An (im)perfect Love plan for you
Capitolo Due.
Ah, questa sì che era bella, Temari e quel… No, non riusciva nemmeno a pensarlo che già
rideva. Ma figuriamoci se una come sua sorella… No,
era assurdo. Totalmente assurdo e sbagliato. Non era possibile. Sarebbe stato
più facile vedere Gaara con la tutina verde di quel
suo amico tutto matto con le sopracciglia folte.
Ma non era il momento di
immaginare visioni orrende. Inspirò a lungo, trattenendo l’aria nei polmoni,
per poi ributtarla fuori di colpo. Ok, quella era la porta, era il suo momento.
Bussò piano.
“Temari?”
chiamò. “Posso entrare?” e senza attendere una risposta aprì piano la porta, aspettandosi
il peggio.
Che stranamente non arrivò.
“Kankuro,
che cavolo vuoi?” lo aggredì Temari, stesa sul suo
letto.
Niente urla, niente lanci di
oggetti, niente folate di vento che in una stanza chiusa non dovevano essere
nemmeno contemplate. Bene.
Il ragazzo deglutì, lo sapeva che
quello che stava per fare non avrebbe portato a nulla di buono. Temari era buona e cara, ma dovevi rimanerle a distanza di
sicurezza e non toccare la sua privacy. Altrimenti era capace di provocarti un
Funerale del Deserto stritolandoti con le sue sole mani.
“Ecco, mi chiedevo, a titolo
puramente informativo… Come stai?”
Lei sbuffò. “Come vuoi che stia?”
“Non lo so. Pensavo che magari potevamo parlare di qualcosa…”
“Di cosa?” lo aggredì secca.
“Di quello che vuoi” mise le mani
avanti, come per difendersi.
Temari
assottigliò lo sguardo, fissandolo scontrosa. “Dimmi che vuoi e facciamola
finita” disse lapidaria.
Kankuro
si sentì un pochino sottopressione, ma si fece
coraggio e si avvicinò. “E’ per… per quel litigio di ieri sera. Volevo sapere se fosse tutto a posto.”
“E’ tutto nella norma, ora puoi
andartene” lo liquidò, fredda.
Il ragazzo sbuffò, avvicinandosi
alla grande finestra aperta. “Temari,
non mi sembra che sia tutto nella norma, per niente. Se
quel moccioso ti fa stare male, ci penso io!” propose, con tono minaccioso.
La sorella lo guardò tra lo stupita e il divertita. “Ma no… Non ce
n’è bisogno, Kankuro. Davvero”
lo rassicurò, mite.
“Dici?
Non farti scrupoli, eh! Io mi diverto” le sorrise spavaldo,
battendosi una mano sul torace. E Temari non riuscì a
fare a meno di ridere. “Ecco, così va molto meglio, preferisco vederti ridere”
ammise, arrossendo appena.
“Ma smettila, scemo” gli rispose,
lanciandogli un cuscino in piena faccia.
“Ahi! Sempre la solita!” finse di arrabbiarsi. “Non posso credere
che tu possa stare male per quel moccioso imbecille, Tem”
riprese, serio.
“Eh?”
“E’ uno stupido ragazzino, non
devi dare minimamente retta a quello che dice.”
“Beh, stupido proprio non glielo puoi dire” ammise lei, pensandoci
su.
“Oh, ma che
importa? Ma l’hai visto? Sempre con quell’aria da
‘sono qui perché mi hanno costretto, fosse per me dormirei’, dai!” continuò,
accompagnato da uno sghignazzo della sorella.
“Questa te la concedo.”
“E quel codino? No, dico,
vogliamo parlare di quel codino?”
Temari
si lasciò andare a una risata liberatoria. “E’ che… Beh, è un immaturo!”
Kankuro
sorrise, la sorella si stava lasciando finalmente andare.
“Non può fare sempre il bambino,
è ora che cresca e che impari a comportarsi con una ragazza.”
“Dici?” le
chiese scettico.
“Certo!
Noi donne vogliamo soltanto un po’ di gentilezza, che ci vuole a dire due
paroline carine? Mettete da parte il vostro stupido orgoglio
maschile, una volta tanto!” lo sgridò.
“Ehi, ma io che ho fatto?” si
risentì.
“Sei uno di loro” spiegò, come se
fosse una cosa normale. “Noi vogliamo solo essere trattate con rispetto, e lui
invece è uno stupido infantile!”
“Questo lo hai già detto…”
sussurrò, per non farsi udire da lei.
“Non puoi dire a una ragazza che
il suo carattere non ti piace, no?” chiese, minacciando con il pugno chiuso il
fratello.
“N-no,
certo che no…”
“O che il suo Villaggio non ti
piace.”
“Certo…”
“O che lei non ti piace!” sbottò,
urlando.
“Ehm, Temari,
sembri isterica oggi” provò piano.
“Kankuro!”
chiamò, spaventandolo. “Dimmi che tu non sarai come quel cretino, dimmi che tu
sei diverso.”
“M-ma
certo, tutto quello che vuoi” la assecondò, desideroso solo di uscire da lì il prima possibile.
“E’ un immaturo, un presuntuoso
arrogante…” iniziò lei, sbuffando. E Kankuro si
ritrovò a sorridere. “Sa pensare soltanto alle sue missioni di ninja, non sa
discutere con una donna, e a dirla tutta non sa nemmeno come comportarsi con
una donna!” continuò imperterrita.
“Ed è affetto da stanchezza
cronica, cammina come un vecchio novantenne paralizzato, invece di parlare
sbadiglia, ed è pure debole!” finì l’altro, ridendo.
Al contrario della sorella, però.
“Ora non esagerare” lo gelò.
“Mh, che ho detto? Dai, continua a
sfogarti, vedrai che ti senti meglio” provò a convincerla, non capendo
minimamente il cambiamento repentino d’umore di lei.
“Non è così male, ora basta
prendersi gioco di lui!” sussurrò Temari.
Kankuro
sgranò gli occhi. Quella davanti a lui era davvero sua sorella? Una ragazza
incerta, che si mordeva il labbro e che sfuggiva il
suo sguardo? Dov’era finita la furia di prima?
Il mondo stava per scoppiare, se
lo sentiva.
“E dai, Tem, è un gioco…”
“Lo so benissimo, dico solo che…
beh… Oh, non rompere!” sbottò.
Il fratello la guardò ancora, per
poi lasciarsi andare a un ghigno malevolo. “Cavolo, Temari,
non dirmi che quel moccioso ti piace…”
La ragazza arrossì appena.
“Ci ho preso!
Oddio, devo dirlo a Gaara! Non ci posso credere! Tu e quello?
Vi uccidete dopo neanche un giorno” ridacchiò.
“Ma sta’ zitto, razza di
cretino!” s’inalberò, alzandosi dal letto e lanciandogli pure l’altro cuscino.
“Se continui ti ammazzo!”
“E non hai negato! Temari, tu sei
cotta totalmente!” continuò a ridere, sguaiato. “E’ anche più piccolo di
Gaara, ma come fai?”
“Kankuro, esci immediatamente da qui e non farti vedere mai
più da me! O giuro sul mio orgoglio che compirò un
fratricidio, e ne sarò pure fiera!” gli urlò contro, prendendolo per un braccio
e scostandolo di peso.
“Sta’ tranquilla, con me il tuo
segreto è al sicur-”
“Se non chiudi quella bocca
rimpiangerai di essere nato” sibilò. E faceva davvero paura,
Kankuro lo notò. E notò anche come quell’espressione
fiera e adirata gli ricordasse tanto quella di un’altra persona. Sì, ma chi?
“Temari,
dai…”
“Che ci fai ancora qui?!” ordinò, sbattendolo fuori dalla sua camera.
Ecco chi. Ino.
Oh cavolo, il piano! Non poteva
tornare a mani vuote da quell’altra pazza.
“Aspetta Tema-”
Ma la sorella gli aveva già
sbattuto la porta in faccia, chiudendola poi a chiave.
Kankuro
sospirò sconsolato e abbassò le spalle, come un gattino col pelo bagnato. Si
era completamente dimenticato del piano, e ora?
Beh, qualcosa avrebbe inventato.
E la teoria misogina di Shikamaru mai gli sembrò tanto interessante…
*
“Allora?”
Ino
picchiettava con un piede per terra, le braccia incrociate al petto e uno
sguardo indagatore addosso.
“Ehm…”
“Dunque?” insistette.
“Ecco, Temari
non mi sembra molto intenzionata a far pace. Non tanto presto, almeno.”
“Perché, che ha detto?”
s’incuriosì.
“Mah… Tante cose…” prese tempo
lui, passandosi una mano tra i capelli liberi dal cappuccio nero, lasciato
chissà dove.
“Tipo?” domandò, pressante.
“Beh, ha detto qualcosa sul fatto
che il tuo amico non ci sa fare con le ragazze…” provò.
Ino si
ritrovò a dargli ragione, annuendo. “Sì, capisco…”
“Te l’avevo detto, quei due non
vanno d’accordo, dai retta a me: è meglio che sia
andata così.”
Ma Ino
continuò a tacere, riflettendo.
“Sono come il giorno e la notte,
e… beh, il giorno è ovviamente mia sorella” disse fiero. “Finiamola qua, è
stato bello collaborare con te, ciao” chiuse il discorso, facendole un cenno
verso la porta.
“In questo caso, temo che dovrò
scendere in campo io…” Ino pensò a voce alta.
“Eh?”
“Tu sei soltanto un incapace” lo
sgridò, con voce melodiosa. “La prima parte del piano è fallita per colpa tua.”
“Eh?”
“Ma adesso ci penso io” ghignò.
“Eh?!”
“La pianti?
Non capisci mai, tu” ammise, sostenuta, scrutando curiosa una
foto sul suo comodino.
“Senti, ragazzina, io sono un Jounin, non ho tempo da perdere
con te e le tue stupide chiacchiere. Via, su” la scacciò.
“Ma che
eleganza! Tu davvero non sai cosa sia una ragazza,
vero?” la bionda lo aggredì, punta sul vivo, mentre con un dito alzava la
polvere presente sul comodino, a metà tra il disgusto e la curiosità.
“Ho altro da fare, lasciami in
pace” le rispose scontroso. O impacciato.
“Sentimi bene, signor Jounin,
tu mi aiuterai con il mio piano geniale, chiaro?” lo colse in contropiede,
puntellandogli un dito sulla spalla. “E’ di tua sorella e del mio migliore
amico che stiamo parlando, e noi non ci arrenderemo, chiaro?” ordinò imperativa.
“Chiaro,
signora” capitolò di nuovo lui, sotto quello sguardo di fuoco che non
ammetteva repliche. Da quando era così debole?
“Bene…” sospirò.
“E quindi?” osò chiedere, atono.
“Quindi è tempo di passare al
Piano B” Ino ghignò, ancora, ma quei lineamenti
delicati rimasero comunque belli, anche se distorti.
“Eh?”
“Tu fai quello che ti pare, vai
ad allenarti, a giocare con i tuoi cosi, a dormire, quello che vuoi… Penso a
tutto io” lo rassicurò sorridendo, stavolta dolcemente.
“Ma sei sicura che-?”
“A stasera!” cinguettò, uscendo
velocemente dalla porta e sbattendosela dietro.
E Kankuro
si chiese: ma quante porte chiuse in faccia aveva preso in neanche due giorni?
*
“Shikamaru,
che ne dici se andiamo a fare una passeggiata?”
“Non mi va, fa caldo.”
“E dai, ormai è quasi sera,
l’aria è più respirabile…”
“Sono stanco.”
Ma Ino
non si sarebbe arresa così facilmente.
“Perché non andiamo a comprare
qualche regalo per Choji e Kurenai-sensei?”
riprovò, con più entusiasmo.
“Non mi va…”
“Ma tu rispondi sempre allo
stesso modo!” sbuffò, sedendosi di peso sul letto, accanto al ragazzo, che se
ne stava sdraiato a occhi socchiusi.
“Forse perché è quello che
provo…”
Ino lo
guardò. “Secondo me c’è qualcosa che ti va di fare…” ipotizzò, sorridendo ambigua.
“Mh?”
La ragazza gli si era avvicinata
fin troppo, guardandolo dall’alto in basso, a pochi centimetri dal suo viso.
“Che vuoi?” chiese, spaventato da
quel ghigno sulle labbra di lei.
“Che ne dici di…” iniziò.
“Cosa?”
“Andare a fare pace con Temari?” concluse, orgogliosa di sé.
Shikamaru
sgranò gli occhi, per poi rigirarsi sul letto e mostrare la schiena alla sua
amica.
“Tu sei tutta matta…”
“E dai… Shikamaru?
Mi ascolti?”
“Voglio dormire, vattene.”
“Shika…?”
riprovò, con tono languido, scuotendolo piano per una spalla, cercando di
catturare la sua attenzione.
“Lasciami in pace” bofonchiò, con
la testa nel cuscino.
“Shikamaru! Almeno guardami quando
ti parlo!” ordinò. E lui, controvoglia e spaventato, si girò verso di
lei. Si fissarono intensamente per qualche secondo.
“Io con quella non ci parlo, Ino” chiarì, leggendole nel pensiero.
“Avanti… Il vostro litigio di
ieri è stato stupido, si può risolvere, dovete solo mettere da parte il vostro
orgoglio” spiegò calma.
“Lo mettesse da parte lei.”
“Ehm…” Ino
pensò al Piano A, fallito miseramente per colpa di quell’immaturo di Kankuro, e si innervosì ancora di più di quanto avesse
nascosto finora. Perché andava bene aiutare un amico, ma l’amico in questione
doveva pure ascoltare i suoi preziosi consigli, ovviamente! Essere ignorata
così era… frustrante.
“Io e quella non abbiamo più
niente da dirci, puoi andare.”
“Ma vuoi perdere tutto così?”
chiese, a voce più alta del dovuto.
Shikamaru
la guardò serio. “Che vuoi dire?”
“Che siete
amici da tempo, quando Temari è a Konoha
siete sempre insieme, e ridete e scherzate! Insomma, io credevo che voi
due… beh, che aveste un rapporto speciale! Mi stai dicendo che mi sono
sbagliata? Il vostro è un litigio stupido, dettato dalla stanchezza, dal caldo,
o da quello che ti pare! Vuoi davvero rovinare tutto così?” Tutti i miei sforzi?, avrebbe voluto tanto aggiungere.
Lui la fissò ancora, pensando,
poi si tirò a sedere. “No, è che…” provò.
“Dimmi tutto” Ino
gli si avvicinò ancora, sedendosi sui polpacci, desiderosa di ascoltare tutto
quanto.
“Ino…
Allontanati un po’!” le disse, imbarazzandosi della vicinanza – e di quel
luccichio nello sguardo che prometteva davvero male, lo sapeva bene, la fame di
pettegolezzi di Ino era pari a quella di Choji per il cibo normale.
“Dicevi?” lo invogliò a
continuare, allontanandosi di qualche centimetro per metterlo meglio a suo
agio. E Ino ci sapeva fare: quando voleva qualcosa,
di sicuro la otteneva.
Shikamaru
sospirò, rassegnato. “E’ che è troppo... come dire, troppo impulsiva. Sempre
pronta ad attaccare chiunque con quel suo caratteraccio, e a guardarti
dall’alto in basso. E io mi sono stancato, per una volta tanto.”
Ino lo
fissò scettica, facendogli cenno di continuare.
“Ha un carattere forte, e tende
sempre a comandare su tutto e tutti, alla fine ci si stanca, no?” proseguì,
alzando gli occhi al cielo, stanco. “Se mostrasse anche il suo lato gentile,
ogni tanto, la potrei sopportare meglio. Così è… impossibile.”
Ino si
portò una mano sotto al mento, riflettendo sulle sue parole.
“E basta, smettila di fissarmi,
non ho altro da dirti” le disse, imbarazzandosi.
“No, ho capito, la situazione è
chiara” esordì, con tono professionale. “Non ti senti alla sua altezza, ne sei
succube” analizzò.
“Ma no!” negò lui, sbuffando,
colto forse sul vivo. “E’ troppo aggressiva, ecco, quale ragazzo vorrebbe avere
a che fare con lei?”
“Beh, ma a te piace lo stesso,
no?” s’informò la biondina.
“Cos- NO!” si difese, arrossendo
appena. “Perché dovrebbe piacermi quella… Cioè, ho appena detto che il suo
carattere mi dà fastidio, e tu… Ma come puoi pensare che io e lei… oddio, Ino, tu sei matta!” concluse il suo sproloquio, decisamente
in imbarazzo.
Ino
ghignò vittoriosa, come al solito ci aveva visto giusto.
“Oh, Shikamaru,
ma non ti preoccupare, ci pensa la tua Ino
a sistemare tutto” cinguettò allegra.
“Ino,
non ci provare, non ho bisogno di-”
“Domani pomeriggio” annunciò.
“Fatti trovare preparato, non accetto esiti negativi del mio piano.”
“Cosa? Ino, non mettermi in mezzo” provò,
il tono a metà tra la paura e la stanchezza.
Sapeva quanto la sua compagna di
squadra amasse le storie d’amore, tanto da vederle un po’ ovunque. Beh, non che
non ci avesse visto bene, questa volta, ma non era il momento di pensare a
stupidaggini del genere, sicuramente dovute al caldo, alla stanchezza, e alla
presenza di Ino che vedeva rose e fiori anche dove
non ce n’erano. Questo pensò Shikamaru, dall’alto del
suo quoziente intellettivo.
“Mi raccomando, sii gentile,
falle qualche complimento e scusati. Se la cosa non va in
porto, dovrai vedertela esclusivamente con me” sorrise, in modo spaventoso.
“Non accetto che i miei sforzi non siano ripagati come si deve, chiaro, Shika?”
Lui sbuffò, vinto, e si rigirò
nel letto. “Ora ho sonno, vattene, su.”
Ino
scene dal materasso, lo guardò trionfante e gli augurò la buonanotte,
sbattendosi poi la porta alle spalle.
Come al solito, lei aveva vinto,
neanche a dirlo.
Era forse una maledizione avere
sempre ragione?
*
“Allora?”
Kankuro
era in piedi nella sua stanza, aspettando che l’altra si sbrigasse a chiudere
la porta.
“Allora cosa?
Ovviamente ci sono riuscita” gli fece sapere, con un sorriso.
“Cosa? Hai convinto quel tipo a chiedere scusa a mia sorella?” domandò,
stupito.
“Qualcosa del genere” commentò,
andandosi a sdraiare sul suo letto, tra le lenzuola ben stese che sapevano di
fresco.
“Allora?
Dimmi tutto!” l’aggredì, curioso.
“E da quando sei così interessato
al mio piano?” chiese, furba, mentre prendeva carta e penna dal comodino pulito di
lui.
“Ormai sono dentro, no?” trovò
una scusa, sedendosi sul letto accanto a lei.
“Domani pomeriggio quei due
faranno pace” evidenziò, scrivendo qualcosa sul foglietto.
“Ma lui che ti ha detto?”
“Che è troppo pigro per chiederle
scusa.”
“E tu che ne pensi?”
“Che tua sorella deve lavorare
parecchio sul suo carattere” rise. E Kankuro si
ritrovò a darle ragione.
“Quindi pensi che quei due
abbiano una speranza di fare pace?” chiese, non sapendo bene se più interessato
alla storia o al suono della voce di lei.
“Ma certo! E non solo…”
“Eh?”
“Se va come penso, e ci andrà, la situazione si risolverà
molto meglio di come pensiamo” sorrise, finendo di scrivere il bigliettino.
“Che intendi? Il nostro piano non
era solo fargli fare pace?”
“Oh, no, mio caro” lo contraddisse,
voltandosi verso di lui e sedendoglisi accanto.
“Il nostro piano è farli mettere
insieme” evidenziò sicura, con tono saccente.
Kankuro
per poco non si strozzò con la sua stessa saliva, sgranando gli occhi fino
all’inverosimile.
“Noi… Cosa?!”
gridò.
“E sta’ zitto, vuoi svegliare
tutti quanti?” lo riprese, scontrosa.
“Scusa, ma… Tu sei matta, te
l’hanno mai detto?”
Ino lo
gelò con lo sguardo, per poi alzarsi e stirare il suo corpo magro.
“Bene, io vado a dormire.”
“Cosa? Mi devi almeno una spiegazione!” la fermò lui.
“Mi vuoi far
rimanere nella tua stanza a quest’ora di notte? Ci stai provando?” chiese maliziosa, sapendo che quello era il suo punto
debole.
“Eh?
Cosa? No, per niente!” si agitò lui, infatti, scuotendo le
mani avanti a sé. “Come puoi pensare di… Tu non mi piaci, ragazzina, sei
fastidiosa e saccente!” si difese, arrossendo.
“Sì, e poi tu sei un Jounin esperto, l’amore è per
le donnicciole, non mi trovi bella, e tuo fratello ha imparato a volare. Ma dai…” espirò, sicura di sé.
“Cos- No!” provò a difendersi,
nascondendo l’imbarazzo sotto un tono serio. “Ascolta,
io-”
“Manca qualcosa” lo fermò,
guardandosi attorno con fare assorto.
“Eh?”
“Nella stanza, dico,
manca qualcosa” e girò ancora lo sguardo. “Oggi pomeriggio era diversa.”
“Ah…” Kankuro
si imbarazzò ancora, passandosi una mano dietro la nuca. “Ho tolto le mie
marionette…”
“Ecco cos’era!
Mancano quei cosi” disse allegra.
“Ehi, quei cosi sono le mie potentissime armi” mise il broncio.
“Sì, sì, certo… E che fine hanno
fatto?” s’interessò.
“Sono in manutenzione nell’altra
stanza, ti interessa?” rispose scontroso.
“Era tanto per sapere, non te la
prendere, tesoro” ammiccò, mentre lui arrossiva ancora.
“Insomma, che
ci fai ancora qui? Lasciami in pace e vattene, ragazzina. Non ti stavi preoccupando che io potessi rovinare la tua
reputazione?” la sgridò.
“Chissà… Magari è quello che
voglio” ghignò, facendogli poi una smorfia divertita e scomparendo dietro la
porta della stanza, lasciandolo solo.
Kankuro
rimase attonito per qualche secondo, poi sbuffò, passandosi una mano sul viso.
Donne… Chi le aveva inventate
doveva essere stato un gran masochista!
To be continued…
Note: uh, che emozione, ho messo il primo TBC (non la malattia, il to be continued)
anche in questa sezione!
Secondo me entro la fine della fanfic Kankuro avrà un
esaurimento di nervi. E si metterà con Shikamaru per
evitare di stare a contatto con le donne. Uh, faccio la yaoi, carina!
Per quanto riguarda il capitolo, Ino la vedo molto come una specie di sorella per Shikamaru, forse è un mio limite, non lo so, quindi l’ho
descritta così, desiderosa solo di aiutare un amico. E poi ci si diverte, dai,
chi non lo farebbe? Io per prima mi metto nella lista!
Presente quando Ino parla con Shikamaru e gli
dice “dimmi tutto”? beh, immaginatevela con una
faccina del genere *____* (così mi è stato detto che sembra XD).
Ok, la conclusione di questa
storia la vedrete domenica, lo dico chiaramente tanto mi sono già fregata la
sorpresa con la diretta interessata.
Risposte ai commenti delle 4 anime pie che si sono ricordate di me:
e prima o poi capirò perché le mie long o raccolte sono sempre snobbate
rispetto alle one-shot! XD
bambi88: visto? Kankuro non si è estinto, ma è
sopravvissuto benissimo (?) alle sue due donne. Eh, che uomo… Comunque ci tengo
a precisare che la mia sindrome da sorella maggiore mi impedisce di vedere Kankuro al di là di un fratello… Colpa mia, colpa mia, ma
sexy non ce lo vedo proprio (è come un fratellino minore da spupazzare, anche
se tra lui e mio fratello non c’è niente in comune, dato che mio fratello è un figo e lui… ehm, no XD). Uhm, questa storia del funerale di
Shikamaru l’ho già sentita, la
tua raccolta potrebbe essere dunque un seguito what if di questa mia fic? Tutto torna
XD. A parte le scemenze, lo so che il primo capitolo faceva schifo e ti
ringrazio di aver commentato lo stesso. Spero che il secondo ti piaccia un po’
di più, ma è il terzo di cui vado fiera ^^ *è tutta una scusa, non è vero* Ciao!
Valy: e ora? Che succederà? *faccina che ha paura* TU sai benissimo
cosa accadrà! Smettila di lasciarmi commenti scleranti,
che poi non so come rispondere XD Che ti devo dire? Beh, aspetta e vedrai, ne
accadranno delle belle, vedrai Kankuro come non lo
hai mai visto, mezzo nudo, mezzo morto e che si rotola nella copertina blu
*ammicca* tu l’hai già letta!!! Bah XD E poi devo
capire perché sei così attratta dai colori dei miei titoli, prima o poi lo
saprò. Ah, ciccia, il “buh” lo usa Lely, il “ta dan”
io, trovatene un altro e non rubare i nostri è_é Ok,
a dopo su msn! Ciau.
Rinalamisteriosa: Kankuro e Ino sono strani, e detto sinceramente, a me nemmeno
piacevano. Poi è scattato l’amore per Kanky, mentre
per Ino, ehm… Diciamo che con lui mi piace ^^ E’ una
coppia nota, mi spiace che ti tocchi leggere per prima proprio la mia fic XD Mentre per lo ShikaTema,
beh, lo sai quanto io lo ami, e qui hanno litigato…
capita, dici bene ^^ Vedremo che succederà XD Grazie mille del commento, ci sei
sempre! Un bacione.
Lily_90: ma io ancora mi chiedo cosa tu ci abbia trovato di bello
nel primo capitolo, secondo me sei troppo buona ^^ comunque, Shika e Tem hanno litigato, e il
“secco e arido” non so da dove mi sia uscito fuori, ma fa male di sicuro come
frase! Ed è vero, al signorino piace provocarla, stupidi uomini… Ah, ma prima o
poi mi vendico su Shika in qualche modo XD Per il KankuIno, mi piacciono insieme! Sono carini, e allora ci ho
provato a scriverci. Sono affiatati, e avranno un po’ di tempo per stare
insieme a diretto contatto, vedremo che accadrà nella conclusione ^^ E Ino ovviamente ha ragione, Shika
e Tem si piacciono da morire, inutile che lui ci rida.
Vedremo, Kankuro, vedremo è_é
*è impazzita*. Grazie mille di tutto come sempre! Un
bacione, ciao!