Disconnected.

di JennySoul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il vento muoveva tutti gli alberi lungo il viale, sfiorava la pelle delle persone che stavano passeggiando, dando sollievo dopo una giornata calda ed afosa. 
Kate era uscita in giardino, non ne poteva più delle urla e del rumore dei piatti che si rompono, dritti sul pavimento. Seduta sul gradino della porta sul retro fumava una sigaretta, ormai era diventato un vizio a cui non poteva rinunciare, soprattutto nei momenti di forte tensione come questo. Era al secondo tiro quando uscì suo fratello "Kate basta fumare, te ne fumi troppe" lei rise, ma senza entusiasmo "Cal smettila, è l'unica cosa che mi rilassi" lui sospirò, come faceva sempre quando la dava vinta alla sorella, anche se a malincuore. Si sedette accanto a lei, rimanendo in silenzio per un tempo indefinito. Fu Kate a rompere il silenzio "Cal, credi che smetteranno mai di litigare così?" Lui scosse la testa, erano ormai 18 anni che li sentivano litigare, prendersi a parolacce ed arrivare spesso ad usare le mani. Kate non lo aveva mai detto a nessuno, ma spesso suo padre aveva picchiato anche lei, prendendola a parolacce, neanche il suo gemello Calum lo sapeva, altrimenti, ne era sicura, sarebbe sicuramente successo un putiferio. Lui l'abbracciò, la strinse forte a lui e le sussurrò "il mese prossimo compiremo 18 anni e ti porterò via da questo inferno. Te lo giuro". Lei lo abbracciò così forte che pensò che da un momento all'altro potesse stritolarlo, appoggiò la testa sul petto del fratello, lui le accarezzava la testa, cercando di tranquillizzarla. Stavano guardando il cielo particolarmente stellato, quando il padre uscì fuori brandendo una bottiglia di vino ormai vuota ed urlando "Kate, bella di papà, vieni qui ad abbracciare il tuo vecchio" lei scattò in piedi seguita dal fratello. Si guardarono per un po, senza sapere bene cosa fare "papà sono stanca vado a letto" lui avanzò verso di loro "vieni subito qui" alzo ancora la voce lui, Calum teneva la mano della sorella, accarezzandole il dorso con il pollice, cercava di tranquillizzarla ma con scarsi risultati. Più il padre si avvicinava, più lei si innervosiva. Ormai il padre era ad un palmo da lei, la guardava con gli occhi pieni d'ira, senza un vero motivo "quanto sei bella Kate, proprio come tua madre" disse accarezzandole una guancia, strinse ancor di più la mano del fratello "grazie papà" lui rise, come se gli avessero raccontato la storia più divertente di sempre. La prese dal polso e la allontanò da Calum in un colpo, lei trasalì mentre lui la guardava allarmato, cosa voleva questa volta? Le diede uno schiaffo in pieno viso, facendole pizzicare la guancia e facendo scattare in avanti Calum "papà fermati!" Lui lo guardò con gli occhi accesi dalla rabbia "stai zitto tu, ora ti insegno come si tratta una donna" gettò la bottiglia a terra, rompendola in mille pezzi di vetro appuntito e afferrando Kate da entrambi i polsi. le diede un altro schiaffo ed un altro ancora, per concludere con uno schiaffo più forte degli altri facendola cadere tra i vetri rotti. Calum corse da lei, tirandola su e abbracciandola forte, mentre il padre se ne tornava in casa, Kate piangeva e stringeva il braccio "fammi vedere" disse dolcemente Calum, esaminandole le braccia notò un lungo taglio nell'avambraccio. Entrarono in casa insieme, una volta sicuri che i genitori fossero chiusi in camera, Cal armeggiava con il kit del pronto soccorso mentre Kate piangeva silenziosamente "io non resisto fino al nostro compleanno, mi uccido prima" il fratello finì di medicarla per poi abbracciarla forte "non dire queste cose, non dirlo neanche per scherzo".

La sveglia suonava ripetutamente in camera di Kate, che si alzò controvoglia per andare un bagno a lavarsi. Si guardò per un po allo specchio, pensando che mai nessun ragazzo avrebbe potuto amare un tale casino. Scosse la testa e tornò in camera per vestirsi quando entrò suo fratello "ci passa a prendere Luke" Kate senti il cuore batterle forte, Luke era il ragazzo per cui aveva sempre avuto una cotta, senza mai dirlo neanche a suo fratello. Fece cenno di si con la testa, per poi tornare a vestirsi. Un paio di skinny jeans, una maglia nera aderente e una camicia a quadri rossa e nera sopra, lasciata aperta, vans rosse ed era al completo. Si guardava allo specchio pensando a come sarebbe stato bello crescere in una famiglia che ti ami davvero o meglio, avere una madre ed un padre che ti amino davvero. Scosse la testa per poi scendere in cucina a fare colazione, poco dopo arrivò anche Calum, presero gli zaini ed uscirono velocemente da quella casa degli orrori. Arrivati al bordo del marciapiede Calum mise un braccio intorno alle spalle della sorella per sorriderle, un suv nero con i vetri oscurati si fermò davanti a loro "ehi Calum non consumarmela!" Rise Luke, Kate arrossì "Luke stai zitto e portaci a scuola!" Rispose Calum. Luke era il genere di ragazzo che piace a tutte, bello, intelligente, simpatico e con un mucchio di soldi sul conto in banca. Kate lo osservava da dietro mentre lui scherzava con Calum, parlavano generalmente di calcio ma quando iniziarono a parlare di ragazze lo stomaco di Kate iniziò a torcersi e nella sua mente continuava a ripetersi "stai calma, non puoi essere gelosa" e quando lo sentì dire "no non esco con nessuna Cal" si sentì quasi sollevata.
La giornata passò tranquilla, seguiva tutte le lezioni con la sua amica Debbie e questo le alleggeriva ogni materia, anche chimica che detestava tanto. Uscite in corridoio Debbie sospirò "non so cosa mettere per la festa di sabato" Kate rise "Deb siamo ancora a lunedì, ne avrai di tempo" ridendo uscirono in cortile dove c'era già Calum con Luke "quel ragazzo mi farà diventare matta, è così figo" sospirò Kate facendo ridere di buon gusto la sua amica. Kate si accese una sigaretta una volta arrivata vicino a suo fratello "devi smetterla con questa robaccia" lei sbuffò, non faceva altro che ripeterle le stesse cose "Calum e lasciala stare, ormai è grande e può fare ciò che vuole" "ecco vedi Cal?" Gli fece la linguaccia ed iniziarono a ridere. Salirono in macchina di Luke, essendo l'unico ad avere la macchina dato che era il più grande ed essendo il migliore amico di Calum li accompagnava sempre a scuola e a casa. Una volta arrivati scesero a malincuore, soprattutto Kate "grazie Luke, ciao" lui le fece uno dei suoi migliori sorrisi, uno di quei sorrisi che fai solo alle persone alle quali vuoi davvero bene, lei ricambiò il sorriso, con le farfalle nello stomaco. Si conoscevano ormai da 5 anni, ma ancora non si era abituata al suo fantastico sorriso e a quegli occhi profondi come l'oceano e azzurri come il cielo. Rientrò in casa e andò diretta al bagno per cambiare la garza che la sera prima suo fratello le aveva messo sulla ferita, senti qualcuno discutere e sospirò, rendendosi conto che erano di nuovo i suoi genitori, non ne poteva più, era sicura che avrebbe ceduto da un momento all'altro. Iniziò a piangere, tenendosi ben salda al lavandino, sentì suo padre salire al piano superiore, decidendo così di uscire velocemente dalla finestra del bagno, arrampicandosi sull'albero davanti alla finestra. Una volta scesa in cortile decise di andare a fare una passeggiata, non resisteva più dentro quella casa. il vuoto che aveva dentro la stava risucchiando, fuori aveva tante cose per cui essere felice, suo fratello, la sua migliore amica, Luke e tutti gli amici a scuola, ma il dolore che aveva dentro la stava divorando. Dopo una lunga passeggiata decise di sedersi sotto ad una quercia, si accese una sigaretta ed aspetto che passasse il pomeriggio. Era ormai ora di cena, decise così di tornare a casa, testa bassa, mani nelle tasche dei jeans e camminava senza guardare dove stesse andando. Sentì un rumore e si voltò incuriosita, vide un Volvo V40 passare a tutta velocità, era la prima volta che vedeva quella macchina nel quartiere, i vetri scuri le impedirono di vedere chi ci fosse alla guida, così rientrò a casa ancora più curiosa.

Non poteva di certo sapere che in quella macchina ci sarebbe stata la persona che avrebbe stravolto la sua vita.




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Dopo anni ed anni sono tornata su EFP... con una nuova FF ovviamente ahah...
Spero ci sia qualcuno a leggerla e a dirmi cosa ne pensa...
Per chi volesse sono anche su Wattpad come ''ashmygetaway''...
Grazie in anticipo a tutti... Baci.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Kate si fece una doccia calda per poi mettersi il pigiama ed andare a letto, dimenticandosi di chiudere la porta a chiave. Era sul punto di prendere sonno quando sentì la porta aprirsi, riconobbe i passi pesanti di suo padre, strinse gli occhi sperando che fosse solo un incubo, ma quando lui la prese per un braccio e la strattonò fuori dal letto capì che era la realtà. Iniziò ad urlare sperando che Calum la salvasse anche questa volta, ma non sapeva che il padre l'aveva chiuso a chiave in camera sua. Le lacrime le rigavano il viso mentre suo padre le accarezzava la faccia "Calum" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo "Kate resiti, andrà tutto bene!" e lei ci sperava davvero, sperava che ancora una volta suo fratello arrivasse in suo soccorso, come era sempre stato in tutta la loro vita. Il padre iniziò a schiaffeggiarla, sempre più forte, fino a quando non la fece cadere a terra in lacrime, sentiva Calum dalla sua stanza che prendeva a calci la porta, "sei solo una troia, come tua madre" le urlava in faccia il padre "papà smettila ti prego" disse in un urlo spezzata dal pianto, senza ascoltarla le sferrò un calcio nello stomaco, facendole sputare sangue. 
'Ora finisce tutto' pensò Kate.
Era sul punto di lasciarsi andare all'oscurità quando vide entrare Calum nella stanza e spintonare via il padre, la prese in braccio "resisti, ora ti porto via da qui" le sussurrava lasciandole morbidi baci tra i capelli. Cal estrasse dalla tasca della felpa che solitamente teneva in casa per fare una chiamata veloce, dopo 10 minuti circa arrivò una macchina con i vetri oscurati che lo fece salire al volo, per poi portarli via da li.
PER SEMPRE.

Il giorno dopo Kate si svegliò in una camera che non era la sua "Cal" urlò spaventata, lui entrò di corsa "sono qui, sono qui" la abbracciò forte ed in quel momento tutto andò a posto, ogni pezzo della sua vita, ogni brutto ricordo, ogni incubo era stato spazzato via da un abbraccio.

Perché a volte è solo questo quello di cui abbiamo bisogno, un abbraccio dalla persona giusta, ma lei questo ancora non lo sapeva.

Kate scese per mangiare qualcosa e solo entrando in cucina e vedendo Luke in pigiama capì dove si trovasse davvero "ehi buongiorno raggio di sole" Kate arrossì, sorrise e rispose "buongiorno Luke..." Non seppe dire altro, lui sorrise e "caffè?" Lei annui e le porse una tazzina che emanava un aroma al caffè che in quel momento gradì molto. Finito di fare colazione Luke la osservò, per notare poi il taglio sul braccio ed il livido sullo zigomo, storse la bocca "vado a prendere il disinfettante e la crema per gli ematomi" "no ma non ti devi disturbare Luke, già ti sto dando troppo disturbo" lui sorrise "nessun disturbo Kate, davvero. vado e torno".

Lo zigomo le bruciava ancora molto, anche se la crema applicata da Luke le aveva dato un po di sollievo. Decise di mettersi a studiare, dato che aveva saltato la scuola ma poco dopo ricevette un messaggio "Vado a prendere le nostre cose a casa e torno da te, riposati." Calum era l'unico punto di riferimento che aveva sempre avuto, era un padre, un amico ed un fratello, a volte anche una dolce mamma. Calum era il suo tutto. Sorrise e posò il telefono.
Dopo qualche ora di studio intenso di Filosofia decise di chiamare il fratello, ancora non era rientrato e questo la stava preoccupando "Cal dove sei?"
Lo senti affaticato e per un attimo il cuore le schizzò in gola "arrivo, ho dovuto preparare tre valigie, le tue cose non entravano più!" E rise. Kate si tranquillizzò, immaginando suo fratello mettere mano nel cassetto della biancheria e rise ancor di più.

Bussarono alla porta, lei era sdraiata sul letto con gli shorts e la canotta del suo pigiama, aprirono senza aspettare risposta "ehi Kate è pronta la cena" sorrise Luke, non si sarebbe mai abituata ad i suoi sorrisi, "grazie, ma non ho fame" lui sembrava contrariato "Kate... devi mangiare!" "Davvero Luke, ho pranzato tardi ed ora non ho fame" lui fece spallucce "per questa volta va bene, ma domani ti controllo" lei ride di gusto, era così strano che qualcun altro oltre a suo fratello si preoccupasse di lei. Era piacevole.
Un brivido caldo le attraversò la schiena e sorrise. Si addormentò serena, pensando che forse prima o poi qualcosa di buono potesse arrivare.

Si alzò di buon umore, andò in bagno a lavarsi il viso e nello specchiarsi notò il segno violaceo sullo zigomo. Sarebbe stato difficile coprirlo con il fondotinta, ma ci avrebbe provato. Si infilò un paio di jeans strappati sul ginocchio, una canotta, recuperò lo zaino e andò a scuola da sola. Calum e Luke erano rimasti a dormire, Suo fratello era stravolto, erano stati due giorni davvero pesanti per lui, mentre Luke, beh Luke era solo pigro.

Arrivò davanti scuola e buttò la sigaretta a terra, si guardò intorno e vide Debbie parlare con il loro amico Michael e decise così di avvicinarsi a loro. Notò nel parcheggio della scuola la stessa Volvo che aveva visto passare nel suo quartiere e pensò che potesse essere o di qualche nuovo professore o di uno dei figli di papà che frequentavano la sua scuola.
Entrò in classe con Debbie al suo fianco, come sempre "mi dici ora cos'hai fatto alla faccia?" Chiese di nuovo l'amica più preoccupata "Deb niente, il solito" abbassò lo sguardo Kate, l'amica sospirò, le prese la mano e la strinse forte. Per qualche secondo si guardarono negli occhi, Debbie avrebbe tanto voluto fare molto di più per la sua amica, ma non poteva far altro che consolarla e starle vicino, sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta.
Finita la lezione Kate rimase un po fuori nel cortile a parlare con Deb ed altre ragazze della sua classe, quando, voltandosi verso il parcheggio, vide un ragazzo biondo salire sulla Volvo e sentì una delle sue compagnie dire "oggi a lezione con me c'era quel tipo nuovo, ragazze è qualcosa di SBAM! gli dici bello hai detto niente" le amiche risero, ma lei continuava a guardare la macchina che si allontanava sempre di più, fino a sparire dalla sua visuale, scrollò le spalle e si diresse verso casa, con una strana sensazione, come se da un momento all'altro potesse succedere qualcosa.
Arrivata davanti casa di Luke vide sua madre seduta su un gradino, una sigaretta in una mano e l'altra tra i capelli. Avvicinandosi notò che stava piangendo "che ci fai qui?" esclamò Kate, non voleva vederla, per nessuno motivo al mondo "tuo padre. Kate il tuo papà è morto" a Kate cadde lo zaino dalle mani, sentì la terra crollarle sotto i piedi. Mille sensazioni la invasero, dolore, sollievo, odio e vergogna per se stessa, per aver anche solo pensato di poter essere felice dopo una notizia del genere "come?" La madre si alzò per andarle più vicina, ma Kate indietreggiò non voleva essere toccata da lei "l'hanno trovato morto in un vicolo" La ragazza spalancò gli occhi, un pugno nello stomaco.
Entrò in casa, con gli occhi che le bruciavano per le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro, Calum le andò incontro e allarmato le chiese "che succede?" "Papà... lo hanno trovato morto in un vicolo" il fratello rimase immobile per qualche secondo "è quello che meritava, morire solo e abbandonato". Kate lo strinse a se per qualche minuto, rimasero così in silenzio, perdendosi nel loro abbraccio, in un amore fraterno che sarebbe durato per sempre.
Il giorno del funerale c'erano soltanto Calum, Kate e la madre. Nessuno era voluto andare a ricordare quell'uomo, nessuno voleva ricordare che razza di persona fosse stato in vita sua. Kate guardava sua madre piangere sulla bara e non provò nulla, strinse la mano al fratello e si sentì liberata di un gran peso. Finalmente la fonte del suo dolore era scomparsa, anche se avrebbe cancellato difficilmente tutti i brutti ricordi che le aveva lasciato quell'uomo. Sapeva benissimo che sarebbe stato difficile trovare qualcuno che l'avrebbe amata per quello che era, per il casino totale che aveva dentro e per la sua mancanza di fiducia nel prossimo. "Nessuno mi amerà mai" disse sottovoce "non dire sciocchezze" le rispose Calum "nessuno amerebbe una con il mio passato, nessuno amerebbe mai un disastro come me" lui le strinse più forte la mano "tu sei uno splendido disastro, tutti amerebbero una come te" si sorrisero guardandosi negli occhi, rivolgendo un ultimo sguardo alla bara ormai ricoperta andarono a casa, per lasciarsi tutto alle spalle, senza volerne più sentire parlare.

"Luke lascia almeno che ti paghi la spesa" disse stizzita Kate "ma non ti azzardare" rise Luke. Ormai erano due settimane che Calum e Kate erano fissi a casa di Luke, i suoi genitori vivevano a Londra per lavoro, lui aveva preferito rimanere a Sidney per finire la scuola, poi forse li avrebbe raggiunti. Usciti dal supermercato Kate vide il ragazzo che aveva visto a scuola, rimase a fissarlo per un po, provando una strana sensazione, lui si girò ed i loro occhi rimasero a studiarsi per qualche secondo, vide tanta tristezza in quegli occhi così belli, lui si allontanò velocemente, portando una busta in una mano e tirando fuori le chiavi della macchina con l'altra. "ehi mi stai ascoltando?" Luke la richiamò, lei rimase sorpresa, non le era mai capitato che lui le parlasse e lei non lo ascoltasse, sorrise "si scusami". Parlarono per tutto il tragitto fino a casa, ma Kate voleva solo sapere chi fosse quel ragazzo con quegli occhi così tristi, proprio come i suoi.




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Eccomi qua...
Ho voluto mettere subito il secondo capitolo giusto per darvi un'idea un pò più ampia...
Spero vi piaccia o almeno vi intrighi... Let me know... baci.

Jenny.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Finalmente era arrivato il tanto atteso venerdì, avevano tutto il week end per divertirsi e non pensare ad altro che a loro stessi. Kate aveva ricevuto vari inviti per la festa che ci sarebbe stata sabato sera, anche se non se ne rendeva conto era una bella ragazza, non molto alta, ma era magra, aveva dei lunghi capelli neri e mossi, grandi occhi verdi e delle labbra carnose. Anche se lei non se ne accorgeva, a scuola era tra le ragazze più desiderate, ma non ce la faceva a lasciarsi andare, a fidarsi di qualcuno, a condividere una parte di se con qualcuno che non conosceva. La paura di diventare come sua madre o suo padre la logorava dentro. 
Sabato pomeriggio Debbie arrivò di corsa "dobbiamo prepararci per questa sera" disse ridendo "Deb, io non so se sia il caso, stanno ancora facendo le indagini sulla morte di mio padre, io non credo di sentirmela" abbassò la testa, l'amica le prese la mano e le sollevò io viso "Kate, non farti rovinare la vita anche ora che non c'è più. È il momento che inizi a goderti la tua vita. Quindiiiii, andiamoci a vestire" Kate iniziò a ridere e decise di salire in camera con Debbie per vestirsi. 
Scese in sala vi trovarono Luke e Calum ad aspettarle, loro già pronti nei loro jeans neri con entrambi una camicia "come siamo eleganti" disse ridendo Kate, Luke la guardò per un po "sei bellissima" disse con un filo di voce, lei sorrise imbarazzata, ma era vero, era bellissima nel suo tubino nero semplicissimo, scarpe con il tacco ed un trucco leggero sugli occhi. Kate vide Debbie sorriderle, Calum la prese per mano e andarono alla festa che si sarebbe tenuta nella discoteca dove di solito andavano tutti insieme. Una volta arrivati vi trovarono Michael ad aspettarli "finalmente... Ragazze siete fantastiche!" sorrisero e lo abbracciarono forte per poi entrare a godersi la serata.
Debbie e Kate passarono gran parte del tempo al bancone del bar ad ordinare da bere, dopo vari cocktails Kate decise di uscire a prendere una boccata d'aria e fumare una sigaretta, ma uscendo dalla parto barcollando andò a sbattere contro qualcuno. Si ritrovò davanti un ragazzo con una maglia sportiva, jeans neri ed una bandana nera tra i capelli "scusami se ti sono venuta addosso" disse imbarazzata lei, lui la guardò per qualche istante negli occhi. In quel momento tutto il resto scomparve, c'erano solo loro, quegli occhi le sarebbero rimasti dentro per molto tempo. "scusa tu, mi sono fermato in mezzo" lei lo guardò ancora, aveva degli occhi ed un sorriso così belli che le trasmettevano sicurezza, lui allungò una mano per presentarsi "piacere, io sono Ashton" lei stava per stringergli la mano quando iniziò a vomitare all'improvviso, sporcando le scarpe del ragazzo. Lui l'aiutò tenendole i capelli per non farla sporcare e le diede un fazzoletto per pulirsi "scusami, scusami tanto, sono così imbarazzata" lui rise di gusto "tranquilla, ho visto di peggio" lei rise "non oso immaginare allora. comunque piacere io sono Kate." gli strinse la mano ed una scossa le percorse tutto il corpo. Non riuscivano a smettere di guardarsi, fino a quando uscì Calum in cerca della sorella "oh sei qui, mi hai fatto preoccupare" "si scusa ma avevo bisogno di un po d'aria" lui le accarezzò la schiena ed Ashton li osservava curioso, poi si presentò come aveva fatto poco prima "io sono Calum, sei nuovo?" "Si sono arrivato da poco in realtà, vado alla West High School" Kate sorrise entusiasta "anche noi!" Lui la osservava senza dire nulla, la studiava cercando di capire perché la sentisse così vicina a se. Si salutarono e ognuno tornò a godersi la propria serata, ma Kate non faceva altro che pensare a quegli occhi puntati su di lei, neanche l'alcool ormai aveva più effetto, era solo Ashton ad occupare ogni suo pensiero "ehi tutto bene?" Le chiese Luke "sisi" rispose lei distratta, cercando con lo sguardo il nuovo arrivato in città "ti va di andare a fare un giro?" Le chiese ancora Luke, ma niente, non riusciva ad attirare la sua attenzione "scusami ma non mi sento molto bene, credo che tornerò a casa".
Una volta a letto iniziò a pensare a quel ragazzo, a quanto lo sentisse vicino, a quanto sembrassero tristi ma anche pieni d'amore i suoi occhi. Si ritrovò a pensare che le sarebbe piaciuto scoprire cosa ci fosse dietro quegli occhi e solo dopo si rese conto di aver rifiutato un invito da Luke, un invito che aspettava da 5 anni ormai. Domenica mattina Calum le portò la colazione a letto con un vassoio ed un'aspirina vicino alla tazza di latte "come farei senza di te" sorrise lei, lui contraccambiò il sorriso e dopo averle spettinato i capelli uscì dalla stanza. Kate si vestì, indossando un paio di leggins ed una maglia larga, prese la sua borsa ed uscì per fare una passeggiata nel parco. Voleva riflettere su tutto quello che le era capitato nelle ultime settimane, tra 4 giorni sarebbe stato il suo compleanno, il suo e quello di Calum, e per la prima volta in vita sua aveva voglia di festeggiare. Iniziò a camminare tranquilla, quando una macchina che ormai le era molto familiare le si accostò per abbassare il finestrino "ehi ciao" disse lui, lei sorrise alla vista degli occhi che aveva avuto in testa tutta la notte "ciao" si limitò a dire "Kate giusto?" Disse lui sicuro di sé, lei annuì "Ashton giusto?" "Si, finito di vomitare? Sennò non scendo dalla macchina" la provocò lui, lei rise di gusto, come raramente faceva "be non so, fossi in te scenderei con l'impermeabile" risero ancora, insieme.
"Che ne dici di un caffè insieme o hai impegni?" Lei trasalì, sorpresa da tanta audacia da parte di lui "no sono libera,un caffè si può fare" lui sorrise "tranquilla, niente alcool per te" lei le fece la linguaccia e lui parcheggiò nelle strisce poco più avanti. Si avviarono al bar più vicino, Kate era nervosa, si tormentava le mani, lui lo notò perché le chiese "tutto bene?" Lei annuì cercando di apparire tranquilla, si sedettero ad un tavolino sistemato fuori all'aperto, così dopo il caffè fumarono una sigaretta parlando del più e del meno "ti sei trasferito qui con i tuoi?" Chiese lei curiosa "i miei genitori sono morti, sono venuto a vivere da mia zia" lei rimase un attimo in silenzio, imbarazzata, poi di getto disse "scusami.. anche mio padre è morto, da poco" non sapeva neanche lei il perché gli avesse detto una cosa del genere con tanta naturalezza, ma la verità era che con lui tutto le veniva più facile, come se non avesse fatto altro per tutta la sua vita. Parlarono ancora e ancora, arrivando all'ora di cena "sai è stato bello parlare con te" disse lei sincera, si sentiva davvero più leggera ora, come liberata da un peso "anche per me è stato bello, magari potrebbe rifarlo" aggiunse lui "si potremmo...." sorrise Kate. Si scambiarono i numeri con la promessa di rivedersi presto, poi lei tornò a casa, con il sorriso sulle labbra ed entrata in casa neanche notò Luke sorriderle "ciao Kate, ti volevo dire se ti andava di uscire per un caffè dopo cena" "scusami ma l'ho già preso" si limitò a rispondere, non sapeva cosa le stesse accadendo, non si spiegava perché ora improvvisamente Luke sembrasse solo uno dei suoi tanti amici e non il ragazzo per cui fino a qualche giorno prima aveva una cotta. Si buttò sul letto continuando a sorridere, fino a quando entrò Calum "tutto bene? Luke dice che sei strana" lei si alzò sui gomiti e sorridente guardò il fratello "si, finalmente va tutto bene!" lui sorrise e la lasciò sola, Kate prese il telefono per chiamare Debbie e si accorse di avere un messaggio 
"Stavo pensando... Se domani dopo scuola ci vedessimo per pranzare insieme? Ah comunque sono Ashton, se non hai ancora salvato il numero :)" un semplice messaggio che le fece battere il cuore, iniziava a farle male la faccia per il troppo sorridere "direi che si potrebbe fare, ci vediamo all'uscita, :) Kate". Posò il telefono e scese a cenare con suo fratello e Luke, che la guardava piuttosto infastidito "allora cosa facciamo per il nostro compleanno Cal?" Lui rimase sorpreso "vuoi festeggiare?" Lei annuì "si, quest'anno credo proprio di avere qualcosa da festeggiare" Luke si alzò di scatto per lasciarli soli in sala da pranzo, si guardarono un attimo, poi tornarono a mangiare silenziosamente.

Luke in camera sua continuava a camminare avanti e indietro, maledicendosi per aver aspettato tanto per farsi avanti con Kate ed ora il primo biondo che arrivava da fuori città gliel'avrebbe portata via. Ma lui questo non l'avrebbe permesso.


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Dato che avevo i capitoli gà pronti... ahah eccone subito un altro...
Commentate mi raccomando che ci tengo a sapere cosa ne pensate...

Lots of love, Jenny.

 

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