Arcobaleno In Due Colori

di BabyLolita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scarabocchio ***
Capitolo 2: *** Corrispondenza ***
Capitolo 3: *** Fotografia ***
Capitolo 4: *** Sogno Lucido ***



Capitolo 1
*** Scarabocchio ***


Ho sempre saputo di appartenere ad un mondo diverso dal tuo. Ho sempre saputo che il distacco tra di noi era insormontabile. Eppure, per qualche motivo, avevo voglia di tentare l’impossibile. Avevo passato molto tempo ad osservarti. Ad osservare i tuoi movimenti, a cercare il tuo sguardo che mai si è posato su di me. So che sai chi sono, anche se probabilmente non mi conosci davvero. Castiel si diverte a deridermi perché passo molto tempo con Nathaniel, e tu sei sempre lì con lui, eppure nemmeno mi vedi. Ti fissi intorno, con la mente che vaga lontana, tornando alla realtà solo quando senti che il tono di voce del tuo migliore amico diventa troppo alto ed insistente. Sembri sempre così distante, così assente, e forse è proprio questo che mi affascina di te. L’aria che gira intorno a te è diversa da tutte le altre, ma forse sono solo io accecata dalla mia cotta per te. Ti trovo così strano, così diverso da trovarti dannatamente interessante. Sai di essere diverso dagli altri, e forse è proprio per questo che hai questo modo stravagante di vestire. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile avere dei capelli di un colore così strano. All’inizio lo trovavo inquietante, mentre ora non faccio altro che cercare la tua chioma in mezzo alle altre quando ho voglia di vederti. Tutto di te, da quando ti guardo davvero, mi attrae, ma la cosa che mi ha stregata davvero sono stati i tuoi occhi. Beh, chi non ne rimarrebbe affascinata? Occhi eterocromatici, una rarità non indifferente. Tu sei una rarità non indifferente. Non ho mai provato nulla per nessuno. Le uniche cose che sono state in grado di farmi provare delle emozioni in tutti questi anni sono stati solo i libri, a cui mi sento estremamente legata. Quando sono iniziate le superiori ho iniziato a sognare un amore di quelli che leggevo nei miei romanzi. Un amore che ti travolge, che ti trascina via con sé. Nei primi mesi di scuola ho legato subito con Violet, che è diventata la mia migliore amica. Poi ho approfondito la conoscenza con Kim e con Rosalya e mi sono riscoperta molto in sintonia anche con loro. Forse qualcosa è cambiato in me, forse in realtà qualche persona che mi fa provare qualcosa di sincero al di fuori dei libri ora c’è. Il primo ragazzo che ho avvicinato è stato Nathaniel. Mi sono avvicinata a lui perché condividiamo la stessa passione per lo studio, anche se mi sembra che lui nasconda qualcosa, ma non sono troppo interessata a sapere cosa. Quando si è dichiarato al terzo anno sono rimasta molto scossa. Non avevo mai ricevuto una dichiarazione, e tanto meno me l’aspettavo da lui. Il primo pensiero che ho avuto quando si è dichiarato è stato quello di scappare ma, prima ancora di prendere una vera decisione, stavo già correndo via. Ricordo ancora l’aria fredda che mi ha gelato il viso appena sono uscita dall’hotel in cui alloggiavamo. Eravamo in gita e faceva freddo, tanto freddo, eppure ero troppo accaldata per via dell’agitazione e della corsa per sentire il gelo pungermi le ossa. Ricordo di aver proseguito la fuga perché temevo che il delegato mi seguisse e non volevo farmi prendere. Mille pensieri mi intasavano la testa, mille pensieri che si zittirono non appena sentii la tua voce. Non ti avevo mai sentito cantare, quindi non pensavo che quella meravigliosa voce fosse tua. Una voce così melodiosa, così graffiante e potente non l’avevo mai sentita. Stavi cantando “Lullaby” e, da allora, quella è diventata la mia canzone preferita. Rammento di aver seguito quella voce fino ad arrivare al luogo da cui proveniva. Sono rimasta nascosta dietro un cespuglio, non volevo essere vista. Capelli bianchi, abiti vittoriani, non potevi che essere tu. Sembravi sofferente mentre cantavi. Era la prima volta che ti vedevo da solo, ed è stata la prima volta in cui ti ho guardato davvero. Forse è stato quello il momento in cui il mare da cui volevo essere travolta mi trascinò via con sé. Fu questione di un attimo, ed il mio cuore non correva più per via della fretta con cui ero corsa via dalla mia prima dichiarazione d’amore. Da quel giorno non faccio che pensare a te. Cerco il tuo sguardo, la tua presenza, ma non riesco mai a trovarti davvero. Ti vedo, ti guardo, ti osservo. Sempre, in ogni momento, ogni qualvolta mi è permesso. Ora siamo al quinto anno, e so che tra meno di 12 mesi i miei occhi smetteranno di incrociare la tua figura e la cosa mi fa soffrire. Vorrei dirti quello che provo, ma so di non essere alla tua altezza e per questo, ogni notte, piango per te. Chiudo gli occhi ed il flusso dei miei pensieri si ferma, mi addormento, profondamente, lasciando scorrere le ultime lacrime.
 
Quando mi alzo la mattina è già la seconda settimana dell’ultimo anno. I giorni scorrono inesorabili e vorrei trovare il modo di rallentarli. Vado in bagno a farmi la doccia. Mi asciugo i capelli ed inizio a vestirmi. Mi guardo allo specchio. Occhi marroni, capelli biondi e lisci, lunghi fino a metà schiena, maglietta bianca e jeans azzurri.
Come può una come me pensare di raggiungere uno come te?
Sospiro. Temo di non aver versato abbastanza lacrime la notte scorsa. Esco di corsa di casa, non voglio sconfortarmi ancora. Arrivo a scuola e mi siedo accanto a Violet. Lei mi osserva e mi sorride, poi torna a disegnare. Osservo il disegno. È il ritratto di una signora seduta su una panchina che osserva il tramonto. Sembra triste.
È quello il mio futuro?
Scuoto la testa per mandare via i pensieri negativi.
   «Ciao Michela.»
Alzo lo sguardo. Gli occhi del delegato incrociano i miei. Sorrido.
   «Ciao Nathaniel.»
Lui ricambia il sorriso e va a sedersi. Osservo Melody guardarmi malamente e le faccio cenno di no con la testa, come per cercare di farle capire che non sono interessata al suo amato, ma lei si volta, dandomi le spalle. Sospiro, ancora.
L’amore rende stupidi.
Mentre discuto tra me e me lo vedo entrare. I miei occhi lo guardano di nascosto. Lo osservo muoversi, raggiungere il banco a qualche fila dal mio e sedersi con nonchalance. Passo l’intera lezione a guardarlo, come sempre. Quando l’ultima campanella scocca mi piange il cuore. Un altro giorno è andato. Lascio uscire tutti i miei compagni dalla classe fino a quando resto da sola. Da alcuni giorni ho una strana mania, aspetto che se ne vadano tutti e poi mi siedo al banco di Lysandro. Mi piace sedermi nel posto dove, fino a poco prima, stava lui. Me lo fa sentire più vicino. Mi siedo al suo posto. Appoggio la testa sul banco. C’è ancora il suo profumo. Alzo la testa e mi accorgo di un appunto. A lato del banco ci sono alcune righe scarabocchiate in disordine: “se aprissi gli occhi e ti vedessi al mio fianco tutto sarebbe più semplice. Ma ora non ci sei, non ci sei più. Sei andata via presto, ma…” la frase si conclude così. La osservo, osservo la calligrafia. È bella, mi piace. Afferro la cartella e tiro fuori una matita. Sto per continuare la frase, ma mi fermo.
E se gli desse fastidio?... Che importa. Le bidelle puliranno.
Iniziò a pensare e poi continuo la frase “il tempo che mi hai concesso è stato abbastanza, vorrei dirti che mi manchi, ma sarebbe un’ulteriore ferita nel mio petto, ed io non posso tollerare un altro addio”. Sorrido. Per un attimo, mi sembra di essere parte del suo mondo. Torno a casa, mi sento felice. Il giorno dopo tutto si svolge come sempre. Io lo guardo, lui sembra perso nel suo mondo. Le lezioni finiscono ed io, di nascosto, torno di nuovo a sedermi nel suo banco. Osservo la superficie e sbianco immediatamente. La sua frase è ancora lì, esattamente come la mia e, sotto, c’è un nuovo appunto: “ho passato l’intera giornata a cercare un finale come questo, ma proprio non ci sono riuscito. Chi sei?”.
Il cuore inizia a battermi all’impazzata.
E adesso che faccio?

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Capitolo 2
*** Corrispondenza ***


Non avevo considerato l’eventualità in cui lui potesse rispondermi.
Dannate bidelle che non fanno il loro stramaledettissimo lavoro!!
Inizio a riflettere sul da farsi. Basterebbe non rispondere e tutto finirebbe. Lui si dimenticherebbe di questa mia frase, si dimenticherebbe di me.
Ma se non sa nemmeno chi sei…
Prendo la sacca e ne tiro fuori la gomma. Cancello le frasi scritte sul banco facendolo tornare immacolato. Mi guardo intorno. Sono sola, come sempre. Torno a guardare il banco ormai privo di ogni segno di matita. Mi infilo la gomma in tasca e chiudo la sacca. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso la porta. Afferro la maniglia e mi fermo. Mi volto per osservare il suo banco un’ultima volta. Mi perdo nei miei pensieri.
Se ora non gli rispondessi…
Ci penso, ci ripenso. Avevo deciso di non rispondere, eppure, qualcosa mi dice di farlo. Torno indietro, prendo una matita ed inizio a scrivere:
“Ha davvero importanza dare un volto a queste poche righe? Non sono forse le parole stesse a rappresentare l’animo di una persona? Tu non hai bisogno di sapere quale sia il mio volto, le parole possono essere un biglietto da visita più che sufficiente.”
Rileggo la frase e più lo faccio, più mi sembra banale ed insensata. Sbuffo, agitata, non me la sono sentita di rivelargli il mio nome.
Forse… potrei farlo innamorare delle mie parole.
Scuoto la testa.
Leggi troppi libri ragazza mia, non siamo in un romanzo.
Ricaccio la matita nella sacca ed esco di scuola. Dentro di me, una vocina mi urla di dare fiducia alla forza delle parole. Il giorno dopo andare a scuola è un peso. Ho paura di essere scoperta dal ragazzo che mi piace e la cosa mi agita non poco. Quando entro in aula, mi sorprendo di vederlo già seduto al suo posto.
Che sia venuto prima… per vedere se c’era una risposta?
I nostri sguardi si incrociano, ma so che non mi sta guardando davvero. Mi dirigo al mio banco guardando a terra. Sul mio volto, le guance hanno già cambiato colore. La giornata mi pare eterna. Quando scocca la campanella sono delusa realizzando che è solo quella del primo intervallo. Esco dall’aula e una voce mi distrae dai miei pensieri:
   «Michela, posso disturbarti un secondo?»
Mi volto verso Nathaniel. Gli faccio cenno di si con la testa ed osservo le sue guance divenire color porpora.
Ah, già. Da quella volta non ci siamo mai più chiariti… forse, sarebbe il caso di dargli quella risposta che non gli ho mai dato.
   «Avrei bisogno di parlarti.» continua poi.
   «Si, anche io.»
Il delegato mi guarda con aria sorpresa poi mi fa cenno di seguirlo. Camminiamo per qualche minuto prima di raggiungere la biblioteca. Nathaniel entra per primo ed io lo seguo. Lo guardo chiudere la porta alle mie spalle ed avvicinarsi ad una pila di libri poco distante. Lo seguo senza fiatare, cercando di decidere se essere la prima a rompere il ghiaccio oppure no.
   «Senti, so che può sembrarti strano ma vorrei che tu mi aiutassi con il lavoro in biblioteca. Vedi, il ragazzo che ci lavorava l’anno scorso si è diplomato e quindi ora il posto è rimasto vuoto. Ho pensato che tu, visto che ami tanto i libri, saresti la persona perfetta per aiutarmi a tenere in ordine questo posto. Non devi fare molto, solo risistemare i libri quando vengono riconsegnati. Dovresti trattenerti a scuola per circa mezz’ora in più tre volte a settimana. Lo so che è tanto… però sei la persona più indicata per questo compito.»
   «Perché non lo chiedi a Melody?»
Nathaniel distoglie lo sguardo, sembra a disagio.
   «Il rapporto che ho con lei è… complicato.»
   «E non credi che il fatto di aver chiesto questo favore a me e non a lei lo complichi ulteriormente?»
   «Non penso che il problema si ponga.»
   «Certo che si pone. E se non complicherà la vita a te, la complicherà sicuramente a me. Sai benissimo che—»
   «È innamorata di me. Si, lo so. E sa anche che io sono innamorato di te, ma questo non centra con il lavoro in biblioteca.»
   «A proposito di questo io… vorrei parlartene. Mi dispiace per come mi sono comportata quella volta. E mi dispiace per averci messo tanto per affrontare l’argomento ma… non sapevo come prendere la cosa. La tua è stata… la prima dichiarazione che io abbia mai ricevuto e… ecco… non sapevo, né tuttora so, come comportarmi. Solo che, mi dispiace, ma io—»
   «Ferma. Non finire la frase, ti prego. Io non ti sto chiedendo di metterti con me. Non è per questo che mi sono dichiarato. Ero, e sono, a conoscenza del fatto che non ti piaccio in quel senso, ma ho voluto dichiararmi lo stesso perché volevo che tu fossi a conoscenza dei miei sentimenti, dato che non mi pareva te ne fossi mai accorta.» …in effetti… «Quindi non darmi la tua risposta. Non adesso, per lo meno. Sono sicuro che, ora che sai quello che provo, inizierai a guardarmi in modo differente. Magari inizierai a guardarmi come ragazzo piuttosto che come un semplice compagno di classe. Quindi ti chiedo, per favore, di iniziare a tenermi in considerazione in quanto uomo, non in quanto semplice delegato scolastico. Tu mi piaci, e anche molto, ma non voglio forzare le cose. So che per te solo un semplice ragazzo comune, ma spero che la consapevolezza dei miei sentimenti mi metta sotto una nuova luce. Per cui dammi del tempo, ti chiedo solo questo, del tempo per dimostrarti che posso essere qualcuno su cui fare affidamento, qualcuno di cui potersi innamorare, ok?»
Le sue affermazioni mi sorprendono ed io stessa mi sorprendo di come lui possa essere così diverso e maturo. Ho sempre saputo che lo fosse, voglio dire, stiamo parlato del delegato scolastico, ma non lo avevo mai considerato sotto questo aspetto. Lo guardo ma, questa volta, lo faccio per davvero. Indossa delle sneakers azzurre e dei jeans del medesimo colore. Una maglietta bianca avvolge un fisico definito che mi sorprendo di non aver mai notato prima. I suoi capelli biondi sono arruffati perché, da qualche minuto, si gratta la testa nervosamente. Il suo viso è arrossato, si vede che è agitato. I suoi occhi color miele mi fissano intensamente, imbarazzati ma interessati e, per la prima volta, mi riscopro curiosa di sapere come sarebbe lasciarsi amare ed innamorarsi di uno così. Scaccio via i pensieri e ritorno in me.
   «Non so se sarò mai in grado di darti la risposta che vuoi sentirti dire.»
   «Sono certo che una risposta da te la otterrò, quale sarà lo scopriremo solo con il trascorrere dei giorni. In ogni caso, abbiamo un anno di tempo per approfondire davvero il nostro rapporto. Sono sicuro che, in questo lasso di tempo, certe cose cambieranno.»
Nathaniel mi sorride. Ha un bellissimo sorriso. Io contraccambio.
Forse iniziare a guardarlo sotto una luce diversa non è poi un’idea così cattiva, infondo… chi mi garantisce che ci sarà mai qualcosa tra me e Lysandro?
   «Va bene. Ti aiuterò con il lavoro alla biblioteca.»
Lui mi osserva e, ancora una volta, mi mostra il suo splendido sorriso. Io lo osservo, incuriosita, ed inizio a chiedermi quanto tempo ci metterà Melody prima di infilarmi una bomba nella cartella.
 
La campanella che sancisce la fine dell’intervallo suona. Faccio cenno a Nathaniel che sto rientrando e lui mi dice di avvisare il docente che tarderà un attimo perché deve finire di sistemare delle cose in biblioteca. Facendogli un cenno di assenso esco dalla biblioteca. I corridoi si stanno svuotando. Aumento il passo e, girando l’angolo, sbatto addosso a qualcuno. Indietreggio di qualche passo. Chioma rossa, occhi scuri.
Castiel.
Lui mi guarda, sembra incazzato. Indietreggio ancora di qualche passo e sbatto a qualcun altro. Mi volto.
Oddio.
I suoi occhi eterocromatici mi fissano sorpresi. Il mio cuore sussulta. Abbasso lo sguardo rapidamente, so che sto arrossendo. Mi allontano immediatamente da loro due correndo verso la mia classe.
Entro in aula e mi siedo al mio banco. Mi manca il fiato, mi sembra di aver corso la maratona del secolo. Dopo di me, Castiel e Lysandro entrano in aula come se nulla fosse. Inizio a guardare altrove e così faccio passare il resto della giornata scolastica. Quando l’ultima campanella scocca mi alzo ed inizio a fare la cartella. Come al solito, faccio tutto lentamente, non mi va di rinunciare al mio rito giornaliero. Subito inizio ad agitarmi. Per via di Nathaniel, avevo scordato la mia frase sul banco di Lysandro. Deglutisco a forza, sto iniziando a sudare freddo. Quando tutti sono usciti mi avvicino cautamente al suo banco. Ho paura di quello che ci sarà scritto. Chiudo gli occhi e mi siedo al suo posto. Mi lascio inebriare da ciò che rimane del suo profumo e poi apro gli occhi. Osservo il banco e mi sorprendo nel non trovarci scritto nulla. Mi sento delusa, amareggiata, soprattutto quando mi rendo conto del fatto che speravo davvero in una sua risposta. Sbuffo arrabbiata e poggio la testa sul banco. ne osservo la superficie da più vicino e, facendolo, mi accorgo di un minuscolo disegnino. Lo guardo meglio, sembra una freccia, indica il sottobanco. Infilo le mani sotto e ne estraggo un quadernino. È diverso dai soliti quaderni che usa Lysandro. È tutto azzurro con sopra scritte, con un indelebile nero, le parole: “le parole possono essere un biglietto da visita più che sufficiente”. Il mio cuore ha un sussulto.
Oddio, sono le mie stesse parole.
Apro il quadernino e mi ritrovo davanti una serie di frasi che riconosco.
Questa è la sua calligrafia.
“Mi piace questo tuo modo di ragionare, ma questo non fa che stuzzicare ulteriormente la mia curiosità. E poi, non trovi ingiusto che tu sappia chi sono io, ma che io non sappia chi sia tu? Se non vuoi dirmi chi sei, almeno raccontami di te. Ps: ho deciso di usare questo quaderno per comunicare perché lo trovo più discreto. Non mi va che le persone leggano i nostri discorsi. Sono sicuro che apprezzerai questa mia iniziativa. Mi auguro di trovare una tua risposta domani mattina.”.
Mi manca il fiato.
I “nostri” discorsi?
Sorrido, e sono felice che in questo momento non ci sia nessuno in giro che veda la faccia da ebete che sto facendo in questo momento. Prendo la penna ed inizio a rispondergli:
“Mi sorprendo di questa tua idea e della tua capacità di prevedere le cose ma si, apprezzo questa tua iniziativa. Io invece credo che sia sensato che tu non sappia con chi stai parlando. Sai, intorno a te veleggia sempre un’aria di mistero… non ti alletta l’idea di trovare una controparte con lo stesso velo attorno a lei? Infondo, è il fatto stesso dell’ignoto a rendere interessante una cosa, non trovi?”
Mi rendo contro di non avergli detto nulla di me, sebbene lui me lo abbia chiesto, ma non mi va di rivelarmi troppo presto.
Ho paura che se scopri chi sono, tutto finirà.
Ripongo il quaderno sotto il banco e mi dirigo verso casa. Questa volta, sono davvero ansiosa di riprendere le lezioni domani. Il giorno dopo fremo all’idea di leggere la sua risposta e, non appena tutti se ne sono andati, afferro il quaderno per leggere le sue parole.
“Ti trovo sfuggente, e la cosa forse un po’ mi preoccupa. Penso tu sia una persona interessante, e per questo temo di vederti scomparire da un momento all’altro. Sai… mi basterebbe restare un po’ più a lungo a scuola per scoprire la tua identità, ma ho deciso di restare al tuo gioco. Desidero essere in grado di scoprire chi tu sia senza che sia tu a rivelarmelo, ma promettimi una cosa. Se indovino la tua identità, tu dovrai rispondermi sinceramente e venire allo scoperto, intesi?
Ps: Non mi hai raccontato nulla di te.”
Sorrido.
Più parlo con te, e più mi piaci.
“Raccontarti di me? È difficile… se ti rivelo troppo potresti scoprirmi subito, e tutto finirebbe, ed ammetto che non mi va. Mi piace l’idea di questa “corrispondenza”, sarebbe un peccato interromperla subito. Cosa posso dirti di me? Io ti conosco. Ti guardo ogni giorno. So che passi tutto il tuo tempo con Castiel, e che sei sempre perso nei tuoi pensieri. Più volte mi sono chiesta in quali mari navigano le tue fantasie. Più volte mi sono chiesta se mai sarò in grado di cavalcare le stesse onde che affronti tu ogni giorno. Potrei essere qualcuno che ti sta vicino da tempo, o qualcuno che tiene le distanze per non farsi scoprire. Ci sono tante cose che potrei dirti, ma le mie onde non sono abbastanza forti per stare al passo con le tue. Finirei per essere sovrastata, e non sarei più così interessante. Però una cosa posso dirtela. Una cosa che, quando scoprirai chi sono, potrebbe compromettere ogni cosa, per sempre. Però sai… ci sono cose che è inutile tenersi dentro, e forse così è più facile per me affrontare le cose. Vuoi sapere davvero qualcosa di me? Ebbene, sono innamorata di te.”
Poso la penna. Mi sento esausta. Il cuore mi batte forte. Mi rendo conto che domani, quando leggerà queste poche righe, il suo mondo verrà stravolto.
Aspetta…accadrà davvero? Non sa nemmeno chi sono…
Riposo il quaderno sotto il banco e torno a casa. Sono agitata. Ho paura di leggere la sua risposta e, quasi subito, mi pento di avergli fatto una dichiarazione d’amore, sebbene sia totalmente anonima.
Eppure… mi basta smettere di rispondergli.
Sbuffo, gettandomi sul letto.
Sai che non lo farai.
 
L’indomani, al termine delle lezioni, vado subito in biblioteca da Nathaniel. Non ho il coraggio di leggere la risposta di Lysandro, quindi decido di rimandare la cosa il più possibile. Quando arrivo il delegato è già li che mi aspetta. Mi accoglie con un sorriso smagliante ed io contraccambio, avvicinandomi a lui. Nathaniel mi mostra quello che devo fare ed iniziamo a sistemare i volumi. La stanza è silenziosa, e la cosa mi sembra un po’ strana.
   «Senti… posso farti una domanda imbarazzante?» Nathaniel mi fissa, sembra preoccupato.
   «Chissà perché, immagino quale sia il tema.» Mi risponde.
   «… che cosa ti ha fatto innamorare di me?»
Nathaniel mi fissa, poi distoglie lo sguardo. Sta pensando, non mi pare imbarazzato.
   «In realtà… non lo so. Voglio dire… sei bella, intelligente, gentile… non hai niente che non va.»
   «Anche Melody è bella, intelligente e gentile.» Aggiungo osservandolo con una nota di disappunto.
Lui mi fissa e si mette a ridere.
   «Melody non è… come te. Lei è… troppo appiccicosa, noiosa… insomma, la trovo pesante. Tu invece sei diversa. Mi sembri un universo a parte. Un universo che sono interessato a conoscere in tutto e per tutto.»
Nathaniel raccoglie altri libri e si avvicina a me per sistemarli su uno scaffale li a fianco.
   «Che ne sai? Magari anche io, se mi innamorassi di te, diventerei estremamente appiccicosa e noiosa.»
Lui mi fissa, sembra divertito.
   «Può darsi, ma non penso che troverei appiccicoso il fatto che la ragazza che amo passi tutto il suo tempo con me. Non ti reputerei mai noiosa o altro anzi, pagherei per avere quel genere di attenzioni da te.»
Io lo guardo, ancora. Ho deciso di porgli quella domanda per cercare di capire che cosa potrei fare per piacere più a Lysandro, ma ho ottenuto solo più domande che risposte. Nathaniel mi fissa, so che cerca di capire a cosa sto pensando. Raccolgo alcuni libri ed inizio a sistemarli. Mi alzo sulle punte dei piedi per sistemare quelli più in alto ma non ci arrivo. Il delegato si avvicina, me li sfila dalle mani e li ripone negli scaffali alti.
   «Grazie.» Bofonchio impacciata.
Lui mi fissa. Restiamo in silenzio a guardarci per qualche minuto poi con la mano mi accarezza la testa. Lo sento giocare con i miei capelli e so che sta sistemando un ciuffo ribelle. Io resto immobile lasciandolo fare. La sua mano scende, accarezzandomi la guancia. Io lo osservo.
Innegabilmente è un bellissimo ragazzo, eppure…
Nathaniel mi sorride ancora.
   «Lo vedi? Solo con te ho questo desiderio assurdo di baciarti. Non succede con nessun’altra.»
Così dicendo si allontana ed io rimango li, imbambolata.
È la prima volta che qualcuno mi dice che desidera baciarmi.
Quando ritorno in classe per recuperare la cartella mi faccio coraggio e prendo il quadernino da sotto il banco di Lysandro. Prendo un bel respiro ed inizio a leggere:
“Io… non mi aspettavo di certo una dichiarazione. Ma sono felice, questo dimostra che sei una persona sincera e, sebbene non sappia chi tu sia, ti ringrazio molto di provare questi sentimenti per me. Se per te va bene, vorrei continuare questa nostra “corrispondenza” (mi piace questo termine che hai utilizzato). Sai, sei la prima persona che non respingo in tronco. Non lo faccio per cattiveria ma, ti dirò, sei la prima persona che riesce ad incuriosirmi davvero. Sappi che non navigo in acque così complicate come può sembrare, in realtà ho pensieri molto umili. Spesso mi domando come sia l’amore, quello vero. A parte di me, ti eri già innamorata prima? Io non ho mai amato nessuno, per questo voglio chiedertelo. Com’è innamorarsi di qualcuno? Quando hai capito di amarmi? Forse sono un po’ sfrontato, se queste domande ti mettono in imbarazzo dimmelo, non sei costretta a rispondere. Solo che vorrei capire, conoscerti, imparare… mi sembri una persona profonda, in grado di capirmi. Vorrei capire quanto io posso essere in grado di capire di te.”
“Ci sono domande a cui non risponderò ma, bada bene, non lo faccio per timore, ma perché scopriresti troppo sulla mia identità, e non voglio che tu capisca subito chi sono. In realtà non mi ero mai innamorata di nessuno, tu sei stato il primo. Ho sempre sognato un amore vero, di quelli che ti fanno battere il cuore a mille, che ti fanno venire le farfalle nello stomaco e tutto quanto. Ero alla ricerca dell’amore e, ironicamente, quando qualcuno si è dichiarato a me ed io sono fuggita perché non sapevo come reagire e, in quel momento, mi sono riscoperta innamorata di te. Se vuoi un giorno, quando scoprirai chi sono (se vorrai ancora parlare con me), ti racconterò per filo e per segno come sono andate veramente le cose. Ma ora non posso, o tutto questo giungerebbe al termine. Com’è innamorarsi? Non lo so… ma so cosa vuol dire osservare qualcuno che ami. Lo cerchi nella folla, il tuo sguardo sembra assente, assettato di vedere ciò che sta cercando. Il cuore batte forte quando vedi quella persona, il viso ti va in fiamme e lo stomaco si contorce. Hai sempre paura di sbagliare, di fare qualcosa di male e finire per metterti in cattiva luce davanti ai suoi occhi. Ti chiedi come mai “proprio lui”, ma non sai darti davvero una risposta. Sai di essere accecato dai tuoi sentimenti e, sebbene possa sembrare una cosa stupida, in realtà sei felicissimo di avere qualcuno in grado di farti provare certe emozioni. Sai, avevo già intenzione di dichiararmi a te ma, dopo quello che mi hai detto, sono felice di averlo fatto tramite questo quaderno. Se lo avessi fatto a voce, immagino che mi avresti respinta in tronco e tutto questo non sarebbe mai nato. Per questo motivo ringrazio il fatto di non aver avuto il coraggio di confessarti il mio amore tutte le volte che mi sono ripromessa di farlo. Sono felice di avere questa opportunità. Felice di sapere che, almeno in questo modo, sono riuscita ad essere parte del tuo mondo per qualche tempo. Potrà sembrarti banale, ma per me è tanto. Quando ami qualcuno ogni secondo non speso con lui è un secondo perso, ed io in questo modo sono riuscita ad essere parte del tuo mondo. Anche se per poco, sono riuscita a venire in contatto con te.”
 
Il tempo trascorre veloce da quando mi scambio di nascosto il quaderno con Lysandro, e le nostre conversazioni si evolvono sempre di più.
“Tu… mi sorprendi. Sei diretta, schietta, questo lato di te mi affascina. Chi sei? So che non risponderai… ma da giorni mi ronza questa domanda in testa. Ti prego, dimmi qualcosa in più su di te.”
“Qualcosa su di me? Cosa potrei dirti… Ah si, amo molto la tua voce. Ma che senso ha dirtelo? Sai già quello che provo per te. Una cosa che non capisco è come fa una persona come te ad avere a che fare con Castiel. Non lo giudico una cattiva persona, anche perché non lo conosco e quindi non posso dire la mia, però… mi sembrate così diversi.”
“Posso capirlo, a primo acchito Castiel potrebbe sembrare una cattiva persona, ma in realtà non è affatto così. È un ragazzo molto tormentato, è difficile da prendere. Se sei in grado di accettarlo per quello che è, poi lui ti darà il suo cuore. È un ragazzo d’oro, solo che si è costruito attorno una corazza che è difficile da abbattere ma credimi, se riesci ad andare oltre a quello, scoprirai che non è quello che sembra in realtà.”
“E tu? Tu come sei in realtà? Sai… mi sembri sempre così distante, così… misterioso… parlami di te. Voglio conoscerti, conoscerti davvero.”
“Questa è una domanda difficile… come pensi che io sia?”
“Questa è una domanda cattiva… se rispondessi male smetteresti di rispondermi? Davvero vuoi sapere come penso che tu sia? Penso che tu sia un ragazzo diverso dagli altri. Sembri vivere su un piano differente, un piano al quale io voglio accedere. Sei misterioso, intrigante. Sai, spesso i nostri sguardi si incrociano e, quando succede, mi sento sempre attirare verso di te. Sembri una calamita che mi attrae. Vorrei comprenderti fino in fondo, vorrei farmi comprendere fino in fondo. Spesso ti osservo, incuriosita dal tuo modo di fare, dal tuo modo di essere, e mi chiedo se sarò mai in grado di raggiungerti davvero.”
“Chi sei? Non smetterò mai di chiedertelo. Questi nostri messaggi… mi stanno logorando. Sento di volerne di più, ma ho paura, paura di andare troppo oltre, di varcare un cancello che non ho mai varcato. Voglio sentirti più spesso, un messaggio al giorno non mi basta più. Non ti chiedo di incontrarci, anche se muoio dalla voglia di farlo. Ti chiedo solo di sentirci più spesso. Ti lascio il mio numero di telefono. Prometto di non scriverti durante le lezioni per non scoprire chi sei, ma ormai ho capito che sei una delle ragazze della mia classe. Ti prego, mandami un messaggio a questo numero se sei d’accordo. Spero vivamente che lo farai.”.
I miei occhi rimangono fissi su quel numero a lungo, indecisi sul da farsi. Prendo il telefono e memorizzo il numero.
Non ho intenzione di fermarmi proprio adesso.
“So che manterrai la tua promessa e non mi scriverai durante le lezioni. Sai… l’idea che ti stai avvicinando alla mia identità mi spaventa molto… non voglio che tutto questo finisca.”.
Invio.
Prendo fiato. Sono agitata. Prendo il nostro quadernino della corrispondenza e lo metto nello zaino. Esco dall’aula e vado in biblioteca, sono già in ritardo. Quando entro Nathaniel mi accoglie con il suo solito sorriso ed iniziamo a sistemare i volumi. A fine giornata la sua voce irrompe nei miei pensieri.
   «Sei libera domani sera?»
   «Di solito non esco molto di casa… Domani che giorno è? Venerdì? No, sono a casa, perché?»
   «Ti andrebbe di venire al cinema con me?» Lo osservo, sorpresa per la sua proposta. «Prometto di non fare nulla che vada contro la tua volontà.»
Continuo a guardarlo, dubbiosa.
Ora che mi sto avvicinando a Lysandro, mi sento quasi in colpa. Mi sembra quasi di illudere Nathaniel ma, infondo, in realtà non sto con Lysandro. Anzi, lui non sa nemmeno chi sono, e nessuno mi garantisce che continuerà a parlare con me una volta scoperta la mia identità.
   «Tu… sei innamorata di lui, non è vero?» La voce del delegato mi riporta alla realtà. «Sei innamorata di Lysandro, non è così?» Lo guardo attonita e spaventata. Lui sospira, si avvicina a me e mi prende per mano. «Capisco che per te sia difficile. Sta tranquilla, mi sono accorto dei tuoi sentimenti per lui solo perché ti guardo, sempre. Non penso che qualcun altro se ne sia reso conto, quindi rilassati. Però sai com’è lui… non voglio dire cattiverie però… esci con me, per favore. Sono sicuro di riuscire a farti stare bene.»
Nathaniel mi guarda, speranzoso. Io lo osservo, spaventata per il fatto che si sia accorto dei miei sentimenti.
Tu… mi osservi davvero fino a tal punto?
Non capisco se sono scossa dalla cosa o se mi sento lusingata. Nathaniel stringe la mia mano ed io lo osservo.
Che devo fare? Infondo… si tratta solo di una serata al cinema… però…
La mano del delegato mi accarezza la testa.
   «Ti prego, di qualcosa. Questo silenzio mi uccide. E poi, se continui a guardarmi in questo modo senza dire niente, non riuscirò a trattenermi dal baciarti.»
Il mio corpo ha un sussulto. I nostri sguardi non si allontanano.
E se mi lasciassi baciare?




Commento dell'autrice: Come promesso, il nuovo capitolo è più lungo =D In realtà non ho molto da dire... quindi non lo farò xD Spero solo che il capitolo vi sia piaciuto tanto quanto il primo e di non aver deluso le vostre aspettative!! Alla prossima mie care lettrici :*

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Capitolo 3
*** Fotografia ***


Io e Nathaniel ci stiamo osservando, ancora. In un attimo, il volto di Lysandro mi torna in mente ed io riprendo possesso del mio corpo. Indietreggio di qualche passo lasciando la sua mano.
   «Ti prego, non farlo. Sai quello che provo, e sai per chi.» Il mio sguardo è duro. Sto cercando di rimetterlo al suo posto. «Hai detto che non avresti fatto nulla che andasse contro la mia volontà.»
Nathaniel mi osserva. Non sembra deluso.
Perché pensavo che lo sarebbe stato?
   «Sta tranquilla, sono un uomo di parola.»
Lui torna a sistemare i libri ed io resto ferma ancora qualche secondo, indecisa sul da farsi. Ricomincio a sistemare i libri e non ci parliamo per il resto del tempo. Rifletto incessantemente sulla sua proposta.
Si è fermato quando gli ho detto di farlo, dovrei dargli fiducia?
   «Lascia pure il resto a me, torna a casa.»
Nathaniel mi lancia l’ennesimo sorriso. Recupero la mia tracollo e mi avvio all’uscita. Apro la porta e mi fermo.
   «Per il cinema… va bene. Mi fido di te, so che non mancherai di mantenere la parola.»
Concludo uscendo e chiudendomi la porta alle spalle. Mi incammino verso casa e sento il cellulare vibrare. Il mio cuore ha un sussulto.
Lysandro.
Recupero il telefono dalla tasca e leggo il messaggio.
“Sono felice che tu abbia deciso di assecondare questa mia richiesta. Temevo davvero di averti persa, in un certo senso… Tutto “questo” non finirà, te lo garantisco. Non ora, e non da parte mia sicuramente. Tu mi attrai, in qualche modo. Le tue parole mi attraggono, e sto cercando di non immaginarmi il tuo volto perché voglio rimanerne estasiato la prima volta che lo vedrò. Ma è dura, lo ammetto. Nella mia mente, hai il volto della perfezione.”
Il mio volto cambia radicalmente colore. Quando rientro a casa mi dirigo in camera, specchiandomi. Osservo i miei capelli chiarissimi ricadere morbidi lungo la mia schiena.
Forse dovrei tagliarli?
Ne afferro una ciocca e me la rigiro tra le mani.
Il volto della perfezione… eh?
Guardo i miei occhi color nocciola e la piccola voglia chiara che ho accanto all’orecchio. Mi accarezzo la guancia. La mia pelle è morbida. Tutti gli impacchi che faccio settimanalmente servono a qualcosa, dopotutto. Mi getto sul letto sprofondando nel materasso.
Dovrei rispondergli? Dovrei farlo subito? Che dovrei dirgli?
La consapevolezza di poterlo sentire più spesso mi rende davvero felice ma, allo stesso tempo, mi spaventa a morte. Una corrispondenza più assidua implica che lui ottenga più informazioni sul mio conto. Più informazioni implicano una verità sempre più vicina.
E se poi non gli piacessi come sono? Se poi disintegrassi la sua idea di perfezione?
I pensieri scorrono veloci nella mia mente.
Se cominciamo a sentirci troppo sovente potrei annoiarlo, potrebbe stufarsi di me, e nemmeno ci conosciamo.
Prendo il telefono e lo spengo, proprio non me la sento di rispondergli.
 
L’indomani, quando mi sveglio, riaccendo il cellulare. Quando lo sento vibrare scatto immediatamente. Il display indica che ho due messaggi, ed entrambi arrivano dalla stessa persona.
21:33 “Ho forse detto qualcosa di male?”
23:10 “Scusami… quest’idea dei messaggi tramite cellulare deve averti dato più fastidio di quanto pensassi… perdonami. Lascia perdere tutto quanto, non volevo turbarti. Possiamo tornare al quaderno se ti fa sentire più a tuo agio.”
Il panico sale quasi immediatamente.
Non era questo quello che volevo!
Digito immediatamente la risposta.
“Ti prego, non interpretare la mia assenza come un segno di negazione. Adoro la tua idea di sentirci tramite cellulare ma, allo stesso tempo, ne sono spaventata. Vedi… ho pensato molto. Sai, lo faccio spesso, ogni tanto fin troppo. Ieri sera, ad esempio, ho esagerato con i pensieri, e ti chiedo scusa per questo. Ho temuto che questo nuovo metodo di comunicazione fosse fin troppo -a portata di mano- in quanto ci permette di sentirci più spesso. Mi sono spaventata all’idea che, se davvero queste nostre conversazioni diventeranno più assidue, tu ti stuferai prima di me, poiché non ci sarà più il brivido dell’attesa, o una cosa del genere. Per favore, non voglio farti allontanare, anzi. Tutto ciò che voglio è che tu ti avvicini a me, ma desidero che tu lo faccia con cautela. Non voglio essere una delusione, non voglio distruggere la tua idea di perfezione, perché io so di non essere perfetta. Le tue parole mi lusingano e, come sempre, mi fanno stare bene. Ma, ti prego, non pensare che io stia fuggendo da te. Forse sto solo cercando di prendere tempo, perché ho paura di affrontarti dal vivo. Ma non voglio perderti, questo proprio no. Quindi scusami per ieri. Ci vediamo a scuola o, almeno, io ti vedrò.”
Invio.
Mi vesto nervosamente e, durante il tragitto per arrivare a scuola, gioco con l’elastico che tengo al polso per tentare di sciogliere la tensione. Entro in aula e mi siedo al mio posto. Lysandro non è ancora arrivato. La lezione inizia e di lui non c’è traccia. Rimango nervosa per tutto il tempo, temendo che la sua assenza sia causata dalla mia mancata risposta. All’intervallo esco dall’aula e vado in sala delegati, so che Nathaniel mi sta aspettando. Quando entro Melody mi fulmina con lo sguardo. So che tenta di mantenere un basso profilo davanti agli altri, peccato che non le riesca proprio per niente.
   «Ciao Melody.»
   «Michela.» Il suo tono è più astioso del solito
   «Torno più tardi.»
Dico girando i tacchi. Sto per uscire dalla sala delegati quando sbatto addosso a qualcuno. Nathaniel arrossisce e poi mi sorride dolcemente:
   «Ti stavo cercando!»
Lo fulmino con lo sguardo facendogli capire che abbiamo compagnia, e che di certo non è il caso di parlare del nostro appuntamento in quel momento.
Ehy, dove sta scritto che è un appuntamento?
Nathaniel afferra al volo i miei pensieri.
   «Ci sono dei nuovi libri da sistemare in biblioteca, volevo solo fartelo presente.»

Ah già, il lavoro in biblioteca… Melody deve averlo scoperto, ecco perché ha cercato di farmi sparire dalla faccia della terra con quell’occhiata. Se solo sapesse che stasera esco con il suo amato
Mi allontano dalla sala delegati. Con Nathaniel ci parlerò più tardi. Rientro in aula e mi inchiodo sulla soglia. Seduto al suo banco vedo Lysandro. Sembra diverso dal solito Lysandro. Ha lo sguardo perso come sempre eppure, qualcosa in lui è cambiato.
Che sia… per causa mia?
I nostri sguardi si incrociano ed io abbasso subito il mio. La campanella suona ed io torno al mio posto.
 
Quando esco da scuola mi dirigo rapidamente a casa. Sono tremendamente agitata, l’idea che Lysandro stia cambiando a causa mia mi turba.
Ehi, frena. Nessuno ha detto che sta cambiando per te.
Riprendo a giocare con l’elastico al mio polso.
Magari non sta cambiando per me, ma questa corrispondenza lo sta sicuramente turbando. Che sia il caso di… smettere?
Il mio cuore ha un tonfo. So bene di non volerlo perdere. Ne ora, ne mai. Il cellulare vibra nella mia tasca. Come lo sento mi fermo. Le mie mani iniziano a tremare e, mentre lo afferro, deglutisco rumorosamente. Premo un pulsante ed il display si illumina, mi calmo non appena vedo comparire il nome del delegato. Tiro un sospiro di sollievo, ignorando la delusione dietro la mia calma apparente.
“Stasera passo a prenderti per le 20, ti va bene? Che genere di film preferisci vedere?”
“Non ho preferenze, scegli pure tu il film che più ti aggrada. Mi farò trovare pronta per quell’ora.
ps: come sai dove abito?”
“Sono il delegato scolastico, ho tutti i fascicoli degli studenti con i dati. Mi è bastato controllare lì :D”
Rimetto il cellulare in tasca ed entro in casa. Non so se l’idea che lui abbia tutti i miei dati a portata di mano mi faccia rabbrividire o che altro.
 
Esco di casa con una decina di minuti d’anticipo. Ho passato l’ultimo quarto d‘ora a decidere cosa indossare, per poi rendermi conto che non aveva troppa importanza. Infondo, si trattava di un’uscita fra amici, almeno per me. Al termine di questa riflessione ho indossato un vestito a fiori rosa e bianco, ho raccolto i capelli in una treccia laterale e ho messo un po’ di mascara. Non sono mai stata brava a truccarmi, quindi mi sono sempre e solo limitata ad allungare le mie ciglia come potevo con un po’ di mascara. Nathaniel arriva qualche minuto dopo. Guida una macchina bianca, sportiva. Non riconosco il modello solo perché non me ne intendo di auto ma, senza dubbio, vale parecchi soldi. Sto per aprire la portiera quando lui mi ferma. Scende dall’auto, ci gira intorno rapidamente e mi raggiunge, aprendomi la portiera:
   «Prego, Milady.»
Lo guardo e sorrido, divertita.
   «Lo sai cosa si dice degli uomini che aprono la porta alle donne, vero?»
   «No. Cosa si dice?»
   «“Quando un uomo apre la portiera della macchina ad una donna, una delle due è nuova”.»
Lui mi fissa alzando un sopracciglio.
   «Felice di dissociarmi da questa affermazione così… insensata. Lo faccio perché voglio che tutto sia perfetto.»
   «Stiamo solo andando al cinema Nathaniel.»
   «Per te potrebbe essere una semplice serata al cinema, per me è l’inizio che aspettavo da tempo.»
Arrossisco e lui mi sorride, facendomi cenno di accomodarmi dentro il veicolo. Lo faccio immediatamente, incapace di rispondere alla sua ultima affermazione.
 
Arriviamo pochi minuti dopo. Il cinema è pieno zeppo di persone. Vedo numerose coppie, gruppi di amici e anche tante famiglie. Una volta giunti all’ingresso iniziamo ad osservare le locandine dei vari film. Decidiamo di vedere un documentario sui pinguini. Lo so, potrebbe sembrare una scelta insolita per un appuntamento, ma che possiamo farci? Siamo entrambi affamati di cultura.
E piantala di dire che siete ad un appuntamento!!
Prendiamo posto in sala. Abbiamo un’ampia scelta, quasi nessuno è interessato a questo genere di film. Ci accomodiamo in centro, ben posizionati difronte allo schermo. Nathaniel si siede alla mia sinistra e, mentre sorseggia la sua bibita gassata, posiziona i popcorn in centro in modo che anche io possa favorirne. Durante il film le nostre mani spesso si toccano mentre mangiamo quella delizia salata. Mi rendo conto che, inizialmente, il contatto è casuale. Poi, man mano che il tempo passava, il contatto diventava sempre più fitto e prolungato. Spesso Nathaniel mi accarezzava le dita e la cosa, in un certo senso, mi creava un forte disagio. Una parte di me, non so quanto grande o importante, si sentiva tremendamente in colpa nei confronti dei miei sentimenti per Lysandro. Questo disagio ha fatto si che smettessi di mangiare.
Non pensavo che un gesto tanto semplice potesse turbarmi a tal punto.
Al termine del film mi rendo conto di non aver afferrato la metà dei contenuti proposti in quanto la mia mente era totalmente distratta da questa improvvisa vicinanza con il delegato. Mentre usciamo lui fa finta di nulla e si comporta normalmente, come se cercasse di non mettermi pressione. Che poi, infondo, che senso ha sentirsi così male per qualche carezza? Gioco con l’elastico al mio polso cercano di calmarmi.
Non è successo nulla Michela, calmati.
Non riesco a capire quale sia il motivo della mia agitazione. Probabilmente le cose stanno cambiando troppo rapidamente ed il mio cervello non riesce ad assimilare tutte queste cose troppo in fretta. L’improvviso legame con Lysandro, la nuova vicinanza con Nathaniel che lui cerca di calcare sempre di più con gesti che all’apparenza possono sembrare banali ma che, nel profondo, mi turbano e non poco. Mi massaggio le tempie, decidendo che è ora di fare ordine e che devo smetterla di tormentarmi così per un’uscita fra amici.
Perché si, questa è un’uscita fra amici. Non un’appuntamento.
Nathaniel nota il mio disagio e mi accarezza la testa.
   «Tutto ok?»
   «Si, scusami. È che non pensavo che questo film sarebbe durato così tanto! Mi si sono stancati gli occhi e ho la testa che mi scoppia.»
Mento, ma mi pare una scusa relativamente plausibile. Lui mi sorride.
   «Ti va di andare a bere qualcosa? Sono sicuro che un buon drink ti aiuterà a distendere i nervi! Conosco un posto niente male qui vicino.»
Lo osservo e, considerando il fatto che non ha tutti i torti, accetto il suo invito. Camminiamo per qualche minuto, in silenzio. Passo dopo passo la mia ansia cala e, quando giungiamo al locale, ormai mi sono calmata completamente. Mi ritrovo davanti ad un enorme bar in legno massiccio. Non ha nessuna insegna ma, da dentro, sento provenire della musica live. Nathaniel mi porge la mano ma io la scanso, afferrandolo a braccetto.
Non prenderti troppe confidenze ora.
Lui nasconde la delusione e, insieme, entriamo dentro il bar. All’interno mi ritrovo in un ambiente molto caldo ed affollato. Noto diverse tipologie di persone. Di certo, si tratta di un luogo molto gettonato. Nathaniel si fa spazio raggiungendo un tavolino isolato dalla quale è tuttavia visibile il palco. Sopra di esso una ragazza sta cantando una canzone che non conosco, ma dalla melodia molto orecchiabile. Ci sediamo al tavolo ed ordiniamo due drink analcolici alla frutta. Io ed il delegato iniziamo a parlare del più e del meno. Tutto sommato, mi sto divertendo. È bello vederlo al di fuori dell’ambiente scolastico. Mi piace molto la sua personalità, e sono felice di scoprire nuove sfaccettature del suo carattere. Le band si susseguono sul palco ma io non ci faccio caso, sono troppo presa a darmi la possibilità di considerare questo ragazzo come un uomo e non come un semplice compagno di classe. Comincio a chiedermi se mai potrei innamorarmi da lui, cacciando il pensiero di Lysandro che ancora non mi ha mai abbandonata. Mi rendo conto che forse, prima o poi, potrei dargli una possibilità. Però, non ora. Non adesso che i miei sentimenti per il mio uomo misterioso sono sempre più profondi. Parliamo, parliamo e parliamo ancora. Il tempo passa, ma mi pare volare. Mi distacco dalla realtà. Intorno a noi c’è un casino allucinante, eppure, mi sembra di essere da sola con Nathaniel. Il modo in cui mi fa sentire è piacevole. Ridiamo, scherziamo e, effettivamente, è davvero più intenso di quanto avessi mai creduto.
Ma lo è abbastanza? Perché mi ostino a farmelo piacere se ancora non sono stata respinta da chi amo davvero?
Continuiamo i nostri discorsi, faccio in modo che i miei pensieri negativi non influenzino la serata. Il delegato ordina un altro drink ed è in quel momento che qualcosa mi riporta bruscamente alla realtà. È in quel preciso istante che qualcosa mi fa ripiombare a terra vorticosamente. Mi volto di scatto, osservando il palco.
Quella voce… come potrei non riconoscerla?
Rimango a bocca aperta, completamente inebetita. Lysandro è lì, a pochi passi da me. Lui non mi vede, ma io vedo lui.
Come sempre.
Eppure, questa volta, mi sembra diverso. Questa volta, fra me e lui c’è un legame. Un legame invisibile, di cui solo io e lui siamo a conoscenza. Un legame fra due sconosciuti che si conoscono di nascosto. Un legame che si sta rafforzando e che mi fa sentire improvvisamente uno schifo per essere qui con qualcun altro.
Cos’è questo? Il karma che si vendica perché ho cercato di apprezzare Nathaniel più del dovuto? O è forse il destino che vuole farmi capire che l’unica persona che sono destinata ad amare è Lysandro?
Lysandro canta a squarciagola. Canta come un matto, mettendoci l’anima, mettendoci il cuore. Quel cuore che tanto bramo. Quel cuore che, un giorno, spero potrà essere finalmente mio. Le canzoni si susseguono ed io non esisto più per nessuno, se non che per lui. Quando poi inizia a cantare “lullaby” non posso fare a meno di piangere. La sua voce si irradia in tutto il bar. La folla smette di parlare, tutti si zittiscono per ascoltare al meglio quella voce così prorompente. Le mie labbra si muovono in automatico, senza emettere un suono, ma ripetendo fedelmente ogni parola di quella che ormai, nella mia testa, è la nostra canzone. Al termine della sua esibizione tutti urlano di gioia e chiedono il bis, sto per fare altrettanto quando Nathaniel mi afferra il braccio. Immediatamente ritorno in me, uscendo da quel mondo in cui, ogni volta che c’è Lysandro nei dintorti, mi immergo inevitabilmente. Lui mi guarda, sembra seccato. Parecchio seccato. Mi divincolo dalla sua presa e mi alzo, proponendogli di andarcene. Lui approva subito. Ci avviciniamo alla cassa per pagare. Prima di andarmene da lì, però, c’è una cosa che voglio fare. Approfittando della confusione afferro il cellulare e, senza farmi vedere dal mio amico, scatto una foto al mio amato prima che scenda dal palco.
 
Arrivata a casa Nathaniel mi saluta con un bacio sulla guancia. Mi ringrazia della serata ed io lo ringrazio di più per avermi offerto praticamente ogni cosa nel corso delle ore passate assieme. Rientro in casa e mi dirigo nella mia stanza. Mi butto sul mio letto e prendo il cellulare, mettendomi ad osservare quello scatto rubato. La foto è sfocata, ma è molto chiaro il soggetto. Lysandro sorride e sono così felice di averlo immortalato con quell’espressione che mi sembra che il cuore possa esplodermi. Ricolma di gioia decido di fare una follia. Una follia di cui forse, prima o poi, mi sarei pentita. Ma non ora. Non oggi. Apro la conversazione con lui ed allego la sua foto. “Mi sono sempre chiesta se il destino e le coincidenze potessero mai intrecciarsi fra loro. O se lavorassero insieme per fare accadere le cose più assurde. Non ero mai andata in quel bar, questa è stata la mia prima volta. Trovarti li è stata la sorpresa più grande della giornata, sentirti cantare è stata la gioia più forte di tutta la mia vita. Tu mi hai chiesto com’è innamorarsi di una persona. Ancora non so risponderti, però posso dirti una cosa. Credo di essermi innamorata di te di nuovo. Per la seconda volta, senza che la prima fosse mai svanita. Grazie per queste emozioni segrete che mi fai provare. Spero che un giorno sarò in grado di dirti ogni cosa a voce, di supportarti al meglio delle mie possibilità. Per il momento, la mia identità ancora resterà celata. Ma sappi questo: i miei occhi non ti abbandoneranno mai.”
Invio.
Inizio a ridere fra me e me, consapevole di aver appena fatto una follia sdolcinata che potrebbe infastidirlo. Ma non mi importa. Non davvero. Io lo amo, dal profondo del cuore e, con quel messaggio, volevo farglielo capire almeno un po’.





Commento dell'autrice: piano piano sto riprendendo in mano tutte le mie storie! Questa è quella che mi è stata richiesta in modo più assiduo, quindi ho deciso di ripartire a scrivere proprio questa! Il mio stile in questi mesi è cambiato! Dopo aver pubblicato il mio romanzo (che sto pubblicando anche su questo sito se volete leggerlo, si chiama "sogno lucido") molte cose sono cambiate! Io per prima, il mio modo di scrivere anche si è rivoluzionato! Spero in meglio ovviamente, ma questo sta a voi giudicarlo! Ora vi lascio e, sperando di aver scritto qualcosa di interessante, vi mando un grossissimo abbraccio ed i miei più cari saluti!
Alla prossima :D

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Capitolo 4
*** Sogno Lucido ***


Un libro intero.
GRATIS in versione ebook.

Vi piacciono le mie storie? Beh, ho scritto un'intero libro che tratta di una storia d'amore <3

Lo potete trovare qui: https://www.amazon.it/Sogno-Lucido-Romanzo-rosa-damore-ebook/dp/B08QC81SW4/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1608293839&sr=8-1

C'è anche la versione cartacea, se preferite ^_^

Come già detto, l'ebook è GRATIS fino al 21!!

Se vi va di leggerlo e lasciarmi una recensione lo apprezzerei moltissimo <3

Grazie a tutti!!!!
Sì, scrivo usando uno pseudonimo ("Luna Jadeheart" non è il mio vero nome! Ma potete trovare quel nome su IG, se volete seguirmi anche sui social ^_^)

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