Favole Metamorali

di Virtual Deliverance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il professore di fisica e la piastrina calda e fredda ***
Capitolo 2: *** L'assistente di chimica e il solvente universale ***
Capitolo 3: *** Zeus e i difetti degli uomini ***
Capitolo 4: *** Il regalo di compleanno ***
Capitolo 5: *** Lui e lei ***



Capitolo 1
*** Il professore di fisica e la piastrina calda e fredda ***


Un giorno, un professore di fisica mostrò ai suoi studenti una piastrina sottile di colore bianco, collegata a una batteria, esposta al sole. Il lato della piastrina esposto al sole era gelido, il lato in ombra invece era rovente. Il professore chiese ai suoi studenti di formulare possibili spiegazioni al fatto.

Tutti rimasero a pensare, finché uno studente disse: "Ho letto quell'aneddoto! Lei ha ruotato la piastrina di 180 gradi appena prima di farcela vedere, per farci prima scervellare, poi insegnarci che per praticare la scienza bisogna sempre cercare la spiegazione più semplice."

Il professore scosse la testa e disse: "Sbagliato. Quella piastrina è una cella di Peltier. La batteria fornisce corrente alla cella e fa raffreddare una faccia, mentre quella opposta si riscalda. Quello che voglio insegnarvi è che per praticare la scienza bisogna studiare la fisica, non leggere gli aneddoti."

 

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Capitolo 2
*** L'assistente di chimica e il solvente universale ***


NOTA DELL'AUTORE: questa favola ha due possibili finali: uno è lieto e l'altro è triste. Ognuno di essi ha una morale diversa.


Una sera tardi, l'assistente di un professore di chimica entrò trafelato nel laboratorio. In mano stringeva una beuta tappata, contenente un liquido verdognolo. "Professore!" gridò esaltato, "Ho creato un solvente universale!"
Il professore lo guardò con aria di sufficienza. "Dimmi" gli chiese, "cosa intendi per solvente universale?"
"Una sostanza in grado di sciogliere qualunque altra sostanza!" rispose l'assistente.
In tono paternalistico, il professore ribatté: "E se quello è un solvente universale, come fai a tenerlo in un'ampolla di vetro?"

"Oh, no no no no no" rispose l'assistente, ancora fuori di sè dall'esaltazione. "A temperatura ambiente, il composto è inerte, ma guardi cosa succede quando raggiunge i 200 gradi Celsius!"

L'assistente stappò la beuta e la posizionò sopra un becco di Bunsen, che poi accese. Il liquido iniziò subito a ribollire, e in pochi secondi sciolse il vetro, corrose il metallo del bruciatore e il legno del tavolo, cadde sul pavimento e fece un buco che scendeva a una profondità di tre metri.


Finale lieto
L'assistente pubblicò i suoi risultati su una rivista scientifica e si aggiudicò il premio Nobel per la chimica. Il professore, invece, finì i suoi giorni continuando a fare l'unica cosa che faceva da anni: ripetere infinite volte i fondamenti della chimica a studenti che non avevano il minimo interesse alle sue lezioni.


Finale triste
Per un secondo, il volto del professore parve sopraffatto dallo stupore. Era il volto di un uomo che aveva visto qualcosa che non sarebbe dovuto essere possibile, un uomo il cui concetto di realtà era stato frantumato in un istante. Tuttavia, riuscì a ritrovare la sua compostezza, e sorrise benignamente all'assistente. Disse: "Non essere sciocco. Se esistesse davvero un solvente universale, i miei libri lo menzionerebbero. Ciò che hai scoperto è un gioco di prestigio che esiste da decenni."

Nella mente dell'assistente si formarono decine di controargomentazioni, tutte insieme. "Ma questa è una sostanza completamente nuova!" "Ma l'ha visto lei stesso!" "Ma questo non è un trucco!" "Ma nessun processo industriale utilizza questa reazione!" Tuttavia, tutto ciò che riuscì a dire fu "Ma... ma... ma..."

Il professore continuò: "Non pensare troppo a cose oltre la tua competenza, finirai solo vittima dell'esaurimento nervoso. Forza, devo fare un esperimento che richiede la tua presenza. E dammi i tuoi appunti su questa cosa che hai fatto, me ne sbarazzerò io stesso."

Demoralizzato, l'assistente obbedì.

Anni dopo, il professore pubblicò un articolo su una rivista scientifica riscrivendo le note dell'assistente a proprio nome, e in seguito si aggiudicò il premio Nobel per la chimica, per la creazione di un solvente universale. Ma l'assistente non seppe mai nulla di tutto ciò. Aveva smesso di pensare a cose al di là della sua competenza.

 

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Capitolo 3
*** Zeus e i difetti degli uomini ***


Racconta una leggenda greca che, dopo che furono creati gli uomini, Zeus decise di dare a ciascuno di loro due borse, legate alle due estremità di un bastone. Una delle borse conteneva i difetti personali di ognuno; l'altra conteneva i difetti di tutti gli altri.

Zeus voleva che ogni persona trasportasse davanti a sè la borsa con i propri difetti e dietro di sè quella con i difetti degli altri.In questo modo, Zeus immaginava, ognuno avrebbe visto chiaramente i propri difetti e avrebbe accettato il peso dei difetti degli altri.

Ma Zeus, nonostante fosse un dio, commise un errore e invertì le posizioni delle borse. Ogni uomo trovò davanti a sè la borsa con i difetti degli altri e dietro quella con i propri difetti. Per questo, ancora oggi le persone trovano facile vedere i difetti degli altri e quasi impossibile vedere i propri.

La storia è ben nota fino a questo punto. Non tutti sanno, però, che Zeus cercò di rimediare. Egli creò una nuova coppia, a cui diede le due borse come prima, ma questa volta si assicurò che le trasportassero come intendeva lui.

Sembrava un modo ragionevole di procedere. Ma accadde qualcosa che persino Zeus non fu in grado di prevedere. Vedendo tutti gli altri come perfetti, i nuovi arrivati si convinsero di essere inferiori a tutti quanti, e decisero che una vita in un mondo in cui tutti sono perfetti tranne loro non era degna di essere vissuta.

Altri, tra cui lo stesso Zeus, cercarono di convincere la coppia del contrario. La vita era degna di essere vissuta, dicevano, con o senza difetti. Ma ogni argomentazione fu inutile. La coppia che vedeva solo i propri difetti si gettò da una rupe. Furibondi verso Zeus e verso la loro stessa esistenza, maledissero il suo nome mentre cadevano.
Zeus rifletté su quello che era successo. Poi comprese che ogni estremismo, anche se motivato da buone intenzioni, può portare a risultati negativi e addirittura catastrofici.

Anche le persone comuni che avevano assistito al suicidio rimuginarono sulla questione. Non erano ancora sicuri di cosa potesse essere meglio. Forse l'incapacità di vedere i propri difetti è una colpa. Ma come bisognerebbe portare le borse? Quale dovrebbe essere l'equilibrio?
 

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Capitolo 4
*** Il regalo di compleanno ***


Un ragazzo di 17 anni, che ne avrebbe compiuti 18 in meno di un mese, chiese al padre: "Presto diventerò un uomo. Che cosa mi regalerai per il mio compleanno?"
Il padre rispose: "Qualcosa per cui ho risparmiato dal giorno in cui sei nato."
Passò qualche giorno, poi il ragazzo chiese di nuovo a suo padre: "Cosa mi regalerai per il mio compleanno?"
Questa volta, il padre ha risposto: "Presto lo saprai."

Il giorno dopo, a scuola, il ragazzo crollò improvvisamente, le mani sul petto, in preda a un dolore lancinante. Venne chiamata un'ambulanza, e il ragazzo fu portato in ospedale.

Mentre il ragazzo era a letto in ospedale, un medico si avvicinò al padre. "Signore, suo figlio ha un grave difetto cardiaco congenito", disse.
"Papà, ti hanno detto che sto per morire?" disse il ragazzo.
"Lo so già." rispose il padre.

Il giorno del suo diciottesimo compleanno, il ragazzo venne trasportato in sala operatoria, dove ricevette un trapianto di cuore. L'operazione fu completata con successo, e lui fu riportato nella sua stanza.
Si svegliò aspettandosi di vedere il padre, ma lui non c'era. Invece, c'era una lettera sul comodino. Diceva:

"Figlio mio, se stai leggendo questa lettera, significa che tutto è andato bene. Mi avevi chiesto cosa ti avrei regalato per il tuo compleanno. Ti ho regalato il mio cuore."

Il ragazzo era assolutamente scioccato. Suo padre aveva davvero rinunciato alla propria vita per salvarlo? Era per questo che aveva risparmiato?
C'era un solo modo per scoprirlo. Il ragazzo chiamò il chirurgo che lo aveva operato.

"Non essere ridicolo", disse il chirurgo. "Scusami se sono così schietto, ma lo sai che cosa succederebbe, se uccidessi una persona per salvarne un'altra? Sarei radiato dall'ordine dei medici, giudicato colpevole di omicidio e condannato all'ergastolo. Nessun medico accetterebbe mai di fare una cosa del genere. Il tuo nuovo cuore era di una giovane donna morta in un incidente d'auto."
"Allora dov'è mio padre?" chiese il ragazzo.
"Non lo so, se n'è andato ancora prima che iniziassi l'operazione" rispose il chirurgo.
Il padre del ragazzo venne infine trovato su una remota isola tropicale, a vivere di diciotto anni di risparmi. Questo fece capire al ragazzo che se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non è vero.

 

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Capitolo 5
*** Lui e lei ***


Scambiandosi SMS.

Lui: wee..
Lei: ehi :)
Lui: Che fai??
Lei: Disegno. Tu?
Lui: Penso. Che disegni?
Lei: Il ragazzo che mi piace. Tu a che pensi?
Lui: Alla ragazza che mi piace.
Lei: Dev'essere fortunata a stare nei tuoi pensieri.
Lui: Si può dire lo stesso per il tuo lui.
Lei: :) Ma... (con il cuore a mille) lei la conosco?
Lui: Lei chi?
Lei: Dai, non fare lo scemo! La ragazza!
Lui: Ahh... Si, e anche molto.
Lei: Ah. (cercando di trattenere le lacrime)
Lui: Le ho scritto un messaggio con la bomboletta sotto casa sua.
Lei: Che c'è scritto nel tuo messaggio?
Lui: Vieni fuori a leggerlo tu stessa.

Lei corse giù per le scale e uscì di casa. Sul muro di casa sua lesse: "Sei il primo e l'unico pensiero che mi assilla la mente, e l'ultimo che vorrei dimenticare. Ti amo!"

Lei si guardò intorno, senza riuscire a vedere lui. A un tratto si sentì abbracciarsi alle spalle. Era lui, con una rosa in mano.
Lui la baciò sul collo... e poi si sentì a sua volta afferrare da un nerboruto carabiniere, che lo trascinò in macchina e lo arrestò per stalking e atti vandalici. Davanti al giudice, a nulla valsero le proteste di lei, interpretate come prova che lui l'aveva plagiata.

L'efficiente macchina giudiziaria a difesa delle donne aveva trionfato ancora una volta.

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