Craziness

di fedetojen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


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Craziness
 
1
 
E vorresti prendere tutto quello che hai a portata di mano e sbatterlo forte contro il muro, cercare di spegnere tutti i sentimenti contrastanti che ti perforano il petto, l’anima, il cuore. Cerchi di spegnere quei pensieri che ti girano intorno alla testa come se fossero dei pugnali pronti a essere scagliati contro di te, facendoti male, molto male. Tutta quella rabbia repressa, il malumore, le lacrime che spingono contro i tuoi occhi per uscire, quelle parole trattenute, quelle grida troppo strazianti che ti uccidono dentro, che sopprimi perché non vuoi che gli altri ti assillino con domande banali del tipo: perché stai così? Cosa ti turba? Qual è il problema? Tutte domande alle quali vorresti rispondere con un urlo e mandarli tutti via, farli sparire, perché pur sapendo che non è colpa loro, hai bisogno di liberarti di tutto: di quei pensieri così maledettamente insistenti, di quelle grida che ti muoiono in gola, quella rabbia che ti sta distruggendo corpo e mente, tanto da volerti portare all’isolamento da tutto e tutti. Mentre sei sotto le coperte, ti stringi ad esse, cercando di levarti dalla mente quei pensieri e quello stupido nome alla quale rispondono tutte quelle domande che ti stanno uccidendo: il suo nome. Quel maledetto nome che anche detto imprecando, suona sempre bellissimo, maledettamente e dannatamente splendido, facendoti rannicchiare ancora di più sotto alle coperte. Chiudi con forza gli occhi, cercando di sopprimere tutto, rimanendo solo con il silenzio intorno a te. Vivi di paure, ansie, tormenti, sofferenze: quella tremenda sensazione di non essere mai abbastanza, abbastanza per qualcuno che non sia te stesso, perché quando ti guardi allo specchio pensi a cosa serve andare avanti se non piaci nemmeno a te stessa, figuriamoci agli altri. Poi prendi forza ed esci dalle coperte, dirigendoti verso il bagno: ti sciacqui la faccia buttandoti addosso dell’acqua ghiacciata, osservandoti allo specchio. Sospiri, osservando quanto perfino la tua immagine riflessa ti dia fastidio, perché non è così che vorresti essere: vorresti essere bella come tutte le altre ragazze che sono in giro, spensierata, sorridente e felice. Ma non lo sei.




 
Piccolo spazio autrice: Salve a tutti, questa storia non ha nulla a che fare con Shadowhunter, ma ho preso in prestito il personaggio di Alec, in quanto mi piace parecchio nella serie tv. la caratteristica di questi capitoli sarà la loro lunghezza, sperando che riusciate a comprendere gli stati d'animo della protagonista femminile. Spero vi piaccia :)

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Capitolo 2
*** 2 ***


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Craziness
 
2



 
Un altro giorno, al quale devi sopravvivere. Perché è questo che fai tutti i giorni ormai: sopravvivi. Ti vesti, pronta per un altro giorno di scuola, uguale a tutti gli altri. Ormai il giardino della scuola è così monotono che ha perso anche il suo colore, diventando in bianco e nero. Stringi con forza la cartella tra le mani, mentre ti dirigi verso il tuo armadietto, per aprirlo e posare la cartella al suo interno e prendere giusto il necessario per le lezioni.
Poi lo vedi: la sua chioma bruna, come la pece, quegli occhi color ambra che splendono di luce propria, il suo sorriso splendente che quasi ti acceca mentre lo guardi parlare con un gruppo di amici suoi, mentre tu ti appoggi con il corpo al freddo armadietto alle tue spalle a fissarlo.
Lo osservi nei minimi particolare: come il volto prende forma quando ride, i suoi zigomi, le sopracciglia, i capelli e il suo sguardo.
Per un attimo ti sta guardando e tu lo fissi con sguardo duro, notando come il suo sguardo cambia in base al tuo, quasi percepisse la rabbia e la delusione che provi. Vaga sulla tua figura, per poi spostare lo sguardo sui suoi amici difronte a lui, continuando la sua conversazione.
Sbuffi sonoramente scuotendo la testa, facendoti forza e andando nella tua classe, dove anche lui dopo poco si dirigerà per seguire la lezione.
Ti siedi al tuo solito posto: in fondo all’aula, vicino alla finestra, cercando di nasconderti come puoi dagli sguardi indagatori degli altri.
Lo vedi entrare in classe, come se stessi guardando la scena in slow-motion, con quel suo atteggiamento da superiore, da sono-figo-solo-io, sedersi qualche banco più avanti al tuo. Con discrezione lo guardi, lo osservi: come la maglia gli fascia il corpo asciutto e muscoloso, come giocherella con la penna tra le sue mani così grandi e vellutate, come si aggiusta i capelli alzati con una passata di mano, distratto a seguire la lezione di musica.

-Signorina Benton, il signor Lightwood è più interessante della mia lezione?-
Detesti il tono in cui il tuo professore ti ha appena ripreso, mentre sgamavi di nascosto il ragazzo che ti piace segretamente, ma che ormai quasi tutti hanno compreso. Dentro stai sbuffando, mentre dalle orecchie ti esce il fumo per la rabbia quando lo vedi che si volta verso di te, appoggia il braccio sulla sedia e ti guarda con un sorriso divertito.

-No, professore-
Queste parole ti escono con freddezza, mentre guardi il professore, che ti sta uccidendo con lo sguardo, mentre con un cenno del capo continua la lezione.
Alec Lightwood, si volta trattenendo una risata, mentre tu vorresti lanciargli addosso i libri che hai sul banco e dirgli di non ridere, perché così non fa altro che farti innamorare di lui più di quanto tu non lo sia già. 

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Capitolo 3
*** 3 ***


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Craziness
 
3

 
Dopo esser stata ripresa dal professore, finalmente finisce l’ora, facendoti correre via dalla stanza per quella pesante sensazione addosso che hai, per colpa degli sguardi di tutti su di te, mentre mormorano pettegolezzi a bassa voce.
Alzi gli occhi al cielo, dirigendoti nei corridoi, fermandoti di colpo, mentre scorgi infondo ad esso un ragazzo che è appoggiato al muro, che ti sta fissando a braccia conserte.

Alec Lightwood.

Anche detto al contrario suona sempre bene, stra-maledettamente bene.
Cerchi di camminare, ma è più forte di te: ti ha bloccata al pavimento con il suo sguardo.
Lentamente si stacca dal muro, dirigendosi verso di te con le braccia a penzoloni lungo i fianchi.
Appena è abbastanza vicino a te, mette le mani nelle tasche, incurvando le braccia troppo lunghe.

-Rachel Benton- il suo tono è spiritoso, ma sentire il tuo nome uscire dalle sue labbra, ti provoca sempre mille brividi per tutto il corpo. Ti sta osservando con il volto piegato appena da un lato, con un sorriso trattenuto, come se fosse divertito dal vederti così a disagio davanti a lui.

-Alex Lightwood- ti fa sempre un certo effetto pronunciare il suo nome ad alta voce, soprattutto davanti a lui: infatti la tua voce trema.

Stringi i pugni, cercando di risultare così sicura di te stessa per te e per lui, ma si accorge del tuo gesto e fa scivolare i suoi occhi dalle tue mani ai tuoi occhi chiari come il ghiaccio.

-Non dovresti essere imbarazzata dall’avere una cotta per me: è normale-

Aveva il suo solito sorriso sulle labbra, mentre tu dentro vorresti urlargli contro che dovrebbe smetterla con quel sorriso, che abbatte i tuoi muri che cercano di proteggerti da quelli come lui: ti rubano il cuore e poi dicono di non aver fatto nulla, quando invece ti fanno cascare nella loro rete.
Non rispondi, serrando la mascella e contraendo i muscoli del tuo corpo.

-Sei di poche parole, vedo- saresti voluta scappare appena senti la sua risata cristallina uscire dalle sue labbra, prendendosi amaramente gioco di te, ancora.

-Spiritoso- lo dici sottovoce, ritrovando la forza di muoverti e allontanarti da lui, che improvvisamente ti prende il polso, facendoti bloccare e voltare verso di lui.

-Non mi sfuggi, lo sai- ti guarda serio, tramutando il sorriso in uno semplice a labbra chiuse, lasciandoti il polso, sola in quel lungo e isolato corridoio.

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Capitolo 4
*** 4 ***


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Craziness
 
4

-Maledetto- non riesci proprio a mandarlo a quel paese, anche se una sberla se la meriterebbe tutta.

Stringi i pugni e ritorni in classe, più scombussolata di prima, mentre lo guardi ridere e scherzare con amici e ragazze.
T’irrigidisci appena vedi come tocca la mano di una ragazza, facendo gli occhietti dolci a questa bionda ossigenata, che quasi sviene ma si ricompone subito, aggiustandosi i capelli sulle spalle e sedendosi sul banco, con una gamba a penzoloni.

-Ma che dolci- credi di averlo sussurrato, ma da come si gira a guardarti Alec, hai fatto tutto tranne che sussurrarlo.

-Cosa c’è? Vorresti essere al suo posto, Rachel?- ti sfida con quel suo sorriso, mentre alza un sopracciglio divertito, ma non ci casci.
Scuoti la testa e ricambi il sorriso a testa alta.

-Puoi anche tenertela, la biondina ossigenata rifatta- rispondi per le righe, fiera di te stessa.
Si sta alzando per venirti a dire qualcosa, ma fortunatamente il professore entra e lui si blocca.

-In palestra- sospiri, ringraziando mentalmente il tuo professore, anche se non ami particolarmente l’ora di educazione fisica.

Tutti sono già in palestra, mentre tu lentamente, come un bradipo, passi davanti agli spogliatoi maschili voltandoti a guardare se c’è qualcuno e noti con gran sorpresa, il torso nudo di Alec, che ti guarda sorridendo beffardo mentre s’infila la maglietta ed esce dallo spogliatoio, sorpassandoti e squadrandoti.
Appena entra in palestra, le ragazze si voltano a guardarlo, iniziando a chiacchierare: il pantaloncino mette in risalto le gambe muscolose e lunghe, mentre la maglia risalta il suo busto asciutto e forte.

Correre, l’hai sempre amato ma purtroppo i tuoi polmoni, la tua milza, il tuo fegato e le tue gambe, non sono proprio d’accordo e a quasi metà del terzo giro, ti fermi e ti pieghi in due, sperando che nessuno si accorga che tu stai per morire.

-Tutto bene, Benton?- quella stupida vocina divertita, ti fa alzare di scatto la testa, provocandoti un giramento di testa assurdo.

-Va’ al diavolo, Lightwood- con l’affanno finalmente riesci a mandarlo a quel paese, mentre ti lascia con una sonora risata, continuando a correre.

Eri partita con una positività nel correre, che pian piano è sparita appena i primi dolori fisici si sono manifestati.
Ti siedi sulla panchina, poggiando la schiena contro il muro freddo, riprendendo a respirare normalmente.
Ti guardi intorno, cercando di regolarizzare il tuo respiro, con grandi boccate di aria.

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Capitolo 5
*** 5 ***


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Craziness
 
5

Mentre tutti gli altri stanno felicemente correndo, non ti spieghi perché hanno ancora così tanta forza e vita per continuare a correre.
Finalmente il professore li ferma e vi ordina di scegliere uno sport e di giocare in compagnia senza fare casini.
Decidi di fare una partita socievole a pallavolo, dove nella tua squadra capita la biondina ossigenata rifatta, contro di te, Alec, che continua ad osservarti divertito. Hai ancora le guance arrossate per via della corsa poco atletica.

-Mia!- gridi per prendere la palla ma qualcuno ti butta a terra, senza calcolarti. Ti rialzi, notando un rivolo di sangue spuntare dal tuo ginocchio scoperto dal pinocchietto: difronte a te la biondina ti sta fissando, fingendosi preoccupata e avvicinandosi si scusa.

-Mi dispiace davvero tanto- civettuola, si avvicina, chinandosi e facendo vedere il suo sedere ai maschi della squadra affianco, che se la ridono sonoramente.
Ti rialzi e vai in battuta perché tocca a te. Tutti sono in posizione e miri per tirare, ma sfortunatamente prendi in testa la biondina ossigenata.

-Oh mio dio! Mi dispiace!- dici correndo goffamente da lei, per colpa del dolore al ginocchio, aiutandola ad alzarsi.

Ti guarda incenerendoti con lo sguardo, ma ti fingi più dispiaciuta di lei e con un cenno di mano ti dice di ritornare a posto, concedendoti una grazia.
Appena sei in posizione, sorridi: hai avuto la tua vendetta e di questo Alec se n’è accorto, visto che continua a fissarti con un sorrisetto divertito in volto, con le mani sui fianchi a godersi la scenetta da teatrino.

Lo vedi che scuote la testa, davvero divertito, per poi divaricare le gambe e piegarsi per rimanere in posizione di ricezione.
Sorridi, pensando che il motivo per il quale sta ridendo, sei tu e la scenetta appena fatta, ma è più forte di te: non riesci a staccargli gli occhi di dosso per tutta la partita.

Perdete, per colpa della goffaggine delle ragazze della tua squadra, ma comunque ti sei divertita mentre cercavano di prendere la palla, manco fosse una bomba accesa.

L’ora finisce e sei nello spogliatoio a guardarti: ti sei cambiata e sei profumata, ma comunque i tuoi capelli arruffati non fanno una piega.
Cerchi di aggiustarli più che puoi, ma una volta che le tue braccia implorano pietà, le lasci cadere sui fianchi e sbuffi sonoramente.

-Problemi con il tuo riflesso?- sobbalzi a quella voce così calda e profonda, voltandoti e ritrovandoti Alec, che si sostiene con un fianco al cornicione della porta, a braccia conserte.

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