Yin & Yang

di Green Star 90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lunedì, del giorno più detestato della settimana (Victor Falman e Shao Ming) ***
Capitolo 2: *** Martedì, del giorno dedicato al dio Marte (Alexand Anditev e Jackob Elric) ***
Capitolo 3: *** Mercoledì, del giorno in cui partimmo per un lungo viaggio e... (Kora Esdev e Nina Elric) ***
Capitolo 4: *** Giovedì, del giorno in cui caddero fulmini e tuoni (Stella/Phobia e Francis/Fear Mustang/Hawkeye e Mio e Sin) ***
Capitolo 5: *** Venerdì, del giorno in cui TGIF (Caesar Havoc e Michael Esdev) ***
Capitolo 6: *** Sabato, del giorno in cui si è giovani, o lo si ridiventa (Yuki [Yao] e Ying-Xi) ***
Capitolo 7: *** Domenica, del giorno in cui ci si riposa (Angela Fury e Ellie Fury) ***



Capitolo 1
*** Lunedì, del giorno più detestato della settimana (Victor Falman e Shao Ming) ***


1- Lunedì

Tutti i personaggi non inventati dalla sottoscritta appartengono a Laylath

Questo lunedì vi è offerto da Victor Falman (yin) e Shao Ming (yang).
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Roy Mustang, Heymans Breda, Vato Falman, Stella (Phobia) e Francis (Fear) Mustang (Hawkeye), Ling Yao, Gluttony, Ying-Xi, Shan-Ju, Joanne Elizabeth Armstrong, Riza Hawkeye
Special guest(s): /

LUNEDI’

Del giorno più detestato della settimana

 

 

“Xing, 1940

Con la faccia impiastricciata di quella poltiglia rosa che le vecchiacce sono solite spalmarsi sulle rughe, mi ritrovo a dover fare i conti col mio più acerrimo nemico… Ovvero uno dei tanti, insomma, il primo della lista.
Siamo in missione segreta per conto di Sua Scemenza faccia da focaccina al fine di sventare un traffico illegale di armi bianche. Sì, caro diario, questi micropeni che pisciano controvento (ecco perché hanno il muso giallo) non sanno ancora dell’esistenza delle armi automatiche, sicché giocano  ancora alla guerra con le spadine, roba che persino quei bonobo degli ishvaliani sono più evoluti di loro, anche se non occorre chissà cosa per essere tecnologicamente più evoluto di un pisellino giallo. Ventesimo secolo? Nuovo millennio che si affaccia? Fandonie! Stanno ancora lì a usare la polvere da sparo per quegli stupidi fuochi d’artificio, maledetto colui che ha inventato quella roba infernale! Caro diario, cosa ci faccio io in mezzo a questi minus habens, e soprattutto al fianco di quella faccia di sterco di cavallo ventagliata e non a North City in mezzo alla civiltà e alle persone per bene? E soprattutto, perché devo patire lo strazio di assistere allo spettacolo di quel patetico omuncolo con gli occhi a mandorla che si atteggia a concubina più estroversa del locale invece che bearmi della visione splendente della mia ninfa dei monti? Perché Sua Eccellenza il fiammiferaio vanesio non perisce per autocombustione in modo tale da prendere il suo posto e dichiarare guerra a quel clan di merda, se non a tutta Xing? Al diavolo i commerci e la ferrovia, gli amestrisiani non hanno bisogno di abbassarsi a tal livello di inciviltà per importare quella cucina scadente fatta di fritture e riso, riso e fritture, riso, fritture e focaccine dal sapore orribile! Preferisco ingurgitare l’orrida sbobba di Heymans Breda piuttosto che ingoiare anche un solo sorso di disgustosa zuppa piccante alla soia! A forza di stare qui sto diventando giallo anche io, è inammissibile! Come è inammissibile che dopo tutti questi anni di onorato servizio presso l’esercito di Amestris il sottoscritto, Victor Falman, figlio di Vato Falman, Tenente Colonnello dell’esercito di Amestris, venga oltraggiato in tal guisa! Dovrebbero farmi salire di grado per tutte le volte che ho dovuto sopportare la presenza di quel coso con gli occhi a mandorla, e invece niente, caput, tabula rasa, deserto di Xerxes, buco nero come i cervelli delle figlie di Mustang, voragine del silenzio come lo stomaco dell’imperatore di Xing, desolazione del falso portale di Gluttony! Caro diario, mio unico amico, cosa mai avrò commesso per patire una simile punizione? Rispondimi, caro diario…”

-Hey Vicky!-
-No, non di nuovo…-
-Vicky, mia compagna di avventure, vieni con me ad allietare il lunedì sera dei signori qui presenti!-
-Punto primo- Victor chiuse l’agenda con uno scatto e si voltò furibondo in direzione di Shao -non chiamarmi Vicky o ti riempio l’addome di piombo. Punto secondo, non siamo compagne di avventure, bensì agenti segreti in missione. Punto terzo, la smetti di atteggiarti come se fossi la più navigata delle meretrici?-
-Suvvia, Vicky!- Shao Ming allungò un braccio per circondare le spalle ossute di Victor -Fai vedere a tutti come sei carina con questi abiti e con questa stupenda acconciatura degna di una nobildonna!-
-Bada a dove tocchi, muso giallo!- Victor scostò malamente il braccio di Shao e si allontanò quel tanto che bastava per non dover subire il contatto fisico con quell’essere inferiore -Mi ci sono volute tre ore per mettermi quello schifo di stucco sulla faccia e non lascerò che tu o i tuoi cani da guardia rovinino il mio lavoro! E sta’ lontano anche dalla mia parrucca, o ti strapperò lo scalpo e lo userò per farci un tappetino per il mio bagno!-
Mentre Victor abbaiava i peggiori insulti, Shao aveva assistito allo spettacolino quotidiano delle ingiurie alla propria persona sventolandosi placidamente col suo ventaglio e aspettando la seconda ondata di insulti che sarebbe sopraggiunta di lì a qualche secondo.
-Oh Vicky, ti ho mai detto che sei incredibilmente divertente?-
-“Ti ho mai detto che sei incredibilmente divertente?”- Victor alzò la voce di un tono in un’impietosa imitazione di Shao -Ti ho mai detto che quando concluderò la mia scalata al potere militare tu e la tua gentaglia verrete spazzati via dai carrarmati di Briggs e ciao ciao alleanza con voi succhiasoia?-
-Fino ad allora dovrai stare con me a godere della mia presenza!- Shao accorciò nuovamente la distanza che lo separava dal suo compagno di disavventure per trascinarlo via dal camerino e condurlo alla mercé degli avventori di quel locale dalla dubbia reputazione -E metti via quel quadernetto, gli insulti preferisco riceverli in faccia, non su carta.-
-Tu sei un insulto alla mia sanità mentale! E mollami! Non ci voglio andare lì conciato così!- sbraitò Victor nel vano tentativo di divincolarsi dalla stretta imprevedibilmente forte di Shao –Guarda che ti fotografo e mando il corpo del misfatto a tua figlia e tua madre!-
-Oh oh oh, fai pure!- Shao sorrise dietro il ventaglio e socchiuse gli occhi con malizia -Dicono che gli abiti da donna stanno meglio a me che a loro! Come dare loro torto, in fondo?- rise ancora, sollevando Victor di peso e caricandoselo in spalla -Tu piuttosto, potrei ritorcerti contro la tua minaccia spedendo IO  una foto di te abbellito come una graziosa dama di corte a quella tua splendida collega bionda che è tanto piaciuta a Ying!-
Sentendo il Tenente Colonnello cessare improvvisamente di divincolarsi Shao capì di aver farro centro.
-Tu…- il volto di Victor era livido di terrore -non osare commettere un simile oltraggio o mi autorizzerai ad avviare una campagna militare contro Xing ben prima che io diventi Fuhrer di Amestris! Chiaro?-
-Chiaro come sei innamorato della tua Joanne… Ah, l’amore!- cinguettò Shao -Un sentimento che ha la capacità di fare ammansire persino un cuore di pietra come te.-
-Io ti faccio uccidere! Ti faccio uccidere e poi ti do in pasto ai cani di Hawkeye! Mi hai sentito brutto muso giallo? Mi hai sentito o devo tradur… AHIA!-
Con una pacca ben assestata sul sedere di Victor, Shao si piegò su se stesso per rimetterlo in piedi e godersi l’espressione esterrefatta del soldato.
-Forza mia bella Vicky, i nostri ospiti ci aspettano!-
-Osa ancora toccarmi con quelle luride manacce e la tua Ying ti chiamerà “mamma” anziché “papà”! Allora sì che potrai vestirti da donna anche quando non lavori.-
-Vicky, la tua presenza è richiesta in quel tavolo di gentili trafficanti di armi, guarda come hanno puntato il tuo bel sedere ossuto…-
Senza che se ne fosse accorto, tanta era la rabbia che gli montava dentro, Victor era già al centro della sala con gli occhi dei clienti puntati su di lui (e su Shao), un chiaro invito a sedere in compagnia delle loro prede.
-Giuro sulla mia principessa delle nevi che se usciamo vivi di qui chiederò al Comandante Supremo di congedarmi dall’esercito per non dover più rivedere la tua faccia!- sibilò Victor a denti stretti.
-Così non potrai più dichiararmi guerra… Su Vicky, sorridi ai nostri clienti!- Shao tirò fuori il ventaglio dalla scollatura imbottita e, con un’eleganza da fare invidia a una principessa, lo usò per sventagliarsi in maniera talmente femminina da sembrare in tutto e per tutto un’accompagnatrice, oltre che a provocare un conato di vomito a Victor.
-Sorriderò quando ti avrò tagliato la gola, stupido muso giallo.-
-Anche io ti voglio bene, Vicky.-
-Fottiti.-

***

Facts: Victor Falman nasce come storpiatura del carattere di Vincent Falman, padre di Vato in "Un anno per crescere" e personaggio verso il quale nutro una predilezione particolare. Qui presentato in un contesto comico e abbastanza stereotipato, in realtà Victor è ben più di un soldato irascibile: è colui che caplesta e denigra gli ideali del team Mustang, è un aspirante Fuhrer che vede la democrazia come qualcosa di inattuabile. Adoro scrivere di lui perché attraverso questo personaggio smonto tutto ciò che di buono hanno realizzato i suoi predecessori. Se nelle mie fic è uno degli assistenti di Riza Hawkeye, qui è assunto a ruolo di agente segreto in coppia con Shao Ming, uno degli OC che amo di più. E parlando proprio di Shao, se Victor è irascibile e scontroso, il principe Ming è solare, autoironico e parecchio bravo a nascondere il suo stato d'animo. Adoro quasi tutto ciò che riguarda questo personaggio e mi sono divertita parecchio a immaginarmelo al fianco di Victor.
Ma cosa avranno mai in comunque queste due teste calde? Di sicuro possiedono un'intelligenza fuori dal comune. Victor ha ereditato da Vato un'ottima capacità mnemonica, è il cecchino migliore del suo corso, secondo solo alla fu Tenente Riza, e possiede una grande capacità di analisi. Shao invece è un eccellente stratega, la sua mente pragmatica lo porta a non farsi influenzare troppo dalle emozioni e, soprattutto, possiede un grande spirito critico. Entrambi impulsivi, seppur in modo diverso e in occasione di eventi differenti, riescono a compensare gli altrui difetti grazie alle loro capacità (pazienza di Victor permettendo).

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Capitolo 2
*** Martedì, del giorno dedicato al dio Marte (Alexand Anditev e Jackob Elric) ***


martedì

Questo martedì vi è offerto da Alexand Anditev (yin) e Jackob Elric (yang).
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Alphonse Elric, Olivier Milla Armstrong, Valerya Vinkin, Derekj Drachvoic, Roy Mustang
Special guest(s): May Chang, Nina Elric, Shao Ming, Caesar Havoc, Yuki (Yao)

MARTEDI’

Del giorno dedicato al dio Marte

 

 

-Non è possibile, non ci credo! Mamma, come farò a tornare a Xing senza il mio titolo di fegato d’acciaio? Come?-
May Chang incrociò le braccia e rivolse al figlio il più miserevole degli sguardi.
-Fegato d’acciaio? Ma che diamine stai dicendo?-
-Il mio onore… andato in fumo per colpa di quello screanzato! Ma chi si crede di essere con quella spada, io so farci molto meglio di lui!-
Jackob Elric si prese la testa tra le mani e rantolò un lamento simile al muggito di un bovino.
-Distrutta, la mia reputazione è distrutta, sarò lo zimbello delle altre guardie!-
May sospirò pesantemente, allungò una mano per recuperare una bacinella e la gettò di mala grazia ai piedi del figlio.
-Smettila di frignare e ficcati due dita in gola, non voglio che tuo padre scopra che hai bevuto tutto quel diabolicum…-
-Delirium mamma, si chiama delirium.- piagnucolò Jack.
-Delirium.- ripeté lei scuotendo il capo con rassegnazione.

***

-Ragazzino, il tuo affronto sarà vendicato a caro prezzo!- tuonò il barone Alexand Anditev, Campione dell’Autarca, spadaccino provetto e provocatore di svenimenti e vampate di calore improvvise tra il genere femminile (comprese le cugine di Jack -“no, dico, lo avete visto con quella barba? Somiglia alla testa di orso di Briggs appeso nell’ufficio del Generale Armstrong!”-) puntando la sua spada al petto di quella guardia impertinente che aveva osato ingiuriare la moglie del suo sovrano.
-Affrontami da uomo a uomo, se ne hai il coraggio.-
-Ma ho solo detto che la regina ha un bel sedere e non ha battuto ciglio, direi anzi che l’ha presa piuttosto bene!- replicò scocciato colui che aveva osato recare offesa all’onore di Suo Splendore Valerya Vinkin, la quale si era limitata a trattenere con garbo una risata assieme al marito, una specie di principe azzurro in carne e ossa uguale a quello che trovava nei libri di fiabe di Yuki -a cui puntualmente dava fuoco, diamine se erano melense quelle storie là!-.
-Però scusami, dove intendi sfidarmi, qui? Nel corridoio dell’ambasciata di Drachma? Mentre il tuo compare Occhioni Azzurri e zio Shao sono di là a parlare col Comandante Supremo?- Jack si massaggiò una tempia con perplessità -Ti farebbero non pochi problemi, sappilo.-
-Me ne infischio dei problemi logistici, il mio compito è quello di eliminare chiunque leda l’onore della famiglia reale, che si tratti del principe di Aerugo o di un viscido insetto mezzosangue come te!-
-Senti, perché non risolviamo la questione diversamente…?- propose Jack ormai stanco di quella situazione e di quel tizio.
-L’unico modo per risolvere la questione è affrontarmi in un duello! Temi forse di perire sotto la mia lama?- Alexand strinse ancora di più gli occhi scuri e contrasse il volto paonazzo di rabbia -Rispondi!-
-Eeeeeeeeeh, se avessi paura di affrontarti sarei già morto dopo il mio primo attentato!- Jack abbassò la lama con nonchalance e si avvicinò al barone -Senti Barbanera, io non ti piaccio, tu non mi piaci, risolviamola in una gara di bevute e ognuno torni per la propria strada, che ne dici?-
Un tic si impossessò dell’occhio sinistro di Alexand.
-Per chi mi hai preso, per un vile bevitore? Io sono il Campione dell’Autarca, non il tuo compagno di bettola!-
-Ok, da questa tua risposta devo intuire che la fama dei drachmiani sulla loro innata capacità di reggere l’alcol è infondata- Jack fece spallucce -peccato, speravo di trovare un avversario degno del mio fegato.-
-Il mio fegato è d’acciaio esattamente come la lama della mia spada.- sibilò Alexand ormai sull’orlo di una crisi di nervi -Niente a che vedere con te, insulso soldatino.-
-Ah, davvero?- Jack assunse la stessa espressione del suo sfidante -Dimostramelo.-

“Cinque… sei… sette… uh, quello è il ventaglio di zio Shao, sta volando!”
Ancora un altro bicchiere colmo di liquido verdastro venne porto da una cameriera costernata -“cariiiiina quella gonnelliiiiina”, avrebbe voluto dirle- che guardava un po’ lui e un po’ il suo duellante con evidente preoccupazione.
-Ragazzino!- da molto molto lontano giunse la voce di Barbanera -Ti arrendi?-
-Gi… oooh!- Jack scattò in piedi barcollando e mancò poco che rovinasse addosso a Nina.
-Stai attento, cretino! E vedi di vincere che ho scommesso ventimila cents con Caesar.-
-Giammai… Scus-scusa Nignà!- quello schioccò la lingua e rivolse alla cugina il suo sguardo inebetito -E tu, Alexand! Preparati a soccombere!- prese il bicchiere con mano traballante, rischiando di rovesciarne una parte sulla testa di Yuki, ma non arrivò a portarselo alle labbra che le gambe fecero qualcosa di simile a una stramba piroetta e si accasciò su se stesso.

“Jack? Ohi, apri gli occhi, per favore!”

“Secondo me è meglio lasciarlo così, non vorrei che iniziasse a vomitare…”

La luce in fondo al tunnel, la vedo!

“Ha! Stupido moccioso, era meglio se mi avessi sfidato a un vero duello! Soccombi!”

“Barone, per favore! Jack, non fare preoccupare tua madre, su…”

“Sei sempre il solito deficiente.”

“E adesso chi me li ridà i miei ventimila cents? Non servi a niente, idiota!”

E’ questo, dunque, il Paradiso?

“Evvai, ho vinto la scommessa!  Nina, sgancia la grana.”

“Beh, non sta poi così male, l’ho visto conciato peggio.”

“Zio, ma cosa dici?”

“Lascia stare il mio ventaglio, Yuki!”

“Lo sto usando per sventolargli la faccia, lo prendo solo in prestito!”

“Guai a te se ci vomita sopra.”

“Ma chi gliel’ha fatto fare di impelagarsi in una stronzata simile? Caesar, aiutami a trasportare via questo cretino, iniziamo ad attirare l’attenzione.”

“L’onore della regina di Drachma è salva!”

“Principe Ming, potrebbe farlo stare zitto per favore? Jack, torna dall’oltretomba e vomita quello che hai trangugiato, Dio quanto puzza quell’assenzio…”

***

-...Quindi mi stai dicendo che ti sei ridotto così perché hai detto che il sedere della regina di Drachma…?-
-…somiglia a un mandolino.- Jack tirò su col naso e sorrise stoltamente -Ma la prossima volta, aaaaah, la prossima volta lo fulmino, lo elimino, lo umilio quell’infingardo! Ero a un passo cosììììììì- avvicinò pollice e indice fin quasi a toccarsi socchiudendo gli occhi dorati -dalla vittoria, ma la mia deconcentrazione ha preso la meglio e ho avuto una svista, ma questo non accadrà mai più.-
-Jack?- May sollevò un sopracciglio.
-Sì mamma?- domandò l’ammalato.
-Hai qualcosa sul collo, proprio qui.- disse lei indicandosi la nuca.
-Davvero?- Jack abbassò il capo e subito dopo sentì un colpo secco e doloroso colpirlo in quel punto.
-Ahia, mamma!-
May non ribatté oltre, preferì piuttosto dargli le spalle e sbattere la porta stizzita mentre lui era intento a grattarsi la testa sormontata dai capelli neri e spettinati con fare poco intelligente. Gli parve però di udire chiaramente un borbottio somigliante a una parola ben precisa.
“Cretino”.

***

Facts: Alexand Anditev colpisce per la sua testardaggine e la sua bellezza selvaggia. "Beata l'OC che se lo sposa" sono solita pensare, ma scherzi a parte è davvero un gran bel personaggio: prestante, cocciuto, per niente incline ai compromessi, spalla e amico fidato di Derekj, assieme al cugino Michael formano un terzetto politicamente formidabile e carismatico. Tra tutti i personaggi drachmiani è quello che prediligo maggiormente.
E che dire di Jackob Elric? Figlio di Al e May, nel mio universo fanon ha il compito di proteggere Sua Altezza Ling Yao, seppur con scarsi risultati visto che a quarant'anni suonati l'imperatore va a seminare panico e delirio tra i cuochi arrampicandosi per le finestre della reggia imperiale. Paziente, di buon cuore e alchimista provetto come i suoi genitori, ha tuttavia due grandi vizi: l'alcol e le donne. Con buona pace di Al e May, è l'opposto di coloro che l'hanno generato. Ispirato a Jackie Chan, è nato con lo scopo di mettere in ridicolo le pare amorose di tutti, che siano canon o fanon. Suo bersaglio preferito è, ovviamente, la lingfan.
Cos'avranno in comune questi due personaggi? Entrambi hanno ricevuto un addestramento militare e hanno combattuto per il loro paese. Sono due guerrieri con una visione opposta del senso dell'onore. Se per Alexand è una questione di vitale importanza, i natali misti di Jack hanno permesso a quest'ultimo di avere una visone più ampia delle cose rispetto ai connazionali xinghesi e meglio regge provocazioni e insulti rivolti alla sua persona.

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Capitolo 3
*** Mercoledì, del giorno in cui partimmo per un lungo viaggio e... (Kora Esdev e Nina Elric) ***


Mercoledì Questo mercoledì vi è offerto da Kora Esdev (yin) e Nina Elric (yang).
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Kain Fury, Kyril Esdev, Derekj Drachvoic, Riza Hawkeye
Special guest(s): Angela Fury


MERCOLEDI’

 

Del giorno in cui partimmo per un lungo viaggio e…

 

 

L’aria di primavera inoltrata pervadeva il paesaggio di campagna del sud-est di Amestris, coi suoi campi di grano e il cielo terso punteggiato di tanto in tanto da una nuvola solitaria.
Dal finestrino del treno filtrava un sole placido che invitava i passeggeri del convoglio a rilassarsi sui sedili e a godere in silenzio di quella pace, interrotta solo dallo sferragliare delle rotaie. Eppure lì in mezzo vi era una ragazza alla quale tutto questo era indifferente, complice, forse, quel libro aperto sulle ginocchia.
Mentre fuori, nel mondo reale, l’estate imminente accarezzava le spighe dorate che sfrecciavano veloci ai lati delle rotaie, Nina Elric era immersa in un mondo completamente opposto a quello che le mostrava il finestrino: un mondo popolato da palazzi addobbati di lusso, intrighi e neve, tanta neve… nonché di una nobildonna dai natali oscuri, bella come una principessa ma corrotta nell’animo come il più infimo dei criminali.
-Non hai ancora finito di leggerlo?-
Nina alzò di colpo la testa dalla lettura per incontrare gli occhi scuri di Angela Fury, seduta di fronte a lei e con il mento appoggiato mollemente al pugno chiuso.
-Ho quasi terminato… contavo di finirlo prima dell’ultima fermata.-
-Capisco.- Angela restò in silenzio per qualche secondo e poi aggiunse -Sai che mio padre l’ha conosciuta?-
-Chi?-
-Kora Esdev!-
-Cosa…- Nina parve interdetta -oh, lei!- avvicinò il volto spinta dalla curiosità -Te ne ha parlato? Com’era?-
-Era una ragazza molto sola e desiderosa di attenzioni- iniziò Angela -quando mi racconta di lei papà diventa triste, le faceva molta pena.-
-Il libro dice che era in combutta col gemello per eliminare l’attuale Autarca e…- Nina sfogliò alcune pagine a ritroso -l’autore ipotizza che tra lei e il fratello intercorresse un legame incestuoso, ma non ci sono prove certe a riguardo.-
-La famiglia dalla quale discendeva era nota per i matrimoni tra consanguinei, non mi sorprenderebbe un risvolto del genere- fece presente Angela -ma di questo mio padre non ha mai fatto parola.-
-Che altro ti dice tuo padre?-
-Che aveva due bellissimi occhi azzurri ,esattamente come i tuoi… forse più chiari… e che i suoi capelli erano lisci e biondissimi, quasi bianchi, che usava acconciare con dei fermagli in cristallo. La sua pelle era liscia come il marmo e amava vestirsi con gli abiti più belli.-
-Più che una ragazza problematica la definirei una viziata aristocratica.- commentò freddamente Nina.
-Ti farà piacere sapere che ad Hawkeye non stava simpatica.- sorrise Angela -Comunque, sotto quell’aria innocente nascondeva una personalità disturbata, aveva scatti d’ira improvvisi e dimostrava una gelosia morbosa per il gemello. Papà non vuole ammetterlo ma l’unico che si fosse affezionato a Kora era lui, gli altri ambasciatori non hanno mai potuto soffrirla. Saranno stati loro a giudicarla troppo in fretta oppure mio padre che con il suo ostinarsi a cercare del buono in ognuno di noi si sarà lasciato traviare, ma resta il fatto che ha recato offesa alla corona di Drachma, e là le leggi sono ancora parecchio rigide quando si parla di salvaguardare la famiglia reale.-
-A tuo padre piaceva, questa Kora.- Nina chiuse il libro e rivolse alla collega una mezza risata.
-Non ci ho mai fatto caso a dire il vero.- Angela si sistemò il colletto della divisa e ravvivò i capelli dietro la schiena un po’ accaldata -Te l’ho detto, lui vede del buono ovunque… Se provava qualcosa lo saprà soltanto lui, non mi va di sapere più del dovuto riguardo ciò.-
-Non l’ha ancora dimenticata.-
-No, non l’ha dimenticata.- Angela fece spallucce. -In ogni caso non avrebbe potuto funzionare. Rango sociale diverso, nazionalità diversa…  non era destino, insomma.-
Nina rimase in silenzio ad accarezzare la copertina del libro pensando alla vita che conduceva questa sventurata nobildonna: tra lampadari di cristallo ed arazzi colorati viveva una graziosa principessa dalla chioma candida come la neve dell’estremo nord, la pelle delicata e fragile come il cristallo e due angelici occhi chiari. Anzi no, non viveva a Drachma, era lì presente, era seduta accanto a lei e ascoltava deliziata il dialogo delle due soldatesse. Sorrideva angelicamente e nel frattempo dalle pieghe del vestito di seta e organza tirava fuori una boccetta di vetro riccamente lavorato dentro il quale era custodito una qualche sostanza allucinogena, pronta per essere versata nelle loro consumazioni.
La scacciò via con un pizzico di irritazione e riaprì il libro riprendendo la sua lettura.
Sì, decisamente non sarebbe stata simpatica neanche a lei.

***

Facts: Kora Esdev è un personaggio che si fa odiare fin da subito: pettegola, viziata e malata di attenzioni, costituisce assieme al gemello il motore de "La danza spietata della pantera". Malvista da Riza, è invece benvoluta da Kain, che ne subisce il fascino con conseguenze nefaste per il team Mustang e per lo stesso Michael Esdev, l'unico parente che sembri dimostrare un interessamento per la ragazza. Così come Kora è la pecora nera della famiglia Esdev, Nina lo è degli Elric. Cinica, pragmnatica e poco incline a farsi condizionare sentimentalmente quando si tratta di lavorare per l'esercito, dimostra tuttavia di essere suscettibile nei confronti di chiunque le faccia notare quanto sia bassa (centocinquanta centimetri di altezza). Alchimista di Stato oltre che soldatessa, è in perenne conflitto con i suoi genitori.  Qui ritratta in un contesto tranquillo, a conti fatti si ritrova a dover combattere in guerra per Amestris.

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Capitolo 4
*** Giovedì, del giorno in cui caddero fulmini e tuoni (Stella/Phobia e Francis/Fear Mustang/Hawkeye e Mio e Sin) ***


Giovedì Questo giovedì vi è offerto da Stella/Phobia e Francis/Fear Mustang/Hawkeye (yin) e Mio e Sin (yang)
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Yuki (Yao), Jackob Elric, Ling Yao, Alphonse Elric, May Chang, Ying-Xi
Special guest(s): Riza Hawkeye, Roy Mustang, Shao Ming


GIOVEDI’

 

Del giorno in cui vi furono fulmini e tuoni

 

 

La calma che si respirava nella villa del Comandante Supremo era quasi innaturale.
Messi di guarda a mo’ di belle statuine ai lati della porta dello studio privato di Roy Mustang, Mio e Sin attendevano diligentemente che il loro signore si congedasse da Sua Eccellenza. Il silenzio che pervadeva l’enorme casa era un vero e proprio toccasana: senza i nipotastri del principe fra i piedi le due guardie potevano bearsi di quegli attimi di pace. Ad essere precisi il loro riposo mentale era disturbato dalla pioggia fitta che picchiettava contro le finestre e da qualche sparuto lampo che illuminava per pochi secondi il cielo plumbeo di Central City ma a loro non importava più di tanto, anzi era piacevole ascoltare la litania sommessa delle goccioline d’acqua che si infrangevano sui vetri. Il tepore degli interni poi sortiva un effetto rilassante.
Tutto molto bello e poetico, certo, peccato che giusto nemmeno un’ora dopo che Mio e Sin avevano scaricato la figlia prediletta dell’imperatore al suo scalmanato cuginastro, dai genitori di quest’ultimo -“Finalmente! Quell’adorabile ragazzina mi stava facendo impazzire!” era stato il commento di Shao- i loro sensi affinati da anni di allenamenti e attentati sventati captarono l’avvicinamento di due chi provenienti dal portone d’ingresso, accompagnati da due voci di giovani donne.
-E’ il terzo ombrello che rompi questa settimana, guarda come mi hai ridotto la gonna!-
-E dai che adesso lo aggiusto con l’alchimia…! A proposito, dove sono tutti?-
-E io che ne so? Sono con te, mica con mamma.-
Seguirono altre imprecazioni seguiti da risatine sommesse.
Lo sghignazzio delle nuove arrivate si fece sempre più vicino fino a quando dal soggiorno fecero capolino due zazzere corvine e inzuppate.
-Francis…- una delle ragazze mosse un timido passo verso di loro -papà non doveva parlare di affari con un principe di Xing?-
-E’ vero!- come anche l’altra si avvicinò constatarono che erano gemelle -proprio uguali uguali!-, e che a distinguerle era, oltre all’abbigliamento, il taglio di capelli. La gemella di nome Francis portava una frangetta nera, mentre la testa dell’altra era rasata alla moicana.
-Ma è già dentro? Stanno parlando in ufficio? E chi sono questi due?- domandò indicando gli strani individui mascherati.
-Boh, saranno le sue guardie del corpo- la gemella con le tempie rasate avvicinò il viso alla maschera di Mio fin quasi a sfiorare la punta del naso con la ceramica -Guarda! Non chiude nemmeno gli occhi!-
-Stella…?- fece titubante Francis.
-Sì?-
-Secondo me è meglio se li lasciamo in pace.-
-Smettila di fare come la mamma, sono adorabili!- Stella rivolse una pernacchia a Mio -E dai, dammi un segno! Dimmi che sei vivo!- gli sventolò una mano davanti -Cosa succede se cerco di togliergli la maschera?-
-Non te lo lascerà fare- sbuffò la sorella -stai facendo l’idiota davanti a due killer professionisti, lo sai?-
-Peccato che non siamo a Xing e che questa sia casa nostra, non ha senso che portino quelle cose addosso, no? Non è educato nei nostri confronti.-
-Certo, perché tu sei stata gentilissima con loro!-
-Hai ragione, non ci siamo presentate.- la gemella più estroversa si schiarì la gola -Salve, io sono Stella e la brutta copia di me si chiama Francis!- la ragazza fece un sorriso, completamente dimentica dei vestiti che gocciolavano sul parquet -Voi come vi chiamate?-
Nessuna risposta.
-Oh, andiamo!- Stella batté un piede a terra -Sapete parlare o vi hanno tagliato la lingua?-
-Signori, non date retta a questa mentecatta.- intervenne Francis.
-Zitta tu!- inveì l’altra.
-Ha parlato quella che mi ha appena definita “la brutta copia” di te!-
-Non te la prendere!- Stella le diede una spintarella -Allora, vuoi vedermi togliere la maschera a questi due?-
-Che tradotto vorrebbe dire “vuoi vedermi con le dita mozzate da una guardia di Xing”?- Francis incrociò le braccia e assottigliò gli occhi biavi in uno sguardo carico di sufficienza.
-Scommetto cinquantamila cents che ci riesco.-
-Sì, certo.-
Ignorando il commento sarcastico di Francis, Stella si avvicinò alle due guardie, ma stavolta puntò l’attenzione su Sin.
-Ora che vi vedo meglio avete la stessa altezza… anche voi siete gemelli?- allungò una mano per afferrargli la maschera ma venne immediatamente intercettata da un colpo secco dato con l’ulna, provocando un arretramento repentino della ragazza e una risata della gemella.
-Ah, ma allora siete vivi.- sibilò Stella arricciando il naso -E tu smettila di ridere!-
-Ah-ha! Te l’avevo detto che non ci saresti riuscita.-
-Seh, seh.- Stella scostò i capelli bagnati dal volto e incrociò le braccia al petto -Allora occhi a mandorla, volete farmi vedere i vostri bei faccini o no?-
Ancora nessuna risposta.
-Come fate quando vi scappa di andare in bagno?-
Silenzio.
-E quando vi prude qualcosa?-
Ancora silenzio.
-E quando dovete starnutire?-
-Stella, sei irritante.-
-Anche tu lo sei.-
Francis alzò gli occhi al cielo.
Caso volle che un terzo chi facesse sentire la sua presenza, per la precisione qualcuno scendeva la scale, ma le gemelle erano troppo occupate a battibeccare per accorgersi dell’arrivo di una terza donna.
-Ahia!- Stella ritrasse di nuovo il braccio dopo un secondo tentativo, stavolta su Mio, andato in aria -Questi due fanno male!-
-Ragazze?-
-Te lo meriti! Mi devi cinquantamila cents!-
-Ragazze?-
-Scordatelo!-
-RAGAZZE?-
Le gemelle ammutolirono di colpo.
Riza Hawkeye aveva sorpreso Stella nell’atto di afferrare nuovamente la maschera di Sin con la mano ad artiglio, mentre Francis la tirava per l’altro braccio nel vano tentativo di allontanarla da loro.
-Ragazze…- ripeté Riza.
-Dimmi madre.-
-Cosa state facendo?- domandò la donna con gli occhi spalancati e le braccia aperte in segno di esasperata rassegnazione.
-Voglio vedere che faccia hanno questi due tizi.- rispose Stella con noncuranza tornando al suo impiego -Ahia!- aggiunse, massaggiandosi il dorso della mano offesa.
-Vuole farsi amputare le braccia.- rincarò Francis.
-Mio Dio…- Riza si coprì il volto con entrambe le mani -Non ci posso credere- poi, accorgendosi solo in quell’istante che le ragazze erano bagnate dalla testa ai piedi saltò su come un grillo -ma voi due non vi siete ancora cambiate! Cosa aspettate a farlo? Volete buscarvi un raffreddore?-
Francis aprì la bocca per ribattere, ma la porta alle spalle delle guardie si aprì e tutte e tre le donne si voltarono verso quella direzione.
-Raffreddore? State lontane da me! Mi è passato la settimana scorsa e non voglio che voi due me lo attacchiate- intervenne Sua Eccellenza  Roy Mustang in tutta la compostezza che caratterizzava un distinto capo di Stato, qualunque capo di Stato tranne lui, inveendo contro le gemelle col suo dito inquisitore guantato -e perché siete bagnate?-
-Ah, sai com’è, fuori c’è un gran bel tempo…-
-Lo abbiamo fatto apposta per rendere inutili quei guanti bianchi che porti…-
Mio e Sin videro Roy scoccare alle gemelle un’occhiata di fuoco, dopo di che si rivolse a loro:
-Mi auguro non vi abbiano recato fastidio. In caso contrario sono mortificato per il loro comportamento.-
-Sua Eccellenza, la gemella di nome Stella ha tentato più volte di toglierci la maschera.- rispose fiscale Mio.
-Ma allora sapete parlare!- l’accusata assunse la stessa sfumatura di rosso del padre.
-Perché non le avete tagliato via un dito invece di farvi importunare da questa scema?- chiese Francis spostando lo sguardo dalla gemella alle guardie -Mamma, diglielo anche tu!-
-Ragazzi, che bel quadretto familiare.- mormorò la voce di Shao, appoggiato allo stipite e intento a godersi lo spettacolo, finora ignorato dalle piccole di villa Mustang -Adoro il loro caos stracolmo di complicità, mi fanno venire nostalgia di casa, soprattutto le volte in cui Ying cerca di nascondermi i guai combinati da Yuki… Buonasera a voi!- esclamò, alzando la voce per farsi finalmente notare -Voi due sareste…?-
-Buonasera a lei…? Papà, devo dargli del “lei”?- domandò Francis un po’ interdetta.
-Salve signor principe!- salutò allegramente Stella -Siamo la prole illegittima del Comandante Supremo e della sua assistente che per colpa nostra è diventata EX assistente!- disse, indicando Roy e Riza (quest’ultima aveva scosso il capo affranta) e suscitando uno scoppio di risa nel principe, trattenuto a stento dietro il ventaglio.
-‘Signor principe’ mi mancava- ammise Shao -ad ogni modo, io mi chiamo Shao e questi sono Mio e Sin… Su, mostrate i vostri volti alle donzelle.-
I gemelli obbedirono e fecero un breve inchino.
-Ah, ma allora siete gemelli veramente! Come siete carini!- commentò Francis.
-Ce l’avete la ragazza?- fece Stella, prontamente fulminata con lo sguardo da Riza.
-No, non ce l’hanno.- Shao continuò a sventagliarsi placidamente -Ma nonostante dimostrino meno della loro età effettiva hanno più della metà dei vostri anni, quindi non credo facciano al caso vostro.-
-Adesso che la vostra curiosità è stata soddisfatta volete seguirmi? State iniziando a tremare dal freddo.- disse gelida Riza scortando le ragazze fuori dal salotto -E’ stato un piacere avervi come nostri ospiti, davvero.-
-Piacere nostro.- salutò mellifluo il principe.
-Ciao ciao signor principe!- si udì dalle scale.
-Ciao ciao signor dilf!-
Solo quando il salotto ripiombò nel silenzio Shao si permise di domandare a un Roy più costernato che mai:
-Sua Eccellenza conosce il significato della parola ‘dilf’?-
-Mi creda, non ne ho idea.-
I gemelli guardarono Shao fare spallucce -Pensi che mio nipote Jack ha regalato a me e ad Al una maglietta con sopra scritto proprio ‘dilf’. Resterò ignorante in merito, me ne farò una ragione.-

***
Facts: l'unica caratteristica che accomuna queste due coppie di gemelli è che... sono due coppie di gemelli. Mio e Sin rappresentano il prototipo perfetto della guardia del corpo: fedeli, efficienti e per niente coinvolti sentimentalmente, a mio avviso risultano più credibili dei canonicissimi Foo e Lan Fan. Venendo a mancare quell'ambigua componente sentimentale che sembra legare in maniera morbosa Ling e Lan Fan, Mio e Sin danno piena dimostrazione del signifcato della parola "fedeltà". Shao si fida di loro come le sue guardie del corpo si fidano di lui e così dovrebbe essere. Nonostante siano due personaggi secondari, le loro azioni si rivelano sempre fondamentali. Shao sa quando farli agire e non si sbaglia mai sul loro conto (e va beh, avete capito che amo Shao Ming, vero?).
Stella e Francis (o Phobia e Fear) sono il frutto della gravidanza non prevista di Riza. Se nella storia principale vengono credute morte per anni salvo poi ricomparire a sorpresa sotto forma di Homunculus con un auto-mail al posto dell'avambraccio, qui ho voluto ritrarle all'interno di una situazione ordinaria. Belle, sfacciate e portate per l'alchimia, Phobia e Fear sono i due personaggi che mettono in moto "I falchi di Delia" con tutto ciò che ne consegue.
E per quanto riguarda Roy e Riza? Sia in questa one shot che nei Falchi non li ho voluti far sposare: nei Falchi per via di eventi drammatici che li hanno portati a separarsi, qui perché a dirla tutta, ipotizzando un futuro in cui faranno coppia fissa, non credo proprio che il matrimonio faccia per loro. Qui Roy ha riconosciuto le gemelle e vive assieme a Riza (che nei Falchi diventa addirittura Generale), qui non più soldatessa, sotto lo stesso tetto, assurgendo a ruolo di famiglia atipica e fuori dagli schemi. Se Laylath ha fatto loro avviare una relazione quasi al termine de "La danza spietata della pantera",  io non ho dato alcuna indicazione circa l'inizio della loro storia, mettendo in bocca a Vato che nessuno conosce il periodo in cui si sono messi assieme tranne i diretti interessati. A prescindere dai nostri universi fanon, sia io che Laylath siamo del parere che la Royai sia, di fatto, canon.

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Capitolo 5
*** Venerdì, del giorno in cui TGIF (Caesar Havoc e Michael Esdev) ***


Venerdì Questo venerdì vi è offerto fa Caesar Havoc (yin) e Michael Esdev (yang)
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Jean Havoc, Roy Mustang, Nina Elric, Derekj Drachvoic, Kora Esdev, Julia Havoc, Jody e Jilly Havoc
Special guest(s): /


VENERDI’

 

Del giorno in cui TGIF

 

 

Caesar era esterrefatto.
Mai in vita sua aveva visto tanti libri raggruppati in un unico luogo. La biblioteca della capitale di Drachma era l’edificio più bello che avesse mai visitato di quel paese tanto grande quanto gelido. Se ne stava col naso all’insù cercando di calcolare ad occhio l’altezza degli scaffali in legno massiccio che custodivano tomi dalle dimensioni più disparate. Titubante fece un passo avanti; lo fece il più cautamente possibile affinché il silenzio quasi sacro di quel luogo non venisse violato.
-Sapevo che avresti apprezzato la biblioteca di Drachsjna- mormorò l’uomo in saio che fungeva da accompagnatore per quel giorno -lasciatelo dire, a primo impatto non sembri uno che si intende di cultura.-
-Come lei non sembra un religioso aperto a nuove prospettive, Padre Michael.- disse Caesar senza smettere di ammirare il mobilio riccamente intarsiato e i drachmiani che, assorti nella loro lettura, sembravano far  parte di quel pezzo di mondo cristallizzato.
-Ti sorprenderesti a sapere che un tempo non ero poi così tollerante nei confronti di voi alchimisti?- domandò Michael con una punta di rammarico nella voce.
-Oh, mio padre mi ha accennato del periodo in cui era venuto qua assieme al Comandante Supremo- Caesar prese posto sulla panca indicata dal monaco -ci ha raccontato anche di lei, Padre. Ammetto che i suoi racconti mi hanno un po’ fuorviato sul suo conto, invece la vedo conversare con un eretico…- incrociò le braccia e fissò gli occhi scuri del monaco -E come se non bastasse gira tranquillamente per la capitale invece di pregare come tutti gli altri monaci.-
-Il fatto che io sia un religioso non vuol dire che non conosca la realtà in cui vivo- Michael ricambiò lo sguardo -mia è la colpa per non aver pensato prima a quanto il mondo fosse vario. Il mio modo di vedere le cose è cambiato con l’arrivo di quell’ambasciata di Amestris. Ci sono cose che non puoi prevedere, nemmeno il tuo cambio di mentalità… Maggiore, tu credi in Dio?-
Caesar sollevò un sopracciglio, leggermente colto alla sprovvista.
-No, Padre- disse il ragazzo portandosi una mano alla testa riccioluta, un po’ imbarazzato -Non ho mai pensato all’esistenza di un Dio a essere sinceri.-
-Supponevo una risposta del genere da parte tua.-
-Davvero? Quindi ha cambiato idea sul mio conto?-
-No.-
-Ah…-
-La fede è un sentimento, non ha niente a che vedere con la ragione- riprese Michael -e come tutti i sentimenti capita che eventi per noi ingestibili facciano vacillare la fede in qualcosa o in qualcuno. Hai mai provato una simile sensazione?-
Caesar annuì piano -Nella mia famiglia non capita spesso di diventare alchimista… ad essere precisi sono il primo ad aver acquisito il titolo. Hai privilegi negati agli altri soldati, la paga è molto più alta, ma non amo competere con gli altri alchimisti. Io sono io, sono l’Alchimista di Terra, capisce?-
-Perfettamente.-
-Non sono il figlio di Havoc, sono Caesar Havoc! Eppure in esercito sono famoso per essere il figlio del braccio destro del Comandante Supremo e questo lo odio.-
-Dubiti delle tue capacità, dunque?-
Fu come se Michael gli stesse trafiggendo l’anima. Non sapeva se sentirsi compreso o violato.
-Forse… non ne ho idea.- ammise.
-Eppure sei qui in veste di ambasciatore e non hai ancora compiuto venticinque anni, vorrà pur dire qualcosa.- puntualizzò il monaco -Ho visto quello di cui siete capaci, tu e il Maggiore Elric. Il vostro Comandante Supremo era raggiante mentre vi esibivate in quella dimostrazione per l’Autarca. La divisa e i gradi impediscono a quell’uomo di dimostrare appieno l’affetto che prova per voi. Siete i suoi pupilli, è lapalissiano.-
Caesar chinò il capo -Non me ne sono mai accorto. Io e Nina viviamo questo complesso e come ben sa non possiamo interrogare la scienza a riguardo.-
-Ma la vostra propensione per la scienza è nota a tutti. Azzarderei a dire che Dio vi ha fatto tale dono affinché lo sfruttiate al meglio… perché, dunque, offuscare così qualcosa di tanto bello? Perché non alimentate il vostro acume scientifico piuttosto che le vostre insicurezze?-
-Facile a dirsi.- sospirò Caesar -Lessi un detto da qualche parte, secondo cui gli uomini intelligenti si pongono tanti interrogativi mentre gli stolti sono sicuri delle loro certezze. Non so quanto possa rispecchiarmici. Lei vi si rispecchia?- domandò a bruciapelo.
-Non saprei risponderti.-
-Supponevo una risposta del genere da parte sua.- Caesar gli fece il verso -Perché ha dubbi sulla sua fede?-
Michael reclinò il capo all’indietro e per un attimo parve non essere lì con la testa. Cosa stesse davvero pensando, Caesar non lo avrebbe mai saputo.
-Sarebbe più corretto dire che li ho avuti in passato. La fede e la scienza hanno una caratteristica comune: non ti danno conforto ma ti aiutano a trovare le risposte alle tue domande, purché siano legittime. Quanto ai miei trascorsi, pensavo che avrei potuto salvare una persona da se stessa. Mi sbagliavo.-
-Forse quella persona non voleva essere salvata.- intuì Caesar.
-Era così infatti.- Michael si accarezzò il mento ispido di barba -Ho impiegato un po’ per metabolizzare l’accaduto… stupidamente mi ritrovai ad accusare l’ambasciata di Amestris perché ero troppo ottuso per capire che il male esiste ovunque e si annida anche tra le famiglie nobiliari di Drachma. Si fa presto ad accusare lo straniero, una persona che viene da fuori e che ha vissuto una vita diversa dalla tua, che potrebbe aver ricevuto un’educazione estranea agli usi e ai costumi nostrani, ma non per questo da condannare.-
-Beh- Caesar si lasciò sfuggire un sorriso -I miei gestiscono una casa di piacere a Central City, faccia un po’ lei.-
-I tuoi genitori devono avere avuto il buon senso di crescere te e i tuoi fratelli in un ambiente sano e adatto a voi, non pensare che l’esistenza di alcuni mestieri sia sconosciuta al sottoscritto.- fu la risposta pacata di Michael a quella provocazione scherzosa -Ho imparato a non giudicare le persone dal lavoro che svolgono.-
-Quanti altri monaci la pensano come lei?- chiese Caesar.
-Non credo siano molti, ma qualcosa sta cambiando. Ogni cosa, che ci piaccia o no, deve cambiare.- Michael  lisciò il saio sulle ginocchia e aggrottò la fronte -Per quanto mi riguarda cercherò di fare del mio meglio affinché le istituzioni religiose del mio paese si rendano più aperte al dialogo. E tu?- aggiunse, rivolgendosi nuovamente a Caesar -Cosa farai per cambiare in meglio il tuo paese?-
Il Maggiore ci pensò su per qualche secondo.
-Non ne ho idea.- fece spallucce e sfregò i guanti di alchimista -Per ora intendo soltanto concentrarmi su me stesso.-
-Mi sembra un buon punto di partenza.- annuì Michael -Tuttavia, oggi è venerdì: trascorrerai la serata a divertirti o resterai qui?-
-Scenderò in cittadella con Nina e gli altri ambasciatori, ma prima di stasera vorrei dare un’occhiata a quello scaffale.- Caesar indicò la trafila di tomi proprio accanto al tavolo sul quale stavano conversando.
-Già, il dovere non esclude il piacere.- Michael si alzò per andare a recuperare alcuni di quei libri -Ho notato che quando il Comandante Supremo non c’è chiami il Maggiore Elric per nome.-
-E’ normale tra parigrado.- liquidò il soldato cercando di ignorare la fastidiosa sensazione di calore ai padiglioni auricolari.
-Capisco.- Michael si risiedette e gli porse il primo volume -Capisco.-

***

Facts: più di tutti gli altri OC, Michael Esdev dimostra di essere un personaggio a tutto tondo grazie alla sua psicologia complessa e a una vicenda personale che l'ha portato a migliorarsi come uomo e come religioso. Se devo dare un parere oggettivo, finora è l'OC meglio caratterizzato che Laylath abbia mai inventato finora. Piuttosto che rinnegare la sua fede vi si aggrappa svelando a se stesso e agli altri che uomo comprensivo e di mentalità aperta sia.
Caesar Havoc invece è un Maggiore dell'esercito di Amestris. Secondogenito di Jean e Rebecca, dimostra a sorpresa di saper padroneggiare l'alchimia: assunto come guarda del corpo provvisoria di Yuki Yao assieme a Nina, è proprietario assieme alla sua famiglia del locale appartenuto un tempo a Madama Christmas.
Cos'hanno in comune questi due personaggi? Assolutamente nulla a parte un aspetto esteriore che può trarre in inganno ad una occhiata superficiale. Se Michael appare come un monaco burbero e mentalmente chiuso, Caesar è un bonaccione che nasconde un'alchimia potente tanto quanto quella del defunto Kimbly, dalla quale ho tratto ispirazione.

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Capitolo 6
*** Sabato, del giorno in cui si è giovani, o lo si ridiventa (Yuki [Yao] e Ying-Xi) ***


Sabato Questo sabato vi è offerto da Yuki [Yao] (yin) e Ying-Xi (yang).
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Mio e Sin, Shao Ming, il Team Mustang e prole al seguito, Sun Yen
Special guest(s): Mu Làng Shu (che si pronuncia "Mulàa"),  Greed (il gatto),  Ling Yao, Lan Fan

SABATO

 

Del giorno in cui si è giovani, o lo si ridiventa

 

 

-Suo padre non la prenderà bene, Altezza.-
-Non creda sia stato un rischio non calcolato.- sospirò la terzogenita dell’imperatore rassettandosi le maniche dell’abito -So quanto Sua Maestà tiene al fatto che tra di noi non si instaurino attriti, ma sembra che alcuni capiclan siano duri d’orecchio.-
-Oh, ne so qualcosa anch’io, principessa Shu.-
Ying-Xi intrecciò le dita dietro la schiena e rivolse un’occhiata maliziosa alla cuginastra -La veda sotto un’altra prospettiva: in questo modo il clan Lu avrà scarse possibilità di far salire al trono il suo erede. Non è stato saggio da parte del loro principe ordire un attentato nei suoi confronti.-
-Solo perché ha compiuto sedici anni non significa che abbia raggiunto una maturità tale da poter comprendere i giochi di palazzo- Mu Làng si arruffò il ciuffo ribelle che le sfuggiva dall’acconciatura -Sarò anche una donna, ma so difendermi; che la gambizzazione gli serva come lezione di vita. Quanto alla sua guardia del corpo, il taglio delle mani è stata una punizione fin troppo clemente.-
Ying raccolse un bocciolo da uno dei tanti roseti del giardino imperiale -Prenda la disavventura come il normale decorso di una tradizione dura a morire.-
Mu Làng trattenne una risata sarcastica.
-L’imperatore vorrebbe che ci comportassimo come fratelli… non è così che funzionano le cose. Per quanto mi sforzi di dimostrarmi diplomatica nei confronti degli altri clan mi ritrovo a dover temere per la mia vita da quando ho memoria.-
Ying-Xi corrugò la fronte.
-Parole ardite, le sue.-
-Parole veritiere, purtroppo.- Mu Làng la fissò coi suoi occhi sottili e duri -Siamo stati investiti da un’aria di progresso da quando Sua Maestà è salito al trono, ma sento che non basta, se intende cosa voglio dire.-
-La intendo alla perfezione.-
-Il conflitto tra clan è figlio della poligamia, l’uno è legato all’altra da secoli e solo l’interruzione di questo circolo vizioso potrà far sì che nell’impero non vengano più addestrati ragazzini col fine di farne delle macchine da guerra.- proseguì la principessa -Tengo alle mie servitrici come se fossero delle sorelle e se dovesse loro accadere qualcosa non me lo perdonerei mai.-
-Quello che ha detto è molto bello.- Ying-Xi sorrise.
-E’ la verità. Lei non vuole bene alle guardie del corpo di suo padre?-
-Anche loro sono la mia famiglia.- ammise la ragazza -Chiamarli servi sarebbe riduttivo.-
-Molti dei miei adorati- Ying notò chiaramente che Mu aveva digrignato i denti mentre pronunciava quell’aggettivo, come se glielo avessero strappato a forza dalle labbra -fratelli non lo comprendono, ecco perché sarebbero dei pessimi successori: non concepiscono che il rispetto non è un diritto di nascita ma si guadagna stando a contatto con le persone che hanno l’obbligo di servirci, non trattandole come armi ambulanti.-
Ying rimase per qualche secondo in silenzio, poi domandò:
-Lei considera l’imperatore come parte della sua famiglia?-
La giovane vide la principessa chinare il capo in segno di riflessione, tenendosi una mano sulla bocca come per contemplare il cespuglio di peonie accanto a loro.
-No.- disse infine scuotendo il capo -Oltre alla parentela e alla cordialità non ho motivo di ritenere Sua Maestà parte della mia famiglia. Era suo dovere dare a mia madre un erede e così è stato.- si passò nuovamente una mano sul ciuffo che le ricopriva la fronte -Si è preoccupato della mia educazione e si è dimostrato entusiasta quando l’ho informato della mia intenzione di studiare l’alkahestry, ma finisce qui. Non ho avuto la fortuna di crescere con un padre come è toccato a lei, Ying-Xi del clan Ming.-
-Dimentica che sono cresciuta senza una madre.- le rammentò Ying per nulla rancorosa.
-E’ vero.- si scusò Mu Làng -Cambiando discorso…- la principessa nascose le braccia nelle maniche del vestito e scrutò Ying con una insolita parvenza di curiosità nel volto marcato -E’ stata da poco ad Amestris da quel che so. Com’è stato conoscere il capo di Stato di quel paese?-
-Mi sono divertita parecchio- rivelò Ying amabilmente -Amestris è un paese da visitare almeno una volta nella vita. Il Comandante Supremo e la sua famiglia sono persone fantastiche così come la sua squadra personale. Se intende approfondire gli studi sull’alchimia la sollecito ad attraversare il deserto.-
-Se avessi la stessa libertà che possiede lei lo avrei già fatto- mormorò Mu Làng irritata -governare una provincia e attenermi alle regole imposte da mio nonno non è semplice. Non gli va a genio che studi l’arte rentan e se gli comunicassi la mia intenzione di evadere per un po’ dall’impero andrebbe su tutte le furie e inoltre…-
Ying-Xi e Mu Làng si fermarono. A sbarrare loro la strada vi era un grosso gatto bianco e nero che se ne stava beatamente spaparanzato sul prato tagliato di fresco. Coi suoi occhi socchiusi guardava le due ragazze e muoveva lentamente la coda pezzata.
-Ma guarda un po’ chi c’è- Ying si accovacciò e allungò una mano per grattare le orecchie dell’animale -Greed, dov’è la tua padrona?-
-Greed?- fece Mu Làng interrogativa.
-Nella lingua di Amestris vuol dire ‘avidità’- spiegò Ying -e qualcosa mi dice che il flagello della reggia non è lontano da qui, Altezza.-
Sentendo quell’epiteto Mu Làng contrasse il volto in una smorfia rabbiosa.
-Questa notte ho trovato un ratto morto sul mio letto!- inveì -A quanto so è una delle tante sorprese di benvenuto che quel mostriciattolo senza onore né educazione riserva agli eredi al trono.-
-E alle mogli di Sua Maestà- Ying non osava pensare cosa sarebbe accaduto se lei e il flagello della reggia si fossero incontrate -i secchi pieni di deiezioni animali rovesciati sulle loro teste sono ormai cosa nota tra la servitù.-
-E perché nessuno si è mai prodigato a punire il trasgressore?-
-Perché…- Ying prese in braccio il gatto e si rimise in piedi -lei fa parte della famiglia di Sua Maestà e non può essere toccata.-
-Lei?!- domandò sorpresa Mu Làng.
-E’ una ragazza, di qualche anno più piccola di noi.- Ying esaudì la curiosità della principessa -Sua Altezza non sa che l’imperatore ha una figlia illegittima?-
-Gli affari privati di Sua Maestà non hanno mai suscitato il mio interesse- liquidò Mu Làng -piuttosto mi sorprende che vengano permessi simili atti di vandalismo. Come mai lei non ne è stata vittima?-
-Non sono né una erede al trono né una concubina- Ying si accorse che erano giunte in prossimità dell’ala privata dei giardini, quella riservata all’imperatore e a pochi intimi -e stando a quanto mi dice il flusso del chi…-
-Sua Maestà si trova lì dietro.- completò Mu Làng -Aspetti un momento! Mi era stato detto che l’imperatore era occupato e che non poteva ricevermi subito, cosa ci fa proprio in giardino?-
Che non fosse prudente da parte di Sua Maestà negligere i propri doveri lo sapeva anche la stessa Ying, ma quando si trattava di trascorrere del tempo assieme alla figlia a lui più cara non c’era storia che tenesse: infatti non si sorprese di scorgerlo in compagnia del famigerato flagello della reggia e di un terzo chi nascosto. Seduto oltre una siepe, l’imperatore cingeva con un braccio le spalle di Yuki e sul suo volto era dipinto un sorriso a trentadue denti. Non aveva idea di cosa stessero parlando ma era palese che in quel momento Sua Maestà non avesse attenzioni se non per lei e a dimostrarlo era anche il brillio che gli illuminava gli occhi. Sicuramente Mu Làng non l’aveva mai visto così perché sembrava avesse avuto l’apparizione di uno spettro.
-Come mai a un figlio illegittimo è concesso varcare la soglia dei giardini imperiali?- la principessa si voltò per allontanarsi evidentemente stizzita, il collo e le guance improvvisamente rossi di collera -Neanche la sottoscritta può calpestare quel prato.-
-Sua Altezza dimentica che stiamo parlando della figlia preferita dell’imperatore- le ricordò Ying -a lei è concesso visitare qualsiasi alloggio della reggia.-
Per tutta risposta Mu Làng emise un verso simile a un ringhio o a un insulto borbottato a fior di labbra e fece per andare via da lì, lasciando indietro Ying che, con la coda dell’occhio, aveva visto Yuki congedarsi da Sua Maestà con un abbraccio, caricare qualcosa in spalla e sparire tra i rami di un albero.
-Credo sia il caso di rientrare a palazzo.- si affrettò a dire raggiungendo la principessa -Sua Maestà la attende.-
Mu Làng tuttavia non rispose: d’un tratto mutò espressione e si mise all’erta.
-Ying-Xi del clan Ming…- mormorò.
-Sì, Altezza?-
-Quella ragazzina… come si chiama?-
Ying rimase interdetta da una simile domanda.
-Si chiama Yuki.-
-E’ un nome straniero.- considerò la principessa che, notò Ying, aveva fatto scorrere un pugnale dalla manica dell’abito fino alla mano.
-Tipico del sud di Amestris.- le spiegò Ying stringendo a sé Greed. Spostando lo sguardo dal pugnale all’animale volle sperare che quelle di Mu Làng non fossero cattive intenzioni.
-Già, il sud di Amestris- un brutto sorriso comparve sul suo volto -Deve aver ricevuto un’ottima educazione militare da quanto intuisco.-
Ying non fece in tempo a ribattere che la principessa lanciò il pugnale in un punto preciso, in mezzo agli alberi che costeggiavano i giardini: la controffensiva, sotto forma di bagliore bluastro prima e lancia dopo, giunse immediatamente sfiorandole il braccio.
-Complimenti- Mu Làng non badò al piccolo taglio causato dall’arma e si avvicinò a quel chi celato tra le fronde dei sempreverdi -sai anche trasmutare armi bianche, non è un’arte che si pratica a Xing.-
Senza smuovere nemmeno un ramo, Yuki saltò giù e in un istante le puntò una lama alla gola. I lunghissimi capelli scompigliati erano raccolti in una coda, indossava una casacca nera e dalle spalle pendevano quattro conigli morti legati per le zampe da una cordicella. Il grande occhio non celato dal ciuffo corvino, uguale a quello di Mu Làng, esprimeva odio allo stato puro.
-Che cosa vuoi?- il sibilo della sua voce fece allarmare Ying. Raramente si arrabbiava, e quando succedeva era meglio che il rampollo di turno non incappasse in lei.  
-Yuki…- Ying lasciò andare Greed, che corse a nascondersi dietro a un cespuglio, e tese le braccia nel tentativo di calmarla -molla quel coltello.-
Yuki la ignorò.
-Sei una guardia del corpo anche tu?- a differenza di Yuki, Mu Làng sorrideva strafottente -A giudicare da come ti muovi devi appartenere al ceto guerriero aristocratico… Sei la figlia di una soldatessa?-
-Che cosa vuoi?- ripeté la ragazzina senza battere ciglio.
-Voglio farti una proposta.- il sorriso di Mu Làng si allargò ancora di più.
Yuki non rispose.
-Il tuo talento nelle arti marziali è sprecato in una campana di vetro come questa.-
Ying quasi si batté una mano in fronte per quello che stava per sentire.
-Altezza, Yuki non accetterebbe mai una proposta da parte sua.- si costrinse a intervenire senza smettere di guardare le due sfidanti -Qualunque cosa le chiederà sarà fiato sprecato.-
-Con tutto il rispetto, ma è una decisione che spetta a lei.- disse Mu Làng senza distogliere lo sguardo da Yuki -Dove eravamo rimasti? Ah, sì, perdona la mancanza, non mi sono presentata: mi chiamo Mu Làng del clan Shu e sono la terza erede al trono di Xing.-
-Non mi interessa, siete tutti uguali voi principi.- ringhiò Yuki a denti stretti.
-Oh no, ti sbagli, sono la prediletta dell’imperatore…- cominciò Mu Làng.
-La stessa cosa che ho sentito dire da quelle oche delle tue…-
-Nostre…-
-Tue sorellastre.-
-Va bene- Ying vide che il sorriso di Mu Làng si era incrinato per un attimo -dicevo, sei una brava combattente. Impulsiva, certo, ma dotata e sei anche un’alchimista. Un vero talento insomma. Vuoi diventare un soldato del nostro esercito? Potresti far carriera velocemente dati anche i tuoi natali…-
-Non credo che una Yao sia disposta a mettersi sotto il comando di un clan differente, Altezza.- intervenne Ying.
-Clan? Al diavolo i clan, non bado a queste sottigliezze.- disse Mu Làng.
-Yuki non pare essere della stessa opinione.- ritorse Ying.
-Diventeresti generale in poco tempo, vivresti circondata dal prestigio e dallo sfarzo, ti ricopriresti di ricchezze e doni. Allora, “sangue bollente”?-
-Col tuo sfarzo non so che farmene.- Yuki premette la lama sulla gola della principessa -Dammi un solo motivo per cui non dovrei tagliarti la gola.-
-Non lo farai.- mormorò Mu Làng beffarda.
-Yuki!- gridò Ying.
Nell’istante in cui l’interpellata si apprestava ad affondare il kunai sotto il mento della rivale si ritrovò a sua volta sotto tiro da una seconda figura vestita di nero, che le puntò la lama dell’auto-mail alla giugulare. Allarmata dalla comparsa di una quarta figura, approfittando della momentanea distrazione di Yuki, Mu Làng estrasse un altro pugnale che puntò in direzione della nuova arrivata.
Se mio padre fosse qui se la riderebbe di gusto pensò Ying osservando quella situazione paradossale, quanto invidio il suo sangue freddo.
-Non mi sembra il caso di scannarvi come animali da macello…- intervenne nuovamente, sperando che quelle tre assassine a piede libero avessero il buonsenso di non ingaggiare un triello.
-Yuki, abbassa la tua arma.- le intimò Lan Fan da dietro la maschera. Il suo tono di voce era neutro e distaccato, non lasciava trapelare nessuna emozione.
-Ha iniziato lei.- Yuki continuò a tenere il braccio teso, per nulla intenzionata ad obbedire.
-Ti conviene ascoltarla- il sorriso scomparve dalle labbra di Mu Làng, probabilmente aveva intuito che con la terza incomoda mascherata non si doveva scherzare -non voglio che una diatriba del genere venga a sapersi dalla corte intera.-
-Avanti.- il secco comando di Lan Fan non ammetteva repliche.
 Senza smettere di fissare Mu Làng, Yuki abbassò l’arma e si allontanò a ritroso di qualche passo.
-Yuki, fila. Svelta.-
La ragazzina rivolse una smorfia rabbiosa alla sua provocatrice e con l’agilità di un felino si arrampicò sullo stesso albero dal quale era scesa; Ying sentì con un sospiro di sollievo il suo chi allontanarsi silenziosamente verso la reggia.
-Quanto a lei- Lan Fan cambiò la direzione della lama per puntarla contro la gola di Mu Làng -sappia che mia figlia è una donna libera e non diventerà la serva di nessuno. Osi ancora importunarla e le farò fare la stessa fine del suo quinto fratellastro.-
Tornandole in mente il volo che la guardia del corpo aveva fatto fare alla testa del principe Cho per aver avuto la brillante idea di attaccare Yuki credendola una possibile rivale per il trono, Ying non fu sorpresa di vedere spegnersi qualsiasi traccia di colore dalle gote di Mu Làng. Quando Lan Fan affermava qualcosa non conveniva prenderla sottogamba.
E infatti, senza dire una parola, Mu Làng aveva abbassato la sua arma.
-Questo alterco non è mai avvenuto- proseguì Lan Fan con lo stesso tono di voce monocorde -valga anche per lei, Ying-Xi.-
Ying si limitò ad annuire, pregustando interiormente il momento in cui avrebbe raccontato ciò al padre.
-Sua Maestà intende riceverla, principessa. Prima di incontrarlo le consiglio di medicarsi quella ferita.- la guardia abbassò l’auto-mail e si allontanò da Mu Làng -La prego di non farlo attendere oltre.-
Senza aggiungere altro, Lan Fan voltò loro le spalle e sparì anch’essa oltre il fogliame degli alberi, lasciando Ying e Mu Làng in compagnia di un silenzio gravido di imbarazzo.
-…Direi di avviarci, Altezza.- Ying decise di porre fine a quella situazione spiacevole indicandole la strada per la reggia.
E senza dire niente, Mu Làng, ancora pallida, la seguì.

***

“Ho un’idea! Perché non stai da noi per un po’? Potrei farti visitare Drachma!”
“Ma siamo appena tornate da Amestris e papà si rattristerebbe!”
“Lo so, per questo voglio parlare con lui.”

Ying-Xi era accomodata su una pila di cuscini in compagnia dell’imperatore e di Lan Fan, che stavolta teneva la maschera appesa dietro la schiena. La tensione che aleggiava in quello studiolo lussuosamente arredato si poteva tagliare con un coltello.

“Tua madre ti ha sgridato?”
“No, non l’ha fatto. Mi ha detto una cosa però.”
“E cosa?”
“Che quando sarò più grande dovrò andarmene da Xing.”
“Sai, se fossi al suo posto ti direi la stessa cosa. Tu puoi farlo a differenza mia.”

-…Avrà la possibilità di approfondire gli studi di alchimia senza problemi- stava dicendo Ying -Vostra Maestà sa che per noi non sarà un peso, tutt’altro.-
Ling Yao sembrava non ascoltarla. Leggeva - in realtà fingeva spudoratamente - un documento col sigillo imperiale impresso sopra e sembrava avesse ingoiato un bastone. Ad un certo punto sollevò la testa e come per rendersi conto solo in quel momento della presenza della ragazza le rispose:
-In cuor mio preferirei che restasse qui ancora qualche tempo, ha finito solo ieri di disfare i bagagli.-

“Cosa voleva quella là da me?”
“Voleva solo stuzzicarti, niente di più. A lei non interessano i natali dei suoi sottoposti, le piace circondarsi di persone dotate.”
“La odio.”
“Ma lei non odia te. Sai perché ha reagito così?"
“No…”
“E’ gelosa di te.”
“Gelosa di me?! Perché una principessa dovrebbe essere gelosa di me?”
“Perché tu hai un padre e lei no.”

-Certo Maestà, ma so anche che nei prossimi giorni contrarrete matrimonio con altre tre spose- fece presente Ying -e voi sapete quanto sia pericolosa la presenza di Yuki durante alcune occasioni.-  
-Non ho nulla in contrario- intervenne Lan Fan -lascia pure che si svaghi.-

“Dovrebbe fare la differenza?”
“Nel nostro ambiente, sì. Ti capisco, sai? Quando vedo i miei fratellastri assieme a mia madre provo molto rancore ma non sono costretta ad averci a che fare tutti i giorni. Tu non hai la stessa fortuna in questo caso.”

Ying poteva percepire chiaramente il nervosismo che pervadeva la figura dell’imperatore, contrapposta alla calma quasi innaturale della sua guardia del corpo. Sedeva immobile sui cuscini e in volto sfoggiava la stessa inespressività di una bambola.
-Sì, forse hai ragione tu, Ying… Accidenti- Ling ripiego il documento con uno sbuffo -la prima di queste tre spose non ha compiuto nemmeno diciotto anni.-
Lan Fan si concesse di ruotare il capo in direzione dell’imperatore.
-Non capisco di cosa vi sorprendiate, Vostra Maestà.-

“Sai, pare che la principessa Shu abbia ottime probabilità di diventare la prossima imperatrice.”
“Un motivo in più per scappare da Xing!”
“Non farti accecare dai sentimenti, finora è l’erede più assennata con cui ho parlato.”

-E’ troppo giovane, tanto per cominciare…- iniziò Ling.
-Poco importa di cosa pensate a proposito. L’importante è che abbia proprio l’età giusta.-
L’imperatore ammutolì di colpo. Ying assistette allo spettacolo insolito dell’uomo più importante di Xing venire zittito dalla sua guardia del corpo. Ma quello che la sorprese maggiormente fu l’imperterrita impassibilità della donna. Suo padre la apostrofava con l’epiteto di ‘bella e micidiale statuina’ ma ai suoi occhi lei era soltanto una ‘micidiale statuina’ e basta. In quell’istante realizzò di non star parlando all’imperatore e alla sua -ex?- amante, bensì a Lan Fan e al suo -ex?- amante.
Il progresso passa anche da questi dettagli, mio piccolo falchetto, le avrebbe detto suo padre.
Trattenne l’impulso di sorridere, gli avrebbe raccontato molto quella sera. 

“Ricorda una cosa Yuki: sono invidiosa di te. Anzi, siamo invidiosi di te. Sei una donna libera e puoi essere chiunque tu desideri, e questo vale più di mille ricchezze o titoli nobiliari. La libertà non può togliertela nessuno, tienilo sempre in mente.” 

***

Facts: esattamente come in "Giovedì", abbiamo a che fare con il frutto di un'altra gravidanza indesiderata. Concepita in un periodo in cui l'imperatore e la sua guardia del corpo vivevano una condizione di sbandamento morale, Yuki Yao altro non è che l'incarnazione di una purezza che i due canon non possono più recuperare. Vivace, iperattiva e affettuosa nei confronti di (quasi) tutti, nel mio universo fanon è l'erede al trono di Xing non per volere dei suoi genitori ma dell'esercito che farà di Lan Fan la sua rappresentante. Amatissima da Ling, tuttavia avverte la sua condizione di futura reggente come un obbligo che preferirebbe non adempiere.
Ying-Xi è la figlia di Shao Ming e di Sun, governatirce della provincia Yen. Comparsa per poco ancora bambina, ho voluto farla crescere e darle quella predisposizione alla diplomazia tipica del padre, ma con un pizzico del buonsenso della madre. Riuscendo a destreggiarsi fra gli intrighi di palazzo, trae divertimento persino dalle situazioni più drammatiche, come il sopra citato omicidio dell'erede del clan Cho. Non essendoci state guerre alcune, qui il clan Lu esste ancora e Ling ha contratto matrimonio alcuni anni prima, ecco perché Mu Làng e Ying hanno più o meno la stessa età.
E che dire della (non?) lingfan? Io e Laylath abbiamo optato per scelte diametralmente opposte per quanto riguarda questi due personaggi: se io ho deciso di farli sposare, nonostante la loro vita coniugale non sia rose e fiori, Laylath ha optato per la poligamia. In questa one shot ho mischiato le due versioni riprendendo il finale de "Il volo della mosca bianca" e aggiungendo un OC ex novo nonché una situazione del tutto inedita con Lan Fan non più ragazzina infatuata ma donna dura e impassibile, volendo fare intendere che per quanto se ne possa dire, su lei e Ling è possibile pensare qualiasi tipo di epilogo immaginabile.

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Capitolo 7
*** Domenica, del giorno in cui ci si riposa (Angela Fury e Ellie Fury) ***


domenica Questa domenica vi è offerta da Angela Fury (yin) e Ellie Fury (yang).
All'interno della storia sono presenti riferimenti ai seguenti personaggi (canon e fanon): Andrew Fury, Kain Fury, Alber Fury, Roy Mustang
Special guest(s): /


DOMENICA

 

Del giorno in cui ci si riposa

 

 

Cara soldatina,

Sei ripartita da pochi giorni e già la tua assenza si fa sentire eccome. Te lo avevo detto il giorno in cui il nonno aveva caricato la tua valigia in macchina e non mi stancherò mai di ripeterlo: sotto quella divisa vedo ancora la mia piccola bambina, quella che in estate sfrecciava per le campagne dell’est in estate. Da quella bambina è sbocciata una bellissima donna, una soldatessa dell’esercito votata alla causa di pace proprio come tuo padre. Sapessi come gli somigli! Mi ricordi tanto quando tornava da noi a fine anno, ci abbracciava e iniziava a raccontare quello che aveva vissuto in città. Non lo sai, ma quando ho saputo che anche tu avevi intenzione di entrare in Accademia è stato come se il tempo si fosse fermato per poi tornare indietro. Era come se fossi improvvisamente ridiventata giovane! Ma mi sono guardata allo specchio e, sorpresa, le rughe e i capelli grigi mi hanno fatto venire in mente che ormai il mio Kain è un Maresciallo di Central City, che era diventato padre di due splendidi nipoti e che la mia Angela era cresciuta, si era tramutata in  una donnina coraggiosa. Non so cosa tu provassi il giorno in cui uscisti dall’Accademia ma io avvertii una grande paura. Perché, dirai? Provo paura per il tuo futuro, in cuor  mio vorrei che tu e Albert non cresceste mai ma so che le mie parole sono dettate dall’egoismo. Ero felice e al tempo stesso spaventata perché era come se vedessi nuovamente tuo padre, sono proprio una povera vecchia attaccata al passato! Anche allora provai tanta paura, quando fu tuo padre a salire di grado, sai? Le notizie delle guerre combattute al confine erano terribili nonostante la loro sporadicità e io temevo per la vita del mio unico figlio. Sai com’è andata a finire, è stato spedito a sud, ha combattuto da eroe ed è sopravvissuto perché dietro il suo volto gentile si nasconde una tenacia che non ho mai visto in nessun altro eccetto te. Sono sicura che la tua carriera sarà brillante e ricca di soddisfazioni, e anzi mi auguro che con le tue capacità possa superare tuo padre perché te lo meriti e rappresenti una grande fonte di ricchezza per il genio militare di Amestris. Nonostante vorrei tu tornassi la mia nipotina scalmanata non posso ignorare gli elogi che hai ricevuto dal Comandante Supremo, e non immagini la gioia che ho provato quando ho letto la tua ultima lettera! Forse anche lui vede in te il tuo caro padre, gliel’ho letto negli occhi quella volta in cui io e il nonno venimmo nella capitale per trovarti. Sei una brava ragazza e una soldatessa efficiente e grazie a te i Fury sono di nuovo fieri di avere un militare in famiglia. Hai la fortuna di crescere in un paese adesso in pace e se prima provavo un grande dolore per la scelta di tuo padre, adesso sono felice per la medesima strada  che hai intrapreso perché verrai aiutata da persone che ti vogliono bene e hanno compreso quali sono le tue qualità. E’ vero, prima ho scritto che provo una grande paura, ma non devi considerarla come una contraddizione: so che sei ormai una donna e che i tempi in cui eri bambina non torneranno mai più ma almeno sono confortata dal pensiero che viaggerai all’estero in qualità di ambasciatrice e non per spargere morte. Tuo padre ha dovuto uccidere tanti soldati aerughesi  per essere qui con noi mentre tu ti sposterai a sud per rappresentare Amestris ormai libera dai conflitti, e hai soltanto diciannove anni, uno dei soldati più giovani a operare sotto il comando di Sua Eccellenza! Allora, prometti che mi scriverai una volta raggiunta Aerugo? Si dice che là il clima sia più mite del nostro e che i loro abitanti siano ospitali e cordiali con gli stranieri. Farai una figura splendida di fronte al principe, ne sono certa.
In attesa di tue notizie ti mando un caloroso abbraccio e mi auguro che la mia torta ti sia piaciuta!

La tua affezionata nonna,
Ellie Fury.

***

Facts: Ellie Fury è la madre di Kain in tutte le storie scritte da Laylath. Di lei mi hanno colpito la forza d'animo e una dolcezza disarmante, cui è impossibile mostrarsi indifferenti. Piccola, minuta, dall'apparenza fragile, nasconde un carattere forte e un senso del sacrificio invidiabile. Ellie è come il paesaggio bucolico in cui l'ho conosciuta all'interno di "Un anno per crescere": è semplice e di buon cuore. 
Angela Fury è la primogenita di Kain nonché agente segreto di Amestris. Anche lei di bassa statura nonché molto somigliante al padre, ha studiato storia, geografia politica e fisica, alchimia, arti marziali e lingue straniere. Il suo aspetto dolce e apparentemente innocuo nasconde le abilità di un'assassina. Per il suo personaggio mi sono ispirata a Natasha Romanoff alias la Vedova Nera. In questo crossover, non esistendo i servizi segreti, Angela è semplicemente una soldatessa ai comandi di Roy Mustang.
Per quest'ultima one shot  non mi sono voluta impelagare in trame complesse o tematiche astruse, ho voluto semplicemente far trasparire l'affetto di una nonna verso la nipote, con tutte le gioie e le preoccupazioni che ne conseguono. Il loro è un rapporto semplice e profondo, esattamente come la vita che conducono i coniugi Fury.

Che dire ancora? Non è la prima volta che prendo in prestito OC che non mi appartengono, e adesso come allora ho sempre cercato di rispettare sia loro che gli autori che me li hanno affidati. Mi auguro di aver fatto un buon lavoro e se siete giunti fino a qui vi ringrazio per l'attenzione dedicatami.
Dopo questa parentesi durata sette settimane non mi resta che ributtarmi a capofitto nelle mie rating rosse, e con ciò dico ancora "grazie" e alla prossima!

Green Star 90

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