Lontano da Beyrouth

di Angelina88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una nuova vita ***
Capitolo 2: *** mio fratello ***



Capitolo 1
*** una nuova vita ***


Lontano da Beyrouth
 
 
 

Una nuova vita

 
  • Beyrouth, spero di rivederti presto.
Al suono di queste mie parole l’aereo prese quota; io e la mia numerosa famiglia stavamo per cominciare una nuova vita nel Nord dell’Italia, in una città di nome Bergamo.
Dopo numerose ore di volo giungemmo a destinazione e dopo aver ritirato i bagagli uscimmo dall’aeroporto dove il nostro nuovo autista, Giovanni, ci aspettava per condurci nella nuova casa…noi, la famiglia Shidid siamo una delle famiglie più facoltose del Libano mio padre è un’ imprenditore famoso in tutto il mondo.
Ad un certo punto del viaggio in macchina il mio fratellino Adam interruppe i miei pensieri dicendomi:
  • Sady, guarda che bello!
Io mi voltai e vidi la città più bella del mondo: tutti noi stavamo ammirando Bergamo Alta; mio fratello era a bocca aperta contro il vetro: era davvero meravigliosa la collina illuminata. Dopo circa un quarto d’ora giungemmo a casa…una villa in realtà, su tre piani più taverna e mansarda. Appena scesi dalla macchina io e Jasmine la mia sorellina ci mettemmo a correre per accaparrarci le stanze più belle.
Io scelsi quella in mansarda che si sviluppa su due piani, al suo interno c’è una scala a chiocciola che conduce al soppalco; Jasmine scelse quella alla mia sinistra che era spaziosa e luminosa mentre Fatima quella alla mia destra che era un po’ più piccola e più buia.
Adam invece preferì sistemarsi al piano inferiore accanto a mamma e papà.
La mia famiglia è musulmana ed io e Jasmine portiamo il velo. Non siamo integralisti, anzi siamo molto aperti e tolleranti però siamo praticanti.
Mio padre si chiama Mohamed, ha quarantotto anni ed è bello. È robusto, ha i capelli neri e gli occhi castani chiari. Mamma invece si chiama Sarah ed è alta, molto magra, ha i capelli lunghi, lisci e castani. Gli occhi di mamma sono verdi.
 
Ora è la volta di Myriam, la mia sorella maggiore, ha ventidue anni e studia in America ad Harvard. Studia giornalismo ed ha la passione per gli animali.
È alta, castana ed ha gli occhi azzurri; è molto magra ed è simpatica, dolce ed altruista.
 
Dopo di lei siamo nati io e il mio gemello Ismael che però è stato rapito, sei anni fa…me lo ricordo come se fosse ieri: stavamo tornando a casa da scuola, era una calda giornata di maggio quando due signori ci hanno fermato per chiederci informazioni e dopo aver loro spiegato la via del posto che dovevano raggiungere, visto che era piuttosto lontano Ismael disse loro che li avrebbe accompagnati in macchina se volevano. Allora mi diede un bacio e mi disse:
  • Ci vediamo tra una mezz’oretta.
Solo le ultime parole che mi ha detto. Da quel giorno mamma non è più la stessa, è caduta in una forte depressione che la porta a stare a letto per giorni interi senza parlare, bere o mangiare. Sono io ad occuparmi di lei, mi fa piacere anche se mi distrugge vedere mamma così visto che una volta era piena di vita.
Noi abbiamo diciassette anni. Qualche mese fa c’è arrivata una scatola contenente l’indice sinistro del mio gemello con un biglietto che diceva di non preoccuparsi perché stava bene. Glielo avevano amputato dopo un tentativo di fuga.
 
Dopo di noi è nata Fatima che ha quattordici anni, è la più bella delle mie sorelle, è alta, magrissima, ha i capelli ricci, eredità della nonna paterna originaria del Kenia. Ha gli occhi verdi e fa danza classica da dieci anni ed è bravissima.
Il suo carattere è complesso, si atteggia a superdonna ma è in realtà molto debole. Ha sofferto per la scomparsa di Ismael ma soprattutto per la malattia di mamma che lei non ammette ma in fondo è una bella persona ed io le voglio molto bene!
 
Poi è nata Jasmine che ha undici anni, è cicciotella, ma alla sua età eravamo tutte così, ha i capelli lunghi e biondi, gli occhi dello stesso colore dei capelli, castani chiarissimi con delle sfumature verdi. Lei non ha la gamba sinistra dal ginocchio in giù, è saltata su una mina quando aveva sette anni, ma non le importa niente. È una persona seria, matura ed equilibrata. Io e lei siamo molto amiche, ci diciamo tutto. Fatima è gelosa del nostro rapporto, si sente un po’ sola da quando Isma se ne è andato allora noi cerchiamo di coinvolgerla nelle nostre chiacchiere. Jasmine ha la passione per la fotografia ed il disegno ed è molto brava.
 
Infine è la volta del piccolo Adam. Ha sette anni è biondo come un campo di grano ed ha gli occhi azzurrissimi.

 

 

La mia famiglia

 
Mia sorella Myriam si è fidanzata, e nonostante la sua età non è mai stata baciata perché lei è convinta di non avere tempo per storie per cui non valga la pena, ma evidentemente Aaron è riuscito a conquistarla. Deve avere anche resistito alla sua storia della famiglia di terroristi kamikaze in seguito alla quale tutti se la danno a gambe ma gli sarà bastato guardarla negli occhi per capire che mentiva. Aaron è molto bello ed è il figlio dei protagonisti del “Love Story” di Segal. Jennifer in realtà non è morta ed ha anzi avuto otto figli dopo esser riuscita a guarire dalla leucemia. Il primo si chiama Oliver V di 28 anni ed è soprannominato Bozo il clown (se volete sapere perché leggete quel bellissimo libro), poi è la volta di Philip 26, poi è nata Elisabeth 24, poi Aaron che ha la stessa età di mia sorella e gioca a Hockey; poi i gemelli Samuel e Thomas di 18 anni e Cathrine di 9 ed Aurora che ha solo quattro anni.
Aaron è alto, biondo, muscoloso, ha gli occhi blu ed è gentile e simpatico, generoso e molto romantico.
Mia sorella mi ha confessato che è il tipo giusto e che vuole lasciarsi andare. Lui però è cattolico e quindi uno dei due sarà costretto a convertirsi.
Il ricordo più bello che ho di mia sorella risale all’estate dei miei tredici anni quando siamo andate in Arabia Saudita dallo zio Ibrahim… ci siamo divertite così tanto. Lo zio, fratello di papà è un magnate del petrolio ed ha una reggia sensazionale. Ci siamo andate in barca, Sheridan, che mio padre mi ha regalato per il mio ottavo compleanno quando gli confessai che da grande avrei voluto girare il mondo. Siamo state dallo zio un mese ed abbiamo conosciuto la principessa Ranya che è nostra cugina di terzo grado ed è veramente bellissima. Poi da Rabat abbiamo preso l’aereo e siamo andate dai nostri cugini Debra e David (per saperne di più leggete “un’aquila nel cielo” di Wilbur Smith). Loro abitano in Kenya nei pressi di una riserva naturale, siamo state a contatto con leoni, antilopi, tigri, ghepardi, pantere, bufali e serpenti. L’avventura più emozionante della mia vita! Mia sorella passava tutto il suo tempo con gli animali, mentre io curavo i gemellini che all’epoca avevano cinque mesi, Joseph e Anna, assieme a Debra, mia cugina. Lei e David sono ebrei, mentre Rebecca mia cugina, e la sua famiglia sono cattolici. Nella mia famiglia ci sono tutte e tre le grandi religioni è anche per questo che siamo così tolleranti.
Io e Ismael invece siamo molto uniti soprattutto perché siamo gemelli e abbiamo condiviso veramente tutto!
Lui è bellissimo, ha i capelli neri e gli occhi verdi, è alto muscoloso, giocava a basket e suonava il piano. Era buono, giusto e simpatico, aveva tutte le virtù di questo mondo, file di ragazze dietro ma di cui non si è mai curato. Gli piaceva prendersi cura dei suoi fratellini e passava molto tempo con papà in quanto erede della sua fortuna. Mi manca molto ma so che tornerà.
Fatima, invece, è una persona un po’contorta; tutto è legato al giorno in cui divenne una donna. Io quel pomeriggio ero a studiare da Rebecca, mamma era nel pieno di una crisi depressiva chiusa in camera sua al buio. Nonna Lèa infine era al circolo con le sue amiche.
Quel giorno Fatima divenne una donna ed era completamente sola. Quando prese coscienza di ciò che le stava accadendo cominciò a chiamare mamma, dapprima piano poi piangendo disperata e la mamma le gridò: “lasciami in pace piccola scocciatrice, non ho tempo per te, voglio solo rivedere mio figlio…dov’è il mio bambino?”
Quando tornai a casa la vidi così piccola ed indifesa che piangeva, allora la strinsi forte a me, la consolai e le spiegai ciò che doveva fare. Allora mi disse ciò che mamma le aveva  detto e riprese a piangere, forse perché per la prima volta si rese conto che mamma era malata e non sarebbe più tornata quella di prima.
Da quel giorno quando qualcuno le chiede un favore lei sfoggia uno dei suoi migliori sorrisi e risponde: “guarda, non ho tempo per te!”. Ovviamente con me non lo fa perché sono più grande di lei e da buona orientale mi porta rispetto.
Delle volte di notte piange e grida disperata ed io tutte le volte vado a dormire nel suo letto e in quei frangenti sì che si sente un verme perché mi dice:
  • come fai ad essere così buona con una come me che non dimostra mai un minimo segno di gratitudine!
  • Guarda che io non ho bisogno di ringraziamenti, sei mia sorella, sei parte di me e ti voglio un gran bene!
      Allora si stringe a me, mi abbraccia e si riaddormenta.
      Mia sorella fa danza classica da quando è piccolissima ed ha davvero talento ma il suo sogno è di divenire attrice
Ed io sono convinta che ci riuscirà non per la sua bravura ma per la sua capacità di ottenere tutto ciò che vuole.
Per quanto riguarda Jasmine invece, è esattamente uguale a me, io e lei non litighiamo mai, anzi, passiamo molto tempo a parlare di tutto e facciamo molte attività insieme, ad esempio cavalcare, cantare, nuotare, ballare. È una persona seria ed equilibrata e da quando ha avuto l’incidente frequenta un’associazione per bambini disabili come lei. È davvero una persona splendida ed io le auguro tutto il bene del mondo.
Infine c’è il piccolo Adam, è un bambino speciale, infatti è un maghetto. L’anno scorso l’ho portato a Londra per comprarsi una scopa volante ed abbiamo conosciuto il mitico Harry Potter che passeggiava per Diagon Alley con Hermione, Ron ed Eva Von Shrieder, una bellissima ragazza di origine senegalese con la quale Harry è fidanzato. Eva è una persona splendida e io la invidio parecchio. Siamo diventate molto amiche noi tre e ci sentiamo ancora grazie alla mia gufetta Anouk che è figlia di Edwige ed Errol.
Ha sofferto molto per Ismael ma si è ripreso bene. Gioca a basket e suona il piano per sentirselo vicino.

 

Io e la mia famiglia abitiamo sulla collina di Città alta in una villa immensa con giardino e piscina e una casa del giardiniere Pietro di 18 anni, figlio dell’autista Giovanni, Simone il fratellino di Pietro che ha 12 anni. Poi c’è Norma la loro mamma che è in dolce attesa della tanto desiderata figlia.
 
 
Fine dell’estate
 
La nostra estate era ormai agli sgoccioli io sarei andata in quinta liceo sociopsicopedagogico, Fatima inizierà il liceo classico e Jasmine le scuole medie mentre il piccolo Adam seconda elementare.
Non vedo l’ora di iniziare gli studi, per conoscere tante ragazze e chissà, magari trovare una degna sostituta della mia Rebbie.
Dopo una settimana di intensi lavori le nostre stanze erano pronte. Io l’avevo dipinta di arancione ed al piano inferiore avevo allestito un salottino con televisione, un tavolino di vetro, due poltroncine, un divanetto ed uno scaffale. Sopra c’era invece il letto, una biblioteca a muro ed un comodino con il cordless, il lettore cd e una lampada da tavolo.
Jasmine invece aveva scelto il verde ed aveva messo un grande armadio perché è una vera patita dei vestiti ed infine Fatima aveva optato per la carta da parati che aveva dei minuscoli fiorellini rosa e foglione verdi. Aveva scelto numerosi armadi a muro per tutti i libri, le enciclopedie e i vestiti perché aveva fatto allestire una sbarra lungo tutto il perimetro della stanza e numerosi specchi. Fatima è una perfezionista, passa moltissimo tempo a studiare non per passione, ma perché adora essere la migliore, ama ricoprirsi di gloria. In tutte le cose a cui
partecipa deve essere la prima altrimenti la vive come un’umiliazione personale.
 
Ecco arrivare il primo giorno di scuola, ero agitatissima e mi svegliai alle sei del mattino, andai a farmi una doccia e scesi in cucina dove trovai Norma che già sferragliava con pentole e tegami. Le parlai della mia agitazione e lei mi rassicurò, stava diventando una sorta di seconda mamma, andavamo molto d’accordo e da un po’ io e Jasmine avevamo preso a chiamarla zia.
Così dopo averla abbracciata andai a vestirmi e scelsi un paio di pantaloni arancione molto attillati, una maglia piuttosto larga e nera che avevo preso in Arabia dallo zio ed  aveva i ricami arancio attorno al collo e abbinai il velo arancione. Andai poi a svegliare Jasmine che però decise di non mettere il velo e si vesti con una gonna verde ed una camicetta bianca a fiorellini azzurri e verdi, poi la aiutai a mettersi la protesi e le sue ballerine. Poi andai da Fatima che scelse invece la gonna più corta del suo guardaroba di jeans e sopra una canottiera nera. Mi recai poi da Adam, lo vestii, lo pettinai e poi andammo tutti a fare colazione, e poi in macchina dove Giovanni già ci aspettava.
 
Appena arrivata in classe percepii del disagio e capii che era legato al velo così me lo tolsi, mi guardai in giro e scorsi una ragazza che con un sorriso radioso mi invitava a sedermi accanto a lei.
Mi sedetti, le sorrisi e le dissi:
  • nel caso in cui il professore fosse un uomo, mi puoi avvisare per tempo che devo rimettermi il velo?!
  • sicuro, rispose lei con un sorriso, certo che però è un peccato nascondere dei capelli così belli!
      Ed io le dissi:
  • anche i tuoi sono molto belli…
  • e infatti non li nascondo, mi rispose strizzandomi un occhio e poi disse, comunque io sono Letizia!
  • Io invece mi chiamo Sadhya.
  • Che bel nome! È da tanto che sei in Italia?
  • Quasi da un mese.
  • Wow, e dove hai imparato così bene l’italiano?
  • Nella mia città, a Beirut… là si introducono molto presto le lingue straniere a scuola.
  • E come mai vi siete trasferiti?
  • Per il lavoro di mio papà anche se in realtà è stato a causa delle tensioni che ci sono tra il mio paese ed Israele…
  • Ah, capisco.
 
All’intervallo chiamai Fatima sul cellulare, ansiosa di sapere come stava andando il suo primo giorno di scuola. Mi rispose con aria annoiata dicendo:
  • ciao, cosa vuoi?
  • Niente, volevo solo sapere come stava andando la mattinata!
  • Ah, bene grazie e a te?
  • Molto bene, quanti siete in classe?
  • Siamo undici ragazze e nove ragazzi, è una bella classe e sono molto simpatici i miei nuovi compagni.
  • Bene allora ti saluto, ci vediamo tra qualche ora.
  • Ok, grazie, a dopo.
 
Le lezioni finirono a mezzogiorno, allora dopo il suono della campanella, preparammo lo zaino, salutammo il professore ed uscimmo. Una volta fuori io e Letizia ci salutammo e in lontananza scorsi la jaguar guidata da Giovanni che mi stava aspettando. Mi avvicinai e salii in macchina. Una volta dentro abbracciai Jasmine che era particolarmente radiosa e mi raccontò che si era trovata benissimo nella nuova classe.
Una volta fuori dal liceo classico “Sarpi” scorsi Fatima circondata da un sacco di ragazzi, quando ci vide venne verso di noi e un ragazzo la accompagnò fino alla macchina, la salutò con un bacio mentre lei apriva la porta della vettura. Salì in macchina, chiuse la porta e con un sorriso smagliante ci disse:
  • ragazze avete visto il tipo che mi ha accompagnata?!
  • Certo, rispose Jasmine, mi sembrava carino..
  • Carino è dir poco, è il ragazzo più bello del liceo e indovinate un po’, ha chiesto a me tra tutte le ragazze che già conosceva, di dargli il suo numero perché avrebbe voluto conoscermi..
  • E tu che hai fatto, le chiesi.
  • Ovviamente gliel’ho dato!!
Passammo il resto del viaggio a raccontarci le rispettive giornate, poi una volta pranzato, vennero tutte e tre attorno al tavolino della parte inferiore della mia camera a mettere apposto gli appunti.
Adam tornò a casa felicissimo alle quattro, aveva giocato coi suoi nuovi amici per tutta la mattinata ed era stanco, infatti si addormentò tra le mie braccia, così lo portai nel suo lettino a dormire, ed io tornai ai miei compiti.
Dopo una mezz’oretta squillò il telefono, andai al piano superiore della mia stanza, risposi:
  • pronto?
  • Ciao piccola, sono nonna Lèa…
  • Ciao nonna, che piacere sentirti!
  • Grazie cara, mi mancate molto sai?!
  • Anche tu nonna,
  • Ma veniamo al dunque, sei seduta?
  • No perché?
  • Siediti perché devo darti una notizia fantastica, mi sedetti sul letto e nonna continuò, bè mia cara Sadhya, Ismael è tornato, è qui con me…
  • Sia ringraziato l’Onnipotente! Me lo puoi passare?
  • Certo, attendi in linea, ciao e stammi bene!
  • …ciao gemellina!
  • Ciao tesoro mio! Come stai? Dio solo sa quanto mi manchi!
  • Anche tu mi manchi molto, ma cosa ci fate in Italia?
  • Siamo venuti qui per il lavoro di papà e anche perché in quel clima di tensione è pericoloso vivere.
  • Ho capito, il prossimo volo per l’Italia l’ho già prenotato, tra qualche ora ci abbracceremo ancora!
  • Allora a dopo!
  • Non dire niente agli altri, facciamo loro una sorpresa, saluta tutti da parte di nonna Lèa, ti voglio bene.
  • Anche io te ne voglio!
E mise giù la cornetta.
Avevo il cuore a mille, mi calmai un po’e scesi con aria indifferente, le mie sorelle mi chiesero chi fosse, io risposi che era nonna Lèa e che le salutava caramente, poi tornai a copiare i miei appunti. Poi scesi in camera da mamma e le diedi la bella notizia, il suo cuore non avrebbe retto alla sorpresa. Lei cominciò a piangere e ad innalzare lodi ad Allah, mi abbracciò e dopo un po’ si calmò addormentandosi con un enorme sorriso sulle labbra che da troppo tempo non vedevo più.

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Capitolo 2
*** mio fratello ***


Mio fratello
 
Parecchie ore dopo papà mi disse che stava andando in aeroporto e se mi andava di accompagnarlo. Io mi vestii così di fretta che dimenticai il velo e da quel giorno non lo misi più perché scoprii che non mi dava affatto fastidio che gli uomini vedessero i miei splendidi e lunghi capelli neri  lisci come la seta.
Arrivati in aeroporto, a Milano, attendemmo davanti alle porte scorrevoli l’arrivo di Ismael. Dopo neanche cinque minuti fece la sua apparizione tenendo per mano una bellissima ragazza.
Mio fratello riconobbe subito mio padre e trascinando velocemente la sua valigia, raggiuntolo gli si gettò tra le braccia e una grossa lacrima gli solcò il bel volto.
  • oh padre, mi sei mancato da morire! e voltandosi verso di me disse:
  • oh mio Dio, Sadhya, sei diventata uno splendore e detto questo mi abbracciò forte. Io mi strinsi a lui tanto da togliergli il respiro e cominciai a piangere sollevata mentre lui mi sussurrava:
  • ogni notte per quattro anni non ho fatto altro che pensare a questo meraviglioso momento.
  • Oh Ismael, quanto ho pregato, quanto abbiamo pianto e tu finalmente sei qui con noi, sia lodato Allah che ha ascoltato le mie preghiere!
Poi ci separammo, la ragazza che era con lui era stata in disparte, lui allora la prese per mano e la spinse verso di noi dicendoci:
  • lei è Ruth, la mia ragazza! Disse con orgoglio
io mi avvicinai a lei, le tesi una mano ma lei non la prese, allora la guardai nei suoi occhi azzurri stranamente opachi e privi di luce, e capii che Ruth era cieca, allora le presi la mano e le dissi: 
  • piacere di conoscerti, io sono Sadhya, la gemella di Ismael.
  • Piacere mio, disse sorridendo, non vedevo l’ora di conoscerti, Ismael mi parla sempre di te!
Mio padre si fece avanti e le disse:
  • io invece mi chiamo Mohamed e sono onorato di conoscerti.
 
Dopo aver completato le presentazioni ci recammo in macchina e andammo a casa, per la strada chiesi a Ruth se le fosse andato di dormire nella mia stanza e lei se ne mostrò molto felice, Ismael avrebbe invece condiviso la stanza di Adam.
Intanto, visto che ci voleva almeno mezz’ora per arrivare a casa, Ismael incominciò a raccontarci di ciò che aveva vissuto in questi anni. Ci disse che non appena salì in quell’auto, gli bendarono gli occhi e cominciarono un lungo viaggio, durante il quale gli tolsero l’orologio affinché perdesse la cognizione del tempo, molte ore dopo, quando faceva già buio, gli tolsero le bende e lo fecero mangiare in una stanza buia, chiusa a doppia mandata.
Il giorno dopo lo portarono in una scuola, il cui nome era scritto in aramaico, perciò capi di essere in Israele, dopo qualche giorno si ambientò bene e i suoi rapitori, assicuratisi del suo carattere mite, presero a mangiare allo stesso tavolo con lui. Era diventato molto amico della mamma di questi due giovani fratelli, che erano palestinesi al servizio di Hamas e avevano dovuto rapirlo per dimostrare di essere all’altezza della situazione:
-  Insomma io ero stato rapito per garantir loro di entrare in questo gruppo di terroristi. Non sono stato trattato male se non consideriamo la mia falangetta, ma in fondo è stata colpa mia, li ho fatti arrabbiare in un momento non consono e ne ho subìto le conseguenze. Qualche settimana dopo nel recarmi a scuola mi accorsi di una ragazza che continuava a venir spintonata a destra  e a manca da un gruppo di bulli, alla fine, cadde a terra e loro se ne andarono ridendo sguaiatamente, allora mi avvicinai, la aiutai ad alzarsi e le pulii il volto, furono i suoi occhi offesi e pieni di lacrime che mi fecero capire che avevo tra le mani qualcosa che non avrei mai permesso a nessuno di togliermi. Così io e Ruth ci conoscemmo. Lei mi raccontò di essere la figlia di un importante rabbino di Gerusalemme e che frequentava il liceo classico musicale. Io le spiegai che facevo anch’io la stessa scuola perché suono il pianoforte, mentre lei suona il violino.
Quando gli dissi di essere musulmano si intristì perché il padre non avrebbe mai approvato la nostra amicizia. Poi le chiesi se fosse stata cieca dalla nascita e lei mi spiegò che era da quando a tre anni le era caduto un pesante blocco di ferro sulla nuca che le aveva leso il nervo ottico e dopo essere stata a lungo in coma si svegliò in un mondo terribilmente buio, tanto da far paura, poi però si era abituata a questo buio e le immagini della sua infanzia ogni tanto le scorrevano davanti colorate in modo così intenso da dolerle.
Mentre discorrevamo piacevolmente giungemmo a destinazione. Scendemmo così dalla macchina, entrammo a casa e Adam mi saltò in braccio, chiedendomi:
-    ma Sady, questo ragazzo che ti assomiglia così tanto, chi è?
-    Non posso credere che tu ti sia dimenticato del tuo adorato Ismael?
-    Ismael? Il mio fratellone?
-    Sì, proprio lui!
-    Come è alto, come è bello!
-    Dai, fatti prendere in braccio e salutalo!
Allora timidamente si avvicinò ad Ismael che lo prese in braccio e lo sollevò in aria dopodiché  lo abbracciò forte, ed Adam riconobbe il suo profumo e finalmente abbandonò tutto il suo scetticismo e si sciolse in un mare di parole.
Poi Fatima e Jasmine, meravigliate da tanta allegria, scesero e non vollero credere ai loro occhi. Poi dopo averli strofinati più volte si convinsero e si fiondarono giù per le scale abbracciandolo e piangendo contemporaneamente:
-           oh Ismael quanto mi sei mancato; disse Fatima scossa dai singhiozzi.
-           Anche tu bellezza, sei diventata una donna ormai ed io mi sono perso la parte più bella del tuo sviluppo, è come vedere una rosa senza aver potuto assistere al miracolo del suo sbocciare!
Poi rivolgendosi a Jasmine:
-           E tu principessa, guarda che bella sei!
-           Certo che sei proprio un infame a farci una sorpresa del genere, rischiavamo tutti un infarto, disse ridendo.
Poi se lo abbracciò anche lei. E finiti i saluti lo portai di sopra in camera di mamma e mentre la raggiungevamo gli spiegai brevemente la situazione. Lui capì e allora bussammo, mamma non rispose allora entrai e la vidi seduta davanti allo specchio che si truccava. Erano anni che non si specchiava più. Allora le chiesi:
-           mamma, cosa stai facendo?
-           Mi sto facendo bella per il mio bambino, non sono più malata vero? Ora con l’aiuto di Ismael e il tuo guarirò vero?
-           Ma certo mamma!! Dissi mettendomi a piangere.
-           Amore, non piangere se no Ismael capisce che c’è qualcosa che non va. Scusami se ti ho costretta a buttar via gli anni migliori della tua vita a fare da mamma a tua madre, ma ora ti prometto che reagirò.
-           Mamma, non devi scusarti io chiedo a Dio solo di ridarti la salute.
-           Grazie piccola, sai, ogni madre della terra vorrebbe avere una figlia come te.
-           Dai, ora basta fare la vanitosa, e le sussurrai in un orecchio: guarda che Ismael sta aspettando che tu gli dica di entrare da dietro la porta.
-           Oh, entra bambino mio!!
Allora Ismael entrò e la scena che accadde mi strappò il cuore, mia madre si alzò dalla sedia, gli andò incontro e lo strinse forte al suo petto e cominciò a piangere, scrollandosi di dosso il brutto male che ce l’aveva strappata.
Anche Ismael piangeva e le chiedeva di scusarlo per averle causato tutto quel dolore.
Poi, per la prima volta dopo tanto tempo ci riunimmo attorno al tavolo della sala da pranzo, finalmente eravamo di nuovo una famiglia al completo, anzi, addirittura con un membro in più!
 
Finito di cenare noi fratelli ci riunimmo tutti nel salottino della mia stanza, che era ormai divenuto il nostro punto di ritrovo preferito, spostammo il tavolino di cristallo, mettemmo dei morbidi cuscini sul tappeto e ci sedemmo sopra.
Ruth si presentò alle mie sorelle. Adam alle nove si addormentò, allora lo portai nella sua stanza, lo coccolai in modo che si riaddormentasse nel suo letto e poi tornai nella mia stanza. Nel frattempo Fatima era andata ad allenarsi alla sbarra della sua camera, e Jasmine sbadigliando ci diede la buonanotte. Rimanemmo così in tre, chiacchierammo fino alle undici e poi stremati ci salutammo. Io e mio fratello ci demmo la buonanotte abbracciandoci, e dopo aver baciato la sua Ruth, Ismael andò a raggiungere Adam nella sua nuova stanza.
Il mio letto era da una piazza e mezza, perciò io e Ruth dormivamo insieme. La aiutai a disfare la sua valigia, e le feci spazio nel mio armadio. Poi dopo esserci messe in pigiama e dopo aver pregato, ognuna a modo suo, ci coricammo. Chiacchierammo ancora per un po’ e poi ci addormentammo tenendoci per mano.
L’indomani, un sabato, mio padre accompagnò mio fratello e Ruth ad iscriversi al liceo classico di Bergamo. Una volta inseriti nella classe i due trascorsero la giornata a scuola. Io avevo tre verifiche quel giorno: matematica, filosofia e storia. Andarono tutte molto bene e siccome io e Letizia consegnammo presto, uscimmo dalla classe e facemmo un giro per la scuola. Nel corridoio incontrammo il preside, che mi fermò e mi chiese come mi trovavo nella nuova classe e se avevo dei problemi con la lingua. Io gli risposi dicendo che stavo molto bene nella nuova scuola e lo ringraziavo della premura con me dimostrata. Io e Letizia proseguimmo e lei mi disse che quel giorno era particolarmente felice perché Fatìma a, sua sorella veniva a passare il weekend da lei. Allora incuriosita da quel nome le chiesi chi fosse:
  • Io la considero la mia sorella gemella, ha origini senegalesi e la mia famiglia l’ha tenuta in affido per undici anni, poi dopo le medie sua madre ha deciso che fosse giusto che lei raggiungesse il fratello a Vercelli e continuasse gli studi là.
  • Cavoli, deve essere stava dura per te!
  • Sì molto, siamo molto attaccate, però ci sentiamo tutti i giorni e quindi è un po’ come averla qua! Mi togli una curiosità? Io annuii e allora lei continuò:
  • Che lingua parlate a casa?
  • Bè, dipende: io adoro parlare in italiano, mia sorella Fatima ama invece il francese, Jasmine l’inglese insieme ad Adam e Myriam, mamma e papà l’arabo…però generalmente o parliamo in inglese o in francese.
  • Dev’essere bello conoscere tutte queste lingue.
  • Penso di sì, non posso dirlo perché essendo abituata così non so come si vive altrimenti.
  • Già, è come quando chiedi a un cieco se vede tutto nero e lui ti risponde che non sa come sia il nero e quindi non può farti capire cosa vede.
  • Sì, penso di sì, bè, mi piacerebbe molto conoscere questa Fatìma, me la vuoi descrivere?
  • Certo, con piacere. È una bella ragazza. È nera come la liquirizia, è alta, magra, ha un bel fisico, Ha i capelli neri e molto ricci, ha un bel sorriso. È simpatica, solare, allegra, gentile, premurosa, ama i bambini…insomma mi assomiglia molto!
  • Direi che siete uguali!
  • Già, sai siamo nate addirittura lo stesso giorno!
  • Il ventidue dicembre giusto?
  • Sì, brava, e tu il quattordici aprile!
  • Giusto!
  • Dai, è meglio tornare in classe perché tra qualche minuto suona. Senti, se ti va domani te la porto così la conosci.
  • Molto volentieri, grazie, ma a lei non dà fastidio?
  • No, figurati, conosce sempre con piacere nuova gente!!
 
Quel pomeriggio sentii Letizia al telefono, era appena arrivata a casa dalla stazione con sua sorella, che saputo che la volevo conoscere chiese di parlare con me al telefono. Allora me la passò e lei:
  • ciao! Sai che il mio terzo nome è proprio uguale al tuo?!
  • Davvero? Allora sei musulmana anche tu!
  • Sì, bè, sono contenta che domani ci conosceremo!
  • Anche io non vedo l’ora… dai, domani per le due e mezza vi aspetto qui da me.
  • D’accordo, ciao bella!
  • Ciao, ciao.
E interruppemmo la comunicazione. Mi aveva fatto proprio una buona impressione!
Quella sera io e i miei fratelli andammo a cena fuori, invitammo anche Pietro e Simone e ovviamente Adam restò a casa.
Tornammo verso mezzanotte, poi prendemmo i nostri cuscini e ci accomodammo sul tappeto della mia  stanza e cominciammo a vedere un film magnifico: “A walk to remember” lo vedemmo in lingua originale e alla fine piangevamo tutte come fontane. Fatima mi chiese se mi andava di dormire con lei quella notte perché si sentiva poco bene, allora cedetti il mio posto a Jasmine, era infatti importante non lasciare sola Ruth, perché se avesse avuto bisogno di qualcosa durante la notte c’era bisogno di aiutarla.
Salutai Ruth e mi recai in camera di Fatima. Lei mi fece posto nel suo letto e cominciammo a chiacchierare:
  • Che cos’hai da non stare bene?
  • Non lo so, è come se avessi un peso enorme sullo stomaco, non riesco più a camminare a testa alta da quando Ismael è tornato e faccio fatica reggere lo sguardo della gente.
  • Perché?
  • Perché mi sono resa conto che sono diventata una persona malvagia ed egoista, che fa le cose non per il gusto di farle ma per il piacere che provo nell’essere la migliore; ferisco continuamente le persone con il mio carattere superbo, e fino a qualche giorno fa non me ne rendevo neanche conto. Sadhya, sono addirittura arrivata a pensare che Jasmine fosse una persona incompleta, inferiore, che non arriverà mai da nessuna parte solo perché le manca un pezzo insignificante di gamba. Cominciò a piangere. E ho capito che non mi sono affatto comportata da sorella maggiore verso di lei in tutti questi anni, l’ho sempre guardata come una povera derelitta da compatire, e mi sono accorta che sono stata pessima anche con Adam, tutte le volte che mi chiedeva un sorriso, una carezza o di essere preso in braccio e consolato dopo una caduta, mi sono sempre comportata da vigliacca, preferendo chiamare te piuttosto che assumermi le mie responsabilità. Io voglio cambiare, aiutami a crescere, ti prego! Io le accarezzai i capelli e continuai:
  • Innanzitutto una persona che vuole crescere non reagisce piangendo come una bambina, lei tirò su col naso e mi guardò coi suoi grandi occhi verdi, e poi io ti aiuterò volentieri: non continuare a rimuginare sul passato, ormai ciò che è fatto è fatto, si può solo andare avanti e cercare di migliorarsi.
  • Hai ragione!
  • Poi, Jasmine non merita di essere considerata inferiore per un handicap che non le è nemmeno congenito e poi è più in gamba di noi due messe insieme, penso che devi cominciare a ragionare: non solo chi è perfetto esteriormente come te è una persona a tutti gli effetti, c’è gente là fuori che deve combattere ogni giorno contro malattie inimmaginabili, eppure lo fa ed ha una scopo nella vita e presto o tardi lo raggiungerà, qualunque essere umano ne ha il diritto! E anche il piccolo Adam che ti adora, merita un po’ più di considerazione da parte tua!
  • Ok, ti giuro che mi impegnerò e diventerò una persona migliore.
  • Brava! Le dissi dopo averle dato un bacio in fronte. Poi le chiesi, ma quel ragazzo che ti aveva chiesto il numero, vi state poi sentendo?
  • Ma certo, si chiama Mikail, fa I liceo, ha una media altissima, gioca a basket ed ha una sorellina più piccola che si chiama Monika ed ha quattro anni. La sua mamma è polacca e suo papà è russo, sono ebrei e sono qui da tre generazioni.
  • Che bello! Allora uscirete insieme.
  • Che dici, me lo merito?
  • Io penso proprio di sì e poi magari anche lui può aiutarti a diventare una persona migliore!
  • Già, domani sera usciamo, durante gli intervalli viene sempre nella mia classe a trovarmi, è un bravo ragazzo sai, e poi è tanto gentile.
  • Io penso ti piaccia anche perché piace a tutte e quindi l’avere il ragazzo più ambito del liceo è per te motivo di orgoglio.
-           Già, è una debolezza che chissà quando riuscirò a sconfiggere!
   -        L’importante è che tu stia bene con lui e lo faccia stare bene, poi i motivi che ti attraggono vengono dopo.
      -    Come sei saggia! E tu, faccende di cuore?
-     No, niente di niente, ma sto bene così, quando capiterà sarò pronta… dai ora dormiamo piccolina, e cerca di rilassarti.
-    Ok, grazie Sady, non so cosa farei senza di te!
-    Hai pregato prima di venire a letto?
-    Sì, ormai è quasi un anno che faccio tutte le cinque preghiere, mi viene automatico.
-    Bene, brava, e ricorda che essere una buona musulmana ti aiuta ad essere una buona persona!
                   -    Buonanotte.
 
La mattina dopo aprii gli occhi verso le nove piacevolmente riposata e mi accorsi che tra me e Fatima, c’era un intruso: Adam, chissà da quanto era lì! Era piacevolmente disteso con la testa appoggiata sulla mia spalla e la mano nei capelli di Fatima. Io cercai di divincolarmi stando ben attenta di fare il minimo rumore, andai nella mia stanza a scegliere i vestiti da indossare e andai a fare il bagno. Dopo mezz’ora uscii dalla vasca con la pelle tutta raggrinzita, mi avvolsi nel mio morbido accappatoio e cominciai a spazzolarmi i miei lunghi capelli. Sapete, i miei capelli coprono tutta la mia schiena, ho la riga sul lato destro della testa ed una frangia laterale scalata.
Presi le forbici e cominciai a scalarli tutti, dieci minuti dopo erano notevolmente più corti, arrivavano ancora oltre le spalle e l’immagine che mi rifletteva lo specchio era un incanto!
Mi misi la crema, mi vestii ed uscii dal bagno.
Avevo addosso un paio di jeans piuttosto attillati, una t-shirt nera ed una felpa rossa col cappuccio. Andai in camera di Fatima e vidi che Adam era sveglio, allora gli dissi:
  • buongiorno cucciolino, hai dormito bene in mezzo alle tue sorelline?
  • Sì, siete molto comode! Sai ha già risposto Eva, Ti è appena arrivato un gufo!
  • Davvero? E dove è la lettera?
  • Ecco, tieni. La srotolai e lessi:
 
Cara Sadhya,
come vanno le cose nella nuova scuola? Per noi qui ad Hogwarts addirittura meglio degli scorsi anni, sarà perché siamo al settimo anno e dunque i programmi sono molto più divertenti. Coi professori ormai è nato un bellissimo rapporto! Ti avevo detto che l’anno scorso in questo periodo io ed Harry c’eravamo lasciati?
Bè, era successo che lui si era preso una cotta per Ginny ed io per Cedric Diggory, allora abbiamo cambiato partners, ma due mesi dopo ci siamo rimessi insieme e ieri mi ha dato l’anello: mi ha chiesto di sposarlo appena usciamo da Hogwarts, ovviamente tu sarai insieme a Hermione e Ginny la mia damigella d’onore!
E tu hai trovato il ragazzo? Ho saputo che ti eri innamorata di Harry l’estate scorsa, forse se ti avesse conosciuta prima avresti avuto una possibilità, ma temo dovrai accontentarti di essere la sua migliore amica.
Sai, la mia famiglia ha adottato Draco Malfoy, perché si è ritrovato solo dopo che sua madre è stata rinchiusa ad Azkaban. È diventato un ragazzo d’oro sai ed ora si chiama Draco Von Shrieder.
I miei fratellini non vedono l’ora di rivedere il piccolo Adam, ti andrebbe di venire da me per Natale? Fammi sapere qualcosa al più presto. Ora ti saluto bella, ricordati che ti vorrò sempre un mondo di bene! Ho saputo che è tornato Ismael, salutalo anche se non mi conosce. Tanti bacioni
Tua Joy
 
Adam mi chiese:
  • allora che ti ha detto, stanno bene i miei amici?
  • Sì, stanno tutti bene… forza, andiamo a fare il bagno così poi gli rispondiamo e magari facciamo una foto con la tua macchina speciale e gliela inviamo!
  • Sì, che bello!
Mi diede la mano e lo portai in bagno, gli dissi di spogliarsi e di mettersi in acqua mentre io andavo a scegliere i vestiti. Tornai pochi minuti dopo con un paio di jeans, una maglia verde ed una felpa a righe marroni, arancione e verde militare.
Notai con piacere che era già a mollo nell’acqua, allora cominciai a strofinarlo energeticamente, poi gli lavai i capelli, che dal biondo quasi bianco si stavano scurendo in un biondo cenere e poi lo sciacquai, aprii il tappo della vasca, gli misi l’accappatoio e lo asciugai, poi lo presi in braccio e gli tagliai le unghie, infine misi anche a lui la crema e lo vestii. Mi piaceva molto occuparmi di lui: era un bambino fantastico, ubbidiente e molto dolce, era molto responsabile e piuttosto maturo per la sua età, ragionava come un adulto e penso che questo sia dovuto al fatto che a due anni ha dovuto rinunciare alle cure di mamma.
Poi io e Adam andammo a far colazione, una volta finito, chiedemmo a zia Norma di scattarci una foto e così rispondemmo a Eva:
 
Cara Joy,
non immagini con che piacere ho letto la tua lettera! Noi stiamo tutti bene, e sono contenta che ad Hogwarts vada così alla grande!
Anche io mi trovo molto bene nella nuova scuola, ho trovato molti amici simpatici anche se effettivamente il Libano mi manca, per Natale non c’è nessun problema: ma viaggeremo in scopa o sulla macchina volante del signor Weasley? Che fate di nuovo a scuola? Che M.A.G.O. avete deciso di intraprendere tu, Hermione Ron ed Harry? Giochi ancora a Quidditch? Rispondi presto, ti allego alcune foto… tanti bacioni ti voglio bene
Sadhya
P.S. Adam vi saluta caramente e vi manda tanti tanti baci.
 
Legai la lettera alla zampa di Anouk, scrissi l’indirizzo e la mandai a Hogwarts.
Adam se ne andò a cavalcare il suo pony mentre io andai in camera mia, Jasmine era sveglia e aspettava che io le portassi le stampelle per poter andare in bagno a lavarsi.
La accompagnai e le chiesi se avesse dormito bene, lei mi rispose di sì e mi chiese se Fatima stesse meglio:
  • Sì, non ti preoccupare, non era nulla di grave!
  • Bene, menomale! Puoi andare a prendermi i vestiti per piacere?
  • Certo, hai qualche preferenza?
  • No, qualsiasi cosa andrà bene!
Corsi nella sua stanza e le presi un paio di jeans, la sua maglietta preferita che era verde e lunga, una cintura ed una maglia nera a maniche lunghe.
Tornai su e la aiutai ad infilarsi nella vasca, le lavai la schiena e stetti lì a chiacchierare mentre si lavava.
Le chiesi:
  • ha avuto bisogno di qualcosa Ruth?
  • No, verso le tre mi ha chiesto se potevo darle dell’acqua, ma parlava nel sonno, io comunque l’ho fatta bere e lei ha ripreso a dormire.
  • Sì, lo fa tutte le notti alla stessa ora, ma non mi ero mai accorta che dormisse!
  • Sì, se provi ad ignorarla si mette ad urlare e si sveglia da sola perciò è meglio darle subito da bere appena la senti!
  • Forse ho il sonno talmente pesante che mi sveglio solo dopo che anche lei si è svegliata.
  • Può darsi, hey ma che hai fatto ai capelli?
  • Ti piacciono? Li ho scalati!
  • Stai benissimo, lo fai anche a me?
  • Certo se ti fidi!
  • Sicuro! Dai aiutami ad alzarmi che ho finito.
Allora la presi in braccio, la sollevai facendo in modo che appoggiasse a terra il piede, le passai l’accappatoio e le misi a posto i suoi biondi capelli, le sistemai la riga e glieli tagliai. Poi si mise la crema e la aiutai a vestirsi: mise la maglia nera, sopra mise quella verde, poi le infilai i jeans, che mise sotto alla maglia verde, le agganciai la cintura e la protesi e poi la pettinai.
Mia sorella avrebbe festeggiato la settimana seguente il suo dodicesimo compleanno e le si stava modellando il fisico. Infatti le si era stretta notevolmente la vita e allargati i fianchi, era dimagrita molto ed ora era uguale a me di fisico, i suoi capelli erano sempre biondi chiari e la sua pelle chiarissima. Non portava più il velo e stava diventando proprio una bellissima ragazzina.
Uscimmo dal bagno e fuori dalla porta incontrammo Fatima che salutò Jasmine con un abbracciò chiedendole:
  • hai dormito bene sorellina?
  • Sì grazie, e tu?
  • Molto bene! Poi rivolgendosi a me mi disse:
  • Mi aiuti a lisciarmi i capelli per favore?
  • D’accordo.
  • Ma Sadhya, sbaglio o avete tagliato tutte e due i capelli?!
  • No, è esatto!
  • Cavoli, siete bellissime!
  • Grazie! Rispondemmo in coro.
Poi Jasmine scese a far colazione ed io entrai in bagno con Fatima.
Lei aprì l’acqua e cominciò a riempire la vasca, e intanto si spogliava, poi entrando in acqua mi disse:
  • sei riuscita a dormire stanotte?
  • Sì, grazie e a te è passata la malinconia?
  • Sì, ti sei accorta che alle due è venuto Adam?
  • No, mi ero appena addormentata!
  • Io invece l’ho sentito, mi chiamava ed era agitato perché aveva fatto un incubo, allora l’ho consolato e si è addormentato. Senti, mi fai la ceretta?
  • Sì, dammi una gamba!
Allora cominciai a depilarla. Poi finito di lavarsi si infilò l’accappatoio e cominciai a separarle i capelli in ciocche.
Dapprima li lisciai con spazzola e phon, una volta asciutti li passavo con la piastra. E glieli spuntai anche. Non mi ero mai accorta dei riflessi biondi che avevano.
Stava bene coi capelli lisci ma siccome aveva la faccia piccola le stavano meglio i ricci. Mentre si vestiva le domandai:
  • senti, cosa pensi di regalare a Jasmine?
  • Non ne ho la minima idea, e se le facessimo un regalo insieme?
  • D’accordo, hai saputo che mamma e papà le regalano uno Stradivari?!
  • Davvero? Chissà come sarà felice!
  • Io pensavo ad una macchina fotografica professionale magari subacquea.
  • Perfetto, io allora provvedo alla stampante.
  • Ma no, non digitale, quelle normali sono migliori e poi lei si sta già costruendo la camera oscura, quindi..
  • Ah sì, non me ne ero neanche accorta! Ma quanto costa?
  • Quella che ho visto io tremila euro, compreso il treppiedi.
  • Non male, dai, tiriamo fuori millecinquecento euro a testa!
  • Perfetto!
  • Sai anche cosa le regaleranno Myriam e Ismael?
  • Sì, Myriam ha già spedito un set di colori ad olio e delle tele, mentre Ismael pensa ad una giumenta, almeno poi lui esaudisce il sogno di crearsi l’allevamento.
  • Sì, ma ha già visto i prezzi?
  • Certo e l’ha addirittura già comprata.
  • Bello, e Ruth?
  • Penso che lo faccia insieme ad Ismael!
  • Sono proprio contenta, non si scorderà mai di questo compleanno! Ma hai notato come sta crescendo in fretta?
  • Sì, ma guarda che abbiamo fatto tutte così!
  • Già, dici che diventerà addirittura più bella di me?
  • Come posso saperlo, però può darsi..
In quel momento Ruth bussò alla porta, la facemmo entrare e lei chiese se potesse lavarsi anche lei, allora uscimmo dal bagno dopo averle chiesto se avesse bisogno di qualcosa.
Io e Fatima andammo in camera mia e le dissi:
-     Sai, oggi pomeriggio Letizia verrà qui con sua sorella che ha il tuo stesso nome!
  • davvero?! Allora è musulmana anche lei?
  • Sì, è senegalese.
  • Chissà che bella che è allora, nella mia classe c’è una ragazzina che viene dal Senegal ed è bellissima, solo che è mulatta, mi assomiglia molto tra l’altro… è alta, magra, ha i capelli riccissimi e lunghi. Si chiama Aida ed è la mia migliore amica!
  • Wow, ma chi dei suoi genitori è senegalese?
  • Sua madre!
  • Ah sì, e come si chiama la signora?
  • Aminta.
  • Come la madre del profeta! Ma sua padre ha dovuto convertirsi all’Islam?
  • Sì, e ora si chiama Djamilou..
  • Bel nome!
  • Hai da fare dei compiti per domani? No, li ho fatti ieri, e poi domani c’è la versione di greco.
  • Che bello…è difficile?
  • No per nulla, è come il latino, una volta capito il meccanismo è semplice, e poi è una lingua molto affascinante!
  • Dove andrete in gita quest’anno?
  • In Grecia, ad Atene, e voi?
  • Noi a Londra…
  • Che meraviglia, in che mese e per quanti giorni?
  • Fine aprile inizio maggio, dal lunedì alla domenica.
  • Bello, noi invece a meta aprile per cinque giorni, andiamo in nave.
  • Bello, noi invece in treno fino alla Manica e poi con lo shuttle.
Nel frattempo eravamo scese in cucina ad apparecchiare il tavolo dato che il pranzo era quasi pronto.
 

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