ghirahim's lament

di reflective_eyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** nuovamente qui ***
Capitolo 2: *** Lotta inutile ***
Capitolo 3: *** In trappola ***
Capitolo 4: *** Faith... ***



Capitolo 1
*** nuovamente qui ***


Lo sapevo che non era finita.
Tutta la pace che avevo provato fino a quel momento non era reale.
Mi trovo nuovamente lì, di fronte a lui, per completare il mio compito.
Ghirahim mi sovrastava, con in mano la spada nera come l' inchiostro su candida carta che mi aveva portato qui.
I suoi occhi cambiavano colore alla luce, prima erano neri, e poi del colore del cioccolato.
Il ciuffo di capelli gli ricadeva in perfetto ordine su un lato del viso.
La veste come la prima volta che lo vidi, e la stessa aria di superiorità si poteva leggere in lui.
Io, in confronto, non sono nessuno.
Ho la dea dalla mia parte, ed è solo per questo che sono ancora vivo.
Sentì lo stomaco contrarsi mentre sfoderavo la master sword.
Avevo paura, e me ne vergognavo .
Io dovrei essere l' eroe che non teme nulla, e che è sempre pronto ad aiutare il prossimo, anche a costo della sua vita...ma quella è solo leggenda.
Storie che si narrano ai bambini per fargli credere che su di loro veglia qualcuno, che li aiuterà sempre, in caso di difficoltà.
Purtroppo, in questo, come in altri mondi, gli eroi non esistono.
Esistono solo le azioni buone e quelle cattive.
Come sole ripetermi sempre Faith"Una persona non nasce cattiva, e può sempre cambiare"
Lo dice rivolta alla spada gemella, e si vede, da come il suo sguardo si perde mentre pronuncia quelle parole.
Credo che, in linea di massima, il suo ragionamento sia giusto. Però, anche se nessuno nasce cattivo, se si vive per troppo tempo nel male non se ne può più uscire.
Proprio come il mostro che avevo davanti.
Non era più uno spirito libero come me, ma una pedina, al servizio di Ganon.
Alzai lo sguardo sul suo viso e vidi quegli occhi gelidi che parevano non vedere la luce del sole da secoli, fissarmi.
Congelandomi sul posto come una statua di ghiaccio, pronta ad essere ridotta in mille pezzi.
Ma cosa stavo pensando?
Dovevo aver fiducia in me stesso, altrimenti non sarei mai sopravvissuto a quello scontro.
Un rumore di passi leggeri mi riscosse.
Ghirahim mi stava girando in torno, come si fa con un animale da portare al macello.
Dovetti ricorrere a tutta la mia forza di volontà per non allontanarmi.
Ma lo conoscevo bene, non mi avrebbe mai ucciso alle spalle.
Voleva vedere il mio viso quando la vita lo avrebbe abbandonato, come aveva detto l' ultima volta che ci eravamo scontrati.
Quando riapparve nel mio campo visivo le gambe cominciarono a tremarmi, come ogni volta.
Non cambiava mai.
Prima c' era determinazione, poi terrore, e infine il vuoto più totale.
Perché non ti puoi permettere di provare alcuna emozione mentre sei impegnato in un duello che, molto probabilmente, ti costerà la vita.
Strinsi ancora di più l' elsa della mia spada, fino a quando le nocche non divennero bianche.
-Allora- la voce del patriarca dei maghi risuonò nell' antico templio dove ci trovavamo, riempendolo di note melodiose, le note della morte- vedo che la dea ha deciso di portarti nuovamente da me...sembra quasi che voglia sbarazzarsi di te...o è solo una mia impressione?
-Zitto!-la mia voce suonò stranamente ferma e decisa, anche se ero terrorizzato all' idea di dovermi scontrare nuovamente con lui- vuoi chiaccherare o combattere come un vero uomo? Ah, scusa, dimenticavo che tu non sei umano...
Mi bloccai di colpo.
"Stupido,stupido, stupido" pensai.
Non avevo bisogno di alterarlo ancora di più, era già furioso con me.
Perché non stavo zitto?
Purtroppo quello che è fatto è fatto, e non si può più fare un passo indietro.
Lui si voltò, e la maggior parte delle persone si sarebbe sentita sollevata, avrebbe creduto significasse che non avrebbe dato peso a quanto detto in precedenza.
Io però lo conoscevo troppo bene per sperare in una cosa del genere.
Tutto il suo stato d' animo si esprimeva attraverso piccoli gesti, come uno sguardo o un segno.
Vidi la mano destra tremare, e i muscoli delle braccia contrarsi, per provare a contenere l' ira che continuava a ribollire in lui, da quando era stato abbandonato da tutti.
Non c' era modo di sfogarsi per lui, e questo lo rendeva ancora più pericoloso e imprevedibile.
-tutto questo tempo passato da solo- cominciò lui, voltandosi lentamente e avvicinandosi dolcemente a me, quasi avesse tutto il tempo del mondo- mi ha lasciato spazio per pensare; alla mia vita, alle mie scelte... ma un argomento centrale eri sempre tu. L 'eroe biondo in tunica verde che rischia continuamente la sua vita per salvare il mondo convinto di stare dalla parte del bene...ha ha ha... - la risata era controllata e divertita, quasi fossi uno spettacolo per lui. - non hai ancora capito, eroe caduto dal cielo, che il bene non può trionfare? Ogni volta che mi sconfiggerai, o che crederai di aver distrutto il male per sempre io tornerò, più potente e forte di prima. La tua è una causa persa, che ne dici di arrenderti? La tua sarebbe una morte rapida e indolore.
Schioccó le dita e apparve di fronte a me, portandomi la lama della spada alla gola, sfiorando appena la pelle, quasi volesse accarezzarmi.
Non sapevo cosa dire.
Mi allontanai di scatto e mi misi in posizione di difesa.
Ghirahim mi guardò, quasi annoiato, come se non avesse voglia di combattere.
Sospirò e puntò il suo sguardo su di me.
- E va bene, oggi sarà il giorno della sconfitta dell' eroe di Hyrule.
E attaccò

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Capitolo 2
*** Lotta inutile ***


Schivai un affondo e mirai un fendente contro la sua gamba destra, che deviò senza problemi con il piatto della spada.
Continuiamo così per un tempo che parve interminabile, il rumore assordante delle lame che cozzavano tra loro.
Finalmente, dopo un tempo che parve incalcolabile, riuscì a colpirlo al braccio sinistro, procurandogli un taglio profondo.
Egli gemette ed arretrò, sempre tenendo la guardia alzata.
L 'arto era ormai inservibile, e non poteva contare più sulla difesa, avevo un bel vantaggio.
Non avevo però calcolato che si sarebbe ripreso così in fretta.
Mirò un fendente contro di me, e lo scansai appena in tempo, procurandomi solo un taglio superficiale al ventre.
Da quel momento passarono secoli senza che nessuno riuscisse a prevalere sull' altro.
Come avrei voluto che fosse veramente così.
Ghirahim stava giocando con me, in modo da lasciare tempo al suo corpo di fermare la fuoriuscita di sangue, evitando eccessivi sforzi.
Purtroppo me ne accorsi quando era già troppo tardi.
Si allontanò da me quanto bastava per lasciargli un attimo libero, per poi scomparire.
Questo era il vero problema, non sapevi mai dove si sarebbe teletrasportato.
Un dolore lancinante mi colpì la gamba destra nel preciso istante in cui terminai il pensiero.
Sentì un liquido vischioso scendere lungo l' arto, mentre io cadevo a terra, non riuscendo più a tenermi stabilmente in piedi.
Egli era dietro di me, con la lama nera sporca di sangue; del mio sangue.
Lasciai andare la spada e provai a tamponare la fuoriuscita di sangue con le mani, anche se sapevo che era inutile.
Il patriarca dei maghi era sopra di me, con un sorriso sadico stampato sul viso pallido, e uno strano scintillio megli occhi, ora dello stesso colore della notte che oramai incombeva fuori dal templio

Ghirahim' s POV
L 'eroe era finalmente ai miei piedi.
Quanto tempo avevo aspettato per vederlo così ; senza la minima possibilità di difendersi.
Sorrisi.
Era incredibile che un marmocchio come lui fosse riuscito ad ostacolare i miei piani così tante volte.
Il sangue gocciolava dalla mia spada al ritmo del cuore che ora batteva debole nel suo petto.
Alzò finalmente lo sguardo, e vidi i suoi occhi, un tempo del colore delle calde giornate estive, ora sbiaditi e tristi, che mi pregavano di finirlo velocemente, a discapito dell' espressione del suo viso, come sempre orgogliosa.
-Eroe fino all' ultimo eh?
Le parole mi uscirono precise di bocca, quasi avessero aspettato ad essere pronunciate.
Lo sentì gemere,  mentre si aggrappava ad una colonna, provando disperatamente ad alzarsi in piedi.
Ci riuscì anche, con la spada stretta debolmente in pugno, come per continuare da dove ci eravamo interrotti.
La risata mi uscì spontanea e divertita.
Come faceva anche solo a sperare che sarebbe riuscito a combattere contro di me in quelle condizioni?
I capelli biondi, color del grano maturo, gli coprivano quasi completamente il viso, ora pallido e madido di sudore.
In quelle condizioni avrebbe fatto pena a chiunque, ma non a me.
Sapevo di cosa era capace quel ragazzino, e sapevo anche che, se non l' avessi reso impossibilitato a muoversi si sarebbe riscosso con la stessa velocità con la quale aveva toccato il suolo.
Un gemito trattenuto, un affannare in cerca di ossigeno...era tutto quello che si poteva udire dell' eroe di Hyrule.

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Capitolo 3
*** In trappola ***


Link's POV
Il bruciore alla gamba era insopportabile, specialmente ora che mi ero alzato.
Non mi sarei mai potuto difendere, ma non sarei morto prostrandomi ai piedi del mio assassino.
Avrei fatto esattamente quello che aveva detto lui; sarei stato un eroe fino all'ultimo.
La sua risata rieccheggiò divertita, mentre piegava leggermente il capo all'indietro, scoprendo gli occhi,che ora brillavano di una luce malvagia, che solo una cosa avrebbe potuto soffocare;il sangue, il mio sangue.
Tutto successe così velocemente che non riuscì a comprendere cosa stesse accadendo.
Ghirahim era lontano un paio di metri da me, poi non c'era più, e infine mi comparve davanti, puntando delicatamente la lama contro il mio petto, facendola scorrere lentamente su e giù.
-Ma guardati- disse, sorridendo in modo falsamente dolce- Un grande eroe come te messo in difficoltà così facilmente? Non c'è quasi più gusto.
Feci una smorfia, e solo in quel momento mi ricordai della spada che tenevo debolmente nella mano destra.
Era la mia ultima possibilità, dovevo giocarmela.
Alzai di scatto il braccio, colpendolo al ventre, creando uno squarcio profondo.
Un grido frantumò il silenzio che si era formato tra di noi, e il patriarca dei maghi si piegò in due, provando a tamponare la fuoriuscita di sangue.
Alzò lentamente lo sguardo su di me, le mani tremanti e la fronte lucida di sudore. Ma non una lacrima solcava le guance pallide e scavate.
Schioccò debolmente le dita, producendo un flebile suono.
In quel preciso istante comparve una catena, nera come l'inchiostro, contornata da un alone nero come la notte.
Era come se fosse stata forgiata con il dolore e la paura che avevo provato fino ad allora.
Ghirahim si appoggiò alla parete ricoperta di antichi fregi per sostenersi in piedi, mentre, con la mano libera, fece un segno, quasi impercettibile.
Tuttavia, al comando il concatenamento di metallo si mosse, come lanciata da mani invisibili, nella mia direzione, colpendomi al petto e facendomi perdere nuovamente l' equilibrio.
Rimasi un attimo stordito e confuso, senza sapere cosa fare. Quel poco di distrazione, però, bastò a farmi imprigionare alla colonna alla quale mi reggevo.
Avevo la braccia bloccate lungo i fianchi, la master sword appena fuori dalla mia portata.
Ma tanto non mi sarebbe servita.
Non contro di lui, non in quelle condizioni.
Il patriarca dei maghi si avvicinò lentamente a me, il bracco sinistro posato sul ventre per bloccare la fuoriuscita del liquido rosso.
-Allora,- cominciò lui, alzando debolmente la spada con la mano libera- dove eravamo rimasti?
Adesso c'era meno di un metro tra noi, e riuscivo a vedere le sue labbra tremare, per lo sforzo di rimanere in piedi e per il dolore che esso causa.
Mi mise la punta della lama sotto il mento, per poi far leva e tirarmi su il viso, in modo che lo vedessi in viso.
Una pozza cremisi si allargava ai suoi piedi, mentre mi fissava negli occhi, con aria di superiorità.
Mi dimenai, provando a liberarmi, ma non ottenni nulla.
Era inutile.
Inutile sperare, inutile provare a liberarsi, inutile credere di riuscire a fuggire.
Tante volte mi sono chiesto quando avrei raggiunto il limite. Sapevo sarebbe successo, ma non credevo così presto.
Non ebbi il tempo di pensare ad altro però, perché nel preciso istante in cui terminai di formulare il pensiero sentì una lama affilata
lacerare la mia pelle e la mia carne.
Un bruciore intenso mi pervase, diffondendosi dal petto alle altre parti del mio corpo tremante, mentre il sangue mi impregnava la tunica, come l'acqua del fiume dove solevo tuffarmi, che ora è lontano, come la mia casa.
Non ricordo di aver gridato, ma il mio eco era ancora udibile, mentre rimbalzava tra le pareti del tempio.
Tremavo violentemente per la mancanza di sangue al cervello, o almeno questo è quello che ho sempre detto, mentre in realtà avevo paura.
Pura di perdere tutto, paura di non riuscire ad aiutare chi ancora credeva in me.


♦Ghirahim's POV
Era incredibile.
Non riuscivo a credere di essere riuscito ad impossibilitare i movimenti dell'eroe con un trucco così elementare.
La lama affondò nella sua carne con estrema facilità, creando uno squarcio molto profondo.
Ero stato però molto attento a non creare danni agli organi vitali.
Non se la sarebbe cavata così facilmente.
Un grido risuonò nell'antico luogo di culto, disperdendosi nell'aria fredda e buia della notte.
Tremava come un pulcino bagnato, il viso angelico storto in una smorfia di dolore.
Una strana sensazione mi pervase. Era come... pietà?
Era un sentimento che avevo dimenticato da tempo.
Era come se volessi aiutarlo, come se qualcosa mi legasse a lui come egli ora era incatenato alla colonna.
Ma certo...Faith.
Solo il suo nome faceva male.
Eravamo rimasti separati per così tanto tempo che ormai non ricordavo neanche più la sua voce e il suo viso era ridotto ad una macchia sfocata nella mia memoria.
L'ultima volta che la vidi era di fronte a me, e mi parlava, con una rosa rossa in mano. Non riesco a ricordare l'argomento della conversazione. Mi stava dicendo qualcosa... poi un velo nero era caduto su di me.
Ganon mi aveva ritrasformato in spada, e stava per colpire Faith.
Avevo usato una quantità enorme di energia per bloccargli il braccio e permettere alla mia spada gemella di scappare.
Poi mi aveva punito, e Zant era stato felice di fare il lavoro sporco.
Sono rimasto richiuso per due settimane in una stanza dove non potevo vedere la luce del sole, e ogni notte Zant entrava, torturandomi, traendone ogni volta un piacere maggiore.
Tutto questo ero però riuscito a sopportarlo, sapendo che lei era al sicuro, con il mio nemico.
Dovevo rivederla, anche solo per qualche attimo.
Presi la Master Sword in mano, tenendola con delicatezza, quasi avessi paura di romperla.
C'era solo un modo per poter vedere nuovamente il suo viso, anche se non sopportavo l'idea di farle qualcosa contro la sua volontà.
Era un metodo che avevo imparato a mie spese, per far tornare l'anima di una spada nella sua forma umana.
La lama tremolò, e giusto qualche attimo dopo Faith era finalmente di fronte a me.
Rimasi però molto confuso.
I pochi ricordi sfocati che avevo di lei la ritraevano sorridente.
Adesso invece sembrava che...piangesse?

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Capitolo 4
*** Faith... ***


Per quale motivo?
Non riuscivo a comprendere la causa della sua tristezza.
Mi avvicinai, ma lei si ritrasse di scatto. Cosa stava succedendo?
-Faith- cominciai, rompendo quel silenzio di ghiaccio- sono io, Ghirahim, mi riconosci?
Possibile che non riuscisse a ricordare? La mia mente cominciò ad andare in confusione.
Poi finalmente parlò, la voce limpida e cristallina che risuonava tremante nell'ombra scura della notte.
-Non...non ti avvicinare!
Aveva paura...di me?
Non le avevo mai fatto nulla per farla spaventare in questo modo di fronte a me.
-Faith, tranquilla, non voglio farti nulla.
-Ma..ma tu sei un servo di Ganon, secondo i suoi ordini dovresti eliminarmi.
Nonostante il tremito della sua voce il significato delle parole mi colpì, peggio di quanto chiunque altro avrebbe potuto fare.
Aveva paura che la uccidessi, ma non aveva capito che io volevo aiutarla.ù
Mi avvicinai nuovamente, e questa volta lei non si mosse.
Il suo respiro si fece più irregolare, mentre si mordicchiava il labbro per la tensione in costante crescita di quella situazione.
Per la prima volta non sapevo cosa fare.
Sembrava quasi che, in questi lunghi anni, avesse dimenticato tutto il tempo passato insieme.
Le poggiai una mano sulla spalla, e lei sussultò, non si era accorta che mi ero avvicinato nuovamente.
Ora solo pochi centimetri ci separavano. Potevo sentire il suo respiro, debole e irregolare.
-Faith.. c'è qualcosa che non va?
Era la prima frase che mi era venuta in mente, e appena ebbi finito di pronunciare l'ultima frase mi pentì di aver pronunciato quelle
parole.
Perché avrebbe dovuto rispondermi se credeva che volessi farle dal male?
Stranamente, invece, le parole uscirono dalle labbra sottili.
-Tu...sei stato mandato qui per uccidermi, vero?
Quell' affermazione mi fece più male di quanto avrebbe dovuto.
In effetti era logico, essendo io un servo di Ganon.
Nonostante questo non le avrei mai fatto del male, e mai avrei permesso che qualcuno la toccasse.
Provai a spiegarglielo, ma le parole suonarono prive di senso, sconfusionate, e soprattutto false.
Sembrava la promessa di un predatore alla preda, qualcosa per farle abbassare la guardia.
Lei se ne accorse ovviamente, non era stupida.
Si allontanò ancora di più, inciampando sul piede di Link. Il suo sguardo si volse immediatamente su di lui, che teneva ancora la testa bassa.
Gli occhi di Faith si spalancarono quando videro in che condizioni era il suo padrone.
-Link!
Mi irritava il fatto che si preoccupasse più per l'eroe che per me, che in questo momento stavo rischiando moltissimo anche solo per il fatto di non averla uccisa.
Possibile che non capisse che quello che le voleva veramente bene qui ero io?
Repressi lo scatto d'ira, non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose,e probabilmente avrei compiuto qualche azione che avrebbe solo portato danni.
I fatti, si sa, sono molto più importanti delle parole, che si dimenticano, si perdono nel vento senza significato.
Un clangore metallico.
Avevo lasciato cadere la mia spada.
Lei si voltò di scatto, spaventata da quel suono improvviso.
Mi guardò senza capire,e in effetti non mi spiegavo neanche io il motivo di un azione così irrazionale, ma era l'unico modo per convincerla a fidarsi di me.
Tirai un calcio alla lama, che arrivò proprio davanti a lei.
Rimanemmo in silenzio per un tempo che parve interminabile, il quale venne rotto solamente dalle flebili parole di Link.
-U...uccidilo...Faith...
Repressi l'istinto di colpirlo.
Doveva stare zitto!
Ma tanto non sarei neanche riuscito ad avvicinarmi, non volevo ammetterlo, ma l'eroe mi aveva fatto più male di quanto non dessi a vedere
Il bruciore era insopportabile, ma non potevo mostrarmi debole, non davanti al mio nemico, non davanti a Faith.
Lei fissò entrambi, squadrandoci.
Era in confusione, non sapeva a chi credere.
Io stavo in silenzio. Non volevo influenzarla.
Anche io avevo fatto la mia scelta, ed avevo sbagliato, non volevo che soffrisse come me solo a causa mia.
L'anima della Master Sword abbassò il capo.
Non mi sarei stupito se avesse provato a liberare il suo padrone, in quel caso l'avrei allontanata, e avrei portato Link in un posto nascosto.
Per quanto le volessi bene non le avrei mai permesso di aiutare l'eroe a liberarsi.
-Faith...non ricordi...tutto...tutto quello c-che ci ha fatto...passare?
Non riuscì più a trattenere la rabbia.
Feci comparire un pugnale, un cenno e si piantò nella spalla del ragazzino.
Gridò, ma a me non importava.
Avevo aspettato così tanto tempo, e ora volevo solo vederlo morto.
Ad un mio comando la lama si rigirò nella carne dell'eroe, facendo scorrere altro sangue.
Un altro grido si unì all'eco del primo, questa volta strozzato dalle lacrime che premevano per uscire, per scorrere insieme al sangue sul pavimento.
Faith agì di scatto, levado l'arma dall'arto dell'eroe.
-Sei un mostro!
Come osava parlarmi in questo modo? Dopo che l'avevo salvata così tante volte?
-Allora ti dovrai abituare al fatto che solo i mostri ti aiuteranno. Non ricordi l'ultima volta?
Il suo sguardo si abbassò, e si rimise in piedi, la mia spada stretta debolmente in pugno.
Quando fummo a pochi metri di distanza me la porse.
-Senti io... non posso stare con te, non potrei neanche parlarti o vederti, come è stato per questi ultimi tre lunghi anni.
Non ne comprendevo il motivo.
Non poteva essere stata una sua scelta, non dopo tutto quel tempo passato insieme, doveva essere stato qualcuno.
-Vedi...- continuò lei, incerta sul da farsi- quando ho detto che avevo paura di te perché sei un servo di Ganon... non era vero, non dubiterei mai di te.
È solo che, quando sono tornata ad Oltrenuvola la Dea mi ha parlato. Mi ha detto che per me erapericoloso frequentarti, parlarti, o anche solo vederti. Io non volevo separarmi da te...io...
Rimasi immobile.
La Dea.
Non riuscivo più a rimanere in piedi, la ferita al ventre aveva ricominciato a sanguinare, e le forze mi vennero meno.
Mi poggiai alla colonna portante del luogo di culto con aria disinvolta, per non far trasparire la mia debolezza.
Un debole raggio di sole penetrò dalla vetrata ad est, illuminando fiocamente il capo dell'eroe, il quale sollevò debolmente il viso, verso quella luce, quella libertà che mai più avrebbe riavuto.
Per la prima volta mi accorsi di aver vinto.
Esatto, io, patriarca dei maghi, avevo sconfitto l'eroe di Hyrule, colui che possedeva la triforza del coraggio.
Avevo finalmente avuto la meglio, dopo tanto tempo.
E poi si sa... la pazienza viene sempre premiata.


ANGOLO AUTRICE
Allora... questo angolo l'ho messo per chiedervi un favore.
A questo punto non so se mettere l'avvertimento "violenza" in questa storia... chiedo a voi e...taht writing is laways on your favour

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