Unconventional Days

di CrisAndree
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto sembrava lontano anni luce. ***
Capitolo 2: *** La fata madrina di Cenerentola ***
Capitolo 3: *** Al Bakery Risto Pub ***
Capitolo 4: *** Occhi blu da guardare ***
Capitolo 5: *** L'uomo miticizzato dalle donne ***
Capitolo 6: *** "Inside Out - Orgoglio, Ragione e Sentimento" ***
Capitolo 7: *** Il quotidiano che distrugge la quiete ***



Capitolo 1
*** Tutto sembrava lontano anni luce. ***


I gotta say what's on my mind
Something about us
doesn't seem right these days
life keeps getting in the way
Whenever we try somehow the plan
is always rearranged

It's so hard to say
But I've gotta do what's best for me
You'll be ok...

I've got to move on and be who I am
I just don't belong here
I hope you understand
We might find our place
in this world someday
But at least for now
I gotta go my own way
(Gotta go my own way_HSM2)

 

Si lasciò cadere sul letto esausta, la porta chiusa alle spalle senza fare alcun rumore, quasi a cercare di limitare la sua presenza in casa, o ancor più ampliamente la sua presenza nel mondo.

Non voleva vedere nessuno, sentire nessuno, parlare con nessuno.

Troppe voci, troppo chiasso, troppa confusione.

Sprofondò con il viso sul cuscino. Si mise su un fianco col viso verso la parete della camera, le spalle allo spazio circostante.
La luce lasciata spenta, di forza e di voglia per chiudere le tende neanche l'ombra.

Voleva piangere? Oppure non ne valeva la pena? Era giusto sfogarsi o sarebbe stato da sciocchi?

Non seppe cosa fare.

Anche quel giorno tutti i suoi piani erano andati a monte. E si che aveva organizzato tutto per bene! L'unica cosa che non aveva calcolato, e non lo faceva mai... erano le tre vipere sue avversarie e l'inettitudine imbarazzante del suo presunto fidanzato.
Non potè esimersi dal ripercorrere quanto successo cercandovi una logica; una logica che, ovviamente, non trovava mai.
Aveva convinto Ranma a seguirla subito dopo l'università. Quel giorno ricorreva il suo compleanno e lei aveva organizzato un'uscita per festeggiare ma ancora non gli aveva svelato nulla.

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FLASH BACK

Lui le camminava svogliatamente affianco con le mani dietro la nuca.

-Insomma Akane.. lo sai che non mi interessa festeggiare il mio compleanno.

-Dai, per una volta non potresti far finta di essere contento?

Il suo apparente menefreghismo non era riuscito a smorzarle l'entusiasmo.

-Magari se mi dicessi dove stiamo andando.

Akane gli trotterellò davanti con le mani dietro la schiena. Sorrise a trentadue denti e tirò fuori tre bustine bianche, ognuna contrassegnata in rosso con i numeri 1, 2 e 3.

-Ecco qui!!!

-Cosa dovrebbero essere?

-I regali del tuo compleanno!

Ranma prese le tre bustine guardandole con aria perplessa, poi guardò Akane: se ne stava lì immobile, ma sembrava circondata da tante piccole Akanine che zompetavano qui e lì curiose come delle scimmie di vedere la sua reazione.
Sorrise sempre più perplesso, con una gocciolona che gli scivolava dietro la nuca.

-Allora, le apri???!!!!

-Va bene, va bene.

Aprì la busta con il numero 1: all'interno trovò due biglietti per la prima in esclusiva di un film sulle arti marziali che aspettava da tempo.
Li tirò fuori con una certa sorpresa, osservandoli come se potesse scoprire di aver letto male.

-I biglietti della prima?!!!

-Esatto!!!!

Akane zompettò.

-E sono anche riuscita a trovare due posti comodi!!!

-Stai scherzando?!

-Assolutamente no!!

Akane era raggiante. Ranma non potè fare a meno di sorridere altrettanto.

-Mhhhh ora comincia a piacerti di più il tuo compleanno, vero??? Apri la seconda!!

Non rispose ma non potè negare a sé stesso di essere curioso. Aprì la seconda busta.
Strabuzzò gli occhi.

-Una prenotazione per quel nuovo ristorante rinomatissimo che ha aperto in città!

-Esatto di nuovo!!!!

-Ma quel posto costa un'eresia!

-Però hai detto di volerci andare fino allo sfinimento, giusto?

-... Non ci posso credere... Oddio, che altro ti sei inventata per l'ultimo regalo?

Senza aspettare la risposta aprì anche la terza busta. Trovò altri due biglietti con ripiegata una locandina. La aprì per vedere di cosa si trattasse: parlava di un evento serale/notturno in una palestra dove si sarebbero esibiti degli artisti marziali in diversi stili di combattimento, con la possibilità a fine spettacoli di mettere su anche qualche incontro amatoriale.
Akane si chiuse nelle spalle massaggiandosi la testa in imbarazzo.

-Forse quello è il regalo meno grandioso, ma mi è sembrato interessante. Volendo di questo possiamo anche fare a meno.

-No perchè? Non ne avevo sentito parlare ma deve essere interessante sul serio.

Ranma sistemò tutto nelle rispettive buste, voltandosi quindi verso Akane.

-Non so come ringraziarti, Akane! Ammetto che la prospettiva di festeggiare il compleanno così non è male! Sei stata grande!

Le sorrise sinceramente entusiasta, il che rese Akane ancor più euforica di quanto non fosse già. Non saltò dalla gioia solo per non dimostrargli platealmente quanto fosse contenta che lui avesse gradito.

-Mi fa piacere! Ora puoi togliere il broncio e mostrare un pò d'entusiasmo mentre ci avviamo al cinema?

Ranma mantenne il sorriso, le si avvicinò con la mano sinistra al fianco e colpendola con un finto pugno sulla fronte.

-Scema. Forza andiamo, altrimenti facciamo tardi!

Akane rispose con una linguaccia, al che si avviarono.

Arrivati al cinema si trovarono davanti una fila interminabile di gente,accorsa per cercare di accaparrarsi qualche biglietto dell'ultimo minuto. Ranma osservò la fila con un certo timore.

-Mamma mia, quanti sono..

-Ma tanto noi abbiamo i biglietti!

Akane tirò fuori i suddetti dalla loro busta sventolandoli.

Felici e sorridenti stavano per avviarsi al botteghino ed entrare quando all'improvviso Ranma venne investito dall'abituale bicicletta di Shampoo.

-Nihao Lanma!!!! Buon compleanno!!!!

La cinesina scese dalla bicicletta con consueta abilità, nella mano destra un pacchettino regalo: aspettò che Ranma riuscisse a staccarsi la ruota dalla faccia per poi saltargli al collo.

-Ehi!!!

-AMOOOLE, sono venuta a portarti il tuo regalino!! Che ne dici di andare a festeggiare il tuo compleanno soli soletti??

-Eh no!

Dal nulla giunse in volo una palettina da okonomiyaki usata come shuriken, la quale costrinse Shampoo ad allontanarsi da Ranma. Ukyo si presentò anche lei con il proprio pacchettino incartato e infiocchettato.

-Non esiste che Ranma venga con te! Ho preparato un menù speciale per festeggiare insieme, a cena!

-Non credo proprio, Carina! Lanma uscirà con me!

-Aspetta che assaggi il mio regalo e poi ne riparliamo! Ranchan!!!

Ukyo gli saltò davanti, felice come una pasqua, offrendogli il suo pacchettino, stranamente fumante e dal profumo delizioso.

-Buon compleanno, Ranchan!!! Guarda cosa ti ho preparato!!! L'ho creata io, unicamente per te, visto che ti piacciono tanto le okonomiyaki!!!

-Ehi Ukyo, aspetta un momento...

-Smorfiosa, allontanati subito dal mio Lanma!

-Voi due, volete ascoltarmi?!?!

-Cos'è, vuoi fare a botte??

-Giusto il tempo di metterti ko, così potrò iniziare il mio appuntamento con Lanma!

-IO NON ESCO PROPRIO CON NESSUNA!!!!

-Fatti sotto!

-Vediamo cosa sai fare!

-EHIII!!!!

Il tempo di mettersi in posizione d'attacco per Ukyo e Shampoo e per Ranma il cercare di farsi vedere da entrambe, che ecco apparire l'ennesima intromissione: il nastro nero da ginnastica artistica di Kodachi spiraleggiò come un serpente intorno al corpo di Ranma catturandolo e trascinandolo via al movimento di braccio della ginnasta.
Una volta fatto atterrare affianco a lei e mantenendolo preventivamente legato, Kodachi gli si avvingiò contro.

-Mio adorato Ranma, sono venuta a prenderti personalmente per poter passare insieme tutto il tuo compleanno.

-Ti ci metti anche tu adesso! Lasciami andare, Kodachi!

-Ma come, mio dolcissimo Ranma, non sei contento di vedermi?

-Per niente!!!

-Non fare lo sciocchino!

-MA SCIOCCHINO DI COSA!!!

-Ehi, lascia andare Ranchan!

-Molla il mio Lanma!!!

-E voi due che cosa volete!

-Sono arrivata prima io, quindi in ogni caso Ranma uscirà con me!

-Continua a crederci!

-Volete forse battervi?!

FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUUUUUUUUUUUUU!!!!

All'improvviso un fischio acuto attirò l'attenzione di tutti, passanti compresi.
Voltandosi, Ukyo e compagnia bella videro Akane con le dita ancora fra le labbra. Lei le squadrò furiosamente.

-La volete smettere, tutte quante??? Vorrei farvi notare che Ranma era qui insieme a me!

-Ah perchè, sei sempre stata qui?

-Scusa Akane, non ti avevo visto.

-Akane Tendo, non dire sciocchezze. Figurati se il mio Ranma poteva star passeggiando vicino ad una nullità come te.

Le si gonfiò una vena sulla tempia.

-Come hai detto, Kodachi!

-Insomma, vuoi lasciare il mio Lanma si o no!

-Non ci penso neanche!

-Allora volete la guerra!!

Le tre non la calcolarono più del tempo necessario per denigrarla. Fu uno schiaffo morale non indifferente, ma cercò di andare oltre. Si avvicinò a Ranma.

-Insomma Ranma! Vuoi deciderti a dirgli che sei impegnato si o no?

-Non mettertici anche tu, Akane! Sto cercando di liberarmi!!

Si sentì offesa, ma abbozzò. Indicò la fila al botteghino.

-Ormai manca poco all'inizio del film, se non ci muoviamo inizierà senza di noi!

-Pensi che non lo sappia?!?!? Che diavolo credi, che mi stia divertendo?!

-Guarda che basterebbe che tu avessi un pò più di polso!!!

-Oh insomma, vuoi smetterla di scocciare?! Stai diventando insopportabile!

CRACK...

Qualcosa dentro di lei fece esattamente quel suono... crack.

Ma non quel crack di qualcosa che si incrina, no.
Fu più il suono di un vaso che si rompe, irrimediabilmente, in mille pezzi.
Rimase in silenzio, guardandolo mentre continuava la sua lotta apparentemente inutile contro il lazo di Kodachi.
L'aria le entrava a fatica nei polmoni, la sensazione di avere un cappio al collo che le impediva il respiro; il cuore le bettè più lento ma in maniera più profonda, tanto che poteva percepirlo ovunque.
Ingoiò, cercando di far passare quella sensazione, ma niente.
Intanto alle sue spalle le tre intruse se ne davano di santa ragione.
Alla fine, nel contempo in cui Ranma riusciva a liberarsi con aria trionfante, Akane gli voltò le spalle portandosi la mano destra vicino le labbra. Fischiò di nuovo, e come prima le tre si fermarono.

-Insomma Akane, vuoi smetterla di richiamarci come pecore?

Si avvicinò a loro con un sorriso  accondiscendente.

-Mi offrireste le mani, per favore?

Mimò loro la posizione delle mani ponendole a coppa. Tutte la guardarono con vari punti interrogativi sulla testa, facendo quanto richiesto. Ranma che nel frattempo si era avvicinato osservò  senza capire.

-Ma Akane... cosa staresti facendo?

Lei mise le tre buste sulle mani delle avversarie: a Shampoo la numero uno, a Ukyo la numero tre e Kodachi la numero due. Le guardò sorridendo.

-In queste tre buste ci sono tutte le attività che Ranma avrebbe dovuto fare oggi. Godevele. Potete tenervi ogniuna la sua, o se volete potete decidere di prendervele tutte. Le attività partono da adesso fino a tarda sera ed è tutto già pagato. Divertitevi..

-MA AKANE!

-Sono tutte mie!

-Shampoo, maledetta ladra, ridammi le buste!!!

-Quelle buste devono essere mie!!!!!!!

Neanche a dirlo, le tre sgallettate ripresero a combattere come se non ci fosse un domani. Akane le guardò iniziare a battibeccare, per poi voltarsi e iniziare ad allontanarsi. Ranma le si parò davanti, pugno alzato e sguardo inferocito.

-Akane, si può sapere che diavolo ti è saltato in mente?! Adesso come pensi che riusciremo a riprendercele, si può sapere?!

-Non c'è bisogno che tu li riprenda. Limitati ad aspettare che una di loro vinca o che si mettano d'accordo. L'unica cosa è che ti conviene dirgli di sbrigarsi, se non vuoi perdere la prima...

Non lo guardò in faccia e gli parlò con calma. Non potè fare altrimenti perchè, intimamente, non riuscì a capire se fosse arrabbiata oppure delusa, o sconfitta, o amareggiata. Proprio non riuscì a capirlo.
Lui si abbassò per intercettare lo sguardo della compagna, ancora l'espressione infastidita.

-Ma sei stupida o cosa! Non dovevamo andarci insie...

Interruppe la frase nell'incontrare gli occhi di lei: sembrava che non lo vedessero.
Sentì qualcosa percorrergli la schiena, un brivido freddo.
Lei sollevò il viso e gli sorrise appena.

-Non fa niente... è il tuo compleanno, l'importante è che ti diverta tu. ... Beh... io torno a casa...

Lo sorpassò riabbassando gli occhi, ma Ranma la trattenne per un braccio.

-No Akane, aspetta...

Akane scattò come una molla, togliendo il polso dalla presa dell'altro. Non lo guardò neppure e lui non si sentì di ribattere.
Fu un secondo, ma il tempo per lui sembrò dilatarsi all'infinito... ogni cosa si mosse a rallentatore, compresi i capelli scuri di Akane, che le ricaddero sul viso creando una barriera invalicabile a beneficio degli occhi di lei.
Poi, dopo quell'interminabile momento, lei si girò di nuovo e se ne andò.

Tornò a casa, lentamente, un passo dopo l'altro, senza una vera intenzione, facendo il giro lungo nell'inconsapevole speranza che quel groppo alla gola svanisse. Fu inutile.

Nell'avanzare incontrò gente che rideva, gente che correva, che chiacchierava, che urlava, incontrò uomini, donne, bambini, anziani, animali, macchine, biciclette, scooter, spazi vuoti, spazi pieni: fu come se tutto fosse lontano anni luce, inglobato in una bolla lattiginosa che attutiva ogni cosa.

Varcò la soglia dell'abitazione, all'interno soltanto Kasumi.
Se ne sentì sollevata, ma fu solo il tocco di una piuma sul cuore.
Kasumi le chiese come fosse andata la giornata e lei riuscì a sorridere con abbastanza abilità da farle credere che fosse andato tutto bene. D'altronde, non aveva detto a nessuno dei progetti per il compleanno di Ranma.
La sorella le disse di aver invitato Nodoka, Genma e Ranma proprio per festeggiare il compleanno del fidanzato con una bella cena e una bella torta.
Le costò caro dirlo alla dolce Kasumi, ma la mise al corrente che Ranma sarebbe stato fuori fino a tardi.
Nonostante quell'informazione, un motivo di riunione  c'era e figurarsi se il signor Genma e il signor Tendo si sarebbero fatti scappare l'occasione di una buona fetta di torta!
Lei rimase a cena per far contenta Nodoka, ritirandosi poi affermando di essere davvero molto stanca e che preferiva andare a riposarsi.
Sorrise, sorrise per tutto il tempo... Quasi si sorprese di essere capace di sorridere per così tanto. Sorrise fino a quando non si chiuse la porta della sua camera alle spalle.

---------

Finì di ripercorrere quell'interminabile giorno.
Non riuscì a capire quando di preciso, nel flusso di ricordi, avesse cominciato... ma stava piangendo.
Immobile ed inerme, fu come se anima e corpo fossero lontanissimi: fu come se la prima potesse vedere il secondo sfogare un sentimento intimo e primordiale che però non riusciva a percepire.
Bussarono alla porta un paio di volte.

-Akane...

La voce di Ranma le arrivò all'orecchio come una stilettata.
Non rispose.
Bussarono ancora.

-Akane, posso entrare?

Nessuna risposta.

-Guarda che sto entrando...-

"Fa un pò come ti pare..."

Rispose una voce nella testa di Akane, ma lei rimase inerme.
Ranma aprì la porta facendo filtrare la luce gialla delle lampade nella camera avvolta dal mantello azzurro della notte. Percepì il silenzio come una creatura viva, con la compagna che gli dava le spalle, forse addormentata. Chiuse piano la camer avvicinandosi per spiare il viso di lei.

-Akane... sei sveglia?... Ti ho portato una fetta di torta. Sono riuscito a rubarla prima che i nostri genitori e Happosai potessero vederla.

Le parlò ridacchiando nel tentativo di smorzare la tensione, come suo solito.
Akane non potè negarsi di chiudersi a riccio.
Ranma, intercettando ilmovimento e capendo che era sveglia, sorrise trionfante. Le si avvicinò fino a sedersi sul limitare del letto.

-Allora sei sveglia! Meno male, sarebbe stato un peccato sprecare questa fetta! Se fossi stata davvero addormentata me la sarei mangiata io! Quasi mi dispiace, in effetti!

- .........

-Guarda cosa ti ho portato!

Tirò fuori dalla tasca una busta, il numero rosso in pieno contrasto con il bianco. Sorrise trionfante sporgendosi per spiarle il viso, dato che ancora non c'era riuscito e lei gli dava ancora le spalle.

-Sono riuscito a recuperarlo! Per gli altri non c'è stato niente da fare, purtroppo, ma siamo ancora in tempo per andare alla palestra!

Per Akane ogni sillaba pronunciata fu come un amo, un amo che dal suo corpo veniva lanciato verso l'anima e la riportava indietro, dove le sensazioni erano nuovamente percepibili. Tremò impercettibilmente, la puntura delle lacrime sempre più reale.
Ranma poggiò il piattino con la torta sulla scrivania di fianco al letto per poi passare il braccio oltre il corpo di Akane, creandosi un appoggio per sbilanciarsi e poterla guardare, sulle labbra sempre il sorriso e la voce allegra.

-Se sei pronta possiamo andarci anche subito, così ce la prendiamo con calma, che ne dici?

In quella posizione Akane potè sentire il peso del corpo di lui che incurvava il materasso, così come percepì i loro corpi a contatto.
La sensazione fu quella di una botola aperta sotto i suoi piedi ed il cappio le si fosse stretto intorno al collo con violenza, troncandole l'aria.

-Non mi toccare!

Ranma la vide chiudersi a riccio con un'intensità tale che pensò di averle fatto male. Spostò il braccio.

-Ma, Akane...

Mise il broncio pronto a risponderle per le solite rime quando lei spostò le mani alle orecchie iniziando a tremare.

-Ti prego Ranma, lasciami in pace...

Sentì la voce di lei spezzarsi e gli fu impossibile non capire che stava piangendo, però fu diverso: l'aveva sentita e vista piangere altre volte, ma quella fu quasi una straziata supplica.
Gli fece male. Rimase in silenzio per un poco, percependo quasi improvvisamente il tremolio che il corpo trasmetteva al materasso.
Allungò una mano verso la sua spalla.

-Akane...

-Per favore, Vattene!

Akane non riuscì a trattenere un singulto, e dopo quello non riuscì a trattenere i propri respiri contratti nel tentativo di non farsi beccare a piangere; tentativo del tutto inefficace e che ebbe invece il solo effetto di renderla più vulnerabile.
Ranma si ritirò quasi avesse subito una bruciatura.
Fu il suo cuore quella volta a diventare pesante. Non seppe cosa fare.
Si scoprì incapace di andarsene.
L'anima e il corpo di Akane tornarono a contatto e lei provò in una sola volta tutta la frustrazione che la sua mente le aveva nascosto. Esplose.
Uscendo dal suo guscio si voltò di scatto verso Ranma, ancora seduto vicino a lei, mostrandogli il volto rigato dalle lacrime ed intriso di rabbia.

-Allora?! Si può sapere perchè non te ne vai? Sei sordo, per caso? Ti ho detto di andartene!!!

-Akane..

-Perchè? Perchè non risci a fare neanche una cosa così semplice!!!

-Ma io...

-Tu cosa??? Cosa, Ranma??? Non abbiamo niente da dirci! IO non ho niente da dirti! Sono stanca! Mi hai capito? Stanca, Ranma! Stanca di stare appresso ai tuoi maledetti capricci, appresso alla tua incapacità di farti rispettare! Stanca di essere sempre quella a cui dire di stare zitta! Di non scocciare! Di smetterla di essere petulante! Non ce la faccio più, Ranma! Non lo posso più fare!

Respirò a fondo ma continuava a tremare. Lo guardò in viso, cercando in tutti i modi di smettere di piangere, ma invece di provare ancora più rabbia, non appena smise di parlare, si scoprì a contemplare il volto di lui a poca distanza dal suo, la sua espressione sorpresa e quasi ingenua; si scoprì a guardarne il colore azzurro degli occhi, il taglio dei capelli, i contorni del viso, la lunghezza delle ciglia, a studiare inevitabilmente in che modo la luce della luna desse ai suoi colori un aspetto diverso da quello che gli dava il sole.
Le fece male al cuore. Davvero tanto male.
Distolse lo sguardo arrossendo, per imbarazzo e per dolore, maledicendosi per quello stupido amore che provava nei suoi contronti.
Chiuse gli occhi abbassando il viso e stringendo il pugno. La voce le si ammorbidì diventando uno sconfitto sussurro.

-Ti prego... Ti prego, Ranma... almeno per oggi, lasciami in pace...

Attese.
Ranma rimase a guardarla ancora, quasi si aspettasse che in quel modo lei gli avrebbe parlato nuovamente, ma non successe nulla.
Senza sapere cosa dire si alzò dal letto.
Arrivò alla porta e, una volta in corridoio, se la chiuse dietro le spalle.
Vi si poggiò contro.
Fu il suo turno di sentirsi lontano anni luce da sé stesso.
Qualcuno dentro di lui sembrava gli stesse parlando, ma lui non riuscì a sentirlo.
Quella volta, per la prima volta, si trovò faccia a faccia con l'idea che il suo comportamento aveva ferito nel profondo la sua Akane.

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Capitolo 2
*** La fata madrina di Cenerentola ***


 
Si affacciò oltre il portone esterno di casa Tendo per l'ennesima volta, ma il viale risultò ancora vuoto.
Provò ad allungare l'orecchio per sentire se dall'interno provenisse qualche rumore ma nulla anche in quel senso.
Sbuffò tornando ad appoggiare le spalle contro il muro. Mise le mani in tasca e attese.

Due secondi dopo si affacciò di nuovo. Niente.

-Uffaaa... si può sapere che fine ha fatto Akane?... Faremo tardi per le lezioni.

Bugia! Era decisamente troppo presto perché fosse possibile che facessero tardi.
Ranma distolse lo sguardo con aria supponente, per poi voltarsi di nuovo al suono di una foglia che strusciava sul ciottolato. Nella situazione d'allerta in cui si trovava, forse sarebbe anche riuscito a sentire una formica che andasse fuori ritmo lungo la fila.

Piegò le ginocchia e rimase a fissare la via d’ingresso, per metà nascosto dietro lo stipite.
Diede uno sguardo fugace all'orologio costatando che era davvero troppo presto.
E pensare che invece a lui sembrava essere così tardi.

...

Per chi lo avesse visto da fuori, sarebbe potuto sembrare che stesse solo aspettando ma se avessero potuto sentire cosa gli ronzava nel cervello avrebbero trovato solo un disco in loop su un'unica frase: "esce? esce? esce? esce?.

Era dal giorno precedente che non riusciva a togliersi dalla testa il desiderio di vedere Akane.
Già una volta uscito dalla camera ci mise una vita a scendere in salone: chiuse la porta, e subito dopo si voltò per bussare... però forse non era il caso, meglio andare via... fece un passo o due e si voltò nuovamente, tornando indietro con l'orecchio alla porta. Aveva forse sentito il suo nome? L'aveva chiamato? No? Niente?

Si allontanò raggiungendo le scale, scese fino a metà, poi tornò su spiando la porta della camera da dietro i gradini. Non successe nulla.

Si nascose dietro il gradino e guardò di nuovo, lo fece ancora, e poi ancora... sembrava un'idiota a giocare a "bubù settete" con la porta ferma di Akane.

Sarebbe andato avanti chissà per quanto se non ci fosse stata Kasumi che era andata a cercarlo, beccandolo sul fatto e facendolo saltare come un gatto impazzito.

Dovette tornare alla sua festicciola di compleanno, dove papà Tendo, papà Saotome e Happosai diedero spettacolo nel cantare Tanti Auguri a Te brilli come zucchine sotto lo sguardo gentile di Nodoka e Kasumi e quello distratto di Nabiki.
A ben vedere nessuno notò che la sua partecipazione attiva fosse alquanto limitata, ma andarono avanti senza troppi problemi.

Arrivò il momento di accomiatarsi da casa Tendo e Ranma fu costretto a seguire la madre verso casa. Di Akane neanche un sospiro.

Anche la notte la trascorse male, sdraiandosi e quindi sedendosi, mettendo il broncio perché non voleva pensare a quelle stupidaggini e poi nascondendosi in un angolo senza sapere cosa fare. Aprì la finestra della sua camera, pronto a saltare giù e raggiungere quella di Akane. Poi la chiuse. La riaprì. La richiuse. Fu così per tutto il tempo.
Alla fine, alle prime luci dell'alba, decise che era possibile muoversi e finì per scappare da casa per raggiungere il cancello dove, da ormai un'ora, attendeva scodinzolando.

Mise il broncio.

"Accidenti... ma guarda cosa mi tocca fare! ... Che posso farci se quelle sono matte! Io ci provo a farmi sentire ma da un orecchio gli entra e dall'altro esce! Non è mica colpa mia!!!

"Non dire idiozie, certo che è colpa tua! Sei un inetto con le donne! Ha ragione lei, se avessi più polso anche solo una volta su tre andrebbe di sicuro meglio!

"Ma perché mai dovrei impegnarmi io se quelle sgallettate si fanno i film!

"Perché sei te quello su cui costruiscono i film!

"Stai zitto!

"Stai zitto tu!!

Inginocchiato ancora davanti al portone, nel suo cervello due chibi version di sé stesso sembravano accapigliarsi come donne isteriche.
All'improvviso tutti e tre - sia Ranma grande che i due Chibi Ranma- aguzzarono le orecchie, attirati dal suono della porta scorrevole che veniva aperta.
Scattò in piedi e si affacciò ma le sue aspettative furono immediatamente deluse: da casa uscirono solo Kasumi e Nabiki. Fu la prima ad intercettarlo.

-Ah, Ranma. Buongiorno. Sei qui da molto?

-No, sono appena arrivato.

Bugia! Chibi Ranma2 diede un pugno in testa a Chibi Ranma1.

-Meno male. Mi dispiace ma Akane è uscita presto stamattina.

-Come?

A che diamine di ora era uscita, se lui era lì da poco meno dell'alba!

-Già. Aveva voglia di andare a correre. Mi ha chiesto di dirti che si scusa per non averti avvisato.

-Ah... va bene allora, se è così non fa nulla..

"Aaaahh... ha detto che si scusa... e Kasumi non sembra aver notato che fosse arrabbiata...

Chibi Ranma 1 scaraventò lontano Chibi Ranma 2 saltellando entusiasta: Akane non ce l'aveva con lui!
Sorrise a Kasumi con espressione beata, l'aria riprese a passargli facile nei polmoni e il nuvolone d'ansia sulla sua testa si disperse liberando colombe e archi d'oro.

-Vorrà dire che ci vedremo all'università. Grazie Kasumi. Buona giornata!

-Ehi Ranma, aspetta un momento!

Fu Nabiki a richiamarlo, lui già in procinto andarsene. Gli allungò un cestino del pranzo.

-Portaglielo tu, io non ho voglia di accollarmi anche il pranzo di mia sorella.

-Nabiki, non potresti essere un po’ più gentile?

-Perché dovrei rimetterci io se Akane ha deciso di alzarsi prima dell'alba..

-Non preoccuparti Nabiki. Lo porto io.

Ranma prese il cestino dalle mani di Nabiki. Cercò di mantenere un tono neutro per evitare di produrre stelline.

-Allora ci vediamo più tardi! Ciao ciao!!!

Salutò con la mano e corse via pieno di entusiasmo, facendo lievemente invidia a Nabiki che si domandò dove trovasse tutta quell'energia di prima mattina.
Le strade erano ancora vuote e Ranma corse senza trovare ostacoli.

Quindi era tutto sistemato! Se Akane si era preoccupata di farlo avvisare da Kasumi, doveva essere per forza così! Si diede dello stupido per essersi preoccupato tanto.

In fondo, Akane alla fine lo perdonava sempre. Non poté negarsi di sorridere a quel pensiero che per la prima volta aveva fatto capolino.
Era una sicurezza, nella sua vita: lei l'avrebbe perdonato e sarebbe tornato tutto come prima.
Si caricò e, una volta tanto, non vide l'ora di raggiungere l'università.

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Akane guardò l'orologio sul polso sinistro.

-Mhhh... speriamo che non abbiano spiegato cose troppo complicate, oggi a lezione...

Lasciò cadere il braccio lungo il fianco riprendendo a guardare il cielo oltre le fronde degli alberi, in parte ipnotizzata dai raggi di sole che vi passavano attraverso.
L'idea di trascorrere la mattinata in giro le era parsa decisamente buona appena alzata, ma dovette ammettere che si stava davvero annoiando.
Un uccellino le vibrò davanti agli occhi, svanendo un attimo dopo fra i rami.
Sospirò e chiuse gli occhi.

Si era svegliata senza alcuna voglia di andare a scuola: quelle poche ore di sonno che era riuscita a fare non le erano bastate e quella mattina, di combattere, non aveva proprio intenzione.
Combattere per rimanere sveglia, combattere per cercare di capire cosa stessero dicendo i professori, combattere per farsi allegra con le compagne e per non farsi chiedere perché avesse gli occhi gonfi.
In più, non riuscì proprio a trovare la voglia di incontrare Ranma.

Aprì gli occhi e cercò nella borsa che teneva al fianco lo specchietto da trucco, lo aprì e si studiò il viso. Il gonfiore era diminuito.

Posò lo specchio e si tirò le ginocchia al petto, abbracciandole e ponendovi sopra il mento.

Una coppia di bambini, maschietto e femminuccia, le passò davanti giocando oltre i cespugli: lui le stava facendo i dispetti e lei cercava di catturarlo minacciandolo di dargli un pugno in testa.
Li seguì con gli occhi, sorridendo. Sospirò di nuovo.

Sapeva benissimo che non sarebbe potuta rimanere nascosta lì nel parco per tutta la vita, dunque mettere ordine nel suo cervello risultò essere di fondamentale importanza.
Ripensò alla giornata precedente per l'ennesima volta: era quasi certa di essersene fatta una ragione di com’erano andate le cose. In fondo non è che fosse così strano che si creasse quel macello, avrebbe dovuto rifletterci.
 Doveva saperlo.
 Succedeva tutte le volte.

....

Magari aveva esagerato. Era il suo compleanno, avrebbe potuto essere più gentile, per una volta, no?
Però sarebbe davvero potuta essere più gentile di così, dopo che aveva passato l'intero anno a risparmiare per fargli i regali? Chi non si sarebbe arrabbiato in una condizione simile?

Possibile che Ranma avesse ragione e fosse stata petulante?

Eppure a lei parve così logico arrabbiarsi.

Chiuse gli occhi, sostituì la fronte al mento sulle ginocchia e mugugnò come una bambina che fa i capricci.

-Uffaaaa... perché deve essere così difficile!?!?!?!

Groooooooowl

Arrossì.

-Ecco, adesso ci mancava anche il mio stomaco a tormentarmi. Uffa, ho fame ma non ho voglia di alzarmi... e sono uscita troppo presto per avere il pranzo al sacco di Kasumi! Uffaaaaaaaaaa!!! Ma perché devono capitare tutte a meeeeheeee!!!

-Hi, Darling..

Si lamentò a voce alta ma s’interruppe subito nel sentire qualcuno salutarla in inglese, e per un momento pensò di trovarsi di fronte il preside della scuola Furinkan.
Si voltò di scatto e per fortuna non comparve nessun uomo in camicia hawaiana e hokulele. Davanti a lei, con in mano un panino incartato, si presentò una ragazza.

Akane rimase immediatamente colpita dal colore dei capelli che le incorniciavano il viso, lunghi, mossi, retroilluminati dal sole e biondi a tal punto da sembrare incandescenti. Le sembrò che fosse comparso un angelo.
Non ricevendo risposta al saluto, la biondissima ragazza le sorrise.

-Buongiorno Cenerentola. Non credi che sia ora di mettere qualcosa sotto i denti?

-Come, scusami?

-L'ora di pranzo è passata da un pezzo, sai? E tu sei ancora qui a rimuginare. Tutto quel pensare deve averti consumato tutte le energie. Tieni.

Le lanciò il panino, Akane lo prese al volo battendo gli occhi interdetta; intanto la sconosciuta si sedette al suo fianco incrociando le gambe.

-Buon appetito!

Ancora allibita Akane riuscì a staccare gli occhi dal panino solo dopo qualche attimo, girandosi alla sua sinistra e potendo finalmente vedere la ragazza senza il disturbo del sole.
Notò come prima cosa che indossava dei pattini a rotelle, un paio di pantaloni neri semi opachi e una maglietta larga dal taglio americano, con il collo ampio e top sottostante a vista su una spalla; aveva un grembiule in vita, delle ginocchiere e i polsi pieni di bracciali tintinnanti, al fianco uno zaino nero dalle cuciture rosa shocking e una busta di carta dalla quale comparivano altri panini.
Si scoprì più perplessa di prima.

La giovane diede un bel morso al suo panino guardando distrattamente la vita del parco. Sentendosi osservata, si voltò verso Akane.

-Bé? Non mangi? Se aspetti troppo si fredda e non è più un granché.
-Si però...

Sorrise appena piegando il capo da un lato.

-Scusa... potrei sapere chi sei e perché mi hai offerto il tuo panino?

-Prima mangi il panino, poi risponderò alle tue domande.

Grooooooooooooooooooooooooooowl.

Akane divenne di pietra. La ragazza sollevò un sopracciglio sorridendole sfacciatamente.

-Direi che il tuo stomaco è d'accordo con me. Avanti. Buon appetito!

Fu costretta ad ammettere di avere fame, e che quel panino era arrivato proprio al momento giusto. Attese una manciata di secondi, quindi cedette e mangiò.
Finì in poco tempo, e appena ingoiò l'ultimo morso la bionda gliene offrì un secondo.

-Mangia... e ho anche da bere. Spero che le bevande gassate ti piacciano, in caso contrario ho l'acqua.

-Ma io...

-Ah! Prima il cibo, poi le domande! Non si fanno le domande giuste, a stomaco vuoto!

Si convinse che non avrebbe cavato un ragno da un buco. Sospirò e accettò il secondo panino.

-E va bene... la bevanda gassata andrà benissimo.

-Brava ragazza.

Mangiarono in silenzio con i suoni del parco e della gente che chiacchierava a distanza.
A ogni morso che dette, Akane si sentì un po’ meglio e più tranquilla.
Ci furono un altro panino e un po’ di patatine fritte, poi il pacchetto di carta fu del tutto svuotato.  La sconosciuta lo appallottolò e se lo mise in borsa.

-Ora posso farti le mie domande?

-Sicuro! Erano gli accordi.

Akane non poté impedirsi di sorriderle.

-Posso sapere chi sei? E perché mi hai offerto il pranzo senza neanche conoscermi?

-Sono la tua Fata Madrina...

-Cosa?

-...E ti conosco da abbastanza tempo da aver notato che stai girovagando per il parco da stamattina presto senza aver toccato cibo o acqua.

-Come fai a saperlo?

La biondissima prese alcuni fogli dallo zaino.

-Sto facendo volantinaggio da queste parti e sono in giro da ore.

Le offrì un volantino: la pubblicità parlava di un locale, dove il cibo veniva servito ai tavoli da cameriere e camerieri sui pattini, si poteva ascoltare musica e partecipare a eventi a tema o di karaoke.

-Ti ho notata subito. Eri qui ancora prima di me! Poi ti ho vista ancora, e ancora, e ancora. Girovagavi senza meta con gli occhi al cielo e davi la sensazione di una Cenerentola alla quale avessero rubato la possibilità di andare al ballo per la seconda volta.

Akane ascoltò quella descrizione e fu contenta di aver deciso di saltare le lezioni: se quello era l'effetto che faceva a un'estranea, figuriamoci a chi la conosceva.
Abbassò lo sguardo.

-Capisco.

Ci fu un momento di silenzio.

-... Vuoi parlarne?

-Eh?

-A volte vuotare il sacco con uno sconosciuto è più facile che sfogarsi con altri. Ti prometto che non farò domande.

La strana ragazza le sorrise portando i palmi delle mani dietro la schiena. Aveva degli splendidi occhi verdi, talmente chiari da sembrare ghiacciati.
Senza sapere il perché, Akane si scoprì a pensare seriamente di accettare quella proposta.

Decise di farlo.

-Ecco io...

-RANCHAN!!!

Si zittì di colpo e girò gli occhi verso il centro del parco: oltre i cespugli che delimitavano l'intimo spazio in cui erano nascoste lei e la Fata Madrina, Ukyo raggiunse Ranma.

-Finalmente ti ho raggiunto! Volevo proporti di fare la strada insieme, ti va?

-Veramente io starei andando da tutt'altra parte.

-Come, non torni a casa?

-Eh già.

Vide Ranma sorriderle in imbarazzo. Akane si mise a quattro zampe e si avvicinò al limitare dei cespugli per osservare meglio. Riconobbe nel modo di sorridere di lui l'intenzione di togliersela dai piedi ma senza riuscire a capire come fare evitando spiegazioni.

-Allora possiamo fare una passeggiata insieme!! Sarebbe romantico!

-Non penso sia una buona idea, Ucchan. Sai, ho delle cose da fare e...

-Tipo?

-E... tipo... ecco... emh..

Ranma guardò altrove grattandosi la guancia con l'indice, Akane sollevò stizzita un sopracciglio

"Ma si può essere più stupidi?"

-Di un po’, non è che stai andando a cercare Akane?

Lei si fece attenta, lui s’immobilizzò. Ukyo era sempre stata la più sveglia delle concorrenti al titolo di Miss Saotome.

-Ma che ti viene in mente! Perché mai dovrei andare a cercare Akane?

Rideva con troppa sguaiatezza per essere credibile e Ukyo se ne accorse.

-Beh, non è venuta alle lezioni e ieri mi è sembrata un tantino fredda.

"Un tantino, eh?"

-Guarda che ti sbagli, non mi è parso proprio.

Le si gonfiò una vena sulla tempia. Non gli era parso che fosse arrabbiata?!?!?!

-Ne sei proprio sicuro, Ranchan?

Ranma perse le staffe.

-Assolutamente si!!! E poi cosa diavolo vuoi che ne sappia io di che cosa passa nella testa di quella scema di Akane!!!

Neanche il tempo di finire la frase che Ranma fu colpito in piena testa da un sasso grosso quanto una palla da baseball.
Akane non era riuscita a trattenersi dal lanciargliela.

"Sei un maledetto idiota, Ranma! Ed io che mi sono anche preoccupata!!!"

Ranma si sollevò da terra rapido come una saetta iniziando a guardarsi intorno con sguardo scrutatore.

-AKANE!

La sua voce la colse alla sprovvista. Lo vide girarsi nella sua direzione e come un fulmine si nascose dietro ai cespugli: si rese conto solo in quel momento di essersi scoperta.
Dal canto suo, Ranma non l'aveva vista materialmente lanciare il sasso ma conosceva troppo bene la fidanzata per non riconoscerne il tiro.
Tenendosi la testa con la mano iniziò a cercarla.

-ESCI FUORI AKANE! TANTO LO SO CHE SEI STATA TU! FORZA, VIENI FUORI!!!

Si dimenticò totalmente di avere Ukyo alle spalle, impegnato a cercare fra le persone che aveva davanti la sua Akane.

Era vero, la stava cercando: la stava cercando dalla mattina e quando non l'aveva vista alle lezioni, non aveva fatto altro che fremere per andarsene e riprendere a cercarla. Fremette talmente tanto che uno dei professori, esasperato dal tremolio provocato dal movimento nervoso della sua gamba, finì per lanciargli un cancellino. Guardandolo bene in effetti aveva ancora i capelli sul grigio andante del gesso.

Akane si fece piccola piccola, maledicendosi per quel maledetto riflesso condizionato che aveva mosso il suo corpo.

-Akane, sto perdendo la pazienza! Smettila di fare la bambina ed esci fuori!

Chiuse gli occhi e si fece ancora più piccola.

"Non venire qui! Non venire qui! Non venire qui!!!!"

-Akane???

La voce le arrivò da troppo vicino, di sicuro l'avrebbe scoperta.

"E adesso che faccio!?!?!?!?!"

Un rombo interruppe i suoi pensieri.

-Odddddiiiooooo, scusami tanto, non volevo!!!-

-Ranchan!!

Spalancò gli occhi nel sentire la voce della misteriosa biondina alle sue spalle.
Facendo attenzione a rimanere coperta si girò per vedere cosa fosse successo: ai suoi occhi apparve una scena in cui molti volantini erano sparsi in terra e altri svolazzavano liberamente, Ranma era disteso a terra e la ragazza vicino a lui.

-Stavo pattinando troppo veloce, non ho visto il ramo e non sono riuscita a schivarlo in tempo. Non volevo venirti addosso!!

Gli occhi di Ranma roteavano come girelle e aveva l'espressione da beota: lo scontro lo aveva messo KO.

-Accidenti a te, ma si può sapere dove cavolo guardi quando pattini???

Ukyo urlò contro la biondissima, la quale si limitò a guardarla con un'espressione colpevole che più finta non poteva esserci.

-Mi dispiace davvero tanto.

-Sisi, certo! Come no! Vedi di stare più attenta la prossima volta!! Andiamo Ranchan, ti porto a casa.

Ukyo si caricò in spalla Ranma ancora svenuto, allontanandosi quindi in direzione del ristorante di okonomiyaki.
Quando fu abbastanza distante, la biondissima si voltò verso i cespugli: da questi, molto simile a un coniglietto timoroso e incuriosito, apparve Akane.
Le sorrise facendole l'occhiolino.

-Te l'ho detto che sono la tua Fata Madrina.


CONTINUA...


----------- Off Time -----------
Rubo due righe per ringraziare chi mi ha letto e chi mi ha recensito ^^
Grazie per il vostro tempo e le vostre opinioni.
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Al Bakery Risto Pub ***



-Comunque ancora non capisco perchè mi stai aiutando.

-Oh, ma insomma... Cenerentola non fece mica tutte queste domande alla sua fata madrina.

Camminavano da un quarto d'ora dopo aver lasciato il parco in direzione del locale pubblicizzato dalla biondissima. Akane non avrebbe soputo dire perchè, ma decise di seguirla: ad eccezione del comune buon senso che la spingeva a fare le domande, a pelle ammise di esserne attratta.

-Si ma io non sono Cenerentola.

Mise un piccolo broncio,arrossendo: quell'appellativo iniziò a starle stretto, senza contare che l'aveva descritta come una cenerentola doppiamente senza ballo! Più sfiga di così.

-E quindi chi sei?

In effetti non si erano ancora presentate.

-Mi chiamo Akane. Akane Tendo.

-Midori Yamashita, anche se io preferisco usare il cognome di mia madre, Sparks. Mhhh, dovrò decidermi.

La biondissima Midori alzò gli occhi al cielo con l'indice sul labbro inferiore, l'espressione pensierosa sul viso.

-Sparks non è un cognome giapponese. Tua madre è straniera?

L'altra annuì.

-Yes! Mia madre è americaca, mio padre giapponese.

-Non si direbbe che tu possa avere natali asiatici.

Midori sorrise con entusiasmo, gonfiando il torace e ponendo le mani sui fianchi con fierezza.

-Ho preso tutto da mia madre! Sono la sua fotocopia!

Akane piegò la testa da un lato: pensò che se fossero state in America la biondissima sarebbe stata sicuramente una cheerleader.

-Hai sempre vissuto qui?

-Non sempre... mia madre era una modella e ci ha portato spesso in giro per il mondo. Ora vivo qui insieme a mio fratello.

-Capisco.

Svoltarono un angolo della strada e si fermarono.

-Eccoci arrivati! Benvenuta al Bakery Risto Pub!

Akane guardò sul lato opposto della strada: l'insegna presentava il nome scritto in inglese e sotto gli ideogrammi giapponesi, sistemata sopra un'entrata a porte scorrevoli di vetro. Guardando da lì potè intuire che il locale proseguiva anche per altre tre vetrate verso la sua destra.

La cosa che la sorprese di più nell'osservare la pasticceria fu il quantitativo di ragazze in attesa di entrare, oltre ad altre con il viso schiacciato contro le vetrate.
Si incamminò insieme a Midori per attraversare la strada e andò verso l'entrata, quando la biondissima le fece segno.

-Non da lì, Akane! Non riusciresti ad entrare a meno che tu non voglia fare a botte. Passiamo dal retro.

Le sorrise nel prendere un vicolo sulla sinistra. Incuriosita Akane la seguì senza privarsi di dare un ultimo sguardo alla ressa femminile davanti al locale.

Una volta dentro, passato un corridoio dal quale si poteva già percepire il brusio dei clienti, sbucarono in sala. L'interno era molto grande, con un lungo bancone scuro e innumerevoli sgabelli, in giro molti tavoli con sedie o poltrone vicino alle vetrate; sul fondo vide un palchetto soprelevato in plexiglass nero, delle gradi casse per la musica e degli strumenti musicali.

-Oggi c'è la serata karaoke! Ci sarà da divertirsi!! Allooora... vediamo un pò, come al solito è tutto pieno. Ah no ecco! Vieni!

Midori prese Akane per un polso e la trascinò verso il fondo del bancone, al limite con il palco, dove una coppia si stava allontanando. La fece sedere rapidamente premendole le mani sulle spalle.

-Ecco qui!!! Non muoverti senza avere il mio permesso, che se fai dei movimenti sbagliati qui potrebbero saltarsi al collo come zombie! Vado a mettermi i pattini e torno da te! Non ti muovere, hai capito bene?!

-Si si, ho capito. Non mi muovo.

-Brava la mia ragazza! Ci vediamo fra un secondo!!!!

Midori scappò entusiasta tornando da dove erano venute, veloce come se avesse ancora i pattini ai piedi. Akane la osservò di spalle: sembrò una stella cometa in mezzo a tutta quella gente dai capelli scuri. Notò un tavolo di ragazzi che la seguirono con gli occhi adoranti. Come dargli torto, bionda e bella com'era!

Inspirò ed espirò poggiandosi la borsa sulle gambe. Diede uno sguardo in giro.

I camerieri sfrecciavano sui pattini con un'abilità sorprendente, scivando sia i clienti in movimento sia i propri colleghi come ingranaggi di un orologio svizzero. Vide persino una cameriera schivare una coppia pattinando all'indietro e un collega ruotando in avanti, il tutto senza far cadere un solo bicchiere o piatto, sorridendo cortesemente e portando a termine il servizio con un grazioso inchino.

Akane battè gli occhi affascinata da tanta abilità. Un'altra cosa che però la sorprese fu il sorriso sghembo delle ragazze al quale era stato servito l'ordine. Si guardò attorno e vide che, in gran parte, i clienti erano donne, tutte con sguardo attento in attesa di chissà cosa.

Dall'altro lato del bancone le venne rivolta la parola.

-Buongiorno, signorina. Benvenuta nel nostro Bakery Risto Pub! Ha già deciso cosa ordinare?

Si voltò. Davanti a lei un ragazzo dai tratti asiatici e i capelli ossigenati acconciati come un super sayan le sorrise con simpatia. Le sembrò essere molto giovane, forse della sua stessa età o anche meno.

-Ecco, veramente..

-Lascia, Toki!!! Lei è con me!

Midori raggiunse Akane fermandolesi alle spalle con un abile movimento sui pattini.
Toki le sorride a trentadue denti.

-Ah! Un altro dei tuoi casi umani?

-Non è un caso umano! Lei è Cenerentola!

-Puoi per favore smetterla di chiamarmi Cenerentola?!

-Ma perchè, è così carino.

-Le passerà col tempo, tu lasciala fare. Allora, cosa le porto?

-Una bella granita al caffè, con un sacco di panna e della frutta! Mettine tanta e di diversi colori! Voglio un piatto che brilli!

-Agli ordini, capo!!!

Toki fece il saluto al capitano, quindi si voltò per avviarsi a prendere quanto richiesto.
Akane si voltò.

-Ma io...

-Abbi fede! Per toglierti quella faccia da funerale di stamattina, la granita con la panna fa miracoli!

Ormai aveva capito che tanto non l'avrebbe spuntata per alcun motivo, quindi lasciò correre e rilassò le spalle, espirando con la gocciolina sulla fronte.

-Agli ordini!

-Yes!!

Rimasero in attesa del ritorno di Toki.

-Allora, ti piace il posto?

-Molto bello. Non ci ero mai stata. ......... Posso farti una domanda? ... Come mai ci sono tutte queste ragazze? E' un locale prevalentemente per noi?

Midori ridacchiò.

-In realtà è un comune pub aperto a tutti. La prevalenza femminile è colpa.... o fortuna, dato che porta un sacco di soldi in cassa... della star del posto.

-Mh?

-YAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA, ECCOLO!!!!
- E' USCITO DALLA PASTICCERIA!!!
-ODDIO, E' STUPENDO!!!

Akane fu travolta da una serie di urli semi isterici provenienti da ogni dove nel locale e anche da fuori, la testa le vibrò come se fosse stata un gong colpito violentemente dal batacchio. Midori gliela fermò con le mani.

-Che... che diavolo è successo??

-Come ti ho detto, abbiamo la nostra star.

Col dito indicò qualcuno alle spalle di Akane.

-Lui è mio fratello.

Akane si voltò e non ci mise molto ad intercettare la fonte di quel chiasso: dal dietro il bancone apparve un ragazzo molto alto, forse un metro e ottanta, con un fisico prestante ma non da energumeno, aveva capelli corti, lisci e talmente scuri da faticare a percepirne le sfumature.
Il ragazzo poggiò due piattini e delle bevande davanti a tre studentesse adoranti, così come adoranti erano i visi delle ragazze stampate fuori dal locale, dopodichè si inchinò appena senza una parola e passò ad un altro tavolo. Non indossava i pattini.

Lo guardò spostarsi all'interno del locale: apparte l'altezza davvero notevole, Akane si chiese cosa avesse di tanto
speciale da far impazzire tutte le donne presenti. Piuttosto si incuriosì nel guardare nuovamente Midori.

-Ma davvero è tuo fratello? Siete totalmente diversi, il giorno e la notte...

-Ce lo dicono spesso.

Midori sorrise; nel frattempo Toki tornò con l'ordinazione per Akane.

-Ecco qui! Mi sono permesso di aggiungere un filo di cioccolata sulla frutta!!! Ci sta sempre bene un filo di cioccolato!

Servì la granita in un bel bicchiere dalla forma floreale su un piatto ovale biancho con altorilievi nei bordi; la panna formava una bella spirale che finiva con un ciuffo verso l'alto e la frutta tagliata a toccheti sembrava un mosaico, il filo di cioccolato ad unire il tutto. Akane non potè impedirsi di sorridere: le mise il buon umore solo vederlo.

-Che carino!

-Sicuro che sia stata una tua idea? O è stato Jean a passare prima che tu uscissi dal laboratorio e ci ha messo mano?

Toki si imbronciò guardando la biondissima, la quale gli sorrise come a dirgli "la so più lunga di te"

-Jean?

Midori le indicò di nuovo il fratello.

-Mio fratello. E' il nostro pasticcere e cooproprietario della bekery.

-Ha un nome straniero.

-Eh si... Mia madre aveva sempre desiderato dare questo nome al figlio: rimembranze della sua permanenza in Francia da giovane. Mio padre l'ha spuntata con me. Guarda come è strana la vita eh? Lui ha i colori abbastanza asiatici e porta un nome europeo, io che sono tutto meno la classica ragazza giapponese, ho un nome dei vostri. Divertente, vero????

Midori aveva la capacità di parlare senza freni proprio come se andasse sui pattini. Akane immagazzinò l'informazione e sorrise perplessa di rimando.

-Eheheh... eh già.

Si voltò e assaggiò la granita. Nel frattempo Midori fece cenno a Jean di raggiungerli.

-Fratellone!!! Anche oggi strage di cuori eh?

Non ebbe risposta.

-Guarda!! Ti presento la mia piccola Cenerentola! Carina, vero???

Akane aveva ancora il cucciaino fra le labbra, assaporando il gusto della granita, quando Midori la prese per le spalle e, approfittando della rotazione dello sgabello, la girò verso il ragazzo. Lei rimase di sasso.

Dovette sollevare il mento per poter incrociare gli occhi del nuovo arrivato e non potè impedirsi di rimanere almeno un pò affascinata dal colore degli occhi: in quel viso contornato da capelli scuri, le iridi erano di un celeste quasi trasparente.

In parte molto simili a quelli di Midori, lo sguardo di Jean le procurò la sensazione di scontrarsi contro una meravigliosa colonna di ghiaccio. A dare man forte a quell'idea, Jean le si riservò un'espressione cortese ma assai indifferente.

Rimasta immobile per due secondi si tolse il cucchiaino dalle labbra e si presentò con un inchino imbarazzato.

-Io... Io sono Akane Tendo. Molto piacere.

Lui la guardò ancora, poi guardò Midori. Passarono altri secondi di silenzio.

-........-

-Non è un altro dei miei casi umani!!

Akane guardò Midori uscirsene dal nulla.

-Visto che non sono l'unico a pensarla così?

-Stai zitto Toki!

Jean tornò a guardare Akane mentre Midori e Toki battibeccavano; lei si sentì sotto esame. Alla fine, lui le accennò un inchino di un paio di secondi -le sembrò che fosse un marchio di fabbrica quel momento di silenzio - quindi si rimise dritto e se ne andò, creando nuovo scompiglio nelle fan appiccicate alla sua figura come pesci all'amo.

-...............-

-Le piacerà sicuramente! Ho scelto io per lei, e io non sbaglio mai!!!

Midori rispose di nuovo a qualcosa che Akane non aveva sentito.

"Ma sono tutti pazzi, qui dentro?"

----------------
Ranma si svegliò lentamente. La testa fu la prima a fargli male, seguita poi da un dolore acuto al fianco destro. Mugugnò un pochino prima di aprire gli occhi.

Una volta ripresa conoscenza, fissò le assi del soffitto senza riconoscerle.

-Ma.. dove sono?

Ricordò di essere stato al parco, di aver parlato con Ucchan, che stava finalmente per beccare Akane dopo l'intera mattinata a cercarla... e poi cosa era successo?

Si sollevò dal futon massaggiandosi il capo, uscì dalla stanza; trovò delle scale alla sua sinistra e scese. Raggiunto il piano sottostante si scoprì all'interno del negozio di Okonomiyaki.

-Ah, ti sei svegliato! Mi fa piacere, Ranchan! Vuoi un'okonomiyaki?

-Si, grazie. Ma come ci sono finito qui?

-Una ragazza bionda con i pattini ti è venuta addosso a tutta velocità al parco. Ti ha preso proprio bene, sembrava quasi che ti avesse puntato. Tu sei svenuto e io ti ho portato qui. Sono stata brava, eh?!

Ukyo gli sorrise con orgoglio, sotto intendendo nel suo cervello che sarebbe stata davvero una brava moglie, così accorta e pronta a soccorrere il suo uomo in difficoltà. Ovviamente Ranma non colse il messaggio per quello che era, limitandosi ad annuire distrattamente e sederlesi davanti.

-Senti, per caso andando via hai visto Akane, al parco? Ero sicuro che fosse stata lei a tirarmi la pietra.

-No mi spiace, io non ho visto nessuno.. Ecco a te!

Gli offrì un omelette con quanta più roba buona potesse metterci dentro senza finire per creare un'abominio.

-Spero che ti piaccia!

Dalle sue parole volavano cuoricini. Ranma osservò il piatto stracolmo con la gocciolona perplessa sulla nuca.

-Grazie Ucchan.
Mangiò in silenzio continuando a massaggiarsi la testa.
Fu un'azione inconscia ma quel bernoccolo era l'unico contatto con Akane che avesse avuto dalla giornata precedente, ed era raro che non si vedessero per l'intero giorno. Sollevò gli occhi alle pareti del locale guardandosi attorno.

-Per quanto sono stato svenuto?

-Poco più di due ore. Sono quasi le sei.

-Mh.

Annuì e si portò un altro boccone alle labbra.

A quell'ora Akane sarebbe dovuta essere già a casa da un pezzo: se era fuori da prima dell'alba, dove diavolo poteva essere ancora!!

Si sentì combattuto: da una parte il suo orgoglio cominciava a essere stanco da quella mancanza di rispetto da parte della compagna... come si era permessa di farlo stare in pensiero così!? .... d'altra parte non aveva ancora avuto la conferma che tutta la discussione del giorno prima fosse dimenticata.

Mentre Ranma e Chibi Ranma 1 si arrovellavano il cervello, Chibi Ranma 2 avrebbe voluto dare un cazzottone ad entrambi per liberare la sua vista da tutta quell'inettitudine.

"Ho deciso! Provo a cercarla a casa!"

Ranma scattò come una molla sollevando la schiena facendo sobbalzare Ukyo,  finì gli ultimi bocconi di okonomiyaki come un serpente che ingolla un uovo e si alzò.

-Grazie mille per l'okonomiyaki!, Ukyo! Tieni il resto! Ci vediamo lunedì alle lezioni! Ora devo scappare, Ciao!
Uscì rapidamente svoltando a destra. Ukyo lo guardò svanire battendo le palpebre e poi guardando il pagamento che le aveva lasciato. Rimase perplessa. Mancavano dei soldi, altro che resto.

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Arrivò a casa Tendo in poco meno di mezz'ora con il fiatone. Strano che lo avesse, visto quanto si allenava, ma la fatica fu più mentale.

Ingoiò e si deterse qualche gocciolina di sudore dalla fronte prima di entrare.

Si mosse piano, indeciso se farsi sentire o meno.

-E' permesso?
Fu il signor Tendo a fare capolino dal corridoio.

-Oh Ranma, che piacere vederti. Entra pure.

-Salve, Signor Tendo. Grazie mille.

Invece di chiedere solo di lei, decise di entrare. In fondo, se avesse chiesto e lei non avesse voluto vederlo, avrebbe  sempre potuto dire al padre o alle sorelle di cacciarlo, ma una volta dentro ormai era fatta.

Tutte quelle macchinazioni gli passarono nel cervello insieme a svariai altri scenari. Raggiunse il salone e si sedette al tavolo.

-Sei venuto per Akane?

Notò che il signor Tendo sorrideva, quindi ritenne che non doveva essere a conoscenza del litigio del giorno precedente. Almeno sperò che fosse così.

-Eehehe, si! In effetti volevo chiederle se domani poteva passare ad aiutarmi con il ripasso delle lezioni. Sa, abbiamo gli esami e allora..

Si massaggiò la testa inventandosi la scusa, pensando bene di coprire la mancata presenza di Akane all'università

Il signor Tendo approvò con il capo battendogli la mano sulla spalla.

-Bravi, mi sembra giusto che condividiate lo studio. Da bravi fidanzati dovete sostenervi a vicenda.

-Ecco, non è proprio questo che intendevo...

-Comunque Akane non è ancora tornata, ma puoi aspettarla qui se vuoi.

-Come "non è ancora tornata"?!

Si sorpese.

-Già, ha chiamato per dire che sarebbe stata fuori con un'amica e sarebbe tornata un pò più tardi. Ma ormai non dovrebbe mancare molto.

-Capisco... bè, se non vi creo disturbo...

-RAAAAAAAAAAAAAAAANMAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!

All'improvviso gli arrivò alle spalle una secchiata di acqua ghiacciata, percepì il proprio corpo cambiare e un secondo dopo la sensazione di qualcuno che gli palpava il seno. Rabbrividì.

-Ranma, quanto tempo!!!! Dovresti passare più spesso a salutare il tuo vecchio maestro che sente taaaaaaaaanto la tua mancanza!!!!

-Razza di idiota, ci siamo visti solo ieri sera e poi vedi di lasciarmi, Maniaco!!!

-Ieri? Io non mi ricordo! Ma ieri era ieri, godiamoci il presente festeggiando con un bell'abbraccio!!!

-Smettila di palparmi, maledetto vecchio!!!!!!

Ranma ragazza riuscì a liberarsi dalla presa di Happosai ma non riuscì a colpirlo. Iniziarono a bisticciare come sempre quando lui abitava in quella casa. Per un pò si dimenticò di aspettare la compagna.

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-Credo sia ora che vada.

-Ma come, così presto? Potresti restare a guardare la serata karaoke! Sarà uno spasso, sapessi quanta gente stonata c'è in giro!

Akane le sorrise tirando fuori il portafoglio.

-Davvero Midori, sono anche un pò stanca. Sai già da che ora sono in giro e non ho dormito granchè bene ieri notte, quindi vorrei tornare a casa.

Arrossì. Midori la studiò, quindi annuì.

-Hai ragione. Allora permettimi di terminare la giornata da brava Fata Madrina e di offrirti il servizio.

-No, per favore! Hai già fatto abbastanza!

La biondissima la liquidò con un gesto della mano, poggiando poi i gomiti sul bancone e il mento sulle mani.

-Suvvia. Ti rifarai la prossima volta che passerai per di qua.

Prese un bigliettino da visita dalla tasca e gliel'offrì.

-Quando vuoi venire chiamami. Se ti metti a far la fila perderai presto le speranze, se invece mi dai un avviso troveremo il modo di farti entrare. D'accordo? Mi farebbe piacere.

Akane guardò il biglietto. Mentalmente fece un riepilogo del suo incontro con Midori: si era trovata bene, nonostante la sua stranezza, e il dolce che le aveva servito l'aveva davvero tirata su di morale. Decise di accettare di buon grado, accettando anche la buffa idea di essersi trovata una fata madrina.

-D'accordo Midori, ti ringrazio... Allora a presto.

-Bye Bye!

Si salutarono.

Stava per allontanarsi verso l'uscita quando sentì una scala di note.
Incuriosita si voltò in direzione del palco, vedendovi impegnati alcuni dei camerieri e cameriere nel sistemare le attrezzature per la serata imminente.

Nel pub non c'era più molta gente come prima, forse perchè le ammiratrici erano corse a farsi belle per tornare e dar spettacolo, di fatto nel locale il vociare era più basso.

Sposando lo sguardo lungo il fondale, alla fine inquadrò la fonte della musica.

Seduto su uno sgabello, con una gamba sollevata sul poggiapiedi e una chitarra in mano, vide Jean piegato in avanti: offriva l'orecchio sinistro allo strumento, pizzicando le corde  per accordare lo strumento.

Notò che teneva gli occhi chiusi, apparentemente molto concentrato.
Dopo una manciata di note pizzicate due o tre volte ciascuna, mosse la mano destra dando vita ad una nuova scala musicale, seguita poi da un breve ed improvvisato componimento. (nota off: link per chi volesse ascoltare la canzone: https://www.youtube.com/watch?v=7jTyvm27EsE. Ovviamente bastano anche i primi minuti)

Le note si sparsero ma nessuno ci fece caso, impegnati com'erano chi ad apparecchiare, chi a sistemare, chi a finire il proprio pasto. Solo Akane e Midori rimasero in ascolto.

Suonò un motivo lento, le cui note sembravano seguirsi come uccelli in volo e lui sembrò essere trascinato via, in qualche posto lontano dal chiasso e dalla civiltà.

Suonò per un tempo che non riuscì a calcolare perchè il tempo, in quelle note, non esistete più.

Quando terminò di suonare lasciò che le corde vibrassero per un pò, quasi a concedergli la fine di un ballo, poi le fermò delicatamente.

Inspirò e riaprì gli occhi.
Fu nel poggiare la chitarra a terra che intercettò lo sguardo di Akane. Sollevò gli occhi incatenando ai suoi quelli di lei, prendendosi il tempo di osservarla con un accenno impercettibile di curiosità.

Akane non si accorse di essere rimasta immobile ad ascoltarlo fin quando i loro occhi non si incrociarono. Le sembrò che intorno le si fosse creata una bolla e che lui, guardandola, l'avesse fatta esplodere all'improvviso.

Sentì caldo, e calma, ma non riuscì ancora a muoversi.

Fu Midori, anche allora, a riportarla alla realtà.

-Bravo eh? Durante il karaoke è possibile anche cantare con l'accompagnamento della banda o semplicemente ci si può far conoscere come musicisti. Per fortuna Jean ha studiato al conservatorio prima di dedicarsi alla pasticceria! Ahhh, lo dico sempre che è troppo fico per essere vero. Mia madre lo ha proprio tirato su bene, sisi!

Si percepì quanto Midori adorasse il fratello: se fosse stata una sua semplice fan forse lo avrebbe adorato di meno.

In ogni caso, quell'intervento permise sia ad Akane che a Jean di interrompere il contatto visivo: lui posò definitivamente la chitarra per poi allontanarsi in silenzio.

Akane lo osservò di sfuggita, nella testa ancora il passaggio di note che aveva ascoltato.
In quel momento avrebbe voluto che Midori le offrisse nuovamente un dolce, che avesse il potere di farle riprendere pieno contatto con la terra ferma.

-------------

Ranma si chiuse la porta di casa Tendo.

Il nervosismo aveva preso il sopravveno e non essendo cetro di resistere ancora per molto aveva deciso di andarsene.

-Razza di stupida. Vorrei proprio sapere che fine ha fatto!!! E io che sono in pensiero da ieri.

La rabbia gli impedì di nascondersi dietro le sue solite bugie, dette agli altri ed a sé stesso

-Ho perso un sacco di tempo!!! Se non vuole farsi trovare, benissimo! Affari suoi!

L'aveva aspettata per più di due ore e alla fine si sentì frustrato.

Si avviò verso casa a passo di carica, inferocito come un animale in trappola.

Non poteva negare che non ci sarebbe stato alcun motivo reale per cui Akane dovesse far sapere Esattamete a lui quali fossero i progetti della giornata, ma sarebbe dovuto essere implicito,no? Da quando si erano incontrati non c'era giorno in cui non si vedessero o sapessero l'uno dell'altra, eccezion fatta per i viaggi d'allenamento o per combattimenti vai, ma quello fu a causa della mancanza effettiva di apparecchi telefonici.

-Magari non è vero che le è passata. Te l'aveva detto di lasciarla in pace!

-Si ma l'ha detto ieri e ha detto "almeno per oggi"!!! Non era contemplato un tempo più lungo!

-Ti attacchi al significato stretto delle parole adesso?!!! Allora se vuoi fare così, l "almeno per oggi" sarà stato alle 9 di sera. Sono da poco passate le 8, quindi saresti comunque in anticipo sui tempi!

-Grrrrrrr, vuoi lasciarmi in pace?!

-No che non ti lascio in pace, perchè sei un idiota!!!!

Le due Chibi Version nella sua testa ricominciarono a litigare mentre lui avanzava

Gli si strinse lo stomaco. Si fermò piano in mezzo alla strada: all'improvviso tirò un pugno contro il muro alla sua sinistra, facendo scappare a zampe levate un cane che rovistava nell'immondizia. Crepò il muro.

-Maledizione Akane...

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Informo che potrei aggiornare con una manciata di giorni di ritardo, causa alcuni lavori da concludere.

Grazie per essere arrivati fin qui, in particolare a coloro che hanno recensito e che con i loro commenti mi permettono di analizzare meglio la storia.

Buona continuazione e a presto

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Capitolo 4
*** Occhi blu da guardare ***



Ranma colpì per l'ennesima volta il wooden dummy che usava per gli allenamenti: a differenza della casa dei Tendo, nell'appartamento affittato da Nodoka l'unico spazio disponibile era il giardino dietro casa.

Ne aveva ricavato tre di quegli avversari di legno, disponendoli a triangolo, in modo da poter creare una sequenza di movimenti fra calci e pugni senza mantenersi statico su un singolo avversario.

Iniziò con movimenti lenti colpendo quello frontale, cercando di mantenere sotto controllo il proprio respiro, per poi passare agli altri in senso orario e arrivare a velocizzare il flusso di colpi.

Dopo tanti anni, mantenere la concentrazione non sarebbe dovuto essere un problema, senza contare che l'irruenza tipicamente adolescenziale era andata scemando. Non molto, si intende, ma abbastanza da permettergli di migliorarsi.
D'altronde, non si può essere bambini per sempre.

Purtroppo, quella mattina non era dell'umore adatto per mantenersi calmo ed efficente.

Ad ogni colpo, ad ogni percezione del legno contro il proprio corpo, l'intenzione di sferrare l'attacco con più rabbia saliva. Saliva tanto da farlo entrare in uno stato di trance.
Dopo un pò che andava avanti, d'improvviso si risvegliava e maledicendosi per la poca concentrazione ricominciava da capo.

Eseguì la sequenza per la centesima volta arrivando finalmente agli ultimi colpi, sferrando una rapidissima tecnica delle castagne e concludendo con un calcio rotante ben assestato che incrinò il collo al povero uomo di legno.

Respirò a fondo mantenendo alta la gamba, portando i battiti ad un ritmo accettabile prima di rilassare i muscoli e terminare il suo allenamento.
Si diresse verso il filo dei panni a cui aveva poggiato l'asciugamano, lo prese e si deterse il sudore.

Analizzò il proprio stato d'animo: solitamente dopo gli allenamenti provava sempre la sensazione di liberazione e di benessere tipico dell'attività sportiva, invece in quel momento si scoprì a provare solo frustrazione.

Pensò ad Akane... di nuovo. Non riuscì ad impedirselo.

Si sentì davvero furioso con la compagna.
Non poteva negare che lui, nel momento in cui Shampoo o altre si mettessero in mezzo, per imbarazzo o per abitudine finiva sempre per risponderle in malo modo, eppure altrettanto innegabile era il fatto che Akane sapesse quanto poco a lui interessassero tutte le altre!

Doveva saperlo!

Quella sceneggiata alla sera era stata eccessiva!

Nonostante avesse concluso che Akane fosse stata la solita esagerata violenta ed isterica, la domanda ormai ronzava senza sosta: quanto poteva durare ancora quel teatrino? Quanto poteva ancora permettersi di giocare sul filo del rasoio senza accettare di essere attratto da lei?

Sapevano entrambi di piacersi ma, anche non volessero dichiararlo apertamente a tutto il mondo, quando avrebbero deciso di dichiararsi fra di loro?

Strinse l'asciugamano con rabbia, l'imbarazzo di quei pensieri nascosto dal rossore per l'allenamento.

-Razza di stupida...

-Se è tanto innamorata di me, perchè non lo dice e basta!

-E perchè non puoi farlo tu?

-Perchè sono un maschio, e queste stupidaggini non le faccio!

-Ti rendi conto di essere egoista, si?

-...........

-...Beh?

-..........

-Ti ha mangiato la lingua il gatto?

Ranma zittì le due Chibi Version facendo scattare l'asciugamano come una frusta e portandoselo dietro le spalle.

-Tsk!!! Io detesto i gatti!!!

Si diresse verso l'entrata dell'appartamento quando dall'angolo comparve Nodoka, radiosa e sorridente come sempre con la sua immancabile katana al seguito.

-Ranma caro, hai terminato gli allenamenti?

-Si mamma. Hai bisogno di qualcolsa?

-Veramente ero venuta solo a vedere a che punto fossi. Guarda chi è venuta a trovarci.

- ...?...

Alle spalle di Nodoka, con il volto basso e un sorriso imbarazzato, comparve Akane.
Lo salutò con un piccolo cenno della mano.

-Ciao Ranma...

-Akane!

Rimase sorpreso; Chibi 1 e Chibi 2 si illuminarono come lui non avrebbe mai osato fare davanti ad occhio umano. Dopo un'intero giorno senza averla vista, passata a rimuginare e rimuginare ancora, averla lì davanti fece svanire tutta la frustrazione come una bolla di sapone.

"Sei Eccessivo!" gli disse una vocina, una terza Chibi Version vestita di rosso con le cornine e il forcone.

"E' solo Akane, sempre uguale e sempre molto poco carina!"

SBONK!

Chibi 2, utilizzando un harisen da guerra tipico giapponese, colpì in pieno il Demonietto Scassa Cavoli lasciando così la possibilità a Chibi 1 di godersi l'apparizione di Akane e a Ranma di non farsi prendere dal sentimento di ripicca nei confronti della compagna.
 
-----------

Akane rimase ad aspettare che Ranma si facesse la doccia nella camera di lui.

Sedette davanti alla scrivania e rimase composta con la schiena dritta, la borsa con i libri e i quaderni poggiata con modestia sulle gambe.

Si sentì sciocca a mantenere quella posizione, quasi non fosse mai stata in camera di Ranma o non ne avesse mai condiviso lo spazio, ma non potè farne a meno.

Era tesa e proprio non riuscì a rilassarsi. Era così dal giorno precedente.

Da quando era andata via dalla Bakery, le note suonate dal fratello di Midori non avevano mai smesso di invaderle la mente. Si sentiva attratta da ogni singola nota, quasi fossero delle piacevoli amiche con il quale dialogare immersi in un bosco oppure in riva al mare, con i gabbiani a far da sottofondo alle onde.

Aveva viaggiato per mille regni e mille mondi nelle ore passate, come sotto un incantesimo, er era così anche in quel momento.

Aveva pensato molto anche agli occhi di Jean, all'intenso colore celeste con il quale l'aveva incatenata al suo sguardo.

Chiuse le palpebre con forza e scosse il capo per cacciar via quei pensieri.

"Io... ce l'ho già un paio di occhi azzurri da guardare!"

-Eccomi, scusa se ti ho fatta aspettare.

Akane sobbalzò quando Ranma entrò in camera; indossava la solita casacca dal taglio cinese e i pantaloni stretti alle caviglie, le braccia scoperte ad eccezione delle polsiere. Aveva ancora i capelli sciolti e lucidi dall'acqua della doccia.

Non era diverso dal solito ma in quel momento Akane non potè negarsi di guardarlo con un occhio di riguardo.

Arrossì vistosamente distogliendo gli occhi.

-Figurati, nessun problema.

Ranma si chiuse la porta alle spalle e avanzò in silenzio fino al letto, ci si accomodò a gambe incrociate e mise le mani sulle caviglie.

Fu il suo turno di osservare di soppiatto Akane.

A differenza di lui, rimasto sempre uguale nel tempo forse perchè il suo fascino gli era valsa la possibilità di non impegnarsi nell'apparire, Akane era innegabilmente migliorata con gli anni: della sedicenne un pò robusta e poco femminile era rimasto ben poco, e i pantaloni attillati che indossava insieme alla camicetta stretta in vita lo aiutarono ad averne conferma. Al collo portava un collarino nero con appeso il ciondolo di un maialino mentre i capelli erano trattenuti composti da un paio di mollette.

A ventun anni aveva finalmente imparato a sistemarsi come si doveva.

Gli risultò affascinante pensare che Akane non si rendesse pienamente conto di mettere in mostra le proprie grazie con una certa abilità.

Ranma si incassò nelle spalle come una tartaruga, non potendo impedirsi di rubarne la figura con gli occhi.

-Allora... che ci fai qui?

Mise il broncio per evitare di sembrare troppo interessato a lei.

-Beh ecco... papà mi ha detto che ieri sei venuto a cercarmi per aiutarti in vista degli esami...

Arrossì: era una scusa veramente patetica e si sentì un idiota ad essere passato per quello incapace a studiare da solo, ma qualcosa doveva inventarsi!

Akane sollevò lo sguardo verso di lui mostrandogli la borsa.

-Così ho pensato di passare e approfittarne per prendere gli appunti delle lezioni a cui sono mancata.

Gli sorrise e lui tacque.

Sistemarono i libri sulla scrivania e Ranma si sedette al tavolo.

Mentre Akane copiava dai suoi quaderni, lui approfittò per legarsi nuovamente il codino.

-Sei consapevole che io non sono un granchè a prendere appunti, vero?

-Lo vedo. Santo cielo, Ranma. Come pensi di passare gli esami se non fai più attenzione alle lezioni... questi appunti sembrano presi con le pause, non si capisce quasi niente!

-Sgrunt! Se volevi gli appunti fatti bene, potevi venire alle lezioni e prenderteli da sola.

Fu la volta di Akane di mettere il broncio.

-Non ne avevo voglia!

-Ma brava, adesso fai anche la presuntuosa che salta l'università quando le pare?

-Chi sarebbe la presuntuosa!?

-Qui ci sei solo tu!

-Ma ti sei mai fatto un'esame di coscienza? Tu mi batti di sicuro a presuzione!

Ranma sorrise beffardo.

-Ah, io ti batto in qualsiasi cosa!

-......

Akane lo guardò fra l'infuriato e il perplesso, sconcertata dal fatto che non si fosse reso conto di essersi dato del presuntuoso da solo. Abbassò gli occhi e continuò a prendere appunti.

-Ma si può essere più stupidi...?

-Che hai detto?!?!?!?

-Niente, Niente.

Ranma tirò su un pugno guardandola talmente male che sperò di farle prendere fuoco.

Rimase in silenzio per una manciata di secondi, quindi a mezza voce le parlò di nuovo.

-In ogni caso, che fine avevi fatto? ... Perchè non sei venuta all'università?

Akane smise di scrivere.

Attese.

-... Allora?

-Io... non me la sono sentita di venire. Ero stanca e il giorno prima non ero riuscita a dormire...

"TU non eri riuscita a dormire, eh?"

Chibi 2 trattenne Chibi 1 per le spalle per evitare che inveisse contro la compagna.

Non parlarono per un pò, Ranma ribollendo nel volerle dire quanto avesse dormito male lui per la sua sceneggiata e lei apparentemente persa in qualche pensiero.

Fu lei la prima a interrompere il silenzio.

-Senti Ranma...

-Che vuoi?

Non riuscì ad impedirsi di risponderle con tono acido.

-Io... volevo scusarmi...

-Eh?

L'acidità scomparve e Ranma si fece attento, le Chibi Version anche.

Akane annuì senza guardarlo.

-Si insomma... per la scenata dell'altra sera.... non avrei dovuto prendermela così tanto...

Chibi 1 fece gli occhi grandi da bambino davanti al barattolo di marmellata aperto mentre Chibi 2 annuì fiero del comportamento della ragazza.
Ranma si limitò ad osservarla, studiandone il profilo dall'espressione dispiaciuta. Il cuore battè più lento e più a fondo: dunque era tutto finito?

Trattenendosi dal sorridere come l'alter ego nel suo cervello, abbassò il viso a sua volta.

-Non fa niente. Non è stata colpa tua, avevi tutte le ragioni per arrabbiarti...

Akane lo guardò di sfuggita: lo scoprì in imbarazzo quanto lei e le fece tenerezza.

-Comunque ho davvero apprezzato i tuoi regali... erano i migliori che potessi aspettarmi. Grazie ancora per averci pensato, Akane.

Si massaggiò la testa con la guardando il soffitto chissà dove.
Akane riconobbe in quel comportamento tutto il lato buono del proprio fidanzato, tutta la tenerezza che poteva nascondere dietro al suo solito carattere presuntuoso e sfacciato.

Interrogò inconsciamente il suo cervello: fu ben lieta di scoprire che non c'era più alcuna canzone che vi volteggiasse dentro.
Il cuore le si gonfiò. Solo Ranma avrebbe potuto riempirle di nuovo la testa.

Sorrise timida e raggiante nello stesso momento.

-Ne sono contenta. Ora forse è meglio tornare a studiare... finito di copiare qui ripassiamo tutti gli argomenti per domani.

Lei tornò a scrivere, lui si limitò a guardarla per un pò.
Sorrise non visto. Era tutto passato.

---------

Trascorsero la mattinata a studiare e si presero anche qualche ora dopo il pranzo.
Arrivati alla soglia delle tre di pomeriggio, Ranma si dichiarò sconfitto.

-Basta, non ce la faccio più! Questa è l'unica cosa in cui proprio non posso vincere!

-Se ti impegnassi di più a lezione, come ho già detto, non faticheresti tanto.

Le sorrise sornione.

-A che mi serve stare attento, se tanto poi ho te che mi spieghi tutto con calma?

Akane arrossì un pò nonostante il broncio.

-Sei un approfittatore...

-No, sono solo furbo!

Ranma saltò in piedi con malagrazia, tirando su le braccia e stiracchiandosi per bene.

-D'accordo, basta studiare! Ho voglia di uscire! Che ne dici di andarci a fare una passeggiata?

Akane chiuse i libri rassegnata.

-E dov'è che vorresti andare, sentiamo?

Ranma pose i palmi delle mani sulla scrivania sporgendosi verso di lei.

-Tu dove hai voglia di andare?

Apparte la distanza ravvicinata fra i loro volti, Akane arrossì al tono con cui le parlò: sembrò veramente interessato a farla scegliere, senza la solita pigrizia nel voler attivare il cervello.

-Beh... io andrei volentieri al parco, vista la giornata.

Lui annuì sorridendo.

-Bene. Vada per il parco.

Intimamente radiosa all'idea di farsi una serena passeggiata con Ranma, Akane si limitò ad annuire sorridendo quanto bastava.
Sistemarono le loro cose -o per essere più precisi, Ranma lasciò tutto disordinatamente sulla scrivania mentre Akane riprese i suoi quaderni- salutarono Nodoka e il signor Genma, rientrato nel frattempo da una commissione per la moglie, e si avviarono fuori da casa.

Ranma si stiracchiò di nuovo.

-Ahhhhhhh, non c'è niente di meglio che l'aria fresca, di domenica! Dovrebbero vietare i test il lunedì.

-Dici un sacco di stupidaggini, lo sai?

-Sei una secchiona.

-Meglio che essere un asino.

-Puoi ripetere?!

Lei rispose con una linguaccia e scattò avanti, facendosi inseguire e inveire per una manciata di metri.

Il tempo di svoltare l'angolo e, come sempre quando tutto andava bene, qualcosa doveva per forza ad interrompere.
Il tintinnio del campanello nella bicicletta di Shampoo si intromise nei loro finti battibecchi.

-Nihaaaaao Lanma!

-Oh no, un'altra volta! Ma allora è un incubo!

Akane si abbassò per evitare lo sconto e, Inverosimilmente, all'arrivo della cinesina Ranma riuscì a schivare la bicicletta costringendo Shampoo a derapare.
Ranma sorrise trinfante.

-Ah! Stavolta non mi hai preso, Shamp...!!!

Agile come la felina che l'ha maledetta, la Gattina saltò giù dal suo mezzo lasciandolo cadere a terra e raggiungendo il suo "tesoruccio" con un balzo. Gli prese le mani.

-Che cosa romantica incontrarci così per strada, Amoluccio! Stavi venendo da me, giusto Tesolo?

-Da te? E per quale motivo mai? E tu non ti arrabbiare!!

Dal canto suo Akane stava già cercando di capire se infuriarsi o meno: non certo con Ranma, in quel momento, ma con quella maledetta cinese che sembrava avere un sesto senso per rovinarle la vita. Si guardò attorno come in attesa di veder comparire Kodachi e Ukyo.
Si sorprese quando Ranma la chiamò puntandole contro l'indice e anticipando una sua reazione: le lanciò uno sguardo fulminante, ma si concentrò più sull'idea che non si fosse dimenticato di lei nell'istante stesso in cui era comparsa la rogna cinese.

Quello la fece sbollire e, intimamente, le fece piacere.

-Shampoo, oggi non ho proprio voglia di stare appresso ai tuoi giochetti!

Chibi 2 annuì fiero.

-Bravo! Così si fa!

Shampoo lo guardò battendo gli occhioni con sguardo interrogativo, come se la capacità di capire toni di voce e occhiatacce non le appartenesse.

-Ma Amole, di che giochetti parli? Sono venuta perchè devi mantenere la tua promessa.

Chibi 2 si fece bianco.
Ranma rimase perplesso.

-Promessa? Quale promessa??

-Si! Quale promessa, Ranma???

Chibi 2 guardò furente Chibi 1, impegnato a cercare di ricordare di cosa stessero parlando sudando freddo.
Shampoo mise un broncetto poco convincente.

-Ma come, Amole, non ricordi più? Hai promesso che se ti avessi lasciato andare il giorno del tuo compleanno, il primo giorno libero saresti stato tutto il pomeriggio con me.

Ranma si fece di pietra.

-Si, in effetti potrei averlo detto...

Chibi 1 si stropicciò le mani, Chibi 2 prese fuoco diventando minaccioso.

-Che cosa hai fatto??!!!

-Dovevo pur liberarmi di loro in qualche modo!!!!

Chibi 2 saltò al collo di Chibi 1 con la seria intenzione di ucciderlo.

Ranma guardò Shampoo ingoiando a vuoto.

-E...ecco, io veramente non credo di averlo mai detto...

Sorrise cercando di essere credibile.

Lanciò uno sguardo alle sue spalle: Akane era ancora lì con espressione indecifrabile.
Shampoo gli strinse maggiormente le mani.

-Si che l'hai detto! Non puoi rimangiarti la parola, Lanma!

-Ma ecco! Io adesso proprio non posso..

-Perchè mai, stai forse andando da qualche parte?

-Si ecco... io veramente avrei un impegno con Akane...

-E tu preferisci quel maschiaccio a me!!!!???

-No! Certo che no! Non è questo!!!

Ah! Incastrato!
L'imbarazzo lo placcò come un giocatore di Rugby impedendogli di andare oltre.
Se fosse dipeso da lui, Ranma non avrebbe saputo se diventare rosso per l'imbarazzo o bianco per la situazione.

Spiò di nuovo le reazioni di Akane che gli apparve pensierosa. Pericolosamente Pensierosa.

Akane stette in disparte.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Da copione avrebbe dovuto urlare un pò, arrabbiarsi perchè lui aveva fatto una promessa stupida, andarsene via scocciata, venire inseguita e  bla bla bla.
Fu proprio un "blablabla" quello che arrivò alla fine delle sue riflessioni, l'arrabbiatura che le fuggì di dosso come aria da un palloncino.

Aveva voglia di discutere dopo aver fatto pace un momento prima?

Proprio no. Forse quello che aveva detto a Ranma il giorno del suo compleanno, ossia che fare i capricci iniziava ad essere pesante, avrebbe potuto valere anche per lei.

Quanto meno ci aveva provato a dichiarare che stava uscendo con lei.

Terminò le proprie meditazioni espirando con rassegnazione.

-Ranma..

-Eh?!!!?!?! Si, che cosa c'è, Akane?

Si mise sull'attenti. Sudò freddo.
Lei lo guardò senza un'espressione particolare.

-Dimmi la verità, hai promesso di uscire con lei?

Per Ranma il suo tono fu terribilmente calmo. Troppo calmo. Non seppe se spaventarsi o sorprendersi. Guardò altrove.

-Ecco...

-Sii sincero, per favore..

-Sisi, Lanma ha promesso di stare tutto il giorno con me!!!

La cinesina gli si attaccò al braccio, tutta cuori e stelline. Ranma cercò di staccarsela di dosso. Guardò Akane ancora in attesa.

-........

-........

Abbassò colpevole lo sguardo.

-Ecco... si insomma, potrei averlo detto senza pensarci..

-Hai visto che ti sei ricordato!!! Amoooole, ci divertiremo un sacco insieme!!!

-La vuoi smettere per un secondo Shampoo! Io non ho alcuna intenzione di uscire con te! L'ho detto solo perchè non volevi lasciarmi in pace! Akane ascolta, io non volevo...!

Akane sospirò di nuovo e gli diede le spalle.

-Non ti preoccupare, non fa niente. Esci pure con Shampoo. Usciremo un altro giorno.

A Ranma non piacque per nulla la sua voce: troppo tranquilla... troppo colloquiale.
Cercando ancora di liberarsi della piovra cinese la inseguì.

-No Akane, aspetta un secondo!

Lei si fermò e si voltò permettendogli di raggiungerla

-Dimmi Ranma, cosa c'è?

-Ecco....

"Perchè diamine è così tranquilla???"

Ranma mise il broncio, Shampoo attaccata ad una sua gamba come una cozza.

-Come... come mai non sei arrabbiata?

-....Dovrei esserlo?

-N...no, non è questo E MOLLAMI!!!!! Insomma, a questo punto di solito tu...

Akane piegò il capo da un lato.

-Preferiresti che mi arrabbiassi?

-Aehm.... aaah....

Persino Chibi 2 ebbe difficoltà a rispondere a quella domanda, figuriamoci Chibi 1 e Ranma.
Gli diede nuovamente le spalle.

-Prima o poi dovrai cominciare a prenderti le tue responsabilità, non credi? Noi usciremo un'altra volta. Mi raccomando però, non fare troppo tardi se no domani dormirai in classe, come sempre.

-Brava Akane! Vai a casa e riposati! A non far fare tardi a Lanma ci penserò io...

Shampoo sottintese chissà quali cose nella propria mente, disegnando circoletti sul petto di Ranma.

-Cosa, non scherziamo! Akane!! Aspetta, dove stai andando!

Lui cercò per l'ennesima volta di liberarsi dalle spire cinesi ma Shampoo lo trattenne abbastanza da farlo cadere per terra e avvinghiarglisi contro.

Mentre Ranma schivava il  nuovo assalto di Shampoo alle suelabbra, Akane si fermò un momento pensierosa.

-Sai... Credo che andrò a prendermi un'okonomiyaki da Ukyo. Bé, ci vediamo Ranma!

Accelerò il passo nell'andarsene ed a nulla valsero i richiami di Ranma, lasciato lì a combattere da solo.
Sapeva benissimo che Shampoo non l'avrebbe mai convinto a portarla fuori, se non di malagrazia: più probabilmente avrebbe tentato la fuga quanto prima.

Avvisarlo del suo desiderio di Okonomiyaki era stato un sottile modo per fargli sapere dove avrebbe potuto trovarla.

Sapeva anche che l'avrebbe cercata.

In quel momento però, una domanda le passò per la testa: se per scappare a Shampoo le aveva promesso un'uscita... per riavere i biglietti della serata alla palestra che lei gli aveva regalato, cosa poteva mai aver promesso a Ucchan?
Con quel quesito svoltò l'angolo, sparendo definitivamente dalla vista del compagno.
________________

Ben arrivati fin qua!

Approfitto sempre per ringraziare chi ha recensito, scusandomi oltremodo per non aver ancora risposto a tutte! ^^''' Voglio essere sincera, non ho risposto personalmente perchè un pò mi sento in imbarazzo... è molto che non scrivo e siscuramente non è la mia miglior dote e rispondere solo con un grazie mi sembrava davvero sciocco.

Grazie quindi a LadyChiara93, PolpettinaFritta, Valerie_85, Kodocha, Gabele11, PazzaDiLui e Ahlena83

Vorrei anche ringraziare Miss Hinako per la sua recenzione critica e invito tutti coloro che mi leggono a non farsi remore a segnalarmi errori o eccessivi discostamenti dalla storia! E' vero che le ff nascono per condividere un idea che si ha, ma se posso migliorare ed evitare di farvi perdere tempo a leggere una cosa fatta male sono più felice!!!!

Alla prossima per chi ci sarà!!! ^a^//

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Capitolo 5
*** L'uomo miticizzato dalle donne ***



Ingoiò un boccone di okonomiyaki con mal celata frustrazione, avventandosi su quel pezzo di cibo immaginandosi di poter mordere Ranma alla giugulare.

Fortunatamente Ukyo era troppo impegnata a servire altri clienti per accorgersi del suo stato d'animo. Fissando la parete davanti a lei, Akane analizzò il comportamento immaturo del proprio fidanzato: a Shampoo aveva promesso un'uscita a due, ma ormai quella scusa era vecchia quasi quanto Happosai, fastidiosa sì ma sempre attuale; con Ukyo invece era stato leggermente più subdolo.

Invece di prometterle chissà quali uscite, approfittando della maggiore diplomazia dell'amica d’infanzia, Ranma le aveva detto che il biglietto per la palestra lo aveva già offerto a Ryoga, che lui già sapeva di quelle attività e aveva preventivamente invitato l' "Amico", in modo che Ryoga avesse tutto il tempo sia per perdersi, sia raggiungere il luogo dell'appuntamento.

Sebbene ritenesse che la scusa reggeva, Akane non poté fare a meno di sentirsi un po’ presa in giro.

La cosa che più la infastidì però non fu tanto la stupidaggine detta da Ranma, ma piuttosto la sicurezza che fosse andata proprio così!

Pensò a una situazione normale: una pretendente del proprio fidanzato racconta una cattiveria con la subdola intenzione di far litigare la coppia e approfittare dell'incrinatura. Possibile.

Peccato che nel loro gruppo non ce ne fosse uno normale, e che le sue avversarie risultassero alle volte talmente ingenue da farle tenerezza, proprio come in quel caso: Ukyo non ebbe il minimo dubbio sulla lealtà di Ranma nel dirle quella bugia.

Sulle sue gambe anche il piccolo P-chan, incontrato lungo la strada per andare verso il negozio di Okonomiyaki, mangiò il pezzettino di omelette offertagli con una certa furia.

Interiormente Ryoga fremette all'idea che Ranma lo avesse usato come scusa per scappare da una ragazza in modo tanto vigliacco.

Ukyo tornò da lei una volta terminato il servizio.

-E dunque, Ranma in realtà sarebbe dovuto andare con te alla palestra? ... Chissà perché ha deciso di non dire la verità..

Akane la guardò perplessa e infastidita.

-Mi sembra ovvio. Perché si vergognava!

Ukyo alzò gli occhi al cielo trasognante.

-Si vergognava! Oh, che dolce, non voleva farmi soffrire per aver preso un impegno senza sapere quello che stavo preparando per lui. Che idea tenera!!!!

Akane non seppe se piangere disperata dall'idiozia di quella fantasia o mettersi a ridere.

Si domandò come avrebbe potuto mai vivere tranquilla con tutta quella gente così poco incline alla verità. Abbassò la testa sconsolata.

-Non ho neanche la forza per commentare...

Possibile che l'unica possibilità fosse accettare la situazione così com'era? Che la vita sarebbe trascosta fra piccole bugie e continue negazioni della realtà?

Spostò indietro la sedia appoggiando le braccia incrociate sul tavolo e poggiandovi sopra la nuca. Chiuse gli occhi. Non proprio in una posizione graziosa ma sicuramente adeguata al suo stato d'animo, a metà fra la rassegnazione e la disperazione. Espirò esausta, P-chan che ne osservava il volto in ombra da sopra le gambe.

Stette così per un po’.

Seppur distratta, la voce di Ucchan le arrivò forte e chiara.

-Buongiorno e benvenuti. In cosa posso servirvi? Oh, è lei Signor Yamashita. Bentornato. Le preparo le solite due okonomiyaki?

Akane riaprì gli occhi di scatto e altrettanto di scatto sollevò la testa.

-Come KYAAAAI?!

Per la posizione che aveva assunto il suo movimento fu troppo brusco: nell'alzarsi la sedia le scivolò via da sotto il sedere facendola finire per terra, attirando su di sé l'attenzione di Ukyo e dell'intera clientela.

-Akane! Si può sapere che cosa combini?!

Ukyo si sporse dal bancone per guardarla mentre si massaggiava il fondoschiena.

-Ahi ahi ahi, sono scivolata giù dalla sedia...

-Lo vedo...

Aprì gli occhi prima girandosi per osservarsi la schiena, quindi spostando l'attenzione per incrociare lo sguardo di Jean che la guardava dall'alto al basso. Da terra lui le parve davvero un gigante.

Rimase inchiodata allo sguardo di ghiaccio del pasticcere: non seppe interpretarne appieno l'espressione, ma le parve di intuirvi un accenno di curiosità e sorpresa molto simile a quello che aveva provato lei nel sentire il suo nome. Di sicuro, la reazione non era stata la stessa!

Si guardarono per alcuni secondi senza muoversi. Fu un cliente vicino ad Akane a offrirle la mano per alzarsi, distraendola dagli occhi di Jean.

Lei accettò diventando porpora per la vergogna, sorridendo e inchinandosi per ringraziare e scusarsi del suo comportamento scomposto. Si scusò con chi l'aveva aiutata, con gli altri avventori, con Ukyo, il tutto sorridendo e agitandosi un po’ troppo.

-Akane, abbiamo capito... ora calmati, per favore...

Ukyo le parlò con calma, anche lei in imbarazzo per il comportamento della compagna di scuola e già all'opera sulle okonomiyaki ordinate da Jean non si sa bene quando. Infatti non le parve che dalle sue labbra fosse uscita alcuna parola.

-Scusami.

Sollevò la sedia e si sedette facendo meno rumore possibile, chiudendosi nelle spalle e prendendo in braccio P-chan quasi a farsi da scudo con lui.

Tenne lo sguardo basso per un po’, quindi di soppiatto spiò Jean alla sua sinistra. Lui non la guardava più, aspettando in silenzio il suo taciturno ordine.

Che cosa ci faceva lì il fratello di Midori?

"Perchè dovrebbe esserci!" le urlò una parte razionale del suo cervello.

Quello era un negozio di okonomiyaki, e chi ha detto che i giappo-americani alti, mori, con gli occhi chiari e  con nomi apprezzare le okonomiyaki?!

E ancora, che cosa poteva mai importargliene a lei dei fatti di Jean?

Immobile e indecisa se guardare lui o guardare P-chan, Akane passò così tutto il tempo servito a Ukyo per cuocere e impacchettare quanto richiesto.

Sorrise al cliente e consegnò il tutto.

-Ecco a lei, Signor Yamashita. Le auguro buona giornata e torni a trovarci.

Jean prese le omelette e s’inchinò apparentemente senza una parola, con i suoi soliti due secondi di fermo; raddrizzò la schiena e si voltò per andarsene.

Nel farlo, ad Akane non sfuggì quel millesimo di secondo in cui si fermò  a guardarla prima di uscire definitivamente dal negozio. Lo vide sparire svoltando sulla destra.

Ukyo notò che Akane fosse rimasta a fissare l'entrata del negozio: si affacciò da dietro il banco per spiare il viso di Akane.

-Akane?... Ci sei?

Le passò una mano davanti agli occhi cercando di attirarne l'attenzione ma nulla.

Anche P-chan, dalla sua posizione, cercò di attirare l'attenzione della "padroncina" senza troppi risultati: infastidito, saltò via dalle gambe di Akane e corse dietro il banco osservato da Ukyo.

"Sarà andato a cercare dell'acqua calda?"

Ucchan tornò su Akane, ritenendola molto simile a un cane che abbia fiutato qualcosa di interessante o sia in attesa di vedere una pallina saltargli davanti per correre a catturarla.

Dopo qualche attimo, all'improvviso Akane si alzò dalla sedia, stavolta senza caracollare per terra.

-Ucchan, grazie per l'okonomiyaki! Devo scappare, ciao!

Uscì di corsa dal locale lasciando i soldi sul bancone e Ukyo con una sensazione di dejà vu. Con una gocciolona sulla fronte e la spallina scesa per la perplessità, Ucchan non poté negarsi di pensare che Ranma e Akane sembrassero essere fatti della stessa pasta, visto il modo in cui scappavano dal locale negli ultimi giorni.

Guardò i soldi che lei le aveva lasciato, già pronta a conteggiare il denaro mancante ma si trovò davanti al doppio del dovuto.

Batté le palpebre, pensierosa. Sorrise soddisfatta.

-Oh bè, vorrà dire che coprirà i soldi mancanti di Ranma! Così non ci andrò in perdita!

Canticchiando serenamente portò i soldi in cassa tornando quindi al suo mestiere di cuoca.

-Buongiorno e benvenuti. In cosa posso servirvi?

---------------------------

Ranma si avviò rapidamente verso il negozio di Ukyo, l'espressione imbronciata e i capelli arruffati.

-Maledetta Shampoo, possibile che sia sempre così appiccicosa! Peggio della colla!

Era riuscito a liberarsene dopo una bella dose di salti a destra e a manca per i tetti di Nerima, fingendo l'atterraggio su uno di questi andando invece a nascondersi dietro l'angolo di un vicolo.

A ben guardare, gli anni trascorsi a scappare dalle sue ammiratrici e da vari padri, zii, nonne, cugini e animali delle stesse, sicuramente avevano migliorato la sua velocitàdi fuga capacità di nascondersi. Chissà che non dovesse addirittura ringraziarli per tutte quelle grane che gli procuravano.

Rallentò il passo, ormai quasi arrivato a destinazione. Passando davanti ad una vetrina diede un'occhiata al proprio riflesso, avvicinandosi per sistemarsi i capelli sfuggiti al codino a causa della folle corsa.

Chibi 2 guardò maliziosamente Chibi 1 che si sistemava i capelli.

-Ti fai bello?

-Fatti i fatti tuoi...

Chibi 1 sciolse i capelli e se li ingellò... se li scompigliò di nuovo e fece la cresta... mosse la testa e si fece la frangia da emo...

Chibi 2 gli si appoggiò alla spalla con espressione di chi la sa lunga e un sorriso sghembo.

-Ti fai bello per Akanuccia?

Chibi 2 tacque guardando altrove.

-Su, non fare il timido, parla con il tuo amichetto Ranma.

-Chi ha detto che tu ed io siamo amici?

-Non puoi mentirmi... tu ed io siamo la stessa persona.

-Non posso mentirti ma posso ignorarti...

-Ah! Allora ho ragione!

-Stai zitto!!!!

-Ho ragione!!!!!

Chibi 1 cercò di strozzare un divertito e maligno Chibi 2; intanto Ranma terminò di sistemarsi i capelli nel consueto codino.

Inspirò dandosi dello stupido, infilò le mani in tasca e si avviò.

Camminando, ammise a se stesso che fu piacevole sapere esattamente dove andare, una volta liberatosi della rogna cinese, invece di mettersi a girare per tutta la città. E forse, a ben sperare, avrebbe persino trovato Akane non infuriata con lui.

L'idea gli fu estranea e immaginarla fu ancora più impensabile, eppure analizzando quello che era successo poco più di un'ora prima, la possibilità non era da scartare.

Mancavano pochi passi per arrivare al negozio di Okonomiyaki.

Akane gli aveva chiesto se avrebbe preferito che si arrabbiasse.

Ovviamente no, non voleva che fosse arrabbiata, ma era altrettanto vero che quella mancanza di furia da parte sua gli era un po’ dispiaciuta.

-Ti rendi conto di quanti "un po’", "ma", "eppure" e tempi condizionali usi? Se fossi più sincero e diretto faresti meno fatica!

-Fai silenzio.....

Chibi 1 cercò di strozzare Chibi 2, con gli occhi iniettati di sangue,  nel tentativo di non farsi analizzare ancora.

"Non è da Akane rimanere calma... forse stava fingendo... però mi ha detto dove stava andando, invece di prendermi a calci. Che stia iniziando a fidarsi almeno un pochino? ... Forse dovrei smetterla di mentire a tutte e cercare di essere un po’ più concreto..."

-Esatto!

-Taci, ho detto!!!

Chibi 2 espirò svenendo strozzato da una corda da accappatoio.

Con quei pensieri in testa  Ranma arrivò definitivamente da Ukyo.

Spostando le tendine sopra l'entrata guardò all'interno già alla ricerca della compagna.

La moretta si illuminò vedendolo entrare e gli sorrise da dietro il bancone.

-Oh, buongiorno Ranchan! Che bella sorpresa!!!

-Buongiorno Ucchan.. Akane è qui, per caso?

-Ma come... vieni a trovarmi e la prima cosa che mi domandi è dove sitrova Akane? Sei cattivo.

Ranma le sorrise.

-Avanti Ucchan, ti ho fatto solo una domanda...

-RANMAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!

Giusto il tempo di entrare e avvicinarsi all'amica che da dietro il banco comparve Ryoga, ancora umido e fumante per l'acqua calda. Gli prese il colletto della casacca con entrambe le mani.

-Ryoga, ma sei impazzito!

Lui gli avvicinò il viso tanto da far toccare le fronti.

-Ranma, maledetto... come ti sei permesso di usarmi come sporca copertura per mentire a Ukyo e riprenderti il regalo che la dolce Akane aveva comprato per il tuo compleanno??? Sprecare così un gesto tanto generoso...

Le guance di Ryoga si bagnarono di lascime dolci amare al pensiero della gentilezza di Akane purtroppo non rivolta verso di lui.

Ranma sorrise sollevando le mani in segno di resa.

-Ma cosa ti viene in mente, Ryoga. Non lo farei mai..

-Non prendermi in giro!!! Akane e Ukyo ne hanno parlato non più di mezz'ora fa!!!

-E tu ci hai messo mezz'ora per tornare normale?

Domandò con perplessità. Ryoga strinse maggiormente sul colletto, l'espressione indemoniata.

-Hai la vaga idea di cosa significhi riscaldare dell'acqua in una teiera trasformato in un porcellino, razza di delinquente?

-Ahahahahaa, si, forse hai ragione. Comunque..

Ranma riuscì a penetrare l'attacco di Ryoga infilando le mani all'interno delle sue braccia, separandogliele con un gesto secco per separarlo dal suo colletto e dunque saltandogli in testa, facendogli sbattere la faccia contro il pavimento. Rimanendogli sopra la nuca portò la mano destra alla fronte e si guardò in giro, simile a un marinaio che scruti l'orizzonte.

-... Dunque Akane era qui. E adesso dove è andata?

Ukyo incrociò le braccia mettendo lo stesso broncio poco credibile usato da Shampoo.

- E' uscita poco fa. Credo che abbia seguito il signor Yamashita.

-Eh? E chi sarebbe questo Signor Yamashita?

Nella mente di Ranma si formò l'immagine di un vecchio signore bassino col bastone e gli occhiali, bisognoso di aiuto nel portare le borse per tornarsene a casa.
-Maledetto, ti vuoi togliere da sopra la mia testa?
Ryoga fu palesemente ignorato.
-Un tizio alto, moro, con gli occhi azzurri che lavora in una basticceria qui intorno... Non so di preciso che pasticceria sia ma ho sentito alcune clienti che ne parlavano molto bene! Ho sentito parlare molto bene anche di lui... sembra che tutte le donne se ne innamorino a prima vista.

Sciolse l'intreccio delle braccia e dimenticò di tenere il muso a Ranma: sollevò l'indice verso le labbra e si fece pensierosa.

-In effetti, devo ammettere che è un gran bel ragazzo... non fatico a credere che che possa frare strage di cuori... sembra un divo del cinema...

Tornò a guardare Ranma, sorridendogli nuovamente innamorata  e civettuola.

-Però non sarà mai affascinante quanto te, Ranchan!

Ranma però non la stava più acoltando, la sua attenzione volata da tutt'altra parte.

-Ranma... dannato... ti vuoi... togliere!!!!

Ryoga riuscì finalmente a sollevare la testa da sotto i piedi di Ranma, cercando di colpirlo subito dopo con un pugno abilmente schivato; cercò di colpirlo con un calcio ma niente anche in quel caso.

Ranma gli diede le spalle senza colpo ferire e uscì rapidamente dal locale.

-Maledetto vigliacco! Torna qui!!!

-Ma, Ranma!!! Si può sapere che ti prende???

Ryoga inseguì Ranma fuori dal locale riuscendo per un istante a non perderlo di vista e rischiare quindi di perdersi chissà dove; Ukyo fece lo stesso affacciandosi fuori dalla porta.

-Accidenti, non mi piace proprio questo suoatteggiamento! Non ci si comporta così con la propria fidanzata! Konatsu, pensa tu al locale!

-Come desidera, Signorina Ukyo!!!!

Detto questo, anche Ukyo uscì dal negozio all'inseguimento di Ranma.

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Akane ritrovò Jean dopo pochi vicoli. Per istinto si era diretta verso la Bakery e, fortunatamente, poteva vantare un senso dell'orientamento migliore di quello di Ryoga.

Svoltato un angolo a sinistra, si era scoperta alle spalle del ragazzo. Come un fulmine tornò indietro e si mise a spiarlo prima da dietro l'angolo stesso, poi lungo le strade. Lui non sembrò essersi accorto di nulla.

Mentre passava da un muro all'alto, celandosi dietro ai lampioni o scivolando contro le pareti neanche fosse uno 007 giapponese contro la yakuza, Akane si rese conto di comportarsi in maniera stupida. Eppure sembrò non poterne farne a meno!

"Ma guarda che razza di idiozie mi tocca fare... e perché poi?!!

S’interrogò ma non ricevette risposta: il cervello continuava a muovere il corpo all'inseguimento senza curarsi di darle una spiegazione logica.

Alla fine, costretta a doverci riflettere da sola per raggiungere una soluzione, lasciò vagare i pensieri.

Cos'è che la stava attirando tanto di quello strano ragazzo?

A ben guardarlo, proprio come la prima volta, ad eccezione dell'altezza non le sembrò che avesse tanto altro d’interessante.

Sì, era indubbiamente carino... anche se a detta di tutto lo squadrone femminile visto alla pasticceria, definirlo "carino" sarebbe stato un insulto ad un Dio!

Lo trovava affascinante? Forse. Era attratta dal colore dei suoi occhi? Mh.... no... fin troppo azzurri, a suo parere!!! A lei piacevano di un azzurro un po’ più intenso e profondo.

Formulando quello specifico pensiero, per un momento la schiena di Jean che stava seguendo fu nascosta dall'immagine di Ranma.

Si fermò a riflettere: intanto Jean si fermò a osservare un banco di libri di qualche tipo.

Akane tornò con la mente alla mattina, quando Ranma era rientrato in camera con i capelli ancora sciolti e umidi per la doccia.

Era abbastanza sicura che lui non se ne fosse accorto, ma mentre che si accomodava sul letto con le gambe incrociate, lei l'aveva osservato: l'aveva spiato mentre si pettinava i capelli con le dita della mano destra, ne aveva studiato il viso e l'espressione imbronciata.

Si soffermò su quella.

Chissà, magari non lo avrebbe mai ammesso, o forse non ne fu consapevole fino a quell'esatto momento, ma l'espressione imbronciata di Ranma le piaceva da impazzire.

Certo, il più delle volte avrebbe voluto prenderlo a schiaffi per quella dannata espressione, però al contempo lo rendeva così tenero... e in alcune situazioni persono impacciato... in altre ancora sembrava un bambino capriccioso.

Si scoprì a pensare che i suoi occhi, quando s’imbronciava, assumevano un colore più scuro e penetrante... quando invece arrivava qualche sfida, o combattimento, si trasformandosi in un azzurro sereno e luminoso. E quando gli capitava di essere soli? Non erano forse ancora diversi, di un pacato colore ceruleo, privo di sfaccettature violente e capaci di trasmetterle un senso di intimità?

Sì, decisamente il colore di occhi di Ranma le piaceva di più.

Arrossendo e abbandonando la sua posizione da spia, poggiò la schiena contro il muro.

Si scoprì a mordersi il labbro inferiore. Sollevò la mano destra e si sfiorò la bocca con le dita.

Interrogò di nuovo il subconscio: a cosa stava pensando, ancora?

Per tutta risposta le ricomparve l'immagine di Ranma seduto sul letto ma l'attenzione le si focalizzò sulle sue labbra, sempre imbronciate: scoprì di avere perfettamente in testa il loro colore, l'aspetto e, purtroppo per lei, scoprì di avere in mente anche l'idea che fossero morbide e appetitose.

Sorpresa da quei pensieri nascose la bocca con mano piena: che le fosse venuto in mente di volerle baciare, quelle labbra imbronciate?

Fucsia e fumante dalla vergogna iniziò a scuotere la testa a destra e sinistra.

-NONONONONONO!!! Io non ho assolutamente intenzione di baciare Ranma!!!

Lo disse a voce alta, con le mani entrambe strette davanti al petto, quasi dovesse difendersi da qualcosa.

Smise di scuotere la testa solo quando un'ombra oscurò la luce dietro le palpebre.

Aprendo di colpo gli occhi si trovò davanti Jean, di nuovo, che la guardava dall'alto del suo metro e ottanta con occhi color brina d'inverno.

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Salve a tutti e ben arrivati fin qui!!! ^ò^//

Oggi è il mio compleanno e lo festeggio postando un nuovo capitolo!

In realtà, avrei voluto postarne due, come evento per le Feste di Natale, ma il secondo scritto in fretta e furia stava venendo una bella schifezza... e visto che l'intero gruppo di protagonisti incontrerà per la prima volta i personaggi originali, non mi sembrava il caso di offrirvi un prodotto scadente ;D

Ringrazio come sempre chi ha semplicemnte letto e ovviamente chi ha commentato:


PolpettinaFritta e Gabele11: Akane e io ringraziamo per il sostegno!

Pazzadilui: grazie per il commento sull'allenamento di Ranma! Mi ha divertito scriverlo, lo ammetto XD

Miss Hinako: ringrazio sempre la sincerità sulle aspettative, che mi aiutano a puntare bene la bussola fra le mie idee originali e l'impegno a non distaccarmi eccessivamente dai personaggi della takashi!

LadyChiara93: prometto checercherò di mettere più carne al fuoco, oppure di aggiornare con maggiore velocità!!! ^à^//


A tutti quanti buonissime feste!!!!!! Un abbraccio!!!!!

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Capitolo 6
*** "Inside Out - Orgoglio, Ragione e Sentimento" ***


  
Akane ingoiò a vuoto mentre l'imbarazzo per essere stata beccata -non tanto a seguire il ragazzo davanti a lei, ma a urlare di non voler baciare chissà chi- la bloccò sul posto.
 
Percepì il proprio volto prendere fuoco portando le mani alle guance, tentativo inutile di nascondere il rossore.
 
-Aaaaa... ecco... io...
 
Abbassò gli occhi al terreno, il cervello in fibrillazione vuoto di parole per spiegarsi.
 
Che razza di figura stava facendo! Avrebbe quasi voluto piangere per l'imbarazzo.
 
"Che... che... che cosa cavolo mi invento adesso????"
 
Dopo un tempo imprecisato in cui cercò una soluzione, di soppiatto sollevò lo sguardo verso Jean per vedere che tipo di reazione stesse avendo nei suoi confronti.
 
Con una certa sorpresa, lo scoprì semplicemente a guardarla senza un'espressione particolare, anzi... l'immobile freddo di quegli occhi sembrò spegnere il fuoco che le attanagliava la mente.
 
Notò che l'imbarazzo inizialmente salito alle stelle pian piano andò svanendo, i battiti rallentarono e il respiro tornò regolare.
 
Allontanò le mani dalle guance facendo scivolare le braccia lungo i fianchi. Si guardarono forse a lungo, forse per un istante, il lieve venticello che sollevò fra loro l'aroma delle okonomiyaki e mosse i loro capelli.
 
Lentamente, Jean le diede le spalle, incamminandosi per riprendere il suo cammino.
 
Akane lo guardò allontanarsi di una ventina di passi.
 
Curiosamente lo vide fermarsi e voltarsi nella sua direzione, offrendogli il profilo, apparentemente in attesa che lei lo seguisse.
 
Indecisa se fosse quello o meno il significato del suo gesto, provò a raggiungerlo: Jean la aspettò fin tanto che fra loro si creasse una distanza di un paio di metri, poi si voltò e riprese a camminare.
 
Akane rallentò per scoprire se aveva visto giusto: quando la distanza divenne evidente Jean la aspettò di nuovo.
 
Perfetto, voleva che lo seguisse.
 
Ripresero a camminare, lui avanti e lei poco dietro.
 
Avanzando lentamente osservandogli le spalle, Akane pensò di aver capito cosa l'aveva colpita e spinta a seguirlo: la calma che sembrava avvolgerlo come un'aura.
 
Negli occhi di lui, nel modo di fare, nel modo di muoversi, nell'espressione...tutto sembrava andasse a rilento, senza fretta.
 
Dopo anni trascorsi nella follia, sballottata da un fidanzamento improvviso, una delusione d'amore da accettare, il crescente affetto verso quello che all'inizio era solo uno strano e antipatico ragazzo capace di trasformarsi in ragazza, ammiratori ogni dove, gente che diventava animale e viceversa, mostri volanti, maniaci centenari e altrettanto centenarie mummie cinesi, ragazze che sposano chi le sconfigge senza chiedere permesso a nessuno, donne che sembrano uomini che vogliono uccidere un lontano nemico solo per innamorarsene a una parola gentile detta ingenuamente, matte in body sgambato che spargono petali a destra e sinistra, spiriti, fantasmi, demoni, sdoppiamenti di corpi cambi di personalità, fenici, draghi, tartarughe, anatre, orsacchiotti, angurie, divinità, uomini rana, lezioni di nuoto, recite scolastiche, concorsi di bellezza, gare per andare in Cina e rischi concreti di morire...
 
Sospirò davanti a quel caleidoscopio di ricordi.
 
"Chi non cercherebbe un attimo di pace...."
 
Camminò a occhi chiusi per inerzia, soppesando la sua vita negli ultimi anni, e non si accorse di aver raggiunto il ragazzo.
Dopo averla vista oltrepassarlo e distanziarlo di alcuni passi, Jean avanzò fino a raggiungerla e camminare al suo fianco.
 
Akane continuò ad avanzare con calma, distratta e dimentica di avere Jean come compagno di passeggio; lui si limitò a starle accanto, in silenzio.
 
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Ukyo e Ryoga non ci misero molto a ritrovare Ranma: dopo essere scappato dal locale, un paio d’isolati aveva rallentato il passo fino a fermarsi.
Non avendo calcolato bene lo spazio, Ryoga finì per sbattere contro la sua schiena cadendo a terra.
 
-Ma cosa diavolo so facendo...
 
-Sì, Ranma!!! Cosa diavolo stai facendo!!! Che t’importa di quella stupida oca di Akane?! Voglio dire, poteva aspettarti tranquilla tranquilla da Ucchan e invece ha preferito correre appresso ad un altro? Ma ti sembrano cose da fare??? Anche fosse stato che tu non la raggiungessi per ore, lasciandola lì ad aspettare senza fare nulla, sarebbe comunque dovuta restare lì! Nono, non si merita proprio che tu le corra dietro.
 
La versione Demon Chibi di se stesso gli sussurrò all'orecchio con voluttuosa cattiveria mentre Chibi 2 cercava di liberarsi da corda e bavaglio e Chibi 1 risultava ancora svenuto dal colpo di harisen ricevuto. Libero di agire senza le intromissioni rispettive di Ragione e Sentimento, l'Orgoglio tornò a fare il bello e il cattivo tempo.
 
Sarebbe forse servito ricordare a Ranma che Akane non faceva altro che inseguirlo da... quanto? Cinque anni?? Bah, dettagli inutili.
 
Diversamente dalla mattina, in cui il broncio si univa alla frustrazione di non aver visto la compagna, in quel momento  l'espressione di Ranma divenne non solo imbronciata, ma anche irritata e infastidita.
 
Al suo fianco Ucchan, sopraggiunta dopo Ryoga, da qualche minuto cercava di parlargli senza riuscire ad avere risposte. Gli passò la mano davanti agli occhi.
 
-Ehi, Ranchan? Mi senti?? Si può sapere perché sei così strano oggi?
 
Ranma si cruciò ancora di più: senza neanche guardarla strinse il pugno con forza.
 
-Tsk, e da quando in qua dovrei essere io a preoccuparmi per lei. Che facesse come le pare! Io me ne torno a casa!
 
Con un gesto stizzito mise le mani in tasca e girò su se stesso prendendo a ritroso la via appena percorsa, incurante se nel camminare avesse finito per calpestare Ryoga.
 
-Ma, Ranchan!!! Perché ti comporti così?
 
Ukyo assunse l'atteggiamento da fanciulletta innamorata che viene ignorata, con gli occhioni grandi da lacrime e le mani strette al petto, già pronta a seguirlo. Ci pensò Ryoga a tagliarle la strada, sollevandosi quando lei gli camminò sopra.
 
-Ranma, maledizione!!! Vuoi deciderti a darmi retta o vuoi che ti uccida alle spalle!!!!
 
Balzò verso Ranma, distante una decina di metri, con l'intento di sferrargli un pugno.
 
L'altro si fermò voltandosi di tre quarti, minaccioso, il pugno chiuso pronto per rispondere.
 
-Non sono proprio dell'umore, Ryoga! Ti conviene lasciarmi in pace se non vuoi che ti spacchi la faccia!!!
 
-Maledetto presuntuoso, ora ti faccio vedere io!!!!!!
 
Poco mancò all'impatto che entrambi furono costretti a retrocedere per evitare i cinque attrezzi taglienti e catenati immediatamente riconducibili a un attaccodi Mousse.
 
-Ranma Saotomeeeeeee!!!!!
 
La seconda piaga cinese piombò in mezzo ai due avversari provocando l'ennesima serie di danni alle strade di Nerima. Evitati i massi volanti, Ryoga gli inveì contro.
 
-Dannato papero! Stavi per colpirmi!
 
-Non ti intromettere! Ranma Saotome!! Come ti sei permesso di invitare Shampoo a un appuntamento galante!!! Shampoo è la mia fidanzata!!!
 
Attaccò Ranma con una serie di attrezzi nascosti nelle maniche dell’abito, tutti rigorosamente catenati e disparati, fra cui trappole per orsi, coltelli, sciabole, sfere e mazze chiodate... ci mancherebbero giusto delle pistole con comando a distanza... bah, nel futuro chi può dirlo.
 
Ranma evitò ogni colpo, retrocedendo abilmente un salto dopo l'altro. In un momento di tregua, nel quale riuscì a fermarsi in ginocchio pronto al contrattacco, con un sorriso ferino e gli occhi incandescenti guardò il cinesino.
 
-Ma sì, perché no... ho proprio bisogno di scaricarmi un po’...
 
-Si, si!!! Scaricati! Fai a botte!! Mena le mani!!! Chi se ne frega di Akane!!! Sei un uomo e gli uomini combattono, si sfidano, vincono le battaglie!!!!! AL BANDO I SENTIMENTALISMI!!!!VIOLENZA GRATUITA!!!!!!!
 
Demon Chibi saltellò per tutta la mente di Ranma in uno stato di Epifania euforica, gli occhi iniettati di sangue e lingue di fuoco che gli uscivano dalla bocca intanto che Chibi 1 e Chibi 2 finivano irrimediabilmente nel dimenticatoio.
 
Iniziarono a combattere tutti, nessuno escluso: Mousse contro Ranma, Ryoga contro Mousse che attaccava Ranma impedendogli di sconfiggerlo, Mousse contro Ryoga che bloccava i suoi colpi contro Ranma, Ranma contro tutti in preda ad un folle desiderio di dimenticarsi di tutto ciò che non fosse l'arte marziale e il combattimento... specialmente di quelle enorme idiozia che era il pensiero di Akane appresso ad un altro chissà chi.
 
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Akane arrivò alla pasticceria senza neanche accorgersene, camminando a occhi bassi come se fosse sola, immersa nei suoi pensieri riguardanti Ranma, la sua vita, le mille corteggiatrici di lui, le sue abilità da combattente e tante altre cose che facevano parte della quotidianità.
 
Fu Jean a farla uscire dal suo viaggio mentale, poggiandole la mano sulla spalla e imprimendo una leggera pressione impedendole di andare oltre.
 
Batté le palpebre sorpresa voltandosi verso di lui incuriosita: lo scoprì a guardare avanti.
 
Guardò avanti anche lei e sobbalzò nell'incrociare il suo riflesso nella porta a vetri della pasticceria.
 
"Stavo... per sbatterci la faccia contro..."
 
Si toccò il naso con le dita, immaginando di aver colliso con il vetro e percependo l'ipotetico dolore che avrebbe provato.
 
Jean le tolse la mano dalla spalla, oltrepassandola in silenzio.
 
- Ah.. aehm... grazie per avermi fermato. Non mi ero accorta che fossimo arrivati... mi hai evitato una gran bella figuraccia...
 
Akane sorrise nel suo modo dolce e imbarazzato grattandosi la guancia; lui sembrò studiarla.
 
Si voltò per aprire la porta. Akane notò in quel momento la scritta "CHIUSO" esposta.
 
"Già... oggi è domenica. Probabilmente è giorno di ferie."
 
Si guardò attorno e si accorse della mancanza di folla femminile: la scena era stata così particolare che le parve strano vedere la strada libera.
 
"E' anche una bella strada... guarda quanto è spaziosa."
 
Un cristallino Dlin Dlin ricondusse la sua attenzione all'entrata della pasticceria: dall'interno Jean le stava tenendo aperta la porta in attesa che entrasse, il suono proveniente da una piccola campanella sopra l’uscio.
 
Cercò lo sguardo di lui.
 
-Ma... non è giorno di chiusura? ... Non voglio disturbarvi...
 
Jean la guardò nel suo modo imperscrutabile, come se la stesse tenendo sotto esame; alla fine chiuse le palpebre schermando gli occhi di ghiaccio e fece un passo indietro, lasciando maggiormente libero il passaggio. Akane vi riconobbe un tacito invito.
 
Sorpresa per la prima manciata di secondi, con una piacevole sensazione nel sentirsi accolta in maniera tanto particolare e al contempo garbata, sorrise leggermente rossa in viso ed entrò.
 
- Grazie mille.
 
Jean ne seguì di soppiatto l'entrata, nascosto dietro la sua espressione di quieta indifferenza.
 
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Saltando fra un tetto all'altro i tre combattenti proseguirono la loro sfida senza esclusione di colpi.
 
-Allora Mousse! E' tutto qui quello che sai fare??? Le tue armi sono diventate prevedibili!
 
-Maledetto Saotome, ti farò pentire del tuo comportamento irrispettoso!!! Prendi questi!
 
-Mancato, devi essere molto più veloce se vuoi sperare di battermi!
 
Evitando un arnese catenato Ranma raggiunse Mousse sferrandogli un calcio, schivato a fatica, e iniziando uno scontro corpo a corpo. Un momento dopo le lame rotanti di Ryoga li costrinsero a separarsi di nuovo.
 
-Dannati, non crediate di potermi ignorare!!!
 
-E chi ha detto che ti ignoriamo! Fatti avanti!
 
-Sei uno sbruffone, Ranma!
 
Ranma non si fece guardare dietro nell'istigare verbalmente i due avversari, quando l'uno e quando l'altro: fu ben felice di costatare che gli allenamenti con i wood dummy davano i loro frutti rendendogli semplice la concentrazione su più avversari.
 
Si distanziò da Mousse e Ryoga schivando un colpo, lasciando i due a combattere fra loro; si lanciò di nuovo nella mischia.
 
-Ehi, voi due, guardate che sono qui!!!
 
Colpì Ryoga con un pugno su una guancia e, abbassandosi per schivare l'attacco di Mousse, assestò a quest'ultimo un calcio ben piazzato sotto il mento, mettendo alla fine entrambi KO.
 
Rimasto in piedi fra i due stesi a terra, i sensi ancora all'erta per percepire qualche attacco, sorrise trionfante.
 
-Ah! Non vi basteranno cent'anni per riuscire a battermi! Sono sempre io il più forte!!!
 
-Grandissimo!!!! Bravo!!!! You're the best in the world!!! Yeeeee!!!
 
Vanto della migliore squadra di cheerleading, Demon Chibi inneggiò alla vittoria inorgogliendosi e sentendosi il re dell'universo, trasmettendo così a Ranma l'entusiasmante sensazione di essere invincibile.
 
"...E non sarà certo un chissà chi qualunque a potermi battere!!!! "
 
- Eh? ... E questo pensiero di chi è? Non è mica mio...
 
Demon Chibi rimase perplesso nel notare che Ranma sembrava essersi distratto dalla semplice euforia tipicamente maschia dovuta alla vittoria. Gli parve che i pensieri si stessero di nuovo concentrando su Akane.
 
Sollevò un pon pon rosso cercando di attirare l'attenzione di Ranma.
 
- Ehilà!!! Qui si inneggia al fatto che siamo fortissimi e non esiste nessuno come noi... il nessuno come noi non contempla l'idea di un chissà chi. Pronto?  Yuhuuuu!!!!...Mr. Universo, nessuno merita la tua attenzione tranne te...
 
-Ma stai un po’ zitto!!!!!!
 
Chibi 2, riuscito a slegarsi e riemerso dal dimenticatoio creato dall'adrenalina, infilò Demon Chibi in un sacco chiudendolo con una bella corda robusta e avvolgendolo con delle pesanti catene.
 
-Ehi!!! Fammi uscire!!!!
 
-Ti sei divertito abbastanza! Ora stattene buonino qui!
 
Chibi 1 arrivò quieto come appena svegliato.
 
-Umhh.. si può sapere cosa è successo?
 
-Nulla, non preoccuparti! Ti sei solo fatto un bel sonno!!!
 
-Ah si?... e cosa mi sono perso? Di cosa stavamo parlando?
 
A Chibi 2 si gonfiò una vena.
 
-Senti un po’...
 
-LANMA!!!!!
 
Ancora immobile perso nei suoi pensieri di vittoria, Ranma fu catturato da Shampoo, la quale gli si strusciò contro mettendogli le braccia al collo.
 
-Finalmente ti ho ritrovato, Amole! Mentre giocavamo a rincorrerci ti ho perso di vista!! Ora che ti ho preso non ti lascerò più andare!
 
-Shampoo, ma che ti dice la testa!!!! Chi diamine stava giocando a rincorrersi!!!
 
-Hai ragione!!! Perché perdere tempo a giocare al gatto e al topo quando possiamo stare insieme!!
 
Ranma provò a staccarsi le braccia della cinesina di dosso.
 
-Ma chi accidenti vuole stare con te! Lo vuoi capire che non ho alcuna intenzione di uscire con te?!
 
-Non fare il timido, Amole, lo sai bene che non ti crede nessuno.
 
-INVECE DOVRESTI IMPARARE AD ASCOLTARE LA GENTE!
 
Mantenendo fede al detto "i guai non vengono mai soli", nel momento in cui Ranma riuscì a liberarsi dalla presa di Shampoo, Ukyo gli arrivò alle spalle agganciandosi a un suo braccio, sporgendosi poi in avanti per sfidare l'altra ragazza.
 
-Senti un po’, Shampoo... devi smetterla di allungare le tue manacce su Ranchan!
 
-No Ukyo, anche tu!
 
Shampoo catturò l'altro braccio mettendosi naso a naso con l'avversaria, fra i loro sguardi sfrigolarono scintille.
 
-Sei tu che devi lasciare il mio Lanma! Lui oggi deve uscire con me!!!
 
-Non penso proprio, carina! Se deve uscire con qualcuna, quella sono sicuramente io!
 
-Vuoi litigare di nuovo?!
 
-Non chiedo di meglio!!!
 
Peccato che nessuna delle due sembrasse avere intenzione di lasciarlo andare per combattere corpo a corpo.
 
Ranma si infuriò cercando di togliersele di dosso.
 
-Fatela finita, tutte e due!!!! Non ne posso più di questa storia, dovete lasciarmi in pace!!!
 
-Non preoccuparti, Lanma. Me ne libererò in pochi minuti e poi potremo stare soli.
 
-Ranchan, vedrai che a breve non dovrai più preoccuparti di lei!
 
Si misero entrambe in posizione d'attacco, ma senza lasciare il braccio di Ranma, e iniziarono a darsele di santa ragione usando solo una mano e -forse- una gamba.
 
-Santo cielo!!!! Lo vedi a cosa serve la presenza di Akane??? Se almeno ci fosse lei, ci ritroveremmo sì con una martellata in testa ma almeno saremmo liberi da queste due stupide piovre!!!
 
Chibi 2 parlò più per sé che non per Chibi 1 o Ranma stesso, camminando in circolo con le mani fra i capelli. Chibi 1 rimase in silenzio, guardandosi attorno un po’ distratto.
 
-Ma insomma... si può sapere dov'è Akane?
 
La somma della frustrazione di Chibi 2 e della richiesta di Chibi 1 diede vita ad uno sfogo vero e proprio da parte di Ranma.
 
-DANNAZIONE AKANE!!! SI PUO' SAPERE DOVE DIAVOLO SEI FINITA!?
 
-Mh?... Se cerchi Akane, è in quella pasticceria...
 
Come se nulla fosse, Shampoo -ancora appesa al suo braccio- guardò Ranma dal basso all'alto indicando un locale dall'altro lato della strada.
 
Ranma la guardò impietrito dalla semplicità della risposta.
 
-Eh?
 
Shampoo annuì.
 
-Sì. L'ho vista entrare poco prima di vedere te.
 
Dopo alcuni secondi d’immobilità, approfittando della distrazione sia della cinesina sia di Ucchan, Ranma scivolò via dalla loro presa, non senza scatenare lamentosi piagnistei; si allontanò con un salto e con un secondo raggiunse il lato opposto della via.
 
-Che cosa fai, stupido!!!!! Lascia perdere Akane!!! Gongola davanti alla vittoria sui tuoi avversari e non pensare alle frivoleggini!!!!
 
-Possibile che non chiudi mai il becco?? Lascialo in pace!!!
 
-MAAAAAIIIIIIIII!!!
 
Chibi 2 cercò di infilare nuovamente la testa di Demon Chibi nel sacco, tentativo inutile che gli valse un bel morso sulla mano. Mentre i due litigavano, Chibi 1 si concentrò sui pensieri di Ranma.
 
Era indeciso: avvicinarsi e controllare la presenza della compagna oppure mantener fede all'idea di tornarsene a casa?
 
Tanto l'avrebbe vista il giorno dopo.
 
Sempre che si fosse presentata.
 
"Ma si che si presenterà... se fosse stata davvero arrabbiata magari avrebbe potuto pensare di saltare di nuovo le lezioni, ma non lo era. ... Perché non era arrabbiata?"
 
Incrociò le braccia pensieroso cercando di trovare una soluzione. I pensieri lo distrassero abbastanza da non fargli captare uno dei pesetti catenati di Mousse, pronto a collimare con la sua testa. Lo prese in pieno scaraventandolo faccia a terra.
 
-OUCH!!!!
 
-Ranma Saotome, come osi scappare davanti al nostro scontro!!!
 
-SIIIIIIIIIIIIIII NON SCAPPARE DALLA VIOLEEEEEENZA (Demon Chibi)
 
-STAI ZITTOOOOO!!!!! (Chibi 2)
 
-Grrrr, maledetto idiota, il nostro scontro era finito da un pezzo e sei rimasto sconfitto!!!
 
-Fa silenzio e combatti!!!!!!
 
-Mousse, questa volta giuro che ti lascio morto per terra!!!!!
 
-Non pensate di potervi liberare di me!!!!
 
Allo scontro si unì anche Ryoga.
 
-Hai visto cosa hai fatto?! Se non ti fossi messa in mezzo ora io e Lanma staremmo passeggiando serenamente fianco a fianco!!!
 
-Io intromessa?? Sei tu che non fai altro che allungare le mani sul mio Ranma!!!
 
-Lanma è mio!!
 
-Te lo puoi scordare!!!!
 
Iniziarono a combattere anche Ukyo e Shampoo, creando così un circo di arti marziali proprio davanti alla pasticceria dove, presumibilmente e nessuno aveva poi confermato, era entrata Akane.
 
-----------------
 
-Fratellone, sei tu???? Hai portato le okonomiyaki!!!!!
 
Midori comparve dal corridoio sfrecciando sui pattini, sorridente e radiosa come una stella. Si fermò sorpresa nel vedere la sua piccola Cenerentola nel negozio.
 
-Akane! Tu cosa ci fai qui!?
 
-Ciao! Ecco... veramente io...
 
Akane sorrise perplessa, sollevando la mano destra in risposta al saluto.
 
"Eh... esattamente io cosa ci faccio qui nel giorno di chiusura? Non posso mica dirgli che ho seguito il fratello come una matta"
 
Dopo aver richiuso la porta a chiave Jean le passò alle spalle raggiungendo il bancone.
 
-.................
 
-Ah, l'hai invitata tu?? Bravissimo fratellone!!!!
 
Sinceramente euforica di trovarsela davanti, Midori le scivolò vicino prendendole le mani.
 
-Sono proprio contenta di rivederti così presto, Akane! Sei stata fortunata a incontrare Jean mentre tornava in pasticceria! Oggi il locale è prenotato da una band per un piccolo concerto e per mettere tutto in ordine abbiamo dovuto chiudere... Sarebbe stato difficile con tutta la gente che si affolla sempre!!! Sarebbe stato un peccato che fossi venuta a trovarmi e avessi pensato che era chiuso!! Ma dai, siediti!!!!!
 
-Non fate giorno di chiusura la domenica?
 
Akane si fece condurre su uno degli sgabelli senza fare storie, accomodandosi in attesa di risposta.
 
-Chiudiamo il lunedì! Fatta eccezione per questi eventi particolari, sarebbe stupido non approfittare della libertà di studenti e lavoratori durante il week end! Soldi in cassa, soldi in cassa!!!
 
Osservò la biondissima scivolare sui pattini e non poté fare a meno di paragonarla a un fuoco d'artificio. Dove la trovava tutta quell'energia, non avrebbe saputo dirlo.
 
Sorrise a metà fra il divertito e il perplesso.
 
-Andresti molto d'accordo con mia sorella, riguardo alla questione dei guadagni. Anche se credo che Nabiki terrebbe aperto anche il lunedì.
 
-Oh, ma fosse per me lo farei!!!! Jean però ha bisogno di un giorno di libertà da tutto il macello e il frastuono per concentrarsi sui suoi esperimenti di pasticceria!
 
-Esperimenti di pasticceria?
 
Jean ricomparve alle loro spalle, dando un buffetto dietro alla nuca della sorella mantenendo però il contegno e la calma di sempre.
 
-.............
 
-Non sto spettegolando! Stavo semplicemente parlando!
 
-..............
 
-E non ho la voce da gallina!!!!
 
Akane si concentrò per sentire cosa dicesse Jean, ma non le parve di udire nulla. Si chiese come mai lei non riuscisse a percepire alcun suono dalle labbra dello strano ragazzo.
 
Le tornò in mente Chaski, la promessa sposa di Sentaro, la cui voce era udibile solo per Kasumi.
 
"Chissà perché"
 
Si scoprì un po’ dispiaciuta di non avere abbastanza orecchio, o capacità -se di tale si trattava- di poter ascoltare.
 
I due fratelli iniziarono a battibeccare, anche se per le sue orecchie fu come se Midori discutesse da sola e il fratello si limitasse a sistemare delle stoviglie. Poggiò un gomito sul bancone e la guancia sulla mano, osservandoli in silenzio: sembravano così affiatati che, alla fine, non poté impedirsi di sorridere.
 
Dopo una manciata di minuti trascorsi così, avvolta nel silenzio del locale vuoto interrotto solo dalla voce di Midori, all'improvviso vide i due fermarsi e guardare all'esterno.
 
-Cosa cavolo sta succedendo là fuori, che c'è tutto questo trambusto! E sì che i vetri sono spessi e attutiscono i rumori!!
 
La biondissima scivolò verso la porta del locale guardando fuori; Akane fece lo stesso.
 
Quasi cadde a terra nel trovarsi davanti l’apocalittico combattimento con protagonisti Ranma, Ryoga, Shampoo, Ucchan e Mousse, dove calci, pugni, fascette rotanti, sfere col manico, palette giganti e armi catenate volavano qui e lì come se non ci fosse un domani.
 
Verrebbe da chiedersi come mai i membri del comitato di quartiere non fossero ancora andati a casa dei Tendo per chiedere a Soun di cercare e fermare i distruttori delle strade di Nerima.
 
Con la spallina della camicia calata e una gocciolona perplessa sulla testa, Akane non seppe cosa dire, se non invocando il nome del compagno.
 
-Ranma....
 
Il gruppo di combattenti arrivò a scontrarsi proprio davanti alla porta del posto.
 
-Guardali!!!! Stanno distruggendo tutta la strada davanti alla pasticceria!!! Creeranno problemi ai miei clienti e alle mie entrate!!! Ma ora glieli faccio sfumare io i bollenti spiriti!!
 
Scivolando sui pattini Midori sparì verso le cucine, tornando qualche istante dopo con un secchio pieno d'acqua fredda; girò la chiave nella serratura aprendo la porta e andò fuori.
 
Akane si rese conto con un istante di ritardo delle intenzioni della biondina.
 
-No Midori! Aspetta un momento!!
 
-LA VOGLIAMO FINIRE, BRUTTI MALEDUCATI!!!!!!!!
 
Midori attese il momento in cui la maggior parte dei ragazzi atterrò sulla strada e lanciò la secchiata d'acqua.
 
Ranma, Mousse e Shampoo furono investiti in pieno, Ucchan finì faccia a terra dopo essersi scontrata con Shampoo un istante prima che si trasformasse in gattina e Ryoga, per un colpo di fortuna voluto dal Deus Ex Machina, riuscì ad evitare il contatto con l'acqua.
 
Midori portò le mani ai fianchi, pronta a sgridare quegli stupidi casinisti che oscuravano la quiete del suo locale.
 
-Allora?! Abbiamo finit... ma cosa?
 
Le caddero le braccia lungo i fianchi; Akane le si affiancò massaggiandosi la tempia destra.
 
-Peggio di prima...
 
La scena che si presentò agli occhi verdi della pattinatrice fu di una bassa ragazza dai capelli rossi sbraitante come un'oca che correva a destra e sinistra con una micetta con i codini arpionata alla testa, una lamentosa papera in cerca di un paio di occhiali e un ragazzo inginocchiato a terra con lo sguardo fisso su Akane, bianco come un lenzuolo e l'espressione di chi ha appena evitato una catastrofe.
 
Akane sospirò rassegnata.
 
-Fine della quiete....



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BUONGIORNO A TUTTI!!!!
 
AUGURI RINNOVATI E POSTUMI PER LE FESTE!! AVETE MANGIATO BENE??? ^ò^/
 
Intanto grazie a tutti per gli auguri di compleanno!!
Roxi sono 29 e sentirsi come quando avevi 15 anni XDDD
Miracoli dei fumetti! <3
 
E' stato per me un regalo ricevere gli auguri, se pensate che in casa mia fino a un paio di anni fa, io ero considerata il Grinch XDDD Ora adoro il mio compleanno pre natalizio *w*
 
Scrivendo questo capitolo mi sono resa conto che la mente di Ranma è diventata molto simile alla sede di Inside Out XD Avete visto il film?? Io l'ho trovato fantastico xDDD

Fatemi sapere se per caso il capitolo risulta essere troppo corto! Visto che mi è stato detto che fra gli ultimi uno era troppo corto, ho provato a mettere più cose ma scrivendo non me ne rendo conto @.@
 
Grazie come sempre a chi legge e a chi mi regala le recensioni <3
 
InuAura: grazie mille per il tuo commento e il tuo parere sulla descrizione dei personaggi** ^^ **
 
Memole82 & PolpettinaFritta: Grazie davvero per i vostri commenti <3<3<3
 
Alla prossima!!!
Buon Capodanno!!!!

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Capitolo 7
*** Il quotidiano che distrugge la quiete ***



-Ranma insomma!!! Vuoi smetterla di correre avanti e indietro come un matto?! Stai facendo un disastro!!!

-Non è colpa mia, è lei che non si decide a staccarsi dalla mia testa!!!

-Possibile che non sia mai colpa tua! E finiscila di agitarti, non riesco ad avvicinarmi se non stai fermo!!!!

-Toglila toglila toglila toglila toglila!!!

-Miaaaaaaaao!!!

Akane cercò inutilmente di avvicinarsi a Ranma inseguendolo da cima a fondo del locale, intanto Midori non poté fare altro che guardare basita tutta quella folle situazione.

-Ma che sta succedendo, qui?

Ukyo, alle spalle della biondina, si sollevò da terra ancora grondante d'acqua.

-Accidenti, ma che ti dice il cervello!? Ti sembra normale lanciare secchiate d'acqua ai passanti senza motivo????

Sul "senza motivo" Midori avrebbe avuto di certo da ridire ma, troppo presa a non capire, si limitò a girarsi per guardarla. Ukyo la riconobbe e la indicò con l’indice.

-Ma tu sei la pattinatrice di ieri!!! Maledizione, possibile che ogni volta che t’incontro crei solo problemi!!! C'è qualcosa che non funziona, dentro a quel tuo cervello????

Midori si limitò a guardarla, poi abbassò lo sguardo sulla papera ancora alla ricerca degli occhiali. Dopo alcuni secondi, sempre ignorando le domande della cuoca, flesse le ginocchia e raccolse gli occhiali fermi vicino ai suoi piedi.

-Stai... cercando questi?

Mousse si voltò cercando di metterla a fuoco e allungando le ali a caso per intercettare l'oggetto offertogli. Riconoscendo i suoi occhiali emise un suono gracchiante ed euforico, sfilandoli dalle mani della biondina e inforcandoseli sul becco. Tornò a vedere.
Si voltò verso Midori e le fece un inchino, piegando un’ala davanti allo sterno e flettendo il lungo collo.
La ragazza lo guardò sempre perplessa, ma passò poco prima che le si illuminasse lo sguardo.

-La papera mi ha ringraziato!!!! Quanto è carina!!!

Prese Mousse fra le braccia portandoselo al petto e, sollevandosi, si decise a guardare Ukyo.

-HAI DECISO DI IGNORARMI PER TUTTALA VITA????

-Mh? Ahhh, tu sei la ragazza che stava con quel ragazzo che urlava appresso ad Akane ieri nel parco, giusto? Spero che non si sia fatto troppo male.

Le sorrise radiosa come se nulla fosse successo, né il suo scontro con Ranma e tanto meno il fatto di averle tirato una secchiata d'acqua.
Ukyo si chiuse nelle spalle stringendo i pugni.

-Cos'è, mi prendi il giro? Certo che non si è fatto niente! Ranma non si fa certo mettere KO da una scemetta con i pattini a rotelle!!!!

Allungò la mano verso l'interno del locale indicando Ranma ragazza ancora alle prese con Shampoo: Midori seguì la direzione del dito e guardò la ragazza dai capelli rossi. Batté le palpebre un paio di volte.

-.... Io me lo ricordavo più alto e con meno seno.... e non aveva i capelli neri?

-Ranma!!!! Fermati, dannazione!!!!!!

-Togliemela toglimela toglimela toglimel... eh?

Ranma percorse il corridoio fra i tavoli per la miliardesima volta, sbraitando e agitando le braccia come indemoniato. D’improvviso si sentì mancare la terra sotto i piedi e Shampoo emise un miagolio di protesta nel venir tolta dalla testa del Futuro Marito.
Ranma girò il volto per capire cosa fosse successo.
Al suo fianco, Jean teneva  lui e Shampoo per la collottola: in forma femminile era molto più basso e più leggero, ed essendo Jean decisamente alto e robusto, non sembrò fare alcun tipo di sforzo a tenere i due separati.
Ranma né incrociò gli occhi di ghiaccio apparentemente privi d'espressione, eccezion fatta per un’impercettibile sfumatura di fastidio e disappunto.
Osservando il quadretto da fuori, Akane ebbe la sensazione di vedere un maestro che separava due bambini monelli osservandoli con rimprovero.

-Ah... Jean, mi dispiace per il baccano che hanno combinato... vedi, Ranma proprio non tollera la vicinanza dei gatti.

Akane gli sorrise in imbarazzo, abbassando il capo e incrociando le mani al ventre, simile anche lei a una bambina che si scusa con il maestro.

-Fatti gli affari tuoi, Akane!!! E tu, razza di energumeno, vuoi deciderti a rimettermi a terra??? Non sono un dannatissimo gatto!!!

Ranma si agitò nella presa di Jean tentando di liberarsi: era innegabile che, paragonato alla sua versione femminile, l'altro ragazzo fosse notevolmente più "energumeno".

Jean guardò di sfuggita Akane del tutto impassibile ai movimenti convulsi di Ranma, studiandola come ormai d'abitudine.
Mise a terra la ragazza, in silenzio ma in maniera delicata, assicurandosi che fosse ben piantata a terra prima di lasciarle il collo della casacca.

-Era ora! Provaci di nuovo e giuro che ti prendo a pugni!

Ranma ragazza sollevò il pugno leggermente rosso in viso mentre Jean, ignorandolo di nuovo, s’inchinò per lasciar andare la gattina. Come Shampoo fu a piede libero, Ranma saltò alle spalle di Akane.

-Akane... tienimela lontana...

Akane lo guardò con una gocciolona sulla nuca.

-Sei senza ritegno, lo sai Ranma?

Midori le saltellò affianco con ancora in braccio Mousse.

-Dunque... questa ragazza è il ragazzo con cui non volevi parlare ieri al parco?

Ranma strinse la presa sulle spalle della fidanzata,  socchiudendo gli occhi mentre una vena gli si gonfiava sulla nuca.

-Allora avevo ragione... sei stata tu a lanciarmi quella stupida pietra ieri...-

Akane avvampò irrigidendosi sotto le mani di Ranma ragazza, pensando che Midori avrebbe anche potuto non uscirsene con quella storia.
Sorrise imbarazzata senza rispondere.
Midori si avvicinò a Ranma sporgendosi in avanti per arrivare alla sua altezza: anche lei infatti, come il fratello, era più alta della media... e a essere più alti di Ranma ragazza ci voleva ancora meno!

-Continuo a dire che mi sembra un po’ diverso...

-Ma tu ed io ci conosciamo?

Midori sorrise.

-Oh, nulla... solo un incontro di pochi secondi

-Lo hai investito con i pattini! (Ukyo)

La biondina si avvicinò maggiormente al viso di Ranma.

-Rimane che ieri non avevo capito che fosse una ragazza... Akane, mi stupisci. E' vero che mi sei parsa particolare da subito e mi sei piaciuta, ma non immaginavo fossi così tanto particolare...

-MIDORI, MA CHE DICI! RANMA E'UN RAGAZZO!!!! SOLO CHE ADESSO E'.... oh, insomma, non è facile da spiegare!

-E che ci vuole!

Ranma ragazza si staccò da Akane voltandosi verso Jean, che in tutto quel tempo era rimasto immobile a guardare la scena a braccia conserte. Gli si rivolse come suo solito, con tono strafottente e colloquiale... a ben guardare, Ranma parlava sempre come se conoscesse tutti da una vita.

-Senti, puoi dirmi dove trovare dell’acqua calda, per favore?

Almeno il "per favore" l'aveva detto.
Jean osservò quel "microbo" rosso che lo sfidava dal basso in silenzio, ma curiosamente Akane parve percepire un che d’infastidito in quello sguardo.
Si sentì in dovere di intervenire.

-Ecco... diciamo che servirebbe dell'acqua calda un po’ per tutti. Mi dispiace crearti tutto questo fastidio ma....insomma...

Sorrideva e ridacchiava impacciatamente affiancandosi al compagno, senza sapere esattamente come spiegare le trasformazioni senza apparire pazza.
Ranma notò quell'atteggiamento remissivo: non poté astenersi dal provare una dose massiccia di fastidio.

"Ma che diamine di atteggiamento hai, brutta stupida?"

Di soppiatto osservò anche il Gigantone e notò l'intensità con cui lui sembrò studiare fisso la SUA fidanzata.
La vena sulla tempia si gonfiò di più.
Passarono diversi secondi e Ranma sentì che se si fossero guardati un altro po’ avrebbe preso fuoco, ma alla fine Jean si decise a staccare gli occhi da Akane e voltare loro le spalle dirigendosi alle cucine.

-A cosa ti serve l'acqua calda?

Midori si avvicinò poggiando Mousse su uno degli sgabelli.

-Ah si... ecco...

Akane sorrise alla biondissima, sentendosi più a suo agio a spiegare a lei che non a Jean.

-E' che Ranma è davvero un ragazzo... solo che se si bagna con l'acqua fredda, si trasforma in ragazza... e anche Lui e Lei in realtà sono persone...

Indicò Mousse e Shampoo -di cui Ranma si era completamente dimenticato e, non appena questa miagolò, saltò di nuovo alle spalle di Akane.

-Quindi... se poteste portarmi solo dell'acqua calda... davvero Midori, non so proprio come scusarmi per tutto il disturbo..

-Non preoccuparti, Akane! Di cose strane ce ne stanno tante al mondo, almeno voi sembrate divertenti! Acqua calda eh....sono proprio curiosa!!!

----------------------------------

Tornarono tutti più o meno alla solita normalità.
Avendoli inzuppati da capo a piedi e non potendo stare nudi nel salone principale del locale, l'intera combriccola si spostò nelle cucine.
Midori offrì a Shampoo, Mousse, Ukyo e Ranma una maglietta a testa con il logo del pub, nello specifico alle ragazze diede le più grandi che aveva in modo che si potessero coprire. I panni umidi furono stesi davanti ai forni.
Akane, accomodata per terra come gli altri al fianco di Ranma, sospirò rassegnata.

-Accidenti, guarda che razza di figura che stiamo facendo...

Ranma, di nuovo ragazzo, con le gambe incrociate e il mento poggiato su una mano, la guardò storto ma non commentò.
Ryoga, all'altro fianco di Akane, le sorrise rapito dal semplice fatto di esserle vicino.

-Avanti Akane, non preoccuparti... non sei certo tu che stai facendo una brutta figura. Sono questi idioti a essersi resi ridicoli correndo e starnazzando qua e là.

Ranma agitò il pugno contro il compagno.

-Senti, sei stato fortunato che non ti sei beccato quella secchiata d'acqua, altrimenti qui l'unico che avrebbe fatto davvero una figura da Idiota saresti stato tu!!!

-Come hai detto???

-Solo la verità, P-chan!

-CHI HAI CHIAMATO P-CHAN!!!!

Ryoga, furente fra imbarazzo e furia scattò in piedi pronto a ingaggiare battaglia.

-Ranma, che c'entra adesso P-chan.. a proposito, l'avevo lasciato solo da Ukyo prima... poverino, dovrò scusarmi quanto lo rivedo...

-Puoi scusarti ora, se ti fa piacere...

-Mh?!

-Ranma, vuoi morire per caso?

-Provaci...

-La volete smettere, voi due? Non potreste stare tranquilli almeno per un pochino?

-Ha cominciato lui!

-Tsk, non è colpa mia se hai l'intelligenza di un suino...

-Che coooossssssssaaaa????!!!!

-Ranma! Ryoga! Ora basta, tutti e due! Stiamo già arrecando problemi così, non voglio che ne causiate altri!

Ryoga si sedette in ginocchio vicino ad Akane come un bimbo ripreso dalla maestra, mentre Ranma si limitò a sbuffare e girarsi dall'altra parte.
Midori li raggiunse dopo qualche istante seguita da Jean: entrambi avevano con sé dei vassoi.

-Ecco qui!!! Vi abbiamo preparato del tè e portato qualche dolcetto, per scusarmi della secchiata d'acqua!

La biondissima si sedette a terra insieme agli altri, fra Ryoga e Mousse, senza curarsi di quanto fosse strano avere 4 persone mezze nude sedute sul pavimento a scaldarsi davanti ai forni accesi.
Jean al contrario posò il vassoio su uno dei piani di lavoro, apparentemente per niente incline a mischiarsi con i pazzi nel suo locale.

-Allora, vi state scaldando?

-Va sicuramente meglio.

Shampoo rispose da vicino il forno: da brava gatta la sensazione di calore la attirava più che agli altri. Mousse annuì alle sue parole e Ukyo si limitò a fare cenno con le spalle: la biondina proprio non sembrava piacerle.
Akane sorrise in imbarazzo.

-Grazie per la comprensione.

Midori le mise davanti la tazza di tè e facendo lo stesso con gli altri con atteggiamento esuberante.

-Scherzi, questa è la cosa più divertente che abbia mai visto! Se non fossi venuta, chi avrebbe mai creduto possibile una cosa simile... e poi dici che Cenerentola non è un nome azzeccato! Siamo proprio sicuri che nessuno di voi si trasformi in un topolino???

Squadrò i presenti con euforia e sincero divertimento.
Ranma la guardò con stizza.

-Tsk. Credi sia divertente non avere il controllo del proprio corpo? E' una scocciatura!

Prese il tè e bevve un sorso.

-Non ne ho la minima idea, ma da fuori si direbbe davvero divertente!!!

Tutti i "trasformisti" la guardarono male, Ukyo si limitò a tacere -visto che anche lei,una volta scoperto il "giochetto di prestigio", aveva usato Ranma come giocattolo per giorni.

Jean, alle spalle di Midori e ancora in piedi, all'improvviso le diede un colpetto alla nuca con il vassoio vuoto.

-Ehi, ma che ti prende!

-.................................

-Non li sto prendendo in giro, sono davvero incuriosita dalla cosa!!!

-.................................

-Come ti permetti! Non mi trasformerei in una gallina!

-.......................

-E io non starnazzo!

Tutti osservarono Midori parlare apparentemente da sola visto che Jean sembrava essere in religioso silenzio. Ranma si chinò verso l'orecchio di Akane.

-Ma... parla da sola?

-Veramente credo che parli con Jean....

-Non mi sembra che lui stia rispondendo però...

-Sai, mi ricordano tanto mia sorella e Chaski... hai presente, la fidanzata di Sentaro... solo mia sorella è riuscita a sentire la sua voce, anche se non so perché. Con lui credo sia uguale...

 Smisero di parlare fra loro quando il ragazzo si abbassò per posare davanti ad ognuno un bel piattino con sopra una discreta varietà di dolcetti: occhi di bue con la marmellata, frollini al cioccolato, biscotti decorati con la glassa reale, macaron e dei minuscoli cup cake con il cappuccio spiraleggiante di panna.

-Ma come sono cariini!
 
-Fanno davvero venire l'acquolina in bocca!

-Ovvio che sono belli!!! Li ha fatti mio fratello!!!

Dimentica del battibecco con il fratello, Midori si sedette gonfiando il petto pavoneggiandosi.
Ukyo la guardò storto.

-E' incredibile che tu sia la sorella del signor Yamashita... lui che è sempre così composto e a modo.

-Vero?! Per questo sono così fiera di esserne la sorella!!! Mi fa guadagnare un sacco di punti!

Nulla da fare, Midori sembrava non percepire proprio il disappunto che Ukyo provava per lei.
Dalla sala principale arrivò il trillio del telefono.

-Scusate... vado a rispondere, voi mangiate pure!!

Midori si alzò da terra e lasciò le cucine. Shampoo, Mousse, Ukyo e Ryoga iniziarono a mangiare mentre Ranma e Akane vennero serviti per ultimi.
Quando Jean si trovò al fianco di Akane, dal lato opposto di Ranma -per la cronaca già impegnato a gustarsi un dolcetto- lei tentò di intercettarne lo sguardo.
Intimamente era dispiaciuta: si sentiva come se avesse invaso lo stato di quiete che lo circondava.
Non che fosse prettamente colpa sua... ma la sua "quotidianità" aveva finito per caracollare dentro il locale fra urli, strepiti, disastri e follie generali.
Jean sembrò percepire lo sguardo su di sé e la guardò solo con la coda dell'occhio.
Akane sobbalzò curvando le spalle. Nonostante l'espressione indescrivibile, notò di nuovo quella parvenza di fastidio.
Sorrise appena.

-Ecco... mi dispiace per tutto il trambusto...

Piantò gli occhi a terra e non disse altro; Jean si limitò a restare fermo con il piattino a mezz'aria.
Stettero così per non più di due secondi, ma tanto bastò per non passasse inosservato agli occhi di Shampoo -che se avesse avuto ancora le orecchie da micetta le avrebbe fatte vibrare.

Alla fine Jean mise a terra il piattino davanti ad Akane schermando le iridi azzurre.

-Nessun problema...

Akane trattenne il respiro, poi si voltò verso Jean.
Si stava accomodando al suo fianco, anche lui a terra: poté notare che l'espressione era tornata quieta.

"Ma... mi ha parlato?....

Rimase indecisa se domandare di ripetere o meno, il cuore che iniziò a battere all'impazzata.

Contemporaneamente di quello "scambio" di battute, Shampoo rimase attenta come il gatto che abbia puntato la preda. Sorrise fra sé e sé.
Si avvicinò a Ranma, infantilmente entusiasta dei biscotti, scivolandogli al fianco voluttuosa.

-Certo che quei due sembrano andare proprio d'accordo, non è vero Lanma?

-Mh?

Ranma guardò la cinesina ancora con il boccone fra le labbra, lei fece un piccolo gesto con il capo. Volse lo sguardo per assistere all'accomodarsi di lui a terra.

-Non ci trovo nulla di strano.

Chiuse gli occhi e ingollò un altro dolcetto. Una volta tanto fu Shampoo ad alzare gli occhi al cielo contro l'inettitudine e l'insensibilità del "futuro marito".
Decise di non andare oltre, tirandosi nelle retrovie ma tenendo sempre sotto controllo la piccola dei Tendo.

Mangiarono e bevvero tutti con allegria, senza battibecchi o frecciatine, troppo impegnati a godersi il piacere dei dolci per farsi rovinare l'atmosfera.

-Bene... penso che ormai i nostri vestiti siano asciutti. Potremmo anche rivestirci.

Ukyo si alzò per prima avvicinandosi alla sedia dove erano sistemati i suoi pantaloni e la casacca da cuoca; la maglietta del locale le scivolò lungo i fianchi comprendo quanto bastava per non farla apparire in mutande.

Fu seguita da Shampoo, Mousse e Ranma.
Mentre loro si rivestivano, Ryoga -che chiacchierava con Akane- guardò per caso Jean.

-Ehi amico?... Va tutto bene?

Akane si voltò.
Rimase perplessa nel notare che il ragazzo sembrava rigido e in imbarazzo.

Va detto che, per tutta la bella combriccola di svitati, le semi nudità di ragazze e ragazzi erano diventate un abitudine, ma insomma... non si vede proprio tutti i giorni un gruppo di belleragazze che ti sfilano davanti in intimo, pronte a vestirsi e svestirsi a tre metri da te, oltretutto insieme ad altri ragazzi anche loro in boxer.

Jean tenne fermamente gli occhi chiusi bevendo il proprio tè, tremando leggermente.

Shampoo gli si parò davanti, indossando il suo vestitino cinese di raso rosa pallido decorato con fiorellini rossi ricamati...

Diciamo pure che la maglietta del locale copriva di più.

Gli sorrise chinandosi in avanti mostrando la maglia.

-Grazie per il prestito... dove possiamo lasciarle?

Jean non alzò gli occhi e rimase in silenzio.
Nonostante il temperamento indifferente, tutti poterono notarne il disagio.

Dopo un pò che non ricevevano risposta, fu Ranma ad avvicinarglisi con espressione interrogativa: mise le mani ai fianchi e si fletté quanto bastava per cercarne il viso.

-Va tutto bene? Non mi sembri avere una bella cera, sai....

Jean scostò lo sguardo di poco, quasi fosse indeciso se dare segni di emozione o mantenere il suo aspetto impassibile.

Per la prima volta ad Akane lo vide innegabilmente in difficoltà.
Le fece tenerezza.

Si alzò da terra e si avvicinò alla cinesina, prendendole l'indumento.

-Dai pure a me Shampoo. Ho visto dove tengono i panni da lavare. Le sistemo io.

Passò a Ukyo, quindi a Mousse e infine a Ranma. Allungò la mano verso di lui.

-La tua è l'ultima.

Gli sorrise.
Ranma non fece altrettanto.
Tenne stretta la maglia prendendosi del tempo per guardarla, l'espressione imbronciata: Nella testa vagliò tutta una serie di domande che iniziarono a vorticare.

Perché sembri tanto preoccupata? Cos'è quell'espressione comprensiva ed empatica? E' lui che hai seguito? E perché l'avresti fatto? Che diamine ci trovi di così interessante in questo pappamolle? Possibile che tu sia così stupida?

-Certo che quei due sembrano andare proprio d'accordo, vero Lanma?

DemonChibi gli sussurrò all'orecchio mimando lascivamente la voce di Shampoo, facendo gli occhioni Grandi Grandi, dalle ciglia Lunghe Lunghe e indossando una bella parrucca dai capelli viola con i codini.

-Ma come cavolo sei conciato!!!!????

Chibi2 guardò con orrore la versione Pin-up Lasciva di DemonChibi.

-Perché, tu non trovi che vadano d'accordo?? Hai notato come è solerte ad aiutarlo? E Ranma che ha perso anche tempo appresso a lei in questi giorni.

DemonChibi si tolse la parrucca.

-Se fossi io a scegliere, sicuramente sceglierei Shampoo.

-Ma che vai blaterando!!! Smettila!!!

-Bleeeeeah, non mi prendi!!!!!

DemonChibi e Chibi2 iniziarono a rincorrersi.
Corsero, corsero e corsero fin quando l'urlo di Chibi 1 non li investì in pieno.

-LA VOGLIAMO FINIRE!???

All'esterno, Ranma consegnò stizzosamente la maglietta ad Akane, quasi lanciandogliela.

-Tsk, sembri sentirti a tuo agio qui... devi essere una cliente fissa.

Akane abbassò la stoffa che le era finita in faccia.

-Ranma, ma insomma!!! Che diavolo ti è preso?!

-Niente, che cosa dovrei avere?!

-Caprone, abbi un po’ di rispetto nel rivolgerti ad Akane!

-Non t’intromettere, stupido Suino!

-NON CHIAMARMI SUINO!!!!

-Jean...

Ryoga e Ranma furono interrotti da Midori tornata dal salone centrale.
Il fratello, ancora a terra, sollevò gli occhi verso di lei.

-Abbiamo un piccolo problema per stasera. Toki, Mimì, Ashitara e Yuki non potranno essere dei nostri al servizio.

Intravedendo in quel discorso un modo per togliersi dalla situazione di imbarazzo, Jean colse la palla al balzo e assunse il suo solito sguardo impenetrabile, sollevandosi e distraendosi di buon grado dai presenti.

-Cos'è? Erano andati a fare un'uscita tutti insieme che non c'è nessuno?

-Già... hanno approfittato della giornata per farsi un'uscita fuori porta ma sulla via del ritorno si sono imbattuti in un incidente.

-Stanno bene?

-Si, loro non sono coinvolti... però hanno assistito e si sono fermati a dare una mano.

-Ho capito.

Jean le si avvicinò per oltrepassarla.

-Vorrà dire che ci arrangeremo solo in quattro. La serata è su prenotazione quindi non avremo il problema del flusso incontrollato.

-E va bene... sarà una bella seratina. Converrà metterci subito all'opera.

Midori si rivolse agli ospiti con un sorriso.

-Bene, vedo che vi siete riappropriati dei vostri abiti. Vi chiedo ancora scusa per la secchiata d'acqua ma sapete com'è... mi stavate distruggendo la strada davanti al locale.

Fece l'occhiolino avvicinandosi ad Akane: il suo tono meno sciocco e più pratico ricordò alla minore dei Tendo la ragazza incontrata al parco e non la folle sorella di Jean.

-Grazie per averle raggruppate, Akane. Purtroppo ora non possiamo dedicarvi altro tempo per via dell'organizzazione, ma mi ha fatto piacere rivederti. Spero tornerai in un momento meno... Agitato.

Akane le consegnò le magliette senza guardarla davvero: spostò gli occhi oltre le sue spalle seguendo Jean che spariva dietro la porta delle cucine.
A quel punto era innegabile: aveva sentito Jean parlare.

-Senti Ryoga... ma secondo te quella ragazza è un po’ matta?

-Non saprei, Mousse... sembra parlare da sola ma credo risponda al fratello...

-Ma tu l'hai sentito parlare?

-Io no... e tu Shampoo?

-No... Ukyo?

Lei annui.

-Anche se ammetto che, dal vivo, devo concentrarmi per sentirlo. Al telefono, quando chiama al negozio di okonomiyaki per le ordinazioni, ha la voce più alta.

"Più alta?... ma io l'ho sentita bene..."

-Bene, allora vi accompagno e vi apro la porta.

Midori diede le spalle ad Akane.

-Aspetta, Midori!

-Mh?

-Ecco... visto il tempo che vi abbiamo fatto perdere... potrei rimanere stasera a darvi una mano al locale?



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METTO IL PUNTO E VIA!!!!

Ammetto che avrei voluto metterci altre due o tre battute e terminare in un altro modo, ma spero che la decisione sia giusta e permetta al prossimo capitolo di essere interessante.

Ben ritrovati a tutti!!! ^ò^//

Intanto chiedo scusa per l'immensità di tempo trascorsa dall'ultimo capitolo, ma nel bene e nel male mi sono successe un sacco di cose che mi tengono distante dal pc... o meglio ancora, mi tengono lontana dai formati Word! ><""""
Inoltre, questa parte mi preoccupava molto dovendo finalmente interagire Tutti con I Fratelli Mezzosangue (mi piace, come soprannome *w* da buona Harry Pottiana, mi suona prooooprio bene!!!! <3)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Sappiate che mi rendo perfettamento conto che Akane sembra soccube di Jean fino allo sfinimento, ma giuro che non c'era altro modo per descriverla TT___TT

Ci tengo a ringraziare come sempre tutte le persone che mi avevano letto e che mi leggeranno.
In particolare ringrazio Annahk44 (Annalisa) e Mary_Mari per i loro commenti <3<3<3

Spero di aggiornare quanto prima!

Un abbraccio a tutti!!!!! <3<3<3

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