The truth behind us

di Manu_Green8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Le luci della sua stanza erano spente. La porta era chiusa e nonostante tutto le urla riuscivano a giungere fino alle orecchie della bambina e a farla sobbalzare ogni volta. Era così spaventata. Tremava, con le ginocchia al petto e con il solo pensiero di essere al sicuro. Perché la scrivania era il posto più ideale per stare al sicuro. Era sempre così: tutte le volte, sotto quella vecchia scrivania.
Poi la porta di casa che sbatteva violentemente e la bambina sobbalzò. Le urla della donna che continuavano imperterrite, del vetro in frantumi sul pavimento e l’ennesimo sobbalzo.
Piagnucolò spaventata, stringendo ancora di più le gambe al petto e poi quei passi. Il ticchettio delle scarpe sul pavimento e quei passi sempre più vicini. Sempre più vicini alla sua porta.
 
Novembre 2010
E i suoi occhi si aprirono di scatto. Le lenzuola attorcigliate alla gambe e il suo respiro accelerato.
Sospirò pesantemente e si alzò dal letto. Aprì la porta della sua camera, chiusa a chiave dalla sera prima e tirò fuori la testa. Il corridoio sembrava deserto e il silenzio tombale la rassicurò.
Raccattò dei vestiti dall’armadio e uscendo dalla camera si chiuse in bagno. Era ormai abituata a quello stile di vita. Ogni mattina impiegava 9 minuti esatti per prepararsi dentro a quel bagno e il più in fretta possibile usciva di casa. Si guardò allo specchio un’ultima volta e sistemò la sciarpa intorno al collo attentamente, lasciando che i capelli lisci e color caramello le ricadessero morbidi sulle spalle.
Si affrettò a scendere al piano di sotto, continuando a guardarsi intorno. Prese una brioche dalla dispensa, non curandosi del fatto che non fosse il suo ripiano e che si sarebbe cacciata nei guai. Camminò fino all’ingresso e improvvisamente sentì dei passi pesanti che scendevano le scale e dei borbottii al seguito. Spalancò gli occhi e recuperò in fretta la giacca e la borsa a tracolla, aprendo la porta il più in fretta possibile.
Fece in tempo a sentire la voce profonda che diceva il suo nome, poi la porta si chiuse alle sue spalle e lei si affrettò nel vialetto, mentre si infilava la giacca. Non appena mise piede fuori dal piccolo cancello rosso e arrugginito, sospirò. Anche quella mattina era andato tutto liscio. Per sua fortuna.
Prese a camminare come ogni mattina verso il negozio di musica di Doncaster, dove lavorava. E come sempre lanciò uno sguardo alla villetta blu accanto alla sua. Proprio in quel momento la loro porta di ingresso si aprì e due bambine bionde corsero fuori con i loro zaini sulle spalle.
Dietro di loro, la madre le intimava di stare attente, mentre loro ridacchiavano.
E poi la videro. “Lauren!” urlarono, andandole incontro.
“Buongiorno, ragazze” disse loro, mentre prendevano a camminare insieme sul marciapiede, dopo che la ragazza ebbe salutato la loro mamma con la mano e lei aveva ricambiato sorridendole. “Come va sta mattina?” chiese, sorridente.
“Tutto bene. Oggi vieni a vedere Louis da noi, vero?” le chiese eccitata Lottie, la più grande delle due, che aveva appena dodici anni.
Lauren sorrise. “Certo. Come sempre dopo il lavoro” risposi. Proprio come ogni puntata di X-Factor si ritrovava davanti al televisore, in casa dei suoi vicini: i Tomlinson. Ebbene sì, Lauren Frost era sempre stata la migliore amica di Louis Tomlinson dai tempi dell’asilo. Erano cresciuti insieme, per la strade di Doncaster o spesso e volentieri in casa Tomlinson, condividendo tutto e considerandosi quasi fratelli.
Avevano sempre avuto quel rapporto speciale che nessun altro bambino, se non loro, riusciva a comprendere. Stan e gli altri ragazzi avevano sempre fatto parte della loro cerchia, ma nonostante tutto a volte si ritrovavano quasi esclusi dai loro sguardi complici o dalle loro battute incomprensibili.
Insomma, dopo anni di lunga amicizia erano praticamente inseparabili.
Avevano entrambi lo stesso caratteraccio ribelle, sempre pronti a tutto con la testa alta, nonostante dietro ai loro atteggiamenti si nascondesse un animo dolce e sensibile.
Avevano tante di quelle cose in comune che tutti non potevano fare a meno di chiedersi chi fosse stato influenzato da chi. In particolare amavano la musica e lo sport.
Per parecchi anni avevano fatto sempre la stessa solita vita: scuola, lezioni di musica e allenamenti (anche se in sport diversi), fino a quando a Louis non venne l’idea di presentarsi ai provini di X-Factor.
Erano tutti così entusiasti. Lauren aveva sempre amato la sua voce ed era sicura che avrebbe potuto passare i provini senza problemi. Non fu di certo strano che la prima proposta di Louis era stata quella di presentarsi con lei, come duetto, ma il rifiuto della ragazza era arrivato repentino e deciso. Il ragazzo si era un po’ scoraggiato a quel punto, ma Lauren lo aveva incitato a farlo. Lei sarebbe stata al suo fianco. Beh, dall’esterno, ma lo avrebbe comunque appoggiato e sostenuto.
E così i provini erano avvenuti e Louis era diventato un membro di una band insieme ad altri quattro ragazzi. I One Direction erano nati.
Lauren li aveva seguiti con la famiglia Tomlinson passo dopo passo e li aveva amati fin dall’inizio. I momenti più divertenti erano quelli dei video diari, in cui i cinque ragazzi interagivano e quelli più emozionanti erano ovviamente le esibizioni sul palco.
A poco a poco i cinque ragazzi avevano fatto dei progressi enormi ed erano diventati la boyband più amata dalle ragazze. Beh, che avessero delle voci strepitose e che fossero belli era un dato oggettivo.
Lauren non era riuscita a vedere Louis dal vivo durante quei mesi e per lei furono i più tragici.
Quando il tuo migliore amico non era più a casa sua, dopotutto, era decisamente più difficile avere delle scuse per uscire dalla propria, di casa.
Era riuscito a sentirlo una o due volte, ma al telefono non erano riusciti a dirsi quasi nulla. Il ragazzo comunque le aveva promesso che una volta uscito di lì le avrebbe raccontato tutto.
Ovviamente Lauren aveva già capito un paio di cose, solo dai video che vedeva in tv e non vedeva l’ora di sentirgli confermare cose che lei aveva soltanto supposto.
Primo tra tutti: Harry Styles. Il componente più piccolo della band; il riccio dagli occhi verdi che con molta probabilità aveva lasciato un segno sul componente più grande.
Lauren aveva studiato i comportamenti del suo migliore amico già dai primi video e si era accorta palesemente che Louis provava qualcosa per il ragazzo. Tutto sommato non sarebbe stata una novità per lei. Louis aveva avuto qualche ragazza qua e là negli anni (come quella che aveva mollato per entrare nel loft di X-Factor), ma le ragazze non erano le sue uniche preferenze. Questo discorso lo avevano già affrontato qualche anno prima, quando Louis aveva iniziato a consigliarle i ragazzi e talvolta a fare qualche commento di apprezzamento. In un primo momento Lauren era rimasta stupita, ma quando Louis era andato nel panico, pensando che lei non lo avrebbe accettato, lo stupore era svanito in un attimo e abbracciandolo gli aveva detto che per lei non era affatto un problema. Era sempre lo stesso Louis Tomlinson a cui voleva un bene dell’anima. L’aveva solo presa alla sprovvista, considerando che era già stato con diverse ragazze.
Insomma, Lauren fremeva per sapere qualcosa di concreto sui due ragazzi, già prima che circolasse sul web la Larry Stylinson.
Era anche così curiosa di conoscere i quattro ragazzi, gli altri componenti della band.
Con questi pensieri in testa si era ritrovata quasi senza accorgersene davanti al negozio di strumenti musicali della città. Aprì la porta, facendola scampanellare e Fred le venne incontro. “Oh Lauren, sei qui. Oggi ho delle commissioni da fare, va bene se ti lascio il negozio? Te la cavi anche senza di me?” le chiese.
Lauren sorrise e annuì. Era sempre così: Fred, il vecchio proprietario del negozio con la barba grigia e gli anni giusti per poter andare in pensione, sgattaiolava chissà dove per ore, lasciando il negozio nelle mani della ragazza. Era ormai così abituata a farlo che le sarebbe venuto semplice anche diventare la proprietaria. Ridacchiò, pensando a quanto Joyce, il nipote di Fred della sua stessa età la odiasse. Dopotutto suo nonno dava più attenzioni a lei che a lui e non c’era da stupirsi se avesse preferito intestare in futuro il negozio a lei, piuttosto che al ragazzo scapestrato e poco attento qual era suo nipote.
Lauren amava quel lavoro. Fred era un uomo davvero gentile nei suo confronti e quasi sempre le lasciava il compito di chiudere il negozio, lasciandole la possibilità di usare gli strumenti ed esercitarsi per un po’, come se fosse una cosa normalissima. Lauren avrebbe davvero voluto avere un nonno del genere.
Fred le strinse la spalla e scappò via, lasciando la ragazza in mezzo a quello che considerava quasi il suo habitat naturale. Era ancora presto e sapeva che aveva ancora del tempo prima che qualche cliente si facesse vivo. Così, non poté fare altro che sedersi e aspettare.
 
Nel pomeriggio chiuse il negozio e decise di andare via prima del solito, dopo aver suonato un po’ il pianoforte. Dopotutto quella sera avrebbe dovuto vedere i ragazzi alla tv e lei stava fremendo per quello.
Così, chiuse il negozio e andò via. Senza passare da casa si ritrovò davanti casa Tomlinson. Non ebbe neanche il tempo di suonare il campanello che la porta si aprì e due bambine di sette anni le saltarono addosso.
“Laurie, vieni dentro! Sta iniziando” urlarono.
La ragazza sorrise e si avviò in salotto, dove tutti erano stravaccati sul divano in attesa che iniziasse.
Si avviò in cucina dove Johannah stava pulendo i fornelli e abbracciò la ragazza.
“Ciao tesoro. Tutto bene?” le chiese.
Lauren annuì e sorrise. La donna la guardò e continuò: “Hai cenato?”.
La ragazza scosse la testa. “Ma sto bene, non preoccuparti”.
Johannah roteò gli occhi, con un sorriso bonario e tirò fuori dal forno un piatto pieno di cibo.
“A te” disse, porgendoglielo.
Lauren non poté fare a meno di sorridere. Quella donna era sempre stata una mamma per lei e ne era talmente grata. Se non l’avesse accolta in casa sua, non sapeva neanche lei come avrebbe fatto in quegli anni.
“Grazie, Jay” disse dolcemente.
“E’ iniziato!” urlarono dal salone e così le due donne raggiunsero gli altri, pronti per vedere il loro splendido Louis in televisione.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Dicembre 2010
E poi i One Direction furono eliminati. E a tutti loro, seduti sul divano Tomlinson si spezzò il cuore.
I ragazzi erano arrivati terzi, erano usciti da X-Factor e vederli abbattuti faceva davvero male.
Ma poi la notizia del contratto con Simon, l’inizio della carriera e la situazione si ribaltò. Tutti erano così entusiasti e Lauren non vedeva l’ora che Louis ritornasse a casa, a Doncaster. Era così orgogliosa di lui.
Lauren si era svegliata quella mattina con il sorriso sulle labbra. Sapeva che Louis sarebbe tornato oggi e lei era così eccitata.
Riuscì a vestirsi ancora più in fretta del solito, senza curarsi del fatto che la casa potesse non essere vuota. Scese le scale di corsa e si fermò di botto, quando vide suo padre seduto al tavolo della cucina che faceva colazione.
“Buongiorno” disse lei, con voce glaciale.
“Dove stai andando?” le chiese burbero.
“Louis è tornato”.
Il padre non rispose neanche e Lauren pensò che doveva essere una mattina positiva per quell’uomo. Non se ne curò e uscì di casa, giusto in tempo per vedere una macchina che parcheggiava nel vialetto dei suoi vicini.
E poi un ragazzo scese dalla macchina. I suoi immancabili pantaloni rossi e il ciuffo perfettamente liscio sulla fronte. “Louis!” urlò, andandogli incontro.
Il ragazzo si voltò verso la voce e un sorriso gli illuminò il viso. “Laurie!” disse a sua volta, prima che la ragazza lo raggiungesse e lui la stringesse a sé.
La ragazza affondò il viso nel suo collo. “Dio, quanto mi sei mancato” borbottò.
“Anche tu, Len” disse lui, facendole storcere il naso.
“Non chiamarmi così, Boo” ribatté. Louis rise e alla ragazza scaldò il cuore.
E poi, dopo tutti i convenevoli i due si erano ritrovati sul letto di Louis, uno a fianco all’altro a guardare il soffitto.
Louis aveva iniziato a raccontarle la vita dentro al loft, quanto fossero splendidi i ragazzi e quanto gli fosse piaciuta quell’esperienza.
Era rimasta tutto il tempo in silenzio, se non per dirgli che era orgogliosa di loro, che erano stati grandiosi o per fare dei piccoli commenti di apprezzamento.
Louis iniziò a parlare di ogni singolo ragazzo: Zayn, di Bradford, il ragazzo sexy. Liam, quello intelligente. Niall, l’irlandese divertente e poi Harry.
E a quel punto Lauren si mise sul fianco, con una mano sotto al viso e gli occhi puntati su Louis.
“Come è successo?” chiese lei semplicemente. Vide perfettamente il dolce sorriso che si formava sul viso del ragazzo.
E poi si voltò anche lui mettendosi nella stessa posizione, per poterla guardare negli occhi. “E’ fantastico” aveva detto.
Lauren aveva fatto un verso entusiasta. “Io lo sapevo! Era ovvio che lo sapevo! Avanti, raccontami tutto”.
Louis rise e iniziò a parlare di quel ragazzo dai capelli ricci, così dolce e innocente e di come gli avesse rubato il cuore fin da subito. Era partito dal loro primo incontro nel bagno e Lauren si indispettì per non averglielo detto subito all’epoca.
“Era solo un ragazzo incontrato nei bagni. Cosa dovevo dirti?” fece Louis, esasperato.
Laurie sorrise e lo incitò a continuare. Lui raccontò dei White Eskimo di Harry e di come anche loro avessero partecipato, come i The Rogue, a quella competizione.
E da lì era stato un susseguirsi di eventi che avevano inevitabilmente portato al bacio, al loro rapporto e a come gli altri ragazzi l’avessero presa bene.
“Dio, sono così felice per voi! Siete bellissimi insieme, lo sai?” disse lei, senza fermare l’entusiasmo.
“Grazie” sorrise lui. “E tu? Cosa hai fatto in questi mesi?” le chiese poi.
“Ho seguito voi” sussurrò, abbassando lo sguardo.
Louis scoppiò a ridere. “Bene. E per il resto? È tutto ok, Laurie?” chiese, diventando improvvisamente serio.
Lei sospirò e tornò a guardarlo. “Sì. Niente più del solito. Cioè, niente di così problematico. Penso che sia il suo periodo buono”.
Lo sguardo del ragazzo si fece più duro, ma annuì senza dire una parola.
Restarono un po’ a guardarsi, poi Louis tornò a parlare. “Lauren… devo dirti una cosa”.
La ragazza vide il suo sguardo serio e iniziò a preoccuparsi.
“Io e i ragazzi. Sai, il contratto di Simon… e inizieremo a lavorare…” balbettò.
“Lou, che stai cercando di dirmi?” chiese lei, accigliandosi.
Louis sospirò. “Mi trasferisco a Londra. Andrò a vivere con Harry” disse.
A Londra. “Oh” disse soltanto la ragazza, abbassando lo sguardo.
“Ho già programmato tutto e anche la mamma è d’accordo. Staremo tutti e cinque a Londra” continuò.
Lauren lo ascoltava a fatica. Pensava solo che dopo quei mesi senza di lui, adesso lo avrebbe perso di nuovo.
“Laurie… dì qualcosa” fece lui, prendendole il mento con le dita e guardandola negli occhi.
“E’… è giusto” rispose a bassa voce.
Louis poteva vedere perfettamente quanto ci fosse rimasta male e nonostante tutto stava cercando di dire la cosa giusta per lui.
“Vieni con noi. Trasferisciti anche tu” le propose.
La ragazza spalancò gli occhi. “Lou… io… lo sai che non posso” disse, nel panico.
“Perché no? Non hai niente da perdere qui. Avanti, Len. Potrebbe essere una soluzione” continuò lui.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e Louis sospirò.
“Oh, Laurie. Mi dispiace. Vieni qui” e l’abbracciò.
“Lou. Io devo stare qui. Non posso…” disse tra le lacrime.
Louis sospirò, ma non disse nulla. Per il momento preferiva rimanere soltanto in quella posizione.
 
Louis aveva trascorso le vacanze natalizie con la sua famiglia, mentre le sue cose venivano impacchettate a poco a poco. Lauren era contenta del fatto che avrebbe potuto almeno trascorrere il compleanno di Lou come ogni anno e di poter salutare il 2010 insieme al suo migliore amico.
Avevano passato molto del loro tempo anche con gli altri loro amici di Doncaster. Ogni momento era ideale per festeggiare il ritorno di Louis e il suo successo.
Fu anche in quel frangente che la ragazza conobbe Harry per la prima volta. Il ragazzo era andato a trovare Louis e la sua famiglia. Anche Johannah sapeva ormai del rapporto che si era creato tra i due e ancora una volta aveva mostrato quanto fosse una donna meravigliosa.
Lauren era stata così felice di incontrare Harry e vederlo accanto al suo migliore amico era una delle cose più belle e dolci che avesse mai visto.
Aveva dimostrato di essere completamente l’opposto di Louis e anche con Lauren era stato davvero carino. Insomma, la ragazza capì subito come avesse fatto a rubare il cuore di Louis. Nonostante la ragazza soffrisse per il fatto che Louis si stesse trasferendo, era davvero felice che potesse farlo con un ragazzo del genere.
 
Gennaio 2011
Le vacanze erano finite e Louis era già pronto per partire. Lauren aveva cercato di passare il suo tempo con lui il più possibile, tanto da aiutarlo ad impacchettare tutta la sua roba.
La ragazza aveva sempre odiato i saluti. Specialmente quando la persona in questione era il suo migliore amico.
E così, per la seconda volta la ragazza dovette lasciarlo andare.
 
Era passato quasi un mese da quando Louis aveva lasciato Doncaster e la vita della ragazza era tornata ad essere abbastanza monotona. Sentiva il suo migliore amico al telefono quasi tutti i giorni e più di una volta avevano intrapreso delle videochiamate. In alcune di queste, talvolta, spuntava anche Harry o riusciva a sentire le voci degli altri ragazzi, che evidentemente li avevano raggiunti all’appartamento.
Louis la teneva aggiornata su tutto e lei cercava di consolarsi in questo modo.
Continuava a lavorare normalmente e non di rado ragazzine della città entravano al negozio e le chiedevano del suo amico. Insomma, grazie alla sua presenza in negozio anche le vendite erano aumentate e Fred non poteva che essere entusiasta. Spesso, sbagliando anche il nome, lui stesso le chiedeva di Louis e di come se la stesse passando. Aveva capito, insomma, cosa significava essere l’amica di un ragazzo famoso, componente della boyband più famosa dell’Inghilterra.
 
Quella sera era uscita dal negozio più tardi del solito. Era rimasta a suonare un paio di strumenti e adesso era davvero stanca. Girò le chiavi nella toppa di casa senza pensare a nulla, se non al suo letto che l’aspettava, quando qualcosa colpì il muro vicino alla sua testa, mancandola per pochissimo.
“Dove cazzo sei stata?” urlò suo padre facendola sobbalzare.
“Io… ero al lavoro” sussurrò.
“Non mentirmi! Non si lavora fino a quest’ora! Dove cazzo sei stata?” continuò a urlare.
Lauren sentì che iniziava a tremare quando quell’uomo che si definiva padre le si era avvicinato e la puzza di alcool l’aveva travolta. Era tentata di uscire di nuovo fuori casa, ma il pensiero si era formulato troppo lentamente. Lui si era avvicinato talmente tanto che aveva alzato il braccio verso di lei. Cercò di ritrarsi, ma fu troppo tardi e l’unica cosa che sentì fu la sua mano intorno al suo collo, lì, nel punto più sensibile.
E poi le sue urla. Urla frenetiche: “Non toccarmi! Lasciami andare!” mentre cercava di respirare.
“Sta zitta!” e poi la mano sul suo viso pesantemente. La vista le si annebbiò e quella parte del viso iniziò a pulsare. Non riuscì più a distinguere le parole che gli stava rivolgendo. E poi la testa contro il muro violentemente e il buio che l’avvolgeva.
 
Quando Lauren riaprì gli occhi le doleva tutto. Era distesa sul pavimento, vicino all’ingresso e la luce del mattino filtrava dalla finestra. Non poteva dire con precisione che ora fosse.
Cercò di alzarsi da lì e ci riuscì con fatica dopo qualche tentativo. Arrivò fino al bagno e si guardò allo specchio. Rabbrividì: aveva lo zigomo già di un colore indefinito, il suo mento era ricoperto di sangue uscito dal labbro spaccato e i suoi occhi erano cerchiati. E poi si catapultò verso il water, vomitando tutto quello che aveva in corpo.
Sospirò e alzandosi da terra si ripulì. Andò direttamente in camera sua e prese il telefono per avvertire Fred che non sarebbe andata al lavoro. Fortunatamente erano ancora le sette del mattino. Non si tolse nemmeno i vestiti e si distese sul letto, lasciandosi travolgere nuovamente dal buio.
 
 Louis non riceveva alcun messaggio da Lauren dalla mattina del giorno prima. Non le aveva neanche risposto alle sue infinite chiamate e adesso era preoccupato a morte.
Non poteva neanche chiedere informazioni ai ragazzi della loro città. I loro amici non erano mai stati così legati a Lauren da sapere tutto ciò che sapeva Louis. Dopotutto era sempre stata lei a voler dire poco della sua vita privata agli altri e il ragazzo aveva rispettato la sua decisione. Gli altri conoscevano la situazione delicata e non si erano mai lamentati. A loro bastava divertirsi tutti insieme. E Louis era sempre stato il loro punto di contatto.
E adesso continuava a girare per il salotto con Harry che lo guardava in modo strano.
Quando finalmente il telefono che aveva in mano squillò e Lauren gli apparve sullo schermo, squittì e rispose velocemente.
“Laurie, dove eri finita?”.
“Scusa Lou, stavo dormendo” rispose la ragazza con voce gracchiante.
“Cosa? Da sta mattina? Sono le tre e mezza del pomeriggio” disse con voce agitata.
“Lou, potresti parlare a voce più bassa, per favore?” chiese lei, portandosi una mano alla testa.
Al ragazzo gli si gelò il sangue.
“Lauren, cosa è successo?” chiese a voce più bassa.
“Niente, sono solo stanca”. Bugia. Louis lo sapeva. Conosceva ogni suo tono di voce.
“Ti video chiamo”.
“No! È tutto ok, davvero” si affrettò a dire la ragazza e Louis non si tranquillizzò affatto.
“Cosa ti ha fatto sta volta?” chiese sedendosi accanto ad Harry sul divano. Il ragazzo più piccolo iniziò ad accarezzargli la schiena.
“Sto bene”.
“Lauren… ti prego” supplicò.
“Mi fa male la testa, Lou” si lasciò sfuggire lei.
Louis stava andando nel panico. “L’hai sbattuta? Dove? Ti ha colpita di nuovo?” chiese freneticamente.
“Lou, ti prego” fu la volta di lei.
“Laurie, ascoltami. Riconsidera la proposta che ti ho fatto. Hai 18 anni. Vieni qui a Londra da me. Per favore” disse il ragazzo, stringendosi a Harry, che iniziò a baciargli i capelli dolcemente.
“Ci penserò” fu la risposta della ragazza dopo qualche momento di silenzio.
E quella volta, lo avrebbe fatto davvero.
 
Due giorni. Ci vollero soltanto due giorni per prendere una decisione.
Non voleva più coprire i lividi sul viso con il trucco. Non voleva più avere paura di tornare a casa. Londra sarebbe stato un posto sicuro. Londra sarebbe potuta diventare casa sua. Sapeva che qualora avesse deciso di andarsene, non sarebbe più potuta tornare, ma doveva correre il rischio. Voleva continuare a vivere.
Il trasferimento era l’unica possibilità.
Quando Lauren comunicò la sua decisione a Louis, quello non poté fare a meno di esserne felice.
La cosa che stupì la ragazza fu il fatto che il suo migliore amico le aveva già trovato un appartamento.
Le rivelò che in quei giorni era stato in giro con Harry alla ricerca di un eventuale posto per lei. E l’avevano trovato. Era un piccolo appartamento non molto distante da casa loro. Louis le aveva assicurato che era adatto a lei. Accogliente e pieno di luce.
Lei era riuscita anche a parlare con Fred. L’uomo era rimasto parecchio male alla notizia di dover perdere la sua migliore e unica dipendente, ma lui stesso aveva visto fin troppe volte il suo viso nelle peggiori condizioni e consegnandole l’ultimo stipendio le augurò tutto il bene.
Lauren era preoccupata: sapeva che i soldi che aveva messo da parte con gli ultimi stipendi sarebbero bastati per l’affitto e per vivere tranquillamente nel primo periodo, ma sapeva che una volta a Londra avrebbe dovuto trovare un lavoro il più in fretta possibile.
 
Era da giorni ormai che impacchettava la sua roba, riempiendo scatole e la sua unica valigia. Aveva fatto tutto senza che il padre lo sapesse e adesso era terrorizzata dalla sua reazione. Louis le aveva detto che sarebbe venuto a prenderla per l’ora di pranzo e l’avrebbe portata con sé a Londra.
Lauren non poteva crederci. Non riusciva davvero a pensare che stesse andando via da quella casa, lontano da suo padre. E aveva maledettamente paura che quel suo trasferimento sarebbe durato troppo poco.
Sentì il telefono che vibrava nella tasca e si affrettò a rispondere.
“Sono qui fuori. Vieni ad aprirmi?” chiese Louis dall’altro capo del telefono.
La ragazza non rispose neanche e scese le scale. Sapeva che suo padre non era a casa. La sera prima lo aveva sentito uscire, ma di certo non lo aveva sentito rientrare. Se era fortunata, avrebbe potuto scrivergli un biglietto con delle spiegazioni, nonostante non le meritasse.
Aprì la porta di casa e subito abbracciò il suo migliore amico, che le sorrise.
“Pronta?” le chiese.
Lei annuì e poi iniziarono a trasportare tutto dalla camera della ragazza alla macchina di Louis. Mancava l’ultimo scatolone. Era quasi fatta.
E poi suo padre tornò a casa. Louis e Lauren erano sulle scale quando la porta si aprì. Non appena suo padre li vide, la sua espressione cambiò.
“Che diavolo state facendo?” chiese, burbero.
“Me ne vado” disse lei, senza girarci intorno.
“Che cosa?” rise maleficamente l’altro, facendo rabbrividire la ragazza.
“Mi trasferisco. Ho raggiunto l’età per farlo” ripeté.
“Tu non puoi andartene” continuò quello stranamente tranquillo.
“Sì, che può” si intromise Louis.
“Tu sta zitto, Tomlinson. Immagino che sia stata un’idea tua. Quando prende decisioni del genere è sempre colpa tua” disse l’uomo, minaccioso.
“E’ una mia decisione. E tu non hai il diritto di trattare Louis in questo modo”. Lauren era così arrabbiata adesso e stringeva violentemente la scatola che aveva in mano, facendo diventare le sue mani bianche per lo sforzo.
“Io… cosa? Non ho…”. Ma lui era ancora più arrabbiato di lei e si avvicinò alla ragazza.
Lei tremò, ma Louis le si parò davanti.
“Non toccarlo neanche!” urlò Lauren, quando suo padre si fece così vicino al ragazzo.
“Tranquilla, Laurie. Non lo farà. Sa che si metterebbe soltanto nei guai toccandomi” iniziò con sguardo duro. Poi continuò: “Senta un po’ signor Frost. Provi a toccare ancora una volta Lauren e giuro che le faccio causa. Non l’ho fatto in dieci anni, ma posso benissimo farlo adesso. E penso che non le convenga, perché sappiamo benissimo entrambi che vincerei io. Quindi saluti sua figlia, perché sta venendo con me, che le piaccia o meno”.
Quello serrò la mascella e guardò la figlia. “Non tornare più. Questa non è casa tua e io non sono più tuo padre” affermò.
“Io non ho più un padre da anni ormai” ribatté la ragazza con voce gelida. Il signor Frost rimase in silenzio e poi i due ragazzi uscirono di casa, passandogli accanto e senza rivolgergli uno sguardo.
Lauren e Louis posarono l’ultimo scatolone e salirono in macchina.
La ragazza guardò casa sua dal finestrino e sentì la tensione colpirla in pieno. Si lasciò sfuggire una lacrima solitaria.
Louis le toccò il braccio. “Tutto bene?” le chiese dolcemente.
Lei si asciugò la guancia e si voltò a guardarlo. Si sforzò di sorridere e annuì.
“Andiamo” disse alla fine. Era finalmente pronta per andare. Voleva e doveva crearsi una nuova vita. Era l’unica possibilità: una vita a Londra.



Angolo dell'autrice: Buona domenica a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo. 
Lo so, che siamo ancora all'inizio e che non abbiamo ancora visto il resto della band, ma se vi va fatemi avere un vostro parere (Anche io ho poco da dire per adesso xD quindi vi capisco).
A breve però potrei arrivare co un altro capitolo.
A presto! 
- Manu

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Londra era tutto un altro mondo rispetto a Doncaster. Era immensa e davvero bella agli occhi di Lauren. La pioggia era una costante fissa, ma lei l’aveva sempre amata e pensava che si sarebbe potuta abituare facilmente a quel dettaglio.
E poi Louis aveva ragione. L’appartamento era davvero carino, con colori accesi e finestre dappertutto.
Quando erano arrivati a Londra, Harry li aveva raggiunti al suo appartamento. L’aveva abbracciata senza fare alcun commento sullo zigomo, che aveva ormai un colore verdastro e l’aveva trattata, come sempre, in modo molto carino. Tutti e due i ragazzi l’avevano aiutata a svuotare alcuni scatoloni e a dare una sistemazione alla casa.
Quando si era ritrovata con Louis in camera da letto, mentre Harry parlava al telefono, avevano anche parlato del lavoro che la ragazza voleva trovare. Le sarebbe bastato qualsiasi cosa, purché fosse abbastanza per l’affitto. Louis si era offerto di aiutarla a trovarlo e lei gliene fu grata.
Poi Harry entrò in camera e disse: “I ragazzi pensavano di mangiare la pizza da noi, stasera. Che ne dite?”.
Louis annuì e si voltò verso la ragazza: “Vieni anche tu”. Non era una domanda, ma un’affermazione e Lauren lo guardò soltanto, in silenzio.
“Così conoscerai finalmente gli altri” continuò il castano, sorridendo.
La ragazza sorrise a sua volta e annuì: “D’accordo”.
 
E così, un’ora dopo, Lauren si era cambiata in dei jeans stretti e una felpa larga ed era uscita di casa con Louis. Harry era già andato via da un po’, dicendo che i ragazzi sarebbero andati presto al loro appartamento e non voleva lasciarli fuori ad aspettare.
Era già gennaio inoltrato e l’aria era decisamente fredda. Per Lauren andava più che bene. La sua immancabile sciarpa intorno al collo e la giacca la tenevano abbastanza al caldo.
Harry aveva portato con sé la macchina e Lauren si ritrovò a camminare con Louis, che automaticamente aveva intrecciato le dita con le sue. Il tragitto era breve e andando a piedi sarebbe anche riuscita ad impararlo.
“Sono così elettrizzato. Vedrai casa nostra e incontrerai gli altri” disse Louis, quando arrivarono al loro edificio e trascinandola verso l’interno del palazzo.
Lei ridacchiò. “Non dovrei essere io quella elettrizzata?” chiese.
Louis sollevò le spalle e poco dopo si ritrovarono davanti alla porta giusta. Louis si frugò le tasche con una mano e sbuffò.
“Hai dimenticato le chiavi” fu l’affermazione della ragazza. “Sei sempre il solito, Boo”.
Il ragazzo la guardò roteando gli occhi e suonò il campanello. “E’ difficile, ok?” disse, fingendosi offeso.
“Sì, certo. Se non ci fosse Harry, saresti…” e si bloccò di colpo quando la porta si aprì e un ragazzo dai capelli scuri apparve davanti a loro.
“Spacciato. Lo so, ma tu non dirglielo” continuò per lei Louis, non curandosi del ragazzo che adesso stava sorridendo verso di loro.
Lauren al contrario lo stava proprio fissando. Il suo sorriso perfetto e gli occhi scuri l’avevano colpita in pieno. Vederlo dal vivo era così diverso che vederlo da dietro uno schermo. Aveva Zayn davanti e il suo primo pensiero era stato che era veramente sexy.
“Ciao” disse più alla ragazza, che all’amico.
“Zayn, amico. Facci entrare” disse a quel punto Louis, spostandolo con la mano libera e tirando Lauren all’interno dell’appartamento.
Lei roteò gli occhi. “Sempre il solito cafone” borbottò, guardando il suo migliore amico, che adesso stava andando verso il salotto, lasciandola lì davanti a Zayn. Sentì quest’ultimo che ridacchiava e lei si voltò a guardarlo. “Ciao, sono Lauren” disse, porgendogli una mano.
Lui la strinse. “Zayn” disse e poi Louis fece capolino dalla porta da cui era uscito. “Allora, vi muovete voi due?” chiese.
Lauren alzò gli occhi al cielo, mentre si toglieva la giacca e la poggiava nell’attaccapanni insieme agli altri. “Come lo avete sopportato per mesi interi?” chiese lei a Zayn, che rise, mentre Louis tirava fuori la lingua, per il suo commento.
E poi lo seguirono verso il salotto. La ragazza non ebbe il tempo di guardarsi intorno che il suo sguardo si posò sul divano dove gli altri tre ragazzi stavano seduti: Liam, Harry e Niall, che si alzarono in piedi non appena li videro.
“Ehi, ragazzi” salutò Louis e gli altri ricambiarono con degli ciao. “Lei è Lauren” la presentò finalmente, come se si fosse ricordato di farlo solo in quel momento.
“Io sono Liam” disse il ragazzo avvicinandosi e porgendole la mano, anche se lei sapeva perfettamente chi fossero. Lauren la strinse e sorrise osservando il ragazzo davanti a sé e i suoi ricci castani, decisamente più folti di quanto ricordasse.
“E io sono Niall” disse l’altro con il suo accento irlandese, porgendole a sua volta la mano. Lauren ripeté il gesto e lo guardò: aveva gli occhi così azzurri e i suoi capelli biondi li mettevano in risalto.
Per la prima volta aveva la band al completo davanti a sé e lei non riusciva quasi a crederci. Li aveva visti per così tanto tempo alla tv che era quasi diventata una fan girl. E anche se sapeva che Louis prima o poi glieli avrebbe fatti conoscere, non aveva ancora metabolizzato che lo avesse appena fatto.
“Beh, finalmente abbiamo conosciuto la ragazza di cui Louis parla spesso” disse Liam, sorridendo.
“E che ha fatto ingelosire Harry” aggiunse Niall.
Lauren spalancò gli occhi, mentre tutti ridevano ed Harry arrossiva.
“Davvero?” disse lei guardando Louis. “Lo hai fatto ingelosire con me? Sei davvero incredibile Tomlinson” disse roteando gli occhi con un sorriso divertito. “Tranquillo, Harry. Non potrei mai stare con lui” disse, tornando a guardare l’amico.
Louis le sorrise e le passò un braccio sulle spalle. “E invece sì che potresti. Sono adorabile. E tu mi ami”.
Lauren gli diede una botta sul petto e rispose: “Forse dovremmo raccontare come è finita quella volta in cui avevi finto di essere il mio ragazzo per togliermi Jake di dosso”.
Louis scosse la testa e si imbronciò: “Io stavo solo cercando di essere carino” brontolò.
Lei rise: “Lo so, Lou. Ma è stato un incidente”.
Louis si raddrizzò: “Incidente un corno. Posso sentire ancora il fango che mi è arrivato fin dentro le mutande” ribatté.
E adesso lei rideva di gusto, mentre gli altri ragazzi li osservavano con curiosità.
“Ma non l’ho fatto apposta” continuò la ragazza.
“Come no. Mi hai spinto maleficamente su quella pozza di fango. È stato orribile” finse di rabbrividire.
“Sì, ma tu mi hai spinta con te. Quindi eravamo pari. Che schifo. Ho continuato ad avere terra tra i capelli per una settimana”.
“Ma io non l’ho fatto apposta” disse subito Louis, sorridendo in modo innocente.
Lauren sollevò il sopracciglio e poi si voltò verso i ragazzi. “Vedete? Ci uccideremmo a vicenda. Quindi, Harry, tutto tuo. Siete molto più carini” terminò lei, togliendosi il braccio di Louis dalle spalle e spingendolo verso Harry. Tutti stavano ridacchiando, mentre Louis cercava di dare dei morsi al ragazzo più piccolo, che gemette per la frustrazione.
“Va bene, animale. Fa vedere il resto della casa a Lauren” disse Harry, cercando di fermarlo.
Louis si fermò, ma si imbronciò. Harry si abbassò e gli baciò il broncio, tirando fuori degli “eww” schifati degli altri ragazzi. Louis però tornò a sorridere e staccandosi dal ragazzo, puntò lo sguardo su Lauren. Lei guardava rapita dietro di lui, accortasi soltanto in quel momento di un particolare, di una parte del mobilio all’angolo del salotto.
Louis non sapeva se si fosse accorta del fatto che lui la stessa guardando, ma lei chiese: “E’… è…?”.
Louis sorrise e non ebbe neanche bisogno di vedere cosa lei stesse guardando. Quello sguardo lo aveva solo in certe occasioni: solo quando aveva davanti uno strumento musicale.
“Sì, Laurie. È un pianoforte” confermò e lei squittì, sorpassandolo e avvicinandosi a quella bellezza.
Lo guardava rapita, mentre gli altri la osservavano dalle posizioni di prima.
Louis si avvicinò a lei, che adesso stava alzando la custodia che copriva i tasti bianchi e neri.
Li accarezzò delicatamente con i polpastrelli, poi la voce di Liam, che si era avvicinato insieme agli altri. “Sai suonarlo?” le chiese, attirando la sua attenzione.
Lei sorrise e annuì. “Dio, avete un pianoforte in casa” disse elettrizzata.
“Ci fai sentire?” chiese poi Zayn, appoggiandosi allo strumento.
Lauren abbassò lo sguardo e ridacchiò nervosamente. “Beh…” iniziò nel panico.
“Magari un’altra volta. Adesso devo farti vedere il resto della casa” disse Louis, che era intervenuto non appena l’aveva vista in difficoltà e la ragazza gliene fu grata. Lo guardò e sorrise. Per questo amava così tanto il suo Louis. Sapeva sempre perfettamente come e quando aiutarla.
Zayn annuì e poi i ragazzi tornarono al loro divano, mentre Louis le faceva fare il giro turistico.
L’appartamento non era poi così grande, ma era veramente carino, lasciando stare il disordine nella maggior parte delle camere. Ma Lauren era abituata al disordine cronico di Louis e non ci fece molto caso. Dopotutto erano pur sempre due ragazzi che vivevano da soli.
E poi appena tornarono in salotto, dove gli altri ragazzi si erano spaparanzati sui divani a guardare la televisione, il campanello suonò.
“La pizza!” disse Niall illuminandosi e alzandosi in piedi per raggiungere la porta, seguito da Harry e Liam.
Lauren sorrise e seguì Louis e Zayn in cucina. Li aiutò a preparare la tavola, mentre gli altri ritornavano con diversi cartoni di pizza che emanavano un profumo incredibile.
E così si sedettero tutti sui comodi sgabelli intorno al tavolo e iniziarono a mangiare, parlando di qualsiasi cosa. I ragazzi erano davvero carini e fecero di tutto per far sentirla a suo agio.
Le chiesero quali fossero i suoi interessi e tutti notarono le tante cose che aveva in comune con Louis. La musica fu l’argomento di conversazione primario. Parlarono di X-Factor, ma in generale anche della musica che ascoltavano e del cd su cui stavano già lavorando.
E poi arrivarono allo sport. Quando Niall seppe che la ragazza seguiva il calcio si esaltò.
“Giochi come faceva Louis?” le chiese.
Lei scosse la testa. “Partecipo volentieri alla partite tra amici, ma no. Io ero più da atletica leggera” disse.
“Però ama guardare il calcio, il basket, la boxe, l’atletica, il nuoto e la Formula 1. Niall, a canali sportivi è quasi peggio di te” continuò Louis e il biondino sorrise contento.
“Ma è fantastico!” disse entusiasta, mentre gli altri ragazzi erano ancora sconvolti da quello che Louis aveva detto. Lauren guardò Niall e sorrise a sua volta.
“La mia vita non è così movimentata come la vostra. La televisione è la mia migliore amica” si giustificò, dando un morso alla pizza.
“Primo: qui a Londra anche la tua vita lo diventerà. Secondo: sono io il tuo migliore amico” disse Louis, sporgendosi verso di lei e dandole un bacio sulla guancia, proprio sullo zigomo dal colore indefinito.
Lauren era convinta che avesse baciato quel punto più che volontariamente. Inoltre, nonostante sapeva che tutti si fossero accorti di quel livido, era davvero grata per il fatto che nessuno le avesse detto qualcosa o che non la guardassero in modo strano. Iniziava davvero ad amare quei ragazzi, sebbene li avesse conosciuti da nemmeno due ore. E poi, X-Factor le aveva insegnato molto riguardo a quella banda di scalmanati quali erano i One Direction.
“Quanto sei egocentrico” disse, con un piccolo sorriso sul volto.
“E tu quanto sei antipatica” la canzonò l’altro.
Lauren sollevò gli occhi di colpo, distogliendoli dalla pizza e sorridendo divertita. “Ah! Non è vero. Io sono la ragazza più simpatica qui dentro” disse puntandogli il dito contro.
“Sì, sei anche l’unica ragazza qui dentro” ribatté Louis prontamente.
“Appunto” e gli fece una linguaccia. Tutti scossero la testa. Quella sera stavano sicuramente capendo una cosa: Lauren Frost era quasi la fotocopia al femminile di Louis Tomlinson.
Dopo che ebbero finito di cenare si spostarono tutti in salotto, dove la ragazza finì seduta tra Niall e Zayn in uno dei due divani, quello più grande.
Stavano chiacchierando del più e del meno quando Harry disse: “Ok, penso che possiamo prendere il dolce. Laurie, io e Lou abbiamo preso una torta al cioccolato per festeggiare il tuo trasferimento” le disse sorridendo.
La ragazza lo guardò e gemette. “Hai detto cioccolato?”.
Louis scoppiò a ridere. “Sì, Laurie. Cioccolato al latte, nutella e cioccolato bianco” confermò.
“Oh dio. Volete la mia morte” disse lei, gettando la testa all’indietro.
“Evidentemente anche quella di Liam” disse Zayn ridendo, mentre il ragazzo chiamato in causa, che stava accanto al moro sul divano, guardava la ragazza con ammirazione.
“Latte o fondente?” le chiese, sporgendosi per guardarla meglio.
“Latte” rispose subito lei.
Liam sorrise. “Hai vinto tutto, ragazza” disse facendosi battere il pugno e facendola ridacchiare.
Inutile dire che la torta era squisita e tutti – in particolare i due amanti del cioccolato – non potevano fare a meno di fare versi di apprezzamento mentre mangiavano.
“Dovresti trasferirti più spesso” disse Liam ad un certo punto e tutti lo guardarono in modo strano, mentre Niall scoppiava a ridere. E a quel punto, essendo così vicino a Lauren, la sua risata arrivò limpida e chiara alle orecchie della ragazza.
Si voltò automaticamente a guardare il ragazzo biondo, sorridendo involontariamente. Lauren pensò che quella fosse una delle risate più belle che avesse mai sentito. Da sola riempiva la stanza ed era così contagiosa. Anche mentre guardava X-Factor se ne era accorta, ma dal vivo era ancora più bella.
Niall si rese conto dello sguardo della ragazza e arrossì in modo adorabile, sorridendole imbarazzato. Si guardarono per qualche istante, fino a quando Louis disse: “Chi vuole giocare a FIFA?”.
E a quel punto nessuno rifiutò. I joystick però erano soltanto quattro e l’unico che si tirò indietro tra loro sei, fu Zayn.
“Harry non gioca” disse a quel punto Louis.
“Ehi!” protestò l’altro, imbronciandosi.
Lauren guardò il suo amico scuotendo la testa. “Come hai fatto ad innamorarti di questo qui, Harry? Certo che puoi giocare. Facciamo a turno” disse.
Harry fece un sorriso tutto fossette, mentre Louis sbuffava. “Tu dovresti stare dalla mia parte” disse, guardando la ragazza.
“E tu non fare il bullo”.
“Va bene. Scusa, amore” disse, tornando a guardare il riccio.
“Hai appena detto scusa?” chiese quello, fingendosi scandalizzato.
“Sì, ma giochi comunque dopo” ridacchiò poi il maggiore e Harry alzò gli occhi al cielo, alzando una mano e tirandogli leggermente i capelli.
“Allora sarò la tua cheerleader” gli disse.
Gli altri ragazzi fecero versi di disapprovazione, sentendo quel commento.
“Fate venire il vomito” commentò Zayn, mentre Lauren chiedeva: “Fanno sempre così?”.
“Quasi” rispose Liam, mentre Niall: “Facciamo le squadre?”.
“Io con Len” disse subito Louis.
Lauren storse la bocca. “Non chiamarmi così, Boo” lo rimproverò e mentre quello ridacchiava, lei disse: “Giochi sporco, Tommo?” con un sorriso complice.
“Affatto. Mi piace solo vincere facile” disse l’altro. I ragazzi non capirono cosa realmente intendessero i due, dato che non si poteva barare nel videogioco.
“Va bene, allora” disse Liam. “Io con Ni, Lou con Laurie” confermò mentre distribuiva i joystick.
E così iniziarono a giocare e solo alla fine capirono che cosa intendesse Louis per vincere facile. La partita era finita 9 a 2. Louis e Lauren insieme formavano una macchina da guerra. Una delle cose che impararono quella sera, infatti, era che quei due non potevano sicuramente stare nella stessa squadra.
Dopo un paio di tornei che avevano fatto davanti al televisore i ragazzi decisero di andare via e si offrirono subito di accompagnare Lauren fino a casa. Tutti e tre, inoltre, sarebbero dovuti passare da quella zona per tornare ai loro appartamenti, quindi non era realmente un problema.
Nonostante Lauren avesse memorizzato la strada non fu dispiaciuta di quell’accompagnamento e durante il tragitto chiacchierarono tranquillamente tutti insieme.
Per Lauren era stato facile integrarsi ai quei ragazzi e per questi ultimi era stato facile accoglierla.
Si salutarono davanti al portone della ragazza, dopo che lei li ebbe ringraziati della compagnia. E poi salì nel suo appartamento. Per la prima sera avrebbe dormito in un nuovo letto, in una nuova casa e non doveva preoccuparsi di chiudere a chiave la porta della sua camera. Quella notte, finalmente avrebbe potuto fare sogni tranquilli. E così si addormentò proprio con il sorriso sulle labbra, pensando che in fin dei conti, quel trasferimento avrebbe potuto portare una svolta positiva nella sua vita. E questo, dopo tanto tempo, era proprio ciò di cui aveva bisogno.
 
Marzo 2011
Erano passati ormai due mesi. Lauren si era definitivamente sistemata nell’appartamento e aveva anche trovato un lavoro in una caffetteria a pochi isolati da dove abitava.
Passava sempre del tempo con i ragazzi e alcune volte andava a casa di Louis ed Harry per suonare il pianoforte. Louis, infatti, le aveva detto che avrebbe potuto farlo quando lei lo desiderava.
In una di quelle occasioni anche gli altri riuscirono a sentirla suonare.
Era un pomeriggio tranquillo, senza lavoro e lei aveva avuto quella sensazione tutto il giorno. Lo conosceva bene quel formicolio alle dita e la sua mente che analizzava note involontariamente. Sapeva di sentirsi ispirata e con il suo quaderno si era diretta subito dai suoi amici.
Si era seduta sullo sgabello e aveva iniziato a comporre e a suonare, senza curarsi di chi avesse attorno a tal punto che il tempo passava senza che lei se ne accorgesse. La porta chiusa del salotto in cui stava, inoltre le rendeva impossibile sentire ciò che avveniva nelle altre stanze. Era completamente immersa nel suo mondo.
Quando i ragazzi erano arrivati da Harry e Louis non si erano neanche accorti di qualcuno che suonasse. Inizialmente regnava il silenzio. I due ragazzi erano stati fino a quel momento in camera da letto accoccolati davanti al televisore ed erano scesi soltanto per accogliere gli amici. Si sedettero in cucina, quando le note del pianoforte arrivarono alle loro orecchie.
Niall fu il primo ad accorgersene. “E’ Lauren?” chiese, guardando Louis.
Il ragazzo annuì e sorrise. “E’ da un paio d’ore che lo fa. Sta componendo qualcosa” disse.
“Componendo?” chiese Liam, incuriosito.
“Sì. Mi ha solo detto che è uno di quei giorni in cui è ispirata”.
“Possiamo sentirla?” fece Zayn a quel punto.
“Forse. Ma dobbiamo stare in silenzio. Se dovesse accorgersene penso che smetterebbe” disse Louis, senza curarsi del fatto che Lauren avrebbe potuto arrabbiarsi con lui. Ma egli stesso aveva una voglia matta di sentirla suonare da più vicino e non da dietro una porta. Aveva sempre amato come suonasse il piano: era davvero brava.
I ragazzi annuirono e silenziosamente arrivarono davanti alla porta del salotto. Louis la aprì e ringraziò il fatto che la casa fosse nuova e non dovesse preoccuparsi dei cigolii che avrebbe potuto emettere la porta.
Lauren stava seduta al pianoforte e loro vedevano soltanto la sua schiena e i capelli sciolti sulle spalle.
Le sue dita si muovevano esperte sui tasti, emettendo un suono lento e dolce. Era una sua creazione ed era davvero bella: i ragazzi ne rimasero molto colpiti e si lanciarono sguardi d’ammirazione. La ascoltavano in silenzio, quando lei si fermò e i ragazzi sobbalzarono. Lauren prese la matita e sbuffò, cancellando alcune note, scrivendone altre e ricancellando a sua volta.
Sospirò e si passò una mano sugli occhi, poi strappò il foglio dal quaderno e lo accartocciò.
“No!” disse Louis a quel punto, non riuscendo a trattenersi.
Lauren sobbalzò e si voltò a guardarli. “Siete impazziti?” chiese portandosi una mano al petto. Zayn ed Harry arrossirono per essere stati colti in fragrante, mentre Liam e Niall sorrisero.
Louis, da pianista qual era aveva ascoltato la melodia appena creata e il suo cervello aveva iniziato a lavorare istintivamente. Aveva capito subito quale nota non piacesse alla ragazza e si avvicinò a lei.
Prese il foglio accartocciato e lo riaprì. “Fammi spazio”  le disse, mentre lei stava in silenzio, incapace di dire qualcosa.
Però obbedì e si spostò per condividere lo sgabello con Louis, che prese la matita e iniziò a scrivere alcune note.
I ragazzi entrarono e si gettarono sui divani, guardandoli da lì.
“Se cambi questo… così. Dovrebbe andar bene” disse il ragazzo, guardando la sua amica.
Lei lesse le note e sorrise. “Sei un genio. Perché non ci ho pensato subito?” chiese lei e poi continuò: “Vuoi suonarla?” gli propose.
Louis scosse la testa: “Continua tu”.
Lei lanciò uno sguardo ai ragazzi sul divano che li osservavano rapiti. Ci rifletté un attimo e poi annuì. Dopotutto, fino a qualche attimo prima stavano ascoltando anche loro.
Ricominciò dall’inizio e per tre minuti le orecchie dei ragazzi vennero riempiti dalla melodia. Arrivati al punto che Louis le aveva aggiustato la ragazza continuò a suonare e sorrise felice e soddisfatta.
Quando finì lei stessa squittì. “Grazie, Lou” disse gettandogli le braccia al collo.
Il ragazzo la strinse a sé senza dire nulla e poi un commento dal divano: “Wow. È fantastica” disse, Harry.
“Già, mancano soltanto le parole” continuò Liam.
“Cosa?” fece la ragazza, incredula.
Louis si alzò in piedi. “Hai ragione, Payno! Potremmo proporla a Simon e ai produttori. Insomma, se per te va bene” disse, rivolgendosi alla ragazza.
Lauren era un po’ confusa sentendo quelle parole. Non riusciva a credere a ciò che i ragazzi stavano dicendo.
“Volete farla diventare una vostra canzone?” chiese alla fine, mentre tutti gli altri rispondevano in modo affermativo, entusiasti.
“Ovviamente il merito della musica sarà tuo. Faremo il tuo nome” continuò Liam.
“Dì di sì!” disse Louis, guardando con speranza la ragazza.
Lei guardò i volti dei cinque ragazzi. Era sconvolta e non sapeva che dire.
“Se non vuoi…” stava iniziando Niall, ma lei lo interruppe.
“Va bene. Ok, tanto potrebbe anche non piacere, giusto?” chiese timidamente.
“Beh, sì potrebbe. Ma la adoreranno. Grazie, Len” disse Louis abbracciandola e stampandole un bacio sulla guancia.
E poi i ragazzi si avvicinarono al pianoforte e a poco a poco tirarono fuori alcune parole che sarebbero potute stare perfettamente con la melodia.
Passarono ore intorno a quel pianoforte e si fermarono soltanto quando si era fatta ora di cena, con una parvenza di canzone tra le mani. I ragazzi erano così entusiasti.
E così una canzone stava nascendo. Una canzone che sarebbe stata nel loro primo cd e che in seguito avrebbe preso il nome di Same Mistake.
Inutile dire che i produttori accettarono la canzone e furono sorpresi di sentire il nome di quella ragazza come compositrice della musica. Non ne avevano mai sentito parlare, ma se tutte le sue melodie erano in quel modo allora aveva davvero del talento.
I ragazzi avevano anche discusso tra di loro al riguardo e la conclusione fu quella di proporla alla produzione come compositrice. Dopotutto anche lei era a Londra e avrebbe potuto aiutarli senza problemi.
E la produzione accettò. Quando i ragazzi lo annunciarono a Lauren, lei non riusciva a crederci. In soli pochi mesi era passata da dipendente in un negozio di musica, in una caffetteria, ad aiuto compositrice dei One Direction. Non riusciva davvero a crederci. Forse anche i suoi sogni, dopo tanti anni, avrebbero potuto realizzarsi.
 
Maggio 2011

Erano passati già un paio di mesi e Lauren aveva iniziato a lavorare con i ragazzi e a trascorrere molto più tempo con loro.
Inutile dire che continuava a seguirli come una fan girl. I ragazzi avevano avuto diverse interviste che lei aveva seguito dal televisore. L’unica differenza dalle altre ragazze era che lei avrebbe potuto discuterne con i One Direction stessi, una volta tornati a casa.
Tutto stava andando perfettamente bene, quando le voci della Larry Stylinson erano divenute sempre più intense.
Nessuno dei ragazzi se ne curava particolarmente, ma qualcuno contrario a tutto quello ovviamente c’era. Ai loro managers questa cosa non piaceva per nulla e avevano deciso di fermarla prima che fosse troppo tardi. Molte fan non erano d’accordo con queste Larry shippers e se la loro relazione fosse venuta a galla, sarebbe stato un disastro. Non potevano creare inconvenienti adesso che stavano iniziando la loro carriera da band.
E così, Harry e Louis si erano ritrovati davanti ai componenti della Modest che cercavano di fargli capire quanto tutto quello fosse pericoloso.
“Avete bisogno di una ragazza. Dovete mostrare ai fan di non avere una relazione”.
Per entrambi i ragazzi era stato un duro colpo. Loro non volevano nessuna finta ragazza da portare in giro.
E poi i produttori fecero imbestialire il ragazzo più grande: “Louis, abbiamo delle foto. Qualche mese fa sono uscite queste” e gliele passò.
Louis le guardava confuso, non riuscendo a capire quale sarebbe stato il punto.
“Potrebbe essere lei la tua ragazza. Insomma sarebbe più facile con un’amica, no?” chiesero.
“Che cosa? Non voglio mettere in mezzo a tutta questa storia la mia migliore amica. Non se ne parla!” disse arrabbiato.
“E’ una soluzione, Louis. E pensavamo che ti avrebbe fatto comodo”.
“Questa situazione non mi fa affatto comodo, sia chiaro!” continuò.
“E’ una tua scelta, Louis. O lei o una ragazza che ingaggeremo noi”.
E Louis era entrato letteralmente in crisi. Sia lui che Harry erano così delusi da quella situazione, ma nessuno dei due poteva farci nulla. Avrebbero dovuto soltanto obbedire.
 
E così, quella sera Lauren si era ritrovata nel salotto dei ragazzi. Niall e Liam erano seduti sul divano con Harry, cercando di tirargli su il morale. Zayn continuava a camminare per la stanza, mentre Louis era seduto sul tavolino davanti al divano dove era adagiata Lauren.
Tutti avevano avuto reazioni differenti all’annuncio dei due componenti. Liam e Niall erano rimasti delusi, Harry era demoralizzato, mentre Louis e Zayn erano arrabbiati. Lauren invece era semplicemente confusa.
Louis le aveva dato la cartellina con le foto, dopo che aveva spiegato la situazione.
Lauren le sfogliò, accorgendosi subito che si trattasse del primo giorno in cui era arrivata a Londra, quando i due amici camminavano per la città mano nella mano, verso il loro appartamento. Evidentemente qualcuno aveva riconosciuto Louis e non aveva esitato a scattare le foto.
“Fammi capire bene: io dovrei far finta di essere la tua fidanzata, quando in realtà lo è Harry e devo andare in giro con te come se stessimo insieme, proprio per questo motivo?” disse lei alla fine, poggiando le foto sul divano accanto a sé.
“Hai capito bene” rispose l’altro in modo affermativo.
“E per nessuno non sarà un problema qui dentro? Cioè, Lou, dovrò baciarti in pubblico?” disse, voltandosi poi a guardare Harry, che stava sospirando.
“Sì, lo so. Ma Harry sa che sei come una sorella per me e non sarà un problema qualche bacio qua e là. Beh, sarà come ai vecchi tempi” cercò di convincerla Louis.
Forse però aveva usato le parole sbagliate dato che adesso tutti li stavano guardando.
“Che significa vecchi tempi?” chiese Harry con gli occhi spalancati.
Lauren si portò una mano sul viso.
“Oh” disse Louis. “Noi non siamo mai stati insieme” si affrettò a spiegare gesticolando.
La ragazza sollevò lo sguardo. “In poche parole il tuo ragazzo bacia così bene grazie alla pratica che faceva su di me” disse Lauren, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Vide le bocche degli altri ragazzi che si aprivano per lo stupore.
“Che cosa? Da quando ero io che facevo pratica? Ti stavo insegnando” ribatté l’altro, ferito nell’orgoglio.
Lauren tornò a guardarlo e sorrise. “Ah, davvero?” disse in modo insolente.
“Come se tu non sapessi quello che sai sui ragazzi grazie a me” la canzonò.
“Beh, ok, ma potrei dire lo stesso di te, anche se adesso le cose che hai appreso da me non ti servono assolutamente a niente”.
Louis ridacchiò.
“Voi… voi avete fatto sesso insieme?” chiese Harry a quel punto. Non era riuscito a trattenersi.
E a quel punto entrambi i ragazzi voltarono la testa di scatto. “Cosa? No!” dissero contemporaneamente.
Harry sospirò di sollievo, mentre gli altri li guardavano ancora senza dire una parola.
“Sarebbe stato raccapricciante” disse Lauren, fingendo di rabbrividire.
“Ehi! Però quella volta al lago ci eravamo andati vicini e non lo ritenevi raccapricciante” le ricordò, punto di nuovo nell’orgoglio.
“Sì, certo. Ubriachi come delle spugne. Grazie a dio il mio buonsenso emerge in ogni situazione. O il giorno dopo ti avrei ucciso” disse lei.
Louis rise. “Luke non sarebbe stato contento”.
“Sta zitto, idiota! Per fortuna era più ubriaco di noi. Adesso, possiamo tornare alle cose serie, per favore?” disse lei, cambiando argomento.
“Voi due siete completamente fuori di testa” borbottò Zayn a quel punto, tornando a camminare per la stanza.
Louis e i ragazzi ridacchiarono, mentre Lauren scuoteva la testa. “Harry per te va bene?” chiese la ragazza, guardando il riccio seriamente.
Lui annuì. “Preferisco te ad una sconosciuta. Almeno sono sicuro che voi due non possiate innamorarvi o che tu possa portarmelo via” disse, abbassando lo sguardo e arrossendo.
Lauren gli fece un piccolo sorriso e annuì. Poi tornò a guardare Louis e sospirò.
“Ad una condizione: vecchi amici di Doncaster. Nient’altro si deve sapere sul mio conto Lou” disse, abbassando lo sguardo.
Louis spalancò gli occhi un attimo, poi si sedette accanto a lei.
“Certo. È ovvio” disse, accarezzandole il braccio.
Lei sospirò di nuovo. “E va bene. Facciamolo” disse lei passandosi una mano sul viso.
Louis squittì e l’abbracciò. “Grazie, Laurie, grazie” disse.
“Sì, mi sei debitore a vita, Tomlinson” .
“Sì, quello che vuoi, amore” disse Louis a quel punto, baciandola sulla guancia.
Lauren fece un verso schifato, allontanandolo da sé. “Chiamami di nuovo così e non avrai più bisogno di alcuna finta fidanzata”.
Louis rise. “Ok, Len”.
Lei sospirò pesantemente. “Sei snervante, Tomlinson” disse fulminandolo con lo sguardo, ma ottenendo soltanto un sorriso più grande dal ragazzo. A quel punto lei si alzò in piedi e iniziò a camminare verso la cucina. “E adesso ho fame!” disse soltanto, dando le spalle a tutti.
Niall si alzò in piedi. “Anche io! Posso venire con te?” le chiese e la ragazza si voltò sorridendo.
“Certo, Ni. Ho proprio bisogno di qualcuno che mi aiuti a svuotare la dispensa degli Stylinson” disse, facendolo ridere.
“Ci vediamo tra qualche ora ragazzi” terminò poi, trascinando Niall per il braccio e portandolo in cucina, mentre gli altri li guardavano ridendo e scuotendo le teste.
A quel punto Louis si alzò dal divano e si gettò su Harry, che avvolse le braccia intorno a lui, mentre Liam si alzava da lì, alla ricerca del telecomando e diceva: “Siamo proprio una gabbia di matti”.
Beh, come dargli torto.

 
 

Angolo dell'autrice: Tadà! Capitolo nuovo, dato che ne ho ancora un paio pronti di riserva. Che ne dite? Se fin qui vi sta piacendo, fatemelo sapere. Ne sarei davvero felice.
Io vorrei solo far notare dell'assenza di Eleanor nella mia fan fiction. Scusate, ma non l'ho mai tollerata, quindi puff è sparita, sostituita da Lauren. Mi rincresce (beh, veramente no eheh) e spero che vada bene anche a voi.
Per il resto (lasciando perdere tutto quello che sta succedendo su twitter sta mattina) sempre viva Larry.
All the love.
-Manu.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Lauren si stava guardando nello specchio intero della sua camera. Ultimamente la roba da indossare era diventata uno di quei problemi che la facevano andare in crisi. Ed era tutta colpa di Louis. Adesso che era la sua ragazza doveva stare attenta a quello che metteva per andare in giro, specialmente quando andava con lui.
Il campanello suonò proprio in quel momento e lei iniziò a saltellare sul posto. Prese gli stivali e iniziò a metterli mentre correva verso la porta. Si sentiva un’idiota: stava interpretando perfettamente una di quelle pubblicità o quei film in cui la ragazza era elegante e perfetta anche quando era in ritardo. Sfortunatamente la sua era una parodia e aveva rischiato di cascare con la faccia per terra già diverse volte. Arrivò alla porta e l’aprì, mentre si chiudeva la cerniera dello stivale destro, piegata in avanti.
Sollevò lo sguardo e incontrò quello di Louis, che era parecchio divertito.
“Non guardarmi così. Ho passato più tempo a scegliere cosa mettere che a prepararmi. Quindi non dire una parola” lo minacciò.
Louis fece un sorrisino e disse: “Ci portano a vedere il Chelsea”.
La bocca di Lauren si aprì per lo stupore. “Che cosa? Il… Chelsea?” ripeté incredula.
“Già. La squadra per cui tifi, sì” disse con un sorrisetto.
“Chelsea?” chiese di nuovo lei, ancora incapace di fare frasi sensate.
Louis scoppiò a ridere. “Sì, Len. Chelsea. Adesso andiamo” e le diede solo il tempo di prendere la borsa e la giacca e la trascinò all’esterno dell’appartamento.
Era ormai da un paio di settimane - dopo che il nome di Lauren era saltato fuori in un’intervista ed era diventata ufficialmente la ragazza di Louis Tomlinson - che la Modest organizzava appuntamenti per i due ragazzi, tanto che erano stati costretti talvolta ad annullare i loro piani per farsi vedere in giro nei momenti meno opportuni. Beh, meno opportuni per i due ragazzi, più per i managers.
Non che a loro dispiacesse la compagnia l’uno dell’altra, ma era strano anche per loro doversi toccare sempre o dover fingere sorrisi decisamente innamorati. Lauren pensava che dopotutto gli anni di recitazione che avevano fatto alle scuole superiori si stavano rivelando utili.
Tutta quella situazione per la ragazza era piuttosto irreale. Doveva ancora abituarsi a quei momenti in cui il ragazzo vedendo delle telecamere intorno a loro la stringeva a sé, aumentava il contatto o le sussurrava frasi all’orecchio, che di solito suonavano come: “manca ancora poco, poi possiamo scappare via” o “fa qualcosa, Len. Toccami”. E in quelle occasioni era davvero difficile per lei non scoppiare a ridere e di solito lo faceva, per poi sporgersi verso di lui e toccandogli il mento o la guancia con le dita gli rifilava una serie di insulti e parole poco carine all’orecchio, mentre sul viso manteneva un sorriso dolce. E così, si ritrovavano a ridere per quelle loro buffonate, più che per altro.
Comunque Lauren quella sera, così come le altre, si sarebbe aspettata una cena romantica in qualche ristorante o in locali dotati di televisore, dove avrebbero potuto guardare tranquillamente la partita di calcio.
E invece loro sarebbero andati direttamente allo stadio. La ragazza stentava a crederci e pensava che essere la finta fidanzata di Louis Tomlinson aveva i suoi aspetti positivi.
E così si erano ritrovati nella macchina personale di Louis, con l’autista/guardia del corpo del ragazzo, che come le altre volte li avrebbe seguiti ovunque.
Allo stadio ottennero anche i posti vip e alla fine della partita avrebbero potuto incontrare i giocatori. Lauren non vedeva l’ora di poter incontrare Fernando Torres e fremeva al solo pensiero.
Quella fu in assoluto la loro uscita più bella. Durante la pausa, inoltre, Louis poteva soltanto ascoltare i commenti eccitati di lei sul primo quarto della partita, mentre nei maxi schermo, attraverso l’uso delle telecamere, si vedevano i tifosi e le varie curve dello stadio. Quando il ragazzo, tra un commento impertinente e l’altro e guardando la sua ossessione sportiva sorridendo, a Louis era venuta una brillante idea.
Si era sporto verso di lei e la ragazza lo guardò storto. “Che stai facendo?” gli chiese, mentre lui la stringeva a sé.
“Voglio fare qualcosa di epico in diretta” disse, poi le sussurrò all’orecchio: “Penso che ti bacerò”.
Lauren gli fece un sorriso, dandogli piccoli pizzicotti sul braccio, che lui aveva poggiato sulla sua pancia. “Egocentrico” borbottò, divertita e sollevando gli occhi al cielo.
“Tanto lo faccio comunque” disse Louis, sorridendo.
“Oh, sì tesoro, fallo. Non aspettavo altro” disse con voce ironica, ma sensuale.
Il ragazzo fece una smorfia, mettendole una mano sul viso. “Non parlare in quel modo. È raccapricciante”.
Lei ridacchiò: “Era il mio obbiettivo”.
Louis sorrise divertito e dopo essersi assicurato che le telecamere li riprendessero fece scontrare le loro labbra insieme, sperando che il loro bacio fosse credibile.
Beh, dalla reazione che ottennero dai social network, credibilità quel bacio ne aveva eccome.
E lo stesso Harry era stato imbronciato per un po’ dopo aver visto quella scena. Louis comunque era riuscito a rassicurarlo e si era fatto perdonare come un fidanzato dovrebbe fare.
Così, anche il finto rapporto di Lauren e Louis aveva raggiunto per il pubblico il livello successivo, sebbene la ragazza sperasse che i loro fan quel bacio se lo sarebbero fatti bastare per un periodo piuttosto lungo.
 
Oltre a passare il tempo con Louis, comunque, la ragazza lo faceva anche con gli altri ragazzi della band, lavorando sulle canzoni e sulla musica o divertendosi insieme durante le serate noiose.
In particolare, aveva iniziato ad apprezzare sempre di più la compagnia dell’irlandese. Nonostante la ragazza fosse più grande di un anno avevano parecchie cose in comune. Dopotutto la ragazza era cresciuta con Louis e i loro amici, tanto da acquisire le loro stesse passioni e interessi.
Con Niall era davvero semplice guardare lo sport in tv, con una ciotola di pop corn tra le mani.
Soprattutto per la messa in atto del cd, Lauren era stata ormai nell’appartamento di tutti i ragazzi e talvolta aveva lavorato singolarmente con ognuno di loro. Con tutti loro aveva un buon rapporto: Liam riusciva a metterla sempre a suo agio; Zayn era un ragazzo tranquillo e spesso la osservava mentre lavorava, fingendo praticamente di aiutarla. Beh, era più un supporto morale; Louis era ormai suo fratello; ed Harry… beh, chi non stava bene con un ragazzo come Harry? E poi c’era Niall. L’unica differenza con l’irlandese era che a volte i due si fermavano nell’appartamento dell’uno o dell’altra per mangiare qualcosa o per guardare la televisione. Per entrambi la compagnia dell’altro era qualcosa che li faceva stare bene e quindi continuavano ad approfittare di ciò.
 
Quel pomeriggio Lauren era andata a casa del ragazzo, con uno strano pacco di caramelle nelle mani e un film che aveva trovato da qualche parte nel suo appartamento. Pensava che avrebbero potuto vederlo insieme.
Quando suonò il campanello, mise il sacchetto con la roba dietro la schiena e aspettò, picchiettando il piede per terra, impaziente.
La porta si aprì e un Niall ancora in pigiama e con i capelli scombinati le si presentò davanti.
“Ehi, ti ho svegliato?” gli chiese, mentre lui si spostava per farla entrare.
“No” le rispose, senza neanche accennare un sorriso.
“Cosa c’è? Stai bene?”. Anche il sorriso di Lauren si era spento automaticamente.
Lui sospirò. “Sì, è tutto ok”.
“Niall. Se fosse tutto ok, in questo momento staresti sorridendo, non saresti in pigiama e le finestre di casa tua sarebbero aperte” continuò, guardandosi intorno. Appoggiò il sacchetto su un ripiano e iniziò ad aprire tutte le finestre.
Niall si era seduto sul divano. “No! Tutta quella luce” si lamentò in modo melodrammatico, portandosi un braccio sul viso.
“Non sei un vampiro, quindi non lamentarti. E dimmi cosa sta succedendo. O non ti do ciò che ho portato per te”.
Lui si raddrizzò e la guardò: “Cos’è?” chiese, curioso.
“Ah ah. Prima parla”.
Lui fece una smorfia e piegò il busto sul divano, distendendosi e infilando il viso in uno dei cuscini.
Lauren sospirò e si avvicinò a lui, inginocchiandosi accanto. “Ti manca casa?” gli chiese, accarezzandogli i capelli.
Niall, infatti, era quello più lontano da casa, che difficilmente poteva vedere la sua famiglia e quel cambiamento non era stato facile.
Lauren non poteva aiutarlo in quei momenti di nostalgia. Sicuramente era la persona meno adatta in quello, ma cercava di fare il possibile per il ragazzo.
Lui scosse la testa. “Allora che c’è? Non stai bene?” gli chiese, avvicinando la mano alla sua fronte.
Lui si raddrizzò. “No. Cioè sì. Mi fa male il cuore” borbottò.
Lei lo guardò confusa. “Eh?”.
Lui sbuffò. “Aah, Laurie. Guarda qui!” si lamentò, passandole il telefono.
Lei lo prese e iniziò a leggere i tweet che Niall stava guardando. La rabbia crebbe dentro di lei. Odiava quella ragazze che si definivano fan. Diversi haters, infatti, prendevano di mira proprio l’irlandese, dicendo che non si meritava di stare nella band, per non essere bello e bravo quanto gli altri.
Secondo la ragazza erano tutte cazzate belle e buone e pensava che Niall non meritasse tutto quello.
“Ni, lo sai tutto quello che dicono non è assolutamente vero!” gli disse accarezzandogli i capelli e facendolo sospirare. “Queste ragazze non possono essere nemmeno definite fan. E io adoro la tua voce. È bella quanto quella di Liam, Louis, Harry e Zayn. Quindi ti prego, non ascoltarle. I One Direction non sarebbero più One Direction senza di te, capito?”.
“Ma sono in tanti” sussurrò lui, sull’orlo delle lacrime.
“Quelli che ti amano sono anche di più. Ni, non voglio più vederti abbattuto per questo ok? Sei perfetto e in questo modo fai soltanto il loro gioco. Quindi sorridi per me e dimentica questi tweet”.
“Dici davvero?” sussurrò lui.
Lei annuì convinta e il ragazzo aveva ricacciato indietro le lacrime abbracciandola e ringraziandola.
“E adesso prendi la chitarra e canti per me?” gli aveva chiesto poi. Lauren lo faceva spesso. Amava sentire la voce dell’irlandese e il suono che riusciva a creare con la sua chitarra.
“Prima fammi vedere che hai portato!” disse, mentre il sorriso tornava sul suo viso.
Lauren rise. “Va bene” e prese il sacchetto con le caramelle.
“Guarda qui” disse, lanciandogli il pacco.
Niall squittì. “Ma sono quelle della pubblicità dell’altro giorno!” disse entusiasta.
Lei annuì, sorridendo. “Già. Assaggiamole e poi vai a prendere la chitarra”.
E così si ficcarono delle caramelle in bocca facendo dei versi soddisfatti di apprezzamento e poi iniziarono a suonare e canticchiare motivetti, mentre lei lo ascoltava sorridente e scriveva delle note su un pezzo di carta. Spesso infatti, anche nel loro tempo libero, i due ragazzi si ritrovavano a lavorare sulla musica. A lei piaceva un sacco farlo con Niall. E così creavano insieme melodie nuove che il ragazzo riproduceva con la sua chitarra, finendo spesso per scherzare o creare canzoncine stupide che li facevano ridere come due bambini.
E in quel modo Niall riusciva a dimenticare le parole cattive che gli rivolgevano, cercando di auto convincersi del fatto che anche lui avesse tutto il diritto di stare nella band e magari Lauren aveva ragione: per essere arrivato fin lì, forse del talento lo aveva anche lui.
 
Luglio 2011

La camera da letto di Lauren, come al solito, era in subbuglio. C’erano vestiti dappertutto, mentre cercava disperatamente di trovare qualcosa da indossare.
Quella sera sarebbe dovuta andare ad una festa nell’appartamento di Harry e Louis e lei non vedeva l’ora, ma il suo problema con l’armadio si stava rivelando più grande del previsto.
I ragazzi avevano iniziato a dare feste nei loro appartamenti per far trascorrere più velocemente quell’estate a Londra e in quelle occasioni Lauren aveva finalmente conosciuto altri artisti come Ed Sheeran e Olly Murs, che riteneva assolutamente fantastici.
Ma con tutte quelle feste lei continuava a pensare che il suo guardaroba avesse bisogno di un restauro.
Sbuffò e alla fine prese dei jeans chiari e una camicia nera a maniche corte. Si truccò leggermente e lasciò i capelli sciolti sulle spalle. Va bene, sarebbe potuta scendere di casa. Andò nello scaffale dell’armadio in cui teneva tutte le sciarpe e ne prese una colorata e di un tessuto molto leggero.
D’accordo, era qualcosa di insolito indossare sciarpe a luglio, in piena estate, ma per lei quello era l’accessorio più importante da anni. Non importava quale stagione fosse, né dove si trovasse. Se della gente era con lei, la sciarpa non poteva mancare. Erano ormai le sue amiche più fidate, quelle che la proteggevano dagli occhi indiscreti. Erano la sua protezione.
Scostò i capelli di lato e guardò quella parte del collo che conosceva ormai perfettamente da troppo tempo. Fece una smorfia e si affrettò a coprire quella parte del corpo con la sciarpa.
Lauren immaginava che i ragazzi la ritenessero strana per quella sua abitudine, ma non le avevano mai chiesto nulla e la ragazza ne era grata.
Non sapeva quanto e cosa Louis avesse raccontato loro del suo passato e sperava veramente che non avesse detto nulla. Continuava a voler credere che gli altri componenti della band pensassero che quella delle sciarpe fosse soltanto una suo strana ossessione.
Chiuse l’anta dell’armadio dove lo specchio sembrava volersi beffare di lei e decise che era arrivato il momento di andare alla festa.
 
Quando era arrivata all’appartamento degli Stylinson – ormai le veniva naturale chiamarli così – l’aveva accolta parecchie gente, nonostante ce ne fosse meno del solito. C’erano i cinque ragazzi, i musicisti della band e qualche loro amica, Danielle (la ragazza di Liam), Ed, Olly e Nick (Lauren rise vedendolo in quella casa. Sapeva perfettamente quanto poco Louis lo reggesse, ma doveva sforzarsi di sopportarlo, per l’amore di Harry e per il modo per cui tenesse a quell’amicizia).
Tutto sommato era una bella festa. C’era cibo, birra a volontà e musica.
Musica che ben presto si trasformò in una sorta di karaoke sfrenato. Harry aveva attaccato la play station e i ragazzi si scatenarono cantando davanti al televisore o come Niall e Josh, fingendo di suonare strumenti musicali.
Lauren si stava divertendo. Guardava i ragazzi da uno dei divani, bevendo la sua birra e godendosi le voci pur sempre grandiose dei ragazzi che decidevano di cantare. Beh, a parte quando alcuni dei non-cantanti si cimentavano in perfomance che facevano soltanto crepare dal ridere.
E poi i ragazzi, in particolare Harry, Niall e Josh iniziarono a guardarsi intorno per cercare nuove persone da far cantare. E alla fine qualcuno, non sapeva nemmeno chi, fece il suo nome. Propose Lauren e senza che se ne accorgesse si trovò accerchiata dai ragazzi che cercavano di convincerla a cantare.
Lauren era scoppiata a ridere. “Voi siete fuori di testa. Assolutamente no” aveva detto categoricamente.
“Eddai, Laurie! È divertente” disse Harry cercando di convincerla, mentre Louis osservava la scena dal punto della stanza in cui si trovava. Da un lato provava pietà per la ragazza, dato che Harry e Niall spesso potevano diventare davvero insistenti, ma d’altro canto provava pietà per i ragazzi, che – Louis lo sapeva – non sarebbero mai riusciti a convincerla.
“Non ho bisogno di umiliarmi, grazie” disse la ragazza, tornando a bere la sua birra.
“Umiliarti? Ma che dici! Sarà divertente. E poi non potrai mai cantare peggio di come ha fatto Josh” disse Niall, passando un braccio sulle spalle di quest’ultimo.
“Ehi!” disse Josh, fingendosi offeso e facendo scoppiare a ridere Niall, mentre lo allontanava da sé.
Poi Harry si sporse verso la ragazza. “Nessuno ti criticherà”.
“Haz…” disse lei esasperata.
“Canta con me!” fece l’altro, esaltandosi come se avesse appena avuto un’idea brillante.
Lauren rise di nuovo. Ormai solo in pochi erano concentrati su quella scena, la maggior parte degli invitati erano tornati al loro cibo o alle loro conversazioni. Ma non Louis, che continuava a fissare il suo fidanzato e la sua migliore amica.
“No” negò di nuovo la ragazza.
Harry si imbronciò. “Eddai, dai, dai” disse, abbracciandola e guardandola con gli occhi da cucciolo.
Diavolo, era così carino. Lauren non riusciva proprio a dire di no a quel faccino. Ma lei non voleva cantare.
Però se lo avesse fatto con Harry avrebbe potuto rendere la sua voce invisibile sotto quella del ragazzo e nessuno se ne sarebbe curato.
Lo guardò ancora un attimo in silenzio, poi sospirò. “Va bene. Ma tu canti con me” gli disse.
E a quel punto Harry si esaltò talmente tanto da saltellare sul posto, ringraziandola, mentre Niall e Josh esultavano con lui, attirando l’attenzione dei ragazzi.
E poi c’era Louis. Il ragazzo aveva la bocca spalancata. Avrebbe giocato qualsiasi cosa sul fatto che Lauren non avesse ceduto e invece il suo ragazzo era riuscito a convincerla. Era dannatamente sconvolto.
I ragazzi si stavano mettendo davanti al televisore quando Louis riuscì a riprendersi e si avvicinò.
“Scelgo io la canzone” disse, rubando il telecomando dalle mani di Harry.
“Ma Lou…” fece Harry.
“Dai, Haz, per favore. Canteranno il mio ragazzo e la mia migliore amica. Lasciami almeno decidere cosa” e gli fece la faccia da cucciolo.
Dannati Stylinson! Pensò Lauren, mentre guardava Harry che sorrideva e annuiva.
Lauren adesso era decisamente preoccupata dalla canzone che avrebbe potuto scegliere. All’interno della stanza era quasi calato il silenzio, tutti intenti ad osservare i ragazzi e ad aspettare la nuova performance.
La ragazza vide Louis che andava su una cartella che portava il nome di una band. One Republic, una delle band che Lauren aveva sempre amato.
Oh, merda. “Lou…” disse e il ragazzo si voltò a guardarla. Le fece un sorriso innocente, ma non rispose, nonostante avesse capito l’avvertimento dell’amica. Solo, aveva deciso di ignorarlo.
E poi macchinando con lo schermo fece per cliccare su una canzone. “Questa” disse e Lauren rabbrividì.
“No. Assolutamente no, Lou! Non ho intenzione di cantare quella canzone. No” disse la ragazza, leggendo di nuovo il titolo in grassetto. Apologize.
Louis mise il broncio. “Perché no?” chiese. Il ragazzo sapeva perfettamente il motivo. Lauren amava quella canzone, non riusciva a non cantarla. E lui gliel’aveva sentita suonare e cantare diverse volte. La ragazza non voleva farlo davanti a tutti. “Puoi suonarla direttamente al piano se ti va” disse con un sorriso malefico e lei scoppiò a ridere. “Non se ne parla” disse, risoluta.
“Lou, forse dovresti sceglierne una più facile” disse Harry, concordando con la ragazza.
“Ma io voglio sentire questa” disse Louis, mettendo il broncio.
Lauren sospirò. “Va bene. Ok, cantiamo questa, basta che ti muovi” disse alla fine, facendo sorridere il ragazzo più grande.
Louis si sedette sul divano accanto a Niall e i due ragazzi che avrebbero dovuto cantare si misero davanti al televisore con i microfoni tra le mani.
Harry fece per far partire la canzone, mentre Lauren si girava un’ultima volta verso l’amico con uno sguardo fulminante.
Louis le sorrise e le fece l’occhiolino, mentre lei ruotava gli occhi e tornava a guardare il televisore.
“Pronta?” le chiese Harry. Lei annuì e poi il ragazzo premette play.
Non appena le note partirono a Lauren vennero i brividi. L’aveva suonata al piano tante di quelle volte. E si era commossa tutte le volte. Sperava che quella sera andasse tutto bene.
E poi iniziarono a spuntare le parole. La ragazza non aveva neanche bisogno di guardarle. Le sapeva perfettamente a memoria, ma l’ultima cosa che voleva fare era guardarsi intorno così lasciò lo sguardo fisso lì.
Le prime parole le uscirono talmente basse che nella stanza riecheggiava soltanto la voce del ragazzo, che la guardò e le sorrise, incitandola.
Lauren chiuse un attimo gli occhi e iniziò a cantare più forte, prima con voce tremante poi più sicura.
E finalmente anche gli altri riuscirono a sentirla. La voce di Lauren era davvero dolce e melodiosa e Louis l’amava. L’aveva sempre adorata. Riusciva ad arrivare a delle note che il ragazzo dagli occhi blu aveva sempre invidiato. Era per quella che voleva portarla con sé ad X-Factor, ma la ragazza non era mai stata una ragazza da riflettori. Aveva sempre cantato nella sua stanza o sotto la doccia o al massimo davanti a Louis e quello le bastava.
Il ragazzo sapeva perfettamente quale immenso sforzo stesse facendo quella sera.
E poi si avvicinò il ritornello e nella stanza era piombato il silenzio, tutti con lo sguardo puntati sulla ragazza.
Niall, Liam, Zayn ed Harry, che la conoscevano già meglio degli altri erano rimasti i più sorpresi nel sentire la sua voce. Nessuno di loro si aspettava una voce del genere.
That it’s too late to apologize, it’s too late. I said it’s too late to apologize, it’s too late.
La voce della ragazza aveva riempito le orecchie di tutti i presenti ed era diventata più acuta ma comunque perfettamente intonata.
Harry era decisamente sconvolto e più la canzone andava avanti più la sua voce diventava più bassa, curioso di ascoltare la ragazza. Lauren era entrata completamente nel suo mondo, cantando senza curarsi di chi avesse attorno, lasciandosi immergere dalla musica.
E poi arrivò la parte più importante della canzone, quella in cui lei aveva chiuso automaticamente gli occhi e Louis aveva allungato un braccio verso Harry, toccandolo e scuotendo la testa.
Tutti, Harry in primis, che aveva smesso di cantare per guardare Louis, erano straniti dal gesto del ragazzo più grande, ma non dissero nulla e rimasero a guardare. E poi Lauren aveva iniziato a cambiare il ritmo, le note della canzone.
Harry era tornato a guardarla con la bocca aperta e aveva abbassato completamente il microfono, stupito.
 
I loved you with a fire red,
Now it’s turning blue
And you say
Sorry like an angel,
Heavens not thing for you
But I’m afraid
 
Louis sapeva benissimo di quella parte che Lauren personalizzava, dando alla canzone un ritmo tutto suo. Era quella la parte che amava di più della versione della ragazza ed era uno dei motivi principali per cui aveva scelto quella canzone. In quel momento proprio il ragazzo aveva poggiato i gomiti sulle ginocchia e aveva portato una mano sugli occhi, sorridendo e cercando di nascondere la commozione. Era la prima volta che la sentiva cantare davanti a tutte quelle persone e stava andando alla grande.
Adesso il silenzio era tombale e la ragazza cantava da sola.
That it’s too late to apologize, it’s too late. I said it’s too late to apologize, it’s too late.
Woohoo. Woahh.
E per i prossimi acuti aveva portato una mano sull’orecchio, per sentirsi meglio e non stonare.
E li fece perfettamente. Tutti erano completamente sconvolti.
E poi gli ultimi versi della canzone.
I’m holding your rope.
Got me ten feet off the ground.
E la musica si fermò. Tutti rimasero in silenzio, incapaci di emettere suono.
La ragazza non disse nulla. Non guardò nessuno negli occhi. Passò accanto ad Harry dandogli il microfono e uscì dalla stanza, diretta verso la cucina.
“Waaoh” disse Zayn a quel punto, rompendo il silenzio. “E’ stata…” continuò.
“Incredibile” terminò Liam per lui.
E poi Louis si alzò dal divano e raggiunse Lauren in cucina, mentre tutti avevano ripreso a parlare normalmente.
Quando Louis entrò in cucina, Lauren stava bevendo dell’acqua.
“Contento adesso?” sussurrò al suo amico, guardandolo negli occhi.
Louis sorrise e le si avvicinò. “Sei stata fantastica” le disse.
Lauren sospirò e si fece stringere dalle braccia del ragazzo più grande. “Non mi piace stare al centro dell’attenzione” ridacchiò, affondando il viso nel suo collo.
“Lo so” disse Louis baciandole i capelli. “Ma dio, Len. Hai una voce meravigliosa. Non potevo non sfruttare un momento del genere” disse, con il sorriso sulle labbra.
Lei rise. “Sei una stronzo, Boo”.
“Sì, ma ti voglio bene”.
“Anche io, stupido. Adesso torniamo di là. Ho un estremo bisogno di birra” disse lei, staccandosi dal ragazzo.
E così tornarono di là. Tutti iniziarono a complimentarsi con la ragazza facendola arrossire.
Harry, Zayn e Liam si erano finti imbronciati per il fatto di non avergli mai detto di avere una voce del genere, mentre Niall non riusciva a smettere di togliere gli occhi dalla ragazza dagli occhi verdi.
Soltanto dopo qualche birra era riuscito a metterle un braccio sulle spalle e a dirle quanto fosse stata brava.
“Oh, Ni. Ti prego, anche tu no” lo supplicò, prendendo e stringendo automaticamente la mano che lui aveva poggiato sulla sua spalla.
“Scusa, ma dovevo” si giustificò l’altro sorridendole.
Lei sorrise e poi Niall le tolse il bicchiere dalle mani. “Non stai bevendo un po’ troppo tu?” le chiese con un sorriso divertito.
“Ehi!” disse lei, allungando il braccio. “Tu non sei neanche maggiorenne. Quindi ridammela, ragazzino”.
Niall mise il broncio. “Ehi!” protestò. Era già da un po’ che la ragazza giocava la carta dell’essere più grande con il biondo e lui sbuffava ogni volta. Lauren comunque non avrebbe smesso. Le reazioni di Niall a quello erano troppo adorabili.
“Non posso averne neanche un po’?” le chiese.
“Non da questo bicchiere. È mia” disse, riprendendosi il bicchiere e facendogli l’occhiolino, prima di allontanarsi verso chissà dove.
Niall la fissò mentre camminava via e non poté fare a meno di sorridere. Ripensò alla canzone che la ragazza aveva cantato prima e si chiese perché non avesse mai avuto l’occasione di sentirla cantare, nonostante lui lo facesse spesso per lei. Niall aveva amato la sua voce durante Apologize e ovviamente adesso che ne era venuto a conoscenza si era ripromesso che avrebbe fatto di tutto per risentirla di nuovo.
Scosse la testa, guardando la porta da cui era uscita e pensando a quanto quella semplice e normale ragazza si stesse rivelando davvero sorprendente.
 
Gennaio 2012 – Cardiff
Era passato appena un mese dall’inizio di Up All Night Tour. I ragazzi avevano già fatto diverse tappe, quasi senza interruzione e aspettavano quelle ultime tappe del Regno Unito per potersi godere la loro pausa di un paio di mesi prima dell’Oceania.
I ragazzi si stavano ormai abituando a quel tipo di vita ed erano riusciti a metabolizzare, dopo infiniti festeggiamenti – sia per l’uscita del cd, che per l’inizio dei concerti – di essere riusciti veramente a realizzare il loro sogno.
Sarebbero sempre stati grati a Simon per averli introdotti in quel modo nel mondo della musica.
Lauren era stata presente a qualche loro tappa. Era pur sempre la ragazza di Louis Tomlinson e i managers continuavano a dare istruzioni precise affinché i fan li vedessero insieme.
A lei comunque non dispiaceva affatto andare in giro per l’Inghilterra con loro e sentire i loro concerti era sempre un’emozione unica. Era così orgogliosa di loro.
Quel giorno i ragazzi erano arrivati a Cardiff con il tour bus per l’ora di pranzo e avevano ottenuto le loro camere. Louis e Lauren erano entrati in hotel  mano nella mano, con i ragazzi al seguito, ma i due amici si erano separati appena svoltato l’angolo. Lauren aveva ricevuto la sua camera, mentre Louis la condivideva con Harry.
La ragazza prese lo zaino che aveva poggiato per terra e si era diretta verso l’ascensore con la chiave in mano.
Mentre aspettava, guardando i numeri rossi che diminuivano sul piccolo schermo dell’ascensore, Niall le si affiancò, facendola voltare verso di lui.
Si sorrisero e lui chiese: “Siamo tutti nello stesso piano?”.
“Sì, hanno preso il nono”.
“Dannazione” borbottò lui e la ragazza si accigliò.
“Volevi un piano diverso dagli altri?” chiese confusa da quel commento.
“Cosa? Oh, no. È solo… avrei preferito un piano più basso. Non sono umanamente in grado di fare 9 piani di scale a piedi” disse, grattandosi la testa.
Giusto, lei stessa aveva scoperto che Niall soffriva di claustrofobia quando all’hotel di Manchester l’aveva trascinata con sé su per le scale, lasciando gli altri ragazzi dentro quello spazio angusto qual era l’ascensore.
Lauren guardò le ante automatiche che si aprivano davanti a loro e poi di nuovo il ragazzo con uno sguardo che voleva essere rassicurante.
“Beh, questo ascensore non è così piccolo” disse lei.
Vide Niall che deglutiva con il panico negli occhi: evidentemente non la pensava come lei.
“In effetti ho proprio voglia di camminare” disse lei allora sorridendo verso il ragazzo.
Niall si voltò a guardarla con gli occhi spalancati. “9 piani” disse soltanto.
“Scale?” chiese lei, scrollando le spalle come se niente fosse.
Niall ci pensò un attimo e poi le sorrise grato. Annuì e Lauren lo prese per il braccio, trascinandolo verso le scale.
Liam e Zayn passarono accanto a loro proprio in quel momento, diretti verso l’ascensore.
“Dove andate?” chiese Liam, guardandoli curiosamente.
“Scale” spiegò Niall, proprio mentre Harry e Louis sbucavano da dietro l’angolo.
“Ma sapete a che piano siamo, giusto?” disse Zayn, sconvolto.
“Certo. Ci manteniamo in allenamento” rispose Lauren, mentre Niall sorrideva scuotendo la testa.
I quattro ragazzi li guardarono come se fossero pazzi, poi la ragazza continuò: “Ci vediamo tra qualche ora, quando arriveremo a destinazione” e tutti non poterono fare a meno di scoppiare a ridere.
 
Niall aveva resistito per sette piani di scale. Poi aveva chiesto pietà: “Aspetta, Laurie. Fermiamoci un attimo. Non ce la faccio più” disse, appoggiandosi al corrimano.
La ragazza sorrise e fresca come una rosa – Niall non aveva la minima idea di come facesse – disse: “Ma siamo arrivati. Ne mancano soltanto due”.
Niall fece una smorfia. “Solo un attimo” disse, sedendosi sui gradini.
Lauren ridacchiò e si sedette accanto a lui. “Come fai a non essere stanca?” le chiese, girando il viso per guardarla.
“Io l’ho detto che mi mantengo in allenamento” disse lei e il ragazzo scoppiò a ridere.
“Sei perfetta” si lasciò sfuggire il biondo e la ragazza sentì le sue guance andare a fuoco.
“Ma che dici? Sono soltanto atletica” disse, abbassando lo sguardo e ridacchiando.
Niall voleva darsi una manata in fronte per aver detto quella frase, ma non appena la vide imbarazzata, per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, non poté fare a meno di sorridere, ritenendola adorabile.
E poi si tirò su. “Andiamo, atleta. Abbiamo ancora due piani” disse lui, porgendole la mano.
Lauren l’afferrò, mentre diceva: “Ehi! Guarda che a scuola ho vinto un sacco di gare”.
Niall rise e riprese a camminare.
Quando arrivarono al piano, che era ormai deserto, si accorsero che le loro stanze erano abbastanza vicine e non potevano che esserne contenti.
Dopo che i ragazzi ebbero cenato tutti insieme nel ristorante dell’hotel, da cui i primi ad andare via furono Harry e Louis e gli ultimi proprio Lauren e Niall, questi ultimi decisero che avrebbero passato la serata nella camera del biondo.
Lauren tornò in camera sua giusto per cambiarsi e lavarsi i denti, poi andò a bussare nella camera del ragazzo.
“Ehi” disse lui, guardando che i jeans e la camicia di lei erano stati sostituiti da una tuta e una felpa con il cappuccio, mentre uno scaldacollo le fasciava quella parte del corpo.
Lauren sorrise ed entrò in camera, gettandosi sul letto del ragazzo.
“Cosa c’è in tv?” chiese, afferrando il telecomando.
Niall la raggiunse e si distese accanto a lei. “Ho visto che sta per iniziare Coach Carter” disse.
Lauren spalancò gli occhi. “Noo! Amo quel film” disse eccitata, cercando il canale giusto, in tempo per vedere i titoli di testa.
“Immaginavo” disse Niall ridacchiando e iniziando a guardare il film sul basket con la ragazza.
“Guarda quanto è bello Channing!” commentò lei, quando l’attore apparve sullo schermo.
“Mmh, non è un granché” rispose Niall.
“Cosa? È oggettivamente bello, Ni!” protestò, voltandosi a guardarlo.
“Sembra un cavallo” disse lui, lanciandogli un’altra occhiata, prima di guardare Lauren.
Lei spalancò gli occhi, sconvolta. “Rimangialo”.
“No” rise lui.
“Rimangia quello che hai detto!” disse lei, fingendosi inorridita.
“Ma è la verità!”.
E poi le risate di Niall riempirono la stanza, dato che Lauren aveva iniziato ad assalirlo con il solletico.
“Hahahah. No, ti prego. Laurie hahah”. Il ragazzo si dimenava, cercando di sfuggire alle mani dell’amica.
“Tu rimangia quello che hai detto” disse lei con un sorriso sulle labbra. La risata di Niall era veramente magnifica.
“Hahah, Lau, basta hahah. Ok, ok. Lo… lo rimangio!” disse e Lauren si fermò.
“Bravo, ragazzo” disse lei, soddisfatta.
Niall respirò profondamente, prima di mettere il broncio. “Sei scorretta”.
Lei rise, mentre Niall continuava: “Che caldo” disse. In effetti Lauren poteva vedere le sue guance pallide, che adesso erano rosse.
Lei ridacchiò, sentendosi colpevole e poi lui si tolse la felpa, rimanendo con la maglia a maniche corte.
Gettò di nuovo la schiena sui cuscini e si voltò a guardarla. Lei era tornata a fissare la televisione e non si accorse che Niall la stava osservando.
“Tu non senti caldo?” le chiese, guardando lo scaldacollo sempre al suo posto.
“Mmh?” chiese, voltandosi a guardarlo.
“Mi chiedevo… se sentissi caldo” continuò, guardando sempre nello stesso punto, piuttosto che il suo viso.
E Lauren se ne accorse. Ovviamente se ne accorse. “Io…” balbettò. “N-no. Sto bene” disse e improvvisamente l’aria si fece tesa.
Niall annuì e si pentì di aver fatto quella domanda. Stava per chiederle scusa, quando bussarono alla porta.
Le sopracciglia del ragazzo si aggrottarono e si alzò per andare ad aprire, mentre Lauren tornava a rilassarsi.
Quando la porta si aprì, Liam e Zayn entrarono come due tornadi.
“Oh, siete qui!” disse il moro, gettandosi sul letto accanto alla ragazza.
Niall li guardò e chiuse la porta dietro Liam. “Vi prego, dovete ospitarci. Questa stanza non è vicina come la nostra” disse quest’ultimo rabbrividendo, mentre Niall raggiungeva gli altri. Per fortuna il letto era matrimoniale e sebbene un po’ schiacciati riuscirono ad entrarci tutti e quattro.
“Vicina a cosa?” chiese la ragazza, appoggiando la schiena al petto di Niall, che si era posizionato dietro di lei.
“A quei due animali. Che schifo, ragazzi. Non immaginate quanto è orribile ascoltare i loro versi e sembrare lì dentro con loro” disse Zayn facendo finta di vomitare.
E poi Lauren scoppiò a ridere di gusto e Niall si unì a lei.
“Cosa ridete? È raccapricciante! Avrò gli incubi sta notte. Non so se fosse peggio Louis con le sue parole o Harry con…” iniziò Liam, ma la ragazza lo interruppe, mettendosi le mani sulle orecchie.
“Bla bla bla! No, non voglio saperlo. Non dirlo” disse, mentre gli altri ragazzi ridevano.
“Beh, si  stanno caricando per il concerto di domani” fece Niall mettendo un braccio intorno a Lauren.
“Pensate che smetteranno presto? Insomma… Ni, posso dormire con te?” chiese Zayn sbattendo le ciglia.
“Ehi!” fece Liam. “Non è giusto!”.
Lauren rise, mentre Niall diceva: “Assolutamente no. Non voglio nessuno di voi nel mio letto”.
“Diceva quello che lo sta condividendo con tre amici in questo momento” disse Liam, mentre Zayn metteva il broncio.
Niall alzò gli occhi al cielo, mentre Lauren diceva: “Vedrete che smetteranno presto. Beh, non potranno andare avanti ancora a lungo, no?” disse. I ragazzi non ne erano così sicuri, poi lei continuò: “E adesso fate silenzio. C’è Channing!” e alzò il volume del televisore.
“Chi?” chiese Zayn, mentre Liam diceva: “L’attore che sembra un cavallo?”.
Lauren piagnucolò esasperata. “Che cosa mi tocca sentire” disse portandosi una mano sul viso, mentre la risata di Niall riecheggiava nella stanza.



Angolo dell'autrice: Salve! Capitolo pronto e servito :) Non commento nulla, sperando che lo facciate voi.
Anche perché per adesso, con tutto il delirio che sta succedendo nel fandom sono un po' agitata :S
A presto xx

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Febbraio 2012
I ragazzi erano finalmente in pausa. Potevano stare distesi sul divano senza che nessuno li disturbasse e quella solitamente era una delle opzioni che sceglievano. Alcuni di loro, tra cui Niall avevano trascorso almeno una settimana a casa in famiglia, ma adesso erano di nuovo tutti a Londra.
Una delle abitudini che aveva preso la ragazza, quando non andava in tour con la band era quella di lavorare direttamente in studio. Amava stare a contatto con tutta quell’attrezzatura musicale.
In quelle occasioni inoltre aveva avuto anche modo di conoscere meglio Ed e Olly, con i quali aveva lavorato un paio di volte.
Quei due erano simpatici e pazzi quanto i One Direction e avrebbe mentito se avesse detto che non le piaceva la loro compagnia. E poi era davvero felice del fatto che tutti questi esponenti della musica la ritenessero ormai una di loro, parlandole di musica in modo professionale e collaborando con piacere.
 
Anche quel pomeriggio stava salendo le scale che l’avrebbero portata allo studio di registrazione. L’aria professionale di quel luogo faceva aumentare la sua ispirazione e di solito occupava una stanza vuota, prendendo posto sui divanetti e mettendosi a scrivere musica.
Salutò il ragazzo all’entrata che la lasciò passare tranquillamente, dopo aver ricambiato il saluto e averle sorriso. Ormai lì dentro, il suo viso era familiare a tutti.
Camminò lungo il corridoio, dirigendosi verso la solita stanza e vide che la porta era aperta. Quando entrò però si fermò di colpo. Olly era lì, seduto al tavolo con un foglio davanti a sé e una penna tra le labbra, mentre le sue sopracciglia erano aggrottate. Alzò lo sguardo dal suo lavoro e la sua espressione si distese, mentre le sorrideva.
“Oh, ehi, Lauren” la salutò.
“Ciao. Scusa, non volevo disturbarti. Pensavo che la stanza fosse vuota” fece per andare via, ma lui la fermò.
“No, resta. Non mi disturbi. Tanto non riesco a concludere nulla ugualmente” sospirò, gettandosi indietro, con la schiena sulla sedia.
“Che stai facendo?” chiese incuriosita, avvicinandosi al ragazzo.
“Scrivo ma non sono molto ispirato. Questa canzone mi sta dando dei problemi, non riesco ad andare avanti”.
“Posso?” chiese, sedendosi accanto a lui e indicando il foglio. Olly annuì e glielo passò.
Lauren lesse le parole della canzone e pensò che fossero molto carine. Sarebbe stata una canzone molto solare. Alcune parti mancavano e pensando per qualche minuto nelle mente di lei si formavano quelle adatte a quel testo.
Prese la matita e scribacchiò, mentre Olly incuriosito si abbassava a guardarla.
Impiegò cinque minuti, tra cancellature e parole scribacchiate per poi annuire e restituire il foglio al ragazzo.
I feel the music moving through your body
Looking at you I can tell you want me
Don’t stop keep going till the morning light
Olly aveva letto in silenzio per poi sorridere. “Mi piace” disse. “E magari adesso…” e iniziò a scrivere di nuovo.
Lauren sorrise. “Visto? Ci voleva soltanto una piccola spinta” gli disse.
Olly annuì e ricambiò il sorriso. “Grazie”.
“E’ molto bella, mi piace” continuò lei. “Hai già scelto gli accordi?”.
“Qualcuno” e le passò un altro foglio.
“Posso provarla?” chiese lei, guardandolo con gli occhi da cucciolo.
Lui ridacchiò. “Certo. Anche se è un po’ imperfetta”.
Lei gioì e prese la chitarra, poggiata in un angolo della stanza. Si mise seduta e iniziò a pizzicare le corde. E così, presto Olly le andava dietro con la voce, mentre cercavano di trovare il suono giusto con lo strumento.
 
I ragazzi, intanto, si stavano dirigendo verso lo studio di registrazione.
Erano così annoiati che avevano deciso di andare lì per provare a scrivere qualcosa. O semplicemente per fare un salto e disturbare la gente che stava lavorando. Peter, il ragazzo all’entrata, li salutò amichevolmente e i cinque fecero altrettanto, continuando a camminare.
Iniziarono a camminare nei corridoi, quando sentirono la voce di Olly cantare da qualche parte e il suono di una chitarra.
Senza neanche dire una parola seguirono la voce. E quando arrivarono alla porta, davanti a loro si parò una scena alquanto insolita.
Olly stava in piedi davanti a Lauren, che suonava la chitarra, guardando il foglio che aveva davanti.
Rimasero un po’ in silenzio, mentre alcune domande si formavano nella loro testa. Olly si fermò e li guardò sorridendo, così che anche la ragazza, che dava loro le spalle, si interruppe.
“Ehi, ragazzi” disse Olly, salutandoli.
Lauren si girò e sorrise loro. Tutti e cinque entrarono nella stanza, mentre Niall diceva: “Aspetta un attimo. Tu sai suonare la chitarra?” chiese alla ragazza, stupito. Da quando erano arrivati lì davanti, quel particolare sembrava essere stato l’unico che era riuscito a imprimersi nella sua mente.
Lauren si guardò intorno. “Si?” disse, con voce interrogativa.
Niall spalancò gli occhi. “E perché non me l’hai mai detto?” chiese, mentre gli altri ragazzi si piazzavano sui divani, parlando con Olly.
“E come? Tipo: ehi, Niall, lo sai, suono la chitarra? E poi non sono niente di che con la chitarra”.
“Sì, dovevi! E’ da quasi un anno che ci conosciamo e l’ho scoperto soltanto adesso!” affermò Niall imbronciandosi.
“Niall, rassegnati. È un genio che non vuole essere compreso” disse Louis, mentre Lauren scuoteva la testa.
I ragazzi ridacchiarono mentre Niall le chiedeva: “Sai suonare anche qualcos’altro?”.
Adesso il biondo era davvero curioso di sapere cos’altro la ragazza non gli avesse detto. Era rimasto un po’ male per questo particolare della chitarra, dato che lei gli chiedeva spesso di suonarla e cantare per lei. Pensava che quei mesi insieme, in cui la loro amicizia era ormai diventata solida, fossero stati abbastanza da potergli permettere di condividere quel tipo di particolari.
Ma come erano passati sei mesi prima che i ragazzi scoprissero della sua voce, così aveva dovuto aspettarne altri sei prima di scoprire che il piano non era il suo unico strumento.
Aveva capito decisamente che Lauren non voleva mai essere al centro dell’attenzione e soprattutto non essere esaltata per le sue capacità. Niall pensava che fosse così genuina.
Non le aveva ancora trovato un difetto e quella cosa iniziava a preoccuparlo.
“Beh…" iniziò lei.
“La batteria” disse Louis per lei, mentre tutti si voltavano a guardarla.
“Noo, davvero?” chiese Harry, con il sorriso sulle labbra.
Niall aveva aperto la bocca per lo stupore e non fece alcun commento. “Sì” rispose lei.
“Io l’ho detto… un genio incompreso” disse Louis.
Lei gli fece la linguaccia, mentre Liam chiedeva: “Che voti avevi a scuola?”.
Louis scoppiò a ridere: “Lascia perdere, Li. Tu non vuoi saperlo veramente”
Lei ruotò gli occhi. “Erano voti normali. E poi studiavo tanto quanto te” rispose, indicando l’amico.
Quello rise. “Appunto. Infatti, la domanda che mi sono sempre posto non era quanto studiassi, ma perché i nostri voti fossero tremendamente diversi” affermò, mentre lei ridacchiava.
“Sono un alieno” disse, scuotendo la testa.
Harry squittì. “Allora le mie prove erano fondate!” gioì con un sorriso sulle labbra.
Tutti si voltarono a guardarlo male, mentre Lauren scoppiava a ridere di gusto.
 
Un’altra cosa che Lauren spesso si ritrovava a fare, era quella di suonare il pianoforte in casa Stylinson.
E ormai lo faceva anche davanti ai ragazzi senza problemi. Solitamente mentre lei suonava, loro stavano distesi sui divani a guardare la tv o a giocare alla playstation. Nessuno la disturbava e lei poteva esercitarsi senza problemi.
A volte si era ritrovata a farlo anche quando tutti e cinque i ragazzi riuscivano a creare il caos in quel salotto, ma lei riusciva a isolarsi completamente nella sua bolla.
A volte Niall, stanco di giocare o ascoltare gli altri andava a sedersi accanto a lei e la osservava.
Beh, di solito, in quelle occasioni lei si interrompeva e lo guardava sorridendo. “Continua. Io non ti disturbo, promesso” le assicurava.
Lauren annuiva e continuava, fino a quando Niall parlava. “Canti qualcosa?” le chiedeva.
Da quando l’aveva sentita la prima volta non era più riuscito ad aver il piacere di farlo, anche se ogni volta che ne aveva l’occasione lui glielo chiedeva.
Lei di solito scuoteva categoricamente la testa, ma quel pomeriggio sorprese tutti.
Guardò Niall e chiese: “Cosa cantiamo?”.
Niall squittì felice e scrollò le spalle. “Non lo so, quello che vuoi” le aveva detto.
“Everything I do” disse Louis dal divano.
Lauren e Niall si voltarono verso il ragazzo, vedendo che avevano attirato l’attenzione del gruppo.
“Perché devi essere sempre tu a decidere?” chiese la ragazza al migliore amico.
“Perché quelle che propongo sono belle” rispose subito l’altro.
“Nah. Troppo classico. Conosci The Climb?” disse, poi rivolgendosi a Niall.
“Miley?”.
Lei annuì e lui le sorrise. “Va bene” le disse.
La ragazza iniziò a suonare il pianoforte e Niall si chiese come facesse a ricordare perfettamente le note di ogni canzone.
E poi la ragazza iniziò a cantare. Niall si sentì attraversare da un brivido, quando la voce di lei si diffuse nella stanza.
Un sorriso si formò sui visi dei ragazzi e Louis si chiese che cosa fosse cambiato in Lauren. Era la seconda volta che cantava davanti a loro e non poté fare a meno di pensare che il trasferimento non le avesse fatto altro che bene.
Era passato già un anno, ma il tempo sembrava essere volato in un battibaleno. Louis era così felice del fatto che il suo successo avesse portato un miglioramento anche nella vita della sua migliore amica. Vederla senza segni sul corpo o sul viso era una gioia per i suoi occhi. Finalmente, inoltre, poteva vedere alla luce del giorno il suo talento che veniva utilizzato nel mondo della musica, senza doverlo nascondere dietro le pareti di un misero negozio di musica della loro piccola città.
Durante quella performance privata Niall amò la voce della ragazza come aveva fatto la prima volta e la osservava in silenzio. Quando lei finì, non riuscì a trattenersi e le stampò un bacio sulla guancia.
“Grazie” le disse, mentre gli altri ragazzi li guardavano sorridendo. Lauren intanto era diventata tutta rossa. Da quando si era trasferita a Londra le capitava più spesso e la maggior parte delle volte per colpa dell’irlandese.
Lauren borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi tornare a suonare il pianoforte, con un sorriso involontario stampato sul viso.
 
Lauren aveva avuto una notte davvero orrenda, tra incubi e agitazioni e quella mattina era decisamente stanca. Era da tempo che non aveva delle nottate del genere e non le erano mancate per niente. Odiava il fatto che il giorno seguente fosse altamente irritabile, avesse le borse sotto agli occhi e la luce le desse tutto quel fastidio.
Per di più i ragazzi avevano deciso di andare tutti a casa di Harry e Louis per un torneo di FIFA e una cena insieme.
Era tentata di declinare, ma sapeva che Louis avrebbe insistito. E probabilmente si sarebbe anche preoccupato.
Sospirò e si alzò dal divano, decisa che avrebbe provato a nascondere tutto per una volta e a sorridere come sempre.
Arrivò a casa dei ragazzi e tutti erano già lì, davanti al televisore. Lauren entrò con gli occhiali da sole ancora addosso e salutò, cercando di essere normale.
Ed era sembrata abbastanza convincente, fino a quando si tolse gli occhiali e i ragazzi la guardarono preoccupati.
Louis era il peggiore di tutti: aveva quello sguardo che la faceva stare male al solo pensiero.
“Stai bene?” le chiese il ragazzo più grande andandole incontro.
“Sì” disse, facendo un passo indietro e Louis fece una smorfia. E poi sul viso di lei apparve istantaneamente l’espressione da << persona più serena del mondo >>. Quella terribile maschera che Louis le aveva visto indossare troppe volte e che lo faceva sentire ancora peggio.
Lei sorrise e disse: “Avete fatto le squadre?”.
Louis sospirò, guardandola e scuotendo la testa, ma lasciò perdere e tornò a sedersi sui divani.
I ragazzi si distribuirono sui due divani, tre per squadra. Lauren, Liam ed Harry da una parte. Louis, Zayn e Niall dall’altra.
E così, adesso che erano al completo, iniziarono a giocare.
Dopo circa una mezz’oretta i ragazzi stavano in pareggio in quanto a partite vinte. In quel salotto regnava il caos: tra gli esulti e i versi sconfitti, o gli incitamenti del componente di ogni squadra che a turno restava a guardare.
Lauren e Louis erano i perni portanti, come al solito e i loro riposi erano gli stessi. Avere l’uno o l’altra, senza l’amico che riuscisse a tenergli testa, rendeva il risultato della partita piuttosto ovvio.
In quel momento erano entrambi senza i joystick: Louis continuava a dare consigli agli altri due, anche se questi ultimi non erano molto contenti; Lauren, invece, stava in silenzio. Stava perfettamente fingendo che andasse tutto bene, ma la stanchezza dovuta alla notte in bianco si stava facendo sentire.
In un primo momento i ragazzi non si accorsero nemmeno che la ragazza si fosse addormentata accanto a loro. Erano tutti concentrati sul gioco e avevano capito già dall’inizio che Lauren non fosse in vena di parlare.
Poi però la sua testa scivolò involontariamente sulla spalla di Liam, che era seduto tra lei e Harry, e il ragazzo, colto alla sprovvista, si voltò a guardarla.
Sorrise dolcemente, prima di mettere in pausa. Gli altri ragazzi protestarono, ma quando si voltarono verso Liam tutti si zittirono di colpo.
“Sta dormendo?” chiese Zayn, stupito.
“No. È svenuta perché non riusciva più a sentire le vostri voci” disse Louis ironicamente guardando l’amico.
“Piantatela” disse Harry, mentre Liam continuava a guardare la ragazza poggiata a sé.
“Bene, il nostro torneo è finito” disse a quel punto Niall guardando la ragazza addormentata.
Tutti annuirono e si alzarono da lì, mentre Liam chiedeva di essere aiutato per non svegliarla e per farla distendere.
Louis si avvicinò e fece tutto delicatamente, come se lo avesse già fatto altre volte. La fece distendere e le tolse le scarpe, per poi prendere un plaid e coprirla.
A quel punto, Harry e Niall decisero di mettersi a preparare la cena, mentre Liam e Louis erano andati al piano di sopra a fare chissà che.
L’unico che era rimasto nella stanza era Zayn, che aveva preso uno dei pochi libri presenti in quella casa e aveva iniziato a leggere.
Fu tutto tranquillo per circa mezz’ora e tutti erano intenti a fare le loro cose, quando quella tranquillità si frantumò alla velocità della luce.
Louis stava guardando un programma in televisione quando sentì il sangue che gli si agghiacciava nelle vene.
Quell’urlo che era riecheggiato in casa, era stato peggio di una pugnalata sul petto.
Si era alzato immediatamente correndo fuori dalla stanza e giù per le scale verso il salotto. “Lauren!” disse ancora prima di entrare nella stanza, con il cuore che gli martellava in gola.
Quando entrò in salotto con Liam al seguito, la scena che gli si presentò davanti lo fece rabbrividire.
Niall ed Harry stavano davanti alla porta che portava alla cucina, sconvolti. Zayn era abbassato sulle ginocchia davanti a Lauren, la quale aveva gli occhi spalancati e le ginocchia al petto. Zayn stava provando a calmarla, ma lei continuava a urlare: “Non toccarmi! Non toccarmi!” con le guance rigate di lacrime.
E poi Louis si mosse. Sapeva quello che doveva fare. Andò verso la ragazza e Zayn si alzò in piedi, guardandolo con un’espressione di panico.
“Laurie. Lauren. Sono io, Louis” disse, abbassandosi verso la ragazza.
Lei continuò a piangere. “Lasciami stare. Non mi toccare!” continuò a ripetere.
“Lauren. Len, guardami. Sono Louis. Sono io, tesoro, guardami. Era solo un incubo” disse con voce dolce, toccando le braccia della ragazza.
La ragazza si voltò a guardarlo e Louis poté vedere tutto il panico e il terrore nei suoi occhi. Non era ancora lì con loro. Non realmente.
“Falli andare via! Non devono toccarmi!” continuò ad urlare piangendo e iniziò a stringere con la mano la parte destra del suo collo.
Louis si sedette accanto a lei. “Lauren. Sei con me. Siamo qui a Londra. Laurie, non c’è nessuno. Stai bene. Stai bene” disse, prendendole il viso tra le mani.
Lei lo guardò negli occhi e lui poté vedere il momento preciso in cui era tornata consapevole.
“L-Lou” sussurrò, piangendo ancora di più.
Il ragazzo sospirò e la strinse a sé. “Ssh. Va tutto bene, Len. Sono qui. Sono qui” iniziò a rassicurarla, mentre lei si aggrappava a lui e continuava a singhiozzare, con il viso affondato nel suo collo.
“Mi dispiace. Mi dispiace” iniziò a ripetere velocemente.
“Ssh. Non devi scusarti. È tutto ok, sei al sicuro. Sono qui” le disse, iniziando ad accarezzarle i capelli. “Respira, Laurie. Calmati”.
E lei lo fece. La presa sul ragazzo era ancora ferrea, ma le lacrime si erano fermate e il respiro stava iniziando a tornare normale. Louis sentì che iniziava a rilassarsi.
“Torna a dormire” le propose e lei si irrigidì di nuovo.
“No! No, non voglio!” disse e Louis si maledisse. Non voleva farla andare di nuovo nel panico.
“Va bene. Va bene” le disse e lei sospirò stancamente, poggiando la schiena sul suo petto.
Gli altri ragazzi avevano assistito alla scena in piedi davanti alle porte ed erano rimasti sconvolti.
Eccetto Harry, che sapeva qualcosa di più specifico sul passato della ragazza grazie a Louis, nessuno aveva capito che diavolo fosse appena successo.
Per la prima volta in un anno, avevano avuto le certezze che qualcosa in quella ragazza non andava e non avevano la minima idea di come reagire. Beh, non sapevano nemmeno quale fosse il problema.
Louis fece alzare la ragazza dal divano e l’accompagnò in bagno, mentre gli altri tornarono in cucina.
“Che cosa è successo?” riuscì a chiedere Liam, mentre Harry era tornato a cucinare e Zayn si era seduto accanto a Liam.
Niall era seduto di fronte a loro e non riusciva a guardare nessuno. Dei ragazzi era quello che era rimasto più sconvolto da tutta la situazione. Continuava a pensare alla ragazza che stringeva il collo sopra la sciarpa e iniziò a farsi tante di quelle domande. Aveva sempre pensato che quella ragazza fosse semplice. Incredibile, ma semplice. E invece era tutt’altro che semplice. Non riusciva a credere che un incubo poteva ridurla in quello stato e ritenne che era stata una delle scene più brutte a cui avesse assistito durante i suoi diciotto anni.
Ma ciò che lo faceva stare più male era quel peso sullo stomaco. Quello che si era formato quando l’aveva vista stringere Louis come la sua ancora di salvezza. Quel senso di protezione nei confronti della ragazza che era sorto immediatamente, quando aveva messo piede in salotto. Per un millesimo di secondo era stato geloso di Lou e questa cosa lo faceva rabbrividire. Ma lui voleva soltanto tenerla al sicuro, proprio come aveva fatto il ragazzo più grande.
Quando i due ragazzi di Doncaster tornarono in cucina, Lauren si sedette accanto a Niall senza dire una parola, mentre Louis si avvicinava a Harry. Proprio quest’ultimo fu il primo a rompere il silenzio.
“Stai bene?” chiese avvicinandosi a lei. Lauren si sforzò di sorridere e annuì. Harry le arrivò da dietro e l’abbracciò, baciandole la guancia. Niall invidiò Harry per riuscire ad avere quell’approccio con le persone.
“Mi dispiace, ragazzi” parlò lei, stringendo il braccio di Harry intorno a sé.
“E non volevo aggredirti, Zaynie. Scusami” terminò.
“Non fa niente” rispose l’interessato, sorridendole dolcemente.
“Facciamo finta che non sia successo nulla, sì?” chiese Louis a quel punto e tutti annuirono.
“Chi ha fame?” chiese Harry e tutti tornarono a chiacchierare. Lauren guardò quei ragazzi, che nonostante tutto non le stavano chiedendo nulla. Si era davvero affezionata a loro.
E così, si misero tutti a mangiare e ben presto le risate sostituirono i silenzi, facendo scordare per un po’ alla ragazza di aver avuto quell’attacco.
 
A fine serata Louis chiese a Lauren se volesse restare a dormire per la notte, ma lei negò categoricamente.
Ma la ragazza effettivamente non voleva restare da sola nel suo appartamento e Louis non era l’unico che glielo leggeva in faccia.
Niall infatti li guardò e chiese: “Puoi dormire da me, se preferisci”.
Lauren lo guardò e sorrise. Era così grata di quella proposta. “O puoi restare tu da me” propose e Niall annuì, sorridendo insieme a lei.
“D’accordo. Grazie, Ni” disse Louis e poi i quattro ragazzi se ne andarono, lasciando i due Stylinson alla loro cose. Quali cose, davvero non volevano saperlo.
 
Quando Niall e Lauren arrivarono a casa della ragazza, stavano ancora parlando di boxe, argomento saltato fuori durante il viaggio in macchina.
Poi, i due si prepararono per la notte. “E’ comodo il tuo divano?” chiese Niall sorridendole.
“Il mio letto è più comodo” disse lei. Poi, vedendo che il ragazzo la guardava in silenzio continuò: “E’ a due piazze. Ci entriamo entrambi”.
“Sei sicura?” chiese Niall.
Lei annuì e sorrise. “Vieni” e lo portò con sé in camera sua. Gli diede una maglia a maniche corte di Louis che aveva in casa, per poter dormire, mentre lei indossò una maglia a maniche lunghe con il collo alto. A estremi rimedi…
La ragazza si infilò nel letto, sfinita e poco dopo Niall uscì dal bagno e la raggiunse. Lauren lo guardò: indossava soltanto la maglia che gli aveva dato e i boxer e lei non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.
Si sedette accanto a lei, che aveva alzato le coperte per farlo affondare nel letto.
Niall le sorrise e lei ricambiò. Stettero in silenzio per un po’, con la sola luce del comò accesa.
Poi lei sospirò. “Senti, Ni. Per quello che è successo stasera…” iniziò, ma lui la interruppe.
“Ehi. Non devi dirmi nulla se non vuoi. Io non ti giudicherò mai, Laurie. E se vuoi continuare a non dirmelo a me sta bene. E se volessi dirmelo, beh, sarò qui ad ascoltarti. Non preoccuparti”.
Lauren sorrise, commuovendosi quasi per quelle parole.
“Grazie” gi sussurrò, guardandolo negli occhi. “Per tutto”.
Niall sorrise. “Non ringraziarmi. Ti voglio bene” le disse.
Anche lei sorrise. “Anche io, Ni”, rispose mentre si girava dandogli spalle. “Buonanotte” disse, poi spegnendo la luce sul comò.
Sentì Niall muoversi dietro di lei e poi le diede un bacio sui capelli, che fece sorridere automaticamente la ragazza.
“Notte, Laurie”.
Quella notte, la ragazza riuscì a dormire tranquilla, senza nessuno che venisse a tormentarla anche nei sogni. Completamente tranquilla, per la prima volta dopo tanto tempo.
 

Il 17 febbraio Ed compì gli anni e per festeggiare diede una festa in uno dei locali del centro.
Ovviamente i ragazzi e Lauren furono invitati e non persero l’occasione di godersi quel divertimento, prima che il tour ricominciasse.
La cosa più bella di quella festa comunque era la chiusura al pubblico e nonostante Louis e Lauren avrebbero dovuto presentarsi come una coppia, all’interno avrebbero potuto separarsi e stare con chi preferivano.
Lauren si stava divertendo parecchio quella sera. Aveva fatto alcune foto con Louis, da postare sui social network, ma ne fece tante altre con i suoi amici, da tenere all’interno del suo cellulare.
La compagnia, la musica e la roba da bere era davvero buona e tutti avevano il sorriso sulle labbra.
In quel momento era seduta su alcuni divanetti con Niall, Louis, Harry ed Olly mentre bevevano bicchieri pieni di liquidi colorati. Ed continuava a girare come una trattola fra gli invitati e ben presto iniziò a barcollare in giro, completamente ubriaco. Non era riuscito ad arrivare sobrio nemmeno per la torta.
E poi partì una canzone di Olly. Dance With Me Tonight, per l’esattezza e il cantante si voltò a guardare automaticamente la ragazza. Lauren infatti gli aveva dato una mano proprio per dar vita a quella canzone, nonostante lei non avesse voluto alcun merito o riconoscimento tra i creatori della canzone, che aveva avuto così successo da essere mandata immediatamente e dappertutto dopo la sua uscita, pochi giorni dopo dalla sua creazione.
“Dance with me tonight, Lauren?” le chiese, dopo essersi alzato in piedi e porgendole la mano.
La ragazza sorrise e annuì, seguendo Olly in pista.
E quella fu la prima volta che Niall sentì un sentimento quasi estraneo dentro di sé: la gelosia. Niall sapeva che la ragazza non era sua, ma negli ultimi mesi aveva creato con lei un rapporto speciale e vederla così vicino all’amico lo irritava.
Continuava a guardarli ballare in pista e vide Lauren cantare insieme a Olly.
E fu proprio quello che lo portò a prendere il primo bicchiere che avesse a tiro e a buttarlo giù in un solo sorso. Sentì il calore scendere lungo la gola, ma non se ne curò e iniziò a cercare altro da ingurgitare.
Harry e Louis lo guardarono incuriositi e sconvolti allo stesso tempo. “Niall, non esagerare” gli disse Harry dopo il terzo bicchiere.
Niall non sapeva quante canzoni fossero passate, ma quando Lauren era tornata a sedersi, lui era già abbastanza ubriaco.
Continuava a bere senza curarsene e quando lei se ne accorse, gli tolse il bicchiere dalle mani.
“Ehi” protestò lui, cercando di riprenderlo.
“Va bene così, Ni. Ti sentirai male” lo ammonì. Lui sbuffò e fece per riprenderlo quando Olly si intromise.
“Ehi, amico. Non sei già abbastanza ubriaco?” gli chiese.
Niall si accese istantaneamente. “No. Fatti gli affari tuoi!” gli disse.
Olly aprì gli occhi stupito. Con Niall aveva sempre avuto un rapporto molto bello ed erano stati anche amici di bevute. Quel comportamento con lui però, non lo aveva mai avuto.
Olly non disse altro, mentre Lauren gli toglieva di nuovo il bicchiere.
“Niall” disse la ragazza, mentre lui sollevava gli occhi al cielo, per poi alzarsi da lì.
“Dove vai?” gli chiese lei.
“A cercare… da bere” disse lui, barcollando via.
Lauren sospirò e guardò i due ragazzi accanto a sé. “Dite che devo seguirlo?”.
Harry sollevò le spalle, mentre Louis diceva: “Penso che non abbia bisogno della babysitter. Se vuole davvero ubriacarsi…”.
Lauren sospirò e annuì.
 
Liam e Zayn guardavano Niall che stava abbracciato ad Ed e che stavano cantando a squarciagola con dei bicchieri in mano.
“Dio, va bene Ed, ma Niall… perché si è ubriacato?” chiese Liam, mentre l’altro scrollava le spalle.
“Quello che mi chiedo io è: perché nessuno lo ha fermato? Dove diavolo sta Lauren?” fece il moro, finendo di bere la sua birra.
“Lauren?” chiese Liam, ma vennero interrotti proprio dalla ragazza, che li aveva appena raggiunti.
“Ehi” disse Liam, mentre lei sorrideva ai due ragazzi.
“Cosa fate?” chiese la ragazza, sedendosi su uno sgabello accanto a loro.
“Beviamo. Vuoi?” fece Zayn porgendole la bottiglia di birra.
Lei scosse la testa, poi chiese: “Avete visto Niall?”.
Zayn guardò un punto della sala e lo indicò alla ragazza con la mano libera. Lei vide Niall che continuava a bere insieme a Ed. Adesso stavano ridendo per chissà quale motivo.
Lauren sospirò di nuovo. “Anzi, ho cambiato idea” disse guardando il moro.
Zayn annuì e le passò la bottiglia. Prima che potesse dire qualcosa, mentre Liam la guardava incuriosito, Lauren aveva già finito di berla e Zayn scosse la testa: “Vuol dire che dovrò chiederne un’altra”.
Per fortuna la festa stava per finire e i ragazzi sarebbero potuti tornare a casa.
Avevano la macchina che li aspettava all’esterno, dato che avevano deciso di andare via tutti insieme. Lauren prese il suo cellulare per contattare Louis, ma un suo messaggio lo aveva anticipato.
Io e H siamo già andati via. Ci vediamo domani xx
Lei scrisse una risposta veloce e guardò gli altri due ragazzi. “Recuperiamo quel dannato irlandese e andiamo?” chiese.
“Haz e Lou?” chiese Zayn.
“Sono già andati via. Sapete come sono fatti. Loro spariscono” disse Lauren, facendo un gesto sbrigativo con la mano.
I due ragazzi sorrisero e annuirono. Prima che potessero fare altro, due braccia circondarono rispettivamente il collo di Liam e Zayn. “Eeeehi, ragaaaazzi” disse Niall allungando tutte le vocali e ridendo.
“Dove diavolo ti eri cacciato, Nialler?” chiese Liam, cercando di sorreggere il biondo, che si era gettato su di loro quasi a peso morto.
“Ero con Eddy” spiegò quello.
“D’accordo, genio. Adesso possiamo andare?” chiese Lauren, guardando Niall esasperata.
Niall si voltò a guardarla e le sue sopracciglia si aggrottarono. “Che cos’hai in testa?” chiese alla ragazza.
Lauren alzò gli occhi al cielo. “Dio, ma quanto è ubriaco?” chiese Zayn, constatando che la ragazza non avesse nulla in testa.
Niall iniziò a ridere senza motivo, fino a quando la risata si spense e chiuse gli occhi. “Mmh, non va molto bene” disse. Liam sospirò.
“D’accordo, tigre. È ora di andare a dormire” disse Zayn passando un braccio intorno al busto del ragazzo e aiutandolo a stare in piedi.
I quattro si diressero all’uscita, dove la macchina li stava aspettando. A metà strada però, Niall si fermò e così dovette fare Zayn.
“Zee, non mi sento tanto bene” disse, portandosi una mano alla testa.
Lauren lo guardò e sospirò, mentre Liam diceva: “Avanti, Nialler. Non qui. Riesci ad arrivare almeno alla macchina?”.
Il biondo annuì e ripresero a camminare. Arrivarono alla macchina e Niall aveva iniziato a lamentarsi.
Lauren si avvicinò al ragazzo prima di salire sulla vettura.
“Ni, ti prego, se devi vomitare, fallo adesso” gli disse, ma il biondo scosse la testa.
“Sto bene” borbottò, salendo in macchina. Gli altri ragazzi lo seguirono e ben presto si ritrovarono per strada.
Fortunatamente la prima tappa era casa di Niall, il quale adesso stava dormendo appoggiato a Lauren.
La ragazza aveva messo un braccio intorno al biondo che aveva poggiato la testa sulla sua spalla e si era addormentato all’instante.
Quando arrivarono davanti casa di Niall, la ragazza si sentiva male al solo pensiero di svegliarlo.
“Dovremmo farlo tornare a casa da solo in queste condizioni?” chiese Liam, mentre Zayn pensava ad una soluzione.
Lauren guardò il ragazzo su di sé e sospirò. “Va bene. Resto io con lui”.
“Davvero?” chiese Liam, grato di sentirlo.
Lei annuì e poi svegliò il ragazzo. “Ehi, bella addormentata. Siamo a casa” gli disse e il biondo aprì gli occhi borbottando.
Scesero dalla macchina e Lauren fece una fatica assurda per sorreggerlo, nonostante gli altri ragazzi si erano offerti di aiutarla. Quando arrivarono all’entrata però Niall si fermò. “A-aspetta” balbettò. “Solo un attimo” disse, accasciandosi e sedendosi sui gradini esterni.
Lauren si sedette accanto a lui e poi il finestrino della macchina nera, ancora di fronte a loro, si abbassò. “Vuoi aiuto, Laurie?” chiese Liam.
Lei fece segno di no con la mano e li salutò. Liam annuì e la macchina ripartì.
“Ok, andiamo a dormire, babe” disse Lauren e Niall si sollevò, aggrappandosi a lei.
Quando arrivarono all’appartamento la prima cosa che Niall fece, come se stesse aspettando solo di essere a casa per farlo, fu quello di andare al bagno e vomitare tutto quello che aveva in corpo.
Lauren lo seguì e ringraziò il fatto di aver uno stomaco decisamente forte, mentre con la mano faceva dei cerchi rassicuranti sulla schiena del ragazzo. Quando Niall finì, si sedette per terra, appoggiandosi al muro.
“Mi sento così idiota” disse con gli occhi chiusi e la testa poggiata sul muro dietro di sé.
Lauren sospirò. “Perché ti sei ubriacato, Niall?” gli chiese. Nonostante fosse arrabbiata con lui, non riusciva a vederlo in quelle condizioni.
“Patetico” borbottò Niall tra sé e Lauren si chiese se l’avesse sentita.
“Ni, perché ti sei ridotto così?” chiese di nuovo, accarezzandogli i capelli. Niall aprì gli occhi, che in quel momento erano azzurrissimi.
“Mi dispiace” disse, guardandola.
Lei scosse la testa e continuò ad accarezzargli i capelli, mentre lui si spingeva sempre di più verso la sua mano, con gli occhi di nuovo chiusi.
“Come devo fare con te, piccolo mostro?” sussurrò lei dolcemente e Niall riaprì gli occhi.
“Perché hai ballato con Olly?” le chiese.
Lei fu colta alla sprovvista. “Cosa?”.
“Hai ballato con lui. Perché? Che cos’ha lui?” chiese Niall, senza guardarla.
“Ehi, cosa c’entra Olly adesso?” fece lei, sempre più confusa.
“Niall è così stupido” disse il ragazzo parlando di sé in terza persona. Lauren pensò che l’effetto dell’alcol fosse ancora molto attivo e scosse la testa. “Ti piace Olly?” continuò poi il ragazzo.
“Ni, ma di che stai parlando? Sì, è mio amico” rispose, guardandolo.
“Oh. Amico amico? O solo amico?”.
Lauren lo guardò esasperata. “Amico, Nialler. Perché mi stai chiedendo di Olly adesso?”.
Niall guardò in basso e pensò a chissà cosa. Lei tornò ad accarezzargli i capelli.
“Adesso possiamo andare a dormire? Niall è tremendamente stanco” disse la ragazza, parlando di lui in terza persona, proprio come aveva fatto l’irlandese poco prima.
Niall la guardò. “Sì. Non si sente molto bene”.
Lei sospirò. “Ok, uomo. Tiriamoci su” disse, aiutandolo a rimettersi in piedi. Lo portò al lavello dove si lavò i denti e la faccia, con chissà quale forza interiore.
Poi lo portò verso il suo letto e Niall iniziò a togliersi i pantaloni. Li gettò da una parte e fece per togliersi anche la maglia. Lauren aprì l’armadio e frugando all’interno trovò una maglia abbastanza semplice, che lui avrebbe potuto usare perfettamente come pigiama. Quando si voltò verso il ragazzo, gemette. Niall indossava soltanto i boxer, seduto sul letto, ma con il busto piegato e la faccia sul cuscino.
La ragazza sospirò e si avvicinò. Gli toccò il braccio e lui brontolò.
“Vieni qui, piccolo elfo. Mettiamo questa maglia” gli disse, mentre lui si alzava con fatica con l’aiuto di lei.
Niall non riuscì neanche ad infilare il braccio nel foro giusto della maglia, restando incastrato e Lauren dovette aiutarlo.
“Dormi con me?” chiese lui, mentre lei lo aiutava a infilarsi sotto le coperte.
“Dammi solo un attimo e arrivo. Tu inizia a dormire” disse lei, accarezzandogli i capelli.
“ ‘Kay” borbottò lui nel sonno. Lauren si abbassò e gli baciò la tempia.
“Non farlo più, piccolo, ti prego” sussurrò.
E Lauren si stupì quando il ragazzo borbottò: “Promesso”.
Lei sospirò, facendo un piccolo sorriso e poi tornò all’armadio di Niall. Fece un verso esasperato, notando che non aveva idea di come coprire il suo collo durante la notte e non aveva intenzione di tenere la sciarpa. Sbuffò e prese in prestito una delle maglie del biondo. Si spogliò e la indossò. Lauren non voleva davvero rischiare, ma confidava nel fatto che Niall avrebbe dormito come un ghiro fino alla mattina seguente e non se ne sarebbe accorto neanche. Poteva sempre andare a dormire sul divano, ma da un lato voleva dormire con il ragazzo. Glielo aveva detto e lo avrebbe fatto.
E così decise di rischiare. Con addosso soltanto quella maglia decisamente larga andò a distendersi accanto a Niall e quasi subito si addormentò anche lei.
Come previsto, Niall aveva dormito senza interruzioni almeno per dieci ore e Lauren aveva avuto tutto il tempo, di alzarsi, cambiarsi e preparare la colazione.
Trovò delle pasticche per il mal di testa e le poggiò sul tavolo accanto al piatto di Niall. Stava per andare a chiamarlo, quando il ragazzo entrò in cucina, con una mano a mo di occhiali, coprendoli dalla luce del giorno.
“Cristo santo. Uccidetemi” borbottò, mentre si sedeva al tavolo.
“Buongiorno anche a te, Nialler” disse lei.
Niall tolse la mano e la guardò preoccupato. “Sei arrabbiata con me?” chiese con sguardo dispiaciuto.
Lei sospirò. “Forse un po’”.
“Mi dispiace, sono stato un vero idiota. Non toccherò tutto quell’alcool fino all’anno prossimo, giuro” cercò di rimediare.
“Mangia” disse soltanto lei indicando il piatto davanti a lui.
Lui lo guardò e sorrise. “Grazie”. Ingurgitò tutto in pochi minuti e poi prese con sollievo le pasticche per il mal di testa, che lo stava uccidendo da quando aveva aperto gli occhi.
“Devo… devo scusarmi con qualcuno a parte te?” chiese, poi bevendo del succo di frutta.
“Beh, Olly ha ricevuto una rispostaccia, quindi penso che dovresti”.
Niall sospirò e si mise una mano in faccia. “Che deficiente” borbottò. “Lo chiamo oggi e mi scuso” promise.
A quel punto Lauren guardò l’orologio. “Adesso che stai bene, penso che è arrivato il momento che io vada” affermò.
Niall la guardò mentre prendeva il cappotto e la borsa. “Fallo un’altra volta e giuro che sarò io a farti stare male, scricciolo” disse lei, guardandolo con fare minaccioso.
Lui quasi sobbalzò al nomignolo che gli aveva affibbiato. “Sìssignore” si limitò a dire.
“Bene”.
Il ragazzo la fermò prima che uscisse di casa. “Lau, davvero. Grazie”.
Lei sorrise e continuò: “Ci vediamo oggi pomeriggio. Non tardare, mi raccomando”. Niall annuì, ricordando l’intervista che aveva con i ragazzi quel pomeriggio.
Merda, era stato proprio un idiota. Adesso l’unica cosa che poteva fare era sperare nei miracoli del make-up e di Lou.
Sospirò, ripensando a ciò che era accaduto la notte prima e si accorse che molte parti erano decisamente buie o sfocate. E tutto quello per colpa di Olly.
Beh, o forse per colpa sua e della gelosia. Niall si era infastidito talmente tanto da arrivare a quel punto. Non riusciva a sopportare di vedere la ragazza dai capelli castani così morbidi e profumati e dagli occhi di quello splendido verde, ballare con qualcuno che non fosse lui. Niall spalancò gli occhi al solo pensiero delle parole che aveva appena formulato nella sua testa. Adesso, dopo quella incredibile sbornia era tutto più chiaro.
Gemette e fece cadere la testa sul tavolo, sbattendola e lamentandosi ancora di più per il dolore.
E forse avrebbe dovuto sbatterla ancora, perché Niall si era appena reso conto di essersi innamorato. Sì, si era innamorato di Lauren e quello era un dannatissimo problema.




Angolo dell'autrice: Ehilà! Eccomi di nuovo. Posso dire di aver finito la mia scorta di capitoli pronti, quindi d'ora in poi rallenterò un po', ma cercherò di non fare aspettare tanto.
Allora, che ne pensate di questo capitolo?
Niall ha capito di essere innamorato della ragazza. Adesso la domanda è: cosa ne pensa Lauren? E Niall glielo dirà? 
Alla prossima xx
-Manu


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Aprile 2012 – Sydney
Il rumore dei passi era sempre più vicino. Lei cercava di stare sotto quella scrivania, il suo unico nascondiglio, ma improvvisamente quello spazio sembrava essere diventato ancora più piccolo. Sembrava che le pareti di legno si restringessero sempre di più, quasi a schiacciarla e istintivamente uscì allo scoperto.
Boccheggiò, ma allo stesso tempo la porta della camera si aprì e la luce che arrivava dal corridoio illuminò la stanza. Vide la sagoma davanti alla porta, che stava per avvicinarsi, quando il suo sguardo si posò su quel luccichio. Una lama. La sagoma teneva una grossa lama in mano e si stava facendo ormai troppo vicina. Era troppo tardi.
“No!” urlò la bambina, invano, facendo un passo indietro e sbattendo contro la parete alle sue spalle.
“E’ colpa tua”.
 
Quelle parole risuonarono nella sua testa, facendola mettere a sedere sul letto, con gli occhi spalancati e il respiro accelerato. Sentiva l’urlo che le si era fermato in gola trasformarsi in qualcos’altro. Lacrime.
Gettò via le coperte e uscì in fretta dalla sua camera, dopo aver preso il suo scaldacollo e averlo sistemato al suo posto. Si ritrovò a percorrere l’intero corridoio, con i piedi nudi a contatto con la moquette fredda e scura.
Le luci del corridoio erano soffuse e questo le faceva accelerare il passo involontariamente.
Si fermò davanti alla camera con il numero 18 e stava quasi per bussare, quando si rese conto di quello che stava facendo. Non sapeva nemmeno che ore fossero, molto tardi probabilmente, e dietro quella porta in legno Louis e Harry stavano condividendo la camera e il letto. Non poteva svegliarli.
Abbassò il pugno a mezz’aria e fece dietrofront. Senza pensarci camminò fino alla porta con il numero 32.
Bussò di slancio. Una, due e poi, dato che la porta continuava a restare chiusa, anche una terza volta.
Un rumore lungo il corridoio la fece sobbalzare e voltare la testa di scatto, ma il corridoio sembrava deserto.
E poi la porta si aprì e lei si voltò di nuovo. “Laurie?” chiese Niall, decisamente assonnato, con i capelli biondi che andavano in tutte le direzioni e addosso soltanto i pantaloni del pigiama.
“Che cosa…?” Niall non fece in tempo a chiedere che la ragazza si fiondò su di lui.
E soltanto a quel punto, mentre lei tirava su con il naso e tremava a contatto con la sua pelle, lui si rese conto che stava piangendo.
“Ehi” disse dolcemente, stringendo le braccia intorno al corpo della ragazza. La preoccupazione e il senso di protezione lo avevano assalito immediatamente.
Lauren aveva affondato il viso nel petto di Niall, iniziando a piangere più forte, quando si sentì di nuovo il rumore di prima, come di una porta che si chiudeva da qualche parte e lei si lamentò ancora di più.
“Ssh. Va tutto bene” le sussurrò il biondo tra i capelli, allungando un braccio e chiudendo la porta della camera. Soltanto la luce che aveva acceso precedentemente per alzarsi dal letto, illuminava la stanza, lasciandoli nella penombra.
“P-posso dormire con te?” balbettò Lauren a quel punto, a voce bassa.
“Certo” disse Niall di rimando, baciandole la sommità del capo.
Condusse una Lauren tremante fino al suo letto e la sistemò sotto le coperte, prima di salire dalla parte opposta e distendersi accanto a lei.
Lauren subito si accoccolò al suo fianco e Niall la circondò con le braccia.
Non si era ancora calmata del tutto e il ragazzo iniziò ad accarezzarle i capelli.
“Mi dispiace” bisbigliò lei dopo qualche minuto di silenzio.
“Non farlo. Va bene” disse il biondo dolcemente. “Un incubo? Vuoi parlarmene?” chiese poi cautamente.
Lei tirò su con il naso. “E’ sempre uguale. Fa male sempre allo stesso modo. Vorrà sempre farmi del male” borbottò e Niall si chiese se fosse consapevole di ciò che stava dicendo o se fosse soltanto il sonno a farla parlare.
“Chi vuole farti del male, piccola? E fino a quando sarai con me, nessuno te ne farà, te lo prometto. Non lo permetterò per nulla al mondo”.
Lauren sospirò e poi Niall si sentì come una ragazzina di quindici anni, con le farfalle nello stomaco per la sua prima cotta. La ragazza, infatti, gli aveva appena stampato un bacio sul petto, per poi adagiare di nuovo la testa nello stesso punto. Punto che in quel momento stava andando a fuoco sul corpo di Niall.
“Grazie” disse Lauren e Niall non riuscì a dire nient’altro. Sperava soltanto che lei non si fosse accorta di quanto fosse accelerato il suo battito del cuore.
E i due si addormentarono così, con Niall che ascoltava il dolce respiro della ragazza, prima di seguirla nel mondo dei sogni.
 
La mattina seguente Lauren si svegliò nel letto di Niall. Il ragazzo aveva un braccio intorno alla sua vita e il petto a contatto con la sua schiena.
Cercò di voltarsi verso di lui, senza svegliarlo, ma quando riuscì nell’impresa, gli occhi troppo blu dell’irlandese si aprirono.
Lei sorrise e Niall sbadigliò, tirandosi indietro e allungandosi con il braccio per stiracchiarsi.
Lauren ridacchiò. “Buongiorno” disse, mettendosi a sedere contro la testata del letto.
“Ehi” disse lui, guardandola dal basso.
“Ni, scusa per averti svegliato ieri notte”.
Lui scrollò le spalle. “Quando vuoi” disse, sorridendo.
Lei roteò gli occhi e tornò a distendersi. “Grazie” disse, guardandolo negli occhi dalla stessa altezza.
“Scuse, ringraziamenti… tutto in poche ore. Stai bene, Laurie?” chiese lui, divertito.
“Ah ah. Stupido. Si, sto bene” rispose la ragazza e prima che potessero dire altro, bussarono alla porta.
Niall sospirò e si alzò. Andò ad aprire e si trovò davanti un Harry in mutande, con un Louis in pigiama al seguito.
“Buongiorno, Nialler. Ci hanno incaricato di svegliarti. Tra poco dobbiamo…” iniziò Harry.
“Wohoo. Len? Che cosa fai nella camera di Niall?” disse Lou, interrompendo il ragazzo e scavalcandolo.
“…Andare a fare colazione” terminò Harry, ma adesso tutti, compreso il riccio, guardavano la ragazza sul letto.
“Giorno, Lou” disse lei, al ragazzo che si era appena gettato sul letto, al posto che prima occupava Niall.
“Avete dormito insieme?” chiese l’altro con gli occhi spalancati, gettandosi sulla ragazza.
“Ahi. Idiota” disse lei, dopo che il più grande le aveva dato un pizzicotto sulla pancia.
“No. Cioè sì. Ho avuto un’incursione durante la notte” spiegò Niall, mentre lui e Harry entravano in camera.
Louis spalancò gli occhi ancora di più e guardò prima Niall, poi Lauren. “Sogni agitati?” chiese preoccupato.
Lei annuì e si gettò sul ragazzo più grande. “Perché non sei venuta da me?” le chiese Louis, baciandole i capelli.
“E svegliare te e Harry? E poi farti venire in camera con me?” ridacchiò nervosamente. “Ho preferito svegliare Niall” spiegò.
“Che carina” disse Niall ironicamente.
“Ehi!” protestò la ragazza, staccandosi da Louis e alzandosi in piedi.
Harry immediatamente prese il suo posto sul letto, mentre la ragazza assaliva Niall.
Il biondo afferrò la ragazza, che gli era inspiegabilmente salita sulla schiena e cercò di non cascare tenendola dalle gambe.
I due ragazzi li guardavano con curiosità dal letto, mentre lei gli diceva: “Ma tu mi ami lo stesso, vero?”.
Niall ridacchiò e poi la ragazza si sporse per dargli un bacio in guancia.
“Sì, sì. Adesso andiamo” disse il biondo, iniziando a camminare fuori dalla stanza, con la ragazza sulle spalle.
“Andiamo dove?” chiese lei, aggrappandosi al collo di Niall per non cadere giù.
“A fare colazione”.
“Ma siamo ancora in pigiama e tu non hai la maglia” ribatté Lauren.
Niall sbuffò e tornò indietro. Harry e Louis si stavano baciando sul letto. Entrambi, Niall e Lauren fecero dei versi schifati.
“Non sul mio letto” si lamentò Niall, mentre Lauren gli tappava gli occhi con le mani.
“Non guardare, Ni. Non guardare!”.
I due ragazzi sul letto si staccarono e risero, mentre altre due voci arrivavano dal corridoio.
Zayn e Liam che si fermarono accanto a Niall e Lauren.
“Ma che diavolo state combinando? Noi abbiamo fame” disse Liam, guardando storto prima i due innamorati, poi ancora di più i due amici.
Al che Niall rimise Lauren con i piedi per terra e sospirò.
“Ho capito. Usiamo il servizio in camera” disse andando verso il telefono. Zayn e Liam, anche loro in pigiama furono d’accordo e si sedettero sul divano al lato della stanza, mentre Lauren  si gettava sul letto, tra i due ragazzi.
Cinse i loro colli con le braccia e li attirò a sé. “I miei due ragazzi” disse, affondando le mani nei loro capelli. Louis gemette frustrato, mentre Harry ridacchiò.
Zayn e Liam li guardarono incuriositi, mentre nessuno si accorse della smorfia che fece Niall istintivamente.
“Len, che stai facendo?” chiese Louis, staccandosi.
La ragazza ghignò malefica. “Vi separo. Così non dobbiamo assistere ad altre scene di quel tipo” disse e così tutta la stanza non poté fare a meno di ridere.
 
Aprile 2012 – Wellington
Louis si era svegliato quella mattina nella sua camera d’albergo, con il braccio intorno alla vita di Harry, che dormiva accanto a lui.
La sua testa martellava e sospirando poggiò la fronte sulla spalla nuda del ragazzo più giovane.
La sera prima era stata un disastro. Ricordava a malapena la corsa intorno al pub e le urla con le fan. E non ricordava affatto quanto avesse bevuto.
Non aveva la minima idea di come le loro guardie del corpo li avessero riportati all'hotel.
Adesso si sentiva una merda e l’unica cosa che sembrava farlo stare meglio era stare incollato al corpo di Harry. Quindi perché staccarsi?
Il problema fu proprio il suo riccio, che si era appena svegliato e che cercando di fare il più piano possibile si stava liberando dalla sua presa.
“Dove vai?” chiese il maggiore, stringendolo di più con il braccio.
“Oh, Lou. Devo fare pipì” gli rispose e lui lo lasciò andare, sospirando.
“Fa presto e torna qui” gli disse, mentre cercava di trovare una posizione comoda.
Sentì ogni mossa di Harry in bagno e poi il riccio ritornò nel loro nido.
“Mi sta esplodendo la testa” gli disse il più piccolo, mentre lui tornava a stringerlo.
“A chi lo dici, piccolo” rispose Louis, baciandogli la testa. La sera prima era stata deleteria per entrambi.
A quel punto entrambi stavano di nuovo per riaddormentarsi, ma un telefono squillò.
Louis lo lasciò perdere, ma chiunque stesse chiamando non stava rinunciando e la suoneria continuava a riempire la stanza.
“Louis, rispondi a quel telefono” gli disse Harry, allontanando da sé il braccio dell’altro e affondando la testa nel cuscino.
Louis sbuffò e si sporse verso il pavimento, tastando in mezzo ai vestiti sparsi per terra. Seguiva il suono e finalmente trovò il cellulare nella tasca dei pantaloni che indossava la notte prima. E proprio in quel momento il telefono si zittì. Al diavolo. Era tentato di gettare di nuovo i pantaloni da qualche parte, ma il buon senso gli disse di non farlo.
Tirò fuori il telefono e lo poggiò sul comò accanto al letto. Neanche il tempo di stendersi di nuovo, che quell’oggetto malefico riprese a squillare, come aveva previsto.
“Sì?” rispose subito, cercando di non distruggere ancora una volta il suo udito e quello dell’altro ragazzo.
“Quanto pensi di essere stupido da uno a dieci, bro?” chiese Zayn, senza neanche salutare.
“Che ho fatto sta volta?” chiese Louis, passandosi una mano sul viso.
“Che hai fatto? Ma dove diavolo siete tu ed Harry? E per la cronaca, io penso che la tua stupidità vada oltre il dieci”.
“Siamo ancora a letto. Mi dici perché continui ad insultarmi gratuitamente?” chiese, sbuffando.
“Lou, lo sai che io ti appoggio sempre e che se fosse per me, tu ed Harry dovreste uscire allo scoperto, ma… insomma. In queste circostanze non mi sembra poi così intelligente urlare la parola fidanzato verso Harry, mentre siete in un pub” spiegò e il più grande spalancò gli occhi.
“Che cosa ho fatto?” disse con la voce più alta di un’ottava, tanto da far sobbalzare Harry.
“Proprio quello che ti ho detto. Continua a girare sui social - e praticamente ovunque - un video dell’accaduto. Per fortuna è talmente di cattiva qualità che non capisco nemmeno io se poi vi siate baciati o meno. Beh, io suppongo di sì, ma potrebbe anche essere la prospettiva. Senti, Lou. Io, Niall e Liam stiamo tornando a Londra. A voi conviene alzarvi da quel letto. Io mi aspetterai una chiamata da loro al più presto”. Zayn aveva fatto un monologo lunghissimo e con il mal di testa che aveva Louis fece quasi fatica a stargli dietro, ma aveva capito bene che avesse fatto un bel danno e chi intendesse con quel loro.
Sospirò. “Grazie, Zee. Ci vediamo a Londra” e poi la loro conversazione si interruppe.
Entrò su Twitter e guardò qualche notifica. Quello era il posto giusto per scoprire tutte le voci che giravano su di loro. E non appena vide il video saltò praticamente in aria, mentre Harry borbottava con gli occhi ancora chiusi.
“Harry! Haz, devi guardare. Oh mio dio. Ci uccideranno. Harry, svegliati” quasi urlò e il più piccolo aprì gli occhi, anche se di malavoglia.
“Che cosa?” chiese e Louis gli mise il telefono davanti alla faccia.
La reazione di Harry fu praticamente la stessa del suo ragazzo.
“Oh merda!” esclamò.
“Proprio così. Oh merda”. Erano spacciati.
 
Nemmeno un’ora dopo era arrivata la chiamata. La Modest! Non aveva esitato a fargli una lavata di capo gigante e adesso entrambi i ragazzi stavano cercando di dimenticarla. Era sempre la stessa storia e Louis iniziava a perdere la pazienza. Sì, ok. Il successo e tutto il resto, la perdita dei fan nel caso di un coming out e bla bla bla, tutto quella robaccia. E l’unico modo di sbollire, dopo che li avevano obbligati a separarsi, era proprio il suo Harry.
Il più piccolo, infatti, sarebbe dovuto tornare a Londra qualche ora dopo, mentre Lauren sarebbe stata messa su un aereo che faceva il percorso inverso a quello del riccio, per raggiungere il suo finto fidanzato e farsi vedere in giro per Wellington. L’unico rimedio trovato dai manager; come se servisse a qualcosa.
Comunque, subito dopo la chiamata e dopo aver ricevuto tutte le istruzioni, i ragazzi avevano avuto ancora del tempo insieme. Da soli. E non lo sprecarono affatto.
Subito dopo aver chiuso la chiamata, Louis aveva gettato il telefono da parte ed era finito sopra Harry.
“Pensi che dovrei farmi perdonare?” chiese il maggiore, a un soffio dalle labbra del riccio.
“Per cosa?” chiese Harry, mettendo le braccia intorno al collo di Louis, ma senza fare pressione, dato che l’altro si stava sorreggendo con i gomiti.
“Per aver fatto questo casino”.
Il più piccolo sorrise, mostrando le sue fossette. “Sai una cosa, Lou?” disse per poi abbassare la voce, nonostante fossero solo loro due. “Il fatto che tu abbia urlato quella parola in pubblico mi eccita parecchio”.
Louis ridacchiò. “Allora quale pretesto devo usare per fare l’amore con te?” chiese.
“Direi nessuno. Ma se proprio lo vuoi… beh, posso premiarti per quello che hai fatto ieri” rispose Harry.
“Mmh, mi piacciono i premi” disse Louis in modo accattivante.
“Bene” sussurrò il più piccolo portando una mano sul cavallo di Louis.
Il più grande gemette. “Bene” ripeté, prima di abbassarsi e finire completamente addosso ad Harry. E poi le loro labbra entrarono in contatto ed entrambi dimenticarono all’istante tutto il dramma – per come la pensava la la Modest!, ovviamente – che avevano creato.
 
 
“Potresti fare almeno un piccolo sorriso?” chiese Louis alla ragazza che teneva per mano.
“Sta zitto, Louis” rispose Lauren, mentre camminavano per il piccolo parco della città.
Il ragazzo sospirò. Poi la condusse verso una panchina e si sedette, facendola sistemare accanto a sé.
“Mi dispiace, ok? Non pensavo che ti avrebbero fatta venire fin qui in questo modo”.
Lei scosse la testa. “Voi dovreste fare quello che vi pare. E io dovrei stare a casa quando voglio starci. E invece non posso” disse la ragazza e Louis fu incapace di rispondere. Il suo sguardo si incupì, pensando che lei avesse ragione. Era stato lui a chiederle di farlo. Era stato lui che le stava facendo fare cose anche se non voleva.
Lauren si accorse un attimo troppo tardi di quello che aveva detto.
“Lou, scusami” cercò di rimediare, sollevandogli il mento con le dita.
“No. Hai ragione” iniziò a dire lui, ma Lauren lo fermò con un dito sulle labbra.
“Sono stata io a decidere di farlo. Tu non mi hai costretta. E io non dovevo dire quello che ho detto. Scusami. È solo che…” sospirò. “Ho dormito male anche sta notte” terminò.
Sul viso di Louis apparve subito uno sguardo preoccupato. “Anche?”.
Lei annuì. “Io… ultimamente è peggio, Boo. E non so nemmeno il perché” spiegò.
“Ti fa di nuovo male?” continuò a chiedere il ragazzo.
Lei annuì. “Il tempo sta cambiando, Lou. Potrei fare la perfetta meteorologa: tra poco le temperature si alzeranno, mentre l’estate si avvicina” disse ironicamente.
Louis fece un mezzo sorriso, mentre lei proseguiva. “Penso che sia questo il motivo delle notti agitate. Mi rendono una donna mestruata tutto l’anno” disse, ridacchiando.
Il ragazzo la attirò a sé e le baciò la testa. “Mi dispiace, Len” disse, mentre lei sospirava, ma accettava volentieri l’abbraccio caldo del suo migliore amico. Beh, nonostante il viaggio, quello non era poi così male.
 
 
Luglio 2012

Il sapore della vacanza era quello più dolce. Non che stare sul palco fosse male: anzi, era una sensazione unica. Ma adesso che il tour era finito tutti i ragazzi potevano finalmente andare in vacanza e rilassarsi. Era sempre piacevole tornare a casa, stare con la propria famiglia e avere del tempo per loro stessi.
Giugno era stato davvero un mese pienissimo, ma i ragazzi erano riusciti ad organizzare le proprie vacanze senza alcun problema. Non che ci volesse molto.
E poi c’era Lauren. Durante gli ultimi due mesi era rimasta a Londra a lavorare e aveva fatto soltanto due tappe in America con i ragazzi, tanto che Niall aveva cercato di far spegnere la sua cotta attraverso la distanza. Aveva conosciuto ragazze nuove, ma il risultato non era stato soddisfacente, dato che ad ogni messaggio che gli arrivava di Lauren un sorriso nasceva sul suo viso e le farfalle gli riempivano lo stomaco. E dannazione, lui continuava a maledirsi quando succedeva, ma non riusciva proprio a controllarlo.
Una volta, mentre erano a San Diego, mentre lui stava messaggiando con la ragazza in questione, Liam gli aveva chiesto che cosa avesse tanto da sorridere e ridacchiare.
“Niente” aveva risposto il biondo, sollevando le spalle.
“Niente? Che ci nascondi, Nialler? Con chi stai messaggiando?” chiese Liam, ancora più curioso.
Niall sollevò gli occhi al cielo. “Non sto nascondendo niente. E’ solo Lauren” rispose e Liam si voltò a guardare Zayn, che li ascoltava da un divanetto poco distante.
“Che fate? Vi raccontate barzellette?” chiese Liam, tornando a guardare il biondo.
“Qualcosa del genere” rispose Niall e l’altro ragazzo scosse la testa. Niall non gli avrebbe detto proprio nulla.
E poi erano tornati a casa il secondo di luglio. E quando Niall aveva rivisto la ragazza non poteva sentirsi più felice. L’abbraccio che si erano scambiati era ciò che a Niall aveva fatto dimenticare i nomi delle ragazze che aveva conosciuto in America. Sapeva perfettamente che, nonostante gli avessero lasciato il loro numero, lui non le avrebbe richiamate affatto.
 
Il giorno dopo dal loro ritorno, Niall si era recato a casa della ragazza. Quando Lauren aveva aperto la porta, lo aveva invitato ad entrare, chiedendogli che cosa lo portasse da lei.
“Ti va di mangiare una pizza insieme stasera? Ho finito di fare la mia valigia e non ho altro da fare” disse.
Lei scrollò le spalle. “Perché no” rispose. “Gli altri che fanno?” chiese poi.
“Non lo so. Ma sono sicuro che si aggregheranno a noi. Ci vuole proprio un’uscita tutti insieme prima di andare in vacanza” rispose il biondo. “A proposito di vacanza” continuò a parlare, guardandosi intorno. “Dov’è la tua valigia?” terminò.
“Quale valigia?”.
Niall la guardò stranito. “Non torni a casa?” le chiese.
Lei scosse la testa e fece un sorriso triste. “Questa è casa mia, Ni”.
“Louis torna a Doncaster…” iniziò Niall.
E Lauren annuì. “Sì, passa del tempo con i suoi, per poi partire con Harry. Hanno organizzato un viaggetto in qualche zona appartata. Dopotutto sono dei romanticoni entrambi” spiegò, ridacchiando.
“Anche Zayn e Liam tornano a casa. E tu resterai a Londra, quindi?” chiese con disappunto.
Lei annuì e poi fu presa alla sprovvista. “Vieni in vacanza da me, in Irlanda” le propose.
Lauren spalancò gli occhi. “Cosa?”.
Niall sorrise eccitato. “Sì. Vieni da me. Insomma, potrei farti vedere Mullingar e le bellezze degli irlandesi e ci divertiremo” disse velocemente.
Lei lo guardò per un istante, come se aspettasse che se lo rimangiasse o che improvvisamente dicesse che era solo uno scherzo, ma lui la guardava e basta, attendendo una risposta.
“Dici sul serio?” chiese alla fine.
Niall annuì. “Certo! Non voglio lasciarti qui da sola” le rispose.
Lei fece una smorfia. Non voleva essere compatita e stava per dire qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsene, ma fortunatamente le sorse un'altra domanda, facendola sviare.
“E se ci vedessero insieme? Io sono ancora la ragazza di Louis. Non sarebbe strano?” chiese.
Niall si rabbuiò. “Oh. Hai ragione” poi però disse: “Dai Lauren, che importa? Inventeremo qualcosa. Louis va in vacanza con Harry. Perché tu non puoi venire da me? Dopotutto sanno che siamo amici. E sanno anche che tu e Louis avete una relazione, quindi non penseranno niente di male. E poi tu e Louis non andrete in vacanza ad agosto?”.
Lauren l’aveva guardato in silenzio e pensò che il suo ragionamento, dopotutto, non era così sbagliato.
“Hai ragione” disse.
Niall lo sorrise raggiante. “Quindi verrai da me?”.
Lei ci pensò un attimo. “Va bene. Sì, verrò”.
E Niall esultò. “Grande!” disse, pensando che il suo piano per spegnere la sua cotta stava andando a farsi benedire.
 
 
Quasi due settimane dopo la loro decisione, Lauren si era ritrovata all’aeroporto di Londra, con una valigia al seguito e uno zaino sulle spalle.
Niall era già tornato a casa e Lauren gli aveva lasciato trascorrere quei dieci giorni di tranquillità in famiglia senza alcun amico di Londra tra i piedi, proprio come era giusto che fosse.
E in quei giorni, la ragazza aveva preparato il tutto per la sua vacanza. Era davvero strano sentire quella parola dato che per lei raramente c’era stata una vacanza estiva. Doveva ritenersi fortunata se d'estate suo padre la lasciava andare cinque giorni in campeggio con Louis e la loro cerchia, ma mai niente di più.
E proprio per quel motivo, quando aveva riferito la notizia al suo migliore amico, lui si era esaltato quanto lei, tanto che dopo aver terminato la chiamata con Lauren, aveva subito mandato un messaggio a Niall per ringraziarlo.
Neanche Louis, proprio come il biondo, era stato entusiasta dal lasciare la ragazza a Londra e le aveva anche proposto di tornare a Doncaster con lui, ma Lauren aveva rifiutato con un categorico no. Non che non volesse rivedere la famiglia Tomlinson, ma tornando lì correva il rischio di imbattersi nell’ormai unico abitante della casa accanto. E solo il pensiero di rivedere quella casa la faceva stare male. Quindi era meglio così.
Durante la loro chiamata, quindi, le parole conclusive di Louis erano state: “Bene, Lauren. Non farti corrompere da quel folletto irlandese e divertiti. Ma siate prudenti”.
“Sì, mamma” aveva risposto Lauren ironicamente, sorridendo per la – sempre pronta – preoccupazione dell’amico.
 
Il viaggio fino a Mullingar era stato breve, rispetto a quelli che aveva affrontato per raggiungere i ragazzi nelle varie tappe in giro per il mondo, e riuscì anche ad essere piacevole. Quell’ora era passata in fretta, tra le canzoni dei ragazzi che uscivano dalle cuffie, invadendole la testa e il suo diario con i testi delle canzoni che le erano venuti in mente nell’ultimo periodo.
E così era arrivata nella piccola città irlandese, dove Niall la stava aspettando.
“Laurie!” la chiamò, una volta uscita dalle porte automatiche. La ragazza si voltò verso di lui, che le stava facendo segno con la mano e lei si avvicinò. “Ciao” lo salutò, prima di ritrovarsi nell’abbraccio del biondo.
“Ciao” disse lui a sua volta, con un sorriso sulle labbra. Poi la lasciò andare e le prese la valigia. “Andiamo. Mio fratello ci aspetta al parcheggio” disse, conducendola all’esterno.
Pochi metri più in là, Lauren poté vedere un ragazzo più grande di Niall, biondo e con gli stessi tratti del più piccolo, poggiato ad una macchina scura. Lauren pensò subito che immancabilmente si trattasse di un Horan.
“Greg!” disse Niall, attirando l’attenzione.
Il ragazzo si voltò nella loro direzione e sorrise.
“Eccovi qui. Tu devi essere Lauren, la ragazza di Louis” fu la prima cosa che disse.
Lauren non si accorse nemmeno dell’occhiataccia che Niall aveva lanciato al fratello maggiore, ma lei si affrettò a dire: “Finta ragazza di Louis. O semplicemente amica di Niall. O… chiamami come preferisci” e abbassò lo sguardo imbarazzata.
Niall arrivò in soccorso, mettendole un braccio sulle spalle. “O semplicemente Lauren” disse al fratello, mentre la ragazza in questione aveva voltato la testa per guardarlo.
“Va bene. Lauren” ripeté il fratello sorridendo. “Se non si fosse capito io sono Greg, il fratello di questo idiota qui” disse indicando Niall.
“Concordo” disse Lauren, per poi ridere insieme a Greg, mentre Niall protestava con un “Ehi!”.
 
Una volta arrivati a casa di Niall, Lauren aveva iniziato a sentire un po’ d’ansia. Beh, avrebbe conosciuto finalmente il papà del ragazzo e quella sera stessa anche la madre. Non aveva mai avuto l’occasione prima, nonostante il trasferimento a Londra. E non sapeva nemmeno il motivo preciso, ma l’ansia era giunta a farle compagnia.
“Vieni, papà ci sta aspettando” disse Niall, scendendo dalla macchina.
Lauren seguì all’interno il suo amico biondo, che aveva rifiutato l’aiuto di Greg e che stava portando la sua valigia.
Non appena arrivarono sotto il portico dell’abitazione, la porta si aprì.
“Oh, siete arrivati. Sentivo del movimento” disse l’uomo, che Lauren identificò come il padre di Niall.
Niall annuì e posò il bagaglio per terra. “Papà, ti presento Lauren” disse, guardando prima l’uomo, poi l’amica.
“Salve, signor Horan. È un piacere conoscerla” disse la ragazza, sorridendo educatamente.
“Chiamami Bobby. Il piacere è mio, Lauren. Finalmente posso dare un volto alla ragazza di cui Niall ci ha parlato tanto”.
E a quel punto le sopracciglia della ragazza si sollevarono e lo sguardo si puntò sul ragazzo biondo.
Niall dal canto suo, era arrossito in modo adorabile. “Papà! Io ti parlo di tutti i miei amici. E poi…” e qui si interruppe. “Lascia perdere” fece, mentre Bobby rideva guardando il figlio.
Lauren non fece alcun commento, ma pensò che il comportamento dell’amico fosse strano.
“Allora. Volete entrare o restiamo qui tutto il giorno?” chiese a quel punto Greg, che si era soffermato alla macchina cercando qualcosa e adesso si era di nuovo unito agli altri.
“Oh, sì. Scusatemi. Entrate pure” disse Bobby, facendoli passare.
L’uomo diede istruzioni al figlio più piccolo, che accompagnò l’amica fino alla camera degli ospiti e da quel momento, la loro vacanza insieme era appena iniziata.
 

Niall e Lauren stavano passando dei giorni insieme davvero piacevoli. La ragazza aveva conosciuto anche Maura, la mamma di Niall, che si era rivelata carina e dolce tanto quanto il resto della famiglia. Lauren non sapeva cosa il ragazzo avesse detto di lei, ma si accorse che nessuno le chiese della sua famiglia o della sua vita prima del trasferimento, mentre le avevano fatto molte domande sulla sua vita attuale, alle quali Niall l’aiutava spesso a rispondere.
Per il resto, avevano passato molto tempo in giro per la città, con l’irlandese che si divertiva a fare da guida turistica. Lauren non sapeva nemmeno se tutto quello che dicesse fosse reale, ma ne dubitava. A volte, infatti, quando non sapeva che dire lui iniziava a raccontare storie con folletti e leggende e Lauren si ritrovava a guardarlo con sospetto. “Mi stai prendendo in giro” gli disse una volta di quelle.
Niall si era interrotto e l’aveva guardata sorridendo in modo innocente. “No” le rispose soltanto.
“Mi stai prendendo in giro” ripeté lei.
“Ti dico di no”. Ma il sorriso divertito sulla sua faccia non voleva andarsene.
“Niall! Fai schifo come guida turistica” gli disse, scuotendo la testa esasperata.
“Ma che dici? Le mie storie sono avvincenti. E poi buona parte delle cose che ho detto sono vere”.
Lei spalancò gli occhi. “Allora mi stavi prendendo in giro per davvero!”.
Niall scoppiò a ridere. “Ok, sì. Ma solo un pochino” disse, mentre lei gli dava un colpo sul braccio.
“Cretino” disse, mentre rideva insieme all’irlandese.
“Però ero convincente”.
Lauren ridacchiò. “Per niente”.
“Bugiarda” ribatté lui con un sorriso sulle labbra, prima che qualcuno li interrompesse.
“Niall?”. Un gruppo di ragazzine si avvicinò a loro con gli occhi che brillavano.
“Ciao” disse il biondo, sorridendo alle ragazze.
“Puoi farci l’autografo?” chiesero, avvicinandosi ancora di più.
Niall annuì. “Certo”. Prese la penna e la carta che gli porgevano e scrisse la sua firma per un paio di volte.
Nessuno si curò della ragazza, che ne fu grata e si era spostata un po’ da loro, controllando il suo telefono.
Beh, non se ne curarono fino a quando non chiesero di fare una foto. E lei era la prescelta per scattarla.
“Oh. Ma tu sei la ragazza di Louis” affermò la biondina che le stava passando il cellulare per la foto.
Lauren sorrise soltanto e la ragazza continuò: “Dov’è Louis?”.
“A Doncaster” rispose l’altra sinceramente.
“E cosa fai qui?”. La ragazza sembrava veramente interessata.
Lauren si scambiò uno sguardo con Niall. “Sono venuta a trovare un amico” disse indicando il biondo con un cenno del capo.
“Oh. Ok” disse la ragazza e per fortuna non chiese nient’altro. Probabilmente anche lei si era convinta che fosse veramente in quel modo.
Poi la foto venne scattata e i due ragazzi salutarono il gruppetto, che continuava a ridacchiare e a ringraziare Niall da lontano.
“Scusa” le disse Niall con un piccolo sorriso, mentre camminavano, dirigendosi di nuovo verso casa.
“Figurati. Ci sono abituata. Anche il mio ragazzo è come te, sai?” disse ironicamente, roteando gli occhi.
Niall ridacchiò e distolse lo sguardo. Quella frase lo aveva fatto viaggiare con la mente. Sapeva che Lauren stava parlando di Louis, ma gli sarebbe piaciuto essere quel ragazzo un giorno. Sospirò, mentre continuava a camminare. Sapeva che quella non era una possibilità realizzabile. Doveva toglierselo dalla testa e accontentarsi dell’amica che aveva.
 
 
Quel pomeriggio, Niall e Lauren si erano ritrovati nel salotto di casa Horan, pronti per scegliere un film e gettarsi sul divano.
In realtà Niall, inizialmente, aveva proposto di andare nella piscina della città, dato che fuori faceva un caldo terribile. L’espressione di Lauren però, era passata dall’essere serena al essere piena di panico.
L’irlandese capì subito che qualcosa non andava con quell’idea. E tirando ad indovinare, avrebbe potuto dire che quel qualcosa riguardava le sciarpe di Lauren. O meglio, ciò che aveva sotto quelle sciarpe colorate.
“Non pensi che faccia troppo caldo per la piscina?” borbottò poi, senza guardare il ragazzo.
Niall fece una faccia stranita. Non si andava in piscina proprio perché faceva caldo? E poi avrebbe scommesso che quel tessuto, sebben leggero, che portava intorno al collo, in contrasto con la maglia a maniche corte, le stava portando più caldo di quanto non facesse già.
Ma Niall non aveva alcuna intenzione di forzarla a fare qualcosa che non voleva.
“Film e aria condizionata?” chiese quindi, con un sorriso sulle labbra.
Lauren aveva rialzato lo sguardo e gli aveva sorriso grata. Aveva annuito e avevano raggiunto il salotto.
La ragazza si era accomodata sul divano mentre Niall tirava fuori i cd dal cassetto sotto al televisore.
“Cosa vediamo?” le chiese.
Lei sollevò le spalle. “Quello che vuoi”.
Niall roteò gli occhi. “Non sei molto d’aiuto, Lau. Film o cartone?” chiese poi, sorridendo.
La ragazza ci pensò un attimo. “Che cartoni hai?”.
Niall era sicuro che gli avrebbe fatto quella domanda. Ridacchiò divertito e poi iniziò ad elencare: “Pinocchio, La carica dei 101, Hercules, Robin Hood…” iniziò a leggere, mentre lei scuoteva la testa.
“La spada nella roccia, Cenerentola…” poi si interruppe e alzò gli occhi improvvisamente. “Non chiedere” l’ammonì. “Non provare a chiederlo” disse, mentre cercava di trattenersi dal ridere. Lauren invece stava già ridendo. Si aspettava quel genere cartoni in una casa di uomini, davvero. Ma l’ultimo che aveva appena pronunciato… beh, quello non se lo aspettava.
“Ma che…?” iniziò a dire.
“Ho detto non chiedere” la interruppe lui, mentre ormai rideva con la ragazza.
“Va bene” si rassegnò. “Vai avanti” lo incitò dopo.
“Toy Story…”
Lei scosse la testa di nuovo. “Troppo Liam” commentò.
Niall roteò gli occhi. “Laurie, guarda che stanno finendo. Quindi muoviti e decidi”.
“Ok, ok” disse la ragazza, invitandolo ad andare avanti.
“Aladin, Mulan, Il Re Leone…”.
E la ragazza lo fermò. “Aaw. Il Re Leone!” disse con voce mielosa.
Niall ridacchiò. “Aggiudicato?”.
“No, aspetta” disse lei e il ragazzo piagnucolò esasperato. Lauren ridacchiò. “Hai il secondo del Re Leone?” chiese, poi.
Niall annuì. “Sì. Ma perché non vedere il primo, scusa?” chiese. Quella ragazza era proprio strana.
Lei fece un gesto sbarazzino con la mano. “Non chiedere” disse, riusando le parole precedenti di Niall.
“O magari lo posso chiedere a Louis” disse Niall, diabolico.
“E io posso chiedere a tuo padre…”. Il biondo la interruppe.
“Ok, ok. Hai vinto” disse, con sguardo spaventato.
Lauren ridacchiò. “Dopo potresti prendermi in giro. E io ho una reputazione da mantenere” aggiunse.
Niall scosse la testa, mentre metteva il cd nel lettore.
“Penso di non essere nella posizione giusta per farlo” disse, affondando sul divano accanto a lei.
“Ma non sarebbe un problema. Sai, anche io piangevo per la morte di Mufasa, quando ero bambino” terminò, guardandola in modo astuto e divertito.
Lauren aprì la bocca, sorpresa. Intuitivo. E poi gli diede uno schiaffo sul braccio.
“Ahi. E questo?” chiese lui, cercando di non ridere e massaggiandosi il punto colpito.
“Stupido” lo insultò. “E poi davvero, tu non vuoi vedermi in quel modo” terminò rabbrividendo.
“Va bene, va bene” si arrese Niall, sollevando entrambe le mani. Poi con un sorriso sulle labbra, si voltò verso il televisore.
Durante il film i due ragazzi non avevano fatto altro che commentare, chiacchierare e ridere, tanto che dal piano di sopra anche Greg riusciva a sentirli. Lauren aveva anche iniziato a canticchiare le canzoni del cartone e Niall, compiaciuto e felice di sentire la sua voce senza il bisogno di chiedere, si unì spesso a lei.
E mentre Greg scendeva al piano di sotto, per uscire di casa e raggiungere la sua fidanzata, passando per il salotto in cui i due erano distesi sul divano a pochi centimetri l’uno dall’altro, non poteva fare a meno di pensare che quella era una delle poche volte in cui aveva visto suo fratello minore interagire in quel modo con una ragazza. Aggiungendo anche il fatto che Niall, prima dell’arrivo di Lauren, non riusciva a smettere di parlare di lei, iniziava a pensare che suo fratello non la considerasse soltanto un’amica. Anzi, Greg ne era proprio convinto.
 
Il film era finito e casa Horan, a parte i due ragazzi, era rimasta deserta.
“Adesso voglio il mio the” disse Lauren mentre passavano i titoli di coda, con un piccolo broncio. Infatti, lo aveva già richiesto durante il film, ma Niall non aveva voglia di alzarsi.
“Ci stanno trenta gradi fuori e tu vuoi il the” disse Niall esasperato, voltandosi a guardarla.
“Sì. Io sono inglese, Niall”.
“No. Tu sei come Louis. Mi fate paura entrambi”.
La ragazza rise e poi si alzò in piedi. Prese il biondo per il braccio, trascinandolo con sé in cucina.
“Dimmi dove prendere l’occorrente che lo faccio io” propose la ragazza.
Niall però non era d’accordo. “Siediti, Laurie. Ci penso io. Non ti avvelenerò, promesso”.
La ragazza sorrise e fece come le era stato detto.
Niall intanto diceva: “Almeno il the lo so fare”.
Lei ridacchiò. “Dovrò insegnarti a cucinare come si deve, Ni”.
“Mi piace la tua cucina. Chi ti ha insegnato a farlo?” le chiese, curioso , mentre lasciava il bollitore sul fuoco e si voltava a guardarla.
“Autodidatta provetta. Ore di allenamento e video su internet” disse lei, con un sorriso divertito.
“E magari anche programmi di cucina” continuò Niall, piegando la testa.
Lei rise. “Sì, anche” rispose. “Ho fatto parecchie prove. Anche se non ho mai avvelenato nessuno” continuò. “Purtroppo” terminò a voce bassa, quasi sovrappensiero.
Niall la guardò con stupore, ma nel momento in cui i loro occhi si incrociarono, lei aveva di nuovo il sorriso sulle labbra. Il ragazzo decise di non commentare e tornò al the.
In pochi minuti la bevanda era pronta e Niall gliela mise davanti. “A lei”.
“Grazie” e mentre lei iniziava a bere, Niall cercava qualcosa da sgranocchiare nella dispensa. Trovò dei biscotti e si sedette davanti alla ragazza.
“Hai sentito i ragazzi?” chiese Lauren, tra una sorsata e l’altra.
“Sì, ci siamo scambiati qualche messaggio” rispose Niall. “E tu?”.
“Ho parlato con Louis. Ieri lui ed Harry sono partiti per Honolulu” disse, utilizzando il nome di quella città per un’altra, di cui non gli veniva il nome.
Il biondo ridacchiò. “Si daranno alla pazza gioia”.
Lei roteò gli occhi, divertita. “Già” commentò, prima che il ragazzo cambiasse discorso.
“Stasera c’è il golf. Stasera guardiamo il golf, giusto?” disse, tutto eccitato.
“Sì, stasera guardiamo il golf” confermò con un sorriso sulle labbra, per poi intraprendere una conversazione al riguardo e iniziare a scommettere su chi avrebbe vinto.
E poi, mentre lei continuava a sorseggiare, dilungando quel the più del dovuto a causa della loro conversazione, il cellulare nella tasca di Lauren squillò avvisando che era arrivato un messaggio. Era talmente concentrata sul ragazzo che quel suono, seguito dalla vibrazione la face sobbalzare spaventata. E la sua tazza, già piegata per bere, fece fuoriuscire del liquido ancora caldo, finendo sul tessuto leggero intorno al suo collo.
“Maledizione” bisbigliò la ragazza, poggiando la tazza sul tavolo.
“Aspetta” disse Niall, alzandosi in piedi. Diede le spalle alla ragazza, cercando dei tovaglioli per aiutare Lauren.
E poi tutto avvenne come al rallentatore: Niall si era voltato di nuovo con dei tovagliolini in mano, ma si era bloccato di colpo e il suo braccio rimase a mezz’aria.
Lauren stava togliendo la sciarpa che aveva intorno al collo. Niall non capì se lo stesse facendo consapevolmente, ma lui non riusciva a dire una parola. Il suo sguardo era incollato su di lei.
E poi, quando Lauren la sfilò del tutto, Niall riuscì a vedere il collo della ragazza, messo in risalto dalla coda di cavallo che aveva fatto precedentemente ai capelli. Per la prima volta riusciva a vedere quella parte del corpo della ragazza. E Niall raggelò. Per la prima volta vide che cosa si nascondeva sotto quelle sciarpe. Sulla parte destra del collo di Lauren c’era un segno lungo e stretto: una cicatrice.





Angolino dell'autrice: Ehilà! Dai anzi non ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo x) 
Che ne pensate? Niall e Lauren sono andati in vacanza ed è successo... beh, ragazzi... che è successo?
Va bene, la pianto. Spero che comunque vi sia piaciuto e accetto sempre volentieri dei commenti al riguardo.
A presto!! xx
-M

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Niall non riusciva ad emettere suono. Continuava a fissare il collo della ragazza, che incurante aveva poggiato la sciarpa sul tavolo.
Non che Niall non avesse mai visto una cicatrice, ma quella che stava vedendo per la prima volta su Lauren gli fece venire un brivido lungo la schiena. La forma di essa lasciava intendere che fosse stata generata da un qualcosa di affilato e sottile, forse un coltello. Quel segno era più chiaro rispetto al colore della pelle della ragazza e partiva quasi dall’attaccatura dei capelli per poi procedere e sparire oltre la sua maglia. Niall non riusciva a pensare a chi avesse potuto fare del male a Lauren e si chiese subito quando quello potesse essere accaduto.
Si sentì improvvisamente infuriato con chi avesse toccato la sua Lauren, così amabile, divertente e quando non era impegnata a fare la dura, anche dolce.
E mentre il braccio del ragazzo ricadeva lungo il fianco, Lauren attirata dal movimento alzò lo sguardo su di lui e si accorse finalmente dell’errore che aveva commesso. Guardò la sciarpa che teneva ancora con una mano. No. Non poteva essersi tolta la sciarpa davanti a Niall. Non davanti a lui.
Non sapeva neanche il perché del suo gesto. Non sapeva che cosa le fosse passato per la testa. E forse il problema era proprio quello: mentre si stava togliendo la sciarpa, lei non stava pensando proprio a nulla.
Il rumore della sedia che strisciava sul pavimento ruppe il silenzio tombale che era piombato in cucina, mentre Lauren si alzava in piedi di scatto. “No. No. No, no, no, no” iniziò a dire in preda al panico. Sciolse immediatamente la coda di cavallo, facendo ricadere i capelli in modo che la cicatrice venisse in parte coperta. “No. Questo non doveva succedere. No” disse, mentre le lacrime iniziavano a scendere sul suo viso. E poi si era voltata di scattò ed era uscita dalla stanza. E solo a quel punto Niall, che aveva gli occhi spalancati, riuscì a riscuotersi. Lasciò i tovaglioli sul tavolo e seguì la ragazza fuori dalla stanza. “Lauren!” esclamò, mentre lei entrava nel bagno al pian terreno e si richiudeva la porta alle spalle. Il rumore della serratura che scattava fece entrare nel panico il ragazzo.
“Lauren.  Lauren, apri la porta” disse Niall, abbassando la maniglia con una mano, invano.
Il biondo riusciva a sentire soltanto i singhiozzi dall’altra parte della porta.
“Lauren, ti prego. Fammi entrare” continuava a ripetere, ma Lauren non era intenzionata ad ascoltarlo.
Niall poggiò la fronte sul legno freddo e cercò di mantenere al loro posto le lacrime che minacciavano di uscire. Quella era la loro vacanza, dannazione. Non doveva andare in quel modo.
“Rennie, per favore. Piccola, va tutto bene. Aprimi la porta, ti prego” disse alla fine, il più dolcemente possibile.
Ci furono parecchi secondi di silenzio e Niall sospirò. Poi lo scatto della serratura, che lo fece sobbalzare e staccare di colpo dalla porta. Non capì come fosse riuscito a convincerla, ma l’importante era che lo avesse fatto.
Aspettò qualche altro secondo prima di dire: “Sto venendo dentro, ok?” nonostante non sopraggiunse alcuna risposta.
E poi delicatamente abbassò la maniglia, aprendo leggermente la porta e intrufolandosi all’interno.
Lauren era in un angolo per terra, con le ginocchia al petto, facendosi più piccola possibile. Tremava in modo incontrollabile e Niall poteva sentire i suoi singhiozzi attutiti.
Si avvicinò alla ragazza, ma lei allungò un braccio davanti a sé.
“No! Non avvicinarti. Non toccarmi. Non guardarmi: è orribile. Sono così orribile” disse, senza guardarlo.
E Niall non riuscì a fermare alcune lacrime silenziose che erano scappate via dai suoi occhi.
“Tu non sei affatto orribile” disse, avvicinandosi lentamente.
Si abbassò sulle ginocchia a pochi centimetri da lei, ma Lauren continuò a piangere e se era ancora possibile continuava a spingersi contro la parete.
“Ti prego, non avere paura di me. Non ti farò del male” sussurrò Niall.
Lei alzò la testa lentamente, incrociando gli occhi arrossati con quelli del ragazzo.
“No. Mi dispiace, questo non doveva succedere. Sono così orribile” ripeté, tirando su con il naso.
“Ehi” disse Niall dolcemente, cercando di toccarla, ma lei si ritrasse e il ragazzo poté sentire una fitta dolorosa che lo investiva. “Non userei mai quell’aggettivo per te, Lauren. Non dirlo neanche” rispose sempre con voce dolce.
“E’ colpa mia. È colpa mia” iniziò a ripetere Lauren, abbassando di nuovo lo sguardo e il capo. “E’ solo colpa mia”. Sembrava quasi quella volta in cui Niall era stato raggelato dalla scena nel salotto di Louis ed Harry, quando soltanto Louis era riuscita a calmarla dopo il suo incubo.
Niall cercò di toccarla di nuovo, ma sortì lo stesso effetto di qualche secondo prima. “Babe, non lo è” cercò di rassicurarla. “Sai che puoi fidarti di me. Sono qui per starti accanto, Rennie” continuò. E non si accorse nemmeno di aver usato quello strano nomignolo per la seconda volta. Ma Lauren lo fece.
Le parole che Niall aveva usato riuscirono a farle rialzare il volto. “Niall” sussurrò, tirando su con il naso e tornando a guardare il ragazzo più piccolo davanti a sé.
“Sono qui” disse, facendole un sorriso triste. Poi aprì le braccia e Lauren ci si tuffò dentro senza pensare, cingendogli il collo con le braccia. Niall cercò di non cascare e sospirando la strinse a sé. Improvvisamente qualcosa le era scattato nella testa e lei voleva soltanto toccare il ragazzo. Voleva stare al sicuro e gli abbracci di Niall l’avevano sempre fatta sentire in quel modo. Niall era accogliente. Niall era protezione.
Lauren continuava a piangere in modo più silenzioso, quando lui si era alzato in piedi e passandole un braccio sotto alle ginocchia, la sollevò e la condusse fino in camera sua.
La fece distendere sul suo letto e dato che la ragazza non aveva la minima intenzione di lasciarlo andare, si sistemò accanto a lei.
La testa di Lauren si adagiò sul suo petto e a Niall sembrò di essere tornato a Sydney, quando nel  cuore della notte si era ritrovato la ragazza nella sua camera d’albergo.
Quella volta era stato un brutto sogno a renderla così. Adesso invece, era stata la scoperta della sua cicatrice. In entrambi casi si erano trovati in quella posizione e il ragazzo iniziava a pensare che sarebbe potuto rimanere in quel modo per il resto della sua vita.
Piantala, Niall! Non è il momento di pensare a quello, il ragazzo si disse mentalmente. Adesso doveva solo aiutare la sua migliore amica.
Senza neanche riflettere iniziò ad accarezzarle i capelli, ma Lauren si irrigidì. “N-non toccarla” disse con voce atona e Niall si rese conto che la sua mano era vicina al punto sul collo.
“Mi dispiace” disse a bassa voce, spostando la mano dai suoi capelli alla schiena e iniziando a fare cerchi rassicuranti.
Rimasero in silenzio per parecchio tempo, tanto che Niall si chiese se si fosse addormentata. Il biondo continuava a chiedersi chi potesse aver portato tanto dolore a Lauren, lasciandola a pezzi e decisamente fragile.
E poi Lauren iniziò a parlare. “Avevo sei anni quando è successo”.
Niall sentì il cuore che gli martellava nel petto. “Lauren, non devi se non vuoi…”
Sentì la ragazza che scuoteva la testa. “E’ giusto che sappia anche tu”.
E poi iniziò a raccontare.

I Frost erano una normalissima famiglia di Doncaster. I genitori di Lauren, Colin e Lilith si erano conosciuti ai tempi della scuola e si erano subito innamorati. Lilith aveva amato il suo futuro marito sin dal loro primo incontro. Aveva sempre continuato ad amarlo e forse lo faceva anche troppo. Dopo qualche anno di fidanzamento avevano organizzato il matrimonio e dopo la luna di miele, Lilith portava già una piccola creatura in grembo: Lauren. Entrambi i genitori erano entusiasti di quella notizia e i nove mesi trascorsero molto velocemente. I primi anni di Lauren furono i migliori nella vita dei Frost. Sia Lilith che Colin vivevano per quella bambini dagli occhi verdi identici a quelli della madre. Ma la loro felicità non era destinata a durare. Lauren aveva appena compiuto quattro anni quando Lilith iniziò a convincersi fermamente del fatto che suo marito amasse sua figlia più della sua stessa vita. Più di sua moglie. Per Colin quella bambina era la sua felicità. La loro famiglia era abbastanza ricca da poter comprare tutto ciò di cui avevano bisogno e l’uomo non esitava a fare regali a sua figlia e a darle tutto ciò che le serviva. Tutto ciò che faceva sorgere quel meraviglioso sorriso sul viso della bambina.
E poi Lilith iniziò a sentirsi male. Le diagnosticarono un grave caso di depressione. Nessuno sapeva la causa di questo suo problema, ma non dovettero aspettare molto per capirlo. Lilith iniziò a prendere farmici e si allontanò completamente da sua figlia. Nei rari momenti in cui stava bene, infatti, voleva passare il tempo soltanto con suo marito. Colin stette piuttosto male per quella situazione, ma si fece forza e continuò a gestire entrambi le donne della sua vita, lasciando la figlia dai vicini, i Tomlinson, quando lui andava a lavoro.
Da lì nacque l’amicizia di Lauren e Louis. Anche quando erano  più piccoli avevano passato del tempo insieme, ma solo le mattine trascorse con Louis all’asilo e i pomeriggi a casa Tomlinson, avevano fatto sì che il loro rapporto diventasse indistruttibile.
La depressione di Lilith durò quasi due anni. Lauren aveva compiuto appena sei anni, quando Colin e Lilith avevano avuto un grosso litigio in cucina, mentre la bambina giocava nella sua camera. Le voci erano diventate così forti dopo diversi minuti che Lauren, talmente spaventata, aveva deciso di nascondersi  sotto la scrivania della sua camera, dopo aver spento la luce.
Quando la porta di casa era stata sbattuta violentemente, Lauren aveva iniziato a piangere. Suo padre era uscito da quella casa, lasciandola lì nelle mani di sua moglie.
I passi che riecheggiavano sul pavimento, la sua ingenua uscita da sotto la scrivania e la porta che si apriva. La lama. Il grosso coltello da cucina nelle mani di Lilith.
“E’ colpa tua. È solo colpa tua. Colin ha sempre amato me. Ma poi sei arrivata tu e lui ha smesso di amarmi. C’eri solo tu. Ci sei solo tu. Non saresti dovuta nascere, Lauren. È solo colpa tua”. Quelle parole avevano risuonato nella testa di Lauren e ancora adesso, dopo anni,  la tormentavano nei sogni.
Lauren non ricordava nulla di quell’accaduto, a parte il dolore lancinante sul collo e sulla schiena, dopo aver tentato di scappare. Non che riuscisse a farlo, dato che sua madre prima di aggredirla l’aveva portata in bagno e l’aveva infilata nella vasca impedendole ogni via d’uscita.
E prima di finire nell’oblio l’urlo disperato di suo padre: “Che cosa hai fatto?”. Suo padre era lì, ma il buio per Lauren era decisamente più invitante.
 
A quel punto Lauren si era fermata, anche a causa delle lacrime che non le permettevano di parlare. Niall era raggelato: era stata sua madre. La madre di Lauren aveva tentato di ucciderla e le aveva procurato quella cicatrice. Come poteva fare tutto quello una madre?
“Ssh. È tutto ok” sussurrò Niall, mentre le baciava i capelli e sentiva la sua maglia inumidirsi di lacrime.
Passò qualche minuto prima che la ragazza si calmasse.
“Mia madre pensava che papà non riuscisse ad amarci entrambe. Pensava che io avessi preso il suo posto e che lei non avrebbe più avuto la priorità su di lui” disse ridendo tristemente, mentre tirava su con il naso e si staccava dal ragazzo.
“Fortunatamente mio padre aveva deciso di tornare subito dopo aver svoltato l’angolo della nostra via. Si era reso conto un attimo troppo tardi di quello che avrebbe potuto fare lei. Ma arrivò in tempo per salvarmi la vita” concluse, seduta contro la testiera del letto. Anche Niall, nel cui sguardo lei poteva leggere contemporaneamente strazio e rabbia, aveva preso la stessa posizione.
“Se non se ne fosse andato non sarebbe successo” disse lui con voce gelida, facendo un commento  per la prima volta in tutto il racconto.
Lauren rabbrividì, ma capì che Niall non ce l’avesse affatto con lei. Sorrise tristemente. “Lo so. Niall, sono quindici anni che ci penso. E lo so, credimi, ma l’importante è che io sia ancora viva, no? Beh, parecchie volte ho pensato che se lui non fosse arrivato, sarebbe stato tutto più facile. Sarebbe stato meglio” continuò, lanciando appena uno sguardo al ragazzo.
Poté vedere l’orrore e la paura negli occhi di Niall. Lei sospirò. “Io finii in ospedale, mentre mia madre in una casa di cura. Mio padre soffrì molto in quel periodo della sua vita. Aveva perso la moglie e per poco anche la figlia. Non che io lo stia giustificando, ma iniziò a bere. Già dimessa dall’ospedale aveva iniziato a lasciarmi più spesso dai Tomlinson, mentre lui si chiudeva nei pub a bere tutte le volte che poteva. E poi mia madre si suicidò. Colin non riusciva ad andare a trovarla e lei impazzì ancora di più. Si impiccò con le tende della sua camera neanche sei mesi dopo” disse, fissando intensamente un punto indefinito della stanza.
“E a quel punto Colin divenne un alcolizzato. Perdere sua moglie era stato troppo doloroso e ovviamente diede la colpa a me. La mia vita divenne sempre peggio. Colin lavorava sempre meno e beveva sempre di più. Aveva anche i suoi periodi buoni, sai?” fece, tornando a guardare Niall, che dal canto suo non riusciva a distogliere lo sguardo dalla ragazza. Aveva notato anche che la parola “padre” si era tramutata in “Colin”.
“Non so, forse si sentiva in colpa. O forse il suo amore per me riemergeva di tanto in tanto. Sinceramente non lo so; comunque ero ancora sua figlia e si sentiva obbligato a fare cose come pagarmi tutti i corsi di musica e lo sport. E poi in quel modo io fuggivo di casa e lui non mi aveva tra i piedi. Era un buon compromesso” disse, di nuovo con le lacrime agli occhi.
A Niall apparve nella mente l’immagine di Lauren quando era arrivata a Londra. Il suo livido sullo zigomo e le occhiaie.
“Ti picchiava” disse a voce bassa, ma Lauren sussultò ugualmente.
Tirò su con il naso e sospirò. “All’inizio no. Quando iniziai a crescere, però, le cose si fecero più difficili. Mio malgrado somiglio tanto a mia madre. E lui non riusciva a guardarmi. Rivedeva in me la donna che gli aveva rovinato la vita, anche grazie all’aiuto dell’alcol”.
Niall sentiva la rabbia crescergli dentro.  “Non hai mai dovuto trattare con… con degli assistenti sociali?” chiese, mentre il suo tono si faceva più sommesso.
“Assistenti sociali?” Lauren rise. “No. Niall, non so nemmeno come io riesca a parlarne con te adesso. Nessuno sapeva della mia condizione. Beh, i segni sul corpo erano visibili, ma avevo già l’età per capire che se avessi parlato mi avrebbero mandata via. E io non volevo assolutamente. Il conto in banca non ci mancava e io vivevo relativamente bene agli occhi della gente. Apparentemente. Solo i Tomlinson non si lasciavano travolgere dalle apparenze. Non so come avrei fatto a vivere senza di loro. Senza Johannah. Senza Louis. Era il mio punto di forza e il mio motivo per restare. Beh, a parte il dolore, avevo tutto in quella città” ridacchiò ironicamente.
“E poi quando Louis è uscito da X-Factor ti sei trasferita a Londra” terminò Niall.
Lei annuì. Si voltò a guardarlo e sorrise. “Già. Ho incontrato uno strambo gruppo che mi ha procurato un lavoro e una possibilità per farmi una vita come si deve”.
Niall sorrise dolcemente a sua volta. “Noi non siamo così strambi” protestò, leggermente divertito.
“No, hai ragione. Solo fuori di testa” ribatté Lauren e entrambi si ritrovarono a ridere.
La tensione non era scemata del tutto, ma in quel momento Lauren si sentiva meglio. Le aveva fatto bene raccontare tutto a Niall. Era la prima persona a cui aveva raccontato il suo passato. A parte Louis ovviamente, ma il ragazzo di Doncaster lo aveva vissuto con lei, standole accanto.
E poi piombò di nuovo il silenzio. Niall rifletté per un po’ per poi dire: “I tuoi incubi…”
Lauren sospirò e si distese su un fianco, dando le spalle al ragazzo. “Mi perseguiteranno sempre. È solo questione di abitudine, anche se… beh, io non ci sono ancora riuscita” sussurrò.
Niall la guardò dall’alto. “Lauren?”.
“Sì?”.
“Grazie per esserti fidata di me” disse il ragazzo con una sincerità che la fece rabbrividire.
“Grazie a te per avermi ascoltata, Ni. Sei uno degli amici migliori che io possa avere”  rispose, senza voltarsi.
E per Niall fu un bene, dato che sul suo viso apparve una smorfia. Che ti aspettavi? Che a questo punto si sarebbe dichiarata? Si disse.
Niall doveva rassegnarsi. Lauren non provava gli stessi sentimenti che sentiva lui e lo aveva appena confermato: lo considerava un suo amico.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla ragazza. “E poi non è facile trovare un ragazzo che sia pronto a consolarti come stai facendo tu con me. E non sto parlando solo di adesso” terminò.
“Non voglio vederti soffrire” sussurrò Niall istintivamente.
Lauren non rispose e a causa della sua posizione il biondo non riuscì neanche a vedere il piccolo sorriso che le si era stampato sul viso.
Poi dopo attimi di silenzio lei si voltò verso di lui e Niall la guardò. “Posso farti una domanda?” gli chiese.
Lui annuì e Lauren proseguì: “Come mi hai chiamata, mentre stavamo di sotto?”.
Niall aggrottò le sopracciglia e rifletté. “Oh” disse poi. “Ti ho chiamata… Rennie” disse, mentre le sue guance prendevano colore. “Ti… ti da fastidio? Cioè se non vuoi…” iniziò a dire, ma lei lo interruppe.
“No, non mi da fastidio. Mi piace. Nessuno mi aveva mai chiamata così prima” disse, con un sorriso sulle labbra.
Niall si sentì rassicurato e anche lui fece un mezzo sorriso. “Allora lo terrò a mente” disse, ampliando ancora di più il suo sorriso.
Il fatto che le avesse appena trovato un nomignolo lo rendeva felice. Sapeva benissimo che era una piccola cosa, ma ormai stava iniziando a capire che tutto ciò che lo legava alla ragazza per lui era importante. Soprattutto quando si trattava di qualcosa che riguardava soltanto loro, proprio come in quel momento.
 


L’estate era quasi finita e tutti erano tornati a Londra. Lauren aveva passato anche la prima settimana di agosto in Australia con Louis. Nonostante cercassero di godersi la loro vacanza, proprio come facevano ogni anno durante il campeggio a Doncaster, si trattava pur sempre di una vacanza organizzata dal management  ed era stata decisamente stancante, tra uscite fotografate, eventi e roba per far vedere quanto i due ragazzi  fossero in amore. Ridicolo.
Lauren pensava che se avessero confrontato il dietro scena della vacanza segreta dei Larry con quella dei Louren (la gente aveva iniziato a chiamarli così, separando in due il fandom), si sarebbero fatti una grande risata. O in alternativa sarebbero rimasti sconvolti.
Per i due amici quei gironi da soli, comunque furono utili per le confidenze reciproche.
Louis stava quasi per piangere nella loro camera d’albergo quando le aveva detto che la Modest! era riuscita a rovinare i loro ultimi giorni in vacanza.
“Mancavano due giorni, Cristo! E loro lo sapevano. Continuano a farlo apposta. Pensano che trattandoci in questo modo ci stancheremo di tutto e io ed Harry torneremo ad essere amici, proprio come dovremmo. Proprio come dovremmo” ripeté facendo il verso a qualcuno dei manager. “Forse pensano che potrei  innamorarmi improvvisamente di te, dimenticando Harry. Come se potessi” protestò, cercando di non alzare troppo la voce.
Lauren, che intanto giocava con un elastico che aveva tra le mani alzò il capo e cercò di sdrammatizzare: “Beh, forse potresti. Dopotutto io sono affascinante” disse, sorridendo divertita, ma Louis la guardò esasperato.
“Lauren!” disse, gettandosi pesantemente sui cuscini dietro di sé, facendo rimbalzare leggermente la ragazza che era distesa accanto a sé sul letto matrimoniale.
Lei ridacchiò, ma subito dopo tornò seria. “Ok, scusa. Vieni qui, stupido” disse e Louis si appoggiò alla ragazza diventando una sorta di piccolo cucchiaio. Sembrava quasi divertente: con Harry non lo era praticamente mai, anche se il riccio era diventato già più alto di lui, mentre con Lauren si stava facendo coccolare.
E poi spalancò gli occhi e si staccò dalla ragazza. “Guarda!” quasi urlò indicando freneticamente con le mani entrambi. “Hanno anche preso una camera matrimoniale! Perché non con letti singoli? Perché vogliono cercare di farci innamorare, dormendo insieme o facendoci fare sesso!” adesso stava urlando.
Lauren aggrottò le sopracciglia e poi scosse la testa. Il suo migliore amico era proprio una causa persa.
“Tu fai tanto il duro, Tommo…” disse, ma lui lo interruppe.
“Ma io lo sono” disse Louis, guardandola con diffidenza.
“Va bene, tesoro. Comunque… ti rendi conto di quello che stai dicendo? Forse no. Allora è un bene che noi dormiamo insieme da quando eravamo bambini, no? Un letto matrimoniale diviso con me non ti farà diventare etero! E tanto meno ti farà tradire Harry!” ribatté decisa.
Louis la guardò per un attimo in silenzio. “Hai ragione” disse il più grande, tornando ad accoccolarsi su Lauren.  
“Sai come la penso, Louis. Sono solo una setta di stronzi” iniziò la ragazza, accarezzandogli i capelli morbidi. “Quanto male gli farei” sibilò, poi.
Louis sospirò. “Lascia da parte gli istinti omicidi per ora, Len. Non ti ho ancora detto con chi sono in trattative…”.
Lauren aspettò in silenzio, fino a quando Louis disse: “Taylor Swift”.
“Cosa?”.
“Sì, Lauren. Proprio lei. Quella biondina perfetta dovrebbe diventare la ragazza del mio Harry” piagnucolò Louis. “La odio” borbottò poi.
“Oh, Louis. È solo finzione. E non la conosci nemmeno”.
“Sì, ma… non voglio che lo baci, non voglio che lo tocchi, non voglio che lo guardi. Harry è mio e dovrei esserci io accanto a lui. Non Taylor Swift o qualsiasi altra ragazza famosa o meno” .
“Harry si sentirà allo stesso modo vedendoci insieme, Louis”.
Il ragazzo sbuffò. “Non mi fa sentire meglio”.
“Scusa” disse la ragazza, massaggiando il cuoio capelluto del più grande. “Però sono convinta che il vostro amore sia più forte di me o di Taylor o di chiunque altra mettano in mezzo, Boo”.
Louis per tutta risposta fece un sospiro stanco, lasciandosi cullare dalla sua migliore amica.
 
Quando Lauren si era decisa a dire a Louis quello che era successo in Irlanda, il ragazzo le aveva quasi urlato: “Perché non me lo hai detto prima? È da tre giorni che siamo qui e…”.
Erano in un piccolo ristorantino chic nel centro di Melbourne.
“Calma, calma, Louis-Boo. Adesso te l’ho detto e lo sai. Non gridare, ci guardano tutti” disse Lauren, mentre notava le occhiate infastidite che gli altri clienti stavano lanciando loro. “Invece, potresti dirmi che ne pensi?” chiese lei mangiucchiandosi l’unghia del pollice.
Louis vide quanto fosse nervosa e annuì. “Penso… penso che hai fatto bene. Insomma, non fa mai male condividere qualcosa di così…” Louis non riuscì a trovare la parola esatta.
“Sì, ho capito. Continua” lo esortò Lauren.
“Beh… con qualcuno. E penso che Niall sia un qualcuno adatto” terminò.
Lauren sorrise. “Mi fido di lui. E l’ha presa meglio di quanto pensassi. Meglio di me” ridacchiò lei.
“Beh, non è difficile” disse Louis, con un sorriso divertito, ma Lauren non la prese come uno scherzo.
Abbassò lo sguardo e si incupì.
“Ehi, stavo scherzando, Len. Guarda che è difficile affrontare tutto come hai fatto tu. Sei una roccia. Potresti incarnare la perfetta eroina dei fumetti” la rassicurò.
Lauren lo guardò storto. “Idiota” disse poi, alzando gli occhi al cielo. In quel momento del cibo venne messo davanti a loro e i due ragazzi iniziarono a mangiare.
“Pensi che dovremmo dirlo agli altri?” chiese Lauren, dopo aver masticato un boccone.
“E’ una tua scelta Lauren.” Le disse, mentre lei rifletteva spostando con la forchetta il cibo sul suo piatto.
“Li conosco da un anno e tu ti fidi di loro, giusto?” chiese.
Louis annuì. “E poi, Len… non ti piacerebbe stare senza le sciarpe quando stai in casa con noi?”.
Lauren sentì l’ansia al solo pensiero. “Io… cioè, non lo so…” iniziò a balbettare.
Louis stette un attimo in silenzio, poi si sporse in avanti verso di lei. “Facciamo una cosa. Io parlerò con il resto dei ragazzi. Darò qualche spiegazione anche senza la tua presenza. Beh, loro non hanno bisogno tutti i particolari, giusto? Ti sentiresti più tranquilla?”.
Lauren annuì. “Mi dispiace lasciare Liam e Zayn un po’ fuori dalla situazione, ma sì, mi sentirei più tranquilla”.
“Non manca qualcuno?” fece Louis, aggrottando le sopracciglia.
“Harry?” Lauren fece un sorrisetto. “Tanto lo so che a lui hai detto tutto, Louis”.
Il ragazzo arrossì. “Oh” disse. “Mi dispiace” cercò di scusarsi.
Lei fece un gesto noncurante con la mano, tra un boccone e l’altro. “Figurati. È normale, credo. E poi stiamo parlando di Harry”.
Louis annuì. “D’accordo. Allora faremo così. Parlerò con loro, poi se vorrai toglierti quei maledetti collari dentro casa mia, potrai farlo quando vuoi, ok?” le chiese.
Ormai Lauren non faceva più caso alla poca delicatezza del ragazzo e anzi ne era grata. Louis era sempre lì a sostenerla, ma sapeva perfettamente che Lauren non voleva essere compatita.
“Non sono collari. Sono sciarpe”.
“Trappole”.
“Sciarpe”.
“E’ uguale” disse Louis roteando gli occhi.
Lauren sollevò gli occhi al cielo e sorrise, prima di dire: “Penso che possa andare”.
 

Settembre 2012
A Londra l’aria stava tornando di nuovo fresca.
I ragazzi erano tornati a lavorare e passavano molto tempo in studio per la realizzazione del nuovo album. Anche Lauren era tornata in azione con loro, tirando fuori il suo quaderno degli appunti e lavorando singolarmente con ognuno di loro.
Ormai anche Liam e Zayn sapevano che la ragazza aveva un passato alquanto difficile (Louis le aveva assicurato di non essere entrato nel dettaglio) e che sotto le sciarpe aveva una cicatrice. Non che l’avessero vista ancora senza di esse.
Soltanto con Niall la situazione era cambiata. Ogni volta che i due erano da soli, nell’appartamento dell’uno o dell’altra, Lauren lasciava il collo libero, staccandosi dalle sue protezioni. La prima volta era successo a casa di Lauren e Niall l’aveva guardata sorpreso, tanto che la ragazza si era affrettata a chiedergli se gli desse fastidio.
“No. Va benissimo così. Con me puoi indossare, o in questo caso non indossare, ciò che vuoi” le aveva risposto con un piccolo sorriso, che era stato subito ricambiato. Subito dopo Niall si rese conto di quanto suonasse male quella frase, ma la ragazza non sembrava averci fatto caso.
Lauren era davvero grata del fatto che Niall non le fissasse la cicatrice, come le era capitato in passato, e la trattasse come al solito.
Dal canto suo Niall, dopo la rivelazione della ragazza, non la guardava con occhi diversi da prima. Anzi, quando Lauren l’aveva lasciato in Irlanda, tornando a Londra, il biondo aveva riflettuto sull’accaduto ed era arrivato alla conclusione che la ragazza fosse troppo bella per essere vera. Niall pensava che i suoi sentimenti si fossero intensificati e credeva anche non avrebbe retto a lungo. Non aveva proprio la minima idea di come fare.
 
E poi era successo anche in casa Stylinson. Il loro mini torneo di FIFA era stato organizzato e Lauren era arrivata per ultima, come al solito. Mentre era all’ingresso con Louis, oltre alla giacca leggera si era tolta anche la sciarpa, poggiandola nell’attaccapanni.
“Sei sicura?” le chiese Louis.
Lei sollevò le spalle e annuì. Quando entrarono in salotto tutti rimasero colpiti da quel fatto. Harry, Liam e Zayn non l’avevano mai vista prima e nonostante l’avessero salutata normalmente, Lauren aveva notato che la loro curiosità li portava a guardare il suo collo.
Ma quello durò davvero poco e lei sorrise. “Avete già fatto le squadre?”.
I ragazzi negarono. “Bene. Io prendo Niall e Harry” disse la ragazza, andando a sedersi accanto al biondo.
Ma Louis ovviamente protestò: “Il mio ragazzo sta con me”.
“No! Non separarmi i Narry” disse Lauren, afferrando il braccio di Niall alla sua destra e quello di Harry alla sua sinistra, dato che si era seduto lì dopo l’affermazione della mora.
“Io direi: non separiamo i Larry” ribatté Louis e Lauren sbuffò.
“Va bene. Allora dammi Zayn” contrattò.
Louis stava per protestare, ma poi sbuffò. “Va bene” acconsentì.
“Io mi sento molto escluso” disse Liam, imbronciandosi.
Lauren a quel punto guardò Liam. “Oh no, tesoro. Era solo per fare un dispetto a Louis. Allora prendo Liam” disse, mentre Harry e il diretto interessato scuotevano la testa e si scambiavano di posto sui divani.
“Sei bipolare” disse Louis guardando la ragazza.
“No, sono Lauren. E voglio anche Zayn”.
“Cosa? Ma non puoi!” protestò Louis, allibito per la maggioranza numerica che Lauren pretendeva.
“4 contro 2, che importa? Non vinceresti mai, Tommo” lo provocò Lauren, ma Louis non ci cascò.
“No che non vincerei. Harry gioca da schifo. Senza offesa, amore” disse poi voltandosi verso il riccio.
Harry gli lanciò uno sguardo truce, ma non commentò.
“Scusate, ma perché dovete decidere sempre voi come fare le squadre?” chiese Zayn, seduto accanto a Louis.
“Perché il gioco è mio” fece Louis.
“E perché siamo i più grandi” continuò Lauren e il ragazzo annuì d’accordo. I ragazzi pensarono subito che quando i due si alleavano erano intrattabili. Un Louis al quadrato: da brivido.
“D’accordo allora. Zayn resta con Louis. Io mi tengo i Niam” terminò la ragazza.
Louis e Zayn rotearono  gli occhi, mentre Niall diceva: “E’ raccapricciante questo tuo unire i nostri nomi”.
 “Ti fa tanto fangirl dei One Direction” aggiunse Harry.
La ragazza prese il joystick, ridacchiando. “Perché lo sono” disse, facendo ridere con lei i ragazzi. “E adesso giochiamo”.
 

Quel pomeriggio di fine settembre erano tutti nel salotto degli Stylinson, come al solito. Doveva essere un pomeriggio di lavoro, dopo essere tornati dallo studio, ma alla fine si stavano più che altro rilassando. Louis ed Harry stavano di sopra, spariti in chissà quale angolo della casa; Zayn stava leggendo un libro su uno dei divani; Liam era seduto al tavolo con Niall, anche se stavano compiendo azioni differenti: Liam stava scribacchiando parole su un foglio, cercando di abbozzare una canzone, mentre Niall sfogliava un giornale sportivo. E poi c’era Lauren, distesa sull’altro divano con le cuffie alle orecchie e già da un po’ stava ascoltando sempre la stessa canzone.
Nel salotto regnava il silenzio, fino a quando Louis ed Harry riemersero da chissà dove. Il più piccolo decise di sedersi accanto a Liam, cercando di aiutare, mentre Louis si era guardato attorno e sorridendo maleficamente si era diretto da Lauren. Aveva proprio voglia di stuzzicarla un po’. Era da troppo tempo che non lo faceva.
Si sedette sul bordo e la guardò, aspettando che lo degnasse di uno sguardo. Ma lei non lo fece.
E lui sbuffò. “Che ascolti?” le chiese, solleticandola con le dita.
Lei lo guardò e abbassò la musica, per sentirlo meglio. “Cosa?”.
“Che ascolti?” ripeté il più grande.
“Musica”.
Louis sbuffò di nuovo. “Oh, davvero? Pensavo che stessi ascoltando il discorso del Papa in latino”.
“Il Papa parla in italiano, Louis” lo corresse Lauren.
“E’ uguale. Che ascolti?” richiese, mentre la ragazza sollevava gli occhi al cielo.
“Niente”.
“Lauren, eddai. Chi stai ascoltando?”.
“Va ad aiutare Liam ed Haz” disse l’altra, con un sorrisino falso.
“No grazie” rispose Liam, ma Louis non lo calcolò minimamente.
“The Fray? The Wanted?”.
“No” rispose lei piccata, mentre dalle cuffie la canzone ricominciava per l’ennesima volta.
“One Direction?”.
Lei ridacchiò e alzò gli occhi al cielo senza rispondere. Anche quello era un no, Louis lo capì, ma la cosa lo insospettiva. E improvvisamente pensò alla cover che aveva fatto Louis (Look After You) e di come Lauren si fosse innamorata a tal punto da sentirla spesso.
“Fammi sentire” le chiese, curioso di sapere se la sua intuizione fosse corretta.
Lei scosse la testa. “Eddai. Voglio sentire” continuò ad insistere, ma lei continuava a negare.
E poi cercò di afferrare il telefono dalle mani della ragazza, ma lei fu più veloce e lo allontanò da Louis. E da lì iniziò quella sorta di lotta, che attirò l’attenzione di tutti. Zayn però, alzò gli occhi al cielo e tornò al suo libro dopo pochi secondi, così come Liam ed Harry che erano troppo impegnati per dedicargli più tempo. Niall invece aveva alzato lo sguardo dal giornale e li osservava incuriosito da come sarebbe andata a finire.
Louis si era sporto verso di lei e cercava di prendere il telefono.
“No. Sta fermo, Louis. Piantala!” continuava a dire Lauren, mentre quasi si azzuffavano.
“Eddai” diceva invece il ragazzo.
“Harry! Aiutami” disse Lauren esasperata, quando non riusciva più ad allungare il braccio in modo che l’oggetto restasse lontano da Louis. Ma Harry non li calcolò neanche. Perfino Niall era tornato al suo giornale, nonostante continuasse ad ascoltare quella piccola guerra.
“No, Lou!” protestò Lauren.
E poi accidentalmente Louis, che si era appoggiato a lei, si impigliò nel filo delle cuffie, che si staccarono dal cellulare. Louis, che non se ne era reso conto fece un salto indietro, quando la musica inondò la stanza.
E tutti a quel punto prestarono attenzione. Le note di “The A Team” riempivano il salotto. Ma non era Ed a cantarla: era la cover di Niall.
Tutti si bloccarono di colpo. La testa di Niall si alzò di scatto per guardare la ragazza, che era arrossita e cercava di mettere pausa imprecando. Le labbra di Niall erano dischiuse per la sorpresa.
Le reazioni degli altri ragazzi furono diverse: Liam ed Harry guardarono straniti, mentre Zayn aveva alzato la testa dal libro e adesso cercava di non ridere.
Louis era confuso. Confuso più dall’atteggiamento di Lauren che dalla canzone.
Lei riuscì a fermare la musica e si alzò in piedi, spostando Louis con il braccio. Lasciò il telefono sul tavolino.
“Idiota” borbottò, prima di uscire dalla stanza. E poi si sentì la porta del bagno che sbatteva e Louis sobbalzò.
“Merda” disse Louis guardando la porta da cui era uscita Lauren.
“E adesso devi scusarti, Lou” disse Harry.
“Sì, lo so. O mi uccide. Ma… stava ascoltando Niall! Perché se l’è presa tanto?” chiese. “Poteva dirmelo e basta”.
Harry sollevò le spalle, mentre Niall continuava a guardare il telefono incriminato.
“Stava ascoltando Niall” disse Zayn a bassa voce, mentre cercava di non scoppiare a ridere del tutto.
Liam guardò Zayn chiedendosi se fosse impazzito e anche Niall voltò la testa nella stessa direzione.
“E allora? Che c’è di male se stava ascoltando Niall?” chiese Louis esasperato, mentre cercava di dare un senso alla cosa, ma senza riuscirci. Probabilmente Lauren aveva soltanto la giornata storta e si era infastidita tanto per il fatto che Louis era riuscito nel suo intento iniziale. Sì, doveva essere così.
“Niente” rispose Zayn tornando al suo libro. Liam ed Harry sbuffarono, mentre Louis si alzava in piedi.
“Harry, ricorda che ti ho sempre amato” disse in modo plateale, mentre usciva dalla stanza per raggiungere la ragazza e andarsi a scusare.
Il riccio ridacchiò e alzò gli occhi al cielo, per poi tornare alla canzone.
“Lauren” disse Louis una volta arrivato nell’altra stanza, aprendo la porta del bagno che non era chiusa a chiave. Non aveva neanche bussato o chiesto se potesse entrare, ma si trattava di Lauren, quindi non si era neanche posto il problema.
Lauren era seduta sulla tavoletta abbassata del water, a gambe incrociate e con i gomiti sulle ginocchia. “Va via. Fammi almeno sbollire” disse, con le mani ai lati del viso.
“Sono venuto con la bandiera bianca. Porto pace”.
“No, tu porti istinti omicidi”.
Louis rabbrividì. “Sì, è vero. Mi annoiavo. Però mi dispiace, sul serio. Sono qui per scusarmi” disse, avvicinandosi.
“Ti avevo detto di non farlo”.
“Lo so. Posso…” Louis esitò. “Posso chiederti perché?” disse alla fine.
“Perché ti avevo detto di no” disse lei, fulminandolo con lo sguardo e Louis si rassicurò. Quella risposta lo portava a pensare che era proprio come credeva lui: Lauren non era dell’umore di sopportare i suoi scherzi e aveva reagito in quel modo.
“Mi dispiaaaaaace” disse Louis allungando un po’ tutte le vocali e andandola ad abbracciare.
Lauren gli diede un pizzicotto e lui fece un salto indietro. “Ahi”.
“Piccola vendetta” disse la ragazza ghignando.
“Mi perdoni?” chiese Louis speranzoso.
“Sì, solo per questa volta” rispose e Louis l’abbraccio.
“Grazie” disse dandole un bacio.
“Sì, sì” bofonchiò Lauren, prima di scollarselo di dosso e uscire dal bagno, mentre Louis sorrideva divertito.
 
Quasi contemporaneamente all’uscita di Louis, Niall si era alzato in piedi e passandosi una mano sui capelli, era uscito dalla stanza senza dire una parola. Solo Zayn lo aveva guardato fino a quando non era sparito dalla sua vista.
Niall arrivò in cucina e prese un bicchiere d’acqua, poggiandosi al lavello.
Al diavolo. Perché Lauren stava ascoltando una sua cover? Quella cosa lo aveva destabilizzato. Non sapeva se sentirsi felice o confuso. Sapeva che a Lauren piaceva la sua voce, ma tutto quello era strano.
Quando aveva sentito la sua voce uscire da quel telefono, il suo battito era iniziato ad accelerare e istantaneamente le sue guance erano andate a fuoco.
Bevve l’acqua fresca. Merda, quella ragazza lo stava facendo impazzire.

 
 


Angolo dell'autrice: Holà gente! Spero che vi siate goduti il capitolo :3 Mi farebbe piacere avere la vostra opinione sul passato di Lauren, quindi vi aspetto!
All the love xx
-M

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


“Lo odio. Non lo sopporto. Lo odio, lo odio e…”
“Non lo sopporti”. Lauren era seduta sullo sgabello della sua cucina con Louis di fronte a sé. “E’ dall’ultima mezz’ora che continui a ripeterlo, Louis” roteò gli occhi, sorseggiando il suo the.
“Sì, lo so. Però… eddai, Len. Hai sentito tutte le frecciatine?” chiese il ragazzo, esasperato.
“Ovviamente sì. Ma stiamo parlando di Nick Grimshaw, Lou. Cosa ti aspettavi?”.
“E adesso è pure con il mio Hazza! Brutto…” e il campanello suonò, interrompendolo.
Lauren si alzò in piedi. “Sarà Niall” disse, andando ad aprire.
“Niall?” ripeté Louis, seguendola all’ingresso.
La ragazza aprì la porta, mostrando un Niall sorridente. Aveva un sacchetto di Nandos tra le mani, che mostrò alla ragazza. “Ho i rinforzi”.
La ragazza sorrise, facendolo passare e solo allora il biondo si accorse di Louis, che aveva le braccia incrociate al petto.
“Ehi, Tommo. Che ci fai qui?” gli chiese, con ancora il sorriso sulle labbra.
“Potrei farti la stessa domanda” rispose il più grande con aria truce.
Lauren alzò gli occhi al cielo. “C’è la boxe stasera, Lou. E io e Ni la guardiamo insieme” disse rivolgendosi al suo migliore amico. “E lui è qui per dirmi quanto fosse geloso di Grimshaw e per non stare a casa mentre Harry non c’è” terminò, rivolgendosi all’irlandese.
“Ehi! Io non sono geloso” disse Louis e gli altri due si guardarono in modo complice, senza rispondere o ribattere.
“Adesso sedetevi e accendete il televisore, mentre faccio i piatti in cucina” ordinò la padrona di casa, togliendo il sacchetto dalle mani del biondo.
“Non possiamo vedere un film?” chiese Louis con un verso esasperato.
“No” Lauren e Niall l’avevano praticamente detto in coro e Louis non poté che stare in silenzio, ma mettendo su un broncio adorabile.
I due ragazzi presero posto sul divano e Niall accese il televisore cercando il canale giusto, ma prima di arrivarci, Louis lo fermò: “I One Republic” disse, guardando la live del loro concerto che si stava svolgendo in tv.
E a Niall venne subito in mente Apologize, la versione cantata da Lauren alla festa degli Stylinson.
“E’ il gruppo preferito di Lauren?” chiese, guardando anche lui e ascoltando le parole della canzone che stavano suonando.
“Oh, sì. Ne va pazza. Un paio di anni fa è riuscita a rendermi antipatico il cantante. Era sempre a dire: Ryan di qua, Ryan di là. Anche se devo dire che la loro musica è buona” rispose Louis, con un mezzo sorriso.
Niall rifletté sulla cosa per qualche secondo. “Anche a me sono sempre piaciuti” disse, per poi cambiare canale. Ma un pensiero gli era già spuntato in mente. E difficilmente se ne sarebbe andato. Quel pensiero poteva benissimo trasformarsi in idea. Beh, non sarebbe stato male.
Una volta raggiunto il canale giusto il biondo fremette. “Rennie! Sta iniziando” urlò e la ragazza ribatté con un “Arrivo”.
“Come l’hai chiamata?” chiese Louis, girandosi verso il biondo.
Anche Niall si voltò a guardarlo. “Come?”.
“L’hai chiamata Rennie?” chiese, stranito.
“Oh. Sì, beh… è un soprannome” spiegò l’altro, borbottando.
Louis non ebbe il tempo di rispondere che Lauren entrò in sala, portando tre piatti in bilico.
Li distribuì, prima di sedersi tra i due ragazzi sul divano.
“Non mi piace la boxe” fece Louis, ma nessuno dei due lo ascoltò e poco dopo il programma iniziò. Louis rimase sorpreso di come i due guardassero lo sport insieme, ridendo e commentando ogni cosa.
E per non sentirsi escluso anche lui cercava di fare dei commenti, ma finivano sempre per riguardare la bellezza o lo stile dei combattenti.
Comunque Lauren era sempre Lauren e quando il suo migliore amico faceva quel genere di commenti gli dava corda, facendolo sorridere nonostante la situazione.
Quando arrivò la pubblicità Louis si impossessò del telecomando, ma dopo un paio di canali Lauren protestò: “Fermo! Siete voi!” disse, facendolo fermare sul canale di musica in cui stava proprio iniziando One Thing.
I due ragazzi ridacchiarono e iniziarono a dire quanto fosse strano vedersi in televisione, mentre la ragazza osservava il video, canticchiando a bassa voce.
Louis aveva ancora il telecomando in grembo, quando la ragazza allungò il braccio per alzare il volume in un punto preciso della canzone: era l’assolo di Niall.
I due ragazzi si zittirono, sovrastati dalla musica e incuriositi dal gesto di lei e non appena l’assolo finì, Lauren riabbassò il volume.
Louis iniziò a ridacchiare. “Io ho capito!” disse e Lauren si voltò verso di lui. “Cosa?” gli chiese.
“Ti è partita l’ossessione” rispose Louis, con un sorriso malefico.
“Che? Per cosa?” chiese la ragazza stranita, mentre Niall li guardava in silenzio.
“Per la voce di Niall”. La ragazza ammutolì, mentre il più grande continuava: “Ti è partita l’ossessione per la voce di Niall” terminò, ridendosela.
Il biondo aveva gli occhi spalancati, curioso di conoscere la reazione di Lauren, che arrivò subito. “Sta zitto!” disse guardando soltanto Louis, che poté vedere il rossore sulle sue guance.
“Ma è vero” disse, sorridendo vittorioso.
“Piantala”.
“Lo sai che ho ragione”.
Lei sbuffò. “Quello che vuoi…” borbottò, tornando al canale giusto, mentre Louis continuava a ridere.
Niall non riusciva a staccare gli occhi dai due. Perché Lauren non aveva risposto semplicemente con un no?
E poi i suoi pensieri vennero interrotti proprio dalla ragazza, che si sporse verso di lui, entrando in contatto con il suo corpo e cercando una posizione comoda. Il biondo si trattenne dal passargli un braccio sulle spalle o sulla vita per tirarla ancora di più a sé e invece cercò di concentrarsi sullo sport che stavano trasmettendo in tv.
 
Ottobre 2012
“Chi è?”. Erano le uniche due parole che Lauren era riuscita a pronunciare guardando la foto sul telefono di Zayn. Si trovavano a casa di Louis ed Harry, gettati sul divano a guardare la tv. Mancavano solo Liam, che era uscito con Danielle e… Niall.
Zayn passò un braccio intorno alle spalle di Lauren, guardando il suo cellulare, mentre Louis ed Harry stavano parlando tra di loro abbracciati sull’altro divano, sul fatto di prendere un animale domestico. “Una certa Amy” rispose il moro.
“Amy?”. A Lauren non erano rimaste molte parole.
Zayn annuì. “Amy Green. L’ha conosciuta in un club o in un posto simile. Mmh, ha detto… sì, ha detto che studia recitazione”.
A Lauren veniva da vomitare, proprio come aveva fatto dopo la festa di compleanno di Niall il mese prima. Era stata una piccola festa tra amici e inevitabilmente i ragazzi si erano ubriacati. Niall e Lauren avevano passato un sacco di tempo insieme, come al solito. Ma in quel caso, avevano da festeggiare ed erano tornati indecentemente sbronzi.
“Sì, ha vent’anni” aggiunse Harry, anche se Lauren non si era neanche accorta di quando i due avessero smesso di parlare e iniziato ad ascoltarli. Lauren guardava quella foto: Niall sorridente con un braccio intorno alla vita di questa ragazza. Ventenne, capelli lisci e castani, occhi verdi. Era talmente sconvolta che non si accorse di tutte quelle cose che avevano in comune.
“Perché non mi ha detto niente?” chiese, guardando soltanto Zayn, che sollevò le spalle.
“Non lo so, piccola”.
Lauren rimase in silenzio. “Magari lo ha dimenticato” disse Louis, tutto preso dai riccioli del fidanzato, tanto da non accorgersi di come Lauren stesse reagendo.
“Ehi, Zee. Come va con Perrie?” chiese Harry, dopo qualche minuto di silenzio.
“E’ carina, sì. Ma non è davvero il mio tipo. Forse è un po’ troppo esuberante” rispose il moro.
“Beh, dovrai fartela piacere” continuò Harry.
“Già” rispose l’altro amaramente.
“Benvenuto nel nostro club, amico” disse Louis con rammarico.
“E poi andiamo, capisco la pubblicità, ma non avranno mai il nostro successo. Che strazio, ragazzi”.
Lauren tolse quella foto dalla schermata dell’I-Phone di Zayn ed entrò nei suoi messaggi.
Prese la conversazione con Perrie e iniziò a leggere, ridacchiando per tutti i cuori che la ragazza mandava.
“Ehi!” disse Zayn, dopo essersene accorto. Gli tolse il telefono, mentre Lauren diceva: “Mi sa che lei è proprio cotta. Buona fortuna, Zayn”.
E il moro sollevò gli occhi al cielo.
 
Circa mezz’ora dopo, il campanello suonò ed Harry andò ad aprire. Non appena Lauren sentì la voce di Niall fece una smorfia involontaria.
Si strinse ancora di più a Zayn, che non se ne accorse nemmeno a causa dell’attenzione che stava prestando ad un canale televisivo.
Quando i due ragazzi entrarono in salotto, Niall si fermò di colpo, guardando come Zayn tenesse Lauren vicino a sé. Fu come colpito da un masso. Perché stavano così vicini?
“Ehi, Ni. Come è andato l’appuntamento?” chiese Louis dal divano, ma senza staccare gli occhi dal televisore. Gli altri due invece non gli prestarono attenzione. O a lui così sembrava.
“Bene” borbottò, mentre prendeva posto accanto ad Harry e Louis.
E a quel punto, prima che qualcun altro facesse delle domande, Lauren si alzò, lasciando il braccio di Zayn a mezz’aria.
“Dove vai?” le chiese il moro, voltando la testa verso di lei.
“A casa” rispose, mentre prendeva la sciarpa lasciata sulla sedia.
“Di già?” chiese Louis.
Lei annuì soltanto, poi si voltò verso Zayn. “Rispondi a quell’ultimo messaggio, Zee. Non si fa aspettare così” fece un sorrisino malizioso, riferendosi a ciò che aveva letto prima della conversazione con Perrie, mentre il moro arrossiva di colpo.
“Scema” disse, distogliendo lo sguardo da lei, che ridacchiò e gli diede un bacio in guancia.
“Ci vediamo, ragazzi” disse poi agli altri, andando verso la porta.
Harry e Louis ricambiarono il saluto, mentre Niall non riuscì a dire una parola e la guardò in silenzio. Si sbagliava o lo stava evitando?
Poco dopo la porta di casa si chiuse e Niall si voltò a guardare Zayn. Di che diavolo stavano parlando? Quale messaggio? Perché erano messi in quel modo? E domanda cruciale: stava iniziando qualcosa tra i due?
L’ansia lo assalì talmente tanto che non riuscì a chiedere nulla al diretto interessato e le sue riflessioni vennero interrotte soltanto quando gli altri tre iniziarono a chiedere informazioni su Amy.
Niall sospirò. Amy era una ragazza carina, davvero. Aveva dei bei capelli, ma non quanto Lauren, morbidi e lisci. Aveva gli occhi verdi luminosi, ma non della tonalità giusta, come quella di Lauren con le pagliuzze dorate intorno alla pupilla.
Era riuscito pure a trovarla della stessa età di Lauren. Niall rideva quasi di se stesso. Pensava che fosse l’unico modo per dimenticarsi di Lauren, dato che loro non sarebbero potuti funzionare.
Ma non era stata un’idea brillante. Non fino a quel momento almeno, dato che ogni minima caratteristica, gesto, parola veniva paragonata dal suo cervello a quelle di Lauren.
Evidentemente non stava funzionando nel modo giusto. Amy era carina, ma in conclusione non era Lauren.
 
Niall stava entrando in crisi. Adesso era certo che Lauren lo evitasse. Aveva iniziato a non mandare più messaggi e quando stavano nella stessa stanza con gli altri preferiva stare con Zayn, piuttosto che con lui.
Cosa avevano da dirsi quei due, poi? Non avevano così tanto in comune. Non quanto Lauren e lui, almeno.
Aveva visto Amy diverse volte, tanto che i giornali avevano iniziato a parlare della nuova fidanzata di Niall Horan, ma l’ultima uscita era stata proprio pessima: Niall continuava a guardare il cellulare nel caso in cui ci dovesse essere qualche messaggio di Lauren, dato che quella sarebbe dovuta essere la loro serata film, ma niente, la sua schermata del telefono continuava a restare identica.
“Niall, stai bene?” gli aveva chiesto Amy, dopo un suo sospiro eccessivo. Inoltre Amy stava parlando e si era accorta che lui non la stava ascoltando.
“Sì, scusa” rispose, tornando a guardarla.
“Qualcosa non va?”.
Lui scosse la testa. “E’ tutto a posto. Mi dispiace, continua”.
Nonostante ciò, i due si erano separati poco dopo, dato che la ragazza si era accorta che Niall non era molto in vena e lo aveva mandato a casa.
Niall dal canto suo, andò direttamente da Louis. Quando il più grande aprì la porta la prima cosa che si sentì chiedere fu: “Sai dov’è Lauren?”.
Louis si accigliò. “A casa?” rispose con un’altra domanda.
Niall sospirò e si diresse in salotto, dove Zayn era seduto sulla poltrona con un libro tra le mani. Di Harry neanche l’ombra.
“Tu non ce l’hai una casa?” chiese Niall a Zayn, attirando l’attenzione del moro che sorrise. “Sì, ma con Perrie nei paraggi qui è più sicuro” rispose, tornando al suo libro.
Niall non commentò neanche e tornò a Louis. “Ne sei sicuro?” chiese mangiucchiandosi l’unghia del pollice.
“Di cosa?”.
“Che sia a casa”.
“Sì, lo è” rispose Zayn, a cui Niall aveva dato le spalle.
Non si girò. Non voleva guardarlo e non voleva sapere come facesse a sapere che stavano parlando di Lauren e principalmente come facesse a sapere che si trovasse a casa.
“E’ arrabbiata con me”.
“Perché?” chiese Louis, sedendosi sul divano.
“Avevamo la nostra serata film stasera e non mi ha cercato” spiegò il biondo gettandosi accanto a Louis.
“Magari se ne è dimenticata” fece Louis.
“Come tu ti sei dimenticato di dirle della tua ragazza” aggiunse Zayn, facendolo rabbrividire.
“Cosa?” disse Niall, voltandosi verso il moro.
Zayn sbuffò. “Ni, hai detto a Lauren che stai uscendo con Amy?”.
“Io…” ovviamente no, non aveva avuto il coraggio. “Ma questo cosa c’entra?” chiese confuso.
“Oh, c’entra eccome, amico” disse Louis, scuotendo la testa.
“L’hai detto a noi e non a lei. Andiamo Ni, si è sentita tagliata fuori da te. E lei ha fatto nello stesso modo” spiegò Zayn, mettendo un dito tra le pagine del libro e guardando il suo amico più piccolo.
“Lauren è una ragazza, Ni. Anche se a volte non sembra” aggiunse Louis.
“E’ proprio per questo che non gliel’ho detto” si giustificò il biondo.
“Din, din! Stai ragionando nel modo sbagliato” lo prese in giro il più grande.
Niall gli lanciò uno sguardo truce e gli chiese il perché.
“Perché è tua amica, Ni. Si è legata molto a te” disse Louis.
“Si è sentita tradita. Pensava che glielo avresti detto se avessi conosciuto qualcuna” continuò Zayn.
“Oh”. Niall non ci aveva proprio pensato. Continuava a ripetersi che dirglielo sarebbe stata una cattiva idea. Ma loro avevano ragione: in quel modo l’aveva solo esclusa.
“Grazie” disse, alzandosi da lì e andando verso l’uscita.
“Di niente. Ma dove vai?” chiese Louis girando la testa.
“A chiedere scusa”.
E Zayn sorrise, scuotendo la testa.
 
Quando Niall bussò alla porta di Lauren si sentiva decisamente in ansia. E se non era a casa? E se gli avesse chiuso la porta in faccia?
E poi una Lauren in pigiama gli spuntò davanti. “Ciao” le disse, sorridendo.
“Che fai qui?” chiese lei di rimando, con un’espressione neutra e Niall si sentì male.
“Io… è la nostra serata film” disse, indicando la custodia del film che teneva in mano e che aveva appena affittato.
“Non sono in vena per un film”.
Niall sospirò. “Possiamo vedere lo sport, allora? O… Lauren, posso parlarti?” il biondo era esasperato.
“Di cosa?” chiese, afferrando la porta più saldamente.
“Posso entrare?” chiese a sua volta, guardandosi intorno sul pianerottolo.
Lauren annuì e si scansò per farlo passare.
Si sedettero sul divano. “Sei sicura di non volerlo vedere?” chiese Niall, guardando la copertina di Step Up. Aveva puntato su Channing Tatum.
“Di cosa vuoi parlarmi?” chiese invece la ragazza, sistemandosi i capelli dietro l’orecchio. Il biondo notò che indossava una sciarpa, ma probabilmente perché non sapeva chi avrebbe trovato dietro la sua porta.
Ma adesso poteva anche toglierla, no?
Niall annuì. “Mi dispiace”.
La ragazza continuò a guardarlo nello stesso modo. “Per cosa?”.
“Per non averti detto di Amy”. Niall aveva deciso di arrivare dritto al sodo. Era la cosa migliore.
“Non dovevi dirmelo per forza, non hai niente di cui dispiacerti” disse la ragazza, senza guardarlo negli occhi. Prevedibile. Niall non riusciva a credere di averle nascosto una cosa del genere (beh, non che non gli nascondesse nulla: poteva contare almeno due cose che non le aveva ancora detto e una di quelle era anche il motivo per cui aveva iniziato ad uscire con Amy).
“E invece sì. Sei la mia migliore amica. Dovevo dirtelo e quindi, mi dispiace. Dimmi quello che vuoi sapere” la incitò.
Lauren sospirò. Si sentiva stupida. Aveva evitato Niall per diversi giorni a causa di quella ragazza. Quando Zayn le aveva mostrato la foto era stato come un secchio d’acqua ghiacciata addosso.
Lauren aveva provato un profondo fastidio.
“Ni, io… voglio solo che non mi nascondi le cose. Insomma, avrei voluto saperlo da te che hai la ragazza. E non da Zayn” disse, guardandolo negli occhi.
Niall aveva un’aria colpevole. “Lo so” disse, mentre quel “hai la ragazza” gli risuonava nella testa. Non era ancora riuscito a baciare Amy.
“Sei il mio migliore amico. Lo sai che puoi dirmi tutto”. Il ragazzo odiava quella parola. Amico non era abbastanza.
Niall annuì con lo sguardo basso.
“E’ molto bella” disse Lauren a quel punto.
Il ragazzo tornò a guardarla con gli occhi più aperti del solito. Mai quanto te, fu il primo pensiero che gli venne in mente guardando il viso della ragazza che aveva davanti.
“Cosa hai portato?” chiese poi, allungando il braccio verso il film che lui teneva ancora in mano, dato che Niall non era intenzionato a rispondere.
Il biondo si sbloccò e scrollò le spalle. “Step Up” disse con un sorriso divertito e colpevole.
Lauren sorrise divertita e Niall poté notare quanto quel sorriso fosse diverso da quello di Amy. Era più luminoso, più pieno di fossette e per Niall più splendido.
“Cercavi di corrompermi?” chiese.
Niall scrollò le spalle, colpevole. Poi però tornò serio.
“Lauren. Ho un’altra cosa da dirti”.
La ragazza deglutì. Cos’altro le aveva nascosto?
“Di che si tratta?” chiese a bassa voce.
Niall tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare e aprì Twitter.
“Rennie, non te l’ho detto prima perché non volevo darti false speranze. Però…” iniziò.
False speranze? Di cosa cavolo stava parlando?
Aprì una conversazione e passò il cellulare alla ragazza.
Niall aveva mandato un messaggio diretto ai... One Republic.
Gli occhi della ragazza si spalancarono mentre iniziava a leggere:
Ciao, spero che dietro questo account ci sia direttamente Ryan, dato che mi piacerebbe parlare con lui. Sono sempre stato un vostro fan, ma una persona a me cara è tremendamente pazza per voi. Volevo chiedere a Ryan un favore (se non dovesse leggerlo, potreste dirmi come rintracciarlo, per cortesia?) a tal proposito.
Spero vivamente di ottenere una risposta. Sarebbe grandioso.
-Niall Horan, dei One Direction.
E sotto al messaggio ci stava una risposta.
Lauren alzò gli occhi di scatto verso il biondo che si mangiucchiava l’unghia del pollice e la scrutava con lo sguardo.
“Loro mi hanno dato un numero” spiegò e la ragazza tornò a leggere:
Ciao, Niall. È un piacere essere contattati da un membro della band più famosa in Inghilterra. Sfortunatamente non è Ryan a rispondere in questo account, ma posso darti il suo numero di telefono (3728*46*21). Non posso darti quello privato, ma solo quello di servizio. Spero che ti risponda. Buona fortuna.
-Staff One Republic.
“Ti hanno dato il numero?” furono le uniche parole che riuscì a sussurrare la ragazza.
Niall annuì e allungò il braccio per uscire da Twitter e aprire i suoi messaggi.
Lauren non si accorse nemmeno del fatto che il nome di una conversazione fosse Amy con un cuore accanto.
Guardava attentamente il dito di Niall che apriva il messaggio che aveva mandato a Ryan Tedder:
Ciao, Ryan. Sono Niall Horan, dei One Direction. Amo davvero la vostra musica e so che tra due settimane sarete a Londra. Volevo chiederti un grande favore. Vorrei conoscerti e farti incontrare una persona, una tua grande fan. Se ti piacesse l’idea, potresti contattarmi, per favore? Mi basta solo prendere un caffè e passare dieci minuti con te. È importante per me. Grazie in ogni caso.
A Luaren il cuore batteva all’impazzata. “Lo hai fatto per me?” chiese, guardando Niall con gli occhi spalancati.
Il ragazzo annuì. “Non mi ha ancora risposto, però. E potrebbe non farlo. È per questo che non ti ho detto nulla al riguardo”.
E poi Lauren gli gettò le braccia al collo. “Grazie, grazie, grazie!” gli disse, mentre lo stringeva a sé. Niall avvolse a sua volta le braccia intorno alla ragazza e si lasciò travolgere dal suo odore.
“Ren, te l’ho detto…”.
“Sì, sì, ma non mi importa. Tu… tu hai scritto a Ryan per me. Mi basta questo, davvero” disse, dandogli un bacio in guancia, che fece trattenere a Niall il respiro.
“Ha ancora dieci giorni di tempo per rispondere” disse, quando lei si staccò e lui riprese a respirare.
“Non ci resta che aspettare” disse lei, alzandosi in piedi e mettendo il dvd nel lettore.
 


I giorni seguenti erano tornati alla normalità. Nonostante Niall uscisse con Amy (che forse iniziava a spazientirsi dato che erano ancora nella fase di amici, nonostante i giornali dicessero il contrario e i suoi amici credessero la stessa cosa), i due erano tornati ad interagire e anche gli altri se ne erano accorti. Quando stavano insieme inoltre, il telefono di Niall era perennemente in tasca alla ragazza, nel caso in cui fosse arrivato il fatidico messaggio di Ryan.
Avvenne tutto il pomeriggio di venerdì, quando mancavano quattro giorni all’avvento dei One Republic a Londra. Lauren aveva iniziato a perdere la speranza e aveva anche smesso di saltare per ogni messaggio che arrivava sul cellulare del biondo. Non che non si stesse divertendo a leggere i messaggi che arrivavano: i più divertenti erano quelli delle fan che chissà come avevano avuto il numero e scrivevano cose incredibili. Lauren pensava che se fosse stata al loro posto non si sarebbe mai azzardata a fare certe di quelle domande solo per farsi notare o ottenere una risposta. E lo stesso Niall le ignorava, facendo credere a quelle ragazze di aver ottenuto il numero sbagliato.
E poi c’erano quelli di Amy, che lei non apriva nemmeno. Una di quelle volte aveva urlato a Niall che stava in cucina, mentre lei era distesa sul divano, proprio per informarlo di un messaggio della ragazza.
“Rispondi tu” le aveva detto, ma lei aveva subito protestato.
“Non ho la minima intenzione di parlare con la tua ragazza al posto tuo, sappilo” aveva risposta, roteando gli occhi.
Al solo pensiero il sangue le ribolliva nelle vene.
E quel pomeriggio pensava che fosse uno dei soliti messaggi, o al massimo di qualche amico del biondo che gli chiedeva di uscire per il giorno dopo, ma quella volta, mentre stava seduta nel divano di casa Stylinson, fu diverso.
Prese il telefono senza neanche pensarci e mentre cambiava canale,  lo sbloccò senza guardare, ormai troppo familiare.
Quando abbassò lo sguardo però le venne quasi un infarto.
Il nome del mittente era Ryan Tedder. “Oh mio dio” sussurrò, mentre apriva il messaggio:
Ciao, Niall. Scusa se rispondo soltanto adesso, ma ho avuto molto da fare ultimamente. Sarei molto felice di incontrarvi. Ho sempre voluto sapere delle vostra esperienza di band, quindi perché no? Va bene per colazione martedì mattina? È l’unico spazio che ho. Se va bene, dammi soltanto un luogo in cui vederci.
A presto, Ryan.
“Oh mio dio! Oh mio dio!” disse alzandosi in piedi e correndo quasi in cucina con un sorriso a trentadue denti e il cuore che correva. Quando entrò in cucina, tutti i ragazzi che stavano lavorando, si voltarono verso di lei. Niall era appoggiato al lavello, in piedi. E Lauren si fiondò da lui.
“Oh mio dio! Oh mio dio, Ni! Ha risposto” urlò saltellando sul posto. Sollevò il telefono e glielo mostrò. “Ha risposto! Ha risposto!” continuava a ripetere e Niall le afferrò il polso ridacchiando.
“Sta ferma. Non riesco a vedere nulla, altrimenti” disse, mentre gli altri li guardavano incuriositi per la reazione della ragazza.
Niall cercò di leggere velocemente, mentre Lauren diceva: “Hai letto? Hai letto?” e lui non riuscì neanche a finire di leggere che lei affermò: “Vuole incontrarci!”. Niall rise, mentre lei ripeteva. “Oh mio dio, vuole incontrarci!” e poi si lanciò su Niall, cingendogli il collo con le braccia.
“Eh già. Vuole proprio incontrarci” disse Niall contento, affondando il viso nel collo di Lauren e inebriandosi del suo odore, nell’abbraccio che stavano condividendo.
“Oh, Niall. Grazie, grazie, grazie! Sono così felice! Lo incontreremo” disse, mentre lui la sollevava leggermente da terra.
“Chi incontrerete?” chiese Louis a quel punto e i due sciolsero l’abbraccio.
Lauren si voltò verso il ragazzo più grande. “Ryan. Niall è riuscito a contattare Ryan!” disse elettrizzata.
“Ryan chi?” Louis era confusa.
“Tedder, Louis. Ryan Tedder” e poi abbracciò di nuovo Niall, facendolo ridere.
“Oh mio dio. Harry, guarda: Lauren mi ha rimpiazzato con Niall” disse, simulando un piagnucolio.
Lauren si staccò di nuovo dal biondo. “Lou, Niall è il mio migliore amico” affermò e Louis tornò serio improvvisamente, senza alcun accenno di sorriso. Aveva sentito lo stomaco chiudersi.
Adesso c’era il silenzio, che venne interrotto dalla ragazza stessa. “Ma tu sei mio fratello. Il concetto è alquanto diverso” disse con noncuranza.
E Louis si sciolse improvvisamente. “Oh” disse soltanto, mentre il sorriso gli tornava sul viso. “Sì, sono il tuo fratellone” disse Louis andandole incontro e afferrandola per scombinarle i capelli.
“Louis!” protestò lei, mentre gli altri ragazzi ridacchiavano.
“Allora, quando lo incontrerete?” chiese Liam a quel punto e Niall iniziò a spiegare.
 
 

“Cos’è successo? Stavate così bene” chiese Liam a Niall, che continuava a passarsi una mano tra i capelli.
Il biondo scrollò le spalle. “Non lo so. Insomma, Amy è carina, ma…”.
“Non è chi vorresti che sia” borbottò Zayn e tutti si voltarono a guardarlo. “Cosa?” chiese Louis, incuriosito dall’amico.
“Cosa?” ripeté Zayn, guardando gli altri e confondendoli.
“Non lo so. Ma siamo rimasti amici” spiegò Niall, ignorando le uscite del moro.
In realtà Niall la sera prima aveva baciato Amy. La ragazza ne era così felice, ma subito quella felicità sparì, dato che Niall si era staccato con un sospiro.
“Mi dispiace” aveva detto il biondo.
Amy aveva sorriso tristemente. “Non dispiacerti. Non sono la ragazza di cui sei innamorato, eh?”.
Niall si stupì per quanto le donne potessero essere intelligenti e lui ripeté un: “mi dispiace”.
A quel punto la mora era stata ragionevole e insieme avevano deciso di restare amici e di continuare in quel modo le loro uscite.
“Eravate una bella coppia” commentò Lauren che fino a quel momento era rimasta in silenzio. E Niall fece una smorfia. Non voleva un commento del genere proprio da lei.
“Beh, non ha funzionato” affermò, chiudendo lì il discorso.
“Magari non baciavi bene” lo prese in giro Harry.
“O forse non eri bravo a letto” rafforzò Louis.
“Idioti” disse Niall, sollevando gli occhi al cielo, mentre gli altri ridevano.
Solo Lauren disse: “Ehilà! Ci sta una ragazza qui dentro. E queste cose non le vuole sapere”.
Louis si raddrizzò. “Ragazza? Chi? Dove?” disse guardandosi intorno.
E Lauren che era seduta accanto a lui gli diede uno schiaffo dietro la testa. “Sei proprio deficiente” gli disse scuotendo la testa, mentre tutti ridevano e Louis si massaggiava il punto colpito.
 
 

“Siamo arrivati?” chiese per l’ennesima volta Lauren, dentro la Range Rover di Niall.
“No” ripeté per l’ennesima volta il guidatore biondo.
“Stiamo arrivando?”.
Niall sbuffò. “Quasi” disse di nuovo.
Era da quindici minuti che giravano per le strade di Londra, diretti al posto che avevano stabilito con Ryan. Lauren era decisamente agitata. Aveva impiegato un sacco di tempo a scegliere cosa indossare, con Louis ed Harry come suoi consiglieri speciali, mentre Niall li osservava in silenzio. I tre avevano perso tanto di quel tempo, dato che erano in disaccordo: Louis pensava che quella gonna la ingrassasse. Harry che la camicia non si adattasse alla gonna. E Lauren si disperava, pensando che fosse l’outfit giusto.
Louis aveva anche tirato fuori un paio di jeans stretti a vita alta, proponendoglieli con una maglia, mentre Harry optava per la maglia che aveva scelto Louis con la gonna che Lauren indossava. Era il caos.
Niall riuscì finalmente a spazientirsi e si alzò in piedi, andando verso l’armadio di Lauren. Tirò fuori una gonna a vita alta che le aveva già visto addosso qualche tempo prima e la diede a Lauren. “Indossa questa con la camicia. Avanti, provala” le disse supplichevole.
La ragazza lo aveva guardato e aveva annuito, sparendo in bagno senza una protesta.
Harry e Louis avevano guardato Niall con la bocca spalancata e non dissero nulla, prima che Lauren tornasse nella stanza.
“Sono pronta” disse, sfoggiando il look che le aveva consigliato il biondo.
Niall sorrise mentre gli altri due ragazzi annuivano a facevano commenti d’approvazione.
E adesso erano quasi arrivati all’appuntamento, ma Lauren continuava ad agitarsi sempre di più e mentre ripeteva la stessa domanda tamburellava anche le dita sullo sportello.
Incontrare Ryan Tedder fu irreale per entrambi. Lauren trattenne quasi il respiro, quando se lo trovò davanti e dovette essere Niall a fare le presentazioni.
I due uomini si strinsero la mano, dicendosi a vicenda quanto fossero contenti di potersi conoscere e poi Niall guardò Lauren. “Ryan, questa è Lauren. Penso che sia una delle tue più grandi fan”.
Il sorriso del cantante si fece più grande e disse: “Ecco la ragione per cui Niall mi ha contatto. Lauren, è un piacere conoscerti” e le baciò la mano.
Lauren era arrossita e non era riuscita a dire una parola, prima che si sedessero ad un tavolino appartato del locale che avevano scelto.
Da lì in poi fu molto facile conversare con Ryan. Anche Lauren presto si unì, grazie a Ryan che era riuscito a metterla a suo agio e a farle domande su tutto, tanto che Niall ad un certo punto rimase in silenzio ad ascoltare i due che parlavano e le domande che si ponevano a vicenda.
La parte migliore, secondo Niall, fu quando Ryan rimase entusiasta del fatto che Lauren fosse una compositrice.
“Beh, allora un giorno dovremo collaborare e fan nascere qualche canzone per il mio disco” aveva detto con un sorriso dolce e Lauren era rimasta senza fiato. Non riusciva a credere che Ryan Tedder, il suo idolo, volesse lavorare con lei.
Senza neanche accorgersene aveva afferrato la mano di Niall sopra al tavolo, intrecciando le loro dita.
Niall, al contrario, se ne accorse eccome e a causa di quel gesto non riuscì a capire ciò che Lauren stesse dicendo a Ryan, perdendosi i ringraziamenti di lei e il suo: “Sarebbe un onore grandissimo lavorare con te, Ryan”.
Niall si sentiva leggero e il suo cuore batteva un po’ troppo veloce. Osservava le loro dita unite e desiderava quel contatto in ogni momento. Era una sensazione incredibile.
Le loro dita rimasero intrecciate fino alla fine del loro incontro, quando una volta alzati in piedi Ryan li aveva salutati dicendo: “E’ stato un piacere conoscervi ragazzi. Niall, la tua ragazza è dolcissima. Sono contento di avere una fan del genere”.
E Niall divenne rosso come un pomodoro, mentre Lauren si accorgeva delle loro mani unite e si affrettava a scioglierle. “B-beh, non è la mia ragazza. Noi… noi siamo amici” borbottò Niall e Ryan sorrise divertito.
“Oh, scusatemi allora. Pensavo che foste una coppia. Siete così carini”.
Niall non capiva più nulla a quel punto e non si accorse di quanto quel commento avesse destabilizzato anche la ragazza accanto a sé. Non poteva fare altro che salutare il cantante, come Lauren (anche se lei aveva ottenuto un abbraccio in aggiunta), e guardare quella figura bionda allontanarsi da loro.
 
 

Lauren non aveva smesso di parlare di Ryan per tutto il tragitto di ritorno. Avevano deciso di andare a lavorare in studio al posto che a casa e questo aveva allungato il percorso e le parole della ragazza. Parole che Niall ascoltava a stento.
Il biondo continuava a sentire il contatto con la mano di Lauren, a tal punto che essa gli sudava e doveva asciugarla sui pantaloni, prima di riprendere il volante.
Faceva di tanto in tanto qualche cenno o piccolo sorriso, quando riusciva a captare cosa lei stesse dicendo e la ragazza non si accorse nemmeno di quanto fosse agitato, scambiando la sua irrequietezza e strano silenzio in concentrazione per la guida.
Ma nonostante tutto, Niall continuava a sentire in testa le parole di Ryan e quando parcheggiò l’auto davanti allo studio di registrazione tirò un sospiro. Solo a quel punto Lauren cambiò argomento.
“Tutto bene, Ni?” gli chiese. Niall sobbalzò, ma annuì.
“Sì, sì. Andiamo” le rispose scendendo dall’auto. Cercò di fare uno dei suoi soliti sorrisi e di mantenerlo.
Lauren lasciò perdere, nonostante non fosse molto convinta e seguì il ragazzo all’interno dell’edificio.
In poco tempo l’incontro con Ryan era sparito e loro due si erano ritrovati seduti in una sala piccola ma appartata dove potessero stare tranquilli. Lauren aveva tirato fuori il suo diario degli appunti e aveva iniziato a prendere spunto.
Quando Niall prese in mano quell’oggetto di pelle grigia, Lauren saltò in aria e glielo tolse dalle mani.
“Che fai?” gli chiese, con gli occhi spaventati.
Niall la guardò stupito. “Volevo dare un’occhiata” le rispose, ma lei ridacchiò nervosamente e lo mise lontano dal ragazzo.
“Lo prendo per un no” disse Niall, notando ancora una volta la riservatezza della ragazza. Dopotutto erano solo testi.
La cosa che Niall non sapeva in realtà, era che dentro quel diario Lauren aveva quasi finito una canzone, che avrebbe messo in chiaro diverse cose. Una canzone che era nata pensando ad una persona in particolare: un piccolo biondo irlandese con gli occhi azzurri e la risata più bella che lei avesse mai sentito. E non aveva la minima intenzione di fargliela leggere. Secondo Lauren avrebbe potuto compromettere la loro amicizia.
Lauren aveva iniziato a capire che cosa provasse per il biondo già da un po’ di tempo, ma continuava a ripetersi che quello non sarebbe potuto funzionare. Primo, per Niall erano solo buoni amici, tanto che fino alla settimana prima aveva Amy come ragazza. Secondo, Lauren era la “ragazza” di Louis. Non poteva farsi strane idee. Non in quel momento.
Lauren aveva avuto la conferma di ciò che provava proprio quando aveva saputo di Amy: aveva provato tanta di quella gelosia e quel senso di strappo da ciò che è proprio. Senza accorgersene, Lauren aveva iniziato a considerare Niall Horan suo.
Ma le cose dovevano rimanere così com'erano. Non che non lo avesse mai fatto: innamorarsi di una persona, ma evitare di andare oltre, pensando che il suo aspetto, il suo collo, avrebbe potuto rovinare tutto. Era successo in quel modo con Jake, uno dei suoi compagni di scuola a Doncaster. Quella volta la scenata sul fango con Louis aveva velocizzato l’allontanamento del ragazzo e lei era rimasta delusa, dato che quello non fosse proprio ciò che voleva (i suoi sentimenti talvolta erano così contrastanti che lo stesso Louis non riusciva a capire realmente cosa volesse o case stesse architettando).
Ma con Niall era diverso. Il biondo aveva visto la sua cicatrice, aveva capito e le era rimasto accanto. Le circostanze erano diverse, se non opposte, ma dato che quella relazione sarebbe stata insana, doveva riutilizzare la stessa tecnica. Rinunciare e accontentarsi di ciò che si ha.
Davvero molto arduo, con Niall che le faceva incontrare Ryan e tutto il resto, ma poteva farcela. Era solo l’ennesima sfida della sua vita.
Lei e Niall, in quel momento, stavano seduti in silenzio, persi entrambi nei meandri dei loro pensieri. Nessuno dei due però avrebbe potuto immaginare che ruotavano intorno alla stessa questione.
Lauren scosse la testa, scacciando il tutto, e tornò al foglio che aveva davanti pronta per realizzare una canzone.
Ma i due erano seduti così vicini che facevano fatica a concentrarsi. O meglio, Niall non riusciva a pensare ad altro che a lei, che sembrava tutta intenta a trovare le parole adatte che potessero stare bene con una certa melodia.
“Ti piace?” disse ad un tratto Lauren, alzando lo sguardo dal foglio con un sorriso sul viso, soddisfatta di quello che aveva scritto e puntando gli occhi verdi sul biondo.
Niall la stava guardando e senza smettere di farlo, annuì incantato dalla sua espressione.
Si soffermò sulla penna che la ragazza aveva portato alle labbra e poi sulla sua risatina.
“Ma se non l’hai nemmeno letta” disse, puntando la penna che aveva in mano sul foglio.
“Perfetta” sussurrò il ragazzo e Lauren si irrigidì. In quel momento si accorse dello sguardo di Niall: sembrava quasi stregato e non riusciva a distogliere gli occhi da lei.
Voleva chiedere che cosa avesse, ma non ebbe la forza di parlare.  Niall non riusciva più a capire che diavolo stesse facendo. Lauren sembrava quasi spaventata, ma lui non se ne curò. I loro corpi erano talmente vicini che potevano sentire il calore che emanavano l’un l’altro e Niall era inebriato dal profumo di lei. Ogni singola cosa era attrattiva per lui.
Il suo cervello era arrivato alla conclusione che aveva aspettato troppo tempo. Non voleva più aspettare.
Niall si spinse di più in avanti, verso il viso della ragazza e da lì, mentre pensava che quello dei suoi occhi fosse una tonalità di verde unica al mondo, le cose proseguirono da sole.
I loro respiri erano sincronizzati e nessuno dei due seppe mai chi fu il primo a chiudere la distanza. Forse Niall, che aveva terminato l’opera. Forse Lauren, che pensava solo a quanto lo volesse. O forse entrambi.
In quel pomeriggio di fine ottobre, in una stanza silenziosa e piena di strumenti musicali, sentendo finalmente di essere nel posto giusto, le labbra di Lauren e Niall si incontrarono.






Angolo dell'autrice: Olààà! Ecco qui il nuovo capitolo. Ok, scusate l'attesa, ma ho affrontato un trasloco, un adattemento (? xD) e l'inizio della preparazione atletica (allentamenti mattina e pomeriggio, aiuto). E così per il prossimo capitolo non so quanto vi farò aspettare di preciso, ma ho anche un'altra storia da continuare (o penso che qualcuno possa uccidermi xD). Sono così sorry!! 
Per quanto riguarda questo capitolo, volevo dire soltanto due parole sugli Zerrie. Scusate, ma non mi sono mai piaciuti, ho sempre pensato che la loro storia fosse falsa e per pubblicità (infatti dopo l'abbandono di Zayn, magicamente si sono lasciati, gettando il matrimonio e tutto il resto. Oook...). Comunque non voglio offendere nessuno, ognuno la pensa come vuole, ma dato che la storia è mia, beh ecco il risultato eheh. 
Un'altra cosa: il numero di telefono ovviamente è inventato e per evitare stranezze (che ne so, magari realmente è di qualcuno xD) ho messo gli asterischi x)
Per il resto? Emmh, sì. Ho velocizzato un po' le cose perché devo andare avanti. Devo arrivare ai nostri giorni! (Aiutatemi xD).
Comunque i commenti (e spero che ce ne siano) li lascio a voi. L'ultima parte vi è piaciuta? xD ^^
All the love.
-Manu

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Niall lo aveva immaginato milioni di volte. E ogni volta in modo diverso: sotto la pioggia, sul palco, in camera di Niall o di Lauren e anche in studio, proprio come allora. Era la sensazione più bella che avesse mai provato, che andava oltre la sua immaginazione. Quelle labbra rosee e morbide a contatto con le sue, dalle quali non si sarebbe mai più voluto staccare. L’unica differenza con tutte le volte che lo aveva immaginato era che dopotutto non era perfetto. Non lo era affatto, perché dopo pochi secondi di quel contatto, Niall si sentì tirare indietro dalla mano di lei, ora appoggiata sul suo petto. Fu come essere strappato dal posto più piacevole e sicuro del pianeta e Niall sentì improvvisamente freddo.
“Oh mio dio” furono le prime parole che spaccarono il silenzio. Lauren le aveva appena sussurrate, portandosi una mano alla bocca. “Oh mio dio” ripeté una seconda volta, mettendo ancora più distanza con Niall, che sentiva un macigno sullo stomaco. Che diavolo avevano fatto?
Quella stessa domanda ronzava nella testa di Lauren, dato che si era alzata in piedi e dando le spalle al ragazzo ammutolito aveva iniziato a blaterare: “Questo non doveva succedere. Ma cosa ho fatto? Oh mio dio” e strinse la braccia intorno al suo busto.
Solo a quel punto Niall si alzò in piedi. “Lauren” sussurrò, ma nonostante tutto lei sobbalzò.
Le si avvicinò e Lauren si voltò di scatto con un braccio dritto davanti a sé. “No. Sta indietro” disse con voce tremante.
“Lauren. Sono stato io” cercò di giustificarsi il biondo, con voce dolce e rassicurante.
Gli occhi della ragazza si spalancarono. “Oh dio. Ma è sbagliato. Noi non possiamo” replicò, facendo un passo indietro quando Niall ne aveva fatto uno avanti.
Niall sospirò. Merda. No, non doveva affatto andare in quel modo.
“Ren, non è sbagliato” sussurrò. Lauren rimase immobile a guardarlo e disse: “Sì, lo è”. Niall tentò ancora una volta di avvicinarsi. Quella volta la ragazza non si mosse e lui riuscì ad arrivare a pochi centimetri da lei. Le mise una mano sulla guancia e Lauren, dopo una piccola smorfia, sospirò appoggiandosi al contatto con gli occhi chiusi.
“Se lo è, allora voglio fare la cosa sbagliata” continuò Niall con la stessa voce melodiosa e dolce.
Lauren aprì gli occhi e incontrò quelli blu del biondo. Il suo respiro accelerò.
Portò la mano sopra a quella del ragazzo, ancora sul suo viso, facendo intrecciare le loro dita.
“E’ da mesi che aspetto questo momento, Lauren. E non mi importa di cosa sia giusto e cosa no. Io ho solo bisogno di questo. Di te. Mi sono innamorato, Rennie. E mi dispiace, perché non riesco a fare nulla al riguardo”.
Niall vide perfettamente gli occhi verdi che luccicavano di lacrime e poi lei gli gettò le braccia al collo, facendo scontrare le loro labbra una seconda volta. Niall le cinse meccanicamente la vita e si godette quel dolce sapore. Adesso che lo aveva provato, non ci avrebbe rinunciato facilmente. Era meraviglioso. Niall passò la lingua sul labbro inferiore di Lauren, chiedendo l’accesso che la ragazza gli concesse quasi immediatamente. Le loro lingue si muovevano insieme, mentre i loro corpi cercavano il contatto in qualsiasi modo. Le mani di Niall vagavano sulla schiena di lei e Lauren aveva infilato le dita nei suoi capelli.
In pochissimo tempo i loro respiri si fecero frenetici e pesanti e i due si allontanarono appena per respirare.
Lauren poggiò la fronte sulla spalla di Niall. “Lo penso anche io” disse, per poi sollevare la testa di scatto.
“Cioè, nel senso che non penso che tu ti sia innamorato di me, ma penso che lo sia anche io di te”.
Niall la guardò divertito e quando lei finì la frase, lui ridacchiò. “Allora va tutto bene, no?” le chiese, baciandole il naso.
Lauren fece un piccolo sorriso, ma quasi subito sospirò, spostandosi da Niall.
“Cosa c’è?” chiese il biondo, anche se temeva la risposta.
Lauren si sedette sulla sedia in cui stava prima.
“Ni, io davvero voglio che noi fossimo più che amici, ma…” iniziò a dire, ma Niall che aveva sentito lo stomaco chiudersi la interruppe.
“Non dirmi che vuoi, ma che non possiamo o non dobbiamo o qualsiasi altra cosa” disse esasperato, iniziando a camminare per la stanza.
“Non era quello che volevo dire” disse Lauren, poggiando le braccia sul tavolo davanti a sé.
Niall si fermò. “No?” chiese, guardandola e mordicchiandosi l’unghia del pollice.
La ragazza scosse la testa. “Io… Noi… come facciamo con gli altri? Niall, io sono la ragazza di Louis”.
“No, non lo sei” il ragazzo negò prontamente.
“Lo so. Ma che non lo sono realmente lo sappiamo soltanto noi. Per il resto del mondo io sono la fidanzata di Louis Tomlinson”.
Niall andò a sedersi accanto a lei, facendola voltare verso di sé. “Non mi importa, ok?” disse, prendendole la mano.
Lauren gliela strinse, facendo un piccolo sorriso stanco. “Forse… forse non dovremmo dirlo agli altri” disse alla fine, dopo aver riflettuto qualche secondo.
“Cosa? Perché no?” chiese Niall, sconvolto.
“Se Louis dovesse saperlo, andrebbe nel panico: si sentirebbe in colpa per avermi limitata e farebbe di tutto per saperci felici. Io non voglio che ciò che ha con Harry venga distrutto. E se noi venissimo fuori loro… “ e si fermò, sospirando “Ci sarebbe di mezzo un tradimento tra compagni di squadra. Ci starebbero duecento problemi. Se i vostri manager sapessero…”
“Da quando ti importa della nostra gestione?” chiese Ni, guardandola ancora confuso.
“Non mi importa, Ni. Ma mi importa di Lou ed Harry. Io… penso che sia la cosa migliore” terminò la ragazza.
“Quindi stai dicendo che dovremmo stare insieme senza dirlo ai ragazzi? Dovremmo avere una relazione segreta?”.
Una volta sentite quelle parole, dette ad alta voce dal biondo, lei stessa si rese conto che suonavano strane.
“Mi dispiace. Forse tu non vuoi. Insomma, può sembrare assurdo. E ti capisco, non…” adesso stava incespicando sulle parole.
“Va bene”.
Lauren si interruppe di colpo e lo guardò. “Cosa?” chiese lei.
“Va bene” ripeté Niall. “Possiamo tenerlo segreto, se preferisci. Glielo diremo quando vorrai tu. Quando ti sentirai pronta”.
“Dici sul serio?” la ragazza era davvero sconvolta. Non riusciva a ragionare lucidamente con tutte quelle emozioni in subbuglio. Ma in quel momento la sua decisione sembrava quella giusta.
Niall annuì e le accarezzò il viso. “Mi sta bene qualsiasi cosa. Ho solo bisogno di saperti mia. Ne ho bisogno da troppo tempo” terminò ridacchiando.
“Sei troppo buono con me, Ni” sussurrò Lauren, poggiandosi alla mano di lui ancora di più, godendosi il contatto.
“Non è affatto vero, piccola” rispose Niall, sporgendosi in avanti e baciandole la fronte. E Lauren sentì che un brivido piacevole l’attraversava. Era davvero una splendida sensazione.
 
 
Entrare in casa Stylinson quella sera era stato alquanto strano. Durante tutto il tragitto in macchina, dallo studio all’appartamento, le loro dita erano state intrecciate sul cambio dell’auto e le avevano sciolte solo quando Niall aveva parcheggiato.
Camminavano sempre alla stessa distanza. Se la gente li vedeva doveva continuare a credere che erano solo degli amici e colleghi di lavoro. Nulla sembrava essere cambiato da prima.
Quando Harry aprì la porta li accolse con un sorriso, mettendo in mostra le sue fossette e i due lo seguirono in salotto dagli altri.
E fu in quel momento, quando tutti si erano voltati a guardarli che Lauren e Niall iniziarono a sentirsi nervosi.
“Allora? E’ stato bello?” chiese Louis voltandosi verso di loro.
I due spalancarono gli occhi stupiti e si guardarono. Si vedeva così tanto?
“Cosa?” chiese Lauren, tornando a guardare il suo migliore amico e portando la mano alla bocca, mangiucchiandosi l’unghia.
Louis la guardò male. “Come cosa, Len! Hai incontrato Ryan, come è andata?”.
E a quel punto a Lauren tornò in mente. Dannazione! Niall era riuscito a farle dimenticare anche Ryan Tedder.
La ragazza vide perfettamente come Niall tornava a rilassarsi e andava a sedersi accanto Zayn e Liam con un sorriso.
“Oh, giusto” Lauren ridacchiò nervosamente e andò a sedersi sull’altro divano con Louis e Harry.
“Ti ha sconvolta così tanto?” chiese Louis con un sorriso divertito, passandole un braccio sulle spalle.
“Un po’” rispose la ragazza, sorridendo a sua volta. “Ryan è incredibile” e da lì iniziò a raccontare del loro incontro.
Niall pensò che dopotutto, nessuno si era accorto che qualcosa era cambiato. O almeno pensava. Alla fine, dovevano solo comportarsi come al solito e tutto sarebbe andato per il verso che volevano. O così sperava.
 
 
All’interno dei One Direction tutti si erano accorti che Niall era veramente felice. Non che solitamente non lo fosse, ma adesso aveva proprio il sorriso sulle labbra in ogni momento e sprizzava allegria come una piccola palla di sole.
Sembrava che la sua nostalgia dell’Irlanda fosse sparita, insieme a qualsiasi tipo di preoccupazione o tristezza. I ragazzi non sapevano il motivo, ma amavano averlo accanto in quel modo e non osavano chiedere per paura di far cambiare la situazione.
Ed era un bene che non chiedessero, perché il reale motivo era Lauren. La neocoppia era diventata inseparabile. Passava insieme più tempo possibile e spesso e volentieri dormivano insieme la notte. Amavano stare tra le braccia dell’altro e coccolarsi davanti al televisore o dormire incollati, con Niall a cucchiaio su Lauren.
E anche se potevano farlo soltanto quando erano da soli e dovevano comportarsi come semplici amici davanti agli altri, a loro andava bene.
L’unica cosa che inizialmente aveva rattristato Niall era Louis. Ovviamente non aveva nulla contro il suo amico e compagno di band, ma non poteva fare a meno di essere geloso di lui. Lauren continuava ad uscire con Louis qualche volta e i fan (quelli che non credevano in Larry) li ritenevano una coppia perfetta.
Tutto, però, era cambiato un venerdì sera, quando Lauren era andata ad una sfilata di moda con Louis, insieme a Zayn e Perrie e Niall era rimasto con Harry e Liam a casa. Anche se quest’ultimo li aveva raggiunti dopo un’uscita al centro commerciale con Danielle.
I tre ragazzi avevano ordinato una pizza e avevano messo su un film, ma soltanto Liam lo stava vedendo realmente. Harry continuava a guardare le foto che uscivano online di Louis e Lauren e questo non aiutava affatto Niall. Più guardava lo schermo di quell’Iphone, più la gelosia lo assaliva e lo abbatteva, tanto che aveva iniziato a sbuffare e a guardare l’orologio appeso al muro.
“Niall, devi prendere la pillola per caso?” gli aveva chiesto Liam ad un certo punto, guardandolo con la coda dell’occhio.
“No” rispose secco l’altro, ignorando l’ironia dell’amico.
“E allora che ti prende?” gli chiese Liam a quel punto, voltandosi a guardarlo completamente.
Niall scrollò le spalle. “Sono solo stanco” rispose, passandosi una mano sul viso.
“Vuoi andare a casa? Rimango io qui con Harry” disse Liam, guardando il più piccolo che li fissava con occhi imploranti: voleva compagnia fino all’arrivo di Louis.
Niall aveva annuito e si era alzato in piedi. “Grazie. Ci vediamo domani” ed era uscito da quell’appartamento per dirigersi al suo.
Anche se forse non era stata una grande scelta: continuava a pensare a quei due e a chiedersi se fossero tornati. Alla fine aveva deciso di usare la tecnica di Harry e aveva visto dal telefono che i due erano usciti già da un po’ da quella sfilata. E ovviamente si era messo le scarpe ed era uscito di casa una seconda volta.
In una decina di minuti era arrivato a casa di Lauren e aveva suonato il campanello senza curarsi di nulla. Con il senno di poi, avrebbe potuto creare un guaio se Louis fosse stato ancora lì, ma la sorte era dalla sua parte.
Quando Lauren, già in tuta, aveva aperto la porta apparve stupita. “Niall” disse e il ragazzo annuì, chiudendo la porta dietro di sé e attirandola a sé per baciarla.
La ragazza poté sentire perfettamente lo stato d’animo di Niall da quel bacio. Era quasi disperato.
“Ehi” disse quando si separarono e Niall rispose soltanto con un: “Mi sei mancata” e chiuse gli occhi, affondando il viso nel suo collo.
“Cosa c’è?” chiese Lauren, passando le dita tra i suoi capelli biondi e Niall si stupì di come riuscisse a capirlo.
“Niente, mi sei solo mancata” mentì Niall trascinandola verso il divano.
“Sono stata via solo un paio d’ore, piccolo” disse e il biondo si sistemò tra le braccia di lei, poggiando la testa sul suo petto.
In questi casi si vedeva maggiormente la differenza di età tra i due e a Lauren più che infastidire, la cosa affascinava.
“Mmh” rispose Niall chiudendo gli occhi a godendosi le carezza che lei gli stava facendo, cercando di confortarlo.
“E’ successo qualcosa?” chiese la ragazza, baciandogli la fronte.
Il ragazzo scosse la testa e poi chiese: “Ti sei divertita con Louis?”. Il tono con cui l’aveva detto, quasi cattivo, ma allo stesso tempo addolorato, fece capire a Lauren quale fosse il problema.
“Oh, piccolo. Sei geloso di Louis”. L’ultima frase era uscita più come un’affermazione che una domanda.
“No” la riposta di Niall era stata fulminea.
Lauren ridacchiò e disse: “Non devi esserlo, Ni. Louis è di Harry, mentre tu sei il mio piccolino. Io ti amo”.
E quella sera Niall rischiò veramente di morire affogato con la sua saliva. Era la prima volta che Lauren glielo diceva apertamente dopo settimane. Era la prima volta che glielo diceva in quel senso.
Sollevò la testa di scatto e la guardò con gli occhi spalancati. “Cosa hai detto?” chiese con un filo di voce.
“Che non devi essere geloso?” Lauren era confusa dalla sua reazione.
“No, dopo”. Niall sentiva l’ansia crescere.
“Che sei il mio piccolino?”.
Niall scosse la testa con foga. “No, proprio alla fine”.
Lauren ci pensò su e poi sorrise. “Oh” disse. E dopo un attimo di silenzio continuò: “Ti amo, Niall James Horan”.
E il sorriso sul viso di Niall sorse immediatamente. Si lanciò sulle labbra di Lauren, chiudendo la distanza e staccandosi solo per dire. “Ti amo anche io, Lauren Frost”.
E dopo allora i ragazzi avevano potuto vedere il cambiamento di Niall: la felicità palpabile in lui, che considerava quella sera la più bella della sua esistenza.
I due avevano iniziato a baciarsi sul divano e Niall era finito presto sopra di lei.
Lasciava piccoli baci e morsi sul collo e sulla mascella della ragazza, per poi tornare alle sue labbra.
“Letto?” sussurrò Lauren afferrando ancora di più i capelli di Niall.
Il biondo riuscì soltanto a gemere e sollevò da lì la ragazza, che gli aveva cinto la vita con le gambe.
Dopo quei pochi passi aveva poggiato Lauren sul letto matrimoniale, prendendo la stessa posizione che avevano assunto precedentemente sul divano.
“Niall” Lauren sussurrò il suo nome, con le labbra che sfioravano la guancia del biondo.
Il ragazzo infilò la mano sotto la maglia di lei, a contatto con la schiena, graffiandole appena la pelle e facendola ansimare. “Sei mio” balbettò Lauren, mentre Niall le continuava a stampare baci in qualsiasi porzione di pelle scoperta.
“Sono tuo” ripeté il biondo, prima di slacciare l’elastico della tuta che lei portava.
Lauren però gli afferrò la mano e lo fermò. Mise la mano rimasta libera sul petto di lui e lo spinse, ribaltando le loro posizioni e finendo a cavalcioni su Niall.
Il biondo le cinse i fianchi con le mani e la lasciò fare: Lauren sollevò l’orlo della sua maglia e con l’aiuto di Niall finì per terra, lasciando il suo petto scoperto. Niall vide perfettamente il sorriso malizioso sul viso della ragazza e sentì i suoi pantaloni farsi sempre più stretti.
“Lauren” borbottò, affondando la mano nei capelli di lei, che si era abbassata per baciare la sua pelle.
Niall sentiva ogni punto in cui le labbra di lei si poggiavano andare lentamente a fuoco. Non ce la faceva più.
“Basta” disse e con un solo movimento del braccio tornò alle posizioni di partenza.
Lauren ridacchiò e aiutò Niall nell’intento di toglierle la maglia.
Quando il biondo si trovò davanti per la prima volta la ragazza con addosso soltanto il reggiseno rimase senza fiato. Lauren aveva una terza piena di seno e il biondo l’ammirò, prima di andare alla ricerca del laccetto che avrebbe permesso di mettere in mostra il tutto.
Anche quell’indumento finì presto per terra e Niall sentì il suo respiro accelerare. “Wow” disse estasiato.
“Sei... sei bellissima” terminò e vide Lauren sorridere.
“Anche tu” sussurrò lei, facendo scontrare le loro labbra per l’ennesima volta e assaporando l’uno la bocca dell’altro.
Le mani vagavano sui loro corpi, cercando di scoprirsi, di conoscersi e di portare alla luce parti del loro corpo che entrambi avevano solo potuto immaginare.
Ben presto, tutti i loro vestiti erano ammucchiati sul pavimento, mentre l’unica cosa che a Niall e Lauren importava era proprio loro. Solo e semplicemente loro.
 
Novembre 2012
Harry non sapeva più come far aprire la porta della camera da letto a Louis, che si era chiuso all’interno dall’ora di pranzo.
Aveva cercato di convincerlo in qualsiasi modo, ma niente. Alla fine aveva chiamato Lauren, cercando di farsi aiutare.
La mora era arrivata a casa dei due ragazzi e aveva trovato un Harry disperato, quasi sull’orlo delle lacrime.
“Tranquillo, Haz. Lo faremo uscire. Con le buone o con le cattive” lo aveva tranquillizzato sollevando le sopracciglia e facendo sorridere il più piccolo.
“Louis William Tomlinson!” aveva detto in modo imponente bussando alla porta della camera da letto. “Apri questa dannata porta”.
All’inizio nessuno rispose e i due ragazzi si lanciarono uno sguardo.
“Louis, apri!” ripeté.
“Va via, Lauren!” urlò finalmente il maggiore dall’altra parte.
“Io e Harry staremo qui fin quando non aprirai la porta!”. Harry sospirò e si appoggiò al muro.
“Non è vero! Andate via!” ribatté Louis.
“E’ colpa mia” si lamentò Harry, sedendosi per terra. Lauren lo guardò compassionevole.
“Oh, tesoro. Non è colpa tua” gli disse, abbassandosi sulle ginocchia e affondando la mano nei suoi ricci.
“E invece sì. Con Taylor…”
Lauren lo interruppe: “Haz, Louis sa che non è una tua scelta quella di avere Taylor come beard, proprio come io lo sono per lui. Si sta solo incolpando a causa di quella maledetta intervista”.
“E’ un attore fantastico” ridacchiò Harry tristemente, con le lacrime agli occhi.
“Già. Proprio per questo si odia. Sappiamo entrambi che non voleva dire quella cosa ai vostri fan” continuò lei, prima di sussurrare: “Anche io sono una Larry shipper, ma non dirlo in giro, né ad Harry né a Louis. E ti assicuro che io continuo a credere in loro” e gli sorrise facendogli l’occhiolino.
Harry fece un piccolo sorriso, ma non disse nulla.
“Odio i vostri manager. L’ho mai detto? Obbligare Louis a negarvi e a dire alle fan Larry di non essere vere fan.  È una pazzia. E adesso far comparire Taylor accanto a te. Proprio non capiscono”.
Harry sospirò e annuì. “Lo so. Lo hai già detto, sì. Come facciamo a tirare fuori Lou dalla camera da letto?”.
Lauren si sollevò in piedi e porse la mano ad Harry per aiutarlo a tirarsi su. “Mmh” disse Lauren guardando la porta. “Mi serve una forcina e cinque minuti di tempo. Vedrò quello che posso fare” disse seriamente.
Harry la guardò con la bocca aperta. “Dici sul serio?” chiese, senza neanche riuscire a ridere.
“Certo. Quando ero piccola forzavo sempre la porta della cucina per mangiare qualcosa, nel caso in cui la cena…” si interruppe di colpo e si voltò a guardare Harry. Lauren ridacchiò nervosamente e continuò: “Lunga storia. Però aspetta, voglio provare prima una cosa”.
Osservò per bene la serratura, poi bussò per l’ennesima volta, ma non ottenne risposta. Infilò una forcina tirata via dai suoi capelli nella serratura, senza curarsi che potesse fare rumore. “Louis? Boo, apri la porta?” chiese poi, bloccandosi. “Se non lo fai tu, lo faccio io. E sai che ne sono capace. Non ti darei neanche il tempo di bloccarla in altro modo. Non sto scherzando”.
Silenzio. Lauren contò mentalmente fino a tre, poi la serratura scattò: Louis aveva aperto la porta.
“Oddio, ce l’hai fatta” disse Harry, guardandola e facendole un sorriso. Lauren sollevò le spalle e abbassò la maniglia.
“Adesso è compito tuo, Hazza. Vai a dirgli qualcosa, confortalo nei modi che vuoi tu…” Harry sollevò gli occhi al cielo. “Sei la persona più indicata in questo caso. Digli solo che gli voglio bene, ok?” terminò lei, battendo la mano sul petto di Harry e camminando verso l’uscita della casa.
“Grazie” disse Harry voltandosi verso la ragazza ormai dietro di lui e lei rispose con un semplice: “Di nulla”.
E adesso il ragazzo aveva un lavoro da fare. Lauren aveva ragione: Harry sapeva come tirare su Louis e anche quella volta ci sarebbe riuscito.
 
Dicembre 2012
“Non voglio! Non voglio!”.
Niall sospirò e si sedette sul letto, accanto ad Harry.
“Senti, amico. Non voglio arrivare in ritardo. Louis e Laurie sono già usciti di casa, Liam e Zayn sono già lì. Manchiamo solo noi, quindi muoviti e vestiti” disse Niall, stufo di dover aspettare.
“Non voglio andare ad una stupida festa di Natale in cui dovrò stare appiccicato a Taylor a causa di tutte le macchine fotografiche” si lagnò l’altro con le mani sul viso.
Niall sbuffò. “Harry! Sarà solo per un paio d’ore. Per Louis non è un problema e ti farai perdonare con la sua festa di compleanno. Quindi, non rompere. O ti lascio qui” gli disse categorico.
Harry sospirò e si alzò in piedi borbottando. “Stupida Modest!”.
Per lo meno, adesso si stava vestendo e loro potevano raggiungere la loro destinazione.
Quando arrivarono all’hotel in cui si sarebbe tenuta la festa, Harry e Niall vennero assaliti dalle macchine fotografiche. Erano veramente tante, ma sapevano che una volta arrivati all’interno si sarebbero come minimo dimezzate.
Entrambi vennero accolti dopo una serie di corridoi da alcuni uomini eleganti che per tutta la sera si sarebbero occupati delle giacche dei presenti.
“Buona serata!” gli dissero con un sorriso, che Niall ricambiò, aggiustandosi il maglioncino sopra agli skinny stretti.
E poi seguì Harry dentro a quella sala enorme e addobbata, pronti per quella serata.
 
Lauren pensava che dopotutto quella non era una brutta serata. Eccetto le continue foto scattate da uomini pagati appositamente per l’occasione, il tutto era organizzato bene, la musica piacevole e il cibo eccellente. Inoltre si stava divertendo un mondo a criticare e a sparlare di qualsiasi persona presente con Louis accanto e un bicchiere di champagne in mano. Accanto a loro ci stavano anche Niall e Zayn, con la sua Perrie, mentre Liam e Danielle stavano poco distanti, a chiacchierare con uomini e donne in completi perfettamente eleganti.
Un’altra storia era quella di Harry e Taylor. Sembravano la coppia della serata, avevano riconfermato la loro relazione e venivano riempiti di domande. Louis aveva deciso di ignorarli palesemente dall’inizio, nonostante Harry lanciava spesso delle occhiate al suo fidanzato. Dal canto suo, Louis continuava a divertirsi in quel modo con la sua migliore amica.
Tutto stava andando liscio e i ragazzi aspettavano solo il momento in cui sarebbero andati a casa.
Mancava veramente così poco. Nessuno credeva che la serata potesse degenerare.
“Vado a prendere da bere” disse Niall, alzandosi in piedi. Nessuno commentò e Lauren lo seguì semplicemente con lo sguardo.
“Ma che cappello ha in testa quella donna?” chiese Louis, attirando la sua attenzione. Lauren scoppiò a ridere, ma la sua risata scemò di colpo e la sua testa si voltò di nuovo nella direzione precedente.
“Oddio. Scusa. Scusami, mi dispiace. Non volevo” Niall stava farneticando quelle parole davanti una Taylor Swift con il vestito bagnato. Evidentemente c’era stato uno scontro involontario e quello era stato il risultato. Niall era così rosso in viso.
E poi le parole di Taylor: “Non toccarmi di nuovo, brutto maiale biondo!”.
Fu il caos. Tutti si erano fermati, compreso Harry, che stava cercando di aiutare la bionda, ma si era bloccato di colpo a guardarla. Tutto lo staff aveva vietato immediatamente ai fotografi di usare le loro macchine.
Niall, dopo quelle brutte parole, si era zittito di colpo. Lauren poté vedere il momento preciso in cui ingoiò, cercando di mandare giù qualsiasi cosa gli si fosse formato in gola e poi i suoi occhi: si erano riempiti di lacrime.
Fu proprio in quel momento che Lauren, con il sangue che le ribolliva dentro, si alzò di scatto. “Chi diavolo crede di…?”.
“Len!” Louis la fermò di colpo, passandole un braccio intorno alla vita e trattenendola. “Che pensi di fare?”.
Niall, intanto si era voltato di colpo ed era uscito dalla stanza, seguito da Zayn e Liam.
“Louis, lasciami!” affermò Lauren, dandogli un pizzicotto.
“Ahi” Louis la lasciò, ma la seguì, avendo paura di ciò che avrebbe potuto fare.
“Chi diavolo ti credi di essere?” disse Lauren infuriata e Taylor si voltò verso di lei con una smorfia.
“Come ti permetti di insultare Niall in questo modo? Non sei nessuno per i ragazzi. Non dovresti neanche azzardarti”.
“Tu sta zitta. Sei proprio come me. Sei nella mia stessa condizione. Vieni usata solo per salvare la faccia dei ragazzi” ribatté la bionda.
Lauren rise in modo crudele. Anche Louis, adesso che si era accertato che Lauren non l’avrebbe aggredita, stava guardando con disprezzo la finta ragazza di Harry.
“Saremo nella stessa condizione, ma tu sei molto peggio di me, bionda. Io amo i ragazzi, mentre tu ami i tuoi soldi. Se avessi un po’ di considerazione loro o semplicemente altrui non avresti mai detto quelle parole a Niall” Lauren aveva proprio perso le staffe. Una ragazzina viziata, con la bella voce e bel viso, ma senza un po’ di intelligenza.
Taylor rise e Lauren continuò: “Prova ad avvicinarti a Niall un’altra volta. Non voglio vederti neanche a dieci metri di distanza da lui oppure…” si interruppe, voltandosi verso il suo amico riccio. “E tu tieni a bada la barbie Harry, o qui finisce male”. E dopo questa affermazione girò sui tacchi e prese la direzione in cui erano andati gli altri tre.
Harry aveva una faccia afflitta e si scambiò soltanto uno sguardo intenso con Louis. Il maggiore stava cercando di consolarlo in quel modo, senza dire una parola, mentre intorno a loro la festa riprendeva di colpo vita.
Lauren attraversò in fretta il corridoio, seguendo le voci basse che si sentivano da quella distanza.
Svoltò l’angolo e: “Oh, Ni” sussurrò. Il biondo era seduto su una poltroncina di pelle, con gli occhi arrossati, mentre Liam e Zayn cercavano di consolarlo, in piedi davanti a lui. Comunque il biondo non sembrava calmarsi molto.
“Niall” ripeté Lauren a voce più alta e tutte e tre le teste si voltarono verso di lei. Lauren si era concentrata solo sull’espressione di Niall, tanto che non si rese conto di quella di Zayn, sollevato di vederla arrivare.
Il biondo, dal canto suo, aveva spalancato gli occhi e mentre Lauren si avvicinava iniziò a farneticare tra le lacrime: “Mi dispiace, mi dispiace. Io non volevo. È stato un incidente”.
Lauren arrivò davanti al ragazzo e Liam e Zayn si scansarono istintivamente, arretrando e lasciandola fare.
“Lo so, Ni. Ssh, non piangere. È ok” gli disse mettendogli le mani sul viso e asciugandogli le lacrime.
“Non volevo toccargli le tette, davvero. Mi hanno spinto”.
Lauren si fermò un attimo. Oh, ecco cosa si era persa in quel caos.
Taylor doveva ritenersi fortunata ad essere stata toccata, seppur per sbaglio, da uno di quei cinque splendidi ragazzi. E invece l’aveva chiamato “brutto maiale biondo”. Che ingrata. Che stronza.
“Niall” disse Lauren dolcemente. “Noi lo sappiamo. Ti crediamo”.
“E poi perché avresti voluto farlo? Insomma, Taylor avrà a malapena una prima. Avresti potuto scegliere di meglio” disse Zayn a quel punto e Lauren scoppiò a ridere, mentre Niall fece un piccolo sorriso divertito.
“Niall, lascia perdere. Taylor è stata cafona. Hai milioni di fan che apprezzerebbero. Milioni di ragazze” lo rassicurò e poi si abbassò e gli sussurrò all’orecchio: “tipo me” in modo che potessero sentire soltanto loro.
Niall a quel punto scoppiò a ridere. Zayn e Liam si guardarono: loro non ci erano riusciti, mentre quella ragazza aveva impiegato pochissimo tempo.
“Sarebbe stato molto meglio” commentò Niall, sorridendo complice alla mora. Ormai avrebbe potuto toccarle il seno senza problemi e il biondo amava da impazzire le forme della sua ragazza.
“Laurie?” chiese a quel punto Liam.
“Sì?” la ragazza si voltò.
“Che ne hai fatto di Taylor?”.
Lauren scoppiò a ridere.
“Ren” commentò invece Niall, stropicciandosi il naso.
“Non le ho fatto niente, giuro. E’ ancora perfetta” disse Lauren.
“Cosa le hai detto?” chiese Zayn, infilandosi una mano in tasca e sorridendo divertito.
“Solo due parole” fu la risposta della mora, con un sorriso soddisfatto sul viso.
“Ragazzi?” la voce di Louis li interruppe e tutti si voltarono verso il più grande.
“Possiamo anche andare via adesso” disse felicemente.
Niall si alzò in piedi mentre gli altri commentavano: “era ora” e “recuperiamo le nostre donne e fuggiamo”.
E quando Niall passò accanto a Louis, questo gli chiese se stesse bene. “Sì, andiamo a casa” fu la risposta del biondo, che in quel momento si stava trattenendo con tutte le sue forze dall’intrecciare le dita con quelle della sua ragazza.
 
 
“Non ce la faccio più” Lauren lasciò cadere la testa sul tavolo davanti a sé.
“Neanche io” disse Louis, senza staccare lo sguardo dallo schermo del telefono.
Niall invece, stava in silenzio, battendo la penna sul foglio davanti a sé a tempo di musica immaginaria.
I tre ragazzi si trovavano in studio. Liam, Zayn ed Harry erano ad un’intervista e li avevano lasciati lì a lavorare.
Dopo pochi secondi di silenzio, Louis sollevò finalmente gli occhi. “Harry ha finito. Sta arrivando, mentre gli altri stanno andando a casa” affermò con un sorriso.
E così dopo circa dieci minuti Louis li aveva salutati e Niall e Lauren erano rimasti da soli.
“Basta. Posa quella penna” affermò Lauren, alzandosi in piedi e girovagando per la stanza. Si soffermò su alcuni strumenti e iniziò a toccarli, dando le spalle al ragazzo.
Lauren non si accorse nemmeno che si era alzato e sobbalzò quando Niall gli mise le braccia intorno alla vita. “Ehi” disse, baciandole la tempia, per poi poggiare la testa sulla sua spalla.
“Ehi” ripeté Lauren, facendogli un sorriso.
Il suo sguardo, però si posò sulla porta ancora aperta e decise di staccarsi dal ragazzo, che sospirò.
“E’ snervante” disse, mentre Lauren andava a chiudere la porta.
“Lo so, amore. Mi dispiace” rispose, sedendosi sul tavolo.
Niall si avvicinò, poggiandole le mani sui fianchi. “Sono passati due mesi, Ren. Inizio a sentirmi in colpa”.
“Siamo due bravi attori” cercò di sdrammatizzare lei e il biondo fece un mezzo sorriso. Non era poi così sicuro del fatto che avessero brillanti abilità teatrali, anche se lui stesso si chiedeva come i ragazzi potessero non accorgersene. Ok, anche prima della loro relazione i due passavano parecchio tempo insieme, dato che avevano molte cose in comune. Ok, anche prima non avevano problemi a mangiare dalla stessa forchetta o bere dallo stesso bicchiere. Ma Niall pensava che involontariamente fosse aumentato il contatto o quanto meno gli sguardi. E poi spesso pensava che più tempo facevano passare, peggiori sarebbero state le conseguenza. Ma Lauren continuava a preferire quella scelta. Voleva salvaguardare Louis ed Harry. Voleva proteggere il suo migliore amico.
Niall sospirò di nuovo. Per quel pomeriggio avrebbe lasciato perdere. Si sporse in avanti e fece scontrare le loro labbra.
Lauren era titubante: erano in studio, sebbene la porta fosse chiusa. Ma dopo qualche secondo lei stessa sentiva il bisogno di ricambiare e per una volta decise di rischiare.
Portò le braccia al collo di Niall e lasciò che il biondo approfondisse il bacio.
E nel momento in cui si separarono, le loro labbra, come se fossero soggette ad attrazione magnetica, tornarono a cercarsi. Niall mise la mano sotto la maglia di Lauren, lasciandole quasi i segni sulla schiena, mentre lei aveva preso a giocare con il suo labbro inferiore.
“Lauren” sussurrò il biondo, scendendo a baciarle la mandibola e la base del collo, quella appena scoperta dalla sciarpa. La ragazza intrecciò le gambe intorno alla sua vita e gli sollevò di nuovo la testa, volendo continuare il bacio e fregandosene dei loro respiri affannati.
Erano così presi l’uno dall’altra. C’erano solo loro due. Tanto che non si accorsero che la porta era stata aperta.
“Oh mio dio”.
 
 
Louis era uscito dalla stanza dello studio di registrazione, lasciando Niall e Lauren da soli. Aveva Harry che lo aspettava di sotto in macchina e poi sarebbero potuti tornare a casa da soli. Avevano in programma una serata relax, soltanto loro due, senza alcuna finta fidanzata o amici che li ostacolavano nei loro intenti, come dire, focosi. Ne avevano davvero bisogno. A loro piaceva ricordarsi in quel modo a chi appartenevano davvero e quanto si amavano. Con quei pensieri percorreva i corridoi frettolosamente, andando verso l’uscita. Ed era talmente preso che una volta svoltato l’angolo non si prese nemmeno la briga di guardare e stava per finire addosso a qualcuno.
“Ehi, Louis”. L’accento del ragazzo fece sorridere Louis, che sollevò lo sguardo per incontrare lo sguardo dell’amico dai capelli rossi.
“Ehi, Ed” lo salutò.
“Fretta? Stai già andando via?” gli chiese con un sorriso sul viso.
“Già, non ce la faccio più. Il cervello mi si sta sciogliendo”. Rispose, mentre Ed ridacchiava. “E poi Harry mi aspetta di sotto” rispose, grattandosi la testa.
“Stava in macchina? Mmh, non l’ho visto. Che peccato. Lo saluteresti tu per me?” disse il rosso con un sorrisino.
“Certo, amico. Ci vediamo presto” fece Louis e Ed annuì.
“Mi metto a lavorare, prima che l’ispirazione se ne vada” terminò il rosso, dando una pacca sulla spalla di Louis e percorrendo il corridoio canticchiando un motivetto.
Louis sorrise divertito e si affrettò ad uscire. Voleva vedere Harry e subito.
Vide la macchina parcheggiata sul vialetto e si chiese come avessero fatto né Ed né Harry a non accorgersi l’uno del l’altro. Erano talmente tra le nuvole.
Aprì lo sportello e Harry gli fece un sorriso, mettendo in mostra le sue fossette.
“Ciao, amore” disse il più piccolo.
“Ehi, babe. Andiamo a casa?”. Harry annuì e fece per mettere in moto quando Louis lo fermò: “Aspetta. Ho dimenticato il mio diario con i testi di sopra”.
Harry lo guardò: “Lo prenderà Lauren. Mandale un messaggio”.
Louis ci rifletté un attimo e annuì soltanto.
 
 
“Oh mio dio” la voce fece separare Niall e Lauren all’istante e le loro teste si voltarono verso la porta aperta.
Lauren sentiva ancora le mani di Niall su di lei e non sapeva se lasciarle lì o allontanarle da sé. Ma rimase immobile, tanto il danno ormai era fatto.
“Merda” disse la ragazza, grugnendo e poggiando la fronte sulla spalla di Niall, che guardava in silenzio verso il ragazzo dai capelli rossi che era appena entrato.
“Siete vestiti?” fu la prima cosa che Ed chiese. Aveva portato una mano alla faccia per coprirsi gli occhi.
Lauren sospirò, lasciando che fosse Niall a rispondere. “Sì, Ed”.
Ed chiuse tolse la mano e li guardò. “Voi… voi due state insieme?” chiese con gli occhi sbarrati e il dito che si muoveva ad indicare l’uno e l’altra.
“Beh…” Lauren sentì le braccia di Niall che stringevano possessivamente la sua vita. “Sì” terminò il biondo.
Ed rimase un attimo a guardarli, poi chiuse la porta dietro di sé e disse: “Da quanto tempo? Perché cavolo non ne sapevo niente?”.
Lauren a quel punto sollevò di nuovo la testa. “Sei il primo che lo sa, Ed” disse, spostando Niall e alzandosi in piedi.
“Cos…? Aspetta. Voi mi state dicendo che nessuno sa della vostra relazione a parte me?”.
Niall sospirò e si sedette sul tavolo, nel posto occupato subito prima da Lauren, la quale adesso stava camminando per la stanza.
“Esattamente” disse Niall, portandosi le mani sul viso, come se volesse scacciare tutto via con quel gesto.
“Quanto tempo?”.
“Due…” iniziò Niall, prima di fermarsi.
“Settimane?” fu la domanda di Ed, dopo essersi seduto su una sedia.
“Mesi” lo corresse Lauren, voltandosi per guardare la sua reazione.
Ed spalancò gli occhi e i due amanti riuscirono a vedere perfettamente quanto il suo cervello si stesse impegnando per capire, ma con scarso risultato.
“In che casino vi siete cacciati?”.
Niall ridacchiò nervosamente, mentre Lauren tornò di nuovo verso il ragazzo, come se una forza invisibile la richiamasse a lui.
“Ed, gli altri non devono saperlo” disse Niall, lanciando all’amico uno sguardo supplicante.
“Perché no? Non sarebbe più facile…?”.
“No!” Lauren lo interruppe e Niall voltò di scatto la testa nella sua direzione. La ragazza adesso sembrava in preda al panico.
“Ma Louis…” tentò Ed, ma Lauren lo sovrastò: “Tu non capisci! Harry e Louis… è il mio migliore amico, cristo! Mi ha chiesto soltanto di fare una cosa per lui e io… io non ci sono riuscita!” la sua voce si era fatta più alta e il suo respiro più veloce.
Niall balzò in piedi. “Ehi, ehi. Ren. Va bene. È tutto ok” le disse, mettendole le mani sul viso e cercando di calmarla.
Ed rimase a guardarli in silenzio, con uno sguardo triste rivolto alla ragazza.
Lauren si concentrò sulla voce di Niall e sul suo contatto, riuscendo a calmarsi e ad annuire.
“Scusami, Lauren” disse Ed a quel punto.
La ragazza si voltò a guardarlo dispiaciuta e scosse la testa. “No. È colpa mia. Non volevo, aggredirti, mi dispiace”.
“Non fa niente” le sorrise il rosso.
E poi dopo un attimo di silenzio Niall chiese: “Non lo dirai agli altri, vero?”.
Ed scosse la testa. “Se è questo che volete, no. Lo terrò per me. Ma penso che più lo teniate nascosto, peggio finirà”.
Niall annuì. Lui la pensava proprio come Ed. Ne era consapevole, ma cercava di non pensarci, perché dopotutto aveva la sua Lauren e questo gli bastava. Se lei era felice, lo era anche lui.
“Grazie” disse Lauren, sorridendo al loro amico.
“Comunque ragazzi. Insieme siete davvero molto carini” terminò Ed.
E anche Niall, uscendo dai suoi pensieri, non poté fare a meno di sorridere dolcemente, proprio come stava facendo anche la ragazza.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice: Ehilà!! Ok, so che vi ho fatto aspettare alquanto, ma per adesso non ho molto tempo per scrivere. Ew.
Allooora, di questo capitolo volevo dire soltanto una cosa: l'isulto di Taylor. Girava voce che glielo avesse detto davvero all'epoca, ma non ho idea se sia vero o meno. Comunque, spero di non aver insultato nessuno trattando la cantante in questo modo. Ma mi piaceva alquanto per i fini della mia storia.
Adesso scappo. Grazie a tutti! Mi farebbe piacere se mi lasciaste un commento.
Tanto amore xx
-M

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Gennaio 2013
Il nuovo anno era giunto in fretta. E con esso erano arrivate anche buone notizie.
“Sì! Sì! Sì, sì, sì!” Louis stava saltando sul posto eccitato e non appena vide Lauren entrare in salotto le andò incontro, senza curarsi di Ed e Niall al seguito.
“Sì, Sì, Len. Sì!” aveva un ampio sorriso sul viso. L’afferrò per le braccia e subito entrambi si ritrovarono a saltellare sul posto.
“Sì, sì, sì!” iniziò a dire anche Lauren, ridacchiando.
Gli altri due li guardarono stupiti, fermi sulla soglia del salotto, mentre arrivarono le risatine degli altri tre componenti della band.
“Oddio, è incredibile!” continuò Louis.
“Sì, Boo è davvero incredibile! Ma cosa, Lou? Per cosa stiamo saltando?” chiese Lauren a voce più alta, facendo ridere gli altri.
Louis si fermò di colpo. “Taylor. Non sarà più la ragazza di Harry! È finita” disse e anche sul viso di Lauren si formò un sorriso luminoso.
“Oddio, è grandioso” disse, gettando le braccia al collo del maggiore.
“Già” confermò il ragazzo, ricambiando l’abbraccio.
“Possiamo organizzare il coming out?” chiese Lauren tristemente ironica, allontanandosi da Louis.
L’altro sbuffò. “No. Tu sarai condannata con me a vita. Altro che venire. Possiamo solo farlo in altro modo”.
“Oh mio dio. Non l’hai detto davvero” disse Lauren inorridita, portandosi le mani alle orecchie.
“Sì, l’ha detto davvero” disse Ed sorpassandoli e andando verso una sedia posta dietro al divano, seguito dall’irlandese.
“Che schifo. Adesso cancella queste immagini dalla mia testa, Louis!” continuò la ragazza, mentre il maggiore rideva e andava a prendere posto sul divano accanto ad Harry.
E così fece anche Lauren, portando a termine la sistemazione dei presenti: Harry e Louis sul divano, Liam e Zayn seduti al tavolo, Niall e Lauren sul secondo divano con Ed sulla sedia dietro di loro.
Quest’ultimo tirò fuori dalla tasca carta e penna e disse: “Allora, mi aiutate a scrivere questa canzone? Lauren, confido in te”.
La ragazza ridacchiò. “Una canzone su Harry e Louis. Mmmh, beh… non è difficile. Basta dire che sono ripugnanti”.
Niall rise mentre Louis la sbeffeggiò: “Ah ah. Divertente, Len”.
Zayn a quel punto prese la parola. “Scrivi dei tatuaggi correlati ed ecco fatto”.
“Sì, certo Zee. E poi mette esplicitante i loro nomi a che ci siamo” disse Liam, voltandosi a guardare il moro, che sollevò le spalle noncurante.
“No, non voglio essere la causa di nessun coming out, grazie” disse Ed con un sorriso sul volto.
“Però la canzone su di noi la vuoi scrivere” disse Harry roteando gli occhi.
“Va bene, passiamo alle cose serie” affermò a quel punto Lauren, mettendo una gamba sotto il sedere e mettendosi in modo che avesse di fronte Niall e di lato potesse guardare Ed.
La ragazza si soffermò per un secondo in più sul profilo del biondo, che come richiamato si voltò verso di lei e le fece un sorriso.
“Grazie, Lauren” disse Ed, attirando di nuovo la sua attenzione.
“Sì, beh… potresti iniziare dalla loro amicizia” disse la ragazza, allungando il braccio lungo il bracciolo e iniziando a toccare la nuca di Niall, giocando involontariamente con i suoi capelli.
“E poi basta osservarli, Ed” continuò facendo segno verso i due ragazzi con la mano, che adesso stavano chiacchierando tra di loro. In pochi secondi li avevano esclusi tutti.
Intanto Zayn aveva preso a disegnare qualcosa, attirando l’attenzione di Liam. E poi c’era Niall, che si stava quasi addormentando sotto i movimenti della mano di Lauren. Amava quando giocava con i suoi capelli: lo rilassava tantissimo.
Ci mancava davvero poco e avrebbe fatto le fusa.
Altro che guardare Harry e Louis. Ed era proprio attratto dai due che aveva davanti. Continuava a spostare lo sguardo dalla ragazza e la sua mano, al biondo. Lanciò uno sguardo che pensava essere significativo alla ragazza, ma Lauren sembrò non curarsene.
“Sì, hai ragione” disse Ed, rinunciando e iniziando a scribacchiare sul foglio. Lauren si sporse in avanti per guardare, smettendo però di toccare i capelli del biondo, che mugolò insoddisfatto da quella rottura del contatto.
Quel verso però, attirò l’attenzione di Zayn e Liam, che si voltarono verso il divano incriminato.
Harry e Louis invece continuavano ad amoreggiare sul divano, sorridersi e guardare cose sul cellulare. Quei due erano davvero incredibili.
Ovviamente Ed prese in mano la situazione, cercando di sdrammatizzare. Colpì Niall sulla testa, arrotolando il foglio che aveva in mano. “Non mi deconcentrare, Horan” disse e il biondo si portò le mani in faccia.
“Hai sonno, Niall?” chiese Liam divertito.
“Qualcosa del genere” rispose il biondo tra le dita.
Lauren ridacchiò, voltandosi verso i due ragazzi al tavolo e incontrò lo sguardo di Zayn, che li stava scrutando con i suoi occhi scuri. Lauren si sentì quasi arrossire e prima che potesse realmente farlo si alzò in piedi e disse: “Qualcuno vuole da bere?”.
“Io. Mi fai il thé, Len?” disse subito Louis e lei rimase quasi a bocca aperta.
“Anche per me, Lauren. Grazie” concordò Harry, con un sorrisino.
“Allora ci sentite voi due” disse lei, scuotendo la testa. “Altri?”.
“Vengo anche io. Ti aiuto” disse Niall, alzandosi in piedi.
“Ok. Thé per tutti?”.
I ragazzi annuirono e i due entrarono in cucina. Lauren accese il bollitore e si voltò verso Niall.
“Che cavolo era quello?” chiese, ridacchiando.
Niall avvampò. “Scusami, ma… era così rilassante!” si giustificò.
“Scemo”.
“E poi ieri sera non mi hai mica fatto dormire. E adesso mi stavi facendo addormentare” continuò andandole accanto e aprendo lo sportello per prendere le tazze.
“Ah, quindi è colpa mia?” chiese Lauren, con un sorriso divertito.
“Sì”.
Lauren ridacchiò e gli diede un colpo con l’anca, facendo ridere anche Niall.
“Ragazzi” la voce di Zayn li fece sobbalzare dallo spavento, tanto che a Niall stava per cadere la tazza dalle mani e chissà come, era riuscito a prenderla al volo, mentre Lauren si era voltata di colpo con una mano sul petto.
“Dio, Zayn. Che spavento” disse la ragazza, chiedendosi istantaneamente quanto avesse sentito.
Il moro sorrise divertito. “Scusate, non volevo spaventarvi”.
Anche il biondo si voltò verso Zayn che continuò: “Volevo solo prendere dell’acqua”.
“Oh, sì. Fai pure” disse Niall, tornando a prendere le tazze.
Lauren si scambiò uno sguardo con il moro, sorridendogli. Anche Zayn ricambiò e senza dire una parola, prese una bottiglia d’acqua dal frigo e uscì dalla stanza.
“Cacchio” disse Lauren, con un sospiro.
“Facciamo questo thé, sì?” fu l’unica cosa che il biondo disse. Bisognava solo sperare che Zayn non avesse sentito quello che si erano detti pochi secondi prima che entrasse.
 
 
Lauren stava per mettersi le scarpe da ginnastica quando il suo campanello suonò. Non aspettava visite e fino a qualche minuto prima stava messaggiando con Niall. O le aveva fatto una sorpresa o non era lui. Ma allora chi era?
Quando aprì la porta si trovò davanti un Liam in tuta con il viso triste e corrucciato.
“Ehi, Liam” lo salutò la ragazza, facendolo entrare.
“Ciao, Laurie. Ti disturbo?” chiese il ragazzo castano, guardandosi intorno ed evitando il suo sguardo.
Lauren non riusciva a capire che cosa avesse. Liam sembrava davvero strano. Sembrava quasi scosso. Si sedette sul divano, mentre lei lo guardava seduta sul tavolino lì vicino.
“Certo che no, Li. Cos’è successo? Stai bene?”.
“Io…” la guardò negli occhi per un istante, poi li riabbassò e sospirò. “Io e Danielle ci siamo lasciati” sussurrò, ma Lauren riuscì lo stesso a sentire. Vide il viso di Liam così abbattuto che le spezzò il cuore.
Lui si passò una mano tra i capelli rasati e tirò su con il naso.
“Oh, tesoro” disse Lauren, alzandosi e sistemandosi accanto a lui su divano. “Vieni qui” e lo attirò a sé. Liam accettò volentieri l’abbraccio e affondò tra le braccia della ragazza.
Sentiva perfettamente come Liam stesse cercando di trattenersi dal non piangere. I suoi occhi erano già rossi per lo sforzo di farlo.
“Babe, posso sapere il perché? Vuoi parlarmene?” gli chiese dolcemente, accarezzandogli la testa.
“Io… non lo so. Non funziona più. Litigavamo spesso per cose stupide e non lo so. Lei mi ha detto basta” e a quel punto non riuscì a trattenersi e iniziò a piangere.
“Ssh, Li. Non piangere” cercò di farlo calmare, ma prima che potesse farlo, Liam si staccò da lei.
“Mi dispiace” disse, asciugandosi gli occhi.
“Non esserlo”.
Liam sorrise tristemente. “Ne ho già parlato con Zayn, probabilmente adesso lo sapranno anche gli altri, e… e…”.
E cosa? Lauren sentì l’ansia crescere. Cosa voleva fare, Liam? I suoi pensieri erano tutti drasticamente negativi.
“E niente. Mi ha aiutato. Insomma, mi ha detto di lasciar perdere, che era solo una ragazza. Sai, le solite cose da: ne troverai un’altra che ti merita e apprezzi di più. Mi ero calmato, però… insomma, è Danielle” sospirò il ragazzo.
“Zayn ha ragione, Li. Era importante per te, ma puoi trovarne un’altra e renderla ancora più importante”.
Liam tirò su con il naso. “Sì, lo so. Avete ragione”.
Lauren poggiò una mano dietro al collo di Liam, accarezzandolo dolcemente.
“Sono qui per un motivo, Laurie. Non volevo solo scaricarti tutto addosso, scusa” ridacchiò.
“Figurati, babe. La mia porta è sempre aperta. Cosa posso fare per te?” gli chiese.
“Sai, pensavo che correre mi avrebbe fatto sentire meglio, ma da solo… insomma, potrebbe essere distruttivo. Vorresti venire a correre con me?” le chiese, con quegl’occhi da cucciolo ferito.
Lauren sorrise: “Certamente, Li”.
Liam sorrise: “Grazie, Lauren. Ho chiesto a te, perché gli altri ragazzi non sarebbero mai venuti. Sai come sono fatti”.
Lauren ridacchiò: “Sì. Dei piccoli scansafatiche”.
Liam ridacchiò insieme a lei, d’accordo, mentre Lauren disse: “Sei già pronto?”.
Il ragazzo annuì: “Devo solo togliermi questa pantaloni della tuta”.
Lauren sorrise: “Bene. Sai, anche io stavo per andare a correre. Quindi sono pronta, possiamo andare”.
Liam annuì e si alzò in piedi, seguito dalla ragazza. “Posso solo usare il bagno?”.
“Ovviamente, Li. Fai pure” e la ragazza sorrise, guardando Liam che andava verso la porta.
 
Quando furono all’esterno misero a punto il percorso da fare e poi iniziarono la loro corsa.
Entrambi erano allenati e riuscivano perfettamente ad andare allo stesso ritmo.
“Li, fino a laggiù. Chi arriva primo, sì?”.
Liam fece un debole sorriso e annuì. “Al tre” disse.
Lauren contò ed entrambi si ritrovarono a correre veloce, spintonandosi a vicenda e ridacchiando.
“Ho vinto” urlò Lauren saltellando sul posto mentre Liam rideva.
“Non è vero. Sono arrivato per primo”.
“No no” negò prontamente la mora.
Liam continuò a ridacchiare e sollevò le mani in segno di resa: “Neanche un pareggio?”.
“Assolutamente no” rispose facendo un ampio sorriso.
“Sei testarda proprio come Louis”.
“Sì, hai ragione” ridacchiò la ragazza, seguita da Liam.
Lauren era davvero contenta di essere riuscita a distrarlo per un po’ e a farlo almeno ridere.
E proprio mentre guardava Liam, delle parole spuntarono nella sua testa. Sarebbero state perfettamente dentro ad una canzone. Magari con il motivetto che Niall stava strimpellando con la chitarra qualche giorno prima.
“Aspetta” disse improvvisamente, facendosi guardare da un Liam incuriosito.
“Che cosa?” chiese lui e Lauren si tastò le tasche. E subito dopo tirò fuori un foglio stropicciato e una piccola matita.
Adesso sì che Liam era confuso. “Lauren, ma che…?”.
“Voltati. Fammi da tavolino. Prima che perda le parole” disse lei, toccando il braccio del ragazzo. Liam obbedì in silenzio e lei lo sospinse leggermente in avanti, poggiandosi sulla sua schiena per poter scrivere.
“Che stai facendo?” chiese Liam, allungando il collo per vedere meglio.
“Potrei farci una canzone” rispose lei mentre scribacchiava frettolosamente.
“Non ci credo” borbottò il ragazzo con un sorriso divertito sul viso.
E poi le voci: “Ma quello è Liam”.
Il ragazzo si raddrizzò di colpo, facendo fare una linea indecente sul foglio a Lauren e facendola imprecare sottovoce. Liam si guardò intorno e vide il gruppo di ragazze dall’altro lato della strada.
“Oh no” disse. “Lauren?”.
La ragazza aveva già capito, riposto il foglio in tasca e sorriso a Liam. “A chi arriva fin laggiù, sì?”.
Liam la guardò negli occhi e annuì mentre Lauren disse: “Seminiamole”.
E poi ripresero la corsa, uscirono dal parco in cui si trovarono e presero vicoli che li avvicinavano sempre di più all’appartamento della ragazza.
Lauren si fermò quando fu sicura di non essere più seguita e iniziò a ridere. Entrambi adesso avevano il fiatone e Liam si era piegato in avanti con le mani sulle ginocchia, ridacchiando anche lui.
Sollevò lo sguardo su Lauren. “Quelle fan mi odieranno adesso”.
“Non lo faranno, vedrai. E comunque, non importa. Devono capire che anche voi avete una vita e che il tempo per se stessi è importante per chiunque”.
Liam si raddrizzò e annuì. “Torniamo?” chiese e la ragazza fu d’accordo.
“Andiamo” disse, sorridendo dolcemente a Liam, che non poté fare a meno di ricambiare.
 
 
‘Dove sei?’. Lauren rilesse di nuovo il messaggio e si stranì. Nessuna faccina, nessun saluto. Era già tanto che avesse messo la punteggiatura.
‘Ciao anche a te, babe. Sono a casa. Perché?’ rispose anche se con trenta minuti di ritardo. La ragazza, infatti aveva appena salutato Liam e stava per andare a fare la doccia. Beh, anche il fatto che in quei trenta minuti Niall non ottenendo risposta non avesse provato a chiamare o a mandare altri messaggi la incuriosiva.
‘Aprimi’.
Come cavolo faceva ed essere sempre così fulmineo? Era incredibile.
Andò ad aprire la porta e Niall entrò in casa senza dire una parola, dopo averla guardata per un attimo dalla testa ai piedi, davanti la soglia.
“Ehi. Niente saluto di benvenuto?” chiese lei, mentre chiudeva la porta.
“Puzzi ancora”.
“Cosa?” chiese Lauren.
“Sei andata a correre, no?”.
Lauren aprì la bocca stupita. Perché tutto quel garbo? Andiamo, si era mangiato un limone?
“Niall? Che ti prende?”.
“Non mi prende niente” disse, sedendosi sul divano e dandole le spalle.
Lauren lasciò perdere il fatto che l’avesse quasi ferita e andò dietro di lui, mettendo le mani sulle sue spalle e massaggiando delicatamente.
“Dimmi, babe. Qual è il problema?”.
“Nessuno”.
Lei sospirò. “Non provarci. Sai che lo so”.
“Che hai fatto oggi?”.
“Sono andata a correre”.
“Da sola?” disse, voltandosi verso di lei e incrociando i loro sguardi.
“Con Liam. Ma che…? Oh”.
“Oh, cosa?”.
“Oh, tu sei geloso” disse lei, staccandosi dal ragazzo.
“No” disse Niall secco, voltandosi per la seconda volta.
“Andiamo, Niall. Dobbiamo trattare di nuovo con la gelosia?” chiese lei, roteando gli occhi.
“Non è questione di essere geloso, Lauren. Lo so che è solo Liam, ma…” si interruppe.
“Ma cosa, Ni?” lo incitò, incrociando le braccia al petto.
Il ragazzo sospirò. “Perché non l’hai chiesto a me di venire con te? Perché devi sempre andare in giro con gente che non sia il tuo ragazzo?” chiese esasperato, alzandosi in piedi.
La ragazza scosse la testa. “Niall, noi passiamo un sacco di tempo insieme”.
“Sì, ma non come vorrei” disse brusco.
“Niall! Tu… tu lo sai… lo sai che…” balbettò Lauren, con gli occhi spalancati.
Lui sospirò: “Ok, sì… ok, lo so. Ma i fan e le telecamere riprendono sempre te e Louis e… e adesso cosa? Anche con Liam?”.
Lauren scosse la testa. Era davvero incredibile.
“E’ stato Liam a chiedermi di andare a correre con lui” vide il viso di Niall corrucciarsi. “Perché Danielle lo ha lasciato, Niall. Voleva solo compagnia e sapeva che voi non sareste andati volentieri a correre”.
Il viso di Niall si distese per lo stupore. “Cosa? Danielle lo ha lasciato?”.
Lauren annuì. “Perché non ce l’ha detto?”chiese lui.
“Ne ha parlato con Zayn. E pensava che lui ve l’avrebbe detto. Comunque aveva intenzione di dirlo anche a voi”.
“Oh. E come stava?”.
“Non bene, Niall. Era a pezzi, povero piccolo. E penso che gli abbia fatto bene correre”.
Niall annuì: “Mi dispiace”.
Lauren si avvicinò a lui. “Per cosa? Per Liam o per essere stato di nuovo inutilmente geloso?”.
“Per entrambi” rispose, abbassando lo sguardo.
“In questo caso ti perdono” fece lei, sollevando il mento del ragazzo per incrociare i loro occhi.
“Lauren, è difficile così”.
“Lo so, babe”.
Niall sospirò: “Sono geloso di chiunque ti stia vicino. E non posso farci nulla. Andiamo, nessuno sa che sei realmente impegnata. Sei mia e non posso dirlo a nessuno. Non voglio che ti portino via da me”.
Lei gli accarezzò la guancia: “Non succederà, ok? Io sono tua. Devi solo non essere geloso e fidarti di me”.
“Io mi fido di te” disse lui, chiudendo gli occhi al contatto con le carezze di lei.
“Bene” sussurrò lei, spingendosi in avanti per baciarlo, ma si staccò quasi istantaneamente.
“Ehi” si lamentò Niall, volendo di più.
“Devo andare a lavarmi. Hai detto che puzzo no?” disse lei, alzando gli occhi al cielo.
Niall ridacchiò: “Scusa” disse.
“Scemo” lo derise lei. “Vuoi unirti a me? Sono ancora in tempo per riempire la vasca”.
Il volto di Niall si illuminò. “Davvero?” le chiese eccitato.
Lauren ridacchiò: “Davvero”.
Niall sorrise e intrecciò le dita con quelle della ragazza. “Bene, il nostro bagno ci aspetta” disse, facendola ridere e trascinandola fino in bagno.


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Il Take Me Home Tour si stava avvicinando sempre di più. Mancavano solo tre settimane e poi i ragazzi sarebbero tornati sul palco. E proprio per questo motivo erano alquanto esaltati. Si sentivano carichi e pronti a ricominciare.
“Niall, che fai?” chiese Lauren quel pomeriggio, entrando in salotto e vedendo Niall seduto al tavolo, piegato in avanti con il busto e con una penna tra le mani.
Il ragazzo non sembrò sentirla e lei si avvicinò ancora di più. “Ehi! Ma quello è il mio diario delle canzoni!” disse, togliendoglielo da davanti e facendogli alzare di colpo la testa.
“Ehi! Ma stavo leggendo!” protestò il biondo.
“Con quale permesso?”.
“Con il mio”.
Lauren rise: “Non era sufficiente”.
Niall non ci fece quasi caso e subito chiese serio: “Quando le hai scritte?”.
La ragazza lo guardò confusa: “Quali canzoni?”.
“Non canzoni. Frasi”.
Lauren lo guardò confusa e Niall si alzò in piedi, prendendole di nuovo il diario in pelle. Lauren a quel punto non fece alcuna opposizione e osservò attentamente come le dita di Niall sfogliassero le pagine.
“Queste frasi”.
Lauren si sporse per guardare e leggere.
 
I know how it goes from wrong and right.
 
We can make it till the end
Nothing can come between you and I.
 
“Mmh, penso di averle scritte la settimana scorsa”.
Niall la guardò per un attimo e poi chiese: “Volevi farci una canzone?”.
 “Non lo so. Sai, sono solo quelle frasi che ti spuntano in testa così, senza un motivo particolare e non sai se potresti usarle o meno. Le appunti, ma a volte restano lì” spiegò lei, come se fosse una cosa assolutamente normale.
“Usiamole”.
“Cosa?” chiese lei, alquanto confusa.
“Trasformiamo queste frasi in una canzone. Noi due. Solo io e te. Non l’abbiamo ancora fatto dopotutto”.
“Niall” fece lei, ma lui non le permise di continuare.
“Ti prego” disse supplichevole “sarebbe importante per me”.
Lauren gli tolse il diario dalle mani e poggiò le braccia intorno al suo collo.
“Può sempre tornare utile” continuò Niall.
“Vuoi creare una canzone su noi due?” chiese, mentre il biondo poggiava le mani sui suoi fianchi.
Lui annuì soltanto e Lauren rimase in silenzio per qualche secondo.
“Va bene. Scriviamola”.
Niall fece un ampio sorriso. “Davvero?” non poté fare a meno di chiedere.
“Davvero” ripeté lei, dandogli un bacio a fior di labbra.
“Grazie, babe” disse lui, prima di tornare a baciarla.
 

Febbraio 2013
Lauren sobbalzò al suono continuo del campanello. Una suonata del genere sapeva perfettamente a chi appartenesse. “Louis!” urlò una volta aperta la porta di casa, mentre il ragazzo continuava a tenere il dito sul campanello, guardandola negli occhi.
“La vuoi piantare?” disse, schiaffeggiando il braccio del ragazzo, che ridacchiò.
“Devi accompagnarmi in un posto” fece il ragazzo, senza salutarla ed entrando nell’appartamento.
“Non voglio neanche sapere dove”.
Louis rise: “E fai bene”.
Lauren a quel punto fremette. “No! Faccio bene? Adesso dimmi dove dobbiamo andare!”.
Louis si sedette sul divano, sollevando la manica della maglia e iniziando a grattarsi il braccio.
“Hai le pulci? Devo portarti dal veterinario?” chiese lei, gettandosi accanto all’amico sul divano.
“Ah ah. Divertente” disse continuando a guardare il braccio.
“Lou?” chiese a quel punto la ragazza, cercando una risposta.
“Oh, sì. Giusto”. Il ragazzo infilò una mano nella sua tasca alla ricerca di qualcosa. Tirò fuori un foglietto ripiegato e lo aprì.
“Guarda qui” disse, aprendolo e porgendolo all’amica.
“Che cos’è?”.
“Un disegno”.
“Sì, lo vedo, ma… questa sarebbe la farfalla che Harry ha sul petto?” chiese lei, incrociando lo sguardo del più grande.
“Già” disse con un sorriso compiaciuto.
“Oh, Louis” si lamentò lei. “Volete farlo di nuovo! Un altro tatuaggio di coppia!”.
Louis si mise a ridere, mentre lei capì improvvisamente quel tic al braccio: continuava a toccarsi i tatuaggi.
“Ti piace?” le chiese, mordendosi il labbro.
“Sembrate dei motociclisti impazziti. Con tutti questi tatuaggi” commentò, roteando gli occhi.
“E’ solo l’inizio, Len” ribatté Louis in modo insolente.
Lei alzò gli occhi al cielo. “Sì, mi piace. È una scritta significativa. E ovviamente vuoi farla sul petto?”.
“Certo. Proprio qui” indicò il suo petto orizzontalmente.
“Harry che ne pensa?”.
Louis sorrise: “E’ stato proprio lui a farsi fare questo disegno dal nostro tatuatore”.
Lauren ridacchiò. “Siete incredibili. Vuoi farlo adesso?”.
Louis annuì. “Mi accompagni?”.
“Certo. Fammi solo mettere le scarpe”.
 
 

La festa prima del tour era ormai diventata un’abitudine. Quell’anno era ancora più grande del solito. L’avevano organizzata in un locale pieno di gente e i musicisti dei ragazzi avrebbero anche intrattenuti senza le voci.
Era proprio per quello che il giorno prima erano andati a dare un’occhiata, guardando quanto l’acustica di quel luogo fosse buona.
E ovviamente anche Lauren si unì al gruppo, tanto perché quel pomeriggio non aveva proprio nulla da fare. Anzi, era alquanto su di giri, senza un motivo preciso e la cosa faceva sorridere involontariamente sia Louis che Niall.
Non appena Lauren vide la batteria già posizionata in un angolo, completamente vuota e con la bacchette lì accanto, si ci fiondò con un sorriso a trentadue denti sulle labbra. Niall la guardò da lontano, accanto a Zayn: erano comunque abbastanza vicini da potersi sentire anche da quella distanza.
Liam, Louis ed Harry, invece erano spariti con gli altri, per parlare con gli organizzatori e il proprietario del locale.
Niall, così come Zayn, continuava ad osservare la ragazza che si era seduta sullo sgabello e guardava ammirata lo strumento davanti a sé, fino a quando qualcuno la fece distrarre.
“Ehi, dolcezza. Hai occupato la mia postazione”.
“Ehi, Josh!” lo salutò lei senza alzarsi da lì né far spegnere il suo sorriso.
“Ti piace la mia bambina?” chiese il ragazzo, poggiandosi delicatamente sullo strumento.
“Sì, adoro la scritta 1D lì su” disse indicando il tamburo sul davanti.
Josh fece il broncio, mentre Niall ridacchiava da lontano.
“Da vera fangirl…” disse invece Zayn, sedendosi su una sedia poco distante.
“Non te ne intendi, vero? È solo il fascino dello strumento?” chiese il musicista, guardando la ragazza un po’ deluso.
A quel punto anche Zayn si mise a ridere, ma i due ragazzi sembravano non fare caso ai loro due spettatori.
“Sai, io sono più da pianoforte” rispose Lauren con un mezzo sorriso.
“Oh, capisco. Beh, è già qualcosa”.
“Sì, sai. Per un compositore è importante saper suonare qualcosa”.
“A proposito, sei davvero brava come compositrice. Mi piacciono molto le tue canzoni” la elogiò il ragazzo sorridendole dolcemente.
Niall portò d’istinto le mani sotto le ascelle, cercando di trattenersi dal fare qualsiasi cosa. “Sta fermo” si disse mentalmente, ricacciando indietro la gelosia.
“Grazie” rispose Lauren per poi afferrare le bacchette.
Josh la guardò facendosi improvvisamente nervoso. “Che fai con quelle?” le chiese, mettendosi di nuovo in posizione eretta. Era sempre stato un ragazzo geloso della sua attrezzatura, del suo strumento, del suo tesoro.
Lauren ridacchiò e si voltò verso Niall e Zayn. Il ragazzo biondo la fissava con un sorriso divertito, mentre il moro scuoteva la testa, alternando sorsi di una bibita che aveva preso chissà dove.
Lauren continuò a tenere lo sguardo su Niall e poi gli fece l’occhiolino, tanto che lui scoppiò a ridere e Josh li guardò allibito.
“Ma cos…?” chiese, confuso.
La ragazza a quel punto si voltò di nuovo verso il batterista e disse: “Voglio fare una cosa”.
“Cosa?”.
La ragazza diede un colpo con la bacchetta su un piatto facendolo sobbalzare. “Lauren, per favore. È delicata” disse, cercando di proteggere il suo strumento.
La mora lo ignorò e iniziò a contare qualcosa con fare pensoso. “Mmh, sì… vediamo… se non ricordo male”.
“Lauren” cercò di richiamarla Josh, ma fu Zayn a parlare: “Josh, amico. Non ti conviene”.
“Ma…” balbettò, cercando di capire il senso di quella frase.
“Lasciale fare”. Niall fece appena in tempo a dirlo, che Lauren iniziò a suonare. Le note della canzone riempirono l’ambiente e Josh voltò la testa per l’ennesima volta. E poi accadde qualcosa che stupì tutti: Lauren aveva iniziato a cantare, facendo finalmente capire quale fosse la canzone: America Idiot, dei Green Day.
La ragazza suonò gran parte della canzone, mentre gli occhi di tutti lì dentro erano puntati su di lei. Niall scrutava attentamente ogni suo gesto. Era la prima volta che le vedeva suonare la batteria, l’altro strumento che era in grado di utilizzare. E andava veramente bene.
Anche Louis in breve tempo si avvicinò, sentendo la voce della sua migliore amica. La guardò con gli occhi spalancati: che le avevano fatto? Sembrava che il suo timore di mostrare al mondo la sua voce e le sue capacità fosse sparita. E forse era solo l’allontanamento da Doncaster. Forse era la loro città natale che la bloccava. Si chiese se adesso, in quel contesto, avrebbe accettato di partecipare ad X-Factor o di esibirsi su un palco. Beh, forse quello era ancora un po’ troppo.
Quando la ragazza finì il primo a parlare fu Josh: “Woooah. Ma cosa? Tu sai suonarla e… oh mio dio!”.
Lauren lo guardò con un mezzo sorriso: “Beh, me la cavicchio. E poi lo sai anche tu: i Green Day sono abbastanza semplici da fare con la batteria”.
A quel punto la risata di Niall riempì l’aria, ma nessuno se ne curò.
“Mrs modestia” commentò Louis divertito, sollevando gli occhi al cielo e tornando da Liam ed Harry.
“Beh, sì. Ma l’hai fatta perfetta. Oh mio dio, vuoi sposarmi?” chiese eccitato.
Lauren rise: “Che cosa?”.
“Sarei il marito perfetto. Davvero sposami” continuò Josh, guardandola estasiata.
Lauren poteva percepire la gelosia di Niall da quella distanza. Si voltò un attimo a guardarlo e vide quanto fosse teso e li guardasse con le sopracciglia aggrottate.
“Sono già impegnata, Josh. Mi dispiace” rispose Lauren, senza staccare gli occhi dal biondo.
Al suono di quelle parole il viso di Niall si distese e un sorriso spuntò sulle sue labbra.
“Se stai parlando di Louis, non sei affatto convincente, Lauren” disse Josh, ridacchiando.
La ragazza tornò a guardarlo e sorrise divertita. “Mi spiace, Josh. Sono ancora giovane per sposarmi”.
“Va bene, va bene. Allora ti andrebbe di andare a bere qualcosa insieme?”.
La ragazza ridacchiò: “Sì certo”.
Niall si trattenne appena in tempo dall’urlare un “Sì, Certo?!”. Ma ovviamente Lauren lo stupì di nuovo.
Si voltò verso di loro e disse: “Ragazzi, noi andiamo a prendere una birra. Chi vuole venire?”.
E Niall rispose immediatamente: “Birra? Io ci sto, ovviamente”.
Lauren gli sorrise e poi Zayn disse: “Sì, anche io. Qui mi annoio. E gli altri ci metteranno del tempo. Quindi, perché no?”.
Niall vide l’espressione un po’ delusa di Josh e non poté che esserne soddisfatto. Anche se era una cosa piuttosto cattiva. E così, l’uscita a due divenne un’uscita tra amici, seduti in un pub a ridere e scherzare e ovviamente alla fine Lauren e Niall stettero appiccicati e Zayn si ritrovò a chiacchierare con il suo batterista.
 
 

“Lauren!”.
La ragazza sobbalzò, chiudendo di colpo il suo diario delle canzoni.
“Dio, Louis. Mi farai venire un infarto uno di questi giorni” disse lei, voltando la testa verso l’amico che era appena entrato in cucina.
Louis sorrise divertito e appoggiò i gomiti al tavolo, incrociando lo sguardo della ragazza e mettendo su un broncio adorabile. “Io mi annoio” disse, piegando la testa di lato.
Lauren lo guardò e sorrise. D’istinto portò una mano ai capelli del più grande, accarezzandoglieli.
“Avete smesso di giocare?”.
Louis scosse la testa. “Loro stanno continuando, ma a me non va più. Non c’è gusto a giocare con loro” si lamentò.
Lauren rise. “Sei proprio cattivo, Boo. Non sono così male i ragazzi”.
Louis scrollò le spalle. “Vieni di là con me. C’è un divano libero”.
Lauren lo guardò incuriosita. “E gli altri dove sono seduti?”.
Il più grande ridacchiò. “Beh, ci sarà un divano libero”.
E Lauren scoppiò a ridere. “Sassy Lou colpisce ancora”.
Louis scosse la testa. “Come cavolo hai fatto a diventare così fangirl in questi anni, Len?”.
La ragazza si alzò in piedi. “Sai, è una lunga storia. Mi sono innamorata di una stupida band. E uno di quei cantanti è il mio stupido migliore amico”.
Il maggiore rifece il broncio. “Ehi! Io non sono stupido. Anzi, sono piuttosto intelligente”.
Lauren ridacchiò. “Andiamo di là, intelliggentone” disse soltanto e Louis la seguì in salotto.
Niall e Liam erano seduti su uno dei due divani con i joystick in mano e furono proprio le prede di Louis. Beh, sull’altro divano erano seduti Zayn ed Harry. La scelta era alquanto ovvia.
Si gettò praticamente sui due e Niall fece appena in tempo a mettere pausa, fermando il gioco.
“Louis!” protestò Liam, cercando di toglierselo di dosso.
“Avete invaso il mio divano! Toglietevi subitooo!” disse con un vocione ridicolo, che fece scoppiare Lauren a ridere. Sia Liam che Niall la fulminarono con lo sguardo, ma lei non disse nulla. “E’ casa miaaa. Toglieteviii!” continuò con quel vocione.
Liam sbuffò. “Che bel modo di trattare gli ospiti” borbottò, sedendosi per terra e appoggiando comunque la schiena al divano. Anche Niall sbuffò e fece come l’amico. Louis sorrise soddisfatto e si voltò verso Lauren. “Si accomodi, madame” le disse, dando dei colpetti sul divano. Lauren ridacchiò e si andò a sedere lì, giusto all’altezza di Niall, che aveva ripreso a giocare. Louis aveva iniziato a dare consigli ad Harry e ad inveire contro il televisore, mentre Lauren passò una mano tra i capelli del biondo, scombinandoglieli.
“Ehi” protestò Niall e Louis si voltò a guardarli. “Brava, Len. Distrai l’irlandese. Solo così il mio Hazza potrà vincere”.
“Grazie, Lou” disse Harry, facendo un finto broncio.
Louis ridacchiò, ma subito dopo sbuffò e si voltò a guardare Lauren.
“Ok, lasciamoli perdere. Vieni qui, ho bisogno di coccole”.
“Ehi, Niall! Dovevi fermarlo tu lì. Bene, adesso stiamo perdendo” protestò Liam.
“Scusa, Li. Mi sono solo distratto e poi è solo un pareggio. Non stiamo perdendo”.
Lauren guardò il biondo, dopo essersi distesa accanto a Louis. Si era distratto. Le veniva da ridere: quel ragazzo era di un geloso incredibile.
“Il pareggio non è una vittoria. Quindi stiamo perdendo”.
Niall sbuffò e Lauren ridacchiò, ma subito dopo Louis attirò la sua attenzione.
“Oh dio” disse.
La ragazza si voltò: “Cosa, Boo?”.
Louis la guardò e sorrise. “Questo devi assolutamente vederlo. Guarda cosa ha trovato mia mamma”.
E dopo quelle parole anche Harry venne attratto lì e mise il gioco in pausa, mentre gli altri protestavano.
“State zitti voi. Lou, che cosa ha trovato tua mamma?” chiese, avvicinandosi al ragazzo.
“Un video” rispose il maggiore, mettendosi seduto.
“Che video?” chiese Lauren tesa, mettendosi il più vicina possibile al fianco del ragazzo, mentre tutti accerchiavano il maggiore.
“Aspettate. Haz, prendi il computer. Da lì si vedrà meglio”.
Harry non protestò neanche e si alzò per recuperare ciò che Louis gli aveva chiesto.
Così, pochi minuti dopo tutti e sei stavano guardando la schermata del portatile in silenzio. E Louis premette play.
“Funziona?” Johanna chiese davanti una telecamera.
“Sì, certo che funziona, Jay. Sto riprendendo” rispose la voce di un uomo: il padre di Louis.
“Oddio, riprendi i bambini allora. Sbrigati”.
E poi la telecamera si mosse e l’inquadratura cambiò. Adesso erano apparsi due bambini di appena sei e sette anni che prestavano attenzione ai giocattoli disposti sul tavolino. Anzi, il bambino dei capelli castani e gli occhi profondamente azzurri stava usando quei giocattoli, mentre una bambina dai capelli più scuri e lunghi fino alle spalle lo osservava in silenzio, senza toccare nulla. Sul suo collo, appena sotto i capelli si intravedeva una benda bianca.
I ragazzi avevano già visto delle foto di Louis da bambino e anche quella volta lo riconobbero subito. Lo stesso non valeva per la bambina con gli occhi spaventati.
“Oh mio dio. Siete voi? Ma che dolci!” il primo che aveva rotto il silenzio era stato Harry e Louis sorrise. “Già” rispose passando un braccio sulle spalle di Lauren che dal canto suo era rimata in silenzio a fissare lo schermo, con sguardo abbattuto. Niall le lanciò uno sguardo veloce, notando come Lauren si era lasciata stringere da Louis, affondando sempre di più sul suo fianco.
“Louis, baby. Perché non giochi con Lauren?” chiese a quel punto Jay.
Il piccolo Louis sollevò lo sguardo, incrociando gli occhi della mamma. “Non vuole giocare con me, mamma. Dice che non può”.
Si vide subito lo sguardo accigliato della donna. “Te l’ha detto?” chiese, come se avesse capito male.
Louis annuì energicamente e Jay non gli disse altro, guardando invece la bambina. “Lauren tesoro, sai che puoi giocare con Louis, vero?”.
La piccola Lauren spalancò gli occhi, senza guardare nessuno e in breve tempo gli si erano riempiti di lacrime.
“Oh no” borbottò Jay, restando ferma lì. “Lauren, amore. Va tutto bene” le disse, senza avvicinarsi.
“Perché non si avvicina?” chiese Liam a bassa voce e Lauren sospirò.
Louis la strinse a sé e rispose: “Sai, in quel periodo Len non parlava con nessuno. Sussurrava soltanto le cose al mio orecchio. E quando si metteva a piangere nessun adulto doveva avvicinarsi o impazziva”.
Lauren si guardava le mani nervosamente, ma nessuno fece alcun momento. Niall guardò la ragazza e il senso di protezione diventava sempre più forte, ma sapeva che Louis era lì apposta per quello.
E poi lacrime silenziose scesero sul volto della bambina che restava immobile, guardando il pavimento.
Fu proprio allora che il piccolo Louis prese la parola. “Len, va tutto bene. Non piangere” le disse davvero dolcemente, ma la bambina sembrava non ascoltare.
“Vuoi il mio giocattolo? Guarda come è bello. Tieni” continuò, porgendole un trenino e cercando di calmarla, invano.
“Questo non ti piace? Ne vuoi un altro?” le chiese e la bambina scosse la testa, guardando Louis negli occhi.
“Vuoi guardare i cartoni?” chiese ancora, mentre le lacrime continuavano ad andare a ruota libera sul viso di Lauren, che scosse la testa una seconda volta.
“Allora… allora… lo vuoi un abbraccio, Lauren?” chiese il piccolo, allargando le braccia.
La bambina lo guardò un attimo, poi si morse il labbro e annuì.
Louis subito sorrise e si avvicinò alla sua amica, cingendole con le braccia in un dolce abbraccio.
“Fa piano, Louis. Lauren ha ancora la bua” gli disse Jay al figlio, con voce tremante per la commozione.
“Sì, mamma”.
Lauren dal canto suo fece lo stesso, portando le braccia intorno al corpo di Louis e ricambiando l’abbraccio. E le sue lacrime si arrestarono.
Prima che la telecamera si spegnesse, si sentì il tirar su con il naso di Johanna, mentre Louis si era sporto per dare un dolce bacio sulla guancia di Lauren.
“Oh mio dio” dissero quasi in coro i ragazzi, con dei sorrisi dolci sul viso. E in quel momento Lauren tirò su con il naso, sporgendosi verso Louis.
Il maggiore ridacchiò e la circondò con le braccia. “Oh, tesoro” iniziò a dire. “Vuoi un abbraccio anche adesso?” le chiese.
“Sta zitto, idiota” borbottò lei affondando il viso nel suo collo e cercando di smettere di piangere per ciò che aveva visto.
Louis rise, mentre Liam disse: “E’ stata la cosa più dolce che io abbia mai visto”.
“Fare a Tommo, aggiungerei” disse Niall, guardando i due con un piccolo sorriso sulle labbra. Sapeva che Lauren stava piangendo per la commozione.
“Concordo” ridacchiò Zayn, mentre Harry si era gettato teatralmente sul pavimento. “Oddio! Mi sono letteralmente sciolto”.
E tutti scoppiarono a ridere. La stessa Lauren si era staccata appena da Louis e si era asciugata gli occhi con le mani.
“Ero un piccolo principe anche allora” si pavoneggiò Louis e Lauren scosse la testa per poi stampargli un bacio in guancia.
Louis sapeva che quello era il suo ti voglio bene, non detto a parole davanti agli altri ragazzi.
“Anch’io, Len” rispose, accarezzandole i capelli e ricevendo un sorriso dolce e genuino dalla sua migliore amica.





Angolo dell'autrice: Taadaaaaaa. Ce l'ho finalmente fatta. Mi dispiace per l'attesa. Confido in un vostro commento :3
All the love
-M

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


26 febbraio – Glasgow
Zayn stava riposando beatamente nella camera che condivideva con Niall. Il silenzio lì dentro era incredibile, dato che l’irlandese si era dileguato dicendo che aveva decisamente fame e che sarebbe andato a prendere da mangiare. Non sapeva se fosse realmente vero. Pensava piuttosto che sarebbe andato dritto nella camera di Lauren, al piano di sopra, anche se la ragazza aveva dichiarato che dopo il viaggio stancante si sarebbe fatta una lunga dormita. Ma Zayn non aveva commentato e aveva salutato il biondo prima di gettarsi sul letto.
Credeva davvero di essere entrate nella fase in cui stai già dormendo e non ti accorgi più di nulla. Il tuo cervello cammina da solo e… sobbalzò a causa di qualcuno che bussava alla porta e Zayn pensò che forse si sbagliava: era ancora nello stato di dormiveglia, dato che erano passati solo dieci minuti. Beh, spesso riusciva ad addormentarsi in tempi minori. Insomma, neanche lui sapeva se fosse stata una di quelle volte o meno. Magari erano solo quei colpi insistenti alla porta. Davvero alquanto insistenti.
“Se si è scordato le chiavi, giuro che lo uccido” borbottò, sollevandosi in piedi e andando alla porta. Era già pronto a uccidere Niall, quando si accorse che non si trattava dell’amico. Era Lauren. Aveva gli occhi spalancati e tremava sul posto. “Lauren” disse Zayn, mentre il suo viso si addolciva e il suo sguardo diventava preoccupato.
“C’è… c’è… N-Niall?” balbettò e il moro scosse la testa. Allora era davvero andato a scovare da mangiare. Zayn si era sbagliato e la fame del biondo aveva colpito ancora una volta.
“D-Dov’è?” chiese, restando lì immobile.
“E’ andato a prendere da mangiare. Vieni dentro. Tornerà” le disse lasciandole lo spazio.
Lauren entrò nella stanza e si guardò attorno. Vide il letto di Niall, con la felpa verde del ragazzo lì sul cuscino e ci si gettò sopra.
Era distesa a pancia sotto, con il viso affondato nella felpa, cercando di inspirare l’odore del ragazzo e provare a calmarsi.
Sentì Zayn che si avvicinava, ma non si mosse. “Ehi” le disse accarezzandole i capelli, una volta che si era abbassato sulle ginocchia accanto al letto.
“Cosa c’è?” le chiese. Zayn non sapeva bene come approcciarsi alla ragazza in quelle circostanze.
“N-niente” rispose lei, senza guardarlo.
“E’ successo qualcosa?”.
Lauren lo guardò con sguardo abbattuto. “Forse. Ho bisogno di Niall. Dove sta?”.
“Starà tornando su, babe” disse Zayn e lei annuì soltanto.
“Lauren. Posso farti una domanda?”.
La ragazza annuì di nuovo. Magari Zayn l’avrebbe distratta.
“Cosa… cosa state combinando tu e Niall?”.
Gli occhi della ragazza si spalancarono. “C-come?” chiese, cercando di non arrossire o qualcosa di peggio.
“Sì, beh… avete intenzione di dirci qualcosa?” continuò il moro. Aveva così voglia di sapere.
“Io… senti, Zayn…” e la porta si aprì, mostrando Niall in tutto il suo splendore.
“Ren. Che succede?” chiese, iniziando a preoccuparsi e avvicinandosi ai due.
“Dov’eri?” chiese Lauren con le lacrime agli occhi.
“Ero di sotto. Ma adesso sono qui” disse inginocchiandosi accanto a Zayn.
Lauren annuì e poi allargò le braccia. Niall fece un piccolo sorriso e senza curarsi del moro si sedette sul letto, attirando Lauren a sé.
Zayn a quel punto li guardò sorridendo tristemente e si alzò in piedi. “Va bene, io vi lascio da soli” disse e Niall annuì.
“Zayn?” lo richiamò la mora.
“Sì, Lauren?” chiese fermandosi vicino alla porta.
“Mi dispiace”.
Zayn fece un sorriso e uscì fuori dalla camera.
“Ren?” disse Niall una volta che furono da soli.
La ragazza iniziò a piangere. “Lo sa. Lui lo sa. Zayn ha capito” continuava a dire, mentre affondava il viso nel suo collo.
Zayn era ancora dietro la porta chiusa. Era stato più forte di lui. E non appena sentì quelle parole, attutite dalla porta, sospirò, passandosi una mano sul viso.
“Ssh, va tutto bene. È tutto ok” cercò di rassicurarla, accarezzandole i capelli. “Anche se lo sa, amore, non dirà niente fino a quando non lo diremo a tutti. Parliamo di Zayn, babe”.
Il moro scosse la testa. In che guaio si erano cacciati? Che disastro. Iniziò a sentirsi in colpa e decise di allontanarsi da lì. Era meglio andare a cercare Liam. Aveva bisogno di una distrazione.
Lauren annuì, senza staccarsi da Niall.  “Ehi, è stato solo Zayn a sconvolgerti così?”.
Il biondo sapeva già che non era quello il reale motivo. Lo aveva capito dai suoi occhi appena entrato in camera.
“No” disse.
Niall la sollevò, sistemandosela in grembo. “Parlamene, babe”.
“E’ cambiato” affermò.
“Cosa, amore?”.
“Il sogno. Adesso… non c’è più soltanto lei. Ci sei anche tu” disse, cercando di coprirsi il viso. Adesso aveva iniziato a singhiozzare.
“E cosa faccio io, tesoro?” chiese, passandogli una mano su e giù per le braccia.
“Cerchi di proteggermi. Cerchi di toglierle il coltello, ma lei ride e… e…” non riesce proprio a calmarsi.
“Ssh. Va tutto bene. Sono qui, amore”.
“Lei non deve toccare te. Non te. No” ripete tra le lacrime. “Può fare del male a me, ma non a te. Niall, il coltello… nel tuo stomaco. Lei non mi permette di toccarti e viene a finire l’opera e… oh mio dio” stava iniziando ad andare nel panico e Niall lo sapeva.
“Babe, Ren, guardami” la staccò appena da sé per guardarla negli occhi. “Lei non c’è più. Amore, non può farci del male. Io sto bene. Tu stai bene”.
Lauren guardò gli occhi così azzurri del ragazzo e ascoltò attentamente le sue parole. Annuì piano.
“Era solo un incubo. Stiamo bene”.
Lauren annuì di nuovo e si asciugò gli occhi con la mano.
Niall le sorrise e anche lei si sforzò di rispondere, ma le uscì più una piccola smorfia.
Niall si sporse in avanti e le baciò la fronte. “Amore mio” disse, sistemandosela in grembo.
“Sono stanca”.
“Riposa un po’. Io sto qui. Puoi stare tranquilla”.
La ragazza annuì e si distese, con Niall al suo fianco, che iniziò ad accarezzarle le braccia, dolcemente. In poco tempo Lauren stava già dormendo.
Niall si ritrovò a fissarla nel sonno e la sua mente viaggiava facilmente. Era sempre così. Amava guardarla dormire e far lavorare il suo cervello.
La  prima volta che era successo erano nell’appartamento della ragazza. Avevano visto un film e lei si era addormentata. Niall si era appena spostato da lei e alzatosi per ordinare la pizza, quando il telefono gli cadde dalle mani. Lauren aveva iniziato ad urlare e il biondo capì subito che era la stessa situazione che si era verificata a casa di Louis diverso tempo addietro. Gli incubi. Ricordò come l’amico l’avesse rassicurata e quanto ci avesse messo per calmarla. Niall era terrorizzato dall’idea, mentre si fiondava in salotto. Lauren adesso aveva gli occhi spalancati e la testa tra le mani.
“Lauren” disse inginocchiandosi accanto a lei.
“No, no, no” stava dicendo tra le lacrime.
Provò a toccarla, ma lei si ritrasse.
“Rennie, sono io, Niall. Era solo un incubo, babe. Guardami” disse Niall dolcemente.
E Lauren si fermò un attimo. “Niall?” chiese, tra un singhiozzo e l’altro.
“Sì, amore. Sono io”.
E Lauren si fiondò tra le sue braccia.
Niall aveva sospirato e l’aveva stretta a sé.
Quella volta era stato così veloce a rassicurarla che Niall si era stupito di se stesso. Aveva riflettuto a lungo sul perché. E forse un motivo c’era: Louis era sempre stato con Lauren. Affianco a lei e la ragazza non riusciva a distinguere il presente dal passato istantaneamente. Con Niall era diverso. Lui era entrato nella sua vita solo negli ultimi anni e non era presente durante la sua tragedia infantile. Era per quello che probabilmente si era subito resa conto di essere a Londra e che non c’era nessuno che volesse farle del male. In poche parole, si era ritrovato ad essere più efficace del povero Louis.
Comunque non era successo spesso un evento di quel tipo. E mai quando la ragazza dormiva con Niall. Era già qualcosa.
Rimase lì a guardarla sorridendo. Dopotutto il biondo amava il legame che si era formato tra di loro. E anche se la relazione era ancora segreta, Niall non poteva che sentirsi bene.
 
1 Marzo 2013 – Cardiff
Lauren pensava che la prima fase del tour dei ragazzi fosse davvero la migliore. Dopotutto non dovevano uscire dal territorio inglese e bastava qualche ora in auto o un’oretta in aereo per arrivare a destinazione. Non era affatto difficile seguirli. Per lei era un piacere sentire i loro concerti dal vivo e dopotutto la sua presenza era grata a tutti. Niall in primis, che poteva passare del tempo con la sua ragazza e caricarsi al meglio. Louis che aveva accanto la sua migliore amica e la Modest! che non doveva preoccuparsi del caso Stylinson anche in tour.
Quella sera, alla fine del concerto, erano tutti in camera di Liam. Chissà per quale strano motivo, nessuno di loro aveva voglia di dormire e si erano quindi riuniti per chiacchierare o almeno stare in compagnia.
L’unica stanca in quella situazione era Lauren, colei che non era dovuta salire su un palco. Sembrava quasi divertente.
La ragazza presto si era ritrovata distesa sul divano, con la testa sulle gambe di Niall e il viso rivolto verso il suo petto. Nessuno aveva commentato quel loro contatto. Sapevano quanto si fossero legati e non gli davano molto peso.
Niall iniziò ad accarezzarle i capelli, mentre gli altri ragazzi erano distribuiti sull’altro divanetto o sul letto che parlavano di ciò che era accaduto sul palco quella sera e cosa avrebbero potuto fare la sera successiva.
Per cui nessuno faceva tanto caso ai due ragazzi. Poi però, Niall non riuscì a farne a meno: iniziò a guardare senza neanche rendersene conto la cicatrice sul collo di Lauren, scoperto proprio in quel punto, mentre i capelli le erano ricaduti dietro alle spalle.  Ormai la ragazza non aveva alcun problema a lasciarla in mostra quando era con loro. Niall pensò a pochi giorni prima, quando a casa di Lauren, le aveva baciato quella parte del corpo e come lei si fosse fidata di lui.
Allora lei lo aveva quasi fermato, irrigidendosi sotto al contatto e stringendogli la mano. Soltanto quando Niall le aveva sussurrato dolci parole lo aveva finalmente lasciato fare. Niall sapeva che quello era un passo importante e ne era così contento.
Istintivamente, immerso nei suoi pensieri spostò la mano sul suo collo, toccando quella parte così delicata con le dita e iniziando ad accarezzarla. Lauren, che aveva già chiuso gli occhi, fece un piccolo sospiro, ma non disse niente godendosi la sensazione della mano di Niall sul collo. Si era addirittura stretta più vicina al ragazzo.
E poi il biondo alzò lo sguardo, come se qualcosa lo avesse distratto e incontrò gli occhi di Louis. Quest’ultimo, ignorando il resto dei suoi compagni, aveva assistito a tutta la scena e si era irrigidito sapendo come la sua Len reagisse al tocco di quella parte del collo.
Solo con lui era riuscita a non curarsene più. Solo con Louis Tomlinson e nessun altro ragazzo. E nonostante tutto spesso le capitava di rabbrividire ancora anche con il suo migliore amico.
Niall si raggelò vedendo come Louis lo guardava: era stupito, quasi sconvolto e seriamente preoccupato. O forse arrabbiato.
“Ni…” sussurrò Lauren, sentendo la mano ormai ferma di Niall sul suo collo.
“Mmh?” fece lui, distogliendo lo sguardo dal maggiore e concentrandosi di nuovo su di lei.
“Perché ti sei fermato?”.
E gli occhi di Louis si spalancarono. Nonostante la ragazza avesse parlato a voce bassa, Louis era talmente concentrato su di loro che aveva sentito chiaramente.
“Scusa” disse il biondo, riprendendo ad accarezzare quella parte e tornando a guardare Louis, che adesso respirava a fatica.
Niall lo guardò con confusione. Adesso cosa aveva fatto di sbagliato? Iniziò a sentire dei brividi freddi lungo la schiena.
“Cosa hai fatto?” chiese Louis e tutti si zittirono, voltandosi verso di lui.
Niall rimase in silenzio e Louis si alzò in piedi. “Niall, che diavolo hai fatto?” ripeté con sguardo duro.
“Louis, ma che…?” Harry stava iniziando a dire, ma Niall lo interruppe: “Louis, io…”.
E Lauren si alzò dalla vita di Niall, poggiando una mano sulla coscia del biondo per sostenersi e l’altra agli occhi, stroppiciandoseli.
“Perché state facendo tutto questo baccano?” borbottò.
“Lauren, è ora di andare a dormire” disse Louis freddo, continuando a fulminare Niall con lo sguardo.
“Che ore sono?” chiese, ma nessuno le rispose.
“Vieni, babe. Ti accompagno in camera” disse Louis avvicinandosi ai due e porgendo la mano a Lauren, che l’afferrò.
“Resta qui” intimò a Niall, fulminandolo con lo sguardo e uscendo dalla stanza con la ragazza assonnata.
“Niall, ma che cavolo vi è preso?” chiese Liam, guardando il biondo che stava ancora seduto sul divano, guardandosi le mani.
Non rispose ed Harry lo chiamò una seconda volta. Niall balzò in piedi, in preda al panico. “Devo andare in camera. Dite a Louis che…” e la porta si aprì.
“Stavi andando da qualche parte?” chiese il maggiore sulla soglia, con le braccia conserte.
“Senti, Louis…” disse subito Niall, ma l’altro lo interruppe. “Vieni con me. Abbiamo da fare due chiacchiere”.
Il biondo annuì e lo seguì in corridoio.
“Che disastro” disse Zayn, mettendosi le mani in faccia, una volta che la porta si era richiusa.
“Ma che cazzo sta succedendo? Perché non ci rendono partecipi?” chiese Liam arrabbiato, mentre Harry cercava di fare mente locale.
“Ah, il nostro irlandese…” borbottò il moro e Liam lo guardò.
“Zayn, dannazione. Se sai qualcosa dilla anche a noi”.
Zayn scosse la testa. “Io so tanto quanto voi. Sono solo intuizioni e…”
“Avanti, illuminaci” disse Liam, sospirando.
“Non posso. Non adesso che non ho certezze. Sarà Niall a darcele. O almeno spero…”
“Louis se ne è accorto... Che diavolo stanno combinando Niall e Lauren?” chiese a quel punto Harry, scuotendo la testa.
Sia Liam che Zayn lo guardarono, ma restarono in silenzio. Beh, se lo chiedevano tutti.
Louis aveva appena chiuso la porta, che aveva afferrato Niall per il colletto e lo aveva spinto contro il muro.
“Che cosa le hai fatto?” aveva sibilato. Era così incazzato.
“Lou, ti prego ascoltami” aveva iniziato Niall, con gli occhi spalancati.
“Sono qui apposta. Sto aspettando”.
“Non le farei mai del male, Lou. Lo sai?”.
“Sai che cosa so io, Niall? So che in quindici anni l’unico che poteva toccare la sua cicatrice in quel modo ero io. So come reagisce quando sono gli altri a farlo. E so perfettamente come funziona il cervello della mia migliore amica”.
Niall lo guardava con gli occhi sbarrati, cercando di non farsi prendere dal panico, più di quanto non avesse già fatto.
“E adesso tu lo hai fatto e lei ti ha incitato a continuare. Che cazzo le hai fatto?”.
“Niente. Louis, mi dispiace, io…”
“Lou? Niall?”.
Louis si voltò di colpo, lasciando andare il biondo. “Len, cosa fai ancora in piedi?” guardò la ragazza che aveva appena messo a letto, ferma nel corridoio.
“Non riesco a dormire da sola” disse soltanto, portandosi una mano alla testa.
“Vuoi che venga con te?” chiese Louis dolcemente, avvicinandosi alla mora.
“No. Cioè, io… Harry…”
“Harry può dormire anche senza di me, piccola” la rassicurò.
“No. Io non voglio separarvi. Lo fanno già in troppi”.
Louis fece un piccolo sorriso, che sparì dopo aver sentito le parole che arrivarono dopo. “Posso portare Niall con me?”.
Louis si voltò a guardare l’irlandese dietro di sé, che stava immobile a guardarli. Serrò la mascella e annuì.
“Grazie, Boo” disse Lauren, dandogli un abbraccio veloce.
“Buonanotte, babe”.
Niall si avvicinò alla ragazza e nonostante non lo stesse guardando, poteva sentire perfettamente i suoi occhi di fuoco su di lui.
Seguì Lauren in camera, che probabilmente a causa del sonno non disse una parola. Si distese, aspettando che Niall si spogliasse e si mettesse accanto a lei. Poggiò la testa sul suo petto e in pochi istanti si addormentò.
Per Niall, invece, fu decisamente difficile riuscire a farlo dato che la sua mente continuava a tornare a Louis. Merda. Sapeva che da tutto quello non sarebbe uscito nulla di buono. Sospirò, cercando di dormire. Al resto ci avrebbe pensato domani, quando avrebbe parlato anche con la ragazza.
 
 
“Che cosa?” urlò Lauren in preda al panico.
“Ssh. Non urlare” disse Niall, mettendole le mani sulle spalle.
“Non devo urlare? Mi hai appena detto che Louis ti ha minacciato!”.
Niall aggrottò le sopracciglia. “Io non ho detto questo”.
Lauren lo ignorò. “Oh dio. È colpa mia. Questa è solo colpa mia. Tutta colpa…”.
Niall la interruppe: “Non lo è, babe”.
La ragazza sospirò e i suoi occhi si riempirono di lacrime. “Cazzo. E adesso cosa dico a Louis? Oh dio, ho sbagliato tutto”.
Niall l’abbracciò. “Ehi, Ren. Non piangere. Louis… è solo arrabbiato con me. Non c’è bisogno che tu dica nulla”.
“Devo tornare a casa”.
Niall la guardò con gli occhi spalancati. “Cosa?” le chiese, quasi confuso. “Ma stasera abbiamo il concerto. Dove vuoi andare?”.
Lauren scosse la testa. “Non lo so. Io… ho paura. Come posso guardare Louis in faccia?”.
“Hai paura di Louis?” chiese Niall quasi con la bocca spalancata.
Lauren si staccò dal biondo e iniziò a camminare per la camera d’albergo.
“No. No. No. No. Che cosa diavolo hai fatto, Lauren?” il suo respiro accelerò, mentre Niall la guardava in silenzio.
“Cinque mesi, Lauren. Cinque dannatissimi mesi. Non ti perdonerà mai, Lauren. Che diavolo!” adesso stava urlando.
Niall era quasi spaventato: non l’aveva mai vista in quello stato. Aveva iniziato a parlare da sola.
La mente della ragazza intanto era un subbuglio di pensieri, ansie e paure.
Si era appena resa conto, come un secchio di ghiaccio addosso di quello che aveva fatto negli ultimi mesi. Solo adesso, dopo che Louis aveva capito che qualcosa non andava. Aveva escluso il suo migliore amico per cinque dannati mesi. Gli aveva mentito.
‘Quelle non erano bugie, ragazza. Era solo omissione di fatti’. Questa dannata frase continuava a rimbombarle nella testa, ma la faceva stare anche peggio.
Cadde sulle ginocchia e solo in quel momento Niall si mosse. “Lauren” disse inginocchiandosi accanto a lei.
“E’ così… è tutto sbagliato, Niall. Sono un disastro. Non dovevamo. Io…” iniziò a dire, lasciandosi abbracciare dal ragazzo.
Niall sentì un pugno nello stomaco. “No, Lauren. Ascoltami. Va tutto bene”.
“No. Noi… dobbiamo dirglielo”.
Il cuore di Niall accelerò. “Cosa?” chiese stupito.
“Non voglio più tenerlo segreto. È troppo. È ingiusto” disse lei, chiudendo gli occhi.
Il cervello di Niall iniziò a lavorare e a carburare molto velocemente.
“Babe, guardami. Ascoltami solo per un secondo ok?” le chiese, prendendola per le spalle per farsi guardare negli occhi.
Lauren lo fissò in silenzio e lui continuò: “Stasera abbiamo un concerto, amore. Puoi… possiamo far finta che non sia successo nulla? Solo per questa sera. Domani torniamo a casa e se è davvero ciò che vuoi glielo diremo, d’accordo?”.
La ragazza annuì cercando di non far cadere le lacrime. “Voglio andare a casa”.
Niall sospirò. “Stai bene, babe. Ti sorreggo io, sono qui. Ma non fuggire, ti prego. Solo un giorno”.
Lauren si asciugò gli occhi e annuì. “Va bene. Facciamo come hai detto tu”.
Niall sospirò di sollievo. “Grazie, Ren” le disse, prima di stringerla a sé.
 

Lauren aveva avuto il viso cupo per tutto il giorno, ma nessuno aveva commentato. Louis era così arrabbiato. Quando la sera prima era tornato in camera, dove ormai era rimasto solo Harry, si era appoggiato alla porta e aveva iniziato a pensare. Aveva iniziato a collegare, unire e visualizzare cose che prima non vedeva. O semplicemente non voleva vedere. Continuava a convincersi che tutto era normale, quando in realtà non lo era affatto. Gli sguardi, i contatti, il modo in cui Niall e Lauren ridevano insieme. E se…? No, Louis non doveva pensarci. Non poteva crederci. Non avrebbero mai fatto nulla del genere. O magari erano soltanto due ragazzi innamorati che non si erano ancora accorti di esserlo. Sì, doveva essere così.
Harry lo aveva guardato in silenzio, per poi sedersi accanto a lui e attirarlo a sé. “Me lo avrebbe detto, vero?” aveva sussurrato Louis.
 “Non lo so, Lou” aveva risposto, baciandogli i capelli. E Louis aveva semplicemente sospirato.
Quella mattina quindi a Louis non era affatto passata. Era ancora confuso e arrabbiato. Non aveva più avuto occasioni di parlare da solo con Niall, dato che Lauren era sempre lì con loro e aveva osservato il comportamento della ragazza. C’era qualcosa che non andava, quello era sicuro. Ma Louis non riusciva proprio a parlarle. Non ancora.
E lo stesso Niall era diverso dal solito. Tutti i ragazzi potevano sentire la tensione palpabile nell’aria.
“Non mi importa quali sono i vostri problemi, chiaro? Qualunque cosa sia, deve restare fuori dal palco. Mi sono spiegato?” aveva detto Liam burbero qualche ora prima di salire sul palco, guardando i due diretti interessati.
“Se riuscite a risolverli prima, tanto meglio, davvero. In caso contrario recitate, indossate delle maschere o fate ciò che vi pare. Fate in modo che sul palco sia tutto normale o ve la faccio pagare, capito?”.
Zayn era rimasto così stupito dal comportamento di Liam. Non sembrava nemmeno da lui un comportamento di quel tipo, ma se avrebbe funzionato affinché quei due non mandassero a rotoli lo show, gli andava più che bene.
Niall e Louis si erano guardati in silenzio per pochi secondi per poi annuire. “Va bene” aveva detto Niall, mentre Louis scuoteva la testa e andava verso il suo camerino. “Possiamo farlo, Niall. Ma sappi che domani torniamo a Londra. E lì non te la farò fare franca. Dovrai darmi delle spiegazioni”.
E Niall aveva annuito, sigillando un tacito accordo con il maggiore della band.
 
 
3 Marzo – Londra
Stava avvenendo tutto così in fretta. Lauren sapeva che era colpa sua. Era stata così stupida da non pensare alle conseguenze che avrebbero potuto portare le sue decisioni. Pensava che fossero giuste, ma in realtà erano così sbagliate. Aveva cercato di convincersi in tutti i modi e forse ci era anche riuscita. Era proprio quello il problema.
E aveva messo anche Niall in mezzo, trascinandolo con sé nell’oblio. Quel biondo che la faceva stare così bene e che l’amava più di quanto lei immaginasse, tanto da lasciarle fare a modo suo e stare in silenzio. Avevo fatto del male anche a lui. Adesso se ne rendeva conto.
Era sempre stata quella sbagliata nella vita. Pensava sempre di fare bene, ma qualsiasi cosa si ripercuoteva contro. Era così nella sua natura. La felicità non è mai permanente. E spesso è illusoria. Basta un niente affinché tutto vada a rotoli. E quando la colpa è di sé stessi è anche peggio. Così deludente. Lauren lo sapeva bene.
E sapeva che Louis non l’avrebbe perdonata. Non questa volta. Cinque mesi erano troppi da digerire per chiunque.
Quando erano rientrati a Londra quella notte Lauren e Niall avevano deciso di dormire insieme a casa del ragazzo. Non era stata una notte facile. Avevano passato ore a parlare su quello che sarebbe successo l’indomani, avevano preso finalmente una decisione e Lauren aveva pianto in silenzio, dando le spalle al suo ragazzo. Sperava davvero che non se ne sarebbe accorto, ma era quasi impossibile. Niall l’aveva stretta a sé  e aveva iniziata a darle piccoli baci, cercando di rassicurarla. Lauren era solo scoppiata a piangere di più, affondando di nuovo il viso nel suo collo.
“Mi dispiace così tanto, Niall. Rovino sempre tutto”.
“Oh, babe. Hai reso gli ultimi cinque mesi così splendidi. Non li hai rovinati affatto”.
E Lauren era stata in silenzio, nonostante le parole rimbombassero nel suo cranio. ‘Se non l’ho ancora fatto, lo farò. È solo questione di tempo. Solo questione di ore’.
“Ti amo, Lauren. Niente si metterà tra me e te, capito?” aveva detto Niall.
La ragazza era rimasta in silenzio e alla fine aveva sussurrato: “Ti amo anch’io”.
Poco dopo il sonno aveva avuto la meglio su Niall, mentre Lauren continuava ad ascoltare il suo respiro regolare e a riflettere.
Dopo venti anni di amicizia… quei pensieri l’avrebbero distrutta, lo sapeva. E non voleva ricominciare a piangere. Non aveva più voglia. Voleva solo restare tra le braccia di Niall per il resto della vita. Sentirsi al sicuro. Sentirsi apprezzata come succedeva raramente nelle sua vita.
E quando riuscì ad addormentarsi almeno Morfeo le fece un garbo: quella notte la sua testa rimase priva di sogni o meglio… incubi.
 
 
Lauren guardò il diario che aveva tra le mani. “Sei sicuro che sia finita? Non vuoi cambiare nulla?” chiese, senza staccare gli occhi dalle pagine ricoperte d’inchiostro.
Niall scosse la testa. “No, Lauren. È completa”.
“L’ho suonata così poco”.
Lauren sapeva che era solo una scusa. Era sempre riuscita a fare musica impeccabile anche con poco esercizio. Ma aveva paura.
“Vuoi che ti accompagni con la chitarra?” chiese Niall.
“No, non l’abbiamo provata. Non vorrei deconcentrarmi” borbottò, con gli occhi spalancati.
“Va bene, tesoro. Faremo con il piano allora”.
“Grazie”.
Niall fece un piccolo sorriso e poi guardò l’orologio. “Credo che dobbiamo andare”.
Anche Lauren si voltò a guardare le lancette e sospirò. “Già” disse, alzandosi in piedi.
“Andrà tutto bene, ok?” le disse Niall attirandola a sé e baciandola.
Lauren non era poi così convinta, ma annuì, ricambiando il bacio. “Andiamo” lo incitò prendendolo per mano e andando fuori dalla porta.
 

Niall guardò i quattro ragazzi seduti sul divano, evitando di soffermarsi su Louis, mentre Lauren stava preparando il pianoforte.
“Vi avevamo promesso delle spiegazioni. È arrivato il momento di darvele. Penso… penso che questo sia il modo migliore per capire”.
Louis aveva le sopracciglia aggrottate e guardava Lauren dietro il biondo. Poteva vedere come le sue mani tremassero e cercò di controllarsi. Aveva così paura. E se la verità fosse stata…?
“Avete scritto una canzone?” chiese Harry guardando prima Niall, poi Lauren.
“Beh, sì” disse Niall grattandosi la testa.
L’avevano già finita qualche settimana prima ed era rimasta lì, dentro al diario di Lauren. Niall aveva ragione: prima o poi sarebbe servita. E quel momento era arrivato.
“Va bene. Vi ascoltiamo” disse Liam dolcemente, vedendo come entrambi fossero tesi e quasi impanicati da quello che stavano per fare.
Lauren si sedette sullo sgabello rettangolare e sospirò, mentre Niall si avvicinava, appoggiandosi al pianoforte, in modo da poter guardare la ragazza negli occhi.
“Ricordi l’attacco?” chiese al biondo con voce tremante.
“Certo” e le fece un sorriso dolce, che fece raggelare Louis. Perché non riusciva a vederlo prima?
“Quando vuoi” continuò il biondo e Lauren annuì, mettendo le mani in posizione sui tasti. Per qualche silenzio la stanza fu nel più totale silenzio, le prime note partirono, facendo rabbrividire i quattro spettatori.
Lauren alzò appena la testa nel momento in cui Niall avrebbe dovuto attaccare e poi la canzone iniziò.
I figured it out
I figured it out from black and white
Seconds and hours
Maybe the height to take some time

Niall aveva cantato quelle parole con una voce così dolce, che Harry prese d’istinto la mano di Louis chiusasi a pugno sulla sua coscia.
Niall fece un piccolo sorriso e poi fu Lauren a proseguire.
I know how it goes
I know how it goes from wrong and right
Silence and sound
The day ever hold each other tight like us
The day ever fight like us

Louis sentì che il suo respiro si bloccava e la mascella si serrava. Quelle note erano così intense… e le parole…
Pronunciate da Lauren inoltre facevano così male. E non sapeva nemmeno cosa lo avrebbe aspettato dopo.
Niall si mosse e prese posto accanto a Lauren, mettendosi a cavallo sullo spazio libero dello sgabello, per quanto ci riuscisse.  E poi le loro voci si sovrapposero, unendosi perfettamente.
You and I
We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above can separate the two of us
No nothing can come between you and I
Ooh, you and I

Louis sentì il groppo in gola immediatamente. No. Non poteva non essersene accorto. Aveva voglia di alzarsi da lì, ma la mano di Harry lo tratteneva, stringendogliela con la sua e mantenendolo lì sul posto.
I figured it out
Saw the mistakes of up and down
Meet in the middle
There’s always room for common ground

Mentre Niall cantava osservava Lauren con un’espressione così dolce, anche se la ragazza era concentrata sui tasti dello strumento. Niall le accarezzò i capelli con le dita e solo in quel momento lei si voltò verso di lui, facendogli un sorriso. Louis poteva vedere le lacrime agli occhi della ragazza anche da quella distanza.
Niall annuì e lei continuò con la sua parte della canzone.
I see what it’s like
I see what it’s like for day and night
Never together
‘Cause you see your things in a different light like us
Did we never try like us?

E poi gli occhi di lei si chiusero e Niall si ritrovò a cantare da solo il ritornello, mentre lei continuava a suonare il piano.
Di nuovo il silenzio e le note a fondersi con quella calma. Il cuore di Louis accelerò con l’accelerare delle note e i suoi pugni si serrarono.
‘Cause You and I
Quell’acuto cantato da Lauren aveva fatto rabbrividire tutti e lo stesso Niall si era commosso, guardando quanto si fosse concentrata per riuscirci senza stonare.
We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above can separate the two of us
No nothing can come between you and I
Oh, you and I

Cantarono l’ultima parte insieme, ma durante le ultime frasi Lauren si fermò e l’unica voce rimase quella di Niall. La ragazza stava ormai piangendo e non riusciva a fermarsi.
Niall le accarezzò la guancia, cercando di asciugarle le lacrime, mentre continuava a cantare.
You and I
We could make it as we try
You and I, You and I

E poi la musica si arrestò con una nota acuta, che fece sobbalzare tutti. Lauren era così nel panico che aveva sbagliato e aveva premuto il tasto sbagliato, più forte del dovuto, prima di alzarsi in piedi di scatto. “Oh mio dio” disse, scavalcando lo sgabello e andando verso la porta.
“Lauren. No! Aspetta!” disse Niall, sollevandosi in piedi.
Lauren si bloccò sul posto, dando le spalle a tutti.
“Non fuggire, ti prego. Non farlo con me” disse Niall a voce bassa che i presenti fecero quasi fatica a sentirlo, con un’espressione di dolore sul viso.
Lauren si voltò e guardò il biondo negli occhi.
“E’ solo colpa mia. Ho fatto un casino. E tu me lo hai lasciato fare! Mi hai permesso di farti del male, Niall” disse quasi urlando, tra le lacrime.
Niall sentiva le lacrime dietro gli occhi.
“Che cosa?” disse davvero confuso. “Lauren, come puoi dire una cosa del genere?” Niall  stava iniziando ad agitarsi. Non voleva dare origine ad una discussione davanti ai quattro ragazzi, ancora seduti sul divano e con gli occhi spalancati, ma non riusciva a stare in silenzio.
“Perché è vero, Niall!” Lauren stava ormai gridando.
“No, che non lo è, dannazione! Sei la cosa migliore che potessi ottenere in questi mesi! Perché non te ne vuoi rendere conto?” anche Niall stava urlando, cercando di trattenere le lacrime.
“Sono sbagliata, Niall”.
“No. Sei perfetta, dannazione. E pensavo di avertelo fatto capire!”.
Le lacrime scendevano silenziose sul viso di Lauren. “Basta” sussurrò, avvicinandosi a lui.
“Possiamo…?” Niall aveva il groppo in gola. Il cuore gli iniziò a battere velocemente quando lei annuì.
Non c’era bisogno di aggiungere altro. Soltanto due falcate e Niall si fiondò sulle labbra di Lauren, mettendo le mani sul suo viso.
Le loro labbra si cercavano vogliose e Lauren si sporse verso il biondo ancora di più, passando le braccia sotto quelle di Niall, in modo da intrecciarle intorno al collo di lui e affondare le mani nei suoi capelli. Niall spostò le mani più in basso, intorno al busto della ragazza e si staccò dalle sue labbra solo per respirare. E a quel punto le parole di Lauren.
“Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace” ripeteva affondando il viso nel collo del biondo.
“Ssh. Va tutto bene. Tutto bene” cercò di calmarla Niall.
“Louis” la voce di Harry li fece tornare alla realtà e i due ragazzi si allontanarono.
Louis si era alzato in piedi e stava uscendo dalla stanza.
“No. No, Louis. Ti prego. Aspetta” disse Lauren, tornando a piangere.
Louis si voltò a guardarla e l’espressione sul suo viso le spezzò il cuore. Glielo frantumò in piccolissimi pezzettini. Il senso di tradimento, il dolore e la delusione erano così visibili negli occhi blu del ragazzo.
“Quanto tempo?”.
Lauren lo guardò e non riusciva a rispondergli.
“Quanto tempo, Lauren?” chiese con voce dura.
“Cinque…”.
“Cinque cosa? Dannazione”.
Lauren abbassò gli occhi al pavimento.
“Cinque mesi” rispose Niall e il maggiore si voltò a guardarlo con la bocca semiaperta e gli occhi pieni di stupore.
Louis scosse la testa e si voltò di nuovo uscendo dalla stanza. “Boo, ti prego” disse Lauren tra le lacrime.
“No”. Quella semplice parola che le fece crollare il mondo addosso. La bloccò sul posto e gli permise solo di guardare il suo migliore amico che si allontanava da lei. Per la prima volta. E la colpa era soltanto sua.



“No! Non puoi andartene. Non puoi lasciarmi. Non puoi fare nulla del genere! Lauren, ti prego” Niall era nel panico e stava cercando di fermare la ragazza, che stava mettendo roba a caso dentro ad una borsa, senza dire una parola.
“Lauren! Fermati, ti prego. Non puoi andartene, ok?”.
E poi lei parlò. “Sì, che posso. Ed è meglio così per tutti”.
“No, che non lo è, dannazione!” urlò Niall, per poi afferrarla per le spalle e obbligandola a guardarlo.
“Niall, mi fai male” disse Lauren e Niall allentò la presa. Il suo sguardo si addolcì. “Scusami. Io… solo… ti prego, ascoltami. Aggiusteremo tutto. Louis capirà”.
Lauren scosse la testa. “No. Lui non mi perdonerà. L’ho deluso così tanto”.
Niall scosse la testa, cercando di non piangere. Si sentiva un idiota.
“Stiamo parlando di Louis, Lauren. Lo farà, ma ti prego non lasciarmi. Ti aiuterò. Ti starò accanto, te lo prometto”.
Lauren lo guardò un attimo e scosse la testa. "Non lo so, Niall".
Niall sospirò e disse: "Vieni qui, ti prego". E poi l’attirò a sé per abbracciarla. Lauren serrò gli occhi e si lasciò cullare dal ragazzo.
Che immenso disastro.






Angolo dell'autrice: Holaaa, ragazzi. Ehhm ehmm, insomma ecco il nuovo capitolo! Yuuhuu. Volete linciarmi perché ho usato You And I? Eheh, ok potete farlo >.< Diciamo che ho scelto quella proprio perché non è stata scritta dai ragazzi, quindi ecco sì! x)
Va bene, spero sempre nei vostri pareri e grazie a tutti!
A presto xx
-M

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


4 Marzo 2013 – Dublino
Niall avrebbe dovuto essere contento di essere di nuovo in Irlanda. Gli piaceva molto questa prima leg del tour, dato che era così nei pressi di casa. E quindi sì, avrebbe dovuto avere il sorriso sulle labbra e prestare attenzione a suo fratello che gli stava spiegando come avrebbero organizzato il suo matrimonio. E anche Greg vedeva che qualcosa non andava. Andiamo, quando gli aveva chiesto di fargli da testimone era stato così felice, mentre adesso non lo stava neanche guardando, perso chissà dove nella sua testa.
Niall continuava a tornare con la mente alla conversazione che aveva avuto qualche ora prima con Lauren.
“Perché non vuoi venire con noi? Sei sempre venuta”.
“Non me la sento, Niall. Rovinerei soltanto il lavoro di Louis più di quanto ho fatto già”.
“Ti fa così schifo l’Irlanda? Puoi venire con me. Vado lì anche un giorno prima, da solo”.
Lauren aveva scosso la testa. “Lo sai che non è l’Irlanda, Niall. Starò qui. Ci stanno i telefoni e i computer. Per un paio di giorni… insomma, ci sentiremo”.
Niall aveva annuito tristemente. “Puoi sempre cambiare idea, ok?”.
Lauren aveva annuito, ma entrambi sapevano perfettamente che non avrebbe cambiato idea.
E in più aveva una paura dannata che potesse andarsene. Finire quelle valigia e fuggire via da lui, da loro.
“Niall, mi stai ascoltando?” chiese Greg facendogli schioccare le dita davanti al viso.
“Eh?” chiese Niall confuso, dopo essere tornato alla realtà.
“Ti ho chiesto che automobile dovremmo usare per arrivare in chiesa”.
“Oh, beh. La Range” rispose Niall, passandosi una mano tra i capelli.
“Ne sei sicuro? Possiamo anche usarne un’altra”.
“No, no. Va benissimo” aveva detto e Greg aveva annuito, per poi sedersi accanto a lui.
“Niall, cosa c’è?”.
Niall scrollò le spalle. “Niente”.
Greg continuò a guardarlo. “Hai la stessa espressione di quando papà ti toglieva il gelato la sera”.
Niall scoppiò a ridere, nonostante fosse una risata triste. “Spero che non sia proprio la stessa”.
Greg sorrise: “No, ok. Non è proprio la stessa. Ma so che qualcosa non va”.
Niall sospirò. “Potrei aver distrutto la band”.
Greg spalancò gli occhi. “In che senso, Niall?”.
“Nel senso che per mesi ho mentito agli altri mentre mi facevo la migliore amica di Louis, dannazione!” disse, alzandosi in piedi.
“Lauren?” chiese Greg. “Tu e lei avete una relazione? O è stato soltanto una botta e via? Non ho capito”.
Niall scosse la testa. “Nessuna botta e via, Greg. Sono innamorato di lei e stiamo insieme da cinque mesi, ma non potevamo. È tutto così… aah” disse Niall esasperato, mettendosi le mani tra i capelli.
“Oh. Ma non capisco dove fosse il problema, Niall. Perché dovevate nasconderlo?”.
“Perché ufficialmente è la copertura di Louis e lei aveva così paura di dirglielo. Io… dio, che disastro. Ora Louis è così arrabbiato”.
Greg gli mise un braccio intorno alla spalle. “Si sistemerà tutto, Niall. Non è niente di così grave, lo sai?”.
Niall fece cadere la testa sulla spalla di Greg e grugnì. “Non ne sono sicuro”.
“Io sì. Davvero. Adesso vuoi un po’ di gelato, fratellino?”.
Niall rise. “Sì, ti prego” disse e Greg sorrise, tirandosi in piedi.


“Smettetela di fare gli idioti e parlate, Louis. Siamo nel bel mezzo del tour, te ne rendi conto? Non possiamo mandare tutto a puttane per questo” disse Liam, guardando il maggiore.
“Io non sono arrabbiato con Niall” disse Louis, senza guardare Liam.
“Ah no? Sai, non sembra”.
“Io non sono arrabbiato, ok? Sono solo… Lauren mi ha tradito, va bene?” disse a quel punto il ragazzo dagli occhi blu.
“Ha solo omesso dei particolari” disse Zayn, appoggiato con la schiena al muro della camera.
“Particolari?” chiese Louis ridendo maleficamente.
Zayn scrollò le spalle. “Io non capisco dove sia il problema, Lou. Andiamo, non dovresti essere felice per loro?”.
Il viso del maggiore si incupì ancora di più. “Tu non capisci, Zayn”.
“Che poi… quei due sembravano capitan ovvio. Come diavolo hai fatto a non accorgertene prima?” continuò il moro.
Sia Liam che Louis lo fulminarono con lo sguardo, poi il primo sospirò. “Va bene, noi non capiamo. E tu hai appena detto di non essere arrabbiato con Niall. Sai una cosa? Va da lui e diglielo. Faglielo capire e preparatevi per salire su quel dannato palco. A Lauren ci penserai in seguito, ok?”.
Louis scosse la testa.
“Non costringerci a trascinarti a forza” lo minacciò Zayn.
Louis sospirò e sollevò mano in gesto di resa. “Va bene, va bene” e si alzò in piedi, diretto alla porta della camera.
Quando il maggiore uscì dalla camera Liam guardò Zayn e poi si gettò sul letto. “Perché questa band è così complicata?”.
Il moro ridacchiò e si distese accanto a Liam. “Non lo so amico. Anche se le complicazioni ce le creiamo da soli. Dai, non ho torto quando dico che quei due erano sfacciatamente ovvi”.
Liam lo guardò con un sorriso divertito. “Quindi avevi capito tutto dall’inizio?”.
Zayn si strinse nelle spalle. “Non proprio dall’inizio, ma è stato semplice. E penso che anche Ed se ne sia accorto”.
“Sheraan?” chiese Liam confuso.
“Sì. Quando passava il tempo con noi si bloccava spesso a fissarli come se fossero cavie da laboratorio”.
Liam sollevò le sopracciglia. “Sei un ragazzo attento e sveglio, anche se non sembra”.
Zayn finse una risata. “Divertente. O magari eri tu quello stupido che non è riuscito a capirlo”.
“Scusa se sono stato distratto da altri pensieri ultimamente” rispose Liam, roteando gli occhi.
“Aaah, queste donne” fece Zayn in modo teatrale, tanto da far ridere l’altro.
“Comunque Niall e Lauren sono molto carini insieme” concluse Liam, guardando il soffitto.
“Già. E poi Niall è diverso quando sta con lei. Diventa ancora più luminoso del solito”.
Liam sorrise istintivamente. “Sì, hai ragione”. E dopo qualche attimo di silenzio aggiunse: “Pensi che tutto questo possa portare altri drammi?”.
“Oh, Liam. Non penso, ne sono sicuro”.
 

Niall stava disteso sul letto della sua camera d’hotel con Harry.
“Come hai fatto a capirlo?” gli chiese Harry con un dolce sorriso sulle labbra.
“Ricordi la festa di Ed?” chiese a sua volta Niall con un mezzo sorriso.
“Beh, ricordo soprattutto il dopo festa devo dire” rispose il riccio.
Niall scosse la testa divertito. I due ragazzi in effetti erano spariti lasciandoli lì e avvertendo soltanto con un messaggio.
“D’accordo. E io è proprio ciò che non ricordo”.
“Oh cavolo sì. Tu ci eri andato giù pesante quella sera”.
Niall ridacchiò. “Già. Ed è stata tutta colpa di Olly, che aveva dannatamente deciso di ballare con Lauren” disse, mentre Harry sorrideva divertito.
“E stato lì che ho capito veramente quanto fossi andato” Niall ridacchiò di nuovo.
“E il vostro primo bacio?”.
Niall sorrise al solo ricordo, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta.
Harry si alzò e andò ad aprire, trovandosi davanti il suo ragazzo, che gli sorrise. “Posso parlare con Niall?” chiese ed Harry lo guardò, facendogli capire tutto con uno sguardo. Il concetto era: non fare altre cazzate.
Louis annuì ed Harry lo lasciò passare. “Beh, Niall. Me lo racconterai un’altra volta”.
Il biondo, che adesso stava in posizione seduta annuì soltanto. Harry uscì dalla porta, lasciando i due ragazzi da soli.
“Emh… Lou” disse Niall, facendo per alzarsi. Louis alzò una mano per fargli capire di restare fermo lì, poi prese la sedia all’angolo e la mise accanto a letto del biondo, sedendosi su di essa.
“Allora, Niall…” iniziò il maggiore.
“Mi dispiace, Louis. Davvero” furono le prime parole che Niall volle esternare.
Louis lo guardò in silenzio e Niall iniziò a sentirsi a disagio. “Senti. Possiamo parlare?”.
“Sono qui per questo”.
“Oh, beh. Ok… allora, potresti metterti a sedere qui con me? Mi fai venire l’ansia su quella sedia” disse il biondo imbarazzato.
Louis ridacchiò. “E va bene” disse, sedendosi sul letto, nella parte che Niall gli aveva lasciato a disposizione.
“Pensi che sia arrabbiato con te?” chiese Louis, voltando la testa per guardarlo.
“Da morire” disse Niall abbassando lo sguardo.
“Non sono arrabbiato con te, Niall”.
Il biondo spalancò gli occhi e lo guardò. “Ah, no?” chiese speranzoso.
Louis scosse la testa. “Penso che dovrei ringraziarti”.
Niall adesso era confuso. “Per cosa?”.
“Per esserti preso cura di Lauren in questi mesi” rispose Louis.
“Oh”.
Louis scosse la testa e poi chiese. “E’ stata lei, vero? Era lei che non voleva dirmi niente”.
“No” rispose subito Niall, mentendo a causa del senso di protezione immediato verso la sua ragazza.
Louis ridacchiò. “Non mentirmi, Niall. La conosco da quando siamo nati. E posso dire di conoscere anche te. È per questo che non ti incolpo di essere stato suo complice. Sì, beh. Lo sei stato, ma non avevi altra alternativa. Non avrebbe accettato nessun altro modo”.
Niall abbassò lo sguardo e sospirò. “Mi dispiace”.
“L’hai già detto. Sai una cosa, Niall? Io ci ho pensato. Davvero, in questi giorni l’ho fatto. E grazie all’aiuto di Harry sono arrivato alla conclusione che non c’è più motivo di essere arrabbiato. Continuava a ripetermi che siete così carini. E anche Zayn lo dice. Non ho ancora capito che pensiero abbia Liam in effetti. Comunque, non era quello che dovevo dire… sì, insomma ci ho pensato e mi chiedo una sola cosa: perché la mia migliore amica ha deciso di non dirmi una cosa del genere? Non si è fidata di me? Io che ho vissuto con lei, noi che ci siamo sempre detti tutto… perché? È questo che mi porta ad arrabbiarmi con Lauren. Andiamo, cosa le avrei fatto se lo avessi saputo? Cacchio, Niall. Cinque mesi sono tanti. Sono davvero lunghi e mi ritrovo ad insultare me stesso. Ma sai perché non l’ho capito? O meglio, sai perché non volevo vedere e capire?”.
Niall scosse la testa: pendeva praticamente dalle labbra del maggiore e lo guardava con gli occhi spalancati.
“Perché continuavo a ripetermi che non mi avrebbe nascosto una cosa del genere. Pensavo che qualora avesse trovato il ragazzo che la faceva stare bene, me lo avrebbe detto. E invece no. Sono così… offeso. Deluso. Non so se riesco ad andare avanti”.
“No, no, no. Louis, ti prego! Andiamo, devi perdonarla. Sai che senza di te potrebbe fare duecento cazzate diverse? Lo sai vero?” protestò Niall.
Louis sospirò e Niall continuò. “E’ da cinque mesi che mi ripete la risposta alla tua domanda, Lou. Lei un motivo ce l’ha. Ok, io stesso penso che forse non era un motivo abbastanza solido, ma la conosci…”.
“Qual è la risposta?” chiese il maggiore, senza riuscire a trattenersi.
Niall scosse la testa. “Voglio che sia lei a dirtela”.
Louis abbassò lo sguardo e sospirò.
“Ma ti prego. Ti supplico, dalle un’altra possibilità. Perdonala. Siete migliori amici, Louis. Da tutta la vita. Avete bisogno l’uno dell’altra”.
Louis ridacchiò, scuotendo la testa. “Sai una cosa, Niall?”.
Il biondo lo guardò, aspettando in silenzio. “Pensavo che tu mi stessi rimpiazzando. Pensavo che tra qualche mese non avrebbe più avuto bisogno di me. E invece… è tutto così diverso. Non sei tu quello che spezzerà le gambe a chiunque la faccia soffrire”. Niall deglutì vedendo lo sguardo di avvertimento negli occhi del maggiore.
“Non sei tu. Sono io. Tu sei il suo Harry. Io sono ancora il suo Boo-bear. E tu ti ritroverai morto se avessi solo l'intenzione di farla soffrire” terminò.
“Significa che…?” chiese Niall, quasi commosso.
Louis si alzò in piedi e il biondo lo seguì. “Significa che ci penserò, amico” rispose, dandogli una pacca sulla spalla e facendo per andarsene.
“Lou?”.
Il ragazzo si voltò. “Sì?” chiese e Niall lo abbracciò. Louis ricambiò l’abbraccio e fece un mezzo sorriso quando Niall disse: “Grazie”.
 

8 Marzo 2013 – Belfast
Niall poteva sentire l’ansia che cresceva. “Avanti, rispondi. Ti prego, amore. Rispondimi”. Il telefono continuava a squillare a vuoto. “Dannazione, Lauren!”. Continuava a camminare avanti e indietro per la hall dell’hotel, con il cellulare premuto contro l’orecchio con forza, come se in quel modo avrebbe potuto rispondere con qualche probabilità in più.
Era dalla sera prima che provava a chiamarla, ma non riceveva nessuna risposta. “Oh dio”.
Liam aveva sceso le scale in quel momento e si era ritrovato davanti un Niall con la mano tra i capelli.
“Niall?” chiese e il biondo si voltò di colpo, con gli occhi spalancati. “Che succede?”. Liam gli fu accanto in un lampo.
“Non mi risponde. Dannazione, è da ieri che non mi risponde. Io non so… e se…”.
Liam guardò il suo amico intensamente e poi lo afferrò per il polso, trascinandolo con sé.
“Li, dove stiamo andando?” chiese Niall, mentre la voce elettronica della rete telefonica partiva con il solito monologo di pochi secondi.
Liam arrivò davanti la camera di Louis e iniziò a bussare violentemente, tanto che un Louis con i capelli scombinati era andato ad aprire abbastanza velocemente, anche se già pronto per insultarli.
Niall poteva sentire ancora le dita di Liam intorno al suo polso.
“Spero che sia importante, Liam. Ti sembra orario?” disse Louis irritato.
Liam guardò il ragazzo davanti a sé, fulminandolo. “Devi fare una cosa”.
“Cosa?”.
“Chiama Lauren. Adesso” disse Liam risoluto.
“Eh? Perché dovrei farlo?” chiese Louis, incrociando le braccia al petto.
Niall sospirò. “Lou, non mi risponde”.
Louis guardò il biondo. “Se non vuole rispondere a te, non significa che risponderà a me. Probabilmente ha gettato il telefono da qualche parte”.
Niall scosse la testa. “Non mi risponde da ieri, Lou. Sono preoccupato”.
Louis rimase in silenzio qualche attimo.
“Dammi il telefono, Louis. La chiamo io” propose Liam, allungando il braccio.
“No! È il mio cellulare. E Lauren è la mia migliore amica. Devo farlo io”.
Niall sospirò di sollievo e seguì Louis e Liam all’interno della camera. “Dove sta Harry?” chiese Liam, guardandosi intorno.
“A fare shopping da qualche parte” rispose il più grande, afferrando il telefono e portandolo all’orecchio dopo aver premuto il numero di chiamata rapida.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. “Vedete? Non risponde neanche a me” disse con il suo tono da ‘ve l’avevo detto’. Quattro squilli.
“Louis”.
La voce della ragazza dall’altra parte del ricevitore gli fece sparire il sorrisino immediatamente.
“Lauren, dannazione! Perché non rispondi al tuo ragazzo?”.
“Ha risposto?” chiese Niall, guardando con occhi spalancati.
“Louis” e in quel momento la voce della ragazza andò dritta a segno.
“Len? Tesoro, stai bene?” chiese Louis, iniziando a sentire il petto stringersi.
“Mi dispiace, davvero. Mi dispiace”. Lauren era nel panico. Stava piangendo, ma quella non era solo disperazione. Louis lo sapeva: era anche dolore.
“Lauren cosa hai fatto?” chiese, dando le spalle agli altri due, che lo scrutavano con ansia. Niall sentiva perfettamente il cuore battergli in gola.
“Non volevo. Louis, mi dispiace”.
“Len, dannazione. Dove sei? Dimmelo!” urlò il ragazzo.
“A Doncaster”. E a Louis venne improvvisamente da vomitare.


“Non puoi andartene, Lou. Non adesso. Siamo nel bel mezzo del tour!” Harry stava cercando di convincerlo, invano.
“Tornerò entro domani. Ve lo prometto” ribatté, ficcando roba casuale dentro il suo zaino.
“Lou, per favore”.
“Harry, non posso restare qui. Mi ha detto che pensa di avere qualcosa di rotto. Oh mio dio” disse Louis, cercando di non farsi prendere dal panico.
“Dovrai portarla in ospedale. E.. e poi… potresti non riuscire a tornare!”.
“Ce la farò, Haz. Fidati di me”.
“Louis, io vengo con te” disse Niall, sbucando dalla porta aperta con uno zaino in spalla.
Louis si voltò di colpo verso il biondo. “Ah, no. Tu resti qua, Niall”.
“Non ci penso proprio”.
Louis indurì lo sguardo. “Niall, ho detto che tu resti qui con gli altri”.
Niall a quel punto si alterò. “E io ho detto di no! Louis, è la mia ragazza, dannazione! Verrò con te che tu lo voglia o meno”.
Harry scosse la testa esasperato, mentre Louis continuava: “Lauren non vorrebbe che ti portassi lì”.
Niall sbuffò: “Non mi importa. È ferita, Lou! Avrai bisogno d’aiuto. E io posso aiutarti. Devo venire con te”.
Louis sospirò e ci rifletté un attimo. “Dovrai tornare qui con me. Anche in casi estremi. È solo una missione di salvataggio, chiaro? Qui abbiamo del lavoro da fare”.
Niall annuì deciso. “Torneremo indietro per il concerto, te lo prometto”.


Niall guardò la casa accanto a quella dei Tomlinson e iniziò a sentire l’aria che mancava. Lauren doveva essere lì dentro.
“Dannazione” disse Louis, guardandosi intorno e sollevandosi il cappuccio sulla testa. “Sei pronto?” chiese poi, rivolgendosi al biondo, che annuì soltanto. “Bene. Non c’è alcuna auto nel vialetto, il che significa che l’uomo non è in casa. Possiamo entrare, ma dobbiamo sbrigarci”.
Louis seguì Niall all’ingresso dall’abitazione desolata.
“Come apriamo la porta?” chiese Niall, ma Louis mise soltanto la mano sul pomello e lo girò: la porta era aperta.
“Dici che è in casa?” sussurrò Niall con gli occhi spalancati.
Louis scosse la testa. “Lascia sempre la porta aperta. O tutt’al più getta la chiave dietro al vaso” disse, indicando un grande vaso ricolmo di terra ma senza alcuna pianta o fiore, all’angolo del portico.
“Andiamo” continuò Louis, entrando velocemente e salendo le scale. Non voleva guardarsi intorno. Aveva solo una meta: la vecchia camera di Lauren. La porta scura era socchiusa e nessun rumore veniva dall’interno.
Louis spinse la porta cercando di fare il meno rumore possibile. Non voleva eventualmente spaventare la ragazza. Niall stava appena dietro di lui, senza fiatare.
E non appena la porta fu aperta, un singhiozzo attutito arrivò alle orecchie del ragazzo.
“Lauren” sussurrò Louis.
“Ti prego, no” stava dicendo la ragazza tra le lacrime.
In pochi attimi entrambi i ragazzi si ritrovarono davanti al letto, guardando con occhi spalancati la figura che cercava di farsi ancora più piccola di quanto fosse già, formando una palla con il suo corpo.
“Len, sono io: Louisboo” gli disse il maggiore, sporgendosi per accarezzarle i capelli.
“Boo” sussurrò Lauren, girando il volto verso i due ragazzi.
Louis non riuscì a trattenere una smorfia addolorata. Lauren aveva gli occhi gonfi per il pianto, lo zigomo spaccato dalla quale scendeva un rivolo di sangue secco e un sopracciglio e il labbro superiore entrambi gonfi.
“Oh dio” sussurrò Niall con le lacrime agli occhi.
“Sono qua, piccola” disse Louis. “Ora andiamo via da qui, va bene?”.
Lauren annuì spaventata e Louis fece per prenderla in braccio, ma Niall lo fermò: “Lou, la prendo io. Lascia”.
Louis annuì e si spostò, lasciando che il biondo mettesse le braccia sotto la schiena e le gambe della ragazza e la sollevasse, stringendola al petto.
Lauren pianse per il dolore. “Mi dispiace, piccola” disse Niall.
“Male” borbottò lei.
“Cosa fa male, Len?” chiese Louis, pensando che fosse una domanda stupida, ma aveva bisogno di sentire la risposta.
“Tutto. Il mio polso” rispose tra le lacrime.
Louis puntò lo sguardo sul braccio che la ragazza teneva stretto al petto e sospirò. “Andiamo via. Starai bene, Len. Te lo prometto”.
Uscirono dalla stanza e facendo attenzione sulle scale arrivarono all’esterno. “Abbiamo bisogno di mia mamma. Seguimi”.
Niall fece come gli era stato detto, mentre Louis affrettava il passo, andando verso casa sua. Lauren intanto aveva seppellito il viso nel collo del biondo. “Niall” disse cercando di non piangere.
“Sono qui, amore”.
“Mi dispiace tanto, Ni” continuò Lauren stringendo la sua maglia con la mano buona.
“Ssh, non fa niente. Andrà tutto bene”.
“Dio, Louis! Cosa ci fai qui?” chiese Johannah dopo aver aperto la porta ed essersi ritrovata davanti il figlio che sarebbe dovuto essere in tour.
“Abbiamo un problema, mamma”. E poi si spostò, mettendo in mostra Niall che sorreggeva la ragazza. E la donna non ebbe bisogno di sentire altro.


Louis camminava avanti e indietro per il corridoio con il telefono all’orecchio. Ascoltava in silenzio, mentre Harry urlava dall’altra parte. “Non ce la farete mai! Dimmi che Lauren sta bene!”.
Louis sospirò: “Harry calmati. Penso che tra poco la dimetteranno. E abbiamo già il jet pronto”.
Anche Harry sospirò. “La portate qui?”.
Louis si sedette su uno dei sediolini freddi del corridoio ospedaliero. “Niall è dentro con lei. Ci sta parlando. Non lo so, ma credo di sì”.
 

Lauren osservava Niall come se non lo vedesse davvero. Il biondo temeva che non lo stesse neanche ascoltando. “Ren, mi stai ascoltando, piccola?” chiese accarezzandole i capelli.
“Voglio andare a casa” sussurrò la ragazza, affondando nel cuscino del letto che le avevano dato a disposizione.
“Vieni con noi, ti prego. Da lì posso aiutarti. A Londra non c’è nessuno” Niall era esasperato.
“Io non…”.
“Ti prego, babe. Fallo per me. Risolveremo tutto, te lo prometto. Solo… vieni con me” gli disse, guardandola negli occhi.
Lauren osservò il blu negli occhi di Niall: avrebbe voluto guardarli tutto il giorno. La facevano così sentire al sicuro. Perché voleva allontanarsi da lui? Perché le era passata in testa quella cosa così assurda?
Lauren annuì e Niall sospirò di sollievo, prima di poggiarle un bacio in fronte.


Niall passò un braccio intorno alle spalle della ragazza, che si avvicinò d’istinto al più piccolo, cercando calore e conforto. Louis era seduto nella poltrona di fronte alla loro e osservava fuori dal finestrino. Lauren non riusciva a guardarlo in faccia, non riusciva a parlargli, non riusciva a pensare correttamente.
Voleva solo scomparire tra le braccia di Niall per sempre.
L’irlandese, dal canto suo, era più tranquillo adesso che la sua ragazza era al sicuro lì con loro, ma continuava a pensare che in qualche modo avrebbe dovuto abbattere il muro che si era creato tra i due ragazzi di Doncaster. Sperava che almeno una volta tornati in albergo, avrebbero potuto parlare, risolvere o anche litigare. Non gli importava, voleva soltanto che interagissero. E confidava nel fatto che il Louis dolce e protettivo nei confronti di lei dopotutto fosse ancora lì e gielo aveva già dimostrato quella mattina, quando aveva preso un aereo e aveva tirato fuori da quella casa infernale la sua vecchia amica di giochi.
Per adesso, poteva soltanto aspettare.


“Sta dormendo?” chiese Liam, guardando un Niall con il volto stanco.
Il biondo, che era appena uscito dalla porta annuì. “Louis?” chiese e il ragazzo dagli occhi marroni scrollò le spalle.
“Sta parlando con Harry e Zayn” rispose semplicemente.
“Pensi che abbia buone intenzioni?”.
Liam sospirò. “Lo spero, amico”.
 

Quella notte Niall aveva un braccio intorno alla vita della ragazza e si era addormentato stando attento a non toccarle il polso fasciato, che fortunatamente non era rotto, ma soltanto slogato. Lauren aveva sentito Niall entrare nel suo letto, ma avevo continuato a tenere gli occhi chiusi. Solo quando il respiro di Niall era diventato pensante e regolare si era decisa ad aprire gli occhi. Erano stati giorni terribili, ma adesso, mentre guardava Niall che dormiva beato, pensava soltanto che non sarebbe riuscita ad andare tanto lontano senza quel biondino tinto.
L’unico intoppo era che probabilmente non sarebbe andata lontano neanche senza il suo Louis. Ne aveva così dannatamente bisogno che spostando delicatamente Niall, si era ritrovata fuori dal letto, nel corridoio di un hotel davanti ad una porta bianca con un numero dorato scolpito sopra.
Beh, il problema era che non aveva il coraggio di bussare. Era rimasta lì, ferma e indecisa, guardandosi i piedi per diversi minuti e prima che potesse fare qualcosa la porta si aprì. Lauren fece un balzo indietro e sollevò di scatto il volto, con gli occhi spalancati. E sicuramente non era l’unica stupita. Louis in piedi sulla soglia la guardava cercando di capire se stesse immaginando la ragazza, essendo ancora assonnato o se lei fosse davvero lì. E lui che voleva andare fino in camera di Niall.
I due ragazzi rimasero in silenzio ancora per un po’ e Louis iniziò a pensare che Lauren sembrava dannatamente fragile. Il viso ingiustamente danneggiato e gli occhi spaventati, proprio come quelle volte in cui le mattine di anni prima veniva a scuola ricoperta di nuovi lividi.
Louis chiuse la porta dietro di sé, mentre Lauren fece un passo avanti e senza dire una parola cinse il collo del ragazzo con il braccio sano.
Louis non riuscì a resistere. Il suo muro crollò e le sue braccia circondarono la ragazza, attirandola a sé.
Una volta essersi staccati, Louis la prese per mano conducendola nella piccola saletta in fondo al corridoio. Tirò fuori da un armadio una coperta e si sistemarono insieme nel piccolo divanetto.
Rimasero in silenzio ancora per un po’, poi fu Louis a rompere il silenzio. “Come stai?”.
Lauren scrollò le spalle.  “Sopravvivrò” rispose, senza guardarlo.
“Come sempre” aggiunse Louis, prima di sospirare. “Len, che ci facevi a Doncaster?”.
“Mi dispiace”.
Louis scosse la testa. “Lauren”.
La ragazza sospirò e iniziò a parlare. “Tu non ci stavi e io avevo bisogno di…” si interruppe.
“Di cosa?” la esortò.
“Ricordi quando mio padre ruppe il pianoforte che avevo in casa?” chiese allora la ragazza, voltandosi a guardare il ragazzo dagli occhi blu.
“Sì, ma cosa…?”.
“Ti ricordi che mi dicesti in quell’occasione?” continuò lei imperterrita.
“Ehm.. no. Perché, tu sì?” Louis era confuso.
Lauren annuì. “Mi dicesti che il pianoforte era soltanto un oggetto, mentre tu eri una persona: ‘sono sicuramente meglio di uno oggetto che sputa fuori note e posso farti sentire anche meglio’. Eri poco egocentrico, devo dire”.
Louis scoppiò a ridere. Davvero, non si ricordava di ciò che avesse detto allora.
“E io a quel punto ti ho insultato. E tu… per farti perdonare mi hai mostrato una cosa. Mi hai portato in un posto”.
E Louis improvvisamente ricordò. “Lauren ti prego. Non dirmi che…”.
“Sì, volevo tornare lì. Ne avevo così bisogno” disse la ragazza.
“Lauren, ti sei resa conto di quanti rischi avresti potuto correre tornando lì? Il boschetto dietro il parco a due isolati da casa!” protestò il maggiore.
“No, non me ne sono resa conto. Lo sai come funziona il mio cervello, Lou. E infatti sono finita addosso al rischio principale. Non me ne sono accorta. Ho abbassato talmente la guardia che non mi guardavo più intorno. Io non vedevo nessuno, ma qualcuno vedeva me”.
Louis sospirò “Ti mancava così tanto essere picchiata da quell’idiota?” chiese.
Lauren chiuse gli occhi e si appoggiò a Louis. “No, affatto. E mi ha pure chiamata Lilith”.
Louis le passò un braccio intorno. “E probabilmente non ricorderà neanche che io sono stata lì” terminò la ragazza.
“Meglio così. Senti, Len… vorrei che parlassimo di un’altra cosa” disse Louis raddrizzandosi un po’.
Lauren lo guardò e disse soltanto: “Niall”.
Louis annuì. “Allora, vuoi spiegarmi perché mi hai escluso dalla tua vita?”.
La ragazza sospirò. “Sono stata un’idiota, scusami. Ti prego, perdonami”.
“Ssh, l’ho già fatto. Voglio solo sapere il perché”.
Lauren annuì e si sistemò tra le braccia di Louis. “Quando ho capito che con Niall stavo andando oltre. Sì, beh… che non lo vedevo più come un semplice amico, il primo pensiero nella mia testa sei stato tu”.
“Lauren”.
“Ssh, ti prego Lou, fammi spiegare” disse lei, scuotendo la testa. “Ho subito pensato al perché ero lì a Londra e al lavoro che mi avevi dato”.
Era più forte di Louis: stava per parlare, ma Lauren gli mise un dito sulle lebbra. “Mi ero autoconvinta che fosse sbagliato. Non dovevo avvicinarmi a Niall più di quanto non avessi già fatto. Sarebbe solo stato un disastro. Ma poi… poi tutto è crollato. Niall mi ha baciata e io lo volevo così tanto. Non ho reagito bene. Penso di averlo spaventato” ridacchiò, prima di continuare. “Avevo provato le sue labbra e mi sono sentita improvvisamente così male. Con quel gesto ti stavo solo facendo un torto”.
Ad ogni parola il petto di Louis si chiudeva sempre di più, ma aveva capito che era meglio stare in silenzio e farla parlare.
“Tutte le domande più ovvie mi sono passate per la testa in pochissimi secondi. Cosa comporterebbe? E la relazione tra Harry e Louis? Quanto ti avrei fatto soffrire? Quanto avrei perso? Lou, non volevo dividervi ancora. Non volevo farti soffrire di più: non potevo sopportarlo. L’unica soluzione che mi è venuta in mente era quella: diamo vita ad una relazione segreta. Occhio che non vede…”
“Cuore che non duole” terminò Louis, sospirando. “Lauren a che diavolo stavi pensando? Come poteva essere giusta una decisione di quel tipo?”.
“Infatti non lo era. Louis, non ho fatto del male soltanto a te, ma anche a Niall. Lo capisci? Questo adesso mi distrugge. Ero così convinta che fosse giusto. Perché volevo ardentemente entrambe le cose: Niall; te ed Harry”.
“Lauren, sai che ti avrei aiutata dall’inizio”.
Lauren si raddrizzò per guardarlo dritto negli occhi. “Dimmi cosa avresti fatto se ti avessi detto di essermi innamorata di Niall. Dimmelo”.
“Avrei trovato un modo per farvi stare insieme”.
“Vedi? È proprio quello che temevo” rispose Lauren, abbassando lo sguardo.
Louis le afferrò il mento e la obbligò di nuovo a guardarlo. “Sono un dannato egoista. Lo sono stato dall’inizio. Da quando ti ho chiesto di diventare la mia beard. Ti ho quasi vietato di innamorarti di qualcuno. Senza il quasi, dannazione. Sono stato io a farti male e mi dispiace”.
Lauren aveva le lacrime agli occhi. “No, Louis. Non è colpa tua. Davvero. Non mi hai obbligata a farlo”.
“Beh…” stava per dire Louis, ma Lauren ridacchiò. “Perché stai ridendo?”.
Lauren si passò la mano buona sugli occhi. “Perché so che non arriveremo da nessuna parte. Lou, ho solo bisogno di sapere se tra noi è tutto sistemato”.
Louis pensò all’instante che avesse ragione. “Sì, lo è. E adesso che si fa?”.
Lauren scrollò le spalle, per quanto potesse in quella posizione. “Per me e Niall non è un problema continuare a tenere tutto nascosto. Ti immagini cosa accadrebbe se tu mi lasciassi e io saltassi fuori con Niall?”.
“Mio dio. Esploderebbe tutto” fu il commento di Louis, riflettendo sulle possibili conseguenze.
“Esatto. Lou, mi basta soltanto avere il mio rapporto con Niall e che voi lo sappiate”.
Louis sospirò. “Va bene. Sai, Lauren… questa band ha fin troppi segreti”.
Lauren scoppiò a ridere. “Hai ragione. Lou, un giorno saremmo liberi, te lo prometto. E scusami se ci ho messo così tanto per capire… tutto questo”.
Louis annuì e poi spalancò gli occhi. “Cinque mesi… diavolo! Avrete anche già fatto sesso!”.
Lauren si sentì arrossire. “Ssh, Louis” disse ridacchiando.
“Voi lo avete fatto e io non lo sapevo. Dannazione!” continuò a protestare il maggiore.
“E’ stato brutto non potertelo raccontare. Louis, è divino. Niall è incredibile” disse la ragazza con gli occhi che le brillavano.
Louis ridacchiò: “Niente dettagli, grazie. Stiamo sempre parlando di Niall” fece una piccola pausa prima di continuare: “Beh, te lo sei scelto bene. Ovviamente con il pacco regalo ben fornito”.
Lauren scoppiò a ridere e scosse la testa. “Louis!”.
“Che c’è? È vero” disse il ragazzo con voce stridula.
La ragazza lo guardò divertita. “Mica sono stupida” affermò.
E Louis scoppiò a ridere, seguito dalla mora.
 

Niall aprì gli occhi di colpo sentendo il vuoto accanto a sé. Iniziò subito a farsi prendere dal panico e scese dal letto, guardandosi intorno, prima di uscire dalla camera con gli occhi spalancati. Passò davanti alla camera di Harry e Louis e sobbalzò quando la porta si aprì di colpo, mostrando un Harry in mutande, con gli occhi spalancati tanto quelli di Niall.
“Che stai facendo?” chiese Niall, bloccandosi di colpo e parlando a bassa voce.
“Che stai facendo tu?” chiese a sua volta Harry, confuso.
E poi entrambi voltarono la testa sentendo le voci dei due ragazzi, la causa del loro risveglio, in fondo al corridoio.
Senza dire una parola camminarono verso quella direzione e si fermarono appena prima di svoltare l’angolo. Sentivano le voci dei loro compagni chiaramente e sorrisero quando si resero conto che stavano parlando tranquillamente tra di loro. Stavano cercando di risolvere le loro questioni ed entrambi i due ragazzi nascosti immaginavano che i due fossero talmente vicini da abbracciarsi. Harry guardò Niall e gli fece segno con la testa di muoversi. Potevano tornare a letto senza più paura.
 
Lauren e Louis si alzarono da quel piccolo divanetto, una volta finita la loro conversazione.
“Ti prego, Lauren. D’ora in avanti non nascondermi altro. Noi dobbiamo dirci sempre tutto, capito? È giusto così” aveva concluso il più grande.
E Lauren aveva annuito. “Mai più”.
 Si diressero verso le loro camere e quando arrivarono davanti quella di Louis si sorrisero.
“Buonanotte, Len”disse Louis dolcemente.
“Notte, Boobear” disse lei a sua volta prima di tornare nel letto con Niall.
Lauren si accoccolò sul biondo con un solo pensiero nella testa. Finalmente tutto si era sistemato. Tra lei e Louis ogni cosa poteva tornare esattamente come prima.
 

Il giorno dopo i ragazzi si erano ritrovati al piano di sotto per fare colazione e tutti erano stupiti di vedere Louis e Lauren parlare normalmente tra di loro e scambiarsi quei sorrisi di cui essere gelosi. Lauren prese posto accanto a Niall e fece per mangiare ciò che il biondo le aveva messo nel piatto, ma fu fermata da quest’ultimo.
“Rennie?” chiese a bassa voce.
Lauren si voltò a guardarlo in attesa e Niall si abbassò, poggiando le sue labbra su quelle della ragazza.
Lauren si irrigidì per un attimo, ma poi ripensò alla sera prima. Ormai non dovevano più avere paura e pensare a nascondersi. Si lasciò andare e mise la mano sul viso di Niall, accarezzandolo dolcemente e ricambiando il bacio.
“Che dolci!” disse Harry con un sorriso sul volto.
“Già. Da diabete” commentò a sua volta Louis e tutti si misero a ridere prima di occuparsi del loro cibo, mentre il più grande faceva l’occhiolino alla sua migliore amica.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


28 Marzo 2013

Lauren girava per casa già da un po’. Non aveva nulla da fare e di conseguenza si ritrovava a pulire e a sistemare qualsiasi cosa all’interno dell’abitacolo già immacolato. Continuava a pensare al fatto che Niall non fosse lì, anche se cercava di non farlo.
Sbuffò: avrebbe dovuto sopportare ancora qualche giorno senza di lui. Sospirò: in quel momento il ragazzo era con la sua famiglia, in un momento al quale anche lei avrebbe voluto partecipare. Maledì Louis e la sua copertura, mentre sistemava l’ennesimo oggetto sopra alla libreria. Però si pentì subito di aver maledetto il suo migliore amico e si sentì in colpa. Borbottò tra sé e sé, iniziando a maledire se stessa e decise di farsi un the, accendere la televisione e sprofondare nel divano.
Aveva sentito Niall qualche ora prima, mentre stava indossando i suoi vestiti e le aveva raccontato di come in quella casa ci fosse il delirio, gente che entrava e usciva, suo padre entusiasta e Greg che cercava di nascondere il suo nervosismo.
Niall aveva riso al telefono con la sua ragazza e poi le aveva promesso di richiamarla dopo la cerimonia in chiesa, dato che lo avevano chiamato dal piano di sotto già due volte per le foto.
E ovviamente non appena la conversazione era finita, Niall le aveva mandato una foto di se stesso davanti allo specchio, con il suo viso sexy e il suo corpo all’interno del vestito dannatamente elegante.
Maledizione, adesso quella foto era l’unica cosa a cui pensava, mentre faceva zapping con il telecomando e non trovando il canale giusto. Beh, non che stesse prestando attenzione ai vari programmi che passavano davanti ai suoi occhi. Sarebbe stato difficile farlo, con Niall che continuava ad invadere i suoi pensieri.
E poi, dopo essere riuscita a trovare un film d’azione dal titolo carino, il suo telefonò iniziò a squillare.
Lo prese da sopra il tavolino accanto al divano e si accigliò, vedendo il volto di Niall sorridente sullo schermo: la foto che aveva impostato per le sue chiamate.
Si affrettò a premere il tasto muto del telecomando e rispose.
“Niall, amore” disse, stranita. Infatti la cerimonia sarebbe iniziata a breve e Lauren non si aspettava una sua chiamata.
“Ren…” solo sentire la sua voce che pronunciava il suo nome in quel modo, la fece quasi andare nel panico.
Si raddrizzò sul divano e continuò: “Tesoro, cosa c’è? Stai bene?”.
“Io… no. Cioè…” iniziò a balbettare con voce rotta.
“Ni, amore, calmati. Respira e raccontami cosa è successo. Dove sei?” chiese Lauren, confusa.
“In chiesa, cioè nel bagno della chiesa” rispose, ridacchiando prima nervosamente, poi lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
A Lauren si spezzò il cuore. Era il matrimonio di Greg e Niall stava piangendo chiuso in un bagno. E lei non sapeva neanche il perché.
“Oh, tesoro” disse la ragazza dolcemente.
“Lauren. Vorrei che fossi qui con me. Mi manchi” disse Niall a bassa voce.
“Amore, mi manchi anche tu e vorrei essere lì con te. Ma cosa è successo, piccolo?” chiese, sapendo perfettamente che Niall non stava piangendo per il fatto che lei fosse a casa, lontano dall’Irlanda.
Sentì Niall che respirava profondamente, poi parlò: “E-eravamo qui fuori, davanti la chiesa. E… e c’erano delle fan. Erano tante e mi hanno fermato. Io… loro volevano gli autografi e le foto con me. E io ero con Greg. L’ho accompagnato in macchina. Dio, Rennie. Era un delirio. C’era troppa gente sconosciuta intorno a noi e delle ragazze… hanno leccato la Range Rover, Ren. Che schifo!” spiegò Niall tra le lacrime, cercando di parlare velocemente.
Lauren sospirò pesantemente. “Amore, mi dispiace tanto” disse.
“Ho rovinato il matrimonio di mio fratello” affermò il ragazzo, continuando a piangere. Niall non si aspettava che sarebbe finita in questo modo. Sarebbe dovuto essere tutto perfetto e invece… si ritrovava nel bagno di una chiesa a piangere come una dodicenne.
“No, Niall, non dirlo. Non è vero”.
“Sì, invece. Doveva essere il suo giorno. Per una volta doveva essere solo Greg Horan e non Greg Horan il fratello di Niall dei One Direction. Doveva essere speciale e io sono riuscito a rovinarlo” continuò con la voce incrinata, ma più alta.
Lauren sospirò. I ragazzi avevano sempre amato le loro fan, ma quando si comportavano in quel modo stupido, alla ragazza veniva solo voglia di urlare al mondo che anche i ragazzi erano delle persone normali e di lasciarli vivere una volta tanto. Almeno nelle occasioni importanti.
E poi sentire il suo ragazzo così distrutto la faceva imbestialire ancora di più.
“Amore, ascoltami. Tu non hai rovinato nulla. Lo sai, alcune ragazze sono proprio fuori di testa. E Greg non sarà arrabbiato con te, per nulla” cercò di rassicurarlo.
“Non… tu non hai visto il suo sguardo. Sembrava così deluso, Ren. Sono soltanto il suo fratellino che continua a rovinargli la vita” la interruppe il biondo, passandosi una mano tra i capelli.
“Niall. Ok, non ho visto il suo sguardo, ma io so perfettamente che Greg ti ama. E non ti darà mai la colpa per l’accaduto. Niall, il suo matrimonio non è rovinato. Sì, è stato solo un tantino più pubblico, ma rimarrà comunque speciale. E quando guarderete le foto tra qualche anno, vi ricorderete solo di quanto eravate belli e lui solo di quanto fosse emozionato di sposare sua moglie. Ni, non lo hai rovinato affatto. Credimi, nessuno lo pensa, ma se continui a stare chiuso in quel bagno… Beh, allora sì che sarà un problema. Greg si ritroverà senza il suo testimone e tutti andranno nel panico. Amore, non piangere” disse, sentendo Niall tirare su con il naso. “Sorridi come fai sempre e va a condividere questo momento con tuo fratello” terminò.
Niall sospirò. “Lo pensi davvero?” sussurrò.
“Ovviamente, piccolo”.
E poi sentì qualcuno in sottofondo, probabilmente Maura, che chiamava Niall.
“S-sì, sono qui” rispose il ragazzo, asciugandosi gli occhi con la mano e aprendo la porta del bagno.
Lauren sentì Maura – adesso era sicura che fosse lei – che diceva: “Oh, tesoro. Va tutto bene. Tuo fratello era preoccupato per te. Ha bisogno del suo fratellino e tra mezz’ora inizia la cerimonia”.
Niall sospirò e annuì. “Dammi cinque minuti e arrivo” disse alla madre, che gli accarezzò il viso e tornò di là.
“Ren, sei ancora lì?” chiese.
“Sì, amore”.
Niall si guardò nel piccolo specchio e sospirò. “Dio, Lauren, sono un disastro” disse guardando gli occhi arrossati, così come le sue guance e i capelli appena scombinati.
“Tesoro, tu non sarai mai un disastro. Anche se fossi nudo saresti perfetto. Beh, in effetti nudo…”.
Niall accennò un sorriso e la interruppe. “No, questa volta sono proprio un disastro” disse, aprendo l’acqua e bagnandosi il viso. “Maledizione” borbottò.
“Niall. Anche truccato da pagliaccio saresti bellissimo, quindi non preoccuparti. Puoi sempre giustificare gli occhi rossi con una canna nel bagno della chiesa” disse con voce divertita.
“Ren!” affermò Niall, iniziando a ridere.
La ragazza rise con lui. “Beh, amore, potrebbe essere un’idea” e Niall roteò gli occhi.
“E… Ni, sarai comunque l’uomo più bello e importate della sala. Beh, a parte lo sposo ovviamente”.
Niall sorrise e Lauren continuò. “E mi raccomando, sorridi! Tutti amano il tuo sorriso irresistibile”.
Niall si aggiustò i capelli con la mano libera e sperò che gli occhi rossi svanissero in fretta.
“Ren” la chiamò.
“Mmh?”.
“Grazie” le disse dolcemente.
“Sono sempre qui per te, amore. Ti amo”.
“Ti amo anche io”.
“E adesso va a fare il testimone più sexy del mondo” continuò la ragazza.
Niall rise, scaldando il cuore della mora e facendola sorridere istintivamente.
“Ti chiamo dopo la cerimonia, ok?” le chiese.
“Certo” disse, prima che Niall riattaccasse.
Il ragazzo si guardò un’ultima volta allo specchio e sospirò.
Almeno gli occhi rossi stavano praticamente andando via e le guance sarebbero tornate presto del loro colore naturale. Poteva andare. Si aggiustò la cravatta e uscì dal bagno.
Non appena tornò verso l’altare, Greg lo guardò con occhi indagatori e preoccupati.
“Dio, Niall. Sei qui” disse, quando gli fu accanto.
“Sono qui” disse Niall con sguardo dispiaciuto.
“Tutto ok?” chiese Greg, stringendogli una spalla con la mano.
Niall annuì e sorrise. Greg fece lo stesso e Niall si sentì più sollevato. Forse Lauren aveva ragione, forse Greg non era arrabbiato con lui. Dopotutto la giornata era ancora all’inizio e lui avrebbe potuto rimediare. Doveva ancora fare da testimone e doveva mantenere la sua promessa di suonare la chitarra in sala. Sì, avrebbe potuto aggiustare le cose e magari tutti avrebbero finto che tutto quello non fosse mai avvenuto.
E così, come gli aveva detto Lauren, sorrise e iniziò a parlare con suo padre, mentre aspettavano la sposa.
 
 
Lauren intanto era tornata a guardare la televisione, sperando che al matrimonio tutto sarebbe andato per il meglio.
Dopo poco tempo, comunque si era ritrovata con il telefono di nuovo tra le mani.
Aprì Twitter e si stupì ancora una volta della velocità degli update di dare notizie. Vide qualche foto di Niall sull’altare accanto a Greg e sospirò, notando soltanto le sue guance leggermente arrossate.
Ringraziò il fatto che Niall riuscisse a tornare del suo colorito molto velocemente e si ritrovò a sorridere dolcemente, guardando il suo ragazzo.
Sì, sarebbe andato tutto bene.
 

23 Aprile 2013

“Voglio venire anche io. Ti prego, Lou. Ti prego” Lauren afferrò la mano del migliore amico, mentre quest’ultimo la guardò con un sorrisetto.
“Solo perché vuoi spassartela con Niall nella città dell’amore?” chiese, sollevando un sopracciglio.
“Lasciatemi fuori. Io non c’entro nulla” disse il biondo, continuando a tirare biscotti fuori dal pacco e a ficcarseli in bocca.
“Oh, amico. Tu c’entri sempre” lo canzonò Louis, senza guardarlo.
Lauren, al contrario si voltò, cercando gli occhi del suo ragazzo, che era molto interessato a quei biscotti al cioccolato.
“Al posto di mettere su peso…” iniziò, ma Niall sollevò gli occhi e la guardò mentre un cipiglio si formava.
“Io non metto su peso” protestò per poi tornare a fare ciò che stava facendo.
“Senti, bell’irlandese, non puoi aiutarmi?” chiese allora Lauren scuotendo la testa.
“Non hai bisogno del mio aiuto. Tanto ti dirà comunque sì”.
Louis guardò la mora con un sorrisetto diabolico sulle labbra. “Cosa mi dai in cambio?”.
“Un cazzotto va bene?” chiese Lauren mettendo su lo stesso sorrisetto.
“No, no mia cara. Così non va bene. Ritenta”.
Lauren lo fulmina con gli occhi. “Un bacio?”.
“No” la parola venne pronunciato dal biondo, che evidentemente li stava a sentire.
“Guarda, Ni. Il bacio glielo do io solo per farti un dispetto” fece Louis.
“Smettetela” intervenne Lauren sbuffando. “Avanti, Lou. Dimmi che cavolo vuoi”.
“Mmh, fammi pensare…” Louis ci mise un po’. Non sapeva proprio che cosa chiederle.
“Ti sbrighi?” lo incitò la mora, iniziando a tamburellare con le dita sul tavolo.
Louis storse la bocca e la osservò. E la prima cose che gli venne in mente fu: “Voglio i tuoi occhiali da sole”.
“Che cosa? No!” protestò la ragazza, portandosi una mano ai capelli dove degli occhiali scuri le portavano strategicamente i capelli indietro.
“Louis, adesso ti metti a rubare ai tuoi compagni di band?” disse Niall, allontanando da sé i biscotti e facendo una smorfia disgustato.
“No, Niall. Perché ti sei fermato? Puoi finire tutto il pacco” commentò Louis ironicamente.
“No. Sto a posto, grazie” Niall gli fece un sorriso sfacciato, poi continuò rivolto a Lauren: “Babe, puoi darglieli. Te li ricompro. O ti do i miei”.
Lauren si imbronciò: “Ma questi sono già tuoi!” e incrociò le braccia al petto.
Louis ridacchiò per quella reazione da bimba. “Ti do i miei nuovi” Niall cercò di contrattare.
Lauren scosse la testa categorica. “Allora niente Parigi” disse Louis maleficamente.
La ragazza si scurì ancora di più e si andò a sedere sulle gambe del biondo.
Niall la strinse a sé e allungò un braccio verso la testa della ragazza, afferrando gli occhiali da sole. “Tieni Lou” li porse al maggiore, mentre la ragazza protestava con un “Ehi!” e cercava di riprenderseli.
“Pensa a quando staremo a Parigi, babe. Tu con i miei nuovi occhiali da sole e Louis che dovrà sentire la testata del letto sbattere contro il muro della sua camera senza poter dormire” disse Niall, sorridendo alla ragazza ancora in grembo su di sé.
“Oddio che schifo. Mi sanguinano le orecchie” Louis fece un verso schifato, mentre Lauren si mise a ridere.
“E pensa a quanto sarà carino quando i fan penseranno che Lauren ha rubato gli occhiali al suo Louis” Niall aggiunse felicemente.
Louis ci pensò un secondo e spalancò gli occhi, prima di restituire gli occhiali a Lauren. “Puoi venire anche tu, ma ad una condizione”.
La ragazza afferrò gelosamente gli occhiali di Niall, che erano ormai diventati suoi. “Quale?”.
“La vostra camera deve essere su un piano diverso del nostro” e poi uscì dalla stanza, mentre i due ragazzi scoppiavano a ridere di gusto.
“Grazie” disse Lauren dando a Niall un bacio a fior di labbra.
Il biondo non disse nulla, ma continuò a poggiare baci leggeri sulla bocca della ragazza.
“Te l’avevo detto che avevo bisogno del tuo aiuto” disse Lauren accarezzandogli il viso.
E Niall sorrise. “E’ stato un piacere, babe”.
 


29 Aprile – Parigi

Niall aveva sperato in qualcosa di magico e di speciale durante quei pochi giorni a Parigi ed effettivamente, eccetto il momento in cui Louis e Lauren avevano inscenato la coppietta felice ed innamorata, Niall si poteva ritenere soddisfatto. Nella camera d’albergo, nel corridoio opposto a quello dei Larry, il biondo si era divertito con Lauren così dannatamente tanto, che il fatto di non poter girare mano nella mano per le strade della città della passione era quasi venuto meno alla sua mente. Era quasi irrilevante. L’importante era che loro stessero insieme e fossero ancora una cosa sola, una sola anima pronta a condividere baci, tocchi delicati e più aggressivi, dolci parole e tempo, tutto il loro tempo.
E quando quel senso di beatitudine si sgretolò sostituito dalla paura, l’ansia, la delusione di dover tenere tutto nascosto, Niall non era pronto.
Continuava a fissare quel telefono con la bocca semiaperta e gli occhi spalancati. Il video si ripeteva ancora e ancora, facendo quasi male alla testa del biondo e alle orecchie di Lauren.
“Se ne scorderanno” disse la ragazza, andando dietro al ragazzo seduto sul divanetto di pelle marrone al centro della camera immensa.
“Dovreste stare più attenti” disse Louis, ma con così poca decisione che anche lui faticava a sentirsi.
“Senti chi parla” borbottò la mora ed Harry sospirò.
“Ha ragione” brontolò quest’ultimo, passandosi una mano sul viso.
“Questi sono i rischi. Lo sappiamo. Dobbiamo stare attenti. Ormai quel che fatto è fatto. Ma dopotutto quel video non dice proprio nulla” disse Lauren, iniziando a massaggiare le spalle tese di Niall.
“Mi dispiace” disse il biondo senza staccare gli occhi dal cellulare.
“Non è colpa tua, Niall. Non avresti potuto nasconderlo in nessun modo. È impossibile” fece Harry, cercando di consolarlo.
“Non pensavo fosse così evidente” disse a bassa voce l’irlandese.
“Evidente per noi, Ni. Ambiguo per il resto del mondo” precisò Louis, cercando di calmare anche se stesso. Non voleva che i loro manager facessero altro: non voleva che rincarassero la dose né tanto meno che iniziassero ad occuparsi anche di Niall.
Lauren non poté fare a meno di chiedersi se fosse davvero così: ambiguo? Il suo sguardo si posò sullo schermo del telefono che Niall teneva in mano e osservò quei pochi secondi di video, nonostante si fossero già incisi nel suo cervello da quando qualche ora prima Niall glielo aveva mostrato.
Il video non riprendeva direttamente loro due. Era stato girato da Josh, che poi lo aveva messo sul suo profilo Instagram. E da lì, era scoppiato il finimondo. Tutti si sarebbero dovuti concentrare su Zayn e Louis che stavano facendo i cretini davanti a Just Dance. Andiamo, vedere Zayn ballare era una cosa così rara. Lo avevano quasi minacciato, ma non avevano ottenuto nulla e poi una volta che erano riusciti a toccarlo nell’orgoglio aveva accettato la sfida del maggiore.
Niall, Liam ed Harry ridevano di gusto seduti sul divano, fino a quando Niall aveva voltato appena la testa.
Nessuno avrebbe dovuto farci caso. Nessuno avrebbe dovuto prestargli attenzione. Ma le fan si sa, hanno un occhio così attento. Soprattutto quando hanno un componente della band sul piedistallo e prestano maggiore attenzione a lui, anche quando non è al centro dell’attenzione.
E così, i trend con: ‘lo sguardo di Niall’ e ‘Chi guarda Niall?’ erano saliti velocemente in tendenza.
Il vero motivo era che il biondo stava seduto lì ad aspettare Lauren per portarla a cena. Era tutto programmato: aveva affittato un locale soltanto per loro, nonostante non fosse niente di così eclatante. Niall indossava semplicemente un jeans e una camicia colorata, mentre aspettava che la ragazza fosse pronta. Era per questo che appena lei aveva messo piede nella stanza, Niall era stato attratto in quella direzione. Aveva sentito l’aria mancargli per un secondo e il suo viso aveva mostrato a Lauren, e a quanto pareva anche ai fan, ciò che aveva provato in quel momento.
La bocca del ragazzo si era aperta appena e i suoi occhi avevano iniziato ad allargarsi. Come dicevano i fan: “Chi diavolo aveva fatto luccicare gli occhi di Niall in quel modo?”. E poi la sua testa si era inclinata e aveva percorso con gli occhi tutto il corpo della ragazza non inquadrata nel video, dai suoi stivaletti, alle gambe nude fino a mezza coscia. Il suo vestito blu, il suo viso appena truccato e i capelli legati in una treccia laterale.
Lauren aveva sorriso e Niall aveva ricambiato dolcemente, per poi alzarsi e andarle incontro, uscendo così dalla visuale della telecamera.
“Dite che ho fatto un disastro?” chiese Niall per l’ennesima volta.
“No, piccolo. La gente si dimenticherà anche di questo. Non preoccuparti. Sarà tutto normale” rispose Lauren ed Harry sospirò.
“Odio la nostra normalità” commentò e nessuno ebbe il coraggio di rispondere.
 


28 Maggio 2013

Lauren era così su di giri. Erano passati ormai dieci giorni da quando aveva visto i ragazzi, da quando aveva visto Niall. E per dieci giorni aveva avuto il suo sorriso stampato in testa, i suoi occhi attivi mentre guardava Milano dal finestrino dell’auto, la sua estrema goduria nel mangiare la pizza italiana, i dolci tocchi e i momenti di passione dentro l’ennesima camera d’albergo.
Dopotutto dieci non erano niente, giusto? Ma per Lauren erano sembrati un’eternità. Un lungo tormento, lontana dall’amore della sua vita e del suo migliore amico. Gli mancavano così tanto. E ovviamente le videochiamate, il suo continuo controllo degli update e il suo scorrere di immagini, non le bastavano affatto.
E proprio per quello adesso era su di giri. Così tanto, al solo pensiero che tra qualche ora sarebbero stati di nuovo in Inghilterra. Niall sarebbe tornato da lei. Aveva riordinato casa, aveva cucinata tanto da bastare per una settimana, aveva fatto di tutto pur di far sì che il tempo scorresse più velocemente. Un attimo prima aveva il sorriso, quello dopo il suo viso veniva attraversato da un velo di tristezza, per poi sparire di nuovo. E mentre continuava ad avere quegli sbalzi d’umore dovuti all’attesa, non si immaginava minimamente di cosa sarebbe avvenuto qualche ora dopo.
 

Niall continuava a giocare nervosamente con le sue mani, mentre stavano sospesi nell’aria, dentro quella gabbia metallica.
“Niall, togli quel muso” fece Zayn, sollevando gli occhi al cielo.
“Io non ho nessun muso” protestò il biondo.
“No, Zee. Pensavo fossi più intelligente: quello non è un muso, Niall sta solo morendo di ansia” lo sbeffeggiò Liam, ridacchiando.
“Senza alcun motivo, aggiungerei” si intromise Harry, continuando a guardare i suoi tatuaggi sul braccio.
“Io non lo definirei nessun motivo” disse Niall guardando fuori dal finestrino.
“Guarda che ti dirà di sì”. Louis sollevò la testa dal grembo di Harry. “Anche io ti ho già detto che è una buona idea. Quindi Haz ha ragione: non c’è alcun motivo”.
“Come fai a saperlo?” chiese Niall, continuando a torturarsi le mani.
“Perché la conosco, Niall. Sarà sorpresa, ma ti dirà di sì” rispose il castano, per poi chiudere di nuovo gli occhi e cercare di godersi gli ultimi minuti di viaggio.
L’irlandese non era così convinto, ma Louis la conosceva meglio, giusto? Quindi rimase lì in silenzio, ripercorrendo con la mente il suo piano.
 

Lauren entrò con la sua auto, quella che era riuscita a comprarsi mettendo i suoi ormai proficui stipendi da parte, nella piccola villetta di Niall, superando il cancello verde che era stato aperto appositamente per lei.
Uscì dalla macchina con un sorriso sulle labbra, lanciando appena uno sguardo alla costruzione che aveva davanti. Quando Niall aveva deciso di sostituire il suo appartamento con un posto più grande, un mese e mezzo prima, era subito andato a dirlo a Lauren, sperando e confidando in un suo aiuto. L’avevano trovata quasi subito e Niall era davvero entusiasta. Ma con il tour di mezzo non era ancora riuscito a riempire l’interno, che in alcuni punti risultava ancora spoglio.
“Puoi farlo tu se vuoi. Mentre io sono via” le aveva detto con un sorriso sul viso.
“Ma Niall! È casa tua” aveva ribattuto la ragazza.
“Lo so, ma voglio che piaccia anche a te. Questa dove la mettiamo?” aveva aggiunto poi, sollevando una cornice con al suo interno la foto di loro due abbracciati.
Lauren aveva sorriso divertita e aveva scosso la testa, guardandosi però intorno per trovare il posto giusto.
Niall le aveva fatto quasi intendere che quella casa era perfetta per entrambi, ma lei sembrava non farci tanto caso.
Lauren accelerò il passo e una volta salita sul portico, suonò al campanello due volte.
Ad aprirgli però non fu Niall, ma Louis con un sorriso beffardo sul viso e i capelli scombinati. “Len”.
“E voi che…” non fece in tempo a finire la frase che vide una testa bionda entrare nel suo campo visivo. “Niall!” disse con voce squillante e un sorriso sul viso, prima di spostare Louis con il braccio e correre verso l’altro ragazzo.
Si tuffò tra le sue braccia e Niall fece appena in tempo ad afferrarla, senza perdere l’equilibrio. “Rennie” disse Niall, mentre lei sistemava le gambe intorno alla sua vita e affondava il viso nel suo collo.
“Mi sei mancato così tanto” borbottò lei, solleticando con il respiro la pelle del ragazzo.
“Anche tu, babe. Posso avere un bacio?” chiese Niall con un sorriso.
Lauren sollevò il viso e si fiondò sulle labbra del biondo, che ci mise pochissimo ad approfondire il bacio.
“Ehi, noi siamo ancora qui” disse Harry, che era arrivato chissà quando.
“A noi neanche un bacino?” la prese in giro Louis, mentre i due si separavano con il respiro leggermente affannato.
Lauren fece pressione con le gambe e Niall la rimise giù. “Ah ah, simpaticone” disse la ragazza, raggiungendo Louis e abbracciandolo. “Mi sei mancato anche tu” gli sussurrò all’orecchio.
“Grazie, Len. Pensavo che adesso ti importasse solo di Niall” commentò Louis passando le dita tra i capelli sciolti della sua migliore amica. Sia Niall che Harry sentirono una punta di gelosia, ma dopotutto lo sapevano. Quei due erano Louis e Lauren: un’unica cosa, ma allo stesso tempo due cose assolutamente separate.
Lauren gli diede un colpo con la mano sullo stomaco, dopo il commento del maggiore, che ridacchiò e disse: “Mi sei mancata anche tu”.
“Che ci fate qui?” chiese Lauren a quel punto.
“Niall aveva bisogno di supporto morale” disse Louis con noncuranza.
“E io volevo riprendermi la mia padella” disse Harry sollevando l’oggetto che aveva in mano e facendo ridere Louis. Lauren scosse la testa, ma non riuscì a ridere.
“Supporto morale per cosa?” chiese curiosa, guardando prima Louis, poi Niall che la guardava senza dire una parola.
“Ok, è ora che noi andiamo. A presto ragazzi” Harry prese Louis con la mano libera e lo trascinò all’esterno, lasciando soli i due ragazzi.
“Allora? Per cosa, piccolo?” chiese Lauren diventando sempre più impaziente.
“Ehm…” Niall si morse il labbro e la ragazza non poté fare a meno di avvicinarsi a lui e prendergli il viso tra le mani. “Puoi dirmi tutto, lo sai”.
Niall annuì e mettendole le mani sui fianchi disse:  “Questa casa è vuota”.
Lauren annuì. “Lo so, babe. La riempirai” lo rassicurò, accarezzandogli la mascella con il pollice.
“Voglio che sia tu a farlo”.
La ragazza piegò la testa di lato. “Perché questa ostinazione nel fatto che debba farlo io, Ni?”.
Niall deglutì. “Beh… perché… vuoi venire a vivere con me, Ren?”.
Lauren fu colta alla sprovvista. Non si immaginava niente di quel tipo. I suoi occhi si allargarono e istintivamente fece un passo indietro, perdendo il contatto con Niall.
L’irlandese sentì il vuoto una volta privato da quella mancanza e pensò di aver fatto la cazzata più grande degli ultimi tempi.
“Ren, io… cioè era solo un’idea buttata lì. Lo so, è presto e mi…” e Lauren lo fermò, facendo scontrare le loro labbra.
Niall gemette e attirò Lauren a sé più di quanto non avesse già.
“Sì” sussurrò la ragazza sulle sue labbra.
“Cosa hai detto?” un mezzo sorriso si posò sulla bocca del biondo.
“Ho detto sì. Voglio venire a vivere con te” ripeté la mora.
“Ti amo” disse Niall prima di baciarla ancora una volta. Sentiva la gioia nel petto. Sentiva che tutti i tasselli stavano andando al loro posto.
“Anche io ti amo, piccolo elfo”.
 
 

15 Luglio 2013

“Niall, sono solo un paio di giorni” disse Lauren con una punta di tristezza nella voce.
“Appunto! Paio di giorni nei quali sarai con me. Ti prego, ti prego, ti prego!” la supplicò inginocchiandosi davanti a lei, che stava seduta sul divano.
“Non so se posso, babe” sussurrò senza guardarlo.
“Per favore” ripeté Niall stringendole il ginocchio. “E’ così importante per me. Voglio che ci sia anche tu. Dopotutto, è anche tuo nipote”.
Il cuore di Lauren perse un battito e il suo viso si incupì. “Niall, non dire queste cose”.
“Perché no? Io ti amo, i miei ti amano, mio fratello ti ama. Perché non dovrei considerarti parte della famiglia? Per me lo sei, babe. Perché Theo non potrà chiamare zii sia te che me?” Niall era così convinto di quello che diceva.
Lauren sentì le lacrime fare pressione dietro agli occhi. “Vuoi che venga con te?” chiese a bassa voce.
“Assolutamente”.
Lauen annuì. “Andiamo a vedere tuo nipote, allora” e sorrise dolcemente.
“Nostro, Ren, nostro”. E quelle parole scaldarono il cuore della ragazza.
 

Lauren pensava che una volta giunta in Irlanda, nel reparto maternità, si sarebbe sentita fuori posto. Dopotutto, nonostante Niall le avesse detto che lei era parte della sua famiglia, lei era pur sempre e solo Lauren, la migliore amica e finta fidanzata del compagno di band di loro figlio o di loro fratello.
O almeno, così lei credeva. Appena misero piede in ospedale, mano nella mano, la prima che li vide fu Maura, che sorrise dolcemente e andò loro incontro. La ragazza era pronta a spostarsi, lasciando che Niall abbracciasse la madre per bene, ma Maura non era dello stesso parere. Mise ciascun braccio intorno al loro collo e li abbracciò. Entrambi.
“Oh, i miei ragazzi. Finalmente siete arrivati” disse, prima di stampare un bacio sulla testa di Niall.
Lauren in un primo momento si era irrigidita, stringendo la presa sulla mano di Niall, ancora intrecciata alla sua. E il biondo ovviamente se ne era accorto. Le aveva fatto un piccolo sorriso e così anche lei era riuscita a rilassarsi tra quelle braccia.
“Ciao, mamma” aveva risposto Niall.
“Come state?”.
Lauren aveva sorriso, mentre Niall rispondeva: “Noi stiamo bene. Greg? Denise? Il piccolo è nato?”.
Maura scosse la testa. “No, stanno ancora lì dentro” e indicò con la mano una porta immacolata.
In quel momento anche Bobby Horan, tornato probabilmente dalla caffetteria, si avvicinò a loro.
“Niall” disse e il ragazzo biondo sorrise, dandogli un abbraccio veloce.
E poi Bobby si voltò verso Lauren e sorrise. “Posso avere un abbraccio anche dalla mia ragazza preferita?”.
“Papà!” Niall protestò, mentre Lauren restava lì immobile. Non perché non volesse abbracciare quell’uomo, ma perché era piacevolmente sorpresa.
“Cosa c’è? Era ora che mi portassi una ragazza del genere a casa” borbottò Bobby e Lauren sorrise tristemente.
Dal suo punto di vista, una ragazza come lei non era una fortuna. Una ragazza con la mente a pezzi e i segni visibili sul suo corpo. E lei sapeva benissimo che Niall aveva parlato della sua storia con la sua famiglia. Non tutta magari, ma sapevano abbastanza. E continuavano ad accettarla. A volerla in famiglia.
Abbracciò Bobby, sentendosi per la prima volta protetta tra le braccia di un uomo, che fosse più rande di Niall e di Louis. Che non fosse suo padre.
Forse Niall aveva ragione. Anche lei voleva far parte di quella famiglia irlandese e decisamente normale.
 
“Sorridi” disse Lauren con il telefono di Niall tra le mani e il biondo fece un mezzo sorriso. “Sembri un po’ teso. Guarda il tuo braccio”.
“Me la sto facendo sotto. Al posto di ammirare in quel modo il mio braccio, potresti scattare la foto?” disse Niall velocemente.
“Oh sì, scusa” la ragazza ridacchiò scattando la foto, mentre gli altri Horan ridevano dietro di loro.
E poi Niall restituì il bambino che aveva tra le braccia a Greg.
“Che carino!” Lauren non riusciva a smettere di dirlo da quando erano entrati in quella stanza.
Niall ridacchiò e mettendosi dietro alla ragazza, le cinse la vita con un braccio attirandola a sé, mentre tutti i presenti chiacchieravano senza prestare loro attenzione. Prese il suo telefono dalle mani della ragazza, che protestò. “Aspetta. Voglio mandarla ai ragazzi” disse ed entrambi si ritrovarono ad osservare quella foto.
“Aw, che siete belli e dolci” disse Lauren con gli occhi sognanti e Niall commentò: “E’ davvero minuscolo” e un sorriso ebete sul viso.
“La prossima volta toccherà a te, zio Niall”. Quella frase detta da Denise spiazzò entrambi i ragazzi, che sollevarono di scatto la testa.
“Eh?” chiese Niall, come se non avesse capito bene.
“Beh, dovrete dare un cuginetto a Theo” disse Greg ridendo, mentre cullava il bambino tra le braccia.
Lauren arrossì di colpo e non riuscì a dire nulla, mentre Niall iniziò a balbettare: “Beh, cioè… io… noi… siamo ancora troppo giovani. Lascio a te l’appellativo papà, fratello. Io mi accontento di zio, per adesso”.
E tutti scoppiarono a ridere, mentre Maura diceva: “Greg, lascia stare il mio bambino. È ancora troppo presto”.
E quando nessuno li stava più guardando Niall aveva voltato la testa verso Lauren. “Un giorno” aveva detto sorridendo.
E la ragazza non poté fare a meno di annuire, stampandogli un bacio all’angolo della bocca.
 
 

27 Settembre 2013

“Lo sa? Oddio, lo sa?” chiese Louis camminando nervosamente per la stanza.
“No, Louis. Non lo sa” disse Zayn, guardando lo schermo del suo telefono.
“Ma lo sapete tutti. È l’unico che non lo sa! Insomma, l’avrà capito!” continuò imperterrito il maggiore.
“Harry è ingenuo. Non l’ha capito sicuramente” disse Liam, mentre Louis borbottava: “Mica tanto ingenuo”.
E in quel momento la porta si spalancò. “Sarò tutto perfetto!” esclamò Lauren entusiasta, saltellando verso Louis, dopo aver poggiato molti pacchi all’ingresso e gettandogli le braccia al collo.
Louis si sentì subito meglio grazie a quel contatto e disse: “Bentornata, Len”.
“Grazie” disse lei.
“Harry e Niall?” chiese l’altro guardando la porta ormai chiusa.
“Sono andati a prendere la cena. Niall non ce la faceva più ad andare in giro per i negozi con noi. Si è lamentato tutto il tempo. Ricordatemi che la prossima volta lo lascio qui con voi”.
I ragazzi si misero a ridere, poi Louis tornò improvvisamente serio.
“L’ha capito?” chiese alla sua migliore amica.
“No. Ha capito che domani hai in mente qualcosa per lui, ma…”
“Oddio, l’ha capito!” la interruppe Louis mettendosi le mani tra i capelli.
Lauren sollevò gli occhi al cielo. “No! Louis, non ha capito un bel niente! Mi ha detto che è in ansia e non sa neanche perché”.
“Beh, è giusto che lo sia” ridacchiò Zayn.
“Tu hai fatto quello che dovevi fare?” chiese la mora al ragazzo più grande.
“Ho chiamato Anne per sicurezza e mi ha confermato la sua benedizione. E… e poi l’ho comprato” spiegò Louis torturandosi le mani.
“Oddio! Voglio vederlo, ti prego!” disse Lauren saltellando sul posto.
“Non qui. Se Harry entrasse adesso…” Louis rabbrividì.
“Allora andiamo di sopra”. Neanche il tempo di ribattere che Louis si ritrovò trascinato dalla ragazza verso la camera da letto al piano superiore.
“Dai, dai, dai” lo incitò e Louis sospirò.
“E’… è davvero… troppo normale, Len” commentò il ragazzo, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina scura.
“Sai come la penso Lou. Più normale è più Harry lo può sfoggiare in pubblico. Oddio, l’anello al medio della mano destra, come la perfetta coppia di fidanzati gay. Aaaaah!”.
Louis rise. “Smettila di fangirlare o non te lo faccio vedere”.
Lauren si zittì. “Scusa” e ridacchiò nervosamente.
Louis aprì la scatola e Lauren osservò quell’anello che in apparenza non aveva nulla di speciale. “Mi piace un sacco, Lou” commentò la ragazza, guardando la scritta Peace incisa sopra quel cilindro argentato.
“E’ molto… Harry, vero?”.
Lauren annuì e Louis continuò: “Spero che gli piaccia. È il gesto che conta, giusto?”.
“Non gli piacerò, Boo. Lo amerà! E scommetto che ti sia costato comunque un a fortuna. E un gesto del genere… insomma, io penso che sverrà”.
Louis si mise a ridere. “Esagerata. E poi è più possibile che lo faccia io”.
“Naah. Sarai perfetto, Boo. Sarà uno dei giorni più importanti della vostra vita”.
“Magari mi rifiuta”.
“Magari sei scemo. Quella non è una possibilità. Proprio no” disse Lauren decisa, incrociando le braccia al petto.
Louis sorrise divertito e annuì. In quel momento le voci gli arrivarono chiare dal piano di sotto: Niall ed Harry erano tornati con la cena.
Lauren fece per uscire dalla stanza. “Nascondi per bene quel piccolo tesoro, Lou. E poi vieni di sotto, prima che la cena sparisca. Sai di cosa è capace un Niall affamato”.
E Louis ridacchiò, prima di annuire e guardarsi intorno. Doveva trovare il posto giusto. Anche se per una notte, il nascondiglio perfetto.
 




Angolo dell'autrice: TADAAA'. Ci ho messo meno di quanto speravate, vero? x) Ok, allora... che dire: questo è un capitolo dolce e tranquillo. E dal prossimo giungiamo finalmente al 2014 eheh. Spero che per adesso il tutto vi stia piacendo. Confindo in un vostro parere. Sempre grazie a tutti xx
-M

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Novembre 2013

Lauren si sentiva decisamente stanca quella mattina. Niall si era agitato tutta la notte, piagnucolando a causa del suo ginocchio. E ovviamente la preoccupazione aveva portato la ragazza a stare sveglia e a cercare di far stare meglio il suo ragazzo, anche con semplici carezze.
Ma nonostante ciò, Lauren si era alzata, si era preparata e dopo aver lasciato un biglietto sul cuscino accanto a Niall e un bacio sulla sua fronte era uscita di casa, diretta verso uno degli studi di registrazione.
“Non possiamo lavorare più tardi la mattina? È un disastro” chiese Michael, passandosi una mano tra i capelli colorati e sbadigliando.
“Se fossi andato a dormire prima, adesso non sarebbe un problema” lo rimbeccò Luke, sorseggiando il suo caffè.
“Ehi, ragazzi”. Lauren entrò nella piccola stanza, guardando Michael e Calum gettati sul divanetto, mentre Luke era seduto su una sedia con dei fogli davanti a sé e Ashton guardava fuori dalla finestra.
“Eeeehi, ragazza” Michael sollevò appena il braccio per salutarla.
“Molto entusiasti di lavorare, eh?” chiese Lauren con un sorriso.
“Perché, tu sì?” chiese Calum, guardandola assonnato.
“Beh, veramente avrei preferito passare tutta la mattina nel letto con Niall, ma non lo do a vedere. Allora, iniziamo?”.
Ashton prese posto su una sedia. “Sì, dai. Prima iniziamo, prima torniamo a dormire” commentò.
“Come sta Niall?” chiese Luke, poggiando il suo caffè sul tavolo.
“Potrebbe stare meglio” Lauren sorrise.
“Abbiamo sentito che ha problemi al ginocchio”.
“Già, penso che dovrà operarlo” rispose la ragazza, sospirando.
“Davvero? Cacchio” fece Michael.
“Preoccupato?” chiese Ash.
“Da morire” Lauren ridacchiò nervosamente. “Ma voi non ditegli che l’ho detto”.
I ragazzi annuirono e poi si misero a lavorare: scrivevano, suonavano e cantavano mentre Lauren li aiutava. Ormai quello era diventato il suo lavoro e lei ne era così fiera. Non serviva soltanto ai One Direction. Si era ritrovata a collaborare con diversi artisti, tra cui i quattro australiani che aveva davanti.
Passarono un paio d’ore, quando decisero finalmente di fare una pausa.
Tutti si alzarono eccetto Ashton e Lauren che rimasero seduti uno di fronte all’altra. “Allora, Lauren. Ti ho detto che stai benissimo oggi?”.
Lauren ridacchiò scuotendo la testa, mentre Luke diceva: “Ash, piantala di flirtare con Lauren”.
“Mi piace ricordare i vecchi tempi” Ashton sollevò le sopracciglia più volte. “E poi non sto facendo niente di male”.
“Pensa a cosa ti farebbe Niall. Intendi quelli per vecchi tempi?” Michael disse divertito.
E a quel punto una testa bionda spuntò dal corridoio e i ragazzi lo videro arrivare dalla parete a vetro.
“Toh. Si parla del diavolo…” fece il ragazzo dai capelli colorati.
Più si avvicinava più potevano vedere le occhiaie sotto agli occhi del biondo, ma gli sorrisero comunque. “Ehi, Niall. Che ci fai da queste parti?” chiese Luke.
“Sono venuto a prendermi ciò che è mio” rispose, guardando Lauren che in quel momento gli dava le spalle.
“Ah ah, Horan. Io non sono di nessuno” commentò la ragazza, voltandosi appena e incrociando gli occhi di Niall, adesso quasi dietro di lei.
“Ah no?” il biondo sorrise.
“Magari sei tu ad essere mio” Lauren gli puntò un dito contro e Niall scosse la testa divertito, mettendole le mani sotto le ascelle e facendole segno di alzarsi.
“Che vuoi?” chiese lei, infastidita.
“Fammi sedere, su”.
“Prenditi un’altra sedia” Lauren sollevò un sopracciglio.
“No, dai” il biondo fece il broncio. Non aveva proprio voglia di sedersi da un’altra parte. Voleva il contatto con Lauren e basta. La ragazza scosse la testa per poi alzarsi in piedi.
Niall prese posto sulla sedia e poi spinse la ragazza sul suo grembo, facendola tornare seduta, ma su di lui.
Lauren cercò di non pesare sul ginocchio incriminato, ma Niall le sorrise: “Mettiti bene. Non mi da fastidio”.
“Sei sicuro, amore? Non hai una bella cera” chiese lei premurosa, passandogli una mano tra i capelli.
“Sì, davvero. Adesso posso avere un bacio?”.
“Hai dormito almeno stamattina?”.
Niall annuì appena. “Bacio?” chiese di nuovo.
“Solo se vai in giro con una traghetta sul petto: ‘Proprietà di Lauren Frost’” scherzò lei mimando con le mani.
“Ah ah, divertente” commentò Niall, prima di ricevere il suo bacio. “Allora, ho interrotto qualcosa?” chiese l’irlandese sorridendo agli altri.
“Sì, Ash che flirtava con la tua ragazza” commentò Luke, prendendo il cioccolato che gli porgeva Michael e iniziando a mangiare.
“Non stavo flirtando!” protestò l’altro.
Niall scosse la testa. “Non riesci a toglierti il vizio, eh Ash?”.
Ashton rise. “Amico, non ti ruberei mai la ragazza”. Lauren li ascoltava mentre scriveva sul suo taccuino.
“In tour volevi farlo” disse Luke, giocando con il suo piercing sul labbro.
“Solo perché non lo sapevo” si difese il maggiore, per poi mettersi a ridere. “Dannazione, pensavo che l’essere più piccolo di lei fosse un problema e invece stava con te, che sei comunque più piccolo!” commentò, scuotendo la testa.
“Che vuoi farci, amico? Io sono Niall Horan”.
“Sentilo” disse Lauren sollevando lo sguardo. Sapeva che Niall stava scherzando, ma non poteva perdere l’occasione di rimbeccarlo.
“Non pensi che io sia perfetto?” chiese Niall guardando la sua ragazza con un sorriso.
“Penso che tu sia un idiota”.
Niall fece una smorfia. “Ouch. Mi hai ferito” disse, portandosi una mano al petto.
“L’idiota più bello del mondo, sì”.
Il biondo sorrise, sporgendosi per baciare la ragazza e i presenti fecero dei versi di disgusto.
“Allora, torniamo a lavoro?” chiese Luke, mentre i due amanti ridacchiavano.
“Voi tornate a lavoro. Io fuggo via con la mia donna. Suona bene, eh?” chiese Niall con un sorriso stupido sul volto.
“Dai, Niall! Non puoi rubarcela adesso. Siamo arrivati in un punto importante” protestò Michael.
“Ce ne faremo una ragione, Mike” ribatté Niall, prima di voltarsi verso la sua ragazza: “Ti prenderei in braccio, ma non so se il mio ginocchio reggerebbe”.
Lauren spalancò gli occhi. “Sta buono, Ni” disse afferrandogli le guance con il pollice e l’indice di una mano.
“Folio annare..” Niall parlò, ma si bloccò dato che stava storpiando tutte le parole a causa delle sue guance intrappolate e tutti scoppiarono a ridere.
“Solo un quarto d’ora, poi andiamo a pranzare” propose la mora con un sorriso divertito, prima di lasciarlo andare.
“Solo uno però” disse Niall, mettendo su un broncio adorabile.
Lauren tornò a guardare la band. “Scusate, ma il mio bimbo qui non ha dormito stanotte ed è intrattabile e capriccioso”.
“Ehi! Io non sono un bimbo!” protestò il biondo, mentre tutti ridevano. Lauren sorrise soltanto, senza dargli conto e tornando a lavorare con la band.
Niall disconnesse subito il cervello da quello che stavano dicendo e iniziò a guardarsi intorno. Nulla sembrava essergli interessante lì dentro e in pochi minuti si stava già annoiando a morte. Iniziò a giocare con il lembo della maglia di Lauren, sperando di catturare la sua attenzione, ma la ragazza non sembrava farci caso.
Provò anche a tracciare con il dito la fantasia della maglia, ma anche quello risultò essere un fallimento. Niall sospirò e poggiò la fronte sulla schiena di Lauren. Si sentiva davvero stanco.
“Niall?”. Il ragazzo aprì gli occhi e si chiese quando li avesse chiusi.
“Ren?” disse, passandosi una mano sugli occhi. La ragazza aveva voltato il busto per guardarlo, quando lo aveva sentito lamentarsi involontariamente sotto di lei. Non se ne era neanche accorto, mentre i presenti si erano guardati preoccupati.
“Vuoi metterti sul divanetto laggiù, mentre noi finiamo?” chiese, accarezzandogli i capelli.
“Sì” borbottò, mentre si alzavano. Lauren lo accompagnò fino al divano e Niall si gettò di peso con la schiena, mettendosi un braccio sugli occhi. “E’ già passato un quarto d’ora, vero?” borbottò.
Lauren sorrise e gli accarezzò la gamba. “Stiamo finendo, te lo giuro”.
“Volete andare adesso?” chiese Ashton guardando il biondo sul divanetto.
“Belle parole” disse il diretto interessato e i presenti ridacchiarono.
“Siete sicuri?” chiese Lauren a quel punto.
“Sì, noi ce la caveremo. Ti mandiamo tutto per messaggio quando finiamo” rispose Luke e gli altri annuirono.
“Va bene allora. Nialler, possiamo andare”.
E Niall si tirò su, grugnendo. “Era ora” disse, mentre un sorriso si faceva largo sul suo viso.
Lauren scosse la testa e dopo essersi messi i cappotti, gli passò un braccio intorno alla vita. Niall le cinse il collo d’istinto.
“Ci vediamo, australiani! Vi vogliamo bene” commentò, mentre Lauren sorrideva divertita.
“Ciao, belli” Mike ricambiò, mentre gli altri salutavano con un gesto della mano. “Ve ne vogliamo anche noi”.
E i due si allontanarono. Ashton mise una mano sotto il mento sorreggendosi la testa e commentò: “Sono proprio carini quei due. Chissà come facciano a vivere così… sia loro che Louis ed Harry. Ew”.
E tutti annuirono. Niente di più vero.

 

24 Dicembre 2013

Niall sentiva già l’aria dell’Irlanda nelle narici e non vedeva l’ora di potersi distendere sul suo letto o riabbracciare la sua famiglia. Ma la cosa che lo eccitava di più era il fatto che Lauren sarebbe stata al suo fianco. Avrebbero potuto condividere ancora una volta momenti insieme, come una vera famiglia. Avevano preparato le piccole valigie con un sorriso sulle labbra. Quel sorriso che non si era tolto dal viso di Niall da quando gli avevano comunicato che poteva portare la ragazza con sé, a patto che come sempre sarebbero stati cauti. Non era importante che Lauren avesse una felpa enorme con il cappuccio e in aeroporto dovesse camminare un po’ più lontana da Niall. Era quasi divertente: Willie Devine era lì con loro, dato che anche lui era diretto in Irlanda, e Lauren chiacchierava con lui, restando a diversi passi dal biondo, mentre le guardie del corpo stavano lì intorno a loro.
E nonostante tutto, Niall pensava che il suo sorriso non potesse essere spento da nulla. Come si sbagliava. Quando sui tabelloni tutti i voli risultarono annullati i suoi occhi si spalancarono e la sua mascella si serrò. Si voltò verso i due ragazzi, che erano rimasti indietro, ma che stavano comunque guardando nel suo stesso punto.
“Che cavolo significa?” chiese il biondo, raggiungendoli e cercando delle risposte.
Willie sospirò. “Significa che siamo bloccati qui, amico”.
“No. Ma… no, no, no. Solo per il vento?” chiese in preda al panico.
“Solo? Niall non è il momento di morire… non a Natale” commentò l’amico. “Io mi preoccuperei più di altro: adesso che cavolo facciamo qui se non possiamo passare il Natale lì?”.
Niall rimase in silenzio, ma voltò la testa verso la sua ragazza quando lei aveva iniziato a ridere. “Oh mio dio”.
Sul viso del biondo spuntò un’espressione confusa. “Lauren! Che diavolo ci ridi?” chiese, sospirando esasperato e passandosi una mano tra i capelli.
Come faceva a ridere in una situazione simile? Niall non riusciva a capirlo.
“Scusa, ma…” e continuò a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca. “Dio, non ce la posso fare”.
Niall fece una smorfia infastidita, mentre Willie con un sorriso divertito sul volto, dopo aver controllato il suo cellulare, diceva: “Penso che andrò da mio fratello. Voi volete venire con me? Pizza, birra e sport”.
“Sì, sì. Va bene, grazie” disse Niall, afferrando Lauren per il braccio e trascinandola verso l’uscita.
“Potevi essere più delicato” disse la ragazza massaggiandosi il braccio, una volta entrata nell’auto con il biondo.
Niall storse la bocca e si voltò a guardarla, prima di mettere in moto. “Che cavolo c’è di divertente? Puoi spiegarmelo?” disse con sguardo duro.
“Niall, non c’è nulla di divertente” rispose la ragazza guardandolo negli occhi con un’espressione seria.
“E allora perché stavi ridendo?!” quasi urlò.
“Ni, tesoro. Mi dispiace che sia andata così. E ridevo perché… andiamo Niall, perché siamo così sfigati?” disse Lauren accarezzando la guancia del ragazzo.
Niall lasciò che una piccola risata triste gli uscisse dalle labbra. “Io non dovrei avere fortuna? Insomma, sono irlandese!” affermò e Lauren mosse il pollice sulla sua guancia, cercando di consolarlo.
“Volevo andare a casa” si lamentò il biondo, chiudendo gli occhi e spingendosi di più verso la mano della mora.
“Lo so, tesoro. Anch’io, ma cosa possiamo farci adesso?”.
Niall sospirò e riaprì gli occhi, mentre Lauren si allontanava. “Vuoi andare davvero dal fratello di Willie?” chiese il primo, guardando l’indirizzo che aveva già messo sul navigatore del cellulare.
“Tu non vuoi?”.
Niall la guardò. “Beh, preferirei tornare a casa in effetti, ma saremmo da soli” commentò sconsolato.
Lauren sorrise in modo dolce. “Noi non siamo da soli, piccolo. Io ho te, tu hai me. Ho già passato parecchie volte il Natale da sola. E ti assicuro che solo il fatto che ci sia tu lo renderà piacevole”.
Il biondo annuì, senza fare alcun commento sui trascorsi precedenti della ragazza. Solo il pensiero gli faceva venire il groppo in gola. “Allora casa sia” disse Niall, prima di mandare un messaggio a Willie e girare le chiavi nel quadro.
E così i due ragazzi si erano ritrovati distesi sul divano di casa, con una coperta a coprirli e del cibo spazzatura sul tavolino, mentre guardavano il calcio. Avevano anche video chiamato la famiglia di Niall, fingendo quasi di essere lì con loro per un po’. Ma questo aveva accentuato soltanto la delusione del biondo.
“Louis ed Harry vogliono farci sapere che gli dispiace per la nostra fine” commentò Lauren tra le braccia di Niall, guardando il messaggio di testo sul suo telefono.
Il ragazzo grugnì soltanto e lei sollevò lo sguardo verso di lui. “Niall?”.
Il biondo inclinò la testa e la guardò in silenzio, attendendo che continuasse a parlare.
“Piccolo, non è poi così male qui” disse, anche se poco convinta.
“Mi dispiace”. Due semplici parole che spiazzarono la ragazza.
“Per cosa, babe?” chiese Lauren con voce tremante.
“Io… volevo che fosse perfetto, davvero. E invece siamo qui a mangiare pizza, davanti ad una partita poco interessante. Da soli. E a Capodanno non potremmo neanche stare insieme. Dovrò andare con Liam e Sophia e… e Barbara. E tu non sarai lì. E…” Niall era partito a razzo in quel discorso e Lauren lo interruppe, mettendogli un dito sulle labbra.
“Barbara Palvin non è così male. Molto bella, piacevole e perf…” la ragazza stava cercando di sdrammatizzare, ma venne interrotta.
“Ma non è te, Rennie”.
Lauren sospirò. “Niall” e gli prese il volto fra le mani “Stammi a sentire un attimo, piccolo”. Niall annuì e lei continuò: “Guardati intorno. Cosa vedi?”.
Il ragazzo eseguì l’ordine. “Il salotto di casa nostra?” chiese confuso.
“In particolare?”.
“Un televisore enorme… la libreria… Lauren, ma che diavolo…?” Niall si voltò verso la mora, ma lei lo incitò a continuare con un gesto della mano.
Niall sospirò. “Un albero di Natale desolato” ridacchiò. “Con quattro pacchetti sconsolati sotto”.
Lauren sorrise. “Sai cosa vedo io, Niall?” gli chiese dolcemente. Il biondo scosse la testa.
“Vedo noi. Vedo un ragazzo biondo con un broncio adorabile per non essere potuto tornare a casa. Vedo un posto accogliente, quel posto che tu mi hai dato il piacere di chiamare casa e che sento davvero così per la prima volta in vita mia. Vedo un albero di Natale – e non insultarlo, io amo quell’albero – che magari ha pochi pacchi sotto – che non vedo l’ora di aprire domani – ma è pur sempre una gioia per i miei occhi. E mi fa immaginare quando tra qualche anno… magari sogno troppo, ma lo faccio eccome” ridacchiò. Niall guardava la ragazza con gli occhi spalancati e la bocca semiaperta, pendendo dalle sue labbra.
“Lo faccio perché tu mi hai permesso di tornare a immaginare un futuro”.
Niall si rabbuiò. “Non sono stato io. È stato Louis”.
“Ok, forse è stato Louis a tirarmi via da Doncaster, ma sei tu che mi hai completata. Niall, anche in una situazione del genere, sai cosa vedo? Vedo il mio tutto. Quindi non importa se è andata così. Se rido perché siamo sfigati o se tu ti disperi perché siamo bloccati in una città che non davvero è la nostra. Per me è abbastanza. E forse anche troppo”.
“Non dirlo” la ammonì Niall.
Lauren sorrise dolcemente. “E’ perfetto”.
Il biondo sospirò chiudendo un attimo gli occhi. Quando li riaprì i suoi occhi erano velati e il suo azzurro più luminoso.
“Casa è dove sei tu, giusto?” chiese con voce tremante.
“Tu sei la mia casa, Niall. Ovunque, basta che ci sia tu”.
“E’ una casa speciale?” chiese con un sorriso divertito, cercando di non piangere.
Lauren spinse Niall in modo da farlo distendere sul divano e si sistemò sopra di lui. “Speciale. Al centro del mio cuore. Così speciale da far male” rispose ad un soffio dalle sue labbra.
“Ti amo, Ren. Grazie”.
“Non ringraziarmi. Ti amo anch’io, mio piccolo elfo” e chiuse la distanza rimasta tra le loro labbra, sporgendosi in avanti. Niall sentì un brivido attraversargli la schiena e in pochissimo tempo riuscì a ribaltare le loro posizioni, marchiando Lauren con baci ardenti e iniziando a rimuovere gli indumenti che la coprivano.
“Aspetta, Ni. Vuoi farlo qui sul divano?” Lauren interruppe il biondo, parlando con il fiato corto.
Niall gemette. “Perché devi sempre rovinare tutto?”.
Lauren ridacchiò. “Perché il mio cervello lavora e se poi ci addormentiamo qui…”.
“E’ comodo qui, non trovi?” Niall tornò a baciarla.
“Ma il letto è più comodo” aggiunse lei, interrompendo il contatto. Il biondo comunque si era già sporto verso di lei, tracciando baci lungo il suo collo.
La ragazza gemette e fece scorrere la mano dentro i pantaloni di Niall, che d’istinto smise di fare quello che stava facendo e serrò gli occhi.
“Vuoi che vada oltre?” chiese Lauren maliziosamente, giocando con l’elastico dei boxer del ragazzo.
“Mmh mmh” Niall era più che d’accordo e si sentì quasi freddo quando lei tirò fuori la mano di colpo e spingendolo si alzò in piedi.
“Prendimi”. Niall la guardò con una smorfia, mentre lei iniziava a camminare.
“Lauren!” protestò lui esasperato, prima di trascinarsi giù dal divano.
La ragazza si mise a ridere e iniziò a correre verso le scale. “Questa te la faccio pagare” commentò Niall andandole dietro. E la casa vuota e silenziosa si riempì delle risate dei due ragazzi, che una volta gettati sul letto si persero l’uno nell’altra, dimenticando la brutta sorte di quel Natale, che dopotutto tanto brutta non era.
 

16 Gennaio 2014

“Eccolo” disse Liam, rimettendo a posto la tenda della finestra dalla quale stava guardando.
“Mio dolce cuore, spero che stia bene” disse Lauren andando verso la porta e lasciando gli altri ragazzi lì nel salotto.
Fece appena in tempo che ad aprire la porta che un Niall pallido e dagli occhi cerchiati, appena sceso dall’auto parcheggiata nel vialetto, sollevò lo sguardo. Indossava dei pantaloncini che lasciavano il tutore in bella mostra e il cappuccio della felpa tirato su lasciava intravedere il suo viso. Un ciuffetto di capelli biondi appena visibili fuori dal capello nero.
Si muoveva calibrando il peso sulle stampelle e aveva appena iniziato a fare qualche passo quando Lauren gli andò incontro.
“Bentornato, raggio di sole” gli sorrise e Niall lasciò cadere una stampella per passare il braccio intorno al collo di Lauren, la quale strinse le braccia intorno al suo busto e lo abbracciò indietro, stampandogli un bacio sulla guancia fredda.
Sentì Niall sospirare e subito dopo affondò il viso nel collo di lei. “Come stai, piccolo?” gli chiese dolcemente.
“Mai stato meglio” borbottò ironicamente.
“Ooh, un piccolo elfo scontroso” commentò Lauren ridacchiando, dopo essersi staccata dal biondo ed essersi sporta per riafferrare la stampella. Gliela porse, mentre Niall diceva: “Non lo sarei se non mi ci facessero diventare”.
Lauren afferrò le borse dentro la macchina e salutò l’autista, seguendo Niall verso casa. “Che è successo, babe? Chi ti ci ha fatto diventare?”.
Niall entrò in casa e inspirò. “Casa dolce casa” commentò, mentre quattro scalmanati saltavano fuori dal salotto e abbracciavano il ragazzo, cercando di farlo tornare a sorridere.
“Mi hai chiesto che è successo? Vuoi davvero sapere che mi è successo?” disse e i ragazzi si guardarono confusi, compreso Liam che lo stava aiutando a sedersi sul divano.
E prima che qualcuno gli chiedesse con chi stava parlando, Lauren si appoggiò al divano, proprio dietro al biondo.
“Sì, amore. Dimmi che ti è successo” disse togliendogli il capello e iniziando ad accarezzargli la testa bionda.
Niall poggiò la testa all’indietro, incrociando lo sguardo della ragazza. “Quei dannati paparazzi del cazzo!”.
“Che hanno fatto sta volta?” chiese Louis, intromettendosi nel discorso.
“Non avete visto le foto? No? Bene, io sì! Sono stati velocissimi. E io sembro un mostro in queste condizioni!” protestò continuando a fissare gli occhi della ragazza.
“Sei bellissimo” rispose lei ad un soffio dalle sue labbra.
“Solo perché sei tu. Lo so che sono un mostro Ren!” Niall chiuse gli occhi, seccato.
“Dico davvero. E poi, piccolo. Hai subito un intervento qualche giorno fa. Che ti frega se non eri perfetto? Capiranno” disse Lauren passandogli le mani sul collo e poi sul petto.
“Lo so, ma mi sarebbe piaciuta un po’ di privacy. Chiedo tanto?”.
“No, Niall. Chiediamo davvero poco, ma sono solo avvoltoi quelli. Quel che è fatto è fatto. Tutti ti amano lo stesso. Non prendertela” disse Liam.
Niall grugnì, per poi rivolgersi alla sua ragazza. “Posso avere il mio bacio?”.
“Da quando chiedi il permesso?” fece Lauren, inclinando appena la testa.
“Non lo so, tu baciami e basta”.
Lauren ridacchiò e chiuse la distanza. Nonostante si stessero baciando al contrario, tutto sembrava essere tornato improvvisamente al suo posto.
“Dio, quanto mi sono mancate le tue labbra” borbottò Niall, facendo sorridere la ragazza.
“Anche tu mi sei mancato, babe”.
E a quel punto Harry balzò in piedi. “Beeene. Per noi è ora di andare”.
“Sì, lasciamo la privacy al nostro irlandese” continuò Louis, seguendo l’esempio del riccio.
“Grazie, ragazzi. Anche se voi non mi dovete lasciare niente” fece Niall, tornando a guardare i presenti.
I ragazzi sorrisero e Liam gli diede una pacca sul braccio. “Bentornato, Nialler” disse, prima di andare via.
Lauren li accompagnò alla porta e una volta tornata in salotto si sedette accanto a Niall, che aveva chiuso gli occhi.
Osservò per qualche attimo il tutore adagiato sul ginocchio del biondo, prima di chiedere: “Fa male?”.
“Mmh, abbastanza” rispose Niall senza riaprire gli occhi.
“Che ne dici di andare di sopra e metterti comodo?”.
“Suona bene. Ma tu mi farai sentire meglio?” chiese, mostrando finalmente le sue sfere azzurre e facendo una vocina dolce e supplichevole.
“Certo, amore. È il mio dovere, no?”.
E il sorriso che Niall le rivolse, in quella precisa circostanza, per la prima volta da quando era arrivato, le scaldò il cuore. Sì, anche quella volta sarebbe stato bene.

 
 

“Aspetta, aspetta!” Niall mise le mani avanti, cercando di far indietreggiare Lauren.
“Adesso che c’è?” chiese lei esasperata, tenendo in mano il medicinale.
“Posso avere un bacio prima?”.
Lauren sbuffò. “No, te ne ho già dati ventotto. Muoviti e fammi procedere!”.
“Ma io voglio il mio ventinovesimo!” Niall rise nervosamente.
“E poi vorrai anche il trenta. No, Niall. Sbrigati. Perché tutte queste polemiche ogni volta?” fece due passi avanti e Niall si irrigidì.
“E’ solo un’iniezione, Ni”.
Niall deglutì con gli occhi spalancati. “Un’iniezione con un dannato ago che deve infilarsi nel mio stomaco!” urlò. Sembrava isterico.
Lauren sospirò. Aveva già tentato con le buone ed era ancora lì, con una siringa piena di liquido in mano.
“Sei polemico. Una rottura di palle” commentò lei, guardandolo male.
“Non è vero” il biondo si imbronciò.
“No, hai ragione. Sei un cagasotto!”.
“Ma… ehi!” Niall abbassò lo sguardo, aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto.
“Niall, per favore!” supplicò, mentre lui rialzava lo sguardo.
“Ma perché devo farle? Che c’entrano con il mio ginocchio?” chiese, gemendo di frustrazione.
“Devo ripeterlo di nuovo? È per le infezioni, Niall. Non è difficile prenderle. E sai, non vorrei che mi morissi per così poco” spiegò.
Niall sospirò. “Esagerata. Sei tu la catastrofica!”.
“Guarda che catastrofe faccio se non ti dai una mossa, biondo!” Lauren si spazientì. “E ringrazia che sto risparmiando il tuo bel didietro, piuttosto!”.
“Va bene! Va bene! Hai vinto” disse Niall con voce triste. “Prego, infilzami”.
Lauren roteò gli occhi. “Grazie a Dio” commentò abbassandosi verso il petto nudo del ragazzo. “Ventinove e trenta” contò, mentre gli stampava due dolci baci all’altezza del cuore.
Il ragazzo sospirò, mentre Lauren afferrava una porzione di pelle del suo ventre e “Niall, non contrarre!” disse, mentre il biondo sembrava che stesse andando nel panico.
“Non lo sto facendo” piagnucolò.
“Sì, invece. Rilassati, piccolo” lo incitò con voce dolce.
“E’ difficile! Ho paura” borbottò Niall arrossendo e Lauren non riuscì a non sorridere divertita, mentre lasciava andare la pelle del biondo. Grande e grosso e aveva paura di un ago sottile e innocuo.
“Dopo ti do il lecca lecca” commentò Lauren.
Gli occhi di Niall si allargarono: “Sei una stronza!” esclamò.
Lauren scoppiò a ridere e scosse la testa. “Grazie amore, ti amo anch’io”. Niall per tutta risposta voltò la testa.
“Ni, stavo scherzando. Dai, chiudi gli occhi” gli disse in modo dolce.
Il biondo sospirò per l’ennesima volta e annuì, chiudendo gli occhi.
La ragazza sospirò, sperando che non ci sarebbero state altre interruzioni e tornò a trattare con il ventre del biondo.
Affondò l’ago nella carne morbida e pallida, mentre Niall serrava gli occhi ed emetteva un sibilo.
Lauren spinse lo stantuffo con il pollice. “Quasi fatto, babe”.
“Aah, Lauren! Brucia!” protestò il ragazzo, ma lei non gli disse nulla. Finì quello che stava facendo e gli stampò un bacio sulle labbra.
“Bravo, piccolo. Visto? Ci abbiamo messo pochissimo” lo elogiò, mentre Niall si lamentava e borbottava tra sé.
Lauren scosse la testa. Sapeva che anche per la prossima iniezione ci sarebbero state le stesse scenate, ma per il momento ce l’aveva fatta ed era soddisfatta. “Tieni, drogati con tutto lo sport che vuoi” disse, passandogli il telecomando e facendo per uscire dalla stanza.
“Dato che non posso fare sport personalmente, vero? VERO?!” urlò, trovando il canale giusto per i suoi scopi.
Lauren ridacchiò. “Brontolone” e gli fece la linguaccia prima di andare via. Niall, dopotutto, non riuscì a nascondere il sorrisino che gli era spuntato sulle labbra e sperava che Lauren non se ne fosse accorta. Perché in fin dei conti Niall amava essere coccolato in quel modo da lei, che non si stancava mai di quell’irlandese rompipalle.
Lei che ovviamente non si era lasciata sfuggire quel particolare sul viso del suo ragazzo. Preferiva di certo quei casi, piuttosto che quelli in cui Niall, in particolar modo appena sveglio, iniziava a piagnucolare cercando di trattenere le lacrime a causa del dolore che lo affliggeva. Era lì che Lauren si sentiva impotente: quando non poteva fare altro che stargli accanto tenendogli la mano o recuperando il ghiaccio per lui. Ed era proprio in quei momenti che Lauren avrebbe voluto scacciare via il suo dolore e ammirare il suo luminoso e incredibile sorriso. Eh sì, quel mezzo sorriso, con l’angolo della bocca appena sollevato le sarebbe bastato.
 


Febbraio 2014 – Brit Awards

Niall si dovette presentare all’evento con le stampelle. Era immancabile, ma non sembrava essere un problema. Non quando Lauren continuava a ripetergli che sarebbe potuto andare in giro anche in tuta e i fan sarebbero impazziti lo stesso.
“Siete gli One Direction, Niall. Siete cantanti fantastici e fighi da paura. Gli scrupoli per voi non dovrebbero esistere. E poi tra pochissimo puoi tornare a camminare normalmente, non lamentarti”.
“Era ora! Ah senti, dato che mi consideri un figo da paura, puoi venire qui e dimostrarmelo?” disse Niall cercando di restare serio e sembrare minaccioso, ma Lauren poteva vedere tutta la malizia nei suoi occhi.
“Hai sentito solo la parola figo in tutto il mio discorso, vero? Va bene, Horan. Ma dovresti stare attento: io sono una fan”.
E Niall scoppiò a ridere. “Correrò il rischio. Vieni qui” aveva detto, con un ampio sorriso sul volto.
E quindi anche ai Brits Niall andava in giro con le sue fidate stampelle ed era sorridente e allegro come ogni volta.
L’attimo di panico avvenne nel momento in cui il biondo stava facendo le foto con i fan. Sorrideva, parlava con loro e firmava qualche autografo. E poi, prima di tornare dal resto del gruppo si era aggiustato i pantaloni con la mano, facendo cadere involontariamente qualcosa dalla tasca posteriore. Lui non se ne era neanche accorto. “Niall! Niall!” .
Il biondo ovviamente non poteva girarsi ad ogni fan che lo chiamava e stava quasi andando via, quando una ragazza riuscì ad attirare la sua attenzione. “Niall, ti è caduto qualcosa! Sta attento!” urlò, cercando di sovrastare il baccano.
Il ragazzo a quel punto si voltò di colpo, guardando sul tappeto rosso dietro di sé e spalancando gli occhi, in preda al panico. E adesso come si sarebbe abbassato per prenderla? Come, prima che i fan la vedessero? O magari l’avevano già vista? E proprio in quel momento Zayn entrò nel suo raggio visivo. Lo vide abbassarsi verso il pavimento e afferrare quella striscia sottile per terra, per poi mettersela in tasca. Fece l’occhiolino alle fan lì davanti e andò verso il suo compagno di band.
“Me la ridai, per favore?” chiese il più piccolo nervosamente.
“Tu sei tutto scemo” fu la prima cosa che a Zayn venne da dire.
“Perché?”. Niall sapeva esattamente cosa l’amico intendesse, ma la domanda gli era sorta comunque.
“Perché ti porti in giro quelle foto? Spera solo che nessuno abbia visto, Niall” lo rimproverò il moro.
“Mi dispiace, ma… mi fa sentire più sicuro averla con me anche quando non lo è. Non importa che siano foto” borbottò. “Adesso posso riaverla?”.
Zayn scosse la testa e sospirò, prendendo la foto incriminata e ficcandola nella tasca di Niall.
“Grazie” disse quest’ultimo con un piccolo sorriso, che il moro ricambiò.
“Andiamo. Dobbiamo raggiungere gli altri”.
 
 

“Ma sei rincoglionito?” urlò Louis, facendo su e giù per la stanza.
“No, sono Niall”.
Louis si voltò e lo incenerì con lo sguardo. “Ah ah. Divertente!” e tornò a camminare nevroticamente. “Ah, ma a me non interessa. Siete voi che verrete divisi così come fanno con me e Haz. Ripeto soltanto che sei un avventato del cavolo e che piuttosto di mostrare in giro foto di te e Lauren che quasi vi baciate, dovresti farti vedere con qualcuna”.
Niall spalancò  gli occhi. “Che cosa? Oh, no. Io non mi faccio vedere in giro proprio con nessuno. Non ho intenzione di fare come te e Harry! E poi che vuoi che sia? Larry Stylinson è in tendenza su Twitter ogni due giorni!”. Al biondo non piaceva litigare con il suo migliore amico e compagno di band, ma quando parlava in quel modo proprio lo irritava. E Louis non faceva niente per migliorare quella situazione. Anzi, la peggiorava.
“Larry Stylinson in tendenza è un conto. Niall e Lauren, un altro!” urlò. “Te ne rendi conto?”.
Niall sorrise come un ebete. “Suona bene: Niall e Lauren. Lauren e Niall”.
Louis prese un respiro profondo. “Io ti uccido!” esclamò, facendo due passi avanti. Di conseguenza il più piccolo ne fece due indietro e ridacchiò nervosamente.
“Se ne scorderanno, giusto? Lo dicevate anche voi. E poi non hanno niente di concreto. Quella foto è così sgranata che potrei anche non essere io. La mia striscia di foto è ancora sana e salva e di privato dominio” fece un sorriso soddisfatto.
“Fa come ti pare” Louis stava per uscire della stanza, quando Niall gli chiese: “Ma tu non stavi dalla nostra parte? Adesso stai parlando come la Modest! Sembri più dalla loro, di parte”.
Quella frase bruciò così tanto sulle pelle del ragazzo di Doncaster che quando si voltò a guardarlo sembrava avere il fuoco negli occhi.
“Io voglio solo che tu e Lauren siate felici. Che io e Haz siamo felici. Ma la nostra situazione è complicata e non possiamo mandare tutto a puttane adesso, chiaro? E non venirmi a paragonare a loro. Niall, non ti permettere di farlo. Qui subiamo tutti quanti, ricordalo” e si voltò per uscire dalla stanza.
“Vorrei solo che fosse più semplice” borbottò Niall con lo sguardo basso. Ed era un bene che Louis fosse di spalle: in quel modo l’altro ragazzo non avrebbe potuto vedere le lacrime che gli erano salite agli occhi. Anche lui voleva ciò che Niall aveva appena detto, ma per il momento sembrava davvero impossibile. Fece gli ultimi passi e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
 
 
Dopo aver litigato con Louis, Niall uscì dalla stanza soltanto quando il campanello era suonato.
“Aah, sono arrivati!” sentì l’urlo di gioia della sua ragazza, che si era fiondata verso l’ingresso della casa di Harry e Louis, e ovviamente la seguì, così come gli altri.
Non appena la porta venne aperta un gruppo di ragazzi con lo stesso accento di Louis e Lauren invase la stanza.
Stan, Oli, Luke e Calvin stavano salutando tutti a gran voce.
“Luke!” il ragazzo moro e più alto del gruppo si voltò verso la ragazza, facendogli un ampio sorriso. Allargò le braccia e Lauren ci si tuffò, avvolgendo le gambe intorno alla sua vita.
Come il sorriso di Luke cresceva, quello di Niall si spegneva.
“Come sta la mia stella?” chiese il moro, lasciandole un bacio sui capelli.
“Sto bene. E tu?” lei rispose, mentre veniva messa giù e tornava a stare in piedi da sola.
Niall aveva serrato la mascella e facendo dietro front uscì dalla stanza, urtando Zayn per sbaglio.
“Ehi” protestò il ragazzo di Bradford, ma Niall non si voltò neanche per chiedergli scusa.
“Mmh, abbiamo un irlandese arrabbiato” disse Liam, sporgendosi verso il suo compagno e spostandosi in salotto, seguito poco dopo dal resto della combriccola.
“Arrabbiato, ma soprattutto geloso” Zayn aggiunse a bassa voce. Non che gli altri li stessero ascoltando. Erano tutti concentrati su quei ragazzi che erano sopraggiunti in casa come dei tornadi.
“Non finirà bene”. Liam continuò a conversare con Zayn, seduti sulle sedie accostate al tavolo.
Il moro guardò Lauren seduta sulle gambe di Luke e sospirò. “Puoi giurarci, Liam”.


“Ragazzi, ma dov’è Niall?” Harry si era voltato verso i due ragazzi della band messi in disparte.
“Penso che sia di sopra” rispose il ragazzo di Bradford, senza staccare gli occhi dal suo disegno.
“Come mai?”.
“Non so, Haz. È da prima che sta lì” adesso fu Liam a rispondere, ma senza staccare gli occhi dalla matita che il suo compagno teneva in mano.
La cosa più brutta di tutte era che Lauren non si era neanche accorta che qualcuno avesse nominato Niall, né tanto meno che non fosse presente e continuava a raccontare episodi con Louis, mentre gli altri ragazzi pendevano dalle loro labbra.
Harry a quel punto si alzò in piedi e si diresse al piano di sopra, alla ricerca dell’amico.
“Niall?” lo chiamava, entrando nelle varie stanze. Fino a quando arrivò nella camera da letto sua e di Louis e trovò il ragazzo disteso sullo stomaco, con il viso affondato nel cuscino di Louis.
“Niall?” chiese a bassa voce, domandandosi se fosse sveglio o meno.
Si sedette sul letto accanto a lui, passandogli una mano tra i capelli biondi. Per tutta risposta, l’altro mugugnò qualcosa girandosi su un fianco, ma tenendo gli occhi chiusi.
Harry sorrise dolcemente guardando uno dei suoi migliori amici dormire nello stesso modo in cui stava Louis di solito.
Si alzò da lì, ma il movimento improvviso fece aprire gli occhi di Niall. “Haz?”.
Il ragazzo dai capelli ricci si voltò a guardarlo. “Scusa, Nialler. Non volevo svegliarti”.
“Scusa, non volevo addormentarmi”.
Gli occhi di Harry si allargarono per lo stupore. “Non…” iniziò, ma Niall lo sovrastò. “Hai bisogno del letto? Mi dispiace, non volevo rubartelo”.
“Niall, ma che stai dicendo? E poi quella è la parte di Louis”.
Niall guardò il cuscino sotto la sua testa. “Oh, giusto”.
“E’ impregnato del suo odore, vero?” chiese il più piccolo, sedendosi di nuovo dove era prima.
Il biondo lo guardò incuriosito. Perché gli stava ponendo quella domanda?
“Ehm.. sì, credo di sì” borbottò Niall, rotolando e mettendosi sulla parte del letto di Harry, il quale prese il posto che l’altro aveva appena abbandonato.
“Anche io amo sentire il suo odore sul cuscino, indossare le sue felpe… anche se cominciano a starmi strette” ridacchiò il riccio.
“Sì, ma tu sei il suo fidanzato. Suo marito in pratica” Niall parlò, dando comunque le spalle al suo compagno di band.
“E tu sei il suo migliore amico. E ci hai appena litigato”.
“Questo ragionamento fa schifo” borbottò Niall, mettendosi un braccio sulla testa.
Harry ridacchiò, ma smise di farlo quando sentì Niall tirare su con il naso. “Ehi, ehi. Niall” disse il riccio, passando le dita tra i suoi capelli biondi.
“Voglio andare a casa”.
“Piccolo” Harry lo abbracciò da dietro. Niall non stava ancora piangendo, ma c’era quasi.
“Harry, voglio andare a casa” ripeté.
Il riccio sospirò. “Va bene. Ok, vado a dirlo a Lauren e…”
“No!” Niall lo interruppe. “Non… non dirlo a Lauren. Lei deve restare qui”.
A quel punto il minore dei due ragazzi non disse nulla.
“Potete riaccompagnarla voi a casa?” chiese Niall, mentre si alzava in piedi.
“Sì, certo”. Harry lo seguì fuori dalle scale.
Niall camminò spedito verso l’ingresso, afferrò la sua giacca e fece per aprire la porta.
“Ehi, Niall. Dove vai?” Zayn era lì sulla soglia e aveva pronunciato il nome dell’amico un’ottava più alta del normale.
A quel punto Lauren, che stava ascoltando Louis seduta sulle ginocchia di Luke, voltò la testa, guardando Zayn.
Si sciolse dall’abbraccio del vecchio amico che la chiamò: “Lauren?”.
La ragazza ignorò tutti e stava per spostare Zayn, allungando il braccio. Quest’ultimo però si era già spostato prima che lei lo toccasse.
“Niall?” chiese Lauren, guardando il viso sconvolto del suo ragazzo. “Dove stai andando?”.
“A casa” rispose secco il biondo, guardandola negli occhi.
“Perché?” Lauren non capiva cosa lo stesse sconvolgendo in quel modo.
“Perché sì”. Non poteva lasciarlo andare da solo in quel modo, nonostante apprezzasse la compagnia dei ragazzi di Doncaster.
“Vengo con te” disse quindi, facendo per prendere la giacca, ma il suo braccio rimase sospeso in aria. “No!” l’esclamazione di Niall le aveva fatto spalancare gli occhi.
“Amore, cosa…?” chiese, tornando a guardarlo.
“Tu resta qui. Io sto bene” a quel punto Harry decise di spostarsi e finì accanto a Zayn sulla porta che conduceva in salotto.
E nonostante il resto dei presenti fosse seduto in salotto, le uniche voci erano quelle dei due ragazzi. Tutti stavano ascoltando.
“No che non stai bene” ribatté Lauren aggrottando le sopracciglia.
“Invece sì! Tu resta qui con Louis! E.. e con Luke!” l’ultima parola fu come una ventata gelida sul viso. Il diretto interessato guardò Louis, che gli stava facendo un sorriso carico di scuse.
“E’ questo il problema quindi?” continuò Lauren a chiedere, iniziando a sentire il fastidio crescerle e attraversale la schiena.
“No! Non ho nessun problema! Lasciami andare a casa!” Niall stava stringendo la maniglia della porta talmente forte che le sue nocche erano tutte bianche.
“Niall, non hai motivo di essere geloso, lo sai!” il tono della ragazza fu più duro di quanto lei stessa volesse.
“Io non…” Niall iniziò, ma venne interrotto. Da Luke, che adesso era in piedi accanto a Lauren.
“Niall, amico…” fece per dire.
“Non sono geloso! Fottetevi tutti e due” aprì la porta e uscì di casa, lasciandoli lì, basiti.
“Stavo per dirgli che mi dispiace” disse Luke, mentre Lauren tornava in salotto.
“Lauren” fu Louis a dire il suo nome.
“E’ un idiota! È sempre stato geloso! Non può fare così ogni volta” si sfogò, mentre tutti la guardavano.
“Laurie, Niall era solo sconvolto” si intromise Harry.
“Ma sconvolto di che?” Lauren sentiva le guance arrossate per la rabbia.
“Abbiamo litigato prima” disse Louis passandosi una mano tra i capelli.
“Che cosa?” Lauren si voltò a guardare l’amico.
“Sì, per la foto dei Brits” spiegò Louis sentendosi in colpa.
Lauren si sentì crollare tutto addosso. Aveva trattato il suo ragazzo in modo indecente, lo aveva escluso e ritenuto ingiustamente geloso. Si sentiva così in colpa.
“Lou, sei un idiota!” disse. “E io lo sono più di te” disse andando a prendere la giacca.
“Vai da Niall?” chiese Louis seguendola.
“No, da mago Merlino!” disse ironicamente.
“Molto simpatica, davvero” commentò il maggiore, mentre lei apriva la porta. “Anche tu dovrai scusarti con lui, sappilo!” lo additò, prima di uscire di casa, senza neanche lasciare il tempo a Louis di annuire.
 
 
Lauren aprì la porta di casa e iniziò a chiamare Niall a voce alta. “Niall, tesoro!” ripeté per l’ennesima volta, dirigendosi verso la loro camera da letto, una delle ultime stanze, ma il ragazzo non stava neanche lì.
“Dove sei, amore?” disse più a se stessa che a qualcuno in particolare, prima di controllare nell’ultima stanza rimasta: la loro sala di musica. Niall teneva lì le sue chitarre. Ovviamente ci tenevano il pianoforte che Lauren aveva voluto comprarsi da sola, grazie al suo stipendio. E poi c’era anche una batteria: il ragazzo l’aveva comprata dicendo che un giorno avrebbe voluto imparare, ma Lauren sapeva perfettamente che l’aveva comprata per lei, in modo che potesse esercitarsi e migliorare con tutti gli strumenti che era capace di suonare.
Aprì la porta di vetro e si guardò intorno, dopo aver acceso la luce. Vide le gambe di Niall sbucare da dietro al divanetto e sentì che il suo battito accelerava. Fece giusto qualche passo prima di ritrovarsi faccia a faccia con un Niall dagli occhi chiusi, con la testa poggiata sulla parte più o meno morbida del divano. Abbracciava la sua chitarra classica, come se avesse voluto suonare, ma non avesse potuto, essendosi addormentato senza neanche rendersene conto.
“Niall” sussurrò, inginocchiandosi davanti a lui e passandogli una mano tra i capelli.
Doveva essere così stanco che neanche quello era riuscito a svegliarlo. Solo quando gli tolse dalle mani la chitarra, i suoi occhi si aprirono.
“Ehi, piccolo” disse Lauren con un sorriso dolce.
Niall non rispose. La guardò e basta. La ragazza non riusciva a capire quella fosse l’emozione più evidente: delusione? Dispiacere? Tristezza? Qualunque cosa fosse le spezzava il cuore.
Per lo meno gli occhi di Niall non erano rossi. Il che significava che non aveva pianto. Lauren non sapeva se avrebbe retto a quello. Anzi, pensava proprio che non avrebbe potuto farcela in quel caso. Niall era un ragazzo molto sensibile, nonostante nascondesse tutto dietro ad una risata, ma se c’era una cosa che Lauren aveva imparato in quegli anni era che Niall piangeva solo in casi estremi. Era una decisione a cui aveva lavorato duramente soprattutto negli ultimi anni. Aveva vent’anni per l’amor di dio. Non avrebbe più versato una lacrima per scemenze. E quindi Lauren lo aveva visto più volte spaventato, anche in preda al panico o piagnucolante a causa del dolore, ma non lo aveva più visto in lacrime. Era per quello che non pensava di reggere se una situazione di quel tipo le si fosse presentata davanti.
“Mi dispiace tanto” cercò subito di scusarsi la mora.
Niall scosse la testa. “Louis ha ragione. Tu hai ragione. Sono stupido quando faccio cose come tenere una nostra foto in tasca. Sono stupido quando sono geloso di chiunque ti tocchi o ti guardi. Forse noi non dovremmo stare insieme”.
“No, aspetta. Che cosa?” l’ultima frase l’aveva spiazzata. L’aveva letteralmente mandata nel panico. “No! Che stai dicendo? Sono io la stupida! E mi dispiace tanto. Io ti amo, non avrei dovuto parlarti in quel modo. Ti ho escluso e io e Luke stavamo esageratamente vicini, ma ti prego Niall. Ti prego, non dire di nuovo ciò che hai detto. Noi dobbiamo stare insieme. Siamo più forti, giusto?” disse tutto ad una velocità inaudita e Niall era stato tenta un paio di volte di interromperla con un bacio.
“Stavate troppo vicini” borbottò invece, senza guardarla.
Lauren ridacchiò. “Perdonami, piccolo” gli disse accarezzandogli la guancia. Niall annuì e lei si sporse per far scontrare le loro labbra.
“Continuiamo a rischiare?” chiese Niall tenendola tra le braccia.
“Sempre, amore mio”.
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Giugno 2014

La stanchezza era sempre stata nemica dei cinque ragazzi della band, che avevano imparato a dormire in posti improponibili – anche se per Zayn non era mai stato un problema: a lui bastava chiudere gli occhi – e a cantare in qualsiasi circostanza. Nonostante tutto erano ormai dei cantanti affermati. I One Direction lavoravano da soli quattro anni e non si erano fermati un attimo. Avevano quasi terminato il quarto album, che come al solito avrebbero fatto uscire a novembre.
E poi c'erano i concerti nelle varie parti del mondo. La vita da tour era ormai un'abitudine per i ragazzi: le camere d'albergo con i cuscini scomodi e dall'odore estraneo che facevano rimpiangere le proprie ville, il loro bus in cui nessuno poteva avere un minimo di privacy, i giri fulminei per le città sconosciute dimenticandosi talvolta di che luogo si trattasse, la lontananza dalle proprie famiglie. A questo proposito, era un bene che i ragazzi potessero portarsi degli amici o le proprie fidanzate. Sophia e Lauren andavano molto d'accordo e apprezzavano la compagnia l'una dell'altra quando i rispettivi uomini si trovavano dentro agli stadi, le arene, gli studi radiofonici e televisivi.
Sempre più spesso seguivano in coppia i loro fidanzati in giro per il mondo e anche per questo erano invidiate da tantissime ragazze, tantissime fan.
E anche se Sophia quella volta era rimasta a casa, Lauren aveva voluto seguire i ragazzi. Dopotutto stavano andando in Italia.
Lei e Niall aveva sviluppato una grande simpatia verso quella penisola a forma di stivale e buoni intenditori di cibo qual erano, si erano ripromessi anche di fare una vacanza insieme proprio lì. Dato che ancora non c'era stato modo di farla avvenire, i due avevano deciso di approfittare del tour.

"Len, sei pronta?" Louis entrò in camera dei due ragazzi senza bussare, trovandoli distesi sul letto: Lauren con la schiena a contatto con il petto di Niall, seduto contro la testata del letto e la testa di lei che poggiava appena sul mento del ragazzo. Avevano intorno a loro residui di cibo. O meglio, carta di cibo con parole italiane sopra, che nessuno dei tre riusciva a comprendere.
"Devo imparare l'italiano" Lauren si mise a ridere, mentre osservava lo schermo della tv accesa.
"Traduco io, ha detto... ha detto..." Niall si concentrò, ma non capiva proprio nulla di quella lingua complessa, così sorrise ed iniziò ad inventare.
Louis li guardava dalla soglia della camera con un sorriso divertito.
"Ha detto che quei due si amano" disse indicando due uomini.
Lauren scoppiò a ridere. "Ho un paio di obiezioni".
"Non parlerebbero di gay in una televisione italiana, Niall. A meno che non sia un programma straniero" anticipò Louis, senza togliersi il sorriso divertito dalle labbra, ma voltandosi a guardare la televisione.
Lauren guardò il suo migliore amico e sorrise per l'informazione che aveva appena dato. Louis ed Harry erano un sacco informati sulla loro condizione nelle varie parti del mondo, perché amavano fantasticare su quale posto andare a vivere quando sarebbero stati più vecchi. "Ecco, appunto. E poi penso che sia un programma di politica, Niall. E tu hai la stessa voce di quando mi hai fatto da guida a Mullingar la prima volta".
Niall scoppiò a ridere. Era incredibile quanto fosse potente la memoria di Lauren. Riusciva a ricordare piccoli particolari anche a distanza di anni.
"E cioè?" chiese Louis incuriosito.
"Il tono da spara cazzate ovviamente" rispose Lauren con un sorriso.
Louis si mise a ridere, mentre Niall le pizzicava dolcemente il fianco, fingendosi offeso.
"Allora, Len. Andiamo?" chiese Louis a quel punto.
"Voglio venire anche io" disse Niall imbronciandosi.
"Figo! Una cosa a tre!" commentò Louis, mentre Lauren scuoteva la testa.
"Sì, sono pronta. Tu vai a fare compagnia ad Harry, mentre io e Louis ci appuntamentiamo" disse, alzandosi.
"Quel verbo non esiste" Niall la guardò male, mentre Lauren gli faceva la linguaccia, prima di sporgersi e premergli un bacio sulle labbra.
"Ci vediamo dopo" disse poi raggiungendo il suo migliore amico. "Forza Lou, mio dolce e amorevole fidanzato, sbrighiamoci. Abbiamo del lavoro da fare".
Louis annuì e fece per uscire, mentre Niall diceva: "Ricorda Rennie: l'Italia è il nostro paese!".
"Lo so, amore. Infatti stasera usciamo tutti insieme" disse, facendogli l'occhiolino e uscendo dalla camera d'albergo che condivideva con Niall, lasciando come unico rumore le voci di quegli uomini alla televisione. Niall era tentato di cercare i sottotitoli in inglese, ma dopotutto non gliene fregava nulla di quel programma. Fece la cosa più ovvia: prese il telecomando sul comodino e dopo un'ultima occhiata alla televisione, la spense.



Lauren camminava per i corridoi dell'hotel, osservando le pareti chiare e decorate da quadri pieni di colori. Il suo telefono emise uno squillo e la ragazza sorrise pensando che fosse Niall. Quel ragazzo era alquanto impaziente. Per tutto l'appuntamento con Louis le aveva mandato messaggi minatori e lei non riusciva ad ignorarlo, a tal punto che Louis le aveva sequestrato il telefono, mettendolo nella tasca posteriore dei jeans. Non che Lauren avesse paura di toccargli il didietro. Lo faceva sempre e poi per il mondo era la sua fidanzata, ma erano pur sempre in pubblico e dovevano mantenere una certa decenza.
Così, quando vide che il destinatario del messaggio non era Niall, si era alquanto stupita. Lesse il messaggio che Ed Sheeran le aveva inviato e spalancò gli occhi dallo stupore. "Mio dio!" esclamò, facendo quasi di corsa l'ultimo corridoio e spalancando la porta della camera, rivelando un Niall in boxer, che stava per indossare dei jeans.
"Ti sembra il modo?" chiese Niall bloccandosi e guardando la ragazza con sguardo spaventato.
"Niall, tu non capisci!" esclamò lei, richiudendo la porta e fiondandosi verso di lui. Il profumo di bagnoschiuma le arrivò alle narici e lo guardò un attimo. "Non protesterò neanche per il fatto che hai fatto la doccia senza di me. Devi leggere qui" e gli mise il cellulare davanti al viso, tanto che Niall aveva storto gli occhi, facendola scoppiare a ridere.
"Ren! Da qui" disse Niall, togliendole il telefono dalle mani e leggendo ciò che c'era sullo schermo.
"Ti avevo detto che dovevamo comprare il cd di Ed!" disse la ragazza entusiasta, mentre il biondo sollevava lo sguardo.
"E' uscito la settimana scorsa. Ti avevo detto che lo avremmo comprato" rispose Niall. "E poi non immaginavo mica che avrebbe messo una canzone dedicata a noi" terminò con un sorriso ebete sul volto.
"Aah, non posso crederci!" Lauren strillò eccitata. "Dobbiamo comprarlo! Dobbiamo comprarlo!".
Niall lasciò cadere il telefono sul letto e la prese per la braccia. "Ti calmi?" le chiese.
Lauren scosse la testa e lo afferrò per il polso. "Vieni con me, dobbiamo dirlo a Harry e Lou!".
"Ma aspetta! Sono ancora in mutande!" esclamò Niall esasperato.
"Che importa? Ti abbiamo visto tutti in un mutande e ci sono trenta gradi fuori. Muoviti".
Niall si lasciò trascinare dalla ragazza, scuotendo la testa. Fortunatamente la camera dei due ragazzi era in fondo al loro corridoio.
Lauren bussò vigorosamente, mentre Niall si guardava intorno, sperando che nessuno uscisse dalle camere adiacenti.
"Ma che state facendo?" chiese Harry una volta aperta la porta, senza riuscire a staccare gli occhi dalla figura mezza nuda qual era il suo compagno.
"Perché Niall è in mutande?" chiese Louis, emergendo da dietro Harry.
"Dovete assolutamente vedere una cosa!" esclamò Lauren non riuscendo a placare l'eccitazione. Fece un paio di passi e tutti furono all'interno della camera.
"Cosa?" chiese Louis incuriosito.
"Nel mio tele... Niall, abbiamo dimenticato il telefono in camera nostra?" chiese, voltandosi verso il biondo, con cui aveva ancora le dita intrecciate.
"No, tieni" gli porse l'oggetto che teneva nell'altra mano. "L'ho afferrato prima di uscire da lì".
"Sei grande" glielo tolse dalle mani, stampandogli un bacio veloce e aprendo il messaggio. "Leggi!" disse dando il cellulare a Louis.
" < Brutti bastardi, come state? A quanto pare così bene da fregarvene del vostro Eddy e del suo album. Lauren, dì a quello stronzo irlandese che vada a comprartelo. Contiene una sorpresa per voi, ma dato che siete stati cattivelli non vi dico qual è. Buon ascolto e buona ricerca! Tanto amore, il vostro Sheeran > " lesse il più grande ad alta voce.
"Ed ci ha dedicato una canzone, capisci?!" urlò la ragazza stringendo forte la mano di Niall, che non riusciva a trattenersi dal ridere.
"Devo comprare quel dannato album. Subito" fece poi, andando verso la porta.
"Laurie, ma dove vai? Io ho il cd di Ed in borsa. L'ho comprato due giorni fa" disse Harry.
Lauren si voltò a guardarlo. "Oddio, dici sul serio?".
"Sì, ma non siamo ancora riusciti a sentirlo" continuò il riccio con un piccolo sorriso.
"Benissimo! Allora lo faremo adesso!" disse, gettandosi sul grande letto.
"Non posso neanche andarmi a vestire prima?" chiese Niall a quel punto.
"Sì, ci inquieti" fece Louis, mentre il biondo sollevava gli occhi al cielo.
"Va bene, amore. Ma sbrigati! Aspettiamo te" e Niall era già uscito dalla stanza.
"Io mi ritengo offeso" disse Harry, mentre tirava fuori dalla borsa il cd ancora sigillato di Ed Sheeran.
"Perché?" chiese Louis, sistemandosi accanto a Lauren.
"Come perché? Ed ha scritto una canzone su di loro e non su di noi" s'imbronciò, incrociando le braccia al petto.
La ragazza ridacchiò mentre il maggiore scrollava le spalle. "Evidentemente lo ispiravano di più".
La porta si spalancò e un Niall in bermuda e canottiera entrò nella vista di tutti. Lauren lo incitò a distendersi accanto a lei. Sarebbero potuti entrare benissimo anche in quattro su quel letto matrimoniale.
Harry mise play e li raggiunse, mentre la ragazza si sistemava con la testa sul petto di Niall e continuava a sorridere.
Dovettero aspettare che cinque canzoni trascorressero. Una volta arrivati alla terza, inoltre, Zayn e Liam li avevano raggiunti, chiedendo se avessero intenzione di uscire. Erano stati zittiti e si erano ritrovati seduti per terra, anche loro in attesa di qualcosa che neanche era stato spiegato loro.
Così tutti erano in silenzio e si stavano godendo la voce dolce del loro amico che usciva dalla radio. L'unica voce che interrompeva quella pace era quella di Harry che annunciava il nome delle canzoni poco prima che iniziassero.
"Photograph" disse anche quella volta, leggendo sul retro della custodia del cd che teneva in mano.
Le prime note aleggiarono nell'aria e a Lauren venne in mente un flashback istantaneo.

Ed era seduto comodamente sul divanetto, pizzicando le corde della chitarra che teneva tra le braccia. A Lauren ricordava tanto Niall: quell'espressione beata che avevano sul viso quando tenevano in mano quello strumento di legno, la scioltezza con cui suonavano, talvolta concentrandosi del tutto sulle note, talvolta senza prestare attenzione, come se avesse altro da fare, ma gli fosse impossibile non toccare quelle corde. Anche quella volta era così: Lauren chiacchierava tranquillamente con lui, abituata a farlo sopra le note della chitarra.
"Niall non è avventato, Laurie. È solo innamorato" aveva commentato con un piccolo sorriso.
"Sì, lo so. E sapere che tiene quella foto in tasca nelle occasioni importanti mi fa solo sorridere. Non capisco perché Louis si sia arrabbiato tanto".
"E' stata una cosa molto dolce" aveva ribattuto Ed, sorridendo involontariamente per l'espressione della ragazza.
"Niall lo è. Sì, quel ragazzo è diventato la mia vita e.." si interruppe, arrossendo.
"Continua, Laurie. Lo sai che con me puoi parlare. Non ti giudicherei mai" la rassicurò Ed.
E Lauren lo aveva fatto. Senza guardarlo aveva continuato ciò che stava per dire: "Sento che Niall mi ha guarita. Louis ha sempre tenuto la mia anima già in pezzi con le sue mani, assicurandosi che non crollasse, nessun pezzo scappasse via e lo amo per questo. Senza di lui non sarei qui, non sarei da nessuna parte. Ma da quando Niall ha iniziato ad amarmi, a starmi accanto è cambiato qualcosa" la ragazza fece una pausa, mentre Ed pendeva dalle sua labbra, a tal punto che non riuscì a trattenersi dal chiederle: "Cosa è cambiato?".
Lauren portò le ginocchia sotto al mento e sorrise, tornando a guardare "Niall mi ha guarita. Niall è riuscito a ricucire la mia anima. Lo amo da star male. Ma è quel dolore piacevole. L'unico che non cambierei per nulla al mondo".

Lauren sapeva perfettamente perché quelle note iniziali l'avevano riportata a qualche mese prima: quelle note erano le stesse che Ed stava suonando mentre parlavano del ragazzo biondo.
Quella volta gli aveva anche detto che era davvero un suono dolce e il ragazzo dai capelli rossi era stato d'accordo. "E' una nuova melodia" era stato il suo commento.
Lauren chiuse gli occhi e si strinse ancora di più a Niall, affondando il viso nel suo collo. Il biondo ovviamente se ne era accorto, ma non aveva detto nulla dato che non riusciva a capire quale fosse il motivo di quella reazione. Aveva solo iniziato ad accarezzarle il braccio dolcemente.

Loving can hurt, loving can hurt sometimes 
But it's the only thing that I know 
When it gets hard, you know it can get hard sometimes 
It's the only thing that makes us feel alive

E fu con quelle prime parole che la ragazza iniziò a piangere in silenzio. Niall sentì soltanto la sensazione di bagnato sul suo collo e abbassò la testa verso di lei con gli occhi spalancati.

We keep this love in a photograph 
We made these memories for ourselves 
Where our eyes are never closing 
Our hearts were never broken 
And time's forever frozen, still

Le spalle delle ragazza iniziarono a tremare e un dolce tirar su con il naso riempì le orecchie dei presenti, che si voltarono contemporaneamente verso la fonte di quei lamenti.
Niall aveva iniziato ad essere assalito dalla paura. Perché stava piangendo?
"Rennie, piccola. Ma cosa...?" aveva iniziato a dire, ma venne interrotto dalle successive parole di Ed, facendolo voltare verso lo stereo con la bocca semiaperta e gli occhi spalancati dallo stupore.

So you can keep me 
Inside the pocket of your ripped jeans 
Holding me close until our eyes meet 
You won't ever be alone, wait for me to come home

"Oh mio dio" commentò Niall.
"Abbiamo trovato la canzone, ragazzi" disse Harry a voce bassa.
"Direi proprio di sì, Haz" Louis fu d'accordo.
Un sorriso si formò sul viso di Niall, mentre Lauren continuava a piangere per la commozione, senza mostrare il suo viso.

Loving can heal, loving can mend your soul 
And it's the only thing that I know 
I swear it will get easier, remember that with every piece of ya 
And it's the only thing to take with us when we die

Niall allora si sollevò, sedendosi con la schiena poggiata sulla testata del letto. Mise le mani sotto le ascelle della ragazza e la sollevò verso di sé, tenendola come una bimba e sistemandola tra le sue gambe aperte. Aveva appena fatto in tempo a guardare il viso delle ragazza, con gli occhi serrati, che lei si era già coperta il viso con le mani.
"Ehi, tesoro" disse Niall con un tenero sorriso sulle labbra. Lauren si spinse in avanti affondando sul petto del ragazzo, che la circondò con le braccia. "Non piangere, babe. Va tutto bene" cercò di rassicurarla il biondo, mentre la canzone continuava ad andare.

You won't ever be alone 
And if you hurt me 
That's okay baby, there'll be worse things 
Inside these pages you just hold me 
And I won't ever let you go 
Wait for me to come home 
Wait for me to come home 
Wait for me to come home 
Wait for me to come home

Lauren pensò a tutte quelle volte in cui aveva aspettato che Niall tornasse a casa dalle varie parti del mondo in cui li aveva mandati il tour. Il senso di vuoto e di noia quando loro, quando lui era lontano. E non riusciva a calmarsi affatto.
E mentre Niall cercava di calmare la sua ragazza, baciandole la testa e sussurrando parole dolci, con tutti che li guardavano con affetto, qualcun altro venne distratto dalla canzone.

You can keep me 
Inside the necklace you bought when you were sixteen 
Next to your heartbeat where I should be 
Keep it deep within your soul

Harry portò d'istinto la mano alla collana che portava al collo. Quella con l'aeroplanino di carta come ciondolo, come il tatuaggio sul braccio di Louis. I due ragazzi si guardarono e si scambiarono un sorriso complice. Ed non si era scordato neanche di loro.
Che quella canzone avesse un significato così profondo anche per il cantante, quei ragazzi non lo sapevano ancora e lo avrebbero saputo soltanto quando mesi dopo Ed avrebbe dato vita a quel tenero video, con tutte le foto di un piccolo bimbo paffuto dai capelli rossi.
"Dobbiamo ringraziare Eddy, eh?" chiese Niall ridacchiando e spostando con le dita le ciocche di capelli che a Lauren erano cadute davanti al viso.
La ragazza annuì, asciugandosi il viso e cercando di sorridere.
"Ti amo, Niall" affermò lasciando di stucco tutti i presenti. Era raro che Lauren glielo dicesse così, davanti a tutti con un tono di voce così alto. Preferiva farlo quando erano da soli e potevano condividere momenti più intimi. In ogni caso, Niall sapeva perfettamente che ciò che provava lui per quella ragazza era più che ricambiato.
Il sorriso del biondo si ampliò e afferrò il viso di Lauren con le braccia per attirarla a sé e baciarla.
Era stato un bacio pieno d'amore, di quelli che lasciavano entrambi senza fiato ed imbarazzava chi li stava guardando.
"Ti amo anch'io, dolcezza" sussurrò Niall ad un soffio dalle sue labbra.

 

Ottobre 2014

Anche il WWA tour era finalmente finito. I ragazzi amavano poter tornare a casa dalle proprie famigli o nel caso di Niall, dalla proprio ragazza. Erano trascorse delle settimane prima che i due si potessero rivedere. Non era mai facile quella separazione, soprattutto per Lauren, che quando Niall era via preferiva tuffarsi nel lavoro, cercando di evitare di essere assalita da incubi del passato. Nonostante il suo ragazzo fosse riuscito a ricucire i tanti pezzi d'anima della ragazza, rendendola una cosa unica, le cicatrici erano ancora lì presenti.
Interne, ma sempre presenti, come quella che ancora era visibile sul suo collo e che continuava a tenere nascosta al mondo. Aveva ormai imparato che per Niall non era un problema. Quella era solo una parte di lei. Una parte di lei che ricordava ad entrambi di essere combattenti in una vita piena di difficoltà e dolori.
E Lauren non aveva più alcun tipo di problema con il biondo riguardo a quella parte del suo corpo che tuttavia odiava e disprezzava ancora. Ma Niall riusciva spesso a farle dimenticare per degli attimi che quella cicatrice bianca esisteva, accarezzandola e baciandola nello stesso modo in cui trattava il resto del suo corpo. Con amore.
Solo quando dormiva con Niall, riusciva a passare le notti come una persona normale, con un Niall sorridente anche nei sogni e un gruppo di amici che l'apprezzavano.
Le uniche eccezioni erano quando era troppo stanca, così stanca da addormentarsi sul divano o posti improbabili come la scrivania e il pavimento. Era capitato, infatti che Niall la trovasse in uno di quei posti con una penna ancora in mano o le cuffiette nelle orecchie e avesse dovuto svegliarla dolcemente o quando il ginocchio glielo permetteva, trasportarla fino a letto. In quelle circostanze, senza l'irlandese accanto, Lauren avrebbe dovuto avere paura. 
C'erano quei giorni che Lauren se lo sentiva. Qualcosa l'avrebbe sicuramente spaventata e se Niall era lì nelle vicinanze cercava la sua mano. Proprio come quel pomeriggio a casa di Liam, mentre lavoravano nel piccolo studio che il moro si era fatto fare apposta.
Lauren sentiva addosso tutta la stanchezza dei giorni passati, in cui Niall era ancora in America e aveva preso posto sul divano, costringendo Niall a seguirla e a farle da cuscino nel caso in cui si fosse addormentata. Aveva poggiato la testa sulle sue gambe e aveva intrecciato le loro dita, mentre Louis, Liam ed Harry stavano lavorando sulle ultime parole di una canzone del nuovo cd. Esso era quasi terminato, ma tutti volevano che fosse perfetto, tanto che i ragazzi stavano ricontrollando le parole e assicurandosi che suonassero perfette. Lavoro inutile secondo Lauren. Era per quello che si era sistemata sul grembo di Niall e aveva preferito riposarsi, mentre il biondo parlava con Zayn dei disegni che quest'ultimo stava facendo.
Niall si accorse che la sua ragazza stava dormendo dal modo in cui il suo respiro si era ritmato e il suo corpo veniva attraversato di tanto in tanto da piccoli e leggeri scatti muscolari.
Anche la presa sulla sua mano si era allentata, ma Niall decise di lasciarla lì ugualmente.
"Mmh" Lauren iniziò a lamentarsi nel sonno. Louis si voltò a guardarla, così come aveva già fatto Niall.
"Pensi che stia facendo un incubo?" chiese Zayn, mentre Lauren tornava a stringere la mano del biondo.
Prima che qualcuno potesse rispondere però la ragazza emise un sospiro morbido e "Niall" borbottò, premendo il viso contro il suo stomaco.
"Fa anche gli incubi con te?" chiese Liam, facendo ridacchiare gli altri.
Niall gli lanciò uno sguardo truce. "Non penso che sia un incubo".
"E' troppo calma per esserlo. Nah, sono solo le sue conversazioni nel sonno. Lei ed Harry sono uguali da questo punto di vista" aggiunse Louis con un sorriso.
"E'.. enorme" continuò a borbottare lei con gli occhi chiusi, interrompendo i ragazzi.
Niall spalancò gli occhi. Di che stava parlando?
"Oddio" disse Zayn iniziando a ridere e facendo arrossire Niall immediatamente.
"Di che parla?" chiese Harry cercando di non ridere.
"Niall, chiediglielo. Tanto con ogni probabilità ti risponderà" disse Louis, lasciando stare la penna che aveva in mano e concentrandosi su quella scena decisamente più divertente.
L'irlandese ci pensò su un attimo, guardando il viso dei suoi compagni. Tutti erano curiosi e anche lui sentiva quella voglia improvvisa di chiederle di che stesse parlando.
"Mmh" la ragazza emise quel verso che fece destare Niall e lo fece sorridere, ormai divertito dalla situazione.
"Sarebbe imbarazzante?" chiese soltanto, accarezzando i capelli di Lauren.
"Se è quello che pensiamo tutti, direi proprio di no. Sicuramente non per te" disse Louis ridendo.
Beh, il maggiore dei 1D non aveva poi torto.
"Cosa è enorme, Rennie?" chiese Niall, sporgendosi appena in avanti.
"Tu" rispose Lauren, con gli occhi di tutti puntati su di lei.
"Io?" chiese l'altro, cercando di capire se stavano parlando della stessa cosa.
"Sì.. sei enorme" Lauren borbottò rigirandosi sulle sue gambe.
Louis scoppiò a ridere, seguito da Zayn e dalla risatina di Liam, mentre Harry diceva: "Ragazzi, forse non è una buona idea". Ma ovviamente nessuno lo ascoltò.
"Ma io non sono cresciuto, babe" continuò Niall.
".. Sei sempre stato.. Lo amo". Quell'affermazione fece arrossire il biondo di colpo. Sì, stavano decisamente parlando della stessa cosa.
E ovviamente tutti scoppiarono a ridere, mentre Harry si metteva le mani sul viso. Anche a lui capitava di parlare mentre dormiva e per solidarietà pen
sava che quello che stavano facendo non era poi così divertente. Povera Lauren.
"Che bel sogno" commentò Zayn.
"Chiedile cosa vuoi che tu faccia" disse Louis, senza pensare a quale sarebbe potuta essere la reazione della sua migliore amica se si fosse svegliata o resa conto di una cosa del genere.
"Niall" la ragazza disse il suo nome ancora una volta.
Niall arrossì ancora di più per quanto era possibile. "No! È stato già abbastanza" esclamò con un tono di voce più alta del dovuto. Al che Lauren aprì gli occhi e si mise a sedere.
Era piombato il silenzio, mentre lei si passava una mano sugli occhi. E quando si accorse che tutti stavano in silenzio e la guardavano disse: "Che cavolo avete?".
"Niente" rispose subito Louis, con un sorriso innocente sul volto. O almeno, innocente secondo lui, dato che per Lauren era solo il sorriso da menzogna. Quello che Louis faceva anche da bambino dopo aver fatto una marachella che voleva nascondere a Jay.
E poi, voltandosi verso Niall e rendendosi conto del leggero rossore che ancora regnava sulle sue guance capì. Stava facendo un sogno davvero... sì, insomma, lo ricordava.
"Ho detto qualcosa? Oh mio dio..." disse allora, coprendosi il viso.
"Ehm.." Niall fece per iniziare a parlare, ma Lauren si mosse a scatti, togliendo le mani dal viso e guardandolo dritto negli occhi.
"Che cosa ho detto, Niall?" gli chiese, volendo una risposta.
"N-niente di importante" rispose lui, alzandosi in piedi.
Un Niall che le balbettava davanti non era mai una buona cosa. Specialmente quando doveva rispondere a lei.
"Niall, non è vero! Dimmelo!" s'impuntò lei, alzandosi e seguendolo.
"Tranquilla, Len. Hai solo fatto un discorsetto con il tuo fidanzato" disse Louis ridacchiando.
Niall a quel punto si voltò di colpo, guardando il maggiore in modo fulminante.
"Che cosa? Mi hai fatto delle domande? Niall! Io ti uccido!" andò verso di lui e Niall fece un urletto poco virile e iniziò a correre per sfuggirle.
Tutti iniziarono a ridere mentre Liam commentava: "Che uomo".
Lauren si appoggiò con i palmi delle mani al tavolo dietro al quale Niall era scappato.
"Ma tu hai capito che cosa stavo sognando, vero? E mi hai fatto parlare comunque!" urlò la ragazza.
Il biondo sorrise malizioso e si sporse in avanti proprio come lei. "Però ti è piaciuto, eh?".
E a quel punto, approfittando della stupidità del più piccolo, Lauren allungò il braccio e lo afferrò per il collo.
"Aah" Niall era stato colto di sorpresa e si piegò in avanti contro il tavolo, per la forza con cui lei lo teneva. Lauren allora rincarò la dose e lo prese per i capelli.
"Ahi ahi ahi. Lauren!" urlò il biondo cercando di togliere le mano della ragazza dai suoi capelli.
"Lauren! Ci serve un Niall con i capelli. Pensa alla reazione delle fan se dovessi renderlo pelato!" commentò Zayn ridendo, ma la ragazza lo ignorò dato che aveva tutta l'attenzione sul suo fidanzato.
"Chiedimi scusa" lo ammonì, strattonando poco con la mano.
"Ahi, Ren. I miei capelli. Lasciami. Ahi" si lamentava Niall.
"Ho detto chiedimi scusa!".
"Scusa. Va bene, scusa amore. Ti prego, lasciami. Mi fai male" piagnucolò il ragazzo.
"Lo farai di nuovo?" continuò Lauren senza lasciare la presa.
"No, no. Ahh, non lo faccio più, scusa".
La ragazza sorrise soddisfatta e lo lasciò andare.
Niall si portò le mani sulla testa, sospirando di sollievo. "Ahio! Mi ha fatto male, cacchio! Che vi ridete?" disse poi, guardando i suoi compagni di band.
"Questo è perché sei tu il mio fidanzato, non loro. E devi pensare a quello che fai. Ora prenditi le conseguenze delle tue azioni. Questa settimana e anche la prossima ti puoi scordare di.. di fare ciò che stavamo facendo nel mio sogno!".
Niall spalancò gli occhi e iniziò a balbettare: "C-cosa? Due settimane? M-ma ma Lauren! Ti ho chiesto scusa!".
Lauren fece per uscire dalla stanza, mentre Zayn commentava: "Oh oh".
"Tanto non ce la fa neanche lei, Ni" cercò di rassicurarlo il ragazzo di Doncaster.
Niall iniziò a piagnucolare disperato e la seguì fuori: "Ren,ti prego!".
"Quella ragazza è micidiale. È peggio di me nel parlare di ciò che stava sognando e fa tutte queste scene. Ah, le donne" commentò Louis, mentre Harry diceva: "Povero Niall".
"Tesoro, dai. Ti ho chiesto scusa" Niall la raggiunse in corridoio e la prese per il braccio.
"Ti stavi divertendo? Ti ho elogiato abbastanza?" Lauren incrociò le braccia al petto.
Niall iniziò a ridacchiare. "Dai, cucciola" disse, prendendola per le braccia e avvicinandola a sé. "Lo sapevano tutti lì dentro che il mio amico..."
"Non continuare nemmeno, idiota". Lauren iniziò a ridere con lui.
"Ti amo, babe" disse Niall baciandole la guancia.
"Anch'io" Lauren gli mise le braccia intorno al collo.
"Due settimane?" chiese allora Niall fingendosi preoccupato.
Lei sorrise: "Forse una può bastare, dai" e tornò a baciarlo.


Dicembre 2014

Lauren aveva sempre amato il periodo natalizio. Non che nella sua infanzia avesse avuto molti giorni di festa felici: spesso si ritrovava con un occhio nero e un misero pacchetto sul comodino, dato che suo padre odiava il Natale e non le permetteva neanche di addobbare la casa e rallegrarla con un piccolo alberello. Ma era pur sempre il periodo in cui c'era il compleanno del suo migliore amico e se suo padre si fosse ubriacato come sperava, lei avrebbe avuto modo di passare la serata in casa Tomlinson, quando questi ultimi non decidevano di andare dai nonni. Negli ultimi anni però la situazione era cambiata. Il Natale era una festa da passare con Niall, preferibilmente in Irlanda. 
Anche quell'anno sarebbero andati lì per qualche giorno ed entrambi non vedevano l'ora.
Lauren continuò a camminare per le strade illuminate di Londra non curandosi del chiacchiericcio intorno a sé e continuando ad osservare le vetrine dei negozi, valutando se potesse esserle d'aiuto o meno. Non le era mai dispiaciuto fare i regali agli altri e si divertiva ad andare in giro da sola, con le note di Michael Bublé nelle orecchie e le varie idee che le vorticavano in testa. Dopotutto della lunga lista di regali che avrebbe dovuto fare quell'anno, le era rimasto solo quello più arduo: il regalo di Niall. 
Venne attratta da una vetrina piena di verde, un negozio con un nome strano che non conosceva e sorridendo decise di perdere un po' del suo tempo lì dentro. I posti meno conosciuti erano sempre quelli in cui si trovavano le cose più innovative. 
Iniziò a guardarsi intorno. Quel posto aveva tutta l'aria irlandese. Prese tra le mani un maglioncino rosso e verde con un leprecano stampato sopra e la scritta .
Sorrise, scuotendo appena la testa.
"È per Louis?".
Lauren sobbalzò spaventata e si voltò verso la voce. Due ragazze sicuramente più piccole di lei, stavano lì e la osservavano con un sorriso sulle labbra. Le avevano appena chiesto di Louis. L'avevano riconosciuta: fan.
"Come?" chiese istintivamente.
"Pensavi di prenderlo per Louis quel maglione?" chiese la seconda ragazza, il cui colore degli occhi in effetti le ricordava tanto quelli di Louis.
"Oh. No, a Louis ho già fatto il regalo" rispose sorridendo.
"Davvero? Cosa gli hai fatto?" continuò a chiedere la stessa.
"Ah, non ve lo dico" Lauren ridacchiò mentre le ragazze facevano un'espressione delusa.
"Va bene, anche se saremmo state delle grandi confidenti, Lauren".
Le faceva ancora uno strano effetto essere riconosciuta o sentirsi chiamare per nome da sconosciuti.
"Allora quello per chi era?" chiese la prima. Aveva sul viso un'espressione scettica, senza la traccia di un sorriso.
Lauren ci avrebbe scommesso: quella era l'espressione di una Larry shipper.
"Ehm.. Beh, per un mio amico. Ma non penso di prenderla".
"Irlandese" la rimbeccò la prima.
"Scusa?" chiese Lauren, cercando di restare impassibile.
"Dai, Tara. Smettila" la rimproverò l'altra per poi fare a Lauren un sorriso carico di scuse.
"Mi piacerebbe farti una domanda su Four, che hai scritto con loro, giusto?".
"Sì, li ho aiutati. È il mio lavoro" rispose Lauren, rimettendo a posto il maglione che aveva ancora tra le mani. 
"Qual è la tua canzone preferita?".
Col senno di poi Lauren avrebbe ammesso senza alcun problema di aver fatto una cazzata allora. Aveva risposto a quella domanda sinceramente senza riflettere ed era proprio quello che aveva scatenato l'ennesima discussione nel fandom. Davvero, lei non voleva farlo apposta, ma quelle tre parole le erano uscite prima che potesse fermarle: "Act my age".
Aveva amato aiutare Niall con quella canzone. Si era divertita a gurdarlo ballare la sua danza irlandese di cui andava tremendamente fiero e aveva riso e ballato con lui mentre cercava di insegnarle. Si era seriamente impuntato su quello: voleva che Lauren diventasse un'irlandese acquisita e continuava a ripeterle che quel ballo lo avrebbero fatto al loro matrimonio sulle note di quella canzone. Solo la parola matrimonio pronunciata dalle labbra di Niall l'aveva fatta impazzire, tanto che quella volta, al posto di finire la canzone si erano ritrovati nel bagno dello studio di registrazione, rendendolo inagibile a chiunque.
Quando aveva dato quella risposta, aveva capito subito dall'espressione stupita della fan dagli occhi blu e quella arrabbiata dell'altra di essersi tradita. Tutti sapevano che quella era la canzone di Niall. 
"E No control ovviamente" aveva aggiunto, cercando di rimediare. Sarebbe dovuta essere quella la riaposta corretta, nonostante a Louis la pistola carica veniva solo con il suo compagno di band più piccolo. Ma tutti si aspettavano che quella canzone fosse per lei e Lauren avrebbe dovuto apprezzarla.
"Hai visto? È  proprio come dicevamo io e Mary. Louis ed Harry stanno insieme, così come lei e Niall!" aveva detto subito la Larry shipper all'amica.
"Cosa?" aveva chiesto Lauren, cercando di apparire quanto meno confusa. Non riusciva ad inorridire davanti alla verità. Affatto.
"Scusa" aveva risposto la fan che dopotutto sarebbe dovuta essere quella ragionevole. 
"Io devo andare" aveva borbottato la mora, dando le spalle alle due ragazze e affrettandosi ad uscire dal negozio.



"Ma che è? L'unione di me con chi? Liam?".
I ragazzi guardavano quel nome in tendenza e non avevano il coraggio di cliccarci sopra.
"No, io e te siamo i Niam".
Nessuno di loro stava guardando la ragazza seduta sul divano con le gambe incrociate e il gomito sul ginocchio. Una mano sotto la testa, per sorreggerla e l'altra a tenere il cellulare. Era da mezz'ora che guardava in silenzio lo schermo, cercando di capire se fosse davvero colpa sua. Soltanto adesso anche gli altri se ne erano accorti, dopo che Zayn era entrato su Twiter. 
"E allora chi?".
"Non facciamo prima a controllare, scusate?" aveva detto Louis a quel punto, iniziando a spazientirsi.
"Siamo noi". Quelle due parole fecero alzare lo sguardo dall'Iphone a tutti.
"Noi? Cioè io e te?" chiese Niall, deglutendo.
"Liall. Oh cazzo. Ma perché state in tendenza?" chiese Louis guardando la ragazza e cercando delle risposte.
"Che figo, ci stanno le Larry che sovrastano. Poi le Liall e le Louren. Chi saranno le vincitrici?" Zayn si mise a ridere. "Aw, che carini. Guarda che foto hanno preso". Il moro finalmente aveva cliccato su quella semplice parola e stava guardando i post più popolari.
"Che foto?" chiese Niall tornando a sporgersi verso il suo compagno. 
"È quella che hai postato su Instagram per il compleanno di Lauren" spiegò Zayn, mostrandogliela. Quella volta Niall non aveva resistito. Dopotutto era solito fare auguri di compleanno in quel modo e amava da impazzire quella foto. Lauren seduta con solo un ginocchio al petto e il braccio intorno ad esso, mentre con l'altra mano teneva una penna, puntata verso il biondo. Niall non ricordava perché, ma lei lo stava prendendo in giro e il suo sorriso divertito lo rendeva evidente. Niall dal canto suo era seduto poco distante da lei, con le gambe allungate sul tavolo e la testa gettata indietro in una risata. Era una semplice foto 'di due amici' che ridevano insieme. Cosa c'era di male a postarla? Niall lesse il commento della ragazza che aveva usato quella foto: "Sono così carini. Non mi dispiacerebbero insieme".
Il sorriso ebete sul suo viso venne spazzato via dalla voce di Louis: "Che cosa hai detto?! Ma sei scema?! Non potete andare in giro da soli per un paio d'ore voi due!" e indicò il biondo.
"Pensi che l'abbia fatto apposta? Scusami tanto se preferisco la canzone del mio ragazzo, piuttosto che quella che parla del tuo uccello che si alza per Harry!". La risposta di Lauren aveva fatto piombare il silenzio. Niall non capiva nemmeno di cosa stessero parlando. E fu proprio per quello che fu il primo a parlare. "Cosa c'entrano le nostre canzoni adesso?" chiese confuso.
"Lou, scusa" Lauren sospirò, mentre Harry si voltava per spiegare a Niall l'episodio della ragazza con le fan.
"No, capisco. Hai ragione" fece Louis, senza guardarla.
"Non ho ragione. No Control è bellissima e.. Mi dispiace".
Louis la guardò negli occhi. "Sai che per non è un problema Len. Ma il management.. Non la pensa come noi. Non voglio che la nostra situazione peggiori".
"Lo so. Dobbiamo solo stare attenti, giusto?" rispose Lauren, scambiandosi un piccolo sorriso con il suo migliore amico e chiudendo lì il discorso.
Quella sera però, quando Niall e Lauren erano rimasti soli inevitabilmente erano tornati a parlarne.
"C'è parecchia gente che crede nella verità, Ren. Penso che sia un bene, non un male" aveva detto Niall dopo aver messo il muto al televisore che stava mostrando una partita di rugby e aver accarezzato i capelli della mora, comodamente accoccolata su di lui.
"Forse".
Niall sospirò. "Se non facessimo un dramma per ogni cosa che succede adesso vivremmo meglio".
Lauren ridacchiò, ma con poco divertimento nella voce. "Siamo sempre noi a creare casini, Niall" e poi scoppiò a ridere.
Il biondo la guardò con un sorriso divertito.
"Siamo fatti l'uno per l'altra, babe. E poi è così solo perché i Larry hanno deciso di non mostrare più al mondo il loro amore. Ricordi il 2012?".
Lauren annuì. "Erano menefreghisti e più avventati. E noi cosa siamo? Solo stupidi?".
Niall rise. "Parla per te, babe" disse, guadagnandosi un pizzicotto scherzoso sul fianco . "E poi è normale che sia così. Noi vogliamo che la gente sappia" aveva terminato.
Lauren a quel punto si era raddrizzata, poggiando le mani sullo stomaco del biondo. 
"Sai una cosa? Louis si arrabbia tanto perché ha paura di non essere accettato. Ha puara che la gente inizi ad odiarli solo perché sono due ragazzi che si amano. È sempre stato così. Certo, è dalla nostra parte, ma ora come ora non avrebbe il coraggio di dirlo al mondo".
E Niall non sapeva proprio come replicare.


Febbraio 2015
"Non sei stanca di tutto questo?" Zayn aveva alzato la voce, scattando in piedi.
Lauren aveva congiunto le mani e si era sporta in avanti sul tavolo. 
"Cosa credi di fare, Zayn?" la sua voce era risultata quasi minacciosa. Era ormai da un quarto d'ora che lo sentiva farneticare di non poterne più di quella vita da band.
"Io amo i miei compagni, sono come fratelli, ma sono stanco di tutto questo" aveva iniziato una volta che erano rimasti soli.
Lauren non capiva perché avesse deciso di sfogarsi proprio con lei, anche se non era la prima volta che uno dei cinque decidesse di farlo. Sapevano di potersi fidare di lei e confidavano nel suo giudizio. Ogni tanto avevano bisogno di una persona esterna che li ascoltasse.
"Non penso di farcela" rispose alla domanda di Lauren voltandosi di spalle.
"Ti rendi conto che la prossima settimana andate in tour?".
Zayn sospirò. "Lo so. Lauren, questa vita mi ha stancato. Voglio vestirmi come mi pare. Farmi i capelli come mi pare. Cantare ciò che mi pare".
Era quell'ultima frase che fece izzare la ragazza. "Come scusa? Louis, Harry, Liam, Niall. Si sono impeganti per dar vita a quell'album, Zayn. Tutti ci siamo impegnati".
"La vita da band non fa più per me".
"Cosa vuoi fare allora? Vivere come un ragazzo normale?" adesso anche Lauren aveva alzato la voce.
"Io... Non lo so".
E Lauren era andata verso la porta. "Se devi fare qualcosa di stupido... O anche qualcosa che tu consideri giusto... Avvisa i tuoi compagni, Zayn. Non voglio raccogliere i loro pezzi dopo" e uscì dalla stanza, lasciando il moro da solo nel silenzio.


Marzo 2015
L'agitazione all'interno della band era palpabile. Tutti i membri erano consapevoli del malcontento di Zayn, nonostante quest'ultimo non avesse dato informazioni ben precise. Lo stesso Liam, che si era ritrovato ad ascoltare il moro in un momento no dopo il concerto di Tokyo, non riusciva a mantenere la sua solita tranquillità. Tutti si aspettavano che qualcosa stesse per avvenire. Per cambiare.
Lauren aveva sperato invano che quella di Zayn fosse solo una fase, un periodo di stanchezza, nonostante il tour fosse appena iniziato. Ma evidentemente le sue speranza non bastavano. Quando la mattina del 21 Marzo Niall aveva chiamato annunciando quelle semplici parole "Zayn se n'è andato" sapeva che l'unica cosa da fare era preparare le valigie e raggiungere i ragazzi. Così come aveva deciso anche Sophia. Avrebbero saltato il concerto di quella sera, ma sarebbero state  comunque lì per supportarli.
La voce di Niall al telefono era stata glaciale e alla ragazza faceva male il cuore solo ad immaginare come il biondo potesse sentirsi. Come tutti e quattro membri potessero sentirsi. Odiava guardare la delusione negli occhi di Niall, il profondo senso di tradimento in quelli di Louis, o affrontare con la strana apatia di Liam e l'arrabbiatura di Harry. Non riusciva ancora a credere che il riccio tra tutti avesse avuto quella reazione.
Ma alla fine i One Direction, con o senza Zayn continuavano a lavorare, mostrando a tutti i loro fan i loro sorrisi, le loro risate, le loro buffonate sul palco, le loro splendide voci.
Sarebbe stato difficile, ma ce l'avrebbero fatta. Tutti insieme sarebbero andati avanti, più forti che mai.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


"Non lo so fare! Non ci arrivo, maledizione!".
Era esasperante vedere Harry in quello stato. Erano ore che provava l'acuto di Zayn in Story Of My Life, ma ne era sempre insoddisfatto.
"Invece ce la puoi fare, piccolo" lo esortava Louis con le mani sulle sue spalle.
"Ti prego, Lou. Provalo tu. Io non ci arrivo. In questi ultimi concerti ho fatto pena" disse il riccio, voltandosi verso il fidanzato.
"Haz, sono io che non ci arrivo, non tu. Avanti".
Lauren li guardò in silenzio prima di tornare a rivolgersi ad Harry.
"Manca pochissimo per riuscirci. Non mollare adesso, H" disse, mettendo i palmi delle mani sul tavolo.
Il ragazzo sospirò. "Mi fai risentire come lo fai tu?" chiese alla mora.
Niall si sistemò meglio sulla poltrona dal quale li guardava, in attesa.
"Harry, la mia è una voce femminile".
"Ma ci arrivi. Ti prego".
Lauren annuì e si preparò per cantare. Tutti i ragazzi la stavano guardando e nonostante fosse stato lui a chiederle di provare, Harry non faceva altro che sentirsi ancora peggio.
"And i been waiting for this time to come around, but baby running after you is like chasing the clooooouuds".
Niall si sentì percorrere da un brivido.
"Harry, è solo questione di.." stava dicendo la ragazza, ma il biondo non la stava più ascoltando. Solo non riusciva a staccare gli occhi da lei.
"Ma non può farla lei?" chiese Harry con una voce più alta del normale, tanto che Niall venne scosso dal suo torpore.
"Non sono nella band e..".
"Prendi il posto di Zayn" fece Harry come se fosse la soluzione più ovvia e brillante.
"Sono una donna" concluse lei, ignorandolo.
"E che donna". Il commento di Niall fece voltare le tre teste nella sua direzione.
"Che c'è?" chiese Niall ridacchiando come un idiota.
Quella risatina fece scoppiare a ridere anche Lauren. "Scemo" commentò.
"Il tuo?" chiese Niall.
"Sì, certo. Il mio scemo. Solo mio".
Niall le fece un sorriso luminoso.
"Fate venire il diabete" li interruppe Louis.
"Aspettate!" esclamò intanto Harry, con un'espressione gioiosa sul viso, di quelle che facevano capire di aver appena avuto un illuminazione.
E in effetti era proprio così.
I ragazzi si voltarono curiosi verso il riccio, aspettando in silenzio che continuasse a parlare.
"E se cambiassi la nota del clouds? Vi prego, la posso personalizzare?" chiese con gli occhi da cucciolo.
"È un'idea geniale, Haz. Perché non ci abbiamo pensato subito?" Lauren fu subito d'accordo.
"Come pensavi di farla, amore?" chiese Louis curioso di sentire cosa Harry avesse in mente.
"Qualcosa tipo così?" e prese a cantare, facendo nascere sul volto di tutti un sorriso ebete.
"È perfetta". Non ci sarebbe stato neanche bisogno di dirlo. Era ovvio che da quel momento in poi Harry avrebbe cantato in quel mondo, rendendo quel pezzo finalmente suo e non di Zayn. E tutti ne sarebbero stati fieri.

 


Aprile 2015

"Sei brutto".
Niall continuava a guardarsi allo specchio. "Dici davvero?" chiese, continuando a fissare il suo completo.
"Sì, sembri un cameriere" il tono acido della ragazza fece sospirare Niall. 
"Ren" disse soltanto, guardando la ragazza dallo specchio. 
Lei non lo fissava neanche. Era distesa sul letto a pancia sotto, dandogli deliberatamente le spalle. Rimase lì in silenzio, nonostante il richiamo del suo ragazzo.
"Piccola" riprovò Niall, avvicinandosi al letto.
"Cosa vuoi?" borbottò lei, girando la testa dalla parte opposta al quale il biondo si era seduto.
"Sai che sei ancora in tempo per accompagnare Louis?".
"No". Lauren si mise un braccio sulla testa.
Le strofinò una mano sulla schiena. Niall si aspettava che avrebbe rifiutato anche quel contatto, ma la reazione fu opposta.
Lauren si voltò di nuovo verso il suo fidanzato. "Io volevo accompagnare te a questo dannato Trekstock's Great Gatsby, non Louis. Invece a te appioppano la cara Melissa. Questa ragazza mi ha rotto le palle" disse, sentendo la rabbia montarle dentro.
"Ma tesoro..." Niall non riusciva a trattenere un piccolo sorriso divertito. 
"No! Niente ma tesoro! Melissa di qua, Melissa di là. Niall e Melissa scopano, Niall e Melissa stanno insieme. Vaffanculo. Rendi Melissa la tua temporary fix" la mora esplose, alzandosi dal letto e andando verso il bagno.
Il ragazzo la guardò sorpreso e si alzò, decedendo di seguirla. "Amore, potresti evitare di usare le parole della canzone che stiamo scrivendo per una sconosciuta?".
"Sconosciuta? E' la tua presunta fidanzata!".
Niall sospirò e si sistemò dietro la ragazza, che stava appoggiata con le mani ai bordi del lavello. Il biondo guardò i loro riflessi nello specchio. Davano vita ad un contrasto incredibile, quasi stonato: lei piccola, con i lunghi capelli mori sciolti e scombinati, in pigiama; lui, che si vedeva perfettamente anche se stava dietro di lei, dato che negli ultimi anni le spalle di Niall si erano allargate e aveva acquisito qualche centimetro in più tanto da rendere invisibile l'anno d'età che li differenziava, indossava quella giacca bianca abbinata ai pantaloni neri, i capelli perfettamente acconciati.
E nonostante tutto Niall pensava che la ragazza che aveva davanti fosse estremamente bella, perfetta. Passò le braccia intorno alla vita di lei, che si lasciò andare e con un sospiro poggiò la testa all'indietro sulla spalla di Niall.
"Io ho solo una fidanzata. E quella sei tu. Ti amo, piccola. E non importa chi mi mettono accanto. Che sia Melissa o chiunque altra. E ti prego, guarda l'altro significato di Temporary Fix".
Lauren incrociò gli occhi blu nello specchio. "Quello più profondo?".
"Quello più profondo" ripeté lui, facendo prima un dolce sorriso e baciandole la guancia subito dopo.
La ragazza si rigirò tra le sue braccia. "Ti amo anch'io, Niall" disse, prima di far scontrare le loro labbra insieme. "E sei bellissimo" aggiunse, guardando il biondo dall'alto verso il basso.
"Non sembro un cameriere?" chiese Niall con un sorriso divertito.
Lauren scosse la testa. "No, amore. Sembri un principe".
"E tu sei la mia principessa" disse di rimando il ragazzo.
"Anche se sono in pigiama?" ridacchiò l'altra.
"In qualsiasi modo tu sia, babe, sarai sempre e comunque la mia splendida principessa".

 

Maggio 2015

Un mese di pausa. Era raro che i ragazzi avessero tutto quel tempo a disposizione durante un tour. Harry era già andato a Los Angeles, lasciando i suoi compagni di band a Londra. Non che ci avessero messo tanto a deciderlo di raggiungerlo. Volevano finire al più presto l'album. E quale modo migliore se non quello di rinchiudersi nella villa che i Larry avevano comprato anni prima vicino la proprietà degli Azoff e dedicarsi al lavoro?
Lauren era ormai parte integrante del pacchetto. Era raro che non fosse dove stesse Niall. Erano esattamente il riflesso etero di Louis ed Harry.
E per completare, anche Sophia li avrebbe raggiunti, dopo aver terminato un set fotografico che aveva programmato a Londra. 
E proprio per quel motivo, mentre Harry aveva avuto un momento di estrema ispirazione e si era chiuso in camera da letto e Niall e Lauren stavano guardando un film di sport alla tv, Liam e Louis si annoiavano. Tremendamente. Non ci era voluto molto che prendessero un pallone e andassero in giardino, a fare due tiri in porta e a godersi la bella giornata.
E quando Louis colpì per sbaglio la Range Rover di Niall con un calcio e si avvicinò per controllare che non ci fosse alcun danno, ovviamente gli venne l'idea. Idea che anche Liam, probabilmente a causa della noia, avevo trovato brillante. I due ragazzi erano pronti per un perfetto #OhNoNiall.
Louis entrò in casa e andò verso l'ingresso, cercando di fare il più piano possibile. 
"Che stai facendo?". Louis sobbalzò spaventato e si voltò verso la voce della sua migliore amica.
"Che fai tu. Non stavi guardando il film con Niall?" chiese cercando di sembrare il più innocente possibile.
"Avevamo fame ed ero pronta a svaligiare la vostra... aspetta. Quelle non sono le chiavi della macchina di Niall?" chiese, guardando le chiavi con il portachiavi del trifoglio irlandese tra le mani di Louis.
"Queste?" chiese quest'ultimo, essendo stato beccato in pieno e cercando di temporeggiare per trovare una scusa.
"Louis" lo ammonì la mora.
"Sì, ok. Abbiamo solo pensato di... fargli uno scherzo. Ti prego non dirglielo. Sarà divertente. E io e Li ci annoiamo" disse ad una velocità estrema.
Lauren lo guardò con scetticismo, prima di sospirare. "Promettimi che non ci sarà un graffio sulla mia macchina".
"Adesso è tua?" ridacchiò Louis.
"Lou, non sto scherzando. Graffiate e rovinate quella macchina e vi uccido con le mie mani" lo minacciò con un'espressione seria sul viso.
"Sarà fatto capo" disse Louis portando la mano alla fronte come i militari e facendo ridere Lauren.
"Io non ti ho visto passare di qui" commentò la ragazza, prima di proseguire verso la cucina.
Louis fece un enorme sorriso. "Grazie Len. Ti devo un favore" disse prima che lei uscisse dalla stanza, tanto che si era voltata e aveva fatto un gesto noncurante con la mano. 
"Me ne devi un po' troppi, Boo".
Quando il telefono di Lauren aveva suonato circa mezz'ora dopo, fu proprio Niall ad afferrarlo e vedere di cosa si trattasse.
"Liam ha appena pubblicato una foto su Instagram" annunciò, senza guardare la ragazza seduta accanto a sé e cliccandoci sopra.
La sua bocca si era aperta. "Ma cosa...? Quella è la mia auto!" protestò alzandosi in piedi. Lauren non si prese neanche la briga di guardare la foto sul telefono abbandonato sul divano e seguì il ragazzo all'esterno.
"Ma siete degli idioti!" aveva urlato Niall, facendo girare i due ragazzi che davano loro le spalle e ammiravano la loro opera.
Lauren si era fermata poco distante da lì e aveva iniziato a ridere coprendosi la bocca con la mano. La Range Rover era coperta di carta, mentre roba come un rastrello, un pezzo di legno, un ombrello, un orso gigante erano appoggiati qua e là.
"Che deficienti" stava dicendo Niall, mentre i due carnefici stavano ridendo a crepapelle.
Sinceramente neanche Niall sapeva se ridere o insultarli. Non riusciva a trattenere il sorriso divertito e si lasciò sfuggire una risata, contagiato dai due amici.
"Siete delle teste di cazzo! Ora me la rimettete a posto!" aveva detto alla fine, cercando di tornare serio.
"Così è più bella!" aveva detto Liam, battendo le mani.
"Lauren! Come promesso neanche un graffietto" disse Louis, rivolgendosi alla ragazza.
E a quel punto ovviamente Niall si era voltato verso di lei. "Tu lo sapevi e non mi hai detto niente?" finse di piagnucolare.
"Scusa, amore" rispose Lauren ridacchiando.
"Odio il vostro bullismo su di me. Vado a cercare Harry, basta!" disse lasciando gli altri tre lì, che lo guardavano andare via.
"Ow, abbiamo offeso il mio piccolo cucciolo" disse Lauren ridacchiando, seguita dalle risate degli altri due.
E ovviamente lo scherzo alla Range era finito da tutte le parti e ancora una volta i ragazzi erano riusciti a rallegrare con la loro stupidità l'intero fandom. Potevano aver affrontato tanti drammi già allora quell'anno, ma sicuramente non si sarebbe fatti buttare giù da niente e nessuno.

 

Settembre 2015

"Quindi non sai neanche come hai fatto" ripeté Louis per l'ennesima volta.
"Esatto" Niall disse di nuovo, senza guardare il suo compagno e osservando invece il suo piede dentro al tutore.
"No, non ci credo neanche se me lo dicesse Gesù. Dimmi che cosa hai fatto" Louis scosse la testa.
"Lou, lascialo in pace. Magari è vero così. Al concerto avrà fatto qualche movimento strano" disse Harry, continuando a mescolare con il cucchiaino il thé che stava bevendo.
"Harry, per quel concerto ti ricordo che Lauren era con noi e se ne è andata giusto ieri. Che diavolo avete combinato voi due?" continuò Louis. Era talmente convinto che c'entrasse anche lo zampino della ragazza, ma Niall non sembrava cedere. Il biondo non era mai stato così bravo a mentire e tutti i ragazzi lo capivano all'istante quando lo faceva, ma sta volta sembrava che si stesse veramente impegnando.
"Lou, piantala o ti tiro un coltello" fece Liam, massaggiandosi le tempie. Aveva appena finito di litigare con Sophia al telefono e la testa lo stava uccidendo. Ultimamente i due bisticciavano per ogni cosa, anche se era sempre lei a iniziare. Sembrava che ogni cosa che Liam facesse non andava bene per la loro relazione. Era sfiancante.
"Stai bene, Li?" chiese Harry ignorando i due ragazzi che continuavano a pretendere di avere ragione.
"Sì, è solo che... pensi che Sophia voglia farla finita con me?" chiese di getto, ma solo l'attenzione del riccio rimase sul ragazzo più grande.
Gli altri due erano troppo concentrati sul loro battibecco. "Allora lo chiedo a Lauren!" aveva esclamato Louis scatenando le protesta di un Niall che voleva lasciare fuori la sua ragazza.
"Perché dici così?".
"L'altra volta mi ha chiesto se avessimo intenzione di sposarci. Io le ho risposto che un giorno mi sarebbe piaciuto e lei è impazzita. Ho solo risposto alla sua domanda. E non le ho neanche detto no".
Harry sospirò. "Le ragazze sono strane, Liam. Magari aveva solo il ciclo. E' per questo che preferisco Louis come compagno".
Liam non ebbe neanche il tempo di rispondere, che venne interrotto dal maggiore della band. 
"Lo sapevo! Io lo sapevo!" stava esultando. "Ti sei fatto male mentre stavi a letto con lei!".
Le sopracciglia di Niall si aggrottarono. "Che cavolo ti ha detto?" chiese, strappandogli il telefono dalle mani.
"Aah, andiamo! Perché ti dice sempre tutto? E' la mia ragazza e dovrebbe stare dalla mia parte. Non dalla tua" protestò, leggendo la risposta della ragazza 'è tutto scemo. E' riuscito a sbattere contro il letto mentre cercava di trovare la posizione migliore'. Dio, era imbarazzante.
"Perché ci diciamo tutto!" Louis gli fece la linguaccia.
"Contento? Adesso lo sai!" disse Niall incrociando le braccia al petto e dando le spalle al maggiore.
"Dai, non ti imbronciare Nialler. C'è chi è più bravo in certe cose e chi.. ahi!".
Il pugno gli era arrivato dritto sulla spalla. Louis fulminò Niall con lo sguardo, mentre massaggiava il punto appena colpito. Il biondo adesso aveva un sorrisino soddisfatto.
"Te lo sei meritato" gli disse Harry, guardando il suo fidanzato.
"Ma è stato lui a dire una bugia" ribatté Louis, facendo la faccia da cucciolo bastonato.
"E tu sei un ficcanaso" lo rimbeccò Liam.
"Ecco" Niall fu d'accordo con gli altri due compagni di band.
"Niall... comunque sei proprio scemo" Louis non si lasciò intimorire e iniziò a ridere da solo, facendo sospirare gli altri tre. Le cose non sarebbero cambiate mai.
E Niall sapeva perfettamente che Louis gli avrebbe fatto quella domanda sul palco. "Che cavolo ha fatto Niall al piede?". E ovviamente lui avrebbe risposto come era giusto che rispondesse: "Non ne aveva idea". Anche se l'idea ce l'aveva eccome. 
E per giunta tenendo saldamente la chitarra in mano, doveva anche trattenersi dal tirargli un cazzotto davanti a tutti i fan, mentre Louis ghignava divertito e scuoteva la testa con l'aria da 'so tutto io'. Già, non sarebbero cambiati mai.

 

Novembre 2015

Mancava pochissimo all'uscita del nuovo album. Made In The AM, l'album decisivo. Il più importante di tutti. Quello che avrebbe affermato l'uscita di Zayn dal gruppo e una rinascita per i One Direction. Il nervosismo di tutti era palpabile. Chiunque avesse collaborato alla sua realizzazione sperava che le reazioni dei fan fossero buone. 
Liam e Lauren avevano iniziato ad andare a correre insieme più spesso ultimamente, per scaricare la tensione. Precisamente le loro uscite erano aumentate quando Sophia aveva deciso di chiudere le porte in faccia al ragazzo e di mettere fine alla loro storia. Liam aveva sofferto parecchio a causa di ciò. Non pensava che Sophia si sarebbe stancata di lui. O almeno credeva che stessero ancora bene insieme. E proprio come era successo con Danielle anni prima, Liam si era ritrovato davanti la porta di casa di Lauren e Niall e le aveva chiesto di andare a correre con lui.
Lauren poteva comunque vedere come Liam fosse maturato in quegli anni. Aveva visto fin da subito nei suoi occhi la voglia di volersi risollevare e non volersi far abbattere da quella circostanza. Avrebbe avuto altro a compensarlo. E sicuramente avrebbe potuto trovare facilmente un'altra ragazza da rendere speciale. Soprattutto con la pausa imminente.
E anche quel pomeriggio Liam e Lauren stavano correndo per le strade di Londra, circondati da guardie poco visibili, che lasciavano loro lo spazio necessario. Tutti continuavano a ripetere loro di andare in palestra a fare quel tipo di lavoro, ma solo i due ragazzi riuscivano a comprendere la differenza. Quanto fosse soddisfacente sentire l'aria fresca entrare in corpo e sentire il sangue pompare perfettamente. Non ci avrebbero rinunciato. Quella volta però fu diverso. Lauren si sentiva strana già da quella mattina. La sua mente era come bloccata su qualcosa che non riusciva a identificare e il suo corpo stava reagendo in modo diverso dal normale. Pensava che la corsa le avrebbe fatto bene, ma evidentemente si sbagliava.
Avevano iniziato a correre facendo il solito percorso, che sarebbe terminato con Central Park, per poi tornare indietro dalla stessa strada che avevano già fatto.
Sembrava che andasse tutto bene, come al solito. I due correvano vicini, in silenzio godendosi la situazione, fino a quando Lauren aveva rallentato. Liam non se ne era accorto all'inizio e solo quando aveva messo tra di loro una buona distanza si era voltato indietro. Perché Lauren si era praticamente fermata? La ragazza adesso stava camminando con lo sguardo basso. 
"Lauren, perché hai rallentato?" chiese, tornando verso la ragazza a passo lento. Non era neanche infastidito da quella interruzione. Liam era semplicemente stranito.
E poi Lauren si abbassò con una mano sul ginocchio e l'altra alla bocca. Iniziò a tossire. Fu in quel momento che Liam tornò praticamente a correre, ma verso di lei, fermandosi solo quando era alla distanza giusta da poterla toccare. Il respiro della ragazza si fece improvvisamente corto e si ritrovò a sibilare. Lauren si sentiva come se qualcuno gli stesse togliendo l'aria dai polmoni. Era la stessa sensazione di quando suo padre, anni prima, le afferrava il collo fino a quando non perdeva i sensi. L'unica differenza era che il bruciore al petto in quel caso non c'era.
"Ehi, ehi, ehi" Liam guardò il viso pallido della ragazza e iniziò a spaventarsi. Le prese delicatamente le braccia e la tirò su. "Non stare piegata. Avanti, respira".
La ragazza non riusciva neanche a parlare. Stava solo cercando di trovare l'aria necessaria. Si sentiva come Niall durante i suoi attacchi di panico. L'aria, sebbene fosse all'aperto, per lei non c'era.
Liam le sollevò le braccia sopra la testa, cercando di farle aprire la gabbia toracica il più possibile. "Respira, Lauren. Va tutto bene" continuava a ripeterle, cercando di non farsi prendere dall'agitazione.
La ragazza sentiva la voce del suo amico attutita, a causa di un fastidioso fischio nelle orecchie. E poi finalmente sentì di nuovo l'aria attraversarle il naso e la gola. Si sentiva così stanca, che non si accorse che le gambe le stavano cedendo, al contrario di Liam che l'afferrò saldamente, tenendola in piedi. "Lauren" la richiamò con voce molto preoccupata.
"Sto.. sto bene" disse la ragazza, rimettendosi finalmente in piedi da sola.
"Cosa.. cosa ti è successo?" chiese Liam, guardandola negli occhi.
"Io.. non lo so. Possiamo tornare a casa?".
Liam annuì. "Ovviamente. Andiamo".
Quando i due ragazzi misero piede in casa, Niall andò loro incontro. "Ci avete messo poco oggi" disse, guardando l'orologio appeso alla parete.
Vide Lauren passargli accanto, senza guardarlo e senza dire una parola e continuò a seguirla con lo sguardo, mentre lei saliva le scale.
"Che è successo?" chiese preoccupato, guardando ancora le scale.
"Non si è sentita bene" spiegò Liam, facendo girare velocemente la testa di Niall nella sua direzione.
"Che cosa?".
"Ha avuto un problema di respirazione. Sembrava quasi un attacco di panico" continuò a spiegare Liam.
"Attacco di panico? Perché avrebbe dovuto avere un attacco di panico?" chiese il biondo velocemente. La preoccupazione percepibile nella sua voce.
"Non lo so, magari non lo era. Niall, solo riguardala". E poi il ragazzo moro uscì di casa, mentre Niall andava dritto al piano di sopra.
Poteva sentire il rumore della doccia da dietro la porta e senza pensarci due volte entrò. Lauren stava in doccia, ma era seduta per terra con il getto dell'acqua sistemato in modo che le colpisse il corpo e non il viso. Aveva le ginocchia al petto e il viso affondato nella braccia. La prima cosa che aveva pensato di fare il biondo era quella di chiudere l'acqua e tirarla fuori da lì, tenerla a sé e abbracciarla per il resto della giornata. Ma alla fine decise di spogliarsi e in poco tempo aveva aperto le ante della doccia e si era ritrovato all'interno. 
"Ren" aveva detto soltanto, inginocchiandosi accanto a lei. "Amore, cosa c'è?" chiese allungando un braccio verso di lei.
Lauren sollevò lo sguardo e afferrò la mano di Niall con la sua. Quest'ultimo poteva vedere tutta la tristezza in quegli occhi verdi, anche se non riusciva a capire il reale motivo. Si sedette accanto a lei e l'attirò a sé. Le baciò la testa e decise di restare in quella posizione in silenzio. Non l'avrebbe forzata. Voleva solo darle conforto e così stava facendo.
Nessuno dei due sapeva per quanto tempo erano rimasti lì dentro. Solo quando era chiaro che la loro pelle non ne poteva più, Niall aveva spento il getto e aveva fatto in modo che fossero fuori di lì. 
Solo il giorno dopo, quando Lauren si era svegliata con la febbre e il mal di gola, Niall capì che quello del giorno prima era stato solo un indizio. Ma lui era lì. E si sarebbe preso cura di lei. Sempre.

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Tornare ad X-Factor era sempre un'emozione incredibile. Quel palco su cui i ragazzi si erano esibiti per mesi, esattamente cinque anni prima. Davanti ai giudici. Allo sguardo inquisitorio di Simon, che aveva visto del potenziale in quelle cinque voci e aveva deciso di diventare il loro produttore. Beh, aveva visto giusto e non poteva che esserne più orgoglioso.
Niall si trovava nel suo camerino e doveva ancora abbottonarsi la camicia. Aveva già i capelli perfettamente acconciati e Lauren, seduta su una poltroncina a poca distanza dal ragazzo, doveva trattenersi dal passare le dita in mezzo a quel ciuffo biondo.
"Comunque devi smetterla" commentò inclinando la testa per guardare meglio il fondoschiena di Niall.
"Di fare cosa?" chiese il biondo voltando la testa verso la ragazza, che non lo stava affatto guardando negli occhi. Seguì lo sguardo di lei, abbassandolo inevitabilmente su di sé, e quando capì cosa stava guardando si raddrizzò e sollevò gli occhi al cielo.
Lauren ridacchiò. "Di andare in giro con quegli occhiali" rispose indicando la montatura che Niall aveva sul viso.
"Perché?" chiese Niall innocentemente.
"Perché te lo dico io" affermò decisa la ragazza e il biondo sollevò le braccia con l'intento di toglierli.
"Fermo! Che fai?!" Lauren aveva quasi urlato e Niall aveva sobbalzato per lo spavento.
"Sei matta? Mi hai detto tu di toglierli".
Lauren a quel punto si alzò. "Non muovere un muscolo".
Niall fece come gli era stato ordinato ma dopo neanche un secondo disse: "Mi prude il naso" e lo storse.
La ragazza scoppiò a ridere. "Scemo" e gli passò una mano sul naso. "Meglio?".
Niall fece un ampio sorriso, abbassando le braccia ancora sospese in aria e annuì. "Bene" disse la ragazza, prima di avvicinare le mani al viso del biondo e afferrare gli occhiali. Lasciò il viso di Niall libero e guardò i suoi occhi dannatamente blu.
"Perfetto" sussurrò, chiudendo le aste degli occhiali e poggiandoli con una mano sul tavolo che avevano accanto.
"Non capisco perché non potevo toglierli da solo" disse il ragazzo, inclinando appena la testa.
Lauren poggiò una mano sul suo petto, proprio sulla parte in cui la camicia non era abbottonata e scese lentamente fino al suo ombelico per poi risalire ancora una volta.
"Perché volevo farlo io, no?" rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia sulla terra.
"Le tue risposte mi fanno eccitare" disse Niall ironicamente, guardando le mani della ragazza, che adesso stavano allacciando i bottoni uno per volta.
"Lo so, sono molto esaurienti" disse, finendo l'opera e tornando a guardare Niall. "Ti bacerei adesso, ma sei già truccato".
Niall storse le labbra. "Non ho mica il rossetto. E poi puoi sempre sistemarlo tu" e fece un sorriso malizioso.
"Sei la mia condanna" disse Lauren, passando la mano dietro al suo collo e attirandolo a sé. "O la mia salvezza" sussurrò ad un soffio dalla sue labbra.
"E tu sei la mia vita".
Quelle parole fecero venire un brivido alla ragazza. Gli aveva attraversato tutta la spina dorsale facendola irrigidire. "No. Non dirlo" disse, senza avere il coraggio di allontanarsi.
Niall si era accorto perfettamente che quel commento aveva destabilizzato Lauren, l'aveva spaventata, ma non si lasciò intimorire. "E' vero, amore. Senza di te la mia vita non avrebbe più senso".
"Niall, non esagerare" lo aveva ammonito la ragazza, senza poter staccare gli occhi da quelli blu che aveva davanti. Forse stava cercando una traccia di bugia in quello sguardo puro. Appunto, traccia inesistente.
"Nessuna esagerazione. Con te mi sento... pieno".
"Pieno nel senso che ti faccio mangiare tanto?" e quel commento buttato lì fece risuonare la risata cristallina di Niall all'interno del piccolo camerino.
"Perché devi sempre rovinare i momenti?" chiese il biondo sistemando le mani sulla vita di lei ed eliminando la distanza tra i loro corpi.
"Perché sono brava a farlo?" Lauren rispose con un altra domanda, sorridendo divertita.
"Ti amo, mia piccola guastafeste" disse Niall prima di far scontrare le loro labbra.
"Ti amo anch'io, Niall".
Lauren si spostò dal ragazzo e si sporse verso la borsetta con i trucchi, poggiata sul tavolino accanto agli occhiali.
"Naah, non c'è bisogno" protestò il biondo guardandosi allo specchio e fermandola.
"Come vuoi, babe. Sei emozionato? Mancano esattamente trenta minuti alla vostra esibizione".
"Ssh, non dirmelo!" esclamò Niall portandosi le mani alle orecchie e facendola ridere.
"Ma Niall!".
Il ragazzo scosse la testa. "No no no".
"Io non ci credo che dopo cinque anni hai ancora paura di un'esibizione" lo derise Lauren.
"E' quel palco che mi mette paura!" fece Niall, mentre la ragazza andava verso la porta. "E ora dove vai?" le chiese, seguendola.
"Vado a cercare Louis per poterti prendere in giro nel modo migliore" rispose la ragazza mentre Niall chiudeva la porta del suo camerino.
"Ah ah. Che simpatica".
Lauren ridacchiò e si voltò verso il ragazzo. "Vieni, scemo" disse soltanto, prendendolo per mano e tirandolo lungo il corridoio, alla ricerca degli altri tre componenti della band.


Dicembre 2015

"Sei sicuro che dovrei essere qui?".
Era già la quarta volta che Lauren gli aveva fatto quella domanda e Niall decise che adesso non le avrebbe neanche risposto.
"Niall, non ignorarmi!" protestò la ragazza sistemandosi meglio la cintura di sicurezza.
Niall guardò fuori dal finestrino dell'aereo, vedendo che stavano iniziando a muoversi. Lauren sbuffò e gli diede un pizzicotto sul braccio, riuscendo finalmente a farlo voltare nella sua direzione.
"Non te lo ripeterò una quinta volta, Rennie. Sono sicurissimo: non dovresti stare da nessun'altra parte".
La ragazza tossì: gli ultimi rimasugli del suo ennesimo malanno. Sembrava che in quei mesi le sue difese immunitarie si fossero abbassate di colpo.
"Ma non dovrei stare da Louis? Siete tutti a casa propria per questo Natale. Persino i Larry sono separati" continuò la ragazza.
"In cinque anni nessuno ha saputo niente di te. Penseranno che anche tu lo passi in famiglia, no?".
"In effetti è così". Quel commento fece sorridere il ragazzo biondo.
"Ti piace la tua famiglia irlandese?".
Lauren sorrise dolcemente. "Mmh, dovrei pensarci. Sai, ce ne sta uno che mi sta molto antipatico".
Niall si sporse in avanti. "Ah sì? E chi è?".
"Sai, un certo James. O forse è solo il suo secondo nome. Aspetta, il secondogenito biondo, sì".
Niall sorrise divertito e scosse la testa. "Questo è spiacevole, signorina. Dato che ieri sera non sembrava dello stesso parere. James le ha fatto urlare cose poco pulite".
Lauren lo colpì sul braccio facendolo scoppiare a ridere.
"Sei un idiota" commentò lei, ridacchiando insieme a lui e intrecciando le loro dita insieme sul bracciolo.
E mentre l'aereo decollava loro rimasero in quella posizione. E Lauren non chiese più se quella fosse la scelta giusta.

-

"Theo, sei proprio come lo zio eh?" Lauren si abbassò sulle ginocchia, osservando meglio il bambino che giocava con una mini mazza da golf. Una volta che il bambino aveva ricevuto attenzione però la gettò per terra e corse incontro alla ragazza abbracciandola. Lauren sorrise dolcemente e lo sollevò in braccio. "Ehi, piccolo" disse, aggiustandogli i capelli con una mano.
"Già. È proprio come Niall. Sta sempre incollato a te quando venite qui" Greg era appena entrato nella stanza con Denise e Niall al seguito.
"Secondo me si è innamorato anche lui" ridacchiò la donna, guardando come il figlio aveva affondato il viso nel collo di Lauren e aveva stretto la mano intorno al suo maglione.
"Ren Ren" ripeté e Lauren si sentì attraversare da un brivido. Era davvero strano sentirsi chiamare da Theo nel modo in cui la chiamava soltanto Niall.
"Significa che mio nipote ha ottimi gusti proprio come me" disse il biondo avvicinandosi ai due. "Vero, marmocchio?" gli chiese solleticandogli la pancia e facendolo ridere. "Vieni con lo zio Niall?" gli chiese poi allungando le braccia verso di lui.
"No" negò il bambino stringendosi di più a Lauren, che si mise a ridere.
"Mi spiace, amore" disse guardando Niall, prima di stampare un bacio sulla guancia di Theo.
Il bambino strillò felice. "Bacio! Ancora! Ancora!" disse entusiasta e tutti scoppiarono a ridere.
"Dannazione, Niall. Sta crescendo proprio come te. Devo avere paura?" chiese Greg divertito.
"Io direi di sì, Greg" rispose Lauren accontentando il bambino con un altro bacio.
"Ah ah. Che simpatici" s'imbronciò il biondo.
"Ne vuoi uno pure tu?" continuò a prenderlo in giro Lauren, mentre passava il bambino a Greg.
Niall le fece la linguaccia e Lauren, scuotendo la testa, si alzò in punta di piedi, per stampargli un dolce bacio sulle labbra. E Niall sorrise soddisfatto. Non sarebbe cambiato mai.


Gennaio 2016

Lauren stava guardando quelle foto da tutte le angolazioni, le ingrandiva, le rimpiccioliva, le rigirava.
"Secondo me non si stanno baciando" disse, facendo cadere il telefono di Louis sul suo stomaco.
Il ragazzo sospirò e Lauren lo sentì dal modo in cui la schiena del maggiore si era sollevata e riabbassata pesantemente sotto la sua testa. Louis infatti era disteso a pancia sotto sul suo letto con la testa seppellita sotto al cuscino, mentre Lauren era distesa perpendicolarmente a lui, con la testa adagiata sulla schiena di Louis, usato come cuscino.
"No, si stanno solo risucchiando la faccia".
Lauren sbuffò. "Che esagerato. Queste foto si vedono uno schifo. E tuo marito non avrebbe mai usato la lingua su Kendall. Ci hai parlato almeno?".
"No".
Lauren roteò gli occhi. "Ecco, io lo sapevo. Tu sei tutto scemo".
Louis allora si risollevò, facendo inevitabilmente mettere a sedere anche lei. "Harry non ha neanche avuto il coraggio di dirmelo. È da due giorni che non ci sentiamo. E sai la cosa divertente? È stata la modest ad avvisarmi. Con un messaggio e una foto allegata. Sono dei bastardi".
Lauren sospirò. "Quando diavolo finisce questo contratto?".
"Presto".
Lauren si gettò di nuovo sul letto. "Lo spero bene". Rimasero in silenzio per un po' prima che Louis tornasse a parlare.
"Mi dispiace se ti ho fatto venire fin qui dall'Irlanda".
"Non fa niente, Lou. Mi fa piacere passare il tempo con la tua famiglia. E così almeno Niall non si stancherà di avermi sempre intorno".
Louis sollevò gli occhi al cielo. "Come se potesse farlo".
In quel momento il telefono di Louis squillò annunciando l'arrivo di un messaggio.
"È Harry?" chiese Lauren, mentre Louis apriva il messaggio.
"No, è Oli" e poi sorrise. "E guarda un po' cosa ci ha proposto".

-

"Che razza di freddo". Lauren continuava a lamentarsi da quando erano arrivati.
"Siamo sulla neve. Cosa ti aspettavi? Di poter stare in costume?" la rimbeccò Oli.
"Sta zitto, idiota" lo insultò Lauren cercando di sollevare ancora di più la cerniera del suo giaccone. Inutile. Era già al massimo.
Louis ridacchiò e passò un braccio intorno alle spalle della ragazza.
"Oli, piantala di importunarmela. Lo sai che è pericolosa" aveva commentato, guadagnandosi uno sguardo fiero dalla ragazza, che aveva annuito decisa.
"Non ho paura di lei" rispose Oli divertito.
"Io sì. E dopo non venirmi a dire che non ti avevo avvertito" continuò Louis affondando i piedi sulla neve ad ogni passo. "Vi muovete?" disse poi, riprendendo a camminare e esortandoli a seguirlo.
"Mi ricordate perché sono venuta fin qui con voi due?" chiese la ragazza, mentre faticava a stare dietro all'amico. Aveva sempre odiato la neve.
"Perché sono il tuo ragazzo e mi ami tanto da seguirmi ovunque".
Lauren rise. "Ci fosse qualcosa di vero in queste parole".
A quel punto Oli si intromise: "Beh, che lo ami è vero".
Lauren si voltò a guardare il ragazzo dai capelli rossi e commentò con una punta di derisione: "Oh quanto sei romantico".
Louis scoppiò a ridere mentre Oli sbuffò. "Perché l'abbiamo portata con noi?".
"Te l'avevo detto, amico" disse Louis mentre porgeva una mano alla ragazza, vedendola alquanto in difficoltà. Lauren l'afferrò volentieri e rispose alla domanda di Oli: "Perché dobbiamo far vedere ad Harry che io bacio meglio di Kendall. E dato che loro erano su uno yacht, al sole e al caldo, noi siamo venuti in culo al mondo al freddo e al gelo".
"Sei tragica" Louis roteò gli occhi, aprendo finalmente la porta dell'hotel di lusso.
"No, sono stanca" ribatté la ragazza, sospirando. Aveva il fiatone e aveva fatto solo un paio di metri. Evidentemente l'altezza e tutto quel camminare sulla neve peggioravano le sue condizioni, solitamente atletiche.
"Di già? Per fortuna che siamo arrivati, allora" disse Louis, lanciandole un'occhiata stranita e dirigendosi alla hall per ottenere le loro camere.
Lauren non poteva che esserne d'accordo. Aveva solo voglia di spogliarsi e nascondersi sotto alle coperte calde.
E nessuno di loro si sarebbe aspettato che quelle due semplici parole che Lauren aveva pronunciato con noncuranza, sarebbero divenute una ricorrenza abituale.

-

"Come sta?" chiese Louis sinceramente preoccupato.
"Sta dormendo adesso" rispose Niall gettandosi di peso sul divano accanto all'amico.
"Dio, non avrei dovuto portarla con me sulle Alpi". Louis si sentiva in colpa adesso.
"Piantala, Lou. Non è colpa tua. Non avresti potuto sapere che si sarebbe ammalata di nuovo" cercò di consolarlo il più piccolo.
"Ieri non riusciva a parlare. Mi ha spaventato. E' per questo che l'ho imbottita di vestiti e l'ho riportata a casa. Quel mal di gola è preoccupante, Niall. Dovremmo farla vedere da un medico".
Niall sospirò. "Ha avuto la stessa identica cosa due mesi fa, te lo ricordi? L'avevo portata dal medico, ma aveva detto che erano solo i linfonodi ingrossati. Un'infezione alla gola che sarebbe guarita. Niente di più. Quella volta aveva dato la colpa a me" il ragazzo ridacchiò senza allegria. "Diceva che gliel'avevo immischiata io".
"Sì, ma la tua era un'infezione al petto, perché sei stupido e andavi in giro a maniche corte ad ottobre" ribatté Louis, cercando di analizzare la situazione.
"Grazie. Lo so... ma che diavolo ne so. E' comunque venuta a contatto con i miei germi" protestò Niall, cercando di dare una spiegazione logica.
"E poi ha continuato ad ammalarsi".
"Ma erano solo piccole ricadute, Lou". Niall si passò le mani sul viso gettando la testa indietro.
"E adesso le è tornata del tutto per colpa mia. Sono un idiota. Dovevo lasciarla lì, in Irlanda con te". Louis si sentiva tremendamente in colpa.
"Lei non vuole neanche andare da un dottore. Perché deve essere così testarda e avere tutti questi problemi con i dottori?". Tutta quella situazione era esasperante.
Louis lanciò all'amico uno sguardo scettico. "Andiamo, Niall. Secondo te perché ha problemi con i dottori e gli ospedali in generale?". Quella domanda era dannatamente retorica, tanto che il biondo aveva annuito restando in silenzio. Lo sapeva bene. Quello che Lauren aveva passato da bambina. I problemi che ancora aveva con le vasche, i problemi che ancora aveva con la sua cicatrice. E Louis lo sapeva ancora meglio di lui. Lo aveva vissuto sulla pelle. E Niall avrebbe voluto ringraziarlo ogni giorno per essersi preso cura di Lauren anche in quel periodo, nonostante avesse solo sette anni.
"Comunque le darò di nuovo ciò che ha preso la scorsa volta" commentò una volta uscito da quei pensieri.
"E starà bene?" chiese Louis. Non sapeva neanche perché avesse fatto quella domanda. Sì, era ovvio che Lauren sarebbe stata bene. "Magari comprale anche qualcosa per aumentare le difese immunitarie. E se peggiora portala dal medico, ok?" continuò, senza far rispondere il biondo alla domanda precedente.
"Certo, hai ragione. Mi prenderò cura di lei come faccio sempre".
Niall e Louis si guardarono. Erano i compagni di band che bisticciavano di più tra di loro, si stuzzicavano e si prendevano in giro per ogni cosa. Ma quando si trattava di Lauren diventavano quasi una cosa sola. Il loro unico obiettivo era quello di proteggere quella ragazza, forte e fragile allo stesso tempo. Nessuno dei due riusciva a vederla soffrire, anche se si trattava di una stupida influenza.

-

Lauren continuava a guardarsi allo specchio. Aveva addosso soltanto delle culottes e un top da allenamento. I capelli erano legati in una coda che continuava a sciogliere e a rifare. Alla fine però decise di lasciare quei lunghi capelli sciolti e liberi sulle spalle, in modo che la sua cicatrice fosse meno visibile anche a lei stessa.
"Che stai facendo?" Niall si era appoggiato allo stipite della porta, guardando la sua ragazza mezza nuda.
"Niente" disse Lauren senza staccare gli occhi da sé. Continuava a guardare il suo fisico, evitando di soffermarsi sul collo o sul viso in generale.
"Che stai facendo, Ren?" ripeté Niall dolcemente.
La ragazza sospirò. "Pensi che sia diversa?" chiese alla fine, voltandosi verso di lui e allargando appena le braccia.
"Diversa?" chiese a sua volta Niall, alquanto confuso. La ragazza annuì decisa e Niall la osservò.
Aveva sempre amato il fisico di Lauren. Era perfetta. Era longilinea e magra, ma non troppo magra da sembrare anoressica. Niall non era mai stato attratto da quel tipo di ragazze. La sua terza di seno era appena appiattita dal top sportivo che aveva addosso, ma agli occhi di Niall era comunque perfetto.
Il contorno degli addominali leggermente visibili e in generale il suo fisico atletico e muscoloso al punto giusto. Lauren aveva sempre fatto attenzione a tenersi in forma, quasi quanto Liam e tutti li prendevano in giro per questo. 
Anche se Niall poteva ammettere di amare benissimo quel suo particolare.
"No, sei sempre perfetta, Ren" rispose Niall incrociando le braccia al petto. "Cosa c'è che non va? Non hai più gli addominali?" la prese in giro, cercando di farla ridere.
"Quelli non li ho mai avuti" rispose la ragazza seriamente. "E' solo che... mi sento diversa. Sei sicuro che non sia dimagrita?".
Niall si avvicinò alla ragazza e la circondò con le braccia. "Non posso esserne sicuro al cento per cento. Ma anche se fosse, amore, sei stata male. E' normale. Adesso che stai bene puoi ritornare alla tua perfezione più assoluta. Ma ti prego, vestiti. Non voglio che ti ammali di nuovo".
Lauren ridacchiò, anche se Niall non capiva il motivo. "Niall Horan che mi chiede di vestirmi e non il contrario" disse, facendo sorridere divertito anche il ragazzo.
"Se vuoi ti svesto una volta che ti sei rivestita".
La ragazza gli diede un colpo sul petto. "Ma Niall! Sprecherei energie per niente!" protestò.
"Va bene, allora vestiti e basta".
Solo a quel punto, dopo che Lauren aveva annuito e si era allontanata da lui, si accorse che lui era vestito e indossava già le scarpe, come se fosse pronto per uscire.
"Stai uscendo?" chiese Lauren, guardandolo in silenzio.
"Sì, babe. Sto andando alla partita a cui mi hanno invitato. Te l'avevo detto ieri, ricordi?" spiegò il ragazzo.
"Oh, giusto" disse Lauren andando verso il loro letto.
"Vuoi un passaggio da qualche parte? Pensavi di andare in palestra per caso?" chiese Niall, ma la risposta gli arrivò quando lei sollevò il cuscino e tirò fuori il suo pigiama.
"No, sono ancora un po' stanca per la palestra". E se non avesse risposto a quella domanda, l'irlandese si sarebbe sentito più tranquillo. Era così strano sentirle rifiutare la palestra. Evidentemente, la seconda ricaduta, dal quale era uscita anche sta volta, era stata peggiore della prima.
"Aspetto che Liam, il ragazzo che sta lavorando con chiunque dimenticandosi di noi, in terra americana, torni a casa e mi faccia compagnia" rispose, mentre si vestiva.
"Mmh, potrei essere geloso, lo sai?" disse Niall inclinando la testa. "E poi tranquilla, babe. Liam non è Zayn". Il commento della ragazza infatti l'aveva fatto tornare a quasi un anno prima, quando il moro aveva deciso di abbandonarli. Ma Liam non l'avrebbe mai fatto. Era solo un modo per passare il tempo durante quella pausa infinita. Fortunatamente infinita.
"Lo so" disse Lauren uscendo dalla stanza, seguita dal biondo. Il suo intento era quello di prendere posizione sul divano e guardare programmi a caso, magari rubando qualcosa nelle scorte di schifezze che Niall teneva nella dispensa.
"Comunque, Ren. Se volessi andare in palestra con qualcuno anche se Liam non c'è... sì, beh, non ho gli stessi addominali che ha lui, ma posso sempre sostituirlo io. Così Mark sarebbe anche orgoglioso di me" disse, ridacchiando.
"Va bene. Grazie, Ni. E comunque i tuoi addominali poco accentuati mi fanno impazzire. Quelli di Liam li lasciamo a qualcun'altra, mmh?" fece Lauren sedendosi sul divano.
Niall si mise a ridere. "Menomale" disse, prima di guardare l'orologio. "E' ora che vada, amore" aggiunse quindi. "Per qualsiasi cosa, chiamami e arrivo".
"Mmh mmh" Lauren si sporse in avanti per ricevere il bacio che le spettava e Niall l'accontentò, soddisfacendo anche se stesso.
E poi il biondo uscì di casa, senza la sua compagna accanto. Proprio come ogni volta. Proprio come tutte le volte in quelle circostanze, da quasi quattro anni.


 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Niall stava continuando a guardare foto su Instagram dal suo cellulare, cercando di restare immobile. Lauren si era addormentata sopra di lui. E non solo appoggiata a lui, ma esattamente sopra di lui. Niall era disteso sul divano a guardare la TV, quando la ragazza era venuta giù dalle scale, lamentandosi del fatto che avesse poca ispirazione.
"Il pianoforte si prende gioco di me" aveva piagnucolato.
Niall l'aveva guardata in silenzio, prima di incitarla a raggiungerlo. Lauren si era praticamente gettata su di lui allineando i loro corpi e affondando il viso nel collo di Niall. Si era addormentata in fretta, sotto ai tocchi dolci del ragazzo e aveva intrappolato inevitabilmente Niall in quella posizione.
Il ragazzo decise allora di fare una foto e mandarla ai ragazzi.
<< Dite buonanotte alla mia Lauren >>. Niall sorrise e premette Invia. Dovette aspettare pochi minuti prima che gli rispondessero.
<< Aw >> il semplice commento di Harry.
<< Come fa a dormire beatamente sopra di te? >> chiese invece Liam.
<< Sono meglio di un letto >> replicò Niall, pavoneggiandosi.
<< Ma davvero sei comodo? Possiamo provarti anche noi? >>. 
E ovviamente il messaggio di Louis lo fece scoppiare a ridere, tanto che Lauren aveva sospirato nel sonno e aveva iniziato a rigirarsi.
"Oops" sussurrò Niall, accarezzando la schiena della ragazza, cercando di non svegliarla. Ma inevitabilmente Lauren aprì gli occhi. "Ehi, dolcezza. Ben svegliata".
"No, non sono sveglia" borbottò lei serrando di nuovo gli occhi.
Niall ridacchiò. "Ah no?" chiese alzandosi con la schiena per sedersi e trascinando quindi Lauren con sé. La ragazza aveva allargato quindi le gambe, finendo cavalcioni su di lui e lamentandosi, contraria a quel cambiamento. Non che Niall non volesse farla dormire, ma sinceramente stava iniziando a non sentire più il suo corpo.
"Guarda che se dormi ancora poi sta notte non riesci a farlo" la rimbeccò, baciandole la guancia.
"Non mi importa. Louis l'hai sentito?" chiese, inizando ad accarezzare i capelli di Niall. Era un modo perfetto per rilassarsi. Erano così morbidi tra le sue dita.
"Sì, sta preparando il tutto per Atlanta".
"Mmh. Devo andarci per forza?" chiese la mora.
"Sì, babe. E comunque vi raggiungerò in America tra qualche giorno. Non staremo lontani per molto".
"Mmh" Lauren non era molto convinta. "Ho freddo" disse poi e Niall la guardò preoccupato.
"Freddo? Stai di nuovo male?" e le mise una mano sulla fronte.
"No, sto bene" disse lei, togliendo la mano di Niall dal suo viso.
"Ren".
Ma la ragazza sorrise. "Sai cosa mi ha proposto Harry?".
Aveva cambiato discorso dal nulla e Niall fu un attimo confuso prima di chiedere: "Cosa? Quando?".
"Ieri. Mi ha proposto di accompagnarlo ad una sfilata di moda il mese prossimo. Non è grandioso?" rispose eccitata.
"Per allora anche Louis sarà tornato. E Harry esce con la sua beard mentre lui sta a casa?".
Lauren fece un'espressione offesa. "Ma io non sono una semplice beard. Sono vostra collaboratrice lavorativa e amica".
Niall le fece un dolce sorriso. "Scusa, babe. Non volevo ferirti".
"Pensi davvero che non dovrei andarci?" chiese la ragazza, colta improvvisamente dai dubbi.
"Non ho mai detto di pensarlo" ribatté il biondo, gettando teneramente indietro con un gesto della mano i capelli della mora caduti davanti al viso.
"Bene. Allora ci andrò. Così faremo vedere al mondo che io, Louis ed Harry facciamo le cose a tre".
"Che cosa?!" protestò Niall, mentre la ragazza scoppiava a ridere.
"Vuoi unirti anche tu?" lo prese in giro.
"Vuoi vedere come non ti faccio più uscire di casa?" ribatté Niall con un sorriso.
Lauren si imbronciò. "Quanto sei possessivo però, oh" disse sporgendosi in avanti e mordendo il collo del ragazzo.
"Solo perché sei mia, ma il mondo non lo sa. Mi andrebbe di urlarlo ai quattro venti, ma non posso. Ho tutto il diritto di esserlo, non credi?".
"Mmh, forse". Lauren non voleva dargliela per vinta.
"Solo forse?".
Lauren guardò il sorriso scettico sul viso del biondo, per poi incrociare i suoi occhi. Erano di un blu così bello... Niall era così bello. La ragazza allungò una mano e gli accarezzò il viso, sotto lo sguardo interrogativo del biondo.
"Sei così bello". Non voleva esternarlo in quel modo, ma era come se non fosse riuscita a fermarsi e le parole erano uscite, vincendo quella battaglia.
Niall le fece un sorriso e "Vieni qui" disse, incorniciandole il viso con le mani e facendo incontrare le loro labbra.
Quel bacio, così intimo e dolce, era decisamente meglio di qualsiasi altra parola.

-

"Ren, Louis è già qui. Sei pronta?" chiese Niall entrando nella loro camera da letto.
Ciò che non si aspettava di trovare era Lauren con solo una maglia addosso, seduta sul letto a fissare il vuoto.
Non aveva neanche alzato lo sguardo quando lui era entrato nella stanza.
"Amore?" Niall si era avvicinato e si era abbassato sulle ginocchia davanti a lei. Mise le mani sulle ginocchia della ragazza, che solo dopo quel contatto si voltò a guardarlo.
"Che hai detto?" chiese, adagiando la mano su quella di Niall, che a sua volta l'afferrò e la portò alla bocca, lasciandogli un tenero bacio.
"Tutto ok, piccola?" le chiese preoccupato.
"Sì, ma non so che mettermi" sospirò.
"Io proporrei i jeans quelli scuri con gli strappi" i due sobbalzarono sentendo la voce di Louis arrivare dalla porta aperta.
"Guarda che sono in mutande, idiota".
"Ciao anche a te, Len. E poi me ne sono accorto. E' per questo che ho proposto i jeans" ribatté Louis andando ad aprire l'armadio della ragazza.
Niall, allora si mise a sedere sul letto e Lauren si sistemò sopra di lui. "Non voglio andare con Louis!" piagnucolò gettandogli le braccia al collo.
"Grazie tesoro. E comunque non vi sto separando per il resto della vita, ma solo per un paio di giorni" disse Louis, tirando fuori i jeans che aveva nominato qualche minuto prima.
Niall invece era rimasto in silenzio, guardando la ragazza tra le sue braccia. Sinceramente pensava che nell'ultimo periodo Lauren fosse diventata molto più appiccicosa nei suoi confronti. E non che gli dispiacesse, anzi lui amava avere sempre il contatto con lei, ma gli sembrava alquanto strano.
Lauren era una ragazza che, sì ricercava affetto, ma voleva anche il suo spazio personale e la sua indipendenza. Non si era mai ancorata a Niall in quel modo. Adesso invece, la ragazza era sempre abbattuta o trovava sempre il momento buono per lamentarsi e il biondo si sentiva come se dovesse sempre consolarla, per qualcosa di cui neanche lui era a conoscenza. Anche quell'aspetto non era da lei.
Che diavolo le stava succedendo? Quella mattina era tornata dalla palestra e aveva annunciato che era stato sfiancante. "Forse non ho più l'età" aveva detto ridacchiando senza allegria.
"Hai 23 anni, Ren. Se non hai più l'età adesso, cosa farai a 30 o a 40 o a 60?" aveva detto Niall, ritenendola alquanto esagerata.
"Sarò decrepita".
"E anche scema come adesso? Perché non penso che riuscirei a sopportarti tanto" disse il biondo con un sorriso divertito. Ma anche quel commento era stato un errore. Lauren si era rabbuiata e spenta del tutto.
"Chi dice che lo farai?" aveva sussurrato e Niall si era sentito in colpa subito dopo.
"Ehi, stavo scherzando. Ti sopporterò per il resto della mia vita, Ren" aveva cercato di rimediare.
"Potresti sempre innamorarti di un'altra. Noi siamo giovani" lo aveva detto senza degnarsi di guardarlo.
"Ma io ho te. Il mio amore non potrebbe focalizzarsi da nessun'altra parte. Devo iniziare ad andare in giro con la targhetta? Proprietà di Lauren Frost" e solo in quel modo, ripetendo ciò che la ragazza gli diceva di tanto in tanto, le aveva fatto tornare il sorriso.
"Lo faresti davvero?" gli aveva chiesto, sorridendo speranzosa.
"Mmh, forse" e a Lauren era bastata quella risposta.
Quindi, se ora Niall iniziava a preoccuparsi, sentiva di averne tutto il diritto. Lì c'era qualcosa che non andava. Ed era per quel motivo che, mentre Lauren finiva di vestirsi e di chiudere la sua valigia, Niall aveva parlato con Louis al piano di sotto, dicendogli di tenerla d'occhio. Ci avrebbe parlato, gli aveva detto Louis. Dopotutto era il suo migliore amico e se qualcosa non andava glielo avrebbe detto di certo.

-

Lauren continuava a pensare all'abbraccio che aveva scambiato con Niall prima di uscire di casa. Alla fine non era passato così tanto da quando erano partiti. Per tutto il viaggio in aereo aveva praticamente dormito. Modo migliore per combattere il jet leg. Inoltre ci sarebbe stato Oli a intrattenere Louis nel caso si annoiasse. Il moro comunque continuava a guardare l'ultima conversazione con Harry e sorrideva divertito. Il suo riccio lo stava pregando di fare il bravo.
<< Non ci siamo io e Niall a dividervi, quindi comportati da bravo fratello maggiore (e ventiquattrenne) ed evita di importunarla >> gli aveva scritto.
Louis ridacchiò, ripensando a quando un paio di settimane prima lui e Lauren erano sul divano di casa loro: Louis stava giocando con il telefono, mentre Lauren lo osservava adagiata accanto a lui. E fin lì era tutto normale. Ma poi, ovviamente, la situazione era degenerata: anche la ragazza voleva giocare, ma Louis non voleva. Avevano iniziato a litigare per chi dovesse farlo, fino a quando cercavano di togliersi dalle mani dell'uno o dell'altra l'Iphone del più grande. Soltanto Harry e Niall, stufi di quei comportamenti che rispecchiavano perfettamente quelli di quando avevano dieci anni, erano riusciti a farli smettere. Louis era stato sollevato di peso da Harry, così come Lauren da Niall. Entrambi avevano protestato, ma i loro fidanzati li avrebbero sovrastati comunque. Si erano seduti nei divani, lontani l'uno dall'altro e avevano continuato a tenerli d'occhio.
Sembravano dei bambini in punizione. E dopotutto, con Lauren che continuava a fargli le linguacce quando Niall si distraeva e Louis con le facce buffe, sarebbero potuti essere scambiati tranquillamente per due bambini.

Dopo quel viaggio si ritrovarono finalmente all'aeroporto di Atlanta, aspettando che una macchina venisse a prenderli. Lauren sospirava ogni paio di minuti e quando Louis pensava di non poterne più, le rivolse la sua attenzione.
"Len, cosa c'è, tesoro?" aveva chiesto. Sapeva per esperienza che in quelle situazioni con Lauren era meglio usare un tono dolce, anche quando in realtà era infastidito. La reazione della ragazza, altrimenti sarebbe potuta essere catastrofica. Si sarebbe potuta arrabbiare o abbattere ancora di più. Louis rabbrividiva al solo pensiero di entrambi i casi.
"Niente" aveva risposto la ragazza, guardando lo schermo del telefono aperto sul fuso orario. Atlanta: pomeriggio. Londra: notte.
"Ah ah, Len. So perfettamente quando la tua è solo noia, quindi non dirmi niente. Cosa c'è?".
Lauren era rimasta in silenzio per qualche attimo, prima di tornare a guardare Louis. "Mi manca Niall".
E Louis spalancò gli occhi, sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato di sentire quelle parole uscire dalla bocca della sua migliore amica. Anche se lei ne sentiva la mancanza, Louis avrebbe scommesso che non l'avrebbe mai ammesso. E invece eccola lì, con uno sguardo afflitto e le dita alla bocca, mangiucchiando l'unghia del pollice.
"Oh, babe". E in pochi secondi la ragazza si ritrovò tra le braccia del moro. Affondò nel petto di Louis, serrando gli occhi e afferrando la sua maglia con la mano. "Mi manca" ripeté.
"Ma lo hai visto neanche ventiquattr'ore fa" le disse, accarezzandole i capelli.
"Lo so. Ma... Lou?" chiese lei, aspirando l'odore che emanavano i vestiti del ragazzo.
"Sì?".
"E se lo perdessi?" era stato solo un sussurro, ma questo bastò a mandare Louis nel panico.
"Che significa?" chiese allontanandosi un po' per guardarla negli occhi.
"Se si innamorasse di un'altra? Se non gli andassi più bene? Se dovessi perderlo?" chiese velocemente e Louis si sentì molto confuso.
"Len. Niall è tremendamente innamorato di te. Non lo perderai, capito?".
Lauren non sembrava molto convinta, ma annuì comunque, tornando ad abbracciare il suo amico.
"Mi manca comunque, Lou" borbottò.
"Lo so, piccola. A me manca Harry. Ma li rivedremo presto, va bene?" cercò di consolarla.
Lauren annuì. "Te l'ha data lui questa chitarra?" chiese, riferendosi allo strumento che Louis si era portato dietro e che adesso aveva sulle spalle.
"Sì" rispose semplicemente, accarezzando dolcemente le braccia della ragazza.
"Stai davvero imparando a suonarla?" gli chiese.
Louis ridacchiò: "Ci sto provando".
E poi il seguente commento di Lauren lo fece scoppiare a ridere definitivamente. "Tanto l'unico chitarrista della band rimarrà Niall. Provategli a togliere quella gloria e vi ammazzo".
"Hai ragione, Len. Niall è un dio con la chitarra, mentre noi altri componenti siamo solo dei principianti".
Lauren si accorse che era risultato quasi un insulto quello che aveva appena detto e cercò di rimediare: "Però posso sempre aiutarti ad imparare".
Louis sorrise. "Grazie, babe".
"Boo?" chiese la ragazza, mentre lui rispondeva con semplici tocchi. "Possiamo sederci mentre aspettiamo?".
Se il maggiore quella volta si era sentito spiazzato da quella richiesta, non lo aveva dato a vedere. Aveva semplicemente annuito e l'aveva fatta sistemare sulle poltroncine poco distanti da loro.
Sinceramente non gli piaceva affatto quel periodo che Lauren stava attraversando. Sembrava sempre stanca, ansiosa o spaventata e quando provavano a chiedergli, neanche lei riusciva a dare una risposta soddisfacente. E se lo faceva di proposito o meno a tenerli fuori, né Louis né Niall riuscivano a capirlo. Entrambi comunque ci stavano male.

-

"Niall, mi dispiace" la voce tremante della ragazza dall'altra parte del ricevitore, lo aveva spaventato a morte. Dentro a quel pub sembrava che i suoi amici fossero improvvisamente spariti, proprio come il suo sorriso.
Si era alzato ed era uscito all'esterno.
"Di cosa, amore mio?".
Lauren si era allontanata da Louis non potendone più di quel caos. La testa le stava esplodendo e lei non riusciva a tollerare ancora il rumore di Fifa che continuava ad andare in TV. Era da un po' che Louis e Oli avevano intrapreso quella sfida e lei si era chiusa nella camera da letto della loro immensa suite.
"Mi manchi" disse, non rispondendo alla domanda che Niall le aveva posto.
Il ragazzo dal canto suo aveva sentito lo stomaco rigirarsi. Sentiva quell'impulso di raggiungerla, stringerla tra le braccia e proteggerla.
Aveva chiuso gli occhi per un attimo e aveva provato a rispondere: "Anche tu mi manchi, piccola".
"Scusa, non volevo chiamarti e rovinarti la serata" fece la ragazza, seppellendo ancora di più nelle coperte dentro alle quali si era nascosta.
"Non rovini un bel niente, Rennie" cercò di rassicurarla il biondo.
Lauren sospirò. "Vado a dormire" annunciò.
"Ma è ancora presto".
"Ho.. Ho mal di testa" spiegò la ragazza.
Niall sospirò. "Va bene, amore. Allora ti lascio dormire. Ma hai mangiato qualcosa?".
"Sì". Se quelle due cucchiaiate di minestra potevano considerarsi tale, allora sì.
Niall si passò una mano tra i capelli. "Va bene. Buonanotte, babe. Ti amo".
"Anch'io".
E dopo, il nulla. La linea che si interrompeva e Niall che guardava in silenzio il suo cellulare. Voleva solo tornare a casa. Voleva che tutti loro tornassero a casa. E subito. O la preoccupazione l'avrebbe mangiato vivo.

-

Essere di nuovo a Londra era un sollievo incredibile. L'ultimo mese era passato in fretta e Lauren sembrava che stesse tornando alla normalità. Andava sempre in palestra, passava il suo tempo con Niall e si chiudeva per ore in sala di musica. Aveva anche smesso di lamentarsi per qualsiasi cosa ed era tornata la stessa di sempre. Eccetto qualche mal di testa che a volte cercava di ignorare e addirittura non dare a vedere, il suo corpo non aveva avuto più alcun problema e lei stessa si era tranquillizzata.
Con la vicinanza della sfilata di moda, inoltre, era ancora più esaltata. Non era mai stata così interessata alla moda, in effetti. Ma solo il pensiero di andare ad un evento di quel tipo accanto ad Harry la metteva di buon umore. Probabilmente, avrebbe avuto la stessa reazione se Liam le avesse chiesto di andare insieme a guardare una partita di basket. O se Niall le avesse chiesto di accompagnarla durante una sua gara di golf. Qualsiasi cosa riguardasse i ragazzi in prima persona, la esaltava ed era contenta quando la includevano in quel modo. E poi, per la moda, una ragazza era sempre meglio di un ragazzo, no?
Era da ore davanti all'armadio. Aveva tirato tutti i suoi vestiti più eleganti fuori e li aveva rigettati all'interno un paio di volte, sempre insoddisfatta della scelta. Soltanto l'arrivo di Harry e l'espressioni di Niall, riuscirono finalmente a convincerla.
Quando Niall l'aveva vista con quel vestito verde addosso aveva spalancato gli occhi. Lauren era splendida. "Wow" aveva commentato, senza staccare gli occhi da lei. E dato che finalmente era riuscita a lasciarlo senza parole, Lauren fu sicura che quello era l'abito giusto, per poter stare accanto ad un perfetto esemplare di Harry Styles.
Non che il management fosse contento di quella idea, ma dopotutto anche i fan sapevano che Lauren aveva un buon rapporto con tutti e quattro i componenti della band. Quindi si sarebbero goduti la pausa e se ne sarebbero fregati di tutto il resto.
Niall e Louis, intanto avevano trovato una partita di calcio da andare a guardare allo stadio. Sebbene non giocasse nessuna delle loro squadre del cuore era pur sempre dello sport. Ed era meglio che restare in casa ad aspettare gli altri due.
Sinceramente, se Niall avesse saputo come sarebbe andata a finire, sarebbe rimasto a casa. E ovviamente avrebbe costretto Lauren a fare lo stesso.
Ma nessuno poteva saperlo e quel particolare sarebbe stato l'ultimo delle cose di cui il biondo si sarebbe incolpato.
E se tutti pensavano che Lauren si fosse ripresa da quel periodo, evidentemente si sbagliavano di grosso. Perché quando Niall aveva ricevuto quella telefonata e si era tappato l'orecchio per sentire meglio in mezzo al caos dello stadio, non si sarebbe mai aspettato di sentire un Harry con voce tremante che cercava di dirgli dove si trovasse. E forse, dopo aver sentito quelle parole, era sbiancato o si era irrigidito, dato che Louis seduto accanto a lui, se ne era accorto e aveva percepito tutta la paura dell'amico. Gli aveva toccato il braccio, cercando di capire che diavolo stesse succedendo.
E Niall stava solo cercando di non farsi venire un attacco di panico, quando aveva guardato gli occhi blu del maggiore e aveva detto: "Dobbiamo andare in ospedale".

-

Niall sentiva il suo battito pulsare nelle tempie. Sembrava che il suo cuore e il suo cervello fossero diventati un'unica cosa. 
Quando misero piede dentro quell'ospedale, la prima cosa che gli venne in mente fu quando lui e Louis ci avevano portato la ragazza a Doncaster, quasi tre anni prima. Non alla sua operazione al ginocchio, non quando lo avevano portato lì dopo quell'esibizione in cui si era sentito male per il caldo. Ma proprio quando Lauren aveva litigato con Louis ed era fuggita a Doncaster.
La paura era la stessa di quell'ultima volta. Anzi, adesso era decisamente peggio, perché non sapeva nemmeno che diavolo stesse succedendo.
Quando videro la figura di Harry in lontananza, che parlava con un'infermiera, Louis lo chiamò già da quella distanza. "Harry!".
Il ragazzo riccio, che adesso aveva solo i pantaloni e la camicia, mentre la giacca era stata gettata chissà dove, si voltò di colpo e in quel momento l'infermiera ne approfittò per sgattaiolare via.
"Che è successo?" chiese Louis con voce preoccupata, raggiungendo il ragazzo più piccolo.
"Io.. Non lo so" Harry sembrava nel panico. "Siamo andati dietro le quinte per incontrare Cara e lei ha iniziato a sentirsi male. Mi.. Mi è svenuta tra le braccia. Non sapevo che fare" la voce tremante di Harry rispecchiava esattamente il corpo di Niall. Anche lui stava tremando. Aveva così paura.. Quella paura così dannata da pietrificarlo.
E vedere Harry in quello stato non facilitava affatto le cose. Il riccio era sempre stato un ragazzo che riusciva a gestire ogni situazione. Ma non quella volta.
"Si sa qualcosa?" chiese Louis, accarezzando il braccio del suo ragazzo.
"No... Stanno facendo le analisi" Harry sospirò e Niall diede loro le spalle.
"Ni, dove vai?" chiese Louis, ma il biondo non rispose nemmeno. Si sedette sulle sedie al lato del corridoio e chiuse gli occhi. Quel pulsare alle tempie lo stava uccidendo, ma era l'unica cosa che lo distraesse da tutto il resto. Dopotutto, adesso non restava che aspettare.

-

Quando Liam sentì vibrare il telefono aveva appena messo piede fuori dall'aereo. Si era dilungato alquanto in America ed era bello ritornare in patria. Ma ciò che non si aspettava di trovare era quel messaggio di Harry che gli spiegava la situazione e lo esortava a sbrigarsi. << Non riesco a consolarne due contemporaneamente. Ho bisogno di te >>. E così era corso verso l'ospedale. Non che servisse davvero qualcuno per Niall. Era rimasto tutto il tempo in silenzio, con le emozioni in subbuglio e i sensi di colpa che lo opprimevano. Anche quando Johannah era arrivata qualche ora prima, aveva continuato a stare in silenzio. Così come quando era arrivato Liam.
Delle infermiere avevano detto loro che ci sarebbe voluto del tempo per fare analisi. Sarebbero potuti anche andare a casa, ma ovviamente nessuno si mosse da lì.
Liam continuava a camminare avanti e indietro per il corridoio. Niall continuava a stare immobile in quella sedia bianca e scomoda. Louis era accoccolato ad Harry, mentre Jay sorseggiava una bevanda calda.
Iniziavano a pensare che sarebbero passate altre ore, quando finalmente una porta si aprì e un dottore uscì dicendo semplicemente: "Parenti di Lauren Frost?".
Niall era stato il primo ad alzarsi e a fiondarsi da quell'uomo brizzolato con una cartellina in mano.
"La prego, ci dica che cos'ha Lauren" quelle parole pronunciate dal biondo erano risultate quasi strane, dopo non aver parlato per ore.
L'uomo si aggiustò gli occhiali che aveva sul naso e guardò quei cinque volti che lo fissavano con la paura negli occhi. E forse, quella paura era giustificabile. Dopo quella notizia, chissà in cosa si sarebbe trasformata.
Il dottore sospirò. "Penso che avrete sentito tutti parlare di leucemia. Il caso di Lauren è linfatica cronica".
Leucemia. Niall sentì il mondo aprirsi sotto ai suoi piedi. Era come se in lui si fosse aperta improvvisamente una voragine che cercava di risucchiarlo. Quel fastidioso fischio nelle orecchie lo aveva isolato da tutto il resto, perdendosi ciò che il dottore stava continuando a spiegare sulla malattia, perdendosi il commento di Louis investito dalla paura, non rendendosi nemmeno conto del fatto che Liam gli avesse messo una mano sulla schiena, stringendo tra le dita la sua felpa.
Niall non sapeva nemmeno dove avesse trovato le forze per dire quelle due parole: "Devo sedermi".
Erano state soltanto sussurrate, ma Liam che era accanto a lui, si era voltato di colpo.
"Ehi, ehi. Niall" lo sorresse per paura che il ragazzo potesse svenire o non avere la forza di stare in piedi.
E mentre Louis, Harry e Jay continuavano a parlare con il dottore, Liam fece sedere Niall su una di quelle sedie di plastica.
"No, no, no". Niall aveva iniziato a piangere senza che potesse fermarsi e Liam sentiva il groppo in gola solo a guardarlo.
Il moro sentì anche il pianto di Louis ed evitò di voltarsi. Non avrebbe sopportato di guardare due dei suoi compagni di band in quello stato.
"Niall" Liam si sedette accanto a lui, iniziando ad accarezzargli i capelli, ma quei tocchi non sembravano neanche scalfire il ragazzo biondo, che voleva soltanto svegliarsi da quell'incubo. Perché se quella era tutta una presa in giro della sua mente, non era affatto divertente.

-

Harry aveva lasciato Louis tra le braccia di Jay e Niall con Liam e aveva deciso di raggiungere la ragazza nella sua stanza. Quando mise piede in quella camera tremendamente bianca, il suo occhio cadde immediatamente sulla mora, distesa sul letto con gli occhi semi aperti. Voltò la testa e fece un piccolo sorriso, incontrando gli occhi verdi di Harry.
"Ehi, piccola" disse il riccio, cercando di restare solido anche in quella situazione. Si era sporto in avanti e aveva accarezzato i capelli della ragazza.
"Ehi" rispose lei con voce gracchiante.
"Come stai?". Domanda stupida.
"Dov'è Niall?". Lauren non aveva neanche preso in considerazione l'altra domanda.
Harry sospirò prima di rispondere: "Lui.. È qui fuori. Con Lou e gli altri".
Lauren chiuse gli occhi un attimo e deglutì. "Non volevo farli soffrire" sussurrò.
"Lauren..."
Harry non ebbe neanche il modo di continuare a parlare.
"Haz.. Io so che stiamo parlando di cancro. Ho 23 anni, per l'amor di dio. Il dottor Martin mi ha già detto a cosa vado incontro. E non sanno nemmeno le cause. Potrebbero solo supporle: quella cicatrice potrebbe esserne la causa. Potrebbe? Harry, è diciassette anni che è la causa di tutti i miei mali. Non volevo che diventassero anche i loro... i vostri".
Sentirla parlare in quel modo stava straziando il ragazzo dai capelli ricci e gli vennero in mente le parole che quel dottore aveva detto loro poco tempo prima: "Questo tipo di leucemia è riscontrata solitamente in chi ha già una certa età. Mi dispiace dire che la ragazza fa parte di quella piccola percentuale che comprende i giovani. Solitamente è un fattore esterno a rendere una persona malata o un fattore genetico. Ma il più delle volte la causa non è riscontrabile. Proprio come in questo caso. Non è da escludere che il trauma subito al collo abbia contribuito. Mi dispiace, signori. Adesso spetta a lei decidere quale sarà il prossimo passo".
"Ma forse doveva andare così. Dall'inizio. L'ho scampata troppe volte" le parole di Lauren fecero tornare Harry al presente.
"Lauren, no. Non dirlo neanche".
E a quel punto entrambi si voltarono verso la porta aperta, sulla quale qualcuno aveva bussato.
"Ehi" Liam fece un piccolo sorriso, al quale Lauren cercò di ricambiare. "Ti va se faccio entrare Niall?" le chiese.
Lauren si sentì travolgere dall'ansia e dal senso di colpa, ma annuì, mettendosi meglio a sedere su quel letto scomodo. E quando il biondo aveva messo piede nella stanza, la ragazza ebbe un motivo in più per sentirsi ancora peggio: i bellissimi occhi di Niall erano cerchiati di rosso, a causa del pianto. Erano anni che Lauren non lo vedeva piangere e la causa adesso era proprio lei.
"Ehi, piccolo" disse Lauren dolcemente, cercando di rassicurarlo, ma non appena Niall sentì la sua voce tornò a piangere. Lui non voleva, davvero, ma non riusciva a fermarsi. Aveva solo così paura. Si trattava sempre della sua Lauren.
"Oh, amore, vieni qui". Niall si avvicinò e si ritrovò subito tra le braccia della ragazza, con il viso premuto contro il suo collo.
Lauren stava cercando di non piangere. Non riusciva a vedere Niall in quello stato. Continuava a stringerlo a sé e cercava di fermare i suoi singhiozzi, lasciando dolci baci sulla sua testa. "Va tutto bene" disse, incontrando gli occhi di Louis, che finalmente si era deciso ad entrare in quella stanza. Lauren poteva vedere chiaramente il dolore anche nei suoi occhi.
"Va tutto bene" ripeté, cercando così di rassicurare entrambi i ragazzi dagli occhi blu. "Va tutto bene".

-

Se un Niall del futuro avesse ricordato quel periodo della sua vita, avrebbe continuato ad affermare che era stato decisamente il peggiore.
Lauren era tornata a casa dopo gli ultimi controlli e aveva chiesto se potesse avere del tempo per decidere cosa fare con quelle notizie. Ovviamente, le era stato concesso, ma con l'invito di sbrigarsi. Essendo arrivata già ad uno stadio intermedio della malattia, prima si muovevano, prima c'era la possibilità di guarire.
Erano passate quasi due settimane da allora e Lauren non aveva ancora deciso.
In quelle due settimane aveva iniziato a distaccarsi da Niall, da Louis e da chiunque le stesse intorno, nonostante questi cercassero di non essere esclusi. Niall si sentiva così stanco. Era stanco di vedere Lauren così spenta, era stanco di vedere come lei gli nascondesse i suoi lividi, era stanco di continuare a chiederle se avesse deciso cosa fare. Aveva ormai rinunciato anche ad aiutarla in quel tipo di decisione, come aveva tentato di fare all'inizio, ma lei non ne voleva sapere.
Erano passate solo due settimane e Niall si sentiva oppresso dall'angoscia. Aveva paura di perderla. Sentiva come se la vita di Lauren fosse appesa ad un filo e in effetti era proprio così. E di conseguenza anche la sua era in bilico. Aveva una paura fottuta e la sua ragazza non stava facendo nulla per rassicurarlo. Anzi, era esattamente il contrario.

-

Quando Liam entrò in studio, non si aspettava di trovare Niall lì. Ultimamente era raro che uscisse di casa. Tutti erano stanchi e angosciati da quella situazione. Perfino i fan, che non capivano che diavolo stesse succedendo ai One Direction. Quando Lauren era finita in ospedale, su Twitter, Facebook e qualsiasi altro social network era scoppiato il finimondo. Chissà come, avevano saputo che tutti e quattro erano lì dentro e temevano per uno di loro. Chi è che sta male? Cosa diavolo è successo?
Quella situazione non si era calmata fino a quando Liam non aveva twittato che loro stavano tutti e quattro fisicamente bene. Erano solo cose che succedevano e chiedeva di rispettare per un po' la loro privacy.
E fortunatamente così era stato. La foto di Niall accanto a Liam, con gli occhiali da sole e il cappuccio sulla testa, mentre uscivano dall'ospedale, era stata accantonata e i fan li avevano lasciati a combattere una battaglia che riguardava soltanto loro. Erano stati esclusi da un Louis perennemente triste e abbattuto e da un Niall spento e apatico.
Il biondo forse non se ne rendeva neanche conto. Era solo oppresso da tutto. Ma agli occhi dei suoi amici, quel suo atteggiamento non era affatto produttivo. Per nessuno. Ed era per quello che quando lo aveva visto seduto lì, con lo sguardo perso nel vuoto, aveva reagito in quel modo.

-

Respiro profondo. Niall stava solo cercando di non scoppiare a piangere o farsi prendere dal panico. Quelle due cose sembravano ormai abituali in quelle due settimane.
Respiro profondo. Niall non capiva perché tutto quelle stesse succedendo a lei. Perché succedesse sempre tutto a lei. Perché quel qualcuno lì su ce l'avesse tanto con la stessa persona, buona e dolce qual era Lauren. Perché stesse capitando a loro.
Respiro profondo. Per Niall quelle due settimane erano sembrate anni. Era tutto così doloroso. E Lauren che continuava ad escluderlo, allontanarlo da sé in quel modo lo faceva stare ancora peggio.
Respiro profondo. Il senso di colpa era l'emozione peggiore di tutte. Quella che lo faceva svegliare nel cuore della notte, dopo aver sognato l'assenza di Lauren o semplicemente le reminiscenze dei mesi passati, quando Lauren continuava ad ammalarsi e lui era così cieco. Quando Lauren stava cambiando e lui era rimasto a guardare.
Respiro profondo. Niall non stava neanche ascoltando Liam che urlava contro di lui. Sentiva a malapena il modo in cui lo esortava a reagire e che tutto quello fosse ridicolo.
"Devi reagire! Lauren ha bisogno di te. Dovete combattere!".
Respiro profondo. Niall non riusciva a credere alle parole che Lauren gli avesse detto quel pomeriggio. Non riusciva neanche a pensarci senza sentire il suo petto stringersi dalla paura, dalla rabbia, dallo scoraggiamento. Non voleva che finisse in quel modo.

Lauren era entrata nella stanza senza dire una parola, tanto che Niall non se ne era neanche accorto, fino a quando lei gli aveva poggiato le mani sulle spalle.
"Ren" aveva detto d'istinto, voltandosi a guardarla. Sapeva perfettamente che quello era il suo tocco. E dopotutto in casa c'erano soltanto loro due.
Lauren gli fece un piccolo sorriso e andò a sedersi sulle gambe del ragazzo, passandogli le braccia intorno al collo.
"Niall" aveva detto solamente e il biondo aveva continuato a guardarla, con le mani sulla vita di lei.
"Ti amo".
E quelle parole lo avevano fatto sorridere dolcemente. Sperava che quello significasse qualcosa: che lei avesse finalmente deciso cosa fare. Che lei avesse scelto la cosa giusta. E invece, proprio come Niall non si sarebbe aspettato, le parole che seguirono gli fecero sparire il sorriso. E fecero andare il suo cuore in frantumi.
"Ascoltami, piccolo" aveva iniziato. "Ho deciso cosa fare...".
Niall non aveva il coraggio di emettere suono. Stava solo aspettando il verdetto che aspettava da due settimane.
"Non voglio nessuna cura".
Niall non aveva capito il senso in un primo momento. Era rimasto interdetto. Non significava...
"Vuoi morire?" aveva sussurrato, temendo la risposta.
"Perché andare contro al destino?" aveva ribadito lei, sollevandosi da lui.
Al che Niall non ci aveva più visto. Era balzato in piedi e aveva iniziato ad urlare. "Cosa credi di fare? Pensi di lasciarmi? Non ti permetterò di abbandonarmi così, capito?".
"Non è una tua scelta".
Niall sentiva le mani che gli tremavano e per fermarle afferrò i suoi capelli.
"Sei un'egoista!".
Quelle parole avevano bruciato sulla pelle di Lauren, che non era riuscita a ribattere.
"Sei solo un'egoista. Non pensi a me, non pensi a Louis. Non ti importa se noi stiamo soffrendo da due settimane. Tu pensi solo a te stessa".
Lauren aveva sentito gli occhi riempirsi di lacrime: "È da tutta la vita che soffro, Niall! È ora di smetterla. Io sono rotta, Niall! Tu e Louis riuscirete a vivere senza di me".
"No! Io non ci riesco! Sei parte della mia vita, Lauren" Niall aveva continuato ad urlare, avvicinandosi a lei e afferrandola per le braccia.
"Ti amo e non voglio perderti!".
Lauren non riusciva a guardarlo neanche. "Ti abituerai. Sei forte".
E prima che potesse scoppiare in lacrime ancora una volta davanti a lei, Niall era uscito dalla stanza e da quella casa, cercando di andare il più lontano possibile.

"Lei non vuole". Erano state le prime parole che Niall aveva pronunciato davanti a Liam, ma il tono era così basso che il moro aveva continuato a sbraitare.
"Lei. Non. Vuole. Combattere" disse Niall a voce più alta, riuscendo finalmente ad interromperlo.
"Cosa?" chiese Liam, poggiando i palmi delle mani sul tavolo.
"Lei non vuole combattere, Liam!" il biondo era balzato in piedi e aveva alzato la voce. "Tu non sai niente! Non sai cosa significa... è la mia fidanzata, Cristo santo!".
Liam si era sentito quasi ferito da quella affermazione. "E' mia amica" disse soltanto.
"Tu non sai cosa mi ha detto oggi! Lauren ha preso una decisione" i pugni di Niall si serrarono. "Lauren non vuole combattere. Lauren non vuole essere curata in nessun modo".
Quelle parole dette da lui ad alta voce lo fecero stare ancora peggio, tanto che si era lasciato ricadere sulla sedia angosciato, scuotendo la testa.
"Non è possibile" aveva sussurrato Liam con gli occhi spalancati. Oh, e invece era proprio possibile. Dannatamente possibile.

-

"No!" era la prima volta dopo tre settimane da quando erano venuti a conoscenza della notizia che aveva rovinato loro la pausa, che Louis si stava arrabbiando per qualcosa.
Harry non riusciva più a sopportare di vedere il suo ragazzo sempre giù di morale. Mai un sorriso che gli facesse diventare gli occhi più sottili e spuntare le rughette agli angoli di quegli occhi blu. Anche quando gli avevano detto, una settimana prima, che Lauren voleva lasciarsi morire non si era arrabbiato. Nei suoi occhi era solo sparita anche quella piccola traccia di speranza che ancora glieli illuminava. Perché dopotutto, Louis se lo aspettava che Lauren avrebbe deciso in quel modo. E non riusciva ad arrabbiarsi come Niall, il quale non poteva proprio accettarlo, ma si sentiva solo divorato dal senso di colpa. Perché se Lauren aveva deciso in quel modo, significava che lui aveva sbagliato qualcosa. La sua missione era fallita. Clamorosamente.
"No! Harry, non se ne parla proprio!" aveva protestato quella volta.
"Lou, lo so. Ma lo sai come sono...".
"Non mi frega un cazzo! Noi non faremo quelle interviste. Non adesso!" lo aveva interrotto il maggiore.
"Sono soltanto due... per rassicurare i fan. Saranno brevi" Harry aveva sospirato. Sapeva che Louis aveva ragione.
"Pensa a come reagirebbe Niall!".
"Alla prima può non essere presente".
Louis guardò il riccio negli occhi. "Questa non è vita, Harry" aveva commentato con freddezza.
E Harry aveva annuito. "Lo so, Lou. Lo so".

-

Niall e Lauren non si parlavano quasi da una settimana. Passavano tutto il tempo nella stessa stanza, ma era come se non avessero più niente da dirsi. Niall continuava a guardare in silenzio come la ragazza si stesse spegnendo. Lauren aveva perso già qualche chilo. Era perennemente stanca e debole e dormiva parecchio. Niall non voleva rassegnarsi, ma sinceramente non sapeva cosa altro fare, se non soffrire in silenzio.
"Se mi ami, rispetta la mia decisione". Quelle parole, pronunciate da Lauren due sere prima mentre stavano a letto, gli riecheggiavano nella testa. E la cosa peggiore era che sarebbero potuti passare mesi prima che Lauren arrivasse al suo scopo. E il biondo sinceramente non credeva di farcela.
Adesso stavano entrambi davanti al televisore a guardare l'intervista dei ragazzi. Niall sapeva che sarebbe dovuto essere presente alla prossima, ma non era sicuro di esserne pronto.
A cosa aveva portato questa prima intervista di dieci minuti? Per il management: a rassicurare il fandom.
Per il fandom: a capire definitivamente che il problema era legato a Niall, ma che anche Louis, stato praticamente in silenzio per tutta l'intervista, mentre Harry e Liam cercavano di risultare normali, aveva subito le conseguenze di quel qualcosa. 
Alcune ragazze, le stesse che credevano nella teoria che in effetti era reale, erano arrivate a pensare che si trattasse di Lauren, ma non ne potevano essere sicure, dato che la ragazza e in generale le fidanzate dei ragazzi non erano state nominate assolutamente durante l'intervista.
Niall sospirò, mentre spegneva il televisore. Lauren non aveva detto una parola, così come lui e Niall era già pronto ad alzarsi da lì. Sentiva l'estremo bisogno di entrare in sala di musica, dentro alla quale la sua ragazza non metteva più piede da un po': aveva bisogno di pizzicare le corte e sentirle contro i suoi polpastrelli. Magari quella sarebbe stata la sua unica cura. Ciò che lo avrebbe fatto sentire meglio.
Ma prima che potesse farlo, Lauren si era spostata dalla sua posizione e si era sistemata con la testa sulle gambe di Niall.
Il biondo l'aveva guardata, ma lei aveva già chiuso gli occhi. Era così bella. Niall avrebbe guardato il suo viso per tutto il giorno, ogni giorno per il resto della sua vita, ma evidentemente quello non sarebbe stato possibile. Erano in momenti come quelli che Niall avrebbe voluto spegnere il cervello e smettere di pensare, perché quei pensieri lo avrebbero ucciso prima o poi.
Senza neanche rendersene conto aveva poggiato la mano sulla testa della ragazza, passando le dita tra i suoi capelli con movimenti lenti. E aveva iniziato a canticchiare.
Lauren aveva riconosciuto subito quel motivetto. Dopotutto You And I era sempre stata la loro canzone per eccellenza. Fu per quello che i suoi angoli della bocca si erano sollevati in un piccolo sorriso. E Niall si era perso ancora una volta nel suo viso. Come tutte le volte. Con lei ci sarebbe ricascato ogni singola volta. Era sempre stata la sua cura. Anche quel pomeriggio, nonostante Lauren fosse diventata la sua angoscia, il suo senso di fallimento, il suo dolore, con quel piccolo sorriso era riuscita a farlo sentire un po' meglio. Perché lei era lì, distesa su di lui, ricercando il contatto che al ragazzo tanto mancava. Ma aveva comunque fatto quel piccolo gesto nei suoi confronti e Niall aveva pensato di goderselo, perché qualche mese dopo forse non avrebbe più avuto la possibilità. E allora sì che lo avrebbe rimpianto.




 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


"Sei dimagrito". Louise guardava contrariata il viso di Niall. Aveva dovuto fare davvero un bel lavoro per far sparire le occhiaie sotto ai suoi occhi azzurri e farlo tornare ad un colore naturale.
"Non è vero" cercò di negare il biondo, ma sinceramente non ci credeva neanche lui. Il cibo era diventato ormai l'ultima delle sue priorità.
"Adesso solo un bel sorriso falso per le telecamere e poi a casa. Dai, Niall" cercò di consolarlo la donna, poggiandogli una mano dietro al collo.
Il ragazzo sospirò e si alzò in piedi.
"Perché devo essere presente? Non posso fare come l'ultima volta?" chiese guardandosi allo specchio, ma incrociando gli occhi di Liam dietro di sé, piuttosto che soffermarsi sul suo viso.
"Sarà una cosa rapida, Ni. Non pensarci".
Rapida o no, a Niall veniva da vomitare. Aveva lasciato Lauren che dormiva a casa e l'ultima cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era mostrarsi davanti alle telecamere.
Era da cinque settimane che non si sentiva la risata di Niall. Era da cinque settimane che non riusciva a fare un sorriso. Come avrebbe fatto a fingere? Non ce l'avrebbe fatta, lui lo sapeva.
"Non ce la faccio" sussurrò, incrociando i propri occhi nello specchio. Odiava il suo sguardo. Odiava il suo viso.
"Ci siamo noi con te" disse Liam, mettendogli le mani sulle spalle e massaggiandogliele, cercando di farlo sciogliere un po'.
E Niall era rimasto in silenzio. Perché era vero, i suoi migliori amici erano con lui. Ma Niall si sentiva comunque infinitamente solo.

-

Niall non riusciva neanche ad ascoltare ciò che l'intervistatore stava dicendo. Continuava a guardarsi le mani e a torturarsele.
Era grato del fatto che Liam e Louis lo avessero fatto sedere in mezzo a loro, mentre Harry si era sistemato accanto al suo fidanzato. In quel modo Niall si sentiva più protetto. Ed era grato del fatto che quando gli veniva rivolta una domanda, loro erano pronti a rispondere per lui.
Niall doveva solo controllare il respiro e aspettare che tutto quello finisse.
"Qual è la vostra canzone preferita dei vostri album?". Quella domanda era una come un'altra, sempre ricorrente nelle loro interviste.
Quella volta però qualcosa era cambiato: le risposte dei ragazzi.
"Temporary Fix" Liam era stato il primo a rispondere ed era stato il primo a far venire una fitta al petto di Niall.
"Act My Age". Harry era stato il secondo. Niall si morse il labbro, senza guardare nessuno. Non gli piaceva quello che i suoi compagni stavano facendo. Non era divertente. Quelle erano le canzoni di Niall e Lauren. Loro non potevano...
"You And I" Niall non era riuscito a restare impassibile. Aveva girato la testa verso Louis e gli aveva lanciato uno sguardo angosciato. 'Perché lo state facendo? No, vi prego' sembrava che dicessero i suoi occhi.
Louis adesso stava ricambiando lo sguardo di Niall e gli rivolse un piccolo sorriso. Niall sentì gli occhi inumidirsi e abbassò di nuovo lo sguardo, stringendo la mano sul suo ginocchio.
Louis voleva solo stringere il ragazzo biondo tra le braccia e tenerlo al sicuro. Era stato proprio per quello che aveva allungato il braccio e aveva afferrato la mano di Niall, intrecciando le loro dita insieme.
Quel gesto che non sarebbe passato inosservato a nessuno. Quel gesto che aveva creato un attimo di silenzio durante l'intervista e aveva fatto voltare le teste di Liam e Harry verso quel punto. Quel gesto che sarebbe rimasto impresso per molto tempo nella mente di tutti i fan.

-

"Ti prego, ti prego, ti prego" Niall era riuscito appena ad arrivare nel loro camerino, prima di scoppiare in lacrime.
"Niall" Louis lo afferrò per le braccia.
"Non voglio..." Niall non riusciva a respirare tra le lacrime.
"Ni, devi respirare!" Louis stava cercando di fermare l'attacco di panico di Niall, mentre Harry e Liam li guardavano spaventati.
"Non voglio che muoia! Non voglio che mi lasci!" aveva iniziato a ripetere tra i singhiozzi.
Louis non si era neanche reso conto delle lacrime silenziose che scendevano sulle sue guance. "Niall" aveva detto soltanto, prima di stringerlo tra le sue braccia.
"Ssh, andrà tutto bene". Quelle parole suonavano così male. No, non sarebbe andato tutto bene. Non dopo che Lauren aveva preso quella decisione.
"Solo.. Respira".
Niall cercò di fare come Louis gli diceva, ma era davvero difficile. Stava tenendo tra le mani il maglione di Louis, come se il maggiore fosse la sua unica ancora di salvezza e cercava davvero di concentrarsi nel regolarizzare il respiro.
"Ti prego, Lou. Parlale. Ti prego. Non lasciare che mi abbandoni. Ti prego. Non riesco a farcela senza di lei" disse continuando a piangere.
Louis si sentì tremendamente in colpa. Niall aveva ragione. Nessuno dei due ce l'avrebbe fatta se Lauren fosse morta.
Era stato stupido a pensare di dover rispettare quella scelta. Louis avrebbe dovuto già farlo da settimane. Avrebbe dovuto parlare con lei.

-

Lauren non aveva avuto il coraggio di guardare Niall, una volta tornato a casa. Il biondo non aveva detto una parola ed era andato a chiudersi in camera, lasciandola lì con Louis.
Il ragazzo più grande si era semplicemente seduto sul divano accanto a lei e dopo un attimo di silenzio aveva detto: "È a pezzi".
Lauren sospirò, passandosi una mano sul viso. "Lo so".
Louis aveva voltato la testa per guardarla. "Che intenzioni hai, Len?". La ragazza non capiva il senso di quella domanda, dato che il suo migliore amico sapeva già la risposta. Infatti Louis non le aveva lasciato il tempo di rispondere e aveva continuato: "Come pensi che vivremo io e Niall quando tu te ne sarai andata?".
"Ce la farete. Lo supererete".
"Ah sì? E se non lo facessimo? Len, Niall non è così forte come credi. In tutti questi anni è sempre stato ancorato a te. Sei stata la sua certezza, il suo rifugio... Se tu gliela togliessi, crollerebbe. Immagina l'anno prossimo, quando sarà distrutto dal dolore e butterà la sua vita nel cesso, la sua carriera. Perché non tornerà a lavorare, lo sai vero? Niall non canterà mai più".
"Non è vero..."
"Sì che lo è, Len".
Lauren sospirò. "E se io reagissi, ma non servisse a nulla?".
"Ci avresti provato. E questo gli basterebbe. Sarebbe fiero di te. Ma non togliergli tutta la speranza".
Lauren si sentiva così stanca. "E tu?". Louis aveva fatto un piccolo sorriso privo di allegria.
"Io sarò sempre fiero di te, Len. E mi dispiace che io non sia riuscito a farti vivere. Sopravvivere".
"Ma tu ce l'hai fatta".
"No, Lauren. Non sono riuscito a raggiungere il traguardo con te. E se non ci proverai neanche, perderemo anche Niall. Anche lui si rifiuterà di arrivare alla fine. E ho paura, Len. Tanta paura".

-

Niall vagava per la casa come un automa. Non aveva idea di dove stesse andando o cosa stesse facendo. Continuava a camminare per i corridoi poggiando la mano sul muro e strisciandola lungo la superficie. Sembrava pazzo. Ma aveva bisogno di sentire qualcosa, anche se si trattava soltanto di una sensazione tattile.
I suoi piedi si fermarono solo quando sentì quel suono. Quelle note che fuoriuscivano dal pianoforte. Il suo battito cardiaco accelerò. Era da due mesi che non sentiva quel tipo di musica dentro quella casa. Che Lauren non si azzardava ad entrare lì dentro.
Così era arrivato accanto a quella porta aperta e si era fermato ad ascoltare, senza neanche guardare se si trattasse di lei. Erano note così dolci... Non poteva che essere lei. E quando Lauren cambiò tonalità e scala, Niall si era reso conto immediatamente di che canzone si trattasse.
Era la prima canzone che anni prima Niall le aveva sentito cantare davanti a un televisore: quando l'aveva sentita cantare per la prima volta in assoluto. In cinque anni, non aveva più avuto la possibilità di sentire quella sua performance nonostante fosse a conoscenza del fatto che lei sapesse suonarla anche con il pianoforte. Niall appoggiò la schiena contro il muro e si lasciò scivolare piano piano verso terra, sedendosi lì con le ginocchia al petto e il viso affondato nelle braccia.
E sinceramente non si aspettava che Lauren iniziasse anche a cantare.

You tell me that you need me,
Then you go and cut me down

Niall non riusciva a credere che quella canzone che era stata la prima che lui le aveva sentito cantare, adesso sarebbe potuta essere l'ultima.

That it's too late to apologize.
It's too late...
I said it's too late to apologize. 
It's too late.

Niall continuava ad urlare nella sua testa che non era ancora troppo tardi. E non voleva che lo diventasse.

I loved you with a fire red,
Now it's turnin' blue 
And you say
Sorry, you're not the angel 
Heaven let me think was you 
But I'm afraid

E quando Lauren aveva pronunciato quell'ultima parola, Niall si era rotto. Quei singhiozzi che erano seguiti dalla ragazza, che aveva smesso di cantare, ma non di suonare, lo stavano distruggendo. E adesso sì che stava piangendo anche lui. Niall non ce la faceva più. Si sentiva un idiota. Erano quasi due mesi che non smetteva di farlo.
Sentire Lauren piangere per la prima volta da quella notizia, però, lo aveva ferito nel profondo. Forse anche lei aveva paura.
La ragazza intanto aveva ripreso a cantare ed era arrivata alla fine della canzone.
Niall stava ormai singhiozzando quando lei aveva chiuso il rivestimento dei tasti e si era alzata da lì, asciugandosi il viso con le mani.
Solo quando aveva messo piede fuori dalla porta, si era resa conto di un Niall tremante, lì per terra.
"Oh amore..." aveva detto sedendosi accanto a lui e passando un braccio intorno alle sue spalle.
Niall aveva lasciato andare le sue ginocchia e si era gettato su di lei, con le braccia intorno al suo collo e il viso sul suo petto.
"Piccolo mio.. Ssh, non piangere" Lauren stava cercando di calmarlo con movimenti lenti e dolci sulla sua schiena.
"Non lasciarmi" Niall aveva iniziato a ripeterlo.
Lauren ripensò ancora una volta alle parole di Louis e chiuse gli occhi un attimo, prima di baciare la testa del ragazzo biondo e dire: "Non ti lascio, Niall. Non vado da nessuna parte".
E sentendo quelle parole Niall aveva alzato la testa verso di lei.
Lauren gli aveva passato le mani sul viso e iniziò ad asciugarglielo dalle lacrime con i pollici.
"Vuoi dire che...?".
"Non è troppo tardi, amore. Dobbiamo solo iniziare la chemio".
Niall non sapeva che dire. Non riusciva a credere che Lauren avesse detto quelle parole. 
Louis ci era riuscito. Ancora una volta.
"Ti amo così tanto" aveva detto poi, sporgendosi in avanti per baciarlo.
Niall ricambiò volentieri. Era da tantissimo tempo che aspettava di riceverne uno. Di nuovo.
"Mi dispiace". Quelle due semplici parole che fecero tornare a posto quasi tutto.
"Grazie" sussurrò Niall, tornando a far scontrare le loro labbra. 
E forse quella non sarebbe stata l'ultima volta. Forse c'era ancora speranza anche per loro.
"Combattiamo?" chiese Lauren facendogli un piccolo sorriso.
"Insieme".

-

La parte più difficile per Lauren, una volta iniziata la chemioterapia, era stata la caduta dei capelli. Quelli di della mora erano sempre stati molto lunghi e negli ultimi anni le erano arrivati fin quasi al fondoschiena. Era per quel motivo che quando il dottore l'aveva avvisata di quel particolare era rimasta in silenzio. Ovviamente non voleva che diventasse un problema. L'importante era sconfiggere la malattia, ma in ogni caso era qualcosa che la rattristava e le faceva rabbia. 
E così quando quest'ultimo sentimento era prevalso, prima che iniziassero a cadere aveva preso le forbici dal secondo cassetto del mobile di legno.
Era in quel modo che Niall l'aveva trovata: davanti allo specchio del bagno, con le forbici pronte a tagliare.
"Ren, che stai facendo?" Niall aveva chiesto entrando nella stanza.
"Li taglio".
Niall la guardò per un attimo prima di continuare a parlare: "Sì, lo vedo. Ma perché?".
"Cadranno comunque".
Quelle due semplici parole avevano fatto capire a Niall quanto Lauren fosse sconfortata da quel particolare. Si era avvicinato e si era messo dietro di lei. "Vuoi che lo faccia io?". Lauren incrociò i suoi occhi nello specchio e annuì.
Niall prese le forbici dalle sue mani e afferrò buona parte dei capelli di Lauren. Deglutì mentre le posizionava all'altezza del collo della ragazza. I suoi capelli sarebbero diventati a caschetto in pochi attimi.
"Vai" lo aveva esortato lei, mettendosi le mani sul viso.
E Niall lo aveva fatto. Con due tagli netti i capelli di Lauren finirono per terra, rendendo la ragazza più leggera. Entrambi avevano abbassato lo sguardo per osservare quella massa di capelli scuri finita sul pavimento.
"Mi dispiace, babe" aveva detto Niall.
E Lauren aveva scrollato le spalle cercando di essere indifferente.
"Sei bellissima anche così. Sarai sempre bellissima". E anche quella volta Niall riuscì a farla sorridere.

-

Tre mesi.

Quella era forse la fase migliore di tutta la malattia. Lauren stava facendo la chemioterapia e nonostante non avesse più i suoi capelli e non uscisse di casa eccetto che per andare in ospedale, solitamente accompagnata da Louis, adesso le capitava di spendere qualche sorriso.
Lauren era sempre stanca in quel periodo, proprio a causa del trattamento che stava subendo. Dormiva parecchio, ma quando non lo faceva Niall e Louis erano sempre pronti a farla ridere. Entrambi i ragazzi avevano cambiato atteggiamento: adesso erano speranzosi e continuavano a credere che la loro pausa sarebbe potuta finalmente proseguire in modo diverso.
Non che fossero amareggiati dal fatto di aver perso la loro pausa. Anzi, se proprio c'era da dirla tutta, quella pausa era arrivata nel momento giusto. Niall non voleva neanche immaginare se tutto quello fosse avvenuto durante uno dei loro tour e quale fine avrebbe fatto in quel caso il loro lavoro.

 

Cinque mesi.

Decisamente la fase peggiore della malattia di Lauren. La fase che aveva comportato la depressione. La fase in cui anche Niall era tornato a temere, perché la sua ragazza stava soffrendo dannatamente. Sapeva che lui doveva essere forte per entrambi, ma la chemioterapia non stava dando i frutti sperati e Niall aveva paura che anche lui sarebbe potuto crollare. Di nuovo.
"Avanti, piccola. Suonami qualcosa". Niall e Lauren erano seduti sullo sgabello del pianoforte. La ragazza scosse la testa e fece per alzarsi.
"Rennie, amore..." Niall la fermò, mettendole un braccio intorno alla vita.
"No" gli occhi di Lauren si stavano riempendo nuovamente di lacrime e il biondo si maledisse perché era riuscito a farla smettere nemmeno dieci minuti prima.
"E se ti cantassi qualcosa io?" propose accarezzandole il viso con una mano.
Lauren si ritrasse. "No. Non toccarmi, Niall. Non guardarmi".
Non guardarmi. In quel periodo quelle erano le parole più ricorrenti sulla bocca di Lauren. Erano il motivo per cui continuava ad andare in giro per casa con i cappelli sulla testa, per nascondere il fatto che i suoi capelli non fossero più al loro posto: era passata da ogni tipo di sciarpa ad ogni genere di cappello. Erano il motivo per cui dentro la loro casa tutti gli specchi erano coperti, dato che lei aveva paura di guardare il suo riflesso. Erano il motivo per cui aveva vere e proprie crisi isteriche quando entrava nella doccia e si rendeva conto di quanto fossero visibili le sue ossa o dell'apparizione di nuovi lividi senza significato: solo Niall, se era fortunato, poteva calmarla facendo irruzione nel bagno ed entrando in doccia con lei, cercando di farla sentire normale, proprio come accadeva mesi prima e continuando a ripeterle di essere bellissima e che tanto lui l'amava lo stesso.
Niall odiava quella fase. Odiava tutto quello: Lauren spaventata e in totale depressione, lui che non sapeva cosa fare, Louis con il suo sguardo pieno di senso di colpa e i ragazzi che cercavano invano di aiutare. Non era raro che Harry e Liam non avessero il permesso di entrare in casa, perché Lauren non voleva farsi vedere in quello stato. Entrambi i ragazzi ci rimanevano male, ma non potevano far altro che accettare il volere della ragazza.
I momenti migliori erano quando lei acconsentiva di passare del tempo con Louis. Si chiudevano in camera e passavano ore lì dentro. Neanche Niall sapeva cosa facessero, ma quando Louis andava via, la ragazza era sempre un tantino più serena.
Ma con Louis era sempre stato così: aveva qualcosa che gli altri, agli occhi di Lauren, non avevano.
Con Louis bastava restare ore a parlare: lui la capiva. Non la biasimava mai ed era sempre pronto a dirle la cosa giusta. Proprio come il giorno prima, quando abbracciati nel letto matrimoniale, lei gli aveva confidato di aver fatto l'amore con Niall.
"Boo, è stato dolcissimo. Lo sai che lo amo tanto?".
"Lo so, Len" aveva risposto Louis con un sorriso dolce.
"E' stato così delicato con me. Continuavo a ripetergli che non mi faceva male, ma lui era attentissimo. Mi sarebbe piaciuto sposare Niall un giorno".
E Louis si era dovuto trattenere dallo scoppiare a piangere. "Ma piccola... lo farai. Vi sposerete quando tutto questo sarà finito. E io farò lo stesso con Harry".
"Boo, potrebbe finire male".
Louis aveva scosso la testa. "Non è così. Non finirà male. Dobbiamo solo aspettare". Anche se quell'attesa stava diventando sempre più opprimente e dolorosa.
O altri momenti migliori erano semplicemente quelli in cui Lauren si metteva in testa che Niall era la sua unica motivazione per continuare a vivere e gli chiedeva di fare qualcosa di normale insieme. Solo lei e lui.
"Ren, perché non posso guardarti, amore? Sei sempre la mia bellissima bambina" chiese a quel punto il biondo, continuando a tenere lo sguardo su di lei e poggiandole una mano sul ginocchio.
Lauren tirò su con il naso. "Perché tu menti: sono brutta. Sono malata. Sono...".
"Mia" Niall la interruppe. E la ragazza tornò a piangere. "Oh, babe. Va tutto bene" cercò di consolarla.
"Mi dispiace, mi dispiace" disse gettandogli le braccia al collo.
Niall la sistemò sul suo grembo, prima di sollevarsi in piedi e continuare a tenerla in braccio.
"Non farlo, amore mio. Non hai niente di cui dispiacerti".
Lauren aveva affondato il viso freddo nel collo caldo del suo ragazzo, mentre lui camminava verso la loro camera da letto. "E invece sì. Ho rovinato la vostra pausa. Noi dovevamo viaggiare e invece siamo rinchiusi qui. Dovevamo fare un sacco di cose e non abbiamo fatto nulla. Ho rovinato tutto".
Niall non voleva che Lauren la pensasse in quel modo. Non era mica colpa sua se quel destino cattivo era toccato a loro.
"Non hai rovinato proprio niente, piccola" ribatté Niall, poggiandola delicatamente sul letto e distendendosi poi accanto a lei.
Per la ragazza fu istintivo: si accoccolò su di lui e chiuse gli occhi. "Forse se non ci fossimo innamorati, sarebbe stato tutto più semplice. Saremmo stati meglio. Tu saresti stato meglio. Avresti trovato una ragazza senza macchie e cicatrici e ora non saresti in questa condizione".
Erano quelli i momenti in cui Niall voleva nascondersi, farsi piccolo piccolo in un angolino della casa e piangere l'anima. Perché per Lauren erano parole semplici e veritiere, ma per lui erano come acido sulla pelle.
"Rennie, se non avessi avuto te, la mia vita adesso non avrebbe alcun senso". E al posto di far fuoriuscire altre lacrime dai suoi occhi, Niall aveva risposto in quel modo, ottenendo un abbraccio con più forza dalla ragazza e un bacio sul petto.
"Sono stanca" aveva commentato lei a quel punto, chiudendo gli occhi.
"Dormi, amore".
"Resterai con me, Niall?". Sapeva che Lauren intendeva per quelle ore che avrebbero caratterizzato il suo pisolino, ma il biondo non poteva fare a meno di pensare ad un futuro più lontano.
"Sempre".
Lauren fece un piccolo sorriso e prima di addormentarsi, lo chiamò un'altra volta. "Ni?".
"Sì?".
"Ti amo".
E Niall le aveva baciato dolcemente la guancia. "Ti amo anch'io, Lauren".

-

"Io non ce la faccio più!" Louis camminava avanti e indietro nel suo salotto, mentre Liam ed Harry erano seduti sul divano davanti a lui.
"Lou, tesoro. Siediti e calmati".
Ma Louis sembrava solo agitarsi di più. "No! Sono passati cinque mesi, dannazione. Tre e mezzo da quando Lauren ha iniziato la chemioterapia. Perché non cambia nulla?".
Liam sospirò: "Ci vuole tempo" aveva risposto soltanto.
"No. Non abbiamo altro tempo!" e poi si fermò, spostando lo sguardo da Harry a Liam.
"Cosa c'è?" chiese Harry dopo quel momento di silenzio.
"Non abbiamo altro tempo" ripeté Louis.
"Sì, abbiamo sentito..." Liam stava iniziando a dire, ma Louis lo interruppe.
"No, non avete capito. Non voglio sprecare altro tempo! Ho già sprecato quasi sei anni della mia... della nostra vita".
Harry sospirò. "Lou, ma che stai dicendo?".
Louis si avvicinò al ragazzo dai capelli ricci. "Voglio che Niall possa accompagnare tranquillamente Lauren a fare la chemio, senza alcun rischio di essere visti in pubblico. Voglio che sia Niall a rassicurare i nostri fan, parlando di Lauren e ricevendo il supporto che meritano". In quei mesi, infatti, il fandom era stato informato che Niall stava passando un brutto periodo, ma così anche gli altri componenti, perché una persona a lui cara non stava bene.
Non che fosse difficile indovinare. Ormai bastava fare due più due per incastrare tutti i pezzi. E si era visto chiaramente anche da quelle due ultime interviste.
"Lou" lo ammonì Harry, mentre Liam chiedeva: "Cosa credi di fare?".
Louis sorrise diabolicamente. "Ciò che avremmo dovuto fare da anni, ragazzi".

-

Louis aveva sognato tante di quelle volte ciò che stava per accadere. Lo aveva fatto talmente tanto e in modo diverso da prediligere una di quelle fantasie e aspettare il momento giusto per attuarla.
Ma evidentemente anche quella ipotesi vincente doveva essere accantonata, dato che gli eventi avevano voluto che avvenisse diversamente.
Sinceramente se un anno prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe mancato poco a quel passo così importante, gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia. Credeva che sarebbero passati altri anni prima di fare quel passo, ma più ci pensava, più riteneva che quella fosse la cosa giusta da fare. Pronti o no, era giunto il momento.
"E' già pronto?" chiese Harry, guardando il suo ragazzo che macchinava davanti allo schermo del pc.
"Sì, adesso tocca fare solo il videomessaggio, Haz" rispose Louis, salvando le modifiche sul portatile.
"Sei sicuro di volerlo fare?". Harry non sapeva come prendere quella scelta del suo fidanzato, che ovviamente comportava anche l'inserimento di se stesso in tutto quel caos. Era su di giri, ma allo stesso tempo spaventato. Voleva che avvenisse da anni, così come il maggiore, ma temeva le conseguenze.
Conseguenze che iniziarono già a vedersi quando sul web era iniziata a girare la notizia che nel giro di poche ore Louis ed Harry Tomlinson avrebbero avuto un annuncio per i fan.

-

"Che diavolo avete intenzione di fare?" la voce di uno dei loro manager, che ormai Harry non riusciva più a riconoscere, era arrivata chiaramente anche alle orecchie del riccio, nonostante fosse Louis a parlare al telefono.
"Coming out, mi sembra ovvio" aveva risposto il maggiore e allontanando il telefono dall'orecchio subito dopo. Fece una smorfia a causa delle urla di quell'uomo, ma non si lasciò intimorire. Era soltanto infastidito.
"No, non mi importa un fico secco del vostro contratto. Potete anche farci causa..." e poi continuò ad ascoltare. "Stronzate, i fan ci amano. E anche se non lo accettassero... pazienza. Se ne faranno una ragione".
Harry guardava Louis dal divano. Il maggiore continuava a camminare avanti e indietro e roteava gli occhi ogni pochi secondi.
E poi rise. Ovviamente. Harry non capiva che cavolo ci fosse da ridere, ma Louis lo aveva appena fatto. "Autogestione? Grande. Ce ne faremo una ragione. E adesso parlate con i nostri avvocati, perché io non ho altro da aggiungere" e senza aspettare una risposta dall'altra parte, chiuse la conversazione. "Andate al diavolo, stronzi" borbottò, infilando di nuovo il cellulare in tasca.
"Erano proprio d'accordo, eh?" chiese Harry ironicamente.
"Oh, ma chi se ne importa" commentò Louis, avvicinandosi al più piccolo. "Non lo aspettavamo da sempre?".
Harry annuì e Louis si sporse in avanti per far scontrare le loro labbra. "E adesso dobbiamo solo mettere la roba online. Pronto?".
"Prontissimo".

-

Niall aprì la porta di casa, infastidito. Chi diavolo poteva suonare in quel modo così repentino e urgente?
E ovviamente, se non si trattava di Louis, si trattava di Liam.
"Che ci fai qui, Li?" chiese Niall, guardando il ragazzo moro che continuava a spostare il peso da una gamba all'altra, impaziente per qualcosa che il biondo non comprendeva ancora.
"Dimmi che Laurie è in giornata sì, ti prego. Dobbiamo guardare una cosa insieme. Da quando non usate i social network voi due?".
Niall sospirò. "Non so più neanche cosa siano i social network, Liam. E se per giornata sì, intendi che ha pianto tutta la mattina perché le veniva da vomitare e continuava a ripetermi che stava per morire, allora sì".
Quell'agitazione che stava facendo fremere Liam era sparita tutta insieme in un solo colpo, dopo aver sentito quelle parole.
"E' sveglia?".
"No" Niall sospirò, spostandosi per far entrare l'amico.
"Dannazione" borbottò Liam.
Niall lo guardò con curiosità, ma al contempo con fastidio. "Ma che sta succedendo? Guarda che non ho intenzione di svegliarla".
Liam si passò la mano sulla testa rasata. Era così che aveva deciso di lasciarli in quegli ultimi mesi. "Louis ha una sorpresa per lei. Anzi, Louis e Harry hanno una sorpresa per voi".
Niall guardò le scale che portavano di sopra e alla loro camera da letto. "Che sorpresa?" chiese, lasciando lo sguardo fisso lì. Era riuscito a mettere in 
lui l'indecisione: doveva svegliarla o no?
"Loro vogliono... Niall, per favore. Svegliala. E' importante. Dopo potrà dormire quanto vuole" chiese Liam, anche se si sentiva in colpa a fare una richiesta di quel tipo.
"Non può essere rimandata a quando si sveglia questa sorpresa?".
"No, perché è in diretta".
Niall voltò la testa e incontrò gli occhi nocciola del suo compagno. "Che significa?".
"Significa che ci siamo, Niall".
E dopo quelle parole Niall aveva salito le scale senza esitazione. Era entrato in camera e aveva osservato la sua ragazza, raggomitolata in una piccola palla, nella parte del letto di Niall. Quando dormiva da sola era sempre così: voleva sentire il suo odore sul cuscino e far finta che il biondo fosse comunque lì con lei.
Niall si sedette sul bordo del letto e sospirò. Era stato davvero straziante quella mattina. Erano entrambi sfiniti quando lei si era finalmente addormentata.
"Amore mio" sussurrò Niall, abbassandosi e baciandole delicatamente la guancia fredda. La temperatura del corpo di Lauren era sempre bassa in quel periodo. Lauren mugolò e si voltò dall'altra parte, rifiutandosi di prestare attenzione al ragazzo. "Piccola, non voglio svegliarti, ma...".
"Allora non farlo" aveva borbottato, tenendo gli occhi chiusi. Quelle parole lo fecero sorridere istintivamente. Dopotutto Lauren non era cambiata. Amava ancora passare il suo tempo nel letto e odiava doversi alzare anche se non voleva.
"Liam è qui".
E Lauren aveva aperto gli occhi, guardandolo spaventato. "Cosa vuole? Io non vengo di sotto" chiese e Niall sospirò.
"Neanche se mi ha detto di dirti che ti vuole bene?" tentò Niall, ma la ragazza scosse categoricamente la testa. "E che gli manchi?".
"No".
Niall fece l'ultimo tentativo. "E se volesse mostrarti qualcosa? Sai, ha una sorpresa per te".
"Non mi piacciono le sorprese. Lasciami dormire. Sono stanca" negò ancora Lauren tornando a chiudere gli occhi.
"E se la sorpresa viene da Louis?".
Lauren aprì soltanto un occhio e lo guardò. "Che cosa ha fatto Louis?".
"Oh, non guardare me. Io non lo so nemmeno" fece Niall, passandole una mano sulla vita e posizionandola sotto la sua maglia.
"Mi prendi in braccio?" chiese Lauren allungando le braccia verso di lui.
Niall fece un piccolo sorriso. "Se bastava nominare Louis per convincerti, l'avrei fatto prima" disse, sollevandola tra le braccia. Si stupiva ogni volta di quanto fosse diventata leggera. Già prima non faceva fatica a sollevarla. Figurasi adesso.
Lauren intrecciò le gambe intorno alla vita di Niall e affondò il viso nel suo collo, inspirando il profumo del suo ragazzo. Temeva che presto non l'avrebbe più sentito. Temeva che presto tutta la sua vita sarebbe giunta al termine.
"Oh, ma quella è la nostra Lauren" la voce di Liam le fece affondare ancora di più il viso nel collo di Niall, che sospirò.
"Non guardarmi, Liam" disse lei, restando incollata a Niall mentre lui si sedeva sul divano.
"Quindi non posso neanche avere un abbraccio? Mi manchi, patata".
"No. Ti spaventeresti". E quella risposta fece male ad entrambi i ragazzi.
"Non è vero, Laurie. Ma dato che ho fallito nell'ottenere un abbraccio, forse posso riuscire ad ottenere un tuo sorriso. Perché se io non fossi venuto qui, voi non vi sareste mai accorti di ciò che ha preparato Louis".
E a quel punto Lauren si voltò a guardarlo, per la prima volta dopo mesi.
"Cosa ha preparato Louis?".
"Inizio ad essere geloso di Louis" disse Niall ironicamente, cercando di sdrammatizzare.
Liam si alzò in piedi e prese il portatile di Niall dal tavolo, senza neanche chiedere il permesso. E mentre i due lo guardavano in silenzio, attaccò il cavo al televisore, collegando i due dispositivi.
"Che stai facendo, Li?" chiese Niall, impaziente quanto la ragazza.
"Che ore sono di preciso?" chiese il moro, voltandosi a guardarli.
"Tralasciando il fatto che hai un computer acceso davanti, sono le quattro e cinquantasei" rispose Niall.
"Mmh, perfetto. Mancano solo quattro minuti".
"A cosa?" chiese Lauren afferrando la maglia di Niall e stringendola nella sua mano.
"Louis, posterà tra cinque... quattro... tre... due..." sul televisore apparve il profilo Twitter di Louis, che aveva appena postato un video, che portava il nome di: la verità dietro di noi. The Truth Behind Us.
"Che cosa significa?" chiesero in coro Lauren e Niall, mentre Liam era pronto a mettere play.
"Mettetevi comodi, ragazzi".
Quando le note di They Don't Know About Us riempirono l'aria tutti i presenti vennero attraversati da un brivido.
E non appena le prime immagini erano apparse sullo schermo, Lauren era scesa dal grembo di Niall e si era sistemata meglio sul divano. "Oh mio dio" aveva sussurrato, guardando tutte le foto di lei e Niall che stavano passando sullo schermo.
Erano tutte foto fatte con il telefono di Louis, stupidi selfie insieme che comprendevano sorrisi, abbracci... baci. E poi c'erano le più belle: quelle scattate da Harry. Quelle in cui i due ragazzi non si erano neanche accorti di essere stati fotografati: scene di vita quotidiana semplici, ma dolcissime. Tutti quei tocchi, quegli sguardi amorevoli, quelle strette di mano o quegli abbracci. Quei baci che potevano tenere soltanto per loro e pochi eletti adesso erano perfettamente in rete.
E poi la musica si era fermata ed era partito un piccolo video, quello che Lauren aveva rinfacciato tante volte a Louis, il quale si lamentava delle cagate che loro facevano in pubblico, ma che teneva quelle prove schiaccianti in un I-Phone. Era di appena di pochi minuti, ma conteneva tutte le prove che il fandom aveva cercato negli anni.

Louis continuava a calciare la palla in quel corridoio dell'hotel facendo il cronista mentre lo faceva e tenendo con la mano il telefono. Riprendeva tutto, dalle pareti colme di quadri, che rischiavano seriamente di fare una brutta fine, ai suoi compagni di divertimento: Liam e Zayn, mentre Harry era seduto per terra con la macchina fotografica tra le mani.
"Louis Tomlinson si appresta a tirare, signori. Il tiro della vittoria. Il tiro della vittoria. E..." Louis stava facendo il cronista, mentre Zayn stava cercando di parare. Anche lui comunque si era scansato, proprio per far vincere Louis e colpire l'obbiettivo. "Che calcio signori! Tomlinson fa vincere la partita! Hanno vinto!" e la porta con il numero 88 sopra, quella che Louis aveva appena colpito, si era spalancata, rivelando un Niall Horan in tutta la sua bellezza, con addosso solo un paio di boxer.
"Ma che diavolo state facendo?" aveva chiesto il biondo guardando i suoi compagni di band.
"Si annoiano" aveva spiegato Harry, senza alzare lo sguardo, mentre gli altri ridacchiavano. Ma prima che Niall potesse dire altro un braccio intorno alla sua vita lo aveva tirato di nuovo dentro la stanza e sullo schermo era apparsa Lauren, con i capelli sciolti e addosso soltanto una maglia che le stava larga, di Niall.
"Louis giuro che questa te la faccio pagare". Niall si intravedeva da sopra la spalla della ragazza mentre se la rideva.
"Siete asociali voi due. E poi, Len, stasera abbiamo un concerto. Non ci puoi affaticare Niall così tanto". Si era visto perfettamente come il biondo aveva roteato gli occhi.
E a quel punto Zayn aveva iniziato a canticchiare: "Waking up... beside you I'm a loaded gun", facendo ridere Liam e Harry.
E Lauren aveva alzato il medio. "Smettila di riprendere, idiota. Comunque io ve lo sto solo caricando. E voi ci avete interrotti".
Niall fu d'accordo con la ragazza. "E voi che dovreste essere miei amici".
"Fatti fare una pippa da Harry e non rompere, nano" aveva continuato Lauren rivolta al suo migliore amico.
"Uuh, cattiva" commentò Zayn, mentre la risata di Niall riecheggiava in tutto il suo splendore e Harry, che ancora macchinava con l'attrezzo fotografico diceva: "Io ho già dato abbastanza. Louis è sazio".
E poi la porta della camera di Niall e Lauren veniva chiusa violentemente. "Ti amo anch'io, Len!" gridò il maggiore ridendo insieme a tutti gli altri.

Niall e Lauren dovevano sentirsi imbarazzati dal fatto che tutto il mondo avesse scoperto della loro vita sessuale, ma sinceramente non avevano commentato in nessun modo. E Louis ci aveva pensato, prima di mettere quel video. Ne aveva discusso con Harry, ma alla fine avevano deciso che non avrebbe offeso nessuno. Tutti sapevano che i One Direction erano grandi abbastanza.
Era lì che quel mini video si interrompeva e la musica ricominciava, con le note di Perfect.
Altre foto di Lauren e Niall apparvero sullo schermo, ma in mezzo ad esse, ora ci stavano anche diverse foto Larry: selfie, abbracci, baci. Cose che avrebbero fatto impazzire la gente, più di quanto quel video avesse fatto già dal principio.
E per completare l'opera, l'ultima era una foto di gruppo: una foto che la gente aveva visto già tempo addietro. Era stata scattata prime delle vacanze di Natale dell'anno prima. Louis e Lauren erano al centro, la ragazza con un braccio poggiato sul suo petto, mentre l'altro spariva dietro la schiena di Louis, che a sua volta la teneva stretta con un solo braccio, mentre l'atro era intorno al collo di Niall, alla sua destra. Accanto a Niall, Zayn con Perrie. Alla sinistra di Lauren ci stava Harry e subito dopo Liam con Sophia. Ma quella foto, che era sempre stata vista dal davanti nascondeva anche qualcos'altro.
Quella era un'altra versione della foto. Era vista da dietro. E mostrava cosa che la gente non aveva potuto vedere: Lauren con il braccio che andava dietro la schiena di Louis, stava stringendo con la mano il maglione di Niall, che a sua volta le toccava il braccio, con la mano che doveva essere poggiata sulla schiena di Louis.
E poi c'era Harry, che proprio come Niall aveva un braccio dietro le loro schiene. La sua mano era perfettamente dentro la tasca posteriore dei jeans di Louis.
E fu così che il video che Louis aveva impiegato ore per realizzare si era interrotto, creando il caos all'interno del fandom dei One Direction.
"Che diavolo significa?" chiese Niall con gli occhi spalancati.
"Oh mio dio" sussurrò Lauren accoccolandosi sul petto di Niall, che la strinse con il braccio.
"E non è finita qui" disse Liam. "Lou ed Harry hanno qualcosa da dire". E proprio in quel momento apparve sullo schermo un video in diretta. Louis ed Harry erano seduti sul divano di casa loro.
"Buonasera, mondo" disse Louis con voce tremante ed Harry aveva allungato il braccio e aveva intrecciato le loro mani.
"Adesso starete pensando tutti: che cosa significa quel video? Beh, penso che non potesse essere più chiaro sinceramente. Significa quello che significa. C'era gente che lo aspettava da anni. C'era chi continuava a non volerci credere. Ma questa è la verità. Larry è reale e Lauren non è mai stata la mia ragazza" e a quel punto si era fermato per respirare profondamente.
"Mi dispiace che il modo in cui ve lo abbiamo detto sia stato questo e ci dispiace così tanto, perché sappiamo di avervi mentito e probabilmente deluso. Ma è qualcosa che andava oltre noi. Io..." i suoi occhi si inumidirono di lacrime e Harry continuò al suo posto.
"Noi vi chiediamo soltanto una cosa adesso. E non si tratta del perdono... sappiamo che forse non lo meritiamo".
Louis annuì e riprese la parola. "Lauren Frost è la mia migliore amica da quando avevo quattro anni. E' come una sorella minore per me. La amo così tanto. Darei la mia vita per lei ed è proprio questa l'unica cosa che vi chiedo: non ce l'abbiate con lei. Non c'entra proprio nulla in questa situazione. Ha solo fatto ciò che le è stato chiesto. Che io, poco volentieri le ho chiesto. E adesso..." dagli occhi di Louis scappò una lacrima solitaria che si affrettò ad asciugare con la mano.
Niall non riusciva a respirare. Sentiva come se il suo cuore si fosse fermato. Non riusciva a crederci. In quel momento non riusciva neanche a confortare Lauren, che stava piangendo tra le sue braccia.
"Niall ama Lauren come io amo Harry. E' sempre stato così. E adesso la nostra Lauren non sta bene e... Andiamo, è per questo che abbiamo preso questa decisione. Voglio che sia Niall a poter stare con Lauren quando e come voglia. Che possa supportarla adesso che... Len mi ucciderà per questo..." e rise tristemente senza una traccia di allegria. "Adesso che sta combattendo contro la morte".
Louis non riuscì a continuare dopo quell'affermazione ed Harry gli passò un braccio intorno alle spalle, attirandolo a sé e continuando a parlare al suo posto. "E' per questo che stiamo chiedendo il vostro supporto. Siete i fan migliori che si possa desiderare. E noi siamo sinceramente davvero... davvero dispiaciuti da tutto questo. Ma se siete riusciti ad affrontare tutto il resto, spero che ce la farete anche sta volta. Fatelo per i One Direction. Fatelo per Niall e per Lauren. Hanno bisogno di voi. Noi abbiamo bisogno di voi. E non possiamo fare altro che riservarvi un enorme grazie, perché comunque andrà a finire, noi continueremo ad amarvi, così come abbiamo fatto in tutti questi anni. Siete stati meravigliosi. Nonostante tutte le bugie, che cercheremo di farci perdonare, noi non vi abbandoneremo. E adesso, senza alcun biasimo da parte nostra, spetta solo a voi scegliere se abbandonare noi".
E il video si interruppe. Lauren adesso stava singhiozzando duramente e Niall si sbloccò, afferrandola e sistemandola sul suo grembo.
La ragazza teneva Niall come se fosse il suo unico appiglio rimasto. "Ehi, ehi. Piccola. Ren, amore mio, calmati. Va tutto bene. E' tutto ok" disse Niall con voce tremante iniziando ad accarezzarla.
Anche Liam si era alzato in piedi ed era andato ad inginocchiarsi accanto a Niall. "Laurie, tesoro. Non piangere. E' una cosa così bella".
"No. E' colpa mia. E' solo colpa mia" continuava a ripetere tra le lacrime.
Niall non ce la faceva più. Anche lui iniziò a piangere e accarezzò le braccia esili di Lauren. "Amore... Lauren ti prego, guardami. Devi ascoltarmi". E solo quando i loro occhi si incontrarono - Il blu nel verde, e il verde nel blu - Niall disse: "Siamo liberi".
Quello era il sentimento che tutti avrebbero dovuto sentire in quel momento. Luaren e Niall, Harry e Louis che parallelamente erano abbracciati nel loro letto rotti in un pianto liberatorio. E perfino Liam. I One Direction erano finalmente liberi.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Otto mesi.

Niall si sentiva vuoto. Non parlava più con nessuno, non mangiava, non reagiva più a nulla. E forse il termine era proprio quello giusto: si sentiva svuotato da qualsiasi tipo di emozione.
Passava le sue giornate seduto sulla solita poltrona verde di quella stanza d'ospedale così bianca da fare male gli occhi. Verde. L'unico puntino colorato dentro quella stanza silenziosa. Verde. Come la speranza che era svanita insieme a tutto il resto dall'animo del ragazzo.
Stava ore a fissare il corpo inerme di Lauren, disteso nella stessa posizione su quel letto, mentre le immagini di due settimane prima lo tormentavano sempre. Di giorno e di notte. Quelle immagini che rappresentavano Lauren svenuta tra le sue braccia, per terra nella loro camera da letto, troppo stanca per reagire a qualsiasi cosa.
Le sirene nelle sue orecchie e il continuo bip delle macchine che gli si era impiantato nel cervello. Lauren era peggiorata così velocemente. La chemioterapia sembrava non funzionare e il suo corpo non collaborava più. Era legata alla macchine, mentre i dottori continuavano a farle trattamenti che Niall non capiva, cercando di far combattere il corpo della ragazza contro la leucemia.
Ma forse era solo questione di tempo. E la paura che Niall non sentiva più si vedeva chiaramente su Louis, Harry, Liam e chiunque fosse vicino ai ragazzi.
Nessuno riusciva più a sopportare quella situazione. Chiunque entrasse in quella stanza d'ospedale doveva trattare con una Lauren priva di sensi e un Niall completamente vuoto. Era insopportabile.

-

"Andiamo, Niall. Alzati da lì e andiamo a casa. E' da tre giorni che stai qui. Devi alzarti e venire a casa con me. Adesso!" Liam aveva alzato la voce, cercando di ottenere invano una reazione sul suo amico biondo.
Liam era l'unico che ormai riusciva ad arrabbiarsi con lui. Tutti ci avevano rinunciato quando Bobby, Maura e Greg erano arrivati a Londra e Niall aveva continuato a restare impassibile.
Tutti avevano rinunciato, ma non Liam. Fu per quello che quel pomeriggio era riuscito a farlo alzare da lì e a portarlo a casa, per una doccia e per mangiare qualcosa. Anche se forse, dopotutto, non era stata un'idea brillante.
Niall era salito al piano di sopra, mentre Liam e Harry erano rimasti di sotto ad aspettare. Che mossa stupida. Niall non era andato nel bagno. Aveva continuato a camminare lungo il corridoio e aveva aperto la porta della sala di musica. Aveva guardato il pianoforte e accanto la chitarra che Lauren l'anno prima gli aveva firmato. Ricordava perfettamente la sua risata quando Niall l'aveva pregata di firmargli quello strumento. Risata che non sentiva più da mesi.
Il biondo camminò verso lo strumento a corde e l'afferrò con entrambe le mani per la testiera. Nessuno riuscì mai a comprendere quel gesto. Niall aveva semplicemente alzato la chitarra sopra alla testa e l'aveva fatta schiantare con violenza sul pianoforte più volte, creando un baccano da far venire i brividi e mandando in mille pezzi lo strumento di legno.
Era proprio dopo quel rumore assordante che Liam ed Harry si erano guardati per un secondo, prima di correre al piano di sopra e trovare Niall inginocchiato per terra, scosso dai singhiozzi e con in mano un pezzo di legno che lo stava facendo sanguinare. Liam ed Harry quella volta lo avevano dovuto sorreggere, mentre Niall non riusciva a controllare il pianto e il moro aveva dovuto forzarlo ad aprire la mano, prima che qualche scheggia entrasse nella pelle del ragazzo.
E il pezzo che Liam si ritrovò in mano era quello che mostrava ancora la firma della ragazza seguita da una piccola x, adesso macchiata del sangue del ragazzo in frantumi, proprio come la sua chitarra.

-

Dieci mesi.

Era tutto inutile.
Lauren non voleva combattere. Niall non voleva combattere. La fine sembrava essere così vicina.
O forse no. Era solo un tunnel buio senza fine. Ma forse, da qualche parte, un puntino luminoso si stava accendendo e rafforzando. Niall e Lauren dovevano solo voltarsi e rendersi conto che c'era.

Lauren sedeva sulle gambe di Niall. Il suo cappello sulla testa e la tuta che le stava tremendamente larga, facendola sparire ancora di più. Al biondo sembrava quasi di tenere in braccio una bambina. 24 anni. Lauren guardava la torta al cioccolato che aveva davanti, nonostante le venisse da vomitare. Liam, Harry, Louis la stavano guardando, in attesa che spegnesse quelle candeline.
Sarebbe stato l'ultimo compleanno? Sinceramente Lauren non era l'unica a chiederselo. Aveva voltato la testa verso Niall e con un piccolo sorriso aveva detto: "Mi dispiace, amore. Non volevo farti del male in questo modo".
Niall aveva perso una sola lacrima, che gli aveva solcato la guancia. "Esprimi un desiderio, Rennie" le aveva detto, cercando di ignorare il commento della ragazza.
E Lauren aveva annuito, asciugando con il pollice la lacrima di Niall. "Anche se dovessi lasciarti... Torna a vivere, Niall". E quello era stato il suo ultimo desiderio. Non quello di sconfiggere la sua malattia, ma quello di sapere Niall di nuovo felice.

Niall aprì gli occhi di colpo, con il respiro veloce e pesante.
"Cosa hai sognato sta volta?". La voce di Louis gli fece voltare la testa e incontrare quel paio di occhi blu, che proprio come quelli di Niall erano cupi e spenti. "Il suo compleanno? Di nuovo? O quella volta che stava abbracciata ad Harry e ha fatto piangere entrambi?".
Niall sospirò. Odiava fare quei sogni, che non erano sogni e fantasie, ma solo semplici ricordi che riaffioravano nella sua mente.
"Tornare a vivere" sussurrò Niall, portando le ginocchia al petto.
"Compleanno" disse a sua volta Louis.
Niall si sporse in avanti e afferrò la mano di Lauren. Era così fredda. La portò alla bocca e la baciò.
"Mi manca" disse a voce più alta e Louis si stupì. "Mi manca sentirla parlare, ridere, cantare, suonare. Baciare. Mi manca da morire".
Quello era il discorso più lungo che Niall avesse fatto nelle ultime settimane. "Lo so, Niall. Manca anche a me".
A quel punto Niall si voltò a guardare il suo amico. "Volevo sposarla".
"Non usare il passato, Niall" lo ammonì il maggiore.
"Volevo metterle un anello al dito e vederla vestita di bianco. Anche se adesso il bianco mi fa paura" continuò imperterrito il biondo.
"Potrà sempre usare un altro colore. Rosa magari".
"Lauren odia il rosa, Lou".
Louis sorrise. "Lo so".
Niall si passò una mano sul viso e si stropicciò gli occhi. "Perché, Lou? Perché non c'è qualcuno che ci aiuti? Perché sempre a lei? A noi?" disse sfinito. Si faceva quelle domande ogni dannatissimo giorno.
"Non lo so, Niall. Ma sono passati due mesi da quando Lauren è finita qui. E lei è ancora qui, Niall. Sta combattendo o altrimenti...".
Niall lo interruppe: "Non dirlo".
Louis sospirò e annuì. "Ma ti prego, Niall. Non smettere di credere. Lei non vorrebbe".
Il biondo scosse la testa e la poggiò sulle ginocchia."Come prosegue la vita lì fuori?" chiese e Louis si sorprese ancora una volta. Non si aspettava che Niall gli parlasse e ovviamente non si aspettava che gli facesse quella domanda.
I fan avevano reagito più bene che male. Non che non ne avessero persi, ma ormai più della metà del fandom aspettava il coming out Larry ed erano stati felici. Beh, relativamente, date le circostanze. Le Niall's girl erano impazzite. Alcune di loro avevano gettato odio contro Niall e Lauren, ma erano solo una piccolissima minoranza. E sfortunatamente Louis l'aveva tastato sulla pelle, quando una di quelle, mentre camminava per strada gli aveva urlato: "Spero che Frost muoia".
Louis aveva pianto tra le braccia di Harry per il resto del pomeriggio, ma si era reso conto che dopotutto, gran parte dei loro fan stavano mandando amore e supporto a quella coppia frantumata.
Il Twitter di Niall era così intasato che sinceramente avrebbe avuto paura quando ci sarebbe rientrato.
Non che il suo telefono fosse messo meglio. Chiunque avesse saputo di Lauren aveva provato a chiamare il biondo, ma lui si rifiutava di parlare con tutti. Non aveva bisogno di sentire quanto alla gente dispiacesse.
E qualcuno era anche passato lì: Ed, Olly, Calum, Ashton, Michael, Luke, Zayn... amici di Doncaster, amici di Niall. Ma era come se il biondo non ci fosse in quella stanza. Chiunque entrasse lì, aveva solo voglia di piangere una volta uscito.
"Procede. I fan si stanno abituando. Il management ci ha fatto causa" raccontò Louis e Niall si mise a ridere.
"Abbiamo vinto?" chiese il biondo.
"Non ancora, ma ci siamo quasi. Harry e Liam hanno rilasciato un paio di interviste radiofoniche, ma niente di che".
"Le Larry shipper?".
Louis sorride. "Esultano e mandano amore a noi e a voi. Loro non se la sono presa per niente".
Niall si mise a sedere composto, allungando di nuovo le gambe e sospirando. "Ci credo. E poi?".
Louis si passò una mano tra i capelli. "Stiamo pensando di rimandare il tour se...".
Niall abbassò lo sguardo e non disse nulla. Non sapeva che cosa pensare sul suo lavoro. Non sapeva se sarebbe riuscito a farcela. Non sapeva neanche come avrebbe fatto a recuperare quei chili che aveva perso insieme alla sua muscolatura. Lo notava perfettamente con le sue felpe: erano tutte diventate grandi e riusciva ad affondare perfettamente in esse. Non si guardava allo specchio da un po'. E non aveva intenzione di farlo. Avrebbe visto solo un ragazzo a pezzi, con il viso pallido e la barbetta più lunga di quanto l'avesse mai avuta. I capelli più lunghi e con molto più colore naturale visibile di quanto si ricordasse. I suoi occhi spenti e se avesse guardato bene, colmi di tristezza e senso di colpa.
"Mi dispiace" sussurrò, tirando su con il naso.
"Ehi, Niall. Loro capiranno..." Louis si alzò in piedi e si avvicinò di più al ragazzo, andandolo ad abbracciare.
"Sono solo una delusione" borbottò Niall, stringendosi nell'abbraccio del maggiore.
"Non è vero, Niall. Cerca solo di essere forte, ok? Ti prego, non mollare. Torna a sperare con noi. Torna da noi, Nialler. Lauren non è l'unica che ci manca. Ci manchi anche tu".
E Niall sospirò. Forse le parole di Louis lo avrebbero fatto riflettere e qualcosa pian piano sarebbe potuta cambiare.

-

Undici mesi.

Niall non riusciva a credere di essere ancora lì, in quella situazione. Aveva bisogno di un impulso, di un qualcosa che gli facesse cambiare idea. Non voleva che un anno passasse in quel modo. Non voleva iniziare l'anno nuovo senza l'amore della sua vita.

Cara Lauren,
È straziante. Non ce la faccio più.

Stava cominciando a convivere con la depressione e gli avevano consigliato di iniziare a scrivere un diario. E Niall lo aveva fatto. Ma ovviamente c'era
solo un destinatario possibile.

Manca poco. Lo so, lo sento. Manca pochissimo.

Niall non voleva più tremare dalla paura. Non voleva più aspettare che la morte gli ridesse in faccia.

Non voglio che tu perda questa battiglia, ma adesso più che mai lo temo, amore mio.
Sei ancora qui con noi, con me: so che stai lottando, che stai cercando di non farti prendere in giro dalla morte. 
Ma se non fossi tanto forte da riuscirci e mi lasciassi?
Lo so, odiami. Dovresti farlo. Perché ti sto tradendo. Non credo più in te. Non credo più in me. Più in niente, piccola.
Vorrei solo...

Pensieri strani gli vorticavano nella testa. Sempre.
"Niall". Il biondo alzò lo sguardo dalla carta e incontrò gli occhi color nocciola di Liam.
"Vuoi qualcosa da bere?" gli chiese, cercando di essere gentile.
"Cosa penseresti se..." stava iniziando a dire, ignorando la domanda che gli era stata posta, ma poi si era fermato.
"Cosa?".
Niall sospirò. "Niente, lascia perdere. Sono troppo fifone per farlo".
Liam si sentì male al solo pensiero. Niall aveva pronunciato quelle parole come se niente fosse e il moro non riusciva a credere che ci stesse seriamente pensando.
"Niall, che stai dicendo? Ti prego, non mettermi paura".
Niall sospirò e scosse la testa. "Non preoccuparti, Li. Davvero". E Liam era uscito dalla stanza.

Non ti farei mai questo torto. Dopotutto è stato il tuo ultimo desiderio, giusto? Torna a vivere. Ma se non ce la facessi, amore?
Sarei fifone come dico di essere o...?
Non dovrei fare questi discorsi. Se i tuoi occhi fossero aperti mi guarderesti con disappunto. Mi diresti che sono solo stupido. E che la mia vita è la cosa più importante sulla terra. Me lo ripetevi sempre, ricordi? Che mi ami e che sono la tua gioia di vivere, la tua motivazione. La tua vita.
Evidentemente non era grande abbastanza questa motivazione... Era debole proprio come noi adesso. Guarda, come ci siamo ridotti? Come mi sono ridotto. 
Avrei solo bisogno di un segno. Di qualcosa, dannazione. 
Vorrei sentire per l'ultima volta la tua voce, guardare il verde dei tuoi occhi, ma temo che non sarà più così... Il mio desiderio non cont

"Niall" era stato solo un sussurro, tanto che il biondo aveva creduto di esserselo immaginato. Aveva voltato la testa verso la ragazza, lasciando cadere la penna sul tavolo e aveva sospirato.
"Adesso ti immagini anche le cose, Niall" aveva sussurrato a se stesso.
Si era passato una mano sul viso e poi era sobbalzato di nuovo. Quel fruscio di lenzuola che gli aveva fatto alzare di scatto la testa. Lauren che adesso aveva gli occhi aperti e lo guardava in silenzio.
Niall non riuscì mai a capire quello sguardo. Sembrava spaventata. O forse no. Forse era solo il ribrezzo nel guardare Niall in quello stato. O forse, come c'era da scommettere, era solo il senso di colpa nell'aver ridotto il suo fidanzato in quello stato.
"Oh mio dio" disse Niall mentre le lacrime gli annebbiavano la vista.
"Ehi, Niall" ripeté Lauren con un sorriso stanco e il biondo si affrettò ad alzarsi e raggiungere il letto.
"Ehi, amore mio. Sei... Sei sveglia. Come stai?" le aveva chiesto accarezzandole la guancia con una mano e stringendo quella di Lauren con l'altra. Avere di nuovo le dita intrecciate e sentire la presa che veniva ricambiata stava per far scoppiare Niall in lacrime. Aspettava quel momento da troppo tempo.
"Stanca" rispose la ragazza, cercando di sorridergli. E poi Niall si sporse in avanti e la baciò, mentre con la mano premeva il tasto di chiamata sopra al letto.
"Mi sei mancata così tanto" disse Niall, lasciando finalmente le sue lacrime libere di cadere.
"Quanto tempo sono stata fuori?" chiese Lauren, sollevando il braccio e accarezzando la sua guancia, ruvida e bagnata al contatto. "Che cosa hai combinato, piccolo?" gli chiese, soffermandosi a guardare il suo aspetto. Anche Niall, in quello stato, non sembrava stare bene.
"Tre mesi e mezzo" rispose lui, abbassando il viso e appoggiandolo sul petto della ragazza.
Lauren infilò le dita tra i capelli del ragazzo. "Niall, amore. Devi tagliarli, non credi?" e ridacchiò.
Niall si sentiva finalmente felice, dopo tantissimo tempo. Il suo desiderio era stato espresso: aveva risentito la sua voce. E la sua risata. E forse non sarebbe stata l'ultima volta.

-

"Bentornata tra noi, Len" disse Louis, senza smettere di sorridere.
"Grazie, Boo. Anche se non avete fatto un buon lavoro con lui" e indicò Niall, che rimase in silenzio.
"E non hai visto casa vostra" il commento era uscito dalla bocca di Harry senza che riuscisse a frenarsi.
"Cosa ha fatto a casa nostra? L'ha distrutta?" chiese con gli occhi spalancati.
"Ti ricomprerò il pianoforte, te lo prometto" disse Niall e la bocca di Lauren si aprì per lo stupore, insieme ai suoi occhi. "Mi dispiace" aggiunse il biondo, passandosi una mano sul viso.
"Niall?".
"Mmh?" il ragazzo sollevò di nuovo lo sguardo e incontrò gli occhi verdi di Lauren.
"Guarda che se non mi torni normale, con tutti i muscoli al loro posto, i capelli biondi e la barba tolta, ti mollo" lo minacciò e i presenti ridacchiarono, eccetto Niall che sospirò.
"Si vede che adesso sta bene" commentò Louis andando a baciare la ragazza sulla guancia. Erano mesi che non la vedevano in quel modo. Sembrava che fosse tornata la Lauren di sempre, prima ancora che la malattia la colpisse.
"Bene è un parolone, Lou. Ma ce la farò. Non ho intenzione di far vincere questo schifo".
I dottori erano entusiasti di questo risvolto. Le terapie stavano finalmente facendo effetto e quella Lauren ne era la prova.
"Visto?" chiese Louis, rivolgendosi al biondo. "Io te l'avevo detto".
"Lou, non prendertela con il mio angelo. Anzi, vieni qui" lo esortò, allungando una mano verso di lui. Niall fece un paio di passi e la raggiunse. "Sai una cosa, Niall?".
Niall la guardò, mentre lei metteva una mano dietro al suo collo. "Cosa?".
"Ti amo".
E Niall aveva sorriso. "Ti amo anch'io, Rennie" le aveva risposto, facendo incontrare le loro labbra e facendo sorridere tutti i presenti.
E quelle due parole, ripetute centinaia di volte in quegli anni, racchiudevano tutto ciò che i due ragazzi avevano passato: la loro forza, il loro legame. Semplicemente loro. Si amavano e quella era l'unica cosa importante.
Il loro amore dava vita a qualsiasi cosa: alla speranza per esempio. Quel sentimento che tutti associavano al verde e che Lauren aveva iniziato ad amare. Quel sentimento che era riaffiorato nei cuori di tutti e che aveva fatto sì che Niall e Lauren, dopo tutte quelle peripezie, avessero un futuro.





ANGOLO AUTRICE:
E E.. E BUONSALVE. LO SO, CAPITOLO CORTO. PARDON. 

CHE DIRE A QUESTO PUNTO? SI, INSOMMA, SONO ARRIVATA QUASI ALLA FINE. RIMANDO I SALUTI E I RINGRAZIAMENTI AL PROSSIMO E ULTIMO CAPITOLO (L'EPILOGO). E ADESSO DICO SOLO CHE MI VIENE DA PIANGERE, SUL SERIO. MI SONO LEGATA TANTO A QUESTA STORIA E SPERO CHE VI SIA PICIUTA.
XX  
-M

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


5 Anni Dopo

Niall era appena rientrato in casa e come tutte le volte si era soffermato a guardare le foto che c'erano lì, nella cornice sopra al mobile di legno. Amava guardare quella in cui Louis e Lauren erano seduti sul muretto di villa Stylinson con il braccio di uno sulle spalle dell'altro, con la lingua di fuori e i medi alzati, per mandare al diavolo la morte. Infatti era stata scattata subito dopo aver ricevuto la notizia che Lauren era finalmente guarita. La ragazza già allora era tornata ad essere perfetta. L'unica pecca erano i capelli corti, ancora più corti di quelli di Louis e di Niall. Ed era per quello che all'epoca preferiva andare in giro con il cappuccio. Ma dopotutto, quella era solo una fase: i capelli sarebbero ricresciuti presto. E Niall, in qualsiasi modo, pensava che la sua fidanzata fosse comunque bellissima.
A proposito di fidanzate. In quella foto si poteva benissimo notare il luccichio nella mano sinistra di Lauren: il loro anello di
fidanzamento. Niall si era affrettato a comprarlo, prima ancora che Lauren guarisse. Si era ripromesso che comunque fosse andata, lui l'avrebbe sposata. E Lauren amava andare in giro con quel gioiello al dito. Non lo aveva mai fatto, ma in quel caso lo mostrava proprio a chiunque.

Niall spostò lo sguardo sulla foto accanto. La foto emblema del loro amore, mentre ballavano durante il loro matrimonio, con uno sguardo innamorato e il sorriso sui volti. Alla fine Lauren aveva optato comunque per un vestito bianco anche se conteneva al suo interno riflessi di tanti colori. La ragazza diceva sempre che lo aveva fatto per farsi invidiare da Harry. In qualsiasi modo sarebbe stata vestita, per Niall sarebbe stata in ogni caso la donna più bella sulla terra.
Il biondo ricordava perfettamente il caos che aveva creato il fandom alla notizia del loro matrimonio. Niall aveva temuto sinceramente che potessero assaltare la chiesa, ma alla fine era andata bene.
Il rapporto di Niall con i suoi fan non si era mai rotto e se ne era accorto dal suo semplice 'Hi x'. Il primo tweet del ragazzo dopo mesi d'assenza. I fan erano così curiosi di sapere tutte le sfaccettature della verità e trovavano sempre il momento buono per chiedere ai Liall e ai Larry informazioni in più.
Presto, chiunque si era innamorato di quelle due coppie. Niall ricordava ancora quella volta in cui aveva deciso di fare una live e Lauren lo aveva assalito da dietro, sistemandosi sulle sue spalle. Avevano finito per scherzare e ridere insieme in diretta mondiale e i commenti dei fan erano stati così dolci che Niall li aveva ringraziati per ogni cosa.
Per quanto riguarda il tour, i ragazzi erano riusciti a rientrare perfettamente, senza alcun bisogno di rimandare. E proprio per quel motivo quando Lauren era uscita dall'ospedale aveva costretto il suo ragazzo a rimettersi a nuovo: aveva scelto il suo nuovo taglio di capelli e lo aveva obbligato a radersi. Doveva tornare perfetto per poter salire in modo decente su un palco. E il tornare perfetto comprendeva ovviamente sedute intensive di palestra per entrambi. Beh, almeno farlo con Lauren era risultato molto più piacevole.
In men che non si dica Niall era di nuovo il solito ragazzo irlandese solare e splendido, sempre pronto a ridere e che riusciva a stare perfettamente a suo agio su un palco. E adesso tutti potevano tornare a sbavare tranquillamente sul suo fisico e su di lui in generale. Compresa Lauren.
Che altro? In quegli anni i ragazzi avevano realizzato un altro paio di album, che avevano fatto un successo incredibile. Le loro vite erano tornate alla normalità, tra città nuove, concerti, studi di registrazione e vita quotidiana.
E adesso potevano vivere con serenità. E ovviamente allo scoperto. Lauren e Niall non si dovevano preoccupare più di andare in giro in pubblico mano nella mano o di postare tutte le foto che volevano, così come Harry e Louis, l'amata coppia gay per eccellenza sulla faccia della terra.
I pensieri di Niall vennero interrotti da uno strillo assordante e dal rumore di piccoli passi frettolosi diretti verso la sua direzione.
"Joyce! Torna qui!" La voce di Lauren arrivò alle orecchie di Niall. E poi apparve nella visuale del biondo una bambina di quattro anni, dai capelli scuri e gli occhi azzurri, che rideva correndo per casa completamente nuda.
Niall sorrise dolcemente e senza che la bambina se ne accorgesse la afferrò, prendendola in braccio.
"Aaah". Joyce aveva urlato, colta di sorpresa, per poi incrociare gli occhi di suo padre, del suo stesso identico colore, e tornare a ridere. "Papà! Mettimi giù".
"Ciao anche a te, principessa" disse Niall, sporgendosi per stamparle un tenero bacio.
"Oh Niall, amore. Sei a casa" Lauren li aveva raggiunti, tenendo una mano sul suo pancione di sei mesi.
"Ciao, amore" disse Niall avvicinandosi alla moglie e ricevendo anche un bacio da lei mentre Joyce stringeva le braccia intorno al suo collo e ci affondava il viso, cercando di nascondersi dalla madre.
"Perché ho in braccio una bambina tutta nuda?" chiese il biondo ironicamente.
"Perché mamma vuole farmi il bagno, ma io non voglio!" era stata sua figlia a rispondere, mettendo su un broncio adorabile, al quale Lauren non riusciva mai a resistere. Ripeteva che quella era una dote che solo gli Horan riuscivano ad avere.
"Ti prego, pensaci tu. Mi sta facendo impazzire. Anzi, mi stanno facendo impazzire. Tuo figlio non ha smesso di calciare un attimo oggi" supplicò Lauren, guardando suo marito.
Niall aveva annuito e si era sporto per baciare la tempia di Lauren. "Riposati, sì? Ordiniamo pizza, così non c'è neanche bisogno di cucinare" le propose.
E la donna aveva ridacchiato. "Sei sempre il solito".
"E poi così mangeremo veloce abbastanza. Stasera vengono i ragazzi".
Lauren lo aveva guardato con disappunto, ma prima che potesse chiedergli quando avrebbe avuto intenzione di dirglielo, 
Joyce si intromise.
"Zio Lou e zio Haz vengono qui?" disse eccitata, agitandosi su e giù tra le braccia di Niall.
"Sì, e anche zio Liam con Jen". Jennifer era l'ultima ragazza di Liam, che in quegli anni non si era ancora sposato. Diceva che lo avrebbe fatto un giorno, ma doveva trovare ancora la ragazza perfetta. Forse quella sarebbe stata la volta buona.
"Non mi piace Jennifer" aveva detto Joyce, facendo ridere Niall.
"Ma se ti porta sempre le caramelle" ribatté Lauren, guardando sua figlia.
"Ma è brutta. Zio Liam è mio". Joyce aveva una fissazione per Liam poco inferiore a quella del padre. Era follemente innamorata di lui e ogni ragazza che gli stava accanto non le andava affatto bene, anche se Liam continuava a ripeterle che sarebbe stata sempre la sua pupa.
Lauren rideva su questa cosa, guardando la reazione di Niall. "Sei geloso da paura" gli diceva sempre, mentre Niall storceva la bocca. "E' la mia bambina" diceva soltanto, ma questo tutti lo sapevano. E il biondo aveva sempre quelle sguardo vittorioso quando Joyce era stanca e le uniche braccia che cercava erano quelle di Niall. O quando gli chiedeva di cantare e nonostante tutti e quattro i ragazzi fossero presenti, faceva zittire tutti perché l'unica voce che voleva sentire era quella di sua padre.
Dopotutto il papà resta sempre il papà. E per Joyce, così come pensava anche Lauren, Niall era proprio perfetto.
Il biondo sorrise alla bambina che teneva tra le sue braccia, prima di rivolgersi di nuovo a Lauren. "I Larry hanno un annuncio da farci".
E quell'urletto che scappò dalla bocca di Lauren fece ridere anche Joyce.
"Ce l'hanno fatta?" chiese con gli occhi pieni di speranza.
"Dovrebbe essere una sorpresa, ma...".
"Ti prego, Niall. Dimmelo. Dopo farò lo stesso la faccia sorpresa" lo incitò Lauren e il biondo ridacchiò.
"Va bene, Ren. Hanno ricevuto gli ultimi documenti".
"Oh mio dio". Lauren era così eccitata. Louis ed Harry era da anni che stavano svolgendo le pratiche per l'adozione che erano lunghe e piene di problemi. E finalmente, a quanto pareva, c'erano riusciti. E nessuno si sarebbe aspettato che addirittura gli avrebbero affidato due bambini, gemelli.
"Mmh, d'accordo. E' ora del bagno, mia piccola principessa" disse Niall a quel punto, rivolgendo l'attenzione verso sua figlia.
"Nooo! Papà!" Joyce aveva strillato, cercando di sfuggire dalle braccia del padre, che continuava a tenerla saldamente.
"Oh sì, invece. Tanto poi lo so che una volta dentro all'acqua non vuoi più uscire" disse solleticandogli la pancia e facendola ridere.
"Ci metti tante bolle?" chiese Joyce e Niall annuì. "Va bene. Tante bolle e un paio di paperelle" confermò ottenendo un verso compiaciuto dalla bambina, che velocemente aveva cambiato discorso e aveva iniziato a raccontare al padre che quel pomeriggio li aveva visti con la mamma alla tv. E poi, prima di uscire dalla stanza Niall aveva fatto l'occhiolino a Lauren, ottenendo in cambio un tenero sorriso.
E la donna si ritrovò in quel modo, a guardare la porta dalla quale i due erano usciti, con una mano sul pancione e un sorriso sul viso, pensando che quella era la sua famiglia e lei non avrebbe potuto desiderare niente di meglio. Dopo tutte quelle sventure nella sua vita, aveva finalmente ricevuto la sua splendida ricompensa. 



 

ANGOLO DELL'AUTRICE: SOB SOB SOB *PRENDE I FAZZOLETTI CERCANDO DI PLACARE LA COMMOZIONE*. OH MIO DIO RAGAZZI. SIAMO VERAMENTE ALLA FINE DI QUESTA STORIA. CHE DIRE? SEMPLICEMENTE GRAZIE. A TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO, MESSO TRA PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE, E RECENSITO. A TUTTI COLORO CHE MI HANNO SUPPORTATO.
VI LASCIO SEMPLICEMENTE CON UN: ALLA PROSSIMA MIEI CARI.

ALL THE LOVE -M

 

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