Blue sky full of stars

di Just_blue2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The last supper ***
Capitolo 2: *** Happily lost ***
Capitolo 3: *** キス ***



Capitolo 1
*** The last supper ***


testo

La felice ansia del primo appuntamento è tanto strana quanto insostenibile.

Ma sono davvero passati sette lunghissimi mesi dall'ultima volta che ho parlato con lui?

***Flashback***

È la sera della festa per Lisa.

Lisa è la ragazza che lavora al ristorante della mia host family da 7 anni ed oggi è stato il suo ultimo giorno di lavoro.

Per questo motivo la mia host mum, Isabelle, ha deciso di fare una piccola festa al Blue Rose invitando tutto lo stuff e pochi amici che ha in comune con la ragazza.

Lisa ha 22 anni, solo tre in più di me, ed ha la sua personale idea di bellezza.

Nel mio primo mese e mezzo in Inghilterra l'ho vista lavorare quasi ogni giorno ed ho notato che i suoi veri capelli non sono così lunghi come sembrano, che le sue sopracciglia in realtà non sono le sue e che la sua pelle non è così scura ed abbronzata naturalmente.

Lisa è diversa da me, ma a me non importa. È simpatica, sorridente e abbastanza amichevole, quando non ha i giorni no.

La serata è caratterizzata da risate, musica e good vibes.

Isabelle ha davvero un'anima speciale, secondo me. È sempre allegra ed anima la festa intrattenendo i suoi amici con chiacchiere e sorrisi.

Io sono contenta di essere qui, anche se non riesco ancora a seguire i discorsi che fanno in modo completo e anche se i ragazzi che formano lo stuff , benché simpatici e gentili, non sono neanche lontanamente simili ai miei amici in Italia.

Io sto bene e sorrido quando anch'io salgo sulla scala,aiutata da Beth, per scrivere il mio nome sul muro, vicino a quello degli altri.

Proprio sotto la scritta "The last supper 28.11.14". L'ultima cena

La cosiddetta ultima cena procede in modo tranquillo. Tante risate e un po' di alcol.

- You don't drink? Can't believe that!-  Non bevi? Non riesco a crederci!

-Never?- Mai?

-Why? You don't like the taste? Or you're just afraid you cannot stop?- Perchè? Non ti piace il sapore? O hai solo paura di non riuscire a fermarti poi?

-Wow, I wish I was like you.- Wow, Vorrei essere come te.

Bene fino a questo momento e queste domande che mi vengono poste una dopo l'altra, quasi a raffica.

Come se non bere fosse la cosa più strana di questo mondo ed io fossi l'essere più vicino a ET mai esistito sulla Terra.

Rispondo pazientemente a tutti, ma sono ormai entrata nella modalità *Mariasupershyandnotcomfortablemodeon* che non vuole stare al centro dell'attenzione. *Mariasupertimidaenonasuoagiomodeon*

Fin quando uno dei ragazzi arrivati dopo si siede accanto a me e mi rivolge la parola.

È poco più alto di me. Porta i capelli castani e lunghi raccolti in un bun. Anche i suoi occhi sono castani e con dei lineamenti leggermente a mandorla.

In realtà il suo volto non mi è affatto nuovo. Infatti, lo avevo già visto pochi giorni prima lavorare al Blue Rose come fotografo per la band che si stava esibendo.

Questo ragazzo ,con la sua voce dolce e nasale, mi mette a mio agio in un modo incredibile.

Non mi creo problemi se gli chiedo di ripetere quello che ha appena detto. Lui lo fa.

Già, perché le sue domande sono tante e non stupide come quelle riguardo all'alcool.

Anzi, lui è l'unico che non le fa, facendomi sentire la ragazza normale QUALE SONO.

Mi chiede da dove vengo, da quanto tempo sono qui, come mi trovo, perché sono venuta, quanti anni ho, cosa mi piace fare.

Domande intelligenti, altre simpatiche che sfociano nello scherzo e nella risata.

-You're Sicilian? So, you are with mafia?- Mi chiede ironicamente. Sei siciliana? Quindi sei con la mafia?

-Do I look like I am with mafia?- Sembro il tipo?

-Not you, but maybe your family?- Non tu, ma forse la tua famiglia?

-My family is really good- La mia è una famiglia tranquilla.

Poi mi guarda, con lo sguardo marrone e sorridente e mi chiede -so, am I safe?-  Allora sono al sicuro?

- Of course you are- Ed io quello sguardo lo ricambio in pieno perché mi sento fin troppo bene e parlare con lui mi piace tanto. E non me ne frega nulla se il mio inglese ovviamente non è eccellente,anzi! Certo che lo sei.

O se gli altri ci stanno guardando e noi nemmeno ce ne accorgiamo.

Ma quella semplicissima domanda "Am I safe?", seguita dalla mia risposta, a me suona tanto come un accenno di promessa e mi elettrizza un po'.

Alla fine, lui rimane seduto accanto a me per parecchio tempo.

Anche io chiedo di lui e scopro che ama la fotografia talmente tanto da averne fatto il suo lavoro e scopro che è per metà francese.

Da qui inizia l'angolo dedicato alle lingue in cui iniziamo a parlare in francese, spagnolo e italiano ma sempre in inglese. Cosa che( se me l'avessero detto quella sera stessa non ci avrei creduto) capiterà spesso in seguito.

Lui confonde spesso l'italiano con lo spagnolo.

Mi dice convinto -Wait, I do know some words in Italian. Cerveza.- Aspetta, conosco davvero qualche parola in italiano. Birra.

-Spanish again- mi ritrovo a dire ridendo. é di nuovo spagnolo.

La serata trascorre tranquilla e volge quasi al termine, ma il ragazzo mi sorprende di nuovo.

Quando mi saluta dicendo che è stato un piacere conoscermi ,ricambio il saluto e lo vedo lì di fronte che allarga le braccia verso di me.

Molto sinceramente, non ho la minima voglia di rifiutare quell'abbraccio. Quindi, senza pensarci due volte mi ci tuffo dentro e lo respiro felice, pensando alla persona carina che è.

Questo ragazzo mi ha già reso felice con una conversazione intelligente e ironica, più di qualche sorriso e un abbraccio che mi ritroverò a ricordare e desiderare più spesso di quanto pensi..per i prossimi sette mesi.

Ah, il ragazzo in questione si chiama Christian ed ha 25 anni.

Noi, però, diremo che ne ha solo 21 perché a noi piace così.

 

*******
Ciao a tutti! :) Non entro su EFP da davvero tantissimo tempo(:O), ma ho una nuova storia super breve. Sarà lunga solo qualche capitolo e un giorno ;) 
Spero vi piaccia. :*
ps. Accanto alle frasi in inglese trovate anche la traduzione, basta solo evidenziare il testo. :)
pps. Potrebbe essere tratta da una storia vera

 

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Capitolo 2
*** Happily lost ***


Oggi è il mio giorno libero.
Vengo svegliata dalla luce che entra dalla finestra. Sole?
Apro gli occhi lentamente e noto che il mio piccolo e adorato appartamentino è illuminato con una strana e calda luce filtrata dalle tende rosse.
Che meraviglia.
Mi sono appena svegliata, ho scoperto che sono solo le sei e non sono per niente infastidita.
Quanto è strano?
Evidentemente oggi non vedo l'ora di iniziare la giornata...e vedere Christian...e parlarci....e abbracciarlo dopo sette lunghi mesi.
Perché lo so che mi abbraccerà. Ne sono sicurissima.
Christian!
Rimango quasi paralizzata nel realizzare immediatamente che oggi è il giorno.
Ma com'è successo che ancora non riesco a spiegarmelo?
**** Flashback****
Rientro a casa da Bath dopo aver trascorso un piacevolissimo giorno libero dedicato ad un sano shopping riparatore firmato primark e mi siedo a tavola con la mia straordinaria famiglia svedinglese di cui sono follemente innamorata.
Isabelle, la mia lovely host mum, mi domanda improvvisamente:
-Do you know who wants to invite you out but is too shy to do it?- Sai chi vuole invitarti ma è troppo timido per farlo?
In quel momento, con gli occhi di tutti fissi su di me e i miei fissi sul piatto di Isabelle, la mia mente non vede nessun volto, se non quello davvero molto molto sfocato e lontano di Oliver.
Quindi dico che, cavolo no, non lo so.
-Christian.- mi dice, con un sorriso che potrebbe prendere il posto del sole inglese e scaldare di più.
Lei non può sapere che dentro di me quello stesso sole è diventato rosso dalla vergogna e sta bruciando letteralmente ogni cosa, soprattutto la mia capacità di parlare inglese ed esprimermi.
L'ultima volta che ho visto Christian risale a diversi mesi fa e l'ultima volta in cui ho effettivamente parlato con lui addirittura a sette mesi fa.
Balbetto qualcosa come -Si ricorda ancora di me?- mentre Phil si diverte con le sue simpatiche scene da padre geloso che desidera conoscere il ragazzo in questione prima di dargli la figlia adottiva(come lui mi chiama) in appuntamento.
Il giorno dopo, sotto consiglio di Isabelle gli scrivo un messaggio davvero imbarazzante su facebook, premendo invia con gli occhi chiusi. Letteralmente. No kidding.
Too late to go back, baby.
La risposta tanto attesa e sperata arriva un'ora dopo e mi fa saltare dal letto con lo stesso sole di prima che torna a bruciare di nuovo. Happy Maria!
· Hello Christian! :) I haven't seen you for a while, how are you? Not sure if you remember me 😅 Ciao Christian! Non ti vedo da un bel po’, come stai? Non sono sicura se ti ricordi di me
· Maria, of course I remember you :) how are you! I actually saw you about a week ago but was to shy to say hi incase you didn't remember me :) hehe. Come stay Bella :) vas bene? I'm at work ATM shooting a festival and signal is poor so excuse me in advance if I don't reply straight away. I'm happy you got hold of me :) x Maria, certo che mi ricordo di te. Come stai! In realtà ti ho visto circa una settimana fa, ma fui troppo timido per salutarti nel caso non ti ricordassi di me. Sono a lavoro adesso per un festival e la linea è debole quindi scusa in anticipo se non rispondo subito. Sono felice che tu mi abbai contattato.
Qualche giorno dopo, quando ho ormai perso le speranze, mi arriva un grazioso messaggio, la cui prima frase dice: "let's make it happen!" Facciamolo succedere!
Inutile descrivere la mia reazione parecchio euforica.     
Un euforia mista a timore ed excitement e voglia di fare e provare.
Con una battuta un po' esplicita scrivo di avere il giorno libero proprio l'indomani e (caso del destino!) anche lui è libero.
Now that everything's been sorted out...let's go on our first date! Adesso che è tutto organizzato, andiamo al nostro primo appuntamento!
***********
È il mio giorno libero. Mi sono appena svegliata ,ho scoperto che sono solo le sei e non sono per niente infastidita.
Quanto è strano?
Mi precipito giù dal letto e mi dirigo verso il frigo.
Una buona colazione è quello che ci vuole.
Anche una doccia lunga e calda, nonostante io suda di nuovo perché no, non sono nervosa per niente io. Mai stata.
Sono le 11.15 quando decido di scendere giù al ristorante della famiglia.
Christian sarà qui tra 5 minuti.
Sono super agitata come non mai e credo si veda, purtroppo.
So per certo che Phil lo nota perché sorride in un modo quasi tenero e comprensivo che vorrei tanto abbracciarlo.
Mi dice che sto bene col mio vestito blu, nuovo, comprato proprio la settimana prima. (Lui questo non lo sa, però IO sto indossando un vestitino e lui lo sottolinea).
Anche Isabelle sembra tanto contenta, non fa che sorridermi da dietro il bancone.
Alle 11.20 in punto(incredibile), un ragazzo con i capelli più lunghi dei miei che indossa un ampio cappello nero,una camicia azzurra a pois, dei jeans e delle nike nere e blu entra al ristorante ed è proprio Christian.
Ci salutiamo con un lungo abbraccio come avevo sperato, ma sono troppo concentrata sui miei pensieri ansiosi per godermi la sensazione.
Si lascia sfuggire un "You look gorgeous" e mi chiede come sto. Sei bellissima
Lo ringrazio, probabilmente sorridendo di continuo e rossa dalla vergogna.
Il mio imbarazzo è alle stelle, anche perché sento addosso gli occhi di tutti.
Mon dieu.
Christian saluta Phil stringendogli la mano e poi va un attimo in cucina a salutare Mathias.
Tornato da noi, Isabelle si offre di prepararci un cappuccino e un caffè , scambiando quattro chiacchiere con noi.
"Come si disattiva l'ansia?" Penso ironicamente in silenzio.
Ci incamminiamo fuori, finalmente.
Dalla grande vetrata del ristorante vedo Phil che, dal suo tavolo, ci guarda e ci fa quel gesto da "I'm watching you" avvicinandosi due dita agli occhi e facendo ridere sia me che Christian.
Una volta fuori discutiamo su quale delle due bevande takeaway sia la mia e quale la sua.
-Isabelle always puts some brandy in my coffee, but I can't taste any difference between them. So, you try it.- mi dice lui. Isabelle versa sempre del brandy nel mio caffè, ma non riesco a sentire nessuna differenza. Quindi provalo tu.
Come se io la differenza la capisca, gli rispondo ridendo.
Quindi, preso posto in macchina (dopo che lui, da vero galantuomo, mi ha aperto la portiera), assaggio le bevande e gli porgo quello che penso sia il suo caffè.
Ma perché ero così nervosa fino a due minuti fa? Tutta l'ansia è sparita. Si è dissolta quando l'ho visto sedersi in macchina accanto a me, sorridermi e parlarmi con quella voce nasale che mi piace tanto.
Il viaggio procede tranquillamente.
È tutto così naturale.
Parliamo, scherziamo e ridiamo come se ci conoscessimo da sempre.
È proprio quella spontaneità che mi piace già da morire e mi fa sentire bene.
Chissà se per lui è lo stesso. Mi auguro tanto di sì.
Noto con piacere che ha un ottimo senso dell'umorismo che combacia col mio.
Mi chiede di me, come quella prima e unica volta che abbiamo parlato, sette mesi prima.
Mi chiede come procede la mia esperienza, se ho conosciuto qualcuno.
-I knew someone a few months ago. He was just a friend to me, but...- Conobbi qualcuno pochi mesi fa. Per me era solo un amico, ma…
-He wanted something more?- Mi aiuta a completare. Lui voleva di più?
-Yes, so I just said goodbye.- confesso e lui ride. Sì, quindi gli ho detto addio.
Finalmente parliamo di lui.
Mi dice che i suoi genitori sono partiti quella stessa mattina per andare in Africa da sua nonna. Che lui li ha accompagnati in aeroporto in mattinata e ha fatto di tutto per arrivare in tempo al nostro appuntamento ed uscire con me. Mi dice anche che i suoi ne sono al corrente e quindi io penso che no, non può essere un ragazzo superficiale. Non lo sembra nemmeno. Ha un sorriso troppo spontaneo e genuino per esserlo.
Mi dice che ha vissuto in Francia fino a prima della sua adolescenza e quindi mi racconta di come abbia vissuto il suo trasferimento in Inghilterra. Mi fa ridere un sacco quando imita se stesso parlare inglese con l'accento francese.
Scherziamo tanto e ridiamo anche il doppio.
La sua mano mi da una gentile pacca sulla coscia per la prima volta ed io non sono infastidita, anzi ci scambiamo uno sguardo sorridente.
Dopo aver ascoltato Fuoco nel fuoco di Eros Ramazzotti (l'unica italiana che lui conosca) e una canzone rap in francese, e superato il traffico ed una strada temporaneamente interrotta, troviamo parcheggio e ci addentriamo nel City centre di Bath. La mia prima meraviglia inglese preferita.
-I want you to try something. Have you ever been to ShakeAway?- Voglio farti provare qualcosa. Sei mai stata da ShakeAway?
-I don't even know what it is.- confesso, divertita. Non so nemmeno cos’è
-Alright, do you like milkshakes?- Va bene, ti piacciono i frullati?


Così svoltiamo l'angolo e ci ritroviamo nel mondo dei milkshakes di tutti i gusti possibili.
La scelta è difficile in modo ironico.
Mentre siamo in fila, io mi concentro nella lettura del grandissimo menù di fronte a noi.
Sì, mi concentro per diversi motivi:
a) è scritto piccolo anche se indosso le lenti a contatto;
b) è scritto in inglese;
c) come ho già detto, è un mega menù. C'è tanto da leggere e scegliere non è facile.
Mentre io leggo lui ride.
-What's so funny?- Cosa c’è di così divertente?
Christian quindi mi spiega che ride perché dice di aver notato che quando mi concentro o penso assumo una posizione simpatica: stringo gli occhi e appoggio l'indice alla punta del naso.
Io nemmeno lo sapevo.
E visto che non ho scelto e ho ancora bisogno di concentrarmi, lui trascorre il resto del tempo che passiamo in fila a ridere di una risata tenerissima.
Come faccio a scegliere quale milkshake voglio?
Impossibile. Alla fine, lo prendo uguale al suo e gentilmente insisto pure per pagarglielo.
Con i nostri due Alan milkshakes ci incamminiamo per le vie del centro e propongo di andare alla ricerca di un ristorante siciliano che so esistere da qualche parte in questa città.
Accetta volentieri e iniziamo a camminare a zonzo, seguendo il mio istinto e la mappa che svogliatamente avevo visto qualche sera prima su internet.
-Do you know where it is?- chiede divertito. Sai dov’è?
-To be Honest...I am not sure, but I kinda have a feeling that it is around here. In case we can just get lost or go on adventures- Rido. Per essere onesta…non ne sono sicura, ma ho la sensazione che sia qui vicino. In caso possiamo perderci o avventurarci.
-Let's get lost, then.- Mi regge il gioco. Perdiamoci allora
Inutile, non lo troviamo.
Christian, il ragazzo delle mie tante prime esperienze, mi chiede ancora tutto esaltato e felice e sorridente e bello:
-Do you fancy going to play minigolf?- Ti va di andare a giocare a minigolf?
Assumo la mia espressione da "Ehm ehm" e sussurro -I've never played minigolf before, but I would love to try!- Non ho mai giocato a minigolf prima, ma mi piacerebbe provare!
Detto fatto!
Entriamo. Lui compra il biglietto per due, prende due palline e due mazze e quando la signora sta per darci il libretto in cui segnare i punti, lui si volta verso di me sorridendo e dice -I don't think we are going to need it.- Allora ridiamo e ci incamminiamo verso i percorsi. Non penso ne avremo bisogno
Vedendomi titubante , mi mostra come fare.
Poi tocca a me.
Nonostante Christian me lo abbia mostrato, non ho la minima idea di come/cosa fare, ma seguo il suo esempio e la mia pallina, ricevendo una spinta troppo forte, si ferma proprio dopo la buca.
Allora lui decide di mostrami ancora come fare, ma in un altro modo.
Mi abbraccia da dietro e, insieme a me, impugna la mazza.
La sua guancia sfiora la mia e le sue labbra si muovono vicine al mio orecchio, mentre mi dice come muovermi e tac, la pallina va dritta nella buca.
Ed io? Non lo so nemmeno cos'è quella leggerezza che avverto dentro di me.
Il mio cuore ed il mio respiro che sembrano fermarsi, si, e i miei sensi che sembrano farsi più acuti.
Ma una leggerezza assurda.
E la felicità.
E il sole e il caldo.
E le risate di quei 19 percorsi.
-See? This is how you do it.- Scherzo fingendomi orgogliosa, quando la mia pallina va dritto nella buca al primo tentativo di uno dei percorsi più difficili. Vedi? È così che si fa
-Wow, Maria! You really look confident.- Wow,Maria! Sembri davvero sicura di te!
-Oh, no. I'm not confident at all.- confesso dietro un sorriso. Oh no, non lo sono per niente.
-Well, you must be if you messaged me first.- Mi risponde guardandomi. Beh, ma devi esserlo se mi ha scritto per prima
-Okay, I did message you first, but I'm not normally confident in life. Now I'm just happy I can play minigolf- Rido e lo invito a tirare. Okay, ti ho scritta per prima, ma normalmente non sono sicura di me nella vita. Adesso sono solo felice di saper giocare a minigolf
-"I've never played minigolf before." Turns out to be a pro.- mi imita divertito. “Non ho mai giocato prima”. Salta fuori che è una professionista
Usciamo dall'area minigolf e con sorpresa mi prende in braccio da dietro, sollevandomi.
Mi ribello ridendo, giustificandomi con la scusa del vestitino che indosso. Ma a chi sono credibile?
Mi sto divertendo un mondo e le nostre guance sembrano essersi paralizzate a causa dei troppi sorrisi.
Facciamo una passeggiata.
La città è piena di turisti.
È una splendida giornata di sole.
Fa caldo e lui sta ancora indossando il suo cappello e porta ancora i capelli slegati.
-Are you not too warm?- chiedo, ironica. Non hai troppo caldo?
Io voglio vederlo così come l'ho visto la prima volta o quella sera al ristorante. Con il bun.
Con la scusa del caldo chiedo: - So, how do you do your bun?- Quindi, come lo fai il tuo bun?
Allora me lo mostra ed eccolo il Christian che ho conosciuto.
-Now I know you better.-gli dico, ricevendo il suo sorriso in risposta. Adesso ti conosco meglio
Mi afferra il braccio e attraversiamo la strada.
E non lo lascia.
Ed io sono persa nella mia spensieratezza e felicità, di nuovo.
Come fa a farmi sentire così? Non trovo spiegazioni logiche, ma decido di non volerle nemmeno cercare.
I just enjoy it.
Decidiamo di pranzare in quel ristorante siciliano, dopo averlo trovato grazie a google maps.
Here it is. Scopriamo che il mio istinto di poco prima non era del tutto sbagliato.
In realtà eravamo già passati di lì, ma nessuno di noi lo aveva notato.
Dalla vetrina vedo già gli arancini e, da siciliana quale sono, sento i miei occhi inumidirsi per la gioia.
Io e Christian leggiamo il menù da fuori e tutta contenta gli mostro i miei amati arancini siciliani.
"Let's go for it!" esulta, rendendomi contenta per la milionesima volta.
Ci avviciniamo al bancone e la mia entusiasta aspettativa di incontrare qualche siciliano
viene spazzata via da uno stuff interamente biondo ed inglese.
Nessun siciliano come mi aspettavo o come avevo letto sul sito.
Il ragazzo dietro al bancone è addirittura un ex compagno di classe di Christian.
Ci invita a prendere posto dentro, nonostante il caldo torrido di quel 19 giugno , e ci lascia il menù.
Noi però abbiamo già scelto: un tè fresco, due arancini e un cannolo grande da dividere.
-If you had three wishes, what would they be?- mi chiede. Se avessi tre desideri, quali sarebbero?
Inizio a parlare, ma mi anticipa: -You cannot ask for more wishes.- Non puoi chiederne altri
Mi scappa un Damn e lui ride in risposta, quindi inizio a pensare.
-Health for my family.- affermo come primo desiderio. Salute per la mia famiglia
Lo vedo annuire in accordo con me.
-What about you?- chiedo senza terminare la mia lista di desideri. E tu?
-I agree with you on my first wish and then, as a second wish, I would like to be able to fly.-  Concordo con te sul mio primo desiderio e poi, come secondo, mi piacerebbe saper volare
-Fly how? Like being able to drive a plane or have some wings?- Volare come? Essere capace di pilotare un aereo o avere le ali?
-Nope, just fly. With my arms.- Risponde divertito. No, volare e basta. Con le mie braccia.
Entrambi ci dimentichiamo dell'ultimo desiderio e ci ritroviamo a parlare di tatuaggi.
Mi parla delle sue due gazze ai lati del collo ed io gli dico della luna che vorrei tatuarmi.
-Why the moon?- mi chiede. Perché la luna?
Allora preparo alcune immagini che tengo nel cellulare e gli faccio leggere delle citazioni.
"And you were just like the moon, “E tu eri proprio come la luna,
so lonely,       così solitaria,
so full of imperfections, così piena di imperfezioni,
but just like the moon   ma proprio come la luna
you shined in times of darkness"    risplendevi nei periodi di oscurità”

E un'altra che spiega come la luna simboleggi il potere femminile, la fertilità e la maternità.
Come essa sia simbolo della profondità e come il suo ciclo sia strettamente collegato a quello della donna o anche al karma stesso.
What goes aroud comes around.
Mi ascolta molto attento.
-You really like your moon, don't you?- Ti piace davvero tanto la tua luna, vero?
Fra una chiacchiera e l'altra e un boccone e l'altro, mi rendo conto di non sentirmi benissimo.
A proposito della luna, mi ricordo del mio ciclo e dei miei repentini sbalzi d'umore.
Improvvisamente mi sento non abbastanza, non all'altezza, ma so che è colpa del ciclo.
E in questo ristorante fa troppo caldo e quell'arancino non sa per niente di arancino ed io voglio uscire.
Vado in bagno e al mio ritorno Christian ha già pagato tutto ed è pronto per andare.
L'aria fresca mi fa stare subito meglio. Bastano due respiri profondi.
Aria fresca nei polmoni.
Mi scuso con lui per il mio comportamento e scherzo sul fatto che vorrei tanto essere un ragazzo in certi periodi del mese.
Un po' imbarazzato, mi fa distrarre portandomi in un negozio perché ha bisogno di comprare degli occhiali da sole.
Entriamo così da tk Maxx e trascorriamo i successivi 20 minuti a provare su di lui tutti i peggiori occhiali da sole per donna, tra le nostre grosse risate e alcuni sguardi furtivi e divertiti.
Infine ne troviamo un paio davvero carino per lui, ma -the mirror is blue, i don't like that.- Lo specchietto è blu, non mi piace.
-What's wrong with blue?- Il blu è il mio colore preferito in assoluto. Non può rovinare ciò. Cosa c’è che non va col blu?
-Nothing, since it's my favoutite colour as you can see from my clothes today.- ride, indicandosi. Niente, dato che è il mio colore preferito, come puoi vedere dal mio abbigliamento oggi
Ed io non riesco a crederci. Balbetto che il blu è il mio colore preferito ed indico anche io il mio vestitino nuovo di primark. Blu.
Mi rivolge uno sguardo sorridente di sorpresa e, vicini da toccarci, usciamo e ci dirigiamo verso il mio posto preferito in assoluto.
I Parade Gardens di Bath.
 
*****
Helloo! :) Capitolo lunghetto, rispetto al primo.
Spero tanto vi piaccia! :) Lasciate un commento se vi va e fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Un bacio! :*


 

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Capitolo 3
*** キス ***


Noi ci sdraiamo proprio lì, sotto a un albero e di fronte al fiume Avon che scorre tranquillo.

La giornata è splendida, per essere una quasi estate inglese: sole con pochissime nuvole e un leggero venticello.

Il giardino è gremito di persone che si godono quella meraviglia, proprio come noi.

Anziani, adulti, ragazzi e bambini che rotolano sul verde.

Io e Christian non facciamo altro che parlare, di tutto.

Di Dio, della religione, di bambini, di viaggi, di sogni, della nostra famiglia e di noi.

Spesso ci sorprendiamo ad osservarci e nell'imbarazzo ridiamo.

Sdraiati sotto un albero dalle foglie verdi e dai rami ampi, riusciamo a vedere spicchi di cielo azzurro e raggi di sole scavalcarli fino ad arrivarci addosso e scaldarci.

-See how beautiful it is.- Mi dice all'improvviso. -We can close our eyes and be wherever we want.- Guarda quanto è bello. Possiamo chiuder gli occhi ed essere ovunque vogliamo.

Chiudo gli occhi e non riesco proprio ad immaginarmi da nessun'altra parte, se non qui con lui accanto a me.

-I am happy right where I am, honestly.- Mi lascio sfuggire, aprendo gli occhi per guardare i rami, il cielo e poi lui. Sono felice proprio dove sono, onestamente.

È la verità. Non mi ricordo nemmeno l'ultima volta in cui sia stata così tanto felice o in cui abbia sorriso così tanto.

La mia famiglia inglese è molto allegra e ironica e anche con loro sorrido la maggior parte del tempo, ma i sorrisi che mi regala Christian sono di natura diversa. Sono spontanei e sinceri, per niente forzati. 

Sono i sorrisi di una persona che per la prima volta si sente davvero completamente al posto giusto al momento giusto e con la persona giusta, ma, soprattutto, sono sorrisi che nascono dal riflesso dei suoi, numerosi , caldi e dolci.

Dopo avere scattato alcune fotografie ed esserci spostati due volte per inseguire il sole caldo ed allontanarci dall'ombra, ci rinuncio divertita. Non voglio più spostarmi.

-There's a quote, you know..? " Who cares about the sun..?"- C'è una citazione,sai.."A chi importa del sole...?"

Mi interrompe ridendo – who cares about the sun?- A chi importa del sole?

-Ooh, you're distracting me- rispondo, mettendomi a sedere e ricominciando. Ooh, Mi distrai

-It says.."who cares about the clouds when we are together? Just sing a song and bring the sunny weather."- Dice.."A chi importa delle nuvole quando siamo insieme? Canta una canzone e porta il tempo soleggiato.

E lui è li che si mette seduto accanto a me e incrocia le sue gambe alle mie,distese, per riscaldarmi e portare il sole e il bel tempo anche dentro di me.

Mi volto e il suo viso è proprio vicino al mio. È lì di fronte ed ho il suo sguardo addosso.

E capisco che vuole tanto darmi un bacio. I suoi occhi continuano a saltare dai miei alle mie labbra.

Ed anche io vorrei tanto.

Lo vedo avvicinarsi ancora, ma io ci penso troppo e mi tiro indietro senza neanche rendermene conto.

-No?- mi sussurra nell'indecisione ed io mi sento piccola piccola.

"Idiota idiota idiota!" mi rimprovero mentalmente.

Ma perché l'ho allontanato?

Devo pur sempre rovinare ciò che mi sta a cuore.

Farfuglio qualcosa in risposta e torno a sdraiarmi, poco a mio agio. Non per colpa sua, ma mia.

Cerco in tutti i modi di riparare al danno fatto non intenzionalmente e riprendiamo la conversazione in modo tranquillo. Non so come, ma non me lo fa pesare più.

Non è adorabile lui che continua a comportarsi meravigliosamente anche dopo il mio evidente due di picche?

Chissà come deve sentirsi.

"Stupida stupida!"

La conversazione si sposta sulle lingue straniere, in particolare sul giapponese.

-I only know a word in japanese.- confesso, un poco timida. Conosco solo una parola in giapponese.

-Tell me.- Dimmi

-Kisu. It means kiss. I can also write it in that japanese sign.- Kisu, Significa Bacio. So anche scriverla in quei segni giapponesi.

Tiro fuori il mio spesso diario arancione e ne slaccio il filo. Sento il suo sguardo addosso.

-You're prepared.- Sei preparata

-I always have a pen and something to write on.- Ho sempre una penna e qualcosa sulla quale scrivere.

-Is that your diary?- é il tuo diaio?

Annuisco.

-What do you write?-  Cosa scrivi?

-My feelings. I write when I am happy and I mostly write when I am sad. It's like a medecine. It's like going to the doctor. I write and I feel better. Anyway, here you go.- I miei sentimenti. Scrivo quando sono felice e soprattutto scrivo quando sono triste. é come una medicina. é come andare dal dottore. Io scrivo e mi sento meglio. Comunque, ecco.

Gli porgo il mio diario e gli faccio leggere kisu.

キス

Lo osserva e me lo restituisce. Ripongo tutto dentro il mio zainetto e torno a sdraiarmi.

-In French we say Bisou. What's in Italian?- In francese noi diciamo Bisou. Come dite in italiano?

-Bacio. And Baciare means To Kiss.- Rispondo sorridendo, felice che stia al gioco. Bacio. E to kiss significa Baciare.

-Well, in French we say Bisou but we say S'Embrasser when you kiss someone passionately.- Beh,in francese diciamo Bisou, ma diciamo S'Embrasser quando baci qualcuno appasionatamente.

E lo sguardo che mi rivolge dall'alto, con il gomito appoggiato vicino al mio fianco, mi dice chiaramente che vuole baciarmi di nuovo ed io, questa volta, non ho nessuna intenzione di farmi cogliere impreparata da me stessa.

-You know Ed Sheeran, the singer?- gli chiedo alzando il mio sguardo verso il suo e spostando leggermente il suo cappello nero dalla mia testa per vederlo meglio. Conosci Ed Sheeran, il cantante?

Annuisce.

-In a song he says...Kiss me like you wanna be loved.- In una canzone dice..Baciami come se volessi essere amato

Non ci credo che l'ho appena detto, ma capisco di averlo fatto dal modo in cui mi guarda.

Come per chiedermi il permesso, questa volta.

Ed io sento che il tempo intorno a noi si è fermato, mentre sollevo la testa dal prato per avvicinarmi al suo viso e vedere che lui mi viene incontro.

E ci siamo solo noi ai Parade Gardens quando le sue labbra si posano esitanti e leggere sulle mie.

Quando tutto ciò che i miei sensi percepiscono è lui.

Lui sulla mia bocca e sulle mie labbra. Lui dentro i miei occhi e dentro il mio cuore che batte fortissimo e lo sento solo io. O forse anche lui.

Le sue labbra lasciano le mie solo per liberare un sospiro che si era fermato e poi si uniscono di nuovo.

E quel sospiro e gemito contro di me, fa aumentare di velocità il ritmo del mio cuore.

È così che si consuma il nostro primo bacio.

Con una me in un'altra dimensione fatta di leggerezza e il ragazzo in questione che tremando si stacca da me solo per guardarmi dritto negli occhi ancora una volta.

 

Sono le cinque e mezza.

Noi siamo ancora immersi nella nostra bolla di beatitudine e Christian ha due chiamate perse e un messaggio da parte di Mathias, che probabilmente non sa che siamo ancora insieme.

Allora decidiamo di spostarci.

Ho il suo cappello ancora in testa per ripararmi dal vento leggero, anche se lui pensa che a me stia meglio.

Mi tiene per mano, attendiamo che il semaforo diventi verde e nell'attesa mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia.

-Since you don't like alcohol, I want to make you try the best Tea in Bath. Would you like to?- Visto che non ti piace bere alcolici, vorrei farti provare il tè migliore di Bath. Ti piacerebbe?

Accetto ben volentieri, ma quando arriviamo in quel bar vediamo che sta già per chiudere.

Così entriamo in un altro bar vicino.

Christian qui incontra un altro amico che ci offre qualcosa da bere.

Decide di farmi compagnia così prendiamo entrambi una bevanda analcolica alla fragola e ci sediamo ad un tavolo fuori, insieme suo amico che trascorre con noi la sua pausa.

Iniziano a parlare di loro, poi di me e Christian. Lui gli dice che sono italiana e che quello in realtà è il nostro primo appuntamento.

Io un poco imbarazzata, guardo attentamente il nuovo ragazzo e cerco di comprendere quello che dice.

Il suo inglese è molto più veloce rispetto a quello di Christian, ma riesco a capire che parla del viaggio in Brasile dal quale è appena tornato e che esce da una relazione seria e lunga.

Christian è sempre accanto a me, mi stringe la mano sotto il tavolo e mi lancia degli sguardi attenti per farmi sempre sentire a mio agio.

Ed io, sinceramente, vorrei solo guardare lui tutto il tempo.

Finita la chiacchierata salutiamo il tipo di cui non ricordo già il nome, lo ringraziamo per il drink e ci avviamo verso il parcheggio.

Salgo in macchina tutta contenta per il calore che mi accoglie dopo i brividi di freddo che iniziavo ad avere.

In Inghilterra non puoi mai prevedere il tempo. Magari sembra caldo e soleggiato tutto il giorno, ma all'improvviso il venticello diventa freddo e il sole viene coperto dalle nuvole, o viceversa. È tutto molto repentino.

Christian mi dice che ha una coperta in macchina se ne ho bisogno, ma rispondo di no ridendo.

Ormai sono al caldo qui con lui.

Prima di accendere il motore, si volta a guardarmi a lungo.

È un'altra richiesta silenziosa per un bacio.

Un bacio più lungo, ma ancora timido.

È tutto così irrealmente naturale e spontaneo.

Sorridiamo e partiamo.

-Maria, would you come with me?-  Maria, verresti con me?

-Where?- chiedo confusa. Dove?

-I need to go to Bristol to work on a photo shooting for my friends. They're going to play some music later. I only need to take photos for half an hour.- Ho bisogno di andare a Bristol per lavorare a delle foto per i miei amici. Suoneranno live più tardi. Ho solo bisogno di scattare delle foto per mezz'ora.

Io davvero vorrei tanto andarci. Non ho pensieri del tipo "Dove diavolo vuole portarmi??" perché so che posso fidarmi di lui. È amico di Mathias e Isabelle e, a prescindere da questo, non mi farebbe mai del male.

Piuttosto, sono un poco in ansia perché significa che dovrò conoscere i suoi migliori amici e loro dovranno conoscere me.

-I will bring you back home in time. I promise. We can go home whenever you want and you need.-Continua. Ti porterò a casa in tempo, te lo prometto. Possiamo andare a casa quando vuoi e quando ne hai bisogno.

Io non voglio ancora salutarlo, al contrario voglio passare con lui più tempo possibile.

Quindi, avviso la mia famiglia inglese per messaggio e ricevo due risposte.

Una da Isabelle: tanti infiniti cuori e tante facce innamorate; e una da Phil: "Till 10.30? What are you two doing together?? GOD IS WATCHING YOU!" Fino alle 10.30? Cosa state facendo insieme?? Dio vi sta guardando!

Io e Christian scoppiamo a ridere.

-I think we are in trouble.- sussurra lui con un sorriso divertito. Penso che siamo nei guai.

Chiamo mia madre in Italia per avvisarla che rientrerò più tardi del previsto e siamo già a casa di Christian per prendere la sua attrezzatura.

Si scusa in anticipo per il casino che vedrò in giro dicendo che probabilmente dopo essere entrata cambierò idea su di lui.

Entriamo e la casa è davvero un caos. C'è disordine in giro e i suoi sono solo partiti questa mattina.

Mi comporto da persona educata e lo tranquillizzo dicendo che non scapperò da nessuna parte.

Non ne ho la minima intenzione, onestamente.

Mi mostra la casa: la cucina, il salone, "la stanza della tv", la camera dei suoi, del fratello e infine la sua.

Anche questa è in disordine, ma non troppo.

La scrivania, alla mia destra è piena di fogli e roba da fotografi.

Il letto alla mia sinistra, di fronte alla scrivania, è grande. Sembra morbido e comodo.

Ha le lenzuola scure, bordeaux e nere con dei disegni delicati e tondi di colore bianco.

Il tetto è uno di quelli in legno, spioventi. Tipici dell'Inghilterra, insomma.

E c'è una finestra proprio sopra il letto.

I muri sono chiari, quasi bianchi e su una parete è appesa una cartina geografica del mondo intero e un quadro in bianco e nero di Piazza San Pietro, Roma.

Mi avvicino a quella parete e lui conferma che quella è Roma e mi dice, con mia grande sorpresa, che è stato lui a disegnarla, dopo averla visitata.

Ci spostiamo poi sulla mappa.

Lui si avvicina all'Africa. Mi indica dove vive sua nonna e dove i suoi genitori saranno da lì a poco. Cape Town.

Poi mi indica tutti i luoghi in cui è stato e quelli in cui vorrebbe andare: Australia, Giappone, Malesia, Messico. La lista non è breve e il suo viaggio sarò lungo sette anni.

Rimango basita e affascinata allo stesso tempo e dopo sono io ad indicargli il posto in cui sono nata e cresciuta, i pochi luoghi che ho visitato, quelli in cui andrò a breve e quelli che un giorno voglio visitare.

Ed ecco che lui mi rifà la stessa domanda: -Show me the place you'd rather be to.- Mostrami dove vorresti essere.

Punto il mio dito in quel puntino al sud dell'Inghilterra e la mia risposta è la stessa di questa mattina:

-Christian, again.. I am happy right where I am.- Christian, di nuovo.. sono felice dove sono

Lui sorride ed io sono felice.

Non solo per lui.

Okay. Molto felice a causa sua, ma sono in Inghilterra. Ho aspettato questo momento a lungo e adesso voglio godermelo in pieno e non vorrei essere da nessun'altra parte.

Torniamo al piano inferiore, nella "stanza della tv". Una stanza con una libreria, una tv, una xbox, un divano blu ad isola ed un lettone alto, grande e verde in fondo, dietro al divano.

Mentre lui prepara l'attrezzatura io do un' occhiata ai libri.

Sono tanti e sono in inglese ed in francese.

Molti sono di geografia, altri di linguistica. Ci sono anche dei dizionari di tedesco e altri libri ancora sono uguali a quelli che Phil ha a casa.

Sento Christian dietro di me, tiene in mano uno di quei libri per bambini con poche pagine di carta spessa, quasi cartone.

Sento che inizia a leggerlo ed è in francese.  Adoro ascoltarlo mentre parla quella lingua elegante e dall'accento sensuale e raffinato.

Quando finisce mi da un leggero bacio sulle labbra e mi dice che è pronto per andare.

Prima però, mi fa indossare il suo giubbotto e lui corre di sopra a prenderne un altro per sé.

Lo vedo scendere dalle scale con un vecchio giubbotto tra le mani, sporco di vernice, tra l'altro.

-You don't have to. I am not even cold. You can wear this one, I 'll be fine with my cardigan.- Non devi. Non ho nemmeno freddo. Puoi indossare questo, starò bene col mio cardigan.

Non l'avessi mai detto.

-Maria, I know you are freezing cold even if you say you're not. I don't mind wearing this one. Look, it's cool.- Ride. Maria, lo so che che muori di freddo anche se dici di no. Non è un problema indossare questo. Guardalo, è figo.

Saliamo in macchina per l'ennesima volta, oggi.

Direzione Bristol.

È la mia prima volta a Bristol.

Scendiamo dall'auto. Il giubbotto di Christian mi ripara dal freddo e la sua mano nella mia mi rassicura, soprattutto quando svoltiamo l'angolo e mi indica "Il locale" in cui stiamo per entrare.

Da fuori sembra quasi una casa dell'orrore. Si tratta di un vecchio edificio a più piani in pietra.

Davanti alla porta di ingresso vi sono delle panchine e dei tavoli in legno, tutti occupati da giovani ragazzi di ogni genere, alcuni vestiti completamente di nero e altri colorati fino ai capelli.

Non faccio in tempo a parlare che sento una voce femminile chiamare Christian.

Entrambi ci voltiamo ed una graziosa ragazza sorridente è lì che aspetta.

Ha i capelli biondo scuro e lunghi fin sotto le spalle. È magra, alta e ben truccata. È molto carina.

Christian evidentemente la riconosce e inizia ad avvicinarsi a lei, ma si volta verso di me quando io rimango dietro e quasi lascio la sua mano.

Non me ne accorgo nemmeno. È un' azione riflessa. Mi sento improvvisamente piccola, ma basta un suo sguardo, la sua mano che stringe la mia e le mie gambe iniziano a muoversi di nuovo e ci ritroviamo a parlare con la ragazza.

Christian ci presenta e dopo inizia una breve conversazione. Lei ci  offre una sigaretta ma rifiutiamo entrambi.

È davvero simpatica anche se totalmente diversa da me.

Quando ci allontaniamo Christian mi racconta che è la ex del suo migliore amico, che le cose tra di loro sono ancora poco definite e che lei è venuta fin qui da Swindon solo nella speranza di potere parlare con lui.

Mi indica proprio il suo migliore amico seduto in uno di quei tavoli, insieme alla sua band.

Mi dice che è abbastanza timido con le persone, ma che si trasforma totalmente quando sale sul palco.

Ci avviciniamo a loro e, ancora una volta, mi presento. Sono tutti simpatici e sorridenti, non sembrano nervosi per l'imminente esibizione.

È ora di entrare. Christian compra un biglietto per me e dopo essere stati timbrati e quasi controllati dalla sicurezza siamo dentro.

Il locale all'interno non è niente male. È molto buio, è illuminato solo da poche luci colorate, fari più che altro . C'è un palco in fondo e un ragazzo si sta già esibendo con la sua chitarra davanti a un pubblico tranquillo e non numerosissimo.

Prendiamo posto su uno dei divanetti e Christian mi mostra tutta la sua attrezzatura.

Gli chiedo incuriosita come fa scattare delle foto in un posto così buio e lui me lo mostra subito.

Avvicina la Nikon al suo viso, strizza gli occhi, preme alcuni tasti e click.

Mi mostra una foto fatta ad un ragazzo che ci mostra le spalle, circondato da altre persone non messe a fuoco, quando dei ragazzi si avvicinano simpaticamente lasciandoci un biglietto da visita. Christian allora tira fuori i suoi e gliene lascia qualcuno.

Ne afferro uno e lo osservo: su uno sfondo nero c'è la lettera greca phi. Lui mi spiega che sono le sue iniziali proprio messe in ordine. CTD.

-Can I keep one?- chiedo. Posso tenerne uno?

-Of course you can. As a souvenir?- sorride. Certo che puoi. Come ricordo?

Annuisco timida e lo conservo nel mio zainetto.

Sì, un souvenir per quando sarò tornata in Italia e avrò lasciato l'Inghilterra e tutto ciò che ho trovato qui. Ahi.

Quando alzo lo sguardo mi ritrovo il suo addosso, sempre più vicino.

Mi bacia di nuovo, in modo tenero e dolce e ricambio, ma mi fermo poco dopo perché mi sento lo sguardo degli altri addosso.

-Are you okay?- mi chiede subito, con le sue dita sotto il mio mento. Tutto okay?

"-Of course, it's just that..- Certo, è solo che...

-Are you shy?- completa per me. Sei timida?

-Just a little bit- rido, intendendo dire che sono super timida, non timida e basta. Solo un po'.

Ride con me e mi mette subito a mio agio.

-Maria, I'm gonna need to stay in front of the stage to work. You can sit here if you want, or you can come and stay next to me.- Maria,avrò bisogno di andare di fronte al parco per lavorare. Puoi sederti qui se vuoi, o puoi venire e stare con me.

Ovviamente decido per la seconda. Sono molto curiosa di vedere come lavora.

-Just go and do whatever you need to do. I'm gonna stay here watching and listening.- Dico assicurandomi un posto con una buona visuale sul palco e su di lui. Vai e fa ciò che devi. Resterò qui a guardare e ascoltare.
Sono in prima fila accanto a due ragazzi.

Non che di file ce ne siano molte, comunque.

I ragazzi che ho conosciuto poco prima salgono sul palco e si alza un leggero coro e un applauso di sostegno al quale aggiungo anche il mio.

Iniziano a suonare e con mia grande sorpresa nessuno inizia a saltare o scatenarsi . Solo a muoversi molto tranquillamente seguendo il ritmo.

La musica e i ragazzi sono fantastici. Hanno una carica ed un'energia assurda.

I miei occhi, però, sono principalmente rivolti verso il ragazzo con la macchina fotografica in mano, che continua a camminare a destra e a sinistra scattando foto ai suoi amici, cercando diverse luci e angolazioni.

Sembra quasi danzare. La Nikon che stringe con sicurezza è la sua partner perfetta.

Mi sorprende a guardarlo un paio di volte e così anche io lo sorprendo a fare lo stesso, con la sola differenza che lui mi punta addosso la sua arma e scatta una foto, sorridendomi.

Alzo gli occhi al cielo e torno a guardare il palco e godermi la musica.

Tre o quattro canzoni più tardi il concerto è finito e Christian torna da me.

Lo aiuto a sistemare l'attrezzatura e stiamo ancora un po' prima di decidere che sia ora di andare o faremo tardi.

Così salutiamo i suoi amici.

-Nice to meet you, Maria.- Mi dicono sorridenti e sudati. Piacere di conoscerti Maria.

-Nice to meet you too guys! Wow, you were awesome on the stage.- Mi congratulo entusiasta. é un piacere conoscere anche voi! Wow, siete stati fantastici.

-Thank you very much!- Grazie mille!

Uno addirittura mi abbraccia, mentre Kyle, più timido, mi stringe solo la mano.

Siamo in macchina, di nuovo in viaggio.

Io e Christian parliamo del concerto e di altro.

Mi permette di scegliere una canzone e quindi ci ritroviamo ad ascoltare "kiss me" di Ed Sheeran perché lui non la conosceva prima e poi ascoltiamo "A sky full of stars" dei Coldplay.

-Nice choice, Maria- mi dice quando la canzone finisce. Ottima scelta, Maria.

"Un cielo pieno di stelle". È un po' così che mi sento in questo momento. Piena.

E lui è la mia heavenly view.

Sono immersa nelle mille sensazioni che mi sono state date dalla giornata incredibile appena trascorsa, dagli incredibili paesaggi inglesi che ci scorrono intorno, dal magnifico tramonto che ci accompagna e dalla meraviglia di ragazzo che mi trovo seduto accanto.

Sono felice e non voglio che questa giornata arrivi ad una fine. Non ancora.

Ma la fine arriva anche controvoglia, anche se messa a tacere da baci veloci rubati quando il semaforo è rosso e quando la porta di casa è ormai stata aperta e non resta che entrare, ma nessuno dei due vuole che succeda.

La fine arriva, ma è dolce se accompagnata da sorrisi e sguardi complici e da un bacio della buona notte che ci rimane attaccato alle labbra.

 

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Hello! :) Capitolo lungo e storia conclusa!

Spero davvero vi piaccia. é una storia davvero importante per me, anche se breve. Letteralmente. Solo scriverla ha riportato a galla diverse emozioni e ricordi a cui tengo davvero tanto. Penso che ogni ragazza dovrebbe incontrare un suo Christian almeno una volta nella vita.

Vi prego di lasciare un commento (anche minuscolo) se la leggete, così da rendermi felice e  farmi sapere cosa ne pensate :D  Io  ho messo il cuore in queste parole. :*

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