Login 'n Kill - Beta Testing (Re)

di Raeiki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Legione ***
Capitolo 2: *** Informazioni preziose ***
Capitolo 3: *** Conflitto ***
Capitolo 4: *** Il giorno si avvicina ***
Capitolo 5: *** Fine dei giochi (Parte I) ***
Capitolo 6: *** Fine dei giochi (Parte II) ***



Capitolo 1
*** La Legione ***


Sembravano inarrestabili. Indistruttibili. Invincibili.

I loro attacchi colpivano come fulmini a ciel sereno, veloci e devastanti. E dopo di essi, sparivano nel nulla lasciando dietro di sé morte e distruzione.

Le forze dell’ordine si sono rivelate inutili, in città vige lo stato di allerta totale. Sono stati targati come terroristi, come organizzazione militare segreta, come squadra d’assalto fantasma.

Prediligevano edifici importanti come banche, municipi, grandi aziende, borse…non solo in città, ma anche in tutte le città circostanti. Erano ovunque, erano tanti. Troppi.

Si annunciavano ai pochi superstiti –probabilmente lasciati in vita per diffondere il messaggio- come il nuovo governo, che si sarebbero espansi come una macchia d’olio in tutto lo stato e in breve in tutto il mondo.
Loro erano la Legione. E stavano sorgendo.
.        .        .
La Legione era nata come squadrone di avatar potenziati atti a prendere il posto del governo mondiale instaurando una dittatura. Al suo interno era presente una scala gerarchica, in cima alla quale si ergeva maestosamente il Triumvirate. Esso era formato da tre personaggi centrali nella Legione: Loyal Sealight, l’ideatore, Donald Brown, il capo dell’azienda e Trevor Daniels, il vicedirettore. Appena sotto il Triumvirate si trovava la prima squadra d’elite, i Creeps, capitanati da Benjamin Sealight e in parte da Edward Baine, il nuovo arrivato. La squadra Creeps era costituita per il momento da quattro elementi: Baine e Sealight, Stewart Pasen e Thomas Nicalls. Erano tutti e quattro amici nella vita reale, e ora erano parte integrante della Legione come Squadra Blitz d’assalto. Avevano bisogno di soprannomi per riconoscersi tra loro senza utilizzare i veri nomi: Nicalls optò per Shade, poiché il suo personaggio era vestito di nero (come tutti i membri della Legioni d’altronde) e ricordava molto un ninja o qualcosa di simile. La sua arma era una katana con manico e lama dello stesso colore. Pasen utilizzava il soprannome già esistente di Pasey e decise di vestirsi con la divisa classica della legione, maglia e pantaloni neri e anfibi. Aggiunse degli strani occhiali rotondi e una maschera che copriva metà del viso. Le sue armi erano dei guanti artigliati, in onore del suo idolo dei film horror Freddy Krueger. Baine utilizzò il soprannome di Light, era vestito elegantemente con uno smoking bianco e oro, con guanti dello stesso colore. Indossava una maschera d’oro, simile a una maschera funeraria greca, con la mascella leggermente in avanti. Aveva equipaggiato due lame rotanti e apribili sulle braccia, che se usate correttamente potevano essere letali. Infine Ben optò per il suo soprannome tipico, Skydrops. La sua arma era una motosega, e anche lui era vestito con l’uniforme della Legione con l’aggiunta di due spallacci in fibra di carbonio neri e un elmo rosso scuro con due fori per gli occhi e tre linee verticali in corrispondenza della bocca. Infine, all’ultimo piano della scala gerarchica si trovava un plotone di avatar generici, composto da sessanta soldati fissi.

Come potenziamento obbligatorio tutti i soldati della Legione avevano impostato forza straordinaria, velocità anormale e riflessi d’acciaio e tutti avevano almeno un fucile automatico a loro disposizione. Erano la rappresentazione del superguerriero perfetto.
Tutti tranne Benjamin, lui aveva un surplus. Bisogna sapere che Sealight, al lancio dell’idea di Login and Kill, aveva creato tutti i potenziamenti per i soldati, tutti gli equipaggiamenti ma anche quattro potenziamenti specifici, da dare a suo figlio, a Paul e Alexander Drake e uno da equipaggiare a se stesso. Si trattava di quattro eccezioni, che potevano far tornare in vita l’avatar come virus, ovvero una forma immortale dell’avatar. Infatti un virus non poteva essere ucciso in nessun modo, se non con un effettivo antivirus. Ma Sealight non ne aveva inseriti e aveva preso precauzioni per evitarne la presenza, quindi poteva stare tranquillo. Visto che Alex e Paul non avevano preso parte al progetto, Sealight bloccò i due potenziamenti.

Quel giorno, era stato designato un attacco alla banca centrale di una città a pochi chilometri da quella dove viveva Alex. Quest’ultimo stava guardando la TV in quel momento, quando un servizio delle News interruppe il programma: “La misteriosa squadra d’assalto armata si è alla banca di Poundtown, la polizia sta accorrendo sul posto. Sono già state uccise quattro persone e ci sono trenta persone in ostaggio. Gli assalitori sono in quattro, ma sono armati pesantemente con armi bianche e un fucile d’assalto.”. Alex spense la tv, prendendosi la testa tra le mani. Doveva contrastarli in qualche modo, ma aveva troppa paura. In fondo non aveva ancora neanche provato Xander Gold, come poteva essere sicuro che avrebbe funzionato bene? Poi si alzò e andò in bagno, lavandosi la faccia con acqua fredda. Asciugandosi il viso si guardò allo specchio, e disse a se stesso: “Alla fine che hai da perdere?”. Rimase fermo a fissare il suo riflesso per qualche secondo, poi corse nell’ufficio di suo padre. Sua madre non era in casa in quel momento, era al lavoro. Poteva approfittarne. Si barricò nello studio e smanettò tra le impostazioni di Login and Live, impostando come spawn il retro della banca. Dopodichè guardò lo schermo, e cliccò su Login.

Perse i sensi, risvegliandosi poco dopo dietro alla banca. Vedeva attraverso le lenti di un casco, e fece per toccarsi la testa; nel farlo notò che aveva dei grossi guanti meccanici, e provò a chiuderli a pugno: era come se li avesse sempre avuti. Si estendevano su tutto l’avambraccio, e sulla parte laterale vi erano dei ganci. Provò a muovere le mani dentro ai guanti, e scoprì che muovendole indietro poteva afferrare i ganci e tirarli indietro: lo fece, e i guanti si staccarono dal bracciale cadendo a terra con un tonfo. Pendevano dai bracciali attaccati a una catena, e tirando di nuovo i ganci essi si ricollegarono velocemente. Funzionava apparentemente. Saltò dentro la banca da una finestra sul retro e notando i Creeps al piano inferiore li chiamò a gran voce: “EHI, VOI LA SOTTO!”. Tutti i presenti alzarono la testa, notando Xander Gold con le braccia incrociate al piano superiore: “COSA CREDETE DI FARE?! ANDATEVENE.”. I quattro risero, e Pasey si fece avanti: “Un tizio che si atteggia da supereroe dovrebbe spaventare la Legione? Levati, o ammazziamo prima te e poi loro.”. Alex sorrise sotto l’elmo: quell’affronto lo aveva galvanizzato e ora la rabbia e l’adrenalina avevano superato l’ansia: “Dovrete provarci.”

Saltò al piano inferiore atterrando al centro del salone. Improvvisamente i proiettili dei fucili d’assalto cozzarono contro la sua armatura, scalfendola appena. Vedendo che il costume era un solido antiproiettile, decise di partire all’attacco; puntò la mano aperta contro Pasey, che era il più vicino, e sparò il guanto nella sua direzione. La mano si attaccò alla sua tuta in pieno petto, sbilanciandolo. L’eroe tirò indietro il gancio e spiccò un salto, volando velocemente in direzione di Pasey. Appena ricollegò il braccio al pugno lo afferrò per la collottola e gli sferrò un pugno scaraventandolo contro un muro. Gli altri cessarono il fuoco a quella vista gettandosi contro di lui: Xander sganciò entrambi i pugni e li roteò intorno a sé come mazze chiodate atterrando Light e colpendo di striscio Shade che deviò il pugno con la katana per gettarsi contro l’avversario. Xander ricollegò i pugni spingendo indietro Shade, che spiccò un salto di lato per tentare un fendente. Ma il ragazzo non aveva fatto i conti con i riflessi di Xander Gold che si girò sferrandogli una botta di rovescio in pieno petto, afferrandolo e staccando il guanto. Shade volò dall’altro lato della stanza con il guanto attaccato al petto, e non riusciva a staccarlo. Skydrops si gettò all’attacco brandendo la motosega, e Xander tirò indietro il pugno al quale era attaccato Shade, usando il ninja come ariete: come previsto Skydrops e il suo compagno cozzarono tra loro. Light intanto si era rialzato e aveva conficcato le lame in un punto scoperto dietro la spalla di Xander, che si girò di scatto e lo colpì in pieno stomaco con un pugno lasciando l’avversario cadere senza fiato. Appena ebbe la forza di rialzarsi, Skydrops ordinò la ritirata sentendo altre sirene della polizia arrivare sul posto. Xander sentì la voce di Skydrops come familiare, ma era resa metallica dall’elmo che indossava.

Quando arrivò la polizia e notò che gli ostaggi erano salvi e i danni erano comunque limitati, un agente chiese a Xander che era ancora presente sul posto: “Scusi…ehm, è stato lei a cacciare gli assalitori?”. Il ragazzo si sentì piuttosto in imbarazzo vestito in quel modo davanti a delle forze dell’ordine, ma comunque balbettò un si incerto. Una voce intervenne dietro i due: “Si, è stato lui. Gli devo…gli dobbiamo tutti la vita. Ci ha salvati, è stato eroico. Scusi, signore, lavoro nel giornale locale e vorrei sapere il suo nome.”. Xander si voltò verso il giornalista ed effettivamente riconobbe il suo viso, lo aveva già visto in qualche servizio delle News: “Uhm, si…chiamatemi Xander Gold. E, agente, se collaboriamo nel modo giusto potremmo abbattere la Legione.”. L’agente scosse la testa, con l’aria stanca: “E come? Sono come spettri, i loro attacchi sono imprevedibili e noi il più delle volte arriviamo in ritardo.”. L’eroe ci pensò un attimo, per poi rispondere: “Però oggi sono arrivato in tempo. In più dovrei riuscire in qualche modo a collegarmi al loro computer madre; in questo modo potrei riuscire a prevedere eventuali attacchi e avvertirvi per tempo. Nel caso non ci riuscissi, mi occuperò io degli assassini.”. L’agente annuì poco convinto: “Vedremo. In ogni caso sono l’agente Carl Stevens, non esiti a contattarmi se trova delle informazioni importanti.”

Dopo l’accaduto, Alex si sentiva benissimo: lo consideravano un eroe. Nei vari servizi delle News trovava il nome di Xander Gold e numerosi commenti positivi a riguardo, nei Social si parlava di questo misterioso salvatore, di questo “supereroe” che si era ribellato alla Legione vincendo la prima battaglia contro di loro e riportando la speranza nella gente. La cosa che più colpì Alex e quasi lo fece commuovere fu la città poco lontana dalla sua, quella dove era avvenuto lo scontro con i Creeps, il cui sindaco aveva fatto erigere una statua in onore di Xander. Faceva sentire Alex quasi un dio, e adorava quello stato.
Xander Gold sarebbe tornato, e avrebbe salvato altre città.

Se c’era qualcosa di cui la gente aveva bisogno in quel momento era speranza, e lui esisteva per quello scopo. La Legione doveva cessare di esistere, e lui non accettava la sconfitta.

Xander Gold avrebbe distrutto la Legione.

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Capitolo 2
*** Informazioni preziose ***


Le news non facevano altro che mandare servizi paralleli passando dal misterioso e coraggioso Xander Gold, eroe nato all'inizio del mese e reso famoso dalla liberazione di una delle grandi città della zona, alla Legione, la grande organizzazione di criminali ormai targati come terroristi che mina la sicurezza dello Stato. 

La cosa più curiosa è stata che per la prima volta dopo quattro mesi di assedi il corpo amministrativo della Legione noto come Triumvirate si è mostrato alla televisione, interrompendo un servizio appunto sull'eroe. 

"Salve, cittadini. Siamo il Triumvirate, capi supremi al comando della Legione. Come ben sapete America 8 è quasi nostra del tutto. Ci siamo colonizzati in tre delle quattro regioni, Dryland, Cambpell e Garratt. Per iniziare vorremmo consigliare ai cittadini di Winston di evacuare al più presto o di arrendersi, poiché quando il nostro plotone giungerà sul posto non si farà scrupoli. Spero che i morti delle altre città servano come incentivo.
Tuttavia la nostra attenzione è stata catturata in questi giorni da un certo numero di persone che inneggia all'aiuto di Xander Gold."

Alex voltò di scatto la testa verso la TV, ignorando l'espressione tesa della madre. Lo conoscevano. Ne era spaventato, ma incredibilmente fiero allo stesso tempo. Voleva conoscere il loro parere, quindi alzò un po' il volume per ascoltare meglio.

"Non ci interessa. Se è uomo o donna, se è un adulto o uno stupido ragazzino quello che gioca a fare l'eroe, non ci importa di Xander Gold. Il problema sono invece le persone che continuano a invocare il suo aiuto, che lo chiamano. Loro, ecco, loro ci innervosiscono. E gradiremmo non essere innervositi. Comunichiamo dunque che questo "falso eroe" verrà debellato nel minor tempo possibile, e che egli non ostacolerà in alcun modo la nostra avanzata. Ricordiamo che per unirsi al nostro grande progetto non serve altro che iscriversi tramite il sito ufficiale del programma, "Login and Kill...". 

Alex spense la TV, lanciando il telecomando sul divano. Possibile che le sue azioni alla banca non avevano avuto alcun effetto? Era inaudito. Sua madre gli mise una mano sulla spalla, interrompendo i suoi pensieri: "Alex, ascolta. Penso che dovremmo trasferirci." Il ragazzo sbarrò gli occhi: "...dove?!"
"Non lo so, lontano da qui. Forse America 5, lì le comunicazioni della Legione non arrivano ancora. Magari verso i vertici hanno in mente qualcosa per contrastarli." 
"America 5?! Un altro stato? Mamma, ma abbiamo tutti quei soldi?"
"Quelli non saranno un problema, i tuoi zii vivono già lì. Ci aiuteranno loro con le spese."

Alex non aveva nessuna intenzione di trasferirsi. Che ne sarebbe stato di Xander? Come avrebbe collaborato con la polizia per abbattere Sealight? In quel momento aveva bisogno di pensare e aveva bisogno di idee brillanti, quindi andò a cercare la persona più brillante che conosceva. 
Suo padre.

Chiese a sua madre del tempo per pensare e per ragionarci su, almeno per convincere Paul, e lei accettò un po' a malincuore. Mary voleva andarsene in fretta, e poi conosciuta la storia di Paul e la sua vicinanza a quella gente non poteva far altro che pregare che la Legione non visitasse casa sua. 
Alex raggiunse suo padre nella casupola sul limitare del bosco e lo trovò a leggere un vecchio libro: "Alex? Oh...ciao."
"Papà, ho bisogno di te."
"Dimmi tutto, Xander Gold." 

Alex stava per dire qualcosa, ma si bloccò: "...c-come? Xander Gold?"
"So già, mi sono preso un portatile da casa mentre era vuota, ho ancora le chiavi. Ti seguo da lì. Bel lavoro alla banca, sembravi sicuro di te."
Alex si sentì bene per quei complimenti, anche se non molto convincenti data l'aria melancolica di suo padre: "Si, grazie. Ascolta, ho un problema grosso. Mamma vuole trasferirsi dagli zii, in America 5. Capisci che non posso andare, devo fermare Sealight, hai visto che posso.". Paul sorrise e ridacchiò: "Hai sconfitto i Creeps per ritirata, Alex. Sealight è molto più in alto di loro. Non ti consiglio di andare avanti, potrebbe essere troppo. Davvero troppo."
"Non sono qui per farmi fare la predica, mi servono solo informazioni. Sai dove si trova la sede di Sealight e degli altri? Te l'hanno detto?". Paul pensò un attimo, poi scosse la testa lentamente : "Mi dispiace, non ho ottenuto informazioni a riguardo. Però...però puoi provare a controllare nell'azienda. Quella dove lavoravo io, ricordi? Prova a farci un salto. Magari trovi qualcosa."
"Grazie papà, mi basta questo al momento. Ah, un'altra cosa...". 
Paul alzò la testa verso suo figlio: "Si?"
"Torna da mamma. Ha bisogno di te, è sola." Paul abbassò gli occhi per un secondo, poi annuì: "Va bene. Vai, non farti ammazzare."

L'azienda sembrava abbandonata. I neon erano spenti, i cancelli distrutti. Forse i civili avevano già pensato a vandalizzarla abbastanza in seguito all'avvento della Legione. Xander entrò da un cancello sul retro rotto, e sentì un gran rumore provenire dall'interno. Scagliò un pugno contro una trave sporgente appendendosi e si catapultò verso di esso. Fortunatamente non aveva paura delle altezze, perché era a parecchi piani da terra. 
Guardò dentro uno dei finestroni davanti a lui e vide delle persone salire dalle scale. Salì ancora di qualche piano finché non giunse davanti a una sala di controllo, piena di computer. Aguzzando la vista notò che le persone all'interno dell'edificio erano una piccola squadra di soldati avatar della Legione e stavano cercando di distruggere i computer, colpendoli o sparandoci contro. Stavano distruggendo le sue prove.

Distrusse la finestra davanti a lui irrompendo all'interno. Prima che potessero metabolizzare cosa stesse accadendo in quel momento, quattro soldati furono colpiti da due pugni e scaraventati dall'altra parte dello stanzone. Improvvisamente uno sciame di proiettili si abbatté in massa sull'armatura di Xander, impedendogli movimenti rapidi. Roteò intorno a sé i pugni cercando di colpire qualcuno e ci riuscì. Appena trovato il piccolo varco ci si scagliò in mezzo e cominciò a colpire quasi alla cieca, senza distinzione. Alcuni bolli iniziavano a crearsi sull'armatura, e aveva paura di danneggiarla troppo. A un certo punto gli sembrò che i soldati stessero finendo troppo velocemente, e solo quando ne restavano tre o quattro si accorse che uno degli avatar stava sparando agli altri uccidendoli. Quando nella stanza rimasero solo Xander e il ribelle, lui si tolse l'elmetto che gli copriva il volto, rivelando una faccia giovane di un ragazzo che poteva essere coetaneo di Alex. Aveva dei capelli lunghissimi, neri con dei caratteristici riflessi grigi o bianchi. Ansimando, il ragazzo disse: "Chobham street, numero 3. Ci vediamo lì." Detto questo sparì. Probabilmente si era disconnesso. 
 

Xander si diresse all'indirizzo fornito, non era troppo lontano. Trovò solo un tizio seduto su una panchina con lo sguardo rivolto verso di lui: "Entra. Casa mia è qua dietro.". Xander sembrò confuso: "Non devo...?"
"Disconnetterti? Non serve. Vivo solo."
La casa del ragazzo era piccola ma adatta a vivere, c'era l'essenziale dentro. Quella vista diede delle buone idee ad Alex. Il tipo mise della musica rock anni '70 di sottofondo, e si sedette sul divano. "Ingombrante la tua armatura, signor Gold."
"...non quanto sembra in realtà. Chi sei?"
"Hai aspettato un po' a chiederlo. Mi chiamo Brian Flynn, ma il nome dell'avatar che hai visto prima è Genesis. Mi chiamavano anche "Il Direttore", a causa della mia arma inusuale."  Brian tirò fuori un disco di metallo cavo, grande circa quando un vassoio: "Ci sto lavorando. Funziona bene come scudo, lo tengo sempre al braccio, e quando viene colpito crea un suono assordante. Utile alle volte. In ogni caso, perché sei qui? Perché ho delle informazioni."
"Hai la mia attenzione. Dimmi ciò che sai."
"Beh, innanzitutto quei tizi di prima sono...o meglio, erano miei compagni. Meditavo di disertare la Legione, troppo severi nelle regole e di sicuro troppo invasati. Stavano distruggendo i computer per evitare lo spargimento di qualsivoglia indizio riguardante la Legione. Fortunatamente, come indizio, hai me. Prima che tu lo chieda, ti aiuto perché come ti ho detto quelli della Legione sono pazzi. Del tutto. E il neonazismo non è per me, avevo accettato perché lo credevo un progetto molto meno...malato. Pensa che ho scoperto solo pochi giorni fa cosa ha fatto parte del plotone nelle città. Nemmeno noi sappiamo tutto."
"Vai al sodo."
"Chiaro. Non conosco i nomi precisi del Triumvirate, non ci sono stati forniti, ma so che l'HQ si trova qui in America 8, a Campbell. Attaccarlo non è una buona idea, per niente. Nemmeno con l'aiuto della polizia."
"...però stanno meditando di invadere  Winston per avere il controllo completo di America 8. Giusto?"
"Bingo. E a quanto pare succederà a breve. Tutto quello che dovremo fare sarà aspettarli li e tendergli un agguato. So che praticamente tutto il plotone si riverserà lì, quindi sarà una bella batosta per la Legione. Ci stai?"

Xander ovviamente accettò la proposta di Brian, orgoglioso di aver trovato un collaboratore. Adesso sapeva che era un passo più vicino alla Legione, e un passo più vicino a fermare Sealight e a fermare il suo progetto.
Era solo questione di tempo.

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Capitolo 3
*** Conflitto ***


"Non ho voglia di parlare con te ora."

Wendy fece per rientrare in casa ma Alex fermò la porta: "Ehi, aspetta...ferma. Senti, ho avuto diversi impegni in questi giorni che mi hanno tenuto molto...molto occupato. Io non..."
"Ma tra tutti questi impegni non hai nemmeno pensato di farti sentire una singola volta. E se ci fossi stato tu lì in mezzo a quei casini? Non potevo saperlo, perché non mi messaggiavi, non rispondevi alle chiamate, eri sparito. Alex, è quasi un anno che stiamo insieme, ma in questo ultimo periodo sembra che io non esista. Cosa succede?".

Alex abbassò lo sguardo. Doveva dirle tutto? Lei sicuramente non gli avrebbe creduto. Ma tanto valeva provare: "Wendy, ascoltami. Ho una motivazione. Posso spiegarti cosa mi ha tenuto occupato in questi giorni."
"Oh, perfetto, dimmi. In cosa consisteva?"
"Hai presente quel...tizio, quello vestito d'oro, che combatte in tv?"
Lei alzò gli occhi al cielo ridendo: "Oh, ti prego, ma ti senti? Stai dicendo sul serio? Sei davvero ridicolo..." Alex la interruppe: "Posso dimostrare ciò che dico. Devi solo credermi.". La voce di Alex aveva un po' di preoccupazione dentro di sé. Per un secondo Wendy fu quasi convinta da ciò che le stava dicendo il suo ragazzo, e quel poco le bastò a cedere: "...ok. Dimostramelo."

Mentre guidava verso casa Alex pensò di scaricare Login and Live sul telefono, in modo da potervi accedere ovunque. Anche perché poteva diventare davvero scomodo tornare a casa ogni volta che c'era bisogno di Xander Gold, specie in eventuali emergenze. Wendy teneva la testa appoggiata al finestrino, gli occhi stanchi. Teneva così tanto a lei, e non aveva intenzione di perderla. Questo poteva essere un incentivo per convincerlo a dare il meglio di sé nella sua causa, non solo per la sua vendetta, ma per salvare il futuro degli innocenti. Wendy e la sua famiglia prima di tutti. Cercò di togliersi quei pensieri dalla testa, notando che erano arrivati a casa. Sua madre e suo padre si erano riappacificati e in quel momento non erano in casa. Meglio, non avrebbe dovuto giustificare il suo ingresso nello studio insieme alla sua ragazza. 
"Allora amore, quando accadrà perderò i sensi, quindi non preoccuparti. Xander apparirà qui fuori di casa, dovrai solo affacciarti a quella finestra. Fidati, funzionerà."  Wendy fece spallucce e si sedette su una sedia vicino ad Alex. Quest'ultimo effettuò il login, e si preparò a svenire per riprendersi nello spawn che aveva selezionato. Ma non accadde. 
 

"...beh?". Alex spalancò gli occhi. Cosa diavolo c'era che non andava? Cliccò più volte sul tasto di login, senza risultato. "Perché cazzo non entra?"
"Alex, ci sentiamo." Lui si voltò per provare a fermare Wendy, ma stava già uscendo. La seguì chiamandola, ma lei non si voltò. Chiamò un taxi e tornò a casa sua. Alex aveva perso anche l'ultima cosa che davvero amava. E tutto per colpa di quel sito maledetto e della Legione. 
Quella sera spiegò a suo padre l'accaduto, e Paul Drake prese un'espressione tesa: "Ho dovuto bloccare io stesso il server. Era necessario."
Alex fece cadere la forchetta nel piatto e fissò suo padre con gli occhi sbarrati: "...cos'hai fatto?!"
"Alex, non avevo scelta. Ho scoperto un virus nei server, nulla di irrisolvibile, ma ho dovuto bloccare momentaneamente i server per evitare che ci tracciassero. Era pericoloso, avrebbero scoperto troppe cose.". Dovevano entrambi abituarsi a parlare di quelle cose in presenza di Mary, poiché lei aveva saputo l'intera storia da poco e doveva ancora metabolizzare la situazione.
Alex scrollò le spalle. "Per quando saranno pronti i server?"
"Non oltre domani.". Alex sbuffò: "Ok, va bene. Aspetterò."

Tre giorni dopo l'accaduto la situazione era ferma. I server erano tornati a funzionare, ma nonostante Alex continuasse a chiamare Wendy lei si rifiutava di rispondergli. Aveva sprecato la sua occasione, e ne soffriva ogni giorno di più. 
Un messaggio inaspettato da parte di Brian però ruppe la sua angoscia: "Ehi signor Gold, dobbiamo vederci. È importante, riguarda i nostri amici. Cerca di venire da me il più presto possibile."

"Attaccheranno il centro commerciale entro un paio di ore. L'altro giorno, quando abbiamo fatto quel raid nella vecchia sede, ho raccolto un paio di informazioni importanti dai miei compari. Ah, ricorda che io formalmente lavoro ancora per la Legione, e finché tiene la storia de "l'ultimo superstite al massacro dei miei poveri compagni" devi evitare di avere contatti con me sotto forma di Xander. O mi beccheranno e il mio lavoro andrà perso, come la mia vita. Intesi?"
"Certo, va bene. Devo chiamare la polizia però, non posso sventare un blitz del tutto da solo. Avrò bisogno di aiuto per portare in salvo i civili."
"Si, va bene, ma ricorda di chiamarli quando hai già effettuato il login. Sai meglio di me che è meglio che non conoscano la nostra vera identità."
Alex entrò nel gioco e dal suo cellulare chiamò l'agente Stevens. Fu complesso, perché dovette prima togliersi entrambi i pugni d'acciaio per digitare il numero: "Qui dipartimento di polizia di Garratt."
"Agente Stevens?"
"...chi parla?"
"Non c'è tempo per questo. La Legione colpirà al centro commerciale nella parte sud della città in meno di un'ora. Ci vedremo lì." Non diede il tempo all'agente di contestare e attaccò la chiamata. Non c'era un attimo da perdere. 
Si era messo d'accordo con Genesis riguardo ai particolari: questo sarebbe rimasto al piano di sopra e avrebbe sparato ai suoi compagni da lì. La polizia era già arrivata ed era appostata all'interno. Le volanti fuori non sarebbero state un problema, visto che più volte la Legione aveva abbattuto la polizia senza problemi. Ma adesso ne avrebbero avuto uno: si sarebbero dovuti preoccupare di due bersagli insieme, e il fatto di essere in maggioranza rassicurava Xander più di ogni altra cosa in quel momento. Poi sentì dei rumori avvicinarsi.

Ciò che si presentò davanti a lui appena entrata la Legione nel centro fu agghiacciante: ogni soldato del Plotone aveva un ostaggio con sé, probabilmente presi per strada, con il fucile puntato. E tra gli ostaggi Xander vide Wendy. "NON SPARATE! RIPETO, NON SPARATE! HANNO DEGLI OSTAGGI!" La voce di Carl Stevens riecheggiò nel centro, ma dentro la testa di Alex arrivò solo un piccolo eco. La visione della sua ragazza in lacrime con un fucile puntato alla schiena lo paralizzò. Poi, dopo i soldati del Plotone, entrarono i Creeps capitanati da Skydrops. Alex lo vide, con quel casco rosso, e si ricordò di lui dall'ultima battaglia: "Vi consiglio di posare le armi e consegnarci Xander Gold, o gli ostaggi moriranno tutti. Adesso.". I poliziotti attesero qualche secondo, ma poi a un ordine di Stevens abbassarono le armi. "Molto bravi. Ora, dov'è Xander Gold?"
"Qui.". Xander saltò giù dalla sua postazione, atterrando davanti al capo della Legione. Le armi dei Creeps si puntarono all'unisono contro di lui, che avanzò lentamente con le mani alzate: "Mollate gli ostaggi."
Skydrops rimase interdetto un secondo, poi alzò la mano e gli uomini della Legione ordinarono agli ostaggi di mettersi a terra. "...togliti il casco. Mostrati alla Legione.". Xander era sicuro di aver già sentito quella voce, anche se era difficile identificarla precisamente a causa delle pesanti modifiche dovute al microfono all'interno del casco rosso. 
Doveva solo aspettare un momento, era quasi il momento giusto. Alzò piano le mani verso la sua maschera, quando sentii un tintinnio metallico provenire dall'ingresso. 
Ecco, quello era il momento.

Il tintinnio era un piccolo oggetto che era scivolato in mezzo alle gambe dei soldati. Nessuno se ne accorse in tempo. l'oggetto esplose, rilasciando una densa nube fumogena, e subito degli spari arrivarono nelle spalle dei soldati del Plotone atterrandoli. La squadra speciale era arrivata.
Alex approfittò del momento per colpire in pieno volto Skydrops con un pugno. Mentre gli altri Creeps e i soldati-avatar restanti combattevano contro la polizia i due si scontrarono in mezzo al fumo.
Xander sentì il suono di una motosega avviarsi, e subito dopo Skydrops gli corse incontro tentando di penetrare nell'armatura con l'arma. L'eroe bloccò la lama con le mani, emettendo un gran numero di scintille. Skydrops lo calciò indietro riprendendosi la motosega e lo colpì lateralmente sbilanciandolo. Xander si appoggiò a terra con un pugno sparando l'altro contro l'avversario. Incredibilmente il colpo venne deviato dall'arma che tagliò la catena facendo crollare a terra il pugno di ferro, ormai collegato a nulla.
Xander Gold aveva solo più un pugno d'acciaio a disposizione, e lo usò per colpire in pieno stomaco Skydrops, per poi colpirlo nuovamente in volto incrinandogli l'elmetto. L'avversario si rialzò guardandolo fisso: "Hai paura di Skydrops? Forza, fatti avanti!". Subito non ci fece caso, ma poi una parola gli si congelò in testa. Skydrops. Aveva sentito male? No, era sicuro. Aveva detto Skydrops. 
"...Ben?". L'avversario abbassò lentamente la motosega, e capì perché la voce di Xander Gold gli sembrava familiare. Si tolse il casco, scostandosi i capelli dal volto: "Alex."

Alex rimase fermo un secondo, poi si scagliò contro il suo nemico placcandolo e gettandolo a terra. "TU."
Gli bloccò un pugno sul petto chiudendolo stretto: "Stai per fare un bel viaggio.". Si rialzò e sganciò il pugno verso il piano superiore, scagliando Ben in quella direzione. Corse di sopra per raggiungerlo, ma notò che Sealight si era già rialzato: "Ottime armi, te lo concedo.". Lo colpì con la motosega sbilanciandolo, per poi sferrargli un pugno sul casco con la mano libera. "Se non sei dalla mia parte devo ucciderti, Alex. Non ho alternative."
"Forse un'alternativa era non prendere parte a questa stronzata, Ben!". L'avversario si rimise in testa il casco: "Nah. Mi diverte tutto questo. E divertirebbe anche te, ne sono sicuro."
Gli corse incontro calciandolo contro la vetrata alle sue spalle che si ruppe sotto il peso dell'armatura. Per un secondo Alex riuscì a tirarsi in avanti e a provare a contrattaccarlo, ma Ben lo aveva preceduto gettandosi contro di lui e placcandolo, finendo oltre la vetrata rotta. Alex si aggrappò con la mano meccanica alla sporgenza e con quella normale afferrò Ben evitandogli di cadere di sotto. "Non è necessario.". Riuscì a scagliare Ben di sopra grazie alla forza anormale di Xander Gold, ma la reazione del suo vecchio amico non fu quella aspettata. Ben calpestò la mano meccanica, riaccendendo la motosega: "Continui a fare scelte sbagliate. Vediamo quanto durerà ancora.". Tagliò la catena attaccata alla mano meccanica, e Alex cadde di sotto urlando.
"BEN! BEEEEEEEEEEN!"

L'armatura attutì la caduta, ma il dolore lo paralizzò per qualche secondo. Si rialzò con estrema fatica, disarmato e distrutto fisicamente. Lo aveva battuto questa volta. Benjamin Sealight, quello che una volta era il suo migliore amico, lo aveva appena battuto. Vide la Legione uscire dalla struttura ed effettuare il logout: nonostante tutto avevano vinto. Avevano di nuovo battuto la Legione, e il morale della popolazione non faceva che alzarsi. Dopo la Legione uscì la polizia aiutando gli ostaggi. Si portò verso di loro a fatica, schivando tutti gli agenti e i cittadini che lo ringraziavano. Non gli importava di loro in quel momento. Non appena notò Wendy tra la folla affrettò il passo, accostandosi a lei. Questa alzò lo sguardo pieno di lacrime, e con la voce tremante disse: "...g-grazie infinite...". Lui le prese una mano stringendola tra le sue, come faceva spesso, e le disse con la voce affaticata e indebolita: "Grazie a lei di essere qui con me, my lady.". Le aveva detto quella frase al loro primo appuntamento, e lei la riconobbe subito. Spalancò gli occhi e fece per dire il suo nome, ma lui si portò un dito davanti al casco facendole segno di fare silenzio: "Ne riparleremo.". Detto questo l'eroe si voltò indietro e camminò lentamente verso il parcheggio nel retro del centro, disconnettendosi.

Quella sera ringraziò Genesis per la collaborazione, e quest'ultimo rispose: "Non c'è di che, eroe. Tieniti pronto per i giochi a Winston, il gran giorno si avvicina. Riprenditi, devi essere in forma."

Effettivamente era vero, il giorno dell'assalto a Winston era vicino, e quella era la sua occasione per battere la Legione una volta per tutte. Dopo aver parlato con Genesis parlò con Wendy; si riappacificarono e lei si scusò per non avergli creduto. 
 

Ora che Alex stava prendendo obbiettivi, il problema che si poneva tra lui e la sua vendetta era uno solo: Ben. 

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Capitolo 4
*** Il giorno si avvicina ***


"Alex, ci sei? Ti vedo un po' a terra."
No che non c'era. Da quando aveva visto Ben Sealight lasciarlo cadere dalla vetrata del centro commerciale durante quell'attacco non aveva più dormito. Doveva ucciderlo? Non ne aveva nessuna intenzione in realtà, ma era sicuro che la situazione lo avrebbe obbligato. Cercava vie d'uscita da quel pensiero che lo attanagliava, ma continuava ad escluderne fino ad arrivare all'unica e inevitabile: uccidere il suo ex migliore amico. 

Brian lo guardava con uno sguardo fiero, tenendo in aria la bottiglia di birra. Alex aveva presentato Brian a Wendy, e quella sera erano andati a casa del collaboratore per bersi una birra, giusto per festeggiare la piccola vittoria contro la Legione al centro commerciale.

"...Si, ci sono. Scusa."
"Pensavi ancora al tuo amico?". Alex esitò prima di rispondere: "Lui non...non è mio amico. Non più, almeno.". Wendy guardò un punto fisso scuotendo la testa: "Ancora non ci credo, proprio Ben..."
Alex sorseggiò un po' di birra: "Già. Nemmeno io ci credevo.". Brian si alzò in piedi: "Cambiando discorso. Xander ha già parlato alla polizia riguardo all'attacco di Winston?"
"Si, ho già avvertito Stevens. Pare stia chiedendo la collaborazione di più distretti, ha anche parlato di esercito ma dubito che prenderanno davvero parte a questa battaglia."
"L'esercito? Ma per favore. In America 1 nemmeno sanno della nostra esistenza, figuriamoci se manderanno davvero aiuti."
"Mh...hai nuove notizie riguardo all'attacco?"
"Direi di si. Manderanno più della metà del Plotone all'attacco, ovviamente sarà presente tutta la squadra Creeps e pare che perfino il Triumvirate scenderà in campo."
Alex sbarrò gli occhi: "...il Triumvirate?! Sicuro?!"
"Al 98 per cento. Sai, sarà la missione più importante dell'anno, la prima Zona conquistata del tutto. E poi, pensaci bene, cosa c'è a Winston di grosso?"
"...ah, certo, il passaggio ad America 7. È a quello che puntano quindi."
"Certo che si. Non solo conquisteranno tutta America 8, ma a quel punto entrare in America 7 sarà uno scherzo. Ma la notizia più importante è un'altra."
Poteva esserci qualcosa di peggio? Poteva davvero?
"Pare che Sealight stia costruendo qualcosa di più grande. Di molto...enormemente più grande." Brian abbassò lo sguardo, cercando di mettere a fuoco le informazioni nella sua testa: "Lo chiamano Progetto Spawner. Il computer madre della Legione creerà automaticamente e casualmente dei soldati-avatar, fondamentalmente dei bot da combattimento. Ci stanno lavorando tutti i tecnici, e sembra essere l'interesse primario del boss."

 

Alex trovava tutte quelle cose quasi inverosimili. Che accidenti aveva in testa Sealight? 
"Grazie per le informazioni, Brian. A questo punto mi sembra chiaro il nostro obbiettivo principale: fermare il Progetto Spawner. Il problema è come...non possiamo semplicemente distruggere il computer madre?". Brian scosse la testa dopo aver bevuto un sorso: "No no no. Distruggerlo avvierebbe il processo di emergenza, e tutti i computer collegati direttamente al computer madre farebbero partire il Progetto. Bisogna hackerarlo in qualche modo, se entri nel computer madre entri in tutta la rete di PC della legione."
"Posso chiedere aiuto a mio padre. Lui saprà di sicuro che fare. Quindi, ricapitolando, per fermare la Legione dobbiamo fermare il Progetto Spawner, bloccare il sito in modo che nessuno riesca più a entrarci e poi debellare materialmente i soldati restanti?". Brian annuì, per poi aggiungere con un tono sarcastico: "Banale, no?".

"Papà, ho bisogno di te.". Paul Drake era seduto al tavolo e stava sorseggiando un caffè. Non lo vedeva fare una cosa del genere da anni: gli ultimi avvenimenti dovevano averlo traumatizzato pesantemente. "Dimmi Alex. Ti ascolto."
"Mi serve un modo per bloccare Login and Kill. Devo impedire ad altri utenti di entrarvi per iscriversi."
"Alex...per farlo devi entrare nel computer madre. Come pensi di farlo? A parte il fatto che sarà praticamente impossibile anche solo avvicinarsi ad esso..."
"L'assalto a Winston, papà. Saranno tutti occupati lì, dovrò solo entrare e appropriarmi del computer. A quel punto sarà facile.". Paul ci pensò su. Certo era un'idea folle e azzardata, ma sembrava l'unico modo. Alex gli aveva già spiegato che attaccare l'HQ era una missione suicida anche se aiutati dalle forze dell'ordine, ed effettivamente attendere che la fortezza restasse almeno parzialmente sguarnita rendeva tutto più fattibile. "...va bene. Ma verrò io stesso con te. So bene che sei in grado di cavartela anche da solo, ma non si sa mai. Ti seguirò."
"Va...va bene papà. Ok.". L'idea gli piaceva; in fondo andare da solo nel quartier generale della Legione non era di conforto.
"Ah, e un'altra cosa...Sealight sta lavorando a un progetto, si chiama Spawner. Il computer creerà bot da combattimento automaticamente, rendendo il Plotone ancora più numeroso."
"...beh, ci toccherà fermare anche questo. Lascia fare a me, posso risolvere tutto. Tu dovrai limitarti a farmi entrare là dentro, al resto penserò io."
"Ok papà, ti farò entrare. Credo che dovrai portarti comunque qualcosa per difenderti, non saremo soli."
Il padre sorrise facendo l'occhiolino: "Penserò anche a questo. Non preoccuparti. Ce la possiamo fare."

Quella conversazione aveva rincuorato Alex. Era da tempo che suo padre non vedeva suo padre così positivo, e la cosa non faceva che rassicurarlo. Sperava davvero di farcela, anche perché un fallimento sarebbe costato la vita a chissà quante persone. 
 

La sera stessa Paul parlò con sua moglie della situazione: "Mary, conviene che tu vada in America 5 da Mark. Ho già parlato con lui, c'è una casa in quella zona e non costa nemmeno troppo. Rimanere qui al momento è troppo rischioso." 
Mary si lasciò cadere di peso sulla sedia, tenendo la testa fra le mani: "...solo io? E tu che farai? E Alex? Non penserete di provare a contrastare quel pazzo!"
"Ascolta. Alex ha delle capacità enormi, se l'è cavata in situazioni ben peggiori di quella in cui ci imbatteremo a breve. Se tutto va come deve riusciremo a far sparire quei maniaci dalla circolazione."
"SE tutto andrà bene. Io...io ho paura, Paul, capisci? Ho paura per te, per Alex, per tutti noi. Non possiamo andarcene tutti in America 5 e vivere lì? Qualcun altro riuscirà a fermarli..."
Paul scosse la testa: "Se quei tizi conquistano Winston non potranno più essere fermati. Saremo al capolinea."
Mary fissò suo marito negli occhi: "...va bene. Ma non azzardarti a morire, o ti ammazzo."
Paul ridacchiò e abbracciò sua moglie.

La tensione in vista della battaglia era oppressiva. Alex aveva paura ma allo stesso tempo era impaziente; era quasi sicuro di potercela fare, lui e suo padre avevano tutte le possibilità di salvare la situazione. Era solo questione di tempo.

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Capitolo 5
*** Fine dei giochi (Parte I) ***


Sei sicuro che sia questo il posto?"

Xander sostava a una cinquantina di metri dalla cancellata dell'HQ della Legione. Era una struttura enorme che ricordava una fabbrica. Non sembravano esserci guardie o sentinelle, ma l'eroe non si fidava di quel silenzio assordante. Stando alle informazioni di Brian l'assalto a Winston doveva iniziare a breve, questione di minuti.

"Si papà, sono sicuro. Adesso tieniti, dovremo scavalcare." Paul afferrò il braccio di Xander Gold tenendosi stretto, e quest'ultimo proiettò il pugno in cima al cancello come se fosse un rampino.
"Al tre. Uno, due..."
Si lanciò verso il braccio: "TRE!". Si innalzarono al di sopra della cancellata per atterrare dall'altra parte. "Bene, ci siamo. Ora dobbiamo entrare, stammi dietro."
"Tranquillo Alex, sono pronto a ogni evenienza."

Detto questo i due si avvicinarono all'entrata principale. Xander si voltò verso suo padre: "Chi ha bisogno dell'effetto a sorpresa?"
Sfondò il portone con un calcio, sentendo risuonare un allarme: "Uff. Papà, hai la mappa sul telefono, te l'ho passata ieri. Usala!"
"Si...ehm, di là. Nel corridoio!"
Padre e figlio corsero verso il corridoio sentendo delle voci allarmate alle loro spalle. Percorsero tutto il corridoio e arrivarono a un bivio. Xander non fece in tempo a chiedere "Da che parte?" che notò un gruppo di soldati-avatar girare l'angolo: "ECCOLI! FUOCO!". L'eroe si parò davanti a suo padre facendogli da scudo e deviando i proiettili. Corse verso il gruppo di soldati, colpendone due con entrambi i pugni e il restante con un calcio. Ne rimaneva un quarto che stava fuggendo: lui lo afferrò a distanza sparandogli contro la mano aperta e lo portò davanti a sé: "Quanti siete qua dentro?! PARLA PRIMA CHE TI SPACCHI LA TESTA.". 
"Ghhh...siamo...troppi...per te..."
Xander gli sferrò un pugno in piena faccia frantumandogli il cranio a terra. 
"Oddio, Alex, era necessario?"
Il ragazzo si voltò verso suo padre scrollando le spalle: "Dimmi solo da che parte dobbiamo andare."
"Certo, certo...di qua, seguimi. Troveremo delle scale e dovremo salirle, poi ci sarà un altro corridoio e in fondo ad esso una porta blindata. Lì toccherà a te sfondarla."

Xander annuì ed entrambi corsero nella direzione indicata dalla mappa. Salirono le scale, ma una volta arrivati al piano superiore dovettero nascondersi dietro una parete. In fondo al corridoio infatti, appena davanti alla porta blindata, stava camminando verso di loro un altro gruppo di soldati armati seguiti da Trevor Daniels, il vicedirettore della Legione e parte del Triumvirate. Cosa ci faceva lì? Non doveva essere in battaglia? 
"A lui ci penso io. Abbiamo un conto in sospeso." Paul prese la pistola che si era portato e la caricò. 
Xander annuì: "Io mi occupo dei soldati. Ricorda di starmi dietro o quelli ti crivelleranno di proiettili."
Xander uscì dal nascondiglio e si gettò subito sui soldati. Erano sei, e circondavano il vicedirettore che in preda al panico urlò: "FUOCO! NON LASCIATELO AVANZARE!"

L'eroe in armatura colpì lateralmente tre di loro scagliando un pugno e facendolo roteare come un mazzafrusto. Il vicedirettore era scoperto, ma gli altri tre si posizionarono prontamente davanti a lui sparando ininterrottamente. Xander Gold saltò verso di loro afferrandone due in volo e schiantandoli ai muri, per poi colpire il terzo in pieno petto distruggendogli la cassa toracica. Restava solo Daniels, e Xander lo afferrò per le spalle innalzandolo da terra di una ventina di centimetri e voltandosi verso suo padre. Il vice spalancò gli occhi, sbigottito, e balbettò: "P-Paul? Che significa tutto questo?"
"Hai anche il coraggio di chiederlo, Daniels?" ridacchiò Paul, puntandogli la pistola alla testa: "Avete ideato il gruppo di maniaci assassini e carnefici che sta consumando America 8. Tu sei uno dei tre capi, e mi chiedi che significa tutto questo? Sono venuto a fermarvi, caro vicedirettore."
Daniels cercò di mettere le mani davanti al corpo: "A-aspetta, aspetta, fermo! So che tutto questo è anche colpa mia, ma ho delle spiegazioni. Sealight, lui ci ha traviati tutti! Anche Brown, anche tutti i soldati e perfino suo figlio! Alla fine dietro a quei fucili ci sono persone normali! Credimi, Paul..."
Drake esitò un secondo, per poi puntare di nuovo la pistola alla fronte di Daniels: "Hanno fatto la loro scelta, come io feci la mia il giorno di rifiutarmi di partecipare a questo progetto malato. Come io sto facendo la mia scelta adesso dichiarandovi guerra, Daniels."
Paul Drake fece fuoco colpendo in pieno il vicedirettore e aprendogli un buco sanguinante in mezzo alla fronte. "...il danno è fatto. Adesso entriamo, Alex."

Xander indietreggiò di qualche passo, colpendo la porta blindata con entrambi i pugni. La porta si piegò su se stessa cadendo davanti ai loro piedi e mostrando il laboratorio e il computer madre della Legione. Paul fece per entrare, ma Xander lo bloccò: "Prima io. Non si sa mai."
L'eroe entrò nel laboratorio guardandosi intorno: la stanza era enorme, e praticamente illuminata solo dai computer accesi. Il computer madre era al centro su un piano rialzato: era più grande degli altri e sembrava emanare la luce di un faro. Xander fece per avvicinarsi quando una voce lo bloccò: "Bene, bene, bene. Guarda un po'. L'eroe mascherato che ci mette i bastoni tra le ruote e il signor Paul Drake. Che ci sia qualche legame?"
Xander si guardò intorno stringendo i pugni: "Chi sei? Mostrati se hai le palle."
"Parli di avere palle quando nemmeno mostri la tua vera faccia. Potrei farti la stessa domanda, Xander Gold. Chi sei tu?"
Una figura sembrò cadere dal soffitto per pararsi davanti al ragazzo. Era più alto di lui e decisamente più grosso. Aveva una colossale armatura da juggernaut e attaccata al braccio destro una minigun. Dietro alla lente del casco si scorgeva un volto familiare per Paul Drake, che infatti affermò: "Direttore Brown. Mi sembrava più basso l'ultima volta."
"Siamo in vena di battute, Drake? Beh, appena mi occuperò di questo pagliaccio sarà il tuo turno. Ora, Gold, possiamo cominciare?"
 

l juggernaut fece un pesante passo avanti, puntando la minigun. Xander spalancò gli occhi e saltò di lato, sentendo la pioggia di proiettili cozzare contro l'armatura. Sferrò un pugno diretto al volto dell'avversario che fu, per la prima volta, bloccato da quest'ultimo. "Sorpreso? Qualcuno ha bloccato il tuo infallibile pugno d'oro?"
Xander sorrise sotto il casco. Si lanciò verso il suo pugno, colpendo Brown con l'altro. Il direttore gemette indietreggiando.
"Sorpreso? Qualcuno ha colpito il tuo casco per la prima volta?"
Brown ruggì scaricando un altro caricatore addosso a Xander che fu spinto indietro dal violento impatto. Saltò in avanti, si abbassò per schivare il pugno di Brown ma fu preso alla sprovvista da una ginocchiata di quest'ultimo. Si fermò un secondo, notando del sangue scendere da dietro l'elmo: la ginocchiata gli aveva rotto il naso schiacciandolo contro il suo stesso casco.
"Ohohoh, ti ha fatto male questa!" il direttore puntò la minigun contro l'eroe pronto a sparare, ma a Xander venne un'idea geniale. Il tempo rallentò per un secondo: non appena vide la canna dell'arma puntata contro di lui, Gold sparò un pugno su di essa coprendola. Come previsto appena Brown fece fuoco tutti i proiettili furono rimbalzati indietro all'interno dell'arma facendola esplodere insieme a tutto il braccio del proprietario che cadde a terra sconcertato. Paul sbarrò gli occhi; non avrebbe mai immaginato suo figlio fare cose del genere. 
Xander si avvicinò all'armatura da juggernaut e tirò fuori con la forza il direttore da essa, scagliandolo di lato e facendolo sbattere contro una parete: "Adesso che sei senza armatura cosa sei, eh?"
Brown ridacchiò sputando sangue: "Bravo...te lo concedo...ma Sealight, lui...non sarà altrettanto...facile...". Xander alzò un pugno ma suo padre lo fermò: "Fermo. Sta morendo dissanguato a causa delle ferite, non infierire."
Brown lasciò cadere la testa all'indietro, lo sguardo perso nel vuoto. Il direttore era morto, ora restava solo un membro del Triumvirate da fare fuori. "Papà, adesso fai ciò che devi. Io dovrò recarmi alla battaglia di Winston. Non posso far attendere oltre gli altri, hanno bisogno di me."
"Va bene, Alex. Stai attento, mi raccomando." Gli diede una pacca sulla spalla, e suo figlio rispose: "Promesso. Stai attento anche tu."

Il ragazzo di disconnesse per poi riconnettersi poco distante dal campo di battaglia, nel punto prestabilito con Brian. Infatti lui, sotto forma di Genesis, era lì che lo aspettava: "Finalmente. Allora?"
"Daniels e Brown sono morti, mio padre sta lavorando sul computer madre. Sealight?"
"Era lì in mezzo che combatteva. Ci sono anche i Creeps là in mezzo, se ti interessa."
"Non tutti. Solo uno".

Xander diede uno sguardo al panorama che gli si parava davanti; una zona centrale della città evacuata il giorno prima era l'arena, la Legione e le forze dell'ordine erano i gladiatori al suo interno. Genesis gli mise una mano sulla spalla: "Sei pronto? Se ti passa la voglia possiamo sempre andare in America 5." Xander annuì sorridendo.

Era arrivato il momento del suo riscatto verso la famiglia Sealight: prima il figlio, poi il padre. Non solo per lui...

...ma per tutti.

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Capitolo 6
*** Fine dei giochi (Parte II) ***


Non aveva mai visto così tanto sangue in vita sua. Spari continui, separati tra loro da brevi pause di silenzio tombale per ricaricare i fucili. Dei proiettili cozzavano sulla sua armatura, ma non sembrava curarsene. Aveva un solo obbiettivo. 
Un soldato gli si avventò contro brandendo un randello, ma fu fermato e gettato via con un pugno. I suoi occhi fissavano e analizzavano velocemente ogni singolo anfratto, ogni angolo, ogni strada e ogni edificio. Genesis gli aveva detto che si trovava nel cuore delle fila nemiche, ma la cosa non lo turbava. Li avrebbe sbaragliati con facilità e si sarebbe ripreso la sua rivincita. 

Improvvisamente scorse un manipolo di soldati avanzare verso un punto impreciso, e subito dietro di loro vide i Creeps. Fece un passo avanti ma una mano sulla spalla lo bloccò: "Fermo."
Si voltò pronto a sferrare un pugno all'interlocutore, ma vide subito che si trattava di Genesis: "Lascia fare a me." Il ragazzo prese un oggetto luccicante, a forma di disco; lo attaccò al braccio e avanzò lentamente verso i soldati: "EHI! DA QUESTA PARTE!". Sparò una raffica per attirare la loro attenzione, e appena si girarono alcuni mormorarono: "Ma...è il Direttore? Cosa fa?". Skydrops spalancò gli occhi da dietro il suo casco rosso notando Genesis e Xander insieme, e urlò ai suoi: "ATTENTI!"
I soldati non fecero in tempo a recepire la frase che Genesis colpì il suo disco con una piccola bacchetta di ferro, producendo un suono simile a quello di un diapason moltiplicato per diecimila. Xander ebbe meno problemi, gli interni dell'elmo attutirono il suono, ma era incredibilmente fastidioso anche per lui. 

L'eroe approfittò del temporaneo stordimento degli avversari per lanciarsi su Skydrops, che si era già armato di motosega per l'occasione. Questa volta fu Xander a cominciare col botto, sferrando un pugno con tutta la sua potenza a Skydrops che fu scagliato indietro, contro il muro di un edificio. Sealight si alzò, sputando del sangue che uscì colando da sotto il suo casco. Fece per rialzarsi, ma un pugno troppo rapido per essere parato lo ancorò nuovamente al muro, incrinandogli qualche costola. Gemette di dolore, vedendo avvicinarsi Xander. Doveva pensare a qualcosa, mentre il resto dei suoi compagni si era lanciato all'inseguitore. Improvvisamente pensò che in spazi più ampi Xander era avvantaggiato grazie alla sua capacità di combattere a distanza staccando i pugni meccanici dalla sede; quindi si tirò a tentoni dentro l'edificio, evitando per miracolo un altro pugno.L'eroe imprecò: lì dentro sarebbe stato difficile combattere a distanza, si sarebbe dovuto affidare al corpo a corpo. Pensò che d'altronde aveva danneggiato Ben con quei due pugni, e sarebbe quindi partito avvantaggiato. Corse all'interno, quando una lama apparve da dietro una parete. Lo stava aspettando.
La motosega colpì violentemente il casco di Xander incrinandolo: "Non te lo aspettavi, Alex? Dai, alzati." Xander si alzò in piedi, mettendosi in posizione di guardia con i due pugni alzati davanti alla faccia: "Stavolta non scapperai."

 

Ben sorrise sotto il casco. Fece uno scatto avanti menando un fendente orizzontale, parato dal pugno destro. Il sinistro partì subito all'attacco: Skydrops lo bloccò a fatica sentendo un dolore lancinante al braccio, ritirò la sua arma e tentò un affondo. La motosega colpì l'armatura in pieno petto, e Skydrops ci si avventò contro per conficcarla del tutto e lacerare la pelle del suo nemico. Nel farlo però abbassò la guardia e Alex lo colpì in faccia con l'ennesimo violentissimo pugno mandando il casco in frantumi. Ben si lasciò cadere all'indietro, lasciando la motosega incastrata nell'armatura. Xander stava sudando freddo per l'adrenalina: l'arma era quasi riuscita a raggiungere la sua pelle. La tirò fuori gettandosela alle spalle, per poi sollevare l'avversario con entrambe le braccia e gettarlo di nuovo all'esterno dell'edificio. Ben faticava a tirarsi su, perdeva molto sangue. Xander si preparò a sparare un pugno nella sua direzione per finirlo, ma Sealight riuscì ad afferrare con una mano la motosega. Evitò il pugno e si attaccò alla catena con la mano libera. Xander se ne accorse troppo tardi, proprio mentre stava tirando indietro il pugno. Cercò di tirarsi indietro ma invano: Ben gli fu addosso in un attimo e colpì il casco di Xander con la motosega distruggendolo del tutto. Ora entrambi erano smascherati e si guardavano nei loro occhi dopo molto tempo. Ben aveva un'espressione affaticata, ma sempre seria. Alex era infuriato, e si rialzò in piedi nonostante l'urto. Sferrò un pugno in avanti, e Ben lo bloccò tenendo davanti a sé la motosega in verticale. Alex se ne accorse, e per un secondo il tempo si fermò. Ben aveva appena commesso un errore madornale.

Alex allentò per un secondo la presa sulla lama, per poi colpirla violentemente con entrambi i pugni. Come previsto la lama fu sbalzata indietro e tagliò per dritto la leggera armatura di Ben, causandogli una ferita sul petto. L'avversario urlò di dolore cadendo a terra. Perdeva più sangue di prima, e Alex lo guardò per un secondo: quello che era il suo migliore amico ora era ai suoi piedi morente. Non ebbe tempo di pensare se ucciderlo o meno che il suo cellulare squillò per un attimo. Staccò uno dei due pugni per rispondere, e dall'altro lato la voce affannata di suo padre gli parlò: "Alex...Alex, ho bisogno di te. Adesso."
"...cosa succede? Hai installato il virus?"
"Si, ma non ho finito di settare le opzioni. Il computer madre è...incredibile, lo hanno protetto in tutti i modi possibili. Non posso cancellare del tutto il Progetto Spawner, ma solo posticiparlo..."
Per poco Alex non fece cadere il telefono: "...e non è finita qui. Stavo finendo i settaggi, quando..."
Alex sentì il padre tossire dall'altro lato della chiamata: "Quando cosa? Che diavolo sta succedendo, papà?!"
"Alex...Sealight è qui. Lui è...lui...mi sta cercando."
La chiamata si chiuse. Il ragazzo non aveva un secondo da perdere. Perchè Sealight era lì? Chi lo aveva avvertito? Poi un'idea si fece strada nella sua mente: Brown. Lo aveva lasciato vivo, e con le forze restanti aveva di sicuro avvertito il capo del pericolo incombente alla base.

L'eroe effettuò il logout risvegliandosi nella sua macchina, luogo dal quale aveva loggato. Accese il motore e si allontanò in fretta da Winston. Accelerò al massimo in direzione di Campbell e in un quarto d'ora fu all'HQ della Legione. Vide la cancellata aperta, come anche la porta d'ingresso, ed entrò effettuando nuovamente il login come Xander Gold. Sentì dei passi veloci e una risata poco distanti da lui. Si nascose dietro una parete sbirciando dall'altra parte: suo padre correva ansimando e perdendo sangue dalla schiena, e subito dopo di lui una creatura alta e nera lo inseguiva. No, non era alto...stava fluttuando. O meglio, correva utilizzando delle articolazioni nere simili alle zampe di un ragno, e non toccava terra con le gambe. Indossava un elmo con un grosso occhio che copriva il volto, e rideva sadicamente. Appena Xander vide passare suo padre di fianco a lui uscì dal nascondiglio e si parò davanti alla creatura: "STOP!". La cosa non fece in tempo a frenare e Xander la colpì con un pugno rispedendola indietro contro una parete. Suo padre si voltò vedendo la scena: "...A-Alex!"
"ALLA SALA COMPUTER, VELOCE!". Suo padre lo guidò al piano superiore nella sala computer. Quando furono entrambi dentro Xander raccolse i resti del portone blindato, sfondato in precedenza, e li trascinò davanti all'entrata creando una barricata d'occasione. "Alex...finisci di scaricare il virus, io mi devo riposare un attimo...ho corso troppo, e ho perso molto sangue..."
"...va bene. Ci metterò un attimo..."
L'eroe si staccò entrambi i guanti e guardando lo schermo vide un countdown in basso a sinistra che segnava 7:45 minuti, una casella con segnato il numero 00 e segnato a fianco un +, infine sotto a questa casella c'era scritto "Minuti/Ore/Giorni/Mesi/Anni". Paul iniziò a dargli le istruzioni: "Bene...per prima cosa inserisci anni nelle opzioni. È la misura massima. Il countdown che vedi è la sequenza di chiusura automatica di questo posto, e una volta finito l'intera struttura verrà sigillata e diverrà inaccessibile. Dovremo concludere il tutto in questo tempo, quindi veloce, clicca sul più e arriva a cento anni. I numeri si muovono molto velocemente, abbiamo tutto il tempo."

Xander non si fece ripetere una sola parola e cliccò a tutta velocità il +. I numeri effettivamente salivano abbastanza in fretta, ma un rumore agghiacciante lo obbligò a girarsi: la creatura di prima aveva sfondato la barricata con le quattro articolazioni meccaniche, ed entrò nella sala computer: "DRAAAAAAAAAAAAAKE! SEI QUI! E C'È ANCHE XANDER GOLD!". 
L'eroe rimase paralizzato. Era Sealight? Cosa diavolo gli era successo? Come aveva fatto a trasformare in quel modo il suo avatar? 
"ADESSO MI OCCUPERÒ DI QUESTO PICCOLO GUASTAFESTE D'ORO!" 
Xander si voltò per un secondo verso il monitor: il contatore era impostato su 20 anni. Si rigirò, notando che in quella frazione di secondo Sealight si era avventato su di lui, richiudendo tutte le articolazioni verso la crepa nell'armatura per frantumare essa insieme alla gabbia toracica del ragazzo. Ma le quattro lame non raggiunsero Alex, si fermarono poco prima. 
Xander riaprì gli occhi, vedendo suo padre tra lui e Sealight, le lame che uscivano dalla sua schiena sanguinante. Un urlo partì dalla sua bocca.

Paul Drake era scattato in piedi non appena aveva visto il veloce movimento del suo ex collega. Si spostò davanti a suo figlio, sentendo subito un dolore enorme nello stomaco. Abbassando lo sguardo vide le quattro lame di Sealight conficcate nella sua carne: lo avevano passato da parte a parte, perforandolo. Sputò del sangue per terra, serrando i denti e chiudendo gli occhi lacrimanti. La sua vita gli passò davanti in un attimo, pensò a suo fratello, al suo progetto, a sua moglie, e infine: "A...Alex...io...ti voglio...bene...".
Sealight strappò via le lame, e Paul si accasciò per terra sanguinante. La sua vita era giunta al termine. 
Le lacrime scendevano da dietro l'elmo, cadendo per terra e senza fermarsi. Xander alzò la testa di scatto, la vista offuscata dal pianto: "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!"
Corse contro Sealight che cercò nuovamente di richiudere le lame nell'armatura di Xander. fallì di nuovo, però riuscì a intrappolarlo tra le quattro articolazioni di ferro nero: "Mi dispiace per tuo padre, ragazzo, ma nessuno fermerà il mio progetto." Detto questo, si voltò di scatto scagliando Xander Gold contro la vetrata: essa si sfondò all'impatto e l'eroe cadde giù dal quartier generale, battendo la testa. Il colpo era decisamente più violento rispetto all'ultima volta, ma non letale. Xander perse i sensi, vedendo come ultima cosa l'immagine sanguinante di suo padre davanti ai suoi occhi. 

Sealight guardò giù dalla vetrata: un'ostacolo era debellato. A giudicare da come aveva reagito, chi si celava dietro la maschera di Xander Gold poteva benissimo essere Alexander Drake, il figlio di Paul per l'appunto. Fece per scendere le scale e uscire, quando lanciando uno sguardo al monitor del computer madre raggelò: si avvicinò ad esso, vedendo tutte le opzioni del virus e il countdown che segnava 00:30 secondi. Andò nel panico e per un attimo provò ad annullare tutto senza riuscirci. Ormai era fatta. 
Si voltò per gettarsi dalla stessa finestra dalla quale era caduto Xander, ma appena ci arrivò davanti questa si chiuse davanti a lui con una saracinesca d'acciaio rinforzato. La procedura da lui stesso creata lo aveva rinchiuso come un topo in gabbia. Il computer era compromesso, anche spegnendolo e riaccendendolo non riusciva a cancellare quella schermata. Chiamò al cellulare suo figlio e i Creeps, ordinando la ritirata.

"Come accidenti hanno fatto a chiuderti dentro?!"
"Un virus. Inutile provare a farmi uscire, le saracinesche sono indistruttibili. Adesso ascoltami bene. Paul Drake è morto, Xander Gold è caduto. A proposito, era ancora lì quando siete arrivati?"
Ben Sealight, coperto di bendaggi e medicamenti, esitò un secondo davanti alla serranda della porta d'ingresso, attraverso la quale comunicava con suo padre: "...no. Non c'era."
"COME DIAVOLO SAREBBE A DIRE?! COME AVREBBE FATTO A SCAPPARE IN QUELLE CONDIZIONI?!"
"Non ne ho idea, papà. Adesso che facciamo? L'attacco a Winston è fallito."
Sealight si accasciò contro la serranda, pronunciando questa frase rivolta a tutti i suoi sottoposti presenti davanti all'HQ: "Interrompete tutti gli assalti fino al mio ritorno."
Ben spalancò gli occhi: "Ma hai detto tu stesso che..."
"Lo so, l'edificio si riaprirà tra non meno di vent'anni. Ma con esso avrà inizio il Progetto Spawner, quindi attenderemo. Quando sarà il momento, la Legione tornerà. Per ora limitatevi a vivere normalmente. Ben, tu ogni tanto portami delle scorte qui, ci terremo in contatto dal telefono. Tu e la squadra Creeps dovrete stare dietro ad Alexander Drake fino a nuovo ordine. Trovatelo, e non mollatelo un secondo. Ma non lo uccidete, mi raccomando, potrà servirmi in futuro."
Ben rimase sconvolto da quelle parole e dalla freddezza di suo padre in quella decisione, ma accettò e ordinò quindi il temporaneo scioglimento della Legione.

Alex riaprì gli occhi, trovandosi sdraiato su un lettino d'ospedale. Si guardò intorno, trovando tre visi familiari e due sconosciuti: mettendo a fuoco la vista capì che nella sua stessa stanza si trovavano sua madre, un ragazzo e una ragazza che gli erano molto familiari, un dottore e un'infermiera. Il dottore sorrise: "Buongiorno, Alexander. Come ti senti? Riesci a parlare? Riconosci queste persone?"
Alex si rialzò lentamente, sentendo un forte dolore ovunque, ma soprattutto alla testa. Tossì per schiarirsi la voce: "S-salve. Ehm...so che lei è mia madre, e loro due sono molto familiari, non so nulla di più al momento."
La ragazza scoppiò in lacrime, e l'altro ragazzo la abbracciò cercando di tranquillizzarla. Il dottore sospirò, rivolgendosi alla madre: "Soffre di un'amnesia temporanea. In breve dovrebbe ricordarsi di loro due e di alcune cose, ma recuperare tutti i ricordi sarà impossibile temo. Saranno necessarie alcune visite a case, potrei avere l'indirizzo?"
La madre tirò fuori un foglietto: "Certamente, eccolo qua. Numero 10, Sunset road, città di Seventh."
Seventh? Che posto era? Poi pian piano venne a galla un ricordo: il ragazzo presente nella stanza lo recuperava da qualche parte e lo caricava su una macchina, dirigendosi verso casa sua. 
Ricordava la madre e la ragazza in lacrime, ricordava un lungo viaggio in macchina e infine, per un secondo, una rapida scena sanguinolenta che però non gli diceva nulla. 

Arrivarono in una casa diversa da quella che ricordava, meno grande ma con arredi simili. Si erano trasferiti? Qualcuno suonò al campanello, e la madre andò a rispondere trovando Mark e Clare Drake sull'uscio di casa. Avevano un'espressione preoccupata, e Mark abbracciò sua madre consolandola per qualche motivo a lui sconosciuto. Una figura nuova entrò in casa, andando verso di lui: "Alex? Ciao...". Era un ragazzino di dodici anni, somigliante ad Alex per certi tratti del viso, aveva un'aria trepidante: "Ti...ti ricordi di me? Sono Albert, tuo cugino..."
"Oh, già...scusami, è che..."
"No, non preoccuparti. Stai bene ora?"
Alex scosse la testa, confuso: "Credo...credo di si, si."
"Bene. Sembra che vivremo nello stesso quartiere. Sei contento? Almeno non dovremo più viaggiare da America 5 fino alla 8 per farvi visita!"
America 5? Ecco perché non si ricordava dell'esistenza di quel posto, perché non erano più in America 8. Erano effettivamente andati a vivere in America 5 vicino ai suoi zii. 
Però in tutto questo puzzle costruito a fatica mancavano due tasselli: dov'era Ben?
Ma soprattutto, dov'era suo padre?

 

Vent'anni dopo

"Allora papà, hai detto che dovrei prendermi la patente, no? Bene, che macchina dovrei prendere secondo te?"
Alexander non fece molto caso alla domanda di suo figlio, e lo liquidò con un diretto: "Non saprei, cercane una su internet e vedi quale ti piace. Che non costi troppo."
"Ok. Wow, finalmente!"
L'uomo era ancora fermo sulle cose che aveva letto poco prima. Le note scritte da suo padre durante il suo... il loro progetto e prima della sua morte. Mentre leggeva, i ricordi che aveva perso riaffioravano pian piano, e in breve ricordò Xander Gold, ricordò Ben, Genesis, la Legione, l'assalto a Winston e la sanguinosa morte di suo padre per mano di Sealight. E su quest'ultimo pensiero si fermò, assumendo un'espressione preoccupata. Erano passati vent'anni da quel triste giorno; infatti era il 2035, mentre gli avvenimenti riguardanti i suoi ricordi risalivano al 2015. Questo significava che Sealight era sul punto di tornare libero, e con lui sarebbe rinata la Legione. Doveva trovare un modo per impedire a quel maniaco di rovinare nuovamente la sua vita e quella di tutte le persone a lui care. A qualsiasi costo.

-America 8, Campbell, HQ della Legione

La figura si alzò in piedi, avviandosi verso il computer madre. Tutti quegli anni chiuso lì dentro lo avevano portato alla pazzia, e gli risultava difficilissimo fare pensieri completamente lucidi. Guardò il monitor, notando che il counter del tempo mancante all'apertura era arrivato a zero. Sorrise maliziosamente: "Finalmente."
Le serrande si alzarono lentamente, facendo filtrare la luce solare. Non essendo più abituato alla luce naturale, Sealight fu shockato a tal punto che perse le vista. 
Cercò il telefono nella tasca, e chiamò suo figlio prima di diventare del tutto cieco: "Ben? Vieni al quartier generale, presto. Direi..."
Camminò tastando le pareti, fino ad arrivare alla porta principale. L'aprì, uscendo a tentoni dall'edificio: "...direi che il giorno è arrivato."

Fine

 

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