Slam Dunk...over! di AllePanda (/viewuser.php?uid=61913)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Volontà... ***
Capitolo 2: *** 'cause nothing else matters ***
Capitolo 3: *** Stravolgimento interiore ***
Capitolo 4: *** Stravolgimento interiore(the mirror) ***
Capitolo 5: *** Un passo alla volta... ***
Capitolo 6: *** Non ne ho il coraggio... ***
Capitolo 7: *** Un sentimento che cresce ***
Capitolo 8: *** Orgoglio e Gelosia ***
Capitolo 9: *** Finale (versione B) ***
Capitolo 1 *** Volontà... ***
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SLAM
DUNK
…Over
By AllePanda
Ho deciso di mettermi a scrivere questa
fan’s fiction poco dopo aver terminato di rileggere per l’ennesima volta il
finale del manna di Slam Dunk.
I personaggi non sono miei naturalmente, ma
ho voluto completare la storia a modo mio…(anche se
forse era già completa).
N. B:
SPOILER!
Per chiunque non abbia ancora avuto l’occasione di finire di leggere il
manga…è meglio se non leggete questa storia. Non mi
va proprio di rovinarvi il finale!
Capitolo 1
“Volontà di vivere”
Riabilitazione.
Così si era concluso
il suo sogno di conquistare il campionato nazionale: con una caduta.
Eppure
il suo animo implacabile non gli aveva permesso di arrendersi. Avrebbe lottato
fino alla morte pur di provare la sensazione di
essere riuscito, per una volta nella vita, a raggiungere un vero traguardo.
Ma non si trattava soltanto di questo…Ormai non
esisteva soltanto “Hanamichi Sakuragi”. Loro, tutti loro, erano una squadra.
Avevano sputato sangue e versato fin troppo sudore per arrendersi a soli pochi
minuti dalla fine. La loro intera vita sarebbe potuta
cambiare radicalmente in quei brevi centesimi di secondo che li separavano dal
mettere a segno un ultimo canestro, l’ennesimo, quello che li avrebbe dati
come vincenti contro il Sannoh, la squadra ritenuta da tutti come la migliore
solo fino a poco prima.
E
lui ci aveva creduto, incalzando gli altri a fare altrettanto nei momenti di
debolezza, continuando a bisticciare come un bambino contro il suo rivale di
sempre e pavoneggiandosi come suo solito davanti a tutti i presenti. Eppure
Hanamichi Sakuragi non aveva mai neanche ipotizzato che tutto quanto
potessi concludersi in quel modo. Nemmeno nei suoi
peggiori incubi un simile futuro si era prospettato davanti ai suoi occhi. Ma
quando la manager Ayako gli aveva detto quelle parole, il suo cervello aveva
compreso da subito ciò che da esse sarebbe
derivato. La triste realtà dei fatti era venuta a colpirlo inesorabile e lui
l’aveva accettata senza rifuggirla. Non era mai stato il tipo di persona che
si arrende davanti all’evidenza delle cose. Ma ora che l’ennesimo raggio di
sole penetrava attraverso le ampie finestre di quella stanza dalle candide
pareti, e i suoi occhi assonnati prendevano coscienza per l’ennesima volta di
quella triste situazione, il suo cuore avrebbe veramente voluto ribellarsi e
fuggire una volta per tutte, pur di non dover
sopportare oltre. La pazienza non era mai stata una delle sue migliori virtù.
Con un sospiro, Sakuragi si portò una mano
tra i capelli per ravvivarli un po’. Ormai erano cresciti
di qualche altro centimetro e la sua testa aveva smesso si assomigliare alla
superficie di una palla da bowling. L’acconciatura stravagante da teppista di
cui era ancora in possesso all’inizio della sua carriera scolastica da
liceale, era però fuori discussione. Il suo animo ormai era cambiato davvero,
maturando ad una velocità spaventosa, così come era
accaduto alle sue conoscenze a proposito del basket a seguito della sua
iscrizione al club. In pochi mesi si era trasformato ed ora il suo cuore non
desiderava altro se non andare avanti a rincorrere quel bellissimo sogno.
L’orologio a muro di quella scialba stanza
della clinica ospedaliera gli comunicò che era ancora in tempo per il suo
solito giretto mattutino. La malinconia era forte, ma spariva non appena il
suo solito temperamento da “casinista nato” non riemergeva da qualche parte,
per infondergli la sua dose quotidiana di energia.
Era fatto così. Certe abitudini, d’altro canto, sono dure a morire e
nonostante il cambiamento, una piccola parte di lui non
era ancora diventata del tutto immune dalla megalomania e dal suo
delirio di onnipotenza giovanile. Con passo leggero Hanamichi scese dal letto
cercando di non fare movimenti troppo bruschi, assicurandosi che la schiena
non gli dolesse troppo. Le medicine e l’attività riabilitativa delle ultime
settimane avevano dato i loro frutti. Eppure il
medico era stato molto chiaro: sarebbe dovuto rimanere a riposo assoluto per
almeno un altro paio di mesi. Ma l’estate era ormai inoltrata e sebbene la
temperatura fresca della clinica fosse mille volte preferibile alla calura
asfissiante di metà luglio, Hanamichi non aveva la
minima intenzione di starsene per così lungo tempo immobile, perdendo terreno
soprattutto nei confronti di Rukawa, che sicuramente non stava sprecando
nemmeno un minuto di quel prezioso tempo, preparandosi ad affrontare il suo
secondo anno alla Shohoku. Già...Kaede Rukawa.
Hanamichi si sorprese a fare una piccola
smorfia divertita nel ripensare a quell’ultimo passaggio che il moro gli aveva
fatto, proprio sul filo di lana. Si era fidato di
lui. Anche se forse non aveva alternative, questo fatto
aveva riempito Hanamichi di orgoglio e quando alla fine, avevano esultato
scambiandosi un cinque a mani aperte, il suo cuore si era riempito di un
sentimento ancora più forte: la gratitudine. Ma non per l’azione in sé, un po’
per tutto, perché Rukawa, in fin dei conti aveva
sempre pensato che lui avesse del talento e in diverse occasioni aveva cercato
di spronarlo a darsi da fare per migliorarsi.
Un altro sospiro accompagnava di nuovo
Hanamichi mentre, senza farsi vedere da anima viva,
sgattaiolava tra la porta di vetro dell’atrio e quella più spessa con le porte
scorrevoli, per poi finalmente giungere nel giardino in frontespizio
all’edificio. In pochi centesimi di secondo il suo corpo dovette abituarsi ad
una escursione termica davvero vertiginosa,
iniziando ad imperlare di sudore la canottiera leggera che indossava sopra un
paio di pantaloncini corti sopra le ginocchia.
Non si era portato dietro nient’altro. Una
brezza leggera gli aveva dato un po’ di refrigerio non appena giunto lungo la
spiaggia, dopodiché si era sdraiato a contemplare il cielo, di nuovo perso nei
suoi pensieri…
Fino a non molto tempo prima, verso sera,
Rukawa era solito venire a fare jogging proprio in quel posto, essendo in
ritiro con la junior league della nazionale non molto
lontano dalla clinica.
Spesso entrambi erano
soliti scambiarsi boccacce o gesti poco carini ma Hanamichi era ben lieto di
poter vedere l’amico. Già, perché ormai lui e Rukawa erano
diventati quello che comunemente si potrebbe definire “complici”, capaci di
capirsi al volo, anche senza parlare. In particolare il numero 11, con quei
suoi occhi nascosti dietro la frangia scura, era capace di lasciare chiunque
basito, con poche parole ben piazzate e concise. Kaede non era forse un
grandissimo amante della conversazione ma una volta
innescata la molla, nessuno sarebbe mai stato capace di metterlo a tacere,
aveva solo bisogno di essere stimolato.
Lo scrosciare potente delle onde del male
contro gli scogli, ridestarono nuovamente Hanamichi dai suoi pensieri. Da
quando pensare a Rukawa era diventato la norma? Ok
avevano fatto dei grossissimi passi avanti, ma da lì a non riuscire a
toglierselo dalla testa ne passava di acqua sotto i
ponti. Inizialmente il rossino si era dato come
giustificazione il fatto che lo invidiava perché anziché dover pensare a
rimettere in sesto i proprio cocci, era del tutto libero di esercitarsi nel
basket quanto più gli piaceva. Eppure qualcosa di
stonato c’era in quella semplice spiegazione…
Forse la loro complicità gli mancava più di
quanto lui stesso non avrebbe creduto.
Possibile?
Forse si trattava della mancanza del basket
e non quella di Rukawa. Ma quando i suoi occhi si
perdevano tra i granelli di sabbia di quella lunga banchina odorante di
salsedine e la sua mente ripeteva incessante quel nome, un tuffo al cuore gli
rendeva ben chiaro che qualcosa che non quadrava.
“Sakuragi-kun! Per l’amor del cielo!
E’ già la terza volta questa settimana che mi tocca
venirti a prendere qui. Con questo caldo poi...Avanti, rientra immediatamente,
tra meno di mezz’ora hai appuntamento con il dottore…”
La voce dell’infermiera era giunta
squillante e colma di apprensione come al solito.
“Sì, lo so…Ma
proprio non ce la facevo a cominciare bene la giornata senza prendere almeno
un po’ d’aria” fu la risposta un po’ spenta di Sakuragi a quel richiamo. Stava
quasi per rassegnarsi ad accantonare ancora una volta i suoi pensieri per
mettersi nell’animo di darci dentro con la riabilitazione
quando la donna pronunciò una frase che lo lasciò davvero senza parole:
“…inoltre faresti meglio a sbrigarti…c’è una persona che ti cerca. Ha
telefonato poco fa e sembrava alquanto agitata…Mi ha chiesto di diti di
richiamarla al più presto, si tratta di una certo
Rukawa…Dicono abbia bisogno di te…”
(…)
“Hanamichi! Finalmente! Sono Ayako…scusami
se ti chiamo proprio mentre dovresti pensare a
rimetterti in sesto, tutti noi facciamo il tifo per te e non vediamo l’ora di
riaverti in squadra…ma purtroppo è successa una cosa a Rukawa e detesto
dovertelo dire per telefono ma non ho proprio alternativa…So bene che fai
parte anche tu della squadra e tutti quanti sarebbero stati d’accordo nel
volerti informare subito ma… per di più forse sei proprio tu l’unico in grado
di smuovere un po’ la situazione…”
la
voce della giovane manager era parsa da subito fin troppo allarmata alle
orecchie del povero Hanamichi.
“Avanti: sputa il rospo Aya-chan…che è
successo a Rukawa?”
Il tono sorprendentemente serio del suo
interlocutore aveva dato modo anche ad Ayako di capire, che anche lui era
seriamente in ansia e che aveva perfettamente compreso ogni cosa.
“I suoi genitori…Entrambi
sono deceduti due giorni fa. Un grosso incidente
automobilistico…la sua sorellina di cinque anni era molto grave…L’hanno
operata d’urgenza ieri notte ma purtroppo non c’è
stato nulla da fare…Kaede non ha detto una parola quando gli è stato
comunicato, è totalmente sotto shock…”
In quel momento l’immagine di suo padre che
stramazza a terra portandosi una mano al petto era
venuta prepotentemente a colpire il cuore di Sakuragi. Ricordava ancora fin
troppo bene la sensazione di vuoto, di collera e di disperazione che la morte
del padre gli aveva fatto provare per mesi. Sua madre poi, pur essendo sempre
stata una donna molto forte, si era praticamente
annullata e le erano servite settimane per riprendersi un minimo da quel
colpo, per smettere di singhiozzare, per ricordarsi di avere un figlio. Lui
le era stato vicino da subito, ma solo dopo diverso
tempo entrambi erano stati in grado di sorreggersi a vicenda per ricominciare
a vivere una vita “normale”… Anche ora sua madre era molto premurosa nei suoi
confronti e trascorreva i suoi fine settimana alla clinica assieme a lui,
portandogli scorte infinite di cibo e una montagna dei suoi sorrisi e dei suoi
abbracci. Soltanto ora Hanamichi aveva realizzato di non sapere quasi nulla
del suo “complice”…
Doveva venire a sapere che Rukawa aveva una
famiglia proprio quando la morte era venuta a
strappargliela via?...
Una nota di dolore si era così impadronita
della sua voce, mentre con tutto il suo sangue freddo, aveva domandato ad
Ayako dove si trovasse in quel momento Kaede.
“In ospedale…da Yumiko, sua sorella…siamo
tutti qui con lui” quella risposta, forse quasi scontata da parte
di Ayako, aveva fatto sprofondare Hanamichi ancora
di più.
“Kaede non ha quasi mai aperto bocca da
ieri…Non sappiamo come comportarci. Akagi è arrivato subito non appena l’ha
saputo e gli è stato vicino ma sembra di avere a
che fare con un fantasma…Come se non bastasse, be’...lui ha chiesto di te…è
anche per questo che ti ho contattato, altrimenti be’…avrei preferito non
darti ulteriori preoccupazioni…”
A quelle parole il povero rossino era
sbiancato definitivamente, dando motivo all’infermiera che gli stava vicino,
di aiutarlo a sedersi sulla sedia più vicina e domandargli
allarmata se andasse “tutto bene”, che in quel contesto suonavano
davvero come una presa in giro.
Si era dovuto fare forza per abbozzare un
sorriso, così da non essere costretto ad interrompere la telefonata, facendo
le sue solite sparate da “genio” della situazione con l’infermiera, dopodiché
si era ripreso sul serio e aveva risposto ad Ayako:
“Non preoccuparti Aya-chan…sarò lì il prima
possibile”
(…)
Punto di vista di Rukawa
Sono appena trascorse ventiquattr’ore
da quando mi è stato comunicato che sono
ufficialmente un orfano. Be’…Forse “orfano” è una parola grossa, da qualche
parte credo di avere dei parenti che potranno prendersi l’onere di tenermi con
sé almeno per qualche tempo…Ma questo adesso non mi
importa, sono solo pensieri vuoti e mi sembrano così lontani, avulsi dalla
realtà…
Yumiko mi aveva chiesto di accompagnarla al
parco solo un paio di giorni fa. Non ho mai amato i
bambini ma lei è una ragazzina stranamente intelligente e poco
chiassosa, così dopo averle comprato un gelato e averla spinta un poco
sull’altalena, ci eravamo diretti al campetto di basket dove sono solito
allenarmi. Lei si era accontentata di stare a vedere me
mentre giocavo, almeno per i primi venti minuti, dopodiché aveva voluto
provare a sua volta. Mi sono stupito del suo gesto. Mia madre faceva sempre in
modo che io e lei non stessimo mai assieme.
Forse perché in parte sapeva che la sua presenza mi
avrebbe causato un certo fastidio, e forse perché Yumiko era sempre troppo
impegnata tra un corso di danza e un altro di nuoto. Ma in quel
momento, lei mi aveva pregato di insegnarle qualcosa e per la prima volta dopo
tantissimo tempo, mi ero riscoperto più coinvolto
che mai. Adoravo la mia sorellina…Solo che essendo troppo preso dai miei
obiettivi, l’avevo sempre trascurata troppo.
E’ come se si fosse trattato di uno scherzo
del destino. Proprio ora che stavo ricominciando ad
avvicinarmi a loro…
Mio padre sapeva bene che il basket per me
era davvero tutto. Avrebbe voluto che studiassi, come qualunque genitore,
anche lui desiderava il meglio per me, e così mia
madre.
Non gli andavano giù tutti quei votacci
terribili, né tanto meno che me ne infischiassi
così altamente come ero solito fare. Litigavamo spesso per questo…Inoltre
essendo sempre fuori di casa e essendo loro
impegnati con il lavoro potevano passare anche delle intere settimane senza
che ci parlassimo. Io, più di tutti, non sono mai stato propenso a parlare
troppo, a meno che non ci fosse una ragione ben
precisa per farlo. Ma dopo il campionato nazionale, mio padre aveva finalmente
capito che il basket era davvero tutto per me e mi aveva addirittura promesso
che se avessi veramente voluto andare in America,
mi avrebbe aiutato a patto che non trascurassi più così tanto lo studio.
Adesso mi sento davvero soffocare, non
posso credere che sia successo davvero…Tutte le persone a cui
tenevo…come anche Sakuragi ad esempio…Perché il
destino deve accanirsi così tanto contro coloro che amo…?!
Aspetta…Frena
un attimo! Ho pensato a Sakuragi in un momento simile?...E
ho anche aggiunto che “lo amo?”…Be’…Sicuramente intendevo dire che è un
ragazzo speciale a cui tengo…cioè…Forse neanche così suona tanto bene,
eh?...Insomma, lui aveva un sacco di potenzialità, era uno bravo giocatore
malgrado i suoi atteggiamenti assurdi, ecco perché credo che sia davvero
ingiusto che non possa più giocare a basket…ecco perché vorrei rivederlo al
più presto…Almeno, si…credo che sia per questo…Lui con il suo modo di fare
così allegro, sempre in grado di dare la carica a tutti, sempre capace di
trovare una via d’uscita…
“Vorrei rivedere Sakuragi…”
“Come hai detto Rukawa?” la voce sbigottita
e preoccupata di Akagi interrompe bruscamente il
filo dei miei pensieri. Non capisco cosa intenda dire, dal
momento che, ne sono certo, non ho ancora aperto bocca.
“Hn?”
“Hai appena parlato di Sakuragi se non
sbaglio…”
Del tutto inavvertitamente, percepisco il
mio cuore accelerare senza sosta, dopo aver udito il gorilla pronunciare quel
nome.
“No…io…Stavo pensando che non è giusto…” la
mia voce risulta flebile e atona, non suona bene
neanche a me.
“Già…ma che c’entra lui adesso?...Hem…Comunque
sono certo che si starà impegnando al massimo per rimettersi. Lo sai com’è
fatto, no? Ora sta a te tirare fuori la grinta, anche se mi rendo conto che
non è poi così semplice…”
Le parole un po’ impacciate
di Akagi non mi sono per niente d’aiuto, ma
apprezzo comunque il tentativo. Nemmeno io riesco a capire come mai, la mia
testa bacata si sia messa a pensare a quell’idiota
in modo così insistente proprio in un momento come questo. Ci troviamo nel
corridoio di un ospedale e proprio nella stanza là in fondo stanno operando la
mia sorellina. Accanto a me Akagi, è rimasto a sorreggermi un po’ nonostante
l’ora. Sono le tre del mattino.
Accanto a noi, Miagy, Ayako, Mitzui, Kogure
e tutti gli altri membri dello Shohoku sono distesi mezzi addormentati. Sono
voluti rimanere assieme a me, proprio come quella volta in cui l’allenatore
Anzai aveva avuto un malore. Siamo una squadra, ed è come se fossimo una
specie di famiglia ormai…Appunto per questo sento che non dovrebbe mancare
lui.
Non faccio in tempo a seguire il filo dei
miei pensieri che la luce rossa della sala operatoria si spegne e pochi
istanti dopo vedo comparire il dottore che ha
operato Yumiko. Mentre esce dalla porta si toglie
stancamente i guanti di lattice e si leva anche la mascherina di carta dalla
bocca. Appare stremato e anche un po’ sudato. Le rughe della fronte gli
conferiscono un’espressione aspra e molto tesa. Un
sibilo esce involontariamente dalla mia bocca e i miei compagni si destano
tutti a poco a poco, rianimati di Akagi, a sua
volta tesissimo.
Il dottore ci si avvicina con passo lento e
cadenzato, non dice nulla ma i suoi occhi parlano
per lui. Con gesto teatrale si leva anche la cuffia di plastica verde dalla
testa e la getta per terra.
A quel punto non occorre che dica più
nulla. Tutti quanti abbiamo perfettamente capito:
“Mi dispiace davvero…è
morta…”
Sono attimi di
oblio quelli che seguono. I miei occhi non vedono più ma
guardano e basta, la mia mente è rapita altrove. Sento i singhiozzi
di Ayako che si getta tra le braccia di Ryota,
Akagi mi sorregge portandomi un braccio dietro le spalle, avvolgendomi quasi
completamente mentre Kogure a sua volta non riesce a trattenersi dallo
scoppiare in lacrime e Hisashi comincia a prendere a pugni il muro. Tutti gli
altri non sanno che dire, si limitano a fissarmi pieni di
compassione mentre io sento la rabbia crescere a dismisura dentro il
mio corpo.
Non ho mai provato un desiderio così forte
di sprofondare…
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Capitolo 2 *** 'cause nothing else matters ***
Nuova pagina 1
Capitolo 2
‘cause
nothing else matters
(poiché
nient’altro importa…)
Punto di
vista di Hanamichi
Non so che pensare. Tutto ciò
ha dell’inverosimile. Credevo di essermi stufato della monotonia delle mie
giornate eppure adesso che mi sono ritrovato con questa ennesima gatta da pelare
tra le mani mi chiedo se la noia, sia davvero così male…Ma chi vado a prendere
in giro? Tutto quanto in me freme all’idea di rivederlo.…Eppure mi sento uno
schifo a pensarla così perché non è certo un motivo tanto allegro che mi ha
permesso di lasciare la riabilitazione con ben due mesi di anticipo. Purtroppo
si tratta solamente di un paio di giorni e oltretutto sono sorvegliato a vista
da quella zotica dell’infermiera Mikako che quando si arrabbia è peggio di un
mastino napoletano con la rabbia…
Ma chi, se non il genio
poteva sperare di rianimare la sciocca volpaccia spelacchiata dalla sua
mostruosa perdita?
Mi torturo le mani da ore
mentre la macchina sulla quale sto viaggiando sobbalza leggermente mentre alla
guida c’è proprio Mikako che si è offerta di accompagnarmi. Sono rimasto immerso
in un insolito mutismo per tutto il viaggio, così, forse un po’ preoccupata o
forse solamente un po’ annoiata, è lei a rivolgermi per prima la parola:
“Sakuragi-kun…Devi essere davvero molto in ansia per il tuo amico per tenere la
bocca chiusa per così tanto…Non volevo disturbare i tuoi pensieri, ma adesso è
davvero troppo…così mi spaventi!”
Abbozzando un sorriso di
malavoglia le rispondo che i geni parlano solo se hanno qualcosa di davvero
geniale da dire, e che in realtà mi sento cos rilassato da non avere bisogno di
mettere in moto il cervello…Ma purtroppo non è affatto così. Non riesco a
parlare e forse è assurdo, ma proprio io, non riesco a convincere la mascella ad
aprirsi. Ho appena realizzato di non sapere assolutamente nulla di lui, così
come ci ho messo davvero troppo per capire che cosa significavano tutti quei
pensieri confusi sul suo conto. E adesso che sono consapevole di volergli
davvero bene, come forse sarebbe esagerato perfino tra due amici che si
conoscono e si frequentano da sempre, mi tocca fare finta di nulla e reprimere
ogni cosa come se fosse la più vergognosa delle colpe. Non è proprio il momento
adatto a sconvolgere Kaede ulteriormente. Sospiro.
“Mikako…posso chiederti una
cosa?”
Ecco. Fino a pochi istanti
prima non ero stato capace di proferire parola, ma una domanda martellante aveva
preso a picchiarmi nella testa già da un po’.
Io e la mastina non siamo
proprio in confidenza, ma non ce la faccio davvero più a trattenermi…
“Sì, Sakuragi-kun?”
“Secondo te è possibile
innamorarsi di qualcuno senza rendersene conto? Non dovrebbe essere una cosa
evidente…? E poi, se quando te ne accorgi ti rendi conto che è una follia, non
dovresti usare un minimo di senno e cercare di non pensarci più? Ma allora
perché non ce la fai a smettere? E…”
“Sakuragi-kun…questa non è
una sola domanda…” mi rimprovera bonariamente Mikako sorridendo “ma credo di
aver capito che cosa intendi…anche se non mi quadra molto la faccenda perché non
capisco cosa c’entri con il fatto che i genitori del tuo amico sono morti…però
se ti sei deciso a chiedermelo significa che è importante e a giudicare dalla
tua espressione, era da un bel po’ che ti arrovellavi il cervello per avere una
risposta, giusto?”
Provo a deglutire a fatica.
Non la facevo così perspicace, forse non avrei dovuto chiederle a lei certe
cose…Ma non faccio in tempo a pensare altro che ecco giungere le risposte, forse
troppo velocemente per il mio povero cuore: “Comunque mi stupisce che un genio
come te non sia ferrato per le questioni di cuore. Mi pare ovvio che per
innamorarsi di qualcuno occorra del tempo, non capita mica dal mattino alla
sera, no? E spesso, se la situazione è complicata, ci raccontiamo delle bugie
perché noi stessi non potremmo sopportare il peso della realtà. E’ solo in un
secondo momento, quando abbiamo raggiunto la giusta maturità ci rendiamo
pienamente conto delle cose, perché ormai siamo pronti per affondarle…L’amore
poi, è una follia in sé. Nessuno sa spiegarsi da dove venga, ma ti dirò…secondo
me non c’è un modo di amare giusto o sbagliato, si ama e basta e quando succede,
succede. Perciò rassegnati e pensa a risolvere la situazione senza scappare.
Perché dovresti cercare di non pensarci? Anche volendo sarebbe impossibile…e
comunque te ne pentiresti per il resto dei tuoi giorni. Se ti va male almeno
potrai dire di averci provato, diversamente avresti un rimpianto…Ecco come la
penso!”
Sto per replicare, ribadendo
ancora una volta, che si tratta di una situazione DAVVERO impossibile, quando la
macchina si ferma di botto facendomi sobbalzare e Mikako cambia volutamente
discorso cominciando ad elogiare le dotti del dottor Fujioka e della sua equipe
di medici professionisti, raccontandomi le ultime figuracce dell’infermiera
Sumie, sua acerrima rivale. Allora capisco che non vuole che dica altro ma che
rifletta su quanto mi ha appena detto, o forse che semplicemente non le va più
di starmi a sentire. Lo scatto del semaforo mi riporta alla realtà mentre
riprendiamo la nostra corsa verso Kanagawa.
Punto di vista di Rukawa:
“Kaede…Kaede…Kaede ti prego rispondi!”
“Lascia perdere
Aya-chan…lascialo stare, dai!”
“Ma sono ore che
se ne sta imbambolato in quella posizione, dobbiamo fare qualcosa Ryota!”
“Lo so ma che ci
possiamo fare? Vuole restare solo…e non lo posso biasimare se non se la sente di
mangiare nulla…E’ appena morta sua sorella cavolo! E i suoi genitori sono…Io
sarei già impazzito…”
“Idiota! Non dire
queste cose…”
“Vuoi due!
Piantatela immediatamente!”
“Calmati Akagi,
non te la prendere con loro!”
“Ha ragione il
quattr’occhi, non serve che tu te la prenda con Aya e Ryo”
“Sta zitto
Mitzui, non ho bisogno di essere difeso da te!”
“Ryota!”
I miei compagni
di squadra non se ne sono ancora andati. Sono rimasti con me per tutto il tempo
anche dopo la morte di Yumiko. Ayako e Akagi stanno sistemando le pratiche e
tutte le scartoffie per il funerale mentre un via vai di gente è accorso a casa
mia per farmi le condoglianze. Sono chiuso nella mia stanza da un tempo
indefinito, non saprei dire nemmeno se sia giorno o notte, non che la cosa mi
importi…
Le loro voci, dal
piano di sotto si fanno sempre più apprensive.
Ayako è appena
uscita dalla mia stanza assieme a Ryota. Mi si era avvicinata per convincermi a
darle un qualsiasi segnale di vita. Ma anche con tutta la mia buona volontà non
sono riuscito a muovermi. E’ come se il mio intero corpo si fosse paralizzato.
Credo di non averla mai guardata in faccia per tutto il tempo. Sono rimasto
sdraiato all’insù a fissare un punto inesistente sul soffitto. Mi sono odiato
per questo ma non sono riuscito a trovare la forza di volontà per muovermi.
Come diavolo farà
Sakuragi? Come ci riesce? Come può sempre trovare l’energia necessaria per non
darsi per vinto? E’ molto più semplice così…Forse si soffre anche molto meno se
ci si arrende all’evidenza. Con la mia famiglia sono morto anch’io, e così tutti
i miei sogni…Perché non dovrebbe essere così? E’ giusto, no?...Perché soltanto
io dovrei continuare a vivere normalmente…? Come potrei…? Perciò non mi importa
più di niente…
Punto di vista di Hanamichi
“…Non mi importa più di niente”
E’ questa la conclusione alla quale sono arrivato. Mikako ha
perfettamente ragione…Non ha alcun senso arrendersi, l’ho sempre saputo. Mi
rendo conto che ho scelto il momento peggiore per accorgermi dei miei sentimenti
verso di lui ma a questo punto, farò di tutto per aiutarlo e gli starò vicino,
che altro potrei fare? Spero solo che mi accetti per quello che sono, e spero
anche che sia abbastanza…Anche se so fin troppo bene che in questo momento avrà
perso del tutto la voglia di lottare. Giuro che riuscirò a farlo rinsavire!
E costi quello che costi lo metterò sul primo volo per gli stati
uniti non appena mi sarò ripreso e, se me lo concederà, lo seguirò e assieme
diventeremo due stelle indiscusse della pallacanestro. Tuttavia, sto cominciando
a spazientirmi…quanto ci vuole ancora…? Siamo in viaggio da ore!
“Mika-san quand’è che arriviamo? E’ un’eternità ormai…” mugugno un
po’ spazientito, lamentandomi come un bambino.
“Ma dico, non ti sei accorto che siamo già arrivati?! Ci sto solo
impiegando un po’ per trovare la casa giusta, questo quartiere è davvero un
labirinto…”
Dopo aver fissato lo sguardo fuori dal finestrino, un po’
imbarazzato mi rendo conto che Mikako ha perfettamente ragione.
“Scusami…ero soprappensiero!...EHHH??” esclamo grattandomi
scioccamente la testa.
Solo ora mi rendo conto che il quartiere in cui ci troviamo è
davvero tra i più sfarzosi che io abbia mai visto. Non faccio in tempo ad
inorridire ulteriormente che la macchina dell’infermiera si ferma di fronte alla
più grande di tutte le case.
“Eccoci. E’ questa!” sorride divertita Mikako iniziando a scendere
per sgranchirsi le gambe.
La raggiungo presto, sbattendo piano la portiera della macchina
dietro di me. Lei suona subito il campanello, senza nemmeno aspettare che io mi
renda pienamente conto della situazione.
“Questa sarebbe la casa di Rukawa?” mi lascio sfuggire senza
nemmeno badarci.
“Ma come?” mi riprende la donna “non sei mai stato ospitato a casa
dal tuo amico?”
“Hem…veramente…”
Non faccio in tempo a risponderle che ecco spalancarsi la grande
porta all’entrata. E’ una casa fin troppo bella per sembrare vera. Ci saranno
come minimo una ventina di stanze dalle dimensioni spropositate, per non parlare
dell’impeccabile giardino e del cancello in stile occidentale.
La figura di Ayako compare assurdamente dietro quella porta da
favola e non appena mi vede mi corre in contro con le lacrime agli occhi,
seguita a ruota da tutti i miei vecchi compagni di squadra, compresa la piccola
Haruko che se ne resta in silenzio all’entrata. Quasi per assurdo mi ero
completamente dimenticato di lei. Anche i suoi capelli erano cresciuti e ora li
portava avvolti in una piccola treccia sulla spalla. Sicuramente anche lei
doveva soffrire parecchio dato che il suo amato Rukawa versava in quelle
condizioni ormai da più di due giorni.
“Hanamichi! Finalmente! Ma da dove arrivi? Da Timboctù? Ci hai
messo una vita! Come stai? La schiena va un po’ meglio?” la voce di Ryota mi
conferma in modo definitivo che sono realmente arrivato a casa.
“Tutto bene, grazie…ho fatto molti progressi sai? Ma non parliamo
di me ora…Tutta colpa del catorcio che Mika-san si ritrova come unico mezzo di
trasporto! Ha insistito perché non prendessimo il treno per paura che la mia
schiena ammaccata risentisse troppo dei sobbalzi, ma alla fine viaggiare con
lei è stato peggio che andar di notte…Ouch!!!”
Un tenero pugno sulla testa appioppatomi da Mika-san mi rammenta
che lei è purtroppo ancora nei paraggi.
“Capisco…Ad ogni modo stasera restiamo tutti qui…” ha ripreso Ayako
“volevamo preparare la cena e mangiare tutti assieme per vedere se Kaede si
decide a mettere qualcosa sotto i denti…Non ci va di lasciarlo da solo…Inoltre
ora che sei arrivato tu sono sicura che si riprenderà almeno un pochino…”
“Ma certo…Non hai sempre detto di essere un genio?” ha subito
proseguito Ryota con una luce di sfida nello sguardo.
“Ma certo ragazzi che sono un genio. Osate forse metterlo in
dubbio? Farò il possibile…”
“Già…Ma sarebbe un bel traguardo se solo si decidesse ad uscire da
camera sua…”
“Gli serve soltanto un po’ ti tempo per pensare e riordinare le
idee…Nel frattempo tutti noi ci daremo da fare per farlo tornare ad essere il
Rukawa di sempre!”
Con quest’ultima affermazione mi accingo ad entrare nella casa
della persona che più mi è mancata in tutto il periodo in cui sono stato lontano
da Kanagawa, con la speranza nel cuore che possa riprendersi davvero il più
presto possibile e con la ferma intenzione di infondergli tutta la forza
possibile.
(…)
Continua... |
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Capitolo 3 *** Stravolgimento interiore ***
Nuova pagina 1
Capitolo 3
Stravolgimento interiore
Punto di vista di Rukawa:
Guardo fuori
dalla finestra scostando lentamente le tende. E’ buio, probabilmente è sera
inoltrata. Non mangio da ore, né dormo da almeno due notti eppure non avverto
così forte la stanchezza, soltanto un senso di nausea mi stravolge totalmente lo
stomaco. Non riuscirei a mandare giù qualcosa neanche sotto tortura, è come se
me lo avessero sigillato con una cucitura d’acciaio.
Mi è parso di
sentire una voce familiare provenire dal piano di sotto, una voce che prima non
c’era e che ha stuzzicato in qualche modo la mia curiosità, spingendomi ad
alzarmi dal letto. Una vocina insistente nella mia testa, non fa che ripetere
che era la sua, che è la sua, perché la voce continua a parlare e si fa via via
più vicina…Sta salendo le scale, omai ha attraversato il pianerottolo e si trova
di fronte alla mia porta. Non gli resta che bussare e…
Ma come non
detto. Era ovvio che lui non avrebbe potuto usare una simile carineria nei miei
riguardi, nemmeno in una situazione come questa.
Senza possibilità
di appello mi ritrovo a fissare i suoi occhi con sguardo vitreo e allampanato
mentre la sua chioma rossa, fin troppo familiare, fa capolino all’interno delle
quattro pareti, che fino ad un momento prima erano state la mia capsula di
protezione privata, esclusa della normali regole spazio-temporali.
Ayako, dietro di
lui, tenta inutilmente di trattenerlo, al contempo strattonandolo il più
delicatamente possibile per non fargli male…
Chissà come sta
la sua schiena?...Mi sembra addirittura più alto dell’ultima volta.
“Rukawa…” esclama
un po’ trafelato osservandomi con preoccupazione.
“E tanti saluti
alla speranza che decidesse spontaneamente di uscire dalla sua camera…” sospira
la ragazza esasperata “mi raccomando Hanamichi vacci piano ok?...” gli sussurra
Ayako lanciandogli uno sguardo ammonitore.
A quel punto
restiamo soli io e lui, che subito si chiude la porta alle spalle.
“Ciao…” mi dice
con la testa china, fissandosi i piedi come un bambino.
“Ciao” rispondo
titubante. Senza che me ne fossi reso conto il mio cuore aveva cominciato a
battere molto più forte solo all’idea che quella voce fosse la sua. Perché? Non
riesco bene a capire ma mi sento tremendamente sollevato ora che Hanamichi è qui
davanti a me.
Quasi senza
pensare mi avvicino a lui e dopo averlo fissato dritto negli occhi gli assesto
un pugno da maestro dritto sul naso. Non essendosi preparato ad una simile
evenienza, Hanamichi barcolla all’indietro andando a sbattere contro la porta.
Non riesco a capire il motivo del mio gesto, io stesso lo ritengo davvero
assurdo ma il mio corpo si muove da solo, come se avesse una volontà propria.
Solo allora realizzo che cosa ho appena fatto, lo capisco dalla smorfia di
dolore che compare sul suo volto.
“Dannato Rukawa,
ma ti ha dato di volta il cervello?!” esclama fuori di sé con sguardo allibito.
“E io che pensavo
che ti fossi trasformato in una specie di ameba! A sentire gli altri la giù, non
avresti nemmeno dovuto muovere un muscolo…”
“Scu-scusami…io…”
Non faccio in
tempo a cercare di rimediare chiedendo perdono che Hanamichi mi spinge
direttamente a terra con un pugno ben assestato. Dal piano di sotto la voce di
Ayako risuona squillante: “Che sta succedendo? Hanamichi guai a te!”
Mi rialzo giusto
in tempo per rispondere alla sua provocazione innescando così una reazione a
catena che ci vede entrambi partecipi di una assurda scazzottata.
Dopo un tempo
indefinito entrambi ci accasciamo distrutti sulla moquette del pavimento. Senza
dire una parola ci fissiamo, ansimando. La schiena non sembra dargli troppi
problemi adesso o forse è soltanto molto bravo a nasconderlo.
“Ora va meglio
volpaccia?...Ci voleva il genio per farti schiodare un po’, non è vero?”
la sua voce calda
e famigliare mi scuote terribilmente nel profondo. Per la prima volta dopo ore
di oblio sento le lacrime che mi torturano gli occhi, pungenti e salate. E mi
metto a piangere, non riesco a trattenermi. I miei singhiozzi sono così profondi
che quasi non ricordo più come si fa a respirare. E allora due braccia
amichevoli mi stringono forte e mi sorreggono mentre tutta la rabbia e il dolore
che ho in corpo mi vengono a colpire distruggendomi.
“Stai tranquilla
volpe…farà male solo finché campi…Ma non così…Con il tempo il dolore si attenua
e diventa quasi sopportabile…Ma non devi pensare che la tua vita finisca
qui…Sbaglio o hai un sogno tu? La morte di mio padre, per quanto dolorosa non mi
ha certo impedito di venire a rompere le scatole a te e al Gori, nonché a tutti
gli altri, no?...Mi dispiace per la tua sorellina, davvero…Ma lei non avrebbe
voluto vederti soffrire così…Devi cercare di essere forte, capito Kaede?”
Le sue parole
sono crude ma so che le ha ponderate a lungo e che sono davvero sincere, per di
più sento che me le ha dette con una dolcezza inaudita, che mai mi sarei
aspettata da lui come mai mi sarei aspettato che un giorno mi avrebbe chiamato
per nome.
Per di più ho
appena appreso che anche suo padre è morto e solo ora mi accorgo di non sapere
niente di davvero importante sul suo conto. I suoi occhi sono carichi di
apprensione. Dovrei provare a parlare ma sono certo che la mia voce uscirebbe
stridula e gracchiante perciò mi sporgo verso di lui e lo abbraccio, lo
abbraccio forte. Non mi importa che cosa possa pensare, ne ho troppo bisogno. Mi
abbraccia a sua volta, con un po’ di titubanza, senza stringere troppo. Restiamo
immobili per qualche minuto fino a quando le lacrime non si fermano.
“Idiota…”
La mia
affermazione, ancora una volta fuori luogo lo lascia di sasso.
Mi allontano
lentamente da lui fissandolo di nuovo negli occhi.
“Come prego?”
risponde subito accigliato e nuovamente sbigottito. “Ho detto che sei
un’idiota…per essere venuto fin qui…per me…”
Nemmeno io so
bene dove voglio andare a parare ma non posso farne a meno.
“Sciocco…Non l’ho
fatto solo per te…” mi dice un po’ imbronciato arrossendo in modo quasi
impercettibile.
“Domani ci
saranno i funerali…” esclamo mestamente cambiando discorso dopo un lungo momento
imbarazzante di silenzio. Sicuramente la sua affermazione riguardava gli altri
ragazzi.
“Che pensi di
fare?” mi chiede teneramente con il massimo tatto.
“Che dovrei fare
secondo te? Presenziare alla cerimonia…e poi be’…poi non he ho idea...”
Lo vedo deglutire
amaramente.
“E il basket?”
Non posso credere
che me lo abbia chiesto veramente.
“Non…lo so”
rispondo un po’ perso senza nemmeno sapere che dire.
In quel momento
qualcuno bussa alla porta, riportandoci così al di fuori del nostro piccolo
mondo personale.
“Ragazzi…Sarebbe
pronta la cena, se ve la sentite…Haruko ha voluto cucinare i ravioli al vapore e
gli spaghetti con salsa di granchio…o se preferite qualcos’altro…” la voce di
Ayako, ancora una volta è dolce e speranzosa.
“Si…mi sono
appena reso conto di avere una certa fame!” esclamo un po’ trasognato.
D’improvviso mi
si è come aperta una voragine nello stomaco e anche il mio corpo mi sembra più
rilassato. Non riesco a capire bene ma la vicinanza di Sakuragi deve essersi
rivelata più che positiva…
“Oh…dici davvero
Kaede? Ma è magnifico!”
La voce sorpresa
ed entusiasta di lei mi fa capire ulteriormente, quanto sia stato importante per
me fare questo primo passo. Tuttavia…
“Si però…non me
la sento ancora di scendere di sotto…” il tono spento che utilizzo è più che
glaciale, in un attimo mi accorgo di averla di nuovo delusa o almeno credo.
D’improvviso sento la sua mano fresca venirmi ad accarezzare una guancia in un
amorevole gesto d’affetto “non importa” conclude con un leggero sorriso “vorrà
dire che ti porteremo la cena in camera, quello che conta è che ti sia tornato
almeno un poco l’appetito”
Detto questo
Ayako scosta lentamente la mano dal mio viso e se ne esce dalla stanza con
un’espressione più rilassata.
“Ah…naturalmente
Sakuragi cenerà con te, non è vero?! Ha dovuto saltare la riabilitazione e
perciò il minimo che tu possa fare per mostrargli un po’ di riconoscenza è
passare con lui il maggior tempo possibile…O per lo meno, dovreste provare…”
Lo sapevo. Dal
fondo del corridoio quelle ultime parole dette dalla mia amica mi vengono a
colpire direttamente, come se si trattasse di una doccia gelata in pieno
inverno.
Vedo l’idiota,
qui davanti a me, spalancare gli occhi come un’ebete. La sua espressione è così
buffa che per un attimo credo che potrei quasi abbozzare un sorriso per
prenderlo in giro. Lo vedo sospirare poco prima di uscirsene con un’altra delle
sue solite sparate: “Oh si…la volpaccia qui sa come si accolgono gli ospiti con
la schiena malandata”
Touché…Non posso
dargli torto, ma la sua sola presenza scatena in me degli strani istinti che
solitamente non mi appartengono. Volevo sfogarmi da tempo, eppure non ci sono
riuscito fintantoché non me lo sono trovato di fronte…
Forse non sarebbe
poi una cattiva idea se io e lui passassimo un po’ più tempo assieme…In effetti
la sua sola presenza mi fa sentire molto meglio…
Sono uno stupido
però…Avrei anche potuto fargli male…Ma la mia testa era così vuota, è così
vuota…
“Dunque, dunque…è
stata davvero gentile la piccola Haruko a preparate così tante prelibatezze
senza nemmeno essere certa che le avresti assaggiate…Scommetto che non ti sei
neanche reso conto della sua presenza, dico bene Rukawa?” mi domanda Hanamichi
con tono disinvolto mentre si siede tranquillamente sopra il mio letto.
Non rispondo, in
effetti è proprio come dice lui. Ho capito da un po’ che quella ragazza deve
provare qualcosa nei miei confronti ma sarei un’ipocrita se gli dicessi che me
ne è mai importato alcunché. Ciò nonostante riconosco di avere un brutto
carattere, certamente non merito le sue attenzioni.
“Come non detto
Ru…Ma almeno potresti degnarti di dirle grazie la prossima volta che la vedi”
prosegue imperterrito travolgendomi con una nuova valanga di parole.
Eh già…Me n’ero
scordato. Sakuragi è innamorato perso della Akagi fin dal primo anno e a quanto
pare non gli sta ancora troppo bene che il mio modo di fare la faccia soffrire.
Fin qui, direi
che tutto quadra. Allora perché questo pensiero mi infastidisce così tanto? E’
perché non mi va che lui mi veda come un possibile rivale? No…Sa perfettamente
che non me la filo…è proprio per questo che mi sta facendo la predica…Allora
perché mi sento come se fossi geloso?...
I miei pensieri
vengono interrotti da Sakuragi che decide di cominciare a raccontarmi in modo
decisamente entusiastico ogni più piccolo particolare della sua vita alla
clinica, spiegandomi come il genio affronta ogni giorno la fatica della
riabilitazione e così mi siedo accanto a lui e lo ascolto…E per un momento è
come se niente fosse successo, come se fossimo tornati indietro nel tempo, o
forse avanti...? Dove il dolore per la perdita di Yumiko e di mamma e papà non
esiste più, dove le nostre strade non si sono mai divise, e dove all’ordine del
giorno non ci sono altro che le follie di un ragazzo scapestrato dai capelli
rossi che non sa fare altro che combinare casini.
E allora un
pensiero sconvolgente mi assale…Mi rendo conto che se avessi l’opportunità di
vedere Hanamichi ogni giorno, forse desiderare di continuare a vivere non
sarebbe più qualcosa di insensato…Addirittura potrei riprendere in mano l’idea
di diventare un campione mondiale del basket…
Solo che non
capisco…Non capisco il senso di tutto questo…Non sembra ammirazione la mia…non
solo…Non è nemmeno amicizia perché allora mi sarebbe bastata la vicinanza della
squadra e non lui…Perché se il mio cuore prova così tanto sollievo nel saperlo
così vicino a me, be’…è molto probabile che il motivo sia davvero un altro…
A questo punto mi
fermo. Non posso fare altro che rifiutarmi di pensarci ancora…Non voglio…Sarebbe
chiedere troppo.
Proprio in questo
momento la porta della mia stanza si apre ed ecco comparire la Akagi con un
vassoio gigantesco tra le mani, seguita a ruota da Ayako.
“Ecco qua…La cena
è servita!”
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Capitolo 4 *** Stravolgimento interiore(the mirror) ***
Nuova pagina 1
Mi scuso se questo
capitolo vi risulterà un po’ troppo noioso ma la mia intenzione era quella di
spiegare entrambi i punti di vista. Da qui in avanti aspettatevi un finale meno
ripetitivo…
Capitolo 4
Stravolgimento interiore (the mirror)
Punto di vista di
Hanamichi
Rukawa dev’essere veramente
uscito di senno. Senza un motivo apparente mi ha tirato un pugno in piena faccia
non appena mi sono chiuso la porta alle spalle, dopodiché è scoppiato in
lacrime. Accidentaccio, d’accordo che sono un genio, ma non ho mica la sfera di
cristallo per capire cosa gli frulla nel cervello…anche se mi sarebbe davvero
molto utile poter leggere nella sua testa.
Deve sentirsi per davvero
avvilito come un cane per comportarsi così…Alla fine credo di capirlo...Ora che
ci penso, anche io me la presi con il mio migliore amico riempiendolo di calci
quando mio padre se n’è andato. Ricordo che Mito mi aveva abbracciato forte dopo
essersi buscato tutta la mia collera, mi aveva sorriso e poi mi aveva detto che
in qualunque momento avrei sempre potuto contare su di lui e così anche gli
altri ragazzi dell’armata. Vorrei che Kaede potesse percepire che gli voglio
davvero bene ma…non so se in un momento del genere…
“Stai tranquilla volpe…farà
male solo finché campi…Ma non così…Con il tempo il dolore
si attenua e diventa quasi sopportabile…Ma non devi
pensare che la tua vita finisca qui…Sbaglio o hai un sogno tu? La morte di mio
padre, per quanto dolorosa non mi ha certo impedito di venire a rompere le
scatole a te e al Gori, nonché a tutti gli altri, no?...Mi dispiace per la tua
sorellina, davvero…Ma lei non avrebbe voluto vederti soffrire così…Devi cercare
di essere forte, capito Kaede?”
Ecco. Quello che ho appena detto mi suona tremendamente stupido.
Purtroppo non sono un bravo oratore quanto il mio amico Yohei. Sto per
aggiungere dell’altro quando in maniera del tutto inaspettata, Kaede mi si tuffa
tra le braccia e mi stringe a sé. Ok…Adesso non ci capisco davvero più niente…Ma
forse le mie parole non erano così sbagliate come credevo…
Restiamo immobili per quella che potrebbe essere un’eternità come
un secondo. Il suo respiro è alquanto irregolare ma ben presto lo sento
stabilizzarsi. Sto quasi per decidermi ad aggiungere la frase che volevo (ossia:
“sta tranquillo…ti starò sempre vicino”)…quando, dopo aver fatto un respiro
profondo mi sento smorzare sul nascere da una sua singola parola:
“Idiota…” sussurra contro la mia maglia per poi discostarsi
repentinamente con uno scatto quasi febbrile.
E’ assurdo ma per un attimo prendo davvero in considerazione
l’ipotesi che mi abbia letto nel pensiero. Forse io non ne sono capace, ma lui…?
Eh già…Ho sempre creduto che la volpetta avesse qualche strano potere occulto…In
questo modo si spiegherebbero molte cose, soprattutto per quanto riguarda le
azioni in campo durante le partite. Tuttavia sono troppo intelligente e
disilluso per credere realmente in una simile idiozia, perciò senza stare troppo
a pensare replico immediatamente:
“Come, prego?”
A questo punto, la sua risposta mi risulta ancora più inaspettata
della prima:
“Ho detto che sei un’idiota…per essere venuto fin qui…per me…”
“Sciocco…Non l’ho fatto solo per te…” gli dico un po’ impacciato
senza riuscire ad impedirmi di arrossire. L’ho fatto perché anche io desideravo
vederti…Anzi, probabilmente sarei venuto lo stesso anche se non fosse successo
un incidente ai tuoi genitori…
Possibile che Kaede debba essere sempre così orgoglioso…inoltre non
la facevo tanto insicuro.
Si vede che chi è troppo ferrato nello sport non ci azzecca un tubo
in amore…Sennò con tutto il successo che ha si sarebbe sicuramente trovato una,
ma che dico?, almeno una decina di ragazze con cui uscire…
Ma forse sto di nuovo ragionando attraverso dei luoghi comuni.
Ormai lo conosco bene, non è il tipo di persona che mente per farti piacere,
anzi, ha sempre preso le cose sul serio. Proprio per questo è così fragile.
Nella sua forza sta la sua debolezza (hem…questa devo averla
estrapolata da qualche film). Comunque prima o poi si rifarà davvero una vita e
sono sicuro che renderà davvero molto felice la persona che si sceglierà come
compagna. Mikako la fa semplice quando dice che l’importante è provare…Ma non le
ho mica detto che mi sono innamorato di un uomo…Questo piccolo particolare ecco,
diciamo che mi ha sconvolto all’inizio ma ora non mi preoccupa più di tanto, se
non per il fatto che trovo del tutto impossibile sperare di essere ricambiato…
Ad ogni modo adesso vorrei trascorrere con lui il maggior tempo
possibile. Siamo tutte e due persi nei nostri pensieri quando Kaede rompe il
silenzio e mi rammenta che domani si svolgeranno i funerali della sua famiglia.
Mi sento un’idiota per davvero. L’idea di stare zitto mi soffoca,
così trovo alla svelta qualcosa da dire, giusto per replicare, per non essere
schiacciato di nuovo da questo silenzio:
“Che pensi di fare?”
Idiota. Ma perché non me ne sono rimasto con la bocca cucita? Che
razza di domanda è?
I suoi occhi scuri e profondi mi fissano con una grande malinconia
ed una punta di rassegnazione: “Che dovrei fare secondo te? Presenziare alla
cerimonia…e poi be’…poi non he ho idea...”
Deglutisco, a disagio più che mai, decidendo di continuare con le
domande.
“E il basket?”
Questa ma la potevo forse risparmiare per un momento migliore, ma
l’idea che un guru della pallacanestro come Ru smetta per sempre di giocare mi
risulta davvero inaccettabile, per di più voglio a tutti i costi cambiare
argomento…Non ce la faccio a discutere troppo con lui della morte…
Forse non sono poi così forte come credevo. Mi fa davvero male
vederlo in queste condizioni.
“Non…lo so” risponde con titubanza.
A quel punto Ayako entra in scena chiedendoci se vogliamo cenare
con le deliziose pietanze preparate da Haruko.
Inaspettatamente Kaede asserisce di avere appetito e così la nostra
amica, se ne torna di sotto tutta contenta mentre io, ancora una volta, ripenso
ai sentimenti della povera Harukina, che nonostante tutto si impegna davvero
tanto per aiutare il suo amato.
Perciò non posso fare a meno di ricordarglielo, sebbene ora in un
certo senso io e lei siamo ‘rivali’ in amore, mi dispiace troppo sapere con
quanta indifferenza viene trattata.
“Dunque, dunque…è stata davvero gentile la piccola Haruko a
preparate così tante prelibatezze senza nemmeno essere certa che le avresti
assaggiate…Scommetto che non ti sei neanche reso conto della sua presenza, dico
bene Rukawa?”
Di certo la mia affermazione
deve averlo sorpreso perché a quel punto lo vedo fissarmi con uno sguardo da
pesce lesso che mal gli si addice. Non ricevo risposta e così decido di
rincarare la dose “Come non detto Ru…Ma almeno potresti degnarti di dirle grazie
la prossima volta che la vedi”
Glielo leggo negli occhi che
si sente fin troppo colpevole. Forse non avrei dovuto dargli modo di sentirsi in
colpa…E’ solo che non sopporto proprio l’idea che lui debba essere così
indifferente…Questo perché ora la capisco perfettamente. So bene quanto
l’indifferenza possa far male. Non reggerei a lungo se Kaede dovesse trattarmi
come fa con Haruko. E con questo ultimo pensiero realizzo di essermi di nuovo
perso nei meandri del mio delirio amoroso…
Cavolo! Ma perché dev’essere
così difficile? Perché nella vita non me ne deve andare mai bene neanche una?
Non bastava aver ricevuto una cinquantina di rifiuti da delle ragazze? Ora mi
tocca pure riscoprirmi innamorato dell’ultima persona che mi sarei immaginato di
voler amare per poi sapere di non avere chance in partenza?
Ma la mia testa corre troppo,
e troppo velocemente, come al solito. La devo piantare.
Così decido di mettermi a
parlare per impedirmi di pensare ulteriormente ai miei sentimenti così egoistici
e intanto cerco di recuperare il tempo perduto spiegando un po’ a Rukawa le cose
che mi sono successe negli ultimi mesi. Lui si siede accanto a me senza fiatare
e mi ascolta con pazienza mentre sproloquio di questo e quello, senza riflettere
nemmeno su quello che dico.
Non passa molto tempo che la
porta della camera di Kaede si palanca ed ecco arrivare Haruko con la cena.
“Ecco qua…La cena è servita!”
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Capitolo 5 *** Un passo alla volta... ***
Nuova pagina 1
Capitolo 5
Un passo
alla volta…
I due ragazzi si fissavano un
po’ imbarazzati mentre nei loro piatti ogni cosa era ancora rimasta del tutto
inalterata.
“Guarda che si fredda…Se non
cominci a mangiare ora, tra poco non sarai più in grado di cenare” la voce di
Rukawa aveva finalmente spezzato il silenzio.
“Ma senti da che
pulpito…Guarda che te l’ho già detto almeno trecento volte! Se non cominci tu,
io non tocco nulla!”
La risposta secca e un po’
irritata di Hanamichi aveva fatto comparire una smorfia sul viso del moro.
“Mmmph…”
“C’è poco da sbuffare sai?
Non eri tu quello che si era accorto di avere un certo appetito?” aveva subito
dopo esclamato Sakuragi con un po’ di stizza.
“Ho cambiato idea…non mi va
più…” la risposta laconica di Rukawa suonava davvero poco credibile. Sembrava
che volesse fare i capricci proprio come un bambino è solito fare per essere
coccolato.
“Oh avanti…Vuoi forse che mi
metta a pregarti in ginocchio? Ma per chi mi hai preso?...Se non mangi da solo
sarò costretto a scofanartelo(Nd: perdonate la
parola inesistente ma mi suonava bene…) in gola con la forza, perciò ora
mangia!”
Nonostante la sua baldanza
Hanamichi era seriamente in pena per il suo amico, ma aveva deciso di adottare
la politica del “genio” e dunque: niente trattamenti speciali. Rukawa doveva
riprendersi. Mangiare era un ennesimo sforzo in più che avrebbe dovuto compiere.
La sua riscoperta fragilità aveva turbato non poco Hanamichi che ad ogni modo
non si era arreso all’idea di rendergli la vita troppo facile. I suoi famigliari
erano morti, non c’era proprio un modo per indorargli la pillola. Ma che stesse
soffrendo o meno, il suo corpo aveva bisogno di rimettersi in forze. Non gli
avrebbe più permesso di lasciarsi andare. Come se non bastasse quello sciocco si
era pure permesso di riprenderlo, ricordandogli che la pietanza preparata da
Haruko non sarebbe stata commestibile in eterno.
Con un ennesimo sospiro Kaede
si decise a prendere i mano la sua forchetta (Nd:
niente bacchette…stanno mangiando spaghetti) e
con un unico gesto fluido si portò un po’ di pasta alla bocca.
Punto di vista di Rukawa:
Mi sento
strano a mangiare così, davanti a lui. Ho sempre pensato che tra i due fosse
Hanamichi quello più imprevedibile ma poco fa mi sono dovuto ricredere, non mi
riconosco proprio. Pensavo che il mio corpo si sarebbe comunque rifiutato di
accettare del cibo e invece riscopro con piacere che non è così.
Non
abbiamo parlato di questa sera…Immagino che vorrà tornare a casa sua. Ci sarà di
certo qualcuno che lo aspetta. In fondo credo che abbia una madre, no? Vorrà
rivederlo, abbracciarlo…
Mi sento
uno stupido adesso ma mi fa stare troppo male l’idea che da domani non avrò più
nulla di tutto questo. Per quanto gli amici possano aiutarmi, sorreggermi o
confortarmi, questo vuoto spaventoso che mi sono ritrovato ad affrontare non si
colmerà tanto facilmente…Anche lui prima o poi se ne andrà via. Sicuramente
vorrà farsi una vita e magari non tornerà nemmeno a giocare a basket…forse è
venuto da me soltanto perché glielo hanno chiesto o perché si è sentito mosso da
pietà per via di suo padre…Ha detto di potermi capire ma…questo non significa
automaticamente che io e lui ci rivedremo ancora. Per quanto ne so potrebbe
decidere di andarsene da un momento all’altro…
Allora
che potrei fare? Dirgli di restare con me? A piangere e disperarsi nel mio
abisso di tormenti? Il mio orgoglio me lo impedirebbe.
E poi
Hanamichi non è uno che si arrende facilmente. Ha già le sue battaglie da
combattere e…be’…Chi sono io per convincerlo a non abbandonarmi a me stesso?
Da
quando ho cominciato a pensare questo?
Quando
correvo lungo il mare, davanti alla sua clinica, non lo facevo soltanto per
esercizio…In realtà desideravo vederlo e ancor più desideravo che lui mi vedesse
come un vincente. Volevo che fosse orgoglioso di me, come io ero stato
orgoglioso di lui per come si era comportato nella partita contro il Sannoh.
E
poi…be’…Poi mi rendo conto solo adesso di essere stato fin troppo cieco.
Ma forse
è comprensibile…questa cosa mi fa davvero spavento eppure ne sono certo: mi sono
innamorato di questo sciocco ragazzo dai capelli rossi…
Perché
proprio ora me ne dovevo accorgere?
Sento la
mia faccia imporporarsi sempre di più mentre riprendo a mangiare con una
lentezza smisurata. I miei occhi fissano il piatto, non sono in grado di alzare
lo sguardo…
“Ehi…tutto bene?” La voce preoccupata di Hanamichi mi scuote mentre, del tutto
inavvertitamente, alzo gli occhi giusto in tempo per notare la sua espressione
assorta.
Accidentaccio! Ma perché mi basta un’occhiata per sentire il mio cuore
scalpitare?
Da
quando mi fa questo effetto?
Punto di vista di Hanamichi:
Ho proprio paura di esserci andato troppo pesante con lui.
Secondo me tra poco si strozza, sembra tesissimo. Mi lancia
un’occhiata torva, dopodiché si butta a capofitto sul cibo, che fino ad un
momento prima stava mangiucchiando alla velocità di un bradipo.
“Hem…Ru…Come non detto…Adesso non c’è mica bisogno che ti
strafoghi” gli dico con un po’ di apprensione.
La volpe continua a sorprendermi con sbalzi d’umore degni di una
sessantenne che è appena entrata in menopausa
(Nd: pardon…nel caso quest’ultima frase
vi risulti troppo esagerata o offensiva).
A questo punto Kaede torna a fissarmi negli occhi e quel suo
sguardo un po’ perso e un po’ misterioso è sufficiente a mettermi in soggezione.
Che diavolo starà per fare?
Lo vedo alzarsi in piedi. Il piccolo tavolo preparatoci da Ayako
sul quale mangiamo mi appare soltanto ora davvero minuscolo rispetto alla
grandezza della sua camera da letto.
“Dove vai?”
“Hn…”
In pratica non ha risposto ma capisco che vuole che lo segua, così
pianto lì quello che resta della mia cena (praticamente non ho ancora toccato
cibo) giusto in tempo per accorgermi della presenza di una porta scorrevole che
non avevo notato in precedenza.
“C’è un’altra stanza?”
“Hn...”
Ancora una volta non mi risponde a parole ma lo prendo come un si.
Entriamo nella stanza misteriosa immersa nel buio. Manca
l’interruttore. Vedo Kaede accendere una lampada poco lontano dall’ingresso. La
luce è molto bassa ma mi rivela che quella che credevo essere una camera, è in
realtà un enorme ripostiglio stipato di scatoloni, mensole che traboccano e
oggetti di ogni sorta. Lui sfila lentamente qualche cosa da una scatola e ma la
mostra girandosi subito dopo verso di me. Tra le mani stringe una vecchia palla
da basket un po’ logorata.
Esistono milioni di esemplari simili a quella, forse anche più
belli, ma da come si comporta deduco che ciò che reggono le sue mani non è un
semplice pallone da basket.
“Me l’ha regalata mio padre…” mi dice quasi in un sussurro per
spiegarmi il motivo del suo gesto. Come pensavo: quello non è un semplice
oggetto per Kaede.
“Avevo più o meno cinque anni, credo” continua sempre utilizzando
un tono di voce molto pacato, senza distogliere lo sguardo dalla palla “e
be’…come puoi immaginare, questo regalo ha cambiato un po’ tutta la mia vita…”
Lo osservo con il cuore che trabocca di tristezza nel sentirlo
rievocare quei ricordi che lo hanno spronato a diventare quello che è. Non posso
fare altro che ascoltarlo mentre lui prosegue amaramente il suo racconto.
“All’inizio facevo pena…Se non mi avesse trasmesso un po’ del suo
entusiasmo non avrei neanche saputo dargli un senso…Poi lui non c’era mai e…sai
com’è…Ho cominciato ad arrangiarmi…Ricordo che vedermi giocare bene, lo rendeva
molto orgoglioso…E infine mi sono convinto a farlo per me e spesso ho esagerato
ma ci credevo…Ti ho detto che litigavamo spesso…Eppure per lui ormai era normale
sapermi da qualche parte intento a sfondare qualche canestro, madido di
sudore…Io non voglio smettere. Prima mi hai chiesto del basket…io…E’ solo che
non trovo giusto che io sia l’unico a…La verità è che ho pensato di lasciarmi
andare e…non lo so…ma quando ti vedo, tu…riesci sempre a…Vorrei continuare a
giocare…Vorrei…”
Le sue parole, spezzate da lunghe pause e pesanti sospiri,
straziano ogni muscolo del mio corpo a partire da quello che è racchiuso
all’interno dalla gabbia toracica.
Questa volta sono io che mi lascio sopraffare dall’istinto e lo
abbraccio forte.
“Non preoccuparti…tuo padre lo sapeva che eri un campione.
Diventerai un grande asso del basket e una volta che sarai partito per
l’America nessuno potrà più sperare di batterti. Pensa solo a riprenderti…Sono
cose che non si dimenticano ma…non smettere!”
A questo punto ci stacchiamo e Kaede mi fissa con una espressione
che non gli avevo mai visto prima. Non saprei definire esattamente quale, ma
forse ora è più sereno.
La cena rimasta non va più a nessuno. Vorrà dire che ci rifaremo
con la colazione domani mattina.
Solo ora mi accorgo che è già sera inoltrata.
“Rukawa…” gli dico un po’ titubante mentre mi accingo a riportare
di sotto il vassoio con i piatti “questa sera posso restare a dormire qui?”
(…)
Continua…
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Capitolo 6 *** Non ne ho il coraggio... ***
Nuova pagina 1
Capitolo 6
Non ne ho il coraggio…
Punto di vista di Rukawa:
“Rukawa” mi
chiama d’improvviso Hanamichi mentre sorregge con attenzione il vassoio con i
piatti dal contenuto pressoché intatto “questa sara posso restare a dormire
qui?”
Per una frazione
di secondo mi sento boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, ma per mia fortuna
sono piuttosto bravo nel dissimulare indifferenza, perciò sono quasi sicuro che
non si sia accorto di nulla. Questo è davvero un colpo basso…Che dovrei dirgli?
Mi sono appena confidato con lui riguardo a cose che non avevo mai raccontato ad
anima viva, ancora una volta ci siamo abbracciati, anzi mi ha abbracciato,
e adesso…?
Ma anche se la
mia testa è ancora piuttosto confusa, questa semplice frase è riuscita a farmi
sentire felice. Dopo ore di pensieri tormentosi non posso che essergli grato per
avermi ridato almeno un po’ di speranza…
Ora però devo
pensare a rispondere, ma sinceramente non vorrei sembrargli eccessivamente
entusiasta…Non vorrei che pensasse…be’…quello che io so essere la realtà: che
gli voglio davvero un mondo di bene. Lo confonderei e basta.
“Di stanze libere
ne sono rimaste almeno quattro. Puoi scegliere quella che vuoi. Ayako potrà
indicarti dove si trovano…Ora, se non ti dispiace preferisco restare da solo…”
Mi duole da
morire allontanarlo da me, ma se esagero nell’abituarmi alla sua presenza potrei
rischiare di illudermi troppo. Separarsi da qualcuno che ami è davvero molto
doloroso…Adesso ne sono consapevole più che mai…
La mia risposta
così incolore non deve essergli piaciuta troppo perché mi fissa con un
espressione prima stordita e subito dopo un po’ avvilita. Sembra quasi che si
aspettasse qualcosa di più, anche se non riesco a capire che cosa.
“Perfetto…allora,
se ti serve niente…”
“Hn…”
“Ok”
Non aggiunge
altro, si limita a lanciarmi un’ultima occhiata un po’ preoccupata. Infine
richiudendosi la porta alle spalle Hanamichi sparisce giù per le scale con i
piatti e le posate. Finalmente libero di emozionarmi senza timore, mi accascio
sul mio letto portandomi un braccio sugli occhi, sospirando almeno una decina di
volte, nel tentativo di ragionare un po’ a mente fredda.
“Che dovrei
fare…?”
Punto di vista di Hanamichi:
Porcacciamiseria! Accidentaccio!!! Perché ci sono rimasto così
male?
“Di stanze libere
ne sono rimaste almeno quattro. Puoi scegliere quella che vuoi. Ayako potrà
indicarti dove si trovano…Ora, se non ti dispiace preferisco restare da solo…”
In quale altro modo mi aspettavo che reagisse? In un momento del
genere poi…
Ma quanto sono stupido! Sicuramente se ne sarà pure accorto, devo
avere fatto una faccia così avvilita che perfino un rincretinito come Rukawa
deve essersene accorto.
Hanamichi Sakuragi: devi metterti nella testa che per lui tu sei
esattamente sullo stesso piano del Gori o di Ryota…Non credere che Rukawa ti
veda in modo tanto speciale!!!
Eppure…Mi chiedo perché abbia raccontato quelle cose solo a me…
Però…può anche darsi che la storia del pallone e di suo padre si
sia ripetuta anche con Aya-chan o con il tappo…In fondo, io sono arrivato per
ultimo…Ma è anche vero che Ayako mi ha detto per telefono che Rukawa ha chiesto
di me…Tuttavia forse era una bugia per convincermi a venire o non so…Ayako non
è il tipo che racconta delle frottole del genere, soprattutto perché ero in
riabilitazione, no, no, non l’avrebbe mai fatto…Ma allora?...Perché? Perché
quella testaccia dura deve sempre complicarmi tanto la vita?...
Eppure mi rendo conto che non potrebbe essere altrimenti. Kaede è
ancora troppo scosso per ragionare lucidamente e io sono troppo preso dai miei
riscoperti sentimenti per lui per capire se dietro il suo atteggiamento ci sia
soltanto una richiesta di aiuto o qualcosa di più…Accipicchia! Sono fin troppo
confuso! E pensare che ero venuto con l’intento di aiutarlo con la forza del
“genio”…
“Hanamichi…tutto ok con Rukawa? Allora…?” la voce di Ayako mi
desta inevitabilmente da quel groviglio di pensieri nel quale mi ero
intrappolato.
“Ha mangiato qualcosa?” interviene Haruko con una luce di speranza
nello sguardo, comparendo subito alle sue spalle.
“A giudicare da quello che è rimasto sopra il vassoio che porta
direi proprio di no!” le risponde Ryota in modo un po’ brutale, sporgendosi
verso di me per guardare.
“Tranquilla Haruko, sono sicuro che domani andrà meglio. Ora è
meglio se ce ne andiamo, si è fatto tardi” la rassicura Akagi, trascinandola
subito via con sé.
“Anche io vado…a domani Ayako” sopraggiunge Mitzui rubando alla
ragazza un leggero bacio sulla guancia. Il suo gesto scatena inevitabilmente la
gelosia del nanetto, che dopo averlo esortato a non riprovarci, lo segue a ruta
fuori dall’ingresso principale.
Io e Aya-chan restiamo a fissarci un momento senza dire nulla. Alla
fine è lei a prendere per prima la parola: “Ti ringrazio Sakuragi per essere
venuto da lui. Kaede aveva veramente bisogno di aprirsi con qualcuno e…be’…ti
sembrerà strano ma tu sei la prima persona che è riuscita a stabilire un
contatto con lui da quando è successo l’incidente. Noi gli abbiamo ronzato
attorno per tutto il tempo, abbiamo aspettato ma sono passate ore e lui non ha
mai dato segno di nulla. Non so perché ma, anche se non ha mangiato quasi nulla,
sono sicura che il suo cuore si sia sentito rinvigorito…”
Neanche glielo avessi domandato, la mia amica ha appena risposto a
molti di quegli interrogativi che mi ero appena posto. A questo punto mi sento
ancora più disorientato.
“Be’…”
“Allora, per stanotte hai già deciso cosa fare Hanamichi?”
“N-no…c-cioè…voglio dire s-sì…certo…Resto…La volpe mi ha detto di
chiedere a te per la stanza” butto fuori tutto d’un fiato quasi con il cuore in
gola. Anche il solo pensiero di dormire sotto lo stesso tetto di Rukawa mi
scombussola non poco. Chissà tra quali lenzuola riposerò stanotte?...Oddio…Forse
sto cominciando a fare pensieri troppo assurdi…
“Molto bene, allora direi che la stanza di fronte a quello di Kaede
è perfetta. Io starò in quella poco più avanti, vicino al bagno. Va bene? Scusa
ma sarebbe troppo complicato mettersi a spostare tutto quanto…Stanotte
preferisco rimanere anche io perché, sai…domani ci sarà il funerale e…non
riuscirei a dormire tranquilla a casa mia…”
“Sì…certo, ti capisco perfettamente” le rispondo subito ancora un
po’ imbarazzato, dirigendomi assieme a lei di nuovo su per le scale.
Fantastico! Proprio fantastico! Dormirò a pochi metri da lui…
Porcamiseria! Ma perché dovevo accorgermi di essere innamorato di
lui proprio adesso?...
Cavolo!...Eppure, se ci penso bene…forse è proprio grazie a questa
situazione che sono riuscito a comprendere bene i miei assurdi sentimenti per
lui…Prima credevo addirittura che fosse rivalità…Uff…Speriamo solo che la
volpaccia non russi!
Punto di vista di Rukawa:
Non riesco a
chiudere occhio. Stavolta però non soltanto per quella sensazione di vuoto e di
perdita che ho provato fino a ieri. No…Si tratta di qualcos’altro. Mi sento
agitato come una ragazzina al suo primo saggio di danza. La cosa è del tutto
fuori luogo ma non so come impedirmi di emozionarmi così tanto…Mi basta saperlo
così vicino per andare nel pallone…
Ma non è una cosa
tanto normale. Alla fine siamo due maschi. Ora comincio a capire come mai tutte
quelle ragazze che mi filavano dietro non mi sono mai interessate. Ero convinto
che il motivo fosse semplicemente che non le trovavo interessanti, mi sembrano
tutte uguali. Pensavo che prima o poi qualcuna di loro avrebbe attirato la mia
attenzione e invece…Invece mi sono lasciato fregare da una testa dura che
picchia più forte di cento Yakuza messi assieme, con la grazia di un elefante in
un negozio di cristalli e il comportamento da teppista…Ma Hanamichi è anche
molto, molto di più…è la forza fatta persona, con un’energia spaventosa sempre
in corpo. Con sfacciataggine assurda è in grado di affrontare qualsiasi
situazione. Si emoziona tantissimo senza riuscire, né tanto meno provare a
reprimere ciò che prova. Lo adoro per questo suo modo di essere, così puro e
genuino…anche se a volte si lascia trasportare…gli voglio davvero bene!
Ed ecco che siamo
punto e a capo! Vogliamo dirlo chiaramente? Mi piace un ragazzo…ergo…non sono
etero…ergo…sono…
Questo pensiero
mi infastidisce non poco. Non è quello che provo a darmi dei problemi, quanto
più la consapevolezza di ciò che i miei sentimenti implicano, ossia
l’infelicità. Già…perché, ancora una volta mi ripeto, che è del tutto
impossibile sperare che proprio lui mi ricambi…Anche se a volte il suo
atteggiamento fin troppo riguardoso nei miei confronti, mi ha lasciato sperare
il contrario. Quando ci siamo abbracciati per la seconda volta ho avuto come la
sensazione che si sentisse a sua volta più rilassato…
Accidenti! Vorrei
potergli urlare quello che provo senza dover temere un rifiuto…Sento un bisogno
spasmodico di farglielo sapere…Ma non ho il coraggio…Io, proprio io…detesto
sentirmi così vulnerabile…
Mamma…Papà…Yumiko…Mi mancate da morire…Che dovrei fare? Se proprio devo
continuare a vivere senza di voi…dove posso indirizzare il mio futuro?
Punto di vista di Hanamichi:
Lancio uno sguardo all’orologio a muro. Sono le quattro. Non sono
ancora riuscito a chiudere occhio nemmeno per scherzo e tutto questo silenzio mi
sta uccidendo. Non si sente volare una mosca! La casa della volpe è come un
fortino blindato che preclude ogni contatto con il mondo esterno, mi sento quasi
soffocare…Ora capisco come mai Kaede è sempre così introverso…Ricordo uno dei
tanti discorsi di mia madre. Una volta mi pare che mi avesse spiegato che
secondo lei l’anima della casa influisce moltissimo sull’anima di chi la abita.
Probabilmente sto delirando…La mancanza di sonno gioca brutti scherzi, ma mentre
mi rigiro per l’ennesima volta nel letto, compiendo un ennesimo tentativo per
rilassarmi, avverto la porta della stanza aprirsi. Con un leggero sobbalzo
scorgo la figura di Kaede un po’ imbambolato che mi si avvicina con passo
felpato.
“Sei sveglio?” mi chiede vedendomi con gli occhi spalancati. La
lampada accesa sul comodino illumina la stanza a sufficienza per permettermi di
scorgere a mia volta la sua espressione. Sembra imbarazzato, oserei aggiungere
parecchio.
“Hem…sì…non riuscivo a dormire…E tu?” gli rispondo un po’ incerto.
Eludendo del tutto la mia domanda, Kaede replica immediatamente con
un’altra, che stavolta mi lascia davvero impietrito: “Ti dà fastidio se mi
sdraio vicino a te?...”
(…)
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Capitolo 7 *** Un sentimento che cresce ***
Nuova pagina 1
Salve a tutti!
Grazie a tutti coloro che sono arrivati a leggere fino qui e grazie per i
gentilissimi commenti^^
La parte
complicata viene ora…hi hi^^
Ho notato di
avere fatto parecchi errori di battitura e di avere commesso qualche piccola
ripetizione. Scusate tanto, ma mi sono messa a scrivere tutto di getto senza
stare troppo a controllare…Ad ogni modo grazie ancora e buona lettura! ^O^
Capitolo 7
Un sentimento che cresce
Punto di vista di Rukawa:
“Ti dà fastidio
se mi sdraio vicino a te?...”
Quasi non riesco
a crederci ma alla fine l’ho fatto davvero. Mi sono presentato da lui in piena
notte e gli ho chiesto di potermi sistemare accanto a lui. Adesso non mi resta
che attendere la sua reazione…
Hanamichi mi
fissa frastornato come se fosse caduto dalle nuvole. In effetti non posso dargli
torto ma mi sentivo morire a starmene da solo in quella stanza.
“…Co-co-c-come?”
lo sento farfugliare goffamente.
“Hn…Vuoi farmi un
po’ di compagnia?” gli spiego cercando di risultare calmo il più possibile.
“Co-compagnia?”
prosegue Hanamichi ancora disorientato mentre mi infilo lentamente sotto le
coperte. Mi sento davvero imbarazzato ma le mie intenzioni sono piuttosto
innocenti. Desidero solamente avvertire la sua presenza mentre mi addormento.
“Rukawa…Che stai
facendo, insomma?!” sembra protestare mentre il suo viso si fa via via sempre
più paonazzo, fino a raggiungere il colore dei suoi capelli. Tutto ciò mi lascia
alquanto perplesso. Non avevo proprio ipotizzato una simile reazione da parte
sua. Forse è normale che provi imbarazzo…anche se, essendo tra uomini, lui non
dovrebbe avere troppi problemi, no?
“Allora se ti
secca…scusami tanto…” replico un po’ amaramente mentre fingo di andarmene con
aria delusa. Immagino che a questo punto Hanamichi non sarà più in grado di
tirarsi indietro…o almeno lo spero. Infatti, in meno di un secondo eccomi
accontentato: “No…volpe aspetta…” esclama timidamente afferrandomi per un
braccio “resta pure se vuoi…è solo che…non me lo aspettavo…”
La sua
espressione è così tenera e buffa che mi risulta davvero difficile trattenermi.
Vorrei sorridere, anzi, mi sa proprio che lo sto già facendo perché Hanamichi,
proprio ora, si è messo a fissarmi con gli occhi quasi fuori dalla orbite e ha
allentato la presa.
“Oddio…Non so,
forse hai la febbre, ma di sicuro stai delirando…Dì la verità volpe…Sei venuto a
chiamarmi perché ti sentivi poco bene?”
“Hn…Sto
benissimo…Non è colpa mia se sei così idiota da farmi sorridere…” rispondo con
sincerità senza avere più alcuna voglia di nascondermi…Già…Arrivati a questo
punto tanto vale che gli faccia capire quelle cose di me che ancora non conosce…
Eppure,
probabilmente gli sto dando un brutto colpo. Non è abituato ad avere a che fare
con me che piango, parlo o sorrido…In meno di dodici ore ha dovuto affrontare
certi aspetti di me che, devo confessare, erano del tutto sconosciuti anche al
sottoscritto…
“Cioè…esattamente
cos’è che ti fa ridere?...Hem…cioè…Per lo meno significa che ti stai riprendendo
e…comunque dovresti farlo più spesso…insomma…”
“Allora posso
restare?” lo incalzo senza badare troppo a quanto ha appena detto. Lui,
rassegnato asserisce con il capo, rimettendosi straiato supino, in una posizione
davvero troppo rigida. Il letto matrimoniale, di quella che è una delle tante
camere di casa mia, mai utilizzate, è abbastanza grande per tutti e due, tanto
che nemmeno ci sfioriamo.
Poco
importa…Adesso mi sento davvero meglio.
“Grazie…”
sussurro dopo alcuni minuti in cui il silenzio sembrava avere assorbito le
nostre menti in una specie di mondo parallelo.
“Figurati volpe”
è la sua risposta altrettanto stringata.
L’imbarazzo ormai
non è tanto forte come fino a poco prima, ha lasciato spazio ad una sensazione
calda e rassicurante. E in breve riesco ad addormentarmi un po’ più sereno.
Punto di vista di Hanamichi:
Qualcuno mi spieghi che ho fatto di male per meritare tutto questo!
La volpe si comporta in un modo strano e sto cominciando a
preoccuparmi seriamente che il trauma dei suoi genitori gli abbia provocato
qualche danno irreparabile al cervello…Ha sorriso! Cielo! Ha sorriso a 32 denti,
con uno sguardo vivace che non gli avevo mai visto fare prima! Nemmeno dopo la
vittoria con il Sannoh si era lasciato così andare. Per di più, se proprio non
se la sentiva di restare solo, avrebbe potuto chiedere ad Aya-chan di fargli
compagnia. Loro due sono anche abbastanza intimi perché si conoscono dalle
medie…e poi farsi coccolare da una ragazza è quello che qualunque ragazzo
normale dovrebbe desiderare, no? Ma allora… E poi se c’è un cosa che non
sopporto è quando ignora deliberatamente le mie domande e si diverte a fare il
prezioso. Per di più mi sono quasi lascito sfuggire una affermazione che
avrebbe facilmente potuto essere fraintesa…
“che ti fa
ridere?(…)comunque dovresti farlo più spesso…insomma…”
Stavo quasi per aggiungere: sei ancora più bello quando sorridi.
Per fortuna che mi sono fermato! Ma di questo passo non sarò in grado di
nascondergli i miei sentimenti troppo a lungo, sono una schiappa in queste cose.
Yohei e tutti gli altri ci sono sempre arrivati subito…Gli bastava uno sguardo
per intendere se ero innamorato e di chi. Oh cielo! E ora? La volpe malefica se
la dorme della grossa come se niente fosse…
Molto probabilmente aveva veramente bisogno di appoggiarsi a
qualcuno. Fa quasi tenerezza. Non è la prima volta che vedo Rukawa addormentato.
Mentre lo fisso respirare in modo cadenzato contro il cuscino, mi accorgo però
che non avevo mai notato che avesse l’abitudine di tenere la bocca semiaperta.
Le sue labbra sottili sono alquanto particolari, poco pronunciate ma ben
disegnate. Il cuore prende a palpitare un po’ mentre mi costringo a dirigere
altrove i miei occhi, per non impazzire. Ciò nonostante la mia attenzione viene
nuovamente catturata dalla sua bocca. Non so cosa mi prende ma avrei una voglia
matta di baciarlo anche se so che se mi scoprisse sarebbe la fine e che in un
momento del genere, pensare all’amore e ai fiorellini in boccio non è proprio il
caso. Ma non so trattenermi e così mi avvicino fino a poter percepire sul viso
lo spostamento d’aria provocato dal suo alito. E’ la situazione più imbarazzante
in cui mi sia mai venuto a trovare. Sto per fare un primo tentativo quando
qualcosa di bagnato e un po’ appiccicaticcio viene a sporcarmi una guancia. Mi
alzo lievemente dal guanciale e scopro che metà del suo cuscino è praticamente
ricoperto di bava! Brrrrrrrrrr….
“Buah….” esclamo irrimediabilmente schifato. Ecco cosa si ottiene a
dormire con la bocca aperta! Kaede ma è mai possibile che un ragazzo
dall’aspetto così angelico abbia certe brutte abitudini?!
Solo ora mi rendo conto di averlo svegliato. I suoi occhi si aprono
trasognati e mi fissano senza capire.
“Che c’è?” si limita a chiedere, senza muoversi.
“Hem…no, niente…” sono troppo imbarazzato per inventare qualcosa da
dire.
“Hn…” come se niente fosse, lui ritorna a dormire, circondato da
un’aura di serenità che, nonostante tutto, mi riporta alla mente il motivo per
cui mi trovo ora in questo letto assieme a lui.
Domani sarà una giornata dura. E’ praticamente incredibile che sia
riuscito a calmarsi così in fretta…E adesso sono io l’idiota che non si dà pace.
Forse farei bene a darmi una calmata…E’ ancora troppo presto per qualunque cosa.
Sogni d’oro Kaede…
Con questi pensieri nella testa e una ritrovata quiete, finalmente
anche io mi addormento sereno.
(…)
Piccola
Parentesi Esplicativa:
Scusate! Mi sono completamente dimenticata di precisare il punto di vista di due
personaggi, dal momento che ero troppo presa nel descrivere i sentimenti provati
di Hanamichi e da Kaede.
La famosa Mikako-san, l’infermiera, non ha certamente dato tregua al povero
Hanamichi, restando a sua volta a dormire a casa del volpino. Ma l’indomani,
subito dopo il funerale, per ordini superiori (dal momento che la schiena di
Hana era tornata a dagli qualche problemino) ha dovuto subito riportarlo alla
clinica. Per Kaede è stato un brutto colpo ma quelle poche ore trascorse in
compagnia del rosso lo hanno comunque aiutato a riprendersi un poco. Per quanto
riguarda l’allenatore Anzai invece, anche lui è stato molto presente e la sua
dolce mogliettina ha aiutato moltissimo il povero Kaede, soprattutto per quanto
riguardava la burocrazia (essendo un’abile avvocatessa). Alla fine Kaede sarebbe
stato affidato ai nonni paterni, residenti a loro volta a Kanagawa, di
conseguenza, non ci sarebbero state grosse ripercussioni sul ragazzo (anche se
devo ammettere che per non ricordarsi di avere dei nonni che abitano così vicini
Kaede doveva proprio essere allergico alle riunioni di famiglia…).
Detto questo, la storia non finisce qui
Infatti circa due mesi e mezzo
più tardi…
Punto di vista di Hanamichi
“Hanamichi!” la voce squillante di mia madre mi scuote dal torpore
del sonno mattutino. Sono appena le sei. L’avevo praticamente scongiurata di
venirmi a prendere più tardi ma non ne ha voluto sapere. Da quando il dottor
Fujioka le ha detto che la mia schiena era ormai fuori pericolo non ha fatto che
esultare come una bambina. Ma posso capirla perfettamente…Anche il sottoscritto
è parecchio felice di lasciarsi alle spalle la riabilitazione e di poter
finalmente fare ritorno da Mito e gli altri e alla vita di sempre…E
be’…Soprattutto però, non vedo l’ora di rivedere Lui…Già…Chissà come sta Kaede?
In questi due mesi sono riuscito a parlarci si e no quattro volte per telefono,
e sempre grazie all’intervento di Ayako. Quella volpe bacata è troppo orgogliosa
per dimostrarsi interessata al sottoscritto ma…ho riflettuto in queste ultime
settimane e sono giunto alla conclusione che forse una possibilità ce l’ho… Se
non altro ora avrà cominciato a riprendersi un po’…Tutta la squadra non fa che
spronarlo a quanto mi hanno detto pare che Rukawa si alleni segretamente tutte
le mattine e tutte le sere. Sono felice per lui. Il basket lo aiuterà a
riprendersi…Non ho ancora abbandonato l’idea di trasferirmi in America con lui.
Questo sogno un po’ assurdo mi ha dato modo di tirare avanti per tutto questo
tempo…
“Avanti sbrigati! Faremo tardi!” mia madre mi rimprovera mentre la
aiuto pigramente ad allacciarsi la cintura quando saliamo in macchina.
“Tardi per cosa scusa?” le chiedo imbambolato tra uno sbadiglio e
l’altro.
“Hem…cioè…dicevo così, in generale” risponde un po’ insicura con un
sorriso gigantesco accompagnato dalla solita espressione un po’ impacciata che
mi fa sempre quando la scopro a fare qualcosa di nascosto. Esattamente come me,
mia madre è del tutto incapace di mentire in modo decente.
“Ah si?...Che stai architettando mamma? Ti ricordo che il tuo
povero figlio qui presente è appena stato dimesso dall’ospedale e…” non faccio
in tempo a terminare il mio finto predicozzo che lei comincia a parlare a
raffica sputando il rospo senza ulteriori indugi: “uffa! Non ti si può
nascondere niente! Dobbiamo cercare di essere puntuali perché i tuoi amici ti
hanno organizzato una festa a sorpresa per festeggiare il tuo ritorno. Non ti
sembra un pensiero carino?”
A quelle parole mi cadono
letteralmente le braccia.
“Mamma! Ma se era una
sorpresa perché me lo hai detto?!”
“Ops…Non preoccuparti tesoro!
Vedrai che sarà divertente!”
“Fa niente…non vedo l’ora di
arrivare lo stesso”
“Ben detto! E’ questo lo
spirito giusto!”…
Punto di vista di Rukawa:
La palla ruota velocemente
sopra il cerchio metallico fino a scendere dritta nel canestro. Ho fatto dei
tiri migliori ma per essere il sessantesimo direi che non c’è male. Spero
proprio di avere recuperato almeno un po’ tutte quelle settimane di inattività.
Ormai è ora di pranzo, il nonno e la nonna mi stanno aspettando. E’ strano, ma
ormai ci ho fatto l’abitudine a vivere con loro. Al funerale non avrei retto
senza la presenza di Hanamichi e quando se n’è dovuto andare per via della
riabilitazione ho creduto che sarei morto di dolore…ma poi be’…Ho capito che lui
aveva fatto il possibile per ridarmi un poco la carica e che toccava a me
rialzarmi in piedi con le mie sole forze. E’ stata dura ma se solo ripenso a
quella notte, oltre a farmi venire le palpitazioni, mi sento subito più
tranquillo. La sua sola presenza mi è stata fondamentale per mettere un po’ in
pace il mio cervello.
Ayako mi ha tenuto aggiornato
giorno per giorno sulla sua situazione e sembra che tra poco meno di tre ore
dovrebbe essere di ritorno a Kanagawa. La squadra ha deciso di organizzare una
piccola festicciola per festeggiare il suo rientro e io…be’…non potrei essere
più teso di così…Per questo sono venuto al campetto, per scaricare ancora una
tensione nervosa che non mi abbandona…
Mi è mancato ogni giorno e
ogni giorno mi sono dovuto accontentare di pensare che “mancava poco” e che ogni
mattina che sorgeva era una mattina in meno che mi separava da Lui, dai suoi
occhi traboccanti di entusiasmo, dal suo sorriso così solare…
Santo cielo! Sto per
rivederlo per davvero…E adesso? Non so se riuscirò ad essere tanto audace da
compiere un’azione paragonabile a quella notte.
…Hanamichi…ti aspetto!
(…)
Continua |
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Capitolo 8 *** Orgoglio e Gelosia ***
Nuova pagina 1
Capitolo 8
Orgoglio e
gelosia
Punto di
vista di Hanamichi
La macchina si spegne con un
rumore sommesso e leggiero mentre mia madre si gira verso di me e mi fa una
tenera carezza su una guancia.
“Tesoro…siamo arrivati” mi
spiega mentre sbadiglio un po’ assonnato e stanco per il viaggio.
Mi guardo intorno e come la
volta precedente scorgo una villa bellissima davanti ai miei occhi.
“Cosa? Ma…questa casa…”
balbetto un po’ impacciato.
“Te ne sei già dimenticato?
Ti avevo detto che i tuoi amici avevano organizzato una festa tutta per te. Devi
scusarmi, purtroppo non potrò esserci. Mi hanno già concesso un’intera mezza
giornata di permesso, il turno serale glielo devo…Ci penso io ai bagagli e a
tutto il resto. Per stasera dormi qui, mi sono già messa d’accordo con Ayako,
restano quasi tutti…Ti voglio bene Hana!”
E con queste rapide frecciate
mi ritrovo con un bacio frettoloso stampato su una guancia e una borsa con pochi
effetti personali sottobraccio, del tutto intontito, di fronte al portone della
casa della volpe.
Porcamiseria! E’ successo
tutto troppo in fretta!...Hem…Va bene che sono trascorsi due mesi dall’ultima
volta che ci siamo visti, ma ora come ora non mi sento psicologicamente pronto
per affrontarlo…Fino a pochi istanti fa, nel dormiveglia, mi pare anche di
averlo sognato ma…Insomma! Non è da me ostentare tanta insicurezza! Sono o non
sono un genio?...Hem…Va bene, forse esagero come al solito, ma…Chissà come starà
la volpe?...Per telefono non è affatto la stessa cosa e…
Sono ancora immerso nei miei
melodrammi esistenziali quando una luce si accende nell’atrio della casa. Lo
posso capire perché l’elegante porta di legno, sul bordo è costituita da
tasselli di vetro opaco che lasciano filtrare la luce interna. In men che non si
dica tutta la comitiva mi accoglie festosa, Ayako in prima linea,
scaraventandomi addosso coriandoli e stelle filanti di ogni genere.
Avevo dimenticato quanto
fossero dementi quelli della mia armata! Yohei e gli altri mi corrono addosso a
rotta di collo, gridando a più non posso.
“E’ arrivata la scimmia
urlante!”
“Vai Hanamichi! Bentornato a
casa!”
“Oh oh…qualcosa mi dice che
qualcuno qui ha messo su qualche chilo!”
“Hanamichi finalmente!”
Li saluto tutti con
entusiasmo, soffermandomi un attimo sul panzone che, sentite da che pulpito, ha
osato sfidarmi dicendo che sono ingrassato. Una bella testata e non se ne parla
più…
A seguito del mio gesto
caratteristico, tutti gli altri si mettono a ridere e finalmente mi sento
davvero a casa dopo tanto tempo. Sono uno scemo, ma mi viene quasi da piangere…
Il Gori e Haruko mi salutano
con un sorriso ed una stretta di mano intanto che Mitzui e Ryota cominciano a
loro volta con il numero dei rompiballe…
L’atmosfera è del tutto
diversa da poco tempo prima. Quando sono tornato per la morte dei genitori di
Rukawa nessuno si era azzardato a dire scemenze. Giustamente, tutti quanti erano
profondamente seri e addolorati ma adesso…be’…finalmente potremo ricominciare da
capo!
Sia mia madre che Ayako mi
hanno di quanto la moglie del signor Anzai, nonché il connetto stesso, si siano
prodigati per aiutare Rukawa, mentre come è prevedibile, una specie di
strizzacervelli si è occupato della sua salute mentale. Mi ha infastidito
moltissimo questa cosa, perché mi ero ripromesso che gli sarei stato vicino ad
ogni costo e invece ha dovuto affrontare da solo quasi tutto il percorso,
esattamente come me…Ma adesso…adesso vorrei davvero farla finita e spiegargli
per bene quello che sento…Non prima però, di essermi accertato di un paio di
cose…Da quello che ho capito i suoi nonni sono persone gentili e molto
amorevoli, tanto che hanno deciso di accoglierlo in casa loro, che a differenza
di questa villa stratosferica, è una comunissima casa come le altre. Rukawa,
come prevedibile, non se la sentiva di restarsene ancora qui…Eppure per la festa
sembra sia stato lui a decidere di favi ritorno. Tutte queste cose me le ha
raccontate mia madre lungo il viaggio (quella donna sarebbe capace di parlare
per ore ed ora senza sosta)…e be’…ad ogni modo, ora sono qui e avverto
chiaramente il mio cuore accelerare mentre lo vedo raggiungermi, silenzioso come
al solito, sotto gli schiamazzi continui degli altri.
“Kaede! E’ arrivato
Hanamichi!” gli dice Ayako con tono allegro, afferrandolo per un braccio fino a
trascinarlo davanti a me.
“Su! Dai! Adesso non fare il
timido! Salutatevi come si deve!” lo incalza, forse in modo un po’ troppo
forzato per i suoi gusti, dal momento che lo vedo fare una specie di smorfia.
Ormai il mio cuore è a mille, spero solo che non se ne sia accorto nessuno.
Tutti gli occhi sono puntati su di noi, ed è veramente assurdo ma è come se
tutti in questo momento potessero leggermi dentro. Mi sento scoperto su ogni
lato. La volpe mi fissa con i suoi occhi intensi per mezzo secondo, dopodiché
apre la bocca per dirmi: “Bentornato” e se ne fila subito via, senza aggiungere
mezza sillaba di troppo.
Inutile specificare che ci
resto davvero male, ma mi rendo conto che era troppo per lui, mostrarsi
vulnerabile davanti a tutti.
“E’ sempre il solito quel
Rukawa!”
“Già…il lupo perde il pelo…”
“Oh, avanti ragazzi, è solo
un po’ ottuso per quanto riguarda i rapporti sociali…”
“ Be’…ricordatevi che ha
appena perso la sua intera famiglia…”
Le loro osservazioni non mi
toccano più di tanto, mi affretto a mettere su la mia solita maschera tutta
sorrisi e scemenze e cerco di fare il possibile per non pensare a tutte quelle
cose che sembrano volermi tormentare…La sensazione piacevole di essermi
ritrovato con i miei amici è stata subito sostituita dal disagio di non poter
restare un poco solo con lui…Ma mi rifarò…presto mi getterò a capofitto
nell’impresa, e mi impegnerò al massimo per conquistarlo…anche se è un maschio,
anche se io e lui siamo persone totalmente diverse…anche se, mi rendo conto che
deve essere ancora piuttosto scosso…è questo che voglio…Solo e soltanto Kaede.
Punto di vista di Rukawa
Accidenti! Non ne posso più
di tutti quei guastafeste! L’idiota non è cambiato per niente. Guardatelo come
se la ride in compagnia di quell’armata di balordi! Il ciccione poi, è davvero
sboccato…Ayako non fa che versare da bere a tutti, mentre gli altri si divertono
a prendere in giro Hanamichi e lo fanno sedere comodamente su quello che una
volta, era il mio divano preferito. La casa verrà venduta tra breve, mobili
compresi…Non ne volevo più sapere…Ogni cosa mi ricorda il passato e sono
fermamente deciso a lasciarmelo alle spalle…
“E dimmi, ti sei fatto
qualche amico mentre eri via?” la voce antipatica della sorella di Akagi
interrompe improvvisamente gli schiamazzi, mentre vedo Hanamichi esitare un po’
prima di rispondere.
“Be’…si, certo! Cosa credi? I
geni sono capaci di farsi degli amici dovunque!” le dice sorridente come non
mai, portandosi una mano dietro la nuca.
“Ohh…E per caso si trattava
di qualche esemplare del gentil sesso?”
Ancora quel panzone! Sta
cominciando a darmi davvero sui nervi…Figuriamoci se Hanamic…
“Ovviamente!” risponde con
enfasi Sakuragi, scoppiando nell’ennesima fragorosa risata.
Ok…Sicuramente sarà una delle
sue solite sparate…Conoscendolo lo fa soltanto per farsi bello agli occhi di
quei mentecatti della sua banda. O perlomeno…
“Dici davvero Hanamichi? E
com’è carina?” interviene Mito, incuriosito.
“Sicuramente sarà uno
scorfano!” entra in mezzo Miagy seguito a ruota da Mitzui
“oppure si tratterà di una
vecchietta rinsecchita…magari con la dentiera!”
“Spiacente! Sfigati che non
siete altro! Ma Mami-chan è una bellissima ragazza, dai modi gentili che mi ha
tenuto compagnia per parecchio tempo durante la riabilitazione…”
La risposta così sensata e
cristallina di Hanamichi lascia tutti i presenti basiti e scatena dentro di me
uno strano sentimento di fastidio.
Tutto a un tratto,
quell’infinità di progetti che avevo messo in piedi con la speranza di un futuro
insieme mi sembrano davvero un’idiozia! Cielo! Come ho potuto essere tanto
ottimista al riguardo?! Avrei dovuto immaginarlo che prima o poi si sarebbe
rifatto una vita…e che…No, alla fine l’ho sempre saputo che si sarebbe trovato
una ragazza, ma davo per scontato che finché si fosse trovato lontano dalla
sorella del Gorilla, tutto sarebbe filato liscio. Come diavolo si permette
questa Mami-qualcosa di venire a distruggere tutto quanto? Sapevo che eri un
sempliciotto ma non ti facevo così stupido da farti accalappiare dalla prima che
passa…Sei proprio un’idiota Sakuragi!
Punto di vista di
Hanamichi:
Rukawa! Razza di idiota che
non sei altro! Ma perché non ti decidi a rivolgermi la parola? Non vedi che mi
hanno praticamente immobilizzato? Adesso ci si mette pure Haruko ad
impicciarsi…Mi sa tanto che ho proprio esagerato con la storia di Mami-chan…è
vero che con me è sempre stata molto gentile e comprensiva ma avremmo parlato si
e no per dieci minuti durante una seduta di riabilitazione…Solo che se non mi
fossi deciso a spararla grossa, qualcuno avrebbe anche potuto capire che in
realtà…be’…forse no, dal momento che l’idea che mi piace Rukawa suona ancora un
po’ bizzarra anche a me, tuttavia…
Dannata volpe demente!
Intervieni!
Punto di vista di Rukawa:
Io giuro che lo uccido! Come
si fa ad essere tanto stupidi in una vita sola? Come?!
Se penso che mi sono anche
esposto chiedendogli di starmi vicino per dormire…Se non si decide a
raggiungermi lo appendo per i piedi ad una corda e lo lascio divorare dai corvi!
Punto di vista di
Hanamichi:
Kaede mi fissa con uno
sguardo strano…Non fa che guardarmi, lo so. Distoglie lo sguardo non appena
incrocia il mio…Eppure se ne sta lì in piedi appoggiato al muro senza dire
nulla. Vorrei tanto sapere che diavolo gli passa per la testa…
Punto di vista di Rukawa:
Ora basta! Sto per scoppiare!
Ho bisogno di una boccata d’aria…
Chi diavolo sarà questa
dannata Mami? Come faccio a spiegagli quello che provo…è assurdo…un’idiota come
lui non lo capirebbe mai…E se si mettesse a sfottermi? Sono sicuro che ne
sarebbe capace, visto il soggetto. Eppure…No, lo conosco troppo bene ormai.
Hanamichi non è il tipo di persona che fa queste cose. Eppure…Non ne ho la
certezza e questa cosa mi distrugge! Non mi ero mai ritrovato con così tanti
punti interrogativi nella testa, e così pochi appigli…Niente è sicuro…E’ come se
mi stessi giocando l’anima alla roulette russa…La posta è decisamente troppo
alta!
Punto di vista di
Hanamichi:
Vedo sparire la volpe in
un’altra stanza. Sono quasi sicuro di averlo visto sbiancare. Non mi pare avesse
una cattiva cera all’inizio, ma…Oh Dannazione! Al diavolo! Vorrà dire che il
genio si prenderà la briga di raggiungerlo per primo! Se la montagna non va dal
genio…
Punto di vista di Rukawa:
Sento dei passi che si
avvicinano. Qualcuno deve avermi raggiunto. Strano che con tutto quel casino
qualcuno si sia accorto che me ne sono andato…Non faccio in tempo a girarmi
verso la porta sul retro che conduce al cortile dove mi trovo ora, che una voce
mi procura i brividi lunga alla schiena. Naturalmente è la sua…
“Ehi Volpe!”
“Hn”
Non rispondo. Non so cosa
dire. Vorrei prenderlo a pugni per come mi ha appena fatto sentire, ho solo
paura che potrebbe sentirsi male di nuovo, sennò…
“Loquace come sempre vedo”
aggiunge subito dopo, avvicinandosi ulteriormente a me, lasciando chiusa la
porta dietro di lui. A quanto pare, il resto della combriccola sembra già
essersi scordato il motivo per cui si festeggia…Già…Merito dei super-alcolici di
Ayako…Le avevo detto di non esagerare ma lei vuole sempre strafare! Mi sembra
infatti di avvertire la voce di Akagi che grida qualcosa a proposito del
Basket…Sicuramente deve essere ubriaco…O almeno me lo auguro, se fosse sobrio
sarebbe piuttosto imbarazzante!
“Perciò…dannato asso dei miei
stivali, faresti meglio a farti da parte!...Mammoletta!”…
Una leggera risata mi riporta
alla realtà che mi sta di fronte.
“Mi sa che il Gorilla è bello
che partito…” mi dice Hanamichi ghignando ancora a più non posso. E devo dagli
atto, che è davvero insolito vedere il nostro ex capitano in quelle condizioni…
“Senti…Come va la vita? Non
ti sarai buttato giù troppo…cioè…” prosegue dopo qualche secondo, con lo sguardo
basso, e il viso un po’ imbarazzato. E’ evidente che non sa cosa dire, eppure se
mi ha seguito significa che ha qualcosa da dirmi.
“Non è facile ma sopravvivo…”
rispondo tranquillamente cercando di non darci troppo peso. Non si tratta di
essere cinici, quanto più di evitare di pensarci…Sono discorsi che ancora non
riesco a reggere bene…Anche con lui…non mi va più di espormi come l’altra volta.
Se solo ripenso a quando gli ho mostrato la palla da basket mi sento morire per
la vergogna…
“Già…hem…Vale anche per
me…Comunque ne sono felice” prosegue Hanamichi sospirando un po’
“Davvero?”
Questa domanda sembra essermi
uscita dalla bocca senza il mio permesso. Quando ho dato il comando alla lingua
di mettersi in moto?
“Cosa?” mi chiede sorpreso,
alzando lo sguardo verso di me.
“Davvero ti senti meglio?”
Ancora una volta, del tutto
indipendente dalla mia volontà, la bocca si è aperta e chiusa emettendo un
suono.
Che diavolo mi prende?!
A questo punto mi fissa con
gli occhi spalancati.
“Sì…hem…davvero!...mm…m-i mi
hanno detto che sei tornato a giocare…” replica un po’ titubante. In effetti la
sua affermazione mi lascia un tantino spiazzato. Avevo sperato di essere io a
dirglielo…Ayako dovrà vedersela come me presto o tardi!
“Sì…Alla fine ho pensato che
ne valesse comunque la pena…”
Ormai mi pare che la
conversazione sia deragliata fuori dai binari prestabiliti…Anzi, non so nemmeno
quali fossero i binari…Che dovrei fare ora? Cosa dovrei dirgli?...
Se gli confessassi che mi è
mancato, come reagirebbe? Non ce la faccio più…Muoio dalla voglia di vedere la
sua reazione ma...quella ragazza…Lui…Basta! Al diavolo il mio stupido orgoglio e
al diavolo la rompiscatole! Non ho affrontato due mesi d’inferno con l’intento
di arrendermi…Lui era l'unico pensiero in grado di risollevarmi...Ora glielo
dico!
Punto di vista di
Hanamichi:
“Certo che ne vale la
pena!...Comunque be’…Sono contento di sapere che ti sei ripreso, voglio
dire…questo è il Rukawa che conosco, il solito musone permaloso e poco loquace,
patito del basket…”
Ma che diavolo sto dicendo?
Cosa mi è appena uscito dalla bocca? Mi sa di avergli appena dato del musone e
permaloso. Come minimo mi ucciderà. Calma! Hanamichi Calma e sangue freddo! In
fondo, la volpe non è poi tanto astuta, stai sudando e sei imbarazzatissimo,
eppure non sembra essersi accorta di nulla. Per fortuna che a tenere occupati
gli altri ci sta pensando il Gori, sennò…
“…mancato…”
“Cosa?”
Rukawa ha appena sussurrato
qualcosa a fior di labbra ma l’unica parola che sono riuscito ad afferrare era
appunto l’ultima.
“Ho detto che…”
Continua…
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Capitolo 9 *** Finale (versione B) ***
Nuova pagina 1
Punto di vista di Rukawa:
Dannato Imbecille! Non posso
credere che tu non abbia sentito quello che, con estrema fatica, sono appena
riuscito a dirti! Accidentaccio Hanamichi! Che testa dura!
Hem…Calma Kaede! Calma! In
fondo, be’…forse l’ho detto troppo piano, per questo non mi ha sentito…Ora mi
manca il coraggio di riprovarci. No! Lo devo fare…Glielo ripeterò ancora e
ancora se non mi sente…
“Ho detto che mi…”
…………………………………………………
…………………………………………………
…………………………………………………
Salve e scusate tanto l’intromissione ma avrei un paio di idee
diverse sul finale e a questo punto ho deciso di scriverli tutti, così potete
dirmi quale vi è piaciuto di più. Da questo momento in poi la storia si biforca…
A voi la lettura!
AllePanda
Capitolo 9
(Versione B)
Punto di vista di
Hanamichi:
“Ho detto che mi…”
“Aspetta Rukawa!…Ecco, prima
che tu dica qualunque cosa io volevo…”
Devo farlo! Assolutamente!
Adesso o mai più!
E’ strano che proprio lui
stesse per dirmi qualcosa però...Scusami tanto volpe, ma il genio non ce la fa
più ad aspettare. Se ti ho seguito qui fuori un motivo c’è…Abbi pazienza! Me lo
racconti più tardi quanti canestri hai segnato di recente per riprenderti un po’
dalla tua perdita! Certo, se tu dovessi corrispondermi di tempo per parlare ne
avremo davvero parecchio, ed è proprio quello che spero perciò…Anche se, lo
ammetto: tu che manchi un canestro è qualcosa di insolito, per davvero!
Faccio un bel respiro
profondo ad occhi chiusi, dopodiché li apro velocemente e continuo il mio
discorso cercando di risultare il più calmo possibile, anche se con molta
difficoltà.
Non ho nemmeno il coraggio di
alzare lo sguardo per vedere il suo viso…Be’…Ormai è ora che mi decida:
“Rukawa io…”
“RAGAAAAAZZIIII! Dove diavolo
vi siete cacciati?!”
Oh porcapaletta! Nooooo!!!
Perché proprio adesso??!! Uffy…E dire che finalmente mi ero deciso a
confessargli i miei sentimenti…
Punto di vista di Ayako
(N.d: già…variamo un po’, giusto per avere un altro punto di
vista)
“RAGAAAAAZZIIII! Dove diavolo vi siete cacciati…?!”
Kaede mi
fissa con un’aria stranamente rassegnata e malinconica mentre Hanamichi, che si
trova a pochi metri da lui, ha un’espressione a dir poco stralunata e
imbarazzata. Forse ho interrotto qualcosa di importante…Mi dispiace, ma
purtroppo la situazione in casa sta degenerando. Quei cretini si sono messi a
ballare sul divano tenendosi a braccetto…Perfino Akagi, che di solito è sempre
così posato, stavolta…Be’…Forse dovrei farmi un esamino di coscienza però. Non
avrei dovuto farli ubriacare in quel modo. Speravo solo che, sull’onda
dell’allegria, anche questi due casi disperati che mi ritrovo di fronte si
sentissero un po’ di più a loro agio…E invece Hanamichi sembra reggere l’alcool
fin troppo bene mentre Kaede non ne ha voluto sapere di bere neanche un
bicchierino…Se non mi sbrigo a sistemare la faccenda saranno guai!
“Kaede…mi
dispiace di interrompervi ma Takenori (il Gorilla) è letteralmente uscito di
senno e io e Haruko non bastiamo a tenerlo buono. Kiminobu (l’occhialuto) si è
appena beccato un pugno sul naso nel tentativo di metterlo a sedere, mentre
Hisashi e Ryota se la ridono come due poveri mentecatti, ubriachi
fradici…Scusami…è stata colpa mia, me ne rendo conto…ma non immaginavo…”
“Hn…Fa
niente…Lasciali fare…”
Come al
solito quel ragazzo impossibile sembra non volersi curare minimamente degli
altri…
“Ma che
dici?” replico un po’ incredula estraendo subito il mio ventaglio per
puntarglielo addosso.
“Hem…Ayako…Scusami se ti interrompo ma noi stavamo…” bofonchia Hanamichi
giocherellando con le proprie mani, sempre più incerto sul da farsi.
“RAGAZZI!
PRESTO…Ha ricominciato con la storia del fuori gioco…Vi prego! Come faccio a
riportarlo a casa in queste condizioni?” sopraggiunge Haruko in preda alla
disperazione.
“Razza di
deficiente! Adesso mi sono stancato!...Come non detto, ci penso io!” e in men
che non si dica ecco scomparire Sakuragi dietro di lei. Lo vedo sospirare mentre
si passa una mano tra i capelli, come per mandare giù un boccone amaro.
Solo ora mi
rendo conto che devo essere arrivata PROPRIO nel momento sbagliato. Eh già…Tanto
perché, per la cronaca, oramai me ne sono accorta da parecchio che ‘qui gatta ci
cova!’
Mi dispiace
davvero tanto ragazzi…Cercherò di rimediare come posso…
“Dannazione!
Maledetto imbecille!”
Non faccio
in tempo a vedere sbattere l’uscio dietro la scia di Hanamichi che Kaede si
mette deliberatamente a prendere a pugni un povero albero sul lato sud del suo
giardino, imprecando.
“Ehi…Kaede…Ma cosa…?”
Punto di vista di Rukawa:
Dio. Dimmelo che ce l’hai con
me!…Perché, se così non fosse, non verresti sempre a complicarmi tanto la vita!
Non bastava che quell’idiota di un Do’aho (idiota, appunto!) si mettesse a
blaterale senza nemmeno lasciarmi finire la frase…Adesso ci si mettono pure
Akagi e la sorella…Uff…Dov’è finita la mia solita calma?
Ayako mi fissa con occhi
preoccupati mentre, ormai allo stremo, decido di piantarla di sfogarmi sul
tronco innocente di questo albero.
“Che ti succede Kaede? E’
colpa mia…vero? Non avrei dovuto interrompervi, lo so…Ti chiedo perdon…”
“No” le rispondo categorico
mentre il suo sguardo si fa via via più triste. Ha l’aria colpevole, ma deve
sapere che il suo intervento c’entra ben poco…
“Non è colpa tua…” le spiego
“è solo che io volevo…”
“Dirgli che gli vuoi bene?”
conclude per me con voce comprensiva. Mi sento percorrere tutta la schiena da un
brivido freddo mentre i suoi occhi neri mi fissano un po’ maliziosi dal basso
verso l’alto.
“Ci ho azzeccato? Stai
tranquillo Kaede…Non ho intenzione di rivelargli nulla proprio perché spero che
sia tu a farlo. Mi sento tremendamente dispiaciuta per averti fatto sprecare
un’occasione…Ma la serata è ancora lunga no?” ammicca entusiasta mentre il mio
viso si colora sempre più di un rosso vivo.
“Qua-qua…Co-co…” balbetto più
confuso che mai, annaspando alla ricerca di aria.
“Hai intenzione di imitare le
anatre e le galline ancora per molto? Avanti! Corrigli dietro e
diglielo!...Qual’è il problema?”
“Be’…poco fa non mi stava
affatto ascoltando…Sembrava perso per chissà quali mondi…” sbuffo esasperato.
“E allora cerca di riportarlo
un po’ sulla terra! Se non ci riesci a parole puoi sempre usare un’altra
tattica, no?” mi suggerisce subito la mia amica, senza troppe esitazioni.
“Hn?”
Punto di vista di
Hanamichi:
Porcapaletta! E’ già il
secondo cazzotto che mi becco!
Se non ti decidi a tornare in
te, giuro che ti cambio i connotati, dannato animale della giungla!
“GORI…DACCI UN TAGLIO!!! Bevi
un po’ di caffè che ti fa bene…su…sennò ci tocca chiamare un guardiano dello zoo
o la protezione animali…Avanti che i vicini ci cacciano…La vuoi una bananina?
Ryochan! Per la miseria! Ti ho detto mezz’ora fa che mi servivano delle
banane!”esclamo, sgolandomi in direzione del mio amico mentre cerco di tenerlo
fermo.
“E dove vuoi che le trovi a
quest’ora? E per farci cosa?”è la prevedibile risposta di Miagy
“RAZZA DI IDIOTI! LASCIATEMI
IN PACE!” sbraita contemporaneamente Akagi.
Uffaaaaaaa!
Per colpa di questi ritardati
non sono riuscito a portare a termine il mio piano per chiarirmi con la
volpe…Chissà se entro stanotte ce la farò a dirglielo?...Forse dovrei
rinunciare, data la situazione…Eppure sono sicuro che se lo facessi non
riuscirei più a trovare il coraggio di riprovarci…E poi, non ce la faccio
davvero più a trattenermi…
Sistemerò il Gori, e manderò
tutti a nanna, dopodiché andrò a ripescare quel pesce lesso di Rukawa dal suo
brodo e…
“Hn…Che idiota!”
Ti pareva? Parli del diavolo…
Kaede mi ha appena
apostrofato con il suo solito tono pacato. Si è trattato del suo insulto
abituale e in questa situazione be’…direi che non ha tutti i torti, ma ora che
ci penso mi è mancato tutto questo. Fino a poco fa, in giardino, sembrava quasi
un’altra persona, mentre ora ho davanti agli occhi lo stesso Rukawa di
sempre…Già…Ma tu non sei quella muta maschera di indifferenza che ti sforzi di
propinare a tutti…Tu sei il ragazzo più tenero ed introverso che io conosca e
anche la persona che sento più vicina, perché quando ti guardo negli occhi so
che mi capisci al volo…
Santi numi? Ma quand’è che
riuscirò a dirtele queste cose?!
(…)
La serata trascorre lenta mente gli amici fanno festa per il
ritorno del povero Hanamichi. Rukawa si è chiuso nuovamente nel suo solito
mutismo mentre Akagi, accompagnato dalla sorella, e scortato dall’intera armata
del rosso, ha dovuto per forza tornarsene a casa.
Poco dopo anche Mitzui e Kogure si sono congedati cordialmente e
lo ugualmente ha fatto Miagy. In casa sono rimasti soltanto Ayako e i nostri due
protagonisti, ancora piuttosto impensieriti.
Riusciranno finalmente a rompere la barriera che li divide?
Ogni finale è sempre un inizio
Punto di vista di Rukawa:
“Yawwwnnnnnn” sbadiglio per
l’ennesima volta, sfregandomi gli occhi.
L’orologio segna l’una e
quaranta del mattino. Mi sento a pezzi, sto letteralmente crollando dal
sonno…Per me, questo è davvero un orario proibitivo ma non posso fare a meno di
impormi di restare sveglio. Soltanto dopo la morte dei miei ero rimasto così
scosso da non poter chiudere occhio ma…ormai sembra che ogni cosa sia tornata
alla normalità. Da un lato so bene che niente sarà più come prima ma…La
difficoltà nel fare le ore piccole deve essere proprio una di quelle
caratteristiche insite nel DNA…E’ più forte di me…
Hanamichi è seduto poco
lontano da me, sul divano bianco scelto da mia madre. Ayako lo sta medicando con
un cerotto, del cotone e un flacone di alcool (stavolta quello per
disinfettare!)
Quell’idiota si è tagliato un
dito mentre rimetteva a posto alcuni cocci di vetro che quegli animali dei suoi
amici avevano lasciati sparsi per casa. Potevano benissimo distruggere tutto,
ormai non me ne importa più…Ogni cosa di questo posto mi fa sentire come se
stessi per soffocare…Tranne la stanza in cui ho passato quella notte in sua
compagnia…
Sembrerà infantile da parte
mia, ma ci sono tornato diverse volte quando ancora non riuscivo a prendere
sonno…Mi addormentavo cercando di rivivere momento per momento, raccontandomi la
bugia che lui fosse ancora lì con me…Patetico forse…ma mi è stato indispensabile
per tirare avanti…
E adesso Hanamichi è davanti
a me da non so quanto tempo e io non sono ancora stato in grado di dirgli un
tubo!
A questo punto mi sa che mi
conviene fare che mi ha suggerito Ayako…Anche se ammetto che non sarà facile lo
stesso…Per di più è così tardi che sicuramente Hanamichi se ne tornerà a casa da
un momento all’altro…
Altro che lunga nottata!
“Molto bene! Direi che a
questo punto me ne posso proprio andare! Scusate tanto, avevamo programmato di
dormire qui in parecchi ma, a quanto pare…Perciò vi saluto ragazzi, passate una
buona nottata! Ci vediamo…” esclama tranquillamente Ayako,
raccattando svelta le sue
cose.
EHH? Che cosa ha appena
detto?!! Non vorrà mica…Eppure, se così fosse, saremmo ancora noi due soli e
allora…
Punto di vista di
Hanamichi:
Aya-chan! Hai davvero
intenzione di lasciarmi in un pasticcio simile? Non sono nemmeno riuscito a
spiaccicare una parola…Dovrei pure pernottare un’altra volta a casa della volpe?
Siamo pure da soli stavolta! Be’…Ma di che mi lamento? Non era forse ciò che
volevo?...Insomma…lo è…tuttavia…
Punto di vista di Rukawa:
Tuttavia…è tremendamente
imbarazzante!
(…)
Senza darci nemmeno il tempo
di replicare Ayako è sparita dalla circolazione lasciandomi solo in compagnia di
Hanamichi, che stranamente, appare davvero silenzioso adesso.
“Allora Rukawa…Hem…” comincia
sedendosi sul divano portandosi le mani sulle ginocchia “mi dispiace ma mia
madre fa il turno di notte e non mi ha dato nemmeno le chiavi di casa, per di
più è davvero tardi e dato che casa mia è praticamente dall’altra parte della
città…be’…”
Sembra quasi voler
giustificare la sua presenza qui. Uff…Hanamichi! Non sopporto che proprio tu sia
convinto di darmi fastidio con la tua presenza...E’ esattamente l’opposto…Se mi
avessi lasciato parlare poco fa adesso lo sapresti!
Eppure adesso posso dirglielo
in tutta tranquillità, siamo soli…Ok…Calma e sangue freddo! Kaede fai un bel
respiro e…
Mi siedo accanto a lui
cercando di mostrarmi il più calmo possibile, cosa che per fortuna, non mi
risulta difficile.
“Hn…Non c’è bisogno di dire
niente. Se resti qui… -mi rendi felice- …eviti di andare a rompere le
scatole a qualcun altro”
Ma porc…!
Perché l’ho pensato ma ho
detto tutt’altro?!! Dannazione! Perché??!
Lo guardo negli occhi e vedo
chiaramente che le mie parole devono averlo alquanto infastidito. E’ stata una
mossa infantile da parte mia prenderlo in giro ancora…
E’ vero, non gli ho detto
niente di particolare ma dal suo sguardo capisco che, per una volta, lui era
davvero serio e…sembra rattristarsi?!
Ok…A mali estremi, estremi
rimedi. Metterò in piedi qualcosa di simile ai suggerimenti impartitimi da
Ayako…
Punto di vista di
Hanamichi
“Hn…be’...Prima di andare a
dormire però…Pensavo di uscire a fare due passi…” esclama d’improvviso Kaede
guardandomi negli occhi, come per volervi scorgere le mie emozioni più nascoste.
CHE DIAVOLO HA DETTO? Proprio lui? Il narcolettico che anche adesso sembra lì lì
per crollare dal sonno, mi ha detto che ha voglia di fare una passeggiata?! Che
diavolo gli è preso?
Ma il suo sguardo serio mi fa
capire che non sta affatto scherzando. Lancio un’occhiata all’orologio che segna
puntualmente che manca poco più di un quarto d’ora alle due del mattino. Fuori è
buio ma la temperatura è ancora semi-estiva. E tutto a un tratto l’idea di
andare a spasso un po’ con lui mi appare sempre più piacevole.
“Che c’è, vuoi stabilire un
nuovo record volpaccia?” replico con un sorriso un po’ ebete infilandomi
velocemente il giubbotto.
“Di che parli?” mi chiede
subito sulla difensiva.
“Si vede benissimo che stai
per entrare in stato comatoso…ne deduco che se hai intenzione di sforzarti
contro la tua naturale tendenza a dormire in piedi devi avere un buon motivo…”
lo sfotto un pochino.
Senza dire nulla Kaede mi
precede, uscendo dalla porta principale. Lo seguo un po’ in agitazione per il
suo strano comportamento.
E se per caso anche lui provasse i miei
stessi sentimenti?
E’ un pensiero fisso, il mio.
Sono mesi che mi tormenta ma l’ho sempre scartato a priori perché non mi
sembrava realistico…Ma se ripenso ancora a tante cose, se ripenso a questa sera
e a cosa stiamo facendo ora…
Mi guardo attorno e scorgo un
piccolo parco giochi, con altalene e scivoli per bambini, illuminato dalla tenue
luce di un solo lampione. Ce ne sono tre sul lato opposto della strada, ma a
quanto pare soltanto uno riesce a fare il suo dovere. Ne consegue che tutto
intorno a noi è davvero molto buio. Un silenzio irreale avvolge le case mentre
il vento notturno ci viene a sfiorare lieve. Cielo! Aiuto…E adesso?!
Punto di vista di Rukawa:
“Qui direi che va bene”
sussurro all’improvviso, facendolo un attimo sobbalzare.
Hanamichi ha lo sguardo di un
bambino coraggioso che è andato incontro a qualcosa di spaventoso nonostante il
timore e cerca in tutti i modi di mostrarsi del tutto imperturbabile.
Sono io che
gli faccio questo effetto?
Al diavolo! No! Figuriamoci
se si emoziona solo perché IO gli ho chiesto di prendere una boccata d’aria in
sua compagnia…
In effetti però suona
piuttosto strano. Ma non riesco a credere che proprio lui mi possa
corrispondere, sarebbe semplicemente perfetto e…Be’, le cose perfette non
esistono, tutto qua.
Ci sediamo entrambi sulle
altalene, come due marmocchi. Il primo a farlo, è naturalmente lui, io avevo
scelto una panchina.
Va bene! Adesso è veramente
troppo…Non resisterò oltre. Se dovessi ritrovarmi con il cuore spezzato sarà
solo e soltanto colpa mia…Mi passerà con il tempo…forse…
“Hanamichi io…”
“Ti amo!”
“Hn?”
“…Kaede…ti amo…mi sei mancato
da morire durante la riabilitazione. Perdonami se non ho saputo starti vicino
quando ne hai avuto bisogno…”
Non posso respirare! Lo
stomaco mi si è contratto in una morsa d’acciaio. Sento scorrere l’adrenalina
nelle vene assieme al sangue. Scorrono così veloci che mi sento girare la testa.
Dei brividi freddi e caldi mi colpiscono ad ondate intermittenti che durano meno
di un mezzo secondo ma riescono a confondermi come non mai. Non riesco a
deglutire, ho la gola secchissima…Mi sono bastate due parole dette da lui e…
Senza dire una parola (non ne
sono proprio in grado adesso) mi alzo in piedi con uno scatto, e lo fisso. Non
riesco a fare altro, mi sento talmente scosso che non mi riconosco più…Il cuore
mi batte così forte da assordarmi. Hanamichi sembra quasi spaventato quanto me.
Dannazione! Sono un’idiota. Se reagisco così è ovvio che si spaventa! E’ ciò che
anche io temevo di più…Ma ora come ora sono troppo occupato a convincermi del
fatto che lui mi ha appena detto PER DAVVERO quelle parole…
“…Kaede…io…Scusami! Non avrei
dovuto…Sicuramente mi hai chiamato qui perché volevi dirmi qualcosa di
importante…Tuttavia ho pensato che non ce la potevo fare ad aspettare ancora
e…Scusami…Ora mi sa che è meglio se rientriamo…Sennò va a finire che mi svieni
in giro e…”
Hanamichi ha smesso di
guardarmi in faccia e adesso sta stringendo forte le mani contro le catenelle di
metallo dell’altalena. Si alza in fretta, con la testa girata nella direzione
opposta a dove mi trovo io. Ha la voce rotta e sembra sul punto di scoppiare in
lacrime… E io che faccio? Niente…La voce non ne vuole proprio sapere di uscire.
Mi sento come un paletto di ferro piantato nel terreno. Incatenato...
Ma poi finalmente riesco a
riavermi un pochino e finalmente mi ricordo che non esistono solo le parole per
esprimere ciò che si prova…
Punto di vista di
Hanamichi
Maledizione! Sto per
scoppiare…Non pensavo proprio che sarebbe stata COSI’ dura da mandare giù. Il
record dei 50 rifiuti che ho ottenuto con la fine delle scuole medie è soltanto
una farsa paragonato a quello che sento adesso.
record dei 50 rifiuti che ho ottenuto con la fine delle scuole medie è
soltanto una farsa paragonato a quello che sento adess.Gli ho confessato
i miei sentimenti e lui, come prevedibile, è rimasto semplicemente shockato. Non
ha ancora detto nulla ma sono sicuro che deve aver pensato che sono malato…Senza
dubbio.
Semplicemente deve avermi
considerato come un pazzo. Era ovvio che il suo atteggiamento così particolare
doveva essere dovuto alla scomparsa dei suoi genitori…Forse voleva dirmi
qualcos’altro su di loro, come quella sera, quando mi ha mostrato la sua prima
palla da basket…
Sto per decidere di voltarmi
per poi congedarmi frettolosamente e scappare il più lontano possibile quando…
“Hem…tranquillo, fa finta che
non abbia detto null...!”
Mi sento stringere forte in
un abbraccio mozzafiato. Non c’è bisogno che io mi volti per sapere che è lui ad
avermi abbracciato. Lo sento.
“Kaede…”
“Hn…Sta zitto!” mi dice
mentre restiamo immobili per un tempo che mi sembra infinito.
Il silenzio ci avvolge. Sento
il suo respiro sul collo e mi tremano le gambe per l’agitazione. Non so cosa
fare…Non capisco più niente…Il suo mutismo mi confonde…Vorrei parlare, girarmi e
dirgli un milione di cose ma…non ci riesco. Le sue braccia sono forti e calde.
Santo cielo! E’ davvero imbarazzante però…
A un tratto lo sento
sussurrare qualcosa al mio orecchio. Il fatto di non poterlo vedere in viso mi
disturba un po’…
“…mi sei mancato…” dice con
una voce così bassa da farmi venire la pelle d’oca “…è questo che volevo dirti…”
e mentre prosegue il suo discorso, tra una pausa e l’altra inizia a baciarmi
delicatamente una guancia. Mi sento avvampare. “…Anche io…credo proprio di
essermi innamorato di te…ti amo Hanamichi…”
Detto questo Rukawa torna ad
immergersi nel silenzio della notte. Ma io non posso più resistere e mi giro
verso di lui, allontanandolo da me per qualche secondo.
Ha gli occhi lucidi e le
guance rosse, fa una tenerezza infinita…
Sembra quasi arrabbiarsi per
questo mio gesto. Nonostante tutto fatica ancora a mostrarsi vulnerabile… o
forse no? Difatti rimango pressoché esterrefatto quando si riavvicina a me di un
solo passo, con un sorriso incredibile stampato in viso.
“Tu…?...tu…?” adesso sono io
che non trovo le parole. E’ semplicemente divino.
Per attimi interminabili
continuiamo a fissarci l’un l’altro finché non mi decido e stavolta sono io a
prendere l’iniziativa. Lo attiro a me tirandolo delicatamente per un braccio e
quando siamo abbastanza vicini tento di baciarlo ma…Kaede si sposta e fa un
passo indietro.
Lo fisso spaventato senza
capire…
Che significa adesso? Qual è
il problema?
Punto di vista di Rukawa:
Non ci credo…Sono davvero
riuscito a fargli capire quello che provo. Alla fine gliel’ho detto anche a
parole! Non si sa mai, con un’idiota come lui…
Sono così felice che non
so…Ma quando Hanamichi mi avvicina a sé per darmi quello che sembra essere a
tutti gli effetti, un bacio vero, non posso fare a meno di bloccarmi.
Era quello che
volevo…già…Eppure l’idea di baciarlo ora mi spaventa un po’…
Hanamichi! Volevo confessarti
ciò che provo ma…So che da ora in avanti cambierà tutto e…come se non bastasse,
che tu ci creda o no, questo sarebbe pure il mio primo bacio.
“Che c’è che non va?” mi
domanda subito con voce preoccupata. E ancora una volta, capisco di aver
rischiato che fraintendesse le mie intenzioni…Poco male, rimedierò…
“Niente…ma…volevo essere io a
farlo!” e senza ulteriori indugi gli stampo un bacio casto sulla bocca mentre
stringo la mani a pugno per controllare le mie emozioni. Subito dopo le rilasso
e lui mi abbraccia teneramente la schiena. Ci allontaniamo e io suo primo
commento riecheggia vivido nell’aria: “Certo che tu devi sempre avere l’ultima
parola, eh volpe?”
“Hn…ti amo”
END
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