Amarla e odiarla anche un po'

di Adeia Di Elferas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La rosa nera – François Augustin Reynier de Jarjayes ***
Capitolo 2: *** La rosa color pesca – Louis-Joseph ***
Capitolo 3: *** La rosa blu – Bernard Chatelet ***
Capitolo 4: *** La rosa color Borgogna – Hans Axel von Fersen ***
Capitolo 5: *** La rosa verde – Marron-Glacé Grandier ***
Capitolo 6: *** La rosa rosa – Maria Antonietta ***
Capitolo 7: *** La rosa color lavanda – Rosalie ***
Capitolo 8: *** La rosa gialla – Victor Clemént de Girodel ***
Capitolo 9: *** La rosa color corallo – Alain de Soissons ***
Capitolo 10: *** La rosa rossa – André Grandier ***
Capitolo 11: *** La rosa bianca – Oscar ***



Capitolo 1
*** La rosa nera – François Augustin Reynier de Jarjayes ***


(rosa nera: amore disilluso, ferito, addio, odio, morte)

Come le rose, che nel deserto fioriscono e muoiono.
(Alexander Pope)

 Il generale Jarjayes diede un ultimo sguardo al quadro che raffigurava sua figlia. Il pittore aveva fatto veramente un lavoro di pregio, doveva ammetterlo.
 L'aveva raffigurata in modo realistico, eppure aveva dato un tono epico e immortale a quella figura...
 François fece qualche lento e pesante passo, andando al vaso di rose che i servi avevano lasciato sul tavolino vicino alla finestra.
 Senza badarci davvero, allungò la mano, per accarezzare i petali setosi dei fiori. Ritirò subito la mano, punto da una delle spine che si nascondevano tra le foglie verdi.
 Sanguinava...
 Ah, una spina tanto piccola era riuscita comunque a far sanguinare lui, il generale Jarjayes, un uomo duro e deciso, un soldato...
 Mentre si succhiava il dito ferito per farlo smettere di sanguinare, François lanciò uno sguardo interessato ai fiori che gli stavano davanti. Sembravano così indifesi, e invece...!
 Allontanando per un momento la mente da tutto quello che stava succedendo dentro e fuori quel palazzo, si ritrovò a pensare che le spine sono necessarie alla rose, per permetterle di crescere forti e non venir importunate da nessuno.
 Così anche lei, sua figlia, la sua Oscar, anche lei aveva creato un muro di spine per evitare che i suoi petali venissero sgualciti da qualche ospite indesiderato. Così facendo, però, si era preclusa la felicità.
 Il generale sentì monatarsi in corpo una rabbia che non provava da anni. Con un ringhio gutturale e primordiale, scagliò in terra il vaso di rose, che si frantumò in mille pezzi.
 Con il respiro affannoso, il generale ignorò l'acqua versata, i cocci di vetro e i fiori sparsi in terra e si affrettò a uscire dal salone, calpestando senza badarci un paio di boccioli.
 Con sua figlia aveva sbagliato tutto e se n'era accorto troppo tardi. Era la più piccola, l'ultima figlia, quella che avrebbe dovuto proteggere con più amore e con più impegno e invece l'aveva gettata in pasto a un mondo crudele che l'aveva schiacciata, come lui aveva pestato senza pietà le rose che i suoi servi avevano messo con cura in un vaso di vetro...
 Abbaiò qualcosa a una delle domestiche, che corse subito nel salone a riparare al danno fatto dal suo padrone, e si ritirò nelle sue stanze.
 Una volta solo, la rabbia sbollì e restò solo l'amarezza.
 Il suo mondo stava finendo, la sua vita stava finendo, e forse anche quella di Oscar era già arrivata ala fine...
 Non era mai riuscito ad amarla completamente. L'odio che aveva nutrito, senza motivo, senza logica, aveva preso il sopravvento. Non aveva mai trovato un equilibrio tra quei due sentimenti.
 Stringendosi le mani al petto, il generale tentò di chiedere perdono a Dio, ma le parole della sua preghiera erano molto particolari e non era sicuro che lassù qualcuno le avrebbe ascoltate: “Il mio più grande rimpianto – sussurrò, con la voce spezzata – sarà per sempre quello di non essere riuscito prima ad amarla e odiarla anche un po'...”

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Capitolo 2
*** La rosa color pesca – Louis-Joseph ***


(rosa color pesca: dichiarazione d'amore, richiesta d'attenzione, amore segreto)

La rosa è il profumo degli Dei

la gioia degli uomini

orna le grazie dell'amore che sboccia

è il fiore prediletto di Venere.

(Anacreonte)

 Louis-Joseph chiuse un momento gli occhi, preda dell'atroce dolore alla schiena che non lo lasciava dormire da giorni.
 Quando sarebbe arrivata la morte? Ormai l'aspettava come una cura, come una medicina che avrebbe alleviato ogni sua sofferenza.
 Non era stato in grado di crescere abbastanza da diventare re e di questo si rammaricava, ma ormai non poteva fare altro se non aspettare la fine dei suoi giorni.
 Gli sarebbe piaciuto poter prendere il posto di suo padre. Sarebbe stato un re giusto e corretto, avrebbe raddrizzato i torti e avrebbe fatto del suo meglio per condurre la Francia in una nuova epoca di splendore e ricchezza. Dio, però, lo voleva chiamare a sé.
 La vita gli piaceva. Con lui non era stata molto generosa, è vero, ma non voleva lasciarla così presto. La vita gli aveva dato momenti pieni di gioia, fragranti come i petali di una rosa, ma ora gli stava presentando il conto, mostrandogli le spine.
 Così non avrebbe avuto nemmeno il tempo di rivedere la rosa più bella di tutte, l'unica persona al mondo che avrebbe voluto al suo fianco, una volta che fosse diventato re.
 Se solo fosse nato prima, se solo non fosse stato così giovane, allora Oscar sarebbe stata la donna per lui, l'unica, la sola in grado di farlo innamorare.
 Riaprì un momento gli occhi, desideroso di vedere la luce, ma quello che le sue pupille scorsero era solo una confusa chiazza luminosa, dai contorni incerti e tremuli. Forse la fine era davvero vicina, molto più vicina del previsto...
 Louis-Joseph strinse i pugni, con forza, con paura e con speranza. Tutte quelle cose si mescolarono e per un istante gli parve di fluttuare sul letto.
 Sentiva delle voci, delle mani che lo stringevano, forse anche qualcuno che piangeva. Avrebbe voluto dire a tutti loro che non dovevano essere tristi, perchè lui stava già meglio.
 I dolori stavano passando e così tutta la sofferenza terrena. L'unica cosa che ancora lo tormentava era l'immagine del viso di Oscar. L'amava, perchè era l'unica donna che avrebbe mai voluto al suo fianco, e la odiava, perchè non sarebbe mai stato abbastanza adulto da poterla avere come sposa...
 'Potrò solo limitarmi a sospirare per lei, mentre la vita mi lascia – pensò, mentre gli ultimi respiri scuotevano il suo esile corpo – potrò solo limitarmi ad amarla e odiarla anche un po'...'

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Capitolo 3
*** La rosa blu – Bernard Chatelet ***


(rosa blu: fedele amicizia, fiducia)

Le rose son fiorite presto

e sono fiorite per invecchiare.

In un bocciolo hanno trovato culla e sepolcro.

(Pedro Calderon de la Barca)


 Il popolo, infine, era insorto. Aveva trovolto Parigi e la Francia intera come un'onda impetuosa e senza fine.
 Le fiamme della rivoluzione avevano arso l'Antico Regime, rendendolo solo un ricordo, spazzandolo via come la risacca del mare fa con le conchiglie o i pezzi di legno rimasti sul bagnasciuga.
 Non era stato facile e molti erano caduti, inneggiando alla libertà, alla fraternità e all'uguaglianza.
 Il sangue era il prezzo che veniva chiesto per la libertà, così come le spine richiedono una goccia rossa e calda come ricompensa per lasciar intravedere la bellezza della rosa che difendono.
 Molti giovani erano morti, in quelle mattine di sangue, in quei pomeriggi di tumulti, in quelle notti di assalti...
 Il meglio della Francia aveva dato la vita per fare del proprio paese un paese migliore, un posto in cui valesse la pena di restare e crescere dei figli, un luogo di cui andare fieri e di cui parlare a testa alta.
 E poi era arrivata la vittoria. Il popolo aveva sconfitto gli oppressori e improvvisamente il prezzo pagato pareva equo, giusto, necessario. Non c'era famiglia, soprattutto a Parigi, che non avesse perso qualcuno, ma quel dolore univa tutti ancora di più, come se fossero stati tutti membri di un'unica immensa famiglia.
 Bernard aveva festeggiato come tutti i suoi concittadini, ma la notizia della morte di Oscar lo aveva profondamente colpito. Quella donna lo aveva risparmiato, quando avrebbe potuto non solo denunciarlo al re, ma anche ucciderlo su due piedi senza farsi troppi problemi.
 L'aveva salvato, lo aveva ascoltato e aveva capito le sue ragioni. Poche donne – soprattutto nobili – avrebbero fatto altrettanto. E poi, quando era stato il momento, Bernard si era sdebitato, aiutando Oscar, che ormai era schierata sul suo stesso fronte.
 Ne era rimasto affascinato, in fondo, perchè una donna simile non l'aveva più incontrata. Era viva, come poche, piena di fuoco e fiamme e spirito rivoluzionario.
 Quasi, quasi Bernard la invidiava. Lei, una nobile, un soldato che era stato agli altici vertici della guardia reale, aveva rinunciato ai suoi titoli e alla sua posizione per combattere dal lato giusto della barricata.
 Forse lui non sarebbe stato tanto patriottico e tanto coraggioso, se fosse stato al suo posto.
 Quando aveva saputo con certezza della sua morte, non era riuscito a esternare subito il suo dolore. Era un'amica preziosa, ormai, e avrebbe voluto poterla conoscere meglio, per capirne il segreto.
 Aveva ascoltato le parole che dicevano su di lei, man mano che la notizia della sua morte si spandeva come una macchia d'olio, e quasi tutti la descrivevano come una donna che bruciava, nel tormento e nella passione, una vera cittadina di Francia.
 Quell'ardore che Oscar portava nel petto, pensava Bernard, era stato ciò che lo aveva portato pure lui ad amarla e odiarla anche un po'...

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Capitolo 4
*** La rosa color Borgogna – Hans Axel von Fersen ***


(rosa color Borbogna: eleganza, bellezza)

 Cogli la rosa quando è il momento,

che il tempo, lo sai, vola

e lo stesso fiore che sboccia oggi,

domani appassirà.

(Robert Herrick)

  'Il mio André', aveva proprio detto così.
 Ah, quella donna che sembrava fatta d'aria, quando volteggiava per la sala da ballo in abiti femminili e che invece appariva fatta di fuoco quando brandiva la spada, aveva finalmente ammesso la verità.
 E questa verità a Fersen un po' faceva male.
 Non l'aveva mai presa in considerazione. Per lui era sempre e solo stata un soldato, un amico, una persona di cui fidarsi, ma mai, mai una donna d'amare.
 Forse l'aveva fatta soffrire senza accorgersene. Era possibile. Se Oscar non provava nulla per lui, altrimenti, che senso avrebbe avuto andare al ballo con indosso abiti da dama?
 Mentre spronava il cavallo per allontanarsi dalla folla che egli stesso aveva aizzato per lasciare a Oscar e André il tempo di scappare, il suo cuore si riempiva di dubbi e certezze in egual misura.
 Se da un lato ora era sicuro che quella donna aveva trovato un uomo di cui innamorarsi, dall'altra si chiedeva cosa sarebbe successo, se lui, il Conte Fersen, avesse amato la Contessa Jarjayes e non la regina di Francia.
 Forse il suo destino sarebbe stato felice. Forse non avrebbe dovuto soffrire e piangere. Forse quella guerriera avrebbe deposto la spada e per lui si sarebbe trasformata in moglie e madre.
 O forse anche in quel caso per lui ci sarebbe solo stata penitenza e tormento, dolore e rimpianti. Forse non lo avrebbe voluto, se per averlo avrebbe dovuto lasciare la divisa.
 Nemmeno lei era una donna facile da amare.
 In una certa misura Oscar e Maria Antonietta erano simili. Due rose bellissime, pronte a pungere chi avesse cercato di amarle.
 Per amare una rosa serve coraggio, perchè se la si vuole stringere a sé, bisogna accettarne il morso delle spine, altrimenti la si può solo ammirare da lontano.
 Tenendo a bada il cavallo, che cercava di imbizzarrirsi, spaventato dalle grida della folla, Fersen sorrise, convencendosi sempre di più che sarebbe stato più felice, se avesse potuto amare una donna che non fosse stata Maria Antonietta.
 Per un fugace istante desiderò di poter tornare alla sera del ballo in maschera. Desiderò di notare prima Oscar, che non Maria Antonietta. Desiderò di vedere la donna nascosta dietro l'uniforme.
 Desiderò di essersi innamorato di Oscar e non della regina di Francia.
 Ma quello era solo un desiderio, e la realtà restava incrollabile: per lui al mondo sarebbe esistita sempre solo Maria Antonietta.
 E, seminando gli ultimi rivoltosi che cercavano di disarcionarlo di sella, Fersen sospirò, chiedendosi una volta di più che ne sarebbe stato di lui se si fosse innamorato di Oscar, quella lontana sera di gennaio. Si chiese cosa sarebbe accaduto se solo fosse stato in grado di amarla e odiarla anche un po'...

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Capitolo 5
*** La rosa verde – Marron-Glacé Grandier ***


(rosa verde: stabilità, costanza, tranquillità)

Alle meraviglie del creato noi chiediam progenie
perchè mai si estingua la rosa di bellezza,
e quando ormai sfiorita un dì dovrà cadere,
possa un suo germoglio continuarne la memoria.
(William Shakespeare)

 
 I suoi ragazzi erano morti, tutti e due e non li avrebbe più rivisti.
 Perchè Dio l'aveva fatta vivere tanto a lungo da provare quel dolore così atroce e così ineluttabile? Perchè l'aveva fatta vivere così a lungo? Perchè non l'aveva chiamata a sé anni prima, quando i suoi ragazzi erano ancora giovani, pieni di vita e speranze, quando erano ancora felici...?
 'Felici'. Quella parole le rimbombava nella testa come l'esplosione di un colpo di fucili. Erano mai stati felici, la sua Oscar e il suo André?
 Sentì un brivido e cercò di coprirsi ancora un po' col lenzuolo, ma quello era il gelo della morte, ormai lo sapeva. Dio l'aveva tenuta in vita quel poco che bastava per sapere che i suoi ragazzi avevano trovato la morte sul campo di battaglia.
 Erano stati felici, almeno per qualche momento?
 André era sempre stato un ragazzo allegro, ma felice? Cos'aveva avuto dalla vita, se non il dolore di perdere i genitori e un amore tormentato e impossibile?
 Marron-Glacé ricacciò un piccolo gemito giù, nel profondo della sua gola. Non voleva mettersi a piangere. Voleva pensare che il suo André era stato felice e basta.
 E la sua Oscar? La bambina che aveva amato come una figlia? Lei era stata felice, almeno un poco, nella sua vita?
 Il suo cuore era sempre stato come un cespuglio di rose: un groviglio di spine con fiori bellissimi che nessuno osava cogliere.
 L'aveva presa tra le braccia quando aveva pianto per la prima volta, appena nata, ma non aveva potuto tenerla stretta a sé quando aveva esalato l'ultimo respiro.
 Per anni aveva sperato di poterla vedere felice, in pace con se stessa, ma ogni volta aveva dovuto restare nelle retrovie e guardarla vivere, sempre più lontana da lei.
 Si ricordava ancora di quando l'aveva aiutata a vestirsi da donna per il suo primo e ultimo ballo di società. Aveva sperato che quello fosse il punto di svolta, che da quel giorno sarebbe stato tutto diverso.
 Invece, quando il mattino seguente l'aveva rivista vestita da uomo, aveva compreso che Oscar non sarebbe mai cambiata e aveva provato un insieme di orgoglio e rabbia, perchè anche se apprezzava il suo spirito indomito, non riusciva ad accettare il fatto che non sarebbe mai stata la dama che era nata per essere.
 Mentre l'algida mano della morte prendeva anche lei, Marron-Glacé rivide come in sogno il volto di André, i suoi capelli arruffati e i suoi occhi, ancora entrambi lucenti e vividi. Silenziosamente lo rassicurò, dicendogli che si sarebbero rivisti presto, anche se era certa che in quel momento André era finalmente con la sua Oscar.
 E poi rivide anche Oscar. Piangendo sommessamente, mentre le forza l'abbandonavano, l'anziana cercò di sorridere, perchè quella Oscar che vedeva di fronte a sé stava ridendo, i capelli mossi da un vento leggero e il viso illuminato da un nuovo sole.
 L'avrebbe voluta diversa, forse, ma per la sua stessa felicità, non per altro. Però, ora che stava per raggiungerla nell'aldilà, Marron-Glacé si accorse che per lei era sempre stata una figlia, e si rese conto di amarla e odiarla anche un po'.

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Capitolo 6
*** La rosa rosa – Maria Antonietta ***


(rosa rosa: gratitudine, amicizia, grazia)

Non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano.
(Libro della Sapienza, Antico Testamento)

 Dunque se n'era andata dalla Guardia Reale. Aveva preso la sua decisione e nulla le avrebbe fatto cambiare idea.
 Dopo anni passati a difenderla, Oscar la lasciava. Così, senza dare un valido motivo, senza spiegare la vera ragione, quella più profonda...
 Maria Antonietta si asciugò una lacrima dalla guancia, imponendosi di essere forte e di non reagire in modo avventato a quella notizia.
 Ormai Oscar se n'era andata da qualche minuto e allora perchè lei non riusciva a muoversi? Era tanto ingenua da credere che la sua amica sarebbe tornata sui suoi passi e avesse detto che er tutto uno scherzo?
 Tutte le donne che le erano state vicine in quegli anni, tutte quelle che avevano finto ora di consigliarla, ora di cercare la sua amicizia, l'avevano alla fine tradita tutte. Mentre Oscar non l'avrebbe tradita mai, nemmeno col pensiero, perchè era una persona corretta e integerrima e perchè tra loro l'affetto era immenso.
 Maria Antonietta chinò il capo, chiudendo un istante gli occhi.
 Oh, che tempi che si profilavano per lei. Anche se si sforzava di essere ottimista e di non dare tutto per perduto, cominciava a capire che la Francia non era più quella che aveva conosciuto nel momento del suo arrivo, quando aveva lasciato l'Austria per andare a sposarsi. No, la Francia era cambiata e non l'amava più.
 I francesi l'avevano tradita, come avevano fatto tutte le sue false amiche.
 Tutte tranne Oscar.
 Maria Antonietta aprì di nuovo gli occhi, guardando lontano, verso il punto in cui aveva visto sparire l'immagine della sua cara amica.
 Era come una rosa meravigliosa, cresciuta malgrado le avversità. Le rose più belle sanno fiorire circondate da spine e così era Oscar ai suoi occhi.
 'Forse un giorno non lontano ci rivedremo, Oscar – pensò Maria Antonietta – e saremo ancora amiche come lo siamo state fino ad oggi. Almeno tu, non mi dimenticare.'
 Strinse i pugni lungo i fianchi. Perchè, perchè ora quel sentimento prorompente, quell'odio così profondo eppure così...
 Era perchè non poteva credere che Oscar se ne fosse davvero andata, lasciandola sola proprio nel momento in cui avrebbe avuto più bisogno di lei.
 Allentando la stretta delle dita, Maria Antonietta guardò il cielo e pensò: 'Oscar, la mia migliore amica, la mia unica vera amica, che ora mi lascia... Ma almeno sono felice di avere il privilegio di esserle comunque amica e di amarla e odiarla anche un po'...'

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Capitolo 7
*** La rosa color lavanda – Rosalie ***


(rosa color lavanda: amore a prima vista, adorazione)

Se Zeus volesse donare un regno ai fiori,
 la rosa regnerebbe su tutti.
(Saffo)


 Casa Jarjayes si faceva sempre più lontana, mentre Rosalie affrontava la sua nuova vita.
 Se aveva deciso di lasciare quel palazzo, era solo perchè non voleva più essere un peso per Oscar. Voleva fare qualcosa per lei e, cedendo al ricatto di quell'orribile donna che diceva di essere sua madre, poteva almeno salvare il suo nome e il suo onore.
 Oscar le aveva dato una casa e l'aveva sfamata, quando ne aveva avuto bisogno. Le aveva insegnato a tirare di spada e a badare a se stessa. Le aveva dato un'istruzione di base ch le permettesse di restare a galla in quel mondo difficile.
 Doveva ripagare il suo debito in qualche modo.
 Però, però, che dolore, che dolore atroce!
 Era come se unghie di vetro le stracciassero il petto per arrivare al suo cuore e farlo a brandelli.
 Il fato beffardo che aveva voluto farle incontrare Oscar ora gliela strappava via senza riguardo e il suo cuore sanguinava...
 Rosalie strinse gli occhi, mentre calde lacrime le rigavano le guance. La rosa ti inganna, perchè allunghi la mano per sfiorarne i petali e, prima ancora di accorgertene, le sue spine ti hanno punto.
 Così le era successo anche con Oscar.
 L'aveva amata molto prima di sapere chi fosse, prima di capire che quella era una donna, prima di chiedersi come fosse possibile provare un sentimento tanto trascinante dopo un solo sguardo.
 E poi era subentrata la gratitudine, l'affetto sincero e profondo e tutti quei sentimenti avevano trasformato il suo amore e lo avevano reso più completo, ma ancora più impossibile.
 Vedendo gli ostacoli del suo sentimento, Rosalie aveva cercato di frenare se stessa, ma non c'era riuscita. Dunque ora che si allontanava in parte era anche felice, perchè avrebbe avuto una buona scusa per non vedere più la donna che l'aveva salvata dalla strada.
 Respirò a fondo e gettò un ultimo sguardo alla casa dei Jarjayes e già si pentì di aver preso la decisione di andarsene.
 Come aveva potuto illudersi di amarla e odiarla anche un po'?

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Capitolo 8
*** La rosa gialla – Victor Clemént de Girodel ***


(rosa gialla: amore morente, gelosia, infedeltà)

Anche una spina ci è gradita,
se da essa spunta una rosa.
(Publilio Siro)

 Era stato davvero troppo sfrontato a proporre una soluzione così vantaggiosa per tutti?
 In fondo era lui, quello che ci avrebbe perso di più, non loro.
 Se aveva avuto il coraggio di avanzare quell'idea, era stato solo perchè pensare di condividerla con André era sempre meno penoso che non immaginare di vivere per sempre lontano da lei.
 Cosa c'era di male nel voler emulare la 'Nuova Eloisa'?
 Quella storia aveva fatto sospirare moltissima gente, plebei e nobili, dunque perchè non poteva essere anche la soluzione adatta a loro?
 Più di così, che altro poteva abbassarsi a fare?
 Era anche disposto ad accettare che quelle labbra sfiorassero quelle di un altro uomo, che le sue parole, i suoi sorrisi e tutto di lei venisse concesso anche a un altro...!
 Avrebbe ben sopportato di avere quel servo ripulito tra le pareti del suo palazzo, se era necessario per farla felice...
 Invece lui si era indignato e lei si era rifiutata nel modo peggiore che Victor potesse immaginare. Non si era adirata, né l'aveva deriso. Aveva solamente messo in campo tutta la sua purezza. La sua disarmante, profonda e limpida purezza...
 Gli aveva fatto ammettere che se si ama davvero, l'unica cosa che conta è vedere l'altro felice e se lui la voleva vedere felice, la doveva lasciare libera.
 E appena prima c'era stato il ballo, quel ballo che lui aveva tanto temuto, perchè ci sarebbero state decine di rivali, pronti a conquistare la sua Oscar, portandogliela via. Anche in quel caso lei non l'aveva deluso e li aveva lasciati tutti con un palmo di naso.
 Se qualcuno poteva lamentarsi della durezza che a volte Oscar sapeva mostrare, Victor non lo faceva.
 Invece di disperare perchè le rose hanno le spine, Victor pensava che sarebbe stato meglio rallegrarsi del fatto che esistono cespugli di spine in grado di dar vita a cose delicate e incantevoli come le rose.
 Così anche Oscar era rosa e spina, dolcezza e freddezza, fuoco e ghiaccio.
 In fondo l'amava, per essere così.
 L'aveva odiata moltissimo, la prima volta che si erano incontrati. Il modo in cui lei lo aveva umiliato, battendolo in fretta e con facilità, aveva aperto in lui una voragine. Il tempo, poi, aveva curato la ferita con il nettare fresco e ricco dell'amore.
 Quell'amore, però, non era mai stato ricambiato, né mai lo sarebbe stato in futuro, e quella sera, quel ballo, quelle parole, ogni cosa gliene aveva dato conferma.
 Era stato troppo arrogante a credere di amarla e odiarla anche un po'.
 

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Capitolo 9
*** La rosa color corallo – Alain de Soissons ***


(rosa color corallo: desiderio)

Ma lei era di quel mondo dove le più belle cose
hanno il peggior destino,
e Rosa, lei ha vissuto quel che vivono le rose,
lo spazio di un mattino.
(Fançois de Malherbe)


 La ferita non sanguinava più, ma la spalla pulsava dando fitte di dolore a ogni battito di cuore.
 Alain strinse i denti, cercando di non lamentarsi, mentre gli cambiavano la fasciatura e lo rassicuravano, dicendogli che sarebbe rimasta una bella cicatrice, ma che probabilmente non si sarebbe infettata più.
 Parigi era un fervente miscuglio di grida e canti, tutti inneggiavano al nuovo regime, con entusiasmo e trasporto.
 Alain, che aveva guidato i suoi fino a poco prima, era stremato e avrebbe dato qualsiasi cosa, pur di poter trovare un angolo silenzioso e dormire un po'.
 Era ancora sconvolto da quello che era successo il giorno in cui la Bastiglia era caduta. In un attimo tutto era stato spazzato via: la vecchia Francia, la monarchia, il passato, e anche Oscar...
 “Stai bene, cittadino?” chiese un uomo di passaggio, mentre Alain si stringeva la spalla ferita con una mano e assumeva un'espressione sofferente.
 “Tutto bene, cittadino.” rispose, con voce roca.
 L'uomo lo salutò e passò oltre, lasciandolo ai suoi pensieri.
 A fare più male, in quel momento, non era tanto la carne lacerata dal proiettile, quanto il ricordo del corpo di Oscar che perdeva le forze tra le sue braccia. Quando era stato ferito, lei era tra le sue braccia...
 Per quanto tempo aveva sognato di poterla stringere a sé almeno una volta di più?
 Certo, non avrebbe voluto stringerla così, in un momento del genere, non mentre la morte la chiamava a sé...
 Avrebbe dovuto convivere con quel ricordo, così come avrebbe per sempre serbato la memoria di quell'unico bacio, strappato con la forza, in modo quasi brutale. C'era rabbia, in quel gesto, oltre al desiderio più cieco.
 Il desiderio che lo aveva corroso per così tanto tempo, non aveva trovato altro sfogo se non quel fugace bacio, interrotto bruscamente da André, che non era riuscito a sopportare un simile spettacolo.
 Che altro avrebbe potuto fare, però, Alain? Non era riuscito a trattenersi. Le braci che lo consumavano avevano dato una fiammata improvvisa e così aveva dovuto baciarla, non c'era stata scelta.
 E ne era rimasto ferito. Oscar era così, come le rose, che ti feriscono, ma si fanno perdonare con la loro bellezza.
 Se solo avesse gestito meglio la brama che portava dentro di sé, forse sarebbe riuscito a farsi amare e forse per lui e Oscar ci sarebbe stato un futuro. O forse no, perchè lei era già di un altro...
 Era stato davvero avventato a cercare di amarla e odiarla anche un po'...

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Capitolo 10
*** La rosa rossa – André Grandier ***


(rosa rossa: passione, amore eterno, vita)

La rosa è senza un perché, fiorisce perché fiorisce;
non bada a sé, non chiede d'esser guardata.
(Jacopo Boheme)

 Il buio non se ne andava.
 André deglutì, tenendo le mani l'una stretta nell'altra, nell'attesa di rivedere ancora il bagliore tenue della candela che stava sul tavolo davanti ai suoi occhi.
 Il buio non se ne andava.
 Era forse una punizione per aver creduto di poterla uccidere per portarla con sé nell'aldilà? Era forse il prezzo da pagare per la sua malsana idea? Era perchè aveva chiesto a Dio di unirli almeno nella vita ultreterrena?
 Il buio non se ne andava.
 Era perchè aveva chiesto a Dio di mandare lui dritto all'inferno e lei in paradiso, mentre l'unica cosa che voleva era stare assieme a lei, anche se per farlo avrebbe dovuto condannare anche lei alla dannazione eterna?
 Il buio non se ne andava.
 Eppure si era fermato, le aveva impedito di ber quel vino avvelenato. Si era fermato in tempo. Aveva evitato di compiere il peccato più grande che potesse commettere.
 Il buio non se ne andava.
 André sentiva le sue mani tremare, sempre di più. Non l'avrebbe mai più rivista, era questa, dunque, la sua punizione.
 Sarebbe stato cieco per sempre e non avrebbe mai più potuto vedere nemmeno l'ombra di quegli occhi, di quelle labbra, di quei capelli d'oro...
 Perchè Oscar non si era accorta prima di lui? Perchè era stata tanto crudele da costringerlo a vivere un'intera vita nell'ombra, nella stessa ombra in cui ora si sarebbe accontantato di poter continuare a seguirla, pur di sfuggire al buio completo che lo circondava.
 L'aveva odiata, perchè l'aveva reso geloso come mai era stato in vita sua, e perchè non gli aveva mai permesso di mostrarle davvero quel che provava per lei.
 L'aveva amata, perchè malgrado tutto non c'era altra donna sulla terra che lui potesse paragonare a lei, nessuna che potesse suscitare in lui un sentire così forte e irrefrenabile.
 In molti avevano cercato di cambiarla. Suo padre, la nonna, gli uomini e le donne che da lei erano rimasti affascinati nel corso degli anni, ma tutti loro avevano commesso un errore madornale.
 Una rosa è fiore e spine e va amata per quello che è, senza cercare di cambiare la sua natura, perchè senza le spine non c'è la rosa.
 Improvvisamente un piccolo barlume risvegliò André. Aveva visto per un istante la fiammella della candela.
 Guardò con più intensità e le ombre che ormai conosceva tornarono a riempire la stanza.
 Non era ancora vittima del buio. Avrebbe potuto rivederla. Magari non per molto, ma almeno una volta avrebbe potuto rivederla...
 L'amava, l'amava e basta. Anche l'odio che aveva creduto di provare per lei, era solo amore. Altrimenti perchè si sarebbe messo a piangere di gioia a quel modo alla sola idea di poter rivedere almeno la sua ombra, anche solo per una volta?
 Che sciocco che era stato a pensare di amarla e odiarla anche un po'...

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Capitolo 11
*** La rosa bianca – Oscar ***


(rosa bianca: purezza, innocenza, umiltà, silenzio)

Ogni rosa è preda dell'inverno.
(Jialal al-Din Rumi)

 “Un momento...” aveva detto Oscar, allontanandosi un attimo dai suoi uomini.
 Aveva costeggiato il fiume e si era seduta un secondo sulla riva. Era stanca, stremata. Quel giorno pareva infinito.
 Le doleva tutto il corpo, sia per la fatica di quelle ore frenetiche, sia perchè la mancanza di André si stava trasformando sempre di più in dolore fisico.
 Era morto da poche ore, eppure ormai Oscar sapeva di essere morta con lui. Anche se ancora respirava e camminava e parlava e combatteva, era morta nello stesso momento in cui era morto André.
 Lui c'era sempre stato. I momenti di gioia, quelli di dolore, le delusioni, le soddisfazioni, le paure e i divertimenti, lui c'era sempre stato.
 Senza di lui, non era più una vita degna di essere vissuta.
 Lei, Oscar, un essere la cui esistenza non meritava l'amore di Dio, aveva avuto il privilegio di conoscere l'amore, quello più incondizionato e fedele.
 Tutta la sua vita era stata un labirinto di sentimenti discordanti e decisioni difficili, ma André era sempre stato un porto sicuro in cui approdare durante le tempeste.
 Non era stato facile, essere se stessa. Era stato come essere una rosa, avvolta dalle spine, che la cullavano e la straziavano in egual misura, dolci e crudeli.
 Solo André l'aveva vista davvero per quella che era e l'aveva amata come nessun altro avrebbe potuto fare. Se n'era accorta tardi.
 Anche lei lo aveva amato, ma non aveva mai capito quanto profondo fosse il suo sentimento, annebbiata ora da questa ora da quella distrazione. Non aveva mai compreso appieno quanto fosse importante per lei averlo al suo fianco.
 E ora che lui se n'era andato, nulla aveva più senso. Con la sua morte, era morta anche Oscar.
 Sospirò, appoggiando una mano in terra, sull'erba, come per alzarsi. Le sue dita incontrarono il profilo freddo e liscio di un sasso.
 I suoi occhi caddero per caso sulla sua immagine riflessa nel fiume. Vide finalmente una donna, la stessa donna che forse aveva sempre visto André...
 E mentre scagliava il sasso appena trovato nell'acqua, per disperdere quell'immagine, Oscar capì di averla sempre tenuta nascosta, quella donna che era in sé, lontana dagli occhi del mondo, celata perfino alle persone che le stavano più care, e capì di amarla e odiarla anche un po'...
 
 

 

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