I don't want

di ARed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Denali Club ***
Capitolo 3: *** Passato ***
Capitolo 4: *** Incontri ***
Capitolo 5: *** Piacere, io sono Daniel Edward Swan ***
Capitolo 6: *** Buon compleanno Bella ***
Capitolo 7: *** Papà ***
Capitolo 8: *** Dolore ***
Capitolo 9: *** Esme ***
Capitolo 10: *** Dieci anni ***
Capitolo 11: *** Visite da Forks ***
Capitolo 12: *** Chiarimenti ***
Capitolo 13: *** Si, yes, oui ***
Capitolo 14: *** Benvenuta nel mio regno ***
Capitolo 15: *** Forks ***
Capitolo 16: *** Perfetto ***
Capitolo 17: *** Per sempre ***
Capitolo 18: *** Noi ***



Capitolo 1
*** Una nuova vita ***


Capitolo 1 Bella

UNA NUOVA VITA
MERCOLEDÌ 2 SETTEMBRE 2015

Una nuova vita ci aspettava a Seattle, lasciare Chicago era stato difficile; era li che avevo vissuto negli ultimi otto anni, assieme a mia nonna Marie, prima che venisse a mancare a luglio. A Seattle ero stata assunta come maestra alla scuola elementare, a giugno mi ero laureata in lettere, esaudendo, così, l’ultimo desiderio di mia nonna; almeno uno degli ultimi.  
Il viaggio da Chicago a Seattle fu lungo Daniel non facevo altro che chiedermi quando saremmo arrivati, povero il mio cucciolo aveva ragione, avevamo percorso oltre 3000 km in tre giorni.
<< Mamma siamo arrivati? Quanto manca?>>, come detto.
<< Poco, manca poco>>, l’ho rassicurai, stando al navigatore mancavano solo 200 km, che messi in confronto con quelli già fatti erano un nonnulla.
<< Zia Rose è già li?>>, Rose è la mia migliore amica, la mia ancora di salvezza, dopo mia nonna. Daniel la considera come una zia, ed io non potrei esserne più felice.
<< Si tesoro, zia Rose è già li da una settimana, ci aspetta nella nostra nuova casa>>, la nonna di Rose, la signora Emily Hale, le ha lasciato la casa dopo che ha deciso di trasferirsi in una casa di riposo. 
<< Davvero avrò una stanza tutta per me?>>, mi chiese il mio bambino a Chicago dormiva nella mia stessa camera, sarà difficile non poterlo più coccolare per tutta la notte, ma sta crescendo dovrò farmene una ragione.
<< Si, tesoro>>, gli risposi.
<< E la scuola è bella davvero?>>, la sua più grande preoccupazione era il non essere accettato, a Chicago veniva sempre preso di mira dai bambini che gli chiedevano dove fosse suo padre. La risposta? Beh, non ce l’ha. Ma di questo non ne voglio più parlare.
<< Si, tesoro>>, dissi concentrata sulla strada.
<< Potrò mangiare la cioccolata tutti i giorni?>>, ed ecco che lui ne approfitta, anche suo padre faceva così..
<< No, tesoro>>, fregato tesoro! Lui sbuffò ed io alzai il volume della radio, su cui trasmettevano "On top of the world", dei Imagine Dragons. Io e il mio bambino cominciammo a cantare a squarcia gola, beh nessuno dei due era intonato.
Verso mezzo giorno raggiungemmo casa Hale, grazie alle indicazioni di del GPS, o come lo chiamava Dan; Mrs Cohen.  
Neanche il tempo di spegnere il motore della macchina che Dan scese per andare incontro a Rose che lo accolse stringendolo forte tra le sue braccia. 
<< Zia Rose!!>>, urlò Daniel. 
<< Daniel!>>, disse lei stringendolo ancora più forte.
Con un colpo di tosse feci notare anche la mia presenza.
<< Ci sarei anche io!>>, e solo in quel momento Rose si accorse di me.
<< Bella!>>, prese Dan in braccio ed abbracciò anche me. 
<< Rosalie che bello vederti!>>.
Quando sciogliemmo l’abbraccio mi fermai ad osservare la casa, era una piccola villetta bianca a due piani, davanti aveva un piccolo giardinetto segnato da un piccolo viale che portava al portico.
<< Com'è andato il viaggio?>>, chiese Rose.
<< Tutto bene>>, risposi prendendo la borsa dalla macchina.
<< E tu piccolo ometto hai tenuto compagnia alla mamma o hai giocato per tutto il tempo con la PSP?>>, che domande, è ovvio che abbia giocato tutto il tempo con quell’aggeggio. 
<< Sono il miglior compagno di viaggio che possa esistere>>, ribatté lui.
<< Bravo il mio ometto!>>, gli disse scompigliandoli i capelli, cosa che odiava, come suo padre.. 
<< Scusate se vi interrompo, ma io avrei bisogno di una lunga doccia!>>, ero stanca e non volevo più pensare a lui.
<< In effetti..>>, sempre più simpatica la mia amica.
Entrammo in casa e rimasi a bocca aperta era davvero molto carina, Mrs Hale aveva davvero gusto e classe. 
<< Benvenuti a casa!>>, ci accolse Rosalie.
<< È bellissima..>>, mi complimentai.
<< Nonna ha gusto, pensa che è stata lei stessa ad arredare la sua camera alla casa di riposo!>>, la cosa non mi sorprese conoscendo Rose, aveva preso da sua nonna. 
<< Tipico suo!>>, Rose scoppiò a ridere ed io con lei, fu Daniel ad interromperci.
<< Dov'è la mia camera?>>, chiese a sua zia.
<< Sali le scale, la prima porta a destra piccolino>>, Daniel fece un sorriso a trentadue denti e salì le scale, << Sono grande ora zia!>>, rispose il mio ometto in cima alle scale.
Rose si voltò verso di me sorridendomi, << Ti ho trovato un lavoro!>>.
<< Comincio ad insegnare lunedì, lo so!>>, risposi ovvia.
<< Questo si, ma per quante ore la giorno sarai a scuola?>>, ecco mi aveva messo in confusione.
<< Quattro ore al mattino>> 
<< Perfetto!>>, era entusiasta della mia risposta.
<< Rose non ti seguo..>>
<< Volevi qualcosa per arrotondare e il Bar, dove lavoravo quando frequentavo l'università qui a Seattle, cerca una cameriera per il pomeriggio>>, non potevo crederci, gli avevo accennato che avrei cercato un secondo lavoro, ma non pensavo..
<< Davvero?>>, domandai incredula.
<< Rosalie Hale non scherza mai!>>, disse con aria fiera ed io l’abbracciai di slancio.
<< Grazie, grazie, grazie!!>>
<< Così mi soffochi Bella!>>, la lasciai andare ma continuai a stringerle le mani tra le mie.
<< Quando posso cominciare?>>
<< Domani pomeriggio, fai una prova, ma sono sicura che la signora Denali ti assumerà!>>
<< Con tutti i miei anni d'esperienza>>, non avrei fatto fatica, a Chicago per mantenere me e mio figlio avevo lavorato come cameriera in diversi bar e ristornanti. 
<< Sicuro! E Daniel lo portiamo dalla mia vicina, che ha un figlio della sua stessa età, che non vede l'ora di conoscerlo>>
<< Non è troppo disturbo, neanche la conosco..>>, odiavo lasciare Daniel da solo.
<< Non ti preoccupare, io e lei ci conosciamo da una vita, è la nipote della migliore amica di mia nonna, si chiama Jessica>>, mi rassicurò.
<< Allora mi fido!>>
<< Sei sempre la solita!>>, mi prese in giro.
<< Mamma! Mamma è bellissima!>>, sentì urlare Dan di gioia.
<< Mi sembrava strano che ancora non avesse detto nulla!>>, dissi a Rose.
<< Andiamo su!>>, mi invitò Rose prima di salire le scale.
La camera di Daniel era stupenda, le pareti erano di un celeste sfumato, vi erano appesi dei poster dei Lakers, la squadra preferita di Daniel, il letto era bianco, al centro del quale c’erano dei cuscini a forma di palla da basket.
<< Rose cosa hai combinato?>>    
<< Io?! Nulla!>>, rispose tranquilla.
<< Mamma è bellissima!>>, Daniel era sempre più euforico.
<< Si amore, Rose non dovevi, e poi avremmo messo a posto le sue cose più tardi>>, la settimana prima avevo spedito tutte le nostre, poche, cose. Per Daniel pensavo di comprare una cameretta dopo aver preso il primo stipendio da insegnante. 
<< Shh Bella, è stato un piacere, e poi non ho fatto tutto da sola..>>, cosa mi nascondeva? In che senso non aveva fatto tutto da sola?
<< Cosa mi nascondi Hale?>>    
<< A suo tempo Isabella!>>, al sentire il mio nome al completo Dan scoppiò a ridere contagiando anche noi due.
Passai l’intero pomeriggio a disfare le valige e mettere tutto nel mio armadio, dopo otto anni potevo dire di averne uno tutto mio, anche se condividerlo con mio figlio non mi dispiaceva.
Daniel crollò appena mise la testa sul cuscino, il viaggio lo aveva stremato, Rose ed io ci accomodammo in salotto con una tazza di tè fumante.
<< Rose davvero non so come ringraziarti..>>, la casa, la camera per Daniel aveva davvero fatto molto per noi.        
<< Non devi, sei la mia migliore amica e la mamma del mio nipotino>>, adorava Daniel.
<< Non so cosa avrei fatto senza di te in questi anni>>, oltre a nonna Marie avevo solo lei. 
<< Bella tu, Daniel e la nonna siete la mia famiglia da quando Jasper si è trasferito a New York>>, i genitori di Rose erano morti in un incidente stradale quando lei e suo fratello erano adolescenti, nonna Emily gli aveva cresciuti. 
<< E tu la nostra da quando nonna non c'è più>>, i miei genitori invece.. ricordare fa male, quindi evitiamo.
Rose mi abbracciò ed io ricambiai con tutto l’affetto che avevo e che ho per lei, lei non se ne rendeva conto, ma era davvero tutto quello che avevo assieme a Daniel. 
<< La casa è davvero grande e perfetta, ma appena metto qualcosa da parte mi trovo un appartamento per me e Daniel>>, non potevo approfittare per troppo tempo della sua ospitalità.
<< No!>>
<< Rose..>>, cercai di parlare ma mi fermò.
<< No Bella, voi state qui. Solo se ti sposi potrai andartene, forse!>>, bella questa, io con gli uomini avevo chiuso, l’unico uomo della mia vita era mio figlio.
<< Allora starò qui a vita!    >>
<< Per me non è un problema!>>
<< Scema!>>, lei era così, quando decideva di aiutare qualcuno ci metteva tutta se stessa, ed anche per questo io l’adoravo. 
Verso le dieci decisi di andare a dormire anch’io, avevo bisogno di dieci lunghe ore di sonno, dovevo riprendere le energie. Prima però entrai camera di Daniel per vedere se dormiva, era la prima volta che dormivamo separati nella stessa casa. 
<< Amore sei ancora sveglio?>>, chiesi a bassa voce.
<< Si, mamma>>, farfugliò voltandosi verso di me.
<< Come mai non dormi?>>, domandai sedendomi sul suo letto.
<< Mi devo abituare alla nuova cameretta>>, il mio cucciolo, doveva abituarsi a tante novità.
<< Qui ti piacerà!>>, lo rassicurai, sarebbe stato un nuovo inizio per entrambi.
<< Si, lo penso anche io!>>, disse trattenendo uno sbadiglio.
<< Ora dormi>>
<< Notte mamma..>>, era così dolce il mio ometto.
<< Buonanotte vita mia!>>, gli dissi prima di lasciare la stanza e posargli un bacio sulla fronte.
Poco dopo andai a letto anch’io, stanca ma felice.

Eccomi qui con una nuova storia, non vi preoccupate Illusione continuerà ad essere aggionata.
Recensite ditemi se vi piace (o se non vi piace), a presto..
Un bacio AlmaRed


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Capitolo 2
*** Denali Club ***


Capitolo 2 Bella

DENALI CLUB
GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015


Io, Dan e Rose avevamo passato la mattinata a mettere a posto, vestiti,libri, fotografie e tutto ciò che avevamo portato da Chicago, tutti i ricordi dell’infanzia di Dan. I miei? Beh, se c’erano ancora, erano a Forks, o se no in qualche discarica dello Stato di Washington.
Quel pomeriggio sarei andata a fare la prova al bar, dove lavorava Rose quando andava all’università ed avrei lasciato Daniel alla vicina di casa, la cosa mi preoccupava.
<< Mamma, se io non gli piaccio>>, mi chiese Dan sul viale di casa, spesso a Chicago lo prendevano in giro per il fatto che non avesse un padre, aveva sempre paura di conoscere persone nuove.
<< Tesoro Ben non vede l’ora di conoscerti, credimi>>, lo rassicurò Rose. 
<< Va bene zia, andiamo>>, la adorava, di lei si fidava ciecamente.
<< Bravo il mio ometto! Sicuro, Rose, che non disturbiamo?>>, dopotutto io non la conoscevo, la mia ansia era giustificabile.  
<< Andiamo polente!>>, ci disse Rose attraversando la strada e raggiungendo la villetta di fronte alla nostra
<< Busso io!>>, annunciò Daniel mettendosi davanti a noi due con fare cavalleresco, adoravo quel suo lato del carattere.
<< A te l’onore!>>, prese un bel respiro e diedi due bei colpi alla porta bianca, pochi secondi dopo una ragazza mora aprì, doveva essere Jessica.
<< Tu devi essere il piccolo Daniel>>, disse con tono amorevole al mio bambino.
<< Si, sono io!>>, affermò Dan.
<< Piacere Daniel io sono Jessica e lui è Benjamin>>, si presentò Jessica indicandogli anche suo figlio, un bambino della stessa età di Dan, biondo e con un viso angelico.
<< Puoi chiamarmi Ben!>>, disse allungando la mano a Dan, che prontamente strinse, facendomi sorridere orgogliosa di quei due piccoli uomini.
<< Tu devi essere Isabella>>, disse rivolgendomi un sorriso.
<< Si e tu Jessica>>, le strinsi la mano e lei ricambiò, sembrava una persona di cui ci si potesse fidare, anche se la conosceva da pochi minuti, l’ansia cominciò a sparire.
<< Non so davvero come ringraziarti>>
<< Non mi devi ringraziare sono contenta che Ben abbia trovato un compagno di giochi. Sono tutti in la con l’età, qui!>>, era vero Rose mi aveva detto che era una zona old.
<< Per le sei veniamo a prenderlo, ora la porto al lavoro!>>, intervenne Rose.
<< Per me può restare quanto vuole, non è un problema>>, disse sorridendo lanciando un’occhiata amorevole ai due che chiacchieravano per i fati loro all’interno della casa. 
<< Allora ci vediamo più tardi e grazie ancora!>>, la ringraziai mentre lei rientrava dentro in casa.
<< A più tardi!>>, ci salutò. Io e Rose salimmo sulla sua macchina e un dieci minuti dopo raggiungemmo il bar.
Appena scesi mi ritrovai davanti ad uno di quei palazzi di lusso; << Tu questo lo definisci un bar?!>>, chiesi a Rose scandalizzata.
<< Quando ci lavoravo io era un po’ meno lussuoso>>, disse con una faccia da “io non so nulla”.
<< Si certo!>>, e chi le credeva? Io ero abituata a lavorare in bar dove ci andava la gente comuni, quello era sicuramente frequentato da gente ricca, colta, dall’alta società di Seattle, non andava bene per me.
<< Coraggio entriamo!>>, mi incoraggiò Rose prendendomi a braccetto e entrando nel bar, che come presumevo urlava lusso da ogni parte, probabilmente uno di quei tavoli di legno scuro, costava più di un anno del mio stipendio da insegnante. 
<< Rosalie!>>, ci venne incontro una donna dalla carnagione olivastra e dai lunghi e folti capelli corvini, che abbracciò con affetto Rose.
<< Carmen, che bello rivederti!>>, ricambiò la mia amica.
<< Anche per me tesoro. Questa bella signorina chi è?>>, puntando i suoi occhi neri a me.
<< È Isabella, la ragazza di cui ti parlavo qualche giorno fa>>, mi presento Rose.
<< Che bel nome, piacere sono Carmen Denali>>, disse allungandomi la sua mano ben curata, ora che la osservavo bene non sembrava la proprietaria di quel lussuoso bar, sembrava una persona semplice e non una di quelle altezzose che di solito frequentano quei posti.
<< Piacere mio, Isabella Swan, ma può chiamarmi semplicemente Bella>>, odiavo il mio nome completo, solo tre persone mi chiamavano così, persone che per me erano.. non dovevano essere ricordate, ecco.
<< Allora Bella, tu mi dai del tu e mi chiami semplicemente Carmen>>, disse con tono dolce regalandomi un sorriso.
<< Va bene Carmen>>, le sorrisi a mia volta
<< Ora che avete fatto conoscenza io scappo in ospedale. Bella sono qui per un quarto alle sei, ho solo poco visite questo pomeriggio, a dopo>>. Disse Rose avviandosi all’uscita.
<< Buon lavoro!>>, le augurai
<< Vieni Bella ti faccio fare un giro del locale>>, Carmen mi prese a braccetto e mi fece fare il giro del prestigioso Club Denali.
<< È tutto molto bello ed elegante, davvero>>, mi complimentai con Carmen, era un bel posto per chi amava quel determinato ambiente.
<< Grazie, ti presento mia figlia Kate>>, disse quando raggiungemmo il bancone in marmo. Kate era davvero una bella ragazza, non aveva nulla della madre, era bionda e dalla carnagione chiara, sembrava che non avesse mai visto il sole in vita sua.
<< Piacere Isabella>>, mi presentai, stringendole la mano.
<< Piacere Kate>>, ricambiò.
<< Il compito di Kate è quello di preparare le ordinazioni, il tuo sarà quello di prendere gli ordini, portargli a Kate e poi servire quello che ti hanno chiesto>>, mi spiego Carmen, con molta calma e professionalità. Aveva un fare molto materno.
<< Posso fare tutto ciò che vuoi davvero, se devo pulire o riordinare a fine turno lo faccio>>, ero abituata a svolgere più di una mansione alla volta.
<< Di questo non ti preoccupare, ci sono le ragazze addette alle pulizie. Tu devi fare solo quello che ti ho detto. Rosalie mi ha detto che hai lavorato molto come cameriera e per questo che ti ho assunta ancora prima di vederti!>>, mi rassicurò, avrei fatto una statua alla mia migliore amica.
<< Davvero non so come ringraziarti Carmen>>, ed anche a lei.
<< Cominciando a lavorare, mettiti questo grembiule per oggi, domani ti porto la divisa. Tra cinque minuti si apre.
Mi misi il grembiule nero, e poco dopo Carmen aprì il locale, un filo di agitazione mi colpì.
<< Pronta alla giungla?>>, mi sussurrò Kate facendomi sorridere.
<< Pronta!>>, risposi come un lottatore che sale sul ring.
Il pomeriggio passò in fretta, mi ero sbagliata sul tipo di clienti del locale, c’era molta gente comune, oltre ad avvocati e uomini d’affari. Con Kate mi trovavo benissimo, Carmen ogni tre per due mi si avvicinava chiedendomi se avevo bisogno di qualcosa e se andasse tutto bene, era piacevole stare li.
Puntuale come un orologio svizzero alle 5:45 pm, Rosalie arrivò. 
<< Eccomi, allora come è andata?>>, chiese sedendosi al bancone. 
<< Ciao Rose, è andata benissimo, a te?>>, le risposi entusiasta.
<< Bene.. Allora Carmen com’è questa ragazza?>>, chiese con tono da ispettore, facendo ridere Kate e me.
<< Se non fosse un’insegnante che lavora al mattino la assumerei per tutto il giorno, e se non fosse illegale la rinchiuderei qui!>>, mi mise in imbarazzo Carmen, avevo semplicemente svolto il mio lavoro, nulla più. 
<< Fossi in te avrei paura Bella!>>, mi prese in giro Kate e tutte cominciammo a ridere di nuovo.
Rosalie si alzò ed io mi tolsi il grembiule posandolo nel cassetto che mi aveva indicato Kate, sotto il bancone.
<< Noi andiamo!>>, disse Rose prendendo la borsa.
<< Si, a domani, e grazie Carmen e Kate di tutto>>, dissi sincera.
<< A domani, buona serata>>, ci salutò Carmen prima di rispondere al telefono che squillava.
<< A domani, è bello lavorare con te>>, disse Kate salutandomi con la mano.
<< Altrettanto, buona serata!  
Io e Rose uscimmo dal locale e salimmo sulla su auto, che era parcheggiata a pochi metri dall’entrata.
<< Mi piace Carmen ed anche Kate, sono state molto gentili con me>>, le dissi mente lei percorreva le strade di Seattle.     
<< Hai ragione sono stupende, le hai detto di Daniel?>>, no che non l’avevo fatto!
<< No! Sai quante volte m hanno licenziato dopo che dicevo loro che avevo un figlio>>, per molti avere un figlio a carico era un grosso problema, e non ci mettevano molto a licenziarmi, con la più banale delle scuse: siamo in troppi, i clienti non sono soddisfatti, ecc.. 
<< Loro lo sanno..>>, cosa?
<< Rosalie! Ora mi cacceranno!>>, addio bel lavoro.
<< Mi è scappato! Non ti preoccupare hanno preso benissimo la notizia, e si sono complimentate del fatto che sei riuscita a crescerlo da sola senza il suo papà>>, si era salvata in corner.
<< Non me lo nominare, ti prego!>>, non tolleravo che lo si nominasse, per me era morto.
<< E chi ha nominato chi?! Non mi hai mai detto nemmeno come si chiama!>>, era vero non avevo detto il suo nome a nessuno, neanche Dan sapeva il nome del suo papà, volevo cancellarlo dalla mia vita.
<< Per il semplice fatto che l’ho voluto cancellare dalla mia vita>>.
<< Dan ha il diritto di conoscere suo padre..>>, Rose insisteva con questo da anni, ma non sarei stata io di certo a fare il primo passo, non dopo che se ne era andato dicendomi..
<< Un padre? Cioè colui che se ne andato senza nemmeno affrontarmi, che mi ha lascito con un messaggio?!>>, uno squallido messaggio, dopo quasi nove anni, se ci ripensavo il mio odio verso di lui saliva.
<< Hai ragione scusami>>, concluse Rose, sapeva che non era di certo tra i miei argomenti preferiti.
Passammo da Jessica a prendere Dan, la ringraziai molto, e le volevo pagare le ore nelle quali aveva badato a Dan, ma lei rifiutò categoricamente, dicendomi che i due ometti si erano divertiti e che avevano legato subito. Ero felice, Dan ci impiegava sempre un po’ prima di aprirsi con le persone, con Ben gli era bastato un pomeriggio, invece.
<< Io e Ben ci siamo divertiti un mondo, ha tantissimi giochi, anche lui ha la PSP, sai mamma? E gli piace il basket e sua madre ha detto che domani pomeriggio ci porta la parchetto!>>, disse tutto d’un fiato, mentre guardavamo la Tv tutti insieme in salotto.
<< Tesoro respira, sono felice che ti sia divertito>>, lo riprese Rose.
<< È tardi, va a lavarti i denti e a metterti il pigiama. Poi vengo a darti la buonanotte>>, gli ordinai io, la strega cattiva, come mi chiamava quando gli dicevo di andare a nanna.
<< Va bene mamma, buonanotte zia Rose!>>, il mio bambino baciò entrambe e Sali nella sua cameretta, dopo pochi minuti anche Rose ed io ci alzammo. Era stata una giornata lunga per entrambe. Prima di entrare in camera mia, raggiunsi quella di Dan, che già era sotto le coperte.
<< Buonanotte angelo mio..>>, gli dissi baciandoli la fronte, odiava essere baciato sulle guance il mio ometto.
<< Buonanotte mamma>>, rispose chiudendo i suoi occhi verdi, uguali a quelli di suo padre, e quello era uno dei motivi per il quale non riuscivo a cancellarlo dalla mia testa, Dan era la sua fotocopia. 

Ciao, davvero non so come ringraziare tutte le persone che hanno letto il primo capitolo di questa nuova storia, spero continui a piacervi.
Nel prossimo capitolo si spiegheranno molte cose..
Ditemi quello che pensate, un bacio AlmaRed, alla prossima..


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Capitolo 3
*** Passato ***


Capitolo 3 Bella

PASSATO
VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2015


La giornata era passata in fretta, tra il firmare le carte alla scuola per Daniel e per me, che dovevo ritirare gli orari e la lista dei miei alunni. Avevo una classe prima di 20 alunni, non male per essere la mia prima esperienza come insegnate di ruolo. 
Avevo avuto davvero fortuna ad essere stata assunta immediatamente come maestra che aveva una classe tutta sua e non da supplente. Per carità avrei accettato anche l’altro ruolo. 
Alle due mi trovavo al Denali Club, con indosso la mia nuova divisa: pantalone nero attillato e camicia bianca, il tutto abbinato ad un “comodissimo” tacco nero. 
<< Isabella vai a prendere l'ordine del tavolo numero cinque, sono i nostri clienti più importanti. Mi fido di te!>>, mi chiese Carmen mentre toglievo i bicchieri dalla lavastoviglie.
<< Certo Carmen, ci vado subito. Forza Bella!>>, mi aggiustai la camicia e presi il block notes, per fortuna non c’erano quei dannati aggeggi tecnologici, Carmen gli odiava per fortuna! Raggiunsi il tavolo numero cinque, su cui sedevano due uomini che parlavano fittamente tra loro, mi dispiaceva disturbarli. L’uomo di spalle aveva i capelli bronzei, un colore che avrei riconosciuto tra mille, perché era lo stesso che aveva il mio bambino. Non era un castano, ma nemmeno un rosso, era particolare, solo una persona oltre a Dan aveva quel colore, ma non poteva essere lui, non poteva..
Ma tutte le mie speranze crollarono quando gli occhi chiari di Carlisle Cullen si posarono sulla mia figura, era lui, Edw.. ( non riuscivo nemmeno a pensare al suo nome) era lì, mi dava le spalle.
Il mio cuore cominciò a battere forte, possibile che mi facesse ancora quell’effetto?
Volevo scappare e nascondermi, ma un occhiata gentile di Carmen mi convinse ad avvicinarmi, dopotutto erano passati quasi nove anni, potevano benissimo non riconoscermi ed io non riconoscere loro. Se me l’avessero chiesto avrei negato.
Forse erano li solo di passaggio, per quel che ne sapevo Edw.. si era trasferito in California, gli avrei visti oggi e poi sarebbero spariti dalla mia vita come nove anni prima.
<< Buon pomeriggio cosa, vi posso portare?>>, dissi tenendo un tono neutro e professionale, che loro non mi avevano mai sentito usare. Sono fiera di te Bella!
<< Due caffè andranno benissimo, grazie>>, disse sorridendomi ed io come un fulmine, per quanto le scarpe me lo permettessero, raggiunsi Kate al bancone. Forse non mi aveva riconosciuto, lo sperai tanto.
<< Bella, tutto bene?>>, probabilmente ero bianca come un lenzuolo.
<< Sì.. mi servono due caffè!>>, mentì.
<< Per te o..?>>, aveva capito che mentivo.
<< Per il tavolo cinque>>
<< Ah, sono arrivati>>, disse con aria noiosa.
<< Chi?>>, chiesi curiosa, perché poi?
<< Kate, mi serve il tuo aiuto!>>, la chiamò Carmen non dandole il tempo di rispondermi.
<< Eccoti i caffè, il grande capo chiama>>, mi consegnò il vassoio d’argento e andò da sua madre. Facendo un bel respiro portai i due caffè al tavolo dove sedeva..
<< Ecco il vostro caffè>>
<< Grazie>>, disse Carlisle, posai le due tazze sul tavolo e prima che mi riconoscessero tornai di fretta al bancone.
Padre e figlio uscirono dopo circa mezz’oretta, nella quale io avevo cercato di stare il più alla larga possibile da quel tavolo, dal quale mi sentivo continuamente osservata.
Un paio d’ore dopo il mio turno finì, << Carmen io ho finito, ti serve il mio aiuto o posso andare?>>, le chiesi conoscendo già la risposta.
<< Puoi andare cara. Buona serata>>, come immaginavo. << Anche a te>>
<< Ah Bella?>>, mi richiamò mentre entravo nello spogliatoio per togliermi la divisa e quei maledetti tacchi.
<< Dimmi>>
<< Domenica 13, ci sarà la festa di fidanzamento di mia figlia, avremmo bisogno del tuo aiuto per controllare che tutto sia apposto. Riesci a esserci?>>, Kate non mi aveva detto nulla.
<< Sì, penso di sì. Non sapevo che Kate fosse fidanzata>>, avrei chiesto a Jessica se avrebbe potuto tenere Daniel.
<< Oh, no non è lei che si fidanza, è la mia figlia grande Tanya>>, Tanya?
<< Ah, non sapevo che avessi un'altra figlia>>, le risposi sincera.
<< Diciamo che non ama stare qui al locale, lavora per una rivista di moda>>, strano non l’avevano mai nominata.
<< Bene! Allora auguri!>>
<< Grazie, a domani!>>, mi disse. Poco dopo mi cambiai, << A domani!>>, e la salutai prima di uscire dal locale e prendere un taxi ed andare a casa, solo una volta seduta sul sedile dell’auto gialla, come la chiamava Dan, mi permise di ripensare all’incontro di oggi pomeriggio, e come una valanga i ricordi s’impossessarono di me..  

VENERDÌ 15 DICEMBRE 2006
Il test era positivo, la lettera, che avevo aperto solo una volto che tutti si erano addormentati, confermava quello che diceva il test: ero incinta. Ero incinta ed avevo appena 16 anni, non sapevo se essere felice o no, perché una parte di me già amava quel piccolo pesciolino nella mia pancia, l'altra aveva tremendamente paura. Avevo un ragazzo che mi amava, sarebbe andato tutto bene, mi convinsi andando a dormire, mentre dolci lacrime rigavano il mio viso. Non chiamai Edward, era tardi, preferivo dirglielo di persona. Quel giorno l’avevo visto per pochi minuti a scuola e basta, lui aveva gli allenamenti di basket, io dovevo studiare. Non l’avevo sentito quella sera, probabilmente era crollato, gli allenamento lo stremavano, povero il mio amore.

SABATO 16 DICEMBRE 2006
Il mattino dopo, mi svegliai alle 8, era sabato e la scuola era chiusa. Stranamente avevo dormito abbastanza bene, nonostante la consapevolezza che qualcosa ormai fosse cambiato.
Presi il cellulare e chiamai Edward, una, due, tre volte ma il telefono squillava a vuoto. Probabilmente dormiva ancora, avrei riprovato più tardi.
Scesi di sotto e cominciai a fare colazione, mangiando più del solito, << Diventerò una balena sai?>>, dissi accarezzandomi la pancia e sorridendo come un ebete, dentro di me cresceva una piccola vita.
<< Buongiorno tesoro!>>, disse mamma entrando in cucina, volevo dirglielo ma preferivo lo sapesse prima Edward.
<< Giorno mamma!>>, le risposi posandole un bacio sulla guancia e salendo al piano di sopra. Provai a chiamare ancora Edward, ma nulla non rispondeva, alle dieci decisi di andare da lui, doveva essere sveglio a quell’ora.
Mi misi il cappotto, era dicembre e a Forks si gelava. Dopo mezz’ora di camminata raggiunsi casa Cullen, era una bellissima villa bianca e piena di vetrate che facevano entrare tantissima luce.
Bussai alla porta, dopo pochi secondi Esme, la madre di Edward, mi aprì. In quel momento cominciai ad avere una brutta sensazione alla bocca dello stomaco, speravo non fosse la nausea.
<< Buongiorno Esme, Edward è sveglio?>>, le chiesi entrando in casa.
<< Buongiorno Isabella, come non lo sai?>>, chiese sorpresa.
<< Cosa?>>
<< Edward è partito>>, no, non era vero, che diavolo stava dicendo? Lui non poteva, me l’avrebbe detto..
<< Quando torna?>>, perché doveva tornare, aspettavo suo figlio, non..
<< Non torna Isabella, è stato accettato ai precorsi alla Stanford, una settimana fa gli è arrivata la risposta e ieri è partito>>, lui me l’avrebbe detto, le lacrime cominciarono a pungere agli angoli dei miei occhi.
<< Perché sembri cosi sorpresa?>>, chiese con tono che voleva sembrare preoccupato.
<< Lui non mi ha detto nulla..>>, dissi con un filo di voce, appoggiandomi al bancone della cucina, stavo perdendo le forze. Non poteva essersene andato, lui no..
<< Ieri pomeriggio ha salutato tutti i suoi amici e quando gli ho chiesto di te mi ha detto che eri.. una semplice amica, una delle tante>>, una delle tante? Un’amica te la porti a letto? L’ha metti incinta? Le dici ti amo? Che diamine stava dicendo Esme? Edward mi amava.. 
<< No lui mi ama, lui..>>, le dissi lasciando le mie lacrime libere di scorrere sul mio viso.
<< Tesoro, lui non ti ha mai amata, per lui eri..>>
<< Basta, non voglio sentire altro Esme!>>, la lascai li in cucina e scappai da quella casa.
Quello era solo un incubo, lui non se ne era andata, anzi era uno dei suoi stupidi scherzi. Ripresi il cellulare e richiamai altre cento volte, ma nulla squillava e basta. Decisi di scrivergli un messaggio, sapevo che non era la maniera più carina di dare una notizia del genere, ma lui era sparito e io non ce la facevo a tenermelo ancora per me.

“ Edward, non so perché sei andato via senza dirmi nulla, senza nemmeno salutarmi.
Volevo dirti che, so che è brutto per messaggio, ma io sono incinta di nostro figlio.
Ti prego chiamami, ti amo Bella.”

 
Per scrivere il messaggio mi sedetti sulla panchina del parco, dove spesso io e lui ci sedavamo facendo lunghe chiacchierate e dove ci scambiavamo tenere effusioni, sorrisi a quei ricordi, il bip del telefono mi riportò alla realtà.
Era un messaggio di Edward, cominciai ad agitarmi, presi un bel respiro e.. il mondo mi crollò addosso.
 
“Io non lo voglio”
 
Quattro parole che ebbero il potere di distruggermi completamente, lui la persona che amavo non voleva il mio bambino, suo figlio. Mi aveva lasciata da sola ad affrontarlo, ma io non avrei rinunciato al mio pesciolino, l’avrei cresciuto da sola. La mia famiglia mi avrebbe aiutato, non avrebbe avuto mai un padre, ma il calore della mia famiglia poteva provare a sostituirlo. Mi asciugai le lacrime e m’incamminai verso casa.
Avevo paura, sapevo già che gli avrei delusi, ma loro mi avrebbero capita, ne ero certa.
Avevano già programmato la mia vita: avrei preso il diploma, avrei fatto l’università, e poi mi sarei sposata con Edward, anche io e lui la vedevamo così, ma lui aveva preferito sparire senza dire nulla, ancor prima di sapere del pesciolino..
Entrai in casa, papà era appena tornato dalla centrale di polizia, mamma preparava da mangiare e Jake, il mio fratellino giocava con la Play. Papà notò i miei occhi rossi appena entrai, << Isabella stai male? Cos’hai?>>.
<< Potete venire tutti in sala vi devo parlare>>, mi seguirono tutti e tre in salotto, non sapevo da dove cominciare.
<< Isabella mi sto preoccupando, che succede? >>, domandò mamma.
<< Io.. mi dispiace ,lo so che vi sto deludendo.. >>, non riuscivo a dirglielo, qualcosa mi bloccava.
<< Isabella che diavolo hai combinato? >>, chiese papà con tono severo.
<< Io sono.. incinta>>, parlai e loro rimasero fermi come statue, avevo sganciato la bomba, vedevo la delusione farsi spazio nei loro volti.
<< Edward? >>, fu papà a rompere quel silenzio glaciale, ma a quel nome i miei occhi si riempirono di lacrime.
<< Non.. non lo vuole, se ne è andato..>>, dissi tenendo lo sguardo fisso al pavimento.
<< Fuori! >>
<< Cosa? >>, non capivo, papà non mi stava.. no..
<< Hai dieci minuti per prendere le tue cose e sparire da questa casa!>>, urlò mio padre, non poteva dire sul serio, ero sua figlia, sapevo di averli delusi, ma non mi poteva cacciare di casa.. non poteva, avevo solo sedici anni.
<< Mamma.. >>, la supplicai con lo sguardo ma il suo era freddo, distaccato, deluso..
<< Isabella, io ti avevo avvertita, ti avevo detto di stare attenta..>>, anche lei no, diamine era mia madre!
Incrociai le braccia sulla pancia, volevo proteggere il mio bambino da quelle parole, neanche loro lo volevano.
<< Vai a prendere le tue cose e vattene! >>, urlò anche lei, urlavano tutti, e io non ce la facevo più, era solo un incubo, non poteva essere la realtà, i miei genitori non erano così. Jake, era seduto sulla poltrona gli diedi un bacio sulla fronte e lo abbracciai, non sapevo che sarebbe stata l'ultima volta.
Scappai in camera mia e riempì la valigia che avevo ai piedi del letto, visto che avrei passato una settimana da nonna a Chicago per Natale con E.. Presi la cartelletta dove avevo messo le analisi e il test, i miei documenti, i miei risparmi ( 568 $) e il biglietto aereo che mi aveva mandato nonna per il mio compleanno.
Scesi al piano di sotto, mio padre mi aspettava con la porta di casa aperta e la delusione negli occhi.
<< Non biasimo la sua scelta! Mia figlia.. non è una poco di buono, non apre le gambe al primo che passa, mia figlia no.. ma tu se solo una puttana che si fa.. >>, non gli feci finire la frase perché uscì da quella casa e lui sbatté la porta con talmente te tanta violenza da farmi rabbrividire.
Nel giro di poche ore avevo perso la persona che amavo, la mia famiglia e questo perché dentro di me cresceva il frutto del mio amore per E.. non riuscivo nemmeno a pensare il suo nome. Mi aveva lasciata sola.
Chiamai un taxi e poco dopo l'unica persona che mi avrebbe aiutata..
<< Tesoro ciao >>, rispose nonna al secondo squillo.
<< Nonna.. >>, il pianto mi impediva di parlare.
<< Tesoro che succede? >>, domandò preoccupata.
<< Nonna pose venire da te? >>, il biglietto era senza data, potevo partire quando volevo, l’unica cosa che volevo era allontanarmi da tutti, sentirmi tra le braccia di nonna e sentirmi dire che tutto sarebbe andato bene, anche se fosse stata una bugia.
<< Si tesoro, eravamo d'accordo per settimana prossima.. >>
<< Posso venire oggi? >>, le domandai con il cuore in gola.
<< Si che puoi>>, era le prima notizia buona della giornata.
<< Ti prego nonna almeno tu non mi abbandonare>>, la supplicai, senza il suo aiuto non sapevo cosa fare.
<< Mai>>, feci un sospiro di sollievo.
<< Appena arrivo ti racconto tutto, ma giurami che non chiamerai mamma e papà, lo faremo assieme quando sarò da te>>, avevo paura che le facessero cambiare idea.
<< Te lo giuro>>, a lei credevo.
<< Nonna ti lascio è arrivato il taxi, ti voglio bene>>
<< Anche io>>, riattaccammo assieme, era nostra abitudine farlo.
Salì sul taxi, l'autista mi aiutò a mettere la valigia nel bagagliaio della macchina, poi salimmo.
<< Dove la porto signorina? >>, domandò voltandosi  verso di me.
<< All'aeroporto di Seattle, grazie>>, il taxi partì ed io mi misi ad osservare Forks per l'ultima volta, da quel giorno non ci tornai mai più e mai più vidi la mia famiglia.


Grazie a tutti coloro che hanno letto i primi due capitoli, davvero grazie..
In questo capitolo si è capito cosa è successo a Bella, ha incontrato Edward dopo circa nove anni, lui l'avrà riconosciuta? Lo scopriremo nel prossimo capitolo..
Un bacio, aspetto i vostri pareri, alla prossima!
AlmaRed

 

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Capitolo 4
*** Incontri ***


Capitolo 4 Bella/ Edward

INCONTRI
LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2015

BELLA

Non dormì molto quella notte, dopo anni sognai ancora quel famoso 16 dicembre del 2006, il giorno in cui persi tutto, il giorno in cui capì che la mia famiglia così perfetta proprio non lo era, che la persona che amavo, non mi amava.
Il giorno in cui cominciai una nuova vita dove c'eravamo solo io, il mio bambino e nonna Marie, pochi ma buoni. In un certo senso ci completavamo, eravamo l’uno la forza dell’altro. 
Liberai la mia mente e mi alzai dal letto, era un giorno importante quello, infatti era lunedì ed io cominciavo a lavorare alla John Rogers Elementary School mentre Dan a frequentarla. Ero abbastanza agitata, era la mia prima volta come insegnante di ruolo, ero ecco.. emozionata. Di cosa mi dovevo preoccupare poi? Era solo un gruppo di venti docili bambini, che avevano appena finito la scuola dell’infanzia, in fin dei conti.
Daniel, invece, era molto tranquillo da quando aveva scoperto di essere in classe con Ben. 
Avevano passato il week-end assieme, gli avevo portati al parchetto dietro casa dove hanno giocato a basket per l’intero pomeriggio domenicale.
Dal canto mio, io ero terrorizzata dall’idea di poter rincontrare lui in giro per la città, doveva assolutamente stare lontano da Daniel, non l’aveva voluto quasi nove anni fa, non aveva alcun diritto su di lui.
Prima di partire passammo a prendere Ben, io e Jessica c'eravamo messe d’accordo che io gli avrei portati a scuola la mattina, mentre lei andava a prenderli il pomeriggio, quando io ero al lavoro al Denali Club.
<< Buongiorno>>, disse Jessica aprendoci la porta e sorridendo.
<< Buongiorno, allora Ben sei pronto per la scuola?!>>, domandai al piccolo che stava accanto a sua madre.
<< Non me la nominare ti prego!>>, sbuffò facendo ridere tutti.
<< Quest’anno vedrai ti piacerà! C’è Daniel con te!>>, lo rassicurò sua madre.
<< Su uomini salite in macchina e mettetevi le cinture!>>, non se lo fecero ripetere due volte e si avviarono verso la macchina. 
<< L’anno scorso io e suo padre abbiamo divorziato, lui non l’ha presa bene perché a scuola hanno cominciato a prenderlo in giro..>>, disse con lo sguardo triste, le presi una mano e gliela strinsi, capivo come si sentiva, anche Dan spesso veniva additato come quello senza papà.
<< Ha Dan ora, saranno l’uno la roccia dell’altro. So che è da poco che si conoscono ma ho notato una forte sintonia tra i due!>>, Dan ci metteva un po’ a fidarsi delle persone e di Jessica e Ben si era fidato immediatamente. 
Salutai Jessica che andava al lavoro, faceva la segretaria e a fine lavoro andava a prendere le due pesti, come le avevamo battezzate.
Salì in macchina e voltandomi verso i due, che si erano messi la cintura, fissi: << Pronti alla giungla?>>, usando la stessa frase di Kate al locale. Le due pesti scoppiarono a ridere e urlarono << Pronti!>>, ingranai la prima e partimmo per quella nuova avventura. 
Arrivati a scuola, gli accompagnai al raduno delle classi terze per poi avviarmi verso la segreteria dove firmai dei moduli. Dopo aver finito raggiunsi quello che era il teatro dove i bambini di prima erano seduti nelle prime file assieme ai loro genitori, alcuni con solo la mamma, altri solo il papà e quelli fortunati con entrambi, quelli delle classi più grandi occupavano le file dietro, ci misi un po’ ma trovai le due pesti, sedute vicino in decima fila.
Vedevo una marea di emozioni nei loro volti: chi era agitato, chi spaventato, chi curioso, chi eccitato dall’idea di cominciare una nuova avventura. 
Anche il mio Daniel il suo primo giorno di scuola era così, da una parte terrorizzato e dall’altra curioso, mentre stringeva la mia mano e quella di nonna. 
La direttrice cominciò a fare il discorso che apriva l’anno scolastico, facendo uscire dal teatro pian piano le classi più grandi lasciando nella sala solo i più piccoli, poco dopo la direttrice chiamò noi insegnanti a fare gli appelli delle proprie classi.
Portai i miei bambini nella loro classe dove avevo chiesto al bidello di disporre le sedie in cerchio e di mettere i banchi alle parati della stanza.
Volevo cominciare facendo conoscere bene tra loro i bambini, volevo che entrassero in confidenza, che vedessero in loro non solo dei compagni di scuola, ma anche dei possibili amici.
Si stupirono nel vedere la loro nuova classe così, ma dopo un piccolo momento di smarrimento si sedettero ed io rifeci l’appello per cominciare ad associare i nomi ai loro volti.
<< Ciao bambini io sono Isabella Swan la vostra maestra>>, mi presentai ai miei alunni, ero emozionata anche io,quanto loro probabilmente.
<< Noi dobbiamo chiamarla signorina Swan, giusto?>>, chiese Sophie, una dolce bambina dai capelli biondi e dalle lentiggini sul naso.
<< Si>>, risposi sorridendo, potevo dire di essere fiera di me stessa.
Passò così la mia prima mattinata a scuola, feci fare a ciascun bambino una piccola presentazione di se stesso, dopodiché chiesi a loro di farsi una alla volta delle domande, permettendo così a loro e a me di conoscerli di più.
A mezzogiorno mangiai in mensa con loro e gli affidai alla signorina Stewart, che si occupava delle attività ricreative del pomeriggio.
Presi la macchina ed andai a casa per farmi una doccia e riposare un po’ prima di cambiarmi ed andare al Denali Club, sperando di non fare determinati incontri..

EDWARD
Non poteva essere lei, era da giorni che continuavo a pensare alla voce di quella ragazza al Club Denali, il locale dei miei futuri suoceri.
Non mi sono presentato,sono Edward Cullen, ho ventisette anni e sono uno degli architetti più ricercati di Seattle, amo il mio lavoro, è l’unica cosa che amo della mia vita, senza escludere la mia famiglia. Tanya? Le voglio bene, non la amo, lei forse sì.
Perché le ho chiesto di sposarmi? Semplice convenienza per entrambi, siamo una delle coppie più invidiate della città, tutti parlano di noi due e questo conviene sia a lei che a me. A me porta più clienti, a lei? Le piace apparire.
Ho avuto molte donne in vita mia ma solo ad una ho detto “ti amo”, poi lei è sparita ed io non mi sono più innamorato, semplicemente nelle donne cercavo piacere, non amore..

VENERDÌ 15 DICEMBRE 2006
Ed anche quella noiosa giornata di scuola era finita, per fortuna direi. Avevo visto poco la mia Bella quel giorno, il tempo di darci il buongiorno con un bacio davanti alla scuola e poi più, non avevamo pranzato assieme in mensa perché dovevo tornare a prendere il borsone degli allenamenti a casa, quella mattina l’avevo proprio dimenticato.
A pranzo trovai solo mamma, Emmet non vive più con noi faceva l’università a Seattle, ed Alice era rimasta a scuola.
<< Edward tesoro per fortuna che sei arrivato!>>, disse mamma mentre entravo in cucina, neanche sapeva del mio arrivo.
<< Perché? È successo qualcosa?>>
<< Oh no! Solo che ho pensato che se vuoi ancora andare a Stanford a fare i precorsi per me va bene>>, ma Esme Cullen stava bene? Fino alla settimana prima era assolutamente contraria all’idea di una mia possibile partenza.
<< Grazie mamma!>>, dissi abbracciandola, i precorsi sarebbero partiti dopo le feste natalizie, perciò anticipavano la mia partenza di circa un anno. Io e Bella ne avevamo parlato, a lei andava bene, non mi aveva nascosto il fatto che avrebbe sofferto della nostra lontananza, ma io sarei ritornato a Forks più o meno ogni mese, e ci saremmo sentiti tutti i giorni per telefono e forse per e-mail se il capo Swan si fosse deciso a mettere la connessione internet a casa.
<< C’è un problema però!>>, mi avvisò mamma.
<< Che tipo di problema?>>, non capivo.
<< Non avendo tu più risposto in tempo alla lettera in cui ti accettavano, devi partire oggi per Los Angeles..>>, oggi?
<< .. devi firmare di persona le carte con cui accetti di partecipare entro domani mattina!>>, e lei non poteva cambiare idea prima?
<< Va bene, chiamo Bella>>, sarei ritornato immediatamente, dovevamo partire per Chicago la settimana successiva.
<< Mangia prima la chiamerai più tardi!>>, mi disse mamma togliendomi l cellulare dalle mani ed io sbuffai, ma non dissi nulla, non volevo cambiasse ancora idea.
Chiamai il coach dicendogli che avevo avuto un imprevisto e che non potevo fare l’allenamento oggi pomeriggio, non potevo certo dirgli che sarei partito per Los Angeles, tranne Bella e i miei famigliari nessuno sapeva della mia volontà di fare i precorsi alla Stanford. 
Passai l’intero pomeriggio a preparare la valigia e il progetto che dovevo portare, provai un paio di volte a chiamare Bella, ma mi dava la segreteria, stava studiando sicuramente l’aveva spento. Decisi di passare da lei prima di andare in aeroporto.
<< Tesoro sono arrivata>>, mamma era andata in agenzia a ritirare il biglietto aereo per Los Angeles, scesi al piano inferiore e la salutai.
<< Ah Edward ho visto Bella!>>
<< Davvero? E dov’era?>>, la mia fidanzata era sparita.
<< Stava andando a casa e le ho detto che saresti partito per Los Angeles..>>, volevo dirglielo io.
<< Volevo farlo io mamma!>>, fece una faccia dispiaciuta e si sedette sul sgabello della cucina.
<< È meglio se glielo detto io, per come ha reagito..>>, cosa stava dicendo?
<< Perché? Come ha reagito?>>, chiesi aprendomi una bottiglietta d’acqua.
<< Si è arrabbiata, sapeva che ci avevi rinunciato..>>, no la mia Bella non si sarebbe arrabbiata, sapeva della mia volontà.
<< Mamma che dici?>>, perché sicuramente mamma stava scherzando.
<< Ha detto che la California è piena di belle ragazze, che ti devi dimenticare di lei, che a lei hai preferito Stanford..>>, queste non erano le parole della mia Bella.
<< Devo andare da lei mamma!>>, non poteva dire quelle cose, sicuramente mamma si stava sbagliando.
<< Non ti vuole vedere, mi ha detto che sarebbe stato più semplice per entrambi non dirsi addio>>, ma io sarei tornato domenica!
<< Ma se torno domenica!>>
<< Hai ragione, va di sopra a prendere le tue cose tra venti minuti ti porto in aeroporto, non abbiamo tempo di aspettare papà ed Alice, gli chiameremo strada facendo. Non vorrei tu perdessi l’aereo>>, aveva ragione con Bella avrei risolto appena tornato, quando salì in camera provai a richiamare altre due/ tre volte, ma il suo numero risultava inesistente. Bah la tecnologia chi la capiva?
Non volevo, però, andarmene così, perciò mi misi alla scrivania e cominciai a scriverle una lettera.
Forks, 15/12/2006
Amore mio, 
oggi parto per Los Angeles e domenica torno.
So che mamma ti ha parlato di questo mio viaggio, avrei voluto farlo io credimi, ma lei mi ha anticipato..
Non so perché tu, amore mio, ti sia arrabbiata. Forse sei stata presa alla sprovvista, o forse eri arrabbiata per qualcosa e questa notizia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, non so davvero. Credimi non capisco, non ti capisco. 
Amore mio mi vuoi dire che succede? È da un po’ di giorni che ti vedo strana, sempre stanca e distante. Cosa succede?
Non ho tempo di passare da casa tua, devo prendere l’aereo ( sono già in ritardo, tanto per cambiare!), e mamma mi ha detto che non mi vuoi vedere, ma non le credo, so che non è quello che volevi dirle. Lo so perché ti conosco scimmietta!
A domenica amore mio,
Edward.
Ps. Ti Amo
 
In aeroporto mentre aspettavamo provai a richiamarla ma non trovai più il mio telefono, l’avevo dimenticato a casa probabilmente. Lo dissi a mamma e lei mi rispose di non preoccuparmi, a Los Angeles mi avrebbe aspettato sua sorella, zia Hanna, ed avrei potuto utilizzare il suo.
Poco prima del check-in le consegnai la lettera.
<< Mamma quando torni a Forks dalla a Bella>>
<< Va bene tesoro a domenica, buon viaggio!>>, mi salutò ed io le voltai le spalle dando il passaporto alla hostess.
Partì per Los Angeles con la convinzione di tornare e chiarire con Bella, ma al mio ritorno, due giorni dopo, non la trovai. Se ne era andata, mi aveva lascito.
Non provai a chiamarla, ne a contattarla, mamma mi disse di avergli consegnato la lettera ma che lei l’aveva strappata davanti ai suoi occhi senza nemmeno leggerla.
Mi aveva cancellato dalla sua vita, ed io provai a fare la stessa cosa con lei, ma non puoi cancellare dal tuo cuore una persona che hai amato, come si fa?

LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2015
Tornai al presente, non poteva essere lei, l’avrei riconosciuta. Chissà com’è ora, l’ultima volta che l’ho vista aveva 16 anni, ora ne avrebbe quasi 25, tra meno di una settimana sarebbe stato il suo compleanno, nonostante tutto quel tempo, ogni anno lo ricodavo.
Ogni volta che tornavo a Forks, molto raramente, ed ancor meno da quando i miei si erano trasferiti a Seattle,la tentazione di andare a casa sua era alta, ma l’orgoglio non me lo permetteva, era stata lei a non volermi più!
Quel pomeriggio avevo un appuntamento con un cliente proprio al Denali Club, dove mi era sembrato di vederla, arrivai al locale poco prima delle due del pomeriggio e mi sedetti al bancone a chiacchierare con Kate, la sorella della mia fidanzata. Lei non mi sopportava, sosteneva che io e Tanya non fossimo una bella coppia, che non ci amassimo abbastanza, mi parlava solo per educazione.  
Mi servì il drink, e poi sorrise ma non a me, seguì il suo sguardo, che andava oltre le mie spalle e la vidi.. Bella. Era lei ne ero sicuro, certo era cambiata, ora aveva i capelli più lunghi, delle curve più arrotondate, ma sempre magra.. era più donna, era.. bellissima.
<< Buongiorno Bella, vedo che ti sei già cambiata!>>, le disse Kate, confermandomi che era la mia Bella,quella bellissima e sexy ragazza, che indossava la divisa del Club; camicia bianca che le sottolineava quel seno perfetto, e dei pantaloni neri che le fasciavano le gambe in maniera che doveva essere dichiarata illegale in almeno 120 stati!  
<< Si Kate, avevo portato la divisa a casa per lavarla, ed allora ho deciso di vestirmi direttamente a casa>>, disse avvicinandosi, io mi voltai verso Kate, non mi aveva riconosciuto.
Andò dietro al bancone e si mise il grembiule nero, dandomi così una bellissima visuale del suo fantastico fondoschiena, quando si voltò s’immobilizzò, mi aveva riconosciuto! << Com’è piccolo il mondo!>>, le parlai fissandole quei due pozzi di cioccolata che si ritrovava al posto degli occhi, e con quelli mi fulminò.
<< Edward..>>, la sua voce era bella come la ricordava, odiavo il mio nome lo consideravo da vecchi, ma quando lo pronunciava lei.. lo amavo.
<< Bella>>, le sorrisi facendole il sorriso sghembo, che da giovani la scioglieva.
<< Voi due vi conoscete?>>, domandò stupita Kate.
<< Emh..>>, era tutta rossa in viso, era agitata.. era sempre lei non era cambiata, era più donna si, ma le sue reazioni erano le stesse. Quando era in imbarazzo arrossiva e si metteva una mano tra i capelli. Infatti.. 
<< Si, anche Bella è di Forks, ma abbiamo perso i contatti, lei è partita..>>, alle mie parole Bella sembrava trattenere la rabbia, stringeva i pugni, perché poi? Stavo dicendo la pura e semplice verità!
<< Lui anche..è bella la California, vero?>>, no, non era cambiata, voleva sempre avere l’ultima parola.
<< Oh.. calda e soleggiata. Come qui!>>, il mio senso dell’umorismo c’era ancora, lei sbuffò, << E dimmi, tu dove sei stata tutti questi anni?>>, la fissavo, mi fissava. I suoi occhi trasmettevano puro odio, verso di me. Aveva uno sguardo duro e spento, lontano da quello della mia Bella.
<< Chicago.. molto fredda. Ora dovrei lavorare!>>, una città fredda, come lei. Bella era fredda con me, perché poi? Lei mi aveva lasciato, io dovevo essere freddo con lei! Lei non aveva alcun diritto di esserlo. Pff donne! Chi le capiva?
Poco dopo arrivò il mio cliente, parlammo di lavoro tutto il tempo, Bella era la nostra cameriera, e il signor Logan continuava a lanciarle occhiate, che mi facevano ribollire il sangue nelle vene. Come si permetteva? Bella era mia! Edward non è più tua! Lo sapevo, ma quello che hai considerato tuo è difficile, poi, non considerarlo più tale.
Quando il signor Logan se ne andò, raggiunsi Bella al bancone volevo delle spiegazioni da lei, volevo sentire ancora la sua voce.

BELLA
Edward si avvicinò al bancone, che diavolo voleva ancora? Non riuscivo a sopportare la sua vista, mi dava fastidio, avrei voluto ucciderlo, se solo non fosse illegale.
<< Perché te ne sei andata?>>, chiese sedendosi davanti a me, stava scherzando vero?
<< Come, prego?>>, chiesi cercando di placare la mia rabbia su dei poveri bicchieri, che stavo asciugando.
<< Perché di punto in bianco hai lasciato Forks?>>, mi stava prendendo in giro! Mi aveva lasciata incinta, e ora mi chiede perché me ne ero andata? Ma cosa si era fumato in quei anni?
<< Edward è un argomento vecchio, e non credo t’interessi>>, no, a lui non doveva più interessare nulla di me.
<< Hai ragione!>>, come poteva essere così.. dopo quello che mi aveva fatto?
<< Bella dimentichiamoci del passato, mi sei mancata in questi anni..>>, si certo che ti ero mancata, ti serviva qualcuna che ti scaldasse il letto, e che all’occorrenza ti aprisse le gambe! La mia rabbia verso di lui stava raggiungendo livelli altissimi, neanche quando mi aveva lasciata sola con suo figlio in grembo, l’avevo odiato tanto come in quel momento. 
<< La fai facile Cullen!>>, per lui io me ne ero andata, così per cambiare aria!
<< Perché?>>, perché è difficile dimenticarsi di un bambino di otto anni, che è la tua fotocopia, avrei voluto dirli, ma evitai.
<< Lascia perdere>>, gli dissi prima di avviarmi verso i clienti che erano appena entrati nel locale.
Edward Cullen non mi avrebbe distrutta di nuovo, non glielo avrei permesso!


Ciao a tutte, grazie per essere arrivate fino a questo punto. Grazie davvero..
Spero di non avervi deluso.. neanche Edward sembrava sapere nulla, tutta opera di Esme ( mi piaceva che fosse cattiva)!
Aspetto il vostro parere, alla prossima un bacio..
AlmaRed


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Capitolo 5
*** Piacere, io sono Daniel Edward Swan ***


Capitolo 5 Bella

PIACERE, IO SONO DANIEL EDWARD SWAN 
DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015


Il giorno del fidanzamento della figlia dei Denali era arrivato, io e Daniel ci preparammo vestendoci eleganti come ci aveva chiesto Carmen. Volevo portare Dan da Jessica e Ben, ma loro sarebbero andati dai nonni quella domenica e Carmen mi aveva detto che non ci sarebbero stati problemi se lo avessi portato con me. Io l’avrei aiutata durante il ricevimento a controllare che tutto fosse apposto. 
Ero il giorno del mio compleanno, io Dan e Rose lo festeggiammo con una torta dopo pranzo, la mia migliore amica mi regalò un paio di bellissime scarpe di vernice blu notte, Dan, invece, un bellissimo ritratto e mi cantò gli auguri suonando il pianoforte, una passione che aveva ereditato sicuramente da suo padre..
L’avevo rivisto quasi una settimana prima, mi aveva parlato, non aveva chiesto nulla di suo figlio, l’aveva cancellato. Come io avevo cancellato lui dalla mia vita.
Nel pomeriggio venne Kate a prenderci, Rose doveva uscire con il suo “amico”, che ancora non mi aveva presentato. Raggiungemmo il luogo della festa. Un villa bianca con un magnifico giardino sul quale erano stati disposti dei tavoli con le tovaglie di un rosa talmente forte, che era quasi nauseante.
<< Andiamo piccolino ti presento i miei genitori>>, disse Kate scendendo dall’auto e prendendo Dan per mano.
<< Sono grande>>, ribatté lui.
<< Scusa>>, disse Kate dandogli un bacio sulla guancia.
Pochi metri più in la c’erano i signori Denali che sorrisero appena videro Daniel. 
<< Carmen ti presento Daniel, mio figlio. Daniel lei è la proprietaria del bar dove lavoro al pomeriggio>>, Dan allungò la mano e gliela strinse.
<< Piacere di conoscerti, sai sei davvero carino>>, gli disse Carmen.
<< Grazie, anche lei è molto bella>>, che tenero che era il mio bambino, amava fare i complimenti, era un signor gentiluomo.
<< Mamma mia com'è dolce, Daniel ti presento mio marito Elazar>>
<< Piacere Daniel>>
Daniel strinse la mano anche al marito di Carmen, nel frattempo arrivò una ragazza bionda molto simile a Kate, ma sembrava più..
<< Perché questo bambino è ancora vestito così?>>, finita?
<< Come?>>, chi era questa?
<< Bella ti presento mia figlia Tanya, è lei che si fidanza oggi>>, aveva una faccia rifatta e da schiaffi, risi dentro di me.
<< Oh, auguri>>, le dissi allungandogli la mano per stringergliela ma lei la rifiutò.
<< Grazie, di chi è questo marmocchio?>>, chiese con aria schifata, la mia voglia di prenderla a sberle saliva. Povero il futuro fidanzato, come farà a sopportarla mi chiedo.
<< È mio figlio>>, risposi orgogliosa, non mi ero mai vergognata di lui, neanche quando ero incinta e la gente mi osservava la pancia per poi lasciare un commento poco carino. 
Mi squadrò un'ultima volta prima di andare a salutare degli ospiti appena arrivati.
<< Scusala, è solo un pochino agitata>>, che dolce che era Carmen, non poteva aver partorito una figlia del genere, anche se la conoscevo da pochi minuti già mi stava sulle scatole. Da quando ero così prevenuta?
<< Nessun problema, va pure dai tuoi ospiti>>, con un ultimo sorriso si allontanò assieme a suo marito, erano una bella coppia.
<< Bella che ci fai tu qui?>>, mi voltai e vidi Rose.
<< No, cosa ci fai tu qui?>>, le domandai.
<< Prima tu..>>
<< Io ci lavoro>>, le dissi ovvia, gliela avevo detto di mattina che quel pomeriggio avrei lavorato, ma doveva aveva la testa?
<< Oh, giusto. Povero Daniel si starà annoiando>>
<< No zia mi sono portato dietro la PSP, non mi annoio di certo!>>, ecco il mio ometto sempre con la risposta pronta.
<< Bella ti volevo presentare una persona>>,disse indicandomi un ragazzo girato di spalle.
<< Lui è..>>,il ragazzo si avvicinò a noi, non potevo crederci il fidanzato di Rose era.. 
<< Emmet Cullen>>, dissi con un filo di voce.
<< Bella?>>, domandò incredulo prima di stringermi in un abbraccio che mi tolse il respiro.
<< Scimmione così mi soffochi!>>, gli dissi per farmi mettere giù.
<< Voi due vi conoscete?>>, chiese Rose confusa e felice.
<< Si, tesoro. Bellina è..>>, non poteva dire chi ero.
<< .. una vecchia compagna di scuola>>, conclusi la frase per Emmet.
<< E tu chi sei?>>, chiese rivolgendosi a quello che era suo nipote.
<< Sono Daniel>>, rispose mio figlio, Emmet cominciò a guardarlo in modo curioso.
<< Bella ma è tuo..>>
<< Figlio>>, lo sorpresi rimase senza parole per alcuni istanti, poi si abbassò all'altezza di Dan.
<< Quanti anni hai?>>, no non doveva sapere nulla di lui, dovevo portare Daniel via da li, se c'era Emmet potevano esserci anche gli altri, anche lui..
<< Non ci posso credere Bella sei tu?>>, Alice Cullen mi era completamente saltata addosso.
<< Si Alice, sono io>>, il piccolo folletto mi era mancato.
<< Come stai è da tantissimo che non ti vedo, che hai fatto ai capelli, sono più belli e.. e lui chi è?>>, chi la fermava più? Mi ero sempre chiesta se tra una domanda e l’altra respirasse.
<< Lui è Daniel mio figlio>>, dissi tenendo Daniel per le spalle.
<< Hai un figlio?>>, disse una voce dietro di me, una voce che non avrei voluto sentire in quel momento.
<< Stai scherzando?>>, gli chiesi girandomi verso di lui, lui sapeva di Daniel, lui non l'aveva voluto, perché sembrava sconvolto?
<< Io..>>, non riusciva a dire nulla.
<< Piacere io sono Daniel Edward Swan>>, il mio cuore si fermò, che diavolo stava combinando mio figlio, perché si era presentato con il suo nome completo? Edward spalancò gli occhi, io non osavo dire nulla.
<< Tesoro!! Finalmente non ti trovavo più!>>, disse Tanya incollandosi come una cozza ad Edward, ancora senza parole. E solo in quel momento capì che la festa di fidanzamento era per loro due, come si diverte il destino a volte! Con me in particolare!
<< Tesoro va da zia Rose, che mamma deve lavorare>>, Tanya si portò via il suo fidanzato che non smise un attimo di fissarmi.
Dan raggiunse Rose con un cenno della testa salutai Alice ed Emmet ancora sconvolti e cominciai a girare per i tavoli a controllare che tutto fosse al posto giusto.
Passai l’intera serata correndo da un tavolo all’altro, cercando di evitare quello dei neo fidanzati e quello dove era seduta la famiglia Cullen.
<< Isabella cara quanto tempo>>, mi disse Esme con aria di superiorità, quando passai vicino al loro tavolo.
<< Esme>>, risposi con freddezza, non le ero mai piaciuta, l’ultima volta che l’avevo vista, non si era fatta scrupoli a dirmi che Edward se ne era andato, sembrava quasi felice.
<< Lavori qui?>>
<< No signora Cullen, è una mia amica ha voluto darci solo una mano>>, intervenne Kate in mio aiuto, poggiando la mano sulla mia spalla.
<< Isabella, ricordo, era sempre la prima nell’aiutare gli altri>>, Carlisle era sempre stato gentile con me.
<< Si me ne sono accorta signor Cullen, è una ragazza fantastica , non è facile crescere un figlio da soli, e lei ce la fatta!>>, poteva evitare questo punto della mia vita? Tutti i Cullen cominciarono a fissarmi, io ero rossa in viso, volevo scomparire.       
<< Hai un figlio? Sei così giovane, ma complimenti>>, disse Carlisle.
<< Grazie>>, dissi abbassando lo sguardo.
<< Dov’è?>>, chiese Esme.
<< Sta giocando con quei bambini>>, risposi indicandolo, aveva fatto amicizia con i bambini che nella cerimonia avevano tenuto i cestini con i fiori. 
<< Possiamo conoscerlo?>>, domandò Carlisle, era un medico, ed adorava i bambini. Se le cose fossero andate diversamente sarebbe stato un ottimo nonno. Avevo paura, non sapevo cosa fare.. in fondo loro non centravano nulla, era stato Edward a non volerlo, forse nenache lo sapevano..  
Cosa dovevo fare? Carlisle mi sorrise e capì che potevo presentarglieli come mie vecchi amici, tanto l'avrebbero visto per la prima e unica volta, solo quella sera.
<< Daniel, vieni qui!>>, lo chiamai e pochi secondi dopo era li da me.
<< Ciao mamma, cosa c’è?>>, chiese curioso mentre i signori Cullen lo osservavano meravigliati, era la coppia di Edward da piccolo.
<< Il signor Cullen ti voleva conoscere>>
<< Ok, ciao io sono Daniel>>, disse mio figlio salutando tutti con la mano.
<< È un piacere conoscerti piccolino>>, affermò Carlisle con un tono di voce dolce ed affettuoso.
<< Io sono grande!>>, lo corresse Dan e tutti sorrisero.
<< Tesoro torna a giocare>>, il mio bambino mi ascoltò e dopo aver salutato tutti tornò a giocare con i suoi nuovi amichetti.
<< Scusate, io devo tornare a lavorare. Buona serata>>, gli salutai e mi avviai verso il tavolo più lontano dal loro.
<< Isabella!>>, mi chiamò una voce fredda e distante, mi voltai e i trovai davanti Esme.
<< Esme, dimmi pure>>
<< Io ti avviso, questa è la festa di fidanzamento di Edward>>, ma dai, non l’avevo ancora capito!
<< Non so cosa vuoi da lui, ma tu e tuo figlio dovete stragli lontano..>>, come si permetteva, cosa ne sapeva lei di me e di mio figlio? Non poteva sapere,la somiglianza era certa, ma quante persone al mondo ci sono con due occhi verdi magnetici come quelli di Edward? Solo uno, mi rispose la mia coscienza: Edward.  
<< Edward per me è morto, assieme a tutti voi, otto anni fa>>, le dissi prima di allontanarmi da lei. Ed era così avevo cancellato tutto ciò che mi era successo prima di avere Daniel. Non esisteva nulla oltre a lui.
Stavo versando lo champagne nei bicchieri quando Edward mi si avvicinò, il mio cuore cominciò a battere , dopo anni di odio,mi faceva ancora quell’effetto.
<< Quanti anni ha?>>, mi pietrificai.
<< Non credo siano affari tuoi!>>, risposi fredda.
<< Io credo di si, visto che si chiama Edward per secondo nome>>, aveva capito.
<< Devo lavorare..>>, e scappai letteralmente da quel uomo.
A fine serata ci trovammo seduti attorno alla pista da ballo, Dan si divertiva tantissimo a ballare con i due bambini che aveva conosciuto nel pomeriggio. 
Tanya stava attaccata ad Edward, si strusciava a lui in maniera quasi volgare.
Ad un certo punto il cantante chiese ai due neo fidanzati di scegliere due compagni di ballo, Tanya scelse Emmet, mentre Edward sembrava stesse cercando qualcuno, finché il suo sguardo non si pose su..
<< Bella mi concedi questo ballo?>>, Edward era davanti a me, mi sorrideva con il suo classico sorriso sghembo, quello che mi faceva sciogliere da giovane.
<< Dai Bella vai!>>, mi incitò Rose.
<< Va bene>>, accettai la sua mano ed insieme andammo al centro della pista da ballo.
Infondo era solo un ballo.. Mi mise una mano attorno alla vita e strinse il suo corpo al mio, creando tra noi due una serie di scariche elettriche, che sono sicura sentiva anche lui, visto il suo sguardo penetrante che cercava di leggermi l’anima.
Cominciammo a ballare, ed in quel momento c’eravamo solo noi due, nessun altro, sembrava di essere tornati a otto anni prima, dove tutto era semplice.
Tra le sue braccia mi sentivo a casa, protetta, una sensazione di benessere mi invase, in quel momento dimenticai tutto l’odio che provavo per lui.
<< Chi è il padre?>>, ma con quelle parole mi riportò alla realtà, lo guardai negli occhi e scappai, era l’unica cosa che mi riusciva.
Edward mi seguì e mi fermò trattenendomi per un braccio, << Bella rispondi!>>
<< Non ce l'ha un padre, non ce l'ha mai avuto un padre!>>, risposi con tutta la rabbia che avevo in corpo. Lui si avvicinò e mi prese il volto tra le sue mani asciugando le mie lacrime, che dopo anni erano tornate a farmi compagnia. 
<< Perché di secondo nome fa Edward?>>, chiese con voce calma.
<< È un bel nome, lo sai che mi è sempre piaciuto>>, cercai di girarci attorno.
<< Bella per favore..>>, sembrava supplicarmi, cosa voleva sapere? Se ne era andato..
<< Volevo che avesse qualcosa di te>>, gli confessai, non so perché lo feci, mi venne naturale.
Lasciò il mio volto e fece un passo indietro, ora sapeva, ne ero certa, sapeva che Daniel era suo figlio. Un urlo interruppe quel momento di puro imbarazzo tra noi due, Daniel era caduto.
<< Daniel stai bene?>>, gli domandai appena mi avvicinai a lui.
<< Campione che ti sei fatto?>>, chiese Edward con tono amorevole e preoccupato a quello che era suo figlio.
<< Io nulla, sono solo caduto>>, rispose, toccandosi il ginocchio sbucciato.
Edward prese in braccio Dan e mai immagine più bella era comparsa ai miei occhi, ogni volta che ci pensavo ad una cosa del genere avevo sempre immaginato me che glielo toglievo dalle braccia dicendogli che non doveva toccarlo, in quel momento invece..
<< Andiamo a curare questo ginocchio campione!>>, disse avviandosi verso l’entrata della villa.
<< Mi dispiace io non volevo farlo cadere..>>, si scusò uno dei bambini con cui aveva giocato.  
<< Non è successo nulla, sono cose che capitano!>>, gli dissi accarezzandoli i capelli prima di seguire i miei due uomini. Ma che diamine vado a pensare? Solo uno dei due è mio.
<< Ecco ometto il tuo ginocchio è quasi nuovo!>>, Edward stava disinfettando il ginocchio di Dan, avrei pagato oro prima per vederli assieme.
<< Grazie, ma tu come ti chiami?>>, chiese il mio bambino al suo papà.
<< Io sono Edward Cullen>>, gli rispose fissando me.
<< Anche io mi chiamo Edward di secondo nome>>, gli ricordò Daniel.
<< Lo so!>>
<< Ma tu conosci la mia mamma?>>, astuto il bambino, dritto al punto, come suo padre.
<< Si io e la tua mamma..>>
<< .. a Forks andavamo a scuola insieme tesoro>>, dissi andandogli incontro.
<< Ah bene>>, disse trattenendo uno sbadiglio, era tardi.
<< Chiamo un taxi ed andiamo a casa, domani hai scuola!>>, gli dissi aiutandolo a scendere dal ripiano della cucina.
<< Non sei qui in macchina?>>, domandò Edward.
<< No, ci ha portati qui Kate>>
<< Vi porto a casa io, dobbiamo parlare>>, sapevo che voleva delle risposte, a cosa poi? Era stato lui ad andarsene, a lasciarmi senza nemmeno salutarmi, dicendomi..
Dan raggiunse i suoi amichetti per salutarli e mostrargli il suo ginocchio malconcio.
<< Da coraggioso mostra le ferite di guerra>>, disse Edward dietro di me facendomi ridere.
<< Anche tu lo facevi, ogni volta che cadevi, mostravi orgoglioso le tue ferite!>>, ricordai sorridendo, era da tanto che non mi permettevo di farlo.
<< Mi somiglia così tanto perché io sono..>>
<< Si>>, era inutile negare.
Edward si avvicinò a Daniel e lo prese per mano, ma vedendo che zoppicava lo prese in braccio, facendogli appoggiare la testa sulla sua spalla. Io gli seguì dopo aver salutato Carmen che ci osservava.
<< Mi apri, per favore, la portiera>>, domandò.
<< Certo>>, con molta cura Edward appoggiò Daniel sui sedili posteriori della sua Volvo.
<< Amore dovei stai andando?>>, venne Tanya strusciandosi ad Edward. 
<< Porto Bella a casa e poi torno qui>>, disse lui quasi infastidito. 
<< Non puoi chiamare un taxi?>>, mi chiese Tanya.
<< No, vedi il bambino si è addormentato..>>, intervenne Edward salendo in macchina.
<< Ti aspetto dobbiamo festeggiare la nostra prima notte!>>, gli disse al finestrino piegandosi facendogli vedere le sue grazie.
<< Andiamo?>>, mi chiese facendo partire la macchina.
<< Si>>, dissi per poi dargli l’indirizzo di casa.
<< Neanche ci fossimo sposati..>>, disse più tra sé e sé, che a me.
<< Come?>>
<< Nulla>>, per tutto il resto del viaggio rimanemmo in silenzio. Arrivati davanti a casa di Rose scesi e feci per aprire la portiera di Daniel ma Edward mi fermò.
<< Parlami di lui..>>, mi disse facendomi appoggiare alla macchina, con lui accanto a me.    
<< Perché ora?>>, se otto anni fa non lo voleva.
<< Perché ora? Bella me lo hai tenuto nascosto per otto anni ho il diritto di sapere qualcosa su di lui!>>, bella questa..
<< Io te l’ho tenuto nascosto?>>
<< Senti Bella, io non ho voglia di discutere sta sera, raccontami di lui, perché ti giuro mi sto contenendo dall’esplodere>>, sembrava davvero sul punto di esplodere, sembrava davvero non sapesse nulla.
<< È nato il 17 luglio del 2007, ama giocare a Basket, tifa per i LA Lakers, anche se è nato e cresciuto a Chicago..>>
<< Come me..>>
<< Cosa?>>, è tutto uguale a lui.
<< Ama il basket ed è tifoso dei Lakers>>
<< Già.. il suo piatto preferito è la pizza con le patatine, odia qualsiasi tipo di formaggio. Lo detesta, letteralmente, lo tollera solo sulla pizza>>, questo però non sapevo da chi l’avesse ereditato, Edward sorrise. 
<< Scommetto che va matto per il latte con il Nesqueek!>>, ecco lui aveva la straordinaria capacità di sorprendermi, sempre.
<< Con tre cucchiai di Nesqueek e biscotti al miele>>, annuì.
<< Cosa.. cosa sa di me?>>, ed ecco che tornava serio.
<< La verità..>>, gli ho sempre detto la verità, che se ne era andato.
<< In che senso, Bella non ti capisco..>>, non capiva.
<< Che sei sparito, nulla di più..>>
<< Bella io non sono sparito eri tu che non mi volevi vedere..>>, ero io che non volevo vederlo? Ma se l’ho cercato come una matta? 
<< “ Io non lo voglio”>>, le parole che mi avevano distrutta.
<< Cosa non vuoi?>>, non capiva, o meglio, non voleva ricordare. Mi aveva cancellata.
<< Non te le ricordi più le parole del tuo ultimo messaggio prima di partire per Los Angeles?>>, gli chiesi voltandomi verso di lui, per guardarlo in faccia.
<< Cosa? Io non ti ho mandato nessun messaggio con quelle parole..>>, sembrava sinceramente sorpreso.
<< Senti Edward, come hai detto tu, non ho voglia di discutere sta sera, ormai è una cosa passata>>, era andata così, anche se non se lo ricordava.
<< Posso vederlo ancora?>>, non potevo negare a Daniel di avere un padre, ma non volevo traumatizzarlo, dicendogli da oggi al domani “ Hey questo è tuo padre”.
<< Io non..>>, ma il signorino non mi fece finire.
<< Non puoi negarmi il diritto di vederlo, Emmet è uno degli avvocati più potenti di Seattle..>>, cosa diavolo stava dicendo? Lui non poteva avanzare nessun diritto su Dan, se ne era fregato di lui per otto anni!
<< Me lo vuoi portare via?>>, sembrava pentito delle sue parole.
<< Non lo farei mai.. non ti separerei mai da lui>>
<< Allora fammi finire di parlare prima di saltare alle conclusioni sbagliate>>, era tipico suo non ti faceva mai finire di parlare.
<< Scusami..>>
<< Io non penso sia necessario dirgli immediatamente chi sei, fatti conoscere, è un bambino molto timido, ci impiega un po’ a fidarsi delle persone. Credo, però, che tu gli stia simpatico..>>, se non fosse così, non si sarebbe mai fatto medicare da lui.
<< Spero tu abbia ragione, quando posso vederlo?>>
<< Domani alle 12:30 vieni a prenderci all’uscita da scuola..>>
<< Ci sarai anche tu?>>
<< Almeno per i primi incontri si, poi vi lascerò alle vostre avventure da uomini!>>, come sarebbe dovuto sempre essere. 
<< Hai ragione, conquisterò la fiducia di mio figlio>>, disse quelle ultime parole con orgoglio, oserei dire.
<< Hai una sola possibilità Edward, se soffre per colpa tua non c’è avvocato che tenga alla mia furia. Chiaro?>>, se l’avrebbe fatto soffrire, io..
<< Si, non voglio subire la tua furia!>>
<< È la mia unica ragione di vita..>>, era il mio tutto.
<< Lo so, Bella>>, mi girai ed aprì la portiera per poter prendere Dan.
<< Bella lo porto io, è pesante il mio ometto!>>, lo conosceva da quattro ore e già lo considerava suo.
Prese il bambino in braccio, io gli feci strada e lo portammo in camera sua. Mi aiutò a spogliarlo e a mettergli il pigiama. Prima di uscire dalla cameretta lo baciò e mi raggiunse in salotto.
<< Notte Edward..>>
<< Notte Bella>>, disse prima di uscire, lasciandomi in un pianto liberatorio. 

Eccomi con il nuovo capitolo.. vi è piaciuto? 
Edward sembra calmo ma credetemi non lo è, è estremamente confuso.. vuole delle risposte da Bella. Lei, invece, ha paura.
Voglio precisare che Daniel è la fotocopia di Edward da bambino, non è stato difficile per lui capire che era suo figlio, ha sentito di amarlo fin dal primo istante in cui l'ha visto.
Esme come vi è sembrata? Aspetto i vostri pareri, un bacio AlmaRed.
A lunedì!

 

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Capitolo 6
*** Buon compleanno Bella ***


Capitolo 6 Bella/ Edward

BUONCOMPLEANNO BELLA
LUNEDÌ 14 SETTEMBRE 2015

BELLA

Non avevo dormito quella notte, perché avevo la sensazione che non sapesse nulla, sembrava così sorpreso quando aveva visto Daniel e quando aveva saputo di esserne il padre.
<< Bella buongiorno!>>, mi disse Rose entrando in cucina, Daniel ancora dormiva, era presto.
<< Giorno>>, risposi preparando un caffè anche per lei.
<< Mi vuoi spiegare cos'è successo ieri sera?>>, domandò sedendosi, diamine avevamo dato spettacolo.
<< Nulla>>, non ci volevo pensare.
<< Bella.. per favore. Sembravi sconvolta quando hai incontrato i Cullen>>, non potevo mentirle mi conosceva.
<< Giura che non ne fai parola con Daniel!>>, per un bambino non è facile scoprire chi è il proprio padre da un giorno all'altro.
<< Promesso>>
<< Bene..>>, feci un bel respiro e mi sedetti di fronte a lei.
<< .. tu mi hai sempre chiesto chi fosse il papà di Dan>>
<< Si.. ma cosa c'entra..>>, sembrava aver capito.
<< Edward è il padre di Daniel>>, lanciai la bomba, Rose era senza parole.
<< Cioè il fratello di Emmet è il papà di Dan?>>, domandò alzando la voce, non volevo che Dan l'ho scoprisse in quella maniera.
<< Shh, non alzare la voce, si è lui>>, il destino si divertiva molto con me..
<< E cosa ha detto di Daniel, quel bastardo, ti ha lasciata quando ha scoperto di lui!>>, si stava arrabbiando.
<< Lo considera già il suo ometto..>>, le risposi sorridendo, non so perché lo feci, fu spontaneo.
<< Bella?>>
<< Rose, non so,sembrava davvero che non ne sapesse nulla.. io non lo so, sono così confusa.. non so che fare>>, le lacrime, che tutta notte mi avevano fatto compagnia, tornarono.
<< Bella tesoro calmati, ci sarà una spiegazione..>>
<< No Rose, non c'è ne sono.. mi ha lasciata e ora pretende di conoscerlo..>>, non riuscivo a dimenticare tutto quello che avevo passato per colpa sua.
<< Pensa a Daniel, lui ha il diritto di avere un padre, ed ora lui c'è e lo vuole conoscere, dargliela una possibilità>>
<< Ma se gli fa male? Non voglio che il mio bambino soffra..>>
<< Se l'ho farà.. avrà a che fare con la furia di Rosalie Hale>>, era tornata in modalità zia protettiva.
<< Vado a svegliare l'ometto>>.
Andai in camera di Dan lo svegliai facendogli il solletico, poco dopo si alzò.
<< Buongiorno mamma>>
<< Buongiorno tesoro, su a fare colazione>>, ci preparammo e andammo a prendere anche Ben, e tutti assieme prendemmo un taxi per andare a scuola, la mia macchina era dal meccanico.
Ero agitata nel pomeriggio sarei uscita con Edward e Daniel, chissà se quei due si sarebbero piaciuti, Dan però si fidava di lui.
Alle 12:30 uscì da scuola con Dan per mano, << Daniel, ti ricordi di Edward? Il mio compagno di scuola?>>.
Lui annui, << Quello che mi ha curato il ginocchio!>>, era strano il mio bambino, solitamente non si fidava delle persone con Edward era diverso, sembrava che sapesse, perché mi stupì quando corse verso di lui che era appoggiato alla sua Volvo.
<< Ciao campione! Come va il ginocchio?>>, domandò Edward abassandosi alla sua altezza.
<< Quale ginocchio?>>, ed ecco che faceva l'eroe.
<< Giusto! Che sbadato!>>, erano bellissimi insieme. 
<< Ciao Edward>>, lo salutai avvicinandomi e prendendo Daniel per mano, lui era mio. Edward doveva guadagnarsi la sua e la mia fiducia, doveva recuperare otto anni di vita, mi doveva spiegare perché se ne era andato, perché mi aveva lasciato sola.
<< Avete pranzato?>>
<< Si>>, avevo mangiato in mensa con i miei alunni, ma ovviamente mio figlio non era del mio stesso parere.
<< Io no, c'era la pasta con i broccoli! Bleah!>>, niente proprio non gli digeriva, gli odiava.
<< Beh, neanche io ho mangiato. Ti andrebbe di andare al ristorante?>>, magari ad uno di quelli super lussuosi.. << Edward è un bambino,  il ristorante è un po'..>>
<< Hai ragione, neanche a me piace.. meglio il McDonald's>>
<< Ehmm>>, vidi Dan titubare, sapevo il motivo.
<< Non dirmi che ancora non ti piacciono i fast food!>>, quando stavamo insieme gli odiavo, preferivo la pizza, ma durante la gravidanza ne avevo sempre voglia.
<< Ci sono già andato due volte questo mese, e mamma vuole che ci vada solo una..>>, si sentiva in colpa, mentre ero al lavoro al Denali Club, Rose l'ho aveva portato.
<< Non c'è due senza tre Daniel>>
<< Dici davvero mamma?>>, domandò stupito, Edward sorrise.
<< Andiamo prima che cambi idea!>>
Edward aprì la portiera della macchina e fece salire Daniel al sedile posteriore, allacciandogli la cintura, sembrava lo facesse da una vita, sarebbe stato bello crescerlo insieme. Essere una famiglia, ma lui aveva rovinato tutto.
<< Bella.. prego>>, disse aprendomi la portiera della macchina, mi guardò e mi sorrise. Nonostante gli anni era bellissimo, Bella riprenditi!
<< Campione che musica vuoi ascoltare?>>
<< Quello che vuoi basta che non sia musica classica, è noiosa..>>
<< Disse quello che suona il piano..>>
<< Daniel suoni?>>, chiese Edward stupito, anche lui suonava.
<< Si nonna Marie mi ha fatto fare lezioni di piano>>, e da lì cominciarono a parlare di musica e melodie, Edward si propose di fargli fare lezioni di piano, si stava prendendo troppe libertà, non si doveva permettere.
<< Se a mamma va bene, ovviamente>>, ed ecco che mi stupì, sembrava sapere quello che stavo pensando.
<< Certo, solo se a te va bene tesoro>>, chiesi a Dan voltandomi verso di lui. Sembrava felice.
<< Si>>, rispose entusiasta.
Poco dopo raggiungemmo il McDonald's, Dan ordinò il suo solito Happy Meal ed anche Edward lo fece, due bambini erano.
Erano felici, mentre provavano i giochini che avevano trovato all'interno.
In quel momento dimenticai tutto, c'eravamo solo noi tre, eravamo un piccola famiglia, chiunque lo avrebbe detto guardandoci dall'esterno.
<< A che ora deve rientrare a scuola?>>, domandò con la bocca piena di patatine, che fine aveva fatto il gentiluomo di prima?
<< Alle due>>, risposi finendo il mio Milk Shake al cioccolato.
<< Va bene allora facciamo in tempo!>>, che diamine stava dicendo?
Si alzò e prese Dan per mano, lui accettò senza fare una piega, a me diede fastidio da una parte, ma dall'altra mi rendeva felice.

EDWARD
Aspettarli fuori da scuola, vedere Daniel venirmi in contro, vedere lei, che era semplicemente bellissima, mi aveva reso felice. Sembrava una cosa così normale aspettargli e portargli fuori a pranzo. Perché mi aveva tolto questa possibilità? Perché avevo scoperto di lui per caso? Lei me lo avrebbe mai detto? Erano troppe le mie domande e solo lei poteva darmi le risposte che io volevo, ma non quel giorno, non volevo arrabbiarmi davanti a Daniel, lui non c'entrava nulla.
Aveva sempre detestato i fast food, l'unica cosa che prendeva era il Milk Shake al cioccolato, e in questo non era cambiata.
Dan invece era uguale a me ci metteva l'anima quando mangiava, lo guardavo e ne ero orgoglioso.
Domandai a Bella a che ora dovevano rientrare a scuola, avevamo ancora mezz'ora di tempo, avevo in mente una cosa.
In pochi minuti eravamo nuovamente in macchina tutti e tre, come una famiglia, Dan seduto dietro giocava con la sorpresa che aveva trovato nel Happy Meal. Bella, invece, non parlava era pensierosa evitava il mio sguardo, era distante dalla Bella che avevo amato, era fredda.. Cosa le era successo in quegli anni? Perché aveva dovuto crescere nostro figlio da sola?
Arrivammo alla pasticceria, scesi ed aprì la portiera sia a Bella che a Daniel, lei mi sorrise arrossendo.. Era bellissima.
<< Perché siamo qui?>>, domandò confusa.
<< Oggi è il 14 settembre, se non erro il 13 è il tuo compleanno!>>, si stupì.
<< Cullen che intenzioni hai?>>, adoravo quando mi chiamava per cognome. Non le risposi presi semplicemente Daniel per mano ed entrammo nel locale, Bella sbuffando ci seguì.
<< Accomodatevi pure, arrivo subito>>, si sedettero curiosi entrambi, Bella però non sembrava tranquilla.
<< Una Cheesecake al cioccolato bianco, con su scritto "Buon compleanno Bella", grazie>>
<< Va bene, per quando gliela preparo?>>
<< Ora, adesso>>, risposi ovvio.
<< Ma..>>, gli allungai una banconota da 50 $ e sparì nel retro bottega, essere ricco aveva i suoi vantaggi, mi voltai e vidi la cosa più bella del mondo; Daniel e Bella che ridevano felici, volevo poter essere parte della loro felicità.
<< Edward come fai a sapere che ieri era il compleanno di mamma?>>, domandò Dan.
<< Era una mia amica>>, risposi, col tempo ci saremmo conosciuti, avrebbe imparato a volermi bene, io già lo amavo.
Bella non riuscivo ad odiarla, sentivo che aveva sofferto molto, non capivo ancora il perché di ciò che era successo nove anni prima, ma
avevamo tempo, non le avrei mai più permesso di allontanarsi da me.
<< Ecco la vostra torta>>
<< Cosa stai facendo?>>, chiese Bella, quando lesse il suo nome sulla torta.
<< Anche se in ritardo.. Tanti auguri Bella>>, le dissi posandole un bacio sulla guancia e lei arrossì. Rabbrividimmo entrambi.
<< Grazie>>
<< Auguri mamma>>, le disse il mio bambino, sarebbe stato bellissimo se mi avesse chiamato papà, tempo al tempo, mi dicevo.
<< Grazie amore.. mangiamo?!>>
Io e Daniel cominciammo a cantarle: << Tanti auguri a te.. tanti auguri a te..e la torta a me..>>, Bella era felice, lontana da quella di pochi minuti prima. Rideva felice, rideva con gli occhi, rideva e speravo che fosse anche per merito mio. Agli occhi degli altri eravamo una bellissima famiglia, invece.. Tempo al tempo Edward!
<< Scusate ma il cioccolato è una mia prerogativa>>, disse Bella tagliando la torta per tutti e tre, dopo che Dan aveva inserito il dito nella crema.
Mangiammo felici tutti e tre, la torta avanzata la facemmo incantare, non avremmo lasciato mai quel ben di Dio alla pasticcera.
In tempo per le due portammo il nostro bambino a scuola, Bella quella mattina aveva portato lui e Ben a scuola con il taxi, in quanto la sua macchina era dal meccanico.
<< Vieni ti porto al lavoro>>
<< Non ti preoccupare prendo un taxi>>, aveva un tono freddo, era tornata quella di prima.
<< Bella non fare storie, dai sali>>, mi lanciò un'occhiataccia e salì in macchina, quanto mi era mancata. 
Perché da quando l'avevo rivista vedevo lei ovunque, solo il giorno prima mi ero fidanzato con Tanya, ma non vedevo lei nel mio futuro, vedevo Daniel.
Sapevo della sua esistenza da meno di ventiquattro ore, ma era diventato il centro del mio mondo,  conquistare lui era il mio unico obiettivo.
Quando arrivammo al Denali Club, Bella aprì la portiera ma la fermai trattenendola per una mano.
<< Bella.. grazie>>
<< Ricordati hai una sola possibilità, Dan ha sofferto abbastanza>>, disse staccando la sua mano dalla mia e uscendo dall'auto.
Tornai in ufficio e mi misi al lavoro, pensando a mio figlio. Io Edward Anthony Cullen avevo un figlio ero padre, dovevo recuperare oltre otto anni della sua vita, ce l'avrei fatta. Parola di Cullen!

Io davvero non so come dirvi grazie, a leggere queste storia siete in tantissime, ed io ne sono orgogliosa.
Tornando alla storia, c’è molta sintonia tra tutti e tre, Bella sembra fredda, ma ha solo messo uno scudo per non soffrire, ha semplicemente paura.
Del prossimo capitolo vi anticipo che Edward sarà molto felice..
Aspetto i vostri pareri, un bacio a mercoledì.

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Capitolo 7
*** Papà ***


Capitolo 7 Bella/ Edward 

PAPÀ
VENERDÌ 21 SETTEMBRE 2015

EDWARD

Bella mi aveva chiesto se volevo andare a prendere Daniel a scuola mentre lei era al lavoro, ed io ero felicissimo. Alle quattro in punto ero davanti alla scuola, fiero di aspettare mio figlio.
Ogni pomeriggio di quella bellissima settimana l'ho avevo passato con Daniel, con Bella ci vedevamo solo quando me lo portava in ufficio, non avevamo più parlato, per il momento non volevo sapere, volevo solo guadagnarmi la fiducia di Dan , volevo che un giorno sapesse chi ero io.
Passevamo ore a giocare a basket, ed era bravo il mio ometto.
Fisicamente era la mia fotocopia, ma aveva il carattere di Bella, era dolce, arrossiva quando era in imbarazzo, voleva sempre aiutare gi altri.
<< Edward>>, attirò la mia attenzione Daniel correndo verso di me, sembrava.. felice di vedermi e questo mi riempì il cuore di gioia.
<< Ciao campione>>, lo salutai scompigliandomi i capelli, accanto a lui c’era un bambino dai capelli biondi.
<< Ciao, dov’è mamma?>>, domandò cercandola con lo sguardo.
<< Al lavoro>>, risposi timoroso, avevo paura che non mi volesse.
<< Daniel, ma lui è il tuo papà?>>, domandò il suo amichetto, si avrei voluto rispondere.
<< No, è un amico della mia mamma>>, nel mio cuore qualcosa si ruppe, ma lui non aveva colpa, ancora non sapeva.
<< Andiamo?>>, chiesi a Dan prendendo il suo zaino, ma quanto era pesante?
<< Ciao Jessica>>, salutò una ragazza che doveva essere la mamma del suo amichetto.
<< Ciao Daniel, lui è Edward, giusto?>>, domandò guardando me.
<< Si, piacere. Edward Cullen>>, mi presentai stringendogli la mano.
<< Jessica, Bella mi ha appena chiamato dicendomi che saresti venuto tu a prendere Dan a scuola, volevo assicurarmi che fossi l’Edward di cui mi ha parlato., non si sa ma..>>, com’era gentile, aveva ragione avrei potuto essere chiunque.
<< Grazie, si hai ragione. Arrivederci>>, salutai prendendo Daniel per mano e facendolo salire sulla mia Volvo.
<< Allora campione, prima la tua mamma mi ha detto che devi fare i compiti. Quindi ora andiamo a casa mia, facciamo merenda e poi al lavoro!>>, gli dissi facendogli allacciare la cintura.
<< Hai ragione Edward, o se no chi la sente più mamma!>>, rispose facendomi ridere, no Bella non era cambiata per niente.
Un quarto d’ora più tardi, eravamo sul tavolo della mia cucina a fare matematica e poi inglese, dopo aver, ovviamente, mangiato pane e Nutella.
<< Edward, ma quella bionda alla festa è la tua fidanzata?>>, domandò stupendomi.
<< Sì>>, decisi di essere sincero con lui.
<< Ah...>, sembrava deluso dalla mia risposta, corrugò la fronte e riprese a fare i compiti.
<< Perché?>>, volevo sapere.
<< È antipatica, mi ha chiamato “marmocchio”!>>, cosa? Come si era permessa a definire il mio bambino in quella maniera? Solo in quel momento mi ricordai di Tanya, l’avevo vista solo una volta questa settimana, e aveva solo parlato lei dell’organizzazione del matrimonio. Le ho anche detto che Dan era mio figlio, ma a lei sembrava non fregagliene molto, ha semplicemente detto che poteva benissimo portarci le fedi. Non la sentivo da due giorni, e non mi mancava. Se pensavo al mio futuro non c’era lei al mio fianco..
<< Spero per lei che stesse scherzando.. andiamo a prendere mamma e poi dritti alla partita di basket>>, meglio cambiare argomento.
<< Sii.. dobbiamo vincere, sai io e mamma andiamo a mangiare la pizza, ogni volta che vinco una partita>>, l’avremmo fatto anche noi, desideravo tanto far parte della loro quotidianità. 
<< Allora ti prometto che se vinci la partita ti ci porto io a mangiare la pizza assieme a Bella. Ti va?>>, forse non mi avrebbe voluto.
<< Sarebbe fighissimo>>, disse venendo verso di me ed abbracciandomi, io mi beai di quel contatto, di mio figlio.
Alle sei in punto eravamo di fronte al Denali club ad aspettare la nostra donna, si perché Bella era ancora mia.
<< Eccomi>>, disse aprendo la portiera e salendo, Dan da dietro si sporse in avanti e baciò Bella sulla guancia, << Quanto mi sei mancato ometto!>>, disse baciandolo a sua volta, poi si voltò verso di me e mi stupì dandomi un bacio sulla guancia destra, dove la pelle che aveva sfiorato con le sue caldi e morbidi labbra, bruciava.
<< Grazie>>, era sincera.
<< Di  cosa?>>. Non capivo.
<< Hai preso Daniel a scuola e presumo avete fatto i compiti. Perché gli avete fatti giusto?>>, domandò con fare investigativo.
<< Fattissimi!>>, rispose Dan mettendosi la mano sul cuore, a mo di giuramento, ed io lo imitai facendo scoppiare Bella a ridere.
Godendomi quel momento così intimo misi la prima e parti verso la palestra dove si sarebbe svolta la partita.
<< Stendigli tutti campione!>>, gli dissi scompigliandogli i capelli, prima che lui andasse dai suoi compagni di squadra. Io e Bella ci accomodammo sugli spalti. 
Ero emozionato, era la prima partita di mio figlio che vedevo, Bella sembrà leggermi nel pensiero; << Sul PC ho il video della sua prima partita a basket, aveva 5 anni>>.
<< Grazie>>, mi avvicinai ulteriormente a lei e presi la sua mano stringendola forte con la mia, lei non mi rifiutò.
<< Com’è bravo il numero 14!>>, mi disse un signore alla mia sinistra.
<< È mio figlio!>>, risposi orgoglioso, Bella mi guardava era felice, i suoi occhi mi mostravano tutta la dolcezza del mondo.
<< Beh, complimenti>>
<< Grazie>>
Mancavano pochi secondi, erano in pareggio, d’un tratto la palla passò a Dan che dai sei metri tirò, proprio quando finì il tempo, facendo un canestro da tre punti.
Bella mi abbracciò felice, il pubblico applaudiva entusiasta, i compagni di squadra di Dan urlavano il suo nome.
Ma quello che vedevo in quel momento era solo Bella e le sue labbra a pochi centimetri da me, non resistetti e la baciai. 
Un semplice sfioramento di labbra, dei baci dolci, che sapevano di noi quando la mia lingua cominciò a danzare con la sua.
Ci baciammo per un tempo infinito, fino a quando lei non si staccò imbarazzata e andò ad abbracciare Daniel, la seguì e assieme stringemmo forte nostro figlio. Ero felice.

BELLA
L'imbarazzo tra me ed Edward era alle stelle, avrei preferito ritornare a casa, ma aveva promesso a Dan di andare a mangiare una pizza assieme, se avesse vinto. L'avremmo portato anche in caso di sconfitta.
Il cameriere, dopo avermi fatto una radiografia completa, seguito da un grugnito di Edward, ci accompagnò al nostro tavolo, vicino ad una parete formata da un acquario. Sembrava geloso.. di chi poi? Non ero di certo io la sua fidanzata, non ero Tanya.
<< Prego accomodatevi>>, ci disse il cameriere spostandomi la sedia, ma dopo pochi secondi venne sostituito da Edward, << Ci penso io, ci porti il menù!>>, il cameriere sparì, io e Dan trattenemmo una risata, Edward sembrava..
<< Come si permette di guardarti in quel modo?>>, era geloso..
<< In che modo scusa?>>, chiesi in maniera innocente, non so perché ma mi piaceva stuzzicarlo.
<< Ti mangiava con gli occhi!>>
<< Ma la mia mamma non si mangia, al massimo si riempie di baci>>, affermò il mio piccolo ometto.
<< Anche>>, ma come si permetteva di usare quella voce, così.. davanti a Dan poi! L'ho vidi sussultare quando gli diedi un calcio da sotto il tavolo.
<< Ma posso farlo solo io, mamma mi ha detto che sono l'uomo della sua vita>>, anche lui era geloso, già non amava il fatto che altri bambini mi dessero un bacetto, figuriamoci un altro uomo.
<< Solo tu?>>, domandò Edward accarezzandoli i capelli, a Dan non dava fastidio se lo faceva lui.
<< Beh.. forse, anche il mio papà quando torna!>>, mi ghiacciai alle sue parole, non parlava mai del suo papà, non chiedeva mai di lui, perché lo tirava in ballo adesso? Che avesse capito qualcosa? 
Io ed Edward ci guardammo negli occhi e lui mi sorrise, forse era arrivato il momento. Cosa serviva aspettare?
<< Ecco i menù vi lascio scegliere, passo tra poco!>>, disse il ragazzo di prima, Edward lo fulminò con lo sguardo.
<< Si, si va bene. Ometto scegliamoci la nostra pizza>>, i "miei" uomini si concentrarono sul menù, io sapevo già cosa prendere.
Poco dopo e tremila nomi di pizza, arrivò il cameriere a prendere l'ordine.
<< Per me una pizza quattro stagioni ed una Coca Cola>>, rispose Edward stupendomi, da quando beveva la Coca Cola con la pizza? Prendeva la birra.. si ma questo a diciotto anni!
<< Pizza e patatine per me ed una Coca.. si una Coca Cola!>>, non l'avrei mai detto! Pensai sarcastica, passava ore sul menù e alla fine prendeva sempre la stessa cosa, uomini!
<< Per me..>>
<< Per lei pizza al prosciutto cotto, con molta mozzarella e pomodorini. Ah e due foglioline di basilico>>, se lo ricordava..
<< Da bere cosa le porto signorina?>>, mi domandò il cameriere voltandosi verso di me, ma il mio sguardo era tutto per Edward.
<< Ehm, non saprei..>>, ero leggermente distratta..
<< Per la mia mamma del tè freddo al limone, grazie. E sbrigati perché ho fame!>>, rispose al mio posto Daniel, mi stupì sembrava odiare il cameriere, proprio come suo padre. Sorrisi prima di rimproverarlo con lo sguardo, lui mi fece gli occhi da cucciolo.
<< Non funzionano Daniel, non funzionavano con lui figuriamoci con te!>>, dissi parlando un po' troppo forse.
<< I miei occhi da cucciolo ti hanno sempre fatto sciogliere!>>, rispose dando il cinque a Daniel, erano uguali.. erano bellissimi.
Le pizze arrivarono e come due morti di fame si lanciarono sulle loro pizze, finendole e mangiandosi anche un pezzo della mia.
<< Mamma>>
<< Si tesoro, dimmi>>
<< Perché mi chiamo Daniel Edward?>>, ma nella pizza cosa ci avevano messo? Fu Edward a salvarmi.
<< Che ne dici di andare a casa mia e farci una partita alla X Box?>>
<< Si!! Mamma ci andiamo vero?>>, era venerdì sera, quindi cominciava il week-end, perciò acconsentì e mezz'ora più tardi ci ritrovavamo nell'attico di Edward.
I due cominciarono a giocare immediatamente, Daniel vinceva quasi sempre, probabilmente era Edward che lo lasciava fare, ma non m'intromisi, era così bello vederli assieme.
<< Edward, tu conoscevi la mamma quando era giovane?>>, avevo venticinque anni per diamine!
<< Hey! Ti sembro per caso vecchia?>>, domandai con voce scandalizzata.
<< Scusa>>, rispose con gli occhi da cucciolo, a volte funzionavano.. a volte.
<< Si la conoscevo quando era una ragazza>>, come si parava il culo lui, nessuno proprio!
<< E..>>, cosa diamine voleva chiedere?
<< Cosa vuoi sapere ometto?>>, lo incoraggiò Edward.
Il mio piccolo, prese un bel respiro, mettendo il joystick sul tavolino di vetro e voltandosi verso suo padre, << Mamma mi raccontò che il nome Daniel, piaceva ad una persona a cui lei voleva molto bene. Sai per caso chi è? Lei non me lo ha voluto dire>>, colpita e affondata Bella!
Edward mi guardò , chiedendomi con il solo sguardo se poteva parlare ed io feci cenno di si.

MAGGIO 2006
Io ed Edward stavamo insieme da circa otto mesi, eravamo felici, i miei lo adoravano ed io beh.. amavo lui. Spesso con papà e Jake cominciavano discorsi sui Lakers che duravano fino a notte fonda. Roba da matti!
<< Daniel..>>, io, papà e Jake eravamo in salotto, mentre fuori diluviava.
<< Chi?>>, chiesi non campendo.
<< Se avessi avuto un altro figlio maschio l'avrei chiamato così!>>
<< Perché?>>, domandò Jacob a papà.
<< Quando eravate piccoli, durante una rapina a mano armata a Seattle, il mio compagno di pattuglia, si prese un colpo facendomi da scudo. Poco dopo morì tra le mie braccia..>>, non ce l'aveva mai raccontata quella storia, a Forks il livello di crimine era quasi allo zero, eccetto i furti delle biciclette, non sapevo fosse mai stato coinvolto in una sparatoria.
<< Si chiamava Daniel?>>, domandai a papà, che si era perso nei suoi pensieri, annui per poi alzarsi e andare in cucina da mamma.
Quella sera stessa raccontai la storia ad Edward.

LUNEDÌ 21 SETTEMBRE 2015
<< Un poliziotto di nome Daniel fece da scudo ad una persona importante per mamma e lo salvò, lui però non ce la fece ed andò in cielo..>>, raccontò Edward ricordandosi la storia che papà mi aveva raccontato a quindici anni.
<< Quindi ho il nome di un eroe?>>, domandò spiazzando entrambi.
<< Si..>>, risposi abbracciandolo.
<< E vuoi sapere perché ti chiami Edward di secondo nome?>>, sentivo che era arrivato il momento, la mia unica paura era che Daniel non accettasse la verità. Che odiasse Edward, ma in questi gironi gli avevo visti così bene assieme, era sempre contento quando mi parlava di lui, lo adorava. Lo stesso potevo dire di Edward.
<< Si..>>, rispose speranzoso.
<< Quando ho scoperto che tu eri dentro di me, che nuotavi come un pesciolino, il tuo papà era già andato via.. perché doveva studiare per realizzare il suo sogno..>>, era la verità in fin dei conti, sapevo che ad Edward faceva male, ma non quanto a me.
<< E lo ha realizzato?>>, chiese sedendosi vicino a me sul divano.
<< Si.. ed ora è tornato>>, lo sguardo di Edward era fisso su di me.
<< Posso conoscerlo? Quindi non mi ha lasciato perché non mi voleva?>>, chi diamine aveva messo in testa quelle cose al mio bambino?
<< No, lui ti voleva, ti ha sempre voluto. Solo che era un po' codardo da giovane.. ma ora è qui e vuole recuperare il tempo in cui ti è stato lontano>>, non ero stata io a parlare, era Edward. Perché mentiva?
<< Tu.. tu sai chi è?>>, domandò Dan.
<< Amore mio, sappi che se ci avesse trovati prima..>>
<< Ci aveva perso?>>, chiese ingenuo.
<< Ti ricordi quando abbiamo imparato i nomi dei 50 Stati?>>, il mio piccolo annuì ed io continuai, << Ti ricordi cosa ti dissi?>>.
Si fece pensieroso e corrugò la fronte mettendosi le mani nei capelli, in posizione "caricamento in corso”!
<< Che sono grandi e tanti ed impossibili da ricordare!>>, disse convinto.
<< Appunto sono grandi e lui ci ha persi di vista, ma sappi che lui ti vuole bene, tanto, e che ama giocare a basket con te, ama la pizza e il latte con il Nesqueek>>, Edward si avvicinò lentamente e Dan si voltò verso di lui.
<< Tu, tu sei il mio..>>, l’aveva capito da solo il mio ometto.
<< Si campione>>, Edward non osava muoversi aveva paura di fare qualsiasi mossa.
<< Per questo il mio secondo nome è Edward?>>, domandò stupendo entrambi.
<< Si>>, rispondemmo io ed Edward assieme.
<< Papà!>>, lo chiamò saltandogli addosso e riempiendo il mio cuore di felicità, facendomi sentire quasi completa.. Edward lo strinse a se molto forte,potevo vedere il suo viso esprimere gioia da tutti i pori. Piangeva, i suoi occhi verdi erano ora di un verde smeraldo, colmi di felicità, erano bellissimi.
<< Si amore mio sono il tuo papà>>, disse continuando ad abbracciarlo e poi fece un gesto che non mi sarei mai aspettata allungò una mano ed accolse nel suo abbraccio anche me. 

EDWARD
Il mio bambino mi aveva chiamato papà, ero il suo papà.. mi stringeva forte a se, sembrava non volesse più lasciarmi, e no, non l’avrei mai più lasciato.  
Eravamo una famiglia, eravamo noi tre, eravamo ciò che avremmo dovuto essere otto anni fa. Bella cercò di staccarsi da me, era felice ma si sentiva come.. esclusa. 
Si sbagliava perché io volevo anche lei nella mia vita, volevo loro due. Mi alzai in piedi e presi Daniel in braccio, e feci posare il capo di Bella sul mio petto. Sono sicuro potesse sentire battere il mio cuore, batteva forte per loro due, ricominciava a battere dopo tanto tempo.
Daniel era felice, continuava a farmi domande ed io rispondevo, più che felice. La mia più grande paura sembrava non si fosse avverata, non mi aveva rifiutato, non mi aveva urlato parole cattive, mi aveva semplicemente abbracciato chiamandomi papà, mai parola più bella avevo ascoltato in vita mia. Bella si vedeva era felice, non diceva molto si limitava ad osservarci e a sorridere.
Alle undici Daniel si addormentò e lo portammo in camera mia, Bella stava aprendo la camera degli ospiti, ma la fermai. In quella camera io.. ci portavo Tanya, non l’avevo mai fatta dormire in camera mia, nessuno aveva dormito in camera mia con me.
Gli feci indossare il pigiama, che gli avevo comprato, Bella sorrise emozionata.
Entrambi gli demmo il bacio della buonanotte, le avevo chiesto se poteva dormire da me stanotte, lei non mi rispose a voce, sorrise e basta. Era il nostro modo di comunicare. Era una cosa rara la nostra.
Una volta usciti dalla camera, Bella prese la giacca, voleva andarsene.
<< Bella.. parlami>>, la fermai per un braccio.
<< Ti ho già parlato di Daniel..>>, Dan stavo imparando a conoscerlo, ora volevo riscoprire lei.
<< Vieni>>, le presi la mano e andammo in sala accomodandoci sul divano.
<< Parlami di te, di quando aspettavi Dan, di quando è nato..>>, sorrise e si allungò per prendere la sua borsa sulla poltrona, dandomi bella mostra del suo perfetto fondoschiena. Calmati Edward o le salti addosso.
<< Non so perché le ho portate dietro, ma boh..>>, disse tirando fuori quello che sembrava un album fotografico. Si sedette accanto a me e mi sorrise, mi sciolse con il suo sguardo color cioccolato e profondo. 
<< Raccontami tutto per favore, fammi rivivere la nascita di nostro figlio>>
<< Durante la gravidanza sembravo una balena, ero enorme>>, disse aprendo l’album e facendomi vedere una foto di lei incinta, era bellissima, non era affatto enorme, si vedeva solo quel bellissimo rigonfiamento sul suo ventre, che avrei voluto tanto accarezzare.
<< Scalciava come un matto, ogni mattina mi dava il buongiorno con un colpetto>>, provai ad immaginarmi la scena, io e lei stretti nel nostro letto, mentre riempivo di baci la sua pancia.
<< Faceva male?>>, domandai avido di sapere.
<< No, era bellissimo>>, disse sfogliando l’album e passandomi una piccola cartelletta.
<< Che cos’è?>>
<< Aprila>>, seguì il suo consiglio e la aprì, erano delle ecografie, ogni volta che ne avevo vista una ci vedevo solo del nero con qualche sfumatura. Ma non in questa, vedevo chiaramente i contorni del bambino, vedevo le manine, il nasino, la sua testolina.. avrei pagato oro per rivivere quelle emozioni assieme a lei.
<< Guarda qui ero di sei mesi e si notava benissimo che era..>>, disse passandomi un’altra ecografia, si vedeva chiaramente che era un maschietto.
<< Ah il mio ometto, già nella pancia si metteva in bella mostra>>, sorrisi.
Bella sorrise ed era bellissima, non riuscivo ad odiarla, non sapevo il motivo che l’aveva spinta a non dirmi nulla, ad odiarmi, non riuscivo ad avercela con lei. Io e lei ancora dovevamo chiarire molti punti, ma non quella sera.
<< Com’è partorire? Cioè fa male?>>, Bella sorrise alla mia domanda, lo so che sembravano domande stupide.
<< Diciamo che non è una passeggiata, e si fa male, ma quando ti posano il tuo bambino sul petto, tutto sparisce. Il dolore, le delusioni, c’è solo lui, il centro della tua vita non sei più tu ma è lui. Se lui è felice lo sei anche tu..>>. Ed io non c’ero.
<< Ecco questa l’ha scattata un infermiera>>, mi mostrò una foto di Daniel appena nato, era ancora tutto sporco di sangue, poggiato sul petto di Bella, di una Bella felicissima. Ed io non c’ero.
<< Avrei voluto esserci>>, le dissi prima di stringerla forte a me, lei non mi rifiutò.
<< Anche io>>, cosa era successo nove anni prima? Cosa ci aveva allontanati? Ma in quel momento non lo volevo sapere, volevo solo sentirla stretta a me.
Continuò a parlare, mi disse che il suo travaglio era durato 12 ore, e che mi aveva insultato in tutte le lingue del mondo perché faceva un male cane. Che le prime settimane non dormiva finché Dan non ha preso un ritmo regolare. Che sua nonna l’aveva aiutata molto. Non aveva mai nominato i suoi genitori, ma non osai chiederle nulla.
La sua prima parola era stata Palla, il primo dentino era spuntato a 6 mesi, aveva imparato a camminare ad 11 mesi il mio campione.
Quando la vidi sbadigliare le proposi un tè, andai in cucina a prepararlo, a lei piaceva alla vaniglia, ma non ce lo avevo.. dovevo procurarmelo.
Quando tornai in salotto la vidi accovacciata sul divano, dormiva ed era bellissima.
Mi avvicinai e posai il tè sul tavolino, non resistetti e sfiorai le sue labbra con le mie, come quel pomeriggio mi sentì bene, a casa, che stavo facendo la cosa giusta, non mi sentivo in colpa.. mi sentivo Edward e basta, con lei vicino ero semplicemente io.
La presi in braccio e lei non si svegliò, aveva il sonno pesante, in questo non era cambiata. Il suo corpo si, era più morbido, era da donna. Aveva un corpo perfetto, nonostante la gravidanza, anche se non l’avevo visto nudo. 
Lo portai in camera mia e la posai sul letto accanto a Dan, le tolsi le sue amate Converse e i calzini, indossava dei leggins che per dormire andavano bene, ed una camicetta, che le tolsi, sotto aveva una maglia bianca.
Il contatto con il suo corpo, provocò in me continui brividi di piacere. Il suo contatto mi era mancato.
Stavo uscendo dalla camera, quando la sentì parlare nel sonno; << Non te ne andare..>>, non aveva perso nemmeno quella caratteristica. E li decisi, indossai i pantaloni della tuta ed una maglietta e mi misi a letto con loro due. 
Dan era al centro, eravamo una famiglia, erano la mia famiglia.
Non so per quanto gli osservai dormire, ero solo felice quando anch’io caddi in un sonno profondo.

Vi avevo anticipato che Edward sarebbe stato molto felice, Dan ha capito che è il suo papà, ed ama chiamarlo così.
Anche la nostra Bella è felice.
Nel prossimo capitolo vi anticipo che è tempo di lacrime e verità..
Attendo i vostri pareri, un bacio a venerdì,
AlmaRed.

PS. Grazie a tutte siete in tantissime a leggere.

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Capitolo 8
*** Dolore ***


Capitolo 8 Bella 

DOLORE
LUNEDÌ 21 SETTEMBRE 2015


Edward voleva far conoscere Dan alla sua famiglia e per quella sera aveva organizzato una cena a casa Cullen, invitando anche Rose, ma aveva il turno di notte e non poteva venire. Alle otto arrivò Edward, fu Dan, io ancora mi stavo preparando.
<< Papà!>>, gli veniva così naturale chiamarlo così, e so che ad Edward questo faceva piacere.
<< Ciao campione!>>, gli rispose la voce calda e dolce di Edward, << Dov’è mamma?>>
<< Si sta preparando>>
<< Donne! Non saranno puntuali nemmeno al loro funerale, credimi!>>, sbruffone.
<< Uomini, non capiranno mai che le donne si devono far attendere!>>, dissi scendendo le scale e sentendo gli occhi di Edward farmi una radiografia completa.
<< Beh, se il risultato è questo forse vale la pena aspettare!>>, mi rispose mettendomi in imbarazzo.
<< Mamma sei bellissima>>, avevo messo un vestito blu notte che arrivava al ginocchio segnato da una fascia nera sulla vita, il tutto accompagnato da un paio di decolté nere alte.
Edward mi prese a braccetto e mi posò un bacio sulla fronte, un gesto così intimo, così nostro..
<< E se io non gli piaccio?>>, domandò Dan appena scese dall’auto di Edward, una volta raggiunta villa Cullen, la stessa del ricevimento.
<< Di questo non ti preoccupare, zia Alice e zio Emmet sono già pazzi di te! E i nonni ti devono ancora conoscere..>>, lo rassicurò Edward scompigliandogli i corti capelli, a lui l’ho permetteva.
Anche io ero agitata avevo paura rifiutassero il mio bambino, di nuovo.
Entrammo e in casa, tutti mi abbracciarono tranne Esme, che mi strinse solo la mano.
<< Bella che bello rivederti>>, mi disse Carlisle abbracciandomi, lui mi aveva voluto sempre bene, andavamo molto d’accordo.
Dan era timido, si nascondeva dietro di me, io ed Edward ci scambiammo un’occhiata.
<< Daniel lui è..>>, disse Edward ma Carlisle lo anticipò mettendosi all’altezza di Dan.
<< Io sono Carlisle, tuo nonno>>, disse stringendo la manina di Daniel che ricambiò.
<< Io sono Esme>>, si presentò con tono distaccato allungandogli la mano come si fa quando si conosce qualcuno di nuovo, non quando conosci quello che è tuo nipote, ma il mio bambino ricambiò anche la sua stretta.
<< Loro sono i due pazzi di cui ti parlavo in macchina>>, disse indicando suo fratello e sua sorella, che erano visibilmente emozionati.
<< Tu sei zia Alice!>>, disse indicandola Dan e lei lo prese abbracciandolo forte a se, << Sei un po’ pazzerella!>>, si lamentò Dan e di ripicca Alice cominciò a fargli il solletico, 
<< No basta ti prego zia, basta!>>, a quelle parole Alice si fermò e due calde lacrime rigarono il suo volto, si era commossa. Quanto mi era mancato il piccolo folletto di casa Cullen.
<< L’orso qui vicino a me è...>>, disse Edward indicando..
<< Zio Emmet, ma non sembri un orso!>>,affermò Dan sciogliendosi dall’abbraccio di Alice e andando verso Emmet che con non chalance lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla guancia. << Dirglielo anche al tuo papà, è da 27 anni che mi chiama così. Si vede che per intelligenza hai preso tutto da tua madre, visto che l’hai capito subito!>> 
Tutti si misero a ridere, Emmet aveva la straordinaria capacità di sciogliere il ghiaccio anche nelle situazioni più imbarazzanti, era un avvocato dopo tutto. 
Ci sedemmo a tavola e la cameriera cominciò a servire i piatti.
<< Quando ho ospiti a cena la chiamo, così ho la possibilità di stare con loro, invece che fare avanti e indietro dalla cucina!>>, mi disse Esme seduta di fronte a me, io le sorrisi e continuai a concentrarmi sul mio piatto.
La cena passò tranquilla, Dan parlava con tutti, tranne che con Esme, lei non gli faceva alcun tipo di domanda, si limitava ad osservare ogni suo movimento.
<< Nonno, io tifo i Lakers, tu?>>, chiese Dan con la bocca piena.
<< Daniel!>>, lo ripresi e lui sapeva a cosa mi riferivo, sapeva che mi dava estremamente fastidio, << Scusa mamma!>>.
<< Anche io tifo Lakers!>>, rispose Carlisle facendo scontrare il suo pugno con quello di mio figlio. 
<< Tale padre, tale figlio>>, sottolineò Alice, che odiava il basket.
<< E tale zio. Ti prometto che appena mi libero ce ne andiamo a Los Angeles e gli vediamo dal vivo!>>, gli promise Emmet.
<< Grazie zio!>>, rispose Dan riprendendo a mangiare.
Dopo cena ci sedemmo in salotto per un bicchiere di vino, Dan aveva cominciato a giocare con la Wii assieme ad Emmet, chi tra i due fosse il bambino ancora dovevo capirlo. Noi adulti chiacchieravamo del più e del meno, fino a quando..
<< Bella perché non ce lo hai detto?>>, domandò Carlisle senza utilizzare alcuno tono di accusa, voleva semplicemente sapere.
<< Io..>>, non sapevo che dire, non potevo di certo dire, “ Sai Carlisle tuo figlio mi ha lasciato con un messaggio!”.
<< Isabella perché non me lo hai detto quando sei venuta a casa nostra?>>, chiese Esme facendomi un sorrisino falso, perché lei ricordava le parole che mi aveva detto, ne ero certa. Edward, seduto affianco a me, si era irrigidito, da quella famosa notte dopo il suo fidanzamento, non ne avevamo più parlato.
<< Edward era partito per Stanford ed io..>>, non riuscivo a reggere i loro sguardi sarei esplosa davanti a Dan, facendo uscire tutta la mia rabbia nei confronti di Edward. 
<< Isabella noi avevamo il diritto di saperlo!>>, come si permetteva Esme?
<< Ah si? E avevi anche il diritto di.. scusate deve prendere una boccata d’aria>>, mi alzai ed uscì in giardino, non riuscivo più a reggere quella situazione, mi voleva fare sentire in colpa, quando il mio unico sbaglio è stato quello di aver amato la persona sbagliata.  
<< Bella per favore cosa è successo tra te e mia madre quel giorno?>>, mi chiese Edward alle mie spalle.
<< Edward tu te ne sei andato!>>, dissi ormai in lacrime.
<< Raccontami tutto, senza saltare nulla>>, non era arrabbiato voleva solo sapere, che parlassi chiaro, perché tutto era tranne che chiara ciò che c’era successo.
<< Mi ero accorta di avere un ritardo, allora ho fatto di nascosto un test di gravidanza, ed era positivo>>, ero da sola nel bagno di casa mia, non lo sapeva nessuno nemmeno la mia migliore amica, Jane.
<< Perché non me lo hai detto?>>, perché avevo paura.
<< Perché non ne ero sicura, allora ho fatto le analisi del sangue, per questo quel pomeriggio non ero venuta con te al parchetto, due giorni dopo ho ritirato gli esiti, da cui risultava che ero incinta, ma era tardi e allora ho deciso di chiamarti l’indomani,ma tu non rispondevi e il telefono continuava a squillare a vuoto..>>
<< Era il 16 dicembre vero?>>
<< Si.. il mio ultimo giorno a Forks>>, da quel giorno non ci ero più tornata.
<< Io il 15 partì per Los Angeles>>, il giorno prima.
<< Già.. ho passato la mattinata a chiamarti e poi mi sono decisa a venire a casa tua e li ho trovato tua madre..>>, che senza peli sulla lingua mi aveva detto che se ‘era andato, calpestando i miei sentimenti, come se fossero il nulla..
<< Cosa ti disse mia madre?>>
<< Che ti avevano accettato ai precorsi a Stanford, che lo sapevi da una settimana e che il giorno prima eri partito, che avevi salutato i tuoi amici.. e che quando lei ti ha chiesto di me tu gli hai risposto che non ero nulla per te, che non mi amavi..>>, ricordare quel giorno faceva sempre più male e le lacrime continuavano a scendere, lui mi strinse forte al suo petto.
<< Non è vero, lei mi disse che non mi volevi vedere, che mi odiavi, perché stavo realizzando il mio sogno, che ti dovevo dimenticare. Io ho provato a chiamarti ma mi metteva che il tuo numero era inesistente, ad un certo punto il mio telefono è sparito, non lo trovavo più, così sono partito con l’idea di tornare e chiederti spiegazioni, ma quando sono tornato, due giorni dopo, tu non c'eri, i tuoi mi dissero che eri partita, ma non per dove>>, non riuscivo a credere alle sue parole, Esme non poteva aver detto quelle cose.. Edward mi aveva cercata? E i miei non gli avevano detto dov’ero, mi veniva da vomitare, che schifo di famiglia avevo?
<< Mamma poi mi disse che per essere accettato dovevo presentarmi a Stanford entro la mattina del 16 dicembre, allora ti scrissi una lettera e la consegnai a lei dicendole di dartela>>, una lettera? Esme non mi aveva consegnato nessuna lettera.
<< Non ti ha consegnato nulla, vero?>>, feci cenno di no con la testa.
<< Ti prego continua..>>, ed ecco che mi mettevo a ricordare la parte più dolorosa.
<< Non sapevo più che fare, provai a richiamarti, ma nulla. Allora ti mandai un messaggio, dove ti scrissi che ero incinta, poco dopo arrivò la risposta dal tuo telefono con su scritto: “io non lo voglio”..>>, era stato un colpo al cuore per me, quelle parole mi avevano distrutta.
<< Io ti giuro che non te l’ho mai scritto, se l’avessi saputo..>>, mi abbracciò ancora più stretta a lui, il mio corpo era scosso e le lacrime continuavano a scendere.
Il ricordare aveva aperto dentro di me una ferita che dopo anni sanguinava ancora.
<< Bella hai detto che quello era stato il tuo ultimo giorno a Forks, perché?>>
<< Quando ricevetti il tuo messaggio, decisi di dirlo ai miei. Si arrabbiarono molto, mi diedero dieci minuti per prendere le mie cose e sparire. Uscendo mi dissero che ero una poca di buono, che apriva le gambe al primo che passava, che ero irresponsabile, che avevi fatto bene a lasciarmi..>>, la crisi di pianto si fece ancora più forte, continuavo a tremare e lui a stringermi forte al suo petto, posando delicati baci sui miei capelli.
<< Tesoro mio, mi dispiace. Dove sei andata?>>
<< Ti ricordi che per quel Natale avrei passato una settimana da nonna a Chicago?>>
<< Si.. ed io sarei venuto con te>>, sarebbe stato il nostro primo viaggio insieme.
<< Già..chiamai nonna e le chiesi se poteva anticipare il mio arrivo e lei mi disse che non cerano problemi, così presi l’aereo ed andai a Chicago. Nonna mi è stata accanto per tutto il tempo, senza dirmi nulla. Poco dopo ha chiesto ai miei genitori il mio affido e abbiamo cresciuto Dan insieme. Ha amato Daniel e me, si è sacrificata per noi fino al suo ultimo giorno di vita>>, nonna mi mancava, era l mia roccia.
<< Nonna Marie è..>>, non volevo sentirla quella parola.
<< Si>>
<< Hai più rivisto i tuoi?>>, loro per me erano il nulla.
<< No, dopo che hanno scoperto che ero andata a vivere da mia nonna hanno tagliato i rapporti anche con lei, non sono venuti nemmeno al suo funerale..>>, gli avevo chiamati, dopo otto anni, per avvisarli e loro mi avevano chiuso il telefono in faccia.
<< Ora calmati, hai me>>, non era vero.
<< Ci sarò sempre per te e nostro figlio>>, disse stringendomi ancora più forte.
<< Voglio andare a casa..>>
<< Certo, prendo Dan e andiamo>>, c'era tutta la sua famiglia di la..
<< Prendo un taxi..>>
<< No, non ti lascio sola in queste condizioni>>, perché faceva così? Perché ora?
<< Edward..>>, tentai di fargli cambiare idea ma non mi permise neanche di parlare.
<< Sali pure in macchina, dentro dirò che non ti sei sentita bene..>>
<< Va bene>>, mi posò un bacio sulla fronte e rientrò in casa, io salì nella Volvo che stava sul viale.
Poco dopo mi raggiunsero e in totale silenzio andammo a casa.
Mettemmo Dan a letto, e una volta chiusa la porta di camera sua scoppiai nuovamente a piangere, ricordare faceva male.
<< Dormo con te sta notte>>, mi disse Edward abbracciandomi le spalle.
<< Edward no.. Tanya>>
<< Non me ne importa nulla di lei..>>, era la sua fidanzata.
<< Che cosa stai dicendo?>>
<< Non lascio da sola, in queste condizioni, la donna che più ho amato in vita mia>>, mi prendeva in giro?
<< Non dire sciocchezze>>
<< Non sto mentendo, è da quando ti ho rivista che non vedo più il mio futuro con lei..>>, non poteva farle questo, lei lo amava.
<< Tu la ami..>>
<< L'unica persona a cui ho detto "Ti amo" in vita mia è qui davanti a me..>>, non poteva essere vero, non poteva sposare una persona che non ama.
<< Edward per favore.. è passato tanto tempo ormai>>, mi strinse a se forte,cullandomi al suo petto.
<< Voglio riconquistarti..>>
<< Io non voglio essere la tua amante>>, non avrei mai fatto la terza incomoda.
<< No, io ho deciso di lasciare Tanya, non la amo le voglio bene..>>, cosa?
<< Se non la ami perché le hai chiesto di sposarti?>>, chi lo capiva?
<< Perché l'ho pensavo davvero, ma mi è bastato rivederti per rimettere in discussione i miei sentimenti per lei, perché nonostante tutto il risentimento nei tuoi confronti..>>, a quelle parole mi staccai da lui, ma Edward prese il mio volto tra le mani e continuò a parlare.
<< .. quello che provavo per lei non è nemmeno un millesimo di quello che provo per te>>, mi amava ancora.
<< E sai quando l'ho capito?>>, feci cenno di no con la testa e lui proseguì.
<< Quando alla festa del mio fidanzamento abbiamo ballato, quando ti avevo tra le mie braccia mi sentivo felice, completo, al mio posto. Con Tanya non era così, quando ho scoperto che Daniel era mio figlio volevo urlarti, arrabbiarmi con te, ma non ci riuscivo..>>, di slancio lo abbracciai, avrei combattuto per riaverlo.
<< Perché siamo arrivati a questo punto? Perché ci siamo allontanati?>>, lui se ne'era andato credendo che lo odiassi, ed io credendo che lui non mi volesse.
<< Ti giuro che lo scoprirò!>>.
Dormì tutta la notte abbracciata a lui, con la testa sul suo petto, fu un sonno tranquillo e senza incubi.
Quando al mattino mi svegliai non lo trovai, si era pentito di tutto quello che mi aveva detto, la sera prima, se ne era andato, non mi amava.
Alzandomi notai un biglietto sul comodino:
"Sono andato a casa da mamma, voglio delle spiegazioni da lei.
Nel pomeriggio passo a prendervi, buona scuola E."
Che stupida che ero, sempre a pensare al peggio. Sentivo che da lì a poco la mia vita sarebbe nuovamente cambiata.


Ciao a tutte, Bella ed Edward ora sanno la verità, ma devono ancora ricevere delle risposte dalla cara Esme..
I Cullen hanno accolto Dan con amore, tranne una.. aspetto i vostri pareri.
A domenica, un bacio
AlmaRed

PS. Grazie a tutte le mie lettrici

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Capitolo 9
*** Esme ***


Capitolo 9 Edward

ESME
MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2015


Nelle parole di Bella della sera prima avevo percepito tutto il suo dolore, tutto ciò che aveva provato, tutti l'avevano abbandonata io per primo.
I suoi genitori, l'avevano cacciata di casa perché aspettava mio figlio, mia madre aveva riempito di bugie entrambi, ci aveva separati, come se..
Raggiunsi villa Cullen, mamma stava preparando la colazione, le diedi il buongiorno e mi misi a mangiare, lei asciugava i piatti. 
<< Vuoi dell’altro bacon?>>, chiese notando il mio piatto vuoto.
<< “Io non lo voglio”>>, le risposi utilizzando le stesse parole, che avevano ucciso Bella.
<< Ok, non ne preparo più>>, non capiva.
<< Bella sostiene che io glia abbia mandato un messaggio con queste parole, ma io non me lo ricordo, strano..>>, dissi distrattamente.
<< Sono passati anni da quando tu e Bella vi mandavate i messaggini, chissà quanti gliene avrai scritti figlio mio!>>, rispose facendo un sorriso tirato.
<< Già, ma questo proprio non me lo ricordo!>>, si era irrigidita, aveva smesso di asciugare i piatti.
<< Cosa stai insinuando Edward?>>, disse agitata, perché?
<< Io? Nulla, stai facendo tutto tu, perché tutt’un tratto sei agitata?>>
<< Sati delirando!>>, a quel punto cominciai a capire.
<< Il mio telefono il giorno della partenza è sparito, il numero di Bella era disattivo, la fretta di farmi partire, l’avermi detto che non mi voleva vedere, che mi odiava. Ed io ci ho creduto, l’ho odiata mamma e non l’ho nemmeno cercata per chiederle spiegazioni, mi sono fidato delle tue parole!>>, esplosi.
<< Era incinta Edward, di un altro!>>, come si permetteva?
<< Era incinta di mio figlio!>>
<< Chi ti dice che è tuo figlio?>>, non ci vidi più scattai in piedi e mi avvicinai a lei.
<< Non ti permetto di dare a Bella della poco di buono, ha cresciuto da sola mio figlio, ed ora rispondi alla mia domanda>>, ora ne ero certo, lei sapeva.
<< Ti sta manipolando Edward..>>, ma si sentiva quando parlava, o dava solo fiato  alla bocca?
<< Tu mi hai manipolato! Tu lo sapevi>>, la mia non era una domanda, perché la risposta ormai la sapevo, anche se avrei preferito sbagliarmi, una madre non l’avrebbe mai fatto, mai.
<< Eri giovane, il tuo sogno era andare all’università, se fossi rimasto oggi non saresti uno dei più importanti architetti della città!>>, non ci volevo credere, lei sapeva, mi ha allontanato da Bella, da..
<< Tu mi hai nascosto mio figlio! Che cazzo di madre sei? Cosa ne sapevi dei miei sogni? Il mio sogno era di vivere con Bella, io la amavo ed avrei amato anche mio figlio!>>, ero in piedi davanti ad una donna che era mia madre, ma per me era una sconosciuta, 
<< Tu hai preferito distruggerci, l’hai completamente distrutta, l’hai convinta che io non lo volessi>>, continuai urlando a pochi centimetri da lei.
<< Lei voleva solo incastrarti!>>, perché continuava ad accusare la mia Bella?
<< I figli si fanno in due!>>
<< Io ti ho liberato da una situazione che a lungo andare ti avrebbe reso infelice..>>, disse fredda e fiera delle sue parole.
<< Solo nei momenti che passo con mio figlio sono felice, nessun progetto, né la lode alla laurea hanno causato in me lo stesso orgoglio che mi provoca lui ogni volta che mi chiama papà>>, ed era vero, lo conoscevo da poco, ma avrei dato la vita per mio figlio.
<< Solo i figli che avrai da Tanya, gli riconoscerò come nipoti!>>, peccato che Tanya non avrà mai figli da me! Amavo Bella, a Tanya gli volevo bene, ma non potevo stare con lei.
<< Ed allora comincia a considerare figli tuoi solo Alice ed Emmet, perché da questo momento mia madre è morta per me!>>, una madre così io non la volevo.
<< Non ti permettere Edward!>>, mi minacciò.
<< Addio Esme!>>, la salutai uscendo da quella cucina sbattendo la porta.
<< Edward torna indietro!>>, sentì urlare quella donna.
Aveva fatto tutto lei, per colpa sua Bella aveva cresciuto Dan da sola, odiandomi. I suoi genitori l’avevano cacciata di casa, io come un coglione avevo creduto ad ogni singola parola della dolce Esme. Avevo fatto di tutto per farla felice ed essere orgogliosa di me, e lei? Lei mi aveva nascosto la cosa più importante della mia vita, mio figlio.
Dovevo rimediare, e per prima cosa dovevo mettere fine alla storia tra me e Tanya, non aveva senso continuarla.
In California avevo avuto tante storie, ma nessuna che durasse più di qualche uscita, con Tanya era stato diverso stavamo insieme da circa un anno, e stupidamente mi ero convinto che fosse la donna della mia vita. 
Per questo le avevo chiesto di sposarmi, all’alta società di Seattle piacevano le coppie giovani e felici, peccato che non sapevano nemmeno cosa fosse la parola Felicità, un mondo fatto di sorrisi finiti e chiacchiere appena ti distrai un attimo. Un mondo che non era mio, un mondo da Esme, mi voleva trasformare in un trofeo da mostrare alle sue amiche del bridge. Le volevo bene e mi dispiaceva farle del male ma era inevitabile.
Mezz’ora più tardi raggiunsi il grattacielo che ospitava gli uffici della rivista di moda per cui lavorava Tanya, era un ambiente che odiavo troppo finto per me, per questo c’ero stato solo una volta, da quando stavamo assieme.
Arrivato al piano 35 scesi dall'ascensore, e mi diressi all'ufficio di Tanya, entrai senza nemmeno bussare, ma forse era meglio se l’avessi fatto. Mi sarei risparmiato la mia, ormai, ex fidanzata mezza nuda avvinghiata ad un suo collega. 
<< Non state discutendo di lavoro suppongo>>, l’immagine mi faceva schifo, non male, non provavo la stessa sensazione che provavo quando immaginavo Bella tra le braccia di un altro. Mi era quasi indifferente, ecco mi vergognavo per lei.
<< Edward non è come pensi>>, questa è vecchia come il mondo.
<< Impegnati di più Tanya questa l’ho già sentita!>>, gli dissi mentre si rivestiva.
<< Io ti amo, lui non è niente per me, è..>>
<< È finita Tanya, ero venuto qui per dirtelo preoccupandomi di farti anche del male, ma hai fatto tutto tu>>, dissi alzando le mani in segno di resa.
<< È per quella troia, che spunta dal nulla dicendoti che ha avuto un figlio da te!?>>, stava sclerando, voleva rovesciare tutte le colpe su di me.
<< Non ti permettere Tanya, tu non sai niente di lei!>>, ed io che pensavo che..
<< Tieniti pure l’anello, la macchina e tutti i regali costosi che ti sei fatta fare da me!>>, nonna Elizabeth mi aveva regalato il suo anello di fidanzamento da donare alla donna che amavo, e per Tanya invece ne avevo comprato uno da Tiffany, perché cosi voleva lei! Di darle quello di nonna non mi era passato neanche per l’anticamera del cervello.
Quell’anello era destinato a..
<< Allora vattene non sai quanti ne trovo meglio di te!>>, il damerino era ancora li.
<< Credo che lui sia perfetto!>>, dissi indicandogli il suo presunto amante, prima di chiudere la porta dell’ufficio e prendere l’ascensore. 
Andai al lavoro, per finire tutti i progetti che avevo lasciato da parte, ero felice di essermi tolto un peso dalle spalle, se non fosse arrivata Bella avrei di sicuro sposato quella, e il mio matrimonio sarebbe cominciato con delle belle corna come regalo di nozze. La cosa faceva anche ridere vedendola dall’esterno!
Lavorai per l’intera mattinata, alle sei del pomeriggio passai a prendere Bella e Daniel e gli portai a villa Cullen, volevo che mia madre raccontasse tutto davanti a tutti. Volevo che si prendesse le sue responsabilità, che le chiedesse scusa, e poi l’avrei cancellata dalla mia vita. Non meritava di essere la nonna di Daniel.
<< Edward dove stiamo andando?>>, chiese Bella seduta affianco a me.
<< Tra poco lo saprete!>>, dissi a mio figlio e a mia..
<< Ti vedo diverso, sembri più..>>, Bella mi conosceva meglio di qualunque altro, anche dopo quasi nove anni che non ci vedevamo.    
<< Sono solo più libero>>
<< Che intendi dire?>>, domandò curiosa.
<< Papà hai finito tutto il lavoro?>>, chiese il mio bambino dandomi la scusa perfetta.
<< In effetti si, così mi sono potuto ritagliare due giorni interi per te!>>, avremmo passato tutto il tempo assieme, tutti e tre, come la famiglia che dovevamo essere.
La mia Bella sorrise, ma non disse nulla, era tranquilla, ma sapevo che dentro di lei stava male per quello che ieri sera ci eravamo detti. Per lei ricordare era stato doloroso, era stato come pugnalare una ferita ancora sanguinante. Dormire assieme a lei era stato bellissimo, tenerla tra le mie braccia e cullarla a me era così naturale, così nostro.
<< Perché siamo a villa Cullen?>>, era agitata si percepiva dal suo tono di voce, le presi la mano e la strinsi forte alla mia sul cambio.
<< Tesoro fidati, è ora che tutti sappiano..>>, lei mi guardò vedevo la paura nei suoi occhi.
Parcheggiai la Volvo sul vialetto e scesi per aprire la portiera a Bella e Daniel, lei ancora non si era abituata a quei gesti, ma doveva sapere che sarebbe diventata la mia regina.
La presi per mano e lei non rifiutò quel gesto, come aveva fatto in precedenza, presi anche Daniel e ci avviammo alla porta d’ingresso della villa.
Fu Alice ad aprirci, << Amore della zia!>>, disse prendendo a baciare il volto di Daniel, che fece una faccia schifata, facendomi ridere.
<< Bleah! Non sono mica una femminuccia io!>>, ecco il mio campione!
<< Ciao Bella>>
<< Alice>>, la salutò Bella con un delicato abbraccio.
<< Alice ci sono tutti?>>, avevo chiamato sia lei che Emmet poco prima di andare a prendere Bella e Dan.
<< Si, siamo tutti in salotto, ti stavamo aspettando. Ma è successo qualcosa? Perché tutta questa fretta?>>, domandò il folletto senza prendere mai fiato.
<< Andiamo in sala e vi spiego>>, andammo in salotto e Daniel salutò Emmet e mio padre, quando Esme si avvicinò a mio figlio lo bloccai, << Dan vieni da papà>>, dissi avvicinandolo a me, lei doveva dimenticarsi di lui, di me e di Bella.
<< Ma io non ho salutato..>>, il mio bambino era troppo dolce ed educato.
<< Vai a giocare fuori con Tobia, papà tra poco ti raggiunge..>>
<< Non toglierti la giacchetta che c’è un po’ di vento>>, lo raccomandò Bella, era sempre così premurosa con lui.
<< Va bene papà, io vado ciao!>>, il mio ego era alle stelle quando lo sentivo chiamarmi papà.
Daniel uscì, tutti mi guardavano, tutti aspettavano una spiegazione da me.
<< Bene vi ho riunito qui in primis per dirvi che io e Tanya non ci sposiamo più!>>, vedevo Alice ed Emmet sorridere, loro non l’avevano mai sopportata, papà non aveva cambiato la sua espressione, non sembrava sorpreso. Esme era sconvolta..
<< Stai scherzando vero?>>, appunto.
<< Non sono mai stato così serio in vita mia, non la amavo, non mi amava, e non mi andava di cominciare il mio matrimonio con un bel paio di corna d’argento come regalo!>>, parlai fissandola dritta negli occhi.
<< Lei è la persona adatta a te!>>, era furiosa, ma non quanto me..
<< Pericolo scampato fratello!>>, mi disse Emmet dandomi una pacca sulla spalla.
<< So che non è bello dirlo ma sono contento figliolo!>>, papà era sempre stato dalla mia parte, nel mio profondo speravo che lui fosse all’ignaro di tutto quello che mamma aveva macchinato.
<< Lo sono anche io!>>, disse entusiasta Alice.
Guardai Bella, era immobile aveva lo sguardo fisso su Esme, e lei ricambiava con uno sguardo di puro disprezzo. Dovevo farla parlare.
<< Esme com'è stato scoprire di diventare nonna?>>, le chiesi.
<< Io.. una..>>, balbettava?
<< Come è stato scoprirlo a.. quanti anni avevi? 42?>>, lei era sorpresa.
<< Esme lo sapevi?>>, chiese papà sconvolto.
Lui non sapeva nulla, ora ne ero certo, lo conoscevo, sapevo quando era sincero, e in quel momento lo era.
<< Io..>>
<< Come facevi a saperlo? Non lo sapeva nessuno se non i miei e il messaggio..>>, non le avevo raccontato nulla, ma Bella sembrava avesse capito tutto.
<< Non capisco cosa dici Isabella!>>, rispose mamma con aria altezzosa.
<< Rispondi alla sua domanda, come facevi a saperlo?>>, domandai alzando il tono della mia voce.
<< Io.. >>, cominciava ad agitarsi aveva perso la sua aria altezzosa.
<< Mamma rispondi!>>, la intimò Alice, con un tono di voce che faceva paura, un tono che non avevo mai sentito uscire dalla sua bocca. 
<< Andai in ospedale per salutare vostro padre, e Irina..>>
<< Quella che faceva le analisi..>>, sussurrò Bella, solo io la sentì.
<< .. mi fece gli auguri, sarei diventata nonna e il figlio non poteva essere di Emmet visto che già viveva qui a Seattle>>, il segreto professionale che fine aveva fatto?
<< Ecco perché hai cambiato idea su Los Angeles da un giorno all'altro!>>, disse papà.
<< Sapevi che era incinta, probabilmente anche prima di lei, allora hai ben pensato di mandare Edward in California!>>, disse urlando papà, non l’avevo mai visto così arrabbiato e potevo capirlo.
<< Cosa pensi che avrebbe detto la gente? Il figlio dei Cullen che mette incinta la piccola Swan?!>>, sembrava scandalizzata, per niente pentita da quello che aveva fatto.
<< Sarebbe stato uno scandalo? Giusto? Alla signora Cullen questo non andava bene! Allora facciamole crescere mio figlio da sola! Chi se ne frega che i suoi l’abbiano cacciata di casa, chi se ne frega se il padre di suo figlio la odiava, perché sua madre gli aveva detto che lei non lo voleva, chi se ne frega se si amavano!!>>, urlai, Bella appoggiò la sua mano sulla mia e la strinse.
<< Basta!>>, disse con la voce rotta dalle lacrime, che minacciavano di uscire.
<< Tutti voi potrete vedere Daniel, ma tu..>>, disse indicando mia madre, << .. gli devi stare lontano. Non voglio che abbia nessuno contatto con te!>>, ero pienamente d’accordo con lei.
<< È mio nipote, non puoi..>>, sembrava sul punto di piangere ora!
<< Ora è tuo nipote?! Che razza di nonna sei, se gli hai impedito di avere un padre per otto anni della sua vita? Che schifo di persona sei?>>, gli urlava Alice.
<< Alice erano giovani! Edward non sarebbe andato all'università..>>, piangeva ora, ma nessuno la consolava, tutti la tenevano a distanze.
<< Bella, da sola, si è laureata, pensi che in due non ce l’avremmo fatta?>>, Esme stava per rispondere, ma in quel momento entrò Daniel..
<< Ha cominciato a piovere>>, disse con tono innocente a Bella.
<< Mamma perché nonna piange?>>, domandò osservando Esme e stupì tutti, pochi secondi dopo, andando da lei ed abbracciandola. Ne io ne Bella lo fermammo.
<< Perché, spero, si sia accorta di aver commesso lo sbaglio più grande della sua vita>>, ecco da chi aveva preso Dan, anche Bella sapeva sorprenderti, sempre.
<< Daniel cosa stai facendo?>>, domandai a mio figlio.
<< Nonna sta piangendo, e mamma mi ha detto che quando una persona piange, tu la devi abbracciare così le passa>>, i bambini avevano la straordinaria capacità di rendere semplice tutto, e lui voleva risolvere tutto con un abbraccio.
<< Come mi hai chiamato, tesoro?>>, domando Esme abbassandosi alla sua altezza. Perché d'un tratto era diventata così premurosa?
<< Tu sei la mamma del mio papà?>>, a quella domanda Esme mi guardò, io ero immobile, non sapevo che dire..
<< Si tesoro è la mamma del tuo papà>>, e Bella mi stupì e non solo me.
<< Quindi sei mia nonna! Anche se non hai le rughe e i capelli bianchi!>>, il senso dell’umorismo l’aveva preso tutto dai Cullen.
<< Si>>, gli rispose accarezzandoli una guancia.
Bella fece cenno ad Emmet di portare via Daniel, << Dan vieni che zio, ho preso un nuovo gioco per la Wii, te lo faccio vedere>>, il grande orso capiva al volo.
<< Ci posso giocare vero?>>
<< Certo>>, rispose Emmet.
<< Volevo dire ti posso battere?>>, competitivo come il suo papà.
<< Credici!>>
<< Andiamo zio orso>>, tutti scoppiammo a ridere mentre osservavamo i due bambini salire al piano di sopra.  
<< Esme io non ho nessun diritto di vietare a mio figlio di avere una nonna, se lui la vuole, ma ti do una sola possibilità, come a tutti voi altri. Fatelo soffrire ancora e scordatevi di lui!>>, disse Bella, guardando tutti negli occhi. La cosa era rivolta chiaramente anche me.
<< Mi dispiace..>>, Esme si scusò ma Bella si girò verso di me, supplicandomi con gli occhi di andare via.
<< Io ho dei compiti da correggere, se volete Dan può restare, passo io a prenderlo più tardi>>
<< Si che bello!>>, gioì Alice.
Presi Bella per mano e uscimmo di casa, ma prima di salire in macchina, Esme uscì fuori..
<< Grazie>>, disse a Bella lei annuì e salì in macchina.
Misi in moto, lei non parlava, sembrava pensierosa, era bellissima, io la amavo e non perché era la madre di mio figlio, ma perché era la mia dolce Bella, che sapeva mettere da parte tutto il dolore che mia madre le aveva procurato solo per far felice nostro figlio.   

Buona domenica a tutte!
Bene, la cara Esme ci ha dato le sue spiegazioni. Tanya l'abbimo fatta fuori, tornerà? Boh.
Bella ha accettato che Dan vedesse Esme, solo perchè non si vuole abassare al livello della cara Signora Cullen, non gli vuole impedire di avere una nonna come Esme gli aveva impedito di avere una famiglia.
Aspetto i vostri pareri a martedì, un bacio..

AlmaRed

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Capitolo 10
*** Dieci anni ***


Capitolo 10 Bella/ Edward  

DIECI ANNI
GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE 2015


BELLA
Ancora non riuscivo a capacitarmi delle azioni di Esme, lei sapeva, sapeva che ero incinta e non gliene era fregato nulla.  Aveva preferito che Edward mi odiasse che io odiassi lui, piuttosto che vederci insieme e felici.
Volevo cancellarla dalla mia vita, ma non volevo decidere anche per mio figlio, se lui voleva averla accanto io non glielo avrei impedito, non sarei scesa ai livelli di Esme.
<< Carmen, posso parlarti?>>, dovevo scusarmi con lei, in fin dei conti Tanya era sua figlia.
<< Certo cara>>, mi disse venendo vicino a me.
<< Mi dispiace per il fidanzamento di Tanya, io davvero non..>>, ero sincera, l'avrei capito se mi avesse licenziato.
<< Bella. Edward è un bravo ragazzo, e sarebbe stato un genero fantastico, ma non amava Tanya, non l'ha mai guardata come guardava te alla festa>>, perché faceva così? Perché non mi insultava come avrebbero fatto le persone normali?
<< Se non fossi arrivata io loro si sarebbero sposati, sarebbero stati felici>>, ed era vero, il mio arrivo aveva scombussolato tutti loro progetti.
<< Edward non avrebbe conosciuto suo figlio, tu avresti continuato ad odiarlo. Non pensare che sia colpa tua, sii felice ed anche Tanya lo sarà. Un giorno arriverà un uomo che la guarderà come Edward guarda te!>>, non riuscì a trattenere le lacrime e l'abbracciai.
<< Grazie>>, era una delle persone più buone che avessi mai conosciuto.
<< Bella il mio, per fortuna, ex cognato mi ha consegnato questo per te!>>, mi disse Kate, dandomi una busta.
<< Cos'è?>>, domandai aprendola.
Vuoi cenare con me?
Ti passo a prendere alle 20.00
Edward

<< Allora?>>, chiese impaziente Kate, che sorrideva a sua madre. Quelle due erano delle pazze!
<< Mi ha chiesto di uscire..>>, per diamine dovevo uscire con l'ex di sua sorella, come faceva ad avere un sorriso a trentadue denti stampato in faccia?
<< Che romantico.. Tanya preferiva essere avvisata per e-mail>>, e la prendeva pure in giro? La guardai ad occhi spalancati.
<< Segui il tuo cuore, va a casa manca solo mezz'ora alla fine del tuo turno, aiuto io Kate>>, mi disse Carmen, facendomi una carezza alla guancia.
Mi cambiai e un quarto d'ora più tardi ero a casa preparandomi per la doccia.
A casa trovai Dan che faceva i compiti con Rose, da quando aveva scoperto di Edward il mio bambino era felice, voleva passare ogni suo momento con il padre. A pranzo mangiavano assieme tutte le volte, io non andavo con loro, volevo che sviluppassero un loro rapporto. Volevo che costruissero ciò che in otto anni era mancato ad entrambi.
Quando uscì dalla doccia trovai sul letto una scatola bianca di Chanel con sopra un bigliettino.
 
Indossami..

Cosa diavolo aveva in mente Edward Cullen? Aprì la scatola e rimasi senza parole quando vidi un abito blu notte in raso con delle pietre delicate che ne segnavano la vita, lo presi e lo poggiai sul mio corpo ,arrivava poco sopra il ginocchio. Qualcuno bussò alla porta, << Chi è?>>, ero in accappatoio.
<< Sono Rosalie, posso entrare?>>
<< Certo vieni pure>>, le dissi asciugandomi i capelli.
<< Allora com'è quest'abito?>>
<< Cosa ne sai tu dell'abito?>>, domandai sospettosa.
<< Pensi che quella scatola sia apparsa sul tuo letto così per magia?>>
<< Hai ragione, Rose è che sono così agitata!>>, e solo in quel momento mi resi conto di essere terrorizzata all'idea di cenare da sola con lui.
<< Mettiamoci all'opera! Alice vieni!>>, urlò Rose. Alice era in casa? Che Dio me la mandi buona, quando si parlava di trucchi e vestiti Alice partiva in quarta!
Esattamente due ore dopo mi fecero scendere le scale, ad aspettarmi c'erano i miei due uomini. Il mio ometto con il suo classico jeans, Edward invece era elegantissimo in un completo nero.
<< Sei bellissima>>, mi disse ed io arrossì.
<< Mamma sei stupenda, papà trattala bene>>, il mio ometto era geloso, anche di suo padre.
<< Sicuro figliolo>>, gli rispose dandogli il cinque.
Io gli raggiunsi e stavo per baciare Dan quando.. << Bella no! Il rossetto!>>, ma non l'ascoltai e baciai mio figlio lasciandogli il segno del rossetto sulla guancia.

EDWARD
Era bellissima, l'abito fasciava perfettamente le sue curve da donna, il blu metteva in risalto la sua pelle color avorio.
Dopo aver baciato Dan si voltò verso di me e mi regalò un sorriso bellissimo, mi avvicinai e le feci il baciamano, lei arrossì.
<< Bella>>
<< Edward>>, il mio nome pronunciato da  lei era qualcosa di unico.
<< Madamemoiselle, andiamo?>>, le dissi prendendola a braccetto.
In poco tempo raggiungemmo il mio appartamento ma prima di farla scendere dalla macchina la bendai.
<< Che fai?>>, domandò curiosa.
<< Shh, meno domande>>, le risposi aiutandola a scendere dalla macchina, la presi per i fianchi per non farla cadere, diciamo anche per avere un contatto più vicino con lei. La tenevo stretta a me anche in ascensore, lei non faceva domande.. strano.
Sentivo che tremava, sapevo che aveva paura, e non perché fosse bendata. Sapere tutta la verità le aveva fatto male, molto male. Dopo la confessione forzata di Esme, l'avevo riaccompagnata a casa e aveva passato tutta la sera a piangere stretta a me, non riusciva a credere a quello che quella donna ci aveva fatto. Ora le cose sarebbero cambiante, saremmo diventati quello che avremmo dovuto essere nove anni prima; una famiglia.
L'avrei riconquistata, l'avrei tratta come la mia regina, l'avrei amata per sempre.
<< Siamo quasi arrivati..>>, le sussurrai all'orecchio, sentendola rabbrividire.
Quando uscimmo dall'ascensore aprì la porta che dava sul terrazzo sul tetto del grattacielo, mi portai dietro di lei e le tolsi la benda..

BELLA
<< Bellissimo>>, solo questo riuscì a dire quando Edward mi tolse la benda, la terrazza era piena di luci, al centro c'era un gazebo con un tavolo elegantemente arredato, sembrava uno di quei sogni che si fanno da bambine.
<< Buon anniversario amore mio>>, il cuore perse un battito mi aveva chiamata amore.
<< Cosa?>>, cosa stava dicendo non capivo.
<< Esattamente dieci anni fa sei diventata la mia ragazza>>, o mio Dio, io avevo cancellato quella data dalla mia testa, ma lui se lo ricordava. Non mi meritavo un uomo così.
Mi voltai verso di lui e feci la cosa più giusta da fare in quel momento; lo baciai.
Non era un semplice bacio, era un bacio che rappresentava tutto il dolore che la nostra lontananza ci aveva causato, era un bacio che voleva recuperare tutti quei nove anni, era un bacio che rappresentava tutto il mio amore verso il padre di mio figlio.
<< Ti amo>>, disse riprendendo a baciarmi, e in quel momento il mio cuore tornò li doveva stare, vicino al suo.
<< Ti amo, ma non farmi più soffrire, so che non è stata colpa tua, ma non reggerei un altro colpo. Mi ucciderebbe>>, avevo bisogno di certezze.
<< Mai amore mio, mai ti farò soffrire, non posso prometterti che tutto sarà sempre perfetto, ma posso prometterti che ti amerò sempre>>
Lo guardai negli occhi e sapevo che non mentiva, chi ero io per non credere alle sue parole? Sapeva che avevo capito e posandomi un casto bacio, diciamo che quelli di prima erano tutt'altro che casti, mi abbracciò stretta al suo petto.
Poco dopo ci accomodammo al tavolo dentro il gazebo, un cameriere portò tutte le portate e poi sparì.. era tutto tremendamente perfetto, le luci, il cibo, il vino, lui.
<< È tutto di tuo gradimento amore mio?>>, mi chiese riempiendomi il bicchiere di vino rosso.
<< È tutto perfetto amore>>
Aveva fatto pepare tutto ciò che mi piaceva, mangiavamo con le mani intrecciate, sentivo che da li in poi sarebbe andato tutto bene, non sarebbe stato tutto perfetto, come aveva detto lui, ma l'importante era rimanere uniti, era creare un noi.
Parlammo di tutto ciò che avevamo fatto in quei anni di lontananza, delle rispettive lauree, di ciò che Dan mi combinava, di come lui aveva sentito qualcosa di speciale quando  lo aveva visto per la prima volta, di come non riusciva ad avercela con me quando ancora non sapeva tutta la verità. Dei miei sogni, dei suoi sogni, dei nostri sogni.

EDWARD
<< Mi concedete questo ballo signorina?>>, ancora per poco, intendevo farla mia in tutti i sensi.
<< Certo mio cavaliere>>, rispose prendendo la mia mano.
Le note di A thousend years cominciarono a riecheggiare nell'aria, io la stringevo forte a me e la cullavo sulle note di quella bellissima canzone, la sua preferita, la nostra canzone.
Cominciai e baciarla dietro l'orecchio, per poi scendere sulla mandibola e poi passare alle sue labbra, cominciammo così una battaglia di baci che mai nessuno di noi avrebbe vinto, ma che ad entrambi piaceva combattere.
Rientrammo in casa continuando a baciarci, piano piano cominciò a snodare la mia cravatta.
<< Sei sicura?>>
<< Ti amo e ti voglio..>>, mi bastarono quelle semplici parole per prenderla in braccio e portarla in camera da letto, continuando a divorare le sue labbra.
Arrivati in camera la adagia con cura a terra e cominciai a far scivolare la zip del suo vestito finché non cadde sul parquet.
Mi regalai un secondo per ammirare il suo bellissimo corpo da donna, sempre magra ma con le linee più dolci, per poi riprendere ed essere una cosa sola con lei.
Dopo nove anni tornai a fare l'amore, perché solo con lei lo avevo fatto con le altre era solo una cosa fisica, che ti dava piacere in quel momento, con lei era qualcosa di magico, di unico.. era amore.

BELLA
<< Non ricordavo fosse così..>>, gli dissi stringendomi di più a lui.
<< Così come?>>, domandò continuando ad accarezzarmi la schiena nuda.
<< Così.. bello..>>, stavo cominciando ad arrossire.
<< Da quanto..>>, lo guardai negli occhi e mi persi nel profondo del verde.
<< Tu non hai mai.. con nessuno?>>, chiese sorpreso.
<< Solo con te>>, gli confessai prima di posargli un bacio sul petto al altezza del cuore, che sentivo batteva forte, batteva per me.
<< Tu lo sai che mi stai rendendo l'uomo più felice del mondo? Lo sai che sei sola mia?>>, dissi prima di catturare le mie labbra.     
<< Bella ti amo>>
<< Ti amo>>, eravamo noi due, eravamo quell'amore che trovi una volta sola nella vita.

Ciao a tutte, eccoci arrivati ad un capitolo dedicato solo a loro..
Si amano su questo non ci sono dubbi, ma Bella deve affrontare ancora una parte del suo passato, fatemi sapere cosa ne pensate..
A giovedì un bacio AlmaRed

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Capitolo 11
*** Visite da Forks ***


Capitolo 11 Bella 

VISITE DA FORKS
DOMENICA 27 SETTEMBRE 2015


Mi sveglia tra le braccia di Edward, ormai dormiva qui tutte le notti, ci amavamo ogni notte. Ed ogni volta era speciale, bello, unico. Ci ritrovavamo, ci riscoprivamo.
<< Buongiorno scimmietta>>, disse aprendo i suoi bellissimi occhi verdi.
<< Buongiorno>>, risposi a un millimetro dalle sue labbra, prima di apropiarmene.
Passammo una buona mezz’oretta a coccolarci, finché un tornado dai capelli ramati non saltò nel nostro letto, dandoci il buongiorno. Facendo scoppiare il mio cuore di felicità.
<< Polente alzatevi, io vado a preparare la colazione!>>, dissi baciando entrambi e scendendo giù da basso.
Dopo colazione, ci vestimmo per andare a villa Cullen a pranzo. Io non volevo andarci, meno vedevo Esme e meglio era per me, ma Dan aveva insistito così tanto che alla fine avevo ceduto. 
Sul viale della villa c’era una macchina che non avevo mai visto, << Di chi è quella macchina?>>, chiesi a Edward mentre mi apriva la portiera da perfetto gentiluomo, ecco da chi aveva preso Dan.
<< Ci sono ospiti a pranzo>>, rimase vago, chi poteva essere?
Esme aprì la porta di casa senza neanche darci il tempo di bussare, Daniel l’abbracciò.
Mi dava fastidio, parecchio, ma mai avrei tolto a mio figlio una nonna.
<< Nonna>>
<< Daniel tesoro benvenuto!>>, disse Esme baciandolo e prendendolo per mano, poi si voltò verso di me e mi sorrise.
<< Buongiorno Isabella, Edward. Prego entrate>>
<< Buongiorno>>, salutammo io ed Edward, sua madre vide le nostre mani intrecciate e sorrise. Esme sorrideva, ed era un sorriso sincero. Cosa nascondeva?
<< Ciao campione>>, lo salutò Emmet prendendolo in braccio, << Ciao zio orso!>>, la scena fece ridere tutti, << Zia Alice>>,Dan salutò anche il piccolo folletto dandogli un bacetto sulla guancia e il nonno dandogli il cinque, ma altro aveva attirato la mia attenzione.
Seduti sul divano c’erano mia madre, mio padre e mio fratello.. cosa ci facevano qui?
<< Isabella>>, disse quella che era mia madre, alzandosi e venendo verso di me, io mi strinsi di più ad Edward. Dovevano starmi lontano, dovevano stare lontani da Daniel.
<< Alice porta Dan a giocare con Tobia>>, le chiesi supplicandola con gli occhi.
<< Alice va, per favore>>, le disse Edward. Daniel fissava tutti curioso come sempre.
<< Mamma chi sono loro?>>, infatti.
<< Nessuno, tesoro. Nessuno>>, gli risposi scompigliandogli i capelli ramati.
<< Amore andiamo a giocare con Tobia?>>, gli domandò Alice prendendolo per mano e uscendo dalla porta che portava sul retro del giardino.
<< Carlisle cosa ci fanno loro qui?>>
<< Gli ho chiamato io..>>, mi rispose Edward, io gli lasciai la mano e mi allontanai da lui come scottata, sapeva che non volevo più vederli, sapeva che per me erano come morti.
<< Perché Edward, perché?>>
<< Amore devono chiederti scusa, è l’unico modo per ricominciare..>>, disse prendendomi entrambe le mani.
<< Mi hanno cacciato di casa incinta, senza preoccuparsi di me..>>, la mia rabbia era troppo alta, il mio odio nei loro confronti era puro.
<< Hey, va tutto bene, ci sono io con te ora>>, mi staccai da lui.
<< No.. tu non c'eri, nessuno di voi c'era. Ero sola>>, le lacrime tornarono, Esme si avvicinò a me, << Eri sola per colpa mia..>>.
<< Tu mi hai portato via Edward, avevi paura per il suo futuro.. potrei anche capirlo>>, ed era vero, la odiavo, io non avrei mai fatto una cosa del genere a Daniel.
<<..ma loro no, loro non potevano.. erano i miei genitori>> 
<< Amore guardami>>, disse Edward prendendo il mio volto tra le sue morbidi mani, << Anch’io non potrò mai perdonarli per averti lasciata sola, non potrò mai perdonare mia madre per averti allontanata da me, non potrò mai perdonare me stesso per non esserti stato accanto in questi anni..>>, mi diede un bacio sulla fronte e continuò, 
<< .. ma fa vedere loro che ce l’hai fatta, che sei forte>>, aveva ragione, non dovevo mostrarmi debole ai loro occhi.
<< Cosa volete?>>, chiesi andando a sedermi sul divano di fronte a loro tre assieme ad Edward. Mia madre e mio padre erano invecchiati, Jake era diventato un uomo. Per me erano dei estranei, nessun tipo di contatto per nove anni, Jake ogni tanto mi scriveva, poi aveva smesso anche lui, sono spariti.
<< Volevamo chiederti scusa>>, Edward mi strinse a se sapeva che stavo per scoppiare, che non avrei retto a lungo la loro presenza.
<< Bene l’avete fatto, potete anche andarvene>>, la mia voce risultò fredda e distante, volevo ferirli.
<< Solo questo sapete dire? Dopo nove anni!>>, disse Edward arrabbiato.
<< Cosa dovremmo dirle? Complimenti per esserti fatta mettere incinta a sedici anni?>>, disse mio padre guardandomi con disprezzo, non era cambiato.
<< Tuo padre non voleva dire questo, siamo così fieri di te, ma cerca di capirci sei venuta in lacrime a dirci che eri incinta..>>, che diamine voleva dire con questo?
<< E tu per questo l’hai cacciata? Perché era in lacrime?>>, domandò Edward.
<< Tu non ti permettere, l’hai lasciata sola con mio nipote in grembo!>>, urlò papà, io di riflesso mi strinsi ancora di più ad Edward, ora ero io che cercavo di calmarlo. Lo considerava suo nipote! La cosa mi faceva ridere.
<< Bella mi dispiace, per settimane ho cercato di convincerli a cercarti, ma loro..>>, intervenne Jake, non aveva più la sua voce da bambino, il suo tono ora era più basso, da uomo.
<< Per loro ero una solo una poco di buono che apre le gambe al primo che capita, per di più incinta. Scommetto che a Forks nessuno lo sa, non è così?>>, domandai, ormai non piangevo più, ero apatica in quel momento. 
<< No>>, rispose mamma, immaginavo che l’avessero tenuto nascosto.                                     << E sentiamo qual’era la scusa della mia partenza?>>
<< A Forks dissero che non riuscivi a vivere senza Edward, quindi ti eri trasferita da tua nonna>>, fu Carlisle a parlare.
<< Certo dire che la figlia del capo Swan fosse incinta, sarebbe stato poco carino, avrebbe fatto scandalo.. giusto papà? >>, questo era Forks, una minuscola città dove una notizia del genere avrebbe fatto parlare per mesi.
<< Isabella mi dispiace, noi non volevamo finisse così, ma tu non sei più tornata.. non ci volevi più bene, tu ci hai cancellati>, ora era colpa mia, fantastico.
<< Capo Swan lei sa suo nipote come si chiama?>>, chiese Edward, con voce apparentemente calma, ma papà non parlò, non lo sapeva. Neanche il nome sapeva e pretendeva che accettassi le loro scuse.
<< Daniel, si chiama Daniel. Vostra figlia non vi ha cancellato come avete fatto voi, anche se avrebbe voluto>>
<< Daniel come..>>, sussurrò papà, con i suoi occhi fissi su di me.
<< Si papà, come il tuo collega>>, non avevo le forze per urlare, di arrabbiarmi, ero stanca, molto stanca di loro, di tutti.
<< Vorremmo conoscerlo>>, mo loro dovevano stare lontani dal mio bambino.
<< No>>, era un no, secco e deciso.
<< Bella>>, mi supplicò mia madre.
<< Isabella per voi, e no non voglio che lo conosciate>>, dissi alzandomi e andando verso la portafinestra che portava in giardino.
<< Perché loro si?>>, domandò papà alzando la voce.
<< Voi eravate la mia famiglia, non loro, loro potevano anche non accettarlo. Ma voi, non vi siete fatti scrupoli nel cacciarmi di casa, nel non interessarvi di dove fossi andata. Nel tagliarmi completamente fuori dalla vostra vita>>, dissi con la mano sulla maniglia, Dan giocava fuori con Alice.
<< Solo io ero a conoscenza della gravidanza di Isabella, gli altri non lo sapevano, nemmeno Edward>>, era stata Esme a parlare, perché non si faceva gli affari suoi, sembrava sinceramente pentita.
<< Mamma..>>
<< Daniel>>, il mio bambino corse verso di me e mi abbracciò, avevo bisogno di lui, era la mia roccia, dietro di me qualcun altro mi abbracciò, riconobbi il suo profumo. Era la mia famiglia, solo noi tre.
<< Va tutto bene, calmati>>, non mi ero accorta di piangere e tremare.
Mi alzai in piedi e prendendo per mano entrambi rientrai in sala, dove nessuno si era mosso, erano in mezzo ai miei due uomini, mi davano forza. Guardai la mia vecchia famiglia fissavano Daniel e sorridevano.
<< Papà quelli chi sono?>>
A me veniva da vomitare, mi facevano schifo, volevo davvero presentargli il mio bellissimo bambino, ma non ce la facevo, non ci riuscivo a cancellare tutto quel dolore, loro sapevano, non erano come i Cullen, se si esclude Esme.
<< Sono dei amici di Forks, la città da dove viene papà>>, gli rispose Edward, salvandomi, ma come sempre Dan fece di testa sua, era cambiato una volta si sarebbe nascosto dietro di me, ora invece camminava sicuro verso quella che era una parte della sua famiglia.
<< Anche la mia mamma e il mio papà sono di Forks, io mi chiamo Daniel Edward Swan>>, disse porgendo la sua mano a Charlie. 
<< Io sono tuo..>>, no, potevano conoscerlo ma nulla più.
<< Lui è Charlie, la signora accanto a lui è Renèe, e il ragazzo è Jacob>>, dissi fredda, Edward mi posò un bacio sulla tempia e mi strinse a sé. 
<< Scusa, se ti sei arrabbiata, ma volevo fargli vedere cosa si erano persi per nove anni, pur sapendo che lui c’era>>, mi sussurrò all'orecchio, io non volevo avercela con lui, aveva ragione, per ricominciare dovevo chiudere con il passato. 
Non mi accorsi che papà e mamma si erano alzati ed erano venuti vicino a me, Jake palava con Dan di basket, sarebbe stato uno zio fantastico.
<< Isabella perdonami, ti prego. Ho bisogno di mia figlia, di mio nipote. Ho sbagliato, mi sono fatto prendere dalla paura e dalla rabbia, ho ragionato con la testa e non con il cuore, ed in questa scelta ho coinvolto anche tua madre e tuo fratello. Perdonaci, se puoi>>, ora se ne accorgeva, quando Edward gli aveva chiamati, non prima.
<< Dove eri quando tua madre è morta?>>, balbettava, cercava di dire qualcosa, << No papà, non ci provare. Non hai scuse e neanche tu mamma>>, lei piangeva.
<< Sei mia figlia.. ti prego..>>
<< Sei mia madre e quando vedevo la mia pancia crescere avrei voluto averti accanto per chiederti consigli, avrei voluto che tu mi dicessi che sarebbe andato tutto bene. C’era nonna è stata lei la mia roccia, voi non ceravate, ve ne siete lavati le mani>>, dissi con le lacrime che continuavano a scendere sul mio volto, << Io vorrei davvero riavere la mia famiglia, ma non ci riesco, ora la mia famiglia sono Dan ed Edward e mi basta. Potete anche andarvene, non ho più nulla da dirvi. Non mi cercate, è tardi>>, dissi andandomene in cucina a bere un bicchier d’acqua.
<< Se ne sono andati>>, Esme era dietro di me, io continuavo a piangere.
<< Bene>>
<< Senti Bella a me dispiace, non volevo rovinarti la vita, non avrei mai immaginato che i tuoi ti avrebbero fatto..>>, mi voltai verso di lei, sembrava davvero dispiaciuta.
<< Basta ti prego basta, Esme sono stanca di tutto. Voglio solo guardare avanti e dimenticare, anche se è impossibile>>
Dan come un fulmine entrò e abbracciò Esme ed io sorrisi, lei gli voleva bene, mi girai e asciugai le ultime lacrime.
<< Grazie nonna!>>, quando mi voltai vidi Dan seduto sul bancone di marmo della cucina d Esme, ricordo che non lasciava che nessuno mai ci salisse, sgridava sempre Edward quando lo faceva.
<< Perché?>>, chiese lei in modo premuroso.
<< Hai fatto i biscotti ricoperti con il cioccolato>>, gli disse prima di stamparli un bacio sulla guancia e scendere dal bancone e ritornare in salotto.
<< Non sapevo che dolce fargli e ho pensato che magari gli piacevano i biscotti che facevo sempre a voi due>>
<< Te gli ricordi..>>, lei sorrise ed aprì il forno, facendo diffondere nellaria l’aroma del cioccolato, ne prese uno e me lo offrì, erano buoni come gli ricordavo.
<< Grazie..>>, in quel momento entrò Edward, si avvicinò e mi baciò.
<< So che mi odiate e ne avete tutte le ragioni, ma fatemi felice e ditemi che siete tornati insieme>>, e lui in risposta mi baciò ancora.
<< Tu smettila di baciare la mia mamma!>>, un tono dolce e fintamente arrabbiato ci interruppe, mi trattenni dal scoppiare a ridere in faccia ad Edward.
<< E tu smettila di baciare il mio papà!>>, fregata Bella.
Ecco Edward non era delicato come me, lui scoppiò ed io assieme a lui, contagiando anche Esme, Carlisle, Emmet e il folletto.
<< Qualcuno qui è geloso!!>>
<< Immaginati la tua mamma e il tuo papà che si baciano!>>, rispose Dan a suo zio.
<< Che schifo!>>, Emmet fece una faccia disgustata, meritandosi un scappellotto da Carlisle, Esme era tutta rossa in viso.
<< Come pensi di essere nato orso?!>>, fu il turno di Emmet a diventare rosso.
<< Perché nonno, come nascono i bambini?>>, l’ho sempre detto che quel bambino è troppo curioso, ed anche Carlisle entrò nei club dei rossi in viso.
<< Chiedilo al tuo papà!>>, Edward vicino a me mi prese per un fianco, << Il suo papà ha una vaga idea di come fare, ha fatto centro già una volta>>, questo me lo disse all'orecchio però, nessuno l’aveva sentito, per fortuna. Si guadagnò una bella gomitata allo stomaco.  
<< Campione rimandiamo questo discorso a più in la, molto più in la. Ti basta sapere che due persone si devo amare tanto>>, come sapeva cambiare discorso lui, nessuno.
<< Quindi tu ami la mia mamma?>>, lo dico io troppo sveglio.
<< Si la amo>>, mi attirò a se e mi baciò, mentre Emmet chiudeva gli occhi a Dan.
Potevo dire di essere felice.

Ciao a tutte, Bella i suoi genitori diciamo che nemmeno in fotografia gli vuole vedere, ed è comprensibile.
Sembra ci sia uno spiraglio di luce per Esme, ma sarà così?
Aspetto i vostri pareri, un bacio e buona serata,
AlmaRed

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Capitolo 12
*** Chiarimenti ***


Capitolo 12 Edward

CHIARIMENTI
LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015

Avevo chiamato i genitori di Bella, per permettere loro di chiederle scusa, ma loro non erano pentiti di quello che le avevano  fatto, anche se dicevano il contrario. Due misere scuse e poi una serie di accuse, sembrava volessero lasciarle tutte le colpe. Ma come si fa a cacciare una figlia di casa? Come si fa a non volerne sapere nulla per nove lunghi anni? Mia madre non era da meno, ma almeno lei sembrava rendersi conto di quello che aveva causato con le sue azioni.
<< Edward posso?>>, pensi al diavolo..
<< Esme..>>, sapevo di ferirla, ma non riuscivo a chiamarla "mamma" dopo quello che mi aveva fatto.
<< Edward.. mi è dispiaciuto tanto per.. per come i signori Swan hanno trattato Bella ieri>>, disse Esme sedendosi sulla poltrona davanti alla mia scrivania.
<< Hai visto cosa hai causato?>>, le dissi duro.
<< Mi dispiace io non potevo immaginare che l'avrebbero cacciata di casa..>>, sembrava pentita, ma non mi fidavo.
<< Esme loro l'hanno cacciata quando Bella gli ha detto che io l'avevo lasciata, che io non lo volevo!>>
<< Farò di tutto per farmi perdonare, voglio riavere mio figlio, e ti giuro che amo immensamente mio nipote. Hai ragione a dire che quando ti chiama papà ti riempie d'orgoglio perché è lo stesso per me quando mi chiama nonna..>>, sorrise mentre una lacrima le solcava il viso, le passai un fazzoletto.
<< Devo lavorare..>>
<< Si scusa, ora vado. Volevo solo chiederti se.. ecco posso pranzare con Daniel oggi?>>, mi sorprese, non potevo decidere io, avrei dovuto chiedere a Bella.
<< Vieni alle 12:30 davanti a scuola, se Bella dice che va bene, allora si>>, lo facevo solo per Dan, lui le voleva bene, era amore puro il suo.
<< Grazie, buon lavoro>>, si alzò ed uscì dal mio ufficio.
<< Arrivederci>>
Passai l'intera mattinata tra un cantiere e l'altro per controllare i vari progetti, tutto andava liscio, tutto perfetto come piaceva a me.
E non solo in campo lavorativo, ma soprattutto, in campo famigliare, avevo una fidanzata bellissima e un bambino fantastico. Tale e quale a me: bello, divertente e geloso di sua madre.. nel mio caso di Bella.
Alle 12:30 ero davanti alla scuola ad aspettare Bella e Daniel, ormai era una prassi mangiare tutti e tre assieme, anche se Bella continuava a dirmi di non viziarlo e di lasciarlo mangiare in mensa assieme agli altri bambini. Cosa ci potevo fare se amavo stare in loro compagnia?
Esme arrivò puntuale, si affiancò vicino  a me e non disse nulla, il silenzio ormai tra noi due ormai era normale. Si era creata una frattura profonda, difficile da colmare.
<< Papà!!>>, urlava il mio ometto appena mi vide lasciando la mano a Bella, che lo guardava preoccupato, fortuna che non c’erano macchine.
<< Campione>>, mi abbassai e lo presi in braccio baciandogli la fronte, poco dopo si avvicinò Bella, ed attirai anche lei a me baciandole le labbra a stampo. << Bleah>>, disse il mio ometto coprendosi gli occhi, gelosone.
<< Ciao amore come è andata?>>, le chiesi massaggiandole la schiena.
<< Bene amore, a te?>>, domandò aggiustandomi il ciuffo ribelle.
<< Solito>>, di Esme ancora non si erano accorti..
<< Nonna>>, ho parlato un po' presto.
<< Ciao tesoro>>, lo salutò Esme prendendolo in braccio.
<< Buongiorno Bella>>
<< Esme>>, la mia fidanzata la guardava con sguardo interrogativo, forse era bene chiarire il motivo della sua presenza.
<< Esme voleva portare Daniel a pranzo, non sapevo cosa risponderle, così le ho detto se poteva venire qui e chiederlo anche a te..>>, lei sorrise.
<< Ti ricordo che Dan è anche tuo figlio, potevi mandarmi un messaggio>>, mi rispose sorridendo, mi sorprendeva sempre.
<< Bella posso portarlo a pranzo con me?>>, le chiese Esme.
<< Si, solo ecco non al McDonals..>>
<< Ancora non ti piacciano quei postacci?>>, le chiese e la mia Bella sorrise divertita.
<< No, ma..>>
<< Daniel gli adora come suo padre..>>, concluse per lei Esme.
<< Esatto, Dan ti andrebbe di andare a mangiare con nonna?>>, domandò a nostro figlio.
<< Si, che bello..>>, rispose lui entusiasta posando un bacio sulla guancia di sua nonna.
<< Bella gli ho preparato il pranzo a casa.. sai che neanche io amo quei posti>>
<< Allora su andate, che alle due Daniel deve tornare a scuola>>
<< Tesoro andiamo, lo riporto io a scuola. Ciao>>, ci salutò salendo in macchina con Daniel.
<< Signorina Swan, siamo soli dove la porto a pranzo?>>, le dissi prendendola per i fianchi e baciandola come meritava.
<< Mhmm, andiamo a casa, non voglio mangiare al ristorante>>
Due minuti più tardi, eravamo in macchina diretti a casa sua.
<< Devo confessarti un segreto>>
<< Dimmi, hai un ragazzo?>>, domandai guidando.
<< Oh si, si chiama Edward Cullen, ma è un segreto, lui non lo deve sapere!>>
<< Allora non lo saprà>>, le risposi baciando la sua mano intrecciata alla mia.
<< Comunque volevo dirti che c'è stato un piccolissimo periodo della mia vita in cui il fast food non mi dispiaceva..>>, che cosa? Gli aveva sempre odiati!
<< Non ci credo>>
<< Quando ero incinta avevo continuamente voglia di hamburger>>, confessò, ed io mi bloccai, io non c'ero per soddisfare le sue voglie, io non c'ero quando mio figlio era nato, io non c'ero quando lo ha sentito muoversi per la prima volta, io non c'ero e basta.. per colpa di mia madre.
<< Hey, cosa hai?>>
<< Io non c'ero..>>, per fortuna eravamo arrivati davanti a casa sua.
<< Guardami>>, non mi voltai mi sentivo troppo in colpa, lei mi prese il volto con le mani e mi girò verso di lei.
<< Basta con il passato, l'importante è che ora tu ci sia, ok? Se vuoi ti rifarò rivivere tutti quegli attimi, ma amore ti prego non essere triste>>, lei non capiva, mi ero perso troppo tempo con mio figlio.
<< Devo finire del lavoro in ufficio..>>, volevo rimanere da solo.
<< Non scappare..>>, come faceva a sapere tutto di me?
<< Bella io..>>
<< Insieme, affronteremo tutto>>, mi disse togliendo le chiavi dal quadro e scendendo dalla macchina e aprendo la mia portiera.
<< Fidati di me..>>, mi prese la mano e mi condusse in casa, una volta entrati dentro allacciò le sue mani al mio collo e cominciò a baciarmi, cosa aveva in mente? Qualsiasi cosa mi sarebbe piaciuta.
<< Andiamo a mangiare>>, soffiò sulle mie labbra, avevo già detto che mi sorprendeva sempre?
Cucinò nel silenzio più assoluto, era bellissima con una coda fatta a casaccio, mentre si aggirava per la cucina, quella sarebbe dovuta essere la nostra quotidianità da anni e non da pochi giorni.
<< Signor Cullen mangi la mia fantastica pasta con zucchine>>, mi disse mettendomi davanti un piatto di pasta molto invitante, era una cuoca provetta.
<< Grazie amore mio>>, le dissi facendola sedere sulle mie ginocchia.
<< Di cosa?>>, domandò prendendo la forchetta e cominciando ad imboccarmi.
<< Di esserci, di non farmi mai sentire in colpa perché non ci sono stato, per amarmi..>>
<< Grazie a te, per non avermi odiata, ne avresti avuto il diritto>>, cosa diceva?
<< Mai potrei odiarti per aver cresciuto da sola il mio bambino, mi hai capito?>>, ora ero io che cercavo di tranquillizzare lei, noi eravamo così.
Eravamo perfetti esattamente in quei punti dove l’altro aveva dei difetti, ci completavamo.
<< Mangiamo che si fredda>>, mi disse prima di darmi un bacio a stampo e sedersi di fronte a me.
Dopo pranzo ci accodammo sul divano, stretti l'uno all'altra.
<< Scusa per ieri, non volevo farti rivivere dei brutti momenti>>
<< No, non ti scusare, non serve. Ho avuto la conferma che a loro di me non gliene frega più nulla, non mi sembravano dispiaciuti, continuavano a rinfacciarmi tutto..>>, la sua voce venne rotta dal pianto.
<< Non sei sola, ora hai me..>>, lei era stata quella ha soffrire più di tutti, io non avevo visto mio figlio crescere, ma lei per crescerlo aveva perso la sua famiglia.
<< Amore devo andare al lavoro>>, disse alzandosi in piedi.
<< Ci sono io, lascia quel lavoro, non devi più mantenere Dan da sola..>>, sorrise, sapevo non avrebbe ceduto facilmente, era testarda.
<< Io non voglio essere mantenuta..>>, quanto era ingenua a volte?
<< Ti ricordo che fai l'insegnante!>>, 1 a 0 per Edward!
<< Hai ragione, ma ecco.. mi dispiace lasciare quel lavoro, loro sono state così gentili con me..anche se restano i genitori di Tanya, hai ragione è meglio lasciarlo>>, mi alzai e le presi il volto tra le mani.
Era un momento da segnare sul calendario, mi aveva dato ragione.
<< Andiamo ti accompagno..>>
<< Ma Edward, non so se è il caso, sono comunque i tuoi ex- quasi- suoceri>>, come ci teneva a sottolineare quell'ex la mia gelosona.
<< Devo chiedere scusa, loro sono sempre stati gentili e corretti con me, al contrario della figlia..>>, forse glielo dovevo dire.
<< In che senso scusa?>>, eccola la mia curiosona.
<< Il giorno in cui ho deciso di lasciarla, beh.. l'ho trovata in ufficio con un uomo..>>
<< Adesso non è che se una sta con uno in ufficio ti tradisce per forza, ma che mentalità chiusa c'hai?>>, tra noi era così non facevamo mai finire le frasi all'altro e cominciavano le discussioni.
<< Se mi fai finire.. lei era in intimo e lui tra le sue gambe..>>, lei non resistette e scoppiò a ridere, coprendosi il volto con le mani.
<< Amore mio stavano discutendo su quale linea di intimo lanciare sulla loro stupida rivista di moda!>>
<< Sicuramente!>>, risposi sarcastico.
Alle due in punto eravamo davanti al Denali Club, vedevo Bella leggermente agitata.
<< Bella che hai?>>
<< Potremmo, ecco non entrare mano nella mano>>, non le risposi la presi per mano ed entrai nel locale, Carmen appena ci vide sorrise.
<< Buongiorno ragazzi>>
<< Carmen buongiorno, posso parlarti?>>, le chiese Bella, leggermente agitata.
<< Certo tesoro>>
Carmen e Bella andarono in cucina a parlare, io mi avviai al piano superiore sperando di trovare in ufficio il signor Denali.
<< Edward ragazzo mio che piacere>>, mi disse Elazar stringendomi la mano, non mi odiavano, probabilmente Tanya non era stata male a causa della rottura del nostro fidanzamento.
<< Altrettanto Elazar>>
<< Accomodati, vuoi bere qualcosa?>>, disse avvicinandosi al tavolo degli alcolici.
<< No grazie, volevo parlarti>>
<< Lo so, ti ho visto entrare mano nella mano con Isabella, così quindi hai un figlio..>>, disse sorridendomi.
<< Già, mi dispiace per come è finita con Tanya, non volevo farla stare male..>>, non volevo dirgli che l'avevo trovata anche con un altro, in fondo le volevo bene.
<< Tra voi due non c'era amore, affetto si, ma amore no. Alla base di un matrimonio deve esserci l'amore, o se no crolla ancor prima di cominciare. Quindi non ti preoccupare, le passerà..>>
<< Grazie Elasar, Tanya è fortunata ad avere due genitori come voi..>>
Qualcuno bussò alla porta, e poco dopo entrò la mia Bella con Carmen.
<< Elazar, scusate il disturbo, ma la nostra Bella ci vuole lasciare>>, sembrava davvero dispiaciuta.
<< Capisco..>>
<< Io non saprò mai come ringraziarvi, ma davvero non mi sembra.. giusto, Tanya è comunque vostra figlia..>>, rispose lei ignorando il mio sguardo, sapevo che si sentiva tremendamente in colpa per Tanya, era troppo buona.
<< Sei una brava ragazza Isabella, ti auguro tutta la felicità di questo mondo assieme a questo architetto, che ti sta mangiando con gli occhi!>>, ero rosso in viso, non pensavo se ne fosse accorto il vecchio Denali!
Bella ed io uscimmo dal locale, dopo che lei ebbe firmato le dimissioni e svuotato il suo armadietto, Kate era davvero dispiaciuta ma si erano ripromesse di vedersi spesso, e di rimanere in contatto, e miracolo mi sorrise, forse cominciavo a risultargli simpatico. Quando stavo con Tanya, mi odiava, forse aveva capito che tra noi due non c'era amore.
<< Quindi dovrei rimetterti incinta per vederti mangiare un hamburger?>>, domandai divertito, aprendole la portiera della macchina.
<< Si, ma sta volta lo partorisci te!>>
Daniel, piccolo mio, non rimarrai figlio unico a lungo..

Ciao a tutti e grazie a coloro che continuano a leggere.
Scusate il mio ritardo, solitamente pubblico al mattino, ma ho la febbre e non riuscivo a stare per più di due minuti davanti al PC..
Allora cosa ne pensate? In questo capitolo non succede nulla, ma mi piaceva l’idea di descrivere un po’ di quotidianità, e mi sembrava giusto una sorta di chiarimento con i Denali.
Alla prossima, un bacio,
AlmaRed

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Capitolo 13
*** Si, yes, oui ***


Capitolo 13 Bella

SI, YES, OUI
VENERDÌ 23 OTTOBRE 2015


La mia vita era perfetta, io, Daniel ed Edward. Non mi serviva altro, io ero felice. Felice ogni mattina quando mi svegliava con una scia di baci sul collo, felice quando progettava il nostro futuro assieme, felice quando organizzava le cenette solo per noi due, o quando faceva i pic nik per noi tre, felice quando Dan lo chiamava: "il papà più figo al mondo".
Per non parlare dei Cullen, stravedevano per Daniel, lo stavano viziando un po’ troppo, Esme in particolare. 
Lei non perdeva occasione per stare con lui, per chiederci scusa, per chiedermi scusa.. Sembrava realmente pentita di quello che aveva fatto, si malediva sempre e sorrideva felice ogni volta che vedeva me ed Edward mano nella mano scambiarci qualche tenero bacio.
Rose ed Emmet stavano benissimo assieme, si amavano ed io ero felice per loro. 
La piccola Alice era tornata a New York, dove lavorava per un’importante casa di moda, da poco aveva cominciato ad uscire con Jasper. Si quel Jasper, il fratello di Rose, che viveva nella grande mela. Com’è piccolo il mondo! Anche se era stato Edward a farli incontrare quando Rose gli aveva detto che aveva un fratello proprio a New York, diceva che si sentiva più sicuro, di Jasper si fidava anche se non lo conosceva. Alice pensava fosse stato il destino a fargli incontrare.
<< Avanti>>, dissi a chiunque stesse bussando, quando la porta si aprì l'unica cosa che vidi furono centinaia di rose rosse, che stava succedendo?
<< Signorina Swan sono per lei>>, m i disse una voce dietro le rose, chi le mandava?
<< Grazie>>, le presi e mettendole sulla cattedra notai un bigliettino:

 " Non pensare siano tutte per te, quelle con il nastro rosa sono per le tue alunne, le altre sono tutte tue signorina Swan.
Ti amo E."

Era completamente matto e dolce e romantico, il fattorino uscì dall'aula sotto lo sguardo curioso dei mie alunni.
<< Bambine venite qui una persona vi ha portato una rosa a testa>>, consegnai ad ognuna di loro un fiore ed erano molto più che contente, i maschietti le guardavano con invidia.
<< È il suo fidanzato signorina Swan?>>, chiese Susanne con gli occhi a cuoricino mentre ammirava la sua rosa.
<< Non lo so.. è una sorpresa si è firmato con una E..>>, gli risposi rimanendo vaga, non volevo che a scuola si parlasse delle mia vita privata.
A mezzogiorno e mezzo uscì da scuola e lui era li, bello come il sole, che mi aspettava con Daniel per mano, cosa ci faceva lui li non doveva essere in mensa?
<< Prima che tu dica qualcosa..>>, disse mettendo Dan davanti a se, a sorta di scudo.
<< Avevamo detto che mangiava in mensa, ma oggi ho deciso di partire e..>>, il nano sorrideva facendomi gli occhi da cucciolo.
<< Potremmo partire alle quattro quando finisce..>>, cercai di fargli ragionare.
<< No amore poi è buio, e poi aveva solo arte e immagine..>>, disse colui che faceva l'architetto.
<< Dove dobbiamo andare?>>, domandai ormai rassegnata.
<< Lo scoprirai..>>
<< Mamma chi ti ha regalato quelle rose?>>, chiese il mio ometto notando l'enorme mazzo che avevo in mano, sembrava geloso.
<< Un uomo misterioso.. mi sta facendo la corte>>, risposi a voce bassa avvicinandomi a lui e posandogli un bacio sulla guancia morbida.
<< Io le butterei via, non sono belle>>, geloso marcio.
<< Dici?>>
<< Ne sono sicuro>>, Edward mi prese per i fianchi e mi baciò, sorrideva sotto i baffi, amava il fatto di vedere il suo bambino geloso.
<< Saliamo in macchina  gente>>, disse aprendomi la portiera della macchina. Cosa aveva in mente?
<< Mamma chi ti ha mandato quelle rose?>>, Edward scoppiò a ridere. 
<< Papà>>, risposi a Dan sorridendogli dallo specchietto.
<< Ah sei stato tu, meno male..>>, disse strapazzandosi sul sedile posteriore più tranquillo.
Edward continuava a sorridere divertito, aveva una faccia da schiaffi, suo figlio dietro non era da meno.
A casa mangiammo e ci preparammo, le valige erano già pronte, opera di Rose. 
<< Piaciute le rose?>>, mi domandò Edward entrando in camera mia e prendendomi per i fianchi.
<< Tantissimo soprattutto alle mie alunne..>>, risposi girandomi verso di lui e baciandolo come si meritava.
<< Ho fatto conquiste.. ma spero di aver conquistato la maestra più che le ragazze..>>, disse soffiando sulle mie labbra e lasciandomi baci a stampo, io non resistetti e catturai le sue labbra in un bacio più passionale.
<< Bella amore della mia vita dobbiamo andare>>, disse con una voce bassa, da dichiarare illegale.
In dieci minuti eravamo nuovamente in macchina verso quella che sembrava la strada che portava a Villa Cullen, perché aveva la straordinaria capacità di confondermi sempre?
<< Daniel passerà il week end con i nonni>>, disse parcheggiando la macchina. << Sii>>, urlò Dan.
<< Allora perché l’hai fatto uscire prima?>>
<< Volevo che ci salutasse e poi per una volta non succede nulla!>>, chi tra i due fosse più bambino ancora non l’avevo capito.
<< Sei sicuro che non disturbiamo?>>, domandai sempre più confusa dalle sue azoni e rassegnata.
<< Amore loro non vedono l'ora di passare del tempo con Daniel>>
Lasciammo nostro figlio dai nonni che erano felici di passare dei giorni con lui, ma io ancora non capivo dove diamine mi stava portando.
<< Cullen dove mi vuoi portare?>>, chiesi spazientita dopo più di quaranta minuti di macchina e di silenzio.
<< Bella ti fidi di me?>>, domandò prendendomi la mano sul cambio.
<< Manca ancora tanto?>>, sbuffai mettendomi comoda sul sedile e cercando di riposare, fuori aveva ripreso a piovere.
<< Un oretta e mezza>>, dove mi stava portando?

<< Amore svegliati>>, disse scuotendomi, cavoli mi ero addormentata, quando aprì gli occhi notai di essere davanti alla mia vecchia scuola, non poteva essere vero ero a..
<< Forks>>, in automatico i miei occhi si riempirono di lacrime, odiavo quel posto e lui lo sapeva. Perché mi aveva portato li?
Edward scese dall'auto, ma io non avevo le forze per imitarlo, ero bloccata dalla miriade di brutti ricordi che mi colpirono in quel momento.
<< Amore vieni>>, disse aprendomi la portiera e porgendomi la sua mano.
<< Edward perché siamo qui?>>, domandai rifiutando il suo chiaro invito di scendere dalla macchina.
<< Perché voglio che tu ti rifaccia dei bei ricordi anche qui a Forks, so che qui è nato il tuo dolore e qui deve finire. Quindi vieni>>, disse rinnovando il suo invito, accettai ed uscì in quello che era il parcheggio della nostra vecchia scuola.
<< Ogni mattina arrivavi a scuola ed io parcheggiavo esattamente in questo punto, tu venivi da me ed io ti baciavo così..>>, e mi baciò, proprio come quell'ultima volta che sembrava un giorno come un altro, invece era stato l'ultimo.
<< Poi ti prendevo per mano..>>, e così fece, << .. ed entravamo a scuola. All'uscita io ti aspettavo qui..>>, disse trascinandomi all'inizio della scalinata che portava all'entrata della scuola.
<< Dopo scuola passavamo ore a passeggiare mano nella mano, ricordi?>>, annuì avvicinandomi a lui e prendendo a baciarlo. Lui ricambiò e mi strinse forte a se, mi sentivo così completa e a casa tra le sue braccia.
Riprese la mia mano ed intrecciò le nostre dita, cominciammo a passeggiare per le stradine di Forks, in nove anni nulla era cambiato, la vecchia tavola calda era ancora lì, con gli stessi vecchietti che giocavano a carte tutto il giorno.
La gente per strada si fermava ad osservarci, le novità erano ancora rare  a Forks, avevo paura di rincontrare i miei.
Dopo dieci minuti di camminata mano nella mano arrivammo al parchetto a metà strada fra casa sua e casa mia, li ci passavamo pomeriggi interi assieme, giocando, scherzando, scambiandoci teneri ed innocenti baci. Sorrisi, ma il mio sorriso si spense quando raggiungemmo quella panchina, la panchina dove avevo ricevuto il messaggio di Esme. Quel messaggio che aveva avuto il potere di distruggerci, che ci aveva tenuto lontano, che mi aveva fatto odiare il padre di mio figlio.
<< Qui, mi hai raccontato, hai ricevuto quel maledetto messaggio..>>, disse sedendosi sulla panchina.
<< ..e sono sicuro che questa panchina ti ricordi solo questo>>, annuì non sapendo cosa dire.
<< Ti ricordi che proprio qui ti ho dato il primo bacio?>>, feci segno di no con la testa, l'avevo cancellato.
<< Il mio unico desiderio oggi è quello di riempire Forks di ricordi belli, di farti dimenticare il dolore di quel giorno>>, disse alzandosi in piedi e mettendosi davanti a me.
<< Isabella Marie Swan, prometto di amarti ogni singolo giorno della mia vita per sempre, mi vuoi sposare?>>, domandò inginocchiandosi davanti a me e aprendo una scatolina di velluto blu, all'interno c'era il bellissimo anello di nonna Elizabeth.
Non me lo stava chiedendo davvero, stava scherzando.. No non scherzava, era serio come non mai in vita sua, attendeva una mia risposta ed io non ebbi altra scelta che dire..
<< Si, yes, oui>>, risposi e lui si aprì in un sorriso bellissimo, tolse l'anello dalla scatolina e me lo infilò all'anullare bellissimo, lo baciò e poi passò alle mie labbra.
<< Ti amo signora Cullen>>, disse guardandomi negli occhi, il suo era un verde smeraldo pieno di felicità, specchio dei miei.
<< Ti amo>>, risposi felice.
Aveva avuto la straordinaria capacità di cancellare i ricordi più brutti sostituendoli con quelli che rimarranno nella mia memoria a vita. 
Ora saremmo stati una famiglia davanti a tutti, tutta Forks ci avrebbe visti, al parchetto non eravamo soli, ma in quel momento poco mi interessava; c’era lui, c’ero io, null’altro ci interessava.


Ciao, so non è molto lungo, ma vi ho detto non sto bene in questi giorni.. vi anticipo che nel prossimo capitolo saranno molto felici entrambi.
Aspetto i vostri pareri un bacio AlmaRed

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Capitolo 14
*** Benvenuta nel mio regno ***


Capitolo 14 Bella

BEN VENUTA NEL MIO REGNO

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015

Alice era tornata da New York appena avevamo comunicato la notizia del nostro fidanzamento ufficiale, si era fissata di organizzare il matrimonio che si sarebbe svolto il 15 luglio, il giorno del compleanno di Daniel, era stato il nostro tesoro a scegliere la data, io avevo proposto un mese caldo e lui aveva insistito perché fosse il giorno del suo compleanno. Edward si era adeguato.
Per me era ancora presto, per Alice invece eravamo già in un enorme ritardo. Le avevo dato carta bianca.

DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
Dopo la proposta io ed Edward avevamo cenato nella vecchia Villa Cullen a Forks, nessuno si era accorto della nostra presenza in quella minuscola cittadina.
La mia paura di incontrare i miei genitori e Jacob non si era avverata, per loro e mi fortuna, non volevo rovinassero uno dei momenti più belli della mia vita.
Tutto era perfetto, il cibo, l'atmosfera, Edward, il nostro amore, la dolcezza di quel momento.. mi ritrovai a pensare mentre tornavamo a Seattle.
<< Devo confessarti una cosa..>>, disse imboccando la strada che portava a villa Cullen.
<< Spara..>>, sembrava timoroso, cosa aveva combinato?
<< Visto che.. ecco il tuo rapporto con Charlie non è dei migliori..>>, perché lo tirava in ballo adesso?
<< Cosa centra Charlie?>>
<< Per tradizione dovrei chiedergli la tua mano prima di inginocchiarmi a te..>>
<< Credo che tutto tra di noi sia, fuorché tradizionale amore mio!>>, gli risposi, era così romantico il suo solo pensiero.
<< Beh volevo rispettare almeno la tradizione.. perciò ho chiesto la tua mano a Daniel, l'uomo più importante della tua vita..>>, com'era dolce pensai, << ..dopo di me>>, e presuntuoso aggiunsi.
<< E lui cosa ha detto?>>, rimaneva comunque il mio gelosone.
<< Dopo avermi fatto un discorso da uomo a uomo, mi ha detto che approvava la nostra unione>>, ma quanto era scemo? Che discorsi poteva fargli un bambino di otto anni?
Arrivammo davanti all'ingresso della villa e il signorino non mi permise di scendere da sola dall'auto, doveva aprirmi lui la portiera.
Mi fece scendere e catturò le mie labbra alle sue, voleva infondermi coraggio, sapeva che ero terrorizzata dall'idea che poi tutti sapessero del nostro matrimonio.
<< Ragazzi ciao>>, ci salutò Esme aprendoci la porta, io ed Edward entrammo mano nella mano.
<< Buongiorno Esme, Daniel dov'è?>>, chiesi cercando il mio ometto.
<< Papà!!>>, urlò lui scendendo le scale e saltandogli addosso, era l'immagine più bella che avessi mai visto, si dissero qualcosa all'orecchio e poi si voltò verso di me per abbracciarmi e darmi un bacio.
<< Ciao mamma>>, disse stringendosi a me.
<< Buongiorno tesoro mio>>, mi era mancato moltissimo quei due giorni, non ero abituata ad averlo lontano.
<< Allora siete tutti in cucina?>>, domandò Edward prendendomi per un fianco.
<< Si>>, rispose Carlisle, andammo tutti in cucina, dove trovammo anche Emmet e Rose, ci salutammo tutti ed Edward chiamò anche Alice a New York, mettendola in vivavoce.
<< Ora che ci siamo tutti io e Bella dovremmo dirvi una cosa..>>, disse prendendomi la mano sinistra e stringendomela forte.
Vedevo tutti emozionati, sembrava che sapessero, Daniel in particolare non riusciva a stare fermo, continuava a saltellare sul posto.
<< Le ho chiesto di passare la sua vita con me, e lei ha risposto di si!>>, sentimmo un urlo provenire dal cellulare, Esme sorrideva commossa. Carlisle si congratulò con entrambi, << Sei sicura di poterlo sopportare per una vita intera?>>, mi chiese Emmet abbracciandomi.
<< Ci ho fatto un figlio, credo sia quello giusto>>, gli risposi facendo ridere tutti.
<< A tuo rischio e pericolo cognatina!>>
<< Benvenuta in famiglia Bella, sono così felice, credimi>>, accettai anche l‘abbraccio di Esme, ero felice, non volevo rovinare quel momento.
<< Auguri>>, si congratulò una Rose con gli occhi lucidi abbracciandomi, era come una sorella per me, era stata fondamentale nella mia vita, aveva un posto speciale nel mio cuore e in quello di Daniel.
Anche Edward accettò l'abbraccio della madre, Daniel si avvicinò e mi strinse forte a se, << Mamma, ora saremo una famiglia>>, mi disse il mio ometto felice.
<< Si amore mio>>, risposi mentre Edward si avvicinava abbracciandoci entrambi.
<< Vi amo>>, ci disse Edward prima di coprire gli occhi di Dan e baciarmi dolcemente, mentre tutti intorno a noi applaudivano contenti. Qualcuno scattò una foto..

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2015
Sorrisi, guardando quella bellissima fotografia e ricordando quel giorno..
Presi il pranzo ed andai nell’ufficio di Edward, non sapeva della mia visita. Nel suo studio non mi conosceva ancora nessuno, sapevo che si trovava al ventiseiesimo piano di uno dei grattacieli più belli di Seattle. 
Presi un bel respiro e salì nell’ascensore pieno di gente, speravo si sbrigasse perché l’aria stava diventando soffocante. Arrivati al piano di Edward scappai, letteralmente, fuori dall’ascensore, entrai in un ambiente molto minimal, freddo e professionale.
Mi avvicinai al bancone dell’ufficio, dove una ragazza stava lavorando al computer; << Scusi dov’è l’ufficio del Signor Cullen?>>, le domandai avvicinandomi.
<< Ha un appuntamento?>>
<< Si..>>, guarda te se dovevo avere un appuntamento per vedere il mio.. fidanzato.
<< Bene, a che nome la annuncio?>>
<< Swan>>, la signorina molto gentilmente mi annunciò ad Edward chiamandolo al telefono.
<< La signorina Swan è qui, la faccio entrare?>>
Probabilmente Edward aveva messo giù, perché due secondi dopo era accanto a me e mi baciava.
<< Ciao tesoro. Lauren ti presento Isabella, la futura signora Cullen>>
<< Molto piacere, chiamami pure Bella>>, le dissi stringendole la mano.
<< Piacere mio, sono Lauren, e mi dispiace per prima, non avrei dovuto chiederti se avevi un appuntamento>>, si giustificò..
<< Non ti preoccupare, stavi semplicemente svolgendo il tuo lavoro>>, le risposi prima che Edward mi trascinasse nel suo ufficio.   
<< Benvenuta nel mio regno>>, disse aprendo le braccia e mostrandomi il suo ufficio.
<< Oh grazie sire, le ho portato il pranzo>>, gli feci notare la busta e lui mi baciò.
Pranzammo e lui parve apprezzare molto le mie lasagne, erano il mio piatto forte.
<< Amore erano squisite>>, ti credo dopo averne mangiate due porzioni e metà della mia, io non mangiai molto avevo un po’ di nausea..
<< Bella vieni qui>>, mi chiamò vicino alla sua poltrona, mi avvicinai e mi fece sedere sulle sue ginocchia, mi indicò lo schermo del computer.
<< Ti piace?>>, chiese indicandomi il progetto di una piccola villetta.
<< È bellissima, l’hai progettata tu?>>, lui sorrise e mi posò un bacio sulla guancia.
<< No, l’ho comprata e ristrutturata>>
<< Hai fatto un bellissimo lavoro, amore>>, era davvero bella, su due piani, sul retro si vedeva un grandissimo giardino.
<< È nostra..>>, lanciò la bomba.
<< Cosa?>>
<< Vedi qui>>, disse indicando una delle stanze della casa.
<< Questa è camera nostra>>, non lo stavo ascoltando, il mio cervello era fermo a “nostra”. Saremmo andati a vivere assieme come una famiglia vera, anche se già vivevamo assieme praticamente. Dormiva da me tutte le notti. 
Amavo quell’uomo sempre di più, non perché aveva comprato una casa per noi, ma  per il suo modo di essere, di fare, di essere semplicemente lui.
<< Se non ti piace, potremmo fare delle modifiche o comprarne un’altra..>>, sentivo dal suo tono di voce che era preoccupato, probabilmente dal fatto che non avevo ancora detto nulla.
<< Forse aggiungerei una cameretta>>, toccava a me sganciare la bomba.
<< Perché?>>, domandò posando il mento sulla mia spalla.
<< Beh.. Daniel vorrà sicuramente averne una tutta sua..>>
<< La camera di Dan è qui tesoro>>, disse indicandola sul computer.
<< Ed anche lui o lei vorrà averne una tutta sua>>, presi la sua mano e la poggiai sulla mia pancia ancora piatta.
Lo osservai e vidi nel suo volto una miriade di emozioni.. speravo positive.
<< Li dentro c'è.. c'è>>, disse guardando il mio ventre, era emozionato, era felice, e tutto lo esprimeva il suo dolce sguardo.
Era immobile, sembrava felice, ma se non lo voleva? Forse era stato troppo presto.
Mi abbracciò di slancio cominciando a baciare ogni centimetro del mio viso, fino a raggiungere le mie labbra, combaciavano perfettamente le une alle altre. Era felice, ne ero certa.
<< Grazie amore mio>>, disse sulle mie labbra.
<< Non sei arrabbiato? Non è troppo presto?>>, domandai esternando tutti i miei dubbi.
<< Perché mai dovrei essere arrabbiato?>>, chiese baciandomi nuovamente.
Sarebbe stato bello, avergli detto di Daniel così, sono sicura che la reazione sarebbe stata leggermente diversa, perché eravamo giovani, ma sarebbe stato bellissimo poterlo crescere assieme.
Cominciai a piangere, non volevo ricordarmi di quel periodo, questa volta sarebbe stato diverso.
<< Hey questa volta ci sono io, ci sarò sempre per te, per Daniel e per..>>, si abbassò alzando la mia maglietta e baciando la mia pancia, << .. hey tu la dentro, sei una lei, vero? Sei la principessa del papà?>>, era così dolce e tenero, era meraviglioso ed io mi commossi.
<< Di quanto sei?>>, domandò riportando il suo viso al mio.
<< All'incirca di 8 settimane, secondo i miei calcoli>>, ancora dovevo andare dal medico.
<< Dobbiamo andare da una ginecologa e fare un controllo, e poi fare un'ecografia, le analisi..>>, cominciò a parlare a raffica in stile Alice.
<< Perché deve essere una ginecologa?>>
<< Nessun uomo ti vedrà nuda, se non il sottoscritto!>>, ci tenne a precisare.
<< Ma non mi vedrà completamente nuda..>>, amavo stuzzicarlo, sapevo già che la mia ginecologa era una lei, era una amica di Rose.
<< Bella sul serio, quello che vedrebbe basta e avanza, quindi fine della discussione!>>, il mio gelosone.
<< Io spero sia un maschietto, se fosse una femminuccia ogni bambino dovrebbe rimanerle a non meno di 100 metri da lei>>, dissi prendendolo in giro.
<< Ma non varrebbe per sempre, fino ai 18 anni almeno!>>, lui era così.
<< Ed anche Daniel sarà super protettivo, povera la mia bambina>>
<< Sarà un mio degno alleato, nessuno tocca le donne Cullen, in particolare quella che mi ha rapito il cuore>>, disse prima di regalarmi un dolce e passionale bacio, mentre una sua mano massaggiava il mio ventre.
<< Ti amo>>, soffiai sulle sue labbra.
<< Ti amo anche io, Dan lo sa?>>, era il primo a saperlo.
<< No, glielo diremo assieme>>, gli risposi baciandolo ancora una volta.

Ciao, vi avevo anticipato che sarebbero stati felici..
Vi è piaciuto? Ditemi cosa ne pensate, mi fa piacere leggere i vostri commenti.
Vi aspetto con il prossimo capitolo, un bacio e buona notte
AlmaRed

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Capitolo 15
*** Forks ***


Capitolo 15 Bella/ Edward
FORKS 

VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015

BELLA

Io ed Edward avevamo dato la lieta notizia alla sua famiglia erano tutti felicissimi e tutti speravano in una femminuccia, tutti mi dissero che sarebbe stato diverso, che non l'avrei cresciuta da sola, loro ci sarebbero stati sempre per i miei figli.
Alice era andata in crisi dicendo che non sarei entrata nell'abito che lei aveva in mente per il matrimonio, ma alla visita ginecologica ci avevano detto che la data del parto era verso i primi di giugno, esattamente un mese e mezzo prima del matrimonio e lei si era decisamente tranquillizzata.
Daniel era felicissimo di avere un fratellino o sorellina, avevo paura che si sentisse escluso, geloso, che non gli volessimo più bene, ma lui ci aveva sorpreso..

SABATO 14 NOVEMBRE 2015
Quel giorno io ed Edward avremmo dato la lieta notizia a nostro figlio, avevo paura che non lo volesse, che si sentisse abbandonato, ma doveva sapere che per me lui era la mia ragione di vita, che il mio amore per lui non sarebbe diminuito con l'arrivo di un altro bambino, sarebbe solo aumentato.
Edward ci aveva portato in un negozio di giocattoli, non sapevo cosa aveva in mente, ma non chiesi.
<< Allora ometto che ne dici di questo qui?>>, disse Edward mostrandogli un carillon molto carino con tre cavalli color lavanda.
<< Ma è da bambini piccoli papà! Io sono grande ormai, mi piacciono i videogiochi!>>, rispose lui fiero della sua "veneranda" età.
<< E..>>, continuò lui prendendomi per mano e avvicinandomi a sé, 
<< .. se lo comprassimo ad un bambino che non è ancora qui?>>, Dan era confuso.
<< A quale bambino?>>, domandò guardandosi attorno, sembrava lo stesse cercando, che dolce che era.
<< A un bambino che è ancora nella pancia della mamma, tesoro mio>>, gli risposi io con gli occhi lucidi toccandomi il ventre.
<< Ma io non lo vedo!>>, disse lui fissandomi la pancia.
<< Amore di papà è ancora molto, molto piccolo, deve crescere, ma sappi che già ti vuole bene>>, lo rassicurò Edward.
<< Davvero?>>, chiese il mio ometto sorpreso e felice.
<< Si, ma dimmi vuoi un fratellino o una sorellina?>>, domandai avvicinandomi a lui.
<< Sono io l'ometto di papà quindi a lui serve una principessa>>, ma da dove le tirava fuori queste cose così romantiche? Mi voltai verso Edward, aveva quel sorriso da schiaffi, ma tremendamente bello.
<< La tua principessa?>>
<< Papà ha detto che tu sei la sua regina!>>, ma io gli amo i miei due uomini, baciai Edward e strinsi mio figlio a me, sembrava felice del nuovo arrivo, saremmo stati felici.
<< Amore perché piangi?>>, mi domandò mentre Dan guardava i videogiochi appena usciti.
<< Sono felice>>, lui mi strinse a se e mi baciò con delicatezza.
<< Ho voglia di hamburger e patatine..>>, ed ecco che ricominciavano le mie strane voglie, come potevano piacermi delle cose che odiavo normalmente? Ormoni! Chi gli capisce è bravo!
<< Il DNA di qualcuno si fà sentire la dentro!>>, com'era simpatico lui, nessuno proprio.
<< Simpatico!>>
<< Ometto andiamo al Mc Donald, il tuo fratellino vuole un hamburger!>>, lo chiamò distraendolo dai videogiochi.
<< Si, grazie fratellino, ti voglio bene>>, disse facendo una cosa dolcissima, si avvicinò e mi baciò la pancia. Cosa potevo volere di più dalla vita?

VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2015
Avevo passato l'intero pomeriggio a correggere i quaderni dei miei piccoli alunni, che stavano imparando a scrivere, era un'emozione grandissima sapere che avrebbero imparato una cosa fondamentale come leggere e scrivere grazie a me, era bellissimo.
Alle quattro come previsto andai a prendere Ben e Daniel a scuola, Jessica venne con me, doveva portare il figlio al padre. Era davvero una persona carina, adorava Daniel, ed era felice che avesse fatto amicizia con il figlio, Ben, infatti, era un bambino molto chiuso, con Daniel si era aperto fin da subito, sapeva che di lui si poteva fidare.
<< Mamma!>>, mi chiamò il mio ometto venendomi in contro e stampandomi un bacio sulla guancia, salutò anche Jessica ed io Ben, i due scapparono subito.
<< Come è andata tesoro?>>, chiesi sistemandoli la berretta, il freddo era arrivato a Seattle e lui era sempre in disordine, assomigliava a mio fratello da quel munto di vista.
<< Bene, mamma sai che ieri Ben è andato dai nonni?>>
<< No, non lo sapevo>>, dove voleva andare a parare?
<< Dai genitori della sua mamma è si è divertito molto>>
<< Sono felice>>, risposi salendo in macchina assieme a lui.
<< Mamma volevo chiederti, dove sono i tuoi genitori, io non gli ho mai conosciuti>>, e mi gelai sul posto, non aveva mai chiesto di loro.
<< Perché?>>
<< Sono morti?>>, domandò dispiaciuto, per me lo erano, ma dovevo essere sincera con lui.
<< No, gli vuoi conoscere?>>
<< Mi piacerebbe tanto>>, loro non l'avevano voluto, non volevo che soffrisse.
Quella sera glielo dissi ad Edward, ci avrebbe accompagnati, non mi avrebbe lasciata sola, dovevamo lasciare da parte i nostri sentimenti e pensare solo al bene di Daniel, se voleva i suoi nonni, io non glielo avrei impedito.
<< Come stanno le mie donnine?>>, domandò avvicinandosi alla mia pancia, ormai era una prassi ogni sera passava interi minuti a parlarci.
<< Se fosse un maschietto?>>, domandai giocando con i suoi capelli ramati.
<< Fidati>>, se lo dice lui..

SABATO 28 NOVEMBRE 2015
Dopo pranzo partimmo per Forks, nessuno sapeva della  nostra visita, nemmeno i Cullen, avevamo detto che saremmo andati a fare una gita fuori città. Dopo oltre tre ore arrivammo nella cittadina più piovosa d'America, Edward si fermò davanti alla mia vecchia casa, e i miei ricordi tornarono, io sola e incinta con una valigia mentre aspettavo un taxi.
<< Hey va tutto bene>>, mi conosceva sapeva quali erano le mie paure e i miei ricordi.
<< Questa è la tua casa da giovane mamma?>>, domandò mio figlio una volta scesi dalla macchina.
<< Si>>, percorremmo il vialetto, stavo per suonare ma mi bloccai, ci pensò Daniel, Edward mi strinse la mano forte alla sua.
<< Bella>>, disse mia madre sorpresa aprendo la porta.
<< Mamma>>
<< Lei è la tua mamma?>>, domandò stupito Dan, l'aveva già vista a Villa Cullen.
<< Si tesoro lei è la mia mamma>>
<< Prego entrate>>, disse Renée facendosi da parte, entrammo e nulla era cambiato, tutto uguale a nove anni fa.
<< Grazie>>, ripose Edward entrando dopo di me.
<< Charlie vieni, Bella ha portato Daniel!>>
<< Bella?>>, disse papà entrando in sala.
<< Lui è mio padre>>
<< Sono i miei nonni?>>, domandò il mio bambino titubante.
<< Si>>, Edward mi teneva per un fianco.
<< Bella..>>, mi sentì chiamare dolcemente da mio fratello che a sorpresa mi abbracciò stretta a lui, mi era mancato.
<< Ciao Jake>>, il mio ometto mi lasciò la mano ed andò ad abbracciare mia madre e mio padre.
<< Che bello che tu sia qui, grazie per avercelo portato>>, io sorrisi sembrava felice davvero.
<< Lui è mio fratello, zio Jacob>>, dissi indicandoglielo.
<< Ciao zio Jake, posso chiamarti così?>>, domandò avvicinandosi a lui.
<< Certo che puoi campione>>, disse prendendolo in braccio con agilità.
<< Bella davvero grazie>>, mia madre si avvicinò a me prendendomi una mano ma io mi allontanai.
<< E' stato lui a chiedermi di voi, fosse stato per me non l'avrei mai portato>>, volevo fargli del male, volevo essere semplicemente sincera.
<< Grazie comunque>>, disse mio padre, sembrava sincero.
<< Sai zio Jake tra poco avrò un fratellino!>>, perché non se ne stava zitto?
<< Sei incinta?>>, domandò mia madre.
<< L'hai messa di nuovo incinta?>>, ed ecco che tornava quello di prima.
Si avvicinò ad Edward, << Hai intenzione di lasciarla di farle di nuovo del male?>>, sembrava minaccioso, cosa gliene fregava di me?
<< No mai, e non l'avrei lasciata nemmeno nove anni fa..>>
<< Ma l'hai fatto!>>, disse freddo, Daniel era immobile tra le braccia di mio fratello.
<< Io..>>, cercò di parlare il mio fidanzato, ma papà lo fermò.
<< Tu non lo sapevi, Esme mi ha detto tutto, io invece l'ho cacciata di casa quando seppi che aspettava un bambino, io sono stato un mostro, le ho fatto del male, non voglio che soffra ancora la mia bambina. Ho preferito mandarla via, pur di non sentire i chiacchiericci su di noi..>>, disse mettendo una mano sulla spalla di Edward, perché non aveva detto quelle parole quando erano venuti a Seattle, perché ora?
Daniel scese dalle braccia di Jake e si buttò addosso a me.
<< Mamma, davvero ti ha mandato via per colpa mia?>>, disse piangendo, perché aveva detto quelle cose davanti a Daniel, non volevo che si sentisse in colpa.
<< No, io ho scelto di tenerti, e per farlo ho preferito andare da nonna Marie>>, se avessi abortito mi avrebbero ripresa in casa, così dicevano in una delle prime e ultime telefonate, dopo che mi ero trasferita a Chicago.
<< Loro non ti volevano bene, per colpa mia.. tu ora non mi vorrai più bene!>>, continuò con i lacrimoni che rigavano il suo dolce viso.
<< Amore tu e il tuo fratellino siete il mio tutto, vi amo più della mia stessa vita>>, disse inginocchiandomi alla sua altezza e asciugandogli le lacrime.
<< E papà?>>, mi voltai verso di lui, che ci guardava preoccupato.
<< Anche lui>>, dissi prima di stringerlo forte a me, non avrei mai lasciato la colpa a lui delle mie sofferenze, lui era il mio piccolo miracolo, lui era il più bel sbaglio della mia vita.
Edward si stava avvicinando, ma io gli feci segno di no, era una cosa tra me e mio figlio, era un legame lungo nove anni, ma lui non mi ascoltò si abbassò e strinse forte al suo petto entrambi. Ero a casa, c'era anche lui ora, dovevo smetterla di essere egoista.
<< Bella perdonaci ti prego, per tutto, per non esserti stati accanto, per averti chiesto di fare un gesto orribile, perdonaci.. se puoi>>, disse mio padre con gli occhi lucidi.
<< Daniel amore, gli vuoi avere due nuovi nonni e un altro zio orso?>>, fisicamente Jake era come Emmet.
Era Daniel a dover scegliere, io potevo continuare a fare ameno di loro.
<< Loro ti vogliono bene?>>
<< Si tesoro, gliene vogliamo tanto>>, fu mia madre a rispondere.
<< Allora si>>, gli baciai la fronte e tornai a stringermi ad Edward che mi pose un delicato bacio sui capelli.
<< Hai fatto un capolavoro Bella>>, mi disse mio fratello sorridendomi.
<< Lo so.. L'ho detto ai Cullen e lo dico anche a voi, una sola possibilità>>
<< Grazie>>
Ci sedemmo sul vecchio divano e i miei genitori cominciarono a fare domande su Daniel, volevano sapere tutto di lui, a molte rispondeva Edward. Dan giocava con Jake alla PSP4, andavano molto d’accordo.
<< Bella si è addormentato>>, mi disse mio fratello indicandomi la vecchia poltrona di mio padre, il cucciolo dormiva con la testa poggiata sul bracciolo.
<< Edward portalo in macchina? Così andiamo via>>, gli dissi voltandomi verso di lui che annuì.
<< Rimanete per cena, per favore>>, ci chiese mia madre.
<< Portate Daniel a riposare in camera tua..>>, continuò papà ed io accettai, non so perché lo feci.
Jacob chiese silenziosamente di portare Dan in braccio ed io acconsentì.
<< Tesoro è stata una giornata lunga, riposa anche tu un po'>>, mi disse Edward una volta entrati nella mia vecchia camera, altri ricordi di me che prendevo con velocità le mie cose mi colpirono.
Neanche la mia camera era cambiata, foto e oggetti vari erano come gli avevo lasciati io.
Mi sdraiai accanto al mio ometto e lo strinsi forte a me, l'ultima volta che avevo dormito su quel letto avevo appena scoperto della sua esistenza, ora abbracciavo un bellissimo bambino di otto anni.

EDWARD
Mi chiusi la porta della vecchia camera di Bella e scesi al piano inferiore, quella casa le aveva fatto rivivere dei momenti brutti della sua vita, ma mi sorprendeva sempre, era forte, era una bambina quando era nato Daniel, ma è diventata donna da sola, era da ammirare.
<< Vi sposate?>>, mi chiese Charlie appena mi vide.
<< Si>>
<< La renderai felice?>>
<< Si, non la lascerò mai, non soffrirà più per colpa mia. Tu l'hai cacciata via Charlie ma io mi sono arreso non cercandola>>, volevo essere sincero.
<< Abbiamo sbagliato tutti con lei, ma Bella è stata forte, ha cresciuto un bambino bellissimo..>>
<< Già.. ho chiesto la sua mano a Daniel, se le cose fossero andate diversamente l'avrei chiesta a te..>>, lui avrebbe preso la pistola accanto a sé e poi avrebbe dato la sua benedizione.
<< Pensi mi lascerà accompagnarla all'altare?>>, non credo.
<< Non lo so..>>
<< Edward sei un bravo ragazzo, rendila felice solo questo ti chiedo..>>
Cenammo tutti assieme Daniel si era ripreso, povero il mio angelo si sentiva in colpa quando la colpa era solo di noi adulti.
Durante la cena scoppiò un violento temporale e i signori Swan ci convinsero a dormire li da loro, era pericoloso guidare con quel tempaccio ed anche io ero d’accordo. Non volevo mettere in pericolo la mia famiglia.
<< Dan ti va di dormire con me?>>, gli domandò Jacob mentre salivamo al piano superiore.
<< Dai calci la notte? Russi?>>, una medaglia d'oro a mio figlio, grazie.
<< No, sono una mummia. Giuro!>>, rispose lui mettendosi una mano sul cuore.
<< Allora va bene, buona notte papà>>, mi diede un bacio, poi passò a Bella, << Buona notte mamma e fratellino>> disse dando un bacio alla pancia.
<< Buona notte tesoro>>, rispose Bella commossa dal gesto del figlio.
<< Buona notte nonni>>, disse baciando anche loro, ero orgoglioso di mio figlio, aveva amore da donare a tutti. Ti voleva bene, di un bene puro e sincero.
Io e Bella andammo in camera sua a dormire, Renée e Charlie ci prestarono un paio di pigiama e dei spazzolini nuovi.
Una volta a letto cominciai a baciarla fino ad arrivare alla sua pancia, alla mia bambina, speravo fosse una lei.
<< Dolce notte amore di papà, oggi siamo a Forks, quando crescerai ti porterò alla radura dove portavo anche la tua mamma..>>, le dissi riempendola di baci, ancora la pancia non si vedeva, ma potevo giurare di vedere una piccola rotondità. Sarebbe stata bellissima con il pancione.
<< Mi ci porti domani, o devo aspettare che la principessa esca fuori?>>, domandò accarezzandomi i capelli.
<< Se c'è bel tempo, o meglio se non piove ci andiamo>>, non voelvo che si ammalasse, gli eventuali medicinali non facevano bene al feto.
Quanti ricordi in quella camera, era uguale a come la ricordavo, sul comodino c'era la foto di me e Bella al suo sedicesimo compleanno.
<< Probabilmente l'abbiamo concepito qui!>>, le dissi all'orecchio stringendola a me, sapeva a chi mi riferivo.
<< Probabilmente..>>, mi rispose voltandosi per darmi un bacio sulle labbra.

Ciao a tutte! Scusate il mega ritardo ma devo studiare per un esame e non avevo il tempo materiale per mettermi a scrivere.. Cosa ne pensate?
Vi piace, aspetto i vostri pareri..
Purtroppo siamo quasi alla fine un bacio e buona settimana a tutti/e!

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Capitolo 16
*** Perfetto ***


Capitolo 16 Edward

PERFETTO
VENERDÌ 3 GIUGNO 2016

La mia vita negli ultimi mesi era perfetta, Bella era perfetta, Daniel era perfetto, la mia bambina che scalciava continuamente nella pancia della sua mamma  era perfetta. Mancava poco più di un mese alla sua nascita, ed io non vedevo l'ora di stringerla tra le mie braccia.
La mia Bella era testarda non voleva stare a casa a riposare, nonostante fosse cominciato da un mese il periodo di maternità, lei voleva finire l'anno scolastico, non voleva lasciare i suoi alunni di prima elementare ad un mese dalla fine della scuola. Lei era così, ed io l'amavo anche per questo.
Come stabilito alle 12:30 ero davanti alla scuola, era l'unica condizione che le avevo posto, non volevo che guidasse con il suo pancione, avevo paura che potesse sentirsi male e fare un incidente. Dite che sono paranoico?
Era l'ultimo giorno di scuola, cominciavano le vacanze estive e per la mia Isabella cominciava il periodo di maternità.
Ed eccola uscire, era bellissima con il suo pancione di otto mesi fasciato da un abito azzurro che le arrivava al ginocchio, il suo seno era aumentato per il resto non aveva preso molto peso, da quando era incinta era ancora più sexy e solare. Il vento estivo le scompigliava i capelli color mogano mentre si massaggiava la pancia e mi cercava con lo sguardo, quando mi trovò sorrise. Di quei sorrisi che sono in grado di illuminare, da soli, le notti più buie, era solare, era felice, di una felicità di cui facevo parte anche io.
 << Ciao bellissima>>, le disse prendendola per i fianchi e avvicinandola a me per quanto la pancia me lo permettesse.
<< Ciao amore>>, disse prime di catturarle le labbra in un dolce e romantico bacio.
<< Come sta la mia principessa?>>, domandai accarezzandole la pancia, amavo stare ore a coccolarla, a parlarci, a riempirla di baci. Volevo che la mia bambina sapesse che io ci sarei sempre stato per lei, avrei voluto fosse stato così anche per Daniel, passavo con lui ogni mio momento libero ma nessuno mi avrebbe mai restituito otto anni della sua vita. 
Non avevo perdonato mia madre, i genitori di Bella, che ora sembravano impazzire per Daniel, quello che avevano fatto era imperdonabile, non si poteva accettare, era crudele. Io e Bella tolleravamo la loro presenza solo per amore di nostro figlio, che voleva avere una famiglia unita.
Jacob si era trasferito a Seattle, aprendo un'officina, era un ottimo meccanico ed aveva ripreso i rapporti con Bella, vedevo che a lei faceva piacere, era felice di aver ritrovato suo fratello.
<< Continua a scalciare oggi, sono stanchissima..>>, disse appoggiando la testa sulla mia spalla, eravamo alla fine della gravidanza, caviglie gonfie e stanchezza erano normali come ci aveva detto la dottoressa, in particolar modo se la futura mamma continuava a lavorare e a stare in piedi per ore.
<< E brava la mia bambina che fa capire alla sua mamma che deve riposare..>>, dissi abbassandomi e baciandole la pancia, a Bella questi gesti intimi in pubblico non piacevano, si vergognava, per me invece era una cosa naturale. Perché mai dovevo vergognarmi?
<< Edward non sono mica malata!>>, rispose lei fingendosi offesa.
<< Credimi lo sei.. se stai con uno come me lo sei>>, dissi facendola ridere, amavo sentire la sua risata. Non c'era suono più bello.
<< Ah beh.. allora mi piace essere ammalata di te>>, disse baciandomi una guancia per poi aprire la portiera della macchina e sedersi, io la seguì.
<< Uffa!>>, sbuffò mentre prendevo la strada per casa nostra, da circa un mese ci eravamo trasferiti nella villetta che avevo comprato e ristrutturato per noi, si trovava a cinque minuti da casa dei miei.
<< Cosa succede amore?>>, le chiesi preoccupato.
<< Con questa pancia non riesco a mettere i piedi sul cruscotto!>>, si lamentò.
<< Tu non dovresti mettere i piedi sul cruscotto a prescindere dalla pancia!>>
<< Cullen, non sei tu quello con una pancia enorme di otto mesi, con le caviglie gonfie..>>, fermai le suo parole baciandola, non si era accorta che eravamo giunti sul vialetto di casa.
La amavo anche quando si lamentava, la amavo semplicemente sempre.
<< Hai ragione futura signora Cullen>>, mai contraddire una donna incinta. Credetemi.
Entrammo in casa mano nella mano diretti in cucina dove Bella si mise a preparare il pranzo, canticchiando e ballando al ritmo di Love me like you do, che la radio stava trasmettendo. Era una visione, era talmente sexy da dover essere dichiarata illegale. Calmati Edward, lo sai che non puoi!! 
Non resistetti e andai dai lei abbracciandola da dietro e cominciando a baciarle il collo ed a massaggiarle la pancia dove sentivo la mia bambina muoversi.
<< È agitata oggi la principessa..>>, le dissi all'orecchio, lei si appoggiò completamente al mio petto.
<< Daniel era anche peggio>>, disse prendendomi per mano e spegnendo i fuochi; il filetto di pollo con crema al limone era pronto.
Ed io non c'ero..
<< Non pensare a quello che stai pensando, non è stata colpa tua>>, mi conosceva troppo bene.
<< Mangiamo e poi dedicati a tua figlia, solo quando tu le parli si calma..>>, mi disse sorridendomi, aveva sofferto anche lei e molto più di me, ma era lei a confortarmi. Le donne sono più forte di noi uomini, non c'è nulla da dire, è così punto!
La sua cucina era da ristorante di lusso, amavo mangiare quello che lei cucinava, amavo tutto di lei. Dopo pranzo non le lasciai fare nulla, sparecchiai e misi tutto in lavastoviglie, la presi in braccio e la portai al piano di sopra in camera nostra. Con delicatezza la posai sul letto e mi sdraiai accanto a lei.
<< Bene signorina, ora  io e te facciamo due chiacchiere>>, dissi cominciando a lasciare delle carezze sulla pancia dove la mia bambina sembrava essersi calmata.
<< Facciamo che fai riposare la tua mamma.. quando ti decidi a venire fuori? Il tuo papà non vede l'ora di poterti stringere tra le braccia..>>, osservai Bella.. si era addormentata.
<< Amore le ricordi poi le regole? Non farle male quando esci fuori, o se no non mi farà più avvicinare a lei e poi niente uscite con i ragazzi fino ai 18 anni.. >>, sentì qualcuno sorridere, probabilmente non si era addormentata.
<< Io e te siamo usciti insieme quando io ne avevo appena 15>>, mi ricordò lei giocando con i miei capelli.
<< Si ed io ti ho messa incinta che ne avevi 16, quindi niente ragazzi per lei, sarà la principessa di papà e basta!>>, la vidi cambiare espressione, non volevo offenderla.
<< Amore io sarei diventato poi l'uomo della tua vita, era diverso, non voglio che lei soffra perché un ragazzo le ha spezzato il cuore.. potrei spezzarli le ossa e non è legale..>>, sorrise.
<< Ti amo Signor Cullen>>
Alle quattro andammo a prendere Daniel a scuola, era la prima volta che andavo a prendere mio figlio al suo ultimo giorno di scuola, da novembre era anche legalmente un Cullen. Ero emozionato stringevo forte la mano della futura signora Cullen, anche al nostro matrimonio mancava poco.
<< Papà!>>, mi chiamò Daniel correndo verso di noi felice di aver finito la scuola.
<< Campione>>, dissi prendendolo in braccio e stampandoli un bacio.
<< Allora com'è andata?>>, chiese Bella scompigliandoli i capelli ramati, copia dei miei.
<< Bene, adesso posso fare il bagno in piscina tutti i pomeriggi e dipingere la cameretta di Kiki>>, era fissato con quel nome, voleva chiamare sua sorella come la moglie di Goku.
Scese dalle mie braccia andando da Bella e posando un delicato bacio sul pancione della sua mamma.
<< Mamma si è mossa!>>, disse entusiasta.
<< Non vede l'ora di conoscerti è per questo che si è mossa!>>, rispose Bella dandoli un bacio sulla fronte.
Erano bellissimi, erano la mia famiglia, erano la mia vita, erano perfetti.

MARTEDÌ 14 GIUGNO 2016
<< Papà questo è un tuffo a bomba!>>, urlò Daniel prima di riprendere la rincorsa e buttarsi in piscina dove Emmet lo attendeva. Chi dei due era il bambino?
<< Bravissimo tesoro, ma stai attento potresti farti male>>, dissi dal portico mentre finivo di leggere dei documenti di un nuovo progetto.
D'un tratto sentì un bicchiere rompersi dalla cucina, sorrisi alla sbadataggine di Bella.
<< Edward!!>>, mi sentì chiamare, cosa era successo? Di fretta rientrai in cucina e vidi Bella piegata in due dal dolore. Andai in panico cosa le stava succedendo? Cosa dovevo fare?
<< Bella, Bella stai bene?>>, le domandai avvicinandomi per sorreggerla.
<< Edward..>>, prese un bel respiro tenendosi la pancia, << Cullen..>>, fece un altro respiro, << .. tua figlia ha deciso di venire fuori in.. anticipo>>, cosa? No, non ero pronto, mancavano ancora due settimane! Dovevo ancora prepararmi psicologicamente!
<< Come?>>
<< Mi si sono rotte le acque.. devo andare in ospedale>>, disse tranquilla, ma come faceva? E solo in quel momento notai il pavimento bagnato. Io ero immobile.
<< Amore..>>, mi prese il volto tra le mani, << .. di ad Emmet di tenere Daniel e vai a prendere la macchina. Va tutto bene, calmati>>
<< La macchina? Si.. Sono calmo..>>, la mia bambina stava per nascere ed io non stavo facendo nulla.
<< Bella dobbiamo andare in ospedale, la mia principessa sta per nascere!>>, solo in quel momento realizzai quello che stava succedendo.
<< Si amore>>, disse sorridendomi e dandomi un bacio a fior di labbra.
L'aiutai a farsi prima una doccia e, dopo aver avvisato Emmet, portai Bella in ospedale, lei era tranquilla, io un pezzo di ghiaccio, stavo sudando freddo.
<< Ricordami una cosa: chi dei due deve partorire?>>, mi domandò entrando in ospedale. Come era simpatica!
Tre ore più tardi Bella era in sala parto in preda alle contrazioni, che erano molto ravvicinate, la dottoressa diceva che mancava poco.
Bella era sfinita, non ce la faceva più.
<< Cullen tu non ti devi più avvicinare a me! Mai più! Hai capito?>>, disse urlando in preda ad un'altra contrazione, speravo non dicesse sul serio
<< Si amore mio, come vuoi tu! Forza, manca poco e vedremo la nostra bambina>>
<< La fai facile tu!>>
<< Bella all'arrivo della prossima contrazione spingi con tutte le tue forze>>, le disse la dottoressa con assoluta calma e professionalità.
Io non sentivo più la mano che Bella stringeva con forza, da dove prendeva tutta quella energia?
<< Forza amore>>
<< Ahh>>, urlò Bella all'arrivo dell'ennesima contrazione.
<< Bravissima Bella, manca poco ed è fuori, dai..>>, la incoraggiò.
<< Ahhh>>, il viso di Bella era stremato dal dolore e dalla stanchezza.
Il silenzio e poi un potentissimo pianto riempì la stanza, un pianto bellissimo, il pianto di mia figlia, un pianto di vita, un pianto perfetto.
<< Amore sei stata bravissima>>, dissi baciando una Bella commossa mentre entrambi ammiravamo nostra figlia tra le abili mani della dottoressa.
<< Il papà per il cordone>>
<< Sono io il papà!>>, esclamai prendendo le forbici e tagliando il cordone. Era un'emozione bellissima, l'infermiera avvolse la mia bambina in un telo verde e me la pose, io tremavo tutto. Le mie braccia si mossero sicure verso mia figlia. Era uno spettacolo, era perfetta.
<< Principessa ti presento la tua mamma>>, dissi commosso poggiandola sul petto di Bella che la strinse forte a sé.
<< Abbiamo fatto un capolavoro>>, disse ed io la baciai, erano le mie donne, le amavo più della mia stessa vita.
<< Benvenuta al mondo piccola Marie Elizabeth Cullen>>, il nome lo avevamo scelto assieme, era stato naturale chiamarla Marie, lei aveva aiutato Bella quando tutti le avevano voltato le spalle, io per primo.
Alle 18:58 del 14 giugno 2016 veniva al mondo Marie Elizabeth Cullen, ed io avevo l'onore di essere il suo papà.
Le infermiere presero Marie per ripulirla ed anche Bella doveva essere curata, dopo averle fatto le visite di routine una giovane infermiera me la passò, per poterla mostrare ai famigliari attraverso il vetro, c'erano tutti; i miei genitori, quella di Bella, Alice, Emmet, Rose e Jacob con in braccio Daniel che appena mi vide fece uno dei più bei sorrisi che gli avessi mai visto fare. Si avvicinarono tutti al vetro ed io mostrai orgoglioso la mia bambina, erano tutti commossi e felici.
L'infermiera si avvicinò prendendomi nuovamente la bambina, 
<< Dobbiamo farle un altro piccolo controllo e poi è tutta vostra>>, mi disse ed io a malincuore gliela passai.
Uscì fuori e il mio bambino mi saltò addosso, << Dov'è?>>, chiese.
<< Le stanno facendo delle visite adesso, poi andiamo da mamma e dalla tua sorellina>>, dissi stringendolo forte a me, il mio ometto, colui che mia aveva reso padre per la prima volta, colui che mi aveva accettato nonostante la mia lunga assenza nella sua vita.
Tutti i miei famigliari mi fecero gli auguri, << Bravo fratello, hai fatto un ottimo lavoro>>, mi disse Emmet dandomi un pacca sulla spalla.
Anche i signori Swan mi fecero gli auguri, sembravano felici anche loro.
Presi Daniel per mano e lo portai da Bella, lui doveva essere il primo a conoscere la mia principessa, quando aprì la porta della camera vidi l'immagine più bella della mia vita.
Bella stava allattando Marie, non ci aveva visto entrare talmente era concentrata su sua figlia.
Il nostro piccolo, dolce, bellissimo e perfetto miracolo.
<< Amore>>, alzò lo sguardo e sorrise appena vide Daniel.
<< Amore vieni a conoscere la tua sorellina>>, gli disse facendoli spazio sul letto, presi Dan e lo posai vicino a Bella.
<< Papà è bellissima..>>, disse appena misi Marie sulle sue braccia.
<< Come il suo fratello maggiore>>, gli risposi.
<< Come si chiama?>>, domandò rapito dalla bambina.
<< Marie>>, rispose Bella stringendolo a sé.
<< Ciao Marie, io sono Daniel tuo fratello>>, disse baciandole con delicatezza una guancia paffutella, lei lo osservava.
Non resistetti e con il telefono scattai una foto ed immortalai per sempre quel bellissimo momento.
Poco dopo bussarono alla porta ed entrarono tutti i nostri famigliari.
Esme portò a Bella un bouquet di rose rosa, che posò sul tavolino vicino al letto.
<< Tanti auguri Bella, mi dispiace averti tolto tutto questo alla nascita di Daniel..>>, disse con le lacrime agli occhi, Dan per fortuna era distratto da Jacob e non aveva sentito nulla.
<< Amore ti presento nonna Esme e nonno Carlisle>>, la mia Bella era troppo buona ed io la amavo sempre di più per avermi reso padre per la seconda volta.
<< Come si chiama questa principessa?>>, chiese mio padre commosso, vedendo sua nipote.
<< Marie Elizabeth Cullen>>, rispose Bella posando un dolce bacio sulla delicata fronte della nostra bambina.
Daniel osservava ammirato la scena, era completamente rapito da sua sorella, così come tutti gli altri.
<< Ciao Marie>>, disse Charlie avvicinandosi commosso, era il nome di sua madre, dopotutto.
<< E lui è nonno Charlie assieme a nonna Renée>>, voltò la bambina verso i suoi genitori, che sorrisero alla nipote.
<< Principessa loro sono i matti: zia Alice, zio Emmet, zio Jake e zia Rose, manca lo zio Jasper, ma avrai occasione di conoscerlo>>, la mia bambina in risposta fece un bellissimo sbadiglio, come se la stessi annoiando, la birbantella. 
<< Papà siamo in troppi, non ricorderà mai tutti i loro nomi!>>, fece notare Dan, ed aveva ragione. Tutti si misero a ridere.
<< Lasciamola riposare>>, disse mio padre e dopo i saluti uscirono tutti prendendo anche Daniel che cominciava ad avere fame.
<< Grazie amore mio per avermi fatto il secondo regalo più bello della mia vita>>, dissi prendendo Marie tra le braccia e cullandola finché non si addormentò, quei gesti mi venivano spontaneamente, erano così naturali.
<< Siete bellissimi>>, prese il suo telefono e ci scattò una foto orgogliosa, posai la bambina nella sua culletta e mi avvicinai alla sua splendida mamma.
<< Ti amo>>
<< Ti amo anch'io>>, mi rispose ed io la baciai, in un bacio dolce, e pieno d'amore per lei, per la sua straordinaria forza, per aver donato la vita a mia figlia.
Quella notte tornai a casa e dormì nel lettone con Daniel, non volevo si sentisse escluso, ne che provasse gelosie, con la nascita di Marie l'amore nei confronti di Dan era solo aumentato, non diminuito.
Amavo Bella e i miei figli, avevamo creato una famiglia bellissima, ero felice, ed era tutto merito suo.
Era tutto perfetto.


Eccoci, eccoci.. Allora che ne dite? Vi è piaciuto? 
Mi scuso per eventuali errori per quanto riguarda il parto, ma non sono un medico e non ho avuto figli.
Mi scuso anche per l'enorme ritardo, ma ho ripreso a scrivere solo ieri, dovevo studiare per un esame dell'università.
Al prossimo capitolo.. un bacio.
Vi lascio ad un invito molto speciale..


Domenica 17 luglio 2016, 
siete cordialmente invitati 
al matrimonio di


Isabella Marie Swan
&
Edward Anthony Cullen


 

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Capitolo 17
*** Per sempre ***


Capitolo 17 - Bella/ Edward

PER SEMPRE
DOMENICA 17 LUGLIO 2016

BELLA

La mia bambina mi svegliò quel giorno, il giorno del mio matrimonio con il papà dei miei due capolavori, uno dei giorni più importanti della mia vita e il compleanno del mio ometto. Era la prima volta che non li facevo gli auguri per prima, era il primo compleanno con suo padre, e questo mi rendeva felice.
Era da venerdì che non vedevo i miei due uomini, Alice voleva seguire la tradizione, perciò aveva spedito Edward e Daniel a Villa Cullen, mentre noi donne eravamo a Casa Cullen. Mi mancavano, non ero più abituata a dormire da sola, ero abituata a stare tra le braccia di Edward, ad essere svegliata dai suoi baci, anche se ultimamente era la piccola Marie a svegliare entrambi ogni notte.
Edward era completamente rapito da sua figlia, la coccolava tutto il giorno, era in paternità. Diceva che era un suo diritto, e chi lo contestava?
Non voleva perdersi nemmeno un attimo con lei, le cambiava il pannolino con delicatezza, le faceva il bagnetto, le massaggiava il pancino quando piangeva, le faceva fare il ruttino dopo la poppata. 
Tra queste la cosa che più amava Daniel era sentire Marie fare quel suo piccolo e dolce ruttino, diceva che con il tempo lui le avrebbe insegnato a ruttare come un vero uomo, come lui. 
Amava incondizionatamente sua sorella, sapeva che essendo piccola necessitava di più attenzioni, sapeva che il nostro amore per lui non era diminuito ma solo aumentato, amava coccolarla e parlarle dei cartoni che aveva visto, delle nuotate in piscina, delle partite a calcio con il padre, le parlava di tutto. La sua voce aveva un effetto calmante su Marie.
<< Amore mio buongiorno>>, dissi prendendo la mia piccolina dalla culla che avevamo sistemato in camera nostra, almeno per i primi mesi, poi si sarebbe trasferita nella cameretta che Edward e Daniel avevano arredato per  lei. C'erano tutte le sfumature del rosa in quella stanza, ma la sedia a dondolo, dove allattavo Marie, aveva l'imbottitura azzurro chiaro, per ricordare a me che avevo anche un figlio maschio, a detta di Daniel.
Forse un pochino geloso lo era, ma era normale che lo fosse.
La mia bambina smise di piangere appena la presi in braccio, la birbantella oltre ad essere nata leggermente in anticipo, facendo morire suo padre di paura, era anche stata viziata da tutti, non stava mai nella sua  culla, era sempre in braccio a qualcuno.
<< Che dici facciamo colazione prima dell'arrivo di quella matta di zia Alice?>>, dissi sedendomi e cominciando ad allattarla al seno, era una sensazione bellissima sapere che si nutriva attraverso me, aveva quasi cinque settimane ed era stupenda, i pochi capelli  che aveva erano ramati,  gli occhi erano un miscuglio di verde e cioccolato, mi assomigliava dicevano, io ci vedevo Edward in lei.
A fine poppata le feci fare il ruttino, solitamente l'avrebbe fatto fare Edward, dicendole: "una principessa che fa il ruttino non si era mai vista".
<< Brava piccolina.. tre, due, uno..>>, come previsto..
<< Bella sveglia, siamo in ritardo!>>, disse entrando in camera Alice, mentre io mettevo Marie nella sua culla, il mio angioletto si era addormentato.
<< Shh, si è appena addormentata, e come vedi sono già in piedi. Tranquilla>>, perché dovevo sempre essere io a tranquillizzare i Cullen? Quando mi si sono rotte le acque ho dovuto tranquillizzare Edward, il giorno del mio matrimonio Alice, a me chi ci pensava?
<< Sono tranquilla, tu vai a farti una doccia, io riordino la camera. Tra mezz'ora la parrucchiera e la truccatrice saranno qui>>, disse cercando di calmarsi, una domanda: chi delle due si sposava?
<< Ai suoi ordini capo!>>, le dissi dirigendomi in bagno, dopo aver lanciato un ultima dolce occhiata a mia figlia.
Stando in continuo movimento non avevo preso molti chili in gravidanza, con il parto ne avevo tolti parecchi, ora mi rimaneva una leggera pancetta e il seno più grande, che non guastava, per il resto ero uguale a prima.
Uscita dalla doccia fui letteralmente rapita da Alice e dalle altre due pazze, che nell'arco di due ore mi trasformarono in una bellissima sposa.
I capelli raccolti in uno chignon basso ed elegante, con morbide ciocche che ricadevano ai lati, il trucco era leggero e naturale, tutto concentrato sui occhi a cui avevano applicato una leggera linea di eye-liner, sulle labbra invece un rossetto nude.
<< Sei bellissima>>, mi disse Rose entrando in camera, appena mi vide si commosse, era strana da un po' sembrava..
<< Ed ancora non si è messa l'abito>>, le rispose Alice con la custodia dell'abito in mano, l'aveva disegnato lei, ed era un capolavoro, e non lo dico perché fosse mio. Alice aveva davvero talento.
Le mie due migliori amiche mi aiutarono ad indossarlo, era un'abito liscio, leggermente a sirena con scollatura a cuore, sul punto vita aveva una leggera serie di delicati cristalli Swarovski , il tutto completato da un lungo velo. Mi guardai allo specchio ero una sposa, ero la futura signora Cullen, stavo per sposare l'uomo che amavo, il padre dei mie figli.
L'uomo che per anni avevo odiato, l'uomo che essendo se stesso mi aveva riconquistata. Non notai la lacrimuccia che scese, ma la notò Rose.
<< Bella va tutto bene, sei bellissima, ed uomo fantastico sta aspettando di diventare tuo marito, io ci sono sorella mia>>
<< Grazie Rose, ti voglio bene>>, era tra le persone fondamentali della mia vita, una di quelle che sai  che ne devono fare parte per forza, che ti lasciano un segno indelebile nell'anima.
<< Tesoro sei stupenda>>, disse mia madre con gli occhi lucidi, era entrata in camera con mio padre.
<< Vi lasciamo soli>>, disse Rose mentre usciva assieme ad Alice.
<< Grazie mamma>>, non riuscivo a perdonarli, era tanto se tolleravo la loro presenza, lo facevo solo  per i miei figli.
<< Questi sono di nonna Marie>>, disse mio padre tirando fuori una scatoletta di velluto blu, la aprì e all'interno c'erano dei bellissimi orecchini con i zaffiri, li avevo visti nella foto del matrimonio di nonna.
<< Grazie>>, accettai il loro regalo solo perchè era desiderio di nonna che li indossassi il giorno del mio matrimonio.
<< Bella, figlia mia..>>, sapevo cosa mi volesse chiedere, mi costava molto accontentare quel suo desiderio.
<< Si, ma non voglio alcun ballo padre-figlia dopo, o discorsi sdolcinati da parte vostra, sarebbero falsi>>, non sapevo il perché avessi detto di si alla sua richiesta. Forse volevo essere egoista, realizzare anche un mio piccolo sogno, ogni bambina sogna di essere accompagnata dal padre all'altare. Avrei dimenticato per quei pochi istanti.
Lo vidi felice e mi abbracciò, io non glielo negai, mamma prese Marie in braccio. Non negavo mia figlia a loro, anche lei era bellissima nel abito color avorio che Alice aveva fatto fare per lei. Sembrava una piccola e dolce nuvoletta.
Indossai gli orecchini di nonna e sentì lei vicino a me, lei era con me sempre. Me lo aveva promesso.

EDWARD
Il mio ometto mi svegliò quel giorno, il giorno del mio matrimonio con Bella, la mamma dei mei tesori più grandi, la donna che amavo con tutto me stesso, che aveva avuto la forza di crescere Dan da sola, colei che un mese prima aveva dato alla luce la mia piccola principessa, colei che tra poche ore sarebbe diventata mia moglie.
<< Papà! Papà! Sveglia, ci dobbiamo sposare!!>>, urlò il mio bambino saltando sul letto.
<< Dobbiamo? E tu con chi ti sposi?>>, per diamine avevo solo 28 anni, ero giovane per diventare suocero!
<< Con mamma>>, disse ovvio, sedendosi sul letto.
<< Dovrei sposarla io.. tecnicamente>>
<< Dettagli..>>, era un Cullen al 100%. 
Non era un giorno speciale solo per me e Bella, oggi era anche il compleanno di mio figlio, il primo compleanno che festeggiavo con lui..
<< Ometto.. Buon compleanno!>>, dissi prendendolo in braccio e stringendolo forte a me, amavo mio figlio, stavo cercando di recuperare tutto il tempo perduto, anche se era impossibile.
Passavo con lui ogni momento libero, ancor più da quando ero in paternità dalla nascita della piccola Marie. Non volevo perdermi nulla della sua crescita. Amavo fare il papà full time.
<< Grazie papà>>, il sentirmi chiamare "papà" era il regalo più bello che mi facesse ogni mattina.
<< Papà renderai felice mamma?>>, mi chiese scendendo dal letto, aveva nove anni ma era molto intelligente.
<< Certo tesoro mio>>, avrei reso felici tutti e tre.
<< Perché potrei spezzarti le ossa in caso contrario e convincerei Marie a piangere in eterno>>, mi minacciò mio figlio facendo il serio, aveva ragione dovevo impegnarmi a renderli felici, e Marie aveva due polmoni da far invidia ad un maratoneta di New York.
<< Allora mi conviene rendervi felice>>, risposi scompigliandoli i capelli.
Ci alzammo e andammo giù da basso a fare colazione con papà e mamma, Alice mi aveva diviso da Bella e Marie, era da venerdì che non le vedevo e mi mancavano come l'aria.
<< Buongiorno.. Buon compleanno Daniel!>>, disse mamma prendendo Dan in braccio.
<< Grazie nonna>>, rispose il mio ometto.
<< Buongiorno Esme>>, la salutai io, ci provavo a perdonarla ma non ce la facevo, non riuscivo a chiamarla mamma.
<< Ometto auguri>>, lo salutò papà scompigliandoli i capelli e posandoli un bacio sulla guancia.
<< Allora, quanti anni hai compiuto grande uomo?>>, domandò l'orso entrando in cucina prendendo una brioche al cioccolato.
<< Nove! Me ne manca solo uno e divento un grande uomo!>>, perchè mio fratello insegnava quelle cose a mio figlio?
<< Papà?>>, mi chiamò mentre facevo colazione, << Perchè non chiami nonna Esme mamma?>>, lui era uguale a Bella, ti sorprendeva sempre.
<< Perché..>>, cosa dovevo risponderli, tua nonna mi ha impedito di crescerti? Di sapere della tua meravigliosa esistenza?
<< È complicato..>>, Esme mi guardava, piena di.. speranza?
<< Non è vero.. basta dire mamma>>, era così dolce.
<< Ci proverò>>, non potevo prometterli nulla, io e Bella accettavamo la loro presenza solo per il bene dei nostri figli, non per altro.
<< Allora ti sposi, come ti senti?>>, mi ricordò Emmet.
<< Io sono.. tranquillissimo>>, risposi, tra poche ore avrei sposato Bella, io lo volevo ma lei? Si sarebbe presentata? Mi ama?
<< Crediamo sia un tantino agitato lasciamolo solo>>, disse papà facendo uscire tutti dalla cucina.
<< Si ti vuole, si si  presenterà e si ti  ama>>, mi tranquillizzò papà dandomi una pacca sulla spalla.
Poco dopo tornai nella mia vecchia cameretta, dove avevo dormito con Dan, e mi preparai. Io e Daniel avevamo lo stesso smoking, eravamo molto ma molto belli, modestamente.
<< Sono bellissimo>>, evviva la modestia! Mio figlio mi somigliava sempre di più, si stava ammirando allo specchio da quando Esme li aveva fatto indossare il suo completo.
<< Calmati fratello!>>, disse Emmet una volta raggiunto il luogo della cerimonia, Alice aveva fatto un capolavoro nel giardino di Villa Cullen, era irriconoscibile, pieno di fiori bianchi e rose blu, amavo quel colore.
<< Sono perfettamente calmo>>, non ero molto agitato, lo ero di più quando Bella aveva partorito la piccola.
<< Tutti in piedi grazie>>, disse il signor Weber, colui che avrebbe celebrato il matrimonio. Mi voltai di scatto e la vidi, il mio cuore perse un colpo, per poi riprendere a battere, con il desiderio di congiungersi con quello di Bella.
Era bellissima nel suo abito bianco, in braccio aveva la nostra piccolina e mi stupì camminando verso l'altare accompagnata da suo padre. Fino al giorno prima era un categorico no il suo a quella possibilità, ma lei mi sorprendeva sempre.
Era visibilmente emozionata, ma sembrava felice, leggermente nervosa, ma era stupenda, ed io avevo l'onore di diventare suo marito.
La mia bambina era avvolta in un bellissimo abito che la rendeva ancora più bella e alzava la mia voglia di riempirla di baci, era la mia principessa.
Io e Bella facevamo proprio dei figli belli.
Dopo minuti interminabili le mie donne mi raggiunsero, appena Bella si avvicinò con Marie posai un bacio sulla fronte della mia piccolina, e poi la passammo a Rosalie.
<< Mamma sei bellissima, la sposa più bella del mondo>>, le disse Daniel quando lei si avvicinò per posarli un dolce bacio sulla fronte.
<< Grazie vita mia>>, rispose lei con voce emozionata.
<< Sei bellissima>>, le sussurrai prendendola per mano e portandola all'altare, circondato da una corona di fior bianchi e blu.
Il signor Weber cominciò la cerimonia, ma non lo ascoltavo vedevo solo la mia Bella, mi stavo perdendo nei suoi occhi color cioccolato, mi ricomposi solo al momento delle promesse.
<< Io, Edward Cullen prendo in moglie te Isabella Swan, per amarti ed onorarti, in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finché entrambi vivremo*>>, le dissi infilandole la fede di platino all'annullare, baciandole poi la mano.
<< Io, Isabella Swan, prendo te Edward Cullen come marito, per amarti ed onorarti, in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finché entrambi vivremo*>>, continuò lei baciando e infilando la fede alla mia mano sinistra.
<< Vuoi tu Edward Anthony Cullen prendere in moglie la qui presente  Isabella Marie Swan?>>, domandò il signor Weber.
<< Lo voglio>>, risposi sicuro.
<< Vuoi tu Isabella Marie Swan prendere per marito il qui presente Edward Anthony Cullen?>>
Lei non parlò fissò un punto dietro di me, Daniel che annuì alla domanda muta di sua madre.
<< Lo voglio>>
<< Dal potere conferitomi dallo Stato di Washington vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa>>, non aspettai oltre, presi il volto di mia moglie e la baciai con tutto l'amore che provavo per lei e per i miei figli.
<< Vorrei avere tre secondi per dirti ti amo, una vita per guardarti e un’ eternità per amarti..**>>, le sussurrai all'orecchio quando finalmente riuscimmo a staccarci, tutti intorno a noi applaudivano di gioia ed Emmet fischiava chiudendo gli occhi a Daniel.
Al nostro matrimonio c'erano solo i nostri famigliari e amici, tutte le persone che ci volevano bene. Nessun estraneo chiamato per far presenza.
Il ricevimento era cominciato da un bel po', tutti erano felici, c'era un bellissimo clima di festa e di allegria generale.
Vidi Emmet avvicinarsi al microfono presente sul palco, cominciai a temere quel suo gesto, cosa voleva fare?
<< Allora, ecco. Mi sentite? Bene.. allora volevo dare il benvenuto in famiglia a Bella, e dirle che assieme a mio fratello fate dei figli bellissimi, ma fermatevi per ora..>>, quanto era scemo? Tutti scoppiarono a ridere.
<< Auguri anche a mio fratello, e grazie per avermi insegnato a fare figli, visto che tra qualche mese sarai zio!>>, che cosa aveva appena detto?
Vidi Rose, seduta accanto a Bella diventare rossa come un pomodoro, era incinta, sarei diventato zio.
<< Papà come si fanno i figli?>>, e ti pareva che Dan,  curioso com'era, voleva sapere.
<< Non ora Daniel, tra qualche anno.. tra molti anni>> 
<< Va bene!>>
<< Ma quanto è scemo tuo fratello?>>, domandò Bella, trattenendo le risate.
<< L'intelligenza l'ho presa tutta io..>>
<< Anche la modestia!>>, aggiunse lei facendo la risata più bella che avessi mai sentito, volevo vederla sempre così.
Ci alzammo tutti per fare i complimenti ai futuri genitori, ora toccava a me dire qualcosa, ma non sapevo cosa.
<< Tante ragazze mi avevano chiesto di uscire al liceo, ma solo una non lo faceva, e questo feriva il mio ego.. allora lo feci io. Andai a casa sua, assicurandomi prima che il padre non ci fosse, le regalai una rosa bianca e le chiesi di fare due passi con me. Quella persona oggi è mia moglie, la madre dei miei figli, la donna che amo. Quindi vorrei proporre un brindisi alla mia bellissima moglie. Nessuna misura del tempo è abbastanza con te, cominciamo con per sempre*. Salute>>, dissi alzando il calice di spumante italiano.
<< Salute>>, dissero gli invitati, io guardavo Bella, lei guardava me, ci capivamo così io e lei.
<< Mi concede questo ballo signora Cullen?>>, le domandai una volta raggiunta al nostro tavolo, Marie si era addormentata ed io Bella l'avevamo portata nella mia vecchia camera.
<< Con piacere signor Cullen>>
Cominciammo a volteggiare insieme al centro della pista aprendo così le danze, non potevo essere più felice.
Avevo appena sposato la donna che amavo, avevo due figli bellissimi, lei mi amava, eravamo felici noi quattro assieme.
<< Ti sei fatta accompagnare da Charlie..>>, le dissi mentre continuavamo a ballare.
<< Non chiedermi perché l'ho fatto.. non lo so nemmeno io>>, rispose lei facendo un debole sorriso, soffriva ancora per colpa dei suoi genitori.
<< Ti amo>>
<< Ti amo>>, rispose lei, non resistetti e la baciai, lei allacciò le sue mano al mio collo e approfondì il bacio, che di certo non rifiutai.
<< Papà posso ballare con mamma?>>, domandò il mio ometto, con una mano dietro la schiena e l'altra rivolta verso Bella, che galantuomo, ero fiero di lui.
Alle 22:15 arrivò al centro della pista da ballo una bellissima torta, no non era per me e Bella, era per Daniel, il mio ometto era nato alle 22:15 del 17 luglio 2007, era giusto festeggiare a quell'ora.
Era una di quelle torte di pasta di zucchero, con a tema i Minions, adorava quei cosi, che facevano crepare di risate anche e me, amavamo guardarli assieme.
<< Daniel è il tuo momento, stendili!>>, disse Emmet quando raggiungemmo la torta e Dan si preparava a spegnere le candeline.
<< Tanti auguri a te, tanti auguri a te.. Tanti auguri a Daniel, tanti auguri a te..>>, cominciarono a cantare tutti in coro, Dan era tutto rosso in viso, non amava stare al centro dell'attenzione, proprio come Bella. Alla fine della canzone ci mise l'anima per spegnere tutte e nove le candeline.
<< Auguri amore mio>>, disse Bella abbracciandolo forte e posandoli un bacio sulla guancia.
<< Auguri campione!>>, dissi aggregandomi all'abbraccio.
<< Vi voglio tanto bene mamma e papà>>, ci disse lui felice, quello era il mio desiderio più grande, vedere mio figlio felice, mia moglie felice, mia figlia felice. Io lo sarei stato di conseguenza. Per sempre.


Eccoci, si sono sposati, cosa ne pensate?
Siamo giunte alla fine di questa storia, vi aspetto all'epilogo.
Comincio già da adesso a dirvi Grazie, ad alcune in particolare..
Un bacio e buona Pasqua a voi e alle vostre famiglie.
Che pace e amore siano sempre presenti nella vostra vita, ne abbiamo bisogno in questo brutto momento.
Con affetto AlmaRed

* tratto da Breaking Down part I
** preso da Internet

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Capitolo 18
*** Noi ***


Capitolo 18 - Bella/ Edward

NOI
VENERDÌ 21 GIUGNO 2019

EDWARD

<< Buongiorno papi>>, disse la mia principessa entrando in camera mia e di mia moglie per poi saltare sul letto.
La presi in braccio e me la spupazzai tutta la mia bambina che da pochi giorni aveva compiuto tre anni, era dolcissima ed aveva una cotta per il suo papà.
<< Buongiorno principessa>>, dissi facendole spazio nel lettone, Bella dormiva ancora. Ultimamente dormiva molto.
<< Buon coplelanno papi!>>, mi augurò accocolandosi a me. Stavo invecchiando, per la miseria, ma era bello se accanto a te c'era una donna bellissima e due figli stupendi.
Amavo Daniel, l'ho amato fin da subito, da quando ho scoperto della sua esistenza, lui e sua sorella erano il centro del mio mondo e di quello della mia meravigliosa moglie. Noi quattro insieme eravamo la famiglia più felice e bella del mondo, e non per la casa o per i soldi, no.. il nostro era un amore puro e sincero, questo c'era alla base della mia piccola ma grande famiglia.
<< Grazie amore di papà>>, era uguale a Bella, i capelli castani con qualche riflesso ramato, gli occhi erano verdi come i miei, per il resto aveva la dolcezza e il carattere di mia moglie.
<< Buongiorno amore mio>>, le dissi quando aprì quei magnifici occhi nei quali mi perdevo sempre.
<< Buongiorno>>, rispose lei posandomi un bacio sulle labbra.
<< Che callini, ora batta, papì è mio!>>, disse la mia gelosona.
<< Allora bacio anche te piccola Marie>>, la prese e cominciò a darle tanti bacetti e a farle il solletico. La mia bambina cominciò a ridere ed era la cosa più bella del mondo sentire il suono della sua risata. Era quasi tutto perfetto, mancava Daniel, che era partito assieme ad Emmet, Jacob e Charlie per andare a Los Angeles a vedere i Lakers. Amava il basket il mio ometto ed era anche un bravo giocatore. Passavamo interi pomeriggi a giocare al parchetto, con Marie e Bella che facevano le cheerleader.
<< Batta mamma, ti plego!>>, la supplicava la birbantella, però sua madre non l'ascoltò e allora decisi d'intervenire.
<< Papi no.. anche tu>>, continuava a ridere mentre anch'io le facevo il solletico.
<< Va bene, basta. Vai a vedere i cartoni.. mamma e papà ti raggiungono tra poco..>>, le dissi aiutandola a scendere dal letto, amava guardare Masha e Orso al mattino, tanto che aveva imparato ad accendere la televisione da sola, ma Bella non la lasciava per più di un'ora al giorno ed io ero d'accordo con lei.
<< Auguri, amore mio>>, disse mio moglie salendo a cavalcioni su di me e cominciando a baciare ogni punto del mio viso.
Catturai le sue bellissime labbra e approfondì il bacio, amavo quei risvegli in particolar modo nell'ultimo periodo.
<< Amore vieni con me in bagno..>>, le dissi prendendola in braccio e andando nel bagno personale della camera.
<< Perché siamo qui?>>, domandò confusa.
<< Amore, lo so che volevamo aspettare..>>, le dissi aprendo uno dei armadietti del bagno.
<< A fare cosa?>>, non se ne era accorta.
<< Ultimamente sei.. diversa..>>, dissi prendendo il suo viso tra le mie mani.
<< Non capisco, spiegati..>>, mi misi dietro di lei davanti al grande specchio, e le mostrai il contenuto della scatola.
<< Un test di gravidanza?>>, domandò confusa prendendolo in mano.
<< L'altro giorno al Mc hai preso un hamburger..>>, lei sorrise coprendosi il viso e diventando rossa.
<< La confezione dei Tampax è li intatta da un bel po'..>>, le dissi indicandole la confezione all'interno del armadietto.
<< Oh cavoli!>>, esclamò voltandosi verso di me con ancora la scatolina in mano.
<< Hey.. va tutto bene>>, lei non aveva ancora superato quello che le era successo quando aveva scoperto a soli 16 anni di aspettare il nostro Daniel.
<< Facciamo questo test!>>, Bella aprì la scatolina e mi fissò.
<< Cosa c'è?>>
<< Devo fare pipì esci!>>, mi disse indicando la porta.
<< Ti ho vista nuda! Cosa cambia?>>
<< Fuori>>, uscì, se era incinta meglio non contraddirla. Poco dopo rientrò in camera con il test in mano.
<< Se Marie e Daniel non lo vogliono?>>, domandò sedendosi sul letto.
<< Ne saranno felicissimi.. quanto dobbiamo aspettare?>>
<< Ancora un minutino..>>, disse passandomi il test, m'inginocchiai davanti a lei e le baciai la mano sulla quale tre anni prima avevo messo la fede, che non aveva mai più tolto.
<< Pronta?>>, le chiesi quando anche l'ultimo minuto passò, lei annui ed io lo girai, due bellissime linee rosa comparivano sul test ed anche un numero. Una gioia immensa mi travolse sorrisi a Bella che si era commossa aveva capito, posò una mano sul suo ventre e subito la mia la raggiunse.
<< È qui dentro da circa cinque settimane il pesciolino!>>, esclamò.
<< Come fai a saperlo?>>
<< Sul test c'è scritto>>
 << Grazie, amore per questo bellissimo regalo di compleanno>>, dissi fiondandomi sulle sue labbra e lei ricambiò, << Ciao pesciolino..>>, baciai quella pancia ancora invisibile.
Mi aveva fatto il più bel regalo di compleanno, ogni giorno ringraziavo il cielo per averla riportata da me.
Il mio rapporto con mia madre era leggermente migliorato ed anche quello con i genitori di Bella, ma dimenticare era impossibile.
<< Papii, ho fame..>>, urlò la mia bambina da camera sua.
<< Arrivo tesoro>>, dissi alzandomi, << Preparo la colazione, tu vestiti amore>>, la baciai ed uscì dalla camera.
<< Ah, qualche voglia particolare?>>, le domandai inserendo la testa nella camera.
<< Edward Cullen. Non fare il simpatico ora.. non ti conviene adesso!>>, avrei soddisfatto ogni sua voglia, avrei continuato a renderla felice. << Ti amo>>, le dissi scendendo in cucina con Marie in braccio.
<< Papi, mi metti la Nutella?>>, domandò facendomi gli occhi da cucciola, ed io non riuscivo proprio a dirle di no, mai.
<< Certo principessa, ma non dirlo a mamma!>>, le scoccai un bacio sulla guancia prima di posarla sul suo seggiolone.

BELLA
Ero incinta ed ero felice. Io ed Edward avevamo previsto di avere altri figli, ma volevamo aspettare che Marie crescesse un pochino, però era arrivato ed io ne ero contentissima.
Era davvero bizzarra la cosa, lui si era accorto del mio ritardo e di tutte le altre conseguenze della gravidanza, compresa quella di mangiare hamburger quando ero incinta.
Mi alzai dal letto e, una volta vestita, scesi in cucina a fare colazione con i miei amori, Daniel mancava, ma nel pomeriggio saremmo andati a prenderlo assieme all'aeroporto.
<< Certo principessa, ma non dirlo a mamma!>>
<< Dirmi cosa?>>, dissi palesando la mia presenza.
<< Nulla mami..>>
<< Marie Elizabeth Cullen, cosa hai chiesto a tuo padre?>>, le chiesi con tono severo ma divertito allo stesso tempo.
<< Voio la Nutella..>>, rispose facendomi gli occhi da cucciola, che mi scioglievano, non sempre però, non ero Edward!
<< Anch'io papà voglio la Nutella!>>, dissi sedendomi accanto a Marie e guardando Edward con sguardo da cucciola, con lui funzionava sempre.
<< Ai suoi ordini mia regina e mia principessa!>>, lui era così, ed io lo amavo ogni giorno di più.
Nel pomeriggio andammo in aeroporto a prendere mio padre, Jake, Emmet e Daniel, erano stati a Los Angeles per tre giorni, il mio ometto mi era mancato come l'aria.
Era cresciuto, era un bellissimo ragazzino di dodici anni, faceva innamorare tutte le sue amichette ed Edward era molto orgoglioso di questa cosa, uomini!
<< Ciao papà, buon compleanno>>, augurò a suo padre abbracciandolo.
<< Ciao mamma>>, salutò anche me con un bacio sulla guancia.
<< Ciao piccola>>, disse prendendo in braccio Marie, adorava suo fratello e lui adorava lei, non provava alcuna gelosia nei confronti di sua sorella, e speravo nemmeno di quello che sarebbe arrivato.
<< Fatellone!!>>, lo salutò lei entusiasta stringendolo forte.
Salutai anche mio padre, mio fratello ed Emmet.
Da quasi quattro anni la mia vita era meravigliosa, il ritrovare Edward aveva fatto riaffiorare in me brutti ricordi, che solo grazie a lui avevo, se non cancellato, almeno accantonato e sostituito con ricordi molto più belli. Avevo riavuto il mio grande amore, avevo dato un padre a mio figlio, mi aveva regalato una bellissima bambina e tra qualche mese un altro bellissimo piccolo Cullen, ci eravamo sposati ed eravamo felici.
Cosa volevo di più?
Avevo leggermente recuperato il rapporto con i miei genitori, amavano i miei bambini e questo a me bastava, anche Esme stravedeva per loro. Non perdeva occasione per scusarsi con me e con Edward, per quello che, tredici anni prima, ci aveva fatto.
Alice a New York aveva incontrato Jasper il fratello di Rose, si erano messi insieme e a settembre si sarebbero sposati.
Mio fratello si era fidanzato con Leah, una bellissima ragazza che aveva incontrato a Seattle, vedevo il mio fratellino felice ed innamorato.
Anche Emmet e Rosalie erano felici, sette mesi dopo il nostro matrimonio erano nati i gemelli Cullen, la piccola Emily e il piccolo Seth, erano bellissimi e mio cognato era l'orso più dolce e delicato del mondo.
<< A cosa pensi?>>, mi domandò Edward stringendomi da dietro e dandomi un bacio sul collo.
<< A quanto siamo fortunati, a quanto tutto sia bellissimo, a quanto amore c'è nella nostra famiglia. A quanto ti amo>>
<< Ti amo anch'io>>, disse voltandomi verso di lui e catturando le mie labbra, in dolce bacio.
La vita mi aveva fatto soffrire tanto, ma era stata capace anche di ripagarmi di tutto. La mia felicità era quasi perfetta, finché avevo Edward e i miei bambini al mio fianco lo sarei stata, parola di Isabella Marie Swan-Cullen.

Siamo arrivati tutti assieme alla fine di questa avventura, cominciata con timore da parte mia ed entusiasmo da parte vostra già dal primo capitolo.
Eravate sempre in tantissimi/e ad aspettare ogni nuovo capitolo, quindi grazie a tutti i lettori silenziosi.
Grazie a coloro che hanno messo la storia tra le seguite, tra le ricordate e le preferite. GRAZIE.
In particolare volevo ringraziare: Giova71 (grazie per avermi sempre detto le parti dei capitoli che più ti piacevano), AleSwan90 ( grazie per avermi seguita anche in questa storia), Paride ( grazie per avermi fatto sapere il tuo parere), Lillina22 ( grazie per aver seguito e recensito questa storia).
Grazie a tutti di cuore.
Un bacio AlmaRed

PS. End? e Lui continueranno ad essere aggiornate.

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