svanita nel nulla.
Qualcuno
gli mise una mano sulla spalla e, girandosi di scatto, si
ritrovò
faccia a faccia con Amlach. Il compagno gli chiese “Ehi
Naoki, ci
sono problemi?”
“Tappati
le orecchie”.
“Eh?”
fece Amlach sorpreso nel sentire la sua voce.
“Fallo”.
L'assassino
armato di falce non fece altre domande e si tappò le
orecchie mentre
Naoki incise un messaggio sulla corteccia di un albero: AVVERSARIA
CON POTERE PERICOLOSO LEGATO ALLA VOCE.
Amlach
annuì ed iniziò a guardarsi attorno, individuando
solo i soldati
messi al tappeto da Naoki. Il compagno gli fece riportare lo sguardo
sulla corteccia dell'albero, dove aveva inciso: ESSERE SORDI HA I
SUOI LATI POSITIVI.
Al
sorrisetto compiaciuto del compagno, Amlach scosse la testa per poi
chiedere “Ora come combatto se devo tapparmi le
orecchie?”
SEMPLICE,
NON COMBATTI. E' PROBABILE CHE ABBIANO GIA' ELIMINATO I BERSAGLI.
Amlach
sbuffò sonoramente. Era la seconda volta, in pochi minuti,
che era
costretto ad andarsene da uno scontro e la cosa gli dava parecchio
sui nervi ma, in quel momento, non poteva farci nulla. Si
incamminò
tra gli alberi con Naoki poco dietro, intento a guardarsi bene
attorno per scorgere eventuali segni della ragazza.
Intanto,
la poliziotta che l'aveva affrontato, era appoggiata ad un albero,
una ventina di metri dietro di lui. Li osservò per diversi
secondi,
soffermandosi per lo più su Amlach. Da serio, il suo sguardo
diventò
curioso e parecchio interessato, mentre un sorrisetto innocente si
faceva largo sulle sue labbra.
-Bene
bene, guarda un po' che bel pezzo di ragazzo che hanno tra le loro
fila...- pensò la ragazza -Spero proprio di poterti
incontrare in un
bel faccia a faccia. Noi due, soli soletti-.
Un
piccolo auricolare posto sotto la sua cuffia destra gracchiò
un paio
di volte quando una voce femminile le chiese “Ehi Aika, tutto
bene?”
“Sì,
Generale, ho avuto modo di confrontarmi con un assassino sordo... la
mia Arma non poteva nulla contro di lui.” spiegò
Aika.
“Non
importa, ora torna alla magione. Shiro potrebbe aver bisogno di una
mano.” disse Charlotte prima si chiudere la chiamata.
“Agli
ordini!” esclamò Aika, iniziando poi a camminare
verso l'edificio,
canticchiando una canzoncina sull'anima gemella.
Gergas
tese le orecchie. Le urla dei nobili terrorizzati echeggiavano per
tutto il palazzo, ma lui voleva sentire quello che gridavano e, dopo
delle semplici urla, udì qualcosa di interessante:
“Hanno ucciso
Jude e Layla!”
L'assassino
iniziò a pensare sul da farsi. Se avevano ucciso solo loro
due, Lucy
era ancora viva e, probabilmente, la stavano portando alla capitale
per maggiore sicurezza. Dovevano agire in fretta, forse sarebbero
riusciti ad intercettare la carrozza.
Si
guardò attorno, notando con dispiacere che in quella stanza
non
c'era nulla di utile, fatta eccezione per le spade dei soldati morti
ma, in quel momento, dovevano tenersi leggeri.
“Kuro,
dobbiamo raggiungere gli altri e...” iniziò Gergas
ma la porta a
doppia anta della grossa sala si aprì in quel momento e un
ragazzo
vestito di bianco fece il suo ingresso. Kuro sgranò gli
occhi per la
sorpresa, così come il suo compagno, anche se il motivo
della
sorpresa era diverso.
“Fratello...
alla fine ci rincontriamo, eh?” disse Kuro accennando un
piccolo
sorriso.
“Kuro,
andrò dritto al punto. Abbandona i Fang of Darkness. Devi
capire che
quella strada non fa per te e ti porterà solo alla
disperazione.”
disse Shiro senza batter ciglio.
“Sei
tu che dovresti aprire gli occhi! La società è
corrotta come non
mai e il Ministro Purehito sta portando la capitale verso la sua
rovina!” ribattè Kuro “Unisciti a
noi!”
Shiro
sospirò con fare rassegnato “Sembra che
dovrò convincerti con la
forza, ma prima...” e spostò lo sguardo su Gergas
“... ucciderò
quel maledetto assassino.” ed impugnò la sua
katana bianca,
sguainandola in un battito di ciglia.
L'assassino
mostrò prontamente la sua Arma Imperiale, ma davanti a lui
si parò
Kuro “Gergas, lascialo a me. Devo farlo ragionare”.
“Spiacente,
ma siamo di fretta. Puoi anche non ucciderlo, ma dobbiamo
passare!”
disse Gergas.
Il
suo compagno annuì in silenzio per poi sguainare, con la
mano
sinistra, una grossa sciabola nera. L'impugnatura era ricoperta di
squame nere, mentre la guardia era un teschio viola scuro. Senza
esitare, Kuro menò un fendente orizzontale e una potente
onda d'urto
scaturì dalla sua arma.
Shiro
si spostò rapidamente di lato e l'onda d'urto
scagliò in aria
alcuni mobili e le ante della porta, mandando anche in frantumi i
vetri delle finestre davanti alla porta. Il poliziotto si
rialzò
subito e scattò verso i due assassini.
Kuro
cercò di colpirlo con un'altra onda d'urto, ma il fratello
era più
veloce di lui e lo superò senza problemi, ignorandolo del
tutto e
concentrandosi su Gergas. Shiro tentò di colpirlo alla base
del
collo con un colpo orizzontale, ma l'assassino si abbassò
prontamente, notando subito qualcosa nel movimento del braccio del
suo avversario.
-E'
fin troppo meccanico... deve avere qualche cicatrice su quel
braccio.- pensò Gergas per poi tentare di afferrare il
braccio
destro di Shiro. Il poliziotto se ne accorse e si allontanò
immediatamente, ritrovandosi però a dover fronteggiare suo
fratello.
Entrambi
menarono un colpo molto forte con le loro armi che cozzarono l'una
contro l'altra. La grossa esplosione generata da Shiro venne ampliata
dall'onda d'urto di Kuro che però, così facendo,
la fece disperdere
più velocemente.
Alle
spalle del poliziotto arrivò subito Gergas che,
approfittando dello
scontro tra i due fratelli, lo colpì con un calcio sul
fianco
destro, costringendolo a portarsi vicino alla porta. Dall'Arma
Imperiale dell'assassino iniziò a fuoriuscire un denso fumo
viola
che assunse le sembianze di un serpente.
“Come
ho detto, siamo di fretta, perciò scusa se ci
andrò giù pesante.”
disse Gergas per poi scagliare quel serpente velenoso contro Shiro.
Invece di colpirlo in pieno, però, gli girò
attorno, dissolvendosi
e spargendo il veleno mortale nell'aria.
Shiro
si guardò attorno trattenendo il fiato. Dopo qualche
secondo, guardo
Gergas, puntando, nel mentre, la sua katana verso il pavimento.
L'assassino
sgranò gli occhi e, girandosi verso le finestre della
stanza, iniziò
a correre, trascinando con sé anche Kuro. Un secondo dopo il
loro
scatto, Shiro conficcò la sua arma nel terreno e una serie
di
esplosioni scaturirono dal terreno, facendo saltare in aria l'intera
stanza.
Kuro
e Gergas, benché fossero al terzo piano, si aggrapparono al
davanzale di una finestra del piano inferiore, evitando al pelo
l'esplosione. Dopo essersi ripresi dal colpo, entrarono dalla
finestra, ritrovandosi in una stanza più piccola della
precedente,
usata come libreria personale.
Kuro
si alzò per primo, notando che quello era un vero e proprio
studio,
evidentemente quello di Layla. Su una piccola scrivania vide dei
fogli e, dopo essersi avvicinato ulteriormente, vide che si trattava
di un libro appena concluso. Purtroppo, la scrittrice non
vedrà mai
i risultati del suo ultimo manoscritto.
Il
momento di pausa si concluse con un'altra esplosione che distrusse la
porta della stanza, più una parte di muro. Shiro
entrò dal buco da
lui creato, osservando poi i suoi due avversari.
“Ma
non muore mai?” chiese Gergas prima di alzare il braccio
destro,
creando altro gas velenoso.
“Gergas,
aspetta!” urlò Kuro scagliando un'onda d'urto
vicino al compagno
per dissipare il veleno.
“Kuro!
Sei impazzito?!?” chiese Gergas fissandolo con sguardo
sorpreso.
“Il
Generale Charlotte sta arrivando.” disse Shiro, facendosi poi
da
parte, lasciando la via libera “Se vi dovesse trovare qua, vi
ucciderebbe all'istante...”
“Come
possiamo fidarci di te?” chiese Gergas ma Kuro difese suo
fratello
“Dice la verità. Meglio sbrigarsi!” e
scattò verso il
corridoio, seguito a ruota dal compagno.
Non
appena fu vicino al parente, sussurrò un grazie udibile solo
da loro
due.
“La
prossima volta...” disse Shiro chiudendo l'occhio
“... non ti
lascerò andare così facilmente”.
L'assassino
sorrise per poi svanire nel corridoio insieme a Gergas. Shiro
andò a
sedersi contro una parete, notando una grossa chiazza di sangue sul
costato.
-Dissipare
il veleno con un'esplosione non è stata una grande idea ma
non posso
farci nulla.- pensò il poliziotto -Kuro... spero che tu
riesca a
scappare...-
“Quindi,
dove andiamo?” chiese Kuro, correndo dietro a Gergas lungo un
corridoio con il lato sinistro interamente ricoperto di grandi
finestre.
“Arriviamo
al fondo del corridoio e...!”
Gergas
si fermò all'istante, imitato dal compagno. Entrambi i loro
cuori
iniziarono a battere all'impazzata, mentre una figura femminile
camminava verso di loro dal fondo del corridoio, chiudendo la loro
unica via.
L'enorme
aura nera e azzurra che avvolgeva la ragazza faceva ben intendere
sulle sue intenzioni e Gergas lo sapeva fin troppo bene.
Benché
fosse la prima volta che la vedeva, era veramente intimorito dal
Generale Charlotte e anche Kuro percepiva quella sensazione di paura.
L'assassino
del veleno agì d'insito. Lui era il caposquadra e doveva
proteggere
i suoi compagni.
Afferrò
Kuro per il bavero della giacca e lo trascinò con uno
strattone
vicino ad una finestra. Il compagno si girò verso di lui,
osservandolo con uno sguardo confuso.
“Mi
dispiace...” disse Gergas sorridendo “... questo
è il massimo
che posso fare. Porta i miei saluti a tutti gli altri.” e gli
tirò
un calcio frontale sul costato, facendolo cadere di sotto attraverso
al finestra che andò in frantumi.
Kuro
sentì il fiato spezzarsi a causa della botta ed
iniziò ad arrancare
per terra alla ricerca di aria. Dopo pochi secondi, fu di nuovo in
piedi, seppur barcollante, ed urlò “Gergas!!! Che
diavolo stai
facendo?!?”
“Vattene
di qui!!!” urlò Gergas di rimando, tenendo
però lo sguardo
puntato su Charlotte che, ne frattempo, si era fermata “Ora
come
ora non possiamo sconfiggerla!!! Trova gli altri e tornate alla
base!!!”
Kuro
strinse i denti insieme ai pugni. Non poteva abbandonare un suo
compagno ma sapeva bene che, se avesse provato ad aiutarlo, Gergas
avrebbe attaccato anche lui. Sentì gli occhi inumidirsi ma
li
asciugò subito, iniziando a correre verso il bosco
“Se ti farai
ammazzare da quella lì, non ti perdonerò mai!!!
Mi hai sentito?!?”
Gergas
sorrise nuovamente e, a bassa voce, disse “Sì
Kuro, ti ho
sentito...”
“Una
scena davvero toccante.” disse Charlotte “Hai
deciso di restare
indietro per salvarlo”.
“Beh,
sai com'è... se non l'avessi fatto, il Boss mi avrebbe
spezzato le
braccia e le gambe.” commentò Gergas con un
ghigno, quando sentì
dei passi alle sue spalle. Si girò prontamente, ritrovandosi
di
fronte ad una ragazza dai capelli biondi.
Nella
mano destra teneva tre teste mozzate per i capelli.
“Sherry,
ce ne hai messo di tempo.” commentò Charlotte per
poi bere un
sorso da un bicchiere di vetro pieno di un liquido giallastro.
“Le
mie più sincere scuse, Generale. Questi ratti sapevano
nascondersi
molto bene.” commentò Sherry sorridendo per poi
lanciare le tre
teste ai piedi di Gergas.
La
prima cosa che notò furono i lunghi capelli verdi di Bisca,
ormai
macchiati di sangue.
Le
orbite vuote della testa di Alzack le vide solo di sfuggita.
Per
la prima volta dopo anni, sentì le gambe deboli. I grandi
occhioni
spenti della piccola Asuka gli aveano prosciugato tutte le energie.
Cadde
in ginocchio, continuando a fissare la testa della piccola bambina e,
grazie alla sua 'esperienza', capì che la testa non era
stata
tagliata via dal corpo, ma era stata strappata con la sola forza
bruta.
“Beh?
Mai vista una testa mozzata?” chiese Sherry senza alcun
tatto,
facendo sogghignare Charlotte.
Gergas
si rialzò immediatamente, fulminandola con uno sguardo
furente “Era
solo una bambina!!!”
“E
quindi?” chiese Sherry spiazzandolo. Il ragazzo non disse
più
nulla e creò un serpente di gas velenoso, ancora
più grande del
precedente. Urlando contro la poliziotta, scagliò il suo
attacco ma,
con sua enorme sorpresa, il gas passò attraverso la ragazza,
senza
arrecare alcun danno, mentre il pavimento, così come alcuni
mobiletti, vennero sciolti pian piano.
“Bel
tentativo, ma inutile.” disse Sherry sorridendo.
Il
ragazzo decise di provare un secondo attacco ma, nel silenzio del
corridoio, si udì un rumore simile all'ululato del vento, ma
molto
più stridulo e sinistro.
L'assassino
sentì distintamente qualcosa alla sua destra, ma la prima
cosa che
notò, fu un buco circolare nel muro in fondo al corridoio,
vicino
alla porta dalla quale erano arrivati. Subito dopo sentì un
tonfo.
Abbassò
lo sguardo, scoprendo che quel tonfo era stato causato suo braccio
destro, o almeno, da ciò che ne restava. Il suo arto era
stato
completamente spazzato via dalla spalla fino a metà
dell'avambraccio, ferendolo anche al costato.
Un
secondo dopo l'orribile scoperta, dall'enorme squarcio sulla spalla
schizzò fuori una grossa quantità di sangue che
macchiò diverse
finestre e il pavimento. Davanti a lui, vide Sherry appoggiarsi
contro una parete e quello strano suono si udì una seconda
volta.
L'assassino
cadde in avanti, notando ciò che restava delle sue gambe
ancora in
piedi. I suoi arti inferiori, dal polpaccio in su, erano stati
distrutti fino all'inguine. Gli rimaneva solo il braccio sinistro che
usò per darsi una spinta e mettersi in posizione supina.
Il
dolore era talmente atroce che il solo tenere gli occhi aperti gli
costava uno sforzo enorme. Sentì il suo stesso sangue
bagnargli la
schiena, finché non si ritrovò in un lago rosso.
Charlotte
si avvicinò a lui, con passo lento ma costante. Non appena
gli fu
sopra, si mise a cavalcioni sopra il suo ventre, senza preoccuparsi
del sangue che le avrebbe sporcato al gonna o gli stivali.
Il
ragazzo la vide leccarsi le labbra per poi posare la mano destra poco
sotto la sua spalla sinistra. Quell'inquietante rumore si
udì per la
terza volta e, nel grosso buco venutosi a creare nel pavimento,
iniziò a colare il sangue di Gergas, ormai privo di
qualsiasi arto.
L'assassino
urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, ormai il dolore
era ad
un livello per cui poteva morire ancora prima di cedere per
dissanguamento. Tuttavia il Generale non sembrava volerlo uccidere.
Non subito almeno.
Dopo
aver allargato leggermente la scollatura della camicetta,
tirò fuori
una piccola scatoletta metallica e la aprì. Ne estrasse una
siringa
piena di un liquido verde che, senza esitare, conficcò nel
corpo del
ragazzo.
Gergas
avvertì all'istante una strana sensazione di sollievo. Il
dolore si
era attenuato parecchio.
“Quello
speciale composto ti ha chiuso le ferite.” spiegò
Charlotte
gettando a terra la siringa “Non sentirai più
molto dolore da quei
punti.” e, lasciando il ragazzo leggermente interdetto, gli
mostrò
una limetta di ferro per le unghie.
“Dove
sono i tuoi compagni?” chiese Charlotte iniziando a limarsi
le
unghie.
“Credi
davvero che te lo dirò?” chiese a sua volta Gergas.
La
ragazza gli mostrò un sorriso inquietante e, usando la
limetta, gli
strappò la canottiera bianca, lasciando scoperti i pettorali
scolpiti del ragazzo. Dopo alcuni secondi, passati a contemplare il
fisico del ragazzo, Charlotte appoggiò la punta della
lametta vicino
al capezzolo destro dell'assassino.
Dopo
aver sorriso al ragazzo, gli incise lentamente la carne,
tagliandoglielo via con una precisione chirurgica. Gergas strinse per
il dolore ma non fiatò.
“Dove
si trova la vostra base?” chiese Charlotte, appoggiando la
lametta
vicino al capezzolo sinistro. Davanti al silenzio del ragazzo, anche
quello venne tagliato via con estrema precisione e ancora una volta,
Gergas rimase in silenzio.
“Dove
si trova il QG di voi assassini?” chiese Charlotte senza
perdere il
suo inquietante sorriso. Per la terza volta, la sua preda non rispose
e questo, stranamente, la rese molto felice. Senza fiatare,
iniziò a
recidere la pelle del ragazzo, partendo dall'ultima costola sinistra.
Risalì
il torace con estrema calma, mentre il corpo di Gergas iniziava ad
essere attraversato da piccoli spasmi per il dolore. Dopo essere
passata sotto le clavicole, scese lungo il costato destro,
raggiungendo l'ultima costola.
“Ancora
convinto del tuo silenzio?” chiese la mora e l'assassino si
limitò
a fulminarla con lo sguardo ma a lei non fece né caldo
né freddo.
Quest'ennesima
negazione provocò ancora più gioia alla ragazza
che, dopo aver
posato la limetta di fianco al ragazzo, infilò le unghie
sotto alla
pelle della sua vittima, sotto le clavicole. Il ragazzo
sgranò gli
occhi dopo aver intuito le sue intenzioni e, in quel momento,
Charlotte iniziò a strappargli via la pelle.
Andava
con calma, un millimetro alla volta. Non voleva che la pelle si
riducesse a dei brandelli, voleva un pezzo unico. Per i primi cinque
centimetri, Gergas strinse i denti con tutta la forza che gli era
rimasta ma, quando la pelle iniziò a staccarsi anche dalle
costole,
lasciando scoperta la carne viva, non potè trattenere le
urla di
dolore.
La
tortura durò oltre dieci minuti, ma ormai il ragazzo aveva
smesso di
urlare da almeno cinque. Stranamente non era svenuto. Gli occhi
sgranati per il dolore erano ancora puntati sulla sua carnefice che
sembrava in estasi.
Quando
ebbe finito, la ragazza si leccò nuovamente le labbra e
osservò
affascinata i muscoli scoperti dell'assassino. Purtroppo per lui, la
ragazza aveva ancora qualche asso nella manica e, dopo aver preso in
mano il bicchiere di poco prima, gli chiese “A te non piace
la
limonata?”
Gergas
chiuse di scatto gli occhi e una sensazione di bruciore mai provata
prima gli pervase l'intero corpo. Quella pazzoide gli aveva versato
la limonata addosso e per la sua carne, quello era l'inferno.
“Ok,
ultima possibilità.” disse Charlotte
“Dimmi tutto quello che sai
sui Fang of Darkness.” e posò la mano destra sullo
sterno del
ragazzo, conficcando per bene le unghie nella carne.
Gergas
mostrò un piccolo ghigno e disse “Ti
dirò... dove devi... andare
per... tro... varli...”
Charlotte
si sporse leggermente in avanti, spostando il peso del corpo sulla
mano destra.
“Devi...
andare a fare in culo... puttana...”
Le
nuvole si mossero nel cielo e la luna piena illuminò il
sorriso
appagato di Charlotte.
Nel
silenzio del corridoio, uno rumore inquietante e sinistro si
udì per
la quarta volta.
“Ci
siamo tutti?” chiese Kuro, guardandosi attorno.
“Manca
solo Gergas.” disse Yui, posando una mano sul bendaggio
provvisorio
sulla sua ferita.
“Tsk,
sta a vedere che vuole fare tutto da solo.”
commentò Amlach
appoggiandosi un albero. Per lui era stata una nottata da
dimenticare.
“FANG
OF DARKNESS!!!” tuonò una voce femminile e tutti
si guardarono
attorno, cercando di capire da dove provenisse. Tranne Naoki che
osservò confuso i suoi compagni.
Lightning
capì che proveniva dalla magione e, muovendosi tra gli
alberi, trovò
una minuscola radura dov'era visibile il tetto dell'edificio. Gli
altri la raggiunsero poco dopo e la trovarono in ginocchio con le
amni a coprirsi al bocca.
Seguirono
il suo sguardo e il tempo parve bloccarsi.
Sul
tetto dell'edificio c'era una ragazza vestita con un completo gothic
lolita. I lunghi capelli neri ondeggiavano nel vento mentre alzava al
cielo le braccia. In entrambe le mani teneva due teste.
Alzack,
Bisca, Asuka e... Gergas. La testa del loro compagno era ormai
diventata un trofeo per quella ragazza che mostrava compiaciuta il
suo sorriso.
“SO
CHE SIETE ANCORA QUA NEI DINTORNI!!! ASCOLTATEMI BENE!!! QUESTO E'
SOLO L'INIZIO!!! PRESTO O TARDI, VI ELIMINEREMO TUTTI!!!”
urlò la
ragazza mentre di fianco a lei apparivano altre figure.
Kuro
osservò suo fratello di fianco al Generale e, solo per un
istante,
provò odio nei suoi confronti, ma si ricredette subito. Lui
aveva
cercato di aiutarli.
Lightning
non potè trattenere l'odio nel vedere suo fratello ancora
vivo.
Purtroppo non era morto dissanguato ma ora sapeva di poterlo uccidere
con le sue stesse mani.
Quello
che nessuno notò, fu lo sguardo di Amlach. L'odio di
Lightning non
era niente in confronto a quello che si poteva leggere nei suoi
occhi, e tutto quell'odio era rivolto al Generale Charlotte, la
ragazza che aveva appena ucciso un suo compagno.
“Andiamo...
dobbiamo fare rapporto...” disse Yui, avviandosi poi nel
fitto
della boscaglia, seguita dai suoi compagni.
Una
carrozza sfrecciava a tutta velocità verso la capitale. Il
cocchiere
stava chiedendo tutto l'impegno dei due cavalli che, ormai davano
segni di cedimento.
All'interno
della carrozza, un ragazzo biondo stava cercando di confortare la
figlia di Layla e Jude. Per lei era stato un colpo devastante.
“Perchè...?
Perchè li hanno uccisi?” chiese Lucy fissando il
cielo.
“Non
lo so... ma state certa che la mia famiglia vi darà il suo
più
completo appoggio.” disse Sting quando la carrozza
iniziò a
sbandare senza controllo. Dopo pochi secondi di terrore, si
ribaltò
su un fianco, fermandosi sul ciglio della strada.
Sting
riaprì gli occhi dopo qualche secondo, massaggiandosi la
testa.
“Ehi,
cocchiere! Cos'è successo?” chiese il biondo ma
non arrivò
nessuna risposta. Si arrampicò dentro la carrozza fino a
aggiungere
la porticina che dava verso il cielo e, con un paio di pugni, la
aprì.
Non
appena ebbe tirato fuori la testa, sentì una ventata di aria
gelida
e scoprì che l'intera strada era una lastra di ghiaccio.
Fece in
tempo a vedere il occhiere e i cavalli ridotti a statue di ghiaccio
che una grossa mano corazzata blu gli afferrò la faccia,
sollevandolo di peso e trascinandolo fuori dalla carrozza.
Sting
iniziò a dimenarsi, cercando di riottenere la
libertà, mentre la
presa sul suo cranio andava via via intensificandosi.
Dietro
di lui, Lucy uscì dalla carrozza, restando terrorizzata di
fornte
all'enorme creatura blu dalle fattezze di insetto.
“Lucy!
Scappa!!! Vattene da qui!!!” urlò Sting un secondo
prima che Stun
gli fracassasse il cranio con la mano, spargendo al suolo sangue e
resti di cervello. Il cadavere del biondino si accasciò al
suolo
senza mettere alcun suono.
La
ragazza si rialzò a fatica e iniziò a correre
lungo la strada da
loro percorsa. Il ghiaccio la fece scivolare diverse volte ma lei
continuò ad avanzare. Si girò un attimo per
vedere dove fosse
quella creatura e la vide di fianco al corpo di Sting. Ora, oltre
alla creatura blu, c'era anche un ragazzo con una bambina seduta
sulla spalla sinistra.
Lucy
arrancò ancora per qualche metro ma, alla fine, una decina
di lame
metalliche le si conficcarono nella schiena, una sotto l'altra.
L'erede della famiglia Heartphilia vomitò una grossa
quantità di
sangue per poi accasciarsi al suolo, mentre le lame fuoriuscivano dal
suo corpo e tornavano a levitare vicino ad una ragazza bionda
appoggiata contro un albero.
“Tsk,
se ne sono lasciata sfuggire una.” commentò Nikki,
pulendo le sue
lame dal sangue.
Ryo
si limitò ad una scrollata di spalle per poi avviarsi verso
la loro
base, seguito da Nikki. La ragazza, dopo qualche passo, si
girò
verso il gigante e chiese “Stun, non vieni?”
Gli
occhi del ragazzo erano puntati nella direzione della magione. Si
portò una mano sul cuore.
-Perchè...
perché ho questa orribile sensazione nel cuore?-
I
nuvoloni neri erano tornati più scuri di prima. La pioggia
battente
ormai cadeva da diversi minuti ma non aveva importanza.
All'aperto,
davanti alla loro base, il Boss e tutti gli altri fissavano senza
parole i loro compagni appena rientrati.
Solo
Shoici aveva un'aria neutrale ma nessuno lo rimproverò di
ciò.
“Cosa...
cosa hai detto?” chiese Aris, fissando Kuro che teneva lo
sguardo
sul terreno.
“Ho
detto che Gergas è morto... e con lui anche Alzack, Bisca e
Asuka...” ripetè il moro sentendosi ancora peggio
dopo averlo
fatto.
Haruka
sentì le lacrime spingere e si gettò tra le
braccia del fratello,
non riuscendo più a trattenerle. Il fratello la strinse a
sé mentre
anche Yuki versava delle lacrime cristalline per la perdita di un
compagno.
Anche
gli altri, chi più e chi meno, versarono delle lacrime.
Quelli come
Draco, Amlach e Naoki, che erano arrivati da poco e non avevano un
profondo legame con Gergas, furono i primi a rientrare, seguiti poi
da Shoici.
Gli
altri entrarono dopo pochi minuti, lasciando solo Kuro, Stun, Cristal
e il Boss sotto la pioggia.
“Immagino
che sia stata una sua idea...” disse il Boss e Kuro
annuì,
strappandole un sorriso triste. La donna si avvicinò al
ragazzo e
gli cinse le spalle con un braccio “Hai fatto ciò
che potevi, se
fossi rimasto lì, saresti morto anche tu”.
Kuro
non disse nulla. Lungo tutto il viaggio di ritorno aveva cercato di
convincersi di quel fatto, eppure per lui non voleva dire nulla.
Avrebbe preferito morire insieme a lui piuttosto che andarsene come
aveva fatto.
La
donna lo accompagnò dentro, lanciando un'occhiata agli
ultimi due
rimasti. Era meglio lasciarli soli.
Nessuno
dei due parlò per diversi secondi, poi fu Stun a rompere il
silenzio.
“Un
altro se n'è andato...”
Cristal
abbassò lo sguardo e tirò fuori, da sotto il
mantello, una vecchia
fotografia ove erano presenti lei, Stun, Gergas e altre cinque
persone.
“Eravamo
in squadra da dieci anni... ce la siamo goduta...” disse la
ragazza
ma alla fine anche lei non riuscì a reggere oltre e
scoppiò in
lacrime, stringendo la foto nelle mani. I suoi singhiozzi si
mischiarono con lo scrosciare della pioggia mentre le lacrime
diventavano un tutt'uno con l'acqua del cielo.
Alla
fine mise la foto e, mostrando un sorriso tirato, disse
“Keh... a
Gergas... non piaceva per nulla la pioggia. Troppo fredda per
lui...”
Stun
annuì silenziosamente per poi girarsi verso la base,
ritrovandosi
Haruka a qualche metro da lui, intenta a camminargli incontro. Quando
lo ebbe raggiunto, lo abbracciò al meglio delle sue
possibilità e
il ragazzo, chinandosi in avanti, ricambiò l'abbraccio,
notando Ryo
appoggiato contro lo stipite della porta d'ingresso.
“Perchè
è morto proprio lui...” disse Haruka trattenendo i
singhiozzi “Era
un idiota ma non meritava di morire...”
“Purtroppo
è ciò che rischiamo per il bene del regno. Noi
accettiamo la
morte...” disse Stun rafforzando leggermente la presa mentre
la
ragazza affondava il volto nell'incavo del collo. Dopo qualche
secondo arrivò anche Ryo che le mise un mantello sulle
spalle e la
prese in braccio.
Haruka
gli cinse il collo con le braccia e parve quasi addormentarsi mentre
anche loro rientravano nella base.
Prima
di chiudere la porta, Stun lanciò un'occhiata in direzione
della
capitale.
Senza
volerlo, strinse talmente tanto la maniglia da deformarla, mentre i
suoi pensieri erano rivolti ad una certa ragazza -Generale
Charlotte... non appena ti avrò tra le mani, ti
ucciderò!-
Ormai
erano già le quattro quando il Generale Charlotte e il suo
seguito
raggiunsero il castello dell'Imperatore. Senza neanche guardarli,
congedò i suoi sottoposti e si diresse verso la sua stanza.
Nessuno
vi era mai entrato e, probabilmente, nessuno vi sarebbe mai entrato.
Subito sulla destra, dopo essere entrati, vi era un'enorme teca di
vetro con tantissimi ripiani.
Su
ciascun ripiano vi era una testa umana.
Uomini,
donne, giovani, vecchi. I suoi trofei erano sempre diversi e lei li
adorava alla follia. Raggiunse una piccola porta scorrevole nella
teca e la fece scorrere di lato. Con cura maniacale,
posizionò le
quattro teste ottenute quella notte una di fianco all'altra,
soffermandosi su quella di Gergas.
Dopo
essersela rigirata tra le mani, le diede un bacio sulla fronte per
poi posizionarla di fianco a quella della bambina “Buona
notte,
piccoli miei”.
La
ragazza si tolse gli stivali e il suo completo, restando soltanto in
intimo, e si lasciò cadere a pesò morto sul letto
a due piazze
rivestito di lenzuola azzurre.
Senza
alcun motivo apparente, scoppiò a ridere. Un'inquietante
risata
echeggiò per il castello, ma solo i soldati che si trovavano
vicino
alla stanza poterono udire le parole che vennero a seguire.
“FANG
OF DARKNESS!!! MOLTO PRESTO, FARETE TUTTI PARTE DELLA MIA
COLLEZIONE!!!”
Una
nuova risata si diffuse per i corridoi del castello, sovrastando
persino i potenti tuoni del temporale.
Angolo
del carnefice:
*sospira
felice*
Ah...
ci voleva proprio un po' di sano splatter!!!
Dunque
dunque dunque... chiedo venia per il ritardo ma, oltre
all'Università, io devo usare il mio tempo libero per l'xbox
360,
mia fidata arma anti-noia, e giocando online il tempo vola
perciò
non scrivo molto ormai XD ma comunque scrivo (poco ma scrivo).
Per
quelli di voi che ancora non avevano visto il mio alto demoniaco, il
capitolo che avete appena letto è solo una piccola
dimostrazione di
quanto potrebbe accadere in seguito ^^ siate preparati!
E'
morto il primo OC e ho deciso di far morire Gergas per vari motivi:
non mi piaceva come OC (ed era anche mio...), volevo farvi vedere
come potrebbero essere le morti dei VOSTRI OC e... niente volevo solo
divertirmi... perché, sapete, ogni tanto...
Ma
passando ad altro! Ecco a voi alcune immagini di personaggi presenti
in questa fic (a questo giro ce ne sono 4). Se per caso avete delle
immagini dei vostri OC, mandatemele così se volete le
pubblico ^^
ora vai con l'album fotografico!
Nikki!
Non guardate i guanti, sono l'unica parte di lei che non corrisponde.
Ringrazio Jeo 95 per l'immagine!
Shoici!
Anche se è solo una parte del corpo,eccovi il fratello di
Nikki.
Ringrazio Jeo 95 per l'immagine!
Aika!
Si tratta di un'immagine modificata da Jeo 95 per renderla
più
simile alla OC perciò non state a sindacare u.u ringrazio di
cuore
Jeo 95 per aver modificato l'immagine!
Naoki!
… niente, è stato praticamente copiato (come
aspetto fisico e
vestiario) da un personaggio di Tokyo Ghoul.
Con
queste immagini vi saluto e ci vediamo al prossimo
massacr...ehm...capitolo!!!
Alla
prossima!!!
CHAOS!!!
P.S: non vi dirò più quando morirà
un OC che almeno c'è più sorpresa ahahhaha ah, per caso mi odiate per aver fatto una carneficina di personaggi canon? XP
|
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Capitolo 6 *** L'alleato più affidabile può essere il nemico più letale ***
L'ALLEATO
PIU' AFFIDABILE PUO' ESSERE IL NEMICO PIU' LETALE
Le
vie della
capitale erano diventate un luogo molto più sicuro. Molte
organizzazioni criminali, di bassa e media importanza, erano state
debellate fino alla radice e solo i gruppi più pericolosi
riuscivano
a resistere alla potenza della squadra speciale del Generale
Charlotte.
Malgrado
la perdita
degli esponenti della famiglia Heartphilia, i Knights of Light
avevano ucciso ben quattro membri di Fang of Darkness, alzando
considerevolmente il morale delle truppe, ora molto più
dedite alla
protezione della città.
Non
solo ora i vari
soldati erano più reattivi e motivati, ma erano anche
aumentati di
numero, grazie ad una campagna di reclutamento indetta
dall'Imperatore Romeo. Ormai per ogni zona malfamata della capitale
vi erano almeno cento soldati, suddivisi in vari punti strategici.
-Quindi
quella
locanda è un deposito di rifornimenti... interessante-.
Due
grandi occhi
azzurri fissarono l'insegna di una locanda appena aperta per qualche
secondo, prima di posarsi su alcune guardie intente a chiacchierare
allegramente, appoggiate vicino alla porta.
La
luce del Sole
filtrò attraverso alcune nuvole grige, illuminando i lunghi
capelli
castani della ragazza intenta ad osservare quei soldati. Erano
leggermente mossi e lunghi fino al bacino, dalle punte dorate.
Dei
tuoni in
lontananza le fecero alzare lo sguardo, il cielo prometteva pioggia
ma non se ne curò molto, sistemandosi il cappuccio del suo
cappotto
nero, lungo fino alla vita, con le maniche lunghe. Sotto ad esso
indossava una canotta azzurra con una scollatura ad U che, pur non
essendo troppo volgare, metteva in risalto il suo seno prosperoso. Le
gambe erano coperte da dei pantaloni attillati color blu notte,
lunghi fino a poco sopra il ginocchio, abbinati a degli anfibi neri e
lucidi.
Le
labbra rosse e
carnose si piegarono, seppur per pochi secondi, in un sorriso gelido
e, dopo essersi scostata dalla parete alla quale era appoggiata, si
incamminò lungo la strada che l'avrebbe portata fuori dalla
città.
“Ehi tu! Fermati
immediatamente!” esclamò una voce femminile alle
sue spalle. La
castana girò il volto verso destra, quel tanto che le
bastò a
vedere la ragazza dal volto ricoperto di bende che le aveva intimato
di fermarsi.
“Devo farti delle
domande.” disse Sheila assottigliando leggermente lo sguardo.
L'ordine che le era stato dato era semplice e chiaro: Sheila,
non
hai ancora recuperato al meglio, perciò limitati a dei giri
di ronda
e ferma le persone che credi sospette. Se pensi di poterle fermare,
fallo, ma non correre rischi inutili.
Le
parole di Charlotte le risuonarono ancora una volta nella mente,
dopodichè si avviò verso la ragazza che non si
era ancora mossa.
Tuttavia, non appena le fu a pochi metri di distanza, la sospettata
scattò in avanti con incredibile velocità.
Sheila
non perse un secondo e scattò a sua volta, seguendola come
un'ombra.
Dopo circa venti metri percorsi lungo la strada, la castana
tagliò a
sinistra, infilandosi in un vicolo e, a distanza di due secondi, la
poliziotta imboccò lo stesso vicolo.
La
prima cosa che vide fu una cassa di medie dimensioni cadere da una
pila di casse simili. Cadde al suolo facendo un gran baccano e
spaventando alcuni topi intenti a divorare la carne della carcassa di
un cane.
Sheila
la evitò agilmente con un salto, arrestandosi poi
all'istante. La
sospettata era inginocchiata a pochi metri da lei e si stava tenendo
il fianco sinistro. I lamenti di dolore non fecero comunque abbassare
la guardia alla poliziotta che, dopo aver alzato le braccia per
difendersi, chiese “Perchè sei scappata
all'improvviso?”
“Perchè...
perché... mi hai spaventata!” disse la castana,
iniziando a
singhiozzare.
“Ti
ho... spaventata?” chiese Sheila, visibilmente confusa.
La
ragazza annuì “Quand'ero piccola, mia madre
è stata stuprata
davanti ai miei occhi e quel maledetto aveva il volto ricoperto di
bene... credo sia stato un gesto non voluto... non volevo scappare in
realtà...”
“Oh,
mi dispiace. Io non volevo...” iniziò Sheila ma la
ragazza alzò
una mano, come a volerla fermare.
“Non
ti preoccupare, tanto tra poco morirai.” disse la castana,
mostrandole uno sguardo freddo come il ghiaccio.
“Eh?”
Un'improvvisa
fitta di dolore le attanagliò le gambe, spezzandole il
fiato. Sheila
abbassò lo sguardo e notò diversi aghi neri,
lunghi e sottili, che
le fuoriuscivano dalle tibie, dalle ginocchia e dalle cosce.
Dopo
qualche istante di stupore, volse lo sguardo dietro di sé e
vide due
sfere simili a ricci di mare, grosse più o meno come delle
angurie.
Quegli strani ricci, oltre che nelle sue carni, erano conficcati
anche nella cassa caduta poco prima.
“Fermarti
in quel punto ha decretato la tua sconfitta.”
sibilò la castana,
estraendo de pistole nere gemelle da due fondine poste dietro la
schiena, all'altezza dei reni. Senza esitare, sparò con
entrambe le
armi ma Sheila non vide nulla.
Solo
dopo tre secondi vide qualcosa.
Sulle
sue spalle c'erano delle sfere nere che stavano crescendo sempre di
più. Intuì all'istante cosa sarebbe accaduto e,
sopportando il
dolore alle gambe, prese quelle due sfere e le scagliò
lontano. Dopo
una mangiata di secondi, le suddette si trasformarono in due ricci
uguali a quelli che le avevano trafitto le gambe.
“Davvero
veloce... ma poco attenta.” disse la castana abbassando le
armi. Un
secondo dopo, Sheila si accorse di altre due sfere sulle anche. Le
afferrò, ma ormai era troppo tardi.
Gli
aghi fuoriuscirono come al solito e le trapassarono gran parte degli
organi interni. Forse il cuore e i polmoni erano salvi, tuttavia
vomitò una grossa quantità di sangue.
Rialzò con difficoltà la
testa, incatenando gli occhi in quelli azzurri della sua avversaria.
“E'
un peccato che tu ti sia liberata delle altre due sfere... saresti
morta sul colpo, senza soffrire ulteriormente.”
commentò la
castana, evitando all'ultimo istante una piccola sfera elettrica che
si schiantò contro il muro una cassa dietro di lei.
Il
braccio destro di Sheila cadde lungo il corpo, ormai privo di
energie. Uno strano sorriso sulle labbra della poliziotta.
“Cercherò
di porre fine al tuo dolore.” disse la castana prima di
afferrare
un grosso frammento di vetro dal terreno. Velocemente, si
avvicinò
alla sua preda e glielo conficcò nel cuore, spingendolo fino
in
fondo.
Sheila
sgranò gli occhi, richiudendoli poi pian piano. Il busto si
inclinò
in avanti, appoggiandosi alla spalla della ragazza che, a grandi
linee, era alta poco meno di un metro e settanta.
La
castana la osservò con sguardo neutro e, dopo qualche
secondo, le
strappò via le bende dal volto, sorprendendosi di quanto
fosse bella
quella ragazza. Non si chiese per quale motivo indossasse quelle
bende, semplicemente le gettò a terra e, dopo averle dato le
spalle,
lasciò che il cadavere si accasciasse al suolo, spezzando
alcuni
aghi dei ricci.
I
tuoni nel cielo si fecero nuovamente sentire mentre i topi potevano
tornare al loro pasto, solo che adesso avrebbero mangiato carne
fresca.
“Comandante!
E' terribile!!!” urlò il soldato, fermandosi a
pochi metri dal
comandante, intento a sorseggiare una birra nella sua taverna
preferita.
“Cos'è
successo?” chiese l'uomo, togliendosi la schiuma della
bevanda dai
baffi e mettendo alcune monete sul bancone di legno.
“Abbiamo
trovato il corpo di Sheila Ronadrof... è stata uccisa in un
vicolo!”
spiegò il soldato riprendendo fiato.
“Cosa?!?”
il comandante sgranò gli occhi all'inverosimile. Se un
membro della
squadra speciale del Generale Charlotte era stato eliminato,
l'assassino doveva essere un membro di Fang of Darkness
“Inviate
tutti gli uomini della zona a perlustrare l'area! Dobbiamo trovare
l'assassino ed informare il Generale!”
“Temo
non sia possibile, comandante!” disse il soldato,
visibilmente
preoccupato “Tutti gli uomini di questo quartiere sono stati
inviati nella zona sud della città! Tre assassini hanno
eliminato
alcuni aristocratici!”
“Cosa?”
ormai il comandante non sapeva più cosa fare “Che
diavolo sta
succedendo?!?”
Una
decina di soldati correva per una grossa via deserta. I vari
cittadini si erano subito rintanati nelle loro case non appena erano
suonate alcune campane d'allarme.
“Dov'è
andata?” chiese il primo della fila, sfoderando una spada.
“Dovrebbe
sbucare da quel vicolo sulla sinistra! Gli altri la stanno
inseguendo!” rispose un soldato alle sue spalle e, insieme a
tutti
gli altri, si fiondarono nel vicolo. Purtroppo per loro, la loro
preda era tutt'altro che mansueta.
La
corsa si ridusse ad una camminata veloce fino a che tutti i soldati
non si accasciarono al suolo, privi di vita. Un profondo taglio dai
bordi viola presente sulla gola. Nella strada da loro appena
abbandonata, una ragazza rinfoderò le sue due spade sulla
schiena,
voltandosi verso le sue vittime.
“Illusi...
non mi prenderete mai così.” commentò
Yui, scostando una ciocca
di capelli dalla fronte “Devo trovare gli altri...”
Un
applauso attirò l'attenzione della giovane assassina che si
girò
prontamente, individuando, senza alcuna difficoltà, la
persona che
le aveva applaudito.
Era
un ragazzo molto alto, almeno due metri, dal fisico scolpito e con le
gambe molto lunghe ed allenate. La carnagione poco abbronzata creava
uno strano contrasto con i suoi capelli. Il giovane, infatti, era
pelato tranne per un lungo ciuffo verde erba che gli ricadeva sul
collo, sul lato destro. Gli occhi erano coperti da degli occhiali da
sole con la montatura rossa. E dire che il cielo prometteva pioggia.
La
sua particolare acconciatura non era l'unica cosa particolare. La
larga giacca nera che gli arrivava alle caviglie, infatti, presentava
delle piume arancioni e gialle sul colletto e sulle maniche. Sotto ad
essa, portava una maglietta bianca con un cravatta nera, abbinate a
dei pantaloni neri tenuti su da una cintura di cuoio portata sul lato
sinistro.
Un
altro elemento particolare del suo abbigliamento era un pezzo di
stoffa viola che, partendo dalla vita dei pantaloni, gli copriva
tutta la gamba destra fino alla caviglia. A concludere il tutto vi
erano delle semplici scarpe nere e una catenina d'argento portata al
collo che oscillava leggermente ad ogni passo.
“Sei
stata davvero veloce ad ucciderli tutti! Complimenti!” disse
il
ragazzo applaudendo ancora per poi voltarsi verso i soldati morti e
coprirsi il volto con un gesto teatrale “Avete fatto il
vostro
dovere, non avrete
nulla di cui pentirvi nell'aldilà!”
“Tu
saresti...?” chiese Yui senza distogliere lo sguardo da
quello
strano tipo.
“Oh,
mi dispiace, mi sono dimenticato di presentarmi! Sai, non parlo
spesso con delle
povere assassine che stanno per morire.” disse il ragazzo,
facendo
innervosire non poco Yui, per poi aggiungere “Sono Jeremy
Lust ma
tu, nei pochi istanti che ti restano da vivere, puoi chiamarmi
Lust!”
Non
dovette neanche attendere un qualche tipo di risposta verbale. In
meno di un secondo, Yui impugnò nuovamente le sue lame e
scattò
verso il suo avversario. Benchè fosse abbastanza alta, Lust
la
sovrastava di venti centimetri e forse anche di più,
tuttavia,
grazie alla sua velocità, riuscì ad avere
abbastanza slancio per
saltare in alto, raggiungendo la testa.
Con
due rapidissimi movimenti delle braccia, tentò di tagliargli
la
testa di netto ma il suo avversario, evidentemente, non era alle
prime armi.
Senza
esitare, Lust avvicinò il mento allo sterno e, piegandole
nel
mentre, avvicinò le braccia alla testa. I polsi di Yui
sbatterono
contro gli avambracci del suo avversario e, prima ancora che potesse
tentare un nuovo attacco, Lust distese le braccia, cingendole il
collo con le mani. Con un movimento tanto veloce quanto potente, il
ragazzo le abbassò la testa facendo leva sul collo e, nello
stesso
istante, alzò il ginocchio destro, colpendola con una
ginocchiata
estremamente potente al mento.
Gli
occhi di Yui diventarono completamente bianchi per qualche istante,
ma riuscì comunque a riprendersi in tempo per evitare
un'altra
ginocchiata, portando la gamba destra al petto e bloccando il
ginocchio del suo avversario con il piede.
Lust
le mostrò un sorriso beffardo e, senza darle tempo per
riflettere,
saltò sulla gamba sinistra, portandola al petto per poi
tirarle un
calcio frontale al costato, scagliandola a qualche metro di distanza.
Atterrando
con eleganza, il ragazzo si diede qualche colpo sul pezzo di stoffa
viola, pulendola da alcuni rimasugli di sangue.
“Tsk,
dovrò lavarla per bene! Non posso andare in giro conciato
così!”
disse Lust per poi tornare a concentrarsi su Yui che si era
già
rimessa in posizione da combattimento.
Dopo
essersi portato la mano destra sul volto, indicò la sua
avversaria
con l'altra mano “Ooooh! Malgrado la mia incredibile
ginocchiata
hai ancora la forza di rialzarti! Non è possibile che una
persona
debole come te possa resistere alla mia forza!”
Per
tutta risposta, Yui sputò a terra un po' di sangue, tenendo
lo
sguardo puntato sul suo avversario.
-Quella
ginocchiata... non sono stata colpita dal suo osso, ma da qualcosa di
metallico. Deve avere una ginocchiera d'acciaio o qualcosa di simile
nascosta sotto quel pezzo di stoffa...- pensò la ragazza per
poi
avviarsi verso di lui ma, dopo pochi passi, avvertì un
movimento
dietro di lei e, girando su sé stessa, si
abbassò, evitando al pelo
un pugnale da lancio che le si sarebbe conficcato nel collo.
Mosse
rapidamente lo sguardo lungo tutta la via, cercando di individuare il
nemico che le aveva scagliato quel coltello.
Individuò
il colpevole: un ragazzo alto sul metro e settantacinque, dalla
carnagione chiara e con dei lunghi capelli biondi che, grazie ad una
frangetta a “cupola”, gli coprivano gli occhi e
parte delle
orecchie. Il biondino era comodamente stravaccato su alcuni sacchi di
grano posizionati vicino ad un carretto.
Dopo
essersi grattato svogliatamente la testa, il ragazzo si
voltò verso
Yui, mostrandole un sorriso inquietante e mettendo in mostra i suoi
denti appuntiti. Il suo vestiario, sotto diversi aspetti, era molto
simile a quello di Lust.
Proprio
come il compagno, indossava delle scarpe nere lucide, dei pantaloni
neri, solo che i suoi erano pieni di tasche e una catenina d'argento.
Il busto era coperto da una maglietta a strisce orizzontali nere e
viola e, sopra alla maglietta, portava una giacca di pelle nera
provvista di cappuccio, il quale era coperto da un corto piumino
grigio. Sulle maniche e sul busto dell'indumento era presenti delle
placche metalliche.
L'elemento
più particolare di quella persona era, molto probabilmente,
la
coroncina di cristallo e argento appoggiata sulla sua testa. Yui
notò
che, sotto la maglietta, era coperto di bende.
“Ehi,
Kyo! Ci hai messo troppo tempo! Credevo che mi avessi lasciato da
solo!” disse Lust, portandosi le mani davanti al cuore.
“Non
rompere... stavo mangiando.” ribattè Kyo
svogliatamente.
“E'
una delle tue bugie, non è vero?” chiese il suo
compagno,
ricevendo come risposta uno sbadiglio.
“Senti,
cerchiamo di far fuori questa tipa e andiamo a palazzo... lì
potrò
riposarmi su divani più comodi.” disse Kyo. Yui
era ormai pronta a
combattere ma, con sua sorpresa, il coltello da lancio che Kyo le
aveva scagliato pochi secondi prima, tornò da lui,
procurandole un
piccolo taglio sulla coscia destra.
La
ragazza si voltò verso Lust, convinta del fatto che glielo
avesse
tirato lui.
“Ehi,
assassina, dove stai guardando?” chiese Kyo, alzandosi in
piedi. La
ragazza si voltò nuovamente verso di lui e, solo in quel
momento
notò due polsini d'argento su cui erano presenti degli
strani segni
rossi da cui, stranamente, fuoriusciva un bagliore verde.
-Possibile
che quei polsini...- pensò Yui poco prima di rotolare sul
fianco
destro, evitando altri due pugnali scagliati da Kyo.
L'assassina
si rialzò immediatamente, scattando in seguito verso Kyo ma
tra i
due si frappose Lust che costrinse Yui ad indietreggiare,
ingaggiandola in un intenso scontro corpo a corpo. La ragazza,
tuttavia, non si stava concentrando solo sul Lust ma anche sul suo
compagno e questo le permise di notare il ghigno soddisfatto del
biondo.
Istintivamente
saltò in alto e due pugnali le sfiorarono le caviglie. Yui
seguì le
due armi attentamente e, con sua somma sorpresa, i due pugnali
cambiarono traiettoria a mezz'aria, puntando verso di lei.
Senza
alcun problema, li deviò entrambi con le sue due spade ma,
pochi
istanti dopo, Lust la colpì con una ginocchiata sulla coscia
destra,
esattamente sopra al taglio procuratole poco prima dal pugnale.
-Quei
polsini gli consentono di controllare i pugnali? No... prima ho
avvertito qualcosa...-
Non
appena ebbe toccato nuovamente il terreno, l'assassina puntò
una
lama verso Kyo e chiese “Fili, non è
così?”
“Complimenti
per averlo notato!” disse Kyo mantenendo il suo ghigno
“Credi che
sarà più facili sconfiggerci ora?”
Yui
fece un respiro profondo e, dopo essersi inclinata in vanti,
scattò
a tutta velocità, sorprendendo i suoi due avversari. Lust le
si parò
subito di fronte ma, grazie ad alcuni rapidi fendenti, lo costrinse a
spostarsi lateralmente.
Senza
allentare, continuò la sua avanzata verso Kyo che non aveva
perso il
suo ghigno trionfante. Prima ancora che Yui potesse capire qualcosa,
si ritrovò appesa a testa in giù ad una trave che
sporgeva da una
casa.
Portò
il mento sullo sterno, notando dei sottili segni intorno alle
caviglie.
“Incredibile,
sei davvero una sempliciotta per essere caduta in una trappola
così
semplice.” commentò Lust sistemandosi gli occhiali
con fare
teatrale.
In
pochi secondi, l'assassina capì tutto. Mentre Lust la teneva
impegnata e Kyo le scagliava alcuni pugnali, quest'ultimo aveva teso
una sottospecie di rete per catturarla, sapendo di non poterla
affrontare in uno scontro corpo a corpo.
“Fine
dei giochi.” sibilò Kyo impugnando un pugnale e
preparandosi a
lanciarlo ma il compagno gli urlò “Alle tue
spalle!!!”
Kyo
fece un passo in avanti, girandosi nel contempo, e una figura che si
era avvicinata senza far rumore, gli colpì il pugnale nella
mano
destra, spedendolo sopra ad un tetto.
Lust,
così come il compagno, spostarono lo sguardo sul ragazzo
armato di
tonfa che li aveva appena interrotti.
“Tu
sei...” iniziò Kyo ma il ragazzo lo
anticipò “Oh? Bella
schivata. Prima ho sentito i discorsi di alcune guardie. Dicevano che
un certo biondino è un genio del combattimento...
evidentemente
erano ubriache”.
Kyo
strinse i denti, mantenendo comunque il ghigno “Oh, che
sorpresa.
Quindi la ragazzina che ho catturato aveva un compagno...” e,
senza
alcuna esitazione, scagliò un altro pugnale verso il suo
avversario
che inclinò la testa verso destra, evitando la lama.
Il
ghigno di Kyo si ampliò mentre Yui urlò
“Shoichi attento!”
Il
pugnale scagliato da Kyo cambiò improvvisamente traiettoria,
tornando indietro e puntando alla schiena di Shoichi che, tuttavia,
lo deviò con un tonfa, senza neanche guardarlo, sorprendendo
Kyo e
Lust.
“Qualche
problema?” chiese Shoichi, mostrando un ghigno volto
esclusivamente
a far innervosire il suo avversario che, seppur con un sorriso
tirato, ribattè “Sembra che tu sappia come
giocare! Bene, ma non
prendertela con me se la tua amichetta si farà del
male”.
Senza
attendere oltre, Shoichi scattò verso di lui e
cercò di colpirlo
con il tonfa destro al volto ma, incredibilmente, Kyo riuscì
ad
evitarlo velocemente, venendo trascinato indietro dal suo compagno.
L'assassino
non rallentò la sua avanzata e cercò di colpire
Lust con una serie
di colpi rapidi e precisi, tuttavia nessuno di essi andò a
segno.
Dopo essersi fermato, Shoichi si guardò velocemente attorno
e,
muovendo il braccio destro verso l'alto, sentì qualcosa che
lo
rallentava.
-Mi
ha già circondato con quegli strani fili...-
pensò Shoichi
osservando il ghigno compiaciuto di Kyo.
“Ora
Lust! Finiscilo!” urlò il ragazzo ma, prima che il
suo compagno
potesse avanzare, diverse spirali di vento li investirono in pieno,
procurandogli diversi tagli lungo tutto il corpo. Yui fu di nuovo
libera e Shoichi avvertì che i fili erano scomparsi.
Lust
fu il primo a rialzarsi e, dopo essersi sistemato il ciuffo con
precisione maniacale, urlò “Chi ha osato
interrompere il nostro
scontro?! Questi comportamenti mi feriscono nel cuore!” e si
portò
le mani sul cuore, mimando un attacco cardiaco.
Kyo
si rialzò subito dopo ed individuò subito
l'artefice di
quell'attacco: una ragazza dai capelli rossi armata di ascia bipenne
appostata sopra ad un tetto. La giovane, dopo essersi sincerata della
situazione, saltò giù, atterrando vicino ai suoi
compagni.
“Tutto
bene?” chiese Irina, rivolgendosi a Yui che annuì,
per poi
chiederle “Dove eravate finiti?”
La
sua compagna lanciò una rapida occhiata a Shoichi e, dopo
essere
visibilmente arrossita, disse “Shoichi... ecco... aveva
imboccato
la strada sbagliata e mi sono messa a cercarlo”.
Yui
alzò gli occhi al cielo, maledicendo nel mentre lo scarso
senso
d'orientamento del suo compagno.
“Non
importa. Eliminiamoli in fretta e torniamo alla base, siamo rimasti
troppo tempo in città”.
Irina
annuì mentre Shoichi si limitò a sbadigliare,
facendo innervosire
ancora di più Yui “Senti un po', se ti stai
annoiando perché non
te ne torni direttamente alla base?”
“Che
strano... non sapevo che le pivelline appena liberate dalle trappole
sapessero parlare...” commentò Shoichi, mantenendo
lo sguardo sui
due poliziotti.
“Non
ci sarei finita se tu non ti fossi perso come al solito!”
ribattè
Yui scoccandogli un'occhiataccia, ma neanche quella sortì
alcun
effetto sul ragazzo. Un secondo dopo, tutti e tre scansarono di lato,
evitando tre pugnali scagliati da Kyo.
“Non
mi piace quando dei deboli come voi mi ignorano...”
commentò il
biondo mostrando altri pugnali da lancio.
Irina
e Yui si scambiarono una rapida occhiata e scattarono in
contemporanea verso l'avversario, azzerando la distanza che li
separava in un batter d'occhio. Malgrado fosse più per lo
scontro a
media distanza, Kyo ebbe i riflessi pronti e si gettò di
lato,
evitando gli affondi di Yui e il fendente di Irina che
generò una
nuova folata di vento.
Approfittando
del fatto che entrambe fossero concentrate sul suo compagno, Lust
cercò di colpirle alle spalle ma all'ultimo dovette
desistere dato
che Shoichi gli fu subito addosso.
Dopo
averlo incalzato con una serie di colpi ai fianchi, cercò di
sorprenderlo con un calcio frontale ma Lust si fece trovare pronto e
gli afferrò al volo il piede, torcendoglielo poi verso
l'interno.
Shoichi
non se ne curò molto e cercò di colpirlo
nuovamente con i tonfa ma
il suo avversario distese di colpo le braccia, facendolo cadere
all'indietro. Il biondo si rialzò all'istante, evitando una
ginocchiata bassa di Lust e riacquistando una postura difensiva.
“Mi
dispiace per te.” commentò Lust “Ma la
mia arte è stata creata
per uccidere ed è particolarmente utile contro i nemici
armati. Sei
stato sfortunato”.
Shoichi
si limitò ad alzare un sopracciglio e, anziché
tentare di
attaccarlo di nuovo, iniziò ad indietreggiare, fino a
girarsi del
tutto e correre verso le sue compagne.
“Perchè
non lo hai ucciso?” chiese Yui, leggermente sorpresa.
“Abbiamo
compagnia.” si limitò a dire Shoichi. Solo in quel
momento, Irina
e Yui notarono che, alle spalle di Lust stavano arrivando Castiel e
una cinquantina di soldati pesantemente corazzati.
Irina
non ci pensò neanche un secondo e menò diversi
fendenti davanti a
sé. Lust, così come Kyo, Castiel e i vari
soldati, fu costretto a
proteggersi il volto con le braccia. Quando poterono nuovamente
vedere senza problemi, i tre assassini erano svaniti nel nulla.
“Tsk,
se la solo svignata.” commentò Kyo.
“Eravamo
troppo forti per loro.” aggiunse Lust, sistemandosi gli
occhiali,
per poi rivolgersi a Castiel “Tu devi essere un membro della
squadra del Generale Charlotte”.
“Proprio
così.” disse Castiel sorridendo “Ero
stato mandato qua per via
di alcuni aristocratici uccisi. Non sapevo che ci fossero altri
combattenti come voi”.
“Siamo
stati assegnati alla tua stessa squadra.” spiegò
Lust “Ora che
ci siamo noi, il lavoro sarà molto più
semplice!”
Castiel
non colse la frecciatina nascosta in quelle parole e, mantenendo il
suo sorriso, disse “Dobbiamo andare al castello, il Generale
vi
starà aspettando!”
“Era
ora! Finalmente potrò riposarmi in santa pace!”
commentò Kyo,
avviandosi verso il castello, seguito da Lust e Castiel.
Shiro
camminava rapidamente per le vie della capitale. Il messaggero giunto
a palazzo era stato fin troppo chiaro: qualcuno aveva ucciso Sheila.
Il
ragazzo era subito uscito per dirigersi verso il luogo dello scontro
che, a detta delle voci udite durante il tragitto, era stato a senso
unico. Dopo pochi minuti, vide l'ingresso del vicolo presidiato da
alcuni soldati che tenevano alla larga i curiosi.
Non
appena lo videro, fecero il saluto militare e lo lasciarono passare,
senza proferire alcuna parola.
La
scena che gli si palesò davanti lo scosse leggermente. La
sua
compagna, ora priva di bende sul volto, era sdraiata su un telo
bianco sporco del suo sangue e due militari, probabilmente medici da
campo, stavano estraendo alcuni aghi neri dal suo corpo.
Il
ragazzo si avvicinò lentamente, notando quelli che
sembravano degli
strani ricci di mare neri, ormai ridotti in frantumi. Gli aghi,
evidentemente, provenivano da quegli affari.
I
due medici si accorsero di lui e, dopo essersi rialzati, si fecero da
parte.
Shiro
si affiancò alla compagna, mantenendo comunque uno sguardo
neutro.
Era incredibilmente bella e non le aveva mai chiesto il
perchè di
quelle bende. Non avrebbe avuto più modo di chiederglielo.
“Com'è
morta?” chiese il ragazzo, notando la ferita più
grande sul
torace.
“Apparentemente,
quegli strani ricci non sono stati fatali e...”
iniziò il primo
medico ma Shiro lo interruppe subito “Come. E'.
Morta”.
Il
medico deglutì sonoramente prima di dire “L'hanno
pugnalata al
cuore con un frammento di vetro... è la prima cosa che
abbiamo
estratto...”
Shiro
annuì lentamente per poi osservare attentamente il corpo di
Sheila
e, successivamente, l'ambiente circostante.
-Nessun
segno di distruzione... Kuro non è stato qui.-
pensò il ragazzo,
avvertendo un leggero sollievo -Non abbiamo mai visto nessuno usare
quelle strane armi e Sheila non si sarebbe mai fatta cogliere
impreparata da nemici già visti. Dev'essere stata attaccata
da un
sicario solitario... esterno ai Fang of Darkness...-
“Ehi,
non puoi stare qui!” disse uno dei medici, rivolgendosi ad un
ragazzo appena arrivato che, alzando una mano, disse “Non
preoccuparti, sono un poliziotto”.
Shiro
ruotò leggermente la testa e scrutò il nuovo
arrivato.
Era
un ragazzo giovane, alto sul metro e novanta e dal fisico magro ma
ben piazzato con i muscoli. I corti capelli mossi erano castani
mentre gli occhi erano di un intenso azzurro.
Indossava
degli abiti molto semplici e, allo stesso tempo, particolari. Il
busto era coperto da una maglietta bianca con il numero 33 in blu
stampato davanti e, sopra ad essa, portava una felpa nera con delle
linee arancioni e delle cerniere sui polsi. Le mani erano coperte da
delle fasce nere che lasciavano scoperte le dita.
La
parte inferiore del corpo, invece, presentava dei pantaloni di pelle
nera attillati e delle scarpe rigide nere e grigie dal collo alto.
Il
ragazzo si avvicinò a Shiro, facendo tintinnare le due
catenelle che
portava al collo. Sulla prima era incisa la lettera Y mentre, sulla
seconda, la lettera S.
“So
che è un brutto momento ma... sono stato appena assegnato
alla
squadra del Generale Charlotte. Mi chiamo Suzaku Amane ma puoi
chiamarmi semplicemente Suzaku.” disse il ragazzo porgendogli
la
mano.
Shiro
lo fissò in silenzio e, dopo aver scoccato un ultimo sguardo
al
cadavere della sua amica, si girò verso Suzaku e gli strinse
la
mano.
“Shiro
Kronor.” si presentò l'albino, per poi rivolgersi
ai due medici
“Portatela al castello. Ha bisogno di una degna sepoltura...
e
avvisate la sua famiglia.” e i due annuirono in silenzio.
Subito
dopo, Shiro e il nuovo arrivato si diressero verso il castello.
“Mi
dispiace per la tua compagna.” commentò Suzaku.
“Non
è colpa tua. E' stata uccisa da un sicario o da un assassino
di Fang
of Darkness. Se è riuscito ad ucciderla senza darle tempo di
contrattaccare, deve essere un nemico molto potente.”
spiegò
Shiro, continuando a guardare avanti a sé.
Suzaku
annuì per poi rimanere in silenzio. Alle volte serviva di
più
quello che le parole.
Ci
vollero una ventina di minuti per raggiungere la stanza della squadra
speciale che aveva subito alcune modifiche. Ora era provvista di un
tavolo più lungo e di più poltrone per i momenti
di relax.
Shiro
volse subito lo sguardo verso il tavolo.
Seduta
a capo tavola, come al solito, c'era Charlotte, con le mani
incrociate davanti alla bocca e i gomiti puntati sul tavolo.
Alla
sua sinistra erano seduti: Sherry, Aika, i due fratelli Bleeder con
la più piccola tra Aika e il fratello, Shino e una sedia
vuota.
Alla
sua destra, invece, c'erano: Castiel, un ragazzo dallo strano ciuffo
verde, un ragazzo biondo dai capelli a caschetto e tre sedie vuote.
Shiro
andò a sedersi di fianco al biondo e Suzaku alla sua destra.
“Quindi...”
iniziò il generale “... Sheila è
morta?”
Shiro
si limitò ad annuire ma qualcuno, invece, era più
propenso ad
aprire la bocca.
“Oooh,
alla fine la mummietta ci ha lasciato le penne.”
commentò Shino
con un leggero ghigno sulle labbra.
Shiro
spostò immediatamente lo sguardo su di lei, lanciandole
un'occhiataccia ma che venne ignorata senza problemi.
“Cosa
vorresti insinuare?” chiese il ragazzo, mantenendo comunque
un tono
di voce piatto.
“Smettetela
immediatamente.” disse Charlotte senza fissare nessuno dei
due, ma
ormai la miccia era stata accesa.
“Intendo
dire che era debole e che è del tutto normale che sia
morta.”
disse Shino sistemando meglio le gambe accavallate sopra al tavolo
“Era solo questione di tempo”.
“Ha
sempre svolto il suo dovere, arrivando anche ad un passo dalla
morte.” ribattè Shiro. Il fatto che stessero
infangando il nome
della sua compagna non gli andava proprio giù.
Il
Generale abbassò lo sguardo sul tavolo, iniziando a
scrocchiarsi una
nocca alla volta.
“Oh,
in tal caso si è comportata meglio di te, dato che non sei
riuscito
ad uccidere il tuo fratellino.” commentò Shino
ampliando
leggermente il suo ghigno.
Shiro,
d'altra parte, si alzò di scatto, facendo cadere la sedia,
venendo
subito imitato dalla sua compagna ma, prima che i due poliziotti
potessero anche solo pensare di portare le mani sulle loro armi, si
ritrovarono la testa schiantata contro il muro.
La
botta fu talmente forte da creare diverse crepe e da stordirli
completamente, impedendogli di capire cosa fosse successo. Un istante
dopo, si ritrovarono sollevati da terra con una presa salda intorno
alla gola.
I
due si ripresero nel giro di pochi secondi, scoprendo che il
Generale, senza alcuno sforzo apparente, li stava tenendo sollevati
con le mani. Pian piano, Charlotte iniziò a stringere la
presa sulle
loro gole, bloccandogli il respiro.
“Se
non sbaglio vi ho detto di smetterla...” iniziò il
Generale “...
devo farvi del male per farvelo capire?”
I
due riuscirono a negare con la testa e Charlotte, dopo aver alzato lo
sguardo sui due, disse “Bene.” e allentò
la presa, lasciando poi
andare solo Shino che cadde a terra, iniziando poi a tossire. Invece
Shiro, lo allontanò dalla parete per poi schiantarlo
nuovamente
contro di essa, creando nuove crepe. La presa tornò a
rafforzarsi.
“Dimmi
Shiro, chi siamo noi?”
“I...
Knights of... Light...!” rispose il ragazzo cercando di
respirare.
“Chi
sono i nostri nemici?”
“I
Fang... of... Darkness...”
“Bene,
conosci le due regole principali quindi non sei un completo
idiota.”
disse Charlotte rafforzando ancora di più la presa
“Te lo dirò
una sola volta: se la prossima volta che incontrerai tuo fratello non
lo ucciderai, io vi ucciderò entrambi. Sono stata abbastanza
chiara?”
“Sì...
Genera...le...” Shiro riuscì a proferire solo due
parole lasciando
poi cadere le braccia lungo il corpo. La ragazza, notando che stava
ormai per morire asfissiato, lo lasciò cadere a terra.
Il
ragazzo annaspò subito alla ricerca di un po' d'aria,
vomitando
anche un po' di bile. Il Generale volse le spalle ai due e
uscì
dalla stanza, salutando gli altri.
“Tsk,
che razza di sadica bastarda...” commentò Suzaku
avvicinandosi a
Shiro ed aiutandolo a rialzarsi. La stessa cosa cercò di
fare
Castiel con Shino ma la rossa scostò la mano del biondo con
un
brusco movimento del braccio, preferendo rialzarsi da sola.
“Fossi
in voi farei molta attenzione.” disse Aika con uno strano
sorriso
sul volto.
“Che
intendi dire?” chiese Castiel.
“Dovete
sapere che noi...” continuò Aika, indicando poi
sé stessa, Sherry
e i fratelli Bleeder “... siamo gli unici quattro membri
della sua
precedente squadra ancora in vita”.
“Beh,
che cazzo c'entra con noi?” chiese Shino visibilmente
innervosita.
“C'entra
con voi per il fatto che... tutti gli altri membri non sono morti per
mano del nemico, ma per mano del Generale in persona.”
spiegò
Sherry mostrando un ghigno più che inquietante.
Lust
e Kyo si scambiarono un'occhiata a metà tra il sorpreso e il
preoccupato, mentre Suzaku non potè fare a meno di
domandarsi quanto
fosse pazza quella ragazza.
“Comunque
sia non preoccupatevi.” aggiunse Aika “Se non la
farete
arrabbiare, le vostre teste resteranno attaccate ai vostri
corpi!”
Purtroppo
quelle parole, più che calmare gli altri, ebbero su di loro
l'effetto opposto.
“Oh,
finalmente siete tornati!” disse Kuro, notando il rientro di
Shoichi, Yui e Irina “Ce ne avete messo di tempo”.
“Tutto
bene?” chiese Haruka “Avete incontrato delle
difficoltà?”
“Ci
siamo scontrati con due nuovi membri della squadra del
Generale.”
spiegò Irina, andando poi a sedersi su un divanetto vicino
ad Aris.
“Due
nuovi membri?” chiese Lance “Ormai ne arrivano
sempre di più.
Erano forti?”
“Niente
di che.” disse Yui andando poi in camera sua, imitata da
Shoichi
che però non si era filato nessuno manco di striscio.
“Socievoli
come al solito...” commentò Aris, leggendo il suo
libro.
“Dovresti
esserci abituato ormai.” disse Lance “Meglio
parlare col Boss,
dobbiamo essere pronti ad eventuali rinforzi.” e si diresse
verso
lo studio del loro capo, seguito da Haruka, Irina, Stun e Cristal.
Salirono
diverse scale, fino ad arrivare al quinto piano della loro base.
Lance si avvicinò alla porta e l'aprì, restando
sorpreso nel vedere
il Boss seduta alla scrivania con una ragazza incappucciata davanti.
Istintivamente,
Haruka fece comparire gli artigli dai suoi guanti, Lance
impugnò la
sua spada, Irina la sua ascia mentre Stun e Cristal rimasero in
attesa, per nulla allarmati.
“Ragazzi,
calmatevi.” disse il Boss alzando una mano per fermarli
“E' tutto
a posto”.
I
tre, seppur diffidenti, rinfoderarono le loro armi e il Boss disse
“Vi presento la nostra nuova compagna, Lena
Uranovic”.
La
ragazza incappucciata si girò verso di loro, sorridendogli
solare.
“Piacere
di conoscervi, spero di poter imparare molto da voi!”
Cristal
e Stun furono i primi a stringerle la mano, seguiti da Haruka, Lance
e Irina.
“E'
arrivata solo oggi, ma da domani inizierà già a
svolgere delle
missioni con voi e gli altri, dobbiamo sfruttare tutto l'aiuto
possibile.” spiegò il Boss “Cristal,
puoi accompagnarla alla sua
stanza?”
“Posso
farlo io!” disse Haruka alzando la mano e sorridendo alla
nuova
arrivata. Il Boss non si fece troppe domande e le diede il permesso.
Le due ragazze uscirono subito sopo e Haruka la condusse al terzo
piano, dove c'erano le stanze di tutti.
“Spero
che ti troverai bene qui.” disse Haruka sorridendole di nuovo
e
Lena disse “Ah non preoccuparti, me la
caverò!”
“Bene,
perché...” iniziò Haruka, avvicinandosi
poi alla nuova arrivata
“... se proverai ad ingannarci o fare del male agli altri, io
ti
ucciderò.” e, quando si fu allontanata di qualche
passo, lo
sguardo quasi ingenuo di Lena aveva lasciato spazio ad uno sguardo
gelido ed affilato.
“Sembra
che tu sia brava a leggere le persone.” si complimento Lena.
“Chiamalo
talento naturale.” disse Haruka “Comunque sia, se
non farai nulla
che possa danneggiarci, io non ti farò nulla
perciò... occhio a
quello che fai.” e uscì dalla stanza, chiudendosi
la porta alle
spalle.
Lena
rimase qualche secondo ad osservare la porta, dopodichè
iniziò a
disfare la sua borsa da viaggio.
-Non
ti preoccupare piccolina... farò moltissima attenzione-.
Angolo
dell'autore:
Chaos
a tutti! Scusatemi per il ritardo nell'aggiornamento ma ho avuto da
fare con l'uni e quant'altro.
Dunque
dunque dunque... è morto un altro OC! Ora, tralasciando il
fatto che
non l'ho torturata troppo, il proprietario sa perché
è morta lei (o
comunque un suo OC) perciò non dovrebbero esserci problemi.
Spero
comunque che vi stia ancora piacendo come fic e vi avviso che tra
pochi capitoli entriamo nel cuore dell'azione u.u
Piccolo
avviso: Lunaix devi ancora inviarmi il tuo secondo OC mentre Black
Shade e FairyLucy94 devono ancora inviarmi il loro primo OC, lo dico
giusto per fare chiarezza.
Bene,
per oggi è tutto e vi lascio ad un'altra serie di immagini!
Suzaku
Amane, ringrazio andrearr95 per l'immagine!
Kyo
Reghor (o Belphegor che dirsi voglia ^^”), non è
proprio uguale a
quello della fic perché Kyo presenta tratti delle due
versioni.
Jeremy
Lust (o Lussuria per dirsi voglia XD) unica cosa, il ciuffo cade sul lato destro
Bene
abbiamo finito! Ultima cosa: spero mi perdonerete la copia del
combattimento tra Shoichi e Kyo ma... insomma, un tizio taciturno e
solitario coi tonfa e la copia di Belphegor... non potevo non
ripetere lo scontro XD
Ora
vi saluto e ci vediamo alla prossima!
CHAOS!!!
|
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Capitolo 7 *** Una nuova meta ***
Good evening! E' da un pezzo che non mettevo una intro prima
del tutto ma questo lo richiedeva perché... sono ritornato
anche con questa fic! Dopo tanto tempo è giunto il momento
di tornare a uccidere OC a gratis!
Chiedo veramente scusa per averla abbandonata
perciò ora la riprenderò insieme a tutte le altre
e al fondo del capitolo troverete qualche informazione utile u.u prima
di iniziare col capitolo, però, eccovi un riassunto di
quanto successo nei precedenti cap (per quanto siano pochi) con un
elenco dei vari personaggi apparsi finora tranne che per i fratelli
Bleeder (si son visti troppo poco per compilarla)
Buona lettura!
§ - § - §
RIASSUNTO:
La storia ha luogo nella città di Magnolia, la
capitale del regno di Fiore, governata dal giovane imperatore Romeo e
dal suo 'braccio destro', il ministro Purehito. Tuttavia, malgrado la
bell'immagine della città, questa è
incredibilmente corrotta e i nobili sfruttano la popolazione per i
propri fini. Un famoso gruppo di assassini, i Fang of Darkness,
svolgono il lavoro di 'giustizieri, eliminando i vari nobili corrotti e
cercando di riportare la giustizia nella città, ma
ovviamente non sono benvisti e quindi vengono considerati nemici del
regno da parte della polizia così come dall'imperatore. Dopo
l'ennesimo assassinio, ai danni di una nobile e delle sue guardie,
l'imperatore decide di richiamare nella capitale il generale Charlotte
per poter creare una squadra speciale in grado di contrastare gli
assassini. Poche ore dopo quest'ordine, nella base dei Fang of
Darkness, viene indetta una riunione dal Boss, una donna a capo del
gruppo militante vicino alla capitale, dove partecipano Gergas, Stun,
Cristal, Kuro, Ryo, Irina e Lighting, gli assassini con più
esperienza presenti alla base in quel momento, mentre Haruka (sorella
di Ryo), Aris e Yui, vengono tenuti fuori a causa della loro
inesperienza. Al palazzo reale, con l'arrivo del generale Charlotte,
una donna fredda e alquanto decisa nello spazzare via gli assassini,
viene formata la sua squadra personale composta da lei, Shino, Shiro,
Sheila e Castiel.
Il primo scontro tra i Fang of Darkness e i Knights of Light
avviene però tra altri membri: Nikki e Lance, due assassini,
ingaggiano un breve combattimento con i fratelli Bleeder, due
combattenti scelti da Charlotte, ma dopo pochi colpi, gli assassini
vengono costretti alla ritirata. Nello stesso momento, in un'altra
parte della città, Shino attira allo scoperto un assassino
solitario di nome Draco, arrivando quasi ad ucciderlo, ma l'intervento
di Shoichi, uno dei veterani di Fang of Darkness, permette al ragazzo
di salvarsi e, poche ore dopo, si unirà agli assassini in
modo ufficiale. Mentre Shoichi e gli altri assassini fanno rapporto al
Boss, dall'altra parte del regno, una combattente di nome Aika viene
informata di essere stata convocata dal generale Charlotte per far
parte della sua squadra e la ragazza si incammina verso la capitale,
raggiungendola lo stesso giorno in cui Haruka e Aris, costretto dalla
compagna, sgattaiolano in città per provare ad aiutare i
loro compagni. Tuttavia, vengono ben presto scoperti e si ritrovano ad
affrontare Shiro e Sheila, venendo sconfitti ma, in loro soccorso,
arrivano Irina, Yui e Ryo che riescono a ribaltare la situazione,
riuscendo anche a scappare senza perdite. Alla fine della giornata, i
Knights of Light vengono a sapere della momentanea perdita di due
combattenti, mentre Fang of Darkness ne perde momentaneamente tre,
ricevendo però due combattenti come rinforzo dal QG: Amlach
e Naoki.
Dopo due mesi di presunta calma, alla squadra di Charlotte si
aggiunge una ragazza di nome Sherry, mentre i Fang of Darkness
preparano un piano per eliminare una famiglia di nobili. Gli assassini
scelti per la missione sono: Lighting, Gergas, Amlach, Naoki, Kuro e
Yui. La sera il gruppo entra in azione, riuscendo ad eliminare due dei
tre nobili bersaglio e di lì a poco la situazione peggiora:
Lighting inizia a combattere contro suo fratello Castiel, Yui contro
Shino, Amlach e Naoki affrontano prima la ragazza Bleeder e poi Aika,
mentre Gergas e Kuro affrontano Shiro, il gemello di Kuro, ritrovandosi
poi di fronte al generale Charlotte. Gergas, sfruttando la calma
dell'avversaria, riesce ad allontanare Kuro dallo scontro e resta da
solo contro Sherry e Charlotte, venendo torturato ed ucciso proprio da
quest'ultima.
Alcuni giorni passano senza che i due gruppi abbiano degli
scontri ma un giorno, dopo essere rientrata in azione, Sheila affronta
un'assassina solitaria esterna ai Fang of Darkness, venendo eliminata
in pochi minuti. Contemporaneamente, Yui si ritrova a combattere contro
due nuovi membri dei Knights of Light, ma il tempestivo intervento di
Irina e Shoichi le permette di salvarsi, mentre i due nemici, insieme a
Castiel si dirigono verso il castello dove verranno raggiunti da Shiro
in compagnia di Suzaku, un altro membro di rinforzo per la loro
squadra. Dopo un'accesa discussione tra Shino e Shiro, Charlotte mette
in chiaro le cose e da un ultimatum a Shino dicendogli che, se non
avesse eliminato il gemello durante il loro prossimo scontro, lei li
avrebbe uccisi entrambi. Alla fine della giornata, l'assassina di
Sheila si unisce ai Fang of Darkness ma Haruka intuisce che le sue
intenzioni non sono interamente sincere.
§ - § - §
PERSONAGGI FANG OF
DARKNESS (Apparsi finora):
BOSS
-Aspetto fisico: Donna sulla trentina alquanto alta, fisico
slanciato, carnagione abbronzata, seno abbondante, lunghi capelli neri,
occhi azzurri, scritta 'FATALITY' tatuata sulla fronte e guancia destra
completamente squarciata.
-Vestiario: Stivaletti neri, larghi pantaloni neri, canottiera
nera, larga giacca di pelle gialla, pelliccia nera portata sulle
spalle.
-Arma Imperiale: Sconosciuta.
-Effetto: Sconosciuto.
-Storia: Non ha ancora combattuto né ha dato prova
della sua forza. Comanda la squadra che opera vicino a Magnolia ed
è in costante contatto con il QG.
***
CRISTAL
-Aspetto fisico: Ragazza alta e snella dalla carnagione
candida come la neve, seno ben proporzionato, occhi rossi e lunghi
capelli a metà tra l'azzurro e il violetto.
-Vestiario: Maschera nera dalle fattezze di corvo, lungo
mantello nero con cappuccio, camicetta viola che le arriva
all'ombelico, shorts di jeans, anfibi militari neri, guanti senza dita
neri che le arrivano fino ai gomiti.
-Arma Imperiale: Sconosciuta.
-Effetto: Genera piume di corvo estremamente resistenti ed
affilate, usate come armi da lancio.
-Storia: E' uno dei membri veterani degli assassini e faceva
parte di una squadra insieme a Gergas, Stun e altri. Quando il Boss
è assente è lei ad assumere il comando.
***
GERGAS
-Aspetto fisico: fisico asciutto e carnagione leggermente
abbronzata, occhi verdi come smeraldi, corti capelli neri.
-Vestiario: fascia rossa sulla fronte che gli tiene in su i
capelli, giubbotto verde oliva, canotta bianca, larghi pantaloni neri,
scarpe rosse
-Arma Imperiale: "Baeis", Una specie di corazza bianca piena
di buchi posta sull'avambraccio
-Effetto: può produrre un potente veleno lento ad
agire e creare un enorme serpente di veleno per disperdere
più velocemente la tossina nell'aria.
-Storia: è uno dei membri veterani degli assassini
e faceva parte di una squadra insieme a Cristal, Stun e altri. Ha
guidato lui l'attacco alla famiglia Heartphilia e ha salvato Kuro,
restando indietro. E' stato ucciso da Charlotte poco dopo.
***
STUN
-Aspetto fisico: alto due metri e dieci, fisico imponente,
pelle pallida, occhi azzurri, corti capelli biondi
-Vestiario: stivali alti, pantaloni, guanti, t-shirt, cappotto
lungo fino alle ginocchia: tutti gli abiti sono neri
-Arma Imperiale: "Cervantes". Un piccolo scudo circolare blu
raffigurante uno scarabeo al centro
-Effetto: riveste Stun con un'armatura blu simile
all'esoscheletro di un insetto, garantendogli difesa e attacco anormali
-Storia: è uno dei membri veterani degli assassini
e faceva parte di una squadra insieme a Gergas, Cristal e altri. Prova
qualcosa per Haruka malgrado Ryo non accetti la cosa e ha giurato
vendetta contro Charlotte per aver ucciso Gergas
***
HARUKA
-Aspetto fisico: alta 1,60m, carnagione color pesca,
corpo magro e tonico, molto prosperosa; il viso è dai
lineamenti fini ma taglienti, gli occhi sono grandi e rossicci, la
bocca sottile e rossa, i capelli sono molto folti, scalati e lunghi
fino al bacino, leggermente mossi rossicci
-Vestiario: un kimono nero lungo fino a metà
coscia, a maniche lunghe ma che lascia scoperte le spalle; le maniche
sono a pipistrello e coprono quasi per intero le mani; si chiude con un
grosso fiocco rosso, che si allaccia sulla schiena, sotto il seno. Ai
piedi stivali neri, morbidi
-Arma Imperiale: "Night’s Claws". Guanti neri senza
dita, in pelle; hanno una placca rettangolare nera lucida sul dorso con
incisi tre graffi; sono lunghi fino al gomito, ma dal polso al gomito
sono di una stoffa più leggera e traspirante, aderente
-Effetto: tra un dito e l’altro (tranne tra indice e
pollice) spuntano tre lunghi artigli neri e praticamente
indistruttibili, affilati e leggermente ricurvi.
-Storia: sorella di Ryo, è un'assassina con meno
esperienza rispetto alla maggior parte dei compagni. E' andata in
città insieme ad Aris e ha combattuto contro Shiro e Sheila,
perdendo un braccio che le è stato riattaccato proprio da
Aris in un secondo momento. Prova dei sentimenti per Stun e
più volte è stata tenuta fuori da eventi
importanti
***
RYO
-Aspetto fisico: alto 1,85 fisico slanciato, tonico e
muscoloso senza eccedere, carnagione pesca; i tratti del viso sono
taglienti ma molto attraenti, gli occhi sono due pozze rossicce e i
capelli sono neri come il carbone, lisci e scompigliati, i denti bianchi
-Vestiario: jeans blu scuro con scarpe da ginnastica blu
scuro, maglietta bianca e felpa grande e larga, con cerniera (la porta
slacciata), blu acceso, con tasche e cappuccio; al collo ha una catena
nera con un artiglio nero.
-Arma Imperiale: "Yuki no moi" (Furia della Neve).
Arma Imperiale Organica dalle fattezze di una bambina alta 1,30 m
(circa otto anni) dai tratti estremamente dolci e infantili, la pelle
lattea, due enormi occhi verde acqua e dei capelli lisci e lunghi fino
ai piedi, color del ghiaccio, con una piccola frangetta che tiene
appuntata con una mollettina a forma di fiocco di neve. Indossa un
kimono bianco lungo fino ai piedi a maniche lunghe con la fascia verde
acqua che si chiude dietro con un enorme fiocco, cammina a piedi nudi.
-Effetto: manipolazione del ghiaccio e creazione di creature
di ghiaccio
-Storia: fratello di Haruka, ha molta più
esperienza di lei ed è molto protettivo nei suoi confronti.
L'ha salvata dallo scontro con Shiro e Sheila e ha contribuito
all'eliminazione di Lucy Heartphilia. Non approva il legame tra sua
sorella e Stun
***
KURO
-Aspetto fisico:è alto 1.70m, ha i capelli neri con
una capigliatura a porco-spino sparati in aria, carnagione chiara e
occhi verde smeraldo, il fisico è asciutto ed atletico.
Cicatrice orizzontale sull'occhio sinistro
-Vestiario: indossa una canottiera aderente nera con sul retro
un teschio rosso scuro, la manica larga destra che arriva fino al
polso, dei pantaloni di pelle aderenti neri con una catena al posto
della cintura, anfibi neri con borchie di ferro, al collo porta una
fascia borchiata, delle cuffie nere che tiene nelle orecchie e una
piccola croce legata ad una catenella che tiene perennemente
legata al polso sinistro.
-Arma Imperiale: "Black Skull". E' una scimitarra dalla grossa
lama di colore nero, la guardia è sostituita da un teschio
viola scuro, l'elsa è fatta con delle scaglie di colore nero
-Effetto: la spada è in grado di generale onde
d'urto, colpendo gli oggetti oppure con un movimento può
direzionarle fino a colpire una certa area
-Storia: membro esperto dei Fang of Darkness, è il
fratello di Shiro e cerca costantemente di farlo passare dalla parte
degli assassini perché non vuole ucciderlo. Dopo aver
affrontato suo fratello, è stato salvato da Gergas dopo aver
incontrato il generale Charlotte
***
IRINA
-Aspetto fisico: ha dei lunghi capelli color rosso ciliegia,
che cadono morbidi in una cascata di boccoli lungo la schiena, fino
all’altezza del bacino. Il viso, nonostante la sua
provenienza russa, ha dei tratti morbidi e delicati. Pelle nivea,
grandi occhi dalle lunghe ciglia nere e dalle iridi grigie chiaro e
labbra a cuore e piene. E’ alta, fisico slanciato e atletico,
seno proporzionato. Ha una leggera bruciatura sulla mano
destra.
-Vestiario: Indossa una canottina ariosa bordeaux con
disegnata al centro una croce latina bianca. Degli shorts di jeans a
vita alta blu, delle calze nere che arrivano fino a metà
coscia e ai piedi i suoi fidati anfibi neri con carrarmato.
-Arma Imperiale: "Isara". È un’ascia di
notevoli dimensioni e molto pesante, su una delle due lame, vi
è scritto il nome della ragazza in una strana lingua, come
segno di appartenenza. Le due lame sono fini e sul piatto sono incise
quelle che sembrano essere dei venti, che assumono un colore tendente
all’azzurrino, quasi bianco. Il manico è
circondato da un nastro blu, che facilita la maneggevolezza.
-Effetto: Oltre ad essere usata come arma offensiva, Irina se
attacca con dei fendenti, genera delle spirali di vento freddo che
attaccano l’avversario. Il vento è talmente gelato
che una volta all’interno ferisce come se ci fossero tante
piccole lame. L’ascia quando raggiunge il corpo del nemico
può anche ghiacciarlo.
-Storia: membro esperto dei Fang of Darkness, ha partecipato
al recupero di Haruka e Aris, così come ha aiutato Yui
insieme a Shoichi.
***
ARIS
-Aspetto fisico: alto, corporatura normale ma
resistente e allenata, capelli neri, lisci, arruffati che mandano
riflessi blu elettrico e occhi viola scuro.
-Vestiario: ha uno stile casual, composto da jeans/pantaloni
sportivi, maglietta/camicia, felpe con il cappuccio, anfibi militari
neri e guanti neri senza dita neri
-Arma Imperiale: "Green Moon". Una collana con uno smeraldo,
intorno alla gemma ci sono due lune crescenti dal colore blu oceano
verso l'interno, incastonate dentro ad un cerchio di giada. Al posto
del filo c'è una catena azzurra
-Effetto: può evocare/controllare piante per difesa
o attacco, anche quelle medicinali.
-Storia: assassino con poca esperienza, viene lasciato fuori
dalle situazioni importanti come Haruka e Yui. Decide di accompagnare
Haruka in città e viene ferito da Shiro e Sheila ma riesce
comunque a far sì che Haruka non perda del tutto il braccio.
E' il medico del gruppo.
***
YUI
-Aspetto fisico: alta e snella, non troppe forme ma nemmeno
poche. Capelli corvini lunghi lunghi e occhi azzurro intenso
-Vestiario: canottiera bianca corta che lascia scoperto il
ventre e pantaloni lunghi in pelle nera. Un gilet con cappuccio grigio
(il cappuccio copre il viso).
-Arma Imperiale: "Saberu". Sono due spade fatti a forma dei
denti a sciabola delle tigri. Si incrociano sulla schiena con i manici
rivolti verso il basso
-Effetto: veleno mortale e aumentano la velocità di
Yui.
-Storia: assassina con lo stesso livello di esperienza di
Haruka e Aris, preferisce però stare da sola. Ha partecipato
al recupero di Haruka e, in un altro momento ha affrontato da sola Kyo
e Jeremy, venendo soccorsa da Shoichi e Irina
***
LIGHTNING
-Aspetto fisico: alta circa un 1,75, formosa, capelli castani
chiari che le arrivano appena alle spalle, con una treccina vicina
all'occhio destro, occhi neri, snella.
-Vestiario: stivali neri, pantaloni di pelle neri con 2
bandane rosse legate una alla coscia destra e l’altra al
polpaccio sinistro, corpetto nero coperto da sopraveste nero lungo con
un grosso cappuccio che tiene sempre alzato per non farsi riconoscere,
porta bracciali di pelle
-Arma Imperiale: "Shadows Hunter". E' un arco
d’ebano, quindi nero, con striature rosse che si muovono.
-Effetto: Riesce a creare delle frecce fatte di
oscurità che una volta che colpiscono il bersaglio lo fanno
esplodere. Queste frecce di notte non possono essere viste.
-Storia: assassina esperta dei Fang of Darkness. Ha eliminato
lei Jude e Layla Heartphilia, venendo poi costretta ad affrontare suo
fratello Castiel per cui prova solo odio. Durante il loro scontro si
scopre che lei si chiama in realtà Claire.
***
DRACO
-Aspetto fisico: alto uno e sessantacinque, capelli neri con
sfumature violacee. Pelle non particolarmente abbronzata. Occhi indaco.
-Vestiario: completo attillato nero con piume blu e viola sul
collo e sulle maniche. Il colletto del completo di può
sollevare per coprire il volto fino al naso.
-Arma Imperiale: "Gravity Crush". Tessuto che si indossa dalle
braccia e che arriva fino alle spalle. È nero e viola, per
mimetizzarsi con la tuta.
-Effetto: effetto per lo più sconosciuto, si sa
solo che col braccio può puntare in una direzione e
ciò che si trova lungo essa viene danneggiato gravemente o
distrutto.
-Storia: membro appena arrivato nei Fang of Darkness. Dopo
essere diventato 'famoso' all'estero è arrivato in
città ed è stato salvato da Shoichi dopo un
combattimento contro Shino.
***
LANCE
-Aspetto fisico: Alto circa un metro e ottantacinque, per un
peso di ottanta chili, muscolatura leggermente delineata e fisico
abbastanza agile, con la pelle leggermente abbronzata. Occhi di colore
verde scuro, capelli neri corti.
-Vestiario: Solitamente indossa un paio di jeans, scarpe in
cuoio nere, maglia bianca a maniche corte, ha anche un cappotto lungo
con cappuccio di colore rosso, che indossa quando il clima lo rende
necessario.
-Arma Imperiale: Sconosciuta.
-Effetto: Sconosciuto.
-Storia: Membro esperto degli assassini. Insieme a Nikki
è stato il primo a saggiare il potere della ragazza Bleeder
ma entrambi gli assassini si sono ritirati. Attualmente è
uno dei pochi il cui volto non è conosciuto in
città.
***
NIKKI
-Aspetto fisico: Lunghi capelli biondi dalle punte arancioni,
con una ciocca rossa che ricade lateralmente e risalta sul resto. Occhi
viola, pelle leggermente abbronzata, fisico snello ed un seno
prosperoso.
-Vestiario: Top bianco che lascia scoperto l'addome abbinato
ad una minigonna bianca. Guanti da motociclista neri senza dita lunghi
poco sotto il gomito. Un collare stretto al collo da cui poi partono
due nastri scuri, che s'intrecciano sull'addome, scendendo fino sulla
gamba destra. Stivali bianchi che arrivano poco sotto il ginocchio.
-Arma Imperiale: "Zakuramine". Una piastra di metallo lucido.
-Effetto: La piastra si scompone in tante lame e sono
controllate da Nikki.
-Storia: Membro esperto degli assassini e sorella di Shoichi.
Insieme a Lance ha saggiato il potere della ragazza Bleeder ma entrambi
gli assassini si sono ritirati. Ha inoltre dato il colpo di grazia a
Lucy Heartphilia.
***
SHOICHI
-Aspetto fisico: Corti capelli biondi con ciocche verdi sparse
qua e là ed occhi color smeraldo. Pelle abbronzata, fisico
scolpito e asciutto.
-Vestiario: Una t-shirt rossa leggermente strappata ed un
giubbino di pelle nera. Jeans scuri strappati in più punti e
ai piedi degli anfibi neri. Indossa un paio di guanti neri in pelle
senza dita.
-Arma Imperiale: "Hyouringetsu". Sembrano due normali tonfa,
ma sono ricoperti di piccolo punte retrattili su tutto il bastone,
eccetto l'impugnatura. Hanno due effetti (uno per tonfa) per
distinguerli hanno uno l'impugnatura rossa con una decorazione dorata
sul bordo, mentre l'altro ha l'impugnatura blu con una decorazione
argentata.
-Effetto: Pietrifica il nemico o lo trasforma in sabbia, a
seconda del tonfa che si usi.
-Storia: Membro veterano degli assassini, salva Draco durante
il suo scontro con Shino (pur essendosi perso) e, giorni dopo, salva
Yui da Jeremy e Kyo.
***
LENA
-Aspetto fisico: E' alta 1.65m. Ha un corpo formoso, con seno
e curve prosperosi. Gli occhi sono grandi di un azzurro chiaro. Le
guance sono tonde e rosee e le labbra sono rosse, piene e carnose. Ha
un bellissimo sorriso e dei denti bianchissimi. Le sopracciglia sono
arcuate e sottili. La pelle è sempre abbronzata. I capelli
sono lunghi fino al bacino, leggermente mossi, di un bel castano chiaro
con le punte dorate. Ha diverse cicatrici su tutto il corpo, anche se
la maggior parte sono piccole e poco evidenti.
-Vestiario: Un cappotto nero con le maniche lunga e il
cappuccio, lungo fino alla vita, che però porta solo per le
missioni o in caso di freddo e brutto tempo. Porta dei pantaloni fino a
poco sopra il ginocchio blu notte, attillati e degli anfibi neri e
lucidi. La maglia è alternativamente una canotta azzurra con
una scolatura a U abbastanza ampia, anche se non al punto di essere
volgare, oppure una maglia bianca con le maniche fino ai gomiti,
piuttosto larga.
-Arma Imperiale: "Mirai". Una coppia di pistole semplici,
nere.
-Effetto: Le pistole sparano degli invisibili pallini neri,
che si attaccano dove colpiscono. Ci mettono dieci/quindici secondi per
attivarsi, in cui crescono progressivamente. Una volta passato questo
lasso di tempo, esplodono, trasformandosi praticamente in due ricci
giganti, con aghi appuntiti e affilati che trafiggono il bersaglio.
-Storia: Assassina esperta ai Fang of Darkness, si
è unita al gruppo nello stesso giorno in cui ha ucciso
Sheila in città. Sembra non mostrare tutto ciò
che pensa e Haruka se n'è accorta.
***
NAOKI
-Aspetto fisico: È un ragazzo con un fisico
atletico, i muscoli non sono troppo visibili ma presenti. Ha una
statura nella media, circa 175 cm. La pelle è molto chiara e
i lineamenti ben delineati. I capelli sono neri, talmente scuri da non
avere riflessi, e leggermente lunghi che tiene legati in un codino
morbido per non farli andare avanti. Ha un particolare taglio di
capelli, la parte sinistra è rasata mentre la destra
è un po' più lunga del normale e ha ciuffo che
spesso gli copre l'occhio destro. Gli occhi sono di un rosso rubino ma
quando attiva la sua arma imperiale la sclera diventa completamente
nera. Ha moltissimi tatuaggi, soprattutto sulle braccia e sulle mani,
ma ne ha anche uno sul pettorale sinistro a forma di sole tribale e
qualche d'uno sulle gambe. Ma quello a cui è più
legato è quello sul collo che riporta una frase latina in
caratteri greci “Nec sine te, nec tecum vivere
possum” e cioè “Né con te
posso vivere, né senza di te”. Per quanto riguardo
i piercing ne ha uno sulla lingua, uno sul lato destro del labbro a
forma d'anellino nero e uno sul sopracciglio sinistro. Sull'orecchio
destro ha due dilatatori, non molto grandi e uno più grande
dell'altro, entrambi neri inoltre ha due orecchini intervallati da un
terzo ad anello. L'orecchio destro ha anche esso il lobo dilatato e
verso la punta dell'orecchio due anellini neri.
-Vestiario: Indossa una canottiera bianca con due anelli sulle
spalline e dalla scollatura molto pronunciata, una larga felpa nera
sempre slacciata che tiene sempre più sotto delle spalle,
lasciando vedere i tatuaggi, dei larghi pantaloni a cavallo basso color
jeans e delle scarpe da ginnastica nere. Porta una collana stile
collare nera con un piccolo ciondolo rotondo.
-Arma Imperiale: Sconosciuta.
-Effetto: Provoca forti scosse nel corpo dei nemici.
-Storia: Membro esperto degli assassini ma da poco
trasferito nel gruppo di Magnolia insieme ad Amlach. Durante l'assalto
alla magione della famiglia Heartphilia ha affrontato e sconfitto Aika
anche se la nemica è riuscita ad allontanarsi in tempo prima
dell'arrivo di Amlach.
***
AMLACH
-Aspetto fisico: È parecchio alto, circa 1.95.
Fisico atletico e da invidiare. I lineamenti sono abbastanza duri, gli
occhi sono due pozze grigie/azzurre che possono mettere inquietudine e
sono sempre pensierosi e seri, i capelli sono corvini, corti ma non
troppo, spettinati e ribelli. Ha un piercing al sopracciglio destro,
diverse cicatrici; la più grande è sul pettorale
destro e gli termina sulla scapola.
-Vestiario: Un cappotto-mantello, di quelli lunghi e larghi
sotto, con il collo alto, bianco con disegni di fiamme tribali neri.
Sotto ha dei lunghi pantaloni in pelle nera, una camicia bianca e una
specie di altra giacca/copri torace rinforzata in nero. Ai piedi degli
stivali neri. In vita ha una specie di cintura, come quelle "cadenti"
ai lati, a cui si attaccano le armi. Li ha attaccati dei coltellini, ed
è in acciaio nero.
-Arma Imperiale: "Dakuryu no Kama" (Falce del Drago Oscuro).
Una grande falce nera, con la punta del manico in basso a forma di
artiglio e in alto, da cui poi parte la lama, fondendosi con esso, un
teschio di drago. Poco sotto al teschio ci sono dei nastri neri.
-Effetto: Controlla la materia oscura che si manifesta sotto
forma di vapore nero.
-Storia: Membro esperto degli assassini ma da poco trasferito
nel gruppo di Magnolia insieme a Naoki. Durante l'assalto alla magione
della famiglia Heartphilia ha combattuto contro la ragazza Bleeder ma,
dopo averla ferita, il fratello è arrivato e l'ha portata
via.
***
PERSONAGGI
KNIGHTS OF LIGHT (Apparsi finora [esclusi i fratelli Bleeder]):
CHARLOTTE
-Aspetto fisico: occhi azzurri, lunghi capelli neri, alta,
fisico snello e seno abbondante.
-Vestiario: gonna a balze nera gothic lolita, stivali neri con
tacco, camicetta nera con maniche a sbuffo
-Arma Imperiale: sconosciuta.
-Effetto: distrugge in linea retta tutto ciò che ha
davanti con un potere simile al vento.
-Storia: Generale dell'esercito del regno, è stata
richiamata da Romeo per guidare una squadra anti-Fang of Darkness. Si
è dimostrata fredda con loro fin da subito arrivando a
minacciarli. Alla festa degli Heartphilia, ha torturato ed ucciso
Gergas.
***
SHEILA
-Aspetto fisico: E' una ragazza di altezza media, con capelli
viola scuro che arrivano fino alle spalle tenuti a caschetto, qualche
lentiggine sul viso dai tratti delicati, occhi color oro, labbra
carnose e rosee, un fisico magro ed asciutto con un seno prosperoso.
-Vestiario: Indossa un corsetto color crema senza spalline,
una gonna corta che arriva quasi al ginocchio color lampone, degli
stivali lunghi con la zeppa alta viola scuro. Tiene nascosto il viso
con delle bende, lasciando scoperti solo gli occhi e le labbra.
-Arma Imperiale: "Punch Striker". Sono due guanti fatti con la
pelle color marrone scuro, rinforzati con una spessa lastra di un
materiale simile all'acciaio degli uncini che ricoprono tutte le dita,
la piastra arriva fino al gomito per fornire una maggiore protezione ed
è ricoperta di spine metalliche.
-Effetto: Possono produrre elettricità assorbendo
le particelle elettriche presenti nell'ambiente.
-Storia: E' stata una dei primi quattro membri della squadra
di Charlotte. Ha affrontato e sconfitto Haruka e Aris insieme a Shiro
ma è stata ridotta in fin di vita da Irina. Al suo rientro
in azione, ha affrontato Lena ed è stata uccisa da lei.
***
SHIRO
-Aspetto fisico: è alto 1.70, con una carnagione
chiara, i capelli sono medio-corti di colore bianco e li tiene tirati
all'indietro, i lineamenti sono delicati, ha gli occhi di colore verde
smeraldo, un corpo asciutto ed atletico con una muscolatura nella
media. Ha una cicatrice orizzontale sull'occhio destro.
-Vestiario: indossa una camicia bianca con su una giacca medio
lunga con dietro il disegno di una testa di lupo argentata, pantaloni
bianchi con una cintura grigia e scarpe del medesimo colore, sul polso
destro tiene legata una catenella con una piccola croce.
-Arma Imperiale: “White Fury”.
E' una katana totalmente bianca come la neve, con la parte della lama
seghettata, il manico è anch'esso bianco e fatto di scaglie,
con un drago che parte dal manico arrivando fino all'inizio della lama
e si attorcigli per formare la guardia per poi continuare sulla parte
superiore della spada dove finisca con la testa a metà della
lama, fatto in argento.
-Effetto: l'arma imperiale è in grado di creare
esplosioni al solo contatto con l'oggetto, inoltre colpendo il terreno
il possessore può ampliare il raggio dell'esplosione intorno
a sé creando un cerchio, la forza viene data in base alla
forza impiegata per colpire.
-Storia: E' stato uno dei primi quattro membri della squadra
di Charlotte ed è sempre stato insieme a Sheila. E' il
fratello gemello di Kuro. Insieme a Sheila ha affrontato e sconfitto
Haruka e Aris ma è stato ferito dai rinforzi nemici. Durante
la festa alla magione degli Heartphilia ha affrontato suo fratello
lasciandolo scappare per non ucciderlo ma in seguito Charlotte gli ha
dato un ultimatum: se la prossima volta non ucciderà Kuro,
lei ucciderà entrambi.
***
SHINO
-Aspetto fisico: Carnagione rosea, capelli lunghi rossi
raccolti in una coda alta disordinati, occhi giallo scuro, altezza
1.70. Il tatuaggio "Alias graves nil" (nulla è pesante per
chi ha le ali) sull'avambraccio destro.
-Vestiario: Maglietta nera senza maniche con una croce dietro,
pantaloni neri lucidi, semplici scarpe rosse e una sciarpa bianca lunga
che porta sempre con sé.
-Arma Imperiale: “Sin”. E' un cinturino
color oro, all'attaccatura delle due estremità quando
vengono unite ci sono due fulmini.
-Effetto: Aumenta la Velocità e
l'Agilità di chi la usa, permette di teletrasportarsi per
brevi distanze e ha una modalità che si chiama "Distortion"
la rende immune per pochi istanti a qualsiasi colpo sferrato.
-Storia: E' stata una dei primi quattro membri della
squadra di Charlotte. E' stata la prima ad entrare in azione
affrontando Draco in una chiesa ma non è riuscita ad
eliminarlo a causa dell'intervento di Shoichi. Durante lo scontro alla
magione degli Heartphilia ha affrontato Yui venendo però
costretta alla ritirata.
***
CASTIEL
-Aspetto fisico: è magro alto circa un metro e
ottanta. Ha la pelle molto chiara che arrossisce facilmente al sole.
Occhi azzurri e folti capelli scompigliati biondi che gli arrivano poco
sopra le spalle.
-Vestiario: Indossa degli stivali di cuoio marrone, pantaloni
di cuoio marrone con una cinghia arancione sulla coscia destra, una
grossa cintura di tessuto arancione, una cotta di maglia a maniche
corte coperta da una strana maglietta a maniche corte marrone, con un
giro collo di pelliccia grigia e un paio di guanti senza dita marroni
che gli arrivavano fino ai gomiti. Sullo sterno portava una protezione
d'acciaio che, sulle clavicole, si diramava a V, lasciando la gola
scoperta, mentre il braccio destro era interamente coperto da delle
piastre di metallo affilate, appartenenti ad un'armatura.
-Arma Imperiale: “Justice”. E'
un spadone a due mani, color argento con una linea celeste che lo
taglia per verticale.
-Effetto: crea un fascio di luce e fa perdere i
sensi alle persone circostanti.
-Storia: E' uno dei primi quattro membri della squadra di
Charlotte ed è il fratello di Lighting. Ha modo di entrare
in azione solo alla magione degli Heartphilia dove affronta sua sorella
nel bosco e l'incontro finisce con un pareggio.
***
AIKA
-Aspetto fisico: si tratta di una ragazza non molto alta,
magra e con seno abbastanza prosperoso. Ha lunghi capelli
arancioni e gli occhi rossi che sfociano sul rosa.
-Vestiario: stivali neri, lucidi e che le arrivavano fino a
metà coscia, allargandosi verso la fine, con cinque bottoni
bianchi sul davanti. Sotto ad essi, indossa un collant nero semi
trasparente. La minigonna che indossa è composta da tanti
quadrati rossi delimitati da delle linee bianche, inoltre è
provvista di un paio di bretelle, ma solo quella sinistra passava
attorno alla spalla. L'altra è cadente sul lato destro.
Camicetta nera dai bordi viola, sprovvista di maniche, che le arriva
poco sopra l'ombelico. Sotto al colletto della camicetta passa una
piccola fascia arancione che si chiude a X tra le clavicole. Sulle
braccia indossa dei guanti neri che le arrivano quasi al gomito mentre
al collo porta una collana d'oro bianco a forma di cuore. Cappello con
visiera con lo stesso motivo della minigonna.
-Arma Imperiale: “Fatality”. Si tratta di
un paio di cuffie bianche con la parte interna di colore nero che Aika
porta sempre al collo, nella parte esterna le cuffie hanno il disegno
di una rosa; mentre utilizza il potere dell'arma dalla parte destra
delle cuffie esce un microfono (quelli normali delle cuffie per
intenderci) e delle piccole ali bianche luminose appaiono dietro alle
orecchie (rimangono sospese in aria).
-Effetto: Quando canta tramite il microfono, le persone sono
costrette a fare quello che dice lei.
-Storia: E' una dei quattro membri speciali scelti da
Charlotte e si è unita alla squadra lo stesso giorno dei
fratelli Bleeder. Durante l'assalto alla magione degli Heartphilia ha
affrontato Naoki ma è stata sconfitta dato che il nemico,
essendo sordo, non poteva subire gli effetti del suo potere.
***
JEREMY
-Aspetto fisico: Alto sui due metri, con le gambe molto
lunghe. Fisico muscoloso, basato per lo più sugli arti
inferiori. Carnagione poco abbronzata. I suoi occhi sono sempre coperti
da degli occhiali da sole, ma sono di un giallo oro molto intenso.
È pelato, tranne per un ciuffo verde sul lato destro, che si
alza per poi ricadere sul collo.
-Vestiario: Giacca nera larga che arriva alle caviglie, con
piume arancioni e gialle sul collo e sulle maniche. Sotto maglietta
bianca e cravatta nera. Pantaloni neri con una cintura di cuoio portata
sempre sul lato sinistro. Dai pantaloni parte una stoffa color viola
che copre la gamba destra fino alla caviglia. Occhiali da sole con le
lenti e la montatura color rosso fuoco. Porta al collo una catenina
d'argento.
-Arma Imperiale: sconosciuta.
-Effetto: sconosciuto.
-Storia: membro della squadra di Charlotte arrivato dopo
l'assalto alla magione degli Heartphilia. Ha affrontato Yui, Irina e
Shoichi lungo la strada insieme al suo compagno Kyo ma lo scontro non
si è concluso dato che gli assassini si sono ritirati. E' il
più attivo dei due.
***
KYO
-Aspetto fisico: Alto sul metro e settantacinque, esile e
dalla carnagione chiara. Porta i suoi lunghi capelli biondi pettinati
in una frangia a "cupola" che gli copre gli occhi e parte delle
orecchie. I suoi denti sono appuntiti e gli occhi sono di color verde
smeraldo.
-Vestiario: Maglietta viola a strisce nere orizzontali. Sopra
porta una giacca di pelle nera con delle placche metalliche sulle
maniche e sul busto. Il cappuccio è ricoperto da un corto
piumino grigio. I suoi pantaloni neri sono pieni di tasche e
porta delle scarpe nere lucide. Sulla sua testa è appoggiata
una coroncina d'argento e cristallo. Porta una catenina d'argento.
-Arma Imperiale: “Royal Ripper”. Polsini
in argento con sopra incisi simboli verdi da cui fuoriesce una luce
rossa.
-Effetto: Permettono di creare cinque fili sottilissimi per
mano. Essi sono molto resistenti e affilati. Individualmente non sono
fatti per il combattimento.
-Storia: membro della squadra di Charlotte arrivato dopo
l'assalto alla magione degli Heartphilia. Ha affrontato Yui, Irina e
Shoichi lungo la strada insieme al suo compagno Jeremy ma lo scontro
non si è concluso dato che gli assassini si sono ritirati.
E' il più pigro dei due.
***
SUZAKU
-Aspetto fisico: alto 1,90 cm. Capelli castani,mossi e corti.
Occhi dello stesso azzurro della sorella. Magro ma abbastanza piazzato.
-Vestiario: Maglietta bianca con un 33 stampato sul petto,
pantaloni in pelle nera, attillati all'apparenza, ma molto comodi e
agevoli. Felpa nera con linee arancio e cerniere sui polsi. Sulle mani
dei guanti a fascia e metà dita, neri. Scarpe da ginnastica
a collo altro nere e grigie, rigide.
-Arma Imperiale: sconosciuta.
-Effetto: sconosciuto.
-Storia: E' l'ultimo combattente ad essersi unito alla squadra
di Charlotte e ha incontrato per primo Shiro sul luogo dov'è
stata uccisa Sheila.
Note: Ok, il riassuntone è finito, perciò eccovi
il nuovo capitolo!
UNA NUOVA META
Il sole di un nuovo giorno illuminò la base dei Fang of
Darkness, e i suoi raggi di luce passarono attraverso le persiane di
molte stanze, illuminando il volto dormiente di un ragazzo che, dopo
una leggera smorfia, si voltò dall'altra parte, aprendo
lentamente gli occhi.
Aris si guardò lentamente attorno e, malgrado lo
stordimento dovuto al sonno appena perso, si mise a sedere
scompigliandosi i capelli con una mano. Sbadigliando sonoramente, si
alzò in piedi scostando le coperte e si cambiò i
vestiti, rischiando più volte di crollare a causa del sonno.
Dopo dieci minuti buoni, uscì dalla sua stanza e si
incamminò lungo il corridoio deserto, scendendo al piano
terra. Entrò in sala da pranzo accennando un "Buongiorno..."
alquanto spento e si guardò attorno, individuando solo Lance
seduto al tavolo con una tazza di caffè davanti insieme ad
un giornale.
"Buongiorno Aris." lo salutò Lance sorridendo
"Dormito bene?"
"Dormivo bene..." lo corresse il medico cercando di svegliarsi
"Un buon caffè-latte mi rimetterà in sesto." e si
andò a preparare la colazione, mettendosi poi a consumarla
davanti a Lance, lanciando un'occhiata al giornale, restando sorpreso a
causa di un titolo.
Dopo aver ingoiato un pezzo di toast, domandò
"Hanno eliminato un membro dei Knights of Light?"
Lance annuì "E a quanto pare è la
ragazza che avete affrontato te e Haruka due mesi fa. E' stata uccisa
in un vicolo ma non dicono come".
"Capisco..." Aris si ritrovò quasi dispiaciuto
della cosa. Ovviamente era contento del fatto che ci fosse un
avversario in meno da affrontare ma, sia lui che Haruka, avevano
più volte pensato ad una possibile rivincita su quei due
poliziotti che avevano affrontato in città.
"Buongiorno a tutti e due." proferì il Boss
entrando nella stanza con il suo solito outfit. I due assassini
salutarono con un cenno del capo e la donna, guardando Lance, disse
"Preparati, devi andare in città ad aiutare uno dei nostri".
"Di chi si tratta?" domandò il ragazzo poggiando il
giornale sul tavolo.
"Alsear." rispose la donna "Ha seguito il suo bersaglio fino
in città ma ha bisogno di una mano dato che, probabilmente,
i soldati di Charlotte saranno lì per rendere le cose
più difficili".
Lance annuì e si alzò in piedi,
fermandosi poco dopo, notando qualcuno alle spalle del Boss. La donna
parve accorgersene e si girò, sussultando appena nel vedere
Draco in piedi sull'uscio della porta.
"Buongiorno Draco, non ti avevo sentito." lo salutò
il Boss facendosi da parte per farlo entrare. Il ragazzo
salutò a sua volta e andò a riempirsi una tazza
di caffè mentre la donna lo osservò per qualche
secondo "Capiti al momento giusto, andrai in missione insieme a Lance
in città".
"Io lavoro da solo." sibilò Draco con sguardo duro
e Lance aggiunse "Inoltre lui è già stato visto,
potrebbe essere un problema".
"Avete entrambi un punto a vostro favore." ammise la mora
"Purtroppo per voi, però, devo ricordarvi che ormai la
situazione si sta facendo sempre più difficile e non abbiamo
tutto il tempo di questo mondo. Draco non può affrontare
missioni difficili da solo e non possiamo aspettare che guadagni
esperienza in città tramite pedinamenti o cose di poco
conto".
I due assassini e Aris si scambiarono una rapida occhiata ma
alla fine Draco scrollò le spalle "D'accordo. Vediamo di
muoverci." e, dopo aver bevuto il caffè, uscì
dalla base,venendo raggiunto poco dopo da Lance che gli
lanciò un mantello nero con cappuccio "Meglio non rischiare".
Aris, dalla finestra, li vide incamminarsi verso la capitale
ma, dopo qualche secondo, spostò lo sguardo verso il cielo.
"Qualche problema?" domandò il Boss ma lui si
limitò a scuotere la testa "Ho come l'impressione... che
oggi succederà qualcosa..."
***
“Ryo~! Alzati dobbiamo andare!”
esclamò Lust lisciandosi il ciuffo mentre cercava di far
muovere il compagno dal divanetto dove si era sdraiato. Il biondo, per
tutta risposta, si voltò appena verso di lui “Ah?
Non rompere... ci sono altri che possono fare questo lavoro”.
"Sì è vero ma..." iniziò Lust
quando, senza dir nulla, Shino arrivò di fianco al divanetto
e, come se nullafosse, lo rimbaltò, facendo finire a terra
Ryo che alzò lo sguardo, particolarmente adirato con la
ragazza ma non riuscì a dire nulla nel vedere lo sguardo
omicida della rossa che sibilò "Muovi il culo e alzati..." e
se ne andò "... e mettete a posto il divanetto! Odio il
disordine!"
"Ma che diavolo le è preso?!" sbottò Ryo
rialzandosi e spolverandosi i vestiti dalla polvere. Lust fece
spallucce, rimettendo al suo posto il divanetto "Credo che sia ancora
alterata a causa della strigliata che ha subito dal generale..."
In realtà non era quello il motivo per cui Shino
stava camminando con passo pesante lungo i corridoi del castello -Quel
maledetto Shiro, a causa della sua inettitudine sono stata assegnata a
questo insulso incarico con quei due idioti!-
Recuperare delle informazioni da un soldato arrivato dal
confine di guerra. Cosa poteva esserci di peggio? Da combattente
qual'era ora le toccava una missione da guardia del corpo o peggio da
fattorino. La cosa la mandava in bestia e tutto ciò era
accaduto a causa di Shiro.
"Oh ci siamo alzati col piede sbagliato?" domandò
una ragazza appoggiata al muro poco avanti alla rossa che, digrignando
i denti, sputò "Non sono affari tuoi Sherry. Ora scusa ma
devo andare a svolgere questo fantastico incarico!"
"Guardala dal lato positivio." commentò Sherry con
un sorriso facendola alterare ancora di più "Magari i Fang
of Darkness saranno presenti!"
Shino portò istintivamente una mano su uno dei suoi
pugnali "Lo spero per loro... o andrò a cercarli uno per uno
fino a quando non li avrò uccisi tutti!"
"Incredibile, anche dopo la sconfitta alla magione degli
Heartphilia riesci a dire parole così grosse." si
complimentò Sherry senza nascondere il sarcasmo. Shino si
fermò per un istante ma preferì andarsene subito,
imprecando come uno scaricatore di porto.
-Vedrai cosa farò...- si disse Shino fermandosi
fuori dal portone in attesa di Ryo e Lust -... ti farò
svanire il ghigno dalla faccia!-
***
Lance si voltò verso Draco, rimasto poco dietro di
lui, vicino ad un camino. I due ragazzi, avvolti in mantelli con
cappuccio, si scambiarono un cenno del capo e scattarono lungo il
tetto. Lance faceva poco rumore mentre Draco non produceva alcun suono,
sembrava un fantasma.
Individuando una guardia più avanti, saltarono
giù, atterrando su un balcone, per poi arrivare in strada,
nascondendosi velocemente in un vicolo. Senza dir nulla, iniziarono a
camminare in mezzo a quelle case, finché non arrivarono
vicini alla via principale, affollata come sempre.
Lance fermò Draco con un movimento della mano e, da
un vicolo più avanti, sbucò una figura parecchio
alta avvolta in un ampio mantello nero con cappuccio calato sul volto
che non riusciva però a coprire le ciocche bionde che gli
arrivavano fino alla mascella dalla carnagione pallida. Ai piedi calza
dei semplici sandali e, dalle caviglie in su, erano visibile delle
bende bianche belle strette, mentre sulla schiena portava due piccole
lance d'acciaio lunghe grosso modo trenta centimetri. Erano tenute
incrociate ad X e la loro punta era una piramide a tre lati, su cui
erano incisi dei simboli, uno per lato.
La figura, che dal fisico doveva trattarsi di un ragazzo, fece
un cenno del capo a Lance e il ragazzo ripeté il gesto "E'
da tanto che non ti fai vedere, Alsear".
"Il lavoro mi ha tenuto impegnato." proferì Alsear
togliendosi il cappuccio, liberando così i suoi selvaggi
capelli biondi, osservando con sguardo sereno il suo compagno. I suoi
occhi, dal particolare color blu elettrico, si posarono poi su Draco
"Lui chi è?"
"Draco." lo presentò Lance "Si è unito
da poco a noi. Sono cambiate alcune cose da quando sei partito".
Alsear annuì e si avvicinò a Draco,
scostando il mantello e mettendo in mostra il suo vestiario alquanto
semplice composto da: un maglioncino nero a collo alto privo di maniche
e con la cerniera chiusa per tre quarti, dei pantaloni neri molto ampi
che si stringevano all'altezza delle ginocchia, dove finivano, con dei
dettagli a ghirigori bianchi sul fondo. Le bende bianche che arrivavano
fino alle caviglie partivano dalle ginocchia e, delle bende simili
erano presenti dai gomiti fino ai polsi.
Il biondo tese la mano a Draco "Piacere di conoscerti".
Draco non parve subito propenso a stringergli la mano ma alla
fine lo fece, salutandolo con un cenno del capo che venne ricambiato
dall'assassino.
"Quindi siete voi i miei rinforzi?" domandò poi
Alsear e Lance annuì, dandogli un grosso sollievo. Per
fortuna il Boss si ricordava della sua difficoltà a lavorare
in gruppi troppo grossi.
"Qual'è il bersaglio?" domandò Lance e
Alsear fece un cenno ai due di seguirlo nel vicolo dalla quale era
spuntato, che dava esattamente sulla via principale. Il biondo fu il
primo a sporgersi poi lasciò spazio ai due compagni "Cento
metri a sinistra, vicino alla bancarella di libri. Uomo sulla
quarantina, vestiti da viaggio e una sacca rovinata sulla schiena".
I due assassini si sporsero a loro volta ed individuarono
l'uomo descritto da Alsear. Il bersaglio era appoggiato ad un muro con
le braccia incrociate al petto e continuava a lanciare occhiate
preoccupate in ogni direzione.
"Sta aspettando qualcuno." dedusse Lance e Alsear
annuì "Sotto la mantellina ha una piccola borsa a tracolla
con dei documenti al suo interno, dobbiamo prenderli".
"Ricevuto. Abbiamo un piano?"
"Finché resta lì non possiamo fare
nulla. Non c'è nessun vicolo vicino a lui e se uscissimo ora
si allarmerebbe, tiene d'occhio soprattutto le persone con il volto
coperto e non possiamo uscire senza cappuccio, neanche te."
spiegò Alsear "Tra poco arriveranno dei poliziotti per
scortarlo o prendere i documenti. Andranno fino alla piazza principale
e poi da lì al castello. Dobbiamo agire lungo il percorso".
Draco e Lance annuirono per poi mettersi in attesa. Non
dovettero aspettare molto in quanto, dopo pochi inuti, un drappello di
sei soldati si avvicinò all'uomo e Draco riconobbe subito
Shino, la ragazza che aveva affrontato nella chiesa, affiancata da due
combattenti che, seguendo le descrizioni di Shoichi, dovevano essere i
due che avevano quasi eliminato Yui.
"Ce li hai?" domandò Shino con voce annoiata e
l'uomo annuì portando una mano sotto la mantellina,
estraendo poi delle lettere e due buste più grosse.
"Per il compenso?" domandò poi l'uomo con sguardo
intimorito.
"Ah? Non è affar mio, vai a chiederlo
all'imperatore." sputò Shino afferrando i documenti per poi
dargli le spalle ed andarsene, seguita da Lust, Ryo e i sei soldati.
Poco lontano, Alsear e i due assassini si misero a correre
lungo quel vicolo parallelo alla via, fino a quando non superarono i
loro avversari, fermandosi al primo incrocio.
"Dobbiamo cercare di risolvere il tutto in un colpo solo." li
avvisò Alsear "Se dovessimo iniziare a decimarli, si
allarmerebbero e non ci lascerebbero più spazio d'azione".
"Come agiamo quindi?" domandò Lance portando una
mano sulla sua spada.
Alsear rimase in silenzio per qualche secondo e alla fine si
decise "Lance, sali su un tetto e lanciati davanti a loro usando la tua
Arma Imperiale. Non ti attaccheranno all'istante, sfrutta questa
occasione per lasciar allontanare i civili. Io li attaccherò
alle spalle ed eliminerò almeno i sei soldati poi penseremo
agli altri tre. Draco, tu non ami uccidere, non è vero?"
Draco lo fissò sorpreso. Come faceva a saperlo?
"Tu resterai qua e ci coprirai. Non appena avremo i documenti
verremo qui, tu pensa ad un buon modo per rallentarli qualora dovessero
inseguirci." concluse il biondo e i due annuirono. Lance
saltò rapidamente su alcune corde tese tra i due edifici e
poi raggiunse il tetto, mentre Draco tornò indietro,
studiando i dintorni. Lance, invece, si calò per bene il
cappuccio sul volto ed impugnò le due piccole lance.
Si avvicinò alla via principale e si
appoggiò con la schiena contro il muro nella stessa
direzione dalla quale stavano arrivano Shino e gli altri,
così da essere meno visibile. Chiuse gli occhi e si
concentrò attentamente sui loro passi. Le armature leggere
dei soldati producevano un determinato rumore e lui riuscì
ad isolarlo da tutti gli altri.
Dopo pochi secondi, gli passarono di fianco, superandolo senza
problemi. Fu in quel momento che, dall'alto, Lance saltò in
mezzo alla strada, sguainando la sua spada a mezz'aria ed urlando
"HALFDAWN!!!"
Un forte bagliore argenteo si sprigionò in aria
abbagliando i poliziotti e, davanti a loro, atterrò una
figura completamente avvolta in un'armatura argentata con una sottile
linea per gli occhi dalla quale fuoriusciva un tenue bagliore rosso,
con una lunga scia di fumo grigio che usciva dall'elmo, svolazzando a
mezz'aria.
Lance rimase fermo per qualche secondo, puntando poi la spada
verso Shino. In pochi istanti, tutte le persone nei dintorni urlarono
per la paura e scapparono via, lasciando Shino e gli altri alle prese
con il guerriero corazzato. Quello fu il segnale per Alsear che
sussurrò "Adharinn... Thaemira..."
Le due piccole lance brillarono per qualche istante cambiando
lentamente forma. Nel giro di pochi secondi presero la forma di due
unghi artigli attaccati agli avambracci di Alsear tramite dei lacci con
delle lame parecchio lunghe. Come se niente fosse, il ragazzo
scattò fuori dal suo nascondiglio e si scagliò
addosso ai due soldati al fondo del gruppo.
Con dei movimenti secchi delle braccia li decapitò
all'istante senza fermarsi per poi trafiggere il cuore del terzo e del
quarto, infilzandoli in mezzo alle scapole. Quando i primi due cadaveri
toccarono terra, Alsear era ormai addosso agli ultimi due soldati, che
erano riusciti a voltarsi appena, tagliando loro la gola senza neanche
guardarli ma fu poi costretto ad usare l'artiglio sinistro per parare
una ginocchiata di Lust che lo fece indietreggiare di almeno tre metri.
-Notevole forza fisica...- pensò Alsear fissando il
suo avversario e Ryo, che si era voltato insieme al compagno. Avendo
usato la arte affilata per difendersi, il biondo aveva tagliato il
tessuto che copriva la gamba destra di Lust, mettendo in luce una
ginocchiera di acciaio ovale con delle sfere da cui partivano i lacci
che la fissavano alla gamba.
"Oh maledizione! Era uno dei tessuti migliori!"
sbuffò Lust osservando il pezzo rovinato, per poi rimuoverlo
del tutto con una mano.
Alsear si preparò subito a combattere e si
scagliò velocemente verso Lust mentre Ryo si
voltò verso Shino "Ehi cosa dobbiamo fare con...?" ma la
ragazza, dopo aver gettato i documenti a terra, si era già
scagliata contro Lance, cercando di trafiggerlo al petto con i suoi due
pugnali.
Le lame, però, rimbalzarono contro l'armatura
dell'assassino che cercò di colpirla dall'alto con la sua
spada ma Shino evitò il fendente senza problemi scartando di
lato, per poi mirare alla ascella destra ma anche lì il suo
colpo venne deviato dall'armatura.
Fu il turno di Lance di attaccare e cercò subito di
spingerla contro una parete ma grazie alla sua agilità,
Shino riuscì ad evitare tutti i colpi, saltando su qualche
bancarella e continuando a girargli attorno, cercando occasionalmente
di colpirlo, venendo sempre fermata da quell'armatura.
La ragazza provò quindi a mirare all'unico punto
vulnerabile dell'avversario: gli occhi. Dopo una finta con il corpo,
cercò di conficcare un pugnale nella testa del ragazzo ma
questi lo deviò rapidamente con la spada, tuttavia quella
era solo un'esca e Shino tentò il vero affondo con il
secondo pugnale ma Lance ruotò la testa e la lama della
nemica sprizzò scintille strisciando contro la superficie
metallica dell'elmo.
Con un balzo all'indietro, Shino evitò di essere
afferrata e si mise in posizione da combattimento -E' il peggior
avversario che potesse capitarmi... la sua potenza unita alla lentezza
lo mettono in svantaggio contro la mia agilità ma quella
difesa è troppo forte per dei semplici pugnali...-
Dietro di lei, Lust era ancora impegnato nello scontro con
Alsear e le cose non stavano andando per il verso giusto. L'assassino,
infatti, aveva già distrutto la tattica dell'avversario
unita ai fili e ai pugnali di Ryo, continuando a muoversi e
distruggendo i vari pugnali scagliati dal combattente rimasto nelle
retrovie.
-Questo maledetto...- pensò Ryo -... mi sta facendo
finire i pugnali e non riesco neanche a bloccarlo o a rallentarlo coi
miei fili, sembra che sappia sempre quello che stiamo per fare!-
In quel momento, Alsear si scagliò addosso a Ryo
evitando un calcio di Lust ma non riuscì a concludere il suo
attacco in quanto il poliziotto intrecciò i suoi fili in una
rete, cercando di bloccarlo. L'assassino balzò all'indietro
ed evitò una ginocchiata dell'avversario dal ciuffo verde.
-Sono molto abili e lavorano bene insieme. Se voglio arrivare
ai documenti dietro al biondino dovrò prima impedirgli di
muoversi.- e, dopo aver incrociato le braccia al petto, Alsear si
lanciò addosso a Lust. L'avversario lo attese al varco
preparando una potente ginocchiata e, quando Alsear tentò un
fendente con l'artiglio sinistro, Lust lo bloccò con la
ginocchiera, incastrando la lama del nemico nei piccoli uncini della
sua protezione, fatti apposta per danneggiare il corpo dei nemici.
Alsear, però, aveva già previsto una
mossa simile e, con un rapidissimo movimento del braccio,
menò un fendente con il braccio destro. A causa del blocco
di Lust, l'assassino non si era potuto avvicinare tanto ma a lui andava
benissimo così, infatti riuscì a fargli un
leggero taglio sul torace, dopodiché liberò la
lama sinistra e si allontanò di qualche metro.
Ryo guardò l'avversario ghignando ma dopo pochi
secondi, Lust iniziò a barcollare, portandosi una mano sulla
fronte "Che... diavolo...?" e si accasciò al suolo,
iniziando a respirare affannosamente.
"Ehi che ti prende? Su alzati!" urlò Ryo mantenendo
lo sguardo fisso su Alsear che, con un leggero sorriso, gli disse "L'ho
avvelenato. Non morirà ma di sicuro ora non pontrai contare
su di lui".
"Tsk, maledetto..." sibilò Ryo voltandosi verso
Shino "Lust è andato, dobbiamo andarcene!"
Shino soffocò un'imprecazione ed evitando un
affondo di Lance recuperò i documenti "Tu pensa a lui, io
porto i documenti al generale." e saltò sui vari davanzali
arrivando sul tetto per poi mettersi a correre. Ryo la fissò
digrignando i denti "Inutile ragazza!" e si caricò Lust
sulle spalle.
Alsear fece un cenno a Lance e il ragazzo annuì,
facendosi da parte, permettendo così a Ryo di andarsene.
"Perché lo hai lasciato andare?" domandò
Lance.
"Non aveva i documenti e non era in grado di affrontarci da
solo. Se dovremo ucciderlo, meglio farlo per qualcosa di importante."
rispose Alsear.
"Ma i documenti..."
"Mi assumerò io la responsabilità." lo
tranquillizzò il biondo quando, poco lontano, videro decine
di soldati correre verso di loro. I due assassini, senza neanche
pensarci, si infilarono nel vicolo dalla quale era uscito Alsear e le
guardie li seguirono all'istante.
Svoltato il primo angolo, Alsear e Lance videro Draco in
posizione e, non appena lo ebbero superato, il ragazzo
sfruttò la sua Arma Imperiale e colpì dei
caminetti. I mattoni si creparono all'istante e precipitarono nel
vicolo, colpendo le prime guardie ma senza ucciderle, fermando
così l'afflusso di nemici.
Subito dopo, i tre assassini erano giù svaniti nel
nulla.
***
Shino consegnò i documenti a Charlotte, comodamente
seduta dietro ad una scrivania. Nella stessa stanza erano presenti
anche Aika e Sherry, sedute su delle poltroncine e sembravano
particolarmente divertite dalla situazione.
"Il messaggero?" domandò Charlotte.
"Non lo so, gli ho detto che doveva chiedere a qualcun'altro
per il compenso." rispose Shino.
"I sei soldati?"
"Morti".
"Ryo e Lust?"
"Dovrebbero essere in infermeria se sono riusciti ad andarsene
dallo scontro".
Charlotte annuì e mise tutti i documenti in una
busta rossa, dopodiché si alzò in piedi e fece il
giro della scrivania, mettendo una mano sulla testa di Shino "Ottimo
lavoro." infine uscì dalla stanza e Aika scoppiò
a ridere.
"Cosa c'è di così divertente?"
domandò Shino con voce seccata.
"Oh niente! E' solo che non mi sembri tanto tesa o impaurita!"
rispose Aika con uno strano sorriso.
"Perché mai dovrei esserlo?"
"Devi sapere che il generale tocca la testa in quel modo alle
persone che rischiano di essere uccise da lei. Probabilmente al tuo
prossimo fallimento la tua testa si allontanerà dal corpo...
non so se mi spiego." spiegò Aika con un ghigno e Shino
strinse violentemente i pugni. Fallimento?!
La rossa non la degnò di altre parole e
uscì dalla stanza a sua volta. Quando fu sicura di essere da
sola colpì con violenza il muro "Li ucciderò..."
sibilò la ragazza "Ucciderò tutti quei maledetti
assassini, non ne resterà neanche uno!"
***
"Oh, bentornati!" esclamò Nikki vedendo entrare
Lance e Draco, saltando poi al collo di Alsear "Finalmente sei tornato!
Era da un pezzo che non ti facevi vedere qua alla base!"
"Lo so, vi chiedo scusa. Il mio incarico mi ha preso
più tempo del previsto." disse Alsear con un sorriso,
salutando poi man mano gli altri compresi Amlach e Naoki. Dopo un po'
si andò ad accomodare in una stanza con Cristal, Nikki, Kuro
e Haruka, per farsi spiegare le novità, fin quando non
notò un particolare "Dov'è Gergas ora? In
missione?"
Un pesante silenziò calò nella stanza
mentre i suoi compagni iniziarono a scambiarsi occhiate preoccupate.
Alla fine fu Cristal a parlare "Gergas è morto. Lo ha ucciso
il generale Charlotte durante lo svolgimento di una missione".
Alsear sgranò gli occhi all'inverosimile per lo
shock "C... cosa hai detto...?"
"E' morto per salvare me." si intromise Kuro "Ce la siamo
ritrovata davanti e lui mi ha allontanato per affrontarla da solo..."
Il biondo sentì le gambe molli ma rimase in piedi
scuotendo la testa "Capisco... il Boss è nel suo ufficio?"
Cristal annuì e, dopo averli salutati, Alsear se ne
andò, dirigendosi verso l'altra stanza.
"Non l'ha presa bene." commentò Nikki.
"Lo sai com'è fatto no?" domand Haruka con sguardo
triste "Certe situazioni sono molto difficili per lui".
Gli altri rimasero in silenzio ma Kuro, che era vicino alla
finestra, notò del movimento nel bosco. Da dietro ad un
albero, spuntò una ragazza e per poco il ragazzo non si
strozzò con la sua stessa saliva nel vedere che la ragazza
era uguale ad Aris.
Era alta sul metro e settanta ed aveva un fisico magro e non
molto formoso. I capelli neri dai riflessi blu elettrico lunghi fino a
metà della schiena erano legati in una coda alta. Il petto
era coperto da una maglietta bianca, con il simbolo dello ying e dello
yang stampato davanti, e da una felpa nera con cappuccio mentre le
gambe erano fasciate da dei jeans attillati neri tenuti su da una
cintura di anelli dorati. Ai piedi calzava degli anfibi neri coi lacci
viola, mentre portava un polsino nero al polso destro e un guanto senza
dita nero sulla mano sinistra.
La ragazza si guardò attorno, osservando per bene
la base degli assassini e Kuro, veloce come un fulmine, si
lanciò giù per le scale, seguito dalle compagne.
Prima che la mora potesse fare qualcosa, dalla base
uscì Aris che si avvicinò a lei domandandole "E
tu chi saresti?"
La ragazza si girò di scatto verso di lui,
osservando con i suoi occhi di colore diverso in quanto l'occhio destro
era nero mentre quello sinistro verde. I due si fissarono senza dir
nulla, rimasti allibiti dalla vista dell'altro.
Dietro ad Aris arrivarono anche Haruka e tutti gli altri,
esclusi Alsear, il Boss, Amlach e Shoichi.
La mora, dopo i primi attimi di stupore, ghignò e
mostrò un anello argenteo dove era incastonata una pietra
multicolore. Dopo aver alzato la mano verso l'alto urlò
"Theangem!"
Una forte luce multicolore la avvolse per pochi istanti e i
suoi vestiti cambiarono all'istante, diventando un corto kimono verde
privo di maniche che le arrivava fino alle cosce, abbinato a dei
sandali di cuoio marrone con dei lacci lunghi fino alle ginocchia e
delle calze nere che le fasciavano interamente le gambe.
Subito dopo, la ragazza materializzò una spada di
rubino e si scagliò addosso ad Aris che, grazie al suo
medaglione, creò delle spesse radici in sua difesa ma
vennero subito tagliate dalla lama avversaria. Il ragazzo allora
creò delle piante irte di spine e cercò di
immobilizzarla ma la mora saltò in alto e calò un
rapido fendente che venne deviato da altre radici.
Dopo una capriola all'indietro, la ragazza scattò
in avanti a tutta velocità e tentò un affondo. I
compagni di Aris si lanciarono in avanti non appena videro l'ultima
difesa di Aris cadere ma, all'ultimo, la ragazza dissolse la spada e si
gettò addosso al ragazzo, abbracciandolo di slancio "Sei
davvero diventato forte, fratello!"
La maggior parte dei presenti esclusi Ryo, Yui e Draco
finirono a gambe all'aria.
"F... fratello?!" ripeté Haruka alzandosi con
sguardo scioccato e Aria annuì sorridendo "Lei è
la mia sorella gemella, si chiama Akiko!"
"Molto piacere!" disse la ragazza salutando poi gli altri,
mantenendo comunque uno sguardo freddo.
"Beh questa poi... allora i gemelli vanno di moda!"
scherzò Nikki guardando Kuro che roteò gli occhi,
mentre alle loro spalle arrivò il Boss insieme ad Alsear
"Cos'è tutta questa confusione?"
"Boss, lei è mia sorella, Akiko." la
presentò Aris, voltandosi poi verso la gemella
"Perché sei venuta qui?"
"Semplice, mi sono unita alla resistenza e mi hanno detto di
venire qui." spiegò Akiko abbracciando di nuovo il fratello
"Inoltre ho trovato lui e sembrava desideroso di parlarvi." e, da un
albero poco lontano, spuntò un uomo che sorprese Alsear,
Draco e Lance, dato che era lo stesso uomo che, poco prima, aveva dato
i documenti a Shino.
"Cosa ci fai qui?" domandò Lance all'istante
impugnando la sua arma ma l'uomo cercò subito di calmarlo
"Sono qui per darvi delle informazioni!"
Il Boss alzò un sopracciglio e domandò
"Che genere di informazioni?"
"Tutte le informazioni contenute nei documenti che ho dato
alla polizia... ho rischiato grosso per portargliele e non mi hanno
neppure pagato!" spiegò l'uomo con sguardo furente.
La donna gli sorrise "Molto bene allora, seguimi. DIscuteremo
del resto nel mio ufficio e i due se ne andarono, lasciando i vari
assassini alle prese con Akiko e tante domande.
Quando finalmente la sera giunse, il Boss entrò
nell'enorme sala dove erano presenti tutti i suoi compagni "Fate le
valigie ragazzi! Si parte per il regno di Bosco!"
Angolo del carnefice:
Eccoci qui! Spero che questo capitolo, seppur breve, vi sia
piaciuto! La storia, per un breve periodo, si sposterà in
un'altra zona come in Akane ga Kill ma non copierò tutto
tutto dal manga.
Detto ciò ecco alcuni avvisi e tutto... le
iscrizioni resteranno aperte ancora due cap al massimo, anche
perché c'erano NEON GENESIS KURAMA e Yumeha che volevano
inviarmi degli oc ma io da gran bastardo quale sono non gli ho mai
risposto!
Le condizioni per partecipare, qualora aveste letto solo
questo cap, le trovate nel primissimo cap.
Altra cosa: nuovo anno, nuovo metodo di pubblicazione! Dato
che tendo a dimenticare molte fic, ho deciso di fare pulizia
cancellandone alcune (che forse torneranno in futuro) e ho deciso di
usare il metodo a rotazione, ovvero che ogni volta la prossima fic che
aggiornerò sarà quela ferma da più
tempo, così aggiornerò tutto e tutti saranno
contenti!
Gli avvisi sono finit, spero che il capitolo vi sia piaciuto e
ci vediamo alla prossima!
Have a good day!
P.S: chiedo venia per errori vari e mancanza di immagini ma
non sono sul mio pc e sto usando notepad XD
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Capitolo 8 *** Fulmini minacciosi ed oscuri presagi ***
LEGENDA:
“Ciao”
= discorso
“Ciao”
= pensiero
“CIAO”
= urla
FULMINI
MINACCIOSI
ED
OSCURI PRESAGI
“Ohi
sbrigati! Non abbiamo tutto la notte!”
Due
brillanti occhi rossi si spostarono dal cadavere sottostante per
scrutare il ragazzo che aveva appena parlato. Il bambino a cui
appartenevano sbuffò sonoramente “Non mettermi
fretta, Kirai! Devo
prendergli gli occhi!” e ritornò al suo lavoro,
rimuovendo con
cura i bulbi oculari del soldato.
Kirai
alzò lo sguardo al cielo e si tolse per un attimo il
berretto nero,
sistemandosi i corti capelli bianchi “Lo so che li collezioni
ma
non potresti comunque sbrigarci? Dobbiamo incontrare il Boss al punto
di ritrovo!”
Per
quanto potesse sembrare assurdo, quei due bambini di quindici e otto
anni erano entrambi degli assassini dell'armata rivoluzionaria e, per
rendere le cose ancora più strane, Kirai, il più
grande dei due,
era appena entrato nei ranghi mentre il suo giovane compagno, intendo
a rimuovere gli occhi da un cadavere, era un assassino con
già
alcune settimane di esperienza malgrado la giovane età.
“Ok,
ho finito!” esultò il più piccolo
riponendo il suo trofeo in una
piccola sacca di cuoio che teneva appesa alla vita dei suoi pantaloni
blu. Dopo essersi pulito le mani sporche di sangue sulla felpa rossa,
provvista di maniche a righe blu, saltellò allegramente
verso il
compagno che lo attendeva all'uscita del vicolo “Possiamo
andare a
prendere un gelato prima?”
“Riux...
sono le due del mattino... non ci sono gelaterie aperte...”
“Possiamo
andare al mercato!”
“Stesso
discorso...”
“Un
bar?”
“Idem...”
“Ma
io voglio un gelato!”
“E
io vorrei squartare qualche idiota della capitale bevendo un succo di
frutta ma non posso!” ribatté Kirai sbuffando
“Non possiamo
sempre avere quello che vogliamo perciò fattene una
ragione!” e
con i suoi freddi occhi color sangue, così simili a quello
di Riux,
guardò fuori dal vicolo, constatando che la strada fosse
libera.
I
vari coltelli appesi ai pantaloni neri non passavano di certo
inosservati ma contava sul fatto di non incontrare nessuno. In
realtà
lo pensava anche prima ma poi si erano trovati di fronte a quel
soldato dell'impero e avevano dovuto eliminarlo, perdendo tempo.
“Ora
ci muoviamo, perciò non rallentare, ok?”
Riux
annuì visibilmente eccitato come se dovesse giocare ad un
gioco
incredibilmente divertente. Kirai si ritrovò suo malgrado
d'accordo
con lui: uccidere e torturare i soldati nemici era incredibilmente
divertente e, salvo errori, di lì a poco si sarebbero
ritrovati tra
i ranghi dei Fang of Darkness, avendo così accesso a molto
più
sangue del solito.
Il
piccolo assassino si sistemò per bene due pugnali che teneva
incrociati all'altezza dei reni mentre il compagno strinse le bende
che, oltre a fasciare un grosso oggetto sulla sua schiena, lo
tenevano fissato al suo corpo. Dopo pochi istanti, i due scattarono
fuori e si misero a correre lungo la strada. Con le loro altezze di
un metro e sessanta ed un metro e dieci potevano infilarsi in pertugi
altrimenti inaccessibili per le persone più grandi e
ciò permise
loro di evitare alcune pattuglie, anche se Riux fu incline a sgozzare
un paio di soldati disarmati intenti a fumare una sigaretta.
Quando
un campanile in lontananza indicò le tre del mattino, i due
giovani
assassini si fermarono sul tetto di un edificio, osservando
attentamente la città che si estendeva sotto di loro: Gaea,
la
capitale del regno di Bosco, che insieme a Magnolia e Ossidia, la
capitale del regno di Landa, costituivano le tre colonne dell'impero
governato da Romeo.
I
reggenti di Gaea e Ossidia erano suoi sostenitori ma neanche loro
potevano opporsi alle leggi dei loro stessi regni che prevedeva anche
delle votazioni per eleggere il loro sovrano ed era proprio quello il
motivo che aveva spinto l'armata rivoluzionaria ad interessarsi a
Gaea.
“Ancora
non capisco perché non uccidono il vecchio re e
basta.” borbottò
Riux “Sarebbe più semplice e divertente!”
“Non
lo metto in dubbio ma sarebbe più complicato il periodo dopo
l'assassinio... e decisamente più noioso, perciò
è meglio lasciar
correre ed eliminare chi ci viene detto di eliminare.”
spiegò
Kirai sbadigliando, notando poi un'occhiataccia di Riux. Sorridendo,
l'albino si affrettò a precisare “Ovviamente
elimineremo anche chi
non ci va a genio!” e scompigliò i capelli biondi
di Riux.
“Ora
mi piace di più come cosa!” il bambino non perse
ulteriore tempo e
saltò su un altro tetto. Avevano poche ore prima
dell'incontro con
il Boss e non dovevano assolutamente fare tardi.
§
§ §
L'ennesima
buca in mezzo alla strada fece sobbalzare la carrozza sulla quale
viaggiava il generale Charlotte insieme ad alcuni dei suoi compagni.
Alzando lo sguardo dal suo libro, vide alla sua destra la piccola
bambina dai capelli bianchi dormire con la testa poggiata sulle gambe
del fratello, il quale teneva le braccia incrociate al petto,
mostrando la sua giacca di pelle nera, e la testa china.
Davanti
a loro, invece, Sherry era intenta a limarsi le unghie soffiando di
tanto in tanto per poi ammirare il suo operato. L'ultima presenza
nella carrozza era Aika, la quale cantava una specie di ninnananna a
bassa voce per conciliare il sonno alla più piccola di loro.
“Ci
vorrà ancora molto?” domandò Charlotte.
Lo sportellino posto tra
lei e il ragazzo si aprì pochi istanti dopo
“Ancora un paio d'ore,
generale. Le recenti attività ribelli hanno causato non
pochi
problemi e quindi stiamo procedendo con calma per essere
sicuri”.
La
donna si lasciò sfuggire un sospiro seccato. Possibile che
avessero
paura di tutto? Tutti i Knights of Light erano presenti e lei stessa
era presente. Chi poteva mai sperare di opporsi ad una tale potenza
militare? Senza contare i cento soldati che li seguivano, ovviamente.
I
suoi pensieri furono scossi da un leggerissimo tremore dovuto ad un
tuono lontano. Voltandosi verso la finestra, osservò il
cielo scuro
e i minacciosi nuvoloni neri che annunciavano pioggia con alcuni
lampi che illuminavano da lontano la carovana.
Sospirò
nuovamente ed aprì la porta della carrozza, scendendo subito
dopo.
Il cocchiere fece fermare i cavalli e con essi l'intera carovana
mentre i vari poliziotti osservavano confusi il generale.
“C'è
qualche problema?” domandò Suzaku avvicinandosi al
generale che si
limitò a fissare le nubi temporalesche per poi avviarsi
verso il
grosso del temporale, allertando così i suoi compagni.
“Dove
sta andando?” Castiel si avviò per seguirla ma la
donna si girò
verso di lui, intimandogli con lo sguardo si fermarsi. Solo Aika,
Sherry e i fratelli Bleeder la seguirono senza badare al suo sguardo
mentre gli altri rimasero vicino alla carovana.
“Ma
che le è preso a quella?” Ryo sbadigliò
sonoramente andando a
sdraiarsi sopra alla carrozza per riposare mentre Lust si
lisciò il
ciuffo verde, non sapendo cosa rispondergli. Gli altri si limitarono
a fissare il bosco nella quale erano scomparsi i loro compagni.
§
§ §
“Generale,
si tratta per caso di quel ragazzo?” domandò Aika
guardandosi
attorno.
“Sì,
la tempesta l'ha generata lui e probabilmente vuole vedermi per
affrontarmi ma non ho tempo da perdere, perciò lo
liquiderò
all'istante.” Charlotte parlò con voce priva di
emozioni come al
solito, fissando un punto dritto davanti a lei.
Dopo
qualche minuto spuntarono in un enorme spiazzo verdeggiante. Il vento
agitava violentemente gli alberi e diversi fulmini si abbattevano al
suolo tutt'attorno ma nessuno di loro parve farci caso.
Charlotte
incrociò le braccia al petto e semplicemente
aspettò. Sherry e Aika
si scambiarono un'occhiata confusa mentre i fratelli Bleeder rimasero
fermi ad aspettare a loro volta. Per fortuna, non dovettero attendere
molto e un violento fulmine rosso si abbatté a pochi metri
da loro,
sollevando un polverone che venne disperso in pochi secondi dal
vento, mostrando così un ragazzo al centro del cratere
venutosi a
formare.
Aika
e Sherry, così come il generale, non rimasero troppo
sorprese alla
vista della sua pelle, talmente pallida da farlo sembrare uno spettro
nella notte, né davanti alle sue profonde occhiaie. Tolti
quei
tratti particolari, davanti a loro si presentava un giovane
mingherlino ma con dei muscoli definiti, alto sul metro e
settantacinque e dai corti capelli corvini scompigliati.
I
suoi occhi erano coperti dal cappuccio della felpa bianca che gli
avvolgeva il torso e le braccia. La mano sinistra era protetta da un
guanto artigliato fatto di uno strano materiale nero con delle
incisioni azzurre come l'acqua mentre le gambe erano coperte da dei
semplici jeans neri abbinati a delle scarpe del medesimo colore.
Alzando
leggermente il capo, il nuovo arrivato mostrò un sorrisetto
sornione
per poi esibirsi in un ampio inchino, avvicinandosi poi ai poliziotti
“Ti ho fatto per caso attendere?”
“Mi
hai di sicuro fatto perdere del tempo.” fu la fredda risposta
di
Charlotte che lo fissò con sguardo spento. Il ragazzo
ridacchiò
leggermente per poi spostare l'attenzione su Sherry e Aika, facendo
loro l'occhiolino “Oh cielo, te sei già bella di
tuo ma vedo che
ti piace circondarti di ragazze altrettanto belle!”
Senza
aggiungere altro si avvicinò alle due ragazze e fece loro il
baciamano con un ampio sorriso sul volto “Aika Suzuki e
Sherry
Aincanrd, è un onore conoscere due giovani promettenti come
voi!”
Aika
gli sorrise di rimando salutandolo con una mano
“Ehilà~!” mentre
Sherry si limitò a mostrare un sorriso decisamente finto e
freddo.
Una cosa che comunque aveva attirato la loro attenzione era il
particolare colorito dei suoi occhi: azzurro verso l'esterno e rosso
acceso verso l'interno.
“Oh
ma come siamo distanti, posso offrirti un fiore per poter ammirare un
vero sorriso?” domandò il ragazzo per poi far
apparire una rosa
rossa fuori dal nulla, porgendola a Sherry che, dopo averla presa con
delicatezza, la fece a pezzi davanti agli occhi del ragazzo
“Spiacente casanova, ma non sono interessata ai ragazzi, non
so se
mi spiego”.
Il
ragazzo soffocò una risatina “Già lo
sapevo, ma tanto valeva
provare, no?”
“Aster,
piantala con le idiozie e parla. Se vuoi combattere devo avvisarti
che non ho tempo da perdere con te.” si intromise Charlotte
con
voce fredda. Erano già in ritardo sulla tabella di marcia e
non
voleva un ulteriore contrattempo.
“Spiacente
di deluderti, oggi non sono qui per affrontarti.” Aster si
girò
verso di lei per fissarla dritta negli occhi “Sono venuto qui
per
unirmi alla tua squadra e ho diverse informazioni riguardanti i Fang
of Darkness che potrebbero interessarti!”
Charlotte
non batté ciglio mentre Aika e Sherry si scambiarono
un'occhiata
confusa, il tutto sotto lo sguardo ormai assente dei fratelli Bleeder
che non avevano mai visto né sentito parlare di quel ragazzo
di nome
Aster.
“E
perché mai il peggior criminale dei ribelli vorrebbe unirsi
alla mia
squadra?” domandò il generale, cogliendo il
leggero sussulto di
Aika “Ha ucciso lui i generali dell'armata rivoluzionaria,
più di
un anno fa, anzi era lui stesso un generale ma poi li ha traditi ed
è
svanito”.
Aika
indossò all'istante le sue cuffie attivandole mentre Sherry
assunse
una posizione da combattimento con lo sguardo fisso sulla schiena di
Aster “Allontanati da lei. Immediatamente”.
Il
ragazzo non perse il suo sorriso e Charlotte fece cenno loro di non
attaccare “Per quanto possiate ritenervi forti, non siete al
suo
livello. Probabilmente conosce già tutto di voi, compresi i
vostri
punti deboli”.
“Oh
ma allora anche tu sai tutto di me!” esclamò il
ragazzo allargando
il suo sorriso “Allora, posso considerarmi
arruolato?”
“Non
ho voglia di discutere con te e l'idea di avere un traditore tra le
mie fila non mi esalta neanche un po', ma dato che ti conosco, so
bene che non tenterai di fare qualcosa di stupido.” il
generale
incrociò le braccia al petto facendo un cenno verso i due
Bleeder
“Affronta lui e se riesci a batterlo sarai dei
nostri”.
“Oh?
Un semplice uno contro uno? Non credi di essere un po' troppo
cattiva?” domandò allora Aster voltandosi verso i
due fratelli,
fissando intensamente il maggiore.
“A
quanto mi risulta, non hai informazioni su di loro, no? Vedilo come
un modo per procurartele.” le parole di Charlotte parvero
avere
l'effetto sperato ma il motivo per cui Aster accettò era il
semplice
fatto di poter vedere se c'era qualcuno, all'infuori di Charlotte,
alla sua altezza.
La
più piccola del duo guardò suo fratello ma poi si
allontanò
andando a posizionarsi di fianco ad Aika, mentre i due ragazzi si
allontanarono di qualche metro, mettendosi uno di fronte all'altro.
“Duel.”
la voce del generale fece irrigidire il suo sottoposto
“Combatti
per vincere e levati quel mantello”.
“Come
desidera.” il ragazzo si tolse all'istante il mantello
mostrando
agli altri il suo corpo dalla carnagione rosea con muscoli scolpiti
nel marmo. Il torso nudo era ricoperto di tatuaggi tribali e diversi
orecchini neri tappezzavano le orecchie, nascoste leggermente dai
suoi corti capelli arancioni, tenuti corti ai lati e leggermente
più
lunghi sopra e dietro.
Gli
occhi parevano due smeraldi lucenti ed erano incredibilmente freddi
come il suo atteggiamento. Ampi pantaloni neri fasciavano le gambe,
coprendo quasi interamente gli stivali da combattimento neri con
delle cinghie d'acciaio scuro. L'ultimo elemento della sua persona
era l'ipotetico spadone che portava sulla schiena, di cui era
visibile solo l'impugnatura coperta da un pellame rossiccio, mentre
il resto dell'arma era ancora avvolto da delle bende bianche.
I
due avversari si osservarono per qualche secondo, studiandosi
attentamente ma in realtà Aster sapeva già che
cosa fare e il suo
corpo venne avvolto da uno strato di elettricità rossa scura
con
delle striature nere.
“Quindi
controlla l'elettricità?” domandò la
sorella di Duel.
“Sì
ma quell'elettricità è nettamente più
potente di quella comune.
Presto te ne accorgerai anche se non penso che potrai ammirarla per
troppo tempo”.
Aika
e Sherry osservarono confuse il generale ma in quel preciso istante,
Aster distese il braccio sinistro in avanti e un grosso fascio di
elettricità rossa scaturì da esso, dirigendosi
verso Duel.
All'ultimo istante però, il fulmine si allargò
verso destra per poi
colpire la schiena di Duel, venendo completamente assorbito dalle
bende della sua arma.
Aster
osservò la scena con tranquillità ma dopo qualche
secondo inarcò
un sopracciglio “Perché non sta
succedendo niente?”
e il vedere il suo avversario senza un graffio alimentò in
lui
alcuni dubbi “Il fulmine per qualche
motivo non lo ha
colpito direttamente ma è stato assorbito da quella che ne
deduco
sia la sua Arma Imperiale... e allora perché non
è successo nulla?
Sarebbe dovuta finire in mille pezzi”.
“Già
finito il tuo attacco?” domandò Duel per nulla
impressionato ma
Aster non lo ascoltò nemmeno, osservandolo attentamente da
capo a
piedi, soffermandosi su ogni possibile particolare.
“Dev'esserci
sotto qualcosa ma finché lo attacco dalla distanza non
saprò mai
cosa. E' tempo di giocare un po' con la sua mente.”
il moro mostrò uno strano sorriso e, in un battito di
ciglia, svanì
nel nulla, materializzandosi alle spalle di Duel con il pugno destro
carico di elettricità. Prima ancora che il suo avversario
potesse
reagire, Aster colpì le bende con un violento colpo ma, in
una
frazione di secondo, l'elettricità svanì nel
nulla.
Sgranando
gli occhi nell'avvertire una strana sensazione, Aster balzò
all'indietro, mettendo tra lui e Duel diversi metri. Il sottoposto di
Charlotte si girò finalmente verso di lui mantenendo il suo
sguardo
impassibile “Ah, ecco dov'eri finito. Sei piuttosto
veloce”.
“Cosa
diavolo è successo...” Aster si
guardò il braccio per poi
spostare lo sguardo sull'avversario “Per un attimo
ho avuto la
sensazione che il mio braccio stesse per esplodere”.
Iniziò
quindi a camminare in cerchio attorno a Duel che si limitò a
seguirlo con lo sguardo senza neanche impugnare la sua arma. In un
flash rosso, Aster svanì nuovamente ma questa volta si
portò
davanti all'avversario e gli mise una mano sulla testa, afferrandolo
con forza, ma anche questa volta dovette ritirarsi all'istante.
“Di
nuovo... ogni volta che entro in contatto con lui sento le energie
venire meno e il mio corpo sembra sul punto di andare in pezzi.
Possibile che sia sempre l'effetto della sua Arma Imperiale?”
Era
da diverso tempo che Aster non si trovava in una situazione di
stallo, precisamente dall'ultima volta che aveva affrontato
Charlotte, eppure in quella situazione provava una strana sensazione
di disagio dovuta alla più completa mancanza di informazioni
sul suo
nemico. Dopo qualche secondo di riflessione, notò una cosa
alquanto
anomala.
“Non
avverto alcun tipo di carica elettrica provenire da lui... sembra
un'entità completamente a sé stante.”
il mistero si infittiva e la cosa, stranamente, lo stava facendo
esaltare. Quasi
senza
accorgersene, si scrocchiò le nocche per poi distendere le
dita,
tenendo alcune monete strette tra esse e iniziò a giocare
con loro,
facendole svanire e riapparire tra le dita.
“Ti
decidi a combattere o vuoi solo perdere tempo?”
domandò Duel
inarcando un sopracciglio.
“Mi
piace ammirare il panorama.” Aster gli mostrò uno
strano sorriso e
con lo sguardo vagò su Charlotte e le altre ragazze,
soffermandosi
sui loro seni. La cosa non parve andare giù all'avversario
che
assottigliò lo sguardo portando una mano sull'impugnatura
del suo
spadone “Vuoi per caso morire?”
Il
sorriso di
Aster si ingrandì
ma rimase comunque molto freddo “Oh non saprei, a te
piacerebbe
morire in una notte così bella?” e
scagliò in alto le monete ma,
al contrario di quanto sperato, Duel non spostò lo sguardo
dal moro
e iniziò ad avanzare verso di lui.
Quando fu ad appena due metri da lui, però, Aster
svanì nel nulla e
si
portò qualche metro
dietro di lui “Un fendente laterale non
funzionerà”.
Duel
si voltò lentamente verso di lui, inarcando un sopracciglio
e Aster
fece spallucce “La tua postura e il tuo modo di fare erano un
chiaro segnale. C'era anche la piccola possibilità di un
fendente
dall'alto ma all'ultimo hai mosso il braccio impercettibilmente verso
il basso, quindi era ovvio che avresti tentato di colpirmi con un
colpo dal fianco”.
“Notevole
spirito di osservazione.” si complimentò Duel
“Quindi il
famigerato ribelle che ha affrontato il generale eri davvero tu. Non
l'avrei mai detto considerato il tuo misero livello di potenza ma
credo sia normale visto che punti tutto sulla tua Arma
Imperiale”.
“Credo
che anche tu sia nella mia stessa posizione. Se non fosse stato per
quella cosa che ti porti sulla schiena, saresti già morto o
comunque
in fin di vita.” Aster incrociò le braccia al
petto continuando a
fissare il suo avversario “Non
conoscendo nulla sulla sua
Arma Imperiale non posso azzardare troppo. Se fosse un semplice
spadone non avrei problemi ad evitare i fendenti ma qualora dovesse
riuscire a colpirmi sarei in grossi guai, la sua forza fisica
è di
sicuro superiore alla mia”.
“Duel.”
I due avversari si voltarono verso Charlotte “Hai
cincischiato
abbastanza, finisci alla svelta. Siamo in ritardo”.
“Come
desidera, generale.” Duel fece un breve inchino e
sollevò la sua
arma, iniziando poi a rimuovere le bende, gettandole a terra senza
troppe cerimonie. Sotto lo sguardo leggermente sorpreso di Aster,
l'Arma Imperiale prese forma, mostrandosi come uno spadone dalla
guardia sottile e dorata, con la lama larga almeno trenta centimetri
ma stranamente vuota. Era infatti solo il bordo affilato dell'arma ma
il così detto 'cuore' era assente.
Prima
ancora che Duel potesse agire, Aster scagliò un altro
fulmine rosso
con il braccio sinistro così da osservare gli effetti
dell'arma, i
quali non si fecero attendere. La parte vuota racchiusa nella lama
venne riempita da una strana sostanza nera, che pareva viva e in
costante movimento, e il suo fulmine venne completamente assorbito da
quella sostanza, svanendo all'istante.
“Bene,
un mistero è risolto. Non essendoci nulla di fisico a
contatto con
la mia elettricità è normale che l'arma non vada
in frantumi,
inoltre continuo a non percepire nessuna carica da quell'arma...
possibile che quel metallo non sia un conduttore?” Aster
ora era leggermente più tranquillo perché
più cose sapeva più
sarebbe stato facile per lui vincere.
“Hai
sentito il generale, è ora di finirla...” il
sussurrò di Duel si
perse nel vento mentre il ragazzo alzava lo spadone verso il cielo,
puntandolo poi verso il suo avversario “Rashomon, io designo
Aster
come tributo”.
Lo
spadone brillò per un istante di un bagliore argenteo,
dopodiché
Duel lo conficcò nel terreno, lasciandolo poi andare per
assumere
una posizione da combattimento a mani nude. Aster inarcò un
sopracciglio ma pochi istanti dopo sgranò gli occhi
all'inverosimile
guardandosi le mani.
Non
percepiva più alcun potere provenire dal suo corpo.
“Il
fatto che tu abbia scherzato sull'affrontarmi
in un duello mi ha aiutato
a
capire che tu non avevi nessuna informazione su di me, così
come io
non ne avevo su di te.” iniziò Duel scrocchiandosi
lentamente il
collo “Lascia che ti spieghi un concetto estremamente
semplice. Il
nome Duel mi è stato affidato per una vantaggiosa
particolarità:
io, nei duelli, non posso perdere. La mia Arma Imperiale, Rashomon,
possiede l'abilità speciale di sigillare l'Arma Imperiale, e
i suoi
effetti, del mio avversario perciò ora dovrai combattere con
le tue
sole forze contro di me”.
“Oh
ma davvero? Beh, grazie per la spiegazione prof, ora le cose saranno
molto più semplici.” Aster si era subito calmato
dopo aver sentito
dell'effetto di Rashomon. L'idea di combattere a mani nude non gli
dispiaceva non essendo un novellino e ora che il suo avversario aveva
abbandonato la sua Arma Imperiale, la cosa si faceva decisamente
interessante.
Dopo
un breve attimo di silenzio, il moro scattò in avanti con
una
velocità incredibile anche per un umano e si
portò rapidamente sul
fianco destro di Duel per poi tentare di artigliargli la faccia col
suo guanto metallico ma l'avversario fece un rapido passo indietro e
tentò di colpirlo con una gomitata al volto. Aster
usò la mano
destra per intercettare il colpo e tentò nuovamente di
afferrare la
faccia di Duel che però si abbassò all'ultimo
tentando una spazzata
laterale con la gamba.
Il
suo avversario saltò all'indietro evitando il colpo per poi
scattare
nuovamente in avanti tentando di colpirlo con un montante alla bocca
dello stomaco. Il colpo andò a segno ma Duel non
batté ciglio e ne
approfittò per afferrare il braccio di Aster e proiettarlo
con la
schiena a terra.
Sotto
lo sguardo sbalordito di Aika, Sherry e la sorella di Duel, Aster
portò le gambe all'indietro e bloccò la caduta
con i piedi,
restando comunque in una posizione precaria che svanì
nell'esatto
momento in cui, dandosi lo slancio con le gambe, tentò di
colpire
Duel con una doppia ginocchiata al volto. Il
sottoposto di Charlotte lasciò andare il braccio
dell'avversario e
incrociò le braccia al petto, parando
all'ultimo istante il colpo che lo fece indietreggiare di qualche
centimetro.
Sfruttando
l'occasione, Aster conficcò velocemente le mani nel terreno
e,
portando le gambe al petto, le distese di colpo, centrando in pieno
il ventre di Duel con un doppio calcio ma, prima che potesse essere
sbalzato via dall'impatto, il ragazzo abbassò le mani e gli
afferrò
le caviglie, ruotando poi sul suo asse per scagliarlo a diversi metri
di distanza.
Aster
colpì il terreno con una mano per stabilizzarsi a mezz'aria
e, dopo
una capriola in avanti, atterrò senza difficoltà
in piedi,
girandosi poi verso il suo avversario senza neanche una goccia di
sudore.
“Devo
dire che ci sai fare con le mani, hai anche incassato un colpo senza
battere ciglio.” si complimentò Aster
scrocchiandosi il collo ma
lo sguardo di Duel non cambiò minimamente.
“Vorresti
smetterla?”
“A
cosa ti riferisci?”
“Stai
solo giocando. E' palese che potresti uccidere una persona con una
sola mano ma ti sei limitato ad attacchi non letali e piuttosto
evidenti. Indurire i muscoli del corpo è più che
sufficiente per
bloccare colpi del genere.” Duel, come il suo avversario, non
era
minimamente stanco e sul suo corpo non c'era neanche un livido.
Aster
rimase in silenzio per qualche secondo e il suo sguardo
diventò
incredibilmente freddo ed affilato mentre assumeva una strana posa,
volgendo il lato sinistro verso Duel col braccio lungo il corpo,
mentre il braccio destro era disteso in direzione opposta
all'avversario.
“Lightning
Art: First Spear...”
tendendo leggermente le gambe, Aster buttò fuori l'aria che
aveva in
corpo e l'istante dopo si gettò con tutto il corpo in
avanti. Quando
fu davanti a Duel, si accucciò per poi ruotare sul suo asse
e
cercare di colpirlo alla gola con la mano destra a mo' di lancia.
Duel
fece istintivamente un passo all'indietro per evitarlo ma a
metà
corsa, Aster piegò il polso in avanti, puntando la mano
verso lo
sterno dell'avversario, dopodiché distese all'improvviso il
braccio.
All'ultimo istante, Duel riuscì ad afferrargli il polso con
entrambe
le mani ma le prime falangi erano già affondate della sua
carne.
Aster
non perse un solo istante, visto
che si aspettava una reazione del genere, così
indurì il braccio
sinistro accumulando parecchia forza “Rock Art: First
Hammer...”
Tirando
nuovamente un montante dal basso, Aster colpì l'avversario
esattamente sotto il costato, sollevandolo di qualche centimetro dal
suolo e facendogli vomitare parecchia saliva. Tirando indietro il
braccio, un sottile e freddo sorriso si formò sulle labbra
del moro
“Wind Art: Second Slash!”
Distendendo
indietro la gamba destra per accumulare slancio e potenza, Aster
ruotò nuovamente sul suo asse, alzando la gamba e
lasciandola
completamente molle come se fosse priva di vita. Il colpo sarebbe
stato più rapido e simile alla sferzata di una frusta ma con
la
potenza di uno spadone.
Duel
toccò il terreno in quel momento, ruotando la testa verso il
colpo
in arrivo. Le sue mani erano ancora strette intorno al polso di Aster
e non avrebbe mai fatto in tempo a bloccare anche quel colpo.
La
gamba di Aster, all'altezza della caviglia, impattò con
violenza
contro il volto di Duel, generando una piccola onda d'urto che fece
calare il silenzio sulla radura.
Charlotte
e le sue sottoposte osservarono la scena, notando poi diverse gocce
di sangue colare lungo il corpo di Duel. Dalla loro posizione, la
gamba di Aster copriva il punto dell'impatto ma Aika e Sherry ne
dedussero che avesse spezzato la mandibola e o squarciato le carni di
Duel, bloccando comunque l'afflusso di sangue.
Solo
Aster poteva sapere quello che era successo e la cosa non fece altro
che fargli rivalutare il suo avversario.
Senza
muovere la testa, Duel ruotò lo sguardo verso il moro,
stringendo la
sua caviglia con denti affilati, dilaniandone lentamente la carne.
“Niente
male... per un umano...” la sua voce era più roca
e profonda e
parlava più lentamente a causa della carne chiusa tra le sue
fauci.
Aster iniziò a far forza per liberare la gamba e Duel la
lasciò
andare aprendo un po' di più la bocca, sputando del sangue,
dopodiché si tolse la mano di Aster dal corpo e lo
lasciò andare
“L'arte dei cinque elementi, un'arte marziale tanto antica
quanto
pericolosa”.
Aster
non batté ciglio, limitandosi a massaggiare il polso
“Beh, che il
cielo mi fulmini se tu sei soltanto un umano”.
Duel
mostrò nuovamente i denti che tornarono lentamente alla loro
forma
normale “Io sono l'Arma Imperiale Organica Duel. Sono stato
il
primo ad essere creato e dopo di me sono venute tutte le altre
armi”.
“Una
delle leggendarie Armi Senzienti, le uniche armi organiche in grado
di pensare ed agire secondo il loro arbitrio. Nessun libro ne ha mai
parlato nel dettaglio.” Aster
rimase qualche secondo in silenzio osservando attentamente il suo
avversario “Vuoi dirmi che hai
assistito alla creazione delle
altre Armi Imperiali?”
“No,
io non ho
solo assistito alla
loro creazione.”
Duel
mostrò uno strano sorriso con un rivolo di sangue che gli
colò
lungo la gola “Sono stato
il primo ad usarle per ordine del mio sovrano. Nessuna di esse ha
segreti per me, neanche il tuo... braccialetto, se non erro”.
Una
piccola goccia di sudore si formò sulla fronte del moro
“Vedo che
hai buona memoria... perciò prima hai mentito. Hai detto che
non
avevi dati su di me”.
“Infatti
non ne avevo e la tua Arma Imperiale non è l'unica con
l'attributo
elettricità, ce ne sono altre che possono generare un
temporale e
cose simili.” spiegò Duel gesticolando con una
mano “Ho capito
di che arma si trattava durante lo scontro, un vero peccato che io
possieda l'arma perfetta per affrontarti”.
“Basta
chiacchiere, dobbiamo raggiungere Gaea il prima possibile.”
Charlotte li richiamò entrambi. Malgrado il duello non fosse
ancora
finito, non voleva perdere ulteriore tempo visto che sapeva
già come
sarebbe andata a finire.
“Come
desidera, generale.” dopo un breve inchino, Duel
andò a recuperare
la sua arma e Aster avvertì nuovamente il suo potere
scorrergli
lungo il corpo. Spostando lo sguardo su Charlotte, le mostrò
un
sorrisetto “Dunque? Posso considerarmi arruolato
ora?”
La
donna lo osservò per qualche secondo, facendo cenno agli
altri di
avviarsi verso la carovana “Puoi venire con noi”.
Aster
si avviò dunque verso il resto del gruppo ma all'ultimo
Charlotte
gli mise una mano sulla spalla per fermarlo “Al
più piccolo segno
di tradimento o doppio-gioco ti farò pentire della tua
scelta, sono
stata chiara?”
“Mi
conosci no? Ora che ho trovato qualcun altro così forte da
tenermi
testa non vedo perché dovrei rovinare tutto.” il
ragazzo era
particolarmente tranquillo malgrado la situazione e cercò
addirittura di palpare i seni di Charlotte ma lei lo lasciò
andare
disgustata “Ti conviene smetterla con quest'atteggiamento.
Duel
ubbidisce ai miei ordini ma di sicuro non lo fermerò qualora
decidesse di ucciderti”.
“Lo
terrò a mente, generale!” il ragazzo si
esibì in un plateale
saluto militare ricevendo di rimando un'occhiataccia da parte di
Charlotte che si avviò verso la carovana a sua volta, salvo
essere
fermata dalle parole di Aster “L'uomo che vi ha consegnato le
informazioni, l'altro giorno, è andato a riferirle anche ai
Fang of
Darkness e loro si sono messi in viaggio proprio come voi”.
La
donna si girò lentamente verso di lui
“Perché non lo hai
eliminato prima che potesse riferirle?”
Un
sorriso sornione accompagnò la risposta di Aster
“Perché io non
faccio nulla gratuitamente e mi sono appena arruolato,
perciò non
c'avrei guadagnato niente”.
Charlotte
lo fissò in silenzio ma poi riprese a camminare in mezzo
agli alberi
con il suo nuovo compagno al seguito. Sapeva bene di poter contare
sul suo potere ma così come lui sapeva praticamente tutto
sulla sua
squadra, lei sapeva tutto su di lui ed era sicura che stesse tramando
qualcosa alle sue spalle.
“Ah
avrei una domanda, quei due... perché si chiamano fratelli
Bleeder
se lui è un'Arma Imperiale?”
Un
piccolo sorriso increspò le labbra di Charlotte. Quel
ragazzo sapeva
QUASI tutto sulla sua squadra così decise di stuzzicarlo un
po' “Se
sei così bravo ad ottenere delle informazioni,
perché non lo scopri
da solo?” e Aster rimase in silenzio con un sorrisetto sul
volto.
“Messaggio
ricevuto, generale”.
§
§ §
“Qui~ndi...
di chi è stata l'idea di eleggere Sho come guida del
gruppo?” la
domanda di Nikki spezzò il silenzio della strada deserta
mentre lei,
insieme ad alcuni dei suoi compagni, vagavano senza una meta
apparente lungo le vie deserte di Gaea.
“Credo
che si sia eletto da solo...” fu la risposta di Aris che
camminava
poco dietro di lei insieme alla gemella Akiko e Lena.
“Io
l'ho solo seguito visto che era già stato in
città. Nessuno mi ha
avvisato del suo scarso senso di orientamento.” Akiko
lanciò una
rapida occhiata alla schiena di Shoichi che, camminando qualche metro
davanti al resto del gruppo, si guardava attorno cercando di
ricordare che strada prendere.
“Sì
beh, ora lo sai e possa il cielo avere pietà della tua anima
se mai
finirai in missione da sola con lui.” Nikki si
passò una mano tra
i capelli sospirando. Non solo erano stati costretti a dividersi per
ordine del Boss, ma ora si erano anche persi in una città
estranea
dove gli stranieri venivano imprigionati indiscriminatamente per
essere interrogati.
Loro,
essendo assassini, non avrebbero avuto dei problemi a gestire qualche
guardia ma causare problemi fin dal loro arrivo non rientrava nei
loro piani.
Girandosi
all'indietro, vide Draco e Yui camminare nel più completo
silenzio.
Fin da quando si erano separati dal resto del gruppo, quei due non
avevano spiccicato mezza parola e la cosa la stava facendo
esasperare.
“Tuo
fratello dovrebbe chiamarsi Segugio, soprannominato
Navigatore.”
scherzò Lena fissando a sua volta Shoichi che si
limitò ad
ignorarla con uno sbadiglio continuando a guardarsi attorno.
“Spero
solo che il Boss sia già arrivato, per lo meno ci
manderà qualcuno
per aiutarci...” Nikki non era una ragazza che chiedeva
spesso
aiuto, anzi non lo chiedeva quasi mai, ma l'idea di perdersi ed
essere quindi tenuta lontana da eventuali assassini o risse era
più
che sufficiente per farle ingoiare l'orgoglio.
“Ehi
voi laggiù! Fermatevi immediatamente!”
Il
gruppo di assassini si voltò verso il fondo della strada,
individuando della guardie equipaggiate con degli strani kimono uniti
a dei pezzi di armatura. Sui loro scudi era dipinto il simbolo della
loro città e sembravano tutt'altro che propensi ad indicare
loro la
via.
“Ragazzi,
per quanto mi piacerebbe risolvere la cosa con le maniere forti,
sarà
meglio dileguarci alla svelta.” propose Nikki per poi
mettersi a
correre lungo la strada con tutti gli altri al seguito, guardie
inferocite comprese.
“Ora
però dove andiamo? Non possiamo correre tutta la
notte!” osservò
Aris evitando al pelo un dardo scagliato da una balestra nemica. Lena
si voltò verso le guardie estraendo una delle sue due
pistole e,
mirando a terra, sparò alcuni colpi. I piccoli pallini neri,
pressoché invisibili nel cuore della notte, si attaccarono
sul
pietrisco della strada iniziando a crescere.
Nel
giro di pochi secondi, esplosero diventando dei grossi ricci di mare
neri e le guardie più vicine, arrivate in quel momento, si
ritrovarono le gambe trafitte da svariati aculei che le fecero urlare
dal dolore. Il comandante tuttavia ordino a quelle rimaste di
inseguire gli assassini.
“Li
abbiamo rallentati ma non demordono!” urlò Aris
sentendo ormai il
fiato venirgli a mancare. Correre a lungo non era di certo la sua
specialità, così prese Green Moon, il medaglione
che portava appeso
al collo e, sfruttando il suo potere, fece uscire dal terreno
svariate radici che crearono un muro.
Le
urla e gli ordini delle guardie si sentirono dall'altro lato della
barriera ma di certo avrebbero trovato un modo per aggirarla e per
allora sarebbero dovuti essere lontani.
Quando
ormai erano tutti convinti di essersi allontanati abbastanza, da un
vicolo più avanti spuntarono tre guardie armate di alabarde
che
provarono subito a fermarli. Shoichi mise mano ai suoi tonfa, pronto
ad ucciderle una ad una, ma all'improvviso un bambino
atterrò
davanti a lui, brandendo due pugnali seghettati dalla lama argentata
con una linea rossa in mezzo.
Prima
ancora che le guardie potessero reagire, il bambino saltò in
avanti
e con due rapidi movimenti sgozzò i due nemici
più vicini, mentre
il terzo indietreggiò per lo stupore, salvo poi beccarsi un
proiettile di elettricità che lo centrò in piena
nuca, facendogli
esplodere parte della testa.
“Yay!
Esplosione!” esclamò il bambino accorgendosi poi
di una cosa
“KIRAI! HAI DISTRUTTO GLI OCCHI!!!”
Nikki
e gli altri rimasero leggermente interdetti dalla scena che si
palesava davanti a loro mentre il bambino con i due coltelli estraeva
con cura gli occhi delle due guardie sgozzate.
“Ehi
bambino si può sapere chi...?”
“Riux!
Molto piacere!” esclamò il bambino anticipando
Nikki per poi
guardarli uno ad uno “Siete di Fang of Darkness,
giusto?” e gli
altri annuirono “Ottimo, perché io e il mio amico
dovevamo
incontrare il vostro Boss! Ora che vi ho salvati mi comprate un
gelato?”
“Un
gelato...?” Aris era leggermente confuso. Prima un bambino
spuntava
fuori dal nulla per sgozzare a sangue freddo due guardie e poi
chiedeva un gelato? Troppe cose strane in troppo poco tempo.
“Sì
un gelato! Ne voglio uno!”
“Riux,
te l'ho già detto, dovrai aspettare l'alba per trovare un
negozio
aperto.” esordì un ragazzino sbucando da un vicolo
lì vicino, con
uno strano fucile da cecchino, dalla canna nera e bianca con un ragno
inciso sul manico, stretto tra le mani “Vi chiedo di
scusarlo, è
decisamente ossessionato dai gelati e dagli occhi umani. Il mio nome
è Kirai e sono un membro dell'armata
rivoluzionaria”.
“Così
giovane?” domandò Nikki notando come Shoichi
stesse osservando
Riux mentre rimuoveva l'ultimo occhio “Non siete troppo
giovani?”
Kirai
fece spallucce “Forse... o forse no, visto come vi abbiamo
tolto di
mezzo le guardie. Per fortuna passavamo di qua, in quella direzione
c'è la caserma”.
“Beh
allora grazie per l'aiuto Cecchi!” esclamò Nikki
con un ampio
sorriso “E grazie anche a te, Gelatino!”
Il
bambino assottigliò lo sguardo sentendo quel nomignolo
“Non mi
chiamo Gelatino! Mi chiamo Riux!” e la cosa
divertì alquanto Kirai
che comunque cercò di calmarlo mettendogli una mano sulla
testa
“Dobbiamo andare ad incontrare il vostro Boss, venite con
noi?”
“Molto
volentieri. Per lo meno non dovremo più affidarci a
Shoichi.”
commentò Lena ricevendo un'occhiataccia da parte del
suddetto
interessato “Occhio a come parli, razza di cozza”.
“Come
mi hai chiamato, scusa?”
“Cozza.
Visto che usi dei ricci di mare come proiettili è
più che naturale
che io ti chiami cozza.” ripeté Shoichi con un
ghigno che non
preannunciava nulla di buono e lo sguardo gelido di Lena sembrava
rafforzare l'idea.
“Ragazzi,
potreste discuterne dopo? Stanno arrivando altre guardie.”
commentò
Yui e dopo qualche istante di silenzio tutti seguirono Riux e Kirai,
raggiungendo un grosso tombino aperto.
“Dopo
di voi.” Kirai tenne aperto il tombino mentre Riux si mise ad
osservare gli occhi appena raccolti.
“Dobbiamo
andare davvero lì sotto?” domandò Nikki
non proprio entusiasta
della cosa.
“E'
la via più breve e sicura.” spiegò il
ragazzino con un sorriso e
così, a malincuore, tutti gli assassini scesero di sotto,
ritrovandosi con la melma fino alle caviglie. Prima di scendere, Riux
guardò il compagno “Ma la via più
veloce non è per i tetti?”
“Sì,
esatto.” affermò Kirai con un sorrisetto e i due
ridacchiarono per
qualche secondo prima di scendere a loro volta, chiudendo il tombino
sopra di loro.
§
§ §
“Siete
sicuri che mandare gli altri senza una guida sia stata una buona
idea?” domandò Haruka camminando di fianco al
fratello e alla sua
Arma Imperiale Yuki.
“Shoichi
è con loro e ha già visitato la città
in precedenza, no?” Kuro
non pareva essersi reso conto della situazione e fu proprio Haruka a
farglielo notare “Appunto! Shoichi! Il ragazzo con meno senso
dell'orientamento di tutto il mondo! Una volta lo abbiamo ritrovato
nella dispensa mentre cercava il bagno!”
Irina
e Lightning fecero finta di nulla ma ricordavano bene quel giorno,
compresa la discussione nata tra Nikki e suo fratello a causa di un
commento di troppo che aveva fatto nascere una piccola rissa la quale
aveva distrutto l'intera sala delle riunioni.
“Spero
solo non combinino guai... il capo della cellula che risiede qui a
Gaea è un mio amico e non voglio distruggergli la
città.” le
parole del Boss celavano una sottile minaccia del tipo: se fanno
qualcosa ne pagheranno le conseguenze, e Haruka pregò
mentalmente
per i suoi compagni di arrivare sani e salvi.
A
differenza del gruppo di Nikki, loro avevano deciso di passare per il
bosco che costeggiava la città e da lì sarebbero
arrivati ad un
passaggio segreto per il covo dei loro alleati, dove si sarebbero
riuniti e avrebbero deciso il da farsi.
“Beh
sanno cavarsela da soli. Non sarà di certo lo scarso
orientamento di
Shoichi a farli finire nei guai fino al collo... spero.”
neanche
Lance era sicuro delle sue stesse parole e la cosa non passò
inosservata.
“Ohi,
ripetetemi perché cazzo siamo dovuti venire tutti
qui.” proruppe
Amlach guardando gli alberi con sguardo annoiato, mentre Naoki gli
camminava di fianco, restando completamente estraneo alla
conversazione.
“Perché
stanno per decidere il nuovo sovrano e noi dobbiamo fare in modo che
salga al potere un uomo per bene e che pensi al popolo e non ai suoi
interessi.” spiegò Alsear camminando qualche metro
davanti al
resto del gruppo insieme a Stun e Cristal. I tre avevano deciso di
fare da apripista per sfruttare i loro sensi sviluppati così
da
individuare eventuali minacce.
“Tsk,
tu guarda cosa mi tocca fare. Io sono un assassino, non un
fottutissimo maggiordomo. Non può cavarsela da solo sto
tizio?”
Amlach non era proprio uno che misurava le parole e gli altri se ne
erano accorti ma tuttavia non fu nessuno di loro a rispondergli,
bensì un ragazzo sorridente appostato su un albero di fianco
a loro
“Non può farcela perché il possibile
alleato di Romeo farà di
tutto per eliminarlo”.
Tutti
gli assassini, escluso il Boss, si girarono di scatto verso la sua
direzione, sfoderando le loro Armi Imperiali. Alsear e gli altri due
tornarono subito dal resto del gruppo frapponendosi tra quel ragazzo
dai capelli neri e il Boss.
“Oh
ma che gruppetto organizzato, mi aspettavo uno schieramento del
genere anche se avevo calcolato pure i vostri compagni
assenti.”
spiegò Aster avvolgendosi all'istante con uno strato di
elettricità
rossa.
Stun
sgranò gli occhi all'improvviso urlando
“Cervantes!!!” e
l'armatura blu si materializzò intorno al suo corpo un
istante prima
che un potente fulmine si abbattesse contro di loro. L'enorme mole
dell'assassino intercettò il colpo ricevendo solo una
leggera
bruciatura sul petto e la cosa sorprese in modo piacevole il moro
“Questo è interessante! Sapevo che la tua armatura
era resistente
Stun, ma addirittura così dura da resistere ai miei fulmini
senza
creparsi... notevole”.
Gli
altri si prepararono ad affrontarlo ma all'ultimo il Boss si
girò
finalmente verso di lui, scrutandolo da capo a piedi “E tu...
chi
diavolo sei?”
§
§ §
Un
violento fulmine fece tremare il terreno e un lampo lo
illuminò
completamente, illuminando anche l'ampio sorriso di una figura seduta
in cima alla torre più alta della città.
Il
suo mantello nero svolazzò a causa del vento mentre una
sottile
risata echeggiò nell'aria e la figura si alzò in
piedi aprendo le
braccia “Eccellente! Tutti gli invitati stanno per arrivare e
la
festa potrà finalmente iniziare!”
Lentamente,
si voltò verso la porta alle sue spalle, individuando
diversi occhi
completamente rossi intenti ad osservarlo intensamente.
“Attendete
ancora un po', miei piccoli bambini. Presto potrete finalmente
misurarvi con qualcuno della vostra taglia e potrete cibarvi delle
loro Armi Imperiali!”
Un
nuovo lampo illuminò il cielo ma in cima alla torre non vi
era più
nessuno, salvo il cadavere di una guardia fatto completamente a
pezzi.
Angolo
dell'autore:
E
siamo tornati anche con questa fic! Spero che il capitolo vi sia
piaciuto e che gli OC siano stati resi bene! Nel prossimo capitolo
avremo le due squadre intente ad organizzarsi in vista della loro
missione ma avremo anche un po' di azione così da mostrare
la terza
fazione che entrerà in campo!
Sarà
un po' diversa da quella presente nel manga perciò ora
farò
lavorare anche la mia fantasia! Spero di aver reso bene i vostri OC e
ci vediamo con 'Un amore sul fil di lama!”
See
you around and have a good day!
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