FireLand2011

di blueeyes_greeneyes
(/viewuser.php?uid=591111)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - La Partenza. ***
Capitolo 2: *** 2 - Stavi parlando da solo? ***



Capitolo 1
*** 1 - La Partenza. ***


Era una mattina calda d'inizio luglio, gli uccellini cantavano sull'albero davanti alla finestra della camera di Harry. Erano quasi le dieci di mattina e un raggio di sole che entrava della finestra colpiva i suoi occhi. Si svegliò lentamente e quando fu abbastanza lucido si alzò dal letto mal volentieri. Era arrivato il giorno della temuta partenza. Sua mamma, Anne, lo aveva iscritto in un campo estivo, malgrado lui l'avesse pregata di non farlo.

Dopo una lunga serie di tentativi riuscì ad alzarsi dal letto per andare in cucina per fare colazione: lì trovò sua mamma che ordinava le ultime cose all'interno della valigia che si trovava sul tavolo accanto alla sua tazza fumante di thè. Non si accorse nemmeno della presenza del figlio che era appena entrato nella stanza: Harry la fece ritornare dal "fantastico mondo delle valige" alla vita reale con un - Buon giorno, mamma! - carico di finta allegria. Anne sorpresa di sentire la voce del figlio alzò lo sguardo sorridendo verso di lui che si era appena seduto e aveva iniziato a sorseggiare il suo thè.

- Oh, buon giorno Harry! - disse lei tutta allegra -Ho appena finito di prepararti la valigia.-

- Ah. Okay. Che bello. - La risposta secca del figlio la fece accigliare.

- Cosa c'è che non va, tesoro? Non sei contento di partire? -

Harry odiava questo tipo di domande, soprattutto se la madre sapeva più che bene la risposta, quindi si limitò a sbuffare. Il motivo per cui lui non voleva partire era semplicemente uno: Harry non era una persona molto socievole, aperta a nuove conoscenze e soprattutto era molto timido, quindi dover passere le seguenti tre settimane in un posto pieno di sconosciuti, era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

L'idea lo terrorizzò a tal punto da farlo rimanere imbambolato sull'uscio della sua villetta gialla al momento della partenza. Gli tremavano le mani e nella sua testa si continuava a ripetere "vedrai andrà tutto bene. Cosa saranno mai tre settimane, mh. Nessuno è mai morto per una cosa del genere."

Le urla della madre che lo incitavano a sbrigarsi lo convinsero ad entrare in macchina: -Su Harry muoviti o arriveremo tardi!-

Anne accese la macchina e subito partirono: il cielo era fin troppo azzurro e il sole risplendeva alla sua massima altezza, un cielo totalmente in contrasto con lo stato d'animo di Harry, troppo agitato, troppo arrabbiato con sua madre, troppo spaventato da questo posto sconosciuto. Decise allora di accendere la radio ed inserire la piccola compilation che Gemma, sua sorella maggiore, gli aveva regalato per il suo compleanno. Selezionò la sua canzone preferita, e la iniziò a cantare: era l'unico modo che aveva per staccarsi dal mondo e riuscire così a trovare la serenità che non aveva, a calmarsi, il canto gli permetteva questo, trovare quella parte forte di se stesso che mancava in qualsiasi altro ambito della sua vita. La sua voce soave e roca risuonava forte come non mai nell'abitacolo della macchina, sua madre sempre più affascinata dalla sua voce guidava in uno stato di euforia.

Dopo un'ora di macchina erano arrivati: appena fuori Londra si trovava questo immenso agriturismo fornito di un campo sportivo molto attrezzato. Un' enorme casale si trovava al centro del cortile, in uno stile a dir di Harry settecentesco che gli ricordava la vicende del cartone animato Lady Oscar che guardava quando era piccolo.

-Harry, mi raccomando, ricordati tutto ciò che ti ho detto e se ci sono problemi non aspettare un secondo a chiamarmi!- disse Anne, dopo aver accompagnato il ragazzo all'entrata. Era leggermente nervosa. In fin dei conti era stata lei a voler a tutti i costi che il figlio partecipasse a quel campo estivo. Se qualcosa non fosse filato per il verso giusto si sarebbe in qualche modo sentita molto colpevole.

-Si mamma! Ho diciassette anni compiuti, so come ci si comporta e cosa devo fare nel caso mi dovesse succedere qualcosa!- disse sorridendole. -Ora meglio che tu vada! Non farmi fare la figura del mammone!- Si avvicinò abbracciandola, le lasciò anche un bacio sulla guancia. Sapeva che le sarebbe mancata nelle seguenti tre settimane.

-Va bene Harry. Mi mancherai perciò ricordati di chiamarmi almeno ogni due giorni!- Un ultimo abbraccio ed Anne si allontanò lasciando entrare il figlio all'interno dell'edificio.

 

-

 

Harry si sarebbe aspettato di tutto, ma di certo non di trovare un interno così moderno, nulla ricordava che si trovasse all'interno di quello che si poteva definire un vero e proprio palazzo signorile. Si avvicinò al bancone in fondo alla stanza dove altri ragazzi e ragazze stavano parlando con quelli che presumibilmente dovevano essere i tutor.

-Buongiorno e ben arrivato, io sono Ally! Qual è il tuo nome?- una ragazza sulla ventina, con due lunghe trecce bionde a contornarle il viso dai lineamenti dolci, si rivolse pimpante al nuovo arrivato.

-Em.. buongiorno, io sono Harry... Styles.-

-Allooora Harry, vediamo un po'. Innanzitutto tieni queste - disse passandogli due magliette blu con su scritto "Happy Holidays - FireLand2011" - dovrai indossare quella maglietta a partire da domani per partecipare alle attività e non preoccuparti per lavaggi e cose del genere, c'è una lavanderia! Tieni anche questi moduli che dovrai compilare e consegnare qui domani mattina!-

Harry continuava ad annuire mentre si guardava intorno: una ragazza dai capelli rossi che stava aspettando il suo turno aveva con se una valigia più grossa di lei, si era per caso trasferita lì?

Beh a quale ragazza non piacerebbe vivere in un castello pensò.

Al contrario un altro ragazzo aveva con se solo un borsone.

Sperò che userà spesso la lavanderia.

-...e la stanza che ti è stata assegnata è la 127, secondo piano, corridoio B. Non dovresti avere problemi a trovarla, basta seguire le indicazioni sui muri. Ecco le chiavi... ah si dimenticavo, la condividerai con un ragazzo, ovviamente.. le stanze miste non sono ammesse, sai per diverse ragioni... - concluse facendogli l'occhiolino.

- Si... eh capisco. Per la cena a che ora ci dobbiamo presentare?- disse Harry tirando un sorriso.

- Ore 20.00 alla mensa, anche quella la trovi seguendo le indicazioni, anzi aspetta tieni un piantina!-

-Grazie mille! Vado e buona giornata!- il ragazzo prese la sua valigia e si allontanò velocemente dalla ragazza. La sua parlata veloce e squillante gli aveva fatto venire un lieve mal di testa.

 

Trovare la stanza fu molto più facile di quanto immaginasse, due rampe di scale e sempre dritto. Arrivato davanti la porta si fermò a guardarla, cercando di memorizzare bene il posto per poi non aver problemi nel ritrovarlo. Poggiò a terra la valigia ed estrasse la chiave.

Nel momento in cui l'andò a portare verso il buco della serratura, la porta si aprì di scatto. Harry non face in tempo a capire cosa stesse succedendo che si ritrovò disteso a terra con una spalla dolorante. Si guardò intorno, ma del ragazzo che l'aveva appena travolto non c'era neppure l'ombra.


 

Angolino di Gio:

Ciao a tutti bella gente! :) Innanzitutto, perdonate eventuali errori di battitura e non, in una prossima revisione cercherò di correggerli.
Vi ringrazio per esser passati qui ed aver letto questo primo capito! Se è stato di vostro gradimento fatemelo sapere commentando :)
Un saluto, al prossimo aggiornamento!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 - Stavi parlando da solo? ***


In fin dei conti, la stanza che gli si presentò davanti non era affatto male. Abbastanza grande da contenere due letti da una piazza e mezza, una scrivania e due armadi a due ante per ognuno degli ospiti. Tutto in uno stile estremamente moderno da far quasi dimenticare di esser dentro un antico castello. L'unica apertura della stanza, oltre la porta ovviamente, era una porta-finestra che ricopriva quasi l'intera parete: dava sul cortile principale, si potevano vedere tutti i campi sportivi e le aree di svago.

Harry poggiò la valigia sul letto vicino alla finestra, l'unico libero, considerando che l'altro, quello più vicino all'entrata era stato ben che occupato da una valigia disfatta e vestiti sparsi intorno ad essa.

Guardò il cellulare per controllare l'ora: erano solo le 16:30, cosa avrebbe fatto fino all'ora di cena?

Con estrema calma aprì la sua valigia e sistemò per la stanza tutto il suo contenuto: i vestiti nell'armadio, le scarpe sotto il letto, la borsetta che aveva preparato per il bagno anch'essa nell'armadio. Ancora non sapeva se poteva fidarsi del suo compagno di stanza per poter lasciare il dentifricio incustodito.

Odiava quando qualcuno usava il suo dentifricio!

Anche a casa lui e sua mamma ne usavano due diversi. Chiunque credeva che ciò fosse il limite di un disturbo, una grave fissazione, ma per Harry era solo un'abitudine!

Si ritrovò a fissare il panorama fuori dalla finestra, così si andò a sedere sulla sedia fuori al piccolo balconcino e tirò fuori il cellulare dalla tasca per poter inviare un messaggio a sua mamma, ma la sua attenzione fu catturata dall'avviso di una chiamata persa. Compose in fretta il numero ed attese la risposta.

- Harry!! -

- Lily, ciao! Cos'è tutto questo entusiasmo? - chiese ridacchiando.

- Non puoi capire Harry, non è neanche passato un giorno e già mi manchi tantissimo! Come farò a non vederti per le prossime tre settimane? - concluse con un tono lamentoso.

- Guarda che ti capisco benissimo! Anche tu mi manchi già troppo! Comunque qui sembra proprio un bel posto, i campi sportivi sono fantastici e poi ci sono un sacco di attività interessanti! Sinceramente non vedo l'ora che sia domani, anche se ho una leggera paura.. -

- Ricordi quello che ti ho detto ieri mattina? Stai calmo e pensa positivo, vedi di conoscere qualche bella ragazza e se ti capita l'occasion... -

- Hey ferma, ferma! Ho capito cosa intendi! - la interruppe Harry ridacchiando. - Cercherò di fare il mio meglio.. -

- Era proprio quello che volevo sentirmi dire! - esordì esultando. - Ora cosa fai di bello mio caro? -

- Ammiro il bellissimo paesaggio e aspetto paziente la cena! - allontanò il cellulare per guardare l'ora. - E credo sia anche arrivata l'ora di iniziare a prepararmi! Ti scrivo più tardi, va bene? Un bacio. -

- Va benissimo, fatti bello mi raccomando! - disse e la chiamata si interruppe.

 

-

 

L'acqua scorreva calda sul corpo di Harry facendolo rilassare come non mai. Una volta finito uscì avvolgendo intorno alla vita un asciugamano, sbirciò attraverso la porta se all'interno della stanza ci fosse qualcuno e, trovandola vuota, vi ci entrò senza troppi problemi. Aprì il suo armadio e cercò qualcosa da mettersi.

- Prima stavi parlando da solo? - esordì una voce all'interno della stanza. Harry cacciò fuori un urlo, non si sarebbe mai aspettato di sentire qualcuno parlare. Così si girò nella direzione da cui proveniva con sguardo assassino.

- L'ultima volta che sono stato qui, ovvero l'anno scorso, il mio compagno di camera lo faceva. Quindi se per cortesia me lo fai sapere prima così chiedo di farmi cambiare camera. - concluse il ragazzo che subito dopo si andò a sdraiare sul suo letto calciando a terra la valigia e i vestiti che si trovavano su di esso.

Harry rimase sconvolto, non sopportava proprio il disordine, ma cercò di mantenere la calma.

- Non parlo da solo e soprattutto quando mi avresti sentito parlare? - chiese ancora sconcertato.

- Prima sono entrato in camera ed ho sentito qualcuno parlare senza aver risposta, e li ho temuto il peggio. Poi ho pensato di chiudere la finestra in modo da far rimanere chiunque fosse lì fuori fino a domani mattina, ma ho pensato che non fosse il caso esser espulso proprio il primo giorno! - disse ridacchiando portandosi le mani dietro la testa in modo da poter guardare meglio il ragazzo poco distante da lui che ancora aveva in dosso solo l'asciugamano. - Con chi parlavi? - chiese poi tranquillo.

In tutto ciò l'espressione di Harry era passata da "cerca di mantenere la calma" a "con chi cavolo sono capitato in camera?" nell'arco di un minuto.

Ditemi che non è serio, per favore!

- Ti devo allora ringraziare per non avermi chiuso fuori dalla finestra? - domandò cercando di non far tremare la sua voce. - Poi non credo ci sia tutta questa confidenza fra noi, sai, non so nemmeno come ti chiami e già fai troppe domande. - concluse sperando di esser stato abbastanza convincente.

- Giusto! Io sono Louis Tomlinon - scese dal letto e porse una mano al ragazzo - e tu chi sei, strano ragazzo seminudo? -

- Sono Harry... Styles. - rispose stringendogli la mano. - Credo sia il caso che mi vada a vestire. -

- Già, lo penso anche io.. - disse Louis sorridendo.

 

-

 

Il tragitto verso la mensa fu semplice, bastava seguire le indicazioni sui muri.

Arrivato all'entrata si dovette fermare un attimo: non credeva che una struttura del genere potesse ospitare tanti ragazzi! La maggior parte erano seduti ad diversi tavoli già con i vassoi pieni di cibo, altri stavano facendo la fila per esser serviti. Harry entrò titubante, i luoghi troppo affollati gli mettevano un po' d'ansia, soprattutto se erano pieni di sconosciuti.

Si avvicinò al bancone dove servivano la cena con un vassoio preso poco prima ed attese il suo turno.

- Levati fammi passare. - un ragazzo moro, leggermente più basso di lui, lo spintonò per passargli avanti. Harry si ritrovò attaccato al bancone con il vassoio oramai caduto a terra.

- Cerca di stare attento ... - si ritrovò a dire sotto voce.

Il moro si girò verso di lui con fare superiore, lo fissò un secondo, prima di rispondergli: - Io faccio quello che voglio, non do sicuramente conto a te, bamboccio. - si girò e proseguì per andare a prendere la sua cena.

- Non metterti mai contro Malik, lui qui fa sempre ciò che vuole senza mai finire nei guai. - sentì una voce alle sue spalle.

- Grazie per l'avvertimento, credo che gli starò alla larga il più possibile! - rispose Harry cercando di non farsi vedere troppo sconvolto dall'accaduto.

- Fai bene ... comunque io sono Niall Horan! Questo è già il mio terzo anno qui a FireLand, ma credo di non averti mai visto prima. Dico bene? -

- Si, infatti è la prima volta che partecipo ad un campo estivo in generale, non mi hanno mai attirato più di tanto ... ah, giusto, io sono Harry Styles. - concluse porgendogli la mano.

Dopo pochi minuti di fila i due decisero di andarsi a sedere vicini in uno dei pochi tavoli ancora vuoti.

- Lo vedi quel tavolo laggiù? Ecco li trovi tutti i fissatoni per il computer. Sono qui solo per il corso di informatica che il campo offre, ma per il resto non fanno nient'altro e soprattutto sono innocui. -

- Almeno sono simpatici? - chiese Harry.

- Ti faccio solo presente che il loro ideale di divertimento è giocare al pc, quindi immagina quanto i loro discorsi possano essere interessanti. -

- Li invece?- ed indicò un tavolo non troppo distante del loro.

- Ecco li abbiamo tutti i figli di papà, la rossa accanto a quel ragazzo tutto muscoli è Nora Platz, la ragazza di quel Malik che ti ha spintonato prima... vedi di starle alla larga se tieni alla tua vita. -

- Concetto afferrato capo. Ma è normale che mi stia fissando? - domandò incuriosito Harry.

- No e non è un buon segno, fidati! Se è lei ad attaccare bottone , tu scappa e non ti fermare! Se qualcuno del suo gruppo la vede avvicinarsi a qualcuno di sospetto corre subito a dirlo a Malik e quello che succede subito dopo non è per nulla piacevole. L'anno scorso il mio amico Will ha quasi perso i sensi per quante botte gli avevano riservato... se non fossi intervenuto credo gli sarebbe andata anche peggio. -

-Cavolo, mi dispiace per il tuo amico e sinceramente spero di non fare la sua stessa fine -

- Te lo auguro! -

- Ci sono persone normali in questo campo oltre te? - chiese in preda allo sconforto.

- Quelli della squadra di calcio sono simpatici anche se sé la credono un po' troppo, soprattutto le ragazze, poi i tennisti sono okey e.. insomma tutti gli sportivi sono passabili. - si guardò un po' interno - Laggiù ci sono i ragazzi del club di musical. Sono dei tipi abbastanza strani, a volte fanno anche un po' paura. Il più strano di tutto credo sia quel ragazzo con i capelli castani e lisci, con la maglietta blu e...-

- Louis Tomlinson - affermò Harry.

- Esatto. Aspetta come fai a sapere chi è?-

- E' il mio compagno di stanza e sì, ho notato, è un po' particolare -

- Stai attento allora. A volte è più subdolo di Malik, se gli fai qualcosa di sbagliato non te la fa passare liscia. -

- Niall le tue parole sono così confortanti. Ora non dormirò per tre settimane per evitare che questo mi uccida nel sonno! - concluse esasperato passandosi una mano fra i capelli.

- Hey ti sto solo dando delle semplici informazioni di base per sopravvivere - disse ridacchiando.

 

Il resto della cena lo passarono a chiacchierare del più e del meno, raccontandosi aneddoti divertenti e tirando palline di pane ai tavoli vicini. Terminata la cena Harry fece ritorno in camera più che preoccupato. Niall lo aveva messo in guardia rispetto al suo compagno di stanza e questo non aveva fatto altro che impaurirlo. E la cosa peggiore era che l'attività che lui aveva deciso di scegliere per quelle tre settimane era proprio il corso di misical!

Qualcuno me la sta tirando, lo so!

Entrò in camera ed in fretta e furia, Louis ancora non era rientrato, si cambiò per andare a dormire prima di infilarsi in quel letto che lo avrebbe ospitato per un tempo che al giovane sembrava infinito. Mandò un messaggio a sua mamma per dirle che stava andando tutto bene poi si sistemò comodo. L'ultimo pensiero che attraversò la sua mente prima di farsi abbracciare del sonno fu solo uno, le parole di Niall continuavano a ripetersi come un disco rotto: "stai attento allora".

 

Angolino di Gio:

Hello lettori! Ecco il secondo capitolo!
Se volete, lasciate un commento e ditemi cosa ne pensate fin ora.
Perdonate aventuali errori, sto cercando di fare del mio meglio per rimuoverli tutti.
Vi ringrazio di cuore :)

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3403085