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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ancora un po' ***
Capitolo 2: *** Punto e a capo ***
Capitolo 3: *** I mostri sotto il letto ***
Capitolo 4: *** Anche un falò non è che fuoco ***
Capitolo 5: *** Quel che fa la differenza ***
Capitolo 6: *** Attenzione per i particolari ***
Capitolo 7: *** Bambini viziati ***
Capitolo 8: *** Un intricato disegno semplice ***
Capitolo 9: *** L'innocenza del sentimento ***
Capitolo 10: *** Un indizio solo ***
Capitolo 11: *** Un piano che riempia gli occhi ***
Capitolo 12: *** Abbagliati ***
Capitolo 13: *** Non si teme niente, come le delusioni ***
Capitolo 14: *** La lingua blu ***
Capitolo 15: *** In fondo, era abbastanza palese ***
Capitolo 16: *** Trasportata oltre ***
Capitolo 17: *** Una finestra di troppo ***
Capitolo 18: *** Un momento di silenzio ***
Capitolo 19: *** Il futuro è quel che vedi attraverso una nuvola ***
Capitolo 20: *** Tutta l'intenzione di subire ***
Capitolo 21: *** Di sale e gelosia, ne serve sempre qb ***
Capitolo 22: *** Un raffreddore a Konoha, una polmonite a Kiri ***
Capitolo 23: *** Morbido e spaventoso ***
Capitolo 1 *** Ancora un po' ***
Tabella
rossa, prompt: cuore
Ancora
un po'
Sakura
ha il fiato corto e la testa leggera per il livello di chakra che si
abbassa di secondo in secondo, trema per lo sforzo, ha gli occhi
pesanti e la sua pelle è punta da un freddo che le fa battere
i denti. Il fascio di luce intorno alle sue mani si affievolisce
sempre più, ma lei serra gli occhi e immette altro chakra.
Ancora un po'. Quando li riapre e si concede un'occhiata in
giro, giusto per distrarsi dalle fitte acute alla testa, trova Naruto
a fissarle le mani, immerso in una palpabile preoccupazione che lo
ammutolisce. Sasuke, poco distante, la sta guardando in volto,
invece, serio e attento come se gli stesse parlando di
Itachi. Kakashi respira piano, sotto di lei. Attraverso i palmi
e il flusso del suo chakra, Sakura può sentire quanta fatica
ancora faccia a espandere il torace. Si concentra sul polmone
perforato, una volta rimesse le costole a posto, ma nel cambio di
obiettivo una fitta più forte la fa gemere di dolore. “Sakura
chan!” starnazza Naruto, il suo volto è una maschera di
preoccupazione. Lei si concentra sul proprio battito cardiaco,
così forte nelle sue orecchie, e su quello del maestro, più
flebile poiché la ferita è sulla parte destra del
costato. Si concentra sul paziente, sull'energia vitale di entrambi
per sincronizzarsi e far durare il suo chakra il più
possibile. Quando abbassa gli occhi scopre che Kakashi li ha
chiusi, questo le ricorda del suo coprifronte, perso durante lo
scontro. Successivamente sposta lo sguardo tutt'intorno, alla sua
ricerca, e lo trova stretto nelle mani di Naruto. In quel momento
Kakashi sospira, come se si fosse appena svegliato, e con voce
altrettanto roca si rivolge a lei, distraendola. “Basta
così, Sakura,” dice, “sto bene.” Il
medico scuote la testa, ma poco dopo si allontana, cessando il flusso
curativo. “Kakashi sensei! Come stai? Ti aiuto ad
alzarti?” “Naruto,” lo riprende Sasuke. Quando
il jinchuuriki si volta verso il compagno di squadra, lo trova a
guardare oltre la sua spalla, poi fa appena in tempo a seguire
istintivamente lo sguardo che deve lanciarsi a sorreggere Sakura.
Lei
si riprende lentamente un paio d'ore dopo e la prima cosa di cui ha
coscienza è un suono stabile e dolce, che la culla, la fa
sentire serena e protetta. Il forte odore d'umidità le fa
pensare subito a una grotta, ma è distratta da quel suono.
Sospira. Poi, colpita da realizzazione, alza la testa e scopre di
aver dormito contro il fianco del maestro. Il suono che l'ha tanto
dolcemente destata ora le tambura sotto le dita della mano ancora
inconsciamente adagiata sul petto dell'uomo, mentre lei contempla il
suo volto dormiente. Da fuori arriva la voce di Naruto che parla
con Sasuke, pensando probabilmente di sussurrare. Lei rimane un
attimo indecisa, poi si appoggia nuovamente al petto del jounin. Il
battito del cuore di Kakashi rimane stabile sotto e dentro il suo
orecchio, chiude gli occhi e pensa che fingerà di dormire un
altro po'.
500
parole
I
personaggi e i luoghi eccetra eccetra... Non penserete davvero che
sia roba mia, su.
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Capitolo 2 *** Punto e a capo ***
Tabella
rossa, prompt: prima cotta
Punto
e a capo
Dopo
quell'ennesima missione disastrosa, Sakura ha finalmente indetto una
riunione nella stanza d'ospedale del maestro. Ha parlato
principalmente lei, ma Sai annuiva di tanto in tanto, Sasuke ha
fissato un punto della stanza tutto il tempo e Naruto aveva sempre la
mano alzata, dopo aver preso un paio di sberle per averla interrotta.
Kakashi e Yamato hanno ascoltato con attenzione e hanno pure
incassato un velato riferimento all'età che avanza. Nonostante
abbia vietato eroismi inutili, mentre il nemico guadagna terreno,
Sakura non fa che gettare occhiate preoccupate verso il compagno di
missione. Da sopra la divisa stringe il rotolo che hanno recuperato a
Kiri e aumenta la velocità. Sono in svantaggio: l'aria
fredda e rarefatta delle alture gli impedisce di tenere il loro
solito passo, la neve rende precario l'atterraggio e attutisce i
rumori del nemico. Kakashi non pare accorgersi della sua
agitazione e quando finiscono per essere accerchiati, combatte come
ha sempre fatto. L'inferiorità numerica non contribuisce a
metterli in difficoltà, perciò rimane un attimo
scioccata quando, dopo aver ucciso il suo avversario ed essersi
voltata verso Kakashi, vede un uomo arrivargli alle spalle. Ignorando
l'istinto di gridare, concentra invece il chakra nei piedi per darsi
una potente spinta. La lama del nemico si conficca nel suo fianco
e, con una punta di fastidio, solo allora capisce che fin dall'inizio
era lei, il bersaglio. Per fortuna il ninja di Kiri è tanto
stupito dalla riuscita del suo piano da darle il tempo di rompergli
l'osso del collo con un gesto secco. L'arma non pare essere
avvelenata, quello che risulta dal tampone proveniente dal proprio
kit è un semplice sonnifero, potente, ma innocuo. Quando
l'ultimo nemico tocca il suolo innevato, può vedere i piedi di
Kakashi avvicinarsi, poi le ginocchia toccare la neve sporca di
sangue accanto a lei. Alza gli occhi, vede la maschera
incresparsi, ma l'udito è qualcosa di lontano, quando parla
anche la sua voce è distante. “È sonnifero...
devo solo dormire... un po'...” Non sa se è riuscita
a dirlo davvero, ma quando si risveglia lo fa di soprassalto, ingoia
il panico e si guarda intorno; il fuoco illumina la grotta così
come la distesa di cani intorno a loro e, dal basso, Kakashi la
guarda con preoccupazione. Imbarazzata dall'essere nuovamente
addosso a lui, e più di tutto dall'averci in fondo sperato,
vuole distogliere lo sguardo, ma proprio quando sta per farlo lui le
sorride. È un sorriso vero che lei ricambia senza pensarci,
l'occhio rimane aperto, s'illumina, può leggerci quel calore
che lui riserva a loro, ai suoi allievi, e in quel momento Sakura
capisce una cosa importante: quello che le sta nascendo dentro non è
come la sua prima cotta, farà un sacco più male. Contro
ogni logica e buon senso, torna a poggiare la testa sul petto del
maestro e a godere della tranquillità che il battito del suo
cuore le trasmette. Tutt'intorno ha un branco di cani, pelosi,
soffici e caldissimi, ma non sono quelli, né il fuoco, a
scaldarla così tanto.
500
parole
Lo
so che il mio profondo disprezzo per Sasuke emerge sempre - notare
come fissare un punto della stanza sia il massimo della sua
partecipazione - ma, nonostante lui si comporti spesso da bambino
speciale, mi sforzo di coinvolgerlo e fargli pure fare una
figura più dignitosa di quel che, mh, si merita. Voglio un
più. u.ù
Questa
cosa del battito del cuore mi tocca più di quello che traspare
da queste storielle; da piccola, fino a quando sono stata di una
misura e di un peso consoni, mio padre mi faceva addormentare sulla
sua pancia, con l'orecchio sul petto. La sensazione di pace e
sicurezza mi è rimasta e, ogni volta che ascolto il cuore di
qualcuno, torna a galla.
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Capitolo 3 *** I mostri sotto il letto ***
Tabella
rossa, prompt: primo bacio
I
mostri sotto il letto
Il
sole le brucia il fianco mentre allunga la mano per fare una carezza
sul volto dell'uomo. La maschera è leggermente ruvida, ma la
stoffa ha comunque una consistenza morbida, ne traccia il contorno,
arriva sul naso e poi scende sull'altra guancia. Kakashi rimane
immobile con gli occhi chiusi, l'aria rilassata. Sakura sposta i
capelli che coprono lo sharingan e passa un dito sulla cicatrice
verticale con reverenza, fin quando non viene distratta dalle
labbra. La maschera non toglie ogni tipo di riferimento, è
elastica ed è facile da quella distanza distinguere contorni.
Due dita passano distrattamente su quelle labbra, mentre lei si perde
in elucubrazioni sul come, quando e perché. Ma non fa domande,
percorre invece il naso al contrario in un'altra carezza. Il
jounin sposta il piede, il peso viene ridistribuito e il lettino
d'ospedale su sui è seduto scricchiola, questo incrina
l'incantesimo e lei riprende coscienza dei loro confini. Ritira
l'arto, con la testa piena di pensieri gonfi d'aria come
palloncini. Sakura si perde nell'iride scura quando, privato di
quel contatto, lui dischiude l'occhio. L'aria tutt'intorno ha una
patina lucida, il sole del tardo pomeriggio palesa pulviscolo
dovunque e rende l'atmosfera delicata, surreale. Allunga ancora la
mano, poggia due dita sul bordo della maschera e, chiudendo gli
occhi, tira la stoffa. Si avvicina, poggia la fronte sulla sua e
piega la testa di lato. Avverte Kakashi fare altrettanto, il suo naso
le sfiora la guancia e lei accenna un sorriso, intenerita, il cuore
le batte furiosamente. Poi le loro labbra si toccano. Sakura può
sentire la consistenza di un bacio leggero caderle nello stomaco come
un sasso sul fondo dell'oceano: un viaggio infinito e
ovattato. Improvvisamente non avverte più il sole addosso e
subito altre cose le sembrano fuori posto. Alzando gli occhi si
scopre nel mezzo di un campo di battaglia. Impaurita, si volta e
trova Kakashi nell'erba con la gola squarciata, la maschera
impregnata di sangue, gli occhi aperti, vitrei; lo sharingan fisso e
lucido è scoperto. Sakura non riesce a gridare, l'angoscia
e il dolore le congelano il cuore, la vista le si appanna e,
avvicinandosi a lui, soltanto un flebile no le sfugge dalle
labbra. I tomoe iniziano a vorticare e lei si sveglia di
soprassalto. Il lettino geme quando si tira a sedere di scatto, il
suo respiro è affannato e la sua mente, ora lucida, le ricorda
di essere al sicuro nell'ospedale di Konoha. Scosta le coperte,
scende, afferra la tenda divisoria e tira. Kakashi riposa
nell'altro letto, il viso coperto e il coprifronte sul comodino.
Sakura si chiede se stia davvero dormendo, poi un macabro flash torna
a galla e con mano tremante gli accarezza la fronte senza pensare.
Lui non si muove, il suo respiro non muta e lei scopre d'essere
indifferente al suo stato. Si china e poggia le labbra sulla sua
fronte. Dopo torna a sdraiarsi con le guance che scottano. Crede
possa contare come primo bacio; di sicuro lei non aveva mai baciato
nessuno, prima. Sorride.
500
parole
Mi
è partito un embolo a scrivere quella scena E NON CHIEDETEMI
QUALE! Mi sono dovuta leggere una ff di wari per riprendermi... Cosa
ci fate qui? Andate tutte a leggere le ff di wari, ché adesso
scrive su Full Metal Coso e io non ne so niente, forza!
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Capitolo 4 *** Anche un falò non è che fuoco ***
Tabella
rossa, prompt: fuoco di bivacco
Anche
un falò non è che fuoco
“E
poi c'è il culo di Kiba!” Ino ha le guance vagamente
imporporate e Sakura si chiede se sia per via del fuoco, così
vicino, o se l'imbarazzo non se ne vada mai davvero. “Perché
ci sarebbero Gaara, Sasuke e il culo di Kiba? E il resto, di Kiba?”
chiede Tenten, ritirando dal fuoco il suo bastoncino. “Povero
Kiba...” geme Hinata. Ino raddrizza la schiena, ancora
intenta a mettere un pezzo di carne sul suo bastoncino. “È
un esagitato e puzza di cane! Però ha un bel culo,”
risponde, e questa volta il rossore è ben visibile sulle sue
guance. “Ma dai!” ridacchia Tenten,
masticando. Perdere Neji l'ha cambiata. Sakura la sente sempre un
po' distaccata, come se non facesse differenza, e si chiede se
provasse qualcosa di più profondo per il compagno scomparso.
Si chiede se faccia così male da estraniarsi, se sia naturale
e, rispetto al dolore, niente faccia davvero più
differenza. Lei non ha mai temuto per la vita di Sasuke; ha sempre
avuto paura che si perdesse, ma mai che morisse. “Povero
Kiba...” bisbiglia Hinata, prima di accigliarsi per essersi
ripetuta. Sospira; il suo pezzo di carne pare avere i suoi stessi
tempi e non cuoce mai. Ino intanto si agita e sbraita, mentre
rimette il suo bastoncino al fuoco, ma sono rumori di
sottofondo. Sakura posa lo sguardo sulla legna che arde, si
concentra sul suo crepitio, sul calore, e per un momento le fiamme si
tramutano in quelle nere, cieche e vischiose come l'oblio, che Sasuke
spara dagli occhi con naturalezza e sangue. Lui l'ha avvelenata e non
è il fatto che abbia tentato di ucciderla, di ucciderli tutti,
o di essersene andato quando gli aveva offerto tutta se stessa, a non
potergli perdonare, bensì l'averla costretta ad associare
angoscia e pesantezza all'amore. Arriccia le labbra al pensiero
che fa dopo. Kakashi le ha riportato addosso le giuste sensazioni,
qualcosa forse infantile, ma certamente di una dolcezza soffice e
rassicurante. Sente le guance scottare al ricordo della pelle calda
della sua fronte sotto le labbra. “Sakura, diglielo anche
tu... Sakura!” urla Ino, all'improvviso. Lei salta sul
posto. “Oh, ma che hai, ultimamente? Devo chiedere a Kakashi
sensei di tenerti d'occhio.” Il volto di Sakura prende la
stessa tonalità dei suoi capelli e balbetta di non capire cosa
c'entri l'uomo.
Kakashi
smette di dondolare il piede che tiene ciondoloni dal ramo e poggia
la testa al tronco, dietro di sé. Sospira. Se aveva dei dubbi,
adesso è sicuro che Sakura stia covando qualcosa nei suoi
confronti. Di riflesso abbassa gli occhi e si guarda le mani, quelle
mani sempre sporche di sangue. Poi Ino ride, effettivamente
distogliendolo da quei pensieri cancerogeni, e il suo sguardo si posa
nuovamente sull'ex allieva, seduta a diversi metri di distanza. Il
suo colorito è tornato normale. Il ricordo di quelle guance
rosse lo costringe ad analizzare il motivo per cui nel profondo, dove
ci sono cose strane che tiene ben nascoste, abbia sperato che stesse
pensando a lui.
500
parole
Vi
comunico che questa raccolta mi piace ufficialmente. u.ù Non
vado matta per questa in particolare o per quel che io stessa scrivo,
ma me ne piace l'idea, ecco.
E
il titolo - spero qualcuno lo abbia intuito da sé - si
riferisce a Kakashi che è il suo caro maestro, ma è pur
sempre un uomo. Heads up, Sakura! Sono molto bravi in questo, nel
travestirsi e ingannarci, quando ci accorgiamo di quanto ci siano già
entrati in profondità è ormai troppo tardi.
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Capitolo 5 *** Quel che fa la differenza ***
Tabella
rossa, prompt: san Valentino
Quel
che fa la differenza
Sakura
esce di casa con un sacchetto in mano e si dirige alle porte del
villaggio, dove ha appuntamento con il resto della squadra. I
ninja non hanno bisogno di festività simili, ma c'è, in
realtà, un giorno dedicato agli innamorati, nel loro
calendario. Era una festa pagana, tramandata oralmente e rispolverata
in tempi più moderni per addolcire i dopoguerra. Si usava
offrire dolci, col passare degli anni più specificatamente
cioccolato, alla Dea dell'amore, venerata da tutti nonostante venisse
raffigurata con sei braccia, una testa di leone tra i capelli e un
terzo occhio verticale in mezzo alla fronte. Dopo l'ultima guerra
la tradizione è cambiata: il cioccolato si regala tra
innamorati, amici, colleghi. Si festeggia l'amore, non una semi
divinità sanguinaria. Quello è il terzo anno e la
cosa sembra funzionare. Quando atterra sulla strada le guardie le
fanno un cenno di saluto, Naruto sta parlando con Sasuke e Sakura
spera non si stiano accapigliando di prima mattina. Avvicinandosi
scopre che non è così; quasi le dispiace
interromperli. Saluta, uno strilla e l'altro muove a malapena la
testa, poi lei tira fuori dal sacchetto due pacchettini e glieli
consegna. È un tipo di cioccolato che si compra apposta per
i colleghi, niente di compromettente, è solo una gentilezza
per qualcuno a cui si vuole bene. Lo fa tutti gli anni. Prima si
comprava il cioccolato più consono al legame con la persona
per cui si faceva l'offerta, quelli fatti in casa esprimevano
ovviamente qualcosa di più profondo. I significati attribuiti
sono rimasti gli stessi. Naruto pare entusiasta, ha persino gli
occhi lucidi, lo scarta e lo mangia subito. Sasuke si lamenta che lui
non mangia dolci, mentre se lo mette in tasca, Sakura si volta invece
alla sua sinistra e tende la mano con un altro pacchettino. È
felice di non tremare, deve farci attenzione, concentrarsi, ma è
comunque soddisfatta. Quel cioccolato lo ha preparato lei, a casa,
ci ha messo molte ore per fargli avere un buon sapore, continuava a
essere troppo dolce o troppo amaro, una volta ha pure confuso lo
zucchero con il sale. Ha scartato uno dei tre cioccolatini
precedentemente comprati e ha usato la carta per confezionare quello
fatto in casa, cosicché sembrassero uguali. Kakashi scende
dall'albero, fiero che l'allieva lo abbia sentito arrivare, sorride
con l'occhio socchiuso e prende il pacchettino, poi iniziano la
missione. Non ne parlano più, ma il jounin lo sa che il suo
è diverso. Lo sente dall'odore, un po' per il confronto con
gli altri due, un po' perché Sakura ne ha ancora addosso,
nonostante, immagina, si sia fatta una doccia, segno che ha provato
più volte a preparare qualcosa di buono, piuttosto che
accettabile. Una cosa lo stupisce: un tempo lei avrebbe voluto far
sapere a Sasuke della premura perché la sua felicità
dipendeva dal giudizio del ragazzo, in quel gesto invece non c'è
aspettativa, Sakura lo ha fatto per sé, perché voleva
farlo. È cresciuta, è più forte e Kakashi è
felice di questa sua conquista.
500
parole
Questo
è quanto: Aizen-Myoo Divinità giapponese
dell’amore, adorata dalle prostitute, dai signori feudali, da
cantanti e musicisti. Nonostante il suo aspetto feroce (aveva un
terzo occhio verticale in mezzo ai due normali, una testa di leone
tra i capelli, sei braccia e il volto corrucciato) era considerata
come un benefattore della razza umana: le si attribuiva il potere di
calmare le passioni e di stimolare sentimenti di benevolenza e di
pietà. Originariamente rappresentava l’amore che
cambiava in illuminante desiderio.
Potrebbe
come non potrebbe essere una delle divinità che ha ispirato
per il personaggio di Kaguya. Se non altro è l'unica dea
dell'amore che ho trovato con un occhio in mezzo alla fronte e
l'unica con cui potessi gingillarmi per questa flashettina. Kishimoto
potrebbe aver preso qualcosa anche da lei, ma per quanto mi riguarda
credo abbia preso spunto da Kannon, comunque da divinità
indiane, induismo e buddismo.
Vi
consiglio di farvi un giro tra la mitologia shintoista e quella
induista, rimarrete scioccati dalla quantità di cose che
riconoscerete.
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Capitolo 6 *** Attenzione per i particolari ***
Tabella rossa, prompt a
scelta libera: rating rosso.
Attenzione
per i particolari
Il quartiere rosso di Konoha
è famoso; lei c'è capitata poche volte, che fosse per
assecondare una comitiva di ninja adolescenti - Kiba - o dover
ripescare qualcuno per una missione - Kiba. Nonostante ospiti le cose
più disparate, lei ha capito subito cosa attiri l'attenzione:
perfino quel quartiere ha volti sorridenti e l'aria leggera di un
villaggio che si vuole bene. Tuttavia, inseguendo un nukenin, sono
capitati in un posto che non ha niente da invidiargli. Sorseggia
un drink con aria annoiata, cercando di darsi un tono, poiché
una verginella in un posto simile spicca come una foglia nel deserto
e il nukenin potrebbe mangiarla. Sasuke non pare in difficoltà,
mentre estrae il suo drink dal seno di una cameriera e lo sostituisce
con dei soldi, Naruto invece tenta di stimare quanto sarà
invidiato da Konohamaru quando gli racconterà dove... e si
perde, distratto da un culo. Kakashi è quello che la
allarma di più. Non teme affatto possa farli scoprire, al
contrario la sua calma piatta in quel luogo la infastidisce. È
sicura sia un ninja troppo esperto per lasciar trasparire il disagio,
ma è pure convinta che quel luogo non riservi sorprese per un
uomo navigato come lui. Questo la indispone. Nella nebbia dei
suoi pensieri si sente osservata e alza lo sguardo sugli altri
occupanti del tavolo. Sasuke ha i capelli arruffati da tette
enormi poggiate sulla sua testa, Naruto ha il volto verso di lei, ma
gli occhi seguono una spogliarellista mora tra i tavoli. “Sakura,”
la chiama, Kakashi, “sembri un po'-” “Fuori
posto,” conclude Sasuke, accigliato. Lei non fa in tempo a
sbuffare che un ragazzo ubriaco le getta un braccio al collo e le
chiede cosa ci faccia lì. “Per esempio,” dice,
indicando fra i tavoli, “quella tipa là, ecco, io la
solleverei per le cosce e la metterei sul tavolo, poi le metterei la
testa tra le gambe finché non si bagna, ma tu! Tu cosa le
faresti?” Ride e ridono anche altri suoi amici. Naruto la
guarda con compassione e lei sospira, molto, molto irritata. “Mh...”
commenta, guadagnando l'attenzione del ragazzo. “Credo che la
bacerei, le infilerei la lingua tra le labbra e le farei dimenticare
il suo nome, poi allora la spingerei sul tavolo. Ma continuerei a
baciarla, anche se non solo sulle labbra. Scenderei molto lentamente
perché i seni mi fanno impazzire,” dice. Si concentra,
attingendo a un mix di arte ninja per non arrossire e studi di
anatomia per mantenere distacco. “Non perderei tempo, ma farei
in modo di trovarla già umida quando le arrivo tra le
gambe.” Nessuno ride più; il ragazzo si allontana,
sconcertato e arrapato. “Che c'è?” sbuffa
Sakura. Sasuke la fissa come un gufo, con ancora quelle tette
premute sul cranio, Naruto ha la bocca aperta e le guance rossissime.
Che Kakashi sia voltato altrove la irrita per circa mezzo secondo,
poi uno strano senso di soddisfazione la pervade. Devono passare
ancora un paio d'ore prima che si renda conto di cosa ha detto.
500 parole
Erano settecentodieci parole.
Mi verrà un ictus che verrà riferito alla mia famiglia
con cinquecentouno parole, un giorno. Scrivere una flash a rating
arancione con prompt “rating rosso” è stato come
ingoiare una supposta. Cercherò di non rifarlo.
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Capitolo 7 *** Bambini viziati ***
Tabella gialla, prompt: grano
Bambini
viziati
Kakashi atterra:
sente di averli trovati. Non gli è neanche servito Pakkun, il
loro odore - il sudore, il sangue - era forte nell'aria anche dalle
porte di Konoha. Ha corso fin lì, ma è la sua
preoccupazione a creargli affanno. Tuttavia non si è fermato
per il fiato corto, è sceso dagli alberi perché quella
fila è l'ultima; davanti a lui c'è un'enorme distesa di
grano, un solo albero, verde e maestoso, si staglia in quel mare
giallo. Si dà una spinta e salta, in aria sposta lo sguardo
sul pelo di quel lago di spighe, attento, poiché sente che
sono molto vicini. La terza volta che si alza può vedere tre
fossette sotto quell'albero e si dirige lì. Le fronde sono
fresche, in tutto quel caldo, sotto di lui i colori delle divise dei
kohai vivacizzano il monotono manto giallo. Apre bocca, sta per
chiamarli quando uno “sssh” breve e basso lo
interrompe. Gli occhi blu di Naruto sono bellissimi, così
vivaci e vagamente seri, la stanchezza si legge su tutto il volto e i
capelli biondi sono di un giallo più vivo di quello del grano.
A una decina di centimetri da lui c'è Sasuke, i capelli neri e
i colori scuri della divisa standard lo fanno sembrare una macchia di
petrolio in mezzo alle spighe, così alte e chiare, mosse dal
vento tutt'intorno; lui e Sakura stanno dormendo. Lei è a
pochi centimetri da entrambi, chiude il cerchio e li completa con
quei colori forti e familiari che fanno sentire il copianinja più
sollevato. Non la dà per scontata, anzi; la sua presenza lo
rincuora poiché ogni volta teme le ferite di quegli zucconi
che si lanciano all'attacco in preda all'onnipotenza e ha imparato a
voltarsi in cerca di Sakura, il super medico ninja addestrato da
Tsunade sama, ancora prima di vedere il loro sangue. In quel
momento, come se prima fosse momentaneamente nascosto, l'odore del
sangue torna a pungergli le narici. Sakura ha le mani libere dai
guanti sporche di sangue, ma addosso non ne ha; Sasuke invece ne ha
sui vestiti stracciati, sulle fasciature e anche un po' sul viso.
Naruto continua a guardarlo tra le ciglia chiare, quasi in trance per
la stanchezza, con la divisa strappata piena di sangue rappreso e
nessun taglio presente sulla pelle. La volpe riposa indisturbata
nella sua pancia, ma ancora, come quando era ragazzino, gli cura fino
a ogni piccolo graffietto. Kakashi sorride, intenerito. Hanno
un'espressione così stremata che vorrebbe avere una macchina
fotografica. Si rende conto di quanto siano cresciuti proprio perché
era tanto che non li vedeva così, rilassati e letali come un
enorme mastino, e anche quella punta di malinconia data dal fatto che
ormai sia ufficiale, sopravvivano anche senza di lui tra i piedi, si
perde nel tappeto di spighe gialle, alte e fitte. Aspetterà
ancora due minuti a dire che hanno in programma una missione a Suna,
altrimenti Naruto salterà su e comincerà a urlare il
nome del Kazekage. E addio magia.
500 parole
Abbiamo cambiato
colore di tabella, ma soprattutto questo è il preludio a un
nuovo capitolo di questa raccolta - capitolo figurativo poiché
qui a un capitolo corrisponde una flash, ovviamente, il capitolo di
cui parlo io riguarda la storia nella storia: un capitolo, una
tabella. Sono sempre chiara come un uovo, sì, perché
sono sempre io, non è cambiato nulla; in fondo è bello
contare sempre su quelle due o tre certezze della vita. Mpf!
I bambini viziati
sono gli uomini di Sakura, ovviamente, che sono careless perché
hanno un ninja medico cazzuto sempre a loro disposizione.
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Capitolo 8 *** Un intricato disegno semplice ***
Tabella gialla, prompt: mimosa
Un intricato
disegno semplice
Naruto non si è zittito un attimo,
prevedibilmente, ma Sasuke sembra un muro di gomma che annuisce di
tanto in tanto, perciò c'è il loro solito strano
equilibrio. Nonostante gli alberi abbiano iniziato a diradarsi,
continuano a saltare di ramo in ramo e le ciarle di Naruto li
distraggono dal pensiero del monotono paesaggio del deserto che li
aspetta. Sakura non vede l'ora di arrivare al confine, non quello
sulle mappe, bensì quello del verde, forte e rigoglioso fino
all'ultimo centimetro, e dell'arancio di una sabbia scottata da
troppi soli. È uno spettacolo suggestivo di per sé, ma
Sakura sa che sulla loro rotta, a qualche misero metro dalla fine
della vegetazione, c'è uno splendido albero dai fiori molto
piccoli, tondi e giallissimi. Un'acacia dealbata, detta comunemente
mimosa. Appena si rigira il nome sulla lingua, a labbra chiuse, ne
vede la chioma. Quando ci passa sotto, invece di proseguire sul
successivo, salta in alto su uno dei pochi rami delle giuste
dimensioni per reggerla. Kakashi la vede sparire con la coda
dell'occhio, l'incapacità di decifrare l'accaduto
nell'immediato gli scatena una reazione istintiva: appena poggia il
peso sul tronco dell'albero successivo, può tornare indietro,
poi salta su. Quando la scorge rilassata, con il naso per aria e
la bocca aperta, la rabbia lo invade per la paura provata, poi una
volta con i piedi sul ramo si rende conto di essere in mezzo alle
fronde di quell'albero giallo e, sebbene lui lo avesse ipotizzato con
solo un'occhiata veloce, scopre che i fiori sono davvero dei
piccolissimi pallini. Si trova improvvisamente a bocca aperta a sua
volta perché le fronde verdi sono costellate da quei puntini
luminosi, tanto piccoli da farne un manto inafferrabile, e la
bellezza soffice di quella perfezione casuale fa spianare le rughe
sulla sua fronte. La similitudine è tale che si volta
automaticamente verso di lei, e la trova a guardarlo. “Bello,
vero?” Lui annuisce, prima di ricordarsi che in teoria ce
l'ha con lei e i suoi colpi di testa. “Sakura,”
comincia, poco incline a modificare umore e atmosfera. “Lo
so,” taglia lei, con un sospiro, riportando lo sguardo sulle
fronde, “non dovevo sparire in quel modo. È che le mie
gambe si sono mosse da sole e mi hanno portata quassù.” Kakashi
annuisce ancora, stupido e stupito, ora che il profilo di Sakura è
immerso in giochi di luce e un ciuffo di piccoli fiori gialli le
sfiora la testa come un fermacapelli. Gli occhi le brillano quando si
volta nella sua direzione e Kakashi per un attimo crede che la
bacerà. È un momento surreale, calmo e feroce, in cui
si dice “adesso, adesso la bacio”, invece tutto il suo
corpo rimane fermo. Sakura arrossisce, borbotta qualcosa, ma
subito l'imbarazzo scompare perché Naruto sale sul ramo e
contemporaneamente bercia “che diavolo fate?” a pieni
polmoni, mentre Sasuke appare dietro Kakashi e lo fissa come se
dovesse annunciargli l'estinzione dei pomodori sul pianeta, giacché
per lui Hatake Kakashi non si ferma a osservare fiorellini per
strada.
500 parole
Il titolo fa schifio, ma in un qualche suo modo ce la
dice lunga. Bah. Sarà.
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Capitolo 9 *** L'innocenza del sentimento ***
Tabella
gialla, prompt: spiaggia
L'innocenza
del sentimento
Il
Kazekage voleva uno scambio culturale. Sakura è stata difatti
rapita dai medici, Naruto e Sasuke dall'accademia e Kakashi dagli
strateghi. Ma Gaara non vuole trattarla come una missione e li ha
portati all'oasi proprio dietro il suo palazzo. Lì l'acqua è
limpida, la sabbia ha un colore diverso e ospita bambini, castelli,
piste di palline, famiglie intere; proprio come una spiaggia. Naruto
si è denudato per primo, senza nemmeno cambiarsi. Le sue
mutande hanno galleggiato nell'acqua dopo il tuffo a bomba e, visto
che si era premurato di arraffare l'attenzione di tutti con un urlo,
c'è stato un face palm generale. Sakura allarga le dita dei
piedi e un brivido le corre sulla schiena a sentire i piccoli
granelli riempire lo spazio in mezzo. Sono così abituati ad
associare la sabbia al Kazekage che sentirla cedere sotto il suo
peso, sulla pelle, tra le dita, la fa sembrare più innocua. Si
guarda intorno e scopre Sasuke con l'acqua alle caviglie che lancia
occhiatacce a Naruto, occupato a equilibrare forza e mira per
schizzarlo esattamente sul costume, in modo che sembri si sia
pisciato addosso. Anche Kakashi è in costume, ha la maschera,
ma non il coprifronte e legge il suo libro su una sdraio reclinata.
All'ombra. “Sensei,” lo chiama, “non prende il
sole?” Lui, che aveva alzato gli occhi dal libro, le sorride
e scuote la testa, poi deve balzare in piedi perché Naruto
voleva rovesciargli un secchio d'acqua addosso, gridando “e il
bagno, lo fa?”. “No. Grazie.” “Aww,
sensei... Smetterò di chiamarla sensei se viene a fare il
bagno, eh!” “Sopravviverò,” sorride
Hatake, mentre torna seduto sulla sdraio, ora rinfrescata. Sakura
percorre il pezzo di spiaggia che la separa dall'acqua e pian piano
si lascia sommergere completamente. Sotto può vedere le
bollicine che le escono dal naso, i suoi capelli fluttuarle davanti,
qualche strano pesciolino le passa molto vicino, distraendola, lei lo
segue con lo sguardo fino a incontrare il costume arancione di
Naruto. Lui agita le gambe come una rana, mentre Sasuke sta un po'
più su in modo da toccare con i piedi. Il pesciolino becchetta
la gamba di Sasuke e lui lo scaccia casualmente, al terzo tentativo
però lo afferra con sicurezza, la mano esce dall'acqua e
Sakura può vedere il pesce cadere di nuovo dentro a venti
metri di distanza. Ride prima di ricordarsi di essere
sott'acqua. Tossisce quando esce e va a sedersi sulla sdraio
accanto al maestro, ma appena si riprende scoppia nuovamente a
ridere. “Tutto bene, Sakura?” chiede lui, voltando
pagina. “Sì, sensei: Sas'ke è buffo,” e
continua a ridere. Kakashi si volta sovrappensiero verso di lei
che ridacchia, distesa con grazia sulla sdraio con addosso un bikini
di un rosa tenue, e scopre così che Sakura ha le tette. Torna
con gli occhi sul libro, ma ormai fa solo finta di leggerlo perché
quelle sono decisamente due tette, tette da donna e non da ragazzina.
Tette bagnate, a dirla tutta. Kakashi chiude il libro e si stropiccia
la faccia, confuso.
500
parole
Credo
che le donne ninja se le fascino; almeno di non essere Tsunade e non
poter fisicamente intrappolarle in nessun modo, ecco. Perciò
Kakashi cade dal proverbiale pero. Ho indugiato molto col pensiero
sullo scrivere qualcosa di Sakura che vede il maestro in costume,
considerato anche come lui ci tiene a essere sempre tutto coperto, ma
mi sembrava una solita solfa sterile e invece questa si collega molto
di più alla storia. Volevo che si capisse quanto fino a ora il
jounin abbia preso la crescita di Sakura in modo leggero e che lei
sia molto più pericolosa di quel che lui abbia pensato
originariamente.
Se
ci pensate ha più che senso che Suna sia stata costruita
vicino a un'oasi. Insomma, va bene che non ci piaccia vincere facile,
ma oltre un certo limite si chiama idiozia.
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Capitolo 10 *** Un indizio solo ***
Tabella
gialla, prompt: pallina da tennis
Un
indizio solo
Sakura
si sveglia di soprassalto e intorno a lei è tutto
completamente buio, ma non ha fatto un incubo: qualcosa l'ha
svegliata. La giornata è stata estenuante, ed è
andata a dormire con il sole morente che si infilava fin sotto al
letto. Quel sole l'ha accompagnata tutto il giorno poiché,
contrariamente alle altre sessioni, svoltesi nell'ospedale, questa
volta è stata nel settore delle serre, praticamente in mezzo
al deserto. Ancora abbagliata, Sakura apre a tentoni la
portafinestra e l'aria fredda la fa rabbrividire, mentre raggiunge la
balaustra. Una delle cose più belle dei loro alloggi è
che sono tutti comunicanti, si affacciano sulla stessa terrazza. “Non
dovresti stare fuori vestita così.” La kunoichi
sobbalza e si volta nella direzione da cui proviene quel sussurro;
Kakashi è in ginocchio, davanti a lui c'è il corpo di
un uomo. “Sensei,” esclama, allarmata, “cos'è
successo?” Si costringe a tenere un tono basso, ma sente il
cuore batterle forte nelle orecchie finché non riesce ad
assicurarsi che lui stia bene. Kakashi la lascia fare un momento,
poi sospira, cercando di far uscire un po' di stanchezza. Sakura
intanto passa al corpo dell'uomo e lo scopre senza vita. “L'ho
trovato che forzava la porta del tuo alloggio,” dice lui, “non
avevo intenzione di ucciderlo, stavo cercando di non farlo scappare,
ma lui si è...” “Si è ucciso,”
conclude lei. Un kunai sporge dal fianco dell'uomo, in quella
posizione Sakura immagina abbia reciso l'arteria brachiale e sia
morto dissanguato in una trentina di secondi. “Perché
in questo modo, perché non tagliarsi la gola?” “Sakura.” Il
suo tono è così basso e funereo da farle alzare il
volto e lo sguardo sul suo. “Ci sono occhi che ci seguono da
quando siamo arrivati,” indica il corpo con un gesto della
mano, “questo è un incidente diplomatico che Gaara non
riuscirà a risolvere facilmente.” Come se li avesse
richiamati, gli ANBU di Suna li circondano e una luce intensa li
colpisce, Sakura abbassa la testa per sottrarre i suoi occhi a quel
supplizio. Grazie a tutta quella luce vede una cosa strana uscire
dalla tasca di quello che si accorge adesso essere un ragazzo più
o meno della sua età. Ci mette le mani sopra quando la
costringono ad allontanarsi e la fa sparire dentro la sua
veste. Qualcuno grida ordini, un ninja medico accerta le
condizioni del ragazzo, due ANBU tengono fermo Kakashi, Sasuke e
Naruto, attirati dal baccano, sono altrettanto placcati. Gaara arriva
in quel momento, la sua voce alterata blocca tutti sul posto tranne
Naruto, che gli urla di aiutare il maestro. Un ANBU gli spiega la
situazione e Gaara è costretto a farli tenere in custodia. Per
quando arrivano Temari e Kankuro sulla terrazza non c'è che
una pozza di sangue. Sakura viene portata in una stanza piccola,
senza finestre se non fosse per un oblò saldato alla parete.
Nella penombra del lampione proprio fuori da quella finestra, tira
fuori l'oggetto. Aggrotta la fronte, girandosi tra le dita una
pallina gialla, vagamente flessibile.
500
parole
C'è
anche un po' di trama... Oh, wow! *sviene*
Questa
è la prima delle tre che avevo promesso, le posterò
a poca distanza proprio perché il tempo che intercorre tra gli
eventi dell'una e dell'altra è troppo breve.
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Capitolo 11 *** Un piano che riempia gli occhi ***
Tabella gialla, prompt: sole
Un piano che
riempia gli occhi
Sono stati
rilasciati per insufficienza di prove contro di loro. Sasuke è
ammanettato a Naruto, ma possono andare dove vogliono poiché
le manette prevengono un sacco di cose, dalla fuoriuscita del demone
per la presenza dello sharingan all'impossibilità di indagare
individualmente. Sakura, ancora una volta sottovalutata perché
donna, è libera. Gaara è andato a seguire
personalmente le tracce del ragazzo ucciso e queste lo hanno portato
fuori dal villaggio. In sua assenza un anziano del consiglio a cui
gli eroi che si credono sopra la legge stanno sullo stomaco,
ha fatto legare Kakashi nella piazza principale, sotto quel sole
cocente, e c'è voluta tutta la forza di Sasuke per tirare
Naruto nella direzione opposta. Accanto al maestro non potrebbe
concentrarsi, così Sakura si infila in un vicolo qualsiasi per
far rimbalzare la pallina contro il muro e pensare. Non è
caduta dalle nuvole quando Kakashi le ha detto che li stanno
osservando, anche lei ha avvertito qualcosa fuori posto. Inoltre sa
benissimo che alcune persone influenti hanno perso molto, con la
pace. Ciò che non ha ben chiaro è perché
architettare un piano del genere, quando ci sono metodi più
veloci e meno intricati per incastrare qualcuno. Sembra il piano di
un burocrate. Il sole si è spostato, come se quel giorno la
stesse seguendo, per ricordarle oltretutto che uno dei suoi preziosi
uomini è legato sotto di esso. Si sposta, quindi, cammina per
le strade aride di Suna fino a incontrare il grande edificio
dell'accademia. Qualcosa di piccolo e chiaro attraversa il suo
campo visivo, lo segue con gli occhi fin quando non atterra e può
vedere che è una pallina come quella che sta stringendo in
mano. Un cane la rincorre e un bambino lo incita a portarla
indietro. “Ehy, tu!” Sakura non si volta, afferra
un'altra pallina tirata per colpirla alla testa e ode il verso
sorpreso del bambino. Lui scappa, lasciando il cane indietro a
ringhiarle, ma lei è ovviamente più veloce e lo blocca
per un polso. Lancia una delle palline tanto lontana da confondere il
cane, che sceglie di andare a recuperarla. “Lasciami! Mio
fratello ti spaccherà la faccia!” “Chi è,
tuo fratello?” “È un ninja figo! È al
servizio di uno dei consiglieri e tu hai avuto il coraggio di
rubargli la pallina che gli avevo regalato!” Sakura lo
lascia andare come se si fosse scottata, gli lancia la pallina e
salta via. Il sole le picchia addosso tanto forte da stordirla, ma
lei salta di tetto in tetto, in direzione della piazza: deve parlare
con Kakashi. La struttura in legno a cui lo avevano legato c'è
ancora, ma due ANBU stanno trascinando via il jounin. Lei si
appiattisce sul tetto. Si rammarica di non poter cercare i
compagni, ma deve seguire il maestro, altrimenti sarà dura
rintracciarlo giacché tutti i nasi della loro squadra ce li ha
Hatake. Sakura scende in strada e passa per il mercato dove ruba
una mantella color sabbia: quel sole impietoso la terrà
nascosta invece di mostrarla.
500 parole
Ho detto un po' di
trama, non UNA trama. Se questa cosa fa acqua da tutte le parti è
interamente colpa mia che non ho un cervello fatto per i complotti.
Oltretutto qui c'è KakaSaku solo se strizzate gli occhi e fate
tre giri su voi stessi. Oh, e il titolo fa cacare! Spero almeno di
azzeccare i prompt.
Ringrazio
profusamente la mia cara beta, Aya88! *___* Non lo avevo ancora fatto
perché sono un somaro. -.-
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Capitolo 12 *** Abbagliati ***
Tabella gialla, prompt a
scelta libera: deserto
Abbagliati
Solo sabbia per
miglia. Quando scende la notte Sakura è contenta che la
mantella rubata sia termica. Tuttavia non si ferma, non ha
intenzione di perdere Kakashi, tanto meno di fermarsi e morire
assiderata. Un piede davanti all'altro e si trova presto nelle
vicinanze di una struttura in pietra. Sale sulla parete priva di
finestre ed entra nel sottotetto. Alcune assi scricchiolano, ma per
fortuna sotto ci sono shinobi che festeggiano, bevono e ululano, che
non la sentirebbero nemmeno se starnutisse. Hanno catturato Hatake
Kakashi, dopotutto. Le basta continuare ad avanzare per trovare il
maestro. Kakashi è sdraiato su un lettino, di lato c'è
una lampada scialitica e un carrello con dei bisturi sopra. Vogliono
lo sharingan, prevedibilmente. Un uomo con il camice entra e
quello di guardia esce, la prima cosa che l'altro fa è
scostare il coprifronte e puntare una luce in quell'occhio. Poi si
volta verso il carrello dove giace una boccetta di sedativo. Kakashi
apre gli occhi, fissa il punto in cui si trova lei e fa l'occhiolino.
Sakura rimane un momento imbambolata, poi sorride, nel petto l'ansia
le si scioglie, e si dà pure della cretina; come ha potuto
pensare che un piano simile, gente simile, potesse fregare il
suo maestro? Finisce tutto in pochi minuti, uno dei nemici mette
le mani avanti e urla che confesserà se lo lasceranno vivere.
Sakura e Kakashi hanno già eliminato gli ultimi suoi compagni,
perciò lui è la spia designata. Il jounin lo stordisce
con un pugno allo stomaco. Sakura ha cercato di tenere la mente
lucida durante quelle trentadue ore, ma a ogni pensiero razionale si
legava a doppio filo una paura irrazionale e tutto si focalizzava su
Kakashi; è stata brava a mantenere la calma, nessuno glielo
dirà, così se lo dice da sola. E senza fare movimenti
affrettati abbraccia il maestro. Il jounin rimane un attimo
abbagliato da quel gesto e sul momento pensa che lo stia proteggendo
da un nemico a lui invisibile, ma presto realizza che quello è
solo un abbraccio, fatto di sollievo. Mette il volto tra i suoi
capelli, il naso le sfiora il collo, e ispira. Lei ride, piega la
testa di lato per sfuggirgli. “Non sapevo soffrissi il
solletico,” dice, l'ilarità palpabile nella sua voce,
“lo terrò presente.” “No!” esclama
lei, tornata padrona dei suoi spazi. Kakashi si carica il nukenin
in spalla e ridacchia. “Allora lo dirò agli altri
due.” “Sensei!” “Facciamo che se
riuscirai a dirmi qualcosa che non so, manterrò il
segreto.” Sakura si lamenta debolmente; la verità è
che le sfide le piacciono e per tutto il tragitto pensa a termini
medici che scarta perché ha un solo colpo e non è
sicura che il jounin non sappia niente di medicina. Il nukenin si
sveglia in tempo per puntare il dito contro uno dei consiglieri e,
con le prove raccolte dal Kazekage, l'anziano e il suo entourage
vengono rinchiusi nelle prigioni in attesa di giudizio. Sakura sta
ancora pensando a cosa lui potrebbe non sapere.
500 parole
Questa è
l'ultima di questa sessione veloce, ora si torna ai santi vecchi. Ma!
Siccome cambiamo tabella, cambieremo anche aria. *ride* Non
quell'aria...
Comunque questo
prompt è strano, poiché è meno immediato degli
altri; se penso al deserto mi vengono in mente colori caldi,
soprattutto il giallo. La sabbia, i cammelli, il sole, le abitazioni
tendono al giallo poiché sono fatte con pietre e sabbia. Spero
che sia preso per buono, ché è il sesto e quindi a
scelta, l'unico nella tabella che non è stato dato
dall'organizzatrice della challenge.
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Capitolo 13 *** Non si teme niente, come le delusioni ***
Tabella blu, prompt: occhi
Non si teme
niente, come le delusioni
È cambiato qualcosa da
quell'abbraccio e Kakashi è in difficoltà. Che siano
a un corso d'aggiornamento, in missione o nell'ufficio dell'Hokage,
Sakura ha sempre un posto accanto a lui e a nessuno verrebbe in mente
di rubare il suo accanto a lei. Le loro mani sono calamite e
sfiorarsi è diventato un gioco, a chi lo fa in modo più
casuale. Sai li osserva più del solito e prende schiaffi
anche per gli altri; Naruto è contento di non essere più
il sacco designato. Sasuke alza un sopracciglio, ma fondamentalmente
se ne sbatte. Kakashi crede che potrebbe avere nuovamente
diciott'anni, ma non ne è sicuro perché era già
Capitano ANBU, a quell'età. C'è una dicotomia tra come
si sente quand'è da solo e quando invece è con lei.
L'agitazione che sente sottopelle durante il giorno gli fa aggrottare
la fronte a casa, mentre apre una scatoletta per Pakkun che chiede
regolarmente una bistecca, inascoltato. Sakura lo guarda come se
lui fosse voltato altrove, con tutto quello che lei vorrebbe scritto
negli occhi verdi, e Kakashi impazzisce sempre un po' di
più. Dall'altra parte, la kunoichi è sicura ci sia
qualcosa a separarli, ma non sa bene cosa sia. La verità è
che o lei ha letto male tra le righe oppure uno dei due ha tanta
paura da non riuscire ad avvicinarsi. Non ha ancora capito se sia
proprio lei. Sa solo che si sente addosso un sacco di occhi. Le
sembra di essere osservata minuziosamente e non le piace, come ninja
la rende tesa, come donna la fa incazzare terribilmente. Oltretutto
non si sente osservata a casa sua o quando compra scarpe con Ino,
bensì quand'è con Kakashi. E si preoccupa perché,
ogni volta che i loro occhi s'incontrano, lei non fa più caso
a quello che ha intorno: novantanove su cento, è così
che un ninja muore o si trova in guai seri. Sarebbe bene parlarne
con il diretto interessato se solo non ci fosse questa cosa
invisibile di mezzo che sembra enorme, invadente e la spinge
lontana. È al campo sette che scopre qualcosa di entrambi i
suoi problemi. Alla fine di un allenamento, mentre Sasuke tenta di
far mangiare a Naruto la foglia di una pianta velenosa che “sembrava
la testa di Itachi”, Kakashi la affianca. Parla senza
guardarla. “Sono ANBU,” dice. Lei volta la testa e
lui le sorride, facendole capire che anche in quel momento li stanno
osservando. La maschera cela solo le sue labbra, perciò Sakura
deduce che non siano abbastanza vicini anche per udirli. Tornano a
guardare avanti, verso un Naruto che sputacchia fogliame, una pianta
sradicata e un Sasuke soddisfatto. “Gli occhi che senti
addosso, sono ANBU,” continua Kakashi, facendole battere forte
il cuore. Ha in testa tante domande, sulla questione, ma sul
momento è sopraffatta dalla rivelazione dell'ostacolo tra di
loro che non è né rifiuto né paura e le palesa
di non essere sola, in quell'attrazione. Quando torna su Naruto
però, i suoi occhi blu la stanno osservando attentamente.
500 parole
Prima o poi si baceranno, eh,
ANBU permetten- Che diamine vogliono questi, ora? … Ah,
aspetta, io lo so! Giusto. uu
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Capitolo 14 *** La lingua blu ***
Tabella blu, prompt: mirtillo
La lingua blu
Kakashi incontra
Sakura sulle scale del palazzo dell'Hokage, ha in mano un sacchetto
di mirtilli che divide con Ino. Si salutano, proseguono. Gli ANBU
gli rimangono distanti perché pensano di non potersi
avvicinare troppo ad Hatake Kakashi senza che lui se ne accorga, però
mica sanno quanto sia, questo troppo. A
infastidirlo è piuttosto il fatto che quella sia la
Radice. Kakashi entra nell'ufficio dell'Hokage con l'intenzione di
fare domande, ma si trova gli occhi di Tsunade puntati così in
profondità nel suo da sentirsi vagamente a disagio. Appena
apre bocca, la donna lo interrompe. “È maggiorenne,
Kakashi, non mi interessa,” risponde lei, “non starò
a dirti cosa potrei fare se le facessi male: l'abbiamo addestrata noi
e sappiamo benissimo che non le serve aiuto.” Non sa di
preciso quando abbia smesso di essere acuto, sa solo che riconoscere
in quell'argomento le origini di molte delle sue ansie lo folgora sul
posto più del non aver realizzato quanto quella sua attrazione
coinvolgesse l'Hokage. Una strana sensazione, vagamente piacevole, lo
solletica nel petto e un lieve sorriso gli nasce spontaneo. Tsunade
tossisce disappunto per la sua mancanza di attenzione. “Sono
qui per altro...” dice, tornando velocemente serio. “Lo
so,” dice lei, “era la scorta di Utatane e Mitokado,
suppongo siano ancora le loro orecchie e i loro occhi.” Lui
sospira, spostando il peso da una gamba all'altra per l'imbarazzo che
gli crea l'argomento prole, a cui i vecchi consiglieri sono sempre
stati attaccati. Improvvisamente l'ufficio sembra molto piccolo. Il
suo peso si sposta nuovamente senza che lui ci abbia pensato. Tsunade
sorride, un sorriso furbo che fa corrugare le sopracciglia del
copianinja. “Puoi andare, Kakashi,” dice la donna,
sopprimendo malamente il sorrisetto, “Vai, Kakashi.” Fuori
dall'ufficio, la sua fronte si spiana quando esattamente nel posto in
cui stavano le ansie appena dissipate scopre il forte desiderio di
vedere Sakura. La trova al piano di sotto dove le chiede un
momento in privato, lei saluta la collega e lo guida in un ufficio
vuoto. Lui chiude la porta, si volta e, nel mezzo della sua frase, la
bacia. È un bacio candido, nonostante l'impeto che lo aveva
colto, dura un immenso attimo e quando finisce non finisce
davvero. Le labbra di Sakura hanno il sapore dei mirtilli, gli
occhi verdi sono grandi e lucidi, ha le guance rosse e può
sentirle la giugulare pulsare velocemente sotto il palmo. Abbassarsi
la maschera e metterle le mani sul volto è stata una cosa
sola, tanto che lei ora gli fissa le labbra perché non è
riuscita a vedergliele prima. Kakashi si sente sfiorare il mento,
quando ancora è impegnato a osservare la sua espressione e
presto un dito di Sakura percorre quel che rimane scoperto della
cicatrice. Sorride intenerito dalla reverenza che sente in quel
contatto, placa gran parte dell'inadeguatezza che sente col volto
scoperto e aumenta contemporaneamente il numero di farfalle nel suo
stomaco. Poi lei lo stupisce ancora: fa pressione con le dita dietro
al suo collo e chiede un altro bacio.
500 parole
Aya88 mi ha
suggerito di ricordare qui, nelle note, che Utatane e Mitokado sono i
consiglieri. Koharu Utatane è la donna, Homura Mitokado
l'uomo, sono i rimanenti due terzi del team di Hiruzen Sarutobi; i
vecchi decrepiti che rompono sempre, fanno illazioni fuori luogo e
trattano tutti come fossero strumenti esattamente come fa Danzo.
Ecco, loro! Gli odiosi.
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Capitolo 15 *** In fondo, era abbastanza palese ***
Tabella
blu, prompt: ghiaccio
In
fondo, era abbastanza palese
“C'è
qualcuno nella tua vita e io scoprirò chi è!”
dice Ino, con quella determinazione che non mette nel lavoro. Sakura
rinuncia a leggere la circolare, giacché Yamanaka non ha
intenzione di darle pace. In quel momento Naruto spalanca la porta
dello studio con un piede e trascina Kakashi dentro. “Sakura
chan!” urla, contemporaneamente. “Cos'è
successo?” Sakura li raggiunge, mentre il jinchuuriki fa
sedere il maestro. Ino accavalla le gambe e sbuffa, indolente e
insolente, Sasuke si appoggia allo stipite della porta e nessuno
fiata. Sakura appiattisce la mano sui capelli grigi insanguinati e
applica chakra sulla ferita. “Insomma, cos'è
successo?” ripete, adesso con un tono più duro. “Naruto
ha una pessima tempistica,” dice Sasuke, scrollando le
spalle. Lui sbuffa. “E tu dov'eri, Sas'ke?” ringhia
lei. Sasuke quasi cade da fermo, poi si acciglia, più
seccato con se stesso per quel nuovo timore di una Sakura arrabbiata
che per la mancanza di una legittima scusa. Ino comunque gli
risparmia il disturbo. “Vado a prendere del ghiaccio,
frontespaziosa,” sospira, prima di alzarsi e uscire. Naruto e
Sasuke la seguono. Sakura si allontana da Kakashi per sbirciarne
l'espressione, ma lo trova a fissarle il seno. Lui sorride, lei
arrossisce. “Testa di rapa...” la sente borbottare,
appena le cinge la vita. È lei a tirargli giù la
maschera e ad avvicinarsi, lui alza soltanto il volto. Non sa se sia
colpa della botta alla testa, ma quelle labbra sanno ancora di
mirtillo. La porta si spalanca nuovamente ed entrambi
s'irrigidiscono all'udire quel gemito sorpreso. Sulla porta, Ino
ha un'aria sconvolta e gli occhi brillanti di malizia; Sakura prova a
fermarla, ma lei le lancia la borsa del ghiaccio e scappa. Cammina
a due metri da terra: uno scandalo tale è capace di
risollevarle settimane di giornatacce e la soddisfazione aumenterà
appena avrà facce stupite davanti. Nella nebbia
dell'eccitazione, va a sbattere contro qualcosa. Una volta,
scontrarsi con il petto di Uchiha le sarebbe piaciuto, ma adesso le
espressioni, sua e di Uzumaki, la turbano. “Yamanaka,”
comincia Sasuke, “potresti voler cambiare villaggio.” Ci
mette un po' per afferrare quelle parole, quando lo fa si volta
incredula verso Naruto. “Non hai visto niente, e se hai
visto qualcosa faresti meglio a tenerlo per te!” bisbiglia il
jinchuuriki, puntandole un minaccioso dito contro. Lei ridacchia
un po', senza fiato. “State scherzando!” dice, “perché
no?” e la sua voce prende una sfumatura
petulante. L'espressione di Sasuke si fa più burrascosa, ma
viene preceduto. “Perché le faresti del male, Ino,”
dice Naruto, già più morbido. Il cipiglio severo di
Sasuke si sposta su di lui. “Farebbe del male a entrambi,
stupido cretino.” “Va bene, ok, ma... Ehy, perché
adesso te la prendi con me?” Sasuke lo ignora per tornare a
fulminare l'altra. “Tieni chiusa quella tua boccaccia,
Yamanaka.” “Sì, Ino, niente pettegolezzi!”
si acciglia Naruto. Lei, rimasta a bocca aperta, si riscuote in
tempo. “Ok, ok!” strilla, a disagio, “accidenti,
a chi volete che lo vada a dire? Sono la sua migliore amica, sapete?”
E si dilegua.
500
parole
Erano
739 parole! Chessstrazio.
Scusate
per la lunga attesa! Dovete sapere che non ho pronto nient'altro e
che per questo stavo tergiversando, spero che l'ispirazione si
rifaccia viva presto. (Stavo scrivendo una SasuSakuIta, intanto...
Non chiedete, è meglio. ùù) Il titolo fa cacare,
sì, amen.
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Capitolo 16 *** Trasportata oltre ***
Tabella
blu, prompt: onde del mare
Trasportata
oltre
Oltre
il confine sud, nel Paese delle Onde, hanno percorso il ponte Naruto
incappucciati e, accompagnati da un po' di nebbia mattutina, sono
riusciti a passare inosservati. Nonostante Sakura sapesse che la
segretezza non sarebbe durata per tutta la missione, si scopre
sorpresa quando vede il nemico fermare la sua corsa tra botti di
combustibile ricoperte di tag esplosivi e portare le mani nel simbolo
della pecora. Il panico la smuove invece di paralizzarla: con lei
ci sono Kakashi e Naruto e, anche se è rimasto indietro per
raccogliere i rotoli, l'intricata diramazione di cunicoli sotterranei
in cui sono può benissimo diventare anche la tomba di Sasuke.
Così Sakura si precipita verso la parete, impatta il pugno con
la pietra e quella si sgretola come fosse un biscotto. Le fiamme
trovano sfogo verso l'alto, giacché si è premurata di
far avanzare la voragine fin sul soffitto, ma l'onda d'urto li sbalza
contro i detriti. Il sole la acceca, poi l'acqua la
sommerge. Appena tornata in superficie prende una grossa boccata
d'aria e, con la testa annebbiata dall'adrenalina, si guarda intorno
con ansia crescente, chiamando i compagni. “Sakura chan,
siamo qui!” La voce del jinchuuriki la fa voltare e lo trova
in acqua a sbracciarsi nella sua direzione; Sasuke lo raggiunge in
piedi sulla superficie e si china con l'intenzione di tirarlo
su. Sakura trova il maestro attaccato alla roccia della scogliera.
Subito lo raggiunge a nuoto. Kakashi si tiene la testa e, quando
si volta a guardarla, lei può vedere del sangue sulla tempia.
“Sakura,” dice, frastornato, cercando di non dar peso
alla ferita per non farla preoccupare. Stupido idiota. Lo
abbraccia e l'uomo fa altrettanto con un braccio solo per continuare
a reggersi. Il suo respiro è veloce e il suo cuore batte
forte, Sakura sa che l'adrenalina travolge anche lui, si ricorda però
di certi effetti solo dopo avergli portato le gambe intorno ai
fianchi. Kakashi le mette il naso tra i capelli bagnati ma non si
muove, Sakura invece si preme contro l'erezione. Il braccio intorno
alla sua vita si stringe, mentre lei sospira e mette la testa sulla
sua spalla. Le onde del mare gli si infrangono addosso e spostano
i loro corpi fornendo un po' di frizione. “Sakura,”
ripete. La sua voce è profonda e ha un colore scuro, intenso,
rosso, qualcosa che le fa correre un brivido sulla schiena. Non
l'aveva mai sentita così. “Ottimo lavoro, hai salvato la
squadra e la missione.” Lei scioglie quell'abbraccio, si
sente tanto accaldata da meravigliarsi che l'acqua tutt'intorno non
stia evaporando, ma incontra il suo occhio con orgoglio. “Mio
padre è morto per non essere riuscito a salvare entrambe.” I
suoi occhi verdi si allargano e neanche i due versi sorpresi alle
spalle riescono a distrarla da quello nero davanti a lei. “Haruno
Sakura, chuunin, in rappresentanza del villaggio della Foglia ti
promuovo al grado di jounin con effetto immediato.” Sasuke
lascia andare Naruto per lo stupore, lui ricade malamente in acqua
con un urletto poco maschile.
500
parole
Ancora
una volta erano uno sbotto di parole in più, ma vabbè,
ormai ho il callo... Non so bene dove, però c'è. *lo
cerca*
FERMI
TUTTI! *sviene* Che nessuno dubiti della meritocrazia a Konoha! XD
Una delle prossime flash sarà incentrata (più o meno)
su questo e chi ha dubitato si sentirà molto stupido. AH! In
ogni caso Naruto picchierebbe tutti e, a questo punto, persino Sasuke
li guarderebbe male a morte, quindi l'onore di Sakura è salvo.
*ride*
Grazie
Aya88 per l'estremo betaggio! chu
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Capitolo 17 *** Una finestra di troppo ***
Tabella blu, prompt a scelta
libera: luce
Una finestra
di troppo
Ha una spalla gelata. Sakura
fa in tempo a pensare di coprirsi che le coperte vengono su da sole,
tuttavia quest'anomalia non la sveglia: sa dove si trova. È
nuda sotto strati di coperte calde con Kakashi premuto sulla schiena,
un braccio sotto la sua testa e il cuscino, l'altro intorno alla
vita. Le dita dell'uomo sono mollemente adagiate dentro la sua mano
da quando si è addormentata. Lì sotto c'è un
caldo asciutto, sicuro, che la fa accoccolare di più contro il
corpo alle sue spalle. Sospira, mentre Kakashi affonda ulteriormente
il viso tra i suoi capelli e il cuscino. Per un momento, Sakura
immagina il grigio argenteo di quei ciuffi disordinati mischiarsi con
il rosa dei suoi. Sorride pigramente. Contenta, dischiude le
palpebre e riscopre l'esistenza del mondo fuori. L'atmosfera ha
una luce blu, calma, magica, le cose intorno sembrano fluttuare in
questo strano limbo mattutino. Tra ciglia chiare ritrova i contorni
di un mobilio semplice, le superfici sgombre, il pavimento pieno di
indumenti. Le sue mutandine sembrano quelle di un'altra, viste da lì,
quindi sospira, appena il braccio intorno alla sua vita si stringe un
po', e rimane a contemplare quell'aria blu, sperando che duri. Poi
suona la sveglia. C'è un grugnito nei suoi capelli, lei
chiude gli occhi quando quel braccio si alza, il bicipite le sfiora
la tempia e l'allarme cessa. Sente Kakashi sdraiarsi supino,
stirarsi. Dopo, il silenzio le suggerisce che lui la stia guardando.
Si volta, sbatte le palpebre lentamente e lo osserva guardarla.
Quando le tocca una ciocca di capelli, lei richiude gli occhi. C'è
qualcosa d'insolito nel suo organismo. Sente di essere diversa, ma
non riesce a mettere il dito sul motivo; sa solo di sentirsi
rilassata e serena come ormai non era da tempo. Decide comunque di
muoversi, lo decide per circa tre, dieci minuti, magari un'ora,
perché sembra passare un'eternità prima che la sua mano
si muova; all'inizio a scatti, come se esitasse. Sakura tocca il
petto del ninja e ascolta il battito cardiaco attraverso il
palmo. Kakashi sorride, la lascia sonnecchiare qualche altro
minuto, poi la tira a sé. La bacia sulla guancia, prima di
abbracciarla. Sakura gli si stringe addosso finché non sa
più dove finisca lei e inizi lui. “Devo alzarmi,”
le sussurra nell'orecchio, accarezzandole un fianco. “Non
puoi...” mugola lei, “c'è la luce blu.” Kakashi
alza la testa e si guarda intorno, confuso. “Cosa c'è?” “La
luce blu,” dice Sakura, ora un po' più sveglia, “mia
madre diceva sempre che finché la luce è blu, la
mattina, c'è ancora tempo per restare al caldo.” Nel
silenzio i sensi le si assopiscono di nuovo, poi lui inizia a
tremare. La sua risata mal trattenuta la sveglia del tutto; Sakura
alza la testa, chiede “cosa?”, arrossisce per essere
spudoratamente praticamente sopra di lui, ma torna a chiedergli cosa
abbia da ridere. “Tua madre voleva solo tenerti lontana
dalla sua camera finché aveva tuo padre nel letto!”
trilla. Lei fa una smorfia schifata, lui le ruba un bacio.
500 parole
Ah, l'amour... Mi è
costata un'emicrania, l'amour! uu'
Non so cosa dire! Per questo
pleonastico motivo, e per la vostra delizia, per una volta, taccio.
Il super evil mal di testa, invece, vuole dirvi che è stato
molto difficile scrivere questa flash. Mooolto difficile.
Grazie Aya88 per il betaggio!
^^
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Capitolo 18 *** Un momento di silenzio ***
Tabella blu, prompt: cielo
stellato
Un momento di
silenzio
Un attimo prima la rabbia e
il dispiacere formavano un mare di amarezza in tempesta, poi qualcosa
le ha portato forza, serenità; cos'era? Sakura si guarda
addosso e scopre la sua mano sinistra stretta in quella di Kakashi.
Lui sta parlando, urlando, e nel suo occhio, può scorgere la
stessa amarezza. Naruto ha un'espressione terrificante, quasi
fosse indeciso se essere dispiaciuto o incazzato. Tsunade urla per
farsi sentire, sbattendo ogni tanto il pugno sulla scrivania.
Accanto, Shizune squittisce parole che lei non riesce a comprendere.
Yamato cerca di placarli, Sai li osserva silente, ma anche i loro
occhi, come quelli di tutti, sono puntati su Sasuke. “Non ci
posso credere,” sussurra Sakura. Lui le lancia
un'occhiataccia, ma continua a parlare sopra gli altri. Poi torna il
silenzio. Sakura sospira, mentre ritira la mano. Sasuke rimane
voltato, i capelli neri coprono gli occhi e metà della guancia
rossa. “Non ci posso credere,” ripete. “Sa...
Sakura chan...” “Non ho neanche pensato a tutto
questo,” continua lei, ignorando Naruto, “perché
ho fiducia in Kakashi.” dice, ha un tono controllato, si sente
davvero calma come sembra. “Tu pensi sia solo un traguardo, ma
salire di grado significa soprattutto responsabilità maggiore,
cosa per cui tremerei come una foglia se non mi fidassi del giudizio
di chi mi ha messo quest'onere addosso.” Tsunade si
schiarisce la gola, distraendoli tutti un momento. Sakura fa un passo
verso la porta, la mano di Kakashi si stringe più forte prima
di lasciarla. Ha il fiato corto quando raggiunge il tetto. Il
vento porta i rumori del villaggio e lei sospira respirando umidità
e stelle, appena alza lo sguardo. Non piove più, il cielo è
così terso che le stelle brillano nelle
pozzanghere. Cigolando, la porta alle sue spalle si apre e si
chiude. “A un certo punto, ho pensato che dovrebbe fare un
suo team,” dice lei, “uno di gente come lui che ha sempre
la risposta in tasca.” Un sospiro la raggiunge, lei scuote
la testa e continua. “È la prima volta che succede
eppure mi sento in colpa,” mormora, “lui invece, così
indignato, così ferito da tutti noi idioti vissuti nella
serena ignoranza che suo fratello ci ha regalato, non ha bisogno di
sentirsi in colpa, è nel suo pieno diritto ferirci.” Naruto
la affianca. Sakura non era sicura che fosse lui, ma non importa,
la sua mente fluttua di nuovo in quell'amarezza e riesce solo a
tenere il naso per aria, lo sguardo immerso nel chiarore della notte,
per non piangere. “Non è una buona idea,” dice
Naruto, senza guardarla, “pensa che team odioso...” Sakura
emette uno sbuffo divertito tanto improvviso che sputa e deve pulirsi
le labbra con il polso. Naruto le tocca una spalla affinché
lei si volti a guardarlo, poi, quando lo fa, la abbraccia. “In
realtà...” farfuglia lui, contro la sua divisa, “brucia
terribilmente anche a me che tu sia diventata jounin per prima.” Lei
ride poiché il suo borbottio le suona come il broncio di un
bambino, e lo abbraccia forte.
500 parole
Sasuke è un
sociopatico emotivo ed egocentrico e non è che voglia sempre
far del male agli altri, è solo che per lui è una
fatica immane prendere nota di quel che c'è oltre al suo naso,
quindi travolge tutto e non s'accorge di niente almeno che qualcuno
gli dica “ehy, deficiente, guarda che hai travolto tutto!”,
allora si guarda indietro e ha pure la faccia come il culo di
spalancare gli occhi, stupito. Secondo me, eh.
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Capitolo 19 *** Il futuro è quel che vedi attraverso una nuvola ***
Tabella bianca, prompt:
nuvola
Il futuro è
quel che vedi attraverso una nuvola
Ino ha un cipiglio severo,
non è malefico, ma è sicuramente incazzato, e fare
questa minuziosa descrizione aiuta Sakura a ignorarla: per un
momento, lei fissa il cielo, Ino fissa lei. “C'è
stato un tempo in cui pensavo che la tua fronte spaziosa accogliesse
un cervello più grande, inutile dire che quel tempo è
trapassato remoto,” gracchia Yamanaka prima di portarsi le mani
sui fianchi con enfasi, “Haruno! Dovevamo trovarci al mio
negozio un'ora fa, un'ora! Sono vestita e pettinata e truccata e...
Sono perfetta da un'ora e tu dove cazzo sei? A dormire sotto un
albero!” “C'è qualcosa di profondamente
ingiusto, nelle nuvole,” mormora Sakura. “Oh Dei, 'ste
nuvole...” borbotta l'altra, mentre si sdraia accanto a
lei. “Tu fai un sacco di cose sotto di loro, fai cose
assurde e vivi situazioni stranissime, surreali, eppure quelle
fluttuano come sempre, non è che vadano più veloce se
ti batte forte il cuore o sei depressa, non c'è nessun picco
che le faccia muovere in modo diverso,” continua, gesticolando,
“però quando piove qualcuno è triste, altri più
felici, quando c'è il sole c'è chi si scopre
iperattivo...” Ino sospira, allungando le gambe nude
sull'erba fresca. “Forza, Sakura, dimmi che diavolo ti è
successo, così possiamo parlarne sul serio e arrivare a un
punto in cui non sarai troppo depressa da guastarmi la serata.” Ino
non è così stronza: si impegna, ma non le riesce,
infatti se Sakura si voltasse vedrebbe rughe di preoccupazione su
quella fronte poco spaziosa. Rimane un momento in silenzio,
cercando le parole giuste, ma presto si perde nel ricordo
dell'accaduto. Lei aveva appena elencato i suoi impegni, stava
dicendo che avrebbero dovuto vedersi nei buchi con l'aria di chi fa
una battuta amara, Kakashi invece aveva la maschera giù,
l'attenzione sul bento e persino un boccone pronto sulle bacchette,
quando le ha proposto di portare le sue cose da lui per avere più
ritagli di tempo da condividere. L'ha lanciata lì, nel mezzo
del prato dove stavano pranzando, e una nuvola è passata su di
loro, oscurando brevemente l'aria intorno. Sakura ha sentito un
brivido addosso, come se fosse stato tutto calcolato, come se si
trattasse della scena di un film. È stato strano e magico e ha
risvegliato i suoi sogni di bambina; solo dopo ha pensato a tutti gli
spigoli. Kakashi ha alzato lo sguardo quando ha cambiato argomento
e Sakura è sicura che non lo abbia fatto prima perché
sarebbe sembrato che volesse una risposta immediata, invece
desiderava che lei ci pensasse seriamente, con calma, da sola. Sakura
ha smesso di dubitare che Kakashi sia un uomo meraviglioso. “Non
so come crede che possiamo starci entrambi, in quel buco,”
sospira. Ino aggrotta la fronte, confusa. “Buco? Quale
buco? Che buco? Il buco dove vive? Lui...” trattiene il fiato e
si alza a sedere per guardarla, “ti ha chiesto di andare a
vivere con lui?” “Credo di sì.” “Credi?”
strilla Yamanaka, “Haruno, alza quel culo di lì e vai a
traslocare! Ora, per la miseria!”
500 parole
Oooh! Sono cinquecento parole
precise alla prima stesura, non supereranno il betaggio e dovrò
riadattare venti volte, ma oooh, non mi era mai successo! ** Edit:
infatti sono già 550 anche senza la beta... *collassa* 528...
*suda* 515... *allenta il tappo dello spumante* 536! Com'è
potuto succedereeeh? … 501! AH! Adesso metto un apostrofo dove
non dovrebbe andare eeeee... *prende il tappo dello spumante in
testa*
Grazie Amens Ophelia per il
betaggio dell'ultimo minuto!
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Capitolo 20 *** Tutta l'intenzione di subire ***
Tabella bianca, prompt:
piatto di porcellana
Tutta
l'intenzione di subire
Svegliarsi con Kakashi quando
il lavoro glielo permette, trovare peli di cane ovunque e inciampare
in ogni tipo di arma o rotolo sono cose che aveva messo in conto.
Conosce Kakashi, anche se le persone spettegolano come se si fossero
caduti addosso un bel giorno per copulare dal nulla. Tuttavia, deve
ammettere che conoscerlo non le ha impedito di fare congetture simili
sulla sua vita privata: un tempo pensava che lui fosse un tipo da
nottata con donna sconosciuta. Comparsa uno e due, magari. Ma non si
aspettava la monogamia. Sospira, dopo aver aperto uno degli
stipetti della cucina, anche se il suo tentativo si trasforma in uno
sbuffo divertito. Kakashi non ha modificato i suoi orari, le sue
abitudini, i cani continuano a essere in giro, i suoi libretti sconci
pure. La sera escono insieme se vogliono, altrimenti si lasciano
biglietti, mangiano insieme quando possono e si sorridono da lontano
quando sono oberati. A lei piace tutto così com'è e lui
sa metterla a suo agio. Prende un piatto e si serve la porzione di
okonomiyaki rimasta nella padella. La prima volta che ha fatto
colazione da sola ce n'era per tutti i suoi cani, non sapendo quanto
lei mangiasse la mattina, il giorno dopo invece era la dose esatta e
Sakura non sapeva se ringraziare o ridere. Ma la cosa è
continuata, prima che lei potesse decidere. Le lenzuola del primo
giorno non le ha più viste, anche il piumone è
cambiato, così come nel tempo è cambiata la marca della
carta igienica, sono comparsi spugna e tappetino in bagno, un
portaombrelli all'entrata, un copridivano nuovo; persino i cani un
giorno si sono presentati con il pelo fluffoso e l'aria
centrifugata. Sorride, adesso, quando succede una cosa del genere,
poi invece di ringraziarlo apertamente fa qualcosa di carino anche
lei, che sia tradizione a tavola, fantasia a letto o pazienza per
andarlo a ripescare davanti alla Lapide. Afferra le bacchette di
ceramica e inizia a mangiare. Quelle erano di legno, ma in una
notte sono diventate bacchette vere, i piatti dentro lo stipetto ieri
erano quelli di ferro in dotazione con l'attrezzatura da campeggio
per le missioni, ora sono di porcellana. Picchietta con le bacchette
sul piatto e il rumore riempie la stanza. Kakashi è così
tenero che a volte il sorriso le si incrina, quando pensa a tutto
l'amore che aveva chiuso dentro, alle attenzioni che non poteva
sfogare. Sakura non sa molto del passato del jounin, storie di cui
non intende chiedere, ma aspetta di sentire, eppure è sicura
che lui stia aspettando da tanto tempo di viziare qualcuno. Qualcuno
che non abbaia, s'intende. Sorride. Le ragazze sono venute a
trovarla e lei non ha potuto offrire niente, quindi si aspetta di
vedere un servizio da tè per la fine della settimana.
Kakashi alza la testa, una
volta arrivato davanti all'enorme cancello: finalmente quella stupida
casa piena di polvere, ricordi e macchie di sangue serve a
qualcosa. Ora, dove sarà finito quel bel servizio da tè?
500 parole
Tanti, TANTI, auguri di buona
digestione! E di Natale. <3
|
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Capitolo 21 *** Di sale e gelosia, ne serve sempre qb ***
Tabella
bianca, prompt: sale
Di
sale e gelosia, ne serve sempre qb
Sakura
si siede finalmente a tavola. Lo fa spostando il suo peso sulle mani
all'inizio e lasciandosi cadere dopo, lo fa con uno sbuffo
stanco. Kakashi inizia a mangiare solo quando lei raccoglie le
bacchette, tiene la testa bassa così che, tra la gravità
e l'assenza del coprifronte, i capelli gli coprono completamente gli
occhi. Rimangono in silenzio a lungo, nella stanza si propagano solo
rumori provenienti dalla porcellana e dal vetro. Sakura era ancora
arrabbiata, pochi minuti prima, ma improvvisamente tutto le sembra
stupido e inconsistente. Sasuke si è finalmente scusato con
lei, a modo suo: le ha fatto un regalo e quando lei lo ha
abbracciato, dandogli giustamente dell'idiota, non ha alzato
proteste; anzi. L'abbraccio è durato forse un po' troppo per
essere un abbraccio Uchiha, però lei era troppo presa dal
sollievo dato dal chiarimento per accorgersene. Solo quando ha
realizzato cosa Sasuke stesse facendo con quel pacchetto verso di
lei, lo sguardo oltre la sua testa e uno sbuffo sulle labbra, si è
accorta di quanto le stesse pesando la faccenda. Lo ha stretto forte,
gli ha dato dell'idiota sussurrandolo tra quei capelli neri e si è
impegnata per trattenere le lacrime; con successo, peraltro. Kakashi
era appena rientrato da una missione e, forse complice la stanchezza,
ha dato il via a un'imbarazzante scena di gelosia. Sakura sospira,
mangiando in silenzio e lanciando occhiate di sottecchi all'uomo con
una compostezza invidiabile seduto accanto a lei. Magari non
c'entra molto la stanchezza, magari c'entra di più la rivalità
che uno tanto territoriale quanto Kakashi deve sentire nei confronti
di Sasuke o forse non ha a che fare neanche con quello, forse è
solo carattere e voltare l'angolo dopo una missione di due settimane
per trovarsi la propria metà avvinghiata al suo primo amore
non avrebbe fatto piacere a nessuno. Be'. Pensandoci... Alza il
volto dal piatto e lo fissa apertamente. Lui continua a far finta di
niente. Sakura si perde nel ricordo della presa decisa che ha
avvertito sul polso, della propria sorpresa, quando un momento dopo
Kakashi l'ha fatta collidere contro il suo petto. È stato un
attimo, uno molto lungo, in cui Naruto è passato da contento a
confuso a preoccupato e lei ha potuto osservare l'espressione dura
che il jounin stava rivolgendo a Sasuke. Ha creduto che sarebbe
finita lì, che quello sguardo raggelante fosse l'inizio e la
fine dello strano episodio, poi Kakashi ha cambiato l'atmosfera,
sciogliendo la postura rigida e l'espressione per assumere un tono
scocciato: “Devo tatuarle il mio nome addosso?”, ha
detto. Sakura è diventata tutta rossa, più d'ira che
d'imbarazzo, ha pure cominciato a divincolarsi, scagliandogli contro
parole indignate, ma adesso le scappa da ridere e, porca miseria,
adesso quella scena le rimescola lo stomaco in modo totalmente
diverso. Alza di nuovo lo sguardo su Kakashi, posando le
bacchette, lui si irrigidisce e lei sbuffa. “Che cretino!”
ridacchia, scuotendo la testa, seria, indignata, eccitata. Felice. Lo
prende per il collo della maglia e lo bacia con foga. Stupido
cretino.
500
parole
Stupido
cretino! *bacia con foga il suo
peluche* Ok, no, non funziona senza un Kakashi... uu'
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Capitolo 22 *** Un raffreddore a Konoha, una polmonite a Kiri ***
Tabella bianca, prompt:
fiocco di neve
Un
raffreddore a Konoha, una polmonite a Kiri
Sakura è preoccupata.
Sasuke la guarda un po' di più, Naruto le si para davanti
appena si muove una foglia, Kakashi è nervoso. C'è
qualcosa che non va in lei, lo sente, ma il comportamento della sua
squadra è ancora più fastidioso. Il Paese dell'Acqua
è un posto ostile, il freddo che si può trovare in
quelle lande apparentemente tutte uguali, così coperte dalla
neve, sembra insidioso esattamente quanto gli abitanti del posto; ben
due volte sono stati attaccati e in entrambe le occasioni ha potuto
avvertire spossatezza e affanno dove non avrebbero dovuto essere. Il
Daimyo è ancora indeciso tra la voglia di lamentarsi per i
rischi corsi e il compiacersi della squadra scelta per la sua
sicurezza. È vero che i ribelli sono organizzati, le loro
incursioni sono supportate dal clima ostile a cui sono abituati, ma
il peggio è causato dalla tensione che rende tutto meno
fluido, facendo singhiozzare gli ingranaggi, così Naruto cade
su Sasuke, Kakashi scivola da un ramo, lei è inspiegabilmente
più lenta del solito. Per fortuna che il Daimyo si ferma
solo un paio di giorni perché quel nervosismo fa ringhiare
tutti e, mentre Sakura si concentra sui fiocchi di neve che si
accumulano fuori dalle finestre, nessuno sembra prendersela con
qualcuno in particolare. È effettivamente singolare il suo
stato fisico. Quando pensa ai giorni passati può ricordarsi
della stanchezza, dell'insofferenza per gli allenamenti, Ino, i suoi
soliti fastidiosi mal di testa, ma niente che spicchi o che le sembri
la causa di quell'agitazione. Al ritorno mantengono un passo più
sostenuto perché a quanto pare il Daimyo vuole essere a casa
per il pranzo della domenica, lo ordina serafico, come se non avesse
intenzione di sgridarli a intermittenza per lo sballottamento che
dovrà subire nella portantina. Sakura è così
presa dalla sua situazione che inizia a essere irritata dalle
lamentele del nobile solo quando sono ormai alla sua residenza. Sulla
strada verso casa Naruto le sorride più spesso, camminandole a
fianco, Kakashi rimane un po' indietro, Sasuke va troppo
avanti. Sakura è preoccupata e stufa di esserlo. Appena
l'attenzione di Naruto scivola su qualcos'altro, lei si porta una
mano sul petto e lascia scivolare del chakra dentro di sé. Sta
covando qualcosa, sicuramente. Sono stati tutti nervosi perché
lei è il medico, la sua squadra d'assalto con i deficienti che
si buttano negli scontri in preda all'onnipotenza ha bisogno di un
medico funzionante perché sono troppo abituati ad avere due
vite per sopravvivere con una sola. Senza contare che il freddo acuto
di Kiri non è adatto a chi sta covando un'influenza. Sakura
deve fare un grande sforzo per non mostrare tutto il suo shock.
Lascia ciondolare il braccio lungo il fianco e mantiene lo stesso
passo, grata alla distrazione di Naruto. Guarda davanti a sé.
Deglutisce lentamente. I fiocchi di neve cristallizzati sulle
finestre le tornano in mente, immobili e silenziosi, come se avessero
saputo che in poco tempo lei avrebbe dovuto trovare un nome al suo
parassita e farsi chiamare mamma.
500 parole
Cinquecento parole, un ictus.
Odio i titoli... Ayaaaaaah, odio i titoli! Ma adoro te, quindi Tanti
auguri a teee, tanti auguri a teee, tanti auuuguriii dolce Ayaaaaa,
tanti auguri a teeeeeeeee! Avevo perso il filo, ma l'ho ripreso
velocemente per postare questa cosa che continua a fluttuarmi in
mente da mesi. Grazie di avermi dato l'occasione per sbloccarmi e
speriamo di non inciampare più. Chu
Ringrazio annamariz per il
betaggio estremo!
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Capitolo 23 *** Morbido e spaventoso ***
Tabella bianca, prompt a
scelta libera: bugia (bianca)
Nelle puntate
precedenti: XD
“Non
sapevo soffrissi il solletico,” dice, l'ilarità
palpabile nella sua voce, “lo terrò presente.” “No!”
esclama lei, tornata padrona dei suoi spazi. Kakashi si carica il
nukenin in spalla e ridacchia. “Allora lo dirò agli
altri due.” “Sensei!” “Facciamo che se
riuscirai a dirmi qualcosa che non so, manterrò il segreto.”
Ep. 12
Morbido e
spaventoso
Il suo parassita è
stato prima un pensiero morbido e spaventoso, dentro la sua testa,
poi un virus allo stomaco, appena le nausee hanno destato domande, e
poi un gamberetto che ha visto su un monitor al buio, in un ufficio
vuoto, di notte. Il gamberetto fluttua nella sua pancia travestito
da virus per diverse settimane, lei passa dall'euforia all'ansia
apocalittica in pochi secondi, e quando ci sono missioni fa in modo
di essere oberata all'ospedale; con operazioni quando può e
con scartoffie arretrate, lasciate lì apposta, quando non ha
alternativa. Si sente bene quando discute di medicina, mentre
cerca un modo per curare un paziente con una patologia rara, è
nel suo ambiente e si sente a suo agio. Per questo Tsunade la coglie
di sorpresa. La donna porta invece un foglio sulla scrivania e
sorride. O, meglio, sogghigna. “Shizune, indovina chi di voi
due è incinta?” dice, sventolando l'esame. Sakura
spalanca gli occhi, Shizune si volta verso di lei con un'aria
commossa. “Sakura, questa gente lavora per me, pensavi
davvero che mi avrebbero tenuto all'oscuro di una tale notizia?”
ridacchia. Shizune è incredula ed emozionata, la stritola
mentre si congratula. Lei non sa cosa dire, Tsunade si alza e le
va incontro, la abbraccia, ride, le accarezza la testa. Poi
Shizune legge l'esame, mentre Sakura balbetta che c'è
dell'altro.
Kakashi si blocca a metà
passo, appena entra. Il suo appartamento puzza di paura e lui si
guarda intorno circospetto. “Sakura?” Lei è
sul divano con la testa tra le mani, lui si siede sul tavolino basso
davanti. “Kakashi, devo parlarti.” Poi sospira, chiude
gli occhi e respira lentamente. “Sei incinta,”
piagnucola lui subito, fintamente agitato, facendole spalancare gli
occhi. “Mi dispiace non avertelo detto prima, ma avevo paura
che tu scappassi con un uomo che non sta per diventare padre.” Lei
boccheggia, rossa e agitata. Lui ride e la abbraccia di slancio. La
sua spalla è un po' ossuta, ma odora di casa, Sakura ci si
struscia contro. “Da quanto te l'eri preparata?”
borbotta, contro la divisa, chiedendogli in realtà da quanto
lo sappia. “Da Kiri.” Sakura geme al pensiero che
il suo team ne sia al corrente da così tanto. “Non
l'ho detto a nessuno, sono stato bravo, vero?” sorride. “Mi
dispiace,” mugola lei. Non si era accorta di averlo privato di
qualcosa. Kakashi le dà un bacio sulla tempia e continua a
stringerla. “L'importante è che tu abbia avuto il
tempo che ti serviva.” Sakura vorrebbe dirgli che, se lui
non fosse stato così gentile e premuroso, lei avrebbe avuto
meno attacchi di panico a matrioska, considerato che- “Ti
ricordi la nostra scommessa?” dice, colta da un flash di
ricordi. Lui non deve nemmeno pensarci, è un uomo paziente
ma curioso e aspetta da molto che lei faccia la sua mossa. “Hai
ancora da dirmi qualcosa che non so?” celia. Sakura
annuisce, strofinandosi ancora sulla sua divisa, giacché sono
ancora abbracciati. “Sono due, i bambini.” Kakashi
spalanca gli occhi. Deglutisce. Sorride, teso. “Meeh... Hai
vinto.” ridacchia.
500 parole
Eccomi qui! Sono
in un super ritardo tale che quasi quasi sono in anticipo per la
volta dopo. Però meglio tardi che mai, ecco. Poi non è
stata tutta colpa mia: Sakura non voleva saperne, di dirlo a Kakashi!
Mica potevo obbligarla. Uu
Grazie Ila per il
betaggio. <3
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