Saber no Shojo

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il piano ***
Capitolo 2: *** La svolta ***
Capitolo 3: *** Atto I ***
Capitolo 4: *** Risvolti imprevisti ***
Capitolo 5: *** Night Live Show ***
Capitolo 6: *** "Cosa ho fatto?" ***
Capitolo 7: *** Tutto storto (?!) ***



Capitolo 1
*** Il piano ***


Io adoro il mio liceo.
Sì, potrà sembrare strano perché è risaputo che tutti odiano la scuola ma a me piace andarci.
Mi piace perché è questo liceo, con questi professori e questi compagni.
Soprattutto questi compagni, alcuni dei quali posso definire senza dubbio amici.
Sì, io adoro il mio liceo, la squadra di atletica, il giardino con gli alberi di ciliegio e tutte le strane dinamiche che regolano la vita qui dentro, tanto che mi dispiace di essere all’ultimo anno.
Non che io non veda l’ora di scoprire cosa mi riserva il futuro, è solo che mi mancherà tutto questo.
In fondo, non vedo proprio perché dovrei lamentarmi. Sono una ragazza fortunata, bella famiglia, amici fantastici.
Io, Yukino Aguria, sono una ragazza soddisfatta e felice, circondata da persone meravigliose, come mia sorella Sorano, i miei genitori, Yubiwa-san, Natsu…
Già, Natsu.
Le guance mi prendono fuoco solo a pensare a lui, mentre attraverso il giardino diretta verso l’ingresso dell’istituto.
Lui è forse l’unica nota dolente in quella che ritengo essere una vita assolutamente apprezzabile, croce e delizia dai tempi delle medie, qualcuno che forse sarebbe stato meglio non incontrare mai ma di cui non posso proprio fare a meno.
Natsu Dragneel è il mio migliore amico, il mio primo amore e il solo ragazzo in grado di farmi battere il cuore così furiosamente che sembra voglia sgusciare tra le mie costole per saltare direttamente nelle sue mani.
Okay, quest’immagine faceva un po’ impressione e probabilmente suono terribilmente drammatica in questo momento, ma le cose stanno proprio così.
Il problema?! Natsu non sa niente dei miei sentimenti, non ha mai colto nessuno dei miei palesi tentativi di avvicinamento e non fa che ripetere che fantastica amica io sia.
Sospiro, passandomi una mano tra i capelli.
Forse ha ragione Cana, dovrei smettere di accontentarmi di questo, delle sue amichevoli pacche sulla spalla, degli attimi rubati quando si studia tutti insieme, dei pomeriggi di quando a studiare insieme siamo solo io e lui.
Forse dovrei decidermi a dirgli come mi sento da parecchi anni ormai ma non ci riesco. E ora, meno che mai.
Perché se è vero che ciò che mi ha sempre frenato dal confessare a Natsu ciò che provo per lui è sempre stato il suo smaccato disinteresse verso il sesso femminile in un senso che andasse al di là dell’amicizia, ora le cose sono peggiorate ulteriormente.
Ora, devo fare i conti anche con lei.
Lucy Heartphilia.
Chiariamo subito, io con Lucy ci vado d’accordo, davvero molto d’accordo, la trovo assolutamente fantastica e la cosa sembra essere al cento per cento reciproca. Probabilmente sarebbe la mia più grande amica se non fosse per quel minuscolo dettaglio che mi sta portando via Natsu e nemmeno lo sa.
Si è trasferita qui all’inizio dell’anno scolastico ed è venuto fuori che lei, Natsu e Cana avevano fatto insieme tutte le scuole elementari. Manco a dirlo, si è integrata subito nel gruppo e nella scuola in generale.
Lei e Natsu non vanno d’accordo. Di più.
E se non provassi quello che provo per lui, posso assicurarvi che la cosa non mi turberebbe affatto. Il comportamento di Natsu nei miei confronti non è cambiato di una virgola ma non posso non essere gelosa quando vedo come sono affiatati, anche più di quanto non siamo mai stati io e lui.
E io comincio seriamente a perdere le speranze perché, conoscendo Natsu, dubito che basti dichiararmi per aprirgli gli occhi. No, Natsu è uno che si innamora senza nemmeno realizzarlo, uno che va conquistato e io sto tentando da tanto di quel tempo che ho finito le munizioni.
Mi guardo intorno attenta ma non riesco a individuare nessuno in giardino, così mi muovo per entrare senza esitazione e dirigermi in classe dove sono sicura di trovare tutti quanti già intenti a chiacchierare mentre aspettano l’inizio della prima lezione della giornata.
-Ehi Yukino!-
Mi blocco e volto nel sentirmi chiamare, mentre una folata di tiepido vento trasporta un paio di fiori di ciliegio verso di me.
Un ragazzo biondo si sta avvicinando a passo di carica e io sgrano gli occhi un po’ sorpresa.
-Sting-sama!- lo chiamo, sorpresa.
Mi domando cos’abbia da dirmi per rivolgermi la parola al di fuori delle ore di ginnastica, probabilmente qualcosa di legato agli allenamenti.
Io e Sting facciamo parte entrambi della Sabertooth, la squadra di atletica della scuola, in cui gareggia anche Rogue, il suo migliore amico con cui vado abbastanza d’accordo anche io. Ora, non è che Sting mi stia antipatico o io stia antipatica a lui, semplicemente non siamo altro che compagni di scuola e di squadra e il nostro rapporto si limita a questo, con dei semplici e cortesi “Ciao, come va?!” e comunicazioni di servizio su quale squadra di questo o quest’altro liceo si è qualificata per i giochi di atletica che si terranno a Maggio, sull’orario degli allenamenti o sull’ultimo record ottenuto.
Fine.
Per questo mi stupisce tanto che mi abbia chiamata a gran voce e ora abbia anche accelerato il passo per raggiungermi, quasi frenetico.
-Ciao! Come stai?!- mi domanda con un sorriso a trentadue denti che gli è valso la popolarità di cui nutre qui a scuola.
Più o meno tutte vanno pazze per Sting Eucliffe. Bello, alto, atletico.
Le solite cose insomma.
-Bene! Tu?!- domando, sorridendo in risposta e avviandomi con lui al mio fianco per entrare a scuola.
-Non c’è male! Oggi ci sei all’allenamento del pomeriggio, vero?!- domanda e io annuisco subito.
Ormai è Aprile, manca poco ai giochi di atletica e voglio essere in forma smagliante per la nostra ultima performance per la Sabertooth.
-Molto bene- mormora sottovoce.
Mi acciglio, voltandomi verso di lui.
Questo suo comportamento è proprio strano.
-Sting-sama…-
-Yukino, devo parlarti! Mi è venuta un’idea!- mi interrompe, voltandosi verso di me e fermandosi nel corridoio.
-Oh! O-okay! Dimmi!- lo invito, un po’ titubante.
-Mi serve il tuo aiuto per conquistare Lucy!- esclama con un sorriso che improvvisamente mi sembra ebete e io sgrano gli occhi incredula.
Non tanto per il riferimento a Lucy. Tutti e sottolineo tutti sanno che Sting ha una cotta epocale per Lucy da Settembre. Ma vorrei capire cosa c’entro io in tutto questo.
-C’è stato qualche sviluppo tra te e Dragneel?!- mi domanda, prima che io faccia in tempo a ribattere.
La cosa mi coglie impreparata e sobbalzo, sentendo la faccia prendere fuoco.
-N-n-non sono affari c-che ti riguardano!- ribatto imbarazzata.
-Proprio come pensavo- ghigna lui, soddisfatto -Senti, pensaci bene! Se il mio piano funziona avrai un tornaconto anche tu! Se Lucy cade tra le mie braccia avrai campo libero con Dragneel una volta per tutte!-
Un panorama che non avevo considerato si apre davanti ai miei occhi.
Sting ha ragione.
E come lo penso, mi sento una cattiva persona.
Non sono quel tipo di ragazza che fa soffrire gli altri per avere ciò che vuole. Non voglio separare Natsu e Lucy, sapendo quanto sono importanti l’uno per l’altra e quanto vanno d’accordo. Però…
Però se non lo allontano da lei non avrò una sola chance con Natsu, questo lo so io, come lo sa Sting e come lo sa chiunque li veda insieme, e al pensiero che mai sarà mio il cuore mi si stritola in una morsa.
È davvero poi così sbagliato?!
Una parte di me mi dice che la mia chance io l’ho già avuta, anche più di una, prima dell’arrivo di Lucy e sono stata io, con la mia timidezza, a sprecarla.
Ma in fondo, il mio non è stato solo un paziente lavoro per gettare le fondamenta?!
Come ho già detto, Natsu è un ragazzo che non si conquista così facilmente e, dopo tutto questo tempo, l’arrivo di Lucy ha scombinato tutto proprio quando ero intenzionata a raccogliere finalmente i frutti.
È poi così sbagliato cercare di averlo per me?!
In fondo non è come se Lucy e Natsu stessero insieme. E poi, se il piano di Sting dovesse funzionare, Lucy  sarà felice con lui e io non avrò nulla da rimproverarmi o per cui sentirmi in colpa, giusto?!
Giusto?!
-Allora ci stai o no?!- mi domanda, tendendomi la mano.
Mi riscuoto dalle mie riflessioni, rendendomi conto che nel frattempo lui ha continuato a parlare e io non ho sentito una sola parola di ciò che ha detto, ergo, non so quale sia il suo piano. Ma ormai manca poco all’inizio delle lezioni e non ho tempo di farmelo rispiegare ora.
Decido che glielo chiederò più tardi e afferro la sua mano con la mia, arrossendo leggermente nel sentire quanto è calda e rassicurante la sua stretta.
-Ci sto!- aggiungo a voce, tanto per essere chiari.
Mi sorride felice, trattenendo la mia mano qualche secondo e mi ritrovo a piegare anche io le labbra verso l’alto mentre una parte del mio cervello continua a chiedersi cosa dovrò fare mai per aiutarlo.
-Bene! Ora è meglio che vada!- afferma, allontanandosi da me e dirigendosi verso la propria classe -Ci vediamo oggi pomeriggio allora!- mi ricorda, girandosi un attimo ancora.
-A più tardi, Sting-sama!- lo saluto con la mano prima di muovermi a mia volta verso la mia classe.

 
§

 
-Fantastico Yukino!- esclama, bloccando il cronometro quando raggiungo la linea che segna la fine della pista -Il tuo miglior tempo fino ad oggi!-
Sorrido a Sarusuke-san, mentre faccio dei profondi respiri per recuperare un po’ di ossigeno, estremamente soddisfatta. Sto dando tutta me stessa per prepararmi ai giochi di quest’anno e non deludere i miei compagni di squadra, senza contare che nulla mi fa sentire viva e libera come correre senza un solo pensiero.
-Direi che per oggi può bastare- aggiunge, annotando il mio risultato mentre io recupero la bottiglietta d’acqua.
-Grazie Sarusuke-san!- lo saluto, infilandomi la felpa e avviandomi verso il campo da tennis, dove un gruppetto di studenti è riunito per assistere al torneo che Yubiwa-san ha deciso di organizzare per questo pomeriggio.
Mentre mi avvio, mi guardo intorno alla ricerca di Sting che sembra essere sparito nel nulla.
Strano. Sembrava così ansioso che ci fossi anche io oggi pomeriggio, per un motivo a me sconosciuto che ha a che fare con il suo piano di conquista, e poi è lui a non farsi vedere.
Mi stringo nelle spalle, accelerando appena l’andatura, mentre i fischi e le urla di incoraggiamento degli spettatori  riuniti intorno al campo cominciano a riempirmi le orecchie, e mi accosto, facendomi largo per raggiungere la rete che delimita il campo.
Lì, sulla terra rossa e sotto lo sguardo attento di Yubiwa-san, Natsu e Gray stanno sfidando in un due contro due Gerard e Erik. Juvia e Kinana si trovano oltre la rete proprio come me e sono tutte prese a fare il tifo per i loro ragazzi, mentre Cana e Lucy sono all’interno e in disparte, già vestite e con le racchette in mano, in attesa di sfidarsi con Erza e Kagura alla fine di questo scontro.
Lucy sembra in tensione almeno quanto Juvia e Kinana per le sorti di questo match e mi rendo conto che io non sono da meno ma che, in effetti, non so neppure a che punto sono.
-Com’è la situazione?!- chiedo, senza neppure guardare a chi sto ponendo la domanda.
-Match point per Natsu e Gray- risponde laconico il ragazzo al mio fianco e io mi giro sorpresa.
-Rogue-san!- esclamo.
-Ciao Yukino- mi saluta con un sorriso appena accennato.
-Ehi! Ciao! Ma chi fine avete fatto?! Non vi ho visti al campo!-
-Io ero qui a seguire il torneo, Sting non so dove sia sparito- risponde, allungando poi il collo per guardarsi intorno.
-Servizio!- avvisa una voce e mi giro rapida, concentrandomi anima e mente su Natsu che ha il compito di battere questo importante punto.
Fa rimbalzare la palla a terra un paio di volte, gli occhi fissi sull’altra metà campo, lo sguardo determinato, la pelle imperlata di sudore, i muscoli tesi.
Deglutisco a vuoto e ringrazio il rossore dovuto allo sforzo dell’allenamento che copre e confondo quello di tutt’altro tipo che mi sta pervadendo la faccia.
-Stai per andare a fuoco, Yukino?!- mi domanda divertito Rogue e io mi giro di scatto verso di lui, sgranando gli occhi.
Oh andiamo!
È così evidente?!?!
Il rumore della palla che rimbalza a terra mi riporta di nuovo sulla partita e alzo una mano per avvinghiare le dita intorno alla rete, concentrata su di lui.
Sì, probabilmente è così evidente ma non ci posso fare nulla e francamente non sono nemmeno così sicura che mi importi.
Sono tesa come una corda di violino per l’esito di questa partita, voglio che Natsu vinca e non fatico a capire, con una sola occhiata, che Lucy è esattamente nelle mie condizioni. Vorrei tanto potermi illudere che sia così tesa per Gray ma so fin troppo bene chi sta fissando e mi lascio scappare un sospiro.
-È davvero così bella?!- domando, senza pensare e sento lo sguardo di Rogue posarsi su di me -Lucy intendo. Sting-sama dice che è la ragazza più bella della scuola-
-La bellezza è una cosa soggettiva- commenta Rogue dopo qualche attimo di riflessione -Tu e Lucy vi somigliate molto sai?! E comunque l’aspetto fisico non è tutto, ci sono molte altre cose da considerare-
-Questo lo so- rispondo prima di sorridere un po’ timidamente -Grazie Rogue-san- aggiungo e anche lui mi sorride, come poco fa.
-Figurati-
-Forza Gray-sama! Fagli vedere di cosa sei capace!!!- esulta Juvia e mi volto appena in tempo per vedere Gray colpire la pallina e Gerard rispedirla la mittente con un poderoso colpo di racchetta.
Gray si lancia di lato per recuperarla ma non è abbastanza rapido e tutti tratteniamo il fiato quando la piccola sfera gialla comincia a scendere verso il suolo, minacciando di colpirlo subito all’interno della linea che delimita il campo. Una racchetta sembra comparire dal nulla sollevando la pallina e rilanciandola nell’altra metà campo e metà degli spettatori esulta impazzito per il salvataggio di Natsu.
Da qui in poi è come assistere alla scena a rallentatore.
La pallina supera impunemente Gerard, colto alla sprovvista dall’intervento inaspettato di Natsu e Erik si lancia troppo tardi. La pallina sfiora il bordo della sua racchetta e prosegue indefessa il suo tragitto, rimbalzando per due volte all’interno della loro metà campo e segnando il punto della vittoria per Natsu e Gray.
-Match point!- urla Yubiwa-san e c’è un millisecondo di silenzio prima che l’area intorno al campo esploda delle urla di giubilo di noi spettatori, tra cui si inserisce qualche commento sconfortato di chi tifava per la squadra avversaria.
Io sorrido senza riserve mentre Yubiwa-san si avvicina per complimentarsi con tutti e quattro.
-Grazie Loki- lo ringrazia Gray, tendendogli una mano, mentre Gerard si è già spostato verso Erza, pronta a consolarlo con un bacio.
Yubiwa-san, proprio come Sarusuke-san, è un ex studente di questo liceo e ha solo ventisei anni. Insegna matematica ed è istruttore della squadra di tennis. Alcuni di noi, come Gray e Natsu, lo chiamano per nome ed è per tutti una specie di fratello maggiore. A volte si fa fatica a pensare a lui come a un professore.
Ora sta stringendo la mano anche a Natsu che subito dopo si gira e, finalmente, mi vede. I suoi occhi incrociano i miei e solleva la mano per salutarmi, flashandomi con uno dei suoi appuntiti sorrisi.
Sento il cuore accelerare e sollevo a mia volta una mano per ricambiare ma proprio in quel momento la sua espressione si fa strana, interrogativa quasi. Corrugo le sopracciglia perplessa e sto per fargli un cenno come a chiedergli cosa c’è che non va quando un braccio si avvolge intorno alla mia vita e qualcuno mi trascina contro il proprio costato, sconvolgendomi.
Chi diavolo…
-Sei stata bravissima prima Yukino- mormora una voce famigliare -Complimenti per il record- aggiunge prima di chinarsi su di me e baciarmi la guancia.
-Sting-sama?!- domando scioccata.
Rimane piegato su di me e avvicina la bocca al mio orecchio, mandandomi completamente in confusione.
-Che ti prende?!- domanda, chiaramente perplesso.
Cosa prende a me?! Ma cosa prende a lui semmai!
Mi giro verso Rogue, in cerca di aiuto, ma lui ci fissa con un sopracciglio alzato, per poi tornare a puntare gli occhi davanti a sé.
-Non so neppure perché hai accettato- commenta, stringendosi nelle spalle.
Accettato?! Di cosa sta parlando?! Io non ho accettato proprio…
Ed è allora che un’illuminazione improvvisa mi coglie.
Il piano! Sta parlando del piano! Ovvio che Sting glielo ha detto, gli dice qualsiasi cosa!
Ma esattamente cosa prevede questo dannato piano, allora?!?! Perché Sting mi stringe come se fosse questione di vita o di morte?!
Mi giro a cercarlo spersa e lui socchiude gli occhi per scrutarmi meglio.
-Uhmmmm- mormora a labbra strette e poi lancia una rapida occhiata verso il campo da tennis, imitato a ruota da me.
Natsu e Lucy, ora vicini, ci osservano perplessi e sorpresi e io sento l’urgenza di allontanarmi da Sting che però non sembra intenzionato a lasciarmi andare. Mi giro a guardarlo, per chiedergli di mollarmi ma ciò che vedo sul suo viso mi fa gelare il sangue nelle vene.
Un ghigno. Di trionfo.
Oddio, ma non è che…
-Il tuo piano è fingere di stare insieme per farli ingelosire?!- domando incredula, in un soffio talmente basso che solo Rogue e Sting riescono a sentirmi.
Sting solleva un sopracciglio, evidentemente perplesso.
-Perché hai accettato allora?!- domanda.
A quanto pare traspare chiaramente dal mio viso ciò che penso e cioè che è un piano idiota.
-Perché non ho sentito una parola di ciò che mi hai detto stamattina!- ammetto senza remore.
Un attimo di imbarazzante silenzio segue la mia confessione ma un secondo dopo Sting mi sta trascinando via, lontano dalla rete e ancora stretta al suo costato. È solo quando siamo un paio di metri lontani dalla folla che mi lascia finalmente andare e io mi giro a fronteggiarlo.
-Ma come può funzionare, Sting-sama?!- chiedo, preoccupata.
-Yukino fidati! Sta già funzionando!- mi dice, mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi quasi implorante.
Arrossisco appena per via dello sguardo intenso che mi sta lanciando ma continuo a pensare che sia un’idea stupida.
-Ma cosa dici?! Così se uno di loro dovesse avere anche solo un pallido interesse per me o per te, lasceranno perdere senza nemmeno tentare!-
-Non è vero! Apriranno gli occhi! Vedrai!-
-Sting-sama…- protesto sconfortata ma una voce, per quanto lontana, riesce a sovrastare il chiacchiericcio intorno al campo da tennis.
Una voce che riconoscerei fra mille. Una voce che da sempre attira la mia attenzione in qualunque situazione e contesto.
-Ehi Rogue! Da quando Sting e Yukino escono insieme?!-
Sgrano gli occhi incredula, senza distoglierli dal viso di Sting che ora sorride tra il trionfante e l’incoraggiante.
Natsu ha chiesto a Rogue… A Natsu interessa sapere da quanto esco con Sting…
A… A Natsu interessa sapere se esco con qualcuno…
Il cuore accelera e io cerco di riordinare i pensieri senza farmi sopraffare.
Mi raddrizzo e faccio un profondo respiro per riprendere il controllo su me stessa.
Poi, come se niente fosse, faccio scivolare le mie dita tra quelle di Sting, intrecciando le nostre mani. Lui mi guarda sorpreso e io gli sorrido, cercando di scacciare l’imbarazzo.
-Andiamo a vedere la fine del torneo?!- propongo e mi sento incredibilmente meglio quando lui aumenta la presa su di me e annuisce, avviandosi senza lasciarmi la mano.
Penso sinceramente che sia una totale follia.
Credo di essere completamente impazzita.
Ma se penso che a fare questa cosa non sono sola ma c’è Sting con me allora, per un qualche motivo, sento di poterlo fare.
 



Angolo di Piper: 
Ehilà, minna-san!!! 
Eccomi con una nuova long! Dunque mi prendo due secondi per chiarire un paio di punti. 
Tanto per cominciare i caratteri di Sting e Yukino sono ispirati alla post creazione della nuova Sabertooth. 
Poi ci sono Yubiwa-san e Sarusuke-san che sono Loki e Jet. Per Jet ho fatto diventare il suo vero nome un cognome mentre per Loki me lo sono inventato di sana pianta (Yubiwa vuol dire "anello" in giapponese). 
Detto questo ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui e chi vorrà dare una possibilità a questa storia! 
Grazie di cuore e alla prossima! 
Piper. 

 

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Capitolo 2
*** La svolta ***


Carico meglio lo zainetto sulle spalle, avvicinandomi alla vetrina per sbirciare i vestiti sul manichino. Quel vestitino mi piace davvero e potrei anche entrare per provarlo ma sono da sola e non avrei nessuno a cui chiedere un parere quindi decido di lasciar perdere.
Scrollando le spalle mi allontano dal negozio e mi avvio con l’intenzione di gironzolare un altro po’ prima di tornare a casa, chiedendomi ancora una volta se telefonare a qualcuno ma ho già tentato con Cana, Minerva e Kagura e nessuna di loro poteva.
Forse devo rassegnarmi che oggi pomeriggio va così.
O forse potrei chiamare Sting.
Mi passo una mano tra i capelli mentre ripenso agli ultimi quindici giorni. È tutto così surreale, così strano. Prima, non avevo mai trascorso così tanto tempo con Sting e, per estensione, con Rogue e ho anche imparato a sostituire il “sama” con il “kun” anche se a volte mi confondo ancora.
Per i primi tre giorni siamo stati il caso più chiacchierato della scuola ma ora che le acque si sono calmate è quasi piacevole come situazione.
Voglio dire, non… non fingere di stare con Sting.
Però ho scopeto che mi piace stare in compagnia sua e di Rogue e questo mi permette di staccare un po’ da Natsu e Lucy e la cosa mi fa incredibilmente bene. E comunque anche il pensiero che tutto questo lo sto facendo solo per conquistare Natsu mi fa sentire molto meglio rispetto a due settimane fa, quando non facevo che assistere impotente alla fine della mia agognata storia d’amore senza che nemmeno fosse ancora iniziata.
E quindi insomma, non mi fa strano neanche un po’ che mi sia venuto in mente di chiamare Sting. Cinque giorni fa sarei arrossita al solo pensiero. Potrei proporgli un caffè al nostro solito posto.
Sì, lo so, sembra strano che abbiamo già un “nostro posto” dopo appena dieci giorni di finta relazione ma il punto è che, vista la situazione, nessuno dei due voleva presentare l’altro ai propri genitori e così abbiamo aggirato il problema del dove trovarci a discutere la nostra strategia scegliendo una caffetteria che piacesse a entrambi e quella è diventata il “nostro posto”.
Di solito ci andiamo dopo la scuola anche se un paio di volte Sting ha proposto di accompagnarmi a casa in modo da discutere le mosse future senza essere obbligati a bere il caffè.
Ma oggi è sabato e suppongo abbia di meglio da fare che accompagnare me in giro per il centro senza un obbiettivo né una meta solo perché con le giornate primaverili mi scoccia stare chiusa in casa.
Sto ancora tentennando con il cellulare in mano che una voce mi chiama e io mi volto in automatico.
-Ehi Yukino!-
Trattengo il fiato e sgrano appena gli occhi nel metterla a fuoco, mentre un sorriso nervoso affiora sulle mie labbra.
-Lucy-san- saluto, portando una ciocca dietro l’orecchio -Che coincidenza-
Si ferma a pochi passi da me, sorridendomi radiosa, così radiosa che sento la tensione diminuire inevitabilmente. Non posso davvero provare fastidio verso di lei e nemmeno voglio a dirla tutta.
È gentile, simpatica, divertente.
In realtà non mi stupisco così tanto che più di un ragazzo a scuola sia pazzo di lei.
-Anche tu in giro da sola?!- mi domanda e io mi stringo nelle spalle.
-Dovevo uscire con mia sorella ma ha avuto un contrattempo e non è potuta venire. Ero già in centro quando mi ha avvertito e ho pensato di fare un giro comunque. E tu?!- le chiedo, stringendo le bretelle dello zainetto.
Ho il terrore che mi dica che sta aspettando Natsu per andare al cinema o qualcosa del genere.
Ma se anche fosse non è detto che si tratti per forza di un appuntamento, giusto?! Insomma potrebbe essere una semplice uscita tra amici, potrebbe anche essere che fosse d’accordo con Erza che poi non è potuta venire, proprio come Sorano con me, e magari Natsu l’ha chiamata per chiederle qualcosa su quell’esercizio di letteratura che abbiamo per lunedì e parlando lei gli ha detto del cinema e che voleva andare a vedere proprio quel film che Natsu aspetta da tre mesi di vedere e quindi…
-Oh beh io sai avevo… bisogno di cambiare aria!- conclude, passandosi una mano nei capelli e distogliendo per un attimo lo sguardo, il che mi permette di sbuffare di sollievo e maledirmi mentalmente.
Devo smetterla di farmi tutti questi film mentali! Non è sano!
-Visto qualcosa di interessante?!- chiede Lucy, riscuotendomi.
-Uhm… un vestito in quel negozio ma non sono molto brava a fare shopping da sola- spiego, indicando con il pollice la vetrina da cui mi sono appena allontanata.
-Se vuoi posso darti un consiglio io!- mi propone con un’alzata di spalle e io sobbalzo, presa in contropiede.
-Ah io… ecco…-
Non so se sia una mossa saggia, con tutto quello che c’è in ballo. Però in fondo Lucy è una mia compagna di classe e una specie di amica e io non ho davvero voglia di tornare a casa quindi…
-Perché no?!- le sorrido in risposta.
-Bene! Allora andiamo a cercare un vestito per farti bella per Sting!- esclama affiancandomi mentre torniamo indietro verso il negozio in questione.
Un scarica di calore mi attraversa mentre divento dello stesso colore dei capelli di Erza e punto gli occhi a terra in totale imbarazzo.
-Ho… ho detto qualcosa che non dovevo?!- mi domanda lei, preoccupata.
-Eh?! Come?! No, no, figurati! Dai andiamo!- la incito poi, accelerando il passo per distanziarmi da lei il tempo necessario a tornare di un colore normale.
 

 
§

 
-Ecco a voi ragazze!-
-Grazie mille!- ringraziamo all’unisono la cameriera della caffetteria, prima di dedicarci alle nostre bibite fresche e rigeneranti, necessarie dopo la sessione di shopping selvaggio a cui ci siamo dedicate.
A dimostrazione che il mio unico problema con Lucy è il suo rapporto con Natsu, è stato un pomeriggio stupendo. Abbiamo riso, ci siamo divertite, non abbiamo parlato dei ragazzi nemmeno una volta ed è filato tutto liscio.
Alla fine ci sono venuta con lei qui a bere una cosa, nel posto mio e di Sting e, per quanto possa essere assurdo, per un attimo quando prima siamo entrate e io mi sono mossa in automatico verso il nostro tavolo, ho provato una punta di malinconia per il fatto di non essere qui con lui.
-Quel vestito ti stava alla perfezione! Hai fatto bene a prenderlo!- ribadisce Lucy, mordicchiando la cannuccia del suo the freddo.
-Oh! Grazie!- ribatto, avventandomi sulla mia limonata.
Beviamo in silenzio per un po’, godendoci l’aria tiepida che entra dalla finestra socchiusa e che porta il profumo dei fiori con sé.
-Senti Yukino…- comincia poi di punto in bianco, con tono grave e io mi irrigidisco.
-Dimmi- la invito, un po’ perplessa dall’espressione così seria che ha messo su.
-Scusa se prima ti ho messo in imbarazzo con quell’affermazione su Sting-
Questa non me l’aspettavo proprio. Che fosse tanto preoccupata per questo. In fondo, io e Sting ufficialmente stiamo insieme, sono io quella che si comporta in modo strano.
-Ehi non preoccuparti è solo che…- comincio, sporgendomi verso di lei.
-Siete davvero una bella coppia sai?!- continua, con un sorriso malinconico e io deglutisco a vuoto.
Cos’è quell’espressione?! Perché sembra quasi sofferente?!
Un’illuminazione improvvisa mi attraversa la mente.
Non è che… che è gelosa?!
Forse Sting ha ragione, forse ora che lui è fidanzato Lucy sta aprendo gli occhi.
Okay, calma Yukino, questa te la devi giocare bene.
-Lucy-san?!- la chiamo cauta -Stai bene?!-
-Come?! Oh sì certo. Sto bene, tranquilla- cerca di minimizzare ma non mi convince e un moto di sincera preoccupazione per lei mi attraversa.
-Sei sicura?!- chiedo accigliandomi e non mi sento più come se stessi recitando -Ti sei improvvisamente rabbuiata. Potrebbe… potrebbe essere che tu e Sting-kun…- comincio senza girarci troppo intorno ma come nomino Sting, Lucy salta quasi sulla sedia, spaventandomi a morte.
-Oh no!!! Assolutamente no!!!- esclama, facendo girare un paio di tavoli verso di noi.
-Okay Lucy-san ma calmati- la invito agitando le mani davanti al viso.
-Scusa! È che non voglio che pensi che io abbia qualche problema con la vostra relazione! Anzi, sono felice per voi e per Sting soprattutto! Sai mi è dispiaciuto un sacco dovergli dire di no tutte quelle volte ma ora ha trovato te finalmente!-
Tutta la preoccupazione scivola via e trattengo a stento un grugnito.
Ecco appunto. Figuriamoci se poteva essere come pensavo io.
-Sono preoccupata per Cana, per quello ogni tanto mi spengo- prosegue, attirando di nuovo la mia attenzione.
-Cana-san?!- domando, accigliandomi -Che succede?!-
-Ultimamente si comporta in modo strano ma non mi ha raccontato niente. Di solito si confida con me ma continua a dire che va tutto bene eppure ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va. Mi evita, si inventa un sacco di scuse quando la invito. Anche oggi l’ho chiamata per chiederle se voleva fare un giro ma ha detto di no giustificandosi con una cosa così contorta che nemmeno me la ricordo- sospira, prendendo un altro sorso di the.
-Anche io le ho telefonato prima- ammetto, riflettendo rapida.
-Davvero?! E non ti è sembrata strana?!-
-A dire il vero un po’ sì ma credevo avesse il ciclo. Cana-san è sempre strana quando ha il ciclo- mi giustifico, stringendomi nelle spalle.
Lucy sorride dopo un attimo di riflessione.
-Hai ragione. Forse sono io che mi sto allarmando troppo. Scusa, Yukino-
-Non scusarti!- la ammonisco subito -È bello che ti preoccupi così per lei- aggiungo, allungando una mano sul tavolo.
Lucy la afferra e la stringe un attimo, prima di finire il suo the e alzarsi.
-Io ora devo andare- mi avvisa, rimettendosi lo zainetto in spalla e recuperando tutti i suoi sacchetti.
-Grazie mille per il pomeriggio Lucy-san-
-È stato un piacere! Dovremmo rifarlo qualche volta! A lunedì!- mi saluta, prima di uscire dal locale.
Porto la cannuccia alle labbra con l’intenzione di finire la limonata e tornare a casa a mia volta ma un rumore vibrante proveniente dal mio zainetto mi distrae. Lo porto sulle gambe e apro rapida il taschino davanti per estrarre il cellulare che vibra rapido nella mia mano.
Aggrotto le sopracciglia e lo stomaco mi fa una capriola nel leggere il nome di Sting sullo schermo lampeggiante.
 

 
***

 
Imbocco l’ingresso del parco mantenendo un ritmo costante. Oggi è una splendida giornata per andare a correre, non potevo scegliere momento migliore e non c’è in giro nemmeno troppa gente.
A essere sinceri prima volevo sentire Yukino e proporle di vederci per discutere su come procedere con il piano, e poi magari si poteva pure andare al cinema ma, sinceramente, oggi è sabato ed è giorno di svago sia per me che per lei. E poi devo allenarmi per bene per i giochi di atletica, ci tengo a sbaragliare gli avversari e restare nella storia della Sabertooth.
Solo mi domando cos’avesse mai da fare Rogue di così impellente da non potermi accompagnare.
Oh beh, peggio per lui.
Scarto una coppietta che passeggia mano nella mano, deviando dietro una panchina e aguzzando la vista per capire quanto dista il baracchino che vende bibite e gelati, perché ora ho davvero bisogno di una bottiglietta d’acqua, e, con sollievo, lo vedo a pochi metri di distanza.
Con un paio di poderose spinte mi avvicino in fretta e, continuando a correre sul posto, mi metto in  paziente attesa del mio turno. Osservo, senza realmente vederli, i due ragazzi prima di me mentre chiedono due gelati, perso nei miei pensieri e nelle mie riflessioni.
La mia idea per conquistare Lucy per il momento non ha ancora dato frutti ma sono un tipo paziente io. So che Lucy non si conquista schioccando semplicemente le dita e anche questo mi piace di lei ed è un aspetto che mi piace anche di Yukino, devo ammetterlo. Il che non mi conforta per niente, perché a quanto pare Natsu ha esattamente il tipo di appeal capace di far capitolare questo genere di ragazza.
Ma non ho intenzione di arrendermi o farmi scoraggiare. Lucy sarà mia prima della fine dell’anno, ne sono certo. Anche perché Yukino sta facendo un ottimo lavoro, sono sorpreso. È molto più disinibita di quanto pensassi e, a parte che ogni tanto le sfugge ancora uno “Sting-sama”, sembra sinceramente innamorata di me vista da fuori.
Non avrei potuto scegliere alleata migliore, senza contare quanto è dolce e divertente.
Dragneel è un uomo fortunato, anche se ancora non lo sa.  
-Ehilà Sting!-
Faccio un salto alto così mentre lo stomaco mi si rivolta e il cuore sale in gola.
Oh porca di quella porca che spavento!!
-Tutto bene?!- mi domanda perplesso, mentre mi giro verso di lui respirando grosso.
-Natsu! Ma sei fuori?!-
-Ti ho spaventato?!- si informa e io lo fisso incredulo.
-No figurati, è la mia normale reazione quando incontro qualcuno per caso!-
-Ah! Okay allora!- esclama sorridendo a trentadue denti e lasciandomi totalmente interdetto.
È irrecuperabile!
Mi passo una mano tra i capelli, cercando di calmarmi e regolarizzare il respiro. E tanti cari saluti al mio ritmo di corsa!
-Ti stai allenando! Niente Yukino oggi?!- mi domanda, cogliendomi un po’ impreparato.
Ma torno subito in me e ghigno in risposta, scuotendo il capo.
-Devo tenermi in forma per i giochi di atletica! Ho sentito che anche voi avete passato le selezioni!- affermo con orgoglio mentre lui sorride altrettanto soddisfatto, consapevole di essere la punta di diamante della Fairy Tail, la squadra di tennis del nostro liceo.
-Io e Gray abbiamo dato il meglio di noi!- mormora solenne, annuendo con vigore.
Lo osservo ritrovandomi a provare una strana empatia e, per un qualche motivo, anziché salutarlo e andarmene per la mia strada lascio fare alla mia bocca, senza nemmeno provare a controllarla. 
-Quindi anche tu ti stai allenando?!- gli chiedo e mi fermo appena in tempo.
Stavo per aggiungere un “Niente Lucy oggi?!”  con tanto di sguardo goliardico e saputo e inorridisco alla sola idea. L’ultima cosa che voglio è che Natsu si renda conto di quanto sembrino una coppia visti da fuori. Non giocherebbe di sicuro a mio favore se lui aprisse gli occhi in quel senso.
-Mi annoiavo e ho pensato di uscire a fare un po’ di movimento!- spiega semplicemente, stringendosi nelle spalle.
-Una bottiglietta d’acqua per favore- dico al tizio del baracchino, tirando fuori i soldi -Tu vuoi qualcosa?!- gli chiedo ma Natsu scuote il capo.
Afferro la mia salvezza in bottiglia e a quel punto, senza avere un’idea di come sia potuto succedere, con una naturalezza che quasi mi spaventa, mi ritrovo a camminare fianco a fianco con Natsu Dragneel, il mio peggior rivale, come se fossimo amici di lunghissima data, con una confidenza che pensavo solo Rogue potesse suscitare in me.
-Allora, come vanno le cose con Yukino?! Da quando sta con te ce la riusciamo a godere solo durante le lezioni!- mi fa notare.
Sembra solo curioso di sapere come sta la sua amica ma forse gli interessa anche capire gli sviluppi della nostra storia per un altro motivo, un motivo più personale. O almeno lo spero.
-Eh che ci vuoi fare?!- mi stringo nelle spalle -Siamo innamorati persi, se potessimo staremmo insieme ogni minuto della giornata- aggiungo, lanciandogli una finta occhiata di scuse, come se volessi cercare la sua comprensione quando invece voglio solo sbirciare la sua reazione.
E, contro ogni pronostico, lo trovo immerso in qualche riflessione.
Partiamo dal presupposto che nemmeno credevo che Natsu Dragneel fosse in grado di riflettere. Aggiungiamoci che non mi è chiaro cosa ci sia da riflettere riguardo quello che ho appena detto. Mi sorge il dubbio che magari stia riflettendo su tutt’altro e abbia semplicemente perso il filo del discorso.
Accosto la bottiglia alle labbra più per prendere tempo che per sete.
-Ho chiesto a Lucy di aiutarmi a studiare fino alla fine dell’anno- afferma e poco ci manca che mi strozzo.
Cos’ha detto?!
Mi piego in avanti, tossendo e sputacchiando acqua dappertutto.
Avevo ragione, stava pensando a tutt’altro ma perché?! Perché ha sentito il bisogno di dirmelo e perché questa decisione visto che…
-Non ti aiuta Yukino di solito?!- domando, la voce roca e spezzata.
Lui si volta a osservarmi perplesso.
-Stai bene?!- chiede e io agito una mano nell’aria per minimizzare.
-Dicevi!- insisto, ritrovando la voce.
-Sì ho sempre studiato con Yukino è vero ma lei ora sta con te e mi trovo bene anche con Lucy, se non fosse che perde la pazienza subito!- spiega, grattandosi una guancia.
Ci tengo a spezzare una lancia. Il “subito” di Natsu è una cosa come “dopo tre ore di sopportazione” per i comuni mortali. La verità è che Lucy ha una pazienza sconfinata e Yukino la batte solo perché vede Dragneel con le lenti rosa dell’amore e perché è infinitamente gentile.
-Ma per me non era un problema!- lo informo agitato.
Così non va bene! Non è così che dovrebbe andare! L’idea non era avvicinarli ancora di più!
Merda!
Ci sta sfuggendo di mano la situazione!
-Sei grande Sting!- mi omaggia di una pacca sulla spalla -Ma così avrete più tempo da passare insieme!- 
Sorride complice e io rispondo anche se la mia espressione è semplicemente terrorizzata.
Yukino mi ammazza quando lo scopre. Mi uccide in modo lento e doloroso.
-Ora comunque devo andare, amico!- mi informa ancora e io annuisco, incapace di articolare alcunché.
Fa per rimettersi a correre ma, fatti due passi, si blocca e torna a guardarmi, una strana luce negli occhi, determinata e quasi minacciosa che attira la mia attenzione.
Che gli prende ora?!
-Una cosa- dice, tornando verso di me e puntandomi contro l’indice -Falla soffrire e te ne pentirai, chiaro?!-
Sobbalzo, colto alla sprovvista. Sobbalzo e annuisco, apparendo probabilmente spaventato dalla minaccia ma in realtà sono solo pateticamente pieno di speranza di fronte a tutto questo suo coinvolgimento. Natsu annuisce secco e deciso in risposta al mio cenno prima di voltarsi di nuovo e dirigersi per uscire dal parco.
Rimango immobile dove sono e sogghigno.
So cosa fare, finalmente so come dare una svolta al nostro piano e non ho intenzione di perdere un minuto di più.
Estraggo il cellulare e vado veloce sul registro chiamate, lanciando la telefonata senza esitare. Devo attendere nemmeno un minuto per sentire la sua voce che chiama il mio nome.
-Yukino, dove sei?! Devo parlarti subito!- 

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Capitolo 3
*** Atto I ***


Prendo un profondo respiro prima di entrare in classe, strascicando i piedi e camminando come un automa, lo sguardo vacuo e perso.
Cana, Lucy, Natsu, Erza, Gray e Juvia stanno chiacchierando vicino al banco di Erza e sulle prime non si accorgono nemmeno del mio arrivo. Proseguo imperterrita verso il mio banco, tenendo le bretelle dello zaino con entrambe le mani con gli occhi fissi davanti a me.
Lascio scivolare lo zaino giù dalle spalle e rimango ferma in piedi accanto alla sedia, come se non avessi ben chiaro cosa devo fare, qual è il passo successivo e finalmente vedo con la coda dell’occhio Lucy girarsi verso di me, fissarmi qualche istante e poi assumere un’espressione preoccupata.
Trattengo il fiato, imponendomi di rimanere tranquilla. Non posso tradirmi ora che il pesce ha abboccato all’amo. Mi siedo e sprofondo il viso nei palmi delle mani, coprendomi gli occhi e intrecciando le dita con le mie ciocche azzurro perla.
E aspetto.
Aspetto.
Aspetto ancora.
-Yukino?!-
Sollevo la testa colta alla sprovvista e mi prende un colpo.
Nei miei piani mentali, si sarebbe dovuta avvicinare solo Lucy, io mi sarei sfogata con lei e Natsu sarebbe venuto a saperlo discretamente. Nei miei piani mentali non mi aspettavo di trovarmi addosso gli sguardi indagatori di Cana, Juvia, Natsu, Gray e Lucy.
Lo sguardo di Erza, come il suo tono quando mi ha chiamata un attimo fa, vira più all’omicida e deglutisco a vuoto, sinceramente spaventata.
Non so se sia stata una buona idea.
-Ehi ragazzi- li saluto, nervosa -C-come va?!-
-Oh noi stiamo sicuramente meglio di te- risponde subito Cana -Non che ci voglia molto-
-Cana!- l’ammonisce sottovoce Lucy.
-Che c’è?! Non è come se non lo sapesse, basta che si sia guardata allo specchio stamattina per sapere che ha un aspetto orribile!- protesta, sconvolgendo Juvia e Lucy, prima di piegare il busto in avanti e appoggiare i gomiti al mio banco -Yuki, che è successo?!- mi domanda, guardandomi dritto negli occhi, il suo modo di mostrarmi la sua vicinanza e la sua preoccupazione.
-Dicci chi è stato- ordina Erza, sempre terribile.
-Mi sembra ovvio chi sia stato, no?!-
-Di che parli Cana?- chiede Gray, sempre impassibile e calmo.
Cana solleva le sopracciglia, rimanendo piegata in avanti.
-Sguardo perso, occhiaie marcate, espressione distrutta. O le è morto il pesce rosso o è colpa di Sting- snocciola, come se stesse ripetendo una tabellina.
-Sting?! Come può essere colpa sua?!- tuona Erza.
Juvia porta una mano alla bocca, sconvolta.
-Può essere che Yukino-san e Sting-sama abbiano litigato?!-
-Yukino- mi chiama subito Lucy, attirando la mia attenzione -È questo?!- domanda conferma e non mi sfugge come Natsu, al suo fianco, si irrigidisca e stringa le mani a pugno.
-Beh o è quello o Sting l’ha distrutta in qualche altro modo- commenta Cana, ghignando maliziosa.
-Cana-san!- esclama Juvia, diventando bordeaux all’istante.
-Intendi che l’ha stracciata alla playstation?!- chiede Natsu, accigliato.
Si girano tutti verso di lui, con sguardi increduli e di rimprovero.
-Ma cosa stai dicendo, imbecille?!- lo aggredisce Gray.
-Beh io Lucy la distruggo sempre alla playstation!- si giustifica stringendosi nelle spalle.
-Ora non stiamo parlando di questo e comunque non è affatto vero che mi distruggi sempre!-
-Luce, non c’è bisogno di sentirsi imbarazzata è che io sono un campione!- le dice suadente, dedicandole il sorriso più luminoso a cui è in grado di dare vita.
-Sì con un joystick in mano, invece se si tratta di una racchetta le cose cambiano vero?!- ribatte lei, portando le mani sui fianchi.
Natsu si imbroncia e il naso gli si arriccia come a un bambino, una cosa che mi fa sciogliere e non solo a me da quel che vedo. Anche se rimane indignata e infastidita, mi accorgo della luce divertita e un po’ persa negli occhi di Lucy mentre studia la sua espressione corrucciata.
-Ora parlavamo di videogiochi! E comunque non mi hai mai battuto a tennis!-
-Perché non abbiamo mai giocato l’uno contro l’altra ma se provassimo a…-
Un’aura nera ci avvolge mentre a Lucy muoiono le parole in gola e Erza spunta alle loro spalle, con l’aria di essere pronta a commettere un assassinio a sangue freddo.
-Potremmo tornare alla questione originale?!- domanda, ma non suona affatto come una richiesta e i due chiamati in causa sbiancano in preda al terrore.
-Ma certo E-Erza- risponde Lucy, tremante, avvicinandosi a Natsu in cerca di protezione e trovandola subito.
-Hai assolutamente ragione- annuisce agitato Natsu.
Tornano tutti a guardarmi e sgranano gli occhi scioccati.
Cosa?! Che succede?!
Ho qualcosa in faccia?!
Mi guardano come se stessi diventando un lupo mannaro!
-Yukino…- mi chiama Natsu senza parole.
Porto una mano al volto in automatico e mi ritrovo i polpastrelli umidi.
Oh fantastico! Sto piangendo!
Da un certo punto di vista in realtà mi torna comodo ma il vero motivo è così patetico che mi vergogno anche se lo conosco solo io.
Perché Natsu e Lucy devono sembrare così… così… perfetti insieme?!
Mi asciugo rapida gli occhi ma il modo in cui mi fissano, così pieno di compassione e affetto mi fa solo stare peggio.
-Scusate io non…-
-Ma cos’è successo?- chiede Lucy, accovacciandosi accanto alla mia sedia e tirandomi dietro l’orecchio i capelli che mi si sono appiccicati al volto.
Cos’è successo?! È successo che il ragazzo che amo non mi guarda nemmeno!
-Io… È che non so bene come… noi non… ci siamo visti e poi io… e lui… lui ha detto che… e allora io gli ho risposto e… e… io e Sting abbiamo litigato!- concludo tra i singhiozzi, scoppiando completamente.
Beh, anche se le lacrime sono vere e ora ne sto anche approfittando per sfogarmi, non si può negare che io sia brava.
Quasi quasi mi sento veramente male alla sola idea di avere litigato davvero con Sting, anche se è tutta una farsa.
-Tesoro calma! Ehi calma!-
-Lucy ha ragione Yuki. Vedrai che si sistemerà tutto-
Cana e Lucy si prodigano per consolarmi e io mi sento una brutta persona.
-Certo che si sistemerà tutto! Natsu, Gray, preparatevi! Andiamo a far vedere a Sting cosa succede quando si fa soffrire una povera ragazza!- ordina Erza, circondata da una nuova aurea, stavolta rossa.
Sobbalzo, sollevando di scatto il capo.
-Per una volta sarà un piacere collaborare con te, Amarena- commenta Gray.
-Sono tutto un fuoco- soffia Natsu, decisamente minaccioso.
Ecco.
Io lo sapevo che era una pessima idea.
E meno male che l’ho convinto a fingere che abbiamo solo litigato. Lui voleva che dicessi che mi aveva lasciato ma poi che figura ci avrebbe fatto?!
Non voglio che venga etichettato come uno stronzo!
-Ragazzi aspettate non mi sembra il caso di…-
-Tranquilla Yukino, ci pensiamo noi!- continua imperterrita Erza avviandosi per uscire dall’aula.
La osservo sconvolta, respirando grosso finché qualcosa si spezza in me e do fondo a tutte le mie abilità atletiche, scattando per impedirle di raggiungere la porta.
-No!- urlo quasi, parandomi di fronte al trio della vendetta -Non lo toccate! Per favore!- mi agito e rimango colpita da tanto sembro coinvolta.
Ho anche il cuore che mi batte a mille come se fossi realmente preoccupata.
Gray, Natsu ed Erza mi fissano impassibili qualche secondo, si scambiano uno sguardo eloquente e tornano a guardarmi.
Sobbalzo quando Erza mi posa due mani sulle spalle, sorridendo appena.
-Sting è fortunato ad averti. Se ne renderà conto e tutto si sistemerà. Scalda il cuore vedere quanto sei innamorata- mormora.
Trattengo il fiato un attimo, prima di annuire in risposta e, con sollievo, li guardo tornare sui propri passi. Tutti tranne Natsu. Lui rimane immobile dov’è e mi fissa, mi scruta e io rischio di sciogliermi come neve al sole sotto il suo sguardo.
-Yuki-
-Sì?!- rispondo trasognata.
-Sicura che va tutto bene?!-
Sono praticamente in paradiso.
-Sì- soffio e mi rendo conto appena in tempo di quanto mi stia esponendo -Voglio dire, sono sicura che… si sistemerà tutto! Come hanno detto le ragazze!- aggiungo rapida, arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Con la coda dell’occhio lo vedo sorridere e il cuore mi perde un battito.
-Okay- annuisce convinto.
Gli sorrido anche io e mi accosto a lui, godendomi un attimo il suo calore e il suo odore.
-Andiamo. Tra poco arriverà Yubiwa-san- lo incoraggio e mi avvio per tornare dai nostri compagni.
Un fremito mi percorre quando sento le sue dita sfiorarmi la schiena in un gesto rassicurante e sto per voltarmi verso di lui, incapace di resistere, quando qualcosa attira la mia attenzione.
-Juvia?! Stai bene?!?-
La voce di Lucy preoccupata mi riporta completamente alla realtà e le cerco con occhi allarmati.
Che succede ora a Juvia?!
-Awwwww!-
-Tranquilla, è solo in pieno coma emotivo- mormora Cana con voce monocorde.
-Juvia vorrebbe tanto che Gray-sama la distruggesse per tutta la notte!- esclama, gli occhi cuoriformi, le mani a coppa intorno al viso, muovendo il busto da un lato all’altro.
Sospiro, un po’ di sollievo, un po’ di sconforto.
Lo avevo detto io, che non era una buona idea.

 
§

 
Cammino in silenzio, le guance imporporate e gli lancio un’occhiata di striscio, ancora incredula di averlo qui con me. È da quando mi ha proposto di accompagnarmi a casa fuori da scuola che lo continuo a guardare, per paura che non sia vero.
Ma è proprio Natsu ed è proprio qui con me e io odio casa mia per trovarsi dietro l’angolo.
Copriamo gli ultimi metri, mi fermo davanti alla porta e prendo un profondo respiro prima di girarmi verso di lui.
Mi sorride, gli sorrido.
-Sono arrivata- commento l’ovvio, stringendomi nelle spalle.
-Stai sorridendo- commenta e io vado completamente a fuoco.
Abbasso gli occhi, portando una ciocca dietro l’orecchio.
-Grazie per avermi accompagnata a casa…- mormoro, strusciando il piede per terra.
-Non ti avrei mai lasciato da sola! Siamo amici no?!- commenta entusiasta e io lo guardo di sottecchi.
Perde lo sguardo verso il fondo del viale, costeggiato dai ciliegi in fiore, e il vento gli scompiglia i capelli e fa svolazzare i lembi della sua inseparabile sciarpa. E qualcosa di assolutamente inconcepibile accade.
Anziché pensare, come sempre, che è bellissimo un flash improvviso attraversa la mia mente.
Natsu scompare e davanti a me c’è Sting. Una mia proiezione mentale, dura pochissimo ma so da dove arriva.
È successo sabato, quando mi ha riportata  a casa dopo avermi raggiunto al nostro posto per parlare della sua geniale trovata. Ha perso per un attimo lo sguardo sul fondo del viale, il vento nei capelli, l’espressione pensierosa.
Avrei voluto chiedergli a cosa stesse pensando ma poi non l’ho fatto.
Però, la vera domanda è: perché io sto pensando a questo ora?!
-Yuki?!-
-Dimmi?!- rispondo senza pensare, senza neppure rendermi conto che sto parlando con Natsu, per la prima volta senza pendere dalle sue labbra.
-Tutto bene?!-
-Sì, scusa stavo solo pensando a Sting- ribatto ancora un po’ distratta.
E poi realizzo ciò che ho detto e sgrano gli occhi scioccata.
Perché anche se avrebbe senso per la recita che stiamo portando avanti, non l’ho detto per quello.
L’ho detto perché è vero e l’ho detto con una naturalezza spaventosa.
-Insomma stavo pensando che spero che… che tutto si sistemi- aggiungo titubante e accaldata.
Natsu mi fissa qualche secondo senza parlare e poi sorride con quell’espressione da “ho appena avuto un’idea geniale!”.
-Che c’è?!- chiedo, sorridendo nervosa.
-Niente!- risponde, un po’ troppo in fretta e un po’ troppo euforico -Scusa, ora devo andare, devo assolutamente chiamare Lucy! Ci vediamo domani!-
-Ehi no aspe…- cerco di fermarlo ma in un attimo sta già correndo via e la sua figura si fa sempre più piccola -…tta- mormoro sconfortata, lasciando ricadere il braccio che avevo alzato per fermarlo.
“Devo assolutamente chiamare Lucy”. Così ha detto.
Perché la cosa non mi stupisce?!
-Ahhh! Non è possibile! Dannazione!!!- impreco ad alta voce, piegando le braccia verso l’alto e il collo all’indietro, dopo aver preso a calci un sasso sul bordo del marciapiede, spedendolo in strada -Sul serio?!?!-
-Yukino?!-
Salto su, come se mi fossi scottata, girandomi verso la voce che mi ha appena chiamato e quasi la mascella mi cade a terra quando lo vedo a pochi metri da me, le mani in tasca e un’espressione perplessa e interrogativa e io mi sento arrossire per l’imbarazzo.
-Sting?! Che ci fai qui?!- chiedo, la voce un po’ troppo acuta.
Si stringe nelle spalle, avvicinandosi ancora.
-Volevo vedere come stavi. Oggi a scuola tutti parlavano di quanto fossi sotto per il nostro litigio e…- comincia e io aggrotto le sopracciglia, il mio turno di essere perplessa.
-Volevi vedere se stavo bene dopo il finto litigio che abbiamo architettato insieme e che sai benissimo essere una farsa?!- domando conferma.
Rimane interdetto, realizzando forse in questo momento quanto sia assurda la sua preoccupazione. Boccheggia e porta una mano ad accarezzarsi la nuca, palesemente in imbarazzo.
-Beh ecco io… È che da quello che mi hanno detto sembravi così a terra che io…- prova a spiegarsi e mi sfugge una risatina.
Si blocca e mi fissa incredulo e tutto questo mi fa venire voglia di ridere ancora di più.
Voglia che assecondo e che in pochi istanti lo contagia.
Ridiamo fino alle lacrime finché io non riesco un po’ a calmarmi e ritrovo l'uso della parola, senza smettere di sorridere.
-Sei gentile- commento, prendendolo in contropiede -E dolce- aggiungo, distogliendo gli occhi.
Sento che lui invece continua a fissarmi e la pelle comincia a pizzicarmi.
Che ha da guardarmi così?!
-Yukino?!-
Mi giro di scatto verso casa, trovando Sorano che si sporge oltre la porta.
-Ehi ciao!- la saluto, un po’ agitata.
-La mamma dice di portare dentro il tuo amico e che si può fermare a cena-
-Eh?!- esclamo, impreparata -Oh ma io non so se… se…- balbetto, girandomi alternativamente verso Sting e verso Sorano e di nuovo verso Sting.
-Mi farebbe molto piacere!- risponde lui, sorridendo a mia sorella.
Lo osservo incredula imboccare il vialetto di casa per raggiungere la porta lasciata semiaperta da Sorano.
Si blocca, con il piede sul primo gradino del piccolo patio e si gira a guardarmi con un’espressione e un ghigno che mi fanno deglutire a vuoto.
-E non credere che non mi sia accorto che hai tolto anche il “kun”, Yuki- mormora, lasciandomi interdetta.
Entra in casa e io ci metto dieci secondi abbondanti per riscuotermi. Muovo la testa per spannare la mente e mi affretto a mia volta per entrare in casa, stranamente contenta e quasi elettrizzata.
Avere Sting a cena non è così male in fondo.
Possiamo discutere della prossima mossa per il nostro piano.
Sì, ecco, questa mi sembra decisamente un’ottima idea. 

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Capitolo 4
*** Risvolti imprevisti ***


-È tutta colpa mia- grugnisco, affogando il volto nelle mani.
-Sting…- mi chiama, dispiaciuta, allungandosi verso di me.
Allargo le dita per guardarla ma sopporto il suo volto così contrito solo per tre secondi prima di riannegare nello sconforto e nel senso di colpa.
Non doveva andare così! Non era questo l’esito sperato!
Ero così convinto che avrebbe funzionato!
Ma cos’hanno quei due che non va?!
Perché anziché cercare di consolarla in qualunque modo immaginabile Natsu ha avuto la geniale trovata di organizzare un’uscita a quattro con me, Yukino e Lucy?! Da quando Natsu è capace di concepire un’idea simile?!
Proviamo ad analizzare un attimo la situazione.
Cosa volevamo ottenere io e Yukino, fingendo un litigio pesante?! Che Natsu si infuriasse con me e, travolto dal suo altruismo e dall’amicizia decennale che lo lega a Yuki, si dedicasse a lei anima e, possibilmente, corpo, con totale abnegazione, fino ad aprire gli occhi, realizzare che meravigliosa ragazza sia, innamorarsi di lei e lasciarmi finalmente campo libero con Lucy.
Semplice no?!
Cosa abbiamo ottenuto io e Yukino, fingendo un litigio pesante?! Che Natsu e Lucy passassero insieme ogni millisecondo degli ultimi tre giorni per organizzare questo pomeriggio insieme, durante il quale sembrano avere tutta l’intenzione di comportarsi come due gemelli separati alla nascita, stando appiccicati e molto lontani da noi per tutto il tempo necessario a farmi fare pace con la mia meravigliosa, adorabile, stupenda e FINTA ragazza!
 La mano di Yukino si posa delicata sul mio braccio e io non reggo oltre.
-Ma dico guardali!!!- esclamo di punto in bianco, allungando le braccia verso di loro e indicandoli con entrambi le mani.
-Sì… Li vedo…- mormora e sospira.
Mi giro miserabile a guardarla.
Eh li vede. Eccome se li vede. Li vede molto bene. Vede fin troppo bene Lucy che ride per la somiglianza tra il colore dello zucchero filato che ha in mano e i suoi capelli, Natsu che le promette di vincere al tiro a segno per regalarle il suo peluche preferito tra quelli esposti, lei che si aggrappa al suo braccio per non cadere, lui che la abbraccia dalla vita per tenerla su.
-Dannazione!- esclamo frustrato e al limite della sopportazione.
-Sting dovresti cercare di stare più calmo- mi fa notare Yukino, voltandosi di nuovo verso di me.
-Stare calmo?! Come faccio a stare calmo?! La cosa ci è completamente sfuggita di mano! Aveva giurato che se ti avessi fatto soffrire me ne sarei pentito e poi organizza un pomeriggio per farci chiarire?!?!-
-Beh non puoi negare che pentendo te ne stai pentendo- mi fa presente lei, sollevando un sopracciglio.
La guardo interdetto qualche secondo, colpito da quanto si sia disinibita con me. Ammetto che mi piace questo suo lato, anche se la trovo semplicemente adorabile quando si imbarazza. Ma per quanto mi piaccia questa Yukino, ora non è proprio il momento per l’ironia.
-Non era quello che intendevo e lo sai!- mi altero.
-E tu non mi hai fatto soffrire per davvero. Io lo avevo detto che non era una buona idea e più tu continui a gesticolare furiosamente più loro se ne staranno da soli perché è chiaro che pensano che stiamo ancora litigando e che, quindi, ci serve più tempo- ribatte, mantenendo una calma disarmante.
Sgrano gli occhi e mi giro di scatto a guardarli, cogliendoli in flagrante mentre ci spiano da sopra le loro spalle.
Merda!
Yukino ha ragione!
Sto peggiorando ulteriormente le cose! Ma bravo Sting, davvero geniale!
Natsu e Lucy si rigirano subito, sperando probabilmente che io non li abbia visti ma io non schiodo gli occhi dalle loro schiene, riflettendo. Indurisco la mascella, deciso a mettere un freno a questa storia.
Ormai il pomeriggio va così, ormai l’errore l’ho fatto e l’unica soluzione è tornare al punto di partenza per riprovarci un’altra volta. Lo ammetto, arrivati a questo punto forse sarebbe più semplice parlare chiaro con loro e basta. Ma sarebbe più semplice per me non certo per Yukino.
Natsu è troppo lento, non capirebbe, non aprirebbe gli occhi.
Mi alzo, determinato e afferro il polso di Yukino, obbligandola a rimettersi in piedi a sua volta. Sobbalza, presa in contropiede, ma non si oppone quando me la tiro vicino, abbassandomi su di lei, fino a sfiorarle il naso con il mio.
-Che fai?!- domanda nervosa  e io ghigno nel notare le sue guance arrossate.
-Adesso io e te spariamo per un po’ e quando torniamo facciamo finta di avere chiarito tutto e ci comportiamo come la coppia dell’anno. Poi riprogettiamo tutto da zero, okay?! Facciamo in modo che questa giornata sia solo una parentesi e non l’inizio della fine- spiego rapido e sicuro di me.
Lei deglutisce a vuoto, annuendo piano e io non aspetto altro per trascinarla via con me, non senza controllare rapidamente che Lucy e Natsu ci stessero ancora spiando, provando una certa soddisfazione quando vedo che è effettivamente così.
Sono di nuovo padrone della situazione.
Vai così, Sting!
La trascino in giro per il parco, scartando tra coppie e bambini, girando dietro alle varie attrazioni, e non mi fermo finché non mi sento al sicuro da occhi indiscreti.
Mi guardo intorno con aria critica e annuisco soddisfatto. Qui è perfetto per nascondersi, nessuno ci potrebbe mai vedere a meno di non infilarsi a loro volta in questo vicoletto tra il labirinto degli specchi e la sala giochi.
-E ora che si fa?!- domanda Yukino, attirando la mia attenzione.
-Ora aspettiamo!- mi stringo nelle spalle come se fosse ovvio.
-Senza fare niente?!- chiede ancora, sorridendo appena.
Mi ritrovo a ghignare, studiando attento il suo volto.
-Hai qualche suggerimento?!- domando con tanta, troppa malizia.
Non so cosa mi prenda, non era mia intenzione usare quel tono ma Yukino mi stupisce ancora di più perché, anziché distogliere lo sguardo imbarazzata, si limita a sgranare appena gli occhi per poi scuotere la testa mentre ridacchia divertita. Il cuore mi si scalda e, improvvisamente, restare qui non mi sembra più così allettante.
Potremmo andare a mangiare un gelato, sarebbe di gran lunga meno noioso e, se proprio è necessario mantenere le apparenze, possiamo sempre camminare mano nella mano, non sarebbe una cosa così impensabile dopotutto.
-Sai magari potremmo…- comincio ma una voce spezzata e a metà tra il furente e il disperato mi interrompe, risuonando vicina.
Troppo vicina.
-… già parlato, no?!?-
Dei passi frettolosi mi fanno reagire all’istante. Afferro Yukino per la vita e la trascino con me verso l’angolo della sala giochi, nascondendomi nell’altro vicolo, perpendicolare a questo. Mi appoggio al muro con la fronte, tenendola tra me e la parete, mentre le sue mani afferrano la mia maglietta per stringerla tra le dita.
-Aspetta!!!- chiama una voce maschile che per un attimo mi sembra famigliare.
Merda ma che sfiga! Ma proprio adesso un’altra coppia doveva scegliere questo posto per litigare?!
-Yubiwa-san?- mormora a fior di labbra Yukino e io abbasso gli occhi su di lei, trovandola accigliata e attentamente in ascolto.
-Cana aspetta!!!- chiama di nuovo la voce maschile e Yukino sgrana gli occhi scioccata.
Solleva lentamente lo sguardo su di me, il respiro corto, l’espressione sconvolta mentre anche io comincio a capire, riconoscendo finalmente entrambe le voci.
-Loki non possiamo continuare così, okay?! Questa relazione non funziona!-
Yukino porta una mano alle labbra schiuse e io aumento la presa sui suoi fianchi, cercando di trasmetterle calma come meglio posso. So cosa la preoccupa tanto e avvicino la bocca al suo orecchio.
-Non scopriranno mai che eravamo qui e li abbiamo sentiti, stai calma- le dico e la sento rilassarsi un po’ sotto le mie dita.
Giro il volto, mettendomi in ascolto. Loki e Cana ora stanno bisbigliando, è impossibile capire cosa stanno dicendo e francamente nemmeno mi interessa. Voglio solo che se ne vadano lasciandoci campo libero per andarcene a nostra volta. Voglio solo che non scoprano mai che qualcuno che li conosce era qui e ha sentito tutto.
Non sono affari nostri questi.
Anche Yukino gira il capo verso la mia stessa direzione e il mio naso si ritrova immerso nei suoi capelli color perla. Mio malgrado, inspiro e un lieve capogiro mi coglie mentre divento più consapevole del suo corpo sotto i miei polpastrelli.
Ha sempre profumato così di cocco?! Da quando è così calda e morbida?! Com’è che non me ne sono mai accorto prima?!
Le sue mani abbandonano il mio torace e un brivido freddo mi attraversa.
-Credo siano andati- sussurra, sollevata e io la fisso qualche istante.
Sono ancora sconvolto da quello che ho provato poco fa. Non capisco cosa mi sia preso.
Passo una mano tra i capelli, imponendomi di tornare in me, e mi stacco da lei, avvicinandomi cauto all’incrocio tra i due vicoli. Mi sporgo appena e con enorme sollievo constato che non c’è più nessuno.
-Possiamo andare- la informo, per poi avviarmi a passo di carica, senza aspettarla.
Dentro di me qualcosa si sta rivoltando e non capisco cosa sia. Sono confuso.
E mi confondo ancora di più quando la sua mano minuta mi avvolge il polso, strattonando delicata ma decisa, e mi ritrovo a tremare dentro.
Mi giro a guardarla, interrogativo e preoccupato quando vedo la sua espressione dispiaciuta e tesa.
Cosa succede?!
-Sting…- mi chiama e io trattengo il fiato, senza un perché -È meglio se andiamo da me o da te. Dobbiamo parlare-
 

 
  §

 
-Non possiamo! Se venisse fuori nessuno capirebbe!-
-I miei genitori hanno sette anni di differenza, uno in meno di Cana e Yubiwa-san, e si sono sconosciuti che mia madre aveva diciannove anni e nessuno ha mai avuto da ridire! Perché dovrebbe essere diverso?! Perché lui insegna nella scuola dove lei studia?!-
-Yuki non sto dicendo che non la penso come te! Sto dicendo che non lo fanno tutti gli altri!-
-Ma proprio per questo dobbiamo dirglielo!- insiste, caparbia.
La fisso, seduta sul suo letto, senza parole.
-Che cosa…-
-Dobbiamo avvisarli! Non si sono preoccupati di tenere nascosta la cosa, questo pomeriggio, e dubito ne fossero consapevoli! Stavano litigando non avevano testa per nient’altro! Come li abbiamo visti noi potrebbe averli visti qualcun altro e se così fosse potrebbero denunciarli a Makarov-sensei! Dobbiamo dirglielo perché siano preparati ad ogni eventualità Sting!-
 Ecco.
E tanti cari saluti al “non sono affari nostri”.
-Io… non… io…- boccheggio, passandomi una mano tra i capelli.
Ha ragione. Fare finta di niente con il rischio che li abbiano visti sarebbe come se andassimo a spiattellarlo in giro.
Okay, non proprio, ma se si venisse a sapere e noi non avessimo fatto niente saremmo complici. No?!
-Sai, immaginavo fossi romantica ma non credevo così tanto- mormoro e sorrido della sua espressione titubante -Va bene. Parliamo con Cana,  penso che affrontare Loki sarebbe troppo per lui e per noi. Ma dobbiamo stare attenti e farle capire che lo facciamo solo per metterla in guardia. Non voglio nemmeno rischiare che rompano per paura che noi… Ouch-
Il respiro mi si mozza quando me la ritrovo tra le braccia, con le sue strette intorno al mio addome e la faccia premuta sul mio torace. Quando ricomincio a respirare la prima cosa che sento è di nuovo cocco.
-Grazie- mormora con la voce ovattata dalla mia maglietta -Credevo volessi solo lavartene le mani e…-
È il suo turno di interrompersi a metà frase, quando la afferro per le spalle e la distanzio da me per poterla guardare in viso, serio e determinato come non mai.
-Non sono quel genere di persona- metto in chiaro e la stringo un po’ di più quando sobbalza e arrossisce.
Non sono arrabbiato con lei, non voglio che pensi questo. Ma non voglio neppure che pensi che sono un egoista che vive solo per se stesso e i propri interessi.
-Lo so- soffia a occhi socchiusi e il modo in cui mi guarda mi fa seccare la gola.
Che mi prende adesso?! Manca l’aria in questa stanza?!
-Sarebbe stato anche peggio se avessi scoperto che mi ero sbagliata su di te-
Rimango immobile, gli occhi fissi sul suo volto. Ha le guance un po’ arrossate, i suoi occhi cioccolato così luminosi, le labbra appena piegate in un sorriso.
Bellissima.
È un flash che mi attraversa la mente per un solo attimo ma mi rivolta completamente e provo l’impulso di allontanarmi da lei, ora, subito, uscire da questa stanza e riprendere il controllo. Ma, per un qualche motivo, il corpo non risponde, disconnesso dal cervello. La mia mano si alza piano, cercando la sua guancia, fermandosi nel tragitto a scostarle una ciocca di capelli per portargliela dietro l’orecchio.
Sono vagamente consapevole del mio busto che si piega in avanti, i suoi occhi che prima si sgranano e poi si chiudono lentamente, la punta del mio naso che sfiora quella del suo, il suo respiro profumato che mi rinfresca le labbra.
È così vicina. Troppo vicina ma non voglio allontanarmi. E non voglio nemmeno smettere di guardarla ma, ancora una volta, il mio corpo fa ciò che vuole e non resisto all’impulso di chiudere gli occhi. La sensazione di vicinanza, il suo profumo, il suo respiro, tutti si amplifica senza più la vista ad aiutarmi.
E lei è così vicina, così vicina che…
-Yukino!!!-
Saltiamo su come se fosse scoppiata una bomba mentre la voce della mamma di Yukino precede i suoi passi in corridoio, annunciando il suo arrivo.
Ci allontaniamo bruscamente l’uno dall’altra, il respiro affannato, rossi come peperoni, incapaci di guardarci in faccia, io che mi riavvio i capelli lei che si liscia le pieghe della gonna, un attimo prima che qualcuno bussi lievemente alla porta.
Yukino tentenna un attimo prima di muoversi per aprire, lasciando solo uno spiraglio e parandocisi davanti.
-Ehi mamma!- la saluta, chiaramente nervosa e agitata.
-Tesoro stai bene?!- le chiede, probabilmente accigliata -Sei tutta rossa e…-
-Oh non è niente tranquilla! È che comincia a fare caldo!- minimizza, agitando una mano per farsi aria e poco ci manca che scoppio a ridere, anche se l’imbarazzo non è ancora passato.
-Oh! Okay!- commenta, un po’ incerta.
-Volevi chiedermi qualcosa?!- le domanda Yukino, cercando di non suonare sbrigativa.
-Solo sapere se Sting vuole fermarsi a cena anche stasera- ribatte gioviale e io mi raggelo.
Lo ammetto, è da codardi ma avevo pensato di darmela a gambe levate non appena sua mamma se ne fosse andata visto quello che è appena successo. O meglio che stava per succedere.
Perché in realtà qui non è successo proprio niente! Assolutamente!
Dall’altra parte l’idea di fermarmi a cena mi alletta, mi sono trovato così bene l’altra sera. Però ho visto fin troppo bene quanto Yukino fosse sconvolta, sembrava sperasse che il pavimento la inghiottisse un attimo fa e non voglio farle passare la serata nel completo disagio.
Apro la bocca per ringraziare e rispondere che proprio non posso ma faccio giusto in tempo a prendere fiato.
-Sì!- esclama, senza esitazione, una voce che non è la mia e io rimango di sasso -Cioè se… se vuole e può…- aggiunge Yukino, girandosi a guardarmi.
E di colpo non c’è più imbarazzo, non c’è più disagio.
C’è solo lei che mi guarda piena di aspettativa, la voglia di restare ancora un po’ e io che sorrido prima di annuire, riuscendo a far sorridere anche lei. 

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Capitolo 5
*** Night Live Show ***


Mi rigiro nel letto, scalciando. Prima ancora di aprire gli occhi so che qualcosa mi ha svegliato dal piano di sotto ma non so cosa. Rimango ferma sotto le lenzuola, in ascolto, finché non ho conferma che effettivamente sembra che ci sia un trasloco in corso.
Cosa stanno combinando mamma e papà?!
Mugugnando mi impongo di tirarmi su, anche se avrei ancora un quarto d’ora abbondante per restarmene qui se volessi. Infilo le ciabatte e mi avvio con passo strascicato, sfregandomi gli occhi ancora cisposi. Apro la porta e mi sporgo con il busto all’esterno.
Altro che trasloco, sembra più un bombardamento.
Sgrano gli occhi, in ascolto, e in quel momento mamma spunta dalle scale, radiosa e sorridente.
-Ehi tesoro! Ben svegliata!-
-Ciao mamma- la saluto, perplessa e ancora un po’ assonnata, uscendo in corridoio.
-Dormito bene?!-
Sobbalzo quando l’ennesimo tonfo riecheggia per la casa, seguito da un’imprecazione.
-Che succede?!-
-Oh lo sai com’è tuo padre  quando deve caricare le valigie in macchina! Si innervosisce subito!-
Sbatto le palpebre interdetta.
Qualcosa non mi torna.
È come se nella mia testa stesse suonando un allarme.
Valigie?! Macchina?!
-Andate a fare una gita in giornata?!- chiedo, rendendomi conto di quanto poco senso abbia fare delle valigie per stare via dodici ore.
E infatti mamma corruga le sopracciglia perplessa.
-In giornata?! Yukino oggi partiamo per il weekend! Non ti ricordi?!-
Sgrano gli occhi sconvolta.
Ricordarmi?! Ma se non me l’hanno nemmeno detto!!!
-Non me lo avete nemmeno detto!- protesto.
-Davvero?!- mormora, perplessa, battendosi l’indice sul mento -Oh beh comunque torniamo lunedì! Non è un problema no?!-
La fisso incredula prima di arrendermi e grugnire.
Non dovrei nemmeno stupirmi, non è certo la prima volta che capita.
-Stanotte sono da sola- commento atona.
-Ma come?! Tua sorella mica viene con noi!- mi fa presente e io le lancio un’occhiata di sottecchi.
-Stasera lei e Mest escono a cena per l’anniversario e poi sta a dormire da lui! Sono organizzati da due settimane!-ribatto infastidita.
Possibile che i miei debbano essere così sprovveduti e non ricordarsi mai le cose?!?
-Oh! Sì, immagino tu abbia ragione-
Mando gli occhi al cielo e faccio per rientrare in camera mia per prendere la felpa di cotone.
-Potresti chiedere a Sting!- esclama mia madre e io mi immobilizzo sulla porta.
Che ha detto?!
-Potrebbe dormire qui così non sei da sola stanotte!- prosegue, con il tono di una che ha avuto un’idea geniale.
La faccia mi si scalda all’istante.
-Io non se è il caso… s-se…-
-Perché no?! È un bravo ragazzo, simpatico e affidabile!- conclude, prima di proseguire verso camera sua, lasciandomi qui, interdetta.
Non mi piace dormire a casa da sola, lo ammetto.
Ma non ci penso minimamente a chiedere una cosa del genere a Sting.
Perché no?!
Ma perché non è… di… di solito si chiede alle amiche femmine!
E allora senti Kagura.
Non voglio disturbare.
Per Sting sono sicura che non sarebbe un disturbo.
Oh ma per favore!
Almeno prova.
No!
Perché?!
Perché no! Mai e poi mai!
Non ci penso nemmeno a chiedergli…
-Pronto?! Yuki?! Ehi pronto?! Ci sei?!-
Sgrano gli occhi scioccata quando mi accorgo che ho il cellulare accostato all’orecchio.
Quando l’ho chiamato?! Quando ho preso il cellulare e inoltrato la telefonata al suo numero?!
Deglutisco a vuoto.
-Sting, ciao!-
Cosa diavolo mi è preso?!?!
-Senti una cosa…-

 
§

 
-Grazie per avere accettato- gli dico dalla cucina, mentre finisco di mettere due fette di torta cioccolato e caramello nei piatti.
-Figurati! E poi sei tu che hai fatto un favore a me! Non avevo proprio voglia di stare a casa stasera!- risponde dal salotto, mentre sceglie un film dalla libreria multimediale del mio televisore.
-Non eri d’accordo con Rogue?!- domando, preoccupata che abbia rimandato i suoi impegni per me.
Se c’è una cosa che ho imparato di Sting in queste settimane è che è anche troppo leale.
-Aveva un impegno- commenta e lo vedo stringersi nelle spalle, entrando in sala.
Gli allungo la sua porzione di dolce e lui mi sorride per ringraziarmi, spostandosi di lato per farmi spazio accanto a sé.
Puntello i piedi sul tavolino basso tra il televisore e il divano e studio lo schermo.
-Trovato qualcosa di interessante?!-
-Per ora no- risponde, continuando a far scorrere i titoli con una mano, mentre con l’altra si porta una forchettata di torta alle labbra, il piatto posato sulle gambe.
Osservo alternativamente lui e lo schermo qualche minuto, finché un’idea non mi coglie. Trattengo le risate e, attenta a non rovesciare il piatto, mi allungo per sfilargli il telecomando.
-Stai cercando nella sezione sbagliata- rispondo alla sua espressione lievemente scioccata per il mio gesto così brusco.
Senza una parola e senza un’altra occhiata mi concentro sullo schermo e scorro al menu principale, selezionando la voce “Film per sezione”. So anche senza guardarlo che Sting sta osservando le mie mosse per capire cos’ho in mente e mi devo mordere il labbro inferiore per non ridere quando do l’okay per entrare nella sezione “Commedie romantiche”.
Lo sento trattenere il fiato accanto a me.
-Cos… Yuki, stai scherzando?!- esclama, quasi inorridito.
-Guarda che può essere interessante! Possiamo prendere spunto!- gli faccio presente.
Mi lancia un’occhiata indignata ma io proseguo imperterrita.
-Si tratta di scegliere la tipologia giusta! Per esempio, quali film possono aiutare un ragazzo senza speranza, del tutto incapace di trovare un modo per conquistare la donna dei propri sogni?!- domando retorica, scorrendo i titoli -Dunque, abbiamo: “Dieci cose che odio di te”, “Dieci regole per farla innamorare”, “Cinquanta volte il primo bacio”, “Just Friends”, “La ragazz…-
Mi blocco quando sento il telecomando scivolare via dalla mia presa.
-E perché non vediamo invece qualcosa che possa aiutare una ragazza follemente innamorata del proprio migliore amico a trovare un modo per sedurlo una volta per tutte anziché limitarsi ad arrossire ogni volta che incrocia per sbaglio il suo sguardo?!-
È il mio turno apparire indignata e la cosa sembra, per una qualche ragione a me sconosciuta, divertirlo parecchio. Sogghigna senza distogliere gli occhi dai miei e io sento il cuore accelerare per un attimo e qualcosa tendersi dentro di me, mandandomi in confusione totale.
Non so cosa sia ma, per fortuna, quando lui torna a dedicarsi ai film e allo schermo, si calma all’istante e io mi rilasso.
Sto già per lasciarmi andare contro lo schienale del divano e rimettermi a mangiare il mio meritato dolce quando mi ricordo che dovrei apparire offesa per ciò che ha appena detto.
Mi giro di scatto verso di lui e prendo fiato per ribattere ma mi precede.
-Ecco qua! “Cinderella Story”, “Se mi guardi mi sciolgo”, “Easy Girl”…- si blocca, assottigliando lo sguardo e piegando il busto in avanti -“Il mio ragazzo è un bastardo”?!?- domanda incredulo -Cos’è il manifesto delle femministe adolescenti?!-
-Non mi serve un film per conquistare Natsu! Io so esattamente cosa devo fare!- lo informo, tirando fuori quel lato fiero e sicuro di me che di solito emerge solo quando si parla di atletica -E comunque “Cinderella Story” sarebbe inutile in ogni caso!- ci tengo a sottolineare.
-Non mi dire che lo conosci!- commenta Sting, sogghignando divertito e io arrossisco all’istante e tanti cari saluti al lato fiero e sicuro di me.
-È un film vecchio! Avevo solo tredici anni!- protesto, al colmo dell’imbarazzo -E comunque ripeto che non mi serve!-
-Ne sei così sicura?!- mi domanda, sollevando un sopracciglio.
Lo osservo qualche secondo, aggrottando le sopracciglia in un’espressione che spero risulti minacciosa.
-Stai insinuando che non sarei in grado di sedurre qualcuno?!-
Sting si stringe nelle spalle, come a voler minimizzare.
-Io non insinuo niente. Sto solo facendo delle ipotesi sulla base di quello che so e quello che vedo- afferma con l’aria di quello che la sa lunga.
Mi scappa da ridere, tutto questo beccarci è così infantile eppure così divertente.
-Io sono perfettamente in grado di sedurre un ragazzo!- ribatto sollevando il mento.
-Se lo dici tu- fa lo splendido lui, stringendosi nelle spalle e facendo partire un film, non so neppure quale.
Ci zittiamo e puntiamo entrambi gli occhi sullo schermo, unica fonte di luce nella stanza, mangiando la nostra torta, ma so che nessuno dei due è veramente attento al film.
Sting mi lancia un paio di occhiate di striscio, ridacchiando senza ritegno, apposta per punzecchiarmi e io sento l’orgoglio farsi strada in me, chiedendo a gran voce di dimostrargli che si sta sbagliando di grosso, anche se era tutto un gioco e un prenderci n giro quello che è accaduto poco fa.
Eppure il mio carattere non vuole lasciar cadere la cosa.
Forse non mi sarò mai lanciata con Natsu, è vero, ma le circostanze non sono mai state semplici con lui. Ho cercato di uscire con altri ragazzi un paio di volte, nella speranza vana di dimenticarlo, quindi non sono esattamente una ragazzina alle prime armi.
Insomma, so come si bacia un ragazzo!
Il tintinnio della forchettina mentre Sting appoggia il suo piatto vuoto sul tavolino mi risveglia dalle mie riflessioni. Lo osservo tornare ad appoggiare la schiena al divano, rilassato, le gambe leggermente divaricate, le mani abbandonate altezza inguine.
Ho ancora metà fetta da mangiare io ma, non so come, il mio piatto va a fare compagnia a quello di Sting sul tavolo. E poi succede.
Faccio leva sul divano e gli salgo in braccio a cavalcioni, portando subito le mani a circondargli il volto squadrato. Sgrana gli occhi ma non fa in tempo a protestare perché, senza pensarci due volte, gli tappo la bocca con la mia.
Glielo faccio vedere io chi non è capace!
Se mi lanciano una sfida, io faccio di tutto per vincere, è così che sono fatta.
Questo qui si è messo a fare insinuazione con la ragazza sbagliata! 
So già che quando mi staccherò da lui mi odierò per averlo fatto e desidererò che il pavimento si apra e mi inghiotta e probabilmente verserò in uno stato di terribile imbarazzo per il resto della serata ma so anche che la sua espressione scioccata mi darà soddisfazione.
Quello che non so e che proprio non riesco a capire è quando Sting ha cominciato a rispondere al mio bacio.
Ma quando me ne accorgo, è già troppo tardi.
Le sue braccia sono intorno a me, le sue mani mi accarezzano la schiena, facendomi fremere e io… io… non so cosa mi prende.
Mi stacco da lui, ma solo per prendere fiato e quando ricomincio a baciarlo tutto intorno a me scompare. Non sento più la televisione in sottofondo, non so più dove sono. Potrebbero essere il divano di casa mia come il deserto, tutto quello che percepisco è Sting sotto di me, le braccia di Sting intorno a me, le labbra di Sting sulle mie.
Sa di caramello.
O forse è la torta ma comunque il suo sapore mi sta facendo impazzire.
Stringo le cosce e continuo a cercarlo con la mia bocca, mordicchiando il suo labbro inferiore mentre le sue dita si infilano tra i miei capelli.
Oddio, non riesco a smettere!
Cosa… Cosa sta succedendo?!
Ho un brevissimo ritorno di lucidità ma non riesco ad approfittarne perché le sue labbra si spostano sulla mia mandibola e io piego il capo all’indietro per lasciargli libero accesso al mio collo.
Il mio corpo si muove da solo, io non riesco a pensare.
È come se fossi sotto ipnosi, le sue mani che mi accarezzano i fianchi attraverso il cotone sottile della mia maglietta hanno preso completamente il controllo su di me.
Schiudo le labbra e sospiro, stringendo i baveri della sua camicia, ma il respiro mi si mozza quando ricomincia a baciarmi, quasi di prepotenza.
Una sua mano torna tra i miei capelli, l’altra si posa a coppa sulla mia guancia, obbligandomi a piegare il capo verso di lui e io ubbidisco senza protestare, totalmente in balia.
Ricomincio a baciarlo con sempre più foga, schiacciandomi su di lui.
Devo essere completamente impazzita.
Eppure… Mi sento così al sicuro…
I suoi palmi si spostano sulle mie cosce e, prima ancora che me ne renda conto, ho allargato le gambe e il mio bacino è completamente aderente al suo.
Ommio… è… è così caldo e… così bello e… e… così…
Cos… cos’è?!
Percepisco qualcosa contro il mio pube che mi distrae e mi mette in allerta.
Perché anche se il mio primo pensiero è che deve trattarsi del telecomando che gli è rimasto in grembo quando gli sono saltata addosso – oddio voglio morire, ma cosa mi è venuto in mente?! – non posso ignorare il fatto che, fino a poco fa, non avevo notato niente di duro in mezzo a noi e, quindi, dubito che si tratti effettivamente del telecomando e, quindi, non può che essere…
Sgrano gli occhi e mi tiro indietro, scioccata e affannata tanto quanto lui.
-Io… Io…- balbetto e i miei occhi schizzano mio malgrado e contro la mia volontà verso il cavallo dei suoi pantaloni.
E quando vedo che la mia non era affatto un’impressione, rischio l’autocombustione per davvero.
-Mi dispiace io…- comincia.
-No figurati! Non devi scusarti! È… è fisiologico!- cerco di tranquillizzarlo, agitando le mani davanti al volto.
-Sì certo… è che… p-potresti…- lascia la frase in sospeso e, proprio quando stavo pensando che mai mi sarei potuta sentire più in imbarazzo di così, realizzo che sono ancora a cavalcioni su di lui.
-Oddio scusa!- esclamo, saltando giù e rischiando quasi di precipitare dal divano.
Lui scatta in piedi e i suoi occhi schizzano da una parte all’altra della stanza, cercando disperatamente di evitare me.
-Vado… un attimo in bagno- mormora, precipitandosi fuori da salotto.
Io lo fisso scioccata finché non sparisce alla mia vista e poi sprofondo nel divano, coprendomi il viso con entrambi le mani.
Cosa mi è venuto in mente?! Cosa mi è preso?!
Mi alzo in piedi per calmarmi e mi accorgo che sto ancora fremendo, che il suo sapore è ancora sulle mie labbra, il suo odore ancora nelle mie narici.
Non dovrebbe stupirmi così tanto, non sono cieca, lo so che Sting è bello e attraente ma non avevo mai perso il controllo così in vita mia!
Mi passo una mano tra i capelli e mi avvicino alla finestra per prendere una boccata d’aria.
È tutto a posto, non è successo niente.
Chiudo gli occhi e lo ripeto come un mantra.
Ma la verità è che, forse, sono appena impazzita per davvero. 

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Capitolo 6
*** "Cosa ho fatto?" ***


Esco dalla scuola, soffermandomi ad ammirare i ciliegi del giardino e godendomi l’aria tiepida e primaverile.
Sarusuke-san ci ha chiesto di andare un attimo da lui a fine lezione, per discutere su come suddividerci le varie discipline per i giochi di atletica e gli altri sono già andati via. Sono indecisa se aspettare Sting che sta finendo di parlare con Sarusuke-san e Rogue per la corsa a ostacoli con staffetta o andare da sola.
Dopotutto, non è come se potessimo fare la strada insieme, non abitiamo dalla stessa parte ma magari potrebbe avere voglia di un gelato. Potremmo andarci insieme.
A-anche con Rogue, intendo.
Sospiro.
Del piccolo “incidente” di qualche giorno fa non abbiamo più parlato e le cose tra noi sono tornate come prima. O meglio come dopo che abbiamo iniziato a fingere di stare insieme. Ormai credo che il nostro rapporto sia inevitabilmente cambiato, passato a un piano successivo.
Per questo non mi imbarazza l’idea di restare qui ad aspettarlo per proporgli un gelato e tutta l’indecisione sparisce in un attimo. Mi sto per accomodare sugli scalini in sua paziente attesa che un suono strozzato spezza l’aria, giungendo fino a me e mettendomi in allarme.
È durato un secondo appena ma so cosa ho sentito. Quello era un singhiozzo.
Mi acciglio e metto in attento ascolto e mi ci vogliono pochi secondi per riuscire a captare un suono rotto e irregolare, come se qualcuno stesse avendo un attacco d’asma ma ci fosse uno schermo che filtra il rumore.
Non ho più dubbi, dietro uno dei ciliegi c’è qualcuno che cerca di piangere di nascosto.
Scatto senza esitare, muovendomi rapida nel giardino e facendomi guidare dal mio udito finché non riesco a isolare la provenienza del suono in una piccola macchia formata da tre ciliegi posti a distanza ravvicinata. Aggiro i tronchi e trattengo il fiato quando mi ritrovo a fissare una singhiozzante, sfatta e distrutta Lucy, rannicchiata su se stessa, il viso umido di lacrime, i capelli scompigliati.
Cosa le è successo?!
Mi getto in avanti e accovaccio per essere alla sua altezza.
-Lucy-san!- la chiamo con urgenza e preoccupazione.
Si riscuote, come se nemmeno si fosse accorta della mia apparizione finché non l’ho chiamata e mi fissa persa qualche secondo. La richiesta di aiuto e conforto che leggo nei suoi occhi mi fa deglutire a vuoto.
Allungo una mano per asciugarle il viso ma prima di riuscire anche solo a sfiorarla si fionda tra le mie braccia, singhiozzando senza più alcun ritegno sulla mia spalla. Rimango immobile mezzo secondo prima di rispondere all’abbraccio e accarezzarle la schiena.
È dura vederla soffrire così ma voglio che si sfoghi completamente. Mi rilasso un po’ quando l’apice della crisi di pianto passa, i singhiozzi diminuiscono così come anche gli scossoni che la squassano e torna a respirare in modo più o meno regolare.
Si stacca da me e torna ad appoggiarsi al tronco con la schiena, gli occhi ancora colmi di lacrime.
-Scusa Yukino- soffia con voce roca e strozzata.
-Lucy-san- la richiamo, seria -Cosa succede?!-
Le basta un’occhiata che non ho intenzione di andarmene senza una risposta. Stringe le labbra, ricacciando indietro una seconda ondata di singhiozzi e chiude un attimo gli occhi per ritrovare un po’ di calma e autocontrollo.
-Ho sbagliato tutto- mormora alla fine, la voce instabile -Sono stata insistente e invadente e…  N-Natsu non vuole più vedermi-
Sgrano gli occhi.
No! Questo non è… non è possibile!
Semplicemente non lo è!
-Di che stai…-
-Non posso… dirtelo, ho promesso io… ma… o-oggi aveva una c-cosa importante da fare… importante e difficile e io volevo solo… solo che non perdesse l’occasione e ho insistito e insistito finché lui… e-era nervoso, non lo avevo mai visto c-così n-nervoso…- si ferma di nuovo, quasi sopraffatta e punta i suoi grandi occhi su di me, chiedendomi di nuovo aiuto -Mi ha detto di farmi gli affari miei e che non devo intromettermi con le sue cose- riesce a dire tutto d’un fiato e per un pelo prima di rimettersi a piangere.
La fisso, immobile.
La mia testa ronza ed è come se Yubiwa-san avesse appena spiegato una regola di algebra impossibile da comprendere.
Io non capisco. Semplicemente quello che ho appena sentito è incomprensibile.
Natsu che non vuole che Lucy… È come dire che due più due fa cinque!
La afferro per le spalle e la obbligo a rimettersi in piedi e lei barcolla e sgrana gli occhi sorpresa, ma non perde l’equilibrio, complice la mia forte presa.
La guardo negli occhi provando una determinazione tale che mi sembra quasi di stare per esplodere.
-Vai da lui. Ora- le dico, lasciandola interdetta.
-Ma…-
-Era nervoso e, qualunque cosa dovesse fare, probabilmente spaventato. Lui odia che la gente lo veda spaventato per quello ti ha detto di farti gli affari tuoi. Credimi, Lucy, è la sola spiegazione, l’unica! Ma tu devi andare da lui perché Natsu ha bisogno di te, non c’è nessuno che può stargli accanto qualunque cosa accada se non tu, mi hai capito?! Devi andare da lui e devi dirgli che vuoi essere al suo fianco, che vuoi essere tu la ragazza al suo fianco qualunque cosa lui debba affrontare, che vuoi che siano le tue braccia a consolarlo quando qualcosa non funziona. Devi andare da lui e dirgli esattamente come ti senti, esattamente quello che provi. Perché, se lo lasci da solo oggi, nessuno dei due se lo perdonerà mai, Lucy-
Rimane zitta e ancora spersa qualche istante, probabilmente il tempo che le serve per metabolizzare le mie parole e io ne approfitto per circondarle il viso con le mani e asciugarglielo come meglio posso, sorridendole per trasmetterla tutta la tranquillità che riesco.
-Va da lui- ripeto di nuovo, più calma e Lucy tentenna solo un altro istante prima di annuire.
Si china a recuperare lo zaino, lo carica sulle spalle e poi mi abbraccia di nuovo, stringendomi un istante.
-Grazie- mormora al mio orecchio, prima di schizzare via.
Mi giro e la guardo uscire dal giardino della scuola con il vento nei capelli, ancora sorridente. Poi, in un attimo, realizzo pienamente cos’è appena successo e il sorriso scompare, il senso di soddisfazione e serenità si dissolvono, la mia mano sale a coprire le labbra schiuse in un’espressione scioccata.
Non avrei mai e poi mai approfittato di questa cosa per prendermi Natsu, non sono così. Ma credo… credo di avere appena gettato la ragazza di cui Sting è innamorato nelle braccia di un’altra persona.
E questo è… questo è…
Un brivido mi scuote da capo a piedi.
-Che cosa ho fatto?!-

 
***

 
Esco quasi di corsa dalla mia classe, spingendo il cellulare in tasca. Come ho fatto a dimenticarlo sotto al banco non lo so. Ho la testa altrove da un po’ di giorni e non capisco nemmeno perché, ma tanto vale.
L’importante è che il telefonino fosse lì e ora devo darmi una mossa. Rogue non mi ha aspettato, ha detto che aveva una cosa urgente da fare ma non è un problema.  
Yukino ha finito di parlare con Sarusuke-san un po’ prima di noi ma, se mi sbrigo, forse riesco ancora a recuperarla. Se ha voglia, potremmo andare a bere qualcosa al nostro posto. Ci starebbe bene anche un cinema stasera.
L’idea mi piace da matti e poco ci manca che mi metto a saltellare per il corridoio quando, passando davanti alla presidenza, uno scambio di battute attira completamente la mia attenzione.
-Cana siediti anche tu per favore- domanda educato Makarov.
-Ci dica quello che ci deve dire e basta!- ribatte Cana, fiera come sempre ma mi pare ci sia una punta di terrore nel suo tono.
-Cana, calmati- interviene un’altra voce ancora, dispiaciuta ma ferma.
Loki.
Mio malgrado, mi immobilizzo dove sono.
La porta della presidenza è socchiusa e mi accosto, rimanendo dietro al legno, anche se così non riesco a vedere niente ma posso almeno sentire. Non ho una bella sensazione addosso e non vedo motivi per pensare positivo a dire il vero.
Makarov li ha convocati entrambi, di pomeriggio, in un orario in cui, non fosse per me, la scuola sarebbe deserta e sia Cana che Loki non suonavano affatto tranquilli. Temo che parlare con Cana non sia comunque servito a proteggerli, a questo punto.
Il rumore di una sedia che viene bruscamente spostata e poi silenzio. Denso, interminabile, insopportabile silenzio.
-Mi è stato riferito…- comincia Makarov, con la sua proverbiale calma -…che avete una relazione-
Nessun sussulto, nessun respiro trattenuto, nessuna protesta. Niente di niente. Posso solo immaginare come debbano sentirsi in questo momento e un moto di rabbia mi attraversa come una scarica elettrica da capo a piedi.
Chi è che non è stato capace di farsi gli affari suoi?!
-La madre di una ragazza del secondo anno sostiene di avervi visti insieme al cinema e in atteggiamenti piuttosto intimi- prosegue il preside, senza scomporsi -Ed è venuta da me, preoccupata per… come dire… l’integrità morale del professor Yubiwa-
Mi trattengo a stento dal mollare un pugno alla porta.
Ma certo figuriamoci! Figuriamoci se non era stato qualcuno che Loki lo conoscerà solo per sentito dire! Lui fa lezione a partire dal terzo! Ma non è così che stanno le cose, basta parlare con Cana! È evidente che è una cosa seria, dannazione! 
-Ora vedete io avrei bisogno di capire se…-
-È la verità!-
-Loki!- esclama scioccata Cana.
-È inutile girarci intorno Cana! Sono passati dieci giorni dall’ultima volta che siamo andati al cinema e se Makarov-sensei ci ha convocati solo ora è sicuramente perché prima ha fatto le sue indagini! E non ho intenzione di mentire, sono stufo di mentire su noi due, sono stanco di fare finta che per me sei solo una studentessa e nient’altro!- reagisce Loki, come una furia.
Ancora un attimo di silenzio, rotto solo da un sospiro.
-Rassegnerò le mie dimissioni domani ma la prego non sospenda Cana a neanche due mesi dalla fine della scuola. Le assicuro che non si è mai approfittata della cosa per ottenere voti più alti e non è mai stata indiscreta all’interno del liceo. Sono io che ho sbagliato, io non sono stato capace di tirarmi indietro e starle lontano e…-
-Non comportarti come se mi avessi circuita o costretta! Non ti ho permesso io di tirarti indietro, non te l’avrei mai permesso! E non ti puoi dimettere! Questo è il tuo lavoro, è il lavoro che ami fare!-
-Cana…-
-No! Me ne andrò io! Cambierò istituto, sosterrò gli esami da un’altra parte! Oppure mi sospenda! Faccia ciò che crede ma non gli permetta di andarsene! La prego, sensei! La prego!- si agita la mia amica e io comincio a tremare impercettibilmente.
-Questo non lo puoi fare!-
-Sì invece! Io…-
-Ora basta!- tuona Makarov.
Di nuovo silenzio. Non so quanto dura ma mi rendo conto che sto trattenendo il fiato.
-Ah povero me- mormora il preside, parlando più con se stesso -Tanti anni di servizio in questa scuola eppure il professore e la studentessa innamorati mi mancavano. Ora posso dire di averle viste proprio tutte! Mi sa che la pensione è più vicina di quanto mi piaccia credere!-
-I-innamorati?!- domanda Loki, chiaramente scioccato.
-Di che sta parlando?!- si allarma Cana e io mi acciglio.
Ma fanno sul serio?! Ce ne siamo accorti tutti tranne loro?!
-Ecco cosa faremo- riprende Makarov, ignorandoli deliberatamente -Voi due smetterete di vedervi al di fuori del liceo per il prossimo mese e mezzo e troverete il modo di gestire la cosa senza destare sospetti in nessuno. Dal momento in cui Cana avrà dato il suo ultimo esame in questo istituto, l’uomo con cui sceglierà di stare sarà solo e soltanto affar suo e di nessun altro e non sarà certo il suo ex-preside a mettere il naso nelle sue questioni personali. Lo stesso vale per il professor Yubiwa. È un ottimo insegnante e se ha avuto la fortuna di incontrare una splendida donna di otto anni più giovane che, casualmente, ha studiato in questa scuola posso dire solo “buon per lui”. La cosa per me finisce qua. D’altra parte le sale dei cinema tendono a essere sempre immerse nella penombra, alle volte è facile sbagliare e convincersi di avere  visto una persona anziché un’altra, giusto?!-
Sgrano gli occhi scioccato.
Ho sentito bene?!
Sono così sorpreso che nemmeno mi accorgo dei passi sempre più vicini e quando realizzo che Makarov sta per uscire dal suo ufficio, è troppo tardi. La mia unica possibilità è spalmarmi contro la parete e sperare che non si giri verso di me e se ne vada senza notarmi.
Ma, ovviamente, la prima cosa che fa superata la soglia della presidenza, è girarsi verso di me. Lo guardo in preda al panico, immobile e rigido come una statua, senza sapere cosa fare o dire.
Makarov mi osserva qualche istante, un sopracciglio alzato e l’aria severa e io cerco disperatamente qualcosa da dire ma prima che io riesca anche solo a prendere fiato, il suo volto si distende e lui mi sorride e mi fa l’occhiolino per poi allontanarsi senza una parola.
Rimango fermo dove sono ancora un po’, incredulo e metabolizzando ciò che è appena successo. Dentro alla presidenza, non vola una mosca e io devo darmi una mossa se voglio evitare che almeno Cana e Loki mi scoprano.
Mi scrosto dal muro e mi muovo silenzioso, azzardando un’occhiata all’interno dell’ufficio del preside prima di allontanarmi una volta per tutte.
Cana è ancora seduta, lo sguardo puntato a terra mentre Loki è in piedi davanti a lei, gli occhi fissi su di lei.
-Loki i-io…- comincia imbarazzata ma lui sorride e l’afferra per il polso, obbligandola ad alzarsi e zittendola con un bacio.
Sorrido anche io anche se li invidio un po’, non posso negarlo.
Ma è bello sapere che presto potranno finalmente stare insieme senza ripercussioni. Chissà Yukino come sarà felice quando glielo racconterò. Il che mi ricorda che devo andare e non posso davvero perdere altro tempo qui.
Scendo rapido le scale e il pensiero che ormai dubito di poterla trovare ancora qui in zona fa giusto in tempo ad attraversarmi la testa mentre esco in giardino, che i miei occhi si posano proprio su di lei. La pelle mi si elettrizza, non so perché. Sarà che non sto nella pelle di raccontarle di Loki e Cana.
-Yuki!- la chiamo, alzando il braccio e correndo verso di lei.
Si gira di scatto, si irrigidisce e la mia espressione cambia da felice a preoccupata.
Sembra sconvolta e anche un po’ spaventata di vedermi.
Cosa succede?!
Accelero per raggiungerla subito e anche perché una parte di me ha paura che si giri e scappi via. E infatti, quando ormai a pochi passi comincio a frenare, lei indietreggia di scatto ed è come se mi avesse dato un cazzotto nello stomaco.
-Yuki…- la chiamo agitato.
-Sting- parla in contemporanea con me.
Sembra un cerbiatto spaventato e io sento l’impulso di abbracciarla ma ho l’impressione che se mi avvicinassi lei si allontanerebbe ancora e la cosa, ne sono piuttosto certo, mi distruggerebbe.
-Cosa succede?!- le chiedo, spazientito.
Non ce la faccio a vederla così!
-Sting io… io…- balbetta e quando torna a guardarmi, il senso di colpa che ci leggo mi lascia senza fiato.
 

 
§

 
Perché sto correndo così?!
L’immagine di Yukino in lacrime che mi confessa che ha detto a Lucy di correre da Natsu e dichiararsi non vuole andarsene dalla mia testa.
Perché sto correndo in questa direzione?!
Non l’ho neppure abbracciata, non ho risposto ai suoi disperati “scusa”. Sono solo schizzato via come un razzo, diretto a casa di Dragneel, sperando di arrivare in tempo.
In tempo per cosa?!
Dove sto correndo?! Perché?!
Per fermare Lucy. Devo arrivare in tempo. Devo fermare Lucy, devo.
Non riuscirò più a guardare Yukino in faccia.
Devo correre. Non conta nient’altro.
I piedi si muovono da soli, neanche realizzo di esserci ormai, finché non svolto l’angolo e freno di colpo, ritrovandomeli davanti.
Sono fuori dalla porta di casa di Natsu, Lucy parla gesticolando agitata e lui la ascolta con un’espressione indecifrabile. Parla così forte che la sento anche io, da qui, dal fondo della strada dove mi sono fermato, dove nemmeno mi vedono, troppo presi l’uno dall’altra. Anche se nemmeno se ne rendono conto.
-…puoi fare così!!! Come pretendi che io stia zitta a guardarti buttare via un’occasione così importante, Natsu?!- lo aggredisce Lucy, senza nemmeno provare a trattenere le lacrime -Come fai a non capire?! Io non sopporto di vederti stare male! Non lo sopporto! Io… tu… tu non puoi entrare nella mia vita, diventare così importante, diventare indispensabile e poi aspettarti che…-
Non finisce la frase. Non può quando Natsu la afferra per la vita e se la trascina contro, baciandola con foga, stringendola tra le braccia, asciugando le sue lacrime. Nonostante sia chiaramente sconvolta, Lucy chiude gli occhi e si aggrappa a lui disperata, ricambiando, schiacciandosi contro il suo corpo.
Si baciano, come se non ci fosse un domani. Si baciano come tutti quanti, tutti, persino io, ci aspettiamo da tempo. Si baciano come Natsu e Lucy.
Non riesco a muovermi, riesco solo a osservarli impotente. Li osservo quando si separano per mancanza d’aria, mentre Natsu preme la fronte contro quella di lei che, ancora tra qualche lacrima residua, lo osserva incredula ma persa. La tiene stretta, le mani intorno al suo volto, un sorriso tutto per lei. Riesco a leggere il suo labiale quando, sussurrando, le dice qualcosa.
-Scusa Luce. Ti amo-
Anche Lucy sorride. E ricominciano a baciarsi.
Il cuore mi sprofonda nello stomaco.
Finito. È tutto finito.
Ho perso.
Perché sono corso qui?! Perché non sono rimasto con Yukino, perché non l’ho abbracciata e non le ho detto che era tutto a posto?!
Perché sono corso qui?!
Perché dovevo fermarli, dovevo fermare Lucy.
Dovevo fermarla prima che le portasse via Natsu ma non sono arrivato in tempo, ho fallito.
Ho perso.
Le ho detto che sarebbe stato suo, le ho promesso che avrebbe funzionato. L’ho illusa con il mio stupido, patetico piano.
E ora piangerà di nuovo, come poco fa, piangerà e sarà tutta colpa mia e non avrò più il coraggio di guardarla in faccia.
Mi passo una mano tra i capelli, maledicendomi.
-Che cosa ho fatto?- 










Angolo di Piper: 
Ciao Minna-san!! 
Okay, ora, prima di mettermi alla gogna e tirarmi la verdura marcia ho un buon motivo per non aver spiegato cosa è successo tra Natsu e Lucy. E cioè che ho deciso di scrivere una short long parallela a questa, che segue le vicende dei NaLu dal punto di vista di Lucy sperando che mi esca qualcosa di decente
Detto questo, io spero che la storia continui a piacervi e prendervi perchè Sting e Yukino rimangono comunque la mia OTP e faccio il tifo per loro sempre !
E intanto grazie a tutti voi che siete arrivati fin qui! Un bacio grande! 
Piper. 


 

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Capitolo 7
*** Tutto storto (?!) ***


Mi studio nella vetrina della caffetteria, sistemando la gonna del vestito più per abitudine che per interesse. Non riesco a rimanere molto concentrata oggi. Mi sento spenta, in standby.
Ho scelto di mettere proprio questo vestito, il vestito che ho comprato insieme a Lucy qualche settimana fa, proprio oggi. Il che è paradossale se penso che nel provarlo mi ero chiesta se a Natsu sarebbe piaciuto su di me. E invece non l’ho mai messo per Natsu ma ho deciso di metterlo oggi.
Oggi che io e Sting ci vediamo per l’ultima volta al nostro posto.
Non che uno dei due abbia intenzione di partire domani per Arakitasha, chiaro. Ma ormai è finita.
Gli incontri per discutere di come procedere, lo stare sempre insieme, i finti appuntamenti, le cene a casa mia. Tutto finito.
Lucy e Natsu si sono messi insieme, la scuola è agli sgoccioli, il piano non ha funzionato e noi non abbiamo più un motivo per stare insieme come facevamo prima quindi è tutto finito.
E d’altra parte anche mantenere un rapporto più stretto di quello che avevamo prima non credo sia possibile. Sting è cambiato con me. È in difficoltà quando siamo insieme, distoglie sempre lo sguardo, sembra non riesca a guardarmi in faccia se non per qualche secondo.
E non posso biasimarlo.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime che cerco di trattenere mentre rifletto su quello che è successo.
È stata tutta colpa mia. Se fossi stata zitta, se avessi giocato meglio le nostre carte… Ma così Sting ha perso Lucy ed è stata solo colpa mia.
Premo le mani sugli occhi, imponendomi di mantenere la calma e quando sento le lacrime riassorbirsi azzardo un’altra occhiata al mio riflesso. Mi sistemo una ciocca di capelli e metto su la mia miglior espressione di finta serenità, prima di entrare nel locale.
Lui è già qui, seduto al nostro tavolo, intento a osservare il listino che tanto ormai conosciamo a memoria. Mi fermo un attimo sulla porta a guardarlo, la camicia blu elettrico a maniche corte con il bordo a righe, portata aperta sopra una maglietta nera aderente, i capelli perennemente spettinati, l’espressione concentrata.
Lo stomaco mi si stringe. Mi mancherà tutto questo.
Probabilmente si sente osservato perché a un certo punto fa una faccia interrogativa e poi si gira verso l’ingresso, trovandomi ancora ferma qui. E quando mi vede mi sorride come ha cominciato a fare qualche settimana fa.
Quel sorriso a cui mi sono abituata, quel sorriso che mi fa accelerare i battiti.
Stringo i pugni e mi faccio forza prima di muovermi verso il tavolo. Mi siedo silenziosa di fronte a lui.
-Ciao- lo saluto con un sorriso ma la mia voce fa fatica ad uscire.
Cos’è questa sensazione che mi rivolta dentro?! Lui è così vicino e io vorrei tanto… vorrei solo…
-Ciao- risponde, continuando a sorridere, chiaramente tirato.
Deglutisco a vuoto.
-Come stai?!- mi azzardo a chiedere e subito si stringe nelle spalle.
-Non mi lamento! Tu?!-
-Nemmeno io- sorrido appena mentre gli rispondo.
Cala il silenzio tra noi e io giocherello con le bustine di zucchero, poste ordinatamente nel loro contenitore in mezzo a noi.
-Beh… alla fine almeno una coppia siamo riusciti a formarla, no?!- provo con una battuta, non certa che sia la strategia migliore ma un guizzo divertito che attraversa i suoi occhi blu mi fa rilassare un pochino.
-Vero eh?! Siamo stati bravi!- commenta.
Scoppiamo a ridere, anche se non è una di quelle belle risate liberatorie, ma è comunque meglio di niente. In fondo, nonostante tutto, ci troviamo sempre bene insieme.
La risata scema e continuiamo imperterriti a sorridere con malinconia, lanciandoci solo occhiate di sfuggita e di sottecchi, quasi avessimo paura di guardarci in faccia. Mi mordo il labbro inferiore.
-Mi mancherà sai?!- mormora e io alzo di scatto la testa, gli occhi sgranati -Era bello pensare a questo posto come al “nostro posto”-
L’aria si fa più densa intorno a noi, devo prendere un respiro profondo per riuscire a parlare.
-Potremmo continuare a vederci- azzardo, incerta, arrossendo sulle guance -Sai, tipo… appuntamento fisso settimanale-
-Il venerdì con Yuki!- esclama lui e scoppiamo a ridere di nuovo.
Ancora una volta una risata strana, non così allegra come vorrei.
-È terribile! Sembra il nome di una rubrica di una rivista per quattordicenni!- gli faccio presente e lui scuote la testa divertito, passandosi una mano tra i capelli.
E in quel momento i suoi occhi incrociano i miei e la vedo chiaramente. In fondo alle sue iridi blu.
Sofferenza.
Sta male, anche se cerca di non darlo a vedere, molto più di quanto potessi immaginare. Ed è tutta colpa mia.
E improvvisamente capisco. Capisco che non si può fare.
Come potremmo restare amici sapendo che io gli ho fatto questo?! Come posso chiedergli di perdonarmi un errore tanto stupido?! Se non fosse stato per me e la mia bocca a quest’ora Lucy potrebbe essere sua.
E poi, non so neppure se voglio davvero farlo di nuovo, essere amica del ragazzo che amo, sapendo che non potrò mai essere ricambiata. Ci sono già passata con Natsu e mi è bastato e ora… 
Trattengo il fiato e sgrano gli occhi.
Cos’è che ho appena pensato?! Cosa… cosa…
Il ragazzo che… il ragazzo che amo?!
Lo guardo scioccata e una scarica mi attraversa.
No! Non è possibile!
Non posso essermi… io non posso… non può essere vero…
-Hai deciso cosa prendere?!- domanda, mentre studia il listino, ignaro di cosa sta succedendo dentro di me.
Stringo il bordo del vestito mentre la vista mi si offusca.
Ora capisco. Capisco perché mi sentivo così agitata all’idea di vederlo. Capisco perché ho scelto questo vestito. Per essere bella per lui, proprio come aveva detto Lucy.
Che ironia.
Capisco anche di essere una causa persa. Forse è la mia maledizione, innamorarmi di tutti i ragazzi che vogliono Lucy Heartphilia.
Ma per Natsu Il cuore non mi ha mai battuto così forte, anche se non lo credevo possibile, lo stomaco non mi si è mai rivoltato così, non ho mai desiderato così tanto di sentire le sue braccia stringermi. È un dolore quasi fisico.
-Yuki?!- mi chiama, non ricevendo risposta.
Mi alzo di scatto, le lacrime che già mi rigano il volto. Le asciugo rapida con il dorso mentre Sting solleva gli occhi su di me.
-Yuki?!- ripete, mettendo giù il menu e alzandosi a metà sulla sedia -Che hai?! Stai male?!-
-Io… io… Non penso che si possa fare, Sting-sama-
-Sting-sama?!- domanda, scioccato -Cosa… Di che stai parlando?!- 
Sembra agitato, per non dire terrorizzato, ma sono così confusa e sconvolta che non capisco cosa sia reale e cosa no.
So solo che sto per dire addio al ragazzo di cui sono innamorata e fa veramente male.
-Non credo sia una buona idea continuare a vederci. Ci farebbe solo stare peggio. Mi dispiace-
Rapida, afferro il mio zainetto.
-Grazie di tutto- soffio, prima di scappare via.
Sento la sua sedia strusciare a terra, sento la sua voce che grida “aspetta” ma non posso. Non posso aspettare. Devo andarmene di qui.
 

 
§

 
Mi immobilizzo qui dove sono, dopo non so quanto tempo. Potrei aver camminato cinque minuti come un’ora, a passo spedito e senza guardare in faccia nessuno.
Tengo le bretelle del mio zainetto con entrambe le mani, come se potessero sostenermi, mentre mi guardo intorno e scopro di essere nel bel mezzo del parco divertimenti di Magnolia. Proprio lo stesso parco divertimenti dove io e Sting abbiamo scoperto di Cana e Loki. Lo stesso parco divertimenti dove per la prima volta mi sono scoperta a pensare quanto fosse bello, caldo e rassicurante. Al ricordo delle sue mani che mi stringono i fianchi tremo.
Difficile dire se è iniziato quel giorno o prima. Di sicuro so solo che o ero già innamorata o mi sono innamorata quel giorno. Solo che, ovviamente, non me ne sono neppure accorta.
Certo che davvero, è una persecuzione. Ho la sfortuna addosso.
Mi passo una mano tra i capelli.
Per fortuna ho smesso  di piangere e sono riuscita a calmarmi.
Forse posso azzardarmi a tornare a casa senza rischiare di subire un interrogatorio. Non che la cosa mi alletti molto, preferirei restare in giro e tenermi occupata per non pensare ma non so davvero che potrei fare.
Forse un giro sulle montagne russe.
Mi volto verso la struttura colorata e tentenno incerta. Indubbiamente, mi aiuterebbe a scaricare la tensione. Non voglio neanche pensare a quanto ci vorrà per farmela passare, per disinnamorarmi di lui. E al solo pensiero mi viene da piangere un’altra volta.
Devo smettere di pensarci, di pensare a lui, devo togliermelo dalla test…
-Scusate! Permesso!-
Oh magnifico! Adesso sento pure la sua voce! Sto completamente impazz…
Sgrano gli occhi quando una presa ferrea mi avvolge le spalle e mi obbliga a girarmi di centottanta gradi. Mantengo l’equilibrio per miracolo e quando, di nuovo stabile sulle gambe, alzo lo sguardo mi ritrovo a trattenere il fiato incredula.
-Sting?!-
Il “sama” è sparito di nuovo e lui è qui. È veramente qui, chino su di me, il respiro grosso e lo sguardo determinato. Deve avermi rincorso dalla caffetteria a qui.
Ma… perché?! Forse sono stata scortese! In effetti non me ne sarei dovuta andare così ma era un’emergenza!
-Sting scusa, io…- comincio ma ottengo solo di farlo piegare ancora di più su di me.
Il suo viso è così vicino al mio che vado in tilt.
-Io e te abbiamo un problema- soffia e io sobbalzo.
Di che parla?!
-Il problema è che io sono davvero molto molto testardo e non voglio smettere di vederti, chiaro?!-
Indurisco la mascella e distolgo lo sguardo infastidita.
Non può chiedermi una cosa del genere! È egoista! Possibile che non capisce?! Non posso vederlo come un semplice amico!
-E se non vuoi che restiamo amici per me è okay- prosegue e io torno a guardarlo, confusa.
Cosa?! Ma si sta contraddicendo da solo!
-Allora vuoi che restiamo amici oppure no?!- domando, spazientita, incrociando le braccia sotto al seno.
-No!- risponde subito, senza esitazione.
Trattengo il fiato indignata.
-E allora perché un attimo fa hai detto che non vuoi smettere di vedermi?!-
-Perché mi serve tempo! Yuki per favore! Mi serve solo un po’ di tempo!-
Sbatto le palpebre interdetta. Okay, ora lo sto perdendo.
Gli serve tempo?! Che cosa vuol dire?!
Scuoto la testa, perplessa.
-Tempo?! Tempo per cosa?!- chiedo, accigliata.
La sua presa su di me aumenta, sorride. I suoi occhi blu brillano e il fiato mi si mozza.
-Per farti innamorare di me-
Il cuore mi perde un battito e una scarica di adrenalina mi attraversa.
Ommioddio… Che cosa… Ommioddio…
-Come io sono innamorato di te-
Le gambe rischiano di cedermi e la gola mi si secca all’istante, obbligandomi a deglutire a vuoto.
Ho sentito bene?! Lui ha detto che… ha veramente detto che…
-Dì qualcosa! Va bene una cosa qualsiasi ma d…-
Non riesce a finire la frase quando mi aggrappo ai baveri della sua camicia e lo bacio.
Lo bacio quasi prepotente, come quella sera a casa mia ma con molta più urgenza, perché ho bisogno di sapere che è tutto vero. E sono così felice che non riesco nemmeno a parlare.
Le mie labbra si muovono su quelle di Sting, che risponde senza esitare, e mi stringe a sé, possessivo. Ridisegna il contorno della mia bocca con la punta della lingua prima di chiedere il permesso di entrare. Permesso che gli do subito mentre mi aggrappo a lui ancora di più e infilo le dita tra le sue ciocche bionde.
Mugugna contro la mia bocca e io per tutta risposta approfondisco il contatto. Forse ha bisogno di aria ma non riesco a staccarmi da lui. Il suo sapore è peggio di una droga. 
Il problema è che anche io vado in debito di ossigeno e, a meno di non voler svenire, devo per forza mettere fine al bacio. Mi separo da lui senza allontanarmi dal suo petto, gli occhi socchiusi e la testa ancora annebbiata. Vedo il suo sorriso, sento le sue mani intorno al volto.
-Sai davvero di caramello- dico senza pensare.
Sbuffa una risata mentre i suoi pollici mi accarezzano le guance e mi scostano al tempo stesso una ciocca di capelli.
-Allora…- comincia in un sussurro e io sono semplicemente in paradiso -…puoi darmi un po’ di tempo?!- chiede, cauto.
Apro per bene gli occhi, tornando lucida, e gli sorrido.
E in quel sorriso cerco di mettere tutto quello che provo, mentre mi sollevo sulle punte, sposto le braccia intorno al suo collo e premo la mia fronte contro la sua. Subito sposta le mani sui miei fianchi, un po’ per sostenermi, un po’ per abbracciarmi.
Lo guardo negli occhi facendo aderire il dorso del mio naso al suo. Sento le guance arrossarsi ma non distolgo lo sguardo.
-Non ti serve. Sono già innamorata di te-
È il suo turno di sgranare gli occhi e, prima che me ne accorga, mi solleva da terra e mi fa girare come una trottola.
La sua risata risuona nell’aria e, improvvisamente, il mondo è più bello. Non posso credere che stia succedendo davvero. Sono così felice che rischio di esplodere.
-Wow!!!- esclama mentre si ferma e mi rimette giù, senza allentare l’abbraccio -Dannazione! Credevo davvero che fossi ancora persa per Dragneel!- 
È il mio turno di ridere e scuotere la testa.
-È tutta colpa tua! Mi hai incasinato tutto!- lo sgrido, incapace di smettere di sorridere, picchiettandolo con l’indice -E sei un pessimo stratega- aggiungo, tornando a schiacciarmi su di lui.
Mio dio quanto lo amo!
Le sue braccia scivolano per incrociarsi sulla base della mia schiena, possessive, forti, rassicuranti.
-Hai ragione- mormora a un soffio dalle mie labbra -E non sai quanto ne sono felice-
Ricominciamo a baciarci e mi perdo tra le sue braccia.
Ammettiamolo, è andato tutto storto, non ne abbiamo fatta una giusta.
Eppure, tornando indietro, rifarei tutto allo stesso identico modo. 




Angolo di Piper: 
Minna-san! Ebbene sì, siamo giunti all'ultimo capitolo! 
Maaaaaa... tornerò presto con una nuova StingYu e altri progetti che mi frullano nella testa se il tempo me lo permette!
Intanto ci tengo a ringraziarvi oltremodo perchè sinceramente, lo ammetto, un'accoglienza del genere a questa storia non me la sarei mai aspettata! Mai! 
E invece tra chi ha seguito, preferito o anche solo letto e soprattutto Redpowa, Yuki00, Kounchan, Daimler e Tanomax che non hanno mancato una recensione mi sono sentita molto più che ben accolta! E' stato stimolante e gratificante e vi ringrazio di cuore, soprattutto voi che mi avete sempre fatto sapere cosa ne pensavate, capitolo dopo capitolo! Un grazie anche alle due che sopportano tutte le mie turbe, mi danno consigli e tengono viva la mia fame di StingxYukino, ovvero Zomi e SolyDea
E a voi che come me amate questa coppia ricordo che sul forum FairyPiece - fanfiction&images stiamo organizzando lo StingxYukino day, se qualcuno fosse interessato a partecipare! 
Grazie davvero di cuore dalla vostra Piper e alla prossima avventura! 

 
 

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