Just call my name, ‘cause I’ll hear you scream

di Hoshi_Hime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tale old as time ***
Capitolo 2: *** At least one positive thing ***
Capitolo 3: *** Business and small talks ***
Capitolo 4: *** Can we call this a first date? ***
Capitolo 5: *** Again, This is not a date ***
Capitolo 6: *** Lunch and flowers ***



Capitolo 1
*** Tale old as time ***


     

Tale old as time


??-??-2012; Ziravd; Deep World

Nella sala del trono non si sentiva alcun rumore se non un costante tamburellio di dita irritato  provenienti dalle mani del giovane re, che seduto sul suo trono continuava a muovere le falangi in modo inpaziente sulla superfice dei braccioli del trono.
Nessun membro della servitù osava fiatare nonostante non tutti i presenti fossero a conoscensa di cosa stesse irritando il sovrano così tanto.
A smuovere la quiete fu l'apertura di una delle porte e l'entrata di un ragazzo nella stanza.
Quest'ultimo aveva i capelli rossi e spettinati da tanti piccoli riccioli, in contrasto con quelli biondi perfettamente pettinati del sovrano, non si sarebbe ai detto che pure esso fosse re, od erede per la precisione, del regno rivale.
Nel vedere il ragazzo il monarca scattò in piedi sorridendo.
-Allora? C'é l'hai fatta? Lui dov'è?-
L'impazienza nella voce del più grande era palpabile, ma nonostante ciò il ragazzo dai capelli rossi aveva la stessa faccia impassibile che aveva da quando era entrato.
- Se ci sono riuscito? Sì, il tuo burattino è vivo e vegeto, ma credo che ce l'abbia ancora con te per quella... Cosa. In ogni caso Leonard noi avevamo un patto. Dove si trova mio fratello?-
Sul viso del ragazzo biondo apparve un sorriso soddisfatto, mentre tornava a sedersi, in modo più rilassato, se non scomposto, per poi ridacchiare alla domanda.
-Dominok, ti direi volentieri dove si trova il tuo caro fratellino...Se ne avessi idea. E' scappato dalle prigioni non molto tempo fa e nessuno l'ha più trovato. Se ti conforta pure le guardie che dovevano sorveglliarlo se la sono date a gambe saputa la notizia per non rischiare la pelle.-

Dominok corrugò le sopracciglia, senza però mostrare altro. -Quindi mi hai fatto resuscitare uno dei figli dell'Albero della vita solo per i tuoi scopi, ma non sai dove si trova mio fratello?-
Pur il viso quasi del tutto calmo la voce del rosso si era alzata, mentre si avvicinava all'uomo seduto, facendo scattare le guardie che fin ora erano restate in mobili, per poi bloccarsi di nuovo ad un gesto della mano del sovrano.
-Hussh, suvvia Eldur, clamati, almeno ora sai che non è più prigioniero! E Poi se ti surriscaldi troppo potresti fare una brutta fine e sarebbe un peccato se lo Shallow perdesse il suo erede al trono!-
-Hai idea che cosa implichi aver fatto tornare in vita quel ragazzo?-
-E tu hai idea di quante volte ti ho chiesto di farmi questo favore? Se tu avresti accetato dalla prima volta tuo fratello sarebbe ancora in questo palazzo.-
Dominok sospirò, fermandosi e rivorgendosi all'uscita della stanza.
-Beh, divertiti con Adam, e cerca di non farlo fuori un altra volta, non voglio sapere cosa porebbe succedere.-
Il re si limitò a sorridere e salutarlo con la mano, per poi fare cenno a una delle cameriere di accompagnare il ragazzo fuori dalla reggia.-



10/12/2015; Reykjavík;Islanda

Le strade della capitale Islandese erano in fermento da chi aveva iniziato le spese natalizie, in barba al fatto che fosse già buio per colpa che fosse inverno.
La nostra attenzione comunque si sposta sul marciapiede di una strada, dove due ragazzi stavano camminando parlando tra di loro.
-C-Comunque non serve che mi vieni a prendere dopo il lavoro ogni giorno... E-E cammina più piano ho le gambe corte! L-Lyos aspettami!-
La ragazza stava cercando di aumentare il passo per stare dietro all'amico, qualche metro più avanti di lei, mentre per colpa del vento le scompigliava i lunghi capelli di un innaturale azzurro.
Non biasimava il fatto che il ragazzo fosse di fretta, Ebe, così si chiamava la ragazza, sapeva quanto il migliore amico odiasse il freddo, ma un minimo di pazienza poteva averla!

Fortunamente il ragazzo di fermò e ridacchiando si girò verso la ragazza più piccola, prendendola in braccio.

-Ah! M-Mettimi giù!-
-L'hai detto tu che hai le gambine corte, così facciamo prima.
E in ogni caso oggi dovevi venire a cena da noi comunque.-
Ebe gonfiò le guancie mentre quueste diventavano leggermente rosse, non era colpa sua se lui era alto!
Non che le dispiacesse essere portata in giro, ma se qualcuno li avesse visti? Magari avrebbe creduto che fossero fidanzati, sarebbe stato imbarazzante!
-Non fare quella faccina, magari le ninfe non invecchiano ma potrebbero venirti le rughe lo stesso se fai smorfie di continuo. E comunque siamo quasi arrivati!-
Ebe borbottò qualcosa nella sua lingua madre, il greco, mentre per ripicca aveva cominciato a tirare i capelli castani dell'altro, causando un altra risatina da esso.
L'amicizia tra i due era nata dal primo incontro, Ebe era una ragazza fin troppo sbadata e Lyos le stava dietro e alla ragazza piaceva avere qualcuno che la "salvasse" dal sbattere la testa contro spigoli o pali vari.
In più entrambi non avevano un buon rapporto con i genitori e per buon rapporto si intende che Lyos era diventato un fantasma dopo che la madre l'aveva strangolato.
Quindi sì, entrambi non erano umani e entrambi non avevano i migliori genitori, forse non era la chimica dell'amicizia perfetta, ma i due andavano d'accordo.

-Siamo arrivati!-
Esclamò il ragazzo aprendo la porta dell'abitazione poggiando la ragazzina a terra.
Quel "siamo arrivati" era rivolto al conquilino di Lyos: Dominok, che al momento stava sonnecchiando sul divano, per essere svegliato dal biondo, che gli si era avvicinato per urlagli la prima frase nell'orecchio, facendolo sobbalzare.
- Oh...Ehy...
Ehy Ebe ceni qui oggi?-
La ragazza dai capelli azzurri annuì salutando il ragazzo con la mano.
Lyos si tolse il giubotto, rmanendo comunque con la pesante sciarpa, nonostante nella casa la temperatura fosse alta e si avviò in cucina. -Vado a preparare la cena!-
-A-Ah ti aiuto?-
-Nuhu sei ospite, mettiti comoda!-
Ebe si limitò a un flebile "ok" e sedersi su una delle poltrone.
Il vero motivo per cui voleva aiutare Lyos in cucina però era che sinceramente stare sola con Dominok la metteva un po' in ansia: Non aveva un rapporto di amicizia con lui, in realtà non aveva un rapporto e basta. Si limitavano a scambiarsi due parole crociate, quindi appena Lyos entrò in cucina nel soggiornò calò un silenzio imbarazzante.
O almeno per Ebe, visto che il rosso era tornato a dormire.
Per fortuna la cena fu preparata in fretta e quel sienzio fu riempito dal suono delle posate e la televisione che programmava il telegiornale, ascoltato distrattamente dai tre ragazzi.
- Resti qui a dormire Ebe?- Domandò il fantasma,mentre giocherellava con la forchetta, essendo appunto un fantasma non aveva bisogno di nutrirsi o qualsisi altro bisogno vitale, cosa che diventava noiosa a detta del ragazzo, incompenso era quasi del tutto invisibile alle persone umane, non che non lo vedessero, semplicmente lo ignoravano senza esserne consapevole, quindi era stato felice nell'avere incontrato Domi visto che era stata una delle prime persone a non dimenticarsi della sua esistenza dopo pochi secondi E dopo poco tempo il ragazzo dai capelli rossi iniziò ad ospitarlo a casa sua, infondo pur avendo quell'espressione costantemente impassibile era una brava persona.

Ebe annuì alla domanda: -Uh, non ho molta scelta, non sono riuscita a pagare in tempo le bollette della luce, per qualche giorno resterò al buio...-
Il ragazzo con i capelli ricci alzò appena un sopracciglio. -Hai bisogno di soldi?-
La ragazzina si grattò la guancia imabarazzata -Ah, Uh, no,no! D-Domani la proprietaria della pasticceria mi darà la paga e dovrei avere abbastanza soldi per sistemare tutto!-

La casa di Dominok era abbastanza grande, quindi Ebe aveva una stanza dove dormire comodoamente, stanza che alla fine era quasi diventata sua di diritto viste le molteplici volte dove aveva dormito lì, tanto che aveva già alcuni vestiti puliti per il giorno dopo. Insomma era diventata una seconda casa, in più Lyos le faceva compagnia, infatti i due dopo la cena erano nella camera da letto a guardare un film, anche se la testa della ragazza dai capelli azzurri ormai stava ciondolando dal sonno, aver da andare a scuola e a lavoro era stancante come cosa e non ci volle molto prima che Ebe crollasse poggiandosi contro al ragazzo, che si limitò a coprirla con una coperta e continuare a guardare il film sullo scermo. Nel tempo in cui si erano conosciuti Lyos aveva cominciato a vedere la ragazza come una sorella minore, fisicamente parlando Lyos dimostrava qualcosa tra i dicotto e i vent'anni ed Ebe era quasi maggiorenne, ma era anche vero che il ragazzo era morto nel periodo della seconda guerra mondiale mentre la ragazza era molto più ingenua di molte sue coetanee quindi il loro rapporto era molto simile a quello di due fratelli anche se erano entrambi figli unici.

Ebe si svegliò la mattina dopo, un po' grazie alla sveglia del telefono e un po' per abitudine per colpa della scuola.
Si stropicciò gli occhi appena spostando lo sguardo verso il ragazzo.
-Uh, non hai passato tutta la notte a vedere film, vero?-
-Ho passato assolutamente tutta la notte a vedere film. E fila a lavarti i denti che hai l'alito pesante.-
Per risposta Lyos si trovo una cuscinata in faccia mentre la ragazza correva a vestirsi e a preparasi nel bagno adiacente alla stanza per poi  andare in cucina, dove intanto il castano aveva preparato la colazione.
-A-Ah non serviva, p-potevo prendermi qualcosa al bar!-
Quando qualcuno le faceva dei favori la cosa la metteva sempre in soggezione, non le piaceva l'idea che la gente si disturbasse per lei.
-Shhh! Zitta, mangia e fila a scuola.
Piuttosto visto che non hai corrente a casa, vuoi venire a pranzo?-
-Uh, no grazie, andrò dalle Ameji probabilmente!-
Mormorò la ragazzina, mentre seduta a tavolo cominciava a mangiare i pancakes preparati dall'amico, ah erano così buoni che ne avrebbe potuti mangiare decine! Dominok era ancora a letto e probabilmente non si sarebbe svegliato prima di mezzogiorno, qul ragazzo era come un gatto: Dormiva quasi 18 ore al giorno.
- Guarda che se ti ingozzi così tanto ti verrà tutta la ciccia qui...Eeee qui.- E presse l'indice sul fianco della ragazza e poi sul petto, facendola sobbalzare con uno strilletto.
Ebe era coscente di non essere un peso piuma, non che fosse grassa, ma il suo fisico ricordava più una ragazza di un quadro rinascimentale che una modella moderna, aveva i fianchi molto larghi e il seno abbastanza abbondante, da cui dervanano diverse battutine.

Dopo la colazione la ragazza prese su la cartella, si infilò un giubotto sopra il maglione color corallo e salutando l'amico per uscire dall'abitazione e dirigersi verso la scuola.


Vorrei ringraziare Tengo, Nico e Yoru per avermi permesso di utilizzare i loro personaggi <3
Ma Hoshi non hai altre fic da continuare? AhahahSI, aiutatemi.
Comunque graize davvero ragazzi <3

E per i lettori nuovi, lasciate pure una recensione!

-Hoshi
 

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Capitolo 2
*** At least one positive thing ***


❧ A the least one positive thing


Ad Ebe piaceva imparare, in compenso non le piaceva la scuola. Prima di trasferirsi dalla Grecia aveva sempre studiato a casa con le altre giovani ninfe del piccolo villaggio davanti al mare dove aveva passato la sua infanzia, ma erano in poche, mentre nello stare in una classe di quasi trenta alunni le dava ansia.
In realtà semplicemente stare nei luoghi affollati dava quasi un senso di nausea alla ragazza, la cui aveva seri problemi a interagire con gli altri. In più quel giorno le sue amiche non erano presenti, ma non era una cosa nuova, visto che come lei le due ragazze non erano umane, anzi, avevano superato l'età da scolarette già da tanto.
Per sua fortuna quel venerdì scolastico passò in fretta e la ragazza appena suonata la campanella se la filò via dalla classe, uscendo fuori mentre si sistemava la sciarpa e la cartella sulle spalle. Poco dopo dall'uscita non poté fare a meno di notare una volpe dal pelo color zafferano e sorrise.
-Uh, Amai? Perché oggi non sei venuta a scuola?-
L'animaletto sollevò il muso verso Ebe per poi stiracchiarsi le zampe e prendere le sembianze di una ragazza dal viso asiatico dai capelli corti e dello stesso colore della pelliccia.
-Ebecchi!!!- Esclamò questa saltando addosso ad Ebe che quasi quest'ultima cadde a terra, Amai era una delle poche persone più basse di lei che conosceva, ma in quella stazza minuscola contendeva energia da vendere.
-A-Attenta caschiamo entrambe così!-
La ragazza giapponese ridacchiò scrollando le spalle. -Eh? Dovresti farti più muscoli Ebecchi! Magari così la smetteresti di cadere ovunque! Comunque non sono venuta perché semplicemente non ne ho voglia! Poi ho quasi centosessanta anni, cosa mi serve andare ancora a scuola?-
Amai era una kitsune: uno spirito di volpe giapponese che, oltre a poter controllare il fuoco, aveva l'abilità di trasformarsi in volpe e cambiare le sue sembianze a proprio piacimento. Di solito usava questa sua abilità per sembrare umana, ma ora che oltre ad Ebe non c'era nessuno, era nella sua forma più libera: i capelli erano di un biondo naturale, sulle guance del viso dai tratti volpini si vedevano due tatuaggi rossi simili a graffi e gli occhi arancioni brillavano come due fiamme vive.
Una particolarità delle kitsune era che raggiungevano la loro forma più potente e matura solo dopo gli ottocento anni, questo spiegava sia l'aspetto che il carattere da ragazzina che aveva... E poi sinceramente un po' tonta lo era.
-Amai-Nee, Ebe, non dovremmo andare a pranzo?-
A richiamare l'attenzione delle due fu una voce appena udibile di una terza ragazza, anch'essa aveva il viso tipicamente asiatico, anche se i suoi lineamenti erano più dolci della sorella, e dire che fosse pallida sarebbe stato un complimento. La pelle della nuova arrivata era bianca come la neve, facendo risaltare gli occhi di un particolare rosso carminio, ma se quelli di Amai erano pieni di vita, i suoi erano senza lucentezza e totalmente privi di riflesso come pure la pupilla di una tonalità tendente al rosso ossido, Ebe aveva spesso provato a guardarla negli occhi, ma ogni volta veniva presa da una sensazione di gelo che doveva distogliere lo sguardo dopo pochi secondi. I capelli blu grigiastro, che le coronavano il viso con una frangia pari, erano lisci ed estremamente lunghi che le arrivavano alle caviglie e, al contrario della ragazza bionda che era vestita in modo molto sportivo, lei indossava una lunga gonna bluastra e un cardigan.
Come la sorella, neppure Yukiko era umana o viva, per la precisione la ragazza era infatti una Yuki-Onna, lo spettro di una fanciulla morta assiderata. Per sua sfortuna Yukiko non ricordava nulla della sua vita precedente, ma con il tempo se n'era abituata.
-Uh, ehi Yukiko! P-Puoi dire a tua sorella di staccarsi da me?-
Si lamentò Ebe, visto che la kitsune non la lasciava andare, e la nuova arrivata sospirò. -Amai, lascia andare Ebe, per favore.-
Anche di carattere le due erano l'opposto, Yukiko non alzava mai la voce ed era sempre educata e pacata, facendo chiedere alla gente come potessero andare così d'accordo.
Alla fine la ragazza volpe lasciò in pace la ninfa per avviarsi dove avrebbero pranzato. La famiglia delle ragazze infatti gestiva un hotel con ristorante, ma non un hotel qualunque, per quanto fosse quella la prima impressione, bensì era un ritrovo per esseri sovrannaturali. Il perché quella città fosse stata così popolata da esseri non umani era un mistero, ma molti davano la colpa al vecchio campanile della chiesa, ma Ebe non aveva mai capito il perché.
Le tre, non appena arrivarono al ristorante dell'albergo, si misero comode ad uno dei tavoli accanto a un paio di ragazzini, nonché gli altri due fratelli della famiglia Ameji. Il primo era Kein, un ragazzo di origine tedesca, nonché l'unico a non essere giapponese o femmina della famiglia. Apparentemente sui sedici anni, aveva occhi marrone seppia e capelli ramati e spettinati. La prima cosa che si poteva notare era la bocca del ragazzo, di solito coperta da una maschera, adesso in bella vista, visto che stava mangiando: era formata da una lunga fila di denti appuntiti e riusciva ad aprirsi molto di più di quella di un essere umano. Infatti neppure lui umano lo era, un Ghoul per la precisione, quindi riusciva tranquillamente a trangugiare di tutto, compresa la carne umana, particolarità che condivideva con la bambina seduta accanto a lui. Ragun era la più piccola, appena dieci anni in una famiglia di immortali, ma sapeva badare a se stessa la piccola kappa, spirito delle acque. Pur dall'aspetto buffo, che ricordava una rana, dalla pelle e capelli verdognoli, poteva facilmente far fuori un uomo adulto con le sue manine paffute.
Come si poteva immaginare nessuno dei quattro era veramente imparentato fra di loro, infatti erano tutti stati adottati dalla proprietaria del hotel nel corso del tempo. La donna comunque non era presente nella stanza visto che era occupata con il lavoro, l'hotel aveva una forte influenza sulla popolazione non umana del luogo, tenendola spesso fuori casa.
Amai, appena seduta accanto al il fratello, poggiò la testa sulla sua spalla in modo affetuso approfittandosene per rubagli dal piatto qualcosa da mangiare, facendo sbuffare il ragazzo che per ripicca si era messo a mordere la mano della ragazza volpe. Nota personale: mai rubare il cibo a un Ghoul.
Ebe non aveva mia parlato troppo con Kein, era un tipo di poche parole e la ninfa non voleva sforzarlo, sapeva da sé quanto desse fastidio la gente che tentava una discussione quando non si ha voglia di parlare. Al contrario, Ragun la salutò con la mano palmata mentre divorava un enorme pezzo di carne cotta, almeno questa volta, al contrario delle altre volte. Sospirò e controllò il menù anche se ormai lo conosceva quasi a memoria: la famiglia Ameji era particolare, ma si riteneva fortunata ad averli come amici.

                    ~     ~     ~

L'erboristeria era ancora chiusa e il giovane con i capelli ramati si stava prendendo tutta la calma del mondo per sistemare le ultime cose prima di aprire il negozio. A distralo fu il bussare insistente alla porta, Dominok sospirò andando ad aprire, trovandosi davanti un ragazzo.
- Ehi, Adam, era da un po' che non ci si vedeva. - Mormorò invitandolo dentro avvicinandosi alla macchinetta del caffè. - Ti va? - Adam annuì, sedendosi sullo spazio libero del balcone passandosi una mano tra i capelli scuri striati di rosso.
- Com'è che ti porti la macchina del caffè a lavoro? -
- La caffeina è diventata l'unica cosa che mi tiene in vita, mi sa. - Borbottò in risposta versando il liquido caldo nelle tazzine e passandone una al coetaneo. -Novità riguardo mio fratello? - Il moro diede un sorso e scosse la testa.
- Il branco dei Keenan si muove di continuo e di certo non si vuol far trovare sia dai burattinai che sia da noi burattini. E tu? Dovresti metterti a cercarlo sul serio se si nasconde in questa città come dici tu. - Dominok buttò giù la scura bevanda in un solo sorso lasciandosi andare ad un altro sospiro.
- Dovrei, ma non so cosa dirgli se mai lo incontrassi, non posso andare lì e dirgli: "Ehi, sono tuo fratello che non vedi da quindic'anni" ... Dai non siamo ridicoli! - Adam annuii, capiva che cosa intendesse.
- Ma devi comunque sbrigarsi, prima che lo trovino prima di te, e non sto parlando di Leonard, lui è troppo coglione per essere un pericolo... è Eva quella che mi preoccupa. -
- Non hai tutti i torti. -
- Sul fatto che Eva sia un pericolo o su che Leo sia un coglione? -
- Entrambe le cose, sinceramente. - Adam ridacchiò, posando la tazza ormai vuota sul bancone e sospirando con amarezza.
- Scusami per non avere ancora infornamzioni utili... e grazie per il caffè. - Poi controllò l'orologio, si rese conto che era fuori casa da troppo tempo. Certo, al contrario di molti burattinai, il suo padrone gli dava libero arbriteo invece di renderlo una marionetta priva di volere come accadeva agli altri burattini, ma era meglio non farlo insospettire troppo. - Beh, mi sa che devo andare adesso, meglio non far aspettare troppo il biondino... A proposito di ragazzi, tra te e quel ragazzino? - Il rosso alzò un sopracciglio, ridacchiando appena.
- Da quando ti interessono i pettegolezzi? -
- Non hai idea di quante chiacchere si sentono alla corte, e poi sono curioso. -
- Non sei la prima persona che mi fa questa domanda... In ogni caso ora mi interessa mio fratello, il resto si vedrà più avanti. - Borbottò Dominok, mettendo via le tazzine.
- Zitello. -
- Non eri di fretta tu? Fuori. - Il ragazzo con i capelli striati rise, avviandosi alla porta.
- Come vuoi, cercherò di tornare appena avrò altre info. Au revoir! - E detto ciò sgusciò via dall'erboristeria. Il negozio comunque non rimase vuoto per molto, visto l'arrivo di Lyos.
- Eccomi qui! - Esclamò con alcuni fogli in mano. - Ho fatto quello che mi hai chiesto, adesso Ebe dovrebbe essere sistemata con le bollette varie per qualche mese... Comunque, sai che se la prenderà con noi quando scoprirà che le hai pagate per lei, vero? - L'altro si limitò a fare spallucce
- Cosa potrebbe fare se si arrabbia? Non portarci più i dolci che fa? -
- Ehi! Guarda che a me piacciano! -

                    ~     ~     ~

Passare il tempo con la famiglia Ameji era un esperienza caotica, erano sì delle brave persone, ma per Ebe dopo un po' diventavano troppo confusionarie. Yukiko non smetteva di fare pessimi giochi di parole, Amai trovava doppi sensi in tutto e Ragun provava a mordere le persone, l'unico tranquillo forse era Kein, almeno finché non gli si toccava il cibo, cosa che la ragazza non si sarebbe azzardata di fare comunque.
Per questo, appena finito di mangiare, con una scusa se l'era data a gambe anche se mancava ancora un po' prima che arrivasse il suo turno alla pasticceria dove lavorava part-time. Abbastanza tempo da fare però due passi. Le piaceva passeggiare, in più ora la città era piena di decorazioni natalizie e, anche se la ragazza non festeggiava il Natale, le piaceva quell'atmosfera, ancora meglio mentre sorseggiava della cioccolata calda che al momento teneva in mano.
Ora che ci pensava però forse avrebbe dovuto comprare dei regali per Lyos e Dominok, pure per la famiglia Ameji: erano sempre così disponbili con lei! Fatto sta che la ragazza aveva sempre avuto la testa fra le nuvole e quindi, così presa dalle varie lucine e dei suoi stessi pensieri, non aveva fatto caso all'auto che stava sfrecciando accanto al marciapeide dove camminava, inzuppandola completamente di fanghiglia.
Dopo lo spavento iniziale di essere stata quasi messa sotto, l'attenzione della ragazza si sposto ai vestiti imbrattati.
- Ah?! No! Nononono! - Di certo non poteva presentarsi al lavoro così! Controllò velocemente l'ora dal cellulare, forse se correva avrebbe fatto in tempo a tornare a casa e cambiarsi. Peccato che... beh... Ebe non era una cima, quindi non le ci volle molto mentre che correva di ritrovarsi a sbattere contro qualcuno, rovesciando la cioccolata che aveva ancora con sé contro il malcapitato.
La prima reazione della ragazza fu quella di scusarsi per poi andare ancora di più nel panico: era già di fretta di suo e ci mancava solo quella! Eppure era partita bene la giornata! E la cioccolata era bollente, magari gli aveva fatto male!
- M-M-Mi dispiace! - Il ragazzo si girò appena, controllando la ragazza.
- Eh? Colpa mia, mi sono fermato in mezzo alla strada, ti sei fatta male piuttosto? - Ebe scosse la testa per poi abbassarla.
- M-Mi dispiace per la tua maglietta! E-Ero di fretta e non ti ho visto. E-E non ti sei scottato vero? S-Scusa! -
- Era una maglietta vecchia, tranquilla... e non serve che ti scusi così tante volte. - Ebe si passò imbarazzata una mano tra i capelli, tenendosi dal mormorare "scusa" per l'ennesima volta. Non era brava a parlare con la gente che non conosceva, figuriamoci poi in una situazione simile.
- Però l'ho rovinata, scu-... Ehm... N-Non ho soldi al momento per ripagarla... -
- Ho appena detto che era una vecchia maglie... -
- P-Però posso offriti in cambio qualcosa alla pasticceria dove lavoro! - Gli occhi dello sconosciuto si illuminarono in un attimo.
- Beh, ai dolci gratis non si può dire di no. - Ebe sospirò e scarabocchiò l'indirizo del negozio su un foglietto, per poi ricordarsi che fosse in ritardo.
- A-Ah! Ora devo andare, quindi... a dopo! - La ragazza corse via verso l'appartamento dove abitava, notando solo dopo essere entrata che le luci erano funzionati.
- L-LYOOOS!- Almeno una cosa positiva le era capitata... No?




Eeeehy eccoci con il secondo capitolo, e piano piano la tramasi sta formando <3 Per prima cosaringrazio Laura per avermi fatto da BetaReader <3

Se vi è piaciuta lasciate una recensione! Sono sempre gradite anche le critiche!

-Hoshi

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Capitolo 3
*** Business and small talks ***


❧   Business and small talks

Nel salotto della villa si poteva sentire un dolce odore di tè mentre due ragazze erano sedute ad un tavolo sorseggiando la bevanda. La prima ragazza era Ruby De Rouge, di nobili origini e commerciante nel mondo magico, era una bella ragazza dai capelli ricci color crema, la pelle pallida con occhi rossi come il vino e vestita tutto appunto così come il trucco impeccabile.
Si poteva vedere che la strega fisicamente fosse giovane, non avrebbe mai dimostrato più di diciotto anni, ma il portamento era quello di una donna adulta e matura.
- Mi dispiace che la mia signora non possa essere presente. - Commentò la seconda ragazza.
Si era presentata come Gwen e Ruby aveva capito che si trattasse della burattina della padrona di casa, questa aveva i capelli biondo platino tenuti in due codine basse e i vestiti, che le ricordavano quelli di una bambola di porcellana, le davano una sensazione, un qualcosa di nostalgico. Forse era perché alla fine aveva passato la sua infanzia nel diciannovesimo secolo.
- Non si preoccupi, e grazie per avermi accolta comunque. -
Osservò il segno del morso sul collo della ragazza: il simbolo del patto tra burattinaio e burattino, ciò che rendeva una persona priva di volere in cambio del potere, di certo non era uno scambio equo e molti burattini non erano che prigionieri di guerra, costretti a diventare privi dell'arbitrio ed essere plasmati mentalmente semplicemente da un morso.

Ruby sospirò, era lì per lavoro, non per provare pietà per quella ragazza. - Possiamo parlare dell'affare adesso? -
Con gesto netto la donna tirò fuori una mazzetta spessa di soldi, sorridendo debolmente al gesto
. - Ecco qui, li può contare se non si fida - Gwen guardò i soldi per poi far avvicinare una cameriera, un'altra burattina che, al contrario della ragazza albina, aveva perso ogni traccia della propria volontà ed era come un robot creato per le faccende di casa. Questa poggiò una valigia sul tavolo e la sudetta fu aperta da Gwen per rivelare svariate boccette pieno di liquido cremisi.
Ruby sorrise dolcemente sfilando uno dei flaconi e stappare il grosso tappo di sughero, immergendo appena la punta del mignolo nella sostanza, portandoselo poi alle labbra e assaporarlo: il sapore non era male, sinceramente si aspettava di peggio.

- Signorina Gwen, posso sapere come la sua signora è riuscita ad ottenere tutto questo sangue?
- La seconda ragazza sorrise soddisfatta. - E' stata in verità la sottoscritta in persona a ricavarlo! Sapete, un sacco di burattinai cercano di ribellarsi e quindi, quando abbiamo ricevuto la sua lettera, Signorina De Rouge, che chiedeva se potevamo venderle del sangue per noi è stato facile sbarazzarci di quei traditori! -
C'era un certo orgoglio nella sua voce, però poi la ragazza la guardò in modo sospetto.
- Prima di finire l'affare però la mia signora mi ha chiesto il perché le serva tutto questo sangue. -
Ruby annuì, sapeva a cosa serviva il sangue dei burattinai: se bevuto dalle loro vittime il patto tra padrone e prigionerio veniva reciso; guardò in modo curioso la ragazza alla domanda, le sarebbe bastato bere un sorso del fluido per avere la propria libertà, ma se ne stava lì tranquilla ad aspettare la sua risposta.
Ruby sospirò, infondo stava provando un po' troppa pena per lei, fece allora un gesto sbrigativo con la mano mentre accavallava le gambe dall'altro lato.
- Come suppongo lei sappia già, il mio lavoro consiste nel vendere oggetti sovvranaturali, rari da trovare. I burattinai vivono solo qui nel Deep World e recuperare il loro sangue non è facile, hanno la pellaccia dura se posso usare un termine simile. Il sangue è sempre un elemento sempre richiesto nel mercato, lo si usa per le pozioni, per i rituali... e molti vampiri lo collezionano come si farebbe con un vino pregiato. -

Sperò che la sua spiegazione fosse abbastanza per convincere la ragazza. Gwen la guardò curiosa e poi annuì.
- Affare fatto signorina De Rouge. - Lo scambio fu finalmente fatto. Ruby fece per uscire dalla villa quando l'albina l'avvertì di un'ultima cosa.
- Signorina De Rouge, un piccolo avviso, spero che il suo acquisto non venga venduto alla nostra... concorrenza, perché in quel caso la mia signora lo verrà a scoprire prima o poi e per lei ciò significherebbe guai, ufufu! -
Ruby si limitò ad accennare un sorriso. - Me ne ricorderò, e portate i miei saluti alla signora da parte mia, in ogni caso. -
E così detto girò i tacchi, uscendo definitivamente dalla porta



. ~ ~ ~



Gwen sospirò, di solito era la sua padrona ad occuparsi degli affari e non lei.
Dopotutto era una ragazza adorabile, non una commercialista, avrebbe preferito spendere il pomeriggio a fare shopping online che così!
Almeno la sua signora sarebbe stata soddisfatta.
Il pensiero la fece sorridere però e si mise a trotterellare verso la sua stanza... prima di essere afferrata dal braccio e trascinata in un altra camera.

- Santi numi! Serviva tirami così? Mi hai rovinato le maniche del vestito! Hai idea di quanto costino dei vestiti del genere? -
Sbottò alla figura dietro di lei gonfiando le guance, chi le stava dinanzi a lei la guardava in modo arrabbiato e severo.
- Tu... Tu avevi del sangue con te? Avresti potuto darmene un po' sai?! Non a tutti piace stare chiusi qui! -
- Per poi farti scappare? Tehehe! Tu hai un patto con la mia signora, poi quando il lavoro sarà concluso potrai tornare a fare ciò che ti pare, ma per adesso meglio che ti metta a lavoro. Tehehe! A proposito... perché sei ancora qui? Dovevi essere via già da un po'!
- La persona infastidita schioccò la lingua e imprecò a denti stretti spingendo poi la ragazzina e avviarsi.



~ ~ ~



- S..Solo perché quel ragazzo viene tutti i giorni in pasticceria non vuol dire che gli piaccio! -
Lyos alzò gli occhi al cielo mentre l'amica provava a difendersi.
- Allora perché dovrebbe venire a trovarti? -
- P..Per i dolci? - Domandò ingenuamente la seconda facendo ridacchiare il fantasma.
- ... Lasciamo perdere! Piuttosto, oggi che non hai lavoro sei venuta qui ad aiutare in erboristeria? -
Ebe annuì alla sua affermazione. - Non posso ridarvi i soldi delle bollette quindi voglio aiutarvi qui! -
Esclamò mentre portava degli scatoloni presi dal retro. Ebe forse era piccina, ma non per questo era deboluccia quindi non le dava noia portare i carichi, almeno quelli non troppo pesanti visto che per quest'ultimi ci pensava Lyos.
- Dove li mettiamo questi, Domi? -
Domandò il castano affacciandosi nella stanza accanto.

L'erboristeria si trovava proprio sotto all'abitazione dove vivevano i due ragazzi, quindi era facile passare da casa al negozio facilmente, così si evitavano problemi.
Il ragazzo con i capelli rossi si affacciò a sua volta.
- Mettili accanto a quelli di ieri! -
Si spiegò in modo vago, aveva il viso coperto di fuliggine, per chi sa quale esperimento scientifico-alchemico stava facendo e la cosa fece sorridere Lyos.
- Ok..? Comunque datti una pulita alla faccia o spaventerai i clienti. -
Il più alto fece spallucce borbottando qualcosa sull'essersi addorementato sul tavolo di lavoro e Lyos sospirò non sorpreso della cosa.
- Ti preparo un caffè... -
Detto questo si avviò verso la macchinetta e contemporanemante le campane a vento davanti alla porta tintinnarono, facendo capire che qualcuno fosse entrato.

Quel qualcuno era la signorina De Rouge, con ancora la valigia tra le mani e dietro di lei zampettava Amai... più che dietro le stava appiccicata addosso.
Ebe sorrise, sapeva che le due ragazze stavano assieme da molto tempo ormai, ma non le capitava spesso di vederle assieme, Ruby viveva a Parigi ed era sempre via per lavoro.

- Bonjour! Il signor Eldur è presente? -
Domandò la bionda con un rapido movimento degli occhi per controllare l'interno della stanza. Il ragazzo uscì con finalmente il viso pulito se non ancora qualche residuo della polvere nera all'attacatura dei capelli.
- Signorina De Rouge. -
Salutò con un gesto la giovane donna per poi prendere la tazza del caffè e dare qualche sorso mormorando un "grazie" al ragazzo dai capelli chiari.
- Suppongo che sia venuta qui per il nostro scambio, si accomodi comunque.-
Esclamò osservando la valigia, Ebe guardava la scena curiosa, le capitava spesso di dimenticarsi le origini nobili del ragazzo ed era la prima volta che lo vedeva fare affari con qualcuno che quasi si chiese se era meglio uscire da lì per non essere una presenza in più.

Ruby si sedette sulla sedia davanti al bancone, poggiando la valigia che aveva con sé su di esso e aprendola
. - Come abbiamo accordato le prime cinquanta boccette sono vostre. -
Si era causata una cerca curiosità nella stanza da parte dei presenti. Quello sembrava sangue? Sia il fantasma che la ninfa guardarono la kitsune in cerca di conferma, ma questa si era limitata a guardare curiosa tra gli scaffali. In più, il fatto che qualcuno stava dando del "voi" a Domi faceva strano ad entrambi.

- Solo cinquanta? -
- Credo che voi sappiate quanto sia stato difficile per me averle e sangue così raro a grande prezzo nel mercato non è che si trova, quindi cinquanta o nulla. -
- Neppure se ho qualcosa con cui ribattere? -

La giovane donna sorrise facendo brillare i denti prima nascosti dalle labbra tinte di rossetto.- Mi sorprenda! -

Dominok fece segno di aspettare un secondo, andando nella stanza dove si trovava prima per tornare con in mano alcune cose.
- Signorina, queste sono le pietre di Adularia che erano già nel nostro scambio... -

L'Adularia erano le pietre delle fate? Ebe era abbastanza sicura di sì e ora era ancora più curiosa, che le avesse create con l'alchimia?

- ... E poi questo. -
Dominok aprì la mano, mostrano quello che sembrava un cristallo violaceo, Ruby sembrava interessata alla cosa, lo si poteva vedere dall'espessione del suo volto.
-Pensavo fosse vietato commerciare i cristalli... ma suppongo che il sovrano possa fare un eccezione. -
Il ragazzò sospirò.
- Il fine giustifica i mezzi, spero solo che lei non abbia intenzione di venderlo alle mani sbagliate. -
Ruby sorrise. - Non si preoccupi, oltre che essere una commerciante, sono anche una collezionista; credo che terrò ciò per il mio diletto. In ogni caso, affare fatto.
- I due si scambiarono un veloce sorriso e la ragazza aggiunse un'altra ventina d'ampolle all'offerta.

- Ruuuuuuubz hai fatto? Sto morendo di noia qua dentro! -
La kitsune si era agrappata alla manica dell'altra con le guance gonfie e l'aria spazientita.
- T..Te l'avevo detto di aspettarmi a casa tua! E non fare la bambina! Sto lavorando! - La più alta delle due tossicchiò imbarazzata cercando di spingere via delicatamente la ragazza.
- Mi sarei annoiata anche a casa! Siete troppo seri voi due con questo modo di parlare serioso! Va bene che Domi è re di Non-mi-ricordo-dove ma è anche un cretinotto, puoi parlarci come una persona normale -
E poi girò il volto verso il ragazzo. - Vero ne? -

- Avrei preferito che non mi dassi del cretino, ma sì. Comunque lascia la signorina Ruby comportarsi come vuole. -
La strega alzò gli occhi al cielo. - Sto solo cercando di concludere un affare, Mon cheri, e farei prima se tu tornassi quieta... Grazie per la vostra comprensione Eldur. -
Amai sbuffò facendo il verso all'altra.
- Bon basta così! -
Esclamò poi prendendo sia le pietre che la ragazza in braccio, facendola strillare appena per la sorpresa.
- M..Mettimi giù! -
Amai ridacchò dirigendosi verso la porta e aprendola con un calcio tutt'altro che aggraziato.
- Nah! Domi grazie per 'sti sassi e il cristallo sbriluccicoso, non fare robe strane con quel sangue. Ebe ci si becca a scuola e Lyos smetti di fare la gatta morta e fai qualcosa di concreto. Bye-Bye!!! -

E stillato ciò se ne uscì dal negozio con ancora la strega in braccio che cercava di scendere, e la differenza di altezza delle due rendeva la scena ancora più ridicola in effetti.
Ci fu qualche secondo di silezio nella stanza interrotto poi da Domi.
- Cosa intendeva con non fare la gatta morta..? -
- Nulla! Non ne ho idea! - Le guance del fantasma si erano tinte appena mentre il ragazzo lo osservava curioso, Ebe ridacchiò osservando i ragazzi, per poi parlare cercando di rompere il ghiaccio tra i due.
- Beh, si sta facendo buio, c..credo che sia meglio per me tornare a casa! A domani! - Esclamò mentre si infilava il cappotto.
- Vuoi che ti accompagniamo? -
- Ah? N..No, va bene così, tranquilli! E Lyos... Amai ha ragione! -
E ridacchiando di nuovo uscì pure lei dal negozio, prima di essere linciata dall'amico.



Le ci volle qualche secondo per abituarsi dal calduccio dell'erboristeria al freddo di dicembre e si strinse un poco la sciarpa contro il viso sbuffando, non le dispiaceva troppo l'inverno, ma il fatto che in pieno pomeriggio fosse già buio non l'aveva mai rassicurata troppo dandole sempre l'impressione di essere osservata.

Solo che quella volta non le sembrava una cosa passeggera e si ritrovò a guardarsi intorno, mentre piccole scintille bluastre le si formavano sulla punta delle dita, pronte a diventare fiamme se fosse stato necessario. Si guardò ancora in giro ma notando niente di anomalo decise che era meglio rilassarsi e non essere così paranoica.
Fu in quel momento che sentì una mano sulla spalla che la fece rizzare e girare di scatto per vedere chi l'aveva toccata.
Quel qualcuno era un giovane uomo biondo con un cappotto bianco con accanto un altro ragazzo dai capelli striati.
- Ops! Non volevo spaventarti puffetta! Mi serve sono un informazione! -
- O..Oh, non mi ha speventato, si figuri! - In realtà stava mentendo, ma sarebbe stato maleducato, no? Anche se però quel soprannome non le piaceva tanto, insomma ok che aveva i capelli azzurri, ma cos'era tutta quella confidenza, uh?
- Oh perfetto! Solo una domandina e poi ti lascio per la tua strada! -
Ebe annuì, ma istintivamente fece un passo indietro, c'era qualcosa in quel tipo che non la rassicurava, forse avrebbe dovuto seriamente farsi accompagnare da Lyos. - ... Cosa vuole sapere? -
Cercò di levarsi i brutti pensieri dalla testa.
Ehi, magari erano solo turisti.
L'uomo sorrise rendendo gli occhi chiari sottili come fessure, un sorriso un po' troppo sforzato per i gusti della ragazza, forse sarebbe stato meglio trovare una scusa ed andarsene, ma ormai il biondo aveva già iniziato a parlare.
- Sei la ragazzina che lavora in quella pasticceria in fondo alla strada?
- Ebe annuì, un po' confusa dalla domanda. - L..Lavoro lì part-time, se vi serve qualcosa dovreste parlare con la proprietaria, è lei che si occupa d.. -
Fu zittita dal dito del ragazzo sulle labbra.
- Shh, volevo solo sapere se lavoravi lì. Ora, so che un ragazzino ha cominciato ad essere cliente abituario, hai presente? Capelli neri, occhi chiari e tatuaggi, il tipo che le ragazzine come te non dovrebbero frequentare. Per caso ti ha mai anche solo accennato dove va quando torna a casa? -
Ebe indietreggiò di nuovo e scosse la testa un po' intimorita, cosa intendeva?
Che qualcuno l'avesse osservata in quei giorni? E poi cosa gli interessava di quel ragazzo?
Si stava facendo non poche domande nella testa e alla fine decise di rispondere con cosa le diceva l'istinto: tirare un pugno al biondino e correre via.
E fu quello che fece, con tanto di un sonoro crack al contatto delle sue dita contro il naso dell'altro, ma se la prima parte del suo piano fu conclusa, la seconda non andò a buon fine visto che mentre stava per scappare il secondo ragazzo, che era statto così slienzioso che Ebe si era quasi dimenticato della sua presenza, la prese per il colletto sollevandola da qualche centimetro da terra.
- M..Mettimi giù! - E le tappò la bocca con l'altra mano per poi limitarsi a sbuffare.
- Leonard, che ci faccio con lei? -
Questo si massaggiò il naso che stava leggermente sanguinando con aria scocciata.
- Falla fuori magari. -
- Non hai detto che ci serviva? Non sarebbe meglio portarla con noi? E poi dai... è una ragazzina... non avrà neppure diciott'anni! -
- Adam ti ho detto di farla fuori, non dargli degli alcolici! ... Comunque suppongo che tu abbia ragione. -

Ebe di suo canto stava provando a sgusciare fuori dalla presa del ragazzo, di certo non voleva andare con loro o ancora peggio perdere la vita. Iniziò a creare qualche altra scintilla dalle mani, queste scoppiettarono un pochino prima di diventare fiamme mentre provava a colpirlo invano, visto che questo si era limitato a osservarla accenando un sorrisetto.

- Non è umana, mi devi dieci euro. -
- Oh andiamo e come potevo saperlo? Ormai tutte le ragazzine si tingono i capelli colorati! -

Ebe emise un verso di frustazione, realizzando che entrambi i suoi aguzzini non erano umani come aveva creduto.
Non era brava con i suoi poteri, pensava che creando qualche fiammella li avrebbe spaventati abastanza da mollarla, ma se si parlava di gente sovvranaturale non poteva fare molto se non continuare a provare a divincolarsi o magari sperare che qualcuno passasse di lì.

Speranza che fu esaudita quando sentì il rumore di qualcosa colpire la testa del ragazzo che la teneva, facendogli a sua volta mollare la presa.
Ebe sospirò correndo verso la direzione di chiunque l'avesse aiutata, per poi notare che si trattava del ragazzo che i due tipi stavano cercando.
- G..Grazie! M... -
- Shh! - Questo abbassò la voce.
- Hai presente la chiesa? Vai al campanile e aspettami lì, non parlare con nessuno e non toccare nulla. A 'sti due ci penso io... Leonard adesso arrivi a molestare le ragazzine? -
Il biondo sorrise. - Oh che sorpresa, ti metti in trappola da solo adesso? -
La ragazza guardò la scena per qualche secondo, avrebbe potuto correre a casa, però qualcosa le diceva che poteva fidarsi e che sarebbe stata più al sicuro così.
- G..Grazie di nuovo! - Esclamò correndo verso la chiesa della città più veloce che poteva.






Finalmente ecco qui il terzo capitolo, come sempre per prima cosa ringrazio Lau per avermi fatto da beta, così come il resto della squad per avermi sopportato mentre scleravo :*
Come sempre recensioni e critiche sono ben volute!

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Capitolo 4
*** Can we call this a first date? ***


❧ Can we call this a first date?


L'interno della chiesa riusciva ad essere spettrale che rilassante allo stesso tempo. L'unica luce all'interno era prodotta dalle candele accese e dalla luce della luna che filtrava dalle vetrate, rendendola quasi del tutto buia.
Ebe si guardò attorno, mentre camminava per la navata, stando attenta ad non inciampare e chiedendosi se c'era qualcuno all'interno del luogo.
Forse avrebbe dovuto fare il segno della croce, anche se il cristianesimo non era la sua religione? Era stata cresciuta nel credere a miti e leggende su dei, mostri e ninfe come lei, quindi del crisitanesimo non sapeva molto.
Si fece luce con una fiammella, questa brillava azzurra danzando sul palmo della mano sinistra, mente con l'opposta tasastava la parete con le dita cercando una porta.
Quando questa fu trovata la ragazza l'aprì piano piano, sperando che fosse quella che portasse al campanile.
Si trovò davanti delle scale a chioccola e salendoci un passo alla volta si trovò dove sperava.
Osservò le campane, un po' spaventata se queste si sarebbero messe a suonare, di certo le sue orecchie non avrebbero giovato.
Con un sospiro la ragazza dai capelli azzurri lasciò la fiamma fluttuare per aria e mettere le braccia conserte sotto il seno.
Ora doveva solo aspettare quel ragazzo che l'aveva aiutata prima.
E a quel pensiero poggiò la schiena contro la campana più grossa, ma invece di sentire il metallo freddo contro la schiena come si aspettava la sensazione fu quella di un vuoto d'aria per poi finire a terra.

-O-Ouch!- Esclamò mentre si massaggiava la schiena, ma appena in piedi si sentì il vento sbatterle in faccia e guardandosi attorno per pochi secondi le bastò per capire che non era più dove si trovava neppure un minuto fà. Quel posto era la rovina di ciò che probabilmente era un altro campanile, ma il tetto mancava facendo entrare tutto il freddo all'interno della struttura quasi del tutto distrutta.
Dopo lo shock iniziale cominciò a fare mente locale e ringraziò tutto ciò che sapeva dei miti e magia arrivando alla conclusione che la campana funzionasse come una sorta di portale, per qualunque fosse il posto dove si trovava.
-S...Suppongo che mi basti toccare di nuovo la campana e tornerò dove ero prima...-

Mormorò tra se e se facendo per toccarla per essere bloccata da un rumore animalesco che attirò la sua attenzione.
Come aveva fatto a non notarlo subito era un mistero, ma quello che aveva a pochi metri di distanza era senza dubbio un lupo.
La pelliccia era argentata, pur essendo buio la luce della luna era abbastanza da farla riflette e gli occhi dell'animale era di un giallo vivo.
Ebe sperava che non avesse fame.
Ma per quanto non ne sapesse di lupi il modo con cui la guardava diceva altro.
Cautamente la ragazza fece qualche passo indietro, cercando di dirigersi verso le scale che l'avrebbero portata fuori dalla struttura, ma appena fece cenno al voler scappare l'animale cominciò ad avvicinarsi a passo veloce.
Ebe si lasciò scappare uno strilletto creando di nuovo scintille azzurre dalle mani cercando di spaventarlo.
Ma fu qualcos'altro a far assumere una posizione subbimissiva al lupo argenteo.
Nel mettersi tra questo ed Ebe fu un altro lupo, nero questa volta e la ragazza poteva vedere gli occhi di un famigliare verdeacqua.
Il lupo nero emise un ringhio e quello fu abbastanza per far scappare il secondo con letteralmente la coda fra le gambe...O zampe ad essere precisi.

Ebe non ebbe neppure il tempo per chiedersi perché l'avesse aiutata che l'animale cambiò forma in quella del più famigliare ragazzo con i capelli neri di prima, e questo pareva avere un espressione scocciata sul viso.
-Che parte di "non toccare nulla" non ha afferrato?-
Ebe si grattò la guancia. 
-S-Specificamente parlando non ho toccato nulla..E-E poi non puoi dirmi di andare in un campanile senza avvisarmi che l-le campane funzionano come portale per...Qualunque posto sia questo qui.-
Sbuffò in sua difesa. -C...Comunque sei un licantropo?- domandò poi inclinando un poco la testa.
-Keenan.- Corresse lui lasciando un espressione interrogatoria sul viso della ragazza.
-Non è molto diverso dai licantropi, ma senza quelle cazzate del ciclo lunare, diciamo che posso trasformarmi quando voglio. In più i Keenan vivono solo qui.-
-E qui dove sarebbe per la precisione?-
-Il Deep world, ovvero la cosa più vicina all'inferno se non guardi dove metti quei piedini.-
La ragazza assunse un espressione scocciata, ok che il ragazzo l'aveva salvata...Due volte, ma non serviva essere scortese!
Il ragazzo si lasciò un sospiro. 
-Non fare quella faccia, piuttosto muoviamoci prima che quei due arrivino qui.- 
-A-Ah sanno di questo posto?-
-Ci vivono qui. E ora muoviti.- Sbuffo afferandole la mano e trascianandola.
-E Stammi vicina si sta facendo notte.-
Ebe arrossì per poi guardarsì in giro, come poteva qualcuno vivere in un posto del genere? Era tutto completamente spoglio e coperto coperto da erbacce e macerie, un po' come una casa abbandonata, solo su grande scala.

-C...Comunque mi chiamo Ebe! Non ci siamo mai presentati se non erro!-
Esclamò la ragazza dopo qualche minuto di silenzio mentre camminavano per il posto. Non le piaceva lì, in più tutta quell'erba alta le aveva graffiato le calze visto che fra un po' le arrivava al ginocchio.
-No, non che ricordi. Comunque mi chiamo Eltanin.-

-E'..E' un bel nome.- Mormorò la ragazza più a se stessa che altro. -Forse sto facendo troppe domande ma posso sapere dove mi stai portando?-
-L'unico posto dove sono certo che quei due di prima non possano trovarci...Comunque siamo quasi arrivati.-
Aggiunse per rassicurarla notando che la ragazza sembrava un po' stanca.

-Sanno di questo posto?- Mormorò lei con tono preoccupato. 
-Ci vivono qui, sono burattinai, per la precisione il sovrano dei Burattinai e il suo burattino.-
Ebe corrugò le sopraciglia, sapeva chi fossero i burattinai e che averceli contro non era cosa buona, quindi beh adesso si sentiva meno al sicuro di prima.
E poi qualcuno poteva vivere in un posto del genere? Aveva visto solo erbacce da quando era lì...A parte il lupo che aveva tentato di mangiarla mezzora prima.
-Quindi controlli il fuoco mh?-
Domandò il ragazzo notandola sopra pensiero avvicinando la mano a una delle fiammelle che per tutto quel tempo erano state le uniche fonti di luce visto che era diventato buio pesto.
-Ah, Sì! Ma non sono molto brava, nessuno della parte di mia madre ha la pirocinesi, anzi diciamo che sia mia madre che zia e cugine controllano l'acqua, mentre mio padre è umano.-

-Sei una mezzo sangue?-

Ebe scosse la testa. -Mia madre è una ninfa, le ninfe sono tutte donne quindi quando uhm si...Sposano con un umano le loro figlie femmine sono ninfe a sua volta. C-Comunque sto divagando, scusa!-
-Tranquilla, mi piace la tua voce.-
-Uh?-
-Lascia perdere, comunque potrei aiutarti a controllare meglio la tua pirocinesi, sai?-
Lei fece un gesto con la mano -N...Non è necessario! C-Cioé non è che non mi piaccia l'idea ma sono lenta ad imparare e uh, ho un altra mia amica che mi sta già aiutando con queste cose!-
Si riferiva ad Amai visto che condivideva un tipo di potere molto simile.
-Oh...-
Ci fu un attimo di silenzio quasi imbarazzante da parte del ragazzo.
-Ah comunque eccoci...- Disse poi facendo un cenno in distanza.
Ebe assotigliò gli occhi notando quella che sembrava una cittadella.

Si lasciò un sospiro di solievo quando finalmente uscì dalle erbacce per toccare con i piedi il terreno serrato che portava alla città. Erano stati solo un quarto d'ora di camminata per le erano sembrate un infinità.

Il suo solievo fu smorzato quando notò che pure lì era quasi solo macerie.
Diede uno sguardo a Eltanin quando questo si fermò davanti ad uno degli edifici.
-Eccoci qui, è un po' lontano ma come ho già detto è l'unico posto sicuro.-
Dall'aspetto quello una volta sembrava un hotel anche se sembrava diroccato da anni.
-Umh, ti giuro che dentro è meglio che l'esterno.- Mormorò grattandosi la nuca per poi bussare.
Dopo una manciata di secondi la porta fu aperta dall'interno da un ragazzo che pareva avere qualche anno in più di loro, aveva un aspetto semplice, occhi e capelli castani e barbetta incolta.
-Alla buon ora Elta eh! Abbiamo cenato senza di te!-
Il ragazzo si limitò a roteare gli occhi.
-Ebe lui è Phil, uno dei pochi burattinai senza strane ossesioni-compulsioni per l'omicidio. Phil lei è Ebe, passerà la notte qui.- 
L'uomo più grande sorrise. -E' la ragazza della pasticceria?- 
Le guancie di Ebe diventarono leggermente rosse. 
-Uh...Sì?-
Phil fece un sorrisetto ma fu tagliato alla radice dal più giovane. 
-Non farti strane idee, è qui solo perché ha avuto problemi con quella testa di cazzo di Leonard e il suo lacchè, quindi ho pensato di portarla qui. Piuttosto vuoi farci entrare o dobbiamo congelare qui fuori?-
L'uomo scosse la testa ridacchiando spostandosi per farli entrare.
Per la gioia di Ebe la stanza era calda e illuminata, come detto dal ragazzo era molto carino all' interno, quella doveva essere la lobby del hotel. Per sua sorpresa all'interno vi erano altre persone, ognuna occupata con le proprie cose, chi chiaccherava, chi mangiava o chi semplicemente ascoltava la musica che proveniva dal jukebox nell'angolo della stanza.
Aveva un non so ché di disordinato, tutti i vari mobili sembravano provenire da diversi posti e nessuna dei tavoli o seggiole combaciavano fra di loro, la carta da parati della stanza era strappata in alcuni punti e si poteva vedere che molti dei posters di varie band erano sati messi a doc per coprire buchi vari nelle pareti. Nonostante ciò non  era sporco, si poteva vedere che pur qualche accaccio chi viveva li teneva cura del posto.
 Molti dei ragazzi all'interno del hotel non superavano la trentina d'anni e alcuni di questi salutarono il ragazzo dai capelli neri mentre questo dopo aver salutato a sua volta si mise a cercare con lo sguardo fino a bloccarsi davanti a una ragazza dai capelli rossi, palesemente tinti, e un enorme felpone nero con la stampa di un videogioco vintage.

-Ehy Lisa! Vieni qui un attimo!-

La ragazza, Lisa, fece cennò al gruppeto con cui stava parlando per poi avvicinarsi ai tre poggiandosi contro Phil e mettendogli un braccio attorno alla spalla, i due sembravano avere buona confidenza visto che questo in risposta le arruffò i capelli.
-Lisa, lei è Ebe starà qui stanotte, le puoi prestare qualcosa da mettere, umh, un pigiama e qulcosa per domani? Si è ritrovata in mezzo a dei burattinai ed è un po' frastornata.-
La ragazza dai capelli rossi annuì.
-Subito! Intanto sedetevi, non voglio sapere i dettagli ma pare che vi abbia messo sotto un camion e forse per te è normmale ma non credo per la ragazza, comunque vi porto qualcosa da bere!-

Eltanin fece cenno ad Ebe verso uno dei tavolini e lei si sedette finamente felice di poter riposare le gambe lasciandosi andare uno sbadiglio.
-Stanca?-

-Un po'...- Ammise la ragazza, stropicciandosi gli occhi. -Po..Posso sapere chi è tutta questa gente?
- Domandò poi sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Eltanin annuì sedendosi poggiando il gomito sul tavolo e la testa contro il palmo della mano. 
-La maggior  parte sono Keenan come me, siamo quello che potrebbe essere definito un branco. Anche se alcuni qui sono ex burattiai, come Phil e Lisa ad esempio o burattini che sono riusciti a scappare dal loro padrone. Diciamo che chiunque abbia Leonard o i burattinai in generale sul cazzo può restare qui.-
-Oh-
Sembrava una buona spiegazione, o almeno lei credeva. 


-Posso farti un altra domanda?-
Lui annuì - Certo, non serve che chiedi anzi mi pare normale che tu abbia qualche domanda dopo quel che è successo. Comunque spara!-
-Uhm, com'è che Leonard c'è l'ha con te? H-Ho capito che tra burattinai e Keenan..L'ho pronunciato ben giusto?, comunque che tra di loro non scorri buon sangue, ma arrivare fino a seguire me...Insomma hai afferrato, no?-
Il ragazzo scrollò le spalle.
-I burattinai sono molto possesivi dei loro burattini, sopratutto quando questi hanno poteri speciali, a me è toccato essere il Graal di una certa profezia riguardo qualcosa che succede dopo la morte dei dodici figli della genesi, tipini che nascono dopo cataclismi, Adam i tipo con i capelli striati che sta con Leonard è uno di loro, ironicamente ciò mi ha reso immune al controllo mentale quindi ho vissuto con i burattinai fin da piccolo, finché non me sono scappato e i Keenan mi hanno preso nel loro branco.

Ebe corrugò le sopraciglia, l'idea di essere cresciuti con un tipo come il biondo non era delle migliori. -A-Ah ma se hai detto che questi figli della genesi sono morti allora perché Adam non lo è?-

-E' una delle cose che voglio scoprire...Ah è tornata Lisa!-
Lisa poggiò il vassoglio con la cioccolata calda sul tavolo per poi passare degli abiti ad Ebe. 
-Ecco qui! Un pigiama e qualcosa di pulito per domani! non ringraziarmi! E Attenta alla cioccolata, brucia! Con permesso me ne torno da Phil!-
Esclamò sorridendo andandosene.
-Non fate troppo i piccioncini davanti a tutti!-
Rispose il ragazzo, ricevendo un dito medio dalla rossa. Ridacchiò appena e buttò giù in pochi sorsi il contenuto della tazza. 
Ebe fece lo stesso, il calore di certo non era un problema per lei, in più quella era la cioccolata più buona che avesse mai bevuto! Se non fosse stata così timida avrebbe chiesto a Lisa come farla così dolce!
Dopo ciò il ragazzo l'accompagnò in una delle stanze e dopo una doccia finalmente si buttò sull'letto con il pigiama prestato dalla ragazza. Le ci volle un po' per addormentarsi: Troppe cose e informazioni tutte in una volta, senza volerlo si era catapultata in qualcosa di pericoloso, di certo quella di qualche ora fa non sarebbe stata l'ultima volta in cui quel Leonard le avrebbe dato noia.

                               ~     ~     ~

Il pomeriggio dopo la strada verso casa le sembrò meno difficile ora che non era più buio, era un po' imbarazzata visto che il ragazzo si era offerto di accompagnarla verso il campanile. (ma ehy senza qualcuno si sarebbe persa!) 
-Basta che io tocchi la campana e tornerò in città vero?- Domandò per rassicuarsi, la sera prima era stato un incidente e non si era neppure accorta di aver attivato il portale.
Lui annui. -Se vuoi ti posso accompagnare.- 
Sorrise e le offrì la mano accompagnadola dall'altro lato. E di fatto i due si ritrovarono nella chiesa della città.
-Grazie!- Esclamò lei con le guancie rosse. 
-U..Umhh visto c-che è quasi ora di pranzo t--ti va...E-Ecco se non ti da fastidio ti andrebbe di venire a casa mia amnaigare qualcosa? M-Mi sembra giusto r-ridarti il favore...- mormorò a voce bassa la ragazzina con ormai il viso color pomodoro.
L'espressione di Eltanin si illuminò per qualche secondo per poi tornare seria come prima.
-Certo.-
-Benissimo! C-Cioé a-andiamo non è lontano...-
Sorrise e seppur l'imbrazzo continuò a tenere la sua mano mentre lo accompagnava al suo appartamento.

-Uh, sicura che ai tuoi non dispiaccia? Sei sparita una notte intera forse vogliono delle spiegazioni?-
Ebe alzò le sopracciglie aprendo la porta. 
-Oh, tranquillo vivo da sola!- spiegò al ragazzo invitandolo dentro.

Elta si guardò in giro, era un appartamento piccolo ma piuttosto accogliente, forse un po' troppo femminile per i suoi gusti, troppi ninnoli e pupazzetti in giro e seriamente troppo rosa.
-E' E' un po' in disordine scusa! C-Comunque fai come se fossi a casa tua!-
Esclamò lei, facendogli alzare un sopraciglio, annotandosi che se per lei quello era disordine meglio non farla mai entrare in camera sua.
-Figurati..- Si limitò a dir guardandosi ancora attorno per poi mettersi a sedere sul divano. Non era abbiutato ad essere invitato a casa di alti, non sapeva bene come comportarsi. -Come mai vivi da sola? Scuola?-
Ebe si mise a sedere sul lato opposto, iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli.
-Umh...non proprio..- Borbottò a bassa voce, non voleva passare per quella che si lamentava, ma la sera prima il ragazzo le aveva parlato dei burattinai, quindi poteva anche lei spiegare qualcosa su se stessa, giusto? -...Non andavo molto d'accordo con mia madre, anzi per nulla...Così decisi di trasferirmi qui in Islanda da mio padre dalla Grecia...Però ecco, lui dopo il divorzio con mia madre si è risposato e la sua nuova moglie non sa nulla del suo precedente matrimonio...N-Non potevo sbucare così dal nulla e rovinare tutto! Q-Quindi mi ha pagato l'affitto di questo appartamento, così posso andare a scuola e a lavoro qui...C-Comunque non voglio annoiarti! P-Preparo qualcosa da mangiare ok?-
Esclamò tutta di fretta andando verso la cucina per preparare qualcosa, lasciando il ragazzo abbastanza confuso.
-..Vui una mano?- Non che sapesse cucinare ma era calato un silenzio un po' imbarazzante nella stanza.
-No grazie! Sei un ospite sarebbe maleducato! D-Dammi solo un paio di minuti!-
Esclamò lei per poi effetivamente tornare poco dopo con quello che era una via di mezzo tra colazione e prazo e poggiandolo sul tavolo non molto distante.
-S-Spero ti piaccia!-
In effetti era buono, anche se la ragazza avesse fatto tutto in fretta e furia per non farlo aspettare si vedeva che si fosse impegnata.
-Quindi non te la cavi solo con i dolci.-
Lei arrossì un pochino -F-Figurati, come ti ho detto prima vivo da sola quindi ho dovuto imparare a cucinare...-
Ebe sospirò tornando a mangiare, i cmpliemnti la rendevano nervosa così come parlare con chi non conosceva bene, e in quel momento stavano succedendo entrambe le cose.
A distrarla dai pensieri fu il bussare alla porta. -Oh, Vengo subito!- Esclamò andando ad aprire pe ritrovarsi Lyos davanti, immaginò che fosse preoccupato per essere sparita dal nulla la sera prima. Infatti era così.
-Umhh, allora hai solo saltato la scuola?-
Domandò il ragazzo mentre entrava. Come al solito era vestito pesantemente e la sciarpa gli copriva un po' il viso.
-Ho incontrato amai poco fa e mi ha detto di non averti visto a scuola, così sono venuto a controllare ma a quanto pare stai bene!- Sorrise e le tirò la guancia affetuosamente facendole strizzare un po' gli occhi.
-O-Ouch...-
-Oh...chi è il tuo amico lì?-
Ebe sbatté le ciglia per poi diventare rossa e senza dare tempo ad Eltanin di dire qualcosa aveva già iniziato ad andare il panico.
-A-Ah mi ha accompagnato a casa i-i-ieri sera! C-Cioé- Intendevo- I-Insomma c-c'è stata una rissa e mi ha aiutato a tornare sana e salva. N-Nn pensare male!-
Lyos alzò un sopraciglia. 
-non ho pensato nulla stai facendo tutto tu...-
-Oh! PERFETTO! C-Cioè...C-Comunque se ne stava andando, vero?-
E detto così trascinò il povero ragazzo fuori dall'appartamento con ancora il viso color pomodoro per poi chiudere si sbotto la porta con il fiatone. Lasciando il fantasma rimasto nell'appartamento a scuotere la testa in modo divertito.
-Guarda che mica mi arrabbio se frequenti qualcuno eh!-
-N-NON E' IL MIO FIDANZATO!-
-non ho detto questo, di nuovo...-
Il ragazzo si mise a ridere arrufandole i capelli. -Di certo però non sbatterlo fuori dalla porta non è la migliore staregia d'abbordaggio.-
-LA PIANTI?!- Strilacciò lei per poi coprirsi la faccia con un cuscino lasciandosi andare un urlo. 
-Ok,ok la smetto! non è colpa mia se sei divertente!- In risposta la ragazza gli tirò in faccia il cuscino. -Ehy ma non è mica quel ragazzo che viene a trovarti in pasticceria?- 
-Z-Zitto!-
Lui tornò a ridere e prenderla in braccio.
-La mia ebe diventa grande, awww, guarda che se mi ingori ora che hai il ragazzo ti mordo il naso e me lo mangio eh!-
Ebe non ci provò neppure a rispondere limitandosi a coprirsi il viso ancora rosso.
-Comunque come si chiama il fortunato?-
Lei si scoprì appena il viso.
-U-Uh..Eltanin..-
L'espressione sul volto del fantasma cambiò subito.
-Oh si è fatto tardi devo andare!-
E detto ciò si limitò a mollare la ragazza facendola candere sul divano.

                             ~     ~     ~

Il ragazzo con i capelli rossi stava dormendo come al suo solito, per poi essere svegliato da un bicchiere d'acqua buttato sul suo volto.
Si strusciò gli occhi ancora addormentato notando il fantasma, che pur appunto essendo un fantasma pareva avere il fiatone.
-...Tutto bene Lyos?-
Il secondo ragazzo si passo una mano tra i capelli riprendendo fiato.
-Credo di sapere dove si trova tuo fratello!-
-....Oh-

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Capitolo 5
*** Again, This is not a date ***


Again, this is not a date



Esistevano vari tipi imbarazzo, Ebe lo sapeva bene era una persona che si imbarazzava facilmente.
Esisteva l'imbarazzo di aver rovesciato del caffé addosso ad un cliente o quello di inciampare davanti a diverse persone.
Di certo Ebe però non si sarebbe immaginata di aver provato l'imbarazzo nel scoprie che il ragazzo carino che aveva conosciuto qualche giorno prima fosse il fratello disperso del conquilino del tuo migliore amico.
Forse più che imbarazzo vero e proprio era più tensione, sì, poteva confermare che nella erboristeria in cui si trovava con Lyos e i due ragazzi sopraciati, la tensione era tanto da poter tagliarla con un coltello e quasi non si respirava. Anzi effetivamente Lyos le aveva dovuto ricordare di prendere fiato notando che il viso della ragazza aveva un tono ciano simile a quello dei propi capelli.
Eltanin dal canto suo era seduto accanto al balcone osservando l'ennesima volta le foto che aveva davanti. Erano foto di una famiglia di quattro persone, una coppia adulta con in braccio due bambini. Quello più grande aveva i capelli rossi e ricci e il viso coperto da lentiggini, assomigliava alla donna, che era l'unica ad avere gli occhi nocciola. E anche assomigliava troppo al ragazzo che aveva davanti per non essere lui in più c'era qualcosa di troppo familiare.
Il secondo bambino invece era più piccolo con i capelli corvini e gli occhi verdeacqua come quello che probabilmente era il padre.
Non gli era mai capitato di specchiarsi spesso nelle prigioni dei burattinai, se non su qualche superfice passeggiera come l'acqua ad esempio, capitavano mesi prima che vedesse effetivamente un vero specchio ogni tanto, aveva dei ricordi davvero sbiaditi su come fosse da bambino, ma più fissava il ragazzino nella foto più per quanto non volesse non poteva negare fosse lui.
-Mi stai dicendo che i mei genitori erano i sovrani dello Shallow world e sono stati uccisi quando i burattinai mi hanno rapito?-
Si passò una mano tra i capelli, gli era stato sempre raccontato che i suoi genitori l'avessero venduto ai De Blanc e sinceramente aveva sempre creduto a quella versione quindi dire che quella notizia l'aveva colpito come un camion era poco; Era qualcosa più simili ad essere colpiti da un intera nave da carico piena di cargo.
Dominok sospirò ed annuì, non era sorpreso alla rezione del ragazzo e si era promesso di restare calmo, ma si poteva notare il leggero nervosismo dal suo continuo tamburellare le dita contro il balcone in modo irritato, quasi in contrasto con la sua espressione pacata.
-Se preferisci non crederci fai pure, ma hai tutte le prova davanti agli occhi. Non ti sto chiedendo nulla, volevo solo rincontrarti, hai tutto il diritto di tornare dai Keenan e non riallacciare i rapporti, ma preferirei avere la possibilità di conoscerci meglio, come te la sei passata e cose simili-
-Me la sono passata in una cella come giocattolo da masticare dei burattinai, ecco come.- 
Tagliò corto il ragazzo moro. -Ho bisogno di pensarci su da solo.- Aggiunse poi uscendo dalla bottega sbattendo la porta, lasciando il posto in silenzio per qualche secondo.
-Vado a dormire...- 
Borbottò Dominok raccattando le foto e avviandosi verso la scalinata che portava all'appartamento.
-D...Domi fra poco devi aprire il negozio!-
Esclamò Lyos, seduto dalla parte opposta dell'erboristeria con Ebe accanto alzandosi in piedi.
-Non muore nessuno se per un giorno resto chiuso.- rispose il secondo salendo la scalinata lasciando i due ragazzi soli.

-Uh...Forse...Forse dovresti parlagli!-
Esclamò Ebe che era rimasta zitta fino a ora.
-Non...Credo che sia meglio lasciarlo solo. E poi perché io?- Sbuffò lui palesemente nervoso.
-Come perché?! Sei quello che lo conosce meglio!-
La ragazza incrociò le braccia sotto il seno facendo una smorfia e mettendosi davanti a Lyos.
-F-Fila a parlagli! A-Anzi! Non può stare tutto il giorno a letto! Portalo a fare un giro!-
Le guancie del ragazzo si rosarono appena.
-Ti sembra il momento di chiedere un appuntamento a qualcuno?!-
Ebe piegò la testa confusa per poi sorridere.
-Guarda che non ho parlato di appuntamenti, stai facendo tutto nella tua testa! Dovete solo fare due passi e m-magari.-
-Questo E un appuntamento Ebe!-
Roteò gli occhi per poi prendere la ragazza in braccio e spostarla da davanti a lui.
-Su, ho da aprire il negozio, fai la brava!-
E detto così si avviò al balcone per sistemare le ultime cose che gli sarebbero servite per aprire il negozio al posto di Dominok.
-Ok,ok! ...Io intanto avviso Domi che vuoi far due passi con lui! Il bar infondo alla strada va bene? Fanno della ottima cioccolata!-
Domandò lei con voce casuale approfittando della distrazione del ragazzo per poi salire le scale.
Questo si limitò ad annuire mentre finiva di pulire il balcone per poi bloccarsi relizzando troppo tardi cosa aveva detto l'amica.
-Merda.-
E facendo cadere ciò che teneva in mano si avviò pure lui al piano di sopra di corsa solo per poi sbattere il viso contro il ragazzo dai capelli ricci.
-Allora, andiamo?- Domandò questo con la solita espressione, ma sembrava più rilassato di prima.
Lyos era abbastanza sicuro che stava per morire una seconda volta ma cerco di ricomporsi. 
-C...Certo!- Per poi dare un occhiataccia alla ragazza dai capelli azzurri, che dietro e Domi teneva un sorrisore e i pollici alzati, espressione che cambiò quando Dominok si rivolse a lei. -Ebe, mentre io e Lyos siamo fuori potresti vedere dov'è andato mio fratello?- 
-A-Ah?? A-A questo ora potrebbe già essere ovunque! F-Forse è già al portale! P-Poi perché io?!-
-Beh io sono con Lyos e suppongo che ora come ora non voglia vedermi, al contrario di te.-
Se pur rossa in viso Ebe annuì appena, a quanto pare il karma le si era girato contro. Ma non era una richiesta così brutta...Insomma Eltanin era un ragazzo davvero carino e...Ah che stava pensando?!Oh, i due erano già usciti...

                                ~     ~     ~

-Hai freddo?-
Fu la prima domanda che fece Dominok al ragazzo, che a sua volta si stava comprendo con la sicarpa fin sopra il naso; il viso gli era già diventato rossastro per colpa del vento,sopportava pochissimo il freddo.
 Ma in quel caso era felice di essere coperto così dagli indumenti invernali almeno il suo viso rosso era coperto e no non era rosso per il freddo.
-Sto bene, grazie- Si affrettò a rispondere mentre camminava accanto al ragazzo.
-Comunque scusa se Ebe ti ha svegliato.- Aggiunse poi grattandosi la nuca.
-Figurati, in realtà ero troppo nervoso perfino per dormire.-

Lyos lo guardò preoccupato, era abbastanza sicuro che quella era la prima volta che Dominok diceva di non riuscire a dormire. 
-Non fare quella faccia...Anzi forse avevo proprio bisogno di uscire un po'. Passo troppo tempo chiuso tra lavoro e casa.-
E detto così sorrise al ragazzo castano, facendogli spostare lo sguardo.
-A-Ah Domi abbiamo superato il bar!-

In effetti ora che l'aveva notato avevano superato il fondo della strada da un po'.

-E' quasi ora di pranzo, preferivo andare a mangiare qualcosa di più consistente che una cioccolata calda, se a te va bene.-

-Oh,certo! Avevo dimenticato che ora fosse.- Si scuso il secondo,  non provava fame quindi anche per quello il suo orologio interno tendeva a saltare qualche ticchettio.
Si guardò attorno notando poco più avanti il probabile ristorante in cui si stavano dirigendo poi poi impallidire nel sentire la mano di Dominok afferragli il polso.
-E-Eh?-
-Stavi per passare le strisce con il rosso.- E così fece un cenno al semaforo.
-Oh...-
-Hai la testa fra le nuvole oggi.- Domi gli sorrise di nuovo e Lyos ricambiò imbarazzato se pur la cosa non si vedeva sotto la sciarpa. Oh beh alla fine si stavano quasi prendendo per mano,no? Con lo sguardo fisso al semaforo mosse un po' le dita, abbastanza da intrecciarle a quelle dell'altro.
Erano calde e si sorprese quando anche Domi contraccambio la presa, sentendosi in imbarazzo spostò lo sguardo per poi tornare a guardare la luce rossa.
-Ti tremano le mani, sicuro di non aver freddo?-
-...Oh guarda è verde, possiamo passare!- Esclamò coprendosi ancora di più il viso se era possibile e sentendosi le guance in fiamme.

L'interno del ristorante era più elegante di quel che si aspettava e la cosa lo metteva ancora più in agitazione di quel che era già.
Le pareti erano di un color crema che veniva risaltato dalle luci interne attaccate alle pareti così come le tante foto di persone più o meno famose che avevano visitato il posto, in più l'odore dentro era delizioso e se pur abbastanza pieno avevano trovato un bel posto accanto alla finestra. Sinceramente era anche felice di essere lì con il ragazzo dai capelli rossi.
Rimasero qualche minuto lì a parlare del più e del meno mentre aspettavano la cameriera; Questa arrivò poco dopo chiedendo l'ordine a Domi. Questo tossichiò infastidito e fece un cenno a Lyos. La ragazza osservò il ragazzo, era certa di non averlo visto prima, e frettolosamente porse la domanda pure a lui.
-Non serviva, davvero!- Esclamò Lyos dopo che la donna se ne fosse andata -Tanto non ho bisogno di mangiare e poi si dimenticherà di me nel giro di pochi secondi.-
Alla fine era abituato a non essere notato, quindi Dominok non doveva prendersela. 
-Non mi interessa, non voglio che tu ti senta escluso.-
-S-Sei tu quello giù di morale, non io. Non preoccuparti.- 
Domi scrollò le spalle. -Sto meglio ora...- Fece una pausa e sospirò, -Eltanin ha solo bisogno del suo tempo. E poi mi piace passare tempo con te. Mi rilassa.- E sulle sue labbra si accennò un sorriso.
Lyos mandò giù la saliva spostando lo sguardo. -O-Oh...Umh...N-Non addormentarti...N-Non ho soldi dietro per pagare il conto.- 
La cameriera arrivò dopo qualche minuto, e come prima per un attimo fu confusa per poi notare di nuovo il ragazzo grazie a Domi.
I due pranzarono prendendosi i loro tempi, il ragazzo dai capelli rossi era lento nel mangiare e mentre Lyos aveva quasi finito aveva ancora il piatto quasi pieno, e a chiaccherare sulle solite cose.

-Era buono non trovi?- Domando il fantasma  a fine pasto, mentre uscivano dal ristorante. -Preferisco come cucini tu sinceramente. -  
-Davvero?? Cioé...Mi impegnerò a fare una buona cena sta sera allora.-
Si grattò la guancia per poi osservare che ore fossero sul cellulare. -Ah sono in ritardo per il lavoro!- Quasi saltò notando l'orario, doveva essere al fioraio dove lavorare già da dieci minuti! 
-Scusa Domi, ci si vede più tardi a casa!- Esclamò correndo via lasciandosi dietro il ragazzo con i capelli rossi, che si limitò a ridacchiare e tornare verso l'abitazione.
Il negozio dove lavorava Lyos era piccino, ma arredato in modo delizioso e al ragazzo erano sempre piaciuti i fiori, in più quando era vivo non aveva mai avuto occasione di lavorare, per quanto gli sarebbe piaciuto avere dei soldi proprio e magari andare a vivere lontano dalla madre. 
Quando entrò spalancando la porta si trovò la collega davanti con un espressione incuriosita. -E' la prima volta da quando lavoro qui che sei in ritardo! Tutto ok??- 
Tamara, così si chiamava la ragazza, era una diciannovenne universitaria che lavorava lì part-time. aveva i capelli neri tenuti in una coda di cavallo, gli occhi verdi e alcune lentiggini sul ponte del naso ed era abbastanza muscolosa, da quel che sapeva Lyos era perché faceva danza classica, ma i due non erano troppo in confidenza, certo si conoscevano da qualche mese e la trovava una ragazza simpatica, ma forse un po' troppo appiccicosa.
-U-Umh nulla, non ti preoccupare!-
-Daai dimmi! Fammi indovinare! Ti sei trovato la ragazza! Com'è?carina? Poi me la presenti?-
A interromperla fu la proprietaria del negozio, era una donnina anziana ma aveva energia da vendere e il ragazzo era quasi sicuro che fumasse, e non sigarette.
Spesso parlava di quando era giovane, era stata una hippie che aveva lottato per la libertà sessuale, la trovava una persona strana ma gradevole.
-Lascia in pace Lyos! E tu signorino! Ci sono dei pacchi da scaricare ci servono braccia forti. Scattare!- E così colpì il didietro del ragazzo con il bastone da passeggio.


                                                                     ~     ~     ~


Eltanin si era fermato su una delle panchine del parco seduto in modo piuttosto inusuale visto che riusciva a poggiare la testa sulle ginocchia e le gambe erano anche esse sulla panchina. Era indeciso se tornare dal branco o restare ancora lì, sinceramente non sapeva se Leonard lo stesse cercando e se sì in quale delle due dimensioni. Sospirò togliendosi le cuffiette e guardandosi attorno annusando l'aria. Da un po' si sentiva osservato, anzi da quando era uscito dall'erboristeria, e la cosa non gli piaceva, però l'odore che sentiva non era quello dei burattinai, era più simile a quello della selvaggina e se i sui sensi non lo ingannavano  anche di mela, era una cosa inusuale.
Si alzò in piedi, realizzando che la persona che lo stava seguendo si era nascosta tra i cespugli. Constatato che non si trattava di qualcosa di pericoloso si limitò a prendere un sasso da terra e lanciarlo in mezzo alle fronde. La persona nascosta emise un suono simile ad un guaito e rotolò via alzandosi in piedi.
Era la ragazzina giapponese dai capelli biondi e i tratti del viso volpini, aveva un espressione palesemente incazzata in viso e teneva con se una borsa della spesa.
-Mi puoi dire perché diavolo mi seguivi?- Domandò lui alzando il sopracciglio, ora perfino le mocciose gli andavano tra i piedi?
-Tu!- Esclamò puntando l'indice contro il keenan -Tu sei il cazzo di emo di merda che si vuole sverginare la mia migliore amica! Come osi approfittarti di Ebecchi solo perché è gentile con tutti e ha una quarta di seno?!-
-...Come scusa?-
Il ragazzò sbatte gli occhi perplesso, realizzando poco dopo che la ragazzina stava parlando di Ebe, era una sua amica? Anche se non ne era sicuro, in più il modo in cui parlava gli dava noia, era già nervoso di suo, ora doveva sopportare anche quella  nanetta?
-Sei, umh, sei un amica di Ebe?-
-Ovvio che lo sono! Anzi! Sono la sua -migliore- amica!- Esclamò questa incrociando le braccia. -E Come sua migliore amica è mio dovere sapere se frequenta un delinquente o meno!- 
Il ragazzo sbuffò  per poi osservare di nuovo la ragazza, che gli pareva un po' troppo piena di se e con la voce troppo squillante per i suoi gusti.
-Senti, ho già avuto una giornataccia puoi evitare? E comunque non ci frequentiamo.- 
-Eh? eh?- Amai corrugo le sopracciglia. -Non dirmi le bugie!! Ebe mi parla sempre del 'ragazzo carino dai capelli neri e i tatuaggi' che va a trovarla ogni giorno a lavoro!!- Ringhiò quasi.
Eltanin sbattè le ciglia -Oh...Ha detto che sono carino...?- 
Si ricompose un secondo dopo -Comunque non vuol dire che ci frequentiamo..- Si grattò la guancia per poi trovarsi la kitsune a un palmo dal naso. Circa, visto che si teneva in punte di piedi per cercare di guardarlo negli occhi. 
-Ah-ah! Allora ti piace! i miei sospetti erano veritieri!- 
-Senti non sono qui per farmi la predica da una bambina.-
A quella frase la piccoletta quasi ringhiò una seconda volta.
-Non sono una bambina! Ho 156 anni! Dovresti trattarmi con rispetto!-
Eltanin sorrise alla sua reazione esagerata.
-Quindi sei vecchia?-
-C-Certo che no! Per una kitsune 150 anni sono nulla! Pfff siamo immortali!-
-Allora sei una bambina per gli standard della tua razza, giusto?-
Amai arricciò il naso. -No! Cioè....Sì- Ma- Insomma..!-
Sette ferma per qualche secondo osservandosi le mani come chissà quale rivelazione mistica avesse sentito cercando un buon modo per rispondere.
-Insomma...umh...A-ALMENO IO NON SONO UN EMO DI MERDA!-
-Sei stata ferma almeno dieci secondi a pensare ad una risposta e tene esci solo con questa?- 
Ridacchiò scompigliandole i  capelli facendola arrabbiare ancora di più. 
-RINGRAZIA DI ESSERE COSI' ALTO O TI AVREI GIA PRESO A PUGNI IN FACCIA!-
-Sei divertente lo sai?- 
-Uggh!!-

A interrompere quel teatrino fu la ragazza dai capelli azzurri.
-E-Eltanin!!!- Esclamò avvicinandosi ai due di corsa, fermandosi a riprendere fiato con le mani sulle ginocchia. -V-Vedo che tu e Amai vi siete conosciuti....Ahh-
Si mise a sedere sulla panchina neppure avesse corso una maratona.
-C...Comunque Dominok mi ha mandato a cercarti...Era preoccupato..ah.-
Amai si grattò dietro la nuca storcendo il naso. -Ebecchi, il punkettone qui conosce Domi?-
Ebe sospirò. -Storia lunga, Amai.-
-A quanto pare è mio fratello.- Tagliò corto il ragazzo. -Ma fino a stamani non ne ero a conoscenza neppure io.- 
-Minchia!- Amai rise  -Ora sono curiosa! Però ho fame! Quindi Ebecchi e tu...Alzate le chiappette che si va da me a pranzare!-
E Così detto sollevò la ragazza prendendola in braccio. -Nel mentre spiegatemi tutto, ok?- 
Ebe scosse la testa, a quanto pare era suo destino essere trasportata da tutti.

Arrivati al ristorante Eltanin storse il naso, infilandosi le mani nelle tasche dei jeans.
-Non credo di avere soldi dietro per pagare..-
Amai lo guardò alzando un sopracciglio, mentre poggiava a terra Ebe. E con questo si intende che la mollò di peso facendola cadere a terra.
-Senti bello di zia, il ristorante è mio quindi faccio mangiare gratis chi voglio. In più mi stai simpatico anche se pari uscito da una di quelle pubblicità di porno emo gay che trovi su Xtube.-
-Eh?-
-Nulla. Il fatto è che sei fratello di quel coglione con i capelli rossi, e lui è mio amico, quindi siamo amici pure noi due...Anche se preferisco Domi, almeno lui sa vestirsi!-
-Ehy!-
Mentre stavano per sedersi la piccola Ragun si avvicinò al gruppetto, osservando curiosa il ragazzo dai capelli neri.
-Umh...Ciao?- Eltanin si grattò la guancia, non aveva esperienza con i bambini.
-Lei è mia sorellina Ragun, fai ciao, Ragun!- Spiegò Amai, arruffando i capelli verdi della piccina.
La kappa inclinò la testa curiosa. -Kyu!- Per poi affondare i denti nella mano del ragazzo, facedogli rizzare i peli del collo, non andava d'accordo con i morsi.
-Ragun! Ne abbiamo già parlato, non si mordono i clienti!- Amai in risposta cominciò a tirare le guance della sorellina fichè questa finalmente non allentò la presa dei denti, dando possibilità al ragazzo di togliere la mano dalla bocca.
-Mi fai male alle guance!!!- Si lamentò con un espressione offesissima.
Amai roteò gli occhi. -Senti va a giocare in autostrada ed evita di mangiare la gente.-
-Ok!!!- E la ragazzina saltellò via.
Amai sospirò per poi allertarsi -N-Non andare sul serio in autostrada!-
Eltanin si guardò il segno del morso sulla mano e Ebe lo guardò preoccupata.
-Ah D-Dammi la mano un secondo!- Mormorò prendendogli la mano e tenendo un espressione concentrata la ferita stava cominciando a sparire.
-Sai curare le persone mh?-
Lei si passò una mano tra i capelli -U-Umh sì, è una cosa che sappiamo fare noi ninfe! Non..non sono bravissima ma non dovrebbe far più male adesso!-
Eltanin accennò un sorriso. -Grazie-. Ebe contraccambiò il sorriso. -D-Di nulla..- Per poi arrossire e mollare la mano del ragazzo.
-Perché non la smettete di flirtare e decidete cosa mangiare invece?-
Subffò la Kitsune, spingendoli tutti e due per farli sedere. -E vi vieto di guardavi negli occhi più di cinque secondi di seguito!-
E così detto si mise a sedere accanto alla ninfa. Certo, avrebbe potuto far sedere il ragazzo al suo posto, ma Amai stava ancora tastando le acque. Insomma voleva conoscerlo meglio, se proprio doveva sverginare la sua migliore amica, cosa che probabilmente sarebbe successa prima o poi visto che da quel che sapeva non avevano limonato ancora un volta e già si stavano spogliando con gli occhi, meglio tenerli d'occhio entrambi.

Alla fine quel pranzo stava andando bene, Elta aveva anche cominciato a sopportare Amai, in un certo senso era divertente come persona. Irritante ma divertente. Era almeno possibile la cosa? E in ogni caso aveva comunque bisogno di una distrazione, si sentiva ancora scosso dalla notizia di quella mattina.

-Oh cielo.-
Una nuova voce femminile si unì al gruppo, facendo girare i tre ragazzi.
Era una donna alta, dai capelli biondi tenuti in una coda di cavallo.
Gli occhi erano chiari, adornati da degli occhiali dalla montatura sottile.
Le labbra erano dipinte da un rossetto rosso tendente al bordò.
Indossava un semplice tubino nero e un filo di perle bianche attorno al collo.
Dietro di lei vi era una ragazzina, che pur vestita come una bambolina, in qualche modo era meno appariscente della donna, che pur vestita semplice aveva fatto girare qualche testa da quando era entrata nel locale.
-Allora le mie informazioni erano giuste!- Commentò assottigliando gli occhi, con un tono di voce fintamente sorpreso. 
-Ecco dove si nasconde il Graal!-


Note dell'autrice: 
Lmao this is gay 

 

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Capitolo 6
*** Lunch and flowers ***


Lunch and Flowers


Eltanin guardo la donna dall'alto in basso, sperando che nonostante tutte le evidenze non fosse chi credeva, alla fine l'ultima volta che aveva visto Eva Le Blanc era ancora un ragazzino, magari si stava solo sbagliando.
Provò a mandar giù della saliva, ma si sentiva la bocca completamente asciutta e la gola secca.
La donna prese una delle sedie dei tavoli vuoti, spostandola al tavolo dove i ragazzi stavano pranzando prima di essere interrotti, si mise a sedere, incrociando le gambe e accennando un sorriso.
-Sono almeno cinque anni che non ci vediamo se non ricordo male e...Due da quando sei riuscito a scappare e unirti ai Keenan, giusto?-
-Tre.- Rispose velocemente il ragazzo, guardandola negli occhi. -Tre anni che sono scappato e non ci tengo a ritornare.- Si passò una mano tra i capelli, tenendo ancora lo sguardo fisso verso la donna. Si sentiva i muscoli delle gambe bruciare, come se dovesse correre via da lì il prima possibile. Il fatto che Eva sapesse dove si nascondeva era la cosa peggiore che gli poteva capitare. Almeno il luogo dove si nascondevano i Keenan era ancora un segreto e il resto del branco era al sicuro, o almeno sperava.
Ebe guardò la donna, era lì da due minuti e già le dava una sensazione di disagio. Oltretutto non le piaceva per nulla cosa stava dicendo.
-Spero che tu sappia che la tua opinione non conta nulla. Mi appartieni e hai avuto anche la briga di scappare.- Eva si poggiò la mano sulla fronte. -Cielo, è quel che mi merito per aver affidato un lavoro così importante ad un inetto come mio nipote!-
Amai saltò giù dalla propria sedia.
-Signora, questo è un ristorante, se non è qui per mangiare ma per dare fastidio ai clienti è pregata di andarsene e fare la troia sotto banco da un altra parte.-
-Gwen, tesoro, ci pensi su a questa piccoletta?-
La donna fece un gesto con la mano e si rivolse alla ragazzina che era rimasta in piedi accanto a lei.
Questa senza farselo ripetere due volte si buttò addosso ad Amai, con una forza che la kitsune non si aspettava e presa di sorpresa si trovò a terra.
Le unghie di Gwen erano cresciute in modo impressionate, sembrano più simili ad artigli, pericolosamente vicini alla gola di Amai. Troppo vicino per i suoi gusti.
Amai arricciò il naso, non sembrava troppo preoccupata dalla situazione, infatti le bastò poco per lanciare via la ragazzina e falla andare contro il muro.
-Nee! Mi hai stropicciato tutta la felpa!-
Mise una finta espressione offesa ringhiando leggermente, mostrando i denti appuntiti.
-E scusami ma non è carino rovinare il pranzo degli altri!-
Il viso della kitsune era ancora più volpino del solito e gli occhi arancioni mostravano una pupilla sottile e allungata.
Emise un ringhio mentre delle fiammelle rosse si formavano sulle sue dita, ma fu fermata dal colpire la burattina da una figura appena entrata in stanza.
-Che sta succedendo qui?-
domandò la donna passando dall'entrata.
La donna era mostrusamente alta, probabilmente superava i due metri, ma come se la stazza non bastasse era estremamente muscolosa e i capelli bianchi lunghi e spettinati le arrivavano al bacino, gli occhi era lilla e sulla fronte vi era un unico corno rosso. In contrasto con ciò stava semplicemente indossando una camicia bianca e dei jeans e scarpe da ginnastica.
-Ciao mamma! com'è andata a lavoro?- Domandò la volpe, ancora tenendo Gwen ferma al muro.
-Tutto bene tesoro, ma mi diresti che cazzo succede perfavore?-
Amai scrollò le spalle prendendo Gwen per il colletto e lanciandola sul pavimento,.
-Sta milf e la nanetta in gothic lolita volevano dare noia ad un mio amico. E hanno dato noia pure a me. Mentre mangiavamo!-
La donna sospirò avvicinandosi alle due e sollevando Gwen per poi trascinarla fino ad Eva.
-Signora, le informo che è vietato contro il nostro regolamento molestare i clienti o combattere all'interno del ristorante.-
Eva alzò un sopracciglio, alzando il viso per vederla negli occhi.
-Non si preoccupi, signora...Come dovrei chiamarla?-
-Signorina Hikari Ameji se ci tiene tanto.-
-Ecco, signorina Ameji, sono qui solo per prendere con me il ragazzo-
Eltanin si passò una mano tra i capelli, spostando gli occhi verso la porta, chiedendosi seriamente perché non se ne era andato appena aveva visto la donna. Ora che sia Eva che Gwen erano bloccate sarebbe stato facile scappare da quella situazione.

Hikari sorrise tranquillamente.
-E' maleducato interrompere chi sta mangiando, le chiedo di nuovo di uscire dal mio ristorante, o dovrò farlo io con la forza, e considerando che potrei facilmente rompere le ossa ad entrambe vi suggerisco la prima opzione-
Eva assottigliò gli occhi e si guardò attorno. Se avesse portato altri burattini oltre a Gwen forse averebbe potuto buttar giù il posto, ma ora come ora era meglio evitare.
-Gwen, alzati da terra, ti sporcherai i vestiti, e andiamo a casa.- Ordinò alla ragazza
Gwen la guardò annuendo mentre si alzava ancora un po' accacciata -Sì signora!- esclamò seguendola mentre la più grande uscì dal locale.

Hikari sospirò poi girò il viso verso Ebe, Eltanin e Amai
-Tutto bene?- domandò in modo preoccupato
-Solo un pranzo rovinato- borbottò Amai, che sembrava più infastidita da quello che il resto della situazione.
Hikari sorrise e si mise a sedere dove prima vi era Eva
-E tu Ebe?-
-O-Oh, sto bene, grazie signora Ameji- Rispose la ragazza con i capelli azzurri, rigirandosi una ciocca.
Infine Hikari guardò Eltanin.
-E il vostro nuovo amico?-
Eltanin osservò la donna un attimo prima di rispondere, ok era probabilmente il doppio di lui...Forse il triplo, ma non sembrava avere cattive intenzioni
-Eltanin. Eltanin Eldur-
-Eldur? Come Dominok?-
Il keenan sospirò -A...A quanto pare è mio fratello, ma è una situazione complicata, preferisco non parlarne-
Hikari rise leggermente -Ahhh, capisco, turbe adolescenziali-
Eltanin storse il naso -Non è quello...-
La donna si fece portare qualcosa da bere dalle cameriere, che dall'odore il ragazzo intuii fosse un alcolico, per poi continuare a parlare -E questa Eva, non vuoi parlare neppure di lei, immagino-
-Preferirei evitare-
-Sappi che se ti da noia, in questo posto ogni creatura sovrannaturale è protetta-
Amai si buttò nella conversazione -Non darle retta o finirà per adottare pure te-
Hikari guardò male la figlia ma poi sorrise e diede un sorso.
-Intendevo che questo posto è sicuro, abbiamo una specie di neutralità generale, chiunque può richiedere asilo finché non da noia agli altri clienti-
Eltanin alzò un sopracciglio -Chiunque? Accettate anche criminali?-
Hikari fece spallucce -Esistono centinaia di creature sovrannaturali, per alcune cose come il cannibalismo sono ok, altre si fanno fuori per hobby, altre ammazzano creature rivali, chi sono io per dettare cosa sia giusto o sbagliato? Per me è semplice, finché paghi e non rompi le scatole puoi restare-
-Beh...In questo caso mi pare giusto...-
-Oh, beh, tu sei amico di Amai, non serve che paghi per restare-
Il ragazzo avrebbe voluto mettere il questione questa fantomatica amicizia con la kitsune, visto che in realtà la ragazzina l'aveva semplicemente trascinato li dentro, facendolo perfino scoprire da Eva, ma si limitò a fare un gesto con la mano.
-Ho già dove restare, signora-
La donna diede un lungo secondo sorso al bicchiere che teneva.
-Se servisse vieni pure signorino, un ragazzino carino come te attirerebbe un sacco di ragazze. Hai un bel viso, begli occhi e sopra tutto un bel culetto, che ne pensi Ebe?-
La ragazza quasi si strozzò presa alla sprovvista -E-Eh?-
Hikari scosse la testa e sorrise -Lascia perdere-
Amai rise leggermente e diede una gomitata leggera all'amica.

Eltanin sospirò -Grazie per il pranzo, ma meglio che vada ora- e si alzò dalla sedia, dirigendosi verso l'uscita.
Ebe lo osservò un attimo, per poi ricevere una spintarella da Amai
-Se vuoi parlargli meglio che lo fai ora! Alza il culetto e invitalo da qualche parte prima che scappa!- La ninfa la guardò con il broncio per poi alzarsi prendendo la sua borsa.
Amai rise -Tanto comunque devo andare via pure io! See ya!- esclamò, uscendo dalla finestra come se fosse normale.
Ebe scosse la testa per poi correre fuori dal ristorante fino a raggiungere il ragazzo che si stava avviando sul marciapiede con le mani in tasca.
-Eltanin!-
Questo si girò osservandola
-Mh?-
La ragazza si passò una mano dietro il collo.
-U-Umh...E-Ecco, volevo sapere, ora che, beh, Dominok è tuo fratello, se umh, magari possiamo vederci più spesso? S-Se a te sta bene ovviamente!-
Il ragazzo si grattò la guancia
-Beh, immagino che dovrò parlarci per forza in questi giorni, quindi se sei nei paraggi suppongo possiamo incontrarci e fare due passi. -
Gli occhi della ragazza brillarono leggermente.
-Sì! C-Cioè, sono spesso a casa di Domi e Lyos, quindi è probabile che ci vedremo!-
Eltanin sorrise per poi salutarla con un gesto della mano.
-Allora ci si vede- rispose allontanandosi.
Ebe lo guardò andarsene per poi portarsi le mani alle guance arrossendo, saltellando sulle punte dei piedi. Non gli aveva chiesto di uscire come le aveva detto Amai, ma era comunque qualcosa no?
Rimase così per una manciata di secondi per poi sospirare, meglio andare a casa e prepararsi per andare a lavoro.

Amai nel frattempo era entrata di corsa nel negozio di fiori dove lavorava Lyos, salutando la proprietaria del negozio.
-Giiiorno signora! Lyos è già arrivato?- domandò facendo una frenata prima di andare addosso al balcone.
-E' nel retro, signorina- Rispose la vecchina, che al momento stava giocando ad un solitario.
-Grazie mille!- La volpe sorrise per poi correre nel retro, spalancando la porta calciandola. -SOMEBODY ONCE TOLD ME-
Lyos quasi saltò nel sentirla entrare, per poi guardarla negli occhi con espressione morta. -Ciao Amai, grazie di essere discreta come sempre-
Amai lo salutò con la mano mettendosi a sedere sul balcone dove il ragazzo stava sistemando dei fiori.
-Un uccellino, e per uccellino intendo quella squinzia di Ebe, che tu e Dominok avete avuto il vostro primo appuntamento-
Lyos spostò lo sguardo arrossendo. -Un uccellino mi ha detto che devi farti i cazzi tuoi Amai-
La ragazza arricciò il naso, dondolando i piedi per un po' per poi saltare giù.
-Beh? Non mi racconti nulla? Cos'è? Solo Ebe ha l'esclusiva di sapere tutte le cose piccanti?- Borbottò mentre si aggirava nel negozio raccogliendo alcuni fiori.
-Allora, Domiok bacia bene? Con o senza lingua? E com'è messo li sotto? Solo perchè sono frocia non voglia dire che non capisco come funziona-
Lyos si passò una mano sul viso.
-Amai ti prego!-
-Dai dimmi!!! Avete usato le protezioni vero? Solo perché siete due ragazzi e uno dei due è un fantasma non vuol dire che non vadino usate!- Esclamò pigiando ll'indice contro il naso del ragazzo.
Lui sospirò spostando il viso. -N...Non ci siamo neppure baciati, non correre troppo-
Amai lo guardò -Che palle che siete! Cosa siete, degli Amish?-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo -No, s-solo che non siamo neppure una cosa ufficiale, siamo solo usciti a pranzo assieme-
Amai rise -Suvvia! Lyos tira fuori le palle! A Domi piaci e si vede!- E poi gli diede un colpetto d'anca, per prendere altri fiori, stava facendo un mazzetto.
Il fantasma cambiò argomento imbarazzato -Hai intenzione di pagarli quelli vero?-
-Mettili sul mio conto!- Rispose la ragazza, piroettando verso la porta
-E ora devo andare e anche di corsa! Avvisami quando finalmente te lo scop- -
Non finì la frase che Lyos le chiuse la porta in faccia.
La ragazza rise per poi osservare i fiori e uscire dal negozio di corsa come era entrata.

Si mise ad attraversare di corsa la città, spingendosi in mezzo ai passanti, camminando sui muretti per fare prima e quasi farsi mettere sotto da una macchina o due.
"Scusatemi!"
Tanta fretta fu spiegata quando si fermò davanti ad un ristorante, era uno di quei ristorante a cinque stelle che servono solo porzioni grandi come una noce.
Ma più che quello, l'importante era la ragazza davanti ad esso. Ruby era lì con le braccia incrociate, sembrava che stesse aspettando da un po' e aveva un espressione scocciata sul viso.
Amai le sorrise imbarazzata e fece un inchino esagerato, portando avanti il braccio che teneva i fiori.
-Scusa per il ritardo, Ma chérie, ma è difficile trovare dei fiori belli quanto te e dello stesso colore dei tuoi occhi- e le fece un occhiolino.
La strega sospirò ma avevano l'espressione addolcita. Prese i fiori e la guardò
-Sono di fatto molto belli...Sei perdonata per questa volta-
Amai fece un ghigno, alzandosi da quella posizione.
-Com'è andato l'affare?- Domandò poi, prendendo la ragazza sotto braccio mentre si avviavano per le strade della capitale.
-Concluso, ma devo ammettere che il mio cliente è stato davvero una palla al piede- Sospirò, poggiando la testa contro l'altra, facendo cadere alcuni ciuffi biondo panna contro quelli piu scuri della volpe.
-Però adesso ho una bella cifra in tasca, potremo spendere la serata da qualche parte-
Amai sorrise, sapeva che Ruby si divertiva in modo diverso da lei, quindi scendevano a compromessi.
-Dove vorresti andare?-
-Magari a teatro? Però fino a sta sera on ci sono spettacoli, vuoi andare al parco?-
La volpe annuì -E' un modo di sfinirmi così poi mentre vedrai l'Opera io crollerò e non ti darò noia?-
Ruby rise leggermente -Può darsi.-
Osservò i fiori, stringendoli, questi brillarono per un secondo per poi scomparire assieme a del fumo rossastro.
-Li ho messi a casa mia, ora possiamo andare sul serio- Poi mollò il braccio della volpe e le diede un braccio a fior di labbra per poi correre via.
-Tanto arrivo prima io!-
Amai la guardò stordita per qualche secondo, per poi correrle dietro.
-Ehy!!!!-

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