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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Reset? ***
Capitolo 2: *** Sogni e misteri ***
Capitolo 3: *** Della o Paperino? ***
Capitolo 4: *** Paperinik e Pikappa ***
Capitolo 5: *** Spiegazioni e gas ***
Capitolo 6: *** Aiuto dal futuro ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni ***
Capitolo 8: *** Destino ***
Capitolo 9: *** Restarting! ***
Capitolo 1 *** Reset? ***
Capitolo 01: Reset? Pikappa aprì gli occhi, mentre attorno a lui il piano segreto della Ducklair Tower scompariva, lasciando il posto alle pareti di una nave evroniana. Nella sua mente si stava facendo spazio una conoscenza che non gli apparteneva. Non sapeva spiegarsi il perché, ma sapeva esattamente cosa stava succedendo. Di fronte a lui Zondag, il suo vecchio nemico, gli dava le spalle, puntando un’arma contro un papero che l’eroe avrebbe riconosciuto tra mille, il quale lo vide e spalancò gli occhi. “Ciao, Zondag.” Salutò, mentre il suo corpo olografico si completava. “Chi ha parlato?!” Urlò l’alieno, voltandosi verso di lui e digrignando subito i denti per la rabbia. “Credevi davvero di essere riuscito a cancellarmi?” Domandò serio Pikappa, chiudendo le mani a pugno. “E quello chi è?” Fece Paperino, guardando il diverbio tra i due. “Prima che l’Ondata di Riconfigurazione Temporale investisse la mia epoca, Uno mi ha trasferito in forma olografica in questa dimensione!” Spiegò Pikappa all’alieno, che restò fermo a fissarlo con puro odio. “Sono qui per spiegare al terrestre che hai di fronte come sconfiggerti!” “Non se ho qualcosa da dire in proposito!” Replicò l’alieno, voltandosi verso l’altro papero e cominciando a caricare il suo fucile. “Usa l’arma di Vendor, Paperino! Ora!” Ordinò Pikappa. Il papero si tuffò di lato per evitare il raggio laser di Zondag, riuscendo a recuperare l’arma dello scienziato caduto per salvare la Terra. Senza esitazione, la alzò contro l’alieno. Lyla, Juniper, Vendor… Avevano dato la loro vita per salvare la Terra. Paperina, Qui, Quo, Qua, lo zio Paperone… tutti quelli che conosceva dipendevano dal suo prossimo gesto. E con questi pensieri fece fuoco. L’Evroniano nero urlò di dolore e rabbia, per poi regredire velocemente a una forma molto più piccola e totalmente innocua, che Paperino non seppe riconoscere come nulla che avesse mai visto prima. Lasciando cadere a terra l’arma, Paperino sospirò, per poi voltarsi verso Pikappa, che annuì con un sorriso. “Come conosci il mio nome?” Chiese, avvicinandosi e facendo ridacchiare l’ologramma. “È semplice: io sono te.” Rispose lui, indicandosi e tornando serio. “N-Non capisco…” “È difficile da spiegare, ma sappi che se il tuo tempo fosse stato diverso, avresti visto cose che un papero può solo immaginare. Navi da combattimento in fiamme all’ombra di Venere; eroine sacrificarsi e trasformarsi in una stella. E avresti visto i Raggi Tachionici balenare nel buio alle porte di Evron.” Pikappa non riuscì a trattenere le lacrime, ripensando a tutto quello che aveva vissuto. “Ma tutti questi momenti non andranno perduti… finché ci sarà qualcuno per raccontarli…” Mormorò, sentendo l’energia venire meno. “È tempo di sparire…” Con queste ultime parole, l’eroe che aveva protetto la Terra dall’invasione evroniana si abbandonò all’oblio del tempo.
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Phantom schiacciò il pedale dell’acceleratore, permettendo così alla moto e al sidecar al suo fianco di saltare un piccolo fosso. Al suo fianco Dolly osservava il grosso diamante rosso che avevano appena rubato. “Non è più divertente come una volta.” Osservò, mettendolo in tasca. “Che vuoi farci cara? Non ci sono più ispettori come Pinko.” Rispose il suo compagno, senza distrarsi dalla guida. “Anche il nonno l’avrebbe pensata come te, tuttavia non dipende da noi. Con tutti gli attacchi di quegli alieni, noi ladri passiamo in secondo piano.” “Però mai nulla d’interessante… provo un po’ d’invidia per Macchia e Pietro, almeno loro hanno sempre una sfida rappresentata da Topolino e i suoi amici…” “Possiamo sempre chiamare tuo fratello e chiedergli di farci arrestare, se proprio ci tieni.” Sghignazzò Phantom. “Molto divertente, caro. Come se ci desse comunque ascolto. È l’unico supereroe del pianeta che fa effettivamente qualcosa contro l’invasione.” “Ricordati che la maggior parte delle persone non ne è a conoscenza. Noi abbiamo il nostro collega temporale a informarci di questi fatti, ma il resto dei civili lo ignora. E a meno che non siano tutti parte della polizia o dell’esercito, i supereroi sono nelle stesse condizioni.” “Sì, sì, lo so… e in fin dei conti, sono contenta che sia mio fratello a occuparsene. Almeno Qui, Quo e Qua sono al sicuro con lui.” Phantom annuì con un semplice cenno. La loro attenzione, però, fu subito attirata da una stella cadente, che li superò. Prima che uno dei due potesse dire qualcosa, la meteora andò a schiantarsi proprio in un campo poco lontano, facendo tremare il terreno e costringendo il ladro gentilpapero a sterzare di colpo, rischiando di cappottarsi, e fermando la loro corsa pochi metri dopo. “Cos’è stato?” Domandò Dolly, uscendo dal sidecar e osservando la colonna di fumo bianco che si stava alzando dal punto d’impatto del proiettile spaziale. Phantom non rispose, limitandosi a tirare fuori dal cruscotto una pistola. “Meglio andare a vedere. Preparati a fare davvero una chiamata a tuo fratello. Di questi tempi, una cosa caduta dallo spazio non è mai sicura.” I due ladri si addentrarono nei campi, fino a raggiungere una voragine larga poco meno di una decina di metri, ancora coperta dal fumo. “Vado a vedere di cosa si tratta.” Disse Oliver Quackett, per poi cominciare a scendere dentro il cratere senza aspettare una risposta dalla moglie. Il ladro indossò degli occhialini, ereditati da suo nonno, che gli permisero di vedere oltre la nube di fumo grigio. E sgranò subito gli occhi. “Dolly, presto, vieni qui! Mi serve il tuo aiuto!” Chiamò con voce preoccupata. Della lo raggiunse subito, anche lei con gli stessi occhialini indosso, e avendo la sua stessa reazione. Di fronte a loro, privo di sensi e con il costume lacerato e bruciato in più punti, c’era Paperinik, ancora fumante per la caduta appena fatta. “Paperino!” Urlò la papera, togliendosi la maschera e raggiungendo il fratello ferito, chinandosi al suo fianco e poggiando la sua testa sulle proprie gambe, nella speranza di aiutarlo a svegliarsi. Il papero mascherato alzò lentamente le palpebre, osservando il volto della sorella, che gli apparve sfocato. “D-Della? Sei tu?” Mormorò, per poi chiudere di nuovo gli occhi. “Perdonami… Non sono riuscito a proteggerli…” Dicendo ciò perse di nuovo conoscenza, mentre Oliver raggiungeva la moglie. “Meglio portarlo subito via.” Disse, riuscendo appena a nascondere la sua preoccupazione. “Presto arriveranno le autorità. E se si scopre che Paperinik è ferito, potrebbero esserci delle gravi conseguenze.” Della annuì, per poi prendere il braccio del fratello e alzandolo, con l’aiuto di Oliver.
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“Allora Uno? Quanto ci metti?” domandò impaziente Pikappa al suo socio virtuale, osservandolo analizzare il campione di gas procuratogli da Lyla, cercando di non guardare fuori dalle finestre, dove infuriava l’invasione degli Evroniani. “Tsk. Voi intelligenze biologiche credete che ai computer non serva tempo per un lavoro ben fatto.” Replicò Uno, poco prima di venire distratto da un allarme. “Strano.” Fece, avvicinandosi a uno schermo. “I sensori registrano un’anomalia nel flusso temporale.” “Oh, no! Non dirmi che anche Kronin ha deciso di entrare in azione, oggi!” Sbottò esasperato l’eroe, avvicinandosi. “Ci mancano solo i Bassotti e Amelia e abbiamo fatto jackpot!” “Uhm… Non credo. Perché dovrebbe recarsi nell’istante in cui- OH, NO!” Urlò l’intelligenza artificiale, per poi far apparire attorno a Pikappa uno scudo. “Ehi, che cosa stai facendo?!” Esclamò lui, cercando di liberarsi. “Devi raccontare cos’è successo!” Rispose velocemente Uno. “Solo tu puoi salvare la Terra ora.” “Non è molto diverso da quello che ho sempre fatto finora, sai?” “No, non è così. Devi avvertire te stesso. Il tempo sta venendo totalmente riscritto. Questi sono i nostri ultimi momenti, ma dovrei riuscire a proiettarti per un tempo sufficiente nella nuova linea temporale!” “Uno, che cosa stai dicendo?! Per una volta spiegati!” “Mi dispiace, Pikappa… Questo è un addio. E temo definitivo. I Guardiani sono stati sconfitti.” “Cosa-” “Qualcuno ha colpito i primi due Guardiani. Di conseguenza, tutta la loro storia sta venendo cancellata. Questa è la fine. Ma tu, Pikappa, puoi ancora salvare il tempo che verrà. Devi trasmettere le conoscenze per annientare gli Evroniani. Questo è l’ultimo compito che ho da darti.” “Aspetta Uno, che cosa ne sarà di te? E di tutti gli altri?” Uno chiuse gli occhi, per poi voltarsi verso gli schermi. “Buona fortuna, Pikappa.” Il papero mascherato cercò di urlargli di fermarsi, ma scomparve prima di riuscire a proferire parola. L’intelligenza artificiale restò in silenzio, mentre gli strumenti attorno a lui cominciavano a sparire, venendo rapidamente sostituiti da dei normali arredamenti terrestri. “È stato bello combattere al tuo fianco, socio.” Disse, prima di svanire nel nulla, lasciando il posto a un semplice computer silenzioso.
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“Uno!” Chiamò il papero mascherato, aprendo di colpo gli occhi e mettendosi seduto, pendendosene subito dopo, quando una fitta lo costrinse a tornare sdraiato. “Aspetta, sdraiato?” Rifletté, rendendosi conto solo in quel momento di trovarsi in un letto, in quella che a prima vista gli parve la suite di un hotel, vista l’eleganza del mobilio. “Ben svegliato.” Fece una voce, mentre la porta della stanza si aprì, lasciando entrare un papero dai capelli neri, che indossava una semplice maglietta dello stesso colore. “Ci hai fatto prendere uno bello spavento.” L’eroe lo guardò per qualche secondo, per poi sussultare e portarsi una mano sul volto. “Tranquillo, non ti abbiamo tolto la mascherina.” Lo calmò subito Oliver. “Sappiamo bene che l’identità dell’eroe che combatte contro gli Evroniani deve restare segreta.” “Tu… te ne ricordi?” Domandò lui, fissandolo. “Certo. È piuttosto difficile da dimenticare, con quasi un’invasione aliena al giorno.” Ridacchiò l’altro. “Devo dire che ci siamo spaventati non poco nel vedere Paperinik ferito in quel modo. Hai diverse ustioni e tagli abbastanza profondi su tutto il corpo. Ti abbiamo portato qui di nascosto per non far sapere in giro che eri stato sconfitto.” “Non sono stato sconfitto!” Replicò lui, stizzito. “Gli Evroniani hanno attaccato noi Guardiani nel nostro punto più debole! Non potevamo difenderci da un attacco al tempo!” Oliver sbatté le palpebre un paio di volte. “Guardiani?” Ripeté sorpreso. “Sì. I Guardiani della Galassia, l’ordine di cui faccio parte. Se ti ricordi di me, dovresti ricordarti anche di loro. Sono vestiti come me, e sono venuti in nostro soccorso durante la precedente invasione di scala mondiale.” “Mi spiace, ma non ho idea di che cosa tu stia parlando, Paperinik.” Il papero mascherato si voltò verso di lui. “Perché continui a chiamarmi in quel modo? Non è il mio nome, anche se simile… Sono Pikappa, credevo non fosse neppure difficile da sbagliare.” Quackett restò in silenzio a osservarlo. “Perché mi è così famigliare?” Pensò intanto il supereroe. “Possibile che l’abbia già visto?” “Dev’essere per la caduta, la botta dev’essere stata più forte di quanto credessimo.” Disse infine il moro. “Qual è l’ultima cosa che ricordi?” “Beh, io e Un- un mio amico stavamo cercando di usare il gas di Vendor per respingere gli Evroniani, quando abbiamo scoperto che il tempo stava venendo riscritto. Il mio amico dev’essere riuscito a salvarmi… oppure la riscrittura si è fermata, visto che la situazione, da quel che mi hai detto, non è cambiata.” Cercando di ignorare il dolore, Pikappa si mise seduto, per poi girare le gambe e alzarsi dal letto, solo per inciampare al primo tentativo di compiere un passo. Oliver lo raggiunse in tempo per evitargli di cadere. “Sei ferito gravemente. Non potrai muoverti per qualche giorno.” “Ma io devo tornare indietro… Paperopoli è in pericolo… Devo proteggere tutti quanti…” Ribatté lui, mentre Oliver lo aiutava a rimettersi sdraiato. “Paperopoli è al sicuro. Non si sa perché, ma gli Evroniani se ne sono andati.” Rispose subito il ladro. “Almeno, se fosse sotto attacco i telegiornali non parlerebbero d’altro… soprattutto quell’Angus, che accuserebbe sicuramente Paperinik della situazione.” Aggiunse mentalmente. “Dove siamo? E come avete fatto a trovarmi?” “Siamo in un hotel vicino a New York. E sei letteralmente caduto dal cielo. Sei stato fortunato che eravamo lì vicini.” “Eravamo? Continui a parlare al plurale, ma non vedo nessun altro.” “Io e mia moglie. Dovrebbe tornare tra poco. È andata a sbrigare una piccola… commissione.” Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. “Caro? Posso entrare?” A quella voce Pikappa si voltò incuriosito verso la porta. “Questa voce… l’ho già sentita… ma dove-” I suoi pensieri si interruppero quando Oliver aprì, lasciando entrare una papera dai capelli biondi, con addosso una maglietta da marinaio decorata con un farfallino rosso. “Della?!” Esclamò Pikappa, saltando di nuovo seduto, questa volta accorgendosi appena del dolore. “Ci conosciamo?” Domandò lei, sorridendogli dopo aver abbracciato il marito. “Ma certo! È Oliver, ecco perché mi sembrava di averlo già visto!” Pensò Pikappa, per poi cercare di inventarsi velocemente una scusa per la sua gaffe. “E-Ecco… una volta ho incontrato Paperino… e mi ha raccontato di te, facendomi vedere una tua foto.” “Oh, dovevo immaginarlo. A mio fratello piace sempre raccontare di me. È un peccato che per il mio lavoro non riesca a incontrarlo spesso. E dopotutto, è ovvio che tu mi conosca, visto che sei il suo migliore amico.” “S-Scusa?” Chiese Pikappa, preso alla sprovvista. “Paperino è il miglior amico di Paperinik. È una cosa risaputa da tutti.” “Ancora questo Paperinik?” Sbottò lui. “Il mio nome è Pikappa. Pi-kap-pa! Inoltre, con Paperino ci ho scambiato qualche parola ogni tanto, ma definirci amici… beh, è un po’ tanto, no?” “Pikappa? Sì, mi pare che qualche volta Angus ti abbia chiamato così… eppure tu ti sei sempre fatto chiamare Paperinik. E mio fratello mi ha parlato tante volte di te.” “Che cosa sta dicendo? Io non gli ho mai accennato dell’altro me…” Pensò l’eroe. “Scusa cara, puoi venire un attimo?” Fece Oliver, indicando la porta. Lei annuì, per poi seguirlo, lasciando solo il papero mascherato.
“Non ha perso la memoria, sa degli Evroniani e sa che ci combatte contro.” Disse Phantom, guardando Dolly. “Tuttavia, non riconosce il suo nome. Anzi, dice che ci sono altre persone con il suo costume che lo hanno aiutato.” “Il che non è successo. L’unica persona che ha indossato un costume simile al suo era tuo nonno, John. E non mi risulta che abbia creato una società di supereroi.” “Forse è sotto gli effetti di una qualche arma Evroniana.” “E perché mai dovrebbero limitarsi ad alterargli qualche ricordo, invece di riscrivergli la memoria e convincerlo di essere dalla loro parte?” “Un impostore?” “Mi ha riconosciuto, perciò lo escluderei. A meno che non siano riusciti a copiare la sua memoria, tuttalpiù mi avrebbe potuto scambiare per Paperino con una parrucca.” “Vero… ma cosa facciamo allora?” “Non vedo molte alternative, anche se l’idea non mi piace affatto… dovremmo riportarlo a Paperopoli.” “Stai scherzando?! Non possiamo farci vedere lì, e di certo non possiamo mascherarci di fronte a lui. Sarebbe come confessargli che cosa facciamo.” “Lo so, per questo ho detto che non mi piace come soluzione. Ad ogni modo, abbiamo qualche giorno di tempo prima di agire.” “Pensi sia il caso di contattare il Razziatore?” “Non aiuterebbe Paperinik senza una ricompensa. Solo se fosse a rischio il suo tempo, forse.” “Che cosa dicono le autorità per il cratere?” Domandò il papero, decidendo di cambiare argomento. “Non avendo trovato nulla, lo considerano come effetto della caduta di un semplice meteorite. Nessuno sospetta nulla.” “Meglio così.”
Una moto si fermò in procinto dei nastri delimitatori, che circondavano un piccolo cratere. Una ragazza scese da essa, togliendosi il casco e avvicinandosi, ma venne subito fermata da un poliziotto. “Mi spiace, ma non si può passare.” La ragazza sbuffò, per poi tirare fuori un cartellino. “Roh Pinko, giornalista di 00 Channel. Il governatore mi ha autorizzato a ispezionare questo sito.” Si presentò, tirando fuori un altro foglio, che il poliziotto prese e lesse con attenzione. “Sembra tutto in regola.” Disse infine, non senza nascondere il suo fastidio. “Veda solo di non intralciare le nostre indagini, signorina Pinko.” “Sì, so come funziona. Mio nonno adorava raccontarmi di quando era ispettore.” Replicò lei, per poi superare le strisce. In quei momenti ringraziava le vecchie amicizie di famiglia. Senza quelle, dubitava fortemente che avrebbe mai avuto il permesso di accedere a zone esclusive come quella con tanta facilità. Senza fare rumore, cominciò a scattare foto al cratere. Non era una grande notizia, ma un meteorite vicino a una delle città più importanti d’America avrebbe avuto comunque il suo impatto. Fece per andarsene, quando la sua attenzione cadde su un pezzo di tessuto blu. Facendo attenzione che nessuno la vedesse, si chinò e lo prese. Solo allora si accorse che era blu da una parte e rosso dall’altra. Inoltre, dai bordi anneriti, sembrava essere stato bruciato. “Ma questo è…” Mormorò, osservando il pezzo di stoffa con occhi attenti.
------------- E finalmente sono riuscito a cominciare questa storia! Come scritto nell'anteprima, questa fiction è il seguito della mia precedente storia "L'ultima avventura di Fantomius", ambientata qualche tempo dopo, e come avete visto, hanno fatto subito la loro entrata in scena ben tre personaggi apparsi nell'ultimo capitolo. E sì, questa storia sarà un crossover tra PKNA e Pikappa. No, non chiedetemi come mi è venuta in mente perché non so rispondervi XD Bene, direi che non ho altro da dire... se non augurarvi buon Natale e felice anno nuovo! Al prossimo capitolo!
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Capitolo 2 *** Sogni e misteri ***
02: Sogni e misteri
Paperinik viaggiava a tutta
velocità sulla PKar, cercando di raggiungere in tempo la sua
destinazione.
“Com’è la situazione Uno?”
Domandò attraverso lo scudo Extraformer.
“Critica, socio!” Rispose
la voce dell’intelligenza artificiale. “I
miei sensori non riescono a identificare
la natura della creatura, e ovviamente nemmeno il sale di tuo zio serve
a
qualcosa.”
“Ricordami solo di controllare
che sotto il Deposito non ci sia qualche vecchio cimitero indiano o
roba
simile. È incredibile come riesca ad attirare tutti i criminali
di questo e di
altri universi!”
“Secondo i miei dati prima c’era
Forte Paperopoli, ma il cimitero era-”
“Ero ironico, Uno.” Sospirò
Paperinik, raggiungendo il Deposito, dove un’enorme creatura
verde, che sembrava
fatta di gelatina, aveva già intaccato le mura per poter
mangiare le monete.
“Proviamo con un bel raggio
paralizzante!” Propose Paperinik, facendo uscire il raggio dal
suo scudo. Ma
con sua grande sorpresa esso passò attraverso il mostro senza
fargli alcun
effetto.
“Ok… Alternative, Uno?”
“Una sola socio… Schiva!”
Urlò lui, avvertendo giusto in tempo l’eroe di un pugno
che minacciò di
colpirlo.
“Insomma, che cosa stai
facendo, eroe da strapazzo?!” Gli gridò contro Paperone,
mentre caricava di
nuovo a sale la spingardina.
“Tento di fare il mio lavoro,
mi sembra ovvio!”
“È tutto inutile, Pikappa.”
S’intromise una nuova voce, che costrinse il papero mascherato a
spostare lo
sguardo verso i piedi del mostro, dove si trovava un uomo dai folti
capelli
castani presenti tutt’intorno alla testa come la falda di un
cappello,
lasciando completamente calva la parte centrale. “Ho perfezionato
la mia
creatura. Questa volta non riuscirai a vincerla!”
Paperinik saltò di fronte a
lui. “Temo di essermi perso un passaggio. E poi
cos’è tutta questa confidenza?
Solo gli amici mi possono chiamare Pikappa, mentre gli altri Paperinik.
Quindi
tu puoi chiamarmi Signor Paperinik.”
“Paperinik o Pikappa, non
m’importa.” Rispose l’altro, sorridendo. “Fatto
sta che non puoi fermare Vulnus
Vendor!”
“Sì, okay, ti aggiungerò
all’agenda dei miei nemici tra Evroniani e Pirati Temporali,
contento?”
“Tecnicamente dovresti inserirlo
dopo entrambi.” Replicò Uno.
“Era un modo di dire.” Disse
subito il papero, sospirando. “Bene, facciamo in fretta. Fai il
tuo solito
discorso da cattivo che vuole conquistare il mondo e-”
L’eroe non finì la frase che
dovette evitare un altro pugno da parte del mostro.
“Ehi! Vedi almeno di seguire
il copione! Prima la spiegazione, dopo
l’attacco!”
“Questa è la tua fine,
Pikappa. E dopo che sarai scomparso, il mio genio avrà
finalmente la gloria che
merita!”
“Fantastico… un altro
scienziato pazzo… Non bastava Fairfax, vero?”
“Ti consiglio di non distrarti!”
Avvertì Uno. “Sto cercando di
analizzare quella creatura per trovare il suo punto
debole, ma ci vorrà qualche minuto.”
“Allora ho tutto il tempo per
un ballo, giusto?”
A quelle parole cominciò a
risuonare una musichetta, che coprì tutti i rumori della
battaglia.
“…Stavo scherzando, Uno.”
“Zio?”
Paperino grugnì, girandosi nel
letto.
“Zio!” Lo chiamarono assieme i
suoi tre nipoti.
“Uff… che c’è?” Chiese lui,
aprendo gli occhi.
“Noi stiamo andando a scuola.
Ma se non ti sbrighi arriverai tu
tardi al lavoro.”
“Sgrunt. Grazie…” Bofonchiò
lui, mettendosi seduto e sbadigliando.
“Sempre a dormire… e si
lamenta pure quando si sveglia… E adesso si mette pure a
contare…” Sentì dire
da uno dei nipotini, facendolo sospirare.
“Già, proprio sempre a
dormire…” Ripeté, per poi scendere in cucina mentre
sentiva la porta chiudersi.
“Una volta ci riuscivo almeno nei sogni, ora combatto pure in
quelli…” Disse
tra sé mentre iniziava a prepararsi una grossa tazza di
caffè. “E l’idea di
affrontare Angus di prima mattina certo non mi aiuta a trovare la
giusta
motivazione.”
“Un’altra nottataccia?” Chiese
una voce alla finestra.
Paperino sospirò divertito.
“Angus non ha ancora preparato il servizio, Lyla?”
“Oh, sì, è anche pronto ad
andare in onda.” Rispose la papera, salutandolo dalla finestra.
“Ma preferisco
apprendere una notizia direttamente dalla fonte.”
“Ti va un caffè? O preferisci
una pila? Così ti racconto tutto.”
“Accetto l’invito ma declino
la colazione. Sono entrambe incompatibili con me.” Rispose lei,
per poi
raggiungere la porta per entrare. “Allora, cosa preoccupa
Paperinik a tal punto
da non farlo dormire?” Domandò poi sedendosi di fronte a
lui.
“Solo dei sogni più strani del
solito. Non li definirei nemmeno incubi.”
“Non starai ancora pensando a
Fantomius, vero? È tornato tutto come doveva essere nella
storia.”
“Oh, no, no. So che la
Tempolizia non fa nessun errore in questi casi. Solo, è da un
paio di giorni
che sogno di nemici che ce l’hanno a morte con me, ma io non li
ho mai visti
prima.”
“Davvero? Questo è curioso…
dalle mie informazioni sui sogni, dovresti sognare qualcosa che hai
visto, al
massimo distorto.”
“Non so cosa dirti. Stanotte è
toccato a un tale Vulnus Vendor. E continuava a chiamarmi
Pikappa.”
“Forse è solo lo stress.
Perché non ti prendi una vacanza?”
“Come se potessi. Non posso
chiedere a nessuno di prendere il mio posto.”
“Beh, almeno dal tuo lavoro di
fattorino a 00 Channel.” Propose Lyla.
“E Angus me lo permetterà
secondo te? Quello ama vedermi disperare solo perché sono ‘amico’ di Paperinik.”
“Purtroppo io non posso
aiutarti in alcun modo. Sono solo un droide che controlla che il tempo
non
subisca alterazioni. Se potessi combattere al tuo posto lo farei
volentieri.”
“Ti ringrazio Lyla, ma è una
questione che devo risolvere io. Dopotutto, sono Paperinik, no?”
La giornalista sorrise,
annuendo. “Già. L’eroe di Paperopoli. Va bene, dai.
Vedrò di farti guadagnare
qualche minuto di ritardo senza che Angus se ne accorga.”
“Sei un’amica, Lyla.”
Il droide continuò a
sorridere, per poi alzarsi. “Ora è meglio che vada. Non
sono famosa per
arrivare in ritardo.”
Paperino la salutò,
osservandola allontanarsi attraverso la finestra.
“Sai socio, sognare nemici
inesistenti può essere controproducente.” Disse
Uno, mentre la sua
testa appariva sullo schermo del televisore.
“E spiare un amico non è una
cosa bella.” Replicò lui, senza fare una piega, ormai
abituato a quelle
improvvisate.
~~~~~~~~~~
“E spiare un amico non è una
cosa bella.” Sbottò Pikappa, seduto nel sidecar, mentre
Della era seduta dietro
al marito, che stava guidando la moto all’interno di Paperopoli,
entrambi muniti
di casco con la visiera scura. All’eroe invece avevano nascosto
il volto grazie
a un berretto, dato che non erano riusciti a convincerlo a togliersi la
mascherina. Aveva sostituito il costume grazie alla funzione
dell’Extransformer,
che aveva poi nascosto in uno zaino, e ora indossava solo una maglietta
blu.
Il trio era partito dopo un
paio di giorni, che avevano permesso all’eroe precipitato dal
cielo di
riprendersi a sufficienza dalle ferite subite.
“Paperino ha diversi contatti.
Ed è tuo amico, no?” Replicò la nuova Dolly,
continuando a tenere le braccia
attorno alla vita del marito.
“Ve l’ho detto, abbiamo
parlato solo un paio di volte. Non tendo a collaborare con molti
civili. E quei
pochi con cui l’ho fatto non sono sempre stati così
fortunati da uscirne
incolumi…” Mormorò, mentre davanti agli occhi,
osservando da lontano la
Ducklair Tower, poteva quasi vedere un grosso mostro precipitare, senza
che lui
potesse far nulla per salvarlo.
“Questo spiega perché negli
ultimi tempi ti sei isolato sempre di più.” Parlò
Oliver. “I giornali dicevano
che rispetto a prima collabori di meno con la polizia.”
“Diciamo solo che quando sei
il guardiano di un intero pianeta, tendi ad avere qualche attacco di
egocentrismo. Però è strano… l’ultima volta
che ho visto la città era
gravemente danneggiata.”
La coppia di ladri rimase in
silenzio. Nonostante le decine di attacchi, Paperopoli non aveva mai
davvero
ricevuto grossi danni.
“Ti lasceremo a casa di
Paperino, poi sarai libero di fare ciò che vuoi,
d’accordo?” Continuò il papero
alla guida.
“D’accordo. Da lì dovrei
essere in grado di contattare il mio… socio, se vogliamo
chiamarlo così. Mi
deve qualche spiegazione.”
Phantom non rispose,
limitandosi ad accelerare, mentre alcune telecamere inquadravano il
trio.
~~~~~~~~~~
“Che strano…”
Rifletté
Uno, mentre sullo schermo appariva il video appena girato da una
telecamera di
sicurezza, che mostrava un sidecar sgusciare attraverso il traffico
della
città. “Tutti e tre i passeggeri
sembrano avere con sé delle tracce tachioniche…
Ma tutte di basso livello.”
Accedendo ad altri video di
sorveglianza, l’intelligenza artificiale cercò di vedere
il volto dei tre
paperi, ma con suo dispiacere dovette constatare che non era possibile
a causa
dei caschi e del cappello.
“Forse dovrei sentire un parere
di Lyla… Potrebbero anche essere dei suoi colleghi.”
Suppose, per poi
spostare la sua attenzione su un altro schermo, dove vide Angus
sbraitare come
al solito contro il Direttore di 00 Channel.
“Cos’è questa storia?!” Urlò
il kiwi, sbattendo un pugno sulla scrivania del proprio capo.
“Avevo già pronto
il mio servizio! E lo cancellate per uno stupido buco in un
campo?!”
“Quello stupido buco si è
creato vicino a una delle città più importanti del
mondo!” ribatté il Direttore.
“E la polizia impedisce quasi a chiunque di avvicinarsi! Abbiamo
la possibilità
di avere uno scoop, e rispetto alle tue solite notizie su Paperinik
attirerà di
sicuro l’attenzione di altri spettatori!”
“Ridicolo! Che cosa c’è di
meglio di un servizio che dimostra la colpevolezza del
Paperiniko?”
“Angus, c’è una chiamata per
te!” Intervenne Paperino, facendo entrare giusto la testa nella
stanza. “Dice
che è importante.”
“Bah! Questa storia non
finisce qui!” Continuò a inveire contro il Direttore, per
poi uscire, facendo cadere
indietro il fattorino.
“Quando una giornata inizia
bene…” Mormorò lui, rialzandosi.
Angus si sedette sulla sua
poltrona, prendendo subito in mano il telefono.
“Chiunque tu sia, spero abbia
una più che ottima ragione per disturbarmi!”
“Ciao Angus. Di ottimo umore
sento, come sempre.” Fece la voce dall’altra parte della
linea.
“Ah, sei tu… chiami per
vantarti di avermi portato via il servizio?”
Il kiwi fu sul punto di
sbattere giù la cornetta quando sentì Roh ridacchiare.
“Scusa, scusa, lo so quanto ci
tieni a denigrare gli eroi, ma ti chiamo perché mi serve la tua
esperienza
proprio in questo campo.”
“Vuoi soffiarmi anche la mia
notizia preferita?”
“Oh, no, non sono come mio
nonno… non ho una fissazione nel prendere tizi con mantello e
maschera, lascio più
che volentieri quel compito a te. In compenso, penso che le foto che ti
sto
inviando ora possano interessarti non poco.”
Angus sbuffò, per poi aprire
il programma di posta elettronica sul pc.
Paperino passò lì vicino per
consegnare un pacco giusto in tempo per vedere il becco del giornalista
deformarsi in un ghigno.
“Queste foto sono vere?”
Chiese al telefono. “E l’hai trovato proprio
lì?”
Paperino alzò la testa verso
di lui, mentre Angus metteva giù il telefono.
“Camera 9! Vieni qui subito!”
Sbraitò, costringendo il povero cameraman, che stava parlando
con un suo
collega, a raggiungerlo subito.
“Che succede Fangus?” Domandò
lui, atono come sempre.
“Andiamo a caccia di
supereroi. E se siamo fortunati non ne troveremo traccia!”
A quell’uscita sia Camera 9
che il fattorino lo guardarono perplessi, come anche Lyla poco lontano.
“Che cosa voleva dire?” Chiese
Paperino alla sua amica, raggiungendola con la scusa di consegnarle un
pacco.
“Non ne ho idea, ma il fatto
che la sua rabbia sia sparita di colpo mi preoccupa.”
“E se Angus è felice, tutti
gli altri hanno ottimi motivi per temere.”
~~~~~~~~~~
Oliver frenò davanti al numero
17 di via dei Platani.
“Eccoci qui.” Annunciò,
abbassando il cavalletto della moto.
Pikappa saltò subito fuori dal
sidecar, per poi entrare nel giardino, fermandosi dopo pochi passi e
girandosi
verso i due parenti.
“Perché non vi fermate da
Paperino? Sono sicuro che sarebbe più
che felice di rivedervi. Per non parlare di Qui, Quo e Qua.”
Della sorrise triste. “Ci
piacerebbe, ma purtroppo non possiamo. Sarà per un’altra
volta.”
“Come sarebbe a dire?” Domandò
il papero mascherato. “Sono i vostri figli! Come potete
ignorarli?!”
“Abbiamo preso questa
decisione tempo fa. È per il loro bene.” Rispose Oliver.
Pikappa chiuse le mani a
pugno. Aveva chiesto più volte alla sorella il perché non
fosse più venuta a
riprendersi i tre paperotti. Non che se ne volesse liberare, anzi,
avrebbe
sofferto non poco se fosse successo. Tuttavia sapeva riconoscere che
per loro
era meglio crescere con i loro genitori invece di uno zio disoccupato
che passa
metà giornata ad affrontare criminali o alieni e l’altra a
dormire.
“Credici Paperinik, non è una
soluzione che abbiamo scelto volentieri, ma per loro stare con noi era
ed è
pericoloso.”
“Più pericoloso di restare in
una città piena di criminali e invasa puntualmente dagli
alieni?” Replicò
retorico lui, ignorando ancora una volta quel nome.
“Ci sei tu a proteggerla. E
c’è Paperino. Ho sentito che anche lo zio Paperone si
preoccupa per loro.” Fece
Della, ridacchiando sotto il casco. “Anche se l’ultima
volta che l’ho visto ci
ha buttati tutti fuori dal deposito.”
“Fosse davvero così facile…”
Mormorò Pikappa, voltandosi nuovamente, sentendo solo il motore
della moto
riaccendersi, seguito da un’accelerata.
~~~~~~~~~~
“Allora Uno, hai idea del
perché Angus sia diventato improvvisamente così
felice?” Domandò Paperino,
entrando nel rifugio per poi lasciarsi cadere seduto su una poltrona
che il suo
amico virtuale fece spuntare sotto di lui.
“Beh, sì, e devo dire, sono
piuttosto
curioso su come sia possibile.”
“Davvero? Tu, la più grande
intelligenza artificiale terrestre (e forse non solo) non riesci a
capirlo?
Oggi nevicherà…”
“Beh, potrei formulare più
ipotesi se avessi l’oggetto in questione da poter
analizzare.” Replicò
Uno, per poi accendere lo schermo di fronte all’eroe, mostrando
una foto.
“Ma quello è-” Fece lui
sorpreso, subito interrotto dall’alleato.
“Un pezzo del tuo mantello. Dai
dati della foto sembra corrispondere in tutto e per tutto. Salvo il
fatto che
non è possibile, visto che non sei mai andato vicino a New York,
luogo dov’è
stata scattata questa foto.”
“Aspetta, hai detto New York?
Non è lì che è caduto quel meteorite di cui
parlavano oggi al telegiornale?”
“Esattamente. Ho subito fatto
degli esami al luogo grazie alle telecamere della polizia e della PBI,
e sono
rimasto sorpreso.”
“Che cos’era? Una nave
evroniana? Qualche altra razza di alieni malvagia? La mia lista dei
debiti
scivolata da un aereo di mio zio?”
“Nulla, Paperinik. Il cratere era
vuoto. Sembra che l’unico pezzo di qualcosa, che tuttavia non
è stato trovato
dalla polizia, fosse quel tessuto.”
“Non può essere finito lì dopo
uno dei miei scontri, spinto dal vento?” Azzardò il papero.
“Lo escludo. Secondo i miei dati,
nessuna corrente può averlo portato fin-”
“Ok, ok, ho capito. Se voglio
una lezione mi basta andare da Pico. Hai scoperto
qualcos’altro?”
“Nulla di rilevante. C’è
stato
solo il furto di un diamante esposto in un museo di New York quella
sera
stessa, ma-”
“Non mi occupo più di furti a
distanza.” Lo interruppe subito Paperino. “Se capita fermo
ancora i Bassotti,
ma solo se sono sulla strada. Ora ho altre priorità.”
“Lo so, ma per il momento non
rilevo alcuna nave Evroniana in orbita attorno al pianeta.”
“Una buona notizia. Bene, allora
se non hai bisogno d’altro, mi assenterò per un po’.
Lo zione ha usato la sua
dose di crediti per richiamarmi a lucidare le sue monete, perciò
vedi di
trovare un qualsiasi pericolo che mi dia una scusa per
assentarmi.”
“Dovresti cominciare a farti
pagare, socio. Almeno non avresti problemi di questo tipo.”
Paperino sorrise, per poi
alzarsi e dirigersi verso l’uscita. “Un eroe lavora gratis,
fa parte del nostro
contratto.”
“Dovrei davvero farmi
aumentare lo stipendio…” Borbottò Pikappa,
riuscendo a entrare in casa da una
finestra lasciata aperta. “E ho pure perso le chiavi… dove
lo trovo un
ferramenta con cui non ho debiti?”
Mentre diceva ciò si tolse la
mascherina, per poi salire le scale ed entrare in camera sua, dove
prese subito
una delle sue amate magliette e si coprì la testa con il suo
immancabile
berretto.
“Ehi Uno, che ne dici? Non
puoi aiutarmi, eh?” Domandò ad alta voce.
Ma non arrivò nessuna
risposta.
“Uno? So che mi senti, perciò
rispondi.”
Attese qualche secondo, ma
nessun rumore accennò alla presenza del suo amico.
A quel punto il papero sbuffò,
prendendo lo zaino che nascondeva lo scudo Extraformer.
“Uno, questa farsa è durata
anche troppo. Che ne dici di rispondermi adesso?”
Ma lo schermo dove di solito
appariva la testa verde rimase spento.
“Che cosa significa? Non mi ha
mai fatto aspettare tanto…”
Si diresse verso il
televisore, per poi batterci contro le dita, come per bussare.
“Uno? Che ti prende? Cominci a
preoccuparmi… Ho violato qualche altro regolamento dei
Guardiani? Se sì dai,
evita pure di darmi lo stipendio il prossimo mese, ma almeno fammi
sapere
qualcosa!”
Paperino guardò ormai
implorante lo scudo, ma nessuna risposta arrivò.
“Uno…” Mormorò, per poi
voltarsi verso la finestra, da cui poteva vedere la Ducklair Tower.
“Non ti è
successo nulla, vero?”
-------------
Ed eccomi ad aggiornare anche questa storia!
Beh, direi che la situazione non è affatto semplice per i nostri
due eroi... E le cose non faranno altro che complicarsi ulteriormente!
In questo capitolo non è successo molto, ma nel prossimo posso
assicurarvi che ci sarà uno degli incontri più attesi di
sempre... e non sarà tra i due supereroi!
Detto questo... al prossimo capitolo!
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Capitolo 3 *** Della o Paperino? ***
03: Della o Paperino?
“Non ci posso credere…” Si
lamentò Oliver mentre, armato di chiave inglese, smontava un
pezzo del motore.
“Abbiamo attraversato deserti, inseguimenti e chissà
quanto altro… e si rompe
proprio qui, nell’ultimo dei posti dove doveva succedere! Tuo
fratello porta
proprio sfortuna, sai?”
Della, che nel frattempo si
era tolta la giacca da moto tenendo però il casco,
ridacchiò. “Beh, è uno dei
motivi per cui cercavo di stargli alla larga da piccola. Anche se ho
sentito
che durante il suo periodo dalla nonna era migliorato. Andava solo male
a
scuola.”
“Che bello… E dire che credevo
fosse solo una voce o una delle sue tante maschere…” Poco
dopo aver detto ciò
sbuffò, per poi gettare la chiave a terra. “Niente. Con il
kit che ho dietro non
posso riparare il guasto. Dovremo rivolgerci a qualcuno e-”
“Permette?” S’intromise una
voce.
La coppia si voltò,
ritrovandosi a guardare Archimede, con il suo immancabile assistente
Edi in
piedi su una spalla.
“Se vi serve una mano con la
moto, ci posso pensare io.” Continuò l’inventore,
sorridendo, per poi voltarsi
verso Della. “Paperino? Non pensavo ti piacessero le moto. Ti ho
sempre visto
usare solo la 313 e-”
“Mi spiace, ma sta sbagliando
persona. Non sono Paperino.” Lo frenò subito lei, mentre
il marito sbuffava.
“Dovresti deciderti a cambiare
look, cara.”
Disse, sottolineando
l’ultima parola. “Una blusa da marinaio non è
proprio l’ideale per evitare
certi disguidi.”
Archimede restò in silenzio
per qualche secondo, per poi sussultare. “Per
mille lampadine di Edison! Che figura da parte
mia!” Esclamò, per poi
togliersi il cappello e chinarsi leggermente. “Perdonate il mio
errore, ma mi
avete ricordato un mio amico, che è solito vestirsi allo stesso
modo. Anche se
ha un papillon diverso.” Aggiunse, ridacchiando.
“Non si preoccupi. Come mio
marito ha detto, non sono nuova a simili episodi, ma non me la
prendo.”
“Sono
io che ci resto male. Ad ogni modo, grazie per la disponibilità.
Io sono Oliver
Duck, mentre lei è mia moglie Della.”
“Archimede Pitagorico.
Inventore e ripara-tutto.” Ricambiò l’aquilotto,
soffermandosi un attimo sui
due nomi appena sentiti. “E a questo proposito, se volete il mio
laboratorio è
poco lontano. Posso aggiustarvi la moto in pochi minuti. Ovviamente
gratis. E
no, non accetto proteste, consideratelo un risarcimento per il mio
errore di
prima.” Disse, interrompendoli prima che potessero dire qualcosa.
“Beh, allora non possiamo
certo rifiutare.” Fece Della, mentre il marito annuiva,
rimettendo su i pezzi
che aveva smontato.
“Ci penso io a trasportarla. È
il momento di provare questa versione tascabile del mio ‘Annullatore di Gravità’ che ho messo a punto proprio qualche
giorno fa.” Dicendo ciò tirò fuori da una tasca una
penna e la puntò contro la
moto, che si sollevò in aria come se fosse un palloncino,
restando a mezzo
metro d’altezza. “Ovviamente ho impostato un limite di
altezza, altrimenti
continuerebbe a volare senza mai fermarsi. Qualche anno fa ho tentato
con le
macchine e non è stato un bel risultato…”
I due annuirono, per poi
seguirlo fino al suo laboratorio, dove l’inventore posò la
moto nel garage,
afferrando subito qualche strumento di lavoro che la coppia di ladri
non aveva
mai visto prima, ma data la fama di Archimede, non ne furono sorpresi.
“Uhm… sembra che il motore abbia
ceduto completamente.” Fece lui, esaminando la moto. “Posso
sostituirvelo, ma
questo mi porterà via qualche ora per adattarla.”
“Non c’è una soluzione più
veloce?” Domandò Della.
“Temo di no. Potrei tentare di
ripararlo, ma c’è il rischio che si rompa nuovamente tra
pochi chilometri. Se
volete posso fornirvi un mezzo sostitutivo, come i miei pattini sonici
o-”
“A dir la verità vorremo
lasciare la città il prima possibile.” Lo interruppe
Oliver. “Senza offesa, ma
da quel che abbiamo sentito non è proprio la più sicura
dello Stato.”
“Oh, vi riferite agli alieni,
vero? Beh, noi Paperopolesi ormai ci abbiamo fatto il callo. E poi
è raro che
qualcuno di loro si avvicini effettivamente a un civile. Paperinik li
ferma
sempre prima.”
I due si guardarono, per poi
annuire.
“A proposito di Paperinik… sta
bene?” Chiese Dolly.
“Credo di sì. Immagino sia
sotto stress continuo, ma nulla che non può gestire. Ogni tanto
un suo amico mi
scrive per farmi sapere quale minaccia ha sventato, ma oltre a quello
mi affido
ai miei occhi per giudicare. Di certo non a quell’Angus.”
“E negli ultimi giorni?
Abbiamo sentito che è scomparso e-”
“Davvero?” Esclamò Archimede,
guardandoli. “Strano, l’ho intravisto proprio ieri notte
mentre faceva il suo
solito giro di ricognizione.”
L’inventore si accorse che
doveva aver detto qualcosa di sbagliato, perché la coppia di
sposi sembrò
sbiancare a quell’affermazione. Almeno, Oliver.
“N-Ne sei sicuro?” Domandò
lui.
“Non ci sono molti che
sorvolano i cieli della città con una macchina rossa volante, ma
perché quelle
facce?”
“Ma allora… chi abbiamo
portato qui?” Sussurrò Della al marito, che si
portò una mano sotto il mento
per pensare.
“Forse non era davvero qui e
il suo socio ha mandato in giro un suo ologramma… ho sentito che
lo ha fatto
più volte.”
“Di cosa state parlando?”
Dolly Paprika guardò
l’inventore attraverso il casco.
“Lo abbiamo incontrato anche
noi ieri… ma era da tutt’altra parte, e se
n’è andato solo stamattina.”
“Tutto qui?” Replicò
l’inventore, sospirando di sollievo. “Probabilmente ha
usato uno dei vecchi
robot che gli avevo costruito. Così da far credere di essere in
giro anche
quando effettivamente non lo era.”
“Ma se così non fosse… e ci
avesse ingannato…” Cominciò Oliver.
“Significherebbe che lo
abbiamo portato direttamente…” Continuò Della,
deglutendo.
“Dai ragazzi!!!” Conclusero
insieme, per poi correre subito fuori.
“Ehi, aspettate!” Li richiamò
l’inventore, senza però riuscire ad attirare la loro
attenzione.
Archimede li osservò
allontanarsi lungo la strada, mentre Edi si avvicinava.
“Chissà di cosa parlavano…”
~~~~~~~~~~
Uno si rivolse allo schermo,
dove osservò Paperino tirare fuori l’ Extraformer dallo
zaino.
“Com’è
possibile?” Si
chiese, mentre lo ascoltava chiamarlo, per poi voltarsi e osservando un
altro
schermo, dove poteva vedere un secondo Paperino impegnato a lucidare le
monete
dello zio. “Come possono
esserci due Paperino nello stesso momento in due posti
diversi? Le mie analisi confermano che entrambi sono veri e hanno le
stesse
tracce tachioniche addosso, quindi escludo che uno di loro possa venire
da
un’altra epoca.”
Poi, se avesse potuto
spalancare gli occhi, di sicuro lo avrebbe fatto.
Il Paperino presente a casa
alzò lo scudo, che cambiò forma, diventando un orologio
da polso.
“Non può essere! Una
simile tecnologia
è ancora in lavorazione, non può averla!” Affermò, per poi cominciare
un controllo di tutte le armi nascoste dentro la Ducklair Tower. “Non
può aver rubato nulla dai piani segreti… Non senza che io
lo venissi a sapere.
Meglio che avverta subito Paperinik.”
~~~~~~~~~~
Paperino sospirò, poggiando a
lato l’ennesima moneta che aveva dovuto pulire, mentre il
telefono di zio
Paperone cominciò a suonare.
“Tra questo e un attacco Evroniano,
tendo quasi a preferire il secondo.” Bofonchiò.
“Nipote!” Chiamò urlando il
papero più ricco del mondo. “C’è una chiamata
per te!”
Paperino alzò lo sguardo verso
l’uscita del caveau, sorpreso. Poi, senza aspettare un secondo di
più, corse
fuori, raggiungendo lo studio dello zio, che gli porse scocciato la
cornetta.
“Sappi che ti detrarrò il
tempo della telefonata.”
“Non mi aspettavo altro.”
Rispose lui sarcastico, afferrando la cornetta. “Pronto?”
“Guai in vista, socio!”
Esclamò la voce del suo amico virtuale, che gli fece andare di
traverso la
saliva.
“U-Uno, che cosa stai
facendo?! D-Due, lo sai
che non puoi
chiamarmi mentre sono… sono a lavorare dallo zione!” Si
corresse in tempo,
ricordandosi che anche Paperone era presente nella stanza e che lo
guardava con
attenzione.
“Lo so, ma è
un’emergenza. Devi
tornare subito qui.”
“Non posso, e credimi, nemmeno
un’invasione aliena potrebbe farmi allontanare da qui prima che
finisca.”
“Proprio così!” Intervenne la
voce dello zio.
“Fammi parlare un attimo con
lui.
E tranquillo, non dirò nulla d’importante.”
Paperino allontanò la cornetta
incredulo, per poi girarsi verso il parente dietro di lui. “Vuole
parlare con
te, zio.”
“Altro tempo da perdere?
Passa… ma sappi che questo finirà sulla tua lista!”
Paperon de’ Paperoni gli
strappò il telefono di mano. “Quanto tempo hai ancora
intenzione di far perdere
a me e al mio indebitato nipote?”
Paperino restò in silenzio per
qualche secondo, per poi sussultare vedendo lo zio sbiancare.
“C-Come? D-Dice sul serio? Ma
è una cifra enorme, mi creda e-” Si zittì per
qualche minuto, per poi accendere
il computer e controllare alcune cose. “S-Sì, ricevuto
tutto… Sì, credo sia
sufficiente… A-A risentirci…”
Senza dire altro, mise giù la
cornetta, fissando incredulo il nipote.
Poi aprì un cassetto della
scrivania, tirando fuori un lungo foglio di carta, che consegnò
a Paperino.
“Non so chi sia il tuo amico,
ma o è molto stupido o ha davvero molti soldi da buttare via. Ha
saldato tutti
i tuoi debiti passandomi alcuni progetti di invenzioni che non avevo
mai visto,
e il mio fiuto mi dice che mi faranno guadagnare miliardi.”
Paperino spalancò gli occhi,
prendendo tra le mani la lista che per tanti anni lo aveva tenuto sotto
lo
scacco dello zio.
“Ora… credo sia meglio che tu
lo raggiunga. Per pagare così tanto per farti andare via, credo
che sia davvero
urgente, no?”
L’eroe di Paperopoli non
poteva non essere d’accordo. Se Uno aveva venduto allo zio dei
progetti di
Everett, allora era davvero importante.
Salutando lo zio, corse subito
fuori.
Paperone intanto continuò a
guardare incredulo lo schermo del computer.
~~~~~~~~~~
Paperino attraversò di corsa
la hall della torre, fiondandosi subito in uno degli ascensori, che
partì senza
che lui dovette premere un qualsiasi tasto.
“Allora, che cosa succede?”
Chiese il papero.
“Abbiamo un possibile problema,
che secondo le mie previsioni, potrebbe arrivare qui tra poco.” Rispose
Uno tramite gli altoparlanti.
“Vuoi dire che mi hanno
scoperto?”
“Non so se è il termine
giusto da
usare… Per questo preferisco farti vedere di persona.”
“Ora cominci a preoccuparmi
davvero. Prima mi salvi da mio zio, ora fai il misterioso…”
“È andato prima a casa
tua. E sa
di me.” Rispose semplicemente il suo amico.
Paperino restò in silenzio per
un paio di secondi.
“Non puoi far andare più
veloce questo coso?” Domandò infine, per poi sentire
l’accelerazione.
Un minuto dopo l’eroe varcò la
porta del piano segreto, prendendo subito il costume lanciato da una
mano
artificiale.
“Fammi vedere tutto.” Disse
semplicemente, mettendosi la mascherina attorno agli occhi.
Pikappa, vestito da Paperino, uscì
di corsa da casa, diretto verso la Ducklair Tower.
“Qualunque cosa sia successa, è stata
sufficiente per zittire Uno.
Sperando che non sia stato distrutto.”
Pensò. “L’idea di
ritrovarmi Due come guida mi terrorizza non poco… visto
quello che mi farebbe.”
“Paperino!” Si sentì chiamare
da una voce a lui ben nota.
Lì, dall’altra parte della
strada, Lyla lo stava salutando con la mano.
“Lyla!” Esclamò lui al settimo
cielo, attraversando di corsa la strada. “Non sai quanto sono
felice di vederti
sana e salva!”
“Addirittura?” Ridacchiò lei.
“È passata solo qualche ora dall’ultima volta che ci
siamo visti.”
A quella frase Pikappa
sussultò. “Q-Qualche ora?”
La giornalista a quel punto
fece sparire il sorriso, sostituendolo con un’espressione
preoccupata. “Stai bene?”
“Io… sono sparito per giorni,
Lyla. Credevo che fossi rimasta ferita…”
“Di cosa stai parlando? Ci
siamo salutati in redazione, dopo che Angus se n’è andato
per seguire quella
pista. A proposito, il tuo misterioso amico ha scoperto nulla?”
Pikappa, a quel punto, fece un
passo indietro. “Lyla… come sta Lyo?”
“Chi, scusa?”
Quello bastò a confermare
all’eroe che durante la sua assenza doveva essere successo
qualcosa di davvero
grave. Senza dire altro, corse via, lasciandosi alle spalle una
spiazzata Lyla
Lay, che sbatté le palpebre un paio di volte.
“Che cosa gli è preso?
Improvvisamente il suo battito è aumentato, come se avesse
paura…”
Prima che potesse fare altre
ipotesi, il suo cellulare cominciò a suonare.
Lo tirò subito fuori dalla
tasca, per poi rispondere senza guardare chi fosse.
“Pronto?”
“Lyla, stai bene?”
Il droide sbuffò. “Paperino,
puoi spiegarmi che cosa sta succedendo? Sei corso via come se
fossi-” Ma la
papera si zittì, mentre sentiva la risposta dell’amico.
“Ne sei sicuro?”
“I dati in nostro possesso
sembrano confermarlo.”
“Questo spiega la sua
reazione… Vuoi che faccia qualcosa?”
“Mi basterebbe sapere se nel
futuro questo fatto è noto oppure no. Io intanto devo sbrigarmi
a risolvere
un’altra questione… personale.”
Lyla percepì una distorsione
nella sua voce.
“Altri problemi?”
“Diciamo solo… che oggi è
giornata di visite inattese.”
La porta d’ingresso fu scossa
da un tremito, seguito subito dopo da un altro.
Al terzo finalmente cedette,
uscendo dai cardini e crollando miseramente a terra, mostrando Oliver
con il
pugno in avanti, e dietro di lui Della, sempre con il casco a
nasconderle la
testa.
“Vieni fuori!” Urlò subito il
papero, avanzando lentamente dentro la casa, pronto a colpire chiunque
si fosse
fatto avanti.
“Mio fratello non la prenderà
bene…”
“Tuo fratello potrebbe anche
essere in pericolo. E non solo lui.”
Della a quel punto sospirò, ma
annuì.
“Pikappa, vieni fuori!” Gridò
di nuovo Phantom. “Ci hai mentito! Che cosa vuoi?!”
“Questo potremmo chiederlo
noi.” Disse una voce, facendo girare la coppia.
Paperina, accompagnata da
Gastone, varcò l’ingresso ormai aperto.
“Ehilà cuginastro. È da un po’
che non ci vediamo.” Fece quest’ultimo, guardando Della,
che non rispose.
“Quindi è questo quello che
fai adesso?” Domandò Paperina, incrociando le braccia.
“Ti diverti ad abbattere
le porte assieme a uno sconosciuto?”
“Questo è… inaspettato.” Fece
Oliver, portandosi una mano sul fianco per poi sospirare. “La
situazione è
sempre più complicata.”
“Chi sei? Non mi pare di
averti mai visto prima tra gli amici del cugino.” Disse Gastone,
guardandolo
attentamente.
“Già, non eri nella lista
degli invitati perché eri in una delle tue solite crociere
attorno al mondo,
quindi immagino non ci siamo mai visti prima.”
“Invitati?” Ripeté Paperina,
per poi guardare il suo ex. “Di cosa sta parlando,
Paperino?”
“Credo sia meglio se ti togli
il casco… cara.”
Disse il ladro,
guardando la moglie, che annuì.
“Cara?!” Esclamarono gli altri
due, osservandola slacciarsi il casco, rivelando così la sua
bionda chioma.
“D-Della?!” Balbettò Gastone,
incredulo.
“Ciao… cugino. Hai ragione, è
davvero tanto tempo che non ci vediamo.” Salutò lei, per
poi rivolgersi a
Paperina. “E tu devi essere Paperina. L’ex fidanzata di mio
fratello, vero?”
“E io sono Paperinik.” Intervenne una quinta
voce, mentre alla finestra compariva come dal nulla l’eroe di
Paperopoli, che guardò la porta rotta, sospirando mentalmente.
“E ora vorrei sapere che cosa sta succedendo di preciso.”
-------------------
Ed eccomi con l'aggiornamento!
E infine, è successo! Della e Paperino uno di fronte all'altro!
E ora può cominciare la festa!
Come andrà la loro riunione? E Pikappa cosa combinerà?
Queste e altre risposte nel prossimo capitolo! (sperando di riuscire a
postarlo prima XD)
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Capitolo 4 *** Paperinik e Pikappa ***
04: Paperinik e Pikappa
Lyla si fermò di fronte alla
vecchia fabbrica che Paperinik le aveva detto di raggiungere.
“Century, eh?” Mormorò.
“Fuori!!!” Urlò una voce.
La giornalista si voltò giusto
in tempo per vedere Paperino scappare via, mentre un papero con il
pizzetto e
dai lunghi capelli castani si frapponeva tra lui e l’ingresso
della fabbrica.
“Non so chi tu sia, ma non
credere di poter venire qui e comportarti come se fosse casa tua!”
“Lyo, sono io! Come fai a non
riconoscermi?!” Replicò Paperino, fermandosi e girandosi a
guardarlo.
“Non so come fai a conoscere
il mio nome, ma per te sono il signor D’Aq! E ora vedi di
sparire!”
“Lyo! Non puoi avermi
dimenticato! Dopo tutte le volte che mi hai aiutato per affrontare
Vulnus
Vendor!”
A sentire quel nome Lyla
sgranò gli occhi. Era lo stesso che Paperino, l’altro
Paperino, aveva detto di
aver incontrato nel suo ultimo incubo.
“Che sia una coincidenza?” Si
chiese a bassa voce, per poi tornare a osservare i due paperi.
“Non ho la più pallida idea di
chi tu stia parlando!” Sbraitò Lyo, interrompendo i suoi
pensieri. “E ora
vattene!”
“No, io-”
“Eccoti qua, Paperino!”
Intervenne il droide, facendosi avanti. “Ti ho cercato ovunque.
Non è stato
bello scappare via in quel modo.”
“Lyla…”
“Un’altra scocciatrice? Cos’ho
fatto di male?”
“Lo scusi, ha avuto una
giornata pesante…” Fece la papera, sorridendo e prendendo
per un braccio
Paperino, che protestò.
“Aspetta, che cosa state
facendo? Lyla, digli qualcosa… è lui che ti ha
riattivata, vi conoscete
benissimo!”
Lyo alzò un sopracciglio a
quella frase, ma non disse nulla, limitandosi a tornare sui suoi passi
e
chiudere la porta dietro di sé. Solo allora Lyla lasciò
la presa.
“Che cosa sta succedendo?”
Mormorò Pikappa, lasciandosi cadere a terra, per poi sbattervi
un pugno contro.
“Cosa prende a tutti quanti?!”
“Direi che è il momento di
farla finita.” Affermò Lyla, per poi tirare fuori una
pistola stordente. “Sei
stato scoperto. Non so chi tu sia davvero, se un Evroniano mutaforma o
qualche
altro pazzo, ma mi vedo costretta a dichiararti in arresto.”
Paperino alzò lo sguardò
incredulo. “Lyla… cosa stai facendo ora?”
“Tempolizia. Solitamente non
interverrei, ma per quanto ne so tu potresti essere un criminale
temporale.”
“Tempolizia? Ma tu non sei una
di loro… Tu sei un droide trovato da Lyo… Abbiamo
combattuto assieme molte
volte… nell’ultima battaglia contro Vendor, mi hai aiutato
a prendere un
campione del suo gas… Come puoi aver dimenticato tutto
questo?!” Urlò.
“Io sono amica del vero
Paperino… non tua, impostore.”
Sentendo ciò il papero sgranò
gli occhi. “Ma certo… ancora lui…”
“Uh?”
“Dev’essere opera del mio
droide futuristico… probabilmente non sono riuscito a evitare
che Due si
attivasse, così alla fine mi ha davvero trasformato in un
robot… E devo essere
tornato di nuovo indietro per fermarlo.”
“Adesso stai delirando. Non si
può trasformare una persona in un droide.”
“Invece è possibile… lo
abbiamo fatto anche noi con Lyo, dopo che Vendor l’ha trasformato
in un mostro…
era l’unico modo per salvarlo.”
“Chi è questo Vendor che tu e
Paperino continuate a nominare? Non esiste nei nostri archivi.”
Pikappa non rispose,
limitandosi a rialzarsi e portando in alto il braccio con
l’orologio, che mutò
subito forma, riassumendo il suo aspetto originario. Poi da esso
uscì una
sostanza nera, che avvolse completamente Paperino, fino a creare il suo
costume.
“Non ti preoccupare Lyla…
troverò un modo per restituire a tutti voi i ricordi giusti.
Prima però… devo
fermare un certo droide.”
La giornalista restò al suo
posto, incapace di accettare ciò che i suoi circuiti avevano
appena registrato.
Aveva visto decine di volte Paperino diventare Paperinik, ma mai in
maniera
tanto appariscente.
“A-Aspetta-” Tentò di
richiamarlo. Inutilmente, dato che lui accese i propulsori
dell’Extraformer e
volò via, in direzione della Ducklair Tower.
“Questo è un bel guaio…”
“Allora? Sto aspettando delle
risposte. Ed è meglio che me le diate prima che Paperino torni a
casa. Non so
se sarebbe così entusiasta di scoprire che suo cognato gli ha
sfondato la
porta.”
I quattro paperi di fronte a
lui restarono immobili. Fu Della a farsi avanti alla fine.
“Temo che abbiamo fatto un
guaio che possa averlo messo in pericolo.”
Paperinik guardò negli occhi
la sorella. Erano anni che non la incontrava, molto prima che le
mandasse i
nipotini. E trattene un sorriso nel vedere che non era cambiata.
“Spiegati.”
“Noi… stavamo facendo un giro
in moto dalle parti di New York. Immagino tu sia a conoscenza di
ciò che è
successo qualche giorno fa, vero?”
“Sì, ne ho sentito parlare. Un
meteorite.”
“Non è del tutto esatto…”
Rivelò Oliver. “Noi eravamo proprio lì quando si
è schiantato. Siamo corsi a
vedere che cos’era caduto e… beh, ti abbiamo trovato
lì, in mezzo al cratere,
fumante e con il costume a pezzi.”
Paperinik sgranò gli occhi.
“Non è possibile! Non mi muovo da Paperopoli da diversi
giorni. Non posso
essere finito lì. E credo che mi ricorderei bene una simile
battaglia, se ne
fossi uscito tanto malconcio.”
“Beh, scusa tanto se noi non
abbiamo la telecronaca in tempo reale di ciò che succede
qui.” Replicò
leggermente stizzita Della.
“Sì, lo so che non v’importa
molto di ciò che potrebbe succedere ai vostri figli, visto
l’alto numero di
chiamate che Paperino mi dice di ricevere da voi.”
Commentò sarcastico l’eroe.
Nel frattempo Paperina
guardava lo scambio di battute tra le due parti. Non aveva mai
incontrato prima
i genitori di Qui, Quo e Qua… e vederli lì, davanti a
lei, l’aveva sorpresa non
poco, ma ora non poteva fare a meno di chiedersi quale fosse il loro
legame con
Paperinik. Entrambe le parti parlavano tra di loro con perfetta
disinvoltura.
“Abbiamo avuto il nostro da
fare. Se abbiamo lasciato i nostri figli da mio fratello è stato
per un buon
motivo!”
“Ne sono sicuro, ma non è con
me che ne dovete parlare. Ora, torniamo all’altro… me. Lo
avete soccorso,
immagino, prima dell’arrivo della polizia.”
“Esatto. Quando ha ripreso i
sensi, mi ha riconosciuto, dicendo di avermi visto in una foto.
Tuttavia…”
Della ridacchiò, scocciata. “Dovevamo dare retta al nostro
istinto. Non
dovevamo lasciarci ingannare dallo scudo e dalla mascherina… era
ovvio che non
eri tu. Ce l’ha pure detto più volte. Pikappa, non
Paperinik.”
“Come?”
“Continuava a dire che il suo
nome era Pikappa, non Paperinik. Inoltre ha detto qualcosa su dei
Guardiani…”
Paperinik restò in silenzio.
“Capisco. Beh, a dire il vero
non molto, ma direi che non ho tempo per pensarci su. Perché lo
avete portato
qui allora?”
“Pensavamo che Paperino
potesse aiutarlo. Ora però-”
Ma una serie di bip interruppe
Della, mentre Paperinik alzava lo scudo.
“Che succede? Sarei piuttosto
impegnato al momento.”
“Temo che siamo nei guai
socio.”
Rispose la voce di Uno, alla quale gli altre quattro spalancarono
leggermente
gli occhi.
Della e Oliver sapevano che
c’era qualcuno che lo aiutava da dietro le quinte, ma per
Paperina e Gastone
quella era una totale novità.
“Che cos’altro succede?”
“Beh… stai per sfondare
le
vetrate di 00 Channel…”
L’eroe restò in silenzio per
qualche secondo.
“Sto per fare cosa?” Domandò
infine, sbattendo più volte le palpebre.
“Niente, non c’è traccia di
Paperinik da nessuna parte!” Esclamò entusiasta Angus,
lasciandosi cadere sulla
poltrona.
“E perché la notizia ti
entusiasma tanto?” Domandò un suo collega.
“Perché significa che la mia
fonte aveva ragione. Paperinik dev’essere kaput. Fuori gioco.
Sconfitto. E-”
“E in volo…” Mormorò il
collega, facendo un paio di passi indietro, mentre guardava la vetrata
alle
spalle del kiwi, che alzò lo sguardo verso di lui.
“Beh, non lo escludo, magari
lo hanno spedito nello spazio e-”
Non concluse la frase.
L’ampia finestra dietro di lui
esplose in mille pezzi, disseminando frammenti per tutta la stanza.
“Non ancora, Angus. Ma presto
potrei mandarci qualcuno.” Rispose Pikappa, ritirando il braccio
estensibile
dell’Extraformer.
Il kiwi si girò lentamente,
mentre gli altri guardavano increduli la scena.
“Dunque finalmente riveli il
tuo vero volto, eh?” Asserì, deglutendo a vuoto.
“Sapevo che questo sarebbe
successo prima o poi! Finalmente ho la prova che sei un criminale! E
sei venuto
a portarmela direttamente sulla scrivania!”
L’eroe lo guardò male. “Quindi
anche tu sei stato colpito… Umpf, riportare tutto come prima
sarà più difficile
del previsto.”
Senza rivolgere un ulteriore
sguardo al giornalista, alzò lo scudo verso il soffitto.
“I piani di sopra sono
ben protetti… da fuori. Entrare da qui sarà più
facile.”
Ma prima che potesse fare
qualcosa, un pugno nero attraversò la vetrata rotta, colpendolo
in pieno sul
volto e facendolo volare attraverso tutta la redazione.
“Che cosa sta-?” Fece il Direttore,
aprendo la porta del suo ufficio giusto in tempo per vedersi passare
davanti
Pikappa, che andò a sbattere contro un muro, cadendo poi a terra
dopo aver
lasciato la sua impronta su di esso.
“Detesto quando qualcuno
prende il mio biglietto per una festa. Soprattutto quando io stesso non
vi sono
stato invitato!” Protestò Paperinik, saltando giù
dalla PKar e atterrando
proprio di fronte ad Angus, che continuava a spostare lo sguardo tra i
due
paperi mascherati.
“Due… Paperinik?!” Esclamò
incredulo, per poi afferrare letteralmente Camera 9 di peso e
portandolo
davanti a sé. “Non osare perdere un singolo fotogramma di
tutto questo o ti
spiumo piuma per piuma! Lo voglio pronto per l’edizione di
stasera!”
“Ahia… Che botta… Ora capisco
perché gli Evroniani ce l’hanno con me…”
Borbottò Pikappa, alzandosi e
massaggiandosi il becco.
“Allora, chi abbiamo qui?”
Domandò Paperinik, avvicinandosi al suo doppio. “Di sicuro
un buon
trasformista, per essere così identico a me.”
“Senti chi parla… il droide
che mi sostituirà in futuro che mi dà del falso…
divertente.” Replicò l’altro.
Paperinik per tutta risposta
alzò lo scudo, pronto a colpire. “Droide? Temo che tu ti
stia sbagliando di
grosso. Ora, dimmi chi sei.”
“Come se non lo sapessi.”
Continuò l’altro, per poi imitarlo. “Ma se proprio
ci tieni a questa
sceneggiata, chi sono io per dire di no? Sono Pikappa, il Guardiano
della
Terra. Colui che ha respinto uno dei più grandi attacchi
Evroniani della storia
della Galassia.”
“Xadhoom avrebbe avuto qualcosa
da ridire in proposito…” Ribatté Paperinik con un
sorriso triste, pensando
all’amica. “Ma credo sia meglio che chiarisca un punto che
non ti deve essere
molto chiaro: il mio nome è Paperinik. Pikappa è un
soprannome che solo pochi
possono usare. E gli imitatori non sono sulla lista.”
“Imitatore? Buona questa.
Facciamo vedere a tutti chi sei davvero!”
Senza dire altro fece partire
dallo scudo un raggio laser, che Paperinik neutralizzò subito
con una barriera.
“Uno, com’è possibile?” Chiese
rivolto al suo amico, che stava osservando la scena da una delle
telecamere di
sicurezza. “Quello è un vero scudo Extraformer! Il mio non
dovrebbe essere
unico?”
“Lo sto analizzando.”
Rispose lui, facendo sgranare gli occhi a Pikappa. “Ma sembra del tutto identico al
tuo. Solo fatto con materiali leggermente più scadenti.
Tuttavia, come ho già
verificato, ha delle funzioni inedite.”
“Anche Uno?!” Urlò di colpo
Pikappa. “Come hai fatto a convincere anche lui?!”
“Non credo tu sappia di chi
stai parlando.”
“Certo che lo so! Non ci sono
molte teste verdi giganti in grado di controllare tutti i com-”
Ma prima che potesse finire la
frase, Paperinik lo colpì nuovamente con il suo pugno
estensibile, mentre i
giornalisti di 00 Channel continuavano a guardare con
incredulità ed entusiasmo
professionale lo scontro.
“Non so davvero per chi
tifare… Ma a chi importa? In ogni caso, io vinco un servizio
storico!”
Ridacchiò Angus, mentre Camera 9 restò in silenzio a
contemplare la scena.
“Come fai a conoscerlo?”
Domandò Paperinik, ritirando il braccio. “Nessuno ne
è a conoscenza.”
“Mi prendi in giro? Quando ha
dovuto evitare l’attivazione di Due, si è rifugiato nei pc
di tutto il mondo.
Tutti sono a conoscenza della sua esistenza, anche se non conoscono i
dettagli!”
I due eroi restarono a guardarsi
per qualche secondo.
Poi, insieme, volarono uno
contro l’altro, colpendosi a vicenda e cadendo entrambi indietro,
salvo
rialzarsi subito.
“Non male… devi avermi spiato
per davvero tanto tempo…” Borbottò Paperinik,
massaggiandosi la guancia.
“E tu devi aver guardato
davvero attentamente i video del passato, per riuscire a tenermi testa
usando
le mie stesse tecniche.”
“Socio, devi porre fine a questo
scontro il prima possibile, o rischia di rivelare altre informazioni
importanti.” Disse la voce di Uno.
“Lo so, lo so. Devo solo-”
“Smettila di usare i miei
amici!” Urlò Pikappa, cogliendolo di sorpresa e colpendolo
con il suo pugno
vero, costringendolo ad arretrare. “Uno è un mio carissimo
amico, nonché
maestro e socio! Non sarei mai stato in grado di salvare la Terra senza
di lui!
Non ti permetto di sfruttarlo in questo modo!”
“Non so come tu abbia scoperto
di lui… ma ti sbagli. Io non lo sto usando. Lui è davvero
mio amico e compagno
di avventure, ma concordo con te su un punto: senza il suo aiuto,
salvare la
Terra sarebbe impossibile. Ma per te… credo userò
qualcosa di vecchio.”
Detto ciò si portò una mano
alla cintura, per poi prendere delle specie di biglie e lanciarle a
terra,
creando subito una cortina di fumo, che impedì agli altri
presenti di vedere.
“Che cosa stai facendo?!
Simili trucchi non sono lontanamente da me!” Esclamò
Pikappa, guardandosi in
giro e tenendo lo scudo pronto a far fuoco.
“Sembra che tu non mi abbia
studiato poi così bene. Questo era il mio modo di fare prima
dell’arrivo degli
Evroniani.” Rispose la voce di Paperinik, la quale sembrava
provenire da tutto
attorno.
“In mille anni sembra che io
sia diventato più furbo, eh? Te lo concedo, così si ha
qualche possibilità in
più di sorprendere gli avversari.”
“Mille anni? Non sono mica così
vecchio!”
“Non mi prendere in giro!”
Urlò Pikappa, per poi notare un movimento vicino a lui nella
nebbia artificiale
e fare subito fuoco con i laser.
Quello che non si aspettava
era di sentire un grido femminile, mentre le ventole del piano si
attivavano,
facendo scomparire il fumo.
Lì, sotto i suoi occhi
increduli, c’era Lyla, che si teneva un braccio danneggiato con
l’altra mano
per evitare di far vedere i circuiti ai suoi colleghi.
“Lyla!” Chiamò subito
Paperinik, raggiungendola.
“Ugh… ho sperato di
raggiungervi in tempo e di prenderlo alle spalle… ma sembra che
abbia degli
ottimi riflessi.” Fece lei, mentre del liquido di colore rosso
scendeva dalla
ferita. “Non ti preoccupare.” Aggiunse poi sottovoce.
“Non è nulla di grave, mi
basterà una manutenzione straordinaria per tornare come
prima.”
“Perché Lyla?” Li interruppe
Pikappa. “Perché aiuti quell’impostore?!”
“Perché è mio amico.” Rispose
lei calma. “Paperinik, nonostante quello che qualcuno
dice…” E guardò di
sottecchi Angus, il quale per tutta risposta continuò a tenere
fermo Camera 9.
“… è un eroe. Senza di lui, questo pianeta sarebbe
stato conquistato tempo fa.”
Pikappa restò in silenzio, per
poi abbassare lo scudo Extraformer. “Va bene, basta così.
Ditemi cosa devo fare
per riportare tutto come prima. Io voglio solo riavere la mia
vita.”
Paperinik lo guardò serio, per
poi girarsi verso quelle che erano le vetrate del piano.
“Seguimi. E vedi di
non fare altri giochetti. Visto che sai tante cose, ormai non vedo
perché
continuare a nascondertele.” Poi si voltò verso la sua
amica. “Ce la fai o vuoi
un passaggio?”
“Non preoccuparti per me. Vedi
solo di risolvere questa situazione ora.”
L’eroe annuì, per poi attivare
i razzi dello scudo e volare fuori, seguito da Pikappa.
Angus e gli altri non fecero
nemmeno un passo.
“Questo… Beh, è stato
incredibile.” Si limitò a dire alla fine il kiwi.
“Direttore, mi concede la
diretta stasera, vero?”
“Perché non stai già lavorando
al servizio?” Replicò lui, per poi voltare lo sguardo
verso la sua migliore
giornalista. “Lyla, andiamo, ti porto in ospedale.”
“Non ce n’è bisogno, grazie.”
Rispose lei, continuando a tenere coperta la ferita. “Preferisco
occuparmene da
sola.”
“Ma-”
“A casa ho tutto l’occorrente.
Non è la prima volta che mi succede, dovresti saperlo.”
Disse sorridendo, per
poi dirigersi senza alcun problema verso l’ascensore.
Mentre scendeva, una voce le
parlò tramite gli altoparlanti.
“Sicura di non avere bisogno di
una mano?” Domandò Uno.
“Come ho detto prima, posso
cavarmela da sola. Davvero pensi che non siamo attrezzati per simili
situazioni?”
“Ma dovresti chiamare qualcuno
dal 23° secolo. Ti posso aggiustare io senza doverli
scomodare.”
Lyla si voltò verso la
telecamera dell’ascensore.
“Odin Eidolon ha pensato a
tutto. Non c’è bisogno di preoccuparsi di nulla.”
Ribadì.
E come sapeva che sarebbe
successo, Uno non replicò ulteriormente.
-------------------
E dopo una marea di tempo, eccomi con il nuovo capitolo!
Scusatemi, ma è stato un periodo piuttosto pieno... ma non mi
fermo!
E così i due eroi finalmente si sono incontrati... e non
è stato proprio tra i più pacifici XD.
Ma adesso le cose entreranno nel vivo... dopotutto siamo solo a
metà della storia. E spero di non dovervi far aspettare ancora
così tanto tempo...
Alla prossima!
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Capitolo 5 *** Spiegazioni e gas ***
05: Spiegazioni e gas
Capitolo 05: Spiegazioni e gas
Mentre nella Ducklair Tower si svolgeva la battaglia tra i due
supereroi, Oliver, Della, Paperina e Gastone rimasero a casa di
Paperino, su richiesta dell’eroe mascherato.
“Quindi voi siete i genitori di Qui, Quo e Qua.” Disse
infine Paperina, non riuscendo più a reggere quel silenzio.
“Già. E ormai credevo tu fossi ufficialmente loro zia, ma
a quanto pare hai preferito la fortuna.”
“Chi non lo farebbe?” Ridacchiò Gastone. “E
aggiungerei anche la bellezza.”
“Ho dato a Paperino fin troppe possibilità. Ha scelto lui
di perderle.”
“Non ti sei mai chiesta perché non arrivava mai in tempo
ai vostri appuntamenti, vero?” Intervenne Oliver, sospirando.
“Odio chi non va a fondo alle questioni…”
“Beh, caro, non tutti sono come la tua famiglia.”
Osservò Della, sorridendogli. “È stato tuo nonno
dopotutto a dar via a questa tradizione.”
“Oh, giusto!” Esclamò il marito, battendosi un pugno
sulla mano. “Gastone Paperone!”
“Presente. Vuoi un autografo, vero? Dopotutto, sono abbastanza
famoso.”
“Sì, in effetti voglio una tua firma. Su un assegno con
diversi zeri, possibilmente.” Aggiunse Oliver, mostrando un
ghigno sul proprio volto quando vide la sorpresa su quello di Gastone.
“Prego?”
“Villa Rosa. Mi è giunta voce che sia stato tu a farla
saltare in aria, corretto?”
“Beh, sì, ma non è stata colpa mia. Qualcuno ha
sostituito una candela con della dinamite… ma perché ti
interessa?”
“Perché ero io il legittimo erede di quella villa.
È stata messa all’asta e poi spedita come premio per un
errore.” Spiegò, ben sapendo che in realtà faceva
tutto parte del piano di suo nonno John. “Quindi mi aspetto un
sostanzioso risarcimento.”
A quella frase i due paperi sgranarono gli occhi.
“N-Non dire assurdità. Quella villa apparteneva a Lord
Quackett, un gentilpapero di inizio secolo, di cui si sono perse le
tracce negli anni venti.”
“Forse dovrei dirvi il nome completo di mio marito.”
Intervenne Della. “Vi presento Oliver ‘Duck’
Quackett, nipote di Lord John Lamont Quackett e Dolly Papera
Quackett.”
Gastone e Paperina restarono in silenzio, cercando di assimilare le
nuove informazioni.
“Q-Quindi Qui, Quo e Qua… in realtà sono gli eredi
di una famiglia nobile?” Dedusse incredula l’ex di
Paperino, mentre Gastone scoppiava a ridere.
“Incredibile! E pensare che il cuginastro probabilmente non lo sa
neppure! Altrimenti non passerebbe la vita come uno squattrinato e vi
chiederebbe i soldi solo per divertirsi e-”
Non ebbe tempo di finire la frase che si beccò uno schiaffo in
faccia dalla cugina, che lo fece cadere dritto sul didietro.
“Mio fratello potrà avere tanti difetti, ma di certo con
è un approfittatore come te. Credi che non gli abbiamo proposto
di usare i nostri soldi, anche solo per il disturbo che si è
preso con i nostri figli? Ma ha sempre rifiutato. Ha sempre detto che
è suo dovere di zio insegnare ai suoi nipoti che cosa significa
superare le difficoltà della vita! Inoltre, chi credi che abbia
sempre evitato che lo zio Paperone li buttasse fuori di casa?”
Paperina sgranò gli occhi. Si era sempre chiesta come mai alla
fine Paperone non avesse mai davvero sfrattato i nipoti, ma si era
convinta che fosse perché alla fine non voleva dar loro un
simile problema. Non poteva, però, dimenticare come negli ultimi
tempi il suo ex fosse diventato sempre più distaccato. Inoltre,
gli era capitato diverse volte di vederlo parlare con quella
giornalista… quella Lyla Lay.
“Questo però non cambia nulla.” Disse. “Alla
fine, ha dimostrato che non gli importava nulla degli altri.”
“Oh, davvero?” Continuò Della, guardandola.
“Pare che mio fratello ti sopravalutasse: non lo conosci per
niente.”
“Come?” Replicò Paperina, cominciando ad alterarsi.
“Siamo stati insieme per anni! Certo che lo conosco, e anche
bene! È un pigrone, incapace di trovare un lavoro fisso e-”
“E perché non hai cercato di aiutarlo allora?” La
interruppe l’altra. “Paperino mi ha parlato della vostra
relazione. Lo portavi sempre in giro a fare shopping, a guardare film,
spettacoli o mostre che sapevi benissimo che a lui non interessavano.
Eppure ha sempre fatto di tutto per accontentarti! E tu come
l’hai ricambiato? Abbandonandolo nel suo momento di
bisogno.”
“Cosa? Come osi?!” Sbraitò ormai totalmente
infuriata Paperina. “È stato lui a cominciare a saltare i
nostri appuntamenti! È sempre stato lui a trovare scuse sempre
più assurde, come che doveva fare un viaggio al Polo Nord o
simili!”
“E dimmi: quando ha cominciato a saltare i vostri incontri? Se ci
tenevi davvero a lui, avresti fatto due più due, proprio come
farebbe qualsiasi fidanzata!”
“Cara, calmati.” La interruppe Oliver, prendendole una
mano. “Adesso abbiamo altre questioni da risolvere. Prima di
tutto, dobbiamo andarcene da Paperopoli il prima possibile.”
“Ve ne andate?” Intervenne Gastone, che era rimasto in
silenzio a contemplare la discussione tra le due papere. “Non
volete nemmeno vedere i vostri figli?”
Della spostò lo sguardo. “Non possiamo… è
per il loro bene.”
“Davvero? Ti metti a farmi la predica e poi abbandoni proprio
loro… Non sei molto coerente, sai?”
“Con noi sarebbero in pericolo.” Rispose Oliver. “Il
nostro lavoro non è adatto a loro. E non possiamo rinunciarvi.
Non ancora.”
“E qual è questo lavoro? È davvero così
importante da dover abbandonare i vostri figli?!”
“Tu non sai nulla! Tu te ne stai qui tranquilla, con il tuo
pseudo-fidanzato, ignorando i pericoli attorno a voi! Non ti sei
nemmeno resa conto della verità!” Replicò Della,
perdendo la calma.
Ma la loro discussione s’interruppe bruscamente quando sentirono
tre piccoli tonfi.
Presi com’erano, nessuno di loro si era accorto che tre paperotti
erano entrati in casa, e avevano appena fatto cadere a terra i loro
zaini, guardando ora increduli i quattro adulti di fronte a loro.
Della e Oliver spalancarono gli occhi. “Qui… Quo…
Qua…”
I tre ragazzi però non risposero, limitandosi a fare un paio di
passi indietro, fissando i genitori.
Poi, senza alcun preavviso, scapparono via.
“Aspettate!” Urlò Della, inseguendoli, imitata
subito dagli altri.
~~~~~~~~~~
Paperinik e Pikappa entrarono nel piano segreto grazie a
un’entrata nascosta sul tetto.
“Non sapevo ci fosse anche qui un ingresso.”
Borbottò Pikappa.
“Ci sono
molte cose che non sapete sulla Ducklair Tower.” Rispose
la voce di Uno, mentre apriva la porta del rifugio, lasciando entrare i
due supereroi. “Cose
che probabilmente non rivelerò nemmeno in futuro.”
“Uno…” Mormorò Pikappa, guardando la testa
verde galleggiante. “Almeno stai bene…”
“Okay, ora che ne dici di darci una valida spiegazione? Come fai
a sapere così tante cose su di me?” Chiese Paperinik.
“Sai, comincio a pensare che tu non sia davvero il mio clone
futuristico.”
“Aspetta, eri serio prima?”
“Sì. In passato ho ricevuto la visita di me stesso
proveniente dal futuro. Uno era stato disattivato, così era
subentrato il suo backup, Due.”
“Due prendere il posto di Uno?!” Esclamò spaventato
Paperinik. “Questa sarebbe la peggiore delle eventualità
possibili. Anche peggio dell’invasione Evroniana!”
Fu il turno di Pikappa di guardarlo sorpreso. “Beh, okay, mi
ridurrà a essere un droide con decine di corpi di ricambio che
combatterà per mille anni, però essere peggio degli
Evroniani…”
“Temo non
stiamo parlando dello stesso Due.” Intervenne Uno. “Quello che
conosciamo noi ha tentato di cancellare sia me che Paperinik. Desidera
prendere il mio posto perché sente che appartiene a lui di
diritto. Ha anche ingannato gli Evroniani per poter lanciare un attacco
su Paperopoli.”
“Cosa? Ma no, è impossibile! Due è stato
programmato proprio da te! E si dovrebbe attivare solo nel momento in
cui tu non possa più occuparti di me. Fa parte del protocollo
dei Guardiani, me l’hai fatto imparare a memoria.”
“Guardiani? Lyla mi ha detto che li hai nominati…
Però temo di non averli mai sentiti prima.”
“E dove l’hai preso quel costume allora?”
“In una vecchia villa abbandonata. Apparteneva a un ladro degli
anni venti. Io l’ho solo aggiornato un pochino e usato per motivi
diversi.”
“Un ladro? Mi prendi in giro?”
“Considerando che il suddetto ladro non molto tempo fa è
stato costretto a farci una visitina, direi di no.”
“Non era un po’ vecchio?”
“Lo zio Paperone è ancora arzillo come un ragazzino ed
è molto più vecchio. Ma ad ogni modo, è stato
portato qui da un pirata spazio temporale.”
“Kronin?” Lo interruppe Pikappa. “È
l’unico che mi viene in mente in grado di farlo.”
“E dire che non mi sembrava questo granché quando
l’ho incontrato… No, è stato il Razziatore.
L’ha portato qui, probabilmente nella speranza di impedirmi di
diventare Paperinik. Peccato per lui che tra i miei amici ho anche
un’agente della Tempolizia.”
“Lyla ha detto qualcosa su questo… Ma è strano. La
Lyla che conosco io è un droide che non ha ricordi antecedenti
alla sua riattivazione per opera di Lyo. E la Tempolizia non è
proprio facile da contattare.”
“Okay… non è possibile che tu sia a conoscenza di
informazioni distorte e che le dica così convinto. Uno, hai idea
di cosa sta succedendo?”
“Sto
analizzando il tuo doppio dal momento che è entrato nella torre,
ma ancora non riesco a venire a capo di questo mistero. Il DNA è
identico al tuo, le tracce tachioniche sono le stesse… È
il tuo gemello perduto in tutto e per tutto. E visto che è
andato a casa tua, presumo che anche la sua seconda identità sia
la stessa.”
“Paolino Paperino, super indebitato con Paperon de’
Paperoni, alla perenne ricerca di un posto di lavoro e pigrone
instancabile. Attualmente fidanzato con Paperina.” Rispose
Pikappa, togliendosi la mascherina.
Sentendo ciò Paperinik fece una risatina, imitandolo.
“Paolino Paperino, da oggi libero dalla lista dei debiti di
Paperone, fattorino di 00 Channel e single forzato.”
“Single? Che cos’è successo con Paperina?”
Paperinik indossò nuovamente la maschera.
“L’invasione, è successa. Non sono più
riuscito ad avere molto tempo libero, e quando lei ha dovuto scegliere
tra un ritardatario buono a nulla e il cuginastro fortunato…
Beh, ovviamente ha scelto il secondo. E io non ho detto nulla per
contestare questa scelta. Dopotutto, l’unico modo sarebbe stato
dirle la verità, e non potevo metterla in pericolo.”
A quelle parole Pikappa spalancò gli occhi.
“Giusto! La città!” Esclamò, attirando su di
sé gli sguardi sorpresi degli altri due. “Prima di
risvegliarmi qui, Paperopoli era sotto attacco degli Evroniani e di
Vendor! Uno ha detto qualcosa su un’alterazione temporale…
E poi… non riesco a ricordare altro…”
“Vendor?!” Ripeté Paperinik. “Vulnus
Vendor?”
“Lo conosci anche tu?”
“Solo quando dormo. È da qualche giorno che continua a
intrufolarsi nei miei sogni e a renderli strani.”
“Tuttavia non esiste.” Intervenne Uno. “Ho
controllato ogni database e non c’è nessuna
corrispondenza.” Aggiunse. “Questo è interessante,
però… penso di aver capito cos’è
successo.”
“Allora illuminaci, Uno!” Esclamarono assieme i due
supereroi, per poi guardarsi.
La testa virtuale volò verso uno degli schermi, sul quale
apparve un’immagine del pianeta.
“Questo
è il nostro mondo così come lo conosciamo. Secondo alcune
teorie, questa è solo una delle tante realtà possibili.
Per quanto ne sappiamo, esistono infinite realtà alternative. In
alcune di queste, tu potresti essere il cattivo e gli Evroniani i
buoni. In altre potresti non avermi mai incontrato. In altre ancora i
paperi e i topi potrebbero non essere le specie dominanti.”
“Stai dicendo che io vengo da una di quelle realtà
alternative?” Domandò Pikappa, mentre l’immagine
della Terra si sdoppiava.
“Esatto. Un
po’ come quando si cambia un evento del passato. Da quel che ci
hai detto, da te tu sei un Guardiano della Galassia, che presuppongo
sia un ordine di guerrieri scelti per difendere i pianeti.”
“Corretto. Viene nominato un Guardiano per pianeta. Io sono il
prescelto della Terra. Il mio Uno era incaricato di scegliere il
più adatto per il ruolo, e dopo aver passato anni a scansionare
il pianeta, sono saltato fuori io.”
“Qui invece
io e Paperinik ci siamo incontrati per puro caso. E probabilmente
è stato solo grazie a questo che la nostra Terra non è
stata conquistata dagli Evroniani. Anche se Xadhoom forse ci avrebbe
salvati.”
“Xadhoom?”
“Era un’amica, che combatteva Evron per vendicare il suo
mondo.” Spiegò Paperinik. “Si è sacrificata
per salvare i suoi compagni sopravvissuti.”
“Mi dispiace molto… Però ora è meglio
risolvere questa situazione. Per quanto il tuo esercito Evroniano
potrebbe essere tentato di scappare non appena scoprirà che ci
sono due di noi, è meglio che io torni da dove vengo.”
“Questo
potrebbe essere un problema.” Ammise Uno. “Non abbiamo modo
per risalire a quale dimensione appartieni. Rischiamo solo di mandarti
in una a cui non appartieni, proprio come qui e-”
Uno si interruppe, voltandosi verso un altro schermo, con
un’espressione preoccupata.
“Che succede?”
“Guai,
socio. Grossi guai. Dovete muovervi! I vostri nipoti sono in
pericolo!”
Mentre i due supereroi cercavano di risolvere il mistero che li aveva
circondati, Qui, Quo e Qua stavano correndo lungo il marciapiede,
decisi ad allontanarsi da casa.
La casa dove erano convinti di trovare lo zio.
La casa dove hanno visto i loro genitori.
Gli stessi genitori che hanno urlato che non li volevano.
“Perché sono tornati?” Chiese Qui ai fratelli, con
le lacrime agli occhi.
“Se non ci volevano, potevano anche evitare!” Aggiunse Quo,
con Qua che annuiva.
Presi com’erano dalla loro corsa, non si accorsero di una persona
che scese da un taxi, contro la quale andarono subito a scontrarsi,
cadendo a terra.
“C-Ci scusi…” Dissero assieme, alzando lo sguardo e
ritrovandosi di fronte a un uomo dai folti capelli castani con un
principio di calvizie al centro del capo, e con un grosso zaino sulle
spalle, che rivolse loro un ghigno.
“Bene, bene, bene… Sembra sia la mia giornata fortunata
dopotutto…” Asserì divertito.
“Qui! Quo! Qua!” Chiamò Della, raggiungendoli.
I tre paperotti si girarono, solo per sentirsi venire presi di forza da
un braccio.
Della, Oliver, Paperina e Gastone si fermarono, non appena l’uomo
tirò fuori un tubo dallo zaino con la mano libera, che
puntò sulla testa contro i tre paperotti.
“Mamma! Papà!” Urlarono terrorizzati..
“Lasciali andare!” Esclamò Oliver.
“Chi sei?” Domandò invece Della.
“Oh, che maleducato. Dimentico che qui nessuno è a
conoscenza del più grande genio dell’universo.”
Sogghignò l’uomo, per poi fare un mezzo inchino. “Il
mio nome è Vulnus Vendor. Al vostro servizio… parenti di
Pikappa.”
A quella frase Della e Oliver spalancarono gli occhi, mentre Paperina e
Gastone lo guardarono sorpresi.
“Pikappa?” Ripeté il fortunato. “Che cosa
centra Paperinik con noi?”
Sentendo ciò, il sorriso di Vendor si fece ancora più
largo. “Così non lo sapete, eh? Meglio così…
la mia vendetta sarà ancora più dolce.”
“Che cosa vuoi da lui?!” Gridò Della. “Lascia
andare i nostri figli e prendi noi piuttosto!”
Lo scienziato la guardò divertito. “E perché
dovrei? Questi tre sono l’esca perfetta per lui. Sono sicuro che
non esiterebbe a consegnarsi per salvare loro la vita. In fondo, in
passato mi ha quasi ucciso perché un suo amico era morto a causa
mia. Per i suoi adorati nipotini, farà di tutto.”
A quella frase Paperina lo guardò incredulo, mentre nella sua
mente cominciava a mettere insieme i pezzi.
“Non se abbiamo qualcosa da dire!” Replicò Oliver,
tirando fuori la pistola e puntandogliela contro. “E non pensare
di usare i miei figli come scudo. La mia mira è una delle
migliori!”
“Oh, ma non ne ho bisogno. Io sono andato oltre l’uso di
armi banali come le pistole.”
Dicendo ciò si voltò verso Della. “E direi di
cominciare dalla sua cara sorellina!”
Non appena finì la frase puntò contro la papera il tubo,
dal quale cominciò a uscire del gas marrone.
“Della!” Chiamò Oliver, abbassando la pistola e
spingendola di lato, venendo colpito al suo posto.
“Oliver, no!” Urlò spaventata, osservando il suo
compagno cominciare a tossire.
Poi, sotto gli occhi terrorizzati di tutti i presenti, ad esclusione di
Vendor, la sagoma del ladro cominciò a ingigantirsi.
I vestiti si lacerarono mentre delle scaglie verdi cominciarono a
ricoprire le piume. Il becco si munì di denti affilati e si
spalancò per lasciare uscire un urlo di dolore, che si
trasformò presto in un ruggito.
Gastone gridò spaventato, scappando a gambe levate, mentre
Paperina e Della, assieme ai nipotini, osservarono impotenti il papero
trasformarsi in un mostro, che aprì i suoi occhi rossi e li
puntò verso di loro.
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Ed eccomi con il nuovo capitolo!
E finalmente ha fatto la sua apparizione l'unico personaggio per cui
vale la pena leggere la terza serie di Pk!
E gli effetti che lascerà saranno devastanti...
(Vi chiedo scusa, ma purtroppo non sono riuscito a preparare l'immagine
come per i primi capitoli)
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Capitolo 6 *** Aiuto dal futuro ***
06: Aiuto dal futuro
Capitolo 06: Aiuto dal futuro
“Ahahahahah!!!!!!!” Rise
Vendor, ammirando il mostro. “Sì, così! Una delle
mie creazioni migliori!”
Della osservò il marito, per
poi voltarsi verso lo scienziato, con un’espressione di puro odio
sul volto.
“Che cosa gli hai fatto?!
Riportalo come prima!” Ordinò.
“Riportarlo come prima?
Neanche per sogno! Tuo marito dovrebbe ringraziarmi, l’ho fatto
evolvere in una
forma più avanzata di quella di un banale papero!”
“Tu…” Esordì Paperina,
scioccata. “Perché?! Perché stai facendo tutto
questo?!”
Vendor allargò ulteriormente
il suo sorriso. “L’ho detto prima: vendetta. Vendetta
contro Pikappa. Mi ha
ostacolato troppe volte! Anche la mia versione alternativa è
stata eliminata a
causa sua! Potevo essere il terrestre più famoso! Potevo essere
il più grande
scienziato dell’universo! E invece lui e gli altri supereroi non
hanno fatto
altro che intralciarmi! Impedirmi di compiere i miei esperimenti! E
ora, io mi
prenderò tutto ciò che è suo!”
“Non osare!” Urlò Della, per
poi tirare fuori da una tasca un rossetto, che puntò subito
contro lo
scienziato, sparando un piccolo raggio laser.
Con sua sorpresa, un secondo
laser lo affiancò, mancando entrambi il loro obiettivo per pochi
centimetri.
La sorella di Paperino si
voltò verso Paperina, che teneva in mano un rossetto
praticamente identico al
suo.
“Come…?” Fece lei, guardando
la quasi ex cognata con gli occhi spalancati.
“Beh, questa è una sorpresa.
Anche se forse dovevo immaginarlo…” Osservò Vulnus.
“Lascia andare i miei figli! E
fai tornare come prima mio marito! O giuro, non avrò alcuna
pietà verso di te!”
Gridò Della, ricomponendosi dalla sorpresa.
“Davvero? Forse stai
dimenticando un piccolo particolare…”
“Ovvero che non sei stato
invitato!” Esclamarono due voci assieme interrompendolo.
Lo scienziato spalancò gli
occhi, riuscendo a saltare indietro, nonostante il peso dei tre
ostaggi, giusto
in tempo per evitare due pugni neri, che si scontrarono contro
l’asfalto,
riempiendolo di crepe.
Subito dopo Paperinik e
Pikappa atterrarono di fronte a Vulnus.
Pikappa si voltò subito verso
il mostro, e notando l’assenza di Oliver non ci mise molto a
capire cos’era
successo.
“Vendor!!!” Urlò. “L’hai
fatto
di nuovo! Non ti è bastata la lezione?!”
L’uomo sorrise. “Se non
sbaglio, l’altra volta hai stretto un patto con me per far
sì che portassi la
memoria del tuo amico in quel corpo robotico. Non mi hai fatto nulla, e
sono
stato preso solo per colpa di Lyo.”
“Un errore che stavolta non
commetterò!” Affermò, mentre Paperinik faceva un
passo avanti.
“Lascia subito andare quei
ragazzi. La mia pazienza oggi è già stata messa duramente
a prova.”
Vendor non fece sparire il
ghigno, puntando il tubo contro la testa dei tre gemelli, che lo
guardarono
terrorizzati.
“Non vorrete vedere i vostri
nipoti trasformarsi in tre piccoli mostri, vero… Paperino?”
I due supereroi spalancarono
gli occhi.
“Come-?”
“Come faccio a conoscere il
vostro segreto?” Completò per loro lo scienziato.
“Sei stato così gentile da
rivelarlo davanti a me, Pikappa. Anche se a tuo favore posso dire che
eri
convinto fossi morto.”
“Che vai blaterando?!” Esclamò
il papero. “Io non ho mai detto nulla del genere!”
Vendor spalancò leggermente
gli occhi. “Vuoi dire che non ricordi? Non ti ricordi
cos’è successo al nostro
mondo?”
“Di cosa stai parlando?”
“Hai fallito, eroe!” Gridò Vulnus. “Hai fallito
miseramente! Tutte le persone che conoscevamo… tutto il nostro
universo… non
esistono più. Sono stati cancellati. E sai perché?
Perché tu non
hai saputo mettere fine ai tuoi nemici! Hanno riscritto
totalmente il tempo, cancellando te e i tuoi amici come se niente
fosse!”
Pikappa sbarrò gli occhi, per
poi fare un passo indietro. “No… Stai mentendo! E se
così fosse, come faremmo
noi due a essere qui?!”
“Questo non lo so nemmeno io,
ma non ho perso tempo per approfittare dell’occasione. Poco prima
di finire
qui, ho assistito alla tua confessione al nuovo te. È
così che ho scoperto chi
sei davvero! E non solo… Anche il segreto della tua amichetta
cyb-”
Ma Vendor fu costretto a
interrompersi nuovamente quando venne colpito di fianco da un calcio,
che quasi
gli fece perdere la presa sui gemelli.
“Non ho ben capito cosa sta
succedendo qui… ma mi pare che il mio aiuto possa servire a
qualcosa.” Disse
Lyla, che si stava ancora tenendo il braccio ferito con l’altra
mano.
“Si parla del diavolo e spunta
fuori il computer.” Ridacchiò lo scienziato. “Sai,
mi sono sempre chiesto come
mai tu eri immune ai miei gas. Ora mi rendo conto che sono stato uno
stupido a
non capirlo prima.”
“Prego? Non credo di averti
mai incontrato prima.” Rispose la giornalista.
“Si sta riferendo all’altra
Lyla.” Spiegò Pikappa. “Quella del mondo da cui
vengo io…”
“E lei che cosa ci fa qui?”
Chiese Paperina, decidendo d’intervenire nella situazione.
“E posso sapere che
diamine sta succedendo qui?! Perché ci sono due Paperinik?
Perché quel pazzo vi
ha chiamato Paperino? E soprattutto, che cosa ci fa qui quella
smorfiosa?!”
Urlò, indicando Lyla, che la guardò come se avesse detto
di aver visto un
papero blu.
“Direi che l’ultimo punto non
è fondamentale…” Replicò, subito zittita
dalla ex di Paperino.
“Ho motivi molto validi per
non sopportarti! Poi, perché ti tieni il braccio in quel modo?
Non mi sembra
stia sanguinando, e in una situazione così non è di certo
vantaggiosa come
posizione!”
“E tu cosa ne sai di queste
situazioni?” Domandò Paperinik, preoccupato per come si
stavano svolgendo gli
eventi.
Da una parte c’era il cognato
trasformato in un mostro, affiancato da Della, che impugnava quello che
sembrava in tutto e per tutto una copia di uno dei suoi gadget, solo
adattato
alle sue esigenze. Poi c’era lo scienziato pazzo proveniente da
un’altra
dimensione a conoscenza della sua identità e con i suoi nipoti
in ostaggio. E
dulcis in fundo Paperina che metteva su una scenata di gelosia nei
confronti di
Lyla.
“Ne so molto più di te,
Paperinik!” Rispose la sua ex, per poi voltarsi verso Vendor.
“Ma concordo che
ora è il caso di lasciare da parte tutto questo. Qui, Quo e Qua
sono in
pericolo in mano a quel tipo.”
Vendor non si scompose,
mantenendo il suo sorriso. “Sembra che la situazione stia
diventando calda…
Perciò, con il vostro permesso, io me ne vado. Olivzard!”
Chiamò, rivolgendosi
al mostro, il quale si girò a guardarlo. “Li lascio a te!
Buon divertimento!”
“Vulnus! Non osare-” Iniziò
Pikappa, solo per interrompersi subito dopo, costretto a saltare
indietro per
evitare la zampa gigante di Oliver, che si mise di fronte a loro con un
ruggito.
“Okay, mi pare abbiate fatto
amicizia, e che uno di voi conosce abbastanza bene quel tizio.”
Fece Della.
“Perciò vi supplico, ditemi che c’è un modo
per riportarlo come prima!”
Paperinik guardò il suo quasi
gemello, che spostò lo sguardo.
“Non lo so…” Ammise infine
lui. “Dipende dal gas che ha usato… ma per prima cosa
dobbiamo fermarlo prima
che arrivi l’esercito. Non voglio vedere di nuovo qualcuno morire
sotto i miei
occhi. Non per colpa di Vendor.”
“Allora sbrighiamoci.” Fece
Lyla, avvicinandosi.
“Non crederete di potermi
lasciare in disparte, vero?” Intervenne Paperina, tirando fuori
dalla borsa uno
specchietto. “Posso aiutarvi anch’io.”
“E lui è mio marito. Vi
aiuterò a fermarlo.” Aggiunse Della, tirando fuori dalla
sua borsa un
ombrellino, che fece ruotare un paio di volte, lasciando poi uscire
quello che
pareva a tutti gli effetti un taser.
I due supereroi si guardarono
tra di loro, sbattendo le palpebre.
“Da me erano più tranquille…”
Mormorò Pikappa, per poi alzare lo scudo verso il mostro.
“Benvenuto nella mia vita.
Neanche Xadhoom era una con cui si potesse parlare facilmente, non so
le volte
che ho rischiato di essere incenerito.”
Paperina storse il naso nel
sentire ciò, ma ogni loro pensiero venne interrotto da un nuovo
ruggito della
creatura, che si scagliò a tutta velocità contro di loro.
I due proprietari dell’Extransformer
tentarono di fermarlo con i loro pugni estensibili, ma essi
rimbalzarono sopra
le scaglie del mostro, senza nemmeno essere riusciti a scalfirle,
costringendo
i due paperi a saltare di lato per evitare di essere colpiti.
“Mi dispiace caro… ma è per il
tuo bene!” Gridò Della, correndo verso di lui e riuscendo
a colpirlo con il
taser su una gamba, facendolo urlare di dolore.
Purtroppo per lei, durò solo
pochi secondi, prima che il mostro cercasse di colpirla con la coda,
con tutta
l’intenzione di vendicarsi.
“Ehi, lucertola troppo
cresciuta!” Gli urlò contro Paperina per poi saltare con
un’agilità mai
dimostrata prima, atterrando sul suo braccio e cominciando a correre
verso il
muso, con lo specchietto in mano. “Che ne dici di farti una bella
dormita?”
Dicendo ciò soffiò sullo
specchietto, lasciando uscire una piccola nuvola arancione, che venne
aspirata
immediatamente dalle narici del mostro. Tuttavia questi si
limitò a starnutire,
per poi spostarsi velocemente, facendo volare via la papera e riuscendo
a
colpirla con una zampa, anche se solo di striscio, lanciandola verso
terra.
“Paperina!” Chiamarono
Paperinik e Pikappa all’unisono.
Per loro fortuna, Lyla riuscì
a prenderla al volo, anche se entrambe rotolarono a terra.
“Ugh… è troppo forte…”
Mormorò
Paperina, alzando lo sguardo verso Lyla. “Grazie per
l’a-”
Ma le parole le morirono in
bocca.
Lyla, per aiutarla, era stata
costretta a usare entrambe le mani, e ora la ferita del suo braccio era
in
bella vista, mostrando i cavi e i circuiti esposti.
“Paperina!” “Lyla!”
Paperinik atterrò al fianco
della sua ex, mentre Pikappa soccorse la giornalista.
“Ma… Ma lei è…”
“Sì, sono un droide.” Rispose
subito la tempoliziotta. “Ma non devi preoccuparti, il mio
software mi permette
di agire come se non lo fossi.”
“E voi lo sapevate?” Chiese
Paperina, guardando i due supereroi, che annuirono.
“Sì, ma per ovvi motivi non
potevamo dirlo a nessuno.”
“Tu-”
“Scusate se interrompo, ma ci
sarebbe ancora il mio consorte trasformato in un mostro che sta
cercando di
schiacciarci. Che ne dite di aiutarmi a fermarlo e parlare dopo di
droidi del
futuro?!” Esclamò Della, per poi girarsi verso Oliver.
Ma con loro sorpresa, questi
scomparve nel nulla.
“Cosa…?” Fece Paperina,
guardandosi attorno.
“Vi lascio soli per un po’
e cosa mi ritrovo? Due Paperinik, un droide della Tempolizia
danneggiato, una
papera con evidenti problemi di gestione delle priorità e infine
un mio amico
trasformato in un mostro.” Esordì una
voce, mentre una figura ben nota al
supereroe faceva la sua entrata in scena. “Senza
contare che il 23° secolo
sta saltando peggio del mais per fare i pop corn.”
“Razziatore!” Esclamarono
assieme Paperinik e Della.
“Kronin si è fatto la tinta?”
Domandò invece Pikappa con un sopracciglio inarcato.
“Per piacere, non offendermi
paragonandomi a quel piratucolo da quattro soldi.” Replicò il Razziatore,
per poi voltarsi verso Dolly. “Ho portato
Oliver in un spazio vuoto del
tempo. Lì sarà al sicuro e non potrà nuocere a
nessuno.”
“Come fate a conoscervi?”
Chiese Paperinik, guardando la sorella, che distolse lo sguardo.
“È una lunga storia… Ed è
meglio non parlarne qui. Con tutto il trambusto che abbiamo fatto,
sarà
questione di poco prima che arrivi la polizia.”
“Credo di avere la soluzione che
fa al caso nostro allora.” Intervenne la
voce di Uno, che risuonò
dall’Extrasformer di Paperinik. “Ho analizzato le funzioni extra dello scudo
di Pikappa. E ne ho scoperta una che fa al caso nostro.”
“Davvero? E di cosa si-”
Mentre l’eroe di Paperopoli
concludeva la frase, alzando un dito per evidenziare la frase,
l’area intorno a
loro cambiò di colpo, lasciando il posto al piano segreto della
Ducklair Tower.
“… tratta…” Concluse
Paperinik, lasciando cadere la mano al suo fianco.
“È un peccato che non sia
riuscito a copiare il teletrasporto dello scudo, tornerebbe assai
comodo in
casi come questi.” Affermò Uno,
mostrandosi a tutti quanti sul monitor
di fronte a loro.
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Capitolo 7 *** Rivelazioni ***
07: Rivelazioni
Capitolo 07: Rivelazioni
“Dove siamo?!” Domandò
Paperina, guardandosi attorno, cercando di ignorare la testa verde che
li
osservava dallo schermo.
“Vi ho portati al rifugio di
Paperinik.” Rispose Uno. “Io sono una proiezione del suo
socio, e mi
chiamo Uno. E no, non ce ne sono altri oltre a me.” Continuò,
anticipando qualsiasi domanda sul suo nome.
“È proprio come mi avevano
detto.” Osservò il Razziatore,
sogghignando. “Un rifugio degno di
nota. Ora capisco come hai fatto a trovarmi ogni volta.”
“Incredibile… Puoi tenere
l’intera città cotto controllo…” Disse Della,
guardando uno schermo al cui
interno era possibile vedere centinaia di riprese di telecamere di
sicurezza.
“Sapevo che eri attrezzato, ma non fino a questo punto.”
“Uno! Perché ci hai portati
qui?” Chiese Paperinik. “Hai sempre fatto di tutto per
impedire a chiunque di
entrare! Solo Xadhoom oltre a me poteva stare qui, e solo perché
era di un
altro pianeta!”
“Sfortunatamente lo scudo di
Pikappa era configurato per teletrasportarsi solo qui, ed era abilitato
solo
per le situazioni di emergenza. Non ho avuto il tempo di modificarlo,
soprattutto considerando che ho dovuto agire da remoto, non avendo
pieno
accesso al suo Extrasformer.”
“Okay… Ora possiamo sapere che
diamine sta succedendo?! E dove sono Qui, Quo e Qua?!”
Sbottò Paperina.
“Quel Vendor sa come agire. Si tiene alla
larga da
qualsiasi telecamera, e al momento non sono ancora riuscito a
ritracciarlo.”
Pikappa sbatté un pugno sul
muro. “Dannazione! Tra tutti, proprio lui doveva seguirmi fin
qui! L’unico con
cui è impossibile ragionare. Sono riuscito a far ritirare
l’imperatore di Evron
senza nemmeno colpirlo, ma Vendor è tutta un’altra
storia!”
“Tu hai fatto cosa?!” Esclamò
incredulo Paperinik. “Ma come hai fatto?”
“Beh, ho resistito fino alla fine.
Pensa che è sceso personalmente sulla Terra per propormi di
unirmi al suo
esercito. Mi ha proposto di diventare praticamente il suo secondo.
Inutile dire
che ho rifiutato. E così ha deciso di ritirarsi, nonostante io
fossi l’ultimo
Guardiano rimasto in piedi.”
“E Vendor?” Domandò Della.
“Chi è esattamente?”
Pikappa sospirò. “Vulnus
Vendor era uno scienziato con idee uniche. È più vecchio
di quel che sembra, e
in passato ha tentato di sovvertire l’ordine mondiale.
All’epoca venne fermato
da un altro supereroe e dal suo assistente, ovvero Destroyer Duck e
Destroyer
Kid. Ed è proprio grazie a quest’ultimo se ho potuto
affrontarlo. Tuttavia,
credo si possa considerare il peggiore dei miei nemici. Per colpa sua
un mio
caro amico è morto… Siamo riusciti a salvare solo la sua
memoria, che abbiamo
poi trasferito in un droide costruito basandoci su Lyla.”
“Ma tu chi sei esattamente?”
Chiese Paperina. “Ormai mi è chiaro che non sei Paperinik,
anche se sei
identico a lui in tutto e per tutto.”
“È il me stesso di una
dimensione parallela.” Rispose l’altro eroe. “E
concordo sul fatto che siamo
praticamente la stessa persona. L’unica differenza è il
come siamo diventati
degli eroi. E a quanto pare, i nostri nemici e alleati, per quanto
simili, non
sono gli stessi.”
“Una teoria interessante.”
Ammise il Razziatore. “Finora avevo solo
assistito a delle variazioni
dovute a viaggi nel tempo. Ma di universi paralleli… beh, questa
è nuova anche
per me.”
“Ora però questa cosa è meno
importante.” Disse Pikappa. “Uno! Se sei riuscito a entrare
nella memoria del
mio Extrasformer, dovresti aver trovato i dati dei precedenti scontri
contro
Vendor, giusto? Il mio Uno aveva detto di aver copiato al suo interno i
dati
fondamentali, nel caso fosse stato distrutto.”
“Infatti è così. E
ho già
iniziato a formulare un antidoto al suo gas, ma mi ci vorrà
ancora qualche ora
per ultimarlo.”
“Perciò per allora dobbiamo
salvare Qui, Quo e Qua!” Dichiarò Paperinik. “Non
potrei perdonarmi se gli
dovesse succedere qualcosa…”
Paperina guardò l’eroe, per
poi sospirare.
“Quindi è così che stanno le
cose, eh?” Fece infine. “È per questo che ti sei
isolato, vero? Avevi paura di
coinvolgere qualcuno nelle tue battaglie.”
Tutti si voltarono a
guardarla.
“Adesso sì che mi sento una
stupida… Proprio come ha detto Della, mi sarebbe bastato fare
attenzione ai
particolari…” Continuò. “Immagino di poter
parlare liberamente, non è vero?
Dopotutto… da quel che ho capito, qui conoscete tutti la
verità su Paperinik,
giusto?”
“Vengo dal futuro e ho
viaggiato per tutto il tempo. Direi proprio che suonerebbe strano se
non avessi
trovato nulla su di lui.” Ridacchiò il
Razziatore. “Anche se non è
stato affatto facile, lo devo ammettere. QualcUno è riuscito a
nascondere bene
tutti gli indizi. Nemmeno l’Organizzazione, in quasi tre secoli,
è mai riuscita
a scoprire la sua identità segreta.”
“Bene… allora posso farlo.”
Prima che qualcuno potesse
fermarla, Paperina mollò un sonoro schiaffo sul volto di
Paperinik,
lasciandogli impresse tutte e quattro le dita.
“Se io sono stata una stupida,
tu sei stato ancora più stupido!” Affermò, irata.
“Pensavi davvero che non
avrei capito, Paolino Paperino?!”
Nessuno osò parlare, mentre
l’eroe si portò una mano sulla guancia per massaggiarsi.
“E tu!” Continuò a urlare,
rivolgendosi a Pikappa. “Come hai potuto lasciare che un tipo
come quel pazzo
scoprisse la tua identità?!”
“I-Io non ne avevo idea! Con i
miei nemici sono sempre stato attento! E a mia difesa, posso dire che
ho
chiesto spesso aiuto ad altre persone.”
“Spero che tu sappia lo stesso
che questa situazione è principalmente colpa tua! Non so come
mai tu sia qui,
però Vendor ha sicuramente seguito te. L’ha detto
chiaramente che vuole
vendicarsi di te!”
Dopo aver detto ciò si girò,
dirigendosi verso una poltrona, dove si lasciò cadere seduta con
un sospiro
soddisfatto. “Ora sto meglio. Dovevo proprio sfogarmi!”
“Questo mi ricorda perché
alla fine ho preferito la clonazione…”
Mormorò il Razziatore, deglutendo.
Poi tutti si voltarono verso
Paperinik, che aveva cominciato a ridacchiare. “Non sei cambiata
nemmeno un
po’, eh?”
“Certo che no! E avrei dovuto
capirlo tempo fa che tu e Paperino eravate la stessa persona.
Dopotutto,
entrambi trovate sempre delle scuse ridicole.”
“Immagino ti riferisci al
periodo in cui vestivi i
panni di Paperinika.” Dedusse Uno,
facendole sgranare gli occhi. “Dopo
aver conosciuto Paperinik, ho voluto controllare
se era davvero l’unico eroe disponibile sul pianeta per
affrontare Evron. Ma
oltre a lui, gli unici supereroi significativi erano Paperinika e
Superpippo. Così
ho cominciato a indagare. Superpippo, nonostante i suoi poteri,
raramente
lascia Topolinia e si occupa principalmente di criminali minori.
Paperinika
invece è scomparsa qualche anno fa. Così ho tenuto sotto
controllo tutte le
chiamate, nella speranza di trovare qualche indizio e un giorno ho
finalmente
intercettato una tua chiamata con la tua amica che ti ha costruito i
gadget.”
“Questa è violazione di
privacy, sai?” Intervenne Della, ridacchiando. “Non credevo
che il mio caro
fratello si fosse dato anche alla criminalità.”
Sentendo ciò Paperinik
spalancò gli occhi. “È vero! Visto che siamo in
tema di rivelazioni, come fai a
conoscere il Razziatore?! E perché non sei minimamente sorpresa
di sapere chi
sono?!”
“Mi pare ovvio il perché,
Paperinik.” Rispose il pirata. “Ci siamo già incontrati. Anzi, io,
Della e Oliver siamo buoni amici.”
“Voi siete cosa?!”
Della sospirò. “Proprio così.
Dopotutto, tra colleghi ci si aiuta.”
“Colleghi?” Ripeté Pikappa.
“Suvvia. Non ti sei chiesto
come mai eravamo a New York proprio quella sera? Sei stato molto
fortunato che
avessimo un lavoro proprio lì, anche se probabilmente sei stato
solo attirato
da colui che avrebbe dovuto originariamente ereditare quel vostro
costume.”
“Colui che… Ma credevo che qui
i Guardiani non esistessero!”
“Infatti è così.” Fece
Paperinik. “Questo costume l’ho preso in prestito da un
ladro del passato, che
lo usava per compiere dei furti, ma con il tempo è stato
dimenticato, e da
quando lo uso io, questo costume viene sempre collegato a me.”
“Tuttavia, Fantomius non era
affatto senza eredi. Anzi.” Continuò Della, sorridendo.
“Tu hai ospitato in
casa tua i tre suoi bis nipoti per tutti questi anni.”
Paperinik sgranò gli occhi.
“Vuoi dire che Oliver-”
“John insisté tanto che suo
nipote si chiamasse così.” Lo interruppe Della.
“Voleva che tu comprendessi il legame
ma pare che tu ci sia arrivato solo ora.”
“Oliver Duck…” Rifletté Lyla.
“Il nome con cui Fantomius si è presentato quando è
finito qui…”
“Esatto.” Rispose il
Razziatore. “L’incontro con lui era
stato programmato da noi. Se non
avessimo agito, Paperinik non sarebbe mai nato. Per questo l’ho
portato qui,
nel 20° secolo. Doveva conoscere il futuro del suo nome.
Così ha potuto
architettare tutto quanto: la consegna di Villa Rosa a Paperino, anche
se intestata
a Gastone, la scrittura dei suoi diari, nascosti in luoghi dove
Paperinik
avrebbe potuto trovarli, e infine il suo ritiro. Tutto questo
l’ha fatto per
te, Paperinik. Per permettere la nascita dell’eroe che avrebbe
difeso la
Terra.”
“Ed io e Oliver lo abbiamo
sempre saputo.” Disse Della. “Mi ha raccontato la sua
storia quando ci siamo
fidanzati, e ho deciso di restare al suo fianco, così ho
indossato i panni di
Dolly Paprika, mentre lui quelli di suo nonno, anche se leggermente
modificati
in modo da non confondersi con te.”
“Dolly e Phantom!”
Esclamò Uno. “Voi
due siete i famosi ladri che compiono furti in tutto in mondo!”
“Risposta esatta, cara la mia
testa verde.” Rispose Della. “È così che
abbiamo conosciuto il Razziatore. E
non appena lo abbiamo visto, abbiamo capito che era lui che aveva
incontrato
Fantomius.”
“Così ho fatto come mi
hanno chiesto. Per il modesto prezzo di un diamante.”
“Esatto. Poi-”
Ma stavolta Della non finì la
frase che si ritrovò contro il muro, tenuta per la maglietta dal
fratello.
“Tu… Tu hai abbandonato Qui,
Quo e Qua per andare in giro per il mondo a rubare?!” Urlò.
“Hai sentito quello che ho
detto? Lo abbiamo fatto per incontrare il Razziatore e lasciare
così che
Fantomius t’incontrasse. Non avevamo altra scelta… E non
credere che lo abbiamo
fatto volentieri! Ma sapevo che con te sarebbero stati al sicuro!”
“Sicuro?! E infatti guarda ora
come sono al sicuro! Se già sapevi che sarei diventato
Paperinik, come ti è
saltato in mente di mandarli da me?! E dire che eri tu quella
più intelligente
tra noi due!”
“Preferivi forse che
diventassero tre ladri come noi?! Ti ricordo che hanno fatto esplodere
un
petardo sotto la sedia di Oliver quando avevano pochi anni! Immagina
cosa
avrebbero fatto restando con noi! Invece con te sono diventati dei
bravi
ragazzi! Hanno scoperto cose che nessuno avrebbe mai immaginato o
sperato di
trovare!”
“Sì, è come dici tu! Ma dimmi,
come dovevo rispondergli quando venivano a chiedermi dove eravate?!
Come dovevo
comportarmi quando li sentivo singhiozzare nel sonno mentre vi
chiamavano?!
Quando vedevo la loro espressione mentre i loro compagni di classe
correvano
incontro ai loro genitori, e loro avevano solo me, uno zio
squattrinato, pigro
e facile all’ira?! Rispondimi! Cosa avrei dovuto fare?!”
“Un giorno capiranno che era
necessario… Non ci aspettiamo che ci perdonino. Sappiamo che non
è possibile.
Ma l’abbiamo fatto anche per loro! Dovevamo garantirgli un futuro
non da
schiavi!”
Paperinik la lasciò andare,
per poi raggiungere lo schermo con Uno. “Cerca di rintracciare
Vendor il prima
possibile. Controlla anche dentro i cartoni se necessario, ma non osare
lasciare indietro un solo centimetro quadrato di questa
città!”
“Comincia a cercare dai
laboratori che si occupano di chimica.” Suggerì Pikappa.
“Cercherà di
migliorare il suo gas in modo che non si possa creare un antidoto, ma
se lo
conosco, non torcerà un capello ai nipotini finché non ci
faremo vivi. E sarà
lui a mandare l’invito. Quindi dobbiamo anticiparlo.”
Uno annuì, per poi girarsi
verso l’ascensore, la cui luce si era accesa.
“Che succede?” Chiese
Paperinik.
“Qualcuno ha usato il codice
d’emergenza per attivare l’ascensore.” Rispose l’intelligenza
artificiale. “Ha anche disattivato la telecamera e i sensori al
suo interno.”
“Everett?” Domandò ancora
l’eroe, attirando l’attenzione del suo doppio.
“Tu conosci Everett di
persona?”
“L’ho incontrato un paio di
volte… ma di solito non torna a Paperopoli. Resta tutto il tempo
nel tempio
dove si è ritirato.”
Qualunque altra discussione
s’interruppe quando la porta dell’ascensore si aprì.
Dal suo interno volò una
borsa, che cadde sul pavimento con un forte fragore.
“Bene… direi che sono ancora
in tempo.” Commentò una voce, facendo spalancare gli occhi
a tutti i presenti,
con l’esclusione di Lyla e del Razziatore.
“TU?!” Esclamarono tutti
quanti, compreso Uno, che usò tutti i suoi schermi per
annunciare la sua
sorpresa.
~~~~~~~~~~~
“Lasciaci andare!” Urlarono i
tre gemelli, che si trovavano legati a una sedia. “Quando lo zio
Paperino lo
verrà a sapere farà di tutto per aiutare Paperinik!”
Vendor ridacchiò, mentre
lavorava con diversi liquidi. “E dire che l’ho anche detto
chiaramente. Vostro
zio ha già provato a salvarvi, e sebbene ce ne fossero due di
lui, ha
miseramente fallito.”
“Se credi davvero che lo zio
Paperino e Paperinik siano la stessa persona, allora sei più
pazzo di quel che
sembri!” Fece Qui. “Prima probabilmente indossava un suo
costume solo per
aiutarlo. Non sarebbe la prima volta. Inoltre lo abbiamo visto
più volte al suo
fianco. Come avrebbe fatto?”
“Ha un amico con vaste
conoscenze, soprattutto in campo di robotica. È riuscito a
costruire un
perfetto droide in grado di contenere la memoria completa di un papero.
Ed era
così perfetto che non sono nemmeno riuscito a modificarlo, ma
averci lavorato
sopra valeva il costo di salvare il mio vecchio nemico. E Pikappa era
così
disperato… chissà cosa farà ora con la mia nuova
creatura.”
“Cos’hai fatto al nostro
papà?” Domandò Qua.
“Oh, l’ho solo forzato a
evolversi. Sfortunatamente quel gas era solo un prototipo… non
ho avuto molto
tempo da quando mi sono risvegliato in questo mondo, perciò ho
usato una
vecchia formula.”
“Questo mondo? Da dove vieni
esattamente?”
“Certo che siete curiosi… fate
molte più domande di vostro zio.”
“Siamo Giovani Marmotte!”
Risposero i tre gemelli assieme. “È ovvio che vogliamo
sapere la verità!”
“Ah, le Giovani Marmotte!”
Esclamò Vendor. “Sì, conosco quel gruppo… ci
ho anche fatto parte da piccolo.
Ahimè, mi buttarono fuori quando provai a mutare un
animaletto… Anche allora
ero altamente incompreso.”
Versando il contenuto di una
fiala in un’altra, Vulnus sorrise. “Però approvo la
vostra curiosità. Potreste
essere ottimi scienziati… Da dove vengo, avete chiesto? La
risposta più
probabile è una realtà alternativa.”
“Un mondo parallelo quindi?”
Tradusse Quo.
“Esatto, ma non solo: questo è
già il secondo mondo che visito. Il primo, oltre al mio, non
l’ho visto bene.
Ci sono rimasto solo per pochi minuti. E a quando pare, Pikappa non si
ricorda
di nulla.”
“Perché continui a chiamare
Paperinik ‘Pikappa’?”
“Perché nel mio mondo il suo
nome era quello. E, sapete, si mantengono le vecchie abitudini. Ad ogni
modo, è
stato lì che ho incontrato Paperino, ed è stato in
quell’occasione che ho
sentito la confessione di vostro zio. Pikappa, proprio come me, era
stato
proiettato in quel nuovo mondo, ma a differenza mia, che mi sono
ritrovato nel
mio corpo, lui era solo una proiezione. Ho approfittato del fatto che
il Vulnus
Vendor di quella dimensione fosse stato colpito fatalmente, e mi sono
ritrovato
a poter usare il suo corpo. Ho sentito chiaramente Pikappa dire di
essere
Paperino e raccontare alla sua controparte che cos’era successo.
Da quel che ho
capito, il nostro mondo è stato cancellato in seguito alla
modifica del
passato. E mentre parlava, io cominciavo a ricordare tutto quello che
l’altro
me era stato. Così ho scoperto che i miei insuccessi erano
dovuti tutti a
Pikappa e ai suoi amici supereroi. L’altro me era diventato
l’uomo più
importante della Terra! Un rinomato scienziato apprezzato da tutti! Un
benefattore dell’umanità! E là non esistevano i
supereroi!”
“Se sei stato fermato tante
volte, forse i tuoi metodi non sono proprio giusti. Non ti è mai
venuto in
mente?” Disse Quo.
“Sciocchezze! Io SONO il più
grande genio di sempre! E lo dimostrerò in questo nuovo
mondo!”
“Sai… non sei cambiato
minimamente.” S’intromise una voce.
Prima che Vendor potesse
agire, due pugni neri colpirono il tavolo, distruggendolo e facendo
cadere a
terra tutte le provette.
Occupato com’era a parlare,
Vulnus non si era accorto dell’apertura del vortice temporale
alle spalle dei
tre paperotti. E ora lì, pronti ad affrontarlo, c’erano
Paperinik e Pikappa,
affiancati dal Razziatore, Dolly Paprika e Paperinika.
I due pugni estensibili
tornarono al loro posto, mentre i supereroi lo guardarono con puro
disprezzo.
“Vendor… Stavolta ti fermeremo
per sempre. Non commetterò più l’errore di
lasciarti libero!” Sentenziò
Pikappa.
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Capitolo 8 *** Destino ***
08: Destino
Capitolo 08: Destino
“Non mi lascerai libero, eh?”
Ripeté Vendor, ridacchiando. “Abbiamo già avuto
questo discorso, Pikappa… E
alla fine mi hai lasciato andare.”
“Vedi Vulnus… c’è una cosa che
non sopporto oltre a quando i miei amici vengono coinvolti… ed
è quando i miei
parenti vengono tirati in ballo!” Replicò Pikappa.
“E tu hai fatto entrambe le
cose.”
“Ma allora… sei davvero lo zio
Paperino?!” Esclamarono assieme i tre gemelli, guardando con
ammirazione
l’eroe.
“Tecnicamente sono io.”
Rispose Paperinik. “Ma credo valga anche per lui. Dopotutto,
siamo la stessa
persona.”
Vulnus sorrise. “Quindi ormai
non tenti nemmeno più di nasconderlo, eh?”
Paperinik lo guardò con puro
odio. “Hai rapito i miei nipoti, hai trasformato mio cognato in
una brutta
copia di Paperzilla, hai rivelato i miei segreti senza problemi…
e questo è
quello che hai fatto solo a me! Da quello che il mio falso gemello ci
ha detto,
la tua lista è molto più lunga!”
“E credici… siamo tutti
sufficientemente infuriati con te da non farci troppi problemi di
morale.”
Aggiunse Paperinika.
“Personalmente, non mi
sono mai posto simili problemi.”
Commentò il Razziatore, ghignando. “Sarò
anche un criminale, ma ho pur sempre il mio orgoglio. E per esperienza
personale, non rapisco bambini.”
“Già. Ti limiti a rubare
praticamente tutto quello che ti trovi sotto mano.”
Replicò divertita Dolly.
“Da che pulpito…”
“Ehi! Noi scegliamo solo i
gioielli più belli, rari e costosi! Non rapiniamo il primo che
ci capita o
nostra madre!”
“Lei l’ho derubata che
avevo solo tre anni… com’era orgogliosa di me!”
“Questi sono discorsi che
preferirei non sentire con mia sorella coinvolta…”
Mormorò Paperinik,
sconsolato, per poi scuotere la testa. “Ma riparleremo dopo dei
lavori di
famiglia! Ora Vendor, ti darò un’unica possibilità
per arrenderti… Non ci sarà
un bis.”
Lo scienziato scoppiò a
ridere. “Sono onorato!” Esclamò. “Io, Vulnus
Vendor, sono riuscito a portare al
limite per ben due volte il supereroe della Terra! Qualcosa che nessuno
è mai
riuscito a fare!”
“Io non me ne vanterei.”
Replicò Paperinika. “Paperino sarà pure facile
preda dell’ira, ma per quanto
fino a poco fa non lo avrei mai ammesso, Paperinik è tutta
un’altra storia.
S’infuria molto raramente e mai senza motivo. Tu, come abbiamo
già detto, sei
riuscito a far arrabbiare i due principali eroi di Paperopoli!”
“Non c’era anche quel
tale… Paperbat se non sbaglio?”
Domandò il Razziatore.
“Per com’è imbranato, potrebbe
tranquillamente essere Papero-”
L’eroe di Paperopoli si zittì
alla sua realizzazione, mentre Pikappa lo guardò incredulo.
“Ti prego, dimmi
che il cugino non si è davvero messo a inseguire criminali
vestito con
calzamaglia e mantello…”
“Beh, uno dei nostri colleghi
indossa un pigiama rosso come costume…” Osservò
Paperinika.
“Sapete che una volta che questa
storia sarà finita avremo parecchie domande per voi,
vero?” Intervenne Qui,
ricevendo un assenso dai due fratelli.
“Nota presa in carico.”
Rispose Paperinik, alzando lo scudo Extrasformer. “Dopo
risponderemo a tutte le
domande. Ora preoccupiamoci di mettervi in salvo.”
“Vostro padre sarà preoccupato
da morire, non appena potrà tornare a pensare
normalmente.” Disse Dolly,
sorridendo ai figli, che spalancarono gli occhi.
“Mamma?!”
“E così siete davvero decisi
ad affrontarmi, eh?” Ridacchiò Vendor. “Tuttavia,
vedo che siete cascati nello
stesso trucco dove cadono tutti quanti…”
Dopo aver detto ciò aprì una
mano che aveva tenuto dietro la schiena fino a quel momento, lasciando
cadere a
terra una siringa, dal cui ago era possibile vedere ancora qualche
goccia.
Pikappa sgranò gli occhi.
“Cos’hai fatto, Vulnus?!”
Lo scienziato a quel punto
scoppiò a ridere come un folle. “Ho deciso di
evolvermi.”
Mentre diceva questo alzò un
braccio, il quale aveva cominciato a gonfiarsi, provocando i primi
strappi
sulla camicia. “Ho capito che non potevo continuare a fare
affidamento su
esseri indegni di un simile dono…”
“Costui è decisamente
pazzo.” Commentò il Razziatore, il
cui volto mostrava la serietà di
quelle parole. “E questo lo rende
decisamente pericoloso.”
Vendor si piegò all’indietro,
in una posizione del tutto innaturale. Dal suo petto uscirono di colpo
sei
spuntoni d’ossa, i quali sembravano quasi delle spade.
“Dolly, i ragazzi!” Esclamò
Paperinik, ricevendo un assenso dalla sorella, che approfittando di
quella trasformazione,
si diresse dai figli, mentre gli altri restarono in attesa, pronti a
intervenire in qualsiasi momento. Attaccarlo ora poteva essere
pericoloso, e
non potevano rischiare l’incolumità di Qui, Quo e Qua.
Della tirò fuori da una tasca
un coltello, con cui recise subito le corde che tenevano legati i
bambini, che
l’abbracciarono subito.
“Uno, ci senti?” Chiamò ad
alta voce Pikappa. “Vai, sono liberi!”
Prima che i tre paperotti
potessero dire o fare qualcosa scomparvero nel nulla.
“È inutile…” Fece Vendor.
“Li
ritroverò facilmente… E mi vendicherò anche su di loro!”
Dicendo ciò lo scienziato sembrò scoppiare.
Dal suo corpo uscì una nuvola
di fumo che lo avvolse, riempiendo in breve tempo l’intera stanza.
“Ma
prima mi occuperò
di voi stolti!”
Senza che nessuno se ne
rendesse conto, un pugno gigantesco colpì in pieno il
Razziatore, facendolo
letteralmente volare contro il muro, che cedette sotto l’urto.
I due possessori
dell’Extrasformer si fecero più attenti, pronti a tutto.
Ma quello che uscì dal
fumo li lasciò a becco aperto.
Lì, di fronte a loro, c’era
quello che si poteva definire solo un mostro.
Alto quattro volte rispetto a
prima, Vendor li guardò con un sorriso spaventoso, dovuto al
fatto che il suo
volto ormai era totalmente scheletrico, a dispetto del suo corpo, che
invece
era diventato decisamente più muscoloso, tanto che probabilmente
avrebbe fatto
diventare rosso d’invidia Urk.
L’ossuto cranio rendeva il
tutto ancor più inquietante a causa della sua trasparenza, che
metteva in
mostra la materia cerebrale del mostro in cui lo scienziato era mutato.
Sul petto erano rimaste le sei
ossa appuntite, due delle quali vennero subito afferrate dalle grosse
mani di
Vendor, che le tirò fuori come se niente fosse, impugnandole.
“Allora,
che ne dite del mio nuovo aspetto?” Domandò
con la sua nuova voce
gracchiante.
“Dico che sto seriamente
pensando di dare le dimissioni dopo averti sistemato…”
Mormorò Pikappa,
deglutendo.
“Oh,
sarebbe inutile, visto che il tuo stupido gruppo non esiste più.
Come il nostro
mondo. Cancellato, riscritto. Ma questo ormai l’hai capito anche
tu, vero?”
Il Guardiano della Galassia
distolse lo sguardo.
“Pikappa?” Chiese Dolly,
guardandolo.
“Sì, è vero. Dopo averti
rivisto, ho cominciato a ricordare… probabilmente la caduta mi
ha causato uno
shock che mi ha fatto dimenticare gli ultimi eventi… Gli
Evroniani hanno
riscritto l’intera storia, cancellando fin dalla nascita noi
Guardiani.”
“Che cosa?! Vuoi dire che
hanno vinto?”
“Oh,
no.” Rispose per lui
Vendor. “A parte il gruppo che ha
riscritto il tempo, tutti gli altri Evroniani hanno subito un destino
ben
diverso. Juniper ne ha accennato all’altro me.”
“Sì. Non avendo nemici, nel
mio universo gli Evroniani hanno scelto la pace. Non hanno attaccato
nessun
pianeta, anzi, sono molto cordiali e aiutano a evitare guerre,
succhiando tutte
le emozioni negative che possono provocarle.” Spiegò
Pikappa. “Ho ordinato io
stesso al nuovo Paperino di colpire l’ultimo Evroniano malvagio
rimasto. Uno è
riuscito a salvarmi in tempo, pare.”
“Così
ora noi due siamo gli ultimi sopravvissuti del nostro mondo.”
Riassunse Vulnus. “Ma presto resterò solo io!”
“Okay, hai avuto il tuo
discorsone da cattivo doc.” Intervenne Paperinika, per poi alzare
una mano
verso di lui. “Ora direi che è arrivato il momento di
menare le mani.”
Detto ciò il suo palmo
s’illuminò, per poi lasciar uscire un’onda
d’energia che colpì in piena faccia
il mostro, che arretrò di qualche passo infastidito.
“Cosa-?”
“Pensavi davvero che saremmo
venuti qui impreparati?!” Esclamò Paperinik. “Non ho
solo lo scudo Extrasformer
a disposizione… e questa crisi giustifica a sufficienza
l’uso di qualche altra
invenzione pericolosa.”
Mentre diceva ciò Paperinika
mostrò che indossava un guanto di piume sintetiche.
“Te lo abbiamo detto: questa
sarà la nostra ultima battaglia contro di te, Vendor!”
Gridò Pikappa. “Non
uscirai vivo da qui!”
Il mostro li fissò con
evidente rabbia, anche se era possibile capirlo solo grazie
all’espressione
della sua bocca, visto che sembrava non aver più bisogno di
occhi per vedere.
“Proprio così. Anch’io ho le
più che valide motivazioni per fermarti.” Intervenne il
Razziatore,
rialzandosi. “Dopotutto, non posso farti distruggere il
futuro!”
“E hai già ferito a
sufficienza la mia famiglia.” Concluse Della, per poi battere le
mani.
Immediatamente le sue braccia vennero circondate da dei fasci
d’energia, mentre
la papera chiudeva le mani a pugno. “La tua storia finisce
oggi!”
“Stolti!
Io non perderò contro di voi!” Ruggì
Vendor, lanciandosi verso
gli avversari.
Paperinik e Pikappa caricarono
subito i raggi laser dei loro scudi, lanciandoli contro il mostro, in
contemporanea al fascio d’energia del Razziatore.
Tuttavia Vulnus riuscì a
respingerli grazie alle due ossa che teneva in mano, le quali tuttavia
si
ruppero poco dopo, disgregandosi nel nulla.
“Sembra che la tua formula non
fosse poi così stabile.” Lo prese in giro Pikappa,
evitando un suo pugno, che
provocò un piccolo cratere nel pavimento. “Forse sei stato
troppo frettoloso
nel prepararla?”
“Non
perderei tempo a prendermi in giro, eroe.”
Replicò l’altro. “Sono sempre più forte di voi!”
“Davvero?” Domandò Della,
saltando contro di lui e colpendo con un pugno il punto in cui si
sarebbe
dovuto trovare il naso, provocando una piccola crepa nel cranio.
“Io rifarei i
calcoli, al tuo posto!”
“Non
credo proprio.” Dicendo
ciò Vendor si colpì da solo sullo
stomaco, e con sorpresa di tutti, dai fori rimasti
dall’estrazione delle ossa
fuoriuscì un liquido verde, che mancò per poco Paperinika
e il Razziatore.
Notarono subito che il
pavimento da esso colpito cominciò a sfrigolare, facendo uscire
una piccola
nube dall’odore nauseabondo.
“Acido!” Riconobbe Della,
deglutendo. “Questo mostro non si fa mancare nulla…”
“Ve
l’ho detto! Sono superiore a tutti voi!”
Vendor tornò a sorridere, per
poi muoversi a una velocità maggiore rispetto a prima, riuscendo
ad afferrare
Paperinik e sollevandolo per il collo.
“Paperinik!” Chiamarono tutti
quanti, mentre Pikappa alzava lo scudo, pronto a colpire il nemico.
“Credi
davvero di potermi fermare?” Chiese
derisorio lo scienziato. “Il
tuo colpo non mi fara’ troppo male, e io avrò tutto il
tempo per ucciderlo.”
Pikappa digrignò il becco.
“N-Non fermatevi…” Balbettò
Paperinik, cercando di respirare. “Non p-potete lasciarlo
v-vincere…”
“Ma lui potrebbe-” Cominciò Della,
salvo venire interrotta subito dal fratello.
“Sapevo c-cosa rischiavo.
N-Non mi pento d-di nulla…” Riuscì a prendere un
profondo respiro. “Sarò più
che felice se il mio sacrificio salverà la vita a voi e a tutti
gli altri!”
Gridò.
“Suvvia Paperinik, non ti
credevo così arrendevole.” S’intromise una voce.
“Cosa-”
Cominciò Vendor, salvo interrompersi quando una lama recise di
netto il braccio
che teneva Paperinik, facendolo urlare per il dolore.
L’eroe scivolò dalla presa, ma
prima di toccare terra venne preso al volo da uno scooter volante,
guidato
nientemeno che da Archimede, con seduta dietro Lyla, che aveva
afferrato giusto
in tempo l’amico.
“Chi
osa-”
“Ehilà.” Fece la voce di
prima, costringendo il mostro ad abbassare lo sguardo.
Lì, con il suo costume
addosso, Phantom stava facendo roteare con nonchalance una spada,
sorridendo.
“Spero che non sia stato
troppo indolore.” Continuò il ladro, fermando la
rotazione. “Dopotutto, io non
sono per la vendetta a piatto freddo.”
“Come?
Tu non dovresti essere qui! Dovresti essere una delle mie creature!”
“Temo di essere in parte
responsabile di ciò.” Confessò Archimede,
atterrando e lasciando che i suoi
passeggeri scendessero. “Ma direi che sono i vantaggi di essere
un tecnico di
fiducia scelto dalla Tempolizia. Ti possono fornire subito
l’antidoto a un
sacco di veleni e altre sostanze. E pare che il tuo gas fosse nel loro
archivio.”
“Tu
chi sei?”
“Archimede Pitagorico.
Inventore e aggiustatutto. E anche… il tecnico personale di Lyla
Lay.” Rispose
l’aquilotto, sorridendo. “E devo dire che è un
dispiacere vedere che un altro
collega ha scelto di usare il suo genio contro il benessere del
pianeta… Sono
sempre di più, di recente.”
“Maledetti-”
Esordì Vendor, cercando di muoversi, ma rendendosi conto di non
riuscire a fare
un solo passo.
“Oh, perdonami. Temo di
essermi dimenticato di pulire la spada da un veleno paralizzante che mi
è
caduto sopra poco fa. Spero non ti dispiaccia.”
“Come
osate?! Io sono Vulnus Vendor! Non potete sconfiggermi!”
Pikappa restò in silenzio, per
poi cominciare a toccare qualche tasto nascosto del suo scudo.
“Voi tutti… allontanatevi.”
Disse a bassa voce. “Vi ringrazio per l’aiuto, ma è
compito mio mettere la
parola fine a questa storia.”
“Come
se non sapessi che non puoi farmi davvero del male.”
Lo prese in
giro Vendor. “Quel tuo scudo è impostato solo per
disabilitare gli
esseri viventi, non per distruggerli! Altrimenti tutti gli Evroniani da
te
colpiti non resterebbero semplicemente paralizzati!”
“Vero… questa è la sua
funzione di base… Tuttavia, devi sapere una cosa.
C’è un codice segreto in
grado di disattivare gli inibitori. L’ho già usato una
volta, ricordi? Quando
per colpa tua Lyo è morto. Sei rimasto vivo solo grazie
all’intervento di Lyla,
che ha deviato il colpo per impedirmi di ucciderti.”
A quelle parole il mostro
restò in silenzio.
“Oggi… non c’è lei a salvarti.
La Lyla di questo universo è tanto simile quanto diversa da
quella che
conoscevo io…”
“Non
puoi farlo!” Urlò
Vendor, con una vena di panico nella sua voce.
“Sei un eroe!”
“Ti do una brutta notizia! Ho
appena dato le dimissioni!” Replicò Pikappa. “E
questa volta, la frase è vera.”
Nessuno dei presenti disse
nulla. Nessuno se la sentiva di fermarlo. Ognuno di loro si sentiva
come lui.
“Addio, Vulnus Vendor. E
stavolta, per sempre.” Detto ciò dallo scudo di Pikappa
partì un raggio rosso,
che colpì in pieno il mostro, passando da parte a parte il suo
petto e andando
a scontrarsi contro il muro alle sue spalle, lasciando una macchia nera.
Vendor avrebbe spalancato gli
occhi se ne fosse stato ancora in possesso. Portò lentamente una
mano sul buco
da cui stava uscendo un liquido viola, poi, cogliendo tutti di
sorpresa,
cominciò a ridere.
“Eh,
eh, eh... così
alla fine... ce l’hai fatta... Pikappa...” Mormorò. “Tuttavia,
la tua vittoria... è nulla... Ho preso in considerazione...
anche questa
possibilita’...”
Tutti quanti lo guardarono,
temendo le sue prossime parole.
“Il
mio nuovo sangue... è
un potente esplosivo... a contatto con l’aria... si da’ il
via al conto alla
rovescia...” Vulnus Vendor
sorrise un’ultima volta. “Per
me è la fine, ma vi porterò con me!”
Pikappa corse in avanti,
togliendosi lo scudo, che s’ingigantì proprio mentre il
corpo del suo vecchio
nemico esplodeva.
Fuori dall’edificio, Gastone
passeggiava tranquillo, ripensando agli eventi di poche ore prima.
“Chissà cos’è successo…
forse
stavano facendo una Candid Papera… Ma sì, certo, era
senza dubbio così!
Figuriamoci se una cosa del genere poteva essere reale! Dopotutto, io
sono
senza dubbio uno dei personaggi più famosi di Paperopoli. E la
mia fortuna di
certo non mi lascerebbe mai coinvolgere in qualcosa di pericoloso e
potenzialmente-”
Le sue parole non uscirono mai
tutte dal becco.
L’edificio che aveva appena
superato esplose di punto in bianco, facendolo volare in avanti e
distruggendo
i vetri delle macchine e dei palazzi vicini.
Gastone rotolò per qualche
metro, per poi fermarsi e alzarsi poco dopo, guardando il fuoco e il
fumo
alzarsi verso l’alto, mentre dell’edificio esploso non
erano rimaste
nient’altro che macerie.
Prima che il papero fortunato
potesse dire o fare qualcosa, qualcosa cadde lentamente a terra.
Il mantello di Paperinik,
ancora in fiamme, atterrò di fronte a lui.
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Capitolo 9 *** Restarting! ***
09: Restarting!
Capitolo 09: Restarting!
Gastone si avvicinò lentamente
al mantello, per poi cominciare a calpestarlo per spegnere le fiamme.
Quando
riuscì nel suo compito lo sollevò, guardando incredulo il
pezzo di stoffa che
teneva tra le mani.
“No…” Mormorò, mentre in
lontananza
era già possibile sentire le sirene dei pompieri e delle
ambulanze in arrivo,
allertate dalla forte deflagrazione.
Gastone non era certo un fan
di Paperinik, ma doveva riconoscere che la sottile pace di Paperopoli
era
merito suo. E ora le sue mani tenevano il mantello dell’eroe,
parzialmente
divorato dalle fiamme. Senza dire altro si avvicinò
all’edificio esploso, dal
quale usciva ancora fumo rovente.
“Paperinik!” Lo chiamò, senza
però fare nessun passo in più. “Ci sei?
Paperinik!”
A rispondergli fu il braccio
estensibile dell’eroe, che fece volare via un pezzo di muro che
lo copriva.
Usando tutte le sue forze, Paperinik uscì allo scoperto. Aveva
diverse
bruciature, e la sua mascherina era andata. Ignorando il cugino,
sollevò con
tutte le sue forze il braccio libero dallo scudo, tirando fuori Pikappa
da
sotto macerie. Questi tuttavia era messo decisamente peggio di lui: il
braccio
che teneva lo scudo Extrasformer era sparito assieme a esso e il suo
volto era
totalmente bruciato.
“Che cosa stai aspettando?!”
Sbraitò l’eroe, rivolgendosi finalmente a Gastone.
“Un invito in carta
bollata?! Ci sono altri feriti!”
“Pa… Paperino?” Balbettò lui
incredulo.
“Allora?!” Urlò ancora suo
cugino, dimostrando di non aver la minima intenzione di perdere tempo.
Gastone deglutì, per poi
cominciare a saltare sopra le macerie, raggiungendoli.
“Prendilo e portalo lontano da
qui.” Ordinò, per poi voltarsi. “Della! Paperina!
Archimede! Lyla! Oliver! Mi
sentite?”
“Ehi… potrei offendermi,
sai?” Fece una voce ben nota all’eroe,
mentre altre macerie si spostavano,
rivelando il Razziatore, il quale teneva le braccia attorno a Dolly e
Paperinika, che sembravano essere uscite relativamente indenni
dall’esplosione,
salvo qualche livido.
“State bene?” Chiese subito
Paperinik, raggiungendoli.
“S-Sì…” Balbettò
Paperinika.
“Il Razziatore ci ha fatto da scudo…”
“Ho le piume dure io!
Inoltre, gran parte dell’esplosione è stata presa da
Pikappa…” Rispose il
pirata, guardando in direzione dell’altro eroe, che stava venendo
sollevato a
fatica da Gastone.
“Muoviti!” Esclamò Paperinika,
guardandolo.
Solo allora si rese conto che
aveva perso gli occhiali che celavano la sua identità, motivo
per cui il
fidanzato la stava guardando incredulo.
“Ti spiegheremo tutto dopo,
ora vai! Non devono trovarci qui, non ora, non così!”
Disse Della.
“Già… ci sarebbero troppe
spiegazioni da dare…” Proseguì la voce di Lyla,
anticipando la sua uscita da
sotto le macerie.
Doveva aver usato lo scooter
di Archimede per proteggere lei, l’inventore e Oliver, che erano
dietro di lei
malconci ma salvi, dato che gettò via quella che sembrava una
ruota fusa. Ma
ciò che saltò all’occhio di tutti era che il suo
rivestimento era quasi
totalmente andato, rivelando il droide in tutto il suo corpo robotico.
“Se
Angus mi dovesse vedere così, sarebbe piuttosto difficile
trovare una scusa
valida… Lo sento già dire ‘Complotto
di
Paperinik che coinvolge una Lyla Lay robot’…”
“T-Tu sei L-Lyla?” Domandò
incredulo Gastone. “M-Ma com’è possibile? Voi siete
tutti-”
Ma il papero più fortunato
s’interruppe quando lo scenario attorno a loro cambiò,
sostituendosi con il
piano segreto della Ducklair Tower.
“Zio!” Urlarono subito Qui,
Quo e Qua, raggiungendo Paperino, che li abbracciò. “Stai
bene!”
“Sì… Sì, stiamo tutti
bene… è
finita…” Rispose lui, mentre delle braccia robotiche
uscivano dai muri,
prendendo Pikappa e stendendolo subito su una barella che Uno aveva
fatto
uscire da chissà dove.
“Fortunatamente quel che resta
del suo scudo era
sufficiente per attivare ancora il teletrasporto.” Disse l’intelligenza
artificiale, mentre una sua copia appariva su uno schermo accanto alla
barella
di Pikappa, al quale stavano venendo attaccati diversi cavi e tubi,
mentre un
altro arto meccanico aveva cominciato a medicare il braccio reciso. “Altrimenti non sarei riuscito a
portarvi qui in
tempo…”
“Come sta?” Chiese subito
Oliver.
“I suoi
parametri vitali sono al minimo. Sto già
studiando ogni manuale di medicina disponibile sulla rete, dato che non
possiamo di certo portarlo in un ospedale.”
“La sua prontezza di
riflessi ci ha salvati tutti quanti.”
Commentò il Razziatore, per poi
schiacciare un tasto sul suo bracciale, tirando fuori una micro-SD, che
lanciò
verso una della mani di Uno, che la prese al volo. “Là
dentro ci sono i
dati dell’intervento che ho subito all’occhio. Forse
possono tornarti utili.”
“Sarei contraria al diffondere
di notizie del futuro, ma stavolta credo farò
un’eccezione.” Fece Lyla, mentre
Archimede raggiungeva Uno, recuperando la borsa che aveva lasciato
prima,
quando era venuto a riparare il danno al braccio della Tempoliziotta.
“Uno, se non ti spiace vorrei
usare qualche invenzione del tuo creatore per prendere dei pezzi di
ricambio.
Forse posso aiutarti a salvare Pikappa.”
La testa verde annuì, per poi
alzare una tenda che impedì la vista dell’eroe ferito.
“C-Che cosa sta succedendo
qui?” Chiese Gastone, il quale era rimasto praticamente sotto
shock, per poi
indicare Paperinik. “Il cuginastro è vestito
dall’eroe più famoso della città e
impugna pure la sua arma! Paperina è travestita da Paperinika!
Della e suo
marito sono vestiti anche loro come dei pagliacci! Poi c’è
anche quel tipo
gigante e un robot!”
“Sicuro che è tuo cugino,
socio?” Domandò Uno,
guardandolo. “Non mi
sembra abbiate molto in
comune. Incredibile a dirsi, ma mi sembra anche più stupido di
te.”
“Ehi!” Esclamò il diretto
interessato, togliendosi lo scudo dalla mano. “Per piacere, non
offendermi
paragonandomi a lui! Io sono molto più intelligente!”
“Per una volta concordo. Anzi,
permetti?”
Paperinika si avvicinò a
Paperino, prendendo lo scudo Extrasformer in mano e impugnandolo.
“Paperina?”
“Come funziona? Così?”
Subito dopo aver detto ciò il
braccio estensibile entrò in azione, colpendo sotto il becco
Gastone, facendolo
volare all’indietro e facendogli perdere i sensi.
“Questo è per essere scappato
via come un codardo senza pensarci due volte!” Esclamò la
papera, per poi
restituire a un incredulo Paperinik la sua arma. “Grazie caro.
Ah, quando si
riprenderà puoi comunicargli che tra noi è finita?”
“Ribadisco il mio precedente
commento.” Fece il Razziatore.
“Non per niente è una delle
papere usate come base per il nostro codice.” Ridacchiò
invece Lyla,
attirandosi lo sguardo di tutti su di sé. “Che
c’è?”
“Beh, devo dire che è stata
una giornata decisamente più movimentata di quanto
credessi.” Commentò Oliver,
togliendosi la maschera.
“Papà… Mamma…”
Mormorarono i
tre gemelli, lasciando andare lo zio, che gli diede una piccola spinta
in
avanti.
“Ragazzi…” Cominciò Della con
le lacrime agli occhi, per poi lanciarsi verso di loro e
abbracciandoli.
“Menomale che state bene… Non sapete che paura mi sono
presa!”
“Beh, direi che sono stati
introdotti bene nel nostro mondo. Venire rapiti subito da uno
scienziato pazzo,
non è qualcosa che succede a molti.” Ridacchiò
Oliver, sollevato che era tutto
finito bene per la sua famiglia. “Ma credo che d’ora in poi
non raccoglierò più
eroi precipitati dal nulla.”
“Ah, è così? Potrei decidere
di fare una scappatina al prossimo luogo dove Phantom e Dolly
annunceranno il
prossimo furto.”
“Sarebbe inutile.” Ammise
Della, sorridendo. “Non credo faremo altri colpi.”
“Cosa?!” Esclamò il
Razziatore, incredulo. “Come sarebbe a
dire?”
“Diciamo che non abbiamo più
alcun motivo per continuare.”
“Allora resterete con noi?”
Il sorriso sul volto dei
genitori si spense.
“Ragazzi…” Cominciò Oliver,
chinandosi per poterli guardare negli occhi. “Ormai siete
sufficientemente
grandi per scegliere da soli. Io e la mamma abbiamo altre questioni da
sbrigare. Questioni che non ci permettono ancora di restare per troppo
tempo
nello stesso posto.”
“Cos’è, siete anche agenti
segreti?” Li prese in giro Paperino. “Dopo tutto quello che
è successo oggi-”
“Proprio per quello stiamo per
fare loro una domanda.” Lo interruppe subito Oliver, guardando la
moglie, che
annuì.
“Potete scegliere.” Disse lei.
“Potete venire con noi. Vi prepareremo per ciò che
dobbiamo fare. Rallenterà un
po’ i nostri piani, ma è possibile. Oppure… potete
restare ancora qui con
Paperino, se lui è disposto.”
I tre paperotti si guardarono
a vicenda, per poi spostare lo sguardo tra lo zio e i genitori.
Paperino sospirò. “Non
nascondo che mi avete reso la vita difficile. Appena arrivati avete
fatto di
tutto per rendere la mia vita un inferno. Non so le volte che mi sono
ritrovato
in ospedale per colpa vostra. O ancora più indebitato con lo
zione.” I tre
gemelli abbassarono lo sguardo, mortificati. “Tuttavia, mentirei
se dicessi che
a ripensarci ora non ho amato ogni singolo istante passato con voi. Voi
tre
siete il motivo principale per cui combatto contro gli Evroniani. Voi
siete la
mia famiglia, i miei adorati nipotini… E questo non
cambierà mai, qualunque sia
la vostra decisione. La porta di casa mia sarà sempre aperta per
voi.”
Qui, Quo e Qua si guardarono
ancora una volta, per poi voltarsi verso i genitori. “Mamma,
papà… Ci fa
piacere che ce lo abbiate chiesto… ma vogliamo restare con lo
zio.” Risposero
assieme.
“Ci ha sempre aiutato e
sostenuti.”
“E anche quando in passato
cercava d’infastidirci, era solo per insegnarci a sopportare
tutte le
angherie.”
“Inoltre, senza di noi sarebbe
perso. Chi lo sveglierebbe la mattina? O gli ricorderebbe di pagare i
suoi
creditori?”
“Ehi! Così mi fate passare per
un pigro senza speranze!” Replicò Paperino, con un sorriso
sul volto.
Della e Oliver annuirono.
Sapevano che sarebbe finita così, e gli andava bene.
“Questa volta però cercheremo
di farci vivi più spesso.” Assicurò il padre.
“Basta solo che non mi mettiate
più alcun petardo sotto la poltrona.”
“Nah, quella è roba superata.
Ora, grazie alle Giovani Marmotte, possiamo preparare direttamente un
composto
in grado di creare uno strato di ghiaccio sul pavimento.” Dissero
ridacchiando
i gemelli.
“Ah, come vorrei che anche
mio figlio fosse come voi.” Disse il
Razziatore. “Sareste tre ottimi
pirati temporali. Lui invece vuole fare il supereroe…”
“Tuo figlio vuole fare il
supereroe?” Ripeterono Paperinik e Uno, per poi scoppiare
entrambi a ridere.
“Questo è il colmo!”
“Già… Ed è tutta colpa
tua, visto che sei il suo idolo.”
Replicò il pirata.
“Aspetta, ma tu non hai detto
di venire dal 23° secolo?” Domandò Paperina.
“Sì, ma Paperinik resterà
nella memoria dei terrestri per molto, molto tempo.”
“Abbiamo uno zio molto
famoso!” Esclamarono felici i tre paperotti.
“Già… Tuttavia… temo dovrete
aspettare per festeggiarmi.”
A quella frase i nipotini si
zittirono di colpo.
“Che cosa vuoi dire?” Chiese
Paperina.
“Avete visto di persona i
rischi.” Fece l’eroe. “Ho rischiato di perdere quasi
tutta la mia famiglia
oggi, e questo perché una sola misera persona ha scoperto chi
sono davvero. Non
è che non mi fido di voi, ma conosco i miei nemici. Se dovessero
anche solo
pensare che sapete chi sono, vi potrebbero fare del male. Non sono
disposto a
rischiare.”
“Ci vuoi cancellare la
memoria?” Domandò Qua.
“Proprio come ho fatto le
altre volte che mi avete scoperto.” Rispose Paperinik, per poi
alzare la mano,
lasciando che Uno facesse cadere sopra di essa una scatolina bianca.
“Le altre volte? È già
successo?” Domandò sorpresa Paperina.
“Sfortunatamente, ci sono
state situazioni in cui sono stato costretto a rivelarmi. Queste sono
le
Car-Can, una delle invenzioni di Archimede. Rimuoverà i ricordi
delle ultime
ore.”
“Ma allora… tutto quello che
abbiamo fatto oggi non avrà avuto-”
“No, non è così. Sono felice
di come siamo riusciti a lavorare tutti assieme. Senza di voi, da solo,
non ce
l’avrei fatta.”
“Con noi sarebbe inutile.
Dimenticheremo solo ciò che è successo oggi. Non Pikappa.
Non il Razziatore.
Non te.” Fece Della. “Ma tranquillo. Il tuo segreto
resterà al sicuro come
sempre. Dopotutto, chi andrebbe a pensare che noi abbiamo qualcosa a
che fare
con Paperinik? Siamo nemici in fondo.”
“Prima di cancellargli la
memoria, però, c’è un’altra
questione da sbrigare.” Intervenne Uno. “Pikappa
probabilmente si riprenderà, con le cure mie e di Archimede
dovrebbe tornare in
forma come prima. Però… non può restare qui.”
“Perché no?” Chiese Quo.
“Potrebbe inventarsi che somiglia allo zio per puro caso. Non
sarebbe la prima
volta. E nemmeno l’unico. Vi ricordate quella volta che Topolino
ci ha
raccontato del suo quasi clone?”
“Non è così facile.” Rispose
Lyla. “Il problema è che sono la stessa persona. Fosse un
vero clone si
potrebbe ancora fare come dite… ma più tempo restano
assieme, più rischiano
entrambi. L’ordine dell’universo potrebbe anche decidere di
cancellarli.”
“Può davvero succedere?”
Esclamò terrorizzata Paperina.
“Nella mia memoria c’è quasi
tutta la storia della Terra e non solo. So che ci sono forze che
sfuggono alla
nostra vista.”
“Non possiamo di certo
mandarlo su un altro pianeta.” Rifletté Paperinik.
“Però non mi attira nemmeno
l’idea di scomparire… Cosa possiamo fare?”
“Lo porterò nel futuro con
me.” Affermò il Razziatore. “Lì non ci sarà nessun pericolo per voi.
Almeno, non fuori dalla norma.”
“Non puoi farlo!” Obiettò
Lyla. “Questo potrebbe provocare guai! Inoltre, come vorresti
spiegare la sua
presenza?”
“Pare che qualcuno sapesse
perfettamente quello che sarebbe successo oggi. Tanto che mi ha
profumatamente
pagato per venire ad aiutarvi. Cosa che credo potrei anche rifare in
futuro. O
nel passato, dipende dai punti di vista.”
“Di chi stai parlando?”
“Odin Eidolon.” Completò Uno. “È
stato lui a chiederti di venire qui, vero?”
“Esatto, testa verde.”
Rispose il pirata, ghignando. “E mi ha
chiesto lui di portarlo nel 23°
secolo. Ha detto che ha già preparato tutto.”
“Allora adesso non ci resta
che aspettare… Intanto però farò dimenticare
già tutto al cuginastro.” Fece
Paperino, tirando fuori una Car-Can.
“Allora questo è un addio,
eh?” Fece Della, guardando Pikappa.
Si erano tutti riuniti nel
giardino della casa di Paperino per salutarsi.
Pikappa ora indossava un
costume di riserva di Paperinik, che gli permetteva di nascondere il
braccio
artificiale, anche se grazie ad Archimede, che aveva usato le stesse
piume
sintetiche di Lyla per ricoprirlo, non doveva temere venisse scoperto.
Grazie ad Archimede e alle
risorse di Uno c’erano volute solo poche ore per sistemarlo, e a
parte qualche
acciacco poteva dire di star bene. E lo stesso valeva per Lyla, la
quale aveva
già una nuova copertura.
“Temo di sì. Se il 23° secolo
di qui è come il mio, non credo ci siano molte
possibilità di vedersi.”
Rispose, sorridendo. “Grazie ancora per tutto l’aiuto che
mi avete dato.”
“Beh, alla fine sei anche tu
mio cognato, non potevamo di certo abbandonarti.” Replicò
Oliver, mettendosi il
casco.
“Quando tornerete?”
Domandarono i tre gemelli, guardando la madre sedersi nel sidecar.
“Spero presto. Vogliamo
sbrigare un’ultima commissione, poi cercheremo di tornare, ma
tranquilli: ci
sentiremo di certo presto. Inoltre dovrò inventarmi qualcosa per
giustificare
la giornata di oggi. Che ne dite se vi mando un diamante?”
“Ehi! Avevate detto niente più
furti!” Esclamò Paperino.
“Scherzo, scherzo. Vi
manderemo dei buoni gelato. Inoltre, ora che Paperino per un po’
non dovrà
preoccuparsi dei debiti con lo zione, potrete respirare un po’ di
più.”
“Sembra che tu dia per
scontato che mi indebiterò di nuovo…”
“La tua lista dei debiti è
conservata al museo di storia.” Rispose il
Razziatore. “Ha un’intera
ala solo per lei, visto quanto è lunga.”
“Fantastico… passerò alla
storia come il papero più indebitato di tutti i tempi.”
Commentò lui
sarcastico.
“Su con la vita. Avrai sempre
l’altro museo a te dedicato, no?” Ridacchiò Della,
per poi farsi seria. “Non ti
arrendere mai. Non saremo al tuo fianco, ma ci fidiamo di te. Il
destino della
Terra è nelle tue mani.”
“Uao, tu sì che sai come farmi
stare tranquillo.”
“Beh, alla prossima allora.”
Fece Oliver. “Grazie per aver aggiustato la moto, Archimede.
Oltre ovviamente
ad avermi riportato come prima.”
“Dovere. Inoltre non potevo di
certo lasciare come mostro il nipote di un amico di famiglia.”
Oliver sorrise, per poi
schiacciare il pedale dell’acceleratore e partire a tutto gas,
sparendo dopo
pochi secondi.
“Bene, allora direi che è
il momento anche per noi di andare.” Disse il
Razziatore.
“Non subito però.” Rispose la voce di Uno,
proveniente dal televisore all’interno della casa. “Sembra che la giornata debba
concludersi con una
visitina dei nostri amici viola.”
“Evroniani, eh?” Fece Pikappa,
sorridendo. “Non so se riesco ad affrontarli: il braccio non
è ancora del tutto
sotto il mio controllo.”
“Beh, direi che prima di
lasciarti alla pace del futuro puoi fare un ultimo incontro con loro. E
credo
verrò con te.”
“Come volete. Allora io vi
precedo. Cercate di non farmi aspettare troppo, che non ho altro tempo
da
perdere.” Fece il Razziatore, per poi
scomparire nel vortice del tempo.
“E adesso pensiamo a voi.”
Disse Paperinik, voltandosi verso i nipoti e Paperina.
“È arrivata l’ora di
dimenticare, vero?” Chiese Qui, sospirando.
“Già, ma non preoccupatevi.
Stasera, non appena rimandati a casa gli Evroniani, vi porto a mangiare
una
pizza per scusarmi della giornata che avete avuto.”
“Scherzi?!” Rispose assieme.
“È stata una delle giornate più emozionanti di
sempre!”
“E me, signor Paperino?”
Domandò Paperina, guardandolo con un finto broncio.
Il papero sospirò. “Io vorrei
davvero tanto tornare con te, ma hai visto, è troppo pericoloso.
Per il momento
non posso fare nulla. E non posso chiederti di aspettarmi.”
“Stupido!” Esclamò subito lei.
“Dimenticherò pure tutto quello che ho scoperto oggi, ma
non credere che ti
lascerò andare via così facilmente! Promettimi
solo… che una volta che questa
invasione sarà finita, tornerai da me. E poi dovrai anche
raccontarmi chi era
questa Xadhoom.”
“È gelosia quella che sento
nella tua voce?” Ridacchiò Paperinik. “Non
preoccuparti. Era solo un’amica.
Un’amica che si è sacrificata per il suo popolo. Se di
notte guarderai le
stelle, con un po’ di fortuna potresti anche riuscire a
vederla.”
“Come?”
“È il sole che illumina il
pianeta dove si è trasferito il suo popolo. Continuerà ad
aiutarli così.”
“Una tua amica è diventata una
stella?” Esclamarono increduli i paperotti.
“Già. E tra parentesi, il suo
nome significa creditore. E gli Evroniani erano i suoi debitori.”
Paperina sorrise, mentre
prendeva la Car-Can, imitata da Qui, Quo e Qua.
I tre gemelli la mandarono giù
subito, portandosi poi la mano sulla fronte per il mal di testa
provocato dalla
perdita di ricordi. Paperina li seguì subito dopo.
“C-Cos’è successo?”
Balbettò
Qui, sbattendo le palpebre un paio di volte, per poi spalancare gli
occhi
quando vide Pikappa. “P-Paperinik!”
L’eroe dell’altra dimensione
sorrise debolmente. “Sì, è il mio nome. Ma che vi
prende? Sembra che vi sia
venuto un mal di testa.”
“G-Già…” Mormorò
Paperina, per
poi guardare Paperino. “Che cosa ci faccio qui?
Dov’è Gastone?”
“Non lo so.” Rispose il
papero, senza riuscire a nascondere un velo di tristezza nella sua
voce. “Sei
venuta qui solo per dirmi che noi paperi alla fine siamo tutti
uguali.”
“Confermo. E nemmeno la mia
presenza ti ha impedito di prendere a schiaffi il mio amico senza alcun
apparente motivo.” Dicendo ciò Pikappa indicò
l’ormai pallido segno delle dita
sulla guancia di Paperino, che lo guardò male in risposta.
“Beh, questo mal di testa non
mi permette di ricordarlo, ma sono sicura che se l’è
meritato. Avrà sicuramente
detto qualcosa di stupido!” Detto ciò si voltò,
dirigendosi verso l’uscita del
giardino.
“Come mai Paperinik è qui?”
Domandò Qua.
“Ero venuto a parlare con
Paperino di una questione. Mi serve il suo aiuto, perciò mi
permetto di
prenderlo in prestito per un po’.”
Come se avesse risposto ai
suoi pensieri, la P-Kar arrivò in volo, atterrando nel giardino.
“Tornerò presto. E vi voglio
pronti, stasera vi porto fuori!” Disse Paperino, cercando di non
ridere per la
situazione, mentre saliva sulla macchina assieme a Pikappa, per poi
volare via.
Poco lontano Paperina osservò
la P-Kar allontanarsi, quindi sputò la Car-Can, prendendola in
mano.
“Spiacente caro. Farò come
vuoi e per il momento starò lontana, ma non dimenticherò
il vero te.” Mormorò
sorridendo, mentre con la mano polverizzava la caramella.
“Sicuro che sia una buona
idea, Generale?” Domandò un soldato Evroniano, mentre
assieme al resto del
plotone si avvicinava a Paperopoli.
“Osi mettere in dubbio la mia
tattica?” Replicò lui, guardandolo con rabbia.
“Abbiamo tenuto sotto controllo
le frequenze radio terrestri, e sappiamo per certo che Paperinik
è rimasto
ferito in un’esplosione, dati i resti del suo costume trovati
nell’area. Non
appena ci vedrà, ci raggiungerà, e noi ne approfitteremo
per eliminarlo una
volta per tutte!”
“Oh, ma che carini.
Organizzate una festa per me?” Commentò la voce
dell’eroe, che risuonò
nell’aria grazie agli altoparlanti della P-Kar, che
sfrecciò a tutta velocità
contro di loro.
“Per Evron!” Urlò il Generale,
ordinando ai suoi uomini di attaccare non appena la macchina volante si
fermò,
ma il suo entusiasmo si spense quando il portellone si aprì,
rivelando non uno
ma ben due Paperinik.
“Allora, ho sentito che ci
stavate cercando.” Disse Pikappa, impugnando una pistola laser,
mentre il suo
gemello alzava l’Extrasformer. “Possiamo aiutarvi?”
“D-Due Paperinik?!” Esclamò
uno dei soldati. “Che cosa facciamo Generale?!”
Il loro capo deglutì, per poi
voltare la tavola volante. “Ritirata immediata!”
I suoi uomini non attesero una
replica dell’ordine, e in pochi secondi l’intero plotone
scomparve nel cielo.
“È andata decisamente meglio
di quanto pensassi.” Commentò Paperinik, sorridendo.
“Non avevo mai fatto un simile
effetto agli Evroniani prima d’ora. E dire che non ho potuto
nemmeno provare il
mio nuovo braccio.”
“Vedrai, in futuro avrai molte
possibilità. Il crimine non è scomparso, sai?”
“Vedrò. Non posso di certo
andare in giro vestito come te.”
“Io so già che me ne
pentirò… sto portando a casa quello che probabilmente
diventerà il mio secondo
nemico.” Disse il Razziatore, apparendo alle
loro spalle e restando
sospeso in aria.
“Su con la vita. Tuo figlio potrà
chiedergli un autografo senza doverti rubare la cronovela.”
Ridacchiò
Paperinik, facendo sbuffare il pirata.
“Bah. Direi che la nostra
collaborazione finisce qui. Io ho fatto quel che dovevo.” Detto ciò prese
per un braccio Pikappa. “Sei pronto?”
L’ultimo Guardiano della
Galassia annuì. “Allora… Addio, Paperinik.”
“Addio Pikappa. È stata
un’esperienza strana, ma direi istruttiva.”
“Lo stesso vale per me. Buona
fortuna con l’invasione!”
“Grazie.” Detto questo
Paperinik guardò Pikappa scomparire assieme al Razziatore.
Il Guardiano della Galassia
osservò la città del futuro dalla finestra.
Il Razziatore lo aveva
lasciato in quella stanza, dicendo che presto sarebbe arrivato qualcuno
a
spiegargli tutto quanto. Dopodiché era sparito.
“È abbastanza diversa dalla
Paperopoli del 23° secolo che ho visto io…”
“Quando si viaggia per le
dimensioni, può succedere.” Rispose una voce.
Pikappa si voltò di colpo,
ritrovandosi a guardare un papero dai lunghi capelli neri con striature
verdi,
come il suo vestito, che lo stava fissando con le mani dietro la
schiena.
“Tu… chi sei?”
“Il mio nome è Odin Eidolon.
Sono il presidente delle Industrie Eidolon, una delle fabbriche di
droni come
la tua amica Lyla. È un piacere rivederti, Pikappa.”
Sentendo ciò l’eroe sbatté le
palpebre un paio di volte. “Scusa, ma temo che questo sia il
nostro primo
incontro.”
“Oh, invece credo tu mi abbia
già incontrato, e molte volte.” Continuò Odin,
sorridendo. “In più versioni.
Una volta mi dissi che ero il tuo maestro, anche se io personalmente
non lo
sono mai stato.”
“Scusa, ma temo ancora di non
capire.”
Il papero del futuro non fece
sparire il sorriso, e cominciò ad avvicinarsi alla finestra,
fermandosi di
fronte ad essa.
“Eidolon può significare
‘immagine’,
‘simulacro’, ‘fantasma’… Mentre Odin
è un numero. Ti viene in mente qualcuno?”
Pikappa restò a fissarlo per
qualche secondo, per poi spalancare di colpo occhi e becco.
“UNO?!?!” Urlò incredulo,
indicandolo.
“Almeno tu ci sei arrivato.
Paperinik, nonostante gli abbia ripetuto chiaro e tondo le ultime
parole che
gli ho rivolto prima del nostro addio, non c’è mai
arrivato.”
“M-Ma come… Com’è
possibile?”
“Non hai detto tu stesso che
in un futuro alternativo eri diventato un droide? Se ci sei riuscito
tu, che
eri un essere vivente, credi fosse così impossibile per
un’intelligenza
artificiale? Anche se devo ammettere che senza l’aiuto del mio
vecchio padrone
non sarebbe stato possibile.”
“Intendi Everett Ducklair? Nel
mio universo era anche lui un Guardiano, e ti aveva creato usando se
stesso
come base.”
“Oh, qui la storia è molto
diversa. Vieni, che ne dici se ne parliamo davanti a una tazza di
tè? Se ben
ricordo, devi essere ancora ferito per la battaglia contro Vendor.
Così potrò
anche parlarti di ciò che ho in serbo per te…”
Pikappa annuì. “Basta solo che
non si tratti di lucidare monete.”
“Oh, no, no, tranquillo. Oliver non ha preso le abitudini di tuo
zio per quanto riguarda lo schiavizzare i parenti indebitati. Anche se
ho
sentito che adora tuffarsi in una piscina piena di monete
d’epoca.”
“Oliver… chi?”
“Oliver Paperino ovviamente.
Uno dei più grandi soci della mia azienda. Sai, è anche
piuttosto interessato a
conoscerti. Ha tanto sentito parlare di te dai racconti di
famiglia.”
Odin ridacchiò nel vedere che
Pikappa si era fermato qualche passo dietro di lui, letteralmente
paralizzato
per la sorpresa.
“Credi abbiamo fatto bene?”
Domandò Della al marito, urlando per superare il frastuono della
moto.
“La missione era quella. Ci
abbiamo messo un po’ di anni, ma alla fine ci siamo
riusciti.”
“Detesto aver dovuto mentire
ancora… anche al Razziatore. È un buon amico in
fondo.”
“Oh, sì, lo è. E anche se
lavora per il nemico, lo si può considerare un prezioso alleato.
Anche se spero
di non dover più aver bisogno del suo aiuto. Se l’Organizzazione dovesse
scoprirlo…”
“Fortunatamente, non ha ancora
tanto potere.” Disse subito Della. “E ora dobbiamo pensare
alla prossima mossa.
Il capo si è fatto vivo?”
“Non ancora, ma dubito ci
contatterà presto. Dopotutto, devono ancora trovare lui…”
“Allora per qualche anno
dovremmo essere a posto. Potremmo fare ancora qualche colpo, sai, per
sicurezza. Casomai dovessimo chiedere ancora aiuto a
qualcuno…”
“Beh, in quel caso dovremmo
inventarci nuovi nomi e costumi. Tuo fratello potrebbe non esserne
proprio
felice.”
“Dovrebbe prima venirlo a
sapere. E non credo sarebbe facile per lui.” Ridacchiò
Della. “Hai idea di chi
abbiano mandato a prenderlo?”
“Un novellino credo.
Dev’essere qualcuno di insospettabile. Non è stato facile
nasconderlo in mezzo
a tutte quelle macerie. Speriamo solo che ne sia valsa davvero la
pena.”
Un poliziotto sbadigliò. Era
stato messo a guardia delle macerie dell’edificio esploso in
attesa di
ulteriori indagini.
Per questo fu sorpreso quando
un papero piuttosto grosso, vestito di nero, con folte sopracciglia e
un
pizzetto biondo si avvicinò, tenendo in mano una valigetta nera.
“Alt. La zona è interdetta al
pubblico.” Lo fermò subito l’agente. Salvo vedersi
passare subito un foglio dal
papero, che non disse una parola.
Pochi secondi dopo l’agente, che
era sbiancato visibilmente, si spostò di lato. “M-Mi
scusi… non sapevo… non ero
stato avvertito…”
“Vattene. Qui ci penso io.”
Disse il papero con voce atona, ricevendo un assenso.
Senza attendere oltre cominciò
a camminare sui detriti, fino a raggiungerne uno ben preciso.
Senza troppa fatica lo spostò,
per poi sorridere.
“Eccoti qui…” Mormorò, per poi
aprire la valigia e collocare al suo interno l’oggetto raccolto.
Senza fare altro tornò sui
suoi passi, entrando subito in una macchina nera, che lo portò
via.
Dopo qualche minuto raggiunse
un palazzo diroccato.
Senza indugi scese dalla
macchina per entrare al suo interno e attraversò diverse porte.
Impiegò un paio
di minuti per arrivare a destinazione. Si ritrovò in una stanza
con un enorme
monitor, sopra il quale c’era il disegno di un’aquila
stilizzata.
“Deduco che la missione sia riuscita.” Fece una voce proveniente da
esso.
“Senza alcun problema. Era
proprio dove ci era stato riferito.” Disse, posando la valigia
sulla scrivania
sotto il televisore, aprendola.
Pochi secondi dopo lo scudo
Extrasformer di Pikappa si mostrò ai due: visibilmente
danneggiato
dall’esplosione, ma intero.
“Ottimo lavoro. B-Black.” Fece una seconda voce.
Il papero si girò,
ritrovandosi così a guardare Roh.
“Oh, ci sei anche tu, Agente
C?”
“Sono tornata il prima
possibile. Ero curiosa di vedere cosa avrebbe fatto il nostro
obiettivo.
Peccato sia arrivata tardi.”
“Se ti dedicassi a tempo
pieno, non avresti questi problemi.”
“La copertura dell’Agente C è
per noi fondamentale.” Intervenne la
voce dal televisore. “È
merito suo
infatti se la missione di oggi è andata a buon fine. Suo e degli
altri due
nostri agenti in trasferta.”
“Ma ancora non capisco il
perché.” Commentò B-Black. “Non servirebbe
più a Paperinik che a noi?”
“Oh, sì, senza dubbio. Ed è
proprio per questo che vi ho chiesto di
prenderlo. In futuro gli tornerà utile che sia in nostro
possesso. Ora, Agente
C, l’hai ritirato?”
Roh annuì, per poi tirare
fuori dalla borsa una piccola scatola.
“Davvero quello risolverà il
nostro problema?”
“È un avanzato programma informatico.
Con il giusto input risponderà
perfettamente alle nostre necessità. E quell’input
arriverà direttamente da noi
tra qualche anno sotto l’aspetto di un papero qualsiasi.”
“Sa capo, a volte ho la netta
impressione che lei conosca il futuro”
“Insomma… tutto quello che prevede
diventa realtà.”
“Oh, no, non direi proprio. Il
futuro è una cosa molto volubile… Diciamo solo che so
quali fili tirare. Il
programma che avete ricevuto è denominato ‘Nido’.”
Odin Eidolon sorrise, mentre
incrociava le dita e guardava lo schermo, che mostrava B-Black e
l’Agente C.
“E si può dire, per quanto è
avanzato, che provenga da un altro mondo.”
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