My chronicle

di peppe fanfictor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogno o realtà ***
Capitolo 2: *** Giorno 1 ***
Capitolo 3: *** Notte 1 ricordi... ***
Capitolo 4: *** Giorno 2 ***
Capitolo 5: *** Notte 2 una gatta per amico... ***
Capitolo 6: *** Tempo dopo, una giornata tranquilla? ***
Capitolo 7: *** Vittoria o sconfitta? ***



Capitolo 1
*** Sogno o realtà ***


< Mamma ? Papà ? Dove siete ? > ero solo, nella pizzeria, le luci erano spente, non c'era nemmeno la guardia notturna, sentì dei passi metallici provenire nella mia direzione, ero terrorizzato, all'epoca avevo solo sette anni, scappai, senti degli altri passi metallici, non sapevo dove nascondermi, entrai nella camera di sorveglianza e mi nascosi sotto la scrivania, per fortuna nessuno si accorse di me, e quei macchinari se ne andarono, quando arrivò la guardia non si accorse di me, anche lui come me si difense da quelle macchine, chiuse le porte, accese le luci e si mise una maschera, riusci a resistere a quei macchinari infernali per tanto, tantissimo tempo, finché le luci non si spensero, lui uscì per andare a riattivare il generatore ausiliare, io lo aspettai per dieci, quindici, venti minuti, ma lui ancora non ritornava, cominciai a preoccuparmi, ma non demorsi, rimasi sotto la scrivania, anche se avevo paura... dopo un po' la preoccupazione vinse la paura, e decisi di andare a controllare cosa sia successo alla guardia, mi incamminai per i corridoi bui del Fazbear's family diner, era tutto buio e spaventoso. Era da un bel po' che giravo intorno al locale, ma della guardia nessuna traccia, cominciai a pensare che forse sarebbe stato meglio tornare sotto la scrivania, finché non vidi davanti a me una figura, mi avvicinai pensando fosse la guardia, ma non fu così, era Freddy, la star del locale, l'orso animatronico, mi spaventò molto, e dallo spavento inciampai e caddi, ''è la fine, mi ucciderà'' questi erano i pensieri che mi passavano nella mente, mentre l'orso davanti a me era fermo immobile, per un attimo pensai che la storia che gli animatronic si muovono era solo una storia, ma non fu così, l'orso mi prese per il collo,e mi portò alla sala riparazioni, la c'erano anche Chica, la gallina cuoca, Bonnie, il coniglio musicista e Foxy, la volpe pirata. Continuai a chiamare mamma e papà, mentre Chica, Bonnie e Foxy mi tenevano fermi, Freddy si avvicino con in mano un braccio robotico, ero spaventato a morte, cosa ci voleva fare con quello, mentre si avvicinava notai dietro di lui un altro animatronic simile ad un coniglio verde, se così si poteva definire, era inattivo, e grondava di uno strano liquido rosso, in più aveva gli stessi occhi della guardia. Questo dettaglio fu sufficiente a chiarire ogni dubbio su cosa era successo alla guardia, e cosa stava succedendo anche a me. Continuai ad urlare i nomi dei miei genitori, mentre l'orso mi infilava il braccio robotico, faceva male, molto male, gli ingranaggi frantumavano la mia carne, sentivo la mia pelle dilaniarsi, e le mie ossa rompersi mentre il sangue sgorgava, urlai con tutta la voce che avevo in corpo mentre l'orso robotico mi infilava un altro braccio, ''BASTA'' urlavo, sperando che quei macchinari potessero ascoltarmi, ormai la mia ora era giunta, stavo per morire... se non fosse che suono una campana, gli animatronic si disattivarono e le porte si aprirono...






Apro gli occhi grondante di sudore, un altro di quei incubi, se così si potevano definire, o forse dovrei dire... memorie recondite, ognuna discordante e diversa dall'altra, guardo l'orologio, è già mezza notte passata, vado a spegnere la televisione, ma un annuncio mi sconvolge
<< siete fra i 14 ai 19 anni, volete un lavoretto estivo per poter raccogliere dei soldi, allora fate domanda per il posto di guardia notturna al Fazbear's pizza, dopo la chiusura in seguito ad ''alcuni incidenti'' avvenuti all'interno del Fazbear's family dinner, il Fazbear ha riaperto i battenti, perciò veniteci a trovare per il colloquio >>
benissimo, la mia opportunità per scoprire cosa mi è successo veramente, e perché è successo. Spengo il televisore, e vado in bagno a sciacquarmi la faccia... con le mie fredde e bianche mani animatroniche...

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Capitolo 2
*** Giorno 1 ***


5 Giugno  XXXX ore 6:30

Mi sveglio, devo andare a scuola e prepararmi. Ci sono ancora un paio di giorni alla fine della scuola, se non fosse per essa non mi sarei nemmeno svegliato, e poi...  oggi inizio il nuovo lavoro. Vado in bagno a farmi una doccia, malgrado il caldo aumento la temperatura dell'acqua, nel tentativo di rendere il bianco insano della mia pelle un colore più sano, finita la doccia mi vesto davanti allo specchio, e mi aggiusto i capelli neri, guardo il ragazzo allo specchio, lo fisso negli occhi marroni contornati da una pelle pallidissima e dei folti capelli neri, mi aggiusto il colletto della mia felpa blu e mi reco in cucina, dove trovo già a tavola ad aspettarmi i miei genitori e mio fratello, mia madre sta sorseggiando lentamente una tazza di tè leggendo un libro, mio fratello trangugia i cereali come se non ci fosse un domani, e mio padre inzuppa un biscotto nel caffè mentre viaggia su internet. Io prendo due fette di pane tostato, e me ne vado, ma prima che potessi farlo mia madre mi ferma
< Giuseppe, hai fatto i compiti ? >
< Sì mamma >
< Hai rifatto il letto ? >
< Sì >
< Aspetta, prima di andartene, riempi le bottiglie, la c'è il bidone, e la l'imbuto >
< Ma, sono in rit... >
< Niente ma, -mi interrompe mio padre- E' tuo compito riempirle >
< Ma devo... >
< Ancore risponde – dice incazzato – Quando io o tua madre ti diciamo qualcosa è legge, e adesso riempile >.




Dopo aver finito la mansione mi dirigo a scuola, ovviamente in ritardo, quindi entro in classe cercando di non farmi notare, ma la prof mi vede, e dice
< Visconti, sei arrivato in ritardo oggi, vedi di scusarti >
mentre dice questo alcuni ragazzi ridono, e penso anche di sapere di chi si tratta...
< scs.... > mugugno a bassa voce
<  Ad alta voce >
...le risate si fanno più forti...
< Scusi prof >  dico velocemente leggermente stizzito
< Visconti, parli bene >
...altre risate...
< SCUSI PROF >  urlo completamente stizzito
< Visconti, non usi questo tono con una professoressa, dopo le lezioni esigo che un suo genitore venga a parlarmi, e adesso torni subito al posto, ha già levato troppo tempo alla lezione >.
Vado al mio posto, in fondo all'aula, il ragazzo davanti a me si gira, e mi bisbiglia :
< Che perdente, ottimo lavoro Visconti > si mette a ridere insieme ai suoi amichetti, non lo sopporto, e dalla prima media che quel ragazzo, Jessie, continua a darmi fastidio,  ha 17, ripetente, il ragazzo più popolare della classe, ha un sacco di scagnozzi, come li chiamo io, che se solo glielo chiedesse bacerebbero i suoi piedi, fra questi c'è il suo miglior amico, Leopold, il cagnolino di Jessie, come tale è stupido quanto il padrone, sono arrivati alle superiori solo copiando, e per grazia divina. Continuano a darmi fastidio e tirarmi palline di carta per tutta la lezione, ciò non fa altro che infastidirmi. A ricreazione me ne vado nel luogo più isolato della scuola, mi metto le cuffie, mi alzo il cappuccio e comincio ad ascoltare musica, in quel luogo di solito non viene mai nessuno, un luogo perfetto per stare da solo e deprimersi fino alla fine della ricreazione, beh, di solito.
Ben presto dall'angolo spuntano delle facce mie conoscenti
< Ma guarda chi c'è, l'omino di latta, che ci fai qua ragazzo robot ? > chiede quel coglione di Jessie
< Zitto -dice il cane al padrone- non vedi che viene qui per potersi tagliare le caviglie ? > dice con un tono che mi infastidisce non poco, facendo ridere quel deficiente del suo padrone e i suoi amici
< Ahaha, hai ragione, non potendo tagliarsi i polsi provvede con le gambe > dice coprendomi le caviglie, e rivelando... alcuni... tagli, questo ovviamente alimenta le risate...
< E adesso smamma piccoletto, dobbiamo fumare, e qui non ci scopre nessuno, e se provi a dirlo a qualcuno > dice mostrandomi il pugno, io me ne frego, e me ne vado...
< AHAHA, scappa, scappa, coglione >
mentre me ne vado gli alzo il medio, vedo il suo viso incazzarsi, mi corre incontro urlando
< ADESSO TI FACCIO VEDERE IO PUTTANELLA >
mi da una testata, facendomi sanguinare il naso, allora io me ne vado in bagno tenendomi il naso, mi sciacquo eliminando ogni traccia di sangue, poi la campana suona, e torno in classe. Le ultime due ore passano molto lentamente, fra noiose lezioni, e scherzi di cattivo gusto, mia madre viene a prendermi, e come promesso, la professoressa inizia a parlarle male di me, ovviamente esagerando il tutto, e dicendo un sacco di cazzate, ovviamente provare a difendermi è inutile, perché ricevo un'occhiataccia sia da mia madre che dalla professoressa. In macchina mia madre continua la ramanzina, ovviamente urlandomi contro, minacciandomi, e punendomi, tutto quello che posso fare e guardare arrabbiato il finestrino mentre lei continua a sbraitarmi contro. Arrivato a casa ricevo un'altra ramanzina da mio padre. Il tempo che concludono e già sera inoltrata, faccio i compiti, e sono già le otto, non ho fame, quindi vado subito a letto, senza però cambiarmi i vestiti. Alle 23:30 mi sveglio, dalla camera dei miei non fuoriesce alcun rumore, come speravo, si erano addormentati, cammino piano per i corridoi della casa, ed esco dalla porta senza fare il minimo rumore, una volta uscito mi dirigo verso il locale, il Fazbear's pizza. Come immaginavo non era cambiato di molto, si era solo ampliato, adesso aveva più macchine e più sale. Mi avvicino alla porta col cuore in gola, sono spaventato, lo ammetto, ma devo farlo, devo scoprire, la verità...

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Capitolo 3
*** Notte 1 ricordi... ***


Il proprietario mi aveva già dato le chiavi, quindi appoggio la mano alla maniglia, ma non appena poso le mie dita sul pomello vedo con in un flash delle immagini, vedo me, mi vedo a sette anni, terrorizzato nel locale, vedo dietro di me una figura nera sorridere nell'oscurità del locale, e vedo gli animatronic spenti nelle loro postazioni. Poi la visione finisce, e mi ritrovo di nuovo davanti al locale, ingoio a vuoto prima di oltrepassare la notte e cominciare il turno. sono passati diversi anni da quando sono stato in questo luogo l'ultima volta, è molto diverso da allora, sfrutto il fatto che mi restano dieci minuti prima dell'inizio del turno, per fare un giro del nuovo locale. Rispetto al primo è stato ampliato, adesso conta ben 10 stanze principali, oltre a quella di sorveglianza vi è l'angolo dei premi, lo show stage, la cucina, la rimessa, il galeone di Foxy, due stanze per i giochi, la sala da pranzo e i bagni, oltre ad alcune stanze di manutenzione e sicurezza. Dopo essermi fatto un veloce giro del locale corro subito nella sala di sorveglianza, perché sta per scoccare la mezza notte, e so cosa succede a mezza notte.



Appena mi siedo sulla sedia prendo il tablet che, insieme al pc, mi permette di controllare il locale. Accendo il telefono della sala di sorveglianza che sta lampeggiando, segno che ci sono messaggi nella segreteria, ma appena lo accendo non si sente niente, dopo un po' iniziano ad uscire dei rumori disturbanti che scopro essere dei messaggi molto disturbati, sembrano risate e respiri sommessi, dopo una buona mezz'ora di sentire questi versi comincia a dolermi la testa, spegno subito il telefono e emetto un sospiro di sollievo, sento la mia testa più leggera, posso continuare il turno, prendo subito il tablet della sorveglianza, e vedo che il coniglio azzurro s'è allontanato dallo show stage e adesso si trova in cucina, iniziamo bene.
Anche la volpe rossa s'è mossa, adesso si trova davanti a me, nel corridoio, ma... non sembra affatto un robot, sembra quasi una... persona ? Non è questo il momento di pensare a cosa assomigliano quei robot, chiudo la saracinesca davanti a me, poi prendo di nuovo il tablet e controllo i condotti, c'è un bambino paffuto e una ragazza bionda che si stanno avvicinando, accendo le luci in un'altra stanza per poterli attirare li, poi continuo a controllare la cucina, dove c'è sempre il coniglio azzurro... oh, mi correggo, è una ragazza azzurra dalle orecchie di coniglio, sembra innocua ma... meglio non rischiare, quindi la spedisco altrove con lo stesso trucco usato con gli altri due, poi sposto la telecamera altrove, in una delle sale giochi, e... quel che ho davanti mi stupisce, o meglio mi lascia basito, e non riesco a capire il perché, oltre alle semplici attrazioni per i bambini scorgo a malapena una coda da gatta, e sento una dolce risata, ma a differenza dell'altra non mi crea disturbo, anzi, è come il cinguettio di mille usignoli, come mille campanelli che suonano in armonia, e meravigliosa, mi cattura al punto che mi accorgo di Foxy che è entrato nel mio ufficio solo dopo che ha iniziato ad urlare, le sue urla meccaniche sono dolorose, sento la testa scoppiarmi, mi porto le mani su quest'ultima e chiudo gli occhi infastidito, il dolore sale, e sale, al punto che svengo...




Ho di nuovo sette anni, sono nel locale, ma questa volta so cosa mi succederò, subito scappo verso la porta, provo ad aprirla, ma questa non si apre, la prendo a pugno mi ci dispero, dalle mie mani comincia a sgorgare sangue, ma la porta non si apre, continuo a struggermi urlando sulla porta fino a che non mi sento preso per il collo, presumo da un animatronic, non riesco a girare la testa per vedere, ma la presa è forte, ferrea, mi dimeno, piango, mi dispero, faccio di tutto per liberarmi dalla presa, ma niente, vengo di nuovo bloccato e mi vengono di nuovo impiantati gli arti animatronici, mi metto a piangere, ma dai miei occhi fuoriesce sangue, fa male, fa molto male. Il dolore mi riporta alla realtà, la volpe è scomparsa, e le luci sono spente, prendo il tablet e noto che anche quella dolce risata è scomparsa, non si trova da nessuna parte, noto inoltre che sono le 6 meno 10 e che tutti gli animatronic sono al loro posto... o così pare, nella camera di sorveglianza comincia ad espandersi il suono di una canzoncina infantile, ma con un tono molto spaventoso,  non mi piace  affatto, l'energia è finita, quindi non posso nemmeno chiudere le porte o le saracinesche, perciò decido di nascondermi sotto la scrivania, dopo poco la musica si ferma, e una ragazza magra, pallida, dai corti capelli corvini, e degli occhi viola ametista entra nella stanza, è vestita di nero, e mi inquieta non poco. Perlustra la stanza affannosamente, che sia un'animatronica pure lei ? Meglio stare all'erta. La ragazza si avvicina alla scrivania, e si piega per controllare, comincio a sudare freddo, fortuna che scoccano le sei, e lei si blocca. Con cautela esco dalla scrivania, e poi come un fulmine mi dirigo fuori dal locale. Corro veloce per le strade buie della città, devo fare presto, fra un'ora i miei si sarebbero svegliati, e non voglio immaginare la sceneggiata che mi farebbero se scoprissero che sono scappato di notte. Mi intrufolo in casa piano, riesco ad entrare dentro, ma poi per  sbaglio sbatto il mignolo contro un mobile, il rumore è sufficiente affinché mia madre, che ha il sonno leggero, si svegli, una volta sveglia mi urla:
< Giusé, che stai facendo ? >
< Niente ma, sto tornando dal bagno >
< E allora smetti di fare rumore >
< Va bene, torno a letto > .
Mi tranquillizzo solo una volta entrato nella mia stanza, mi spoglio e mi metto il pigiama, poi, seppur rimangono solo 30 minuti prima di svegliarmi torno sotto le coperte, così almeno se i miei si svegliano trovandomi a letto non capiranno, quindi provo a dormire fino a che la sveglia non suona...

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Capitolo 4
*** Giorno 2 ***


6:30, inizia la mia routine mattutina per apparire sano e calmo...
< Giuseppe, fai il té per favore > mi chiede mamma mentre mi vesto
< Giusé accendi la macchinetta del caffè > dice mio padre in dialetto, con un sospiro mi accingo  a fare quanto richiest...
< Peppe, puoi raccogliere i giocattoli ? > uff... che palle, e non sono nemmeno le 8, fortuna che sono preparato a queste direttive, faccio tutto in men che non si dica, e alle 7:30 ho già tutto pronto, quindi vado verso la porta e...
< Te ne vai di già ? > chiede mia madre
< Sì, vedi... voglio fare presto a scuola > in realtà voglio solo allontanarmi il più possibile
< Ah, va bene, quando torni ci sono un sacco di cose da fare... >
< Sì, va bene ciao ma >
< Ricordati di prendere il pane >
< Va bene >
< E... >
< CIAO ! > dico uscendo subito fuori. Cammino molto lentamente per strada, ho molto tempo d'altronde, la scuola inizia solo alle otto, e si trova a pochi chilometri da casa mia, sono ormai vicino a scuola, sono le otto meno un quarto, quando sento qualcuno chiamarmi da dietro
< VISCONTI ! > riconoscerei quella fastidiosa e stupida voce fra mille... una voce che mi fa impazzire di rabbia, sto zitto, e continuo a camminare...
< Che fai, non saluti ? > chiede lui avvicinandosi schiaffandomi la sua mano sul collo
< Questo non si fa... > dice Leopold scuotendo la testa in segno di disapprovazione
< Merita una punizione > dice un altro di quei bastardi
< Gia, ed è proprio quello che gli darò > dice Jessi cominciando a darmi pugni sullo stomaco mentre Leopold mi tiene fermo, ovviamente quei deficienti si mettono a ridere, io non parlo, non urlo, non strepito, sarebbe solo una vittoria per loro, mi dimostro indolente ai suoi pugni, finché una voce adulta  gli urla contro:
< EHI, VOI, SMETTETELA, LASCIATELO > è il signor Marshall, lo strizza cervelli della nostra scuola
< VEDETE DI ANDARE PRIMA CHE CHIAMI UN'AUTORITA' > dice accompagnato dal suono della campanella, unico suono che può fermarli dai loro intenti; così mentre quelle teste di cazzo entrano a scuola il signor Marshall mi chiede:
< Ragazzo, ti sei fatto male ? > che razza di domanda è, certo che mi sono fatto male, dei coglioni mi hanno pestato e non dovrei essermi fatto male ?
< N-no, non è niente >
< Mmmh... devo andare ora, vedi di passare dal mio ufficio qualche volta, magari potrò darti una mano >
< Certo > che no, quel tizio ha più problemi di tutta la scuola messa assieme, è stato in galera per pedofilia, e, anche se non sono più tanto giovane, non mi sento di passare dal suo ufficio. Lui entra a scuola, mentre la folla è completamente scomparsa, ora che non c'è più nessuno posso...
< Puh > sputare il sangue che avevo trattenuto in bocca, farlo davanti a Jessie e ai suoi sarebbe stata una vittoria per loro, mentre farlo davanti al signor Marshall mi avrebbe assicurato un posto in infermeria, dove sarei stato costretto a farmi controllare dall'infermiera e farmi prendere dai miei, quindi la scelta migliore era trattenere il tutto, d'altronde l'ho sempre fatto, entro in classe ricevendo un altro rimprovero dalla prof, con conseguenti ridacchi da parte delle teste di minchia, li fulmino con lo sguardo mentre prendo posto a sedere, inizia così un'altra lezione con quei deficienti che continuano a rompere, nella ricreazione mi accorgo che non ho preso la colazione, mi toccherà perciò scendere alle macchinette per prendere qualcosa (ed essere costretto a stare in mezzo alla gente), a meno che non voglia fare digiuno... considero le due opzione, ma un brontolio del mio stomaco mi dice che cosa fare, scendo al primo piano, dove vi sono le macchinette, prendo solo un caffè latte, poi mi dirigo di nuovo nel mio posto isolato, ah, vero, non è più tanto isolato; mentre penso ad un altro posto dove poter stare da solo sbatto per sbaglio contro un ragazzo della mia classe, rovesciandogli il mio caffè addosso, mi scuso con un veloce scusa per poi dileguarmi, mentre me ne vado lo sento parlare con i suoi amici
< Ma che coglione è quel ragazzo ? >
< Buh, per me ha problemi >
< E' lui un problema >
< Perché non s'ammazza >
non sono i primi ad inveire contro di me, ma... chi se ne frega, posso sopportare, come dico sempre:
''mai esporsi per mai ferirsi'' non mostro mai il vero me, perché so che la loro spietatezza potrebbe ferirmi veramente. Finalmente la campana suona, e quindi torno in classe per le ultime ore. Finita la scuola torno a casa, sbrigo le commissioni imposte  dai genitori, poi mi siedo tranquillo e comincio a scrivere al computer, mi piace scrivere, mi allontana dalla tristezza che altrimenti dovrebbe schiacciarmi. Ma appena mi siedo i miei continuano a tartassarmi di richieste, non posso stare seduto nemmeno un attimo. Finite le commissioni sono stanchissimo e sono solo le sette, perciò mangio e vado svelto a letto, mi aspetta un'altra giornata di lavoro, e devo essere sveglio e pimpante a meno che non voglia farmi ammazzare da quei marchingegni infernali...

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Capitolo 5
*** Notte 2 una gatta per amico... ***


Apro la porta del locale col cuore in gola, mi chiedo se mi ci abituerò mai a questo posto infernale, tuttavia... c'è qualcosa che mi spinge ad affrettarmi, e non è la voglia di riavere le mie memorie, no, è curiosità, sì, è così. Da quando ieri notte ho sentito quello scampanellio non mi sono dato pace nel cercare di capire cosa possa essere. Come al solito mi siedo alla mia postazione e comincio la nottata controllando le telecamere, la volpe vuole uscire dal suo covo, ma questa volta non mi faccio fregare come ieri notte, il trucco è controllarlo, Chica è alla porta destra, la chiudo con un tonfo secco, anche Bonnie si trova alla porta, quella di sinistra; chiudo anche quella, e dato che non posso fare di più mi metto a controllare le telecamere, magari... troverò di nuovo lo scampanellio. Nello show stage... intravedo delle orecchie da gatta, e sento una dolce risata timida, la risata è così bella che mi tiene stregato per un bel po', fino a ché non sento una leggera musichetta diffondersi nella sala... aspetta, non sarà mica...
< IIIIIIIIIIHHHHHHH > aaaah, la marionetta, il suo urlo meccanico mi fa sanguinare dal naso, mi duole la testa, e svengo di nuovo.


S-sono io quello ? Vedo, vedo me stesso, la mia pelle bianca è diventata grigio pallido, i miei occhi marroni sono neri, scuri, senza vita, sul volto c'è un espressione di odio puro, le mie mani ed i miei vestiti sono coperti di sangue rosso, ed in mano ho un grosso cacciavite pieno di sangue, d'un tratto l'espressione sul mio volto cambia, come quella di un predatore che va a caccia della sua preda, sento un pianto sommesso, in un angolino c'è una giovane ragazza che piange, anche sul suo volto c'è del sangue, riconosco la voce, è la risata, voglio dire, lei è la proprietaria della dolce risata scampanellante. Il flaschback si conclude con l'immagine di un coniglio animatronico grondante di sangue con un sorriso sul volto, compare solo per un attimo ma mi spaventa al punto di farmi rinvenire.



Sono le cinque, e sono sdraiato a terra del mio ufficio, le porte sono aperte e... io... sono ancora vivo ? Quelle macchine non mi hanno ucciso? Perché?
< Ehi stai bene? > dice la voce scampanellante porgendomi una mano
< Oh, sì, cioè scusa ma... chi sei? > dico facendomi aiutare ad alzarmi mentre mi massaggio la testa
< Oh, beh, io sono... un'amica > finalmente riesco ad alzare lo sguardo, è una ragazza dai capelli neri, acconciati a frangia sull'occhio destro, ha delle mesh rosa, degli occhi rosso rubino, ed un corpo da sballo, ha una coda e delle orecchie da gatta nera, è un animatronic, ma perché assomiglia così tanto ad un essere umano ?
< T-tu sei un... >
< Sono un'umantronica > una che ? < Vieni ti mostro gli altri, sembri simpatico, come ti chiami ? >
< Te l'ho chiesto prima io... > dico mentre mi trascina, ha una forza spaventosa, e dovrebbe spaventarmi anche lei, ma... non ho paura. ASPETTA, altri? Cosa intende per altri?
< Eccoci qua > dice portandomi nella show stage principale, sala che è piena di tutti gli animatronic < AAAAH, non uccidetemi ! > urlo a quei mostri
< Ucciderti? E perché dovremmo farlo? > Chiede una coniglietta azzurra.
< Voi, non volete uccidermi, non siete animatronic? >
< Noi siamo umantronic, c'è una bella differenza sai. In seguito ad un incidente avvenuto anni fa hanno apportato un upgrade a tutti gli animatronic, rendendoli per metà umani > risponde la gatta, allora è questo il motivo per cui ero ancora vivo
< Q-quindi non mi ucciderete? > dico ancora poco coinvinto
< Certo che no ragazzo > dice un ragazzo orso castano
< Peppe... >
< Cosa ? > chiede lui confuso
< Il nome, è Peppe, non ragazzo >
< Ah, piacere di conoscerti, io sono Freddy, e loro sono Chica, Bonnie, Foxy, Toy freddy, Toy bonnie, Toy chica, Mangle, Puppet, i fratelli Ballon Boy e Girl, Kathy, e la ragazza davanti a te, Alex > dice indicando tutti uno dopo l'altro, tutti sono cordiali, e nel tempo delle presentazioni non faccio caso all'ora, e noto che sono già le sette. Appena me ne accorgo torno subito a casa molto velocemente. Nel tragitto mi viene in mente quella ragazza, Alex, il suo sorriso, le sue risate, i suoi occhi, il modo in cui mi fa sentire... è strano ma bellissimo, l'adoro... che mi sia innamorato ?



ANGOLO DELL'AUTORE
Salve, scusate, vi rubo solo due minuti per due annunci.... il primo è che My chronicle potrebbe venir sospesa o spostarsi ad un altro giorno; a causa del corso di teatro che faccio il venerdì dalle 15:00 alle 19:00, e fra compiti ed altro non ho il tempo di scrivere, sorry.
Ed il secondo annuncio è che sto per raggiungere il centesimo capitolo pubblicato, e quindi... voglio fare qualcosa di mega speciale. Quindi consigliatemi cosa fare, challenge, interviste, balletti... qualsiasi cosa. Quindi vi ringrazio per aver letto, e alla prossima, Bye.

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Capitolo 6
*** Tempo dopo, una giornata tranquilla? ***


14 SETTEMBRE

Ah, l'ultimo giorno di vacanza, ne sono successe di cose quest'estate, sono stato felice, ogni sera andavo da Alex e gli altri, e passavo belle serate. I ricordi non sono più riaffiorati, ma... ormai non ha più importanza. Sono andato per recuperare il mio passato, ma... rimango per migliorare il mio futuro. La fine della scuola è andata bene. Dopo l'evento davanti alla scuola col signor Marshall Jesse ed i suoi hanno iniziato a tartassarmi meno spesso... o quanto meno non in pubblico; avevano paura di dover essere convocati da quel pedofilo. Finalmente i miei giorni avevano acquistato un senso, avevo qualcosa da aspettare con trepidazione, la mezza notte. E anche ora la sto aspettando entusiasta, mi trovo nell'ufficio infatti, mancano pochi minuti alla mezza notte, quindi decido di attivare la segreteria del telefono del locale, per sentire eventuali messaggi del proprietario...
< Ehi, ragazzo... ormai avrai capito come funziona il lavoro qui, quindi non ho più niente da insegnarti... ah, domani notte dovrebbero arrivare 5 nuove ragazzi che ti affiancheranno nel ruolo di guardia : Jessie, Leopold, Leroy, Shawn e... Kevin... >
C-C-C-COSA!?! Non ho sentito male, sono proprio loro, quei coglioni, della scuola, il solo sentire i loro nomi mi fa male alla testa, un dolore insopportabile, di quelli che mi venivano prima, agli inizi del lavoro, quando i ragazzi entravano nel mio ufficio e sentivo le loro urla metalliche; e come allora riaffiorano nella mia mente memorie passate, memorie sepolte, o modificate. La stanza dove mi sono state infilate le braccia animatroniche, le mie urla, il mio dolore, risate di piacere, di goduria, mentre sentivano il mio dolore...
< Peppe, sei già qui > come al solito è Alex a ridarmi lucidità.
< Oh, sì, eccomi > non posso mostrarle il mio dolore la farei solo preoccupare...
< Allora ti aspetto con gli altri allo show stage >
< V-va bene, dammi un attimo >mentre la ragazza gatta se ne va io mi asciugo il sudore, calmo il respiro e faccio un sospiro di sollievo...
< Cosa nascondi? > chiede un'altra ragazza gatto entrando dalla porta dietro di me, è Kathy, la sorella di Alex
< N-niente, cosa ti fa sembrare che nascondo qualcosa? >
< Sudi freddo,resti solo, sei pallido... più del solito, in più... la tua espressione mi sembra eloquente, nascondi del dolore, tuttavia resti in silenzio a subire senza dire niente a nessuno, affronti da solo il tuo dolore e fai in modo che gli altri non possano percepirlo per non farli preoccupare. Che cos'hai? >
< Niente, assolutamente niente, adesso, per favore Kathy, lasciami un po' solo > incredibile come quella ragazza riesca a scavarti dentro, è come se mi conoscesse da quando sono nato...
< Sarà... comunque vado, miao, cioè ciao >. Quando se ne va tiro un altro sospiro di sollievo. Poi mi dirigo allo show stage per incontrare anche gli altri.








Il giorno dopo a scuola Jessie ed i suoi rimangono a fissarmi e sghignazzare per tutto il tempo, chissà cosa hanno in mente per stasera... ma chi se ne frega, non ho paura di loro, ormai non mi feriscono più, spero solo che non facciano niente agli altri, soprattutto ad Alex. Io non riesco a pensare ad altro... in effetti c'è un'altra cosa che mi viene in mente da pensare ora... avevo intenzione di chiedere ad  Alex di mettersi con me stasera... è così che passo le prime tre ore. A ricreazione me ne vado nel mio posto isolato, ma ancora una volta vi trovo Jessie con i suoi cani, fortuna che se ne stanno andando, e non mi notano... o almeno cosi penso. Mentre infatti mi dirigo verso l'angolino vengo spinto da dietro, cadendo, subito dopo sento una risata, e capisco subito a chi appartiene. Prima di alzarmi aspetto che la risata si allontana. Quanto odio quel deficiente, i suoi amici, e queste sue fottute sigarette... aspetta, cos'ho qui davanti? Una sigaretta? Potrei consegnarla alla prof e farli mandare dal signor Marshall, oppure.... prendo la sigaretta fra due dita, la avvicino alla bocca, mentre con la mano accendo un accendino, ma prima che possa accendere il cilindro una risata mi fermi dal farlo, questa volta la riconosco, è la risata di Jessie, non si trova qui, ma... sento chiaramente la sua voce:
< Allora Leopold, che ne pensi? >
< Oh, Jessie, l'idea di accettare il lavoro è stata geniale, così potremo guadagnare soldi facili... >
< E potrò completare il lavoro che ho iniziato tanto tempo fa, ahahaha >
< Ahahaha >.
Cos'è questa storia, che cos'è questo lavoro di cui parla, s-sono... spaventato, oppure... arrabbiato.








INTANTO DA UN'ALTRA PARTE
< Pensi davvero che ci vada ogni notte? >
< Tutte le prove conducono a questo >
< E allora stanotte vedremo se esce, e in tal caso... >
< Domani prenderemo provvedimenti >






WAIT !

Salve lettori, sono Peppe, e vi annuncio che questo è il capitolo 99 di storie che pubblico, quindi sto cercando qualcosa da fare come speciale, e perciò chiedo il vostro consiglio, cosa preferireste, una storia comica? Una romantica? Una drammatica? Una collaborazione con voi? Un promo di storie future? QUALSIASI COSA, pure ballare un valzer con un orso (ma vi prego non dite questo). Quindi... aspetto i vostri consigli, alla prossima, Bye



                                                                                                    -Peppe, the next is 100

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Capitolo 7
*** Vittoria o sconfitta? ***


Rotta....
I miei piedi si muovono da soli...
Rotta...
Cosa sono quelle risate?
Rotta...
Oggi tutto finirà...
Rotta...
Qualcuno morirà...
Rotta...
Non soffrirò più...
La mia coscienza è...
I peccatori pagheranno, non sopravviveranno
ROTTA !



Uh, cosa? Sono... al locale, la giornata... sembra essere volata, non mi sono accorto di essere arrivato al locale, ricordo solo... le risate, quelle odiose risate mi hanno assillato per tutto il giorno, il solo pensiero mi porta una rabbia incontenibile. Prendo un bel respiro e... entro nel locale ancora vuoto, non c'è anima viva, ne i miei amici, ne quei... FIGLI DI PUTTANA. Solo dopo mezz'ora dall'inizio della serata, lo so perché sento le loro fastidiosissime risate idiote, sono indeciso se chiudere la porta dell'ufficio... oppure chiudergliela in faccia, ma purtroppo prima che io possa decidermi sento un pugno nello stomaco, un pizzicore alla spalla, e poi i miei sensi si fanno deboli, riesco a malapena a vedere e sentire:
< Penseremo dopo a *********** e lui so****** così non ci sarà più nessuno che saprà di ***** >
e poi il vuoto...




Un altro ricordo, riesco a vedere me, sul tavolo operatorio dove mi hanno messo... queste braccia. Gli animatronic stanno... cercando di liberarmi, anche la guardia li sta aiutando, vedo avvicinarsi alla guardia un ragazzo dal sorriso macabro...
< Papà che stai facendo? >
< Non lo vedi, qualche animatronic rotto ha bloccato questo povero bambino sul tavolo, vammi a prendere qualcosa per aiutarmi, così lo libero... >
il bambino se ne va per un po', e quando ritorna porta una grossa chiave inglese, chiave che usa per colpire la guardia in testa. Dopodiché la vista si oscura di nuovo, e quando posso di nuovo vedere vedo la guardia, con un costume animatronico, tutto il suo corpo grondante di sangue è coperto dal costume, fatta eccezione per la testa; il viso della guardia, coperto di sangue e sudore è contratto in un intensa smorfia di dolore. Mentre il ragazzo sta per infilargli la testa del costume, canticchia una macabra canzoncina, poi, un attimo prima di infilargli la testa ed ucciderlo si ferma, e dice:
< Non dovevi fermare i miei esperimenti, questa è la fine che ti meriti, ed è la stessa fine che farà quel bambino, povero stupido, è svenuto non appena gli ho infilato le braccia, ma non tarderò a finire il lavoro, ma... penso che prima mi divertirò a farlo soffrire. Ma prima, ADDIO PAPA' >
< Un... gi... orno...le tue... a....zi...oni... ver...anno... pu...nite... JESSIE >
dice l'uomo un attimo prima di morire per mano del ragazzo... aspetta! Ha detto che il ragazzo era Jessie?!



Con la violenza di un elastico che schiocca una volta tornato al suo posto, anche io torno in me. Mi sveglio di nuovo sopra quel tavolino, in una stanza vuota, la situazione è la stessa, ma... QUESTA VOLTA SARA' LUI A SOFFRIRE. Con uno sforzo minimo riesco a liberarmi dalle cinghie che mi bloccano al tavolo, merito dei miei arti animatronici... per tutta la vita li ho considerati un peso, un intralcio, un fardello... solo ora mi rendo conto... CHE SARANNO LORO A DONARMI LA VENDETTA CHE DESIDERO. Sento dei passi pesanti ed un tremolio, c'è qualcuno, ed a giudicare dal tremolio ha paura degli animatronic... MA C'E' QUALCOSA MOLTO PEGGIORE DI CUI AVER PAURA, prendo un cacciavite posato sopra una cassa degli attrezzi, poi con passo felpato mi avvicino al ragazzo spaventato, tiene una torcia in mano, la tremolante luce emanata dalla torcia offre una scarsa quantità di luce, ma non mi interessa, non ho bisogno dell'illuminazione di uno stadio per attuare la mia vendetta. Veloce come un lampo infilo la punta dell'attrezzo del ginocchio della mia ignara vittima, impedendogli di scappare, poi gli tappo la bocca con la mano per evitare che possa allertare gli altri, estraggo il cacciavite dal ginocchio, poi glielo infilzo nello stomaco una, due, tre, tante volte, il sangue sgorga dalle sue ferite, uno spettacolo magnifico, pendo la sua mano, e gli stacco le dita a morsi, poi le ficco tutte nella sua gola soffocandolo, ma non gli concederò una morte così... indolore, manca qualcosa... un attimo prima che possa morire soffocato io gli infilo il cacciavite della gola, sgozzandolo. Fuori uno, ne mancano 4...





                                                                             
(terza persona)
< Alex, hai già detto a Peppe quella cosa? > chiede Kathy alla sorella
< No, a dire il vero... dovevo dirglielo oggi > dice Alex sistemando le ultime cose in valigia
< Allora sbrigati, la notte non dura in eterno, e domani dovremo già essere al nuovo locale >
< Va bene, vado subito a dirglielo... > dice chiudendo la valigia prima di dirigersi verso l'ufficio di sicurezza.
< Spero solo che tutto vada bene...  quel ragazzo, il suo sguardo, è pieno di dolore, spero solo che insieme a mia sorella > dice la gatta bionda facendo un sospiro.
Nel frattempo Alex ha raggiunto l'ufficio delle guardie, ma al posto di Peppe c'è un altro ragazzo, sembra proprio che di Peppe non ci sia traccia, o almeno così sembra, infatti la presenza di Peppe c'è, infatti è sullo schermo delle telecamere di sorveglianza mentre lo si vede con un cacciavite sventrare un ragazzo, i suoi occhi sono vuoti, sul suo viso c'è un sorriso sadico, l'ombra di quello che è il ragazzo conosciuto dalla gatta. Alex non può credere ai suoi piangenti occhi rubino, quello che vede è proprio Peppe mentre uccide a sangue freddo un ragazzo, deve fare qualcosa, deve evitare il massacro.





(Peppe)
E anche Leopold è sistemato, l'ultimo rimasto è Jessie, oh guarda, la telecamera mi sta puntando, Jessie sa della mia presenza, OTTIMO, i suoi ultimi minuti saranno pieni della paura che ha inflitto me quel giorno, ma io non farò l'errore di lasciarlo vivo. Prima di andare conficco il cacciavite del cranio ormai aperto di Leopold, Jessie voglio ucciderlo con queste mie mani, le stesse che lui ha incostumato, mi godrò ogni minuto della sua morte. Mi dirigo verso la camera di sorveglianza, ma davanti ad essa noto il corpo di un umantronica, un gatta nera... ALEX! Tende le mani a mo di blocco, mi avvicino piano...
< Non ti avvicinare, non ti permetterò di fargli del male >
< Levati... >
< NO! Peppe, perché fai questo? >
< Levati... >
< Peppe tu, io... non posso permettertelo, non voglio che tu ti rovini, perché... perché io... >

 dice avvicinandosi, poi mi dà un forte bacio in bocca, un bacio molto ricambiato, quante volte ho desiderato questo bacio, quante volte l'ho sognato, mi avvicino al suo orecchio, e...
< Alex, per favore... lasciami entrare >
< Cosa ?! Vuoi ancora ucciderlo, non te lo permetterò, dovrai scavalcare il mio cadavere per passare, ti prego Peppe, non... >
< LEVATI ! >

dico molto incazzato, ormai la vendetta copre i miei occhi, il mio cuore, le mie mani; mani che non mi faccio scrupoli ad usare per spingere Alex via, la forza con cui lo faccio però è troppa, quindi la scaravento contro il muro. Lei non si è fatta niente, ovviamente, almeno il suo corpo non si è fatto niente...
< quindi... sigh... è così... sigh. L'odio ti accecato al punto da non riconoscere nemmeno gli amici... ADDIO Giuseppe Visconti >
< Vattene >

dico senza espressione, la mia mente è piena d'odio, non ho altro in mente, nemmeno il suono delle lacrime di Alex che cadono mentre scappa via riesce a scalfirmi.



Mi trovo davanti alla porta chiusa dell'ufficio...
< Toh guarda, il coniglio si è rifugiato. MA NEMMENO UNA PORTA PUO' FERMARE LA MIA VENDETTA > con un mio pugno animatronico abbatto la porta con un colpo, e trovo l'idiota rannicchiato sotto al tavolo...
< N-non ti avvicinare, o per te saranno guai > dice il bullo, ma il suo corpo tradisce tutta la sua paura, vederlo spaventato è una goduria, lentamente mi avvicino a lui, che come un lampo balza in piedi...
< L-l'hai voluta tu >
carica verso di me, dandomi una testata allo stomaco, spera davvero di salvarsi in questo modo?
Lo prendo per le orecchie, poi lo sbatto per terra, lui tenta di scappare trascinandosi per terra, ma una volta sotto la porta io la chiudo, tranciandolo a metà, poi riapro la porta e vedo Jessie tossire sangue, mi avvicino alla sua parte ancora viva, e gli sussurro:
< Vedi Jessie, nel momento stesso in cui mi hai lasciato vivo... HAI FIRMATO LA TUA CONDANNA >
il ragazzo prova a difendersi con un coltellino, ma io lo disarmo e comincio a colpirlo in testa, finché quest'ultima non si spappola, a furia di colpire le giunture delle braccia animatroniche hanno ceduto, adesso le mie braccia sono di nuovo libere, riesco a sentire l'aria fresca sui miei polsi, è una sensazione... bellissima. Finalmente la mia vendetta è conclusa, finalmente potrò essere tranquillo. Ma... a quale prezzo? Ho perso gli unici amici che avevo sono rimasto solo... ho... perso....
< AAAAALLLLEEEEXXXX ! >



EPILOGO

Pulendo la stanza dal sangue continuo a pensare a tutto ciò che ho perso, ne valeva veramente la pena... ormai non posso più farci niente, nel locale non c'è anima viva apparte la mia, tutti i miei amici... loro non ci sono, non li vedrò più. Seppur ho avuto la mia vendetta... ho perso tutto ciò che mi rendeva felice. Che strana ironia della sorte. Pulendo trovo il coltello che voleva usare Jessie, vederlo mi fa venire in mente una cosa... che senso ha vivere senza Alex, senza felicità... una vita infelice non merita di essere vissuta. Prendo il coltello fra le mie mani, lo stringo forte puntandomelo al petto e...
< Alex... mi dispiace... ti auguro una splendida vita, addio. >
ma prima che possa infilarmelo nel petto una mano mi ferma, una mano morbida, una mano dolce, calda, bianca e candida come la neve
< Tu non morirai oggi... >
< Ma tu sei... >


                                                        continua con lost myself, lost it all

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