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di feniceargento
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO: 2003 - parte 1 ***
Capitolo 2: *** 2003 - parte 2 ***
Capitolo 3: *** 2003 - parte 3 ***
Capitolo 4: *** 2003 - parte 4 ***
Capitolo 5: *** 2003 - parte 5 ***
Capitolo 6: *** 2003 - parte 6 ***
Capitolo 7: *** 2003 - parte 7 ***
Capitolo 8: *** 2003 - parte 8 ***
Capitolo 9: *** 2003 - parte 9 ***
Capitolo 10: *** 2003 - parte 10 (1/2) ***
Capitolo 11: *** 2003 - parte 10 (2/2) ***



Capitolo 1
*** PROLOGO: 2003 - parte 1 ***


PROLOGO: 2003 - parte 1

11.55 p.m., Oxford.

Era la notte tra il 30 giugno e il 1 luglio ed Emma non riusciva a dormire.  Non stava più nella pelle: finalmente sarebbe tornata in quella che per lei era diventata una seconda casa, gli studi di Leavesden!

Non esisteva posto più magico e magico era proprio il termine adatto per descriverlo dato che lì prendevano vita le meravigliose avventure di un giovane maghetto di nome Harry Potter, famoso per i suoi grandi occhiali rotondi e una cicatrice a forma di saetta, che da qualche anno stava spopolando tra le librerie di tutto il mondo.

Emma, che interpretava Hermione Granger da almeno tre anni, aveva già girato la prima sessione di scene per il terzo film e da circa 3 mesi era tornata a casa da sua madre e suo fratello Alex a Oxford.

Doveva ammettere che le piaceva vivere lì, aveva conosciuto tanti nuovi amici e quando sarebbe stata più grande le sarebbe piaciuto un sacco frequentare l'università della città, ma proprio non riusciva a non sentire la nostalgia delle giornate passate a Leavesden. Era inevitabile affezionarsi ad un posto dove si passano quasi 8 mesi all'anno.

Addirittura l'anno prima, durante le riprese di "Harry Potter e la camera dei segreti" aveva dovuto lasciare il set prima di tutti gli altri suo compagni perché il suo personaggio in quell'episodio non sarebbe comparso per la maggior parte del film. Ricordava ancora quel senso di vuoto di quando aveva lasciato il set e se avesse potuto avrebbe fatto di tutto per rimanere nei paraggi, non tanto perché non voleva tornare a casa, ma perché era diventato ESSENZIALE per lei rimanere!! 

Infatti da qualche tempo Tom, che interpreta il rivale per eccellenza di Harry e per il quale Emma aveva una cotta colossale da più di un anno, aveva iniziato a frequentare le lezioni del suo tutor, con l'unica differenza che lei era solo al secondo anno mentre lui era all'ultimo. Subito si iniziò a diffondere la voce che avesse cambiato tutor di proposito per attirare l'attenzione di una ragazza e, naturalmente, tutti gli occhi vennero puntati su Emma, anche se lei non credeva affatto di poter essere la "ragazza" in questione.

Non era una novità per nessuno che avesse una cotta per lui e addirittura molte delle sue amiche sul set, sapendo quanto lei ci tenesse, avevano cominciato a fare il tifo per lei. Dopo due anni tutti l'avevano capito mentre sembrava, invece, che l'unico a non accorgersene fosse proprio il bel biondo. Tanto valeva quindi rimanere in silenzio e fare finta di nulla.

Ovviamente Tom non era per niente  come il suo personaggio, anzi si potrebbe dire che fosse l'esatto opposto di Draco Malfoy, basta solo pensare al fatto che fin dal primo giorno di riprese era diventato il migliore amico di Daniel Radcliffe, l'attore che interpreta il protagonista della storia. Quei due erano inseparabili e tutte le volte che dovevano girare delle scene insieme iniziavano a sghignazzare tra loro senza curarsi delle telecamere che li riprendevano. Vederli scherzare tra loro era assolutamente uno spasso, ma spesso alcune delle scene diventavano difficili da portare al termine e bisognava rigirarle da capo per la gioia del povero regista.

Emma aveva tentato più volte di confessargli i suoi sentimenti ma ogni volta che si trovava di fronte a lui...le morivano le parole in gola e non poteva far altro che arrossire e cercare una buona scusa per non fare una figuraccia. Era diventato sempre più difficile fingere con lui perché dopotutto si conoscevano da quasi 3 anni e dovevano lavorare tutti i giorni a stretto contatto, ma  allo stesso tempo non voleva rischiare di perderlo come amico, non se lo sarebbe mai perdonato.

Anche se l'indomani avrebbe fatto ritorno a Leavesden, Emma avrebbe dovuto aspettare qualche settimana prima di poterlo rivedere. Infatti solo lei e Daniel erano stati richiamati sul set, gli altri li avrebbero raggiunti in seguito. Il caso voleva che in "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban", a differenza del capitolo precedente, Hermione avesse un ruolo crucciale per la storia e questo significava passare un sacco di tempo lì e non le dispiaceva per niente. Inoltre aveva sentito tanto la mancanza del suo amico e non vedeva l'ora di poter passare un po' di tempo con lui così avrebbero avuto il campo libero per poter girare per il set senza che nessuno li potesse scoprire.

Era talmente immersa nei suoi pensieri su come passare le sue giornate con Daniel che non si accorse nemmeno che le era arrivato un messaggio da qualcuno.

-Sei ancora sveglia, vero? – 

Ed era proprio lui, Daniel. non era la prima volta che si scrivevano di notte.

- Mi sorprendi sempre! Sai che stavo proprio pensando a te in questo momento? –

- Davvero? E a cosa pensavi di preciso? Ammettilo che non vedi l'ora di passare un mese da sola con me sul set!!! –

- COSA?? Al massimo sarà proprio il contrario...comunque stavo pensando a quanto mi sei mancato in questi mesi! Dobbiamo ASSOLUTAMENTE recuperare! –

- ASSOLUTAMENTE si Miss Watson! Mi sei mancata anche tu...un po'...non tanto –

- Mi accontento, non capita tutti i giorni di sentirsi dire da DANIEL RADCLIFFE che gli sono mancata! Scommetto che persino la famosa ragazza dell'asciugamano di harry potter vorrebbe essere al mio posto!!!;P A parte gli scherzi, non vedo l'ora che sia domani!!!! –

- Intendi oggi...sono quasi le due...mancano poche ore e si torna a casa!;) –

- Giusto. Beh, allora direi che è ora di andare a dormire...anche perché mi devo svegliare presto per rivedere il copione!! –

- Tipico comportamento da secchiona. Tranquilla Em, non c'è bisogno che provi le battute tanto sei già entrata nel personaggio...e dopo questa posso andare a dormire, buona notte:P –

- Per tua informazione la "secchiona" si ripassa anche le tue battute così te le può suggerire in caso le dimenticassi, come al solito-.-" notte Dan, e a più tardi!!!;) –

Così appoggiò il telefono sul comodino vicino al letto e, sentendosi troppo stanca per rimanere ulteriormente sveglia, decise di rimettersi a letto. Aveva bisogno di tutte le energie possibili per tornare sul set anche se l'adrenalina che aveva in corpo sarebbe bastata a eliminare tutta la stanchezza anche per i prossimi giorni.

Solo dopo un'altra oretta riuscì finalmente ad addormentarsi. Con il sorriso sulle labbra ripensò a ciò che l'avrebbe aspettata il giorno dopo.

 

ciao a tutti! ecco il primo capitolo! spero che vi piaccia e che vi incuriosisca abbastanza da continuare a seguire questa storia! buon anno a tutti, anche se in ritardo! un bacione a tutti! 

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Capitolo 2
*** 2003 - parte 2 ***


- 3…2…1…e AZIONE! -

“Cos’è successo? Dov’è Ron?” – disse Harry guardandosi attorno spaesato.

“Le sette e trenta. Dov’eravamo noi alle sette e trenta?” – chiese Hermione impaziente.

“Non lo so…andavamo da Hagrid...” – rispose Harry.

“Vieni e non dobbiamo farci vedere!!” – e così Hermione corse via dall’infermeria lasciandosi Harry alle spalle.

“HERMIONEEEE!” – a questo punto anche lui cominciò a correre per tenere il passo dell’amica pur continuando a non capire cosa stesse succedendo.

 

- STOOOOP!! Perfetta ragazzi. Andate pure a riposarvi, per oggi è tutto. Vi voglio così carichi anche domani! -  detto questo il regista Alfonso Cuaron congedò contento i due giovani attori.

Con grande soddisfazione dell'intera troupe aveva fine la prima giornata di riprese dopo la lunga pausa di tre mesi. Erano tutti tornati subito al lavoro: c’era tanto da fare in un limite di tempo e non era ammesso il minimo errore, proprio per questo ai due giovani attori era richiesta la massima concentrazione ogni giorno, ma entrambi, che ormai erano abituati a lavorare sotto pressione, cercavano di dare il meglio di sé in ogni singola scena. Dopotutto nei due anni precedenti avevano lavorato a stretto contatto con alcuni tra i migliori attori britannici degli ultimi anni e questo aveva permesso loro di maturare molto sia dal punto di vista della loro crescita personale che da quello della recitazione.

Non appena entrambi ebbero lasciato le bacchette, gli occhiali di Harry e la giratempo di Hermione alle varie costumiste, Susan e Anne, le assistenti personali rispettivamente di Emma e di Daniel, raggiunsero quest’ultimi per lasciare insieme il set dell’infermeria di Hogwarts. 

Quando Emma vide Susan le corse incontro e la strinse in un abbraccio fortissimo. Se qualcuno le avesse viste in quel momento le avrebbe probabilmente scambiate per due sorelle, avevano solo 7 anni di differenza ed entrambe erano castane con dei grandi occhi color nocciola, inoltre, proprio come tra due sorelle, tra loro bastava solo uno sguardo per capirsi.

- Allora ragazzi, com’è andato il primo giorno dopo la pausa?- chiese loro Anne sorridente.

- Benissimo! - rispose Dan. - Non vedevo l’ora di rincominciare!!-

- Te lo posso assicurare Anne: non riusciva a stare fermo un attimo…ho dovuto riempirlo di pizzicotti per farlo ritornare in sé -  aggiunse Emma facendo ridere le due donne.

- Ehi! Non è assolutamente vero! - Daniel era leggermente imbarazzato, ma anche lui aveva il sorriso sulle labbra.

- Cosa ne dite di andare a mangiare qualcosa alla mensa? Ormai è già ora di pranzo. - suggerì Susan e sia Emma che Daniel annuirono in approvazione.

- Em, facciamo una gara a chi arriva prima alla mensa? - 

- Speravo che me lo chiedessi!! - e così iniziarono a correre sotto gli occhi spazientiti delle loro assistenti personali.

- Andiamo Anne. Se quei due non ci vedono arrivare subito, sarebbero capaci di andare a nascondersi nel set  per farci uno scherzo. Conosco bene la mia polla! -

- E Daniel la seguirebbe a ruota. Penso che non gli sia ancora passata la cotta per Emma, sai - disse Anne pensierosa.

- Credi davvero che provi ancora qualcosa per lei? Anche se è venuto a sapere della sua cotta per Tom? -

- Assolutamente si! Anzi, penso proprio che la storia di Tom gli abbia fatto capire veramente quanto tenga a lei. Non me l’ha detto a voce, ma in un certo senso me l’ha fatto intendere. Diciamo pure che un buon 70% di tutta la sua allegria è data dal fatto che per almeno un mese saranno loro due da soli sul set. -

Continuarono a parlare amabilmente dei loro ragazzi, anche per loro quei tre mesi erano stati duri da passare: si erano affezionate tanto a quei due ragazzi ed erano diventati una parte fondamentale delle loro vite. Tutto ruotava attorno a loro due e sentivano in un certo senso che il loro compito era diventato quello di "crescerli" come delle seconde mamme piuttosto che soddisfare il loro bisogni o organizzare i loro impegni. Si persero così a parlare di tutte le cose buffe che i loro beniamini avevano fatto durante le riprese del primo film e di come erano cresciuti nel tempo, non si accorsero nemmeno di aver fatto solo pochi passi dalla porta dell'infermeria di Hogwarts.

- Ah, eccovi finalmente! Sapevo che vi sareste messe a chiaccherare, come al solito! - disse Emma correndo incontro alle due donne.

- Emma, dopo due anni non ti devi stupire, queste due sono peggio delle nostre mamme. sicuramente avranno parlato di noi due per tutto il tempo! - 

- E non sbagli affatto, Dan! Anzi, in realtà stavamo parlando di quanto erano morbide le tue guanciotte quando avevi 11 anni! - e così Anne iniziò a riempire di baci il povero Daniel che cercava in ogni modo di scappare dalle sue grinfie, quella scena fece ridere di gusto Emma e Susan.

- Comunque, chi ha vinto questa volta? - 

- Per la prima volta ho vinto io - rispose Emma soddisfatta. - Mi sono allenata un sacco in questi tre mesi. -

- Daniel, ma come?! Non eri tu il più veloce del set? - gli chiese Susan a mo’ di scherzo facendogli l’occhiolino.

- Tranquilla Susan…il primato è ancora mio, l’ho lasciata vincere da bravo gentiluomo! - 

Tra chiacchere varie e risate il gruppetto raggiunse finalmente la zona ristoro. Emma stava per aprire la porta quando all’improvviso Daniel le disse: - Aspetta Emma! -. Questa si immobilizzò subito pensando che fosse successo qualcosa e girandosi verso l’amico, gli chiese: - Cosa c’è Dan?-. Susan e Anne incuriosite, rimasero a loro volta immobili ad osservare la scena, non volendo perdersi neanche una parola.

- Niente, tranquilla. Volevo solo aprirti io la porta. - rispose lui dolcemente, ma anche molto imbarazzato. Così si avvicinò alla grossa porta di vetro della mensa, abbassò la maniglia e, da bravo gentiluomo, tirò indietro la porta per lasciare passare le tre donne.

- Prego signore! - disse facendo un piccolo inchino reverenziale. Susan e Anne entrarono per prime e intenerite da quel gesto sorrisero al ragazzo per ringraziarlo. Emma, invece, era rimasta ferma a fissarlo. Era rimasta molto colpita dal gesto dell’amico dato che non l’aveva mai visto comportarsi così dolcemente, soprattutto nei suoi confronti.

- Tu non entri, Em? -

Alle parole del ragazzo si riprese subito dallo stupore e scacciò via tutti i pensieri. 

- Certo Dan! Arrivo subito. - Detto questo, Emma si avvicinò alla porta, ma prima di entrare fece qualcosa che né lei né Daniel si sarebbero aspettati e gli diede un bacino sulla guancia.

- Grazie mille, sei stato dolcissimo. -

Questa volta fu il turno del ragazzo di rimanere imbambolato e quasi si scordò di tutto, di dov’era, di cosa doveva fare, si scordò persino il suo nome! Iniziò ad arrossire terribilmente ripensando al gesto della sua amica che nel suo cuore occupava un posto molto speciale. 

Con mano tremante si toccò la guancia destra proprio nel punto in cui labbra di lei avevano toccato la sua pelle.Subito si riprese e con un sorriso a trentadue denti, raggiunse le altre che lo stavano aspettando al loro tavolo.

Anche Emma era arrossita nel compiere quel gesto e quando anche Daniel entrò nella sala cercò di evitare il suo sguardo. Questo non era, però, passato inosservato agli occhi attenti di Anne e Susan. Avevano intuito che tra i due fosse successo qualcosa e l’eccessivo imbarazzo tra loro fu l’ulteriore conferma.

- Emma, tesoro, come mai sei arrossita? Ahiaaa Anne!!!! - Susan voleva assolutamente sapere che cosa fosse successo e non riuscì proprio a trattenersi. Immediatamente i visi di entrambi tornarono rossi più di un pomodoro, anche se grazie alla forte gomitata che Anne aveva dato a Susan riuscirono a farsi una bella risata.

Pian piano tutto l’imbarazzo di qualche minuto prima scomparve. Tutto sembrava essere ritornato alla normalità . L’unica, forse, che sembrava non essere capace di pensare ad altro fu Emma, che dopo aver finito di mangiare lasciò la mensa senza dire una parola, lasciando tutti a bocca aperta, e corse nel suo camerino.

Una volta chiusa la porta del suo camerino, le venne in mente di scrivere tutto ciò che le stava passando per la testa nel diario su cui annotava tutto quello che le accadeva nel periodo delle riprese. Era diventato importantissimo per lei riportare tutto della sua vita in differenti diari da quando, due anni prima, i suoi nonni materni le consigliarono di annotare qualsiasi cosa le succedesse, anche la più insignificante, perché se un giorno se ne fosse scordata non se lo sarebbe mai perdonato.

Proprio mentre scriveva sentì qualcuno bussare alla porta del suo camerino.

- Emma sono io, Dan. Posso entrare o sono arrivato in un momento poco opportuno? -

Emma si affrettò a chiudere il diario e a nasconderlo in uno dei cassetti della sua scrivania, poi si avvicinò alla porta e l'aprì cercando di sembrare il più naturale possibile.

- Ah Dan! Sei tu! Entra pure. Non preoccuparti...non...stavo facendo..nulla di importante, accomodati. - disse Emma lasciando spazio al suo amico per entrare.

- Oh no, grazie. Ero passato solo per assicurarmi che stessi bene. Sei praticamente corsa via senza dire nulla a nessuo. Susan era molto preoccupata. - 

- Tranquillo sto benissimo. Hai ragione sono sparita all’improvviso, ma avevo solo bisogno di tornare nel mio camerino. Dopo andrò a cercare Susan per rassicurarla -

- Capisco. Vado anche io nel mio camerino adesso…in realtà prima di andare ti volevo chiedere se avevi voglia di andare a fare una passeggiata per il set. Ho già chiesto a Susan se c’erano dei problemi e mi ha assicurato che eri libera per tutto il pomeriggio. Cosa ne pensi? - le chiese speranzoso il ragazzo.

- Ci sto! - rispose Emma senza neanche pensarci un secondo. - Dammi solo il tempo di cambiarmi e poi possiamo andare ovunque tu voglia -

- Ovunque io voglia? Beh, allora è perfetto!! - disse fin troppo contento. - Passerò qui tra una mezz’oretta, potrebbe andare bene? -

- Solo mezz’ora? Vabbè…Vorrà dire che farò in fretta!! Allora ti consiglio di andare altrimenti non avrò abbastanza tempo per prepararmi! - 

- Giusto! Dimenticavo che voi ragazze avete bisogno di almeno due ore per la restaurazione completa! -

- A DOPO DAN, CI VEDIAMO TRA 15 MINUTI! - e chiuse la porta alle sue spalle con forza.

- AHAHAHAHAHAAH, addirittura 15? ci vediamo dopo Em! - il ragazzo si allontanò divertito dalla reazione dell'amica.

Emma guardò l'orologio: erano già le 3 del pomeriggio e Daniel sarebbe passato a prenderla alle 3 e un quarto…Doveva assolutamente darsi una mossa!!

 

ciao a tutti! ecco il secondo capitolo, spero vi piaccia! un bacione a tutti!:) 

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Capitolo 3
*** 2003 - parte 3 ***


Stavano camminando già da mezz'ora ed Emma ancora non era riuscita a capire dove il suo amico la stesse portando.

- Daniel, scusa se sono così insistente, ma...dove siamo? Posso giurare di non aver mai visto questa parte di Leavesden! -

- Era proprio quello che speravo...manca poco! -  disse Daniel in risposta con un sorriso furbetto

- Cosa mi stai nascondendo? –

- Mamma mia Watson! Quanta ansia! Diventi sempre più come Hermione! Comunque ora ti dirò una cosa, ma tu devi promettermi che non scapperai una volta che te l'avrò detto – anche se era terrorizzata al pensiero di imbattersi in una situazione spiacevole, era allo stesso tempo incuriosita, così, non molto convinta disse:

- Te...te...te lo prometto, però ti prego di dirmi immediatamente dove stiamo andando! -

- D'accordo - il ragazzo indugiò di proposito ed Emma spazientita gli diede un colpetto sul braccio per farlo parlare – beh...mettiamo il caso che io ti abbia convinto a venire con me dicendoti che volevo fare un giretto per il set con te... - il ragazzo aveva cominciato a grattarsi le tempie e Emma sapeva cosa significava: aveva probabilmente combinato qualcosa!

- Continua -

- Ok, e mettiamo il caso che invece di girare per il set, noi...andassimo fuori dal set?! - 

- COSA!!!??? Stai scherzando, vero!? – disse sperando  di cuore che Daniel le desse ragione.

- Oh, no...tu non scherzi affatto, non è così?! –

- Ma mettiamo il caso che... -

- Mettiamo il caso che ci scoprono! - lo interruppe Emma - Dan, sai meglio di me in che guai ci cacceremo! A questo punto presumo che tu non abbia neanche avvisato Susan! -

- Sei molto più sveglia di quel che pensavo Watson! Tranquilla però, non andremo lontano. Il posto si trova proprio qua dietro. Ti chiedo solo di continuare a seguirmi, sono sicuro che una volta arrivati lì ti piacerà un sacco e, prima che tu me lo chieda, non ho detto nulla nemmeno ad Anne. Fidati di me, non ti farei mai cacciare nei guai per colpa mia! –

Emma riusciva a leggere nei suoi occhi il dispiacere per averla ingannata, sapeva che non gli piaceva mentire. Non voleva deluderlo, ma qui si trattava di infrangere una delle regole più importanti: "nessun attore poteva lasciare il set anche dopo aver finito il suo turno per le riprese. Tutta la troupe insieme agli attori doveva essere sempre a disposizione dei registi e dei produttori fino alle le sette di sera quando le porte del set vengono chiuse". Forse era vero, Emma stava diventando sempre più pignola come Hermione, cosa c'era di male dopotutto? Era forse sbagliato seguire le regole? Ovviamente no, ma...a che scopo? Ultimamente la sua risposta a questa domanda era diventa sempre la stessa: perché se la stampa lo venisse a sapere, non perderebbe tempo a trasformare la notizia in uno scandalo, facendola passare agli occhi di tutto il mondo come una ragazzina viziata e scalmanata che si divertiva ad infrangere le regole. Chi la conosceva veramente sapeva che lei non era né viziata né scalmanata. Pian piano, però, la paura di deludere qualcuno diventava sempre più forte e a questo si aggiungeva il terrore di non meritarsi tutto ciò che le stava accadendo negli ultimi anni, per questo motivo cercava costantemente di mantenere alte le aspettative le persone avevano su di lei. Inoltre lei era "la ragazza" del gruppo e proprio per questo si sentiva messa sotto il microscopio anche dalle persone che frequentava ogni giorno, probabilmente molto di più rispetto a Daniel e Rupert.

Alla fine decise di accettare, anche se non era per niente contenta di lasciare il set...chissà cosa avrebbe detto Susan se l'avesse scoperto!! sperò con tutto il cuore che questo non potesse rovinare per sempre la sua carriera e quella di Dan.

Forse era troppo catastrofica, ultimamente glielo dicevano in tanti. Cercò comunque di scacciare quei brutti pensieri e riprese a camminare seguendo l'amico.

Si sentiva solo il rumore dei loro passi. Dopo quel breve scambio di battute nessuno dei due aveva osato parlare per paura che qualcuno li potesse sentire. Spesso, però, i loro occhi si incrociavano per qualche secondo per poi spostarsi di nuovo sul pavimento che per entrambi stava diventando estremamente interessante.

- Ecco. Siamo arrivati, il posto si trova dietro questa porta. – detto questo Daniel aprì la porta rivelando un vecchio parco giochi in disuso totalmente immerso nella natura, infatti le piante erano cresciute attorcigliandosi sulla maggior parte delle strutture lasciandone scoperte solo poche parti. I giochi erano stati rovinati dal tempo che passava, ma ancora riuscivano a mantenere quel fascino che probabilmente tanto tempo prima li aveva resi bellissimi e accattivanti agli occhi di molti bambini. Qualche metro più dietro c'era un enorme salice piangente, Emma era certa che fosse lì da secoli, che si riversava su un un piccolo fiumiciattolo che scandiva il tempo che passava con lo sbattere dell'acqua sui sassi della riva. Si trattava di un paesaggio abbastanza nostalgico, ma ad Emma piaceva un sacco.

Daniel, intanto, era rimasto volutamente più indietro per potersi godere la reazione della ragazza che era rimasta incantata davanti a quella vista

- Cosa ne pensi allora? –

- È semplicemente stupendo, ma si percepisce comunque un certo senso di...-

- Nostalgia, vero? – finì la frase per lei, poi aggiunse – è quello che ho pensato anche io la prima volta che sono venuto qui -

- Da quanto tempo hai scoperto questo posto? –

- Dall'anno scorso, tu però eri già tornata a casa tua ad Oxford. Da quel momento in poi ci sono sempre venuto quando avevo bisogno di schiarirmi le idee, o semplicemente quando avevo bisogno di stare da solo in silenzio, ma sarebbe stato un vero peccato non condividere un posto talmente bello come questo con nessuno, non pensi anche tu? - 

- Solo una cosa, perché io? Insomma...avresti potuto benissimo portare qui Tom o Rup o Matt o qualcun altro, non capisco. Non che non lo apprezzi, anzi, in realtà sono molto lusingata di essere la sola a cui hai mostrato tutto questo...mi fa sentire speciale! – disse la ragazza cercando di camuffare l'imbarazzo davanti a lui abbassando lo sguardo.

- Ma tu sei speciale Em! Per me lo sei ed è proprio per questo che ho scelto te e non qualcun altro! – dicendo così Daniel sperava che la ragazza capisse il vero senso delle sue parole. Tante erano state le volte in cui aveva tentato di rivelarle i suoi veri sentimenti per lei, pur essendo a conoscenza della sua cotta per Tom, ma tutte le volte lei sembrava ignorare la vera ragione dietro tutti i suoi gesti e le sue parole. Questa volta però aveva deciso di andarci piano e di godersi quel mese con lei, non voleva rovinare tutto per colpa di una stupida cottarella che gli sarebbe dovuta passare da anni.

- Dan, io...non so cosa dire. Mi sorprendi sempre,non smetterò mai di dirlo! – gli sorrise dolcemente – beh, allora...che si fa ora? –

- In effetti avevo portato il mio mp3, volevo farti ascoltare una cosa...ehi! Non fare già ora quella faccia! Non è né punk né rock...cioè si è rock, ma molto più soft. Dai, ti ho per caso deluso portandoti qui? –     

- Assolutamente no. Mi devi una canzone però, sappilo! –

- Ne riparleremo dopo che l'avrai ascoltata e ti sarà piaciuta! – disse Daniel facendole l'occhiolino. Emma cercava di spiare il titolo della canzone per vedere se la conosceva già, ma il ragazzo fu più rapido e oscurò la scritta appena comparve sullo schermo dell'mp3. Non le restava che aspettare. Quando la musica partì, sentì i brividi percorrerle tutto il corpo. Le capitava sempre quando una canzone la conquistava dopo i primi 20 secondi. Doveva proprio dare ragione a Dan, le stava piacendo davvero tanto eppure era solo una chitarra accompagnata da un basso e una batteria e nonostante la semplicità di quegli strumenti, dentro di lei stava succedendo qualcosa di meraviglioso e complicato da spiegare a parole! Sentiva di trovarsi nel posto giusto, con la persona giusta, al momento giusto. Parlando in termini cinematografici, sarebbe stata la colonna sonora perfetta se quella fosse stata la scena di un film, sembrava calzare a pennello con il paesaggio circostante, addirittura le era sembrato che le piccole ondine del fiumiciattolo si infrangessero sulle rocce a ritmo di musica!

Stava osservando tutto, voleva che quel momento rimanesse intatto nella sua memoria per sempre. Non le era mai capitato di sentirsi così parte delle cose attorno a lei, mai! Anche Dan sembrava assorto nei suoi pensieri e probabilmente si sentiva esattamente come lei in quel momento. Le aveva fatto un regalo bellissimo aprendosi così tanto con lei.

Neanche si rese conto di aver iniziato a fissarlo intensamente: i suoi grandi occhi azzurri erano chiusi mentre muoveva il piede seguiva il ritmo della musica. Ad un certo punto Daniel si accorse che lo sguardo della ragazza era puntato su di lui e così, riaprì gli occhi e fissandoli in quelli color nocciola di lei, inaspettatamente, le prese la mano destra e la strinse nella sua. Rimasero così, occhi negli occhi e mano nella mano, finché la musica non finì.

 

ciao a tutti! questo è il terzo capitolo! fatemi sapere cosa ne pensate. un bacione a tutti!!;)

ps: la musica che Daniel e Emma stanno ascoltando nel parco si chiama "Your Hand in Mine" (direi che è anche abbastanza indicata alla loro situazione) ed è degli Explosions in the Sky. se non l'avete mai ascoltata, fatelo perchè merita...ora mi dileguo, grazie per aver letto questo e i capitoli precedenti.

 

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Capitolo 4
*** 2003 - parte 4 ***


Le immagini scorrevano veloci sotto gli occhi meravigliati di Emma. Non era mai stata in Scozia e non si aspettava di certo che fosse così bella, quasi le sembrava di essere entrata in un altro mondo, ricco di posti incantati con fate e animali fantastici. Era qualcosa che non si poteva descrivere a parole, neanche le cartoline riuscivano a renderne la bellezza. Ora capiva esattamente perché Jo avesse deciso di trasferirsi lì con suo marito e i suoi figli!
 
quel giorno erano partiti alle 5 di mattina per arrivare in tempo alla location scelta per girare le scene in cui Harry e Hermione salvano Fierobecco, un ippogrifo condannato a morte.
 
Raramente giravano scene in esterna, lontano dagli studios, e tutte le volte, un po' per la presenza dei pullman e un po' perché si doveva dormire fuori, si ricreava quell'atmosfera giocosa e spensierata tipica delle gite scolastiche. Questa volta, però, niente pullman, sarebbero stati solo in due, lei e Dan e certamente Emma non avrebbe potuto chiedere un compagno di viaggio migliore!
 
I due erano seduti l'uno accanto all'altro nei sedili posteriori dell'auto e di fronte a loro c'erano Susan e Anne che discutevano animatamente e allo stesso tempo silenziosamente sull'organizzazione delle giornate da passare fuori e su come disporre nel modo più giusto i vari impegni che li avrebbero attesi in futuro. Parlavano di interviste promozionali e conferenze in America, i due ragazzi erano riusciti a capire solo questo dato che le due donne parlavano troppo velocemente e così avevano deciso di comune accordo di ascoltare un po' di musica dall'mp3 di Daniel e, guarda caso, la prima traccia della playlist che avevano scelto era proprio la stessa musica che il suo amico le aveva fatto ascoltare quattro giorni prima nel parco. Tra i due ci fu subito uno sguardo di intesa, probabilmente anche Daniel si era ricordato di quel meraviglioso pomeriggio. Ormai per entrambi quella traccia aveva un significato speciale e racchiudeva in sè tante parole non dette e forti sentimenti che stavano nascendo.
 
Il viaggio era lunghissimo e se da un lato c' era Emma che era troppo attirata da tutto quello c'era fuori dal finestrino per annoiarsi, dall'altro c'era Daniel che invece sembrava molto più interessato ad ammirare i capelli ondulati della sua amica illuminati dai raggi del sole piuttosto che il paesaggio. 
 
Solo dopo qualche minuto, Emma iniziò a sentire effettivamente lo sguardo di qualcuno puntato su di sé e ci volle veramente un secondo per capire di chi si trattasse, bastava semplicemente guardare con più attenzione il finestrino per notare il riflesso del ragazzo accanto a lei che la stava fissando con occhi languidi senza rendersi conto di essere osservato a sua volta.
 
Vedere il suo amico fissarla in quel modo strano la fece sorridere e, con ancora il sorriso sulle labbra, si voltò verso di lui e si perse per un attimo nei suoi brillanti occhi azzurri che questa volta scrutavano le sue labbra con molta attenzione. Fu lui a muoversi per primo avvicinandosi pericolosamente al viso di lei e, ad un certo punto, iniziò asporgersi verso il suo orecchio destro. Una volta spostata la cuffietta, le disse in un sussurro udibile solo da loro due:
 
- Sei bellissima quando sorridi –a quelle parole, la ragazza sentì dei brividi attraversarle tutto il corpo e uno strano calore sulle guance. Non riuscì a spiccicare parola e non fece altro che continuare a sorridergli, anche se con un velo di imbarazzo in più per quel commento.
 
Nessuno si era mai avvicinato tanto a lei e soprattutto in quel modo, ma la cosa che più la fece riflettere fu che non le dispiaceva affatto che il primo a farla sentire così fosse stato proprio Dan. Per coerenza nei confronti di quelli che credeva fossero i suoi sentimenti per Tom, la sua reazione a quel gesto sarebbe dovuta essere completamente diversa. E se quella cotta che la stava tormentando da almeno due anni stesse passando?? Effettivamente, in quei giorni non aveva avvertito quasi per niente la mancanza del ragazzo. Ma no, probabilmente una volta che tutto il cast fosse stato al completo, tutto sarebbe tornato come prima, almeno questo era quello che sperava.
 
Mentre la mente di Emma lavorava veloce, lei e Dan stavano continuando a fissarsi intensamente sorridendo. 
 
- Ehm...Ragazzi? - Anne non ricevette nessuna risposta.
 
- Ehy, piccioncini??? - questa volta i due ragazzi avevano sentito la forte voce di Susan e contemporaneamente si girarono nella sua direzione.
 
- Mi dispiace interrompere questo interessantissimo scambio di sguardi da innamorati cronici, ma siamo arrivati quindi vi conviene scendere. Durante le riprese potrete guardarvi per tutto il tempo che volete! Su! - Susan aveva colto nel segno.
 
- EHI! SIAMO SOLO... -
 
- Amici...si si, certo. Dai dico sul serio, diamoci una mossa altrimenti Alfonso si arrabbierà! -
 
- Susan, ha ragione. - disse Anne per sostenere la collega. 
 
Finalmente scesero tutti e quattro dalla macchina e si diressero insieme in un grande bosco dove tutta la troupe e il regista li stava aspettando.
 
- Anne avevi ragione! Dan è cotto a puntino! - sussurrò Susan per non farsi sentire da Emma e Daniel che erano a qualche passo di distanza da loro.
 
- Già, ma anche Emma non scherza, hai visto come si guardavano? Ero convinta che provasse qualcosa per Tom! -
 
- Infatti lo pensavo anche io! Ho notato, però, che stanno passando un sacco di tempo insieme, chissà cosa vanno a fare tutti i pomeriggi! -
 
- L'hai notato anche tu allora! Sicuramente non andranno a fare "solo un giro per il set". Dan non ha ancora capito che dopo tre anni ho imparato a capire quando mi dice le bugie. Susan, ma tu pensi che dovremmo parlargli? -
 
- No. No, mi fido di loro. Chissà, forse ci stiamo facendo problemi inutili. Penso che sarebbe più giusto lasciargli il loro spazio e vedere da lontano come procedono le cose. Alla loro età odiavo quando i miei genitori si intromettevano nelle cose mi riguardavano.  -
 
- Già, hai ragione. E poi, se davvero si mettessero insieme, noi saremmo le prime a saperlo, no? - La conversazione dovette interrompersi così dato che entrambe furono richiamate dal produttore David Heyman perchè distrevano tutti con i loro bisbigli. Per il resto della giornata non ritornarono più sull'argomento.
 
 
 
 
 
ciao a tutti! questo è il quarto capitolo, spero che vi piaccia! so che è molto più corto degli altri, cercherò di scrivere di più nel prossimo, un bacione a tutti!:)

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Capitolo 5
*** 2003 - parte 5 ***


Emma era in ritardo e Dan probabilmente la stava aspettando al solito posto già da molto tempo. Tutti i pomeriggi, da almeno 10 giorni a questa parte, si incontravano in quel parchetto dietro gli studios che piaceva tanto ad entrambi facendolo diventare il loro “posto segreto”. Avevano deciso di comune accordo di non svelare a nessun altro l’esistenza di quel posto perché volevano che rimanesse "il loro posto", non avrebbero mai accettato che qualcun altro si sedesse sulle LORO altalene.
Quel giorno si erano dati appuntamento alle 3 p.m. per passare un po’ di tempo insieme dato che negli ultimi giorni erano stati sommersi dagli impegni per il film, e, se non fosse stato per Susan che l’aveva vista correre, sarebbe arrivata anche in tempo, invece aveva sprecato 20 minuti buoni per trovare una buona scusa che potesse convincerla a lasciarla andare. Alla fine c’era riuscita ma non le rimaneva che correre come una forsennata per arrivare almeno per le 3.15 p.m. , sperando che il suo amico non se la fosse presa a male non vedendola arrivare.
Dopo aver superato anche il reparto Effetti Speciali, vide finalmente la porta che divideva gli studios dal piccolo parco in disuso. Quando l’attraversò, cercò con gli occhi il suo amico, ma non lo vide. Addirittura per un attimo aveva creduto di essere sola finchè non notò qualcuno seduto sotto il salice piangente e dai capelli corvini, riconobbe la figura della persona che stava cercando.
- Ciao Dan! Scusami tanto, sono in un ritardo pazzesco, ma Susan mi aveva beccata mentre venivo qui e ho dovuto fare in modo che non capisse dove stessi andando. – disse con un gran fiatone per la corsa.
Alle sue parole Daniel si voltò leggermente verso di lei, il suo volto era stranamente triste.
- Non preoccuparti. –
Emma nel frattempo si era seduta accanto lui sotto il salice e si mise ad osservare con attenzione il viso del ragazzo mentre questo era intento a fissare il vuoto. Il suo volto non riusciva a nascondere la tristezza dei suoi occhi. Ora più che mai le era sembrato di capire il vero senso della frase “Gli occhi sono lo specchio dell’anima”.
- Ehi, Dan tutto bene? – cercò di essere il più dolce possibile.
- Si, certo. Perché? – le rispose senza guardarla, ma la ragazza non ci fece caso.
- Hai una faccia! –
- Oh, beh ci sono nato con questa faccia. –
- Sai cosa intendo. Sei arrabbiato perché sono arrivata in ritardo all’appuntamento? –
- No, certo che no! Non mi ero neanche accorto che fossi in ritardo. – Emma cercò con tutta se stessa di non prendersela per quel commento. – Beh, se non è per questo che sei arrabbiato, allora per che cosa? –
- Come fai a dire che sono arrabbiato? –
- Basta guardare i tuoi occhi per sapere che ti è successo qualcosa. Dai, dimmi cosa c’è che non va, con me puoi parlare di tutto! –
- Emma dico sul serio, non c’è nulla che non vada.- continuava a evitare il suo sguardo e questa volta anche lei se ne accorse.
- Ti conosco abbastanza da poter riconoscere quando mi dici le bugie. –
- Ti prego, parliamo d’altro. – la pregò il suo amico, era evidente che non voleva approfondire l'argomento
- Perché non vuoi dirmelo? –
- Perché non c’è nulla da dire! – la sua reazione non faceva altro che confermare i sospetti di Emma che non accennava a darsi per vinta! Era molto preoccupata per il suo amico e voleva assolutamente aiutarlo a stare meglio.
- Dan, non me la dai a bere! Sei sempre così allegro e pimpante! Sta mattina non eri così giù di corda, quindi qualcosa deve per forza essere successo! –
- Perché sei così insistente? Ti ho già detto che sto bene! – stava iniziando ad alzare il tono. Era scocciato dalle continue domande della ragazza che capì solo in quel momento di aver esagerato.
- Scusami , ero solo in pensiero per te e pensavo che parlarne insieme magari ti avrebbe aiutato a stare me… - non riuscì a finire la frase che subito il suo amico la interruppe rispondendole con un tono di voce ancora più alto.
- Emma, basta! Ti prego! Ti stai comportando da ragazzina impicciona! – queste parole e il modo in cui gliele aveva dette ferirono profondamente Emma che era rimasta esterrefatta dalla sua reazione. Non si aspettava un simile trattamento da lui. Sentiva le lacrime spingere per uscire, ma fece di tutto per ricacciarle indietro. Non era ancora arrivato il momento per piangere.
- Ragazzina impicciona?! Se è così che devo essere chiamata per essermi preoccupata per un mio caro amico, non c’è problema. Vuol dire che non sono apprezzata abbastanza! Tolgo subito il disturbo dato che la mia presenza ti infastidisce così tanto da non riuscire neanche a guardarmi negli occhi! Sarai anche più grande di me di un anno, ma dimostri la maturità di un bambino di 5 anni. Smettila di essere così orgoglioso e cresci un po’! – mentre parlava, si alzò in piedi e se ne andò sbattendo la porta.
Finalmente le lacrime furono libere di uscire indisturbate, aveva bisogno di sfogare tutta quella rabbia che aveva in corpo e in quel momento piangere le sembrava il modo migliore per farlo.
Non pensava veramente tutte quelle cose che aveva detto a Daniel, ma non era riuscita a trattenere la sua linguaccia. Credeva di conoscere davvero quel ragazzo ed era sicura che quello che aveva visto al parco poco prima non era lo stesso ragazzo che l’aveva portata lì 10 giorni prima e che l'aveva guardata in un modo così dolce durante il viaggio in Scozia.
Lei effettivamente aveva sbagliato a riempirlo di domande dato che era abbastanza evidente che non aveva voglia di affrontare quell'argomento con lei, ma il suo spirito da crocerossina aveva preso il sopravvento e di certo non si aspettava una reazione del genere, soprattutto da lui!
Fiotti di lacrime continuavano a scendere appannandole così tanto la vista da non riuscire a vedere dove stesse andando. All’improvviso senti di essersi scontrata con qualcuno, ma non capiva chi fosse, sperava solo che non si trattasse né di Susan né di Daniel, anche se le sembrava che la persona di fronte a lei fosse più alta di lui.
- Mi scusi tanto per la mia goffagine! È stata solo colpa mia! –
- Emma, allora sei tu! Non scusarti cara, non è successo niente! Ma...tesoro, perché piangi? – avrebbe riconosciuto quella voce dolce anche a 20 km di distanza. Era Anne.
- Anne!…no, niente…mi era andato qualcosa negli occhi! – disse cercando di sembrare convincente, ma senza successo. – Ma ora sto bene, non preoccuparti. – neanche lei sembrava credere alle sue stesse parole ed era sicura che lo stesso valesse anche per la donna.
- Okay. Beh, per caso sai dov’è Dan? Lo sto cercando ovunque, ma sembra essere scomparso. Tu hai idea di dove possa essere? –
Non poteva rivelarle dove fosse Dan perché così avrebbe scoperto anche dov’è che andavano tutti i pomeriggi di nascosto e sicuramente entrambi sarebbero stati nei guai, quindi le disse semplicemente: -No, non lo so proprio ad essere sincera. –
- Peccato, ero convinta che foste insieme! Spero solo non si sia cacciato nei guai dopo quello che è successo prima! –
Allora aveva ragione! Qualcosa era veramente successo! La consapevolezza di aver ragione, però, non la fece sentire meglio, anzi, al contrario la rese solo più preoccupata di prima per il suo amico.
- Anne, se non sono indiscreta, posso chiedere cos’è successo a Dan? –
- Oh, certo cara! Beh sarò breve. Subito dopo pranzo ha ricevuto una telefonata dal suo migliore amico Will e sembra che fosse molto arrabbiato con lui. Hanno litigato per quasi un’ora perché Dan la scorsa settimana non è riuscito ad andare alla sua festa di compleanno. –
- Ma come avrebbe potuto?! Eravamo in Scozia per le riprese la scorsa settimana! –
- Appunto! –
- Dan ha provato a spiegarglielo? –
- Certamente! Anche più di una volta, ma Will non voleva sentir ragione. Addirittura è arrivato a dire che Dan si stava lamentando del suo “essere famoso”! Sai bene quanto me che Daniel è il ragazzo più umile e con i piedi per terra di tutto il cast, non si aspettava proprio di sentire quelle parole da qualcuno a cui tiene tantissimo. - mentre Anne parlava, Emma non poté fare a meno di notare alcune somiglianze con quanto era appena accaduto al parco.
- Will è il suo migliore amico dai giorni dell'asilo, ma sembra che i vari impegni di Dan e la gelosia di Will stiamo mettendo a rischio la solidità della loro amicizia. Dan, che è troppo buono, ovviamente si è dato la colpa di tutto, ma detto tra noi, credo che avrebbe dovuto dirgliene quattro al suo amico, se così si può veramente chiamare. Tu pensa che ora non vuole neanche più festeggiare il suo compleanno! –
- Cosa? No! Sta sbagliando! – disse Emma contrariata. Ora capiva il perché del suo comportamento e si sentiva ancora più in colpa per non averlo compreso e per avergli detto quelle cose prima.
- Lo penso anche io, ma credo sia un modo per autopunirsi, in un certo senso, per quello che è successo. Non penso che così però possa cambiare qualcosa. –
- Hai completamente ragione, bisognerebbe trovare un modo per farli incontrare in modo tale che possano parlare loro due da soli e chiarire tutte le incomprensioni. –
- Già, beh tu non dire a nessuno questa cosa, Dan mi aveva pregato di non parlarne con nessuno. Va bene? –
- Certo! Sarò muta come un pesce! Se lo vedrò gli dirò che lo stai cercando. –
- Sarebbe l’ideale, grazie mille cara. Ora torno a cercarlo. –
E così le due si salutarono e presero due strade diverse. Emma sapeva bene cosa fare e non perse tempo. Inviò subito un messaggio a Dan dicendogli che Anne lo stava cercando e che doveva subito tornare agli studios. Poi si nascose dietro una parete per vedere dove fosse diretta la donna e, proprio come pensava, stava andando nella direzione da dove aveva visto Emma arrivare. Sapeva di non averla convinta per niente quando le aveva detto di non sapere dove fosse il ragazzo. 
Dopo qualche secondo sentì il telefono vibrare, Dan le aveva risposto.
- Cavoli! Tienila impegnata così io posso rientrare. –
E ora cosa doveva fare? Era proprio un bel pasticcio! Aveva assolutamente bisogno di una buona scusa per tenere impegnata Anne abbastanza a lungo da permettere a Dan di entrare e andare a nascondersi da qualche parte sul set.
Pensava e ripensava ma non riusciva proprio a trovare nulla che potesse funzionare! All’improvviso, però, le ritornò in mente la sua conversazione di poco prima con lei e subito ebbe un’idea che era sicura avrebbe funzionato alla perfezione. Immediatamente tornò sui suoi passi e, correndo, la raggiunse in poco tempo.
- Anne, aspetta! Devo parlarti! Ho in mente qualcosa che potrebbe aiutare Dan a sistemare le cose con Will! –





Ed ecco a voi il capitolo numero 5! Spero che fino ad ora la storia vi sia piaciuta! In questo capitolo vediamo un nuovo lato sia di Dan che di Emma, cosa ne pensate? Fatemi sapere le vostre opinioni sulla storia e se avete critiche sono ben accette! Spero di avervi incuriosito abbastanza, ci vediamo al prossimo capitolo!!! Un bacione a tutti!:) 

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Capitolo 6
*** 2003 - parte 6 ***


Era da più di 10 minuti che fissava la pagina bianca del suo diario senza sapere esattamente cosa scrivere, non riusciva a trovare le parole adatte per descrivere il suo stato d’animo attuale.
Non era la prima volta che litigava con un amico, anzi, per lei avere dei confronti era essenziale in un’amicizia, altrimenti come si può essere certi di sapere veramente chi ci sta di fronte?
Quel giorno però, come un fulmine a ciel sereno, si era ritrovata coinvolta in una lite che non aveva nulla a che fare con lei e, cosa ancora peggiore, per questo motivo aveva litigato con l’ultima con cui si sarebbe aspettato di farlo. Certo, anche in quel caso non era la prima volta che aveva un confronto con Daniel, ma mai il suo amico si era rivolto a lei con lo stesso tono scocciato di quel pomeriggio, come se la sua stessa presenza l’avesse infastidito! Com’era possibile che il ragazzo, lo stesso che due settimane prima l’aveva trattata come una principessa e l’aveva fatta entrare nel suo piccolo angolo di paradiso, ora l’avesse resa così fragile e indifesa?

- Tesoro, continuando a fissare il foglio difficilmente riuscirai a trovare le risposte che cerchi! – Susan era in piedi davanti a lei che la guardava con la testa leggermente inclinata, le braccia incrociate e la spalla destra poggiata contro la porta della stanza. Probabilmente era appena entrata.

- Forse hai ragione Su, credevo che scrivere mi avrebbe aiutata a riflettere un po’. – Emma disse quelle parole quasi vergognandosi della sua stessa ingenuità.

- Ha che fa con Daniel, vero? –

- Come fai a saperlo? –

- Beh, sai  - si sedette accanto a lei sul letto – non è stato molto difficile … innanzitutto, nonostante tu non voglia ammetterlo , hai pianto e a mio parere anche tanto, altrimenti i tuoi occhi non sarebbero così gonfi e rossi. Inoltre, cosa che ultimamente non capita spesso, hai praticamente passato l’intero pomeriggio da sola nel tuo camerino. Di solito passi molto tempo con Daniel dopo le riprese, così ho collegato tutto! – sentendo quelle parole, ad Emma sembrò di rivivere le stesse brutte sensazioni di qualche ora prima e di conseguenza nuove lacrime attraversarono le sue guance ancora una volta per quel giorno.

- Non so cosa sia successo esattamente, cioè in realtà si dato che Anne me l’ha detto, ma non capisco perché sia così arrabbiato con me! – ora Emma era in piena crisi di pianto, i singhiozzi le agitavano tutto il corpo e solo con gli abbracci e le carezze di Susan riuscì a calmarsi. Rimasero strette in quell’abbraccio per qualche minuto in silenzio, era chiaro che in quel momento la ragazza avesse solo bisogno di sfogarsi un po’ prima di parlare.

- Tesoro, ascoltami. Ora bevi un bel bicchiere d’acqua frizzante, proprio come piace a te, e poi con calma mi spieghi tutto perché, detto sinceramente tra noi, non ho capito molto. – a quel punto Emma non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere tra un singhiozzo e l’altro mentre le lacrime ancora scendevano indisturbate. Susan, contenta di averla fatta sorridere, gliele asciugò con un fazzoletto.

- Allora, te la senti di parlarne? –

- Si, grazie, ora va molto meglio. Cercherò di essere breve. Effettivamente anche oggi pomeriggio io e Dan ci siamo incontrati, solo che non appena l’ho visto ho capito immediatamente che c’era qualcosa che non andasse e gliel’ho chiesto … diciamo pure che sono stata abbastanza pressante, lo ammetto, ma ero sinceramente preoccupata per lui. Daniel, invece, penso che non l’abbia capito e di conseguenza mi ha trattato malissimo, chiamandomi addirittura “ragazzina impicciona” e questo solo perché gli ho fatto qualche domanda! Susan non ridere, è una cosa seria! –

- Devi scusarmi, ma siete tremendamente adorabili, ora va avanti sono curiosa di sapere il resto – disse ancora sghignazzando sotto i baffi.

- Beh … Dopo di che me ne sono andata tutta arrabbiata e, come se non bastasse, indovina contro chi sono andata a sbattere? –

- Uhm, proviamo ad indovinare … Anne?-

- Ehm, si. Ma come fai a saperlo? Vabbé, non importa! Tornando al discorso di prima, abbiamo iniziato a parlare un po’ e mi ha raccontato che stava cercando Dan per vedere come stava dopo aver litigato con il suo migliore amico Will. –

- Ah, quindi è per questo che era arrabbiato! –

- Esatto! Ma il peggio deve ancora arrivare: Anne mi ha spiegato che hanno litigato perché qualche giorno fa Daniel non era riuscito ad andare alla sua festa di compleanno, ma come avrebbe potuto dato che eravamo in Scozia a girare?! Quindi ora si sente in colpa e per paura di perdere il suo amico ha deciso di non festeggiare neanche il suo di compleanno. –

- Così non cambierà nulla, anzi, darà solo soddisfazione al suo amico. –

- È la stessa cosa che ho detto anche io, ma lui sembra non capirlo e così beh, ho paura di essermi cacciata proprio in un bel guaio … -

- Cioè, cosa intendi Emma? –

- Ecco … mi sono proposta di organizzargli una festa a sorpresa perché mi dispiaceva per lui, sai, festeggiare il suo compleanno è così importante e non credo che rinunciarci lo possa aiutare a sentirsi meglio, d’altra parte non ha fatto nulla di sbagliato! –

- Ma ti rendi conto, vero, che il compleanno di Daniel è il 23, quindi tra meno di 10 giorni?! Come farai ad organizzare tutto da sola e soprattutto in tempo? –

- Non lo so proprio, inizio a pensare di aver avuto una pessima idea – era vero, forse aveva sbagliato, ma in quel momento era stata l’unica cosa che avrebbe potuto tenere Anne alla larga dalla porta da cui Dan sarebbe dovuto passare, l’unico problema, però, era che ora si aspettava veramente che lei organizzasse la festa, ormai le aveva promesso che ci avrebbe pensato lei ed Emma non era il tipo di persona che a cuor leggero si rimangia la parola data.    

- Io invece la penso diversamente. Prova a guardare tutta questa situazione da un’altra prospettiva, questa potrebbe essere l’occasione perfetta per dimostrare a Daniel quanto tieni a lui e alla vostra amicizia, o sbaglio? –

- No, certo è così! Non ci avevo proprio pensato. Comunque ho deciso: domani, subito dopo le riprese parlerò con Dan e sistemerò tutto. Ripensandoci, ce la siamo presa per una cosa da niente e sarebbe inutile continuare su questa strada! –

- Ben detto Emma! Prima porrete fine a questo sterile battibecco e meglio sarà per entrambi. Comunque se vuoi domani possiamo svegliarci un’oretta prima, così scriviamo una bella e-mail per informare tutti i vostri amici della festa. Almeno saprai il numero esatto dei partecipanti! –

- Sarebbe perfetto, grazie mille Su! Sarei persa senza di te! –

- Oh, ma figurati! È il mio lavoro aiutarti! – le disse facendole un occhiolino.

- Ah, prima che mi dimentichi! Come vanno le cose con il bel biondo tenebroso? –

- Scusa, con chi? – Emma non aveva davvero capito a chi si stesse riferendo in quel momento la sua assistente.

- Ma come chi? Sto parlando di Tom Felton, ricordi? Un ragazzo di 17 anni, alto, biondo, bellissimo e con uno sguardo mozza il fiato … - disse facendo il verso ad Emma.

- Ahahahahahah, ehi, non ho mai detto che ha “uno sguardo mozza il fiato” – arrossì imbarazzata delle sue stesse parole.

- Oh, si certo! Comunque, come vanno le cose con lui? Sai, sono due anni che Tom è “ l’argomento del giorno”, ormai non sono più abituata a non sentirne parlare! –

- Ma smettila! – Emma prese un cuscino dal letto e con quello la colpì sul braccio. A quel punto anche Susan si armò di un cuscino dando così inizio ad una lotta all’ultima cuscinata contornata dalle loro risate in sottofondo. Una volta terminata, entrambe, sfinite, si stesero sul letto una accanto all’altra e ripresero il discorso da dove l’avevano interrotto. In particolare, fu Emma la prima a parlare.

- Sai, per me è strano dirti queste cose, soprattutto se ripenso agli ultimi due anni passati a fargli il filo, ma credo di aver finalmente accettato il fatto che per lui non potrò mai essere nulla di più di una semplice amica e, cosa ancora più strana, mi sta’ anche bene! Non voglio essere precipitosa però, ho bisogno di vedere cosa succederà quando tutti quanti saranno tornati. –

- Cavolo, Dan ha proprio colpito nel segno! – Susan neanche si accorse di aver detto quelle parole ad alta voce e tanto meno si rese conto di averle dette di fronte ad Emma, o forse si.

- SUSAN! – Emma stava cercando con tutta se stessa di apparire scocciata da quel commento, ma invano, il sorriso sulle sue labbra la stava tradendo.

- Non ho detto niente! Ora che ci penso, signorina, a quest’ora tu dovresti già dormire, altrimenti domani non riuscirai a svegliarti in tempo per fare tutto! – detto questo le diede un bacino sulla fronte, le rimboccò le coperte e spense la luce.

 


 
La mattina seguente, Emma si era svegliata molto propositiva e speranzosa, ma ben presto tutta la sua positività lasciò spazio ad altre preoccupazioni.
Era già la quinta volta che giravano la stessa scena per colpa sua, non le era mai successa una cosa del genere in quei tre anni sul set di Harry Potter! Apparentemente sembrava non riuscire a dire un battuta semplicissima, nonostante per tre volte si fosse avvicinata a Susan per rivedere il copione.
Era molto professionale nel suo lavoro, tanto che fin dal primo giorno sul set le era stato assegnato il soprannome One-Take-Watson perché le bastava solo un ciak per far venire bene una scena e, addirittura, quando Rupert o Daniel si dimenticavano le loro battute, lei era sempre pronta a suggerirgliele, di conseguenza era chiaro il fatto che il problema non fosse la memoria della ragazza, o almeno lo era per il regista,  Alfonso, che conosceva quei due ragazzi meglio delle sue stesse tasche, e aveva capito che ciò che frenava entrambi quel giorno aveva veramente poco a che fare con il film in generale.

- Emma, Dan, venite con me, per favore. –

Tutto sembrava essersi bloccato. C’era un silenzio tombale e tutti i presenti, tra assistenti alla produzione e truccatrici, si guardavano tra loro allibiti, infatti, se un regista chiamava con sé due attori facendoli persino allontanare dal luogo delle riprese, non era un buon segno.

- Susan, ma cos’è preso ad entrambi oggi? Dan che non riesce neanche a guardare Emma negli occhi, Emma che invece alla vista di Dan va in palla e non riesce a dire le battute! Non erano così impacciati neanche ai provini!!! Un atteggiamento del genere non me lo sarei mai aspettato da loro! –

- Ah, ma allora Dan non ti ha detto nulla? –

- Susan, Anne, che cos’è successo ai ragazzi? – una delle assistenti alla produzione, sentendole parlare, si era avvicinata a loro.

- Non lo so proprio Alice, ho fatto la stessa domanda a Susan e sembra che lei sappia qualcosa. –

- Beh, allora cosa aspetti a raccontarcelo? – man mano si stavano avvicinando tutti, cameramen, truccatrici, costumiste e addetti alle luci.

- No, non se ne parla! Sono questioni personali dei ragazzi, non abbiamo il diritto di parlarne in loro assenza! –

- Avanti Susan, lo sappiamo tutti che muori dalla voglia di dircelo! – questa volta fu un cameraman a parlare.
- E va bene! Vi dirò tutto, a patto che mi promettiate di non mettere in giro gossip vari, e sto parlando proprio di voi, truccatrici! –

 


- Entrate pure ragazzi! Accomodatevi. – Alfonso li aveva portati in uno stanzino senza alcune finestre ed illuminato solo da un piccolo faretto attaccato al soffitto.

- Non spaventatevi,vi ho portato qui così saremo lontani da orecchie indiscrete! -

- Al, sinceramente credevo che avessi capito le dinamiche di questo posto! Qui tutti sanno tutto di tutti! Pensi davvero che fuori di qui non ci sia, che ne so, un addetto alle luci che, con un bicchiere di vetro appoggiato contro il muro, tenta di ascoltare la nostra conversazione?! – disse il ragazzo per smorzare la tensione di quel momento e facendo ridere di gusto sia Alfonso che Emma.

- Già, hai proprio ragione Dan. Ora però torniamo un attimo seri. Allora, che succede? –

- Niente Al! – dissero i due ragazzi all’unisono.

- Ragazzi non sono così stupido come credete! È dall’attimo in cui avete messo piede sul set sta mattina che ho capito che qualcosa non andava! –

Nessuno dei due osava aprire bocca, pur fidandosi ciecamente di lui, non se la sentivano di mettere in mezzo anche Alfonso in quella storia.

- Dato che nessuno dei due ha voglia di parlare, vorrà dire che parlerò io. Avete mai sentito parlare di un certo “feeling” tra attori? – entrambi annuirono.

- Mi fa piacere. Qualcuno vi ha mai detto che, tra voi due in particolare, c’è feeling? – gli sguardi straniti dei due ragazzi gli bastarono come risposta.

- Ragazzi, non sto scherzando, tra voi ce n’è tantissimo! Molti attori, e parlo anche di attori e attrici affermati, raramente sono in grado di avere con un altro attore o attrice una connessione simile alla vostra! Ovviamente sono sicuro che in parte sarà dovuta alla vostra splendida amicizia, guardandovi insieme mi viene solo da dire che alla vostra età avrei fatto carte false per avere un legame simile con qualcuno! Il problema però è che tutto ciò che riguarda i rapporti tra voi, con i vostri genitori, con i vostri amici fuori dal set e con i vostri colleghi dovete lasciarlo da parte, a meno che questo, invece, possa aiutarvi nella recitazione! Purtroppo scoprirete con il passare degli anni e, in particolare, se continuerete a fare film, che scindere la vostra sfera personale da quella lavorativa diventerà sempre più difficile, ma allo stesso tempo sempre più necessario perché le energie negative non fanno altro che allontanarci dai nostri obbiettivi. Mi dispiace dovervi fare questo discorso a soli quattordici anni, ma ci tengo che voi sappiate le cose come stanno. Voi ora state lavorando anche se tutti quelli della produzione vi diranno di no perché siete minorenni e tutto il resto, sono baggianate, credetemi! E una delle regole più importanti nel mondo del lavoro è appunto mantenere sempre alta la concentrazione. Anziché bloccarvi, usate tutte le emozioni che state provando in questo momento a vostro vantaggio e vedrete che non ve ne pentirete. Anche controllare le vostre emozioni significa è importante per essere un buon attore, altrimenti chiunque potrebbe dire un paio di frasi di fronte ad una telecamera accesa e spacciarsi come tale, no? Non vi sto dicendo che non dobbiate chiarire, tutt’altro! Siate maturi abbastanza da sapere quando mettere da pare i problemi personali e quando no. So che potete farlo, l’avete sempre fatto in realtà! Tutto chiaro? –

- Si, tutto chiaro – fu Dan a rispondere per entrambi.

- Bene! Ora siete liberi di andare, per oggi basta riprese. Oh, ricordatevi di andare subito al reparto trucchi per andare a togliervi di dosso tutto quel sangue finto, siete inguardabili! Devo ricordarmi di dire  ad Amanda di usarne di meno domani! A domani ragazzi, e mi raccomando, chiarite! – quest’ultima parola fu scandita in modo particolare e fu anche accompagnata da uno sguardo che faceva intendere tutto e niente. Era come se volesse far intendere loro di essere a conoscenza di qualcosa, ma poi ripensandoci, cercava di nasconderlo in modo abbastanza goffo.

- Va bene, Al, a domani! – insieme i due, in un mutuo silenzio, cominciarono a dirigersi verso il reparto trucchi, proprio come il regista aveva detto loro.

 


 

Allora ragazzi, tutto bene di là con Alfonso? – chiese Anne sinceramente preoccupata.

 - Si certo! Non preoccuparti Anne. È andato tutto bene, è stata solo una giornata pesante. –

 - Concordo, sono sicura che domani andrà meglio! – disse convinta Emma mentre appoggiava il suo telefono sul bancone dove le truccatrici appoggiavano i loro strumenti. Susan le aveva consigliato di tenerlo sempre vicino per quel giorno, nel caso in cui qualcuno avesse bisogno di contattarla per la festa.

 - Già, lo penso anche io. – le rispose Dan con un sorriso timido. Ecco, quello era il momento ideale per parlare con lui, pensava Emma e da un cenno che le fece Susan, capì che anche lei pensava la stessa cosa.

 - Beh, Anne direi che ora dobbiamo proprio andare! –

 - Cosa? – la povera Anne era evidentemente spaesata, non riusciva proprio a capire cosa stesse succedendo in quel momento!

 - Ma come? Non ricordi? Dovevamo andare a fare QUELLA COSA … hai capito? – Susan stava cercando di farle qualche segno sperando che riuscisse a coglierne il senso.

 - Ma ch … ahhhhhh!! – forse c’era riuscita – QUELLA COSA, certo! Come ho potuto scordarmene! Beh, allora sarà meglio andare, ci vediamo dopo ragazzi, vi lasciamo in custodia ad Amanda e Karen, intesi? –

 - Va bene, a dopo! – Emma, da seduta che era, si voltò per cercare lo sguardo di Susan e le mimò un “grazie” con la bocca.

 - Bene, ehm, Dan avresti qualche minuto per parlare? – gli chiese sottovoce Emma.

 - Si, certo. Cosa devi dirmi? –

 - Ecco, volevo parlarti di … - purtroppo in quel momento un ragazzo della produzione fece il suo ingresso nella stanza.

 - Emma, potresti venire con me, per favore? C’è una telefonata importante per te. – a malincuore la ragazza si alzò dalla sedia e lo seguì, lasciando Dan da solo con le truccatrici e tutti sapevano quanto fosse pericoloso rimanere da soli con loro. Erano le pettegole per eccellenza, non c’era gossip che non sapessero e, lavorando su un set cinematografico, di gossip ce n’erano abbastanza da soddisfare la loro curiosità.

 - Allora, Daniel, andiamo al sodo … ti sei fatto la fidanzatina? – gli chiese una donna di colore, un po’ robusta di nome Amanda mentre gli puliva il viso dal sangue finto.

 - Cosa? Ehm … non ancora … - 

 - Oh, tesoro, alla tua età non avrei perso tempo con uno come te, non so se mi spiego! –

 - Amanda ricordati che è un minorenne! – le disse ridendo una delle costumiste di nome Lucy che si trovava dall’altra parte della stanza.

 - Ho detto solo la verità! Questo ragazzo da grande diventerà un gran bel pezzo di manzo, ve lo dico io! – Dan stava pian piano diventando sempre più rosso in volto per l’imbarazzo.

 - Scusala Dan, lei è così. –

 - Ahahahaha, figurati Karen e grazie per i complimenti Amanda! –

 - È un piacere bocconcino! –

All’improvviso si diffuse per la stanza il suono di un telefono che squillava.

- RAGAZZE, QUI STA SQUILLANDO UN TELEFONO, DI CHI È? – Amanda urlò così che tutti la riuscissero a sentire.

- Penso sia di Emma, Amanda. – le rispose Daniel

- Beh, allora rispondi tu, tanto siete amici, no? – il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi se dietro quella domanda, apparentemente innocua, non ci fosse dell’altro.

- Certo … Ma non posso impicciarmi degli affari di Emma mentre lei non c’è, giusto? –

- Almeno guarda chi è il mittente, magari è una cosa urgente altrimenti avrebbe smesso di squillare già da un po’! –disse Karen che nel frattempo stava rimuovendo la cicatrice a forma di saetta dalla sua fronte. Intanto il telefono continuava a squillare.

- Esatto! –

A quel punto, spinto dall’insistenza delle due donne, decise di prendere il telefono dal bancone. Quando lo aprì, però, il nome che vide sul display lo lasciò esterrefatto.
Era Tom.
Fu colto di sprovvista, non si aspettava affatto di vedere il nome del suo amico. All’improvviso un dubbio gli attraversò la mente:  e se tra loro ci fosse qualcosa? D’altra parte non era una sorpresa per nessuno, compreso Tom, che la ragazza avesse un debole per lui da almeno due anni e lo stesso Tom non negava che Emma fosse una delle ragazze più belle sul set. Sapeva che erano amici, ma non così intimi da sentirsi anche per telefono durante il giorno. Forse aveva sbagliato a pensare di avere qualche possibilità con lei. Si stava pentendo di tutto quello che aveva fatto per lei e si sentiva tradito e umiliato da due delle persone a cui teneva di più.
Le due donne accanto a lui si erano rese conto che qualcosa stava turbando il ragazzo e avevano capito anche che tutto dipendeva dal mittente della telefonata.

- Daniel, chi è allora? –

- Nessuno di importante, Karen. – detto questo ripose il telefono sul bancone sotto gli occhi incuriositi delle due truccatrici.

Finalmente dopo altri due squilli, il telefono smise di suonare. Nel frattempo, Emma tutta radiosa, fece ritorno nella stanza.

- Dan! Meno male sei ancora qui! Devi scusarmi, ma era la scuola che voleva avvisarmi dell’uscita delle pagelle. Beh, comunque volevo parlarti … -

- Scusa, ma ora non ho tempo. Karen, Amanda abbiamo finito? – Emma era rimasta a bocca aperta non riuscendo a capire cosa fosse preso al suo amico.

- S … si, certo. – rispose Karen anche per Amanda, la quale stava fissando il telefono di Emma come se fosse stata una bomba ad orologeria.

- Bene, grazie mille. A domani. - Senza dare alcuna spiegazione, il ragazzo si alzò e andò verso la porta da cui, proprio in quel momento, Susan e Anne stavano rientrando.

- Hei Dan! Tutto bene? – gli chiese Susan sorridendogli vedendolo avvicinarsi alla porta, ma senza ottenere nessuna risposta. Sembrava quasi che non l’avesse né vista né sentita.

- Ma che cosa sta succedendo? – chiese Emma sconcertata ad Amanda.

- Splendore, non lo so proprio! Oh, gli ormoni!! Giocano brutti scherzi alla vostra età, sai?  –

 


 
Salve a tutti! 
Scusatemi per il ritardo colossale, ma ho avuto una serie di problemi tra scuola e computer. Comunque il capitolo ora è qui in attesa di essere letto e, per farmi perdonare, ho scritto anche in più del solito. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe veramente piacere! Un bacione a tutti e buona lettura! :)

 

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Capitolo 7
*** 2003 - parte 7 ***


Avete presente quel morso pungente allo stomaco, dovuto al rimorso, che non vi permette di pensare ad altro se non ai vostri sbagli facendovi sentire tanto stupidi?
Ecco, Daniel si sentiva proprio così in quel momento. Nella sua testa l’immagine di cosa era successo poco prima nel reparto trucco e costumi continuava a riemergere tra i suoi pensieri, ripetendosi tutte le volte che la sua attenzione veniva attirata da qualcos’altro. Era come se la sua testa avesse deciso di punirlo in qualche modo.
Continuava a farsi domande e ad auto commiserarsi, inoltre un forte dubbio si fece spazio in quel marasma che era la sua testa in quel momento: valeva davvero la pena continuare ad essere arrabbiato con Emma?
La risposta in cuor suo la conosceva bene, ma era anche cosciente che sarebbe stato molto difficile per lui applicarla nella “vita reale”. Se Will l’avesse visto in quel momento, di sicuro gli avrebbe dato una bella strigliata e l’avrebbe costretto ad andare immediatamente da lei a parlare, anche a costo di trascinarlo con la forza. Come sua mamma amava dire, insieme diventavano una persona sola: mentre Daniel racchiudeva in sé la parte più introspettiva e razionale, Will era l’esatto opposto, era puro istinto e basava tutta la sua vita su quello che spesso viene chiamato “agire senza riflettere sulle conseguenze”. Solo quando erano insieme riuscivano a colmare l’uno le carenze dell’altro e a stimolarsi a vicenda ad andare al di là dei limiti del loro carattere, era stato sempre così.
Purtroppo, la razionalità e l’istinto non vanno sempre verso la stessa direzione e quando si mettono in mezzo anche la lontananza e i tanti impegni di Daniel, la sintonia tra loro si spezzava automaticamente. Nonostante questo e tutte le cose che si erano detti durante la loro ultima telefonata, il suo amico gli mancava terribilmente e non riusciva a non sentire la necessità di parlargli.
Si spaventò al rumore della porta che si apriva all’improvviso, ma subito la voce calma e cristallina di Anne lo tranquillizzò.

- Ti disturbo ometto? – gli chiese ancora sull’uscio del camerino sporgendo leggermente la testa e le spalle nella sua direzione.
- No, assolutamente. – così dicendo, le fece posto accanto a lui sul divanetto su cui era seduto.
- Sai, ho incontrato Alfonso mentre venivo qui, mi ha detto di dirti che ha deciso di anticipare a domani le riprese delle sequenze con Gary Oldman. Pensa che con lui accanto riuscirai a concentrarti di più. –
- Davvero? Credevo che le sequenze con Gary le avremmo fatte la prossima settimana! –
- Perché parli al plurale? –
- Beh, perché ci sarà anche Emma, no? –
- Oh, ecco, forse mi sono spiegata male. Intendevo dire che domani ci sarete solo tu e Gary . – fece una breve pausa notando lo stupore sul volto del ragazzo.
- Dan, davvero non avevi capito? –
- No! Anne ma cosa succederà ad Emma? –
- Cosa succederà?! Che razza di domanda è?? Non verrà di certo licenziata né cacciata, se è questo che ti preoccupa! – non riuscì a trattenere il sorriso a davanti all’ingenuità di Dan che, invece, arrossì per l’imbarazzo.
- Beh … non era chiaro! –
- D’accordo, comunque, a proposito di Emma … -
- So già cosa vuoi chiedermi e la risposta è non lo so. Dico sul serio, nemmeno io so esattamente cosa mi è preso là dentro. –
- Sicuro che non ci sia stato nulla che ti abbia dato fastidio quando sei rimasto solo con lei? –
- Beh, in realtà anche Emma se n’è andata perché un ragazzo della produzione l’aveva chiamata, non ricordo esattamente come mai. Comunque mentre lei era via, il suo telefono ha iniziato a squillare e ...e mi sono lasciato convincere da Karen e Amanda a vedere il mittente … quindi, si ecco … vedendo che era Tom, io … - fece un respiro profondo quasi per prendere coraggio – non credevo che una semplice telefonata avesse il potere di farmi ingelosire così tanto … -
- Oh, quindi è per questo che te ne sei andato? Eri geloso di Tom! – un sorriso trionfale si formò sulle labbra di Anne che fino ad allora era rimasta ad ascoltare attentamente ogni particolare del racconto.
- Quindi avevo ragione! TU PROVI ANCORA QUALCOSA PER LEI!! –
- Shhhh! Parla piano, sento dei passi … comunque, non voglio che questa cosa si sappia in giro! Non devi neanche dirlo a Susan, sai benissimo anche tu che non sa mantenere i segreti. Promesso? –
- Ok! Promesso! – la loro conversazione fu interrotta dal rumore di qualcuno che bussava alla porta.
- Dan! Sono Emma, ti prego aprimi! Lo so che sei qui! – subito Anne si alzò in piedi per andare ad aprire la porta, ma Daniel con una mano riuscì ad afferrale il braccio destro appena in tempo.
- No Anne. Ti prego, non farla entrare! – le sussurrò quasi scongiurandola.
- Cosa, perché? Non vuoi chiarire con lei? – ora anche lei aveva iniziato a sussurrare.
- Ovvio, ma non in questo momento! Per favore. –
- Certo che sei proprio strano tu! Almeno le dico che non sei qui così non le faccio perdere tempo per niente. Va’ a nasconderti nel bagno, veloce! –
- Grazie! Vado subito. – intanto Anne era già davanti alla porta, pronta ad aprire ad Emma che stava ancora aspettando una risposta.
- Hei Emma! Tutto bene? –
- Ciao Anne, tutto bene. Per caso Dan è qui? L’ho cercato dappertutto, ma non lo trovo! –
- L’hai mancato per un soffio, è uscito proprio poco fa.  Non so proprio dove stia andando. – neanche finì la frase che subito le fece segno con la testa in direzione del bagno. Emma capì all’istante il messaggio in codice.
- Ah! Beh, allora, se vedi Dan – disse alzando il tono di voce per farsi sentire anche da lui – potresti dirgli che sono passata a cercarlo e che avrei molta voglia di parlare un po’ con lui? –
- Con piacere! Glielo farò sapere senz’altro! –
- Grazie mille Anne – disse salutandola con la mano. Solo dopo aver sentito la porta chiudersi, Daniel uscì dal bagno e, poiché non si era perso neanche una parola, chiese senza esitazione:
- Gliel’hai detto tu, vero? –
- Non è possibile, invece, che lei sia molto più intelligente di quello che pensi? – rispose Anne a sua volta con una domanda.
- Tralasciando questo, grazie comunque per il tuo aiuto. – disse uscendo dal bagno e raggiungendo la sua assistente sul divanetto.
- Di niente. Ti avviso però, questa è la prima e l’ultima volta che faccio una cosa del genere. Sei grande abbastanza per risolvere i tuoi problemi da solo, senza il mio aiuto. Ora mi farebbe tanto piacere sapere il perché di tutta questa messa in scena. –
- Semplicemente sapevo che se l’avessi vista in questo momento, dato che sono ancora arrabbiato, avrei detto cose che non penso e che l’avrebbero ferita con il solo scopo di allontanarla, ma proprio perché le voglio un mondo di bene non volevo farla soffrire ancora una volta per colpa della mia linguaccia e della mia stupidità. –
- Puoi star certo che anche così sei passato da stupido, ma capisco perché l’hai fatto e sicuramente è stato meglio così. Cerca solo  di mettere a posto le cose prima che sia troppo tardi. – 
Dan già era cosciente di per sé di essere dalla parte del torto e le parole di Anne non fecero altro che dargliene un’ulteriore conferma. Non poteva continuare a tenere lontano tutti quelli che tenevano a lui, tanto meno Emma, solo perché le cose con Will andavano male. Anne in quei giorni era passata sopra a tutti i suoi sfoghi e li aveva addirittura compresi, in fondo lo conosceva dai tempi di “David Copperfield” ed era pian piano entrata a far parte della sua famiglia, ma Emma non aveva l’obbligo di sopportare ogni sua giornata storta e nonostante questo stava ancora cercando di trovare un punto di incontro con lui perché teneva alla loro amicizia abbastanza da mettere anche da parte la rabbia nei suoi confronti.
Doveva assolutamente farsi perdonare e sapeva anche come, così si armò di MP3, carta e penna e iniziò a darsi da fare.   
 

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Capitolo 8
*** 2003 - parte 8 ***



- Rup, allora, che ne pensi? – Emma, appena tornata nel suo camerino, non aveva perso nemmeno un attimo e aveva deciso di chiamare subito Rupert, il tassello mancante di quello che la stampa amava soprannominare “The Golden Trio”, per rifinire alcuni dettagli della festa a sorpresa per Daniel.
- Sinceramente penso che tu abbia organizzato una festa fantastica, Daniel ne sarà entusiasta. Ci scommetto! –
- Lo spero proprio, sai, prima ero passata a cercarlo nel suo camerino, ma non ha voluto vedermi, non capisco proprio cosa gli stia succedendo. –
- Cosa? Non avete ancora chiarito? Siete più lenti di due tartarughe messe insieme voi due! –
Emma rise al commento del suo amico dai folti capelli rossi. Adorava trascorrere del tempo con lui, anche solo per parlare tranquillamente di qualsiasi cosa, e molti dei ricordi più belli sul set erano legati a lui che con le sue battute e la sua allegria era capace di far tornare a splendere il sole anche nei momenti in cui tutto sembra grigio e spento. Inoltre, per la sua indole scherzosa, era diventato il compagno di giochi perfetto con il quale Emma aveva spesso organizzato numerosissimi scherzi, molti dei quali volevano quasi sempre come vittima il povero Daniel che, anche se non voleva ammetterlo, stava al gioco e alla fine si divertiva almeno tanto quanto loro.
- Ah! Prima che mi dimentichi, hai già preso il regalo per Dan? –
Accidenti! Tra tutte le cose a cui aveva dovuto pensare, aveva dimenticato proprio quella più importante! Stava andando nel panico: come poteva riuscire in tre giorni a farsi venire in mente una buona idea e comprare qualcosa, senza però lasciare Leavesden?
- Oddio! Rupert, no!! E ora come faccio??! Non ho modo di allontanarmi da qui! – l’ansia era palpabile nelle sue parole, così il ragazzo la subito rassicurò.
- Emma, tranquilla. Te l’ho chiesto perché sospettavo che avessi avuto tanto da fare in questi giorni tra le riprese e l’organizzazione, così mi sono dato da fare io per entrambi e ho preso quel basso di cui Dan ha parlato per mesi, per te va bene? –
- Ma certo che sì! Mi hai salvata, non sai quanto te ne sia riconoscente! –
- Ma figurati. Ho una voglia matta di tornare sul set e vedervi, mi mancate un sacco! Avrei preferito fare da spazzino lì che passare tutti questi mesi sui libri! Non ne posso più, ho il cervello fuso. –
- Dai, non dire così! Ricordati che se non avessi studiato così tanto non saresti riuscito a superare gli esami! Guarda il lato positivo: ora sei libero di fare … -
All’improvviso sentì un lieve rumore, simile ad un fruscio, che la distrasse e finì per perdere in filo del discorso.
Con il telefono ancora in mano, si avvicinò a quella che aveva individuato come la fonte del rumore, cioè la porta, sotto la quale era passata una busta bianca come quelle che di solito si vendono nelle cartolerie.
Si piegò in ginocchio per raccoglierla e, mentre la rigirava tra le mani, notò una scritta sul retro che diceva:
per Emma, aprimi”.
Quella calligrafia, in particolare, non le era per niente nuova e le bastò soltanto questo per capire di chi si trattasse. Fremeva dalla curiosità e dalla voglia di aprirla per vedere cosa ci fosse dentro di così importante, ma non ci sarebbe riuscita con una sola mano.
Nel frattempo, Rupert aveva continuato a parlare credendo di essere ancora ascoltato dall’altra parte della cornetta e quasi non si rese neanche conto che l’attenzione di Emma in quel momento era concentrata su tutt’altro.
- Scusa Rup, ma devo proprio andare ora. Ci teniamo aggiornati, d’accordo? –
- Certo! Tienimi anche informato su come vanno le cose con Dan, okay? A presto Emma! –
- Lo farò, promesso! Ciao Rup –
Sedendosi alla sua scrivania e continuando a rigirarsi la busta tra le mani per qualche minuto, ne scrutava con occhio attento la superficie come se ne volesse assorbire ogni singolo dettaglio.
Consapevole del fatto che aprirla significava andare in contro ad una svolta, si convinse finalmente ad estrarre il foglio ripiegato al suo interno.
Ciò che, però, c’era scritto sopra la lasciò abbastanza sorpresa e allo stesso tempo alquanto confusa.

Sai che non sono per niente bravo ad esprimermi a parole mie, anzi molte volte parlando finisco solo per combinare un sacco di guai e proprio per questo cercherò di chiederti scusa usando, però, le parole di qualcun altro che penso esprimano esattamente tutto quello che tante volte in questi giorni avrei voluto, o meglio dovuto, dirti io.
wheyou were here before
Couldn’t look you in the eye
You’re just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
And I wish I was special
You’re so fucking special
But I’m a creep,
I’m a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don’t belong here”

 
Sembrava un estratto del testo di una canzone che però non ricordava di aver mai sentito, probabilmente era una delle tante che Daniel le aveva consigliato di ascoltare. Tuttavia, aveva capito benissimo il senso di quella lettera e in un certo senso le era parso di leggere attraverso le parole tutto quello che aveva provato lei in quei giorni passati “lontana”, ma, allo stesso tempo, “vicina” a lui. Era come sollevata al pensiero che nemmeno lui era rimasto indifferente a quanto era successo tra loro. Alla fine, si era rivelata una bellissima richiesta di scuse. Ciò che la lusingava profondamente erano la dolcezza delle parole che le aveva dedicato e il bellissimo pensiero che aveva avuto nei suoi riguardi.
C’era solo un problema: aveva il sentore di aver tralasciato qualche dettaglio fondamentale che, ne era certa, era nascosto tra le righe e che probabilmente era ancora più importante della lettera stessa. Ma che cosa?

 

I minuti passavano ed Emma aveva passato il resto del pomeriggio seduta alla scrivania con lo stesso foglio stretto tra le dita e, di tanto in tanto, lo avvicinava un po’ di più ai suoi occhi per esaminarlo ulteriormente. L’unica cosa che era riuscita a scovare erano delle leggere sottolineature sotto lettere apparentemente a caso. Sicuramente non lo erano affatto e questo era un dato di fatto, Daniel non era il tipo da fare cose a caso. Aveva pensato che trascrivendole su un altro foglio sarebbe stato tutto più chiaro, ma invece nulla. Allora aveva provato a rimetterle a posto secondo un ordine preciso, ma, anche questa volta, non era riuscita a ricavare nulla di sensato.
Decise, comunque, di non demordere e così rincominciò a rileggere nuovamente il messaggio cercando di prestare attenzione ad ogni lettera. Sapeva di esserci quasi vicina e sperava di aver semplicemente tralasciato qualcosa e che quelle sottolineature non fossero davvero un caso.
Una volta arrivata alla sesta riga, come volevasi dimostrare, trovò il motivo per cui non era ancora riuscita a decifrare quel messaggio: non si era affatto resa conto che della parola “beautiful” era stata sottolineata l’ultima lettera, cioè la l che risaltava poco essendo una lettera piccola in larghezza.
A quel punto riuscì, finalmente, a ricollegare tutte le lettere in modo che formassero una frase di senso compiuto e ciò che lesse la rese ancora più felice di aver ricevuto quella busta.

see you tomorrow (you know where) at 4 o’clock

- Emma, tesoro, hai saputo di … ma, che cosa stai facendo? – Susan era entrata di soppiatto nella stanza proprio in quel momento ed Emma, che si era alzata in piedi per lo stupore di vederla lì, con un rapido movimento del braccio destro, fece in modo di nascondere il foglio con la busta dietro la sua schiena.
- Assolutamente niente Susan! - cercò di essere abbastanza convincente e disinvolta - Senti, per domani pomeriggio, sai se ho per caso degli impegni? –



Eccoci con l’ottavo capitolo! Spero che la storia vi stia piacendo per il momento e vorrei grazie a tutti quelli l’hanno letta fino a questo punto! Cercherò di postare almeno due capitoli entro, non quella che sta per iniziare, ma la settimana dopo ancora. Mi raccomando non abbiate paura di lasciare qualche commento, negativo o positivo che sia, perché mi farebbe molto piacere sentire la vostra opinione! Ci vediamo al prossimo capitolo, un bacione a tutti Xx

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Capitolo 9
*** 2003 - parte 9 ***


I corridoi dei Leavesden Studios erano sempre in fermento. Tutti i giorni correnti interminabili di persone che lavoravano lì passavano continuamente da un reparto all’altro senza sosta e, nonostante i ritmi lavorativi frenetici e schematici, era possibile leggere l’entusiasmo e la soddisfazione negl’occhi di tutti loro. Erano consapevoli di star contribuendo alla creazione di un qualcosa di “magico” ed estremamente prezioso e, per questo, sentivano il dovere di dare il massimo per mantenere alte le aspettative di tutti quei milioni di bambini sparsi per il mondo, in attesa di veder arrivare il prima possibile nei cinema il nuovo film della loro saga preferita.
Emma si era persa osservando quel turbinio di persone e le riempiva il cuore vedere quanto impegno mettessero nel loro lavoro quelle persone alle quali, pur non conoscendole, si sentiva legata; addirittura, quasi si sentiva in difetto con loro per aver passato tutta la mattinata a dormire nella roulotte.
- Che cosa stai ascoltando di così interessante da non riuscire a staccarti neanche per un momento dall’ Mp3? – le parole di Susan la distolsero dai suoi pensieri. Appena entrate negli studios, erano subito state sommerse da quella miriade di persone e, per tutto il tragitto dalle roulotte fino al set, Emma non aveva detto una parola. Era troppo occupata ad ascoltare, a ripetizione continua, la canzone citata dal suo amico nella lettera che aveva ricevuto il giorno prima.
- “Creep”, dei Radiohead. Li conosci? –
- Certo che sì! Credevo ti piacesse tutt’altro tipo di musica! –
- Già, lo pensavo anche io, invece non è niente male! Questa canzone è assolutamente magnifica! –
- Addirittura “magnifica”? Tesoro, non è che per caso c’è lo zampino di … una certa persona? Per caso avete chiarito? – le chiese speranzosa la donna.
- Può darsi. Non ti dirò altro. – cercò di essere il più neutrale possibile. Voleva molto bene a Susan, la considerava come una sorella maggiore, ma sapeva bene quanto le piacesse spettegolare su tutto quello che succedeva sul set e proprio non voleva che questa cosa si diffondesse a macchia d’olio prima ancora che ci fosse un effettivo chiarimento faccia a faccia con Daniel.
- Quindi è per lui che siamo venute anche oggi e non per parlare con tutti i tecnici e la truope riguardo la festa a sorpresa, vero? – Susan, per niente turbata dalla sua freddezza, era immediatamente arrivata alla conclusione più giusta.
- Può darsi di si, ma può darsi anche di no. Comunque, che ore sono? – Emma stava pian piano diventando sempre più rossa in viso e cercò di non farglielo notare.
- Manca un quarto d’ora alle quattro. Allora, dimmi cosa devo fare. –
- Devi semplicemente avvisare tutti e invitarli a partecipare alla sorpresa. Mi raccomando, ricordati di parlare con gli addetti alle luci, d’accordo? – le rispose sbrigativa.
- Sarà fatto! Dici che dovrei passare anche dalla mensa? –
- No, non preoccuparti, ci sono già andata io ieri. Sono tutti felicissime di aiutarci. Beh, ora devo proprio andare. Ci vediamo dopo Su! – detto questo le diede un bacino sulla guancia per salutarla.
- A dopo e imbocca al lupo, tesoro! – sussurrò all’orecchio lei.Emma le sorrise dolcemente un’ultima volta prima di voltarsi definitivamente e dirigersi verso il parchetto dietro gli studios. Un’incredibile senso di felicità la pervase: finalmente ci  sarebbe tornata, ma questa volta, non da sola.
 
 


Anche se erano passati pochi giorni, tutto apparentemente era cambiato: in sua assenza, i rami del salice piangente sembravano essersi allungati e i rami ancora più verdi, il fiume in piena e nuove e rigogliose piante rampicanti risalivano lungo le strutture di ferro delle vecchie giostre lì accanto.
Guardando da seduta la sua immagine riflessa nell’acqua, Emma vedeva anche se stessa diversa dall’ultima volta che era stata lì. Ora vedere le cose e le persone sotto una nuova luce e si sentiva finalmente legata ad un posto che valeva la pena chiamare casa. Aveva vissuto tutta la sua vita spostandosi  da una città all’altra: era nata a Parigi, a cinque anni si era trasferita ad Oxford con sua madre e Alex, che allora aveva solo tre anni, in seguito al divorzio dei suoi, mentre suo padre decise di prendere una strada completamente diversa ritornando nella sua città natale, Londra. Effettivamente loro una casa vera e propria non l’avevano mai avuta, la maggior parte della loro vita l’avevano passata viaggiando da una parte all’altra senza mai arrivare ad una meta precisa, di conseguenza non sentivano un legame né con Oxford né con Londra. Con il tempo aveva cominciato a pensare che, forse, quell’audizione a cui aveva partecipato quattro anni prima, con veramente poche aspettative, le aveva regalato qualcosa di più grande dei soldi o del successo. Le aveva dato la possibilità di dare un freno a tutti quegli spostamenti (per una volta, infatti, erano i suoi genitori a doversi muovere per vederla) e di crescere attorno a persone che tenevano a lei come se facesse veramente parte della loro famiglia. 
Si era appena resa conto di essere arrivata per prima all’appuntamento, cosa alquanto strana data la sua incredibile capacità di essere sempre in ritardo a qualsiasi appuntamento o evento. All’improvviso, però, nella sua testa si formò il dubbio che forse non era lei ad essere in orario, ma era Daniel a non essersi presentato. Ma … Sarebbe stato veramente capace di farle una cosa del genere? No, lui non avrebbe potuto mai prenderla  in giro fino a quel punto.
Continuò ad aspettare seduta in riva al fiume a gambe incrociate. I minuti passavano e di Daniel neanche l’ombra.
Per ammazzare il tempo e cancellare i brutti pensieri, decise allora di riaccendere il suo Mp3. La musica era l’unica cosa che, ne era certa, l’avrebbe rilassata nell’attesa del suo amico.
Finalmente, dopo quelli che erano sembrati secoli, sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla destra.
-Sei riuscita a capire il messaggio! –
-Il tuo tono sorpreso mi ferisce e non poco! – gli rispose a mo’ di scherzo voltandosi verso di lui con un sorriso a trentadue denti.
- Non avevo dubbi che ci saresti riuscita – disse lui mentre si sedeva accanto a lei – scusa il ritardo, ma mi sono successe una serie di cose strane mentre venivo qui. –
- Cose strane? –
- Si, abbastanza, ma non parliamo di questo. Come stai? –
- Ora molto meglio. Promettimi una cosa, Dan. –
- Tutto quello che vuoi. –
- Non litighiamo più, ti prego. Questa è stata la settimana più brutta della mia vita, te lo assicuro e non ho intenzione di replicare. Promettimelo! – era più una preghiera che una semplice richiesta.
- Te lo prometto con tutto il cuore. Scusami per tutto, mi sono comportato da vero idiota. Se non fossi venuta l’avrei capito perfettamente … - probabilmente il ragazzo aveva in mente di dire anche qualcos’altro, Emma, invece, non gliene diede il tempo. Con uno slancio, infatti, lo strinse a sé in un forte abbraccio che non aveva bisogno di altre inutili spiegazioni.
- Shhh, tranquillo. Ti avevo già perdonato giorni fa, le parole ora non servono. –  Daniel, ascoltando l’amica, si sciolse in quell’abbraccio e, assaporando il suo profumo, nascose il viso tra i suoi capelli.Nessuno dei due sembrava volersi staccare da quella stretta, ma non importava. Avevano così tanto tempo da recuperare!

 

 
-Quindi sei riuscito a risolvere con il tuo amico, come si chiama, già? –
- Will. Beh, ecco … non ancora. Non lo sento da giorni ormai. –
- Secondo me presto chiarirete. Magari proprio il giorno del tuo compleanno, cosa ne pensi? –
- Magari. Questo probabilmente sarà il compleanno più brutto della mia vita, ho litigato con il mio migliore amico e tutti gli altri sono a casa e non torneranno agli studios prima dell’inizio di agosto! –
- Beh, dai mi, grazie per la considerazione … – disse mettendo il broncio.
- Ahahahah scusami, hai ragione. Non dovrei assolutamente lamentarmi, ma a parte stare con te non vedo nessun lato positivo.
- Dai non essere così pessimista, è pur sempre il tuo compleanno, no?  – il ragazzo annuì, anche se leggermente sconfortato. I due continuarono a chiacchierare amabilmente mentre facevano ritorno verso i camerini, alla ricerca delle loro assistenti personali.
- Allora, hai già deciso cosa fare il 23? – ritornò sull’argomento la ragazza.
- Se non hai altri impegni potremmo guardare un film nel mio camerino. –
-Sembra invitante! Con il cibo come ci organizziamo? –
-Tranquilla, ho fatto scorta di m&ms e pepsi. –
- Proprio per tenerci sul leggero, vero? – disse Emma ridendo sotto i baffi.
- Già, ma sappiamo tutti e due come andrà a finire … – ribatté Daniel lasciando la frase in sospeso.
- Cosa vorresti dire? –
- Sai bene cosa voglio dire. Sei una mangiona Emma Watson, ecco cosa! –
- E questo che significa? Io? Mangiona? ASSOLUTAMENTE NO! –
- E chi si è mangiato, allora, tutte le mie scorte di caramelle per questo mese? -
- ANNE, SUSAN! MENO MALE CHE SIETE QUI! – per fortuna comparvero le due donne a salvarla in calcio d’angolo.
- Non preoccuparti, dopo ne riparliamo … - le disse il suo amico a bassa voce per farsi sentire solo da lei.
- Emma, finalmente ti ho trovato! – le corse in contro Susan tutta trafelata – ci sono dei problemi con … quella cosa … ehm, tu sai cosa … - la faccia di Susan non presagiva nulla di buono.
- Ha per caso a che fare con quella storia delle luci? – inaspettatamente, fu Daniel a parlare questa volta.
- Uhm, si … diciamo che si tratta di quello, Emma ti dispiace venire con me un secondo? –
- Certo … A dopo Dan! –
Velocemente, Susan la trascinò lontano dai due.
- Ecco, qui non dovrebbero sentirci. -
- Susan, ma che succede? – le chiese Emma davvero preoccupata.
- Dimmi, Daniel ti ha detto per caso qualcosa di strano? –
- Cioè?? Potresti essere più specifica? –
- Emma, rispondi semplicemente alla mia domanda . –
- Ehm, non direi. No. –
- Sicura? – Emma davvero non riusciva proprio a capire dove volesse andare a parare con tutte quelle domande.
- Beh, effettivamente appena ci siamo visti mi ha detto che gli era capitato qualcosa di “strano”. –
- Ecco … lo sapevo! – disse la donna coprendosi il volto con le mani.
- Susan, mi stai facendo preoccupare. Che succede? –
- Ho paura che Daniel sospetti qualcosa. –
- COSA????? – tutte le persone lì vicino si voltarono nella loro direzione attirate dalla voce della ragazza.
- Abbassa la voce! Non vorrai che ci senta! –
- Ma com’è possibile? Avevo organizzato … tutto alla perfezione … in modo che lui … non scoprisse nulla … è un disastro … – tra una parola e l’altra i respiri di Emma diventavano sempre più affannati.
- Aspetta, tesoro, calmati. Non agitarti! – le prese le mani – Adesso ti spiego tutto. Probabilmente è anche meno grave di quello che pensi. Dan aveva appena finito di girare e penso stesse andando verso il suo camerino, anche se non so che strada abbia fatto per arrivare fino al reparto luci, ma, comunque sia, sembra che abbia sentito Anne parlare con i tecnici della sorpresa e, ovviamente, l’ha riempita di domande.  –
- Oddio! E lei cos’ha detto? –
- Ha cercato di raccontargli una scusa e sembrava che fosse riuscita a convincerlo, ma a questo punto, dopo quello che mi hai detto, penso che non sia servito a nulla. –
- E ora che si fa? – chiese a Susan anche se la domanda era rivolta più a se stessa che a lei.
- Ah, io non lo so … devi dirmi tu cosa dobbiamo fare! Continuiamo a seguire il piano iniziale? –
- Si … dobbiamo, per forza! Ormai mancano meno di due giorni al suo compleanno. Non avrebbe senso cambiare tutto ora. Dai, sono sicura che andrà comunque tutto liscio come l’olio. – non era, però, molto convita dell’ultima frase che le era uscita di bocca e questo, a Susan, non passò inosservato.
- Davvero? – le chiese con tono sorpreso.
- Certo! – disse in fine per darsi coraggio – Ora andiamo, abbiamo ancora tanto da fare! – 
 
 


Ciao a tutti! Eccomi con il nono capitolo! Pensavo di non riuscire a fare in tempo ad aggiornare la storia questa settimana e invece ci sono riuscita (YEEEEEE!!). Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto. A questo punto manca davvero poco alla fine della storia e dopo chissà … potrei anche scrivere una continuazione, ma devo ancora pensarci su. Ora vado a nanna, un bacione a tutti! Xx 

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Capitolo 10
*** 2003 - parte 10 (1/2) ***


23 luglio, Leavesden Studios ore 9:25 a.m.
 
Quella mattina stava procedendo nel migliore dei modi per Emma nonostante avesse dovuto alzarsi prima del solito per andare ad aiutare a sistemare la sala della mensa per la sorpresa che aveva organizzato a Daniel.
C'era voluta quasi più di un’ora e mezza a trasformare quel posto in un'accogliente pista da ballo, ma il risultato finale era meglio di quanto aveva immaginato e, soprattutto, la ricompensava per tutta la fatica che aveva impiegato.
Insieme ad alcune cuoche aveva spostato tutti i tavoli verso uno dei lati lunghi della stanza per poi poterli unire in un’unica grande tavolata. Gran parte degli addetti alle luci si era resa disponibile per attaccare gli addobbi alle pareti e aggiungere delle luci di vari colori al soffitto; inoltre, per la sorpresa di Emma, un gruppo di fonici aveva portato all’interno anche una piccola console per la musica trasformando così la stanza in una vera e propria discoteca.
Nel frattempo, le cuoche rimanenti stavano lavorando senza sosta alla preparazione della torta e del buffet per la festa e, con il passare dei minuti, l’odore di torta al cioccolato e di muffin iniziò a diffondersi risvegliando quelli che avevano ancora gli occhi appannati dalla stanchezza.
Tutto sembrava procedere a meraviglia e senza intoppi di alcun genere, al contrario di quanto si aspettasse, finché ad un certo punto entrò tutta trafelata  nella stanza Susan, che fino a quel momento era rimasta di guardia davanti alla porta per assicurarsi che Daniel non passasse di lì.
- Emma! Anne mi ha appena inviato un messaggio...dice che stanno per arrivare...devi correre da lui, subito! -
- Okay, ragazzi posso andare o c'è ancora bisogno di me qui? - disse rivolta a tutti i presenti.
- Tranquilla Emma! Vai pure! -
- Ci pensiamo noi a finire qui! - le risposero due addetti alle luci di cui non conosceva il nome. 
- D'accordo...Grazie di cuore a tutti e, mi raccomando, se vedete Dan fate finta di nulla e non parlate per nessun motivo del suo compleanno! -
- Va bene - le risposero tutti in coro.
- Hai mai pensato ad una possibile carriera come organizzatrice di feste? - le disse Susan, ancora in attesa davanti alla porta.
- No, mai ma posso dirti con certezza, Su, che preferisco di gran lunga continuare a recitare. Prima che io organizzi un’altra festa a sorpresa dovrà passare un’infinità di tempo! E non scherzo! – disse ridendo alla sua assistente e, una volta raggiunta, lasciarono insieme la stanza per raggiungere il suo amico all'entrata degli Studios.
La mensa non era esattamente il posto più vicino all’entrata della struttura, anzi al contrario, si trovava esattamente al lato opposto e per arrivare da una parte all’altra dovevano essere percorsi addirittura dei chilometri e proprio per questo la produzione aveva dotato tutto il cast, tecnici e gli assistenti di biciclette. Emma, che invece amava rendersi la vita difficile, pensando di risparmiare del tempo prezioso, decise di percorrere quella grande distanza correndo.
- Non pensi che avremmo fatto prima con le bici, tesoro? – le disse Susan divertita che pedalava in sella alla sua bici verde acqua tenendo il passo della ragazza.
- Forse…ma l’importante…è arrivare… - le rispose affannata.
Dopo quasi venti minuti, finalmente, videro il grande portone d’acciaio degli Studios e, come aveva già previsto Susan, Daniel era proprio lì ad aspettarla accompagnato come al solito dalla sua fedele assistente personale, Anne, che, intenta a scrivere un messaggio a qualcuno (probabilmente aveva a che fare con la sorpresa, pensava), aveva la testa immersa nel suo telefonino.
Allora, con un ultimo scatto, li raggiunse in pochi secondi e, cogliendolo di sorpresa, corse in contro al suo amico per abbracciarlo. 
- Hey, che sorpresa! Buongiorno Em! - le disse rispondendo al suo abbraccio.
- Buongiorno anche a te, Dan! Buon compleanno, vecchietto! –
- Auguri Dan! – aggiunse Susan.
- Grazie ad entrambe, comunque…posso farti una domanda, Em? –
- Certo! –
- Ma...come mai sei già qui a quest'ora? - non si aspettava proprio quella domanda e persino Anne alzò gli occhi dal telefono per la sorpresa.
- Ehm...in che senso? - gli chiese a sua volta faccia a faccia, ma rimanendo sempre abbracciata a lui.
- Beh, di solito arrivi sempre verso le 10, ora non sono neanche le 9 e tre quarti e le riprese non inizieranno prima delle 10:30! -
- Non ti sfugge proprio niente, vero? - disse Susan.
- Esatto! E, a proposito, penso che mi abbiate anche preparato qualcosa…tipo una sorpresa…? –
- Addirittura? Illuminaci dai, che cosa ti avremmo preparato? –
- Qualcosa di fantastico, che non dimenticherò facilmente. Ne sono più che sicuro! – disse con tono sognante.
- Ah sì? E perché avremmo dovuto? Non sei stato proprio tu a dire "no Anne, non voglio assolutamente festeggiare il mio compleanno quest'anno" e robe varie, o sbaglio?! - rispose questa volta Anne, ancora indaffarata al telefono, facendo il verso al ragazzo. 
- Ma Anne! Non ci avrai creduto veramente ? -
- Assolutamente sì che ci ho creduto! Sai, sembravi abbastanza convincente! -
- COSA? Oh no...no, mi dispiace, ma non riuscirete a convincermi del contrario...neanche se fosse la verità! - ad Emma sembrò, invece, che le parole di Anne lo avessero confuso abbastanza.
- D'accordo – si intromise nuovamente Susan  - ora muoviamoci piccioncini, altrimenti farete tardi anche questa mattina! Non vogliamo far arrabbiare Al proprio oggi, vero Dan? –
- Vero! Susan – disse avvicinandosi a lei – Mi fido di te…dimmi, che cosa hanno in mente queste due per oggi? –
- Ometto, mi dispiace, ma penso che ti abbiano detto la verità… -
- Ah! Non ti fidi di noi, Dan? – disse Emma ridendo sotto i baffi affianco ad Anne alla vista della sua espressione sconsolata.
A quel punto, il gruppetto cominciò ad incamminarsi per raggiungere il set, proprio come in una normale giornata a Leavesden.
 
 

 
 
 
- Dai ragazzi, questa è l'ultima volta che la giriamo. Ve lo prometto! Su! TRE...DUE...UNO...e AZIONE! -
 
Hr: " Almeno qualcuno si sta divertendo! "
H: " Si...Hermione? "
Hr: " Si? "
H: " Prima...giù al lago, quando ero con Sirius, ho davvero visto qualcuno. Questo qualcuno ha mandato via i dissennatori... "
Hr: " ...con un Patronus. Ho sentito Piton dire a Silente che, secondo lui, solo un mago potentissimo lo poteva evocare. "
H: " È stato mio padre. È stato mio padre ad evocare il Patronus! "
Hr: " Harry, ma tuo padre è... "
H: "…morto, lo so. Ti dico solo quello che ho visto. "
 
- E STOOOOOP! Molto meglio, ragazzi! Bene, facciamo tutti un attimo di pausa! -
Emma, come prevedeva il copione, era ancora seduta per terra, a gambe incrociate, accanto a Daniel tra le radici dei grossi alberi di quella che doveva essere la Foresta Proibita. 
Avevano appena finito di girare una scena in cui Harry e Hermione parlano guardando da lontano il Platano Picchiatore e, approfittando della pausa, guardò l'orologio sul suo polso:
erano le 12:50 a.m.
Questo significava che per quel giorno le riprese erano giunte al termine, ma per il suo piano era solo l’inizio.
Scambiò, allora, un rapido sguardo di intesa con una delle truccatrici, Karen, che per tutto quel tempo era rimasta in attesa di un suo segnale. Questa, capendo subito, corse dal regista e dal produttore David Heyman parlando loro a bassa voce per non farsi sentire da Daniel: il piano era appena cominciato!
 



ciao a tutti! scusatemi per la lunga assenza ma questo è stato un periodo abbastanza pesante e ho dovuto dare la priorità alla scuola. comunque, questa è la prima parte del capitolo finale e tra pochi giorni pubblicherò anche la seconda. vedo che visualizzazioni continuano ad aumentare e questo non fa che rendermi felice, ma mi piacere un sacco anche sentire i vostri pareri, positivi o negativi che siano. mi scuso ancora per l'assenza e spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacione e alla prossima!!! Xx

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Capitolo 11
*** 2003 - parte 10 (2/2) ***



- Dan, senti - disse il regista camminando in direzione dei due ragazzi che, ancora seduti, avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno in attesa di direttive
- dovresti andare un secondo nel reparto trucco con Karen. È ovviamente tutta colpa nostra, ma solo ora ci siamo resi conto che la cicatrice ti è stata applicata nel punto sbagliato della fronte. - 
- E se non te la spostiamo ora ci sarà una sorta di incongruenza nel montaggio finale delle scene. - aggiunse a quel punto David.
- Tranquillo Dan, ci metterò solo qualche minuto! – affermò la truccatrice alla vista dell’espressione alquanto sconcertata del ragazzo al quale, dopotutto, non si poteva dare torto.
- Quindi questo significa che dovremo rigirare da capo tutte le scene? – le sue parole confermarono lo stupore del suo volto: dopotutto non era mai capitato prima di quel giorno che le truccatrici avessero preso una svista tanto grande. Di solito erano sempre le più meticolose quando si parlava di “lavoro di precisione”, inoltre la prospettiva di rigirare da capo tutte le scene già fatte non era per niente allettante.
- Beh, certo, non tutte. Ce ne siamo resi conto in tempo grazie a Karen. Se vai ora con lei riusciremo a limitare i danni. - con queste parole Alfonso sperò di aver finalmente convinto il ragazzo.
- Oh beh ... allora sarà meglio sbrigarsi! - quindi Dan, Karen ed Anne si incamminarono verso il reparto trucco. 
- Cosa dici Emma, Al ed io siamo stati abbastanza convincenti? - chiese sottovoce il produttore.
- Abbastanza, penso che per il momento se la sia bevuta, ma non è uno stupido e c’è il rischio che Amanda e le altre si lascino scappare qualcosa da bocca … però mi fido di loro … spero di non pentirmene … - rispose lei sorridendo pensierosa. 
Ovviamente tutta la storia della cicatrice era una semplice scusa per far allontanare Dan e dare ad Emma e a tutti gli altri il tempo di raggiungere la mensa dove poi si sarebbe dovuta svolgere la vera festa.
Solo quando Susan fu certa che il ragazzo fosse abbastanza lontano accompagnò Emma in uno stanzino non molto lontano da lì in cui altre costumiste e truccatrici la stavano aspettando per aiutarla a cambiarsi nel minor tempo possibile. 
-Bene, noi altri invece dobbiamo dirigerci verso la mensa, passeremo per il corridoio dell’ala est per fare prima. Raccomando a tutti di fare poco rumore perché il nostro festeggiato sia aggira ancora per i corridoi e non vogliamo che ci scopra subito, d’accordo? – e con queste parole Alfonso, in testa al gruppo, lasciò quella zona del set.
 
 
 
 
 
 
 
Non appena aprirono la porta tre truccatrici, delle signore un po' in là con gli anni ma molto affabili, spinsero dentro Susan ed Emma e subito si misero al lavoro per rimuovere tutto il trucco da quest'ultima; intanto le costumiste l'aiutarono a togliersi dalle "vesti di Hermione" e ad entrare nel vestito a strisce bianche e azzurre che aveva scelto di indossare per la festa.
Una volta infilate anche le scarpe, delle comode converse bianche alte, una delle truccatrici che le stava aggiustando la parte dietro del vestito le disse dolcemente:
- Sai Emma, scommetto che quando Tom vedrà quanto sei bella ti chiederà di uscire. -
Emma sorrise ma con voce flebile e tentando di non farsi sentire da tutte rispose: 
- In realtà vorrei che qualcun altro mi notasse oggi, anche se non so quanto possa essere possibile... -
- Di chi stai parlando tesoro? Pensavo che Tom fosse... -
- Oh, beh si – si fermò un attimo per cercare le parole giuste - ma io e lui siamo solo amici, niente di più ... ed effettivamente non lo conosco neanche così bene. Abbiamo parlato si e no quattro o cinque volte, quindi... -
- Con Dan, invece? Anche lui è un bel ragazzo e tutti abbiamo notato che amate passare molto tempo insieme. - questa volta si aggiunse alla conversazione una costumista di nome Sidney. 
- Dan è molto carino... - rispose abbassando lo sguardo e arrossendo notevolmente. A quel punto vide con la coda dell’occhio la sua assistente avvicinarsi a lei proprio mentre un'altra delle presenti stava per replicare e non poté non esserle più grata quando prese parola per cambiare di discorso.
- Direi che sei pronta! Grazie mille a tutte, ora però dobbiamo aspettare che Anne ... - neanche il tempo di finire la frase che proprio Anne spalancò la porta dello stanzino e tra un affanno e l'altro disse: 
- Abbiamo finito ... Voi ... a che punto ... siete? -
- Anche noi siamo pronte. - rispose Susan - Ci vediamo in mensa allora? -
- Certo ... Ora torno da lui ... È abbastanza confuso ... -
- Cioè? - Emma si stava pentendo amaramente di aver lasciato l’amico da solo, forse avrebbe dovuto fare in modo di andare con lui.
- Amanda ... Si è fatta prendere la mano ... Sta parlando a raffica ... Mentre lo bendavamo ... Ha iniziato a parlare del suo ex ... E beh, voi sapete lei com'è ... -
- Povero Daniel, penso che ce l'avrà con me per un bel po' quando scoprirà che ho architettato tutto io … -
- Tranquilla Emma, gli passerà non appena vedrà come abbiamo trasformato la mensa per lui! – rispose questa volta Susan.
 
 
 
 
 
 
 
- ... E allora ho chiamato quell'idiota dicendogli che non si doveva più permettere di trattarmi in quel modo! Lasciarmi davanti al cinema per venti minuti ad aspettarlo .... E gli ho anche detto che ... -
- Karen, ti prego, uccidimi ... Ora! - disse esasperato il povero Daniel che, bendato, era seduto su uno degli sgabelli.
- Devi resistere, si tratta solo di cinque al massimo altri dieci minuti! – e poi aggiunse sottovoce per non farsi sentire dalle altre colleghe - Pensa che io ci devo lavorare insieme tutti i giorni! -
- E non ti viene mai mal di testa a fine giornata? Sono qui dentro da venti minuti e già sento la testa esplodere! A proposito, dato che tutta la storia della cicatrice era ovviamente una farsa, mi potresti dire il vero motivo per cui siamo qui? So che c’entra di sicuro il mio compleanno ma …che cosa dobbiamo aspettare prima di andarcene?? E poi perché mi avete bendato?? -
- Ehi! Quante domande! Mi dispiace, ma dalla mia bocca non uscirà niente! - disse solennemente la truccatrice.
- Tra l’altro, dov'è finita Anne? Non sento più la sua voce da un po'! -
- Infatti non è qui, è andata ... Beh,te l’ho già detto, non posso dirtelo e ... NON TOGLIERTI LA BENDA! - 
- E va bene, non mi tolgo la benda ma almeno mi puoi dire a che serve tutto questo? -
- A non farti vedere nulla, ovviamente! Pensavo che fosse abbastanza chiaro! – rispose la donna a mo’ di scherzo. 
- ... E a quel punto sono andata da lui, ma ha continuato ad ignorarmi! Mi ha lasciato ancora una volta davanti alla porta per quasi un'ora!!! È mai possibile che gli uomini siano dei grandissimi ... -
- SIMPATICONI! Amanda ormai hai raccontato a Daniel e a tutte noi, per l'ottocentesima volta, la tua lunga e travagliata vita amorosa e penso che non sia necessaria anche l’ottocentesima ed uno, non ti pare? –
- Amanda, posso darti un consiglio da amico? – si intromise a quel punto Daniel
- Certo zuccherino! – Amanda fece finta di non aver sentito il commento di Karen.
- Se questo tizio ti ha lasciata da sola ad aspettarlo per ben due volte allora non merita neanche né le tue lacrime né la rabbia che provi suoi confronti, così non fai altro che dargli importanza e sarebbe come dargli la possibilità di farti soffrire ancora una volta. Sinceramente, meriti di meglio! –
Daniel, essendo ancora bendato, neanche si rese conto dell’effetto incredibile che ebbero le sue parole sulle donne che erano con lui nel reparto trucco: alcune delle stagiste più giovani iniziarono a produrre degli “aww” infiniti e a lanciargli occhiate melense, Amanda con le lacrime agli occhi lo strinse in un abbraccio “trita ossa” che quasi gli spezzò le costole e, infine, tutte le altre che erano rimaste immobili a guardare e a sentire tutto iniziarono a fare dei gran complimenti al ragazzo lodandolo per la sua dolcezza sconfinata.
- Che succede qui? - chiese la sua assistente vedendolo al suo ritorno circondato da donne – Accidenti Dan, non posso lasciarti un attimo da solo che subito fai cadere ai tuoi piedi persino le donne mature! Non ti basta la ragazza con l’asciugamano?! -
- Anne! Meno male sei qui!! Ma dove sei stata? - poi aggiunse quando la sentì avvicinarsi a lui – Tu mi lasci da solo e io mi adeguo alle situazioni! –
- Mi sembra giusto. Comunque, ora dovrai venire con noi in un posto e dovrai, però, tenere la benda ancora per un po'! Ce la fai a camminare anche così? -
- Per curiosità, dove dobbiamo andare adesso? - 
- Dai tempo al tempo e lo scoprirai … È una sorpresa! –
 
 
 
 
 
 
 
-Come mai sento così scomodo il pantalone? Mi sembra di camminare come uno a cui hanno dato un calcio proprio lì! – dicendo così le donne attorno a lui scoppiarono in una fragorosa risata. Stavano camminando da un po’ di tempo e la strana andatura del ragazzo era già stata notata dalla sua assistente personale.
- Hai ragione ometto, forse avremmo dovuto misurartelo addosso prima di prendere proprio questo completo … -
Daniel si fermò all’improvviso.
- Aspetta … Anne, riconosci questa musica? - disse il ragazzo tutto eccitato.
- Sì Dan … ma non fermiamoci ora, abbiamo ancora un po’ di strada da fare. -
“Emma” fu tutto quello che il ragazzo riuscì a pensare. L’anno prima erano andati insieme all’acquapark di Newcastle. Poiché era uscito proprio in quei giorni il nuovo album, “A Rush of Blood To the Head”, dei Coldplay (una delle band preferite in assoluto di Daniel) lei, essendo a conoscenza dei gusti del suo amico e volendolo ringraziare per l’invito, glielo regalò e da quel momento in poi, non aveva potuto fare a meno di ricollegare ad ogni canzone di quell’album un ricordo che aveva della ragazza.
Quando finalmente la voce di Chris Martin cominciò ad essere chiara e più vicina sentì Anne parlargli nuovamente.
- Ecco, siamo arrivati! – Daniel riuscì ad udire il rumore di una porta abbastanza pensante che si apriva.
A quel punto sentì qualcuno prenderlo per mano e condurlo all’interno della stanza; probabilmente fu sempre la stessa persona a sciogliere il nodo che teneva legata la benda attorno alla sua testa: finalmente quella brutta sensazione claustrofobica, quell’oscurità persistente lo abbandonarono e il buio della benda lasciò spazio alla luce di alcuni led appesi lungo le pareti che con i loro colori rendevano la stanza calda e accogliente.
Una volta tolta completamente la benda capì di essere proprio al centro della stanza e di essere circondato da tantissime persone che avevano tutti gli occhi puntati su di lui: di fronte sé vide Emma che gli sorrideva radiosa tendendo stretta tra le mani una grande torta blu sormontata da quattordici candeline, accanto a lei individuò Rupert, Bonnie e i fratelli Phelps, facilmente riconoscibili per le loro chiome arancione carota, inoltre riconobbe fra le tante teste anche quelle dei suoi genitori, di Alfonso, di David e di tutti gli addetti che quella mattina avevano lavorato sul set con lui e, infine, spostando lo sguardo più a destra, vide anche tutti gli altri suoi compagni di avventura tra cui Tom, Matt e, quello che lo sorprese più di tutti, Will!
-BUON COMPLEANNO DAN! – si levò un grido fortissimo da tutti i presenti.
Daniel era estasiato, era la prima volta che veniva organizzata per lui una festa a sorpresa e a mala pena riusciva a contenere tutto l’entusiasmo che aveva in corpo per avere accanto a sé così tante persone che tenevano a lui. Era letteralmente senza parole e non riuscì a dire nient’altro se non un flebile ed imbarazzato “grazie a tutti” che fu poi seguito da un applauso da parte degli adulti quando video Emma, Rupert, Tom e tutti gli altri ragazzi avvicinarsi a lui con la torta.
Dopo aver spento le candeline e salutato tutti i suoi amici, ebbe finalmente inizio la festa vera e propria: i grandi presero subito posizione al tavolo e iniziarono a conversare tra loro, intanto i ragazzi più giovani accompagnarono Dan a scartare i regali. Il ragazzo aveva capito benissimo che dietro l’organizzazione di tutto si celava la sua amica e avrebbe tanto voluto avere la possibilità di parlare con lei da solo per ringraziarla, ma era sicuro che se qualcuno li avesse visti appartati a parlare avrebbe dovuto sopportare battutine e commenti vari anche quel giorno. Decise allora di aspettare il momento giusto e di non pensare ad altro se non a divertirsi.
-Hei! – sentì una voce alle sue spalle.
- Will! Come stai? Grazie di essere venuto! –
- Figurati, ma dovresti ringraziare la tua amica Emma. Se non fosse stato per lei non so se … beh, ecco a proposito … ti andrebbe di parlare un attimo in privato? –
 
 
 
 
 
 
 
-Pensi che stiano facendo pace? –
- Sì, credo proprio di sì! – rispose Emma alla domanda di Rupert.
- Lo penso anche io – aggiunse Tom – ho parlato un po’ con lui mentre venivamo qui ed era abbastanza evidente che sentisse la mancanza di Dan. –
- Comunque, Emma sei stata bravissima ad organizzare questa magnifica festa! Ma come hai fatto in così poco tempo? – questa volta fu la più piccolina del gruppo, Bonnie, a parlare.
- Grazie mille! Sinceramente non lo so neanche io, ho avuto fortuna. Spero che Daniel apprezzi lo sforzo … -
- Certo che lo apprezzerà! È la prima volta che qualcuno gli organizza una festa a sorpresa e fidati che, qualunque potessero essere le sue aspettative, le hai superate abbondantemente Emma! – era la prima volta che Tom le rivolgeva un complimento e, come si aspettava, fu solo lusingata per il bel commento e niente di più e così, sorridendogli, rispose semplicemente:
-Grazie per il complimento, Tom – e tornò a voltarsi verso il tavolo sperando di riuscire ad individuare Daniel. Questo non passò inosservato né agli occhi di Rupert, né a quelli di Bonnie che subito si guardarono l’uno con l’altro incuriositi; Tom, invece, non sembrava aver notato nulla e piuttosto era molto più interessato a prestare attenzione ad una delle stagiste del reparto costumi.
- Eccovi tornati finalmente! – disse il rosso non appena vide i due amici tornare da loro – vi stavamo aspettando! -
- Ma dove sono Matt, Alfie e tutti gli altri? – chiese Daniel.
- Sono andati alla ricerca di cibo, come al solito! – rispose Bonnie facendo ridere Emma e poi aggiunse candidamente – oh, questa è una delle mie canzoni preferite, balliamo Rup? –
- Certo nanerottola! Come tuo finto fratello maggiore ho il dovere di farti ballare per primo! –
- Non farmi pentire di avertelo chiesto! Dai andiamo in pista! – esclamò la ragazzina trascinando l’amico per il braccio.
- Ragazzi ne approfitto anche io, vado a chiedere di ballare a quella ragazza. – disse Tom.
- In bocca al lupo! – disse Emma lasciando Daniel a bocca aperta.
- Aspetta Tom, vengo con te. La sua amica non è niente male! – si aggregò a lui Will lasciando così Emma e Dan finalmente soli.
- Ti va di ballare con me Em? – non capì neanche da dove prese la forza per formulare quella domanda.
- Speravo me lo chiedessi … - e così il ragazzo, prendendola per mano, la condusse invece fuori dalla sala.
 
 
 




-Ecco, qui saremo lontani da orecchie indiscrete, non preoccuparti Emma, non è successo nulla di male! – erano appena fuori la porta della mensa/sala di ballo per l’occasione.
- D’accordo, ma credevo volessi farmi ballare! –
- È vero, ma prima ho bisogno di parlarti! –
- Oh, d’accordo … Dimmi tutto! –
- Innanzitutto, volevo ringraziarti per la bellissima festa che hai organizzato! Devi averci lavorato un bel po’ su, vero? –
- In effetti sì, da un po’ di tempo … – gli rispose arrossendo.
- Beh, grazie. Lo apprezzo molto! Ma non è solo di questo che ti vorrei parlare … È una cosa che avrei dovuto dirti già dal primo giorno che ci siamo visti … ecco … provo qualcosa per te Emma … da quasi tre anni orma e dopo tutto il tempo passato insieme in questo mese, sono ancora più certo che i miei sentimenti per te siano reali … -
- Dan io … -
- Aspetta, ti prego! Quello che provo per te è … ecco … è come se con te trovassi sempre un’armonia perfetta alla quale faccio davvero fatica a fare a meno. Quei giorni passati ad evitarti sono stati dolorosissimi anche per me. Avrei voluto abbracciarti o sorridere o semplicemente guardarti negli occhi, ma ero così arrabbiato … e geloso … che non sono riuscito a controllarmi, non volevo ferirti dicendoti altre parole che ti avrebbero causato altra tristezza per questo ti ho evitato … con il solo scopo di non farti stare peggio e … -
- Shhhh! Basta, so perfettamente cosa provi. –
- Cioè? –
- So cosa provi perché è quello che provo anche io per te! –
- Ma … E Tom? –
- Tom … è un semplice amico per cui provo, sì, affetto ma che non potrà mai essere neanche paragonabile a quello che provo per te, Dan! Oh, che stupida che sono stata! Avrei dovuto accorgermene prima e risparmiare ad entrambi sofferenze inutili! –
- No! Lo stupido sono stato io che ho tenuto tutto nascosto per tre anni. –
- Ma io non ti ho facilitato per niente il compito, tranquillo! –
Smisero di parlare per un attimo pur continuando a guardarsi negli occhi. Fu Emma , dopo qualche istante, la prima a riprendere il discorso da dove l’avevano interrotto.
- E ora Dan, che succede? Cosa siamo noi due ora, esattamente? –
- Non lo so, possiamo essere tutto quello che vogliamo però! Facciamoci soltanto una promessa: qualsiasi cosa succederà in futuro tra noi, rimarremo comunque amici, d’accordo? –
Sul viso di Emma si aprì un sorriso radioso e annuì felice alla proposta dell’amico. La distanza tra i loro nasi stava diminuendo sempre di più, avevano entrambi chiuso gli occhi e le loro mani erano ancora intrecciate, ma come per tutti i bei momenti, c’è qualcuno o qualcosa che arriva ad infrangere la magia e infatti, proprio in quel momento, David spalancò il portone della mensa interrompendo il contatto tra i due ragazzi.
-Oh! Eccovi finalmente! Vi abbiamo cercato dappertutto e non vi trovavamo da nessuna parte! Venite dentro, vorremmo fare una foto di gruppo e se il festeggiato manca che senso c’è? – i tre quindi rientrarono nel salone; né Emma né Daniel parlarono con nessuno di quello che era appena successo, ma proprio quando pensavano che nessun altro si fosse reso conto di nulla, le loro mani ancora intrecciate vennero intercettate dalle uniche due persone che fin dall’inizio erano state al loro fianco e che stavano aspettando quel momento da molto tempo.
 
 
 
 ciao a tutti! finalmente siamo arrivati alla fine, vorrei ringraziare a questo punto tutti coloro che hanno letto i capitoli e che nonostante la mia inesperienza nello scrivere mi abbiano dato una possibilità. grazie di cuore! spero che la storia vi sia piaciuta e chissà, un giorno potrei snche decidere di scrivere un sequel (ho lasciato il finale "aperto", si fa per dire, proprio per questo. un bacione a tutti e alla prossima! XX

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