Demon's love

di AngelWing99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il sole era appena spuntato nel cielo, illuminando la città ancora avvolta nelle dolci braccia di Morfeo. Da subito un irritante raggio di sole penetrò tra le persiane di una finestra atterrando, per puro caso, sulle palpebre ancora chiuse di una ragazza dai lunghi capelli castani. Quella si agitò leggermente, si svegliò aprendo lentamente gli occhi, ma il raggio del sole non le permise di aprire più di tanto gli occhi, così si girò dall'altra parte nella speranza di tornare nelle braccia di Morfeo, ma era del tutto inutile, ogni sforzo che faceva era inutile. La ragazza apri nuovamente gli occhi rivelando grandi occhi azzurri come zaffiri, diede un occhiata alla sveglia messa sopra al comodino accanto al letto, erano le sei e un quarto e tra meno di un quarto d'ora sua madre sarebbe venuta per buttarla giù dal letto. La ragazza iniziò a imprecare rifugiando la testa sotto il caldo piumino che la copriva, ancora nella speranza che Morfeo la riprendesse tra le sue braccia, ma come prima, era del tutto impossibile. Si mise a sedere e si guardò intorno, come se non ricordasse dove fosse. Gli occhi erano ancora pieni di sonno e quasi si chiudevano da soli, ma il suo cervello era già sveglio e non accennava al fatto di far chiudere e gli occhi e riposare ancora un po'. La ragazza si trascinò fin davanti all'armadio e prese un paio di jeans blue stretti che abbinò ad un paio di converse nere e una maglietta nera che scendeva scoprendo una spalla, facendo vedere la spallina della canottiera bianca. Andò in bagno e provò a pettinarsi i capelli mossi, che tendevano al biondo; si truccò con un po' di matita e mascara neri, il fondotinta, la cipria e un po' di fard. Aveva appena fino quando sentì la madre entrare in camera iniziando ad urlare le solite parole che ripeteva da sette anni
< < Avanti sveglia, che fai tardi > > ma il tono squillante andava ad abbassarsi lentamente vedendo la figlia già pronta < < Wow Juliet, mi sorprendi, capisco che oggi è il primo giorno di scuola e che non vedi l'ora di vedere le tue amiche, ma non credevo di trovarti già sveglia > > disse sorridendo raggiante
< < Mamma, non farti illusioni, è per colpa della solita insonnia se sono già sveglia > > disse lei acida mentre preparava lo zaino a tracolla blu elettrico, con sopra disegnato un teschio nero che sembrava ridere divertito
< < Ti sei svegliata con la luna storta? > > chiese la madre mettendosi le mani sopra i fianchi, senza levare il sorriso dal viso
< < No, sei tu e il tuo urlare di prima mattina che me la fate diventare > > rispose prontamente la ragazza sempre più acida
< < D'accordo, ho capito, oggi non ti si può parlare > > disse la madre alzando le braccia al cielo in segno di arresa < < di sotto la colazione è già pronta > > disse prima di andarsene.
< < Quante volte te lo devo dire che io colazione non la faccio? > > chiese sospirando irritata, si mise lo zaino in spalla, prese dalla sedia della scrivania un giacca nera di pelle ed uscì di casa. Appena fuori di casa Juliet inspirò a fondo per calmarsi, non riusciva proprio ad andare d'accordo con la madre, erano come il sole e la luna non potevano avere la stessa idea su qualcosa, era impossibile. Prese il cellulare con le cuffie e si incamminò verso scuola con la musica degli Skillet, che lei tanto adorava, ma che nessuno conosceva, a tutto volume nelle orecchie. 
Appena arrivò davanti ad una struttura grande come un castello si fermò ad osservarla, era un edifico che sembrava in stile ottocento che però era stata ristrutturato molto volte, quindi, con il passare del tempo, aveva perso la sua bellezza antica e ora davanti agli occhi della ragazza sembrava solo una prigione in cui doveva restare per sei ore della sua vita per cinque volte alla settimana, escludendo le attività pomeridiane
< < JULY > > urlò qualcuno così forte da sovrastare la musica altissima che stava sentendo, lei si girò, ma non fece in tempo a vedere chi era che due figure le saltarono letteralmente addosso allacciandosi al suo collo- la ragazza per quasi non caddi a terra
< < Ciao tesori > > disse lei sorridendo felice, abbracciò calorosamente le due figure che le saltate addosso e quando si staccarono sorrisero tutte insieme, una era riccia i capelli corti e biondi, gli occhi verdi bottiglia, i lineamenti perfetti per una ragazza di diciassette anni e molto alta; l'altra era tutto il contrario, mora con i capelli lunghi e lisci, occhi marroni come il cioccolato e bassa. Risero ancora tutte e tre divertite 
< < Allora Tati, dicci come è stato il viaggio per il mondo con i tuoi zii > > disse Juliet rivolta alla ragazza bionda
< < Semplicemente la cosa più divertente del mondo > > urlò quella entusiasta
< < Dove sei andata? > > chiese la ragazza mora sorridendo
< < Prima un po' in giro per l'Italia, poi in Norvegia, in America, Canada, Inghilterra, Egitto... Poi non mi ricordo > > disse la bionda alzando gli occhi al cielo per cercare l'ultima tappa che aveva visitato con gli zii
< < E per tutto il tempo non ci hai nemmeno chiamate o invitate a venire con te i miei complimenti > > disse Juliet fingendosi offesa
< < Beh scusate, ma pensavo a divertimi > > disse la ragazza facendo l'occhialino alle altre due
< < Te Bea, dove sei stata? > > chiese Juliet sorridendo verso la ragazza bassa
< < A differenza di questa tizia qua sono andata solo in Spagna > > disse quella incrociando le braccia al petto < < tu invece? > > 
< < Nulla di che, con mio padre in Scozia e con mia madre in Grecia > > disse scrollando le spalle 
< < Mi dici poco > > disse Bea
< < Fidati, con due arpie anche il posto più bello diventa un inferno > > disse Juliet  ricordando la terribile vacanza a cui era stata costretta ad andare
< < Dai non sarà andato così male > > provò a consolarla Tati
< < Beh il posto non era male > > disse Juliet sorridendo un po' tristemente. 
Continuarono a parlare del più e del meno fino a quando non le interruppe il suono della prima campanella, le tre sospirarono sconfitte
< < Pronte per la nuova tortura? > > chiese Juliet verso le amiche
< < Dai su andiamo > > disse Tati prendendo le amiche sotto braccio e si avviarono.
Arrivate davanti alla classe entrarono e si misero immediatamente agli ultimi banchi e iniziarono a parlare, come prima, del più e del meno, fino a quando non entrò il professore della prima ora. Appena entrò nella classe scese un silenzio inquietante, era il professore di latino non che il docente più severo della scuola, neanche mise apposto la roba che si mise subito a fare l'appello. Aveva quasi finito l'appello quando la porta si aprì rivelando un ragazzo dai capelli neri un po' spettinati, gli occhi azzurri chiari come un cielo sereno in piena estate, alto, con una maglietta grigia aderente che esaltava i suoi muscoli da dio greco
< < Signorino stiamo solo al primo giorno e già ritarda? > > chiese il professore guardando storto
< < Mi scusi, ma ho avuto contrattempo > > disse tranquillamente il ragazzo andando verso l'unico posto libero in fondo all'aula; Juliet si avvicinò a Tati che si era messa vicino a lei
< < Secondo me ha avuto qualche problema con il suo amico > > disse e Tati scoppiò a ridere rumorosamente peggio di una matta
< < Che avete da ridere tanto? > > chiese il professore guardandole male
< < Niente, è solo che Tamara è un po fuori di testa > > disse subito Juliet prima che l'amica potesse dire qualcos'altro
< < Io non credo, avanti Fino, dì quello che le hai detto. Non fare la timida, tanto sappiamo entrambi che non lo sei > > disse il ragazzo appena arrivato, sorridendo divertito 
< < Beh se proprio ci tieni... Forse il tuo collega ha fatta cilecca oggi in bagno > > disse Juliet sorridendo divertita mentre tutta la classe scoppiò a ridere ed il ragazzo fulminò con un'occhiata la ragazza, per un momento a Juliet sembrò che il colore degli occhi del ragazzo fosse cambiato in rosso sangue, ma fu solo per un attimo, poi tornò normale come se nulla fosse successo e lei non ci si soffermò molto
< < Ammettilo, ti piacerebbe provare il mio amico > > disse dandosi delle pacche sul basso ventre
< < No grazie, del tuo ne faccio anche meno > > disse lei schifata
< < Su non fare quella faccia, infondo si vede lontano un miglio che mi vuoi > > disse lui sorridendo malizioso
< < Certo l'importante è crederci > > disse lei giusto per accontentarlo
< < Allora lo ammetti > > disse lui sorridendo soddisfatto
< < Visto che insisti tanto a farmi provare il tuo cazzo sto iniziando a credere che tu voglia provare... > > disse lei guardandolo storto
< < Ora basta > > disse il professore sbattendo una mano sulla cattedra facendo sobbalzare tutti nell'aula e interrompendo Juliet < < stiamo solo ad inizio anno e già sono costretto a farvi uscire > > disse guardando male i due ragazzi che non si mossero di un solo millimetro < < FUORI > > urlò rosso in viso, i due si alzarono e senza dire altro uscirono. Appena Juliet fu fuori si trovò schiacciata tra il muro è un corpo molto muscoloso
< < Ti dò solo questa occasione per ritirare ciò che hai detto > > disse il ragazzo vicino al volto di Juliet
< < Se non volessi? Che faresti? > > chiese lei guardandolo con aria di sfida
< < Preparati a rimpiangere il giorno in cui hai deciso di metterti contro di me > > disse lui sorridendo divertito
< < Sto tremando di paura > > disse lei continuando a fissarlo con quell'aria di sfida
< < Dovresti > > disse lui allontanandosi e fece per andarsene
< < Dove vai? > > chiese lei confusa
< < A fumarmi una sigaretta, ma se vuoi possiamo andare in bagno e tu puoi trovare un modo per farti perdonare > > disse lui sorridendo malizioso
< < Noto sempre di più che non vedi l'ora di scoparmi > > dissi lei incrociando le braccia al petto
< < Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma mi farebbe troppo schifo > > disse lui sorridendo divertito
< < Non mi sembra visto che non fai altro che alludere a quello con me > > disse lei alzando un sopracciglio
< < Sono tutte tue illusioni mia cara > > disse sorridendo divertito
< < Non dovevi andare a fumare? > > chiese lei seccata
< < Si infatti mi stai facendo solo perdere tempo > > disse e se ne andò. Juliet rimase seduta per terra per un po', alla fine andò a prendersi un caffè espresso. 
Mancavano dieci minuti al suono della campanella quando tornò il ragazzo e Juliet stava bevendo tranquillamente il suo secondo caffè
< < Fino, sai che non dovresti prendere il caffè quando sei stata sbattuta fuori dall'aula? > > chiese il ragazzo divertito
< < Andrè sai che non dovresti fumare in generale? > > chiese lei prendendo un sorso di caffè
< < Questi non sono affari tuoi > > disse lui divertito, si avvicinò a Juliet e gli strappo dalle mani il caffè
< < Ehi, il caffè è mio > > si lamentò lei tentando di riprenderselo, ma il ragazzo lo mise in alto dove lei non ci arrivava
< < Ora non più, mia cara Fino > > disse lui divertito
< < Uno non chiamarmi per cognome, due visto che ti sei fregato il mio caffè, io ti frego queste > > disse lei, con un movimento veloce prese dalla tasca dei pantaloni di lui le sigarette e se le misi nella tasca dietro dei pantaloni
< < Lo so che vorresti mettere le mani più giù > > disse divertito e le fece l'occhiolino mentre si prendeva un sorso di caffè
< < Pervertito > > disse lei schifata
< < Che schifo è senza zucchero > > disse lui arricciando il naso
< < Capita, l'hai voluto? Ora te lo tieni > > disse lei appoggiandosi al muro e incrociando le mani al petto
< < Pensavo che ci fosse lo zucchero > > disse lui facendo per ridarle il caffè
< < No non lo voglio più. Dovessi prendermi qualche malattia > > disse lei girando la testa di lato
< < Beh, io sto bene, quindi non prendi nulla > > disse dandole di nuovo il caffè
< < Ho detto di no, non lo voglio più > > disse senza guardarlo
< < Va beh lo butto > > disse con una scrollata di spalla, lei si girò di scatto verso di lui e lo guardò confusa mentre lo vedeva buttare il caffè
< < L'hai fatto davvero? > > chiese lei confusa
< < Beh non mi andava di rimanere con il tuo caffè in mano. Ora mi dai le sigarette? > > chiese quasi gentilmente
< < Certo ... Che no > > dissi lei rimanendo appoggiata al muro < < ti sei fottuto il mio caffè, non vedo il motivo per cui ti dovrei dare le sigarette > > disse lei con noncuranza
< < Senti un po'... > > disse mettendo una mano accanto alla testa di lei, si avvicinò fino ad arrivare ad un soffio dal viso di lei, la guardò freddamente, ma non fece in tempo a finire la frase che suonò la campanelle
< < Uh, che peccato, dobbiamo rientrare. Prego prima le donne > > disse lei sorridendo divertita e intanto gli indicò la porta della con un gesto plateale delle mani
< < Fino, non ho mai alzato le mani su una donna, ma se continui ad infastidirmi credo che per te farei un eccezione > > minacciò lui guardandola male
< < Tremo di paura > > disse lei prendendolo in giro, la porta si aprì facendo vedere il professore di latino
< < Rientrate, e non dite più niente durante le mie lezione. Se la prossima volta che parlate sarà per offendervi vi mandò dritti dal preside, ci siamo intesi? > > minacciò osservandoli male
< < Sissignore > > dissero all'unisco, rientrarono e Juliet senza farsi vedere da nessuno fece scivolare le sigarette dentro lo zaino. 
Passarono le altre due ore e finalmente la campanella suonò per la ricreazione. Juliet stava per uscire quando si ritrovò bloccata con la schiena contro il muro e con un corpo che la imprigionava, d'istinto aveva chiuso gli occhi e quando li riaprì trovò Andrè che la sovrastava
< < Ridammi le sigarette > > le ringhiò subito
< < Sai che fumare fa male alla salute? > > disse stuzzicandolo e sorridendo divertita
< < Non costringermi ad usare le maniere forti > > ringhiò lui stringendo le mani a pugni
< < Ah si? E quali sarebbero? > > provocò lei, Andrè sorrise divertito e iniziò ad avvicinare il viso alla ragazza 
< < Non ti piacerebbero > > le sussurrò lui vicino al suo orecchio e poi strofinò la punta del naso contro il collo della ragazza che in meno di un secondo si irrigidì del tutto
< < Non mi toccare pervertito > > squittì lei tentando di spingerlo via, ma senza tanti successi; nel tentare di spingerlo via aveva messo le mani sul suo petto e si era avvicinata per usare anche la forza del suo corpo per spostarlo, così ora sentiva sotto i polpastrelli i suoi pettorali scolpiti e stava completamente schiacciata contro di lui
< < Io non posso toccare te, però tu puoi toccare me, interessante > > disse divertito, la circondò con le braccia e la strinse a se, piegò la testa di lato e iniziò a baciarle dolcemente il collo, Juliet strabuzzò gli occhi e iniziò ad agitarsi per liberarsi
< < Lasciami > > disse agitandosi di più
< < Ridammi le sigarette e io ti lascio > > disse lui con voce rauca e sensuale 
< < Mh... No, e ora togliti, ho altro da fare > > disse e provò di nuovo a spingerlo via, ma come prima senza successi
< < Prima, le mie sigarette > > disse stringendola di più contro il muro
< < Non c'è l'ho più > > buttò lì, lui si staccò di poco e la guardò freddamente negli occhi
< < E dove sono? > > chiese quasi ringhiando
< < Non lo so > > disse lei sostenendo il suo sguardo freddo
< < Non dire cazzate > > ringhiò nuovamente
< < Ti sto dicendo la verità, perquisiscimi se vuoi > > provocò lei, il ragazzo fece un sorriso malizioso e iniziò a far scivolare su tutto il suo corpo le mani partendo da appena sotto il reggiseno, quando arrivò al fondoschiena iniziò a stringerlo fino a farle quasi male e dopo un attimo Andrè si ritrovò con la testa girata di lato che fissava il pavimento
< < Non toccare più il mio sedere > > ringhiò lei, lo spinse via e fece per andarsene, ma lui la riprese la sbatté violentemente contro il muro, tanto da farla sbattere dolorosamente la testa < < oh ma sei impazzito? Mi vuoi uccidere? > > gridò lei massaggiandosi il punto colpito
< < Beh non sarebbe una cattiva idea > > disse lui sorridendo divertito
< < Vai a farti fottere, tu e quelle tue cazzo di sigarette > > disse lei ringhiando
< < Andrei molto volentieri, ma tu prima mi dovresti dire dove sono le mie cazzo di sigarette > > disse sorridendo divertito
< < Te l'ho detto non lo so > > ringhiò lei, lui sbuffò e dopo averla guardata male se ne andò
< < Non finisce qua Fino > > gridò lui prima di farle un gestaccio al quale lei rispose allo stesso modo. Era dal primo anno del liceo che facevano così: si facevano scherzi a vicenda, uno iniziava e l'altro rispondeva e così andavano avanti per tutto l'anno, si fermavano per l'estate e poi riprendevano l'anno dopo. Ora erano al quarto anno e ancora non rinunciavano ai loro battibecchi, ogni volta che si incontrano nei corridoi iniziavano a discutere e subito dopo uno dei due faceva uno scherzo all'altro. Non si facevano scherzi null'altro solo quando sapevano che uno dei due stava passando un momento difficile. Una volta, al primo anno, erano stati mesi senza fare nulla perché Juliet stava affrontando il divorzio dei suoi genitore ed inoltre il ragazzo l'aveva lasciata, così Andrè la evitò fino a quando lei non gli andò a parlare dicendogli che almeno a scuola non voleva pensare ai suoi e che preferiva pensare agli scherzi da fargli.
Passarono le altre tre ore in completa tranquillità, Juliet guardava fuori dalla finestra persa tra i suoi pensieri e quando suonò l'ultima campanella quasi non se ne rese conto. Era l'ultima, le sue amiche non l'avevano aspettata, così che ora era sola, mise tutto apposto e andò verso la porta che stranamente era socchiusa, l'apri tranquillamente  e dopo un attimo un secchio d'acqua ghiacciata le si rovesciò in testa. In primo momento non capii cosa fosse successo, poi iniziò ad urlare
< < Andrè > > iniziò ad urlare per tutta scuola; alla fine lo trovò seduto sulla sua motocicletta circondato dai suoi amici che la guardava divertito 
< < Questa me la paghi cara, razza di idiota troglodita > > gli urlò lei guardandolo con le fiamme d'odio che bruciavano negli occhi, mentre lui stava ridendo come un pazzo con i suoi amici
< < Non vedo l'ora mia cara Fino > > le urlò lui continuando a ridere, Juliet lo fulminò sperando che prendesse fuoco all'improvviso, ma ovviamente non successe nulla. La ragazza sbuffò, iniziò a tirare un vento freddo che immediatamente la fece rabbrividire da testa a piedi e si incamminò verso casa tremando di freddo. 
Appena entrò in casa si fece una lunga doccia calda lasciando che l'acqua bollente cacciasse tutto il freddo che sentiva. Finita la doccia si mise sdraiata sul letto con addosso solo un asciugamano legato sul petto e i capelli bagni sciolti che si diramavano come fili d'oro scuro sul cuscino, si mise ad ascoltare la musica, rilassò tutti i muscoli e fece vagare la mente che inevitabilmente andarono a formare un piano per la sua vendetta è quando il piano fu ben definito si addormentò stanca morta. 
 
Si svegliò la sera quando la madre venne a scuoterla per la spalla e a dirle che la cena era pronta, anche se lei non aveva per niente fame, ma scese comunque di sotto. Mangiò solo due cose: un po' di pane, del formaggio e una fetta di prosciutto cotto. Finita la "cena" Juliet ritornò in camera e si mise a disegnare tutto quello che veniva in mente: angeli; demoni; mostri che inventava grazie agli scarabocchi che faceva ecc... Passo tutta la notte così non riusciva a prendere sonno così la mattina dopo si ritrovò con due occhiaia da far paura a chiunque. La mattina passò velocemente Juliet mise in atto il suo piano di vendetta: arrivò presto a scuola e cosparse sia il banco che la sedia di amuchina gel in modo che non si vedesse. Quando si sedetti Andrè, Juliet non poté fare a meno che sorridere soddisfatta e quando si alzò per uscire quasi tutta la classe scoppiò a ridere compresa lei, gli aveva rovinato completamente tutto i pantaloni, ma lui si limitò a fulminarla con un occhiata e poi se ne andò.
 
~Angolo dell'autrice~
 
Salve a tutti!!!
Che ne dite come inizio? Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto 😊 fatemi sapere cosa ne pensate
Baciii 💜❤️

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Passarono a farsi altri scherzi per altri tre mesi.
 
Era inizio novembre, Juliet e Andrè avevo in quinta ora ginnastica e lei ne approfittò per fargli uno scherzo, l'ultima volta lui le aveva messo una mentos dentro la bottiglietta della Coca-Cola così che quando l'aveva aperta la maglietta le era diventata a chiazza bianche e marroni -aveva una maglietta maglietta bianca con una farfalla gigante, fatta con tutte linee sinuose che intrecciavano tra loro e dietro la farfalla era come se ci fosse stata un esplosione di colori - così ora stava per fare la sua contromossa. A metà lezione di ginnastica andò agli spogliatoi maschili, con la scusa di andare in bagno -tanto la strada spogliatoio-bagno era uguale- dove stava lo zaino con sopra i vestiti puliti di Andrè, li prese e li mise dentro uno sgabuzzino del bidello che probabilmente non sarebbe stato aperto fino a quel pomeriggio; nessuno fece caso a lei così poté agire indisturbata. Anche se non sembrava Andrè era un ragazzo che quasi adorava l'igiene personale. Quando finì la lezione tornò in classe come se nulla fosse, preparandosi a gustarsi la scenette che sarebbe avvenuta dopo. Erano in sesta ora con il professore di italiano, un uomo che di per se era molto affascinante, i capelli corti neri, occhi verdi chiari che avevano la capacità di ipnotizzare chiunque, muscoloso al punto giusto e alto, si vestiva sempre con un paio di jeans e una maglietta aderente che risaltava il suo fisico. Juliet tremò leggermente vendendo il professore che subito puntò gli occhi su di lei, ma la vista di Andrè, la fece ridere di gusto, aveva addosso gli stessi vestiti che aveva usato per la partita di calcetto: pantaloncini corti bianchi con una striscia blue ai lati e una maglietta bianca molto sudata. Appena Andrè la vide la guardò con odio, gli occhi le sembrarono, di nuovo, che per un momento fossero diventati rossi sangue, si avvicinò velocemente a Juliet e le arrivò ad un nulla dal suo viso
< < Dove cazzo hai messo la mia roba > > ringhiò più arrabbiato che mai
< < Non so di che stai parlando > > disse lei cercando di nascondere la paura che stava provando con un sorriso divertito
< < Io invece scommetto che dietro tutto questo ci sei tu, dimmi dove sta la mia roba maledetta puttana > > disse avvicinandosi ancora di più, ora Juliet stava tremando di paura, tanto che non aveva neanche fatto caso all'ultima parola che le aveva detto
< < Signorino Andrè, si vuole mettere al suo posto o no? > > chiese seccato il professore di italiano e per la prima volta Juliet ringraziò di tutto cuore che ci fosse il qualcuno in classe, Andrè ringhiò si avvicinò ancora
< < Ci vediamo dopo stronza > > disse e si allontanò ringhiando, Juliet sospirò e si rilassò addosso la sedia. Passò l'intera ora con il professore che interrogò Juliet, quando suonò la campanella il professore le fece l'ultima domanda e mentre tutti uscivano lei rimase lì a rispondere. Ci volle qualche minuto perché finisse e andasse a preparare lo zaino, mentre buttava dentro tutto quello che aveva sul banco il professore diceva qualcosa sul fatto che era indeciso se darle sei e mezzo o sette, ma alla fine decise per il sette
< < Va bene, arrivederci prof > > disse lei e fece per andarsene, ma una presa sul polso la fermò
< < Aspetta, noi due abbiamo un discorso in sospeso > > disse la voce del professore vicino al suo orecchio, Juliet rimase pietrificata incapace di fare qualsiasi cosa, riuscì a malapena a deglutire
< < Non so di che cosa sta parlando > > disse lei cercando di essere più distaccata possibile, non riusciva a muovere nessun muscolo e la paura la invase in un istante
< < Lo sai benissimo > > disse lui facendo scivolare le sue braccia intorno alla sua vita e stringendola a se 
< < Mi lasci > > disse divincolandosi e fece per andare verso la porta, ma fu di nuovo bloccata e sbattuta contro il muro con il polsi bloccati ai lati della testa
< < Non fare tanto la preziosa, tanto lo so che non lo sei > > disse con voce rauca
< < Lasciami > > tentò di nuovo ed iniziò ad agitarsi per liberarsi
< < Non credo proprio > > disse con voce rauca iniziando a baciarle il collo, Juliet strabuzzò gli occhi e urlò più forte che poté, si agitò di più < < stai ferma > > si lamentò lui dandole un pugno sullo stomaco, le uscirono due lacrime per il dolore, ma questo almeno non riuscì a fermarla. Lei riuscì a dargli uno spintone che lo mandò a qualche centimetro di distanza e subito dopo gli diede un calcio nelle parti basse e scappò via uscendo di corsa dalla classe, senza far caso a delle figure che stavano fuori dalla porta e corse verso i bagni della scuola e si chiuse dentro uno. 
Inspirò a fondo per calmarsi, si portò due dita sulle ghiandole lacrimali per trattenere le lacrime. Si mise seduta sulla tavoletta del gabinetto portandosi le ginocchia al petto ed ispirò nuovamente a fondo e affondò il viso nelle ginocchia; sperò che nessuno l'avesse vista entrare di corsa nel bagno e che nessuno avesse visto la scena in classe. Sentì davanti a lei un leggero bussare, alzò di scatto la testa verso la porta come se avesse paura che quella scomparisse all'improvviso dalla sua vista
< < Juliet, sono Andrè, fammi entrare > > disse una voce dietro la porta, Juliet rimase immobile, era irrigidita, non riusciva a muovere neanche un muscolo < < Juliet... Per favore > > ripeté leggermente spazientito, ma lei non riusciva a muoversi, era sorpresa che lui stesse ancora là < < Juliet queste porta sono facilmente apribili anche da fuori, quindi o mi fai entrare di tua spontanea volontà o lo faccio io > > minacciò, alla fine lei sospirò si sporse leggermente ed aprì la porta
< < Entra e chiudi > > disse solo, Andrè fece come gli aveva chiesto e chiuse subito < < cosa vuoi? > > chiese sospirando, non aveva voglia dei suoi stupidi scherzi ora, aveva solo bisogno di calmarsi, non lo guardò, abbassò solo lo sguardo
< < Ti ho vista prima > > disse appoggiandosi alla porta con la schiena, aveva i muscoli facciali leggermente contratti, sembrava arrabbiato e il colore degli occhi era leggermente cambiato, sembrava più scuro
< < Che intendi? > > chiese con il cuore in gola, alzò la testa verso di lui puntando lo sguardo sui suoi occhi; tutte le sue speranze stavano in bilico, non voleva che qualcuno sapesse cosa provava a fare il professore con lei ... soprattutto lui
< < Ti ho vista da quando il prof ti ha praticamente sbattuta contro il muro fino a quando sei corsa qui > > disse passandosi una mano fra i capelli neri, tutte le speranze della ragazza andarono in frantumi, iniziò a tremare come una foglia e abbassò lo sguardo a terra con le lacrime che iniziano a rigarle il viso < < quanto va avanti questa storia? > > chiese piegando sulle ginocchia così da vederla negli occhi
< < Da metà del primo anno > > sussurrò a malapena cercando di non guardare i suoi magnetici occhi azzurri cielo, lo vide mentre si passò nuovamente una mano fra i capelli chiaramente irritato
< < Lo sa qualcuno? Oltre a me? > > chiese quasi dolcemente, lei si limitò a scuotere la testa e si spinse di più le ginocchia al petto < < perché non l'hai detto a nessuno? > > chiese istintivamente, avvicinandosi a lei, ma lei non rispose e rimase in silenzio < < d'accordo non importa... Vieni qua > > disse avvolgendola nelle sue lunghe braccia muscolose, lei rimase per un momento paralizzata, incapace, come prima, di fare qualsiasi cosa, ma dopo qualche istante avvolse le sue piccole braccia intorno al collo di lui e iniziò a singhiozzare
< < Perché? > > chiese lei tremando
< < Perché cosa? > > chiese dolcemente e allo stesso tempo confuso
< < Perché mi stai abbracciando e perché sei venuto qua > > 
< < Sinceramente non lo so... Volevo solo vedere come stavi > > disse stringendola di più a se < < sai di albicocca > > disse ispirando a fondo
< < Veramente è pesca > > disse lei tirando un sorriso divertito
< < È comunque buono > > disse ispirando nuovamente a fondo, non sapeva perché, ma le piaceva il fatto che lui l'odorasse come se fosse un cane, ed era strano il fatto che fra le sue braccia di sentisse abbastanza al sicuro da farle scordare qualsiasi cosa, tanto da farla smettere di tremare. Rimasero così per alcuni minuti, fino a quando a Juliet non le sembrò di sentire la voce del prof. provenire dal corridoio e ricominciò a tremare e si strinsi di più ad Andrè e le lacrime ricominciarono a scendere più velocemente 
< < Tranquilla, non ti farà nulla, non glielo permetterò, d'accordo? > > disse dolcemente, accarezzandole la schiena e i capelli per tranquillizzarla, Juliet annuii anche se continuava a sentire l'ansia e la paura che la opprimevano nella loro morsa che si serrava in torno a lei sempre di più, il cuore le batteva a mille, ma lentamente- con le braccia di Andrè che la stringevano forte come se lui avesse paura di perderla da un momento all'altro- la paura si affievolì sentendosi sempre di più al sicuro tra le sue braccia 
< < Perché fai questo? > > chiese con la voce che le tremò leggermente 
< < È solo il momento... Prendimi come se fossi il tuo migliore amico in questo momento > > disse lui tranquillamente, in un attimo Juliet si staccò e gli diede un sonoro schiaffo sul viso. Aveva gli occhi velati di lacrime, tutto quello che stava facendo lui era solo per pietismo e lei non aveva bisogno della pietà di nessuno; per un attimo si era illusa che per lui lei contasse qualcosa, ma invece si sbagliava. 
Andrè rimase per alcuni secondi immobile con il viso voltato verso il muro, poi realizzò quello che era successo, sentì la collera crescere in lui, ed emise un basso ringhio, neanche sua madre si era mai permessa di dargli uno schiaffo, e ora lei, una stupida ragazzina, si era permessa di dargliene uno senza motivo
< < Si può sapere per quale cazzo di motivo mi hai dato uno schiaffo? > > ringhiò alzandosi in piedi di scatto
< < Perché sei venuto qua solo per pietismo e non voglio il tuo stupido pietismo, razza di idiota > > gli urlò lei ancora con le lacrime agli occhi vedeva tutto offuscato e per questo non riuscì a vedere il repentino scambio di colore degli occhi del ragazzo 
< < Che cazzo stai dicendo? > > gli disse lui chiaramente confuso e arrabbiato 
< < Sto dicendo la verità > > disse con una lacrima che iniziava a rigarle il viso
< < No. Io sono venuto qua perché ero preoccupato, volevo semplicemente essere in questo momento una spalla su cui sfogarsi > > gli disse più calmo che poteva
< < E questo si chiama pietismo e io... > >
< < Non è pietismo razza di idiota che non sei altro. Ero solo preoccupato. Non l'ho fatto per pietismo, okay? Sono veramente preoccupato per te > > disse più dolcemente
< < Beh, allora potevi risparmiarti la frase:" è solo per il momento" > > borbottò guardando nuovamente a terra
< < Senti che ne dici di fare un patto? > > chiese piegandosi nuovamente sulle ginocchia per guardarla negli occhi
< < Che tipo di patto? > > chiese trattenendo, senza successo, le altre lacrime
< < Che io in momenti come questi divento la tua spalla, mi puoi chiamare quando vuoi e io prometto di venire sempre, okay? > > disse asciugandole le lacrime con i pollici prima che potessero scenderle lungo la guancia 
< < E tu in cambio che ricevi? > > chiese affogando nei suoi occhi cielo che la guardavo con dolcezza
< < Non lo so, ci devo ancora pensare, però intanto è così, okay? Per questa volta mi basta che mi dice dove hai messo la mia roba? > > disse nuovo dolcemente, Juliet ci pensò un secondo e poi annuii e lo abbracciò nuovamente
< < Ho messo la tua roba nello sgabuzzino del bidello > > disse lei mordendosi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere, ma lui scoppiò a ridere
< < Alcune volte sei genio lo sai? > > disse sorridendo divertito
< < Si lo so. Ora usciamo di qua? Che mi mette depressione > > chiese lei dopo qualche minuto
< < D'accordo, dove vuoi andare? > > chiese prendendole lo zaino e mettendolo in spalla
< < Boh... Mi accompagni a casa? > > chiese lei aprendo la porta
< < Va bene > > disse ed uscirono insieme, fuori dal bagno l'aspettavo i due migliori amici di lui Derek e Lucas, entrambi bei ragazzi il primo era moro con gli occhi marroni come il cioccolato, alto e muscoloso, mentre l'altro era biondo con gli occhi verdi muschio, alto e abbastanza muscoloso. Presero la roba di Andrè e poi andarono verso l'uscita della scuola. Iniziarono fin da subito a ridere a scherzare e parlando del più e del meno. Appena varcarono la porta d'ingresso della scuola una voce li richiamò tutti e quattro
< < Signorina Fino e tutti gli altri vi ricordo che siete tutti in punizione > > disse le professore di italiano, appena Juliet sentì la sua voce si irrigidì appena, ma si rilassò immediatamente
< < Sta dicendo sul serio? > > chiese lei sconcertata, girandosi verso il professore
< < Mai stato più serio di così > > disse quello incrociando le braccia al petto
< < Ah si? E per cosa siamo messi in punizione? > > chiese con la rabbia che iniziare a crescere sempre di più 
< < I suoi amici per aver dato fuoco ai compiti in classe e lei per aver alzato le mani su di me senza motivo > > disse serio. Quella mattina Derek e Lucas visto che andavano in una classe diversa da quella di Andrè e Juliet avevano dato fuoco ai compiti in classe di matematica, tanto tutti erano andati male e il professore sarebbe stato costretto ad annullarlo a tutti
< < Senza motivo? > > sussurrò lei ancora di più irritata, abbassò lo sguardo a terra, sentì la rabbia sottomettere la ragione, le mani si strinsero incoscientemente a pugno e iniziò a camminare verso di lui con l'intenzione di prenderlo seriamente a pugni, ma due mani la bloccarono per le spalle
< < Ferma, non fare cazzate di cui poi potresti pentirtene > > disse la voce di Andrè vicino al mio orecchio, Juliet cercava di calmarsi anche se era abbastanza difficile < < ora andiamo a questa stupida punizione e poi ti accompagno a casa okay? > > disse con la voce leggermente tesa, forse rodeva anche a lui il fatto di dover rimanere là un'altra ora
< < D'accordo > > disse lei espirando, si costrinse a rilassare tutti i muscoli anche se la rabbia non accennava a diminuire neanche un pochino, tutti e quattro si mossero verso l'edificio, il professore si fece da parte aspettando che tutti passarono. Quando passò Juliet le diede una pacca sul fondoschiena, il primo istinto della ragazza fu quello di saltargli addosso a staccargli la testa a furia di morsi, ma Andrè la trattenne abbracciandola da dietro e trascinandola verso la classe dove avrebbero scontento l'ora di punizione
< < Io lo uccido quel porco schifoso > > ringhiò lei quando furono abbastanza lontani dal professore, Andrè la teneva ancora stretta a se
< < Non vale la pena di finire in prigione per quello... Lascia fare a me > > disse lui sorridendo divertito, forse stava già progettando un piano per fargliela pagare
< < Che cosa hai in mente? Voglio far parte anch'io del piano > > disse lei girandosi a guardarlo
< < Per ora pensa a come uscire da qui senza fare la punizione > > disse continuando a sorride divertito
< < Ho già in mente qualche scherzetto per il professore > > disse lei sorridendo malefica
< < Per questa volta ci coalizziamo? > > chiese sciogliendo l'abbraccio e porgendogli la mano
< < D'accordo > > disse lei stringendogli la mano
< < Bene, poi nemici come prima > >
< < Certo > > 
< < Dì il piano > > disse richiamando i due amici che corsero da loro, Juliet espose il piano che aveva in mente nei minimi dettagli
< < Il poverino sarà così spaventato che sarà costretto a dirci di tornare a casa > > disse lei con un sorriso maligno
< < Mi piace, è crudele... Ma chi fa la parte? > > chiese Andrè
< < Io non posso, mi riconoscerebbe visto che sono l'unica femmina in punizione > > disse Juliet scrollando le spalle
< < La posso fare io > > si propose Derek < < mi manca solo il coltellino > > disse scrollando le spalle
< < Già è vero, dove lo prendiamo? > > chiese Andrè sistemandosi meglio lo zaino sulla spalla
< < Dammi lo zaino > > disse Juliet, Andrè la guardò confuso e poi glielo passo; dalla tasca davanti dello zaino ne tirò fuori un coltellino e lo diede a Derek < < rovinamelo e giuro che ti uccido > > disse seria
< < Perché hai un coltellino? > > chiese Andrè sollevando un sopracciglio
< < Non sono affari tuoi > > disse lei fulminandolo con lo sguardo
< < D'accordo a dopo > > disse Derek che prese il coltellino e se ne andò mentre gli altri tre andarono verso la classe. 
 
~Angolo dell'autrice~
Salve a tutti!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.... Non so... Non mi riesco bene questi angolo dell'autrice, anzi diciamo che non so farli che è meglio... Comunque, ringrazio le persone che già mi hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite.
Recensiti per favore, perché altri non so che pensare, se vi piace o no.
Baci ❤️💜

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Appena entrati c'era già la prof. di psicologia appoggiata di fronte alla cattedra, che li accolse sorridendo, i tre si sparsero per la classe e si misero seduti, intanto Juliet prese un quaderno ed iniziò ad abbozzare un disegno, pensando che quasi sicuramente nessuno facesse caso a lei
< < Bene credo che siamo tutti... Forse ne manca uno > > disse la professoressa contandoli
< < Manca Derek, si è sentito male e verrà domani > > disse Andrè che si era messo dall'altra parte rispetto a Juliet
< < Bene. Allora ragazzi io so perché siete qui e vorrei chiedervi perché vi comportate in questo modo? Avete problemi in famiglia? A scuola? Iniziamo da lei signorina Fino, se non sbaglio, lei ha colpito un professore senza un motivo apparente > > disse la prof rivolgendosi alla ragazza, Juliet sentì la rabbia iniziare a scorrere velocemente nelle sue vene, aveva voglia di prendere a pugni chiunque le fosse capitato davanti
< < Perché da me? > > chiese lei seccata, non voleva che qualcuno, che non fossero le sue amiche, sapessero i suoi problemi, soprattutto se si trattava di una psicologa alla ricerca di qualcuno da "curare"
< < Non fare la timida Juliet, che tanto lo sappiamo tutti che non lo sei > > disse Andrè con il suo solito tono e sorrisetto irritante 
< < Fatti i cazzi tuoi Andrè > > disse Juliet senza voltarsi a guardarlo, ma rimandando concentrata sul disegno
< < Signorina, le parole > > la rimproverò la professoressa
< < Scusi > > borbottò Juliet
< < Avanti su ci dica > > provò di nuovo con tono dolce
< < I miei sono separati da due anni, però a me sinceramente non mi importa visto che quando stavano insieme erano capaci solo di litigare > > disse Juliet continuando a disegnare, un'altra cosa che le dava fastidio era: ricordare quando i suoi litigavano e lei piccola che si nascondeva in camera, in un angolo, e piangeva tutta la notte senza che nessuno venisse a consolarla 
< < Perché litigavano? > > indagò la prof. all'improvviso molto interessata
< < Un po' per tutto, non ci facevo molto caso > > mentì invece faceva caso a tutto, alcune volte era per i soldi, altre per il lavoro, altre volte invece litigavano per lei, entrambi erano d'accordo sul fatto che sarebbe stato meglio non averla, ma si davano addosso perché entrambi dicevano che l'altro glielo aveva impedito. Juliet scacciò l'ultimo ricordo e si concentrò di più sul disegno
< < C'è mai stato un episodio significativo per lei? > > continuò la donna, nella mente della ragazza passarono il ricordo di una volta in cui i genitori stavano litigando per lei, iniziarono a lanciarsi gli oggetti, lei aveva provato a fermarli, aveva circa undici anni, ma non servì a nulla; tutto quello che ottenne fu uno schiaffo da parte sia del padre che dalla madre e lei scappò di casa tornando solo a notte fonda quando fu sicura che entrambi i genitori erano andati a dormire. Juliet tornò alla realtà e si morse con forza il labbro inferiore e non disse nulla facendo cadere la classe in un silenzio surreale 
< < D'accordo non importa > > disse la prof dolcemente < < passiamo a lei signorino Andrè, cosa ci dice? Perché sta qua? > > chiese la professoressa confusa < < non mi sembra di aver visto il motivo > > 
< < Sono qua perché ho te tanto di difendere quella stupida che sta disegnando > > disse con tono divertito
< < Che cosa? > > chiese Juliet guardandolo con occhi sgranati, aveva provato a difenderla? No non era possibile, aveva per forza capito male, lui non avrebbe mai provato a difenderla
< < Hai capito benissimo, tesoro > > disse lui sorridendole divertito, Juliet rimase senza parole, non riusciva a muovere neanche un muscolo
< < Bene... Allora ci racconti della sua famiglia > > si intromise la psicologa, distogliendo Juliet dalla sua fase di rimbambita e riprese a disegnare
< < Nulla che, i miei stanno felicemente insieme > > disse sottolineando la parola felicemente, forse per dare fastidio a Juliet che però era troppo concentrata sul disegno che stava facendo
< < Da piccolo è mai stato vittima di bullismo? > > chiese la prof iniziando ad avvicinarsi a Juliet
< < No, sempre stato felice > > disse osservando la donna che si avvicinava a Juliet
< < Beh allora perché fa così? > > chiese arrivando davanti a Juliet, tutti rimasero in silenzio e la donna tolse senza preavviso il quaderno a Juliet
< < Ehi > > urlò lei sconcertata
< < Adesso non si disegna, ci si ascolta > > disse osservando il disegno: raffigurava un angelo con forme femminili e con dalle ali nere che cadeva verso l'inferno, rappresentato da delle mani di scheletriche che avvolgevano l'angelo tirandola sempre di più verso il basso; l'angelo aveva un espressione sofferente come quella di chi si sentiva in colpa e voleva farsi perdonare, sotto tra le mani scheletriche c'era una scritta che sembrava molto un graffito su un muro che diceva: "Save me". L'angelo aveva un braccio rivolto verso il cielo come alla ricerca di una salvezza ed una mano che tentava di prenderla per portala in salvo. La mano apparteneva ad un altro angelo con forme maschili, ma che non era ancora ben definito, c'erano disegnati solo dei cerchi per formare il corpo 
< < Però devo dire che disegna veramente molto bene... Sembra quasi reale > > continuò la professoressa ammirando il disegno
< < Posso continuarlo? > > tentò Juliet
< < No, ora ascolti il suo compagno... L'angelo chi rappresenta? > > chiese curiosa
< < Scusi prima mi dice di ascoltare il troglodita e poi mi domanda cosa rappresenta?... Non ha molto senso > > disse lei guardandola confusa
< < Signorina le parole > > la rimproverò la prof
< < Scusa chi sarebbe il troglodita? > > chiese la voce di Andrè leggermente alterata 
< < Mi sembra ovvio > > disse lei guardandolo divertita
< < Per quale assurdo motivo io sarei un troglodita? > > chiese divertito
< < Mi sembra anche questo ovvio... > > disse
< < Basta > > urlò forte la prof che stordì per qualche secondo l'udito della ragazza, la donna tornò alla cattedra e si portò dietro il quaderno della ragazza < < smettetela di litigare, non siete bambini di due anni > > si lamentò, i due ragazzi si scambiarono uno sguardo d'odio e poi tornarono a guardare la professoressa, oramai Juliet aveva passato il momento di sorpresa, non ci doveva pensare e andare avanti come se nulla fosse, come aveva fatto fino a quel momento. La donna andò avanti per un buon quarto d'ora parlando di psicologia e altra roba del genere, mentre Juliet si accasciava sempre di più sul banco pregando che Derek venisse al più presto. Proprio mentre stava per perdere tutte le speranze la porta si aprì di colpo a causa di un forte calcio dato da un individuo vestito tutto di nero, con addosso un passamontagna nero 
< < Fermi tutti o vi ammazzo > > urlò l'individuo, Juliet sobbalzò sulla sedia per lo spavento
< < Chi sei? > > chiese la professoressa spaventata
< < Zitta > > urlò l'individuo e con uno scatto mise il pugnale sotto la gola
< < Andrè fa qualcosa > > squittì spaventata la professoressa
< < Cosa vuole che faccia? Se mi muovo l'ammazza, se si muove lei l'ammazza, è inutile muovermi > > disse lui rilassandosi sulla sedia
< < Ma che...? > > disse la professoressa confusa
< < Ho detto di stare zitta > > ripeté l'individuo premendo il coltellino sulla gola
< < Lasciala stare > > disse non curante Juliet
< < Si lascia stare Derek > > disse Lucas completamente accasciato sul banco
< < Derek? > > disse la professoressa sgranando gli occhi, solo allora il ragazzo si è
rese conto dell'errore commesso e si raddrizzò appena
< < No ho detto; lasciala stare > > si corresse Lucas
< < Mai? > > disse provò Derek, ma si tolse il passamontagna che si era messo e tolse il coltellino di Juliet e andò verso uno dei banchi
< < IO HO RISCHIATO UN INFARTO > > urlò la professoressa fuori di se saltando in piedi, ma dopo averli guardati tutti negli occhi si rimise seduta e tentò di calmarsi < < doppia punizione a tutti > > disse alla fine
< < Cosa? > > chiese Juliet incredula
< < Ho detto, doppia punizione. A. Tutti > > disse a denti stretti, Juliet sbuffò e si buttò addosso alla sedia mentre guardava male Lucas, che si era fatto piccolo piccolo nella sedia, visto che anche Andrè lo stava guardando male. Aveva mandato in fumo ogni suo piano, e ora doveva rimare per altre tre ore in quella maledetta scuola. 
Passarono un quarto d'ora in silenzio aspettando che la professoressa si calmasse
< < Juliet, può andare in biblioteca a prendere questi libri? > > chiese la donna guardando la ragazza e porgendogli una listi di libri scarabocchiati sul foglietto di carta
< < Si > > si limitò a dire lei, si alzò e prese la lista
< < Prenda la mia carta per la biblioteca > > disse porgendogli anche la tessera, Juliet la prese ed uscì. 
Appena entrò nella biblioteca si sentì immediatamente a casa sua, adorava i libri, erano tutto il suo mondo, l'unico posto dove non poteva essere giudicata, dove non c'erano problemi reali e dove poteva piangere senza essere giudicata debole, poteva sentirsi libera di fare ciò che voleva, si poteva sfogare su di essi buttandoli contro la parete. Ogni volta che prendeva un libro in mano si perdeva tra le righe del libro ed entrava in un mondo tutto suo, fatto solo di lettere e personaggi che si muovevano senso una sua precisa direttiva
< < Ciao Dennis > > disse Juliet appena arrivò davanti ad una specie di scrivania che girava intorno ad una colonna enorme di marmo bianco, su questa c'era un computer super attrezzato di ultima generazione, l'unico attrezzo tecnologico in quello spazio così antico, forse l'unico spazio che non fai mai stato ristrutturato. La biblioteca era enorme, si divideva in due piani e aveva qualsiasi libro, anche non scolastico, le librerie erano alte fino al soffitto ed erano piene di libri; tutto lì dentro odorava di antico e di prezioso che non vedeva l'ora di essere annusato da qualsiasi naso che fosse stato capace di percepirne la presenza 
< < Ciao July, che posso fare per te? > > chiese gentilmente un ragazzo: era abbastanza alto, i capelli erano di un castano chiaro, gli occhi verdi bosco erano coperti da un paio di occhiali; aveva labbra carnose che erano sempre alzate in un sorriso e il viso coperto da un piccola barba che stava spuntando 
< < Mi puoi dare questi libri? > > chiese lei rispondendo al suo sorriso, gli porse la tessera e la lista
< < Questi non sono i libri che prendi di solito > > disse inclinando la testa di lato
< < Lo so, li vuole la prof. di psicologia > > disse lei con uno sbuffo
< < D'accordo, dammi cinque minuti e torno subito > > disse e scomparì tra gli scaffali della biblioteca. Tornò dieci minuti dopo con tutti i libri
< < Grazie... Ci vediamo > > salutò lei prendendo tutti e dieci i libri
< < Sicura che c'è la fai da sola? > > chiese vedendola mentre tentava di non perdere l'equilibrio sotto il peso tutti quei libri che avevano ciascuno mille pagine come minimo
< < Credo di si, grazie > > disse lei riuscendo ad aprire la porta
< < Okay... Ciao > > disse lui anche se esitante. Juliet uscì e iniziò a barcollare verso la classe. Benedisse tutte gli dei esistenti al mondo quando vide Lucas venire verso di lei
< < Puoi prendere alcuni libri per favore? > > chiese gentilmente quando gli fu davanti
< < Certo > > disse prendendo la metà dei libri
< < Grazie > > disse lei reggendo i cinque libri rimasti con solo un braccio
< < Non sei arrabbiata con me? > > chiese lui confuso
< < No... Io sono infuriata con te, si può sapere che ti passato per il cervello? Ammesso che tu abbia un cervello dopo il guai in cui ci hai cacciato > > disse lei controllando appena la rabbia
< < Non volevo. Mi è uscito e poi c'è già Andrè e Derek che mi odiano in questo momento, speravo che almeno tu avessi un po' di pietà > > disse dispiaciuto
< < Hai mandato a monte il mio piano perfetto > > borbottò lei
< < Tieni, il coltellino > > disse porgendole l'arma
< < Grazie > > disse lei mettendoselo nei jeans
< < Quindi sei arrabbiata? > > chiese guardandola con occhi grandi quanto quelli di un cucciolo che era appena stato bastonato, era impossibile essere arrabbiati quando qualcuno ti guarda con occhi da cucciolo bastonato
< < No, non importa, sarà per un altra volta > > disse sospirando rassegnata
< < Grazie > > disse sorridendole felice e le diede un bacio sulla guancia. Rientrarono in classe e la prof. iniziò a leggere ad alta voce uno quei libri e dopo aver fatto un lungo monologo riguardo alla psicologia prese in mano dei fogli
< < Bene, ora mettetevi in coppia, che ovviamente scelgo io > > disse la professoressa < < allora, Andrè e Juliet staranno insieme e Derek e Lucas... Dovete compilare questi test. Fatelo in completa sincerità, tanto sono anonimi > > continuò 
< < Non si può cambiare compagno? > > provò Juliet, non voleva stare insieme a quel troglodita che le dava solo sui nervi
< < No, ho deciso così. Non voglio obiezioni > > disse fulminandola con lo sguardo, Juliet borbottò qualcosa, ma alla fine si arrese, Andrè si sedette vicino a lei e la psicologa gli diede il test < < finito il test lo darete al vostro compagno, lo confronterete con il vostro e poi me li darete > > continuò la donna mettendosi seduta
< < Allora è inutile essere anonimi > > borbottò Mia iniziando con compilare le domande di quel test, in tutto erano ottanta
< < Perché non mi volevi accanto a te? > > chiese curioso Andrè, ma allo stesso tempo sembrava ferito
< < Rivoglio il mio quaderno > > continuò a borbottare Juliet senza neanche ascoltarlo
< < Mi rispondi? > > chiesi seccato 
< < Iniziò a disegnare qua sopra > > disse continuando a non sentirlo, iniziò a disegnare un cuore imprigionato da una rosa con spine appuntite che lo facevano sanguinare il cuore
< < Dovresti rispondere alle domande non disegnare > > la provocò
< < Non mi importa, morisse lei e i suoi test del cavolo > > borbottò, rispondendo ad una domanda
< < Come fai a disegnare così bene in soli cinque minuti? > > chiese lui osservando il disegno
< < Dono naturale. Mi gira la testa. Ho fame. Ho bisogno di cibo. Secondo mi ci manda a prendere qualcosa da mangiare? > > chiese senza togliere gli occhi dal test e rispondendo ad ogni domanda
< < Non credo, è ancora arrabbiata > > disse lui osservandola di sottecchi
< < Che palle > > sbuffò
< < Soffri di attacchi di panico? > > chiese lui curiosando nel suo test
< < Soffrivo > > 
< < Sai dovresti che hai molti attacchi d'ira invece di non ne ho affatto > > 
< < Pensa al tuo > > borbotto lei guardandolo male
< < Tanto dopo c'è li dobbiamo scambiare > > sogghigno lui 
< < Appunto, lo vedrai dopo > > disse lei iniziando un altro disegno nella seconda pagina; questa volta raffigurò un teschio con una rosa che gli copriva metà volto
< < Perché disegni tutte cose macabre? > > chiese lui osservando il disegno
< < Mi passano davanti agli occhi e sento il bisogno di disegnarlo il prima possibile > > disse passando alle domande lasciando la rosa a metà; quando finì con le domande di quella pagina finì la rosa, che però non le riuscì così che alla fine optò per una rosa che lentamente perdeva tutti i petali 
< < Perché non sei andata all'artistico? Devo ammettere che sono stupendi questi disegni > > disse ammirando anche l'ultimo capolavoro
< < Mia madre non me l'ha lasciato fare, dice che una scuola inutile e roba del genere > > disse lei sospirando passando al terzo foglio, le mancavano ancora tre pagine e borbottò un imprecazione, iniziò a disegnare una farfalla gigante che usciva dalla crisalide e dietro un paesaggio tutto deserto, che riuscì a creare con linee tremante e spaccate
< < Bello. Lo sai che non vedrai mai più questi disegni? > > disse lui guardando la farfalla, Juliet si bloccò mentre rispondeva ad una domanda come se si fosse resa conto solo ora della realtà
< < Cazzo... Va beh più tardi gli faccio una foto > > sbuffò lei riprendendo a rispondere, lanciò uno sguardo alla professoressa e notò che stava guardando il suo quaderno dei disegni con molto interesse < < il mio povero quaderno, chissà cosa sta patendo > > disse lei scoraggiata. Finito con il terzo foglio e passo al quarto dove disegnò una ragazza mentre si leccava un dito pieno di sangue e con occhi assenti da demone che guardavano davanti a sé 
< < Sei macabra > > disse lui osservando il disegno
< < Perché? > > chiese lei confusa cercando di rispondere alle domande più velocemente possibile
< < Disegni sempre qualcosa di morto > > disse lui con una smorfia
< < Non è vero, prima ho disegnata una farfalla che era appena nata > > si difese lei
< < Si e dietro un paesaggio morto > > 
< < Scommetto che appena vedrà i disegni dirà che ho seri problemi mentali > > disse lei sorridendo diverta
< < È molto probabile > > disse lui divertito, mentre osservava la penna con la quale lei stava disegnando volare sul foglio riempiendolo di risposte. Al quinto foglio disegnò il castello della Walt Disney distrutto in mille pezzi
< < Non puoi aver rovinato anche quel castello > > disse lui sorpreso
< < Ops... Non mi ero accorta che era quello. Va beh capita > > disse lei scrollando le spalle, fece l'ultima domanda e dietro il foglio disegnò una scritta fatta con linee che sembravano danzare con loro, scrisse:" This test is Juliet's " e sopra il suo nome fece tante delle piccole farfalle < < questo non è macabro > > disse lei sorridendo soddisfatta
< < Scommetto che è perché c'è il tuo nome > > disse sorridendo divertito
< < Anche > > disse divertita e rifinii per bene il disegno
< < Bene ragazzi ora ridatemi i test > > stridii la voce della professoressa, Juliet sbuffò e glielo consegno subito dopo Andrè
< < Ora posso riavere il mio quaderno? > > chiese più gentilmente possibile
< < No manca ancora un'ora. Ora si sieda > > disse freddamente, lei sbuffò un'altra volta e si rimise seduta e stranamente Andrè si era rimesso accanto a lei. 
Passò l'ora rimanente in cui a Juliet le si fuse completamente il cervello, quando tutto finì lei scattò verso alla porta, prendendo prima il quaderno. Le bastò superare la soglia per sentirsi libera e si diresse verso l'uscita. 
Stava a metà strada per uscire dalla scuola, quando un forte giramento di testo fece vorticare il mondo intorno a lei, si appoggiò al muro e poco dopo le gambe cedettero. Stava per schiantarsi a terra quando due forti braccia fermarono la sua caduta cingendola per i fianchi
 
~ Angolo dell'autrice~
Salvee 😊 
Allora che dire? In questo capitolo non succede molto, tranne che alla fine, chissà chi sarà quello che l'ha presa...
Comunque inizio con i ringraziamenti... Allora ringrazio chi mi già messo tra preferite e ricordate ( mi avete stupito, non credevo che fosse così interessante la storia). Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo
Recensite per favore, per qualsiasi cosa: consigli, critiche ecc...
Baciiii ❤️💜

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


< < Sdraiati e tieni le gambe in alto. Derek valle a prendere qualcosa da mangiare > > disse Andrè facendola stendere lentamente a terra, le prese il volto fra le mani, mentre Lucas le prese le caviglie per fargli tenere le gambe il alto < < hai mangiato qualcosa? > > continuò guardandola serio
< < Niente > > rispose Juliet guardando il soffitto, che sembrava l'unica cosa che non si stesse muovendo
< < Quand'è l'ultima volta che hai mangiato? > > chiese iniziando ad accarezzarle con i pollice la guancia
< < Credo... Ieri sera > > disse, chiuse gli occhi ed ispirò a fondo per far smettere il giramento di testa, ma era del tutto inutile, non passava
< < Perché le ragazze alcune volte sono così idiote? > > chiese Andrè più a se stesso che a lei; Derek tornò con un panino che Andrè diede subito a lei. La ragazza mi alzò a sedere ed iniziò a mangiarlo. Il giramento di testa passò, ma lo stomaco le si chiuse dopo il primo morso, ma si sforzò a mangiarlo almeno fino a metà. Quando arrivò a metà fece per rimetterlo dentro la busta
< < No, tutto > > disse Andrè afferrandole il polso, prima che lei potesse allontanarlo di un centimetro
< < Non mi va > > disse lei con una smorfia disgustata
< < Non mi interessa, muoviti > > disse lui costringendo la mano con il panino a mettersi davanti alla bocca; la ragazza sbuffò e ricominciò a mangiare. Finito il panino le prese un attacco di nausea che però riuscì a reprimere, si alzò in piedi e buttò la carta del panino
< < Contento ora? > > chiese seccata
< < Si, ora muoviti, che ti porto a casa > > disse Andrè leggermente seccato
< < No, ci so andare anche da sola > > disse lei con una smorfia
< < Non mi importa, vieni con me > > disse lui, e prima che potesse ribattere la prese per il polso e la trascinò fuori verso il motorino di lui < < dove abiti? > > chiese dandole il casco
< < Non voglio venire in motorino con te > > disse lei decisa, Andrè sbuffò esasperato
< < Visto che non vuoi venire con le buone, userò le cattive > > si mise il casco e poi lo mise a lei, la prese per i fianchi e la mise seduta dietro di se e partì subito così che lei fu costretta a stringersi a lui per non cadere
< < Dove andiamo? > > urlò lei per sovrastare il rumore del vento
< < A casa mia visto che non mi vuoi dire dove abiti > > disse lui.
Erano sul motorino da dieci minuti, Juliet si stringeva forte a lui per paura di cadere, non era mai salita su un motorino e stava morendo di paura, mentre lui non faceva molto caso alla sua stretta -o almeno così le sembrava- però Juliet doveva ammettere che le piaceva stare così stretta a lui, la paura lentamente svanì e allentò di poco la stretta
< < Gira a destra > > disse lei indicandogli una traversa poco distante e riuscendo ad indicargliela togliendo un braccio che subito dopo la rimise intorno alla vita di lui. Andrè seguii le sue indicazioni fino ad arrivare ad una casa abbastanza piccola, ma con un grande giardino e ben curato; la casa aveva la parete davanti rosa pallido e il tetto era fatto con tegole rosse molto scure e scolorite dal tempo; davanti ad una finestre c'era una tetto che copriva una parte d'ingresso. Assomigliava molto ad una casa americana
< < Abiti qui? > > chiese lui togliendosi il casco e aiutandola a scendere, visto che da sola stava per cadere per terra di faccia 
< < A quanto pare > > disse lei con una scrollata di spalle < < grazie per il passaggio > > disse lei sorridendo e gli diede un bacio sulla guancia
< < Di nulla > > disse lui con una scrollata di spalla, ma a Juliet le sembrò che volesse aggiungere altro, ma si bloccò chiudendo la bacca e per qualche secondo rimasero in silenzio non sapendo cosa fare
< < Ci vediamo domani. Grazie ancora e ciao > > disse lei sorridendo e fece per andarsene, ma lui la bloccò prendendola per il polso, la girò verso di sé e la strinse forte in un abbraccio
< < Se quello di italiano prova ancora a sfiorarti dimmelo che lo uccido > > disse vicino all'orecchio e le lasciò un bacio nell'incavo della spalla e del collo, Juliet rimase imbambolata senza riuscire a fare nulla, dopo qualche minuto ricambiò l'abbraccio affondando il viso nella sua spalla < < promettimelo > > disse lui stringendola di più a sé
< < Promesso > > disse lei con voce rotta, lui le diede un altro bacio sulla tempia e affondò il viso tra i capelli < < non dirlo a nessuno > > continuò lei e iniziò a tremare leggermente
< < Tesoro non sono così crudele da rovinarti la vita in questo modo > > disse lui sorridendo divertito
< < Già. Mi basti tu a rovinarmela > > disse lei sorridendo divertita, si staccò e gli diede un bacio sulla guancia < < ci vediamo domani... Prepara qualcosa di divertente > > disse sorridendo divertita iniziando ad allontanarsi
< < Perché? > > chiese lui confuso 
< < Beh io ti ho nascosto la tua roba... Quindi mi aspetto qualcosa di divertente, ciao > > disse, prese le chiavi di casa ed entrò, un attimo dopo sentì la moto andarsene e lei salì in camera con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. 
 
Juliet andò subito a farsi una lunga doccia che la rilassò completamente, le piaceva la sensazione dello scivolare delle goccia d'acqua sul suo corpo. Quando uscì l'occhio cadde sullo specchio e si trovò ad osservare il suo corpo, il fisico poteva essere riassunto in una sola parola: anoressica. Era diventata così dal divorzio dei suoi genitori, ma non era colpa sua, la madre era diventata ossessiva sul suo corpo, ogni giorno la metteva sopra la bilancia e le diceva che era ancora troppo grassa. La faceva mangiare poco e ogni scusa era buona per ricordarle che non aveva nessun ragazzo, che era troppo acida e troppo grassa. Juliet vedeva la sua figura riflessa, le costole e clavicole troppo sporgenti, le braccia lunghe e secche, le dita lunghe, affusolate e scheletriche, le gambe lunghe e anche queste scheletriche, le guance scavate, gli zigomi sporgenti e la pelle sulle mani che sembrava un misto tra il giallo e l'arancione. Le lacrime iniziarono a rigarle il viso, lei non voleva essere così, ma non poteva farci nulla, non aveva le forze di litigare con la madre anche su quello, lei era l'unica che le era rimasta, il padre da quando avevano divorziato non si faceva sentire, lei lo vedeva una volta al mese e qualche volta riusciva a vederlo dopo tre mesi; mentre il fratello era praticamente scomparso, stava studiando a Venezia e per questo non si faceva né vedere né sentire. 
Si mise un asciugamano intorno al corpo cercando di nascondere tutto, tornò in camera, si chiuse a chiave, si mise una felpa rossa e dei jeans blue, si sdraiò sul letto e iniziò a piangere. Si faceva schifo da sola, non voleva essere così, nessuno l'avrebbe mai amata, nessuno voleva un caso disperato come lei, tutti volevano le cose semplici e nessuno la voleva, aveva troppi problemi. 
Pianse fino a sera tarda quando uscì dalla camera e andò in cucina a mangiare qualcosa. Si fece un panino con dentro un po' di tonno, pomodori ed insalata, poi la fame prese il sopravvento e si fece un altro panino con dentro vari affettati e una sottiletta; la madre stava dormendo profondamente quindi poteva mangiare quanto le pareva, non avrebbe mai vista. Alla fine mangiò anche vari biscotti al cioccolato e torno in camera e i sensi di colpa per aver mangiato troppo iniziarono a farsi opprimenti, ricominciò a piangere, andò in bagno, stava tremando come una foglia, non voleva farlo, ma il senso di colpa e pesantezza erano troppo grandi da sopportare. Si mise in inginocchio, tremava di paura, la spaventava sempre mettersi due dita in gola e vedere che tutto quello che aveva sullo stomaco fuoriusciva. La gente pensava che fosse facile una cosa del genere, ma non lo era fatto, subito dopo ti senti umiliata da ciò che hai fatto e vuoi scomparire dal resto del mondo. Stava per mettersi le due dita in gola quando sentì il cellulare in camera suonare, andò a vedere chi era. Erano le tre di notte impossibile che fosse la sveglia, sul display vide scritto il nome di Andrè, guardò confusa il cellulare e aprì il messaggio per vedere cosa diceva
 
Lui
Ti prego non lo fare
Juliet:
Fare cosa? Rispose solo perché era curiosa di cosa sapere cosa stesse dicendo, probabilmente era ubriaco da qualche parte e stava mandando messaggi a caso 
Lui:
Quello che volevi fare in bagno
Juliet:
Ma se sto in camera a disegnare 
Lui:
Non dire cazzate
Juliet:
Come fai a saperlo? Sei uno stalker?
Lui: 
Io so sempre tutto. E ora mettiti sotto le coperte e dormi. Ricordati che domani abbiamo una gita e dobbiamo camminare per tre chilometri
Juliet:
Visto che sai tutto dimmi come sono vestita
Lui
Hai una felpa rossa e dei jeans. Ora fai quello che ti ho detto
Juliet:
Mi hai messo delle telecamere in camera? Come cazzo fai a saperlo? Maniaco
Lui:
Si va bene sono un manico. Ora fai quello che ti ho detto, oppure il manico entra in camera tua e ti ci mette lui a forza
Juliet:
Scommetto che al manico gli piacerebbe farmi anche altro che mettermi a letto
Lui:
Si, nei tuoi sogni, ora mettiti sdraiata e sotto le coperte. Su, fai la brava bambina che sei Juliet neanche si era resa conto che si era messa seduta sul letto e che stava sorridendo divertita a quei messaggi 
Juliet:
Se io volessi fare la cattiva bambina?
Lui: 
In quel caso mi trovo costretto ad venire da te e metterti a forza sotto le coperte
Juliet:
Idiota pervertito
Lui:
L'idiota pervertito sta venire a casa tua a metterti sotto le coperte se non ti muovi a dormire
Juliet:
Tanto non dormirei comunque, soffro di insonnia
Lui:
Te la faccio passare io l'insonnia
Juliet:
Magari, mi faresti un favore
Lui:
D'accordo. Apri la finestra 
Juliet alzò il sopracciglio confusa, dovette rileggere quel messaggio qualche volta per capire il significato, si girò lentamente verso la finestra e trovò Andrè seduto sulla finestra con il cellulare in mano, appena la vide gli sorrise divertito e con le labbra gli mimino:" Mi apri?" Juliet rimase ad osservarlo confusa, alla fine si alzò e gli apri
< < Grazie tesoro > > disse lui dandole un bacio sulla guancia, Juliet rimase imbambolata accanto alla finestre, fino a quando delle mani la presero dolcemente per i fianchi e la misero seduta sul letto; vide Andrè chiudere la finestra e tornare da lei < < dove sta il pigiama? > > chiese con le mani sui fianchi, Juliet rimase imbambolata come prima ad osservarlo
< < Perché sei venuto? > > chiese lei confusa, mentre osservare lui che si avvicinava
< < Perché tu non riesci a dormire, così sono venuto da te > > disse lui divertito
< < Ma tu dovresti stare a casa tua a dormire o in giro ad ubriacarti. Non puoi stare davvero qua > > disse lei mentre guardava Andrè con occhi sgranati 
< < Infatti io non sono davvero qua, questo è tutto un tuo sogno > > disse lui vicino al suo viso, per un attimo a Juliet gli sembrò che una strana luce illuminasse gli occhi di Andrè, ma non ci fece caso
< < Si, ora si spiega tutto > > disse lei rilassandosi
< < Ora, dove sta il pigiama? > > chiese lui guardandosi in giro
< < Ehm... Sotto il cuscino > > 
< < Bene, mettitelo > > disse sorridendole dolcemente, ma lei non si mosse < < tranquilla se vuoi non guardo > > disse divertito
< < Pre...preferirei che non guardassi > > disse lei prendendo il pigiama: una semplice maglietta viola con varie scritte e disegnato qualche cuore
< < D'accordo > > si girò e iniziò ad esaminare la camera < < però devo dire che è originale... Queste coppe? > > chiese lui osservando il muro dove stavano appese tutte le foto di Juliet insieme alle sue amiche o con i genitori o da sola o con semplici paesaggi di mare, collina o montagna; sopra tutte quelle foto c'era una mensola piena di coppe
< < Ero campionessa della sezione Junior di pattinaggio sul ghiaccio > > disse lei mettendosi velocemente il pigiama
< < Ora non lo sei più? Posso girarmi o ti stai ancora vestendo? > > chiese continuando ad osservare le foto
< < Vieni. Ora non faccio più nessuno sport > > disse lei mettendosi sotto le coperte
< < Perché? > > chiese avvicinandosi a lei
< < Con il divorzio... Mia madre non vuole che faccia sport > > disse lei abbassando lo sguardo, Andrè si stese accanto a lei e un inconfondibile odore di muschio bianco la invase subito  
< < D'accordo. Piccola se sei così rigida voglio vedere che non riesci a dormire, rilassati > > disse lui divertito, lei neanche si era accorta di essersi irrigidita, forse la sua vicinanza le faceva questo effetto, si costrinse a rilassarsi e appoggiò la testa sul suo petto < < buonanotte piccola > > disse e lei lentamente si addormentò con un sorriso stampato sul viso. 
 
La mattina dopo Juliet si svegliò con un gran mal di testa che le opprimeva la testa, si guardò intorno credendo di trovare Andrè da qualche parte, ma non lo vide, probabilmente quello di ieri sera era stato davvero solo un sogno anche se sentiva intorno a se un inconfondibile odore di muschio bianco, scosse la testa e non ci fece caso. Si alzò aspettandosi di trovarsi con una felpa e jeans addosso, invece aveva il pigiama, imprecò, non era stato un sogno era successo tutto per davvero. Prese il cellulare e iniziò a cercare la conversazione con Andrè, ma sul cellulare non c'era scritto nulla. Non ci stava capendo nulla, aveva sognato oppure no? Sicuramente era stato un sogno, Andrè non andrebbe mai a sua per aiutarla a dormire, era impossibile, loro si odiano non farebbero mai qualcosa per altro... Tranne il pomeriggio prima... Era strano che Andrè l'avesse sia abbracciata sia consolata; per non parlare dei suoi amici che l'aveva "accolta" senza dire nulla, semplicemente si erano messi a fare battute divertenti. Juliet scosse la testa, non ci doveva pensare, il passato è passato e ora doveva pensare a come vestirsi, con la coda dell'occhio vide sulla sveglia che erano le sette e mezza, impreco e corse a vestirsi, si mise una felpa nera con il cappuccio che aveva delle orecchie da gatto rosa, dei jeans blu scuri, gli stivaletti neri con un po di tacco e dei guanti a mezze dita neri. Prese lo zaino ed uscì di corsa senza far caso che lasciava sia chiavi di casa che portafoglio sul letto.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊
Allora... Finalmente scuola è finita ✨ sono al settimo cielo per questo 😄
Comunque che dire... Questo capitolo è più corto degli altri, ho tentato di farlo più lungo, ma non ci sono riuscita 😣
Allora passando al capitolo... Si sa qualcosa in più sull'aspetto fisico di Juliet e della sua famiglia...e chissà se Juliet ha solo sognato o tutto successo veramente? 
Comunque... Passo ai ringraziamenti. Allora ringrazio tutte le lettrici che mi hanno messo tra preferite ricordate e seguite *-* vi adoro, aumentate ogni giorno *-* 
Ringrazio chi nello scorso capitolo ha recensito, grazie davvero *-*
Recensite ancora per favore
Bacioniiii ❤️💜

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Juliet arrivò a scuola che stava suonando la campanella corse verso classe nella speranza che non fosse in ritardo, ma per sua sfortuna tutte le porte erano chiuse, segno che era immensamente in ritardo. Entrò in classe di fretta e furia
< < Buongiorno, scusi per il ritardo > > disse Juliet guardando il professore della prima ora, cioè italiano
< < Non importa, si metta a sedere. È fortunata che la gita inizia in seconda ora, stavamo rivedendo il programma > > disse gentilmente il professore, Juliet si mise a sedere nel suo posto accanto a Tati
< < Il prof ti ha guardato il culo per tutto il tempo, sappilo > > disse Tati sottovoce per non farsi sentire da altri
< < Che novità > > borbottò irritata Juliet, lanciò uno sguardo verso Andrè per vedere cosa faceva e lo trovò che stava guardando male il professore, se avesse avuto dei poteri probabilmente sarebbero caduti fulmini addosso al professore, anche se fuori il sole splendeva. Finita l'ora, in cui il professore passava costantemente tra i banchi e quando passava accanto a quello di Juliet per puro caso l'accarezzava di sfuggita sul braccio e Andrè costantemente si tratteneva dal saltargli addosso. Finita l'ora Andrè andò subito da Juliet, la prese per il polso e la trascinò fuori dalla classe
< < Che cavolo fai? > > sbraitò lei cercando di non cadere mentre lui non faceva altro che trascinarla per tutta scuola fino in cortile, dove già li aspettava il pullman che li avrebbe portati a Firenze per la gita
< < Non voglio che quel coglione ti tocchi ancora > > ringhiò lui vicino al suo orecchio per non farsi sentire, anche se erano da soli
< < Mi so difendere da sola > > gli ringhiò lei piantando i piedi per terra, mancava ancora qualche per arrivare al pullman
< < Non mi interessa nulla, lui non ti deve stare neanche vicino > > ringhiò 
< < Per tutti questi anni me la sono cavata da sola, ora non ho bisogno di una babysitter > > disse strattonando il braccio per liberarsi dalla sua stretta < < lasciami in pace, fai come se ieri fosse mai accaduto nulla, d'accordo? > > disse e senza aspettare la sua risposta se ne andò verso sul pullman, si mise seduta da sola, prese il cellulare, gli auricolari e si mise a sentire la musica con la riproduzione casuale. Sembrava che anche la musica gli stesse contro visto che uscivano tutte canzoni dolci e che parlavano d'amore, quando lei voleva solo musica rock ad alto volume così da spaccarle i timpani. Accanto a lei non si mise nessuno, stavano per partire quando sul pullman salì per ultimo Andrè e una ragazza che all'apparenza sembrava perfetta: bionda, occhi azzurri, fisico perfetto e tette grandi al punto giusto. Quella subito si mise al posto vicina ad altra ragazza che sembrava la sua copia perfetta, mentre Andrè si mise accanto a Juliet
< < Perché ti metti qua? > > chiese lei guardandolo male, con ancora le cuffie nelle orecchie
< < Perché...- Andrè le tolse una cuffia- perché è l'unico posto libero, fidati scoccia pure a me stare vicino a te, visto che oggi ti sei V
Svegliata con la luna storta > > disse seccato, Juliet fece finta di non aver sentito l'ultima frase, si guardò intorno, in effetti tutti i posti erano occupati e notò che biondina oltre che a guardare male lei, guardava male anche Andrè
< < Quella che ti sei appena fatta ti sta guardando male > > disse ad alta voce senza accorgersene
< < Capita > > disse lui tranquillamente scrollando le spalle, Juliet tornò seduta e rimise a sentire la musica. Si rilassò, mentre guardava fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava: dalla fredda e monotona città, alla campagna, solare e allegra come se fosse già estate. Sarebbero stati per quattro ore sul pullman, dovevano andare fino a Firenze per vedere gli Uffizi e poi sarebbero tornati a mezzanotte. Juliet fece vagare i suoi pensieri per un po', pensò che magari poteva chiedere ad Andrè cosa avesse fatto ieri sera, non riusciva ancora a capire se quello che era successo la sera prima era reale o se ve a semplicemente sognato tutto. Solo che la domanda avrebbe comportato un interessamento verso di lui assolutamente non vero...
< < Che ascolti? > > chiese all'improvviso Andrè togliendole una cuffia e interrompendo il flusso dei suoi pensieri
< < Ehi > > si lamentò lei, lui si mise ad ascoltare dalla cuffietta, era appena partita Comatose degli Skillet < < ti odio > > disse lei con il broncio
< < Chi l'avrebbe mai detto. La piccola e dolce Fino ascolta questa musica > > disse lui sorridendo divertito, si fece più vicino a lei e lei di conseguenza si allontanò finendo schiacciata contro il finestrino
< < Cosa vuoi? > > chiese lei guardandolo di sottecchi, non lo sopportava e mai l'avrebbe sopportato, Andrè si avvicinò ancora fino ad avere il viso ad un soffio dal suo. Visto che lui non diceva nulla Juliet prese l'iniziativa, lo spinse via, così da farlo tornare al suo posto
< < Non ti avvicinare, essere inutile > > ringhiò lei
< < Sai non fossi così acida ci farei qualche pensierino su di te. In fondo sei carina > > disse cambiando tono voce all'ultima frase, facendola diventare suadente e rauca, si avvicinò di nuovo e sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, la guardò intensamente negli occhi. Juliet si perse a guardare i suoi occhi azzurri, si scordò completamente cosa aveva detto prima
< < Vedi Fino, sei come le altre, qualche parolina detto in un certo modo e cadi subito ai miei piedi > > disse vicino al suo orecchio, Juliet con le ultime parole si riprese e fece per dargli uno schiaffo, ma lui le fermò il polso stringendolo forte < < non ci provare, è già tanto se te l'ho permesso una volta, non succederà un'altra volta > > ringhiò lui
< < Uno, io non sono una delle tue solite puttane che ti divertiti a portarti in bagno o a letto, solo per il gusto di farlo. Due, si può sapere che cazzo ti prende? Hai ciclo? Prima sei tanto "carino"- disse mimando il gesto delle virgolette- e provi a prenderti cura di me, okay questa è un esagerazione. Comunque, prima fai tanto il carino e poi vieni qua e non fai altro che rompermi il cazzo, quando io non ti ho fatto assolutamente nulla. E tre, lasciami che mi stai facendo male > > disse strattonando il polso, si guardarono in cagnesco entrambi e poi girarono contemporaneamente la testa dall'altra parte per non guardarsi. Juliet face vagare, nuovamente, i pensieri fino a quando un pensiero non le spuntò in testa, si girò verso Andrè che aveva le cuffietta nell'orecchio, gli picchiettò con l'indice sulla spalla e lui si girò verso di lei e la guardò curioso e seccato allo stesso tempo
< < Cosa vuoi? > > chiese seccato, Juliet si avvicinò e anche lui d'istinto si avvicinò a lei
< < Ieri quando stavamo in punizione, hai detto che sei stato messo in punizione perché mi hai difeso... Cosa hai fatto di preciso? > > chiese sottovoce in modo che sentisse solo lui
< < Perché lo vuoi sapere? > > chiese alzando un sopracciglio
< < Dimmelo e basta > > insistette lei
< < Quello ti voleva seguire, ma io gliel'ho impedito > > disse passandosi una mano fra i capelli e sorridendo divertito
< < Okay > > disse e fece per rimettersi a guardare fuori, ma lui la bloccò
< < Perché lo volevi sapere? > > 
< < Così tanto per curiosità > > disse scrollando le spalle e ritornò a farsi i fatti suoi
< < Non ti credo > > disse disse lui sorridendo divertito si avvicinò a lei 
< < Fa come credi > > disse lei scrollando le spalle
< < Dimmi perché lo volevi sapere > > disse continuando a sorridere divertito
< < Te l'ho detto > > disse lei alzando un sopracciglio
< < Bene vorrà dire che userò le cattive > > disse sorridendo divertito e iniziò a farle il solletico, Juliet scoppiò a ridere e iniziò ad agitarsi per fermarlo, ma ogni suo tentativo però era completamente inutile
< < A... Andrè... Ba... Basta... Non... Non respiro > > disse tra una risata e l'altra, il ragazzo smise e solo allora si rese conto delle loro posizioni: lei completamente stesa sotto di lui. Anche Juliet se ne rese contò e tentò di allontanarlo in tutto i modi, ma, come prima, senza successi, diventò tutta rossa in volto e iniziò a sentirsi in imbarazzo 
< < Togliti > > disse lei cercando di non guardarlo negli occhi
< < Perché? Sei tanto comoda sai > > disse lui, strofinò la punta del naso sulla  guancia e iniziò a baciarle dolcemente il collo
< < A... Andrè > > disse ancora più imbarazzata, in viso era diventata completamente rossa peperone
< < Dimmi > > disse con voce rauca e iniziò a mordicchiarle il lobo
< < Co... Cosa... Pe...perché? > > chiese non sapendo cosa fare, lo doveva scansare oppure lo doveva far continuare? Il cervello era andato completamente in tilt, non riusciva più a ragionare, era divisa in due, una parte voleva che continuasse l'altra che si fermasse all'istante
< < Quale sarebbe la domanda? > > chiese lui baciandola sulla guancia
< < Io... > > non fece in tempo a dire altro che lui la baciò, un bacio semplice sulle labbra, ma che per entrambi bastò per fargli sentire come una specie di scossa elettrica; Andrè si spostò e la guardò con occhi sgranati. Si guardarono per istante che sembravano ore, lei era confusa, cos'era quella scossa? È lui invece la guardava sorpreso e si chiese mentalmente come era possibile che l'aveva sentito con lei? Dopo qualche altro istante Andrè andò da Lucas e Derek e iniziarono a parlare di qualcosa che Juliet non riusciva a sentire. Lei rimase per qualche minuto come stava, non riusciva a capire cos'era successo. Non capiva cos'era stata quella scossa improvvisa che aveva sentito quando le loro labbra si era scontrate, non le era mai successo con il suo ex-fidanzato. Si alzò a sedere e lanciò un'occhiata verso Andrè che stava parlando con Derek e Lucas che lo guardavano con occhi sgranati e qualche volta si giravano a guardare lei per poi tornare a guardare Andrè. Juliet rimase a guardarli per qualche minuto, scosse la testa, non riusciva a leggere il labiale, parlavano troppo in fretta, si mise seduta composta, si rimise la musica nell'orecchie e iniziò a pensare a quello che successo. Quella scossa l'aveva sentita solo lei o l'aveva sentita anche lui ed era per questo che ne era andato in fretta e furia? Cosa voleva dire? E perché lui se ne era andato così all'improvviso senza dire nulla? Se lui centrava qualcosa con quella scossa perché non era rimasto per darle qualche spiegazione? Per tutto il resto del viaggio oltre che a rimanere sola non fece altro che pensare a cosa era successo cercando una soluzione che però non riusciva a trovare.
 
Arrivano a Firenze che era l'una, lil pullman li aveva lasciti appena fuori dalla città così dovettero camminare fino ad arrivare davanti agli Uffizi
< < Bene ragazzi, mangiate qua, se volete in giro ci sono dei bar, ma non vi allontanate troppo, mi raccomando > > disse il professore d'arte : un uomo di mezza età, abbastanza grasso, basso, pelato, con la barba che gli contornava solo la bocca. Juliet si affiancò a Tamara e Beatrice, insieme andarono in una pizzeria per prendere da mangiare; Juliet si mise a cercare nella borsa il portafoglio, ma non lo trovò
< < Merda, mi sono scordata il portafoglio e le chiavi a casa > > disse irritata
< < Se vuoi ti presto i soldi > > si offrì Tamara
< < No che poi mi scordo di ridarteli > > disse Juliet passandosi una mano fra i capelli
< < Non puoi stare senza mangiare, dai non importa se non me li ridai > > insistette Tamara
< < No, Tati, non importa. Mangerò appena torno a casa > > disse lei sorridendo dolcemente per tranquillizzarla
< < Si, a mezzanotte > > disse lei irritata
< < Ho una scusa per fare lo spuntino di mezzanotte > > disse lei sorridendo divertita
< < Sei senza speranza. Io ci rinuncio > > sbuffò Tati. Tutte e tre si misero sedute su dei tavolini, iniziarono a parlare del più e del meno e quando iniziarono a parlare di Andrè e come era stato strano sul pullman con lei, Juliet si isolò nel suo mondo e iniziò a disegnare
< < Non mangi Fino? > > chiese Andrè sedendosi nel tavolino acconto a loro
< < Non sono affari tuoi > > disse lei lanciando un occhiata alla stradina difronte a lei per non prendere nessun particolare
< < Stai tentando di fare l'anoressica di turno? > > chiese lui divertito
< < Cosa? > > chiese lei girandosi a guardarlo
< < Hai capito benissimo > > disse lui serio
< < Non sono anoressica e poi fatti i fatti tuoi > > ringhiò lei riprendendo a disegnare con più foga di prima
< < Se vuoi ho un panino > > disse lui quasi gentilmente
< < Non voglio nulla da te > > disse lei se a guardarlo
< < Sicura? Neanche il mio amico? > > chiese dandosi delle pacche sul basso ventre
< < Mi fai schifo > > disse lei guardandolo storto e facendo una smorfia, riprese a disegnare
< < Tanto lo so che non è così > > sussurrò vicino al suo orecchio
< < Stammi lontano maniaco > > disse lei dandogli una spinta per allontanarlo < < vatti scopare qualcun'altra nel bagno > > ringhiò lei
< < D'accordo, a dopo Fino > > disse e se ne andò
< < Idiota > > borbottò e ricominciò a disegnare. Rimasero lì per un po' poi il professore d'arte li richiamò per andare. Entrarono subito visto che erano una scolaresca, avevano già pagato e quindi potevano entrare senza fare la fila. Appena dentro il professore iniziò a fargli da guida descrivendo il maggior numero di opre d'arte che poteva. Arrivammo nella sala dove c'era tutti i dipinti di Giotto, era una sala semivuota, Juliet stava in prima fila ad ascoltare il professore solo perché amava storia dell'arte. Stavano per passare alla sala dove c'erano dipinti del Rinascimento, quando Juliet si ritrovò ad uscire per l'ultima -si era incanta a guardare un quadro- ma non fece in tempo ad uscire che si ritrovò sbattuta contro il muro con un corpo che la sovrastava, quando riuscì a vedere chi era che la imprigionava iniziò a tremare come una foglia: il professore d'italiano. La guardava con le pupille dilatata e velate da desiderio
< < Ora non puoi più scappare > > le sussurrò con voce rauca all'orecchio, Juliet iniziò a dibattersi per liberarsi, però senza successo < < così non fai che peggiorare la situazione sai? > > disse divertito, si avvicinò ulteriormente a lei e iniziò a baciarle il collo. La ragazza provò di nuovo a liberarsi senza successi, la paura iniziò a scorrerle nelle vene e delle lacrime iniziarono a scendere lungo il viso. Vide due agenti della sicurezza passare davanti alla sala, parlavano tra loro quindi non la notarono
< < Lasciami, lasciami > > iniziò a dire con un tono di voce sia abbastanza alto, sia molto simile ad una fanciulla che non fa difendersi da sola, i due della sicurezza la sentirono e in un istante si avvicinarono
< < Che succede? > > chiese uno aveva i capelli biondi e occhi marroni
< < Niente > > disse il professore staccandosi da Juliet prendendola per mano
< < Tutto apposto signorina? Conosce questo signore? > > chiese gentilmente l'altro agente con i capelli castani e occhi verdi scuri; Juliet si liberò dalla stretta alla mano e si nascose dietro l'agente con i capelli castani 
< < No, non lo conosco > > disse fingendosi spaventata a morta
< < D'accordo, ci penseremo noi a lui. Lei ritorni dalla sua classe e non si allontani più > > disse gentilmente sempre il castano
< < Grazie > > disse lei sorridendo e tornò dalla sua classe, asciugandosi le lacrime e fece in modo di non dare a vedere che stava a cospira tremando. Appena entrò nella sala si mise immediatamente accanto a Derek e Lucas, non trovando Andrè
< < Juliet... Stai bene? > > chiese Lucas vedendola arrivare
< < Si perché? > > lei con disinvoltura, come se quello che era accaduto poco fa non fosse mai successo
< < Sembri sconvolta... Hai la stessa faccia di ieri quando il prof ha provato... > > disse e gli occhi per un attimo diventarono rossi, ma fu così immediato che Juliet non ci diede molto peso
< < No, no va tutto bene.... Dov'è Andrè? > > chiese senza togliere gli occhi di dosso a Lucas, per vedere se aveva qualche altro cambiamento di colore, oramai stava diventando troppo frequenti questi cambiamenti di colore
< < Più avanti... Ehi anche tu stavi avanti... Perché ora sei qua? > > chiese sospettoso, ed iniziò a guardarsi intorno < < dov'è quello d'italiano? > > chiese con un ringhio
< < Non è successo nulla, te lo giuro > > disse subito lei portando subito le mani in avanti
< < Juliet... Rimani vicina a noi > > disse Derek con un ringhio guardando dietro di lei, Juliet si girò e trovò il professore d'italiano che si avvicinava e la guardava con odio e dietro di lui c'erano le guardie che lo osservavano attentamente. Con quello sguardo Juliet ebbe un brivido lungo la schiena e inconsciamente si avvicinò sia a Derek che a Lucas
< < E chi si allontana?! > > chiese ironicamente lei leggermente terrorizzata; senza accorgersene prese la mano di Lucas e la strinse con forza
< < Tranquilla, vicina a noi non si avvicinerà neanche > > le sussurrò dolcemente Lucas
< < Grazie > > sussurrò lei sorridendogli. Continuarono tranquilli la gita, la ragazza non lasciò neanche per un secondo la mano di Lucas né si allontanò più qualche centimetro. Verso le sei se ne andarono in giro per Firenze e poi alle sette ritornano al pullman, per tutto il tempo Juliet tenne stretta la mano di Lucas, probabilmente la stava per rompergliela, ma lui non diceva nulla e sembrava che non gli desse fastidio, invece Andrè qualche volta le lanciava un'occhiata confusa a Lucas vedendo le loro mani strette tra loro e poi tornava a dare attenzione alla biondina di prima. Una volta sul pullman Lucas lasciò Juliet sola tra gli ultimi posti per andare a parlare con Andrè che dopo un istante si mise accanto a lei, gli occhi più scuri del solito
< < Mi avevi promesso che appena quello d'italiano avesse provato anche solo sfiorarti me l'avresti detto > > ringhiò lui avvicinandosi a lei
< < Io... > > provò a dire, la paura la invase completamente e fermò le parola in gola
< < Dove ti ha toccata? > > chiese di punto in bianco
< < Non ha fatto nulla > > disse lei abbassando lo sguardo
< < Non dire cazzate > > ringhiò
< < Che succede qua? > > chiese la voce del prof. d'italiano dietro di Andrè, lui si girò e lo guardò con odio
< < Niente > > si affrettò a dire Juliet prendendo un braccio di Andrè che aveva già le mani strette a pugni
< < Bene... Più le dovrò  parlare signorina Fino > > disse lanciandole uno sguardo di puro odio
< < Tu non parlerai con lei > > ringhiò Andrè contraendo tutti i muscoli del corpo
< < Andrè... > > disse Juliet stringendosi a lui come se avesse paura che lui se ne andasse
< < Ha qualche problema signorino? > > chiese il prof. sorridendo divertito
< < No nessuno, ora se ne può andare? > > chiese Juliet stringendosi di più al braccio di lui
< < A dopo > > disse e se ne andò
< < Nessun problema? > > chiese Andrè girandosi verso di lei, gli occhi avevano cambiato colore, ora non erano più azzurri come il cielo d'estate, ora erano rossi come il sangue, Juliet rimase a bocca aperta, perché aveva cambiato colore? Non poteva essersi messo le lenti a contatto perché era impossibile, allora cosa stava succedendo? Questo voleva dire che non stava impazzendo quando credeva di aver visto male quando gli occhi di Andrè o di Lucas cambiavano colore
< < I... I...tuoi occhi > > disse lei terrorizzata lasciò il suo braccio e si allontanò finendo contro il finestrino con gli occhi sbarrati; Andrè sembrò capire cosa c'era che non andava, imprecò e se ne andò a parlare con Derek e Lucas. Passò un'ora e mezza, Juliet si era tranquillizzata e cercava di cambiamento di colore di Andrè, lui per tutto il tempo non la degnò nemmeno di uno sguardo, continuava a parlare tranquillamente con i suoi amici, sembrava essersi calmato, ma delle piccole rughe fra le sopracciglia lo tradivano; il colore degli occhi era tornato lentamente normale e sembrava più rilassato. Juliet stava ancora pensando come avessero fatto i suoi occhi a cambiare colore quando l'oggetto dei suoi pensieri si rimise seduto accanto a lei
< < Ehi > > salutò lui tranquillo e si mise seduto accanto a lei
< < Okay, dopo di questo è sicuro che tu hai il ciclo > > disse lei alzando il sopracciglio confusa, Andrè sorrise divertito
< < Va bene, se vuoi me ne vado > > disse ancora divertito
< < Come hanno fatto i tuoi occhi a cambiare colore? > > chiese lei curiosa, lui si bloccò e tornò serio
< < Te ne parlerò un giorno > > liquidò sorridendo
< < No, invece me lo dici adesso > > disse lei girandosi verso di lui
< < È troppo pericoloso saperlo tesoro > > disse lui calmo
< < Non mi importa, dimmelo > > si impuntò lei
< < Meglio di no... Sono venuto solo per sapere cosa ti ha fatto quello d'italiano > > disse lui serio
< < Mh... Te lo dico se tu mi dici dei tuoi occhi > > disse lei incrociando le braccia al petto e affondando nella poltrona
< < Non posso... > > disse lui sospirando e abbassando gli occhi
< < Beh allora scordatelo che te lo dico > > disse lei guardando fuori dal finestrino
< < Juliet non fare la bambina > > disse lui divertito
< < Non sto facendo la bambina semplicemente ti ho offerto un... Diciamo patto, ma tu l'hai rifiutato. Quindi non vedo il motivo per cui dovrei dirtelo > > disse lei studiando il cielo, prese il suo quaderno da disegno e iniziò a disegnare. Stava a metà del disegno che aveva in mente quando il quaderno sparì da sotto i suoi occhi facendo apparire le sue gambe piegate per fare da sostegno
< < Andrè > > squittì girandosi verso di lui e vide con in mano il suo quaderno e sorrideva divertito < < ridammelo > > disse quasi urlando, provò a prenderlo, ma lui lo allontanò e avendo le braccia più lunghe lei non riusciva a prenderlo < < ridammelo > > continuava a dire lei provando ad allungarsi per prenderlo, ma non ci arrivava; intanto si era stesa completamente sopra di lui e non se ne rese conto fino a quando non sentì qualcosa premere fra le sue gambe. Si fermò un attimo e guardò che cosa premeva
< < Ti stai eccitando? > > chiese lei confusa
< < Oh beh, ti stai completamente strusciando su di me, in più ho una vista perfetta del tuo fondoschiena; secondo te cosa dovrei fare? Sono pur sempre un poveruomo > > disse lui sorridendo divertito e lei scoppiò a ridere divertita, non riuscì più a tenersi in equilibrio- più di metà del suo corpo non aveva un sostegno- e cadde pietosamente a terra facendo non poco rumore. Tutti si girarono a vedere cosa era successo, mentre Andrè scoppiò a ridere veramente divertito, mentre Juliet si massaggiò il punto dolorante della testa che se le faceva male anche il fianco
< < Che succede là in fondo? > > chiese il prof d'arte
< < Nulla prof > > disse Juliet mettendosi seduta accanto ad Andrè che intanto si era spostato nel posto accanto al finestrino. Quando tutto tornò alla normalità e Juliet non fu più al centro dell'attenzione di tutti si girò verso di lui
< < Spostati > > disse senza pensarci due volte
< < Perché? > > chiese lui confuso
< < Perché il posto al finestrino è mio > > 
< < C'è scritto il tuo nome? No e allora non rompere > > disse lui tornando a guardare fuori dal finestrino con un sorriso divertito stampato sul viso, Juliet stava per rispondere quando il suo stomaco iniziò a brontolare, Andrè se ne rese conto e ricominciò a ridere divertito
< < C'è l'hai ancora il panino? > > borbottò lei non guardandolo in faccia, era da ore che non ci vedeva più dalla fame, ma per orgoglio non chiedeva nulla a nessuno
< < Si > > disse lui ancora divertito, prese dallo zaino che aveva ai piedi un panino e glielo porse
< < Grazie > > disse con un sussurro e iniziò a mangiare, dentro aveva una cotoletta e dell'insalata, in un attimo lo finì e si pulì la bocca con un fazzoletto
< < Ne vuoi un altro? > > chiese lui sorridendo divertito, lei si limitò a guardarlo con gli occhi grandi quanto quelli del gatto di Shrek < < basta che dici si, non c'è bisogno di fare gli occhi dolci > > continuò divertito, gli diede l'altro panino e lei lo divorò come quello di prima
< < Grazie mille > > disse pulendosi la bocca
< < Ora però mi dici che ti ha fatto quello > > disse serio, lei sospirò e affondò nella poltrona
< < Mi ero fermata a guardare un quadro, lui mi si è avvicinato, ci ha provato come le altre volte, ho chiamato quelli della sicurezza, si sono occupati loro di lui e io sono tornata. Ecco tutto > > disse lei iniziando a torturarsi le dita
< < Ti colpito in qualche modo? > > chiese con un sussurro
< < No... Mi ha solo baciata > > disse mettendosi a giocare con una ciocca di capelli
< < Dove? > > chiese in tono arrabbiato
< < So... Solo sul collo > > balbettò non guardandolo, Andrè emise un basso ringhio
< < Dopo non vorrai davvero rimanere da sola con lui vero? > > chiese arrabbiato, lei si limitò a scuotere la testa < < bene > > disse più rilassato
< < Ora posso riavere il mio quaderno? > > chiese titubante
< < Certo > > disse lui porgendoglielo, lei lo prese e iniziò a disegnare sfogandosi sul disegno. Lentamente tornò rilassata, si mise ad ascoltare musica e intanto disegnava, senza rendersene conto appoggiò la testa sulla spalla di Andrè e lentamente di addormentò. Era in uno stato di dormiveglia quando si accorse che un braccio di Andrè le circondava le spalle mentre l'altro le circondava la vita, il ragazzo si spostò leggermente cercando di far stare più comoda possibile Juliet e lei si addormentò con un leggero sorriso sulle labbra.
 
~Angolo dell'autrice~
 
Salveeee 😊
Allora che ne dite di questo capitolo? Juliet e Andrè si sono baciati e boom scossa... Okay il boom me lo potevo risparmiare... Comunque finalmente si capisce perché l'ho messa nel soprannaturale... Chissà chi sono realmente Andrè e Lucas :3
Spero di aver incuriosito con questo almeno un pochino 😊
Allora ringrazio Lena Morgenstern che mi ha recensito nello scorso capitolo e alla quale molto presto farò una statua. Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra preferite, seguite e ricordate... Farei i nomi, ma siete un bel po'... È ringrazio le lettrici silenziose. Continuate a recensire
Baciiiii 💜❤️💜❤️

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Juliet stava a casa sua, nella sua stanza, immersa nel buio. Era sola a casa, sua madre non c'era, sentì uno strano rumore provenire dal piano di sotto, si alzò lentamente dal letto, prese una mazza da baseball e andò  di sotto. Appena arrivata alla scale vide che al piano di sotto c'era un uomo alto, gli occhi rossi come sangue brillavano nel buio, li puntò subito su di lei e in un attimo Juliet lo vide ad un centimetro di distanza da lei
< < Dunque sei tu > > disse l'uomo ghignando divertito e mostrando denti bianchissimi con i canini più lunghi del normale, Juliet senza esitare di più lo colpì con tutta la forza che aveva con la mazza da baseball che però si frantumò in mille pezzi senza lasciare neanche un graffio. Juliet iniziò ad allontanarsi terrorizzata, ma non riuscì a fare più di qualche metro che l'uomo si avventò su di lei dandole uno schiaffo che la mandò a terra, Juliet si girò a guardare l'uomo che grazie ad un piccolo raggio di luna proveniente dalla camera della madre vide una cicatrice attraversagli l'occhio e finire all'angolo della bocca. L'uomo la prese per il collo e la sbatté al muro...
 
Juliet si svegliò di soprassalto emettendo un piccolo urlò terrorizzato
< < Juliet > > disse una voce, immediatamente si allontanò avendo paura che fosse ancora l'uomo che la voleva uccidere < < calmati sono io, Andrè > > disse lui cercando di abbracciarla, la ragazza mise meglio a fuoco e trovò ad osservarla dei grandi occhi celesti, si calmò e si lasciò abbracciare < < calmati, era solo un incubo > > le sussurrò dolcemente, la ragazza tremava come una foglia e si sentiva ancora terrorizzata, così si lasciò coccolare dal ragazzo. Quando si sentì meno terrorizzata si allontanò di poco
< < Ti va di dirmi cosa hai sognato? > > chiese gentilmente, Juliet si guardò un attimo in giro e trovò che quasi tutti sul pullman dormivano, prese il suo quaderno da disegno e iniziò a disegnare tutto il sogno come stesse disegnando un manga < < non se definirti genio o idiota > > disse lui guardando le immagini che lentamente venivano disegnati
< < Preferisco genio > > disse lei con un sussurro che le uscì un po' tremante, in poco tempo finì i disegni e li fece vedere ad Andrè; si soffermò sulla penultima vignetta dove c'era disegnata la faccia dell'uomo 
< < Puoi disegnare più grande la faccia dell'uomo? > > chiese leggermente preoccupato, Juliet riprese il quaderno e disegnò la faccia dell'uomo sul foglio accanto, era come se le fosse rimasta impressa nella mente l'immagine 
< < Lo conosci? > > chiese lei curiosa
< < No > > si sbrigò a dire lui, Juliet fece uno sbadiglio < < hai sonno? > > chiese divertito
< < Certo che no > > disse lei sulla difensiva
< < Allora cos'era quello sbadiglio? > > chiese divertito
< < Quando mi sveglio subito dopo faccio sempre uno sbadiglio > > disse lei facendo un altro disegno -questa volta una farfalla fatta con ghirigori tra linee spesse e altre più fine- per distrarsi dall'incubo. Andrè appoggiò la testa sulla sua spalla e la guardò disegnare
< < Spostati, non sono un cuscino > > disse lei irritata cercando di toglierselo dalla spalla
< < Eh certo, fino a quanto sono io farti da cuscino va bene > > disse lui mettendo il broncio da bambino, lei cercò di trattenere la risata però non poté fare a meno di fare un sorriso divertito. Stava per rispondergli quando una voce dietro di lei la interruppe
< < Andrè se vuoi ti faccio io da cuscino > > disse una voce stridula simile ad un oca, Juliet si girò la biondina di quella mattina,  stava qualche posto davanti a loro e sorrideva mostrando i suoi denti bianchissimi ad Andrè e intanto guardava male Juliet. La ragazza si girò verso Andrè aspettando la sua risposta
< < D'accordo Alexis > > disse lui, fece l'occhiolino a Juliet e mise seduto accanto alla bionda. Juliet lo guardò per un attimo e dentro si sentì come se fosse vuota e le mancasse una parte di se stessa; scosse la testa, si mise accanto al finestrino e tornò a disegnare. 
Juliet era completamente persa nel suo mondo fatto di linee che si intrecciavano tra loro come in una danza segreta a tutti, ma che capiva solo lei, quando il cellulare le vibrò in tasca, lo prese e trovò un messaggio della madre
Madre: Non vengo a prenderti. Ho da fare
Juliet: Non ho le chiavi di casa
Madre: Non mi importa
Juliet: Io come faccio a tornare a casa?
Madre: Non è un problema mio
Juliet: Non è un tuo problema? Sono tua figlia in teoria dovrebbe interessarti qualcosa di me, dato che sono sangue del tuo sangue. Come fai a scrivere queste cose? Io non capisco perché mi odi in questo modo, io non ti ho fatto nulla per meritare tutto quest'odio
Madre: Beh è colpa tua se tuo padre mi ha lasciato. Tu neanche dovevi nascere Juliet rimase per qualche minuto ferma senza sapere cosa rispondere, quelle parole l'avevano distrutta. Era come essere tornata bambina, i suoi genitori che litigavano per lei, si lanciavano oggetti e quando cercava di farli calmare e uno dei due la picchiava e lei piangeva, si sentiva più sola che mai in quei momenti e aveva sempre paura. Si riscosse da quei pensieri e rispose alla madre
Juliet: Beh se non dovevo nascere dovevate prendere delle precauzioni
Madre: Le abbiamo prese, ma il quello stupido di tuo padre ha rotto il preservativo e lei rimase di sasso un'altra volta, come faceva quella donna a distruggerla in quel modo? Era sua madre, oramai era anni che la trattava così, faceva di tutto per farla morire sia dentro che fuori. 
Juliet: Beh allora potevate stare più attenti. Comunque io come faccio a tornare a casa? Non posso dormire per strada
Madre: Non è un mio problema
Juliet: Vaffanculo Si sentiva più sola che mai, le lacrime iniziarono ad offuscarle la vista, ma non poteva piangere nel pullman davanti a tutti; si asciugò in fretta le lacrime e ricominciò a disegnare e questa volta vennero solo disegni riguardante la morte: ragazze morte dissanguate; animali con ferite mortali; cuori che sanguinavano a causa di frecce che lo passavano da parte e parte. Non fece caso al messaggio che le inviò sua madre, di sicuro sarà stata qualcosa contro di lei...
< < Sai che non dovresti disegnare cose del genere? > > chiese una voce accanto a lei, si girò e trovò Lucas che la guardava sorridendo
< < Non è il momento Lucas > > disse lei ritornando a disegnare
< < Cos'è successo? > > chiese lui curioso
< < Nulla > > borbottò con un sospiro
< < Dai non lo dico a nessuno, promesso > > disse lui guardandola con occhi grandi da cucciolo, lei sospirò rassegnata
< < Mia madre mi ha praticamente buttato fuori di casa. Cioè, mi sono dimenticata le chiavi a casa, le ho chiesto se me le poteva portare, ma non vuole venire, così ora sono fuori casa e non so cosa fare > > disse lei sprofondando sempre di più nella poltrona
< < Se vuoi puoi venire a dormire da me. Ho la camera di mia sorella libera > > disse lui guardandola dolcemente
< < No... No... Non ti preoccupare troverò il modo di entrare... Altrimenti chiedo o a Bea o a Tati se posso dormire da loro > > disse iniziando disegnare linee contorte senza un disegno preciso
< < Lo so che non lo farai. Di che hai paura? > > chiese lui facendosi più vicino a lei, Juliet smise di disegnare e rimise il quaderno dentro lo zaino
< < Di nulla... Ti posso usare come cuscino? > > chiese appoggiandosi contro di lui
< < Tanto già mi stai usando > > disse lui divertito
< < Grazie > > disse solo e poco dopo si addormentò contro la sua spalla.
 
Questa volta Juliet fu svegliata a causa di uno scossone, aprì di scatto gli occhi e si guardò in giro confusa, trovò che tutti stavano ancora dormendo; alzò gli occhi verso Lucas e lo trovò che la stava guardando incuriosito
< < Che è successo? > > riuscì a dire con la bocca impastata dal sonno
< < Nulla. Abbiamo solo preso una buca > > disse lui ancora incuriosito
< < Quanto manca ancora? > > chiese raddrizzandosi sulla poltrona e stropicciando gli occhi per togliere ogni traccia di sonno rimanente 
< < Circa mezz'ora. Se vuoi puoi continuare ad usarmi come cuscino > > disse dolcemente
< < No, non ti preoccupare... > > 
< < Si vede che hai sonno, dai su. Vieni qua > > disse sorridendo divertito; Juliet resistette, si guardò nuovamente in giro e trovò Andrè che la osservava divertito
< < Cosa vuoi? > > chiese acida guardandolo male
< < Niente, perché? > > chiese chiaramente divertito
< < Che cosa hai fatto? > > chiese irritata
< < Nulla > > disse ancora divertito < < ti dovresti controllare la faccia sai > > disse scoppiando a ridere, Juliet prese il cellulare e lo usò come specchio. Si ritrovò con la faccia completamente disegnata: un paio di occhiali con linee tremolanti e dei baffi fatti nel peggiore dei modi. Scoppiò a ridere divertita e subito dopo prese un pennarello nero e iniziò a sistemare il disegno; alla fine sembrava che gli occhiali fossero veri e i baffi li sistemò un po' così da non sembrare orribili. Non stava così male in fondo
< < Come sto? > > chiese girandosi verso Lucas e Andrè, entrambi la guardavano con la bocca aperta
< < Così non è giusto però! Dovevi sembrare ridicola > > borbottò Andrè incrociando le braccia al petto
< < La base l'hai fatta tu, io l'ho solo migliorata > > disse lei scrollando le spalle
< < Si ma dovevi essere ridicola > > 
< < Oh che peccato, ho rovinato i tuoi piani. Non sai quanto mi dispiace > > disse lei con finto sconforto, lui borbottò qualcosa di incomprensibile e mise il broncio, Juliet sorrise divertita e si mise a guardare fuori dal finestrino -non vedeva molto- vedeva solo nero e il suo riflesso con la luce del pullman. Controllò l'ultimo messaggio della madre
Madre: Ma chi ti credi di essere per mandarmi a fanculo? Sei solo una puttana stronza bastarda. Ti credi grandi, ma sei solo una mocciosa da due soldi. Fallita, ecco tutto quello che sei, non farai mai nulla nella tua stupida vita. Sei solo una mocciosa fallita che neanche doveva nascere. Juliet rimase per qualche minuto incapace di fare qualsiasi cosa, l'aveva distrutta per la seconda volta e si sentiva più sola che mai, non capiva come fosse possibile che una madre dicesse tutto quello ad una figlia. La vista si offuscò nuovamente, cercò di trattenere le lacrime, ma non ci riuscì, iniziarono a cadere una dopo l'altra sempre più veloci. Si portò le ginocchia al petto, nascose il viso tra le ginocchia e cercò di trattenere almeno i singhiozzi. Qualcuno la strinse in un forte abbraccio, Juliet alzò lo sguardo e trovò Lucas che la guardava dolcemente
< < Non ascoltare tua madre, non è affatto vero quello che ti ha detto > > disse lui più dolcemente possibile
< < Grazie > > disse lei ricambiando l'abbraccio
< < Tua madre sarà solo nervosa per qualcosa e si sta scaricando su di te. Non dargli tanto peso > > disse con un sussurro
< < No lei fa così ogni giorno > > disse asciugandosi alcune lacrime
< < Allora la stronza è lei > > disse accarezzandole i capelli per farla calmare e appoggiò il mento sulla sua testa
< < Lo so che è stronza... Solo che fino adesso non mi aveva mai detto tutto questo > > disse asciugandosi le altre lacrime che continuavano a scendere, Lucas non disse più nulla, cercava di calmarla come meglio poteva. Quando arrivarono a scuola tutti scesero dal pullman e Juliet appena scesa fu chiamata dal prof. d'italiano, alzando gli occhi al cielo andò da lui, si misero in disparte
< < Che cazzo ti è venuto in mente? > > chiese chiaramente arrabbiato
< < Mi sono semplicemente difesa > > ringhiò lei, se lui era arrabbiato lei lo era ancora di più
< < Solo difesa? Mi hai fatto mettere nei guai con quelli della sicurezza, razza di idiota > > 
< < Non ti è passato di mente che l'ho fatto apposta? > > 
< < Perché? > > 
< < Come fai a non capire? Mi fai solo schifo, mettetelo in testa, da me non otterrai mai nulla > > disse con un ringhio e fece per andarsene, ma si bloccò sentendo qualcosa che le stringeva la gola, non sentì più la terra sotto i piedi e non riusciva più a respirare
< < Vorrà dire che me lo prenderò con la forza > > disse divertito strinse un po di più la presa, passarono secondo in cui Juliet non riuscì più a respirare, vedeva solo la volta celeste senza stelle a causa delle luci al neon. La vista le si stava offuscando lentamente e quando stava per essere presa dal buio la presa sparì all'improvviso e lei cadde a terra tossendo, alla ricerca di aria
< < Juliet > > disse preoccupata la voce di Derek accanto a lei
< < Sto bene, sto bene > > disse smettendo di tossire e facendo solo respiri profondi, Derek l'aiutò a mettersi in piedi, la ragazza di guardò intorno e trovò Andrè che provava a fare botte con il professore d'italiano - che aveva già il naso rotto- ma veniva trattenuto da Lucas. Quando Andrè sembrò essersi calmato Lucas lo lasciò e andò subito da Juliet, senza dire nulla la prese per il polso e la portò alla moto
< < Mettiti il casco > > disse più calmò che poté
< < Andrè... > > cercò di dire lei
< < Zitta e mettiti questo cazzo di casco. Ti porto a casa > > ringhiò lui
< < Io non sto zitta. E poi non bisogno di qualcuno che mi accompagni a casa, ci so arrivare anche da sola > > disse anche lei ringhiando 
< < Bene. Fai come cazzo ti pare > > disse e se ne andò lasciandola sola; Juliet sbuffò e si avviò verso casa sua. Camminava lentamente con la musica nella orecchie, qualche volta guardava il cielo alla ricerca di qualche stella o costellazione, ma, come prima, le luci le impedivano di vedere qualsiasi cosa. Non badava molto a chi le stava intorno, era fiduciosa che sarebbe ritornata a casa sana e salva, anche se in verità stava morendo di paura, ma non lo dava a vedere -per sicurezza si era messa il suo inseparabile coltellino nella tasca dei jeans
Arrivò davanti a casa e andò sul retro dove si arrampicò per arrivare alla finestra di camera sua che per fortuna aveva lasciato aperta. Rotolò dentro facendo non poco casino, gattonò fino alla scrivania dove lasciò lo zaino e poi gattonò di nuovo per arrivare al letto dove si addormentò senza neanche cambiarsi.
 
Juliet si svegliò che fuori era ancora buio, guardò sulla sveglia che segnava le tre e mezza, borbottò un imprecazione e tentò di riaddormentarsi, ma non ci riusciva; si alzò a sedere, prese il suo quaderno dei disegni ed iniziò a disegnare e nel frattempo la mente andò a ripercorrere tutta la giornata. Andrè ancora non le aveva detto come perché i suoi occhi erano diventati rossi sangue e perché aveva sentito quella dannata scossa, forse l'aveva sentita solo lei, ma se l'aveva sentita solo lei allora perché se ne era andato senza dire nulla? Senza pensarci prese il cellulare
Juliet: Mi devi molte spiegazioni scrisse e inviò ad Andrè
Andrè: Sei ancora sveglia principessa? Credevo che stessi dormendo a quest'ora
Juliet: Mi dispiace deludere le aspettative, ma sono bella che sveglia. Tu come mai sei sveglio?
Andrè: Ho appena finito di scopare una
Juliet: Mi fai schifo
Andrè: Come fai a dirlo se non hai mai provato?
Juliet: Si che ho provato, e poi non ho detto che mi fa schifo quello. Dico solo che a farmi schifo sei tu
Andrè: Che spiegazioni vuoi?
Juliet: Perché i tuoi occhi sono diventati rossi e cos'era quella scossa
Andrè: Fai troppe domande principessa. È meglio se non conosci il perché di certe cose
Juliet: Perché non dovrei saperlo? 
Andrè: Perché è troppo pericoloso saperlo
Juliet: E perché è troppo pericoloso?
Andrè: Te lo vuoi mettere in testa che non posso dirtelo, razza di stupida
Juliet: Perché non vuoi dirmelo?
Andrè: Certo che sei stupida forte. Se non posso dirtelo ci sarà un motivo
Juliet: E quale sarebbe questo motivo?
Andrè: Te l'ho detto. È. Troppo. Pericoloso
Juliet: Che palle. Dimmelo e basta, tanto oramai "ci sto dentro"
Andrè: Che palle tu. Mi hai rotto, ti avevo detto di cercarmi solo quando quello d'italiano ti avesse fatto qualcosa. Quindi mettiti a dormire e lasciai in pace
Juliet: In teoria quello d'italiano oggi mi ha fatto qualcosa...
Andrè: Si ma ora quello d'italiano sta sotto casa tua? No. Quindi lasciami in pace
Juliet: Che ne sai che non sta qua sotto? 
Andrè: Gli ho rotto il naso, non credo che abbia voglia di mettersi sotto casa tua
Juliet: Ah proposito di questo, hai già in mente qualcosa?
Andrè: Sono indeciso se farlo buttare fuori definitivamente da scuola o semplicemente rendergli la vita impossibile a scuola
Juliet: Allettanti entrambi le opzioni. Mi dici almeno i piani?
Andrè: Ne ho fatti troppi, sono troppi lunghi da scrivere
Juliet: Va beh, comunque voglio far parte dei piani
Andrè: Certo che ci fai parte principessa
Juliet: Perché mi chiami principessa?
Andrè: Non posso? 
Juliet: Non si risponde con una domanda ad un altra domanda
Andrè: Ti metti a dormire?
Juliet: Non ho sonno
Andrè: Ti devo far compagnia fino a quando non hai sonno?
Juliet: Certo che no
Andrè: Bene allora lasciami dormire. Dopo una scopata si è stanchi
Juliet: Lo so. Buonanotte Andrè
Andrè: 'Notte principessa Juliet posò il cellulare sul comodino e rimise a disegnare; poco dopo si mise a leggere Magisterium di Cassandra Clare e Holly Black, conoscendo Cassandra avrebbe fatto chissà quelli intrecci tra i personaggi, ma per ora sembrava andare tutto bene. Alla fine le chiusero da soli gli occhi quando arrivarono le cinque del mattino e si addormentò con il libro appoggiato sul petto.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊
Allora che ne pensate di questo capitolo? Chissà se il sogno di Juliet è reale o no :3
Comunque ringrazio Lena, giota 123 e maddagianni 113 che mi hanno recensito lo scorso capitolo, ringrazio chi mi ha messo tra preferite, seguite e ricordate ed infine le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii ❤️💜

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La mattina si svegliò con un rumore assordante nelle orecchie, si girò verso la sveglia, ma segnava le undici e mezza del mattino, era impossibile che era lei. Si guardò intorno confusa, da dove veniva quel maledetto suono? Alla fine capì: qualcuno stava suonando il citofono di casa. Corse al piano di sotto, chissà da quanto aspettavano, e aprì in fretta e furia la porta trovandosi davanti un Andrè adir poco irritato
< < Si può sapere che ti salta in testa? > > urlò lui irritato
< < Cosa? > > chiese lei ancora confusa e rimbambita dal sonno
< < Per quale razza di motivo non rispondi ai messaggi? > > chiese lui entrando senza neanche chiedere il permesso
< < Oh si certo entra pure, fa come se fossi a casa tua > > disse lei chiudendo la porta
< < Allora? > > chiese lui ancora irritato, ora che Juliet lo guardava meglio notò che aveva gli occhi più scuri del solito
< < Ma cosa vuoi? Stavo dormendo tanto bene. Che palle mi sono addormentata alle cinque del mattino, ho dormito per sei ore e mezza, è già tanto se mi reggo in piedi. E ora per colpa tua, razza di troglodita retro-evoluto, ho mal di testa, grazie tante > > sbottò lei e andò in cucina borbottando una serie di imprecazioni una dietro l'altra. Arrivata in cucina prese un pacco di biscotti, si mise seduta accanto al piano cottura, mentre Andrè si mise seduto su una sedia del tavolo da cucina
< < Cosa vuoi? > > chiese lei mangiando i biscotti
< < Non mi rispondevi ai messaggi e mi sono preoccupato > > disse passandosi una mano fra i capelli
< < Che cavaliere, i miei complimenti. Peccato che ora sarò acida per tutta la giornata e la colpa è solo tua. Grazie tante > > 
< < Cosa ho fatto? > >
< < Cosa hai fatto? Hai il coraggio di chiedermelo? Allora ti faccio un piccolo riassunto di tutto quello che hai fatto: stavo dormendo tanto tranquillamente, per la prima volta in tutta la mia vita, e Tu, maledetto troglodita, mi hai svegliata suonando quel cazzo di citofono del cazzo. Inoltre mi entri in casa come se nulla fosse e fai come se fossi a casa tua! E mi vieni a chiedere cosa hai fatto? > > disse quasi urlando
< < Direi che non sei acida, sei un emerita stronza > > disse lui guardandola male
< < Io sarei la stronza adesso? > > chiese puntandosi il dito contro
< < Vedi qualcun altro? > > disse allargando le braccia come per fargli vedere l'intero spazio
< < E sentiamo perché sarei una stronza? > >
< < Oh, beh, allora vediamo: ho saltato scuola perché mi stavo preoccupando per te, visto che non rispondevi ai messaggi; sono venuto qua e tu subito mi hai attaccato dandomi la colpa del fatto che oggi sei stronza, non acida, ti basta? > > disse sporgendosi in avanti e mettendosi con il mento appoggiato sui pugni
< < Perché eri preoccupato? > > chiese inclinando la testa di lato confusa
< < Non rispondevi. Ieri sei venuta qua da sola... > > disse abbastanza lo sguardo
< < Abbiamo parlato ieri sera > > disse confusa
< < Ieri però non sapevo dove stavi... Potevi anche stare in mezzo alla strada > > borbottò
< < Che dolce, eri preoccupato e credevi che stavo in mezzo alla strada > > disse lei sorridendo dolcemente, Andrè fece una smorfia e si alzò
< < Bene, ora che so che stai bene, me ne posso anche andare > > disse facendo per andarsene
< < No, aspeppa, rimani po' qua. Non ho nulla da fabe, almeno ho un po' di compagna > > disse lei mentre mangiava un biscotto 
< < Non si parla mentre si mangia, mamma non ti insegnato l'educazione? > > 
< < Mh... Veramente no. Abbandonata a me stessa fin da piccola > > disse subito dopo si morse il labbro inferiore per essersi esposta così tanto, abbassò lo sguardo e continuò a mangiare i biscotti
< < Che intendi dire? > > chiese lui curioso
< < Nulla. Assolutamente nulla > > disse subito non alzando lo sguardo
< < Dai dimmelo > > disse avvicinandosi a lei, mise un ginocchio fra le sue gambe e la strinse a sé prendendola per i fianchi 
< < No > > disse lei continuando a tenere gli occhi bassi, sentiva che le guance erano diventate leggermente rosse, erano troppo vicini e la cosa non andava affatto ben. Una vocina nella mente di Juliet le diceva che doveva allontanarlo al più presto possibile, ma il corpo non si muoveva
< < Devo usare le maniere cattive? > > chiese strofinando la punta del naso contro il suo collo
< < Andrè no > > disse lei provando a scendere e a scappare da lui
< < Non te ne vai finché non me lo dici > > disse lui sorridendo divertito e subito dopo iniziò baciarle il collo, dopo qualche bacio a stampo sul collo schiuse appena le labbra ed iniziò a rendere umidi i baci lasciando come una striscia di fuoco lungo tutto il collo fino ad arrivare appena sotto l'orecchio
< < A... Andrè... > > disse lei mettendogli le mani sugli addominali cercando di allontanarlo, ma sotto le dita sentii i suoi muscoli scolpiti che la fecero fermare
< < Facciamo così, io ti lascio togliere la maglietta e tu mi dici intendevi > > disse e subito dopo le mordicchiò delicatamente il lobo. Juliet ebbe come un flashback di una sera che sembrava lontana anni luce, si riprese subito e quando riprese la ragione riuscì a spingerlo via e a correre verso la sua camera. Appena fu in camera si accasciò per terra con la schiena appoggiata contro la porta, il cuore le batteva all'impazzata, aveva in fiatone per la piccola corsa che aveva fatto e si sentiva.... bagnata? Imprecò a bassa voce. Alzò la mano e girò lentamente la chiave per chiudersi dentro, così che la serratura scattò senza fare rumore. Iniziò a tremare, si era lasciata troppo andare, aveva permesso di nuovo a qualcuno di avvicinarsi quando si era promessa che non sarebbe più accaduto. Si asciugò in fretta le lacrime che erano sfuggite al suo controllo, andò in bagno e si sciacquò il viso e si tranquillizzò, si guardò allo specchio scoprendo delle leggere occhiaie violacee, dovute perché non dormiva mai abbastanza, non fece in tempo a fare nulla che qualcuno bussò alla porta
< < Juliet... Mi apri? > > disse la voce di Andrè
< < Neanche per sogno > > urlò lei dal bagno, prese il correttore e iniziò a passarselo per coprire le occhiaie
< < Per favore... Almeno dimmi che ho fatto > > 
< < Hai pure il coraggio di chiederlo? > > si controllò il collo e scoprì di avere un succhiotto bello in vista, strabuzzò gli occhi < < MI HAI FATTO UN SUCCHIOTTO, RAZZA DI IDOTA > > urlò fuori di se, corse in camera e aprì la porta < < CRETINO, TROGLODITA RETRO-EVOLUTO, si può sapere che cazzo ti passa per il cervello, sempre che tu abbia un cervello per quello che mi hai fatto. Sta certo che questa me la paghi molto cara. Ma io dico, come ti è venuto in mente di farmi una cos... > > non fece in tempo a finire la frase che lui di piegò e fece scontrare le loro labbra. Sentirono subito quella specie di scossa elettrica, Juliet fece per tirarsi indietro, per paura di farsi male, ma lui la strinse a se e cercò di approfondire il bacio. Dopo qualche esitazione Juliet si lasciò andare e si abbandonò contro di lui, sapeva che non lo doveva fare, ma era cos'è una forza superiore l'attirasse sempre verso di lui e alla fine lui riusciva ad ottenere sempre quello che voleva. Gli misi le braccia intorno al collo e lo strinse di più a se, mentre lui ancorò le mani intorno ai fianchi di Juliet. Quella scossa era tutt'altro che dolorosa, li percorreva entrambi per tutto il corpo facendoli stringere di più l'uno all'altro; sembrava come se il mondo intorno a loro fosse sparito, il tempo si fosse fermato e loro fossero come andati in un'altra dimensione. Quando si staccarono entrambi avevano il fiato corto, Juliet era un po' rossa in viso visto che si era scordata di respirare. Andrè appoggiò a fronte contro quella di Juliet e diede alcuni baci a stampo
< < Perché mi hai baciato? > > chiese Juliet guardandolo negli occhi
< < Perché non ti stavi zitta e mi stavi dando fastidio... E poi mi andava > > disse lui dandole un altro bacio a stampo < < tu invece? Perché mi hai baciato? > > disse ad un soffio dalle sue labbra
< < Io non ti ho baciato, sei tu che mi hai baciato > > disse alzando un sopracciglio 
< < Però non ti sei rifiutata, potevi farlo > > 
< < Non lo so.... Cos'era la scossa? > > 
< < Già te l'ho detto, non posso dirtelo > > 
< < Che palle che sei. Sei molto monotono ed inoltre... > > non fece in tempo a finire la frase che lui si piegò di nuovo e la baciò; rimasero a baciarsi per vari minuti < < ammettilo, ci hai preso gusto > > disse lei sorridendo divertita
< < No, per niente, solo che non voglio sentirti parlare > > disse lui scrollando le spalle
< < Se speri che io me ne stia zitta non ci sper... > > lui la baciò ancora e rimasero di nuovo così per minuti interi
< < Ci hai preso gusto vero? > > chiese lui sorridendo divertito
< < Neanche per sogno. Sei tu quello che continua a baciarmi > > disse lei fulminandolo con lo sguardo
< < Si però tu non rifiuti > > 
< < Sto... Studiando... > > disse titubante
< < Stai studiando. E cosa? > > chiese divertito
< < La scossa, sto cercando... > > lui non la fece finire che le diede un altro bacio questa volta molto più passionale rispetto agli altri, la spinse contro il muro, portò una mano al lato del collo e con il pollice iniziò ad accarezzarle la guancia. Si staccarono solo un momento per guardarsi negli occhi
< < Io... Vado a fare una doccia > > disse lei si divincolò dalla presa di Andrè, entrò in camera e gli sbatte la porta in faccia, per sicurezza chiuse a chiave la porta. Si fece una lunga doccia dove non fece altro che pensare ai baci di Andrè e si maledisse per averglielo lasciato fare. Uscì rassegnata dalla doccia e si mise dei jeans stretti neri, sopra una maglietta grigia semplice a maniche lunghe, che le stava il triplo di lei e mise il suo coltellino nella tasca dei jeans. Scese in salotto dove trovò Andrè seduto sul divano a guardare la TV
< < Vuoi rimanere a pranzo? > > chiese Juliet, Andrè ci pensò un pensò un attimo poi si girò verso di lei
< < Si, tanto dopo non devo fare nulla > > disse lui osservandola da testa a piedi < < non ti starà un po' grande quella maglietta? > > 
< < Eh già. Solo che è così comoda che non ci vivo senza... Vado in cucina e vedere cosa c'è > > si rifugiò in cucina e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa che le stuzzicasse l'appetito
< < Che taglia è? > > chiese Andrè dietro di lei
< < Mh... XXL. Un tempo questa maglietta era di mio padre, solo che dopo l'ha presa mia madre e dopo il divorzio l'ho presa io.... Ti va pasta al sugo con tonno? > > chiese girandosi verso di lui
< < D'accordo > > disse lui 
< < Di secondo... Che ne dici di würstel? > > disse guardando il frigorifero
< < D'accordo... Mangi tutti i giorni così? > > Juliet iniziò a fare il sugo
< < In che senso? > > chiese senza girarsi
< < Hai capito > > 
< < No, sinceramente no > >
< < Sei anoressica. Se mangi così ogni giorno le opzioni sono due: uno non assimili, cosa molto, molto improbabile; due subito dopo mangiato vomiti > > disse osservandole la schiena
< < Se ti dicessi che non è nessuna delle due? > >
< < Beh allora rimane l'opzione che non mangi mai così > > 
< < Ci hai preso > > 
< < Allora perché adesso fai così? > > 
< < Ci sei tu > > disse iniziando a mettere l'acqua per la pasta, Andrè stava per dire qualcosa, ma il telefono di casa iniziò a suonare e subito Juliet andò a rispondere per fuggire alle domandi di Andrè
< < Pronto? > > dissi guardando la TV che intanto trasmetteva una puntata dei Simpson
< < Uh sei entrata > > disse la voce di sua madre
< < Uh come se te ne importasse qualcosa > > 
< < Acida come sempre > > 
< < Dimmi cosa vuoi e basta > >
< < Oggi sei sola a pranzo, non torno. Vedi di non mangiare troppo che sei grassa > > Juliet arricciò il naso, odiava quando la madre le diceva che era grassa, non era per niente vero  
< < D'accordo. Qualcos'altro? > > 
< < Si. Mi ha chiamato tuo padre, chiede se stasera vuoi andare a cena con lui > >
< < Certo > > disse felice come una Pasqua
< < Bene, chiamalo e diglielo. Ci vediamo domani > > disse e attaccò senza aspettare che la figlia le dicesse un minimo ciao. Juliet sorrise a trentadue denti, era la prima volta che suo padre la invitava a cena, di solito ci dovevo pensare sempre lei
< < Che succede? > > chiese Andrè accanto a lei
< < Succede che stasera vado a cena da mio padre > > disse iniziando a digitare i numeri che conosceva a memoria, Andrè rimase accanto a lei e iniziò ad osservarla mentre lei premeva il tasto della chiamata. Dopo tre squilli il padre rispose
< < Pronto? > > chiese la voce profonda di suo padre
< < Ehi papà > > disse lei sorridendo, senza accorgersene prese la mano di Andrè e iniziò a giocarci, lui la lasciò fare sorridendo divertito, sapeva che non doveva lasciarglielo fare, che era già tanto se era andato a casa sua, ma non c'è la faceva, era completamente perso nel gioco delle loro mani
< < Ciao tesoro, come va? > > chiese con voce che sembrava felice
< < Alla grande, tu? > > 
< < Ora che ti sento, va molto meglio. Tua madre ti ha detto di stasera? > > 
< < Si > > 
< < Che ne dici? > > 
< < Va più che bene. Dove andiamo? > > 
< < Io pensavo di andare al cinema e poi in una pizzeria, sei d'accordo? > > 
< < Certo. Che film? > > chiese lei sempre più felice, strinse la presa nella mano di Andrè 
< < Sarà una sorpresa. Ti vengo a prendere per le sei > > 
< < D'accordo > > 
< < Ti voglio bene tesoro > > 
< < Anch'io ti voglio bene > > 
< < A dopo > > 
< < Ciao > > disse lei, attaccò, stava ancora sorridendo a trentadue denti e sprizzava gioia da tutte le parte
< < Allora che dice? > > chiese Andrè curioso, Juliet sorrise ancora di più, gli mise le braccia intorno al collo e con un salto allacciò le gambe intorno alla sua vita e lui la prese subito per sorreggerla ed evitare di cadere entrambi. Juliet era così felice che neanche si rendeva conto di cosa stesse facendo
< < Dice che mi viene a prendere alle sei e andiamo al cinema > > disse e subito dopo lo baciò a stampo e rise divertita < < sono così felice > > continuò e affondò il viso contro il suo collo sorrise felice e diede un altro bacio a stampo ad Andrè
< < Sono felice per te principessa > > disse lui sorridendo contento, si sentiva felice, la sua principessa era felice quindi lo ero anche lui, perché doveva trovarla proprio in questo momento? Non poteva trovarla dopo, quando avrebbe sistemato tutto?
< < Che bello. Sono tipo tre mesi che non vedo mio padre. Finalmente lo ridevo. Sono al settimo cielo > > disse battendo le mani come un bambina piccola a cui avevano appena dato il nuovo giocattolo, Andrè si sporse e la baciò con passione, andò a sedersi sul divano mettendosi lei sulle gambe. Continuò a baciarla scordandosi di tutto pensava solo alle sue labbra sottili e morbide, quando si staccarono aveva entrambi il fiato corto, si osservavano negli occhi, il cielo si scontrava con lo zaffiro in un gioco di sguardi che capivano solo loro. Andrè le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le accarezzò la guancia. Era troppo magra, ma non gli importava l'avrebbe aiutata a raggiungere il suo peso forma, gli avrebbe fatto capire che non c'era alcun motivo per cui doveva essere così magra. Gli sembrava così piccola e fragile fra le sue braccia, la strinse forte se quando lei nascose il viso nell'incavo del collo e della spalla.
Juliet lo osservava, era così dannatamente bello, le labbra carnose perfette da mordicchiare, i lineamenti del volto delicati venivano incorniciati dai folti capelli neri leggermente spettinati, corpo muscoloso al punto giusto. Gli avvolse il collo con le braccia e nascose il viso tra il collo e spalla, si sentiva al sicuro tra le sue braccia, per un attimo si concesse di dimenticare ogni cosa e bearsi tra le sue braccia. Purtroppo a rovinare tutto fu l'odore del sugo, all'inizio non ci fece caso, ma poi si ricordò di un particolare
< < Cazzo il sugo, l'ho lasciato con il fuoco alto > > disse correndo in cucina per vedere se non fosse bruciato, intanto Andrè stava ridendo divertito, ma tutte le sue speranze andarono in fumo: il sugo era completamente bruciato < < addio sugo > > disse scoraggiata < < Andrè ti va bene se facciamo pasta in bianco? > > disse girandosi verso di lui che si stava alzando dal divano, la raggiunse, gli mise le mani sulle spalle e la trascinò verso il salotto
< < Ci penso io al pranzo, tu vai a vedere la TV > > 
< < Ma... > > 
< < Niente ma, stai qua e rilassati > > disse mettendola seduta sul divano
< < D'accordo > > disse lei portandosi le gambe al petto
< < Brava > > disse lui e si chiuse in cucina.
Mangiarono insieme ridendo e scherzando, quando furono le quattro Juliet buttò fuori di casa Andrè e andò a prepararsi per la serata con il padre. Si fece una lunga doccia rilassante, uscì fuori con addosso solo un asciugamano, si mise davanti all'armadio e scelse di mettersi un paio di jeans stretti neri, una maglietta  a collo alto nera e una camicetta a quadri rossi e neri che lasciò aperta, inoltre si mise un filo di matita sugli occhi e mascara. Erano le cinque e mezza e Juliet si mise ad aspettare sulle scale davanti a casa con la musica del cellulare nelle orecchie. Si guardava un intorno mentre osservava le macchine sfrecciare davanti al giardino, quando ad un certo punto sentii una macchina che frenava di botto e mandava a quel paese qualcosa, curiosa si alzò e trovò sul marciapiede un cane-lupo dalla pelliccia che che dal nero sfumava al bianco, si avvicinò lentamente e il cane si avvicinò zoppicando
< < Ehi piccoletto, dovresti stare più attento sai > > disse lei iniziando ad accarezzarlo, il cane aveva due occhi color ghiaccio e la guardavano tristemente < < scommetto che ti fa male la zampa... Aspetta qua, il vicino è veterinario > > disse e andò alla casa uguale alla sua; suonò il campanello e aspettò. Ad aprirle fu un ragazzo dai capelli castani, gli occhi verdi coperti da un paio di occhiali
< < Ciao Alex > > disse lei sorridendo
< < Ci... Ciao Juliet > > disse lui osservandola da testa a piedi
< < Ehm... Che c'è tuo padre? > > chiese iniziando ad agitarsi, non le piaceva essere osservata da testa a piedi 
< < N... No... Che ti serve? > > chiese sistemandosi gli occhi sul naso
< < Un cane è stato quasi investito e ora zoppica, volevo sapere se tuo padre lo poteva vedere, ma non importa. Passo più tardi > > disse fece per andarsene
< < Aspetta, anch'io sono abbastanza bravo... Posso vedere io... Se... Se vuoi > > disse abbassando lo sguardo
< < Ehm... Si grazie > > disse sorridendo gentilmente
< < Arrivo subito > > disse e senza guardarla rientrò in casa lasciando la porta aperta; poco dopo ritornò con in mano una casetta bianca. Ritornarono dal cane e il ragazzo lo controllò per qualche minuto
< < Sembra che sta bene, probabilmente zoppica perché l'ha preso di striscio. Non ti preoccupare un giorno massimo due e si rimetterà > > disse il ragazzo sorridendo dolcemente
< < Okay, grazie > > 
< < È tuo il cane? > > 
< < No, l'ho trovato adesso > > disse lei passandosi una mano fra i capelli
< < D'accordo, che si fa? Chiamiamo il canile o lo vuoi tenere? > > 
< < Non lo so... > > disse lei guardò il cane è quello si avvicinò iniziando a strofinarsi sulle sue gambe e Juliet intenerita si piegò ed iniziò ad accarezzarlo < < per ora lo tengo io, poi vedrò con mia madre. Grazie Alex > > disse si alzò e tornò verso casa sua con il cane che la seguiva. Si rimise seduta sui gradini e il cane si mise seduto accanto a lei
< < Mi dispiace piccolo, ma per stasera credo che starai da solo. Esco con mio padre > > disse accarezzandolo, il cane abbaiò e strofinò il muso umido contro la guancia di Juliet. Erano le sette e di suo padre non c'era ancora traccia, il cellulare iniziò a vibrarle in tasca e lei lo prese subito
< < Pronto? > > 
< < Ciao tesoro > > disse la voce di suo padre
< < Papà dove sei? > > chiese lei irritata, era da ore che lo aspettava e lui non l'aveva neanche fatto una misera chiamata
< < Tesoro... Mi dispiace, ma sono bloccato a lavoro. Quell'arpia del capo mi ha dato una montagna di lavoro da sbrigare entro domani. Mi dispiace tanto. Mi farò perdonare domani, ti vengo a prendere domani a scuola. Promesso > > disse più velocemente possibile per non darle il tempo di protestare
< < Ehm... D'accordo, ma se non vieni domani ti uccido > > disse lei passandosi una mano tra i capelli, chiuse la chiamata e si girò verso il cane iniziando ad accarezzarlo < < bene cane, adesso siamo solo io e te > > disse alzandosi, apri la porta di casa e fece cenno al cane di entrare. Entrarono e Juliet andò in cucina a cercare qualcosa da mangiare
< < Allora, visto che sembra che tu mi capisca facciamo così: un abbaio vuol dire si, due vuol dire no, d'accordo? > > il cane abbaiò una volta, Juliet si mise seduta accanto al piano cottura e il cane si mise seduto davanti a lei < < perfetto. Ora visto che non mi va di chiamarti cane ti darò un nome > > un abbaio < < allora, sei femmina? > > un abbaio < < perfetto, che ne dici se ti chiamo... Sasha? > > due abbai < < mh... Stella? > > due abbai < < Mh... Charlotte? > > due abbai < < Akira? > > un abbaio < < perfetto. Allora fissiamo delle regole, così forse mia madre mi permetterà di tenerti > > un abbaio < < prima regola: non puoi assolutamente salire sul divano, altrimenti mia madre uccide me non te... Probabilmente di te ne farà hamburger di cane. Seconda regola: non iniziare ad abbaiare nel pieno della notte perché altrimenti ti uccido io, intesi? > > un abbaio < < bene... Credo che sia tutto > > disse scese e fece per andare al congelatore dove stavano alcuni fritti, ma Akira si mise davanti a lei e fece per saltargli addosso < < no, no, no terza regola: non devi assolutamente provare a saltarmi addosso, anche solo per leccarmi > > Akira la guardò tristemente, come a volerla pregare di potergli saltare addosso < < non è per te. È solo che da piccola sono quasi stata azzannata da un cane è da allora ne ho un po' paura. Scusami > > disse abbassandosi ed accarezzarlo Akira sembrò annuire e strofino il muso contro la mano < < bene, vedo cosa ho per te > > disse alzandosi, andò al frigorifero e trovò della carne < < che ne dici di carne? > > un abbaio e Akira iniziò a scodinzolare < < d'accordo... Carne cruda? > > due abbai < < bene... Stasera carne... Se invece ci facciamo una pizza? > > un abbaio < < perfetto, margherita? > > un abbaio < < fantastico, la vado ad ordinare > > andò in salotto, chiamò la pizzeria e prese una pizza che gliela avrebbe portata a casa. Dopo un ora arrivò la pizza e la mangiare in salotto con la TV che trasmetteva un film horror. Alla fine Juliet si addormentò sul divano con accanto Akira che con il pelo la teneva al caldo.
 
Juliet si svegliò di soprassalto a causa di urlo che proveniva dalla cucina. Si mi seduta sul divano, Akira era ancora seduta accanto a lei,  vide la madre arrivare di corsa
< < Cosa hai fatto? > > urlò fuori di se
< < Che ho fatto? > > chiese lei assonnata
< < Ti sei mangiata la pizza? Sei pazza? Sai quanto ingrassa? Tutti i miei sforzi per renderti presentabile davanti alla gente sono stati vai. Ora dobbiamo ricominciare tutto da capo > > urlò la madre disperata prendendosi la testa tra le mani
< < Cosa? > > chiese Juliet confusa
< < Hai capito benissimo. Sei grassa, non vedi quanta ciccia che hai? > > disse la madre guardandola con disprezzo
< < Mamma sono anoressica, non sono obesa. E poi per quale motivo uno dovrebbe diventare obeso per una pizza? > > chiese alzandosi in piedi
< < Tesoro tu non sei anoressica, sei solo grassa... > > 
< < Secondo te non sono anoressica? > > con un movimento fluido si tolse la maglietta così da farle vedere il suo fisico < < quante persone hanno le costole che sporgono in questo modo? Quante? Nessuna. Sono anoressica cazzo, è tutto per colpa tua. Perché non lo vuoi ammettere? > > 
< < Perché non è vero, non vedi tutto il grasso che ti ricopre? > > chiese avvicinandosi, fece per dire altro, ma Akira iniziò ad abbaiare e ringhiare contro la donna mettendosi davanti a Juliet come a volerla proteggere < < perché c'è un cane? > > 
< < I miei complimenti ti accorgi che tua figlia ha mangiato una pizza e non di un cane che per tutto il tempo è stato qua. Wow che occhio i miei complimenti > > ringhiò lei
< < Non parlarmi così ragazzina > > 
< < Ora sono ragazzina? Prima non ero obesa? > > chiese inclinando la testa di lato fingendosi confusa
< < Sei tutt'e due, soprattuto la seconda > > Akira riprese ad abbaiare più forte si avvicinò lentamente alla madre, la donna iniziò ad essere terrorizzata e indietreggiava sempre di più < < richiamala > > disse terrorizzata
< < Io la richiamo se tu mi permetti di tenerla > > disse Juliet sorridendo divertita
< < Neanche per sogno > > urlò la donna
< < Allora mi dispiace, non posso fare nulla > > disse Juliet con una scrollata di spalle 
< < Maledetta > > urlò la madre
< < Eh già, che ci posso fare? > > chiese lei con un altra scrollata di spalle
< < D'accordo, puoi tenerla ora richiamala > > disse la madre terrorizzata
< < Akira, vieni qua > > disse Juliet sorridendo soddisfatta, il cane tornò da lei, ma continuava ad avere il pelo dritto e a guardare storto la madre. La ragazza si rimise la maglietta e guardò la madre con lo stesso disprezzo con cui la stava guardando lei
< < Domani, guai a te se mangi. Devi smaltire tutta la pizza che ti sei mangiata > > disse sempre con disprezzo
< < Scordatelo. Domani sto a pranzo con papà. Vado di sopra. Andiamo Akira > > disse Juliet e se ne andò in camera chiudendosi dentro. Una volta sola si lasciò andare, cadde a terra, iniziò a piangere, si portò le mani davanti al viso e singhiozzò contro di esse fino a quando Akira non si mise accanto a lei come a confortarla. Juliet l'abbracciò stringendola forte a sé e la cagna mise il muso sulla sua spalla per darle maggiore conforto
< < Non è giusto. Perché ogni volta deve essere stronza? Non è giusto > > disse tra un singhiozzo e all'altro, Akira emise un lamento come se avesse potuto parlare e si avvicinò a lei. Dopo una buona mezz'ora Juliet si calmò, gattonò fino al letto, salì, si sdraiò, accanto a lei si mise Akira che la teneva al caldo con il suo pelo; Juliet l'abbraccio e si addormentò con il viso affondato contro il suo pelo che era diventato umido a causa delle sue lacrime.
 
~Angolo dell'autrice~
Salve 😊
Allora che ne dite del capitolo? Forse Andrè è Juliet hanno trovato finalmente un equilibrio tra di loro forse no :3
Ringrazio Lena, che mi ha recensito lo scorso capitolo, ringrazio chi mi ha messo tra preferite, seguite e ricordate ed infine le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii ❤️💜

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


La mattina si svegliò con qualcosa di ruvido e bagnato che passava sopra la faccia, fece una smorfia e girò dall'altra parte, ma quella cosa continuò e vide Akira sopra di lei che la guarda con i suoi grandi occhi ghiaccio
< < Mh... Akira, che cavolo, stavo dormendo > > si lamentò, la cagna le prese piano il braccio per non farle male e la tirò leggermente come per dirgli che si doveva alzare < < d'accordo, d'accordo. Mi alzò... Dammi altri cinque minuti però > > disse tornando sotto le coperte, ma Akira non demorde e tornò a leccargli il viso < < d'accordo, mi alzo. Contenta? > > disse mettendosi seduta e osservando la cagna che puntò lo sguardo verso la sveglia che segnava le sette e mezza < < oh cazzo > > si alzò in fretta e furia, prese le prime cose che le capitavano in mano < < grazie Akira > > disse mettendosi la felpa, diede un bacio alla cagna e volò giù per le scale mentre tentava di mettersi il cappotto e lo zaino in spalla. Una volta fuori vide Akira alla finestra della sua camera che le abbaiò scodinzolando come a salutarla e Juliet iniziò a correre verso scuola.
Arrivata a scuola entrò in fretta in classe, aprì velocemente la porta e si trovò a sbattere contro un muro di carne e ossa, cadde pietosamente a terra, sentii qualcuno davanti a lei scoppiare a ridere divertito
< < I miei complimenti Fino, cadi pure da sola, ora? > > disse la voce divertita di Andrè
< < Idiota, sei tu che mi hai fatto cadere > > sbraitò lei mettendosi subito in piedi
< < No, tu mi sei venuta addosso e sei caduta. Hai fatto tutto da sola > > disse lui divertito
< < Volete entrare si o no? > > chiese la voce spazientita di una donna, entrambi si girarono e senza dire altro entrarono allontanandosi subito l'uno dall'altro. Juliet si mise seduta al suo banco sbuffando e iniziò ad elaborare un piano di vendetta; prese il quaderno e iniziò a scarabocchiare qualcosa. I minuti passavano senza che Juliet se ne accorgesse, era completamente persa nel suo mondo che neanche si accorse che la professoressa aveva deciso di cambiare la disposizione dei banchi
< < Che fai Fino? > > disse una voce vicino al suo orecchio, la ragazza sobbalzò sulla sedia e si girò di scatto e trovò Andrè seduto accanto
< < Che cazzo ci fai qua? > > chiese lei con gli occhi sgranati
< < Sono il tuo nuovo compagno di bagno > > disse sorridendo divertito
< < Che cosa? > > urlò e tutta la classe si girò verso di loro
< < Qualcosa che non va? > > chiese la professoressa, Juliet stava per protestare sulla disposizione dei banchi, ma Andrè le mise la mano davanti alla bocca
< < Tutto apposto prof, non si preoccupi > > disse al posto della ragazza
< < Andrè togli immediatamente la mano, soffochi Juliet > > lo sgridò la donna, Andrè si girò molto lentamente verso di lei, ma sembrava che non volesse toglie la mano, intanto Juliet non riusciva a respirare bene. Dopo qualche secondo che rimasero così la ragazza decise di mordere la mano che le impediva di respirare
< < Maledetta > > ringhiò Andrè togliendo la mano
< < Oddio, non ricordavo che respirare fosse così tanto bello > > sussurrò lei con il fiato corto mentre respirava a pieni polmoni 
< < Esagerata > > mormorò lui
< < Stai bene Juliet? > > chiese la professoressa anche se in realtà si vedeva che non le importa molto
< < Sto bene > > disse lei e dopo qualche istante tornò a disegnare come se niente fosse. La lezione continuò senza interruzioni, Juliet iniziò a disegnare e i pensieri andarono a finire alla litigata con la madre la sera prima.  A fine lezione Juliet uscì dalla classe e andò alle macchinette a prendere qualcosa da mangiare
< < Oh, oh e che succede? Finalmente la Fino a smesso di fare l'anoressica? > > chiese una voce dietro di lei, Juliet non si voltò neanche per rispondergli, prese un pacchetto di patatine e fece per andarsene, ma una mano la prese per il polso e la bloccò < < sai che non rispondere è maleducazione? > > chiese un ragazzo alto, spalle larghe, molto muscoloso, i capelli erano castani rasati ai lati con un ciuffo al centro, gli occhi erano verdi scuri
< < Non mi rompere John > > disse lei, fece per andarsene, ma lui strinse di più la stretta sul polso
< < Perché te ne vuoi andare? Hai paura? > > chiese divertito
< < Io? Paura di te? Neanche nei tuoi sogni. È ora lasciami > > ringhiò lei strattonando il braccio, riuscì a liberarsi e lo guardò storto 
< < Acida come sempre. Se continuai così resterai zitella a vita > > disse lui divertito
< < Meglio zitella che finire con uno come te > > disse con disprezzo
< < Che intendi? > > chiese lui guardandola storto
< < Che meglio essere zitella che finire con uno tutto muscoli e niente cervello > > il ragazzo con uno scatto arrivò fino a lei, le prese per il collo, senza stringere, e la fece camminare all'indietro fino al muro
< < Ripetilo Fino > > le ringhiò ad un centimetro dal viso, Juliet stava per rispondere, ma qualcuno la precedente
< < John lasciala. Lo sai che la posso infastidire solo io > > disse la voce di Andrè, Juliet girò lo sguardo verso di lui e lo fulminò con un occhiata; lei poteva difendersi da sola, non aveva bisogno di nessuno
< < Le voglio solo dare una lezione, così ci pensa due volte prima di aprire bocca e dire cazzate > > disse il ragazzo con un ghigno divertito stampato sul viso
< < John, lasciala subito. Lei è mia e lo sai > > ringhiò Andrè avvicinandosi, mentre guardava male il ragazzo. John si girò per un attimo verso di lui, guardò Juliet che per tutto il tempo l'aveva guardato impassibile, alla fine la lasciò ringhiando
< < Ci vediamo Fino > > disse e se ne andò, Andrè si avvicinò a lei sorridendo divertito
< < Allora Fino come si dice? > > chiese incrociando le braccia al petto
< < Fatti gli affari tuoi la prossima volta > > disse lei, prese il pacchetto di patatine che le era caduto prima e se ne andò. Juliet andò da Beatrice e Tati che stavano parlando con altre ragazze
< < July me ne dai una? > > chiese Bea, lei senza dire nulla inclinò il pacchetto verso di lei
< < Grazie > > prese la patatina e con le altre ragazze iniziarono a parlare del più e del meno, Juliet non partecipò molto alla loro conversazione, era troppo persa tra i suoi pensieri e alla litigata del giorno prima con la madre.
Le ragazze continuarono a parlare fino a quando non suonò la campanella per segnare la fine della ricreazione, ritornarono in classe e Juliet si buttò sulla sedia e cominciò a disegnare un idra a tre testa mente combatteva con qualcuno
< < Fino non mi dire che sei depressa perché non hai potuto dimostrarmi la tua gratitudine quando potevi? Se vuoi possiamo andare in bagno ora. Non mi va di avere un vicino di banco depresso > > disse Andrè sedendosi al suo nuovo posto, Juliet non rispose, lasciò la matita, incrociò le braccia sul banco e ci affondò il viso < < ehi che succede? > > chiese Andrè avvicinando a lei
< < Lasciami stare > > borbottò
< < D'accordo > > disse allontanandosi, ma continuò a guardarla leggermente preoccupato, non riusciva a capire questo suo cambio di umore, prima era abbastanza felice e ora era diventata improvvisamente depressa. Si riavvicinò a lei mettendo le braccia incrociate sul banco e il mento appoggiato su un braccio
< < Com'è andata ieri con tuo padre? > > chiese dolcemente osservandola
< < Ieri non ho visto mio padre... > > disse lei alzando lo sguardo verso di lui, aveva occhi rossi che supplicavano di far cadere le lacrime, ma lei non lo permetteva
< < Oh... Per questo sei triste? > > continuò lui sempre più dolce
< < No... Lo vedo oggi, mi viene a prendere dopo scuola > > 
< < Allora perché? > > lei sospirò pesantemente, si morse il labbro inferiore con forza
< < Non credo che ti potrebbe interessare > > disse lei lanciando uno sguardo verso la cattedra dove la professoressa di scienze stava spiegando qualcosa su come si disegna un atomo
< < Invece sono interessato. Ti ricordo il patto, quando sei triste sono la tua spalla e giuro che quello che mi dirai non lo userò contro di te per gli scherzi > > disse lui sorridendo dolcemente
< < Quel patto non valeva solo con quello di italiano? > > chiese lei sorridendo tristemente
< < Tanto quello te ne fa una ogni giorno. Dai dimmi > > spronò lui
< < No preferisco di no > > disse tornando a guardarlo
< < Non mi costringere ad usare la mia arma segreta > > disse lui sorridendo maliziosamente
< < E quale sarebbe? > > chiese lei divertita, Andrè fece scivolare una mano sopra la coscia di lei, iniziò con le dita a fare dei lenti movimenti circolari, come una specie di massaggio e lentamente si spostò nel punto dove le gambe si accavallano. Juliet sgranò gli occhi e lo guardò confusa, il cuore le stava battendo a mille, no non poteva permettergli di fargli fare quello che gli pareva, come era successo ieri. Juliet artigliò la mano di Andrè che fece un verso strozzato e lei gli rimise la mano sulla coscia di lui
< < Non ci provare più > > ringhiò lei, fece per togliere la mano, ma lui la bloccò prendendola per il polso e le porto la mano sul suo basso ventre. Juliet sotto la sua mano senti una specie di rialzo 
< < Come fai ad essere eccitato? Ti ho graffiato la mano > > disse lei confusa
< < Mi piacciono le ragazze violente. Ora soddisfi il mio bisogno? > > chiese tranquillamente, Juliet ritirò la mano
< < Neanche per sogno > > disse lei guardandolo male
< < Perché? Sei tu la responsabile di questo. Ora devi rimediare > > disse lui leggermente irritato
< < Tu sei pazzo. Non farò mai nulla con te > > disse lei con una smorfia schifata
< < E ora io come faccio a risolvere questo problema? > > chiese irritato indicandosi il basso ventre
< < Non è un mio problema > > disse lei facendogli l'occhiolino
< < Stronza > > ringhiò lui
< < Non sai quanto > > disse lei sorridendo divertita, non si parlarono più per tutta la durata della lezione. Juliet riprese a disegnare l'idra e Andrè giocò con il cellulare. Alla fine delle lezioni Juliet uscì in fretta dalla classe, fuori dalla scuola l'aspettava il padre con un fiore, un orchidee bianca, la sua preferita, avvolta elegante da una busta di plastica con tanto di fiocco rosso. Juliet gli saltò addosso circondandogli il collo con le braccia
< < Grazie grazie grazie > > disse al settimo cielo, intanto il padre le circondò la vita con le braccia
< < Ciao tesoro. Mi sei mancata tanto > > disse lui dandole un bacio sulla guancia
< < Anche tu mi sei mancato > > disse sorridendo felice, prese il fiore ed ispirò a fondo il suo profumo < < ti sei ricordato che è il mio fiore preferito > > disse osservando il fiore, come sempre lo trovò meraviglioso
< < Certo, come potevo scordarmelo? Ogni volta che andavamo al fioraio mi facevi gli occhi grandi e mi chiedi di piantare le orchidee in giardino > > disse lui ridendo divertito 
< < E tu non lo facevi mai > > borbottò lei
< < Non sarebbero cresciute tesoro > > disse sorridendo divertito, Juliet sbuffò e alzò gli occhi al cielo < < dai andiamo a mangiare che sto morendo di fame > > continuò aprendole lo sportello della macchina
< < D'accordo > > disse lei ed entrò in macchina mettendo lo zaino nei sedile dei passeggeri e qualche istante dopo partirono. Mangiarono ad un ristorante cinese, parlarono per tutto il tempo: di come andava a scuola, di come stava sua madre e del più e del meno. Il padre la riportò a casa verso l'ora di cena, si salutarono e Juliet entrò in casa.
Appena mise piedi in casa Akira le corse incontro scodinzolando
< < Ciao amore mio, allora hai fatto impazzire mia madre? > > chiese lei piegandosi sulle ginocchia e iniziando ad accarezzarla, la cagna abbaio e andò verso la cucina, Juliet la segui e trovò sul tavolo un biglietto scritto in fretta e furia:" Stasera non ci sono, mangi da sola. Guai a te se mangi come ieri. Mamma. P.s ho comprato il mangiare di quella tua maledetta cagna" Juliet accartocciò il biglietto e lo buttò nel cestino, si girò verso Akira
< < Stai simpatica a mia madre, sai? > > disse lei sorridendo divertita, Akira abbaiò e continuò a scodinzolare < < vediamo che c'è in frigo > > disse e iniziò a controllare in giro, ma trovò solo della carne, peccato che lei non sapeva come cucinarla < < bene, sono fregata... Non so come si cucina la carne > >
< < È semplice in realtà > > disse una voce, Juliet urlò per lo spavento e allo stesso tempo salto di lato dandosi una botta contro qualcosa di appuntito e casco a terra, si guardò intorno torno e trovò davanti a se un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi rossi. Juliet scattò il piedi e la mano corse al coltellino che teneva in tasca
< < Chi sei? > > chiese lei mettendosi sulla difensiva
< < Ehi dolcezza stai tranquilla, non voglio farti nulla > > disse il ragazzo sorridendo divertito, Akira in salotto iniziò ad abbaiare come impazzita
< < Dimmi chi sei e cosa vuoi > > ringhiò Juliet estraendo il coltellino e il ragazzo iniziò a ridere di gusto
< < Davvero credi di riuscire a fermarmi con un inutile coltellino? > > ricominciò a ridere tenendosi la pancia < < ridicolo > > disse asciugandosi per finta una lacrima < < torniamo a noi. Metti via quel coltellino da due soldi e io non ti farò del male > > disse sorridendo divertito, Juliet rimase ferma, la guardia alta mentre cercava un modo per scappare e mettersi in salvo con Akira. Il ragazzo sbuffò, con velocità sovrumana le andò addosso spedendola dall'altra parte della cucina; Juliet sbatte contro il muro con schiena e la testa e cadde a terra. Si stava rialzando lentamente quando una mano la prese per il collo e l'alzò da terra, senza pensarci Juliet provò a dare un calcio in faccia al ragazzo, ma lui non si mosse minimamente, anzi che si fece male lei
< < Capisco perché sei la compagna di Andrè. Combattiva come lui. Peccato che sei una semplice umana > > disse divertito, la lasciò di colpo e la ragazza cadde di nuovo a terra, con uno scatto Juliet si rialzò e provò a dare un pugno in faccia la ragazzo, ma come prima, si fece male lei e lui non si mosse di un millimetro
< < Cazzo, porca puttana. Potresti anche fare finta di esserti fatto male. Dio che dolore > > si lamentava Juliet mentre si stringeva la mano dolorante e zoppicava per la stanza per allontanarsi
< < Sono un pessimo attore, mi dispiace > > disse il ragazzo come se niente fosse
< < Oddio. Cosa vuoi? > > ringhiò lei, sentiva il dolore che le percorreva tutto il braccio e non riusciva più a muoverla
< < Prima mi voglio un po' divertire > > disse ghignando divertito, in un attimo fu da lei e le diede un schiaffo che la fece cadere a terra < < quanto siete deboli voi umani > > disse lui sbuffando e iniziò a darle dei calci sullo stomaco, ma dopo qualche secondo la prese per il collo e l'alzò da terra e la sbatte al muro < < umani: deboli e noiosi. Non capisco perché noi ci dobbiamo infatuare di voi. Siete solo esseri inutili. Non mi diverto neanche a picchiarti > > disse guardandola con disprezzo, Juliet intanto non riusciva a fare nulla, sentiva dolore per tutto il corpo e in più la paura la bloccava e non riusciva a muovere neanche un dito < < forse però c'è un modo in cui mi posso divertire > > disse avvicinandosi a lei, fece passare una mano sotto la maglietta, la fece salire fin sotto alla coppa del reggiseno e inizio a stringerle con forza il seno, Juliet si ritrovò a gemere di dolore < < peccato che non sono qui per questo > > disse il ragazzo con una smorfia, tolse la mano e la lasciò cadere a terra < < allora inutile umana, apri bene le orecchie. Di al tuo fidanzato, o meglio ad Andrè, che deve ritornarsene da dove è venuto, altrimenti sarai tu a pagarne le conseguenze. Intesi? > > chiese mentre le stringeva il braccio, Juliet non rispose, si sentiva completamente confusa, tutto il mondo girava vorticosamente e non riusciva a collegare nulla, il ragazzo iniziò a scuoterla < < umana rispondi > > ringhiò il ragazzo, Juliet si limitò ad annuire e lui la lasciò facendola sbattere a terra < < ci rivediamo umana > > disse, le diede un ultimo forte calcio e scomparì così come era apparso, in contemporanea anche in salotto tutto tornò a tacere. Juliet rimase sdraiata a terra ancora confusa, da quello che era successo
< < Akira stai bene? > > chiese quando fu sicura che non c'era più nessuno, un abbaio, sospirò sollevata < < ce la fai a portarmi il cellulare? > > continuò e Akira rispose con un abbaio, qualche secondo dopo la cagna compri con in bocca il suo cellulare < < grazie > > sussurrò iniziando a coccolarla, si strinse a lei e iniziò a tremare; almeno lei non sembrava ferita. Dopo una buona mezz'ora prese il cellulare e chiamò Andrè
< < Juliet... > > disse sorpreso
< < Vieni qui. Subito > > ringhiò, ora che si era calmata, sentiva la rabbia scorrerle nelle vene
< < Cos... > > 
< < SBRIGATI RAZZA DI IDIOTA > > disse urlando, senza lasciargli il tempo di dire qualcosa chiuse la chiamata. Aiutandosi con il tavolo si mise in piedi, lo stomaco mandò varie fitte di dolore, ma alla fine riuscì a mettersi in piedi, zoppicò verso il salotto che lo trovò completamente sottosopra, imprecò e si mise appoggiata al caminetto che stava davanti la divano che era ribaltato. Ispirò a fondo e si portò un braccio intorno allo stomaco per tentare di calmare il dolore con un po' di calore, Akira si accucciò accanto a lei e si addormentò.
 
Aspettò lì finché non arrivò, neanche c'era bisogno che andasse ad aprire la porta visto che era sfondata, Andrè fece capilinea in salotto seguito da Lucas e Derek
< < Juliet... > > disse Andrè preoccupato
< < Seduto > > disse lei indicandogli il divano
< < Juli.... > > tentò nuovamente Andrè provando ad avvicinarsi
< < SEDUTO > > gli urlò lei di rimando e i tre si misero seduti sul divano dopo averlo messo apposto, aspettò qualche minuto per calmarsi e ricominciò a parlare < < ora mi dite che cazzo state combinando... > > 
< < Juliet... > > provò nuovamente Andrè 
< < Zitto e fammi finire - ringhiò lei più calma che poté- ora mi dite che cazzo state combinando, perché non mi va che qualcun altro entri in casa mia, me la distrugga e minaccia me per colpa vostra. Quindi iniziate a parlare > > disse rimanendo più calma che poté
< < Juliet meglio se andiamo in camera.... > > disse Andrè alzandosi in piedi
< < No parla qua > > disse lei guardandolo storto
< < D'accordo, ma tu ti dovresti mettere seduta > > disse avanzando verso di lei
< < Oh andiamo, che c'è spacciate droga e vi siete messi contro qualcuno? Siete assassini? Non mi spavento per così poco sai > > disse lei sentendosi all'improvviso esausta
< < No, magari fosse solo quello... > > disse circondandole i fianchi con le braccia; Andrè sembrava così calmo che riuscì a calmare anche lei
< < Allora cos'è? > > chiese quasi con un sussurro
< < Te lo direi, solo che già so che non mi crederai > > disse lui spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio
< < Smettila di perdere tempo e dimmelo. Prometto che ti credo > > disse guardandolo negli occhi, lui sospiro
< < Continuerai a non credermi... Io... Noi... Siamo demoni > > disse l'ultima parte tutto di un fiato, Juliet non disse nulla si limitò ad osservarlo negli occhi
< < Mi stai prendendo in giro? > > chiese continuando a guardarlo
< < Visto che non mi credi > > dissi lui abbassando lo sguardo
< < Rispondimi > > disse lei accarezzandogli la guancia
< < No, non ti prendo in giro > > disse stringendo ancora di più i fianchi
< < Ti credo allora > > disse sorridendo dolcemente
< < Davvero? > > chiese alzando il sopracciglio confuso
< < Si... Prima aiutatemi a sistemare casa e poi mi spiegate che succede > > disse guardando il salotto completamente distrutto
< < D'accordo > > disse e si girò a guardare il salotto < < ma cosa è successo? > > chiese mentre metteva apposto la poltrona ribaltata che stava accanto al divano
< < Un ragazzo è entrato e iniziare a blaterare cose sul fatto che sono umana > > disse zoppicando verso i cuscini caduti per terra
< < Era biondo con occhi rossi? > > chiese Lucas osservandola
< < Si > > disse lei
< < Dimmi che non hai provato a dargli un calcio > > disse Lucas avvicinandosi
< < Ho provato a dargli anche un pugno, ma mi sono fatta male io > > disse con il broncio, Andrè scoppiò a ridere e in un istante fu vicino a lei
< < Sei incredibile > > disse lui divertito < < mettiti seduta, facciamo noi > > disse prendendola per i fianchi e costringendola a mettersi seduta
< < Ma... > > provò a replicare 
< < Seduta > > disse facendole l'occhiolino. In poco tempo sistemarono tutto e quando finirono il telefono iniziò a squillare, fece per rispondere, ma Andrè la bloccò scuotendo la testa e così lasciò squillare finché non scattò la segreteria.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊
Allora che ne dite di questo capitolo? Finalmente si sa chi è Andrè, ma il nuovo ragazzo non si sa nulla :3 e chi ha avrà chiamato Juliet? Non credo che sia successo altro...
Ringrazio giota123, che mi ha recensito lo scorso capitolo, ringrazio chi mi ha messo tra preferite, seguite e ricordate ed infine le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


La voce metallica della segreteria si propagò per l'intera stanza
< < Juliet sono tua madre. Allora ti devo dire, tra parentesi sono stata costretta, che starò via per due settimane. Vado in vacanza con Dennis, il tuo patrigno. Non mangiare troppo che sei già obesa... Mi fai schifo... Ci vediamo > > e chiuse la chiamata, Juliet rimase immobile e nessuno disse nulla per alcuni minuti
< < Non sapevo di avere un patrigno > > disse alla fine Juliet, si sentiva distrutta, sua madre le aveva nascosto il fatto che aveva un patrigno, che le faceva schifo già lo sapeva dato che glielo urlava tutti i giorni
< < Juliet > > la chiamò Andrè, lei si girò come se niente fosse
< < Che c'è? > > chiese sospirando < < per favore non iniziare con quelle frasi di convenienza tipo:" stai bene?" o "non l'ascoltare" e roba simile, perché già lo so di mio, non c'è bisogno di dirmelo > > disse passandosi una mano fra i capelli, Andrè si avvicinò e la strinse in un abbraccio, solo che stringendola la fece germe di dolore per i lividi che aveva sullo stomaco. Andrè la guardò confuso e lei scappò in camera dove si chiuse a chiave, si buttò sul letto, affondò il viso nel cuscino e iniziò a urlare contro quello così da soffocare le grida. Qualcuno bussò alla porta, ma lei non ci fece caso, continuò ad avere il viso affondato nel cuscino, ma smise di urlare
< < Juliet apri > > disse la voce di Andrè
< < Altrimenti che fai? Sfondi la porta? > > provocò
< < Sarebbe un idea > > disse lui divertito
< < Fottiti > > 
< < Se a fottermi sei tu a me sta bene > > 
< < Idiota > > disse sorridendo divertita
< < Apri la porta, ora? > > chiese quasi dolcemente, Juliet si morse il labbro inferiore, sapeva che non doveva andare ad aprire, ma il suo corpo si mosse da solo, aprii la porta e si fece da parte per farlo entrare. Subito dopo aver chiuso la porta Andrè l'abbraccio di nuovo forte che la fece gemere di dolore
< < Cos'è successo? > > chiese allentando la presa sui fianchi 
< < Niente... > > dissi affondando il viso nel suo petto
< < Non dire cazzate, cos'è successo? > > Juliet sospirò e gli raccontò tutto quello che era successo mantenendo lo sguardo basso. Quando finì di raccontare, lui l'abbracciò stringendola a se 
< < Mi dispiace. Non dovevano metterti in mezzo > > disse dandole un bacio sulla tempia
< < Ora però mi devi dire tu che succede > > disse lei allontanandosi per mettersi seduta
< < Principessa... È difficile... > > disse passandosi la mano dietro la nuca
< < Uno non chiamarmi principessa, perché non lo so. Due che ti costa dirmelo, tanto quei tizi ritorneranno. È inutile che mi tieni all'oscuro di tutto > > disse lei quasi supplicandolo di dirgli la verità
< < D'accordo, allora come ti ho detto prima io sono un demone. Come posso dire.... Praticamente noi abbiamo una gerarchia come quella medievale, ci sta un re, dei nobili e così via. Io sono il principe... E ad alcuni non gli sta bene perché dovrei diventare il futuro... Re > > disse passandosi la mano dietro la nuca seguirono minuti di silenzio assoluto in cui Juliet si aspetta che Andrè continuasse, ma rimase zitto a guardare il pavimento
< < E io in tutto questo cosa c'entro? > > chiese lei confusa < < cioè dopo tutto noi due ci odiamo... Giusto? > > chiese lei insicura
< < Beh... Non so da dove iniziare... > > ricominciò a grattarsi la nuca
< < Okay allora faccio io... Dimmi di quella specie di scossa > >
< < So già che mi ucciderai.... Hai presente il Simposio di Platone. Un entità unica che poi gli dei decidono di tagliare in due come punizione? Ecco... È esattamente la stessa cosa. Noi demoni nasciamo e passiamo il resto della nostra vita a cercare la nostra anima gemella e quando la incontriamo... Immagino che hai capito > > disse lui guardandola negli occhi
< < Vuoi dire che io e te... Cioè io, te, insieme... > > disse lei iniziando a gesticolare
< < Si... Io, te, insieme > > disse lui strofinandosi come prima la nuca
< < No, no no no > > disse lei balzando in piedi e iniziando a fare avanti e dietro per la stanza < < io e te ci siamo sempre odiati. Ogni scusa è buona per farci scherzi e roba del genere. Io... No o si? Non lo so più > > disse coprendosi il viso con le mani
< < Calmati > > disse lui alzandosi, le tolse le mani dal viso e mise le mani sulle guancia così da costringerla a guardarlo negli occhi < < per adesso pensiamo ad altro, di noi parliamo poi, okay? > > 
< < Okay > > disse lei titubante
< < Che ne dici di venire a casa mia per queste due settimane? > > 
< < Perché? > > 
< < Perché così nessuno ti distrugge casa e io sono meno preoccupato > > disse lei sorridendo dolcemente e accarezzandogli le guance con il pollice
< < Perché dovresti essere preoccupato? > > chiese confusa
< < Lascia stare > > disse lui scuotendo la testa esasperato < < allora vuoi venire si o no? > > lei si limitò ad annuire 
< < Ma per i tuoi va bene? Cioè non vorrei essere un problema per... > > provò a dire, ma lui la bloccò mettendole una mano davanti alla bocca
< < Non sarai un problema, stai tranquilla. Per i miei genitori andrai benissimo > > disse sorridendo dolcemente
< < Se lo dici tu... > > disse allontanandosi per togliersi la mano dalla bocca
< < Ti aiuto a fare la valigia > > disse avvicinandosi velocemente al comodino, mentre lei lo guardava confusa, di solito con una valigia si incomincia con le magliette e pantaloni, invece lui stava prendendo la sua roba... < < reggiseno in pizzo nero. Tesoro così mi fai impazzire, per non parlare di questo rosso. Non oso immaginare come ti stanno addosso > > disse sorridendo divertito mentre teneva in mano i due reggiseni
< < Stupido pervertito > > disse strappandogli di mano i due reggiseni, li nascose dietro la schiena e poi gli indicò l'armadio < < se vuoi renderti utile prendi magliette e pantaloni > > disse guardandolo storto
< < D'accordo > > si abbassò fino ad arrivare al suo orecchio < < spero che addosso ne hai uno simile > > disse lasciandole un bacio sul lobo
< < Idiota > > disse lei sorridendo divertita, lui la baciò velocemente, le sorrise dolcemente e andò all'armadio. Fecero la valigia in poco tempo e subito dopo scesero al piano di sotto
< < Andrè > > chiamò Juliet a metà scala
< < Dimmi > > disse lui alzando lo sguardo verso di lei visto che lui stava già ai piedi della scala
< < Che si fa con Akira? > > chiese mordendosi il labbro inferiore
< < Non ti preoccupare > > disse sorridendo dolcemente < < intanto vai in macchina > > disse lanciandole le chiavi, che lei prese al volo
< < Posso guidare? > > chiese con gli occhi che iniziarono a brillare
< < Neanche per sogno > > disse lui sorridendo divertito e Juliet mise il broncio
< < Allora perché mi hai dato le chiavi > > 
< < Devo fare una cosa e tu non puoi stare qua. Quindi vai in macchina > > disse serio
< < E cosa dovresti fare? > > chiese incrociando le braccia al petto
< < Cose che non dovresti vedere. Ora vai in macchina > >
< < Perché non posso vedere? > > chiese alzando un sopracciglio, lui sbuffò
< < Ragazzi pensateci voi > > disse alla fine, si avvicinò a lei, la prese di peso e la mise su una spalla
< < Metti immediatamente giù, Andrè > > urlò lei iniziando a tempestare la schiena di pugni, mentre con le gambe provava a dargli calci sullo stomaco
< < Stai ferma altrimenti sarò costretto a sculacciarti > > disse lui divertito
< < Tu neanche sfiorerai il mio sedere > > squittì e subito Juliet gli diede un morso sulla nuca
< < Che diamine hai fatto? > > chiese lui fermandosi
< < Ti ho morso. E riceverai al morsi se non mi metti giù > > Andrè scoppiò a ridere e riprese a camminare verso la macchina che stava parcheggiata davanti casa sua
< < Ti metterò giù quando arriveremo alla macchina > > disse e iniziò a toccarle il fondo schiena, mentre lei emise un verso strozzato
< < Toglimi le mani di dosso, pervertito > > urlò provando a di nuovo a dargli pugni e calci, mentre lui rideva divertito. Dopo qualche secondo Andrè la mise a terra
< < Ecco qua, non mi è sembrato tanto traumatico > > disse con un sorriso divertito, Juliet provò a dargli uno schiaffo, ma lui le bloccò il polso un attimo prima dell'impatto, la ragazza non demorse provò con altra mano, ma lui come prima la bloccò, portò le braccia dietro la schiena di lei, si abbassò fino a strofinare la punta del naso sul suo collo < < già ti ho detto che mi eccitano le ragazze violente? > > chiese con voce rauca e iniziando a baciarle il collo
< < Si e non mi incanti con qualche bacio. Me la pagherai molto cara > > ringhiò lei
< < Non vedo l'ora Fino > > disse lui sorridendo divertito
< < Lo sai che nell'antichità si chiamava per cognome solo chi non era al pari agli altri e quindi superiore agli altri. Quindi visto che non fai altro che chiamarmi per cognome devo dedurre che per te io sono supe... > > non fece in tempo a finire la frase che lui la baciò con passione, le loro lingue iniziarono a lottare tra di loro, si scontravano, si intrecciavano e si liberavano per poi scontrarsi un altra volta con più ferocia
< < Ti hanno mai detto che parli troppo? > > chiese lui quando si staccarono per prendere aria, appoggiò la fronte sulla sua
< < Si, una volta, il mio ex > > disse lei e gli rubò un bacio a fior di labbra 
< < Questa è prima volta che prendi l'iniziativa > > disse lui sorridendo e lei arrossì leggermente
< < Perché non posso? > > chiese alzando il mento in segno di sfida
< < Certo che puoi > > disse iniziando a mordicchiarle il mento
< < Se i piccioncini hanno finito, noi vorremmo tornare a casa o andare in un locale > > disse Derek che stava già dentro la macchina
< < Se non stai zitto ti scarico nel locale più scadente che c'è in zona > > disse Andrè guardandolo storto
< < Peccato che la macchina è mia, quindi non ci lasciare da nessuna parte > > disse Lucas 
< < Ma io posso fare quello che mi pare > > disse Andrè alzando il mento come aveva fatto poco prima Juliet
< < Non oserai... > > disse Lucas assottigliando lo sguardo
< < Posso osare eccome > > disse lui ghignando divertito
< < Andiamo > > sbottò Juliet stanca dei loro battibecchi, si liberò dalla stretta di Andrè e si mise al posto del guidatore
< < Mi sembra di averti detto che guido io > > disse Andrè affacciandosi al finestrino del guidatore
< < Chi è che ha le chiavi? > > chiese lei facendo dondolare le chiavi davanti al viso mentre ghignava divertita < < muoviti altrimenti ti lascio qua > > disse lei azionando il motore
< < E come faresti ad arrivare a casa mia? > > chiese lui guardandola storto
< < Posso sempre andare a casa di Derek o Lucas oppure semplicemente rimanere a casa mia > > disse lei scrollando le spalle, Andrè iniziò a borbottare e si mise al posto del passeggero, appena salito iniziò a criticare sul fatto che doveva stare lui a guidare e  così alla fine si ritrovarono a litigare
< < Dove si va? > > chiese Derek all'improvviso
< < Al McDonald, non ho cenato e sto morendo di fame > > disse lei girando ad una svolta
< < Mi sembrava familiare la strada > > sussurrò Lucas guardando fuori dal finestrino. Appena entrati Juliet andò subito alla casa e prese due hot dog, patatine fritte medie e Coca-Cola
< < Alla faccia che sei anoressica > > disse Lucas alzando un sopracciglio quando Juliet tornò al tavolo con il vassoio pieno di roba
< < Mia madre se ne va per due settimane. Devo festeggiare in qualche modo > > disse iniziando ad abbuffarsi, tutte tre si misero ad osservarla, mentre Andrè iniziò a rubarle delle patatine, così che i due iniziarono di nuovo a litigare. Alla fine Juliet dovette dare metà hot dog ad Andrè per non farsi prendere altre patatine
< < Allora... Spiegatemi meglio questa roba che siete demoni > > disse ad un certo punto Juliet
< < Ne dobbiamo parlare per forza qua? > > chiese con una smorfia Derek
< < Non l'ha ascoltare, è stupida, non capisce > > disse Andrè
< < Parla il genio > > disse lei con una smorfia mentre beveva
< < Certo che sono un genio. Insomma non mi vedi? > > disse lui puntando l'indice verso di se
< < Vedo solo un troglodita che tenta di fare l'intelligente, ma che non ci riesce > > disse lei sorridendo divertita
< < Forse stai vedendo il cretino che sta dietro di me > > borbottò lui
< < Il cassiere? Scherzi? È semplicemente stupendo. Dio a quegli occhi da cucciolo che fanno impazzire > > disse lei iniziando a fissarlo
< < Ma per piacere, sono più bello io, è ovvio > > disse lui annuendo per enfatizzare le sue parole
< < Non ti ci avvicini neanche > > disse guardandolo storto
< < Se ti piace tanto vacci a parlare no? > > sbottò lui
< < Geloso? > > chiese sorridendo soddisfatta
< < Nei tuoi sogni > > 
< < Perfetto. Allora non c'è nessun problema se gli vado a chiedere il numero > > disse alzando il mento per sfidarlo
< < Non sarò di certo io a impedirtelo > > disse alzando le mani in segno di difesa
< < Perfetto > > Juliet si alzò e andò verso il cassiere sorridendo, in verità lei non voleva conoscerlo affatto, era carino, capelli biondi, occhi marroni da cucciolo è leggermente muscoloso, ma non era il suo tipo < < ciao > > disse appoggiandosi con i gomiti sul bancone
< < Salve che posso fare per lei? > > chiese gentilmente il ragazzo, mentre sorrideva
< < Potresti darmi il tuo numero di telefono > > disse lei sorridendo divertita
< < Ehm... Mi dispiace, ma sono fidanzato > > disse lui un po' in imbarazzo
< < Oh non ti preoccupare, non voglio realmente il tuo numero di telefono > > disse lei tranquillizzandolo
< < Vuoi far ingelosire il tuo ragazzo? > > chiese anche lui sorridendo divertito
< < Non ho un ragazzo > > disse alzando un sopracciglio, il ragazzo allora si sporse verso di lei mettendosi nella sua stessa posizione 
< < Non ci credo. Il ragazzo con i capelli neri e occhi azzurri, mi sta guardando come se volesse uccidermi. Probabilmente avrà già mille piani per farmi fuori > > Juliet scoppiò a ridere
< < Non ci far caso. Prometto che lo terrò lontano da te > > disse lei divertita
< < Sta venendo > > avvertì leggermente preoccupato
< < Dammi dei numeri > > disse lei prendendo il cellulare, il ragazzo sorrise divertito
< < Tre, tre, nove, otto, otto... > > stava dicendo, quando Andrè le sfilò il cellulare di mano e la prese per il polso
< < Noi dobbiamo andare > > sbottò trascinandola via, Juliet si girò verso il ragazzo che le fece l'occhiolino mentre ritornava a mettere apposta la roba. Appena furono fuori Andrè spinse Juliet davanti a sé
< < Si può sapere che cazzo ti è preso? > > le ringhiò con gli occhi che erano diventati rossi sangue
< < Che cazzo ti prende a te? > > sbottò lei non facendosi intimorire dai suoi occhi, sapeva che lui non le avrebbe mai fatto del male o almeno ci sperava
< < Per quale motivo sei andata da quello? > > ringhiò stringendole il polso fino a farle male
< < Non devo mica giustificarmi con te. E lasciami che mi stai facendo male > > disse provando a liberarsi il polso, ma lui la mise contro il muro lì vicino, le prese l'altro braccio e li mise ai lati della testa
< < Rispondimi > > ringhiò, lei si morse il labbro inferiore
< < Volevo solo conoscere un ragazzo carino... > > disse lei alzando il mento
< < Beh allora vai a dormire da lui, se tanto ci tieni. Lo devi conoscere no? Quale modo migliore che andarci a letto > > ringhiò, la lascio
< < Che cazzo stai dicendo? Neanche lo conosco, non ci andrei mai a letto > > disse lei confusa
< < Ma se lo conoscessi meglio ci andresti? Senti finiamola qua. Non è un mio problema. Ti sta simpatico? Vai da lui. Non mi importa più nulla di te > > disse e andò verso la macchina. Per qualche motivo Juliet sentì spezzarsi in mille pezzi dentro 
< < Dove vai senza chiavi? > > chiese sorridendo divertita, ma lui tirò fuori dalla tasca le chiavi della macchina, Juliet per un attimo si ritrovò spaesata, come aveva fatto a prenderle le chiavi? < < almeno ridammi il cellulare > > gli urlò per farsi sentire, lui si girò verso di lei, ghignò malefico, fece cadere il cellulare per terra e subito dopo lo calpestò così da farlo andare in mille pezzi e se ne andò via lasciandola da sola. 
Juliet rimase lì per un po' non sapendo cosa fare. Il cuore le batteva il cuore a mille, aveva paura e il panico iniziò a diffondersi dentro di sé. Per un po' era rimasta là credendo che lui tornasse, ma non fu così. Quando perse ogni speranza si incamminò verso casa con la mano che stringeva continuamente il coltellino che teneva sempre il tasca. 
Riuscì a tornare a casa sana e salva e una volta dentro iniziò a tremare come una foglia, chiuse tutte le sicure della porta, stessa cosa fece con le finestre e con la porta della sua camera. Si raggomitolò sotto le coperte e continuò a tremare fino a quando non si addormentò, ma la notte fu continuamente tormenta da incubi di ogni genere.
 
La mattina dopo si svegliò per colpa del telefono di casa che suonava, corse al piano di sotto
< < Pronto? > > chiese ancora assonnata
< < July > > disse la voce allegra di Beatrice
< < Ehi Bea... Come mai hai chiamato a casa? > > 
< < Al cellulare non rispondevi così ho chiamato a casa > > Juliet per un attimo si guardò in torno spaesata, dov'era il cellulare? Poi si ricordò che Andrè glielo aveva rotto sotto i suoi occhi e si sentì male al solo pensiero di quello che le aveva fatto
< < Okay. Che mi dici? > > chiese non facendo trapelare nessuna emozione
< < Che ne dici se stasera andiamo un po' in discoteca? > > Juliet ci pensò per un attimo, ma alla fine si convinse che per quella sera non doveva pensare a nulla 
< < D'accordo > > 
< < Perfetto. Ci vediamo stasera. Ti vengo a prendere alle undici, fatti trovare pronta > >
< < A stasera > > disse e attaccò, sospirò tristemente. Si era fidata un altra volta della persona sbagliata, credeva di aver imparato lezione dopo di Lui, credeva che oramai nessuno potesse farle più del male- escludendo la madre- e invece aveva permesso al suo peggior nemico di avvicinarsi. Infondo un po' se lo aspettava, alla fine veniva abbandonata da tutti. Scosse la testa per cacciare quest'ultimi pensieri, azionò lo stereo così la musica iniziò a diffondersi per tutta la casa; iniziò a pulire e mentre puliva ballava a ritmo della musica. Le mancava qualcosa, mancava qualcuno in quella casa... Akira. Juliet la cercò dappertutto, ma non la trovò, alla fine si disse che doveva essere andata in giro. Passò la mattina a pulire, in salotto in un angolo trovò delle stirature nere, come se qualcosa avesse bruciato quel punto, rimase un po' lì ad esaminare la zona, ma poi visto che non le veniva in mente nulla passò oltre. Il pomeriggio invece lo passò davanti alla TV a guardare film horror con i pop corn sulle gambe. Alle dieci andò a farsi una doccia e subito dopo si mise un vestito nero attillato che le copriva il minimo indispensabile e scarpe blu notte con il tacco a spillo. Andò in bagno a truccarsi: matita nera, l'ombretto che sfumava nei vari tipi di blu scuro e mascara nero. Quella sera aveva deciso che avrebbe dimenticato qualsiasi cosa, non le importava se la mattina dopo si sarebbe sentita male, voleva dimenticare l'errore che aveva commesso. Appena finito di preparasi sentii il campanello suonare, scese e appena aprì trovò una Bea a dir poco fantastica, aveva un vestito rosso brillante che copriva il minimo indispensabile e che risaltava la sua carnagione chiara e gli occhi erano truccati con varie sfumature di rosso chiaro e le scarpe erano nere con il tacco a spillo
< < Wow Bea sei a dir poco favolosa > > disse Juliet sbarrando gli occhi
< < Grazie, anche tu non stai male > > disse lei, la prese sotto braccio e andarono alla macchina dove c'era Tati con un vestito fucsia che risaltava i suoi capelli biondi e un trucco che sfumava sul rosa pallido
< < Bene, ragazze stasera ci si diverte > > disse Bea al settimo cielo.
Arrivarono in discoteca e appena entrarono andarono in pista a ballare e poco dopo tre ragazzi iniziarono a ballare con loro. Juliet ballava in modo sensuale, mentre le mani del ragazzo iniziavano a percorrerle tutto il corpo soffermandosi su determinati punti. Quando Juliet stava per chiedere al ragazzo di andare a bere qualcuno prese il ragazzo e lo lanciò lontano mentre dietro comparì Andrè 
< < Tu ora balli con me > > disse ancorando le mani sui fianchi
< < Sarebbe un ordine? > > chiese lei guardandolo storto
< < Si > > disse alzando il mento
< < Vai a quel paese > > disse e provò ad andarsene, ma lui la bloccò prendendola per il polso
< < Aspetta... Mi... Mi dispiace per come mi sono comportato ieri, non dovevo lasciarti da sola al McDonald > > disse non guardandola negli occhi
< < Tutto qui? > > chiese lei alzando il sopracciglio
< < Che altro dovrei dire? > > chiese lui confuso
< < Mi hai rotto il cellulare, mi hai dato della puttana, mi hai detto che non ti importa nulla di me, mi hai abbandonata al McDonald, sono dovuto tornare a casa a piedi e tu sapevi quanto ero spaventata per colpa di quel tizio. E l'unica cosa che sai dirmi è mi dispiace di averti lasciato lasciato al Mc? > > chiese lei irritata, si era sentita tradita dall'unica persona che probabilmente le vuole bene
< < Che altro dovrei fare? Ti ho detto che mi dispiace, non so che altro fare. Non posso tornare in dietro nel tempo per evitare ciò  che ho fatto, non rientra nei miei poteri, se potessi lo farei, te lo giuro, ma non posso. L'unica cosa che posso fare è dirti mi dispiace, ma se a te non basta, non so > > chiese lui passandosi una mano tra i capelli, Juliet rimase per un attimo a guardarlo, ora si sentiva confusa, non sapeva cosa fare, era andata lì per dimenticare tutto e ora lui le rovinava tutti i piani. Dentro la testa sentiva una vocina che le diceva che lo doveva perdonare buttarsi tra le sue braccia e baciarlo fino a quando non avrebbe più avuto fiato in corpo, ma un altra vocina si opponeva gridandole che non lo doveva perdonare, che lui era il suo nemico e che non gli fregava nulla di lei. Scosse la testa cacciando via quelle vocine irritanti
< < Vado a bere > > disse e fece nuovamente per andarsene, ma le mani di lui si ancorarono di nuovo sui suoi fianchi fermandola
< < Ti accompagno > > sussurro vicino al suo orecchio
< < No vado da sola > > disse liberandosi dalle sue mani. Andò verso il bancone, ma a metà strada si fermò aspettandosi di vedere Andrè a pochi metri da lei o che almeno la stesso guardando, ma invece lo trovò allo stesso punto che stava ballando con un altra ragazza che sembrava la copia perfetta di Barbie. Si sentì un altra volta distrutta in mille pezzi, le vennero le lacrime agli occhi, me riuscì a cacciarle via e continuò ad andare verso il bancone ancora più convinta di voler dimenticare tutto. Quando fu quasi arrivata al bar qualcuno le mise una mano intorno alla vita e un altra sulla bocca e la trasportò fin dentro una stanza completamente buia.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊
Mi dispiace aver messo il capitolo un po' in ritardo, ma ho avuto tempo per scrivere e per pubblicare.
Comunque che ne dite di questo capitolo? Oramai Juliet e Andrè passano il loro tempo a litigare su ogni cosa :3 chissà chi è che l'ha presa e portata in quella stanza :3
Ringrazio giota123 che ha recensito lo scorso capitolo e tutte le persone che mi hanno messo tra preferite, seguite e ricordate (aumentate ogni giorno *-* sono al settimo cielo *-*) e ringrazio anche le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiiii 💜❤️💜❤️

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Juliet provò a divincolarsi da quelle braccia fin troppo muscolose per lei, ma tutti i suoi tentativi erano inutili, aveva paura e non sapeva cosa fare. Si sapeva difendere da sola, ma in quel momento il suo l'unico pensiero era la paura, provò ancora a divincolarsi guidata solo dall'istinto
< < Calmati. Smettila di tentare di scappare, tanto ci riuscirai > > disse una voce che conosceva anche fin troppo bene, iniziò a tremare e le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento iniziarono a rigarle il viso < < non c'è bisogno di piangere. Scommetto che sei così felice che stai piangendo di gioia > > disse di nuovo il ragazzo, la sbatte al muro, prese entrambe le mani di lei e le portò sopra la testa della ragazza stringendole poi in una sola mano, all'improvviso una debole luce data da una lampadina rivelò un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi marroni e abbastanza muscoloso
< < Che vuoi Tom? > > piagnucolò lei incapace di fare qualsiasi cosa
< < Lo sai che non piace vederti piangere. Se finisci di piangere posso anche sorvolare, se non la smetti... Beh le conosci le conseguenze > > ghignò maligno, si abbassò e iniziò a mordicchiarle il collo
< < Lasciami > > sussurrò con le guance inondate da una nuova serie di lacrime < < cosa vuoi? Ci siamo lasciati, non puoi... > > singhiozzò
< < È qui che sbagli, io posso. Ti ricordi? Io ti dico cosa fare e tu non dici nulla > > disse e le morse forte la spalla così da lasciarle il segno, fece scivolare una mano sulla coscia, salì ancora e le strinse fino a farle male il fondo schiena
< < Tom basta. Non voglio. Lasciami > > piagnucolò ancora, provando a liberare una mano
< < Ferma e zitta > > il ragazzo le pizzicò il fianco, iniziò a baciarle il collo, salì con la mano fino a stringerle il seno, Juliet urlò, sperando che qualcuno la sentisse. Tom invece ringhiò, si allontanò di poco e le diede uno schiaffo che la fece finire a terra; in quel momento la porta della stanza si aprì. Occhi color cielo si scontrano con occhi zaffiri inondati di acqua salata ed il cielo si trasformò subito in una distesa rossa come il sangue. 
Andrè saltò subito addosso a Tom, con i canini che erano diventati più lunghi e ora ricordava un vampiro in preda ai suoi istinti. I due iniziarono a fare a botte, si rotolavano per terra e intanto si davano pugni e calci. Ebbe la meglio Andrè che si mise a cavalcioni sopra al ragazzo e iniziò a prenderlo a pugni in viso, volarono schizzi di sangue e il volto del ragazzo fu completamente sporcato di sangue, non si distingueva più nulla sul viso
< < Andrè. Basta, ti prego > > disse Juliet continuando a piangere, incapace di trattenerle, Andrè si fermò, aveva il fiato corto, si mise in piedi e andò da lei. Le accarezzò il punto dove l'aveva colpita Tom, le mani erano sporche di sangue e le nocche erano sbucciate, ma si stavano già cicatrizzando da sole. Invece la guancia di Juliet era diventata leggermente rossa, dopo un attimo lei gli buttò le braccia al collo e nascose il viso nell'incavo del collo e della spalla e lui le mise le braccia intorno alla vita e la strinse leggermente
< < Andiamo a casa mia? > > chiese dolcemente, la sentiva tremare come una foglia e aveva paura di romperla in mille pezzi anche solo stringendola un altro po'. Juliet annuii, ma non si mosse di un millimetro da dove stava, così Andrè la prese in braccio ed uscirono dalla discoteca. Si sentiva così al sicuro tra le sue braccia che non avrebbe mai voluto scendere, il profumo la tranquillizzava facendole per un attimo dimenticare tutto. Quando arrivarono al motorino di lui Juliet scese dalle sue braccia, ma rimase comunque stretta a lui
< < Lo conoscevi? > > chiese lui spostandole una ciocca di capelli dal viso, Juliet annuii e inizio a giocare con il colletto della maglietta nera che portava < < e? > > chiese accarezzandole la guancia leggermente rossa
< < È il mio ex... > > disse appoggiando la testa sul suo petto, Andrè si irrigidì e l'istinto omicida ritornò più forte di prima < < rimani con me > > sussurrò lei aggrappandosi a lui, Andrè sospirò e cercò di calmarsi, non poteva lasciarla da sola un altra volta e soprattutto non poteva lasciarla da sola nel parcheggio di una discoteca
< < Rimango, tranquilla > > disse dandole un bacio tra i capelli < < se vi siete lasciati, cosa voleva? > > chiese stringendola a se
< < Non vuoi davvero saperlo > > mormorò singhiozzando
< < Dimmelo > > disse lui costringendola ad alzare lo sguardo, aveva gli occhi rossi e una nuova ondata di lacrime minacciava di bagnarle nuovamente le guance
< < Voleva... Solo stuprarmi come tutte le altre vol... > > si bloccò vedendo i suoi occhi diventare rossi scarlatti < < Andrè... Andiamo a casa, per favore > > disse stringendolo a se, Andrè iniziò a respirare a fondo e affondò il viso nei capelli nei suoi capelli
< < Andiamo > > disse alla fine, le diede il casco e andarono via.
 
Arrivarono davanti ad una villa su tre piani contornata da un giardino ben curato pieno di alberi e di piante di ogni tipo, tutto il giardino era come diviso in due da una strada asfaltata è piena di lampioni che si distanziavano a intervalli regolari. Andrè lasciò il motorino davanti ad un portone di metallo
< < Wow > > disse Juliet togliendosi il casco, Andrè le sorrise dolcemente, intrecciarono le mani e andarono dentro la villa. Appena entrata Juliet si trovò davanti una grande scala in marmo bianco che poi si divideva a destra e a sinistra, affiancate da finestre alte fino al soffitto e sui muri c'erano vari quadri che Juliet non riusciva a distinguere a causa della poca luce che c'era
< < Mio dio... Scommetto che le mie esclamazioni non finiranno mai, vero? > > chiese Juliet guardandosi intorno
< < Già, ma la casa la vedrai domani. Per oggi vedrai solo camera mia > > disse sorridendole dolcemente
< < Io... Dormirò... In camera tua? > > chiese lei sgranando gli occhi
< < Se vuoi puoi dormire sul divano > > disse divertito
< < Ehm... Okay... Credo > > disse un po' titubante
< < Tranquilla, non ti farò nulla > > disse e iniziò a trascinarla per le scale, svoltarono a destra e iniziarono a camminare per un corridoio buio che non si vedeva ad un palmo dal naso
< < Uffa... Non vedo nulla > > disse Juliet dopo aver dato la seconda botta ad un mobile, lui scoppiò a ridere
< < Scusa avevo dimenticato che gli umani non vedono al buio > > la prese in braccio e continuò a camminare
< < Perché voi demoni vedete al buio? > > chiese irritata
< < Certo. Perché sei irritata? > > chiese lui ancora divertito
< < Mi da fastidio l'aggettivo umana > > disse con una smorfia
< < Ma è quello che sei. È come se mi chiamassero demone, è stessa identica cosa > > disse lui confuso
< < Ma umana è troppo generico, è irritate > > disse appoggiando la testa sulla sua spalla
< < Se lo dici tu > > disse scrollando la testa esasperato. Arrivarono in camera di Andrè e lui accese la luce rivelando una stanza grande il doppio di quella di Juliet, un letto matrimoniale circondato da due comodini, lungo la parete di destra c'era un armadio alto fino al soffitto, mentre nella parete di sinistra c'era una libreria mezza piena, difronte la letto c'era un divano a tre posti e davanti c'era un caminetto con sopra una TV al plasma
< < Wow > > disse lei fermandosi al centro della stanza
< < Che ne dici? > > chiese appoggiandosi allo stipite della porta
< < A parte che è grandissima e meravigliosa? > > chiese continuando a guardarsi intorno
< < Mi posso bastare > > disse andando verso l'armadio, prese una maglietta nera e la lanciò addosso a lei che la prese al volo < < di là c'è il bagno > > Juliet lo guardò confusa < < se vuoi puoi rimanere con quel vestitino, ma non posso prometterti che non ti salterò addosso > > disse passandosi una mano suoi capelli, Juliet lo guardò per qualche secondo e poi andò in bagno, che ovviamente era grande quasi quanto la camera da letto, si tolse le scarpe che stavano iniziando a farle male e il vestito, si mise la maglietta che le arrivava un po' più sopra del ginocchio. Si guardò allo specchio e per poco non le venne un infarto, sul viso era colato tutto il trucco e ora sembrava il mostro di Loch Ness, inoltre gli occhi erano ancora rossi e gonfi. Iniziò ad aprire e chiudere tutti i cassetti del mobile da bagno e trovò le salviette struccanti e iniziò a strofinare con forza sul viso. Alla fine aveva tutto il viso arrossato per aver strofinato con troppa forza, provò a sciacquarsi il viso, ma non cambiò nulla, alla fine sospirò ed uscì. Trovò Andrè sdraiato sul letto con addosso solo i boxer, si bloccò di colpo e iniziò ad osservarlo, il corpo era perfettamente scolpito come un corpo di Dio greco, il volto era completamente rilassato, gli occhi erano socchiusi, i capelli scompigliati sul cuscino e qualche ciocca gli cadeva sul viso...
< < Se continui così mi sciupi > > disse all'improvviso Andrè, risvegliandola dai suoi pensieri, ora che lo guardava aveva gli occhi aperti e la stava osservando senza far trapelare nessuna emozione
< < Co... Cosa? > > chiese confusa e Andrè scoppiò a ridere
< < Se vuoi mi vesto > > disse divertito alzandosi a sedere e facendo quel semplice motivo gli addominali si contrassero diventando ancora più scolpiti e a Juliet iniziarono a tremare le gambe < < vieni qui > > disse facendole cenno di avvicinarsi, titubante si avvicinò e si misi seduta accanto a lui rigida come una statua, guardando solo davanti a se e lui scoppiò a ridere < < Sembra che tu non abbia mai visto un ragazzo in boxer > > disse divertito
< < Certo che l'ho visti... Solo che nessuno aveva il tuo fisico > > disse continuando a non guardarlo
< < Perché, che fisico ho? > > chiese vicino al suo orecchio con voce rauca, poi iniziò a baciarle il collo
< < Fisico da Dio greco. Uh come è tardi, ho sonno. Buonanotte > > disse e gattonò sul letto per mettersi più lontano possibile da lui e si sdraiò dall'altra parte di dove stava lui
< < Fisico da Dio greco, eh? > > disse lui avvicinandosi a lei
< < Lasciami dormire > > disse sventolando una mano in aria, come per cacciare una mosca, Andrè iniziò a baciarle il collo e si sdraiò sopra di lei < < alla faccia che non dovevi fare nulla > > disse lei divertita
< < Quando vuoi mi posso fermare... Basta che me lo dici > > disse baciandole tutta la linea della mascella, il mento ed infine un dolce bacio sulle labbra che subito diventò sempre più vorace. Juliet gli circondò il collo con le braccia e con le mani iniziò a giocare con i suoi capelli, sentiva lo stomaco che era andato in completo subbuglio, un complesso di emozioni si fondevano tra di loro facendola sentire strana, ma allo stesso tempo non voleva stare in nessun altro posto, era a casa con lui. Si staccarono solo per prendere fiato e Andrè ne approfittò per baciarle il collo, una mano le sfiorò la coscia e lentamente salì fino ad arrivare al fianco. Le tornò in mente quello che era successo mezz'ora prima e iniziò a tremare
< < Aspetta > > disse afferrandogli il polso, lui si irrigidì di colpo, ma si rilassò subito dopo sentendola tremare
< < Tranquilla > > passò a sdraiarsi affianco a lei, la strinse forte a se < < va tutto bene, okay? > > disse iniziando ad accarezzarle i capelli, mentre lei si aggrappò alle sue spalle, affondò il viso nel petto e ispirò a fondo il suo profumo. Lentamente si tranquillizzò e si addormentò tra le sue braccia.
 
Era di nuovo nella solita stanza buia, lui stava sopra di lei, la baciava dappertutto, ma subito dopo la mordeva e le lasciava lividi dappertutto. Ogni volta riusciva reprimere gemiti di dolore e tratteneva le lacrime, aveva le mani legate e non poteva muoversi, ma non aveva paura, era abituata a tutto quello e sapeva che se non avrebbe fatto nulla lui non le avrebbe fatto più di tanto male. Ad un certo punto le diede un morso più forte degli altri e le sfuggì un gemito di dolore, lui iniziò a ringhiare
< < Stupida, sai che devi stare zitta. Sai che non piace punirti, ma se fai così non mi lasci altra scelta > > ringhiò il ragazzo, sentii in colpo secco e doloroso al basso ventre
 
Juliet si svegliò di colpo, tremava come una foglia e stava affondando le unghie nelle spalle di Andrè fino a lasciargli i segni. Tolse lentamente le unghie così da non svegliarlo, studiò la situazione in cui si erano messi, ed erano completamente intrecciati: una gamba di lui era sopra la suo fianco come a marcare il territorio; le braccia la stringevano a lui come se avesse paura di perderla e la testa era appoggiato sul cuscino ad un soffio di distanza dalla sua; mentre lei gli stringeva una gamba tra le sue e le braccia prima erano intorno alle spalle ora erano rivolte verso di lei per paura di fargli male. Riuscì a sgusciare via da quello strano intreccio e andò in bagno per prendere un bicchiere d'acqua. Appena entrò la luce del bagno in primo momento l'accecò, ma poi si abituò, bevve e poi rimase un po' là ad osservarsi, le guance erano meno scavate e le dita erano meno scheletriche. Per un attimo l'occhio cadde sul water ed ebbe la voglia di mettersi a vomitare, fece una smorfia disgustata e si diede un pizzico sul braccio per farsi passare quella voglia, ma ebbe scarsi risultati. Si girò e fece per andarsene, ma si bloccò perché appoggiato sullo stipite c'era Andrè che l'osservava serio
< < Come mai ti sei alzata? > > chiese continuando ad osservarla
< < Ho avuto un incubo e sono venuta a bere > > disse lei scrollando le spalle
< < Potevi svegliarmi > > disse lui iniziando ad avvicinarsi
< < Perché? > > chiese inclinando la testa di lato, lui la prese per i fianchi, l'alzò, la fece mettere seduta sul lavandino e si mise in mezzo alle sue gambe
< < Perché così non saresti stata da sola e ti avrei detto che sul comodino c'è una bottiglietta d'acqua > > disse mentre le baciava il collo, quando finì di parlare iniziò a farle un succhiotto. Juliet si ritrovò ad aggrapparsi a lui come se fosse un ancora di salvezza, con una mano giocò con i suoi capelli. Afferrò una ciocca di capelli e iniziò a tirarla con forza per farlo allontanare, sentiva un bisogno urgente di far scontrare le loro labbra. Andrè si allontanò controvoglia dal collo, aveva i canini più lunghi, ma Juliet non ci badò fece scontare le loro labbra, solo che durante lo scontro lei si fece un piccolo taglio sul labbro inferiore, un fiocco di sangue iniziò a diramarsi sulle labbra e Andrè lo leccò via, le mordicchiò il labbro tagliato facendo uscire ancora qualche goccia di sangue. All'improvviso si allontanò da lei con gli occhi sgranati, più Rossi del solito
< < Esci > > disse con voce rauca
< < Cosa? > > chiese lei confusa, era così presa dal bacio che aveva dimenticato tutto
< < Esci > > ringhiò, gli occhi rossi e le pupille era più dilatate del solito e i canini ora gli arrivavano al mento, per un attimo lei ne ebbe paura e senza dire niente uscì e chiuse la porta che subito dopo scattò a chiave. Juliet si sdraiò sul letto e aspettò che Andrè uscisse, solo che si addormentò qualche secondo prima che lui uscisse.
 
La mattina dopo Juliet si svegliò di soprassalto, Andrè la stava stringendo da dietro in un abbraccio, si girò appena per guardare se stava dormendo e si trovò ad un soffio dalle sue labbra. Lo guardò per qualche istante chiedendosi cosa gli fosse preso la sera prima. Rimase così alcuni minuti, poi sgusciò un altra volta via dalle sue braccia e andò un po' in giro per la stanza e in una angolo trovò la sua valigia. Si affrettò a prendere una felpa nera e dei jeans stretti e si andò a cambiare in bagno e portò con sé i pochi trucchi che aveva portato, si truccò in modo che non si notasse il livido sulla guancia e gli occhi gonfi. Quando tornò in camera guardò Andrè -che stava ancora dormendo- e poi i trucchi, sorrise maligna, aveva appena trovato il modo per vendicarsi di quello che le aveva fatto. Prese tutto il necessario e si posizionò davanti a lui, faceva tutto con movimenti leggeri quasi impercettibili, alla fine si dovette mordere con forza il labbro per non scoppiare a ridere. Il cellulare di Andrè iniziò a suonare in quel momento e Juliet si buttò per prenderlo e non farlo svegliare, sul display c'era scritto Lucas, quindi gli poteva rispondere
< < Pronto? > > disse sottovoce andando verso il bagno
< < Chi è? > > chiese Lucas confusa
< < Sono Juliet > > disse lei chiudendosi in bagno
< < Perché stai rispondendo al cellulare di Andrè? > > chiese lui ancora più confuso
< < Perché sta dormendo ed io sul suo viso ho fatto un opera d'arte che non voglio rovinare > > disse lei orgogliosa del risultato che aveva ottenuto
< < Cosa hai fatto? > > chiese sconvolto 
< < Se vieni qua lo vedi. Sono in camera di Andrè... A casa sua > > disse trattenendosi a stento dallo scoppiare a ridere
< < Ho paura di sapere cosa gli hai fatto... Veniamo subito > > disse e in sottofondo sentì la voce di Derek che chiedeva cosa stava succedendo e subito dopo Juliet attaccò. Poco dopo Juliet senti qualcuno bussare alla porta, andò ad aprire e Lucas entrò come un fulmine, mentre Derek entrò in tutta calma
< < Buongiorno July > > disse Derek dandole un bacio sulla guancia
< < Buongiorno... E io che pensavo che quello educato fosse Lucas > > disse sorridendo divertita, Derek guardò Andrè, che nel frattempo si era svegliato e messo a sedere, e scoppiò a ridere divertito, tirò fuori il cellulare e iniziò a fargli delle foto
< < Queste vanno tutte su Facebook > > disse Derek continuando a ridere
< < Che hai da fotografare? > > chiese seccato Andrè si alzò in piedi e si passò una mano fra i capelli
< < Meglio se non lo sai > > disse Lucas divertito < < Juliet meglio se scappi > > continuò incrociando le braccia al petto
< < Buongiorno anche a te Lucas > > disse alzando gli occhi al cielo
< < Si può sapere di che state parlando? Juliet rimani qui punto. E tu smettila di farmi foto > > disse Andrè lanciando un cuscino a Derek, andò da Juliet e la strinse a se < < andiamo a fare la doccia > > disse prendendola per il polso e trascinandola verso il bagno
< < No... Non... Non voglio fare la doccia insieme a te > > disse diventando rossa in viso, si divincolò dalla sua presa e si nascose dietro Derek, Andrè sbuffò
< < Fa come ti pare > > disse e si chiuse in bagno
< < Scappate > > disse Lucas spingendo sia Juliet che Derek fuori dalla stanza. I due si guardarono e andarono con tutta calma verso l'uscita e poco dopo Juliet sentì Andrè urlare il suo nome, Derek la prese per il polso e iniziò a correre
< < Corri più veloce che puoi, Lucas non riuscì a trattenerlo per molto > > disse Derek correndo più veloce di lei. Arrivarono all'ingresso e i due iniziarono a scendere di corsa le scale e più di una volta Juliet non rischiò di cadere 
< < Ferma dove sei > > urlò dietro di loro Andrè, con in faccia ancora il trucco, Derek si fermò e trascinò Juliet verso una porta accanto alle scale
< < Sbrigati > > urlò Derek mentre continuava a correre, dalla porta sbucarono in un salotto immenso, con divani e poltrone, sul lato un caminetto acceso e sopra un altro televisore al plasma, davanti al caminetto un tavolino di legno e vetro e accanto al televisore c'erano delle mensole piene di video giochi
< < Juliet ferma dove sei > > ringhiò Andrè dalla porta, mentre loro stavano a metà strada, Derek non si fermò continuò a correre. Ad un certo punto Juliet si sentii afferrare da dietro, fu sollevata da terra e atterrò sul morbido divano con un corpo che la imprigionava sopra di lei
< < Questa me la paghi Fino > > disse Andrè vicino al suo orecchio, Juliet tentò di liberarsi, ma senza alcun risultato
< < Levati, mi stai spiaccicando > > disse Juliet dibattendosi
< < Chiedi scusa per quello che hai fatto e mi levo > > disse Andrè al andò il mento come per sfidarla
< < Neanche per sogno > > disse lei con una smorfia e Andrè rilassò tutti i muscoli così da caderle completamente addosso < < levati, non respiro > > disse mettendogli le mani sulle spalle e provando a spingerlo via, ma senza successo
< < L'hai voluta tu > > disse ghignando divertito, raddrizzò la schiena, le sue gambe la imprigionavano sotto di lui, così che non potesse scappare e iniziò a farle il solletico. Subito Juliet scoppiò a ridere e a dibattersi, per fuggire dalle sue mani, ma lui non si muoveva di un millimetro
< < Ba... Basta... Non... Non respiro... Andrè > > disse lei dopo qualche secondo, Andrè si fermò, ma restò comunque sopra di lei
< < Chiedi scusa > > disse chiaramente divertito
< < MAI > > disse lei sorridendo divertito
< < Allora questa sarà la tua morte > > disse e ritornò a farle il solletico
< < Andreee > > lo pregò lei continuando a dimenarsi
< < Mi vuoi chiedere scusa? > > chiese lui fermandosi, Juliet aveva il fiato corto, gli occhi lucidi di lacrime
< < Ti... Ti prego basta > > ansimò tendo le mani sullo stomaco che le doleva a furia di ridere
< < Ti posso dare qualche minuto di pausa > > disse lui annuendo con la testa e incrociando le mani al petto, Juliet con un movimento veloce riuscì a togliersi da sotto di lui e si rintanò nell'angolo del divano portandosi le gambe al petto, così da essere abbastanza protetta
< < Mio dio... Ti odio... Con tutto il cuore > > disse guardandolo male
< < La devi pagare in qualche modo. Mi hai truccato come se fossi una ragazza > > disse lui divertito Juliet aveva usato un ombretto nero per risaltargli gli occhi, gli aveva messo fondotinta, fard, cipria e un rossetto rosso scarlatto 
< < Beh in fondo stai bene > > disse lei divertito
< < A me sta bene tutto > > disse lui iniziando ad avvicinarsi a lei
< < Okay, allora ti sfido a metterti dei vestiti da femmina > > lo lei alzando la testa guardandolo sorridendo divertita
< < Se accetto che cosa ci guadagnerei? > > chiese ad un soffio dalle sue labbra
< < Mh... Farò qualsiasi cosa > > disse con un sospiro
< < Qualsiasi? > > chiese con una luce maliziosa negli occhi, Juliet guardò per un momento insicura su cosa fare, sapeva che doveva mettere dei paletti nel accordo, ma le parole uscirono da sole
< < Qualsiasi > > disse e vide la luce maliziosa negli occhi di Andrè brillare ancora di più < < però... È troppo semplice se ti vedo solo io... Dovrai venire a scuola, vestito e truccato da donna > > disse divertita, mentre la luce maliziosa si spegneva sempre di più
< < Ci penserò > > disse e le diede un bacio veloce sulle labbra
< < Buongiorno Andrè > > disse qualcuno da dietro il divano, i due si girarono e Juliet vide una donna che dire bella era sminuirla: era bionda riccia, grandi occhi celesti che brillavano di luce propria, i lineamenti perfetti, delicati e decisi, un corpo che era a dir poco perfetto
< < Buongiorno mamma > > disse Andrè sorridendo
< < Buongiorno signora > > disse Juliet per non fare la figura della maleducata, anche se era ancora scioccata dalla sua bellezza, sentii Andrè accanto a lei ridacchiare divertito e lei lo fulminò con un occhiata
< < Per favore non chiamarmi signora, chiamami Christine > > disse la donna sorridendo dolcemente
< < Io sono Juliet > > disse lei sorridendo e porgendogli la mano
< < Sono così felice di conoscerti Juliet... Tu sei la... > > 
< < Mamma dobbiamo fare colazione > > disse Andrè interrompendola mentre scuoteva la testa, la madre lo guardò un po' confusa, poi sembrò capire qualcosa che alla ragazza sfuggiva
< < Oh, ma certo, vado subito a prepararla... Ma cosa hai fatto? Ti sei truccato> > disse la donna divertita
< < Te lo spiegherò > > disse Andrè sorridendo dolcemente alla madre
< < D'accordo... Vado a dire di fare la colazione... Juliet ti vuoi unire a noi? > > continuò a chiedere dolcemente la madre
< < Mamma, Juliet rimarrà qui per due settimane va bene? > > chiese Andrè prima che lei potesse dire qualsiasi cosa
< < Ma certo che va bene, ma posso sapere come mai? > > 
< < Sua madre è andata in vacanza per due settimane, quindi per non farla stare da sola ho deciso di portarla qua > > disse Andrè continuando a sorridere
< < Oh, d'accordo. Allora vado a preparare la colazione > > disse e se ne andò scomparendo dietro la porta
< < Ora capisco da dove hai preso la tua bellezza > > disse Juliet dandogli dei leggeri calci sullo stomaco
< < Stai ammettendo che sono bello? E che succede? Ieri dici che ho fisico da Dio greco e ora mi dici che sono bello? Hai preso qualche botta in testa per caso? > > chiese fingendosi sconcertato
< < Zitto o giuro che ti riempio di insulti > > disse lei facendogli la linguaccia
< < Quello sarebbe più normale > > disse sorridendo divertito
< < Allora accetti o no la mia sfida? > > chiese lei alzando il mento
< < Non rifiuto mai una sfida, dovresti saperlo > > disse sorridendo divertito
< < Bene. Non vedo l'ora di vederti ti vestito da donna... Ma Derek e Lucas? > > disse lei sorridendo divertita
< < Lucas è svenuto in camera mia e Derek se le data a gambe chissà dove > > disse Andrè con una scrollata di spalle
< < Come svenuto? > > chiese sgranò gli occhi
< < Non mi lasciava passare, così l'ho colpito > > disse come se niente fosse
< < Sei idiota? Anzi no, non rispondere so già la risposta > > disse lei, fece per tornare in camera, ma lui la bloccò e con un movimento rapido la imprigionò di nuovo sotto di sé, questa volta non schiacciandola 
< < Dove credi di andare? > > chiese lui ad un soffio dalle sue labbra
< < In camera a vedere come sta Lucas > > disse lei guardandolo male
< < Mi devi ancora dire buongiorno > > disse con voce rauca vicino al suo orecchio e iniziò a mordicchiare il lobo
< < Buongiorno > > disse lei confusa
< < No... non così > > disse iniziando a baciarle il collo
< < E come allora? > > disse lei divertita, lui sorrise malizioso e dopo un attimo le loro labbra di scontrarono in bacio passionale. Seguirono minuti in cui l'unico rumore era quello dei loro baci, Juliet lo teneva stretto a sé con le braccia che gli circondavano il collo e le mani che giocavano con i capelli, mentre lui teneva una mano ancorata al suo fianco e l'altra le circondava il collo. Il ragazzo scese a baciarle il collo così da permetterle di prendere aria, contemporaneamente la mano che stava sul fianco scivolò fin sotto al ginocchio, la costrinse ad alzarlo così da avere la sua gamba che gli circondava il fianco. I canini diventarono più lunghi e ora le lasciavano segni rossi su tutto il collo
< < Noto con piacere che non hai nascosto il mio succhiotto > > disse Andrè con voce talmente rauca che Juliet faticò a riconoscerla e ci mise qualche secondo a capire cosa intendesse
< < Vi prego prendetevi una camera, ce ne sono cento mila qua, proprio in soggiorno dovete scoparvi? > > disse la voce seccata di Lucas interrompendo sul nascere la risposta della ragazza, Andrè si girò verso Lucas e ghigno divertito
< < Geloso che io ho trovato la mia compagna e tu no? > > chiese divertito
< < Ma anche no... E adesso spostatevi che voglio mettermi seduto > > sbuffò Lucas
< < Ci sono le poltrone, non rompere > > disse Andrè dandogli un calcio per allontanarlo
< < Ma io voglio stare sul divano. E non dovresti fare tu sai cosa prima del tuo sai cosa > > disse Lucas guardandolo storto
< < Io posso il tu sai cosa senza fare il tuo sai cosa > > ribatte Andrè guardandolo male
< < Nelle vostre frasi ci sono troppi "tu sai cosa" quindi o mi dite che succede o mi dite che succede > > disse Juliet guardandoli tutte e due storto
< < Ehm... Meglio se te lo spiego dopo colazione, almeno se mi uccidi sarà con la pancia piena > > disse Andrè sorridendo divertito, gli occhi erano del solito celeste, ma i canini continuavano ad essere lunghi fino al mento
< < Bene allora finché non me lo dirai ritira i tuoi canini e spostati che non respiro > > disse Juliet guardandolo male, Andrè sbuffò e si alzò in piedi, Juliet si mise seduta sul divano e aspettarono lì che la colazione fosse pronta 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊
Allora cosa ne pensate di questo capitolo? Si scopre chi ha preso la piccola Juliet e Andrè ha ancora molti e molti segreti per Juliet.
Ringrazio sary99 e love_Sana_Akito che mi hanno recensito lo scorso capitolo, chi mi ha messo tra le preferite, ricordate e seguite (come dico sempre aumentate ogni giorno e sono sempre al settimo cielo *^* grazie mille) e le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii 💜❤️💜❤️

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Per colazione mangiarono crêpes con la Nutella che usciva da tutti i pori, Juliet si ritrovò ad essere tutta sporca di Nutella sia sulle mani che sul viso e ovviamente Andrè iniziò a prenderla in giro e lei non mancava dal rispondergli. La madre sorrideva divertita per la situazione è qualche volta faceva battute anche lei contro il figlio. Alla fine andarono in camera di Andrè dove il ragazzo si tolse il trucco
< < Allora? > > chiese Juliet seduta sul letto con le gambe incrociate
< < Allora hai presente che la nostra diciamo società è fatta come nel medioevo? Ecco lo è anche la mentalità, in teoria niente sesso prima del matrimonio, soprattutto con le nostre compagnie > > disse Andrè seduto davanti a lei
< < Perché non fai altro che dire compagne? Non dovresti dire fidanzata? Compagna sempre di più uno che si è divorziato e ha trovato un altra > > disse Juliet piegando la testa di lato
< < Perché in teoria ti dovrei chiamare... Sposa > > disse a bassa voce Andrè guardando per terra, Juliet ci mise qualche secondo
< < Io non diventerò mai la tua sposa > > disse lei scattando in piedi con gli occhi sgranati per la sorpresa
< < Lo so... Non sei costretta > > mormorò Andrè senza guardarla, Juliet per qualche strano motivo ci rimase male delle sue parole, ma non lo diede a vedere 
< < Ci mancherebbe che sono costretta > > borbottò rimettendosi seduta < < Mi devi dire qualcos'altro? > > chiese appoggiando il mento sulle mani chiuse a pugno e con i gomiti appoggiati sulle ginocchia
< < No > > si affrettò a dire Andrè
< < Si > > lo riprese Lucas guardandolo storto che stava in piedi accanto a loro < < prima o glielo dovrai dire > > Andrè sbuffò e alzò gli occhi al cielo
< < Allora quando facciamo sesso la prima volta marchiamo la nostra sposa, così che per gli altri... È... come dire... Diciamo che non la posso toccare > > 
< < Che senso ha marchiare se la sposa è già di uno? Non ha molto senso > >
< < I demoni non si cibano solo di cibo normale, anche di sangue... In particolare quello della sposa. Marchiandole non solo le uniamo per sempre a noi, ma abbiamo anche accesso al loro sangue e per gli altri demoni il loro sangue diventa come veleno > > disse Andrè guardandola negli occhi
< < Mette ansia questa cosa del marchio > > disse Juliet con una smorfia e agitandosi un po' sul letto
< < Lo sapevo che non dovevo dirtelo > > borbottò Andrè incrociando le braccia al petto, accanto a loro Lucas scoppiò a ridere
< < Che succede? > > chiese Juliet girandosi verso di lui curiosa
< < Quel cretino di Derek ha corso fino al parco senza motivo e ora mi chiede di andarlo a prendere > > disse divertito
< < Perché? > > chiese Andrè divertito
< < Aveva paura che lo uccidessi > > disse ridendo 
< < Idiota > > continuò Andrè ridendo e anche Juliet ridacchiò divertita
< < Andiamo a giocare alla play? > > chiese Lucas guardando i due
< < Certo > > disse Andrè alzandosi in piedi seguito da Juliet. Andarono in salotto dove iniziarono a giocare. I due ragazzi erano seduti sul divano e avevano gli occhi incollati al televisore, mentre Juliet stava seduta per terra, poco distante da loro, con il suo quaderno dei disegni e ritraeva i due ragazzi mentre giocavano 
< < Fino non riesco a vederti seduta per terra, si sono divani e poltrone, ti dispiace metterti seduta civilmente? > > disse all'improvviso Andrè mentre uccideva per ennesima volta Lucas
< < Facciamo così, se riesco a batterti tu mi lasci dove sono, se vinci tu mi metto seduta civilmente > > disse lei sorridendo diventata
< < Mh... Ti metti seduta dove voglio io e ti posso baciare quando e quanto mi pare, per tutto il giorno > > disse Andrè alzando il mento
< < Ci sto > > disse lei e gattonò fino in mezzo alle sue gambe dove si mise seduta, strappò di mano il joystick a Lucas e i due iniziarono a giocare a Call of Duty. Poco dopo Juliet vinse stracciando completamente Andrè
< < Ho vinto, ho vinto, ho vinto > > cantilenò lei sorridendo divertita, alzò lo sguardo verso di lui che la guardava con la bocca aperta < < se vuoi ti dò la rivincita, però ovviamente la sfida l'ho vinta io > > disse continuando a sorridere
< < Tre partite, chi ne vince di più vince la sfida > > disse lui alzando in mento
< < D'accordo > > disse lei sorridendo divertita. Ripresero a giocare, la prima partita la vinse Juliet, mentre la seconda la vinse Andrè, durante la terza Juliet gli stava per dare il colpo di grazia, ma il ragazzo all'ultimo le sfilò di mano il joystick e vince lui
< < Ho vinto, ora sei mia > > disse ridendo divertito
< < Hai imbrogliato. Non vale, ridammi il joystick idiota > > disse lei girandosi verso di lui, tentò di prendere il joystick, ma lui lo mise più in alto di lei così che non potesse raggiungerlo. Il ragazzo gli prese il mento tra due dita e la costrinse a guardarlo negli occhi
< < Ma io non imbrogliato, il joystick ti è semplicemente scivolato di mano > > disse con una strana luce che brillava negli occhi
< < Andrè > > lo strillò Lucas 
< < Che c'è? > > chiese Andrè seccato
< < Non puoi usare i tuoi poteri con lei > > ringhiò Lucas
< < Poteri? > > chiese confusa Juliet
< < Noi demoni abbiamo dei poteri > > spiegò Lucas < < una fra questi c'è quello di far credere alle persone cose non vere. E Andrè l'ha appena fatto > > disse passandosi una mano fra i capelli
< < Che palle, mi potevi lasciare stare? Sempre a farti i cazzi miei > > chiese seccato Andrè
< < Quando una cosa non è giusta, non è giusta > > disse Lucas annuendo con la testa per dare enfasi alle sue parole
< < Andrè > > chiamò Juliet con tono serio
< < Dimmi principessa > > disse mettendo gli occhi da cucciolo indifeso che lo rendeva adorabile, ma Juliet non si lasciò incantare, gli mise una mano intorno al collo
< < Prova ancora ad ingannarmi e io giuro che spezzo il collo. Questa è già la seconda volta che lo fai, prova a farne una terza e quella sarà ultima cosa che farai. Intesi? > > disse più seria che mai
< < Juliet... > > provò a dire Lucas
< < Zitto > > ringhiò Juliet guardandolo storto
< < D'accordo principessa, non userò mai più i miei poteri su di te, promesso. Ora però ti siediti qui accanto a me, ho vinto la sfida, quindi devi fare ciò che ti dico > > disse sorridendo divertito
< < Non ci penso proprio. Hai imbrogliato > > disse lei guardandolo storto < < avrei vinto io, se non avessi imbrogliato. Quindi io faccio quello che mi pare > > disse rimettendosi seduta per terra
< < Questo non lo sai. Facciamone un'altra, chi vince, vince la sfida > > disse Andrè giocando con i suoi capelli
< < D'accordo. Guai a te se imbrogli > > disse lei riprendendo il joystick. Giocarono, Andrè era appoggiato contro di lei, il mento era sopra la sua testa e le braccia le passavano sotto le ascelle e si allacciavano sul suo stomaco e Juliet stava seduta per terra leggermente appoggiata contro di lui. Alla fine vinse Andrè che sorrise divertito, mentre Juliet sbuffò
< < Ora sei mia > > disse divertito vicino al suo orecchio, gli mise le mani sui fianchi, l'alzò e la fece sedere accanto a lui, la baciò dolcemente, Juliet sbuffò e tornò a disegnare e questa volta fece una brutta caricatura di Andrè, mentre lui giocava alla play con Lucas < < principessa, lo vedo che stai facendo una caricatura su di me, ma quella non mi rappresenta per niente > > disse lui divertito, la baciò di nuovo dolcemente e le strappò di mano il quaderno e iniziò ad osservare il disegno. Subito dopo aver visto il disegno scoppiò a ridere, gli aveva fatto la testa gigante, i capelli erano a ciocche, i denti sporgevano peggio di quello di un castoro, il corpo piccolo e storto mentre camminava con un piedi più grande e uno più piccolo. Andrè non smetteva di ridere e alla fine la baciò con passione
< < Ti adoro quando fai così > > disse contro la sua bocca
< < Che ho fatto? > > chiese lei confusa
< < Quando disegni ti adoro > > disse e la baciò di nuovo < < aspetta qua > > disse, si alzò e uscì dal salotto per poi tornare qualche secondo dopo con in mano una busta
< < Cos'è? > > chiese lei confusa
< < Aprilo e lo scoprirai > > disse porgendoglielo, Juliet lo prese e trovò dentro una scatola di un cellulare < < visto che ti ho rotto il cellulare ho pensato che te ne servisse uno > > disse grattandosi la nuca
< < Grazie > > disse lei sorridendo dolcemente
< < Il mio numero insieme a quello di Derek e Lucas sono già salvati... > > Juliet sorrise divertita, lo prese per il colletto della maglietta e lo tiro a sé così che le loro labbra si scontrarono di nuovo
< < Basta smancerie, vi prego, mi state facendo venire il diabete. Che ne dite di andare in giro? > > disse Lucas accanto a loro
< < Vacci tu. Io voglio ancora un po' godere Juliet sottomessa al mio volere > > disse Andrè divertito
< < Io non sono sottomessa a te > > disse lei guardandolo male
< < Si che lo sei, posso farti quello che voglio, ho vinto la scommessa > > disse ghignando divertito, Juliet sbuffò, incrociò le braccia al petto e borbottò parole incomprensibili
< < Andiamo al centro commerciale? > > chiese Juliet finendo di borbottare
< < Perché? > > chiese Andrè confuso
< < Perché nel centro commerciale ci sono i riscaldamenti > > disse lei alzandosi in piedi
< < Io non ci voglio andare > > sbuffò Andrè incrociando le braccia al petto
< < Invece ci verrai > > disse lei alzando il mento < < ti devi ancora far perdonare per avermi lasciato da sola due volte e per aver ba... > > si bloccò e morse il labbro inferiore, non poteva avercela con lui per aver balla con una perfetta Barbie, non era il suo ragazzo, lui poteva ballare con chiunque, anche se la cosa le dava molto fastidio. Lui invece sembrò aver capito cosa volesse dire, quindi si alzò in piedi e le mise le mani suoi fianchi, così da non farla scappare
< < E cos'altro avrei fatto? > > chiese tirandola verso di se, così che lei era completamente addosso a lei
< < Vado in camera > > disse lei, si divincolò dalla sua stretta e corse in camera. Una volta dentro si chiuse in bagno, si controllò il trucco e decise di mettersi il rossetto rosso scarlatto che sapeva di fragola. Si controllò il collo e trovò due succhiotti e vari segni rossi dovuti ai canini troppo lunghi. Sospirò rassegnata e fece per andare in camera, ma appena mise piede fuori dal bagno qualcuno la prese e la richiuse di nuovo dentro e Juliet si ritrovò a stare seduta sul lavandino imprigionata da Andrè. Si guardarono per vari minuti senza dire nulla, Andrè abbassò lo sguardo verso le labbra e dopo un attimo iniziò a baciarla con passione, lei lo odiava, ma non riusciva a stare per più di qualche minuto senza sentire le sue labbra morbide scontrare con le sue, il loro era un richiamo troppo forte. Juliet gli strinse le gambe intorno ai fianchi e lo attirò ancora più vicino a sé, Andrè fece passare una mano sotto la felpa e iniziò ad accarezzarle la schiena e anche lui la strinse di più di se. Si allontanarono entrambi per prendere aria, Andrè appoggiò la fronte sulla sua, dopo qualche secondo si abbassò e iniziò a farle un altro succhiotto
< < Un altro? Così ho tre succhiotto. Non sono un po' troppi? > > disse Juliet divertita
< < Così tutti capiscono che sei mia e nessuno ti può toccare > > disse lui contro la sua pelle
< < Lo stesso allora vale per me > > borbottò Juliet, Andrè sorrise divertito e ritornò a guardarla negli occhi 
< < Mi puoi fare tutto quello che vuoi principessa > > disse sorridendo, mise le mani sul bordo del lavandino, così da negarle qualsiasi fuga. Juliet sorrise, prese il rossetto e lo ripassò e poi diede gli diede bacio all'angolo della bocca, più rossa di prima a causa del rossetto, così da lasciargli l'impronta delle labbra
< < Sulla guancia è più carino però > > disse Andrè osservando si allo specchio
< < Sulla guancia sembra di più che un amica ti ha baciato, ma se vuoi te lo faccio lo stesso > > disse lei con una scrollata di spalla
< < Come vuoi, principessa > > disse lui sorridendo, Juliet alzò gli occhi al cielo e gli diede un bacio sulla guancia che lasciò il segno
< < Contento? > > chiese alzando il mento, Andrè sorrise e fece per togliersi il rossetto che aveva sull'angolo della bocca < < no questi due li devi avere fino a fine giornata, intesi? > > disse bloccandogli la mano
< < D'accordo. Vuoi farmi qualcos'altro? > > chiese mentre con una mano giocava con i suoi capelli
< < Mh... Si > > si avvicinò e gli fece un succhiotto sul collo in bella vista
< < Così però mi fai eccitare > > disse Andrè con voce rauca, Juliet si allontanò e sorrise vedendo il suo operato, un marchio rosso scarlatto che contrastava con la pelle leggermente pallida
< < Andiamo al centro commerciale? > > chiese lei con occhi dolci
< < Va bene > > disse con un sospiro, la fece scendere, si presero in mano e uscirono con Lucas dirigendosi verso il centro commerciale.
 
Arrivati al centro commerciale Andrè e Juliet si tenevano per mano con le dite intrecciate tra di loro, andarono un po' in giro per i negozi, i tre ridevano e scherzavano su ogni cosa. Stavano al primo piano quando in lontananza Juliet vide una ragazza dai folti capelli rossi e ricci, gli occhi marroni, sul viso chili di trucco, fece una smorfia schifata, era una delle amiche "intime" di Andrè, ma non una qualunque, la sua preferita, seguita inoltre dalle sue compari
< < Qualcosa non va? > > chiese Andrè notando la sua smorfia
< < No, tutto apposto > > disse lei sorridendo, sciolse la mano dalla sua per prendere la busta che iniziava a farle il segno sull'altra mano
< < Se vuoi ti porto io la busta > > disse gentilmente Andrè
< < No, non ti preoccupare > > disse lei continuando a sorridere, lui la guardò per un attimo confuso, stava per dirle qualcosa quando qualcuno con un irritante voce stridula da bambina isterica lo chiamò
< < Ciao Giulia > > disse lui atono
< < Bhe mi saluti così? > > chiese quella circondandogli il collo con le braccia, fece per baciarlo, ma lui la scansò
< < Giulia no > > disse togliendo le braccia della ragazza dal collo
< < Che c'è? > > chiese lei confusa, si girò verso Juliet e fece una smorfia < < fammi indovinare, la Fino ti ha fatto passare la voglia. Senti un po' perché non te ne vai e ci lasci da soli? > > chiese Giulia con una smorfia verso di lei, Juliet stava per rispondere, quando Andrè la precedette 
< < No Giulia, non è colpa di Juliet. Non voglio e basta > > continuò senza nessuna emozione, la ragazza sembrò colpita da quelle parole e si girò verso di lui, sembrò che vide solo allora il rossetto e il succhiotto
< < Sai che hai del rossetto sul viso? Aspetta che te lo levo > > disse avvicinando la mano, ma lui la bloccò
< < No. La persona che me l'ha fatto mi ha proibito di toglierlo prima della fine della giornata > > disse ghignando divertito
< < E da quando ti sottometti al volere delle puttanelle che ti porti a letto? > > chiese irritata
< < Lei non è una puttana e poi lo faccio di mia spontanea volontà, non perché me l'ha chiesto lei > > disse continuando a ghignando divertito, intanto le compari della ragazza stavano tormentando Lucas facendogli domande su domande. Juliet iniziò a sentirsi disagio così lentamente iniziò ad allontanarsi senza che nessuno se ne accorgesse e andò alle scale mobili. Quando iniziò a salire si voltò verso Andrè che la guardava confuso, mentre la ragazza stava gli strillando qualcosa, gli chiese scusa sottovoce, si voltò e andò in libreria.
Stava leggendo la trama di un libro quando due forti braccia le circondarono i fianchi
< < Sai che è maleducazione andarsene senza salutare? > > disse Andrè vicino al suo orecchio
< < Scusa, ma non sopporto proprio Giulia > > disse lei chiudendo il libro
< < Non importa. Lo prendi? > > chiese baciandole il lobo dell'orecchio
< < Si > > disse lei girandosi verso di lui e dandogli un bacio a stampo, si divincolò dalla sua stretta e andò a pagare < < che hai detto a Giulia per allontanarla? > > chiese curiosa
< < Che non mi doveva rompere e che avevo altro da fare che pensare a lei > > disse con semplicità
< < Davvero? > > chiese lei sorpresa, questo spiegava perché la ragazza gli stava urlando contro
< < Certo, che c'è che ti sorprende tanto? > > chiese lui confuso
< < Ehm.... No niente > > disse lei guardando a terra
< < Credevi che ti lasciassi da sola e andassi a scoparmela in bagno, vero? > > chiese irritato
< < Beh... Ecco... Si > > disse continuando a guardare per terra, con la coda dell'occhio lo vide passarsi una mano tra i capelli
< < Ti avrebbe dato fastidio? > > chiese fermandola, Juliet ci mise qualche secondo prima di rispondere
< < Non lo so, non ci capisco più nulla di tutta questa storia > > sbottò alzando le braccia al cielo < < prima ci odiamo, ci facciamo i peggio scherzi. Poi in gita mi baci e tutto cambia, tu diventi più dolce e non facciamo altro che baciarci e io non faccio nulla per impedirlo. E il bello che piacciono da impazzire i tuoi baci, ma io ti dovrei odiare, dopo tre anni passati a farci scherzi, battute cattive e roba del genere non ci dovremmo anche sfiorare... Non capisco nulla > > disse guardandolo negli occhi nella speranza che lo capisse
< < Ci posso riuscire solo le ragazze > > disse Andrè divertito
< < Cosa? > > chiese lei confusa
< < Far sentire un ragazzo prima al settimo cielo e poi li fate cadere a pezzi > > disse passandosi una mano sulla nuca, Juliet gli stava per rispondere quando un urlo la bloccò
< < JULYYY > > la ragazza si girò verso la voce e trovò una ragazza bionda con enormi occhi azzurri a qualche metro di distanza da lei che si stava sbracciando per farsi vedere con un raggiante sorriso a trentadue denti 
< < TETTAAA > > urlò Juliet e corse verso di lei, gli saltò addosso e la ragazza la prese, l'alzò da terra e iniziò a girare su se stessa < < quando sei tornata e perché non mi hai avvertito? > > chiese tornando a terra
< < Sono tornata ieri sera. Ho provato a chiamarti, ma tu non rispondevi... Hai cambiato numero? > > chiese la ragazza inclinando la testa di lato
< < Ehm... Mi si è rotto il cellulare, non so se ho cambiato numero > > disse lei guardando a terra
< < Ciao io sono Andrè > > disse vicino a Juliet e subito dopo un braccio si mise intorno alle sue spalle
< < Ciao sono Lara > > disse la ragazza sorridendogli, mostrando trentadue denti splendenti
< < Tetta, non ci pensare > > disse Juliet passandosi lingua sul labbro superiore, la ragazza guardò prima Juliet e poi Andrè
< < Roba tua > > disse la ragazza alzando le mani in segno di arresa, Lara iniziò a tossire
< < Ore dodici > > disse la ragazza tra i colpi di tosse, facevano sempre così per indicare che c'era qualcuno di carino nei paraggi, Juliet si guardò indietro e trovò John che si stava guardando intorno, come se stesse aspettando qualcuno 
< < No lui no Tetta > > disse Juliet, John la vide ghignò maligno ed iniziò ad avvicinarsi, la ragazza si girò verso l'amica che sorrideva felice come una Pasqua
< < Ciao > disse John continuando a sorridere
< < Ciao > > disse quasi saltando di gioia Lara
< < Che vuoi John? > > chiese seccata Juliet
< < Solo dare fastidio, Fino > > disse John pendole il mento con due dita
< < Perché non ti levi dal cazzo? > > disse Andrè mettendosi in mezzo, come se volesse difendere Juliet 
< < Da quando difendi la Fino? > > chiese John guardandolo storto
< < Dal primo anno. Da quando ci siamo dichiarati guerra a vicenda. Solo io la posso infastidire. Quindi levati dal cazzo > > disse Andrè spintonando John lontano, mentre ghignava divertito
< < Non mi toccare, coglione > > disse John spintonandolo a sua volta < < puoi anche essere il principe, ma ricorda che a me non importa un cazzo > > gli ringhiò a bassa voce, Andrè ringhio  a sua volta e fece per saltargli addosso, ma Juliet lo prese per il braccio
< < Lascia stare, non ne vale la pena. Andiamo > > disse provando a trascinarlo via
< < Non finisce qua John > > ringhio Andrè e si lasciò trascinare da Juliet che lo portò ad un bar insieme a Lara e Lucas, si presero delle bibite e patatine e si misero seduti ai tavoli al bar
< < Da quanto vi conoscete? > > chiese Lucas
< < Da quando facciamo l'asilo. Abbiamo sempre fatto tutti insieme, in teoria dovevamo fare anche il liceo insieme, ma la madre di July ha deciso il contrario > > disse Lara sorseggiando la sua cioccolata calda
< < Quindi non vi siete più parlate? > > chiese Lucas confusa
< < No, ci sentiamo tutti i giorni > > disse Juliet, sotto il tavolo teneva la mano intrecciata a quella di Andrè, tentava di calmarlo per non dare altro spettacolo nel centro commerciale 
< < Allora perché tutta quella sceneggiata? > > continuò Lucas
< < Perché l'anno scorso sono stata a l'estero... > > disse Lara
< < Mi hai abbandonata > > borbottò Juliet mangiando le patatine e la guardò storto, tolse la mano da quella di Andrè e scese a fargli un grattino sul polso, lui quasi non si soffocò con la Coca-Cola che stava bevendo
< < Tutto apposto? > > chiese Lucas guardandolo confuso
< < Si, si tutto apposto > > disse Andrè con voce strozzata, Juliet ridacchiò divertita
< < Sicuro? > > continuò confuso
< < Sicuro... Stavate dicendo? > > chiese per sviare il discorso, mentre le pupille si dilatavano lentamente 
< < Che io e Lucas andiamo a farci un giro. Ciao > > disse Lara prendendo Lucas per il polso e iniziando a trascinarlo via, mentre faceva l'occhiolino a Juliet. I due rimasero da soli e subito Andrè la presi per i fianchi e la fece sedere sulle sue gambe
< < Se continui ti farò mia all'istante, davanti a tutti > > disse baciandole il collo, Juliet scoppiò a ridere
< < Non fare il cretino. Me la smetto, ma andiamo un po' in giro, odio stare ferma > > disse alzandosi
< < Ma mi sono appena messo seduto > > si lamentò lui non muovendosi di un centimetro
< < Dai pigrone > > disse lei tirandolo per il braccio
< < No, ora tu fai quello che voglio io. Mettiti qua seduta e stai buona > > disse prendendola per il polso e mettendola sulle sue gambe
< < Non ci penso proprio > > disse lei rialzandosi come scottata
< < Hai preso alla playstation, devi fare quello che voglio io, tutto il giorno > > disse ghignando divertito, Juliet sbuffò e si rimise seduta sulle sue gambe con il broncio < < non fare il broncio, tanto lo so che non ti dispiace stare sulle mie gambe > > continuò giocando con una ciocca di capelli, ma lei non gli rispose e volse la testa di lato frustandogli il viso con i capelli < < sai che molte ragazze darebbe oro per stare qua sopra? > > chiese lui divertito
< < Non mi importa. Io non sono molte ragazze > > disse lei continuando a non guardarlo, lui continuò a giocare con i suoi capelli sorridendo divertito
< < Lo so... Baciami > > disse lui divertito
< < Neanche per sogno > > 
< < Ti devo ricordare che hai perso? > > Juliet sbuffò, si girò e gli diede un bacio veloce
< < Fatto. Ora andiamo in giro? > > chiese lei facendo per alzarsi, ma lui la bloccò cingendogli la vita con un braccio e costringendola a stare sulle sue gambe
< < Questo non era un bacio > > disse lui divertito
< < Si che lo era. Si chiama bacio veloce, visto che non hai specificato quale io ho optato per questo > > disse lei annuendo con la testa per enfatizzare le sue parole, il ragazzo le prese il mento tra le dita, le girò la testa e la baciò dolcemente 
< < Quante cazzate dici > > disse lui divertito
< < Io non dico cazzate, io dico solo e soltanto la verità > > disse lei guardandolo storto, lui sorrise divertito e la baciò di nuovo, ma questa volta le mordicchiò e succhiò  il labbro inferiore < < Mh... Andrè > > disse lei allentandosi dalle sue labbra
< < Dimmi > > disse baciandola sulla mascella
< < Anche John è un demone? > > chiese cercando di guardarlo negli occhi
< < Si, è mio cugino di secondo grado > > disse passandosi una mano fra i capelli
< < A quanto pare neanche lui ti vuole > > disse lei iniziando a giocare con i suoi capelli
< < Dobbiamo per forza parlare di questo? > > sbuffò alzando gli occhi al cielo
< < D'accordo. Andiamo in giro > > chiese lei dolcemente alzandosi in piedi
< < Si andiamo > > la prese per mano e tornarono in giro per i negozi. Dopo un quarto d'ora entrarono dentro un negozio dove si divisero, Juliet andò subito nello spazio per donna doveva aveva visto un paio di jeans che le piacevano molto, mentre Andrè andò subito allo spazio per uomo doveva visto una camicia a scacchi bianca e nera. 
Juliet stava vedendo le taglie dei pantaloni alla ricerca della sua taglia quando una mano si posò sul suo fianco, mentre un'altra si mise sul lato del collo
< < Stai zitta umana. Non dire nulla finché non te lo dico io > > disse una voce che lei mai avrebbe potuto dimenticare
< < Perché altrimenti che fai? Mi picchi qua davanti a tutti? > > provocò lei
< < Vieni con me > > disse lui vicino al suo orecchio, fece per portarla via, ma lei non si spostò neanche di un millimetro
< < E se io non volessi? > > chiese lei con una smorfia, il ragazzo sospirò e la fece girare < < allora umana, vide quell'uomo con il cappotto nero e i jeans? > > disse continuando a stare dietro di lei
< < Ha i capelli castani? > > chiese lei vedendone due che rispecchiava la descrizione
< < Si > > disse il ragazzo facendo un cenno con la testa all'uomo che aprì leggermente il cappotto rivelando una specie di pistola < < guarda chi c'è là > > le prese il mento con una mano e lo girò di scatto dove stava Andrè, Juliet ringhiò < < vedo che hai capito. Ora vieni con me senza fare storia e al tuo fidanzatino non succederà nulla. Muoviti > > disse e iniziò a trascinarla verso il magazzino. Una volta dentro il ragazzo buttò a terra Juliet e le diede un calcio sullo stomaco che la fece andare a sbattere contro uno scaffale pieno di scatoloni, infatti alcuni le impiombarono addosso inondandola di vestiti. Il ragazzo la prese per il collo e l'alzò da terra
< < Cosa vuoi? > > ringhiò lei prendendo con entrambi le mani il polso della mano che la stava strangolando
< < Mh... Sai che abbiamo un sacco di tempo da passare insieme? > > disse il ragazzo ghignando divertito, la sbatte al muro e si avvicinò < < potrebbe essere divertente > > disse vicino al suo orecchio, le leccò un lato del collo e con la mano libera iniziò a stringerle il seno fino a farle male
< < ANDRÈ > > urlò Juliet più forte che poté, il ragazzo ringhiò, i canini diventarono più lunghi e la morse sul collo. Un dolore lanciante la percorse da testa a piedi, prima era come se centinaia di pugnali la infilzassero da tutte le parti per tutto il corpo, poi come se un fuoco ardesse dentro di lei bruciandole ogni fibra del corpo, poi ancora il gelo più assoluto che le ghiacciava le vene. 
Non sapeva se avesse urlato di dolore, tutto quello che ricordava era la porta del magazzino che si apriva di scatto e una forma nera in contro luce che l'osservava e poi tutto si fece a nero.
 
~Angolo dell'autrice~
 
Salveeee 😊
Allora che ne pensate di questo capitolo? Anche se non succede molto.... La piccola Juliet viene sempre rapita 😔 e chissà chi entra nel magazzino Andrè o un altro nemico.
Ringrazio giota123 che mi ha recensito lo scorso capitolo, chi mi ha messo tra le storie preferite, seguite e ricordate (non finirò mai di ringraziarvi *^* aumentate ogni volta *^*) e le lettrici silenziosi
Bacioni 💜❤️💜❤️

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Juliet si svegliò che stava su un morbido letto, avvolta da coperte pesanti. Aprì a fatica gli occhi, ricordava poco del giorno prima, ma al solo pensiero le veniva in mente solo il dolore lancinante del morso. Si guardò attorno e si trovò nella stanza di Andrè, tentò di alzarsi a sedere, ma un braccio intorno alla vita la fermò, si girò e trovò Andrè addormentato che la teneva stretta a se, il suo viso stava ad un soffio dal suo e ora il suo respiro le bagnava le labbra rendendole umide. Era leggermente più pallido del solito; la ragazza si girò su un fianco e iniziò a fissarlo, Andrè non sentendo più sotto il braccio tutto il corpo di lei iniziò a svegliarsi. Juliet gli iniziò ad accarezzargli i capelli più dolcemente possibile, lui si rilassò e tornò a dormire. Riprese a fissarlo e intanto gli accarezzò i lineamenti del viso con la punta del dito, l'unica volta che aveva accarezzato così il suo ex fidanzato, lui si era svegliato e aveva iniziato a urlarle contro che non doveva toccarlo mentre dormiva e subito dopo l'aveva picchiata. Qualcosa di caldo le accarezzò la guancia, l'alzò lo sguardo e vide Andrè che la guardava dolcemente
<< A cosa stavi pensando? >>  chiese dolcemente
<< Niente di importante >> disse stringendosi a lui e affondando il viso nel suo petto, solo allora di accorse che lui stava a petto nudo << non sei arrabbiato? >> chiese di getto, senza neanche pensare
<< Per cosa? >> chiese confuso mentre iniziava ad accarezzarle i capelli
<< Beh... Ecco... Io... Insomma... Ti stavo... Ecco >> iniziò a balbettare, si era resa conto che quello che aveva detto era un enorme stupidaggine, chi si poteva arrabbiare per essere accarezzato da una ragazza?
<< Juliet calmati, okay? Non sono arrabbiato per quello che stavi facendo, non ce n'è motivo. E poi chi si arrabbierebbe per cosa del genere? Eri dolce mentre lo stavi facendo, peccato che stavi pensando ad altro. Quindi dimmi a cosa stavi pensando >> disse continuando ad accarezzarle i capelli e tentando di alzarle in viso, ma senza successo
<< Te l'ho detto, niente in particolare >> disse lei contro il suo petto, ispirò a fondo il suo profumo e si calmò
<< Juliet se non me lo dici di tua spontanea volontà dovrò usare i miei poteri >> disse vicino al suo orecchio
<< Hai promesso che non avresti mai usato i tuoi poteri su di me >> disse sorridendo divertita
<< Ti protei sempre convincere che non ho usato i miei poteri >> disse dandole un bacio sulla tempia, Juliet sospirò rassegnata
<< Stavo pensando a quando stavo con Tom... Si... Arrabbiava per tutto... >> strinse le mani intorno alle sue spalle, alzò il viso e lo nascose nell'incavo del collo e della spalla dandogli un bacio sulla clavicola
<< Per questo credevi che fossi arrabbiato? >> chiese dolcemente e lei si limitò ad annuire << come facevi a stare insieme a quello? >> 
<< Su certe cose sono una completa idiota >> disse e gli diede un bacio sul collo
<< Meno male che lo ammetti >> disse lui divertito 
<< Cos'è successo ieri? >> chiese lei guardandolo finalmente negli occhi
<< Questo me lo dovresti dire tu. Io ti ho semplicemente trovata... In pozza di sangue con tagli e morsi dappertutto >> disse quasi ringhiando, gli occhi si scurirono di colpo 
<< Non ricordo cosa è successo... Ricordo solo il tizio dell'altra volta che mi porta nel magazzino, mi morde e... >> di colpo si ricordò tutto.
 
La figura inondata dalla luce che si avvicinava lentamente, era una ragazza mora con piccoli occhi scuri, si avvicinò con un sorriso a trentadue denti
<< Quindi è questa l'umana? >> chiese la ragazza, il ragazzo si allontanò mettendo fine a quella tortura, le diede un colpo sullo stomaco e Juliet cadde a terra, dentro sentiva come se si fosse scatenato un incendio
<< Si... Debole come tutti. Però il sangue è zuccheroso >> disse dandole un calcio sul addome
<< Che ne dici di giocarci un po'. In fondo quello sciocco deve capire che con noi non deve scherzare >> disse la ragazza abbassandosi verso di lei, le prese il mento tra le mani e la studiò per un momento, la costrinse ad alzarsi anche se lei non si teneva molto in piedi e la morse sulla spalla, Juliet urlò di nuovo. Quando la ragazza si allontanò Juliet cadde a terra contorcendosi per il dolore, mentre i due ragazzi ridevano divertiti. Poco dopo senti un altro dolore lancinante alla gambe ed un altro sul fianco, Juliet continuava ad urlare e cercava di chiamare Andrè, ma sembrava che nessuno la sentisse. Alla fine era svenuta. 
 
Juliet senza accorgersene iniziò a piangere, Andrè la strinse a sé e lei affondo il viso nel suo petto 
<< Tranquilla è tutto finito. Non ti lascerò più sola okay? Starò sempre insieme a te. Te lo prometto >> disse dandole un bacio sulla tempia. Dopo un quarto d'ora Juliet si calmò, l'alzò lo sguardo e lo baciò dolcemente
<< Promesso? >> chiese lei contro la sua bocca
<< Promesso >> ripeté lui contro la sua bocca e la baciò con passione
<< Cosa è successo alle miei ferite? >> chiese allontanandosi leggermente, addosso aveva solo una camicia azzurra scuro, ma non sentiva da nessuna parte dolore, era come se tutto fosse sparito
<< Ti ho fatto bere il mio sangue. Per gli umani ha proprietà curative... Ora è meglio dormire, tra un paio d'ore dobbiamo andare a scuola >> disse sorridendo dolcemente
<< Per forza? >> chiese lei con una smorfia
<< Ordini di mio padre >> sospirò 
<< Non è giusto >> borbottò lei con una smorfia
<< Lo so, dai adesso dormiamo. Non serve a nulla lamentarsi >> disse con un sospiro rassegnato, Juliet sbuffò ancora e si girò dall'altra parte
<< D'accordo. 'Notte Andrè >> 
<< 'Notte principessa >> disse dandole un bacio sul collo e subito dopo i due si addormentarono di schianto
 
La mattina dopo Juliet si svegliò con l'odore di caffè che le invadeva le narici, aprì gli occhi sbattendoli un paio di volte a causa della luce troppo forte. Dopo aver messo a fuoco trovò davanti a sé una tazza contenente un liquido scuro
<< Caffè >> disse sorridendo, allungò il braccio per prendere la tazza, ma qualcosa la fece allontanare, mugolò infastidita, si sporse per afferrarla, ma la tazza si allontanò ancora e lei si allungò ancora, ma perse l'equilibrio e si ritrovò con il sedere a terra con qualcuno che rideva divertito. Alzò lo sguardo e trovò Andrè che rideva come un matto che teneva in mano la sua tazza di caffè, si alzò in piedi e tentò ancora di prendere il caffè, ma Andrè lo spostò ancora, le mise un braccio intorno la vita e la tenne lontana, mentre lei tentava invano di prendere la tazza
<< Dai Andrè basta, poverina >> disse la voce divertita di Lucas
<< Caffè >> ripeteva Juliet agitando le braccia per perdere la tazza irraggiungibile, la tazza si tolse dalle mani di Andrè e si avvicinò a Juliet che la prese subito << caffè >> disse entusiasta, ne prese un sorso, era come le piaceva: nero e senza zucchero. La ragazza si girò verso Andrè e gli calpestò il piede e lui ebbe un brivido di dolore lungo tutta la schiena
<< Così ti impari a metterti in mezzo tra me e il mio amato caffè >> disse lei guardandolo storto, si girò e trovò Derek che sorrideva divertito, gli diede un bacio sulla guancia << grazie Derek >> continuò e si mise seduta sul letto per gustarsi al meglio il suo caffè
<< Se vuoi sul tavolo ci sono le ciambelle >> disse Lucas indicandogli un cenno della testa il tavolo davanti al divano
<< Ciambelle >> festeggiò Juliet andando al tavolo, il caminetto era accesso e la stanza era così riscaldata che Juliet non sentiva il bisogno di prendere il piumone e portarselo dietro. Si mise seduta per terra e prese una ciambella al cioccolato, gli diede un morso e qualcosa le colpì il viso facendo diventare tutto nero, girò la testa a destra e a sinistra, ma non vide nulla. Alla fine tutto tornò alla luce, qualcosa le cadde sulle gambe, abbassò lo sguardo e trovò la sua felpa nera con le orecchie da gatto  
<< Vestiti >> disse Andrè tirandogli dei pantaloni neri, Juliet sbuffò prese la roba, si vestì velocemente in bagno e poi continuò a mangiare gustandosi la ciambella << ti vuoi sbrigare. Sei lenta >> la sgridò lui, lei si girò e lo guardò male
<< Una buona colazione sta alla base di una buona giornata >> disse lei finendo il caffè 
<< Si va beh. Muoviti che sono venti alle otto >> disse lui andando verso la porta
<< Cazzo me lo potevi dire prima? >> disse lei scattando in piedi, corse da lui e passò un braccio sotto al suo così che stavano sotto braccio e appoggio la testa sulla sua spalla
<< Che ti prende? >> chiese lui confuso
<< Niente, perché? >> chiese lei guardandolo con occhi da cucciolo
<< Non mi piace quello sguardo. Che mi devi chiedere? >> disse sospettoso
<< Te l'ho detto niente. Se ti da fastidio vado da Derek o Lucas >> disse lei allontanandosi da lui, Andrè sbuffò e le circondò le spalle con un braccio. La ragazza l'abbracciò mettendogli le braccia intorno alla vita
<< Tu sei strana >> disse lui confuso, Juliet annuii e non disse nulla. Arrivarono alla macchina e tutte e quattro andarono a scuola insieme mentre ridevano e scherzano.
Arrivarono dieci prima del suono della campanella, studenti parlavano nel corridoio, qualche volta gli lanciavano delle occhiate e parlottavano tra di loro
<< Allora, quando hai intenzione di travestirti? >> chiese ghignando divertita
<< Adesso mi ci metto tranquilla >> disse lui con un sospiro
<< Se vuoi non farlo. Non importa >> disse lei con una scrollata di spalle
<< Tu farai comunque qualsiasi cosa? >> chiese lui speranzoso
<< Certo che no. Se non fai nulla io non faccio nulla >> disse lei sorridendo
<< Maledetta ragazzina >> sbuffò Andrè, si girò e se ne andò lasciando Juliet con Derek e Lucas
<< Dove va? >> chiese lei confusa
<< A cambiarsi >> disse Derek divertito, prese il cellulare e impostò la foto camera << non vedo l'ora di sfotterlo a vita >> continuò divertito
<< Tatiii >> disse Juliet saltellando verso l'amica
<< July >> disse lei abbracciandola << come mai stai con loro? >> chiese sottovoce indicando con un cenno della testa Derek e Lucas << non che la cosa mi dispiace, anzi... Solo che è un po'... strano >> disse lei confusa guardando Derek e abbassando subito lo sguardo arrossendo leggermente 
<< Lunga storia >> disse lei muovendo la mano come a scacciare una mosca. Iniziarono a parlare del più e del meno fino a quando non furono interrotti da un urlo di una ragazza, Juliet si girò e trovò Andrè vestito da donna, come aveva promesso, aveva sul viso un ghigno divertito, il trucco gli risaltava gli occhi e gli abiti gli stavano alla perfezione
<< Come cazzo fa ad essere così dannatamente sexy? >> chiese Juliet sgranando gli occhi
<< E pensa che è solo tuo Fino >> disse Derek ridendo divertito mentre gli faceva le foto, Andrè andò verso Juliet che lentamente camminava all'indietro verso il muro, alla fine si ritrovò intrappolata contro di lui
<< Qualsiasi cosa July, ricordatelo >> disse lui vicino al suo orecchio e poi le leccò il lobo
<< Vattene >> ansimò la ragazza, aveva le gote arrossate e le pupille si erano completamente dilatate annientando lo zaffiro
<< Perché? >> chiese divertito
<< Perché altrimenti ti stupro davanti a tutti. Vatti a cambiare >> disse lei sorridendo divertita, Andrè scoppiò a ridere 
<< Non mi dovevano vedere tutti? >> chiese divertito
<< Derek ha fatto tante di quelle foto che bastano per un book fotografico >> disse Juliet con il fiato corto, Andrè ghigno divertito si abbassò come se volesse nascondere il viso nell'incavo del collo e della spalla, ma si mise a mordicchiare e baciare la clavicola << giuro che ti uccido >> ansimò abbandonandosi completamente contro di lui e Andrè sorrise soddisfatto 
<< Ciao Andrè >> disse una voce accanto a loro, entrambi si girarono e trovarono una perfetta Barbie che guardava Andrè come se fosse un angelo sceso dal cielo e invece guardava Juliet con odio
<< Ciao Camilla >> sbuffò Andrè
<< Come mai sei vestito così? Non che la cosa mi dispiace visto che sei super sexy... >> disse la ragazza arrossendo
<< Non sono affari tuoi >> sbuffò, si girò verso Juliet << mi vado a cambiare? >> chiese divertito visto che la ragazza stava guardando male la nuova arrivata 
<< Assolutamente si >> ringhiò lei, Andrè sorrise e le diede un bacio sulla guancia
<< Come vuoi >> disse contro la sua pelle, le fece l'occhiolino e se ne andò sorridendo divertito. Qualche minuto dopo suonò la campanella e tutti corsero verso la propria classe comprese Juliet e Tati.
 
Andrè arrivò qualche minuto dopo di loro, i capelli scompigliati, la camicia messa malamente e il viso leggermente arrossato, si mise al suo posto continuando a ghignare divertito
<< Contenta? >> chiese lui divertito
<< Può darsi >> disse lei sollevando il mento
<< Qualsiasi cosa >> disse beffardo
<< Me lo ripeterai ogni cinque minuti? >> chiese alzando gli occhi al cielo
<< Così sono sicuro che te lo ricordi >> 
<< Me lo ricordo tranquillo >>
<< Ci penserò molto su cosa farti fare >> disse divertito
<< Come ti pare >> disse lei scrollando le spalle, si mise a disegnare per distrarsi e lui si mise ad osservarla rapito di come muovesse la matita con linee dritte e sinuose
<< Ho deciso >> disse all'improvviso Andrè
<< Dimmi >> disse lei tranquilla
<< Quello di italiano lo buttiamo fuori >> disse serio
<< Okay... Come? >> disse girandosi a guardarlo
<< Oggi c'è l'abbiamo in ultima ora vero? >> chiese pensieroso
<< Si >>
<< Bene... L'unica cosa che devi fare è restare qua con lui >> disse guardandola negli occhi
<< Cosa? >> chiese sconvolta
<< Fidati. Arriverò prima che ti faccia qualsiasi cosa >> disse circondandole il viso con entrambi le mani
<< No, non voglio rimanere sola con lui >> disse lei iniziando a tremare
<< Fuori dalla classe ci sarà Lucas. Basta che urli e lui entrerà subito >> disse sempre più serio
<< D'accordo >> disse lei anche se tremava leggermente
<< Non ti accadrà nulla >> continuò anche se sembrava che volesse più convincere sé stesso che lei. La ragazza annuii lo stesso e gli diedi un bacio sulla guancia
<< Non accadrà nulla >> disse sorridendo dolcemente
<< I due in fondo se dovete fare smancerie andatevene fuori >> disse la professoressa di chimica
<< Invidiosa prof? >> provocò Andrè sorridendo beffardo e allo stesso tempo provocò lo sconcerto della ragazza accanto a lui e di tutta la classe
<< Come? >> chiese la professoressa sconvolta
<< È invidiosa? Vorrebbe stare lei sotto le miei attenzioni? >> continuò beffardo, rilassandosi sulla sedia, aprì le gambe e mise un braccio sullo chiesa le della sedia di Juliet 
<< Come ti permetti? Vai subito dal preside >> urlò la donna rossa dalla rabbia, Andrè si alzò e fece l'occhiolino a Juliet << Juliet vai fuori anche tu >> disse mentre osservava il ragazzo uscire dalla porta
<< Ma io che c'entro? >> chiese la ragazza sconvolta
<< Ogni volta che spiego o che faccio qualcosa tu disegni. Deduco che non ti interessa la mia lezione. Quindi non mi far perdere tempo e vai fuori >> disse indicandogli la porta
<< Ma... >> 
<< Fuori >> urlò la donna, borbottando Juliet si alzò e andò fuori dalla classe. Una volta fuori andò a prendersi un caffè e dei biscotti alle macchinette, mangiò con calma e alla fine si mise seduta per terra davanti all'aula aspettando che la lezione finisse.
Dopo quella che sembrò un eternità finalmente la campanella suonò e lei entrò dentro fulminando con un occhiataccia la donna che però non parve darvi alcun peso. 
Il resto delle ore passarono e di Andrè non c'era ancora alcuna traccia, Juliet iniziò a preoccuparsi, forse era stato sospeso oppure erano stati convocati i suoi genitori e le cose sembravano andare per le lunghe.
Alla fine della quarta ora Andrè entrò in classe con un espressione che non faceva trapelare nessuna emozione. Si mise accanto a Juliet nella stessa posizione di prima -gambe larghe e braccio sopra lo schienale della ragazza- appena la lezione dalla quinta ora iniziò, Andrè, con la mano nascosta dal corpo della ragazza, iniziò ad accarezzarle la schiena come se volesse rassicurarla che non era successo niente
<< Cosa ti ha detto il preside? >> chiese girandosi verso di lui, ma il ragazzo non la degnò di uno sguardo e non alla rispose domanda, ma iniziò a farle un grattino sulla schiena, Juliet sospirò rassegnata, si rilassò e si godette il tocco della sua mano. Arrivò la sesta ora è Juliet tremò leggermente, così Andrè scivolò più vicino a lei
<< Andrà tutto bene >> sussurrò dandogli un bacio sulla spalla
<< Si >> disse lei sorridendo dolcemente scivolando più vicina a lui e il ragazzo le diede un bacio sulla tempia. La lezione passò con il professore che interrogò Juliet un'altra volta su letteratura italiana. La lezione finì tutti uscirono, uno fra i primi che uscì fu Andrè che più che camminare normalmente corse fuori, mentre Lucas fu l'ultimo. Il professore iniziò a dire che le avrebbe messo sette e continuò a parlare dell'esposizione ottima e altre cose. Juliet finì di fare lo zaino, se lo mise in precario equilibrio su una spalla e si mise davanti alla cattedra aspettando che finisse il suo monologo. Quando finì la ragazza fece per andarsene, non ne poteva più di stare li dentro, l'aria si stava consumando e la claustrofobia iniziava a farla sentire oppressa in quella stanza, ma il professore le strinse il polso con una mano e la bloccò
<< Il tuo fidanzato me la pagherà per quello che mi ha fatto >> ringhiò vicino al suo orecchio, la ragazza sobbalzò e lo zaino cadde a terra << ma posso chiudere un occhio se tu ti farai fare quello che voglio >> sussurrò suadente vicino all'orecchio, successivamente si allontanò sorridendo malizioso, Juliet sentì il sangue gelare nelle vene, le parole che voleva dirgli le si fermarono in gola formando un groppo che le impediva di fare qualsiasi cosa. L'uomo sorrise soddisfatto, la ragazza non si muoveva e non parlava, quindi la prese come una forma di assenso, la spinse al muro, con un movimento fluido le tolse la felpa, le strappo via il reggiseno e le bloccò le mani sopra la testa tenendole con una, mentre l'altra iniziò a percorrerle tutto il corpo. Le labbra dell'uomo sì scontrano con quelle della ragazza e per Juliet fu come una doccia fredda quelle labbra screpolate e fine erano nulla in confronto a quelle morbide e carnose del suo ragazzo. Iniziò ad agitarsi per liberarsi, ma senza alcun risultato, riuscì solo a liberare la bocca e ad urlare il nome di Andrè con tutto il fiato che aveva. Un instate dopo la porta si spalancò, Andrè con velocità sovrumana saltò addosso al professore e iniziò a picchiarlo, mentre Juliet cadde a terra, tremava come una foglia e il viso inondato dalle lacrime. Non capì nulla di quello che successo, sapeva solo che dopo un po' si era ritrovata tra le forti e rassicuranti braccia di Andrè che la stringeva forte a sé e che la bacia dolcemente per tutto il viso. La ragazza affondò il viso nel petto del ragazzo con le lacrime che le rigavano il viso senza poterle fermare. Lui la prese in braccio, la mise seduta su un banco, si mise in mezzo alle sue gambe per starle più vicino e la lasciò sfogare. Si calmò leggermente quando il giovane iniziò a dirgli parole dolci all'orecchio, iniziò ad accarezzarle i capelli e la schiena. Le lacrime le finirono di scendere, ma rimase comunque stretta ad Andrè
<< Vuoi andare a casa? >> chiese dolcemente dandole un bacio sui capelli, Juliet annuii, ma non lo fece allontanare
<< Non ho nulla >> borbottò stringendosi a lui, Andrè provò a prendere la felpa, ma era troppo lontana, persero equilibrio e finirono a terra. Juliet avvampò in viso e cercò di non guardarlo negli occhi
<< Se lo dovete fare almeno prendetevi una stanza >> disse Derek dalla porta 
<< Non fare l'idiota e prendi la felpa >> disse Andrè, si alzò a sedere tenendo la ragazza stretta contro il petto, la rimise seduta sul banco, Derek gli diede la felpa e lui l'aiuto a mettersi la felpa senza che nessuno vedesse qualcosa << andiamo >> disse alla fine prendendola per mano e se ne andarono
 
~ Angolo dell'autrice ~
Salveee 😊
Allora che ne dite? Finalmente quello di italiano non si vedrà più, anche se non si è visto molto... Faceva da presenza nella vita di Juliet.
Allora il prossimo capitolo arriverà molto più in là visto che oggi parto e vado all'estero, quindi non avrò tempo né per aggiornare ne per scrivere. Mi dispiace 😣 durante la vacanza cercherò di scrivere qualcosa promesso.
Allora ringrazio come sempre chi mi ha messo tra le storie preferite, ricordate e seguiti ( vi ADORO *^*) e le lettrici silenziose. Con questo è tutto
Bacioniiii 💜❤️💜❤️
 
P.s forse aggiornerò il 15 agosto o anche prima visto che torno il 9

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Uscirono tutti da scuola Juliet e André si tenevano per mano mentre Lucas e Derek stavano davanti a loro e non dicevano nulla. Arrivati al parcheggio si divisero, Lucas e Derek andarono ai motorino per tornare a casa mentre loro due salirono in macchina
<< Io non ho capito nulla. Cosa è successo? >> chiese lei mentre si metteva la cintura di sicurezza
<< Niente di che. Ho avvertito il preside di quello che stava succedendo e lui ha pensato a tutto >> rispose con una scrollata di spalle, aveva già acceso il motore e stavano andando all'uscita del parcheggio
<< Tu cosa? >> disse alzando la voce di un ottava e girandosi di scatto verso di lui con gli occhi sgranati
<< Tranquilla non lo verrà a sapere nessuno >> disse sorridendo dolcemente
<< Non dovevi farlo >> ringhiò lei stringendo le mani a pugno
<< Perché? >> chiese confuso
<< Non dovevi farlo e basta. Ma che ti è saltato in mente? >> disse iniziando a gesticolare
<< Mi è saltato in mente che dovevo aiutare in qualche modo la mia ragazza. Che dovevo fare? Sentiamo >> sbottò lui stringendo così forte il volante da far diventare le nocche bianche
<< Non lo so. Ma non dovevi dirlo a nessuno. Mi avevi promesso che non l'avresti detto a nessuno >> sbottò anche lei
<< Beh non sapevo cosa fare, mi è sembrata la caso più giusta, ma se a te non va bene allora la prossima volta non farò nulla, ti lascerò farti fottere da quello. Contenta così?>> sbottò senza mai guardarla, accelerò di botto raggiungendo i novanta chilometri orari, superando tutte le macchine troppo lente per lui
<< André vai piano. Per favore >> disse lei spingendosi contro il sedile per la paura, ma lui non l'ascoltò e continuò ad andare sempre più veloce, fingendo di vedere quanto fosse preoccupata Juliet << André il cane >> urlò lei spaventa, il ragazzo premette di colpo il freno e la macchina inchiodò di colpo e si alzò leggermente da terra. I due rimasero per alcuni secondi immobili con gli occhi puntanti sulla strada; il cane aveva attraversato tranquillamente la strada e ora era tornato a casa. 
Juliet fu la prima a muoversi, si tolse la cintura di sicurezza e corse fuori dalla macchina avendo un improvviso attacco di panico, l'aria l'era iniziata a mancare e il senso di correre più velocemente possibile, via da tutti, era aumentato a dismisura. Corse lontano dalla macchina, sentì André chiamarla usando il suo cognome e lei sentì, per qualche strano motivo, il cuore andarle in frantumi, l'aveva sempre chiamata per cognome non capiva perché si sentiva così, forse era perché oramai si era abituata ad essere chiamata per nome da lui, mentre ora era ritornato tutto come prima: lui la disprezzava e se ne fregava completamente di lei, godendo quando la vedeva soffriva. Le urla finirono e sentì la macchina allontanarsi sempre di più da lei. La ragazza si fermò, guardò dietro nella speranza di vedere che si era sbagliata, che in verità lui stava venendo verso di lei, ma invece vide la macchina girare l'angolo, le lacrime iniziarono a rigarle il viso lasciando una scia indelebile. Così decise di riprendere a correre, era stata stupida lo sapeva, ma non riusciva a tornare indietro per andare a casa di André e chiedergli scusa per il suo comportamento.
Arrivò alla stazione degli autobus e da lì prese il bus che l'avrebbe portata nell'unico posto dove sarebbe riuscita a calmarsi: il mare.
Durante il viaggio alcune lacrime continuarono a scendere, un anziana si mise accanto a lei
<< Dai che non è successo nulla, tutto passa e si sistemerà >> disse la vecchia mettendole una mano sulla coscia e sorridendole dolcemente, Juliet la guardò sorpresa, ma rispose al suo sorriso
<< Grazie, ma credo di aver combinato un bel casino. Non si sistemerà così facilmente >> disse facendo sparire il suo sorriso
<< Cos'è successo? >> chiese la vecchietta inclinando la testa di lato
<< Beh... Diciamo che il mio... Credo fidanzato mi ha aiutato con un problema e io invece di ringraziarlo gli sono andata addosso dicendogli che non mi doveva aiutare e cose del genere. Sono un idiota, lo so >> disse lei quasi senza rendersene conto, aveva bisogno di sfogarsi e l'anziana era stata la prima a rivolgergli la parola, quindi tutto le era uscito di getto
<< Non ti preoccupare, basterà chiedergli scusa. Sei una ragazza tanto bella, sono sicuro che tutti si risolverà. Sarebbe un bel peccato perdere una ragazza come te >> disse sorridendo dolcemente
<< Grazie >> disse lei non sapendo cosa dire
<< Sai quando avevo la tua età mi veniva dietro tanti bei ragazzi... >> e così iniziò a raccontargli tutta la storia della sua vita, Juliet si chiuse in se stessa e mille pensieri iniziarono a girarle nella mente.
Arrivò al mare e iniziò a passeggiare con per la spiaggia deserta, il mare le bagnava i piedi e i granelli di sabbia si incartavano tra le dita dei piedi facendole sentire un leggero solletico. Verso l'ora di pranzo iniziò a correre più veloce che poteva, le lacrime continuavano a rigarle il viso senza che lei sapesse controllarle. Continuò a correre fino a quando non le cedettero le gambe e crollò a terra con i polmoni che le bruciavano, non sapeva doveva trovò la forza, ma iniziò a gridare frustrata del fatto che tutti i suoi pensieri finivano sempre e comunque ad André. Si raddrizzò e si mise ad osservare il mare, le sembrava che tutto le stette sfuggendo di mano, che non riusciva più controllare nulla. Era mai possibile che tutto fosse cambiato nel giro di poche settimane? Che il ragazzo che prima tanto odiava, che avrebbe dato qualsiasi cosa per non doverlo più vedere, per averlo più lontano possibile ora era diventata la prima persone a cui pensava appena apriva gli occhi la mattina, che voleva che stesse sempre insieme a lei e che non la lasciasse sola neanche per un momento. Non era giusto, non doveva cambiare tutto così velocemente; già aveva dovuto subire il cambiamento del divorzio e ci aveva messo un bel po' per riprendersi, ora invece le stava succedendo una dopo l'altra, non ne poteva più. Sospirò tentando di togliersi tutto quel peso che sentiva addosso, si guardò intorno e trovò un uomo seduto su una sedia che stava disegnando il paesaggio, fece un altro respiro profondo e andò da lui, aveva un bisogno urgente di disegnare
<< Ehm... Salve.. Mi potrebbe dare un foglio e una matita, per favore >> chiese gentilmente, l'uomo la guardò con un misto di sorpresa e confusione
<< Ehm... D'accordo >> disse alla fine l'uomo porgendole ciò che gli aveva chiesto
<< Grazie >> disse sorridendo felice, solo in mano quella roba la faceva sentire più leggere, si mise seduta sulla sabbia e iniziò a disegnare facendo vagare i pensieri. Alla fine si ritrovò davanti il ritratto di André, anche se lo aveva fatto a forma d'angelo che si innalzava in volo verso il cielo con lo sfondo di un piano roccioso intorno. Dopo averlo osservato per alcuni minuti iniziò a perfezionarlo e fargli una specie di cornice, di linee intrecciate tra di loro, lungo tutto il bordo. Quando finì la cornice riprese a fissare il foglio
<< È il tuo ragazzo? >> chiese l'uomo incuriosito
<< Ehm... Si... Cioè no, non lo so >> disse alla fine con una scrollata di spalle
<< Ti piace? >> chiese l'uomo senza distogliere lo sguardo dal foglio davanti a lui
<< Non lo so >> disse lei iniziando a sentirsi a disagio
<< Adolescenti... Rendono difficile ciò che non lo è >> borbottò << quando stai con lui stai bene? Ti senti, diciamo, al sicuro? >> chiese leggermente spazientito
<< Si >> ammise
<< E allora dove sta il problema? Chiedigli di uscire e poi si vedrà. Non capisco perché le donne vogliono sempre che sia l'uomo a fare la prima mossa >> disse lanciando uno sguardo al mare e poi al disegno e Juliet senza sapere il motivo scoppiò a ridere << ora mi piaci. Le ragazze quando ridono sono meravigliose, avete davanti tutta una vita, che senso ha riempirvi di problemi ora?! >> disse sorridendo dolcemente e Juliet rispose con un sorriso felice
<< Grazie ehm... Come si chiama? >> chiese continuando a sorridere
<< Dammi del tu. Io sono Marco... Che ne dici di fare un altro disegno? Sai conosco una persone che sarebbe interessata al modo in cui disegni >> disse continuando a sorridere
<< Che intende.. Cioè che intendi? >> chiese curiosa
<< Conosco una persone che ha una galleria che mi detto che vorrebbe trovare un nuovo artista giovane per la sua galleria >> disse sorridendo dolcemente
<< Davvero? >> chiese lei con gli occhi sgranati per la sorpresa
<< Davvero. Ti dò il mio numero così quando vuoi posso fartelo incontrare e magari gli potresti far vedere altri tuoi disegni >>
<< Ehm... D'accordo >> disse sorridendo, l'uomo gli diede il numero e lei lo salvò, iniziarono a parlare del più e del meno e intanto disegnavano. Alla fine Juliet si ritrovò a disegnare il paesaggio intorno a lei con André in mezzo al mare, di spalle con la testa rivolta verso di lei mentre ghignava divertito. Le venne voglia di gridare di frustrazione, era mai possibile che lui doveva apparire dappertutto?! Si alzò di scatto, mise il foglio piegato in quattro nella tasca posteriore dei pantaloni, salutò l'uomo e andò al supermarket più vicino che trovò, là comprò una cassa di birra da sei bottiglie di vetro decisa a volersi dimenticare di tutto. Andò in giro per la città finché non trovò un parco semivuoto, si mise in posto un po' isolato e iniziò a bere una birra dopo l'altra senza darsi un minimo di sosta. Verso le dieci di sera iniziò ad andare in giro completamente ubriaca, in mano aveva una bottiglia mezza piena. Mentre camminava barcollava da una parte all'altra del marciapiede -quasi finendo in mezzo alla strada dove non facevano altro che passare macchine- e quando cadeva a terra scoppiava a ridere. Stava in giro dal quasi un'ora quando incontrò un gruppo di ragazzi che scherzano e ridevano tra di loro, Juliet andò verso di loro, in particolare verso un ragazzo che le ricordava André
<< André >> gridò con voce impastata, verso un ragazzo biondo con gli occhi verdi, appena gli fu vicina gli allacciò le braccia intorno al collo e appoggiandosi completamente su di lui
<< Ciao piccola >> disse il ragazzo ridendo divertito, gli mise le mani sui fianchi per non farla crollare a terra
<< Chi sono loro? >> chiese guardandosi un po' intorno
<< Miei amici. Che posso fare per te? >> chiese il ragazzo biondo continuando a sorridere divertito
<< Mh... Mi dispiace per prima. Non volevo dirti tutte quelle cose... Mi perdoni? >> chiese con gli occhi leggermente lucidi
<< Ehm... Non importa, è tutto apposto >>
<< Allora baciami >> disse sorridendo divertita, il ragazzo le prese le braccia e le tolse dal suo collo, mentre lei lo guardava confuso
<< Prima voglio il tuo cellulare >> disse sorridendo dolcemente, Juliet scoppiò a ridere 
<< Non me lo distruggerai un altra volta, vero? >> chiese lei divertita
<< No. Dammelo >> disse sbuffando
<< Mh... Prendilo >> disse lei prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans, iniziò ad allontanarsi da lui, ma il ragazzo la prese per il polso e la fece tornare addosso a lui, le sfilò il cellulare di mano
<< Rimani con loro >> disse il ragazzo iniziando ad allontanarsi
<< Non li conosco. Non mi piacciano. Voglio stare insieme a te >> disse stringendosi di più contro di lui
<< Ci starai per poco, tranquilla >> disse e si allontanò. Juliet borbottò contrariata e portò le labbra sulla bottiglia con l'intenzione di bere, ma qualcuno gliela strappò di mano
<< Basta bere. Poi ti senti male e dobbiamo portarti in ospedale >> disse un ragazzo con i capelli castani, prese un sorso di birra e passò la bottiglia agli altri del gruppo
<< La mia birra >> disse lei allungandosi per prenderla, ma i ragazzi appena ne prendevano un sorso la passavano ad un altro che stava lontano da lei. Il ragazzo con i capelli castani la prese per i fianchi e la strinse a se
<< Ti fa male. Che ne dici di fare un gioco? >> chiese quasi dolcemente
<< Che gioco? >> chiese lei girandosi verso di lui, il ragazzo ghignò divertito
<< Questo >> disse e la spinse indietro, altre mani la presero e la spinsero di lato e così iniziò ad essere spinta da una parte all'altra. Juliet chiuse gli occhi, il mondo iniziò a girarle intorno e l'essere spinta da una parte all'altra non la faceva sentire meglio. Alla fine delle braccia la strinsero intorno alla vita
<< Idioti, così si che si sente male >> sbottò il ragazzo biondo di poco prima
<< André. L'avevo detto che non mi piacevano >> disse lei stringendosi a lui
<< Ci stavamo solo divertendo e sù >> sbuffò un ragazzo
<< Andate al pub, aspettatemi lì >> disse il biondo e i ragazzi sbuffando se ne andarono. Rimasero solo loro due, si misero seduti per terra e Juliet iniziò a comportarsi come una bambina di cinque anni facendo quasi impazzire il ragazzo. Dopo mezz'ora una macchina accostò vicino a loro e scese il vero André, che corse subito da Juliet che stava gattonando verso la strada, la prese per i fianchi la fece mettere dritta e la strinse a se
<< Adesso basta principessa >> disse con un misto di dolcezza e irritazione
<< Lasciami >> disse lei iniziando a dibattessi
<< Grazie che ti sei preso cura di lei fino adesso >> disse André al ragazzo sorridendo 
<< Figurati. Anch'io ho una ragazza e so che significa trovarla in queste condizioni >> disse lui passandosi una mano tra i capelli
<< Grazie comunque >> disse concentrandosi su Juliet che continuava a dibattersi
<< Lasciami... Devo fare pipì >> disse lei con voce innocente
<< Non ti fidare, ha fatto pure a me lo stesso scherzo per andare in mezzo alla strada >> disse il ragazzo preoccupato
<< Okay. Principessa che ne dici se ti compro un gelato? >> disse André sorridendo divertito, non l'aveva mai vista comportarsi come una bambina e questo lo divertiva molto
<< Siiii, gelato, gelato >> disse lei battendo le mani felice
<< Saluta il ragazzo e poi andiamo a prendere il gelato >> disse André dandole una pacca sul sedere
<< Ciao tizio >> disse lei sorridendo divertita << ora gelato >> 
<< Sali in macchina >> disse André divertito e Juliet obbedì 
<< A saperlo che era così semplice >> borbottò il ragazzo << ci vediamo >> disse salutando con cenno di mano, André sali in macchina le mise la cintura di sicurezza e poi partì
<< Se devi vomitare fallo fuori dal finestrino e fai la brava, non toccare nulla, altrimenti niente gelato >> disse puntandogli l'indice contro
<< D'accordo >> disse lei mettendosi seduta composta con le mani in grembo
<< Brava principessa >> disse lui sorridendo divertito, accese il motore e partirono, poco dopo Juliet stava già dormendo.
 
La mattina dopo Juliet si svegliò con la testa che le stava per scoppiare da un momento all'altro, si strinse di più tra le coperte che la coprivano e nascose il viso sotto di esse
<< Avanti principessa, è ora di alzarsi >> disse qualcuno ad alta voce così che lei sentii un acuta fitta di dolore alla testa ed emise un verso contrariato << principessa oggi è martedì, quindi dobbiamo andare a scuola. Ora alzati che non voglio fare tardi a causa tua >> continuò André scuotendola per una spalla
<< Lasciami stare. Oggi sto male, non mi rompere >> si lamentò stringendosi ancora di più 
<< Così ti impari ad ubriacarti in quel modo. Ma che ti è saltato in mente? >> sbraitò e Juliet se lo immaginò con le mani sui fianchi
<< Non lo so. Sono idiota contento? E visto che sono idiota è inutile che vado a scuola. Rimango qua >> ci fu un momento di silenzio in cui Juliet pensò che se ne era andato, invece sentii le coperte muoversi in lontananza e poi le labbra di André si scontrarono con le sue. Juliet si abbandonò completamente a lui come se fosse la cosa più naturale al mondo; approfondirono sempre di più il bacio rimanendo quasi senza fiato. André si spostò sopra di lei e iniziò a baciarle il collo, il petto coperto solo da un reggiseno celeste di semplice stoffa
<< Non lo fare più >> disse mentre le baciava una parte del seno non coperto dal reggiseno, Juliet iniziò a giocare con i suoi capelli scordandosi di ogni cosa, anche del mal di testa martellante
<< Cosa? >> riuscì a chiedere in un momento di lucidità, André scese a baciarle il ventre
<< Non devi più bere e non ti devi allontanare da me senza preavviso >> disse dandole un leggero morso sul fianco, risalì e iniziò a baciarle il collo con i canini più lunghi che le graffiavano la pelle << intesi? >> chiese mordicchiandole il lobo, Juliet si lasciò sfuggire un gemito << allora? >> chiese ancora sfiorando appena le sue labbra, Juliet provò a baciarlo, ma lui si allontanò aspettando la sua risposta
<< Si, d'accordo >> disse lei spazientita, riprovò a baciarlo, ma lui ghignò maligno e si alzò di scatto andando verso i divani
<< Bene, ora vieni a fare colazione >> disse senza girarsi a guardarla, Juliet fece una smorfia, al solo pensiero di mangiare le veniva la nausea
<< Non mi va di mangiare >> disse, ma se ne penti subito quando incontrò lo sguardo gelido di André che sarebbe stato capace di congelare l'intero Pacifico
<< Alzati dal quel letto e vieni a mangiare >> ringhiò, gli occhi rossi prima pieni di passione ora erano pieni di rabbia, che le mettevano solo paura, ma la ragazza non lo diede a vedere e sostenne il suo sguardo con il cuore che le batteva a mille
<< Non mi puoi costringere >> disse lei cercando di imitare il suo sguardo, ma con scarsi risultati
<< Farai qualsiasi cosa che ti dirò senza battere becco >> disse iniziando ad avvicinarsi al letto
<< Cosa? >> chiese confusa alzandosi a sedere
<< Ti ricordi? La sfida, io mi travestivo da femmina e tu avresti fatto qualsiasi cosa ti avessi chiesto. Ecco il qualsiasi cosa ora è che farai qualsiasi cosa ti dico e tu non dovrai obbiettare, lo farai e basta >> disse arrivando ad un soffio da lei
<< Solo per oggi >> disse lei alzando il mento trovando da chissà dove il coraggio, André ghignò divertito alzò l'indice e fece segno di no
<< Dovevi dirlo che era solo per un giorno, ma non l'hai detto, quindi tutto questo durerà fino a quando non mi stuferò >> disse divertito
<< No... Non... Ti prego cambia idea >> disse con le lacrime agli occhi, si ricordava cosa era successo con l'ultimo ragazzo che le aveva detto quelle cose e non voleva vivere di nuovo quella situazione: stava male tutti i giorni e viveva praticamente nel terrore di fare anche solo un passo. Lui non poteva fargli una cosa del genere, iniziò a singhiozzare
<< Tranquilla, non sono come quell'idiota, non ti farò mai del male >> disse come se le avesse letto nel pensiero, le spostò una ciocca di capelli e con il pollice iniziò ad accarezzarle la guancia
<< Invece si. Alla fine va sempre a finire che io soffro tutti si divertono. Sarò sempre io quella che alla fine verrà usata e poi gettata come un giocattolo... Io... Non voglio essere usata, non vo... >> non fece in tempo a finire che lui la baciò dolcemente, Juliet aveva iniziato a piangere, le lacrime le bagnavano il viso mentre André con i pollici tentava di asciugarle. Il ragazzo provò ad approfondire il bacio, ma lei non rispose, si staccò, ma rimase comunque ad soffio dalle sue labbra
<< Non farò mai quello che ti ha fatto quello. Mai. Non ti userò mai come un giocattolo. Non ti farò mai del male, soprattutto fisico. Mai. Mai >> disse guardandola negli occhi, Juliet lo osservò, singhiozzò
<< Non posso crederti, André >> disse scoppiando in una nuova ondata di lacrime
<< Provaci... Non ti farò mai nulla >> disse appoggiando la fronte sulla sua, Juliet non disse nulla, il corpo su scosso da una serie di singhiozzi, affondò il viso contro la sua spalla e pianse mentre lui la teneva stretta a se e le accarezzava la testa
<< Cambia... Ti prego >> disse tra un singhiozzo e all'altro
<< Mi dispiace. Non posso. Devo assicurarmi che non farai nulla di stupido. Ero così preoccupato ieri. Non sapevo dove stavi, non rispondevi alle mie telefonate ne a quelle dei ragazzi, ho pensato al peggio. Quando mi ha chiamato quel ragazzo e mi detto che stavi male mi sono così preoccupato, non pensavo di trovarti così ubriaca... Non provarci più >> sussurrò lui strofinando la punta del naso contro il suo collo. Rimasero così alcuni minuti, poi Juliet si alzò e si chiuse in bagno, si sciacquò il viso togliendosi le ultime lacrime, il mal di testa le tornò più forte di prima e un conato di vomito la fece piegare in due davanti al water dove iniziò a vomitare tutta la birra che si era bevuta la sera prima. Dopo dieci minuti finii di rigettare e tornò al lavandino per sciacquarti la bocca, si truccò mettendosi fondotinta, correttore per nascondere le occhiaie, la cipria, un po' di fard per darsi più colore in viso, la matita nera e mascara, tentò di pettinarsi con le dita i capelli, ma con scarsi risultati visto che erano pieni di nodi. Si guardò allo specchio e immediatamente diventò rossa come un peperone visto che era solo in intimo, maledisse mentalmente André. Decise che sarebbe rimasta per il resto della sua vita chiusa in bagno, ma i suoi piani andarono in frantumi quando André iniziò a bussare alla porta
<< Juliet stai bene? >> chiese preoccupato, la ragazza si morse il labbro inferiore per non rispondere, non aveva coraggio di rispondergli e iniziò a fissare la porta << Juliet devo entrare a fare il gioco del dottore come ho fatto ieri? >> chiese divertito
<< Vaffanculo André >> urlò di scatto, se ce l'avesse avuto davanti probabilmente gli avrebbe anche dato uno schiaffo
<< Deduco che stai bene >> continuò divertito
<< Vattene >> gli urlò arrabbiata anche se stava sorridendo divertita
<< Perché? È camera mia >> disse lui sempre più divertito e Juliet se lo immagino mentre incrociava le braccia al petto e sorrideva divertito
<< Va all'inferno >> disse incrociando lei stessa le braccia al petto
<< Ci vado solo se esci dal bagno e vieni a fare colazione >> disse lui serio, Juliet sbuffò, non ne poteva più, non capiva perché la volesse costringere a mangiare, uscì come una furia dal bagno e lo trovò appoggiato allo stipite dalla porta con le braccia incrociate al petto che la osservava divertito
<< Ma si può sapere che diamine vuoi? Se non voglio mangiare sono problemi miei non tuoi >> gli ringhiò contro
<< L'hai detto pure tu, la colazione è il pasto più importante della giornata >> disse facendo cadere le braccia lungo i fianchi
<< Quello era solo per farti stare zitto >> disse lei alzandosi sulle punte per guardarlo negli occhi senza dover tirare indietro la testa, ma pure da quella posizione doveva comunque tirarla po' indietro
<< Davvero... Nana? >> chiese lui divertito
<< Nana a chi? Sono uno e settanta, quindi nana vallo a dire a qualcun'altra >> sbottò
<< Allora posso dirlo alle tue tette che sono praticamente microscopiche >> disse divertito, le mise le mani sui fianchi e Juliet divento di nuovo rossa e si ricordò che il giorno prima non aveva il reggiseno addosso quando si era ubriacata
<< Non osare dire una cosa del genere >> lo minacciò puntandogli il dito contro
<< Altrimenti? >> provocò
<< Ti picchio >> disse senza riflettere sulla risposta e lui per tanto scoppiò a ridere
<< Dai te ne puoi inventare una migliore >> disse divertito
<< Dico sul serio, ti picchio e poi ti castro >> disse lei divertita
<< E cosa mi impedirebbe di fermarti? >> 
<< Il fatto che mi hai promesso che non avresti mai fatto del male >> disse sorridendo soddisfatta infatti dal viso di André scompari il sorriso divertito e contrasse la mascella
<< Vai a mangiare >> disse alla fine
<< Non mi va >> 
<< Non costringermi ad usare lo stesso metodo che adotto con la mia sorellina quando fa i capricci >> minacciò sorridendo divertito
<< Che dolce hai una sorella più piccola. La voglio conoscere >>
<< La conoscerai. Ora mangia che il caffè oramai sarà diventato freddo >>
<< Quante volte te lo devo dire, non voglio mangiare... Se proprio insisti prenderò un caffè a scuola, ma ora proprio non mi va >> André sospirò rassegnato
<< Mi costringi alle maniere forti >> disse abbassando lo sguardo sul pavimento ma sorridendo divertito
<< Cosa vorrest... >> non fece in tempo a finire la frase che André la prese, se la mise su una spalla e la buttò gentilmente, ma anche con forza sul divano e mise a cavalcioni sopra di lei e iniziò a farle il solletico. Juliet come sempre iniziò a dibattersi e tentare di scappare, ma senza risultati. Alla fine si ritrovò a supplicarlo di lasciarla andare perché non riusciva più a respirare
<< Solo se mangi qualcosa >> disse lui sorridendo divertito
<< D'accordo, d'accordo, mangio >> disse con il fiato corto, André smise di farle il solletico, ma non si smosse da dove stava
<< Bene >> prese qualcosa dal tavolino lì accanto e gli porse un cornetto al cioccolato << iniziamo con questo. Tutto mi raccomando >> disse mettendoglielo davanti alla bocca
<< Va bene, ma spostati >> disse provando a smuoverlo da sopra di lei, ma senza risultati 
<< No, mangia e poi mi sposto >> Juliet sbuffò e iniziò a mangiare. Arrivò fino a metà cornetto poi non c'è la fece più a mangiare
<< Basta, sono piena >> disse passandosi una mano sullo stomaco fin troppo pieno
<< D'accordo >> disse sospirando << immagino di non potermi aspettare altro >> la guardò intensamente << nemmeno un altro morso? >> chiese speranzoso, ma lei scosse la testa << va bene, vestiti >> disse spostandosi da sopra di lei e Juliet corse a vestirsi si mise una maglietta a scacchi nera e bianca a maniche lunghe, i soliti jeans e gli stivaletti bassi neri
<< Devo proprio andare? >> chiese lei seccata
<< Si >> disse abbracciandola da dietro
<< Perché? Se mi prendo un giorno nessuno se ne accorgerà >> sbuffò
<< Me ne accorgerei io. E poi non so se riuscirò a restare vivo in quel inferno... Senza di te >> disse baciandole la spalla, con quelle parole il cervello di Juliet si spense e l'unica cosa che contava in quel momento erano i suoi baci sul collo e le mani che le percorrevano tutto il corpo fino all'interno coscia. Dopo svariati minuti André si allontanò senza dire nulla, la prese per il polso e la trascinò verso l'uscita, Juliet non disse nulla solo perché sospettava che la causa del suo allontanamento fosse il suo collega in mezzo alle gambe. 
Arrivati a scuola il cortile era già mezzo vuoto. André l'aiuto a scendere dal motorino e iniziò a trascinarla verso la scuola, ma la ragazza puntò i piedi per terra e si bloccò
<< Che succede? >> chiese confuso
<< Ehm... Ecco... Io... >> fece un profondo respiro << ti volevo ringraziare per quello che hai fatto ieri e scusami per come mi sono comportata in macchina, mi dispiace. Ecco tutto, ora andiamo >> disse tutto di un fiato, riprese a camminare a testa bassa sperando che André la seguisse senza dire nulla, ma ovviamente lui la fermò, le alzò il viso e la baciò dolcemente, si staccò e sorrise
<< Ora possiamo andare >> disse e ricominciò a trascinarla per tutta la scuola. Arrivati davanti alla classe si allontanarono subito, anche se continuarono a sorridere come due ebeti.
Juliet si avvicinò a Tati e Bea sorridente come mai prima, mentre andava notò che i ragazzi la guardavano in modo strano e le ragazze in modo disgustato 
<< Ciao ragazze >> disse lei continuando a sorridere
<< Scusa, ma dobbiamo andare >> disse Bea cercando di prendere sotto braccio Tati e trascinarla via, ma la ragazza rimase accanto a Juliet << fa come ti pare, io non voglio avere niente a che fare con lei >> disse e se ne andò lasciando senza parole Juliet
<< Cosa... Cosa le prede? >> chiese Juliet confusa
<< Ehm... July... Mi dispiace tanto, non sai quanto mi dispiace >> disse Tati iniziando ad agitarsi
<< Che succede? >>
<< Ehm... Qualcuno ha messo in giro la voce che sei una puttana e che la tua ultima vittima è stato quello di italiano >> disse senza guardarla negli occhi e torturandosi le mani. Juliet rimase ad osservarla con la bocca aperta
<< Cosa? >> sussurrò spaesata, l'aria iniziò a mancarle, il mondo iniziò a girare e tutto intorno a lei stava iniziando ad andarle addosso 
<< July... Stai calma. Niente panico >> disse Tamara cercando di calmarla, Juliet si appoggiò al muro e si mise le mani tra i capelli << July, ti ricordi i giochi-esercizi che facevamo quando ti venivano gli attacchi di panico? Che ne dici di farne uno? >> chiese dolcemente, la ragazza la guardò e alla fine annuii, si misero sedute per terra e iniziarono a fare un gioco. Juliet ci mise una ventina di minuti prima di calmarsi, dopo dieci minuti era arrivato André furioso che voleva parlare con Juliet, ma Tamara glielo impedì dicendo che prima doveva calmare la ragazza per non farla scoppiare in un altro attacco di panico. La campanella era suonata da un quarto d'ora così Tamara torno in in classe mentre loro due rimasero in corridoio, André l'abbracciò e Juliet affondò il viso nella sua spalla
<< Chiunque sia stato la pagherà tranquilla >> disse lui dandole un bacio sulla fronte, Juliet annuii e rimasero così per un po', alla fine ritornarono in classe e passarono le prime tre ore a tenersi per mano sotto il banco.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊 finalmente sono tornata (anche se darei oro per stare ancora in spiaggia, con il caldo opprimente della Spagna, per stare tutto il tempo in acqua *^* e non dover fare stupidi compiti -.-")
Comunque che ne pensate del capitolo? Non è granché lo so, ma non riesco a fare di meglio 😔 ( la mia mente sta ancora in vacanza, chiedo scusa ). Allora fatemi sapere qualsiasi casa
Ringrazio giota123 che mi ha recensito nello scorso capitolo e tutte e 43 le persone che mi hanno messo tra le ricordate, preferite e seguite
A presto 
Bacioniiii 💜❤️💜❤️

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Quando suonò la campanella della ricreazione Tamara fece per andare verso Juliet, ma fu presa da Bea che trascinata via, così che Juliet si ritrovò a passare la ricreazione con André, Derek e Lucas, non che le dispiacesse, ma ci era rimasta male per come si era comportata Beatrice. Durante l'intervallo qualche ragazzo aveva lanciato quel che sguardo verso Juliet, ma lei fece finta di nulla, qualcuno cerco di avvicinarsi, ma vedendo gli sguardi omicidi di André battevano in ritirata, mentre le ragazze la guardavano tutte schifate e anche lì cercava di non farci caso. Quando suonò l'ultima campanella Juliet tirò un sospiro di sollievo, tutto era finito, poteva ritenersi in salva... Per ora. Quel pomeriggio André avrebbe avuto gli allenamenti di calcetto a scuola, così lei fu costretta a rimanere, passò un po' di tempo in biblioteca per leggere nel tavolo più lontano ed isolato di tutti, non voleva nessuno accanto già sapendo che le avrebbero detto qualcosa di sconveniente. I ragazzi la guardavano, bisbigliavano tra di loro e poi la guardavano di nuovo schifati. Dopo dieci minuti si alzò e andò in bagno decisa a rimanerci fino a quando André non avrebbe finito gli allenamenti. Si chiuse dentro un bagno e si mise seduta sulla tavoletta del water, sentì qualcuno che entrava nel bagno e una voce femminile che scoppiava a ridere
<< Dai fermati. Non stavi insieme alla Fino? >> disse una voce stridula, la ragazza puntò gli occhi verso la porta come se potesse vederci attraverso
<< Scherzi? Quella rimarrà zitella a vita. È solo un giocatolo con cui mi sto divertendo. Non mi importa di lei, voglio solo portarmela a letto per vedere com'è. Magari sfotterla pure dopo >> disse la voce di André. Juliet rimase a boccheggiare, non poteva essere reale, no di sicuro si stava sbagliando, non poteva essere lui
<< Meno male. Mi stavo preoccupando, credevo che ti fossi stancato di me, André >> disse la ragazza e Juliet si sentì distrutta in mille pezzi, si diede della stupida da sola, per la seconda volta era stata tradita, ma che si aspettava? Che il suo peggior nemico si mettesse con lei e vissero felice e contenti? No, era del tutto impossibile, lui era solo il nemico da cui si doveva difendere e invece lei gli aveva dato il cuore così ora era di nuovo distrutta, ma questa volta non c'è l'avrebbe fatta a sopravvivere. Lo doveva vedere tutti i giorno, era il suo compagno di banco, probabilmente anche solo guardarlo l'avrebbe fatta vergognare della sua stupida scelta, cosa avrebbe dato per cancellare il giorno in cui lei gli aveva raccontato del professore di italiano
<< Non mi potrei mai stancare di te >> disse lui e sentì la porta del bagno accanto chiudersi e schiocchi di labbra che si scontravano. Juliet approfittò di quel momento per uscire silenziosa dal bagno e andare verso casa sua. Le lacrime le rigavano il viso, si sentiva distrutta in mille pezzi, non poteva ancora crederci a quello che le aveva detto, non poteva credere che per lui veramente lei non contava nulla. Arrivò al cortile con le lacrime che continuavo a rigarle il viso quando sentì la sua voce chiamarla, ma lei non si firmò continuo ad andare avanti facendo finta di nulla; sperò che lui non la seguisse e che la lasciasse in pace, ma invece lui le corse dietro e la fermò afferrandole il polso
<< Fermati. Che succede? >> chiese preoccupato
<< Lasciami >> ringhiò cercando di liberarsi dalla sua stretta
<< No. Dimmi che succede >> disse facendola girare verso di se e lei gli diede uno schiaffo in pieno viso lasciando così il segno delle cinque dita e lui senza parole
<< Vallo a chiedere alla troia che stavi scopando in bagno. Tanto io per te sono solo un giocattolo no? >> disse spingendolo via
<< Che caz... Che stai dicendo? Ti sei data di volta il poco cervello che avevi? Sono appena finiti gli allenamenti, non sono mai andato in bagno >> sbottò lui
<< Non dire cazzate. Ti ho sentito. So che vuoi portarmi a letto solo per sfottermi dopo. Ora fammi il favore di andartene, ritorna pure dalla tua puttana. Mi solo schifo >> disse e se ne andò lasciandolo senza parole.
Juliet ritornò a casa e subito corse in camera dove iniziò a piangere come una fontana. Passò così tutto il resto del pomeriggio fino a quando non si addormentò con ancora le lacrime agli occhi.
 
Juliet si svegliò nella sua stanza immersa nel buio. Era sola a casa, ma la cosa non la spaventava, di solito era sempre sola, sentì uno strano rumore provenire dal piano di sotto, si alzò lentamente dal letto, si sentiva ancora stordita dal sonno e le palpebre erano pesanti, prese una mazza da baseball, il suo coltellino in mano e andò  di sotto. Appena arrivata alla scale vide che al piano di sotto c'era un uomo alto, gli occhi rossi come sangue brillavano nel buio, li puntò subito su di lei e in un attimo Juliet lo vide ad un centimetro di distanza da lei
< < Dunque sei tu > > disse l'uomo ghignando divertito e mostrando denti bianchissimi con i canini più lunghi del normale, Juliet senza esitare di più lo colpì con tutta la forza che aveva con la mazza da baseball che però si frantumò in mille pezzi senza lasciare neanche un graffio, già sapeva cosa sarebbe successo, l'aveva visto poche settimane prima. Juliet iniziò ad allontanarsi terrorizzata, ma non riuscì a fare più di qualche metro che l'uomo si avventò su di lei dandole uno schiaffo che la mandò a terra, Juliet si girò a guardare l'uomo che, grazie ad un piccolo raggio di luna proveniente dalla camera della madre, vide una cicatrice attraversagli l'occhio e finire all'angolo della bocca. L'uomo la prese per il collo e la sbatté al muro
<< È un piacere conoscerti. Ho sentito parlare di te e sinceramente mi aspettavo di meglio che una mazza da baseball... Comunque ora tu vieni con me, ho un in mente un po' di cose da farti >> disse ghignando divertito, Juliet intanto non riusciva a respirare per la stretta sul collo, ma questo non le impedì di prendere il coltellino e fargli un taglio profondo sul polso. L'uomo la lasciò e lei cercò di scappare andando verso camera sua. Arrivò in camera e andò verso la finestra cercò di saltare per uscire e atterrare sul albero davanti alla finestra, ma qualcuno la prese per i capelli e la tirò indietro, inciampò su qualcosa e cadde a terra, ma prima che toccasse terra qualcosa la prese per il collo e la sbatté di nuovo al muro. Per un momento la ragazza vide le stelle che le danzavano davanti agli occhi e quando rimise a fuoco trovò il ragazzo dai capelli biondi e occhi rossi
<< Andavi da qualche parte? >> chiese divertito, Juliet di risposta gli ringhiò provò a liberarsi, ma senza risultati << stai calma, voglio solo un po' divertirmi >> disse sorridendo divertito e Juliet subito dopo sentì un colpo allo stomaco, il ragazzo la lasciò e lei cadde a terra tenendosi lo stomaco, senza capire il motivo si ritrovò stesa a terra con un forte dolore alla spalla. Quando aprì gli occhi, che neanche si era accorta di aver chiuso, il ragazzo le diede un calcio in viso e Juliet rotolò dall'altra parte tenendosi il naso che aveva iniziato a sanguinare, ma ricevette un altro calcio sui reni che le fece vedere un altra volta le stelle
<< Basta >> disse l'uomo entrando nella stanza
<< Mi voglio divertire ancora po' >> disse il ragazzo prendendola per i capelli e alzandola in ginocchio e Juliet gemette di dolore 
<< Ho detto basta >> ripeté l'uomo avvicinandosi a loro, il ragazzo non obiettò e lasciò la ragazza, Juliet cercò di rimanere immobile, ma il corpo le tremava come una foglia. Aveva troppa paura, non sapeva le avrebbe fatto, ma già da come avevano iniziato si aspettava il peggio. L'uomo si piegò difronte a lei e ghignò divertito leggendo negli occhi della ragazza la paura che la immobilizzava, alzò una mano e le diede un colpo secco alla gola che le fece perdere i sensi.
 
Juliet si svegliò di soprassalto con qualcosa che le aveva colpito il volto. Si guardò in giro spaesata, si trovava in una stanza enorme illuminata da delle finestre che stavano troppo in alto, in giro c'erano strani utensili pieni di polvere, sembrava molto un magazzino abbandonato e davanti a lei c'era una piccola porta di metallo. I polsi erano legati da una catena di ferro, che partiva dal soffitto e la teneva sospesa a qualche centimetro da terra. Davanti c'erano il ragazzo biondi con gli occhi rossi che la osservava divertito
<< Era ora che ti svegliassi >> disse prendendole il mento tra le dita, Juliet si limitò ad osservarlo con la rabbia che ardeva negli occhi << è inutile che mi guardi così, non mi metti paura >> disse avvicinandosi al suo orecchio e poi le morse con forza il lobo, Juliet represse un gemito di dolore, non gli avrebbe dato la soddisfazione di sentirla anche solo gemere di dolore << voglio farti una domanda, prima di finire ciò che abbiamo sempre iniziato >> disse allontanandosi di poco da lei e togliendole la mano dal mento, lei lo fissò aspettando che parlasse << cosa ci trovi in André? >> chiese serio, Juliet alzò un sopracciglio confusa, di sicuro aveva sentito male, non poteva avergli fatto davvero quella domanda
<< Cosa? >> chiese
<< Stupidi umani >> disse con una smorfia disgustata << cosa ci trovi in quello stupido di André >> ripeté e Juliet rimase ad osservarlo ancora confusa
<< Ci trovo cose che tu non potresti capire >> disse lei alzando il mento come gesto istintivo per sfidarlo - come faceva sempre con André - sapeva che non doveva farlo, ma l'istinto aveva preso il sopravvento. Il ragazzo contrasse la mascella chiaramente irritato, difatti le diede un pugno allo stomaco che la fece piegare leggermente in due 
<< Rispondimi ragazzina >> ringhiò il ragazzo accanto al suo orecchio
<< Ti ho risposto >> disse lei sorridendo divertita e il ragazzo la colpì di nuovo << ti faccio io una domanda >> disse dopo essersi ripresa dal secondo pugno, ma il ragazzo scoppiò a ridere
<< Cosa ti fa credere che io ho intenzione di risponderti? >> chiese divertito
<< Il fatto che non hai nulla da perdere se rispondi >> disse lei provando a fare una scrollata di spalle, ma senza successo
<< Allora sentiamo. Che ti frulla in quel cervello umana? >> chiese ancora divertito
<< Perché odiate tanto André? Che ha fatto di male? >> 
<< Per alcuni che sono qui lui è solo un figlio bastardo del re. Per altri semplicemente solo una palla al piede che gli impedirebbe di fare alcune cose. Per mio padre solo l'ostacolo a diventare re. Altro umana? >> chiese iniziando ad accarezzargli i lineamenti del viso
<< Per te? >>
<< Io seguo solamente mio padre, contenta? >> disse con un lampo di rabbia che gli attraversò gli occhi
<< No, c'è dell'altro. Che ha fatto? >> il ragazzo sbuffò e alzò gli occhi al cielo, si allontanò e iniziò a fare avanti e indietro per stanza, senza mai allontanarsi troppo da lei. Alla fine alzò le spalle come se non gli importasse nulla di un qualche suo ragionamento, si rimise davanti a lei
<< Allora c'era una ragazza, era semplicemente la fine del mondo, bionda occhi azzurri, sembrava una dea. Il carattere era molto simile al tuo. Quando la vidi per la prima... Com'è che dite voi umani...? Ah si, me ne innamorai a prima vista. Ci provai per un po' con lei, credevo che fosse la mia anima gemella... Andrè te l'ha spiegato come funziona, vero? >> chiese fissandola e Juliet si limitò ad annuire << bene. Allora iniziai ad uscirci insieme, ci provavo ovviamente, ma lei non ricambiava, era tutta presa da una altra persona. Solo che quest'altra persona non la calcolava affatto, che grande spreco, ovviamente sto parlando di André... >> disse sospirando e si interruppe
<< Fammi indovinare, André se l'è portata a letto e quando ha capito che per lui lei non conta niente è venuta a piangere da te. Forse l'avrai consolata, ma non ci credo molto, comunque ora la rifiuti perché è come se tu fossi la sé coda scelta e tu non vuoi essere lo scarto di qualcuno. Storia già sentita mi spiace >> disse lei iniziando a dondolare come su un altalena
<< Esatto, fino ad un certo punto. Lei è venuta a piangere da me, e si l'ho consolata, infondo l'amavo, solo che lei non si è tolta dalla testa André. Così visto che lei continuava a provarci, André gli ha detto qualcosa, non so cosa gli abbia detto visto che nessuno dei due ha voluto dirmelo. Alla fine... Lei si è uccisa >> disse stringendo le mani a pugno, Juliet rimase in silenzio aspettando che continua se a parlare, ma il silenzio carico di tensione scese tra i due << che c'è sei rimasta sconvolta? >> chiese il ragazzo ghignando divertito
<< No, stavo solo aspettando che parlassi >>
<< Per quale motivo? Voi umani di solito ve ne uscite con stupide parole tipo, mi dispiace o condoglianze e cose del genere >> 
<< I mi dispiace in questi momenti sono solo untili. I mi dispiace non riporteranno in vita la persona che amavi, né ti fanno sentire meglio. Sono solo spreco di tempo. La maggior parte delle persone lo dicono solo come convenzione sociale, ma in verità non gliene importa nulla, lo dico solo perché credono che sia d'obbligo dirlo, ma sarebbe molto meglio se stessero in silenzio >> 
<< Parli come se avessi vissuto la mia stessa situazione >> disse continuando a ghignare divertito
<< Può darsi che l'ho vissuta. Può darsi anche che sono stati in così tanti funerali che alla fine mi sono fatta quest'idea >> Juliet continuava a dondolare e ora con le gambe arrivava a sfiorargli il petto
<< Come fai a stare con quello? Lui è completamente diverso da te >> disse inclinando la testa di lato
<< Sai com'è, gli opposti si attraggono >> disse lei divertita, il ragazzo si avvicinò e ancorò le mani sui suoi fianchi
<< Basta >> disse serio
<< Cosa? >> chiese divertita
<< Basta fare quello che stavi facendo >> 
<< Sai che non mi hai ancora detto il tuo nome? >>
<< Una piccola e irrilevante dimenticanza. Mi chiamo Rick >>
<< Rick...? >> chiese lei trattenendosi dal ridere
<< Si, perché? >> chiese inclinando la testa di lato
<< No nulla... Solo che immaginavo a qualcosa di più... Figo, cioè Rick non è da super cattivo... O almeno non mi ispira ad un cattivo >> disse lei mordendosi il labbro inferiore per non ridere
<< Capisco... Hai altre domande? >> chiese avvicinandosi al suo viso
<< Ehm... Dove sono? >> chiese cercando di allontanarsi, ma il ragazzo non glielo permise
<< Ha questa non rispondo >>
<< Okay, allora cosa vuoi fare con me? Cioè vuoi far passare ad André quello che hai passato tu? O hai in mente di farmi un marchio così André non può farmi... Sua? Non capisco molto questa cosa >> il ragazzo sospirò rassegnato, scosse la testa e appoggiò la fronte nell'incavo della spalla e del collo
<< Non posso farti il marchio, solo André può. E no, non ho intenzione di ucciderti, voglio solo usarti come ostaggio. Ora basta >> disse e Juliet sentì i suoi canini iniziare a graffiarle la pelle
<< Cos... >> non fece in tempo a finire la frase che i suoi canini penetrarono nella pelle e come un vampiro iniziò a bere il suo sangue, il dolore lancinante la travolse come l'altra volta e senza accorgersene si trovò ad urlare di dolore, quando il ragazzo si allontanò Juliet iniziò a tremare, il dolore la percuoteva per tutto il corpo come l'ultima volta. Il ragazzo ghigno divertito si riavvicinò e iniziò a baciarla con la prepotenza di chi non vuole essere rifiutato, scese a baciarle il collo e poi risalì fino a morderle il lobo
<< E pensa che questo è solo l'inizio >> disse sorridendo divertito, gli strappò via la maglietta e per la seconda volta Juliet si immobilizzò completamente, non sapendo cosa fare, il dolore non la faceva pensare lucidamente. Il ragazzo iniziò a far scorrere le mani lungo tutto il suo corpo soffermandosi su alcuni punti, la mordeva quasi dappertutto. Quando la stava per mordere l'ennesima volta la porta dietro il ragazzo si colpo ed entrò John
<< Basta Rick, la ucciderai se continuerai così >> disse lui avvicinandosi
<< No, non morirà >> rassicurò allontanandosi lasciando Juliet mezza svenuta
<< Ti vuole vedere tuo padre >> disse John mettendosi davanti alla ragazza come se volesse proteggerla
<< D'accordo. Non ti divertire troppo, mi raccomando. Me la voglio godere ancora un po' >> disse e se ne andò, John sospirò di sollievo e si girò verso Juliet prendendo qualcosa dalla tasca dei jeans
<< Ti ha sistemato per bene. Questo ti farà sentire meglio >> disse, un ago le trafisse la pelle e la sensazione di fresco in quella lava che sentiva, la fece veramente sentire meglio 
<< Grazie >> disse lei con un sospiro di sollievo, il ragazzo ghignò divertito, si avvicinò e iniziò a strofinare la punta del naso contro il collo
<< André arriverà, cerca di non morire fino ad allora. Intesi? >> disse con un sussurro
<< Come fai a saperlo >> chiese anche lei con un sussurro
<< Mi assicurerò che sappia dove ti trovi >>
<< Quindi io sarei un esca >>
<< Faccio il doppio gioco Juliet >> disse spazientito << ora devo andare. Ci rivedremo >> e se ne andò da dove era venuto.
 
Juliet rimase in a dondolare sulle catene per ore, non sapeva cosa fare, cercava di ignora il dolore che sentiva in ogni parte del corpo, ma non era facile. Alla fine annoiata anche di fare su e giù, provò a fare quello che aveva visto fare una volta al telefilm di Arrow, cioè mettere i piedi incrociati dietro la catena, tirarsi e su e poi lasciarsi cadere. Dopo molti e svariati tentativi riuscì a mettersi in verticale, riuscì a tirarsi su di pochissimi centimetro  prima che le mani scivolassero e lei subisse la forza di gravità. Le sembrò passare un eternità quando la catena si tese al massimo e si ruppe, cadde a terra e sbatte violentemente la testa. La vista si appannò per vari minuti, le sembrò di vedere qualche sporadica immagine della sua vita e ai confini del campo visivo un ombra nera che minacciava di invaderla completamente, ma riuscì a mettere a fuoco e si mise lentamente a gattoni. La porta si aprì di scatto ed entrò André che la fissava inespressivo, ma il suo sguardo cambio non appena la vide a terra
<< Cosa hai fatto? >> ringhiò palesemente arrabbiato, anche se Juliet non ne capiva il motivo, lo vide avvicinarsi a grandi passi
<< Mi fatta male, ecco cosa ho fatto, André >> disse lei massaggiandosi la testa
<< Razza di stupida umana. Vuoi mandare a monte i miei piani? >> le diede un calcio fra le costole che la mandò di nuovo a terra. No non poteva essere lui, André le aveva promesso che non le avrebbe mai fatto del male, non poteva essere lui << maledetta, stupida umana >> disse e intanto continuava a picchiarla, Juliet provò a pararsi con le braccia, ma era del tutto inutile, lui continuava a farle del male. Continuò a colpirla a lungo fino a quando la porta non si aprì di nuovo
<< Smettila Rick, la ucciderai >> disse una voce femminile, i colpi finirono e Juliet si ritrovò inghiottita dalle tenebre.
 
Si risvegliò che stava sdraiata a terra, la stanza era buia, le mani era ammanettate e il corpo le strillava di dolore appena faceva un qualsiasi movimento. Si mise seduta e continuò a guardasi intorno, non riusciva ad abituarsi al buio, iniziò a tremare e le lacrime le rigarle il volto, si portò le ginocchia al petto e affondo il viso tra quelle. Il corpo era scosso dai continui singhiozzi che non cessavano di finire. Ricordava cosa era successo e sapeva anche che quello che l'aveva colpita non André, era Rick, ma come aveva fatto a cambiare aspetto? Dopo quelle che le sembravano ore uno spiraglio di luce invase la stanza e subito dopo tutto fu illuminato dalla luce che le ferì gli occhi tanto da farli di nuovo lacrimare. Quando mise bene a fuoco davanti a lei c'era di nuovo Rick che la guardava con disprezzo
<< Stupida umana >> disse e la prese per il collo, Juliet ricominciò a tremare e le lacrime scesero di nuovo
<< Ti prego basta >> sussurrò con un singhiozzo, il ragazzo ghigno divertito e la lasciò cadere a terra, la ragazza tentò di allontanarsi, ma lui le prese il mento con le dita e l'avvicinò a se
<< Prova a scappare un altra volta e giuro che non ci andrò così leggero >> disse ad un soffio dalle sue labbra << intesi? >> chiese con un ringhio e Juliet si limitò ad annuire << bene >> disse, le lasciò il mento e la morse sulla spalla, succhio il sangue e se ne andò lasciandola a contorcerci dal dolore del morso. 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊
Ecco un altro capitolo, che ne pensate? La povera Juliet è stata rapita e diciamo torturata.... Mi dispiace per lei, ma servirà per dopo :3
Il capitolo e  un po' corto, ma se mettevo un altro pezzo diventava troppo lungo 😒
Allora ringrazio come sempre chi mi ha messo tra ricordate, seguite e preferite (aumentate ogni giorno *^* sono al settimo cielo). Vi ringrazio
A presto
Bacioniii 💜❤️💜❤️

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Juliet rimase per ore in quella che ora considerava la sua cella, era rimasta stesa a terra anche quando il dolore le passò. Non sapeva cosa fare, gli occhi non riuscivano ad abituarsi al buio, così non poteva neanche guardarsi intorno per poter contare le crepe o fare qualcosa. I pensieri iniziarono ad affollarsi nella sua mente, si chiese se davvero André sarebbe venuto alla fine, di certo non si sarebbe sorpresa se non sarebbe venuto, d'altronde gli aveva detto che gli faceva schifo per una cosa che non aveva fatto. Si maledissi tante di quelle volte che ne perse il conto, non doveva trattarlo in quel modo, lui aveva cercato di dirle che non aveva fatto nulla, ma lei non gli aveva dato retta, di sicuro non sarebbe venuto a salvarla, sarebbe rimasta lì per sempre, o meglio finché Rick non si sarebbe stanno e avrebbe deciso di ucciderla.
 Alla fine si costrinse ad addormentarsi e cadde in un sogno fin troppo leggero, dove sognava in continuo che André l'abbandonava al suo destino. 
La porta si aprì nuovamente, la luce le ferì gli occhi e iniziò a farli lacrimare
<< Juliet >> la voce di André e qualcuno si buttò vicino a lei e le prese il viso tra le mani, la mente della ragazza andò al giorno prima, lui era solo Rick che la voleva ingannare
<< No lasciami >> disse lei divincolandosi e allontanandosi da lui, le lacrime ricominciarono a rogarle il viso << basta. Ti prego basta >> continuò portandosi le mani tra i capelli e continuando a piangere
<< July... >> disse André provando ad avvicinarsi a lei, ma lei si allontanò di nuovo andando a finire contro il muro << Juliet sono io... >>
<< No non è vero. Basta >> disse singhiozzando
<< Juliet, lo so che ti ha fatto Rick, John me l'ha detto, ma ora non c'è molto tempo, ti prego credimi. Sono io, davvero >> continuò avvicinandosi a lei, Juliet scosse la testa e strinse forte gli occhi per non vedere con che cosa l'avrebbe colpita, ma invece delle labbra si appoggiarono sulle sue, dolci come se aspettassero che lei gli desse il permesso di  approfondire il bacio. Ma lei si staccò di nuovo e schiacciò contro il muro
<< Vattene >> disse coprendosi il con le mani, no non era lui, non poteva essere davvero lui, André non sarebbe mai venuto a salvarla
<< Fammi una qualsiasi domanda, una a cui solo io potrei rispondere >> disse il ragazzo togliendogli le mani da davanti il viso, Juliet ci pensò un po'
<< Dove stavamo quando mi hai visto disegnare per la prima volta, perché stavamo là e quale disegno >> disse lei singhiozzando
<< Stavamo in classe con quella di psicologia, perché ci avevano messo in punizione senza motivo da quello d'italiano e il disegno era un cuore imprigionato da una rosa >> Juliet scoppiò in una ondata di lacrime e affondò il viso contro la sua spalla, lo volevo abbracciare, ma aveva le mani legate, non poteva fare nulla. Era venuto davvero a salvarla 
<< C'è ne andiamo di qui, okay? >> disse André abbracciandola e Juliet si limitò ad annuire
<< André dobbiamo andare >> disse John dalla porta
<< C'è la fai a camminare? >> chiese André, la ragazza annuii e si alzò lentamente in piedi con l'aiuto di André, ma dopo solo un passo per poco non cadde di nuovo a terra << okay, lo prendo per un no >> disse lui sorridendo divertito, la prese in braccio ed uscirono.
Fuori dalla cella c'era il caos più assoluto, urla, grida di persone che gridavano comandi, spari di pistola e scontri di pezzi di metallo. Juliet si strinse contro di lui e affondò il viso tra il collo e spalla di lui, cercava di ispirare il suo profumo, ma tutto quello che sentiva era un misto di sangue e ferro che le infastidiva le narici. Nessuno dei due parlava, ma André la stringeva forte a se facendola sentire al sicuro
<< André non la porterai via >> disse una voce dietro di loro e Juliet iniziò a tremare più forte
<< Lei è mia, lo sai Rick >> disse André girandosi verso di lui
<< E tu sapevi che Jessy era mia, ma questo non ti ha fermato dal portartela a letto >> ringhiò Rick
<< È lei che mi è saltata addosso >> disse André, facendo scendere Juliet dalle sue braccia e mettendosi immediatamente davanti a lei come a volerla proteggere da qualche attacco
<< E tu ovviamente non ti sei tirato indietro >>
<< Te l'ho detto mille volte, lei mi è saltata addosso, ma io l'ho spinta via, sapevo che era tua e non l'avrei mai toccata. Per questo continuava ad essere fissata con me >> disse André leggermente esasperato, intanto Juliet si era aggrappata alla sua maglietta non rischiare di cadere da un momento all'altro 
<< Non dire cazzate André. So che ci sei andato a letto, lei me l'ha detto >>
<< Non ci sono andato a letto, lei te l'ha detto solo per farti ingelosire >>
<< Cazzate, lei non l'avrebbe mai fatto >> ringhiò 
<< Invece l'ha fatto >> ringhiò anche André, dietro di lui le gambe di Juliet cedettero e quasi cadde a terra se non fosse che due braccia la sorressero quasi immediatamente, e poi si ritrovò tra le braccia di John
<< André noi andiamo >> disse il ragazzo guardando le spalle di André
<< Va bene >> disse lui annuendo continuando a guardare il ragazzo davanti a sé
<< No, André. Voglio stare con te, André >> disse Juliet allungando le braccia per aggrapparsi a lui, ma John si era allontanato così non riusciva neanche a sfiorarlo. André si girò sorridendo dolcemente, si avvicinò e la baciò accarezzandole il viso con una mano
<< Andrà tutto bene >> disse appoggiando la fronte sulla sua
<< Voglio stare comunque con te >> disse lei mettendogli le braccia intorno al collo
<< Scusami July >> disse con un sospiro, la ragazza non fece in tempo a dire qualcosa che qualcosa le perforò la pelle e tutto divenne improvvisamente nero.
 
Juliet si sentiva come se fosse sospesa nel vuoto, non sentiva ne dolore ne il peso del suo corpo, le sembrava come se stesse fluttuando in un luogo dove tutto quello che vedeva era il nero come la pece; ogni tanto davanti a lei le apparivano le immagini della sua vita, soprattutto vedeva i momenti passati con André: quando lui le faceva scherzi che facevano ridere anche lei, quando la prendeva in giro per ogni cosa, il loro primo abbraccio nel bagno, il pomeriggio passato con la psicologa della scuola, il loro primo bacio, la mattina che l'aveva svegliata con l'odore del caffè, la loro litigata in macchina e la rappacificazione. Non sapeva cosa stesse succedendo, sapeva solo che non voleva lasciare quei momenti, voleva continuare a viverli degli altri, ne sentiva la mancava, anche se non capiva perché vedeva tutte quelle cose.
Da sospesa nel vuoto si senti come se si fosse schiantata a terra, qualcosa iniziò a ferirle gli occhi attraverso le palpebre chiuse. Provò ad aprire gli occhi, ma fu come se si stesse strappando la pelle incollata a qualcosa; mosse appena le dita delle mani, o almeno così era convinta che stesse facendo. Riuscì ad aprire gli occhi e li dovette sbattere un paio di volte per la luce. Quando riuscì a mettere a fuoco si guardò intorno trovandosi in quella che doveva essere una normale stanza d'ospedale singola, con l'aggiunta di un televisore; sulla finestra vide solo una figura nera inondata dalla luce che stava fumando
<< André >> disse con un filo di voce, non era sicura che fosse lui, ma lo sperava con tutto il cuore. La figura girò di scatto la testa, spense frettolosamente la sigaretta e dopo un secondo sentii le sue labbra premere contro le sue, il sapore di menta e di fumo invase la sua bocca, ma non le dispiaceva come sapore; le lacrime iniziarono a scendere senza motivo, immediatamente André portò le mani sul viso della ragazza e cercò di asciugarle prima che cadessero lungo i lati del viso
<< Ancora non abbiamo iniziato a parlare e già piangi? >> disse lui divertito, si era staccato quel tanto che bastava per parlarle, lei lo guardò negli occhi e lì trovò umidi e leggermente arrossati nella parte bianca
<< Tu le stai trattenendo >> disse anche lei sorridendo divertita, voleva portargli le mani sul viso, come aveva fatto lui, ma non riusciva a muovere le braccia, abbassò lo sguardo e vide che da un braccio uscivano due tubi e nell'altro un tubo, alzò entrambe le sopracciglia confusa e preoccupata 
<< Non preoccuparti è tutto apposto >> disse lui notando il suo sguardo preoccupato
<< Questo lo chiami apposto? >> chiese lei confusa
<< È... Solo per il tuo bene... >> tentò continuando ad accarezzarle le guance con i pollici, Juliet alzò lo sguardo verso dove partivano i tubi, uno era rosso scuro ancora completamente pieno, un altro invece era trasparente con qualche bolla d'aria che era quasi finito e l'ultimo invece era color giallo molto chiaro
<< Che contengono questi cosi? >>
<< Quello rosso sangue ovviamente, quello trasparente contiene tutte le proteine di cui hai bisogno senza che devi mangiare per forza e quello giallo... Antidoto >> disse togliendo le mani e passandosene una dietro la nuca
<< Antidoto...? Okay, o mi spieghi tutto dall'inizio o preparati ad una valanga di domande >> disse lei cercando di guardarlo gelida
<< Non so quali delle due sia migliore... Credo che scelgo la prima... Allora... Sei stata morsa tante di quelle volte che sembra un po' impossibile che tu sia ancora viva. Il morso di un demone può essere sia velenoso che no. Rick ha usato molto veleno su di te, quindi ti hanno messo l'antidoto >> 
<< Molto sintetico. Quindi Rick ogni volta che mi mordeva mi metteva del veleno >>
<< Esatto >> 
<< Come faceva? >>
<< Troppo diffide da spiegare... Come dire... Praticamente è come se te lo mette attraverso i denti >>
<< Quindi ogni volta che verrò morsa avrò del veleno addosso? >>
<< No. Come ho detto prima il morso di demone può essere sia velenoso che no >>
<< E come...? >>
<< Principessa meglio di no. Te lo spiegherò più tardi... O te lo farò spiegare da Lucas, lui è più pratico di queste cose >>
<< D'accordo. Quanto tempo sono stata con lui? >>
<< Per un giorno intero >> disse lui con un lampo rosso negli occhi
<< E quanto qua? >> 
<< Due giorni >> disse abbassando lo sguardo
<< I tuoi giorni più belli di tutta una vita scommetto >> disse lei sorridendo divertita
<< Non scherzare. Ti ho perso due volte, ti si è fermato il cuore due volte e in tutte e due le volte stavo per morire anch'io. Quindi non scherzare su questo >> disse serio
<< Okay scusami. Stavi fumando per questo? >> chiese sorridendo dolcemente
<< Si. Non volevo che mi vedessi fumare, mi ero promesso di non fumare, almeno non davanti a te >> disse senza guardarla
<< Che dolce, comunque lo sai che non mi da fastidio il fumo >> 
<< Veramente non lo so >> disse passandosi una mano dietro la nuca, Juliet sorrise dolcemente, riuscì a muovere la mano e la intrecciò alla sua, André sorrise e la baciò dolcemente << dobbiamo parlare >> disse allontanandosi e tornando a mettersi dritto
<< No, la ramanzina, no >> disse esasperata alzando gli occhi al cielo
<< Invece si. Tu non puoi neanche immaginare cosa mi hai fatto passare razza di stupida idiota, ti ho detto un milione di volte di non allontanarti e invece tu fai sempre il contrario di di quello che ti dico... >>
<< Altrimenti non sarebbe divertite >> disse lei interrompendolo e intanto sorrideva divertita
<< Divertente? Tutto questo per è divertite? Immagino quanto ti sei divertita a farti picchiare a quello. Oh e poi non puoi neanche immaginare quanto mi sia divertito a vederti qui mezza morta, più morta che viva e non sapevo neanche se ti saresti ripresa visto che già eri praticamente morta per due volte >> sbottò alzandosi in piedi e iniziando a gesticolare e gli occhi che si scurivano sempre di più 
<< André... >>
<< No non mi interrompere. Tu non puoi neanche immaginare cosa ho provato quando ti ho vista in quella maledetta cella ricoperta di lividi, di morsi e di sangue. E non puoi immaginare cosa ho dovuto fare per convincere mio padre a metterti quel maledetto antidoto e il mio sangue visto che già ti davano per spacciata... Quando te ne sei andata così senza motivo mi sono incazzato perché non capivo che cazzo ti prendesse, poi il giorno dopo vengo a sapere da John che quei bastardi ti avevano presa, e okay lo ammetto, sono andato di matto, ho fatto praticamente smuovere l'intero esercito per farti venire a prendere... >> 
<< Mi dispiace, okay? Non dovevo dirlo. Mi dispiace davvero, non pensavo che fosse stato così male... >> disse lei interrompendolo di di nuovo 
<< Non pensavi che fossi stato così male? Che pensavi che andato da qualche parte a festeggiare che ti avevo preso e ti stavano torturando? >> disse interrompendola a sua volta
<< Io neanche sapevo se saresti venuto dopo quello che ti ho detto >>
<< Juliet potrei essere incazzato quanto mi pare con te, ma non potrei mai lasciarti nelle loro mani neanche per un secondo. Lo dovresti sapere >>
<< E invece non lo sapevo >>
<< Pensa se fosse stato il contrario, se avessero preso me e mi stessero torturando, tu cosa faresti? >>
<< Invio tutti gli eserciti >> borbottò lei non guardandolo
<< Ti sei svegliata, non ci credo >> disse una voce alla destra di Juliet, la ragazza si girò e trovò un uomo alto dai capelli neri, gli occhi scuori, i lineamenti del viso ben definiti e muscoloso
<< Papà stiamo parlando >> disse André mettendosi con le braccia incrociate al petto chiaramente irritato
<< Non state parlando, state urlando, vi sentivo benissimo dall'altro reparto >> disse l'uomo avvicinandosi a Juliet << io sono Henry, il tuo medico e il padre di André ovviamente. Come ti senti? >> chiese mettendosi seduto sul letto
<< Ci sono stati giorni migliori >> 
<< Mh... André quando finisce quello glielo puoi anche toglierlo, credo che non c'è ne sia più bisogno >> disse indicando il contenitore trasparente, prese una piccola torcia e la punto negli occhi della ragazza che subito li chiuse per il fastidio che li fece lacrimare << mh... Quanto ti ha to fastidio da uno a dieci? >> chiese togliendo la torcia e mettendosela in tasca
<< Nove >> disse con gli occhi rossi di lacrime
<< Mh... Ancora antidoto. Di questo passo diventare un antidoto ambulante >> disse sorridendo divertito nella speranze che qualcuno ridesse, ma il tutto cadde nel silenzio
<< Papà era un pessima battuta >> disse André esasperato portandosi una mano davanti al viso
<< Non capite il senso dell'umorismo >> disse risentito, si alzò e fece per andarsene << qua fuori c'è la mamma e Kate le faccio entrare? >> chiese girandosi verso André
<< No >> 
<< Si >> dissero in contemporanea i due ragazzi, André lanciò un'occhiataccia a Juliet la quale gli gli rispose con una linguaccia 
<< Falle entrare tra cinque minuti >> disse André  scuotendo la testa esasperato
<< Va bene >> disse il padre ed uscì
<< Ti conviene non farle entrare, si spaventeranno a morte >> disse guardandola male
<< Sto messa tanto male? E chi è Kate? >>
<< Si stai molto male, se ti mettessi uno specchio davanti si romperebbe in mille pezzi... >> 
<< André >> disse una voce che Juliet ricordava essere di Christine, quando si girò infatti trovò la madre di André e una bambina che doveva avere sette anni, i capelli gli ricadevano sulla schiena mossi e biondi, erano come se avesse mille fili d'oro, gli occhi di un caldo marrone e labbra carnose e di un rosso scarlatto << André prova a dire un altra parole contro Juliet e giuro che non ti preparo mai più la torta al cioccolato che ti piace tanto >> disse puntandogli l'indice contro
<< Mamma >> si lamentò André, ma la donna lo ignorò e si avvicinò a Juliet dandole un bacio sulla fronte
<< Ciao cara, come stai? >> disse la donna sorridendo dolcemente
<< Sto bene grazie >> disse lei sorridendo
<< Juliet ti presento Kate, la sorella di questo idiota qui accanto >> disse Christine sorridendo divertita, la bambina si avvicinò
<< Ciao Juliet >> disse timida anche se cercava di apparire coraggiosa gonfiando il petto e mettendosi fin troppo dritta
<< Sorellina così ti spezzi la schiena. Vieni qua >> disse dolcemente André, prese la sorella e l'alzò mettendola su un braccio e si avvicinò a Juliet << cara sorellina ti presento il mostro di Loch Ness >> disse sorridendo divertito
<< André >> disse la madre e gli diede uno scappellotto e Juliet lo fulminò con un occhiataccia
<< Sei cattivo André, Juliet non è così male, quindi stai zitto >> disse Kate pizzicandogli le guance
<< André ascolta tua sorella e stai zitto >> disse Juliet continuando a guardarlo storto, André borbottò qualcosa e mise la bimba per terra
<< Mamma che ne dici di tornare a casa? Ora Juliet sta bene, quindi perché non vai e ti porti questa piccola peste? >> disse lui iniziando a spingere fuori Kate
<< Ma io voglio stare con Juliet >> disse la bambina cercando di scappare dalla stretta di André, ma senza successo
<< Zitta peste >> disse e butto fuori la bambina, poi prese la madre e fece la stessa cosa mettendo come scusa il fatto che Juliet si doveva riposare e si chiuse dentro con lei
<< Cosa vuoi? >> chiese Juliet guardandolo male
<< Ti devi riposare >> disse lui dandole un bacio sulla fronte
<< Ho praticamente dormito per due giorni >>
<< No sei stata tra la vita e morte per due giorni e ora ti devi riposare >> disse guardandola dolcemente
<< André >> disse continuando a guardarlo storto, mentre lo vedeva che si sdraiava accanto a lei
<< Dimmi principessa >>
<< Non sarai perdonato facilmente >>
<< Che ho fatto? >>
<< A parte aver detto continuamente che sono un mostro... Mah niente di che >> disse lei scrollando le spalle
<< Ti stavo solo sfottendo un po', non puoi prendertela così tanto >> disse sorridendo divertito
<< E invece si. Quindi ora taci ed esci >>
<< Neanche per sogno. Non ti posso lasciare neanche un secondo che ti metti nei guai, quindi non mi posso allontanare >> disse sorridendo soddisfatto
<< So badare a me stessa >>
<< Si è visto infatti >>
<< Che seccatura che sei >>
<< Non puoi immaginare quanto lo sei tu >>
<< Morirai dolorosamente e lentamente >> 
<< Sei eccitante quando tenti di fare la cattiva >> disse ghignando malizioso e iniziando ad avvicinarsi
<< Non ci provare nemmeno André >>
<< Provare a fare cosa? >> chiese iniziando a strofinare la punta del naso sul suo collo
<< Sai che non mi posso difendere. Vattene >> disse provando ad allontanarsi, ma senza alcun risultato
<< Infatti non ti devi difendere da nulla, ci sono io a difenderti >> disse sorridendo divertito, iniziò a baciarle il collo, Juliet alzò gli occhi al cielo e si abbandonò ai suoi baci chiudendo gli occhi, dopo tutto le erano mancati così tanto i suoi baci e solo ora se ne rendeva conto. Dopo qualche minuto senza accorgersene cadde nello stato di dormiveglia, André le diede un bacio sulle labbra e iniziò ad accarezzarle i capelli aspettando che si addormentasse
<< André >> disse lei spostandosi per farsi più vicina a lui
<< Dimmi principessa >> disse lui sorridendo divertito già sapendo che non si sarebbe ricordata nulla il giorno dopo
<< Ti amo >> sussurrò prima di addormentarsi totalmente, André la strinse a se affondando il viso tra i suoi capelli
<< Anch'io ti amo, principessa >> disse sorridendo felice come non mai.
 
Juliet si svegliò sentendo dolore al gomito, era girata su un fianco e qualcuno la teneva tra le braccia, si girò dall'altra parte e trovò André che la stringeva a se e che la osservava
<< 'Giorno principessa >> disse sorridendo dolcemente 
<< 'Giorno?! >> disse un po' titubante << non dovrebbe essere pomeriggio o sera? >> André la osservò per qualche istante e poi scoppiò a ridere
<< Hai dormito per più di un giorno >> disse lui spostandole delle ciocche di capelli dal viso
<< Davvero? >> 
<< Si >> disse divertito
<< I tubi? >>
<< Non facevi che muoverti, così te li hanno tolsi per evitare che ti perforassi le vene >>
<< Ho fame >>
<< Sul tavolino c'è del tea con le fette biscottate se vuoi >> Juliet si alzò a sedere- solo allora si accorse che addosso aveva solo un orrendo pigiama color celeste molto chiaro, da sembrare un cielo che stava per morire da momento all'altro- trovando davanti a lei un tavolino con le ruote così che poteva trasportarlo fino a se. Riuscì a bere quello che doveva essere tea, ma che era solo acqua con uno acida con un retro gusto di pesca ammuffita, anche se per metà lo fece cadere sul letto -visto che non riusciva a piegare più di tanto il braccio- quasi ustionò sia lei che André, il quale non si era per niente mosso da dove stava. La ragazza prese il pacco fette biscottate e cercò di aprirlo senza risultati
<< Me le apri? >> sbuffò alla fine passando il pacchetto ad André
<< Davvero non ci riesci? >> chiese lui alzando un sopracciglio
<< Ho le vene bucate, ricordi? Mi fanno male quando piego il braccio, quindi non riesco a fare forza per aprirle. Quindi mi faresti il favore di aprirmi questo benedetto pacchetto per nutrirmi? >> sbottò
<< Ci siamo svegliate con la luna storta eh? >> disse sorridendo divertito
<< André, per favore >> si lamentò lei con un sospiro
<< D'accordo dammi >> disse alzandosi a sedere, prese il pacchetto dopo un istante glielo passo aperto
<< Grazie >> disse iniziando a fare pezzi la fetta biscottata per non far cadere le briciole sul letto. Finito di mangiare guardò André, che per tutto il tempo l'aveva fissata studiando ogni imperfezione del suo viso
<< Che facciamo ora? >> chiese inclinando la testa di lato, lo sguardo di André era puntato alle sue labbra e ora anche la ragazza stava fissando le sue labbra carnose, senza accorgersene si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra, André rispose subito al bacio, le mise le braccia intorno ai fianchi e l'attiro più vicina a se. Juliet gli mise le braccia intorno al collo, ma non poteva giocare con i suoi capelli perché piegare il braccio significava sentire un dolore lancinante. Senza accorgersene Juliet scoppiò a piangere, André si allontanò per mettere la fronte appoggiata sulla sua
<< Da adesso tutte le volte che ci baceremo scoppierai a piangere? >> chiese divertito tornando a sdraiarsi portandosi lei dietro così che Juliet era sdraiata sopra di lui
<< Scusa, non so perché... >> disse lei senza guardarlo appoggiando la testa sul suo petto
<< Non ti devi scusare >> disse accarezzandole viso asciugandole le lacrime 
<< Mi dispiace >> sussurrò mentre altre lacrime ricominciarono a scivolare sul viso
<< Non ti devi allontanare >> disse lui, volevo dirlo seriamente, ma invece gli uscì un tono dolce, Juliet annuii e rimase dov'era sentendo il cuore di André battere calmo contro il petto e il suo orecchio, le piaceva sul suono la faceva calmare e sentire al sicuro << tanto per essere precisi, è un ordine, non ti devi allontanare >> disse dopo un breve silenzio
<< Va bene >> disse lei e sospirò godendosi quella strana sensazione di pace. Tornarono in silenzio, André giocava con i capelli della ragazza e ogni tanto le accadeva il viso per assicurarsi che non stesse piangendo, mentre lei con gli occhi chiusi pensava solo al cuore che batteva calmo sotto di lei
<< André >> disse dopo un lungo silenzio
<< Dimmi >>
<< Cosa è successo dopo che mi dato a John? >> chiese alzando il viso verso di lui
<< Ma come sei carina con questo naso rosso e occhi da cucciolo >> disse sorridendo dolcemente
<< Dai André >>
<< Va bene. Nulla di importante, John ti ha portata subito qui, mentre io tenevo occupato Rick >> disse senza guardarla, ma guardando fuori dalla finestra 
<< Ti ha ferito? >>
<< No. Lui no >> continuò senza guardarla
<< Quindi sei stato ferito >>
<< Non è nulla, non ti preoccupare. Mi hanno solo fatto un taglio sul fianco, ma era abbastanza superficiale, anzi è già cicatrizzato >> disse con freddezza 
<< Tutto apposto? >> chiese notando che era diventato distaccato
<< Abbia perso un po' di uomini nella battaglia, erano molti di più di quanti credessimo >> 
<< Mi dispiace >>
<< Non è colpa tua, avremmo fatto comunque quest'attacco sia che tu fossi stata presa o meno >>
<< Come stanno Lucas, Derek e John? >>
<< Molto meglio di te piccoletta >> disse Lucas dalla porta
<< Ciao ragazzi >> disse lei sorridendo
<< Però, André ci aveva detto che eri messa male, non pensavo così tanto. Propongo di portarti in Scozia e vedere chi è più terrificante te o il mostro >> disse Derek spingendo Lucas in avanti per farlo spostare dalla porta
<< Grazie Derek, posso sempre contare sulle tue dolci parole >> disse Juliet alzandosi a sedere
<< Non dovreste stare a scuola? >> chiese André portandosi le braccia dietro la testa
<< Non ci andava ed eravamo curiosi di vedere come stava July >> disse Lucas dandole un bacio sulla guancia
<< Ci sono stati giorni migliori, grazie >> disse lei con una scrollata di spalle
<< Lo credo >> disse Derek mettendosi seduto sulla sedia che stava lì vicino
<< Derek non un'altra parola >> disse André guardandolo male << già l'ho presa io abbastanza in giro >> disse sorridendo divertito verso Juliet che guardava storto sia lui che Derek
<< A quanto pare posso fare affidamento solo su Lucas >> sbuffò la ragazza
<< Veramente volevo prenderti un po in giro >> disse Lucas sorridendo divertito
<< Perfetto non ho alleati >> sbuffò un altra volta
<< No, hai sempre me >> disse André abbracciandola e dandole un bacio sulla tempia
<< Vi prego non queste smancerie davanti a noi >> disse Derek schifato
<< Quindi dovrei essere fortunata ad avere te alleato? >> chiese guardandolo dolcemente e sorridendo divertita, facendo finta di non aver sentito Derek, ma in verità lei lo faceva solo per infastidire il ragazzo
<< Molto fortunata >> disse sorridendo divertito, capendo il piano della ragazza e la baciò con passione
<< Che schifo ragazzi vi prego >> dissero Lucas e Derek insieme, ma i due non li ascoltarono e continuarono a baciarsi come se non fosse un domani
<< Va bene, abbiamo capito, non ci volete. Ci vediamo più tardi July >> disse Lucas trascinando via Derek, ma Juliet non rispose troppo concentrata sulla bocca e sulla lingua di André che invadeva la sua bocca. Continuarono a baciarsi per vari minuti fino a quando Juliet non sentii i canini di André allungarsi e si allontanò di scatto spaventata con il cuore che aveva iniziato a battere a mille. Il ragazzo la guardò confuso poi si accorse dei canini che gli graffiavano leggermente il labbro
<< Scusami >> mormorò la ragazza guardando per terra
<< No, tranquilla, colpa mia >> disse lui stringendola a se e la ragazza affondò in viso contro la sua spalla
<< Mi dispiace >> disse con alcune lacrime che le iniziarono a rigare il viso
<< Si può sapere dov'è finita la mia July che non si spaventava per nulla e che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno? E che di sicuro non piangeva così tanto, anzi che mala pena la vedevo così triste. Questa July non mi piace è troppo debole. A me piace un'altra July, più forte, che non aveva paura di niente, faceva ogni cosa pur di ribellarsi e non permetteva a nessuno di farla soffrire... >>
<< Si va bene ho capito... Mi serve solo un po' di tempo >> disse lei sospirando
<< Tutto il tempo che vuoi, principessa... Io sono sempre qui >> disse baciandola sul collo

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Juliet passò l'intera giornata in ospedale con André, non la lasciava mai neanche per un secondo
<< Perché non vai a casa? Sarai stanco... >> provò Juliet quando furono le sette di sera, era sdraiati sul letto uno stretto all'altro per non cadere
<< Non ci penso proprio. Non sono stanco, non potrei mai essere stanco di stare con te >> disse stronfiando la punta del naso contro il suo 
<< Non fare lo sdolcinato, che tanto non mi incanti. Domani devi andare a scuola e non puoi addormentarti sul banco >> disse lei sorridendo divertita
<< Non ci devo andare >> si limitò a dire lui
<< Perché? È venerdì >>
<< Non arrabbiarti... Sono stato espulso >> disse non guardandola
<< Che cosa? >> chiese scattando a sedere
<< Stai calma, lunedì posso ritornare >> disse lui circondandole la vita con il braccio e la costrinse a ritornare a sdraiarsi
<< Cosa hai fatto? >> chiese con un sospiro esasperato
<< Niente di che... >> 
<< André dimmelo. Ora >> disse guardandolo storto
<< Uno stava parlando troppo e l'ho picchiato >> 
<< Cosa? Per quale motivo dovresti picchiare uno che parla troppo? >>
<< Non hai capito... Ti ricordi che in giro c'era la voce che eri una puttana e che appena uno ti sorrideva tu gli saltavi addosso? >> disse lui prendendo a giocare con una ciocca di capelli
<< Ah... Me ne ero dimenticata >> disse lei abbassando lo sguardo << capito chi può essere stato? >> chiese stringendosi a lui affondando il viso nel suo petto
<< Ancora no, ma Lara ci sta lavorando sopra >> disse e subito dopo le baciò il collo
<< Che c'entra Lara? >> chiese lei confusa allontanandosi da lui
<< Si è trasferita da noi da una settimana >> disse e ritornò a baciarle il collo, Juliet si rilassò sotto i suoi baci, chiuse gli occhi e, come oramai era diventato solito, si abbandonò alla sensazione di pace, inizio a giocare con i suoi capelli e si lasciò sfuggire un gemito. André sorrise e iniziò a leccargli la pelle del collo mentre la baciava, la strinse di più a se facendole sentire qualcosa di duro premere contro il suo ventre; Juliet gemette più forte di prima e iniziò a far girare una mano fra i suoi addominali tastando ogni centimetro di pelle. Alla fine stanca di quel tessuto che le impediva un contatto diretto, la prese per i bordi e la tirò su fino a toglierla, abbassò lo sguardo verso quei muscoli scolpiti e arrossì senza motivo a quella vista. Si guardarono negli occhi e non c'era più nulla intorno a loro, esistevano solo due, fecero scontrare le loro bocche in bacio urgente, pieno di passione e di parole non dette. Si strinsero ancora tra loro e Juliet iniziò ad artigliargli la schiena con le unghie, i canini di André iniziarono a graffiarle il labbro inferiore, ma si costrinse a non muoversi, lui non le avrebbe fatto del male e non avrebbe cercato nemmeno di farglielo. I canini diventarono lunghi fino al mento e André tornò a dedicare le sue attenzioni al collo dove lasciò una serie di segni rossi e qualche succhiotto, le alzò la maglietta fin sotto al seno, iniziò a baciarle il ventre, le morse dolcemente il fianco facendola gemere un'altra volta. Riprese a baciarla fino ad arrivare dove era arrotolata la maglietta e si fermò a guardarla negli occhi alla ricerca di una conferma a quello che voleva fare, fece scivolare anche le mani fin lì e aspettò la risposta che non tardò ad arrivare, infatti la ragazza annuii. André fece andare avanti prima le mani che iniziarono e subito a stringerle leggermente il seno e con le dita giocherellò con i capezzoli mentre la baciava dolcemente sulla bocca
<< André >> urlò qualcuno dalla porta, i ragazzi si bloccarono immediatamente e si girarono verso la porta, trovando sulla porta il padre di André infuriato
<< Papà... >> provò a dire André con voce molto rauca, sì mise a sedere mentre rimetteva la maglietta di Juliet apposto
<< Non dire una parola >> disse e si avvicinò, anche Juliet si mise a sedere e iniziò a torturarsi le mani per ansia << vi dico solo questo. André non marchiarla prima del matrimonio. Prima puoi fare tutto quello che vuoi >> disse lasciando la ragazza a bocca aperta e André divertito
<< D'accordo. Ora possiamo continuare o vuoi rimanere qua a controllare? >> chiese André divertito
<< Vorrei rimanere, ma del lavoro, quindi vi lascio alle vostre cose >> disse e se ne andò 
<< Bene. Dove eravamo? >> chiese ironico sdraiandosi di nuovo su Juliet
<< André >> disse lei bloccandolo prima che potesse baciarla
<< No, per favore, non dirmi che ti è passata la voglia >> si lamentò lui, ma lei si limitò a guardarlo con la fronte aggrottata e con aria colpevole << fa niente te la farò rivenire >> disse si abbassò per baciarla, ma lei lo fermò un altra volta 
<< André no... Per favore >>
<< Dai Juliet, sappiamo entrambi che non è la tua prima volta. Di che hai paura? >> disse appoggiando la fronte sulla sua spalla
<< Non lo so >> disse lei chiudendo gli occhi, si sentiva stanca, un pensiero le venne in mente << cazzo mia madre >> disse sgranando gli occhi
<< Cosa? >> chiese André confuso
<< Mia madre, era partita, ma sono passate le due settimane, sarà tornata. Cazzo quella mi uccide >> disse mordendosi il labbro e iniziò a pensare ad un piano per sfuggire alla sua morte certa
<< Juliet tua madre torna dopodomani, non ti preoccupare >> disse accarezzandole i capelli
<< Mi dai uno specchio? >> 
<< Scherzi? Vuoi che si rompa così avremmo sette anni di sfortune? >> chiese sorridendo divertito
<< Non fare il cretino, prima o poi dovrò vedere come sto messa, no? >>
<< Meglio poi che prima fidati >> 
<< Dammi quel cazzo di specchio >>
<< D'accordo >> disse sospirando << prepariamoci ai sette anni di sfortuna... Come se non c'è ne avessimo abbastanza >> borbottò tra se andando verso il bagno, ritornò con un piccolo specchio e glielo posizionò davanti e per poco Juliet non gridò: aveva sulla base del naso uno strato violaceo quasi blu che si estendeva anche sugli zigomi, in più sul naso c'era un segno rosso di un taglio; un altro taglio c'è l'aveva sul lato della fronte, ma questo aveva dei punti e stava in via di guarigione e sulla guancia c'era un livido e infine attorno agli occhi era tutto nero. No, non poteva essere davvero lei, non era vero, lo specchio stava riflettendo sicuramente un altra persona, anche se ciò era impossibile. Si doveva arrendere alla crudele realtà, quel mostro era lei, André aveva ragione a dirle che era il mostro di Loch Ness
<< Voglio morire >> disse lei prendendo le coperte e mettendosele fin sopra la testa
<< Dai non sei poi tanto male... Ho visto di peggio >> provò a consolarla, ma Juliet rimase sotto le coperte e si girò di fianco 
<< Bugiardo. Cosa c'è di peggio di questo >> disse ancora sotto le coperte
<< Te lo assicuro, c'è di peggio >> disse in tono divertito
<< Dimmi cosa allora >> disse lei raggomitolandosi su se stessa, come un gatto che si mette a dormire, André prese le coperte e le scostò piano e si mise sdraiato accanto a lei, le tolse i capelli dalla spalla e iniziò a baciarla
<< Allora vediamo, un uomo tutto ingessato, dalla testa ai piedi; l'osso che esce da una spalla... Ahi >> disse dopo aver ricevuto una gomitata sulle costole da parte della ragazza
<< Smettila >> borbottò rabbrividendo immaginando la scena di un osso che fuori esce dalla spalla 
<< Me l'hai chiesto tu, ricordi >> disse divertito
<< Non c'era bisogno di farmi venire queste brutte immagini >> borbottò ancora, lo sentii sorridere dietro di lei e iniziò a baciarle la spalla
<< Mh... Ti posso togliere questa maledetta maglietta che sta dando veramente fastidio >> disse iniziando a baciarle il collo
<< Solo se mi posso togliermi i pantaloni e mi dai un reggiseno >> disse lei raggomitolandosi di più su se stessa
<< Ti senti bene? >> chiese passandole un braccio intorno i fianchi
<< Si >> disse intrecciando le dita con le sue, si sentiva stanca e voleva solo dormire
<< Sicura? >> chiese preoccupato
<< Si, ho solo sonno >> disse sbadigliando
<< D'accordo. Dormi principessa >> disse lui sorridendo dolcemente, Juliet si alzò a sedere e si tolse i pantaloni e tornò a sdraiarsi e si strinse addosso ad André che stava ancora a petto nudo << così mi fai eccitare, principessa >> disse con un sussurro rauco, Juliet sorrise divertita e lo baciò dolcemente, gli morse il labbro inferiore e lo succhiò appena facendolo gemere << mh... sei crudele >> disse lui stringendola a se
<< D'accordo, scusami >> disse lei guardandolo maliziosa
<< Dormi che è meglio. Prima che ti salto addosso >> disse facendola girare e aderire la schiena contro il suo petto
<< Buona notte André >> disse lei intrecciando le mani con sue e si addormentò poco dopo.
 
La mattina si svegliò con André che ancora la stringeva a se, si girò verso di lui e lo trovò sveglio
<< Dimmi che è mattina >> disse lei circondandogli con il braccio i fianchi
<< Pomeriggio >> disse baciandole sulla fronte
<< Odio dormire così tanto >> disse iniziando ad osservare il suo fisico e fece girovagare le mani tra i suoi addominali
<< No. Non iniziare ti prego, ieri sono stato ore a cercare di abbassarlo. E fidati.. non è stato facile >> disse facendo intrecciare le loro dita, Juliet ridacchiò e lo baciò dolcemente
<< D'accordo >> disse divertita
<< Ti diverte questa mia situazione? >> chiese sorridendo malizioso
<< Non immagini quanto >> disse mordendosi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere
<< Piccola peste >> disse e le iniziò a fare il solletico fino a quando lei non lo pregò di smetterla
<< André >> disse guardandolo con occhi da cucciolo
<< Non mi piacciono questi occhioni, che mi devi dire? >> chiese preoccupato
<< Ho bisogno di fare una doccia >> disse con una voce da bambina
<< Vai a fartela. Cosa vuoi da me? >> disse alzando un sopracciglio
<< Ti ricordi ieri? Ho provato a camminare, ma ogni due secondi cadevo. Quindi... >> disse diventando leggermente rossa in viso e abbassò lo sguardo
<< Dobbiamo fare la doccia insieme... Ma che peccato >> disse con voce rauca baciandole il lobo dell'orecchio e poi lo mordicchiò leggermente
<< André >> squittì lei dandogli un leggero pugno sul petto
<< Tanto lo vuoi pure tu. È inutile resistermi, tutte alla fine cedono >> disse baciandole il collo
<< Non provarci nemmeno >> disse lei allontanandolo da sé
<< Provare a fare cosa? Quello che vuoi pure tu? >> disse guardandola male
<< Non provare a paragonarmi con le puttane che ti sei portata a letto >> disse lei seria
<< Io non... >> disse lui confuso 
<< Si invece >>
<< Ma... >>
<< Niente ma. L'hai fatto e non puoi controbattere >> disse lei girandosi dall'altra
<< Quanto sei permalosa >> disse lui sorridendo divertito, riprese a baciarle il collo e l'abbraccio stringendola forte a sé
<< Lasciami >> si lamentò lei cercando di divincolarsi dalla sua stretta, ma senza successi
<< Lo sai che per me l'unica ragazza che esiste sei tu. Le altre non contano nulla... Non sono mai contante qualcosa >> sussurrò vicino al suo orecchio
<< Smettila >> si lamentò girandosi verso di lui e mettendogli le braccia intorno al collo per poi affondarci il viso
<< Di fare cosa? Dirti la verità? >> disse divertito
<< Era più facile quando ti odiavo >> borbottò stringendosi a lui
<< Perché ora non mi odi più? >> chiese divertito
<< Alcune volta si altre un po' di meno >> disse, non poteva dire la verità e mai l'avrebbe detta, per nulla al mondo gli avrebbe detto cosa provava, di sicuro subito dopo lui l'avrebbe usato contro di lei in qualsiasi modo, lo sapeva perché i suoi genitori non facevano altro rinfacciarselo a vicenda
<< Perché non vuoi dirmi la verità? >> si lamentò lui con un sospiro
<< È questa la verità >> disse lei confusa
<< Tanto lo so che mi ami, l'hai detto l'altro giorno >> disse ghignando divertito
<< Non è per niente vero >> disse provando ad allontanarsi, ma lui la teneva stretta così che non poteva allontanarsi
<< Si invece. L'hai detto mentre ti stavi per addormentare >>
<< Probabilmente volevo dire: ti amo cioccolata, ma conoscendoti non mi avrai fatto finire la frase >> disse annuendo per enfatizzare le sue parole
<< No, l'hai proprio detto principessa >> disse con un sorriso divertito
<< No, avrò sognato una barretta di cioccolato e avrò detto ti amo >> lui sospirò
<< Va bene. Me lo dirai quando ti sentirai pronta >> disse stringendola di più
<< Mi stai soffocando >> disse con un filo di voce, André ghignò maligno e la strinse ancora << addio mondo crudele >> disse con voce strozzata e il ragazzo scoppiò a ridere allentando di poco la presa, rimasero abbracciati ancora per un paio di minuti
<< André >>
<< Dimmi principessa >>
<< La doccia >> 
<< Puoi aspettare qualche minuto che ti dimettono? >>
<< Davvero mi dimettono? >> disse allontanandosi 
<< Si. Tanto se stai qua o a casa mia è stessa identica cosa... E io preferisco che stai da me >> disse sorridendole dolcemente
<< Evviva >> esultò lei sorridendo felice
<< Juliet si è svegliata? >> chiese il padre di André dalla porta
<< Più che sveglia >> disse alzandosi sui gomiti
<< Perfetto. André puoi riportala a casa >> disse entrando con una sedia a rotella
<< Certo >> disse lui balzando in piedi, la prese in braccio e la mise sulla sedia
<< Ci vediamo dopo a casa Juliet >> disse il padre facendole l'occhiolino
<< Certo >> disse lei sorridendo felice
<< Andiamo >> disse André dandole dietro per mandare avanti la sedia << a dopo pa' >> disse e uscirono dalla stanza << per poco non mi dimenticavo >> disse André passandole un sacchetto di carta, Juliet lo guardò confusa, lo apri e trovò dentro un panino << il tuo pranzo. Non puoi stare senza magiare nulla >>
<< Grazie >> disse mandandogli un bacio e iniziò a mangiare. Per i corridoi le infermiere prima guardavano André, poi lei, poi di nuovo lui e scappavano via; in primo momento non capiva che succedeva, poi si ricordò del suo aspetto e abbassò lo sguardo
<< Non è per quello principessa >> disse André abbassandosi per dargli un bacio sulla tempia
<< Per cosa allora? >> chiese alzando la testa verso di lui
<< Non vengo molto spesso qui e di certo quando vengo non mi metto a portare a spasso qualcuno. Quindi forse saranno sorprese per questo >> disse con una scrollata di spalle e guardando avanti a lui
<< André non dirmi cazzate, si vedeva lontano un chilometro che stai mentendo >>
<< D'accordo >> disse sbuffando << la verità che sono troppo bello per non essere guardato >> disse ghignando divertito e Juliet scoppiò a ridere 
<< E dai André >> disse lei divertita
<< Ehi dove sta andando la nostra malata preferita? >> disse Lucas comparendo davanti a loro affiancato da Derek
<< A casa a togliermi questi orribili vestiti >> disse Juliet sorridendo
<< Finalmente. Lara non faceva che assillarmi per sapere dove stavi >> disse Lucas esasperato
<< Lara? >> chiese Juliet confusa
<< Già. Siamo stati costretti a dirgli tutti, stava per andare alla polizia a denunciare la tua scomparsa >> disse Derek trattenendosi dallo scoppiare a ridere solo allora la ragazza si accorse che in mano aveva un sacchetto
<< Cos'è? >> chiese facendo finta di non aver sentito quello che aveva detto poco prima
<< Orsetti gommosi >> disse dandogli il sacchetto che subito lei presi e iniziò a mangiarli 
<< Ehi dammene uno >> disse André allungando la mano per prenderne uno, ma la ragazza gli schiaffeggiò la mano
<< Miei >> disse tenendosi stretto il sacchetto come farebbe una bambina con il suo pupazzo preferito << sono praticamente drogata di orsetti gommosi e non li condivido con nessuno >> disse mangiandone un altro e André scoppiò a ridere divertito
<< Sei peggio di mia sorella >> disse lui ridendo insieme a tutti gli altri, mentre Juliet borbottava qualcosa sul fatto che non dovessero prenderla in giro. Arrivati davanti alla macchina André la prese in braccio e la mise nel posto accanto al guidatore e la baciò con passione facendole scordare ogni cosa e quando si allontanò mise in mezzo ai loro visi due orsetti che le aveva rubato
<< Ladro. Quelli ti dovranno bastare per sempre, perché non te ne do altri >> disse lei guardandolo male
<< Lo vedremo >> disse rubandole un altro bacio, corse al posto del guidatore e saltò dentro, mise in moto e partirono seguiti da Lucas e Derek che stavano con il motorino.
Arrivarono a casa di André, durante il viaggio il ragazzo era riuscito a prenderle altri orsetti e ogni volta la ragazza lo guardavo storto. Appena André entrò dentro casa con Juliet in braccio la madre gli si parò davanti
<< Avanti sbrigatevi. André porta subito Juliet in camera tua e falla cambiare. Vi stanno aspettando tutti nella sala da ballo, sbrigati su >> disse iniziando a spingere il figlio verso le scale
<< D'accordo, ma non spingere >> disse André iniziando a salire
<< Che succede? >> chiese Juliet una volta che furono solo nel corridoio
<< Mia madre ti vuole presentare a tutti i miei parenti >> disse con André con un sospiro
<< Cosa? >> chiese preoccupata alzando lo sguardo verso di lui << io... Io non ci voglio andare. Neanche mi reggo in piedi. Di certo non voglio andare con la sedia a rotella. Per favore André >> disse
<< Principessa... Io non posso fare nulla... Se fosse per ti metterei a letto a guardare la TV o fare altre cose >> disse baciandole sulla fronte
<< Non voglio fare altre figura di merda >> disse affondando il viso nella sua spalla
<< Non le farai. Cercherò di non fartele fare >>
<< E fu così che mi trovai da sola in mezzo alla stanza circondata da persone sconosciute >> 
<< Dai non ti preoccupare, andrai alla grande >> disse sorridendo
<< Ah quindi mi abbandonerai >> disse guardandolo male
<< No... Io... Oh lasciamo stare, ho già capito che vuoi mettere alle strette >> disse esasperato e Juliet ridacchiò divertita. Arrivarono in camera, sul letto trovarono due vestiti, uno per André, ovviamente la madre aveva scelto il classico: giacca e cravatta, mentre per Juliet c'era un vestito lungo che sfumava nelle varie tipologie di azzurro, da quello chiaro a quello scuro come la notte, tutto completamente brillantinato, con tanto di scarpe con il tacco nere
<< Wow >> disse Juliet prendendo il vestito in mano e osservandolo tutto
<< Ti aiuto a metterlo? >> chiese André sorridendo divertito
<< Mi devi aiutare visto che non mi reggo in piedi >> borbottò alzando gli occhi al cielo
<< Non sai quanto mi dispiaccia >> disse sorridendo malizioso, Juliet tenne gli occhi alzati al cielo e sospirò esasperata << alza le braccia >> disse André afferrando il bordo della maglietta e la tirò in alto, Juliet alzò le braccia e quando il ragazzo le tolse la maglia, lei emise un piccolo urlo e si portò le braccia al petto: era senza reggiseno
<< André tu lo sapevi >> squittì
<< Principessa già ti ho vista senza reggiseno. E poi per me non sono una novità delle tette >> disse ghignando divertito
<< Vaffanculo >> disse allontanandosi da lui
<< Dai non fare la timida >> disse gattonando verso di lei
<< Vattene >> disse arrivando al pizzo del letto e provando a dargli un calcio, ma lui le afferrò la caviglia e gliela baciò << A... André >> balbettò provando a liberarsi, ma André la spinse verso di se e la ragazza si ritrovò sdraiata sotto di lui, André si abbassò e iniziò a baciarle con passione il collo << do...dovremmo pre..prepararci >> disse aggrappandosi alle sue spalle
<< Me ne sbatto di quella stupida festa. Voglio stare qua con te >> sussurrò mentre saliva a baciargli la mandibola e il mento << a fare quello che volevo fare da tempo >>
<< E... E tua madre? >> chiese Juliet fissando prima gli occhi e poi la sua bocca, soffermandosi soprattutto sulla bocca e il ragazzo ghigno divertito
<< Non importa. Le parlerò domattina >> disse facendo strofinare le due bocche e alla fine le congiunsero in bacio dolce e vorace allo stesso tempo. Juliet si strinse contro di lui e iniziò a giocare con i suoi capelli, mentre André fece scivolare una mano verso il suo seno, mentre con l'altra si reggeva per non schiacciarla sotto il suo peso. Iniziò a massaggiarle il seno mentre le loro lingue cozzavano l'una contro l'altra. Quando Juliet iniziò a restare senza ossigeno André scese a baciarle la mandibola, il collo, la clavicola fino ad arrivare al seno, iniziò a mordicchiare e a succhiare il capezzolo, mentre Juliet lo osservava senza mai togliere lo sguardo da quello che faceva; non sapeva perché, ma davanti ai suoi si sovrapposero le immagini e si irrigidì di colpo
<< André >> disse tremante
<< Che succede? >> chiese preoccupato guardandola negli occhi
<< Ba... Non... Scusami >> disse tornando rilassata, lui era André e non avrebbe mai fatto nulla contro di lei, non avrei mai finito di ripeterselo, ogni volta si sarebbe bloccata per la sua paura.
<< Forse è meglio che finiamo qua >> disse lui appoggiando la fronte sulla sua, come se le avesse letto nel pensiero. Juliet gli mise le braccia intorno al collo e affondò il viso contro la sua spalla, si sentiva in colpa, ogni volta era sempre la stessa storia << tranquilla, non è nulla >> disse dolcemente accarezzandole i capelli, Juliet gli diede un piccolo bacio sul collo << vestiamoci, okay? >> disse sorridendole dolcemente, Juliet lo baciò dolcemente e lo guardò con gli occhi da cucciolo << se stai cercando di farti perdonare  ti assicuro che non me la sono presa >> disse divertito
<< Sicuro? >> chiese lei baciandolo un'altra volta
<< Si, stai tranquilla >> disse accarezzandole con il pollice la guancia, Juliet si perse a guardare i suoi occhi con cielo con qualche spicchio di blu più scuro verso la pupilla << lo so i miei occhi sono spettacolari, però non fare la faccia della rimbambita eh >> disse divertito e Juliet gli diede uno scappellotto
<< Stupido >> disse divertita, André si alzò sulle ginocchia e si tolse la maglietta rivelando i suoi muscoli scolpiti, Juliet arrossì e iniziò a fissarli
<< Ehm... Pe... Perché... Ti sei tolto la... La maglietta? >> balbettò incapace ti fare un discorso senza fermarsi per prendere aria; André scoppiò a ridere divertito
<< Attenta a non inzuppare troppo il letto con la tua bava >> disse mentre non smetteva di ridere
<< Muori >> disse lei dandogli un calcio in mezzo alla pancia; stava per ritirare indietro il piedi, ma lui gli afferrò di nuovo la caviglia e lei cercò di liberarsi dandogli dei calci sulla spalla
<< Che fai? Mi picchi? Vuoi fare la bulla con me? >> disse ridendo divertito
<< Si faccio la bulla, ora lasciami >> disse strattonando la gamba, ma lui non la lasciò, anzi la fece scivolare verso di se e le baciò la caviglia, con un movimento rapido Juliet si ritrovò davanti a lui con addosso solo delle semplici mutande nere
<< E io che speravo nel pizzo, ma mi stanno comunque bene >> disse sorridendo malizioso e iniziò a baciarle tutta la gamba senza mai distogliere lo sguardo da lei; arrivò a baciarle l'interno coscia dove morse leggermente facendola gemere, sorrise soddisfatto e riprese a baciarla da sopra le mutandine e ci strofinò sopra anche la punta del naso
<< A... André >> balbettò iniziando a stringere tra le mani i suoi capelli, il ragazzo sorrise di nuovo soddisfatto e ricominciò a baciarla sui fianchi lasciando su quello destro un succhiotto
<< Sei solo mia >> disse mordicchiandole dolcemente il fianco, riprese a baciarla arrivando fin sotto al seno, ma furono interrotti da qualcuno che bussò alla porta, André imprecò << chi è che rompe?! >> ringhiò alzandosi e andando alla porta, l'aprì appena, si girò verso di lei che lo guardava confuso mentre si reggeva sui gomiti ed uscì. Juliet si voltò mettendosi a pancia in giù aspettando che André rientrasse, si mise a giocherellare con il lenzuolo. André rientrò cinque minuti dopo e si precipitò da lei
<< Devo andare. Tu non ti muovere da qui, intesi? >> disse guardandola fisso, mentre raccoglieva la maglietta
<< Che succede? >> chiese alzandosi appena sui gomiti
<< Nulla di preoccupante, ma tu devi rimanere qui, non ti devi muovere, okay? >> disse accarezzandole la guancia
<< Perché? >> chiese guardandolo preoccupata
<< Non succede nulla, stai tranquilla. Però promettimi che starai qui e che non uscirai, qualsiasi cosa succeda non devi uscire, okay? >> disse mettendosi la maglietta
<< Okay >> disse lei anche se un po' titubante
<< Dopo ti spiego tutto, promesso >> disse e la baciò con più passione del solito << ora vestiti principessa >> disse e le strizzò un seno sorridendo divertito
<< Pervertito >> disse lei ridendo divertita, André la baciò un ultima volta e se ne andò lanciandole un ultima occhiata prima di scomparire dietro la porta. Juliet si vestì mettendosi una maglietta nera a maniche corte con sopra una semplice felpa blu che le stava il doppio e un paio leggins neri. Rimase sdraiata sul letto per quelle che sembravano ore, voleva uscire per vedere che succedeva, anche se gli aveva promesso che non sarebbe uscita, la curiosità ebbe il sopravvento, uscì lentamente dalla stanza e andò verso il salone, per tutto il tempo rimase aggrappata al muro. Era quasi arrivata quando iniziò a sentire dei rumori di metallo che cozzava contro altro metallo, spari di pistola, e grida. Juliet fece qualche altro passo e si affacciò dalle scale, vedendo solo una gran confusione, alcune persone che combattevano in giro per la sala con le spade, altre che si colpivano a distanze con le pistole. Riuscì ad individuare André che stava combattendo contro altre due persone con in mano una spada e una pistola; la ragazza rimase lì ad osservarlo mentre lui parava e rispondeva ai colpi degli altri due. Quando lo scontro fini, con André come vincitore, Lucas si mise spalla contro spalla con lui, il ragazzo gli disse qualcosa e André puntò gli occhi su lei, prima sorpresi, poi pieni di rabbia, le puntò la pistola addosso e sparò. 
 
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊 eccomi qua con un altro capitolo ☺️ che ne pensate? André avrà sparato davvero a Juliet?
Ringrazio love_Sana_Akito che mi ha recensito lo scorso capitolo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra le storie preferite, seguite e ricordate (aumentate ogni volta, vi adoro *^*) e anche le lettrice silenziose
A presto
Bacioniiii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Juliet rimase immobile, non poteva credere che gli aveva puntato addosso la pistola. Quando sparò per un momento vide tutti i momenti che aveva passato con lui, no non poteva averle sparato davvero, non poteva spararle solo perché era uscita dalla stanza. Trattenne il respiro per quello che le sembrò un eternità. Il proiettile le graffiò la guancia e dietro di lei senti un gemito di dolore e in fine un tonfo, Juliet si girò di scattò e trovò un uomo steso a terra in una pozza di sangue che si allargava sempre di più, si rigirò verso André che la stava fissando e gli fece un gestaccio con la mano- le aveva fatto prendere un infarto per nulla- e lui sorrise divertito. Juliet si girò di nuovo verso l'uomo, cercò di non pensare che André aveva ucciso qualcuno, prese la pistola che aveva l'uomo e si girò di nuovo verso il suo ragazzo che stava andando verso di lei con sguardo omicida diretto verso di lei. La ragazza si guardò un po' intorno, non capiva se stavano vincendo o perdendo. 
Il cuore per un momento le si fermò: un ragazzo dietro di André stava per colpirlo al centro della schiena; agì d'istinto prese la pistola, la puntò e sparo. Prese il ragazzo sulla spalla e quello gridò di dolore, André si girò, colpì facendo cadere il ragazzo e continuò la sua avanzata verso di lei. Juliet continuò a coprirgli le spalle mentre lui avanzava verso di lei, quando arrivò da lei la spinse contro il muro
<< Mi avevi promesso che non saresti uscita >> gli ringhiò schiacciandola contro il muro
<< Ero curiosa >> disse Juliet mordendomi il labbro
<< Per la tua cazzo dì curiosità ti stavi per far uccidere >> ringhiò con gli occhi che si erano iniettati di rossi
<< Ma... >> 
<< Non dire neanche una parola. Ora ritorna in camera e non ti muovere da lì >> ringhiò allontanandosi da lei
<< André... >>
<< Vai >> ruggì facendola saltare dallo spavento
<< Neanche per sogno io voglio... >> 
<< Come vuoi >> disse con finta calma, la prese da sotto il fondo schiena, l'alzò e la ragazza fece appena in tempo a sentire un forte vento colpirle il viso che si ritrovò in camera << guai a te se osi ancora mettere piedi fuori di qui >> disse mettendole la mano intorno al collo per farle sollevare il mento << capito? >> disse stringendoglielo appena, ma la ragazza non disse nulla << Juliet >> ruggì un'altra volta
<< D'accordo. Non mi muovo >> disse lei seccata
<< Bene >> disse lasciandola, fece per andarsene, ma Juliet lo bloccò afferrandolo per il polso, non poteva lasciarlo andare così senza dire nulla
<< Vedi di tornare vivo e vegeto che te la farò pagare che mi hai fatto rimare qua a girarmi i pollici >> André si girò verso di lei e sorrise divertito, la baciò dolcemente
<< Prometto di tornare solo se mi prometti che la mia punizione sarà quella che mi sculacci mentre facciamo sesso >> disse divertito
<< Stupido pervertito >> disse lei scoppiando a ridere
<< Lo prendo per un si >> sorrise e se ne andò chiudendola in camera. Juliet sospirò rassegnata e si mise sdraiata sul letto e i pensieri iniziarono a formularsi nella sua mente: stava bene o era ferito e aveva bisogno di lei? Sarebbe sopravvissuto? Che sarebbe successo se lui... No non ci doveva pensare, lui stava bene, le aveva promesso che sarebbe tornato sano e salvo, sarebbe andato tutto per il meglio, si di sicuro si sarebbe risolto tutto per il meglio e lui sarebbe tornato da lei e l'avrebbe baciata fino a quando non fossero crollati a terra senza fiato. Passarono le ore e lui ancora non si faceva vedere, iniziò ad avere veramente paura che gli fosse successo qualcosa, imprecò, al diavolo la promessa, lei non poteva morire di paura solo perché lui le aveva proibito di uscire. Stava per mettere la mano sulla maglia quando la porta si aprì di scatto facendo entrare il padre, la madre di André, persone che lei non conosceva, Lucas e Derek che insieme portavano una sagoma zuppa di sangue da cui si distinguevano solo dei capelli neri come la pece, che non si muoveva minimamente. Per un attimo a Juliet le mancò il respiro, no non poteva essere lui, André doveva essere vivo, le aveva promesso che sarebbe rimasto vivo per lei, gliela aveva promesso, non poteva morire. Non se ne accorse, ma le lacrime erano iniziate a correrle lungo il viso, Lucas e Derek appoggiarono il corpo sul letto e corsero ad abbracciarla
<< Andrà tutto bene >> disse Lucas stringendola, Juliet scosse la testa, con gli occhi così pieni di lacrime che oramai non vedeva più nulla
<< No, non è lui... Mi aveva promesso... No... Non è vero >> disse singhiozzando stringendo le mani a pugno
<< Portala fuori >> disse il padre di André mentre osservava il figlio 
<< Sissignore >> disse Lucas provando a portarla fuori, ma Juliet si oppose
<< No no no, voglio rimanere. Lasciami >> disse dibattendosi per liberarsi e andare da lui, ma Lucas la teneva stretta e riuscì a trascinarla fuori. Juliet scoppiò in un pianto dirotto e si strinse a Lucas che l'abbraccio forte; tentò di calmarla dicendole che sarebbe andato tutto bene, che André si sarebbe ripreso e che non c'era da preoccuparsi tanto. Alla fine Juliet si staccò e si asciugò le ultime lacrime, non si era calmata, ma un minimo di contegno doveva avercelo
<< Come è successo? >> chiese appoggiandosi al muro per non crollare a terra
<< L'hanno accerchiato... E non siamo riusciti a fare nulla >> disse Derek passandosi una mano sulla nuca, Juliet annuii, si piegò sulle ginocchia e si appoggiò al muro e iniziò a dondolarsi sulle punte dei piedi
<< Stai bene? >> chiese Lucas sedendosi vicino a lei, Juliet annuii fissando il pavimento; ora sapeva cosa aveva provato André quando l'aveva vista mezza morta, non era giusto, voleva fare qualcosa, ma non poteva fare nulla. Passarono ore e nessuno usciva da quella stanza, Juliet iniziò a fare avanti e indietro per il corridoio borbottando sul perché ci mettessero così tanto e sul fatto che anche lei doveva stare lì con lui. La ragazza oramai aveva deciso di buttare giù la porta quando quella si aprì facendo uscire il padre
<< Allora? Come sta? Sta bene vero? >> chiese in fretta Juliet guardandolo negli occhi
<< Juliet... >> provò il padre
<< Io entro >> disse e fece per muoversi, ma il padre la fermò
<< Ti devo parlare, voi due andatevene >> disse serio, Lucas e Derek se ne andarono dentro la camera di André e rimasero solo loro due, sospirò << allora, immagino che sai che André è stato accerchiato... Mentre era accerchiato l'hanno avvelenato e gli hanno inflitto una ferita molto grave.... I medici non possono fare nulla >> disse guardando per terra, Juliet vide  tutto il mondo crollarle addosso, no non poteva essere vero, lui non poteva morire, le aveva promesso di rimanere vivo. Le lacrime ripresero a scenderle lungo il viso molto più copiose di prima
<< Non è vero. Non può essere vero >> singhiozzò
<< C'è solo un modo per salvarlo... Gli devi far bere il tuo sangue >> disse passando si una mano sulla nuca
<< D'accordo >> disse Juliet senza pensarci due volte
<< Dopo che avrà bevuto il tuo sangue non gli potrai più scappare. Lui ti troverà dovunque vai. Diventare la sua sposa e non potrai più rimandare il marchio... >> 
<< Non mi interessa, lo faccio >> disse alzando lo sguardo come faceva con André quando lo voleva sfidare, smise di piangere e si asciugò le ultime lacrime con il dorso della mano, non poteva lasciarlo morire senza fare niente, se fosse servito sarebbe anche morta, non le importava, lui doveva riprendersi e vivere insieme a lei
<< Grazie >> disse sorridendo dolcemente e la baciò sulla fronte. Rientrarono dentro e il padre di André fece uscire tutti mettendo a tacere chi si opponeva. Alla fine Juliet si ritrovò da sola, con André pallido come non mai, la bocca era leggermente schiusa e i capelli in giro per il cuscino. Trovò sul comodino un coltello, prima che il padre uscisse la ragazza aveva chiesto cosa doveva fare e lui gli detto che doveva tagliarsi sul polso e per far uscire il sangue. Juliet prese il coltello, per un momento il timore del dolore che avrebbe provato tagliandosi il polso o semplicemente il fatto di tagliarsi le vene la fece bloccare, ma guardando André in quelle condizioni se ne fregò e con un respiro si tagliò il polso e lo portò subito davanti alla sua bocca. All'inizio non era poi tanto doloroso, semplicemente succhiava via il suo sangue che usciva da solo; cambiò idea quando sentii i suoi canini penetrarle la pelle facendole uscire ancora più sangue, trattenne un gemito di dolore e sopportò in silenzio. Passarono minuti e André stava ancora bevendo, mentre la ragazza crollò in ginocchio esausta, appoggiò la testa sul suo braccio, guardò un ultima volta André
<< Non morire... Devo ancora dirti che ti amo >> disse e si addormentò di colpo.
 
Juliet si svegliò che stava stesa sul letto girata di lato, le facevano male quasi tutti i muscoli del corpo. Davanti a lei proveniva un dolce profumo di cioccolata
<< Cioccolata >> disse neutra aprendo leggermente gli occhi vedendo solo una tazza che sembrava fluttuare, avrebbe preferito mille volte di più un caffè
<< Già, stamattina non hanno fatto il caffè >> disse la voce di André, Juliet sgranò gli occhi e li puntò in quelli azzurri di lui che stava sorridendo dolcemente, la ragazza urlò e gli saltò addosso facendo cadere entrambi 
<< Sei vivo, vivo, vivo >> disse felice come mai lo era stata prima, iniziò a baciarlo per tutto il viso, mentre lui rideva divertito
<< Va bene, ma adesso calmati >> disse ancora divertito, Juliet scattò a sedere sopra di lui
<< Razza di stupido troglodita, mi hai fatto preoccupare a morte, mi avevi promesso che saresti tornato vivo e vegeto e invece sei tornato mezzo morto e io... >> non fece in tempo a finire la frase che André la baciò
<< Non ti stai mai zitta >> disse divertito
<< Di certo non me ne starò zitta ora, ti devo fare la ramanzina come tu l'hai fatta a me >> disse lei picchiettandogli l'indice sul petto
<< Me l'ha devi proprio fare? >> sbuffò seccato
<< Si te la devo fare perché sei stato uno stupido, idiota, senza cervello, cretino... >> le lacrime ricominciarono a scenderle lungo il viso, André le sorrise dolcemente, le prese il viso tra le mani
<< Mi dispiace averti fatto preoccupare >> disse dolcemente, Juliet lo abbracciò stringendolo a se e affondando il viso nella sua spalla
<< Non lo fare mai più >> disse singhiozzando, André la strinse a se e iniziò a coccolarla, la mise sdraiata sul letto e la calmò
<< Non lo farò mai più, te lo prometto >>
<< Non lo promettere, perché tanto non rispetti le promesse >> borbottò con il singhiozzo
<< Non dire così, mi spezzi il cuore >> disse con fingendo il tono dispiaciuto
<< Idiota >> disse ridacchiando, appoggiò la testa sul suo petto nudo e si beò della sensazione di pace che sentiva, il battito del cuore la cullava come una dolce ninnananna e André che le accarezzava i capelli. Passarono alcuni minuti così e Juliet si calmò completamente
<< André >>
<< Dimmi >>
<< Uno ho fame, due devo fare la doccia >> disse facendo girovagare la mano sul suo petto
<< La colazione l'ho messa sul tavolo. Per la doccia sai dov'è il bagno, ma se vuoi ci possiamo fare la doccia insieme >> disse sorridendo malizioso e iniziò a baciarle il collo, la mano andò sotto la felpa, ma trovò la maglietta a maniche corte << ma quanto roba di sei messa? >> sbuffò infastidito
<< Solo felpa e maglietta a maniche corte >> disse divertita
<< Mh... Troppo >> disse una smorfia, in un attimo Juliet si trovò sotto di lui con indosso solo intimo e i jeans << molto meglio >> disse ghignando divertito
<< Ho fame >> disse lei mettendogli le mani tra i capelli e tirandoli leggermente
<< Mangerai dopo >> disse e la baciò con passione, Juliet ricambiò immediatamente il bacio e strinse con forza i suoi capelli e iniziò a tirarli appena. Quando arrivarono entrambi senza fiato André scese a baciarle il collo, la clavicola e la parte non coperta dal reggiseno nero, sentiva le mani che le accarezzava ogni parte del corpo scoperta. Scese a baciarle addome, il ventre; stava baciando il suo fianco quando lo stomaco di Juliet iniziò a brontolare. André si staccò e scoppiò a ridere divertito
<< Dai vai a mangiare >> disse buttandosi al suo fianco << però dopo ritorni qua da me >> disse baciandola dolcemente
<< Può darsi >> disse sorridendo divertita e saltellò verso il tavolo dove c'era solo un vassoio con un cornetto al cioccolato, lo mangiò lentamente gustandoselo pezzo per pezzo
<< Hai finito? Mamma mia come sei lenta >> disse André sedendosi sul divano accanto a lei, Juliet lo guardo per un momento -lei stava seduta per terra- e poi tornò a concentrarsi sul suo cornetto
<< Ci metto quanto tempo mi pare >> buffecchiò con la bocca attaccata al cornetto, André sbuffò e mise dietro di lei, passò le braccia sotto le ascelle e appoggiò il mento sulla sua spalla
<< Lo sai che ora non puoi più scappare, sei mia. Per sempre >> sussurrò accanto all'orecchio e le mordicchiò leggermente il lobo
<< Scommetto che sei al settimo cielo >> sbuffò lei alzando gli occhi al cielo
<< Si, sono molto felice. Almeno so che non ti possono fare nulla >> disse facendole inclinare il collo di lato per baciarlo con più facilità, Juliet lo piegò e continuò a mangiare come se nulla fosse << mia, mia, mia >> disse lui sorridendo contro la sua pelle << mi piace come suona. Sei mia. Solo e soltanto mia >> continuò facendole un succhiotto, Juliet sorrise divertita e mangiò l'ultimo pezzo di cornetto e si abbandonò contro di lui facendo intrecciare le loro dita << ripensandoci hai proprio bisogno di una doccia sai >> disse lui divertito, Juliet cercò di dargli uno schiaffo, ma non ci riuscì, alla fine sbuffò e fece per alzarsi, ma André glielo impedì << non ho detto che farai la doccia da sola >> disse malizioso e la strinse a se
<< André no, lasciami >> disse lei divertita
<< Mh... No sei mia e non ti lascio così facilmente >> disse ancora attaccato al suo collo, iniziò a leccargli il collo come se fosse un cane e la ragazza scoppiò a ridere
<< Dai mi fai il solletico >> disse provando ad allontanarlo, ma senza successo, anzi che le caddero a terra con André sopra di lei e scoppiarono entrambi a ridere. Juliet smise di ridere solo quando si accorse che André non rideva più, lo guardò per un istante trovandolo perso a fissarla con insistenza
<< Che succede? >> chiese titubante
<< Nulla... Solo... Sei bellissima >> disse affondando il viso nell'incavo del collo e dalla spalla, Juliet sorrise dolcemente e iniziò a giocare con i capelli
<< Non fare troppo l'adulatore... Che mi ci potrei abituare >>
<< Ti ci voglio abituare, la cosa è diversa principessa mia >> disse baciandole di nuovo il collo
<< Beh allora già mi ci sono abituata >> disse lei divertita, iniziò a far vagare le mani sui suoi addominali che conosceva a memoria, ma che ogni volta era come la prima. André la baciò con passione e la prese in braccio
<< Divano o letto? >> chiese guardandola con un sorriso malizioso
<< Doccia >> disse lei divertita, nella sua mente iniziò a formarsi un piano per fargliela pagare della preoccupazione che le aveva fatto avere
<< D'accordo principessa >> disse divertito, andò verso il bagno mentre la ragazza gli baciava il collo
<< Mettimi giù >> disse Juliet davanti alla soglia del bagno
<< No, ti porto sotto la doccia >> disse sorridendo divertito
<< Dai mettimi giù >> disse dibattendosi tra le sue braccia
<< D'accordo >> sbuffò, la mise a terra e lei non gli diede il tempo di fare un passo che lo baciò con passione fino a fargli dimenticare ogni cosa; lo baciò fino a quando non fu sicuro che era completamente in suo potere, con la mano trovò la maniglia della porta, sorrise divertita, si staccò di scattò e gli chiuse la porta in faccia chiudendola subito a chiave
<< Juliet >> disse in tono di rimprovero André dopo alcuni minuti che la ragazza gli aveva sbattuto la porta in faccia, Juliet scoppiò a ridere come mai prima d'ora << apri subito la porta >> urlò lui leggermente arrabbiato, ma la ragazza era piegata in due dalle risate e alla fine si trovò stesa a terra mentre continuava a ridere. Dopo vari minuti si alzò in piedi con gli addominali che le facevano male, si fece una lunga doccia calda che la fece sentire come messa a nuovo, una volta fuori dalla doccia imprecò: non aveva un cambio... Anzi non aveva proprio vestiti, non c'erano neanche quelli che aveva usato prima, imprecò e si mise addosso l'accappatoio di André, che le arrivava fin sotto le caviglie, si mise il cappuccio anche se le oscurava la maggior parte del suo campo visivo e uscì lentamente. Prima mise fuori la testa girandola a destra e a sinistra per vedere se c'era qualcuno e quando fu certa che non c'era nessuno uscì completamente. Fece solo due passi prima di trovasi stesa sul letto con qualcuno che la bloccava sotto il suo peso
<< Ora non scappi più >> disse André e la ragazza se lo immaginò mentre ghignava divertito
<< Non vedo nulla >> borbottò cercando di alzare il cappuccio che le era calato davanti agli occhi, sentii André sbuffare e dopo un attimo vide i suoi occhi cielo puntanti contro << André >> disse con voce da bambina e gli mise le braccia intorno al collo e baciandolo dolcemente
<< Sappi che questa me la paghi, Fino >> disse ghignando maligno
<< Che ho fatto? >> chiese con voce da innocente
<< Non mi  sbattuto la porta in faccia >> disse offeso
<< E allora? >> chiese provando a spostarsi leggermente, stava scomoda e il nodo della cintura gli premeva dolorosamente contro il ventre
<< Non si fa, piccola peste >> disse facendo scendere una mano verso la cintura, come se le avesse letto nel pensiero, e iniziò a slacciarla
<< Tu sei entrato e mi hai preso la roba >> ribatté lei mettendo il broncio da bambina
<< Sinceramente speravo che uscivi nuda, così mi levavi molto lavoro da fare >> disse sorridendo divertito 
<< Come hai fatto ad entrare se era chiuso a chiave? >>
<< La stanza è mia, no? >>
<< La serratura però... >>
<< So come è fatta la mia camera quindi non mi è difficile aprirla >> disse e non le fece dire altro che la baciò con passione, ovviamente Juliet si abbandonò completamente a lui e quasi non si accorse della mano che entrava nell'accappatoio e iniziava ad accarezzarle il fianco e poi scivolare verso la schiena e stringerla a se come se avesse paura che da un momento all'altro potesse sparire senza preavviso. Con un colpo di reni Juliet si mise sopra di lui, continuò a baciarlo come se non ci fosse un domani, mordendo e succhiando il labbro inferiore; scese a baciarci il collo e lasciandogli qualche succhiotto. La ragazza si allontanò per vedere il suo succhiotto, mettendosi seduta sopra di lui e trovò André che la fissava come incantato e inevitabile Juliet arrossì leggermente 
<< Perché mi guardi così? >> mormorò distogliendo lo sguardo
<< Perché sei meravigliosa >> disse spostandole un ciocca di capelli da davanti al viso
<< Smettila >> sussurrò guardando il letto
<< Di fare cosa? >> chiese avvicinandosi a lei e accarezzandole i capelli
<< Di fare tutto. Smettila >> squittì incrociando le braccia al petto
<< Anche di respirare? >> chiese divertito
<< Si >> disse non guardandolo
<< D'accordo >> disse lui tornando steso, Juliet non lo guardò per alcuni secondi e poi con la coda dell'occhio lo vide che stava diventando rosso in viso
<< Respira idiota >> disse dandogli un pugno sullo stomaco e André si piegò in due tossendo leggermente e Juliet sorrise soddisfatta, si abbassò verso l'orecchio e lo morse appena << vieni a prendermi >> disse seducente e corse fuori dalla stanza andando verso il salotto. Mentre correva si strinse la cintura sulla vita e corse più veloce, intanto André la inseguiva e cercava di prenderla ogni volta che si avvicinava. Juliet arrivò alle scale che portavano all'ingresso e trovò John, Lucas e Derek che ridevano tra di loro; smisero di ridere solo quando videro la ragazza che si precipitava verso di loro con dietro André che tentava di prenderla. Juliet si nascose dietro John che in un primo momento non capì che succedeva, poi sorride divertito
<< Ragazzi voi bloccatelo >> disse John prendendo Juliet per mano, André fece per prenderla, ma gli si pararono davanti Lucas e Derek. John e Juliet risero divertiti e il ragazzo iniziò a trascinarla verso il salotto, mentre André gli ringhiava contro. Il ragazzo la portò dall'altra parte della casa e la fece entrare dentro una camera
<< Questa è camera tua. Già ci sono tutti i vestiti che vuoi. Terremo André lontano da qui, anche se non credo entrerà. Il pranzo è all'una e un quarto, è formale quindi nulla di elegante >> disse sorridendo dolcemente
<< Okay. Grazie mille >> disse guardandosi intorno, la camera era molto simile a quella di André, andò all'armadio trovando dentro molti più vestiti di quanti non ne aveva, prese un paio di jeans e una maglietta, si sdraiò sul letto, sul comodino trovò una sveglia e la impostò a dieci minuti prima dell'una. Una volta impostata e assicurata che funzionasse cadde immediatamente in uno stato di dormi veglia, sentii qualcuno entrare dentro, voleva alzarsi, ma non c'è la faceva, nessun muscolo rispondeva ai suoi comandi
<< Grazie principessa >> disse dolcemente André, le diede un bacio sulla guancia e se ne andò, ma forse tutto questo se lo era semplicemente immaginato.
 
Juliet si svegliò con un suono assordante che le perforava le orecchie, aprì gli occhi e si alzò a sedere, spense la sveglia e si stropicciò gli occhi. Andò davanti all'armadio prese una semplice maglietta grigia che le stava leggermente grande, si mise dei jeans neri stretti e un paio di stivaletti neri con un po' di tacco; andò al comodino trovando cofanetti pieni di bracciali, collane, anelli e orecchini. Si mise alcuni bracciali e una collana con il ciondolo a croce nera con i bordi argentati. Uscì dalla camera e cercò di fare lo stesso percorso che aveva fatto con John, ma non fece altro che perdersi. Cercò di trovare qualche punto di riferimento, ma non trovò nulla così iniziò a farsi prendere dal panico, non sapeva dove andare e cosa fare, alla fine si mise seduta per terra ad aspettare chissà cosa, mentre con l'indice faceva dei cerchi immagini sul pavimento
<< Ecco dove ti eri cacciata >> disse la voce di André, Juliet alzò lo sguardo verso di lui che si stava andando verso di lei << sapevo che si saresti persa principessa >> disse divertito, una volta che si fu avvicinato abbastanza la ragazza gli saltò addosso e si aggrappò a lui stile koala << panico? >> chiese stringendola a se, aveva un braccio intorno alla sua vita e l'altro sotto il fondo schiena per sorreggerla, Juliet annuii e affondò ancora di più il viso contro il suo collo << vuoi fare quei gioco-esercizi che hai fatto l'ultima volta con Tati? >> chiese dolcemente
<< No, abbracciami >> borbottò
<< È quello che sto facendo principessa >> disse dandole un bacio sulla fronte; rimasero così per alcuni minuti << sai che dovremmo andare al pranzo? >> chiese divertito
<< Si... Non piace mangiare davanti a tutti... Mi da sui nervi >> borbottò
<< Mi dispiace, ma non lo possiamo evitare, prima o poi lo dovremmo fare >> disse facendola scendere dalle sue braccia
<< Non mi piace comunque >> disse facendo una smorfia
<< Almeno c'è un lato positivo >>
<< E quale? >>
<< Che stai insieme a me >>
<< Che bella fortuna >> disse ironica
<< Come sei cattiva >> borbottò lui, si sciolsero dall'abbraccio e si guardarono per qualche istante << allora andiamo, principessa? >> chiese sorridendo dolcemente, la ragazza annuii e lo prese per mano << sai eri quasi arrivata se non avessi svoltato a destra invece che a sinistra >> disse sciogliendo le mani e mettendole un braccio intorno alle spalle per averla più vicina
<< Sapevo che dovevo girare a sinistra >> borbottò lei e André ridacchiò divertito. Dopo cinque minuti arrivarono davanti da una porta di legno abbastanza alta e abbastanza grande da far passare loro due insieme, André fece scivolare un braccio intorno alla sua vita e l'altra la prese per mano
<< Andrà tutto bene >> le sussurrò all'orecchio, aprì la porta e centinaia di occhi si puntarono contro di loro, per un attimo Juliet ebbe la tentazione di scappare e andare a rifugiarsi nella sua camera al sicuro da tutti, ma André la tenne stretta a se e le fece conoscere tutte le persone di quella sala, di cui di sicuro non si sarebbe ricordata nulla se non il volto. Alla fine si ritrovarono a mangiare su un lungo tavolo tutto ben apparecchiato. La ragazza ringraziò il cielo che accanto a lei c'era André e Kate mentre davanti c'erano Derek, Lucas, John e i genitori di di André, anche se in verità Juliet non aveva esattamente un posto visto che ma maggior del tempo lo passò in braccio ad André. Cominciarono a portare il cibo e Juliet cercò di mangiare, ma lo stomaco era maggiormente chiuso per ansia e inoltre André aveva iniziato a massaggiarle la coscia con movimenti circolari e lenti. Dopo poco lo stomaco si chiuse completamente e si godette le carezze del ragazzo
<< Dovresti mangiare di più >> borbottò il ragazzo
<< Mi sto solo godendo le tue... Attenzioni?! >> disse sorridendo angelica
<< Non mi incanti principessa >> disse ghignando divertito
<< André togliti quel ghigno, subito >> disse la madre guardandolo storto
<< Stavo semplicemente facendo notare che Juliet dovrebbe mangiare di più >> disse lui con una scrollata di spalle
<< Lo sai che sono d'accordo, ma ora non la puoi costringere a mangiare >> disse la madre iniziando a tagliare la carne a Kate
<< Lo so >> borbottò
<< Bene. Ora togli la mano dalla coscia di Juliet >> disse riprendendo a mangiare tranquillamente
<< Questo no >> disse lui continuando ad accarezzarle la coscia, la madre alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere la questione. Continuarono a mangiare e Juliet si ritrovò seduta sopra le gambe di André e lui che l'abbracciava da dietro con il mento appoggiato sulla spalla, ridevano e scherzavano come una vera e propria famiglia. Quando arrivò il dolce Juliet provò a scendere dalle braccia del ragazzo, ma lui la strinse a se
<< Rimani qua con me >> si lamentò
<< C'è profiterole, il mio preferito, lasciami >> disse provando a liberarsi, ma ovviamente senza successo
<< Non se ne parla. Lo mangi qua con me >> disse baciandole il collo, Juliet sbuffò e rimase seduta sopra di lui, cercò di mettersi comoda e "per sbaglio" fece scontrare i loro bacini, subito la ragazza sentii qualcosa di duro premere contro di lei << sappi che ne pagherai le conseguenze >> mormorò lui vicino al suo orecchio, in modo che solo lei lo potesse sentire
<< L'hai voluto tu >> disse lei mangiando tranquillamente. André aspettò che finisse di mangiare il dolce prima di baciarle la spalla mentre con la mano le slacciò rapidamente i pantaloni, iniziò ad accarezzarle la sua intimità e la ragazza per poco non si strozzò con acqua. André ghigno divertito e continuò a baciarle la spalla
<< Stupido troglodita >> ringhiò lei e gli diede una gomitata sullo stomaco, ma lui non fece una piega e continuò ad accarezzarla toccando i punti più sensibili << smettila >> disse appoggiandosi al suo petto, sentiva caldo, le gambe avevano iniziato a tremarle, si mordeva con forza il labbro per trattenere i gemiti, provava colpire André con tutte le forze che aveva, ma le riusciva quasi impossibile 
<< D'accordo >> disse e tolse la mani rimettendo tutto apposto
<< Hai esagerato >> ringhiò appoggiando la testa sulla sua spalla e gli diede un' altra gomitata a cui lui non presto molta attenzione
<< Tu mi hai stuzzicato >> disse lui divertito
<< Immagina se ti avessi fatto io questo >> disse alzando lo sguardo verso di lui, André la fissò per un instante
<< D'accordo ho esagerato >> disse dandole un bacio sulla tempia
<< Te la farò pagare >> disse ghignando maligna
<< Tutto quello che vuoi principessa >> disse divertito e la baciò dolcemente
<< Preparati al peggio >> disse divertita e lui ridacchiò divertito
<< Che ne dite di andare in sala da balla? >> disse la madre di André sorridendo e alzandosi in piedi, tutti acconsentirono e andarono verso la sala da balla, mentre André tenne Juliet stretta se sulla sedia e ben presto rimasero da soli
<< Che vuoi fare? >> chiese Juliet divertita
<< Andiamo in camera >> disse alzandosi e prendendola per mano
<< Perché? >> chiese confusa mentre lo seguiva per i corridoi
<< Perché non ne posso più e ti voglio tutta per me >> disse guardandosi intorno con circospezione, stando attendo che nessuno li vedesse mentre Juliet arrossì per le sue ultime parole. Non parlarono finché non furono dentro la camera di André, in un attimo il ragazzo le fu addosso e la stese sul letto mentre si baciavano con passione. Non sapeva esattamente come fosse successo, ma la ragazza si ritrovò sotto di André con solo l'intimo addosso, il ragazzo si alzò sui gomiti e la guardò intensamente studiando ogni sfumature delle iridi della ragazza
<< Juliet >> disse serio, la ragazza lo guardò senza dire nulla aspettando che continuasse da solo << dimmelo >> disse continuando a fissarla, sulle prima la ragazza non capì cosa intendesse, ma poi capì e iniziò ad agitarsi
<< Non so di che cosa stai parlando >> disse fingendosi confusa, il ragazzo sorriso divertito e distolse un attimo lo sguardo
<< Dimmi che mi ami.... Ti prego >> disse chiudendo le mani a pugno. Juliet sgranò gli occhi stupita, in tutto quel tempo passato insieme non aveva mai sentito André pregare qualcuno di fare qualcosa, lui semplicemente diceva e tutto gli veniva dato. Il cuore iniziò a batterle a mille, lo guardò negli occhi a lungo e alla fine si decise a parlare
<< E allora? Anche se fosse a te cosa importa? Orami hai avuto il mio sangue, siamo legati no? Che ti importa se ti amo o meno? >> chiese senza guardarlo, le erano uscite da sole quelle parole, non ci aveva pensato due volte
<< Mi importa invece. Devo saperlo. E poi perché voglio risponderti >> disse guardandola serio
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊 ecco qua un altro capitolo 😄 che ne pensate? Allora Juliet è salva, André non ha sparato a lei ✌🏻e finalmente i due sono solo e sembra che nessuno li voglia interrompere 😏 chissà come finirà...
Allora ringrazio love_Sana_Akito che mi ha recensione tuo lo scorso capitolo, ringrazio chi mi ha messo tra preferite, seguite e ricordate (non finirò mai di ringraziarvi) e le lettrici silenziose
A presto
Bacioniiii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


<< Mi importa invece. Devo saperlo. E poi perché voglio risponderti >> disse guardandola serio
 
Juliet iniziò a fissarlo indecisa su cosa fare, si poteva fidare di lui ed esporgli i propri sentimenti? Continuò a fissarlo impaurita da tutto, non sapeva proprio cosa fare
<< Fidati, ti prego... >> disse lui appoggiando la fronte sulla sua e continuò a fissarla negli occhi. La ragazza trattenne il respiro, non sapeva se fidarsi veramente, anche se lui non aveva mai fatto niente per tradire la sua fiducia, l'aveva sempre salvata e aveva sempre cercato di proteggerla da tutti; era stato sempre accanto a lei, non l'aveva mai lasciata neanche per un attimo. Anche quando credeva che non sarebbe mai arrivato invece lui l'aveva salvata. Agì di scatto, si alzò e lo baciò con baciò
<< July.... >> disse lui provando ad allontanarsi, ma lei lo tenne stretto a se mettendogli la mano nulla nuca
<< Zitto razza di stupido idiota di un troglodita retro-evoluto >> disse lei e riprese a baciarlo
<< July, per favore >> disse provando nuovamente ad allontanarsi, ma lei glielo impedì un altra volta
<< Io ti odio razza di stupido. Ti odio e tanto. Sei uno stupido troglodita e non so come tu abbia fatto perché sei idiota, ma... mi sono infatuata di te... E tanto, anzi tantissimo >> disse contro le sue labbra, André si allontanò e appoggiò, di nuovo, la fronte sulla sua
<< Infatuata >> sussurrò debolmente con occhi chiusi
<< Fammi finire stupido troglodita... Basta non mi va più di fare discorsi da premio Nobel. Ti amo André >> disse baciandolo dolcemente
<< Peccato per il discorso da Nobel... volevo sentire che altre cazzate avresti inventato >> disse lui ghignando divertito, dopo un po' che si stavano baciando
<< Io non invento cazzate >> 
<< Invece ne dici più di quanto credi >> disse sorridendo divertito
<< Questione di punti di vista >> disse lei alzando il mento, André si abbassò e le baciò il mento, salì a baciarle le labbra
<< Quando sei idiota >> ghignò lui divertito
<< Se io sono idiota tu che sei? >> chiese lei infastidita
<< Sono un genio, ovvio >> disse continuando a ghignare divertito
<< Si certo nei tuoi sogni. Ora levati >> disse cercando di spingerlo via
<< Perché? >> chiese confuso cadendo al suo fianco
<< Perché si >> disse alzandosi in piedi, non fece in tempo neanche di fare un passo che si trovò di nuovo sdraiata sotto di lui
<< Ora mi spieghi che ti è preso >> disse con gli occhi che si stavano scurendo
<< Non mi è preso nulla >> disse non guardandolo e incrociando le braccia al petto
<< Di ho già detto che non mi devi mentire >> disse prendendole il mento e costringendola a guardarlo negli occhi << ti ripeto la domanda, che ti è preso? >>
<< Te l'ho detto, nulla >> disse lei guardandolo male
<< Smettila, dimmi che succede >> 
<< Niente. Solo che ti ho detto ti amo, prima hai detto che mi volevi risponde, ma visto che non fai altro che evitare il discorso deduco che non hai nulla da dire. Quindi tanto vale ritornare dagli altri >> disse lei scrollando le spalle
<< Non credevo che potesse esistere una persona più stupida di Derek, ma dopo questo mi devo ricredere >> disse lui pensieroso
<< Pensala come ti pare. Ora ti sposti? >> chiese non guardandolo, cercava di non far caso al nodo che le si era formato alla gola. Si era fidata per nulla, per un momento aveva creduto che anche lui la ricambiava, ma si era illusa, lui non provava niente per lei e quindi l'aveva costretta ad esporre i suoi sentimenti solo per prenderla in giro dopo
<< No, sto tanto comodo >> disse affondando il viso tra i suoi seni
<< Vattene a quel paese. Idiota. Levati prima che ti picchio >> disse mettendo le mani sulle sue spalle e facendo leva per spostarlo, ma con scarso successo; intanto André era scoppiato a ridere
<< Non riusciresti neanche a farmi un livido >> disse divertito, Juliet si infastidì ancora di più
<< Eh levati >> sbottò riuscendo a spingerlo via, si alzò in piedi e andò a mettersi i pantaloni. Se li stava abbottonando quando due forti braccia le circondarono la vita
<< Dai July stavo solo giocando un po' >> disse mordicchiandole la spalla
<< Vaffanculo tu e tuo stupido gioco >> disse liberandosi dalle sue braccia e allontanandosi da lui
<< Aspetta, dai vieni qua >> disse provando a riprenderla, ma gli sfuggì un' altra volta e così iniziarono a rincorressi per tutta la camera fino a quando Juliet non si chiuse dentro il bagno << July, apri questa porta >> disse André iniziando a bussare sulla porta
<< Scordatelo. Tanto hai avuto tutto quello che volevi no? Io ti ho dato il mio sangue e tipo detto ti amo. Non hai risposto, okay va bene, non ti voglio costringere a dire qualcosa che non provi >> disse lei con le lacrime che iniziarono a rigarle il volto
<< Sei proprio stupida.... Anch'io ti amo idiota >>
<< Facile dirlo con una porta davanti >> singhiozzò incapace di trattenere oltre i singhiozzi che le scuotevano il corpo
<< Se mi apri magari.... >> 
<< No >>
<< Vuoi rimanere lì dentro per sempre? >> 
<< Non sarebbe una cattiva idea >> borbottò lei mettendosi seduta sulla tavoletta del water portandosi le ginocchia al petto 
<< Ti ho sentito >> rimasero in silenzio per un po', Juliet continuava a piangere senza che lei neanche sapesse il motivo, lo amava, ma aveva sempre saputo che lui non avrebbe mai amato lei, si odiavano da quando si erano visti la prima volta, come aveva potuto sperare che con un solo bacio dato su un autobus le cose potessero cambiare? Juliet non era come le sue solite compagnie, lei preferiva più un buon libro che qualche trust di trucchi; preferiva disegnare che andare in giro a fare shopping.
Dopo cinque minuti che nessuno dei due parlava Juliet vide la chiave della porta cadere a terra e la porta aprirsi lentamente
<< Doppia chiave. Mia madre non vuole credere che sia molto utile >> disse André entrando dentro e lasciando la porta aperta
<< Vattene >> borbottò non guardandolo, con lo coda dell'occhio lo vide piegarsi sulle ginocchia davanti a lei, le asciugò le lacrime con il pollice, le prese il mento con due dita e la costrinse a guardarlo negli occhi
<< Sei più stupida di quanto non credessi >> 
<< Vaffanculo. Se devi offendere vattene >> 
<< Io vado a fanculo solo se tu vieni con me >>
<< Mai. Preferisco morire >>
<< Non hai detto che mi amavi? >> chiese divertito, ecco ora iniziavano le prese in giro, si era fidata troppo e questi erano i risultati. Come aveva fatto a fidarsi del suo peggior nemico? Anche i bambini sapevano che non si dovevano fidare dei cattivi e lei invece si era fidata e ora era rovinata. Cercò di spingerlo via, ma lui non mosse di un millimetro
<< Oddio, cosa vuoi da me? Lasciami in pace per cinque minuti. Tanto ormai sono tua no? >>
<< Voglio che mi lasci parlare >> disse accarezzandole la guancia
<< Come se non ne avessi avuto la possibilità >> borbottò lei guardandolo storto
<< July.... Io ti ho sempre amato, fin da quando mi hai fatto il primo scherzo al primo liceo. Mi hai colpito per come rispondevi, senza pensarci due volte, ai miei scherzi o alle mie battute cattive su di te, per come mi tenevi testa senza avere paura di come avrei reagito.... Io ti amo mia piccola principessa >> disse sorridendo dolcemente. L'aveva ammesso. L'amava da sempre. Per un attimo Juliet rimase a guardarlo con il cuore che batteva a mille e la mente occupata da un solo pensiero: anche lui l'amava. Agì, come prima, di scatto, gli saltò addosso facendolo cadere a terra e iniziò a baciarlo per tutto il viso e André scoppiò a ridere. Le prese il viso con le mani e la baciò con passione, subito dopo la prese in braccio e la portò sul letto; si mise sopra di lei tenendosi sui gomiti per non pesarle addosso, non smisero un attimo di baciarsi. Il ragazzo le tolse velocemente i pantaloni che si era appena messa, scese a baciarle la mandibola, il mento, il collo, la clavicola e la parte del seno non coperta, mentre lei le accarezzava delicatamente tutta la schiena e gli addominali, si abbandonò ai suoi baci e si lasciava scivolare nel vortice del piacere. Non smisero un attimo di baciarsi reciprocamente, velocemente André le tolse il reggiseno e inizio a giocare con il suoi seni, li morsicava, li succhiava e ci giocava facendo gemere sempre di più la ragazza. Il giovane scese a baciarle il ventre, il fianco e la sua intimità ancora coperta dalle mutande di pizzo bianco. La ragazza lo guardò per un attimo con il cuore che sembrava che stava per scoppiare da un momento all'altro, gli mise le mani tra i capelli e iniziò a giocarci; lentamente André iniziò a toglierle il tessuto di pizzo senza mani smettere di guardarla negli occhi. Per un attimo Juliet si ritrovò davanti l'immagine del suo ex che la guardava con disgusto mentre lei era in piedi, nuda di fronte a lui; delle labbra si appoggiarono sulle sue riscuotendola dai suoi pensieri
<< Pensa a me. Non pensare ad altro.... Concentrati solo sui miei baci, sulla mie carezze... Pensa solo a me >> disse dolcemente André baciandole la guancia fino ad arrivare al suo orecchio che lo morse appena
<< Scusami >> disse lei baciandolo dolcemente
<< Non ti scusare. Lo capisco, stai tranquilla >> disse baciandole il collo
<< Ti amo >> disse baciandolo sulla spalla
<< Anch'io ti amo piccola mia >> disse baciandola con passione. Rimasero a baciarsi per altri minuti, André la stuzzicava nei suoi punti più sensibili mentre lei giocava con i suoi capelli e con una mano lo accarezzava
<< July >> disse all'improvviso André
<< Dimmi >> disse lei guardandolo negli occhi
<< Sei sicura di volerlo fare? >> disse guardandola seriamente
<< Si >> disse sorridendo dolcemente, il ragazzo la baciò mentre lei gli tolse l'ultimo tessuto che gli impediva di essere perfettamente a contatto. Con un unica spinta diventarono finalmente un tutt'uno, Juliet si era aggrappata alla sua schiena per pronta a sentire un dolore atroce, ma non fu così, André rimase fermo e scese a baciarle l'orecchio
<< Scusami per questo, ma sarà solo per questa volta, te lo giuro >> disse, Juliet non capiva cosa intendesse fino a quando André non la morse a sangue tra il collo e la spalla, sentì dolore, ma non era come gli altri morsi che aveva ricevuto, questo era un po' più sopportabile. Dopo poco il dolore passò e André inizia a muoversi, facendole dimenticare il dolore; il ragazzo cerca a di essere più delicato che poteva, non voleva farle del male, ma dopo poco il vortice del piacere lo fece muovere sempre più velocemente e le botte diventarono sempre più profonde e violente. I loro cuori batteva a mille, ansimavano sempre di più fino a quando alla fine non vennero entrambi. André si stese al suo fianco e continuò a tenerla stretta a sé e a darle dei piccoli baci nell'incavo del collo e della spalla
<< Ti ho fatto male? >> chiese preoccupato, visto che la ragazza non si muoveva e continuava a fissare il soffitto con aria assente. La ragazza si riscosse alle parole di André e si girò verso di lui
<< No. Solo che il morso è stato un po' doloroso >> disse mettendogli le braccia intorno al collo
<< Mi dispiace, ma te lo avevo detto, la prima volta di solito si fa il marchio e non ho saputo resistere... Sei sicura che stai bene? >> chiese spostandole un ciocca di capelli dietro l'orecchio
<< Si tranquillo >> disse iniziando ad accarezzargli i capelli
<< D'accordo >> disse un po' più tranquillo e iniziò a coccolarla, tenendola stretta a se
<< André >> disse dopo un po' che si beava delle sue coccole, lui si limitò a guardarla aspettando che continuasse << posso morderti il braccio? >> chiese guardandolo fisso, André scoppiò a ridere divertito
<< Come mai? >> chiese divertito
<< Non lo so. Ne ho voglia >> disse lei scrollando le spalle
<< D'accordo >> continuò a sorridere divertito le porse l'avambraccio e lei iniziò a mordicchiarlo delicatamente e poi quasi senza rendersene conto gli fece un succhiotto << non avevo mai avuto un succhiotto sul braccio >> disse lui divertito
<< Ho sonno >> disse affondando il viso nell'incavo tra il collo e la spalla
<< Dormi allora principessa >>
<< Quando mi sveglio starai qua? >> chiese iniziando ad addormentarsi
<< Certo amore mio >> disse coccolarla
<< Grazie >> disse e si addormentò di schianto
 
La mattina dopo Juliet si svegliò che stava da sola nel letto, si alzò a sedere e si guardò un attimo intorno, si ricordò cosa era successo il giorno prima e arrossì di botto, guardò le lenzuola ancora messe alla rinfusa. Si alzò in piedi, non le andava di vestirsi di tutto punto così prese una camicia di André che la copriva fino alle cosce, andò all'armadio, lo apri e senza farci caso iniziò a far passere la mano sopra tutti suoi vestiti, aprì un cassetto e trovò e i suoi boxer, arrossì di botto e chiuse di scatto il cassetto e chiuse tutto. Andò davanti allo specchio per vedere il morso di André, ma invece di trovare due segni rossi vide una specie di tatuaggio fatto di spirali nere che si intrecciavano tra loro, partiva dalla base del collo fino alla spalla; sorrise soddisfatta, in fondo non era male come marchio. Andò a mettersi seduta davanti al tavolino e iniziò a disegnare; principalmente disegnò André che dormiva accanto a lei. Sentii la porta aprirsi e vide André, con indosso solo dei pantaloni grigi di una tuta, entrare con in mano un vassoio pieno di roba, sbuffò vedendola seduta per terra a disegnare
<< In tutti questi giorni ti sei sempre svegliata dopo, ora ti dovevi decidere di svegliati prima >> sbuffò lui << mangiamo sul letto >> disse andando a mettere tutto sul letto, Juliet si alzò e saltellò fino al letto e ci si buttò sopra
<< Grazie >> prese un cornetto al cioccolato e lo mangiò in un secondo e André scoppiò a ridere << che c'è? >> chiese confusa
<< Oh niente, niente >> disse continuando a ridere
<< Dimmelo >> disse mangiando un cornetto alla crema
<< Sei così buffa >> scoppiò un altra volta a ridere vedendola mentre si contorceva per non cadere la crema sul letto e sporcarsi la bocca si zucchero a velo e crema
<< Ora te la faccio vedere io >> disse e di scatto si mise a cavalcioni sopra di lui con le ginocchia poggiate sulle sue spalle, così da tenerlo fermo
<< Che vuoi fare? >> chiese confuso e divertito, la ragazza non rispose e gli cosparse tutto il torace di crema e cioccolato, una volta finito si sistemò meglio e iniziò a leccare via le due creme, lo baciava e lo leccava mentre André la guardava attentamente con occhi che diventavano rossi di desiderio e i canini iniziarono a sporgere sempre di più. Juliet gli stava per baciare il capezzolo quando lui ribaltò la situazione, mettendosi sopra di lei, e iniziò a baciarla con passione per tutto il corpo, strappandole via anche la sua camicia. Le baciò il marchio che aveva aveva fatto e intanto sorrideva soddisfatto
<< Mi piace... Anche se mio padre mi ucciderà >> soffiò sopra la sua pelle facendola rabbrividire, le morse piano la spalla tatuata e iniziò anche lui a leccarle a sua volta mentre la guardava con occhi divertiti. Scese a stuzzicarle i capezzoli con la lingua quando a fermarli fu qualcuno che bussava alla porta, André imprecò e si alzò contro voglia
<< Copriti >> sussurrò vicino all'orecchio della ragazza che subito prese il lenzuolo caduto a terra e se lo mise addosso, intanto André socchiuse la porta parlò con qualcuno che Juliet non riuscì a vedere e alla lui tornò da lei sbuffando << dobbiamo andare a scuola >> sbuffò mettendosi una maglietta nera presa dall'armadio
<< Perché? >> chiese lei confusa alzandosi in piedi portandosi dietro il lenzuolo
<< Perché mia madre lo ordina. Se non scendiamo tra massimo dieci minuti ci prende e ci porta lei anche nudi >> sbuffò voltandosi verso di lei
<< Dieci minuti sono sufficienti >> disse lei avvicinandosi sensualmente a lui
<< Per cosa? >> chiese confuso
<< Ti aspetto sotto la doccia >> disse lei guardandolo maliziosa, andò verso il bagno e mentre camminava lasciò cadere il lenzuolo a terra così da offrire al ragazzo lo spettacolo del suo didietro. La ragazza mentre stava per chiudere la porta le sembrò di sentire un:" maledetta ragazzina", ma cercò di non farci caso e si infilò sotto la doccia. Dopo un secondo che stava sotto la doccia sentii le mani di André che si ancoravano sui suoi fianchi e le sue labbra che iniziavano a baciarla dal fondo schiena e salire lentamente travolgendola in una dolce tortura.
 
Arrivarono a scuola giusto in tempo per entrare in seconda ora. Passarono la giornata in tranquillità, appena Lucas e Derek li videro insieme iniziarono a dare di matto perché il ragazzo aveva marchiato Juliet prima del previsto, ma a subirsi la strillata principalmente su André, a Juliet non dissero quasi nulla; la ragazza, invece si ritrovò ad essere investita dalla esplosiva Lara che per poco non la fece a cadere giù dalle scale visto che le era letteralmente saltata addosso dopo una lunga corsa, qualcuno guardava ancora Juliet di sottecchi e con disprezzo, ma lei fece finta di nulla, Bea la continuava ad ignorare mentre Tamara cercò di stare vicino sia a lei che a Derek -più a Derek che a lei
<< Possiamo passare a casa di mia madre, per favore >> chiese la ragazza quando salirono in macchina per tornare a casa
<< Certo... Perché vuoi passare a casa di tua madre? >> chiese confuso
<< Sarà tornata dalla sua vacanza, volevo vedere come stava e per dirgli che non mi vedrà molto... Anzi mai >> disse lei mentre guardava la strada davanti a lei
<< Perché mai? >>
<< No, niente... Lascia stare >> disse iniziando a torturarsi le mani per ansia, André fece intrecciare le loro dita 
<< Dai dimmi >> disse iniziando ad accarezzarle il dorso della mano con il pollice 
<< Non è niente di che... È che... Visto che sto praticamente sempre a casa tua...e... Dio che ansia >> disse alzando gli occhi al cielo
<< Vuoi venire a vivere definitivamente a vivere da me? >> chiese sorpreso
<< No... Cioè si... Se non è problema e tutto resto.... Aaaah sono stupida lo so. Fai finta che non ti abbia mai detto nulla >> disse togliendola la mano dalla sua portando entrambe le mani davanti al viso
<< Sai che te lo volevo chiedere stasera? >> disse dolcemente togliendole una mano da davanti al viso
<< Davvero? >> chiese lei guardandolo incerta
<< Si. Quindi si, va più che bene. Sei ufficialmente una di famiglia ora >> disse sorridendo dolcemente, Juliet si sporse e lo baciò sulla guancia
<< Grazie >> disse lei dolcemente
<< Non mi devi sempre ringraziare, io non ho fatto nulla >> disse baciandola a sua volta sulla mano, la ragazza si limitò a sorridergli dolcemente e iniziarono a parlare del più del meno.
Arrivati davanti a casa di Juliet la ragazza rimase per qualche secondo a fissare l'abitazione, non voleva scendere, aveva troppa paura di quello che le avrebbe detto sua madre vedendola così "ingrassata" - si stava rimettendo in forma lentamente, con André che ogni volta la faceva mangiare sempre un po' di più- 
<< Vieni con me? >> disse in tono di supplica e strinse forte la mano del ragazzo
<< Certo >> disse baciandola dolcemente, scesero dalla macchina e subito Juliet strinse la sua mano a quella di André << stai tranquilla, andrà tutto bene >> le sussurrò cercando di tranquillizzarla, ma lei invece si strinse di più a lui. Andarono a suonare il campanello e dopo qualche minuto le aprì la porta la madre
<< Sei tornata... Dov'eri? >> chiese seccata
<< A casa del mio ragazzo... André >> disse indicando il ragazzo accanto a lei che cortese stese la mano
<< Salve signora >> disse più gentile che poté
<< Come hai fatto a metterti insieme, è così acida e grassa >> disse con una smorfia di disgusto << a proposito, ti sei ingrassata ancora >> disse squadrandola da testa a piedi, Juliet sospirò abbassando la testa, come se lo era immaginato non era stata una buona idea andare dalla madre
<< Non ti andrà bene mai niente vero? >> mormorò la ragazza tristemente
<< Finché sei grassa no. Comunque il natale lo passi con tuo padre. La prima settimana di dicembre verrai in Australia da me perché il tuo patrigno ti vuole conoscere. Tuo padre ti ha già preso i biglietti di andata e ritorni, parti il due così stai il tre da noi. Prendi l'aereo del ritorno il ventitré così stai da lui il ventiquattro >> disse senza far trapelare nessuna emozione
<< E mio fratello quando lo vedo? >> chiese sempre con la testa bassa
<< Tuo padre ha deciso che passerà il Natale con tuo fratello >> disse lei con una scrollata di spalla
<< D'accordo >>
<< Chiama tuo padre che si stava preoccupando che non riusciva a contattarti >>
<< Tu non eri preoccupata che non mi hai visto a casa? >>
<< Avevo i miei dubbi che ti fosse successo qualcosa con tutto quel grasso che... >>
<< Ora basta >> sbottò André mettendosi davanti a Juliet come se la volesse proteggere << Juliet non è affatto grassa o roba del genere... >>
<< André... Lascia perdere. Non importa più oramai >> disse lei prendendolo per il braccio << io vado a vivere da André. Così tu non dovrai più vedermi e sarai più felice così >> disse lei cercando di non far trapelare nessuna emozione
<< Bene, così neanche mi devo preoccupare che ti devo far trasferire >> disse la con una scrollata di spalle
<< Ma come... >>
<< André. Per favore andiamo. Tanto abbiamo finito qua >> disse lei provando a portarlo verso la macchina
<< Bene... Ci vediamo in Australia >> disse e gli sbatté la porta in faccia, André fece per andare ad urlare davanti la porta, ma Juliet lo fermò e riuscì a portarlo in macchina. Dentro André non disse nulla, iniziò a guidare, teneva il volante con entrambe le mani e lo stringeva così forte che aveva fatto sbiancare le nocche. A metà strada Juliet mise testa sulle ginocchia del ragazzo
<< Posso? >> chiese con un sussurro
<< È pericoloso, ma va bene >> disse con un sospiro, iniziò ad accarezzarle i capelli e cercava di stare più attento che poteva per non fare qualche incidente o fare frenate improvvise che avrebbero potuto fare del male alla ragazza. Arrivarono a casa di André senza che si erano detti nulla e finalmente il ragazzo si rilassò, continuò ad accarezzarle i capelli mentre la ragazza cercava di non pensare a nulla
<< Principessa >> disse dolcemente
<< Dimmi >> disse con gli occhi chiusi
<< No... Non importa. Entriamo dentro >> disse anche se continuarono a stare lì dentro per altri minuti. Quando uscirono André l'abbraccio forte a sé
<< Non devi per forza andare in Australia, puoi rimanere qui con me >> sussurrò vicino al suo orecchio
<< Lo so... Ci penso, okay? >> disse lei accarezzandogli la guancia
<< D'accordo >> disse baciandole la tempia << andiamo a mangiare >> disse e l'accompagnò dentro
<< Non mi va di mangiare >> mormorò guardando a terra, il ragazzo sospirò e le diede un bacio sulla tempia
<< D'accordo, andiamo in camera? >> chiese intrecciando le loro dita
<< No tu vai a mangiare, io vado in camera >> disse scuotendo la testa, André la baciò dolcemente
<< Capito... Vengo più tardi o vuoi che ti aspetto in sala? >> chiese dolcemente accarezzandole la guancia con la mano
<< Non lo so.... Vengo io >>
<< D'accordo >> disse e si allontanò continuando a fissarla finché non sparì dalla sua vista, Juliet corse in camera e una volta dentro si buttò sul letto- perfettamente rifatto- affondò il viso nel cuscino e iniziò ad urlarci contro fino a quando le urla non diventarono singhiozzi di pianto. Si ma maledisse per aver avuto l'idea di andare a trovare sua madre, se lo doveva aspettare che l'avrebbe trattata male. Continuò a piangere finché non si addormentò mentre stringeva il cuscino a sé.
 
Si svegliò che sentiva la testa che stava per scoppiare da un momento all'altro, le palpebre erano pesanti e quasi non riusciva ad aprirle. Si mise in piedi e andò in bagno per sciacquarsi il viso e truccarsi in modo che non si vedesse che avesse pianto; ritornò in camera, sul tavolino trovò il suo bloccò da disegno aperto su una pagina vuota con su scritto:" la prossima volta che mi vuoi fare un ritratto svegliami così mi metto mi una posizione più sexy ;). André " Juliet inconsciamente sorrise leggendo quel messaggio e decise di rispondergli
"Non ci pensare nemmeno. Alle posizioni ci penso io. P.s sei più sexy quando dormi. Juliet" lasciò il bloccò lì dove stava e andò in giro per la casa. Attraverso il corridoio e invece di guardare a destra per andare al salotto girò a sinistra. Trovò immediatamente una camera aperta in cui si trovava Kate intenta a guardare i cartoni animati
<< Ciao Kate >> disse lei sorridendo
<< Julyyyy >> urlò la bambina correndogli incontro e aggrappandosi alle sue gambe, la ragazza scoppio a ridere, si abbassò e l'abbraccio a sua volta << sono così felice di vederti. Sai che la stessa puzza di mio fratello? >> disse tappandosi il naso con le piccole mani e cercò di fare una smorfia disgustata, ma apparì solo più adorabile
<< Davvero? Mi sa che sto troppo tempo con lui >> disse lei annuendo con la testa per enfatizzare le sue parole
<< Allora stai insieme a me >> disse la bambina saltellando di gioia
<< Certo. Che facciamo? >> chiese sorridendo dolcemente 
<< Stavo vendendo i cartoni, vieni >> disse, la prese per mano e la portò dentro la camera, iniziarono a giocare insieme, dopo un po' si misero a disegnare e Kate si incantò a guardarla mentre disegnava e iniziò a chiederle di disegnare tutto quello che le passò di mente e Juliet non poté far altro acconsentire visto che non poteva dire di no ai grandi occhi da cucciolo della bambina
<< Kate io vado in attimo in camera di André che telefono a mio padre, poi torno appena ho finito >> disse Juliet sorridendogli dolcemente
<< D'accordo, ma sta attenta, non voglio che mio fratello ti rapisca come le altre volte >> sbuffò la bambina
<< Starò attenta. Torno subito >> disse sorridendo, Kate si avvicinò e le lasciò un bacio sulla guancia e Juliet uscì. Tornò in camera dove prese il telefono e chiamò il padre, subito la ragazza lo tranquillizzò che stava bene e parlarono del più e del meno, lei gli disse di André e il padre borbottò contrariato e che doveva stare attenta, ma infondo non disse nulla di che. Lui le disse che si era lasciato con la sua compagna e che ora era solo. Parlarono per più di un'ora e alla fine si dovettero lasciare perché il padre fu richiamato a lavoro. Su tavolino trovò la risposta di André sulla stessa pagina in cui l'aveva lasciato :" mi dispiace principessa, ma non lasciarti pensare alle posizioni visto che il kamasutra lo conosco meglio io" Juliet scoppiò a ridere e sorridendo gli rispose " tu questo non lo sai stupido troglodita :P stasera te ne pentirai" uscì dalla stanza e ritornò da Kate ripresero a giocare; dopo poco si misero a guardare il Re leone e la piccola si addormentò quasi subito, Juliet la prese in braccio e la mise sotto le coperte e tornò in camera di André dove trovò la sua risposta :" perché aspettare stasera se lo possiamo fare subito?" due forti braccia le circondarono la vita e le labbra di André si appoggiarono sul suo collo
<< Allora che ne dici? >> chiese mordicchiandole il lobo
<< Dico che è un ottima idea >> disse e lo spinse verso il letto dove si mise a cavalcioni sopra di lui.
 
Passarono il resto della settimana insieme, si divertivano, la sera uscivano inizio e ai loro amici e andavano in discoteca dove André non si allontanava nemmeno per un secondo da Juliet per evitare che qualcuno provasse anche solo a sfiorarla. Un volta André la portò a cena fuori in un ristorante perfettamente romantico e dopo la portò al cinema a vedere un film dell'orrore, visto che sperava che Juliet si stringesse a lui per la paura, invece la ragazza scoppiava a ridere ad ogni scena che avrebbe terrorizzato ogni ragazza e lui sbuffava ogni volta che credeva che lei si aggrappasse a lui. 
 
Alla fine Juliet aveva deciso di andare in Australia dalla madre per vedere sia il posto -le era sempre piaciuta l'Australia- e sia per dirle addio per sempre
<< Stai attenta >> le disse André davanti all'entrata che portava all'aereo
<< Andrà tutto bene. Chiami la sera così ti dò la buonanotte >> disse sorridendogli dolcemente
<< Si così ti sveglio alle quattro di mattina >> disse lui sorridendo divertito
<< Veramente ho fatto un conto se mi chiami alle undici da me saranno le sette di mattina >>
<< Brava bambina che hai studiato, ora ti metto un bel dieci sul registro >> disse lui ridendo divertito
<< Dai idiota non mi prendere in giro >> disse sorridendo divertita
<< Non ti sto prendendo in giro, sto dicendo sul serio >> disse sorridendo anche lui divertito
<< Stupido troglodita >> disse lei scoppiando a ridere
<< Ti amo principessa >> disse baciandola dolcemente
<< André vado e torno, non mi stai perdendo per sempre >> disse lei divertita
<< E se l'aereo cade? >>
<< Così però mi porti sfiga e dai >> 
<< È una semplice constatazione di quello che potrebbe accadere >>
<< Stai zitto che è meglio >> disse e lo baciò con passione, proprio in quel istante chiamarono il suo volo << ti amo >> 
<< Anch'io principessa. Stai attenta. Chiamami anche tu quando vai a dormire mi raccomando >>
<< Si tranquillo. Io vado altrimenti lo perdo il volo >> fece per andare, ma André la trattenne 
<< Non mi dici di stare attento? >> chiese confuso, lei si avvicinò al suo orecchio
<< Sei un demone grande e grosso non hai bisogno di stare attento. E se intendi per quanto riguarda le ragazze tanto lo so che non puoi far nulla con loro, quindi non mi preoccupo >> disse sorridendo divertita
<< Maledetta ragazzina >> disse ghignando divertito, chiamarono di nuovo il suo volo
<< Ciao André >> disse lei dandogli un ultimo bacio
<< Ciao principessa >> disse tristemente André << mi mancherai mia piccola principessa >> sussurrò guardandola con occhi da cucciolo bastonato
<< Anche tu mio piccolo demone e tanto >> lo baciò ancora
<< Meglio che vai >> disse lui mordendole il labbro inferiore
<< Si dovrei andare >> disse lei, si staccarono e la ragazza andò verso lo sportello perdendo il conto di quante volte si era girata a guardarlo e lui stava sempre li a guardarla tristemente.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveeeee ☺️ chiedo scusa per enorme ritardo che ho fatto per scrivere questo capitolo, ma ho avuto un sacco da studiare, neanche è iniziata scuola, che mi hanno già riempito di case da fare! Chiedo perdonooo 🙇🏻🙇🏻
Comunque... Che ne pensate del capitolo? Juliet ora parte e chissà cosa succederà ai due pincionccini che non si vedranno per venti giorni e per vacanze di Natale :3 vi faccio un piccolo spoiler, probabilmente nel prossimo capitolo ci sarà il ritorno di un personaggio, non mi piaceva come lo avevo lasciato, così ho deciso di rimetterlo dentro per almeno un altro capitolo ✌️
Ringrazio love_Sana_Akito, che mi recensiti lo scorso capitolo, ringrazio chi mi ha messo tra le storie preferite, seguite e ricordate ( come sempre vi adoro *^*) e le lettrici silenziose
Un bacione a tutti ❤️💜❤️💜

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Juliet atterrò il giorno dopo, appena l'auto parlante disse che potevano scendere la ragazza era già schizzata in piedi e stava per volare fuori dall'aereo se non fosse che le hostess la fermarono e le dissero che dovevano scendere ordinatamente, sbuffò e aspettò che le dicessero che poteva scendere. Appena fu fuori ispirò a pieni polmoni l'aria calda dell'Australia e corse alla navate solo per sgranchire meglio le gambe. Prese la sua valigia verde fosforescente, si mise gli occhiali da sole per coprire le profonde occhiaie che aveva ed uscì dall'aeroporto. Trovò due ragazzi che appena la videro le sorrisero, erano entrambi carini, tutte e due biondi, uno con gli occhi azzurri e l'altro con gli occhi verdi, muscolosi, quello con gli occhi verdi aveva i lineamenti delicati e gli ricordava lontanamente André e gli sembrava familiare, ma non riuscire a capire chi era, le sembrava importante, ma non capiva. Il ragazzo dagli occhi verdi sorrise divertito e si avvicinò a lei
<< Ciao Juliet >> disse dandole un bacio sulla guancia
<< Ehm... Tu saresti? >> chiese lei confusa, parlava perfettamente inglese, il ragazzo scoppiò a ridere
<< Dai è normale che non si ricordi, le hanno fatto conoscere tante di quelle persone in una sola volta >> disse quello con gli occhi azzurri
<< Mi volete spiegare oppure devo chiedere udienza a qualcuno? >> chiese spazientita, era nervosa, in aereo non aveva dormito a causa della sua vicina che russava peggio di un maiale, i ragazzi risero divertiti
<< Siamo nervose eh >> disse quello con occhi azzurri
<< Ma vaffanculo >> disse lei iniziando a camminare per allontanarsi da quei due
<< No aspetta >> disse uno dei due e qualcuno che le afferrò il braccio per fermarlo
<< Non mi toccare >> ringhiò strattonando il braccio
<< Okay scusaci, finiamola qua, immagino che sarai stanca del volo. Comunque io sono il cugino di André >> disse quello con gli occhi azzurri inchinandosi per fare il bacia mano
<< Ah... Ehm... Continuò a non ricordare, mi spiace >> disse lei con una scrollata di spalle
<< Oh... Beh ti assicuro che è la verità >> disse il ragazzo con gli occhi azzurri
<< Ci certo. Devo andare >> disse e fece per andarsene, ma il ragazzo la riprese
<< Aspetta, André ci ha detto che ti dobbiamo portare a casa tua >> disse prendendola per il polso
<< Certo, immagino >> disse sarcastica, se ne voleva andare, ma il ragazzo glielo impedì e la spinse addosso a se
<< Potresti anche essere la sposa di André, ma ricorda che non sei un demone e non puoi fare nulla >> le sussurrò vicino all'orecchio
<< Posso fare questo però >> disse lei maliziosa alzò di scatto il ginocchio e lo colpì alle parti basse così da farlo piegare in due dal dolore, Juliet ne approfittò e scappò verso un taxi libero, gli diede l'indirizzo che le aveva dato la madre poco tempo prima e quello subito dopo quello partì. Mentre stava nel taxi inviò un messaggio ad André dicendogli che era ancora viva e che il viaggio era andato tutto bene e che era stanca morta; dopo cinque minuti André le rispose: Okay, ma potevi accettare il passaggio di mio cugino
Juliet: Ah... Quindi era davvero tuo cugino
André: La solita idiota
Juliet: Oh senti sono stanca morta, accanto me c'era una che russava peggio di un maiale, non ho dormito e quindi sono abbastanza nervosa. E poi tu non dovresti stare a dormire?
André: Stavo aspettando un tuo messaggio
Juliet: Che dolce, però ora dormi che devi andare a scuola
André: Lo so.... Per favore non ti arrabbiare
Juliet: Sei stato espulso un'altra volta -.-"?
André: No, non c'entra la scuola.... Meglio che te lo dico quando sarai meno nervosa
Juliet: No ora me lo dici e dopo che me l'hai detto vai a dormire. Quindi sbrigati
André: Ti dispiace andare in giro con mio cugino? Solo per essere sicuro che non ti accadrà nulla
Juliet: Scordatelo
André: Per favore. Non voglio stare tutti i giorni in pensiero 
Juliet: Sto in Australia, non mi accadrà nulla
André: Prendilo come favore, fammi questo piacere. Non voglio vederti un'altra volta su quel letto d'ospedale Juliet si sentì in colpa per come l'aveva fatto sentire, infondo si era sentita pure lei così, non poter far nulla per l'unica persona che ami più di te stesso ti distrugge 
Juliet: D'accordo 
André: Grazie principessa. Quando tornerai ti aspetta una bella sorpresa 
Juliet: Neanche sono arrivata a casa che già mi fai venir voglia di tornare?!
André: Se fosse per me neanche saresti dovuta partire
Juliet: Dai lo sai che amo l'Australia e poi devo dire addio a mia madre
André: Per come ti tratta avresti potuto semplicemente scrivergli una lettera o chiamarla
Juliet: André, ne abbiamo già parlato
André: Lo so... E non è andata a finire bene per il mio collega sotto
Juliet: ANDRÉ
André: Dimmi principessa
Juliet: Vai a dormire stupido idiota
André: Non mi dai una buonanotte più dolce?
Juliet: Si così ti ecciti e non dormi più. Ora fai il bravo bambino e vai a nanna
André: D'accordo mamma, ma almeno il bacio della buonanotte me lo dai? 
Juliet: Sogno d'oro cucciolo mio
André: Riposati anche tu principessa mia. Buonanotte la ragazza si rilassò contro lo schienale del taxi, si mise comoda, chiuse per un secondo gli occhi solo per riposarli un po', ma invece si addormentò di colpo.
Si svegliò di colpo con qualcuno che la scrollava per un spalla, si guardò intorno confusa fino a quando i suoi occhi non incontrarono quelli scocciati del tassista che stava aspettando che lei lo pagasse. Prese dei soldi che aveva nella borsa e scese portandosi dietro la valigia, si trovò davanti un villino tipicamente americano fatto di assi di legno dipinte di bianco. Rimase ferma per un attimo a guardare la struttura come imbambolata, ma in verità era solo terrorizzata a scoprire cosa l'aspettava
<< Vuoi che veniamo con te? >> chiese una voce vicino a lei, la ragazza si girò di scatto trovando i due cugini di André che la fissavano incuriositi
<< Mh... Non lo so >> sospirò guardando per terra
<< Stai tranquilla. Non credo che ti mangerà >> disse quello con gli occhi verdi
<< No infatti fa di peggio >> disse con un sussurro che quasi non si sentì
<< Dai andiamo >> disse quello con gli occhi azzurri circondandole le spalle con un braccio << che almeno se ti mangia ti possiamo difendere >> continuando sorridendo
<< D'accordo >> disse e insieme andarono fino alla porta e Juliet suonò il campanello, dopo qualche secondo venne ad aprire la madre di Juliet che subito la squadrò da testa a piedi
<< Questi due sono? >> chiese irritata
<< I cugini del mio ragazzo >> disse Juliet spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio
<< Non restano qua vero? >>
<< No, no sono di qui >> 
<< Bene. Seconda camera a destra e vedi di sbrigarti >> disse e se ne andò, Juliet sospirò "ecco che ricomincia la tortura" pensò ed entrò dentro seguita dai due ragazzi. Juliet entrò dentro la sua nuova camera completamente spoglia, aveva giusto il minimo indispensabile: un armadio, un comodino e un letto sotto la finestra
<< Che carina tua madre >> disse il ragazzo con gli occhi verdi
<< Già, troppo in effetti >> disse sarcastica Juliet mettendo la valigia sopra il letto << mi dite i vostri nomi che non li so >>
<< Io sono Sidney >> disse quello con gli occhi verdi
<< Mi puoi chiare Al >> disse quello con gli occhi azzurri
<< Facili da ricordare... Come avrò fatto a scordarmi non lo so >>
<< Ha avrai stretto la mano a tanta di quella gente che è già un miracolo che ti ricordi i nostri volti >> disse Al con una scrollata di spalla
<< Già in effetti... >>
<< Poi tu e André siete spariti.... Ti ricordi come la madre stava andando di matto? >> chiese divertito Sidney
<< Oddio non mi sono mai divertito così tanto >> disse Al scoppiando a ridere e Juliet sorrise divertita immaginando la scena visto che i genitori di André appena la videro marchiata avevano dato di matto strillando principalmente il ragazzo visto che lui si era messo davanti a lei come se la volesse proteggere
<< È stato allora che ti marchiato o è stato dopo? >> chiese Sidney
<< Quel giorno >> disse arrossendo a quel ricordo 
<< Dai ora la fai sentire in imbarazzo >> disse Al dandogli una gomitata sulle costole
<< Nah Juliet non si imbarazza per così poco >> disse scrollando le spalle
<< Già... >> disse e subito dopo sbadigliò
<< Beh forse è meglio se ti lasciamo, starai morendo di sonno >>
<< Si grazie >> disse lei sorridendo dolcemente
<< Chiamaci quando ti svegli >> disse Al dandole un bacio sulla guancia e lasciandole un foglio ben piegato
<< D'accordo >> disse lei sbadigliando un'altra volta
<< Buona notte piccola >> disse Sidney dandole anche lui un bacio sulla guancia
<< Grazie >> disse togliendo la valigia dal letto
<< Ciao >> dissero insieme e se ne andarono, Juliet si sdraiò sul letto e si addormentò subito.
 
Si svegliò che fuori era tramonto, si stiracchiò tutti i muscoli e si guardò intorno e si ritrovò nella sua camera, si alzò in piedi e andò in giro per il corridoi del secondo piano alla ricerca del bagno, quando lo trovò si fece una lunga doccia. Una volta rinfrescata si mise addosso una canotta leggera bianca e un paio di short di jeans, scese al piano di sotto dove trovò la madre che stava già cucinando
<< Allora non mi dici nulla? >> chiese la ragazza appoggiandosi allo stipite della porta
<< Che ti dovrei dire? >> chiese la madre continuando a tagliare qualcosa
<< Che ne so?! Domande di convenienza, tipo com'è andato il viaggio? O un semplice stai bene? >> sbottò la ragazza
<< Perché mai dovrei farle? Sei qui e stai bene >> 
<< Io non ti capisco, perché fai così? Io non capisco che diamine ti ho fatto per farmi odiare in questo modo >> sbottò un'altra volta
<< Non hai fatto nulla >> disse lei tranquillamente, la ragazza rimase per qualche secondo a fissarla senza sapere cosa dire
<< E... E allora perché fai così? Perché mi tratti sempre male? >>
<< Sono abituata a trattarti male e non vedo perché dovrei cambiare questa mia abitudine >> disse con una scrollata di spalle
<< Quindi se ti dicessi che io ci sto male ogni volta che mi tratti male a te non importerebbe nulla >> disse cercando di far uscire la voce sicura, ma in verità aveva un nodo alla gola che si stava stringendo sempre di più
<< Esatto >> Juliet rimase per qualche secondo a fissarle la schiena e alla fine sospirò
<< Io esco... Ah già giusto a te non importa >> disse e se ne andò per uscire ed essere avvolta dal caldo torrido dell'Australia.
Andò un po' in giro da sola, non sapeva esattamente dove andare, ma si lasciava trascinare dalle gambe. Alla fine si trovò a camminare in spiaggia; camminò per un po' e poi si ricordò della promessa che aveva fatto al suo ragazzo, sospirando prese il cellulare e chiamò Al
<< Ehy piccoletta dove sei? >> chiese subito
<< In spiaggia >> disse senza soffermarsi sul fatto che l'aveva riconosciuta senza neanche che lei gli dicesse un semplice ciao
<< Arriviamo subito >> disse e le attaccò subito; la ragazza camminò un po' in spiaggia e poi trovò scritto sul bagnasciuga la solita scritta d'amore di due fidanzati "Ale+ Debby" circondata da un cuore. La ragazza prese un bastoncino li vicino e iniziò a disegnare sopra la scritta, usando le linee che già le avevano fatto, alla fine uscì una rondine che si alzava in volo e un delfino che stava saltando con lo sfondo di una luna piena
<< Wow >> disse qualcuno vicino a lei, si girò e trovò Al a guardare il disegno
<< Ehm.... Ciao >> disse sorridendo imbarazzata
<< L'hai fatto davvero tu? >> chiese Sidney vicino al compagno
<< Si >> disse, prese il cellulare e gli fece una foto, avrebbe chiesto poi ad André di stamparla
<< Fai già l'artista in qualche mostra? >> chiese Sidney
<< Ancora no.... Oh mio dio >> disse sgranando gli occhi << come ho fatto a dimenticarlo? No no no, cazzo >> sbottò sbattendo il piede per terra
<< Che succede? >> chiesero entrambi confusi
<< Avevo conosciuto uno, che mi aveva detto che un suo amico che aveva una galleria chissà dove, e stava cercando un nuovo giovane artista. Mi ha lasciato il numero chiamarlo e.... Cazzo come sono idiota >> disse e iniziò a camminare velocemente lungo la spiaggia << oramai avrà già trovato qualcun altro a cui dare la parte. Che palle non ci posso credere che sono così dannatamente stupida, sono un idiota >> i due ragazzi le corsero dietro, non dicevano nulla mentre lei borbottava imprecazioni a non finire e malediceva tutti
<< Ti potresti calmare? >> chiese Al mettendosi accanto a lei
<< No >>
<< Almeno siediti >> provò Sidney e la ragazza sbuffando si mise seduta con il broncio
<< Dai ci sarà pur sempre un'altra opportunità >> provò Al cercando di consolarla mettendosi seduto accanto a lei
<< Forse >> sospirò Juliet spostandosi i capelli dietro l'orecchio
<< Per come sei brava vedrai che troverai qualcun altro... E poi puoi sempre chiamare quel tizio e chiedergli qualche consiglio >>
<< Dubito che si ricorderà di me >> disse portandosi le ginocchia al petto e mise il mento sopra a quelle mentre fissava il mare mosso
<< È impossibile dimenticare una come te, su. Vedrai che se lo chiami si ricorderà >> disse Al
<< Dubito. Ci siamo incontrati sulla spiaggia, ero praticamente depressa per colpa di André, l'ho visto che stava disegnando così gli ho chiesto un foglio e mi sono messa a disegnare vicino a lui e così mi ha detto quella cosa >> 
<< Capito.... Prova a chiamarlo >>
<< Non mentre sono qua, l'unico orario in cui lo posso chiamare sono quando qua sono le undici, oppure alle sei di pomeriggio >> disse stringendosi le gambe al petto
<< Beh chiamalo, ora sono le sei quindi la sono le.... >> disse Sidney fermandosi per fare qualche conto
<< Le dieci del mattino >> lo anticipò lei
<< Hai fatto tutti i conti? >> chiese Sidney alzando un sopracciglio
<< Certo. Devo pur chiamare André in un orario decente >> disse scrollando le spalle
<< Quindi vi volete sentire tutti i giorni? >> chiese Al confuso
<< Per l'esattezza prima di andare a dormire >> 
<< Voi siete pazzi >> disse Sidney come se fosse sconvolto da qualcosa, Juliet scrollò le spalle e continuò a guardare il mare. Rimasero a chiamare del più e del meno seduti sulla spiaggia fino a quando la madre di Juliet non la chiamò per dirle che doveva tornare a casa
<< Ehy più tardi c'è una festa in spiaggia, vuoi venire con noi? >> chiese Al quando arrivarono davanti a casa della ragazza
<< Certo va bene >> disse lei sorridendo
<< Ci vediamo dopo >> disse Sidney e se ne andarono, Juliet rientrò in casa e andò verso la cucina
<< Sono qua >> disse mettendosi seduta sul tavolo apparecchiato
<< Bene. Il tuo patrigno arriverà a momenti >> disse la madre mettendo sulla tavola una ciotola con dentro patate e tonno
<< Fantastico. Non vedo l'ora >> disse sarcastica
<< Non fare quel tono di voce, lo sai che non lo sopporto >> disse guardandola male
<< Dimmi una sola cosa sopporti di me >> sbottò la ragazza appoggiando la schiena sullo schienale della sedia
<< Forse nulla >> disse scrollando le spalle
<< Togli il forse >> ribatte acida la ragazza
<< Tu dici che io ti odio, però mi sembra che anche tu mi odi, quindi perché sei venuta? >> 
<< Per dirti che questa è l'ultima volta che mi vedi >>
<< Potevi chiamarmi >>
<< Ne ho approfittato per vedere l'Australia >> disse con una scrollata di spalle, la madre stava per rispondere quando una voce la interruppe
<< Sono a casa >> disse una voce che fece rabbrividire la ragazza da testa a piedi, no forse si era sbagliata, non poteva essere davvero lui, si girò lentamente e si trovò davanti un uomo con i capelli corti neri, occhi verdi chiari che avevano la capacità di ipnotizzare chiunque, muscoloso al punto giusto e alto
<< Ciao Marco. Juliet ti ricordi del tuo professore di italiano? >> disse la madre appoggiandosi al braccio dell'uomo. Non poteva essere davvero, di sicuro si stava sbagliando, non era davvero lui
<< Ciao Juliet >> disse lui sorridendo divertito, la ragazza lo guardava a bocca aperta
<< Come...come... Quando... Perché...? >> non riusciva a formulare una frase con senso, non poteva crederci, il suo peggior incubo non poteva essere tornato sotto forma del suo patrigno 
<< Juliet ti sembra il modo di parlare? >> chiese la madre irritata
<< Lasciala stare, è normale che non abbia parole. Comunque per rispondere alla tua ipotetica domanda io e tua madre ci stavamo frequentando da un po', così quando mi hanno licenziato mi è arrivata la proposta di venire a lavorare qui in Australia e ho ovviamente accettato. E tua madre ha deciso di seguirmi >> disse continuando a sorridere divertito
<< Ah... Come... Perché hai deciso di seguirlo? >> chiese la ragazza alla madre, le sembrava che il mondo si stava sgretolando lentamente intorno a lei
<< Perché ci amiamo, è una moglie non lascia che il proprio marito se ne vada senza di lei >> disse la madre sorridendo felice, si alzò sulle punte e lo baciò dolcemente mentre l'uomo non toglieva gli occhi di dosso alla ragazza le voleva dire qualcosa, ma in quel momento non riusciva a capire nulla, sapeva solo che il suo peggior incubo stava lì davanti a le e che ci doveva abitare insieme per altri diciotto giorni << e ora di cenare >> disse la madre staccandosi dal marito e andò sui fornelli a prendere una pentola
<< Questa volta non mi scapperai >> le sussurrò l'uomo vicino al suo orecchio prima di mettersi seduto accanto a lei, la ragazza lo guardò leggermente impaurita e abbassò lo sguardo. A cena non mangiò quasi nulla e quando ebbe finito corse in camera e si chiuse dentro, iniziò a respirare sempre più velocemente, l'aria iniziava a scarseggiare e non riusciva a muovere neanche un muscolo, era come se fosse paralizzata, le pareti iniziarono a muoversi verso di lei, tremava come una foglia e non riusciva a ragionare con lucidità l'unica cosa che sentiva era la paura che si stava impadronendo di lei. Il cellulare prese a suonare, ma lei non si muoveva dalla porta, non poteva andarsene di lì, lui sarebbe entrato se si fosse tolta. Il cellulare continuava a suonare senza darle tregua così con le mani tremanti lo prese e sul display trovò il nome si André, non poteva non rispondere a lui
<< Pronto? >> chiese con voce più sicura che riuscì a dire
<< Juliet finalmente, perché ci hai messo tanto? >> chiese lui leggermente spazientito
<< Scusami, ma... Stavo sotto la doccia >> inventò sul momento, non riusciva a dirgli la verità
<< D'accordo, allora come va fino adesso? >> chiese dolcemente
<< Tutto apposto, non ho fatto nulla di che, sono andata solo in spiaggia >> disse rilassandosi, appoggiò la testa contro la porta e distese le gambe a terra
<< Hai conosciuto il tuo patrigno? >> continuò a chiedere dolcemente, la ragazza per un momento non sapeva cosa dire, con la verità si sarebbe arrabbiato avrebbe voluto a tutti i costi che le tornasse immediatamente, ma se gli diceva una bugia si sarebbe arrabbiato dopo quando gli avrebbe detto la verità
<< No... Lo conosco domani... Oggi non torna a casa >> disse chiudendo gli occhi, non poteva davvero credere che preferiva rimare là con le persone che odiava di più al mondo che ritornare dal suo ragazzo che faceva di tutti per farla stare bene. Le lacrime iniziarono a rigarle il viso
<< Qualcosa non va? >> chiese preoccupato, probabilmente sentendola singhiozzare
<< No tutto apposto >> disse con voce tremante
<< July non mi mentire >>
<< No è successo nulla, ho... Ho solo litigato con mia madre, non che sia una novità >> disse lei passando il dorso della mano sulle guance
<< Lo sai che non gli devi dare retta >>
<< Si lo so >> 
<< Ora dove stai? >> chiese dolcemente
<< In camera, tu? >>
<< Anch'io >>
<< Mi manchi >> disse mordendosi il labbro, questa era verità, le mancava non sentire le sue braccia intorno alla sua vita, il suo odore che le riempiva le narici
<< Anche tu principessa. Mi mancherai soprattutto stanotte >> disse e la ragazza se lo immaginò mentre sorrideva divertito
<< Mh... Cosa ti manca di più da me? >> chiese sorridendo divertita
<< La cosa che hai in mezzo alle gambe >> disse divertito
<< Pervertito >> disse ridendo
<< Perché cosa ti manca di me invece? >>
<< Mh... Vediamo... Farti i succhiotto sul braccio >> disse sorridendo divertita
<< Poi sarei io il pervertito >> disse ridendo
<< Tanto lo so che ti piacciono >>
<< Da morire >> e la ragazza scoppiò a ridere << ora cosa fai? >>
<< Vado ad una festa in spiaggia con Al e Sidney >>
<< Quindi mentre io mi deprimo a casa tu vai a divertiti? >> 
<< Se vuoi non vado e rimango a casa >>
<< No va beh vai a divertiti, ti devi un po' distrarre >>
<< Tu invece non ti divertire troppo >>
<< Mi divertito solo con te quando stiamo soli sul letto >>
<< Stupido >> disse scoppiando a ridere
<< Tanto ti divertiti anche tu >>
<< Si soprattutto quando sto sopra >>
<< Non stai mai sopra >> disse confuso
<< Beh sarebbe ora di rimediare >>
<< Questo no >>
<< Cattivo >> borbottò
<< Dai su che lo sai che ti amo >>
<< Domani vado a fare shopping e ti farò rimangiare tutto >>
<< Cosa dovrei rimangiare? >>
<< Tutto stupido troglodita >>
<< Anche che ti amo >>
<< No quello no >> disse ridendo << tu cosa hai fatto oggi? >> 
<< Niente di che. Sei ore noiose di scuola in cui senza di te che mi dai pizzichi e che mi stuzzichi mi stavo addormentando >>
<< Io non ti stuzzico, caso mai sei tu che stuzzichi me >>
<< Altrimenti non so che fare >> disse sbuffando e la ragazza scoppiò di nuovo a ridere
<< Senza di me sei perduto >>
<< Si. Torna presto principessa >>
<< Sono passati solo due giorni non ci rivedremo per altri diciotto >>
<< Non me lo ricordare >>
<< Tanto lo so che stasera andrai a festeggiare >>
<< Ovvio. Io e i ragazzi già ci stavamo accordando su chi rimorchiare >>
<< Tu ovviamente non rimorchi nessuno >> 
<< Certo che no. Come potrei >> disse sarcastico
<< Vedremo. Tanto lo sai che se provi a tradirmi non mi vedi più >>
<< Lo so... E tu lo sai che lo stesso vale per te?! >>
<< Si, ma dopo cinque minuti scommetto che torneresti da me. Sei perduto senza di me >>
<< L'importante è crederci >>
<< L'hai detto tu cinque minuti fa >>
<< Lo so che non mi tradirai >>
<< Cosa ti fa sentire così sicuro? >> in quel momento qualcuno bussò alla porta facendola sobbalzare dallo spavento << aspetta >> disse ad André, mise il cellulare contro il suo petto << che c'è? >> chiese un po' ad alta voce
<< Ci sono due ragazzi per te >> disse la voce della madre
<< Si ora arrivo >> disse e si rimise il cellulare all'orecchio << Al e Sidney sono arrivati >> disse alzandosi in piedi
<< Ci dobbiamo salutare? >>
<< Ma anche no >> disse scendendo in salotto << aspetta cinque minuti... Ti richiamo >> disse e attaccò prima che lui avesse il tempo di dire qualcosa << io esco >> disse andò verso la porta
<< Ritorna per le undici >> disse Marco e Juliet si bloccò
<< Cosa? >> chiese girandosi verso di lui che stava comodamente seduto sul divano
<< Torna per le undici >> ripeté con calma
<< Scordatelo, torno quando mi pare. Non sei mio padre, anzi per me non sei nessuno e quindi faccio come mi pare >> rispose guardandolo male
<< Io sono... >> provò a dire, ma lei lo fermò 
<< Nessuno. Ora vado che non voglio fare tardi >> si girò e si sbatté la porta dietro le spalle facendo prendere un colpo ai due ragazzi che l'aspettavano fuori
<< Che succede? >> chiese Al andandole dietro
<< Niente >> ringhiò camminando velocemente, prese il cellulare e richiamò André
<< Non attaccarmi più in faccia >> disse il ragazzo irritato
<< Scusami >> borbottò incrociando un braccio al petto
<< Tutto apposto? >> chiese dolcemente
<< Nulla di diverso... Ho fame, andiamo al Mc? >> chiese rivolgendosi a Sidney e Al
<< D'accordo >> disse Sidney << però dopo festa >> disse sorridendo a trentadue denti
<< Certo >> disse Juliet tirando un sorriso << André >> chiamò
<< Sono qua, non magiare troppo dal Mc >>
<< Lo so, non c'è bisogno che me lo dici >> borbottò
<< Dai su ti lascio così mangi e ti diverti >>
<< Tu non ti divertire troppo, stupido troglodita >>
<< Stai tranquilla principessa, non farò nulla di che >>
<< Lo vedremo. Ti amo >>
<< Anch'io piccola mia. Dormi bene >>
<< Certo. Non ti dico buonanotte perché tanto mi chiami dopo >>
<< Già, a dopo piccola >>
<< A dopo >> disse e attaccò; si rigirò verso i due ragazzi che la guardavano incuriositi << allora il cibo? >> chiese sorridendo divertita
<< Da questa parte >> disse Al e facendole cenno di andare ad un vicolo lì vicino.
Subito dopo che Juliet mangiò andarono alla festa in spiaggia. Verso le undici, già c'erano persone ubriache, un tizio ubriaco si parò difronte alla ragazza e svenne un attimo dopo che ebbe detto ciao. Rimasero lì tutte e tre insieme a divertirsi e a bere ogni volta che gli appariva davanti una birra piena, la ragazza voleva dimentica cosa era successo e non voleva pensare a nulla. 
Juliet tornò a casa che erano le tre del mattino, nella casa c'era un silenzio assoluto e lei che era mezza ubriaca tentò di arrivare in camera senza fare rumore, cosa che si rivelò molto più difficile di quanto non credesse, visto che il mondo le vorticava intorno e così andava a sbattere contro le pareti e i mobili che le si mettevano in mezzo. Una volta in camera cadde a terra e si addormentò lì.
 
La mattina dopo si svegliò con il cellulare che suonava e vibrava nella sua tasca. Stava sdraiata a pancia in giù sul letto, si mise a gattoni e prese il cellulare senza neanche vedere chi era
<< Pronto? >> disse sbadigliando
<< Principessa >> disse André divertito
<< Ciao André >> disse lei sorridendo ad occhi chiusi
<< Stavi dormendo? >>
<< No, no.... Solo... Fammi aprire le finestre che è un po' buio qua >> disse sbadigliando e ragazzo scoppiò a ridere, Juliet aprì le finestre e una luce tenue la colpì in viso facendola sbattere velocemente le ciglia
<< A che ora sei tornata ieri? >> chiese divertito il ragazzo
<< Boh... Due e mezza tre credo >> disse mettendosi seduta per terra con la schiena contro la parete, subito sotto la finestra e il ragazzo scoppiò a ridere << non c'è nulla da ridere, stupido troglodita >> borbottò lei stropicciandosi gli occhi
<< Oh si che è divertente. Già mi immagino mentre sei stesa a terra con occhi chiusi e le occhiaia da far paura >> disse divertito
<< Ma sta zitto >> borbottò lei massaggiandosi una tempia per alleviare il mal di testa che aveva, le sembrava che stava per esplodere da un momento all'altro
<< Quindi ti sei divertita >>
<< Non ricordo nulla >> disse stropicciandosi ancora gli occhi
<< Quindi non ti ricordi che hai baciato un altro? >>
<< Cosa? >> chiese lei sgranò gli occhi, no non poteva aver baciato un altro che non era André, poteva anche essere ubriaca, ma non l'avrebbe mai tradito senza motivo
<< Tranquilla, lo so che non hai fatto nulla. L'ultima volta che ti sei ubriacata fino a quando hai dimenticato il tuo nome, mentre cercavo ti toglierti il vestito perché era tutto sporco hai fatto di tutti per fermarmi. Hai pure gridato il mio nome per farti aiutare >> disse leggermente divertito, alla ragazza venne in mente quella sera, ma non ricordava neanche il motivo per cui si era ubriacata in quel modo
<< Quindi si può dire che ho superato il test di tradimento? >>
<< Si, diciamo di si, ma non si può mai essere tranquilli con te >>
<< Che intendi dire? >>
<< Intendo dire che ti amo tanto e che sei e sarai per sempre la mia ragazza >>
<< Meglio... Tu invece? Cosa hai combinato? >>
<< Ti assicuro che non mi sono ubriaco >>
<< Meglio per te, lo sai come è andata a finire l'ultima volta che sei ubriaco >> disse lei sospettosa, ricordava fin troppo bene come aveva provato a scopare con un altra ragazza, per fortuna che il pugno che gli aveva dato lo aveva fatto ritornare in se
<< Non me lo perdonerai mai, vero? >> disse dispiaciuto 
<< Ovvio che no, se non fosse stato per il mio fantastico destro tu ti saresti scopato quella troia >> ringhiò
<< Ti ho detto mille volte che mi dispiace, non so che mi era preso. Te lo giuro >> disse lui, la ragazza sospirò e abbassò lo sguardo, perché aveva dovuto parlare di quello? Si diete della stupida da sola, lo aveva perdonato per quello, eppure non riusciva a non pensarci. Stava così lontano che aveva paura di tutto e alla fine parlava sempre a sproposito. Le lacrime ricominciarono a rigarle il viso
<< July >> disse dolcemente André
<< André >> disse lei singhiozzando
<< Dai dimmi, cosa c'è che ti preoccupa? >> continuò a dire dolcemente
<< Io voglio che tu stai qui con me >> disse mordendosi il labbro, si portò le gambe al petto e affondò il viso in mezzo a quelle, non era quello che gli voleva dire, ma non ci riusciva, le parole alla fine cambiavano e diventano sempre altre 
<< Stare lontani ci distrugge >> disse André tra il dolce e il divertito
<< Si >> borbottò lei, i due rimasero per qualche secondo in silenzio << André >> chiamò lei singhiozzando
<< Sono qui principessa >> disse lui dolcemente
<< Io... Io... Ieri ti ho i mentito >> disse finalmente riuscendo a dire quello che voleva dire, le sembrava di sentire un peso che lentamente si levava 
<< Cosa? >> chiese lui confuso
<< Ieri ho conosciuto il mio patrigno... Ma >> disse e le lacrime scesero più velocemente dagli occhi
<< Ma? >> chiese preoccupato, non le sembrava arrabbiato. La ragazza non riuscì a rispondergli perché qualcuno le sfilò il telefono di mano.
 
~ Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊
Che ne dite di questo capitolo? Il ritorno del personaggio perduto è il prof. d'italiano ✌🏻️ immagino quanto siate felice, anche se credo che tra poco mi ucciderete. Chissà cosa succedere adesso? Il prof tenterà ancora di stuprare la povera July o si accontenterà solo della madre? E chi c'è adesso nella stanza con lei? Il prof o un nemico? Tutto questo nel prossimo capitolo.... Okay forse potevo fare tutto un po' meno plateale....
Comunque, passando oltre a questa cosa orribile, ringrazio love_Sana_Akito e Lena che mi hanno recensito nello scorso capitolo (vi amo entrambe *^*), ringrazio inoltre chi mi ha messo tra le storie preferite, ricordate e seguite ( amo anche voi 😘) e le lettrici silenziose. A presto
Bacioni ❤️💜❤️💜

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Quando alzò lo sguardo trovò il suo patrigno che fece una smorfia disgustata quando vide che a chiamarla era André, attaccò il telefono, lo buttò sul letto e si piegò sulle ginocchia
<< Non mi piace che ti senti con quello. È solo un delinquente >> disse con una smorfia disgustata
<< Di certo è molto meglio di te >> ringhiò lei spostandosi per allontanarsi il più possibile da lui, ma non era facile visto che le ostacolava ogni via d'uscita, l'uomo sorrise divertito, le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le accarezzò la guancia asciugandole le lacrime con il pollice. Juliet rimase ferma, anche se in realtà non riusciva a muoversi neanche a volerlo, guardava quegli occhi come ipnotizzata, il cuore le batteva a mille e l'unico suono che sentiva era, per l'appunto, quello del suo cuore che batteva sempre più velocemente
<< Finalmente sarai mia >> sussurrò avvicinandosi a lei, le loro labbra ora quasi si toccavano, la ragazza si riscosse e si allontanò di scattò
<< Non mi toccare >> ringhiò, tentò di dargli uno schiaffo, ma lui la fermò
<< È inutile che ti opponi, sarai mia che ti piaccia o no >> disse prendendole il viso tra le mani con l'intenzione di baciarla
<< Perché stai con mia madre? >> chiese riuscendo a fermarlo, cercò di liberarsi il viso, ma non ci riusciva, le sue mani la tenevano ferma e non riusciva a muore e le altri parti del suo corpo
<< Mi sembra ovvio. Lo faccio solo per te piccola mia >> disse e la baciò senza preavviso, la ragazza provò a liberarsi, ma come prima senza alcun successo
<< Marco >> disse la madre di Juliet dal piano di sotto, l'uomo le morse a sangue il labbro, sorrise divertito sentendola gemere di dolore, si allontanò la guardò dall'alto al basso e se ne andò. La ragazza rimase seduta per terra tremava come una foglia, il cellulare suonava sul letto e non le dava tregua, gattonò fino al letto e sul display trovò il nome di André, lo guardò per qualche secondo. Affondò il viso contro il materasso e iniziò ad urlare e a prendere a pugni il materasso, il cellulare continuava a suonare senza smettere un solo secondo, se smetteva perché scattava la segreteria un secondo dopo riprendeva. Alla fine dopo la quinta volta che la chiamava rispose, ma tenne comunque il viso affondato nel materasso
<< Juliet, ti prego rispondimi, dimmi che stai bene >> disse la voce di André con tono di supplica
<< Sto... Sto bene >> disse con voce soffocata
<< Cosa è successo? >>
<< Niente di...di... >> non riuscì a completare la frase, un forte la singhiozzo la fermò e nuove lacrime si fecero strada nel suo viso
<< Juliet dimmi cosa è successo. Ora >>
<< André... >>
<< Juliet, ora >> 
<< André... Il patrigno... È... È quello d'italiano >> disse e subito dopo si morse forte il labbro inferiore, rimasero in silenzio a lungo, l'unica cosa che sentiva la ragazza erano i respiri accelerati del ragazzo << A... André >> disse tremante
<< Tu. Ritorno. Subito >> disse con voce che stentava a gridare
<< André... >>
<< O torni tu o vengo io >> ringhiò
<< Stai calmo per favore >> disse continuando a mordersi il labbro inferiore
<< Come cazzo faccio a stare calmo se so che quello sta là con te e non vede l'ora di farti chissà cosa >> continuò a ringhiare
<< Si, ma... Non sono sola... no? >> disse singhiozzando
<< Certo che non sei sola, domani prendo il primo volo e vengo da te >> Juliet rimase in silenzio, non sapeva cosa fare e stava tremendo di paura << July >> disse quasi dolcemente
<< Si? >>
<< Stai tranquilla. Non succederà nulla. Ora chiama Sidney e Al e fatti portare al centro commerciale, ti ricordo che mi avevi promesso che dovevo rimangiarmi tutto >> la ragazza sorrise divertita
<< Non potrei mai dimenticarmene >> disse divertita
<< E allora muoviti >> disse divertito
<< Rimarrai a bocca aperta >> disse sorridendo << ci sentiamo più tardi >> disse mettendosi seduta per terra con la schiena appoggiata al letto 
<< Non spendere troppo >>
<< Compro solo tutto il centro commerciale, che c'è di male? >> chiese divertita e il ragazzo scoppiò a ridere
<< Non esagerare, ti posso permettere di comprare solo metà centro >> 
<< Uffa cattivo non mi accontenti mai >>
<< Non ti accontento mai? L'altro giorno ti ho comprato un diamante da sedici carati che volevi tanto >>
<< Cosa? >> chiese sgranando gli occhi 
<< Sto scherzando idiota. Non ti comprerei mai un diamante >>
<< Grazie e io che ci speravo >> disse con un sospiro 
<< Certo come no >>
<< Vai dormire che altrimenti domani non ti alzi >>
<< Sei tu quella che ci mette mille anni ad alzare anche solo un braccio. E poi domani è sabato >>
<< Quindi esci stasera? >> 
<< Si stanno per arrivare i ragazzi >>
<< Non bere troppo >>
<< Farò del mio meglio >> disse con un sospiro
<< Buonanotte piccoletto >>
<< Buongiorno principessa >> disse e i due scoppiarono a ridere
<< Ci sentiamo più tardi >> disse la ragazza sorridendo
<< Si... Sono arrivati i ragazzi. A dopo amore mio. Ti amo >>
<< Anch'io. A dopo >> disse e attaccò, subito dopo chiamò Al, si misero d'accordo per trovarsi in spiaggia. Fece un lungo sospiro e scese al piano di sotto per fare colazione. Appena entrò in cucina fece una smorfia disgustata: sua madre era stesa sul tavolo, sopra di lei c'era Marco che la baciava con passione mentre le accarezzava una coscia che era completamente scoperta visto che addosso la madre aveva solo una maglietta azzurra; una gamba della madre circondava la vita dell'uomo e lo spingeva verso di sé ogni volta non che si allontanava anche di un solo centimetro. I due non si accorsero della ragazza neanche quando lei si schiarì la voce per farsi notare, ma la madre era troppo impegnare a gemere per le carezze che le faceva lui e lui era troppo impegnato a fare una smorfia schifata mentre la toccava. Senza far altro la ragazza si girò e se ne andò, andando subito in spiaggia.
Aspettò per più di un'ora i ragazzi e quando arrivarono subito la ragazza li pregò perché andassero a mangiare qualcosa da qualsiasi parte. Alla fine andarono in un bar lì vicino e dopo andarono al centro commerciale dove si incontrano con altri amici dei ragazzi, ovviamente erano tutti demoni. Andarono un po' in giro e Juliet ne approfittò per fare i regali di Natale che non aveva potuto fare prima. Quando passarono davanti al negozio di intimo comprò due completi che la facevano sembrare molto più sexy: uno rosso fuoco che le risaltava molto il seno e con il trucco giusto sarebbe riuscita a far risaltare anche gli occhi; e l'altro era violetto chiaro quasi trasparente, dal ferretto del completo scendeva un tessuto trasparente che apriva sopra l'addome e finiva appena sopra la mutanda a tanga e le risaltava tutto il corpo. 
Uscì dal negozio, un po' imbarazzata dagli acquisti che aveva fatto, visto la commessa l'aveva guardata malissimo e i cinque ragazzi che stavano con lei la guardavano incuriositi e maliziosi
<< A voi non vi deve interessare quello che ho comprato >> disse secca andando verso un altro negozio, cercando di far sparire il rossore sulle guance che le era venuto
<< E dai, neanche un occhiattina? >> domandò Sidney avvicinandosi a lei
<< No >>
<< Perché? >> chiese un ragazzo che assomigliava all'attore che faceva Thor solo che un po' più giovane
<< Quando avrete le vostre compagne domandatelo a loro >> disse lei
<< Io ho la compagna >> disse uno che assomigliava a Capitan America, anche lui più giovane
<< Domandolo a lei allora >> disse la ragazza esasperata
<< Veramente io non ho chiesto nulla >> si difese il ragazzo
<< È vero... Solo che siete tutti uguali, tutti biondi. Sembra che sto in un club di super fighi biondi >> 
<< Lo sappiamo di essere belli grazie >> disse uno che i capelli biondi un po' lunghi, così mentre parlava si passava la mano tra i capelli e la ragazza scoppio a ridere
<< Perché ti sono vibrate le tette? >> chiese un ragazzo fissandole il petto leggermente spaventato
<< Perché mi è vibrato il cellulare. Non ho tasche quindi l'ho messo qua >> disse tirando fuori dal reggiseno il cellulare << il bello di avere tette più o meno piccole >> disse e guardò sul display che aveva una notifica da Facebook, lo guardò male, credeva che oramai l'avesse cancellato quel profilo. Aprì la notifica e trovò una foto, anzi per meglio dire La foto: André stava baciando, o meglio, stava divorando con le labbra Camilla, una delle sue solite puttane, sotto la foto già c'erano vari insulti verso di lei. Le tremarono le gambe e cadde in ginocchio a terra, gli occhi sgranati, non poteva credere ai suoi occhi, forse quella foto risaliva a qualche anno fa e ora l'avevano fatta saltare fuori.... No nessuno poteva fare una cosa del genere, neanche Camilla che ogni volta che la vedeva la guardava con disprezzo. No di sicuro risaliva a ieri sera, André quella sera era uscito con i ragazzi e di sicuro si era ubriaco, ma questa non era una giustificazione. Le lacrime iniziarono a scenderle lungo il viso, non poteva crede che l'aveva tradita un altra volta. I ragazzi intorno le dicevano qualcosa, ma lei non sentiva e non voleva sentire, di sicuro le avrebbe detto quelle stupide frase del tipo: "vedrai che non è così, avrà una spiegazione, non credere a quella foto" e roba del genere, ma lei non aveva bisogno di quello ora, doveva stare da sola. Si alzò e andò verso l'uscita con i ragazzi che la seguivano e la guardavano confusi
<< Voglio stare da sola >> sussurrò asciugandosi con il dorso della mano le lacrime
<< Ma... >> provò a dire un ragazzo, ma ricevette una gomitata da Sidney
<< Va bene, noi restiamo qua.... Quando vuoi chiamaci >> disse e trascinò gli altri ragazzi dentro il centro commerciale.
Juliet andò un po' in giro per la città senza avere un meta precisa, era completamente immersa nei suoi pensieri, tanto che alcune volte rischiò di essere investita dalle macchine mentre attraversava l'ennesima strada sconosciuta. Pensava a tutto e a niente, ora cosa avrebbe dovuto fare? Rimanere lì per sempre e non rivedere André mai più per il resto della sua vita? Sembrava una soluzione, ma il problema era che c'era il suo patrigno e alla prima occasione avrebbe fatto qualsiasi cosa per portarla a letto, quindi no, non era neanche questa una soluzione. Poteva andare a vivere dal padre, ma lui l'avrebbe mandata a scuola con André e questo voleva dire che l'avrebbe visto tutti i giorni e sapeva che non c'è l'avrebbe fatta a resistergli. Non sapeva cosa fare. Sapeva che scappare era inutile perché lui l'avrebbe trovata anche in capo al mondo se avesse voluto. Si mise a sentire la musica e si perse ancora tra le note che la riproduzione casuale del cellulare, attraversava strade senza neanche starci a pensare; qualcosa simile ad un clacson suonò ma la ragazza non ci fece caso fino a quando qualcuno non la prese e la trascinò indietro, stava sentendo "canzone per te" del Volo, le lacrime ripresero a scendere lungo il viso- era mai posso che la musica ti capiva più di ogni altra cosa?- 
Si girò e trovò Sidney che la guardava dolcemente, l'abbracciò e appoggiò il mento sulla sua testa, mentre la ragazza affondava il viso nel suo petto e piangeva
<< Tranquilla, sfogati. Ne hai bisogno >> disse dolcemente accarezzandole la schiena e i capelli, la ragazza rimase per un buon quarto d'ora attaccata al suo petto a piangere. Quando finì di piangere si staccò
<< Oggi è tutto il giorno che piango >> borbottò tirando su con il naso
<< Come mai? >> chiese il ragazzo spostandole i capelli dal viso, la ragazza non rispose e tenne gli occhi bassi << va bene. Che ne dici di andare al mare? Se vuoi insegno a serfare >> disse sorridendo dolcemente
<< Vorrei vedere la barriera corallina >> borbottò passandosi una mano sugli occhi occhi per togliere tutte le lacrime che si erano incastrate sulle ciglia
<< Allora andiamo >> le circondò le spalle con un braccio e la portò a vedere la sua amata barriera corallina. Passò tutta la giornata solo con Sidney a divertirsi e non pensare ad André, anche se inevitabilmente ritornava a pensarci e ritornava ad essere triste e Sidney cercava di tirarla su di morale. Verso le cinque del pomeriggio André iniziò a chiamarla, ma  la ragazza si rifiutava di rispondere alle sue telefonate, così ogni volta lasciava partire la segreteria telefonica. Alla fine smise di telefonarle e dopo cinque minuti chiamò Sidney
<< André, ti vorrebbe parlare >> disse piano porgendole il telefono, Juliet sospirò esasperata e prese il telefono, non avrebbe smesso di cercare di parlarle fino a quando non gli avrebbe risposto
<< Va all'inferno >> disse subito prima che lui potesse dire qualsiasi cosa e poi gli attaccò in faccia, dopo un secondo riprese a suonare e la ragazza rispose senza dire nulla
<< Juliet ti prego ti posso spiegare.... Per favore >> disse André con tono di supplica, la ragazza continuava a non dire nulla << dimmi qualcosa per favore >> ma lei continuò a non dire nulla << va bene, immagino che non dirai.... July ieri ero ubriaco, non volevo davvero baciarla.... Avevo bevuto troppo, vorrei stare lì con te invece di stare qua... Camilla mi si è avvicinata e ha iniziato farmi bere non so quanti giri di vodka.... Mi sono ubriaco e non ci ho capito più nulla. Solo quando Lucas mi ha buttato addosso un bicchiere d'acqua gelida ho capito cosa era successo, ma era troppo tardi... Ti prego July dimmi qualcosa >> supplicò Juliet rimase per qualche secondo in silenzio con un nodo alla gola che si stringeva sempre di più 
<< Non dovevi comunque bere, ti avevo detto di stare attento >> disse con difficoltà
<< Lo so, ma.... Dovevo dimenticare per un momento tutto >> disse debolmente
<< Quindi ti volevi dimenticare di me >> disse storcendo il naso
<< Cosa? No. Assolutamente no, non era questo quello che intendevo... Io volevo dimenticato solo che tu stai da sola in Australia con quel bastardo e non posso fare nulla per fermarlo se ti farà qualcosa >> Juliet non disse nulla, il nodo alla gola si era fatto troppo stretto e le parole le rimanevano bloccate in gola, non aveva più lacrime e la testa le stava per scoppiare da un momento all'altro << July >> disse lui dolcemente
<< Ho bisogno di pensare >> disse lei e attaccò subito dopo << non gli rispondere per favore >> disse ridando il cellulare a Sidney che annuii solo << mi accompagni a casa? >> chiese passandosi una mano tra i capelli e lui di nuovo annuii.
Arrivata a casa si buttò sul letto e un attimo dopo si addormentò di sasso.
 
Arrivò il diciassette dicembre senza che la ragazza se ne accorgesse, o quasi. In ogni momento pensava a lui e ogni volta non sapeva che cosa fare, cercava una soluzione, ma non riusciva mai a trovarla. In tutto questo periodo non sentii per niente André, lui la chiamava e le mandava vari messaggi ad ogni ora del giorno e delle notte, ma lei non gli rispondeva mai, di solito chiamava i ragazzi per sapere almeno come stava e per provare a parlare con lei, ma ogni volta la ragazza si rifiutava di parlarci. Passava la maggior parte del tempo fuori casa, tornava solo per dormire e vedeva il suo patrigno e sua madre solo la mattina a colazione, poi le spariva e si faceva ritrovare la sera a cena, usciva di nuovo e tornava all'una di notte.
Quella sera la ragazza stava a casa visto che i ragazzi non le avevano detto nulla per uscire, ma forse tutti dovevano studiare per qualche esame a scuola. Era in camera a sentire la musica, al piano di sotto sua madre e il suo patrigno stavano vedendo la televisione e lei poteva stare tranquilla. Verso le undici la porta di apri di colpo e lei sobbalzò sul letto, si girò verso la porta e trovò Marco che la guardava ghignando divertito, chiuse la porta di se e si avvicinò a lei, il cuore di Juliet prese a batterle sempre più velocemente e il corpo prese a tremare leggermente
<< Cosa vuoi? >> chiese lei più acida che poté
<< Voglio quello che è mio di diritto. Te >> disse iniziando a sbottarsi la camicia a scacchi che aveva addosso, per un momento Juliet non capì che voleva dire, poi sgranò gli occhi e balzò in piedi
<< Tu sei pazzo. Di sotto c'è mia madre, vuoi davvero che ti scopra? >>
<< Tua madre non c'è, l'ho mandata a prendermi qualcosa al supermarket, quindi non ritornerà prima di mezz'ora. E poi secondo te a chi crederà di più, a te o me? Il povero marito che è stato abbindolato dalla figlia bastarda e malvagia? >> chiese e scoppiò a ridere divertito, la ragazza si allontanò più che poté fino che non sbatte contro il muro << non fare così, tanto lo so che lo vuoi pure tu infondo >> disse avvicinandosi a lei, la ragazza provò a scappare verso la porta, ma lui riuscì a prenderla per i fianchi e la buttò sul letto, le prese i polsi e li bloccò contro il materasso per impedirle qualsiasi via di fuga; in qualche modo riuscì a bloccarle i polsi con la cintura dei pantaloni alla testata del letto. Juliet si agitava, cercava di liberarsi, ma lui la schiacciava con i suo corpo e le impediva di fare qualsiasi cosa. Iniziò a baciarla sulle labbra, scendeva a baciarle il collo e la morderle la spalla; la ragazza iniziò a gridare e le lacrime iniziarono a scenderle lungo il viso, non voleva rivivere di nuovo quello che aveva vissuto con Tom, una seconda volta non c'è l'avrebbe fatta. L'uomo iniziò a morderle tutto il corpo, le strappò via la maglietta e i gli shorts, le mani l'accarezzavano tutto il corpo, le dava dei pizzichi e ogni volta la ragazza gemeva di dolore con le lacrime che le rigavano il viso, cercava di urlare, ma ogni volta le usciva un flebile sussurro. Il corpo lentamente perse ogni forza e smise di opporsi; il cuore le batteva a mille e tremava come una foglia. Oramai aveva perso ogni speranza quando la porta si aprì di scatto, Juliet teneva gli occhi chiusi per non vedere cosa stava le stava facendo; il peso sopra di lei scomparì di botto, ma tenne comunque gli occhi serrati, sentiva dei rumori, ma non voleva comunque sapere che succedeva. Dopo quella che sembrò una eternità sentii qualcosa che le liberavano i polsi, delle mani calde iniziarono ad accarezzarle il viso, aprì lentamente gli occhi e trovò gli occhi azzurri di André che la guardavano preoccupato
<< July.... >> disse dolcemente spostandole dal viso tutti i capelli che le si erano appiccicati, la ragazza scoppiò di nuovo a piangere e gli saltò addosso abbracciandolo << tranquilla, è tutto finito. Tranquilla >> disse dolcemente accarezzandole i capelli e la schiena. Non poteva credere che lui stava lì con lei, non si era accorta quanto le era mancato fino a quando non si era trovata tra le sue braccia con le sue labbra che la baciavano dolcemente il collo e la tempia. Juliet affondò il viso contro il suo petto e iniziò ad urlare in preda ad una crisi isterica e per sfogarsi del panico che l'aveva bloccata e che l'aveva impedito di reagire a dovere. Lui la lasciò fare e alla fine senza neanche rendermene conto la ragazza svenne.
 
Juliet si svegliò che stava dentro un letto, delle braccia le circondavano la vita e i fianchi, aprì piano gli occhi e anche se li teneva aperti li sentiva pesati e gonfi, il corpo le urlava di dolore dappertutto. Accanto a lei c'era André con la testa appoggiata sulla sua pancia e le braccia che l'abbracciavano come se fosse un cuscino, era sveglio e guardava verso la finestra da dove entrava la luce della luna piena. La ragazza lo guardò confusa poi iniziò a giocare con i suoi capelli, André alzò di scatto lo sguardo e iniziò a fissarla, Juliet sorrise dolcemente e il ragazzo iniziò a spostarle i capelli dal viso per metterli ordinatamente dietro l'orecchio 
<< Come ti senti? >> chiese dolcemente accarezzandole la guancia
<< Mi fa male tutto >> disse abbassando lo sguardo
<< Passerà, tranquilla >> disse dolcemente baciandola sulla fronte
<< Perché sei qui? >>
<< Non mi rispondevi a nulla, così ho deciso di venire da te >> disse guardandola negli occhi
<< Come facevi a sapere dove abitavo? >>
<< Sidney e Al me lo hanno detto >>
<< Cosa è successo? >> André si abbassò e appoggiò la fronte sulla sua spalla e sospirò 
<< Appena sono atterrato i ragazzi mi sono venuti a prendere. Mi hanno portato subito a casa tua... Quando l'ho visto sopra di te... Lo volevo uccidere, avrei dato qualsiasi cosa per ucciderlo... Ma Sidney sentendo che stavo facendo a botte con quel bastardo è venuto a fermarmi, così lui si è di quello e io sono corso da te... Quel... Maledetto... >> ringhiò le ultime parole, irrigidì tutto il corpo e chiuse la mani a pugno, Juliet sospirò, l'abbracciò e iniziò a giocare con i suoi capelli per farlo calmare
<< Grazie >> sussurrò con il viso affondato nella sua spalla
<< Non mi devi ringraziare principessa >> disse dolcemente baciandole incavo tra il collo e la spalla
<< Se non fossi venuto... >> disse singhiozzando, non sapeva neanche da dove trovava la forza di singhiozzare per quanto si sentiva stanca
<< Non ci pensare più principessa, stai tranquilla. È tutto finito >> disse dolcemente iniziando a coccolarla, Juliet iniziò a fissarlo mentre con la mano iniziò ad accarezzargli i capelli, il ragazzo teneva gli occhi chiusi e si godeva le carezza della ragazza. Juliet ne approfittò per mettersi a fissarlo e notò due profonde occhiaie
<< André, hai dormito almeno un pochino? >> chiese accarezzandogli la guancia
<< No non ho dormito. Ero troppo preoccupato >> disse con sospiro
<< Stupido... Mettiti a dormire che è meglio >>
<< Mi piace quando ti preoccupi per me >> disse le diede un bacio a stampo
<< Sono troppo buona.... Dormi piccolo mio >> disse sorridendo divertita
<< Tu buona? Questa si che è barzelletta >> disse sorridendo divertito
<< Preferisco non rispondere perché altrimenti con le tue stupide battute qua facciamo mattina e tu non dormi >>
<< Dillo che sto dicendo la verità >>
<< Non stai dicendo la verità. E ora dormi altrimenti ti sbatto una pentola in testa >> disse ghignando maligna e divertita
<< Non mi piace questo tuo ghigno... Per questo mi metterò a dormire. Contenta? >> 
<< Si. Notte André >> disse sorridendo dolcemente
<< Notte principessa >> disse la strinse forte a se e si addormentò dopo cinque minuti, mentre Juliet dopo un quarto d'ora si rimise a dormire.
 
~ Angolo dell'autrice ~
Salveeee 😊 come va? Che ne dite di questo capitolo? André ha raggiunto Juliet e ora chissà se i due si chiariranno o se accadrà ancora altro per non farli chiarire :3... Stasera non mi viene in mente nulla da scrivere per questo spazio... Va beh passò ai ringraziamenti.
Ringrazio giorgiapotter e giota123 che mi hanno recensito lo scorso capitolo, ringrazio chi mi ha messo tra le storie preferite, seguite e ricordate (grazie mille *^* aumentate sempre di più *-*) e le lettrici silenziose. A presto
Bacioniii 💜❤️💜❤️

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Juliet si svegliò con André che stava ancora dormendo accanto a lei. Le faceva ancora male tutto il corpo e si sentiva indolenzita dappertutto, iniziò ad accarezzargli distrattamente i capelli. I pensieri iniziarono a vorticarle nella mente, non si soffermava su nessuno in particolare, fino a quando non si ricordò quello che aveva fatto André, si fermò di scatto e tolse la mano, si alzò in piedi ed usci fuori dalla camera; non era mai stata in quella casa, era del tutto nuova, ma sembrava abbastanza piccola, forse sarebbe riuscita ad orientarsi. Subito a destra trovò le scale, le scese e come immaginava si trovava in corridoio che portava a due sala, una era il salotto l'altra era una sala da pranzo, lì trovò Sidney che stava bevendo il latte
<< Ciao Sid >> disse sorridendo
<< Ciao dolcezza >> disse anche lui sorridendo dolcemente << come ti senti? >>
<< Ci sono stati giorni migliori >> disse mettendosi seduta accanto a lui
<< Caffè? >> chiese porgendole una tazza
<< Si grazie >> disse prendendo la tazza e iniziando a bere
<< Andrè ci tiene davvero a te >> 
<< Lo so >> mormorò lei guardando il tavolo
<< Allora dove sta il problema? >>
<< Non lo so... Io non so che devo fare >> disse incrociando le braccia sul tavolo e affondandoci il viso
<< Ti spiegato cos'è successo. Non gli credi? >>
<< Si che gli credo.... Solo che... Non nemmeno io che devo fare >>
<< Te lo dico io. Ora vai su e rimani con lui fino a quando non si sveglia, come ha fatto lui con te, e quando si sveglierà parlerete, con calma >> disse massaggiandole la schiena, la ragazza lo guardò per un momento, sospirò, si alzò in piedi e ritornò in camera, si accucciò tra le braccia di André e aspettò che si svegliasse.
Il ragazzo si svegliò varie ore dopo, Juliet aveva messo la testa sul suo petto e una mano gli accarezzava distrattamente il petto nudo- addosso lui aveva solo i pantaloni e lei una camicia nera lunga fino alla coscia- André intrecciò le loro dita e lei sobbalzò sul letto per lo spavento. Quando si guardarono per un attimo, con l'altra mano il ragazzo iniziò ad accarezzarle la guancia, Juliet si perse a guardarlo negli occhi, erano così azzurri e dolci. Si riscosse dai suoi pensieri, si alzò a sedere e si stiracchiò tutti gli arti indolenziti e inarcò la schiena
<< Come stai? >> chiese dolcemente André passandole una mano sotto la camicia e accarezzandole il fianco
<< Dobbiamo parlare >> disse girandosi verso di lui incrociando le gambe
<< Okay, ma prima dimmi come stai >> disse alzandosi a sedere e incrociò anche lui le gambe
<< Sto bene >> disse sospirando
<< Sicura? >> chiese accarezzandole una guancia
<< Ci sono stati giorni migliori >> disse abbassando lo sguardo, la mano diAndre si spostò ad accarezzarle la nuca, la spinse verso di sé, l'abbracciò e le diede un bacio nell'incavo della spalla e del collo << dobbiamo parlare >> ricordò lei allontanandosi e André sbuffò
<< Ti ho già detto tutto, ora tocca a te >> disse sporgendosi verso di lei
<< In che senso? >> chiese inclinando la testa di lato
<< Hai detto che avevi bisogno di pensare, hai avuto tutto il tempo che volevi. Allora che vuoi fare? >> la ragazza abbassò lo sguardo e iniziò a giocare con le lenzuola
<< Io... Non so cosa devo dire >> disse arrossendo leggermente
<< Sei tu quella che ha pensato, qualcosa ti sarà venuta in mente >> disse incrociando le braccia al petto e allontanandosi per appoggiare la schiena al muro
<< Già... Però mi sono dimenticata quello che dovevo dirti >>
<< La solita idiota >> disse sorridendo divertito << allora arriviamo subito al dunque. Vuoi continuare a stare con me o preferisci mollare tutto per quella stupida foto? >> chiese sporgendosi  di nuovo verso di lei
<< Anche se volessi non potrei mollare tutto >> borbottò continuando a non guardarlo
<< Davvero? E perché non potresti? >> le prese il mento con le dita e la obbligò a guardarlo negli occhi << e guardami negli occhi quando parli >> la ragazza come si immaginava trovò due occhi rossi a scrutarla 
<< Io... Voglio stare con te >> disse cercando di evitare la domanda e guardandolo negli occhi, visto che lui non toglieva la presa dal suo mento
<< Rispondi alla seconda domanda, perché non potresti? >>
<< Per il marchio >> mormorò
<< Quindi ora stai con me solo per il marchio >> ringhiò
<< No >>
<< E allora perché hai cambiato idea? Quando ci siamo sentiti l'ultima volta non mi sembravi di questa idea >> 
<< Ci ho pensato poi a mente fredda e lo sai che quando lo faccio mi vengono in mente tanti filmini mentali >> disse liberandosi dalla stretta delle sue dita
<< E cosa avresti pensato? >> 
<< Quando stiamo distanti stiamo male entrambi, l'hai detto pure tu quindi non mi puoi contraddire, pensa quando stiamo vicini, ma sappiamo che oramai non ci appartiamo più. Tu uccidi tutti quelli che mi si avvicinano, io vorrei staccare la testa a tutte quelle che pensano anche lontanamente di avvicinarsi a te. Pensa a cosa accadrebbe >>
<< Siamo due serial killer insieme >> disse sorridendo divertito
<< Poi sarei io l'idiota >> disse lei sporgendosi e lasciandogli una leggero bacio sulle labbra
<< Non mi convinci però >> disse lui rimanendo impassibile
<< In che senso? >> chiese inclinando la testa di lato
<< Dimmi perché hai cambiato idea >> disse mettendole una mano sul lato del collo
<< Te l'ho detto. Io... >> non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò stesa sul letto con André che la soprastava e la mano che si era spostata intorno al collo
<< Dimmi la verità >>
<< Io... Ti odio >> 
<< Dimmi perché >>
<< Perché... Cazzo ti odio quando fai così. Mi sei mancato okay? Non c'era un fottuto attimo in cui non pensavo a te, provavo in tutti i modi a pensare a come scappare e invece alla fine mi sono convinta che non c'era modo di scapparti, perché tanto alla fine sapevo che sarei comunque tornata da te perché senza di te non mi sento completa, c'è sempre qualcosa che mi manca. Da mi quando mi hai abbracciato, e per dirti solo abbracciato, che non riesco a stare per più di mezzo minuto senza di te che divento pazza. Se solo penso che dovrei stare così tutta una vita preferisco morire >> sbottò guardandolo negli occhi e quando finì di parlare le sembrò che un grosso peso sulle spalle se ne fosse andato
<< Dovrei prenderla come una tua dichiarazione d'amore originale? >> chiese lui divertito dopo alcuni secondi di silenzio
<< Vaffanculo, sto dicendo sul serio >> sbottò un altra volta dandogli una leggere botta sul petto
<< Lo so >> disse ghignando divertito, la ragazza sbuffò esasperata gli mise una mano sulla nuca, lo attirò a se e lo baciò con passione.
 
Da qui inizia una scena di sesso sfrenato, non vorrei far venire traumi a qualcuno ( anche se non scrivo queste cose molto bene, non voglio rischiare e non credo che sia esattamente sfrenato, però è per darvi un idea) chi non se la sente più giù ricomincia la storia 
 
André dopo un attimo di esitazione ricambiò il bacio mordendola il labbro inferiore, immediatamente le strappo via la maglietta e iniziò ad accarezzarla dappertutto, mentre lei gli artigliava la schiena e lo attirava di più verso di lei
<< Distruggi tutte le tue camicie >> disse lei divertita, mentre lui scendeva a leccarle il collo
<< Se tu non te le mettessi io avrei ancora delle camicie >> disse lui è subito dopo le baciò la clavicola
<< Se tu quello che ha sempre fretta >> disse divertita
<< Stai zitta >> disse facendole un succhiotto sul collo
<< Neanche per sogno >> disse ghignando divertita, lo baciò dolcemente e gli mordicchiò la spalla
<< July... Ti fidi? >> chiese prendendole il viso con le mani
<< Si... Credo di si >> disse lei annuendo, André la guardò a lungo e alla fine si abbassò a baciarle il collo
<< Non ti farò male >> disse leccandole il collo
<< Cosa.... >> non fece in tempo a finire la frase che i sentii i canini di André che le penetravano la carne, ma non le faceva male, anzi le sembrava pure piacevole, sentiva solo un leggero fastidio al collo e qualcosa che veniva succhiato via. Rilassò tutti i muscoli e chiuse gli occhi e si abbandonò a quella sensazione stranamente piacevole. André si staccò dopo vari minuti e la baciò dolcemente
<< Stai bene? >> chiese accarezzandole la guancia, la ragazza si limitò ad annuire anche se si sentiva estremamente stanca, il ragazzo si abbassò e iniziò a baciarle il collo, le tolse il reggiseno e con entrambe le mani iniziò a massaggiarle i seni; scese a stuzzicarle i capezzoli mentre una mano si ancora al suo fianco e lo stringeva di più a sé. Scese ancora, le baciò il ventre e morse il fianco, prese un i denti un estremità  delle sue mutande nere e altra con due dita, gliele sfilò lentamente e poi tornò a baciarle l'interno coscia fino ad arrivare alla parte più sensibile dove iniziò a leccare. La ragazza gemette e strinse un po' le gambe e lo lasciò fare gemendo sempre più forte scordandosi che da qualche parte in quella casa c'era anche Sidney e forse anche altri. Stava per venire quando André si allontanò per morderle il fianco e lei lo guardò male, stava per dirgli qualcosa, ma lui la bloccò baciandola. Con le mani riprese a stuzzicarla dappertutto mentre con la bocca le baciava il viso, il collo, le spalle e le clavicole. La ragazza intanto gli artigliava la schiena e gli accarezza tutto il torace soffermandosi soprattutto sugli addominali scolpiti. Quando quella dolce tortura, che il ragazzo le stava facendo provare, raggiunse il limite del sopportabile André si allontanò per togliersi i pantaloni e boxer insieme, tornò a da lei e con una botta secca diventarono un tutt'uno. Il ragazzo iniziò a muoversi dentro e fuori di lei sempre più velocemente e violentemente travolgendo la ragazza in un piacere immenso. Stavano per raggiungere l'apice quando il ragazzo iniziò a rallentare, uscì lentamente, si buttò di fianco e si mise la ragazza sopra di lui mentre Juliet lo guardava confusa
<< Hai detto che volevi stare sopra almeno una volta. Beh eccoti accontentata. Fammi godere dolcezza >> disse sorridendo divertito, la ragazza lo baciò con passione, scese a baciargli il torace, i muscoli scolpiti fino ad arrivare al suo punto più sensibile, lo guardò per un istante trovando i suoi occhi puntati addosso, sembravano come due pozze oscure piene di desidero e malizia che le chiedeva silenziosamente di continuare e così fece la ragazza. Prese il suo membro tra le mani e con la bocca cercando di prenderne quanto più possibile mentre con una mano gli massaggiava la base del suo membro. Dopo poco che faceva su e giù con la bocca succhio forte facendo gemere il ragazzo, si staccò un momento per sorridere divertita e poi riprese e questa volta André le mise una mano sulla nuca per dettarle il ritmo e lei lo lasciò fare fino a quando non venne emettendo un verso gutturale. La ragazza riprese a baciarlo suoi pettorali, André ancorò le mani sui suoi fianchi e con un'altra botta secca tornarono ad essere un tutt'uno; la ragazza iniziò a fare su e giù a ritmo sempre più veloce mentre lui le stringeva sempre più forte le natiche. Raggiunsero l'apice insieme, urlarono di piacere e la ragazza si abbandonò sopra di lui sfinita, chiuse un attimo gli occhi mentre riprendeva fiato e si addormentò di colpo.
 
FINE 
 
Juliet si svegliò che stava raggomitolata su se stessa mentre stringeva il cuscino a se. Cercò con lo sguardo André, ma era da sola nella stanza, si alzò a sedere ancora mezza addormentata, si guardò intorno spaesata e poi si ricordò come era successo il giorno prima o qualche ora prima, non sapeva se aveva passato tutto il giorno a dormire. Arrossì di colpo e si strinse le lenzuola addosso, affondò il viso nel cuscino che fino ad un momento prima lo stava stringendo. Sentii la porta aprirsi e chiudersi e quando alzò lo sguardo trovò André che aveva in mano un vassoio che sembrava pieno di roba
<< 'Giorno principessa >> disse il ragazzo trovandola sveglia << hai fame? >> chiese mettendo il vassoio sul letto vicino a lei e la ragazza affondò di nuovo il viso nel cuscino << che succede? >> chiese lui passandole una mano sulla schiena che non era coperta dal lenzuolo, la ragazza lo guardò mentre si mordeva il labbro inferiore per trattenere un sorriso imbarazzato. André si avvicinò ghignando divertito, le sposto i capelli dal viso si avvicinò e le morse il lobo
<< È stato semplicemente fantastico >> sussurrò con voce più bassa del solito
<< André >> si lamentò lei tornando nascosta nel cuscino
<< Non ho fatto nulla >> si difese lui facendo scorrere la mano lungo tutta la schiena
<< Che ore sono? >> chiese con voce soffocata
<< Le tre del pomeriggio >> disse iniziando a passare più leggermente la mano sulla schiena così da farle quasi il solletico << vuoi mangiare ora? >> chiese divertito, la ragazza annuii, ma non si mosse
<< Mi fai il solletico >> disse divertita e lo guardò sorridendo
<< Dai mangia >> disse mentre accarezzandole la guancia, la ragazza si alzò su un gomito, trovò sul vassoio il cibo del McDonald e scoppiò a ridere
<< E io che pensavo che avessi cucinato per me >> disse divertita, si mise a sedere portandosi dietro il lenzuolo, tenendolo stretto a se con i gomiti, prese in mano il panino e lo addentò
<< La cucina non è il mio forte >> disse giocando con una ciocca di capelli
<< Mh... E cosa sarebbe il tuo forte? >> chiese addentando di nuovo il panino
<< Se vuoi te lo faccio vedere di nuovo >> disse avvicinandosi per baciarla, ma lei mise in mezzo il panino così che lui baciò il pane, la guardò male e morse il panino
<< Il mio panino >> disse lei guardandolo storto e lui sorrise divertito e bevve la Coca-Cola << ladro >> disse mangiando le patatine. Finì il suo pranzo mentre lei lo guardava storto e lui le faceva di tutto per infastidirla
<< André io ho ancora fame >> si lamentò passando si una mano sulla pancia
<< Puoi sempre mangiare il mio cobra >> disse ghignando divertito, la ragazza presse il cuscino e iniziò a colpirlo con quello imprecando in tutte le lingue che conosceva. Si trovarono con lei che stava a cavalcioni sopra di lui e lo colpiva mentre lui rideva divertito e cercava di fermarla. Dopo pochi istanti André mise le mani sopra i suoi seni, la ragazza si bloccò, guardò per un momento le mani e poi lui che ghignava divertito; le strizzò i seni e lei reagì d'istinto
<< Muori >> urlò mettendogli il cuscino sul viso per tentare di soffocarlo, il ragazzo sembrò sorpreso e tentò di liberarsi, ma senza successi. Passarono pochi secondi quando qualcuno bussò alla porta e Sidney entrò in camera senza neanche aspettare una risposta, Juliet si portò subito il cuscino davanti al petto e, come se non bastasse,  le gambe al petto
<< Esci >> urlò ancora la ragazza rossa in viso
<< Razza di idiota potevi aspettare ti rispondessimo >> ringhiò André mettendosi seduto e guardandolo male
<< D'accordo esco, ma non scopate ancora. Prima vi hanno sentito pure i vicini >> disse sorridendo divertito e scappò via prima che il vassoio che aveva lanciato Juliet lo colpisse
<< Ora mi voglio sotterrare >> disse la ragazza affondando il viso contro il cuscino
<< Fallo, ma io non ti dissotterro. Mi sporcherei inutilmente >> disse tornando a sdraiarsi
<< Lo immaginavo... Io mi vesto... Dove sono i vestiti? >> chiese guardandosi in giro alla ricerca di qualcosa di femminile da mettersi addosso, ma tutto quello che vedeva erano solo vestiti di André
<< Ecco cosa mi ero scordato >> disse guardando il soffitto con l'indice che sbatteva sul mento
<< Tu cosa? >> chiese la ragazza guardandolo male
<< Ti presto i miei vestiti >> disse alzandosi in piedi, prese dall'armadio una maglietta a maniche corte bianca e nera e dei calzoncini di una tuta, bianchi con una linea verde sui fianchi
<< Scordatelo >> liquidò lei guardandolo storto
<< Vuoi andare in giro nuda? >>
<< No. Ora tu vai a casa di mia madre e prendi dei vestiti decenti >> disse indicandogli la porta
<< Neanche per sogno >> 
<< Alla dopo non ti lamentare che vorrai fare un genocidio di massa. Io non metto quella roba... Metto solo la maglietta che è carina >> gli strappò mono la maglietta e se la mise, le arrivava a metà coscia, si alzò in piedi e andò verso la porta, ma qualcosa la prese per i fianchi e la buttò sul letto
<< Non vai da nessuna parte così >> ringhiò André
<< Preferisci nuda? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Ovvio, però solo quando stiamo in camera io e te e nessuno può entrare all'improvviso >> disse iniziando a baciarle il collo
<< Okay... Vammi a prendere i vestiti allora >> disse iniziando a giocare con i suoi capelli, il ragazzo sbuffò contro la sua spalla
<< Maledetta ragazzina >> mormorò e poi si alzò in piedi << non uscire da qui >> disse e dopo un attimo già fuori. Juliet sorrise diventata e si sdraiò sul letto aspettando che tornasse. Andò un po' in giro per la stanza alla ricerca di qualcosa che neanche lei sapeva. Trovò per caso il cellulare di André, era tentata di andare a leggere i suoi messaggi, ma si fermò, si doveva fidare di lui, in fondo anche lui si era fidato di lei a mandarla a chilometri di distanza. Era combattuta su cosa fare, una vocina le diceva di leggere i messaggi, che non si doveva comunque fidare, ma un'altra vocina le diceva che non doveva leggerli e che si doveva fidare; erano fidanzati e quindi si dovevano fidare l'uno dell'altro. La tentazione però fu troppo grande, lo prese e controllò i messaggi, trovò parecchi numeri sconosciuti in cui c'era scritto solo il numero, altri che c'erano scritti i nomi, ma lei non conosceva, poi c'era Camilla e le sue seguaci, tutti i messaggi contenevano solo un unica cosa: minacce di vario genere affinché togliessero tutti gli insulti dalla foto e la foto stessa. Rimase a vedere tutti i messaggi per una decina di minuti fino a quando due braccia non le circondarono la vita e una mento si appoggiò sulla sua testa
<< Hai finito di spiare il mio cellulare o vuoi vedere anche i messaggi che mando a mia madre? >> chiese André stringendola contro di sé 
<< Sei un idiota >> disse lei alzando il viso verso di lui 
<< Perché? Che ho fatto? >> chiese confuso
<< Perché non dovevi minacciare quei tizzi >> disse lei baciandogli il mento
<< Scommetto che il tuo preferito è quello che ho inviato a Camilla >> disse ghignando divertito
<< Si >> disse lei passando a baciargli la mascella
<< Se continuate così presto avremo un nipotino >> disse Al dietro di loro
<< Vi avevo detto di aspettare fuori >> ringhiò André
<< L'ultimo volta che l'abbiamo fatto Juliet ti stava per uccidere >> disse Sidney ghignando divertito, appoggiato alla porta
<< Non l'avrebbe fatto >> disse André guardandolo male 
<< Si che l'avrei. Per quale motivo non dovrei farlo? >> chiese lei alzando un sopracciglio confusa
<< Perché non vivresti senza di me, ovvio >> disse lui ghignando malizioso
<< L'importante è crederci. Ora tutti fuori che mi vesto >> disse la ragazza alzandosi in piedi, Al e Sidney sbuffarono mentre André rimase abbracciato alle sue gambe << usci >> disse Juliet guardandolo
<< Perché? Ti ho vista tante volte nuda >> disse stringendosi a lei
<< Si... Ma... Ma è diverso... >> disse diventando tutta rossa
<< Per me no. Non voglio uscire >> disse e la guardò con gli occhi da cucciolo bastonato
<< D'accordo rimani, ma fai il bravo >> di accarezzandogli i capelli
<< Ti ricordo che non sono un cane >> disse mettendosi il broncio
<< Ti ci stai comportando tesoro mio. Dovresti lasciarmi >> disse cercando di muovere un passo senza successo
<< No. Mia >> disse mordendole leggermente la coscia
<< André, non possiamo >> disse la ragazza continuando ad accarezzargli i capelli
<< Si che possiamo. Tu sei mia e posso fare quello che mi pare >> disse affondando il viso in mezzo alle sue gambe
<< E dai André. Voglio andare in giro >> provò cercando di staccarlo, ma con scarsi successi
<< E vorresti andare? >> chiese alzando di poco il viso
<< Che ne so, in giro. Non voglio rimanere qua dentro >>
<< Quindi non vuoi rimanere qua con me? >>
<< Questa è la cazzata più cazzata che tu abbia mai detto >> disse lei guardandolo storto
<< Baciami >> Juliet sbuffò e lo baciò dolcemente
<< Ora mi lasci? >> chiese
<< Ancora >> disse sorridendo come un bambino difronte al giocatolo che desiderava tanto, Juliet si abbassò di nuovo e lo baciò ancora
<< Dai André basta >> disse tornando dritta
<< L'ultimo? >> chiese con occhi da cucciolo, la ragazza sbuffò e gli diede l'ultimo bacio, il ragazzo le lasciò una gamba, ma rimase arpionato all'altra
<< Non cammino così >> disse provando a toglierselo di dosso, ma senza risultati, il ragazzo sorrise maligno e iniziò a baciarle e a morderle la coscia << André smettila >> disse esasperata
<< Non ci siamo visti per tanti giorni. Ho le mie necessità, quindi oggi si rimane qui a coccolarci >> disse lui strofinando la testa contro la sua coscia come se fosse un gatto
<< Si e io ho la necessità di andare al bagno. Potrò andare o mi impedirai anche questo? >> chiese divertita
<< Questo te lo posso concedere, ma sbrigati >> disse lasciandole la gambe così che lei fu libera di vestirsi, andò verso la porta e sulla soglia si girò verso di lui sorridendo divertita
<< Visto che non mi vuoi portare in giro ci andrò da sola o con Al e Sidney. Ciao >> disse e corse verso le scale e le scese di corsa andando a sbattere contro Sidney
<< Perché corri? >> chiese lui confuso
<< Perché voglio uscire, ma André vuole fare altro. Quindi sono scappata >> disse di corsa << esci con me...? Detto così sembra che ti sto chiedo un appuntamento >> disse sorridendo
<< Okay... And... >> non fece in tempo a dire nulla che comparve André che prese la ragazza di peso e se la mise in spalla
<< Tu non scappi da nessuna parte stupida mocciosa e non chiedi appuntamenti a Sid o altri. Intesi? >> chiese mentre saliva le scale, quando finì di parlare le schiaffeggiò il fondo schiena
<< Non stavo chiedendo nessun appuntamento e poi devo uscire per comprare un libro e altri regali di Natele che mi mancano. Dai André >> disse scalciando, il ragazzo si fermò nel mezzo del corridoio e la fece scendere
<< Hai fatto i regali di Natale? >> chiese con una strana luce maliziosa negli occhi
<< Si, perché? Che c'è di strano? >>
<< Hai fatto il mio regalo? >> 
<< Ehm... Diciamo una parte si.... >>
<< Due regali? Interessante... Fammi vedere. Ora >> disse sorridendo divertito
<< No aspetterai. Ora accompagnami a fare il regola a papà >> disse prendendolo sotto braccio e portandolo verso le scale
<< Ragazzina pestifera >> borbottò lui assecondandola
<< Dopo ti faccio un bel regalino >> sussurrò lei mordendogli il lobo dell'orecchio
<< D'accordo >> disse con gli occhi che brillavano
<< Stupido >> disse divertita. Uscirono di casa e andarono verso il centro commerciale con la macchina di Sidney. 
<< André >> lo chiamò quando stavano tornando a casa di Sidney dalle compere che avevano fatto
<< Dimmi >> disse tranquillamente guardando la strada
<< Quando hai il biglietto del ritorno? >> chiese girandosi a guardarlo
<< Non lo so, ritorno quando ritorni tu >> disse con una scrollata di spalle
<< Come fai a non saperlo? >> chiese confusa
<< Ho fatto il Last minute. Non c'è l'ha facevo più >>
<< Quindi se non si libera un posto che fai? >> chiese lei con l'ansia
<< Tu vai e io poi ti raggiungo. Di certo non rimarrò qua per sempre >>
<< Okay >> disse e si rilassò sul sedile anche se dopo un attimo tornò ad essere tesa come una corda di violino << fermati >> urlò attaccando il viso al finestrino, André frenò di colpo e Juliet scese subito correndo verso una casa quasi completamente distrutta.
 
~Angolo dell'autrice ~ 
Salve a tuttiiii ☺️ come va? Che ne pensate di questo capitolo? I due si sono chiariti e vissero per sempre felice e contenti.... Se quando mai, finalmente mi è venuta un idea abbastanza carina per il finale ✌🏻️mi è venuta un illuminazione finalmente ✨ comunque... Passo ai ringraziamenti
Ringrazio giota123 che ha recensito lo scorso capitolo e tutti quelli che mi hanno messo tra le storie preferite, seguite, ricordate e le lettrici silenziose
A presto 
Bacioniii 💜❤️💜❤️
 
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Juliet corse più velocemente possibile mentre André la chiamava dalla macchina. Entrò in un attimo, passando da una finestra rotta, si guardò intorno trovando tutto distrutto, divani ribaltati, cuscini distrutti, credenze spostate, vetri rotti per terra. Continuò a guardare intorno cercando di evitare i vetri
<< Cosa è successo? >> chiese sconvolta, continuava a guardarsi intorno, ma non riusciva a crederci
<< Il bastardo ha lasciato tua madre e lei si sfogata così >> disse André dietro di lei
<< Ora dove sono? >> chiese girandosi verso di lui
<< Tua madre si è imbottita di farmaci e l'abbiamo portata in ospedale, immagino che stia ancora lì. Il bastardo se n'è andato a Londra, a quanto pare ha avuto un lavoro a cui non poteva dire di no >> disse André accucciato sulla finestra
<< Quando avevi intenzione di dirmelo? >> chiese la ragazza mettendosi le mani sui fianchi
<< Perché te lo dovrei dire? Dopo tutto quello che ti ha fatto, vuoi ancora sapere come sta tua madre e quel bastardo? >> chiese il ragazzo alzando un sopracciglio e guardandola scettico
<< È pur sempre mia madre >> disse la ragazza di guardando per terra
<< È questo che ti ripetevi ogni volta che ti trattava male? >> 
<< No di solito, non pensavo a nulla, la mandavo a fanculo e me ne andavo in camera >> disse guardandosi ancora un po' in giro
<< Quindi ora che vuoi fare? >>
<< Non lo so... Vado di sopra a prendere i regali >> disse la ragazza e salì di corsa le scale e andò in camera senza ascoltare André che le diceva di fermarsi, entrò nella stanza trovandola anche quella completamente distrutta, non si sorprese di trovarla più distrutta del salotto, sospirò e prese i regali che per fortuna erano ancora tutti intatti. Quando fece per andarsene, ma una mano si strinse intorno al collo e l'alzò da terra. Davanti a lei c'era Rick, che la fissava ghignando divertito
<< Ciao piccola July >> disse ridendo divertito, la ragazza lo guardò male, provò a liberarsi, ma non ebbe come al solito risultati
<< Cosa vuoi? >> ringhiò
<< Non voglio nulla, giusto dare un po' di fastidio >> disse ghignando divertito
<< Vaffanculo >> ringhiò la ragazza provando a dargli un calcio, ma neanche arrivò a sfiorargli il viso, il ragazzo ghignò divertito
<< Mi piaci, non sei per niente cambiata dall'ultima volta >> disse divertito, la buttò sul letto e si mise sopra di lei così che la ragazza non potesse muoversi << ora voglio iniziare ciò che ho iniziato >> disse ghignando maligno, in un attimo la ragazza si ritrovò senza maglietta e pantaloni, provò a coprirsi, ma lui le prese i polsi e li imprigionò sopra di lei e affondò le sue labbra sul collo di lei
<< André >> gridò la ragazza incapace di fare altro, tremava e cercava di allontanarsi il più possibile, ma lui non glielo permetteva. Stava per affondare i canini quando notò il tatuaggio sulla spalla sinistra, rimase ad osservarlo per un paio di secondi poi ringhiò
<< Maledetto >> ringhiò Rick, rimase ancora a fissare il tatuaggio e poi sorrise divertito << vorrà dire che mi divertirò il un altro modo >> disse, la buttò a terra e da lì iniziò a picchiarla come tutte le altre volte che si erano incontrati, la ragazza provava a fermarlo, ma non ci riusciva molto. Alla fine il ragazzo, dopo un tempo infinito si fermò, si abbassò sulla ragazza e la fece stendere a pancia in su, Juliet respirava a fatica e non riusciva a vedere chiaramente tutto quello che le stava intorno, tutto girava vorticosamente, le faceva male ogni parte del corpo. Rick sorrise soddisfatto, abbassò lo sguardo sulla pancia della ragazza e ghignò ancora, affondò le unghie appena sotto ombelico e continuò ad affondare fino a quando non vide il sangue iniziare a scendere a fiocchi. La ragazza urlò più forte che poté e tentò di togliergli la mano, ma il ragazzo glielo impedì portando le mani della ragazza sopra la testa. Scese con le unghie per qualche centimetro e la ragazza iniziò a contorcersi per il dolore, urlava, ma sembrava che nessuno la sentisse. Il ragazzo stava per far scendere le unghie ancora di più quando qualcosa andò addosso la ragazzo allontanandolo di vari metri, la ragazza portò subito le mani sulla zona ferita e cercò di fermare il sangue, le lacrime le inondavano il viso. Qualcuno le mise un braccio dietro la schiena per farla alzare di poco e un'altra mano calda di mise sopra la ferita, Juliet alzò lo sguardo e trovò Sidney che fissava la ferita
<< Fa male >> singhiozzò tra le lacrime affondando il viso contro il fianco del ragazzo
<< Lo immagino >> disse dolcemente, accanto a loro Juliet sentiva rumori di chi stava combattendo, ma non voleva comunque vedere. Sidney rimase con lei, cercava di fermare il sangue che usciva e teneva la ragazza sveglia scrollandola qualche volte e facendola parlare di altro. Qualcuno si mise dietro la ragazza, Sidney la rimise appoggiata a terra, ma la testa appoggiava a qualcosa di morbido, alzò lo sguardo e trovò André che fissava la ferita, le accarezzò il viso e le diede un bacio sulla fronte
<< Fammi vedere >> disse provando la togliergli una mano, ma Juliet scosse la testa a e strinse le mani contro di sé fino a farsi male << non stringere così >> disse alzandole di poco una mano per fargli allentare la presa, poi si morse sul polso e glielo mise davanti alla bocca << bevi >> ordinò
<< No, che... Che schifo. Non bevo sangue >> disse con una smorfia disgustata
<< Bevi >> disse e appoggiò il polso sulla bocca di lei così da costringerla a bere comunque qualche goccia, la ragazza lo guardò per qualche secondo, strinse forte gli occhi, cercò di non pensare che stava bevendo sangue e iniziò a bere. Il sapore ferroso del sangue le inondò la bocca, facendola quasi pentire della sua scelta, ma c'era anche una strana parte dolce la incitava a continuare. Diede due lunghe sorsate prima che il ragazzo tolse il polso
<< Okay, basta, così mi dissangui >> disse il ragazzo divertito, guardando il polso iniziare a guarire da solo e sorrise divertito << ora fammi vedere >> disse prendendole il polso si una mano allontanandolo dalla ferita che oramai si era rimarginata << bene >> disse sorridendo soddisfatto << ora torniamo a casa >> disse alzandosi in piedi e prendendola in braccio
<< Come mai ci hai messo tanto? >> chiese la ragazza guardandolo mentre gli metteva le braccia intorno al collo
<< Sono stato impegnato con altri che stavano di sotto >> disse dandole un bacio sulla fronte << mi dispiace >> mormorò accanto al suo orecchio << però sta sera mi farò perdonare >> sussurrò mordicchiandole il lobo
<< Non fate troppo rumore, che poi chi si subisce i vicini sono io >> brontolò Sidney dietro di loro
<< Prendi i regali invece di pensare a noi >> disse André divertito e andò verso la porta
<< André >> disse Juliet affondando il viso contro il suo collo << non ho nulla addosso >> disse imbarazzata, il ragazzo si fermò di colpo, la guardò per un momento
<< Non lasciato nulla qua >> borbottò André stringendola a sé
<< Tieni >> disse Sidney stendo la sua giacca, André mise la ragazza a terra e l'aiuto a mettersi la giacca senza maniche che le copriva il minimo indispensabile
<< Grazie >> disse Juliet mentre André la riprendeva in braccio
<< Di niente >> disse con una scrollata di spalle, la ragazza tornò a nascondersi contro il petto di André e se ne andarono. 

Appena arrivarono a casa di Sidney Juliet andò a farsi una doccia per levarsi tutto il sangue che le era uscito. Non ne poteva più, doveva fare qualcosa per quella situazione, non poteva sempre aspettare che André venisse a salvarla da ogni pericolo, non poteva; doveva diventare più forte. Non poteva sempre aspettare, prima o poi sarebbe successo qualcosa di inevitabile... E lei non poteva permetterlo, doveva diventare più forte. Alzò il viso verso il getto d'acqua che la riscaldava e tentava di farle dimenticare tutto, pensava ad un modo per diventare più forte, forse poteva allenarsi da sola, alzarsi la mattina presto, andare a correre e fare qualche esercizio, ma non poteva fare le cose da sola, di sicuro sarebbe successo qualcosa, si sarebbe messa nei guai e André sarebbe dovuto comunque correre in suo aiuto. Non poteva neanche chiedere a lui perché già sapeva che avrebbe detto di no. Delle braccia le circondarono la vita schiacciandola contro un petto
<< A che pensavi? >> chiese André dandole un bacio sul collo
<< Niente di particolare >> disse lei girandosi verso di lui mettendogli le braccia intorno al collo
<< Dai dimmelo >> insistette prendendola per le cosce, la fece alzare e lei intrecciò le gambe intorno alla sua vita
<< No... Come stai? >> chiese accarezzandogli i capelli mentre lo guardava per vedere se avesse qualche ferita
<< Non mi hanno fatto nulla, tranquilla. Dimmi a cosa stavi pensando >> disse lui mordendogli il lobo dell'orecchio
<< Non te lo dirò mai >> disse lei divertita
<< Io invece credo di si >> disse mordicchiandole il collo, la ragazza scoppiò a ridere, lo baciò sul collo.

Si svegliò varie ore dopo nel letto di André con addosso solo una maglietta nera, accanto a lei, era sdraiato a pancia all'aria, fissava il soffitto assorto nei suoi pensieri e intanto giocava distrattamente con i suoi capelli. Lo fissò per un po' mentre lui contemplava il soffitto, era così bello, i capelli neri gli ricadevano sul viso formando dolci onde sulla fronte, gli occhi azzurri erano completamente persi tra i pensieri, il corpo perfetto e senza imperfezioni. Lo fissava persa tra i suoi pensieri tanto che non si era accorta che anche lui la stava fissando, le accarezzò la guancia, lei gli sorrise, si alzò leggermente e lo baciò dolcemente
<< 'Giorno principessa >> disse sorridendo
<< 'Giorno >> disse appoggiando la testa sul suo petto, ma subito dopo si spostò a cavalcioni sopra di lui << che facciamo oggi? >> chiese mettendogli le mani sul petto
<< Se stai così mi viene in mente una sola cosa >> disse sorridendo malizioso stringendogli un po' il fondoschiena
<< Eh dai pervertito >> disse scoppiando a ridere, la ragazza si abbassò e lo baciò dolcemente << per quello devi aspettare stasera >> disse sorridendo, il ragazzo sbuffò
<< Cattiva >> disse e le morse il labbro inferiore
<< Dai su che mi accompagni da mia madre >> disse alzandosi in piedi
<< Perché? >> chiese alzandosi sui gomiti
<< Perché sono troppo buona, le ho fatto il regalo di Natale >> disse andando verso l'armadio dove aveva messo tutte le sue cose
<< Perché glielo hai fatto? >> chiese lui confuso
<< Perché sono troppo buona >> ripete lei mettendosi una maglietta che le scopriva una spalla, verde acqua
<< Potresti dirmi la verità? >> chiese prendendola per i fianchi e stringendola a sé
<< Solo un ultimo regalo >> disse sospirando << prima che si lasciasse con papà non era così... Era dolce e attenta a tutto. Voleva veramente che io stesi bene e che fossi in forma... Da piccola ero praticamente una palla di lardo, ma mamma diceva che andava bene così, che era normale, che dovevo lasciar perdere le persone che mi prendevano in giro o che altro. Mi amava veramente. Quando litigava con papà i primi tempi non diceva nulla, poi lentamente ha iniziato anche lei a darmi le colpe; alcune volte accennava al fatto che sarebbe stato meglio che dimagrissi un po', ma non mi faceva pressione. Poi quando papà se n'è andato... Ha perso il controllo di tutto e dava a me tutte le colpe... Solo che... Continuo a pensare che infondo mi voglia ancora bene come una volta, nella sua mente lei crede che lo sta facendo per il mio bene... Quindi forse... >> disse guardando per terra, André le baciò la testa
<< Stupida mocciosa... Andiamo su sbrigati, altrimenti finisce l'orario di visita >> disse prendendo una maglietta
<< Grazie >> disse dandogli un bacio sulla guancia
<< Però se inizia a dire stronzate ti porto via a forza >> 
<< D'accordo >> disse lei sorridendo, si mise un paio di shorts bianchi e uscirono. 
Arrivarono in ospedale, entrarono e chiesero dove fosse la madre e subito dopo andarono verso la stanza. Prima di entrare Juliet si fermò, guardò per un attimo André insicura se andare o meno
<< Se vuoi non andiamo >> disse André accarezzandogli la guancia
<< Non so che fare... Da una parte so che lei mi dirà qualcosa che mi farà soffrire e quindi per il mio bene non ci dovrei andare. Dall'altra credo che nella sua mente lo faccia per il mio bene e quindi dovrei andare per dirle che non ci vedremo più per il resto della vita.... Non lo so... Dimmi tu cosa devo fare >> disse appoggiando la fronte contro la spalla di lui
<< Lo sai che non posso dirti cosa fare. In entrambi i casi tanto dovrò raccogliere i pezzi di una te distrutta >> disse continuando ad accarezzarle il viso
<< Andiamo... Così metto fine a questa storia >> disse alla fine la ragazza con un sospiro, fecero gli ultimi passi ed entrarono dentro, la donna era sdraiata sul letto e guardava fuori dalla finestra, non si era ancora accorta della loro presenza. La ragazza si fece avanti mente André rimase indietro appoggiato allo stipite della porta 
<< Ciao ma >> disse Juliet rimanendo in piedi, la donna si girò sorpresa dal sentire la sua voce
<< Tu che ci fai qui? >> chiese la donna sgranando gli occhi
<< Sono venuta a darti il regalo di Natele, tra pochi giorni me ne vado, quindi te lo volevo dare prima che me ne andassi... E poi ti devo dire che questa è l'ultima volta che vedi... E basta credo >> disse quasi con difficoltà, le parole le usciva fuori a fatica e il più delle volte si doveva fermare perché non riusciva a parlare, sentiva un groppo alla gola che lentamente andava a restringersi sempre di più. La donna prima squadrò lei, poi osservò il regalo e di nuovo lei
<< Va bene... Se è solo questo allora puoi andare >> disse la donna guardando la porta dietro di lei, la ragazza la guardò per un attimo senza parole, si umidi le labbra e si girò e andò verso André, la prese per mano e se ne andarono. Appena fuori dal campo visivo della madre le scesero due lacrime, si appoggiò al muro e aspettò, André si mise davanti a lei e le accarezzava il viso asciugandole quelle gocce salate. La ragazza sentii la carta strapparsi e dopo alcuni minuti la donna urlò, Juliet si staccò dalla parete e andò verso la macchina.
Una volta che furono nel veicolo il ragazzo iniziò a fissarla
<< Che le hai fatto che ha urlato in quel modo? >> chiese un po' sconvolto
<< Un album >> disse lei guardando verso il tettuccio come se da lì potesse vedere il cielo
<< Un album? Ha urlato in quel modo per un album? >> chiese confuso
<< Un album dove ci sono tutte le foto da quando sono nata fino adesso. Accanto ad ogni foto ho messo varie scritte e disegni.... Nella prima parte dove avevo massimo dieci anni le ho scritto quanto ero felice e roba del genere... Poi quando è iniziato il divorzio ho fatto solo disegni, visto che non ho molte foto di quel periodo, anche lì ho messo scritte su come mi sentivo, di quanto mi facesse male sapere che i miei sono divorziati a causa mia. Ho messo delle foto con Tom, le ho scritto che mi sentivo bene, ma che in fondo non era così, mi stava distruggendo e lei era troppo occupata a fare altro per accorgersene. Poi è arrivata anoressia, le ho scritto che mi sentivo uno schifo ogni volta che mi diceva che ero ancora troppo grassa, non ero mai abbastanza per lei, in tutto. Le ho scritto di quanto mi facesse male sapere che era così vicina, ma allo stesso tempo così lontana da me, ovviamente il tutto accompagnato da disegni. Ed in fine sei arrivato tu >> disse l'ultima frase sorridendo, continuava a guardare il tettuccio come se fosse qualcosa di interessante da vedere
<< Di me che hai scritto? >> chiese curioso André
<< Che finalmente sono tornata felice come quando ero bambina. E che... Grazie a te mi sono... Accorta di quanto era stato tutto uno schifo, fino a quando non ti ho visto. Ho scritto di tutti gli scherzi di cui mi ricordo, di quanto mi divertivo a vederti arrabbiato per qualche scherzo che ti avevo fatto... Di quanto sono felice ogni volta che ti sto accanto perché so che ci sarai sempre qualsiasi cosa accada... Di quanto ti amo quando mi fai quelle sorprese così sdolcinate di far venire il diabete, ma che comunque sono semplicemente fantastiche... Insomma tutte cose del genere... Tutto contornato di disegni e foto di noi ovviamente >> disse sorridendo
<< Quando l'hai fatto? >> chiese confuso
<< Tutte le sere che mi svegliavo e non riuscivo ad riaddormentarmi, mi mettevo sul tavolino della camera e lo facevo >> disse girandosi a guardarlo e lo trovò che la stava fissando sorridendo 
<< Bello come regalo >> disse avvicinandosi per abbracciarla, Juliet ancora e affondò il viso contro il suo petto
<< Secondo te avrà capito? >> chiese con voce soffocata
<< Sarebbe veramente stupida se non lo capisse >> disse accarezzandole la schiena, rimasero abbracciati per parecchi secondi
<< Sidney ci darà per dispersi >> disse Juliet allontanarsi di poco
<< Non importa... Come ti senti ora? >> chiese baciandola dolcemente
<< Molto meglio >> disse sorridendo
<< Vuoi che andiamo? >>
<< Si andiamo >> disse sorridendo, guardò un ultima volta l'ospedale, per un momento le sembrò di vedere da un finestra la madre che la guardava e intanto piangeva, ma André andò via, così che alla fine non fu esattamente sicura di aver visto bene.

Rimasero tutto il giorno insieme agli altri, ridevano e scherzavano come se fosse amici di vecchia data che si ricordavano i vecchi tempi.
Passarono i giorni a divertirsi, la mattina in spiaggia, il pomeriggio in giro, la sera in qualche festa e la notte insieme sul letto.
Arrivò il giorno della partenza, Sidney li accompagnò all'aeroporto insieme a tutti gli altri
<< Mi mancherai tanto Siddy >> disse Juliet abbracciando forte Sidney e il ragazzo strinse forte lei
<< Anche tu piccolina >> disse dandole un bacio sulla guancia
<< André, va bene se ti tradisco con Sidney così rimango qua con lui? >> chiese la ragazza senza staccarsi dal ragazzo, André la fulminò con un occhiata
<< Non ci provare, ricordati che ti ho fatto mia >> disse André ghignando divertito
<< Uffa, con te non si può mai scherzare >> sbuffò << sappi che ti amo lo stesso Siddy >> disse lei guardando il ragazzo che rideva divertito
<< Anch'io ti amo mia piccola Juliet e André non ostacolerà il nostro amore >> disse dandole un altro bacio sulla guancia ed entrambi si beccarono un'occhiataccia da André, che stava parlando con gli altri ragazzi, e loro risero divertito. Rimasero tutti insieme a ridere e a scherzare, Juliet non si staccava da Sidney e André sbottava ogni volta che Sidney la baciava
<< André tanto lo sai che ti ho tradito con il bagnino che mi salvata, perché non accetti che ti tradisca con Sidney? È pure di famiglia >> disse e tutti scoppiarono a ridere, tranne André che sbottò un'altra volta 
<< Adesso basta >> prese Juliet per il braccio e la tirò a se facendola sbattere contro il suo petto e la trascinò via, la ragazza rideva, si girò verso i ragazzi per salutarli quando vide sua madre che la osservava sorridendo dolcemente 
<< André aspetta >> disse provando a liberarsi, ma lui la teneva stretta e non si fermava << per favore aspetta >> disse puntando i piedi, André sbuffò, si fermò e si girò verso di lei
<< Cosa vuoi... >> non fece in tempo a finire la frase che anche lui vide la madre della ragazza, dopo un attimo di esitazione le lasciò il braccio e la ragazza andò verso la madre
<< Cosa ci fai qui? >> chiese Juliet confusa, la madre aveva gli occhi più gonfi del solito e leggermente rossi
<< Volevo darti questo >> disse dandole una busta, Juliet la prese e dentro trovò un pacchetto con la carta di Natale << mi dispiace... Non mi rendevo conto... Io... Non... >> scoppiò a piangere e non riuscì più a continuare, Juliet l'osservo per qualche secondo, poi l'abbraccio forte
<< Tranquilla, lo so. Non te ne faccio una colpa... Eri sconvolta per tutto e non sapevi più cosa fare. Ti voglio bene lo stesso mamma >> disse dolcemente accarezzandole i capelli per farla calmare, la donna pianse contro la sua spalla
<< Dovresti odiarmi invece >> disse singhiozzando
<< Già... Però non posso comunque odiare così tanto la persona che mi ha messo al mondo >> disse lei cercando di calmare la donna
<< Eri così bella mentre ridevi... Mi ero dimenticata di quanto fosse bello vederti sorridere >> disse cercando di smettere di piangere, si allontanò dalla figlia e le mise le mani sulle spalle << sappi che da adesso se avrai bisogno di posto dove andare perché il tuo ragazzo ti ha fatto qualcosa... A casa mia sarai la benvenuta >> disse sorridendo dolcemente
<< Quindi non torni? >> chiese la ragazza sgranò gli occhi
<< No... Non posso. Ho bisogno di cambiare aria per un po'... E poi fa sempre comodo avere una casa in Australia, sopratutto per te che l'adori... Spero che comunque ti sei divertita a stare qua... Anche se io... >> disse e altre lacrime le solcarono il viso
<< Si mi sono divertita tanto >> disse la ragazza sorridendo, la voce dall'auto parlante chiamò il suo volo << è il mio volo >>
<< Vai, non voglio farti prendere il volo... Ti voglio bene >> disse e le diede un bacio sulla fronte
<< Anch'io mamma, quando vuoi torna... O chiamami per qualsiasi cosa >> disse sorridendo
<< Vai che il tuo ragazzo ti sta aspettando >> disse girandola verso André e la spinse, la ragazza verso di lui e intanto si girò a salutare la madre che la guardava sorridendo. La ragazza salutò tutti i ragazzi, André la prese per mano e andarono. Mentre andavano Juliet aprì il regalo trovando un cuore di cristallo con dentro una foto di lei, sua madre e suo padre che sorridevano alla fotocamera; nella foto Juliet era senza un incisivo e quindi stava sorridendo a trentadue denti per farlo vedere per bene, mentre i suoi genitori ridevano divertiti, sotto la foto c'era una scritta in rosso " Ti vorrò per sempre un mondo di bene, tua mamma " . La ragazza si girò verso dove stava la madre, ma di lei non c'era più nessuna traccia, ma comunque sorrise felice come se la madre fosse ancora lì, guardò ancora dentro la busta trovando una lettera, ma decise di leggerla più tardi visto che ora se ne doveva andare via. 
Salirono in aereo, André voleva sapere cosa si fossero dette, ma la ragazza scosse la testa e non glielo disse, partirono e Juliet guardò in basso vedendo la terra che lentamente diventava sempre più distante e lontana.

~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊 come va? Allora che ne dite di questo capitolo? Finalmente madre e figlia hanno fatto pace. Ora manca solo la vacanza a Venezia (Dio se amo Venezia, darei oro per ritornarci *^* la amo troppo) succederanno altri casini o tutto filerà liscio?
Ringrazio giota123 e love_Sana_Akito che mi hanno recensito lo scorso capitolo. Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite (aumentate ogni volta *^* sono al settimo cielo) e le lettrice silenziose
A presto
Bacioniiii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Arrivarono che ad aspettarli c'erano i genitori di André che li accorsero come sempre sorridendo
<< Ciao >> dissero entrambi i ragazzi contemporaneamente, i genitori lì abbracciarono e li baciarono entrambi
<< Bene ora andiamo a casa che Kate non vede l'ora di abbracciarvi >> disse Christine sorridendo
<< Io in verità devo andare alla stazione >> disse Juliet passando si una mano tra i capelli
<< Perché? >> chiese confuso il padre di André
<< Perché devo prendere il treno per andare a Venezia da mio padre... Papà mi ha comprato il biglietto per oggi >> disse mordendosi il labbro inferiore
<< A che ora c'è l'hai? >> chiese André mettendole un braccio intorno alle spalle
<< Alle tre... Ora che ore sono? >> 
<< Tranquilla, è mezzogiorno, hai il tempo di riposarti un po'. Poi mio marito ti porterà alla stazione >> disse la madre sorridendo << andiamo sarete stanchissimi >> disse andando verso l'uscita
<< Affamati più che altro >> disse André andando dietro la madre portandosi dietro la ragazza ed infine il padre li seguì sospirando. 
Appena entrarono in casa Kate gli saltò addosso, andarono in cucina per mangiare qualcosa mentre raccontavano come era andata la vacanza. Appena Juliet mise piede in stanza crollò sul letto addormenta.

Si svegliò con qualcuno che la stava scrollando per la spalla, aprì piano gli occhi e trovò Christine che le stava sorridendo
<< Piccola devi andare se non vuoi perdere il treno >> sussurrò, Juliet annuii e fece per alzarsi quando sentì un braccio che la stringeva contro un petto, si girò di poco e trovò André che la stringeva a se con il braccio che la circondava appena sotto il seno
<< Ora arrivo >> sussurrò
<< Fai con calma >> disse facendolo l'occhiolino ed uscì. La ragazza si girò verso di lui e gli diede un bacio a fior di labbra, si voleva allontanare, ma il ragazzo la strinse a se e le morse il labbro inferiore
<< Questa volta per quanto staremo lontani? >> chiese tristemente
<< Non lo so... Forse fino alla befana, ma non lo so >> disse lei alzando lo sguardo verso il soffitto
<< No, rimani qua con me, non ti voglio più lontana >> disse affondando il viso contro il suo petto
<< Sto solo a Venezia, qualche volta posso scendere giù, con il treno sono solo quattro ore >> disse lei accarezzandogli i capelli
<< Lo so, ma non voglio che succeda quello che è successo quando stavamo in Australia >> disse alzando di poco gli occhi
<< André... >> non sapeva che dire, di certo non poteva dire che non sarebbe successo nulla perché se l'aveva raggiunta fino in Australia, non ci mettevano nulla ad arrivare a Venezia; affondò il viso contro la sua spalla e sospirò, iniziò a giocare con il bordo della sua maglietta e cercava di non pensare a nulla. Intanto lui le accarezzava la schiena e le baciava la spalla
<< Lo so, andrà tutto bene >> sussurrò stringendola a se, ma la ragazza scosse a testa e iniziò a singhiozzare << era meglio se non dicevamo nulla >> disse lui sospirando, continuò a stringerla a sé come se potesse sparire da un momento all'altro, Juliet alzò la testa e lo baciò mordendogli il labbro inferiore
<< Vado a vestirmi >> disse alzandosi a sedere, ma lui la strinse a sé e le morse la spalla
<< No, rimani qua >> disse baciandole il collo
<< Abbiamo un po' di tempo no? >> chiese girandosi verso di lui per baciarlo con passione
<< Ti amo quando fai così >> disse André baciandola ancora.

I ragazzi scesero in salotto mezz'ora dopo, la ragazza si stava pettinando i capelli con le dita, mentre lui rideva divertito e le teneva un braccio intorno alle spalle. Ai piedi della scale c'era i genitori di André che li guardavano divertiti. Henry accompagnò Juliet alla stazione, e aspettò con lei che arrivasse il treno. Appena Juliet mise piedi sul treno il padre scomparì all'improvviso senza dire nulla, la ragazza non ci fece molto caso anche se la cosa la lasciò un po' infastidita. Trovò subito posto accanto al finestrino e aspettò che il treno partisse, voleva vedere la partenza, ma invece i suoi piani andarono a monte perché si addormentò di colpo.
Si svegliò a causa di un botto, sobbalzò sulla poltrona, si guardò intorno con gli occhi ancora appannati dal sonno e trovò due ragazzi seduti accanto a lei, li guardò per un attimo e alzò un sopracciglio confusa
<< Non ti volevamo svegliare, ci è caduta una valigia >> disse il ragazzo che si era messo davanti a lei, aveva i capelli castani e gli occhi marroni oscurati da un paio di occhiali, mentre quello accanto a lei aveva i capelli neri e gli occhi scuri e un fisico un po' in forma
<< Come mai vi siete messi qua? >> chiese stiracchiandosi le braccia e la schiena
<< Non ci sono più posti nel treno, gli unici erano questi >> disse quello accanto a lei sorridendo
<< Va beh >> disse lei e si mise a guardare fuori dal finestrino
<< Mancano ancora tre ore e mezza e già vuoi chiudere tutte le conversazioni? >> chiese divertito quello davanti a lei, Juliet si girò verso di lui
<< Non mi sembra che vi ho detto niente di che >> disse lei acida
<< Ehy stai calma >> disse il ragazzo alzando le braccia in segno di difesa, Juliet gli stava per rispondere, ma il cellulare le vibrò in tasca, lo prese e trovò un messaggio di André :" Ehy principessa come va? " la ragazza gli rispose velocemente " Tutto apposto, ci sono solo due idioti che tentano di fare amicizia" 
" Che ti hanno fatto? Di solito sei sempre così socievole"
" Mi urtano il sistema nervoso a prescindere"
" Ma che ti hanno fatto? "
" Mi hanno svegliato mentre stavo dormendo tanto bene "
" Non li uccidere mi raccomando"
" Lo trovo difficile "
<< È il tuo ragazzo? >> chiese il ragazzo davanti a lei, la ragazza annuì mentre mandava il messaggio << sono perseguitato dalla sfortuna >> continuò sporgendosi verso di lei
<< Perché? >> chiese mentre aspettava la risposta di lui
<< Io speravo che fossi single >> la ragazza cercò qualcosa da rispondere, ma non le venne in mente nulla, così guardò fuori dal finestrino
"Dai li devi sopportare solo per tre ore e mezza, e poi passata tutto. È come se dovessi sopportare due ore di filosofia" le scrisse André
" André, non scherzare. Quell'uomo sa controllare il tempo. Ho fatto i conti, in verità noi stiamo un giorno indietro rispetto a tutti per colpa sua"
" Principessa, io ci rinuncio con te" 
" Perché? È la verità, non puoi dirmi che per te le ore con quell'uomo sono veloci"
" Non lo dico, ma non di certo non controlla il tempo "
" Ti stai facendo manipolare il cervello. Perché nessuno lo capisce? "
" Pazza "
" Ho bisogno di un caffè "
" Me ne sono accorto "
" Non ho caffè a portata di mano... Sono spacciata " 
" No, basta che trovi qualcuno con del caffè e sei salva "
" Vieni tu? "
" Di corsa " 
" Amore mio " 
" Principessa mia "
" Vieni qui, ora. Ho bisogno di coccole "
" Se potessi l'avrei fatto da tempo "
" Mi hai viziata troppo "
" Non è vero, io non ho fatto nulla "
" Idiota " 
<< Sapete se qua ci sta un qualsiasi coso in cui posso prendere un caffè? >> disse guardando i due ragazzi che la stavano osservando, ma non dicevano nulla << volete continuare a fissarmi oppure mi date una risposta? >> continuò guardandoli male
<< Stavamo solo osservando i tuoi comportamenti >> disse il ragazzo accanto a lei
<< Cosa? >> chiese confusa
<< Ogni volta che ricevi un messaggio dal tuo ragazzo sorridi come ebete e quando alzi gli occhi la tua espressione cambia e diventa seria di botto >> disse quello davanti a lei
<< E allora? >>
<< Niente, è curioso >>
<< Mi volete mi dire se ci sta un qualsiasi posto dove posso prendere un benedetto caffè oppure devo andarmi a fare un giretto turistico per tutto il treno? >> sbottò 
<< Il giretto turistico tanto te lo faresti comunque... >> provò a dire quello accanto a lei, ma si azzitti subito dopo l'occhiataccia della ragazza
<< Andatevene a quel paese >> disse la ragazza, si alzò e se ne andò in giro per il treno alla ricerca di un posto lontano da quelli, ma per sua sfortuna non c'era nessun posto libero e non c'era neanche un posto dove potesse prendere un caffè, borbottando ritornò dai ragazzi e si buttò sulla poltrona
<< Quanta allegria >> disse il ragazzo davanti a lei e Juliet lo fulminò con lo sguardo << dai su, stai andando nella città dell'amore, capisco che qui non c'è il tuo ragazzo a coccolarti, però dovresti un po' rilassarti >> disse il ragazzo osservandola e lei lo fulminò di nuovo << okay ci rinuncio >> disse alzando le mani in segno di resa e non parlò più per un bel po'. Juliet guardava fuori dalla finestrino e si stava per addormentare quando il ragazzo accanto a lei parlò
<< Okay, dai siete partiti con il piede sbagliato, non vi odiate per questo >> disse il ragazzo in tono di supplica, Juliet si girò verso di lui con un sopracciglio alzato
<< Io non odio nessuno. Semplicemente mi sta indifferente >> disse e tornò a guardare fuori dal finestrino
<< Ti sto indifferente? >> chiese quello davanti a lei
<< Davvero credi che per me tu conti qualcosa? >> chiese girandosi verso di lui, il ragazzo cercò di darle una risposta, ma alla fine lasciò perdere e guardò fuori dal finestrino
<< Non era questo il mio obbiettivo >> disse il ragazzo accanto a lei sospirando, Juliet tornò a guardare fuori nella speranza di essere lasciata un po' in pace, ma tutte le sue speranze andarono in frantumi quando, sempre, il ragazzo accanto non si presentò
<< Io sono Max lui è Luca, tu sei? >> chiese gentilmente
<< Juliet >> disse lei continuando a guardare fuori
<< Hai origine straniere? >> chiese Max
<< No, a mia madre le piace da pazzi la storia di Romeo e Giulietta, così ha voluto darmi il nome in inglese >> disse guardando fuori e ricaddero nel silenzio
<< Cosa fai a Venezia? Se non vai lì con il tuo ragazzo perché ci vai? >> chiese ancora Max
<< Passo il Natale insieme a mio fratello e mio padre >>
<< Abiti da sola? >> chiese Max
<< Fatti gli affari tuoi >> sbottò la ragazza
<< È inutile Max è acida, come fa il ragazzo a sopportarla >> disse Luca, Juliet lasciò cadere la questione, non le andava di sbottare un altra volta, così si morse la lingua e cercò di non rispondere, prese il cellulare con le cuffiette  e iniziò a sentire la musica, controllò se c'erano messaggi e ne trovò due di André e uno del padre, lesse prima quelli di André " Ti amo tanto principessa mia. Hai ucciso qualcuno? " diceva e La ragazza gli rispose " Ancora no, ma ci sono vicina. Il tizio mi detto che sono acida perché gli rispondo. Stronzo" , mentre il padre le diceva che non vedeva l'ora di vederla e che stava già alla stazione ad aspettarla, non gli rispose perché non le andava di scrivere semplicemente che anche lei non vede l'ora, lo sapeva già
" Chissà perché te l'ha detto" le scrisse subito dopo André
" Stai dalla sua parte? "
" Io? Certo che no! Sono sempre dalla tua parte amore mio "
" Inventa qualcosa di migliore "
" Ti amo principessa "
" Anch'io mi amo" 
" Cattiva "
" Quindi stai dalla sua parte "
" In questo momento si "
" André di addio alla felicità "
" Dai amore mio. Non dicevo sul serio. Non penso assolutamente che tu sia acida. Sei la persona più dolce e adorabile di questo mondo"
" Non mi corrompi "
" No dai, Ti amo principessa "
" No comunque "
" July quando ti vedo ti faccio un bel regalo "
" Tu mi avevi detto che mi avevi fatto una sorpresa quando sono andata in Australia e non mi hai dato nulla "
" Te lo farò vedere presto "
" Quindi vieni su a Venezia "
" Ovvio, non riuscirei a stare tanto tempo senza di te. È già un miracolo se ho resistito per diciassette giorni "
" Dovevi resistere per venti "
" Non c'è l'ho fatta... Mi mancavi troppo "
" Sei troppo dolce "
" Devo recuperare la mia felicità no? "
" Taci, mi stai distraendo "
" Da cosa? "
" Dalla musica "
" Allora va bene "
" Che avevi capito? Stupido troglodita "
" Che ci stavi provando con i due ragazzi "
" Nah, sono brutti non piacciano "
" Lo so, nessuno è più bello di me, d'altronde, come hai detto tu, sono un Dio greco " 
" Eh già, il mio belloccio "
" Quanto manca che arrivi? "
" Credo mezz'ora, forse di più, ho perso la cognizione del tempo "
" Sul telefono c'è scritto l'orario "
" Lo so non c'è bisogno che me lo dici "
" Allora non hai perso la cognizione del tempo "
" Shhh taci "
" Principessa, va bene se ti compro tutti gli orsetti gommosi che vuoi? "
" Tutti quelli che voglio? "
" Anche un intera vasca se ti rende felice "
" TI AMO" 
" Lo so, lo so. Cosa faresti senza di me "
" Ti rimpiazzerei con gli orsetti "
" Sei crudele "
" Lo so, lo so, ma cosa faresti senza di me "
" Non si copiano le battute "
" Veramente sono stata io la prima a dirlo " 
" Zitta stupida"
" Zitto troglodita "
" Idiota "
" Cretino"
" Deficiente "
" Essere retro-evoluto "
" Parla il genio "
" Ovvio, di sicuro sono più intelligente di te " 
" Non credo proprio "
" Io credo proprio di si "
" Io sono un dio, quindi posso tutto "
" E cosa potresti? "
" Posso farti mia quando voglio " 
" Se io te lo permetto "
" Posso baciarti quando voglio "
" Lo può fare anche uno sconosciuto "
" Non glielo permetteresti "
" Se è bello e assomiglia a Liam Hamsworth è ovvio che glielo lascio fare "
" Non ci provare July "
" Dai Liam è troppo bello, gli sbaverei dietro se mi passasse accanto "
" July "
" È così bello. Se c'è l'avessi davanti gli salterei addosso senza pensarci due volte "
" JULY "
" Dimmi amore "
" Non ci pensare o giuro che ti lego a letto e chiudo la camera a chiave "
" Ma va, tanto non succederà mai "
" Lo voglio sperare" 
" Ti amo tanto anch'io "
" Lo so" una voce all'auto parlante la distrasse, la voce metallica invece intera cabina dicendo che erano quasi arrivati a Venezia 
" Che bello sono quasi arrivata"
" Bene. Tuo padre sta già lì? " 
" Si, sta in stazione da due e mezza tipo "
" Bene " 
" Nessuno mi rapirà stai tranquillo "
" Come faccio a stare tranquillo se stai a quattro ore di treno da me? Se succede qualcosa non potrei mai arrivare in tempo "
" Starò sempre con qualcuno. Stai tranquillo "
" Anche quando stavi con me ti hanno quasi ucciso "
" André per favore, non voglio litigare "
" Va bene. Non mi hai dato il regalo di Natale "
" Quando torno giù te lo dò, tranquillo "
" Me ne devi dare due"
" Lo so "
" Tra quanto arrivi? "
" Boh non lo so. So solo che tra poco arrivo "
" La solita idiota "
" Non sono idiota, stupido troglodita "
" Si invece, non ti sei neanche premunita di sapere a che ora arrivi "
" Invece lo so. Arrivo alle sette "
" Brava bambina che hai fatto i compiti "
" Non ci provare idiota "
" Non provare a fare cosa? " 
" A trattarmi come una bambina"
" Ma tu sei la mia bambina "
" Principessa è più carino "
" Lo so, principessa " auto parlante parlò di nuovo dicendo che tra dieci minuti sarebbero arrivati a destinazione, la ragazza mise apposto le poche cose che aveva. Il treno frenò di botto mentre stava in piedi per prendere lo zainetto - dove aveva messo le matite, il quaderno dei disegni, l'iPod, le cuffie e un astuccio - perse l'equilibrio e andò addosso a Luca, che stava ancora seduto e stava osservando il paesaggio, così che sobbalzò quando sentì il peso della ragazza addosso 
<< Ma chi ha dato la patente a questo coglione? >> sbottò Juliet alzandosi immediatamente in piedi << scusami >> disse recuperando lo zaino che era caduto per terra
<< Per guidare un treno non serve avere esattamente una patente >> disse Luca passando si una mano in mezzo ai capelli
<< Dettagli >> disse lei sventolando la mano come se stesse cacciando una mosca, il ragazzo sospirò e tornò a guardare fuori, negli ultimi cinque minuti la ragazza disegnò una bozza per un disegno abbastanza articolato che poi avrebbe continuato con calma a casa
<< Quindi avete fatto pace? >> chiese Max speranzoso
<< Non abbiamo mai litigato >> disse Juliet continuando a disegnare in fretta per non dimenticare il suo progetto
<< Infatti, come ti vengono in mente certe cose Max? >> chiese Luca guardandolo con la testa inclinata di lato
<< Beh sembrava >> disse lui contorcendosi le mani << Juliet che fai? >> chiese sporgendosi verso di lei
<< Disegno >> disse senza smettere, la bozza era quasi completa, ma non poteva lasciarla ora
<< Come i bambini? >> disse Luca sporgendosi anche lui verso di lei
<< Poi sarei io l'acida >> disse lei guardando storto
<< Certo... Mi fai vedere? >> chiese alzandosi in piedi per prendere il blocco
<< Aspetta >> disse la ragazza mettendo l'ultima linea << non fare caso a questo, è solo una bozza >> disse porgendo il blocco aperto su una pagina piena di linee contorte, alcune più leggere e altre più pesanti, tutti che ruotavano intorno al nome André; in teoria quello sarebbe stato il biglietto del regalo
<< Solo una bozza? >> chiese quello alzando un sopracciglio << io lo lascerei così >> 
<< No, ci devo mettere i colori e il nome deve essere un po' più spesso >> disse la ragazza passandosi una mano tra i capelli, Luca passò avanti con i disegni e ogni volta alzava sempre di più le sopracciglia in alto
<< Però, sei molto brava... Fai il liceo artistico? >> chiese ridandole il blocco
<< No, lo scientifico >> disse scuotendo la testa
<< È un peccato >>
<< Lo so, ma mia madre ha voluto così >> disse rimettendo il blocco dentro lo zaino
<< Ti potevi ribellare >> disse lui alzando un sopracciglio
<< Se non sai, meglio che stai zitto >> disse lei tornando acida
<< Volevo solo dare un consiglio >>
<< Oramai è passato, è inutile. Diciamo che è stato un piace, alla prossima >> disse si alzò in piedi ed uscì visto che oramai erano arrivati e li stavano facendo scendere. Appena scese trovò il padre che la stava aspettando con il collo tutto tirato su e la testa che girava da tutte le parti per trovarla, così la ragazza gli andò dietro di soppiatto 
<< Se guardi dietro mi trovi >> disse la ragazza divertita
<< Tesoro mio >> disse allargando le braccia per abbracciarla 
<< Ciao papà >> disse lei abbracciandolo forte
<< Come stai piccola mia >>
<< Sono stanca morta, sto morendo di sonno e di fame. Tu invece? >> disse stiracchiandosi un pochino
<< Io sto bene, non ti preoccupare. Dai andiamo che tuo fratello non vede l'ora di vederti >> disse mettendole un braccio intorno alle spalle << dammi la valigia >> disse e le tolse la valigia dalla mano
<< Grazie... Che mi dici di bello? >> chiese sorridendo
<< Niente di importante.... Sono di nuovo un lupo solitario... Visto che tua madre è andata in Australia che ne dici di venire da me? >> disse guardandola
<< Non lo so... È che... Ora vivo con André >> disse alzando lo sguardo verso di lui
<< COSA? >> urlò il padre bloccando
<< Per favore papà... Avrei diciott'anni  >> disse lei incrociando le braccia al petto
<< Si ma da quanto state insieme? E poi sei troppo giovane per andare a vivere da lui! No tu ora vieni a casa con me non mi interessa nulla >> disse il padre annuendo con la testa
<< Dai papà, non facciamo nulla di male >> sbuffò continuando a camminare
<< Non fate nulla di male? Ma ti senti quando parli? >> chiese raggiungendola
<< Certo che mi sento, non sono sorda. Ho diciott'anni e posso fare quello che voglio >> disse lei continuando come se nulla fosse
<< Ma io sono tuo padre e posso ancora dirti cosa fare >>
<< Papà, uno non voglio litigare ora, due mi puoi dare dei consigli, ma sono io che decido, tre.... Non voglio litigare >> disse stringendosi le braccia al petto
<< Più tardi però ne riparliamo >> borbottò alla fine. Parlarono del più e del meno fino quando non arrivarono alla casa del fratello che condivideva con un amico
<< Sorellinaaaa >> disse un ragazzo dai capelli neri, gli occhi marroni, fisico slanciato e abbastanza muscoloso, sorrideva a trentadue denti e le venne incontro con le braccia stese aspettando di un abbraccio
<< Fratelloneeee >> disse lei abbracciandolo << come stai? >> chiese sorridendo
<< Molto meglio di te. Sai che esiste il correttore per queste orribili occhiaia? >> disse divertito
<< Wow, hai sempre parole così affettuose nei miei confronti, no davvero sono commossa >> disse la ragazza staccandosi
<< Dai su, che tanto rimani la mia bruttona preferita >> disse scompigliandole i capelli
<< Bruttona a chi? Ricordati che posso rovinarti la vita con una solo foto >> disse ghignando malefica
<< No, quella foto no. Non puoi essere così crudele >> disse sbiancando all'improvviso
<< Si che posso >> disse continuando a sorridere malefica << e ora fammi vedere la stanza che sono stanca morta >> disse stiracchiandosi le braccia
<< Da questa parte padrona >> disse il fratello facendo un piccolo inchino indicandole un corridoio alla sua destra
<< Andiamo schiavo, mostrami la strada e prendi la valigia >> disse alzando il mento andando verso il corridoio facendo ancheggiare i fianchi
<< Certamente padrona >> disse seguendola
<< Ragazzi io non vi seguo >> disse il padre confuso << quale foto? >>
<< Nulla di importante papà, non ti preoccupare >> disse la ragazza sorridendo verso il padre
<< Va bene >> disse il padre dubbioso << ma se vengo a sapere qualcosa... >>
<< Non ti preoccupare papà è tutto apposto >> si sbrigò a dire il fratello
<< Dov'è la mia stanza? >> chiese Juliet guardando il corridoio
<< In fondo a destra >> disse ghignando divertito, la ragazza non ci pose molto attenzione, apri la porta senza pensarci due volte e si trovò dentro il bagno << ho pensata che dato che non c'è differenza tra te e il cesso ti saresti sentita a tuo agio >> disse il fratello dal salotto
<< NICK IO TI UCCIDO >> urlò la ragazza correndo verso il fratello che intanto si era nascosto, trovò solo il padre che stava ridendo divertito << dove sta? >> chiese infuriata
<< È uscito in fretta e furia >> disse ridendo come un pazzo
<< Non è divertente papà. Comunque... Me lo dici tu dove sta? Sono stanca morta e voglio dormire >> disse spostandosi i capelli
<< Si, è la terza a sinistra >> disse sedendosi sul divano
<< Grazie >> disse e la ragazza saltellò fino alla stanza, l'apri trovando un letto da una piazza e mezza ad aspettarla; senza pensare ad altro si buttò sopra e si addormentò di colpo.
Si svegliò ore dopo che si sentiva meno stanca, si stiracchiò tutti i muscoli, si cambiò mettendosi un maglione a collo alto rosso che aderiva su tutto il corpo evidenziando le sue forme, dei jeans blu scuri e gli stivaletti neri, uscì dalla camera e andò in salotto dove trovò suo fratello, il padre un ragazzo che non conosceva che stavano guardando la televisione. Silenziosa andò dietro il fratello, guardò un attimo che film stavano vedendo e ovviamente stavano vedendo un film dell'orrore, sorrise divertita già sapendo cosa fare. Si nascose dietro il fratello e aspettò che ci fosse la scena più spaventosa, l'amico del fratello la notò alzò un sopracciglio, ma la ragazza si mise un dito davanti alla bocca per dirgli di stare zitto, il ragazzo annuì piano e tornò a guardare il film. Quando finalmente arrivò il momento tanto atteso, si avvicinò all'orecchio del fratello
<< Cucù >> disse toccandogli le spalle e il fratello schizzò a terra urlando come una femmina e allontanandosi come se il pazzo assassino del film gli stese davanti; d'altra parte Juliet e l'amico stavano stesi a terra a ridere con le lacrime agli occhi, mentre il padre guardava spaventato tutti
<< Piccola peste, ora te la faccio vedere io >> disse il fratello mettendosi in piedi
<< Hai... Hai... Urlato... Come... Come un femmina >> disse l'amico rotolandosi a terra
<< Nick non ti facevo così... Così pauroso >> disse Juliet cercando di non ridere anche se era difficile, aveva le lacrime agli occhi e le facevano male gli addominali
<< Piccola peste >> brontolò ancora il fratello << domani te la faccio vedere io >> mormorò ghignando divertito
<< Certo, certo l'importante è crederci >> disse la sorella alzandosi in piedi, si asciugò le lacrime e continuò a sorridere divertito << c'è da mangiare? Ho fame >> disse guardando il padre
<< In cucina ci sta un pezzo di pizza >> disse il padre indicandole la porta dietro di lui, la ragazza sorride e saltellò verso la cucina e mise a riscaldare la pizza rossa, bianca e con il prosciutto. Quando tornò in sala con la pizza calda non c'era nessuno se non suo fratello che si era messo a guardare un film comico
<< Fratellone >> disse mettendosi seduta accanto a lui
<< Sicura di voler mangiare ora? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Si, ho ancora il fuso orario dell'Australia >> disse mangiando la pizza rossa
<< D'accordo... Ti vedo ingrassata, da quando la mamma ti fa mangiare così tanto? >> chiese mettendole un braccio intorno alle spalle
<< Da quando mi sono trasferita dal mio ragazzo e da quando lei se n'è andata in Australia >> disse guardando il film
<< Ma sei andata da lei... Credevo di trovarti ancora più magra dell'ultima volta >> disse con un sospiro
<< Diciamo che abbiamo fatto pace e ha capito che quello che stava facendo non andava bene >> disse guardando il fratello negli occhi
<< Come hai fatto a fargli capire che stava facendo? >> chiese confuso 
<< Con un album >> disse mangiando la pizza bianca
<< Un album? >> disse scettico
<< Anche André ha detto la stessa cosa.... Comunque nell'album ho messo tutte le foto di noi e altre cose che non ti devono interessare >>
<< Se l'hai convinta con un semplice album mi dovrei preoccupare? Comunque... Chi è André? Cosa mi nascondi? >> chiese guardandola sospettosa
<< Ti nascondo il fatto che mi sono fidanzata stupido Onichian >> disse la ragazza sorridendo
<< Fidanzato? >> grugnì alzando un sopracciglio
<< Non mi fa nulla Nick, stai tranquillo. Non è come lui >> disse appoggiando la testa contro il suo petto
<< Dicevi lo stesso per quello e poi... >> emise un basso ringhio e strinse le mani a pugno
<< È la verità Onichian, lui non mi fa nulla.... È pure venuto in Australia per vedere come stavo >> disse sorridendo felice
<< Questo non mi rassicura per niente Nechan >> disse stringendo ancora le mani
<< Immagino che non ti fiderai fino a quando non lo vedrai vero? >> chiese la sorella guardandolo negli occhi
<< Già... Dopo l'ultima volta.... Lo devo vedere >> disse stringendola a sé
<< Tanto non credo che si farà molti problemi >> disse ridendo divertita
<< Ti voglio bene Nechan >> disse stringendola ancora
<< Cosa vuoi Onichan? >> chiese allontanandosi di poco
<< Nulla. Ti voglio solo stritolare per quello che mi hai fatto prima >> disse stringendola ancora a sé
<< Avevi fatto una faccia buffissima >> disse ridendo
<< Mi hai messo in ridicolo... >> disse stringendo ancora
<< Difronte al tuo fidanzato? >> disse soffocata, il fratello allentò di poco e la guardò con gli occhi sbarrati
<< Lui non è il mio fidanzato. Che ti viene in mente >> disse lasciandola
<< Nulla... Era l'unico modo per farmi lasciare >> disse allontanandosi
<< Piccola peste >> borbottò  e tornò a guardare il film
<< Era da tanto che non chiamavamo più così >>
<< Già, si stava bene prima >>
<< Poi mi hai abbandonata >>
<< Non ti ho abbandonata, lo sai che questa è l'università migliore >> disse lui offeso
<< Si lo so... Ti voglio comunque bene... Onichan >> disse sorridendo
<< Anch'io Nechan... Ora vado a dormire altrimenti domani mi alzo alle quattro del pomeriggio >>
<< Notte Onichan >>
<< Notte Nechan... E buon Natale >> disse salutandola
<< Buon Natale >> disse lei sorridendo, riprese a guardare il film, ma sentiva che mancava qualcosa o meglio qualcuno.

~ Angolo dell'autrice ~
Salveeee 😊 come va? Che ne dite di questo capitolo? Juliet ha raggiunto suo fratello e suo padre e ora cosa succederà?
Ringrazio giota123 e loveinfinite che mi hanno recensito lo scorso capitolo ( grazie mille *^* vi adoro) ringrazio chi mi ha messo tra le storie preferita, seguite e ricordate ( sono al settimo cielo nel vedere che aumentate ogni volta) e le lettrice silenziose
A presto
Bacioniiii 💜❤️💜❤️ 


P.s Onichan e Nechan sono termini in Giappone che significano fratello e sorella ( se si vuole dare un tono affettivo sono fratellone o fratellino e sorellina )

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Era notte fonda e Juliet era stesa sul divano a vedere un film che faceva pietà e misericordia, lo guardava solo perché il protagonista le ricordava il suo ragazzo, ci pensava ogni secondo e questo per lei non andava bene, doveva fare qualcosa, non poteva pensare sempre e perennemente a lui. Prese il cellulare, che poco prima aveva buttato sul tavolino, e scrisse ad André
" Non va bene che ti penso ogni istante della giornata "
" Perché? " rispose subito dopo il ragazzo
" Ma non dormi mai? " scrisse alzando un sopracciglio
" Se so che mi cerchi, no mai "
" Io non ti cerco "
" Allora il messaggio di prima l'ho scritto io? "
" Ovvio "
" Sentiamo, perché non va bene che mi pensi sempre? "
" Perché questo vuol dire che sono troppo innamorata di te. Stupido troglodita" 
" E questa sarebbe una cosa brutta? "
" Non credo "
" No non lo è. Pure io penso ogni istante a te eppure non mi sembra che mi lamento "
" Ma io non mi sto lamentando "
" No? "
" No. Ti amo e lo so quali effetti comporta questa situazione "
" Sarebbe una brutta situazione? "
" Io direi più una stupenda situazione "
" Sei un idiota "
" E tu un troglodita "
" Ti amo "
" Anch'io ... BUON NATALE "
" Buon Natale principessa "
" Ora però voglio il tuo regalo " 
" Quando torni te lo dò, così tu mi dai i miei due regali " 
" Ovvio "
" Sono le tre non dovresti dormire? "
" Potrei farti la stessa domanda "
" L'ho fatta prima io però "
" Fuso orario, tu? "
" Fuso orario e perché volevo darti la buonanotte "
" Dolcioso... Cosa fai domani? " 
" Non lo so, senza di te non so cosa fare "
" Smielato "
" Non ti sta bene? "
" Forse.... Alcune volte preferisco lo stronzo "
" Se vuoi faccio lo stronzo "
" Non saprei... Per ora resta dolce "
" Quanto sei idiota "
" Ti ho detto dolce non stronzo "
" Principessa, mi dispiace distruggere le tue aspettative, ma faccio come mi pare "
" Certo certo, l'importante è crederci " 
" Quando mai ho fatto quello che volevi tu? " 
" L'hai fatto sempre, ovvio "
" Sei impossibile "
" Lo so "
" Vai a dormire... Non vorrai passare il giorno di Natale a dormire " 
" Certo che no.. Buonanotte cucciolo " 
" Cucciolo? "
" Tu mi chiami sempre principessa, devo trovare qualcosa per te "
" Non mi piace, trovane un altro "
" Cattivo "
" Dipende dai punti di vista "
" BUONANOTTE STUPIDO TROGLODITA  RETRO- EVOLUTO "
" Notte principessa " la ragazza sospirò, si alzò e andò in camera sua dove si addormentò dopo varie ore a rigirarsi nel letto.

La mattina si svegliò presto, andò in cucina dove trovò il padre che stava facendo il caffè
<< Buongiorno >> disse lei stiracchiandosi
<< 'Giorno piccola>> disse il padre sorridendo << come mai in piedi a quest'ora? >> 
<< Lo sai che non dormo mai tanto >>
<< Già è vero, tuo fratello si sveglierà a mezzogiorno invece >>
<< Si lo so >> disse la ragazza sorridendo, prese un cornetto al cioccolato
<< Ah già prima che mi scordi; oggi c'è l'acqua alta, è meglio se non esci >> disse il padre versando il caffè su due tazzine
<< D'accordo... Buon Natale >> disse la ragazza sorridendo, prese una tazzina e diede un bacio sulla guancia del padre
<< Buon Natale piccola >> disse il padre abbracciandola
<< Uh un abbraccio di gruppo >> disse la voce del fratello e altre due braccia circondarono Juliet
<< Levati, impicci solo >> sbuffò la sorella spingendo via il fratello
<< Come sei crudele >> sbuffò il fratello << altro che a Natale tutti diventano più buoni, tu diventi più acida >> brontolò ancora
<< Dai su che ti ho fatto un bel regalo >> disse la ragazza sorridendo
<< Ci scambiamo ora i regali? >> chiese il fratello con gli occhi che si erano trasformate in due stelline 
<< Si andiamo >> disse andando in salotto con la colazione ancora in mano
<< Bene, mentre vado a svegliare quel dormiglione del mio coinquilino voi prendente i regali >> disse il fratello correndo nel corridoio
<< Mi ero dimenticata di quanto diventa felice ogni volta che riceve un regalo >> disse Juliet ridendo 
<< Già, è come un bambino >> disse il padre ridendo
<< Vado a prendere i miei regali >> disse la ragazza andando in camera, mentre passava davanti alla stanza del amico del fratello, trovò Nick che stava letteralmente buttando giù dal letto il suo coinquilino e la ragazza non poté fare a meno di scoppiare a ridere divertita. Il fratello la guardò ghignando divertito mentre il ragazzo iniziava a imprecare in tutte le lingue del mondo, si alzò in piedi completamente nudo e Juliet divenne leggermente rossa, l'occhio fece su e giù per tutto il corpo del ragazzo, aveva un fisico senza tartaruga e non aveva muscoli in bella vista, dopo un secondo scappò via e si chiuse in camera per qualche minuto. Quando uscì tutti erano in salotto
<< Finalmente >> sbraitò il fratello << muoviti a darmi il regalo >>
<< Tu sarai l'ultimo >> disse la sorella guardandolo male
<< Cattiva >> disse il ragazzo mettendo il broncio
<< Lo so... Tieni papà >> disse la ragazza dandogli un pacchetto con la carta rossa
<< Grazie tesoro >> disse il padre
<< Tieni James >> disse dando un pacchetto verde al coinquilino
<< Grazie scricciolo >>
<< Tieni stupido opossum >> disse lanciando un pacchetto marrone al fratello
<< Come mi hai chiamato? >> chiese il fratello alzando un sopracciglio 
<< Stupido opossum >> disse lei alzando il mento
<< Non ti darò il tuo regalo >> disse il fratello offeso
<< Certo certo >>
<< Ragazzi è Natale basta frecciatine >> si lamentò James
<< Ha iniziato lei >> si difese Nick
<< Ma cosa stai dicendo?! Sempre a darmi la colpa >> disse lei guardandolo male
<< È la verità >> borbottò il fratello
<< Zitto o non ti farò mai più un regalo >> disse lei guardandolo storto
<< Allora non avrai il tuo regalo >> disse facendogli la linguaccia
<< Sembri un bambino di due anni smettila e dammi il mio regalo >> disse lei stendendo un braccio
<< Ragazzina viziata >> disse il fratello sbuffando e le diede un pacchetto verde
<< Grazie >> disse prendendo il pacchetto, scartò in un secondo tutta la carta trovando una scatola nera, l'apri e trovò un biglietto, alzò un sopracciglio confusa, dentro c'era scritto: " Vai in camera " guardò il fratello confusa
<< Sai che non mi piace la caccia al tesoro >> 
<< Vai >> brontolò il fratello, la sorella sbuffò si alzò e andò in camera dove sul letto trovò un altra busta: " Se vuoi trovarmi vai alla porta " sbuffò di nuovo
<< Stupido opossum potevi mandarmi direttamente alla porta senza farmi fare mille giri >> sbottò la ragazza mentre apriva la porta, per terra trovò un altro biglietto :" Forse ci sei quasi. Vieni sul tetto forse sono là... Oppure mi sono spostato" la ragazza sbuffò ancora e corse su per le scale. Arrivata all'ultimo piano non aveva quasi più fiato così si dovette fermare per prenderlo. Quando si fu ripresa quasi del tutto apri la porta, davanti a lei non c'era nulla, solo il pavimento e un muretto, si guardò intorno e vicino al muretto trovò un altro biglietto " Sei arrivata tardi, mi sono spostato, ma se ti muovi mi trovi all'entrata dell'edificio " la ragazza corse al piano di sotto mentre borbottava cose incomprensibili. Arrivò davanti al portone dell'edificio e ai suoi piedi trovò un altro biglietto " Se sei arrivata fin qua vuol dire che ci sei quasi. Dai un ultimo sforzo e poi mi trovi... Ora sono vicino all'orologio di piazza San Marco, se ti sbrighi sono ancora là" la ragazza sali di corse fino a casa del fratello per prendere il piumino nero 
<< Giuro che se non è qualcosa di spettacolare ti uccido >> disse Juliet guardando storto Nick
<< Ti piacerà di sicuro Nechan... Sbrigati però >> disse il fratello salutandola, la ragazza gli fece un gestaccio con la mano e iniziò a correre giù per le scale e poi verso piazza San Marco. Ci mise venti minuti di corsa ad arrivare alla piazza, un volta lì si dovette fermare a lungo per prendere fiato mentre le persone lì vicino la guardavano male -ovviamente come al solito la piazza era piena di gente, non sapeva come avrebbe fatto a trovare il biglietto lì in mezzo, era quasi come cercare un ago in un pagliaio. Si guardò intorno diverse volte prima andò verso l'orologio. Ai piedi del leone che torreggiava su tutto si girò nuovamente intorno per cercare quel benedetto biglietto, ma non vedeva nulla. Quando stava per perdere ogni speranza una bambina si avvicinò a lei
<< Scusami, sei Juliet e cerchi questo biglietto per caso? >> chiese mentre le stendeva un altro biglietto
<< Si, sono io grazie... Chi è stato a darti questo biglietto? >> chiese piegandosi per arrivare alla sua altezza 
<< Non posso dirlo >> disse la bambina mettendosi le mani davanti alla bocca
<< D'accordo... Grazie piccola >> disse tornando in piedi e lesse il biglietto " Peccato mi hai mancato di poco... Vediamo ora quanto sei veloce, sto andando al ghetto... Vienimi a prendere " la ragazza sbuffò ancora di certo non si sarebbe messa a correre ancora,  non c'è la faceva più di tutti quei giri; suo fratello le stava facendo fare tutto il giro di Venezia, le mancava solo che doveva salire su una gondola. Dopo altri venti minuti arrivò ad una specie di piazzetta quadrangolare nel ghetto, stranamente lì non c'era nessuno e c'era un silenzio surreale, andò verso quattro panchine di marmo per riposarsi un po' dalla lunga corsa e dalla lunga camminata. Su una di quelle c'era un altro biglietto
<< Eh no ora aspetti, ho corso e ho camminato per quaranta minuti di fila. Mi devo riposare >> disse mentre si sedeva lì accanto, non voleva leggerlo, voleva prima riposarsi e poi vedere cosa c'era scritto, ma la curiosità era troppo grande, così lo prese e iniziò a leggerlo " Lo so, sei stanca di camminare e correre per tutta Venezia, ma ti assicuro che ne vale la pena. Dai ti aspetto dieci minuti alla moschea. Sbrigati " la ragazza scattò in piedi e andò di corsa alla moschea, ma sulla porta trovò un altro biglietto "Immagino che ti stai arrabbiando, non hai mai amato la caccia al tesoro, lo so, ma ti giuro che manca poco. Devi fare solo ultima corsa fino a casa, questa volta ti prometto che ti aspetto lì. Muoviti piccola" la ragazza fece cadere il biglietto a terra e iniziò a correre verso casa di suo fratello, dopo dieci minuti riuscì ad arrivare, salì di corsa le scale e arrivò alla porta di casa che in un secondo l'apri trovandoci dentro: Nick, suo padre, James...e no non era possibile... André. Per un attimo rimase ferma sulla porta con la bocca leggermente schiusa per la sorpresa
<< Ciao principessa >> disse André sorridendo, Juliet continuò a fissarlo per qualche secondo poi si riscosse e si mise le mani sui fianchi
<< La prossima volta che mi fate correre per tutta Venezia giuro che vi uccido. Stupidi trogloditi ed opossum >> sbottò andando verso di loro
<< Non sei felice di avere qui il tuo ragazzo? Dovresti ringraziarmi >> disse il fratello
<< Potevo farlo venire quando mi pareva, non c'era bisogno che mi facessi questo regalo >> disse lei avvicinandosi a loro
<< Non ti sta mai bene nulla, che strazio che sei >> sbuffò ancora il ragazzo
<< Taci opossum e dammi il mio regalo >> disse appoggiandosi con la spalla sul petto di André
<< Ragazzina viziata >> borbottò e intanto le diede una scatolina nera
<< Grazie opossum >> disse sorridendo, aprì la scatola e dentro trovò una collana con il ciondolo che era un anello che dentro aveva uno smeraldo, uno zaffiro, un rubino e un diamante, che formavano come una specie di foglia
<< Questo non è l'anello della nonna? >> chiese la ragazza prendendola in mano
<< Infatti, quando sono venuto a casa della mamma non ho trovato nessuno, così mi sono messo a curiosare un po' dappertutto. Quando sono salito in soffitta ho trovato uno scatolone con dentro la roba della nonna e dentro ho trovato quello, ho pensato di dartelo >> disse con una scrollata di spalle
<< Grazie opossum >> disse tentando di mettersi la collana 
<< Ti stai solo prendendo i capelli >> disse André divertito
<< Allora aiutami >> disse la ragazza fermandosi
<< No è più divertente così >> 
<< È mai possibile che in questa casa tutti mi sono contro? >> borbottò la ragazza
<< Io non ti sono contro tesoro >> disse il padre 
<< Mi potevi risparmiare la fatica di correre per tutta Venezia >> 
<< Siamo stati una pacchia senza di te in quest'ora >> disse James sorridendo divertito
<< Ah bene... Allora vi lascio in pace. Vado farmi un altro giro >> disse andando verso la porta
<< Ma dai July stiamo scherzando >> disse il fratello, ma oramai la ragazza era uscita e stava scendendo le scale. Una volta fuori andò verso la piazza del mercato che ovviamente era piena di gente che andava e veniva da Piazza San Marco o da ponte Rialto. Camminò senza una meta precisa mentre con una mano giocava con l'anello della nonna. Alla fine fine si trovò a guardare da Ponte dei sospiri, in teoria doveva stare lì con André, ma lui non l'aveva seguita così ora era da sola a guardare le gondole che passavano sotto di lei
<< Non dovevi scappare >> disse la voce di André circondandole i fianchi con le mani  e appoggiando il mento sulla spalla
<< Ciao André >> disse girandosi per dargli un bacio sulla guancia
<< E questo cos'era? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Un bacio sulla guancia >> disse lei sorridendo divertita
<< Non è un bacio >>
<< Allora cosa intendi tu per bacio? >> chiese divertita 
<< Se vuoi te lo posso dimostrare >> disse sorridendo divertito
<< Si forse sarebbe meglio >> disse mettendogli le braccia intorno al collo, il ragazzo sorrise e la baciò con passione. Si allontanarono solo per prendere aria, André appoggiò la fronte sulla sua e si abbassò tanto da far scontrare i loro e i loro nasi, Juliet sorrise dolcemente e gli diete un bacio sul naso. Si era completamente scordata che intorno a lei c'erano altre persone, oramai il mondo era sparito 
<< Per quanto ti fermi? >> chiese giocando con i capelli
<< Tutto Natale, con la mia famiglia abbiamo preso in affitto una casa vicino da te >>
<< Che c'è volevi essere sicuro che non ti tradissi con Nick? >> chiese divertita
<< Non ho paura di un opossum >> disse anche lui divertito e la ragazza scoppiò a ridere, per un attimo buttò l'occhio in giro e trovò che quasi tutti li stavano fissando, alcuni con occhi sognanti, altri con invidia, altri dolcemente e altri infastiditi. Nascose il viso tra il collo e la spalla di André per evitare che tutti vedessero quanto era rossa
<< Ci stanno guardando tutti >> disse imbarazza, André fece la stessa cosa e le lasciò un bacio sul collo
<< Lasciali guardare. Tanto possono fare solo quello >> disse lui baciandole di nuovo il collo 
<< È bello che tu sia qui >> disse lei sorridendo contro il suo collo
<< Lo so, tutto è meraviglioso con me >> disse strofinando la punta del naso contro il suo collo
<< Egocentrico >> disse divertita mentre gli lasciava un bacio sul collo
<< Non è vero >> disse lui offeso
<< Sto iniziando a sentirmi in imbarazzo >> disse stringendosi contro di lui
<< Vuoi che ce ne andiamo? >> chiese accarezzandole i capelli
<< Questo vorrebbe dire che ci dovremmo staccare e io guardare in faccia tutte le persone... No rimaniamo qua >> disse stringendosi ancora a lui
<< Non potremmo rimanere per sempre >>
<< Neanche loro >> disse appoggiando il mento sul suo petto
<< Ragazzina pestifera >> disse sorridendo divertita
<< Meglio maledetta ragazzina o ragazzina viziata >> disse sorridendo divertita
<< Stupida ragazzina no eh? >>
<< Non sono stupida >>
<< No, infatti sei solo idiota >>
<< Ma taci stupido troglodita... Andiamo a ponte Rialto? >>
<< Andiamo >> disse lui sorridendo divertito, intrecciarono le dita e andarono. Tornarono a casa solo per pranzo
<< Finalmente >> sbuffò il padre
<< Scusa papà >> disse andandogli incontro e gli diede un bacio sulla guancia
<< Il Natale si dovrebbe passare in famiglia >> brontolò mettendo il muso
<< Dai papà, ora sono qui >> disse guardandolo con occhi da cerbiatta
<< Non farmi quegli occhioni non mi fai dimenticare il fatto che te ne sei andata così senza motivo >> disse guardandola male
<< Ma... >>
<< Niente ma, ora andiamo a mangiare che non voglio litigare ora >> disse il padre superandola, la ragazza rimase indietro storcendo il naso infastidita, non pensava che se la sarebbe presa così tanto. André si mise accanto a lei e le diede un bacio sulla tempia
<< Dai, non è tanto arrabbiato, riuscirai a farti perdonare >> sussurrò intrecciando le loro dita
<< Stai qui a pranzo? >> chiese guardandolo
<< Si... Andiamo >> disse e la trascinò fino al tavolo. Mangiarono e passarono il pomeriggio insieme, giocarono alla play e Juliet sconfisse suo fratello a Call of duty per tre volte di fila, mentre André la batte per due volte. Si divertì talmente tanto che ogni volta che scoppiava a ridere si trovava con le lacrime agli occhi. La sera uscirono per andare a casa di André per salutare la sua famiglia; le strade stranamente erano completamente vuote, ma i ragazzi non ci fecero molto caso, erano troppo occupati a prendersi in giro a vicenda. All'improvviso André si fermò in mezzo alla strada e spinse la ragazza dietro di sé come a volerla proteggere, infatti dopo pochi secondi tre figure nere comparvero davanti a loro. Juliet si aggrappò alla maglietta di lui
<< André... Che ne dici di tornare a casa da me? >> chiese con un sussurro
<< No aspetta. Stanno anche dietro. Rimani qua >> disse lui rimanendo fissare i tre che avevano iniziato ad avanzare, Juliet si guardò dietro e ne trovò altre due
<< Quindi che facciamo? >> sussurro osservando i due che si avvicinavano
<< Tu stai ferma e non fai nulla >>
<< Maschilista >> sbuffò la ragazza
<< Per favore non fare nulla >> disse quasi esasperato
<< Non posso promettertelo, lo sai >> disse lei mettendosi schiena contro schiena con lui
<< Purtroppo >> sospirò lui, le figure si erano fermarti a pochi metri da loro
<< André finiscila di fare l'eroe della situazione. Sai come finirà >> disse la figura al centro davanti al ragazzo
<< Veramente non lo so >> disse lui divertito, quello che stava davanti a lui emise un basso ringhio e poi gli saltò addosso insieme agli altri due, sembravano come se un unica persona si stesse muovendo contro di loro, mentre i due davanti a Juliet ghignavano divertiti, provarono ad andarle addosso, ma André si mise in mezzo fermandoli. Alla fine si trovarono che Juliet era con la schiena contro un muro, davanti a lei André che continuava a combattere senza fermarsi un secondo, parava e colpiva senza sosta. In poco tempo il ragazzo si ritrovò con il fiato corto, la ragazza voleva fare qualcosa, essere utile a qualcosa, ma non riusciva a trovare il modo per uscire da quella situazione. Si guardò intorno per cercare qualcosa che le potesse essere utile, ma non c'era nulla, almeno fino a quando André non le buttò a pochi centimetri da lei una pistola, la ragazza sorrise, si buttò a prenderla, mirò verso quello che stava più distanza da André e sparò colpendolo alla spalla. Sparò ancora colpendolo alla gamba, passò ad un altro e lo colpì al fianco, il terzo lo prese di striscio sul braccio, provò in altra volta colpendolo di nuovo di striscio sul fianco. Le rimaneva un solo proiettile e quelli continuavano a colpire anche se molto più lentamente, ne rimaneva solo uno che non aveva ancora colpito e usò l'ultimo colpo per quello, e lo prese in pieno stomaco facendolo cadere a terra. La ragazza tornò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcos'altro, ma non trovò nulla di nuovo
<< Ora basta >> tuonò una voce che fece gelare le vene a Juliet, le figure si fermarono di colpo e André tornò subito a rimettersi davanti alla ragazza, un altra figura uscì fuori dal buio di un vicolo lì vicino  << André tanto lo sai che è completamente inutile. Siamo molti di più e neanche tu riusciresti a tenerci testa a tutti quanti >> disse la figura mettendosi sotto la luce del lampione vicino al canale
<< Cosa vuoi? >> ringhiò André
<< Devi venire con noi ovvio >> disse Rick ghignando
<< E se io non volessi? >>
<< Questa non è una proposta, è un ordine >>
<< Come se io ti obbedissi >> disse André ghignando divertito
<< Invece lo farai >> disse ghignando maligno, schioccò le dita e un attimo dopo la ragazza si trovò stretta contro un petto e qualcosa di freddo premerle contro la mascella e la gola. André ringhiò serrò le mani a pugno
<< Bene hai capito. Ora vogliamo andare? >> disse Rick trattenendosi dal ridere
<< Non le devi fare nulla >> ringhiò André
<< Mh... D'accordo, non le faremo nulla... Per ora >> disse e andò verso il vicolo da cui era venuto, Juliet fu spinta in avanti verso André e lui la prese subito per non farla cadere
<< Mi dispiace >> sussurrò lei, il ragazzo non disse nulla, la prese in braccio e sparirono un attimo dopo.


~Angolo dell'autrice ~

Salveeee ☺️ come va? Allora che ne dite di questo capitolo? Lo so di aver fatto un po' di ritardo, ma la scuola non mi lascia un momento per respirare, ogni giorno finisco sempre alle nove di fare i compiti e subito dopo crollo sul letto a dormire😢... Mi dispiace... Spero che mi perdonate 🙏🏻🙏🏻🙏🏻... Cercherò di essere più puntuale le prossime volte.
Ringrazio loveinfinite e giota123 che mi hanno recensita lo scorso capitolo (vi adoro 😍😍😍 ) ringrazio chi mi ha messa tra le storie preferite, seguite, ricordate  e le lettrici silenziose
A presto (spero)
Bacioniii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Juliet si stringeva ad André, aveva affondato il viso tra la spalla e il collo, sentiva il vento fischiarle nelle orecchie e il freddo le penetrava fin dentro le ossa, era quasi inutile il piumino che aveva addosso. 
Alla fine si fermavano in mezzo ad una piazza che la ragazza non aveva mai visto, André la fece scendere lentamente e continuò a tenerla stretta a sé, Rick stava davanti a loro con le braccia conserte; rimasero a fissarsi per un po'
<< E ora? >> chiese Juliet guardandosi intorno confusa, André la strinse di più a sé, aveva tutti i muscoli tesi pronti a scattare in qualsiasi momento, infatti in un istante André andò contro uno e gli ruppe la spalla senza pensarci due volte e Juliet si trovò stretta da altre braccia e qualcosa di freddo iniziò a premerle contro il collo
<< André calmati su >> si lamentò Rick dietro di lei, André si girò verso di loro e guardò Rick con gli occhi che oramai erano diventati rossi scarlatti << stai calmo, nessuno le farà nulla... Per il momento ovvio >>
<< Immagino >> disse André con una specie di ringhio
<< Non ti fidi di tuo cugino? >> 
<< Di te no >>
<< Immagino che imparerai a fidarti allora... Vieni >> disse girando andando verso un edificio lì vicino che cadeva a pezzi, la ragazza provò a liberarsi, ma le braccia la strinsero ancora più << stai ferma >> mormorò prima di mordicchiarle il lobo
<< Mi fai schifo >> mormorò lei allontanandosi il più possibile
<< Non l'avrei mai detto. Soprattutto dopo l'ultima volta >> Juliet si dovette mordere l'intero guancia e la lingua per non parlare, cercò di girarsi a vedere dove stava André, ma lui non glielo permise la spinse in avanti. Entrarono dentro l'edificio che, infatti, andava a pezzi da solo, Juliet si guardò intorno per vedere se riusciva a trovare una via d'uscita: le finestre erano tutte rotte e probabilmente se avesse dato un calcio abbastanza forte e nel punto giusto il muro si sarebbe pure rotto. Salirono delle scale di legno che scricchiolavano non appena le sfioravi. Juliet per poco non cadde di sotto se non fosse stato per Rick che la prese subito
<< Non potevate scegliere qualcosa di migliore? >> sbuffò la ragazza dopo che rischiò una seconda volta di cadere
<< Al momento abbiamo solo questo. Sali >> disse spingendola costringendola a salire un altro gradino
<< Neanche per sogno. Non faccio un passo in più in questa trappola della morte >> disse lei incrociando le braccia al petto
<< Non fare la stupida, sali >> disse indicandogli i pochi gradini che mancavano per finire la salita
<< No >> disse, il ragazzo sbuffò, le mise le mani sui fianchi e poi se la mise su una spalla << mettimi giù >> disse iniziando a dargli calci sullo stomaco anche se sapeva che era tutto inutile
<< Stai ferma razza di stupida >> disse lui dandole uno schiaffo sul fondo schiena
<< Ehy >> disse dandogli un calcio più forte degli altri 
<< Tanto non mi fai nulla >> disse mettendola per terra, appena mise piede a terra Juliet gli diede un schiaffo sul viso, peccato che non avevano calcolato le conseguenze, Rick la prese per il collo e la sbatté contro il muro, dietro di loro André provò ad andare da loro, ma fu bloccato dagli altri
<< Non provarci più stupida ragazzina >> disse stringendo la presa, la ragazza lo guardò male e non rispose, la lasciò andare e la spinse in avanti << muoviti >> disse spingendola un'altra volta. Camminarono per un corridoio che anche cadeva a pezzi anche quello, in giro per il pavimento c'erano dei buchi da cui si vedeva benissimo il piano di sotto e qualche scarafaggio qualche volte le tagliava la strada per andare in un'altro buco del muro. Rick la spinse dentro una camera che era messa molto meglio rispetto a tutto il resto, non c'erano buchi per terra e in giro non c'erano scarafaggi, forse c'erano le termiti sul tappeto logoro davanti a lei, ma qualcosa di rotto ci doveva pur stare in quella stanza. Dietro il tappeto, che un tempo doveva essere stato di un rosso acceso, ma che adesso sembrava marrone, c'era una scrivania piena di fogli sparsi dovunque e un uomo chino su uno di quelli, anche se stava abbastanza in ombra Juliet riusciva a scorgere benissimo la cicatrice che gli attraversava l'occhio. Alzò lo sguardo solo quando entrò André stretto per le braccia da altri due per impedirgli di muoversi più del necessario
<< Perché hai portato anche lei? >> chiese l'uomo che doveva essere il padre di Rick
<< Stava insieme ad André a fare la coppia perfetta e felice >> disse Rick con una scrollata di spalle
<< Portala di sotto non mi interessa molto >> disse muovendo la mano come se stesse cacciando una mosca. Qualcuno la prese per il braccio e la trascinò fuori dalla stanza, poi si ritrovò ad essere presa di peso e messa sul una spalla per poi essere scaraventata a terra su un pavimento di pietra. Rotolò fino ad andare a sbatte contro una parte di pietra, per qualche istante vide tutto appannato e sentii solo qualcosa di ferro che sbatteva e poi silenzio. Juliet rimase stesa a terra a massaggiarsi il punto con cui aveva picchiato la testa per qualche minuto, poi si alzò in piedi e iniziò a guardarsi intorno. Era dentro una piccola cella con lo spazio sufficiente a tenere dentro due o tre persone con a terra una secchio. Doveva essere stata appena costruita o ristrutturata, storse il naso e sbuffò si mise seduta per terra con la schiena appoggiata al muro e aspettò. Cercò di stare ferma e aspettare che venisse André, ma le era completamente impossibile, si alzò in piedi e andò alle sbarre, picchiettò su alcune per vedere se si poteva lavorare per rompere, ma sembravano tutte rafforzate, sbuffò ancora e si mise le mani in tasca trovando qualcosa che le pungeva il dito. Tirò fuori la mano e trovò il suo coltellino, neanche si ricordava di averlo messo dentro la tasca. Sorrise soddisfatta, si abbassò e iniziò a provare a tagliere una sbarra, anche se otteneva pochi risultati, si sarebbe voluto un bel po' di tempo.
Dopo un tempo infinito, impiegato principalmente a tagliare, sentì qualcosa che si apriva, si bloccò e velocemente andò a sedersi con la schiena contro il muro, il coltellino lo nascose dentro la manica del piumino, si portò le ginocchia al petto e affondò il viso contro le ginocchia. Aspettò che si avvicinassero prima di alzare lo sguardo, quando passarono davanti a lei scattò in piedi, André era tenuto come prima da altri due, mentre Rick apriva la cella davanti alla sua, André la guardò per un istante, aveva le labbra gonfie e spaccate con un livido sulla guancia, senza contare la maglietta tutta tagliata e sporca di sangue, sotto i tagli Juliet poteva vedere molti altri lividi che stavano guarendo lentamente. Rick si avvicinò alle sue sbarre e le prese il mento con due dita, non si era accorta che si era avvicinata a loro
<< Ci vediamo domani ragazzina >> disse e subito dopo si leccò le labbra
<< Non la devi toccare Rick >> disse André provando ad andare verso di loro, ma fu spinto dentro la cella e chiuso dentro
<< Altrimenti che fai? >> disse sorridendo divertito << non puoi fare nulla >> disse ridendo
<< Giuro che uccido se la tocchi >> ringhiò attaccandosi alle sbarre
<< Ripeto, non puoi fare nulla >> disse andando verso di lui << e poi io e lei abbiamo dei conti in sospeso che non vedo l'ora di regolare >> disse prima di andarsene
<< André >> lo chiamò lei cercando di allungare una mano verso di lui
<< July... Non ti preoccupare, riusciremo ad uscire da qui >> disse, allungando pure lui la mano riuscirono solo a sfiorarsi con le dita, Juliet provò ad allungarsi di più e riuscirono a toccarsi solo con due dita
<< Va beh, non importa>> disse lei abbassando il braccio, riprese il coltellino e si mise seduta per terra e si mise a tagliare
<< Che diamine stai facendo? >> chiese confuso
<< Mi sembra ovvio >> disse lei mostrandogli il coltellino
<< July sei senza speranza >> sospirò André
<< Almeno ci provo >> disse senza fermarsi
<< Dai a me che faccio prima >> disse mettendosi seduto per terra
<< No, voglio fare io >>
<< Dopo che l'hai tagliata che vuoi fare? >>
<< Non ci avevo pensato.... La piego? >> chiese fermandosi
<< Non hai muscoli, non ci riusciresti >>
<< Allora taglio anche la parte di sopra >>
<< E poi? >>
<< E poi la tolgo e ci passo in mezzo >>
<< Sarebbe troppo stretto >>
<< Mio dio perché mi smonti tutto? >>
<< Perché è inutile >>
<< Almeno ci provo, la speranza è l'ultima a morire... E poi non ho nulla da fare >> disse scrollando le spalle e riprese a tagliare, sentì André sospirare, lo guardò con la coda dell'occhio e lo trovò mentre la guardava dolcemente << André, che ti hanno fatto? >> chiese rilassando le spalle e guardandolo preoccupata
<< Nulla di importante principessa >>
<< Non mi mentire, sei pieno di lividi e ti hanno pure tagliato. Dai dimmelo >> 
<< Volevo solo un po' divertirsi prima di mettermi qua dentro >> disse stiracchiandosi un po'
<< Capito >> disse riprendendo a tagliare, rimasero per un po' in silenzio 
<< Principessa dovresti dormire >>
<< Non ho sonno >> disse scrollando le spalle, André sospirò esasperato
<< Devi dormire >>
<< Ci vado più tardi, tranquillo. Tu intanto dormi >>
<< Non andrò a dormire fino a quando non ti addormenterai >>
<< Aspetta e spera allora >>
<< July >>
<< Dimmi >>
<< Usciremo da qui. Stai tranquilla >> disse provando a tranquillizzarla, la ragazza annuii, ma non smise un momento di tagliare. Alla fine si fermò, le braccia iniziavano a farle male e le dita oramai avevano preso la forma a pugno e non era tanto sicura che sarebbe riuscita a stenderle per bene. Alzò lo sguardo per vedere André, per tutto il tempo non aveva detto nulla, l'aveva solo osservata, lo trovò che la stava fissando, probabilmente perso tra i suoi pensieri, quando i loro sguardi si incontrarono cambiò e il suo sguardo diventò dolce
<< Buonanotte principessa >> disse sorridendo, Juliet allungò ancora la mano e lui fece lo stesso, si sfiorarono con le dita, la ragazza si allungò di più e lui fece lo stesso, riuscirono ad intrecciare due dita e sorrisero
<< Notte André >>
<< Principessa >> disse stringendo la presa, si lasciarono le dita, Juliet si allontanò e si appoggiò con la schiena sul muro << se ti sdrai ti addormenti prima >> disse André divertito, la ragazza sbuffò, lo guardò per un istante, anche lui si era messo addosso alla parte, si sdraiò, chiuse gli occhi e si addormentò.

Si svegliò a causa di un qualcosa di ferro che sbatteva forte contro qualcosa, aprì piano gli occhi e trovò Rick davanti alla sua cella che sorrideva divertito, si alzò a sedere e lui entrò dentro, la prese per il braccio e la fece alzare
<< Lasciami >> disse cercando di liberarsi
<< Vieni con me >> disse strattonandola verso l'uscita
<< Lasciala Rick >> disse André stringendo forte le sbarre, il ragazzo sorrise divertito e la trascinò via. 
Senza preavviso la ragazza si trovò in una stanza, che ovviamente cadeva a pezzi, sotto la finestra c'era un letto abbastanza grande e mezzo rotto
<< Vedo che ti piace >> disse divertito Rick
<< Ho visto posto molto migliori >> disse lei incrociando le braccia al petto e senza girarsi per guardarlo
<< Meno male che ci sono io a migliorarlo allora >> disse vicino al suo orecchio prima di imprigionarla tra le sue braccia
<< Lasciami >> disse provando a liberarsi, ma senza successi, il ragazzo la buttò sul letto e la ragazza non smise per un secondo di agitarsi per liberarsi dalla sua stretta
<< Stai ferma. Così ti fai male da sola >> disse divertito, le prese i polsi e li bloccò ai della testa, iniziò a baciarle il collo e morderlo con forza. Le strappò via il piumino, la maglietta e i pantaloni, facendola rimanere solo in intimo. La ragazza provò ancora a liberarsi quando lui si mise seduto sopra il suo bacino per ammirare il suo corpo, ma questa volta il tentativo finì con un sonoro schiaffo e il viso girato verso la parete
<< Solo perché quello stupido ti ha morso non vuol dire che non mi posso divertire >> disse ghignando divertito. Iniziò a baciarla con foga il collo e tutto il corpo, le mani vennero legate da delle corde contro la testata del letto, così che la ragazza poteva muovere solo le gambe, ma ogni volta che provava a dargli un calcio per allontanarlo riceveva uno schiaffo o un pugno su ogni parte del corpo. Alla fine si ritrovò completamente nuda di fronte a lui, con il viso inondato dalle lacrime per il dolore che le provocava, aveva smesso di ribellarsi, aveva capito che oramai non poteva fare più nulla, ma le botte non erano diminuite. Continuava a picchiarla senza motivo e lentamente si spogliava anche lui. Alla fine entrò dentro di lei con una botta secca facendo urlare la ragazza e continuò a farle del male fino a quando non fu soddisfatto. Subito dopo si allontanò e riprese a picchiarla fino a quando Juliet non svenne sul letto.

Juliet si svegliò con il corpo che le urlava di dolore dappertutto; aprì con fatica gli occhi, era ancora gonfi per il pianto del giorno prima, provò a portarsi le braccia davanti al viso, ma erano ancora legate contro la testata del letto. Si guardò in torno, era da sola in quella camera completamente mal ridotta. Iniziò a tirare le corde, per quanto era mal messo il letto sperava che prima o poi sarebbe riuscita a rompere la testata e liberarsi. Alla fine con vari spintoni riuscì a liberarsi, si mise a sedere e si controllò i polsi, erano tutti rossi e un leggero strato di sangue ricopriva lo strato inferiore delle corde, non ci fece caso e corse verso la porta per andarsene. Neanche arrivò alla porta che questa si aprì di colpo facendo apparire Rick, la guardò prima con aria annoiata e poi divertita
<< Mi ferisci così, pensavo che volessi stare con me un altro po' >> disse avvicinandosi a lei, la ragazza di conseguenza iniziò ad arretrare fino ad arrivare a sbattere contro la parete. Lui si fermò a pochi centimetri dal suo viso
<< Allora dove avevi intenzione di andare >> disse divertito, la ragazza non rispose e iniziò a tremare, Rick notò il suo leggero tremare e scoppiò a ridere divertito << non mi dire che ora la coraggiosa Juliet, che non ha paura di nulla, ha paura di me... Dopo uno stupro... Strano, dovresti esserci abituata agli stupri visto che Tom non faceva a farteli >> disse divertito, si allontanò ridendo divertito, dopo un attimo ritornò da lei e la ragazza si trovò sospesa in aria con una mano intorno al collo che la sorreggeva << in un certo senso fai bene >> disse vicino al suo orecchio, la lasciò e iniziò a picchiarla << non provare più a scappare razza di stupida ragazzina >> ringhiò mentre le dava i calci sullo stomaco. Poi si ritrovò stesa a pancia in giù, le mani di nuovo legate al letto, una mano sulla nuca che la bloccava e lui dietro di lei che iniziava a morderla con forza per lasciarle il segno e una mano l'altra mano che continuava a darle pizzichi dappertutto. Affondò dentro di lei con un colpo secco e la ragazza di conseguenza urlò di dolore, continuò ad urlare fino a quando la voce non diventò solo un leggero sussurro, il viso era inondato dalle lacrime che non riusciva a frenare. Quando tutto finì la ragazza provò ad allontanarsi il più possibile da lui, così che Rick scoppiò a ridere divertito e se ne andò sbattendosi dietro la porta. La ragazza si raggomitolò su se stessa e iniziò a singhiozzare sempre più forte, fino a quando il singhiozzi per poco non la soffocavano, le lacrime continuarono a scendere sempre più velocemente e la testa iniziava a pulsare come se volesse esplodere da un momento all'altro. Riuscì ad addormentarsi così, con la mente che cercava una via di fuga da quel posto maledetto. 

Quando si svegliò il corpo urlava di dolore ancora più di prima, affondò il viso contro il cuscino, era ancora a pancia in giù, voleva che tutto quello che era successo fosse solo un brutto incubo e che tra poco potesse finire, ma sapeva che non era così. Si sentiva così umiliata che trovava a malapena la ragione per cui continuava a respirare, invece che affondare completamente il viso contro il cuscino e morire soffocata. Dopo un tempo che voleva che non finisse mai, in cui c'era solo silenzio e lei poteva essere in pace la porta si aprì di nuovo e di conseguenza iniziò a tremare, non sapeva esattamente se sarebbe riuscita a sopravvivere ad altre botte, il letto era quasi interamente ricoperto del suo sangue
<< Avanti non mi dire che non sei contenta di vedermi >> disse Rick, la prese per i capelli e la costrinse sollevare il viso, era piegato sulle ginocchia davanti a lei
<< Non vedi come sto saltando di gioia? >> disse con un filo di voce, il ragazzo sorrise divertito e le lasciò i capelli
<< Sai che stai diventando brutta? Prima eri più carina >> disse lui alzandosi in piedi, le diede un calcio tra le costole che la fece mettere a pancia in su
<< Non è colpa mia se mi picchi e mi stupri ogni volta >> continuò a dire con un filo di voce
<< Beh è così divertente sentirti gridare che non posso farne a meno >> disse mettendosi seduto sul suo bacino, la ragazza stava per controbattere quando un botto la fermò, guardò verso la porta, ma non c'era nessuno; stava per chiedere cos'era quando un altro botto scosse l'intero edificio, Rick sbuffando si alzò in piedi e andò verso la porta. Non ebbe neanche il tempo di abbassare la maniglia che quella si aprì di colpo facendo entrare André completamente ricoperto di sangue e gli occhi di un rosso troppo acceso per non essere notato 
<< Come hai fatto a liberarti? >> chiese Rick confuso
<< Opera mia >> disse la voce di Sidney spuntando dietro di André
<< Occupati di lei >> disse André guardando freddamente Rick
<< Sissignore >> disse Sidney e in un attimo fu davanti a lei, le tagliò le corde e mise sopra il suo cappotto nero << tranquilla piccola. Adesso è tutto finito >> disse prendendola in braccio, Juliet affondò il viso nell'incavo del collo e della spalla e ricominciò a piangere e a tremare << ti aspettiamo di sotto >> sussurrò Sidney quando passò accanto ad André, il ragazzo non rispose, annuii solo, la ragazza provò a dirgli qualcosa, ma le parole le rimasero bloccate in gola così Sidney la portò di sotto
<< L'area è completamente sicura signore >> disse qualcuno dopo che Sidney chiese se avevano finito
<< Bene >> disse, camminò per per qualche secondo e poi si chiuse dentro una stanza, la ragazza si guardò un attimo intorno e trovò una stanza completamente vuota
<< Perché siamo qui? >> chiese sempre con un filo di voce
<< Perché ti devi sistemare il cappotto, così potrebbe succedere che tutti vedono tutto >> disse passandosi una mano tra i capelli, la ragazza arrossì leggermente
<< Guai a te se guardi >> disse tenendosi il cappotto stretto al petto
<< Ma già ti ho vista tutta, mi manca solo il tuo adorabile didietro >> disse sorridendo divertito
<< Girati idiota >> gli voleva urlare, ma tutto quello che le uscì fu solo un flebile sussurro
<< Okay piccola, mi giro >> disse e le voltò le spalle, la ragazza si mise velocemente il cappotto e lo allacciò con le mani che tremavano. Quando finì Sidney l'abbracciò forte a se, Juliet affondò il viso contro il suo petto, ricominciò a piangere e si strinse a lui. Dopo un tempo infinito la porta della stanza si aprì facendo apparire André ancora più sporco di sangue, le nicchie sbucciate, era oramai a petto nudo, il labbro era spaccato e sopra il sopracciglio c'era un taglio lungo fino alla tempia e il tutto il resto era pieno di lividi e tagli. La ragazza fece per corrergli incontro, ma Sidney la bloccò e si mise difronte a lei, André lo guardò inespressivo con gli occhi che erano ancora rossi scarlatti
<< André me l'ha detto tu di farlo. Dimmi il codice >> disse Sidney prendendo in mano la pistola e puntandola contro di lui
<< Dammi Juliet, prima che ti uccido >> disse André avvicinandosi lentamente, il ragazzo abbassò la pistola e si spostò di lato, attimo dopo la ragazza era stretta tra le braccia del suo ragazzo che la baciava con passione
<< Ehm.... Forse è meglio se vi lascio soli >> disse Sidney e un attimo spari dalla stanza
<< Principessa >> disse André stringendola a se come mai prima d'allora
<< André... Mi stai soffocando >> disse la ragazza con poco voce
<< Non importa. Ora sei con me, nessuno ti farà più nulla >> disse affondando il viso contro il suo collo, la ragazza invece affondò il viso contro la sua spalla e iniziò a tremare << tranquilla, è tutto passato, principessa >> disse accarezzandole i capelli
<< Andiamo via da qui >> disse con le lacrime che le inondavano il viso
<< Certo principessa >> la prese in braccio ed uscì tenendola stretta a sé



~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😁😁 dopo più di due settimane finalmente sono tornata 😄😄 mi dispiace aver fatto così tanto tardi, ma non sono riuscita ad aggiungere il capitolo prima, troppi compiti in classe 😞😞 uno al giorno sicuro, anche la settimana prossima non sarà da meno... Voglio uccidermi, qualcuno mi aiutiiii 😭😭😭
Comunque sia, che ne dite del capitolo? Juliet alla fine viene sempre torturata 😣, ma da adesso ci avviciniamo alla fine della storia... Un po' mi dispiacerà non scrivere più di loro, ma in mente ho già molte altre storie da scrivere ✌🏻️✌🏻
Spero di riuscire a mettere il prossimo capitolo domenica prossima, ma, ovviamente, non più sicura di riuscirci a metterlo, quindi sarò molto imprevedibile con gli aggiornamenti
A presto
Bacioniiiii 💜❤️💜❤️ 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Fuori doveva essere pieno di persone, la ragazza sentiva solo brusii di sottofondo, ma cercava di non farci caso
<< Suo zio e Rick sono scappati mio signore, non siamo riusciti a prenderli >> disse qualcuno davanti a loro, André imprecò
<< Penserò qualcosa con mio padre. Per ora andiamocene da questa topaia >> disse André andando verso l'uscita 
<< La barca l'aspetta qua fuori signore >> disse la stessa voce questa volta dietro di loro, André non rispose continuò ad andare avanti 
<< André, forse è meglio se la prendo io... >> provò a dire Sidney, ma si fermò a metà frase, forse perché André l'aveva guardato male. Nessuno disse più nulla, uscirono fuori e l'aria fredda di Dicembre avvolse completamente Juliet facendola tremare di freddo, così che André la strinse ancora di più a se. Arrivarono alla nave e André continuò a stringerla fino a quando non entrarono dentro una cabina, la mise piano su un letto e si sdraiò accanto a lei, iniziò a coccolarla fino a quando non smise di tremare. La ragazza alzò di poco lo sguardo e lo guardò negli occhi, André non disse nulla le accarezzò solo la guancia e le diede un bacio sulla fronte e le iniziarono a scendere le lacrime
<< Dai principessa, così domani sarai un panda >> disse sorridendo dolcemente
<< Preferisco un panda a occhi gonfi e grossi >> disse nascondendo il viso contro il suo collo
<< Tanto lo saranno comunque >> disse divertito e iniziò ad accarezzarle il capelli
<< Non portarmi sfortuna >> disse provando a dargli uno schiaffo sul petto, ma tutto quello che riuscì a dargli fu solo una semplice pacca, André intrecciò le loro dita 
<< É la verità... Ti va di dormire un po'? >> chiese stringendola a sé
<< No >>
<< D'accordo >> disse, la strinse ancora di più a sé e iniziò a baciarle il collo e ad ogni bacio diceva qualcosa di dolce che la faceva calmare
<< Smettila di dire cavolate >> disse dandogli un altro schiaffo sul petto
<< Non sto dicendo cavolate è la pura e semplice verità >>
<< Zitto idiota >> 
<< Perché mi tratti sempre male >>
<< Caso mai è il contrario >> 
<< Non è vero, ti tratto sempre da principessa >>
<< André... Hai una maglietta? >>
<< Perché? >>
<< Capotto e letto non vanno d'accordo >>
<< Vado a vedere... Anche se per me potresti anche restare nuda >> disse sorridendo divertito
<< Stupido >> disse lei divertita, André si alzò a sedere, le fece l'occhiolino ed uscì mentre la ragazza si nascondeva sotto le coperte. Ritornò qualche minuto dopo con in mano una maglietta nera abbastanza lunga
<< Tieni principessa >> disse tornando a sdraiarsi accanto a lei
<< Grazie >> si tolse il cappotto e si mise velocemente la maglietta per poi tornare tra le braccia di lui, si girò così da avere la schiena completamente appoggiata contro il petto di André, lui iniziò ad accarezzarle le gambe e il ventre dandole dei leggeri baci sul collo, così che lentamente si addormentò cullata dai dondolii della barca e dai suoi baci.

Si svegliò con gli occhi che erano troppi pesanti per essere alzati; riuscì ad aprirli solo fino a metà, poi di più non ci riuscì. Era da sola nel letto così prese le lenzuola e le mise sopra la testa, non voleva più uscire dal suo nascondiglio caldo e accogliente. Si portò le gambe al petto e provò a riaddormentarsi solo per non sentire più quel dolore lancinante che sentiva ancora per tutto il corpo. Qualcosa di pesante e morbido si infilò sotto le coperte e un qualcosa di ruvido iniziò a graffiarle la mano, sobbalzò e scattò a sedere tirando via le coperte e trovò un cane-lupo dalla pelliccia nera che sfumava al bianco e dei grandi occhi color ghiaccio che la fissavano
<< Akira >> squittì abbracciando la cagna e affondando il viso contro la sua pelliccia, l'animale iniziò ad abbagliare e a scodinzolare e provò a leccare anche il viso, ma la ragazza glielo impedì deviando ogni volta il viso
<< Finalmente ti sei svegliata >> disse qualcuno accanto a lei, la ragazza alzò il viso dalla pelliccia di Akira e trovò André sulla soglia della porta con in mano una tazza fumante
<< André >> salutò lei sorridendo
<< Principessa. Ti va di mangiare qualcosa? >> chiese, appoggiò la tazza sul comodino e si sedette vicino a lei e iniziò ad accarezzare Akira
<< No >>
<< July sono due giorni che non mangi nulla >>
<< Due giorni? >> chiese lei inclinando la testa di lato
<< Due giorni in cui hai dormito come un ghiro. Stavo pensando di buttarti giù dal letto per svegliarti >>
<< Che gentile >>
<< Con te sempre. Almeno bevi il tè >> disse indicando con la testa la tazza
<< D'accordo >> disse prendendo la tazza e iniziò a bere, però c'era un retrogusto amaro e ferroso così che lo mandò giù a fatica << hai messo il tuo sangue vero? >> chiese guardandolo negli occhi
<< Ovvio. Non ti svegliavi così ho pensato di farti bere un po' >> disse sorridendo divertito
<< Stupido troglodita retro-evoluto >> borbottò la ragazza continuando a sforzandosi di ingoiare il tè
<< Lo sai che ti sento >>
<< Ovvio che lo so, altrimenti non te lo direi >> disse lei ghignando divertita
<< Piccoletta >> disse scapigliandole i capelli
<< André... Sto messa tanto male? >> 
<< In che senso? >>
<< Lividi >>
<< No sei stata peggio >>
<< L'ultima volta che l'hai detto ero messa davvero male >>
<< Questa volta ti assicuro che stai molto meglio >>
<< Farò finta di crederti >>
<< Non ti fidi di me? >>
<< Ovvio che non mi fido. Se mi dovessi fidare di te vuol dire che sto messa molto male >> 
<< Stronza >>
<< André posso fare una cosa? >> 
<< Puoi fare tutto quello che vuoi >> disse sorridendo divertito, la ragazza lo preso per il colletto, lo tirò a sé e fece scontrare le loro labbra, gli mordicchiò e succhiò il labbro inferiore. André la prese per i fianchi e la mise sulle sue gambe continuando a baciarla con passione, la ragazza scese a baciargli la mandibola e poi il collo dove lasciò un succhiotto
<< July >> disse con voce rauca 
<< Che c'è? >> chiese appoggiando la tempia contro la sua spalla
<< Non possiamo >>
<< Di solito sono io che lo dico >> disse sorridendo divertita
<< Lo so >>
<< Perché non possiamo? Te ne freghi sempre se ci sentono anche altri >> disse mettendosi comoda sulle sue gambe
<< Perché sei ancora spaventata da quello che è successo, non voglio approfittarmi di te >> disse accarezzandole la guancia con il pollice
<< Abbracciami forte però >> disse stringendosi a lui
<< È quello che ho fatto negli ultimi due giorni >> disse stringendola come le aveva chiesto
<< Ora mi spiego l'assenza di incubi >>
<< Li ho presi tutti a calci >>
<< Mio eroe >>
<< Mi stai prendendo in giro? >>
<< Ci sei arrivato solo ora?! >>
<< Piccola peste >> disse e iniziò a farle il solletico fino a quando lei non ebbe più fiato nei polmoni, si trovarono con André che era sdraiato sopra di lei e si teneva sui gomiti per non schiacciarla sotto il suo peso
<< Stronzo >> disse lei con le lacrime agli occhi e con il fiato corto
<< Tu di più >> disse sorridendo divertito
<< Non è vero. Io sono un essere adorabile, sei tu lo stronzo >>
<< Ma non dire cazzate, sei solo una piccola peste >> 
<< Voglio farmi una doccia >> 
<< È un invito a fare il bagno insieme >>
<< Neanche per sogno, tu te ne vai >>
<< Non me ne voglio andare >>
<< Allora rimani qua in camera. Io vado a fare la doccia >>
<< C'è solo la vasca >>
<< Va beh quello che è >> disse provando ad alzarsi, ma lui non si mosse minimamente << che c'è? >>
<< Facciamo il bagno insieme >>
<< Non avevi detto che non volevi approfittare di me >>
<< Non ho mai detto che voglio farlo ora in bagno >>
<< Allora perché insisti? Se voglio farlo da sola? >>
<< Va beh lasciamo stare. Sto fuori >> disse alzandosi e in secondo spari in un secondo
<< Ma io volevo delle spiegazioni >> borbottò la ragazza, sbuffò, si alzò in piedi e andò verso la porta che aveva difronte, entrò dentro il bagno e andò verso la vasca, mise l'acqua calda. Quando fu completamente piena si immerse dentro e lasciò che l'acqua l'avvolgesse tra le sue dolce e calde braccia e che lavasse via ogni segni che aveva lasciato Rick. Prese una spugna e iniziò a strofinare le braccia e le gambe piene di lividi, nel vano tentativo di togliere la sensazione di quelle mani callose che le percorrevano tutto il corpo. Strofinava fino a quando la pelle le diventava completamente rossa, ma la sensazione rimaneva così che continuava a strofinare senza pensare che si stava facendo del male
<< Fermati maledizione >> disse André prendendola per i polsi e allontanandoli dal corpo << a questo punto staccati la pelle che fai prima >> disse togliendole dalla mano la spugna e lanciò lontano da loro 
<< Mi serviva la spugna >> disse allungando la mano il verso la spugna come se potesse da un momento all'altro sollevarsi e venire della lei
<< Si a farti del male >> borbottò lui
<< Non è vero >>
<< Ah no? >> chiese prendendole il braccio per farle notare il rossore
<< Va bene forse ho un po' esagerato >>
<< Un po'? >>
<< Un po' tanto okay? Contento? >>
<< Si >> disse, le mani scivolarono a circondarle i fianchi e le diede un bacio tra i capelli
<< Me li dovrei lavare i capelli? >>
<< Ti direi di sì, se solo avessimo un phone >>
<< Mi fanno schifo però... Me li lavo comunque >> non diede al ragazzo il tempo di risponde che sprofondò nella vasca bagnandosi i capelli, il ragazzo strinse la presa su di lei e dopo cinque secondi la riportò a galla
<< Brava idiota ora come fai ad asciugarli? >>
<< Li lascerò al naturale... Una spazzola c'è, vero? >> disse buttando la testa indietro per guardarlo negli occhi
<< Si >> disse sospirando
<< Allora non c'è problema? >> disse sorridendo divertita
<< Già >> disse dandole un bacio sul naso
<< Ora esci? >> chiese fissandolo
<< No, faccio io altrimenti finisce che ti uccidi >> disse dandole un bacio sulla fronte
<< Okay... Mi fai un massaggio alla schiena? >> chiese sorridendo, tornò a guardò il muro davanti a lei, André iniziò a baciarle il collo e le mani iniziarono ad alternare pressioni e tocchi delicati sulle spalle. Dopo il massaggio iniziò a lavarle i capelli con lo shampoo e poi riprese a massaggiare la schiena La ragazza si stava per addormentare quando André la prese in braccio e la fece uscire
<< No, stavo tanto bene. Perché mi ha fatto uscire? >> chiese circondandogli il collo con le braccia
<< Perché è da troppo tempo che stai in acqua. Ti si sta raggrinzendo tutta pelle >> disse mettendola a terra e avvolgendola in un accappatoio e la riprese in braccio
<< So camminare anche da sola >> disse mettendogli le braccia intorno al collo, André non rispose, e l'appoggiò delicatamente sul letto
<< Come ti senti? >> chiese accovacciandosi accanto a lei e spostandole delle ciocche di capelli cadute sul viso
<< Sto bene, non ti preoccupare >> disse sorridendo e accarezzandogli la guancia con il pollice
<< Sicura? Non vuoi ancora mangiare, vero? >> chiese prendendole la mano e iniziando a baciarle interno polso continuando a tenere lo sguardo su di lei
<< No >> disse sorridendo dolcemente
<< Prima o poi dovrai mangiare >> disse baciandole l'incavo del gomito
<< Lo so, ma non mi va >> disse mettendogli la mano libera tra i suoi capelli
<< Devi mangiare >> disse baciandole la spalla e il collo
<< Me lo dirai fino a quando non mangerò, vero? >> il ragazzo annuii continuando a baciarle il collo, si spostò sopra di lei, tenendosi su un braccio per non schiacciarla, le slacciò il nodo dell'accappatoio, con la mano iniziò ad accarezzarle il fianco, la strinse a sé facendo combaciare le loro labbra
<< Oddio scusate non volevo >> disse la voce di Sidney accanto a loro, i due si girarono e André sbuffò
<< Nessuno si sarebbe accorto di te se non avessi detto nulla >> disse guardandolo male
<< Ehm... Scusatemi, volevo vedere come stava July >> disse non spostandosi dalla soglia
<< Vattene Sidney >> sbuffò André guardandolo male
<< Non lo ascoltare Sid. Sto bene grazie >> disse lei spostando André al suo fianco, si mise seduta e si sistemò l'accappatoio
<< Sicura? André mi vuole uccidere >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Non ci fare caso, vieni >> disse facendogli spazio sul letto e André borbottò qualcosa e strinse la ragazza a sé e affondò il viso sul suo fianco
<< D'accordo >> disse avvicinandosi lentamente, si mise seduto accanto a lei e iniziare a parlare del più e del meno con André che se stava sdraiato accanto a lei, la baciava e qualche volta la coccolava. Dopo qualche ora un ragazzo venne da loro per dirgli che il pranzo era pronto
<< Non hai ancora fame vero? >> le sussurrò André all'orecchio
<< No >> disse guardando le lenzuola
<< Sidney ci lasci soli? >> disse continuando a guardare la ragazza
<< Subito >> disse camminando velocemente verso la porta, André prese Juliet per i fianchi e la mise seduta a cavalcioni sopra le sue gambe
<< Allora, perché non vuoi mangiare? >> la ragazza non rispose, abbassò lo sguardo verso la sua maglietta e iniziò a giocarci, André le prese le mani per tenere ferme << rispondi >> 
<< Non ho fame >> disse facendo intrecciare le loro dita
<< La verità >> disse prendendole il mento con due dita e la costrinse a guardarlo negli occhi; per qualche minuto la ragazza continuò a non dire nulla, ma alla fine cedette
<< È che... Mi sento ancora uno schifo. Ogni volta mi ritrovò sempre umiliata e vorrei tanto sotterrarmi davvero, perché tanto la sensazione è stessa. Voglio sparire dalla faccia della terra e non vedere mai più nessuno solo per evitare che altri posso anche lontanamente immaginare cosa è successo e poi subirmi loro pietà o cose del genere. Perché tanto infondo lo so che potevo fare qualcosa, ma non ho fatto comunque niente e l'ho lasciato fare >> disse con le lacrime che iniziarono a rigarle il viso e i singhiozzi che le scuotevano completamente tutto il corpo. André la tirò a se e l'abbracciò forte, la ragazza affondò il viso contro la sua spalla e le lacrime iniziarono a scendere più veloce
<< Non è stata colpa tua. Non potevi fare nulla comunque, eri legata e non potevi muoverti. E poi lui è molto più forte di te anche se fossi riuscita a liberati lui non ti avrebbe mai lasciata andare >> disse accarezzandole i capelli
<< Non lo dovevo comunque lasciar fare >> disse singhiozzando
<< Che potevi fare altrimenti? >> chiese stringendola ancora di più
<< Non lo so >> disse dopo qualche secondo
<< Non potevi fare nulla, se avessi fatto qualcosa ti avrebbe fatto ancora più male. Non hai nessuna colpa, non è colpa tua per quello che è successo. Non voglio più sentire che ti dai la colpa per una cosa del genere, intesi? >> disse provando ad asciugarle le lacrime, la ragazza annuii e cercò si smettere di piangere. Rimasero a coccolarsi a vicenda fino a quando la ragazza non si rilassò completamente e smise di piangere
<< Ti amo >> disse lei alzandosi di poco per baciarlo
<< Lo so >> disse sorridendo e sistemandole i capelli dietro le orecchie << devo dire che non sei male come panda... Quasi quasi ti vendo ad uno zoo, scommetto che mi darebbero una fortuna >> disse sorridendo divertito
<< Devi sempre rovinare tutto >> disse lei mettendo il broncio
<< Ovvio, sono pur sempre un demone. Non sopporto le cose troppo dolci >>
<< Guastafeste >> disse appoggiando la testa al suo petto
<< Non è vero, quello è Sidney >> disse giocando con l'orecchio di lei << senti un po', visto che sei un animale in via d'estinzione e ti voglio vendere ad uno zoo e non posso venderti tutta malridotta, ti va di mangiare? >> 
<< D'accordo. Però voglio del bambù >>
<< Mi sa che non abbiamo del bambù, forse abbiamo della pizza >>
<< Il panda si dovrebbe adattare a nuove forme di cibo, non si dovrebbe nutrire solo di bambù. Credo che sarò la prima della mia specie a farlo >>
<< Vado a vedere, aspetta qua >> disse dandole un bacio sulla fronte ed uscì per poi tornare qualche minuto dopo con in mano un piatto
<< Il panda si dovrà accontentare di fettine panate >> disse dandole il piatto
<< Va bene lo stesso >> disse prendendo il piatto, lo mangiò solo fino a metà << scusa, di più non ci riesco >>
<< Sempre meglio di niente >> disse lui sospirando e mise il piatto sul comodino accanto << ora che vuoi fare? >>
<< Non lo so >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Che ne dici di uscire un po'? È da giorni che sta qua dentro >>
<< C'è qualcuno sul ponte? >> chiese storcendo il naso
<< Nessuno e poi non sei così male >>
<< Smettila di mentire spudoratamente >> disse divertita << e dammi dei vestiti altrimenti esco in accappatoio >> 
<< Ehm... Mi sa che non ci sono vestiti... >>
<< Cosa? È come faccio >>
<< Stasera torneremo a casa mia >> disse sistemandole i capelli ancora bagnati << se usciamo mettiti il cappuccio >>
<< Non posso uscire in accappatoio >>
<< Puoi fare tutto quello che vuoi, principessa >> 
<< Ora sono combattuta, sarà meglio principessa o panda? >> chiese alzando gli occhi al cielo, il ragazzo scoppiò a ridere divertito
<< No va beh non ci credo >> disse divertito
<< Dai usciamo altri qua ci faccio le radici >> disse alzandosi in piedi, André intrecciò le loro dita e uscirono.

~ Angolo dell'autrice~
Salveeeeee 😁 finalmente sono tornata ✌🏻️ mi spiace non aver aggiornato prima 😣 maledetta scuola. Comunque sia... Che ne pensate del capitolo? So che non è molto dopo due settimane di assenza, ma l'assenza di ispirazione si è fatta sentire 😣
L'altra volta non ho ringraziato nessuno, mi dispiace tantissimo, chiedo perdono 🙏🏻🙏🏻, ma rimedio subito!!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito e chi mi ha messo tra le storie preferite, seguite e ricordate, VI ADORO COSÌ TANTO ✨✨✨ e vi ringrazio per la pazienza che portate
A presto
Bacioniiii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Stavano già da qualche minuti sulla prua dello yacht di André, Juliet guardava il mare persa tra i suoi pensieri, mentre André la stringeva da dietro con il mento appoggiato sulla sua spalla per riscaldarla visto che la ragazza aveva iniziato a tremare 
<< André ma sei impazzito? Così si prende una polmonite >> disse Sidney dietro di loro
<< Fatti gli affari tuoi Sidney >> disse lui stringendo di più Juliet a sé
<< Se le viene una polmonite ti darò la colpa >> disse Sidney lanciandogli un occhiataccia
<< Non le verrà nulla e adesso vattene >> gli ringhiò stringendola ancora a sé, Sidney borbottò qualcosa contrariato
<< Come mai lo tratti così male? >> chiese appoggiando la testa contro la sua spalla
<< Non lo tratto male >> si difese lui dandole un bacio sulla tempia
<< No >> disse ironica
<< Sei mia >> disse lui baciandole il collo
<< Lo so... Non dirmi che sei geloso >> lo stuzzicò
<< Certo che no >>
<< No, non sei geloso >> lo prese in giro 
<< Affatto >>
<< André si vede lontano un chilometro che sei geloso >> disse lei sorridendo divertita
<< Non sono geloso >>
<< Che carino che sei, ma non ti devi preoccupare per Sidney, lo sai che ho occhi solo per te >> disse accarezzandogli la guancia con la mano
<< Non sono geloso >>
<< È così carino il fatto che tu sei geloso. È bello >> 
<< E tre, non sono geloso >>
<< Ma perché lo neghi? È così dolce. Vuol dire che ci tieni a me >>
<< Ma è questo il punto, io non tengo a te >>
<< Ah no? E cosa tieni sentiamo >>
<< Tengo a quella fantastica cosa che hai tra le gambe >>
<< Ma vaffanculo >> disse liberandosi dalla sua stretta e fece per andarsene, fra tutte le cose che poteva dire quella era la peggiore 
<< E dai stavo scherzando >> disse lui prendendola per il polso per fermarla
<< Vaffanculo ugualmente >> disse lei liberandosi dalla sua stretta e ritornò dentro lo yacht 
<< E dai come sei permalosa >> disse prendendola un'altra volta per il polso e la bloccò contro la parete
<< E tu sei uno stupido egocentrico >>
<< Hai detto di peggio >> disse chinandosi per mordicchiarle il lobo
<< Lasciami >> disse agitandosi per liberare i polsi, André sorrise divertito e scosse la testa strofinando così la punta del naso contro la guancia della ragazza << idiota >> borbottò cercando di mettere il broncio
<< Lo sai che stavo scherzando >> disse avvicinandosi di più a lei, così da far scontrare i loro bacini
<< Sei un idiota comunque >> disse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi divertiti per puntarli contro il muro alle sue spalle
<< Tengo a te più di ogni altra cosa al mondo >> disse baciandole la spalla, la mordicchiò leggermente, affondò i canini e succhiò lentamente il suo sangue
<< Tieni più al mio sangue >> borbottò mentre con le mani giocava con i suoi capelli
<< No, tengo a te stupida idiota >> disse divertito una volta che si fu saziato, le leccò la spalla solo per non far cadere l'ultima goccia di sangue sull'accappatoio. Si allontanò di poco, ma la ragazza stava per cadere a terra così che lui la prese al volo e prese in braccio
<< Scusami, forse ho esagerato >> disse stringendola a sé
<< No, sto bene... Però ho fame >> disse guardandolo negli occhi
<< Ti porto in camera e poi ti vado a prendere qualcosa da mangiare >> disse mentre si incamminava
<< D'accordo >> disse appoggiando la testa contro la sua spalla. Il ragazzo la mise lentamente sul letto e corse fuori, ritornò dieci minuti dopo con in mano un piatto con sopra una fetta di torta al cioccolato. Juliet sorrise a trentadue denti e la mangiò in fretta e furia
<< Deliziosa >> disse leccandosi le labbra
<< Non ne avevo dubbi >> disse sorridendo divertito
<< Perché? >> chiese pulendo si con l'indice l'angola della bocca
<< L'hai mangiata con la voracità di chi non mangia da settimane >>
<< Ti voglio bene anch'io >> disse alzando gli occhi al cielo
<< Anch'io mi voglio bene >>
<< Oh mio dio la tua simpatia mi sta uccidendo >> disse sarcastica
<< Lo so, lo immaginavo >> disse annuendo con la testa
<< Ho voglia di fare un bagno >> disse alzandosi in piedi e barcollò per qualche secondo 
<< Ma già l'hai fatto >> disse scattando in piedi per metterle le mani intorno ai fianchi ed evitare che si schiantasse a terra
<< Ho freddo e poi mi sta venendo mal di testa >> disse appoggiando la testa contro la sua spalla
<< Ti posso riscaldare io >> sussurrò rauco vicino al suo orecchio, le fece venire milioni di brividi lungo la schiena 
<< Ehm... Preferisco comunque il bagno >> disse liberandosi da lui e scappò in bagno e aprì l'acqua calda, si mise seduta sul bordo vasca aspettando che si riempisse
<< Come sei stronza >> disse sedendosi vicino a lei
<< Lo so >> disse sorridendo con lo sguardo comunque puntato sull'acqua, André le spostò una ciocca di capelli bagnati dietro l'orecchio
<< Come ti senti? >> chiese dolcemente
<< Molto meglio, quasi passato >> disse con un sospiro, André la prese di nuovo per i fianchi, la mise sopra le sue gambe e Juliet mise le braccia intorno al collo
<< Mi dispiace >> disse affondando il viso contro la sua spalla
<< Non è colpa tua >> disse giocando con i suoi capelli
<< Si invece... Se tu non st... >> non riuscì a finire la frase perché lei lo baciò dolcemente
<< Taci stupido idiota e chiudi l'acqua altrimenti qua facciamo un lago >> disse sorridendo dolcemente, André chiuse acqua e guardò per terra << André >> disse prendendogli il viso tra le mani per costringerlo a guardarla negli occhi << non è colpa tua. Sei uno stupido idiota se ti dai la colpa >> disse dandogli poi un leggero bacio
<< Non è giusto, io ti ho tutto un discorso sdolcinato e tu praticamente mi hai detto solo che sono uno stupido idiota >> disse lui mettendo il broncio
<< Il Mio Stupido Idiota, solo mio. E poi non brava con i discorsi da premio Nobel, per quello ci sei tu... Comunque, prima o poi tutto questo finirà, non ti devi preoccupare >>
<< Non posso non preoccuparmi. Tu sei in costante pericolo a causa mia, non posso perderti, non posso >> disse affondando il viso contro la sua spalla
<< Non mi perderai affatto, non è così facile sbarazzarsi di me. E poi ti ricordo che mi devi ancora insegnare a combattere >> disse scendendo dalle sue gambe, si tolse accappatoio e si immerse nella vasca << che bel calduccio >> sospirò sollevata e si portò le gambe al petto, André sorrise dolcemente e iniziò a giocare con i suoi capelli << vieni qui con me, mi sento sola >> disse stendendo le braccia verso di lui, André sorrise divertito si tolse i vestiti in un secondo, si immerse davanti a lei e poi si stese sopra
<< Ora ti senti meno sola? >> disse mordicchiandole il lobo
<< Se vieni più vicino magari... >> disse sorridendo divertita, gli mise le braccia intorno al collo, lo spinse verso di se e baciò mordendogli il labbro inferiore. André intanto con una mano aveva iniziato a giocare con il suo seno sinistro, mentre con l'altra mano le accarezzava tutto il corpo. Scese a baciarle il collo, la clavicola, la spalla, il mento, la guancia, poi di nuovo il collo dove lasciò un succhiotto. Cercava di essere più dolce possibile, non voleva farle male. La prese per la vita e mise a sedere sopra di lui, la ragazza si lasciò trasportare e quando fu sdraiata sopra di lui iniziò a baciargli il petto, prese fiato e iniziò a baciargli gli addominali fino ad arrivare alla sua marcata V, poi risalì velocemente per prendere aria
<< Idiota >> disse André divertito, le baciò lo zigomo e morse dolcemente la spalla
<< Preferisco panda >> disse con il fiato corto
<< No, sei stupida e basta >> disse stringendola a se e le morse il labbro inferiore
<< Disse il troglodita >> disse allontanandosi di poco, André sorrise divertito fece scendere una mano fino a stringerle il fondoschiena, riprese a baciarla con passione e lei fece navigare le mani sopra i suoi addominali, tracciando un percorso immaginario composto principalmente da piccoli cerchi che lentamente salivano fino al suo collo. André la strinse a sé e ritornò a stendersi sopra di lei e lentamente entrò dentro di lei e sempre con lentezza iniziò a muoversi facendo scontrare i loro bacini. All'inizio andava piano, aveva troppa di paura di farle del male, poi iniziò a perdere il controllo e aumentò sempre di più la velocità fino a quando non vennero entrambi
<< Che ore sono? >> chiese la ragazza con gli occhi che quasi le si chiudevano da soli
<< Le sei >> disse André stringendola a sé
<< Mi svegli quando dobbiamo andare? >> chiese affondando il viso contro il suo collo
<< Certo. Prima una domanda >> disse alzandosi per prenderla in braccio
<< Dimmi >>
<< Ti ho fatto male? >>
<< No, è stato meraviglioso, come tutte le altre volte >> disse sorridendo appena
<< Buona notte piccola mia >> disse dandole un bacio sulla tempia
<< Notte André... Rimani con me? >> chiese quando l'appoggiò delicatamente sul letto
<< Certo >> si sdraiò accanto a lei, Juliet si strinse a lui e appoggiò la testa contro il suo petto. Stava in uno stato di dormi- sveglia quando André iniziò ad accarezzarle i capelli e baciarle la fronte
<< Ti prometto che tutto questo finirà presto >> sussurrò e la ragazza si addormentò subito dopo.

La ragazza si svegliò a causa di qualcosa di morbido e delicato che premeva contro le sue labbra, neanche aprì gli occhi che ricambiò subito il bacio. Quando si allontanarono per prendere fiato Juliet aprì gli occhi trovando gli occhi cielo di André che la fissavano, sembravano brillare di vita propria
<< Ehy >> disse lei sorridendo e stringendosi a lui
<< Dobbiamo andare >> disse lui spostandole i capelli dal viso
<< Si, mi metto l'accappatoio? >> chiese alzandosi a sedere
<< Ovvio >> disse dandole un bacio sulla spalla
<< Dov'è? >> chiese guardandosi intorno
<< Credo che è rimasto in bagno >>
<< Me lo vai a prendere? >>
<< Perché? >>
<< Non mi va di alzarmi >>
<< E a me non mi va di perdermi la tua sfilata da nuda >>
<< Pervertito >> disse guardandolo male
<< E dai su, fammi questo favore >> disse guardandolo con occhi da cucciolo bastonato
<< Rimani comunque un pervertito >> disse scendendo dal letto e andando verso il bagno senza mai girarsi a guardarlo, chiuse la porta e sbuffò sonoramente, si mise velocemente l'accappatoio, lo allacciò stretta la cintura ed uscì lentamente
<< Cattiva >> 
<< Lo so, andiamo. Non vedo l'ora di mettermi qualcosa di decente addosso >> sbuffò uscendo fuori
<< Io preferisco così >>
<< Scommetto che è perché così il tuo lato pervertito si sbizzarrisce >>
<< È più facile da togliere >> disse abbracciandola da dietro
<< Quanto è distante casa tua? >> chiese uscendo sul ponte
<< Basta attraversare la strada >> la prese per mano e la portò verso la passerella, la prese in braccio
<< Posso camminare da sola >> borbottò, il ragazzo non gli diede ascolto e la portò fin dentro l'appartamento. Il pavimento di legno, mobili di legno e ferro, divani a strisce verdi e bianche, un tavolo di vetro al centro del salotto circondato da quattro sedie di legno e la televisione stava davanti al divano 
<< Tesoro >> disse Christine appena la vide corse da lei e l'abbracciò forte
<< Ciao Christine >> disse sorridendo
<< Tesoro non sai quanto mi dispiace >> disse la donna stringendola ancora più forte
<< Non ti preoccupare... Però ora mi stai soffocando >> disse senza fiato
<< Oh scusami >> disse lasciandola di botto << sono così felice che sei tornata >>
<< Dai mamma, non è morta >> sbuffò André
<< JULYYYY >> disse la voce di Kate prima di abbracciare le gambe della ragazza
<< Ciao piccolina >> disse Juliet sorridendo e accarezzandole i capelli
<< Sono felice che stai bene >> disse stringendola di più, Juliet si abbassò così da essere alla sua altezza e l'abbracciò
<< Anch'io sono felice di vederti >> disse prima di scompigliarle i capelli, la bambina sorrise e le diede un bacio sulla guancia
<< Dai Kate è ora di andare a dormire, che per te è già tardi >> disse Christine prendendo la bambina in braccio
<< Ma io volevo restare un po' con July >>
<< Ci starai domani, ora devi andare a dormire, di buonanotte e andiamo a nanna >> disse la donna dando un bacio sulla guancia alla bambina
<< Buonanotte July >> disse salutandola con la mano
<< 'Notte piccola >> disse sorridendo e Christine portò la bambina in un corridoio alla sua destra 
<< Andiamo in camera >> disse André abbracciandola da dietro
<< Non c'è tuo padre? >> chiese guardandosi in giro
<< Forse è andato a dormire o... Non lo so, lo saluti domani >> disse dandole un bacio sul collo
<< D'accordo >> disse lei titubante, andarono verso il corridoio dove Christine aveva portato la bambina e André la portò nell'ultima camera a sinistra. La stanza non aveva nulla di particolare: un letto singolo, un comodino, un armadio e un comò tutto completamente di legno
<< Carina >> disse la ragazza sedendosi sul letto
<< Ti dò una mia maglietta va bene? >> disse andando verso l'armadio
<< D'accordo, tanto sono tutte comode le tue magliette >> disse incrociando le gambe, André le diede una maglietta a maniche lunghe nera e si mise seduto accanto a lei << non c'è della biancheria , vero? >> disse con un sospiro
<< Veramente si, te la vado a prendere >> disse sparendo dietro la porta per tornare cinque minuti dopo con la sua valigia in mano
<< Oddio mio padre mi ucciderà >> disse scattando in piedi
<< Tranquilla ci ha già pensato mio padre e mia madre >> disse iniziando a frugare nella borsa
<< Che intendi? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Che non ti devi preoccupare >> disse porgendole la biancheria intima
<< Mh... Cercherò >> disse togliendosi l'accappatoio e vestendosi in fretta e si mise sotto le coperte per non congelare dal freddo << vieni qua >> disse strofinandosi le braccia con le mani nel tentativo di riscaldarsi
<< Ti dovrei fare un'altra volta da termosifone? >> disse divertito
<< Esattamente >> disse portandosi le gambe al petto
<< Mi sa che ti è venuta la febbre >> disse avvicinandosi darle un bacio sulla fronte << si direi che hai qualche linea di febbre >> disse spostandole i capelli dalla fronte
<< Motivo in più per venire qui con me >> disse allungando le braccia verso di lui
<< Arrivo tra cinque minuti >> disse alzandosi per poi uscire dalla stanza, la ragazza sbuffò e si girò dall'altra parte e aspettò. Stava nel letto da dieci minuti e André ancora non tornava, stava tremando di freddo e più si stringeva a se stessa più aveva freddo, inoltre aveva tutta la gola secca, ogni volta che ingoiava la saliva le bruciava come se stesse ingoiando tizzoni ardenti. Alla fine alzò ed uscì dalla porta andò verso il salotto, ma prima di entrarci senti la voce di André che si stava trattenendo dall'urlare come un pazzo
<< Non mi interessa quanto costerà. Juliet deve essere al sicuro, a costo di uccidere tutto il nostro esercito >> stava ringhiando
<< André devi capire che ora non possiamo. Sarebbe troppo pericoloso e loro non aspettano altro che questo >> disse il padre più calmo
<< Perché credi che non fare niente e stare a guardare senza fare nulla cambi qualcosa? Prima o poi attaccheranno definitivamente e allora si saranno problemi. Se attacchiamo per primi invece abbiamo qualche possibilità >> disse André leggermente più calmo << non capisci che così sarebbe pericolo anche la mamma e Kate? >> riprese con un ringhio
<< Lo so André, ma... >>
<< Ci vuoi pensare quando oramai non sarà più possibile fare niente? Quando orami sarà troppo tardi per fare qualcosa? >> sbottò André alzandosi in piedi
<< André, ora non possiamo fare nulla >>
<< Non possiamo fare nulla? Davvero? Papà qui non si tratta solo di proteggere Juliet, si tratta anche di salvaguardare anche tutto il regno. Se uccidono Juliet lo sai che gli vado appresso, e allora sì che avranno campo libero per prendersi il regno e sai quanti disastri combinerebbero >> il padre non rispose così che André sospirò esausto << vado in camera che a Juliet le è venuta la febbre, se non torno tra dieci secondi mi uccide >> disse e la ragazza scattò come una molla, corse in camera e si mise sotto le coperte appena un attimo prima che André entrasse in camera
<< Razza di stupido troglodita >> borbottò stringendosi le gambe al petto
<< Ti ricordo che ti sento >> sussurrò vicino all'orecchio
<< Lo so, altrimenti non te lo direi >> borbottò
<< Ti ho sentita, lo so che hai origliato >> disse stringendola a sé
<< Quanti problemi ci sono? >> chiese voltandosi verso di lui
<< Molti di più di quanto non credi >> disse sospirando
<< Se io dovessi morire... Non voglio che tu mi venga appresso... Già ti sopporto qua almeno un po' di pace nell'al di là c'è la voglio avere >> disse puntando lo sguardo verso i suoi pettorali
<< Non è così semplice >> sussurrò accarezzandole i capelli
<< Perché? >>
<< Mh... Vediamo... Hai presente Eragon? >> la ragazza si limitò ad annuire << hai presente che quando il Cavaliere muore anche il suo drago muore, mentre quando il drago muore il cavaliere continua a vivere? >>
<< Continua a vivere, ma sente un profondo vuoto dentro di sé, è come se gli strappassero una parte di anima >> continuò lei << ma che centra? >> chiese alzando lo sguardo
<< È la stessa identica cosa, io sono il drago e tu sei il Cavaliere >> la ragazza lo guardò per un attimo non capì esattamente cosa volesse dire, ma quando realizzo scatto in piedi
<< No, io non voglio... Io... Adesso lo sai che non uscirò più di casa vero? >> disse puntandogli il dito contro
<< Se stai dentro camera mia a me sta bene >> disse restando sdraiato sul letto
<< Pervertito del cazzo >> disse guardandolo storto e iniziò a fare avanti e indietro per la stanza
<< July così si alza la febbre, vieni qua >> disse guardandola mentre camminava e borbottava parole incomprensibili
<< Taci stupido bradipo retro-evoluto >> disse guardandolo male
<< Almeno dimmi a cosa stai pensando >> sbuffò mettendosi seduto
<< Che sei stato uno stronzo, testa di cazzo, potevi anche dirmelo che se io muoio tu mi vieni appreso... Ma io dico ti costava tanto dirmelo? Così sarei stata... >>
<< Saresti morta di paura e non saresti uscita di casa a prescindere, saresti diventata un asociale, non che di solito tu non lo sia, ma ti saresti chiusa del tutto in te stessa e non ti saresti neanche confidata con me >> sbottò alzandosi in piedi
<< Tu questo non lo sai >> disse puntandogli il dito contro
<< No invece lo so perché ti conosco. E poi l'hai detto tu anche adesso, vorresti chiuderti in camera e non uscire più per il resto della vita, giusto? >> disse arrivando a pochi centimetri da lei, la ragazza si morse il labbro inferiore, era la verità, ma non glielo avrebbe mai detto apertamente, André sospirò esasperato e si passò una mano tra i capelli << non ti preoccupare, finirà tutto. Non dovrai più avere paura >> disse appoggiando la fronte sulla sua, Juliet lo guardò per qualche secondo persa a guardare i suoi occhi e i lineamenti così perfetti del viso, si allontanò di poco sorridendo divertita
<< Io non ho mai detto di avere paura >> disse sorridendo, non poteva permettersi di farsi vedere debole, soprattutto ora che lui aveva bisogno di lei
<< Stupida. Vieni a letto che si sta alzando la febbre >> disse prendendola per i fianchi e trascinandola verso il letto
<< Non mi va di andare a letto, ho dormito fino a quindici minuti fa >> disse cercando di opporsi, ma lui riuscì comunque a metterla sul letto 
<< Anche se non dormi devi stare al caldo >>
<< Ma non mi va, lasciami >> disse provando ad andare verso la porta, ma lui ovviamente la bloccò facilmente 
<< Peggio dei bambini. Facciamo così, se vieni a letto ti dò il tuo blocco da disegno >> disse sospirando e passandosi una mano tra i capelli
<< Da quanto hai il mio blocco? >> chiese guardandolo male
<< Da quando siamo entrati qua, su vieni >> disse mettendosi sdraiato
<< Dove sta? >> André non rispose, si limitò ad allungarsi a porgerle il blocco, la ragazza lo afferrò subito e si sdraiò accanto a lui che la coprì immediatamente con una coperta pesante << tu se vuoi dormi, io mi metto a disegnare >> disse piegando le gambe al petto per usarle come appoggio
<< Ammettilo vuoi farmi un ritratto >> disse André abbracciandole i fianchi
<< Ovvio, ma questo è un segreto >> disse sorridendo divertita, il ragazzo sorrise e appoggiò la testa sulla sua pancia
<< Buonanotte >> disse stringendola a se
<< 'Notte >> disse giocando con i suoi capelli fino a quando non sentì che si era addormentato e iniziò a disegnare.

~Angolo dell'autrice~
Dopo tre settimane e un giorno di assenza, finalmente sono riuscita a pubblicare ✌🏻️mi dispiace immensamente per questo ritardo, ma tra compiti, impegni e problemi vari non sono riuscita a scrivere un bel niente 😣
Ma ora ci sono le vacanze ✨😍 e spero di essere un minimo più presente 😒
Comunque... Che ne pensate di questo capitolo? Fatemi sapere qualsiasi cosa
Ringrazio time_to_say_smile per aver recensito lo scorso capitolo
E ringrazio chi mi ha messo tra le preferite, ricordate e seguite (vi adoro 😍 aumentate ogni volte ✨) e le lettrici silenziose
A presto
Bacioniii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Juliet disegnò fino a quando non vide l'alba dalla finestra, iniziò ad osservare quel gioco di colori che le si presentava davanti agli occhi e subito dopo prese a rappresentarlo sul suo blocco pre poi colorarlo. Quando finì si sdraiò lentamente senza svegliare André, si strinse a lui per riscaldarsi, ma il problema era che sentiva sulla pelle un freddo glaciale e dentro invece si sentiva incandescente, non sapeva se mettersi sotto le coperte e quindi morire di caldo o stare fuori a morire di freddo. Alla scelse di sdraiarsi vicino ad André e lui si mosso di conseguenza: si spostò leggermente per mettersi comodo e la strinse a sé circondandole i fianchi con le braccia. La ragazza sorrise tra sé e si accoccolò addosso al suo petto lasciandosi cullare dalla sensazione di calore che gli dava, così che lentamente si addormentò.
Si svegliò che stava da sola in camera, sentiva il caldo del letto che opprimeva insieme ad un peso che le ricordava quando Akira saliva sul letto e le si metteva sopra, alzò di poco la testa e sopra aveva sia il piumino che una coperta di lana
<< Esagerato >> borbottò spostando malamente le coperte e si alzò in piedi, ma se ne pentì subito dopo visto che una morsa di gelo l'avvolse immediatamente, era come se l'avesse abbracciata un fantasma. Represse l'istinto di ritornare sotto le coperte, e andò all'armadio, prese una felpa pesante di André e un paio di leggins, uscì dalla stanza con la testa che aveva iniziato a farle male, minacciandola di scoppiare da un momento all'altro, in più le sembrava che tutto il mondo e il pavimento oscillasse per farla cadere. Un paio di mani afferrarono per i fianchi impedendole si andare a sbattere contro un mobile
<< Non ti posso lasciare sola un minuto che subito fai qualcosa di sbagliato >> sbuffò André stringendola a sé, Juliet si girò verso di lui e gli mise le mani sulle spalle 
<< Sei tutto bagnato >> disse guardandosi la mano piena d'acqua
<< Sono appena uscito dalla doccia. Andiamo che mi asciugo e ti porto un tachipirina >> disse trascinandola verso la camera
<< Ma io avevo fame >> il ragazzo sbuffò ancora e alzò gli occhi al cielo esasperato
<< Ti porto dopo da mangiare... Questa è la mia felpa? >>
<< Si, è bella calda. Ma ho caldo e freddo allo stesso tempo ed è irritante >> disse stringendosi nella felpa, entrarono in camera e André lasciò la presa sui fianchi
<< Mettiti a letto e dammi la felpa che me la volevo mettere io >>
<< Per quanto è grossa ci possiamo stare tutt'e due qua dentro >> borbottò gattonando sul letto, si tolse la felpa e i pantaloni per rimettersi la maglietta a maniche lunghe, si rannicchiò sotto le coperte e si mise fissare il suo ragazzo mentre si cambiava << mi togli la coperta che ho caldo >> sbuffò quando finì di vestirsi
<< Scordatelo >>
<< E dai ho caldo. Sto facendo la sauna >> disse alzando il tono di voce
<< Toglitela da sola. E abbassa la voce che stanno dormendo tutti >>
<< Lo sai che hai un bel culo >> disse rifugiandosi subito dopo sotto le coperte
<< Lo so, non c'è bisogno che me lo dici o che ti rifuggi sotto le coperte >> disse sorridendo divertito << vado e torno, vedi non combinare casini >> disse uscendo, la ragazza sbuffò si alzò in piedi barcollando, si tolse la coperta di lana, la piegò per bene e la rimise nell'armadio. Si stava mettendo seduta quando André con in mano un bicchiere d'acqua che stava diventando bianco e frizzava
<< Aspetta che si scioglie completamente. Intanto misurati la febbre >> disse dandole un termometro elettronico, la ragazza lo prese aspettò qualche minuto prima che suonasse e poi se lo mise sotto l'ascella
<< È ghiacciato >> borbottò incrociando le gambe e André si mise seduto davanti a lei
<< Ti stai sempre a lamentare >> disse alzando gli occhi al cielo, si sporse e prese il blocco da disegno e iniziò a vedere i suoi nuovi disegni che principalmente lo raffiguravano, si soffermò a guardare un disegno, la ragazza si sporse a guardare e trovò la bozza del penultimo disegno: lui seduto su trono, a petto nudo; la gamba sinistra su un bracciolo; l'altra a terra; il gomito destro sull'altro bracciolo con cui si reggeva la testa e guardava con fare annoiato mentre il braccio sinistro penzolava dietro il trono. La ragazza alzò lo sguardo e trovo André che la fissa con un ghigno malizioso in viso
<< Ammettilo ti piacerebbe trovarmi una volta così >> disse alzando la testa come se la volesse sfidare
<< Non posso dire che non sarebbe eccitante >> disse con un alzata di spalle
<< Quindi se un giorno ti chiamassi mentre sto così sul trono... >>
<< Scommetto che il tuo sogno nel cassetto fare una cosa del genere >> disse lei ridendo
<< Ho anche ben altre aspirazioni >> disse ghignando divertito
<< Del tipo? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Le scoprirai >> disse baciandola dolcemente, il termometro suonò e Juliet se lo tolse
<< Trentanove e otto >> disse prendendo il bicchiere con aspirina, André borbottò qualcosa
<< Mettiti sotto le coperte su >> disse cercando di spingerla dolcemente per le spalle
<< No ho fame >> disse alzandosi in piedi, prese una felpa a forma di panda e se la mise
<< Dai Juliet non farmi perdere la pazienza. Vieni qua e basta >> disse il ragazzo alzandosi in piedi e andando verso di lei
<< Oh e dai, non dirmi che secondo te dovrei stare tutto il tempo sdraiata sul letto a non fare nulla?! Almeno fammi andare in salotto >> sbuffò cercando di andare verso la porta, il ragazzo sbuffò e la seguì fino in salotto dove poi la costrinse a sedersi
<< Aspetta qua che ti faccio la colazione >> disse e senza darle il tempo di controbattere sparì. La ragazza intanto accese la TV, cercò qualcosa di interessante da vedere, ma le uniche cose decenti erano i cartoni
<< Tieni. E poi mi dici che sono senza cuore >> disse André mettendo sopra il tavolo una tazza di caffè fumante e delle frittelle con lo sciroppo, si buttò vicino a lei
<< Grazie >> disse e in un attimo mangiò tutto quello che le aveva portato André
<< Mi devi ancora far vedere i regali >> disse il ragazzo vicino al suo orecchio
<< Anche tu me lo devi ancora dare >> disse con una scrollata di spalle
<< Te lo posso dare ora se vuoi >> disse alzandosi in piedi, la ragazza annuii e il ragazzo andò in camera per poi tornare con una busta rossa. Juliet la prese e tirò fuori una scotola nera vellutata, l'apri e trovò dentro un bracciale fatto tutto di piccioli diamante azzurri che variavano il colore a senso della luce che il colpiva. Rimase per un po' senza parole e a osservare il bracciale
<< Non ti piace? >> chiese André alzando il sopracciglio, confuso dal silenzio della ragazza
<< È stupendo... Grazie >> disse baciandolo dolcemente
<< Ora tocca a te >> disse sorridendo malizioso
<< Mi sa che stanno a casa di mio fratello >> disse passandosi una mano fra i capelli
<< Vuoi che più tardi ci passiamo? >> chiese spostandole i capelli che le erano cadute sul viso, la ragazza annuii e subito dopo si accoccolò addosso a lui, André la strinse a sé, prese la coperta che stava accanto a loro e la mise sopra la ragazza
<< Ma perché stiamo vedendo i cartoni? >> chiese il ragazzo alzando un sopracciglio
<< Non c'è nulla in TV >> disse lei sistemando meglio la coperta su entrambi
<< Che ne dici di giocare alla play? >> chiese dandole un bacio sulla fronte
<< Dico che è una buona idea >> disse lei sorridendo. André annuii e accese la play, giocarono Call of Duty e Juliet vinse due volte su tre
<< Tesoro lasciatelo dire, sei proprio negato per questo gioco >> disse la ragazza sorridendo divertita
<< Ora te la faccio vedere io piccola mocciosa >> disse ghignando malefico << che ne dici di una sfida? >>
<< Sono tutta orecchie >>
<< Se vinco io... Oggi fai tutto quello che ti dico... Ah no tu già fai tutto quello che ti dico... >>
<< Non è affatto vero >>
<< Ti ricordo che quando mi sono vestito da femmina avevi detto che avresti fatto qualsiasi cosa, anche se alla fine non l'ho mai sfruttata questa cosa >> disse puntellandosi il mento con l'indice
<< Ma che peccato >> disse lei alzando gli occhi al cielo 
<< Stai tranquilla che da adesso diventerò il tuo incubo >> disse ghignando divertito
<< Come se non lo fossi già >> disse sbuffando
<< Adesso sarà peggio >>
<< Salto di gioia >> disse rabbrividendo per il freddo, si strinse al ragazzo alla ricerca di un po' di calore e André la strinse a sé
<< Comunque, se vinco io... Va beh visto che mi fai pena, mi fai solo la colazione >> disse guardando il soffitto
<< Se vinco io mi compri tutti gli orsacchiotti gommosi che voglio... Per resto della tua vita >> disse lei sorridendo divertita
<< Ci sto >> le porse la mano e subito la ragazza la strinse e ripresero a giocare. Alla fine André per quattro a uno così la ragazza andò in cucina a fargli la colazione; gli fece una crêpes riempiendola di Nutella e la cioccolata calda
<< Sono un ottima cuoca lo so >> disse la ragazza portandogli tutto e poi si mise sotto la coperta per ripararsi dal freddo
<< Hai un po' esagerato con la Nutella però >> disse ridendo
<< Non è vero, è perfetta >> disse portandosi le gambe al petto
<< Hai messo troppa Nutella >> 
<< La Nutella non è mai troppa >> borbottò la ragazza guardando la TV
<< Se stai messa così male forse è meglio se oggi non esci >> disse avvicinandosi a lei, Juliet si limitò ad annuire e si strinse ancora di più le gambe al petto, il ragazzo le diede un bacio sulla tempia e poi andò in cucina, mentre la ragazza si fece una doccia veloce. Quando uscì André stava già davanti alla porta che l'aspettava
<< Da quando mi aspetti invece di entrare? >> chiese la ragazza divertita 
<< Da quando i miei si sono svegliati e mi tengono sotto stretto controllo >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Povera stella >> disse lei ridendo, andò in camera seguita da lui
<< Non posso mai fare come mi pare >> borbottò incrociando le braccia al petto
<< Perché no? >> chiese lei passandosi un asciugamano tra i capelli
<< Tu oramai sei mia, non capisco perché non ti posso fare mia quando voglio se loro sono dall'altra parte della stanza >> disse buttandosi sul letto
<< Tanto non lo faremo comunque, io sto male e sto morendo di freddo >> disse e subito dopo azionò il phone mentre André l'abbracciò da dietro, le prese il phone dalle mani e iniziò ad asciugarle lui i capelli. Quando finì si sdraiarono sul letto dove Juliet si strinse a lui e André invece le accarezzava i capelli, iniziarono a baciarsi e la ragazza si  ritrovò sopra di lui
<< JULY >> disse una voce stridula alla porta, la ragazza girò di scatto la testa e trovò Kate alla porta che avanzava verso di loro
<< Ciao piccolina >> disse lei sorridendo e si mise seduta sul letto, la bambina subito le prese la mano tra le sue piccole dita e le strinse con forza
<< Vieni con me, mio fratello ti ha avuta abbastanza, ora è il mio turno >> disse provando a trascinarla fino alla porta
<< Cosa stai dicendo piccola peste? >> disse André andando verso di lei
<< Sto dicendo la verità, avete dormito tutta la notte insieme, ora io pretendo che lei venga con me >> disse la piccola e subito dopo diede un calcio agli stinchi di André che si piegò leggermente e la piccola iniziò a correre portandosi dietro la ragazza che era scoppiata a ridere. Andarono in salotto dove stava Christine che stava leggendo un libro
<< Ora sei mia... Mi disegni qualcosa? >> chiese abbracciando entrambe le sue gambe
<< Kate come si dice? >> disse Christine senza alzare gli occhi dal libro
<< Per favore? >> continuò la bambina mettendo gli occhi da cucciolo
<< Va bene >> disse sorridendo divertita
<< PICCOLA PESTE ORA TI PRENDO >> urlò André e iniziò a rincorrere la sorella per tutto il salotto mentre Kate girava intorno correndo e urlando allo stesso tempo. Alla fine André prese la sorella per i fianchi e la mise sopra una spalla
<< Lasciami mostro >> urlava Kate anche se stava ridendo
<< No, la principessa verrà rinchiusa dentro la torre >> disse André andando verso la camera della sorella
<< Mio principe ti prego salvatemi >> disse la piccola stendendo le braccia verso Juliet
<< Non vi preoccupate mia principessa, vi salverò a costo della vita >> disse la ragazza portandosi una mano sul cuore
<< Fate presto vi prego >> disse la piccola ridendo
<< Non sperarci principessa, il tuo principe non verrà mai a prenderti >> disse André e sparì dentro il corridoio
<< No lasciami mostro >> continuava a dire Kate, poi si sentì un tonfo e una porta che sbatteva
<< Ora dovrai vedertela con me... Cosa che non mi spiace affatto >> disse André appoggiandosi con la spalla al muro 
<< André non ci pensare >> disse Christine guardando male il figlio
<< Dai mamma stiamo solo giocando con Kate >> sbuffò
<< Andate in camera con tua sorella allora >> disse riprendendo a leggere
<< Ma July mi deve battere >> disse leccandosi le labbra
<< Ti sconfiggerà davanti a tua sorella allora >> disse cambiando pagina
<< E che figura ci fare? Il bravo fratello, forte e coraggioso sconfitto dalla propria fidanzata >> si passò una mano tra i capelli e alzò gli occhi al cielo
<< Non sei affatto un bravo fratello e non ti credo ne forte ne coraggioso >> disse Kate dalla camera
<< Zitta peste >> disse André sorridendo divertito
<< Stupido bifolco fammi uscire >> disse una voce stridula e poi dei colpi alla porta
<< L'hai chiusa dentro? >> chiese Juliet alzando un sopracciglio confusa
<< Che razza di torre sarebbe se non è chiusa a chiave? >> chiese sorridendo divertito
<< Sei senza speranza André >> disse la ragazza passandosi una mano sul viso e tirandosi indietro i capelli, fece per superarlo e liberare la sorella, ma lui la fermò
<< Prima mi devi battere >> le sussurrò vicino all'orecchio
<< Ma io ti ho già battuto >> disse lei sorridendo divertita e subito dopo gli diede un pugno sullo stomaco che lo fece piegare leggermente in avanti e Juliet aprì alla piccola che subito si aggrappò alle sue gambe
<< Grazie mio principe >> disse sorridendo a trentadue denti
<< Ho solo il mio dovere principessa >> disse lei inchinandosi appena
<< Ora dobbiamo correre via in delle ad un cavallo... André ci fai da cavallo? >> disse la piccola ridendo divertita
<< Scordatelo peste >> disse guardandola male << dopo io e te facciamo i conti >> aggiunse con un sussurro vicino al suo orecchio
<< Perché? Che ho fatto? >> chiese la ragazza confusa, il ragazzo sorrise divertito, le mise le mani intorno ai fianchi e la strinse a se
<< Ne parliamo dopo >> disse baciandole il collo e la strinse ancora a sé come se avesse paura di perderla da un momento all'altro
<< Kate che ne dici di giocare a nascondino? >> disse André sorridendo divertito << Juliet conta e noi ci nascondiamo >> disse lasciando la ragazza
<< No tu conti e noi ci nascondiamo >> disse la bambina prendendo la mano di Juliet e trascinando già fuori dalla camera
<< Conta fino a venti e noi ci nascondiamo >> disse uscendo fuori lasciando il ragazzo a borbottare, iniziò a contare e Kate decise di far nascondere Juliet dietro la tende del salotto mentre lei si nascose da qualche parte in cucina. André finì di contare e subito trovò Juliet
<< Vieni con me >> disse prendendola per il polso e trascinandola in camera
<< Successo qualcosa? >> chiese confusa
<< Chi è? >> disse passandole il cellulare e sul display apparve il nome di Marco, ci mise qualche minuto a capire chi fosse e poi sorrise raggiante
<< Non ci credo, mi ha chiamato. Come ha fatto ad avere il mio numero? >> disse continuando a guardare il cellulare
<< Non hai risposto >> disse lui guardandola male
<< Geloso? >> chiese guardandolo divertita
<< Affatto, voglio solo sapere chi è >> disse incrociando le braccia al petto
<< Lo scoprirai presto >> disse divertita e lo richiamò il numero
<< Juliet che piacere risentirti >> disse la voce di Marco tutta allegra
<< Anche per me è un piacere, come hai fatto ad avere il mio numero? >> chiese mentre si metteva seduta sul letto
<< Mi ha chiamato un tuo amico che mi detto che ti ero scordata dell'offerta che ti avevo fatto è così mi ha dato il tuo numero >> disse con non curano a
<< Ah grandioso >> per un attimo l'occhio della ragazza andando a finire su André che stava diventando ogni minuto sempre più impaziente
<< Tu ora dove sei? Forse riesco a convincere il mio amico a vedere i tuoi disegni >>
<< Sarebbe fantastico. Ora sono a Venezia >> disse cercando di non ridere della faccia di André che andava sempre di più a spazientirsi
<< Meraviglioso anche noi siamo a Venezia... Che ne dici di incontrarci a piazza San Marco? >> disse entusiasta
<< D'accordo, nessun problema. Quando? >> chiese iniziando a saltellare mentre André la guardava confuso
<< Stasera alle nove, così ci mettiamo a qualche bar con la musica >> disse dopo qualche secondo di silenzio
<< Perfetto... A dopo allora >> disse e attaccò, subito dopo saltò addosso al ragazzo rimanendo addosso a lui come un koala e iniziò a baciarlo
<< Mi vuoi dire che diamine succede? >> sbottò alla fine il ragazzo allontanandosi di poco
<< Succede che se tutto va bene, ed io spero che vada bene, avrò una parte tutta mia in una galleria d'arte. Una parte tutta mia è semplicemente meraviglioso. Dio non vedo l'ora che arrivano le nove, sono al settimo cielo... Però se non gli dovessero piacere i miei disegni? Se iniziasse a dire che fanno schifo e sono da bambini? E se... >> non fece in tempo a finire che le labbra del ragazzo la bloccarono
<< Non iniziare a fare la drammatica. Andranno benissimo... E poi ricordati che sono io il modello quindi sono perfetti già in partenza >> disse il ragazzo continuando a darle i baci sulla guancia e sullo zigomo << però prima ti deve scendere la febbre, altrimenti te lo scordi che esci >> disse prima di morderle il labbro inferiore
<< Ma sto bene, te lo assicuro >> disse lei allontanandosi
<< Lo vedremo stasera ora sei tutta mia >> disse e subito dopo la ragazza si trovò sdraiata sotto di lui mentre le baciava il collo
<< Ti ricordo che ci sta tua sorella che sta ancora nascosta >> disse mettendo le mani tra i suoi capelli
<< Ho detto a mia madre che ti dovevo parlare ed era importante. La porta è chiusa a chiave quindi nessuno ci disturberà >> disse tornando a mordicchiare le sue labbra
<< Io avrei la febbre >> disse la ragazza divertita
<< Sta tranquilla che te la faccio passare >> in un attimo le tolse la maglietta e iniziò a baciarle le parti del seno non coperte dal reggiseno
<< Ho i miei dubbi, ma mi sta bene comunque >> disse ribaltando la situazione e si mise sopra di lui per baciargli meglio il collo.

André stava stringendo a sé Juliet, le spostava qualche ciocca di capelli dal viso mentre la ragazza gli accarezzava distrattamente i muscoli delle braccia, i pettorali e gli addominali
<< A che pensi? >> chiese André dandole un bacio sulla fronte
<< Niente di importante >> disse scuotendo la testa, ma continuò a guardare il petto di lui
<< Dai su dimmelo >> disse baciandole il collo
<< Forse è meglio se non porto solo tuoi disegni, non vorrei fare la figura della pazza maniaca capace solo di disegnare il proprio ragazzo >> disse iniziando a torturarsi le mani
<< Puoi fare quello che vuoi, se non vuoi fargli vedere i disegni in cui ci sono io non ci sono problemi, lo sai >> disse stringendola ancora un po' a sé
<< Si, ma... Non ho altri disegni appresso >> disse affondando il viso contro il suo petto
<< Puoi farne qualcuno ora e gli porti quelli >> suggerì 
<< Non so che disegnare però >>
<< Sei tu la maga del disegno, scommetto che ti verrà in mente qualcosa... Potremmo andare un po' in giro, forse ti viene qualcosa in mente >> disse continuando a baciarla
<< André >> disse alzando lo sguardo verso di lui
<< Dimmi >> disse baciandole la punta del naso
<< Ho un idea >> disse alzandosi a sedere, prese il blocco da disegno e iniziò a disegnare mentre le braccia di André la circondavano tenendola al caldo, disegnò piazza San Marco distrutta, era invasa da quelli che sembravano cuccioli di mostri, mentre il cielo era oscurato nuvole dove si intravedevano sagome di draghi ed uno stava aggrappato alla torre e guardava il paesaggio sotto di lui con indifferenza
<< Che ne pensi? >> chiese girando il foglio verso di André che per tutto non aveva distolto un secondo gli occhi dalla ragazza
<< Macabro... Non capisco fai sempre disegni così... Deprimenti >> disse fissando il foglio, la ragazza lo abbasso con quello anche lo sguardo
<< Non lo so... >> mormorò con lo sguardo basso
<< Ehy ho detto che è macabro non che fa schifo >> disse il ragazzo
<< Okay >> disse annuendo, provò a disegnare qualcos'altro, ma non le veniva in mente nulla rimise tutto sul comodino e si sdraiò sul letto dando le spalle al ragazzo 
<< Non volevo farti deprimere >> disse sdraiandosi dietro di lei, l'abbraccio e la strinse a sé, la ragazza scrollò le spalle e cercò di addormentarsi, ma ragazzo si mise quasi sopra di lei schiacciandola con il suo peso << dai July, lo sai che ti amo >> disse strusciandosi sopra di lei e dandole qualche bacio
<< Smettila, pesi >> disse cercando di toglierlo da sopra di lei
<< Anche tu pesi, eppure ogni volta io non mi lamento >> disse André con una scrollata di spalle
<< Stai dicendo che sono grassa? >> chiese alzando un sopracciglio mentre lo guardava male 
<< Questo lo stai deducendo tu >> disse mordicchiandole una spalla
<< Basta non parlo con i trogloditi >> disse lei distogliendo lo sguardo, il ragazzo le fece il verso e come risultato ebbe solo una gomitata da parte della ragazza, ma André continuò a farle il verso << è inutile parlare con gli idioti, ti fanno abbassare al loro livello e ti battono in esperienza >> continuò la ragazza e cercò di non ascoltarlo
<< Già hai ragione,in effetti mi sto abbassando al tuo livello >> disse André annuendo
<< Mi fai dormire? >> disse esasperata
<< Hai dormito fino ad un quarto d'ora fa, ora ho bisogno di coccole >> disse senza smettere di baciarle tutto il collo, la spalla e le scapole
<< E dai sono stanca lasciami >> disse cercando di allontanarlo, ma con scarsi successi
<< Non sei stanca >> disse continuando a baciarla
<< Si invece, lasciami >> disse allontanandosi, ma lui la seguì e la strinse a sé
<< Solo un altro un po', su >> disse strofinando la punta del naso contro il suo collo
<< Sei petulante >>
<< Mi devo far perdonare per prima >> la ragazza sbuffò e si girò verso di lui
<< Non ti devi far perdonare nulla idiota, solo che non ho ispirazione ora >> disse scrollando le spalle
<< Ti sei depressa quando ho detto che era macabro il disegno >> disse sorridendo divertito
<< È semplicemente la tua opinione >> disse scrollando le spalle
<< Puoi dirlo che ci sei rimasta male, si deve lontano un miglio >> disse accarezzandole i capelli
<< Si d'accordo ci sono rimasta male e allora? Rimane comunque un tuo pensiero e ti ho chiesto io un parere, quindi va bene così >> disse guardandolo negli occhi
<< Però ti spettavi ben altre parole >> disse accarezzandole la guancia
<< Non sempre mi devi accontentare >> disse scrollando le spalle
<< Se so che poi ci stai male si >> disse baciandole la fronte
<< Sicuro che sei un demone? Perché sei troppo smielato per esserlo >> disse divertita
<< Se vuoi posso fare lo stronzo menefreghista >> disse alzando il mento in segno di sfida
<< Sarei curiosa di vederlo una volta >> disse baciandogli il mento
<< D'accordo l'hai voluto tu >> disse alzandosi in piedi, si mise solo un paio di mutande e fece per andarsene
<< Dove vai? >> chiese la ragazza alzandosi su un gomito
<< A farmi una doccia >> disse e se ne andò, la ragazza guardò per un attimo la porta poi scosse la testa e si vestì velocemente per andare in salotto.

Era tardo pomeriggio, André era uscito per incontrarsi con Lucas e Derek, era uscito senza dirle niente così che lei ora stava in salotto a disegnare, stava ritraendo Kate che giocava con una piccola fata che le volava intorno, Christine seduta sul divano a leggere e sopra una spalla c'era un altra fata che leggeva con lei ed Henry che cucina con una fata che volava verso di lui mentre gli portava la farina
<< Che bello >> disse Christine dietro di lei
<< Dici? >> disse lei mentre lo osservava da lontano alla ricerca di una qualche imperfezione
<< È perfetto >> disse la donna dandole un bacio fra i capelli
<< Grazie... Ma devo ancora finirlo >> disse ricominciando a disegnare le ombre del divano
<< Gli fare vedere questo disegno? A quello della galleria d'arte >> chiese sedendosi accanto a lei
<< Penso di si... Che dici? Gli potrebbe piacere? >> chiese con le mani che già iniziavano a sudare
<< È perfetto, gli piacerà di sicuro >> disse sorridendo dolcemente, le spostò i capelli da davanti agli occhi e in quel momento arrivò Kate che si mise a guardare la televisione << ti dà fastidio se Kate si mette a guardare la TV? >> chiese
<< No affatto. Non ti preoccupare >> disse sorridendo dolcemente. Fini il disegno e si mise a giocare un po' con la bambina.
Quando arrivarono le otto e mezza André ancora non si faceva vedere e inoltre neanche le rispondeva al cellulare, alla fine borbottò un imprecazione, prese i disegni ed uscì di casa da sola, dopo non poche contrazioni da parte dei genitori di André che volevano che almeno uno di loro andasse con lei per sicurezza, ma la ragazza preferiva andare da sola, così ora si trovava da sola per le strade quasi affollate di Venezia. Arrivata in piazza andò un po in giro tra i bar che c'erano fino a quando non vide Marco che le fece un cenno con la mano, la ragazza si sedette al tavolo con lui che le sorrideva
<< Allora piccoletta, come va? >> chiese allegro
<< Tutto bene grazie, a te? >> rispose la ragazza sorridendo
<< Alla grande... Con il tuo ragazzo com'è andata a finire? >> chiese curioso
<< Oh bene, ora stiamo insieme >> disse sorridendo
<< Molto bene, sono felice per te >> disse sorridendo felice << vedo che sei nervosa >> disse dopo qualche secondo di silenzio
<< Si, beh... Chi non sarebbe nervoso in questo momento? >> disse sorridendo leggermente nervosa
<< Beh vedila così, sei ancora giovane, hai tempo per avere successo, quindi anche se va male prendila con il sorriso, hai ancora così tanto tempo davanti a te, non bruciare adesso tutte le tappe... Poi potresti pentirtene >> disse sorridendo dolcemente
<< Si... Hai ragione >> disse leggermente più rilassata
<< Certo che ho ragione, sono più vecchio di te e quindi ho più esperienza, se non riesco a tranquillizzare una ragazza alle prime armi allora sto messo proprio male >> disse continuando a sorridere e la ragazza scoppiò a ridere
<< Scusate il ritardo >> disse un uomo castano con gli occhi verdi chiari oscurati da un paio di occhiali dalla montatura nera e alla moda
<< Nessun problema James. Lei è la ragazza di cui ti ho parlato, Juliet ti presento James >> disse Marco sorridendo, la ragazza stese la mano verso James è quello gliela strinse con forza
<< Bene, è un piacere... Prendi qualcosa? >> chiese sistemandosi meglio sulla sedia
<< No grazie >> disse lei agitandosi sulla sedia
<< Forse è meglio andare subito al punto prima che la ragazza esploda dal nervosismo >> disse Marco ridacchiando
<< Si forse è meglio >> disse James anche lui ridacchiando, la ragazza prese i fogli e glieli consegnò senza dire una parola, l'uomo li osservava a lungo prima di passarli a Marco e anche lui si metteva ad osservarli
<< Beh non mi sembra tutto questo granché di cui mi parlavi >> disse alla fine James, per un momento Juliet sentì la terra mancarle sotto i piedi
<< A me sembrano ben fatti >> disse Marco alzando il sopracciglio confuso
<< Ci sono un po' di imprecisioni... E poi senza offesa, ma sono un po' infantili >> disse James guardandola negli occhi e la ragazza si sentì mancare il respiro, stava per avere un attacco di panico, la bocca le diventò secca all'improvviso e voleva sottrarsi a da qualche parte. L'uomo continuava a parlare facendo notare tutte le imprecisione e continuò a ribadire che erano da bambini i suoi disegni, che l'avrebbe fatto anche uno stendente del secondo anno; Marco cercava di difenderla, mentre Juliet rimaneva immobile a metabolizzare ogni parola che erano come pugnalate al cuore. Alla fine se ne andò lasciando la ragazza da sola insieme a Marco
<< Juliet stai bene? >> chiese mettendole una mano sopra la sua, per qualche secondo la ragazza guardò la mano dell'uomo sopra la sua, si limitò ad annuire, raccolse i fogli e se ne andò ringraziandolo comunque. Se ne andò un po' per le strade di Venezia tenendo stretti i fogli al petto, voleva piangere, ma non ci riusciva, aveva voglia di gridare a squarciagola fino a quando non sarebbe crollata a terra, ma non poteva fare neanche questo. Alla fine si trovò davanti al portone della casa di suo fratello suonò e il padre la fece entrare dentro
<< Piccola mia come mai qui? Non stavi con il tuo ragazzo? >> chiese il padre sorridendo
<< Si beh... Volevo venire un po' qua >> disse sorridendo dolcemente
<< Lo sai che sei sempre la ben venuta, vuoi mangiare qualcosa? >> chiese mentre si sedevano sul divano
<< No non mi va nulla, tranquillo >> disse sorridendo. Passarono la serata insieme, dopo un ora era arrivato anche suo fratello e insieme si erano messi a parlare del più e del meno e qualche volta prendevano in giro qualche attore per le facce buffe che facevano. Verso l'una di notte andarono a dormire, per un Juliet si era sentita sollevata, quasi non aveva pensato a quello che era successo poco prima, ma ora che stava da sola in camera con i propri pensieri non riusciva a fare a meno di pensarci. Si alzò dal letto e andò in bagno, si guardò per un attimo intorno, ma alla fine decise di fare la cosa che le veniva più naturale. Non sapeva esattamente perché lo stava facendo, ma sperava solo che la decesso stare meglio. Si infilò due dita in gola e iniziò a vomitare tutto il cibo che aveva nello stomaco e infine vomitò anche qualche succo gastrico. Per un momento si era sentita meglio, era come se un grosso macigno si fosse tolto, ma ora si sentiva anche peggio, ora non solo si sentiva fallita come artista, ma aveva appena rotto la promessa che aveva fatto ad André: non si sarebbe messa più due dita in gola, per qualsiasi motivo. Iniziò a piangere mentre era stesa a terra senza più forze, qualcuno entrò in bagno premette lo sciacquone, le pulì la bocca e la prese in braccio, la ragazza alzò di poco lo sguardo
<< André... >> disse con un sussurro, scoppiò ancora a piangere e affondò il viso contro il suo collo, il ragazzo la posò sul letto, si mise sdraiato accanto a lei. Non disse nulla e aspettò che si addormentasse prima di darle un bacio a fior di labbra.



~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊 premetto che questo capitolo non è nulla di che, so che c'è ne sono stati di migliori... Allora stavo un po' rileggendo la storia e stavo pensando che forse unirò alcuni capitolo, visto che ci sono alcuni che potrebbe essere uniti senza nessun problema è che sono pure abbastanza corti, oltre ovviamente ad una revisione completa, questo è ovvio... Passando ad altro, che ne pensate di questo capitolo? Certo non succede niente di che 😒 ma devo ancora curare nei particolari la fine della storia... Quindi diciamo sto prendendo tempo 😔...
Ringrazio di tutto cuore MusicHeart che mi ha recensito lo scorso capitolo
Ringrazio chi mi ha messo tra le preferite, seguite e ricordate ( grazie mille *^*) e le lettrici silenziose
A presto... Spero che non passerà un mese prima che pubblichi un alto capitolo 😒
Bacioniiii ❤️💜❤️💜

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Juliet si svegliò con due forti braccia che le circondavano la vita, si girò appena per vedere chi era e trovò André ancora addormentato che la stingeva a sé, si girò lentamente verso di lui e gli spostò i capelli che gli erano caduti sul viso. All'improvviso si ritrovò il polso bloccato e degli occhi azzurri che la trafiggevano con lo sguardo
<< Mi avevi promesso che non l'avresti più fatto >> disse il ragazzo spostandosi sopra di lei per imprigionarla sotto il suo corpo
<< André... >>
<< No zitta e ascoltami. Solo perché un coglione ti dice che fai schifo a disegnare non ti dà il diritto di prendere e iniziare a vomitare a destra e a manca, ti devi ficcare bene in questa tua testolina bacata che non puoi fare così per ogni cosa che succede. Non puoi sempre deprimerti per ogni cosa che non va bene nella vita. Gli ostacoli ci sono sempre, sarebbe troppo semplice se non ci fossero, ma non ti devi lasciare abbattere, se tutte le persone lo facessero a quest'ora il mondo sarebbe un deserto >> disse fissandola negli occhi serio come mai l'aveva visto prima Juliet
<< Mi dispiace >> sussurrò abbassando lo sguardo
<< Non basta. Mi avevi promesso che non avresti più fatto >> disse sospirando
<< E cosa ti dovrei dire? Più che dirti mi dispiace che dovrei fare? >> sbuffò lei
<< Non lo so, ma... Mi hai deluso Juliet, non... Dovevi farlo di nuovo >> disse sospirando, la ragazza rimase a guardarlo per qualche secondo con il mondo che le cadeva a pezzi davanti agli occhi, trattenne le lacrime abbassò lo sguardo, André si tolse da sopra di lei e si mise in piedi davanti al letto per poi sparire dietro la porta. La ragazza sbuffò più volte prima di alzarsi e uscire di casa per fare un giro, non sapeva esattamente cosa fare, così finiva ogni volta a girovagare per i canali deserti di Venezia. Decise di salire su un traghetto e andò Murano a farsi un giro per vedere qualcosa di nuovo visto che Venezia oramai la conosceva a memoria. 
Erano le due del pomeriggio e Juliet continuava a girovagare per le strade di Murano alla ricerca di una pizzeria o qualcosa del genere, ma non trovava nulla, oppure fingeva di non trovare nulla. Il cellulare prese a suonare e sul display comparve il numero di André, la ragazza sbuffò e non gli rispose, tolse la suoneria e la vibrazione e lo rimise in tasca. Dopo mezz'ora il cellulare segnava quindici chiamate perse e due messaggi tutti da parti di André, lesse i due messaggi che dicevano soltanto di richiamarlo, ma lei ovviamente non lo fece. Si appoggiò con i gomiti sopra un muretto di un ponte e iniziò a fissare l'acqua sotto di sé
<< Potresti anche rispondere >> disse la voce seccata di André, la ragazza non rispose e lo fissò dal riflesso dell'acqua << tieni >> sbuffò dandole un pezzo di pizza ancora caldo
<< Perché me l'hai comprata? >> chiese la ragazza alzando un sopracciglio
<< Non rompere e mangia >> disse mettendoglielo sotto al naso
<< Se a me non andasse? >> disse lei sorridendo divertita 
<< Non farmi incazzare >> ringhiò
<< Come se non lo fossi già >> disse dando un morso alla pizza ancora in mano al ragazzo
<< Appunto. Potresti anche prenderla in mano >> disse alzando gli occhi al cielo
<< È bollente >> disse la ragazza arricciando il naso, ingoiando quasi senza masticare, il ragazzo sbuffò e continuò a tenere la pizza versa di lei
<< Sei insopportabile >> borbottò mentre la ragazza mordeva di nuovo la pizza
<< Se sono insopportabile perché continui a stare con me? >> chiese alzando un sopracciglio, il ragazzo iniziò a borbottare qualcosa che la ragazza non capì. Rimasero in silenzio finché la ragazza non finì la pizza
<< Perché sei incazzato? >> chiese lei pulendosi la bocca dall'olio
<< Lo domandi pure? >> disse alzando un sopracciglio
<< Ti ho chiesto scusa e mi dispiace per quello che ho fatto, okay? Mi sento da schifo da sola non c'è bisogno che metti il carico da cento >> sbottò fulminandolo con lo sguardo, il ragazzo sostenne il suo sguardo anche se alla fine sospirò passandosi una mano tra i capelli
<< Okay, forse ho esagerato... >> borbottò abbassando lo sguardo verso l'acqua, la ragazza si avvicinò sorridendo dolcemente
<< No. Hai ragione ad essere incazzato... Anche io sarei incazzata... Che ne dici di andare in giro? >> disse dandogli un bacio sul collo
<< D'accordo >> disse mettendosi dritto, si morse il labbro inferiore come se fosse indeciso se dire o meno qualcosa, poi sembrò ripensarci e iniziò a camminare portandosi dietro la ragazza. Rimasero in giro per Murano per tutto il pomeriggio, parlarono del più e del meno e alla fine tornarono a casa di André dove si misero a giocare con la play e con Kate.
Passarono il resto delle vacanze in tranquillità, i giorni si susseguivano veloci e Juliet divideva le giornate sia con la famiglia di André che con la sua.
Il primo giorno dopo le vacanze ovviamente fu traumatico, a partire dalla sveglia: André l'aveva buttata giù dal letto facendole sbattere la testa sul pavimento e poi l'aveva messa sotto acqua gelida per farla svegliare meglio. Ovviamente subito dopo la ragazza provò a picchiarlo, ma con scarsi successi, lo chiuse in bagno, ma lo liberò solo perché non voleva fare tardi a scuola e così decise per ignorarlo per l'intera settimana.
<< July mi vai prendere un pacchetto di patatine? >> chiese André durante la ricreazione, la ragazza invece continuò a parlare con Lara continuando a far finta che lui non avesse detto niente << July >> ripeté il ragazzo sorridendo divertito, ma la ragazza continuò a ignorarlo <> urlò il ragazzo
<< Lara non sembra anche a te che c'è una qualche voce fastidiosa? Qui vicino? >> chiese Juliet continuando a dare le spalle al ragazzo e l'amica scoppiò a ridere divertita
<< Lara dici a quest'idiota di andarmi a prendere un pacchetto di patatine? >> sbuffò André
<< Lara dì a questa stupida voce che il pacchetto di patatine se le può anche sognare >> continuò la ragazza incrociando le braccia al petto
<< Bene l'hai voluta tu >> disse André, la prese per i fianchi per costringerla a girarsi verso di lui e un attimo dopo le stava succhiando via il sangue
<< Stronzo >> ringhiò lei aggrappandosi alla sua maglietta, lo sentì sorridere contro il suo collo e prima di staccarsi le baciò tutto il collo << ti odio >>
<< E io ti amo pensa un po' >> disse sorridendo divertito, la ragazza si girò e se ne andò mandandolo a quel paese. Si rincontrarono in classe e la ragazza si buttò sulla sedia e si addormentò sul banco. Erano passati a malapena cinque minuti quando qualcuno iniziò a scuoterla per là spalle
<< Mh... Che succede? >> chiese con gli occhi ancora socchiusi
<< Andiamo a ginnastica >> disse André prendendola per il braccio
<< No, mi giustifico. Addio >> disse lei tentando di rimanere seduta
<< Anche se ti giustifichi devi venire comunque giù. E poi non ti puoi giustificare >> disse lui divertito, la prese per mano e la trascinò fuori dalla classe
<< Perché? >>
<< Perché lo decido io... Ti devo aiutare a cambiarti? >>
<< No c'è la faccio da sola >> disse correndo nel spogliatoio già completamente vuoto, si tolse lentamente la felpa per mettersi una maglietta a maniche corte nera con sopra disegnato un teschio bianco
<< Gran bel culo, ora capisco perché André ti vuole tutta per se >> disse qualcuno dietro di lei, la ragazza si girò di scatto trovando Joe -un suo compagno di classe-
<< Cazzo ci fai qui? >> squittì mettendosi gli shorts di fretta
<< Beh sei una puttana, dovresti saperlo cosa voglio fare >> disse iniziando ad avvicinarsi
<< Non sono una puttana >> ringhiò lei stringendo le mani a pugno
<< Altri dicono il contrario >> disse spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio
<< Stammi lontano >> disse spingendolo via, ma ovviamente il ragazzo fece a malapena un passo indietro
<< Io ti potrei far godere di più rispetto ad André >> disse spingendola contro il muro
<< André è il mio ragazzo e poi stammi lontano >> disse cercando di liberarsi, ma lui lo spinse ancora di più contro il muro
<< Oh ma davvero? Allora anch'io potrei essere il tuo ragazzo >> disse baciandole il collo
<< Mi fai schifo, levati >> disse iniziando a dibattersi e provando a spingerlo via
<< Uhm... Se fai così mi fai eccitare >> disse strusciandosi addosso a lei
<< Levati razza di coglione >> disse la voce di Derek prendendo il ragazzo per il colletto << ora noi due andiamo a fare una bella chiacchierata >> disse buttandolo fuori dello spogliatoio
<< Stai bene? >> chiese Lucas sorridendo dolcemente
<< Oh a parte il fatto che in questo periodo tutti mi vogliono stuprare o uccidere... Direi alla grande >> disse sospirando, il ragazzo abbracciò stringendola forte
<< Mi dispiace >> sussurrò accarezzando lei capelli
<< Anche a me dispiace >> sussurrò chiudendo gli occhi, iniziarono a dondolare e la ragazza per un attimo si poté rilassare << pure a scuola non c'è la posso fare... Ho paura, non c'è la posso fare è troppo >> sussurrò affondando il viso nel suo petto
<< Non sei sola. Non dovrai affrontare tutto da sola. André ti starà sempre accanto >> disse dandole un bacio sulla tempia
<< Lo so... È il lato positivo della cosa >> disse sorridendo
<< Ehy dobbiamo tornare in palestra altrimenti la prof rompe i coglioni >> disse Derek
<< Si eccoci >> disse Juliet andando verso di lui << grazie >> continuò dandogli un bacio sulla guancia
<< Di nulla piccolina >>  disse scompigliandole i capelli. Andarono in palestra e subito la ragazza fu presa da Lara che la trascinò a correre lungo tutto il campo da calcio mettendo come scusa il fatto che dovessero fare due giri di campo come riscaldamento
<< Non sai che ti sei persa >> disse Lara appena furono abbastanza lontane da tutti e nessuno poteva ascoltarle
<< Dimmi >> disse lei guardando davanti a sé
<< Allora tu e André siete stati gli ultimi a scendere. Appena sei entrata nello spogliatoio Camilla è saltata addosso al tuo ragazzo, ma lui l'ha subito allontana e porta in disparte, non so cosa si sono detti, ma lui sembrava molto incazzato >> disse lei sorridendo divertita << e l'oca subito dopo è scoppiata a piangere ed è corsa da Joe, che poi è andato negli spogliatoi... Ora che ci penso né uscito messo molto male... Sai che cosa è successo? >> disse girandosi a guardarla
<< Ehm... Non lo so >> disse lei guardando per terra
<< E invece lo sai, avanti parla >> disse avvicinandosi a lei, Juliet si guardò intorno, ma non vide nessuno di abbastanza vicino da poterle sentire
<< Diciamo che Joe ci ha provato... Ma è intervenuto Derek >> disse sottovoce continuando a guardare per terra, Lara si fermò di colpo e di conseguenza si fermò anche Juliet
<< Io lo vado ad uccidere >> disse iniziando a camminare velocemente verso il ragazzo che aveva un occhio violaceo, il labbro spacco e lo zigomo gonfio
<< No ferma, ci ha pensato già Derek, non ti preoccupare >> disse Juliet prendendola per il braccio
<< Non ci ha pensato abbastanza >> disse continuando a camminare come niente fosse
<< Ti prego >> disse lei puntando i piedi per terra
<< Ragazzi mettevi a coppia e fate la lotta >> gridò la professoressa
<< Bene non poteva dirlo in un momento migliore >> disse Lara sorridendo divertita
<< No ti prego, non è successo niente te lo giuro >> disse stringendo il braccio
<< Non mi importa, lo devo uccidere a priori >> disse liberandosi dalla sua stretta e corse fino Joe
<< July tu stai con me >> disse André abbracciandola da dietro
<< Lucas puoi andare a fermare Lara? >> disse girandosi verso il ragazzo che stava affianco a loro
<< Perché? >> chiese confuso
<< Vuole uccidere Joe >> 
<< Come mai? >> chiese André appoggiando il mento sopra la sua testa
<< Lascia stare... Lucas vai? >> 
<< Nah, sarà divertente >> disse incrociando le braccia al petto
<< Anche tu no >> sbuffò lei
<< Qualcuno mi può spiegare che succede? >> disse André sbuffando
<< Te lo spiegherò più tardi >> disse lei dandogli un bacio sul mento
<< Mh... Okay... Dovremmo fare la lotta >> disse lui guardandola divertito
<< E allora? Ho già corso te lo scordi che mi muovo ancora >> disse incrociando le braccia al petto
<< Dai su, che ti insegno a difenderti >> disse trascinandola verso tutti gli altri che si stavano allenando e lei fu costretta a seguirlo
<< Allora spero che almeno i punti deboli di un qualunque essere umano li sai >> disse mettendosi davanti a lei
<< Ovvio, basta dare un calcio là in mezzo >> disse lei con una scrollata di spalle
<< July dai... Allora i punti deboli sono bocca dello stomaco, lo spazio tra il mento e la gola e il naso. Ora prova a darmi un pugno >> disse sorridendo 
<< Fai sul serio? >> il ragazzo annuii e la ragazza cercò di colpirlo, ma lui la bloccò e fece finta di colpirla sulla bocca dello stomaco e lei si piegò in due per riflesso
<< Visto? Allora si fa così, prova darmi un pugno a rallentatore >> disse rimettendola dritta, la ragazza provò di nuovo a colpirlo, la bloccò, la prese per il braccio e fece un'altra finta << ora prova tu, piano mi raccomando >> la ragazza obbedì e colpì il ragazzo rifacendo gli stessi movimenti << perfetto >> continuò lui sorridendo
<< Questo vale anche per colpire un demone? >> chiese avvicinandosi a lui che immediatamente si fece serio
<< Non devi mai e poi mai provarci >> disse abbassandosi fino al suo orecchio << non ci devi neanche provare, ti faresti solo male tu. Ergo non devi fare nulla intesi? >> disse guardandola negli occhi, la ragazza abbassò lo sguardo, ma dopo un istante André la costrinse a guardarlo negli occhi << intesi? >> ringhiò
<< Si >> sussurrò con un sospiro
<< Dopo parliamo >> disse spostandole i capelli dal viso, lei annuii e la campanella suonò << finalmente torniamo a casa >> continuò circondandole le spalle con un braccio << vengono anche Derek e Lucas >> e le diede un bacio sulla tempia
<< Okay... Devo farmi una doccia >> disse lei arricciando il naso
<< Hai pienamente ragione sai >> disse divertito
<< Guarda che neanche tu ci scherzi >> disse guardandolo storto
<< Vorrà dire che ci faremo la doccia insieme >> disse e le diede un'altro bacio sulla tempia
<< Neanche per sogno, qualcuno dovrà restare con Lucas e Derek >> disse sorridendo divertita
<< E allora? Stanno bene anche da soli >> disse scrollando le spalle
<< Allora mettila così, non ti voglio sotto la doccia con me >> disse correndo verso Lara per salutarla mentre André borbottava qualcosa che la ragazza non capì o fece finta di non capire. Tornarono a casa e la ragazza corse a chiudersi in bagno per farsi una doccia, ci mise in tutto mezz'ora per lavarsi e asciugarsi i capelli, si vestì in fretta e tornò dagli altri che stavano già mangiando
<< Grazie per avermi aspettato >> borbottò mettendosi seduta accanto ad André
<< Ci stavi mettendo un eternità e noi avevamo fame >> disse André quasi senza guardarla
<< Ci ho messo solo mezz'ora >> disse guardandolo storto
<< Vi prego non litigate ora >> sbuffò Derek
<< Dillo al troglodita >> disse la ragazza sorridendo divertita
<< Dillo all'idiota qui accanto >> disse André
<< Basta. Tutte e due >> disse Lucas guardandoli storto, i due si guardarono per un attimo male e poi ripresero a mangiare in silenzio
<< Mi domando come facciate a stare ancora insieme >> disse Derek massaggiandosi la nuca
<< Che esagerato, solo perché litighiamo qualche volta non vuol dire che non possiamo stare insieme >> disse André bevendo qualcosa di rosso
<< È vino quello? >> chiese Juliet assottigliando lo sguardo
<< Non proprio >> disse lui con una scrollata di spalle
<< Cos'è allora? >> insistette lei guardandolo male
<< Non avevi deciso di non parlarmi più per una settimana? >> chiese sorridendo divertito
<< Non risponde con una domanda ad un'altra domanda >> André alzò gli occhi al cielo
<< Sei irritante >> sbuffò lui scompigliandole i capelli
<< Smettila di sviare il discorso >> disse lei togliendogli la mano dalla sua testa
<< È il tuo sangue, contenta ora? >> sbuffò lui appoggiandosi allo schienale della sedia
<< Quando me l'hai preso? >> chiese sgranando gli occhi
<< Quando vieni ferita i vestiti ti si inzuppano di sangue quindi lo prendo da là >> disse scrollando le spalle
<< Quando avevi intenzione di dirmelo? >> chiese sollevando un sopracciglio
<< È tanto importante? >> chiese confuso
<< Mamma, papà,  noi saremo stanchi di vedervi litigare >> disse Lucas agitando le braccio
<< Io me ne vado a dormire >> disse lei sbuffando e se ne andò in quella che doveva essere la sua camera, dove André in teoria non poteva entrare. Si guardò per un attimo allo specchio era bianca come un cadavere e aveva delle occhiaie profonde sotto gli occhi, sbuffò e si buttò sul letto, dopo un attimo si addormentò.

Juliet si svegliò che era notte fonda, si alzò a sedere e subito il suo stomaco iniziò a brontolare come se fosse un dinosauro, si massaggiò lo stomaco, fece per scendere dal letto, ma andò a sbattere contro qualcosa che iniziò a mugugnare qualcosa, la ragazza accese la luce e trovò André raggomitolato contro il cuscino che teneva stretto a se. Il ragazzo socchiuse un occhi e la guardò ancora assonnato
<< Spegni quella luce, da fastidio >> borbottò richiudendo un occhi
<< Che ci fai qui? >> chiese lei inclinando la testa di lato così che la sua ombra cascasse sopra il suo volto
<< Volevo vedere come stavi. Eri così nervosa >> disse lui lasciando il cuscino e circondò i fianchi della ragazza per stringerla a sé
<< Scusami per prima >> mormorò affondando il viso nell'incavo della spalla e del collo
<< Non importa, tranquilla... Ti è venuto il ciclo >> disse dandole un bacio sulla spalla
<< Non puoi darmi questa notizia così come se niente fosse >> buffò lei dandogli uno schiaffo sulla nuca
<< Vatti a cambiare prima che sporchi tutti >> disse lui ridendo divertito, la ragazza buffò e andò in bagno a cambiarsi, ritornò e si rimise tra le braccia di André
<< Io ho fame >> disse dandogli un bacio sul mento
<< Non ti vado a prendere da mangiare >> disse guardandola male
<< Mh... E dai. Ho tanto fame >> disse continuando a baciarlo sul collo
<< No, non mi corrompi >> disse divertito
<< Bene allora mi perderò per casa e la colpa sarà solo tua >> disse alzandosi in piedi e andò verso la porta
<< Veramente la colpa sarà solo tua che non riesci a ricordare nulla >> disse lui divertito, ma la ragazza preferì non rispondergli ed uscì. Andò in giro per la casa per mezz'ora senza trovare nulla, alla fine due mani si appoggiarono sui suoi fianchi
<< Sei senza speranza, da qui arrivi in camera nostra. Vieni di qua >> disse André seccato riportandola indietro per il corridoio
<< Ti avevo avvertito che mi sarei persa, non fare troppo il seccato >> disse lei lasciandosi trasportare
<< Si ma è da mesi che stai qua almeno qualcosa potresti impararlo >> sbuffò lui
<< È solo da un mese in cui ci sono state anche le vacanze di Natale, sono giustificata >> disse lei incrociando le braccia al petto
<< Sono troppo stanco per risponderti... Ah già domani c'è un pranzo di famiglia >> disse appoggiando il mento sulla sua testa
<< No, no ti prego, io odio i pranzi di famiglia, non lo voglio fare... Se mi dò per malata? >> disse lei girandosi verso di l con sguardo supplichevole
<< Non puoi saltarlo mi dispiace >> disse e dopo un istante una luce si accese accendo per qualche secondo la ragazza
<< Potevi avvertire >> disse parandosi con la mano la luce
<< E perdermi la tua graziosa smorfia? Neanche per sogno >> disse lui divertito
<< Crudele >> borbottò lei guardandolo male
<< Allora cosa vuole da mangiare la mia principessa? >> chiese mettendosi ai fornelli, era senza maglietta e addosso aveva solo un paio di calzoncini corti bianchi, Juliet rimase per qualche minuti incantata a guardarlo, neanche sentì la domanda che lui le fece. Quando André si girò a guardarla la ragazza rimase ancora nel mondo dei sogni, persa a guardare i suoi addominali perfetti e i pettorali scolpiti. L'unica cosa che la riscosse fu la risate divertita di André
<< Che c'è? >> chiese lei confusa
<< La tua faccia... Così buffa... >> disse tra una risata e l'altra << dovevi vederti... >> disse reggendosi al lavandino << eri così imbambolata... Dovevo farti una foto ricordo >> continuo asciugandosi le lacrime dagli occhi
<< Idiota, ti odio >> sbuffò lei guardandolo storto e si mise seduta sulla sedia del tavolo
<< Rifai di nuovi quella faccia? Ti prego, ti devo fare una foto >> disse con ancora le lacrime agli occhi
<< Scordatelo, stupido troglodita da due soldi >> disse facendogli la linguaccia
<< Dai principessa, solo un istante. Così ogni volta che sarò giù di morale mi basterà guardare la tua faccia da idiota >> disse mettendosi davanti a lei
<< Come? >> chiese sollevando un sopracciglio e lo guardò male
<< Hai capito bene, dai ti sto pregando >> disse accovacciandosi sulle ginocchia
<< Scordatelo >> disse guardando dall'altra parte
<< Dai principessa >> disse iniziando a darle dei piccoli baci sul collo
<< Ho detto no e no rimane >> disse cercando di allontanarlo, ma senza successi
<< Sai che non l'abbiamo mai fatto in cucina >> disse con voce rauca e le morse il lobo
<< A... André... Ho il ciclo >> disse aggrappandosi alle spalle
<< Stupide cose da donne >> sbuffò André allontanandosi << allora cosa vuoi mangiare? >> chiese andando ai fornelli
<< Ehm... Non lo so... Sorprendimi >> disse lei iniziando a fissare la sua schiena. Si persa tra i suoi pensieri mentre con gli occhi seguiva ogni movimento del giovane che andava da una parte all'altra della cucina
<< Come mai domani c'è il pranzo di famiglia? >> chiese dopo un lungo silenzio
<< Mio padre vuole decidere cosa fare con... Lo zio >> disse dopo un attimo di esitazione
<< E c'era bisogno di un pranzo? >> chiese inclinando la testa di lato
<< Alcuni vengo da lontano, altri staranno qua dalla mattina presto, altri arrivano il pomeriggio, così facciamo prima a fare un pranzo >> disse con una scrollata di spalle
<< Quindi alcuni ci saranno pure a colazione? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Si, ma noi andremo a scuola, quindi non li incontriamo >> disse con un'altra scrollata di spalle
<< Meno male >> disse con un sospiro liberatorio, erano come se fosse stata in ansia per tutto per quel tempo
<< Perché odi tanto i pranzi di famiglia? >> chiese dandole un pancake al cioccolato
<< Perché tutti mi fissano e mi fanno sentire a disagio >> disse mordendo il pancake << li fa più buoni già madre >> disse leccandosi l'indice che era sporco di cioccolata
<< Mia madre ora non c'è mi dispiace, ti dovrai accontentare di questo >> sbuffò lui incrociando le braccia al petto
<< Non ho detto che non sono buoni, anzi sono ottimi >> disse mordendo di nuovo il pancake e il ragazzo borbottò qualcosa che lei non riuscì a capire e lo guardò confusa
<< Lascia stare, sbrigati a mangiare che voglio tornare a letto >> sbuffò lasciandosi cadere su una sedia accanto a lei. Appena finì di mangiare ritornarono a dormire in camera loro e André si addormentò dopo un secondo mentre lei rimase sveglia per tutto il tempo a leggere un libro e a giocare con i capelli del ragazzo che si era addormentato sopra la sua pancia.

La mattina dopo visto che la ragazza non riusciva a svegliare André in nessun modo prese un secchio di acqua gelida e la butto addosso al ragazzo che scattò in piedi sul letto con gli occhi sgranati
<< Ora capisci cosa si prova? >> disse lei sorridendo divertita, il ragazzo la fulminò
<< Giuro che se ti prendo ti uccido >> disse scendendo dal letto, la ragazza lasciò il secchio e cercò di correre alla porta, ma lui ovviamente fu più veloce, la prese per i fianchi e la buttò sul letto dove iniziò a farle il solletico fino a quando non vide che la ragazza che non riusciva a respirare
<< Come...come sei esagerato >> disse lei con il fiato corto e le lacrime agli occhi << tu mi hai fatto la stessa cosa, ma non mi sembra che ti ho fatto chissà che >> sbuffò lei spostandosi dietro l'orecchio
<< Potevi inverta te qualcosa di meglio >> disse spostandosi da sopra di lei per mettersi in piedi
<< E cosa avrei dovuto fare grande genio? >> sbuffò mettendosi seduta e guardandolo male
<< Se vuoi te lo faccio vedere >> disse sorridendo divertito
<< No, sei ancora in punizione >> disse andando in bagno e si chiuse dentro
<< Perché ti chiudi dentro? >> urlò André dall'altra parte
<< Perché così sono sicura che non entri >> disse iniziando a truccarsi
<< Peccato che ti sei scordata della doppia chiave >> disse comparendo dietro di lei e l'abbracciò stringendola a sé 
<< Comunque sia, ho il ciclo quindi non puoi dare nulla >> disse mettendosi il rossetto rosso scarlatto
<< Te lo devi proprio mettere? >> chiese facendo una smorfia
<< Così non mi devo truccare dopo >> disse con una scrollata di spalle
<< Si ma non è troppo, per scuola? >> chiese dandole un bacio sulla spalla
<< Dici? Meglio se tolgo il rossetto e me lo metto dopo >> prese le salviette struccanti e si tolse il rossetto << così? >> chiese girandosi verso André e gli mise le braccia intorno al collo
<< Molto meglio >> disse dandole un bacio sulle labbra e la strinse di più a sé
<< Andiamo >> disse lei allentandosi solo con la testa
<< No, oggi ti voglio tutta per me >> disse iniziando a baciarle il collo
<< L'hai anche ieri... >> sbuffò passandosi una mano tra i capelli
<< Ieri eri incazzata >> disse sorridendo divertito
<< Quindi me l'hai detto solo nella speranza di rabbonirmi e quindi toglierti la punizione e non perché ci tieni davvero? >> chiese alzando un sopracciglio, il ragazzo rimase per qualche minuto ad osservarla negli occhi
<< È un trabocchetto vero? >> chiese serio scrutandola negli occhi, Juliet rimase per qualche secondo basita e poi lo spintonò via
<< Ma vaffanculo >> disse uscendo dal bagno e si sbatté la porta alle spalle per poi chiuderlo dentro
<< July apri >> disse il ragazzo provando ad aprire la porta
<< Scordatelo, ora starai lì a pensare >> disse uscendo dalla camera per andare in salotto dove trovò Christine che teneva in braccio Kate
<< Buongiorno Christine >> disse la ragazza sorridendo andandogli incontro
<< 'Giorno Juliet >> disse la donna sorridendole dolcemente << dov'è André? Di solito ti sta appiccicato, soprattutto di prima mattina >> disse mettendo sul divano Kate che stava ancora in una fase di dormiveglia
<< L'ho chiuso in bagno, mi faresti il favore di andarlo a "liberare" tra un quarto d'ora? >> chiese sorridendo dolcemente
<< Che cosa ha fatto oggi? >> chiese la donna divertita
<< È il solito idiota. Mi dispiace dirtelo, ma hai fatto un figlio idiota >> disse scuotendo la testa
<< Non ti preoccupare, lo sapevo da me >> disse sospirando afflitta << spero che almeno Kate sia uscita meglio >> continuò guardando dolcemente la bambina
<< Stai tranquilla, con Kate avete fatto un ottimo lavoro, è meravigliosa >> disse sorridendo
<< Lo so di essere meravigliosa, nessuno mi può resistere >> disse la bambina sbadigliando e le due scoppiarono a ridere
<< Tesoro tu intanto vai, ad André ci penso io >> disse Christine dandole un bacio sulla fronte
<< Grazie, ci vediamo dopo. Ciao >> disse correndo verso l'uscita. Fuori fu investita dal vento freddo dei prima di gennaio, il vento aveva l'odore tipico di quando doveva nevicare da un momento all'altro. Camminò lentamente verso la macchina di André, si infilò dentro accendendo immediatamente i riscaldamenti. Aspettò qualche minuto che si riscaldasse la macchina e mise in moto per andare a scuola.
La giornata passò velocemente, alla fine André non era venuto a scuola e le aveva mandato un messaggio con su scritto che gliela avrebbe fatta pagare, soprattutto perché la madre gli aveva fatto la ramanzina sul fatto che si doveva comportare meglio.
Appena tornò a casa Christine le andò in contro con uno sguardo preoccupato
<< Vai in camera tua non in quella di André, altrimenti credo che ti ucciderà davvero stavolta >> disse prendendola per il braccio e trascinandola verso la sua camera
<< Perché? Cosa ho fatto? >> chiese lasciandosi trasportare
<< Non l'ha presa bene il fatto che l'hai chiuso una seconda volta in bagno e che l'ha fatto uscire un inserviente >> disse guardandosi intorno con circospezione
<< Mi sembra un po' esagerato >> disse alzando un sopracciglio
<< Ti ho fatto mettere il vestito incamera. Già ti immagino starai d'incanto >> disse sorridendo dolcemente
<< Ehm... Okay >> disse titubante. Arrivarono in camera e Christine la lasciò da sola a contemplare il vestito, era verde smeraldo, lungo, aderiva perfettamente lungo il torace e poi si allargava dai fianchi in poi; aveva una scollatura a cuore e le maniche erano a barchetta che scendevano larghe lungo le braccia, tanto che c'erano bisogno di spalline trasparenti per reggere il vestito. Se lo mise e si ripassò il trucco mettendosi un rossetto rosso chiaro e si mise delle scarpe nere aperte con il tacco. Si stava mettendo il bracciale che le aveva regalato André quando lo vide entrare in camera, aveva addosso una camicia bianca, una giacca blu nera e dei pantaloni neri 
<< Ehy >> disse lei sorridendo dolcemente
<< Il mio bracciale >> disse sorridendo divertito << te lo metto io, altrimenti lo rompi >> disse sorridendo divertito, glielo mise e la baciò dolcemente
<< Stai bene >> disse lei sbottonandogli l'ultima bottone della camicia << meglio >> disse sistemandogli poi il colletto
<< Se vuoi possiamo rimanere qua e tu puoi finire di sbottonarmi >> disse ghignando divertito
<< Idiota >> disse lei ridendo
<< Anche tu non stai male >> disse spostandole i capelli dietro l'orecchio
<< Lo so, sono meravigliosa >> disse sorridendo
<< Com'è andata a scuola? >> chiese baciandole la tempia
<< Abbastanza bene >> disse circondandogli i fianchi con le braccia
<< Come mai abbastanza? Oggi non c'era nulla >>
<< Non sapevo a chi dare fastidio >> disse appoggiando il mento sul suo petto
<< Così impari a chiudermi in stanza >> disse guardandola male 
<< È stato divertente >> disse scoppiando a ridere
<< Andiamo che siamo già in ritardo >> sbuffò, la prese per mano e la condusse fuori. Appena arrivarono andarono a mangiare, la ragazza stava con André, Lucas, Derek, Sidney e Al. Restarono insieme fino a quando i ragazzi non se ne andarono, così che lei rimase a giocare con Kate, visto che erano quasi tutte donne e Juliet si sentiva a disagio.
Juliet stava parlando con Christine mentre Kate si mangiava una torta al cioccolato quando André andò verso di lei come una furia, aveva gli occhi che erano diventati rossi scarlatti. Senza dire nulla la prese per avambraccio e iniziò a trascinarla fuori dalla casa
<< André che succede? >> chiese Juliet confusa mentre saltellava per restargli dietro e non cadere per terra
<< Te lo spiego dopo. Ora ce ne dobbiamo andare >> ringhiò stringendo la presa sul braccio
<< André non puoi fare così >> urlò Henry entrando nella sala spalancando le porte
<< Non me ne frega un cazzo delle vostre discussioni tra fratelli. Non metterò in pericolo Juliet >> urlò André girandosi a guardare il padre e mettendo la ragazza dietro di sé come se la volesse proteggere
<< Ti ho già spiegato che sarà in pericolo. Non le succederà nulla >> disse il padre andandogli incontro
<< Si, come non le sarebbe successo nulla tutte le altre volte? >> urlò il ragazzo stringendo la prese sul polso della ragazza << già te l'ho detto. Lei. Non. Deve. Essere. Messa. In. Mezzo >> ringhiò
<< Posso sapere che succede? Visto che a quanto pare sono la diretta interessata >> disse Juliet
<< No. Tu non farai assolutamente nulla >> disse André guardandola male
<< Posso decidere io >> chiese Juliet guardandolo anche lei male
<< No, non puoi. Ora farai quello che dico io e tu non farai un bel nulla >> ringhiò avvicinandosi tanto che Juliet per paura fece un passo indietro, ma questo comunque non la fece desistere dal rispondergli a tono
<< Sono grande abbastanza da decidere da sola, non ho bisogno che qualcuno mi dica quello che devo o non devo fare >> disse guardandolo negli occhi cercando di trovare una traccia di azzurro in quel rosso cremisi che circondava la pupilla. Il ragazzo si mosse velocemente, le mise una mano intorno al collo e lo strinse leggermente, la ragazza lo guardò negli occhi confusa da quello che stava succedendo e con la paura che le pietrificava ogni singolo muscolo; vide uno strano scintillio negli occhi del giovane e si sentì risucchiare dentro e non riuscì a resistergli molto così che si lasciò affogare dentro le sue pupille 
<< Ora tu vai in camera e aspetti lì finché non torno >> disse piano vicino al suo orecchio, l'unico pensiero che adesso aveva Juliet era quello di dover andare in camera e aspettarlo finché non fosse tornato. Una volta che André fu sicuro che la ragazza avesse capito le lasciò il collo e quella iniziò ad andare verso la loro camera come le aveva detto lui.

Stava camminando, ma la vista era tutta appannata, non capiva cosa stava succedendo esattamente, voleva fermarsi, ma non ci riusciva, nella mente risuonavano quelle parole e lentamente la convincevano del fatto che fosse stata lei a decidere di andarsene. Divenne nero tutto all'improvviso, il corpo fu scosso da un colpo secco dato dietro la nuca, il corpo non rispose più ai suoi comandi e crollò a terra.

~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊 è da quasi un mese oramai che non aggiorno 😒 e mi dispiace tanto 😣 volevo aggiornare prima, ma ho avuto settimane piene di verifiche e interrogazioni tutti i giorni 😭 mi dispiace 😖
Comunque che ne dite del capitolo? Questa volta credo di averlo fatto abbastanza lungo e succedono abbastanza cose, quindi sono quasi soddisfatta di me 😇
Ringrazio MusicHeart e GUFFETTA73 che mi hanno recensito lo scorso capitolo.
Ringrazio chi mi ha messo tra le storie preferite, seguite e ricordate ❤️
Al prossimo capitolo che forse farà quello finale di tutta la storia 🤔 forse, non ne sono sicura... Per il prossimo aggiornamento non posso assicurarvi nulla, mi dispiace 😔
A presto
Bacioni ❤️💜❤️💜

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Juliet si svegliò che stava sdraiata su qualcosa di morbido e caldo, le faceva male testa e sentiva una leggera nausea. Apri piano gli occhi trovandosi davanti un muro di pietra, si alzò lentamente a sedere, ma subito un forte giramento di la fece stendere di nuovo. Si guardò un po' intorno trovandosi in stanza quadra spoglia di ogni cosa, c'era solo il letto dove stava lei, le sbarre di ferro alla finestra, il pavimento aveva il parquet di legno chiaro e una porta di metallo che stonava con tutto quello che la circondava. Sbuffò chiudendo gli occhi, non ricordava cosa era successo, si ricordava solo che André stava litigando con il padre per qualcosa che non capiva
<< Ti sei svegliata finalmente >> disse qualcuno dalla porta, Juliet girò appena la testa e trovò Rick appoggiato allo stipite della porta
<< Sai che sei monotono? >> disse provando a mettersi seduta, ma lui la fermò costringendola a stare sdraiata
<< Meglio se rimani giù, ti ho colpito un po' forte, non vorrei che vomitassi per terra >> disse ghignando divertito e le spostò i capelli dietro l'orecchio
<< Cosa vuoi questa volta? >> chiese incrociando le braccia al petto
<< Nulla. Non ti farò nulla per questa volta, mi sono divertito abbastanza con te, la scorsa volta >> disse leccandosi il labbro inferiore
<< Quindi ora cosa vuoi? >> chiese alzando un sopracciglio
<< Servi solo come esca >> disse accarezzandole una guancia
<< Anche l'altra volta servivo come esca eppure questo non ti ha fermato dal torturarmi >> disse assottigliando lo sguardo
<< Questa volta è diverso >> disse alzando gli occhi al cielo << vuoi mangiare qualcosa? >>
<< Cosa sarebbe diverso? >>
<< Il fatto che ho ottenuto ciò che volevo >> disse ghignando divertito
<< Se intendi il fatto che mi hai stuprata ti assicuro che oramai l'ho superato >> disse stringendosi le braccia al petto
<< Di te non mi importa nulla. Non hai mai pensato a come si sentisse André? Di come si può sentire male ogni volta ti prendo con me? >> disse ghignando felice della confusione della ragazza e scoppiò a ridere << ogni volta che ti ferisco lui sta male perché sa che ha fallito, non è riuscito a proteggerti e mai ci riuscirà >> continuò scoppiando a ridere di nuovo << quel povero imbecille non sa nemmeno cosa succederà quando arriverà qua >> disse alzandosi in piedi
<< E cosa succederà? >> chiese lei mettendosi seduta
<< Lo scoprirai principessa >> disse ridendo e fece per uscire, ma poi tornò indietro e la ragazza si trovò i polsi legati da una catena al letto << per essere sicuri che non scapperai >> disse facendole l'occhiolino e se ne andò lasciando la ragazza con non poche domande.
Passarono le ore e la ragazza le passò tutte a contare le pietre e tutte le lastre di legno erano state utilizzate, guardava fuori dalla finestra cercando di capire dove stava, ma senza successo, vedeva solo una foresta e montagne; provò a dormire, ma gli occhi rimaneva aperti e non volevano chiudersi. Si ritrovò a stare seduta sul letto a darsi botte con la testa contro il muro, ripensava alle parole di Rick e si malediceva per non aver mai pensato a come potesse stare André, aveva sempre e solo pensato prima a se stessa e poi a lui, non riusciva a capire come aveva potuto fare una cosa del genere. Quando stava con Tom non faceva altro che pensa prima a lui e poi a lei, invece da quando stava con André non ci pensava affatto. Il senso di colpa la investi come mai prima d'ora, neanche dopo che aveva rotto la promessa con André si era sentita così in colpa. Per questo si dava botte sulla testa, non voleva piangere, ma almeno faceva qualcosa.
Per tutto il giorno non venne nessuno né per portarle da mangiare né per darle da bere, così quando scese la notte la ragazza iniziò ad avere fame e ben presto si aggiunse anche la sete. Si addormentò solo a notte fonda con la testa che le scoppiava a causa di tutte le botte che si era data per passare il tempo.
Si svegliò a causa di un botto che ancora riecheggiava per la stanza, si mise a sedere e guardò verso la porta dove trovò Rick che si avvicinò velocemente a lei
<< Buongiorno >> disse sorridendo divertito
<< Che c'è di tanto divertente? >> chiese lei guardandolo male
<< I tuoi capelli sono meravigliosi stamattina >> disse scoppiando a ridere mentre la ragazza si portò velocemente le mani fra i capelli per pettinarli come meglio poteva
<< Cosa vuoi? >> sbuffò mentre si faceva una treccia di lato
<< Volevo solo vedere come stavi >> disse prendendole i capelli e iniziando ad intrecciarli lui
<< Vallo a raccontare a qualcun altro. Dimmi cosa vuoi >> disse strappandogli i capelli dalle mani per finire lei la treccia
<< Sono così morbidi i tuoi capelli >> disse iniziando a giocarci
<< Rick dimmi. Cosa. Vuoi >> ringhiò
<< Te lo detto non voglio nulla, solo farti un po' di compagnia visto che ieri sei stata tutto il tempo da sola >> disse mentre con altra mano le accarezzava una guancia
<< Tu vuoi sempre qualcosa >> disse assottigliando gli occhi
<< D'accordo. Quando tutto questo sarà finito tu restai da sola ed è un tremendo peccato visto quanto sei bella. Quindi alla fine di tutto tu diventerai la mia sposa >> disse sorridendo divertito mentre la ragazza sgranava gli occhi
<< Ma neanche per sogno. Tu sei fuori di testa. Dopo tutto quello che hai fatto e che stai facendo passare ad André, come ti può anche solo venirti in mente che io possa stare con te? >> 
<< Ma infatti non te lo sto chiedendo. Tu diventerai mia punto e basta, non puoi scegliere >> disse ghignando divertito, le prese il mento tra le dita e si avvicina a lei così che le loro labbra iniziarono a sfiorarsi
<< Preferisco morire piuttosto che mettermi con te >> ringhiò lei guardandolo male
<< Imparerai ad amarmi come ami André >> disse sorridendo divertito e le morse forte il labbro inferiore, si staccò solo dopo che le fece un taglio superficiale sul labbro << ci vediamo domani... Mia sposa >> disse uscendo dalla stanza. Juliet rimase a guardare a lungo la porta maledicendosi per non aver fatto nulla come al solito. Ritornò nella noia più totale, non venne più nessuno così per riempire quel maledetto silenzio che la circondava iniziò a canticchiare una canzone, ma la gola iniziò a bruciarle così che smise presto, i pensieri ricominciarono ad affollarle la testa e il senso di colpa ritornò più prepotente di prima. Si portò le gambe al petto, si guardò intorno alla ricerca di una via d'uscita, ma l'unica era la porta, ma con le catene non riusciva a raggiungerla e poi sicuramente era chiusa a chiave; con sé non aveva neanche il suo coltellino visto che indossava ancora il vestito del giorno prima. Stette seduta tutto il giorno ad aspettare che succedesse qualcosa. Verso sera iniziò a piovere a dirotto, la stanza divenne buia tanto che la ragazza non vedeva ad un palmo dal naso, riusciva a vedere solo grazie alla luce dei tuoni che infrangevano il cielo. E così la ragazza si addormentò con la pioggia e i fulmini che le facevano da melodia.
Il giorno dopo si svegliò che fuori pioveva ancora e lei aveva iniziato a sentire freddo e caldo insieme, la stanza era impregnata di umidità tanto che le bagnava il viso e il vento che tirava fuori non aiutava a migliorare la situazione. Rimase raggomitolata sotto le coperte alla ricerca di un po' di calore, ma non aveva molto successo. La porta si aprì, ma lei non ci fece molto caso e rimase chiusa nel suo guscio di coperte
<< Che c'è neanche oggi mi vuoi vedere? >> chiese la voce irritante di Rick
<< Vattene >> disse con voce roca, la mancanza di acqua aveva iniziato a farsi sentire
<< Non mi dovresti trattare in questo modo, d'altronde è solo grazie a me che sei ancora viva, se fosse per mio padre già ti avrebbe uccisa da tempo >> disse sedendosi accanto a lei, la ragazza non ci fece molto caso e preferì non rispondere << hai la febbre ragazzina? >> chiese infilando una mano sotto le coperte e la mise sulla fronte di Juliet anche se lei tentò di allontanarsi, Rick iniziò ad imprecare, la costrinse ad uscire dalle coperte e la trascinò fuori dalla stanza. Da lì la prese per il polso e la trascinò per diversi corridoi mentre la ragazza tentava di stare in piedi, ma si sentiva completamente senza forze così che il più delle volte cascò a terra strusciando le ginocchia. Alla fine il ragazzo la prese di peso e la mise su una spalla, per non fermarsi ogni cinque secondi. Mentre camminavano non incontrarono nessuno, senza accorgersene la ragazza si trovò in un'altra stanza più calda, Rick la face scendere e la prese in braccio per poi metterla delicatamente sul letto e rimboccarle le coperte
<< Ora dormi piccola >> disse accarezzandole una guancia, la ragazza non se lo fece ripetere, si girò di lato e si riaddormentò di colpo.
Si svegliò che stava ancora in quel letto caldo, si ricordava a tratti quello che era successo il giorno prima. Aveva la febbre alta e Rick l'aveva accudita come faceva André quando stava male, l'aveva stretta forte cercando di riscaldarla quando aveva freddo, le aveva fatto bere la tachipirina e l'aveva costretta a mangiare. Per tutto il tempo l'aveva trattata in modo stranamente dolce e non aveva mai provato a torcerle neanche un capello nemmeno quando gli aveva fatto perdere la pazienza perché non voleva mangiare. Anche il quel momento la stava stringendo forte a sé, anche se a stava dormendo. Juliet si girò ad osservarlo, non capiva perché si stava comportando in quel modo, tutto le volte che l'aveva rapita ne aveva approfittato per farle solo e soltanto del male, quindi ora non riusciva a capacitarsi del fatto che la stava trattando bene, non capiva il suo scopo, di certo non poteva né dimenticare né perdonare tutto il dolore che le aveva fatto provare, quindi perché ora si stava preoccupando tanto? 
<< A cosa pensi? >> chiese Rick distraendola dai propri pensieri
<< Perché stai facendo tutto questo? >> chiese mettendosi seduta
<< Te l'ho detto, ma credo che non ricordi i tuoi deliri. Voglio solo che diventi la mia sposa quando tutto questo sarà finito e non voglio una sposa tutta sottomessa e continuamente impaurita da quello che le posso fare >> disse mettendosi seduto anche lui, era torso nudo, aveva una tartaruga come quella di André, Juliet distolse subito lo sguardo e si mise a fissare il caminetto davanti a sé << non è peccato guardare sai >> disse lui divertito, le appoggiò una mano sulla guancia e la costrinse a girare la testa verso di lui e si ritrovarono con le bocche a pochi millimetri di distanza, la ragazza lo guardò negli occhi e lo trovò che stava fissando le sue labbra indeciso su cosa fare. Un istante dopo ritrovò le labbra appoggiate alle sue, le tornarono in mente tutte le volte che le aveva del male, gli mise le mani sul petto e lo allontanò, però lei cascò per terra e iniziò ad allontanarsi il più possibile dal letto
<< Non puoi pretendere che mi dimentichi tutto quello che mi hai fatto solo con qualche gesto dolce >> disse balzando in piedi
<< Non voglio che ti dimentichi e so che è impossibile anche il fatto di perdonarmi >> disse alzandosi in piedi, e si avvicinò di nuovo a lei, le mise un braccio intorno ai fianchi e l'avvicinò a sé << voglio che tu vada avanti, che non pensi più a tutte le cose che ti ho fatto... Per tutto questo tempo non ti ho fatto nulla, né proverò a farti più del male, te lo prometto, ma... Per favore, vai avanti >> disse mentre le accarezzava una guancia
<< Non potrò mai essere tua Rick. Io amo André. Solo e soltanto lui. Se quando tutto questo sarà finito lui sarà morto io lo seguirò >> disse allontanandosi da lui
<< Non te lo permetterò. Non perderò una seconda volta la mia sposa >> ringhiò chiudendo le mani a pugno e gli occhi diventarono leggermente più rossi
<< Non puoi impedirmelo >> disse osservandolo attentamente
<< Invece si, a costo di chiuderti qua dentro a vita >> continuò a ringhiare, si avvicinò un'altra volta a lei e la strattonò verso di sé << tu non andrai da nessuna parte, resterai per sempre al mio fianco >> continuò a pochi millimetri di distanza << che ti piaccia o no, tu rimarrai qui per sempre >> disse e poi la buttò sul letto, la osservò per qualche secondo e poi se andò via lasciandola sola in quella stanza. Juliet aspettò qualche minuto aspettando che tornasse, ma visto che nessuno si faceva vivo andò verso la finestra e l'apri, si guardò intorno alla ricerca di un modo per scendere senza cadere a terra
<< Chiudi la finestra >> ringhiò Rick dietro di lei, la prese per i fianchi e la scansò malamente per chiudere lui stesso, si girò verso di lei con occhi che erano diventati di un rosso scarlatto << che volevi fare? >> ringhiò avvicinandosi a lei
<< Volevo solo prendere un po' d'aria fresca visto che qui si muore dal caldo e inizia ad esserci puzza di chiuso >> disse incrociando le braccia al petto, per il suo bene decise di mentire, di sicuro se avesse saputo la verità avrebbe messo il chiavistello alle finestre
<< No tu volevi uscire dalla finestra per scappare >> disse guardandola malamente
<< Sai, non sono così agile da scendere un edificio, ma grazie apprezzo il complimento >> sbuffò girandosi verso il letto e fece ricadere le braccia lungo i fianchi, Rick la prese per il polso per farla girare verso di lui
<< Giurami che volevi solo prendere una boccata d'aria >> disse così calmo che per un attimo la ragazza se ne stupì, rimase per un attimo a guardarlo negli occhi che stavano lentamente tornando più scuri
<< Lo giuro >> disse osservando meglio il bordo intorno alla pupilla notò che una piccola striscia verde smeraldo che la circondava, Rick sorrise dolcemente
<< Il verde è il mio vero colore degli occhi >> disse lasciandole il polso
<< Come mai ora sono rossi? >> chiese inclinando la testa di lato
<< Quando ti nutri solo di sangue umano ti vengono gli occhi rossi >> disse passandosi una mano dietro la nuca, passarono alcuni m inuti in silenzio poi Rick ricominciò a parlare: << visto che volevi prendere aria ti faccio vedere un posto, vieni >> disse porgendole una mano, Juliet guardò per un attimo la mano e poi lui scosse la testa e andò verso la porta, sentì Rick sospirare, ma poi lo trovò ad aprirle la porta. La guidò fuori da quello che sembrava un castello, andarono dentro il bosco e arrivarono fino ad una radura, dove al centro c'era una quercia e ai suoi piedi una pietra. Rick andò velocemente verso la pietra e si inchinò davanti, mentre la ragazza si avvicinò più lentamente, quando fu abbastanza vicina sbirciò sopra da sopra la spalla del ragazzo e quella che sembrava una pietra in verità era un lapide. Rimase in silenzio fino a quando a fino il ragazzo non parlò
<< Lei è Jessy... Era lei che amavo... Che doveva essere la mia sposa >> disse con un sospiro, si alzò in piedi e andò dalla ragazza che si stava mordendo il labbro inferiore indecisa se dirgli quello che sapeva o meno << devi dirmi qualcosa? >> chiese inclinando la testa di lato
<< So cosa gli ha detto André... E cosa è successo dopo >> disse guardando a terra con le mani che si contorcevano per agitazione, Rick rimase per qualche secondo in silenzio poi la prese per le spalle e iniziò a scuoterla
<< Dimmelo subito. Cosa le ha detto. Dimmelo >> disse mentre continuava a scuoterla, la ragazza d'istinto strinse forte i polsi di lui per fermarlo e Rick si fermò 
<< André mi ha detto... Che lei non faceva altro che provarci, tu avevi deciso che per il momento era meglio tenerla allo scuro, ma le cose tra suo padre e tuo padre stavano iniziando ad andare male, così aveva deciso di raccontarle tutto. Un pomeriggio si sono incontrati e lui le ha spiegato tutto, ma lei non ci credeva, ovviamente, chi di primo impatto ci crederebbe che la maggior parte delle persone che le stanno intorno sono demoni? È un po fuori dal normale... Comunque lei è scappata via. André è tornato da lei per vedere come stava, ma lei gli ha chiuso la porta in faccia. Nel frattempo le cose tra i vostri padri sono peggiorate sempre di più e tuo padre ha iniziato a fare diciamo imboscate ad André per tentare di ucciderlo, ma non c'è mai riuscito... Tutte le mattine André andava a vedere come stava Jessy, ma lei stava quasi sempre chiusa dentro casa. Aveva paura che non sarebbe mai più uscita e quindi insomma tu e lei non avreste più potuto stare insieme... Solo che una mattina ha trovato la porta della casa spalancata, si è insospettito e quando è entrato ha trovato degli uomini che la tenevano ferma.... E uno che le tagliava le vene... Così da simulare un suicidio... E... E... Non ha fatto in tempo a salvarla... >> disse guardando tutto il tempo per terra, ma nell'ultima parte aveva iniziato a tremare e le lacrime presero a rigarle lentamente le guance, Rick la tirò a sé e l'abbracciò forte
<< Perché André non me l'ha mai detto? >> sussurrò affondando il viso contro la sua spalla
<< Aveva paura che non gli credessi... E poi gli sembrava più giusto che sapessi che si era suicidata piuttosto che l'avevano uccisa >> disse singhiozzando con il viso affondando contro il suo petto
<< Chi erano quegli uomini? >> chiese accarezzandole la schiena per farla calmare
<< Non lo sa... Fino adesso non mai scoperto nulla... Quando quei tizi si sono accorti di lui hanno tentato di ucciderlo, ma lui si è difeso... Ne ha uccisi la maggior parte, ma uno era scappato... Ha provato a rintracciarlo... Ma non l'ha mai trovato >>
<< Capisco... André me lo doveva dire... Le cose sarebbero andate diversamente >> disse stringendola forte a sé 
<< In che senso? >> chiese lei confusa e alzò gli occhi verso di lui, il ragazzo la guardò per qualche secondo indeciso, ma poi si decise
<< Mio padre ha sempre odiato Jessy... Non poteva credere che lei fosse la mia metà... Ogni giorno me lo rinfacciava... Tu non sai come sono venuto a sapere che era morta... Non sono andato a casa sua e ho trovato il suo cadavere... Me l'ha detto mio padre... Mi ha detto che aveva mandato degli uomini a prenderla perché aveva paura che Henry potesse farle qualcosa, ma l'uomo che era tornato gli aveva detto che l'aveva trovata a letto con André. Quando sono ritornati da lei per prenderla, l'uomo ha detto di aver sentito dire da André le ordinava di suicidarsi e lei che eseguiva l'ordine. Poi quando André si è accorto di loro li aveva attaccati, ma quello era riuscito a scappare >> disse guardandola negli occhi, la ragazza tornò ad appoggiare la testa sul suo petto e stringerlo in un abbraccio
<< Se André ti avesse raccontato tutto subito... Gli avresti creduto? >> chiese dopo un lungo silenzio
<< Non lo so. Ma di sicuro avrei tenuto conto delle sue parole... Per me era... O è come un fratello... Non so più cosa fare >> sussurrò stringendola a sé un'altra volta
<< Potremmo ancora essere fratelli >> disse una voce accanto a loro, Juliet si girò di scatto trovando André che li guardava sorridendo dolcemente, la ragazza sorrise
<< André >> disse andando verso di lui, ma Rick la strattonò mettendola dietro di sé
<< Da quando André ha gli occhi verdi? >> chiese con un ringhiò, il ragazzo davanti a loro diventò serio in un secondo e saltò addosso a Rick. I due iniziarono a lottare e ben presto Rick fu in vantaggio, passò dietro al ragazzo, gli diede un calcio dietro la schiena che lo fece cadere a terra e picchiò la testa contro un sasso
<< Andiamo, ne arriveranno degli altri >> disse prendendola per mano e iniziò a correre verso il castello, trascinandosi dietro la ragazza 
<< Ma cosa succede? >> chiese la ragazza confusa, mentre lo seguiva inciampando ogni cinque secondi
<< Di sicuro ti hanno detto che ogni demone ha un potere, André quello del controllo mentale, io quello di cambiare forma. A quanto pare anche quel ragazzo aveva questo potere >> disse senza fermarsi
<< No, era un che succede nel senso perché ti ha attaccato >> disse lei stringendo la sua mano per non cadere l'ennesima volta
<< Mio padre non era molto felice che io ti volessi con me... Ma io me ne fregato e ti ho... Rapita >> disse stringendo la presa sulla sua mano. Arrivarono al castello e invece di entrare andarono sul retro dove ci stava una Mercedes classe A nera
<< Sali... Ti riporto da André >> disse mettendo in moto la macchina, la ragazza non se lo fece ripetere ed entrò. Rick mise immediatamente la quinta e partirono velocemente senza che nessuno si accorgesse di loro.
Dopo un'ora che Rick stava andato a centottanta chilometri orari Juliet gli propose di rallentare almeno un pochino
<< Non mi dire che hai paura di andare così veloce >> disse lui scoppiando a ridere
<< Non voglio morire ora... Sai sono troppo giovane e poi al mondo mancherebbe la mia bellezza >> disse sorridendo divertita
<< Come sei egocentrica... Sta tranquilla che non morirai, ma per il momento dobbiamo tenere questa velocità... Se vuoi dormi così non sentì nulla >> disse divertito
<< Non ho sonno... Accendo la radio >> disse mentre già lo faceva, passarono il resto del viaggio in silenzio. Rick si fermò solo una volta per fare il pieno alla macchina e rendere qualcosa da mangiare per lei
<< Tu perché non mangi? >> chiese mentre mordeva il panino che le aveva comprato
<< Non mi va >> disse semplicemente con una scrollata di spalle
<< Mangia >> disse mettendogli sotto il naso un pacchetto di patatine
<< Ho detto che non mi va >> disse facendo una smorfia
<< Mangia >> insistette, il ragazzo sbuffò e prese una manciata di patatine e si riempì la bocca
<< Contenta? >> sbuffò una volta che ingoiò
<< No, continua >> disse tenendo il pacchetto verso di lui, così il ragazzo si mangiò metà pacchetto di patatine e metà panino di lei e poi iniziarono a parlare del più e del meno. Arrivarono a casa di André a tarda notte tanto che la ragazza si era addormentata in macchina
<< Ehy piccola svegliati >> disse Rick dandole una scrollata alle spalle
<< Che succede? >> chiese con gli occhi ancora chiusi
<< Sei arrivata... Basta che fai dieci metri e arrivi al cancello >> disse Rick sistemandole i capelli con le dita
<< Grazie... Tu non vieni? >> chiese sbagliando
<< Mi uccidono appena mi vedono, soprattutto se sto con te... Dai questo ad André... Lui capirà >> disse sorridendo dolcemente mentre le porgeva una busta
<< Ci vedremo di nuovo vero? >> chiese guardandolo con gli occhi grandi
<< Certamente piccola >> disse accarezzandole una guancia << ora vai, così dormi su un letto >> disse aprendole la portiera
<< Ci vediamo Rick >> disse dandogli un bacio sulla guancia, prese la busta e la mise dentro il reggiseno
<< Grazie July >> disse dandole anche lui un bacio sulla guancia, la ragazza sorrise e scese dall'auto, si trascinò fino al cancello e suonò al citofono sbagliando
<< Juliet >> disse la voce sorpresa Christine
<< Buonanotte Christine... Cioè buonasera... Credo... Mi faresti entrare? >> chiese stropicciandosi un occhio
<< Ehm... Aspetta >> disse e dopo qualche minuto il cancello si aprì, la ragazza si girò verso la macchina di Rick che stava ancora lì e stava ancora aspettando che lei entrasse, gli sorrise ed entrò dentro. 
Si trascinò fin dentro la casa sbadigliando, non fece in tempo a mettere in piedi dentro che si ritrovò circondata
<< André? >> disse lei guardandosi intorno confusa
<< Sono qua >> disse dietro di lei, la ragazza si girò verso di lui, provò ad andargli incontro, ma si fermò rendendosi conto che André aveva gli occhi marroni << che c'è July? >> chiese confuso mentre stendeva le braccia verso di lei
<< Non sei André >> disse con il cuore che le batteva a mille e la paura iniziava a farla tremare
<< Stai calma mocciosa, non ti succederà nulla se farai le brava >> disse uno dietro di lei ghignando divertito, la ragazza iniziò a tremare
<< Che... Succede? >> chiese guardandosi intorno alla ricerca di una faccia conosciuta, ma tutti la guardavano divertiti
<< Vieni con me >> disse uno facendosi da parte per farla passare, la ragazza titubante lo segui, passarono una serie di corridoio e alla fine arrivarono davanti alla porta dello studio di Henry e l'uomo che l'aveva scortata fino a quel momento la spinse dentro. Stanza era ben illuminata, tanto da rischiare anche i punti dove di solito c'era ombra, dietro la scrivania c'era il padre di Rick, stava seduto sulla sedia con le gambe appoggiate sulla scrivania e la guardava divertito
<< È un piacere rincontrarti ragazzina... So che diventerai la futura sposa di mio figlio, non sei contenta? >> chiese scoppiando a ridere
<< Che c'è di tanto divertente? >> chiese lei confusa
<< Il fatto che mio figlio non riesca neanche a tenerti chiusa dentro una fottuta cella. E lui spera di riuscire a tenerti a bada... Veramente patetico >> disse lui divertito, si passò una mano fra i capelli e scoppiò a ridere
<< Dov'è André? >> chiese lei guardandolo attentamente
<< Non è qui, è ovvio. Dopo che mio figlio ti ha presa ha iniziato a cercati in lungo e in largo sta andando di matto >> disse ridendo << portatela nella sua camera, non mi importa... Mi servirà più tardi... Non fatele nulla >> disse mettendosi dritto. L'uomo di prima la prese per il braccio, la trascinò fuori e un attimo dopo si ritrovò stesa a terra nella camera di André. Si alzò in piedi e andò alla porta provando ad aprirla, ma era chiusa a chiave, corse alla finestra, ma neanche quella si apriva, sbuffò e andò a cambiarsi visto che stava scomoda con il vestito si mise dei pantaloni neri stretti, scarpe da ginnastica e la felpa nera con le orecchie da gatto. Si sdraiò sul letto, voleva fare qualcosa, ma non le veniva in mente nulla e alla fine si addormentò.

RICK

Era da un'ora che stavo aspettando André alla tomba di Jessy, stavo seduto per terra accanto a lei, mi mancava ogni giorno della mia vita. Già so che passerò il resto della mia vita da solo e che molto probabilmente tra poco morirò, ma almeno voglio chiarire con quello che considero mio fratello. Guardavo il cielo stellato, da lì si vedevano tutte le costellazioni che tanto piacevano a Jessy, è per questo che l'ho messa qui, così anche da morta può vedere le sue costellazione preferite
<< RICK >> urlò André da infondo alla radura, perché era così incazzato? Non avevo fatto nulla di male, gli avevo riportato la sua sposa senza neanche un livido. Scatto in piedi confuso
<< André >> dico calmo e mi incammino verso di lui mentre André correre verso di me, mi arriva ad un passo di distanza e mi dà un pugno in pieno viso, cado a terra e rimango lì per qualche minuto ancora confuso 
<< CHE CAZZO TI PRENDE? >> gli urlò mettendomi in piedi
<< Dove sta Juliet, razza di bastardo >> disse lui prendendomi per il colletto e tirandomi verso di sé, così che mi scontrai che le sue iridi di rosse come il sangue
<< Ti sei impazzito? Sta a casa tua >> dissi ancora più confuso
<< Non dire cazzate, dove sta? >> disse stringendo la presa
<< In tutti questi anni ti ho mai mentito? Anche se ci odiamo non ti ho mai mentito >> dissi liberandomi dalla sua presa << ti giuro che l'ho riportata a casa tua >> dissi sistemandomi la maglietta
<< A cosa mia non c'è nessuno >> disse André fissandomi con odio, alzai un sopracciglio confuso
<< Non è possibile, l'ho vista entrare. Ho sentito la voce di tua madre dal citofono e poi il cancello aprirsi >> dissi confuso
<< Mia madre sta cercando Juliet insieme a mio padre >> ringhiò, sgranai gli occhi sorpreso, l'avevo sentita io stesso, non avrei mai potuto confondere la voce della donna che per me era come una seconda madre
<< No... Non è possibile, l'ho sentita >> dissi confuso, iniziai a camminare avanti e indietro per pensare. La mente andò a ritroso seguendo passo passo tutto quello che era successo: allora Juliet aveva parlato al citofono con Christine, ma qualunque demone poteva imitare la sua voce e anche il cancello poteva essere aperto da chiunque... No non poteva essere, lui non può averla presa. Il mio cellulare iniziò a suonare, lo presi subito e sul display vidi il nome di mio padre
<< Metto in viva voce, ma tu non devi parlare, se ti sente è probabile che per Juliet è la fine, okay? >> dissi guardando André, lui mi guardò per qualche secondo e poi annuì e io accettai la chiamata << padre >> dissi con il mio solito tono neutro
<< Sei il solito incompetente. Non riesci neanche a tenere dentro una cazzo di cella una stupida umana >> ringhiò mio padre, era arrabbiato, ma oramai non ci facevo più caso, lo era sempre con me, non riuscivo mai a soddisfarlo
<< Tu come fai a saperlo? >> chiesi fingendomi confuso
<< Perché è scappata ed è venuto a casa di quel incompetente di André, ma visto che al momento non c'è nessuno, ne ho approfittato per tornare un po' a mia casa. Lei è entrata e sta qua con me... Ti va di salutarla? Aspetta che te la faccio sentire >> disse mio padre con un tono stranamente divertito, dopo un secondo sentì il rumore di un osso spezzato e lei che iniziava ad urlare, corsi a mettere una mano sopra la bocca di André per impedirgli di urlare e prendermi il cellulare per maledire mio padre o qualsiasi altra cosa
<< Padre fagli di nuovo qualcosa e io... >> ringhiai vicino al telefono
<< Tu cosa? Non puoi fare niente, sei solo un idiota come tua madre. E ora sbrigati a venire, quando arriverà l'idiota tu devi essere accanto a me >> disse e subito dopo chiuse la chiamata, lasciai André e mi aspettai che mi prendesse a pugni, invece si girò e andò verso il mio castello << André aspetta ho un piano >> dissi prendendolo per il polso, lui mi guardò per qualche istante
<< Perché ti dovrei ascoltare ora? >> mi ringhiò contro fulminandomi con lo sguardo, ma io a differenza di altri non avevo paura di lui
<< Perché vogliamo entrambi salvare Juliet >> dissi lasciandogli il polso
<< Perché vorresti salvarla? >> continuò a ringhiare
<< Perché a differenza tua, lei mi raccontato la verità su Jessy e quindi le devo un favore >> ringhiai guardandolo male, mentre lui iniziava a fissarmi sorpreso
<< Te l'ha raccontato? >> chiese sussurrando con gli occhi sgranati
<< Si. E avrei preferito che me lo raccontassi tu, non lei >> André abbassò lo sguardo
<< Mi dispiace... Non ho ancora trovato il bastardo >> sussurrò continuando a non guardarmi
<< Non importa, io so chi è stato. Dimmi piuttosto quale ti è scappato? >>
<< Quello... Che le stava tagliando le vene >> sussurrò
<< Bene... Andiamo che ti spiego il piano >> dissi iniziando ad andare verso la mia Mercedes.

JULIET

L'avevano svegliata buttandola giù dal letto e l'avevano trascinata fino studio di Henry, il tempo di portarla dentro, sentire la voce di Rick confusa e romperle il braccio sinistro che si ritrovò in camera di André a contorcersi dal dolore. Le lacrime le rigavano il viso a ondate, il dolore le attraversava tutto il corpo e la faceva tremare come una foglia, si teneva la spalla sperando che bastasse stringere forte per attenuare il dolore, ma invece peggiorava solo le cose. Riuscì a stendersi sul letto e iniziò ad urlare contro i cuscini per sfogare il dolore, ma non serviva a molto. Rimase sul letto a piangere per quelle che sembravano ore, la porta si aprì e lei scattò a sedere con il viso ancora inondato dalle lacrime, vide subito André, per un attimo le sembrò che il cuore le scoppiasse di gioia, stese il braccio sano verso di lui
<< André >> sussurrò tremando leggermente, il ragazzo in un attimo fu da lei e iniziò a baciarla dolcemente e la strinse forte a sé; si allontanarono solo per prendere aria e subito André guardò il suo braccio
<< Rick aiutami >> disse sfiorando appena il braccio, solo allora Juliet si accorse di Rick che per tutto il tempo si era messo a guardare la stanza dalla porta, sembrò capire al volo e si mise seduto accanto a lei
<< Tienile ferme gambe e braccio però >> disse prendendole la spalla rotta, mentre il suo ragazzo si metteva seduto sul suo bacino e afferrava il braccio sano, la ragazza li guardò per un momento spaesata poi capì
<< No, no, vi prego. Tutto ma non questo, vi prego >> disse lei iniziando a tremare e le lacrime ricominciarono a scendere lungo il viso e André iniziò ad accarezzarle la guancia con il pollice, la baciò 
<< Non possiamo lasciare la spalla così. Sarà solo un istante... >> non finì la frase che uno schiocco riempì la stanza e quasi contemporaneamente le urla della ragazza. André la strinse forte a sé mentre guardava male Rick << potevi aspettare che ti dicessi vai >> sbuffò mentre accarezzava i capelli di Juliet che aveva affondando il viso contro la suo petto e piangeva come una fontana
<< Se si preparava psicologicamente sarebbe stato peggio >> disse lui con una scrollata di spalle
<< Idiota >> borbottò André, si abbassò dando un bacio sul collo della ragazza << come stai? >> sussurrò dolcemente accarezzandole i capelli
<< Prima stavo meglio >> singhiozzò lei stringendo forte la sua maglietta nera
<< Passerà tutto, tranquilla >> sussurrò continuando a baciarle il collo << Rick in bagno ci sono delle bende, prendile >> disse girandosi verso il ragazzo, quello annuii e se ne andò
<< Avete fatto pace, tu e Rick? >> chiese lei appoggiando il mento sul suo petto
<< Per il momento... >> disse dandole un bacio sulla fronte
<< Che significa? >> chiese singhiozzando
<< Che per ora non lo ucciderò >> disse spostandole i capelli dal viso che si stavano appiccicando contro le guance, la ragazza continuò a guardarlo confusa << abbiamo fatto un patto, solo per venire da te e salvarti. Ora ti portiamo al sicuro >> disse accarezzandole la guancia con il pollice
<< Va bene >> disse lei appoggiando la testa sul suo petto e chiuse per un attimo gli occhi
<< Che hai? >> chiese preoccupato André mentre le prendeva il mento tra le dita e la costringeva a guardarlo
<< Nulla, sono solo stanca >> disse chiudendo gli occhi, Rick entra nella stanza e porta con sé le bende, André le improvvisa una fasciatura e la lega dietro il suo collo
<< Così dovrebbe andare bene... Ti fa male? >> chiese preoccupato mentre le accarezzava una guancia
<< No, sto bene >> disse lei sorridendo
<< Andiamo? >> chiese Rick che già stava alla porta, André la prese per mano e uscirono fuori dalla stanza. 

Appena fuori c'erano due uomini stesi a terra con una pozza di sangue che si stava allargando lentamente, li superarono senza guardarsi indietro anche se la ragazza non poté fare a meno di guardarli almeno per un secondo. Andarono subito al piano terra, ma per uscire fece il giro più largo, passarono per la cucina e andarono sul retro. Per tutto il tempo André e Rick erano stati tesi come corde di violino, mentre la ragazza stringeva la mano del suo ragazzo e tentava di fare il meno rumore possibile 
<< Perché passiamo da qui? >> chiese lei confusa quando raggiunsero il giardino
<< Perché.... Perché si >> disse André dopo qualche secondo, arrivarono alla Mercedes nera di Rick e André le aprì lo sportello posteriore
<< Perché mi fai mettere davanti? Di solito ci vuoi stare tu >> disse lei confusa
<< July... Io devo restare >> disse lui con un sospiro
<< Perché? >> chiese lei ancora più confusa, André si abbassò e la baciò dolcemente
<< Scusami... Ti spiegherà tutto Rick quando sarai al sicuro >> disse accarezzandole una guancia
<< Allora resto >> disse lei stringendosi a lui
<< July, per favore >> disse lui allontanandosi, ma lei rimase stretta a lui << saresti solo un impiccio, quindi vattene >> disse spingendola dentro la macchina e sbatte subito dopo la portiera e Rick accese il motore mentre metteva la sicura alle portiere, Juliet provò a guardare dove un attimo prima c'era André, ma lui era scomparso
<< Fammi uscire >> ringhiò contro Rick e lui in risposta scoppiò a ridere
<< Già sei inutile di solito, figurati ora quanto potresti essergli utile >> disse scoppiando nuovamente a ridere
<< Invece posso essere utile >> disse lei, voleva incrociare le braccia al petto, ma con il braccio rotto non ci riuscì
<< A fare cosa? A farti ammazzare? Ti devo ricordare che sei un umana e quanto tale non puoi fare nulla? >> chiese seccato Rick
<< Non mi farei ammazzare >> borbottò lei
<< L'altra volta c'erano quasi riusciti >> disse lui divertito
<< Quale altra volta? >> chiese lei confusa
<< Mi sembra che eri appena arrivata a casa di André e la madre aveva organizzato quegli stupidi e odiosi pranzi di famiglia. André ti aveva detto rimanere in camera, ma tu sei uscita a curiosare e ti hanno quasi uccisa se André non se ne fosse accorto molto probabilmente a quest'ora saresti morta >> 
<< Grazie che mi dai per morta a prescindere >>
<< È la semplice realtà Juliet, mi dispiace, ma è così >>
<< Quindi dentro la casa c'è una specie di guerra? >> chiese Juliet dopo aver passato un po di tempo in silenzio
<< Non una specie, è una guerra... >> disse stringendo forte il volante
<< Come mai non stai con tuo padre? >>
<< E chi ti porterebbe in posto sicuro? >>
<< Dai Rick >>
<< Lo sai... Stavo dalla parte di mio padre solo perché credevo che André avesse ucciso Jessy, ma ora che so che non è così... Non c'è la farei a combattere contro di lui >> disse son un sospiro
<< Capisco >> disse rilassandosi un istante sul sedile
<< Perché non dormi un po'? Ti farebbe bene >> disse lui sorridendo divertito
<< Solo perché sono stanca morta.... Altrimenti resterei... Sveglia >> disse addormentandosi un attimo dopo.


~Angolo dell'autrice~
Salveeee 😊
Per la prima volta sono abbastanza puntuale con l'aggiornamento ✌🏻️✨ allora che ne dite di questo capitolo? Finalmente stiamo alla fine.... Un po mi dispiacerà non scrivere più di loro, mi ero affezionata 😣 ma si sa che in tutte le storie c'è sempre un finale 😔 e qui ci siamo ormai, il prossimo sarà un capitolo/epilogo, non so esattamente se metterli insieme o fare due cose separate... Probabilmente saranno separate 🤔 ci sto pensando...
Ringrazio MusicHeart, giota123 e Emis_Killa che mi hanno recensito lo scorso capitolo ( grazie mille 😍)
Ringrazio chi mi ha messo tra le preferite, seguite e ricordate
Al prossimo capitolo
Bacioni ❤️💜❤️💜

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Juliet si svegliò che stava sdraiata su un divano davanti ad un caminetto acceso, sopra di lei c'era una coperta di lana. Si alzò a sedere e si guardò intorno confusa trovando seduto sulla poltrona accanto a lei Rick che leggeva tranquillamente
<< Ben svegliata >> disse sorridendole dolcemente
<< Quanto ho dormito? >> chiese alzandosi in piedi
<< Meno di quanto sperassi >> disse lui con un sospiro
<< Perché? >> chiese lei confusa
<< Speravo che ti svegliassi quando André sarebbe tornato >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Quindi ancora deve tornare? >> disse sedendosi sul divano portandosi le ginocchia al petto << quanto ho dormito? >> chiese guardando il fuoco davanti a lei
<< Qualche ora >> disse guardando per terra
<< E ancora non è tornato.... Lo sapevo mi dovevi lasciare lì con lui... Se gli fosse successo qualcosa io non potrei fare nulla... Ti prego portami da lui >> disse iniziando a supplicarlo
<< Stai tranquilla, non gli sarà successo nulla. La strada da casa sua a qua è lunga, forse sta tornando e non è successo nulla >> disse Rick provando a calmarla
<< No, non è vero, lo dici solo per calmarmi, ma io non mi posso calmare. Tu mi dovevi lasciare lì, potevo fare qualcosa... >> disse con gli occhi che le iniziavano a bruciare
<< Ancora con questa storia? Lo vuoi capire che sei solo una semplice umana e quindi non puoi fare nulla? Non serviresti a nulla lì, serviresti solo a complicare le cose >> sbottò Rick guardandola male
<< Ma.... >>
<< Niente ma, non gli servi a nulla ad André lì, gli saresti solo di peso. Ti devi ficcare dentro quella stupida testa che non puoi fare nulla, quindi mettiti seduta e fai quello che ti pare >> continuò guardandola male
<< Solo perché tu non hai le palle di combattere contro tuo padre non vuol dire che io sono un essere completamente inutile >> gli ringhiò lei stringendo forte le mani a pugno
<< Cosa hai detto? >> chiese alzandosi in piedi avvicinandosi a lei
<< Datevi una calmata tutte e due >> disse una terza voce accanto a loro, i due si girarono e trovarono John che li fissava con le mani appoggiate sui fianchi
<< Rick torna a leggere e tu ragazzina mettiti a disegnare o fai quello che ti pare, ma non vi voglio sentire fiatare >> disse guardandoli male
<< Non sei nessuno per dirmi cosa fare e non fare >> gli ringhiò Rick
<< Bene allora prego fa quello che ti pare a Juliet, Andre lo sentì tu dopo >> disse John mettendosi seduto sul divano, Rick borbottò qualche imprecazione e tornò seduto sulla poltrona a leggere, mentre la ragazza andò a guardare fuori dalla finestra
<< Non avete un pacchetto di sigarette? >> chiese girandosi verso di loro
<< Tieni >> disse John lanciandole un pacchetto pieno e subito dopo un accendino e così la ragazza iniziò a fumare. Arrivò alla quinta sigaretta quando John gliela strappò di bocca insieme a tutto il pacchetto
<< Ora basta, stai esagerando >> disse guardandola male e Juliet ricambiò lo sguardo << mettiti a disegnare o a leggere >> disse rimettendosi seduto sul divano, la ragazza iniziò a borbottare imprecazioni, prese il suo blocco da disegno e si mise alla finestra a disegnare
<< John perché sei qui? Non dovresti stare insieme a tutti gli altri? >> chiese la ragazza dopo un lungo silenzio
<< Mi piacerebbe stare in mezzo agli altri, ma mi hanno ordinato di tenervi d'occhio per evitare che vi scannate >> disse passandosi una mano tra i capelli. Ritornarono a stare in silenzio, Juliet guardava costantemente fuori dalla finestre nella speranza di vedere arrivare la macchina di André, ma non venne nessuno per ore, così che la sua ansia aumentava ogni minuto. Era quasi l'alba quando Juliet fu presa da un attacco di panico, si ritrovò stretta tra le braccia di Rick mentre le diceva di stare calma e che André sarebbe tornato senza neanche un graffio, ma non riuscì a calmarla. La ragazza si riscosse solo quando vide una macchina entrare nel giardino di Rick, corse fino al portone e da lì corse fino alla macchia. Dal posto del guidatore uscì Lucas che aveva un lungo taglio dalla spalla fino al gomito, Juliet si fermò davanti a lui
<< Dov'è André? >> chiese con il fiato corto a causa della corsa
<< Vieni con me, ti spiego tutto mentre andiamo >> disse risalendo in macchina, la ragazza fece il giro dell'auto e Lucas iniziò a correre le strade della città
<< Allora, so che la cosa non ti piacerà, ma hanno quasi ucciso André. Suo padre diciamo che l'ha stabilizzato, ma gli serve il tuo sangue >> disse Lucas passandosi una mano fra i capelli, la ragazza sentì come se il mondo le cadesse addosso, non poteva credere che André stava per morire. Lui non poteva morire,le aveva promesso che la sarebbe stato sempre accanto, non poteva andarsene ora che tutto era finito e loro poteva finalmente stare in pace
<< Che gli hanno fatto? >> riuscì a chiedere la ragazza che aveva iniziato a tremare come una foglia
<< Non sono sicuro che tu lo voglia veramente sapere >> disse Lucas guardandola con la coda dell'occhio
<< Dimmelo >> disse lei guardandolo storto
<< Allora l'hanno colpito con una spada sul fianco, ha un taglio lungo il braccio e sulla gamba e una pallottola sulla spalla... Stava perdendo molto sangue >> disse con un sopirò, la ragazza non riuscì più a tenere a freno le lacrime, così iniziò a piangere, Lucas le passò una mano tra i capelli
<< Stai tranquilla, gli basterà il tuo sangue e si rimetterà >> disse dolcemente
<< È tutta la notte che tutti mi dicano che andrà bene, ma finora mi sembra che sta andando di male in peggio >> disse asciugandosi le lacrime, non parlarono più fino a quando non arrivano all'ospedale, Juliet seguì Lucas fino a quando non trovarono il padre
<< Juliet... >> disse il padre guardandole il braccio
<< Sbrigatevi a fare questa trasfusione >> tagliò corto lei passando oltre Henry
<< Vieni da questa parte >> disse e la porta in una sala lì accanto, la fece sedere su una specie di sdraio verde scuro, la ragazza si sedette e appoggiò il braccio sano sul bracciolo e Henry iniziò a prelevarle il sangue. Le tolse circa un litro e mezzo e le diete da mangiare dei biscotti per evitare che svenisse, subito dopo mandò un medico per ingessarle il braccio rotto. Juliet passò ore nella sala d'attesa insieme a Lucas e Rick, voleva fare avanti e indietro per la sala, ma aveva a malapena le forze per restare sveglia
<< Juliet puoi anche dormire, ti svegliamo appena ci fanno sapere qualcosa >> disse Rick mettendosi seduto accanto a lei, ma Juliet scosse la testa e continuò a guardare il vuoto davanti a sé, Lucas cercò di parlare con qualche medico, ma nessuno sapeva nulla. Dopo ore di attesa si presentò Henry con delle profonde occhiaie sul viso
<< Ora sta bene, non si è ancora svegliato, ma siamo abbasta sicuri che si sveglierà >> disse sorridendo appena
<< Posso andare da lui? >> chiese Juliet
<< Certo... Ma forse è meglio se vai a casa a riposare >> disse dolcemente, ma la ragazza non ci fece caso e andò verso la stanza di André.
Rimase accanto a lui per giorni interni, di solito passava le giornate seduta sulla finestra a fumare o a leggere un libro, non dormiva e aveva iniziato a mangiare solo caffè, così che la maggior parte del tempo era nervosa e aveva iniziato a essere dipendente della caffeina. Avevano provato a portarla a casa in tutti i modi, ma lei si era opposta e alla fine tutti lasciavano perdere. Le facevano un prelievo di sangue ogni giorno e lo mettevano ad André.
<< Ora basta. Tu ritorni a casa a dormire, non me ne frega nulla che vuoi stare accanto ad André, devi anche badare a te stessa >> aveva urlato Rick entrando nella stanza il terzo giorno
<< E a me non me ne frega nulla di quello che pensi tu >> ringhiò lei scendendo dalla finestra
<< Non è quello che penso io è quello che pensano tutti. Tu ora ritorni a casa, ti fai una doccia e ti metti a dormire >> sbottò Rick prendendola per il braccio
<< Non voglio, devo rimare qui >> disse lei puntando i piedi
<< Ma ti rendi conto che si potrebbe svegliare anche tra una settimana? Non puoi restare in questo stato per sempre. Sei diventata dipendente dalla caffeina a furia di bere solo caffè, davvero credi che André sarebbe felice di vederti in questo stato? >> continuò guardandola male
<< Almeno starò qui quando si sveglierà >> sbraitò lei liberandosi dalla sua stretta
<< Si e si sveglierà guardando il mostro di Loch Ness gran bel risveglio >> disse incrociando le braccio al petto << non pensavo che eri così stupida >>
<< Non sono stupida >> borbottò lei guardando per terra
<< Hai il cervello completamente fuso. Non riesci nemmeno a rispondere >> continuò Rick senza far caso a quello che aveva detto la ragazza
<< E invece riesco a rispondere >> disse lei guardandolo male
<< Oh davvero? Perché se avessi il cervello meno fuso a questo punto mi sapresti rispondere a tono >> disse lui guardandola con gli occhi leggermente più scuri
<< Se io voglio restare qui non è un tuo problema >> ringhiò lei chiudendo le mani a pugno
<< Okay. Vuoi rimane qui? Perfetto, ma almeno dormi un po'. Se André si sveglia saresti comunque la prima persona che vede. Per favore Juliet cerca di usare quel poco di cervello che ti è rimasto >> disse Rick esasperato
<< Ehy solo io posso dire a Juliet che ha il cervello grande quanto una nocciolina >> disse una terza voce, Rick e Juliet si guardarono per qualche secondo, poi in contemporanea si girarono verso la terza voce e trovarono André che stava ridendo, in un attimo la ragazza gli saltò addosso baciandolo con passione
<< Principessa... Così mi uccidi >> disse André stringendo la ragazza a sé mentre lei non smetteva un attimo di baciarlo
<< Sei vivo >> disse lei con gli occhi che oramai facevano scendere ondate di lacrime, André la strinse ancora, scese a baciarle il collo per far prendere aria alla ragazza, ma per qualche motivo senti l'impellente bisogno del suo sangue, i canini si allungarono è un attimo dopo stava succhiando via il sangue dalla ragazza. Non riusciva a controllarsi, bevve fino a quando non intervenne Rick che allontanò la ragazza da lui
<< Cazzo André! Già le fanno tutti i giorni prelievi di sangue da un litro e mezzo, non puoi pretendere altro sangue da lei >> disse prendendo in braccio Juliet che era mezza svenuta tra le sue braccia
<< Mi... Dispiace... Non so che mi è preso >> disse André guardando per terra
<< La porto da tuo padre, così le fa una trasfusione... Chissà forse è la volta buona che andrà a dormire >> disse portandola fuori che era svenuta.

Juliet si svegliò che era da sola in una stanza da ospedale, si guardò per un attimo intorno confusa, non ricordava di essersi addormentata, ma poi le venne in mente che André l'aveva morsa e Rick l'aveva allontanata quasi subito. Si alzò a sedere e vide un flebo di sangue attaccato al suo braccio sano, si alzò in piedi e uscì dalla stanza portandosi dietro il sangue. Andò verso la stanza di André anche se era lontana dalla sua e lei si sentiva ancora un po' stanca. Arrivò dopo dieci minuti, entrò senza bussare e lo trovò ancora steso sul letto a guardare fuori dalla finestra, si girò verso di lei solo quando sentì la porta chiudersi
<< Principessa >> disse sorridendo, la ragazza non disse nulla, andò verso di lui e si stese accanto, André le circondò le spalle con un braccio << come stai? >> chiese stringendola a sé
<< Un po' stanca >> disse lei appoggiando la testa sul petto << tu invece? >> chiese guardandolo negli occhi
<< Meglio rispetto all'ultima volta che sono stato sveglio >> disse dandole un bacio sul naso
<< Bene >> disse sorridendo e gli diede un bacio sulle labbra
<< Mi hanno detto cosa hai fatto >> disse lui allontanandosi guardandola serio
<< Cosa ho fatto? >> chiese confusa
<< Juliet cazzo non puoi passare quattro giorni sveglia e nutrirti solo di caffè e di biscotti che ti danno dopo il prelievo, che ti passa nel cervello? Ah no giusto al posto del cervello hai una nocciolina >>
<< Mi davano un cornetto non dei biscotti >> 
<< È uguale. Si può sapere che ti è passato per il cervello? >>
<< Scusami tanto se ero preoccupata e non riuscivo a chiudere occhi per più di cinque minuti >>
<< Questo non giustifica il fatto che non mangiavi e ti fumavi dieci pacchetti di sigarette al giorno >>
<< Non è vero, mi fumavo dieci sigarette al giorno >>
<< Cazzo Juliet il concetto è sempre lo stesso, non puoi fare così >>
<< Certo però tu per me l'hai fatto e io non lo posso fare mi sembra giusto >>
<< A differenza tua io mangiavo e dormivo... Non puoi fare così, e se fossi rimasto così per un mese? Sai che saresti morta e lo sai >> la ragazza gli voleva rispondere, ma non le venne in mente nulla così abbassò lo sguardo, sapeva che aveva ragione e che aveva esagerato a comportarsi in quel modo
<< Scusami >> sussurrò alzandosi a sedere
<< Dove vai? Rimani qua >> disse lui prendendola e rimettendola accanto a lui << non lo devi più fare, intesi? >> disse più dolcemente, la ragazza annuii e si strinse a lui << che ne dici di dormire un po'? >> chiese giocando con la sua mano
<< Va bene... Ammettilo vuoi dormire anche tu >> disse dandogli un bacio sul mento
<< Okay si voglio dormire, ora taci però >> disse stringendola a sé e dopo un secondo si addormentò, la ragazza appoggiò la testa sul suo petto e si addormentò.

Passarono mesi in tranquillità, dopo una settimana passata in ospedale i ragazzi tornano a casa loro, André non riusciva a camminare bene visto che gli avevano dato una botta sulla spina dorsale, così che doveva fare esercizi di fisioterapia, Juliet cercava di aiutarlo come meglio poteva, ma lui tendeva a non chiederle mai nulla anche se lei lo pregava di farsi aiutare. Dopo qualche settimana si rimise completamente e non ebbe più bisogno di nessun aiuto. In quei mesi Lara si era messa con Lucas e Derek si era messo con Tamara e quest'ultimi si erano anche sposati, la cerimonia era la stessa di un matrimonio tra umani, l'unica cosa che cambiava era che alla fine i due i tagliavano i polsi per bere il sangue dell'altro e poi si baciarono come in un matrimonio normale
Una sera André l'aveva portata a mangiare fuori in un ristorante abbastanza romantico, avevano mangiato tranquillamente anche se André era nervoso per qualcosa che la ragazza non capiva bene. Dopo mangiato l'aveva portata in un parco lì vicino, avevano camminato per un po' sulla riva del lago mano nella mano, ma dopo un po' André si era fermato davanti a lei
<< Cazzo non pensavo che fosse così difficile >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Che succede? >> chiese Juliet confusa, André rimase per qualche minuto a fissarla mordendosi il labbro inferiore come se fosse indeciso se dirle o meno quello che gli passava per la mente << André sai che mi puoi dire tutto >> insistette la ragazza avvicinando a lui e il ragazzo sospirò 
<< Lo so... Beh ora che è tutto finito... Che tutte le questioni sono state chiuse... Cazzo non può essere davvero più difficile che combattere una guerra >>
<< André che ti prende? Vai dritto al punto senza fare tanti giri di parole, è più semplice >> sbottò Juliet guardandolo leggermente preoccupata
<< Lo so, ma è proprio il punto la parte più difficile... Allora... Sai come funziona un matrimonio tra demoni l'hai visto con Tamara e Derek... Beh... Noi non abbiamo fatto un unione molto normale. So che tu mi ami e anch'io ti amo... E voglio che sia mia davanti a tutti... Quindi... Vuoi sposarmi? >> disse tirando fuori dalla tasca una scatola blu, l'apri scoprendo un anello con sopra uno zaffiro << so che non ti piacciono i diamanti, quindi ti ho preso lo zaffiro... Ti piace? >> chiese passandosi una mano tra i capelli, la ragazza guardò prima lui poi l'anello e di nuovo lui e l'anello << puoi darmi una risposta? >> sbottò dopo qualche secondo minuto in cui la ragazza faceva così
<< Ti amo Ti amo Ti amo Ti amo >> disse saltandogli addosso baciandolo sulla bocca
<< Quindi è un si? >> chiese titubante
<< Ovvio che è un si.... Ti amo André... Ora mettimi l'anello dai dai dai >> disse saltellando da una parte all'altra, il ragazzo sorrise divertito, le prese la mano, la baciò e poi le mise l'anello << mi sta bene vero? Guarda, guarda. Si mi sta di una meraviglia >> disse lei entusiasta, André le circondò i fianchi con le braccia sorridendole dolcemente
<< Ti sta benissimo >> disse baciandola dolcemente << ora sei mia per sempre, lo sai, vero? >> disse stringendola a se
<< Lo so... Non ti puoi più liberare di me >> disse circondandogli il collo con le braccia
<< Lo so e ne sono felice >> la baciò e la strinse forte a sé.


~Angolo dell'autrice~
Salveeeee 😊 la storia purtroppo è finita 😭 mi mancherà un sacco scrivere di loro, mi ci ero affezionata troppo 😭 ora mi spiego perché tutt'e le storie hanno come minimo tre libri ognuno 😣... Comunque se volete ho un idea per l'epilogo, ma anche se credo che verrebbe molto molto corto, come d'altronde è questo capitolo, ma non mi sono venute in mente molte altre idee 😒.... Ad ogni modo spero che vi sia piaciuta la storia 😊 ringrazio di cuore tutte le  persone che mi hanno messe tra le storie preferite, ricordate e seguite e in special modo tutt'e le persone che mi hanno recensito 😍 GRAZIE MILLE A TUTTI QUANTI 😘😍😘😍 
BACIONIIIII ❤️💜❤️💜

P.S se vi interessa sto già lavorando ad un'altra storia... Anche se non so quando lo pubblicherò 😒

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Capitolo 32
*** Epilogo ***


.....Un anno dopo

Juliet stava correndo per tutto il castello pensando solo che doveva arrivare da una persona prima che se ne andasse, le giornate passavano tranquille, i due sposi litigavano quasi ogni giorno, ma alla fine facevano pace e passavano tutto il tempo insieme.
La ragazza stava correndo più veloce che poteva, così arrivò all'uscita appena in tempo
<< RICK ASPETTA >> urlò saltando gli ultimi gradini, il ragazzo fermò e si girò verso di lei confuso, come al solito era circondato da due guardie che dovevano stare con lui per tutto il tempo che il re riteneva necessario, per essere sicuro che non tramasse qualche piano per uccidere André e per evitare che si nutrisse di altro sangue umano. Juliet arrivò davanti a lui e si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato
<< July? Che succede? >> chiese leggermente preoccupato, la ragazza riprese fiato e lo guardò dritto negli occhi 
<< Tu devi essere il primo a saperlo >> disse seria
<< Che cosa devo sapere? >> chiese sempre più confuso, la ragazza guardò per un attimo le guardie
<< Se ne fate parola con qualcuno vi uccido >> disse guardandoli male, le due guardie si guardarono per un istante e poi annuirono << allora... Beh ecco... Non so come dirlo, cioè no so come dirlo, ma non riesco a dirlo >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Ti calmi? Mi stai preoccupando >> disse prendendole le spalle con le mani, la ragazza si guardò intorno e sospirò
<< Sono incinta >> disse mordendosi il labbro inferiore, Rick la guardò sgranando gli occhi e per qualche minuto nessuno disse niente, poi il ragazzo si mosse e l'abbracciò con forza
<< È una notizia meravigliosa July >> disse sorridendo veramente felice, la ragazza sorrise e annuii abbassando lo sguardo << lo sai che André ne sarà entusiasta >> disse dolcemente
<< E se non la prendesse bene, cioè... Io non so... >> disse iniziando a torturarsi lei dita
<< Non dire cazzata, sarà felicissimo. Vaglielo a dire >> disse spingendola verso le scale dalle quali era scesa << sta in biblioteca, vaglielo a dire >> disse leggermente divertito
<< Prima però vado in cucina a prendere delle fragole >> disse lei con l'intenzione di cambiare direzione
<< No, prima vai da André e poi potrai avere tutte le fragole che vuoi >> disse spingendola ancora
<< Crudele >> disse guardandolo male
<< Vai >> disse sorridendo divertito, la ragazza sbuffò e andò verso la biblioteca.
Prima di entrare fece un profondo respiro e spalancò la porta, André era seduto su una poltrona e stava leggendo un libro, la ragazza si perse per qualche istante a fissarlo. André la notò e gli sorrise dolcemente, si alzò in piedi e andò verso di lei
<< Principessa >> disse baciandola dolcemente
<< André >> disse con il cuore che batteva a mille e che era salito fino in gola, iniziò a torturarsi le dite per ansia
<< Che succede? >> chiese preoccupato accarezzandole una guancia
<< Meglio se ti metti seduto >> disse mordendosi il labbro inferiore
<< Cosa succede? >> chiese ancora più preoccupato e si allontanò un pochino, ma prese le mani della ragazza tra le sue
<< Beh ecco... È difficile... >> disse agitandosi sempre di più, aveva paura di come l'avrebbe presa, e se fosse non l'avesse presa bene? Cosa avrebbe dovuto fare?
<< Ehy lo sai che ci possiamo dire tutto >> disse dolcemente iniziando ad accarezzarle una guancia, Juliet alzò lo sguardo su di lui e lo guardò negli occhi che la fissavano con un misto di preoccupazione e dolcezza 
<< André... Sono incinta >> riuscì a dire con un filo di voce, il ragazzo la guardò con gli occhi sgranati, le lasciò le mani e fece un passo indietro, il mondo intorno alla ragazza iniziò a sgretolarsi
<< Cosa... Hai detto? >> chiese incredulo, Juliet prese respiro
<< Sono incinta >> ripeté abbassando lo sguardo a causa degli occhi che iniziavano ad inumidirsi, sapeva che non doveva dar ascolto a Rick e diglielo più tardi possibile, mai più prendere consigli da altri. Dopo qualche secondo André l'abbracciò forte
<< È la notizia più bella che potevi darmi >> sussurrò baciandola subito dopo
<< Non... Cioè... Non ti dà fastidio o cosa? >> chiese incredula con gli occhi sgranati
<< Scherzi? Non vedevo l'ora che mi dicessi una cosa del genere >> disse sorridendo veramente felice, si abbassò
sulle ginocchia e le baciò la pancia << mio piccolino sta quindi dentro >> disse sorridendo
<< O piccolina >> corresse lei divertita
<< Fidati è un maschio >> disse annuendo
<< E chi lo dice? >> chiese alzando un sopracciglio << può anche essere una femmina >>
<< Lo dico io, è un maschio >> disse sorridendo divertito
<< Solo perché lo dici tu non  può per forza essere maschio >> disse lei guardandolo storto
<< D'accordo, allora scommettiamo >> disse sorridendo divertito
<< Puoi davvero scommettere il sesso di nostro figlio o figlia... Oh dio mi fa strano dire nostro figlio o figlia >> disse guardando per terra
<< Ci farai l'abitudine principessa >> disse baciandola dolcemente << e comunque sarà figlio >> disse sorridendo divertito
<< Perché ti ostini tanto? Non vuoi un'altra principessa da coccolare? >> chiese alzando un sopracciglio e anche lui
fece la stessa cosa
<< Scherzi? Di principessa ne esiste soltanto una, e poi le non sarà la mia principessa >> disse sorridendo divertito
<< Stai scherzando? >> disse allontanandosi di un passo
<< No, perché? >> chiese confuso
<< È anche figlia tua razza di stupido idiota >> disse guardandolo male
<< Lo so, ma non sarà comunque la mia principessa >> disse divertito
<< Vaffanculo >> disse girandosi per andarsene, ma lui la bloccò per il polso e la tirò a sé così anche andò a sbattere con il suo petto
<< Non sarà la mia principessa perché sarà troppo occupata ad essere la mia piccolina >> sussurrò dandole un bacio sul collo
<< Sei un idiota >> sbuffò lei
<< Sei tu che capisci sempre male >> disse divertito
<< Abbiamo fatto il genio qua >> disse guardandolo storto
<< Questo è sicuro >> disse ridendo, Juliet sospirò esasperata
<< Io vado in cucina >> disse salutandolo con la mano
<< Perché? >> chiese André seguendola
<< Perché ho voglia di fragole >> disse lei sorridendo 
<< Ma stiamo ad ottobre >> disse sgranando gli occhi
<< Dici che non c'è ne sono? >> chiese guardandolo con gli occhi da cucciolo bastonato
<< Ovvio che non c'è ne sono >> disse come se fosse una cosa banale
<< Ma io ne ho voglia >>
<< Oddio, se già inizi così, mi sa che mi trasferisco da John o da Rick per il resto dei nove mesi >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Non ci provare, razza di stupido troglodita >> disse guardandolo storto
<< Vuoi della cioccolata? Quella è sicuro che c'è >> disse sorridendo
<< Vada per la cioccolata >> borbottò incrociando le braccia al petto
<< Quando qualcuno andrà a fare la spesa gli dirò di prendere delle fragole, se ci sono. Contenta? >> chiese sbuffando
<< Si >> disse saltellando e battendo le mani, André scoppiò a ridere e la baciò dolcemente.

Fine

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