Lui

di ARed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Busta Gialla ***
Capitolo 2: *** Lunga Notte ***
Capitolo 3: *** Boom! ***
Capitolo 4: *** Solo ***
Capitolo 5: *** Rivedersi ***
Capitolo 6: *** Non mi allontanare ***
Capitolo 7: *** Sfogati ***
Capitolo 8: *** Ti Amo ***
Capitolo 9: *** Fiducia ***
Capitolo 10: *** Ricerche ***
Capitolo 11: *** Verità ***
Capitolo 12: *** Attesa ***
Capitolo 13: *** Rivedersi ***
Capitolo 14: *** Normalità ***
Capitolo 15: *** Casa ***
Capitolo 16: *** Buon compleanno ***



Capitolo 1
*** Busta Gialla ***


BUSTA GIALLA

Mancavano pochi giorni alla fine delle riprese del mio ultimo film, e non ne ero mai stato più felice, non amavo molto la compagnia della mia coprotagonista. 
A causa di problemi tecnici le riprese del pomeriggio erano state spostate per il giorno successivo, permettendomi così di tornare a casa prima e preparare la cena alla mia ragazza.
La mia dolce e bellissima Bella, lei mi amava e io ricambiavo, lei si fidava ed io l'avevo tradita. Una sola volta, di cui non ricordavo nulla, di cui lei non sapeva nulla. Glielo avrei detto, lei mi avrebbe odiato, ma non riuscivo più a nasconderle quello che le avevo fatto. Dovevo solo trovare il momento giusto.  
Appena entrai in casa notai una busta gialla sul tavolo, ma ero troppo stanco, perciò decisi, prima, di farmi una doccia. Coco ed MJ giocavano in giardino, ero dei cani a favore dei ladri, non abbaiavano mai.
Dopo la doccia scesi al piano di sotto e il divano di pelle bianca richiamava la mia attenzione, mi ci sdraiai e in pochi minuti ero nel mondo dei sogni.
Bella piangeva, la mia Isabella piangeva con una busta gialla tra le mani.
"Perché piangi amore mio? Cosa è successo?"
Mi svegliai di colpo, era solo un brutto sogno! In quel momento mi ricordai della busta gialla sul tavolo della sala da pranzo. Che cosa conteneva?
Un'agitazione improvvisa mi colpì, in pochi secondi raggiunsi il tavolo ed aprì la busta inviata da UsWeekly. Le immagini del mio tradimento scorrevano tra le mie mani. Io e Jessica che ci baciavamo, io che la abbracciavo, io che la consolavo perché il suo ragazzo l'aveva lasciata. Ma questo lo sapevo io, la gente avrebbe capito tutt'altra cosa. Quelle foto non dovevano essere pubblicate, Bella non doveva scoprirlo dai giornali, l'avrebbe distrutta completamente e mi avrebbe odiato per sempre, ma quello a prescindere da come l'avrebbe scoperto, perché non erano solo quelle foto.. 
L'avevo delusa e lei mi avrebbe lasciato, io non mi meritavo una come lei, lei era troppo per me. Decisi di chiamare il mio agente, Luke.
<< Ascolta..>>
<< Ciao anche a te!>>, non avevo tempo per i convenevoli.
<< Devi impedire che Us Weekly pubblichi delle mie foto>>
<< Dai Edward, ormai tu e Bella siete usciti allo scoperto, cos'è? Sono foto..>>, non lo lasciai finire, perché pensava sempre quelle cose su di me?!
<< Non sono con Bella..>>
<< E di chi sono?>>, silenzio, dalla mia bocca non usciva nessun suono.
<< Cosa cazzo hai combinato Edward?>>
<< Io.. io l'ho tradita>>, dissi tutto d'un fiato.
<< Complimenti, davvero. Ma che cazzo ti passa per la testa? Lei ti ama per diamine!>>, il suo tono era freddo, arrabbiato, deluso, se fosse stato di fronte a me mi avrebbe preso a pugni ed io non avrei reagito, me lo sarei meritato.
<< Lo so, lo so, ma ti prego evita che quelle foto vengano pubblicate>>, lo implorai.
<< Tu glielo devi dire, indipendentemente dal fatto che io riesca a bloccarle o meno!>>
<< Va bene>>, ero un uomo morto, come facevo a guardarla negli occhi e dirle la verità? A reggere il suo sguardo deluso? No, non l'avrei fatto, non avrei distrutto la sua fiducia nei miei confronti, se Luke fosse riuscito a bloccare la pubblicazione di quelle foto.
Ci eravamo promessi di essere sinceri sempre l'una con l'altra, ed io non stavo mantenendo la promessa. Glielo avrei detto, avrei pregato tutti i santi del paradiso per ricevere il suo perdono. Avrei fatto qualsiasi cosa per far tornare tutto come prima.
Perso nei miei pensieri non mi accorsi che il telefono squillava, Luke.
<< Dimmi che ce l'hai fatta!>>.
<< Mi dispiace...>>, l'avevo persa.
<< Pagherò qualsiasi cifra..>>, quelle foto avrebbero umiliato Bella, agli occhi di tutto il mondo. Di quello che avrebbero causato a me, non mi interessava. Sapevo che la mia carriera ne avrebbe risentito. Ma non mi importava, avrei perso lei, la cosa più bella della mia vita.
<< L'ho proposto, ma nessuna cifra sarebbe stata all'altezza dello scandalo>>, bastardi! 
<< Io gli denuncio, gli querelo!>>, la legge mi avrebbe dato ragione.
<< Edward, le foto sono state scattate in un luogo pubblico ad un personaggio pubblico, non hanno infranto nessuna legge sulla privacy. La querela la puoi fare solo dopo che le foto sono state pubblicate. Ho le mani legate>>, chiusi la chiamata lanciando l'IPhone sul pavimento. Maledetti, maledetti. No il maledetto ero io, io avevo dato pane per i loro denti.
L'unica cosa che mi rimaneva da fare era confessarle la verità, poi tutto sarebbe dipeso da lei.
La aspettati per tutto il pomeriggio seduto immobile sul divano, gli occhi fissi al pavimento, cercando le parole giuste per non farla soffrire. Era tutto inutile, qualsiasi parola le avrebbe fatto male. Io sarei stato il mostro che avrebbe spento il suo sorriso.
Alle sette, sentì la porta di casa aprirsi. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzita, sentivo la gola secca, non glielo volevo dire, non volevo rovinare tutto, non volevo perderla.
<< Amore sei arrivata?>>, pochi secondi dopo mi raggiunse in salotto, era bellissima, sorrideva ed aveva una faccia sorpresa.
<< Mhmm. No, non hai l’aspetto di un ladro!>>, cosa? Quale ladro?
<< Eh?>>, ero confuso, lei mi confondeva sempre.
<< Ehm, ciao>>, si avvicinò e cominciò a baciarmi con passione.
<< Ciao, bellissima>>
Ricambiai il bacio, ma non me lo meritavo. Si strinse più forte a me e cominciò a sbottonarmi la camicia, la volevo quanto lei voleva me in quel momento, ma se avessi ceduto poi non sarei più riuscito a dirle la verità e lei mi avrebbe odiato ancora di più. 
A malincuore la bloccai, << Bella devo dirti una cosa>>
<< Mhm, mhm. Me la dici dopo>>, era insistente oggi la mia piccolina. Ma non lo potevo fare, mi staccai da lei. Non riuscivo a guardarla, il mio sguardo era fisso al pavimento.
Volevo parlare, ma dalle mie labbra non usciva nulla.
<< Mi vuoi dire che cosa sta succedendo?>>, mi domandò.
Arretrai di un passo, il mio respiro cominciava ad essere irregolare.
<< Edward?!>>, si stava preoccupando anche lei.
<< Bella, sediamoci>>, le accarezzai il volto, beandomi di quel contatto, lei mi fissava ormai completamente confusa.
Ci sedemmo sul divano, l’uno di fronte all'altro. Sentivo che da li a poco l’avrei persa.
<< Ho baciato Jessica>>, dissi tutto di un fiato, osai alzare lo sguardo su di lei e la mia Bella, sorrideva, sorprendendomi.
<< Beh, sai, sei un attore>>, disse sistemandomi i capelli, quanto mi sarebbe mancato quel gesto, che da li a poco mi avrebbe negato per sempre.
<< E Jessica è la tua coprotagonista in un film d’amore, quindi.. >>. No, non aveva capito, mi feci coraggio e specificai, << Fuori dal set>>, senza guardarla in faccia. Codardo!
<< No, non è vero>>, lo disse cominciando ad agitarsi.
<< Mi dispiace, non volevo. Ti amo Bella>>.
Era immobile, le mie parole avevano cancellato il sorriso dal suo bellissimo volto.
<< Dimmi che è stato solo un bacio>>, mi chiese con voce tremante.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, quando capì, dal mio silenzio che non ci eravamo fermati a quel bacio.
<< Io.. >>, volevo stringerla a me, ma si allontanò alzandosi in piedi. 
<< Non mi toccare, bastardo!>>. Urlò con tutta la forza che aveva in corpo.
<< Te lo giuro, è successo solo una volta>>, dissi alzandomi anche io.
Tremava tutta la mia Isabella ed io non riuscivo a trovare le parole per dirle delle foto, me ne vergognavo.
<< Se è successo solo una volta, perché me lo hai detto?>>, mi conosceva troppo bene, sapeva che c’era altro.
<< Perché .. è giusto che tu sappia>>, dissi evitando i sui occhi. 
<< Dimmi la verità!>>, come ho detto prima mi conosceva molto bene. 
Sarebbe stato più semplice mostragliele, perciò raggiunsi il tavolo di vetro, al centro della stanza, e presi la busta gialla. 
Bella era come pietrificata, il suo sguardo terrorizzato fisso su quella busta, sembrava non respirare. Dai suoi occhi solo lacrime scendevano.
Le porsi la busta, era vicina a me ma la sentivo lontana, l’avevo persa, e una volta aperta la busta l’avrei persa per sempre.
<< Mi dispiace>>, dissi con una voce che non riconobbi come mia. L’istinto di stringerla forte tra le mie braccia e di dirle che tutto si sarebbe risolto era sempre più forte. In lei vedevo solo odio, solo puro odio verso di me.
Aprì la busta e il mio cuore si fermò, guardava quelle foto con uno sguardo deluso, schifato, di rabbia ed io mi sentivo morire dentro per ogni lacrima che le scendeva dal viso. 
Alzò il suo sguardo ferito su di me e mi lanciò addosso tutte le foto che si sparsero sul nostro pavimento, anche se quel noi io l’avevo distrutto.
Corse al piano di sopra, non doveva andarsene, non poteva lasciarmi, io non potevo vivere senza di lei. La raggiunsi in camera da letto, stava preparando un borsone, se ne voleva andare. 
Io immobile la fissavo dalla porta, la paura di averla persa si era impadronita di me.
<< Non te ne andare, ti prego>>, la supplicai.
Senza pensarci la raggiunsi e le tolsi il borsone dalle mani buttandolo sul letto.
La presi per le spalle, << Non andartene>>, anch'io ormai piangevo.
<< Tu sei l’unica per me, ti amo. Odiami, ma non lasciarmi>>
Non mi credeva lo capivo dai suoi occhi, non mi voleva vedere, mi odiava, ed io me lo meritavo.
<< Lasciami>>, disse con tono glaciale.
<< Ti prego>>
<< Ti ho detto di lasciarmi!>>, lo feci, prese il borsone e scese le scale.
Uscì di casa ed io la seguì fino in giardino. La strada era piena di paparazzi; ottimo! Ma l’avrei seguita anche fuori pur di non farla andare via.
Le afferrai il braccio destro << Non lo fare>>, si voltò.
<< Fuori è pieno di paparazzi, non mi seguire, non vorrei dare spettacolo>>Si mise i Ray Ban scuri ed uscì dal cancello. I miei singhiozzi aumentarono, se ne era andata, l’avevo persa. Avevo rovinato tutto, stupido coglione che non ero altro.
<< Noo!!>>, un urlo squarciò il mio petto senza cuore, perché lei andandosene se lo era portato via, visto che era suo.
Le mie ginocchia non mi sostenevano più, crollai sulla stradina del giardino con il corpo scosso da violenti singhiozzi. Non avevo la forza di alzarmi e rientrare in casa, non avevo la forza di fare nulla.

Eccoci alla fine del primo capitolo.
Cosa vi sembra? Vi piace? 
Spero di essere riuscita a descrivere i sentimenti di Edward..
Aspetto il vostro commento un bacio a venerdì..
AlmaRed

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Capitolo 2
*** Lunga Notte ***


LUNGA NOTTE    

Quando rientrai in casa era buio, presi il cellulare e cominciai a chiamarla, ma squillava e basta, lei non rispondeva. Quel “tuu – tuu” mi stava facendo impazzire. 
Avevo paura che le succedesse qualcosa, quando si era messa alla guida era sconvolta, se avesse avuto un incidente non me lo sarei mai perdonato.
Passai il resto del tempo immobile sul divano, con una birra in mano. Mi alzavo solo quando notavo che l'avevo finita per andare a prenderne un’altra dal frigorifero.
Volevo solo dimenticare il male che le avevo fatto, dimenticarmi dell'immagine di Bella che se ne andava via di casa, dimenticarmi del suo sguardo deluso, pieno di rabbia e lacrime, di cui io ero la causa.
La birra sarebbe diventata la mia migliore amica in quel periodo.
Poco prima delle due vidi lo schermo dell' IPhone illuminarsi, avevo ricevuto un messaggio. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzita quando vidi che era di Bella:
 
“Sono in macchina, sto bene, sto andando nel mio appartamento.
Ti prego non mi venire a cercare”

 
Risposi immediatamente, il sapere che stava bene mi fece sorridere, sollevato.
 
“Va bene, non ti cercherò finché non sarai tu a chiedermelo.
Buona notte, ti amo, perdonami”

 
La tentazione di andare da lei era fortissima, ma le avevo promesso che non l'avrei fatto. Perciò decisi di andare a dormire in camera, ma appena aprì la porta il ricordo di lei che preparava il borsone per andarsene si fece più forte e doloroso. Chiusi la porta e mi precipitai di sotto.
Dovevo assicurarmi che fosse arrivata dalle ragazze, solo quello e poi non l'avrei più disturbata, decisi perciò di chiamare Rose. Stavo per mettere giù quando rispose.
<< Pronto>>, parlò con tono freddo e distante.
<< Ciao Rose.. Bella è li? Sta bene?>>
<< Si, è qui>>, sospirai sapendo che stava bene, almeno fisicamente.
<< Rose io non volevo..>>, non mi fece finire.
<< Non voglio sapere cosa le hai fatto>>
<< Puoi starle vicino per favore?>>, le domandai.
<< Si, le starò vicino>>, erano le sue migliori amiche, la conoscevano, sapere che le sarebbero state vicino mi tranquillizzava.
<< Grazie>>, dissi sincero.
<< Buonanotte>>
Fu Rose a mettere giù, lei era li vicino alla mia Bella, io no. Avevo lottato contro tutti e tutto per conquistarla. Contro chi mi diceva che era troppo piccola per me, avevamo solo tre anni di differenza, sul fatto che era fidanzata, me ne ero fregato di tutto e l'avevo fatta mia.
Sorrisi al pensiero di noi due che mettevamo in campo strategie per andare a mangiare fuori una semplice pizza, senza farci trovare dai fotografi o dai fan.
Noi che pesavamo ogni nostra dichiarazione, noi che uscivamo allo scoperto, noi felici ed ora, per colpa mia, noi distanti.
Tornai in salotto, le foto erano ancora sparse sul pavimento, mi facevo schifo. Se avessi potuto anche io sarei scappato da me stesso. 
Presi una birra e poi un'altra e un'altra ancora, andai avanti così per tutta la notte.
Il suono di un telefono, mi svegliò, mi ero addormentato sul divano, sicuramente aiutato dall'effetto della birra.
Il cellulare continuava a squillare, senza nemmeno guardare chi fosse risposi.
<< Ti rendi conto che dovevi essere sul set già da un’ora?>>, sbottò Luke, guardai l’ora erano le 11:00.
<< Sto arrivando>>, dissi con la voce impastata dal sonno.
<< Glielo hai detto?>>
<< Secondo te?>>, risposi sarcastico.
<< Sbrigati!>>  
Erano gli ultimi giorni di riprese, ma non me ne fregava nulla. Il solo tornare sul set e vederla mi dava il volta stomaco.
Che razza di persona è una che si porta a letto una persona già impegnata? Facile dare la colpa a lei, che schifo di persona ero io che tradiva la donna che ama.
Lei non aveva nulla da perdere, io invece avrei perso tutto, perché Bella era ed è il mio tutto.
Non volevo andare sul set, ma almeno li mi sarei distratto per qualche ora, non pensando così alla grande cazzata che avevo combinato.
Feci una doccia veloce, per togliere l’odore della birra che mi circondava. Mezz'ora più tardi ero nel mio camerino a prepararmi.
In una pausa Jessica mi si avvicinò, io d’istinto feci qualche passo indietro, cercò di abbracciarmi ma la evitai. Ero freddo e scontroso con lei, dal giorno in cui mi ero svegliato nudo a casa sua.
<< Cosa vuoi?>>, dissi con tono freddo.
<< Uhh, che c’è Isabella ti ha mandato in bianco stanotte?>>, chiese con tono malizioso, avvicinandosi a me.
<< Non la nominare!>>
<< Ci hanno fotografato lo sai?>>, disse con finta aria innocente, come se mi stesse dicendo le previsioni del tempo.
<< Lo sai? Lo sai? Questo sai dire?>>, la rabbia dentro di me cresceva sempre di più.
<< Tu mi hai rovinato!>>, Bella mi aveva lasciato!
<< Come?>>, si divertiva lei.
<< Lascia perdere! Stammi lontano!>>, e feci per allontanarmi, ma lei mi bloccò.
<< Senti sei stato tu a cercarmi e sempre tu..>>, disse indicando con l’indice il mio petto, << .. sei venuto a casa mia!>>, era vero, avevo fatto tutto io.
<< Senti ormai il danno è fatto. Us Weekly pubblicherà le foto domani, quindi è inutile parlarne>>
<< Bene, ora sapranno tutti di noi>>, che diavolo stava dicendo?
<< Jessica non esiste nessun noi!>>, urlai furioso.
<< Uh, come sei acido, ma ci sarà!>>
<< Mai!>>, chi cazzo si credeva di essere?
<< Lo vedremo>>, disse prima di darmi un bacio sulla guancia e sparire.
Mi facevo schifo, dovevo allontanarla da me. Speravo con tutto me stesso di avere ancora poche scene con lei, eravamo quasi alla fine delle riprese.
Mi recai da James, il regista e glielo chiesi.
<< James, quante scene dovrò ancora girare con.. Jessica?>>
<< Perché me lo chiedi?>>, eravamo grandi amici, quello era il secondo film che facevamo assieme, mi conosceva bene. Sapeva che c’era sotto qualcosa.
<< Ho combinato un disastro>>, ammisi nascondendo il viso con le mani e sedendomi accanto a lui.
<< Che tipo di disastro? Ho notato che eri strano oggi, non più del solito comunque>>, disse facendo un sorriso tirato.
<< Sono andato a letto con Jessica>>, dissi a bassa voce lui mi guardò sconvolto.
<< Che cazzo hai combinato?>>, sbraitò, cominciando a farmi la predica, ma lo fermai.
<< Senti James lo so, ma ti prego aiutami>>
<< E che vuoi che faccia! Hai fatto tutto tu, hai rovinato il mio film!>>, che cazzo io avevo perso la donna che amavo e lui pensava a quel stupido film!
<< Non me ne frega nulla del film! Bella mi ha lasciato!>> 
<< E cosa ti aspettavi? Che ti saltasse al collo?>>, chiese sarcastico. << Vi hanno fotografati?>>
<< Si>>, risposi a testa bassa.
<< Complimenti Edward, per una scopata hai rovinato tutto!>>
<< Ti prego dimmi che mancano poche scene con lei>>, era la mia unica consolazione, sapere che non l’avrei più rivista e fingere, sul set, di amarla.
<< Oggi giriamo la penultima>>, mi disse guardandomi con quei occhi blu pieni di delusione, prima di andarsene.
Solo due scene e poi l’avrei cancellata dalla mia vita. Nel pomeriggio girammo le scene e senza salutare nessuno me ne andai.

Ciao eccoci al secondo capitolo, qui vediamo un Edward completamente distrutto e pieno di sensi di colpa. Jessica merita di essere strozzata vero?
Aspetto il vostro parere a domenica, un bacio.


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Capitolo 3
*** Boom! ***


BOOM

Tornai a casa e riprovai a chiamare Rose ed Alice, era tutto il giorno che ci provavo ma nessuna delle due rispondeva. Stavo per mettere giù quando Rose rispose.
<< Edward lasciaci in pace!>>
<< Rose ti prego, devo sapere come sta>>, chiesi con la speranza che non mi riattaccasse.
<< Come sta? Uno schifo, ecco come sta!>>, rispose con tono gelido, qualcosa nel mio petto si spezzò nel sentire che stava male per colpa mia.
<< Stalle vicino ti prego, io.. non volevo farle del male>>, dissi sedendomi.
<< Vuole rimanere sola, non si sfoga con nessuno>>
<< È testarda>>, sorrisi, << Dov’è?>>
Senti solo una porta aprirsi dall’altro capo del telefono e poi Rose dirmi: << È appena tornata>>, prima di chiudere la chiamata.
Non aveva rinunciato al suo lavoro, il mio amore, avrei scommesso sul fatto che si fosse comportata come al solito, senza far vedere a nessuno l’inferno che le bruciava dentro.
Il mio telefono riprese a squillare, era lei. Il mio battito cardiaco aumentò, risposi subito.
<< Bella, amore finalmente>>
<< Senti.. non disturbare più Rose ed Alice. Ricorda hai promesso di non cercarmi>>>, il suo tono era gelido, quello di poco prima di Rose sembrava dolce, in confronto.
Nonostante fosse fredda, la sua voce aveva comunque il potere di riscaldarmi il cuore, che solo con lei batteva forte.   
<< Mi dispiace, io.. voglio sapere che.. sati bene>>
<< Non cercarmi>>, un altro colpo al petto.
<< Perdonami ti prego..>>, e non mi fece finire perché mise giù. “Ti amo” le volevo dire.
Avrei fatto di tutto per farmi perdonare da lei, per farla tornare da me, perché io ero il nulla senza di lei.
Il suono del cellulare mi spaventò, oggi continuava a suonare quel aggeggio! L’unica persona che volevo mi chiamasse e che mi dicesse che mi avrebbe perdonato lo aveva appena fatto dicendomi di non cercarla.
<< Pronto?>>, risposi senza nemmeno guardare chi fosse.
<< Mi ha appena chiamato Samantha>>, era Luke.
<< Perché?>>
<< Domani Us Weekly pubblicherà le foto>>, che diavolo, cosi presto?
<< Non riesci a fare nulla vero?>>
<< No>>, rispose secco e io misi giù. 
Dovevo chiamare la mia famiglia in Inghilterra, non volevo lo scoprissero da quello squallido giornale. Chiamai mia sorella Kate. 
<< Chiunque tu sia, sappi che se non è qualcosa d'importante, sei morto!>> 
Cavoli, mi ero scordato del fuso orario, guardai l’ora erano le nove, quindi da loro erano.. le cinque del mattino!
<< Scusa>>, dissi con tono supplichevole.
<< Edward? Sei tu?>>, disse con la voce ancora impastata dal sonno.
<< Si>>, per fortuna c’era un oceano a dividerci o se no sarei...
<< Sei.. morto. Ti rendi conto che qui si dorme!!>>, appunto.
<< Lo so, comunque non ti scomodare ci penserà qualcun’ altro>>
<< Perché? Cosa hai combinato?>>, chiese d’un tratto la sua voce era diventata forte e chiara, molto curiosa direi.
<< Io.. domani una rivista pubblicherà delle foto. E voi non dovete uscire di casa..>>
<< Che tipo di foto?>>, chiese seria e timorosa, come se sapesse che da li a poco avrei lanciato una bomba devastante.
<< Ho tradito Bella..>>
<< Che cazzo hai fatto?>>, urlò.
<< Shh.. non urlare, sveglierai tutti. Lo so che ho fatto una cazzata. Ti prego non uscite di casa domani, i giornalisti vi assedieranno>>, e lo faranno anche con me e Bella.
<< Non posso prometterti nulla. Bella dov’è?>>, era lontana da me.
<< Se ne è andata>>, ammisi con un filo di voce.
<< Vuoi che le parli?>>, mia sorella era un angelo, ma la mia Bella era testarda, si sarebbe solo infuriata.
<< No, ti prego. Non farlo>>, la pregai, << Torna a dormire, mi dispiace averti svegliata, spiegalo tu agli altri>> 
<< Va bene, cerca di dormire anche tu. Non fare cazzate>>, che altre cazzate potevo fare? La più grande l’avevo già fatta!
Dopo aver concluso la telefonata con mia sorella cercai di addormentarmi sul divano, non avevo ne fame, ne sete, ne sonno. Mi sentivo vuoto dentro, un vuoto che solo lei poteva riempire.
Ogni parte di quella casa mi ricordava lei, mobili, oggetti, le pareti, lo scaffale dei premi. 
Il suo profumo, se chiudevo gli occhi sentivo nell’aria il delicato aroma del suo amato Chanel N5.   
Mi alzai e presi un’altra bottiglia di birra, raccolsi quelle maledette foto dal pavimento e le feci in mille pezzi, come se con quel gesto avessi cancellato quello che rappresentavano.
Non so a che ora ma mi addormentai, so solo che mi svegliai di colpo a causa del telefono che squillava.
<< Chi è?>>
<< Edward sono Luke>>, guardai l’ora erano le otto, alle dieci dovevo essere sul set, cosa voleva allora? Non ero in ritardo. La testa pulsava e i resti delle foto sparsi sul pavimento mi riportarono alla realtà, le foto erano pubbliche.
<< Non uscire di casa>>
<< Ma..>>, non mi fece finire.
<< Fa come ti ho detto!!>> disse a denti stretti.
<< Devo andare sul set>>, purtroppo.
<< Tu con quel set hai chiuso!>>, mancavano ancora delle scene, ci tenevo al mio lavoro.
<< Che diavolo dici?>>, domandai mettendomi seduto, mossa sbagliata perché questo mi provocò un forte giramento di testa.
<< Il regista e alcuni produttori sono d’accordo, le scene che hai fatto bastano>>
Ottimo avevo mandato a puttane anche il mio lavoro, mi facevo i complimenti da solo.
<< Va bene, non esco di casa, non vado sul set, non faccio nulla>>, dissi rassegnato.
<< Edward, vedrai si sistemerà tutto>>
<< Questo significa che Bella tornerà da me?>>, chiesi sarcastico.
<< Io..>>, lo avevo messo in difficoltà.
<< Ho capito, ti devo lasciare qualcuno chiama al telefono di casa>>
<< Se è un giornalista attacca subito, non rilasciare dichiarazioni per il momento>>
Che cosa avrei dovuto dichiarare? Che ero un emerito coglione?! Pensai tra me e me.
<< Va bene>>, mi alzai traballante e risposi al telefono di casa.
<< Pronto>>
<< Io non ti ho cresciuto così!>>, era mamma ed era parecchio arrabbiata.
<< Mamma io..>>, provai a parlare ma mi fermò.
<< Tu ora stai zitto e mi ascolti!>>, disse facendomi paura.
<< Avevi tra le mani la ragazza più dolce del mondo, più bella e soprattutto che ti amava, e tu.. per cosa? Una scopata?!>>, era veramente arrabbiata, non avrebbe mai utilizzato quel linguaggio.
<< .. hai rovinato tutto! Perché?>>
<< Mamma io amo Bella, è stato solo una stupida notte di cui non ricordo nulla>>
<< Il figlio che ho cresciuto io non l’avrebbe mai commesso quell’errore!>>, la sua voce esprimeva delusione allo stato puro.  
<< Mi dispiace..>>
<< Non è con me che ti devi scusare..>>, non sentì più nulla, anche mamma mi aveva riattaccato il telefono.
Avevo perso anche lei, mi sentivo solo, nonostante la casa fosse circondata da giornalisti e paparazzi.
Ma in fondo era quello che mi meritavo per quello che avevo fatto alla persona che amavo.
Guardai la foto appesa alla parete di fronte, ritraeva me e lei felici, mi maledivo per aver rovinato tutto.

Eccoci con il terzo capitolo, vi piace questa versione di Edward? Si sente completamente solo, anche la sua famiglia lo abbandona..
A martedì un bacio e buona domenica


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Capitolo 4
*** Solo ***


SOLO

Erano tre giorni che non uscivo di casa, Jane, la domestica, passava una volta al giorno per portarmi da magiare e sistemare casa. Così come Luke, la Warner voleva parlarmi ma non avevo il coraggio di presentarmi da loro, non parlavo con nessuno e non volevo vedere nessuno.
Passavo le giornate a bere birre sul divano e a vedere film alla televisione, ma mi bastava sbagliare canale per ritrovarmi tra gli argomenti più discussi, parlavano sempre di me, di lei e dell’altra. Facevano le ipotesi più assurde, furono anche pubblicate le foto di Bella che lasciava casa nostra. Quelle immagini furono il colpo di grazia, cominciai a piangere e a sfogarmi per la prima volta da quando lei se ne era andata. 
Piansi per non so quanto tempo, per ore forse. Fu un pianto liberatorio per me, non potevo rimanere in casa senza fare nulla, così non l’avrei ma i più riconquistata.
Presi tutte le bottiglie di birra e le portai in cucina, mi feci una doccia e la barba.
Le avevo promesso di non cercarla, ma non di cercare le sua amiche, fu così che quella domenica mattina chiamai Rose, per chiederle di Bella.
<< Edward hai rotto!>>
<< Ciao anche a te>>
<< Cosa vuoi?>>, chiese seccata.
<< Come sta?>>
<< Male, è da tre giorni che resta sempre chiusa in camera sua>>
Non doveva stare così, non per colpa mia, tutta l’euforia di poco prima era svanita sentendo che stava male.
<< Rose io ti giuro mi farò perdonare, io la amo, smetterà di soffrire a causa mia>>
<< Sbrigati Edward>>
Avevo Rose dalla mia parte, neanche lei mi aveva perdonato lo sapevo, ma lei, come me, voleva vedere Bella felice.
<< Luke?>>
<< Qualcuno ha riacquistato il dono della parola>>, disse sarcastico.
<< Ti ricordi le famose dichiarazioni che non dovevo fare?>>
<< Si..>>, era confuso.
<< Quale rivista esce domani?>>
<< People, perché?>>, People era famosissima andava benissimo.
<< Ora io ti mando un messaggio e tu devi fare in modo che questa mia dichiarazione domani venga pubblicata>>
<< Edward confermerai tutto così, non è prudente per la tua carriera..>>, non lo feci finire.
<< Ci sono già le foto a confermare tutto, e della mia carriera sinceramente non me ne frega nulla. Posso anche vivere di rendita se ne ho voglia>>, lo sentì sbuffare.
<< Romeo, mandami quel messaggio, sono le undici del mattino forse siamo ancora in tempo>>, così mi piaceva.
<< A dopo>>.
Misi giù e cominciai a scrivere, sapevo già quello che le volevo dire. Potevo scriverglielo in privato, ma l’avevo tradita pubblicamente e pubblicamente le dovevo chiedere scusa. Visto che, comunque non mi voleva parlare.
Mandai il messaggio a Luke, sperando che riuscisse a mandarlo in tempo per la stampa della rivista. Il mio tradimento era la notizia del momento, quasi sicuramente non si sarebbero fatti scappare una dichiarazione del genere. Essere famosi aveva anche i suoi vantaggi.
Dopo minuti che mi sembravano eterni Luke richiamò:
<< Dimmi che non ti pago per nulla>>, risposi incrociando le dita.
<< Dovresti aumentarmi lo stipendio, invece!>>, un sorriso raggiunse il mio volto.
La mattina dopo Luke mi portò People, dove lessi la mia dichiarazione.
“Mi scuso profondamente per il dolore causato alla persona che più amo al mondo.
Amo Bella, la amo. Mi dispiace”
Era stato difficile per me pubblicare quella dichiarazione, come lei odiavo vendere la mia vita privata ai giornali, ma se questo serviva a farmi perdonare, l’avrei fatto altre mille volte.
Sapevo benissimo che con quelle parole avevo confermato il mio tradimento, che fino ad allora era rimasto presunto.
<< Pronto, Rose>>
<< Edward..>>, era fredda ancora, ma almeno mi rispondeva, dandomi notizie su Bella.
<< Come va?>>
<< Come al solito>>, Bella ancora non era uscita da camera sua.
<< Come state tu ed Alice?>>, chiesi per educazione.
<< Come vuoi che stiamo? Soffriamo nel vedere Bella così Edward..>>
<< Mi dispiace..>>, potevano liberamente darmi la medaglia come persona che faceva soffrire più persone contemporaneamente. 
<< Sai le sto preparando la pasta al pomodoro>>, era il suo piatto preferito, semplice e buona proprio come lei. Ricordo ancora il giorno in cui mi insegnò a farla, combinai un disastro e la faccenda si concluse con le che mi diceva che l’unica cosa che sapevamo fare noi inglesi era il tè. 
<< Sta mangiando, vero?>>, silenzio, Rose non rispose.
<< Rose?!>>, chiesi alzando la voce.
<< Dice di non avere fame.. >>, si trascurava per colpa mia, lei che amava mangiare non lo faceva perché le avevo tolto anche l’appetito, oltre che la fiducia in me.
<< Per favore..>>
<< Io ed Alice ci proviamo..>>
<< Per favore chiedi ad Alice o a qualcuno di andare a comprare People>>, lei doveva leggere le mie scuse, doveva sapere che l’amavo.
<< Cosa c’entra People?>>
<< Tu fallo per favore, e fa in modo che anche Bella legga>>
<< Ricevuto, a domani>>, riattaccò, aveva detto “a domani” ciò significava che potevo richiamala per sapere come stava il mio amore.
Pranzai anche io con la pasta al pomodoro, o una specie, ma sapere che mangiavamo la stessa cosa, nonostante fossimo lontani, mi faceva sentire vicino a lei.
Ero davvero messo male se mi riducevo a quei pensieri.
Mentre lavavo i piatti, squillò il telefono, sperai con tutto me stesso che fosse Bella ma appena alzai la cornetta la voce squillante di mia madre perforò il mio povero timpano.
<< Vedo che l’unico neurone rimasto a mio figlio si è messo in funzione!>>
Dov’era la madre incazzata di qualche giorno prima? Forse aveva letto le mie scuse.
<< Tesoro sei sulla buona strada>>
<< Grazie mamma, mi sei mancata>>, confessai.
<< Riportala a casa ti prego, mi fa male sapervi lontano>>, non immaginava quanto male faceva a me, la mia famiglia la adorava, i miei la consideravano come una figlia, le mie sorelle come una sorella, era difficile non essere conquistati da lei e dal suo sorriso. 
<< Te lo prometto mamma>>, e lo promisi anche a me stesso.
Continuai a parlare con mia madre su Skype per tutto il pomeriggio, Rose non mi aveva chiamato ed io avevo paura di richiamarla, paura di sapere che Bella aveva preso male le mie parole.
Quella stessa sera mi chiamò anche Emmet, da New York, che dopo avermi fatto il muso e il cazziatone per aver ferito la sua sorellina, promise di aiutarmi a riconquistarla.
Era una settimana che Bella se nera andata, a me invece sembrava fosse passata un eternità. Chiamai Rose, ma a sorpresa rispose Alice:
<< Dire che sei uno schifoso-bastardo- fedifrago non renderebbe l’idea che ho attualmente di te!>>, anche la dolce Alice era sparita. A questo punto potevano consegnarmi l’Oscar al miglior coglione, avrei vinto senza dubbi.    
<< Credimi non saprei descrivermi meglio>>, affermai.
<< Cosa diavolo vuoi?>>
<< Bella vorrei, vorrei che fosse qui da me >>, la sentì fare una risata sarcastica dall’altra parte del telefono.
<< È colpa tua se è qui, e sappi che ho risposto solo perché non riconoscevo il numero>>
<< Si, si, certo>>, dissi prendendola in giro, Rose aveva il mio numero registrato, << Come sta?>>.
<< È da ieri che non fa entrare nessuno in camera sua, Edward fa qualcosa ti prego>>
<< Non so che fare, te lo giuro. Le ho promesso di non cercarla, io..>>
<< Forse questa separazione vi farà bene, capirete così entrambi quanto contate l’uno per l’altro>>, io sapevo quanto lei contasse per me.
<< Trovi sempre un lato positivo vero?>>
<< Mi hanno insegnato a vedere il bicchiere mezzo pieno, sempre>>
<< Il mio bicchiere è nero, invece>>, anzi ambrato e pieno di birra.
<< Edward ti devo lasciare credo stia uscendo dalla sua camera>>
<< Abbracciala per me>>
<< Va bene, anche se non te lo meriti>>, era vero io non mi meritavo un angelo come Bella, però volevo essere egoista, volevo che lei tornasse ad essere mia.
<< Grazie>>, dissi prima che Alice mettesse giù.

Eccoci con il quarto capitolo, come vi sembra?
Nel prossimo si rincontreranno a giovedì un bacio.

Buon 8 marzo a tutte!

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Capitolo 5
*** Rivedersi ***


RIVEDERSI 

Non passava giorno senza una mia chiamata a Rose la sera e ad Alice la mattina, la situazione non accennava a migliorare, le birre tornarono a popolare il mio salotto, mi sentivo solo. Nonostante le chiamate di mia madre, che avevano perso l’entusiasmo della chiacchierata della domenica precedente. Nonostante i tentativi dei miei amici di farmi sfogare, di uscire fuori e andare per locali, di svagarmi, io rifiutavo, non volevo ne vedere ne sentire nessuno.
Passai l’intera giornata sul divano facendo zapping tra un canale all'altro, quando il mio occhio cadde su un: “Tra poco in studio Isabella Swan”
Cosa ci faceva in televisione? Voleva forse dichiarare che tra noi era finita? Dire che non mi amava più? Che coglione che ero, dovevo solo aspettare e guardare.
Pochi minuti dopo sentì John Stewart annunciarla:
<< Venerdì sarà al cinema con “In Town”, ma questa sera è qui con noi Isabella Swan>>.
Che coglione, lo avevo dimenticato, lei era li per promuovere il film. Entrò e un boato la accolse, era bellissima fasciata in un stupendo tubino blu. Quanto avrei voluto essere li e stringerla tra le mie braccia e non lasciarla andare via. Sembrava serena, ma mi bastò guardare i suoi occhi color cioccolato per capire che non lo era.
<< Benvenuta>>, la accolse John con una stretta di mano.
<< Buona sera>>, sentire la sua voce provocò in me una serie di brividi di piacere, e un senso di colpa nel sentire che tremava. Stava cercando di apparire tranquilla, era un’attrice in fondo.
<< Prego accomodati>>.
<< Grazie>>, si sedette ed accavallò le gambe, e che gambe!
<< Bene..>>, John si interruppe il pubblico era ancora in delirio.
<< Volete sentirla parlare, o andiamo avanti così tutta la serata? Come volete>>. 
Io volevo sentire la sua voce e il pubblico era dalla mia parte.
<< È sempre così in tua presenza?>>, si lo era, impazzivano per lei.
<< Più o meno, ma loro sono fantastici. Anche se sei privo di forze, basta sentirli e ti ricarichi subito>>, la conoscevo bene, e stare li davanti alle telecamere e fingere che tutto andasse bene le costava uno sforzo immenso.  
<< Allora che hai combinato?>>, che diavolo! Come si permetteva? Bella non lo avrebbe mai assecondato piuttosto si sarebbe alzata andandosene via. Ad un tratto il presentatore tirò fuori due coppe di gelato alla crema. Che intenzioni aveva?
<< Dai, siamo due ragazze che si scambiano confidenze>>. 
La mia Bella s’irrigidì, si stava trattenendo, avrei scommesso che gli fosse passato per la testa di rovesciarglielo addosso.
<< Questo è il modo in cui hai voluto accogliermi nel tuo Show, neh?>>, disse mentre si portava alle labbra, un po’ di gelato, facendo uno smorfia. Quanto avrei voluto essere quel cucchiaio. 
<< Non ti piace?>>, chiese perplesso John.
<< Beh, è sciolto>>, disse Bella con tono ovvio, e poi lei mangiava solo gelato italiano alla fragola, la vaniglia non era tra i suoi gusti preferiti. 
<< Oh, lo dicevo io di portare un frigorifero in studio. Ma nessuno mi ascolta ormai>>.
<< Già, comunque preferisco la fragola>>, esultai alle sue parole. 
<< Me ne ricorderò>>, amico mio probabilmente dopo quell'intervista non l’avresti mai più rivista!
<< Oh, bene!>>
<< Siamo preoccupati per te. Va tutto bene?>>
. No, nulla andava bene perché avrei dovuto esserci io dietro le quinte con lei, così avevamo programmato. 
<< Beh, qualsiasi cosa io dica in questo momento vale davvero poco. Il mio problema è che non ho assunto nessuno che mi scriva le risposte>>, spiazzava sempre tutti con le sue parole.
<< Ed in ogni intervista imbarazzante, normalmente gli attori hanno già tutti scritto. Ho intenzione di assumere un addetto stampa>>. Mi fece sorridere il tono divertente che usò.
<< Beh, ragazza farai girare l’economia degli addetti stampa. Chiunque vorrà essere assunto. Scatenerai una guerra!>>. 
Nessuno si doveva azzardare ad avvicinarsi alla mia Bella, anche se tanto mia non lo era più. 
<< Ascolta, l’ultima volta che ho avuto una brutta rottura, il gelato mi ha aiutato a superarla>>, io e Bella non avevamo rotto, per diamine!
<< Così ho pensato che io e te potremmo parlarne, del tipo: “Ehi ragazza, stai molto meglio. Ma in ogni caso, scaricalo!”>>.
Io quello li lo strozzo, Bella non stava bene, io non stavo bene.
<< Quando si è giovani e una storia d’amore finisce, ci si sente come se il mondo intero stesse per finire>>, non era finita.
<< Questa è la prima volta che ho visto reagire il mondo veramente in questo modo. È follia pura. Ti auguro quindi di riuscire a gestire i tuoi affari in privato, nella tua vita personale. Ti auguro il meglio>>. 
Aveva finalmente detto qualcosa di sensato era una questione privata tra me e Bella, anche la reazione dei fan era stata forte, ormai mi odiavano tutti, avevo fatto soffrire il loro idolo, come potevo biasimarli?
<< Grazie>>, disse Bella facendo un timido sorriso che non arrivò agli occhi, com’era solito fare.
Quanti mi manchi amore mio, pensai. Anche a Coco e MJ mancava, quando avevano sentito la sua voce si erano precipitati in salotto a guardare la televisione con me. A Coco in particolare mancava molto, si era messa accanto a miei piedi; non salivano mai sul divano Bella glielo aveva impedito. 
L’intervista proseguì parlando del bellissimo film che Bella aveva girato l’anno prima a New York, stando lontana da me per più di due mesi. Anche allora era lontana da me, ma mai mi era mancata come in quel momento, dov'era distante in tutti i sensi.
Bella appariva molto più tranquilla, quando parlava del suo lavoro. Era sempre bellissima.
Poco prima di addormentarmi Rose mi chiamò dicendomi che sarebbe venuta il giorno dopo a prendere i vestiti di Bella; lei non voleva tornare da me, si voleva distaccare ancora di più. Chiamai Jane, e le chiesi di prepararli.
Quella notte non dormì, la mia mente continuava a mostrarmi l’immagine di Bella che lasciava casa nostra in lacrime ed io che non riuscivo a fare nulla per fermarla.
Verso le otto arrivò Jane ed io feci finta di dormire,ma appena uscì mi alzai dal divano, non riuscivo a tornare nella nostra camera da letto. Mi diressi in cucina per mettere nelle ciotole dei cani i croccantini e per prepararmi un caffè nero. 
Mangiavo senza nemmeno realizzare cosa stessi mangiando, era un gesto automatico come respirare. Stavo finendo il caffè quando l’IPhone si mise a squillare, rischiai di soffocarmi con il caffè quando lessi sul display il nome di Bella.
<< Pronto. Bella?>>, risposi con il cuore in gola.
<< Sei a casa?>>, stava tornando, pensai. Nonostante il suo tono mi risultasse freddo. Quanto mi mancava la sua voce.
<< Si, torni a casa?>>, chiesi speranzoso.
<< No, vengo a prendere delle cose>>, una doccia fredda mi colpì, la speranza che lei tornasse andò via così come era arrivata. Sarebbe venuta lei al posto di Rose.
<< Ok, hai le chiavi? Io esco, so che non mi vuoi vedere>>, anche se la mia voglia di vederla era alta.
<< No, voglio che tu ci sia>>, disse sorprendendomi.
<< Non voglio vederti abbandonare casa nostra di nuovo. Non potrei sopportarlo, non ancora>>. 
<< Devo parlare con te e quando prenderò le mie cose tu uscirai>>, non sapevo di cosa volesse parlare ma almeno l’avrei rivista.
<< Ti aspetto vita mia>>
<< Aprimi il cancello sul retro, a dopo>>, mise fine alla chiamata, non l’avevo mai sentita così distante, neanche quando non stavamo insieme. Infatti voi non state insieme, mi ricordò la mia coscienza.
Dopo essermi calmato, andai al piano di sopra per farmi una doccia e cambiarmi, ci impiegai davvero poco, anche ad asciugarmi i capelli. 
Aprì il cancello, così come mi aveva chiesto e rimasi ad aspettarla sulla porta che collegava il garage con la casa. 
Il mio cuore si fermò quando vidi la sua amata 500 varcare il cancello. I miei occhi si posarono sulla figura di Bella, volevo vedere i suoi occhi ma lei me lo impediva indossando gli occhiali da sole.
Scese dall'auto e i miei piedi si spostarono in automatico verso di lei.
<< Stammi lontano per favore>>, mi disse e io mi bloccai.
<< Ciao, va bene come vuoi>>, le sorrisi.
<< Ciao>>, lottai contro tutte le mie forze per non prenderla e stringerla tra le mie braccia.
<< Entriamo in casa>>, le dissi dopo aver notato dei paparazzi tra i cespugli.
<< Com'è possibile che siano arrivati anche qua dietro?>>, chiese mentre gli mandava a quel paese, i paparazzi erano gli unici che la trasformavano in una camionista.
<< La casa ormai è circondata da quando sono uscite le foto>>, vidi spuntare Coco, che si gettò tra le braccia di Bella, che prese a coccolarla.
<< Ah.. Coco>>  
<< Le sei mancata tanto>>, dissi guardandola con amore.
<< Anche lei a me>>, e tu a me le avrei voluto dire.
Ci accomodammo in salotto sedendoci sul divano, su quello stesso divano dove le avevo raccontato tutto, dove avevo rovinato tutto.
<< L'ultima volta che ci siamo visti abbiamo lasciato le cose in sospeso..>>, cominciò a parlare togliendosi gli occhiali, mostrandomi così il suo sguardo marcato da profonde occhiaie e segnato da due occhi color del cioccolato, bellissimi ma spenti.
<< Lo so.. ho rovinato tutto>>.
<< Sei libero di vivere la tua vita, di essere felice con lei..>>, la sua voce si spezzò a quelle ultime parole.
<< Che diavolo stai dicendo?>>, io non la volevo Jessica! Era lei che volevo.
<< Edward è finita>>, boom! Il mio cuore si spezzò, ma non potevo arrendermi, non potevo perderla.
<< Io ti amo, non può essere finita. Ti prego Bella, perdonami>>. 
<< Edward io non ci riesco>>, non aveva detto che non mi amava più, una speranza per noi c’era. Ma vedevo nei suoi occhi che lei non ci credeva, mi voleva allontanare, mi voleva dimenticare, sembrava che volesse andare avanti, da sola senza di me.
<< Non dirmi questo.. C'è un altro, vero?>>, mi pentì immediatamente delle mie parole, lei nascose il viso tra le sue mani. Che coglione patentato che ero!
<< Cosa?>>, disse indignata senza tornare a guardarmi.
<< Ti prego amore non dirmi che..>>, lei non poteva avere un altro, lei era mia. Lei non poteva, lei no.
<< Senti, oggi sono venuta qui per dirti che sei libero. Di viverti la tua vita, di essere felice. Ed anche io un giorno lo sarò!>>, disse alzandosi in piedi e tremando, le lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso. Ti prego amore non piangere, solo con lei potevo essere felice e vivere serenamente. Non lo saremmo stati mai stando separati.
<< Io non posso essere felice senza di te>>, dissi con un filo di voce.
<< Mi prendo Coco, la casa è tua>>, no, non poteva.
<< Io non la voglio senza di te>>, senza di lei era vuota, mi era estranea.
<< Vado a prendere le mie cose. Esci se ti fa male>>.
Rimasi fermo immobile in mezzo al salotto, senza rendermi conto che ormai era finita, lei era salita al piano di sopra lasciandomi solo, come meritavo. Se era finita era tutta colpa mia. La raggiunsi in camera da letto, lei fissava le sue valige, ma senza realmente guardarle.
<< Ieri ha chiamato Rose, mi ha detto che saresti venuta a prenderti le tue cose, così ho chiesto a Jane di preparale>>, le mentì. Non so perché lo feci. Io volevo solo che lei fosse felice, e se lo poteva essere senza di me l’avrei lasciata andare, ormai non potevo fare più nulla.
<< Grazie>>
<< Ti aiuto a portarle giù>>, mi offrì, sapevo che mi avrebbe fatto male, ma ero un inglese e non le avrei permesso di portare da sola tutto quel peso.
<< No, faccio da sola. Vai via>>, ma non me lo permise, cacciandomi dalla camera.
Andai immediatamente in cucina dove presi dal frigo un’altra Bek’s e cominciai a berla, il ripiano era pieno di bottiglie vuote, che avevo raccolto dal salotto.
Bella scese con le due valige e cominciò a fissarmi.
<< Ti chiedo solo una cosa. Smettila di bere, non ti fa bene>>, si preoccupava ancora per me, cosa gliene fregava? Mi aveva lasciato, ormai.
<< Hai detto che è finita, è l'unica cosa che mi resta>>
<< Edward per piacere>>, le avrei dato quella soddisfazione e rovesciai la birra nel lavandino.
<< Se è questo quello che vuoi, va bene>>.
<< Non è per me è per te, tonto!>>. “Tonto”, mi aveva chiamato tonto,lo faceva sempre quando ne combinavo una delle mie, le sorrisi.
<< Mi piace quando mi chiami così>>, le dissi continuando a sorriderle.
<< Dov'è Coco?>>, chiese per cambiare discorso. Sicuramente.
<< Credo sia in giardino, vado a prenderla>>.
Mi stavo avviando ma lei mi fermò
<< Vado io>>, fece per andare quando chiese: << Dov'è MJ?>>.
<< Lo sai che è uno scansafatiche, starà dormendo da qualche parte in giardino!>>
Bella uscì in giardino e pochi secondi dopo la senti urlare, mi precipitai immediatamente fuori e la vidi furiosa.
<< Quante diavolo di volte ti ho detto di coprire le grate del cancellino?>>, Coco era uscita fuori in strada.
<< Sta bene?>>, domandai avvicinandomi lei mi guardava con rabbia non rispondendomi.
<< La tua ragazza è qui!>>, disse superandomi e rientrando in casa.
<< Che cazzo dici Bella?>>, la seguì dentro.
<< Jessica è qui. Tanti auguri>>, disse con finto entusiasmo. Che diavolo ci faceva qui? Perché proprio oggi?
<< Lei non è la mia ragazza. Io sono tuo>>, non lo sarebbe mai diventata.
<< Non so perché sia qui, te lo giuro. L'ultima volta che l'ho vista è stata sul set>>, era la verità! Perche non mi voleva credere?
<< Per favore basta. Te l'ho detto sii felice>>, era testarda, sarebbe stato inutile insistere.
<< Ti porto MJ, così lo saluti>>, lo trovai nel suo angolo preferito e lo svegliai, dormiva come pensavo.
<< Grazie>>, uscì in giardino anche lei e MJ gli corse contro, era un giocherellone.
L’avevamo adottato assieme l’anno prima, dopo che un bastardo lo aveva abbandonato sul ciglio della strada. Esponendolo a mille pericoli.
Rientrai in casa e portai le sue valige nel baule della 500, mi stavo facendo male da solo ma non riuscivo a farne a meno.
<< Edward?>>. Mi sentì chiamare con tono irritato da Bella.
<< Ho portato le tue valige in macchina..>>, risposi alla sua domanda muta.
La seguì in garage, mi sentivo vuoto, freddo, mi sentivo il nulla assoluto. Perché? Perché a noi? Non mi ero sentito così quando se ne era andata via per la prima volta.
<< Allora è finita?>>
<< Addio Edward>>, disse prime di salire in macchina e uscire dalla proprietà. 
L’avevo persa, mi aveva lasciato, aveva lasciato casa nostra. Aveva messo fine a quel noi, a cui non credeva più, a quel noi che io avevo distrutto.
Rientrai in casa, non mi era mai sembrata così fredda ed estranea, poco dopo sentì una forte frenata. Il mio pensiero andò subito a Bella, quei bastardi dei paparazzi le potevano far avere un incidente assillandola. Mi precipitai immediatamente in strada, dove i fotografi cominciarono a scattare foto, come se non ci fosse un domani.
Di loro, però non me ne fregava nulla, perché stavo cercando la macchina di Bella, che vidi allontanarsi in fondo alla via. Per fortuna mi ero preso solo uno spavento, non le era successo nulla, stavo per rientrare quando mi sentì chiamare: << Edward, tesoro!!>>. Jessica stava correndo verso di me, con un sorriso a favore degli obiettivi.
Mi voltai e con tutta la rabbia che avevo dentro le urlai: << Sparisci!>>, prima di chiuderle il cancellino in faccia e rientrare in casa. 

Eccoli si sono incontrati, Edward è sempre più pentito e solo, Bella si è chiusa in se stessa, sembra forte ma non lo è.
Alla prossima un bacio, aspetto i vostri pareri..


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Capitolo 6
*** Non mi allontanare ***


NON MI ALLONTANARE

Dopo che Bella era tornata a riprendersi le sue cose avevo lasciato anche io quella casa, non riuscivo più a sopportala, mi ricordava troppo lei. Lo stesso giorno chiamai Luke e gli chiesi di prenotarmi una camera in un albergo sperduto, volevo rimanere da solo, ero stanco di sentirmi dire che ero un coglione, un bastardo come meritavo di essere chiamato, ma ero anche stanco di sentirmi dire che tutto sarebbe tornato come prima.
Le mie giornate le passavo passeggiando nel boschetto dietro l’hotel, dove alloggiavo, con MJ, l’unica compagnia che desideravo. 
Avrei anche dovuto cominciare le riprese di un nuovo film, ma non me la sentivo di recitare in un film in cui il tema centrale era la felicità, che in quel momento si era decisa a girarmi ben lontano. Ero un attore, ma non sarei riuscito a fingere di stare bene, nemmeno di fronte alla telecamera.
Luke era riuscito, non so come a spostare tutte le mie riprese all’inizio di giugno, permettendomi così di superare la cosa. Dubitavo, comunque, di quest’ultima cosa.
Mi ero isolato da tutto, non sapevo cosa dicessero sul mio conto, non mi interessava, chiamavo mamma ogni giorno dicendole che stavo bene, lei faceva finta di credermi.
La mattina, mi capitava di vedere sulle riviste fotografie di Bella sul set, mentre tornava a casa, indossava sempre gli occhiali da sole, nascondeva così il dolore che le avevo procurato. L’unico mio desiderio era che le passasse, che tornasse a vivere e sorridere come solo lei sapeva fare.
Come ogni sera, ormai da due settimane, chiamai le ragazze, per sapere come stava, non riuscivo a smettere di preoccuparmi dell’unica persona che avessi mai amato.
<< Pronto>>, rispose dopo pochi squilli Rosalie.
<< Ciao Rose. Come sta?>>, domandai immediatamente.
<< Diciamo che sta meglio>>, sospirai di sollievo, pian piano si stava riprendendo.
<< Bene, sta dormendo?>>
<< Si è addormentata profondamente, era sfinita>>, a quelle parole mi allarmai immediatamente.
<< Perché sfinita? Cosa le è successo?>>, chiesi preoccupato.
<< Nulla, ha solo un po’ di febbre>>, Bella non si ammalava mai, però quando le succedeva stava male per giorni.
<< Devo vederla, devo starle accanto>>, dissi mentre mi alzavo in piedi per prendere le chiavi della macchina. MJ già dormiva.
<< Edward, no! È solo febbre non ha nulla..>>, non le feci finire, presi la giacca ed uscì dalla camera.
Un quarto d’ora dopo bussavo alla porta dell’appartamento delle ragazze, Rose mi aprì.
<< Edward, se Bella ti vede qui io sono morta, lo capisci questo?>>, non l’ascoltai e mi diressi verso la stanza di Bella.
<< Edward lo sai che non ti vuole vedere>>, mi fermai voltandomi verso di lei << Giuro, non mi faccio vedere, voglio solo vederla. Sapere che sta bene, lei è tutta la mia vita>>.
Le mie parole la convinsero, << Va bene, ma stai attento>>. Le sorrisi per ringraziarla ed entrai in camera di Bella.
La rividi dopo due settimane, era bellissima, anche se la febbre aveva segnato il suo volto. Mi avvicinai lentamente senza fare rumore e quando posai la mia mano sulla sua guancia bollente, una serie di brividi percorse la mia schiena, ed anche lei rabbrividì. Il mio tesoro non stava dormendo. Sorrisi. Quanto mi era mancato toccarla.
<< A che ora ha preso la Tachipirina?>>, chiesi a bassa voce a Rose.
<< Verso le dieci>>, rispose. 
<< Dovrebbe aver fatto effetto allora, ma perché la febbre non è scesa? È ancora bollente!>>, dissi preoccupato mentre le toccavo la fronte, la febbre la devastava sempre, ed ora era anche più vulnerabile.
<< Calmati Edward, non lo vedi come dorme. Significa che sta bene. Ora vattene>>, non me ne sarei andato.
<< No, finché non le scende la febbre io sto qui con lei>>.
<< Edward se lei si sveglia..>>, la bloccai immediatamente; << Tu non ti preoccupare, mi prenderò io tutta la sua furia se si sveglia>>, e Bella infuriata faceva davvero paura. Bisogna sempre avere paura dei buoni quando si arrabbiano, non dei cattivi. Mi avevano detto.
<< Come vuoi>>, si arrese Rose, << La ami ancora vero?>>, chiese di punto in bianco, era la prima che me lo chiedeva.
<< Non ho mai smesso di amarla..>>
<< Allora perché lo hai fatto?>>, chiese diretta Rose.
Esitai un po’ prima di rispondere, poi decisi di essere sincero con lei, << Perché sono uno stupido, avevo tra le mani la cosa più bella del mondo e l’ho distrutta>>
Rose uscì dalla camera ed io mi avvicinai ulteriormente al mio amore posando le mie labbra sulla sua fronte bollente. Avrei continuato a baciarla in eterno.
<< So che sei sveglia, ma per favore non arrabbiarti. Permettimi di starti vicino per l’ultima volta>>, le sussurrai all’orecchio, a fatica aprì gli occhi, avevo paura che mi cacciasse ma disse solamente: << Ho sete>>, presi il bicchiere sul comodino e la aiutai ad alzarsi, volevo abbracciarla, ma avevo paura di un suo rifiuto. Vicino a lei mi sentivo bene, a casa, il vuoto dentro di me spariva.
Presi una sedia e mi misi vicino al letto, Bella chiuse gli occhi e pochi minuti dopo cominciò ad agitarsi, preoccupato mi avvicinai e l’abbracciai, lei non mi rifiutò, << Calmati>>, le sussurrai, cullandola finché non si addormentò. La tachipirina stava cominciando a farle effetto.
Rimasi ad osservarla per non so quante ore, finché il sonno non si impadronì anche di me.
Sentivo qualcuno chiamarmi e toccarmi le spalle, << Edward, svegliati>>, mi disse il mio amore catturando con i suoi occhi color cioccolato i miei.
Bella era seduta sul letto con i piedi nudi sul pavimento, possibile che fosse sempre così irresponsabile? 
<< Bella, torna a letto. Come stai?>>, dissi mangiandomi le parole.
<< Sto meglio, vieni mettiti sul letto. La sedia non è adatta per dormire>>, cosa? Stavo sicuramente sognando, non me lo stava dicendo per davvero.
<< Ma..>>, la guardavo confuso, sorpreso e felice, rendendomi conto che ero più che sveglio . 
<< Vieni>>, mi invitò.
Mi sdraiai accanto a lei, che era immobile. Nessuno dei due osava muoversi, sembravamo due perfetti sconosciuti. Mi beai comunque di quella vicinanza così intima.
Ci addormentammo così entrambi, io mi beavo del suono del suo respiro e del suo profumo.
La sentì urlare un: << No!>>, svegliandosi di colpo, tremava tutta, mi alzai anche io fissandola terrorizzato.
<< Bella..>>, parlai allungando una mano verso il suo viso, ma si spostò.  
<< Vattene!!>>, mi urlò con tutta la rabbia e l’odio che aveva addosso, con gli occhi pieni lacrime.
Come un automa scesi dal letto e me ne andai, lasciandole il mio cuore.
Erano le cinque del mattino, quando mi misi in macchina diretto all’hotel, passai vicino ad una spiaggia deserta, e inchiodando la macchina mi fermai e cominciai a passeggiare. Ripensai alla notte appena trascorsa , strale così vicino senza che lei mi mandasse via, era stato bellissimo, mi aveva dato l’illusione che tutto fosse tornato come prima, ma quando si era svegliata in lacrime, dopo un incubo, quell'illusione era svanita.

Eccoci con questo nuovo capitolo, cosa ne pensate?
Merita di essere perdonato questo Edward?
Alla prossima buon week end!

 

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Capitolo 7
*** Sfogati ***


SFOGATI

Bella era guarita, stava meglio, così mi avevano assicurato Alice e Rose, dopo aver trascorso la notte accanto a lei decisi di tornare nella nostra casa, la sentivo più vicina. Come lei mi aveva chiesto avevo coperto con una retina le grate del cancellino, in modo che Coco quando sarebbe tornata con la mia Bella, sarebbe stata sempre al sicuro.
Ero sicuro del suo amore, perché era eco del mio, dovevo solo darle tempo. Un amore come il nostro non poteva finire, per uno stupido errore. Un grave errore mi ricordò la mia coscienza.
Stavo riordinando casa quando Luke mi chiamò:
<< Edward, sei a casa?>>
<< Si>>
<< Senti, volevo venire da te, ma non faccio in tempo oggi>>, cosa voleva dirmi, lo sentivo strano.
<< Perché volevi vedermi?>>
<< Giovedì la Warner ha organizzato una riunione con tutto il cast, il regista e i produttori, per discutere sulla promozione del film>>, il nostro film, il film dove l’avevo conosciuta, dove mi ero innamorato.
<< Ci sarà anche lei?>>, domandai, sperando in una risposta affermativa.
<< Si Edward, evitate discussioni, ti prego. Comportatevi da adulti, tu lo sai che la Warner non vi ha mai voluti assieme>>, ci avevano sempre ostacolato, ma giocavano molto sul fatto “stanno insieme o non stanno insieme”, solo per far parlare dei film.
Questo finché Bella non si fece scappare in un’intervista la frase: “ grazie, piacerà anche al mio ragazzo”, confermando così la nostra storia.  
<< Non ti preoccupare Luke, ci vediamo>>.
Due giorni e l’avrei rivista, solo questo pensiero attraversava la mia mente.
Il giovedì seguente mi preparai, la Warner mi aveva mandato un’auto e il mio fantastico bodyguard Steve, un omone di oltre due metri.
In pochi minuti raggiungemmo la sede della Warner a Hollywood, scesi dalla Mercedes nera e i flash cominciarono a colpirmi, e i giornalisti a circondarmi, facendomi le domande più assurde. Grazie a Steve riuscì ad entrare nell’edificio sano e salvo.
Non vedevo l’ora di vederla, ma quando entrai nella sala riunioni calò il gelo, Bella ancora non era arrivata, tutti mi fissarono con odio prima di riprendere a parlare tra loro, come se io non ci fossi, come se fossi trasparente. Solo Bill, il regista mi si avvicinò.
<< Ciao Edward, come va?>>
<< Bill.. mi odiano tutti, quindi direi che va benissimo>>, risposi sarcastico.
Sorrise dandomi una pacca sulla spalla per poi andare a sedersi tra i produttori, che mi strinsero la mano, ma solo per buona educazione. Nessun membro del cast, mi parlò per minuti, finché non vidi Kellan avvicinarsi.
<< L’hai combinata grossa, eh?>>
<< Senti Kellan, lo so quello che mi vuoi dire, perciò evita!>>, lo fermai prima che mi ricordasse quanto stupido e coglione fossi stato.
<< Capita a tutti di sbagliare, l’importante è capirlo e sapere chiedere scusa>>, disse sorprendendomi. Che fine aveva fatto il grande omone senza cervello, quale era? In senso buono ovviamente.
<< Già..>>, non finì di parlare perché la porta venne aperta da Sam ed insieme a lei entrò Bella. Ancora una volta calò il gelo nella stanza.
Era bellissima, nei suoi semplici jeans, indossava i Ray Ban non permettendomi così di vedere i suoi occhi, si stava nascondendo, non voleva fare vedere agli altri il suo dolore.
<< Ciao>>, disse con un filo di voce, sembrava che si stesse trattenendo.
A turno tutti si alzarono a salutarla, abbracciandola e baciandola, era mancata a tutti, tutti le volevano un gran bene, e come biasimarli?
Mi alzai anch’io , quando si liberò, ma mi fermò con un gesto della mano; << No!>>, disse prima di sedersi di fronte a me, ferendomi.
Sam fece per parlare ma Bella la fermò, cominciò lei:
<< Allora.. ho deciso di rinunciare al Comic-con di quest’anno.. non riuscirei a reggere tutta quella gente>>. Lei non poteva rinunciarci, era la cosa che più amava della promozione.
<< No, tu ci vai. Io rinuncio>>, le dissi, ma lei non era d’accordo.
<< Ho detto che io non ci vado. Chiaro?>> , rispose fredda.
<< Calma ragazzi>>, intervenne a placare la situazione Walt, uno dei produttori, 
<< Isabella, Edward, voi avete un contratto che vi obbliga a fare il Comic-con, le altre apparizioni si possono evitare>>, aveva ragione, il maledetto contratto.
<< Se ci sarà da pagare una penale, la pagherò. I soldi di certo non mi mancano!>>, era convinta, non voleva andare.
<< Sentite ragazzi..>>, intervenne Micheal, uno dei dirigenti della Warner, << ..sin dall’inizio vi abbiamo chiesto di evitare un certo tipo di relazione fra di voi..>>, come si permetteva? 
<< Micheal, se volevo parlare della mia vita privata..>>, intervenne Bella, leggermente infastidita, << ..sarei andata a fare due chiacchiere con quelli di Us Weekly, e non sarei qui!>>.
Ci fermammo tutti a guardarla stupiti dalla sua freddezza, da li in poi nessun riferimento venne fatto a noi due, le mie interviste e le sue furono divise, così come le apparizioni in tv, e al Comic-con, avrebbe partecipato in collegamento via Skype. 
L’unica cosa che avremmo fatto assieme sarebbe stato il servizio fotografico per EW e la première di Los Angeles ad ottobre. Non mi opposi a nessuna delle decisioni prese, anche se non le condividevo, ma non volevo che lei si arrabbiasse ancora di più con me.
Voleva avere meno contatti possibili con me, come se mi volesse cancellare dalla su vita.
<< Allora, vi mostriamo il trailer ufficiale>>, disse Bill, entusiasta. Sapevo che andava molto fiero di quest’ultima parte del film. 
Il trailer partì, era un capolavoro, sul set le avevo promesso che saremmo stati insieme per sempre, come i nostri personaggi, ma la realtà era stata ben diversa. Si dice, comunamente, che quando una storia finisce la colpa è di entrambi, ma in questo caso la colpa era solo e esclusivamente mia, lei era stata perfetta con me, lei ci credeva davvero in noi.
Vidi Angela chiederle qualcosa e lei si agitò, il suo respiro si fece irregolare e calde lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso pallido. Che le stava succedendo?
<< Perché tutti volete sapere come cazzo sto, eh?>>, esplose con voce tremante. 
<< Volete sapere come sto?>>, disse rivolgendosi a tutti.
Si tolse gli occhiali e gli lanciò al centro del tavolo, alzandosi di scatto. 
<< Ecco come sto!>>, disse tremando mostrando a tutti il suo volto segnato dal dolore.
Fissava me e in quei occhi potevo vedere tutto il male che le avevo fatto, potevo vedere l’odio che provava nei miei confronti.
<< Che cazzo le hai fatto Edward?>> , mi disse Ben seduto alla mia destra. Già cosa le avevo fatto? L’avevo distrutta completamente.
Immobile la fissavo, non riuscivo a dire e a fare nulla, mi ripresi solo quando sentì la porta sbattere e mi accorsi che Bella era uscita.
<< Sbrigati Edward, va da lei!>>, mi disse Ashley con un tono che non ammetteva repliche.
<< Lei.. non mi vuole>>
<< Non dire cazzate!>>, le diedi ascolto e raggiunsi Bella in corridoio, piangeva e tremava tutta, non mi vide, era girata.
D’istinto le abbracciai le spalle, poco dopo lei si voltò affondando il suo viso nel mio petto, continuando a piangere. Nonostante lei stesse piangendo per colpa mia, saperla tra le mie braccia al sicuro mi faceva stare bene, questo era molto egoista da parte mia.
Alzò i suoi bellissimi occhi pieni di lacrime e dolore specchio dei miei, non si mosse, non voleva scappare ed io la strinsi a me ancora di più beandomi di quel contatto.
<< Sfogati>>, le dissi all’orecchio, sapevo che era ciò di cui aveva bisogno. Alice e Rose mi avevano detto che con loro non lo aveva mai fatto.
Non so per quanto rimanemmo così, d’un tratto alzò lo sguardo.
<< Cosa ti ho fatto?>>, presi il suo volto tra le mani e con i pollici cercai di asciugare le sue lacrime che continuavano a cadere. Appoggiai la mia fronte alla sua, incatenando il mio sguardo al suo, lei era immobile, leggevo in lei una lotta tra il voler rimanere e il voler fuggire. E poi posai le mie labbra sulle sue, in quel momento sentì che tutto stava ritornando come prima, ma Bella lo interruppe staccandosi da me.
<< Dobbiamo tornare dentro>> , disse con un filo di voce per poi vedersi nel riflesso della parete.
<< Oh, mio Dio!>>
<< Che c’è?>>, chiesi allarmato.
Cercò di ripulirsi il viso ed io le passai un fazzoletto.
<< È tutta colpa mia, ho rovinato, con quelle lacrime, il tuo bellissimo viso. Perdonami>>. Sciolse l’abbraccio, ed io non mi opposi, se l’amavo dovevo lasciarla andare.
<< Non ci riesco>>, disse prima di rientrare nella sala seguita da me.
<< Siediti>>, mi chiese ed io la ascoltai, nella sala era tornato nuovamente il gelo.
<< Non cambiate nulla. Tutte le interviste, le conferenze e gli show che dobbiamo fare assieme, gli faremo. Sarò presente al Comic-con, fisicamente>>, precisò. 
<< Non voglio compromettere il mio lavoro e che i fan lo fischino per qualcosa che riguarda solo me e lui>>. La fissavo sorpreso, aveva la straordinaria capacità di sorprendere sempre tutti. Anche in questo caso aveva messo la sua volontà in secondo piano, ed io la amavo sempre di più.
<< Ne sei sicura?>> , chiese Micheal.
<< Si >> disse prima di aprire la porta. Sam le si avvicinò, << Aspetta! Vengo con te>>.
<< No>> ed uscì lasciandoci li senza parole. 
Poco dopo me ne tornai anch’io a casa.

Eccomi, scusate l'enorme ritardo ma dovevo fare un esame all'università e non avevo il tempo materiale di pubblicare.
Vi piace Illusione raccontata da Edward?
Un bacio alla prossima!


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Capitolo 8
*** Ti Amo ***


TI AMO

Tornai a casa felice, dopo tanto tempo, l’avevo abbracciata e baciata e lei non mi aveva rifiutato. Sapevo di essere ben lontano dall’essere perdonato, però avevo capito che solo insieme potevamo essere felici. Perché sentivo che le mancavo almeno quanto lei mancava a me.
Per cena ordinai una pizza, intorno alla casa per fortuna i paparazzi erano diminuiti, non mi soffocavano come i primi giorni.
Mentre aspettavo la pizza salì al piano di sopra e mi cambiai indossando una maglietta bianca dell’Adidas, regalo di Bella.
Pochi minuti dopo arrivò la pizza ed io mi misi sul divano con MJ ai piedi a guardare In Time. Passai così due ore di pura spensieratezza, senza pensare a nulla, godendomi uno dei miei film preferiti. Quando cominciarono i titolo di coda, feci accomodare MJ in giardino ed io rientrai ripulendo il salotto. Chiamai mia madre per dirle che stavo bene e chiederle di loro, di come se la cavavano con i paparazzi, mi disse che ormai avevano capito che a Londra non ci sarebbe stato nessun scoop perciò ci avevano rinunciato. È tutta illusione pensai, non se ne erano andati, semplicemente avevano imparato a nascondersi meglio. Questo però non glielo dissi.
Non so quando mi addormentai so solo che un dolce profumo mi svegliò, ma non aprì gli occhi, era un bel sogno e me lo volevo godere fino in fondo.
Sembrava così reale, quando sentì la testa di qualcuno posarsi sulla mia spalla, riconobbi quel qualcuno perciò la abbracciai stretta al mio petto.
<< Non te ne andare ti prego>>, le dissi piano all’orecchio, beandomi di quell’abbraccio.
<< No>>, rispose stringendosi ancora di più a me.
Mi aveva risposto, quindi non poteva essere un sogno, aprì gli occhi e la vidi. Bella era li! Mi alzai di scatto facendola sedere sulle mie ginocchia, lei mi abbracciò legando le sue mani al mio collo. Era veramente tra le mie braccia, non stavo sognando!
D’un tratto scese dalle mie ginocchia tremando, avevo paura che se ne andasse. Che si pentisse, perciò mi alzai anche io.
<< Dimmi solo una cosa>>, la sua voce era tranquilla e sicura. 
<< Quello che vuoi>>, dissi in un sussurro.
<< Tu mi ami?>, domandò mordendosi il labbro inferiore, quanto avrei voluto poterlo fare io. Era ovvio che la amavo.
<< Si>>, risposi accarezzandole la guancia sinistra, non potevo crederci, non potevo essere vero, mi stava rendendo l’uomo più felice al mondo.
<< Non ho mai smesso, mai>>, continuai.
<< Non mi serviva altro>>, e si avvicinò posando le sue labbra sulle mie. Ci perdemmo in un bacio lento, carico di amore, di dolore, di passione, intrecciò le sue dita ai mie capelli, solo lei aveva il permesso di toccarli, ed io la avvolsi con le mie braccia. Stringendola forte a me, perché avevo ancora paura che lei scappasse.
<< Mi sei mancata da morire. Ti amo>>, la presi in braccio e continuai a baciarla.
Sentì il suo stomaco brontolare, prendendola in braccio avevo notato quanto fosse dimagrita.
<< Da quand’è che non mangi?>>, le chiesi con tono divertito. 
<< Ehm>>, tentennava.
<< Isabella?>>, non mi rispondeva, quindi cominciai a dirigermi per la cucina.
<< Che fai?>>, domandò baciandomi la punta del naso. Quanto mi era mancata tutta la sua semplicità e naturalezza.
<< Ti invito a cena! Devo cominciare a farmi perdonare>>, dissi posandola su uno sgabello. << Pasta?>>, era l’unica cosa commestibile che sapevo cucinare.
<< Faccio io, però. Se la facessi tu cominceremmo male>>.
Ed aveva ragione, in quel momento non ero in grado di intendere e di volere, avrei come minimo bruciato la cucina! Si mise subito al lavoro, io osservavo ogni suo gesto, era bellissima ed era tornata da me, non so cosa le avesse fatto cambiare idea, ma non mi importava. Non quella notte.
Poco dopo la posta fu pronta, e dopo quasi un mese di fast food, mangiai con gusto, adoravo la sua cucina, adoravo tutto di lei. Fui contento, quando vidi che anche lei aveva mangiato tutto, chissà da quando non lo faceva. Quando ebbe finito la vidi sbadigliare, era stanca il mio amore, sembrava sfinita. Chissà da quanto tempo non dormiva come si deve.
<< Andiamo a porre rimedio a quelle occhiaie?>>
<< Come ?>>
<< Andiamo a dormire>>, mi avvicinai e cominciai a baciarla, non ne avevo mai abbastanza di lei. La strinsi forte al petto e le lacrime cominciarono a scorrere nuovamente sul suo viso, la strinsi ancora più forte a me e lasciai che si sfogasse. Ne avevamo bisogno entrambi, dovevamo buttare fuori tutto il dolore che avevamo accumulato in quel mese. << Amore mio mi dispiace, perdonami. Sono stato uno stupido..>>, dissi in lacrime anch’io.
Restammo così, abbracciato, l’uno all’altro per non so quanto tempo, ma mai avrei messo fine a quell’abbraccio.
<< Edward la macchina!>>, disse d’un tratto staccandosi da me, io mi sentivo vuoto senza di lei.
<< Come?>>, chiesi non capendo.
<< La macchina è fuori, la vedranno i paparazzi, e poi..>>, balbettò ed io capì.
<< Dammi le chiavi!>>, le prese dalla tasca e me le passò. 
<< Ti aspetto in camera..>>, alle sue parole sorrisi, la lasciai in cucina ed uscì in strada. 
Erano le due di notte, di paparazzi nemmeno l’ombra, ma quelli li si nascondevano benissimo. Sali nella 500 di Bella e il suo profumo mi invase le narici, era da me, mi stava aspettando. Non l’avrei mai più lasciata andare via.
Portai la macchina in garage e salì in camera da letto, era da un mese che non ci mettevo piede, se non per cambiarmi in fetta e furia, la mia Bella si era già addormentata. Mi sdraiai accanto a lei e la strinsi tra le braccia, dandole un bacio sui capelli.
Poco dopo la sentì agitarsi nel sonno, avevo paura che si risvegliasse mandandomi via, come l’altra volta.
<< Non lo toccare, non lo toccare, non lo toccare>>, disse agitata nel sonno, io la strinsi ancora più forte a me.
<< Amore calmati, era solo un brutto sogno>>, le dissi baciandola e cullandola sul mio petto, finché il suo respiro non si regolarizzò, poco dopo si addormentò.
Passammo così l’intera notte l’uno nelle braccia dell’altro, mi sentivo così bene, completo e forte accanto a lei. Era tutto così tremendamente giusto. 
Lo squillo di un cellulare mi svegliò, la mia amata Bella ancora dormiva. A malavoglia sciolsi l’abbraccio e andai a rispondere al telefono.
<< Buongiorno Edward>>, era mamma, mi chiamava tutte le mattine.
<< Buon pomeriggio>>, le dissi con un tono allegro.
<< Edward che succede?>>, chiese notando sicuramente il mio cambiamento di voce.
<< Mamma è qui!>>, risposi felice come non mai.
<< Bella..>>, disse in un sospiro. 
<< Mi ha dato un'altra possibilità. È di nuovo al sicuro tra le mie braccia>>
<< Sono così felice amore mio, non farla più soffrire>>
<< Lo giuro, non la farò più soffrire. Mi sento così in colpa..>>
<< Tesoro, l’importante ora è che lei torni a fidarsi di te>>, quella sarebbe stata la porte più difficile.
Mi voltai a guardarla, era sveglia, quando si accorse di me chiuse gli occhi, ma era troppo tardi l’avevo scoperta. Si arrese e si aprì in un bellissimo sorrisi che illuminò la stanza più del sole che la inondava.
<< Mamma si è svegliata, ti chiamo dopo>>
<< Abbracciala da parte mia, ti voglio bene>>
<< Anche io ti voglio bene>>, le dissi prima di porre fine alla chiamata, posai il cellulare sul comodino e mi sedetti sul letto accanto a lei prendendole il viso tra le mie mani.
I miei occhi rapirono i suoi, verde contro cioccolato.
<< Ti amo. Insieme ce la faremo>>, mi disse guardandomi negli occhi, e dentro di lei vedevo la sincerità delle sue parole.
<< Siamo forti perché il nostro amore è vero, profondo, puro e non potrei mai e dico mai vivere senza di te Bella. Perché tu sei tutto il mio mondo. Ti amo>>
Le dissi prima di baciarla, in un bacio carico d'amore profondo e di adorazione, l'uno per l'altro.

Eccoci, eccoci, scusate il ritardo ma devo studiare per l'università..
Allora cosa ne pensate di questo ritorno?
Alla prossima un bacio 

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Capitolo 9
*** Fiducia ***


FIDUCIA

Era passata una settima da quando Bella era tornata a casa, insieme stavamo ricominciando, non eravamo ancora tornati alla normalità, ancora non si fidava. Non me lo diceva ma io me ne ero accorto. Gli incubi ancora non l’avevano abbandonata, mi aveva raccontato una notte che faceva sempre lo stesso sogno; vedeva me e Jessica che facevamo l’amore, per questo ogni volta che la toccavo si allontanava. 
Io la capivo, non avrei mai potuto farle fare qualcosa che lei non volesse, le lasciavo i suoi spazi. Nessuno, a parte mia madre, Rose ed Alice, sapeva che eravamo tornati assieme, non voleva creare nessun caso mediatico, sarebbe stato troppo da sopportare, per entrambi.
Aveva ripreso a mangiare, e piano piano il suo volto stavo cancellando il dolore che le avevo causato, anche se quello interno le sarebbe rimasto per sempre, probabilmente.
Avevo passato l’intero giorno sul set per la pre-produzione del mio nuovo film, ero stanco morto ma felice. Mancavano pochi chilometri per arrivare a casa quando ricevetti un messaggio, presi il cellulare per vedere chi era, quando mi fermai ad un semaforo rosso. 
Mi si gelò il sangue quando lessi il mittente: 
“ Mi manchi, fare l’amore con te è stato bellissimo. Non vedo l’ora di replicare.
J.”
Cosa diavolo voleva ancora da me? Non le bastava avermi quasi rovinato la vita, allontanandomi dalla donna che amavo, cancellai il messaggio e ripresi a guidare.
Non volevo che Bella lo sapesse, ne avrebbe sofferto molto, ancora non lo aveva superato.
<< Amore sono a casa>>, dissi entrando dalla porta del garage.
<< Sono in cucina>>, disse con un filo di voce. Cosa aveva? Entrai e la vidi seduta, la baciai e la sentivo sempre più strana e distante.
<< Cos'hai?>>
<< Mangiamo>>, mi rispose fredda evitando il mio sguardo. Cominciai a preoccuparmi , ma decisi di ascoltarla sedendomi accanto a lei, solo in quel momento notai le valige ai piedi della scale.
<< Mi spieghi perché diavolo sono li quelle valige?>>, le chiesi con voce ferma.
<< Torno in Italia>>, mi bloccai alle sue parole
<< Ma il tuo viaggio era previsto per giovedì>>, non poteva andarsene, non poteva lasciarmi di nuovo.
<< Ho promesso a mamma che avrei passato un po' di tempo con loro>>, sapevano tanto di scuse le sue parole.
<< Dimmi la verità ti prego. Mi stai lasciando?>>
<< Sono andata da Jessica oggi>>
<< Tu cosa? Perché?>>, domandai non credendo a quello che mi stava dicendo.
<< Perché volevo delle risposte sincere che tu non mi avresti mai dato!>>, sbottò alzando la voce.
<< Isabella sono sempre stato sincero con te, non ti ho mai mentito>>, ed era vero, cosa diavolo le aveva raccontato quella vipera?
<< Tu con lei avevi una storia, ci sei andato a letto! O meglio al letto non ci siete neanche arrivati tanto era forte la passione!>>, mi disse sempre più arrabbiata. Non avevo avuto nessuna storia con lei, perché non mi credeva?.
<< Cosa? Che cazzo stai dicendo?>>, urlavo anche io ormai.
<< Io non ho avuto una storia con lei, ci siamo baciati è vero. Anzi lei mi ha baciato!>>.
<< Tu però non l'hai rifiutata!>>, era inutile non mi credeva.
<< Mi aveva appena detto che il suo fidanzato l'aveva lasciata dicendogli che lei non era alla sua altezza, che non era bella!>>.
<< Questo non vuol dire nulla!>>.
<< Le ho detto che ti amavo e lei mi ha chiesto un abbraccio da amici!>>, e lei mi aveva chiesto scusa.
<< Bene allora come ci sei finito a letto?>>, tremava tutta il mio angelo, sapevo che prima o poi avrebbe voluto sapere tutto.
<< Ricordo solo di essere andato a casa sua, che abbiamo parlato, mi ha baciato e..>>, e mi bloccai perché non mi ricordavo più nulla.
<< E... continua>>, mi invitò lei.
<< Io non ricordo, mi sono svegliato con lei sul divano mezzo nudo>>, dissi sincero.
<< Non ti ricordi nulla? Tu fai sesso con una persona e non te lo ricordi!>>, alzai gli occhi verso i suoi e quello che lessi fu una profonda delusione.
<< Io.. >>, tentai di parlare ma non me lo permise.
<< Basta! Io non ce la faccio, mi dispiace>>. Non poteva finire, avrei fatto di tutto per farla rimanere a casa.
<< Bella, amore. Ti prego ascoltami io ti amo, lei è stato solo uno stupido errore, credimi>>, dissi con un tono calmo, cosa che non ero dentro, prendendole il viso tra le mani. Avevo una fottutissima paura che mi abbandonasse per sempre.
<< Non ce la faccio>>, disse liberandosi dalla mia presa e facendo qualche passo indietro.
<< Quando parti? >>, le chiesi rassegnato.
<< Domani alle 8 ho il volo>>
<< Quindi per te è finita?>>, dovevo farle quella domanda, anche se la risposta mi avrebbe fatto male.
<< Devo starti lontana per un po'>>, disse tra le lacrime che bagnavano il suo viso, non rispose alla mia domanda ma nei suoi occhi lessi un si.
<< Fa come vuoi, non so che dirti>>, le dissi allontanandomi da lei alzando le mani in segno di resa. Qualcosa tra di noi si era rotto. La fiducia che lei aveva in me si era completamente frantumata. Mi amava ma non si fidava.
Bella salì al piano superiore, io non la seguì. Rimasi in cucina seduto sullo sgabello per minuti fissando il cibo davanti a me, che rimase intatto, mi si era chiuso lo stomaco.
Preferiva andarsene, allontanarsi di me, rinunciava a noi, non voleva combattere. 
Si arrendeva ed io con lei.
Avevo distrutto tutto, e mi ero illuso che tutto tornasse come prima. Ma era stata solo un’illusione durata il tempo di una settimana. Cercai di mettermi nei suoi panni, e il solo fatto di immaginare lei tra le braccia di un altro mi faceva venire il vomito. Anch’io me ne sarei andato probabilmente. 
Bella non scese giù per tutta la serata, io la passai guardando un film nel tentativo di distrarmi. La voglia di salire su e stringerla forte a me era troppo alta, ad un certo punto non ce la feci ed andai in camera. La vidi dormire e mi resi conto che mi avrebbe fatto troppo male dormire con lei, sapendo che sarebbe stata l’ultima volta. Preferivo conservare il ricordo di me e lei a dormire abbracciati.
Stavo per uscire quando si accorse della mia presenza.
<< Edward? Sei tu?>>, chiese preoccupata, l’avevo spaventata.
<< Scusa non volevo svegliati. Ero venuto a prendere il pigiama. So che vuoi dormire da sola>>, dissi aprendo il cassettone.
<< Non fa niente, puoi dormire qui se vuoi>>, lo volevo e la tentazione era forte, ma dalle mie labbra uscì un freddo: << No>>, prima di guardarla un’ultima volta ed uscire dalla stanza.
Passai la notte in bianco, alle sei decisi di uscire con MJ, l’avevo sentita alzarsi e non volevo vederla partire. Volevo che nella mia mente ultima immagine di Bella fosse quella di lei che dormiva nel nostro letto. 
Volevo crearmi l’illusione di trovarla a casa, al mio ritorno, ed in fondo speravo avesse cambiato idea. Le lasciai un biglietto augurandole buon viaggio, misi il collare ad MJ ed uscì di casa. 
Camminai per ore pensando a lei, seguito come sempre dai paparazzi. Quanto tornai a casa e mi resi conto che la mia speranza di trovarla li era svanita crollai sul pavimento con le ginocchia, cominciando a piangere come non avevo mai fatto.
Ci eravamo arresi entrambi.

Ciao a tutte e grazie a chi continua a leggere questa storia, non credete sia arrivato il momento per il nostro Edward di svegliarsi?
Vi aspetto al prossimo capitolo un bacio.
Vale la pena continuare a pubblicare?
AlmaRed

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Capitolo 10
*** Ricerche ***


RCERCHE

Erano passati cinque giorni da quando Bella se ne era andata, cinque giorni in cui facevo tutto meccanicamente, mangiare, dormire, esistere era tutto automatico senza di lei. Non provavo alcun tipo di emozione, solo odio verso me stesso.
Non riuscivo ad accettare l’idea di aver rovinato tutto per una scopata di cui non ricordavo assolutamente nulla, di cui non mi restava nulla se non il disgusto verso me stesso per ciò che avevo fatto.
Pensavo e ripensavo alle parole di Bella, sosteneva che io Jessica avessimo avuto una storia.. Come potevo essere stato così cieco per giorni? Bella se ne era andata dopo che aveva parlato con Jessica ed io preso dalla disperazione non ci avevo pensato, era stata lei, lei le aveva dato le risposte alle sue domande, lei le aveva dato le sue risposte, che sicuramente non corrispondevano alla verità. Le aveva detto quello che lei voleva che lei credesse, e questo l’aveva fatta vacillare e arrendersi.
Presi la macchina ed in venti minuti ero davanti alla porta di casa di Jessica a bussare come un matto.
Lei aprì e mi saltò addosso appena mi vide, cercò di baciarmi ma riuscì ad allontanarla.
<< Ce ne hai messo di tempo, tesoro>>, disse con tono malizioso, avvicinandosi nuovamente.
<< Stammi lontano>>
<< Cos’è hai paura di saltarmi addosso?>>
<< Dimmi cosa le hai detto!>>, chiesi alzando la voce.
<< A chi?>>, cominciai ad innervosirmi, dovevo cercare di mantenere la calma.
<< Rispondi!>>
<< Ah, a quella>>, come cazzo si permetteva?
<< Che cosa le hai detto?>>, chiesi con voce ferma, ma dentro mi ribolliva il sangue.
<< Uff, le ho detto la verità>>, disse con tono ovvio, << Le ho detto che ti ho baciato, che tu mi hai rifiutato, che dopo che tu mi avevi portato il copione a casa ci siamo svegliati il giorno dopo nudi sul divano, ma che avevamo solo dormito..>>, disse quelle ultime parole con tono malizioso.
Bella queste cose le sapeva, mi stava mentendo ne ero sicuro.
<< Dimmi la verità!>>
<< È la verità!>>, urlò lei ed io non resistetti più, la preso per le spalle e la bloccai al muro.
<< Uh, lo vuoi fare qui?>>, perché era convinta che volessi portarmela a letto?
<< Ho detto “dimmi la verità”!>>, sbottai a denti stretti.
Cominciò a ridere, una risata di quelle cattive, cosa ci trovava di divertente?
<< Sei proprio messo male, tesoro mio>>, disse continuando a ridere, la mollai e mi sedetti nascondendo il volto tra le mani. 
<< Che diavolo le hai detto? Ti prego, dimmelo. Ormai il danno è fatto>>, la supplicai.
<< Le ho detto che fare l’amore con te è stata la cosa più bella della mia vita>>, mi disse con aria di sfida.
<< Io quella sera non avevo bevuto nulla, non ero ubriaco Jessica! Eppure è da un mese che ci ripenso ma non mi ricordo nulla>>, dissi mentre torturavo i mie poveri capelli.
<< Cos’ha lei più di me? Perché non ti piaccio?>>, che diavolo voleva dire?
<< Mi vuoi dire che cosa sta succedendo?>>, anche se credevo di averlo capito
<< Succede che mi sono innamorata di te, tu mi piaci. Io sono quella giusta per te>>, si mise accanto a me.
<< Guardaci Edward siamo perfetti>>, disse indicando la nostra immagine riflessa nello specchio.
<< Io la amo Jessica, io e te potremmo essere solo amici>>
<< Tu e lei non state più insieme, giusto?>>, feci cenno di si con la testa.
<< Il fatto che lei non ti possa più avere mi conforta>>, disse sorridendo soddisfatta.
<< Dimmi che cazzo hai fatto?>>, urlai alzandomi di scatto.
<< Perché dovrei farlo? Ormai il danno è fatto>>, disse ripetendo le mie parole.
<< Questo è il tuo primo film importante, ed io ho il potere di bloccarne l’uscita>>, non era vero, ma volevo spaventarla.
<< No che non lo puoi fare>>
<< Mi basta chiamare la Warner e dire che questo film potrebbe rovinare il successo dell’ultimo film della saga, i fan non ameranno vederci assieme>>, quel maledetto film sarebbe uscito due mesi dopo quello della saga, ma lei ancora non lo sapeva.
<< Sai il potere che ha la Warner è molto più..>>, non mi fece finire.
<< Va bene>>, disse arrendendosi, dentro di me festeggiai.
<< Io e te non abbiamo fatto l’amore>>, che cosa stava dicendo? Io e lei non l’avevamo fatto? Quindi io non avevo tradito Bella.
<< Cosa?>>, chiesi incredulo.
<< Hai capito benissimo! Te l’ho voluto far credere>>, questo mi fece arrabbiare.
<< Perché?>>, chiesi contenendo la rabbia.
<< Volevo separarti da lei, avere una chance con te. Lei ha detto, in un’intervista, che non avrebbe mai perdonato un tradimento, ed io ho voluto farglielo credere>>, aveva pianificato tutto, se fosse stato un uomo l’avrei già presa a pugni, mi trattenni stringendo i pugni.
<< Come? Cosa mi hai fatto quella sera?>>
<< Ti ho messo del potente sonnifero nel té, ti sei addormentato, io ti spogliato facendo la stessa cosa con me e abbiamo dormito assieme. Niente di più, lo giuro>>, disse piangendo, ma io a quelle lacrime non credevo.
<< Da oggi stammi lontano, perché se no ti rovino>>, dissi prima di uscire e tornarmene a casa. Stavo mettendo la macchina in garage quando mi arrivò un messaggio di Jessica, lo stavo per eliminare quando me ne arrivò un altro, con su scritto “Aprilo”, e lo feci.
“ Non è stata solo opera mia”
Che cosa voleva dire? Voleva lasciare la colpa anche a me? Quando aveva fatto tutto lei?
Dalla sua confessione mi sentivo più leggero, il senso di colpa per aver tradito Bella era sparito, io non l’avevo fatto, non l’avevo tradita, rimaneva comunque il fatto che aveva sofferto a causa mia.
Dovevo organizzarmi per partire immediatamente, dovevo vederla e dirle che la verità, non glielo volevo dire per telefono, volevo poterla guardare nei occhi e dirle che non l’avevo e non l’avrei mai tradita.
Prenotai il primo volo per Milano e ordinai da mangiare. Stavo mangiando in cucina, ma le parole del messaggio di Jessica continuavano a tornarmi in mente:“ Non è stata solo opera mia”, chi c’era dietro? Possibile che fosse stato tutto organizzato?
Sbuffai, cancellando quei pensieri assurdi dalla mia testa, ma loro non se ne volevano andare, continuavano a ritornarmi in mente. Sembravano così assurdi i miei pensieri, lei mi voleva separare da Bella, e poi chi altri? La Warner? Impossibile, lo scandalo aveva quasi rovinato l’uscita del film. Rimanevano solo i produttori di quel maledetto film.
Non tutti i produttori volevano che io non tornassi sul set per finire, alcuni, mi aveva detto Luke, volevano assolutamente che io tornassi su quel set. Chi erano? Non ci pensai due volte e chiamai Luke.
<< Ti rendi conto che è tardi?!>>, disse furioso rispondendo al telefono.
<< Non è tardi!>>, lo presi in giro, anche se erano le undici di sera passate.
<< Cosa vuoi?>>
<< Chi sono i produttori che volevano che io tornassi sul set dopo lo scandalo?>>, chiesi tutto d’un fiato.
<< Ehmm, Aro e Marcus Volturi>>
<< Perché dicevano di no?>>
<< Hanno detto che dovevi finire il tuo lavoro>>, disse confuso.
<< Ma sapevano che il set sarebbe stato invaso dai paparazzi dopo lo scandalo?>>, domandai cominciando a capire.
<< Glielo avevo detto, ma loro insistevano che dovevi finire, che il danno era fatto. Perché t’interessa questa cosa?>>, non glielo dissi, volevo tenermi tutto per me.
<< Riesci ad organizzarmi per domani una riunione con i produttori, il regista e anche Jessica?>>, domandai sputando quell’ultimo nome.
<< Per domani?>>, chiese titubante.
<< Possibilmente>>, pregai.
<< Ci provo>>
Possibile che avessero chiamato quei due i paparazzi, su un set che era stato blindato per tutti quei mesi? Cosa ci avrebbero guadagnato?
Pochi minuti dopo chiamò Luke.
<< La riunione è fissata per venerdì primo maggio>>, sarebbe stata tra due giorni.
<< Prima non è possibile?>>, chiesi speranzoso.
<< No, se vuoi i fratelli Volturi>>
<< Loro devono esserci, ma dove sono?>>
<< A New York, torneranno solo venerdì>>
<< Va bene>>, avrei rimandato il mio viaggio di un giorno.
<< Ora mi vuoi dire che diavolo hai in mente?>>, chiese completamente confuso.
<< A venerdì Luke>>, dissi liquidandolo, prima di mettere giù. 

Ragazze manca poco alla fine, siete in tante a leggere, perciò grazie.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona Pasqua a voi e alle vostre famiglie.
Un bacio, AlmaRed

Ps A martedì con il nuovo capitolo di
End?

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Capitolo 11
*** Verità ***


VERITÀ 

Finalmente arrivò il tanto atteso venerdì, alle 15:00 mi trovavo pronto davanti alla sala riunioni della HFR, a Hollywood. Ero estremamente calmo, sapevo cosa dire, speravo solo che tutte le supposizioni che mi ero fatto il giorno prima fossero vere.
Poco dopo arrivò Luke, che mi guardava curioso con un sorriso da “io so tutto” stampato in faccia.
<< Qualsiasi cosa tu faccia io ti sostengo!>>, disse dandomi una pacca sulla schiena.
<< Grazie>>
Pian piano arrivarono anche Maria e Taylor, due dei produttori, accompagnati da James. Mi chiesero perché avessi convocato urgentemente quella riunione, ma risposi a tutti che l’avrei detto solo una volta presenti tutti.
Un quarto d’ora dopo, arrivarono Jessica, il suo manager e i fratelli Volturi. 
Lei appena mi vide mi fece un sorriso cercando di avvicinarsi, ma io aprì la porta e feci accomodare tutti al tavolo di vetro messo al centro della sala riunioni, nessuno parlava, ognuno di loro mi fissava. 
<< Bene>>, cominciai a parlare e tutti mi rivolsero l’attenzione.
<< Vi starete chiedendo il perché di questa riunione urgente>>, annuirono.
<< Come ben saprete circa un mese fa sono uscite delle foto che ritraevano me e la signorina Stanley in atteggiamenti intimi>>
<< Che cosa vuoi fare Edward? Io ti ho detto tutta la verità!>>, protestò Jessica.
<< Calmati, lasciami finire>>
<< Continua Edward>>, mi invitò la dolce Marie, speraio tanto che lei non centrasse nulla.
Mi voltai verso il grande schermo che avevo alle spalle ed vi inserì la chiavetta USB, lo accesi e comparirono le foto incriminate.
Tutti mi fissavano, a me il solo vedere quelle foto mi dava il vomito.
<< Queste immagini hanno portato alla rottura me e la signorina Isabella Swan>>
<< Beh, come darle torto Edward>>, disse Taylor.
<< Sai Taylor, se fosse stato vero, Isabella avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per lasciarmi, ma poi vengo a scoprire che la signorina Stanley..>>, dissi guardandola dritta negli occhi, era furiosa; << .. mi ha messo del sonnifero nel té per farmi credere di esserci andato a letto>>, rimasero tutti senze parole.
<< Che cosa ha fatto?>>, sbottò James rompendo il silenzio che si era creato.
<< A che scopo tutto questo, mi chiedo signori Volturi..>>, dissi ora guardando verso la loro direzione.
<< La signorina Stanley mi ha confessato che il suo unico scopo era farmi lasciare da Isabella>>, e cominciai a farle un applauso.
<< Complimenti, perché ci sei riuscita!>>, dissi con un falso sorriso.
<< Ma, se sapeva che ci avevano paparazzato..>>, questo non me lo aveva detto, lo dissi solo per vedere la loro reazione. 
<< Su un set, che era stato inviolato fino a quel giorno, perché lo ha fatto?>>
<< Stai dilagando Edward! Isabella ti ha lasciato e tu ora ti stai arrampicando sugli specchi!>>, disse Aro alzandosi per uscire.
<< Cos’è, hai paura? Resta, resta e dimmi il perché proprio quel giorno i paparazzi erano vicino al set>>, lui sbiancò, lui sapeva.
<< Io..>>, balbettò, ma non disse nulla.
<< E tu Marcus, dimmi perché quel giorno hai chiesto a me di andare a cercarla, quando non sono io il suo assistente?>>, chiesi all’altro fratello che non aveva ancora aperto bocca.
<< Nessuno dei due risponde?>>, vedevo James, Taylor e Maria sconvolti.
<< Allora parlo io per voi, era tutto organizzato. Lei che piangeva, tu che mi chiedevi di cercarla ed infine i paparazzi. Non è così?>>, chiesi sorprendendo tutti, Luke, seduto alla mia sinistra sorrideva soddisfatto.
<< E certamente non sarà stato un caso che proprio voi due mi pregavate di farlo tornare sul set, volevate altre foto, giusto?>>, domandò Luke, era un grande, aveva capito tutto.
<< Una sola domanda. Perché avete deciso di rovinare tutto il nostro lavoro montando a tavolino questo tradimento?>>, chiese James nero in volto dalla rabbia.
Entrambi i fratelli volturi si misero a ridere, << Cosa avremmo fatto noi? In quelle foto è Cullen che bacia la signorina Stanley..>>, qui lo fermai.
<< Ed è qui che ti sbagli, la signorina mi ha baciato chiedendomi scusa immediatamente e richiedendomi solo un abbraccio, che io, da amico quale ero, le ho concesso>>, lo corressi.
<< Ditemi il perché?>>, chiese Taylor, con voce ferma e decisa.
<< Tu lo sai quanti soldi abbiamo investito in questo cazzo di film?>>, chiese Aro.
<< Non ti permettere..>>, disse il regista, era un film importante per lui, un saklto di qualità e loro avevano rovinato tutto.
<< Mi permetto eccome James. La presenza di Edward nel film avrebbe attirato una buona fetta di pubblico..>>, che diavolo stava dicendo? Non stava per dire quello che pensavo io stesse per dire, sarebbe stato meschino.
<< .. ma non abbastanza>>, continuò Marcus, << .. non ai livelli della saga, che ha dietro una lunghissima e costosissima campagna pubblicitaria >>, non volevo credere alle loro parole, ero pietrificato.
<< Quindi avete pensato bene di chiedere a Jessica di piangere, di baciarlo e abbracciarlo a favore delle macchine fotografiche dei paparazzi che voi due avete pagato>>, disse James schifato, dando voce ai miei pensieri.
<< Davvero complimenti!>>, disse Maria, << Una campagna pubblicitaria, negativa, a basso costo, con milioni di fan arrabbiati con lui perché credono che abbia tradito Bella!>>, era nera, anche lei. 
<< Che non andranno di certo a spendere soldi per un film dove Edward recita con colei con cui ha tradito la loro beniamina! Ma secondo la vostra mente malata la gente andrà a vedere il film solo per questo! Non è così?>>, domandò Taylor incazzato, lui che era la calma in persona.
<< Avete rovinato tutto, ci avevo messo anni per scriverlo, ed ora la gente lo ricorderà solo per questo, non per la sua bellezza!>>, disse James fortemente deluso.
<< L’incasso è l’unica cosa che conta>>, disse Aro.
<< Per soldi, per soldi avete rovinato il film, la tua carriera Jessica, e soprattutto la mia storia con Isabella>>, riuscì a parlare, finalmente.
<< Cosa c’entra la mia carriera?>>, domandò Jessica.
<< C’entra che hai mandato a puttane tutto, questo era il tuo primo film importante>>, parlò per la prima volta il suo manager, << Quale regista ti prenderà in considerazione, una volta che sarà uscita questa storia?>>, continuò.
<< Di questo nessuno saprà nulla, in caso contrario..>>, disse Aro, ma non lo feci finire.
<< In caso contrario nulla, perché voi tre ora vi beccate una bella denuncia per diffamazione>>, lo avvertì.
<< A cosa ti serve la denuncia? Ormai la tua carriera è segnata>>, stavo per esplodere, mi stavo trattenendo dal prenderli a pugni.
<< Non l’avete ancora capito che a me della carriera e dei soldi non me ne frega nulla!>>, sbottai.
<< Calmati Edward>>, mi disse Maria dandomi una pacca sulla spalla.
<< Vi restituiremo tutti i soldi che avete investito, la parte mancante la aggiungeremo noi, siete fuori dal progetto>>, disse entrando in sala il presidente della HFR, stupendo tutti.
<< .. e lei signorina è l’ultima volta che collabora con noi>>, disse rivolgendosi a Jessica.
<< Edward, la denuncia la faremo noi anche a nome suo. Ora vada a riprendersi quello che è suo>>, non riuscivo a credere alle suo parole, ero incredulo e fermo sulla mia sedia.
<< Cosa ci fa ancora qui? Su vada!>>, lo ascoltai e lo ringraziai prima di uscire.
Me lo sentivo tutto sarebbe tornato come prima.

Ciao a tutte/i allora passate bene le vacanze di Pasqua? Cosa ne pensate, la storia continua a piacervi da questo punto di vista?
Spero tanto di si, fatemi sapere quello che ne pensate, un bacio alla prossima!

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Capitolo 12
*** Attesa ***


ATTESA

Ero tornato a casa, il tempo mi sembrava non volesse passare, il primo volo disponibile per New York, dove avrei dovuto fare scalo, era previsto solo per le ventuno del giorno dopo, a causa del maltempo. 
Preparai la valigia, chiamai mamma, ero troppo felice, io non l’avevo tradita, non l’avevo delusa, era stato tutto organizzato da quei bastardi per fare pubblicità al film.
Luke mi chiamò complimentandosi con me e dicendomi che avrebbe fatto di tutto per far uscire fuori la verità, lo pregai che tutto uscisse allo scoperto dopo il mio incontro con Bella. Glielo volevo dire io guardandola negli occhi e dicendole che l’amavo.
Era sabato mattina ed avevo accompagnato fuori MJ e Coco a fare una passeggiata per le strade di Los Feliz, verso l’ora di pranzo tornai a casa e mi accorsi che in Italia erano quasi le nove di sera, ed era sabato, questo significava che Bella da li a poco sarebbe stata ospite come quarto giudice speciale ad Amici.
Era da una settimana che non la sentivo, ma non ce la feci e le mandai un messaggio:
 " Spacca tutto stasera ad Amici, so che era un tuo grande desiderio andarci.
Non pensare a nulla, divertiti, tira fuori la Bella felice che io tanto amo.
Giuro ti conquisterò di nuovo, perché anche io voglio fare parte della tua felicità.
Ti amo, Edward"
Messaggio al quale non rispose, ma ero sicuro che avesse letto, accesi la tv satellitare e iniziai a vedere Amici, Bella aveva ragione era uno degli Show meglio fatti a livello globale.
Dopo alcuni canti e balli Maria annunciò il quarto giudice speciale.
<< È arrivato il momento di presentare il quarto giudice speciale di questa sera, sono molto felice che lei sia qui. Partiamo da questo>>, disse facendo partire un video dove veniva raccontata tutta la carriera di Bella, in studio il pubblico scoppiò in un boato assurdo appena il suo volto comparve sul grande schermo, era una sorpresa per tutti, nessuno sapeva della sua partecipazione al programma.
<< Quarto giudice ad Amici Isabella Swan>>, disse prima che il mio amore entrasse in studio, ed eccola bella come sempre, in un abito rosso fuoco che le fasciava i fianchi arrivando poco più sopra delle ginocchia, era molto sexy.
<< Benvenuta!>>, la accolse Maria con un abbraccio.
<< Sono felice di essere qui>>, la sua voce era sincera, amava quello show.
<< Come stai?>>
<< Apro e chiudo parentesi subito, non vi dico che sto bene, perché vi mentirei. Quindi sarò sincera con voi; diciamo che sono stata meglio e che stare in mezzo alla gente mi fa bene>>, e come sempre sorprese tutti con le sue parole, era vera e trasparente come l’acqua, era un’attrice, ma nella vita reale non sapeva mentire.
<< Grazie, prego accomodati>>, educata com’era non si sedette prima di aver salutato i coach delle due squadre e i giudici.
<< Cosa chiedi ai ragazzi?>>, chiese Maria sorridendole.
<< Stupitemi>>, rispose semplicemente.
E a parer mio lo fecero, canti e balli si alternavano alzando sempre di più il livello di ogni performance.
A metà spettacolo Maria chiamò Bella sul palco:
<< Ecco siamo arrivati ad un momento tanto atteso, Isabella vieni qui>>.
<< Allora>>, Bella la raggiunse ma vedevo che era molto agitata.
<< In anteprima assoluta il trailer...>>, il pubblico scoppiò, << .. ufficiale in italiano di Breaking Dawn parte II>>.
Il pubblicò si scatenò alla fine del trailer, era davvero un capolavoro, e sul viso di Bella comparirono lacrime di pura gioia, quanto avrei voluto essere li ed abbracciarla.
Verso la fine dello spettacolo Maria annunciò un altro ospite:
<< Si è autoinvitata, Luciana Littizzetto!>>, disse facendo entrare la comica in studio, prese di mira tutti, facendomi morire dalle risate, ad un tratto posò il suo sguardo sulla mia Bella;
<< Non mi avvicino>>
<< Non mordo!>>, rispose lei, facendo ridere tutti, anche me.
Prima che si avvicinasse un ragazzo le portò una treccia d’aglio che lei si mise al collo, che cosa vecchia e scontata pensai.
<< Meglio prevenire>>, si avvicinò a Bella sedendosi sul bracciolo della poltrona.
<< Eccoti! La gente, i maschi in particolare, vogliono sapere, sei single?>>, no, non lo era, era mia!
<< Emh... Chi lo sa?>>, io lo so fidati, pensai.
<< Credetemi la ragazza qui non ha chiuso bottega! Quindi ora sei una mamma vampira?>>, no, non aveva chiuso bottega.
<< Si, di una bambina bellissima>>, rispose contenta che avessero cambiato discorso.
<< Con un padre del genere, non c'erano dubbi>>. E con una madre del genere, chissà come saranno belli i nostri figli, mi ritrovai a pensare con un sorriso da ebete stampato in faccia.
<< Luciana lasciala in pace>>, intervenne Maria interrompendo quel momento imbarazzante per la mia Bella.
Mi rilassai per tre ore, Bella si era divertita, anche se le era costato molto stare li in mezzo alla gente.
Chiusi tutte le porte e le finestre della casa, mi feci un doccia ed una volta pronto chiamai un taxi per andare in aeroporto.
Prima, però chiamai Alice chiedendoli se poteva tenere per qualche giorno MJ e Coco.
Salito sul taxi chiesi all’autista di portarmi all’appartamento delle ragazze, fu Rose ad aprirmi ed MJ e Coco le saltarono addosso.
<< Ciao Edward>>, mi salutò sorridendo lei ed Alice mi avevano sempre tenuto informato su Bella, in quelle settimane, erano davvero delle vere amiche per Bella.
<< Grazie per tenermi i cani>>, la ringraziai passandole la borsa dei cani.
<< Di nulla, ma mi vuoi dire dove diamine stai andando?>>
<< So la verità Rose, io Bella non l’ho mai tradita>>
<< Che verità?>>, chiese Alice uscendo da camera sua.
<< Non ho tempo ora devo prendere un aereo per Milano!>>, dissi uscendo, ma Rose mi bloccò.
<< Falla soffrire ancora e te lo taglio!>>, mi minacciò, erano molto prottettive nei suoi confronti, leggermente meno nei miei.
<< Non potrei mai farla soffrire, non ancora>>.
Il tassista mi portò in aeroporto, grazie all’entrata VIP riuscì ad evitare fan e paparazzi ed alle ventuno in punto l’aereo decollò mentre io crollavo nel sonno più profondo, risvegliandomi qualche ora più tardi a New York. 
Da lei mi ostacolavano solo altre otto lunghe ore di volo e poi l’avrei finalmente rivista e stretta tra le mie braccia.

Ditemi cosa ne pensate, lo so è un po' corto ma era necessario. è un capitoletto di passaggio. Nel prossimo ci sarà il tanto atteso incontro.
Baci, baci.. a domani.


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Capitolo 13
*** Rivedersi ***


RIVEDERSI

Dopo interminabili ore di volo finalmente atterrai a Malpensa, ero stanco morto, non sapevo più che ore e che giorno fosse, mi accorsi che era tardi solo dal buio che vidi fuori dal finestrino.
Era tardi non potevo andare da lei a mezzanotte, sarei andato a dormire nell’albergo che Luke mi aveva prenotato poco fuori Milano, e il mattino dopo mi sarei precipitato a casa sua. 
Fermai un taxi e gli diedi l’indirizzo dell’hotel, per fortuna l’autista non mi riconobbe, viaggiammo in silenzio assoluto, nessuno diceva nulla solo la riempiva l'abitacolo della macchina. 
Stavo per impazzire non riuscivo ad aspettare un’intera notte per vederla, perciò quando l’autista mi comunicò che eravamo arrivati gli dissi di portarmi a casa di Bella.
Ero davanti a casa Swan, chiesi al tassista di aspettarmi. Avevo paura, paura che non mi credesse, che mi cacciasse da casa sua, paura della reazione dei suoi genitori, di suo fratello, paura di lei.
Feci un gran respiro per darmi coraggio e suonai al citofono, poco dopo sentì la voce di Renée dirmi di entrare.
Entrai in casa e lei mi salutò; << Mamma chi era alla porta?>>, chiese Jake scendendo le scale.
<< Edward>>, rispose lei, non sembrava arrabbiata con me, solo distante.
<< Che cazzo ci fai qui? Esci subito da qui, prima che ti prenda a pugni!!>>
<< Cosa sono queste urla Jake?>>, domandò il capo Swan entrando nella sala, si bloccò appena mi vide, cominciando a guardarmi con puro odio negli occhi.
<< Sparisci da qui! Perché non sarà Jacob che ti prenderà a pugni>>, disse il padre di Bella trattenendosi.
<< Fatemi parlare con lei vi prego>>, li supplicai.
<< Tu non ti devi avvicinare a lei!>>, mi urlò contro Jake.
<< Jake, io mi merito tutta la tua rabbia, davvero. Ma voglio parlare con lei, anche se solo per cinque minuti. Ti prego>>, dovevo vederla, era necessario come l'aria per me.
<< Tu le devi stare lontano, è da una settimana che è tornata a casa e a malapena parla, mangia sembra un automa. E tutto questo per colpa tua. Quindi fammi il favore di andartene>>. Jacob  era arrabbiato, era molto protettivo nei confronti della sorella, anche se era più piccolo.
<< Jake va tutto bene>>, mi bloccai e il mio cuore cominciò a battere come non mai quando udì la sua voce e la vidi sorridere a suo fratello, un sorriso che non mi avrebbe mai più rivolto, se non le dicevo la verità.
Era bellissima nonostante il volto esprimesse tutta la sua stanchezza e sofferenza.
<< Bella>>, dissi incatenando i miei occhi ai suoi.
<< Edward>>, voleva mantenere le distanze, era fredda.
<< Bella ti prego possiamo parlare>>, è con lei che volevo parlare, al diavolo gli altri.
<< Si>>, rispose rendendomi l’uomo più felice sulla terra.
<< Bella! Ma..>>, intervenne Jacob.
<< Va tutto bene Jake>>, lo rassicurò Bella.
<< Andiamo in giardino>>, disse rivolgendosi a me. 
<< Ho visto dei paparazzi fuori, parlate qui>>, disse il capo Swan, << Vi lasciamo soli>>.
<< Grazie>>, il salotto si svuotò e rimanemmo solo io e lei.
<< Come stai?>>, dissi avvicinandomi ma mi bloccò.
<< Tu mi chiedi come sto? Io non sto bene Edward, lontana da te non sto bene. Ma mi devo dimenticare di te, lo capisci? E tu cosa fai? Ti presenti a casa mia a mezzanotte e pretendi di parlarmi!>>, parlò sempre più agitata cominciando a piangere.
<< Ti prego non piangere>>, non riuscì a trattenermi e mi avvicinai asciugando con le dita le lacrime, lei chiuse gli occhi, io mi beai di quel gesto.
<< Bella ascolta quello che ti devo dire, e poi mandami pure a quel paese, ma ascoltami. Ti prego>>.
Lei annuì e non disse altro.
<< Sono andato da Jessica>>, a quel nome si allontanò.
<< No ti prego, ascoltami>>, si sedette sul bracciolo del divano, non aveva le forze per stare in piedi, io mi inginocchiai davanti a lei prendendo le sue mani tra le mie.
<< Le ho chiesto quello che ti aveva detto. All’inizio negava diceva che ti aveva detto che ci eravamo solo baciati e che avevamo dormito assieme. Ma sapevo che non era quello che aveva detto a te. Minacciandola..>>
<< Che cos’hai fatto?>>, chiese stupita.
<< Le ho detto che se non mi avesse detto la verità avrei bloccato l’uscita del film>>
<< Come? Ma è un film a cui tieni tanto..>>
<< Tengo molto di più a te>>, un debole sorriso si fece strada sul suo volto. Della mia carriera non me ne importava nulla, se nella mia vita non c'era lei.
<< Comunque il film uscirà, come stabilito. Perché mi ha detto la verità, tutta la verità>>, vedevo la mia Bella confusa, perciò continuai;
<< Essendo un film a basso budget, avrebbe avuto poca visibilità, in quanto non avrebbero fatto una campagna promozionale come quelle a cui siamo abituati. Perciò uno dei produttori ha chiesto a Jessica di provarci con me. Ed è così che passavo sempre più tempo assieme sul set>>.
<< E tu ci sei stato?>>, domandò con un filo di voce.
<< No, amore credimi, il giorno in cui mi ha baciato avevano organizzato tutto. Lei che piangeva, il produttore che mi diceva di andarla a cercare, i paparazzi già pronti a scattare>>.
Bella aveva un’espressione schifata.
<< Quando l’ho vista piangere l’ho abbracciata dicendoli che andava tutto bene e poco dopo lei mi ha baciato. Quando mi sono staccato le ho chiesto che diavolo le stesse passando per la testa e lei mi ha chiesto scusa>>
<< Bene e dimmi allora come ci sei finito a letto con lei?>>, non mi credeva, era fredda, lo faceva per non soffrire.
<< Mi ha chiamato dicendomi che aveva lasciato il copione sul set, e visto che io ero ancora li, mi ha chiesto di portarglielo. Sono andato a casa sua, saranno state le otto di sera, sono salito le ho dato il copione e lei mi ha offerto del té, si è messa a parlare e da quel momento non ricordo più nulla. E sai perché non mi ricordo più nulla?>>, fece segno di no con la testa.
<< Perché io con lei non ci ho fatto nulla>>, dissi sincero.
<< Come?>>, chiese stupita, una luce arrivò nei suoi occhi, speranza.
<< Lei nel mio té ha messo del sonnifero, io mi sono addormentato lei poi mi ha spogliato>>, il suo volto era un mix di emozioni; rabbia, disgusto e, forse, felicità, la colpivano nello stesso istante.
<< Mi ha lasciato in boxer, si è spogliata e si è messa a dormire con me. La mattina dopo, quando mi sono svegliato mi ha baciato, dicendomi che quella era stata la notte più bella della sua vita>>.
<< Non può essere vero>>, disse scuotendo la testa.
<< Ora la chiamo e te lo faccio raccontare da lei!>>, dissi prendendo il cellulare ma lei mi bloccò.
<< Io ti credo..>>, mi credeva, il mio cuore mancò un battito a quelle parole.
<< ..ma le foto per la pubblicità del film c’erano, che senso aveva farti credere che ci eri andato a letto? Strano che non ti abbiano fotografato mentre entravi e uscivi da casa sua>>.
Sorrisi e lei arrossì; << Jessica voleva che tu mi lasciassi, e che forse un bacio me lo avresti perdonato, ma la scappatella no>>.
<< Ha ragione la scappatella non te l’avrei mai perdonata>>, disse accarezzandomi il viso ed io chiusi gli occhi beandomi di quel contatto e analizzando le sue parole e solo dopo capì; << Tu, mi …>>, ma non mi fece finire.
<< Tu non mi hai mai tradita, giusto?>>, chiese poggiando la sua fronte alla mia, come desideravo baciarla
<< Mai..>>
<< E allora baciami>>, non me lo feci ripetere due volte, aveva esaudito il mio desiderio. Le nostre labbra si rincontrarono in un bacio prima lento e poi sempre più passionale. Le mie mani strinsero la sua vita cominciando ad accarezzarle tutta la schiena, avvicinandola sempre di più a me. Lei legò le sue mani al mio collo giocando con i miei capelli.
Finalmente ero a casa, forte e felice, solo come con lei tra le mie braccia sapevo essere, tra un bacio e l’altro le ricordavo quanto l’amassi e mi accorsi che era passata la mezzanotte.
<< Auguri>>, le dissi sorridendole.
<< Perché?>>, chiese confusa.
<< È passata la mezzanotte, quindi ora è il tuo compleanno>>, chiarì e lei arrossì.
<< Oh, emh e lo sai che chi ti bacia al compleanno ti bacia tutto l’anno?>>, le dissi con voce seducente nell’orecchio.
<< Stupido!>>, disse prima di riprenderci a baciarci.
<< Ehm, ehm>>, disse una voce alle nostre spalle, era il Capo Swan.
<< Che cosa succede qui?>>, chiese con tono di rimprovero.
<< Bella non farti abbindolare da lui!>>, intervenne  Jake, forse anch'io mi sarei comportato così con chi avesse fatto soffrire le mie sorelle.
Di risposta Bella sorrise a tutti, era da tanto che non la vedevo sorridere in quella maniera.
<< Papà, lui non mi ha tradita. Hanno cercato di farcelo credere>>, disse felice anche nella voce.
<< Come? Com’è possibile una cosa del genere?>>, chiese sua madre sorpresa.
<< Volevano fare pubblicità al film a nostre spese. E per colpa loro ho rischiato di perderla>>, dissi stringendo ancora più forte la mano sua mano.
<< Cosa farete ora?>>, domandò Jacob, sorprendendomi. Dov’era finito il  piccolo fratellone incazzato? Era così calmo ora.
<< L’importante è che si sia chiarito tutto per ora, poi io ed Edward ci penseremo. Ma non la passeranno liscia>>. Era combattiva la mia Isabella, ed aveva ragione non l’avrebbero passata liscia.
<< Andiamo a dormire che è tardi>>, intervenne sua madre.
<< Bella, ma sono le 00:05! è il tuo compleanno!! Auguri tesoro!>>, le disse Renée abbracciandola e poi fu il turno del padre ed in fine di Jake che con una pacca sulla spalla le disse;
<< Beh! Auguri, ora sei vecchia!>>
<< Grazie a tutti, ma davvero la pensione può ancora aspettare>>. Scoppiarono tutti a ridere, la strinsi ancora più a me baciandole la tempia, con i suoi presenti non osavo andare oltre.
<< Scusatemi se sono venuto così tardi, avevo programmato di venire domani mattina, ma non c'è la facevo più, dovevo spiegarle tutto..>>
<< Va tutto bene, non ti preoccupare>>, mi disse la signora Swan.
<< Ora vado, il taxi mi sta aspettando>>>, anche se avrei preferito dormire abbracciato a lei, ma era meglio andarci piano.
<< No, tu resti qui>>, disse Bella, sorprendendomi ancora una volta.
<< Ma Bella, vado in hotel, torno domani>>, non mi ascoltò, mi lanciò un’occhiataccia prima di prendere il portafoglio e uscire fuori ed io la seguì, ma era troppo tardi il taxi non c’era più. 
<< Che hai fatto?>>
<< Ho pagato quel povero tassista!>>, disse naturale dandomi un bacio sulla guancia prima di rientrare in casa, pochi secondi dopo la raggiunsi.
<< Bella?>>, ero imbarazzatissimo, ma in che posizioni mi metteva?
<< Noi in Italia siamo molto ospitali, non siamo come voi inglesi con la puzza sotto il naso!>>, disse con tono altezzoso.
<< Hey! Noi non abbiamo la puzza sotto il naso!>>, replicai con tono finto offeso.
<< Va bene, vado a prepararti il letto in camera di Jacob>>, non era quel che volevo ma non parlai.
<< Non serve mamma, Edward dorme con me>>, avevo già detto quanto amavo quella ragazza? 
<< Oh, ehm come volete>>, rispose la madre.
<< Non mi mettete un nipotino in cantiere stanotte, vero?>>, intervenne suo padre facendo imbarazzare Bella sta volta, che nascose il volte nel mio petto.
<< Papà!>>
<< No, ehm andiamo>>, mi prese per mano e si avviò per le scale ma suo padre la bloccò.
<< Vai Bella, io ed Edward dobbiamo fare un discorso da uomo a uomo>>, oh merda!
<< Oh, ehm va bene. Ci vediamo su>>, disse dandomi un bacio sulla guancia, prima di salire al piano superiore.
Io e il padre di Bella ci sedemmo sul divano.
<< Ragazzo, Bella è grande ma rimarrà sempre la mia bambina, quando sarai padre lo capirai>>, mi disse tranquillo.
<< Non l’ho mai vista così e non voglio più vederla così. E non mi interessa se anche la prossima volta non sarà per colpa tua, capito?>>, chiese minaccioso, io annuì.
<< Lei ti ama, ed io voglio solo che sia felice, perciò farla soffrire ancora, fatti fotografare ancora con altre, e smetterai di essere uomo!>>, parlava con tono apparentemente calmo e minaccioso allo stesso tempo, mi faceva paura quell’uomo.
<< Io chiedo scusa, anche se non è colpa mia, dovevo accorgermi prima di tutto, mi dispiace.. io la amo, non riesco a stare senza di lei, mi sento come.. vuoto>>, parlai con il cuore in mano, Jake si avvicinò dandomi una pacca sulla schiena.
<< Sappi che neanche io sarò clemente la prossima volta>>, non poteva avere una sorellea Bella?
<< Non ci sarà una prossima volta>>, non sopporterei di vedere di nuovo Bella in quelle condizioni.
<< Va a dormire, sei stanchissimo>>, mi disse il capo Swan, << Ah, e la storia dei nipotini era vera, non stavo scherzando. Quindi a cuccia sta notte!>>, ero rosso in viso, Jacob se la rideva sotto i baffi, che coglione che era. 
Poco dopo raggiunsi Bella in camera, quando entrai lei era già sotto le lenzuola mezza addormentata.
<< Sei sopravvissuto?>>, chiese ironica.
Le sorrisi, non sarebbe mai cambiata, << Simpaticona>>.
<< Che cosa ti ha detto?>>, chiese mentre mi sedevo sul letto.
<< In parole povere, se ti faccio soffrire ancora in questa maniera mi castra>>. Ebbe tre reazioni alle mie parole: prima si bloccò, poi cominciò a ridere come una matta ed in fine mi saltò al collo.
<< Beh, diciamo che se non ci pensa lui lo faccio io!>>, disse dandomi un bacio sulla punta del naso, come mi era mancata tutta la sua spontaneità.
<< Ti amo>>, le dissi guardandola negli occhi.
Lei salì a cavalcioni su di me e cominciò a baciarmi con passione, Dio quanto la volevo, ma non potevamo, non con suo padre sull’attenti.
<< Bella se continui così nulla mi fermerà dal farti mia su questo letto>>, dissi con voce roca, alle mie parole Bella scese dalle mie gambe e a me già mancava, quindi mi sdraiai  vicino a lei abbracciandola, facendo scontrare il mio petto con la sua schiena. Tutto in quel momento era maledettamente giusto.
<< Amore ti sei offesa?>>, speravo capisse quanto la volessi.
<< No, no, no>>, disse girandosi avvicinando i nostri volti.
<< È solo che mi sei mancato da morire>>. 
<< Mi sei mancata anche tu>>, dissi sulle sue labbra.
<< Ti amo>>, e il mio cuore partì a mille, la bacia ancora e mi alzai per mettermi il pigiama.
<< Dove vai?>>, chiese confusa.  
<< Mi metto il pigiama>>, cominciai a spogliarmi e i suoi occhi non smisero di ammirarmi. << Perché mi fissi?>>, chiesi prendendola in giro.
Bella distolse lo sguardo, non rispondendomi, era tutta rossa in viso.
<< Allora?>>
<< Ehm, se papà domani mattina ti vede messo così, te lo taglia di sicuro!>>, per diamine aveva ragione, ma sapevo che diceva così per non darmela vinta.
<< È meglio se mi metto i pantaloni della tuta?>>
<< Credo di si, amore>>, com’era bella quando mi chiamava così, mi rivestì e la raggiunsi a letto, facendola accoccolare al mio petto, cominciando a darle una serie di baci sui capelli.
<< Buonanotte amore mio>>
<< Buonanotte>>, mi sorrise anche con gli occhi dandomi un bacio a stampo.
Dopo oltre un mese, in quel momento sapevo che non ci saremmo separati mai più, non l’avevo persa.

Ciao eccomi, allora cosa ne pensate?
Manca poco alla fine..
Un bacio AlmaRed, buon week end

 

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Capitolo 14
*** Normalità ***


NORMALITÀ 

Due giorni dopo il compleanno di Bella, prendemmo un volo per Londra, i miei genitori e le mie sorelle volevano vederla, erano felici del fatto che fossimo tornati insieme, anche se ancora non sapevano tutta la storia. In quei due giorni con lei ero tornato a vivere, sentirla ancora tra le mie braccia mi faceva sentire vivo. Le avevo raccontato tutto della riunione che avevo fatto fare e di come si erano sviluppate le cose, ancora non riuscivamo a capacitarci di quanto fossero scesi in basso, per uno stupido film, al quale però tenevo molto.
La notte spesso si agitava e mi cercava nel sonno, a lei tutto questo aveva procurato un forte dolore, che ancora non aveva superato.
Arrivai a Londra con il volo del mattino, avevo viaggiato da solo per depistare i paparazzi, la mia Bella mi avrebbe raggiunto nel pomeriggio, e il solo fatto di non averla accanto mi faceva sentire vuoto.
Mia sorella venne a prendermi in aeroporto, la sicurezza mi fece passare per l’uscita secondaria, Kate mi aspettava raggiante, ma appena mi avvicinai a lei per abbracciarla mi diede uno schiaffo sorprendendomi.
<< Questo per aver fatto soffrire la mia cognatina preferita!>>, disse prima di stritolarmi in un abbraccio.
<< Ciao anche a te! Hai un solo fratello e di conseguenza Bella è la tua unica cognatina!>>, le risposi stringendola a me.
<< Come stai?>>
<< Ora sto bene, a casa vi racconto tutto>>, sapevo che voleva sapere tutto e subito, ma non volevo ripetere quella storia due volte, perché il solo fatto di ricordare mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
Il viaggio in macchina passò silenzioso, Kate non disse nulla, ma si vedeva che era felice, felice come lo ero io da due giorni a questa parte.
Arrivati a casa mamma mi soffocò in un abbraccio da “mamma”, papà fu più delicato, Elizabeth mi saltò praticamente addosso. 
<< Fratellino!!>>
<< Ciao sorella!>>, ricambiai stringendola forte a me.
<< Non lo fare mai più!>>, mi rimproverò puntandomi un dito contro, io in risposta alzai le mani, in segno di arresa.
Ci accomodammo in salotto, tutti mi fissavano senza dire nulla, segno che dovevo dare loro più di una spiegazione. 
<< Mettiamo in chiaro subito una cosa, io non ho tradito Bella>>
<< Come ci spieghi quelle foto?>>, chiese mamma.
<< Hanno pianificato tutto mamma, lei che mi baciava, i paparazzi..>>, i loro volti erano sorpresi, sembravano non credermi.
<< Non capisco, se lei ti ha baciato, tu perché non l’hai rifiutata?>>, chiese Kate.   
<< Io l’ho fatto>>, dissi prendendo un sorso di té.
<< Bella ha così poca fiducia in te? Ti ha lasciato solo perché una troia ti ha baciato?>>
<< Elizabeth le parole!>>, la rimproverò mia madre.
<< Bella mi ha lasciato perché io ero convinto..>>
<< Tu ci sei andato a letto>>, non era una domanda quella di Kate.
Alzai lo sguardo per incontrare quello di mio padre, seduto di fronte a me, era carico di delusione.
<< No, non ci sono andato a letto..>>
<< Spiegati..>>, disse papà evitando di guardarmi.
<< Jessica me lo ha fatto credere>>
<< Edward si serio, come fa una a farti credere di averci fatto sesso?>>, domandò Kate, quasi divertita.
<< Ha utilizzato un sonnifero, io mi sono addormentato e lei..>>
<< O mio Dio, ha abusato di te!>>, disse mamma sconvolta, portandosi le mani alla bocca.
<< No, mamma, mi ha spogliato e quando mi sono svegliato mi ha detto che..>>
<< Ok, ok, ok. Non voglio sapere i particolari, il solo fatto di pensare a te che fai certe cose mi fa venire la nausea. Quindi non ci hai fatto nulla?>>, domandò Elizabeth sedendosi accanto a me.
<< No, almeno non con lei>>, dissi facendo un sorriso malizioso e Lizzie mi diede un coppino sul collo.
<< Edwardl!>>, mi riprese mia madre scandalizzata.
<< Tutto questo a che scopo?>>, domandò papà, facendoci tornare seri.
<< Far pubblicità al film per i fratelli Volturi, allontanarmi da Bella per Jessica>>
<< Oh Edward sono così felice>>, disse mamma venendo ad abbracciarmi.
Appena finì di dar loro tutte le risposte che volevano, mi lasciarono andare nella mia vecchia camera per darmi una sistemata, Bella mi mancava terribilmente, dovevo resistere poche ore e sarebbe tornata di nuovo tra le mie braccia.
Era pomeriggio ed io ero terribilmente in ansia, e se si fosse accorta di non amarmi più, che era troppo tardi..
<< Ma guarda un po’ un taxi si è appena fermata davanti a casa!>>, disse Kate passando accanto a me, era da tutto il pomeriggio che mi prendeva in giro.
Non le diedi nemmeno il tempo di suonare che la trascinai in casa abbracciandola stretta a me, tutte le mie paure erano svanite ora che me la ritrovavo di nuovo tra le mie braccia.
<< Amore com’è andato il viaggio?>>, le chiesi baciandola a fior di labbra.
<< Bene>>, rispose continuando quel bacio.
<< Siete la cosa più bella che abbia mai visto>>, ci interruppe mamma uscendo dalla cucina, Bella le sorrise e come suo solito divenne tutta rossa, era molto timida il mio amore.
<< Esme!>>
Mamma la abbracciò stretta stretta, le voleva molto bene, mi aveva detto che in casa non voleva una nuora che non fosse lei.
<< Come stai tesoro?>>, campo minato mamma.
<< Ora sto bene>>, rispose Bella tranquilla e sincera.
<< Perdonami se in questo mese non ti ho mai chiamato, avrei voluto ma Edward me l’ha quasi proibito..>>
<< Hai fatto bene, per come ero arrabbiata ti avrei detto cose che, sicuramente, non avrei mai pensato>>, Bella era si timida, ma quando era arrabbiata diventava una iena.
<< Ragazza mia devi prendere su un po’ di peso, ti ho preparato i cookies>>, un sorrisone spontaneo spuntò sul suo volto, amava il cioccolato e tutto ciò in cui era contenuto. 
<< Grazie Esme>>
Non resistetti e la abbracciai da dietro dandole un bacio sulla guancia, << Mamma me la lasci un po’? È da un mese che non la vedo>>, volevo essere egoista, la volevo tutta per me.
<< Vi lascio soli, Edward non farla più soffrire!>>, disse mamma prima di tornare in cucina.
La voltai verso di me e notai che i suoi occhi erano leggermente rossi.
<< Amore perché hai pianto?>>
<< Io non..>>, cominciai a preoccuparmi.
<< Bella!>>, la ammonì.
<< Ci stavano per separare Edward, ti avrei perso, ti ho odiato, mi sono arresa, non ho nemmeno tentato di scoprire la verità con te, ti ho lasciato, non ti ho creduto. Sono orribile>>, cominciò a tremare, non doveva dire quelle cose, tantomeno pensarle.
<< Hey calmati. Va tutto bene, tu sei stata bravissima..>>
<< No Edward! Non dire che sono stata bravissima, non lo fare>>
<< Amore, il solo pensare te con un altro mi fa stare malissimo, quindi capisco quello che hai provato te, anche se in minima parte. Anche io avrei reagito così, anche io avrei perso le forze>>, le dissi racchiudendo tra le mie mani il suo bellissimo volto, e finalmente la baciai dimenticandomi di tutti e di dove fossi. 
<< Bella!!!>>, sentì le voci delle mie pazze sorelle che scesero le scale strappandomi Bella e chiudendola in un mega abbraccio. Con loro scese anche papà che le diede il benvenuto.
Passammo due giorni chiusi in casa, i paparazzi la circondavano, ma non me ne curai, Bella era felice, adorava la mia famiglia e loro adoravano lei.
La stringevo a me tutta la notte, cullandola, rassicurandola che tutto andasse bene, ma il dolore che per colpa mia aveva provato ancora non la lasciava in pace.
Il giorno della partenza per gli Stati uniti era arrivato, e per evitare fan e paparazzi prendemmo il volo delle due del mattino, ci avevano proposto di prendere due voli separati, ma avevo risposto un categorico no, non sarei riuscito a lasciarla da solo, in particolar modo nelle sue condizioni, era pallida, stanca e durante tutto il viaggio aveva avuto un forte senso di nausea. Cominciavo a preoccuparmi ma lei mi rispose che il suo corpo si stava semplicemente riabituando a mangiare con regolarità, non aveva tutti i torti ma non la lasciai mai sola, avevo paura che svenisse da un momento all’altro.
Atterrati all’aeroporto di Los Angeles alle dieci del mattino mi chiese di allontanarci per evitare i fotografi, ma io mi rifiutai.
<< No, no e poi no!>>, le risposi afferrandola per un braccio.
<< Edward sto bene, lo giuro!>>, a chi voleva darla a bere?
<< Sei gialla!>>
<< Uff, è il fuso orario Edward, sai che mi scombussola sempre>>, era inutile, non l’avrei lasciata da sola.
<< Amore andiamo su>>, con i body guard a farci da scudo raggiungemmo l’uscita dell’aeroporto, che come previsto da Bella era colma di paparazzi, che cominciarono a scattare foto e a fare domande di qualsiasi genere, a cui ne io ne lei rispondemmo.
Saliti in macchina Bella mi mise il broncio, era così carina e dolce quando lo faceva.
<< Hai visto? Se mi ascoltavi ora non avrebbero capito che..>>, cominciò rivolgendomi la parola dopo oltre dieci minuti di assoluto silenzio, ma poi si bloccò sorridendo.
<< Che?>>, mi stavo arrabbiando, voleva nascondersi ancora? Aveva la forte capacità di confondermi sempre.
<< ..che tu sei solo ed esclusivamente mio>>, disse maliziosa prima di avvicinarsi a me e baciarmi, chi mai le capiva le donne?
<< Quindi siamo tornati insieme?>>, le chiese all’orecchio.
<< Che c’è, hai bisogno di una conferma scritta?>>, mi rispose con tono divertito.
<< Beh, diciamo che mi posso accontentare di questo per il momento>>, dissi riprendendo a baciarla.
Raggiunta casa nostra, che belle parole “casa nostra”, ci facemmo un bella e rilassante doccia, prima di dormire abbracciati l’uno all’altra, il mio amore ci mise poco ad addormentarsi, poverina era sfinita, ed io passai non so quanto tempo ad ammirarla.
Quando mi svegliai sentì freddo, ero solo, e la paura mi invase. Aprì gli occhi e feci mente locale; io e Bella eravamo tornati a casa insieme, non ci eravamo lasciati, lei era qui. 
Scesi al piano di sotto e la vidi ammirare l’opera che aveva messo al forno, senza fare rumore la raggiunsi e l’abbracciai da dietro, cominciando a lasciarle una dolce scia di baci sul collo, stringerla tra le mie braccia e baciarla erano tra le cose che più mi erano mancate. Si voltò e si impossessò delle mia labbra in un bacio che in poco tempo divenne qualcosa di passionale, sentivo quanto la volevo e quanto mi voleva, ma il timer del forno non era d’accordo con i miei pensieri.
<< Credo sia pronto>>, disse sulle mia labbra.
<< Mmh, che fame>>, ora che ci pensavo avevo una fame da lupi, la presi in braccio e la feci sedere sullo sgabello, continuando a baciarla.
Le sue lasagne erano un capolavoro, adoravo la sua cucina, mangiai con gusto due porzioni ed ero alla terza quando mi sentì osservato. Alzai lo sguardo ed incontrai quello color cioccolato di Bella, che continuava a ridere divertita. Da cosa poi?
<< Si può sapere che hai?>>, domandai ancora a bocca piena.
<< Se non avessi la certezza che tu fossi un vero uomo, penserei che tu fossi una donna incinta in preda agli ormoni!>>, disse continuando a ridere.
<< Cosa te lo fa pensare?>>, le chiesi sorridendole.
<< Beh, tesoro..>>, disse avvicinandosi, << .. ti stai abbuffando>>, e prendendomi la forchetta dalle mani e imboccandomi, chiusi gli occhi e mi beai di quel semplice gesto.
<< Posso concludere signorina che lei ha cucinato un’ottima lasagna>>, dissi sincero e con tono quasi malizioso. 
<< Sono felice che le sia piaciuta, perché ora tocca a lei lavare i piatti>>, ho già detto che mi sorprendeva sempre?
<< Bella..>>, cercai di convincerla facendo gli occhi da cucciolo, con mamma e le fan funzionava.
<< Tesoro con me non funziona, non sono una delle tue fan con gli ormoni in subbuglio!>>, come non detto.
<< No, infatti..>>, dissi prendendole il volto tra le mani e avvicinandomi di più a lei, << .. sei la mia ragazza>>, conclusi baciandola.
<< Laviamo i piatti insieme?>>, le sussurrai all’orecchio, sapeva che odiavo farlo.
<< Non funziona, vado a scegliere un film>>, dissi prima di darmi un ultimo bacio e dirigendosi in salotto. Mi aveva fregato, cominciai a fare quello che mi aveva chiesto, per lei avrei fatto qualunque cosa, anche lavare i piatti.
Quando finì andai in salotto e vidi Bella sdraiata sul divano, aveva l’aria stanca, anche se aveva dormito tutto il pomeriggio, il viaggio l’aveva distrutta. Se continuava così l’avrei mandata da un medico che le lo volesse o meno. Le preparai una tazza di té, rigorosamente inglese, faceva miracoli ed andava sempre bene anche se eravamo a maggio. 
Le posi la tazza, che cominciò a bere con gusto, e mi sedetti vicino a lei facendole posare il capo sul mio petto. Il film che aveva scelto, Il curioso caso Benjamin Burton, iniziò ed io cominciai a coccolarla posandole continui baci sui capelli. 
<< Mi sei mancata da morire, ogni cosa di te>>, le sussurrai, << Anche l’ordinarmi di lavare i piatti>>, la sentì sorridere e posare un bacio sul mio petto, all’altezza del cuore.
<< Giuro prima o poi leggo il libretto delle istruzioni della lavastoviglie ed imparo ad usarla, tanto tu non me lo insegnerai mai!>>, era veramente uno dei miei prossimi obiettivi.
<< Hai ragione non lo farò mai! Ora però pretendo che tu mi baci..>>, non chiedevo altro.
Così tra un bacio e l’altro ci guardammo il film, ritrovando la nostra bolla di felicità che tanto mi era mancata, una felicità che altri avevano cercato di distruggere, per soldi.
<< Ti amo>>, le dissi prima di addormentarci, stetti uno all’altro sul divano di casa nostra, perché quel noi ancora esisteva, ed era più forte che mai..

Siamo quasi alla fine di Ilusione raccontata da Edward.
Grazie a chi legge un bacio a giovedì.


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Capitolo 15
*** Casa ***


CASA

A Bella mancavano i nostri cani, così la mattina dopo, mi buttò letteralmente giù dal letto per andare a riprenderli dalle ragazze. Non che a me non mancassero, però avevo ancora sonno, potevamo benissimo andarci dopo pranzo.
<< Eccola!!>>, disse Rose aprendo ed abbracciando la mia Isabella. 
<< Rose mi soffochi cosi!>>, si lamentò ricambiando l’abbraccio.
<< Smettila di lamentarti!>>, questa era Rose, si faceva sempre riconoscere.
Dopo aver lasciato Bella si avvicinarono minacciose a me, ed io cominciai a tremare, due secondi dopo mi ritrovai le loro dita stampate sul viso; << Non ci provare mai più! Chiaro?>>
Avevano completamente ragione ed io alzai le mani in segno di resa; << Chiarissimo>>.
<< Guarda un po’ chi c’è!>>, disse Alice andando a prendere Coco ed MJ.
<< Coco!>>, che corse subito tra le sue braccia.
MJ corse immediatamente ai miei piedi, cominciando a giocare con me, che diventavo un bambino in loro presenza.
<< Come sei bella quando sorridi!>>, disse Rose abbracciandola.
<< Grazie davvero di tutto>>, anch’io avrei dovuto ringraziarle, le erano rimaste vicino per tutto il tempo, non mi avevano odiato, avevano cercato di aiutarmi.
<< Lo sai che per noi MJ e Coco non sono un problema>>
<< Non mi riferisco a loro, e voi lo sapete>>, disse con gli occhi lucidi.
<< Noi ti vogliamo bene, semplicemente questo!>>, disse Alice, Rose annuì e poi la coinvolsero in un mega abbraccio.
<< Ne posso prendere un po’ anch’io?>>, domandai prendendola per i fianchi e facendo scontrare la sua schiena al il mio petto.
<< Siete bellissimi>>, disse Rose felice, mi aveva aiutato moltissimo, le dovevo un milione di favori.
<< Ragazze grazie davvero, grazie per averla fatta stare meglio>>, le ringraziai con il cuore in mano, prima di impossessarmi della labbra di Bella.
<< No scusate né!>>, ci interruppe Alice.
Ci staccammo imbarazzati entrambi, ma Bella continuò a darmi piccoli baci a stampo, che io di certo non rifiutavo.
<< Niente da qui ne escono in tre!>>, ci prese in giro Rose.
<< Scusate>>, disse Bella imbarazzata ma felice..
Passammo l’intero pomeriggio con le ragazze, che dopo aver saputo come si erano svolti i fatti, mi avevano fatto una marea di scuse per i loro insulti, non accettai le scuse per il semplice fatto che me li meritavo tutti.
Rientrammo in casa con i cani, che raggiunsero immediatamente le loro cucce, non resistetti più e cominciai a baciarla con foga, passione e desiderio, mi era mancato terribilmente il contatto fisico con lei.
Ben presto una mia mano era tra i suoi capelli, l’altra vagava sulla sua schiena, le sue erano ancorate ai miei capelli.
Non sapevo come descrivere le emozioni che stavo provando, puro amore e tanta passione.
Stava per togliermi la maglietta quando si bloccò portandosi una mano alla bocca e correndo in bagno subito dopo, mi preoccupai l’avrei portata immediatamente da un medico, non poteva continuare così. La raggiunsi in bagno, stava rigettando anche l’anima, mi avvicinai a lei per sorreggerle i capelli.
<< Tesoro come stai?>>, domandai cominciando ad agitarmi.
Non mi rispose, aveva l’aria stanca, mi sorrise e cominciò a lavarsi i denti, io la sorreggevo per i fianchi, avevo paura che le sue gambe cedessero, tanto era debole.
<< Vieni andiamo a letto>>, so che non le piaceva, ma la presi in braccio e la portai in camera da letto, stranamente non si oppose, la posai sul letto e scesi a prepararle una tazza di té, erano giorni ormai che non stava bene, quanto diavolo le avevo fatto male anche fisicamente. Quei bastardi me l’avrebbero pagata cara, per colpa loro Bella continuava a soffrire. 
Tornai di sopra e la ritrovai raggomitolata su se stessa, appena mi vide il suo volto si aprì in un bellissimo sorriso.
<< Mi sto inglesizzando!>> , disse con un filo di voce e ed io le diedi un bacio sulla fronte.
<< Io mangio cibo italiano in continuazione!>>, ribattei sorridendole.
<< Bevi tesoro e poi a nanna>>, le ordinai aiutandola a mettersi una mia maglietta.
<< Va bene papà!>>, mi prese in giro, non smetteva di scherzare neanche quando stava male.
Mi cambiai anch’io e la raggiunsi a letto facendola accoccolare al mio petto, poco dopo si addormentò ed io mi sentivo in paradiso.
Mi addormentai anch’io con il sorriso sulle labbra, anche se ero ancora preoccupato per lei, poco dopo la sentì agitarsi nel sonno, gli incubi ancora le facevano compagnia. 
<< Amore stai bene?>>, le domandai alzandomi sui gomiti per osservarle il viso e lei in pochi secondi annullò qualsiasi distanza tra noi due coinvolgendomi in un bacio travolgente. 
<< Che ti prende?>>, chiesi quando ci staccammo a corto d’ossigeno, mi sorrise e disse: 
<< Ti amo>>, stavolta fui io a baciarla con urgenza, avevamo bisogno l’uno dell’altra.
In pochi secondi era a cavalcioni su di me, continuammo a baciarci per minuti, togliendoci i vestiti a vicenda, e dopo più di un mese facemmo l’amore, in maniera dolce e passionale, come fosse la prima volta, per tutta la notte.

Tre giorni dopo il nostro ritorno dall’Europa avevo ripreso a lavorare sul set del mio nuovo film, prima però avevo indetto una riunione che mi desse la possibilità di conoscere personalmente tutti i produttori, mettendo in chiaro alcuni punti, così per restare al sicuro.
Non volevo capitasse nuovamente, meglio prevenire. Bella ancora non si era ripresa, continuava ad essere stanca e a mangiare poco, diceva che tutto le dava la nausea, fortuna che doveva tornare sul set solo a giugno. Poco prima di pranzo la chiamai. 
<< Ciao amore>>
<< Ciao a te!>>, rispose ed io fui felice di sentire la sua voce.
<< Come stai?>>
<< Meglio>>, non me la raccontava giusta, la conoscevo troppo bene.
<< Sicura?>>, cercai di indagare.
<< Si. Chi ti gira in torno in questo film?>>, domandò sicuramente per cambiare argomento, le dissi che era un film pieno d’azione e di belle donne, prendendola in giro ma lei non mi rispose.
<< Amore ci sei?>>, controllai che non fosse caduta la linea, ma era tutto apposto. 
<< Si, scusa>>, rispose distratta.
<< Hai vomitato ancora oggi?>>
<< No, ci vediamo sta sera! Ti amo!>>, non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che riattaccò, era parecchio strana.
Verso le sette e mezza tornai a casa, facendo lo slolan tra i paparazzi che circondavano la casa, ormai avevano capito che molto probabilmente eravamo tornati insieme, nessuno dei due però lo avrebbe mai dichiarato. Entrai in cucina e la trovai persa in chissà quali pensieri e senza fare rumore la strinsi a me incrociando le mie mani alla sua vita, cominciai a baciarla dall’orecchio, passando per la mandibola e raggiungendo in fine alle sue magnifiche labbra.
<< Buona sera amore mio>>, dissi sulle sua labbra.
<< Buona sera a te tesoro>>, sembrava stare meglio, ora che la osservavo sembrava raggiante e con una luce diversa negli occhi, non avrei mai capito le donne.
<< Tu non sai quanto tutto questo mi era mancato>>, dissi non resistendo a baciarla ancora.
<< Vedo che stai molto meglio>>, sorrise e mi abbracciò, era sempre più strana.
Passammo una semplice serata a coccolarci sul divano, guardando un vecchio film, la stingevo forte a me, la vedevo diversa quella sera, era felice e la sua felicità contagiava anche me.
Quando andammo a dormire la feci accoccolare al mio petto e cominciai a baciarle i capelli, all’improvviso si girò verso di me: << Buon compleanno amore mio!>>
<< Come?>>, che cosa stava dicendo, molto probabilmente il té che aveva bevuto poco prima le stava dando alla testa, non rispose alla mia domanda e cominciò a baciarmi, io non capì, ma ricambiai. 
<< Buonanotte>>, mi disse prima di risistemarsi tra le mie braccia e dormire, li dove sarebbe stata per sempre, accanto a me. 

Grazie davvero a chi sta leggendo questa storia.
Siamo al penultimo capitolo di "LUI".
A domani per il finale un bacio 
AlmaRed

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Capitolo 16
*** Buon compleanno ***


BUON COMPLEANNO

Quando mi svegliai mi sentì vuoto, Bella non era accoccolata a me, probabilmente si era spostata, cominciai a tamponare con la mano il letto, ma non la trovai.
<< È inutile che cerchi io sono qui!>>, aprì gli occhi e la vidi, bellissima come non mai portava un vassoio con la colazione.
Perchè la colazione a letto?
<< Non stavo cercando te>>, dissi prendendola in giro.
<< Mi scusi signore, credo di aver sbagliato stanza! Che cosa cercava?>>, disse facendo qualche passo indietro.
<< La mia colazione!>>, risposi ovvio.
<< Oh, lei per caso compie gli anni oggi?>>, oh diamine, era il mio compleanno, me ne ero dimenticato. Che  dolce che era il amore,  posò il vassoio sul comodino, e si avvicinò a me. Io raccolsi il suo splendido volto tra le mani e cominciai a baciarlo in ogni sua parte, lasciando per ultime le sue labbra. Poco dopo la feci salire a cavalcioni su di me ed approfondimmo la cosa.
<< Buon compleanno amore mio!>>, mi disse prima di stringermi forte a se.
<< Potrei abituarmi alla collazione a letto!>>, mi piacevano molto quei risvegli.
<< Non lo fare!>>, mi rimproverò prima di alzarsi.
Mangiai tutto quello che c'era sul vassoio per poi farmi un doccia e prepararmi per andare sul set, nonostante fosse il mio compleanno dovevo lavorare.
A malincuore la salutai, avrei mille volte preferito festeggiare con lei, facendo l'amore tutto il giorno.
Appena raggiunsi il set incontrai  Luke; << Auguri!>>
<< Shhh, grazie. Ma vorrei che non si sapesse>>, odiavo essere al centro dell'attenzione.
<< Troppo tardi>>, mi fece uno di quei sorrisi da chi la sa lunga.
<< Cosa?>>
<< Tanti auguri!>>, saltai in aria quando voltandomi vidi tutta la troup del film venirmi in contro con una torta di compleanno.
Festeggiammo tutti assieme per qualche minuto, poi mi spedirono in sala trucco e cominciai a lavorare
La giornata passò in fretta, poco dopo le quattro il regista mi diede il via libera, mi cambiai e mi feci stuccare prima di mettermi in macchina e raggiungere Bella a casa.
Una macchina scura mi stava seguendo, quando mi fermai ad un semaforo rosso, mi accorsi che erano dei paparazzi, diamine. Appena si accese il verde accelerai, volevo depistarli. Possibile che non mi lasciassero mai in pace? Andai avanti per un paio di chilometri ma loro erano sempre dietro, ad un certo punto mi sorpassarono, non avevano, però, visto che un’altra macchina stava arrivando dalla parte opposta. Per evitare l’incidente frenai di colpo e per poco non uscì di strada. Per fortuna non avevo altre macchine dietro, i paparazzi scomparirono ed io, arrabbiato più che mai con loro, tornai a casa. Entrai in casa e la vidi più bella che mai, solo la sua presenza faceva nascere sul mio volto un dolce sorriso.
<< Amore che succede?>>, mi chiese quando guardò il mio viso, mi conosceva troppo bene.
<< Nulla!>>, non volevo farla preoccupare.
<< Edward?!>>, mi conosceva troppo bene, sapeva che non era la verità.
<< I paparazzi mi stavano facendo uscire di strada!>>, le confessai e lei cominciò subito ad agitarsi.
<< Amore tranquilla, va tutto bene>>, dissi prendendole il volto tra le mani. Il solo contatto mi provocava una serie di brividi, stessa cosa per lei.
<< Potevi farti male>>, disse con gli occhi lucidi.
<< Sto bene>>, la rassicurai prima di posare le mie labbra sulle sue in dolce e passionale bacio, un bacio che sapeva di casa, di noi. Solo dopo che ci staccammo per mancanza d’ossigeno notai delle piccole letterine sul pavimento, << Amore che cosa sono?>>, le chiesi curioso, che cosa ci facevano? Sembravano quelle che utilizzano i bambini per giocare.
<< Boh io proverei a raccoglierle>>, seguì il suo consiglio e prendendola per mano raccolsi la prima lettera; una “B”.
Alzai lo sguardo e notai verso le scale una “U” e sui gradini trovai una“O” Ed una “N” 
<< Buon..>>, speravo nel mio profondo che non avesse organizzato una festa a sorpresa, le odiavo.
Salì al piano superiore e lungo il corridoio trovai altre lettere: C, O, M, P, L. 
Ero sempre più confuso, non ci stavo capendo nulla. Ma una strana emozione stava crescendo dentro di me, ma non capivo cosa fosse. Davanti alla porta di una delle stanze vuote della casa trovai la lettera “E”. 
Comple: le ultime lettere formavano quella parola, ma non capivo cosa ci fosse dietro quella porta, che per quanto ne sapevo era vuota.  << Ma..>>, chiesi ormai confuso.
<< Vai avanti>>, mi suggerì posando una sua delicata mano sulla mia schiena. 
Aprì la porta e mi ritrovai dentro ad una stanza completamente bianca arredata da un semplice tavolino bianco al centro. Sul pavimento raccolsi altre lettere: A, N, N, O.
<< Buon compleanno>>, non capivo il perché ma sentivo i battiti del mio cuore accelerare, dopo aver notato al centro del tavolo bianco una scatolina con un fiocco blu.
<< Aprila>>, mi sussurrò all’orecchio, facendomi rabbrividire.
La aprì ed il mio cuore si bloccò per poi scoppiare di gioia quando lessi con voce tremante dall’emozione: << Papà>>. Il test con due linee me ne dava la conferma, sarei diventato papà!
Mi voltai e la presi tra le mie braccia, non ci potevo credere, dentro di lei nasceva il frutto del nostro amore.
<< Sei incinta!>>, dissi ancora incredulo.
<< Si, più o meno da dodici settimane>>, mi aveva davvero colto alla sorpresa.
<< Da quanto lo sai?>>, domandai posando una mano sul suo ventre ancora piatto, era normale che lo fosse ancora?
<< Da ieri, credo che il vomito, la stanchezza e la nausea siano opera sua>>, ora ricollegavo tutte le sue stranezze, posai entrambe le mani sui suoi fianchi e m’inginocchiai a lei alzandole la maglietta fin sotto il seno. M’incantai ad osservare la sua pancia prima i cominciare a baciarla in ogni suo punto. 
<< Hey piccolina non fare star male la tua mamma!>>, la mia bambina già faceva la birbante.
<< Chi ti dice che è una lei?>>, chiese con voce emozionata e gli occhi lucidi.
<< Amore di papà fa la brava!>>, dissi alla mia piccolina baciandola, prima di tornare al viso della sua stupenda mamma.
<< Me lo sento, tutto qui!>>, gli risposi sincero, lei in risposta mi buttò le braccia al collo e all’orecchio mi disse; << Non hai finito di leggere>>, mi staccai da lei e presi il biglietto all’interno della scatola.
<< Giralo>>, lo girai e dietro lessi: “Il ciuccio che hai in tasca è mio!”
<< Cosa?>>, mi domandai confuso, mettendomi le mani in tasca dove trovai qualcosa, o meglio un ciuccio, che era rimasto li dentro tutto il giorno.
Ovviamente io non me ne ero accorto. 
Sorrisi emozionato non riuscendo a trattenere le lacrime di gioia che cominciarono a scorrere sul mio viso. Bella cominciò ad asciugarle << Dimmi che sei felice!>>, domandò a pochi centimetri dalle mie labbra.
<< Felice? Tu oggi mi hai reso l’uomo più felice del mondo!>>, dissi prima di prenderla tra le braccia e cominciando a volteggiare con lei.
<< Amore mettimi giù, potrei vomitare>>, giusto dovevo evitare certe cosa per i prossimi sette/otto mesi. Perciò cominciai a baciarla, con tutto l’amore che provavo per le mie donne.
<< Buon compleanno papà!>>, a quelle parole mi emozionai ancora di più, sarei diventato papà, che bella parola. Io papà, e se non ne fossi stato capace?
La presi in braccio con delicatezza e la portai in camera nostra, la posi sul letto e alzai nuovamente la sua maglietta, cominciai a venerare quel ventre che ospitava il nostro piccolo miracolo, perché la vita era un miracolo, bellissimo. 
<< Non vedo l’ora di prenderla tra le braccia, di insegnarle a suonare il piano e andare i bici, poi la mia bambina si innamorerà e qualcuno le spezzerà il cuore, ed io spaccherò la faccia a quel qualcuno. Anzi, le proibirò di uscire di casa fino ai diciotto anni!>>, l’avrei protetta sempre, da tutto e da tutti, Bella mi fissava allibita.
<< Non mi guardare così, lei è la mia piccola>>, dissi accarezzandole la pancia.
<< Fate pure come se io non ci fossi!>>, mi rimproverò facendo l’offesa.
<< Non essere gelosa>>, Bella cominciò a ridere nascondendosi il volto tra le mani, tutta quella agitazione, non faceva bene alla mia piccola perciò per fermarla mi sdraiai su di lei, poggiandomi sui gomiti, e cominciai a baciarla. Bacio che volentieri ricambiò.
<< Grazie, amore mio, è il miglior compleanno della mia vita>>, le confidai continuando a baciarla.
Potevo essere più felice? Tra pochi mesi sarei diventato papà di un bellissima bambina, il solo sentire il suo dolce battito durante l'ecografia mi aveva fatto commuovere, Bella con la pancia che cresceva giorno dopo giorno era uno spettacolo. Amavo chiaccherare con la pancia, darle il buongiorno e la buonanotte, amavo vedere la mia Bella felice, ed amavo far parte di quella felicità.
Bella mi aveva perdonato, ci eravamo vendicati con stile facendo chiedere scusa pubblicamente a Jessica e ai fratelli Volturi.
Avevo le carte in regola per essere felice, per sempre.

THE END

Siamo giunti alla fine di questa avventura, ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia. Chi la messa tra le preferite, tra quelle da ricordare e da seguire. Ringrazio in particolare Paride, per avermi seguita fino alla fine.

PS. Vi aspetto martedì con il quarto capitolo di "End?".

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