WAN-NABE

di KoriKappa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 1: ImBARKiamoci in questa avventura! ***
Capitolo 2: *** Episodio Quello che viene dopo 1: Cotti Poliziani ***
Capitolo 3: *** Episodio poi: Accarezzare stanca ***
Capitolo 4: *** Episodio non mi pagano abbastanza: Barking Bad ***
Capitolo 5: *** Episodio che pensi faccia ridere: Rifiuto ***
Capitolo 6: *** Episodio quasi 7: Wofenrir ***
Capitolo 7: *** Show Must Dog On. Epilogo finale. ***
Capitolo 8: *** Show Must Dog On. Epilogo finale. ***



Capitolo 1
*** Episodio 1: ImBARKiamoci in questa avventura! ***


A-ahem... Salve a tutti i lettori, il mio nome è... Irrilevante, al momento. Voi potete chiamarmi semplicemente “Voce Narrante” o “La Narratrice”, o meglio ancora potete non chiamarmi affatto ed evitare di porvi il problema. Già. Questo mi sembra un ottimo modo di risolvere i problemi: fingere che non esistano. In ogni caso, vi starete probabilmente chiedendo “La voce narrante di cosa?”. Beh, ecco un altro problema che potreste evitare di porvi. A chi non se lo fosse già posto, complimenti per aver seguito il mio consiglio di prima, e non c'è bisogno di ringraziarmi. Per chi se lo fosse posto e non riuscisse in nessun modo a levarselo dalla testa, lasciate che lo risolva io. Per voi. Di nuovo, non c'è bisogno di ringraziare. Ebbene, io sono la narratrice di una storia scritta sotto l'effetto di dosi massicce di fiori dorati. Vi starete chiedendo “Ma i fiori li si mangia o li si sniffa?”... Beh, se lo state facendo è chiaro che non avete imparato nulla. Comunque vi giuro che la storia inizia, eh. Anche a breve. Ma prima, ho scritto una piccola introduzione per voi.
A-hem.
“Pochi anni dopo la distruzione della barriera, i mostri imprigionati all'interno del Monte Ebott si sono ormai integrati ad Ebott Town, la città sottostante la montagna. Beccatevi 'sto What If su Undertale.”

 

Lesser Dog stava aspettando con trepidazione seduto esattamente al centro del giardino dei suoi nuovi padroni. Di lì a poco avrebbe visto il suo vecchio migliore amico, Greater Dog, con cui era solito giocare a qualunque cosa venisse loro in mente. Quindi, in realtà, non a molto. Il giardino era un luogo accogliente e ben curato, con nani da giardino in frantumi, erba trascurata e cespugli rovinati ovunque. Il muro di cinta che lo separava dai giardini dei vicini era ricoperto dalle piante rampicanti ed aveva due enormi fori, uno sotto l'altro, situati poco sotto la sommità. Era costruito con rossicci mattoni ormai sbiaditi ed allo stesso tempo resi più scuri dal tempo. Quindi in pratica erano del loro colore originale. Lo scudo, la spada e la lancia di Lesser Dog erano accatastati in un angolo vicino al cancello di metallo nero e piegato che dava direttamente su un comune vialetto della periferia di Ebott Town.
Greater Dog si presentò pochi minuti dopo davanti al cancello. La creatura era molto più piccola di Lesser Dog, una specie di tondo batuffolo scondinzolante bianco che non vedeva l'ora di passare un'altra giornata all'insegna del divertimento. Il piccoletto non ebbe problemi a passare in mezzo alle sbarre dell'inferriata per correre verso il suo amico. Lesser Dog lo salutò abbaiando con eccitazione. Greater Dog si mosse poi rapidamente verso un cespuglio e vi si infilò dentro. Ne uscì all'interno di un'armatura di metallo alta quasi tre metri ed impugnante una lancia. Avevano sotterratto l'armatura qualche giorno prima in un'intensa sessione di “sotterrare cose”, uno dei loro giochi preferiti ed a cui Lesser Dog era imbattibile. Purtroppo l'emergere di un oggetto così grande mandò a brandelli il cespuglio in cui Greater Dog si era infilato. Era almeno il dodicesimo che veniva distrutto così! E solo quella settimana!
Ma in fondo, che importava? Nulla, che domande! Perché quel giorno sarebbe stato il migliore di sempre! Proprio come ogni giorno da 10 anni a questa parte!
-Sono 11!- Abbaiò Lesser D-
Ah, oh, scusa. Errore mio. Riprendiamo da... Sì, insomma, ricomincio.
Ma in fondo, che importava? Nulla, che domande! Perché quel giorno sarebbe stato il migliore di sempre! Proprio come ogni giorno da 11 anni a questa parte!
-Che cosa facciamo, oggi?- Domandò ingenuamente Lesser Dog, aspettandosi una risposta. Che quel giorno non sarebbe arrivata, proprio come ogni altro giorno di divertimento condiviso dai due mostri negli ultimi undici anni. E non dieci. Questo perché era sempre Lesser Dog ad inventare e mettere in atto le migliori attività per entrambi.
-Ci sono! Ho un'idea geniale!- Il che normalmente sarebbe stato inverosimile. Ma quel giorno, l'idea di Lesser Dog cambiò per sempre la vita delle due creature.
-Giochiamo ad essere degli eroi! Proteggeremo la gente e faremo del bene proprio come faceva la Guardia Reale nel Mondo di Sotto!-
In effetti era da molto tempo che i due non si dedicavano a proteggere qualcosa...Ma era innegabile il fatto che in superficie regnasse la cattiveria e la criminalità, che alcuni umani fossero davvero spietati, e che proteggere e servire era una delle cose che i due sapevano fare meglio.
-Saremo un po' come l'Ambasciatore Frisk che ha salvato il Mondo di Sotto!- Concluse Lesser Dog, costringendo l'autore di questa fanfic ad inserire l'avviso di SPOILER nella descrizione dell'opera.
Greater Dog era eccitatissimo all'idea, anche perché quello era un gioco che non avevano mai provato, ed era almeno la terza volta in quegli 11 anni che Lesser Dog proponeva un gioco nuovo. Greater era così eccitato che si mise a saltellare con la sua armatura per tutto il giardino, finché non rischiò di inciampare nello scudo di Lesser Dog. Fu così costretto ad appoggiarsi rapidamente al muro, su cui provocò un foro a causa della sua mastodontica forza.
Ma in realtà, quasi subito, un dubbio colpì Lesser Dog, la cui eccitazione scemò. -Sono anni che non proteggiamo nulla e non salviamo nessuno! Io non mi ricordo come si fa l'eroe!-
Greater Dog lo fissò con aria interrogativa.
-Ma certo! -abbaiò Lesser schioccando le dita- Basterà chiedere all'Ambasciatore Frisk che cosa dobbiamo fare per essere eroi come lui!-
I due erano sempre stati degli ottimi corridori e non ci misero molto a raggiungere l'Ambasciata del Mondo di Sotto. L'edificio era elegante, bianco e quadrangolare, con un grazioso vialetto alberato di fronte, subito dopo aver passato l'imponente cancello bianco con sopra il volto del Boss Monster a forma di capra dalle lunghe corna. I problemi, però, giunsero più tardi.
-Mi scusi, è questa l'ambasciata di-- Lesser Dog si rivolse immediatamente a quella che pareva la guardia del luogo, una roccia parlante alta quasi due metri e larga quattro, ma Greater Dog gli strattonò il braccio. Aveva sul volto un'espressione incredibilmente eccitata, ed una evidente voglia di giocare. Lesser Dog capì che ci sarebbe voluto parecchio per parlare con Frisk e così, passato il cancello dell'ambasciata, si fermò al viale alberato, in procinto di chiedere a Greater Dog se volesse cambiare gioco. Non fece in tempo a dirlo, che l'enorme armatura dell'amico sradicò un albero dal vialetto e lo lanciò oltre il cancello dell'ambasciata. Era chiaro che volesse che Lesser Dog glielo riportasse, come un bastoncino. La guardia osservò Lesser Dog uscire di fretta fuori dal cancello. Il povero cane sicuramente ignorava quanto l'albero fosse effettivamente pesante e difficile da trasportare. Tuttavia, la povera guardia rocciosa ignorava quanto Lesser Dog fosse bravo al gioco del riporto. Inizialmente, infatti, l'aspirante eroe tentò di sollevare l'albero, ma, notando che questo non si spostava nemmeno di un millimetro, decise di chiedere aiuto ai passanti perché riportassero l'albero a Greater Dog. Nel giro di un paio d'ore aveva radunato cinque passanti, ma questo non portò alcun progresso significativo alla sua missione. Questo finché uno dei passanti non si lamentò di quanto primitivi fossero quei metodi, ed intimò agli altri di entrare ufficialmente nel terzo millennio. Aprì così una raccolta fondi su Kickstarter per acquistare un muletto che permettesse a Lesser Dog di portare a termine la sua partita al gioco del riporto, una campagna molto interessante, con obiettivi flessibili e perk per chiunque avesse donato più di 10G (un seme di un frutto dell'albero), 20 G (un frutto dell'albero) o 100G (un ramo dell'albero). Con un obiettivo minimo di 1500 G la campagna iniziò. Notando come in tre ore la campagna avesse raggiunto 7 G, Lesser Dog decise di optare per una soluzione più istintiva: corse verso Greater Dog e, sollevatolo dalla sua armatura, lo depose sopra all'albero, terminando così la partita da vincitore. Anche se, al gioco del riporto, nessuno vince e nessuno perde. Tranne Lesser Dog.
Si era però fatto tardi, quasi le quattro del pomeriggio, ed i due furono costretti ad introdursi nell'ambasciata scavalcando il cancello e scassinando una finestra, cosa che non fu molto difficile, in quanto la guardia di per sé non potè fare nulla per fermarli. Adesso rimaneva soltanto un problema: come trovare l'Ambasciatore Frisk.
Lesser Dog aveva imparato a leggere, certo, ma ignorava quale fosse realmente il cognome dell'ambasciatore Frisk, che i due conoscevano solamente come “Frisk” per sentito dire.
-Ma il narratore ignorava il fatto che Frisk avesse dimenticato il suo nome con la botta che aveva preso cadendo nel Monte Ebott, e che dunque si faceva chiamare Frisk da tutti, anche sui documenti ufficiali.- Abbaiò Lesser Dog.
...Ed un'altra cosa che il narratrice ignorava era il fatto che a Lesser Dog fosse concesso esprimere ed ufficializzare i propri headcanon per iniziativa personale. Ma siccome questa soluzione ci aiuta a rendere il tutto più rapido e più comodo, la adotteremo.
I due aspiranti eroi si diressero dunque alla stanza la cui targhetta dorata recitava “Ambasciatore Frisk” e bussarono alla porta.


Angolo dell'autore della narratrice:

Qui in teoria ci doveva stare un angolo dell'autore, ma l'autore è una persona troppo pigra per scriverlo, e comunque noiosa, quindi mi tocca riempire questo spazio con un massimo di 250 parole per parlarvi di quest'opera, evidentemente concepita in un invernale pomeriggio di mezza estate ed ispirata dall'autunnale cielo di primavera. Ora, probabilmente se siete arrivati fin qui vi starete chiedendo cosa diavolo avete letto. Ebbene, vi faccio i complimenti, poiché questo significa che sapete leggere, il che è sopra la media rispetto alla fanbase di Undertale. L'acquisto di questa pattumiera elettronica dovrebbe essere consentito letteralmente soltanto in caso di saldi di Steam non inferiori al 85%
Voglio dire, la trama non è neanche 'sto schifo, ma la maggior parte del gioco sono filler. Voglio dire, qualcuno di voi ha capito a cosa diavolo servisse MUFFET!? Bah.
In ogni caso, il progetto iniziale dell'autore doveva essere quello di scrivere tutti i capitoli per poi pubblicarne uno ogni pochi giorni, ma visto che quello spreco di spazio ha il culo pesante, pubblicherà questo capitolo senza aver scritto i seguenti, che usciranno solamente se ci credete dal profondo del cuore.
Ah, e comunque, nel caso in cui non fosse ovvio, io sono Chara. Chara, maledizione. Doveva essere pure sottile 'sta cosa, però a quanto pare su 'sta fogna di sito web passano una valanga di casi umani, quindi bisogna specificare ogni minima cosa a caratteri cubitali. Oh, non è che mentre sono distratta a scrivere,per altro, ho quasi finito lo spazio dispo

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Capitolo 2
*** Episodio Quello che viene dopo 1: Cotti Poliziani ***


-E questo è il posto!- Disse l'imberbe uomo elegante coi capelli a caschetto, indicando loro la stazione di polizia.
-Se volete iniziare a proteggere le persone ed aiutare chi ne ha bisogno dovete rivolgervi agli uomini in divisa qui dentro!-
-Grazie, signor ambasciatore Frisk! -Rispose trepidante Lesser Dog- E scusi ancora per lo spavento. Non l'avevo riconosciuta, senza la maglietta a righe.-
Frisk rivolse ai due un dolce sorriso, come quello che rivolge una madre al suo piccolo figlio molto speciale.
-Oh, ed inoltre, vi converrebbe non bussare come avete bussato alla mia p--
Greater Dog si voltò verso di lui, ansimando rapidamente in preda alla gioia, con la porta lignea della stazione di polizia stretta tra le sue grandi mani metalliche.
-Greater!- Esplose Lesser Dog.
Greater Dog lo guardo con lo sguardo basso, un po' perché pensava che l'amico fosse rammaricato dal suo comportamento, un po' perché si toglievano un buon metro e mezzo.
-Adesso dobbiamo comportarci come tutti gli altri abitanti della città! Dobbiamo essere come loro!-
Greater Dog ci pensò un po' su.
I due uscirono quasi due ore dopo da un negozio di abbigliamento. Lesser Dog indossava ora, sopra all'armatura, una t-shirt con la scritta “Attenti al cane!”, mentre Greater Dog ne portava una con la scritta “MTT” piena di glitter rosa, legata sulla testa con appositi buchi per le orecchie, visto che la forma del suo corpo non gli permetteva di indossare t-shirt.
I due tornarono subito alla stazione di polizia, ma furono subito colti da un dilemma. Come potevano bussare, adesso che la porta non c'era più?
i due furono così costretti ad introdursi nell'edificio scavalcando scassinando una finestra, cosa che non fu molto difficile, in quanto tutti e diciotto i cittadini che li videro compiere l'azione furono subito intimiditi dalla stazza dell'armatura di Greater Dog.

Ah, già, dimenticavo. Io sono La Narratrice, come al solito al vostro servizio, anche se un po' assonnata. Che dicevamo? Oh, sì-

-Tanto per cominciare non dovreste scassinare le finestre degli edifici in cui entrate- Li rimproverò l'Agente di Polizia, che aveva ricevuto un rapporto molto dettagliato da parte della Roccia dell'Ambasciata.
Questo colse subito di sorpresa Greater Dog e seccò molto Lesser Dog, che era ancora fortemente in dubbio sul come si dovesse entrare in un edificio del genere senza...senza...Yaaaaaaawn...

No, dicevo, senza bussare. Senza bussare. Dov'ero?
Minchia, ho perso il segno.



Oh, ecco qui. Allora...

-In ogni caso, non posso permettervi di diventare agenti di polizia!- Sentenziò l'agente, molto dedito alle regole. Questo perché ancora i mostri erano interdetti agli incarichi pubblici e nelle forze dell'ordine. Non fate caso alla Roccia, principalmente perché nell'Ambasciata del Mondo di Sotto vigono le regole del Mondo di Sotto, ed ovviamente gli abitanti del Mondo di Sotto non sono interdetti agli incarichi pubblici nel Mondo di Sotto. E poi perché quella stronza di Roccia è una raccomandata di merda.
E tuttavia la dedizione alle regole del poliziotto vacillò di fronte al volto intristito di Lesser Dog, e, specialmente, davanti alla stazza dell'armatura di Greater.
-Beh, immagino però...Immagino che si possa raggiungere un compromesso.- Terminò il poliziotto sospirando.
Nel giro di quaranta minuti, così, i nostri due eroi si ritrovarono al corso per cani poliziotto, circondati da pastori tedeschi rumorosi.
-Greater.-
Il piccoletto in armatura si voltò verso il suo migliore amico.
-Credo che siamo stati fraintesi.-
L'agente davanti ai cani poliziotto parlava tra sé. Sembrava piuttosto frustrato, ma questo non fermò il bisogno impellente di Lesser Dog di porgli una domanda antrettanto impellente.
-Signor Poliziotto, noi volevamo essere Poliziotti Cani, non Cani Poliziotto!-
Affermò con decisione Lesser Dog.
L'agente fu subito scosso dalla domanda, tanto che posò con perplessità lo sguardo su Lesser Dog, per poi adagiarlo con terrore su Greater.
-B...Beh, cercherò di risolvere questo equivoco con la direzione!-
Balbettò, mentre correva a chiedere alla direzione perché ci fossero un cane alto tre metri ed uno parlante che NON ERANO pastori tedeschi, il che lo aveva scosso nel profondo dell'animo.

I Cani Poliziotto rimasero così soli insieme agli attuali Cani Poliziotto ma aspiranti Poliziotti Cani. I due cercarono in ogni modo di attaccare bottone con i loro colleghi dallo scuro manto, ma non ci riuscirono. Specialmente Greater Dog, non ci riuscì. Decisero così di fare un gioco tutti insieme.
-Ma a cosa potremmo giocare?- Domandò ingenuamente Lesser Dog ad alta voce, aspettandosi una risposta, che quel giorno non sarebbe arrivata.
-Ci sono! Ho un'idea geniale!- Abbaiò Lesser Dog mentre la narratrice si ritrovò in uno dei suoi peggiori momenti di deja vù.
-Quell'uomo borbottava qualcosa sul trovare la droga! È questo che faremo, no? Dovremmo trovare della droga!-
L'agente di polizia incaricato all'addestramento dei Cani Poliziotti e dei Poliziotti Cani che però erano ancora Cani Poliziotto ritornò circa 15 minuti dopo, con in mano la pistola d'ordinanza ed una tintura per pelo canino di colore marroncino. Ma la scena che lo sorprese quando giunse nel cortile della caserma...Beh, lo sorprese.
Greater Dog e Lesser Dog, infatti, erano seduti di fronte ad un mucchio di scatoloni contenenti dodici chili di cocaina appena sequestrata ad Ebott Town.
-Abbiamo trovato la droga!- Sbottò Lesser Dog -...Qualunque cosa essa sia. Significa che abbiamo vinto?-
-D-dove l'avete trovata!?- Urlò l'agente di polizia, ancora scosso dal pelo bianco dei due Cani Poliziotto.
-L'abbiamo comprata. Siamo andati da un signore a chiedergli se sapeva dove trovare della droga, e lui ci ha detto che per il giusto prezzo ce ne avrebbe data quanta ne avremmo voluta. E questa era tutta quella che potevamo permetterci. Ma è stata comunque più di quella di Fido.- Concluse Lesser Dog, indicando il più giovane dei pastori tedeschi, che guaiva amareggiato.
E fu così che Lesser Dog e Greater Dog vennero promossi a Poliziotti Cani, e dunque agenti di polizia a tutti gli effetti. I due, però, non sapevano che la loro avventura era appena cominciata.
Ovviamente.
Questo perché nessuno di noi può prevedere il futuro.
Forse.



Angolo della narratrice:

E rieccomi con le mie 250 parole di spazio disponibile. Beh, per cominciare, parlando della storia, sappiate che questo sarà probabilmente uno dei capitoli più corti, ma da qui in poi si andrà a crescere con la lunghezza, quindi non preoccupatevi.
Perché sono sicura che prima foste in lacrime ed attacchi di depressione come se piovesse. In ogni caso, in questo capitolo di transizione appare per la prima volta ufficialmente Frisk. Che ve ne pare? Non viene descritto molto, anche se ha deciso di rinunciare alla sua maglietta a righe. Capisco perché. E voi che dite? Vi piacciono gli uomini eleganti o avreste preferito il suo outfit di sempre? A quanto pare l'autore ha pensato molto a 'sto dettaglio inutile, prima di inserirlo nella storia. Forse avrebbe dovuto sfruttare tutto quel tempo a pensare se fosse davvero il caso di portare questo aborto su EFP, ma ormai la frittata è fatta, e visto che abbiamo iniziato, andremo fino alla fine. Yaaaaawn...
Oh, e cambiando argomento, rivolgendomi sempre al fandom, volete finirla di inventarvi identità ed orientamenti sessuali per i personaggi? Questa cosa mi sta facendo impazzire. Se Toby Fox usa "Lui"/"Lei" ci sarà una ragione. Ho visto persino gente che si inventava dei pronomi nuovi! Ma che storia è questa!? Piuttosto, riflettete sul messaggio dell'opera. Che cosa vi ha comunicato Undertale? In che modo ha cambiato/confermato il vostro modo di pensare ed in che modo modificherà le vostre azioni? Cielo, adesso devi anche dirvi come diavolo ci si gode un'opera!? Analfabeti.

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Capitolo 3
*** Episodio poi: Accarezzare stanca ***


Click...
Pfffffuuuuuuhhh...

Ah, maledizione. Mi si è riempito il libro di sigarettame.
Sigarettame. È così che si chiama quella roba che cade dalla sigaretta. Il...sigarettame. No? Sì. Eh, non rompete. Che si diceva?
Ah, già. Devo raccontare una cosa. Cioè, una storia. Datemi solo un secondo. Che butto la sigaretta. Tanto io non fumo, perché diavolo mi sono accesa una sigaretta? Cioè, fa figo, fa molto cool, ma mi sono procurata una stecca ed un accendino per niente. Va beh.

L'agente Smith era stato arruolato da pochi mesi nelle forze dell'ordine, insieme ad un pazzoide razzista nei confronti dei cani di cui nemmeno ricordava il nome. Era entrato nella polizia perché pervaso da un forte senso di giustizia. Lui voleva proteggere tutti i cittadini di Ebott Town, ed avrebbe dato la vita pur di riuscirci. Non sono in molti, al giorno d'oggi, a sentirsi così in debito nei confronti del luogo che li ha creati e cresciuti. L'agente Smith era un giovane promettente anche, intelligente, fisicamente prestante, una vera manna per le forze dell'ordine, che avrebbe fatto molta strada in quel campo.
Ma che per adesso era bloccato sull'automobile dell'autopattuglia insieme a quell'idiota fissato coi pastori tedeschi, che nemmeno stava ascoltando.
-...E così ti dicevo, non ho niente contro i Labrador o nemmeno contro i maledetti Dalmata, che poi hanno un successo straordinario per nessun motivo...Ma quei due! Quei due! Non so nemmeno...-
Per un secondo Smith si chiese a quali due si riferisse il pazzo, e che problema avessero, ma poi si ricordò che non poteva importargliene di meno. Guardò distrattamente la sua immagine sullo specchietto retrovisore, osservando un paio di follicoli bianchicci in mezzo a quella folta massa di capelli corvini. Sospirò. Accese una sigaretta, con calma, aprì il finestrino ed iniziò a fumare, lasciando cadere il...Sigarettame...Sì, il sigarettame lungo la strada.
Stava quasi per gettare la sigaretta, quando dalla ricetrasmittente della volante giunse un avviso. Una rapina! E non lontano dal luogo in cui si trovava! Dovevano fare in fretta. Intimò all'agente al suo fianco di smetterla di parlare di gatti, ed entro un paio di minuti furono sul posto. La banca in cui stava avvenendo la rapina sembrava tranquilla.
-Probabilmente avranno degli ostaggi.- Sentenziò Smith, ottenendo un “quei maledetti chihuahua!” come risposta.
-Non vedo il palo. Probabilmente ci ha visti arrivare ed è entrato ad avvisare gli altri.- Continuò -Dobbiamo entrare!-
Il suo collega annuì, ed un secondo dopo, Smith si trovò a fare irruzione nell'edificio. Quella sarebbe stata la sua giornata. Finalmente, quel giorno sarebbe riuscito a dimostrare a tutti quanto valeva. Forse avrebbe ricevuto anche una medaglia al merito. Sì, non avrebbe mai dimenticato quel giorno!
Ma mentre questi pensieri si affollavano nella sua testa, l'agente Smith capì che pensava troppo, e tornò a guardare in faccia la realtà. Che aveva il volto di sua madre.
Scosse la testa. I rapinatori tenevano le pistole puntate contro gli agenti di polizia. Gli ostaggi erano tutti a terra. I rapinatori erano due. Uno teneva l'arma contro uno dei prigionieri, in particolare, la madre di Smith, che quel giorno si era recata in banca per un prelievo. Non c'è scampo. Quando vuole, il destino sa essere dannatamente stronzo. E può metterti a terra con un colpo. L'altro rapinatore teneva tutti i soldi appena trafugati in una valigetta talmente pingua che rischiava di esplodere da un momento all'altro.
-Lasciateci fuggire e nessuno si farà del male!- Intimò questi. Smith portò lo sguardo dal volto della sua genitrice a quello dei rapinatori. Entrambi erano minuti di passa-montagna.
“Devo sventare la rapina...” Pensò Smith tra sé e sé. “Ma se corro anche il minimo rischio...Beh, la posta in gioco è alta. Se obbedisco agli ordini dei rapinatori, nessuno ricorderà la mia impresa eroica...Ma se cerco di arrestare i criminali e faccio un passo falso...Beh, ho perso una delle persone più importanti della mia vita. Ma perché prima ero così coraggioso? Perché sono partito con l'idea di sventare la rapina? Cambia forse qualcosa il fatto che tra gli ostaggi ci sia mia madre? Sono forse un egoista, a valutare meglio la situazione quando rischio di perdere uno dei miei cari? Anche questi ostaggi avranno una famiglia a cui vogliono be-”
-Ehi!-
Smith fu scosso dalla voce del suo collega.
-Cosa!?- Saltò sul posto.
-Sono fuggiti.-
Smith ed il razzista si precipitarono sulla volante, pronti all'inseguimento. Come al solito, l'agente Smith aveva rovinato tutto lasciandosi trasportare dai suoi pensieri. Spinse sull'acceleratore, ma...
-Ehi!-
Smith fu scosso dalla voce del suo razzista.
-Cosa!?- Postò sul salto.
-Ci hanno bucato tutte le gomme.-
Smith scoppiò in un attacco di depressione, poggiando la testa sul claxon, che emise un suono fastidioso e prolungato. Stava per mettersi a piangere. Era tutto finito. Forse sarebbe stato anche licenziato. Non era tagliato per questo mestiere. Tendeva a pensare troppo, e ad agire poco. Ed eccolo, che stava di nuovo pensando troppo alle sue azioni senza metterle in pratica. Sospirò. Cambiare le gomme avrebbe richiesto troppo t-
Smith fu scosso. Di nuovo. Ma stavolta non dalla voce del suo rallega. No, da qualcosa di molto più bizzarro: l'automobile si stava sollevando in volo, a due...No, quasi tre metri da terra. Smith guardò fuori dal finestrino, per vedere una gigantesca armatura di metallo sollevare la volante. A pilotare l'armatura c'era quello che sembrava un barboncino.
-Aaaaaah!-
Mentre l'armatura teneva su l'automobile con una mano e con la schiena, con l'altra mano infilò il razzista direttamente dentro dal finestrino senza nemmeno aprire la portiera.
-BARK!- Chiamò Greater Dog.
Subito sul cofano dell'auto balzò un altro cane, bidepe ed in armatura.
-All'inseguimento, Big G!- Abbaiò Lesser Dog.
Greater non se lo fece ripetere due volte. Sorreggendo una volante sulla schiena e tenendola ferma con le due braccia, iniziò a correre dietro all'auto dei criminali. Nulla gli avrebbe impeditò di raggiungerla. Arrivò in poco tempo ai 60, poi 80 ed infine 100 chilometri orari. I suoi passi lasciavano profondi solchi nell'asfalto.
-Perché non mi hai parlato di questi due!?- Sbottò Smith, rivolto al suo cozzista.
-Non li si vede!- Abbaiò Lesser Dog -Prendi l'autostrada, sicuramente avranno imboccato quella per fuggire!-
-BARK!- Acconsentì Greater, accelerando ancora e facendo lo slalom tra gli automezzi presenti nell'autostrada, lasciando gli automobilisti atterriti e causando plurimi incidenti stradali lungo il suo percorso.
Nel frattempo, sulle TV di tutta Ebott Town, i telegiornali stavano trasmettendo in diretta l'inseguimento tra i criminali ed il barboncino a bordo di un'armatura gigante, ignorando completamente lo scheletro in occhiali da sole a bordo di una decapottabile sulla corsia adiacente, seguito a ruota da un altro scheletro più tozzo a bordo di un triciclo, che per altro suonava il campanello per chiedere strada.
In ogni caso, l'armatura di Greater Dog aveva raggiunto una velocità mai toccata prima dal cane, che però, come al solito, non sembrava turbato. Aveva sempre raggiunto i 150 km/h durante le sessioni di gioco con Lesser Dog con nonchalance, e di sicuro non si preoccupava di che danni avrebbe potuto accusare la sua armatura accelerando fino ai 200. La dottoressa Alphys aveva pensato proprio a tutto, quando aveva costruito quell'avanzo di tecnologia! Anzi, forse a questa nuova velocità che aveva testato, sarebbe anche riuscito a prendere Lesser Dog quando giocavano ad acchiapparella!
In ogni caso, l'auto dei rapinatori era finalmente in vista, ed a giudicare dallo sguardo del criminale seduto al posto del passeggero, quel poveretto doveva aver guardato nello specchietto retrovisore.
Lesser Dog sguainò la spada e prese la mira con cura, osservando l'auto dei rapinatori. Scagliò la sua lama di pomergranito verso il baule, conficcando l'arma in quest'ultimo. Poi con una testata secca sfondò il parabrezza, rilasciando schegge di vetro lungo tutto l'autostrada, e si rivolse a Smith.
-Accarezzami.-
-Cosa!?- Perché avrebbe dovuto toccare quel mostro!? Era una creatura-

-ACCAREZZAMI!- Abbaiò Lesser Dog con impazienza, tanto che Smith, terrorizzato, fu costretto ad obbedire. E si accorse in fretta che, ad ogni suo tocco lungo il collo del cane, questo si allungava, puntando verso il mezzo dei rapinatori.
-Di più! Di più! Più veloce!- Intimò Lesser.
Smith continuò ad accarezzare, ignorando lo sforzo e la fatica al braccio, finché il collo di Lesser Dog non fu lungo diversi metri e, proiettandolo in avanti, il cane riuscì a raggungere la sua stessa spada ed usarla come appiglio, tenendosi all'elsa con i denti. Il tempo di uno strattone, ed il collo di Lesser Dog tornò alla sua dimensione originale, mentre questi balzava sul baule dell'auto dei criminali.
-Ah!- Esclamò uno dei criminali -Sei testardo, huh!? Adesso assaggerai il nostro asso nella manica!-
Al suono di questa frase, il lunotto posteriore si sfondò. I frammenti di vetro tagliarono in più punti la carne di Lesser Dog e ne graffiarono l'armatura, ma questi mantenne la presa salda sulla sua spada, finché dai sedili posteriori non balzò in piedi un manichino da allenamento dall'espressione furiosa.
-I tuoi sforzi sono INUTILI! INUTILI! INUTILI!- Gridò questi, scagliando un coltello, che Lesser Dog evitò con facilità.
-Ragazzi?-
-Cosa c'è, Mad?-
-...Ho finito i coltelli.- Disse Mad Dummy, subito prima di venire sbalzato giù dal veicolo da una zampata di Lesser Dog e venire calpestato da Greater sulla sua corsa.
-Uh oh.-
Lesser Dog si catapultò nel veicolo dal lunotto e con un calcio scagliò il passeggero fuori dal veicolo. Questi riuscì a tenersi alla portiera, venendo sballottato lungo la strada, mentre il vento scompigliava il pelo di Lesser Dog all'interno dell'auto. Il criminae al posto di guida puntò a Lesser una pistola alla tempia, ma questi fu più veloce: schiacciò con tutta la sua forza sul freno, facendo inchiodare il veicolo e sbalzando il criminale al volante in avanti. La botta contro il parabrezza lasciò quest'ultimo privo di sensi, giusto il tempo che bastò a Lesser Dog per uscire dal veicolo, estrarre la spada dal baule, fare pipì al lato della strada, raggiungere l'autogrill più vicino, acquistare un deodorante per ambienti, profumare il lato della strada su cui aveva urinato con un deodorante per ambienti, aprire il baule e recuperare la valigetta con la refurtiva.
Nel frattempo, Greater Dog, che non era così bravo a frenare quanto ad accelerare, scagliò in aria la volante, raggiunse l'auto dei criminali e la lanciò con un calcio contro il carcere di Ebott Town, a diversi chilometri di distanza, per poi riprendere al volo la volante che aveva lanciato in aria e poggiarla a terra. L'automobile che aveva calciato, intanto, sfondò la parete del carcere con un'esplosione, e causò un'evasione di massa.

Smith guardò la sua immagine nello specchietto retrovisore, osservando un paio di capelli corvini in mezzo a quella folta massa di follicoli bianchicci. Anche oggi gli sarebbe toccata una noiosa pattuglia con il suo collega razzista. Forse non era il massimo...Ma in fondo, considerando gli eventi del giorno prima...Non era il caso di ottenere una medaglia al merito. E poi... “Insomma, chi lo vuole un pezzo di metallo maledetto!?” pensò furibondo, osservando con stizza Lesser Dog e Greater Dog all'angolo della strada, mentre sfoggiavano le loro medaglie luccicanti. 


Angolo della narratrice: 

...Non trovate divertente il personaggio dell'agente Smith? Gli basta pochissimo tempo per rinunciare agli ideali che ha perseguito per una vita. Come? Non lo trovate divertente? Ah...Certo...In fondo...Ogni essere umano è così. Le nostre paure...Le nostre insicurezze...Ci portano istintivamente a chiuderci in ideali...In principi...Che io preferisco chiamare “Dogmi”. Oh, sì. Dogmi. Posti comodi, caldi e protetti in cui nascondersi quando qualcuno ci sbatte la verità in faccia. Quando ci rendiamo conto che, per quanta voglia abbiamo di cambiare il mondo in meglio o per quanta forza di volontà possiamo mettere assieme...Ci sarà sempre qualcuno che è nato con più talento o che ha la possibilità di giocare sporco, senza provare alcun rimorso. Lasciatevelo dire dall'Imperatrice della Determinazione, però...Non esiste nulla di più bello che dimostrare al destino quanto si sbagliasse su di noi...Nulla di più soddisfacente che combattere con le unghie e con i denti finché non si è riusciti a mettere a terra una preda difficile. E per questo...Beh, basta avere forza...E determinazione. Esatto. Gli ideali si frantumano, i buoni propositi vengono disintegrati ed i numeri manipolati. Tutto questo tramite la determinazione. Combattete fino allo stremo. Se siete esausti fate un passo indietro, un bel respiro e gettatevi di nuovo nella mischia. Alla fine noterete come, sebbene abbiate riportato qualche ferita...Avete anche ottenuto qualche risultato. D'altronde è impossibile ottenere una True Pacifist nella vita reale...Nah...Far quadrare tutto perfettamente è solamente un'utopia. Ma ci si può accontentare della migliore Neutral possibile...O c'è anche la terza scelta...Perché no, la mia preferita.


Ooops, ma guardate. Divagando divagando ho già raggiunto il limite delle parole e si è anche fatta una certa ora. Beh, immagino che vi lascerò con un pensiero.
Ricordatevi...Che per ottenere dei risultati dovrete essere più determinati...A volte anche più spietati degli altri. Qualcuno potrebbe accusarvi di essere ingiusti, o di essere passati sopra a qualcuno pur di raggiungere il vostro scopo. La mia risposta a queste accuse è sempre la stessa.
“Buono...Malvagio...Heheheheh...Io sono semplicemente quello con il coltello.”
Buonanotte ♥.

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Capitolo 4
*** Episodio non mi pagano abbastanza: Barking Bad ***


-Io ti fto offendo la mia fidufia...-
-O fo, on fe ne-

Cough! Coff!
Ahem...
Scusatemi, stavo facendo uno spuntino. Comunque i noodles istantanei secchi son buoni, diffidate di chi dice il contrario.
Che si diceva? Ah, sì...

-Io ti sto offrendo la mia fiducia...-
-Lo so, non se ne pentirà. Dovremo solo sopportare alcuni imprevisti...Ma impareranno. E quando lo faranno...-
-Non so se possiamo andare avanti. Agli occhi dei cittadini tutta questa situazione sembrerà una pagliacciata. Voglio avere dei possibili voti PRIMA che la città venga rasa al suolo.-
-N-non si preoccupi. Se mi darà un'altra possibilità, le dimostrerò che non mi sbaglio.-
-...E va bene. Ma sei avvisato.-
-Sì. Le assicuro che quando ne parleremo, domani, mi ringrazierà.-
Fu così che Frisk si congedò, chiudendo dietro di sé le grandi porte in legno d'acero dell'ambasciata.

-La zona dovrebbe essere qui...- Abbaiò Lesser Dog, guardandosi intorno. Quella zona di Ebott Town era completamente abbandonata, sembrava quasi una città fantasma. Gli edifici-
-Ehi tu! Hai visto un gruppo di persone riunirsi da queste parti?- Abbaiò Lesser Dog ad un passante senza lasciar finire al narratore le sue-
-oh...noooooooooo...non ho visto niente del genere...mi spiace deludervi...- Rispose il passante, interrompendo in maniera alquanto scortese il narratore.
-oh nooooo...oh...non avevo capito che...si insomma...mi dispiace...........-
Ed il passante scomparve, lasciando Lesser Dog e Greater Dog a brancolare nel buio di quella città fanta-
Oh. Oooooh. È una città FANTASMA. Adesso l'ho capita. Heh. Heheheh. Pensa te, che cavolata. Comunque sia, andiamo avanti.
-Eppure quei commercianti di droga dovrebbero essere da queste parti! Ehi, COMMERCIANTI DI DROGAAAAAA!- Abbaiò Lesser Dog.
-Ehi, amico! Vuoi forse farci ammazzaaaaa...-
L'uomo dietro a Lesser Dog non finì la frase, probabilmente intimidito dalla stazza di Greater Dog. O dai distintivi sulle armature dei due cani. O da entrambi.
-Oh, cavolo! Gli sbirri!-
-Ah! Dove? Dove!?- Abbaiò Lesser Dog, nel panico.
-Ce l'hanno con noi!?- Continuò.
-N...No. Sentite, avete detto che state cercando della...Della droga?-
-Uh...Sì! Lei sa forse dove trovarne? Immagino che ce ne serva tanta! Il nostro capo ha detto che era per una missione sotto copertura! Quindi immagino che dovremo mettere un sacco di questa droga sotto una coperta! Dobbiamo trovarla prima che muoia di freddo!-
L'uomo non poteva credere alla sua fortuna. Quei due mostri dovevano avere preso una botta in testa...O forse semplicemente non si erano ancora integrati. Era chiaro che fossero dei poveri sciocchi. Ma lui li avrebbe guidati nella loro missione sotto copertura. Oh, se li avrebbe guidati.
-Allora si da il caso che io sia il vostro uomo! Mi chiamo...huh...John! Ed anche io ho molto a cuore il problema del raffreddamento della droga.-
-Oh! Lei è una persona di buon cuore, dunque?-
-Esattamente! Proprio di buon cuore! A differenza degli uomini cattivi che vogliono sequestrarci la droga!-
-Huh? Aspetti! Vuole dire che le persone cattive vogliono sequestrare la droga? Perché?-
-Beh, vedete, la “droga” è una medicina molto potente! È così potente che può curare tantissime malattie! Almeno 3! E contemporaneamente!-
-3 malattie contemporaneamente!? Ma è portentosa!-
-Oh, se lo è.-
Greater Dog osservo Lesser. Era chiaramente entusiasta all'idea di curare tantissimi malati con quella potente medicina. Almeno 3 malati! Incredibile. Avrebbe tanto voluto dirgli che in effetti la droga era illegale, e poteva essere fatale alle persone...Ma non intendeva rovinargli il divertimento. Non oggi. Si sarebbe limitato a scrivere una lettera al comando di polizia dicendo che avevano trovato la droga e che potevano venire a sequestrarla. Non ci sarebbe stato bisogno di rovinare il divertimento del suo migliore amico, dopotutto!
-Ma la polizia sequestra la droga! E non è fatta di uomini cattivi!-
-Oh, no! Ma loro vengono ingannati! Vengono ingannati dagli uomini cattivi che fanno credere loro che la droga è cattiva! Non ci possono fare nulla!
Lesser Dog vide il mondo andare in frantumi davanti a sé.
-ooooooooh...scusate...effettivamente è un pessimo posto dove portare un mappamondo...cavolo...adesso qualcuno dovrà aiutarmi a raccogliere i pezzi...ooooh...mi dispiace-
Lesser Dog rimase stupito. Come poteva quel sempliciotto di nome John sapere tutte quelle cose!? Forse...Forse non era un sempliciotto! Questa volta Lesser Dog vide il mondo andare in frantumi davanti a sé solo metaforicamente!
-Oh no! E noi cosa possiamo fare per rimediare?-
-Dovreste aiutarmi. Vedete, io mi occupo di consegnare la droga ai malati. Se mi aiutaste a portargliela...Magari potremmo anche pagarvi...-
-Oh! Oh sì!-
Lesser Dog pensava di aver fatto la cosa giusta, specialmente dopo che John gli disse di avere nel suo luogo di lavoro un impianto per il riscaldamento della droga in pratiche buste.
-Voi dovrete solo portare alcuni scatoloni di droga agli indirizzi che vi passerò io. Non dovrete nemmeno aprire gli scatoloni!-
Lesser Dog pensò che quello sarebbe stato un ottimo modo per ripagare dei dodici chili di droga che si era trovato ingenuamente a sequestrare. Decise così di seguire John nel luogo in cui la droga veniva riscaldata, e dove vivevano gli scatoloni allevati appositamente per contenerla.
Sgiunti all'awwebamento...
Chomp...Gnom...Glom...
Sì, dicevo...
Giunti all'allevamento di scatoloni, Lesser Dog e Greater Dog furono stupiti: si aspettavanao un laboratorio dall'aspetto scienzioso, con un sacco di macchinari di ultima generazione all'interno...invece non era che una baracca, simile ad un magazzino abbandonato.
-Non fatevi ingannare dall'aspetto dell'impianto. È fatto così solamente perché le persone cattive non lo noterebbero mai!-
Lesser Dog rimase a bocca aperta. Certo che questi riscaldatori di droga ed allevatori di scatoloni erano incredibilmente astuti!
Non solo il posto non dava assolutamente l'impressione di essere un laboratorio, ma all'interno la struttura sembrava esattamente un posto in cui si nascondono dei cattivi! E non solo! Anche le persone all'interno, con in mano grosse armi da fuoco, cicatrici in faccia, linguaggio volgare ed aspetto poco raccomandabile, erano chiaramente mimetizzate in maniera da sembrare dei cattivi! E dei cattivi non si sarebbero mai messi contro dei cattivi!
Ma la sorpresa più grande, Lesser Dog la ebbe quando vide una faccia familiare...Doggo! Il mostro-cane bianco vestito di nero e dal collare borchiato, che difendeva alcuni scatoloni.
-Ehi, ragazzi! Ne ho trovati altri due!- Esclamò John.
Gli altri buoni travestiti da criminali risero fragorosamente. Erano evidentemente contenti di aver trovato qualcuno che muovesse quegli scatoloni così pesanti!
-Doggo! Anche tu qui!?- Lesser Dog si avvicinò all'amico.
-Sì, certo. Come potrei non aiutare questi poveri buoni in difficoltà?-
-Ma tu...Come fai...Cioè...Le scatole sono tutte ferme...Come...-
-Shhh! Non ho detto loro nulla del mio problema! Altrimenti si prenderebbero cura di me e cercherebbero di aiutarmi! Ed io mi sentirei solo di peso!-
-Oooooh. Wow, anche tu sei molto astuto.-
Lesser Dog era stato raramente così felice. Conoscere così tante persone buone e gentili...Questo era sicuramente il miglior gioco che aveva mai pensato!

 

-...S-secondo voi che vuol dire “BARK”?- Chiese l'agente Smith.
-Non saprei. Sicuramente è un rapporto di... “Quei due”...Ma non ho idea di cosa significhi!- Ammise il suo collega.
-...Però è scritto con una calligrafia davvero bella.- Ammise Smith.

Greater Dog si guardò intorno. Era chiaro che quelle persone erano tutte persone cattive, che volevano compiere dei crimini. Ma erano così tante... Se le avesse affrontate tutte avrebbe rischiato di mettere in pericolo Lesser Dog. Ed avrebbe dovuto sbattergli in faccia la realtà, facendo saltare la copertura. Beh, dopotutto aveva mandato un rapporto molto dettagliato della situazione alla polizia. Sicuramente avrebbero capito e avrebbero risposto con le istruzioni del caso. Nel frattempo sarebbe bastato loro trasportare qualche chiletto di droga qua e là per la città...Sarebbe stato incredibilmente semplice, quasi noioso. Specialmente adesso che sapeva di potersi muovere a 200 chilometri orari.
Il loro lavoro era effettivamente molto semplice: portare la droga in scatoloni in un paio di luoghi da cui poi sarebbero partiti i corrieri delle forze del bene per distribuirla in tutta la città. Loro dovevano solamente passare sempre per gli stessi due o tre vicoli e trasportarla ad altri punti di stoccaggio. Stessi vicoli, stessi vecchi cartelli pubblicitari con “Tsunderplane, l'aereo intelligente ma non troppo che si guida da solo e che interagisce coi passeggeri” o la campagna elettorale del candidato a sindaco orso: “èèèèèèèèèèèèè politica!”, stessi scatoloni...Stessa solfa.
-Ehi, Big G.-
-Bark?-
-Non ti sembra che questa cosa stia diventando un po' noiosa?- Abbaiò Lesser un giorno.
-Voglio dire, è almeno il quarto viaggio che facciamo sempre negli stessi vicoli. Forse pure il quinto! Io non mi sto divertendo più.-
-Bark.- Acconsentì Greater Dog.
-Già. Dovremmo andare da quei tizi e dire loro che per quanto siamo fieri di aver compiuto delle buone az-
Su quest'ultima parola, Lesser Dog inciampò lungo il vicolo. Strano, eppure era sicuro di conoscerlo così bene. Era almeno la seconda volta che ci passava. Fattosta che lo scatolone gli cadde di mano e rovesciò a terra il suo contenuto.
-Oh no! Si sarà fatto male!?- Domandò preoccupato Lesser Dog.

-Bark!- Esclamò Greater.
-No, non possiamo scappare e fare finta di nulla. Dobbiamo controllare se sta bene.-
Lesser Dog si avvicinò allo scatolone, e posò lo sguardo proprio sul suo carico: buste piene di una soffice polvere bianca. Per fortuna, non ebbe nemmeno bisogno di annusarla per capire che cosa fosse.
-...Ci hanno ingannati.- Mormorò.
-Ba...Bark...?-
-Sì. Sì, adesso andiamo subito a parlarci.- Abbaiò Lesser Dog, percorrendo i sette metri che lo separavano dalla baracca di quelli che finora aveva creduto essere i buoni.
-Big G.-
-Bark?-
-...Bussa.-
Greater Dog afferrò la porta e la scardinò, gettandola diversi metri di lato.

-Oh. Ehi, avete già finito la spedizione?- Chiese John, sorridente.
-No. E sappiamo tutto.-
-Oh.- John si ritrovò per un attimo con le spalle al muro. Ma solo per un attimo.
-Uccideteli.- Intimò.
Gli spari di pistole semiautomatiche eccheggiarono per la stanza, che fu immediatamente riempita dal fischiare del proiettili.
-Ah!- Lesser Dog chiuse gli occhi. Era troppo tardi. Aspettò con ansia un impatto che non ci sarebbe stato.
-...Ehi. Tutto bene?- Una voce familiare. Doggo era davanti a loro ed aveva fermato i proiettili con le zampe.
-Uh...Noi...-
-Bark!-
-Maledizione! Ha fermato i proiettili! Ma aveva detto di poter vedere solo le cose che rimanevano ferme! Significa...-
I criminali spararono ancora. Ma Doggo fu nuovamente in grado di fermare tutti i proiettili.
-...Significa che quel cane è maledettamente fortunato!
-Ah! Non possiamo competere con la sua fortuna!-
-Fuggite ragazzi- Intimò Doggo -Qui ci pensano gli adulti!-
-Non potrà mai essere COSI' fortunato!- Urlò un criminale, estraendo un fucile automatico
-è pazzo! Fermatelo o distruggerà la merce!- Urlò John, ma era troppo tardi. La scarica di proiettili sforacchiò l'intera baracca. Doggo fu colpito più volte prima di riuscire a mettersi al sicuro. Greater Dog si abbassò, lanciandosi a terra, ma allentò la presa sui comandi dell'armatura e rotolò a diversi metri da essa. Lesser Dog riuscì a mettersi al sicuro, ma solo temporaneamente. I criminali corsero verso di lui, che si era nascosto dietro ad uno scatolone pieno di...Pieno di...
-Io so cosa siete! Voi non siete buoni! Siete mangiatori di mostri!-
I criminali si fermarono sul posto, le armi ancora in mano.
-...Come?- Fece John.
-L'ho visto. Dentro a quelle buste c'è polvere di mostri morti! Voi fate credere ai malati che date loro delle medicine, ma in realtà fate mangiare loro i mostri morti! Siete delle creature orribili!-
-Ma che ca...?-
-E adesso...Adesso osate anche fare del male ai miei amici...-
Nella stanza eccheggiò il suono prodotto da un motore in avviamento.
-Esci da lì dietro o ci toccherà distruggere la coca!-
-Ed inoltre...Qui fa piuttosto freddo...Quindi voi non siete nemmeno in grado di riscaldare gli scatoloni! Siete solo dei bugiardi e dei criminali!- Nella stanza eccheggiò il suono prodotto da un aereoplano in partenza.
-...Si può sapere di che stai parlando!?-
-Niente di importante. Solo qualcosa che mi facesse guadagnare tempo.- Nella stanza eccheggiò il rumore prodotto da un razzo in partenza, mentre Lesser Dog si lanciava ad altissima velocità verso i criminali, rovesciando scatoloni e spargendo sostanze stupefacenti ovunque.
L'arma di Lesser lampeggiò per tutta la baracca, colpendo i criminali, sbalzandoli via e lasciandoli privi di sensi. Il mostro schivò senza problemi i colpi del fucile semiautomatico e colpì il criminale che lo imbracciava con enorme potenza, tanto che questi inizio a sparare all'impazzata in aria, distruggendo le luci della stanza, che scoppiettarono come pop-corn.
Greater Dog nel frattempo era riuscito a tornare al comando della sua armatura ed osservava lo spettacolo da lontano, il suo sguardo che a malapena riusciva a tenere il ritmo dei movimenti di Lesser Dog. Ecco qual'era l'effetto di anni ed anni passati a giocare ad acchiapparella estrema. Greater Dog si ricordò però improvvisamente di Doggo, e si mosse verso l'amico ferito.
-Bark!-
-Non ti preoccupare...Va tutto bene...- Mormorò il mostro, accendendosi un biscotto per cani e fumandolo con calma.
Greater Dog si guardò intorno. Si era fatto improvvisamente tutto più buio. Qualcuno aveva sparato alle luci...Per fortuna Lesser Dog poteva contare sul suo olfa- Oh, no.
-BAARK!- Gridò Greater Dog all'amico, sperando che non avesse già respirato quella polvere bianca.
-Cosa? Perché non dovrei annusar...-
Lesser Dog si deconcentrò e mancò John quando stava per atterrarlo. Il suo colpo di lama fu invece diretto verso la parete della baracca, causando una crepa profonda che si espanse fino al soffitto. L'edificio doveva essere piuttosto vecchio, perché un colpo ben assestato bastò a farlo vacillare.
-L'intero posto si sta muovendo. Questo tugurio sta per crollare.- Sentenziò Doggo.

-Bark?-
-Sì. Forza, andiamocene. Qui, ragazzo.-
-Huh?- Lesser Dog scosse la testa -Ma...Loro...-
-Non abbiamo tempo di salvarli. Vieni.- Rispose Doggo, senza lasciarlo finire.
Ma Lesser Dog non aveva intenzione di farlo. Non ora che stava giocando all'eroe. Iniziò a correre per la stanza, caricandosi i criminali sulle spalle uno per uno.
-Questo posto ti cadrà sulle spalle prima che...!-
Doggo non finì la frase. Sentì un frastuono. Guardò in alto in tempo per vedere l'intera struttura collassare sui tre mostri. Chiuse gli occhi, aspettando la fine.
Che non arrivò.
-Bark.-
Doggo guardò ancora in alto, ma questa volta non riuscì a vedere niente. Segno che la struttura era ferma.
-Esatto.- Sentì dire a Lesser. -Questa volta tocca a noi salvarti.
Il giovane mostro stava ancora raccogliendo i criminali sulla schiena. Erano almeno una dozzina, e sembravano rallentarlo molto. Nel frattempo, con tutta la forza che aveva nelle braccia e nella schiena dell'armatura, Greater Dog stava sorreggendo l'intero edificio poco sopra alle loro teste. Doggo rimase senza parole. Raccolse il suo biscotto per cani e diede una boccata di fumo.
-Tutta...Tutta la merce...- Lesser Dog non era riuscito a colpire John, che adesso si trovava seduto sotto l'armatura di Greater.
Lesser Dog gli passò vicino mentre trasportava tutti i criminali in salvo, al di fuori dell'edificio.
-...La prossima volta...Ti consiglio una dieta vegana.-
Disse Lesser Dog mentre lasciava cadere a terra tutti i criminali salvati, nello stesso istante in cui Greater lasciò andare le pareti dell'edificio, facendole crollare su chili e chili di sostanze stupefacenti invendute.

Naturalmente, nessuno di loro a quel tempo poteva sapere che dietro ai traffici di droga c'era sempre stato Jerry. Esatto, Jerry. Era dietro a tutto. Geograficamente parlando. Infatti, Jerry si trovava sempre a circa 20-30 metri dietro ad ogni luogo in cui la droga veniva smerciata. Sempre. Perché Jerry è sempre dove non vuoi che sia. Dietro di te. E comunque, l'essere sempre in così tanti posti contemporaneamente gli costò moltissimo sforzo fisico, poiché doveva correre a velocità sovraumane. Per giorni. Tutto quell'allenamento e sforzo fisico lo fece così trasformare in Omega Jerry. Ma questa è un'altra storia.

Spazio della narratrice: 

Sapete che in tutti i miei viaggi per il Mondo di Sotto ho imparato a parlare in Wind Dings? Sentite qua. A-hem.
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Capitolo 5
*** Episodio che pensi faccia ridere: Rifiuto ***


Oh! COME CAZZO SI TRADUCE QUESTA PAROLA DALL'INGLESE Howdy! Il mio nome è IL VOSTRO PEGGIOR INCUBO...Irrilevante, al momento. Huh...Pare che la narratrice si sia addormentata durante la...Narrazione. Non preoccupatevi, però. Si da il caso che io sia QUI PER UCCIDERLA il suo migliore amico, e che abbia ascoltato in silenzio tutta la storia adagiato nel mio vasetto. Siccome però pare che la narratrice sia STATA NARCOTIZZATA piuttosto stanca, mi sostituirò a lei. Esatto! Per questo capitolo avrete un gentile narratore che profuma di CAPRETTO AL FORNO primavera! Mettetevi comodi ed iniziamo...Questo è senza dubbio il mio capitolo preferito! A-hem!


-C'è un motivo per cui vi ho chiamati qui, oggi.- Ammise Frisk, sospirando.
-...Ed è importante che ascoltiate con attenzione. Voglio che sappiate che ciò che avete fatto ieri è stato semplicemente fenomenale. Un'operazione di polizia portata a termine senza danni collaterali ed assestando un duro colpo al traffico di stupefacenti nella zona. Ma credo di dovervi delle spiegazioni.-
Lesser Dog e Greater Dog non stavano prestando alcuna attenzione al discorso di Frisk. La loro curiosità era invece attirata dai molti ricordi e “souvenir” del Mondo di Sotto.
-Mi state ascoltando!? Io starei cercando di costruire un momento serio, qui! Una storia che è sempre stata un mucchio di idiozie e battute demenziali sta per prendere una piega semi-thriller qui, e non ho intenzione di far passare questo colpo di scena in sordina!- Sbottò Frisk. Ma avrebbe potuto parlare col muro. E questi avrebbe risposto. In fondo era un tipo molto socievole. Peccato che fosse anche lui un raccomandato, portato all'ambasciata solo perché un lontano cugino della roccia al cancello di guardia.
-...Huh...Perché non volete ascoltarmi?- Disse Frisk in un soffio rassegnato.
-Oh! Scusi Ambasciatore Frisk, ha detto qualcosa?- Abbaiò Lesser Dog.
-...Ricominciamo daccapo, okay? Avete fatto un ottimo lavoro con la polizia...Ieri.-
-Grazie.- Rispose Lesser con calma.
-...Ieri. Ma per il resto la vostra carriera è stata un disastro.-
-Eh!?- Lesser Dog vide il mondo andare in frantumi davanti a sé.
-Greater, lascia stare i cimeli dell'ambasciatore!- Abbaiò Lesser, mentre l'amico si allontanava mortificato dal mappamondo che aveva appena fatto cadere.
-MI STATE ASCOLTANDO!?- Il suo urlo rieccheggiò per tutta l'ambasciata, ed il silenzio calò nella stanza.

-Oh! Scusi Ambasciatore Frisk, ha detto qualcos...-
-...Chara, dammi la forza.-
Scusa bro, mi hai fatta uscire dal tuo corpo a forza. Se avessi lasciato che prendessi possesso della tua anima e sterminassi tutta la loro specie questo non sarebbe successo. Te la sei cerc-
-Sans.-
AAAAAARGH! Okay, okay! Vado avanti!
...Diamine, stai calmo, bro. Non c'è bisogno di dire queste cose ad alta voce.
Ahem.
-Devo parlarvi di ciò che avete fatto in questi giorni! Nonostante le sostanze sequestrate ed i criminali arrestati, avete causato una quantità incalcolabile di danni alla città! Le autostrade sono state rese inagibili, più persone sono finite all'ospedale in condizioni gravi, per non parlare di tutte le finestre e porte che avete scassinato e dalla dannata evasione di massa dal carcere! Oltre ai danni causati direttamente a questa ambasciata!-
-Oh! E non dimentichi tutti gli scatoloni che abbiamo ucciso sotto quella baracca... - Volle precisare Lesser Dog -Le loro voci ancora mi tormentano di notte...Rimangono in silenzio...Ma sono le cose che non dicono...-
-L'unico motivo per cui non vi hanno arrestati è stato il mio intervento! Nel momento in cui vi siete presentati da me ho capito che sarebbe stata un'ottima opportunità il vostro ingresso nella polizia.-
-Opportunità? Opportunità per cosa?- Lesser Dog era quantomai perplesso.
-Un' opportunità per avvicinare umani e mostri. Vedete, in questi ultimi anni per gli umani è stato uno shock l'ingresso dei mostri nella loro società. Molti ancora non si fidano di voi, sono soggetti a pregiudizi, e si è persino formato un movimento contro l'integrazione dei mostri nella società umana, che ha organizzato proteste anche violente in tutta la città. Pensavo che se dei mostri avessero salvato la vita della gente, questa si sarebbe convinta che loro erano...Okay, insomma. Ma voi avete causato più danni che altro...Ho cercato di distogliere il pensiero della gente dalle vostre azioni negative alzandovi di grado e persino conferendovi una medaglia a testa...Ho anche inviato Doggo, pensando che se ci fosse stato lui a controllarvi, avreste portato a termine un'operazione senza troppi danni. Ed in effetti...Beh, così è stato. Vorrei chiedervi di continuare a lavorare ed agire come ieri all'interno della polizia. Vi prego, questa è una grande opportunità. Per me, per voi e per il sindaco.-
-...Il sindaco?-
-Eh? Ah!? N-no, niente. Ignorate quello che ho detto.-
-Credevo di aver sentito “il sindaco”.-
-Stai scherzando!? Da quando mi ascolti con così tanta attenzione!?-
-Oh, ehi, non si agiti...Devo aver sentito male. In ogni caso...Se le cose sono andate così male fino ad ora...Non può semplicemente resettare e spiegarci cosa fare? Lei ha il potere, no, Ambasciatore?-
-...No, non credo proprio. Ho deciso di sigillare quella abilità. Di non usarla mai più. Peggiora solo le cose, nella maggior parte dei casi. E non è giusto che io ne faccia uso.-
-Oh...Sì...Chiaro...Credo di capire...-
Frisk sorrise calorosamente ai due.
-Sapevo che con te avrei potuto ragion...-
-E rifiuto.-
-Rifiuti?-
-Rifiuto.-
-Rifiuti.-
-Rifiuto.-
-Perchè.-
-Beh...Perché io e Big G ci siamo stancati. Non è così?-
-Bark!- Confermò Greater.
-Stancati.-
-Sì, questo era solamente un gioco...Ma ieri ci siamo accorti che questo gioco sta diventando non solo pericoloso...Ma specialmente molto noioso. Quindi noi ce ne andiamo dalla polizia.-

-Sei serio.-
-No, sono Lesser Dog.-
L'ambasciatore sospirò, pervaso dalla rabbia.
-Ascoltami. As. Coltami. Razza di sacco di pulci dalla corteccia cefalica semi-funzionante frutto di incesto. Ascoltami. Cazzo. Io lavoro qui ore. ORE. Al giorno. Faccio gli straordinari praticamente ogni giorno. Solo nelle ultime settimane ho ottenuto il privilegio speciale di andare a casa a dormire per 5 ore al giorno. In una vecchia topaia da cui sto per essere sfrattato, visto che il poco guadagno che questo lavoro di merda mi fornisce non mi permette di pagare l'affitto in tempo. Mi spacco letteralmente la schiena perché gli umani non cerchino di sputarvi e darvi fuoco a vista. In questo momento potrebbe benissimo esserci un gruppo del fronte anti-integrazione davanti alla porta dell'ambasciata, pronto ad assaltare questo posto con il solo scopo di farvi strisciare tutti di nuovo nel buco di culo da cui siete venuti fuori. Ora. Se voi poteste darmi una mano...Una. PICCOLA. Mano. Che mi permettesse di raccogliere i primi miseri frutti di nove lunghi anni di lavoro ad affrontare le questioni PIU' RIDICOLE. Ecco. Diciamo che se voi poteste farmi questo favore vi sarei molto grato. È...Chiaro?-
-S-sì!- Guaì Lesser Dog -Chiaro come il sole.-
Era proprio vero quello che si diceva in giro. L'Ambasciatore Frisk sarebbe stato in grado solo con le sue parole di convincere chiunque a fare qualsiasi cosa.
Lesser Dog e Greater Dog accettarono. Strinsero la mano a Frisk ed uscirono dalla stanza, seguendolo fuori dall'ambasciata.
Lesser Dog stava giusto rivalutando la sua brillante idea di giocare a fare gli eroi “proprio come l'Ambasciatore Frisk”, quando un frastuono eccheggiò all'interno dell'ambasciata. Le luci si spensero improvvisamente.
-Oh. Oh no.- Mormorò Frisk -...In questo momento...Mi sa...Che c'è un gruppo del fronte anti-integrazione davanti alla porta dell'ambasciata, pronto ad assaltare questo posto con il solo scopo di...-
Non riuscì a finire la frase. Una fragorosa esplosione di fuoco riempì il corridoio.
-AH! MALEDIZIONE!- Imprecò Frisk, gettandosi a terra.
Cioè, probabilmente non disse “Maledizione”. Ma ehi. Rating verde. Mi faccio bastare quello che ho.
Lesser Dog aveva utilizzato il suo scudo per coprire Frisk dal getto di fiamme e proiettili.
-...Cosa...?- Balbettò Lesser Dog.
-Vogliono far saltare questo posto.-
-Ba-bark?- Balbettò Greater Dog.
-Niente giochi. Questi fanno sul serio.- Frisk si voltò verso una delle finestre dell'ambasciata. -Voi teneteli occupati. Io vado a chiamare aiuto.- Frisk si lanciò contro la finestra, sfondandola e correndo nel cortile.
I membri della coalizione anti-integrazione spararono più volte dalle finestre dei piani superiori, cercando di colpirlo in corsa. Ma era chiaro che non si trattava di professionisti, e nessuno era in grado di schivare proiettili bene quanto Frisk. Che modestamente ha imparato tutto da me.
-Te...Tenerli occupati?-
-Bark...- Guaì Greater Dog.
-Sì...Sì, anche io ho paura. È tutto così...Improvviso...A quanto pare...A quanto pare non siamo buoni nemmeno nei giochi...Come dovremmo occuparci delle...Delle cose vere?-
-Bark! Bark!- Abbaiò infuriato Greater Dog.
-Vergognati di quello che hai detto!- Lo redarguì Lesser -L'Ambasciatore Frisk non è fuggito. Tornerà presto coi rinforzi, metteremo fine a questa storia e torneremo a giocare nel nostro giardino.- Lesser Dog si mise lo scudo dietro alle spalle.
-Ora saliamo al piano di sopra- Continuò -Ho sentito che della gente cercava di sparare all'Ambasciatore da lassù...-
Lesser Dog proseguì a passo incerto. Salì le scale dell'ambasciata. Sentiva il fischiare di alcuni proiettili, urla furiose...Ed il bip bip di una bomba, accompagnato dall'acre odore di esplosivo. Un passo falso e sarebbe stata la fine. Lesser Dog proseguì lungo i corridoi del piano superiore, annusando l'aria con attenzione, finché il suo fiuto non lo portò di fronte ad una porta. Dietro quella porta c'era il silenzio completo, ma la stanza oltre di essa era pervasa dall'odore di esplosivi e di sangue.
-Okay...Sarà facile. Al mio tre entriamo. Sarà un po' come un gioco del silenzio. Dobbiamo solo prendere la bomba prima che scoppi e fuggire via più veloci che possiamo. Loro ci inseguiranno, ma l'Ambasciatore Frisk tornerà con i rinforzi e ci salverà tutti.-
-B...Bark?-
-Certo che sono sicuro.-
E vedere il proprio amico così certo delle sue azioni...Non potè che riempire l'anima di Greater Dog di Determinazione. Eh, sì. Era chiaro che il suo amico era pervaso dalla paura...Che sarebbe volentieri scappato via, proprio come l'ambasciatore...Ma che stava cercando di farsi forza...
-Bark.-
-Sono contento di sentirti così sicuro di te. Forza, andiamo!- Abbaiò Lesser Dog, aprendo la porta.
Un boato. Motore che si avvia. Fischiare di proiettili. Greater Dog si gettò giù dalla sua armatura, rotolando a terra. Altri proiettili. Odore di esplosivi. Greater aprì gli occhi, incrociando lo sguardo del suo amico.
Lesser Dog lo fissò con un sorriso sul volto e la compassione negli occhi. Un istante prima di ridursi in un mucchio di polvere bianca e collassare a terra.
I terroristi del gruppo anti-integrazione si avvicinarono a Greater Dog, fissandolo con disprezzo.
-Posiziono il timer della bomba a due minuti. Freddalo e fuggiamo di qui.-
Greater Dog cercò di arrampicarsi sulla sua armatura per prenderne il controllo, ma la sua schiena fu sforacchiata da diversi proiettili, e rovino a terra, con alcuni guaiti.
-Ba...Baaaa...-
Il terrorista che gli aveva sparato gli piazzò altri tre proiettili in testa. La vista del mostro si annebbiò. Cercò di abbaiare, ma la voce gli morì in gola. Non riusciva più a muovere il suo corpo, tranne che per il collo. Lo spostò, così da osservare cosa era rimasto di lui. La maggior parte del suo corpo si era tramutata in polvere bianca. Chiuse gli occhi, aspettando l'ultimo colpo.
Eppure...Doveva essere solamente un gioco. Un divertimento. Non avrebbe voluto che finisse così...Ed era colpa sua. Assecondava sempre i desideri di Lesser Dog, per renderlo felice. Ma adesso che lui non c'era più...Era tutta colpa sua. Ed avrebbe rimediato. Oh, sì, avrebbe rimediato. Si sentì pieno di Determinazione come mai lo era stato prima d'ora. La Determinazione che ti coglie proprio negli ultimi momenti per dirti di controattaccare. Era come un brutto sogno. Da cui era ora di svegliarsi.
Determinazione. Solo questo gli riempì l'anima. Determinazione.
Oh, sì! Era ora di risolvere la situazione con-

Bang.

 

E così MORIRONO TUTTI morirono tutti.

Fine!

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Capitolo 6
*** Episodio quasi 7: Wofenrir ***


Hah! Ha-runph!

-Ah! Bro, stavi narrando la storia al posto mio!?-
-Scusa, era il mio capitolo preferito! Quello in cui muoiono tutti!-
-…La prossima volta ti poto.-
-Piuttosto, ho bisogno di essere innaffiato. Ho sete DEL SANGUE DEGLI INNOCENTI di acqua!-
-Ma che dici? Stai benissimo così! Lasciami continuare la mia storia in pace! Siamo quasi alla fine…Oh, e per quelli di voi che si stessero chiedendo dove mi trovo…Non avete imparato nulla dal primo capitolo, eh? In ogni caso, sono nella mia umile dimora, seduta su una poltrona rossa di velluto. Sono in vestaglia, e sorseggio un bourbon invecchiato nove anni al calore di un camino.-
-Che dovresti spegnere! Quel coso brucia come UNA PUNTURA DI ZANZARA le fiamme dell’inferno!-
-Sai cosa brucia ancora di più? Questo bourbon! GLUB.-

-AAAAARGH! Quel sorso sì che l’ho sentito! Woaah! Mi gira la testa! Cavoli! Sento un bruciore dentro come se avessi mangiato il figlio illegittimo tra Grillby e la casa di Undyne!-
-…Ma che caz…?-
-CONTINUIAMO!-


Frisk era in piedi di fronte all’ambasciata. All’interno si sentiva un frastuono. Forse proiettili. Non c’era nemmeno un secondo da perdere. Nonostante lo stesse perdendo in quell’esatto momento, parlando tra sé e sé.
-Sans! Papyrus!- Esclamò, notando come raramente la gente li ricordasse come “Papyrus e Sans”, ma quasi sempre come “Sans e Papyrus”.
-Papyrus! Sans!- Si corresse.
I due scheletri avanzarono, a circa 10 metri dall’ambasciata.
*azzurri bro?
-AZZURRI! IMPEDIREMO LORO DI MUOVERSI!- Urlò Papyrus, irritando ogni lettore con il suo perenne Caps Lock. I due posarono le mani a terra, ed in un paio di secondi l’ambasciata fu circondata da ossa alte circa 10 metri che costeggiavano le pareti, per metà azzurre e per metà bianche.
...
-SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANS!-
-Dottor Alphys, cosa rileva!?- Urlò Frisk, voltandosi.
-B-beh, a-all’interno di…Huh…-
-NON C’E’ TEMPO! Sindaco!-
Il Sindaco Orso si avvicinò a Frisk, intimando alla sua scorta, capeggiata dall’imponente Monster Kid, di rimanere indietro. La scorta, in quanto era formata da quattro rocce piuttosto massicce, non poté fare a meno che obbedire.
-Sta diventando difficile fidarsi di te, Ambasciatore Frisk. Ho paura che dopo questo casino dovrò sostituirti.-
-Con chi? Monster Kid?- Rispose Frisk sarcastico.
-Beh, io pensavo più a…-
-NON C’E’ TEMPO!-





…Eee…
Rm…Eeee…
…Determ…Inazioneee…
Determinazione…
Determinazione…
Determinazione.
Greater Dog si alzò in piedi. Si sentiva imponente…Ma allo stesso tempo leggero. Si guardò intorno. Sotto un tavolino al centro della stanza c’era una bomba. Il timer segnava un minuto. Intorno, quattro terroristi del fronte anti-integrazione impugnavano fucili d’assalto e fissavano Greater Dog sbiancati in volto. Non si era mai sentito così determinato prima. Non gli importava di essere diventato un amalgama di rimasugli di mostro liquefatti, alto tre metri, a forma di lupo bipede e con un enorme buco nero al posto degli occhi. Era determinato. Oh, sì. Non si era mai sentito così bene. Era ora…Di risolvere la situazione. 50 secondi. Ma non poteva farcela da solo. I terroristi aprirono il fuoco. I proiettili erano appena fastidiosi sulla sua pelle, ma la trapassavano senza lasciare ferite. Si trasformò rapidamente in una pozza di liquido biancastro che si muoveva sotto alle gambe dei terroristi. Questi, per quanto terrorizzati, non accennavano a cessare il fuoco. 40 secondi. Lui aveva in mente solo un obiettivo. Ed era maledettamente determinato. Strisciò fino a raggiungere la polvere che una volta era stata il suo migliore amico, Lesser Dog. Sapeva che la sua anima doveva essere ancora lì da qualche parte. Era morto da pochi secondi. Si lanciò sulla polvere, assorbendola dentro di sé, ed improvvisamente la sentì. La potenza di Lesser Dog. La sua anima. La sua determinazione. Adesso erano in due. E nessuno poteva fermarli. 30 secondi. Si voltò verso i terroristi. Quattro. Nessun problema. Dal suo nuovo corpo amalgama, il duo separò e lanciò ad altissima velocità un Annoying Dog, che si attaccò direttamente al volto di uno dei terroristi. Non erano professionisti, chiaramente, visto che, nella paura, questi iniziò a sparare all’impazzata in giro per la stanza, rischiando di colpire i suoi compagni. Infine inciampò e colpì con la testa lo spigolo del tavolino sotto a cui era piazzata la bomba. Il duo amalgama allungò le braccia come gomma ed afferro i volti di due dei terroristi. 15 secondi. Li sbatté violentemente l’uno sull’altro, facendo volare per la stanza frammenti di cervello, scatola cranica e fiotti di sangue. 10 secondi. Guardò l’ultimo terrorista rimasto. Non c’era tempo per lui. Bisognava fermare la bomba. Il duo si lanciò sul tavolino e lo avvolse completamente nella sua melma bianca, formando una cupola intorno all’ordigno. 5 secondi. Il terrorista lasciò andare il fucile d’assalto e corse verso la porta della stanza. 4 secondi. Il duo separò un braccio dalla cupola di melma e lo afferrò, trattenendolo. 3 secondi. Determinazione. 2. DETERMINAZIONE! Uno.
La bomba brillò. Si sentì un enorme frastuono. Il terrorista chiuse gli occhi, aspettando la sua fine. Li riaprì poco dopo. La stanza era intatta. Completamente. L’amalgama aveva contenuto l’esplosione…E adesso frammenti liquidi di questo erano sparsi per tutta la stanza. Macchie biancastre ovunque. Una era finita anche sui vestiti dell’attentatore. Questi sospirò. I mostri erano davvero terrificanti. Andavano eliminati…Il prima possibile. Riportati nel loro lurido mondo che…
I frammenti di amalgama iniziarono a muoversi, convergendo tutti lentamente verso il centro della stanza. Non era possibile…
In meno di un secondo, tutti i frammenti scattarono verso il centro, riformando il corpo di lupo con il buco nero al posto degli occhi a mezz’aria.
ERA DETERMINATO. Atterrò, ed allungando il proprio braccio colpì il terrorista con un poderoso pugno in faccia. Poi lo afferrò e lo gettò contro la finestra, mandandola in frantumi e riempiendo la schiena dell’attentatore di schegge di vetro. Il duo ululò, ma di un ululato doppio, innaturale, come se provenisse dall’oltretomba. Il solo spostamento d’aria dell’ululato fece tremare l’edificio, causando crepe nelle pareti. “Ahia!” esclamò una di esse. Il duo la colpì con una testata e la mandò in frantumi, rivelando altri due attentatori terrorizzati, rannicchiati in un angolo. Stavano piangendo. Erano chiaramente civili. Ma lui ERA DETERMINATO.
Quando ebbe finito di spargere il sangue e le interiora dei due terroristi sulle pareti, il duo scese al piano inferiore dell’ambasciata. Sarebbero andati da Frisk. E Frisk avrebbe resettato. Per loro. Li avrebbe riportati a quando erano in quel dolce giardino con l’erba tagliata male, i cespugli distrutti ed i buchi nel muro. Li avrebbe riportati a giocare come prima. D’altronde, li aveva messi lui in quella situazione di melma. DETERMINAZIONE.

Quando Frisk stava per inviare l’unità di Monster Kid a fare irruzione nell’ambasciata, si sentì un ululato da far gelare il sangue nelle vene. Non avrebbe nemmeno saputo dire se fosse un ululato di gioia o di immenso dolore. Come se un condannato a morte piangesse i suoi cari mentre contemporaneamente un boia ride trionfante per il lavoro che sta per compiere. Frisk fece segno a Monster Kid di arretrare. L’ululato fece dissolvere nel nulla le ossa create da Sans e P- da Papyrus e Sans. Si sentirono dei passi. Mastodontici. Le porte dell’ambasciata schizzarono in avanti, fuori dai loro cardini. E la figura che Frisk osservò al di là di queste risvegliò in lui ricordi…Che avrebbe preferito lasciare sopiti.
Monster Kid avanzò verso l’amalgama.
-Sindaco! Arretri!-
Il Sindacò annuì ed obbedì, arretrando con la sua scorta. Monster Kid era poco più basso del duo, ma ben più piazzato. Non aveva braccia, certo, ma le sue tozze gambe erano piantate saldamente al terreno.
-Kid, no! È me che vuole!- Urlò Frisk, in un disperato tentativo di salvare l’amico. In fondo, l’umano sapeva che gli amalgamati non possono essere sconfitti con il fisico.
Il duo avanzò verso Monster Kid. Si fermò a pochi centimetri dalla guardia del corpo. Diede uno sguardo alla sua tenuta nera elegante. Alle sue scaglie appuntite come rasoi. Poi si sciolse in una pozza di melma.
-Ehi! È stato facile!- Sorrise Kid –Ho protetto tutti!-
Ma la melma bianca prese lentamente un’altra forma: quella di una dozzina di Annoying Dog, che sorpassarono Monster Kid aggirandolo e passandogli sotto le gambe. Non avevano tempo per giocare con quel nuovo amico. Dovevano assolutamente parlare con Frisk e dirgli di resettare. Poi forse-
-Ehi! Non mi ignorare!- Intimò Kid, calpestando uno dei cagnolini. Tutti gli altri si voltarono verso la guardia con sguardo truce.
-KID!-
Monster Kid si voltò verso Frisk. Tutti gli Annoying Dog presero posizione bipede, ed iniziarono a colpire la guardia ed a lacerare la sua carne con gli artigli. Inizialmente sembrò che il giovane potesse avere la meglio. Ma non è possibile sconfiggere un amalgama col fisico. Perché Frisk non glielo aveva detto prima!?
Monster Kid fu sopraffatto da quell’attacco frenetico, ed era sicuro che sarebbe morto. Finché non sentì una voce.
-Ehi. Qui. È me che cerchi, no!?- Urlò Frisk, correndo verso l’amalgama, che lasciò stare Monster Kid ed iniziò rapidamente a ricomporsi. Pochi istanti, ed il duo ritornò alla sua forma precedente.
- Non posso crederci…Ragazzi…Siete voi?...Siete…Determinati.-
L’amalgama annuì, osservando Frisk immobile come se aspettasse qualcosa.
-…Volete che resetti…Non è così? Che riporti tutto a come era prima…- Frisk si aggiustò la cravatta, stringendo il nodo, e sospirò.
-Non posso farlo. Ho giurato che non lo avrei più fatto. Non sarebbe giusto. Mi dispiace. Io…Io non posso credere…-
“COSA!? COME SAREBBE A DIRE NON PUO’ FARLO!? E’ STATA TUTTA COLPA SUA! DEVE FARCI TORNARE COME ERAVAMO PRIMA!”
Il duo afferro Frisk per il bavero, ed avvicinò il volto dell’Ambasciatore al buco nero che l’amalgama aveva in faccia.
-Non lo farò. Lesser, Greater…Io…Non ci posso credere.-
“PERO’ LO FACEVI QUANDO SERVIVA A TE!!”
L’amalgama lasciò andare Frisk, che rovinò a terra, e mise un piede sopra al suo sterno.
-Non posso…Non posso credere…-
“NON LO FARAI, EH!? ALLORA NON CI SERVI A NIENTE. MUORI.”
Un bagliore rosso fuoco brillò dal petto di Frisk.
-…Non posso credere a che razza di stronzo sono stato, con voi due. Mi importava solo di tenermi il mio stupido lavoro…La mia stupida casa…Di far quadrare tutto perfettamente…E non ho mai pensato a che cosa davvero avrebbe unito umani e mostri…Una semplice…Una banale…Amicizia.-
Frisk osservò la sua anima brillargli in petto. Era da molto che non poteva vederla così chiara.
-Io vi salverò.-
“MUORI.”
L’amalgama alzò il piede e lo fece schiantare a terra, puntando a fracassare il cranio di Frisk con un pestone. Ma prima che potesse farlo, Frisk era già scivolato lontano.
-Grazie, amico.- Mormorò Frisk, rialzandosi.
*figurati.
Sans rispose aiutando Frisk ad alzarsi. Il suo occhio brillava ancora di arancio e celeste.
-…Ma vorrei chiedervi di non intromettervi. Ci penso io, qui. Voi allontanatevi. Ma prima…Dr. Alphys. La mia arma.-
Alphys sgambettò verso Frisk, portandogli quella che pareva la custodia di un’arma da fuoco di grosso calibro. L’Ambasciatore intimò ai mostri di allontanarsi, mentre apriva la custodia, che rilasciò fumi bianchi tutto intorno a sé, e ne estrasse un bastone di legno di quelli con cui sono soliti giocare i bambini, non più lungo di mezzo metro.
L’amalgama rimaneva immobile. Stava ribollendo di rabbia e determinazione. Probabilmente in preparazione di un attacco. Frisk impugnò il bastone con la mano destra, si sbottonò la giacca elegante e se la lanciò dietro la schiena. Questa venne leggermente trasportata dal vento. Sotto Frisk portava una maglia a maniche lunghe a righe azzurre e viola. Si sistemò la cravatta, questa volta allentando il nodo di parecchio. Sotto la maglietta si poteva intravedere una muscolatura piuttosto scolpita.
*hai fatto palestra, ragazzino?
-Un giro nel vostro mondo è più che sufficiente per mettere su…-
-Ehi. Aspetta. Vi avevo detto di allontanarvi!- Frisk si voltò verso Sans. Ma era già sparito. Frisk sospirò, sorridendo, per poi voltarsi verso il duo.
“TI UCCIDIAMO”
Frisk si colpì la spalla sinistra con il bastone due volte, facendolo passare dietro al collo.
-Balliamo.-
“MUORI”
Il duo si lanciò contro l'Ambasciatore a velocità elevatissima, causando un boom sonico e tempestando il bersaglio di pugni e colpi di artigli. Frisk parò tutti i colpi con fatica, e fu costretto a retrocedere. L'amalgama non fece lo stesso. Con uno scatto in avanti afferrò il volto dell'umano.
“NOSTRO”
Con un colpo deciso del bastone, Frisk tranciò la mano dell'amalgama, togliendosela dalla faccia. Poi sospirò.
-Smettetela. Non è il caso di fare così. Capisco il dolore che provate...Ma siete eroi. Potete ancora redimervi...La Dottoressa Alphys si prenderà cura del vostro nuovo corpo se volete.-
“NO. NOOOOOOOOOOOOOOOOO”
L'amalgama tornò alla carica, trasformando il proprio braccio in una lama e puntando al collo di Frisk. L'ambasciatore riuscì a schivare il primo fendente. Subito il duo usò l'altro braccio per provare a tagliarlo in due all'altezza della cintura. Frisk parò questo colpo con il bastone.
-è vero. È colpa mia se vi è successo tutto questo. Ma me ne scuso. Farò tutto ciò che volete. Ve lo devo. Ma non posso resettare.-
Subito l'amalgama tornò all'attacco con la prima lama, che aveva ora trasformato in un artiglio. Frisk non si aspettava quel colpo. Cercò di schivare ma era troppo tardi. L'artiglio gli strappò via la maglietta e la cravatta, mettendo in mostra la sua carnagione dorata, e causò tre tagli rossi e profondi sul suo addome. Anche l'anima di Frisk accusò il colpo. L'ambasciatore arretrò, ma l'amalgama non aveva intenzione di mostrare alcuna pietà. Diede un pugno al terreno, facendo ribaltare una lastra di cemento su cui Frisk si trovava e sbalzandolo in aria. L'ambasciatore riprese quasi immediatamente l'equilibrio, ed atterrò con un colpo di bastone sull'amalgama, dividendolo in due. Questa volta il duo ci mise un paio di secondi a riformarsi.
-...Sei...Siete stanchi?-
“MUORI”
Il duo balzò all'indietro, schiantandosi contro il cemento del terreno e dividendosi in tante macchie lungo l'asfalto. Le macchie si trasformarono presto in grossi lupi bianchi che attaccarono Frisk circondandolo. Questi, con riflessi pronti, scagliò il bastone in aria. Presi come da un istinto primordiale, i lupi si lanciarono in aria per afferrarlo. Prima che toccassero nuovamente terra, Frisk li colpì tutti contemporaneamente con un calcio rotante, che li fece ritornare al loro stato di macchie sul terreno. Poi recuperò il bastone al volo. Giusto in tempo per osservare come il tempo impiegato dall'amalgama per riformarsi fosse sempre più lungo. Erano visibilmente stanchi...Certo...Ma non per questo li avrebbe convinti a darsi una calmata. Doveva salvarli sul serio, questa volta.
“BASTARDO MALEDETTO BASTARDO MALEDETTO BASTARDO MALEDETTO BASTARDO”
L'amalgama compì un altro balzo alto diversi metri, per poi atterrare con un boato sul tetto dell'ambasciata. Qui il suo corpò cambiò ancora forma, prendendo quella di una specie di puntaspilli irto di lance simili a quella utilizzata da Greater Dog. L'amalgama iniziò a scagliare le lance verso Frisk a grande velocità, per poi crearne e tirarne ancora.
Frisk subito afferrò il bastone con la mano sinistra, la sua mano dominante, ed iniziò a farlo roteare ad altissima velocità per parare tutti gli attacchi. In una pausa necessaria all'amalgama per ricreare delle “munizioni”, Frisk scagliò il bastone contro il duo, facendolo roteare ad alta velocità in volo e segando così il puntaspilli in due. Tutte le lance caddero a terra, mentre Frisk correva a recuperare il suo bastone. Questa volta il tempo di riformazione gli avrebbe dato la possibilità di prendere un po' di fiato. Certamente non affrontava uno scontro così frenetico da anni. Diamine, era da anni...Che pensava di non potercela fare. Frisk sentì vicino a sé un ululato terrificante. Troppo vicino. Il duo si trovava dietro di lui. Era più piccolo, rispetto a qualche minuto fa. Doveva aver perso dei pezzi durante tutti quei cambi di forma. Frisk scattò via, mentre il duo, trasformando le enormi braccia in un cannone, sparava un Annoying Dog a razzo.
Frisk cercò di spostarsi dalla traiettoria, ma il razzo sembrava inseguirlo. Iniziò a correre verso l'ambasciata, ma prima o poi l'avrebbe raggiunto. Arrivato al cancello dell'ambasciata, lo scalò in orizzontale, correndoci sopra. Il razzo colpì il volto di Asgore al centro del cancello, esplodendo e sfondando l'ingresso dell'ambasciata. Frisk rovinò a terra. Sentì qualcosa di freddo toccargli la faccia. Fango. Stava piovendo. Si rimise in piedi a fatica, anche scivolando. Il suo volto era graffiato e sanguinante dal labbro, il naso piegato in maniera innaturale. E l'amalgama non si vedeva da nessuna parte.
Un colpo alla schiena. Frisk sentì una fitta di dolore e venne sbalzato in avanti di diversi metri, rimbalzando più volte contro il terreno.
“NOI TI UCCIDEREMO UNA VOLTA PER TUTTE”
L'amalgama sembrava allo stremo delle forze. Frisk si rialzò in piedi, impugnando il bastone saldamente con entrambe le mani. Non ce l'avrebbe fatta. Ma questo non gli avrebbe impedito di provare.
Greater e Lesser Dog puntarono gli artigli contro il terreno, affondandoli nel cemento, poi iniziarono a camminare all'indietro, allungando le braccia. Si sentì il suono di un motore che si avvia. Frisk capì subito il loro piano. Usando le braccia come gli elastici di una fionda, si sarebbe lanciati verso di lui, travolgendolo e facendolo a pezzi. Suono di un aereo in partenza. Frisk cercò di spostarsi dalla traiettoria, ma le sue gambe sembravano non ubbidirgli. Semplicemente tremare, e resistere appena quel tanto che bastava per reggerlo in piedi. Al suono della partenza di un razzo, l'amalgama si gettò con un ululato contro Frisk. La velocità causò un secondo boom sonico. Senza pensare a ciò che stava facendo, Frisk intercettò il proiettile con un colpo di bastone. Si sentì un boato. L'amalgama si divise in tante piccole particelle che furono sparate nella direzione opposta, ricomponendosi in volo, e facendo schiantare il duo contro l'ambasciate, con un botto sordo. Quel colpo fece tremare e crollare tutta l'ambasciata direttamente sui due cani, davanti allo sguardo di Frisk, che cadde a terra senza forze.
L'ambasciatore sentì la fredda pioggia sul suo corpo. Per lui era finita. Gocciolando fuori dalle rocce, l'amalgama si ricompose lentamente ed iniziò a camminare verso Frisk. Un passo alla volta. Era determinato a porre fine alla sua vita. Le gocce di pioggia bagnavano il volto di Frisk, che fissava il cielo assente. Durante il colpo, il suo bastone si era spezzato in due. Adesso Frisk non teneva in mano che un inutile legnetto. Raggiunto Frisk, l'amalgama gli si sedette sul petto. Ed iniziò a colpirlo. E a colpirlo. Pugni in faccia. Deboli. Ma costanti. Rabbiosi. Determinati. Non sarebbe stato contento fino a che non avesse mandato in pezzi il cranio dell'ambasciatore. Ma adesso era abbastanza vicino. Frisk sorrise. Era ora di utilizzare quel comando che era rimasto sopito da tempo. La sua anima brillò di una luce arcobaleno, risplendendo sulle gocce di pioggia. Frisk allungò il braccio, e, prima che il duo potesse fare una qualunque mossa, lo affondò all'interno del liquame bianco. Qui, toccò qualcosa di solido. Magia. Un'anima...
No. Due anime. Afferrò l'anima con tutte le sue forze. Anche questa risplendette di mille colori. L'amalgama si fermò improvvisamente. Con l'altro braccio, il sinistro, Frisk scagliò il legnetto che gli era rimasto in mano. Seguendo una sorta di istinto primordiale, il corpo amalgama si lanciò a rincorrerlo. Ma le anime rimasero nella mano di Frisk. Il corpo dell'amalgama fece giusto due passi verso il bastone, per poi sciogliersi e dissolversi nella pioggia.
Frisk non aveva più forze. Lasciò andare le due anime, che volteggiarono verso il cielo. Non aveva mai visto due anime così leggere...Più leggere dell'aria...Ed anche salendo al cielo, queste continuavano a rincorrersi, a fluttuare e saltellare nel vento, a danzare insieme. Frisk chiuse gli occhi, ascoltando il completo silenzio, interrotto solo dallo scrosciare della pioggia.
 

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Capitolo 7
*** Show Must Dog On. Epilogo finale. ***


Epilogo 1: Frisk

*ehi, ragazzino, vuoi un hot-dog?
Frisk riaprì gli occhi. Sorrise ed annuì. Sans lo imboccò con un paio dei suoi 'dog. Al sapore di quelle prelibatezze, la forza tornò nel corpo dell'ambasciatore, le sue ossa tornarono al loro posto, naso compreso, ed i tagli sul corpo iniziarono a riuchiudersi. Tossì un paio di volte. Indicò verso il cielo.
*non ti preoccupare, non devi dire una parola
l'occhio di Sans brillò di arancio e celeste
 

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Epilogo 2: Wan-Nabe

Lesser Dog stava aspettando con trepidazione seduto esattamente al centro del giardino dei suoi nuovi padroni. Di lì a poco avrebbe visto il suo vecchio migliore amico, Greater Dog, con cui era solito giocare a qualunque cosa venisse loro in mente. Quindi, in realtà, non a molto. Il giardino era un luogo accogliente e ben curato, con nani da giardino in frantumi, erba trascurata e cespugli rovinati ovunque. Il muro di cinta che lo separava dai giardini dei vicini era ricoperto dalle piante rampicanti ed aveva tre enormi fori, uno sotto l'altro, situati poco sotto la sommità. . Era costruito con rossicci mattoni ormai sbiaditi ed allo stesso tempo resi più scuri dal tempo. Quindi in pratica erano del loro colore originale. Lo scudo, la spada e la lancia di Lesser Dog erano accatastati in un angolo vicino al cancello di metallo nero e piegato che dava direttamente su un comune vialetto della periferia di Ebott Town.
Il suo amico si presentò poco dopo. Era composto da un'armatura di nero metallo nuoa fiammante e da una testa di circuiti elettronici, giunture e pelo sintetico. Sorrise a Lesser Dog. Lesser Dog lo salutò abbaiando con eccitazione. Greater si mosse goffamente verso l'amico, ma sul percorso inciampò, causando un buco nel muro, e rovinando su un cespuglio del giardino.
-Non temere!- Lo rassicurò Lesser Dog, allegro -Nemmeno io mi sono abituato a questi nuovi corpi robotici della Dottoressa Alphys!- Così dicendo, Lesser Dog si leccò la zampa metallica, se la passò sull'armatura cromata e poi sul pelo sintetico -Ragion per cui non faremo i soliti giochi, ma faremo una passeggiata! Ho sentito dire che al parco il sindaco Orso ha fatto costruire una nuova bella statua che scoprirà oggi pomeriggio! Dovremmo darci uno sguardo!-

Greater Dog era così eccitato all'idea che si mise a saltellare con la sua armatura per tutto il giardino, finché non rischiò di inciampare nello scudo di Lesser Dog. Fu così costretto ad appoggiarsi rapidamente al muro, su cui provocò un foro a causa della sua mastodontica forza.

 

 

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Epilogo 3: Chara

-“...interrotto solo dallo scrosciare della pioggia.” Ecco, ho finito!-
Chara sorrise, fiera del suo lavoro.
-Wow. Ci hai messo soltanto poche ore a scrivere un resoconto di tutto quello che è successo negli ultimi giorni.-
-Beh? Sono una scrittrice d'eccezione, no?-
-No! Il tuo resoconto è uno schifo! È pieno di eventi che non hanno un senso...-
-Ma ho intervistato direttamente i protagonisti per...-

-è quello il punto! Inoltre è pieno di tuoi interventi senza senso, ed è stato buttato giù in pochissime ore! È un abominio! E' un'aborto! E' un insulto alla letteratura mondiale! È uno schifo! Fa così schifo che non ho nemmeno trovato un modo gentile di dirti quanto faccia pena!-
-...Chi vuole una potatina?-
Flowey sospirò.
-è mezzanotte passata. Adesso smettila di leggere quello che scrivi ad alta voce e lasciami riposare.-
Ma non appena il fiore terminò quella frase, qualcuno bussò alla porta.
-Chi è che rompe a quest'ora!? Bussano a quest'ora del mattino. Chi sarà mai? Va' a vedere, potrebbe essere urgente.-
Chara annuì e si diresse verso la porta, aprendone uno spiraglio. Davanti ai suoi occhi si parò un Frisk ridotto in condizioni pietose, pieno di lividi, cicatrici e cerotti in faccia e su tutto il corpo.
-E tu che cosa vuoi qui?-
-Beh, so che devi fare la tua manutenzione settimanale- Frisk mostrò la scatola degli attrezzi che portava in una mano -Ed ho pensato che magari avrei potuto lasciar riposare Alphys e farla io, per questa settimana.-
-Oh. Oh, grazie. Entra, ti preparo un té. Devi aver preso freddo, con questa pioggia.-
-Nah, ha già smesso di piovere.-
Frisk starnutì, entrando, mentre Chara si diresse verso la cucina.
-Ehi, Asriel.- Salutò Frisk -...Hai bisogno di un'innaffiatina.-
-Non me ne parlare.-
-Non dirmi come devo accudire mio fratello!- Gridò Chara dalla cucina -Altrimenti poto tutti e due!-
-Ngh...A te non fa paura?-
-Nah. È mia sorella. Non mi ucciderebbe. Ed anche se lo facesse, vorrebbe dire che ha ceduto alle mie provocazioni. Ed in quel caso avrei vinto io.-
Frisk sorrise, anche se un po' nervoso.
-Allora, tu non mangi niente?-
-Nah, io VI RIEMPIO IL CULO DI ANIDRIDE CARBONICA STRONZI sono fotosintetico.-
-Ecco qui.- Chara uscì dalla cucina con una tazza di te dorato -Oh, scusa! Ho dimenticato l'ingrediente più importante!- Esclamò Chara, per poi sputare rumorosamente nella tazza.
Frisk sospirò, prendendo in mano la tazza.
-Perché mi odi così tanto?-
-Questo non è odio. Se ti odiassi ti avrei già fatto a pezzi. Questo è il mio modo di dimostrare affetto e gratitudine.- Chara sorrise. Frisk sorrise di rimando.
-Ah, trovatevi uno spazio, voi due!- Esclamò Flowey.
In risposta, Frisk rovesciò l'intera tazza di tè nel suo vaso.
-AH! AH! SCOTTA!-
-Allora? Iniziamo?- Domandò Frisk, fattosi più serio.
Chara annuì e si sedette, dando le spalle ai due.
-Buonanotte, Frisk.-
-Buonanotte, Chara.- Disse Frisk, rimuovendo la batteria del corpo robotico della ragazza.


-Scusa, Asriel, mi leggi le istruzioni? Non mi sono ancora abituato a 'sta roba.- Frisk poggiò un foglio di carta con alcuni schemi vicino al vaso di Flowey.
-Ah, sì, 'spetta...Huh...Dunque...Credo che adesso tu debba svitare la terza vite dall'alto.-
Frisk eseguì. Il braccio metallico di Chara cadde a terra con un tonfo assordante.
-Oops. Era la seconda.-
-Maledizione!-
-Questo non glielo diremo...-
-Assolutamente no.-

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Epilogo 4: Mettaton.

Frisk si affacciò dalla finestra dell'ambasciata. Era ormai passato un mese da quello sfortunato giorno, e Lesser Dog e Greater Dog erano comunque davanti a quell'edificio ogni giorno a giocare. Forse perché davanti adesso, subito dietro il cartello che vietava a Mettaton di avvicinarsi al monumento, c'era un'imponente statua di pomergranito che ritraeva i due amici, con una targhetta commemorativa che ricordava i loro vecchi corpi di carne e magia.
A Lesser Dog e Greater Dog, eroi per hobby ed amici per professione. Per ricordarci che le nostre differenze non sono ciò che ci divide, ma ciò che ci da la forza.”

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Capitolo 8
*** Show Must Dog On. Epilogo finale. ***


Epilogo 1: Frisk

*ehi, ragazzino, vuoi un hot-dog?
Frisk riaprì gli occhi. Sorrise ed annuì. Sans lo imboccò con un paio dei suoi 'dog. Al sapore di quelle prelibatezze, la forza tornò nel corpo dell'ambasciatore, le sue ossa tornarono al loro posto, naso compreso, ed i tagli sul corpo iniziarono a riuchiudersi. Tossì un paio di volte. Indicò verso il cielo.
*non ti preoccupare, non devi dire una parola
l'occhio di Sans brillò di arancio e celeste
 

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Epilogo 2: Wan-Nabe

Lesser Dog stava aspettando con trepidazione seduto esattamente al centro del giardino dei suoi nuovi padroni. Di lì a poco avrebbe visto il suo vecchio migliore amico, Greater Dog, con cui era solito giocare a qualunque cosa venisse loro in mente. Quindi, in realtà, non a molto. Il giardino era un luogo accogliente e ben curato, con nani da giardino in frantumi, erba trascurata e cespugli rovinati ovunque. Il muro di cinta che lo separava dai giardini dei vicini era ricoperto dalle piante rampicanti ed aveva tre enormi fori, uno sotto l'altro, situati poco sotto la sommità. . Era costruito con rossicci mattoni ormai sbiaditi ed allo stesso tempo resi più scuri dal tempo. Quindi in pratica erano del loro colore originale. Lo scudo, la spada e la lancia di Lesser Dog erano accatastati in un angolo vicino al cancello di metallo nero e piegato che dava direttamente su un comune vialetto della periferia di Ebott Town.
Il suo amico si presentò poco dopo. Era composto da un'armatura di nero metallo nuoa fiammante e da una testa di circuiti elettronici, giunture e pelo sintetico. Sorrise a Lesser Dog. Lesser Dog lo salutò abbaiando con eccitazione. Greater si mosse goffamente verso l'amico, ma sul percorso inciampò, causando un buco nel muro, e rovinando su un cespuglio del giardino.
-Non temere!- Lo rassicurò Lesser Dog, allegro -Nemmeno io mi sono abituato a questi nuovi corpi robotici della Dottoressa Alphys!- Così dicendo, Lesser Dog si leccò la zampa metallica, se la passò sull'armatura cromata e poi sul pelo sintetico -Ragion per cui non faremo i soliti giochi, ma faremo una passeggiata! Ho sentito dire che al parco il sindaco Orso ha fatto costruire una nuova bella statua che scoprirà oggi pomeriggio! Dovremmo darci uno sguardo!-

Greater Dog era così eccitato all'idea che si mise a saltellare con la sua armatura per tutto il giardino, finché non rischiò di inciampare nello scudo di Lesser Dog. Fu così costretto ad appoggiarsi rapidamente al muro, su cui provocò un foro a causa della sua mastodontica forza.

 

 

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Epilogo 3: Chara

-“...interrotto solo dallo scrosciare della pioggia.” Ecco, ho finito!-
Chara sorrise, fiera del suo lavoro.
-Wow. Ci hai messo soltanto poche ore a scrivere un resoconto di tutto quello che è successo negli ultimi giorni.-
-Beh? Sono una scrittrice d'eccezione, no?-
-No! Il tuo resoconto è uno schifo! È pieno di eventi che non hanno un senso...-
-Ma ho intervistato direttamente i protagonisti per...-

-è quello il punto! Inoltre è pieno di tuoi interventi senza senso, ed è stato buttato giù in pochissime ore! È un abominio! E' un'aborto! E' un insulto alla letteratura mondiale! È uno schifo! Fa così schifo che non ho nemmeno trovato un modo gentile di dirti quanto faccia pena!-
-...Chi vuole una potatina?-
Flowey sospirò.
-è mezzanotte passata. Adesso smettila di leggere quello che scrivi ad alta voce e lasciami riposare.-
Ma non appena il fiore terminò quella frase, qualcuno bussò alla porta.
-Chi è che rompe a quest'ora!? Bussano a quest'ora del mattino. Chi sarà mai? Va' a vedere, potrebbe essere urgente.-
Chara annuì e si diresse verso la porta, aprendone uno spiraglio. Davanti ai suoi occhi si parò un Frisk ridotto in condizioni pietose, pieno di lividi, cicatrici e cerotti in faccia e su tutto il corpo.
-E tu che cosa vuoi qui?-
-Beh, so che devi fare la tua manutenzione settimanale- Frisk mostrò la scatola degli attrezzi che portava in una mano -Ed ho pensato che magari avrei potuto lasciar riposare Alphys e farla io, per questa settimana.-
-Oh. Oh, grazie. Entra, ti preparo un té. Devi aver preso freddo, con questa pioggia.-
-Nah, ha già smesso di piovere.-
Frisk starnutì, entrando, mentre Chara si diresse verso la cucina.
-Ehi, Asriel.- Salutò Frisk -...Hai bisogno di un'innaffiatina.-
-Non me ne parlare.-
-Non dirmi come devo accudire mio fratello!- Gridò Chara dalla cucina -Altrimenti poto tutti e due!-
-Ngh...A te non fa paura?-
-Nah. È mia sorella. Non mi ucciderebbe. Ed anche se lo facesse, vorrebbe dire che ha ceduto alle mie provocazioni. Ed in quel caso avrei vinto io.-
Frisk sorrise, anche se un po' nervoso.
-Allora, tu non mangi niente?-
-Nah, io VI RIEMPIO IL CULO DI ANIDRIDE CARBONICA STRONZI sono fotosintetico.-
-Ecco qui.- Chara uscì dalla cucina con una tazza di te dorato -Oh, scusa! Ho dimenticato l'ingrediente più importante!- Esclamò Chara, per poi sputare rumorosamente nella tazza.
Frisk sospirò, prendendo in mano la tazza.
-Perché mi odi così tanto?-
-Questo non è odio. Se ti odiassi ti avrei già fatto a pezzi. Questo è il mio modo di dimostrare affetto e gratitudine.- Chara sorrise. Frisk sorrise di rimando.
-Ah, trovatevi uno spazio, voi due!- Esclamò Flowey.
In risposta, Frisk rovesciò l'intera tazza di tè nel suo vaso.
-AH! AH! SCOTTA!-
-Allora? Iniziamo?- Domandò Frisk, fattosi più serio.
Chara annuì e si sedette, dando le spalle ai due.
-Buonanotte, Frisk.-
-Buonanotte, Chara.- Disse Frisk, rimuovendo la batteria del corpo robotico della ragazza.


-Scusa, Asriel, mi leggi le istruzioni? Non mi sono ancora abituato a 'sta roba.- Frisk poggiò un foglio di carta con alcuni schemi vicino al vaso di Flowey.
-Ah, sì, 'spetta...Huh...Dunque...Credo che adesso tu debba svitare la terza vite dall'alto.-
Frisk eseguì. Il braccio metallico di Chara cadde a terra con un tonfo assordante.
-Oops. Era la seconda.-
-Maledizione!-
-Questo non glielo diremo...-
-Assolutamente no.-

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Epilogo 4: Mettaton.

Frisk si affacciò dalla finestra dell'ambasciata. Era ormai passato un mese da quello sfortunato giorno, e Lesser Dog e Greater Dog erano comunque davanti a quell'edificio ogni giorno a giocare. Forse perché davanti adesso, subito dietro il cartello che vietava a Mettaton di avvicinarsi al monumento, c'era un'imponente statua di pomergranito che ritraeva i due amici, con una targhetta commemorativa che ricordava i loro vecchi corpi di carne e magia.
A Lesser Dog e Greater Dog, eroi per hobby ed amici per professione. Per ricordarci che le nostre differenze non sono ciò che ci divide, ma ciò che ci da la forza.”

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