Innoxious

di Martixzx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brown eyes ***
Capitolo 2: *** Strange name ***
Capitolo 3: *** Chemistry ***
Capitolo 4: *** Thanksgiving ***
Capitolo 5: *** Fighting ***
Capitolo 6: *** Sweater weather ***
Capitolo 7: *** First kiss ***



Capitolo 1
*** Brown eyes ***



Camminava per i corridoi dalle pareti grigie della scuola facendo stridere le suole delle scarpe sul pavimento rossastro. 
Teneva le mani arrossate per il freddo e ferite nelle tasche della sua felpa nera,cercando invano di riscaldarle dal gelo di Novembre.

 Altri corridoi grigi con persone altrettanto grigie si imbattevano contro di lui,era tutto così tremendamente uguale. 
Una fila di armadietti blu si formò sulla sua destra; un sacco di persone indaffarate a fare un sacco di cose inutili giacevano vicino ad essi. Chi prendeva libri dalla scatola metallica,chi semplicemente conversava con gli altri alunni.

 Cose inutili.

 Ecco di cosa si cibavano ogni giorno gli uomini. 

Si passò una mano fredda sul viso stravolto sentendo una sensazione di dolore nello sfiorare il livido fresco. 

Non era una novità. 

Ormai niente sorprendeva più Luke,era abituato ad aspettarsi tutto dalla vita,come se tutto gli fosse dovuto o lui dovesse esserne il colpevole. 

Tutto.

Non provava più una vera emozione da quando la sua vita si era ritrovata incastrata tra il dolore e l'apatia. 

Ecco tutto quello che era in grado di percepire la mente di Luke durante il freddo inverno che stava ricoprendo Melrose. 


--------- 


Si colpì la faccia più volte per cercare di rimanere sveglio durante l'ora di geografia del signor Derek. 
Aveva le palpebre pesanti e lo sguardo fisso su un punto indefinito della stanza. 
Quando il suono metallico della campanella rimbombò nella stanza,il ragazzo cercò di risvegliare i muscoli indolenziti e di uscire dall'aula. 

-Che è successo alla sua faccia Hemmings?- sentenziò il professore alzandosi dalla sedia e sporgendosi verso Luke per vedere meglio la chiazza bluastra che gli dipingeva lo zigomo. 

-Non importa.- sputò secco il ragazzo portandosi il palmo della mano sulla zona interessata. 

Loro sapevano del suo passato e del suo presente,ma niente li aveva interessati più di tanto. Se solo avessero saputo prevedere anche il suo futuro.

-Si ricordi di studiare per il test di mercoledì.-  chiuse infine la questione velocemente il professore.
Ormai lo conosceva,non lo avrebbe fatto. 
Avrebbe preso la sua solita F. 
Il preside avrebbe chiamato sua madre per cercare di comprendere il motivo del suo andamento scolastico e tutto si sarebbe fermato lì,ad una stupida lettera scritta in maiuscolo su un foglio bianco. Quella lettera che vale così tanto,ma anche così poco. Che condiziona la tua vita senza che tu le dia il consenso. 

Ecco perché Luke non studiava mai,lui non dipendeva da nessuno. Tanto meno da un voto scritto con una brutta calligrafia su un pezzo di carta. 

Si avvicinò alla porta del bagno per andare a fumare la sua solita sigaretta. Per trasgredire un'altra volta alle regole,la cosa che sapeva fare meglio. 

Una figura minuta e apparentemente normale si aggirava fuori dalla porta del bagno dei ragazzi. 

Cosa ci faceva lì? Pensò scrutandola. 
Sembrava così innocente e innocua.

Dopo tanto tempo Luke senti un qualcosa sotto a tutte le sue macerie,come se una piccola fiamma si fosse riaccesa. 

Curiosità.

Si avvicinò leggermente alla porta e la aprì di poco per vederla meglio. 
Due occhi profondi come i suoi sbagli scrutavano il corridoio. 
Una mano sottile andò a spostare una ciocca di capelli castani dalla fronte per posizionarla dietro all'orecchio minuto. 
Era tutto così delicato in lei. 
Era tutto così sbagliato in lui. 

Vide la ragazza spostarsi timidamente,facendosi più vicina alla porta. 
Due pozze scure saettarono su di lui per poi spostare la loro traiettoria verso terra. 
Fece altri passi e si incamminò verso l'aula di scienze.
Aveva catturato quei pochi attimi in cui i suoi occhi puri avevano incontrato quelli stravolti di Luke,sentì un leggero sorriso nascergli sulle labbra. 

Sembrava stesse cercando qualcosa,così Luke uscì dal bagno e si posizionò davanti alla porta fissando l'esatto punto in cui aveva abbassato lo sguardo pochi attimi prima la ragazza misteriosa. 
Cercò invano per minuti qualcosa di indefinito per poi sentire sotto alla suola della sua Converse nera un rumore metallico.
 
Una collana con un piccolo ciondolo d'argento a forma di fiocco di neve era lì,sotto la sua scarpa sfasciata. 
Prese l'oggetto con fretta temendo quasi che qualcuno potesse rubaglielo da sotto gli occhi e lo mise nella tasca dei suoi jeans. 

L'unica cosa che mi lega a lei,pensò. 

Quel giorno sorrise più di quanto aveva fatto in quelli precedenti. 


-------- 

Una morsa di dolore allo stomaco si dilaniò dentro di lui mentre giaceva ferito a terra. 
L'odore del cemento bagnato si liberava nell'aria ghiacciata di quel pomeriggio invernale,mentre il sapore del sangue si espandeva nella bocca di Luke. 
Poi urla e luci soffuse si fecero spazio nella sua mente annebbiata dal dolore,mentre i pugni si stringevano per mostrare le nocche distrutte. 
Lo avrebbe colpito ancora,si meritava quei soldi. 

Si rialzò velocemente e colpì il suo avversario sul naso,provocando un suono scricchiolante quando la mano toccò il viso del ragazzo davanti a lui. 
Questo indietreggiò tenendosi con un palmo la parte ferita e si accasciò a terra sfinito. 
Luke aveva vinto ancora. 
L'unica cosa che sapeva fare era usare la forza per ottenere le cose,aveva imparato così fin da quando era piccolo. 
Gli sembrava l'unico modo per guadagnarsi da vivere,per far si che la vita andasse avanti. 

Ma in realtà non aveva ancora provato ad amare,per quello si che bisogna lottare.

Alzò le mani in segno vittorioso, mentre un uomo basso con il viso sfregiato si avvicinò a lui portando una mano sulla spalla possente di Luke. 

-Sei stato bravo oggi.- disse porgendogli la sua vincita. 

Luke strabuzzò gli occhi e prese la banconota tra le mani sporche di sangue. 

-Sono solo 50 dollari,- sentenziò amaramente,-dov'è il resto della vincita?- 

L'uomo si spostò leggermente dal ragazzo portandosi una sigaretta alla bocca. 

-O questo o niente Hemmings,- Soffiò fuori dalla bocca una nuvola di fumo,- Abbiamo ancora una scommessa in ballo noi.- 

E poi si allontanò mescolandosi con la folla e l'odore di fumo. 

--

Sentiva tutte le ossa rotte e la faccia sfregiata. Quella mattina a Melrose il freddo era più pungente,tanto che avvertiva dei brividi anche sotto alla giacca pesante.

Tirò fuori dai pantaloni il ciondolo facendolo oscillare nell'aria. 

-Cos'è?- una voce roca provenente dalle sue spalle lo fece girare di scatto. 
Due occhi sottili,quasi a mandorla lo stavano scrutando.

-L'ho trovato in giro.- rimise il ciondolo all'interno della tasca. 
Abbassò lo sguardo come infastidito della presenza del ragazzo.

-L'hai rubato?- ridacchiò il moro.

-No,- quasi esclamò -Cazzo,Calum ti ho detto che l'ho trovato in giro.- 
Si voltò e cominciò ad avanzare verso il cancello di ferro della scuola. 

-Hai lottato ancora vedo.- il moro lo seguì.

-Si,non ti deve interessare.- sputò con amarezza voltandosi verso di lui. 

Calum si fermò,Luke continuò verso l'entrata della scuola. 
Due occhi castani erano incastonati nel l'azzurro dei suoi,per una volta pensò che davanti a così tanta bellezza i suoi occhi sfigurassero. 

Stava seduta sul muretto all'entrata della scuola con una tale leggerezza,che un soffio di vento l'avrebbe potuta spazzare via. 
Era così timida. Il contrario di Luke. 

Ma si sa che gli opposti si attraggano. 

La sua reputazione a scuola non era delle migliori. Voleva avvicinarsi a lei,ma non voleva che si intimorisse. Non voleva spezzare quel delicato equilibrio che si era formato intorno a lei. Si avvicinò quel poco per osservarla meglio. Portava dei jeans chiari e una felpa bordeaux,che le cadeva dolcemente sui fianchi.

Si portò una sigaretta alla bocca. 
Aspirò il fumo bianco sentendo il sapore di tabacco in bocca. 
Lei si voltò. 

-Scusa,potresti fumare da un'altra parte?- tossì,-mi da fastidio.- 

Quasi come un ordine spense la sigaretta e tirò fuori dai jeans la collanina. 

-È tua.- la fece penzolare nel vuoto.

Spalancò gli occhi. 

-Si,dove l'hai trovata?- chiese curiosa.

-Non era una domanda la mia.- disse spostandosi più vicino a lei. 

Lei allungò la mano per afferrarla,ma il ragazzo la spostò vicino ai suoi occhi di ghiaccio per osservarla meglio. 

-Penso che la terrò.- aggiunse riportandola nella tasca dei suoi skinny. 

-Ma è mia,non puoi.- si alzò la mora per contestare. 

-Io posso fare quello che voglio.- si staccò dalla colonna di marmo e si incamminò verso l'entrata della scuola con un sorriso stampato sulla faccia. 

Interessante,pensò.









EILÀ
Ciao a tutti sono Martina,
volevo ringraziarvi per aver letto questa storia,
spero ci sia piaciuta :)
Volevo poi informarvi che la pubblicherò anche su wattpad Se volete passate
P.s lasciate un commento? Mi farebbe piacere :)
Zaoo  

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Capitolo 2
*** Strange name ***



Camminava facendo strusciare i piedi sul pavimento di mogano di casa sua tenendo le scarpe nella mano destra,mentre con l'altra cercava di fendere l'oscurità che vegliava in casa sua. 
Salì le scale facendo scricchiolare di tanto in tanto le assi di legno sotto i suoi piedi fini,provocando degli stridori nell'aria. 
Arrivata in camera sua si accasciò sul letto lasciando cadere bruscamente le scarpe sul tappeto blu,procurando un suono ovattato. 
Chiuse gli occhi e assaporò quei pochi secondi di silenzio che gli erano stati concessi,prima che una luce abbagliante si propagasse per la camera. 
Sua madre era tornata ed era abbastanza preoccupata per l'orario,così era piombata in camera sua in piena notte senza badare al tono di voce propriamente sopra la media. 

 
-Nia dove sei stata,- sentenziò incrociando le braccia al petto,-è da due ore che ti chiamo.- 

Il suo tono era freddo,la ragazza avrebbe potuto tagliare con un coltello l'elettricità che si liberava nell'aria. 

-Lo sai che finisco tardi allenamento,mamma.- 

Si tirò a sedere sul bordo del letto con le mani nella tasca della sua felpa grigia sportiva. 

-Non così tardi,-sbuffò la madre avvicinandosi a lei,-che hai combinato fino a quest'ora?- 

Nia si alzò di scatto e si avvicinò all'armadio bianco vicino al letto per prendere il suo pigiama,che consisteva in una maglietta poco usata e dei pantaloncini della tuta che erano evidentemente troppo imbarazzanti per essere messi.

-Beh,adesso sono stanca,- si girò verso la madre che stava ferma come una statua in attesa di una risposta,-possiamo parlarne domani?- 

La ragazza tentò un sorriso ma quello che uscì probabilmente assomigliò più ad una smorfia. 

-Va bene,ma non transigo nessuno sgarro d'ora in poi,- si fermò appena fuori dalla porta con ancora la maniglia nella mano destra,- se no niente più allenamenti.- e la chiuse. 

--

-Mi avevi promesso che non l'avresti più fatto.- 

La madre puntò le dita fini sulla pelle del figlio causandogli dolore.

-Lo so mamma,-Luke chiuse gli occhi e prese la mano della madre tra le sue iniziando a giocare con le dita della donna,-ma voglio far arrivare almeno a fine mese questa famiglia.- 

-Lo sai che ci sono tanti altri modi per guadagnare soldi Luke,e sai anche che non è necessario.- La donna dagli occhi di ghiaccio si spostò e girò la schiena al figlio.

-Se quel bastardo non ci avesse lasciati,- Luke sbraitò,-Adesso non patiremmo la fame!-

-Non parlare così di lui, è pur sempre tuo padre.- 

Gli occhi della donna si riempirono di lacrime amare che scivolarono lungo il suo viso spigoloso ricadendo sulla superficie di legno. 

-Non lo potrei mai chiamare padre.- sentenziò Luke avviandosi verso la porta d'ingresso. 

-Dove vai adesso?- chiese la madre preoccupata.

-A fare un giro,torno presto.- 

Luke sfioro con le dita la maniglia di ottone e poi si girò verso la madre,che lo stava ancora guardando con gli occhi lucidi.

-Luke,- lo richiamò,-non ti cacciare nei guai.- 

--

La neve gli arrivava ormai alle caviglie,ma non sentiva freddo. Era come se il suo corpo fosse abituato a provare quella sensazione di fastidio. 
A d'un tratto una scintilla dorata in mezzo a tutto quel bianco, una fiamma nell'oscurità. 

Lei era lì. 

Luke provò una strana sensazione alla bocca dello stomaco,forse doveva smettere di fumare. 
Più si avvicinava,più sentiva come una forza che lo risucchiava verso il centro di tutto il suo interesse. 
Aveva decisamente fumato troppo. 

-Ciao,- una vocina sottile arrivò alle orecchie del biondo facendolo voltare,-ti ricordi di me?- 

Un sorriso stampato sul volto della ragazza gli fece sgranare gli occhi,come poteva essere così felice?
Lui non l'aveva mai provata veramente quella sensazione di pienezza che tutti chiamavano felicità. 

Lei era lì,lui sapeva esattamente cosa cercava. 

Le diede un'occhiata, sapeva che sarebbe stata un perfetto tipo di disastro; una buona ragazza che sapeva esattamente quando essere cattiva. 

-Si.- disse semplicemente lui 

-Hai ancora il mio ciondolo?- fece un passo titubante verso il biondo. 

-Dipende,- si appoggiò al muretto facendo aderire la schiena ad esso,-lo rivuoi indietro?- 

-È mio.-

Disse soltanto lei abbassando leggermente lo sguardo su un pezzo di intonaco scrostato. 

-Non voglio passare dalla parte del cattivo,- le si avvicinò e le scostò i capelli dal volto per sussurrarle,-ma ottengo sempre ciò che voglio.- 

Se ne andò,lasciandole una strana sensazione. Quel ragazzo portava solo guai. 

Interessante, pensò. 

-- 

-Okay,quindi ci hai parlato?- la rossa si sdraiò sul letto e si portò le braccia sotto la nuca continuando a guardare la sua amica camminare frettolosamente per la camera. 

-Si,te l'ho detto,- Nia si girò verso l'amica e sbuffò,- è una testa dura.- 

-Se fossi stata in te l'avrei colpito e mi sarei ripresa la mia collana.- 

Sam si passò il dorso della mano sugli occhi e rimase in quella posizione per un po. 

-Ma l'hai visto quanto è alto?- si sedette vicino a lei,- e poi penso che le abbia già prese da qualcuno,ha sempre la faccia piena di lividi.- 

Rabbrividì al pensiero,e si immaginò di poterli sfiorare. 

-Sembra il tuo tipo,- aggiunse Sam tirandosi a sedere sul letto e posando una mano sulla spalla dell'amica,-parlaci,un giorno mi ringrazierai.- 

Nia rise e diede un colpetto sul braccio alla rossa che ritrasse la mano dalla spalla dell'amica per massaggiarsi il punto colpito. 

-Non se ne parla, e poi non penso di poter piacere a uno come lui.- 

Già. Lei non piaceva a nessuno,semplicemente perché aveva imparato a starsene in disparte,non era il tipo di ragazza che si esponeva, quello era compito di Sam. Quanto avrebbe voluto essere come lei. 

Un rumore sordo arrivò alle loro orecchie. Era rientrata sua madre. 

-Ragazze,verreste ad aiutarmi con la spesa?- 

Si era affacciata alla porta di Nia e una ciocca di capelli scuri le era ricaduta sul volto. 

-Arriviamo.- 

Nia si alzò dal letto e ci trascinò giù Sam,poi si precipitarono in cucina. 

La madre aveva tirato fuori dalla borsa della spesa delle scatole di biscotti e qualche altra cianfrusaglia e le stava riordinando su degli scaffali. 

-Nia ricordati che sei ancora in punizione per il ritardo di ieri notte.- 

La madre puntò i suoi grandi occhi in quelli della figlia e le passò un pacchetto di pasta che doveva essere messo nella dispensa. 

-Lo so mamma,- Nia cercò di giustificarsi,- ma non l'ho fatto di proposito.- 

-Cambiando discorso, Sam come va a scuola?,- la donna si appoggiò al tavolo con i palmi delle mani e si rivolse alla rossa,- spero che tu abbia esiti migliori di Niamh.- 

Era così. Niamh ci era abituata ad essere sottovalutata ogni volta,non ci faceva più caso. 

La conversazione andò avanti finché Sam non dovette tornare a casa. Forse era l'unica persona che le dava un po di forza. 


--


-Bene,bene,bene,- il professore si alzò dalla cattedra e si posizionò davanti alla lavagna con un gesso bianco nella mano destra,- chi sa dirmi il risultato di questa equazione?- alzò un sopracciglio e scrutò la classe attentamente. 

Nia cercò disperatamente un modo per nascondersi,o ancora meglio,sparire. 

-Niamh,vuoi dire tu alla classe il risultato?- il professore si sistemò gli occhiali sul ponte del naso. 

-Il risultato è,- prese tempo,- x uguale a...- 

-x uguale a 25.- 

Una voce maschile proveniente dagli ultimi banchi riecheggiò per la stanza dalle pareti grigie. 

-Hemmings da dove spunta fuori questo talento per la matematica?- il professore sorrise e guardò la lavagna lucida,- il risultato è corretto.- 

Nia si voltò subito per vedere il volto del ragazzo,occhi di ghiaccio la trafissero da parte a parte e la lasciarono senza fiato. 

Gli sorrise,e lui semplicemente fece un cenno con il capo. 
Lei tornò alle sue equazioni,lui rimase a guardarla ancora per un po'. 

--

-Perché l'hai fatto?- una vicina sottile ricoprì il fastidioso silenzio che vegliava nel corridoio,- perché hai detto il risultato al posto mio?- Nia deglutì forte,sentendosi un nodo alla gola che la stringeva. 

-È a questo che servono le soluzioni sui libri,no?- 

Luke sbuffò e mise le mani nelle tasche del suo giubbotto di pelle. 

Nia fece per andarsene,ma qualche strana forza la fece girare verso il biondo. 

-Hemmings.- cercò di tenere un sorriso forzato. 

-chiamami Luke.-

Lui si scostò leggermente dal muro e fece due passi per trovarsi esattamente difronte alla ragazza dai capelli scuri. 

-E tu oltre ad andare male in matematica hai un nome?- 

Il biondo sorrise mostrando i denti perfetti. 

-Niamh,ma preferisco Nia.- 

La mora si toccò una ciocca di capelli nervosamente,non le era mai piaciuto il suo nome. 

-È strano,ma ti si addice.- 

Il biondo si perse guardando gli occhi della ragazza dal nome strano,gli piaceva,era un po come lei; particolare. 

-Posso farti una domanda,- uno spruzzo di coraggio uscì dalla bocca di Nia,- perché sei pieno di lividi?- 

Vide gli occhi di ghiaccio farsi più duri,quasi impenetrabili. 
Non doveva chiederglielo. 

-Senza questi non potrei coltivare la mia fama da cattivo ragazzo.- cercò di sdrammatizzare la situazione il biondo. 

Poi se ne andò. 

Doveva essere una sua particolarità andarsene e piombare nelle vite degli altri in modo così brusco, senza far capire la vera gravità delle cose. 

Come un fulmine a ciel sereno.

Luke era il fulmine. 
Lei il cielo,che purtroppo si stava già ricoprendo di nuvole. 





EILÀ
Innanzi tutto ringrazio chi ha letto la storia!
Siete stati abbastanza,non me l'aspettavo! E ne sono molto felice ❤️

Lasciate un commentino piccino piccino? Accetto anche le critiche se costruttive.
Zaoo

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Capitolo 3
*** Chemistry ***


Nia odiava la mensa della scuola. 

Odiava la pizza del mercoledì perché era insapore,odiava la cuoca perché le dava sempre la fetta più piccola di torta, ma più di tutto odiava i gruppetti che si erano creati.
Se eri un genio della fisica potevi sederti con i secchioni, i più popolari stavano con le cheerleader. 
E lei stava sempre da sola,non sentendosi parte di niente. 

Stava mescolando con la cannuccia il contenuto della sua bibita quando sentì uno spostamento d'aria alla sua sinistra. 

Qualcuno si era seduto a quel tavolo. 

-So che vai bene in chimica.- sentenziò una voce alquanto famigliare. 

Hemmings.

-Non so chi te l'abbia detto.- 

La ragazza non si voltò,tenne lo sguardo fisso sul piatto di pasta ormai freddo. 

-Si da il caso che io non vada molto bene,- il biondo prese con due dita il mento della ragazza e lo girò verso di se facendo incastonare i suoi occhi freddi in quelli caldi di lei,- e tu mi puoi aiutare.- 

Si morse più volte il piercing nero passandoci sopra la lingua. 

Era questo il problema di Nia, si fermava troppo ad osservare i particolari più inutili,anche se a volte non vedeva niente. 
Per lei quel ragazzo era uno come tanti e quegli occhi azzurri erano semplicemente azzurri. 
Ma le piaceva talmente tanto l'idea che il suo banale color nocciola potesse essere sporcato da quello cielo di Luke. 

Si trovò a deglutire rumorosamente. 

Perché lui era lì? C'erano tante altre ragazze sicuramente meglio di lei in quella mensa. 

-Mi dispiace, ma non vedo come io possa aiutarti.-

 Si giustificò portandosi una ciocca castana tra le dita e iniziando a giocarci. 

-Non essere nervosa.- 

Luke prese la ciocca dalla mano della ragazza e se la passò tra le dita osservandola. 

-Cosa intendi?- 

Lei si scostò leggermente facendo tirare i pochi capelli che stavano ancora tra le dita del biondo. 

-Ti ho osservata,- appoggiò entrambe le mani sul tavolo continuando a guardare la ragazza difronte a se,- lo fai quando sei nervosa.-

Se Nia avesse potuto descrivere quella scena con un colore, sarebbe stato sicuramente il rosso. 
Come le sue guance in quel momento. 

-Non ti darò ripetizioni di chimica.- 

Sviò l'argomento sentendo le gote bruciare. 

-Avevo proprio intenzione di ridarti il tuo ciondolo,ma evidentemente me lo terrò.- il biondo si alzò lentamente dalla sedia. 

Lo rivoleva indietro il suo ciondolo. 
Era importante per lei,le ricordava i momenti felici quando con suo padre andava,dopo una nevicata, a giocare in cortile,e finiva sempre per ammalarsi. 

Quel ciondolo era senza dubbio ciò che la rappresentava meglio; bello e freddo. 

-Va bene,- se ne pentì immediatamente,- ti aiuterò.- 

A quell'affermazione il ragazzo si blocco.

-Te l'ho detto,- Luke si passo una mano fra i capelli dorati e sussurrò inchiodando gli occhi in quelli della ragazza,- io ottengo sempre ciò che voglio.-

Il biondo afferrò una penna nera e se la rigirò per pochi secondi fra le dita, poi si allungò e prese bruscamente il polso della ragazza avvicinandolo a se, scostò la manica della felpa e impresse sulla sua pelle bianca dei simboli. 

Quando Nia ritrasse il braccio notò che aveva scritto qualcosa simile ad un numero di telefono, e appena sotto ad esso lesse qualcosa. 

"Ci sentiamo stasera" 

Nia cercò di non sprofondare sulla sedia per la vergogna, semplicemente si tirò giù la manica e tornò al suo pranzo. 
Quando si girò verso l'uscita della mensa Luke non c'era più, e lei riprese a respirare. 

--

Aveva mangiato il polpettone, aveva cercato di rimanere educata e carina per tutta la sera, ma quando sua madre tornò sull'argomento scuola Nia puntò le mani sul tavolo con i palmi aperti, fece strusciare la sedia indietro sulla moquette beige e si alzò senza dire niente, tornò in camera sua. 
Notò che il suo cellulare si stava illuminando e rilasciava una luce pungente e bianca nell'oscurità della notte. 
Lo afferrò svogliatamente con la mano destra e si stese sul letto. 
Quattro messaggi da Sam, la stava pressando da una settimana sul ballo. 

Stupidi adolescenti rinchiusi in una palestra imbottiti di alcolici e madidi di sudore? No grazie, questo non faceva decisamente parte dei piani di Nia per li prossimo sabato sera. 
Probabilmente l'avrebbe passato a guardare serie tv al computer con una bella cioccolata calda. 

Improvvisamente si ricordò dei numeri impressi sul suo braccio sinistro, arrotolò la manica della felpa e cercò per qualche minuto di scrutare i segni oltre l'oscurità della camera, poi prese il cellulare e azionò la torcia facendole emettere una luce accecante. 
Tenne a mente il numero, poi lo digitò sul tastierino del cellulare rileggendolo più volte. Schiacciò tremolante l'opzione "chiama". Uno squillo. Due squilli. Aspetto fino a cinque, quando un tremito l'avvolse. 
- Pronto?- una voce calda e quasi assonnata rispose dall'altro lato del telefono. 
- Io...- un respiro molto lungo,- sono Nia.- la ragazza si buttò su letto come se avesse appena fatto uno sforzo immane. 

- Ciao,Nia.- aveva un tono calmo, non l'aveva mai sentito prima d'ora in lui, tanto che la ragazza pensò di aver sbagliato numero. 

- Perché hai voluto che ti chiamassi?- si portò una ciocca tra le dita per tranquillizzarsi. 

- Non avevo un motivo preciso, però sembra proprio che tu non trascorra delle serate molto...divertenti,- poteva sentire l'accenno di un sorriso,- così magari ti posso fare compagnia.- 

- Chi ti dice che io non passo serate divertenti?- in Nia crebbe un senso di irritazione. 

- Chiunque abbia una media superiore alla B non passa certo le sue serate a fare baldoria.- 

La stava prendendo in giro? 

- Beh non mi sembra che tu in questo momento stia facendo baldoria- la ragazza si stupì di tutto questo coraggio e sentì le guance prendere fuoco. 

- Andrai alla festa sabato?- non rispose  neanche a quello che Nia aveva appena detto con tanto coraggio, forse per orgoglio. 

- Sì.- la ragazza strabuzzò gli occhi incredula di tutto ciò che aveva appena detto al ragazzo dai capelli dorati. Perché l'aveva fatto? Lei non voleva andarci a quella festa, ma l'idea di poter incontrare Luke lì le fece accapponare la pelle. 

Il biondo in risposta emise un semplice sorriso, che però Nia poteva percepire anche oltre l'apparecchio metallico. 

- Ti andrebbe di venire a casa mia?- chiese Luke con troppa tranquillità, tutto questo agitò ancora di più la ragazza che ormai si stava torturando la ciocca di capelli. 

- Adesso?- scattò in piedi e accese la luce per guardare il grande orologio a fiori appeso sopra alla sua scrivania,- ma sono le dieci di sera, i miei non mi faranno mai uscire.- diede uno sguardo alla sua figura nello specchio e si sistemò dietro l'orecchio una ciocca ribelle. 

- Quindi è un si?- chiese impaziente Luke. 

- Dimmi solo che non dovrò entrare dalla finestra.- si rassegnò la ragazza prendendo dall'armadio un paio di jeans chiari. 

- Tranquilla,ho anche una porta d'ingresso.- chiuse velocemente il biondo. 

--

Appena fu davanti alla porta d'ingresso di casa Hemmings si maledisse per non aver cancellato il numero da suo polso. 
Si avviò su tre gradini prima di arrivare davanti alla grande porta ormai rovinata dal tempo. 
Non fece nemmeno in tempo a suonare il campanello che la porta davanti a se emise un cigolio. 
Dei capelli spettinati e un viso stanco apparvero dall'altra parte della porta. 
Nia non poté non pensare a quanto fosse adorabile Luke in quel modo, così innocente, l'opposto di come lei l'aveva sempre visto. 

- Mi osservi Hemmings?- disse lei emettendo una leggera risata che fece sorridere il biondo. 

- Hai il passo pesate.- fece entrare la ragazza all'interno dell'abitazione. 

Era una bella casa, si poteva notare l'abbandono negli ultimi tempi, ma prima doveva essere appartenuta a qualcuno di molto ricco. 
Entrammo nel salotto dove due piccoli divani di colore bordeaux stavano graziosamente davanti ad una modesta televisione e un camino acceso,che da poco, stava riscaldando l'ambiente. 

- È molto bello qui.- Nia lo pensava veramente, le dava un senso di accoglienza che casa sua ormai sopprimeva. 

- Togliti pure il cappotto.- Luke le fece cenno con la testa verso un attaccapanni di legno, ma lei decise di tenerselo. 

- Luke,- lo bloccò la ragazza facendolo girare verso di lei,- perché mi hai chiesto di venire qui?- si sedette su uno dei divani, ma Luke rimase in piedi. 

- Tu perché sei venuta?- fisso i suoi occhi in quelli caldi della ragazza e si sentì più tranquillo quando lei gli rispose. 

- Ero curiosa,- si guardò intorno,- e poi volevo il mio ciondolo.- Falso, non aveva neanche lontanamente pensato al gioiello quando Luke le aveva proposto di andare da lui. 

Lui sbuffò sonoramente e si sedette sulla stessa poltrona di Nia, facendo sfiorare le loro gambe. 

- Ho bisogno delle ripetizioni di chimica.- si passo una mano nei capelli biondissimi e poi la guardò. 

-- 

- Mi stai ascoltando almeno?- sbuffò la ragazza puntandogli una matita al petto. 

Erano comodamente seduti sul letto di Luke, e Nia stava cercando di far comprendere alcune formule chimiche al ragazzo, senza ottenere dei risultati. 

- Si, è solo che non sono intelligente come te.- spiegò il biondo sdraiandosi di schiena su libri e quaderni aperti sul letto stropicciandoli. 

- Luke, tu non sei stupido,- Nia si sistemò meglio incrociando le gambe e guardando il ragazzo,- perché non vuoi capirlo?- 

- È solamente quello che dicono tutti i professori.- si tirò su a sedere e si posizionò davanti alla ragazza, facendo combaciare le loro ginocchia. 

- Dovresti crederci un po meno a quello che dicono.- ribatté lei, prima di andare aventi nella spiegazione. 

Luke si fermò a guardarla, così concentrata sul libro polveroso di chimica che Luke aveva aperto così poche volte. 
Un sorriso accennato e quella ciocca sempre tra le dita della mando destra, avrebbe voluto dirle che le dava un'aria timida,ma a lui piaceva.
Le piaceva osservala, ma non voleva ammettere che, da quando l'aveva vista per la prima volta in quel corridoio era successo qualcosa. 

- Quindi cariche dello stesso segno si respingono,- poi poso lo sguardo su Luke,- cariche di segno opposto si attraggono.-

E Luke non poté non pensare a come fosse vero. 
Loro due erano le cariche, due poli opposti che si attraevano come una grande calamita. 
Un angelo e un demone, direbbe la gente. 

I loro occhi erano incastonati l'uno nell'altra, per un secondo il ragazzo pensò di poter sentire il suo tocco sulla pelle, come se guarisse le sue ferite.

Vide le gote rosse di Nia e capì che lei era quello che mancava in lui, poteva completarlo.

A Luke comparve un sorriso, uno dei tanti nati grazie a lei. 





EILÀ
Come vaa? Per prima cosa ringrazio tutti per aver letto la storia poi vorrei chiedervi un favore...potreste lasciare un commentino? Piccolino :c Vorrei sapere se la storia piace o se invece fa schifo e devo eliminarla...
Zaoo

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Capitolo 4
*** Thanksgiving ***


THANKSGIVING DAY 

L'incessante rumore della pioggia che tamburellava sul vetro della finestra svegliò Nia. 
Si stiracchiò nel letto, sentendo un profumo strano ma famigliare addosso e inspirandolo a pieni polmoni. 

- Buon giorno del ringraziamento.- 
Un sussurro arrivò al suo orecchio facendola sussultare. 

Alzò di scatto il busto e notò di non essere nella sua camera dalle pareti color pesca, e sicuramente la figura davanti a lei non era sua madre. 

- Ti sei addormentata su di me ieri sera.- il biondo indossava dei pantaloncini della tuta neri ed era a petto nudo. 

- E non mi hai svegliata?- Nia si passo una mano nei capelli ribelli e sbadigliò mettendosi l'altra mano sulla bocca. 

- Eri piuttosto bella mentre dormivi.- Luke le spostò una ciocca dietro l'orecchio e sorrise. 

Subito Nia abbassò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore, perché quando si trattava di lui si sentiva sempre così nervosa? 

- Che ore sono?- 

Cercò di stirare le pieghe che la maglietta aveva assunto durante la notte con le mani. 

- Le dieci,- si portò il cellulare più vicino per vedere meglio l'orario,- e mezza.- 

Le dieci e mezza? Nia si alzò di scatto e inciampò in una vans di Luke lasciata sul pavimento, si aggrappò alla testiera del letto e con una forza tremenda riuscì a non cadere. 

- Hai fretta?- 

Lo disse con una tale calma che Nia si trovò a bollire di rabbia. 

- Forse tu non hai impegni per il ringraziamento, ma io devo aiutare mia mamma con il tacchino,- prese un respiro veloce,- e se dopo le viene troppo asciutto diventa ansiosa, cosa che non deve succedere se vuoi rimanere tutto intero e poi...- 

Luke le posò l'indice sulle labbra per zittirla. 

- Nia andrà tutto bene,- passò il dito sulle sue labbra piene,- basta che respiri.- 

Spostò l'indice su una guancia rossa, poi ci appoggiò il pollice e iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sulla pelle della ragazza. 

Nia socchiuse gli occhi, non voleva staccarsi da lui, le piaceva quel tocco così caldo e rassicurante. 

- Dovrei andare.- 

Però doveva farlo, quello non era il suo posto, e Luke non era il ragazzo che di certo l'avrebbe salvata. Era un disastro. 

- Va bene,- il biondo annuì con il capo facendo scendere una ciocca dorata sulla fronte,- ti accompagno a casa.-

La ragazza si trovò a sorridere ampiamente quando lui fece scivolare le sue mani sotto di lei per prenderla in braccio. Era un gesto semplice, ma pieno d'affetto. 

Lasciò che la sua testa si appoggiasse al petto muscoloso del ragazzo, ma quando si accorse che era senza maglietta, si trovò infuocata, la pelle le bruciava e dentro di lei sentiva come se una fiamma stesse ardendo i suoi polmoni. 

- Pensi di portarmi in questo modo per tutto il tragitto?- 

- No, in effetti sei abbastanza pesante.- 

Ridacchiò tra se e se. 

- Dovrei offendermi.- 

Staccò la testa dal petto di Luke per poterlo guardare negli occhi che quella mattina sembravano più chiari, più sereni. 

Non aveva mai pensato alle labbra di Luke nel modo in cui le stava osservando adesso, così piene e rosee, così baciabili. 

Lei che non aveva mai baciato un ragazzo non poteva saperne tanto. A volte si vergognava quando sentiva dire dalle sua amiche i nomi i tutti i ragazzi che avevano baciato, è una cosa che tutti gli adolescenti fanno, tutti tranne Nia. 

Quando la posò a terra erano a pochi centimetri di distanza, e Luke poteva sentire il suo respiro sulla pelle. 

Un'idea malsana gli balenò nella mente.

- Nia,- si avvicinò,- hai mai baciato un ragazzo?- 

La fissò negli occhi color nocciola attendendo una risposta. 

- N-no.- 

Abbassò lo sguardo, sentendo il peso della sua vergogna. 

- Posso essere il primo?- 

Il biondo passò una mano sui capelli di Nia accarezzandoli dolcemente, si chinò chiudendo gli occhi. Con l'altra mano teneva saldo un fianco della ragazza, sentendo sotto il tessuto della maglietta la pelle scottare. 

- Si.- 

Pronunciò debolmente la ragazza, forse più per convincere se stessa. 
Lo pronunciò con gli occhi già chiusi e le mani aperte contro il petto del ragazzo. 

Fu un attimo, la porta si aprì. 
Una donna alta e bionda, con gli stessi occhi di Luke li stava osservando. 

Luke si maledisse internamente, quel bacio lo voleva davvero. 

Nia invece provò ancora più vergogna, voleva trovare un posto e nascondersi. 

- Lucas?- 

La voce interrogativa della madre lo fece sobbalzare. Si spostò leggermente dalla ragazza, guardando ancora per un secondo le labbra che stava per baciare. 

- Lei è Nia,- indicò la ragazza,- mi ha dato ripetizioni di chimica.- 

- Ciao Nia, io sono Liz.- 

Una mano calda si intrecciò con la sua. 

- Piacere di conoscerla.- 

Nia aveva ancora la voce smorzata che si riduceva ad un sussurro. 

- Io devo andare,- si voltò verso Luke,- grazie per avermi ospitata, hai una casa davvero bellissima.- 

Luke sorrise soltanto prima che la ragazza oltrepassasse la porta d'ingresso per poi richiuderla dietro di se subito dopo. 

--

Passò le mani tra i capelli color fuoco di Sam che stavano sparsi sul petto del ragazzo. 

A loro piaceva stare così, semplicemente uniti in un silenzio che però diceva tutto, pieno di promesse e sregolatezze. 

Il riccio sorrise quando la ragazza posò delicatamente le labbra sulle sue, rilasciando un sapore dolce e persistente. 

Non erano fidanzati, anche se Ashton se lo ripeteva sempre che prima o poi avrebbe dovuto comprarle un regalo e presentarsi in ghingheri per una proposta decente. 
Ma a loro andava bene così, non erano amici, e neanche fidanzati. 

Sapevano solo quello che non erano. 

- È il giorno del ringraziamento, dovrei andare a casa adesso.- 

Sam si buttò al fianco di Ashton lasciando che le loro gambe si districassero. 

- Stai ancora un po,- il riccio si voltò e toccò con la punta del naso la guancia della rossa,- non lasciarmi con la mia famiglia pazza.- 

Rise. Una risata cristallina che sapeva mostrare solo quando era con lui. 

- Devo chiamare Nia per farle gli auguri.- 

Afferrò il cellulare dal comodino e digitò velocemente un messaggio all'amica. 


To: Nia :) 
10:45

Ei bellissima, so che probabilmente stai ancora dormendo ma buon giorno del ringraziamento!! :)) 

Non passò tanto tempo quando il suo cellulare si illuminò mostrando il messaggio dell'amica. 


From: Nia :) 
10:47

Ero a casa di Luke, dopo ti spiego meglio. 
Buon giorno del tacchino rossa! ;) 

Sam si alzò di scatto, il che fece preoccupare Ashton che le porse un'occhiata interrogativa. 

- Hemmings.- 

Sussurrò la rossa. 

- Luke,- il riccio alzò il busto e si mise un mano nei capelli scompigliati,- Hemmings?- 

- Lo conosci?- 

- So cosa si dice su di lui.- 

Ashton fece spallucce. 

- E cosa si dice?- 

Sam sbarrò gli occhi in attesa di una risposta. 

- È immischiato in qualcosa di serio, tipo lotte clandestine,- accompagnò la frase con un gesto della mano,- perché ti interessa?- 

- Niamh è una stupida.- 

Afferrò i vestiti sparsi per terra e se li infilò velocemente. 

- Sta succedendo qualcosa tra quei due,- diede un'occhiata fugace al riccio ancora seduto a gambe incrociate sul letto,- e io devo scoprirlo.- 

-- 

Il tacchino era buono tutto sommato, se lasciamo perdere il condimento troppo salato e i pettegolezzi della zia Joe su ogni argomento possibile e immaginabile. 

La serata era passata in fretta e Nia si ringraziò per aver invitato anche i cugini con cui poteva scambiare ogni tanto delle chiacchiere per non morire di noia. 
Sua madre era stranamente serena e il che fece preoccupare la figlia, dato che una situazione del genere accadeva forse due o tre volte all'anno. 
Esattamente da quando i suoi avevano divorziato.

Scacciò dalla mente i pensieri cupi, ricordandosi che quello era una giorno di festa in cui le cose importanti erano la gioia e lo stare insieme, anche se i tuoi parenti possono sembrare una mandria di bufali. 

All'improvviso il suono metallico del campanello fece sobbalzare Nia. 
Aspettavano qualcuno? 

- Vado io.- 

La ragazza si precipitò alla porta d'ingresso mettendosi a posto il vestito nero che ogni tanto faceva qualche crespa. 

- Era secco il tacchino Baker? 

Era la prima volta che Luke la chiamava per cognome. 

Lui era lì con una mano appoggiata allo stipite della porta, il suo giubbotto di pelle nera e una sigaretta in bocca. 

Non poteva essere più bello. 

- Cosa ci fai qui?- 

La ragazza chiuse la porta dietro di se sperando che nessuno li vedesse, poi si appoggiò con la schiena ad essa. 

- Sono solo passato per un saluto.- 

Picchiettò sulla sigaretta facendo cadere la cenere sul marmo bianco che costituiva il pavimento del porticato. 
 
- Passamene una.- 

Intendeva una sigaretta? 

- Tu non fumi.- 

Nia prese con uno strattone la sigaretta di Luke e se la portò alle labbra rosee aspirando furiosamente, tossì rumorosamente a contatto con il fumo acre e denso. 

Luke ridacchiò socchiudendo gli occhi e riducendoli ad una fessura. 

- La prima sigaretta brucia sempre, un po come il primo amore.- 

Lui riprese il rimasuglio di tabacco ormai rimasto e se lo girò tra le dita forti e affusolate per poi riportarsela alla bocca. 

La stava portando su una brutta strada quel ragazzo, ma a lei piaceva. 

- Sul serio Luke,- incrociò le braccia al petto,- perché sei qui?- 

Lui non rispose, semplicemente prese una ciocca dai capelli della ragazza e la strinse fra le dita. 

- Meglio se torni dentro, o la tua famiglia si preoccuperà.- 

Mise le mani nelle tasche della sua giacca e abbassò lo sguardo. 

- Hai ragione.-

Nia si sporse in avanti per dargli il leggero bacio sulla guancia. 

- Ciao Luke.- 

Aprì la porta cercando di non fare rumore e se ne tornò in casa, anche se l'unica persona che voleva vedere in quella gelida notte era Luke. 





EILÀ 

Scusate, il capitolo di oggi fa un po schifino ed è anche corto :c 

Ringrazio tutti voi per leggere Innoxious e chi ha lasciato un commento o inserito la storia nelle seguite, preferite ecc... 

C'è un nuovo personaggio uau c: Ashtonino 

Beh ci vediamo al prossimo capitolo 

Zaoo 




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Capitolo 5
*** Fighting ***


I giorni festivi del ringraziamento erano finiti. 
Sam quella sera si trovava a casa di Nia e sarebbe rimasta a dormire dall'amica quella notte. 

Erano sdraiate sul letto della camera di Nia e stavano guardando un film, uno di quelli sdolcinati che piacevano tanto a loro. 

- Perché non esiste nessuno di così romantico a Melrose?- 

Bofonchiò la rossa mettendo in bocca una manciata di popcorn. 

- Tu almeno hai Ash,- Nia si sdraiò a pancia in giù stringendo un cuscino sotto la testa,- io non ho nessuno.- 

Improvvisamente la rossa si animò e si mise davanti all'amica con le gambe incrociate e gli occhi puntati su di lei. 

- E quel Luke Hemmings?- 

Nia strabuzzò gli occhi vispi e si tirò su leggermente. 

- Che intendi?- 

- Dai Nia, l'ho notato come lo guardi nei corridoi della scuola,- imitò lo sguardo sognante della ragazza nel vedere il biondo,- che è successo fra voi due?- 

Le puntò un dito contro. 

- Sei fuori strada rossa, non è successo un bel niente.- 

Sam incrociò le braccia al petto.

- Avete fatto davvero solo chimica quella sera o c'è qualcosa che non mi hai detto?- 

Nia scoppiò a ridere contagiando anche l'amica che adesso aveva perso il suo sguardo serio. 

- Si, solo chimica Sam.- 

Tornò a mangiare i suoi popcorn. 

- La farei anche io chimica con lui.- 

Sussurrò guardando la televisione che era rimasta accesa. 

Nia la colpì in testa con un cuscino e rise. 

- Ma sei matta?- 

La rossa scattò in piedi sul letto e prese un cuscino per difendersi. 

Dopo qualche minuto di lotta si distesero stanche tenendosi la pancia dalle risate. 

- Ash mi ha detto delle cose sul tuo Hemmings.- 

Nia si voltò verso Sam incitandola a proseguire. 

- Non è un bravo ragazzo, devi stare attenta.- 

Spense la televisione e si girò anch'essa verso l'amica. 

- C'entra con i suoi lividi sul volto?- 

Sam annuì soltanto. 

- È qualcosa di serio Nia, io non mi fiderei.- 

Le poche certezze di Nia si dissolsero come bolle di sapone. 
Non aveva più pensato alle ferite sul volto di Luke, anche se spesso le vedeva non aveva più osato chiedergli il motivo di quelle chiazze bluastre che ogni giorni gli ricoprivano il viso. 

Per un'attimo si sentì annegare. 
Che cosa poteva essere? Perché Luke non voleva dirglielo? 

Decise che il mattino seguente avrebbe chiesto ancora spiegazioni, e questa volta non accettava un no come risposta. 

-- 

Anche se era il primo giorno di scuola dopo le vacanze del ringraziamento Luke non si era presentato a lezione quella mattina. 
Aveva deciso di andare ad allenarsi, la sera stessa aveva un incontro e non poteva perdere, l'avrebbero pagato profumatamente. 

Strinse le mani nei guanti sentendosele rigide per via del freddo di quella mattina invernale. 

Il tragitto verso casa era diventato piuttosto faticoso dopo l'allenamento, così si era trovato a rallentare più volte sentendo il peso della stanchezza nelle ossa e fino alle estremità del corpo. 

Sentì una leggera pressione sulla sua spalla e si voltò. 
Il suo migliore amico Calum era dietro di lui con un bicchiere di caffè in mano. 

- Tieni.- 

Glielo porse. 

- Grazie,- ne bevve un sorso,- cosa ci fai qui?- 

Calum ridacchiò. 

- Le ore di matematica sono una palla.- 

Continuarono a camminare. 

- Luke non dovresti combattere stasera.- 

Il moro mise le mani nelle tasche dei suoi skinny neri e abbassò lo sguardo. 

- Lo devo fare,- spostò i suoi occhi di ghiaccio su Calum,- è inutile che cercate di fermarmi.- 

- Pensavo di essere l'unico a dirtelo.- 

Calum si accigliò. 

- Mi guardate tutti come se fossi un mostro. Adesso penso davvero di esserlo.- 

Bevve un altro sorso del liquido bollente. 

- Non lo sei Luke,- gli mise una mano sulla spalla,- solo, non farti ammazzare.- 

Erano arrivati davanti a casa di Calum. 
Il moro si allontanò ed entrò nella casa giallognola con le finestre bianche. 


Luke rimase lì, con il vento freddo che gli scompigliava i capelli dorati e gli occhi di ghiaccio spenti. 

- Luke!- 

Si voltò di scatto non appena sentì quella voce dolce e sottile dietro di lui. 

- Baker,- le sorrise,- come va?- 

- Smettila di chiamarmi per cognome,- incrociò le braccia al petto,- perché non eri a scuola?- 

Il ragazzo sbuffò portando la testa all'indietro. 

- Oggi non avevo voglia,- bevve un sorso di caffè che ormai si stava raffreddando,- e tu perché sei venuta a cercarmi, ti mancavo per caso?- 

- Volevo sapere perché non ti sei fatto più vivo dopo la sera del ringraziamento, quella in cui ho provato a fumare.- 

Nia abbassò di poco lo sguardo ricordandosi di quell'avvenimento. 

- Avrei dovuto?- 

Si avvicinò di più a lei. 

- La prossima volta cerca qualcun'altra per le ripetizioni di chimica.- 

Strinse i pugni e decise di andarsene, aveva pensato davvero che Luke potesse essere diverso. 
Alla fine non è vero che le apparenze non ingannano. 

- Niamh,- la fermò poggiando delicatamente le dita sul polso della mora,- scusami.- 

Chissà cosa nasce dall'incontro di due meteore? 
Perché quello era sicuro, loro stavano precipitando e ben presto avrebbero preso fuoco per la velocità.

Era l'impatto micidiale di due corpi celesti destinati a scontrarsi. 

- Che fai stasera Luke?- 

Nia si rilassò al contatto delle pelle del biondo sulla sua.

- Ho impegni, ma se vuoi possiamo fare doma...-

- Vai di nuovo a lottare?- 

Tenne gli occhi puntati sul grosso livido bluastro al centro dello zigomo di Luke. 

- Non ti deve interessare quello che faccio!- 

Portò la mano destra sul livido lasciando la presa sul polso di Nia. 
I suoi occhi tornarono freddi. 

- Sto solo cercando di capire,- si scostò di poco,- potrei aiutarti.- 

Sussurrò quest'ultima frase. 

- No!- 

Sbraitò furioso rosso in volto. 

- Nessuno può aiutarmi,- continuava a gesticolare con le mani,- come pensi che stia io a sentire ogni volta la stessa frase fatta? Nessuno ha mai fatto niente, e mai succederà!- 

Nia si parò difronte a lui con le braccia rigide strette contro ai fianchi. 

- Perché non hai mai lasciato che qualcuno ti aiutasse veramente, pensi di farcela da solo, ma a volte bisogna saper sbagliare e accettare i propri errori facendosi aiutare da qualcuno!- 

Lo disse con tutta l'aria che aveva in corpo.
La ragazza di meravigliò di ciò che aveva appena fatto uscire dalla sua bocca, e si portò istintivamente una mano su di essa. 

Luke non disse niente, semplicemente la oltrepassò, come se lei non fosse mai esistita. 
Se ne andò. 
Esattamente com'era arrivato. 

Come il soffio del freddo vento invernale. 

-- 

Erano esattamente le dieci e quarantaquattro di sera, tra un minuto Luke avrebbe incontrato il suo avversario nel capannone della vecchia officina, nella periferia della piccola città di Melrose*. 

Dopo la discussione con Nia quella mattina era ancora più carico e determinato a vincere i soldi che le persone avrebbero scommesso su di lui. 
Era un lavoro sporco, ma era tutto quello che sapeva fare. 
Aveva capito che se voleva far andare avanti la sua famiglia avrebbe dovuto rimboccarsi ancora di più le maniche. 
Avrebbe lasciato la scuola e se ne sarebbe andato a New York appena compiuti i 18 anni, lì si che l'avrebbero preso sul serio. 
Era lontana, ma ne valeva la pena. 
Magari anche sua madre e la sua sorellina potevano trasferirsi con lui nella grande città e vivere una vita migliore. 
Lontani da tutto, lontani da lui. 

Ogni giorni Luke sperava di svegliarsi e non ritrovarlo lì nella loro casa, ad urlare contro la moglie e picchiarla, a trattare male la piccola Evelyn e tornare a casa sempre ubriaco senza un soldo. 

Per fortuna era solo un brutto sogno, suo padre se n'era andato già da un pezzo, lasciando solo problemi in famiglia.
La madre senza un lavoro e due figli minorenni. 
Luke quando aveva compiuto 16 anni aveva iniziato a provvedere per sua madre e sua sorella facendo tutti i lavori che gli capitavano, ma non era abbastanza. 
A 17 anni aveva iniziato a far su soldi in modo illegale, usando la sua forza fisica e la rabbia accumulata negli anni. 
Sembrava funzionare, sua madre si stava riprendendo dalla situazione critica in cui era caduta dopo la scomparsa del marito, ma non riusciva trovare un posto di lavoro stabile. 

Per questo motivo Luke si trovava adesso davanti a quell'uomo massiccio e senza pretese. 

Non udiva nessun rumore nell'aria se non il suo respiro affannato e il ronzio dell'orecchio sinistro dopo il colpo che gli aveva assestato il suo avversario. 

Poi si ricordò, toccò velocemente la collanina d'argento nella sua tasca posteriore dei jeans e ripensò a Nia, la sua immagine nitida gli illuminò la vista. 

Doveva vincere, perché era quello che voleva lui. 
Voleva per una volta in quella stupida vita sentirsi un vincitore e non solo solo uno spettatore. 





EILÀ
Scusate il ritardo ma in questi gironi sono molto impegnata :c Spero che il capitolo vi piaccia anche se è un po corto, non so perché ci ho messo così tanto a scriverlo...
Ci vediamo al prossimo capitoloh
Zaoo

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Capitolo 6
*** Sweater weather ***


Una luce fioca filtrava attraverso le finestre della camera di Luke, andando a sbattere sul materasso nel quale il ragazzo era sdraiato. 

Non aveva dormito un gran che, le parole che aveva scambiato con Nia gli avevano in qualche modo scombussolato la testa. 

L'unica cosa positiva era stata la vincita di ieri sera. 
Certo, un po lo doveva alla ragazza che gli aveva fatto provare un senso di rabbia, e la rabbia aumenta la forza. 

Sentiva i muscoli delle gambe intorpiditi e la testa gli pulsava, ma voleva andare a scuola. 
Voleva vedere Nia, anche solo di sfuggita e potere catturare ogni particolare di lei. 

Si alzò massaggiandosi gli occhi contratti e barcollando nella penombra della stanza. 
Quando aprì la sua porta trovò davanti a se la sorellina Evelyn con il pollice destro in bocca e un'espressione assonnata in viso. 

- Che c'è Evelyn, non riesci a dormire?- 
In effetti era un po presto per la bambina, erano solo le sei e mezza di mattina. 

A Luke piaceva svegliarsi presto e fare con calma, pensare ed escogitare ogni cosa. 

- Volevo andare dalla mamma, ma non c'è.- 

La piccola indicò la porta della stanza della madre, tendendo sempre il pollice in bocca. 
La madre usciva sempre presto per andare a cercare lavoro, almeno questo era quello che Luke pensava e sperava. 

- Cosa volevi dirle?- 

Luke si accucciò e arrivò alla aua altezza per poter parlare meglio con la sorellina. 
Le accarezzo il piccolo visino assonnato. 

- Che il mio orsetto Teddy è scappato.- 

La bambina si guardò i piedini, dondolando il corpo da sinistra verso destra. 

Luke alzò un sopracciglio. 

- Sarà il caso che andiamo a cercarlo allora,- sorrise prendendo la sorellina in braccio,- o si sentirà terribilmente triste.- 

La bambina annuì appoggiando le mani dietro al collo possente del fratello per aggrapparsi. 

Appena entrarono nella cameretta Luke notò una cosa che aveva dimenticato da tempo, sullo scaffale dei giochi era riposta, incorniciata e impolverata la vecchia foto di famiglia. 
Quella che Luke aveva buttato nella spazzatura appena suo padre se n'era andato di casa. 
Prese la cornice dorata tra le mani e spazzo via con il pollice destro i rimasugli di polvere, rivelando quella che doveva essere una famiglia felice. 

Un rumore lo fece tornare alla realtà. 

La piccola Evelyn era salita in piedi sulla scrivania e stava cercando di arrivare a toccare la parte alta dell'armadio dove c'erano tutti i suoi peluche. 

Subito Luke si allarmò e le corse in contro evitando che si potesse fare male. 

Cercarono il povero disperso per minuti, finché Luke non toccò qualcosa sotto al letto rosa. 

- Evy ho trovato Teddy!- 

Annunciò Luke tutto felice mostrando alla sorellina il suo amato peluche. 

Subito lei gli saltò in braccio prendendo l'orsetto e stringendolo a se. 

Luke la guardò, immaginandosi  quando sarebbe cresciuta. 
Non voleva perdersi neanche un'attimo della sua crescita, la sorellina era una delle poche persone che lo facevano tornare se stesso. 

- Adesso però si torna a letto Evy,- le sistemò le coperte,- ti porterà all'asilo la signora Turner.- 

Dato che nessuno poteva accompagnare Evelyn all'asilo, una gentile signora, la mamma di qualche compagno di sezione della piccola si era offerta per darle un passaggio. 

Se fosse stato per Luke, l'avrebbe accompagnato lui stesso a scuola. 

Il suono del campanello fece alzare si scatto Luke. 

- Aspetta qui Evy,- andò verso la porta,- sarà la signora Turner.- 

Scese le scale non curante del fatto che indossasse solo una canottiera e dei pantaloncini corti. 
Aveva tutti i capelli arruffati e la voce ancora impastata dal sonno. 

Aprì la porta già preparandosi per usare un linguaggio formale, quando due occhi magnetici si posarono su di lui. 

- Nia...- 

La voce gli uscì ancora roca e impastata di sonno. 

Non riusciva ad aggiungere altro. 
Dopo il modo in cui l'aveva trattata il giorno prima, l'ultima cosa che si aspettava era trovarsela davanti a casa alle sette di mattina. 

- Scusa per l'orario...io- 

Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

Un rumore proveniente dalle scale fece girare Luke. 

- Tu,- fece una pausa,- tu non sei solo...oh.- 

Nia era già pronta a fare marcia indietro. 
Aveva colto in fragrante Luke con un'altra ragazza, e si meravigliava pure. 
Chissà quante ragazze portava a a casa sua ogni giorno. 

- No, in effetti non sono solo...- 

Aggiunse Luke abbassando di poco lo sguardo prima di essere interrotto dalla ragazza. 

- Mi dispiace, non volevo disturbarti, eri molto impegnato evidentemente.- 

Era gelosa? 

Stava già andandosene quando due occhi vispi fecero capolino dall'altra parte della porta. 

Il primo pensiero fu: è padre. 

- Lukey, lei chi è?- 

Nia tirò un sospiro di sollievo. 

- Lei è la mia amica Nia.- 

Guardò la ragazza negli occhi. 

- Chiedile di entrare.-

Sussurrò la bambina al fratello facendo sentire tutto a Nia. 

Le guance della ragazza si colorarono di diverse sfumature di rosso. 

- Oh, certo...ti va di...entrare?- 

Sembrava più timido del solito, questo fece sorridere la ragazza che accettò l'invito annuendo con il capo. 

Luke diede un bacio sulla fronte alla sorellina prima di vedere due piedini correre su per le scale. 

- Scusami, è una peste.- 

Il biondo sorrise lasciando che Nia entrasse in casa sua. 
Non era la prima volta che ci veniva, ma sentiva stranamente un'aria tesa attorno a loro.

- È adorabile.- 

Commentò Nia sorridendo e togliendosi il cappotto per poi passarlo al ragazzo che lo posò su un appendiabiti. 

- Non se devi inviatare ragazze a casa.- 

Commentò Luke avvicinandosi a Nia e sentendo il suo profumo dolce. 

Ci fu qualche istante di silenzio prima che il ragazzo arrivasse finalmente al dunque. 

- Mi dispiace per come mi sono comportato ieri, sono stato davvero uno stronzo.- 

Si passò una mano dietro al collo nervosamente. 

Nia non poté non notare quanto fosse attraente Luke. 
Appena sveglio e con la voce bassa, che le solleticava la spina dorsale. 

- Sono io che dovrei scusarmi,- si tirò nervosamente le punte dei capelli abbassando lo sguardo- non avevo il diritto di dirti quelle cose, non conosco niente della tua vita.- 

Luke portò l'indice e il pollice sul mento di Nia facendole rialzare la testa verso di lui. 

- Avevi ragione invece, io cerco di allontanare chiunque voglia aiutarmi.- 

La ragazza socchiuse gli occhi non appena lui le accarezzò dolcemente una guancia. 

- Non hai allontanato me, per quanto tu ci abbia provato.- 

Coincisa, diretta e senza un briciolo di timore. 

Luke la stava davvero cambiando. 

- Dopo la scuola ti voglio portare in un posto.- 

Le strinse una mano e se la portò alle labbra baciandone dolcemente il dorso. 

- Io dovrei studiare e...- 

Non fece in tempo a finire la frase che Luke la bloccò. 

- Al diavolo la scuola!- 

Sorrise ampiamente.  

- Con me ti divertirai sicuramente di più.- 

Sussurrò all'orecchio di Nia procurandole dei brividi che le percorsero tutta la schiena.  

L'aveva pronunciato in un modo talmente basso e suadente, che non poteva non risultare malizioso. 

Era la prima volta che un ragazzo le faceva quell'effetto, non voleva sembrare però una delle tante ragazzine che circondavano Luke. 

- Va bene.- 

Deglutì ripensando al fiato caldo di Luke sul collo poco prima nel sussurrarle quelle parole, si immaginò come doveva essere su tutto il resto del corpo. 

Una profonda sfumatura di rosso le fece arrossire le guance. 

- Forse è meglio se...andiamo a scuola.- 

Sentenziò Nia gesticolando e sentendosi ridicola per essere arrossita solo ad un pensiero. 

- Si,- si giro verso l'orologio che stava appeso in cucina.- però devo cambiarmi.- 

Nia lo guardo da capo a piedi e pensò che per lei poteva anche stare vestito così. 
Pensò che forse indossava una maschera al di fuori di quella casa. 
Lei voleva vedere il vero Luke, quella fiamma che stava al sotto tutti quegli sguardi malinconici e quelle cicatrici, che per ora aveva visto solo sul suo viso.

Erano su altre parti del corpo? 

- Si vai pure,- si appoggiò delicatamente al divano,- io ti aspetto qui.- 

Sorrise con naturalezza. 

- Okay, non scappare via.- 

Salì le scale due gradini alla volta per fare più in fretta. 
Non sapeva perché era così euforico in questo ultimo periodo, sarà la vicinanza con Nia, pensò?

Lei lo metteva di buon umore, e a lui piaceva. 

Tornò di sotto in alcuni minuti e notò che era ancora presto per andare a scuola. 

- Che stupido, non ti ho chiesto se hai fatto colazione.- 

Luke si avvicinò al frigorifero e tirò fuori una confezione di succo d'arancia che posò sulla penisola della cucina. 

- Posso offrirti qualcosa?- 

Le fece cenno di entrare in cucina e lei si appoggiò al bancone scrutando ogni minimo dettaglio in quella stanza. 

- Un caffè va benissimo.-

Luke servì due enormi tazze piene di caffè fumante, e ne porse una a Nia che iniziò a bere senza neanche zuccherarlo. 

- Niente zucchero?- 

Suonava più come un esclamazione che come una domanda. 

- Mi piace così,- rise poggiando entrambe le mani sulla tazza beneficiando del calore che emanava,- è stano?- 

- No, lo trovo semplicemente disgustoso.- 

Risero insieme continuando a guardarsi negli occhi. 

Le offrì anche una fetta di torta al cioccolato che Nia accettò molto volentieri. 

Quando venne l'orario per andare a scuola, Luke prese il suo zaino non curante del fatto che fosse quasi vuoto e si avvicinò alla porta d'ingresso. 

- Aspetta, la bloccò prima che oltrepassasse la soglia,- sei sporca di cioccolato.- 

Nia fece un passo tremolante verso di lui. 

- Proprio qui...- 

Le passò il pollice sull'angolo della bocca soffermandosi per forse troppo tempo, accarezzando le morbide labbra rosse della ragazza. 

- Grazie...- 

Si trovò un miscuglio di emozioni contrastanti dentro di lei. 
Da una parte era lusingata di tutte quelle piccole attenzioni che le stava donando il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, dall'altra si sentiva preoccupata sapendo della sua fama di donnaiolo di prima classe. 
Probabilmente faceva così con tutte. 

Scacciò i pensieri dalla sua mente e uscì di casa stando di fianco a Luke, in silenzio. 
Non era un silenzio imbarazzante, anzi, era quasi rilassante. 

Un sorriso nacque sincero sul viso della ragazza quando Luke la salutò sulla soglia della classe, prima di darsi appuntamento alle 15:30 esattamente fuori da scuola. 

--

Nia stava aspettando ansiosa che il ciuffo di Luke facesse capolino davanti a lei. 
Erano già le 15:38. 
Otto minuti di ritardo per il signorino, meritava una punizione. 

- Nia,- lo vide correre verso di lei,- scusa per il ritardo.- 

Si fermò per riprendere fiato. 

- Ma dov'eri finito? Lo sai che non si fa aspettare una signora?- 

Cercò di rimanere più seria possibile, ma le si incurvarono le labbra in un sorriso. 

- Signorina Baker,- le baciò una mano delicatamente,- la prego perdonarmi per il mio comportamento sconsiderato.- 

Fece un mezzo inchino sempre tenendo la mano della ragazza. 

- Dai, Luke...stiamo dando spettacolo.- 

Disse Nia guardandosi intorno è notando lo sguardo di qualche passante che si posava su di loro. 
Chissà cosa pensavano, erano una bella coppia? 

Lei avrebbe detto di si. 

- Dove mi porti,- iniziò ad incamminarsi,- è lontano?- 

- No, tranquilla, ma se sei stanca posso sempre portarti in braccio.- 

Colse la punta di malizia nella frase di Luke e sfoderò una risata imbarazzata. 

Ci misero circa venti minuti di strada, nel tragitto Nia ripensò alla proposta di Luke, e non le sembrò così male. 

- Siamo arrivati?- 

Domandò la ragazza come una bambina impaziente di andare al parco divertimenti. 

- Quasi,- si avvicinò a lei da dietro è le chiuse gli occhi tenendola stretta a se,- è una sorpresa.- 

Nia si mangiucchiò il labbro inferiore continuando a sentire il corpo caldo di Luke dietro di lei. 

Quando improvvisamente la terra le mancò da sotto ai piedi, e si trovò aggrappata al corpo possente del ragazzo sempre con gli occhi chiusi. 

Perché Luke l'aveva presa in braccio? 
Se ne stava approfittando di lei? 

Quando la rimise giù si sentì senza equilibrio e rimase comunque appesa alla maglietta del ragazzo che la stava conducendo ancora per un pezzo con gli occhi chiusi. 

- Apri gli occhi.- 

Le sussurrò toccando con la bocca il suo orecchio e togliendo la mano, per permetterle di vedere. 

Erano in una casetta.
Una casetta su un albero. 
Nia rise guardandosi attorno, ma venne catturata subito dalla piccola finestrella che era oscurata da due tende rosse un po impolverate. 

Si avvicinò e spalancò le tende facendo alzare una coltre di polvere che la fece tossicchiare. 

Rimase stupita dalla visuale. Capiva perché Luke l'aveva portata lì. 

Si trovavano esattamente su un laghetto, non aveva idea della sua esistenza a Melrose. 

L'acqua limpida e le ninfee le misero voglia di estate, ora che sapeva della sua esistenza ci sarebbe tornata di sicuro. 

All'orizzonte si poteva vedere il sole tramontare lasciando nel cielo solchi di un colore arancione scuro che striavano le nuvole ormai alte nel cielo. 

- È...meraviglioso.- 

Si voltò verso il ragazzo che era indaffarato a recuperare una vecchia chitarra totalmente scolorita. 

- L'avevo costruita con Calum quando eravamo piccoli,- si passò la fibbia della chitarra al collo e si avvicinò alla ragazza guardando un punto indefinito al di fuori della finestra,- ci piaceva venire qui e staccarci dal mondo.- 

Se avesse avuto una macchina fotografica, avrebbe di certo catturato quel momento. 
Luke assorto nei suoi pensieri, il viso illuminato dalla luce tenue del tramonto e gli occhi che sembravano screziati di piccoli fili d'oro. 

Sentiva il malsano desiderio di abbracciarlo, immergere la sua testa nel suo profumo e farsi cullare dal suono della sua chitarra. 

Stava strimpellando qualcosa continuando a guardare il sole che ormai stava calando. 

- Perché mi hai portata qui?- 

Il sottile sussurro di Nia fece svegliare i sogni tormentati di Luke. 

- Sei la prima ragazza che porto qui,- la guardò con i suoi occhi magnetici,- ritieniti fortunata.- 

Qualcosa era cambiato in lui da quando l'aveva incontrato, aveva fatto un brusco cambiamento e a poco a poco si stava aprendo, lasciando che tutto il suo risentimento e le sue amarezze si dissolvessero. 

- Grazie allora,- fece una pausa sedendosi sul pavimento polveroso,- ma sento come se tutto qui dentro ti facesse soffrire, perché Luke?- 

Si sedette accanto alla ragazza poggiando la chitarra di fianco a lui. 

- Ci sono tanti ricordi che credevo di avere cancellato, invece sono ancora vivi.- 

Se si concentrava poteva sentire il suono delle sue risate con Calum, il leggero vento che spirava tramite la piccola finestrina durante le giornate primaverili. 
I segreti confidati all'amico durante l'età delle medie. 
E poi? 
Poi il buio, da quando suo padre si era rifiutato di prendersi la responsabilità di avere una famiglia Luke si era quasi chiuso in se stesso, non permettendo all'amico di avvicinarsi più di tanto o confidarsi con qualcuno. 
Ma Nia, era così delicata, avrebbe voluto confidarsi con lei. 
Ma qualcosa ancora lo bloccava. 

Un fulmine li fece sobbalzare. 

Sentirono il rumore di uno scroscio, segno che stava già piovendo e tra non molto sarebbe iniziato un temporale.

- Cazzo, pensavo che solo nei film succedessero queste cose.- 

Urlò Luke alzandosi e facendo segno a Nia di uscire dalla casetta. 
Non era molto resistente, infatti il pavimento si stava già allagando, segno che nel soffitto erano presenti molti buchi. 

Scesero velocemente dall'albero e corsero verso la strada. 

Luke decise che finché non sarebbe passata la tempesta, era meglio andare a casa sua dato che era vicina. 

Luke fece scattate la serratura velocemente e si catapultò in casa. 
Nia indugiò un poco sulla soglia di casa non volendo dare fastidio ne a lui ne a sua madre. 

- Che fai non entri?- 

Le chiese guardandola dall'altra parte della porta con i suoi occhi scintillanti. 

- Non voglio inzuppare il pavimento.- 

Si giustificò la ragazza stingendosi nelle spalle per non sentire freddo. 

- Hai freddo entra,- le fece cenno con la testa,- o ti prenderò di peso.- 

Nia rise prima di entrare in casa e sentire uno strano silenzio intorno a loro. 

- Forse è meglio se ci facciamo una doccia,- Luke si tolse la giacca di pelle mostrando sotto di essa la maglietta appiccicata al corpo per via dell'acqua,- vai prima tu.- 

La accompagnò al bagno al piano di sopra e Nia poté farsi una doccia rilassante lasciando che i vestiti si asciugassero. 

Finita la doccia si avvolse in un asciugamano pulito che Luke le aveva lasciato e inspirò a pieni polmoni la fragranza che sapeva di lui. 
Anche la sua pelle aveva il suo profumo dolce e frizzante, dato che si era lavata con il suo bagnoschiuma. 

Infilò una maglietta dei Nirvana che Luke la aveva offerto, lasciando che cadesse leggerla sui suoi fianchi arrivando fino a metà coscia. 
I pantaloni però erano troppo grandi e dovette uscire dal bagno con solo quella grande maglia addosso, sentendosi le guancia bruciare per l'imbarazzo. 

Luke era appoggiato sul letto aspettando che la ragazza finisse. 
Appena la vide uscire, il suo cuore accelerò bruscamente e rimase folgorato. 
Di ragazze svestite ne aveva viste tante, ma vedere Nia indossare solo la sua maglietta scolorita dei Nirvana la rese la cosa più bella al mondo. 
Il viso leggermente arrossato per l'imbarazzo, le cosce nude e i piedi scoperti che accarezzavano piano il parquet mentre camminava. 
I capelli leggermente scompigliati e sciolti che le ricadevano sulle spalle. 

Tutto in lei richiamava la perfezione. 
Neanche un vestito elegante poteva essere in grado di rappresentarla meglio. 
Vederla in quel modo era stato molto più intimo che farci l'amore. 

- Il bagno è libero,- disse prendendo una delle suo ciocche tra le dita come le era di abitudine quando era nervosa,- spero di non averci messo tanto.- 

Notò che Luke aveva la faccia pallida e sentiva molto freddo, in più si era anche coperto con un plaid. 

- Non stai bene per caso?- 

Luke si schiarì la voce ancora incantato dalla vista di Nia in quello stato. 

- No...forse...- 

Non finì la frase perché le labbra rosse e calde di Nia si appoggiarono alla sua fronte, facendogli chiudere gli occhi per quel contatto. 

- Sei caldo, penso che tu abbia la febbre.- 

Appena si staccò dalla sua fronte rimase per un po a fissarlo negli occhi, lucenti, forse per via della febbre, ma pur sempre bellissimi. 

Avvertì le mani salde di Luke posarsi sui suoi fianchi e portarla verso di lui. 

Il ragazzo strabuzzò gli occhi quando sentì le parole di uscirle dalla bocca di Nia. 

- Ti ricordi quel primo bacio che è stato interrotto?- 

Lui annuì appena. 
Lei fissò gli occhi in quelli glaciali di Luke. 

- Dammelo.- 




EILÀ
Come sempre spero che la storia vi piaccia e spero sempre che possiate lasciare un commentino per sapere il vostro parere.
Che birbantella questa Nia si vuole sbaciucchiare Lucas :( Forse, e dico forse questo capitolo è un po più lungo rispetto agli altri yee
Ci vediamo alla porossimah
Zaoo

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Capitolo 7
*** First kiss ***


- Ti ricordi quel primo bacio che è stato interrotto?- 

Lui annuì appena. 
Lei fissò gli occhi in quelli glaciali di Luke. 

- Dammelo.- 

Luke non ci pensò due volte, spostò le mani dai fianchi alla base della sua schiena e intrufolò le mani sotto la maglia scolorita dei Nirvana accarezzandole la pelle calda. 

Erano così vicini che Nia poteva sentire il respiro di Luke sulle sue labbra, facendole provare una sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco che era a stretto contatto con il corpo del ragazzo. 

Stava prendendo fuoco velocemente, e una volta accesa la miccia, non si sarebbe più spenta. 

Nia chiuse gli occhi involontariamente quando sentì il naso di Luke sfiorarle una guancia e tracciare una scia fino alla sua bocca con piccoli baci umidi. 

Quando finalmente le labbra del ragazzo si posarono sulle sue, sentì un senso di desiderio ribaltarsi dentro di lei facendosi più vivo ad ogni suo movimento.

Portò le mani nei suoi capelli dorati tirandone le estremità. 
In un secondo il ragazzo riuscì a portarla a cavalcioni sulle sue gambe continuando ad accarezzarle la schiena spostando le mani dal basso verso l'altro facevo muovere la maglia e mostrando il suo intimo blu. 

Si baciarono fino a consumarsi. 
Nia poteva sentire il calore dovuto alla febbre anche sulle labbra si Luke, che adesso si muovevano in sincronia con le sue facendo scontrare le lingue ed emettendo degli schiocchi sonori nell'aria. 

Quando si staccarono gli occhi di lei erano sfavillanti e le guance rosse come delle cigliegie mature. 

Luke accarezzò con un movimento lento le sue cosce mordicchiando di tanto in tanto un lembo di pelle sul collo della mora. 
Poi posò la sua bocca su quella di Nia per un ultimo bacio, proprio quando le stava nascendo un sorriso ampio e naturale. 

Si guardarono a pochi centimetri di distanza respirando affannosamente. 
Nia si leccò un labbro per sentire ancora il sapore delle labbra di Luke. 

Non era stato il primo bacio che aveva sempre immaginato, ma ora davanti a Luke, capì che era stato quello giusto. 
Non avrebbe mai guastato il primo bacio con uno sconosciuto, anche se Luke lo era. 
O forse non più? 

-È meglio se...vai a farti la doccia,- passò le mani nei suoi capelli fini,- poi misurati la febbre.- 

Luke annuì con il capo, sorridendole e alzandosi dal letto ancora tenendo la mano di Nia nella sua, ne baciò il dorso e si intrufolò nel bagno. 

Aveva appena baciato Lucas Robert Hemmings. 

Si lasciò cadere di peso sul materasso imprimendo nella sua mente l'essenza di Luke sulle sua lenzuola. 

Voleva avere il suo profumo addosso. 

Stava iniziando ad assopirsi, quando sentì la porta del bagno sbattere e un Luke dai capelli ancora umidi e un asciugamano legato solo in vita presentarsi fuori dalla porta. 

Quello che catturava Nia non era solo la bellezza del suo fisico, ma le molteplici cicatrici che si presentavano su tutto il petto e l'addome creando dei solchi di colori chiari dalle diverse lunghezze. 

La ragazza si sistemò sul letto con le gambe incrociate torturandosi le mani mentre guardava il corpo tonico di Luke. 

Lui le fece un sorrisino prima di avvicinarsi a lei per sedersi sul letto. 
Notò subito il rossore sulle guance di Nia e il che non fece altro che aumentare l'imbarazzo nella ragazza. 

-Ti sto mettendo a disagio?- 

Lui passo lo sguardo su tutto il corpo della ragazza e mostrò uno dei suoi sorrisi sfavillanti. 

- Figuarti,- Nia voltò lo sguardo dall'altra parte della stanza sentendo la pelle colorarsi sempre di un colore più rosso,- mi dispiace solo darti fastidio, non voglio invadere casa tua.- 

- Ti sembra che per me sia un problema?- 

Poggiò il palmo della sua mano sulla guancia infuocata di Nia e le carezzò il volto. 

- Sono felice che tu sia qui.- 

Sorrise, nessuno aveva mai detto quelle semplici parole ad una ragazza come lei. 
Aveva aspetto tanto ad essere desiderata ed accettata da qualcuno, che ci aveva fatto l'abitudine a rimanere in disparte e non curarsi dei suoi sentimenti. 

- Cosa sono quelle cicatrici?- 

Ne sfiorò una con le dita sottili guardandola. 

- Niente,- spostò la mano della ragazza,- non sono niente.- 

Si stava chiudendo ancora, non doveva farlo. 
Almeno, non con lei. 

- Voglio solo che tu ti apra con me,- iniziò a passare le labbra morbide sulle ferite solcate nel petto di Luke,- lo voglio davvero.- 

Il biondo passò le mani nei capelli tirandola più a se. 
Lei continuò a baciare ogni centimetro macchiato dai suoi sbagli. 
Li faceva sembrare così giusti. 

- Nia,- le fece alzare lo sguardo verso il suo,- lo farò.- 

Lei sorrise sulle sue labbra. 

- Non vedo l'ora.- 

---

Non appena suonò la campanella della seconda ora Sam si avvicinò all'amica posizionandosi davanti al suo armadietto freddo e rovinato. 

- Che materia hai adesso?- 

Prese una gomma da masticare dalla sua tasca sinistra. 

- Ho il test di calcolo,- sbuffò Nia attorcigliando una ciocca dei suoi capelli intorno all'indice,- ho paura.- 

Sam sbarrò gli occhi e sfoderò uno dei suoi sorrisetti beffardi. 

- Dici sempre così,- si mise la gomma da masticare in bocca,- poi prendi sempre il punteggio massimo.- 

Nia chiuse l'armadietto e si avvicino di più all'amica come per confidarle un segreto. 

- Ieri non ho studiato,- si guardò intorno per vedere se nessuno le stava ascoltando,- ero da Luke.- 

- Nia! Sai che il nostro contratto di amicizia dice che devi dirmi subito le cose, soprattutto se si tratta di un ragazzo, molto sexy lo ammetto, ma con qualche problema a livello sociale.- 

La mora tappò subito la bocca all'amica assumendo sempre delle sfumature più accese di rosso. 

- Non abbiamo nessun contratto Samantha! E poi Luke non è come credi, te lo giuro.- 

Non chiamava mai Sam con il suo vero nome, solo quando litigavano o per prenderla in giro. 

- E chi te lo dice? Potrebbe essere un bravo attore.- 

- Ci siamo baciati.- 

Le uscì così, velocemente e appena sussurrato. 

- Vuoi dire che lui ti ha baciata,vero? Tu non lo faresti mai.- 

Scosse la testa rossa corrugando la fronte. 

- Gliel'ho chiesto io di baciarmi, non chiedermi il perché, ma ogni tanto mi piacerebbe che la mia migliore amica fosse felice per me.- 

Sbatté l'anta di ferro del suo armadietto e si diresse verso la classe di calcolo cercando di tenere dentro di se le lacrime che stavano per solcarle il viso. 

Avrebbe tanto voluto abbracciare Luke in quel momento. 

Il test sembrava interminabile e le risposte troppo difficili. 
Non poteva prendere un insufficienza, non per colpa di Luke. 
Ma ogni volta che chiudeva gli occhi poteva ancora sentire il calore delle sue labbra sul suo collo e il suo profumo e...

- Baker?Non ti senti bene?- 

La professoressa sembrava piuttosto preoccupata nel vedere Nia assorta nei suoi pensieri, forse perché davanti ad un test lei era sempre la prima ad impegnarsi con tutta se stessa e non alzava mai gli occhi dal foglio. 

- No, in effetti...mi fa un po male lo stomaco Signora Smith.- 

Non aveva mai mentito prima d'ora ad un professore. 
Luke la stava facendo davvero andare sulla cattiva strada. 

- Vuoi andare in infermeria?- 

Tutta la classe stava in silenzio a guardarla. 
Stava fallendo. 
Non aveva studiato e aveva passato il pomeriggio a sbaciucchiarsi con il ragazzo peggiore della scuola, i suoi genitori non avevano il minimo interesse per tutto il casino mentale che c'era dentro di lei, e in più aveva anche mentito ad un professore. 

- Si.- 

Si alzò velocemente dalla sedia e si catapultò in bagno. 
Fece scorrere l'acqua fredda per un po',poi si bagno il volto cercando di calmarsi. 

Sentì uno strano odore acre di fumo provenire da un bagno, si avvicino e aprì lentamente la porta. 

- Ma guarda, una piccola sfigata che non sa farsi gli affari suoi.- 

Queen Radley. 
Bionda, occhi azzurri più freddi e impenetrabili del ghiaccio. 
La ragazza che tutti vorrebbero essere, che tutti i ragazzi vorrebbero avere, se ne stava lì in un puzzolente bagno di una scuola statale durante la terza ora del mercoledì a fumare erba. 
Forse la sua vita non era perfetta come sembrava. 

- Queen, scusa pensavo non ci fosse nessuno in bagno.- 

Non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi. 

- Chi sei ragazzina?- 

Spense la canna sulla tazza del water lasciando una segno nero su di esso. 

- Niamh Baker, scusa adesso ti lascio alle tue...faccende.- 

Rise fragorosamente chiudendo gli occhi e portandosi le mani davanti alla bocca. 

- Stai qui Baker, non vuoi conoscermi meglio? Ti faccio paura per caso? Non mordo mica sai.- 

I segni sul collo di Jack Hummel dicono il contrario, pensò la mora. 

- Dimmi, cosa ci fai qui durante l'orario di lezione? Pensavo che una secchiona come te non volesse perdersi neanche un momento di spiegazione.- 

Si avvicino di più a lei e prese tra le mani i capelli fini e scuri di Nia guardandoli attentamente. 

- Non mi sono sentita tanto bene. E dimmi, perché la ragazza più popolare della scuola se ne sta chiusa in bagno a fumare erba da sola? Pensavo che quelle come te avessero la scorta appresso.- 

Ci fu un lungo silenzio tra le due, Queen incrociò poi le braccia al petto e iniziò a parlare con un ritmo lento, come se l'erba stesse iniziando a fare effetto su di lei. 

- Stavo aspettando un ragazzo. Stupida specie di animali quelli,- sbuffò,- insomma, come ha potuto dimenticarsi di me? Ho dovuto rifiutare un sacco di richieste per questa stupida mezz'ora in questo stupido bagno lurido e puzzolente.- 

Se Nia potesse avere un dollaro per ogni volta che aveva citato la parola "stupido" sarebbe ricca ora. 

- Non stai con il Quaterback? Hummel.- 

Si accese una sigaretta e ne soffiò un po sul viso della 

- È solo sesso. Anche se lui forse non la pensa così, è innamorato povero ragazzo.- 

Allungò la sigaretta verso Nia e le fece un sorriso gentile. 

- Fumi?- 

Aveva provato solo una volta, con Luke, e non le era neanche piaciuto. 
Ma adesso aveva la possibilità di far vedere a Queen Radley che lei non era una sfigata secchiona come tutti pensavano. 

- Certo, passa.- 

Queen sferragliò una risatina tirando indietro la testa e appoggiandosi al moro scrostato. 

Appena Nia ricevette la sigaretta tra le dita si sentì in totale panico. 
Lei non sapeva fumare, perché aveva accettato? 
Stupido orgoglio. 

Posò la sigaretta sulle labbra e aspirò piano in modo da non inalare troppo fumo. 
Tossì subito fuori tutto piegandosi e appoggiando le mani sulle ginocchia. 

- Che idiota, non ti ho detto di non mandare giù se non sei abituata.- 

Si riprese la sigaretta e uscì dalla porta per andare verso il lavabo, si guardò velocemente allo specchio e spense la sigaretta sotto il getto d'acqua. 

- Come si chiamava il ragazzo che aspettavi?- 

Nia fissò il riflesso della ragazza sullo specchio sporco e pieno di scritte. 

- Luke, Luke Hemmings.- 

Le si raggelarono dentro tutte le parole che avrebbe voluto dire. 

Non era diverso da come lo dipingevano. 






EILÀ 
Si, lo so sono una persona orribile che non aggiorna per mesi...Perdonatemi.
Sono tornata e anche con un capitolo di caccaah, sorratemi. 

Spero la storia vi piaccia e mi raccomando lasciate un commentino piccolino piccolino(?) 

Zaoo 






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