La disgrazia di vivere assieme ad un Saiyan idiota - 50 Sfumature? Forse Sbavature

di Zappa
(/viewuser.php?uid=168901)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Commozione cerebrale ***
Capitolo 2: *** Ubriachezza da Saiyan ***
Capitolo 3: *** Sfida all'ultima cioccolata ***
Capitolo 4: *** Shopping color verde. ***
Capitolo 5: *** Una noiosa mattinata di cornflakes e bacini ***
Capitolo 6: *** Gita nel bosco ***



Capitolo 1
*** Commozione cerebrale ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Akira Toriyama. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 

Camminava per la grande cupola barcollando pericolosamente da destra a sinistra e poi da sinistra a destra, deviando sempre il suo cammino a seconda del piede con cui s'appoggiava. Probabilmente faceva addirittura fatica a vedere la strada da percorrere per raggiungere il salotto, dove sapeva, lì avrebbe trovato Bulma, la terribile Bulma.
Probabilmente questa volta aveva esagerato un po' con gli allenamenti. Ma si sa che i Saiyan amano allenarsi come disperati.
Si sa che a loro piace proprio ammazzarsi prendendo a pugni, a calci, a testate qualsiasi cosa, fino a perdere i sensi. Questa volta però, aveva un po' esagerato. Probabilmente, eh! Non passiamo a conclusioni affrettate.
Si era allenato giusto un po' da non riuscire a stare in piedi, con il risultato grottesco di una camminata che avremmo potuto definire buffa o da ubriaco, se non stessimo parlando del Principe dei Saiyan.
Ma in ogni caso sembrava proprio un ubriaco.
Però, forse, questa volta il suo comportamento era scusabile: infatti non si era ferito gravemente; aveva solo un po' di mal di testa – ok, un bel po' di mal di testa – e se non fosse stato per il fatto che gli stesse gocciolando sangue a causa di una craniata che aveva dato, si vedeva che stava bene.
Trascinando quindi i piedi e reggendosi alla bell'e meglio ad eventuali mobili e suppellettili che costeggiavano i corridoi, il nostro caro Vegeta, dopo aver sbagliato un po' di volte strada perdendosi negli anfratti di casa Briefs, raggiunse finalmente la zona giorno, dove, puntuale come sempre, Bulma stava guardando il suo programma prediletto.
Forse era il sangue che ormai, colato sugli occhi, gli stava annebbiando la vista o forse era l'effetto palla da biliardo che aveva subito la sua testa, ma quel programma in onda su quella cosa che aveva capito chiamarsi televasione o teleinvasione, di chi non si sa, faceva proprio schifo.
Spostò poi lo sguardo sulla telespettatrice che, tutta presa dal programma Come far sorridere i tuoi piedi: consigli per la pedicure, non sembrava aver notato Sua Maestà ed, entusiasta, squittiva deliziata ogni volta che la conduttrice proponeva un nuovo smalto.
Il principe, scocciato di non essere stato immediatamente, che diamine! servito e riverito, azzardò un pragmatico – Ehi donna! - ma la sua voce fuoriuscì un po' sbrodolata, come se avesse inghiottito qualcosa e gli fosse rimasto in gola a bloccargli il respiro. Gli uscì talmente male che la soprannominata donna non lo filò di striscio e continuò imperterrita a godersi il programma.
Convinto a voler attirare l'attenzione, il nostro antieroe avanzò di qualche passo e, alzando trionfalmente il braccio destro, cadde a terra come un salame.
Solo allora Bulma, sentendo un tonfo, si scollò dal suo posto e affacciandosi timidamente dal divano notò Vegeta disteso a terra, con la faccia ricoperta di sangue e un'espressione ebete in volto.
- Stai bene? -
No, decisamente il ragazzo non stava bene.
Scendendo dal divano, aiutò il difficile coinquilino ad alzarsi, lo invitò a sedersi sul divano e stupita fissò il suo volto tumefatto. No, decisamente il ragazzo non stava affatto bene.
L'espressione della sua faccia infatti la diceva lunga: gli occhi erano fissi nel vuoto mentre il naso ricoperto di sangue sembrava un tutt'uno con la bocca e un grosso taglio attraversava il piano desertico della fronte, facendole capire che probabilmente Vegeta aveva bisogno di qualche cura.
- Ah, Kami. Che diamine hai fatto? - blaterò dopo qualche minuto di contemplazione la turchina.
Dopo essere andata di malavoglia a prendere il kit medico per curare l'animale che giaceva ancora inerme sul divano (avrebbe preferito infatti godersi ancora per un po' la faccia del principe che assomigliava più a un dipinto di Picasso che ad un volto), prese il disinfettante e con cura si mise a cercare di dare una possibile forma al suo volto.
- Non dovresti esagerare, lo sai, scimmione! - disse Bulma con stizza puntando ferocemente gli occhi in quelli di Vegeta. - Mi stai facendo passare l'inferno! Sempre a obbedire ai tuoi ordini e niente ringraziamenti e … - blah blah blah giù chiacchiere indicibili e troppe lunghe da stare a scrivere.
Povera Bulma: non sono l'aveva distratta dal suo utilissimo programma, ma ogni volta doveva farle da servetta. Per non parlare del fatto che neanche un bimbo di un anno aveva bisogno di tante cure e attenzioni. Ma il Principe dei Saiyan era il Principe dei Saiyan. Ma un giorno o l'altro... un giorno o l'altro.. un giorno o l'altro...! Un giorno o l'altro.
Si sorprese poi della mancata risposta: alzando lo sguardo vide infatti il principe che aveva ancora gli occhi persi nel nulla, come in trans.
Bulma spalancò gli occhi e mancò poco che non gli mollasse un ceffone.
- Hai di nuovo una commozione cerebrale! - gridò sull'orlo di una crisi isterica – E' la seconda volta, Vegeta! Evita di distruggere a testate il controller della Gravity Room, la prossima volta! - ma il principe era in trans. O era diventato trans, ma questo lo avrebbe controllato più tardi.
Incazzata nera, Bulma si avvicinò con il muso verso la faccia di Vegeta per poi vederla contratta da una smorfia così idiota che neppure Goku era così bravo. Inizialmente stupita, Bulma sfornò subito il migliore ghigno che le potesse venire e, ridacchiando malvagiamente, si precipitò in camera al piano superiore a prendere la macchina fotografica per eternare il momento e una scatola di trucchi e smalti...

La mattina dopo un urlo fece crollare una parete alla Capsule Corporation. Vegeta svegliatosi dal suo coma autoindotto, bestemmiando tutti gli dei e i santi del cielo, sfasciò tutti i mobili di casa Briefs sotto le grasse e grosse risate dell'ereditiera più ricca del mondo.
(Tanto, chissenefrega, era ricca!)
Mentre Vegeta tornò più in bestia di prima nella sua adorata Gravity Room a sfasciarsi nuovamente, Bulma si disse che non esisteva migliore divertimento del fotografare la faccia di Vegeta mentre dormiva: tutto truccato e imbellettato era anche accettabile. Chissà se era gay.
Bulma scoppiò ancora a ridere tenendo in mano la fotografia.
In fondo c'era un buon risvolto dai suoi allenamenti da Terminator: poteva prendersi la sua vendetta quando voleva. Anzi, la prossima volta gli avrebbe messo anche lo smalto rosso che aveva consigliato il suo adorato programma.

 

Note dell'autore:

Questo è il primo capitolo pazzo che ho scritto. Ne usciranno di molto peggio, non vi preoccupate.
Io adoro Vegeta ma mi piace prenderlo in giro. Andiamo, non è divertente?
Le storie usciranno quando avrò l'ispirazione, voglio deriderlo al meglio e mi piace curare bene i testi!
Grazie a tutti quelli che sono passati a leggere e se mi lasciate un commentino per sapere se devo bruciare il pc o andare avanti, mi farebbe piacere :)
Prima o poi imparerò ad inserire le immagini. Ci starebbe bene una bella immagine. Già. Già.

*Se ne va canticchiando*

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ubriachezza da Saiyan ***



Crash!


L'ennesimo bicchiere schiantato al terra. O forse erano solo le costole di Goku.

La festa era sembrata andare così bene, così bene, che pareva impossibile non succedesse nulla. Succede sempre qualcosa quando hai dei Saiyans affamati che ti girano per casa. E' come se avessi un'alce in salotto e ti arrabbi perché te lo demolisce e ti mangia il divano: Capitan Ovvio, le alci non vanno tenute in casa. Ma neanche i Saiyans.

Se solo Bulma avesse prestato attenzione, tutto quel macello non sarebbe successo...


Le tartine, i tramezzini alla maionese, le patatine alla paprika, pop corn, torta al cioccolato, coca cola, aranciata, macedonia e superalcolici!

La festa di compleanno di Yamcha era stata organizzata nei minimi particolari per festeggiare in gran stile, e, sebbene tentativi di diserzione puntualmente falliti da parte del reale coinquilino che viveva da circa un mese alla Capsule Corporation, Bulma era soddisfatta del suo operato e aveva invitato tutti i suoi amici per festeggiare il suo storico fidanzato.

Il giardino sotto casa era pieno di gente che brulicava e bazzicava in giro in cerca di cibo e aperitivi: i tavoli erano stati imbanditi abbondantemente per l'occasione e, anche se Goku ne aveva rovesciato uno perché sosteneva di essere in grado di togliere la tovaglia senza ribaltare le stoviglie sopra – teoria miseramente fallita – tutti avevano mangiato allegramente e in compagnia.

Tutti? No, tutti tranne un piccolo villaggio di irriducibili Galli, che sempre e ancora resisteva all'invasione.


No, aspettate.

*Sfoglia il copione*

Scusate, ho sbagliato film.


Tutti? No, tutti tranne un piccolo principe che, irriducibile, resisteva alle pretese della padrona di casa di unirsi al gruppo di smidollati per festeggiare.

Che poi, chi cavolo lo aveva invitato?

E chi diamine era questo Yamcha?

Non voleva proprio unirsi a quella banda di terrestri. Per festeggiare cosa? Non era mica morto nessuno.

Porco Freezer, lui le odiava pure le feste. E festeggiare per un motivo inutile gli sembrava stupido. Era tutto stupido su quel pianeta ma, poiché ci teneva ancora alla sua Gravity Room, aveva acconsentito parzialmente alle pretese della strega azzurra.

Va bene la presenza, ma unirsi pure a festeggiare... che poi, neanche a dirlo che a fare da simposiarca era quel Kakaroth. Quel brutto agjababfklbascjabl!

Meglio rimanere in disparte sotto l'albero...

L'albero era l'unico che poteva comprenderlo. L'unico suo amico.

Il nostro amico leggermente sociopatico fu però presto raggiunto dal suo amato compagno di giochi, Goku.

Rimuginando e borbottando come una pentola a pressione, sentì infatti dei passi dietro di sé e una figura muscolosa che si accovacciava accanto a lui.

- Hey, Hippie, allora? -

Vegeta alzò lo sguardo fulminando il suo best.

- Cosa vuoi, scemo? -

- Niente – disse lo scemo accovacciandosi al suo fianco e sorseggiando il suo vino.

Solo allora Vegeta alzò lo sguardo e fissò la bottiglia che reggeva in mano l'altro alieno.

Goku, che intanto aveva iniziato a fissare le frode dell'albero pensando ai pony e agli arcobaleni che vi erano nascosti, tornò sulla terra solo quando sentì la presa sulla bottiglia venire meno e notò il compagno che ispezionava con l'attenzione di un dentista il fiasco di vino.

Dapprima diffidente, Vegeta assaggiò portandosi alle labbra il vino e svuotò in meno di due secondi la bottiglia.

Bulma, distrattasi per un secondo dalle chicchere martellanti del fidanzato su come sarebbe stato bello farsi un nuovo taglio di capelli e come aveva fatto a mettere in mostra i suoi addominali, fissò sospettosa Crillin che si era avvicinato ai Saiyans e proponeva loro, un po' da vu cumprà, delle bottiglie di vino. Alzò poi le spalle. Chissenefrega.


Bulma passò ancora un po' di disinfettante sulla spalla di Crillin e gli richiese un'altra volta quello che ormai le aveva ripetuto fino allo sfinimento:

- Hai dato dell'alcool da bere a Goku e Vegeta. E Vegeta ti ha picchiato, giusto? -

- S-Sì... – Rispose mesto il monaco, preparandosi un'altra sfuriata dalla ricca ereditiera.

- La cosa più intelligente che potessi far... - BOOM!

Un'altra parete crollata e una serie di urla e risate.

Bulma e Crillin si affacciarono dall'infermieria precisamente dal buco appena creatosi per vedere Yamcha preso a scazzottate da Vegeta che, con il naso rosso, rideva come una iena, mentre Goku faceva delle avances promettendo prestazioni da urlo alla moglie del dott. Briefs.

In preda alla rabbia Bulma si fiondò nuovamente in giardino, sotto lo sguardo da cane bastonato di Crillin:

- ORAA BAASTAA! BRUTTI PAZZOIDII, MI AVETE DISTRUTTO IL GIARDINO! -

Dando un'occhiata in giro, infatti, si potevano vedere vari crateri e buchi nel terreno causati dalle onde energetiche che si erano scambiati allegramente i due Saiyans cercando di beccarsi a vicenda, mentre tutti i tavoli e le sedie erano misteriosamente scomparsi lasciando spazio alla fantasia su dove potessero essere atterrati. Il resto del gruppo si era raggruppato in angolo, temendo il peggio.

E Chichi era svenuta.

Ma lei sviene sempre, la cosa si sa e non serviva neanche dirlo.

- BRUTTI PAZZIII, IO VI ODIOOOABFABJFBAFN ABU! -

- E piantala, Azzurra – Borbottò il principe trascinandosi al cospetto di Bulma tenendo ancora per il il bavero della maglia il povero Yamcha, ormai senza sensi – Sheei ppiù secsi se sstai zzitta – bofonchiò con nonchalant, palpandogli il sedere e facendo arrossire di brutto l'ereditiera.

- Hey, Carota! - dichiarò con aria da superiore il principe.

Goku alzò lo sguardo dalla scollatura della Sign.Briefs per puntare gli occhietti lucidi dall'alcool sull'altro Saiyan.

- G-guarda c-che colpo! -

- NOOO! FERMOO! - urlò Bulma.

Ma troppo tardi.

Delle fiamme divamparono dalla casa dei vicini e si sentirono altre urla, mentre tutti osservarono sconcertati la scena. Bulma si trattenne dall'urlare finchè Goku osservò: - Vegheta! Non si fah! V-vai a chiedere schusa ai vicini! -

Le urla furibonde di Bulma conclusero la serata.


Angolo dell'autrice

Ecco qui il secondo capitolo :)

Spero che vi piaccia, la mia paura è non riuscire a scrivere bene e a farvi capire il testo.

Ricordatevi: mai tenere un'alce in casa. E' pericoloso.

Grazie a tutti quelli che hanno commentato il capitolo precedente e mi scuso se non sono riuscita a rispondervi! Vi adoro e cercherò di fare del mio meglio!

Alla prossimadasadksahiahsbkjfagl

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Sfida all'ultima cioccolata ***


I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

 


Il dolce profumo si espanse dalla cucina per andare ad effondersi per tutti i corridoi.

La fragranza arrivò ben presto fino alle porte dell'inferno o, più semplicemente, Gravity Room, da dove vi uscì un diavoletto tutto spettinato.

Compreso il pericolo, spalancò sorpreso gli occhi e si accucciò di fretta al suolo, per non essere avvistato.

- E' giunta l'ora fatidica – spiccicò indispettito, per poi mettersi ad elaborare un piano d'attacco.

Un buon soldato come lui era abituato ad improvvisare ed ad agire anche in situazioni inattese come quelle, ma sapeva anche valutare con attenzione le sue mosse per evitare di ricevere danni.

E in quel caso, il nemico da affrontare per ottenere il bottino, era più che temibile.

Si avviò, quindi, lungo il corridoio che collegava la sua camera infuocata alla cucina, impugnando in una mano l'altro braccio, stile Scarface, pronto per sparare i suoi micidiali ki blast.

Accovacciandosi sotto le finestre, procedeva guardingo, guardandosi attorno e canticchiando un motivetto esaltante, come per darsi quel brivido abatibido d'eccitazione.

Si sentiva esaltato e pronto a far fuoco: un vero mercenario, brutto e cattivo.

Ma io ci credo poco...

Arrivò, poi, sempre sull'attenti, con un ultimo balzo e una piroetta da ballerina classica dietro al divano, e con l'occhietto vispo, stile Tenente Colombo, si affacciò dal suo rifugio.

- Diario di prigionia, giorno 568. La strega azzurra ha preparato, con una delle sue magie, una cosiddetta torta composta da una sostanza stupefacente, chiamata cioccolato. Temo per la mia incolumità, perché temo mi voglia avvelenare. - biascicò preoccupato il Principe, tenendosi al riparo con i cuscini e tirando fuori un taccuino per prendere appunti per il testamento.

- Queste potrebbero essere le mie ultime parole – scrisse con riluttanza.

- Io, Principe indiscusso della razza Saiyan, Re immortale nei secoli dei secoli amen, forma superiore d'intelligenza, Alfa e Omega, Super Sandwich, Guerriero Dragone, Barbapapà, Ottavo Nano di Biancaneve, Darth Lord e chi più ne ha, più ne metta, lascio in eredità a … aspetta, merda, ma io non ho niente! - meditò un secondo, per poi trascrivere furiosamente:

- Fottetevi tutti, non lascio niente per nessuno! Soprattutto a te, odiato Kakaroth! Tu! Feccia dell'universo, essere inferiore, incompetente e filibustiere, razza di ... - E via con una serie d'insulti.

Il principe preso dalle sue importantissime meditazioni non si accorse, però, di star pronunciando con fin troppa enfasi le sue critiche all'odiato rivale e, solo quando la mina della matita finì e gli rimbalzò in faccia, facendolo incavolare ancora di più, alzò lo sguardo e sbiancò.

Dalla porta della cucina poté chiaramente vedere Bulma che, tenendo in mano un coltello, lo squadrava minacciosamente.

- Ciao Vegeta... vuoi mangiare un po' di torta? - sibilò la strega azzurra, aprendosi in un sorriso abbastanza inquietante: un misto tra Saw, IT e Shining.

Capelli a carciofo rispose minaccioso: - Mai. Le tue torte fanno schifo! -

Un piatto sfiorò i capelli di Vegeta, come una mola disco, per finire schiantato contro la mobilia in salotto.

Vegeta, sorpreso dall'attacco, digrignò i denti e con un salto olimpionico sfondò il tavolo della cucina, atterrando a momenti con la faccia nel lavandino, ma Bulma, più veloce, lo precedette: brandendo da un lato il coltello per tagliare la torta – che nel frattempo stava gocciolando dal soffitto - e dall'altra una spada laser, si avventò contro il Saiyan.

Come possiamo immaginare, in meno di cinque minuti in casa Brief non esistette più una cucina ma un campo santo, dove giacevano stoviglie e alimenti, vittime della guerra tra fidanzatini.

Una Bulma borbottante si tolse una ciocca di capelli infarinata dal volto e osservò il nemico che si affannava, sul campo di battaglia: i suoi capelli neri erano ricoperti di zucchero e farina, mentre la battle suite era una fantasia di pomodoro, salsa piccante, cioccolato, succo d'arancia e, pensò che quella macchia verde fosse ciò che restava di una foglia di lattuga... ; un capo d'alta moda che teneva testa alla sua camicetta, ormai non più bianca ma blu – a causa del gelato color puffo spalmato bellamente su tutto il decolté – e ai suoi pantaloni che... non erano più pantaloni talmente strappati e tappezzati di macchie come erano.

Altroché Omino Bianco: lì sarebbe stato più conveniente buttarsi direttamente in lavatrice con vestiti e tutto.

Vegeta, alzatosi in piedi alla bell'e meglio – poiché sul pavimento c'era un'enorme macchia d'olio che metteva alla prova anche i migliori equilibristi - squadrò un'altra volta Bulma, per poi scoppiare a ridere malvagiamente:

- Ahahaha! Ti ho sconfitto! -

Sghignazzò eloquente, piegando dal ridere la testa all'indietro, come per prendere più aria.

- Nessuno sconfigge il Principe dei Saiyan! Io, Principe indiscusso della razza Saiyan, Re immortale nei secoli dei secoli amen, forma superiore d'intelligenza, Alfa e Omega, blah blah blah... -

e si avviò fuori dalla cucina, con le mani alzate al cielo, come per autoproclamarsi e auto-osannarsi.

Furiosa e risentita per la sviolinata del compagno, l'azzurra afferrò la prima cosa che le capitò sotto le mani: optò tra una sedia e tra un'ultima fetta di torta, per poi richiamarlo, facendolo voltare:

- Hey Tarzan, prendi questo! - e, con un lancio da giocatore di baseball professionista, mirò alla faccia del Saiyan.

Il grande Principe dei Saiyan - Signore incontrastato dell'universo e personaggio leggermente megalomane, sotto tutti i punti di vista – si ritrovò, così, in faccia la deliziosa torta della compagna e, anche se avrebbe pagato oro per non mangiarla, fu costretto da Bulma ad assaggiarla, e a ripulire interamente la cucina.

Angolo dell'autrice felice

Salve a tutti! Sono tornata con questo nuovo capitolo. 

La demenzialità sta aumentando vertiginosamente, ma spero vi piaccia!

Fatemi sapere che ve ne pare nei commenti! 

Grazie a tutti quelli che sono passati, a tutti quelli che recensiscono, a tutti quelli che danno una sbirciatina e dicono "che cagata", a tutti quelli che leggono silenziosamente! 

:D


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Shopping color verde. ***



Avviso: I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama, che ne detiene tutti i diritti.

Queste storie non sono state scritte a scopo di lucro.


Il sole era sorto anche quella mattina sulla bella cittadina dell'Ovest e gli uccellini avevano iniziato a deliziare i passanti con le loro melodie.

Il sole era sorto anche quella mattina sulla bella cittadina dell'Ovest da un bel po' in realtà, ma lui, proprio non ne voleva sapere di alzarsi.

Socchiudendo un occhio, inquadrò fuori dalla finestra un allegro fringuello che, sul ramo dell'alberello, cinguettava deliziato, la sua bella melodia.

Prendendo la mira con la radiosveglia andò ad abbattere l'innocente uccellino che posava ancora sull'albero, e, già incazzato di prima mattina, tornò a seppellirsi sotto le coperte.

Fu allora che un delizioso raggio di sole cuccò sotto le coperte per svegliarlo completamente: risorgendo dalle tenebre e scaraventando per la stanza lenzuola, letto e mobilia compresi, il nostro nobile nano si alzò e sbracciò verso la porta, per dirigersi in cucina.

La cucina di casa Brief aveva uno stile tutto moderno e splendente. Al centro della stanza, spiccava un delizioso piano con gas e fornelli fornito di manopole in oro zecchino, mentre ai lati, un lavandino d'argento e un frigo con una capienza da carrarmato chiudevano la stanza, circondati da ampi piani in marmo sempre ricchi di qualsivoglia frutta e verdura. *

Ma ora, agli occhi dell'ospite, la cucina parve irrimediabilmente vuota e non una tortina, né uno yogurt Activia con il bifidus actiregularis, né un buon panino al prosciutto si presentarono agli occhi del carnivoro, facendogli schizzare il Nazismo alle stelle.

Donna!” azzardò l'uomo delle caverne. Come cavolo si chiama quella terrestre con la tinta...?

DOVE E' LA MIA COLAZIONNNE?”

Vegeta allora, non ricevendo risposta, dopo aver cercato in ogni anfratto della deliziosa cucina di marmo, ora in parte bruciacchiata e senza mezze ante per la delicatezza del suo tocco, si diresse a grandi passi nei laboratori, dove sapeva, la scienziata pazza lavorasse. Così, scardinò le porte del laboratorio, facendo poi saltare la corrente e bruciando mezzi microcip dei computer d'alta tecnologia che costellavano la stanza, incontrando infine la postazione della scienziata.

La donna che cercava, ehm, pardon... Bulma alzò lo sguardo dal computer, sfoggiando un sorriso che si sarebbe potuto definire radioso, se non fosse stato per il fatto che non stesse affatto sorridendo.

In preda ad una crisi esistenziale, Bulma s'avvicinò a Vegeta con il fumo che le usciva dalle orecchie e, pronta a sfoggiare la migliore artiglieria, crollò in un pianto disperato sulla spalla di un ancor più disperato Saiyan.

LA PARRUCCHIERA HA SBAGLIATO TINTA!”

Vegeta fissò per un attimo la scienziata in preda a crisi adolescenziali, della serie m'è spuntato un brufolo sul naso, mo' sembro Maga Magò, indeciso se iniziare a bestemmiare perché non era stato ancora saziato, o perché quella donna aveva leggermente colorato di nero la sua maglietta preferita bianca con la sbavatura del mascara.

Optò, infine, per un diplomatico silenzio.

PERCHE' SONO COSI' SFORTUNATAAAA!”

Bofonchiò, poi, Bulma tirando su con il nasino e fissando con i suoi occhioni da cerbiatto quelli di Vegeta.

DICO: GUARDA I MIEI CAPELLI! SONO VERDIII”

Vegeta, allora, osservò meglio la capigliatura ribelle della ribelle Bulma: in effetti i suoi capelli, più che assomigliare ad una cascata fresca di montagna, sembravano un'alga dde mare, buttata lì per sbaglio. Alzando poi le spalle rispose con un: “Per me, sono uguali”

Bulma lo guardò piuttosto confusa e speranzosa.

Fanno schifo come sempre...” pronunciò con finezza il Principe.

La pazza lo fissò, basita, senza parole. Eee tte pareva se nun mee disceva qualcosa dde carino.

Be', allora sai cosa?” Pronunciò riprendendo forza l'azzurra.

E' giunto il momento.”

Questa volta fu Vegeta a rimanere senza parole: la vide, infatti, prendere una sedia e metterci sopra in piedi e assumere una posa di trionfo, come se avesse appena conquistato Roma o vinto alla lotteria del paese.

E' giunto il momento di prendere in mano il mio destino e combatterlo! E' giunto il momento di agire! E' giunto il momento di... NON SO CHE CAZZO INVENTARMI PER ESSERE CARINAAA” e giù pianti disperati, che sopraggiunsero alle orecchie dell'irritato Principe.

Pensa Vegeta, pensa... cosa piace alla strega? Mo' qui ce rimetti la colazione... E mo' ar Principe glie vienne l'illuminazione...

E se andassimo a fare shopping?”


Camminava ormai da una buona mezz'ora per i piani dell'immenso palazzo, trascinandosi dietro alla pazza squilibrata della scienziata (uhh, ho fatto la rima) che ora aveva ripresa la giuoia di vivere e aveva svaligiato qualche negozietto sfizioso di scarpe.

Mannaggia a Freezer, pensò Sua Maestà: si era infilato in un bel guaio. Non che di solito non si infilasse in guai - sappiamo tutti, infatti, della sua anima attaccabrighe - ma stavolta non aveva neanche fatto colazione! Ehh, nun se fà!

(Gente, sono in vena di romanesco. E mo' ve lo sorbite e zitti tutti. Anche tu, la dietro, in terza fila. Silenzio.)

Dunque, dicevo...

Il nostro amato Principe stette per aprir bocca, quando la vipera si girò verso di lui con un sorriso bonario: “Andiamo a fare colazione, dolcetto?”

Sorvolando poi sul dolcetto, i due ribaldi andarono ad accomodarsi su un tavolino fuori da un bar: Bulma ordinò un caffettino e Vegeta, con galanteria, urlò alla povera cameriera sottopagata quindicenne di servirgli tutto il menù. Tre volte.

Alla fine della colazione, il bar dovette chiudere per esaurimento scorte e Bulma e Vegeta si allontanarono tranquilli, sotto le pressioni di tutti i camerieri che, infuriati, si lamentarono di aver perso il lavoro e discutevano sulla necessità di dover ricorrere ad un sindacato, per tutelare i propri diritti in caso di pazzo omicida aspirapolvere che spazza via tutto il cibo.

I nostri goliardici amici passarono poi per molti negozi, svaligiando e torturando, da parte di Vegeta, i commessi con richieste assurde come vorrei un paio di scarpe a prolusione, con pelle vera di rinoceronte, oppure ma perché non avete la taglia alieno xxxlyq, un negozio come il vostro dovrebbe essere ben rifornito.

Passando in libreria poi, Vegeta fece fuggire tutti i clienti e i bimbi che sedevano all'area giochi, perché si mise a sfogliare un atlante dell'universo e commentò con sempre maggiore ironia le varie informazioni sui pianeti e le stelle del cielo. Quando poi, Bulma, sentendolo ridere, s'avvicinò per dare un'occhiata a cosa stesse leggendo, scoppiò anche lei in risate isteriche, spaventando a morte il commesso, che si nascondeva dietro la cassa, pregando in tutte le lingue, la salvezza.

Trafugarono ancora diversi negozi e non ultimo, la gelateria dove Vegeta pretese di leccare direttamente il gelato dalle vaschette. E in quel negozio il commesso chiuse i battenti appena alle dieci del mattino.

Bulma, che ancora rideva alla scena di un Vegeta iracondo e completamente ricoperto di gelato a causa delle urla isteriche del gelataio, che era poi fuggito dalla gelateria in fiamme, sorrise all'indirizzo di Vegeta.

Come era strano adesso Vegeta. Sembrava quasi, e dico quasi, umano.

Era - pfff... è difficile da dire, scusate – carino nel suo modo di fare: nel suo minacciare la gente di morte, nel suo schizzare improvviso e rovesciare tavoli, nel suo scaraventare dall'altro lato nel negozio commessi troppo invadenti, nel suo sorridere con quei denti affilati come rasoi, stile Dracula...

Che se ne stesse... come si dice?

Oh, no, no. Impossibile. Non può essere che io... Ahaha, no, non è vero. Ma dai, non ci credo. Eh no. Eh no, invece. Eh, è non poss... EH, BASTA!

ARRIVA AL SODO. EH, CAPPERI.

Che se ne stesse innamorando?

Si fermò poi un attimo a contemplarlo: stava picchiando un malcapitato che aveva osato imbrattargli con il suo gelato la punta del suo stivaletto.

Che classe... che sexy.

Era pure riuscito a farle tornare il buonumore! Ora si era scordata della sua tinta sbagliata di capelli e ora aveva un sorriso che le apriva metà faccia talmente era stata contenta di aver trascorso un pomeriggio di shopping con il Principe. E la cosa strana era che si era proposto lui stesso di accompagnarla!

Che carino, che animo nobile, che...

Ehi, donna!”

Fermò il suo soliloquio e sfoggiò il migliore dei sorrisi.

Dimmi, mio bel Princ...”

Il tuo gelato ha il colore dei tuoi capelli.”

Osservò il gelato: era color … muffa.


Dannazione.


* Per maggiori informazioni e curiosità per l'acquisto della cucina rivolgersi al numero 0123 123! (I pop-eye the sailor maaan)



Angolo dell'autrice ce ce ce


Shalve a tutti!

Sono tornata con... questo.

Spero che vi piaccia e se vi piace vi chiedo di lasciarmi il vostro parere per sapere se ve piace come sto annando.

Grazie a tutti quelli che capitano per caso sulla mia pagina, grazie a quelli che leggono, a quelli che leggono e commentano e a quelli che fanno per professione i gelatai.


Alla prossima! :D


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una noiosa mattinata di cornflakes e bacini ***


Anche quella mattina un buon frullato di banana e pesca era ideale per svegliare il suo cervello ancora intasato per via del sonno.

Prese quindi un bicchiere e ne versò placidamente il fresco contenuto, bagnando distrattamente anche il piano cucina e il pavimento.

Poi, stiracchiandosi alla bell'e meglio, si trascinò sulla sedia e si mise a guardare fuori dalla portafinestra della cucina.

La giornata non poteva essere delle peggiori: se il giorno prima aveva fatto un caldo boia, adesso il maltempo aveva lasciato posto ad una pioggia apocalittica e di sicuro, lei non avrebbe messo il nasino fuori casa.

Se la meritava in fondo una pausa e un attimo di tranquillità: tra lavoro, fidanzati incalliti e Saiyans schizofrenici, non aveva avuto un attimo di tregua.

Chi l'avrebbe mai detto poi: una volta mollato l'ex, era stata attirata come una calamita dal Principe dei Saiyan tanto da andarci d'accordo e da finirci addirittura a letto.

Più andarci a letto che andare d'accordo, che diamine!

Ora potevano dichiararsi compagni. O forse amici. O coinquilini. Mah, forse era meglio conoscenti... Non lo sapeva neanche lei e neanche io che scrivo saprei chiarirmi meglio.

Nel mentre che il suo cervellino da scienziata pazza iniziava ad elaborare uno schema riguardante la sua situazione amorosa, combinandola con dei calcoli di quantistica subatomica e un calcolo delle probabilità facendo la media aritmetica tra il calcolo del prezzo del caffè caffeinato e quello decaffeinato – caffè che, probabilmente, influiva sul suo umore - venne distratta dall'energumeno alienoide che ormai da un po' aveva dichiaratamente preso possesso di parte della casa e del suo tempo, il quale molto bellamente, si era diretto al frigorifero, per poi, dimostrando incredibili abilità da ballerino, finire schiantato contro la portafinestra della cucina a causa del frullato che Puffetta aveva fatto cadere.

Attento. È caduto del frullato.”

Mormorò interessata allo stato di salute del principe, portando la sua attenzione alla rivista d'alta moda che offriva il tavolo, afferrandola distrattamente e iniziando a rubarne qualche riga.

Borbottando una mezza bestemmia e tirando giù tutti i Santi che nominava Re Yammer, il primate afferrò malamente la sedia, sbatté le braccia sul tavolo, un po' come un leone si sdraia nella savana, e fissò minaccioso una tazza di latte e un povero cucchiaio che sembravano guardarlo con occhi imploranti.

'Non mangiarciii' dicevano nella sua testa.

Cavolo, era davvero dura quella finestra.

Il principe passò lo sguardo sui cornflakes che erano dall'altra parte del tavolo.

Dall'altra parte del tavolo... DALL'ALTRA PARTE DEL TAVOLO!

I cornflakes”

Affermò poi, risoluto. O chiese. Ma non l'ho capito pure io...

Distratta dal coinquilino Bulma voltò gli occhi nella sua direzione.

È una domanda o un'affermazione, perché no-”

I cornflakes

Ma perché non puoi semplicemente alzarti, io st-”

I CORNF-”

La gentilezza con cui li chiese convinse subito Bulma a praticare, anche per quella giornata, un'ora o due di rilassamento yoga e, colpita dalla garbatezza principesca di quello che lei definiva idiota, la spinse ad accontentarlo subitissimo.

Così il Principe si ritrovò addirittura direttamente imboccato dei suoi amatissimi cornflakes, scatola compresa.

Sputacchiando qualche adorato cereale che gli era finito in gola a causa dell'irruenza della donna che gli aveva scaraventato in faccia la scatola, si mise quindi a mangiarli, tranquillamente.

Grazie, eh!”

Pronunciò per lui stizzita l'azzurra.

Oh, niente, figurati.”

Uno scappellotto diretto sul collo gli fece sputare altri cornflakes.


Sei stufa dei vecchi capelli e sei troppo schizzinosa per andarteli semplicemente a tagliare da una qualsiasi parrucchiera invece di farti mille seghe mentali? Perché non provi i nuovi colpi di sole per l'estate? Una tintarella di rosso dimostra quanti soldi hai!

Schifo.”

Sei abbastanza cool per il tuo uomo? O hai difficoltà a farti una ceretta ascellare? Ma dai, sei davvero così sfigata? Ahahaha! Allora lasciati sorprendere dai consigli di nonna Antonia-

No.”

Tre mosse per conquistare un vero uomo con le palle al posto giusto! Ray, l'amico gay parla per voi, donne!


Ma per favore....”

Se era riuscita a conquistare un osso duro, masticato e risputato come Vegeta, poteva conquistare anche un pezzo di roccia.

O almeno credeva d'averlo conquistato. BAH. 'Sti problemi d'amore.

Scartò la rivista, lasciandosi cadere con uno sbuffo sulla sedia mentre, al suo fianco, la discarica aveva finito la quinta scatola di cereali e ora saccheggiava il frigo per cercare altra roba da fagocitare.

Intanto fuori ancora pioveva e, sebbene fossero le nove del mattino, il cielo era piuttosto cupo e grandi nuvoloni se ne fregavano che fosse giorno e che dovesse esserci il sole, e governavano indomiti il cielo.

Ahh, che tedio” sospirò affranta.

Già, non immagini il fastidio. È terribile condividere l'aria con te.”

Concluse per lei il Principe che, con la sua grazia regale, finito di mangiare, dopo aver abbandonato la tavola come un campo di battaglia, era andato a piazzarsi sul divano, travolgendo cuscini, riviste, tavolino e fiori compresi. Tutto quello che c'era di mezzo tra lui e il divano morì per terra.

Bulma, osservandolo e soffrendo interiormente per i fiori sul tappeto, si mise a riflettere per qualche secondo.

Quel giorno, per Vegeta, era il giorno del riposino dagli allenamenti e quindi erano soli in casa quella mattina, anche perché i suoi genitori si erano allontanati, ormai da qualche giorno, su consiglio della madre, la quale aveva insistito trascinando il marito in importanti affari fuori sede, che stava a dire, la ricerca di qualche nuovo aspirapolvere o di tende nuove, perché quelle vecchie si erano tutte strappate. Vegeta, infatti, si era divertito a farcisi le unghie, tanto per fare.

Era quello spesso il problema con il nuovo inquilino con cui condivideva, felicemente eh, per carità, il letto: troppo particolare e pazzo. E forse pure schizofrenico.

Per esempio: trovava divertente qualsiasi elettrodomestico e qualsiasi oggetto della casa. Ovviamente se poteva usarlo per frantumare qualche osso e spargere un po' di sangue.

Come il frullatore.

Quando gli aveva mostrato il suo utilizzo, spiegandogli che dal coso, come lo chiamava lui, poteva uscire un frullato o un buon succo, Vegeta aveva commentato con un 'Affascinanteee' e aveva preteso ogni giorno il frullato. Così gli aveva propugnato 'sti benedetti frullati ogni giorno finché non lo aveva visto immergerci la mano mentre le lame erano in funzione, e uscirne fuori con una mano grondante di sangue e un sorriso da un orecchio all'altro.

Si fermò ancora a guardarlo insediato sul divano come un tapiro nel fango. Il sapore del caffè che centellinava fu meno amaro della sorpresa di vedersi i cuscini di seta ridotti a semplici piume, sparse in giro nel salotto.

Caspita, quei cuscini erano i più belli che aveva.

Santo Kami, fulminalo, pregò Bulma.

Forse l'intelligenza del Saiyan era inversalmente proporzionale alla sua massa di muscoli: più si pompava, più il suo cervello si rimpiccioliva.

Sospirando ancora una volta, l'ennesima quella mattina, dopo aver posato il bicchiere nel lavandino, andò ad accomodarsi vicino a Vegeta che stava analizzando il terzo cuscino per trovare il punto giusto dove affondare i denti.

Strappandoglielo dalle mani e ricevendosi un ringhio, catturò il telecomando e accese l'aggeggio – come lo definiva il Principe, il quale si divertiva ad affibbiare nomi neutri ad ogni cosa – e si mise a fare zapping.


Benvenuti al telegiornale delle 10. Passiamo subito alle news più importanti: ieri pomeriggio presso la città dell'Ovest è stato celebrato il compleanno della cagnetta del presid-


La la la! Welcome to Happyness world!

Ciao bambini! Sono Kojoko!

Ciao Kojoko!

Volete aiutarmi a trovare il mio tesoro nascosto?

Sìììììììì!

Sìììììì! La mia robaaa! Così poi me la fum-

Ecco a voi il nuovo dentifricio White Ghost System Plus Alfa Beta Iota Omega Color Vivus Bididi Badidi Buh, il nuovo dentrificio che vi renderà i denti così bianchi, ma così bianchi che si illumineranno al buio e faranno cucù!


Scazzata all'ennesima pubblicità, spense la televisione e voltò lo sguardo verso Vegeta.

Non badò al fatto che stesse assaggiando un altro guanciale e si avvicinò a lui, andando a sdravaccarsi tra le sue braccia mentre lui, in maniera molto mimez, nascose il guanciale dietro la schiena e si sistemò meglio sui cuscini.

Oggi è proprio una giornatina noiosa.”

Pronunciò affossandosi ancora di più tra le braccia del ragazzo e andando ad allungare le braccia fin dietro il collo del giovine, gli stampò un bacino sulle sue labbra seriamente chiuse.

Uhm. Bisognerebbe fare qualcosa per intrattenersi.”

Bulma alzò lo sguardo verso il compagno, sfoggiando un caldo sorrisino e avvicinandosi per un'altra smanceria.

Tipo, non so... qualche strage, qualche carneficina... chiami il tuo ex che voglio sgranchirmi un po'?”

La ragazza che stava per scoccare un altro bacio sulle sue labbra si fermò a metà strada, trasformando l'espressione addolcita in una basita.

Che c'è?”

Chiese l'altro, domandandosi cosa ci fosse di sbagliato. In fondo, che male c'era ad avere un po' di divertimento?

Prima o poi, pensava il principino, avrebbe convinto Bulma a divertirsi seriamente: una sera in cui si sarebbero ubriacati avrebbero pianificato assieme la conquista del mondo per poi fare una carneficina, oppure sarebbero andati in giro nudi per la città addormentata cantando a squarciagola la sigla di Dragon Ball, per poi comunque fare una carneficina.

L'osservò rimettersi composta e appoggiare placidamente la testa ai suoi pettorali mentre socchiudeva gli occhi, tranquilla.

Era così fastidiosa alle volte.

Petulante, insistente, isterica, antipatica, saccente, odiosa, soprattutto quando gli si appioppava al braccio come un polpo e non lo lasciava più scappare, incosciente e arrogante. Perché era così terribilmente petulante ma ugualmente carina?

Ma soprattutto, perché devo pagare per prelevare in banca?

Ah, no, questo non c'entra.

Osservò il suo volto placido: aveva calmato il respiro e le lunghe ciglia che di solito fremevano ad ogni battito adesso erano placate, chiuse e custodivano i suoi occhi d'acqua. Il nasino all'insù era di un colore rosato che si mischiava al colorito fresco e giovane delle guance. Le fossette ai lati coronavano la sua bocca che somigliava ad un piccolo fiore profumato e delicato che sboccia in primavera.

Certo, se Vegeta avesse avuto la facoltà di pensare, di sicuro avrebbe pensato tutte queste belle paroline che ho appena scritto, ma poiché le ho appena scritte io che sono l'autrice, e non credo che il suddetto principe sia in grado di concepirle in questo modo, sappiate che più o meno pensò qualcosa del tipo la sua faccia è così fresca, quasi quasi le mordicchio le guance oppure il suo naso sembra un pomodorino. Chissà se è buono.

Oh, non possiamo pretendere chissà cosa da uno come lui.

Guardando a destra e poi a sinistra e poi di nuovo a destra, come si guarda per vedere se c'è traffico, e controllando che non ci fosse nessuno nei paraggi – si vede quanto Vegeta è attento a ciò che dice Bulma: lei l'aveva informato della dipartita dei suoi più di un mese prima – avvicinò il suo volto a quello della ragazza che pisolava sulle sue gambe.

Sentiva il suo flebile respiro sul naso e poteva osservare le sue labbra socchiudersi ad ogni respiro. S'avvicinò ancora di più, trattenendo il fiato come un sub e, preso dal panico improvviso, schioccò un veloce bacio sulle sue labbra, scappando poi all'improvviso, buttandosi giù dal divano il più velocemente possibile e trascinando involontariamente con sé Bulma e i cuscini che andarono a far compagnia al tavolino e ai fiori di prima.

Prima che la bella Addormentata potesse anche solo pronunciare parola, Vegeta si defilò all'uscita, correndo su per le scale a perdifiato fino a raggiungere camera sua e chiudendosi dentro per nascondere la sua vergogna.

Alzandosi da terra, Bulma rimase piuttosto interdetta: primo, non capiva che bisogno c'era di scappare così all'improvviso per una semplice smanceria, secondo, C'ERA PROPRIO BISOGNO DI SCARAVENTARMI SUL TAPPETO?! SANTO KAMI.

Raccolse i cuscini, o quello che rimaneva di quelli, buttandoli sul divano e accomodandocisi sopra.

Quanto era idiota quel Saiyan. E quanto era stato carino.

Sospirò ancora una volta, per poi, riaddormentarsi con un sorriso sulle labbra.


Angolo dell'autrice


Stasera siamo in vena di smancerie.

Mi scuso per il ritardo e spero che ci siate ancora, ciurma! IARGH!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi piacerebbe sapere che ne pensate in un gentile commento!

Grazie alla gente che legge, che legge e commenta, che legge e basta, che legge e ricorda, che legge e sorride, che legge e ride, che legge mangiando un gelato, che legge prendendosi un caffè, che legge e dorme sul divano.

A presto!


Zappa

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Gita nel bosco ***


Avviso: I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama, che ne detiene tutti i diritti. Queste storie non sono state scritte a scopo di lucro.


PER MOTIVI DI PIGRIZIA, IL SEGUENTE CAPITOLO SARÀ LUUUUNGO.

BUONA LETTURA, SE OSATE E A FINE CAPITOLO!

E btw, buona festa della Donna!


6. Gita nel bosco


Era talmente incazzato che quella volta, altroché bacini e smancerie, Bulma avrebbe dovuto offrirle il sangue per calmarlo.

Ma prima o poi si sarebbe vendicato: antropofago, sarebbe tornato antropofago... giusto per fare un dispetto a sua moglie.

Si era messo anche a minacciare ed ad urlare che avrebbe ripreso a sfogarsi eliminando pianeti per sport se non lo avessero lasciato in pace, ma tutto inutile.

Che, poi, non era possibile: sempre a lui capitavano tutte le sfighe del mondo.

Fidati di me”, gli dicevano e lui, come un fesso, ci cascava ogni volta.

Lo avevano fottuto fin dalla nascita.

Suo padre, il grande ed ormai decaduto re dei Saiyan gli aveva detto: “Fidati di me: un giorno diventerai re e diventerai Super saiyan!”, per poi venderlo tranquillamente a Freezer e scoprire che, in qualche parte dell'universo, un essere che aveva il cervello geneticamente inesistente lo aveva superato a suon di succhi di frutta.

Fidati di me”, gli aveva sorriso Nappa, con un affabile occhiolino, per poi trovarsi a maledire il giorno della sua nascita e a pensare che non ci sarebbe stato giorno più bello se non quello in cui l'omone con i baffi alla Village People avrebbe visitato l'aldilà, per rimanerci definitivamente.

Arruolatevi nell'esercito di Freezer, arruolatevi che vi troverete bene! Fidatevi!”

E poi era finito a scavarsi la fossa nella maggior parte delle battaglie, – in cui, spesso, doveva ritenersi contento di tornare alla base con quasi tutte e due le braccia attaccate o con ancora due gambe – a macinare pianeti su pianeti e a disboscare le popolazioni da ogni parte dell'universo per conto di Freezer che, probabilmente, voleva costruire un parcheggio intergalattico tra la Via Lattea e Andromeda talmente s'era fatta posto e, molto probabilmente, alla fine, Vegeta sarebbe pure finito a fare il lavavetri in quel dannato parcheggio intergalattico.

Fidati di me!”, gli aveva urlato quell'inutile di Radish prima di prendere il volo sulla sua navicella e atterrare sulla Terra, per poi incatenare per sempre il suo cacchiarola di culo a quel sasso.

Ecco, cos'era stato, cazzo, la Terra! Era successo tutto da lì: se prima aveva bazzicato male, adesso, bazzicava malissimo.

Fidati di me, Vegeta, non succederà nulla!”, gli aveva rassicurato Bulma, una volta giunti alle strette nel bel mezzo di una tensione sessuale che lo aveva portato a infilarsi cubetti di ghiaccio tra le mutante una sera sì e l'altra pure, avvinghiati nel letto dell'ereditiera, pronti per consumare le lenzuola.

E, neanche a dirlo, dopo nove mesi si era trovato con un marmocchio urlante che puzzava di pannolini tra le braccia e le catene ai polsi: incatenato sulla terra a fare da schiavo a quella pazza di sua moglie.

Cosa non avrebbe dato, in quel momento, per trovarsi tra le mani il collo da gallina della suddetta moglie e poterla strozzare...

Una gita di due giorni assieme a Goku.

Una cazzo di gita di due giorni assieme a Goku!

GOKU! Cioè, quell'idiota che si ritrovava come collega saiyan...

Quel... Kakaroth, Pel di Carota, Rosina Carotina, Cespuglio ambulante, Neurone spento, Idiota, Consumo abusivo d'ossigeno, Sveglia fastidiosa del mattino, Spreco di spazio, Parcheggio abusivo nella strada della vita!


A distaccarlo dai suoi pensieri ci pensò un piccolo sacco a pelo marrognolo che lo guardava minaccioso.

Si diede un'occhiata per rendersi conto, ancora una volta, di come era stato conciato: aveva sulle spalle lo zaino da montagna irrimediabilmente rosa – manco sapeva di averne uno e, infatti, quello era di Bulma – , con tanto di tenda da campeggio che sbucava da una delle cerniere – anche se era finita incastrata nella cerniera, e si stava lentamente sfilando fino a raggiungere, tristemente, il suolo – mentre, appese più o meno a ganci più o meno attaccati alle stringhe dello zaino, pendevano alcune padelle, una borraccia d'acqua anch'essa rosa – il suo colore preferito, ormai – gli scarponi che avrebbe dovuto inevitabilmente mettere, dato che – cazzo – i suoi stivaletti di Dolce&Gabbana si sporcavano in montagna, e, per finire, un pupazzetto a forma di scimmione che pendeva da una stringa che aveva soprannominato obbrobrio. Sentì la risatina in lontananza di Kakaroth e sbuffò sonoramente.

Già, perché non era abbastanza umiliante andare in giro stile My Little Pony, doveva essere accompagnato dallo scemo.

<< Bene! È tutto pronto! Tesoro, nello zaino hai alcuni abiti di riserva, un bel po' di cibo e il cibo per gli animaletti del bosco! >>

Eh, sì, perché la bella gita fuori porta, che faceva con lo scemo, era per andare a controllare gli animaletti del bosco che erano rimasti isolati a causa di un incendio nella zona est della foresta. Ovviamente, dato che il rischio incendi era alto e che usare le aure avrebbe potuto provocare qualche scintilla fuori controllo, che avrebbe solo peggiorato la situazione, era meglio raggiungere la zona a piedi – teoria del tutto infondata secondo Vegeta: infatti, sua moglie voleva farlo andare da solo, a piedi, nel bosco e basta, non c'erano balle. Sì, da solo, perché Kakaroth era meglio ignorarlo per la sua salute mentale – per andare ad aiutare gli animaletti e per metterli in salvo. Oh, che carucci gli animaletti del bosco, si stava già sciogliendo in lacrime.

Se li sarebbe fatti tutti alla griglia.

<< E questo è l'ultimo vasetto di marmellata, Goku, mi raccomando non mangiare tutte le scorte il primo giorno! >> lo raggiunse la voce di Chichi mentre, quest'ultima, era intenta a sistemare e a controllare un'ultima volta lo zaino di Goku, riempito fino a scoppiare di cibo.

Lo scemo intanto annuiva ad ogni suo ordine, sfoderando un sorriso da un orecchio all'altro e pronunciando come un bimbo ripreso dalla madre un “Va bene, Chichina.” Eh, sì, perché il cucciolone in tuta doveva strafogarsi, non poteva mangiare come tutti i saiyan normali...

Alzando gli occhi al cielo, lanciò un'occhiata a Bulma che, ancora una volta, ricontrollava il percorso da far percorrere ai due Saiyan sul suo ricevitore satellitare. La vice avvicinarsi, reggendo ancora tra le mani il ricevitore per, poi, mostrargli e indicargli con un dito il sentiero che si inoltrava nel bosco, << Qui dovete proseguire fino all'insenatura della valle ed andare avanti seguendo il corso del fiume >>

Intenta a spiegargli il tragitto migliore per raggiungere la zona est, le era sfuggita una ciocca d'acqua da dietro l'orecchio e ora le carezzava la gota, birichina, schermandole gli occhi dalla luce del sole.

Vegeta soffermò lo sguardo, incurante delle sue profilate spiegazioni, sulle mani affusolate che stringevano attente ma sicure il ricevitore. Alla ricerca di una conferma, che gli chiese volgendo gli occhi azzurri verso di lui per chiedergli se aveva afferrato le sue spiegazioni, quello rifuggì velocemente, portando lo sguardo sulla vegetazione vicina e allontanandosi di qualche passo.

<< Sì, sì, buono donna, dai. Ho capito. >> sbottò, poi, strappandogli malamente il ricevitore dalle mani e ficcandoselo in una delle tasche del capiente zaino. Non gli piaceva quando la donna lo trattava da bambino piccolo: lui le capiva certe cose! Doveva andare dritto, evitando la valle e facendo qualcosa con il fiume! Ovvio!

Certo, pensò invece Bulma, aveva capito tutto.

<< Ok, allora questa sera, quando arrivate e vi accampate alla radura, chiamami con il ricevitore. L'ho dotato anche di un sistema di ricezione per le chiamate, basta solo che digiti il mio numero. >> proseguì la donna, osservandolo sistemarsi meglio sulle spalle lo zaino, mentre lanciava qualche imprecazione molto colorita.

Le scappò una risatina. << Te lo ricordi vero, quale è il mio numero, no? >>

L'altro si fermò con le bretelle in mano da regolare e le lanciò un'occhiataccia. << Certo! >> sbottò, << certo che me lo ricordo! >>

Certo, pensò ancora una volta Bulma, se lo ricordava.

Non sapeva neanche dove fossero i suoi calzini, figurarsi se si sapeva ricordare a memoria dieci numeri.

<< Nel caso in cui non te lo ricordassi >> un'altra occhiataccia cercò di intimorirla ma lei, sorridendo, proseguì << l'ho scritto sul retro del dispositivo >>

Si avvicinò, quindi, al compagno, riafferrando il ricevitore e gli mostrò le cifre sul retro, sotto lo sguardo annoiato dell'altro.

Vegeta alzò gli occhi al cielo, già entusiasta per la scampagnata che stava per affrontare, riafferrò maldestramente il dispositivo, rificcandoselo in tasca e sbuffò, sotto lo sguardo divertito dell'azzurra.

<< ALLORA KAKAROTH, MUOVI IL CULO CHE ANDIAMO >> abbaiò, poi, girandosi in direzione di Kakaroth che, smise di cianciare e diede un veloce bacino alla sua mogliettina alias Malefica, e lo raggiunse trotterellando.

<< Allora, buon viaggio... >> sussurrò Bulma, afferrando Vegeta per la tuta e stampandogli anche lei un bacio sulle labbra.

Con un borbottio, accompagnato da un sano rossore alle guance, il principe si allontanò, dall'ereditiera, incamminandosi, infine, nel bosco, nella direzione che gli aveva indicato Bulma, seguito da un saltellante e felice Goku.


Stavano camminando, ormai, da ore dentro la fitta boscaglia: lui, davanti, spedito e deciso ad ignorare ogni respiro di Kakaroth, e Goku dietro, canticchiando motivetti fastidiosi e fermandosi ad osservare ogni cosa avesse un minimo di muschio o si muovesse leggermente. Quando, poi, aveva iniziato a canticchiare Goku Hood e 'Geta John van nella foresta, Vegeta aveva iniziato a cercare qualche albero con dei rami abbastanza alti da potercisi impiccare.

Era tutto un: “Uhh, guarda qui, Vegeta! Quanti animaletti! E quanti aaalberi! Sembra un bosco! E questo cos'è? Sembra la muffa vecchia che viene sempre sul formaggio a casa mia... e questo? Uhh, che beello!”

Dopo l'ennesimo gridolino di gioia del Saiyan cresciuto sulla terra, Vegeta, nel frattanto che Goku si era messo a conversare con alcune lumachine, facendoli irrimediabilmente rallentare sulla loro tabella di marcia, pregò tutti gli dei di dargli la pazienza di andare avanti e si era girato verso l'altro, vedendolo inginocchiato a terra.

Inarcò un sopracciglio quando vide quello che l'idiota stava facendo: si era accucciato, con l'enorme zainone sulle spalle, vicino alle radici di un albero e stava incoraggiando una lumachina a scendere dalla radice piena di muschio sul un cumulo di foglie, riempiendola di complimenti per la fantasia del suo guscio e per l'agilità della sua impresa.

La vena sulla fronte grande come una portaerei iniziò, così, improvvisamente, a pulsargli, mentre, l'occhio destro aveva già il tic per il nervoso.

Trattenne a fatica un ruggito e, avvicinandosi all'idiota, lo prese per il bavero e gli espresse gentilmente la sua opinione sulla sua conversazione intrapresa con l'innocente chiocciolina.

<< ASCOLTAMI UN PO', RAZZA DI IMBECILLE, >> iniziò con calma, << NON SONO VENUTO QUI PER VEDERTI CONVERSARE CON GLI UCCELLINI E PERDERTI OGNI TRE PER DUE A GUARDARE LE NUVOLE! DOBBIAMO ANDARE! >>

Goku, preso alla sprovvista dalla inusuale ferocia del compagno, lo guardò con gli occhi da cerbiatto che avrebbero fatto invidia a Bambi, osservando il principe andare a fuoco a forza di sbraitare mentre iniziava a scoccargli attorno qualche fulmine del Super Saiyan.

<< QUINDI ADESSO MUOVI IL CULO E AND – >>

Stock!

Si fece spazio tra le sue urla un rumore improvviso che lo bloccò.

Alzarono entrambi lo sguardo verso l'alto, uno con la faccia da cucciolo bastonato, l'altro con la schiuma che gli usciva dalla bocca. Su un ramo dell'albero uno scoiattolino, non potendone più delle urla da donna partoriente di Vegeta, aveva tirato una ghianda, mirando irrimediabilmente alla testa del principe, nella lieve speranza di farlo tacere.

<< Cosa diam – >> blaterò Vegeta, meravigliandosi dell'assurdità della situazione.

Stock!

<< Ok, adesso smet – >>

Stock!

<< GRRR, BASTA! >>

Stock!

<< ADESSO SMETTILA, È CHIARO?! >> ma lo scoiattolino, no, non aveva capito e così,

Stock! Stock!

Preso da un moto d'ira improvviso, il principe decise che ne aveva abbastanza.

Con il fumo che gli usciva dalle orecchie, mollò, deciso, la presa sull'altro Saiyan, che finì con la faccia nel fango, e si allontanò dall'albero, puntando, minaccioso, il dito contro lo scoiattolino che lo fissava agguerrito da in cima al suo albero, pronto per lanciare un'altra ghianda.

<< Adesso ascoltami bene, mostriciattolo! Tu prova soltanto un'altra volta a lanciarmi addosso una delle tue ghiande e ti giuro che – >>

Stock!

...

...

...


<< AHHHHHHHHHHHHHH! >>

In un attimo, l'urlo del Super Saiyan invase il silenzio del bosco, facendo fuggire terrorizzati tutti gli animaletti che, sfortunatamente si trovavano nei pressi dei due saiyan, e fece tremare di terrore il povero scoiattolino.

Levitando all'altezza dello scoiattolo appollaiato sul ramo, Vegeta, incazzato nero come poche volte in vita sua, caricò un potente ki-blast per, poi, squadrare con un sorriso sadico la bestiaccia.

<< SEI PRONTO A MORIRE? >>

La faccia sbiancata del povero scoiattolino lo fece ghignare ancor più malvagiamente e, ridendo sguaiatamente, assaporando già il sapore della vendetta, lanciò con tutta la forza che aveva in corpo la sua potente e distruttiva sfera di energia, per vedersela all'ultimo minuto parata da Goku e svanire all'orizzonte...

<< Andiamo, Vegeta, adesso non mi sembra il caso di esagerare. >> asserì serio in volto l'altro Saiyan, una volta rialzatosi in piedi e incrociando le braccia al petto.

Era uno sguardo serio quello che vedeva? Kakaroth, veramente, sapeva fare la persona seria?

<< Si può risolvere diplomaticamente la cosa! >> proseguì il Saiyan più piccolo, allontanandosi di qualche passo per poter vedere lo scoiattolino in cima al suo rametto.

Vegeta, stupito per il fatto che Goku conoscesse la parola diplomaticamente e fosse seriamente intenzionato a fare qualcosa di serio, quando atterrò a terra con ancora il fiatone, dovette stupirsi ancora di più quando vide scendere dall'albero lo scoiattolino e andarsi ad arrampicare sulla tuta di Goku per poi sedersi sul suo braccio.

<< Abv bvbvbvrb? >> chiese lo scoiattolo a Goku.

<< Già, non me ne parlare... >>

<< Abvr vrvr brr? >>

<< No, no, non sei tu... >> Goku alzò lo sguardo su Vegeta in un'occhiata malinconica, facendogli alzare un sopracciglio, << non è il Saiyan più facile con cui entrare in sintonia. Ha il filo spinato intorno all'anima >>

Sia Goku sia lo scoiattolo concordarono, infine, su questo punto, annuendo tristemente.

<< S-stai parlando con uno scoiattolo? >> interruppe la magia Vegeta, sentitosi chiamato in causa.

<< Sono vissuto nel bosco! >> gli rispose sorridendo l'altro, << dovevo intendermi con tutte le creature! >>

La faccia perplessa di Vegeta lo convinse a proseguire il discorso con il suo amico scoiattolo.

<< Prego, continua! >>

<< Acpt! Acptchtp! >>

Oh, per tutte le galassie, perché a me... PERCHÉ A ME?!

Urlò il cervello di Vegeta mentre, sconsolato, non sapeva se ridere o piangere.

<< Non ci credo... NON È POSSIBILE! UCCIDIMI ORA, KAMI! >> urlò al cielo il principe, sperando in un fulmine a ciel sereno che lo togliesse definitivamente dal pianeta.

<< Be', Vegeta, non devi sempre sentirti al centro dell'attenzione... Tutti hanno i loro momenti no. >> lo rimproverò, invece, Goku, trovandosi a concordare con lo scoiattolino e facendo alzare l'altro sopracciglio a Vegeta che, intanto, si era messo le mani nei capelli.

<< Actc acrbr! >> ritornò a parlare lo scoiattolino.

<< Oh, davvero? >>

<< Davvero cosa, Kakaroth? >>

Ci mancava solo l'idiota che faceva la Giovane Marmotta.

<< Dice che è dovuto fuggire da un incendio che è divampato nella foresta ma che la maggior parte degli animali sono ancora bloccati laggiù! >>

<< Cosa? >> Vegeta si avvicinò velocemente a Goku, puntando gli occhi sull'animaletto << allora, dove sono l'incendio e gli altri animali? >> si ritrovò a chiedere allo scoiattolino, facendolo, però, rifugiare tra le braccia di Goku.

<< Acrt acrtb! >> bisbigliò il piccolino.

<< Cosa ha detto, Kakaroth? >>

<< Ehm, ha detto che non vuole rivolgerti la parola...>>

L'altro gli lanciò un'occhiataccia. << Allora chiediglielo tu, di grazia >> concluse il principe, incrociando le braccia al petto e mettendo il muso allo scoiattolo.

<< Ahh, odio stare in mezzo >>

Idiota, pensò Vegeta.

<< Squichiti, squichi... squichi? >> chiese allora Goku allo scoiattolino.

<< Abavbr abbb abvrbvr! >>

<< Ha detto che ti devi allontanare da noi due, se no, non parla. >> soggiunse Goku, guardando Vegeta alzare gli occhi al cielo.

Dopo circa duecento passi il Saiyan d'élite si fermò in mezzo alla boscaglia.

<< QUI VA BENE? >>

<< Sìììì! >> gli urlò dietro l'altro, continuando a parlare con l'amico scoiattolino.

Vegeta scollò, sconsolato, le spalle. Sarebbe stata una luuuunga giornata.

Quando, finalmente, ottennero le indicazioni e Goku e lo scoiattolo si congedarono, promettendosi di ritrovarsi ancora per bere un tè e sgranocchiare assieme qualche ghianda, poterono proseguire verso la radura degli animaletti. *


All'ennesimo pino, Vegeta tirò un sospiro, frustrato: tutti quegli alberi iniziavano a stargli sui nervi anche perché lo facevano sentire incredibilmente basso e maledì, ancora una volta, il suo soggiorno, ormai definitivo, sulla terra e l'impossibilità di radere al suolo ogni cosa.

Era meglio sbrigarsi a trovare quella maledetta radura degli animaletti... se fosse stato ancora sotto Freezer, avrebbe fatto terra bruciata di ogni singolo alberello, per poi fare terra bruciata del continente e, infine, fare terra bruciata del pianeta.

Sospirò ancora una volta, ricordando i bei tempi, quando sentì Goku fischiettare un'altra delle sue canzoncine da asilo.

<< Allora, testa di rapa, la smetti di assillarmi con le tue canzoni? >> ringhiò in sua direzione << Mi stai facendo venire il cancro alle orecchie! >>

Goku interruppe subito il suo fischiare, guardando stranito il compagno.

<< Non ti piacciono? >> chiese il bambinone, sfoderando degli occhioni da coniglietto e smettendo di fischiettare.

<< No, certo che no! Ti pare che mi devo sorbire – ehi! Mi stai ascoltando?! >>

Ma Goku si era già perso ad osservare le foglie più alte degli alberi, facendo ingoiare alcune bestemmie al principe e saltellando per tutto il praticello stile Heidi, finché trovata una radice un po' più sporgente dal terreno, inciampò, si sfracellò a terra, rotolò giù per una collina, ruzzolando sempre più in giù, inzuppandosi di fango e scavando una buca colossale tra la radice e il terreno.

Si fermò circa un chilometro più sotto, con la faccia sprofondata nella melma, lo zaino pesante ancora per miracolo sulle spalle – anche se aveva perso pezzi della tenda e scatole di cibo giù per la collina – che si era trovata terribilmente deformata – buttando all'aria siepi, alberi, coniglietti e funghi.

<< OUCH! >> bofonchiò tra il fango, quando tirò su la testa dal pantano.

Vegeta lo raggiunse poco dopo – con estrema calma, ovviamente, sgranocchiando una mela e con un sincero sorriso sulle labbra mentre reggeva sulle spalle il suo adorabile zaino rosa – e, avvicinandosi, cercò di smuoverlo con un piede, come per tastare se l'animale abbattuto fosse ancora vivo o morto.

<< Stai bene? >>

<< Ouch, s-sì... >>

<< Che palle. >>

Quando riuscì, finalmente, ad ergersi dalla terra e a togliersi erbe, radici, funghetti e foglioline dai capelli, si accorse che erano arrivati alla radura che tanto avevano cercato.

Davanti a loro si aprì un meraviglioso lucus amoenus, luogo di grazia e amore, dove, tra i profumi dei fiori e l'ombra degli alberi magici, pascolavano alcuni cervi dalle grandi corna colorate ed alcuni piccoli cerbiatti ed unicorni che, con la criniera arcobaleno e gli zoccoli dorati, facevano rispendere il giardino di bellezza.

Sotto la cascatella che sgorgava dal fiume argenteo, facevano il bagnetto, nell'acqua celeste, alcuni uccellini cinguettanti mentre un magnifico grifone si abbeverava da quell'acqua di rugiada. Tutt'intorno riecheggiava il cinguettio degli usignoli e alla loro melodia i fiori petalosi si aprivano lentamente alla luce del sole che, toccando leggera l'erbetta fresca, faceva risaltare la radura di colori vivaci.

Goku si meravigliò a tale visione paradisiaca e si sciolse in un sorriso innocente, osservando, estasiato, gli animali alla fonte d'acqua: i cervi con le corna ritte verso il cielo, gli uccellini con le piume variopinte, i funghetti sotto gli alberi più alti, i soffici coniglietti che Vegeta stava cercando di azzannare...

<< Aspetta, cosa? >>

Alla sera, finalmente, si accamparono con tende, camper, roulotte e yacht attorno ad un falò, al profumo croccante di coniglio arrosto.


<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa? >>

<< Tom! >>

<< Cosa? >>

<< TOM! >>

<< COSA? >>

<< SHHHHHH! >>

Nel silenzio della notte, i due cacciatori lanciarono un'occhiata ai due uomini che dormivano accampati nella radura: anzi, per la precisione, solo uno era riuscito ad accamparsi correttamente in una comoda tenda da campeggio, in compagnia di un mucchio di cerbiatti e coniglietti che, morbidi, gli facevano da cuscino, mentre l'altro, quello più basso, si era ritirato in disparte, ma proprio in disparte, in cima ad un albero, pur di non stare con l'altro.

<< Non vorrai mica che ci scoprino, Tom? >> sussurrò il compare, nascondendosi ancora di più dietro ai cespugli.

Era stata davvero un colpo di genio aver intrappolato gli animali nella radura: infatti, Tom e il suo compare, sull'onda della caccia, avevano preferito giocare sporco, bruciando man mano il bosco, costringendo gli animali a ripiegare sempre più verso la piccola radura; alla fine gli animali erano rimasti bloccati lì: il fuoco aveva bruciato la vegetazione circostante fino a qualche giorno prima, impedendo loro di tornare alle loro tane e, ora, erano alla loro mercé.

Adesso avrebbero potuto catturare gli animali, caricarli nel furgone e, con i soldi ricavati dalle vendite, andare a vivere in pensione alle Hawaii o a spenderli tutti direttamente la sera stessa al casinò della città, bruciandoli in jackpoint e slot machines e indebitandosi, magari, fino al collo per vedersi poi espropiata la casa, la macchina e finire sotto un ponte.

Sogghignarono malvagi, imbracciando i loro fucili da caccia: in un attimo iniziarono a farsi strada tra i cespugli e si avvicinarono a quello che era riuscito ad accamparsi decentemente, con l'intenzione di puntargli il fucile tra il cespuglio di capelli che si ritrovava in testa se avesse anche solo fiatato, mentre quello, beato, dormiva ignaro.

<< Ehi, Tom, quanti soldi pensi che ci pagheranno al mercato nero per un unicorno arcobaleno? >>

<< Immagino tanti soldi... >> rise Tom, scostando la tenda e puntando l'arma contro Goku che russava della grossa abbracciato ad uno scoiattolo.

<< Cominciamo da questo scemo che fa il turista... ehi, tu! >> lo chiamò Tom, cercando di svegliarlo. << EHI! AHAHA, ehi, questo scemo non si sveglia mica! >> constatò, poi, Tom, ridendo sguaiatamente.

<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa? >>

<< Tom! >>

<< Cosa? >>

<< TOM! >>

<< COSA? >>

Sbraitò, corrucciato, Tom, voltandosi all'ennesimo richiamo del compare e sbiancando subito dopo.

Il compare dietro di lui, infatti, era con le mani in alto e un'espressione traumatizzata sul volto mentre, quello che prima avevamo definito come “l'altro, più basso”, gli puntava il fucile alla schiena.

<< SHHHHHH! >> sussurrò il principe, portandosi eloquente un dito davanti alle labbra.

<< Non vorrai mica che ci scoprino, eh, Tom? >> gli sorrise malvagiamente, facendo stringere malamente Tom al suo fucile.

<< C-chi sei? G-guarda c-che ti sparo! >>

<< Ehi, Tom! >> lo interruppe subito l'altro che aveva ancora le mani alzate.

<< OH SANTO KAMI, COSA? >>

<< Non so se ti convenga arrabbiarti con lui. Non sembra un tipo molto diplomatico... >>

Vegeta, infatti, aveva alzato la canna del fucile dalla schiena alla testa, facendo gelare ancora di più il povero compare, e, sorridendo a Tom, disse:

<< Ti do dieci secondi per iniziare a correre, Tom. >>

Quello impallidì alla minaccia poco velata del principe ma ribatté cercando di mostrare una sicurezza che, ahimè, lo aveva salutato al primo “ehi, Tom!”: << N-non mi fai paura! >>


Pochi secondi dopo la foresta riecheggiò delle loro urla mentre, Tom e il compare, cercavano di correre il più velocemente possibile per salvarsi da Vegeta.

<< MA PERCHÈ IO SCAPPO! LUI CE L'HA CON TE! >> protestò, tra un fiato e l'altro, il compare che stava cercando di non inciampare in qualche radice, mentre si guardava indietro per vedere se avevano seminato o meno il demone dai capelli a fiamma.

<< PERCHÈ VUOI CHE IO DICA CHE AVEVO TORTO! >> gli sbraitò contro Tom, sempre più trafelato.

<< No, non è vero! >>

<< Davvero? >>

<< Ma certo! In fin dei conti siamo amici! >> affermò sicuro il suo compare.

Si fermarono dalla corsa per poi guardarsi con le lacrime agli occhi: la loro amicizia, molto probabilmente, sarebbe durata per sempre e non importavano le chiacchiere altrui o in chissà quali guai con chissà quali principi venuti da lontano si cacciassero!

Si abbracciarono, infine, commossi, stretti in un abbraccio che significava la fine del mondo. Intorno a loro calò un silenzio magico e solo il potere degli abbracci profumò l'aria.

<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa? >>

<< Tom! >>

<< Cosa? >>

<< TOM! >>

<< COSA? >>

<< SHHHHHHH >> ed entrambi sbiancarono, ancora una volta.

Il sorriso di Vegeta li accolse nuovamente, tra il buio della foresta.

<< AHHHHHHHHH! >>


Quando Goku si svegliò tra le coccole degli animaletti, vide Vegeta che, al falò, cuoceva l'ennesimo coniglietto, sotto lo sguardo sconcertato di Mamma Coniglio che si vedeva privata del trentaduesimo cucciolo in soli due giorni.

<< Buongiorno Vegeta! >> si stiracchiò il più piccolo, prendendo posto accanto al compare. Il suo compare, non quello di Tom, per la cronaca.

<< Dormito bene? >>

Vegeta, addentando parte del coniglio, gli lanciò un'occhiataccia, contento di sapere che l'idiota non avesse sentito nulla durante la notte e che si fosse dovuto occupare da solo di due cacciatori da strapazzo che avevano osato disturbare il suo sonno ristoratore. Per quanto possa essere ristoratore dormire su un albero, s'intende.

<< Uhm. >>

Non vedeva l'ora che quella buffonata finisse al più presto: prima aveva dovuto camminare per miglia e miglia per il bosco in compagnia di Heidi che canticchiava ogni motivetto gli entrasse in quella testa piena di spifferi, poi era stato umiliato da uno scoiattolo, aveva dovuto dormire in cima ad un albero per non condividere la terra con Goku e, infine, aveva dato la caccia a due cacciatori.

Sorrise, beffardo, al ricordo dei due: chissà se li avrebbe incontrati ancora a gironzolare per i boschi a dare la caccia alle specie protette.

Non che gliene fregasse degli animaletti – infatti, aveva già in mente di assaggiare la coscia di qualche maestoso cervo – ma non poteva tollerare che dopo tutta la fatica che aveva fatto qualcuno gli rubasse il cibo da sotto il naso.

Ma adesso l'incubo era finito.

Ora che gli animali erano stati raggiunti e che Goku – perché non lui, lui non avrebbe mosso un dito accampandosi, ancora una volta, in cima all'albero – li avrebbe ricondotti alle loro tane, poteva tornare a casa.

<< Bene, tra poco dovremmo nuovamente ripartire per raggiungere gli altri animali, Vegeta. >>

Si girò, pensando di non aver capito bene quello che l'idiota aveva appena detto e alzò perplesso un sopracciglio.

<< Eh, sì! Non ti ricordi quello che ci ha detto Bulma? >>

Vegeta continuava a non capire mentre l'altro, raggiunto lo zaino e dopo aver frugato tra le padelle, aveva tirato fuori una cartina, segnata da almeno altre cinque zone del bosco da raggiungere per andare a controllare gli animali.

<< Hai capito, Vegeta? >> si sorrise Goku, guardandolo negli occhi. << È quello che ci ha detto Bulma, ricordi? Non vorrai mica deluderla? >>

Oddio. Se la ricordava?

Deluderla?

Questo equivaleva a serate passate in bianco, magari sul divano, in compagnia della televisione in un tentativo disperato di sostituire le chiacchiere di sua moglie.

AHAHAHAHA. Era semplicemente fottuto.

<< AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH >>


Intanto, dall'altra parte della foresta, la caserma della Guardia Forestale si ritrovò appesi, a testa in giù da un albero, Tom e il suo compare, ricercati da tempo, per la loro caccia abusiva tra i boschi.

<< Ehi, Tom! >>

<< Cosa... >>

<< Mi sa 'sta volta siamo fritti >>

<< ... Ehi, compare! >>

<< Cosa? >>

<< 'Sta zitto. >>




* chi indovina da che cartone ho preso lo spezzone avrà una caramella come premio!


Note dell'autrice che no, non è scomparsa, è solo molto pigra:


Ehilà! Sto salutando il vuoto o c'è ancora qualcuno?

Be', immagino che anche il vuoto sia un buon ascoltatore quindi, parlerò per lui!


Caro Vuoto,

devi sapere che questa raccolta di storie, è la mia rovina.

Impegnativo scrivere cose demenziali che facciano un minimo ridere e impegnativo scrivere capitoli lunghi. Già, me ne sono accorta ora.

Di conseguenza, la qui presente scrittrice ha preso una decisione: questi sei capitoli pubblicati andranno a confluire in una raccolta propedeutica per un'altra raccolta – con capitoli più ragionevolmente corti ma pubblicati più frequentemente -

Quindi Caro Vuoto, concludo qui questa raccolta e ne pubblicherò subito un'altra, che curerò con più attenzione e dedizione.

Hai capito? Non credo interessi a nessuno, tanto meno a te che sei solo vuoto, per cui che ti frega se c'è o meno un'altra storia?

NON SEI NULLA, SEI IL VUOTO! FAI SCHIFO. Ok, no, scusa, non ti arrabbiare. Sei importante. Ti vogliono tutti bene.

DISAGIO.


A presto, Zappa. 



Ok, ci sono.

Allora, facciamo le persone serie (per quanto io ci riesca): dato che, purtroppo, il tempo fugge ed è sempre meno quello per pubblicare e dato che non mi piace farvi aspettare e struggermi su capitoli lunghi che rischiano di non far ridere dopo un po', ho deciso di iniziare a scrivere capitoli più brevi e, magari, più demenziali (BOH) in una raccolta contigua, che, appunto, raccolga questi capitoli più brevi. (Qualcosa tipo massimo 1000 parole... Or something)

Questi, diciamo, erano più uno sperimento per un po' testare il mio grado di scrittura e di scemenza (soprattutto quella).

Quindi, grazie a tutti coloro che mi hanno seguito finora e questo non è un addio: è un “ci vediamo alla prossima ragionevole raccolta”.

Devo solo sistemarmi un po', altrimenti rischio di morire.

Ci vediamo presto, bella gente.

Sto parlando ancora al vuoto?


DAMN IT




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3180741