Underfalls

di ChrisAndreini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Falling Down ***
Capitolo 2: *** The Phantom-Ruins ***
Capitolo 3: *** Home sweet... nope! ***
Capitolo 4: *** Puzzle, puzzle and more spaghetti! ***
Capitolo 5: *** Nyeh heh heh heh... Wait! ***
Capitolo 6: *** Dirty Brother Killer! ***



Capitolo 1
*** Falling Down ***


Note Pre-lettura:

Affermo che questa storia è moooolto spoiler, quindi se non avete visto tutte le puntate di Gravity Falls e se non conoscete tutti i finali di Undertale e non volete spoilerarveli, vi avverto di non leggere.

Se volete spoilerarveli come ho fatto io, leggete pure.

Inoltre, per rendere l’esperienza più interattiva, vi suggerisco di mettere in sottofondo le musiche che anche i nostri eroi sentiranno durante il loro viaggio, e che verranno accennate dei vari capitoli. Ma non è un obbligo, e chi si trova in difficoltà a leggere con la musica di sottofondo, può leggere in silenzio senza il minimo problema. Spero che la storia vi piaccia :)

 

Underfalls

Falling Down

 

Era passato quasi un anno da quando Dipper e Mabel erano riusciti, con l’aiuto dei cittadini di Gravity Falls, a fermare l’apocalisse.

Ma nonostante tutto, i due ragazzi, ormai tredicenni, erano rimasti con molte domande in sospeso circa l’origine e lo scopo di Bill, e, anche se ormai era sconfitto ed esiliato per sempre dal loro mondo, erano ancora spaventati.

Ma cercavano di non darlo a vedere neanche tra loro, e, a poco meno di un anno di distanza dagli eventi che avevano sconvolto la loro vita, stavano tornando a Gravity Falls, maturati, ma sempre gli stessi.

-Mabel, dovevi portare tutti questi maglioni?!- chiese Dipper alla sorella, mentre scendeva dall’autobus e prendeva la pesante valigia di Mabel, in aggiunta alla propria.

Non fu un gesto di gentilezza fraterna, quanto una penitenza per aver perso a carte.

Mabel dal canto suo prese a sua volta qualcosa, anche se era solo una valigia leggera e quasi vuota, da riempire con tutti i maglioni che avrebbe fatto nel corso dell’estate.

-La mia arte è nei maglioni!- esclamò con enfasi -E inoltre devo far vedere tutti i nuovi acquisti a Candy e Grenda- aggiunse poi, eccitata.

I due ragazzi, sotto il peso delle valigie (uno solo di loro) iniziarono ad avviarsi verso il Mystery Shack, dove i loro prozii li stavano aspettando.

Non li vedevano dalle vacanze natalizie.

-Credi che Gravity Falls conservi ancora le sue stranezze, dopo tutto quello che è successo?- chiese Mabel, con una punta di malinconia.

Dipper si guardò intorno, di colpo all’erta, ma si affrettò subito a cercare di rimanere tranquillo.

-Non lo so. Dovremmo chiedere a Ford, forse ha scoperto il perché dello strano ammontare del soprannaturale da queste parti. Comunque immagino di si, Gravity Falls non è la stessa senza le sue stranezze- Dipper alzò le spalle, e si fermò un attimo per riposarsi, dato che il peso delle due valigie insieme lo stava uccidendo.

Mabel procedette pensierosa per un altro paio di metri.

-Sbaglio o questo è il luogo dove sorgeva la Pauramide?- chiese al fratello, girandosi a osservarlo e notando solo in quel momento che lui non era al suo fianco.

-Ahah, bro, vuoi un aiuto? In cambio però dovrai farmi un altro favore, lo sai che…- mentre si affrettava a raggiungerlo inciampò su una statua quasi del tutto sprofondata nel terreno e coperta di erba, e cadde a terra.

Dipper abbandonò le valige al loro destino per affrettarsi a constatare le sue condizioni, e la aiutò ad alzarsi.

-Mabel stai bene?- le chiese preoccupato, lei annuì, e cercò nuovamente la statua, togliendo lo strato d’erba che la copriva, e portando alla luce il corpo di pietra ormai senz’anima di Bill, la sua forma tridimensionale abbandonata prima di entrare nel corpo del prozio Stan.

A Dipper mancò il fiato, e indietreggiò, senza neanche accorgersene.

Mabel però non era cieca.

-Dipper, sta tranquillo, Bill è stato sconfitto, non devi più avere paura- in parte lo prese in giro, in parte cercò di consolarlo davvero, ma lui recepì maggiormente la prima intenzione, e incrociò le braccia.

-Lo so, Mabel, non ho paura di Bill!- si difese lui.

-Beh, per toglierti la paura seppelliamo un altro po’ questo inutile pezzo di pietra- Mabel gli fece l’occhiolino, e, tradendo una probabile rabbia repressa nei confronti del triangolo che aveva cercato di portarle via tutto quello che amava, gli diede un forte calcio, che lo seppellì maggiormente nel terreno dismesso della foresta.

-Dip Dip, vuoi favorire?- gli chiese indicando la statua, che Dipper guardò incerto.

-Mabel, su, andiamo allo Shack, ci staranno tutti aspettando e Soos è impaziente di mostrarci come ha iniziato a gestire l’attrazione- cercò di cambiare argomento Dipper, indicando la direzione da seguire per arrivare a casa

-Suvvia, non è che ci rovinerà la vita anche quest’esta…- dopo che Mabel ebbe tirato un pugno alla statua, le sue parole vennero interrotte dal terreno sotto i suoi piedi che si spalancò, inghiottendo Bill e facendo perdere l’equilibrio alla ragazza.

-Mabel!- Dipper si precipitò ad aiutarla, ma scivolò e la urtò ulteriormente, così entrambi caddero nel profondissimo buco.

Mentre crollava nel nero e nel vuoto, a Dipper sembrò di sentire l’acuta risata di Bill in lontananza.

 

Dipper tremava visibilmente quando aprì gli occhi constatando che non era morto neanche questa volta.

Alzò lentamente la testa e notò che era finito molti metri più giù, e quasi non si vedeva più la luce del giorno.

Però l’ambiente era comunque abbastanza illuminato.

Era caduto, con grande fortuna, in un enorme prato con dei fiori gialli grandi e molto morbidi, che avevano attutito la caduta.

Mabel era poco distante, e si stava massaggiando la testa, confusa.

-Dove siamo?- chiese, guardandosi intorno.

-Non lo so, dovremmo cercare di scalare, però, non possiamo rimanere qui, Stan e Ford potrebbero preoccuparsi- Dipper si alzò lentamente in piedi, e per poco non cadde a terra. Si sentiva diverso, come se fosse finito in un’altro mondo.

Mabel lo sorresse, e provò a cercare un appiglio per tornare in superficie.

-Hai il rampino con te?- le chiese il fratello, di solito la ragazza non se ne separava mai.

Mabel sorrise, e cacciò il suo fidato compagno di avventure.

Purtroppo non era abbastanza lungo per raggiungere la superficie. La caduta era stata parecchio profonda.

I due gemelli si guardarono, incerti sul da farsi.

-Ehm, potremmo sempre usare i fili del tuo maglione per…- provò a proporre Dipper, ma Mabel lo interruppe subito, iniziando a guardarsi in torno con più attenzione e scoprendo  un corridoio che portava in una stanza adiacente. Non aveva la minima intenzione di distruggere il suo maglione preferito, quello con la stella cadente.

-Dipper, che ne dici di cercare un’altra strada? Potremmo trovare un’uscita! Magari è una tana di gnomi- rifletté la ragazza, indicando il corridoio buio.

Dipper lanciò un’altra occhiata alla luce del sole che filtrava molto lontano da loro, poi acconsentì, titubante, ed entrambi si avviarono nella stanza accanto, piena zeppa di fiori gialli. Dopotutto, con la sorella al suo fianco, non c’era nulla che lo potesse spaventare.

-Salve! Io sono Flowey, Flowey il fiorellino!- una voce dal campo di fiori lo fece sobbalzare, e strinse forte il braccio della sorella, che individuò un fiore parlante in mezzo ai tanti, che li guardava con un grande sorriso.

Ci fu un attimo di sbigottimento da parte di entrambi, poi Mabel prese il rampino con forza e lo puntò verso il fiore.

-AAHHH! Un fiore parlante!!- esclamò, sconvolta.

Il fiore fece uno sguardo strano, poi continuò.

-Siete nuovi del Sottosuolo, vero? Sarete spaesati, lasciate che vi spiega- il fiore fece loro un occhiolino, e subito il pino sul cappello di Dipper e la stella cadente sul maglione di Mabel si illuminarono, e davanti ai ragazzi si materializzarono quattro pulsanti. In sottofondo iniziò a sentirsi una musichetta allegra e veloce. 

Dipper guardò i pulsanti, poi i simboli illuminati, poi il fiore a bocca aperta, senza capire come fosse possibile una magia così.

-Ma… ma… ma…- probabilmente stava sognando e quello era il suo mindscape, e molto probabilmente Bill si stava solo prendendo gioco di lui mandandogli incubi. Era pronto a scommettere che Flowey fosse del tutto privo di buone intenzioni come sembrava.

Mabel lesse ad alta voce i pulsanti, con un sopracciglio inarcato.

-Lotta, agisci, oggetti, pietà. Ok, che diavolo significa? E da dove viene questa musica in 8bit?- chiese, guardando Flowey.

-La stella cadente e il pino rappresentano le vostre anime, l’essenza della vostra vita. Per ora avete solo 20 HP, ma potete aumentarli con il LOVE, ovvero con l’Amore. E se ora me lo permettete, vi darò un po’ di Amore tramite dei piccoli petali dell’amicizia- il fiore spiegò tranquillamente, e Mabel abbassò l’arma. 

-Oh, ma che carino che sei- gli disse con un grande sorriso, ma Dipper non era affatto convinto, e quando i petali volteggiarono loro intorno, fu abbastanza furbo da spostare di peso sua sorella di lato per impedirle di prenderli.

Mabel lo guardò confusa, la musica rallentò, e il fiore inarcò le sopracciglia che Dipper non credeva neanche avesse.

-Hey, ragazzini, li avete mancati. Riproviamo, cercate di essere più rapidi- li incoraggiò, emettendo altri petali che molto più velocemente si avventarono contro di loro.

Mabel tese la mano, e Dipper gliela spostò velocemente, sempre meno convinto, e tenendola stretta.

-Dipper! Ma che ti prende!- si lamentò lei, strattonando il braccio.

La musica ebbe un ulteriore rallentamento, mentre il fiore iniziava ad indispettirsi.

-Siete stupidi per caso? PRENDETE QUEI PROIET… fiori dell’amicizia!- ordinò loro, cercando di mantenere un tono amichevole e inviandone altri, ma i gemelli li schivarono nuovamente, e questa volta Mabel si era convinta a seguire l’idea del fratello, dato che quel fiore e quella musichetta stavano diventando sempre più sospetti.

-… oh, capisco! Voi sapete cosa accade qui, vero? Uccidere o essere uccisi. Beh, non credo che mi lascerò sfuggire l’occasione. L’allenamento è finito umani!- la musica si interruppe di scatto, e con una voce molto più tetra e un’espressione tutt’altro che amichevole, Flowey circondò i gemelli con un cerchio di petali che li avrebbero di certo uccisi, e loro si strinsero l’uno all’altro, cercando di toccarli il più tardi possibile.

La voce di Flowey aveva risvegliato un terrore sopito in Dipper, che, non vedendo molte vie di fuga, tese lentamente la mano, come in trance, verso il pulsante Lotta, ma subito, prima che i due potessero fare alcunché, i petali scomparvero, e una palla di fuoco uscita dal nulla si abbatté su Flowey, che, ferito, si ritirò nella terra, con un grugnito.

-Che orribile creatura, trattare così un giovane… oh santo cielo! Ma siete due umani! Che gioia! Non vedevo un umano da così tanto tempo. Non sono in molti a cadere qui, sapete. Sono così felice di aver trovato due bambini così meravigliosi!- la palla di fuoco apparteneva a una donna dalle sembianze simili a quelle di una capra, che li guardò con uno sguardo così pieno d’amore che i suoi occhi sembravano due cuori… no, effettivamente erano due cuori. 

Una nuova musica molto più dolce e calma suonò alla sua comparsa.

Dipper pensò che la cosa era davvero strana, e soppesò la nuova figura.

-Per la precisione siamo adolescenti- obiettò in un borbottio.

Mabel, invece, fece un sorriso a trentadue denti, e subito strinse con vigore la mano della nuova venuta.

-Salve, molto piacere! Io sono Mabel e lui è mio fratello Dipper. Grazie mille di averci salvato da quel fiore!- la donna capra sembrò molto contenta di quella stretta di mano così energica, e sorrise amabilmente.

-Io sono Toriel, guardiana delle rovine. Venite, miei bambini, vi condurrò attraverso le catacombe- prese Mabel per mano e fece un cenno a Dipper di seguirla, prima di passare attraverso una porta alla fine della stanza.

Dipper aggrottò le sopracciglia, la situazione non gli piaceva per niente.

-Saremmo adolescenti- ripeté, sottovoce, e fece per seguirli quando il suono di una risata a lui purtroppo molto conosciuta lo vece voltare, spaventato.

Si guardò intorno, convinto di vedere da qualche parte un figura triangolare vestito elegante, ma dietro di lui c’era solo il buio della caverna, e alcuni fiori dorati.

-Dip Dip! Vieni su, non vorrai mica metterci tutto il giorno!- lo richiamò Mabel dall’altra stanza, e lui scosse la testa e seguì le due, dritto nel mezzo delle Rovine.

Sperava solo che quel viaggio così strano sarebbe durato il meno possibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Canzone di Flowey: [https://www.youtube.com/watch?v=YzpTB-QZufc&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz&index=1]

 

Canzone di Toriel: [https://www.youtube.com/watch?v=ilmX2IwAAw8&index=2&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz]

 

Ok, lo sto facendo davvero?

Vabbè, tanto lo so che non la leggerà nessuno questa storia quindi non è un problema il fatto che io lo stia facendo o no.

Se qualcuno dovesse leggerla, ho messo i link delle canzoni e lo farò ogni volta, se volete. Amo alla follia le tracce di Undertale quindi mi piacerebbe rendere l’esperienza più interattiva usandole.

Poi, in questa storia saranno presenti solo Dipper e Mabel, e probabilmente verrà molto spesso citato Bill. Gli altri personaggi sono tutti di Undertale e, soprattutto nei primi capitoli, la storia seguirà molto la trama del videogioco, così come anche le frasi dei personaggi saranno molto simili.

Però Dipper e Mabel stravolgeranno un po’ la faccenda.

A dire la verità non avrei voluto pubblicarla, questa storia, ma mi sono sentita così ispirata e dato che è molto semplice e veloce da scrivere credo che la potrò portare avanti e finirla molto tranquillamente e semplicemente.

Ho già scritto due capitoli e mezzo in circa due giorni, quindi dovrei riuscire ad aggiornare ogni settimana, di domenica.

Spero davvero tanto che qualcuno mi dia un suo parere. Tengo tantissimo a questi due mondi, anche se in Italia non sono molto famosi, e credo anche di essere la prima a fare un crossover italiano, quindi boh, spero davvero che qualcuno legga questa storia e non sia troppo banale, noiosa o prevedibile.

Forse potrebbe partire un po’ troppo simile al videogioco, ma Dipper e Mabel non giocano secondo le regole del Sottosuolo.

Un bacione e alla prossima :-*

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Capitolo 2
*** The Phantom-Ruins ***


The Phantom-Ruins

 

 

-E quindi questa è praticamente tutta la storia della nostra vita- il trio male assortito stava procedendo attraverso lunghi corridoi e puzzle di ogni genere da un sacco di tempo, e stranamente Toriel, a differenza di Dipper, non sembrava minimamente annoiata dalla parlantina ininterrotta di Mabel, anzi, ascoltava con sempre nuovo interesse, mentre li guidava per mano attraverso vari enigmi che Dipper avrebbe tanto voluto provare a risolvere.

-Santo cielo, che vita avventurosa. Poveri miei bambini, affrontare tutte quelle creature. Ma non preoccupatevi, qui nelle rovine vi proteggerò io- promise Toriel, procedendo in un’altra stanza.

-Adolescenti- corresse Dipper, ma Toriel non gli badò poi molto.

Evidentemente le piaceva troppo dar loro dei bambini.

-A proposito dell’affrontare mostri. Qui nelle radure potreste imbattervi in mostri di ogni genere, e vorrei che voi parlaste con loro e li intratteniate fino al mio arrivo, poi sarò io a mandarli via. Ecco, esercitatevi con questo pupazzo- nella stanza appena raggiunta c’era un manichino riempito di cotone, fermo e immobile.

Dipper lo squadrò attento.

-E’ un mostro anche…- prima che potesse finire la domanda, il pino blu sul suo cappello si illuminò, e ritornò alla schermata di combattimento che prima aveva vissuto con Flowey.

A Mabel accadde lo stesso con la stella cadente sul suo maglione, ed in un attimo erano l’uno affianco all’altro, con una nuova musichetta di sottofondo, diversa da quella di Flowey e molto più incalzante.

Dipper si portò immediatamente davanti a Mabel sollevando le braccia per evitare un possibile attacco, ma il manichino era fermo immobile.

Mabel si sporse oltre la spalla del fratello e osservò i quattro pulsanti davanti a lei, interessata.

-Sembra che sia il nostro turno. Io direi di usare “Agisci” e… sporse una mano per premere il pulsante, ma si interruppe osservando l’ultimo pulsante all’estrema destra: “Pietà”.

-Dipper, tu che mi consigli? “Agisci” o “Pietà”, il secondo mi sembra molto interessante-

Dipper non la stava ascoltando, e si guardava intorno.

Toriel li guardava da poco distante, e copriva la porta per la stanza successiva, ma appariva sfocata, come se non fosse davvero lì con loro ma dietro un vetro.

Un pensiero iniziò a formarsi nella testa di Dipper, un pensiero che venne interrotto da sua sorella.

-Dipper!- lo richiamò infatti Mabel, sventolandogli una mano davanti al volto. 

Dipper si riscosse, e guardò i pulsanti.

-Qual era la domanda?- chiese, guardando Mabel, che alzò gli occhi al cielo.

-Oggi sei proprio distratto, lo sai?- lo prese in giro, poi cliccò senza esitazione il pulsante “Pietà”, che aveva due opzioni: “scappa” e “risparmia”.

Mabel guardò intensamente l’opzione risparmia, ma Dipper fu più rapido e premette il pulsante “Agisci”, che offriva a sua volta due opzioni: “controlla” e “parla”.

-Non sono distratto, mi sono perfettamente accorto che nel racconto di tredici anni di vita hai tralasciato l’apocalisse, che guarda caso è uno degli elementi più degni di nota- 

Fece per premere l’opzione “parla”, ma Mabel premette di nuovo il pulsante “Pietà”, determinata.

-Non mi sembrava il caso di ammorbarla con tristi racconti, dopotutto è molto sensibile- obiettò cercando di apparire calma, ma distogliendo lo sguardo.

-E poi sarei io quello che ha paura di Bill- la prese in giro lui sarcastico e, senza guardare, premette di nuovo il pulsante “Agisci”, o almeno credette di premerlo.

-Dipper!- lo riprese Mabel, avvertendolo, e lui si rese conto di aver premuto per sbaglio il pulsante “Lotta”.

Tolse subito la mano prima di recare alcun danno al pupazzo, e si affrettò a premere prima “Agisci”, poi “parla”, sperando in una reazione poco assassina da parte dell’avversario.

Il manichino non si mosse, ma Toriel, dall’altra parte della stanza, sorrise, e il combattimento finì. 

Non avevano guadagnato né exp, né soldi.

-Molto bene, miei bambini. Finché farete così sarete sempre al sicuro, dopotutto ci sono io a vedervi le spalle- si complimentò, per poi raggiungere la stanza successiva.

-Toriel, posso chiedere una cosa? Ma il pulsante “Pietà”, a cosa serve, esattamente?- Mabel la raggiunse in fretta e le iniziò a trotterellare accanto.

Dipper seguì le due subito dietro.

-Con il pulsante “Pietà” puoi scappare da un combattimento o risparmiare un avversario. Quando risparmi un avversario significa che non vuoi più combatterlo e se anche il mostro la pensa allo stesso modo il combattimento finirà- spiegò cauta Toriel, con un grande sorriso.

-Oh, fantastico, allora premerò sempre quello! Come si fa a capire che un mostro non vuole più combattermi?- chiese ancora la ragazza, con entusiasmo.

Il sorriso di Toriel si allargò sentendo tanta bontà provenire dal cuore di quella ragazza.

-Quando affronti un avversario sul suo capo appare il nome e quanta vita esso possiede. Se il nome diventa giallo, significa che puoi risparmiarlo- spiegò paziente la donna capra, continuando a procedere a grandi falcate.

Il pensiero che prima aveva iniziato ad entrare nella mente di Dipper si fece risentire, e iniziò ad espandersi.

-Allora “agirò” fino a quando non potrò risparmiare- affermò convinta Mabel.

Toriel la guardò orgogliosa.

-A meno che non siano unicorni, ovviamente. Con gli unicorni… duello all’ultimo sangue! Così vedono chi ha il cuore puro- continuò poi la ragazza, battendo un pugno in un altro.

Il sorriso di Toriel si trasformò in una smorfia sorpresa e confusa.

Rimasero tutti in silenzio fino all’arrivo in un lunghissimo corridoio, dove Toriel parlò nuovamente.

-Miei bambini…- 

-Coff Adolescenti coff- la interruppe Dipper, guadagnandosi una risatina di Mabel.

Toriel procedette come se non fosse successo niente.

-…vi devo chiedere una cosa molto importante. Dovrete attraversare questa stanza… da soli. Senza la mia compagnia- lo disse con un tono molto teso, come se stesse chiedendo ai ragazzi di affrontare da soli un intero esercito, cosa che, dal punto di vista di Dipper, poteva anche essere vera.

I due gemelli si guardarono, poi Toriel procedette con grande velocità davanti a loro e in poco tempo la persero di vista.

Una nuova musica iniziò a suonare in sottofondo, ed era così piena di tensione che Dipper prese sua sorella per un braccio e iniziò a correre guardandosi intorno e aspettandosi di trovare la più vasta scala di creature mostruose pronte ad ucciderlo e a combatterlo.

Dopo qualche metro, però, lui e la sorella iniziarono a rallentare, constatando che non sembrava esserci il minimo pericolo all’orizzonte.

-Dipper, secondo te perché c’è questa musica se il corridoio è vuoto?- chiese Mabel, una volta smesso di correre ed avere invece iniziato a camminare tranquillamente.

Dipper era all’erta, ma la tensione si stava scaricando.

-Sai, non lo so, Toriel deve essere davvero preoccupata se ha messo una musica di sottofondo così- commentò il ragazzo, guardandosi intorno.

-Credi l’abbia messa lei?- chiese Mabel, ormai perfettamente tranquilla.

-Non lo so, comunque è strano. Per ora le canzoni ci sono state solo con i nemici da affrontare, no? Però qui non c’è nessuno- osservò Dipper, mentre la fine della stanza si avvicinava.

-Beh, non è vero, per tutto questo tempo c’è stata una flebile canzoncina di sottofondo per tutte le rovine. Non te ne sei accorto?- chiese Mabel, prendendolo in giro.

-Come avrei fatto con te che parlavi a tutto spiano- iniziò a punzecchiarla lui, ed entrambi risero di gusto.

-Beh, ormai io ci ho fatto l’abitudine a canzoncine di sottofondo ininterrotte, sai, dopo Mabelland- ricordò la ragazza, rabbuiandosi un po’.

Erano zitti mentre raggiungevano a fine del corridoio.

La musica si interruppe di scatto, mentre Toriel usciva da dietro una colonna, una grande colonna.

-Ce l’avete fatta miei bambini…-

Dipper aprì un’attimo la bocca, ma poi alzò le spalle. 

-…mi dispiace avervi sottoposti ad una prova così ardua, ma dovevo testare la vostra indipendenza- continuò Toriel.

Dipper e Mabel si guardarono. Dai racconti di Mabel Toriel avrebbe dovuto ormai capire che erano ben più che indipendenti.

-Devo fare alcune commissioni, e vorrei che rimaneste qui per un po’- fece per uscire dalla stanza, poi sembrò ripensarci.

-Tenete, è un telefono cellulare. Ne ho solo uno purtroppo, perciò per favore non allontanatevi l’uno dall’altra… beh, tanto rimarrete qui tutto il tempo immagino, perciò… Se avete bisogno di qualcosa, chiamate- e con un gran sorriso e dopo aver scompigliato i capelli di Mabel, Toriel uscì dalla stanza.

Mabel si sedette, e si mise a vedere il cellulare, con gli occhi che brillavano. I loro genitori non permettevano loro di possederne uno, perché erano, a detta loro troppo piccoli per avere un cellulare.

Almeno la loro madre capra era più ragionevole.

-Mabel, tutta questa faccenda non mi convince- Dipper si sedette accanto a lei.

-Questo telefono è vecchissimo! Non ha neanche i messaggi!- si lamentò lei, senza ascoltarlo, ma concentrata sull’apparecchio elettronico.

-La musica di sottofondo, i nemici, questo strano modo di combattere con i turni, Toriel…- Dipper iniziò ad elencare le stranezze di quel luogo.

-Speriamo che le chiamate almeno funzionino… proviamo- Mabel, sempre ignorandolo senza neanche accorgersene, provò a chiamare Toriel.

-Sembra quasi…- Dipper iniziò a dare voce al pensiero che gli era salito in mente da un po’.

-Pronto Toriel, si, volevo solo salutarti. Stiamo bene, tranquilla, qui è tutto molto rilassante ora che quella musica di non necessaria tensione è sparita… come “quale musica”?- Mabel iniziò a chiacchierare, mentre Dipper arrivava alla sua conclusione.

-…un videogioco- 

Mabel interruppe la chiamata, e guardò Dipper a bocca aperta.

-Quindi dici, come quando Rumble voleva la sua vendetta?- chiese, d’un tratto interessata.

-Esattamente. Facci caso, tutto è diverso dal mondo reale, e tutto sembra così programmato- Dipper si alzò ed iniziò a fare avanti e indietro per la sala, pensieroso.

Mabel lo seguì con lo sguardo.

-Ma quindi questo significa che se dovessimo morire ritorneremmo in vita? Molto figo- trovò il lato positivo, con un gran sorriso.

-Mabel, prendilo seriamente! Non dobbiamo rischiare che ciò accada. E poi dobbiamo tornare a casa il prima possibile, chissà come funziona il tempo qui rispetto al mondo reale- Dipper alzò gli occhi al cielo, e si maledisse per non avere un orologio.

Mabel abbassò lo sguardo e ricominciò a giocare con il cellulare. 

-Vabbè, aspettiamo che torni Toriel e poi magari glielo chiederemo- alzò le spalle.

-Secondo me non tornerà, se questo è un videogioco dovremmo cavarcela da soli e raggiungerla alla fine delle rovine- osservò Dipper.

-Ma no, sono sicura che sarà qui in qualsiasi momen…- mentre Mabel ostentava tutto il suo ottimismo, il telefono squillò, e la ragazza si affrettò a rispondere.

-Scusate, miei bambini, ma ho avuto un piccolo imprevisto e arriverò un po’ più tardi. Voi rimanete lì, d’accordo?- si sentì il suono di un cane in lontananza e Toriel riattaccò.

Mabel guardò il fratello, che, ostentata una faccia da “te l’avevo detto”, indicò la porta dell’altra stanza.

Mabel alzò gli occhi al cielo e si alzò per seguirlo, intascando il cellulare. 

Dipper la precedette, commentando allegramente:

-E finalmente usciamo dal tutorial- era molto contento di poter risolvere qualche puzzle e affrontare qualche mostro senza una guida che lo facesse per lui. Era sempre stato un appassionato di videogiochi, anche se non quanto Soos.

-Vorrai dire, il tuToriel!- lo corresse Mabel, ridacchiando per la sua stessa battuta.

Dipper si portò le mani sul viso, sconvolto.

-Ti prego, Mabel, era squallidissima!- si lamentò, affrettando il passo, e cercando di non dare a vedere le sue risate trattenute.

-Su, Dipper, era una battuta fantastica, ammettilo che stai sorridendo- Mabel lo rincorse, ma un brillio attirò il suo sguardo.

-Dipper, guarda- richiamò l’attenzione del fratello, che spostò lo sguardo sullo scintillio in mezzo alle foglie rosse.

-Deve essere un punto di salvataggio- osservò, avvicinandosi e iniziando a girarci intorno.

-Perfetto!- Mabel lo toccò, e sulla sua testa apparve una scritta e due scelte da fare: *Salva*, *Resetta*.

Mabel cliccò su *Salva*, anche perché *Resetta* era semitrasparente e quindi impossibile da cliccare.

Che cosa strana.

Dipper fece lo stesso, più titubante.

-Bene, possiamo procedere!- esclamò Mabel, ma neanche il tempo di fare un passo che la stella sul suo maglione brillò, e lei venne catapultata in una battaglia.

-Mabel!- esclamò Dipper, raggiungendola e venendo risucchiato anche lui.

L’avversario era una strana rana molto grossa di nome Froggit, la musica era la stessa incalzante che avevano udito prima, contro il pupazzo. Forse un po’ più mixata.

Dipper iniziò a sudare freddo, e il suo istinto primordiale di giocatore assiduo di videogiochi gli disse senza esitazione di premere il pulsante “Lotta”.

Per fortuna c’era Mabel con lui, che subito, eccitata per l’incontro, si buttò sul pulsante “Agisci”.

C’erano tre opzioni tra cui scegliere, ma Mabel ne lesse una sola: “Complimenta”, e la premette senza alcun dubbio, per poi parlare come guidata da un istinto.

-Ciao Froggit! Ma sai che hai un colorito bianco fantastico! Cioè, stai troppo alla grande!- le fece l’occhiolino, e uno scritta informò i due ragazzi che la rana non aveva capito, ma si sentiva comunque lusingata.

Dipper sorrise, non era stato difficile.

-Bravissima Mabel, sei riuscita a…- ma il combattimento non era finito, ed era il turno di Froggit, che spedì loro un sacco di moscerini, che colpirono la spalla di Dipper.

-Ahia!- esclamò lui, il suo HP si abbassò a 18. 

Mabel guardò male Froggit, che abbassò la testa. Il nome sopra di lui divenne giallo, e Mabel premette su “Risparmia” prima che Dipper potesse pensare di vendicarsi con un po’ di “Lotta”.

La musica da combattimento finì e Froggit sparì.

Avevano guadagnato 4 soldi, che comparvero nell’inventario di Mabel, dato che era stata lei a premere Risparmia e a concludere così l’incontro.

-Stai bene, Dip Dip?- chiese lei, controllando i danni.

-Si, non me lo aspettavo, tutto qui- lui alzò le spalle, e salvò nuovamente, recuperando la vita.

-Forte comunque questo modo di fare, e anche il fatto che guadagniamo dei soldi. Procediamo, dai!- incoraggiò la sorella, che, tirando un sospiro di sollievo, lo seguì attraverso le rovine.

Nella stanza successiva, il telefono squillò, e prontamente Mabel rispose, mentre Dipper risolveva l’enigma della stanza, a qualche metro di distanza.

-Pronto. Oh, ciao Toriel… cosa? Cannella o caramella al burro? Ma Cannella, assolutamente… Dipper? …DIPPER! CANNELLA O CARAMELLA AL BURRO?- urlò Mabel al fratello, ma prima che questi potesse rispondere, Mabel rispose per lui.

-Cannella, dice cannella anche lui- e poi riattaccò.

-Se devo essere sincero la caramella al burro non mi sarebbe dispiaciuta- obiettò Dipper, con un pizzico di rimpianto.

-Dai, risolvi il puzzle e non lamentarti- lo incoraggiò Mabel, e Dipper alzò gli occhi al cielo.

-E poi dicono che quella pura di cuore tra i due sei tu- scosse la testa, sarcastico, e risolse l’enigma, sbloccando l’uscita.

-La mia purezza è riflessa nelle mie azioni, non nelle mie non azioni- disse Mabel con tono filosofico.

-Lo sa che non ha senso quello che hai detto, vero?- osservò Dipper, indicandole l’uscita.

-Pfff, e tu che ne capisci?- lo beffeggiò Mabel, uscendo prima di lui.

Un’altra chiamata le arrivò.

-Pronto, Toriel!- rispose Mabel, allegra -Cosa? No, non è che la caramella al burro mi dispiaccia, anzi Dipper e io, ma soprattutto Dipper, la apprezziamo molto. Anche se entrambi, e sottolineo entrambi, preferiamo la cannella…. ok, ciao! Un bacione- e Mabel riattaccò nuovamente.

-Forse dovrei tenere un po’ io il telefono- propose Dipper, ma Mabel lo tenne stretto come un tesoro prezioso.

-Ma si è affezionato a me!- obiettò.

-Uff, va bene, procediamo- si arrese il fratello.

Le stanze seguenti mostrarono molti enigmi e altri mostri, ma i due fratelli risolsero tutto senza molti problemi.

Dipper era molto abile negli enigmi, anche se quello del “non calpestare le foglie” aveva causato loro molti problemi per via di Mabel che non riusciva a seguire un percorso troppo preciso.

La ragazza però aveva altre qualità, ed era sempre lei a combattere contro i mostri e trovare il modo di renderli inoffensivi senza fare loro il minimo male.

Certo, anche Dipper avrebbe saputo come fare, ma gli piaceva vedere sua sorella così divertita e determinata nel cercare tutti i modi possibili per rendere un mostro felice e divertito.

E probabilmente lui, al suo posto, non si sarebbe mai messo a flirtare con un Moldsmal, soprattutto visto che era già risparmiabile e sarebbero potuti procedere senza molti problemi, se soprattutto senza abbassare i pochi Hp che avevano.

Dipper si chiedeva se ci fosse un modo per alzarli, dato che 20 era davvero troppo poco se volevano sopravvivere nel gioco. 

-Dipper, hai visto quanto era felice quel Moldsmal, sono proprio una rubacuori- si atteggiò Mabel, portandosi indietro i capelli scompigliati.

Dipper ridacchiò.

-Si si, come con Gideon. Fossi stato in te l’avrei risparmiato e basta- osservò, procedendo.

-Ma no, è più divertente flirtare con tutto quello che si muove- a Mabel brillavano gli occhi, e Dipper le tirò una gomitata affettuosa.

-Attenta però a non innamorarti troppo, non credo che la poligamia sia concessa qui- la prese in giro, e lei gli rifece scherzosamente il verso.

-Bla bla bla, tu non ne capisci niente di romanticismo nei videogiochi- 

-Ma parlando d’altro, quanti Hp ti sono rimasti?- chiese Dipper, tranquillamente, mentre procedevano per arrivare nella stanza successiva. Non incontravano un punto di salvataggio da un bel po’ di tempo.

-Ehm…- Mabel premette la stella cadente sulla maglietta, e comparve il suo nome, con vicino i suoi hp rimasti, e la tranquillità di Dipper si infranse completamente.

-2/20!! Mabel, santo cielo!- si preoccupò, prendendosi la testa tra le mani. 

Mabel alzò le spalle.

-Effettivamente mi era sembrato di prendere un po’ di colpi, ma vabbè, è solo un gioco no? E poi tra un po’ ci sarà un punto di salvataggio immagino- cercò di rassicurare il fratello, che sospirò.

-Speriamo solo che non ci sia un altro combattimento prima, rischi grosso così, sai?- stavano per raggiungere la fine della stanza, ma neanche il tempo di fare qualche passo che entrarono in un altro combattimento, e gli avversari erano tre.

Prima che Mabel potesse raggiungere il tasto “Agisci”, Dipper la spedì fuori dal combattimento, e rimase da solo.

Non poteva permettere che perdesse.

Non appena uscì, Mabel cercò di vedere cosa combinava il fratello, ma era come vedere da dietro un vetro oscurato e appannato nello stesso momento, anche se era sicura stesse premendo agisci e pietà. Dopotutto era Dipper, quindi Mabel fu più preoccupata per lui che per i mostri.

Insomma, lo vedeva premere pulsanti e schivare, ma non sapeva dire cosa stesse premendo.

Non molto tempo dopo, Dipper uscì dal combattimento, tirando un sospiro di sollievo, e un tantino seccato. I suoi Hp erano rimasti 3.

-Speriamo che ci sia un punto di salvataggio qui vicino- disse solo, prendendo Mabel per un braccio e dirigendosi dall’altra parte della stanza.

-Com’è andata?- chiese la sorella, curiosa.

Dipper non la guardò mentre rispondeva.

-Non hai visto con i tuoi occhi?- sembrava confuso, ma era comprensibile, non aveva mai visto un combattimento da fuori.

-No, cioè, si, ma in modo molto confuso- gli spiegò lei.

Lui sbuffò.

-A quanto pare volevano affrontare te, mi sembra di aver capito che si è sparsa la voce della tua pietà e bontà e ci ho messo molti turni per fare la cosa giusta… ma alla fine è andata bene- Dipper, per quanto cercasse di tenere un tono tranquillo e orgoglioso, si vedeva che era parecchio seccato dal fatto che ancora una volta venisse messo in luce dalla sua ben più carismatica e amabile sorella.

Lei tentò di rassicurarlo.

-Su, su, impareranno ad amarti tutti, devono solo imparare a conoscerti- gli diede una pacca sulla spalla, ed entrambi raggiunsero un’altra stanza, dove erano presenti una tana per un topo e un formaggio vecchio su un tavolino.

Al centro del curioso scenario, un altro scintillio di salvataggio.

-Grazie al cielo!- esclamò Dipper, affrettandosi a salvare.

Mabel si diresse verso la tana del topolino, che squittiva sommessamente da dietro il muro.

-Chissà se il topolino raggiungerà mai il formaggio- si chiese, poi si diresse verso il punto di salvataggio.

-Secondo me si, e mi riempie di determinazione- aggiunse poi, rivolta al fratello, con un grande sorriso.

Lui la guardò, inclinando la testa.

-Sei proprio entrata nello spirito del gioco, vedo- osservò, con un sorrisetto.

Lei sorrise a sua volta e sollevò le spalle.

-Mi sto divertendo molto, tutto qui. Procediamo?- chiese poi al fratello.

Con la loro salute perfettamente ristabilita, i due raggiunsero una nuova stanza, al cui centro, sdraiato su un tappeto di foglie e che impediva loro di andare avanti, c’era un fantasma bianco e ad occhi chiusi.

-E’ il primo mostro che vediamo fuori combattimento, oltre a Toriel- constatò Dipper, avvicinandosi cautamente.

-Sembra così carino- lo seguì Mabel, osservandolo intenerita.

-zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz- diceva il fantasma, fingendo di dormire.

Mabel storse la bocca, e si rivolse al fratello, a bassa voce, per chiedere chiarimenti.

-Dipper, ma nei videogiochi è normale che i personaggi dicano tante z quando dormono?-

Dipper scosse la testa, incerto.

-A dire la verità non saprei, però forse dovremmo provare a spostarlo, o non potremo procedere- rispose lui, anche se non aveva la più pallida idea di come spostarlo.

-Beh, è un fantasma, tu ci sai fare molto meglio di me, no? Ti lascio il compito di ragionarci tu- Mabel lo spinse avanti, e Dipper entrò in un combattimento.

La musica era molto diversa dai combattimenti precedenti, cosa che fece pensare a Dipper di trovarsi in uno scontro con un boss o un miniboss. Inoltre era molto su genere jazz, che di solito non attirava Dipper, ma doveva ammettere che era molto orecchiabile.

Il fantasma si era svegliato, e lo guardava immusonito, probabilmente.

Dipper avrebbe tanto voluto avere uno specchio d’argento a portata di mano, ma si impose di restare calmo e cercare di fare la cosa giusta, per fortuna era il suo turno e poteva metterci tutto il tempo che voleva per decidere.

Premette sul pulsante “Agisci”, e gli si pararono di fronte tre possibilità, oltre al solito “controlla”: “minaccia”, “conforta”, “flirta”.

Dipper guardò disgustato il flirta, possibile che tutti i mostri avessero bisogno di essere corteggiati per essere battuti?

Decise di premere comunque quel pulsante, ma il fantasma, il cui nome si rivelò essere Napstablook, non sembrava essere molto in vena di essere corteggiato, e rimase neutro, mentre toccava a lui agire, con una pioggia di lacrime che molto probabilmente erano acide.

Dipper le schivò come meglio poté, e riuscì ad avere solo due danni.

Così decise di “confortarlo”, e le parole gli uscirono dalla bocca come incapace di trattenerle, ma allo stesso tempo provenienti da lui, quindi il risultato non sembrò molto buono, visto che Dipper era pessimo nel parlare, quando era sotto pressione.

-Ehm, tranquillo, Napstablook, tutto si, ehm, risolverà per il meglio, fidati- 

Per sua fortuna, la sua rassicurazione traballante sembrò confortarlo, almeno un po’, e il fantasma accennò un piccolo sorriso.

L’attacco seguente non ci fu, Napstablook non sembrava molto in vena, come disse con una scritta che fece apparire davanti a Dipper.

Il ragazzo iniziò a recuperare un po’ di fiducia in se stesso, e sorrise rassicurante, premendo di nuovo il tasto “Agisci”, e poi “conforta”.

-Non buttarti giù, i problemi della vita non sono impossibili da risolvere, devi affrontare la vita con un bel sorriso- lo rassicurò, pensando a quello che avrebbe detto Mabel.

Il fantasma sorrise un altro po’, e attaccò nuovamente. Questa volta Dipper schivò tutti i colpi, e poi lo confortò di nuovo.

-Sai, conosco un sacco di fantasmi, e molti sono stati molto cattivi con me, ma tu sembri davvero un fantasma gentile e buono, e vorrei tanto che potessimo essere amici, solo che devi tirarti un po’ su- e Dipper, quelle cose, le pensava davvero, e non sapeva neanche perché, ma si immedesimava in quell’incerto e depresso fantasma.

-Voglio farti vedere una cosa, spero che riesca- disse il fantasma, e poi attaccò, ma questa volta le lacrime andarono verso l’alto, e formarono sulla testa del fantasma un cappello fantasmoso.

Dipper sorrise, e alla fine del trucchetto, il fantasma chiese:

-Allora?- con tono speranzoso.

Dipper premette nuovamente il tasto “conforta”.

-Incredibile Napstablook! Ora siamo compagni di cappello- gli disse, indicando il suo berretto con un grande sorriso.

Napstablook ridacchiò, e il combattimento finì, senza bisogno di risparmiare nessuno.

-Allora, Dipper? E’ andata bene? Il fantasma è tenero e carino come pensa… ma il fantasma è rimasto qui! Ciao, fantasma!- lo salutò Mabel, non appena riuscì nuovamente a vedere il fratello e il suo nuovo amico.

-Si… io… di solito vengo alle rovine per stare solo, ma sono felice di aver incontrato una persona gentile. Vi farò passare- disse il fantasma, rivolgendosi a Dipper, che gli sorrise rassicurante.

-Grazie, Napstablook! E’ stato un piacere- gli disse.

-Ciao Napstablook!- lo salutò Mabel, prima che il fantasma scomparisse, poi si rivolse al fratello.

-Ma è dolcissimo! Forse avrei dovuto seguirti, ma vabbè, visto che riesci anche da solo a farti degli amici tra i mostri?- lo incoraggiò, con una pacca sulla spalla.

Dipper sorrise.

-Già, e mi da molta determinazione- affermò, soddisfatto.

-Vuoi che torniamo un attimo indietro per curarti?- chiese Mabel, indicando la stanza precedente.

Dipper si toccò il pino sul cappello, e risultò che i suoi Hp erano completi, il ché era strano, visto che era abbastanza sicuro di averne persi almeno due.

Decise però di non badarci molto, e scosse la testa.

-Non serve, su procediamo. Abbiamo una casa da raggiungere, e una grande avventura da affrontare- fece cenno a Mabel di seguirlo, ed entrambi si diressero, determinati ed entusiasti, verso la fine delle rovine, dove si sarebbero ricongiunti con Toriel e avrebbero continuato la loro fantastica e pacifica avventura.

 

Alle loro spalle, però, senza che loro lo vedessero, un piccolo fiore giallo li stava osservando, accigliato.

-Ma cosa stanno aspettando ad uccidere. Pensano davvero di riuscire a vincere in questo modo?- scosse la testa.

-Bah, che idioti! In questo mondo è uccidi o sei ucciso, e se ne accorgeranno molto presto- disse con voce cupa e minacciosa, prima di scomparire nella terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Canzone di sottofondo: [https://www.youtube.com/watch?v=VT9BfLVbnI8&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz&index=3]

 

Canzone con il pupazzo: [https://www.youtube.com/watch?v=OhR_PkG332c&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz&index=4]

 

Canzone di tensione: [https://www.youtube.com/watch?v=J9Du2HDFaFE&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz&index=5]

 

Canzone di combattimenti: [https://www.youtube.com/watch?v=NF4mWRA3CTA&index=6&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz]

 

Canzone Napstablook: [https://www.youtube.com/watch?v=gvZV_rJQFeI&index=7&list=PLDBPTCD-BKrIh-SDNMZV8bayKLhhN4Xyz]

 

Ed ecco il primo capitolo. 

Il titolo è un po’ un riferimento al Fantas-market, visto l’incontro con il primo fantasma del gioco. 

La frase di Mabel “Come quando Rumble voleva la sua vendetta” è un riferimento al videogioco di Grvity Falls Rumble’s revenge che si può trovare sul sito Disney XD e dove Dipper e Mabel vengono catapultati in un videogioco da Rumble.

Naturalmente per ora è ancora molto fedele al videogioco, ma tra alcuni capitoli tutto cambierà parecchio.

Spero di aver reso bene i personaggi, soprattutto Dipper e Mabel.

Naturalmente non sono completamente gli stessi della serie, perché come è giusto che sia gli eventi li hanno un po’ cambiati, e come si può un po’ vedere entrambi stanno reagendo in modi diversi.

Comunque, nel prossimo capitolo, che pubblicherò Domenica prossima, ci sarà l’attesa rimpatriata con Toriel, e i due ragazzi dovranno trovare un modo di uscire dalle rovine senza ferirla più di tanto, perché dopotutto devono tornare a casa.

Scusate se lo stile è poco descrittivo ma voglio più concentrarmi sui dialoghi, sui personaggi e soprattutto sulle reazioni, almeno per ora, dato che è tutto come nel videogioco.

Spero che il capitolo vi piaccia, e sappiate che per qualsiasi consiglio, critica o anche complimento, perché no, non esitate a scrivere una recensione, vi risponderò appena posso ;)

Un bacione e alla prossima :-*

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Capitolo 3
*** Home sweet... nope! ***


Home sweet... Nope

 

 

-Comunque quel fantasma era proprio Fantas-tico- commentò Mabel, raggiunta la stanza seguente, e Dipper si prese la testa tra le mani.

-Ti prego, dobbiamo affrontare un’avventura insieme, non puoi fare queste battute tutto il tempo- si lamentò lui, sorridendo però suo malgrado.

Si fermarono un attimo ad una svendita di ciambelle, e usarono un po’ di soldi guadagnati dai vari combattimenti per comprarne due, che però non mangiarono.

Dipper immaginava sarebbero servite per curarsi durante i combattimenti che avrebbero affrontato.

Poi passarono attraverso un corridoio con tre Froggit.

-Comunque credo che siamo quasi arrivati. Le rovine non possono essere molto grandi, no? E abbiamo affrontato da poco un miniboss- rifletté il ragazzo, mentre raggiungevano una stanza con sei buchi che portavano a stanze tra cui una dove probabilmente si trovava l’interruttore.

-Speriamo, mi fanno male i piedi e sono parecchio stanca- si lamentò Mabel, e il telefono squillò.

-Pronto. Ciao Toriel!- rispose Mabel -No, non abbiamo allergie, tranne quella di Dipper alla dignità- ridacchiò lei.

-Ehi!- si lamentò il fratello, riemergendo dopo aver premuto l’interruttore.

-No, non realmente, stavo solo scherzando. Si… si… certo, grazie mille, Toriel- continuò Mabel, e poi riattaccò.

-Dice che se troviamo qualcosa di bello in giro possiamo prenderlo e metterlo nelle tasche, che però hanno un limite- spiegò a Dipper.

-Bene, ottima informazione, significa che abbiamo un inventario preciso, comunque ora possiamo andare nell’altra stanza- Dipper indicò l’uscita, e Mabel fece per seguirlo, ma cadde in un buco.

Dipper si esibì in un enorme facepalm, e aspettò che tornasse.

-Dipper, ho trovato un bellissimo fiocco per capelli!- esclamò lei, tornando su, e mostrando il suo trofeo.

-A me pare un po’ scolorito- osservò il ragazzo, indicando nuovamente l’uscita.

-Aspetta, aspetta. Mi pare di aver visto il fantastico fantasma mentre cadevo, in una delle altre stanze, voglio salutarlo- Mabel si buttò in un altro buco, e stavolta Dipper la seguì.

-Mabel, non abbiamo tempo per… ciao Napstablook!- per loro fortuna erano caduti proprio in mezzo alle foglie dove il fantasma di era messo a riposare.

-Mabel, torniamo su, non voglio disturbarlo- le disse Dipper a bassa voce, indicando il tunnel di risalita.

Il fantasma però non stava dormendo.

-Ciao umani. Sono caduto in questa buca e non so come uscire. Voi procedete senza di me- disse loro, in tono malinconico.

-No, aspetta, ti aiutiamo. Anche se è un po’ difficile visto che sei incorporeo- Mabel iniziò a girargli intorno per vedere se c’era un modo per tararlo su.

-Su, Napstablook, sei un fantasma, puoi fluttuare- gli suggerì Dipper.

-Hey, hai ragione! Ci vediamo, bambini- li salutò tristemente, prima di scomparire.

-Ragazzi!- obiettò Dipper, ma il fantasma era già sparito.

-Vabbè, è il caso di tornare su e procedere, non trovi, Mabel?- incoraggiò la sorella, che acconsentì.

-D’accordo, Dippy!- e lo precedette su per il tunnel di ritorno.

Dipper ci mise un po’ di più della sorella, e quando tornò in superficie la ragazza si era messa il fiocco rosso tra i capelli, e lo ostentava con soddisfazione.

Il fratello non fece commenti, e arrivarono nella zona successiva, che consisteva in una serie di stanze disposte a specchio, e dove si dovevano premere dei pulsanti.

Dipper naturalmente fece tutto il lavoro sporco, mentre Mabel affrontava i vari mostri, tra cui un Loox, un Vegetoid e qualche Moldsmal.

Entrambi si divertirono molto ad affrontare i vari compiti.

Non appena i ragazzi superarono le stanze, si ritrovarono in una biforcazione. 

-Allora, andiamo avanti o svoltiamo a sinistra?- chiese Mabel.

-Andiamo prima avanti, ho una sensazione al riguardo- propose Dipper, e la sorella, alzando le spalle, lo seguì.

Incontrarono subito un Froggit, ma non in combattimento.

-Ciao Frog!- lo salutò Mabel, con un occhiolino, mentre Dipper raggiungeva la stanza successiva.

-Ribbit Ribbit. Ho visto Toriel uscire da lì con degli ingredienti, la sua casa e in fondo a destra. Ribbit Ribbit- disse la rana.

-Grazie Frog. Dipper, abbiamo sbagliato strada- Mabel lo raggiunse e constatò che la stanza in cui erano entrati era completamente vuota.

-Se questa è la dispensa significa che ci farà proprio un bel banchetto- commentò la ragazza, poi prese il fratello per un braccio -Su, Dip, voglio raggiungerla, voglio proprio riposarmi- e iniziò a trascinarlo.

-Ok, Mabel, calmati, comunque se hai fame puoi sempre mangiare la ciambella, no?- affermò il fratello.

-Perché mangiare ciambelle se la nostra mamma-capra ci ha preparato qualcosa?- e con questa inoppugnabile verità, i due ragazzi si avviarono nella giusta direzione.

Non appena raggiunsero il luogo seguente, sentirono una voce preoccupata.

-Forse non avrei dovuto lasciarli soli così a lungo. Sarà meglio che…- mentre Toriel prendeva il cellulare per chiamarli, finalmente li vide, e si precipitò ad osservare le loro condizioni.

-Oh, miei bambini!- li abbracciò.

-Adolesce…- ma prima che Dipper potesse correggerla, lei continuò.

-Come avete fatto ad arrivare fino a qui? Siete feriti? Oh, fatevi curare- gli hp dei due ragazzi tornarono a 20, e si sentirono entrambi molto meglio -Non avrei dovuto cercare di impressionarvi in questo modo- si autocommiserò.

-Tranquilla, Toriel, siamo stati benissimo, e i mostri delle rovine sono uno più simpatico dell’altro. Inoltre Dipper è un maestro nella risoluzione di enigmi- la rassicurò Mabel, con una pacca sulla schiena.

Toriel sorrise, e indicò loro la casa.

-Su, entrate, non posso più tenervelo nascosto- entrò nella grande casa, e fece cenno ai ragazzi di seguirla.

Dipper e Mabel si fermarono un attimo a salvare in un punto di salvataggio davanti alla casa prima di entrare.

Dentro la casa la musica cambiò, e divenne dolce, rassicurante e soprattutto molto accogliente.

-Sentite questo profumino?- chiese loro Toriel, non appena varcarono la soglia.

Entrambi respirarono profondamente.

-E’ una torta!- affermò convinta Mabel, con gli occhi che brillavano.

-E’ una torta alla cannella e alla caramella al burro. Ma è ancora molto calda. Oh, e ho un’altra sorpresa per voi- li prese per mano, e si diresse in un corridoio che dava su tre stanze, fermandosi davanti alla prima porta.

-Ho preparato questa camera solo per voi. C’è tutto quello che potreste desiderare. Avevo solo un letto, ma sono riuscita a sistemarne un altro. E ci sono giocattoli, un grande armadio e pupazzi di ogni genere. Riposatevi un po’ mentre la torta si raffredda, credo abbiate davvero bisogno di dormire- e dopo aver loro indicato la stanza, li lasciò lì.

I gemelli si guardarono, preoccupati.

-Mabel, non credo che ci voglia aiutare a tornare a casa- affermò Dipper, preoccupato.

-Ma certo che vuole farci tornare a casa, è solo che vuole che noi dormiamo un po’ prima di affrontare il viaggio- cercò di rassicurarlo Mabel, con un sorriso. Si mise in uno dei letti e si preparò a dormire.

-Mabel, non credo che…- cominciò a dire Dipper, ma la sorella lo interruppe.

-Lo so che hai fretta, fratellino, e anche io voglio andare allo shack il prima possibile, ma ora siamo stanchi, e abbiamo bisogno di dormire un po’- cercò di convincerlo, e il fratello, sospirando, accettò l’offerta, sistemandosi sul letto accanto.

-Dipper, credi che il viaggio sarà lungo da qui in poi?- chiese Mabel, mentre si sistemava prima di dormire.

-Non lo so Mabel, qualcosa mi dice che stiamo solo all’inizio- rispose Dipper, sospirando, ed entrambi si addormentarono.

 

Quando Dipper si svegliò, la musica sembrava provenire da un carillon, pure se era la stessa di prima.

Ai piedi dei loro letti, c’erano due pezzi di torta, ancora un po’ fumanti ma di certo mangiabili.

Dipper si strofinò gli occhi, e osservò la sorella, ancora addormentata.

Approfittò della situazione per tirare fuori dall’inventario il coltello di plastica che aveva trovato nella stanza semivuota poco prima, quando Mabel era rimasta un attimo indietro.

Certo, non aveva intenzione di fare del male a nessuno, ma preferiva avere un’arma accettabile, soprattutto visto che sua sorella aveva il rampino per qualsiasi evenienza.

Però si chiese perché non glielo avesse detto. Dopotutto stavano affrontando quell’avventura insieme, e non era loro abitudine tenere dei segreti tra loro.

Oltre al fatto che quel coltello era di plastica, minimamente preoccupante.

Però, quando Mabel iniziò a svegliarsi, Dipper nascose nuovamente il coltello, e si tolse le coperte di dosso, mentre sua sorella sbadigliava e faceva per alzarsi.

-Oh, un pezzo di torta, vorrei tanto mangiarlo subito- si precipitò così velocemente giù dal letto che il piede le rimase incastrato nelle coperte e cadde con la faccia in mezzo alla torta, che si frantumò sotto di lei.

-Eccoti accontentata- ridacchiò Dipper, prendendo il suo pezzo e mettendolo nell’inventario, ovvero in tasca.

Mabel si rialzò a fatica, e cercò di salvare il salvabile della torta… dentro la sua bocca.

-Mannaggia! Credi che Toriel me ne darà un atro pezzo?- chiese, speranzosa, Dipper non sapeva che risponderle.

-Su, andiamo a chiederglielo- disse solo, avviandosi verso la porta della camera.

Mabel fece una smorfia triste per via della torta, perduta, ma subito recuperò il sorriso e lo seguì.

Non appena uscirono dalla stanza, la musica tornò non in music box. Essendo una musica d’atmosfera era davvero a volume molto basso, ma era molto rassicurante lo stesso.

Raggiunsero il salotto, dove Toriel era seduta su un’enorme poltrona, intenta a leggere un libro chiamato “72 modi di usare le lumache”.

-Oh, ciao miei bambini- li salutò lei, posando un attimo il libro, e sorridendo.

-Adolescenti. Ciao Toriel- lo salutò Dipper, ripetendo la correzione come un mantra.

-Non vi aspettavo già svegli, comunque ho preparato un bel piano per farvi stare benissimo qui. Vi mostrerò il mio luogo di caccia alle lumache preferito e vi ho anche preparato un programma di studio. Ho sempre voluto fare l’insegnante, ma immagino non sia poi una sorpresa- disse Toriel, entusiasta, e Dipper e Mabel si guardarono, incerti.

-Si, Toriel, è… è un bel pensiero, ma… innanzitutto volevo chiederti un altro pezzo di torta, insomma ci sono caduta sopra e…- iniziò Mabel, ma Dipper la interruppe.

-Toriel, come possiamo uscire dalle rovine- andrò dritto al punto. Conosceva abbastanza bene la sorella da sapere che non sarebbe mai riuscita a spezzare il cuore alla donna capra, le voleva troppo bene.

-… A proposito di istruzione, sapete che questo libro da davvero un sacco di utili informazioni sulle lumache? Per esempio, ogni lumaca cambia l’apparato digestivo- tentò di cambiare argomento Toriel, e Mabel guardò Dipper, mordendosi un labbro.

-Toriel, noi dovremmo tornare a casa- insistette Dipper, a disagio.

-Ma questa è casa vostra, ora- obiettò Toriel, con sguardo sofferente.

-Toriel, siamo stati molto bene, ma abbiamo una famiglia, degli amici, e si staranno preoccupando da morire. Non possiamo rimanere qui- Mabel non la guardò mentre obiettava, e Dipper le prese una mano per incoraggiarla.

Toriel li guardò un momento, poi prese un profondo respiro, e si alzò dalla poltrona.

-Perdonatemi, miei bambini, devo fare una cosa importante. Voi andate in camera vostra- li incoraggiò, in tono fermo, per poi dirigersi nello scantinato.

Dipper e Mabel la seguirono senza la minima esitazione.

La musica, nello scantinato, si fermò, lasciando spazio ad un silenzio davvero preoccupante.

-Toriel!- la chiamò Mabel, preoccupata, e i due ragazzi la ritrovarono raggiunta la fine di un lunghissimo corridoio, davanti ad una porta sbarrata.

-Bambini miei, non posso permettere che voi vi feriate così. Se vi lascio attraversare questa porta, che conduce al resto del Sottosuolo, lui, Asgore, vi ucciderà. Non posso permettere che altri umani muoiano per colpa mia, perciò distruggerò la porta. Ora salite- ordinò loro Toriel, e Dipper fece un passo avanti.

-No! Toriel, noi ce la caveremo, dobbiamo andarcene, non puoi farci stare qui per sempre- il ragazzo risultò più brusco di quanto non volesse, ma solo l’idea di rimanere per sempre in quel tetro e stretto mondo sotterraneo senza mai più rivedere i suoi genitori, i suoi prozii, Soos, Wendy e gli altri gli faceva accapponare la pelle.

-Quello che Dipper vuole dire è che noi abbiamo affrontato di tutto, e sono sicura che riusciremmo ad affrontare anche questo, perciò non devi preoccuparti per la nostra salute. Davvero!- Mabel cercò di essere più rassicurante che minacciosa, e Toriel si girò a guardarli.

-Va bene, miei bambini, provatemi che siete abbastanza forti per sopravvivere. Battetevi contro di me- e con un tono che non ammetteva repliche, la stanza iniziò a farsi più scura, i simboli sul cappello e sulla maglia dei ragazzi brillarono, ed entrarono in un combattimento contro Toriel.

La musica che partì fu parecchio energica, e Dipper sapeva che quello era il primo vero boss di quel videogioco, e la cosa lo spaventava. Non aveva la minima intenzione di fare del male a Toriel, ma sembrava un avversario molto forte.

Prima che Mabel potesse premere “Agisci” e “parla”, Dipper premette prima di lei il tasto “controlla”.

“Toriel, Attacco 80, Difesa 80. Vuole solo il meglio per voi” diceva la scritta.

Poi arrivò un attaccò, che tolse immediatamente 5 Hp ad entrambi i ragazzi. 

-Dipper, lascia fare a me- Mabel premette il pulsante “parla”, ma non le venne nessun argomento di conversazione.

L’attacco seguente, composto di palle infuocate, tolse altri 4 Hp ad entrambi, che rimasero con solo 11 Hp.

A quel punto fu Dipper a premere “parla”, ma neanche lui riusciva a trovare le parole, dato che non voleva ferirla, ma neanche rassicurarla con bugie.

Il terzo attacco si fece sentire ancora più forte. Le palle di fuoco magico colpirono parecchio i ragazzi. Mabel perse 7 Hp, Dipper 3.

Alla ragazza rimanevano solo 4 Hp, e non avevano idee per sconfiggere Toriel, a meno che non decidessero di combatterla.

Dipper pensò di usare il pulsante “Lotta”, ma Mabel fu più veloce, e premette “Pietà”, poi “risparmia”.

Toriel era senza parole.

L’attacco seguente della donna era meno violento, ma Dipper non era poi del tutto convinto della strategia di Mabel, soprattutto visto che entrambi avevano perso altri 2 Hp, e ora Mabel ne rimaneva con soli 2.

-Forse avremmo dovuto salvare prima di affrontarla- pensò Dipper. Mabel premette con decisione il tasto “risparmia”, senza ascoltarlo, e nell’attacco seguente, sebbene le palle di fuoco colpirono di nuovo Dipper, lasciandolo con 3 Hp, non scalfirono Mabel.

Dipper premette il pulsante nuovamente, e Toriel sospirò, con le lacrime agli occhi.

Gli attacchi della donna non li scalfivano più.

-Mabel, funziona!- affermò Dipper, sorpreso, e continuando a premere “risparmia”.

Che cosa state facendo?- chiese lei, più confusa di loro.

-Ti risparmiamo, ovviamente- Mabel premette di nuovo il pulsante.

-Attaccate o scappate via!- li incoraggiò Toriel, attaccando di nuovo Dipper e lasciandolo con 2 Hp.

Dipper guardò la sorella, che però continuò con la sua strategia, e la “risparmiò” di nuovo.

-Cosa volete provare in questo modo?- chiese Toriel, attaccandoli di nuovo e schivandoli di proposito.

Mabel premette nuovamente il pulsante, Dipper si sentiva inutile.

-Combattetemi o scappate!- li incoraggiò di nuovo Toriel, ma non li colpì al suo turno. Non ce la faceva, esattamente come non ce la facevano Dipper e Mabel, o almeno Mabel.

Dipper infatti era ancora un po’ titubante.

La ragazza premette nuovamente “risparmia”

-Smettila- urlò Toriel.

-Sei tu che mi hai detto di essere buona!- esclamò Mabel, premendo di nuovo il pulsante, una volta tornato il suo turno.

-Smettetela di guardarmi così, io voglio solo proteggervi!- Toriel prese un profondo sospiro, ormai i suoi attacchi erano completamente inutili.

Mabel premette di nuovo il tasto.

-Vi prego, andatevene, rimanete con me al sicuro- li supplicò Toriel.

Mabel premette il tasto, e lo premette ancora, e ancora, e Toriel sembrò ogni volta sempre sul punto di cedere.

Finché, dopo un po’ di silenzio, sospirò, e la musica si interruppe di scatto.

-Lo so che volete andare a casa, ma…- si interruppe, incapace di parlare, e questa volta il turno slittò nuovamente a Mabel, che premette “risparmia”.

-…ma per favore, andate di sopra adesso- li supplicò Toriel, quasi piangendo.

Anche a Mabel vennero le lacrime agli occhi quando premette di nuovo “risparmia”.

-Vi prometto che mi prenderò buona cura di voi due qui- disse Toriel. Una lacrime le scese sul viso.

“Risparmia”

-So che non abbiamo molto, ma…- 

“Risparmia”

-…possiamo avere una buona vita qui- 

Una lacrime scese anche sul volto di Mabel.

“Risparmia”

-Perché lo stai rendendo così difficile?- chiese Toriel, devastata.

Dipper si rese subito conto che non aveva usato il plurale.

Si stava riferendo solo a Mabel.

Era Mabel che stava vincendo la lotta, non loro due insieme.

E a Dipper questo fece male.

“Risparmia.”

-Per favore, andate di sopra- supplicò ancora Toriel.

Mabel dovette chiudere gli occhi per premere di nuovo “risparmia”.

-Patetico, non è vero? Non riesco a salvare la vita nemmeno a un solo bambino- 

A Dipper non venne nemmeno in mente di obiettare che erano adolescenti, e dato che Mabel non sembrava in grado di continuare, fu lui a premere “risparmia” al suo posto, sentendosi un tantino meno inutile, meno cattivo, meno escluso.

-No, capisco. Voi sareste solo tristi intrappolati qui sotto. Le rovine sono così piccole una volta che ti ci abitui. Non potete crescere in un posto così. La mia paura, la mia solitudine… metterò tutto da parte per voi, miei bambini- sospirò, e il combattimento finì, lasciando spazio alla stessa musica che avevano sentito quando avevano visto Toriel la prima volta.

Mabel singhiozzava.

Toriel era girata di spalle.

-Se volete davvero lasciare le rovine, non vi fermerò. Ma quando vene andrete, non tornate più, per favore. Spero che voi capiate- Toriel abbracciò i due ragazzi.

-Toriel, mi mancherai tantissimo- le disse Mabel tra le lacrime.

-Mi dispiace tanto, Toriel- affermò Dipper.

-Occupatevi l’uno dell’altra, mi raccomando- e Toriel sparì nel corridoio, lasciando la porta per il resto del sottosuolo aperta e pronta per essere attraversata.

Mabel si asciugò le lacrime, e i due fratelli si prepararono ad avanzare per le rovine.

-Dipper, è la cosa giusta? Toriel starà bene?- chiese Mabel, con la voce impastata.

-Sono sicuro di si. Sei stata bravissima nel combattimento- la rassicurò Dipper.

-Anche tu, Dipper- aggiunse lei.

Dipper rimase in silenzio, lui non era stato bravo. Più volte aveva pensato che la via più semplice sarebbe stata combatterla, ma era molto felice di aver avuto la sorella affianco. Non voleva fare del male a Toriel, pure se era solo il personaggio di un videogioco dove i due erano entrati per sbaglio.

Attraversarono la porta, e la musica si interruppe, lasciando un triste silenzio.

I due fratelli affrontarono in silenzio il lungo corridoio che portava ad un buio ambiente, dove un fiore dorato li stava aspettando.

-Ancora tu, piccolo impiastro pidocchioso!- esclamò Mabel, furiosa, avvicinandosi.

Flowey guardò i due ragazzi con superiorità.

-Furbi, molto furbi!- si complimentò, prendendoli in giro. -Voi credete di essere furbi, vero? Credete di poter giocare a questo gioco con le vostre regole, giusto? In questo mondo, è uccidi o essere ucciso. Immagino che voi vi sentiate forti, avendo risparmiato la vita a tutti. Ma cosa fareste se incontraste un killer senza rimorsi, senza scrupoli? Voi morirete, e morirete e morirete, fino a non essere più capaci di tornare in vita. E a quel punto abbandonerete ogni speranza e getterete la spugna, o ucciderete per sfinimento? Vorrei proprio vedere. Non vorrei mai e poi mai perdermi lo spettacolo. Vi terrò d’occhio, bambini- e con una risata sguaiata, il fiore scomparve.

-Bene, hai finito il tuo monologo da cattivo. Sappi che è noioso!! Sentito?!- Mabel gli urlò dietro, anche se ormai era sparito

-Bah, diglielo anche tu, Dipper. Inoltre noi siamo adolescenti, giusto? …Dipper- la ragazza si girò, e osservò il fratello, che era diventato bianco come un cencio.

-Mabel, lui… lui… credi che sia…?- iniziò a balbettare, e la sorella capì subito dove voleva arrivare.

-Dipper, non devi preoccuparti. E’ solo un fiorellino antipatico. Non è Bill. Bill è sconfitto per sempre- tentò di rassicurarlo.

Dipper però non ne era tanto sicuro. Aveva una pessima sensazione, un brivido che gli risaliva tutta la spina dorsale.

Quel fiore li aveva minacciati di tenerli d’occhio, facendo risalire cupi ricordi che ancora non gli lasciavano pace.

-Su, andiamo. Dobbiamo procedere e vincere con le nostre super pacifiche regole!- Mabel lo prese per un braccio e si diresse verso la porta di uscita dalle rovine. Dipper si lasciò trascinare, ma voltandosi indietro gli sembrò di vedere il fiorellino spuntare di nuovo e fargli l’occhiolino, prima che lo scenario cambiasse.

Sarebbe riuscito ad essere pacifico? Già con Toriel stava vacillando. Forse la sua impazienza gli sarebbe giocata la sua anima.

Ma sapeva, dal profondo del cuore, che se Mabel sarebbe rimasta con lui, tutto sarebbe andato per il meglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Scusate se questo capitolo è più corto degli altri, ma il prossimo sarà il doppio, e tratterà di tutto il sentiero fino a Snowdin ;)

Spero che vi piaccia, e se avete qualcosa da dire e critiche da fare sullo stile di scrittura, che, ammetto, non è proprio dei migliori, ditemi e io cercherò di migliorarmi prossimamente.

Dipper sembra un po’ titubante nella strategia pacifista. Secondo voi come mai? Riuscirà a rimanere sulla via del bene? La vicinanza di sua sorella sarà abbastanza?

Lo scoprirete nei prossimi capitoli ;)

Un bacione e alla prossima :-*

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Capitolo 4
*** Puzzle, puzzle and more spaghetti! ***


Puzzles, Puzzles and more Spaghetti!

 

 

Non appena uscirono la musica non ripartì, ma un freddo bestiale colpì entrambi, che si ritrovarono in mezzo a tantissima neve.

Dipper rabbrividì, cercando di riscaldarsi.

-Ma com’è possibile, in superficie c’è un caldo bestiale! E’ piena estate- si lamentò. 

-Beh, ma qui siamo sottoterra- commentò Mabel, che era molto più riscaldata, visto che aveva il suo caro maglione.

Però le dispiaceva vedere il fratello così infreddolito, così, mentre camminavano, circondati da alberi di pino, trovò la soluzione.

Infatti, come da abitudine, sotto al primo maglione con la stella cadente, aveva sempre un secondo maglione per le emergenze, che diede a Dipper.

-Ma… tu come fai a non morire di caldo d’estate?- chiese Dipper, prendendo il maglione indaco con strisce violette che la sorella gli stava offrendo e indossandolo senza fare troppo lo schizzinoso.

-Eh eh, mi conosci Dippingsauce. Lo sai che sono molto…- mentre si atteggiava, inciampò su un lungo ramo a terra, e cadde con la faccia nella neve.

Dipper la aiutò a rialzarsi, ridacchiando.

-…molto imbranata? Era questo che volevi dire?- concluse per lei, e per tutta risposta la ragazza gli fece la linguaccia, mentre procedevano.

Il suono di quel ramo che veniva spezzato li fece voltare di scatto entrambi.

-C’è… c’è qualcuno?- chiese Dipper tremante, ma non sembravano esserci pericoli in vista. 

-Su, Mabel, continuiamo. Sarà stato… uno scoiattolo- rifletté, per rassicurarla.

-Chissà se ci sono gli animali come da noi qui in un mondo di mostri- si chiese Mabel, mentre procedevano.

-Non voglio stare qui abbastanza a lungo da scoprirlo- affermò convinto Dipper.

Il silenzio della zona lo stava spaventando, e i brividi non erano solo per il freddo.

Flowey gli aveva messo la pulce nell’orecchio, per fortuna non letteralmente… forse… ed era sempre più convinto che avrebbe dovuto salvare prima di lasciare Toriel.

I ragazzi sentirono dei passi, e si voltarono di scatto, stringendosi l’uno all’altra.

-C’è qualcuno?- chiese di nuovo Dipper, più forte e più spaventato.

Ma dietro di loro era tutto deserto, solo una distesa di neve e un muro di alberi ai loro lati.

Dipper aveva un groppo in gola.

-Vabbè, Mabel, con… continuiamo. Al massimo se entriamo in una lotta mangiamo la torta- la rassicurò.

-Io non ho la torta- osservò Mabel razionale, era molto meno spaventata di Dipper.

-E allora mangerai la ciambella- propose Dipper, mentre procedevano.

-Ok- rispose lei alzando le spalle.

Mano a mano che procedevano, il silenzio si fece sempre più inquietante, e venne interrotto ogni tanto da qualche suono spaventoso.

Dipper si strinse alla sorella, facendo passere lo sguardo da una parte all’altra della foresta, finché non raggiunsero un ponte con quello che doveva essere una trappola o qualcosa del genere, ma che aveva delle sbarre troppo grandi.

Dei passi risuonarono pesanti dietro i due ragazzi, che non avevano la forza di girarsi, e una voce tonante li fece sobbalzare.

-UMANI, volete sapere come conoscere un nuovo amico? Allora stringetemi la mano.-

Dipper e Mabel si girarono lentamente, e prima che Mabel potesse precipitarsi a stringere calorosamente la mano di un perfetto sconosciuto, Dipper lo fece al suo posto, per evitare che sua sorella cadesse in quella che era chiaramente una trappola.

Si sentì un suono parecchio scandaloso, poi una musica scherzosa iniziò in sottofondo, e uno scheletro dalla felpa blu ridacchiò.

-Eh eh, il vecchio scherzo del cuscino pernacchione nella mano è sempre divertente- Dipper ritirò freddamente la mano, guardandolo storto, mentre Mabel fece un enorme sorriso tutto denti.

-Oh mio dio! Ma tu sei uno scheletro! Che figata! Io sono Mabel, e lui è mio fratello Dipper- gli strinse la mano, provocando un’altro suono scandaloso, e ridendo di gusto. 

-Questo mi sta già un sacco simpatico!- affermò rivolta al fratello, che rimase impassibile.

-Voi siete umani, giusto? Io sono Sans, Sans lo scheletro- si presentò lui -Dovrei teoricamente stare dando la caccia ad umani in questo momento, ma non mi importa di catturare nessuno a dire il vero- ammise, con un sorriso tutto denti.

-Fiu, grazie al cielo, abbiamo solo 2 hp e non abbiamo ancora salvato- affermò Mabel, tirando un sospiro di sollievo.

Sans le lanciò uno sguardo indecifrabile, ma poi continuò, ignorando le parole della castana.

-Invece mio fratello, Papyrus, è un cacciatore di umani fanatico, e… guardate, è proprio lì- indicò un punto dietro i ragazzi, che si girarono di scatto, preoccupati.

-Ma tranquilli, ho un’idea. Attraversate questa trappola. Mio fratello fa sempre le sbarre troppo larghe- i due ragazzi seguirono le loro indicazioni, Mabel molto divertita, Dipper un po’ titubante.

-Su, nascondetevi dietro quella lampada convenientemente larga- indicò loro.

-Ma a dire la verità mi piacerebbe un sacco conoscere…- provò ad obiettare Mabel, ma Dipper la trascinò con se dietro la lampada. Non voleva proprio fare un altro combattimento con 2 soli Hp.

Subito arrivò un altro scheletro, molto più alto e vestito con abiti da combattimento.

-Come va, fratello?- chiese Sans alla nuova figura.

La musica cambiò, diventando più ritmata.

-Non va, fratello! E’ da otto giorni che non ricalibri i tuoi puzzle!- si lamentò Papyrus.

-Cavolo, ancora puzzle?- si lamentò a bassa voce Dipper.

-Ma ammettilo che ami i puzzle, Dip Dip- scherzò Mabel, facendogli l’occhiolino.

-Mi chiedo cosa tu faccia tutto il giorno!- continuò Papyrus nella sua opera di lamentela verso il pigro fratello.

-Osservo questa lampada, è molto forte. Vuoi farlo anche tu?- suggerì Sans.

Dipper trattenne il respiro, Mabel tentò di non ridere.

-No! Non ho tempo per questo! E se un umano venisse qui?! Io devo essere preparato e attivo! Io devo essere quello che lo catturerà! E poi io, il grande Papyrus, avrò tutto ciò che merito: Rispetto, Riconoscimenti, entrerò nella guardia reale, e le persone vorranno essere mie amiche!-

Mabel per poco non saltò fuori dalla lampada, ma Dipper fu più veloce e la trattenne.

-Oh, ti prego, sarò io tua amica, Papyrus- disse con gli occhi a cuoricino e con risate trattenute, ma nessuno la sentì per fortuna, e Dipper le tappò la bocca.

-Farò il bagno di una doccia di baci ogni mattina- continuò Papyrus, e Mabel cercò di liberarsi.

-Oh, forse questa lampada ti potrà aiutare- disse Sans, indicando il nascondiglio di Mabel e Dipper. 

-A che gioco stai giocando?- chiese Dipper a denti stretti.

-Sans, non aiuti così! Sei solo un ossopigro! Non fai niente tutto il giorno e diventi sempre più perdigiorno- si lamentò ancora Papyrus, battendo il piede a terra.

-Hey, non è vero, io mi faccio le OSSA a lavorare!- obiettò Sans, ridendo della sua stessa battuta.

Mabel per poco non esplose dalle risate, e Dipper stesso accennò un sorrisino depresso.

-SANS! Basta con le tue battute- si lamentò esasperato Papyrus.

-Ammettilo, fratellino, stai sorridendo- Sans gli fece l’occhiolino.

-Si, e lo odio!- Papyrus alzò gli occhi al cielo, poi sospirò.

-Perché una persona così grandiosa come me deve fare tutto questo lavoro per essere riconosciuta- si autocommiserò lui.

Dipper doveva ammettere che si riconosceva un po’ in quel mucchietto d’ossa.

-Suvvia, Pap, non gettare l’OSSO!- lo consolò Sans. Papyrus si esasperò ulteriormente.

-ARGH!! Ora vado a ricalibrare i miei puzzle. Per quanto riguarda il tuo lavoro, impegnati… è ridotto all’osso! Nyeheheheheh!- e dopo questa triste battuta, se ne andò, portando via anche le musica con se.

-Ok, potete venire fuori adesso- li incoraggiò Sans, una volta che Papyrus fu scomparso dalla vista.

Mabel finalmente poté ridere come una matta senza essere bloccata dal fratello.

-Oh mio dio!!! Tuo fratello è fantastico! E’ un... osso duro- tirò una gomitata amichevole a Dipper, che sospirò, rassegnato.

-Eh eh, si è fatto le ossa pensando ai suoi puzzle- aggiunse Sans, ridacchiando.

Dipper fece un sospiro ancora più profondo e rassegnato.

-Però dovrebbe mangiare di più, è tutto pelle e …- la nuova battuta di Mabel venne interrotta da Dipper, che scosse la testa.

-Ok, basta, io me ne vado! Trovatevi un albergo voi due!- e avanzò.

-…ossa- conclusero insieme Mabel e Sans, per poi scoppiare a ridere.

-Sarà il caso che lo raggiunga. E’ stato un piacere Sans- Mabel fece per inseguire il fratello, ma Sans la richiamò.

-Comunque, sai, non vorrei disturbarti, ma potresti farmi un favore?- le chiese, con il solito tono bonario che però tradiva una punta di incertezza.

-Ma certo! Qualsiasi cosa, e se involve tuo fratello, ancora di più- lei gli fece l’occhiolino.

-A dire la verità Papyrus è un po’ giù ultimamente. Non ha mai visto un umano, e vederti potrebbe davvero rendergli la giornata molto migliore. Non è pericoloso, anche se tenta di…- Mabel lo interruppe, prima che lui potesse continuare a cercare di persuaderla.

-Mi avevi già convinta a “Papyrus”, vedrò cosa possiamo fare io e mio fratello. Sono sicura che potremmo diventare tutti grandi amici- affermò la ragazza convinta.

-Perfetto allora. Ci vediamo in giro, ragazzina- e detto questo tornò indietro, mentre Mabel raggiunse Dipper, fermo ad un punto di salvataggio poco distante, mentre una nuova musica tenue e nevosa riempiva l’ambiente.

-Dipper, ho già fatto amicizia con Sans- gli rivelò, tutta contenta.

-La cosa non mi sorprende- rispose Dipper, cupo, ripensando ai tristissimi giochi di parole di poco prima.

-Suvvia, Dipper, è impossibile che tu non abbia riso, si deve essere dei…- la battuta di Mabel venne interrotta da uno sguardo assassino del fratello, che mentre cercava di allontanarsi il più possibile, cercando di cambiare scenario, venne preso in un combattimento, e Mabel con lui.

L’avversario era Icecap.

Mabel subito si precipitò sul tasto “Agisci”, e si complimentò con il mostro per il suo bellissimo cappello.

Però non ci furono i risultati sperati, e dopo un suo attacco che non li scalfì minimamente Dipper provò a ignorarlo.

L’attacco successivo durò di meno, così Dipper continuò con questa strategia.

-Dipper, ma è molto maleducato da parte tua- lo rimproverò Mabel, distraendosi il tempo sufficiente da permettere al mostro di toglierle tre Hp.

Però fu una strategia vincente, e il mostro venne risparmiato.

Una volta usciti dal combattimento, Mabel incrociò le braccia, mentre Dipper era molto più rilassato.

-Wow! Sto iniziando ad entrare nel meccanismo- si complimentò con se stesso, orgoglioso, poi indicò alla sorella il punto di salvataggio.

-Su, Mabel, riprenditi gli Hp- la incoraggiò, e lei lo fece, senza dire una parola.

-Cosa c’è?- le chiese quindi Dipper, confuso da questo suo atteggiamento.

-Niente, solo che, mi sembra scorretto, tutto qui. Voleva solo un po’ d’attenzione- rispose Mabel, poi notò una scatola vicino all’uscita per il luogo seguente, e ci guardò dentro, trovandola al suo interno un coltello di plastica.

-Dipper! Guarda, c’è un coltello qui- lo indicò, mostrandolo al fratello, che alzò le spalle.

-Quindi? Lo vuoi prendere?- chiese, indifferente.

-Nah, noi siamo pacifici, non ci servono armi- disse a sorella, rimettendolo a posto.

Dipper si astenne dal riferirle che il coltello ce l’aveva messo lui lì dentro, e che l’aveva scambiato con un guanto duro che aveva trovato già al suo interno, e che aveva equipaggiato, per le emergenze.

-Quindi adesso possiamo procedere- tagliò corto Dipper, indicandole la zona successiva.

-Si, si- acconsentì Mabel, seguendolo -Ah! Comunque Sans mi ha chiesto di fare da esche umane per migliorare la giornata di suo fratello- aggiunse poi, ricordandoselo all’improvviso -E io ho detto che andava più che bene-

Dipper si girò a guardarla.

-COSA?!- chiese incredulo, ed era così teso a guardarla, che non si accorse che la musica si era bloccata di botto.

Una voce acuta ed entusiasta parlò, e mentre Mabel si sporse per guardare con il sorriso sulle labbra, Dipper si girò lentamente, tremante.

-Allora, come stavo dicendo a proposito di Undyne…- stava dicendo la voce, appartenente a Papyrus al fratello, poi la musica ritmata di prima partì, probabilmente era il tema di quello scheletro spilungone.

-Salve scheletri!- li salutò Mabel, attirando la loro attenzione

Entrambi si girarono a guardarla, e poi si guardarono tra loro, così tante volte da fare girare la testa a Dipper, che pensò di tentare la fuga, ma che incontrò la strenua resistenza della sorella.

-SANS!! OH MIO DIO!! QUELLO E’ UN UMANO?!?!?!?- chiese Papyrus incredulo.

Dipper avrebbe voluto dire che era più corretto usare il plurale, ma non riusciva a spiccicare parola.

Sans squadrò i due ragazzi, poi guardò oltre di loro, verso una roccia alle loro spalle.

-Ummm… A me sembra una roccia- osservò invece, ed i giovani Pines si girarono a constatare che in effetti era proprio una roccia.

-Oh, giusto- Papyrus sembrava deluso, ma Sans continuò.

-Hey, aspetta, ma cosa c’è davanti alla roccia?- chiese poi, indicando Dipper e Mabel.

Mabel sorrideva interessata e divertita, Dipper si prese la testa tra le mani, scuotendola.

-OH MIO DIO!! (Quelli sono umani?)- chiese sottovoce al fratello, una volta individuati i due gemelli.

-Almeno ha usato il plurale stavolta- commentò Dipper, rivolto alla sorella, e iniziando a vedere il pericolo più come una pagliacciata delirante.

-Si- rispose Sans, con un occhiolino.

-OH MIO DIO!- ripeté Papyrus. -SANS CE L’HO FATTA!!- affermò, convinto.

Dipper aggrottò le sopracciglia, e guardò Mabel chiedendosi cosa di preciso lei avesse promesso a Sans.

-DIVENTERO’ COSI’ POPOLARE!!! POPOLARE!!! POPOLARE!!!- si emozionò lo scheletro.

Dipper iniziò ad indietreggiare, ma Papyrus si rivolse direttamente a loro, cercando di fare il minaccioso.

-Umani! Voi non passerete quest’area!!- li ammonì.

-E’ arrivato Gandalf- commentò Dipper tra se, e Mabel ridacchiò.

-Io, il grande papyrus, vi stopperò!!- affermò convinto.

Dipper guardò la sorella.

-Ti prego, dimmi che non hai intenzione di flirtare anche con lui- la supplicò.

-E poi vi catturerò- continuava intanto Papyrus, ma nessuno lo ascoltava.

-Dai, Dip, che c’è di male- Mabel alzò le spalle, con un sorrisetto che non prometteva niente di nuovo.

-Poi verrete scortati alla capitale!!!- Papyrus intanto non si fermava.

-Mannaggia al tuo cuore troppo grande e alla tua mancanza totale di giudizio!- maledisse Dipper, sospirando.

-E poi… poi… non so cosa ci sarà poi, ma…hey, mi state ascoltando?- Papyrus iniziò a capire che stava parlando solo con la roccia alle spalle dei ragazzi, ma Mabel si affrettò ad annuire.

-Ma certo, gran mucchietto d’ossa- gli fece l’occhiolino, Papyrus sembrò crederle.

-Bene, continuate solo se osate NYEHEHEHEH!!!- e poi se ne andò, portando via la musica con se, e lasciando il silenzio.

-Beh, è andata bene- commentò Sans, che era rimasto in silenzio tutto il tempo -Non preoccupatevi, ragazzi, vi terrò d’occhio- promise, e nonostante fosse in tono rassicurante, Dipper si mise immediatamente sulla difensiva.

-Abbiamo un sacco di mostri e demoni che lo fanno già, grazie mille- borbottò, declinando l’offerta. Sans alzò le spalle e se ne andò, facendo ripartire la musica invernale.

-Dipper, calmati, intendeva solo dirci che non permetterà a Papyrus di ucciderci. A me pare un bel pensiero, no?- Mabel gli mise una mano sulla spalla, e Dipper se la scrollò di dosso, proseguendo.

-Su, andiamo- ed entrambi procedettero.

Superarono una piccola casetta fatta da Papyrus e nella zona successiva si ritrovarono davanti a un cartello con la scritta di non muoversi per nessuna ragione.

Ovviamente, entrambi procedettero senza neanche pensarci, quando la musica si interruppe, e un cane comparve da dietro un bancone lì vicino.

-Qualcosa si è mosso o è stata solo la mia immaginazione?- si chiese il cane, entrambi rimasero del tutto immobili, ad eccezione della testa, che piegarono giusto il poco sufficiente per guardarsi confusi.

-Posso vedere solo ciò che si muove- continuò il cane -Se qualcosa, ad esempio un umano…-

Dipper fu seriamente tentato di correggere il plurale, ma rimase zitto

-…si stava muovendo, farò in modo che non si muova mai più- minacciò il cane.

-Intende che ci farà restare immobili per sempre, vero?- chiese Mabel, a voce bassissima.

Ma l’inizio di un combattimento ruppe le sue speranze.

Mabel premette con molta lentezza il tasto “Agisci”, che aveva solo l’opzione “accarezza”.

Ovviamente Mabel non se lo fece ripetere due volte, e certamente non le servivano altre opzioni perché avrebbe sempre scelto quella.

Spinta dalla solita forza invisibile, cercò di accarezzare lentamente il cane, che però non la fece avvicinare.

L’attacco, di colore blu, passo dritto in mezzo a loro, che però rimasero immobili, e non vennero scalfiti.

-Che figata!- commentò Mabel. Dipper prese mentalmente nota di questa interessante novità degli attacchi blu.

La ragazza tentò di nuovo di accarezzare il cane, e questa volta, con sua grande soddisfazione, riuscì nell’intento, e il cane andò in fibrillazione.

-Sono stato accarezzato!! Oddio!! Accarezzato!! Accarezzato!! Accarezzuto!! Accarizzato!!- iniziò a parlare strano, e Dipper, guardandolo confuso, premette circospetto “risparmia”.

Guadagnarono 30 soldi, davvero un bel numero.

Una volta usciti dal combattimento, il cane era ancora lì.

-Qualcosa mi ha accarezzato, e non si stava muovendo. Credo che prenderò un po’ di biscotti per cani dopo questo- commentò prima di scomparire alla vista.

Dipper e Mabel si guardarono.

-Ok, questo è stato… intenso- commentò Dipper.

-Fighi gli attacchi blu, vero?- disse Mabel, entusiasta.

Dipper annuì.

-Magari tutti i nemici attaccassero così- sospirò sognante.

-Ma poi dove starebbe tutto il divertimento- Mabel gli fece l’occhiolino.

Una volta arrivati alla zona successiva, Sans li stava aspettando.

-Hey, ragazzini- li chiamò.

-Finalmente qualcuno che ha capito che non siamo bambini- commentò Dipper, sollevato.

-Ah, volete che vi chiami bambini? D’accordo. E’ una richiesta strana ma lo farò- disse Sans, alzando le spalle.

Mabel ridacchiò.

-No, no! Noi siamo adolescenti!- si lamentò Dipper.

-Ok, bambini, non vi chiamerò più bambini. Comunque volevo parlarvi di una cosa importante, bambini- acconsentì Sans.

Mabel si buttò a terra dalle risate nel vedere la faccia irritata del fratello, che guardava lo scheletro con odio represso.

-Mio fratello ha un attacco speciale. Se vedete un attacco blu, non muovetevi e non vi farà male- continuò Sans.

Dipper alzò gli occhi al cielo.

-Non è che sia poi così speciale, il cane di prima aveva lo stesso attacco- commentò Dipper, irritato.

-Comunque un modo semplice per tenerlo in testa e pensare come se fosse un cartello rosso- ignorando completamente Dipper, Sans disse la sua.

-Cosa c’entrano i cartelli rossi adesso? L’attacco non era blu?- chiese Dipper, iniziando a confondersi.

-Se vedi un cartello rosso di stop tu di fermi, no? Ecco pensa a un cartello rosso di stop e pensa che sia blu, quindi fermati- consigliò Sans, e Dipper aprì la bocca per contestare, ma poi la richiuse confuso.

Mabel, con la faccia nella neve, respirò per sbaglio un po’ di essa, e per poco non si strozzò.

La conversazione con Sans finì, e Dipper prese Mabel per un braccio e la trascinò oltre.

-G_Gra_Grazie Sa_Sans- disse Mabel, senza fiato, ma, neanche il tempo di riprendersi, e i due entrarono in una lotta con un altro cane, Lesser Dog.

Le azioni che si potevano compiere con lui erano tantissime, il problema era che era semplicemente “accarezzare” ripetuto più volte. 

E ogni volta che lo si accarezzava il collo gli cresceva sempre di più.

Nonostante fosse fin da subito risparmiabile, Mabel lo accarezzò così tante volte da inorridire Dipper e far crescere il collo del cane a tal punto che si perse nelle nuvole, e andò dove nessuno cane era stato prima.

Alla fine fu Dipper, per lenire le sue sofferenze, a premere il pulsante “risparmia”, e a guadagnare i soldi, che però poi diede alla sorella.

-Non voglio tenere i soldi di una pazza così- commentò, Mabel gli fece una linguaccia.

-Peggio per te, sono 60g!- esclamò.

-Lo hai ripulito, quel poveretto!- lo compatì Dipper, e lei gli tirò una gomitata affettuosa, mentre raggiungevano la zona seguente, dove Sans e Papyrus li stavano aspettando, davanti a quello che sembrava proprio un Puzzle.

Dipper sospirò, Mabel lo spinse un po’ più avanti, e la musica rilassante venne sostituita nuovamente dal tema di Papyrus.

-Tu sei così pigro!- si stava lamentando lui con Sans -Hai riposato tutta la notte- 

-Credo che quello si chiami dormire- obiettò Sans.

Il ragionamento non faceva una piega.

-Soltanto scuse- commentò Papyrus.

Mabel si schiarì la voce.

-Ehm Ehm, ciao amici!- li salutò.

-Oh, gli umani!- esclamò Papyrus, girandosi verso di loro.

Dipper fece un cenno di saluto.

-Per fermarti, abbiamo creato dei puzzle solo per te… ehm, voi! Non mi aspettavo due umani a dire il vero- commentò tra se, un po’ preoccupato.

-Comunque troverete questo qui, molto elettrizzante! Eheh, si, perché è il labirinto invisibile dell’elettricità. Quando toccherete i muri, questo ordigno vi darà la scossa. Però dovrete farlo uno alla volta perché ho un solo ordigno… mmmm, chi vuole fare per primo?- chiese, rivolto ai gemelli.

Mabel spinse il fratello verso i confini del labirinto, e lui alzò gli occhi al cielo.

Probabilmente aveva toccato un muro invisibile, perché l’ordigno tra le mani di Papyrus gli diede la scossa.

-Ehm, non dovrei avere io l’ordigno?- chiese Dipper, con onestà.

-Il bambino mi ha tolto le parole di bocca- commentò Sans.

-Adolescente!- corresse Dipper.

-Si, hai ragione, umano- Papyrus attraversò il labirinto per consegnargli l’ordigno… mostrando la soluzione.

Dipper se la segnò, e andò per primo, senza prendere neanche una scossa.

-Wow, l’hai risolto con una velocità e una facilità incredibili- si stupì Papyrus, guardandolo ammirato. -Ora tocca a tua sore…- ma la ragazza non era dall’altra parte del labirinto, ma già alle spalle di Papyrus, che parlava con Sans.

-Ma…Ma… come hai fatto ad attraversarlo senza che io me ne accorgessi?!- si stupì maggiormente, dimenticandosi di Dipper, che ne rimase un tantino infastidito.

-Ehm, l’ho evitato. E’ molto più facile così- rispose Mabel, sorridendo allegra.

Papyrus si rivolse nuovamente ad entrambi.

-Beh, il prossimo l’ha disegnato mio fratello! E’ molto più complesso, e ne rimarrete spaesati Nyeheheheh!- e detto questo scomparve, all’indietro, per qualche motivo, togliendo anche la musica e facendo tornare la solita dolce melodia invernale.

-Grazie, bambini. Mio fratello si sta divertendo molto- ridacchiò Sans.

-Adolescenti- corresse Dipper, come un mantra.

-Sans, ma perché è vestito così?- chiese Mabel, per fare conversazione.

-Abbiamo creato quel costume per una festa in maschera, e da allora non se lo toglie più. Lo chiama il suo “abito di battaglia”- rispose lui, sorridendo divertito.

-Tuo fratello è troppo figo- commentò Mabel, sognante.

-Puoi dirlo forte, ragazzina- Sans le fece l’occhiolino.

-TUO FRATELLO E’ TROPPO FIGO!- urlò Mabel, e poi entrambi ridacchiarono.

-Ehy! Perché a lei dai della ragazzina e a me del bambino?- chiese Dipper, offeso.

-Ma perché io sono la maggiore, Dip Dip, di ben cinque minuti- lo prese in giro Mabel atteggiandosi, ed entrambi passarono alla zona successiva, dove un triste venditore di gelato cercava consumatori. Mabel, per farlo contento, acquistò un Nice Cream, per compensare la torta di Toriel che non era riuscita a conservare in tasca.

Dipper alzò gli occhi al cielo, e la spronò a sbrigarsi, così arrivarono in fretta in una nuova zona, dove li attendevano nuovamente Sans e Papyrus.

Non dovettero però risolvere alcun enigma, perché il puzzle di Sans non era altro che un esercizio di Trova parole.

-Sans! Perché non c’è un puzzle!- si lamentò Papyrus -Possono passare senza problemi così!- 

Dipper però si sedette, prendendo il foglio.

-Allora, Mabel, hai una matita?- chiese alla sorella, che si piegò per vedere a sua volta.

-No, Dip, ho solo gelato e la ciambella- rispose lei, desolata.

-Hey! Papyrus, hai una matita?- chiese Dipper, rivolto allo scheletro, che guardò il fratello ammirato.

-Sans, ce l’hai fatta!- 

Sans osservava Dipper divertito.

-Possibile che nessuno abbia una matita?!- chiese incredulo Dipper.

-Dovrebbe esserci il prozio Ford, lui ha sempre una penna nel taschino destro- commentò Mabel, pensierosa.

Ci furono un paio di minuti di silenzio, interrotti solo dal classico motivetto di Papyrus, poi Dipper scosse la testa, e mise in tasca il foglio.

-Va bene, lo risolverò dopo- e si alzò.

-Visto, Sans! E’ stato un fallimento- commentò Papyrus seccato, prima di andarsene.

Dipper e Mabel decisero di lasciar correre e passare alla zona successiva, dove un piatto di spaghetti era attaccato al tavolo, vicino ad un biglietto di Papyrus.

“Umano! Goditi questi spaghetti! (Comunque è una trappola per catturarti approfittando della tua distrazione)” 

-Il biglietto al singolare può significare solo che questi spaghetti sono qui da molto prima che arrivassimo noi- commentò Dipper, disgustato.

Mabel invece era molto positiva.

-Oppure che li voleva offrire solo a me- propose, prendendo una forchettata.

Dipper storse il naso.

-Oppure sapeva che una persona sana di mente, ovvero io, non li avrebbe mai neanche sfiorati- osservò, mentre sua sorella se li finiva in un paio di bocconi.

-Erano saporiti!- esclamò tutta contenta.

-Sai, credo che quei milioni di pacchetti di Smile Dip ti abbiano fatto perdere il senso del gusto- commentò il fratello, salvando in un punto di salvataggio vicino.

-Si, potrebbe sinceramente essere- commentò Mabel pensierosa, salvando a sua volta.

-E non credo ci sia niente di cui essere fieri- aggiunse Dipper, ridacchiando.

Si avviarono alla zona successiva, e senza troppi problemi sbloccarono l’uscita, per poi ritrovarsi bloccati da altri cani.

-Certo che è strano, non trovi? Un posto pieno zeppo di cani… e due scheletri con tutte quelle ossa- rifletté Mabel, e Dipper dovette ammettere che aveva la sua logica.

I cani annusarono l’aria.

-Cos’è questo odore?- chiesero entrambi.

-Non osate dire che puzzo! Non è colpa mia se non mi sono potuta lavare da Toriel! Ma non aveva un dannato bagno!- si lamentò Mabel, seccata.

-Odore, identificati!- ordinarono i cani, prima di annusare ancora.

-E’ un odore troppo strano- commentò il primo

-Dobbiamo eliminarlo!- esclamò il secondo, una donna a giudicare dalla voce.

E i due finirono nuovamente in duello.

-CHE L’ACCAREZZAMENTO COMINCI!!- esclamò Mabel, pronta ad accarezzare anche questi cani, ma Dipper la fermò.

-Prima sarà meglio che ci annusino di nuovo, magari potremmo rotolarci nella neve- asserì Dipper, teso.

-Ma io l’ho già fatto prima- commentò Mabel.

Dipper però non l’ascoltò, e premette il tasto per rotolarsi, nella sezione “Agisci”.

Mabel non lo seguì, stranamente non era guidata da questa forza.

I cani attaccarono, e i due ragazzi riuscirono per un pelo ad evitare di essere colpiti, approfittando degli attacchi blu.

Poi Dipper si fece riannusare, e risultò che avevano l’odore di uno strano cagnolino.

-Persino da cane devo essere un bambino- si lamentò Dipper.

Mabel ridacchiò, e a quel punto accarezzò entrambi.

Alla fine del combattimento, i cani erano molto felici, e i due ragazzi avevano perso una decina di Hp ciascuno.

Nella zona successiva, c’era un altro puzzle da risolvere premendo dei pulsanti a terra, e dietro all’uscita sbarrata da degli spuntoni, c’era Papyrus.

Mabel lo salutò allegramente, mentre Dipper risolveva il puzzle

-Ma come avete fatto a superare la mia trappola! E soprattutto… ce n’è rimasta un po’ per me?- chiese, curioso.

-Se per trappola intendi quei fantastici spaghetti, purtroppo li ho ripuliti in tre bocconi- rispose Mabel, sentendosi un po’ in colpa.

-Wowie! A nessuno era mai piaciuta la mia cucina prima!- esclamò Papyrus, entusiasta.

Dipper si unì alla conversazione.

-Chissà perché- affermò sarcastico, a bassa voce rivolto alla sorella.

-Forse davvero ho perso il senso del gusto- commentò lei, un po’ preoccupata.

-Umana, io, Masterchef Papyrus, ti preparerò tutta la pasta che vorrai!- e detto questo si diresse nella zona successiva, seguito da Mabel e Dipper, dove un puzzle, ben più difficile dei precedenti, li attendeva, e questa volta, neanche Papyrus, il creatore, sapeva bene come risolverlo.

-Sapete, umani la neve è caduta e ha cambiato il puzzle- tentò di giustificarsi.

Così lui e Dipper si misero seduti a terra a cercare di risolverlo, mentre Mabel camminava in giro esplorando.

-Allora, umano… ah, no, aspetta, Sans mi ha detto che preferisci essere chiamato bambi…- iniziò Papyrus, ma Dipper lo interruppe subito.

-Umano va bene! E comunque il mio nome è Dipper, mentre mia sorella si chiama Mabel- corresse immediatamente.

-Che nome strano- commentò Papyrus.

-Detto da uno di nome Papyrus, come lo stile di scrittura sul computer- disse tra se Dipper.

-Touché, uma… Dipper- il ragazzo fu molto felice di sentirsi chiamare con il proprio nome.

-Comunque, tornando al puzzle, credo che dovremmo passare da questo lato e poi…- 

-No, no, dovremmo entrare da lì…- e i due iniziarono animatamente a discutere.

Nel frattempo Mabel stava facendo un pupazzo di neve vicino ad un albero, un albero che sembrava avere un pulsante vicino.

Vi si avvicinò.

-Comunque, Dipper, sembri davvero un esperto e amante dei Puzzle, ed io, il grande Papyrus, sono ammirato dalla tua conoscenza- disse lo scheletro.

-Beh, si, comunque credo di aver trovato la soluzione- Dipper arrossì, per niente abituato a questi complimenti.

-Proviamo allora!- lo incoraggiò lui, emozionato, mentre Mabel premeva il pulsante, e apriva l’uscita.

-Ops, ho fatto qualcosa di male?- chiese, senza rendersi conto.

Dipper cancellò l’immagine della soluzione che aveva fatto nella neve, sbuffando.

-Wowie! Mabel ha risolto il puzzle!- lui batté le mani, contento.

-E senza neanche il mio aiuto. Wow, anche tu devi essere un’amante dei puzzle come me- osservò, e Dipper si irritò

-Posso essere quello che vuoi Pap- lei gli fece l’occhiolino, e Papyrus arrossì, per poi passare alla zona successiva.

-Ahahahah, oddio Dipper, mi sto proprio divertendo- ridacchiò lei, saltellando verso l’uscita.

-Si, sarebbe bello con un minimo di sfida- lui incrociò le braccia e la precedette, verso un altro puzze.

E stavolta, ritornò la musica di Papyrus.

-Hey, Dabel e Mipper!- li salutò lui.

-A questo punto preferivo umani- commentò il ragazzo, alzando gli occhi al cielo.

-Questo puzzle è fantastico, pieno di sfida, sono certo che lo adorerete. E’ stato realizzato dalla dottoressa Alphys! Vedete queste piastrelle? Una volta che avrò premuto questo pulsante assumeranno vari colori, che hanno differenti funzioni: il rosso è impassabile, non potete passarci sopra; il giallo è elettrico, vi darà la scossa; il verde è d’allarme, farà venire un mostro che dovrete affrontare; l’arancione ha gusto arancia, avrete quell’odore; il blu è d’acqua, potete passarci, ma non quando siete arancioni, perché vi attaccheranno i piranha, oltre al fatto che se è vicino a una piastrella gialla l’acqua vi darà la scossa; il viola sa di limone, e i piranha non vi mangeranno, ma è scivolosa, e passerete direttamente alla piastrella successiva; il rosa invece è tranquillo, ci potete passare tranquillamente. Allora, avete capito?- chiese Papyrus.

Dipper e Mabel erano completamente a bocca aperta, incapaci di rispondere.

-Beh, ci tace acconsente. Comunque il puzzle è completamente casuale, neanche io so il risultato- senza aspettare risposta, Papyrus premette il pulsante, mostrando un corridoio completamente rosa con dei muri rossi.

Ci fu un attimo di completo silenzio, Papyrus se ne andò, rifiutando quell’idea senza parole, e ritornò la musica normale.

I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, e attraversarono senza problemi.

Nella stanza successiva ci fu un puzzle di ghiaccio che costò un bel po’ di tempo a Dipper per risolverlo, mentre Mabel creava un pupazzo di neve di loro due vicino ai due di Papyrus e Sans che erano poco lontano.

Poi dovettero affrontare l’ennesimo cane, e Mabel fece gli straordinari di accarezzamento, lanciando anche un bastone trovato lì vicino.

Dipper era contento di averla con se, anche se dividevano troppo i lavori, e nessuno provava a fare la specialità dell’altro.

Soprattutto visto che Mabel stava facendo amicizia con tutti, mentre lui… si sentiva molto escluso, risolvendo solo enigmi.

Raggiunsero un lungo ponte molto presto, un ponte che dava nel vuoto.

Mabel lo guardò e impallidì.

-Dipper, non posso farlo!- esclamò, terrorizzata.

Dipper cercò di sostenerla.

-Hey, Mabel, siamo in un videogioco, è improbabile che succeda qualcosa di male- cercò di rassicurarla.

Maledisse il giorno in cui lei e il prozio Stan erano saliti sul serbatoio dell’acqua e Rumble li aveva fatti quasi cadere giù.

Da quel giorno in poi Mabel era stata mortalmente terrorizzata dalle altezze.

-Pensa che dall’altra parte ci saranno senz’altro Sans e Papyrus- provò e convincerla, ma lei impallidì ulteriormente.

-ODDIO DIPPER!! E se facessero cadere il ponte?- chiese Mabel, impanicandosi e stringendogli la mano così forte da fargli male.

-Ahi, Mabel non lo farebbero mai. Facciamo una cosa, tu chiudi gli occhi e stammi davanti, ti guido io, un passettino minuscolo alla volta- propose, e lei acconsentì tremando.

Una musica da loro ben conosciuta li fermò a metà ponte, e Dipper trattenne un’imprecazione.

-Umani! Questa è la vostra finale e più pericolosa…- neanche il tempo di finire la frase e Mabel stava già facendo dietro front, sempre ad occhi chiusi.

-Lo sapevo io!- cercò di superare Dipper, ma il ponte era troppo stretto, e iniziò ad oscillare sotto il loro peso.

-AHHH!- Mabel abbracciò Dipper al massimo della sua forza, cercando un appiglio stabile, e sforzandosi di non aprire gli occhi.

-Attenzione al terrore…- Papyrus stava continuando, ma si interruppe vedendo la situazione, e piegò la testa, mentre lame, lance, spade e un cane che chissà perché era lì, comparivano dal nulla pronte a tagliare il ponte.

Dipper sbarrò gli occhi.

-Mabel, qualsiasi cosa tu voglia fare, non aprire gli occhi!- le ordinò, e ovviamente lei li aprì leggermente, per poi richiuderli con maggiore forza.

-DIPPER!!! NON DOVEVI DIRMI DI NON APRIRE GLI OCCHI!!- lo rimproverò.

-Che dovevo fare, scusa, dirti di aprirli?- chiese il fratello confuso.

-Non dovevi dire niente!- lei continuava a stringerlo cercando di superarlo, ed entrambi erano a terra sopra il ponte che oscillava.

-Ehm, Dippabel e Mabipper, cosa succede? Va tutto bene?- chiese Papyrus, confuso.

-Mabel soffre di vertigini- spiegò Dipper, con il poco fiato che gli rimaneva visto che Mabel gli si era seduta addosso con il gomito sulla trachea, che bloccava l’accesso dell’aria ai polmoni.

-Ah- Papyrus era senza parole.

-Beh, Papyrus, immagino che sarà molto semplice sconfiggere gli umani così- affermò Sans, tranquillamente.

-Ma tu da che parte stai, Sansy!- urlò Mabel, furente.

-Si, infatti!- Papyrus diede ragione a Sans.

Dipper non riusciva a credere alle sue orecchie, davvero quei due erano disposti a finirli così, con questa cattiveria. Dipper si ripromise di far loro molto male una volta tornato in vita.

-Infatti è troppo semplice, non c’è classe! I miei puzzle sono giusti, le mie trappole finemente cucinate, non voglio vincere con questa facilità. Anzi, ora attraverserò il ponte e salverò l’umana io ste…- Papyrus fece un passo in avanti, ma Dipper e Mabel non erano molto entusiasti all’idea.

-NOOO!!- esclamarono, allarmati!

-No?- chiese Papyrus, confuso.

-Cioè, siamo molto onorati, ma ce la caviamo da soli, grazie. Prepara il prossimo puzzle, su, avanti- lo incoraggiò Mabel, alzandosi in piedi a fatica e iniziando a procedere un passo alla volta verso la fine, senza osare aprire gli occhi.

-Ah, si… immagino… Comunque questa è stata un’altra decisiva vittoria per me, il grande Papyrus- e se ne andò, orgoglioso.

-L’unica vera vittoria- commentò Mabel, abbracciando la neve una volta raggiunta l’altra parte del fossato.

-Non so cosa farà mio fratello adesso, ma spero vi ricordiate degli attacchi blu- commentò solo Sans, prima di andarsene.

Dipper si affrettò a controllare le condizioni della sorella.

-Tutto bene?- le chiese, tenendole la testa come se dovesse vomitare da un momento all’altro.

-Sto benissimo, tranquillo- Mabel tirò un sospiro di sollievo.

-Diamine, stavo proprio fusa di testa là sopra, pensa che per un momento avrei quasi voluto picchiare Papyrus per lo scherzo che ci stava giocando- ridacchiò, come se l’idea fosse ridicola, e Dipper finse di ridere a sua volta, a disagio.

-Insomma, quale mente crudele potrebbe volergli fare del male? E’ così tenero e infantile- continuò la ragazza, sognante.

-Un po’ come te, sorellina- la prese in giro Dipper, mentre arrivavano nella zona seguente, una graziosa città con una nuova musica più allegra.

I due salvarono.

Mabel iniziò a vedere di tutto e di più, ma Dipper era pensieroso.

Probabilmente era stata solo la rabbia momentanea a parlare, ma aveva avuto istinti davvero poco amichevoli nei confronti di Papyrus e Sans su quel ponte. Non voleva credere di essere in procinto di fare davvero quello che aveva pensato, ma era un po’ incerto. 

Però, se sua sorella era con lui, era convinto che non avrebbe fatto nulla che avrebbe rimpianto, e questo gli dava speranza, e determinazione.

 

Un fiore dietro di loro lo guardava ridendo.

-Quello stupido bambino. Ora vedrà, scivolerà prima o poi sulla via del male, e a quel punto nessuno potrà più aiutarlo, ed io avrò tutto quello che voglio. L’era di Flowey avrà inizio in questo mondo- 

E quella bambina dal cuore grande quanto il suo stomaco non avrebbe potuto fare nulla per evitarlo.

Fece un’altra risata e tornò ad infilarsi nella terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

(A.A.)

Come potete vedere il titolo è una mezza parodia di Dungeon Dungeon and more Dungeon, e sinceramente questa parte del gioco volevo dividerla in due capitoli, ma non sapevo come spezzarla, quindi eccovela qui tutta completa.

Amo alla follia Sans e Papyrus, come si può ben vedere qui, e non sono l’unica, a quanto pare (vedesi Mabel xD)

Comunque, dal prossimo capitolo tutto prenderà una strada completamente diversa, come vedrete, quindi stay tuned ;)

Voglio ringraziare tutti quelli che seguono, hanno aggiunto ai preferiti e leggono questa questa storia.

Vi voglio ringraziare anche per tutte le recensioni e sappiate che risponderò, anche se è un periodo pieno di cose.

Un grandissimo bacione e alla prossima :-*

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Capitolo 5
*** Nyeh heh heh heh... Wait! ***


Nyeh heh heh heh… Wait!

 

 

Mabel e Dipper iniziarono ad esplorare la città innevata, con un grosso albero di natale al centro.

-Direi che hanno sbagliato periodo dell’anno- commentò Dipper, poi sbarrò gli occhi.

-Non siamo già a Natale, vero? Non siamo rimasti così tanto qui sotto!- iniziò a prendergli il panico, ma Mabel gli tirò una pacca rassicurante sulla spalla.

-Ma no! Sono sicura che qui è natale tutto l’anno- disse con sicurezza, per poi avvicinarsi ad un orso che stava pensando ai regali sotto l’albero.

-Senta, signor Orso, qui è natale tutto l’anno?- chiese, con le mani dietro la schiena, curiosa.

-Cos’è il Natale? Noi abbiamo un albero decorato per celebrare un mostro a cui vengono sempre decorate le corna dai giovani locali. Dato che non lo apprezza abbiamo deciso di creare questa festività in suo onore per farlo sentire meno male- rispose lui.

Mabel annuì, interessata.

-Ah… significa che probabilmente lo festeggiano d’estate- raggiunse una conclusione Mabel, guardando il fratello con un gran sorriso, che lui però non sembrava ricambiare.

Continuava a fissare l’albero spaventato, col timore di starci mettendo troppo tempo a tornare in superficie.

-E… e se qui il tempo scorresse lentamente e nel mondo di fuori molto più velocemente?- chiese Dipper tra se, spaventato.

-Non essere così pessimista. E’ molto più probabile che qui siamo come a Narnia e in realtà il tempo scorre molto più velocemente qua e nel nostro mondo più lentamente- Mabel, come al solito, era disposta a vedere solo il bicchiere mezzo pieno.

Dall’altra parte dell’albero, c’era un mostro senza braccia dalla maglia a righe gialle e ocra, che si rivolse a Dipper non appena lo vide.

-Yo! Tu sei un bambino, vero?- Dipper aprì la bocca per rispondere negativamente, ma il mostro continuò.

-L’ho capito perché indossi un maglione a righe. Tu invece, sei una bambina?- Dipper stava per spiegare pazientemente la situazione quando Mabel rispose per lui.

-Sono sua sorella maggiore- disse, lanciando un’occhiata divertita al fratello, che la contraddì.

-Non è vero! Siamo gemelli, abbiamo la stessa età- disse arrabbiato, incrociando le braccia.

-Ah, quindi siete tutti e due bambini- asserì il mostro.

Mabel tentò in tutti i modi di trattenere le risate.

-NO! Siamo adolescenti!- obiettò Dipper, testardo.

-Non potete essere entrambi adolescenti. Tu indossi una maglia a righe, quindi sei per forza un bambino- disse convinto il mostro, Dipper scosse la testa e lasciò perdere, mentre Mabel si gettava a terra senza più trattenersi.

-Io vado a perlustrare la zona- Dipper indicò la città che si estendeva di fronte ai loro occhi.

-Io vado a dormire- disse invece Mabel, indicando la locanda alle loro spalle.

-Cosa, ma sei matta? Abbiamo fretta!- si lamentò lui, ma Mabel era convinta.

-Sono stanca, ho affrontato tanti simpatici mostri e voglio dormirci su. Ci vediamo tra un po’- e salutandolo entrò nella locanda.

Dipper sospirò, e si avviò oltre l’albero di Natale, stringendosi il maglione addosso, e cercando di non attirare troppo l’attenzione.

Il primo edificio che incontrò era un pub che non sembrava molto raccomandabile, così decise di passare oltre, e vide una strada che portava in una nuova area.

Vi si avviò e vide una solitaria casetta e un lupo che prendeva pezzi di ghiaccio e li gettava in acqua.

Non era uno scenario molto interessante, così decise di lasciar perdere e tornare in città.

Perse la testa non appena raggiunse la biblioteca.

Gli interessava da matti conoscere la storia di quel mondo, quindi entrò senza esitazioni.

Nel frattempo Mabel, dopo aver dormito due minuti ed essersi rimessa in forze completamente, stava facendo un giro per la locanda, e si fermò al negozio accanto, gestito dalla sorella della locandiera.

Dopo aver comprato due torte con i soldi che aveva guadagnato dalle battaglie, iniziò a chiacchierare un po’ con la commessa, dato che era molto estroversa.

-Allora, qual è la storia di Snowdin?- chiese, riferendosi alla città.

-Beh, molto tempo fa i mostri vivevano nelle Rovine, poi abbiamo deciso di raggiungere il fondo delle caverne. Durante il viaggio, alcuni hanno deciso che amavano il freddo e si sono fermati a Snowdin. Ah, e non pensare di poter esplorare le Rovine, sono chiuse da secoli. Quindi, a meno che tu non sia un fantasma, è zona preclusa e inaccessibile, non so bene perché- Mabel si sentì malinconica ripensando a Toriel, lasciata lì nelle rovine. 

Prese il cellulare e fece il numero, ma non rispose nessuno.

Sospirò, e continuò la conversazione.

-Quindi, come procede la vita?- chiese ancora, cercando di scacciare via i brutti pensieri.

-Beh, com al solito, un po’ claustrofobica, ma in fondo al cuore sappiamo tutti che la libertà arriverà presto, e con questa speranza possiamo tutti vivere senza timori giorno dopo giorno- la negoziante sorrise, e Mabel si fece ancora più pensierosa.

-Ma perché siete rinchiusi qui?- chiese, confusa.

 

Nel frattempo Dipper stava in biblioteca, sfogliando vari libri alla ricerca di interessanti informazioni.

Inizialmente trovò un libro sui funerali dei mostri, che diceva che dopo la morte i mostri si trasformavano in polvere, e questa polvere veniva sparsa sull’oggetto preferito del mostro, cosicché la sua essenza vivesse in esso.

Dipper si ritrovò a pensare, senza apparente ragione, che se avesse dovuto uccidere un mostro per sbaglio sarebbe stato semplice nasconderlo a Mabel, se essi si trasformavano in polvere.

Si meravigliò negativamente del suo stesso pensiero.

Inoltre scoprì che i mostri erano fatti per la maggior parte di magia, e che erano fisicamente molto più deboli degli umani.

Dipper pensò ai mostri che aveva incontrato a Gravity Falls, e di come sembrasse che tutto combaciasse, in qualche modo. E se le creature di Gravity Falls fossero mostri scappati dal sottosuolo?

Si disse però che era impossibile, dopotutto era solo un videogioco.

Un altro libro era molto più interessante.

“Storia dei mostri, volume 4. Non più spaventati dagli umani, scappammo dalla nostra casa, Casa, e ci rifugiammo in quella che ora è la nostra capitale, chiamata Nuova Casa. Il nostro re fa schifo con i nomi”

Dipper rovistò alla ricerca degli altri volumi, ma non trovò nulla, così prese un altro libro da un altro scaffale, e iniziò a leggerlo.

“Dato che sono fatti di magia, i corpi dei mostri sono legati alla loro anima, se un mostro non vuole combattere, la sua difesa…”

Ma la lettura venne interrotta da Mabel, che entrò trafelata in libreria.

-Dipper!- esclamò, correndo verso di lui, e venendo richiamata da dei sonori -Shhhh!- dei quattro mostri lì presenti.

-Oh, scusate! Dipper, ho scoperto la triste storia dei mostri- disse, con aria grave. -E voglio trovare un modo per distruggere la barriera e liberarli- continuò, determinata.

-La barriera?- chiese Dipper, confuso.

-Si, praticamente secoli fa i mostri e gli umani vivevano in armonia, poi ci fu una guerra, e i mostri vennero esiliati nel sottosuolo, bloccati da una barriera che non possono attraversare. Capisci, Dipper, per colpa di noi umani. Dobbiamo fare qualcosa!- e iniziò a scuoterlo, guadagnandosi l’occhiataccia dei quattro mostri.

-Scusate!- ripeté, poi guardò Dipper, che le fece cenno di uscire, mentre segnava qualcosa sul suo taccuino circa le scoperte sui mostri che aveva fatto. Voleva tanto chiedere a Ford cosa ne pensasse.

-Allora?- chiese Mabel, incoraggiante.

-Allora dovremmo uscire! Magari potremmo provarci una volta fuori da qui, chiedendo a Ford, a Stan e agli altri, ma per ora andiamo ad affrontare Papyrus e basta, ok?- propose Dipper, quasi supplicante.

Mabel voleva obiettare, ma annuì.

-D’accordo, dopotutto saranno tutti preoccupati, hai ragione. Andiamo ad affrontare quell’adorabile mucchietto d’ossa- lo prese per un braccio e iniziò a trascinarlo per tutta la città, fino ad arrivare alla zona seguente, con una nebbia che rendeva impossibile vedere ad un palmo di naso.

La musica non c’era, e questo non faceva prevedere niente di buono.

I due ragazzi erano l’uno accanto all’altra, cercando di darsi coraggio a vicenda mentre avanzavano, e ad un certo punto, si videro costretti a fermarsi, e una voce parlò loro.

-Umani… un momento, siete tutti e due? No, mi dispiace, io faccio solo combattimenti giusti uno contro uno. Uno di voi deve affrontarmi per primo- Papyrus interruppe il suo monologo pre-battaglia per illustrare le sue personali regole.

Dipper fece un passo avanti, ma Mabel fece prima, e alzò la mano, anche se nessuno poteva vederla per via della nebbia.

-Oh, Papyrus, farò io, farò io!!- si propose, contenta.

-Mabel, non credo sia il caso di…- iniziò a dire Dipper, ma Mabel lo rassicurò.

-Tranquillo, sono bravissima nei combattimenti, poi ti aggiorno- gli tirò un’amichevole gomitata, ma lui era incerto.

-E se dovessi morire?- chiese.

-Morire? Io devo catturarvi, mica uccidervi… non volete che vi uccida, vero? Io non posso uccidervi!- a Papyrus iniziò a salire il panico, ma Mabel tranquillizzò anche lui.

-No, non devi ucciderci- ridacchiò, poi si rivolse a Dipper.

-Ci metterò poco- ed entrò in battaglia.

-Allora, umana, fammi parlare di alcuni sentimenti complessi- iniziò il monologo lo scheletro.

-Sono tutta orecchi- Mabel si mise ad ascoltarlo, con un grande sorriso.

-Per esempio la gioia di aver incontrato un altro amante della pasta- continuò Papyrus.

-Eh, la pasta è buona, che ci si può fare- gli fece l’occhiolino lei.

-Il desiderio di avere un’altra persona forte che pensa che tu sia forte- Papyrus continuava come se non la sentisse, troppo occupato a pensare a quello che doveva dire.

-Tu sei molto forte Pap- lo rassicurò lei.

-Queste deve essere quello che provi tu in questo momento-

-Devo dire che me lo aspettavo questo rovesciamento delle parti- commentò Mabel trattenendo una risatina. Quello scheletro era proprio adorabile.

-Non posso immaginare come deve essere sentirsi in questo modo. Perché d’altronde, io sono molto forte- Papyrus aveva proprio un’autostima inattaccabile.

-Su questo non posso ribattere- Mabel alzò le mani.

-Immagino che tu non abbia molti amici- 

-Su questo invece si, dovresti fare questo discorso a mio fratello- gli suggerì lei, pensando a Dipper e a quanto si sarebbe seccato.

-Ma non sarai sola ancora a lungo, perché io sarò tuo amico!-

-Ah, è stato facile- osservò la ragazza con un enorme sorriso.

-…- Papyrus però si voltò, pensieroso.

-Lo sapevo, ci sta ripensando- commentò Mabel, delusa.

-No, non posso essere tuo amico. Devo catturarti, perciò preparati. Io sarò il nuovo membro della GUARDIA REALE!!-

E la battaglia iniziò davvero, così come la solita musica di Papyrus.

Mabel era pronta e felicissima, come se quello fosse lo scopo di tutta la sua vita.

Subito di precipitò su “Agisci”, e premette senza esitazioni il tasto “flirta”.

-Papyrus, lo sai che sei davvero un adorabile e fighissimo mucchietto d’ossa?- gli fece l’occhiolino

-C_cosa? Stai firtando con me? Quindi stai rivelando i tuoi ultimi sentimenti! Mi dispiace deluderti, ma sono uno scheletro con standard davvero molto alti- dato che non sembrò attaccarla, lei continuò.

-Ma io so fare gli spaghetti- disse convinta -E non solo!- aggiunse poi, pensando a tutte le sue ricette meravigliose, come la frittata che aveva fatto a Stan della forma della sua faccia.

-Oh No!! Stai raggiungendo tutti i miei standard! Immagino che dovremo andare ad un appuntamento… ma… dopo, ok? Dopo che ti avrò catturato- disse lui, Mabel sorrise raggiante.

-Ok, con grandissimo…- la sua felicità venne interrotta da un semplice da schivare attacco, che non le diede nessuna difficoltà.

-Come stavo dicendo, con grandissimo piacere- e premette su Risparmia, pronta a un bel combattimento e con una meravigliosa prospettiva che la riempiva di determinazione.

 

Alla fine dello scontro, che Dipper aveva tentato di guardare senza capirci nulla, Mabel era raggiante e fresca come una rosa, mentre Papyrus stanchissimo.

-E’ il tuo turno Dip Dip. Ti avverto, l’attacco blu ti spinge in basso ed è difficile saltare, ti consiglio di curarti prima del normale attacco finale e… alle ultime ossa salta al massimo della tua forza- gli disse all’orecchio la sorella, saltellando poi via.

-Un momento, dove vai?- chiese il fratello bloccandola da un lembo della felpa.

-Scusa, ho un appuntamento con Papyrus dopo che l’avrai affrontato e devo cercare della lana per fare un maglione per l’occasione. Sii buono e stai determinato- gli fece l’occhiolino lei, gli diede una pacca sulla spalla e tornò in città, dove incontrò Sans.

-Allora, hai affrontato mio fratello?- chiese lo scheletro con una piccola traccia di preoccupazione.

-Si, è stato un combattimento all’ultimo OSSO ma ora siamo amici per la PELLE- rise Mabel, e Sans sembrava più tranquillo.

-Sei proprio aMABELe- scherzò lui, ed entrambi risero di gusto.

-Ma parlando d’altro, sai dove posso trovare della lana? Ho un appuntamento con tuo fratello e voglio creare il maglione giusto- gli chiese lei, sorridendo.

-Certo, puoi chiedere al negozio, ma il bambino dov’è?- chiese poi Sans, notando solo in quel momento l’assenza dell’altro umano.

-Sta affrontando Papyrus in questo momento. Ma tranquillo, Dipper è una persona incredibilmente buona. Non farebbe male ad una mosca e, sinceramente, anche se ci provasse non ci riuscirebbe- lo rassicurò lei. 

Se c’era un punto fermo in quella situazione orribile, quello era suo fratello.

E ci credeva davvero, purtroppo.

Dipper nel frattempo non sapeva che premere, ma di certo non avrebbe fatto “flirta”, così optò subito per “risparmia”.

-Papyrus, avrai un appuntamento con mia sorella, non potresti risparmiarmi?- chiese, speranzoso.

Non era molto bravo a schivare, e di certo non era energico come Mabel.

-No, ti catturerò, non posso andare da Undyne a mani vuote- obiettò Papyrus, un po’ dispiaciuto, prima di trasformare tutto il suo corpo in blu e arpionarlo al pavimento.

-Cosa diamine..?- Dipper si guardò le mani -Perché sono diventato un puffo?!- provò a chiedere, ma una serie di ossa che venivano nella sua direzione gli diedero una risposta più che sufficiente.

Lo colpirono in pieno, e perse un sacco di vita.

-Papyrus, ti prego, parliamone- provò a premere nuovamente il tasto “risparmia”, ma Papyrus sembrava irremovibile.

-Scusami, umano, ma è il sogno di tutta la mia vita- gli disse prima di un altro attacco.

Si susseguirono uno dopo l’altro, e Dipper non era abbastanza veloce da schivarli tutti.

Di tutti i mostri che avevano affrontato lui e sua sorella era davvero il più complicato, oppure semplicemente sentiva la mancanza di Mabel accanto a lui.

Venne catturato, rimasto con un solo Hp, e svenne.

Papyrus lo prese e lo portò nel suo garage.

Mabel era davanti alla casa dei due scheletri, e stava sferruzzando un maglione.

Scattò subito sull’attenti appena vide il fratello in braccio a Papyrus, e nascose immediatamente il maglione dietro la schiena.

-Papyrus, che succede? Dipper sta bene?- chiese, confusa e preoccupata.

-L’ho catturato, ora lo porto nella prigione e aspetto l’arrivo di Undyne- Papyrus entrò in garage, seguito da Mabel.

-Mi sembra ridotto male- commentò Mabel preoccupata, prendendogli la testa tra le mani e controllando le ferite.

-Davvero?- chiese Papyrus, osservandolo allarmato.

-Oh, cielo, non volevo fargli male. Un momento- lo scheletro schioccò le dita, e gli Hp di Dipper tornarono al massimo.

Mabel sorrise.

-Grazie Pap- lo abbracciò di slancio, e lui arrossì, e uscì.

-Ehm, meglio che vada ad avvertire Undyne- disse velocemente.

Dipper si svegliò, sbadigliando.

Stava molto meglio.

-Cosa è successo?- chiese alla sorella.

-Non ci credo che ti sei fatto battere da quel mucchietto d’ossa!- lo prese in giro lei, ridacchiando.

-Ehi, è stato difficile!- si lamentò il ragazzo incrociando le braccia.

-Sorella Alpha, sorella Alpha!!- si atteggiò lei, dandosi delle arie.

Dipper, offeso, uscì dalla gabbia che, come la trappola sul ponte che avevano visto subito fuori dalle rovine, aveva le sbarre troppo larghe per intrappolarli.

-Io vado a riaffrontarlo, e vincerò! Poi vedremo chi è il fratello Alpha!- fece per uscire, ma Mabel lo afferrò per il maglione.

-Tieni, prendi il mio Nice cream. Ne avrai bisogno- gli disse, ridendo ancora di lui.

-Tsk, vedrai!- minacciò il ragazzo, determinato a farcela.

Inutile dire che venne catturato altre due volte.

Al quarto tentativo Papyrus aveva perso tutta la voglia.

-Senti, ragazzino, non mi va di combatterti, è chiaro che torneremo al punto di partenza, perciò ho deciso che ti lascio passare senza combattere- disse, in tono accomodante.

Dipper era parecchio sollevato, poi però pensò alle prese in giro di Mabel, e si arrabbiò parecchio.

-No, ora mi combatti, e io vincerò!- esclamò.

Papyrus sospirò, e i due entrarono in una battaglia.

Dipper premette su “risparmia”.

-Se proprio vuoi farti catturare- e Papyrus lo trasformò blu.

-Vedrai! Non mi catturerai più!- Dipper saltò senza problemi il primo ostacolo, e si preparò ad affrontare di nuovo quel tipo, deciso a non essere peggiore di sua sorella!

Dipper affrontò ogni attacco cercando in tutti i modi di non farsi beccare, ma si fece male, ancora, e ancora.

Iniziò a salirgli un forte odio verso quello scheletro. Possibile che lui potesse fargli tutto il male che voleva e passarla liscia e uscire persino con sua sorella mentre se Dipper avesse provato a combatterlo anche al minimo delle sue capacità, Mabel non gli avrebbe mai più parlato?! 

Però continuò a premere “risparmia”, perché lo considerava giusto, anche se un istinto bruciante iniziava a risalirgli la bocca dello stomaco.

Arrivò al suo attacco speciale con 2 hp e nessun oggetto rimanente.

Aveva un occhio nero e dolori in tutto il corpo, ed era buttato sulla neve cercando di non morire né di farsi catturare. Sua sorella lo aveva già preso in giro abbastanza.

Alla fine dell’attacco, Papyrus sembrava stanco quanto lui, e Dipper pensò che non ne aveva il diritto.

-Uff, uff, E’ chiaro che, paint, non puoi sconfiggermi… uff- disse, Dipper grugnì in disappunto, ma lo scheletro non lo sentì.

-Si, ti vedo tremare nelle tue scarpe-

-Si, per il freddo- borbottò Dipper tra se.

-Comunque io, il grande Papyrus, ho deciso di risparmiarti. E’ la tua chance di accettare la mia “Pietà”- lo scheletro allargò le braccia.

Dipper rimase congelato per qualche secondo.

Quindi i mostri lo potevano fare? E allora perché diavolo non l’aveva fatto prima?! 

Sentì una cattiva voce all’angolo del suo cervello, una voce che captava la sottile ironia di quel momento, il momento in cui dopo aver risparmiato lo scheletro per tutto quel tempo, nel momento in cui lui risparmiava l’umano, Dipper avrebbe combattuto.

C’era un che di filosofico nella cosa.

Come spinto da una forza assurda, Dipper premette il tasto “Lotta”, prese il guanto e gli tirò un pugno di vendetta.

Quello che avvenne però lo lasciò senza parole.

Tutti gli hp dello scheletro crollarono, e la testa gli cadde dal collo, mentre il corpo si disgregava in polvere.

-Aspetta, io non volevo… avevi un sacco di vita- Dipper si prese tremante la testa tra le mani.

Cosa aveva fatto? Perché lo aveva fatto? Non lo sapeva neanche lui, si sentiva scombussolato e confuso.

-Devo dire che non me lo aspettavo. Almeno mi rimane ancora la testa- commentò lo scheletro, ma neanche il tempo di finire la frase che già quella si era disintegrata a sua volta, lasciando solo una sciarpa rossa in mezzo alla neve, e un mucchietto di polvere che veniva già disperso via dal vento.

Dipper era sconcertato, non voleva farlo, se avesse saputo che gli avrebbe tolto così tanta vita non l’avrebbe mai fatto!

-P_Papyrus? Non posso averlo fatto, non posso averlo fatto- prese la sciarpa tra le mani tremanti, ma un suono di passi alle sue spalle gliela fece cadere, e decise di nasconderla sotto un cumolo di neve.

-Dippy, Paps, come va il vostro combattimento?- chiese Mabel, zompettando verso il fratello e superando la nebbia.

Dipper aprì la bocca per parlare, ma non gli uscì alcun suono.

-Dippinsauce, stai bene? Sei palliduccio- commentò, piegando la testa e osservando il fratello, che ancora tremava.

-Mabel, io… io…- Dipper non riusciva a parlare, come poteva dirle di aver ucciso Papyrus, non ci riusciva proprio.

-Papyrus ti ha ridotto di nuovo male?- ridacchiò lei, prendendolo in giro.

-No, no, Papyrus…- Dipper lanciò un’occhiata alla sciarpa rossa sommersa dalla neve, da cui spuntava solo un minuscolo lembo.

-A proposito, dov’è? Credevo fosse qui, guarda che bellissimo maglione ho fatto per il nostro appuntamento- si sollevò un attimo il classico maglione con la stella cadente per mostrarne uno con tantissime ossa, brillantini e un cane in mezzo.

Dipper era senza parole, e si sentiva sempre peggio.

-Allora? Non è super bello? Papyrus lo adorerà, dovrei andare a cercarlo!- disse la ragazza con energia, rimettendosi il maglione con la stella cadente e facendo dietro front per cercare lo scheletro, ma Dipper la bloccò, tremante e deciso a dirle tutta la verità.

-Mabel, io ho… ho…- guardando la faccia sorridente e speranzosa della sorella, non ce la fece ad ammettere le sue colpe.

Così distolse lo sguardo, e lo puntò sulle sue scarpe.

-…ho paura che l’appuntamento dovrà aspettare. Papyrus mi ha detto che non mi avrebbe più combattuto e che mi dava il suo permesso per lasciare Snowdin e andare avanti- mentì lui, indicando dietro di se.

-Benissimo, è molto da Papyrus, però prima di andare vorrei salutare lui e Sans- Mabel fece nuovamente per tornare in città, ma Dipper la fermò ancora, teso.

-Si, lo capisco, ma dobbiamo proprio andare, Stan e Ford saranno preoccupati come non mai, e ci aspetta un lungo viaggio, e poi non è detto che non li incontreremo anche dopo, giusto, insomma…- Dipper iniziò a sudare benché ci fossero parecchi gradi sotto zero, e Mabel gli si avvicinò, preoccupata.

-Dipper, sicuro di stare bene? Forse dovremmo andare da Papyrus e Sans e chiedere…- provò a proporre, e Dipper esplose.

-Non voglio andare da Papyrus e Sans, voglio tornare a casa, quindi, per favore, seguimi!- urlò, prima di uscire fuori dalla nebbia, seguito titubante dalla sorella che stentava quasi a riconoscerlo e con un peso nel petto che non pensava di riuscire mai a togliersi.

Ma dopotutto era solo un videogioco, un dannatissimo videogioco, perché mai doveva preoccuparsi.

…Ma era davvero solo questo?

 

Sans fu sorpreso di non veder tornare i due umani, e soprattutto suo fratello.

Sapeva per certo che Papyrus non voleva più battersi, e solo uno stupido avrebbe deciso di farlo comunque, soprattutto se, come Dipper aveva già fatto intendere, non voleva ucciderlo.

Però, non vedendo nessuno, iniziò a preoccuparsi.

Decise di dare un’occhiata a qualsiasi cosa stesse trattenendo i tre, e si inoltrò nella nebbia poco lontano da casa sua.

Nella totale assenza di voci e di passi il battito del suo cuore, che iniziava ad aumentare, era tutto ciò che si sentiva oltre al vento, ma cercò di non spaventarsi, dopotutto quei ragazzi si erano già dimostrati ampiamente degli ottimi umani, soprattutto Mabel, che lo aveva già conquistato con le sue battute e il suo carattere allegro e spensierato.

E non c’era nessuna ragione di credere che Dipper fosse un cattivo ragazzo, aveva persino tentato di risolvere lo stupido cercaparole che Sans gli aveva proposto.

La folle idea che al fratello fosse successo qualcosa era proprio assurda, ma allora perché stava davvero iniziando a crederci.

-Papyrus!- chiamò, in tono casuale e quasi allegro.

Ma non ci fu alcuna risposta.

-…Papyrus, dove sei? Non dovevi preparare gli spaghetti per l’arrivo di Undyne?- lo chiamò di nuovo, inoltrandosi sempre di più nella nebbia.

Arrivato nel luogo dello scontro si meravigliò nel non vedere traccia di nulla.

Si guardò intorno, e dopo qualche passo calpestò qualcosa di morbido nascosto nella neve.

Il suo cuore perse un battito.

-No…- sussurrò a se stesso. Probabilmente era uno dei tanti maglioni di Mabel che la ragazza si era tolta perché iniziava a sentire caldo. Che birbante.

Sans lentamente si piegò per rovistare nel cumulo di bianca neve.

-No…- forse era il cappello di Dipper, doveva essergli caduto. Che imbranato.

Ma tirò fuori la preziosa sciarpa rossa di Papyrus.

-No!- disse in un sussurro, cercando di non credere all’evidenza.

-Quel bambino…- sussurrò a denti stretti, senza riuscire a crederci, con un odio che raramente dimostrava.

Strinse la sciarpa al petto, cercando di non cedere al dolore, né alla rabbia.

Poi sollevò lo sguardo, mostrando l’occhio sinistro azzurro e fiammante.

-Passerà davvero un brutto momento!- disse tra se, prima di teletrasportarsi a Waterfall.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Che dire, odiatemi pure *si becca ortaggi nell’occhio*

Lo so, Dipper può sembrare OOC, MA non è proprio così, dopotutto contro Rumble ha tentato di combattere, e anche contro Bill, se ci pensiamo bene.

Certo, non ha fatto nulla al Multiorso, MA questa sua cattiveria è completamente voluta e giustificata, leggete per credere.

Comunque da qui le cose si divideranno in due, in un certo modo.

Ma senza fare spoiler voglio solo dirvi che il gioco prenderà una piega molto diversa.

Spero che questo capitolo sia uscito bene, è stato difficile da scrivere perché amo alla follia Papyrus e non volevo farlo fuori così in fretta :(

Quindi ci leggiamo domenica prossima, voglio ringraziare tutti quelli che seguono, recensiscono e leggono.

Mi piacerebbe sapere una vostra opinione sulle pieghe che questa storia sta prendendo, ma non vi obbligo, tranquilli ;)

Un grande bacione e alla prossima :-*

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Capitolo 6
*** Dirty Brother Killer! ***


Dirty Brother Killer!

 

 

Salvarono, e Dipper ebbe parecchia esitazione a farlo, ma non conosceva un modo per tornare indietro e cancellare i suoi errori, dato credeva che l’unico modo fosse morire, perciò rese permanente il tutto, e si sentì, se possibile, ancora peggio.

Waterfall era molto più umida di Snowdin, ma almeno era più calda, e Dipper non congelava più per il freddo.

Decise comunque di non togliere il maglione, dato che non voleva che la sorella lo rimettesse sotto i due maglioni che già aveva, o sarebbe morta di caldo.

Mabel, in tutto questo, era parecchio preoccupata dall’atteggiamento del fratello, che stava procedendo spedito come ad allontanarsi il più possibile dalla città per paura di qualcosa.

-Dipper, cosa succede?- chiese, fermandolo un attimo per chiedere chiarimenti.

-Nulla, non succede nulla, siamo solo di fretta, va bene? Voglio tornare a casa, non voglio rimanere qui ancora a lungo- si lamentò lui, procedendo a testa bassa.

-Si, ma l’appuntamento con Papyrus…- provò ad obiettare Mabel, che aveva tutta l’intenzione di sfruttare il maglione sferruzzato con tanto impegno.

-Perché ti interessa tanto, è solo un videogioco, e se ci mettiamo tanto tempo e ci affezioniamo a questi personaggi bidimensionali sarà ancora più difficile tornare a casa- il realismo di Dipper fu quasi doloroso per Mabel, che abbassò la testa a lo seguì, senza più dire una parola.

Pochi metri dopo andò a sbattere contro il fratello, che si era fermato di scatto.

-Cosa…?- iniziò a chiedere, ma una veloce occhiata allo scenario che si parava davanti a loro e capì tutto.

Infatti in un’area abbastanza spaziosa vide un fiore azzurro che sembrava di cristallo e un mostro accanto ad esso, il bambino senza braccia che prima avevano visto a Snowdin e, dietro un bancone, che li guardava come se li stesse aspettando, Sans.

-Ciao bambini- li salutò con un occhiolino. Aveva la stessa espressione rilassata di sempre.

Mabel superò il fratello e si precipitò verso di lui con tale velocità che Dipper non fece in tempo a bloccarla, spaventato per la sua salute.

Ma Sans sembrava innocuo.

Dipper iniziò a pensare che forse non sapeva nulla di quello che era successo a Snowdin, ma comunque non voleva stargli attorno, perché sapeva che non poteva tenere il suo misfatto nascosto per sempre, e voleva allontanarsi il più possibile per evitare che la sorella lo scoprisse.

-Sans! Che bello vederti. Volevo venire a salutare te e Papyrus ma…- Mabel non sapeva bene come continuare, e diede un’occhiata al fratello, che si morse il labbro titubante.

-Immagino che voi due siate molto di fretta, ma vi andrebbe salutarci con un hamburger o delle patatine da Grillby’s? E’ giunto il momento della mia pausa pranzo- Sans uscì da dietro il bancone, e Mabel subito avanzò per seguirlo.

-Sarebbe fantastico, adoro le patatine fritte!- acconsentì, con un grande sorriso.

-Mabel dobbiamo andare!- esclamò Dipper, tirandola per il maglione come ad allontanarla da Sans.

Lo scheletro aveva uno sguardo indecifrabile, ma sorrise tranquillo.

-Oh, se non volete non fa nulla. Avevo due parole da scambiare con voi due riguardo a Waterfall e dei consigli da darvi. E’ un luogo parecchio insidioso- cercò di convincerli, guardando Dipper, che era sempre meno propenso a restare nei paraggi dello scheletro.

-Fantastico, patatine per me e nerdaggine per te!- esclamò Mabel, che al contrario, non capendo la gravità della situazione, era sempre più convinta.

-Mi dispiace, dobbiamo proprio andare, sarà per un’altra volta- prese la sorella per mano e fece per superare lo scheletro, ma lei si liberò dalla sua stretta, ed incrociò le braccia.

-Dipper, non so da dove ti venga tutta questa proziaggine, ma sembri Stan. Se non vuoi venire va bene, ma io vado, non ci metterò molto e poi ti raggiungerò- affermò convinta, avvicinandosi a Sans, che allargò il sorriso. -Ci sarà anche Papyrus?- chiese poi rivolto allo scheletro, che scosse la testa.

-A dire la verità non saprei- poi lanciò un’occhiata a Dipper -Non vedo Papyrus da quando ha affrontato tuo fratello- 

Da quello sguardo Dipper ebbe la certezza che lui sapeva, e si chiese il perché di quell’invito e di quella gentilezza.

Era infatti strano che non li avesse ancora combattuti, forse voleva aspettare che fossero al bar per farlo con altri mostri? Forse voleva far abbassare loro la guardia? 

L’unica cosa che Dipper sapeva per certo era che non poteva lasciare che Mabel andasse con lui.

-Mabel, non dovremmo davvero perdere tempo, magari se Sans potesse portarci avanti invece che dietro sarebbe già meglio, ma non possiamo distrarci, dobbiamo tornare a casa e…- provò a convincerla, ma la sorella era irremovibile.

-Tu vai avanti e spiana la strada, io ti raggiungo tra poco- lo spronò, prendendo la mano di Sans, che guardò Dipper e gli fece un occhiolino.

-Tranquillo, ragazzo, non succederà nulla di male, e poi tua sorella ha la testa sulle spalle- Dipper poté giurare di aver visto l’occhio sinistro scintillare per un attimo di luce blu, ma quella frase lo aveva scombussolato nel profondo.

“Testa sulle spalle” Si stava senz’altro riferendo alla morte di Papyrus, e questo significava che non voleva prendersela con Dipper, ma con Mabel, voleva attuare una vendetta ai suoi danni solo per far stare male Dipper.

-Aspettate, vengo anche io!- disse, prendendo la mano della sorella e stringendola forte.

No, non l’avrebbe permesso, li avrebbe accompagnati così da impedire a Sans di fare qualsiasi cosa di male.

-Anche meglio, conosco una scorciatoia, cercate di non vomitare- e con uno schiocco di dita si teletrasportarono da Grillby’s.

Dipper si sentì scombussolato, Mabel molto tranquilla.

-Che figata, non sapevo che ti teletrasportassi. Non è che potresti farlo fino alla capitale o… non è che potresti trasportarti direttamente fuori dal sottosuolo?- chiese la ragazza, sedendosi vicino a Sans e beccando un cuscino pernacchione gigante.

-Ops, attenta a dove ti siedi, qualche spiritosone a volte esagera con gli scherzi- disse divertito, evitando accuratamente di rispondere alla domanda della castana. Mabel ridacchiò, dimenticandola a sua volta.

-Fammi indovinare, lo spiritosone ha il nome che comincia in S e finisce in ans?- lo guardò eloquente, e lui alzò le mani.

-Beccato- ammise ridendo, poi passò il menù alla ragazza.

-Allora, patatine o hamburger?- chiese.

Dipper, ancora scombussolato, si sedette vicino alla sorella, e per fortuna nel suo sedile non c’era nulla di male.

Non sapeva se esserne felice o no.

Non staccò un attimo gli occhi da Sans, che stranamente non stava affatto badando a lui.

Forse Dipper si era immaginato tutto.

Forse Sans non sapeva ancora nulla.

Ma allora comunque perché non lo degnava di uno sguardo.

-Patatine, assolutamente!- esclamò la ragazza, che non riusciva a sentire nulla che non andava in quella situazione. Forse solo l’assenza quasi ingiustificata di Papyrus.

Ma era certa che stesse dando la caccia a qualcosa o che stesse cercando di risolvere l’oroscopo, quindi non si preoccupò.

-Grillby, patatine per due- ordinò Sans, ignorando Dipper.

Il ragazzo fece per protestare, ma si fermò.

Mabel si girò verso di lui per chiedergli cosa volesse, ma lui scosse la testa.

Non sentiva di meritarsi nulla, e non era neanche molto convinto del cibo, poteva sempre essere avvelenato, almeno per lui.

I piatti arrivarono in fretta.

-Vuoi un po’ di ketchup, Mabel?- lo scheletro offrì alla ragazza un barattolo zeppo di liquido rosso e denso, e Dipper lo guardò, preoccupato che potesse trattarsi di una specie di trappola.

Mabel lo prese con allegria.

-Ma certo, grazie Sansy- prima che Dipper potesse usare una scusa qualsiasi per evitare che si avvelenasse, il tappo cedette e il ketchup schizzò da tutte le parti, colpendo in particolare Mabel e le sue patatine.

-Ups, li fabbricano proprio male. Tieni, prendi le mie se vuoi- Sans spinse il proprio piatto verso la ragazza, che accettò con un gran sorriso.

“A che gioco stai giocando?” pensò Dipper confuso, senza capire la strategia vendicativa dello scheletro.

-Sei proprio gentile. C’è un bagno da queste parti? Vorrei proprio ripulirmi un attimo prima di continuare- Mabel si alzò, e si diresse verso una porta coperta che era però bloccata da Lesser dog.

-Ciao cagnolino- lo salutò lei, lui abbaiò riconoscendola.

-Quella è la cucina a dire il vero, e non credo che Grillby abbia dell’acqua al suo interno, essendo fatto di fuoco eccetera- ridacchiò Sans.

-Giusto. Vabbè, uscirò e mi pulirò con la neve. Tanto è acqua alla fine. Ma prima, accarezzamento time, eh, Lesser Dog?- Mabel diede le spalle allo scheletro ed iniziò ad accarezzare il cagnolino, che abbaiava contento.

Altri cani della guardia reale si avvicinarono alla ragazza per ottenere accarezzamento extra.

Sans approfittò della distrazione della ragazza per piegarsi verso Dipper, che la osservava preoccupato, ed inizialmente non si accorse della minaccia.

-Sicuro di non volere delle patatine, sporco assassino di fratelli?- chiese lo scheletro con voce bassa e occhi completamente neri, facendo sobbalzare il ragazzo, che lo guardò ad occhi sgranati, mettendosi subito sulla difensiva.

Sans sorrise, ma era parecchio inquietante.

-E’… è stato un incidente…- iniziò a balbettare, impallidendo.

-Su, ragazzino, non metterti sulla difensiva, non ho la minima intenzione di ucciderti e far resettare il mondo, non cambierebbe nulla- disse lo scheletro a bassa voce, ma Dipper non si rilassò affatto, e lo guardò spaventato.

-Come sai…?- iniziò a chiedere, ma Sans non lo lasciò finire.

-Però lei non avrebbe la minima idea di cosa l’abbia colpita- osservò infatti, schioccando le dita e facendo comparire un enorme figura scheletrica che sembrava sul punto di lanciare un qualche raggio di fuoco.

Tutti i cani del bar erano distratti, Mabel di spalle, nessuno sarebbe stato testimone di quell’insensato assassinio.

Dipper provò ad avvertire la sorella, ma con un altro movimento della mano Sans lo sbattè a terra, con lo stesso attacco blu usato precedentemente da Papyrus.

Durò un paio di secondi al massimo, ma Dipper provò talmente tante emozioni da togliergli il fiato.

Gli sembrò di vedere la scena, sua sorella che si girava confusa, un lampo di luce blu, Sans che rideva felice della riuscita della sua vendetta, e sentiva la rabbia montargli dentro come non era mai successo prima.

Per la prima volta nella sua intera vita avrebbe voluto davvero uccidere Sans, e non per errore o come un pensiero che se ne sarebbe andato subito, ma con un bruciante desiderio e una fame insaziabile.

Una rabbia e un dolore così grandi che lo avrebbero senz’altro sopraffatto.

Rivide il weirdmageddon, il Bill gigante che teneva lui e sua sorella, che stava per… stava per...

Ma due secondi dopo, tutto quello che si era figurato non accadde, nonostante Dipper continuasse a sentire quella sensazione di odio, amarezza e dolore.

Quando Mabel si girò vide solo suo fratello che si rialzava da terra tremante e Sans che mangiava le patatine piene di ketchup, rilassato come sempre.

-Io vado fuori. Dipper, dovresti mangiare qualcosa. Grillby, dagli un hamburger- disse al proprietario, che annuì e scomparve in cucina. Poi la ragazza uscì, e Sans si rivolse nuovamente a Dipper.

-Ora concentrati su quella sensazione, perché è esattamente quello che ho provato io- disse, mangiando due patatine per volta, e mantenendo un tono rilassato che fece solo salire sui nervi a Dipper, che si sedette al suo posto, e guardò lo scheletro con odio.

-E’ stato un incidente- ripeté a denti stretti.

Quei mostri li minacciavano, li combattevano e attentavano alla loro vita in ogni angolo ed era Dipper il cattivo?

-Oh, lo so, e so anche che farai in modo di cancellare il tuo errore, se sei anche solo buono la metà di quanto dice tua sorella- Sans gli fece un occhiolino, ma Dipper continuò a guardarlo storto.

-Quindi la prossima volta che trovi un punto di salvataggio, vedi di premere il pulsante “reset”, ragazzo. Non lo sto chiedendo solo per me, ma anche per te- alzò la mano, Dipper si ritirò spaventato, ma lo scheletro toccò semplicemente il pino blu sul suo cappello, che mostrò il LV e gli HP.

Dipper li guardò incredulo, i suoi HP erano raddoppiati e il suo LV era a 6, non più a 1.

-Torna all’inizio e fa la cosa giusta. Grillby, metti solo le patatine sul mio conto. Credo che il ragazzo possa pagare da solo il suo cibo- disse solo lo scheletro, prima di uscire.

A Dipper di fame ne rimase ben poca.

A sua discolpa si può dire che per quei pochi secondi prima che la sorella tornasse pensò davvero molto alle parole dello scheletro, e che arrivò persino alla conclusione che potesse essere una buona idea.

Solo che il tasto era impossibile da premere, e se anche avesse potuto Mabel si sarebbe fatta qualche domanda, e Dipper non voleva che lei scoprisse cosa aveva fatto.

Si sentiva già abbastanza male da solo.

La sorella tornò molto in fretta, con ancora il maglione un po’ macchiato.

-Forse potresti mettere l’altro sopra- propose Dipper, cercando di ostentare un tono normale.

-No, ma sei impazzito?! L’altro lo devo preservare per Papyrus. Non posso permettere che qualcuno lo veda prima, a parte te, fratellino- Mabel gli fece l’occhiolino, nella sua testa non era comparso ancora il minimo dubbio.

-Capisco- Dipper posò lo sguardo sul proprio hamburger, mentre Mabel finiva le patatine.

-Sans mi ha salutato e mi ha detto che ci vediamo in giro, sembrava molto di fretta, dopotutto ha tanti lavori a quanto pare e non può fare troppe pause- commentò Mabel, con un grande sorriso.

-Si, immagino che non ci starà troppo addosso allora- commentò quasi tra se Dipper, un po’ preoccupato.

-Ha dei chioschi in tutto il Sottosuolo, probabilmente lo incontreremo abbastanza spesso- continuò la ragazza, contenta.

-Bene- commentò sarcastico Dipper.

I due uscirono, non prima che Dipper ebbe dato fondo a tutti i suoi risparmi per pagarsi il panino non mangiato.

Sembrava che anche Grillby lo odiasse, probabilmente Sans aveva già sparso in giro la voce che lui era un assassino di fratelli.

Sospirò sconsolato, e Mabel gli mise una mano sulla spalla.

-Su, Dipper, probabilmente Sans si è sbagliato, oppure voleva fare uno scherzo, sai com’è fatto- gli fece un occhiolino, e lui annuì distrattamente.

-Allora, Mabel, procediamo in fretta?- Dipper indicò la strada davanti a se, ed in men che non si dica si ritrovarono a Waterfall.

Il loro viaggio era solo all’inizio e già Dipper si sentiva alla frutta.

Secondo le indicazioni che Papyrus aveva dato a Mabel dopo quell’area ce n’era un’altra di nome Hotland, e poi il castello del re.

Dipper aveva giocato ad abbastanza videogiochi per sapere che alla fine di ogni area ci sarebbe stato un boss, e sperava vivamente di affrontarli con Mabel, e soprattutto che non fossero troppo determinati.

Dopo aver superato Sans lui e la sorella si ritrovarono in una zona molto scura, e procedettero senza problemi nell’erba, almeno finché non sentirono un suono dall’altra parte del muro.

Mabel si preparò ad un combattimento, ma non ci fu niente del genere.

I due si portarono vicino al muro, e da alcune crepe riuscirono a vedere la forma di un guerriero in armatura che sembrava aspettare qualcuno.

-Mabel, andiamo- sussurro il ragazzo alla sorella, prendendola per una mano e cercando di procedere.

Ma il suono che provocarono nell’erba mise sull’attenti il guerriero, che evocò una lancia dal nulla e saltò sul muro, per osservare bene l’erba alta.

Dipper rimase immobile, e si assicurò che Mabel facesse lo stesso.

Dopo pochi secondi la figura se ne andò, come un fantasma.

Probabilmente se Mabel non avesse riscosso Dipper, il ragazzo sarebbe per sempre rimasto ad osservare il vuoto terrorizzato a morte, invece con l’aiuto della sorella uscirono dall’erba, e raggiunsero un punto di salvataggio.

Dietro di loro uscì anche il mostro senza braccia che continuava a chiamare Dipper “bambino” per via del maglione a righe.

-Yo! Non è troppo forte Undyne!!- esclamò, eccitato.

I due fecero per parlare, ma il mostro continuò.

-Vi guardava fisso, quanto sono geloso, vorrei anche io avere tutta questa attenzione!- disse.

-Fidati, te la cederei tutta- commentò Dipper, proprio mentre la sorella si pavoneggiava con un -Massì, tutto talento naturale-

Entrambi si lanciarono un’occhiataccia a vicenda.

-Io vado a vedere quando da le botte ai criminali! Non dite ai miei genitori che sono qui!- e detto questo corse via, inciampando e dando una testata per terra troppo fuori dalla portata dei due ragazzi perché i due potessero aiutarlo.

I fratelli andarono al punto di salvataggio, e Dipper decise di provare una cosa.

-Mabel, proviamo a premere insieme- propose alla sorella, che alzò le spalle ed eseguì senza fare domande.

Il pulsante “salva” divenne impremibile, e al suo posto si illuminò “resetta”.

-Forte!- commentò Mabel.

Dipper fissò il tasto, indeciso se premerlo o no.

-Ora sappiamo cosa fare se uno dei due dovesse per sbaglio fare del male ad un mostro- continuò la ragazza. Il fratello si girò verso di lei, forse quello era il momento giusto per dirglielo, ma poi la ragazza scoppiò a ridere.

-Come se potessimo farlo davvero! Che assurdità assurda, non credi? Su, salviamo e procediamo- tolse la mano, così da permettere a Dipper di premere il tasto “salva”.

-Mabel…- iniziò a dire lui, ma lo sguardo innocente e fiducioso della ragazza gli fecero rimangiare tutto.

Dopotutto era solo un videogioco, e se avessero resettato tutto avrebbero dovuto cominciare dall’inizio, e il tempo non era dalla loro parte.

-Su, continuiamo- disse invece, incoraggiante, premendo “salva”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Scusate il ritardo e il capitolo abbastanza breve rispetto agli altri.

Volevo aggiungere scene a Waterfall ma non mi sembravano molto in regola con il tema del capitolo.

Spero comunque sia valido, anche perché da qui iniziano i veri problemi.

Mi è piaciuto moltissimo scrivere la parte con Sans, e ho cercato di renderlo il più IC possibile, spero di esserci riuscita, anche perché ce lo vedo molto a prendere in giro Dipper in questo modo, ed ovviamente non farebbe mai davvero del male a Mabel per una certa promessa fatta ad una donna capra di nostra conoscenza, ma questo Dipper non lo sa.

E poi se notate tende a chiamarlo di meno bambino, e questo perché non lo considera più degno dei suoi nomignoli affettuosi e dei suoi scherzi molto squallidi.

E questo la dice lunga su di lui.

Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto nonostante tutto e al prossimo aggiornamento, che spero non sia troppo tardi.

E ringrazio tutti quelli che seguono, recensiscono e leggono la storia. So che non siete molti ma mi fa tantissimo piacere che comunque ci siate, anche perché questi fandom, soprattutto Gravity Falls, è parecchio sconosciuto in Italia.

Quindi un bacione a tutti e alla prossima :-*

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