Egoist!

di Silkye96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il bosco incantato ***
Capitolo 2: *** Chiudi gli occhi e lasciati amare... ***
Capitolo 3: *** Solitudine ***
Capitolo 4: *** Confessione d'amore. ***
Capitolo 5: *** I don't know anything about love ***
Capitolo 6: *** Lovers ***
Capitolo 7: *** Il mio ragazzo. ***



Capitolo 1
*** Il bosco incantato ***


Kenlexy cap 1                                                                  Egoist!


CAPITOLO 1:
                      KentinxAlexy


Ci sono persone che passano la vita a rincorrere il sogno di un amore perfetto, senza incertezze, senza intoppi, uno di quegli amori che si vedono nei film e che si leggono nei libri.
Rendersi conto che quel tipo di amore non esiste è dura per tutti, nessuno intende accettare la realtà dei fatti e la cosa è perfettamente comprensibile.
Tempo fa, mentre leggevo un libro, lessi di una scena di passione fra due amanti, nulla sembrava realistico, era la solita solfa...Non c'era nulla che rendesse la cosa piccante, nessun riferimento ai problemi della vita reale, di tutti i giorni, niente!
Non esiste quel tipo di amore che può farti dimenticare ogni razionalità, non esiste e, se esistesse, sarebbe fin troppo problematico, per chiunque!


-Kentin!-
La voce di mio padre risuona forte e decisa fra le piccole mura della mia stanza.
Anche con la musica a tutto volume sparata nelle orecchie posso udire la pesantezza dei suoi passi, si avvicina alla mia porta, e posso intuire dal piccolo scatto che ha già una mano sulla maniglia.
Detesto quando non bussa ma, comunque, non avrei abbastanza coraggio per farglielo presente.
Mi limito ad abbassare la musica, togliere gli auricolari e alzare la testa per poterlo guardare in viso.
Ha la sua solita espressione dura, il viso squadrato con la mascella serrata, le labbra sottili chiuse in una linea stretta...Mio padre, già...Non sembra affatto un padre, sembra un generale pronto a sferrare un pugno ad ogni mio errore, ogni volta che lo vedo mi dico che forse era meglio rimanere il vecchio Ken...
Non è che così sia infelice, solo che mi sento meno me stesso, o forse ... Forse questo è il vero me.
-Kentin!-
Mi desto dalla mia trance e torno a rivolgere lo sguardo a mio padre.
-Sì?- chiedo distratto.
-Hai svolto gli allenamenti di oggi?- mi chiede con durezza.
Vorrei dire di sì ma non posso, non mi sono ancora allenato.
-No-
-E che cosa aspetti?-
Avverto il suo tono nervoso che sta diventando, piano piano, impaziente.
-Vado subito- mormoro.
Afferro dall'armadio la mia felpa e i miei pantaloni della tuta.
-Bene-
Mio padre se ne va.
Indosso le mie scarpe da corsa e mi soffermo un attimo a guardare fuori dalla finestra, il tempo sembra precario, penso proprio che a momenti pioverà.
Ripenso al campo militare, a quando un giorno mi beccai la febbre per essermi allenato sotto la pioggia, il giorno dopo, anche se malato, fui costretto ad allenarmi ancora.
Sospiro.
Non penso di avere altra scelta,no? penso fra me e me.


-Kentin! Che ci fai fuori con questo tempo?-
Alzo lo sguardo, mi sono appisolato sull'erba del parco, sento delle gocce pizzicarmi il naso.
Piove.
Chissà da quanto poi!
-Alexy ... -
Si avvicina a me e mi porge la mano.
-Alzati su, sei fradicio come un pulcino-
La sua voce è calma, soave, mi tranquillizza subito.
-I...Io- voglio parlare ma sento le forze abbandonarmi.
Alexy mi regge forte e mi posa le labbra sulla fronte, arrossisco d'istinto.
-Hai la febbre-dice serio.
Noto che si guarda attorno, il suo ombrello è ora sopra la mia testa, non sento più la pioggia sul mio corpo ancora fradicio.
-Vieni, casa mia è a pochi isolati- mormora.
-Appoggiati a me- continua.
Non credo che abbia la forza di sostenermi, quindi cerco di scostarmi.
-Hey! Sei sordo? Ho detto appoggiati a me!- esclama trattenendomi.
Faccio come dice e mi stupisco nel notare che ha una forza notevole, sembra così mingherlino, e invece...
-Riesci a camminare?-
Annuisco appena.
-Bene, andiamo su-


Sento il rumore del phon, un flusso discontinuo di calore mi inonda il viso zuppo.
-D...Dove...- mormoro.
Mi trovo di fronte il viso sorridente di Alexy, i suoi occhi indaco mi osservano con premura.
-Finalmente, pensavo non ti svegliassi più, la febbre ti è scesa , ho avvisato i tuoi che sei qui da me-
-Oh,grazie Alexy, non dovevi ... - mormoro sedendomi cautamente.
-Non potevo lasciarti lì , ti saresti beccato una polmonite!-
-Figurati, ho un fisico forte io! Che credi?-
Lui mi sorride pacato, non so perché ma il cuore mi pulsa forte in petto.
-Lo so bene- mi dice.
Penso sia abituato a compiacere i capricci altrui, Armin è il ragazzo più capriccioso che conosco e,anche io non sono da meno.
Voglio sempre che tutti mi credano il più forte, che mi temano, che si sentano inferiori rispetto a me ma...Con Alexy non è così.
-Grazie- mormoro rannicchiandomi e portando le ginocchia al viso.
Voglio coprire il mio rossore ormai evidente.
Non so perché Alexy mi faccia questo effetto, mi sconvolge, non capisco mai nulla quando sono con lui, ho paura di ammettere come mai...Ho paura.
-Tuo padre ha detto che puoi stare qui stanotte, dormirai nella mia stanza, io la condividerò con Armin-
-Oh ... No non serve, posso starmene sul divano-
-Figurati! Non preoccuparti, io e Armin dormiamo spesso nello stesso letto, sin da piccoli siamo stati abituati così, essendo gemelli sembrava logico dormissimo insieme, a volte parlavamo fra noi nel sonno, doveva essere esilarante per gli altri, o molto fastidioso-
Sorrido, deve essere bello avere un legame così stretto con il proprio fratello...
-Se per nessuno di vuoi due è un problema...-
-Figurati! Nessun problema, immagino avrai fame- mi dice.
Osservo l'orologio, sono le nove.
Il mio stomaco sta brontolando, penso proprio di avere un certo appetito.
-Benissimo, lo prendo per un sì...-
Alexy prende a ridere e io lo seguo a ruota.
-Chiamo Armin, così mangiamo qui tutti insieme-
-Oh, sei sicuro che si possa? A casa mia si mangia solo in sala da pranzo e...-
-Casa mia non è come la tua- osserva lui.
E' vero, casa sua è più calda, più accogliente, ovunque mi volti vedo solo foto di famiglia, lieve disordine indice di liti e screzi divertenti con Armin.
-Hai ragione, non è affatto come la mia- mormoro.
Il mio viso deve aver assunto un'espressione molto triste e malinconica, Alexy mi osserva con sguardo pentito.
-Sei...Sei triste?- mi chiede.
Non so come rispondere a dire il vero, sono felice a casa mia, sto bene ma ... A volte, solo a volte, vorrei poter essere libero di scegliere!
Scegliere di essere me stesso, sono confuso, non ho mai capito quale sia la mia vera identità.
Alexy continua a fissarmi, i suoi occhi sono comprensivi e dolci.
-No, cioè ... Non lo so io...-
-Non hai ancora ben chiare le cose vedo- mi risponde con fermezza.
-E' che...Ti sei mai chiesto chi sei davvero?- chiedo con aria distaccata.
Alexy mi sorride caldamente, posa la sua mano sul mio avambraccio, il mio viso si accalda istantaneamente.
-Se hai dei dubbi su te stesso ... Posso dirti di stare calmo, non hai una sola personalità Kentin, nessuno ce l'ha, tu sei chi scegli di essere-
Osservo gli occhi del mio interlocutore, brillano di una propria luce, risplendono come stelle al chiarore della luna.
Mi avvicino ad Alexy, il mio viso a pochi centimetri dal suo.
Vedo le sue guance diventare cremisi, i suoi occhi si chiudono di scatto.
Poso dolcemente la mia fronte contro la sua :-Non sei affatto male- mormoro.
-Eh?-
Il suo respiro caldo mi solletica il labbro inferiore, credo che lo bacerò presto.
La mia mente mi urla di non farlo, mi sta implorando di rimanere legato alla mia mascolinità, mi rendo conto che sia una cosa ridicola, Alexy è molto mascolino nonostante il suo orientamento sessuale ma...
-Kentin smettila ti prego...- mormora strizzando gli occhi.
Mi si blocca il respiro in gola.
-Kentin, non so che intenzioni tu abbia ma, ti prego, te lo chiedo in ginocchio, non farmi questo!-
Non capisco che cosa voglia dire, cosa non dovrei fare esattamente?
Perché se la prende così?
Socchiudo gli occhi e mi scosto da lui rapidamente.
-Forse è meglio che me ne torni a casa- mormoro alzandomi dal letto.
-Non occorre- mi dice lui sottovoce.
-E' evidente che non è il caso che rimanga, non vorrei crearti problemi e poi, ho bisogno di pensare-
Mi catapulto fuori dalla stanza, forze precarie e vestiti zuppi e con un pessimo odore di acqua stagna.
Sento il rumore delle scarpe di Alexy picchiare sul parquet scivoloso del salotto.
-Kentin aspetta...- la sua voce mi sta implorando.
Sento un rumore sordo colpire il pavimento.
Mi volto, Alexy è steso per terra di faccia.
-A...Alexy...-
Sto per scoppiare a ridere ma mi trattengo.
-Ahi- è l'unica cosa che dice.
-Aspetta ti aiuto- mi avvicino con il sorriso :- Non ti si può lasciare solo un attimo che subito fai disastri- rido.
Alexy mi guarda con gli occhioni da cucciolo, sembra quasi un cagnolino dopo aver combinato una marachella.
Mi abbasso sulle ginocchia per poterlo guardare meglio.
Ha un livido rosso sul mento.
-Ma guarda te!- mormoro.
-Ti fa male?-
-Un po'- mi risponde.
-Come siamo finiti così? Insomma, prima eri tu a prenderti cura di me , e adesso devo medicarti...- gli dico ridendo.
-Non serve, posso farlo io solo- borbotta.
Ha messo su un broncio tenerissimo.
-D'accordo fai pure tu solo, io torno a casa-
-Non andartene- mormora afferrando il lembo della mia felpa.
Quando lo fa, un po' d'acqua scivola sul pavimento, sta stringendo forte.
-Ok, basta che smetti di fare il bambino- rispondo severo.
In realtà è piuttosto divertente vederlo in questo stato.



-Vostra madre è un talento in cucina!- esclamo mentre mi infilo in bocca un bel pezzo di pollo.
-Cucina spesso, ma fa sempre le stesse cose- borbotta Armin.
-E' perché sa che ci piace mangiare leggero- continua Alexy.
-Mah, forse a te ma io preferirei un bell'hamburger!- esclama l'altro.
Scoppio a ridere di gusto.
E' sempre piacevole stare con i gemelli anche se, probabilmente, non glielo dirò mai.
-Io non penso di averne mai mangiati- affermo con sicurezza.
-M...Mai?!- esclama Armin sconvolto.
-Sai, devo seguire una rigida dieta e non posso permettermi di strafare- rispondo.
-Io non ci riuscirei! Amo troppo le mie patatine!- mormora Armin.
Alexy scoppia a ridere :-E infatti la tua pancia molle parla chiaro!-
-Io non ho la pancia molle! Tu semmai .... -
-Eh? Assolutamente no!-
-Ehm, secondo me siete molto snelli entrambi- mormoro.
I due mi osservano poco convinti.
-Snelli?- chiede Alexy.
- Sì, non siete particolarmente definiti- rispondo svogliatamente.
-Ci stai dicendo che non siamo abbastanza muscolosi?- chiede Armin.
Il suo tono è tipico di un bimbo offeso.
-Esatto- taglio corto.
-Ugh... La tua sincerità è disarmante- commenta Alexy.
Sorrido :-Siete molto affascinanti anche così-
Alexy diventa rosso come un peperone mentre Armin mi sorride malizioso.
-Lo so benissimo di essere bello che credi?-
Ridiamo tutti.
Non mi sono mai divertito così!


Il letto di Alexy è comodo, le coperte sono morbide e setose, profumano del suo shampoo.
Il suo cuscino è rigido, come piace a me, mi sorregge bene il collo che la notte mi da spesso problemi.
Volto il capo, il suo comodino è vicinissimo al letto, ho una paura di batterci la testa contro...
-Chissà cosa c'è nei cassetti?- mi chiedo.
Arrossisco, non è da me curiosare nelle stanze altrui, non si fa e io non sono per niente un ficcanaso!
Resisto alla mia malsana curiosità, mi copro fin sotto il naso e mi giro dall'altro lato.
-E' ora di dormire!- mi dico.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal dolce aroma di cannella.


"Il paesaggio dinanzi a me è così spoglio, mi sento imprigionato dentro una prigione dalla sicurezza impeccabile, non posso evadere.
Cerco di fare un passo avanti ma un enorme corpo di pietra mi blocca la strada, non ha fine, non ha volto, non ha nome, ha solo una posizione, di fronte a me.
Cerco di aggirarlo ma è davvero troppo grosso, provo a spostarlo ma è decisamente pesante.
Che potrei fare?
Dove potrei andare?
Voglio tornare indietro, mi sembra la cosa più logica da fare, sento una mano morbida afferrare la mia, trascinarmi dietro a dei cespugli di rovi che pungono la mia pelle pallida.
Delle macchie scarlatte mi sporcano la felpa,ormai ridotta a brandelli.
Fa male, così male .... Non riesco quasi a respirare dal dolore che provo.
Poi, il silenzio mi avvolge, non sento più nulla, né il rumore del vento, né lo scrosciare impaziente dell'acqua.
E' come trovarsi nelle profondità dell'oceano, dove non c'è aria, non c'è rumore, non c'è luce...
Ed ecco, un bosco luminoso, ricco di calore e colori eccentrici.
La mano che mi aveva tratto in salvo, la stessa mano che mi ha causato tanto dolore, ora mi stringe più forte e mi trascina all'ombra di un albero enorme.
Mi sento tranquillo mentre mi stendo sotto i fitti rami del possente albero sopra di me, le foglie aranciate cadono dolcemente sul mio viso e sul mio intero corpo e poi, la primavera."

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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti!
Questa, ho l'onore di annunciare, è la mia prima fanfiction YAOI, non ne ho mai scritte prima d'ora e spero che valga.
Ogni capitolo tratterà di una coppia diversa, anche etero, non volevo limitarmi al solito racconto pieno di coppie fatte con lo stampino anche se, mi rendo conto che probabilmente sarà così.
Ci tengo a ricordare a tutti che il tema dell'omosessualità è molto delicato, io ho cercato di non prenderlo alla leggera, spesso troverete frasi offensive in base al personaggio che narra la storia.
Vi chiedo di non prenderle a male visto che non rifletteranno assolutamente i miei pensieri al riguardo.
Ora, avrete notato senza dubbio che, almeno in questo capitolo, i personaggi sono un po' OOC, anzi parecchio.
Vorrei sapere da voi se vi piace così o se preferite che inserisca più tratti dei personaggi del gioco.
Bene, detto ciò, non voglio dilungarmi oltre, alla prossima!!
-Silkye96.

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Capitolo 2
*** Chiudi gli occhi e lasciati amare... ***


Natstiel CAPITOLO 2:
                          CastielxNathaniel


Ciao !
Oggi vi suggerisco un paio di canzoni da ascoltare mentre leggete questo capitolo, da oggi in poi ne abbinerò una ad ogni capitolo.
Le due canzoni che vi consiglio oggi sono: "Un piccolo amore" di Alina e "All of me" di John Legend.
Buona lettura!
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Chiudi gli occhi, ascolta il tuo cuore battere forte ed ignora ogni altra sensazione, abbandona le tue convinzioni, il tuo orgoglio.
Chiudi gli occhi e respira profondamente, lasciati andare e apri la tua mente.
Chiudi gli occhi....
Ti porterò in un mondo nuovo...


Oggi nevica.
I fiocchi bianchi danzano leggiadri nel cielo scivolando dolcemente sull'asfalto, l'intera città brilla come una sposa in bianco.
La luce fioca del sole si riflette sul bianco candido della neve.
Osservo Blanche stesa sul mio letto, i suoi occhi color zaffiro splendono nella mia direzione.
Mi sono sempre chiesto che cosa si celi dietro gli occhi dei gatti, ho sempre ammirato il modo in cui il loro sguardo si focalizza sulla preda, è come se l'afferrassero prima con gli occhi che con le zampe, è come se la trattenessero con il loro sguardo glaciale.
Avverto un bussare feroce alla mia porta.
E' lui.
E' sempre lui.
Mi dirigo in salotto e apro la porta solo per trovarmi davanti una massa informe di capelli rossi.
-Non ti aspettavo così presto- dico.
Castiel mi rivolge un ghigno malizioso.
-Non potevo più aspettare!-
La sua voce suadente mi cattura in un attimo, improvvisamente divento la sua preda, con i suoi occhi gioca nella mia mente, cercando di insinuarsi dentro di me annientando ogni mia certezza.
-C...Castiel...- mormoro.
Lui entra in casa, non mi da nemmeno il tempo di richiudere la porta e mi stende sul divano.
-Che ti prende oggi?- chiedo confuso.
Il mio intero corpo si scalda sotto al suo tocco fermo, deciso...
Il cuore mi batte talmente forte che sembra voglia esplodermi dal petto.
-Ho voglia di te- mi sussurra queste parole all'orecchio.
Il suo respiro caldo e affannoso inonda il mio collo con dolcezza.
-Castiel ... Aspetta!- esclamo spingendolo via.
-Da quando in qua pensi di avere il diritto di rifiutarmi?- mi chiede lui mentre si accende una sigaretta.
-Non si fuma qui, lo sai!- gli rammento.
Lui mi ignora e continua a fumare in silenzio.
-Non ti stavo rifiutando solo che...Oggi mi sembri un po' frettoloso, è successo qualcosa?-chiedo.
Sono preoccupato, di solito prima di arrivare al dunque facciamo altro.
Nessuno al liceo sa che ci vediamo e che abbiamo una relazione, tutti pensano che ci odiamo a morte.
In realtà, è successo tutto due mesi fa...

*FLASHBACK*
-Allora ragazzi, per questo progetto di storia, dovrete essere distribuiti a coppie...Ovviamente, non potete scegliere la persona con cui sarete in binomio-
Il professor Faraize parla ormai da ore, io mi sento sempre più preoccupato.
Non vorrei mai trovarmi in coppia con uno come Castiel,nemmeno per sogno!
-Nathaniel e Castiel-
Quelle parole mi risuonano nella testa come una trivella.
Il mio sguardo incontra quello cinereo di Castiel, mi sta letteralmente fulminando.
-Professore ma come le viene in mente?- esclamo alzando la mano.
Faraize sospira portandosi una mano alla fronte.
-Signor Nathaniel, sarebbe meglio per tutti se lei e il Signor Castiel iniziaste a superare le vostre differenze-
Castiel si alza ed esce dall'aula.
Ha le mani in tasca, la testa bassa e le cuffie alle orecchie, che razza di menefreghista.


Siamo a casa mia, la tensione è palpabile,in fondo non siamo mai stati soli in un luogo chiuso...Forse ci scappa il morto.
Improvvisamente, la sua mano sfiora il mio ginocchio e mi ritrovo, non so bene come, steso sul pavimento gelido.
-Che diavolo pensi di fare?- esclamo furioso.
Voglio spingerlo via ma le sue mani bloccano i miei polsi a terra con determinazione.
-Castiel lasciami stare!- esclamo.
Mi dimeno con energia, voglio che mi lasci in pace!
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, le sue mani mi stringono con più forza, non avevo mai notato quanto il suo fisico sovrastasse il mio di parecchio!
-Non so perché Delegato ma... Ho voglia di fare qualcosa di diverso- mi sussurra.
Si avvicina a me e si insinua a pochi centimetri dalle mie labbra.
-Castiel se è uno scherzo non mi fa ridere!- esclamo infastidito.
-Sta' zitto-
Sto per protestare ma le sue labbra si infrangono con forza contro le mie.

*END FLASHBACK*

Tutto è iniziato così, dal nulla ...
Accidenti, a me non sono mai piaciuti i ragazzi e non pensavo che anche Castiel avesse gusti così peculiari.
-Mi chiedi che c'è che non va e nemmeno mi dai retta-
La sua voce profonda, un po'roca per via del fumo, mi giunge alle orecchie e mi desta dai miei pensieri.
-Scusa...- mormoro.
-Stavo dicendo che...Sono un po' triste-
Sollevo un sopracciglio.
-Perché?- chiedo.
-Sai, ultimamente passi tanto di quel tempo nella tua stanzetta di delegato, sembra che tu non abbia più tempo per me-
Scoppio a ridere, nel frattempo divento tutto rosso.
Insomma, la situazione è paradossale.
Se me l'avessero detto qualche mese fa non ci avrei mai creduto, non avrei mai creduto possibile questa relazione ma, forse è ora di ammetterlo...Io amo questo ragazzo, questo grandissimo idiota, penso davvero che la mia vita non sarebbe la stessa senza di lui in essa.
-Idiota- mormoro.
Lui alza lo sguardo, ha un'espressione accigliata in viso.
-Come?- mi chiede.
Assumo un ghigno malizioso e mi sistemo sopra di lui stendendolo sul divano.
-Sei un idiota- gli sussurro baciandogli il collo.
Sento il suo corpo tremare sotto al mio.
Sposto il mio peso sul suo baricentro in modo da bloccarlo sotto di me, blocco le sue braccia afferrando i suoi polsi con le mani.
Lo tengo ben saldo per evitare che possa muoversi.
Mi avvicino alle sue labbra, ora semichiuse, lascio che il mio respiro indugi un poco su di esse per poi premere le mie contro le sue con forza.
Chiedo accesso con la lingua intensificando il nostro bacio.
Il suo corpo non smette di fremere sotto di me, e ciò mi provoca un immenso piacere.
Mi stacco da lui con dolcezza, libero le sue mani tremanti e senza indugiare un secondo in più gli sfilo la maglietta.
-Mi spiace che tu ti sia sentito trascurato- mormoro baciando il suo petto.
Le sue mani mi cingono la vita con fermezza.
-Ora come ti senti?- chiedo carezzandogli i capelli setosi.
Lo vedo arrossire fino alla punta delle orecchie, osservo i suoi occhi chiudersi piano per l'imbarazzo.
-Ora sto bene- mi risponde con un fil di voce.
-Eccellente- sussurro.



Mi sveglio fra le braccia muscolose del rosso, sembra quasi di essere in un'altra dimensione completamente nuova e speciale.
Il mio cuore batte ancora molto forte.
E' incredibile come un solo suo sguardo possa farmi perdere la testa, tanto al punto da non essere nemmeno più me stesso.
Osservo il suo corpo nudo accanto al mio, le sue coscie possenti e il suo ventre muscoloso.
I suoi capelli morbidi ricadono leggieri sulle sue spalle potenti.
Quando dorme, il suo respiro diventa profondo e costante, non ha più la sua solita espressione scura ma ne ha una più dolce, sembra un gatto randagio, all'inizio graffia e soffia sperando di allontanare qualsiasi interesse umano nei suoi confronti e poi, quando si affeziona, inizia a richiedere attenzioni.
Carezzo soavemente la sua nuca, è ancora sudato ma non mi da fastidio.
Il chiarore della neve si riflette sulla sua pelle pallida, è come avere accanto un maestoso persiano dallo sguardo truce e dalle linee sinuose.
Apre un occhio e mi scruta, le sue mani afferrano il mio viso e mi trascinano verso il suo con attenzione, le sue labbra si scontrano con le mie in una danza passionale.
-Tu non ti stanchi mai- mormoro sorridendo.
-Che vuoi che ti dica? Sono pieno di energie-
Ridiamo di gusto e torniamo a stenderci con cautela l'uno accanto all'altro.
Ci siamo presi la mano a vicenda.
-L'avresti mai creduto?- mi chiede carezzandomi il pollice.
Castiel volta il suo viso verso il mio con calma assoluta.
-No, sicuramente no...Insomma...Ricordi quando Silkye sospettò che io e Lysandro...Sì insomma...Mi arrabbiai così tanto e invece guardami ora-
Sorrido.
-Non so nemmeno perché debba essere tu l'oggetto del mio interesse- dice.
-Bè, su questo io ne so quanto te- rispondo con veemenza.
-Insomma, te lo sei mai chiesto? Perché abbiamo iniziato questa relazione?-
Volto di scatto il capo, non voglio che metta in dubbio quello che abbiamo.
-Che vuoi dire?- chiedo.
-Bè, è una relazione di sesso come tante altre, perché fra tutti proprio con un ragazzo?-
Le sue parole mi trafiggono come un milione di aghi.
Ma come può fare certe considerazioni?
-Insomma, tu non sei gay e non lo sono nemmeno io, perché d'un tratto dovrei sentire il bisogno di fare sesso con te?-
La sua voce è roca e svogliata, sembra quasi che non si renda conto di quel che dice.
-Castiel...-
-Non dirmi che pensi che questa sia una vera relazione! Non siamo gay, non lo siamo mai stati... Stiamo solo soddisfando dei bisogni primari-
-Cosa vuoi dire?- chiedo ferito.
Castiel ridacchia, ha assunto un'espressione strafottente.
-Voglio dire che quando troverò una ragazza disposta ad aprire le gambe per me io e te avremo chiuso-
Il suo tono è sempre più menefreghista.
Io mi stavo iniziando a fidare di lui...Io credevo...
Credevo che...
Sento la testa leggera, il mio cuore perde un battito, non sento più le gambe.
Mi alzo dal divano ignorando la mia nudità,mi copro con le lenzuola e inizio a guardarlo in cagnesco, lui se ne sta lì, nudo, bellissimo, immobile come un gatto.
-Sparisci!- inveisco con furia.
-Che ti prende?-
-Vettene via! Vattene!- le mie grida si fanno disperate.
Cado sulle ginocchia, il mio corpo sembra non reagire alle mie preghiere disperate, non voglio fargli vedere quanto io sia affranto.
Il mio intero corpo inizia a tremare sotto al peso della mia delusione, le sue parole crudeli continuano a girovagare per la mia testa senza donarmi pace.
Sento il rumore dei suoi piedi sul pavimento, si inginocchia con le lenzuola avvolte strette attorno alla vita, solleva il mio viso con l'indice.
-Delegato...- mormora.
In quel momento me ne rendo conto.
Sto piangendo, il mio viso è accaldato e dai miei occhi escono lacrime salate.
-Delegato non mi dirai che ti sei innamorato?- mi chiede con stupore.
Mi mordo le labbra.
-Io...- sto per dirlo ma le sue labbra mi bloccano.
Non ci sto capendo più nulla.
-Dillo- mi dice :-Di' che mi ami Nathaniel!-
Posa la sua fronte sulla mia e con un tono disperato ripete quel mantra :-Dimmi che mi ami-
Ora ho capito, ora so quanto deve sentirsi solo questo ragazzo,ora so che assume questa corazza da duro per celare la sua fragilità, il suo bisogno di sentirsi dire due semplici parole, non importa da chi.
Il bisogno di sentirsi dire ....
-Ti amo- mormoro.
I suoi occhi si spalancano, lo sento tremare e noto delle lacrime cristalline scivolargli lungo il mento.
-Ti amo Castiel- ripeto con sicurezza.
Cerco di sovrastare il suo corpo con il mio, vorrei farlo sentire al sicuro.
-Mi dispiace per quel che ti ho detto, volevo solo... -
Lo zittisco con dolcezza.
-Lo so...- mormoro carezzandogli i capelli.
Blocco il mio sguardo sul suo viso e lo sollevo con dolcezza fino a portarlo alle mie labbra.
Il suo sapore si insinua nella mia bocca con impudenza, avverto ogni sua singola emozione e assaggio il sale amaro delle sue lacrime calde.
Non mi sono mai sentito così, come se fossi su una nuvola.
-Castiel, di' che mi ami- gli dico con il sorriso.
I suoi occhi perdono sicurezza, arrossisce e inizia a spostare lo sguardo altrove.
Mi ricorda tanto Blanche quando ne combina una delle sue.
-T...Ti amo...- borbotta.
Non posso a fare a meno di ridere, non avrei mai pensato che certe parole potessero uscire così facilmente dalla mia bocca e così tentennanti dalla sua.
E così, tra il silenzio dolce della neve, il chiarore pallido dei suoi fiocchi candidi e lo sguardo attento di Blanche, ci amiamo di nuovo, entrando in un mondo interamente nostro, respirando a pieni polmoni questa nuova consapevolezza.
Non so come tutto questo andrà a finire ma, per ora, posso essere sicuro di una cosa: io amo alla follia questo ragazzo così diverso da me.


Chiudi gli occhi e lasciati amare....

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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Allora, che dire?
Questo capitolo è uscito esattamente come lo volevo, ne vado davvero orgogliosa e spero che piacerà a voi tanto quanto piace a me.
Me lo auguro di tutto cuore!
Bene, fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio.
-Silkye96.

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Capitolo 3
*** Solitudine ***


Lyskye CAPITOLO 3:
                         LysandroxSilkye


Ciao a tutte!
Per questo capitolo le canzoni di riferimento sono: "Innocence" di Avril Lavigne e "Alice Underground" di Avril Lavigne.
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Tante di quelle volte ci si sente soli, poco compresi.
Si guarda fuori dalla finestra, osservando le stelle e tutto ciò che si vede è il buio del cielo, non la luce che esse emanano.
A volte, nonostante la stanza sia piena di gente ci si sente comunque soli, distrutti...
Soli...


Il sole irrompe debolmente dalla finestra, apro gli occhi e mi guardo attorno, non riconosco il luogo in cui sono ma deve essere la camera da letto di una ragazza.
Un orsacchiotto di peluche mi fissa, ha le braccia spalancate e indossa una maglietta bianca con un cuore.
-Dove...-
Mi fa male la gola, non riesco davvero a parlare, non so che cosa ho che non va ma mi sento tremendamente confuso, mi gira la testa e sento un freddo cane.
Volto appena la testa dolorante e leggera e noto la sagoma di una ragazza stesa in un sacco a pelo, noto che è rossa di capelli e che ha la pelle candida.
-Mmmh...-
La sagoma accanto a me mugugna e si volta appena per poi sollevarsi da terra, è una figura snella e sinuosa, inizio a riconoscere alcuni dettagli della figura femminile in piedi accanto al letto.
-Oh, buongiorno. Ti sei svegliato-
E' la voce di Silkye.
Non capisco bene che succede, so solo che le mie guance iniziano a scaldarsi istantaneamente, inizio a realizzare di star dormendo nel letto di Silkye.
Il mio cuore inizia a battere così forte che per un attimo mi sembra di avere una specie di infarto.
-Come ti senti?- chiede soavemente.
Ho la gola secca, mi fa male, vorrei solo bere un po' d'acqua.
-Sete...- mormoro.
Lei mi sorride dolcemente e, con una mossa agile, afferra una borraccia colma di acqua dal comodino.
-Ecco, bevi tanto mi raccomando, ieri sera eri totalmente disidratato-
Prendo a stento la borraccia e inizio a berne il fresco contenuto.
Mi sento subito meglio.
-Cosa...Come...- provo a chiedere cosa sia successo ma la mia testa non collabora.
Silkye continua a sorridermi, mi sento un bambino piccolo.
-Immagino sarai confuso, effettivamente sarebbe strano se ricordassi qualcosa- commenta lei.
Lo dice con tono deluso, come se si fosse creata delle grandi aspettative.
-L'ultima cosa che ricordi?- mi chiede.
Mi sforzo di sedermi e chiudo gli occhi per poter ricordare, di solito la mia memoria non è eccezionale ma oggi fa davvero pena!
-Ehm...Io...Non ricordo nulla- confesso.
La mia voce è roca.
-Allora, non saprei da dove cominciare ma...In sintesi, ieri sera tu e i ragazzi avete tenuto un concerto, hai bevuto un po' troppo e casa mia era la più vicina-
-Ho...Bevuto?- chiedo sconvolto.
Io non bevo!
-Oh eccome!- risponde lei.
-Non...Non è possibile io non...Non sembra un comportamento da me-
-Lo so, ero sconvolta anche io...C'è qualcosa che ti turba?-
-Non so...Forse...-
I suoi occhi verdi mi scrutano con attenzione, ogni volta che percorre la mia figura con le sue iridi luminose mi sento improvvisamente fragile.
Il mio corpo inizia a tremare e non ho idea del perché, mi sento così debole e confuso.
-Bè, non importa ora...L'importante è che tu stia bene- mi dice con un gran sorriso.
Inizio ad arrossire violentemente, mi porto una mano alla bocca per cercare di camuffare il mio imbarazzo palese.
-Senti io...Vorrei farti una domanda ma...-
Silkye torna a guardarmi in viso con espressione attenta.
-Dimmi pure- incalza.
Abbasso il capo, non voglio davvero guardarla negli occhi mentre le chiedo questa cosa.
-Ho...Ho provato a farti qualcosa o...-
-No, sei stato un perfetto gentiluomo- mi risponde con sicurezza.
Tiro un sospiro di sollievo, ringrazio mentalmente il mio autocontrollo miracoloso, in realtà penso che se fossi stato più ubriaco avrei sicuramente tentato qualcosa.
Il fatto è che, ogni volta che la guardo sento una pressione incredibile, come se non volessi far altro che baciarla e renderla mia per sempre.
Eppure, non riesco a dirle nulla e nemmeno a trovare il coraggio per farmi avanti, mi dico che devo prendere il toro per le corna e confessarle tutto ma ogni volta perdo tutta la mia spavalderia e mi tiro indietro.
-Perché Leigh non è venuto a prendermi?- chiedo.
-Oh, non ha risposto al cellulare in realtà...Non sapevo che fare e ho casa libera quindi...-
-Ho capito, bè grazie mille...-
-Ma figurati- mormora.
Rimaniamo immobili a fissarci negli occhi, muoio per quegli smeraldi brillanti che mi rendono così insicuro e così forte al medesimo istante.
Senza nemmeno rendermene conto mi avvicino pericolosamente al suo viso, il mio cuore perde un battito.
-C...Cosa stai facendo?- mi chiede.
Indietreggia di poco e continua ad osservarmi con gli occhi spalancati.
Non so cosa diavolo mi prende ma il mio controllo sul mio corpo sta vacillando in maniera incredibile, non so nemmeno che cosa io abbia in testa, so solo che voglio questa ragazza e in un modo o nell'altro l'avrò.
-Non è ovvio?- chiedo divertito.
Lei solleva un sopracciglio e fa una smorfia strana, per qualche motivo mi sento a disagio.
-Lysandro senza offesa ma...Non vorrei mai essere baciata da te in questo modo, non sei tu!- esclama.
Non credo di capire, mi sta rifiutando o mi sta facendo la dichiarazione?
-Che intendi?- chiedo confuso.
-Intendo dire che...Tu sei un ragazzo dai modi gentili, sei galante e non sei il tipo di ragazzo che si comporta in questo modo per puro impulso-
Mi sento talmente lusingato che non so come rispondere, il fatto è che...Mi sento così solo, così orribilmente solo.
Silkye è l'unica che sia sempre stata in grado di capirmi e di accettarmi, ho sempre saputo, dal primo momento in cui la vidi, che sarebbe stata la ragazza giusta.
Il mio autocontrollo vacilla ancora, non so cosa mi stia accadendo, il mio cuore batte all'impazzata e non penso di riuscire a trattenermi ancora a lungo.
-Io...- cerco di spiegarmi ma le parole non mi escono dalla bocca.
-Avrai fame, vado in cucina a fare da mangiare, scendi quando ti va- mi dice con aria comprensiva.
Sparisce fuori dalla stanza e io torno a stendermi su quel letto profumato.
Mi rendo conto che mi ha lasciato il suo letto comodo, caldo e soffice per dormire su un sacco a pelo bucato sul pavimento duro.
Mi alzo e inizio a girovagare distrattamente per la stanza, poi noto qualcosa di particolare sul comò.
C'è una mia foto incorniciata, una mia foto ad un concerto.
Il mio cuore ha un sussulto, chi può averle dato questa foto?



Avverto dei rumori lievi provenire dal piano di sotto, sono fermo a metà della scalinata con espressione smarrita.
Cerco di seguire i rumori per trovare la cucina.
Mi sono reso conto almeno cinque minuti fa del fatto che sono a torso nudo e indosso dei pantaloni della tuta un po' larghi.
Arrossisco.
Trovo la cucina e mi siedo al bancone.
Silkye mi mette davanti un piatto di riso in bianco e un bicchiere d'acqua.
-Oh, grazie...-
-Figurati, non sono una gran cuoca ma...Ho fatto del mio meglio- mi risponde.
Le sorrido sperando di essere rassicurante e inizio a mangiare, non è male!
-Mi piace- commento.
-Bene-
-Silkye...-
-Sì?- mi chiede.
Cerco di raccogliere il coraggio meglio che posso e parlo.
-Senti, m...Mi hai spogliato tu?-
Arrossisce immediatamente, i suoi occhi indugiano verso il parquet come se su di esso ci fosse qualcosa di estremamente interessante.
-Dovevo insomma...Eri...Eri parecchio ubriaco...- la sua voce sembra così timida.
Non sento quasi quello che mi dice per quanto parla piano.
-Ah...- non riesco a dire altro.
Siamo entrambi così rossi che potremmo esplodere da un momento all'altro.
Mi vergogno da morire, tutta la spavalderia che era padrona del mio corpo in camera scompare, non mi sono mai sentito così in imbarazzo in vita mia.
-Ti da fastidio?- chiede.
E' tutta rossa e ha un'espressione tenerissima stampata in volto.
-No, affatto- rispondo.
Speravo da tempo mi spogliasse in realtà.
Eh già, tipico pensiero da maschio...
Non so che diavolo mi prende, pensavo di avere un pochino più di classe onestamente e invece...Eccomi qui.
Mi tremano le gambe quando noto che lei si avvicina a me.
-Che avevi in mente prima?- mi chiede.
Inizio ad arrossire, è seduta sulle mie ginocchia a cavalcioni e mi guarda dritto negli occhi.
Le sue mani mi tengono saldamente le spalle e la sua fronte è ferma sulla mia, i nostri nasi si sfiorano e le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie.
-Ma che fai?- esclamo nervoso.
-Scusa, non pensavo ti desse fastidio-
Dice così ma non si muove.
-Non...Non mi da fastidio solo che...-
Lei mi sorride in modo strano, una scarica di brividi mi percorre la schiena e l'imbarazzo si fa largo nella mia testa.
-Sai? Non ho capito bene che intenzioni avessi prima ma penso di non sbagliare quando dico che nulla di quello che sto facendo ora ti dispiace-
La sua voce è soave ma decisa, sembra quasi che si stia dichiarando apertamente.
Improvvisamente, senza alcun preavviso di nessun genere, le sue labbra si infrangono sulle mie con decisione e io inizio a tremare dalla tensione.
Avverto il suo sapore dolce e mi rendo conto di voler approfondire il bacio, chiedo accesso alla sua bocca con la mia lingua e lei socchiude le labbra per permettermi di baciarla a fondo.
Non ho mai baciato nessuna in modo così passionale, nessuna ragazza è mai stata in grado di farmi sentire così compreso, così vivo!
Sento il suo respiro affannoso sul collo e sento che sto per perdere il controllo ancora una volta, inizio a sforzarmi per trattenermi il più possibile ma, non so perché, ho idea che sarà del tutto inutile provare così tanto a contenermi.
Improvvisamente lei si blocca, ha il viso totalmente rosso ed evita accuratamente il mio sguardo, si alza e corre a lavare i piatti dandomi le spalle.
Sono così confuso, che le prende?
Inizio a riflettere finché non mi rendo conto della mia proverbiale erezione.
Il mio viso si scalda talmente che mi sembra quasi di averlo dentro il forno.
Non so cosa dire, vorrei solo sparire alla velocità della luce.
Finisco in silenzio di mangiare e corro di sopra rapidamente, una volta giunto al corridoio del secondo piano, decido di farmi una doccia fredda.
Mi guardo attorno ed individuo il bagno con facilità.


L'acqua scivola dolcemente lungo la mia schiena, mi sento in pace con l'Universo e mi rilasso totalmente sotto al piacevole getto fresco della doccia.
I miei capelli sono zuppi e mi ricadono disordinatamente sul viso, porto indietro una ciocca per liberarmi la vista e continuo a passarmi lo shampoo.
La doccia di Silkye non è molto grande e ha i vetri trasparenti, si vede tutto, non ha una tendina, nulla di nulla.
La cosa mi mette davvero a disagio ma, al tempo stesso, non mi dispiace.
Inizio a canticchiare com'è mia abitudine mentre mi lavo, chiudo gli occhi ed immagino una melodia in testa, lascio che fluisca e che si liberi per dare sfogo a tutto me stesso, ogni volta è come liberare la mia anima.
Mi inizio a lavare il corpo con attenzione, ho male un po' ovunque anche se non so bene perché.
Mi sento come se avessi fatto otto ore filate di palestra.
Continuo a sciacquarmi per levarmi di dosso il puzzo di alcool e sudore.
All'improvviso noto i capelli rossi di Silkye sfrecciare di fronte alla doccia.
Mi copro con le mani cercando di non gridare come una femminuccia.
-Che fai qui?- esclamo.
-Non sapevo fossi in bagno, ho semplicemente portato gli asciugamani puliti- mormora lei.
Nemmeno mi guarda, il che è un bene in effetti.
Si catapulta fuori dal bagno e io torno a rilassarmi.
-Accidenti- mormoro fra me e me.
Esco dalla doccia e mi avvolgo un asciugamano limpido attorno alla vita.
E' un po' piccolo per me ma è l'unico che posso usare, non copre molto tuttavia.
Mi sporgo dalla porta ed esclamo.
-Silkye!-
La ragazza corre verso la porta, evita ancora il mio sguardo, la cosa mi da enormemente fastidio ma non posso biasimarla, sarà in imbarazzo poverina!
-Dimmi- mormora.
A stento riesco a capire quel che dice.
-Senti un po', non è che avresti un asciugamano un poco più grande?-
-Mh? E' troppo piccolo?- chiede.
I suoi occhi ora sono fermi sui miei.
-Eh sì, non copre molto...- dico con un fil di voce.
Lei torna inevitabilmente rossa come un pomodoro e io non posso fare a meno di seguirla a ruota, tutta questa situazione non solo è paradossale ma anche tremendamente imbarazzante.
-Aspetta, dovrei avere un asciugamano da mare-
La vedo entrare nella sua camera, ne esce poco dopo con un grande telo arancione.
-Questo dovrebbe coprirti di più- mi dice porgendomelo.
Le sorrido caldamente :-Grazie infinite-



Entro in camera senza bussare, sono quasi certo che Silkye stia riposando.
Ho ragione.
E' nel suo letto con le coperte tirate fin sopra il naso.
-Mi dispiace di averti rubato il letto stanotte- mormoro.
-Non dirlo nemmeno per scherzo, mi ha fatto piacere che dormissi nel mio letto-
-Ascolta, riguardo a quel che è successo prima io...- provo a scusarmi ma lei mi blocca subito.
-Non mi ha dato fastidio, ero solo in imbarazzo per via del mio comportamento. So bene che ti piacciono le ragazze più quiete-
Sgrano gli occhi, come può pensare che mi dia fastidio il modo in cui si è comportata?
-Hey! Che dici? Frena! Io...Io non...Non posso credere che tu pensi che non mi sia piaciuto-
-Bè, in realtà so che ti è piaciuto parecchio- mi dice ridendo.
Arrossisco subito.
-Sì bè...A proposito di...Io non...Ehhh...-
-Lysandro stai tranquillo, come ti ho detto non mi ha dato affatto fastidio, mi ha fatto piacere in un certo senso-
-B...Bene...- mormoro.
Il mio cuore batte forte, non so che cosa dire e nemmeno cosa fare!
Mi siedo accanto a lei nel letto e mi metto sotto alle coperte.
-Lysandro, voglio essere sincera con te...Tu...Tu mi piaci moltissimo-
Il mio cuore ha un sussulto.
-A...Anche tu mi piaci- rispondo balbettando.
-Non so dirti se mi sono innamorata onestamente, quello che so è che...Vorrei uscire con te- mi confessa lei.
Annuisco.
-S...Sì, capisco che vuoi dire...-
Lei volta il suo viso splendido verso di me e, senza aggiungere nemmeno una parola, mi bacia con dolcezza.
Il bacio si fa via via pià intenso e mi rendo conto di non riuscire a fermarmi, senza preavviso mi ritrovo sopra di lei, il suo corpo si inarca contro il mio mentre il bacio continua.
Mi sorreggo con i gomiti e la osservo con stupore, non pensavo fosse una ragazza così passionale.
-Quando tornano i tuoi?- chiedo ansimando.
Lei controlla l'orologio e sgrana gli occhi.
-Vestiti subito!- esclama uscendo dal letto.
Mi lancia i vestiti sporchi del concerto e mi fa cenno di vestirmi velocemente.
Ubbidisco senza fare domande, appena tolgo l'asciugamano mi rendo conto di essere nudo e, a quanto pare, se ne rende conto anche lei dato che mi lancia i boxer con violenza.
Mi rivesto alla velocità della luce e,comprendendo l'andazzo la saluto e corro fuori dalla casa.


Leigh entra in camera mia silenziosamente, mi osserva mentre me ne sto seduto sul mio letto a scrivere sul mio note book.
-Allora?- mi chiede con fare inquisitorio.
-Nulla di nuovo- commento.
Leigh mi osserva perplesso ma non approfondisce la sua indagine, mi ha messo in punizione per essermi ubriacato, ha chiamato mamma e papà e ha raccontato loro ogni cosa, mi hanno strigliato per benino.
Sono di nuovo solo, così solo e chiuso in me stesso.
Sto per mettermi a riposare quando mi arriva un messaggio da Silkye.

                                                      I miei non hanno indagato, sei salvo.
                                                      Domani magari usciamo e andiamo a mangiare qualcosa?
                                                      -Silkye.

Sorrido istintivamente, mi sa proprio che stavolta mi sono innamorato.
E chi l'avrebbe mai detto?


E' meravoglioso il mondo se trovi qualcuno che non ti faccia sentire solo.
Anzi, non c'è nulla di meglio che sentirsi circondati da persone anche quando si è con una sola persona.
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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ecco qui il terzo capitolo di "Egoist!"
Voi lo aspettavate e io lo aspettavo xD
Questo capitolo non tratta di una coppia yaoi ma di una coppia het come potete leggere.
Avevo preannunciato nel capitolo precedente che avrei inserito anche coppie etero.
Spero il capitolo sia stato di vostro gratimento.
Un bacio!
-Silkye96.

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Capitolo 4
*** Confessione d'amore. ***


Kenlexy 2 CAPITOLO 4:
                               AlexyxKentin


E' un pomeriggio come gli altri a casa mia, tutto sembra così incredibilmente calmo, mi rendo conto che Armin non sta urlando in giro per casa, né tantomeno lo vedo girovagare per i corridoi con la console in mano a maledire ogni boss finale.
Mi dirigo distrattamente verso la nostra stanza, sono sicuro che sia lì a dormire anzi che concentrarsi sugli studi, lo fa continuamente.
Apro la porta della camera e osservo divertito la scena che mi si para davanti: mio fratello, il mio caro fratellone si sta masturbando davanti ad un video di dubbia origine.
-Dio, devi davvero trovarti una ragazza Armin- mormoro.
Lui si volta esterrefatto, è tutto rosso in viso e strizza gli occhi innervosito :-Sparisci impiccione!- grida.
-Hey, non ti scaldare, se vuoi una mano basta chiedere- dico divertito.
-Non voglio una mano! Vattene via clone!- grida così forte che pare voglia rompere i vetri.
Esco dalla stanza con un ghigno dipinto in viso, è troppo divertente beccare mio fratello in certi momenti e avere l'occasione di metterlo nel totale imbarazzo.
-Mamma! Papà! Armin lo sta facendo di nuovo!- esclamo.
-Alexy!- sento urlare da dentro la camera.
Inizio a ridere e corro via prima che mi prenda.


Rientro notando che mio padre è seduto sul letto di Armin con lui al fianco.
Mi siedo accanto a loro.
-Questa me la paghi Alex!- esclama Armin.
-Armin, figliolo...Vuoi che facciamo di nuovo quel discorso?- chiede mio padre.
Mio fratello si tinge di rosso e osserva mio padre con gli occhi sbarrati.
-Assolutamente no!- grida indispettito.
So già che me la farà pagare con gli interessi ma...Accidenti! E' troppo divertente!
-Vedi figliolo, non c'è nulla di male ad esplorare i propri...-
-Papà ma che dici?! Basta!- esclama mio fratello.
Si vede che il discorso lo imbarazza oltremodo, eppure con Silkye fa tanto lo spavaldo e lo splendido.
-Non vergnognarti non ne hai motivo- continua nostro padre.
-Papà!- grida di nuovo mio fratello.
Capisco che è giunto il momento di aiutarlo, in fondo in questo pasticcio ce l'ho messo io!
-Papà ti chiama mamma- dico convinto.
-Non è vero-
-Sì che lo è, come fai a non aver sentito? Stai davvero invecchiando eh- rispondo ancora più sicuro.
Papà si alza e corre di sotto.
Chiudo la porta alle sue spalle.
-Ti odio clone!- esclama Armin, è ancora rosso in viso.
-Nah, in realtà mi vuoi bene...- mormoro con un ghigno divertito sul viso.
Armin sbuffa ma sorride, mi ha perdonato per la mia bravata.
-Armin...Posso confessarti una cosa?- chiedo timidamente.
Mi viene in mente il giorno in cui dissi a mio fratello di essere gay, lui mi sorrise e mi prese fra le braccia baciando dolcemente la mia fronte e mi disse delle parole semplici ma fondamentali: "Non potrei mai non accettare quello che sei, tu sei parte di me e lo sarai per sempre, ricorda...Io sarò qui per te ogni volta che vorrai".
-Dimmi- mi risponde.
Osservo i magnetici occhi azzurri di mio fratello e tiro un sospiro carico di ansia e timore.
-Armin...Mi sono innamorato- confesso con voce tremante.
Mio fratello si alza dal letto, ora è in piedi di fronte a me e mi guarda dritto negli occhi senza mollarmi un secondo, non posso più scappare ora che l'ho detto e non è che voglia farlo ma...
-Di chi?- mi chiede con un gran sorriso.
-Oh...Io....- non so come dirlo, mi tremano le mani.
Mio fratello mi posa una mano sulla spalla e mi fa un occhiolino complice :-Quindi è Kentin, eh?-
-C...Come hai fatto a...- balbetto.
-Sei il mio clone, no? Ti leggo nella mente!- risponde lui divertito.
-Cosa devo fare?- chiedo affranto.
Armin alza gli occhi al cielo come a voler riflettere su ciò che gli ho domandato.
-Devi buttarti, dare tutto te stesso perché, Alex, te lo dico con tutto il cuore: tu sei la persona migliore che conosco, hai un buon cuore e sei simpatico, non dubitare di te stesso e non dubitare nemmeno del fatto che a Kentin potresti piacere e pure tanto!-
Il suo tono è serio, deciso, non penso che mio fratello mi abbia mai rivolto parole così serie e dolci.
Lo abbraccio forte, proprio come lui fa sempre con me quando ho qualche problema :-Grazie Armin- mormoro fra le lacrime.
Mio fratello si lascia stringere senza muoversi o dimenarsi come fa solitamente, è immobile e ha ancora la mano salda sulla mia spalla.



E' lunedì mattina, odio il lunedì.
Dopo una domenica movimentata ritornare alla noia della scuola mi delude sempre.
C'è da dire anche, però, che al Dolce Amoris non ci si annoia mai, ne succede sempre una, oggi sarò io a far succedere qualcosa di importante dato che ho deciso di dichiararmi a Kentin, forse è un'idea da pazzi ma non posso più trattenermi.
Ho le mani sudate e le mie gambe mi reggono a stento, ho un'ansia gigante e spero che svanisca al momento della confessione.
Armin è di fronte a me, cammina spavaldo con la cartella oltre la spalla e fischietta allegro.
Io gli sto subito dietro, aggrappato al lembo del suo gilet.
Armin mi rivolge uno sguardo dolce oltre la spalla.
-Come va?- mi chiede.
La sua voce è soave e profonda, mi rilassa all'istante.
-Sto bene solo...- non riesco nemmeno a terminare la frase, mi salgono i conati di vomito.
-Sei agitato?- mi chiede sorridendo.
-Un pochino- mormoro.
-Rilassati, andrà benone, in base a quel che mi hai raccontato Kentin ci ha provato con te, no?-
-Più o meno- rispondo con veemenza.
-E allora vai tranquillo, stai sereno e andrà tutto a gonfie vele!- esclama.
Entriamo nel cortile della scuola, sono tutti fuori a lamentarsi.
-Che succede?- chiedo andando verso Silkye e Rosalya.
-Le lezioni sono state annullate e i prof si degnano di dircelo solo ora!- esclama nervosamente Rosa.
-Bè, meglio tardi che mai- commento.
-Scherzi? Ci vuole organizzazione!-
-Rosa calmati, mi fai venire mal di testa- borbotta Silkye.
Annuisco in segno di assenso, effetivamente il tono di Rosalya è oltremodo esagerato!
-Alex, dicci un po'...Oggi sembri strano, qualcosa non va?- chiede Silkye curiosa.
Inizio a frenarmi, non vorrei dover rispondere ma so anche che le ragazze mi hanno sempre accettato e compreso e, anzi, mi hanno sempre aiutato in qualunque cosa, mi reggono sempre il gioco e si interessano sempre a me e ai miei problemi.
-Bè, in realtà oggi ho intenzione di fare la dichiarazione a Kentin- mormoro intimidito.
Le due si scambiano uno sguardo d'intesa e, con un gridolino acuto, corrono ad abbracciarmi senza la minima esitazione.
-Ma va! E secondo te andrà bene?- chiede Rosa.
Racconto loro quel che è successo a casa mia con Kentin, il quasi bacio e tutto il resto...Le mie amiche mi ascoltano con attenzione, credo di veder già spuntare gli occhi a cuoricino su entrambi i loro visi.
-Alex, mi sento il dovere di farti notare che per Kentin è un periodo confuso e che potresti rimanere scottato- afferma Silkye.
-Sì, è vero...Ci hai pensato bene? Sei disposto a correre il rischio?- incalza Rosalya.
-Sì, devi buttarmi, non posso più aspettare- confermo.
-In ogni caso, se non dovesse andar bene, noi siamo qui a raccogliere i pezzi- mormora Silkye senza lasciarmi.
Le sorrido, mi piace il fatto che lei non sia ottimista e che mi prepari al peggio.
-Secondo me andrà bene- dice Rosa, sembra molto convinta.
-Certo che andrà bene, insomma...E' di Alexy che stiamo parlando, è il ragazzo più carino della scuola-
-Adulatrice- commento divertito.
Armin, Kentin e Castiel vengono verso di noi a passo deciso.
-Che succede?- chiedo.
-Le lezioni...- inizia Armin, però lo blocco facendogli capire che so già tutto.
-Che vogliamo fare?- chiede Kentin seccato.
Gesù, è davvero bello quando si acciglia in questo modo!
Sento le ginocchia cedermi tanta l'emozione.
-Perché non andiamo tutti al parco a passeggiare?- propone Rosa.
-Non male come idea- borbotta Castiel.
Mentre parla, noto che osserva Nathaniel con sguardo duro, chissà se hanno litigato? Eppure, non sembra il tipo di sguardo che si rivolge ad una persona che si odia e che si vorrebbe vedere il meno possibile.
Ho deciso di ignorare tutto ciò e di tornare a concentrarmi sulla conversazione.

In pochi istanti, nemmeno so come, tutta la classe si trova al parco.
-Oggi è una bellissima giornata, abbiamo fatto bene a venire- osserva Melody.
-Sì è vero! Non potevano scegliere giorno migliore per annullare le lezioni- commento.
Silkye, la cui casa è la più vicina, ci propone di mangiare al parco, proprio come un picnic.
Io e Kentin decidiamo di accompagnarla a casa sua, in modo da poterla aiutare a portare tutto.
Lysandro insiste per venire con noi, poi dovrò chiedere a Silkye cos'è successo fra loro due.
Arriviamo a casa di Silkye in pochi secondi e lei ci fa entrare senza farsi troppi problemi.
-Vado a prenere il telo da mare da stendere sul prato- ci informa.
-Ok, noi faremo razzia del tuo frigo- commento.
Lei e Lysandro salgono le scale lasciando soli me e Kentin in soggiorno.
E' il mio momento, devo farlo ora, o mai più!
-Kentin...- mormoro con un fil di voce.
-Sì?-
-Devo farti una confessione- dico guardandolo dritto negli occhi.
I suoi magnifici occhi color smeraldo, quei due gioielli meravigliosi che brillano come stelle al chiaro di luna.
-Dimmi tutto- risponde lui, ha il viso preoccupato.
-Kentin io...- le parole mi muoiono in gola.
Voglio parlare ma non ce la faccio, il mio cuore inizia a battere alla follia, sembra quasi che voglia esplodere.
Sono convintissimo che se ci fosse abbastanza silenzio Kentin potrebbe udire distintamente il suono delle pulsazioni del mio battito cardiaco.
-Dimmi, non aver paura- mi incoraggia lui.
La sua voce dolce mi tranquillizza, penso di essere finalmente pronto a dirgli tutto.
-Kentin...- mi avvicino a lui e prendo il suo viso piccolo fra le mani.
Lo guardo negli occhi e noto il lieve rossore delle sue guance incavate.
Ignoro l'ansia che mi attanaglia lo stomaco, rifiuto la paura che insorge nel mio cuore e osservo semplicemente il desiderio celato nei suoi occhi cristallini.
Senza aspettare oltre infrango le mie labbra contro le sue, ci scambiamo un bacio passionale e deciso, mi sento come se stessi fluttuando a venti metri da terra, il mio cuore batte così forte che quasi non riesco a sentire i miei pensieri.
La sua lingua danza delicata nella mia bocca, accarezza la mia con dolcezza e gioca con la punta sfidando il mio autocontrollo.
Non vorrei mai smettere di baciarlo ma, poco dopo, siamo costretti a dividerci per prendere aria.
-Scommetto che non vuoi dirlo a nessuno vero?- chiedo.
-Per ora no...Vorrei prima riordinarmi le idee- mormora lui con veemenza.
-Va benissimo- rispondo con un gran sorriso.
Kentin ricambia e io posso finalmente sorgere quel sole che gli illumina il volto ogni volta che sorride.
-Ti amo- mi bisbiglia.
Arrossisco di riflesso, non ci posso quasi credere.
-Ti amo anche io- mormoro.
Mi sento così leggero, così vivo...Finalmente, finalmente sono riuscito a baciare Kentin, aspettavo da tempo questo momento e ora che è arrivato mi sento così felice.
-E quindi immagino che il mio frigo sia ancora pieno?- chiede Silkye divertita.
Io e Kentin siamo rossi dalla vergogna.
-S...Silkye, Lysandro...- provo a spiegarmi ma è del tutto inutile.
-Hey, vi sembriamo i tipi che giudicano?- chiede Lysandro.
-Silkye...- mormora Kentin.
-Sai una cosa? Non c'è modo migliore di scoprire chi sei innamorandoti di qualcuno che ti fa essere te stesso- si limita a dire lei.
-Belle parole- commenta Lysandro, noto che i due sono lievemente rossi in volto.
Ok, è decisamente successo qualcosa fra loro due, devo davvero ricordarmi di chiedere a Silkye.


Arriviamo di nuovo al parco, busta-frigo e telo da spiaggia più un paio di altre buste.
Lysandro stende il velo all'ombra, aiutato da Nathaniel.
Io e Kentin posizioniamo il cibo e le bevande al centro di esso e poi ci sediamo invitando gli altri a fare lo stesso.
Mangiamo e scherziamo tutti insieme ma i miei occhi sono fissi su Kentin, non riesco a non guardarlo con aria sognante.
Ovviamente ho paura che gli altri lo notino ma non posso davvero farne a meno, mi sono innamorato e non riesco a resistere, non mi stancherei mai di guardarlo, potrei farlo per ore in effetti e non mi basterebbe comunque.
Non so...Penso di essere dipendente dal suo sorriso.
E sì, sono melenso.
Tornando a casa, ho raccontato tutto ad Armin, lui mi ha abbracciato.
-Alex, pensa quando dovrai presentarlo a mamma e papà- dice ridendo.
Rido anche io, se ne vedranno delle belle, per fortuna che i miei non hanno problemi circa la mia omosessualità altrimenti non mi sarei mai sognato di riderci su.
-Bè, sempre meglio un ragazzo di una mano- commento.
Armin arrossisce e mi versa dell'acqua in testa.
-Taci clone!-
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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Eccoci qua con il quarto capitolo!
Spero vi piaccia, è un pochino corto, me ne rendo conto ma...Mi farò perdonare non temete.
Dunque, ora vi lascio e ci sentiamo al prossimo capitolo!
-Silkye96.

P.S. Avviso tutti che la mia tastiera ha alcuni problemi, io ho riletto il testo ma non ho notato errori di battitura, se rileggendolo doveste notarli voi ci terrei a chiedervi immensamente scusa e a pregarvi di segnalarmeli in modo da poterli correggere in futuro.
Grazie!

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Capitolo 5
*** I don't know anything about love ***


Castaniel CAPITOLO 5:
                              CastielxNathaniel


Non sono abituato a svegliarmi presto per andare a scuola ma, ammetto, che oggi davvero non vedo l'ora.
Salto giù dal mio letto e nemmeno mi prendo la briga di rifarlo, vado in bagno a farmi la doccia e poi mi vesto ad una velocità incredibile.
-Colazione?- mi chiedo.
Ci rifletto un attimo ma decido che è meglio di no, non vorrei far tardi.
Esco di casa, zaino in spalla e giubbotto di pelle ben saldo sulla schiena.
-E andiamo- mi dico.
Prendo il bus e ci incontro Priya.
-Hey Miss Ninja, anche tu a scuola così presto?- le chiedo sedendomi accanto a lei.
-Mh? Oh ciao Castiel, sì oggi sono di buon umore- mormora.
-E' strano vedere te in orario però- commenta poco dopo.
Le sorrido in modo enigmatico :-Bè, si cambia-
Lei scoppia a ridere divertita e torna a rivolgermi lo sguardo.
-Sai? L'altro giorno ho visto Nathaniel uscire da casa tua...-
Non posso evitare di gridare internamente, ci manca solo che tutto il liceo sappia che ho una relazione con il delegato!
-Mh?- faccio il finto tonto.
-Ma sì, stavo uscendo dal mio condominio e ho visto Nath uscire da casa tua- ripete.
-Mi...Mi ha portato una cosa da firmare- mormoro.
-Ah! Ora è tutto chiaro, visto che ti detesta voleva portartela di persona?- chiede scettica.
-Sai? Tu fai davvero troppe domande, nemmeno Silkye è così ficcanaso!- commento.
Priya mi sorride e posa la schiena sul sedile con delicatezza.
-Non ti conosco da tanto ma...Non sei una persona cattiva, sei solo sulla difensiva- borbotta.
-Mh? Bè...-
-Non dare spiegazioni, so che ho ragione- commenta divertita.
Scendiamo dal bus non appena ci accorgiamo della nostra fermata, scendiamo ridendo e scherzando e prima che me ne renda conto, Nathaniel è di fronte a noi e ci guarda malissimo, spero che non si faccia idee stupide, tonto com'è chissà che film si fa in quella testaccia dura?
-Buongiorno Nathaniel- mormora Priya.
-Buongiorno- risponde lui secco.
Mi squadra da capo a piedi e poi mi volta le spalle.
-H...Hey ci sono anche io!- esclamo.
-Non mi interessa- commenta lui.
Priya se la ride sotto i baffi.
Entriamo nel cortile del liceo e noto subito Lysandro appiccicato a quella scema di Silkye, sono seduti fuori e ridono.
-Che c'è da ridere?- chiedo avvicinandomi.
Silkye mi sorride radiosa e si alza dalla panchina :-Castiel! Buongiorno!- esclama.
La abbraccio preso da un attacco di paternità, ogni tanto questa piccoletta mi mette di buon umore senza motivo, non posso evitare di notare lo sguardo freddo che mi rivolge Lysandro non appena la prendo fra le braccia, persino Silkye è sorpresa dal mio gesto un po' fuori personaggio.
-Castiel! Oggi sei di buon umore vedo- commenta Lysandro con un'espressione seria.
-Mh? No è che mi andava di abbracciare la piccoletta- borbotto.
-Qualcosa non va?- mi chiede lei, mi guarda con i suoi occhioni verdi e non riesco a dirle che va tutto bene.
-I...Io...-
Nel frattempo torno in me.
-E piantala di farmi domande idiote! Mica vengo a dirlo a te cosa c'è che non va!- esclamo nervoso.
Me ne vado nervoso e arrabbiato, non sopporto sentirmi così frustrato ma non voglio nemmeno dover confessare quel che sento per il delegato, sarebbe oltremodo umiliante e perderei decisamente la stima che ho di me.
Non so perché la cosa mi dia così fastidio, mi sento perso e confuso e ho bisogno che qualcuno, chiunque mi capisca!
Nell'essere perso nei miei pensieri mi scontro con qualcuno cadendo a sedere a terra.
-Hey! Vuoi fare più attenzione!?- grido innervosito.
Alzo gli occhi e noto Alexy di fronte a me, non ci ho mai parlato molto ma...
-Scusa, ma sei stato tu a venirmi addosso- mormora.
Mi aiuta ad alzarmi.
Continuo a fissarlo senza dire nulla.
-Ehm...Tutto bene?- chiede.
-A...Alexy, in realtà io mi vergogno ma vorrei...Vorrei....-
-Non sei il mio tipo- risponde divertito.
-Eh? No ma che hai capito? Io...- non riesco a finire la frase.
-Buttati- mi dice mentre se ne va.
Sgrano gli occhi, ma che razza di consiglio è?


Entro in classe con lo sguardo perso nel vuoto, mi siedo accanto a Kentin, il mio binomio per la lezione di scienze.
-B...Buongiorno- balbetta.
Diciamo che il nano sta migliorando, almeno ora mi saluta.
-Hey- mi limito a rispondere.
Poco dopo entra la Delanay, quella sua faccia spigolosa mi farà sempre paura.
-Buongiorno a tutti, oggi parleremo della fotosintesi-
Inizio ad ignorare le parole della vecchia e guardo fuori dalla finestra senza concentrarmi su nulla in particolare.
-Castiel....-
Mi volto e noto Lysandro in piedi accanto a me.
Mi guardo attorno, la classe è totalmente vuota.
-Oh...-
-La lezione è finita da circa venti minuti...- commenta il mio amico.
Lo guardo sorpreso.
-Perché non mi hai avvertito prima?- chiedo nervoso.
-Scherzi vero?- mi chiede lui con sguardo attonito.
-Ehh...Andiamo va...-
-Ecco è meglio- mormora lui.
-Aspetta Lys...Possiamo parlare?- chiedo timidamente.
-Sì, dimmi tutto- risponde.
-Lysandro, sono confuso io...Io ho una relazione ma...- inizio ma le parole mi muoiono in gola.
Il mio amico assume un'espressione seria e preoccupata.
-Castiel...-
-Lysandro, non è affatto facile da dire...Io ho...Ho una relazione e anche abbastanza seria con...Nathaniel- confesso.
Non appena lo dico il mio cuore si fa leggero e mi sento subito molto meglio.
Lysandro mi sorride :-Quindi...Ti piacciono i ragazzi?-
-Ecco io...Non lo so, in realtà è la prima volta che mi innamoro di un ragazzo- mormoro.
-Bè, non vedo dove sia il problema, se tu sei felice e se anche Nathaniel lo è non dovreste preoccuparvi- commenta.
-Lysandro...- non so cosa dire, le parole di Lys hanno colpito il punto giusto.
Non posso evitare di arrossire.
Gli afferro il volant che usa al collo e lo tiro verso di me con prepotenza :-Se questa cosa esce di qui io ti giuro che ti ammazzo-
-Non preoccuparti- borbotta spingendomi via.
Si riaggiusta i vestiti e si riavvia i capelli alla bell'e meglio.
-Tu non hai nulla da confessare?- chiedo guardandolo dritto negli occhi.
Lo vedo arrossire, cerca di evitare il mio sguardo come può.
-Ehm...No- risponde.
-Lysandro!-
-Non è...Senti non mi va di parlarne, è una faccenda privata-
-Scherzi? Dopo quel che ti ho appena detto!- esclamo furioso.
-Ok, ok...Calmati e ti dico ogni cosa-
-Mh, spara-
Lysandro prende un respiro e mi guarda con timidezza :-Mi...Ugh...Non so come dirlo, allora, credo di essermi fidanzato-
-Credi?- chiedo confuso.
-Non è ufficiale ecco...E' successo un po' per caso- mormora.
-Silkye?- chiedo divertito.
-Eh...Come...-
-Non ci vuole un genio per capire che vi piacete parecchio, state sempre insieme e lei è l'unica che riesce a farti ridere, ogni volta che vi vedo insieme mi dico che vorrei quel tipo di rapporto- rispondo.
Lysandro mi sorride calorosamente :-Bè, ma ce l'hai no? Con Nathaniel non è lo stesso?-
-Non so...E' più una cosa di sesso...- borbotto.
-Ma tu vuoi che diventi seria non è così?- chiede.
-Mh, penso di sì- rispondo con veemenza.
Lysandro mi posa una mano sulla spalla, continua a sorridermi e mi sento tranquillo.
-Andrà tutto bene, se fai quel che ti dice il cuore non potrai mai fallire, buttati-
Gli sorrido e, forse per la prima volta da quando ci conosciamo, lo abbraccio.
Lui mi cinge le spalle con un solo braccio, sento il suo mento scolpito sulla mia nuca.
-Anche questo non deve uscire di qui- dico.
-Figurati se voglio che si sappia- commenta lui divertito.
Usciamo dall'aula di scienze con lo sguardo fisso davanti a noi, continuiamo a parlare finché non arriviamo al corridoio principale dove, pare, ci siano problemi.
Non so bene cosa sia successo, so solo che quello che vedo mi pietrifica.
Nathaniel è in piedi di fronte alla vecchiaccia della preside che sta urlando contro di lui con una foga allucinante.
-Da lei non me lo sarei mai aspettato!- grida la vecchia.
La sua voce da cornacchia echeggia in tutto il liceo.
-Mamma mia come strilla! Che diavolo le prende alla vecchia?- chiedo infastidito.
Iris si volta e mi bisbiglia qualcosa all'orecchio :-Pare che Nathaniel sia stato beccato a rovistare nei dossiers in sala professori-
-Come?!- chiedo confuso.
Non sembra una cosa che il delegato farebbe, pare più una cosa che farebbe Peggy.
-Questa poi...- mormora Lysandro che, dall'espressione, sembra confuso quanto me.
Aspettiamo che le acque si calmino e poi mi avvicino a Nathaniel.
-Oh, delegato, vieni un po'- gli dico afferrandolo per il braccio.
Non gli do nemmeno il tempo di dimenarsi come fa sempre e lo trascino nel sottoscala.
-Che problema hai eh?- esclama nervoso.
-Tranquillo tigre, che ti prende? Spii i dossiers altrui ora?- chiedo divertito.
Nathaniel arrossisce.
-E' solo che...-
-Di chi?- chiedo.
Nathaniel mi osserva confuso.
-Di chi hai spiato il dossier?- incalzo.
-Di Priya- mormora.
-Prego?-
-Oggi, vi ho visti...Io...Io volevo solo sapere qualcosa in più su di lei per...-
-Idiota! E tu per gelosia ti sei fatto beccare dalla vecchia? Guarda che rischi il tuo amato posto da cane da guardia...- esclamo.
Il delegato sgrana gli occhi sorpreso.
-So che ci tieni a questo incarico, ti piace occuparti delle faccende scolastiche e ti piace anche essere ordinato ed efficente, ti piace metterti in mostra caro mio-  sussurro.
-Castiel...- mormora.
Ha le guance totalmente rosse e il suo respiro si fa affannoso.
-Certo che ne pretendi di attenzioni eh? Ti ricordo che siamo a scuola- borbotto.
-I...Io...- inizia a parlare ma non continua la frase.
Si avvicina a me e me lo ritrovo a pochi centimetri dalle labbra.
-Come corri! Guarda che possiamo farlo anche dopo...- mormoro.
-No, non voglio farlo dopo- risponde deciso.
-Nathaniel, vorrei parlarti- dico allontanandolo delicatamente da me.
Noto il terrore nel suo sguardo.
-C...Che c'è?- chiede tentennante.
Di solito non lo chiamo per nome, lo faccio solo quando facciamo l'amore.
-E' una cosa seria- continuo imperterrito.
Noto che la sua espressione si fa sempre più preoccupata, si vede che ha l'ansia riguardo a quel che sto per dirgli, forse ha paura che voglia mollarlo.
-Cosa c'è?- mi chiede nuovamente, noto che la sua voce si è alzata di un'ottava.
-Nathaniel, ho bisogno di sapere se...La nostra relazione è seria per te o se...Se stai con me solo per farti una scappatella ogni tanto-
-Come?!-
Sembra che la mia frase lo abbia offeso parecchio, prendo un profondo respiro e lo guardo dritto negli occhi, i quali si stanno riempiendo di lacrime.
-Guarda che io non dico ti amo al primo venuto!- esclama risentito.
Non so bene come rispondere, effettivamente mi ha dimostrato più volte che mi ama, quello che non glielo ha dimostrato affatto sono io, se c'era qualcuno fra noi due che avrebbe avuto il diritto di fare questa domanda, era lui.
-Nathaniel io...- provo a spiegarmi ma lui non mi lascia finire.
-Come giustamente hai detto, siamo a scuola, ne parleremo dopo da te- commenta.
-No aspetta! Priya ti ha visto uscire da casa mia- dico.
-Bene, da me allora- risponde secco.
Se ne va e io mi sento di nuovo solo.


Aspetto con le spalle posate contro la porta, il silenzio attorno a me mi attanaglia e spero che nessuno mi veda.
Vedo Nathaniel arrivare da lontano, ha due grandi buste della spesa in mano, gli vado incontro e ne prendo una.
-Non serve sai?-
-Lo so ma mi piace aiutarti- rispondo.
Entriamo nel suo appartamento, è luminoso e piccolo ma è davvero accogliente.
-Dove la metto?- chiedo mostrandogli la busta.
-Mettila sul bancone della cucina- risponde facendo altrettanto.
Faccio come dice.
-Allora, vogliamo affrontare il discorso?- chiedo preoccupato.
Nathaniel si volta e mi guarda dritto negli occhi con sguardo severo, prende un lungo respiro e continua ad osservarmi con durezza.
-Come puoi anche solo pensare che per me quel che abbiamo non sia serio?- chiede.
Ha un'espressione delusa e affranta, mi fa sentire un vero verme!
-Io...Pensavo che fossi solo confuso quanto me- ammetto.
-Certo che sono confuso deficente! Mi pare normale no? Però, a differenza tua io non sono una femminuccia che corre a ripararsi sotto alle sottane della mamma quando ha un problema! Se fossi più diretto e mi parlassi anzi che tenerti tutto dentro forse riusciresti a capire quanto tutto questo sia importante per me!- me lo grida in faccia così forte che potrei quasi diventare sordo.
Non riesco a rispondere.
-Non posso credere che pensi che per me non sia una cosa seria! Io cerco continuamente un dialogo sei tu che porti tutto al sesso! Non te ne rendi conto? Forse questo comportamento andava bene per Debrah ma con me non funziona! Se vuoi stare con me seriamente dobbiamo parlare e me lo devi dire se hai problemi!-
Abbasso il capo.
Non pensavo di essere una persona così terribile tanto da sfruttare il sesso per evitare di esprimere i miei sentimenti.
-Io penso che fare l'amore sia l'unico modo che ho per farti capire che...- non riesco a dirlo.
-Non riesci nemmeno a dirlo!- esclama piangendo.
Mi distrugge vederlo così, però quelle parole non vogliono uscirmi di bocca.
-Perché devo sempre piangere per fartelo dire? Perché dobbiamo sempre litigare per farti ammettere che mi ami?- mi grida in pieno volto.
Le sue lacrime scorrono inesorabili lungo il suo viso lungo e scolpito.
-Nathaniel io non sono il tipo che...Non confesso i miei sentimenti volentieri ma...Ma per te io...- inciampo sulle parole come un ragazzino.
Nathaniel non dice nulla, mi fissa con sguardo truce.
-Per te io sono disposto a fare ogni cosa...Io...Io forse non...Forse non riesco a dirlo apertamente ma...Ma se sono disposto a sforzarmi così per te qualcosa vorrà dire, no?-
-Dillo allora, ho bisogno di sentirtelo dire Castiel!- esclama.
Inizio a sudare, mi uccide vederlo piangere così, eppure c'è ancora qualcosa che mi frena.
Il nervoso mi attanaglia lo stomaco.
-Ok, Nathaniel io...-
I suoi occhi mi scandagliano con aspettativa.
Non so bene cosa stia per succedere ma so che le parole iniziano ad uscire spontaneamente dalla mia bocca senza che io voglia bloccarle.
-Io ti amo- dico deciso :-E non so perché, sei una persona irritante, precisina e nevrotica ma...Sei la persona che ho scelto- continuo.
Nathaniel arrossisce e sento il mio cuore battere all'impazzata.
-C...Castiel- balbetta.
-Ora non fai più lo spavaldo?- chiedo divertito.
Mi avvicino a lui e gli asciugo le lacrime con le maniche del mio cappotto.
-Ti amo- mi dice sottovoce.
Sorrido sereno, finalmente riesco a dirlo con semplicità, certo mi imbarazza ancora parecchio ma è meno difficoltoso.
Osservo la gatta che sta comodamente sdraiata sul sofà.
-Pensi di poterla togliere da lì?- chiedo.
Nathaniel osserva la bestiaccia stesa sul mobile e la prende delicatamente fra le braccia, lentamente la posa a terra e mi osserva sedendosi sul divano.
Inizia a sbottonarsi la camicia e io sento il desiderio annebbiarmi la vista.
-Castiel...Ho voglia- mi dice deciso.
Non posso più resistergli.
Mi sistemo sopra di lui, stendendolo dolcemente sotto di me, gli sfilo i jeans e osservo il grande bozzo che spinge per uscire dai boxer.
-Però, ti scaldi in fretta eh?- commento ridendo.
-Non prendermi in giro, è colpa tua...- borbotta.
-Mh, effettivamente sono davvero bello- rispondo.
-Lo sei- mi dice con un filo di voce.
-Sentimentale- mormoro.
Mi avvicino al suo viso e infrango le mie labbra contro le sue con passione e ardore.
Non posso evitare di gustare ogni sapore che mi nasconde, amo il gusto delle sue labbra piene.
-Castiel...- ansima.
Gli abbasso i boxer e lascio libera la sua prorompente erezione.
Senza preavviso avvolgo il suo pene con la mia lingua e inizio a passarla lungo tutta la lunghezza.
-C...Castiel...-
Continuo senza fermarmi, accelerando di tanto in tanto il ritmo del peccato orale.
Sento i gemiti tremanti di Nathaniel sotto di me, avverto il suo corpo irrigidirsi e tremare con forza.
Ci siamo...
Poco dopo mi ritrovo a dovermi asciugare le labbra, un liquido latteo è completamente sparso su tutto il mio ventre e le mie labbra.
-Sei davvero dolce- dico sorridendo.
Mi lecco le labbra e, mentre lo faccio, lo guardo fisso.
-Castiel...- mormora.
-Ora tocca a me- dico serio.
Mi avvicino e inizio a spogliarmi, gli sollevo le gambe e lo penetro con forza.
-Aaah!- esclama strizzando gli occhi.
Ogni volta è doloroso per lui, gli occhi gli lacrimano sempre.
Prendo un respiro profondo per evitare di venire dopo le prime due spinte.


-E' stato bello- mormoro carezzandogli i capelli morbidi.
-Ti amo- sussurra lui.
-Ti amo anche io- rispondo.
Mi viene quasi naturale dopo aver fatto l'amore.
Guardo i suoi occhi chiudersi piano, le sue ciglia solleticano il dorso della mia mano, posata proprio sulla sua guancia.
Sento il suo corpo andare a fuoco contro il mio, è incredibile come possa eccitarsi in fretta questo ragazzo.
Chiudo gli occhi e ci addormentiamo così, stretti l'uno all'altro, protetti dalla consapevolezza di questo strano sentimento chiamato amore.
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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ecco qui!
Il capitolo cinque, ci siamo...
Questa volta il narratore è Castiel, un Castiel confuso ma sicuro al tempo stesso, contradditorio e anche OOC, perché se avesse ragionato come il Castiel che tutte amiamo avrebbe seccato il povero Nath senza nemmeno una spiegazione ahahah
Detto questo, aspetto i vostri pareri che spero saranno positivi!
Spero tanto vi piaccia, io ne vado fiera onestamente, anche perché sono finalmente riuscita a rappresentare la profonda amicizia che lega Lys e Cass, più avanti vedremo molti momenti "awwww" fra i due.
Benissimo, fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio!
-Silkye96.

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Capitolo 6
*** Lovers ***


Silkye898989 CAPITOLO 6:
                            SilkyexLysandro.

E' passato qualche giorno dal mio interlazzo con Lysandro, c'è solo una cosa che mi preoccupa onestamente...Non siamo ancora andati a letto insieme anche se sembrava che lui volesse, maledetta cavalleria vittoriana!
Forse non sono bella abbastanza per lui...Sospiro, non abbiamo ancora nemmeno definito il nostro rapporto, è tutto così ridicolo che mi viene quasi da ridere.
(https://www.youtube.com/watch?v=l3KINGR7Vhk).
Il cellulare squilla facendomi sobbalzare, è lui.
-Pronto?-
-Ciao, ascolta...T...Ti va di uscire oggi?- chiede titubante.
Come potrei dirgli di no?
-Ovviamente- rispondo.
-Ci vediamo davanti a casa tua fra mezz'ora- mi comunica.
Non ho nemmeno il tempo di rispondere che la chiamata è già terminata, perfetto...Non si è nemmeno degnato di dirmi dove andremo o cosa faremo una volta lì, come si suppone che debba vestirmi per un appuntamento di cui non so assolutamente nulla?!
Decido di infilarmi una paio di jeans stretti, una canotta di pizzo nera con sopra un golfino bianco e delle ballerine bianche.
Mi lego i capelli in modo che non mi diano nessun tipo di impiccio e mi trucco in modo semplice e femminile.
Mancano ancora dieci minuti.
Decido di sedermi sul letto a leggere una rivista, ne sfoglio le pagine senza fare particolare attenzione ai prodotti in vendita e, quando distolgo lo sguardo, è già ora di scendere.
Mi posiziono davanti al portone di casa mia ma di Lysandro nemmeno l'ombra, eppure non è il tipo di ragazzo che fa ritardo senza avvisare.
Passa una buona mezz'ora e di lui non c'è traccia, sto davvero iniziando ad innervosirmi, se si è perso giuro che lo prendo a calci in testa, sarà venuto qui almeno mille volte e ancora non ha capito da dove deve passare?
Improbabile.
Lo vedo arrivare da lontano, è davvero molto rosso in viso e a quanto pare suda come se avesse corso una maratona.
-Lysandro!- esclamo vedendolo arrivare.
-Ciao, scusa ma...Ho corso un po'...- ansima.
Sento lo stomaco aggrovigliarsi, sudato è così sexy che potrei impazzire, devo assolutamente concentrarmi su qualcosa che non sia il suo aspetto magnifico.
-Come mai?- chiedo timidamente.
-Mio fratello mi ha trattenuto, ha detto che ultimamente gli sembro parecchio strano e voleva sapere se stessi bene, il problema è che mi ha fatto ritardare-
Gli sorrido, un po' per pietà e un po' perché sono felice di vederlo, non mi era mai capitato di poter essere così contenta nel vedere un ragazzo ma...Non so, con lui è tutto diverso, lui è diverso, e la cosa mi piace parecchio.
-Non ti preoccupare, dove andiamo?- chiedo impaziente.
-Dove vuoi- mi risponde sorridendo.
-Mi piacerebbe andare al parco, vorrei parlarti di qualche cosa- mormoro incerta.
Ci dirigiamo al parco, lui mi prende per mano ma non so cosa significhi questo per lui, la cosa mi agita non poco.
Non sono solita comportarmi in modo deciso come faccio con lui, però mi piace il fatto di diventare un'altra quando siamo insieme, poter essere la vera me stessa senza timore di essere giudicata.
-Allora- inizia una volta preso posto su una panchina :-Di cosa vorresti parlarmi?- chiede.
-Ti sembrerà una domanda un po' strana ma...Vorrei sapere se per caso vuoi venire a letto con me- affermo.
Lysandro sgrana gli occhi, non so perché sono stata così audace a dire la verità, questo non è decisamente da me, assolutamente no!
-Ma che dici? C...Che domanda è?- è tutto rosso.
-Una domanda lecita, dopo l'ultima volta non ci hai più provato e pensavo che forse sono io il problema...- mormoro.
-T...Ti prego non dire certe cose...E' che...Che prima vorrei che fosse ufficiale, so che preferiresti che fossimo fidanzati prima di fare qualsiasi cosa- mi dice con voce flebile.
-Oh Lysandro, sei davvero dolce- esclamo felice.
Non pensavo potesse essere così accorto nei miei confronti, eppure è da quando ci siamo conosciuti che mi sono resa conto di che persona stupenda lui sia, pensa sempre prima alle persone che ama e poi a se stesso e tutto ciò è davvero dolce.
-Diciamo piuttosto...Comprensivo- mi corregge.
-Incredibilmente comprensivo- rispondo con un sorriso.
-Vorrei che uscissimo ancora altre volte prima di decidere come evolvere il nostro rapporto- mormora.
-Di sicuro è la cosa giusta- concordo.
Oggi ci siamo fatti una bella chiacchierata al parco, una passeggiata per il centro e poi, purtroppo, Lys mi ha dovuta riaccompagnare a casa, ammetto che avrei avuto anche la faccia tosta di baciarlo se non fosse che mio padre era inchiodato in casa, sospetto anche che stesse spiando dalla finestra del salotto.
Ci siamo salutati a debita distanza, non importa quanto fossi tentata dalle sue labbra morbide, non potevo...Non davanti a mio padre.


Oggi è un nuovo giorno, stavolta Lysandro mi ha invitata a casa sua, ai miei ho detto che avrei studiato da Rosalya così stanno calmi, leggo il messaggio con l'indirizzo più volte e mi viene da sorridere pensando che, miracolosamente, non si sia mai scordato dove vive.
Trovo il luogo e non posso fare a meno di ricordare quando, pochi giorni prima del concerto, mi accompagnò a casa e poi fece tutta la strada al contrario, fu uno di quei momenti in cui mi chiesi se gli interessassi.
Casa sua da fuori è davvero piccina, probabilmente anche dentro non sarà chissà quanto grande.
Busso alla porta, un po' nervosa e con una lieve insicurezza...Mi aspetto che sia Leigh ad aprire, invece è lui, vestito con dei pantaloni della tuta e una canotta verde smeraldo.
-Wow, che look informale- commento.
-Che ti aspettavi? Che venissi ad aprirti con una vera camicia da notte vittoriana? Non è molto sexy- risponde divertito.
Non posso dirgli che io penso che sarebbe sexy anche vestito da suora, mi trattengo il più possibile e mi lascio scappare una risatina divertita.
-Dai, entra- mi incita.
Non me lo faccio ripetere due volte, la sua casa non è molto grande, basta per due persone, è composta da una piccola hall, a destra da un cucinino non molto grande e a sinistra da un salotto di medie dimensioni, molto luminoso e ricco di quadri prestigiosi.
Al piano di sopra c'è lo studio di Leigh, anch'esso di medie dimensioni, la stanza di Lys, diametralmente vicina a quella del fratello, ed il bagno.
-Che bella casa- commento.
-Non è grande ma...Ci si sta bene-
Sorrido e gli faccio un rapido occhiolino :-Posso vedere la tua stanza?-
Lui diventa subito rosso ma sorride comunque, è così tenero che potrei esplodere in lacrime solo guardandolo.
Mi prende per mano e mi porta di sopra, la sua stanza non è molto grande, anzi, direi che è davvero piccola in confronto al resto della casa, ma ovviamente a lui sta bene così, almeno dorme in un matrimoniale.
-E' proprio come la immaginavo- mormoro con un sorriso radioso.
Lui mi rivolge uno strano ghigno soddisfatto, sembra quasi Castiel adesso...
-Hai immaginato la mia stanza?- chiede divertito.
-Ebbene...Che senso ha negarlo?- dico ridendo.
I nostri sguardi si incrociano, i suoi occhi non abbandonano i miei per un solo istante, sembra che voglia rimanere con me, così...Senza dire una parola, e se da un lato è rassicurante, dall'altro è un silenzio che mi crea un po' di agitazione e tumulto nel cuore, non posso evitare che batta all'impazzata ogni volta che lui mi sfiora con lo sguardo.
Avvicina il suo viso al mio, sento il suo respiro caldo sulle labbra, il suo alito profuma di dentifricio alla menta forte, le sue labbra inchiodano le mie in un bacio appassionato e profondo, avverto dei brividi percorrermi l'intera lunghezza della schiena, è come se fossi scossa da una forza elettrica incredibile che non posso bloccare.
Il mio cuore batte sempre più forte e sento che è davvero difficile controllarmi come vorrei, in realtà non penso che ci sia molto da controllare ormai, avevamo detto di aspettare ma per certe cose, arrivati ad un certo punto, non si può più rimandare.
-Lysandro, voglio...Voglio farlo...- ansimo.
-Come? Adesso?- chiede, anche lui ha una voce sospirata, è roca, i suoi occhi indugiano sul mio corpo con decisione e lui è rosso in viso.
Mi sento tremare sotto all'intensità del suo sguardo seducente.
-Adesso- rispondo con decisione e fermezza.
-Silkye ma...-
Lo bacio per farlo zittire, non voglio che ci ripensi, voglio farlo, mi sento pronta e ho anni di frustrazione da recuperare con lui.
-Ok, non posso più aspettare- mi dice ansimando, si toglie la canotta e mi solleva con le sue braccia possenti.
Mi stende sul letto con gentilezza e provvede a rimuovere il mio vestitino.
-Meno male che hai messo qualcosa di semplice da togliere- mormora.
Sorrido :-Diciamo che ero partita con questa intenzione- ammetto.
Ci baciamo di nuovo in modo più appassionato del precedente, in un colpo solo Lysandro si toglie i pantaloni e i boxer poi, con la stessa velocità, mi toglie gli slip e li lancia per terra, su un lato del letto.
Non riesco nemmeno a concentrarmi come si deve, sento un'emozione nuova pervadermi tutto il corpo, non so nemmeno cosa fare esattamente, so solo che sono totalmente travolta da quest'onda.
Poco dopo, il suo membro entra dentro di me con dolcezza, sento un dolore acuto stringermi con una morsa allucinante, mi manca il fiato e non posso non piangere.
-Perdonami, se...Se ti fa troppo male posso...- lo sento ansimare, posso avvertire il suo desiderio crescente.
-Non fermarti, non fa così male- mormoro.
Lysandro continua spingendosi un po' più in profondità, il dolore viene rimpiazzato ben presto da un forte piacere che mi fa tremare sotto al suo tocco deciso.
Immaginavo che fare l'amore con Lysandro sarebbe stato romantico e tenero, ma non pensavo potesse essere anche così sensuale.
Andiamo avanti per una buona mezz'ora con un'intensità travolgente, non riesco a resistere, muove i fianchi in maniera perfetta, ad ogni spinta vorrei solo che tutto questo non finisse mai, avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita per trattenerlo più in profondità.
-Però, non pensavo ti piacesse così tanto- commenta ansimante.
Non posso evitare di arrossire.
-Non ce la faccio più a resistere- mormora poco dopo, la sua voce è roca e penetrante, credo che ci siamo.
-Nemmeno io- sussurro.
Con le ultime spinte avverto la sensazione più incredibile mai provata prima, sento come una scossa percorrermi l'intero corpo mentre i miei muscoli si contraggono e il mio cuore pulsa ad una velocità disarmante, sono ricoperta di sudore e liquidi corporei eppure non mi sono mai sentita meglio in vita mia.
Lysandro ha il fiato corto, si getta ad un lato del letto e posa il suo polso contro la sua fronte sudata.
-Mi manca un po' di allenamento- osserva.
-Dici? Per me sei andato bene- commento con un sorrisetto malizioso.
Sento ancora un po' di dolore ma sono lieta che non mi sia uscito sangue, sarebbe stato troppo imbarazzante!
Sentiamo la porta aprirsi, poco dopo ci ritroviamo Leigh e Rosa in camera da letto.
-Lysandro...-
Entrambi se ne stanno impalati sull'uscio con gli occhi sgranati e la bocca spalancata in una smorfia di puro stupore.
Mi copro fin sopra la testa cercando di camuffare l'imbarazzo e la vergogna di quel momento.
-Ne parliamo dopo- commenta Leigh uscendo dalla stanza.
Metto appena la testa fuori solo per notare il pollice in su di Rosa, non  credo di averla mai vista così fiera di me...
Lys ed io scoppiamo a ridere di gusto, insomma, chi l'avrebbe mai detto?
-Pensavo che non fossero in casa- si giustifica.
-Ah, lo pensavo anche io- rispondo divertita.


La sera mentre mi accoccolo nel mio letto morbido dalle calde coperte, non posso fare a meno di pensare a lui, ad ogni cosa di lui...Il mio corpo si scalda di nuovo e mi ricordo ancora del giorno in cui ci siamo conosciuti e da quanto fossi subito attratta da quel ragazzo così misterioso e divinamente bello.
Mi arriva un messaggio sul telefonino.
                           
                                                                          Si presume che ora siamo una coppia, giusto?
                                                                                         -Lysandro-
Non riesco a non sorridere mentre digito la risposta.
                                                                             
                                                                            Non so come tu sia abituato, ma io di solito
                                                                             non faccio l'amore con i miei amici...
                                                                                              -Silkye-
Mi addormento con il sorriso sulle labbra, la sensazione del suo corpo è ancora vivida in me, mi manca già il sapore dei suoi baci e stavolta mi rendo conto che forse, e dico forse, mi sono innamorata seriamente.
E magari chissà, forse sono sempre stata innamorata di lui senza saperlo, anche perché...Io non so cosa sia successo oggi a casa sua ma di una cosa sono più che certa: oggi non abbiamo fatto solo sesso, oggi ci siamo amati, ci siamo amati profondamente e seriamente, senza giri di parole né timidezze inutili...Era questo che volevo, è quel che ho sempre voluto da lui, un rapporto di coppia basato sull'amore reciproco.
Io lo amo, e non vedo l'ora di vederlo di nuovo.

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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Eccoci qui, ben trovate!
Ecco a voi il sesto capitolo della mia fanfiction da tempo dimenticata ahahah
In questo capitolo a narrare è la nostra Silkye,  una protagonista che si rende conto dei suoi sentimenti e, finalmente, anche la nostra coppia etero consuma il proprio amore in modo peculiare.
Che ne pensate?
-Silkye96.

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Capitolo 7
*** Il mio ragazzo. ***


Perfect CAPITOLO 7:
                                                          KentinxAlexy



Oggi è una giornata davvero strana, da quando io e Alexy siamo una coppia non siamo mai realmente usciti insieme come fanno tutti, non perché non mi vada ovviamente, ma perché mi sento terribilmente legato ad Alex, in un certo senso non voglio che quello che abbiamo sia di dominio pubblico.
Ho anche paura dei giudizi delle persone chiaramente...Però questo non glielo voglio dire...
So che ne morirebbe se gli confessassi quanto a disagio mi metterebbe far sapere a tutti quel che provo per lui, eppure Alexy è così comprensivo con me...Mi sta dando tutto il tempo di questo mondo per riuscire ad ambientarmi con questa nuova situazione.
A volte mi sembra che sia lui il più uomo fra i due.
Sospiro, oggi è giorno di allenamento quindi non potrò vederlo, sento una morsa stringermi allo stomaco, non mi è mai successo prima d'ora, è solo che quando non è con me non riesco a pensare a nulla che non sia lui.
Lo so, lo so...Romantico e smielato, non è da me, assolutamente!
Penso proprio di essermi innamorato per bene stavolta...
Mio padre entra in camera mia con la sua solita irruenza, i suoi occhi mi scrutano con preoccupazione latente, non l'ho più visto guardarmi così da quando ho avuto problemi con Ambra prima di partire per l'Accademia Militare.
-Kentin...Sono preoccupato per te- mormora.
Lo fisso senza dire una parola.
-Vedi...Mi sembra che ultimamente tu non vada ad allenarti con la stessa carica, mangi poco, e hai delle borse sotto agli occhi che non sono da trascurare...-
-Papà sto bene, è tutto ok te lo giuro-
Mio padre mi guarda da capo a piedi con titubanza.
-Ma chi sta bene non si comporta così- incalza.
Ecco, questo è il momento della verità, probabilmente dovrei confessare ogni cosa in questo istante, dovrei dirgli tutto senza trattenermi, ma non posso...Non me la sento.
-Kentin, vorrei che ti sentissi libero di dirmi tutto ciò che ti passa per la mente, se hai dei problemi o...Altro...-
Non posso fare a meno di pensare ad Alex.
-Papà...Se ti dicessi che mi sono innamorato, tu cosa mi risponderesti?- chiedo nervoso.
-Bè, che è fantastico! Lei chi è?- chiede curioso.
Sgrano gli occhi, perché ha pensato subito ad una ragazza? E' davvero così strano stare con un ragazzo?
-Lei...Lei è un lui...- mormoro.
Ecco, l'ho detto, l'ho fatto sul serio, non posso quasi crederci.
Mio padre rimane in silenzio, non riesco neppure a sostenere il suo sguardo, avverto un calore avvolgere il mio corpo con decisione, un calore mai sentito prima, alzo lo sguardo e non posso realizzare quel che sta accadendo, mio padre...Lui mi sta abbracciando.
-Papà...-
-Kentin, non posso credere che sia questa la cosa che ti ha tormentato in questi giorni, avevi paura che ti rifiutassi? Sei mio figlio e anche se non te lo dico spesso, ti voglio bene...Non importa di chi ti innamori fintanto che ti faccia star bene-
Vorrei piangere, ho deciso che farò l'uomo e piangerò solo una volta che mio padre sarà uscito dalla stanza.
-Lui come si chiama?- mi chiede.
-Oh, lo conosci...E' un mio compagno di scuola...-
-Deve essere quel ragazzo particolare dai capelli blu dunque, ricordami il suo nome...-
-Alexy- mormoro.
Mio padre mi sorride caldamente :-Sai, quella luce che hai ora negli occhi è la stessa che avevo io quando parlavo di tua madre ai miei amici...- confessa.
Non riesco a non sorridere, ora dovrò parlarne anche con la mamma.


La cena di stasera è davvero unica, dopo aver saputo quello che era successo oggi mia madre ha voluto invitare Alex e la sua famiglia a cena.
So che posso essere messo in colossale imbarazzo ma sono molto felice.
Me ne sto in cucina, ad aiutare mia madre a pelare le carote e altra verdura, sento il campanello suonare.
Mio padre apre la porta e accoglie la famiglia dei gemelli con entusiasmo :-Benvenuti a casa nostra!- esclama compiaciuto.
La mamma ha tirato tutto a lucido per l'occasione, non che di solito casa mia sia sporca o in disordine, anzi!
Non appena lo vedo entrare dalla porta mi sento le gambe cedere, oggi non l'ho visto per tutto il giorno ed è tremendamente bello, ha un papillon al collo, non riesco davvero a smettere di fissarlo.
-E' davvero molto carino- bisbiglia mia mamma.
Le sorrido dolcemente.
-Lo è- concordo.
-Prego accomodatevi, stavamo giusto finendo di cucinare la cena- incalza mio padre.
Ci accomodiamo tutti a tavola mentre attendiamo che il polpettone di cuocia.
-Allora, Armin e Alexy...Kentin mi ha detto che siete molto uniti...- azzarda mia madre.
-Sì, essendo gemelli i ragazzi fanno tutto insieme, è un piacere vederli andare d'accordo, sa di solito i fratelli litigano molto spesso ma non i miei ragazzi!- dice orgogliosa la madre dei gemelli.
Non posso trattenere una risata di scherno.
-Lo trovi divertente G.I Joe?- chiede Armin con un ghigno.
-Hey!- esclamo.
I nostri genitori ci guardano sorridendo.
-Ma guarda, non credevo foste così amici voi tre- commenta mio padre.
-Sono due idioti, ma gli voglio molto bene- confesso.
Alexy sorride caldamente, si alza in piedi con sguardo deciso, gli tremano le mani.
-Mamma, papà...Ho qualcosa di importante da dire...- mormora.
I suoi genitori gli dedicano totale attenzione, così come i miei.
Non vorrà dirlo così? Davanti a tutti? So che vuole farlo...
-Kentin...Non so cosa tu abbia detto ai tuoi genitori quindi se non sanno nulla di noi ti chiedo di perdonarmi per quello che sto per dire ma...Non posso più trattenermi! Kentin, io ti amo e vorrei che rendessimo la cosa ufficiale...-
Non so nemmeno cosa dire, mi si annebbia la vista dall'emozione, sto iniziando ad arrossire e non capisco cosa stia succedendo, il mio cuore sta per esplodere di gioia.
Armin sorride compiaciuto, si vede che è stato lui a convincere Alex a fare questo passo gigante, i suoi genitori sono sull'orlo della commozione, mio padre e mia madre si abbracciano fra loro come se stessi per sposarmi.
-Allora...Che ne dici?- mi chiede.
Mi guarda dritto negli occhi, il suo sguardo mi fa sentire felice e innamorato più che mai.
-Me lo chiedi pure? E' ovvio che sono d'accordo...Ti amo anche io Alex- rispondo.
Non penso di averlo mai visto così contento, i suoi occhi sono lucidi e il rossore sulle sue guance è quasi scomparso.
Non riesco a credere a quello che sta per succedere, davanti alle nostre famiglie, non riesco a fermarmi, prendo il suo viso fra le mani e lo bacio con passione, se potessi lo farei mio adesso, ma chiaramente non posso farlo.
-Hey voi due! Qualcuno potrebbe iniziare a deprimersi perché è senza anima gemella sapete?- sbuffa Armin.
Scoppiamo tutti a ridere di gusto, effettivamente Armin non ha mai espresso interesse per nessuna delle ragazze del liceo, forse per una sì ma mi sa che gli è andata male con lei...
Ad ogni modo ora sono troppo felice per pensarci.


Vado a dormire pieno e con una gioia mai provata prima, ho ricevuto la benedizione dei miei con Alexy, credo proprio che le cose fra noi andranno meglio ora che non dobbiamo più nasconderci da nessuno, proprio da nessuno.
Mi preoccupa solo cosa penseranno i nostri compagni di classe, però onestamente, perché dovrei preoccuparmi?
Finché sono con lui nulla potrà andare storto, giusto?
E' il nostro amore che conta, nient'altro, io sarò suo e lui sarà mio.
Andrà tutto bene perché ora Alexy non è solo il mio migliore amico, ora è il mio ragazzo.
Se lo dico ad alta voce non posso ancora crederci.
Insomma, chi lo avrebbe mai detto? Io ed Alex insieme?
(https://www.bing.com/videos/search?q=testo+perfect+glee&qpvt=testo+perfect+glee&view=detail&mid=16C38FCA4C724B94B85A16C38FCA4C724B94B85A&FORM=VRDGAR)





Made a wrong turn
Once or twice
Dug my way out
Blood and fire
Bad decisions
That's alright
Welcome to my silly life

Mistreated, misplaced, missunderstood
Miss "no way it's all good"
It didn't slow me down
Mistaken
Always second guessing
Underestimated

Look, I'm still around...


Pretty, pretty please
Don't you ever, ever feel
Like your less than
Less than perfect
Pretty, pretty please

If you ever, ever feel
Like your nothing
You are perfect to me


You're so mean ( You're so mean)
When you talk ( When you talk)
About yourself
You are wrong
Change the voices (Change the voices)
In your head ( In your head)
Make them like you
Instead


So complicated
Look how big you'll make it

Filled with so much hatred
Such a tired game
It's enough
I've done all I can think of
Chased down all my demons
Seen you do the same

Pretty, pretty please
Don't you ever, ever feel
Like your less than
Less than perfect
Pretty, pretty please
If you ever, ever feel
Like your nothing
You are perfect


The world stares while I swallow the fear
The only thing I should be drinking is an ice cold beer
So cool in lying and I tried tried

But we try too hard, it's a waste of my time
Done looking for the critics, cuz they're everywhere
They don't like my genes, they don't get my hair
Stringe ourselves and we do it all the time


Why do we do that?
Why do I do that?
Why do I do that?
Ooh, pretty pretty pretty,

Pretty pretty please don't you ever ever feel
Like you're less than perfect
Pretty pretty please if you ever ever feel
Like you're nothing you are perfect, to me

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