Domani

di _Sarettola_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il giorno dopo ***
Capitolo 2: *** svegliati ***



Capitolo 1
*** il giorno dopo ***


La grande battaglia si era conclusa da poche ore. I morti erano stati per lo più sepolti nei pressi della scuola, perché chiunque entrasse ad Hogwarts sapesse chi aveva dato la vita per la libertà. I sopravvissuti invece si erano raccolti a piccoli gruppi per cominciare a ricostruire il castello. C’era tanto da fare e poche persone, ma con una volontà immensa: già si organizzavano le squadre e i turni per i lavori. Studenti, insegnanti, elfi domestici…tutti faticavano fianco a fianco; alcuni piangevano, altri consolavano, altri si abbracciavano, altri ancora sorridevano.

Lui invece se ne stava in disparte. Aveva preferito arrivare vicino al lago, sdraiarsi e stare lì semplicemente a guardare il cielo. Aveva i vestiti sporchi che odoravano di sangue, sudore e polvere, ma in quel momento non gli importava, voleva solo stare da solo e godersi quella pace interiore che aveva cercato negli ultimi sette anni.

Sette anni…quante cose erano accadute: aveva scoperto di essere un mago.. Sirius.. il torneo tre maghi.. aveva guidato l’Esercito di Silente.. aveva visto morire prima il suo padrino, poi l’uomo di cui aveva più stima in assoluto.. per non parlare di tutti gli avvenimenti dell’ultimo anno…  Adesso gli sembrava tutto distante, come se fosse successo in una vita precedente e non era nemmeno tanto sicuro fosse la sua.

Sentì dei passi sull’erba avvicinarsi, istintivamente si alzò con la bacchetta sguainata, pronto a difendersi, ma non ce n’era bisogno: i capelli rossi ondeggiavano al vento, gli occhi nocciola erano limpidi e le labbra rosee tese in un sorriso materno. Non disse nulla, avanzò e lo abbracciò dolcemente, mentre lui abbassava la bacchetta sfinito da tanta tensione. Si sentiva al sicuro tra le braccia di lei, che lo stringevano amorevolmente.

-sono a casa- sussurrò a mala pena nei capelli di lei, ricambiando l’abbraccio.

Lei si sedette a terra e si picchiettò le cosce con le mani –vieni, riposa. Veglio io su di te- erano le parole che lui attendeva da tempo e senza esitazione si sdraiò poggiando la testa sulle sue gambe. Le mani di lei gli passavano tra i capelli neri, cercando inutilmente di riavviarli.

-tornerai l’anno prossimo?- gli domandò con voce calma. Ormai si era abituata a vederlo andare via, ma adesso era tutto diverso.

Si mise a sedere, fissandola negli occhi.. lei era casa sua e non avrebbe desiderato essere da nessun’altra parte se non al suo fianco –solo se starai con me- e la baciò.

 

 

 

Buona sera a tutti!!!

Lo so, è indecentemente breve, però è tutto quello che la mia mente ha immaginato in questi giorni dopo aver rivisto per la milionesima volta il film e aver finito di leggere per la milionesima volta il libro; non so voi, ma a me è venuta in mente la domanda “ma cosa è successo in quei 19 anni di mezzo?” e così eccoci qui!

Non so ancora se continuarla ( ho un paio di buone idee da poter sfruttare) o lasciarla così.. semplice e indecentemente corta ( chiedo venia), quindi fatemi sapere, magari lasciando un commentino, anche piccinopiccino.

Per ora è tutto!!! 

Un bacio                    _Sarettola_

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Capitolo 2
*** svegliati ***


domani 2

Tutt’intorno vedeva gente morire e più lui cercava di salvarne più il Signore Oscuro ne uccideva. Cercava di raggiungerlo per poter porre fine a tutto, ma non ci riusciva: i suoi passi non erano abbastanza veloci per coprire la distanza che li separava. Correva, ma era rallentato da un peso invisibile che gli gravava sul petto, sulle spalle, sulle gambe. Abbassò lo sguardo a terra per vedere cosa lo trattenesse e fu allora che se ne accorse: lì, tra le macerie e l’erba macchiata di sangue, giacevano Ron ed Hermione. Distolse lo sguardo solo per scoprire che poco distante c’era anche lei. Più si guardava intorno e più riconosceva i cadaveri che lo circondavano: Neville, Luna, i signori Weasley…tutte le persone a lui care erano riverse al suolo, con gli occhi sbarrati dalla morte e un urlo congelato ancora in gola. Urlava anche lui, inginocchiato a terra, straziato dal dolore della perdita.

-SVEGLIATI!!!-

Ron lo stava scuotendo per le spalle; tutta la camera era sveglia, ma ormai c’erano abituati: erano mesi che non si riusciva a trascorrere una notte tranquilla, lui aveva sempre sonni agitati. Quando andava bene si risvegliava madido di sudore, seduto sul letto con le braccia tese al vuoto e il viso bagnato dalle lacrime, quando andava male qualcuno lo svegliava perché le sue urla erano agghiaccianti.

Non parlava mai dei suoi incubi, nemmeno con lei che ogni notte si svegliava e lo raggiungeva nella sala comune e passava le ore con lui finché non si calmava. Insieme a lei risaliva le scale, mano nella mano, si sentiva al sicuro, ma iniziava a non bastargli più: gli incubi non passavano, anzi aumentavano e con essi la sensazione di avere un vuoto da colmare, ma ancora non sapeva come.

Un’idea però ce l’aveva: ultimamente, la posto del solito incubo, riusciva anche a sognare qualcosa di più normale, ugualmente inquietante, ma almeno era tranquillo: risaliva una collinetta sperduta, fino a raggiungere una vecchia villa in rovina; i mobili erano tutti ricoperti da immensi teli bianchi che li facevano apparire fantasmi; saliva le scale e girovagava per le stanze deserte dell’abitazione; entrando nell’ennesima stanza, qualcosa brillava sotto uno dei teli, ma quando si avvicinava per vedere cosa ci fosse sotto…si svegliava.

Per qualche secondo alla vista di quella luce fioca, il senso di vuoto e l’ansia sparivano del tutto, ma tornavano appena il sogno svaniva e lui tornava alla realtà. Nella sua testa stava prendendo conoscenza che quello era il posto dove andare così da far finire tutto.

Scese nella sala comune per prendere un bicchiere di succo di zucca con ancora in testa l’immagine della villa.. non sapeva dove si trovava eppure gli era famigliare

-dovresti trovare una soluzione- lo face trasalire una voce. La sua voce.

Come ogni volta, lei lo aspettava già seduta sul divano di fronte al camino; stavolta però sembrava stanca, quella situazione iniziava a pesare persino a lei.

-ce l’ho la soluzione…credo…- farfugliò lui –c’è un posto in cui sento di dover andare, ma non so dove si trovi-

Si sedettero entrambi sul divano, lui con il bicchiere in mano dal quale ogni tanto beveva, lei che gli passava una mano sulla schiena

-quanto starai via?- domandò lei all’improvviso rompendo il silenzio

Lei era una leonessa, lo sapeva, qualunque risposta lui le avesse dato lei avrebbe annuito comprensiva, ma si chiedeva per quanto ancora era disposta a sopportare; vedeva già i primi segni di cedimento, o forse era solo una sua impressione.

-non lo so…non so nemmeno dove andare…se andare-

Lei annuì, appogiò per qualche minuto la testa sulla sua spalla, poi disse che sarebbe tornata a dormire dandogli un bacio sulla fronte. E si incammino verso le scale dei dormitori.

-dovresti dirlo alla preside- disse poi con un piede sullo scalino e gli occhi bassi –lei potrebbe aiutarti-

-Ginny- la chiamò prima che lei salisse ancor un altro gradino –tornerò, sei la mia casa-

 

Alla fine ho deciso di continuarla e quindi mi sono sprecata un po' di più per questo capitolo; magari è un po' lento e "superfluo" ma mi serviva un ponte per il capitolo successivo.

Ed ora i ringraziamenti: alla mia prima recensitrice (fondiamo nuovi vocaboli che tanto è di moda XD) Allison1992. Grazie. Grazie tante per le belle parole e per l'incoraggiamento, in fondo è merito tuo se ho deciso di continuare a scrivere questa storia..non ne ero molto sicura perchè non so quanto valgano le mie idee, però la tua positività ha aiutato molto. Grazie!!! E continua a farmi sapere la tua opinione, ci tengo.

A tutti gli altri..leggete e commentate numerosi (anche i commenti negativi sono ben accetti, visto che si impara dai propri errori)

un bacio a tutti                            

_Sarettola_

 

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