Dovevo fare criminologia, a quest'ora avrei saputo che fare e mi avrebbero pagato

di MarcoBacchella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Investigazioni sconclusionate poco pagate ***
Capitolo 2: *** Della bigotteria e di altri demoni ***
Capitolo 3: *** Teiere e Bastoni ***
Capitolo 4: *** Colpa degli zingheri ***
Capitolo 5: *** 45.475721, 9.172377 ***
Capitolo 6: *** La d'Urso ***



Capitolo 1
*** Investigazioni sconclusionate poco pagate ***


1

"Investigazioni sconclusionate poco pagate"



Era troppo facile. Fin troppo facile e conveniente. 
Un appartamento a un solo chilometro a piedi dall'università da condividere con un ragazzo che, oltre che viverci, ne era proprietario.
Io tornavo da lezione e lui era sul divano a giocare a Destiny. 
Tornavo dal lavoro e lui era sul divano a giocare a Destiny. 
Tornavo da casa dei miei e lui era sul divano a giocare a Destiny. 
Non aveva pretese, non chiedeva affitto, e le poche volte che mi rivolgeva parola dimostrava tutte le sue abilità dialettiche neanche fosse uno scrittore.
Completamente apolitico e ascolastico, ci teneva a farmi sapere come il suo QI di 121 non influisse in qualsivoglia modo sulla ricerca della sua partner, anche se ci teneva a farmi sapere come le sue due ex storiche fossero ragazze intelligentissime e come lui adesso si ritrovava solo per sua scelta e non per scelta di entrambe le sopracitate.

Questo sarebbe un incipit bellissimo per un libro biografico o per un funerale, che solitamente si fanno postumi al soggetto in questione, tuttavia questo è un investigativo, quindi si dovrà aprire in qualche modo. 
Con un'esplosione. Esattamente come l'universo. Anche se alcuni sostengono non fosse un'esplosione bensì un netto essere.
Come avrete capito dalla poca destrezza nell'esplicazione del Big Bang, il sottoscritto ha ricevuto soltanto nozioni umanistiche in tutti gli anni di studio intrapresi. Questo non aiuta in particolar modo a spiegare cosa avvenga al sodio se messo nelle tubature dell'acqua, ma posso, tuttavia, spiegarne l'effetto con una ricevuta di un idraulico che dovetti chiamare di sabato mattina.

"Ero curioso" si giustificò sul momento.
"Volevo pulire lo scarico"  mi disse dopo venti minuti.
"È entrato un ragno e volevo ucciderlo" riportava il messaggio che mi mandò mentre ero in metro.

"Ti sta uccidendo lentamente. Perché non te ne vai e trovi un altro appartamento?" mi chiedevano i poveri cristi che dovevano sopportare le mie lamentele.
"Perché restando lì sopravvivo con 120 euro al mese di stage giornalistico."
Quei 120 euro che, in un modo o nell'altro, mi avrebbero causato ancora più incontri con quella creatura socialmente inaccettabile quale il mio affittuario.

Quella mattina di un mese imprecisato tra aprile e gennaio, dato che a Milano ci son sempre 8 gradi e non posso scindere i mesi dalla temperatura, entrai in ufficio solo per trovarmi una mail da quella che era un'associazione filo-socialista che si era vista rubare i sandali che una Stalin usò al mare (poi indossati dai vari esponenti sindacali nei vari cortei in manifestazione) da dei villici sconosciuti e la sopradetta teneva alla pubblicazione di un articolo sul "Corriere dell'Uni" che descrivesse i fatti solamente perché ero nella loro newsletter. 
Con un misto di esasperazione, tristezza e vomito, presi il badge e decisi parlare con il mio responsabile della cosa, Tony. 
Tony era yun omino trentacinquenne, stempiato, dall'aria sempre nervosa e dall'odore di caffè e Marlboro rosse spente a metà. Lo trovai proprio davanti alla macchinetta. Non servì neanche spiegargli per bene la situazione, mi disse solamente "Facci un articolo in ventiquattro ore."


Arrivato in quello che sembrava un centro CISL abbandonato -e poi subito dopo occupato- dagli studenti, mi accolse un corteo di 150 mila persone (almeno hanno affermato di essere centocinquantamila) persone (che per la questura erano 15, per l'ANSA 150) che intonavano, non sempre all'unisono, cori da stadio non sempre comprensibili. Esattamente come ogni movimento di sinistra dalla rivoluzione d'ottobre in poi. 
Di seguito trovate una parafrasi, di quello che mi ha detto il meno peggio di tutti, dato che non ho nessuna intenzione di annoiarvi con rime sui seni della tal madre.  
"Eravamo in corteo a leggere i tweets di Landini e della Camusso quando ci sono entrati in sede quegli stronzi del negozio Bio e ci hanno scavallato i sandali dello zio Stalin". Dalla sua bocca, oltre a uscire parole, uscivano anche odori piuttosto familiari. Lacrimogeni, tonno in scatola e marijuana. Non potevo credergli da mettere la mano sul fuoco, ma sembrava tenerci. A quanto pare queste calzature hanno il potere di convertire, testuali parole, "pure tu' nonna". 
Tra un "non mi pagano abbastanza per questa merda" e l'altro, decisi di continuare questa sceneggiata almeno fino alla bottega sopracitata.

Il negozio era poco distante da quell'imitazione di centro sociale in cui ero finito dieci minuti prima e sfoggiava architettura cartongessiana e decorazioni tribali, oltre che a un forte odore di incenso.
L'interno non era differente da qualsiasi negozio di frutta, se non per tutti i volantini filo-Verdi che sostenevano che qualsiasi tipo di invenzione uccida il pianeta e che i gatti possono sostentarsi di sole fave.
Tra uno scaffale e l'altro notai una faccia nota. 
Non lo riconobbi subito perché in teoria doveva essere in casa con l'idraulico e non al negozio da hipster dall'altra parte di Milano. 
Christopher era troppo preso dallo scegliere quale succo frizzante scegliere per accorgersi della mia presenza.
"O almeno pensi che io non mi accorga della tua presenza. Ho una funzionale visione periferica" affermò mantenendo il capo chino.
Dopo un paio di mesi che avevo passato con lui, smisi di farmi domande. Sapeva esattamente cosa, quando e come dire qualcosa e aveva quasi sempre ragione. 
"Non dovevi essere in casa?"
"Certo, ma dovevo anche fare merenda, e senza acqua corrente non potevo lavare la frutta. Piuttosto, tu cosa fai qua?"
"Tu dovevi fare merenda e hai lasciato l'idraulico solo in casa."
"Dovevo anche fare colazione. Non vorrai mica che io abbia poche energie per le ardue imprese che mi aspettano." Non era una discussione quanto uno slalom alla Sordi dalla questione centrale. 
"Ardue imprese come giocare tutto il giorno a Destiny?"
"Oh, no, no, no. Aiutarti nella tua investigazione sconclusionata, ovviamente." 
Ancora ad oggi non riesco a capacitarmi su come esattamente lo sapesse. 
Di certo non glielo avevo detto. 





















Ho una notizia buona e una brutta. La buona è che finalmente torno a scrivere. La cattiva è che ho perso tutti i quattro mesi di testi che avevo, e adesso sto lavoricchiando per tornare a produrre. Ho sfruttato l'occasione per correggere questo testo e continuarlo. 

Ah, dommage.


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Capitolo 2
*** Della bigotteria e di altri demoni ***


1 "Della bigotteria e di altri demoni"

Quindi, io e Christopher eravamo al negozio Bio. Non è che non mi fido della vostra memoria, ma sempre meglio ricapitolare. Ipatia, la bottegaia, conosceva per nome il mio compagno d'avventure. Al tempo non capivo perché.
"Pensavo passassi le giornate a grindare come un ossesso su Destiny"
"E io pensavo fossi un tipo più prono ai negozi bio. Ti sei guardato? Sei un dannato hipster. Non hai snapchat, ti muovi esclusivamente in bicicletta o in ATM, hai un abbonamento dell'ATM... e in sti giorni ti stai nutrendo solo di frullati."
Questo era facile da capire. La mia dieta era direttamente deducibile da ciò che mancava o era presente nel frigorifero, e non era un segreto il fatto che io adorassi gli smoothies. 
"Ho sentito la parola "frullati"?" Urlò da dietro la cassa Ipatia. Quella in questione era una donna tremendamente new age. Dread, vestiti di canapa, forte odore di incenso che impregnava gli indumenti e le mura del locale. 
"Abbiamo una vastissima selezione di frutta a km 0 che può elevare la vostra esperienza con i frullati. Un qualcosa di molto intimo con il tuo io. Può riconnetterti."
"Km 0? Siamo a Milano." Evitai di fare domande su come riconnettermi con il mio io.
"Parco Nord è a meno di 900 metri." Le esplicite allusioni che la yucca che vedevo in esposizione venne coltivata in una serra di smog e rifiuti reduci dell'amministrazione Pisapia non aiutava molto l'incitamento alla consumazione. Chi mai consumerebbe qualcosa che ha qualcosa a che fare con Pisapia?
"Sì, va bene. Ma non siamo qui per questo. Non adesso almeno. Staremmo investigando sul furto di dei sandali dal centro sociale qua vicino. Lei ha visto o sentito qualcosa, più o meno stamattina presto?"
"E anche se avessi perché dovrei dirlo a te?"
"Perché dovrei scriverci un articolo sopra. O per semplice dover civile."
"Oh, bene! Allora scrivi che se Pisapia avesse fatto qualcosa a quest'ora il centro sociale non ci sarebbe stato, indi per cui non ci sarebbe stato il furto!"
"Senta, non tenti la tattica Salvini con me e risponda alla mia domanda in modo completo, senza tirare fuori altri argomenti, non siamo a Quarto Grado."
"Ah, quindi ora vuoi censurarmi?" Aveva imparato bene la tecnica. 
1) Deviare il discorso. 
2) Se scoperto, sentiti oppresso/dai del fascista o comunista al tuo interlocutore.
"Senta...Ipatia, non vorrei mai censurarla. Sarei molto ipocrita. Voglio solo finire il lavoro e tornarmene a casa. Sono pagato ad articolo completato, non a menata per convincere una persona."
"Sì, beh, potrei aver visto qualcuno uscire dal centro mentre venivo qua stamattina. Basso. Verso le cinque. Con un sacchetto in mano. Incappucciato. Ma poteva essere chiunque! Potresti essere stato anche tu e magari ti stai inventando sta roba dell'articolo solo per coprire le tracce!"
Mi farò tatuare "non sono pagato abbastanza per questa merda" sulla schiena.
"Grazie, è stata molto utile" Mai frase fu più passiva-aggressiva.
Uscendo da quel negozio notai come fuori dalla porta ci fosse un plico di volantini di propaganda anti-vaccini. Non capisco come sia possibile che, nel 2015, si possano ancora demonizzare i vaccini.
Sì, a quanto pare ci sono delle correlazioni, non in tutti gli individui e ad una percentuale infima, tra utilizzi di vaccini e autismo infantile. Ma sapete quanti casi di polio ci sono stati da quando la vaccinazione è obbligatoria? 0.
Avrei dovuto accorgermi prima di questi volantini, avrei capito subito con che razza di persona stessi parlando e quando fermarmi di conseguenza con le domande.

"Sherlock, hai una pista?" disse Christopher uscendo dal negozio.
"Sei tu quello intelligente e socialmente incollocabile. Trovane una tu."
"Ragiona. Chi è sveglio la mattina presto, per fare allenamenti di lotta greco-romana, e ruberebbe dei sandali a un centro sociale di sinistra solo per il gusto di farlo?
"Casa Pound?" chiesi. 
"Casa Puond." confermò.


Casa Pound -giuridicamente legale, eticamente scorretto- è una sorta di movimento sociale/politico che si fonda sui precetti dei fasci di combattimento. 
A Milano ha una sede privata, dalla quale partono moti di destra estrema che sfociano in alleanze coi rappresentanti di centro destra quali Lega Nord, Forza Italia, Popolo della libertà, quel nuovo partito della Meloni, quell'altro partito della Meloni
Come tutti i movimenti estremisti, è composto principalmente da giovani che amano la politica all'inizio del loro politicum vitae. Sapete, la questione che finché si è baldi giovini e finché si ha fiducia nella politica si è estremisti per poi diventare sempre più moderati e cinici con il passare del tempo.
Questo solitamente ha riscontri  ovunque ad eccezione di alcuni casi, come Giovanardi e l'intera setta che si è creata attorno a lui. La stessa che sostiene che "da due genitori dello stesso sesso può solo crescere un bambino disabile", affermazione arguta che ci comunica perfettamente la mentalità aperta di questi illuminati e del loro ritrovo: Il family day.
"Ma questo che c'entra con il furto?", vi chiederete. 
Semplice. 
Nel momento in cui io e Christopher ci stavamo avvicinando alla sede milanese di Casa Pound, il "luogo tenente" della zona stava tenendo un discorso dal balcone del condominio sulla "teoria del genere".
"Vedete, da quando l'Irlanda ha permesso ai finocchi di sposarsi, l'Europa sta meditando sulla possibilità di farlo diventare uno standard! Ma l'Italia è nata Romana e Cattolica e non si piegherà all'atea Europa. La Bibbia dice che la famiglia è composta da un uomo e una donna! Non da un uomo, un altro uomo e un utero in affitto!"
Per quando fosse carismatico il signorino, nel suo discorso disse giusto un paio di inesattezze. Inesattezze che in gergo giornalistico si definiscono come "multe per disinformazione pubblica". 
La prima è che l'Europa stia pensando di far diventare uno standard i matrimoni civili tra persone dello stesso sesso. È errato.  Le persone chiedono di farlo diventare uno standard in quanto diritto fondamentale.
La seconda è che l'Italia dovrebbe essere nata Cristiana Cattolica. 
L'Italia è nata pagana, in un'epoca dove alcuni imperatori venivano chiamati "marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti". 
Per quanto ora sussista l'affermazione della concezione di Sacra Famiglia, essa è cambiata spesso nei soli ultimi dieci anni, o anche solo dal referendum sul divorzio. È un'affermazione da conservatori bigotti, poiché non si attacca in alcun modo la concezione religiosa con l'ammissione legale delle coppie omosessuali.
Infine, l'affermazione sull'utero in affitto. 
Non c'entra assolutamente nulla. Non è proprio presente nel disegno di legge.
È stupido unire queste due cose. Sono due diritti negati a una minoranza, due diritti separati, e vanno trattati in due discussioni diverse.

"È difficile vincere un dibattito con una persona intelligente, quasi impossibile con una persona bigotta. Alcune lotte sono perse in partenza." 























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Capitolo 3
*** Teiere e Bastoni ***


1
"Teiere e bastoni"


Dopo un piccolo tragitto fino al terzo piano di un palazzone delle case popolari fatiscente, il luogotenente di casa Pound ci accolse in modo non particolarmente gioviale o educato nella magione comune.
"Salve, Christopher." disse aprendo la porta decorata coi fasci littori e le varie tessere elettorali di Pirandello, probabilmente fasulle.
"Vedo che non sei cambiato molto dal nostro ultimo incontro. Barba incolta, capello incolto, fisico flaccido. È ancora questo lo stereotipo di minestro, quindi."
"Ho abbandonato la carica quando dei bigotti fascisti capitanati da un incivile mi hanno rubato cinquanta mila firme." Questo Benito -pur essendo di destra- era una persona educata. Composto, accento del nord, sguardo fermo su Christopher e sulla sua barba. 
"Su, su. Non essere così scurrile. Non sono mai stato incivile. Mi pare di averti aiutato ad alzarti dopo che ti avevo steso. E poi, ho fatto l'unica cosa in mio potere per impedire che i finocchi si sposassero."
Tutto quello che ha portato a questa situazione, cari lettori, non è un mistero solo per voi: non pensavo che Christopher potesse avere così tante conoscenze in tutti questi campi. Prima Ipatia, ora Benito. Certo, nessuna delle due conocenze è rispettabile sotto alcun punto di vista, sono due tipi di ignoranti differenti. 
"Scusatemi un attimo se interrompo", ovviamente interruppi, "È ovvio che c'è un trascorso tra di voi, lo accetto e tutto quanto: ma io entro la fine della giornata dovrei scrivere un dannato articolo su cosa è successo in quel centro sociale ma con queste discussioni non fate che distrarvi dal punto focale. 
"Per semplificare, alla parata del gay pride dell'anno scorso io ero un minestro pastafariano e stavo aiutando a raccogliere firme. Verso la fine della parata, giusto oltre Lima, casa Pound esce fuori , picchia selvaggiamente la mia scaligera e ruba i fogli con le firme."
Ah, i pastafariani. Definirli atei sarebbe sbagliato, ma anche dire che appartengono ad una religione seria lo sarebbe. Credono nel mostro spaghetto volante, un'entità che non ci creò a sua immagine e somiglianza, che non ci creò con l'obbligo di seguire leggi se non quelle dei nostri bisogni naturali e così via. 
Essendo ovviamente molto estrosi, data la loro natura di cazzari, si riuniscono in ogni parata, festa popolare o ritrovo di alpini per farsi due risate e due birre. O due birre e due risate, a seconda delle preferenze. 
Il culto è iniziato quando Bobby Henderson, filosofo, fisico, filologo e satiro per eccellenza decise di fondare le basi del pastafarianesimo quando nello stato del Kansas introdussero l'obbligo di insegnare come alternativa il creazionismo (concetto cristiano della creazione) opposto all'evoluzionismo come due teorie equamente valide. Questo culto è stato spesso associato alla Teiera di Russel che riporta, testualmente, "Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere che la teiera è troppo piccola per essere rivelata persino dal più potente dei nostri telescopi. Ma se io dicessi che, giacché la mia asserzione non può essere smentita, dubitarne sarebbe un'intollerabile presunzione da parte della ragione umana, si penserebbe giustamente che stia dicendo fesserie." creata dal filosofo Bertrand Russel.

Dov'eravamo arrivati? 
Ah già, indagini e così via. 
"Sì, va bene", dissi, "Ma tutto questo cosa ha a che fare con il furto dei sandali?"
"Oh, nulla." disse Benito
"E quindi perché ne stiamo parlando?"
"Perché io non so nulla di quei dannati sandali."
Dopo questa affermazione ci invitò a uscire dal locale brandendo una mazza di fortuna che riportava diversi segni di passate parate assieme a Lega Nord. 

"Quindi lui non sa nulla"
"E tu ci credi?"
"Soltanto gli stolti credono a tutto." Ci fu un silenzio imbarazzante dopo quella frase di Christopher. 
Scendevamo piano piano per le scale. Ad un certo punto cominciò a indicare con le dita, poi a disegnare in aria, poi si fermò. "Cos'hai segnato ad adesso?"
"Possibile furto. Possibile extracomunitario data la zona."
"E su quali basi dici ciò?"
"Su nessuna. Ma nei giornali, finché non si ha un vero colpevole, ne devi creare uno sulle basi delle discussioni in voga. Il problema è il centro di recupero lì vicino? Allora il criminale è un tossicodipendente. Il problema è d'accoglienza? Allora il criminale è un profugo."
"E a te va bene"
Christopher non aveva tutti i torti. Plasmare le notizie non era giusto, ma nella mia posizione ero come il protagonista di 1984. Io, fino a che uso il mio estro creativo per modificare le notizie sono soddisfatto, almeno parzialmente. Ma è giusto disinformare il popolo soltanto per alimentare stupide notizie o pregiudizi?

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Capitolo 4
*** Colpa degli zingheri ***


1

"Colpa degli zingheri"

Una volta abbandonata la sede di quei giovani che amavano in oltrequalmodo la politica, vagai per diverso tempo tentando di collegare i puntini. 
Cosa avrebbe fatto la Fletcher? Perché la gente voleva quei sandali? Perché era sempre in giro quando c'era un omicidio? Erano davvero così importanti? Aveva veramente dei poteri magici? I sandali avevano dei poteri magici? Se faccio un'altra domanda retorica posso somigliare a D'Annunzio?

Mi decisi e andai in un internet cafè per fare la cosa più stupida che si potesse fare. Googlare "sandali di Stalin"
Christopher nel frattempo si era dissolto nel nulla, dicendo che doveva informarsi meglio sui poteri magici della signora in giallo.  

Le prime cose che uscirono furono gli account di instagram e twitter del centro sociale con le foto dei vari altarini che avevano fatto per le calzature. Modello "missionario" marroni, usurate dalle maratone in manifestazione. Poi, una foto in bianco e nero di un omone baffuto in riviera romagnola, con maglia a righe orizzontali e sandali in mano. Mica che si riempivan di sabbia.
Di colpo, vibra qualcosa. Tony. 

"Torna". Imperativo categorico. Saltai sul primo bus per la redazione. Davanti al grigio palazzone c'era Tony, camicia sudata neanche fosse la maglia della salute di un ciccione al primo giorno di Crossfit.  Io avevo una camicia, un maglione, un cappotto, una sciarpa..
In mano aveva una mail grossolanamente stampata, con ancora le varie tabs di Mozilla aperte. Aveva dei vari interessi, il signor Tony. L'account twitter di Trump e diversi siti relativi alla "supremazia razziale" aperti. Dovetti ripetermi più e più volte che non era il tempo per discuterne. Lessi giusto la mail cercando i dati fondamentali. Dovevo inventarmi una supercazzola per giustificare l'articolo. O meglio. Inventare un articolo. 
Le parole di Christopher risuonavano insieme a tutte le altre parole che mi avevano sempre detto. 
"O fai così, o non abbiamo soldi per pagarti lo stipendio"
"È eticamente scorretto"
"Non te ne devi fregare delle "minoranze""
"E a te sta bene questo?"

Dovetti impegnarmi, per la prima volta, a dare la colpa a qualcuno. In quei cubicoli, più grigi del solito, ho scritto quello che mi ero ripromesso di non scrivere mai. È stata colpa del centro sociale che non li ha curati. La colpa, per colpa mia, è della stessa vittima. Passarono giorni in cui io non mi interessai più della faccenda. Giorni in cui su internet trapelarono le informazioni più disparate sulla faccenda, da un reportage di una "mutazione" dovuta ai sandali a un servizio di "dalla vostra parte" che diede la colpa in ogni caso agli "zingheri".




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Capitolo 5
*** 45.475721, 9.172377 ***


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45.475721, 9.172377

Mentre stavo dando un esame di etica mi arrivò sulla nuca un cartiglio. Non ero riuscito a vedere il mittente, ma non molti rischierebbero la sospensione dell'esame. Mi girai e vidi Vitaliano, l'ultranovantenne mio collega di corso che sorrideva perché aveva risposto bene alle domande sul giusnaturalismo non tanto perché avesse letto i mattoni di preparazione, ma perché aveva vissuto in pieno l'età d'oro della filosofia etica. Dietro di lui visi ignoti o anonimi, che di sicuro non mi avrebbero mai passato nulla. Un'ombra, poi, uscì dall'aula. Forse rea del misfatto.

  La scelta era quella di aprire immediatamente il cartoccio e farmi scoprire dall'assistente di guardia, o aspettare di finire e aprire. Non sono rinomato per essere paziente. L'assistente mi vide, e mi disse di tornare la settimana prossima e di ringraziarlo che è solo una settimana. Non feci tempo a uscire dall'aula che lo spettro già era sulle scale che andava verso la segreteria. A quel punto aprii il cartiglio e dentro non c'erano che numeri. 45.475721, 9.172377.

45.475721, 9.172377.

45.475721, 9.172377.

Nulla, non capivo che volessero dire. 
Li copiai in fretta e furia su google e tutto quello che mi apparì fu "La ricerca di - 45.475721, 9.172377. - non ha prodotto risultati in nessun documento."

Uscì Vitaliano dall'aula, con passo allegro e alticcio, felice come una pasqua. Mi guardò e mi disse, senza mezze parole: "Le filosofe coi piercing alla topa portan guai".
Vitaliano era conosciuto per essere un cliché vivente. Dopo la demenza senile aveva sviluppato un'abilità impressionante nell'unire perle di saggezza e commenti da pervertito. Cliché puri. Due cliché diametralmente opposti, ma uguali.
"A chi ti stai riferendo?"
Vito mi guardò, mi fece l'occhiolino, ed esclamò "quella volta, ad Alba, saremo stati in mille". mentre si allontanava.   Ah, i vecchi alpini. O sono ubriachi, o non potrebbero bere per i farmaci che prendono per mantenere più o meno stabile il diabete.

Scesi l'androne e mi diressi verso la segreteria, e scorsi di nuovo quello spettro. Per quanto i pantaloni stretti e il cappotto me lo permettessero, accelerai il passo.  Era veloce, per essere un'incorporeità. Entrò svelta nella metro, e da lì, scomparsa come uno spacciatore dopo le otto del mattino in centrale. 
Quello era un bel cliché. Un'informatore da un indizio e poi si dilegua. Davvero originale. Nessuno aveva mai pensato a questo. Sembra il regime totalitario nei romanzi distopici. 

_________

Da ora in poi ho scelto che farò capitoli più brevi e più concisi, per poter continuare anche in modo molto fluido la trama. 

Vi andrà bene.

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Capitolo 6
*** La d'Urso ***


1

"La d'Urso"


Mi guardai attorno tentando di capire se quell'ombra mi fosse a destra, a sinistra, o forse dietro. 
Era dietro. 

Certo, dietro di me. Era la mia ombra. Le chiesi immediatamente se ne avesse vista un altra, incappucciata. Non ricevetti risposta. 

Quello che mi rimaneva da fare era tornare a casa e sperare che ci fosse ancora, una casa. 
Inserii le chiavi nella toppa, girai in senso antiorario, tac. Lo scatto della serratura. Diedi un colpo secco con la spalla alla porta blindata. Una poltrona di pelle al centro dello striminzito salotto. Una pipa e un posacenere rosso vivo sul bracciolo sinistro. Una mano sulla pipa. Un cappello da cacciatore sulla testa della mano. 
"Bentornato a casa, mio caro Watson."
"Cosa staresti facendo?"
"Sto applicando il metodo Stanislavskij. Gli attori che sono i loro personaggi ottengono il miglior risultato sul palcoscenico, e il palcoscenico non è altro che la rappresentazione della realtà."
"E tu stai impersonando"
"L'uomo che risolve i misteri. Il cui nome probabilmente è protetto da Copyright."
"L'uomo che risolve i misteri. E da dove vorresti partire per risolvere i misteri?"
"Io sono già partito. Ti ho trovato diverse testimonianze di trasformazioni dovute ai sandali. Il tuo compito sarà semplicemente quello di andare e recuperare le informazioni sul campo."
"Trasformazioni tipo Transformers? O di quelle grottesche?"
"Lasciamo solo trasformazioni."
Giocare a Destiny gli aveva definitivamente bruciato il cervello.
"Passiamo al sodo. Tre giorni dopo il fattaccio, degli uomini mascherati con delle plastiche di Vendola e di Formigoni hanno rapito uno dei candidati sindaco." Mi indicò dei fogli buttati in modo sparso sul poggiapiedi. Lì, evidenziate, c'erano delle frasi sconnesse di una testimonianza.
"Quando aprirono la scatola dove c'erano i sandali, sentii subito un giro di batteria. Poi iniziarono le trombette, e si alzavano, nella mia testa, mano a mano che i sandali si avvicinavano a me. Quando mi tolsero le scarpe sentivo una musica incessante, e quando calzarono perfettamente sentii soltanto "LEGALIZACION!
Non ricordo più nulla da quel momento in poi, solo che mi svegliai in stazione centrale, elemosinando una cartina lunga a un emigrato, signora Barbara"

"Signora Barbara?" chiesi a Christopher.
"Sì, la d'Urso."
"Non mi starai mica dicendo che giudichi la d'Urso come fonte attendibile per una notizia del genere."
"E se per una volta avesse ragione? E se per una volta non stesse giocando con i titoli accattivanti per guadagnarsi la fetta di share?"
"No, non hai capito, Christopher. Lei non è una giornalista. Come non lo sei te. E si vede. Nessuno dei due controlla le fonti prima di rimanere abbindolato." 
"È apparso anche sull'Ansa." 

A quel punto, mi toccò.

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