Peace is not real

di PrimPrime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Premessa: avevo già pubblicato questa storia, ma non avevo tempo per continuarla e non mi piaceva il modo in cui l'avevo scritta.. quindi l'ho sistemata ed eccola qui! spero che vi piaccia.
 


Il mondo, un tempo in pace, si era trasformato in un grande campo di battaglia.
Le popolazioni, distribuite in città felici, si erano divise in fazioni.
La pace era ormai un concetto così lontano, da essere impensabile.



 

___Capitolo 1


 
 
Milioni di stelle rischiaravano il cielo quella notte. Nel piccolo villaggio fortificato, situato sulla cima di una collina, regnava quella che ai meno cauti poteva apparire come una sorta di pace.
Era il periodo più caldo dell’anno, e non tirava nemmeno un filo di vento. Nessun rumore risuonava nell’aria circostante. Non un verso di animale, non un fruscio di foglie. Il silenzio più assoluto.
Come se il mondo si fosse fermato.
Nascosto nel buio, mascherato dalla calma apparente, il nemico era pronto ad attaccare in qualsiasi momento.
Bastava poco per superare le alte mura che circondavano il villaggio, ed irrompere al suo interno al fine di metterlo a ferro e fuoco.
Gli abitanti del villaggio sapevano bene che le mura dovevano essere rinforzate, ma non l'avevano mai fatto. E ormai era troppo tardi, alcuni uomini sgusciarono fuori dall’ombra che li teneva al sicuro e si introdussero nel villaggio.
 

 
Poco più in là, un gruppetto di avventurieri riposava in una casetta di fortuna. Si erano allontanati dal villaggio in cerca di animali, dato che di lì a poco le riserve di cibo sarebbero finite.
E il cibo lo avevano trovato, ma era troppo pericoloso andare in giro di notte quindi decisero di fermarsi a dormire.
Provarono a dormire, senza riuscirci.
Il silenzio che li circondava era innaturale. Li inquietava, e il terrore li corrodeva nel profondo dell'animo. Nessun verso si udiva in lontananza, né di animale né di mob. Nessun rumore caratteristico di una foresta.
Continuarono a provare a dormire, tentando di non pensare ai possibili pericoli nelle vicinanze. La mattina dopo si sarebbero dovuti svegliare presto per portare il cibo al villaggio.
Non sapevano che, al loro ritorno, non avrebbero trovato più nessun villaggio.







___spazio autrice
si, è cortissimo! ma io adoro fare il primo capitolo corto u.u i prossimi saranno più lunghi, prometto!
comunque GRAAAAAZIE per aver letto questo capitolo, ma lo sai che mi hai appena reso molto felice? :)
la storia l'ho già scritta fino a metà (?), quindi presto metterò i prossimi capitoli.. spero che mi darete un vostro parere su questo u.u
alla prossima!




 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2.



 
Warriors.
Questo nome era scritto sulla bandiera conficcata nella terra, al centro del suo villaggio.
Fuoco. Era circondato dal fuoco. Lo sentiva bruciare sulla pelle.
Lo stridio delle armi e le urla degli indifesi gli graffiavano i timpani.
Per la paura e il dolore che provava si sentiva impotente. Poteva solo stare a guardare mentre intorno a lui la gente moriva.
 


Di colpo si svegliò. I ricordi di quel giorno ancora impressi nella mente, così come l'immagine della bandiera nemica.
Era passato solo un mese da quanto aveva guidato il piccolo gruppo di avventurieri nella foresta in cerca di cibo, e la mattina dopo quando erano tornati al villaggio lo avevano trovato distrutto. Ridotto a un cumulo di macerie.

Era proprio vero, la pace era solo un'illusione. Non esisteva, e non sarebbe mai più esistita.

Warriors.
Ripensò a quel nome che gli riportava alla mente tanto dolore.

Era una di quelle fazioni che da decenni terrorizzavano i villaggi. A precedere i guerrieri che ne facevano parte c'era la grande fama di conquistatori senza cuore, e un sacco di leggende.
Si diceva, per esempio, che fosse la fazione più numerosa di tutte. Il che non veniva messo in dubbio, data la distruzione che seminavano al loro passaggio.
Per colpa loro avevano perso tutto.

Solo in quel momento, dopo il sogno di quella notte, Red si accorse che non potevano restare con le mani in mano, dovevano reagire.

Avevano passato un mese a nascondersi, a continuare a spostarsi di giorno e fermarsi in rifugi strategici la notte. Era il momento di dire basta.
Un forte desiderio di vendetta campeggiava nel suo cuore, e sicuramente i suoi compagni di viaggio provavano lo stesso.
 

 
Un'ora dopo, i quattro si sedettero in cerchio sul pavimento della stanza, restando in silenzio.

“dobbiamo trovarli” disse Red, rompendo quel silenzio.

Gli amici lo guardarono per una manciata di secondi, dopodiché annuirono.

"e dopo che li abbiamo trovati, che si fa? siamo solo in quattro.." disse una ragazza accanto a lui.

Red sospirò. "hai ragione, non dovevo neanche dirlo.."

"ma va, hai detto quello che pensiamo tutti. Solo che adesso, in questa situazione, non possiamo fare proprio niente" continuò Lane, la ragazza che aveva parlato prima.

"allora cosa facciamo?" chiese un altro ragazzo, ansioso di agire.

"formiamo una fazione" propose Red, serio come non mai.
 

___

 
Dovettero pensarci un po’ prima di trovare un nome adatto. Solitamente il nome delle fazioni rispecchiava le qualità dei loro membri, per esempio i Miners erano minatori.

Ognuno di loro era bravo in cose diverse ed erano solo i primi quattro membri, in futuro ci sarebbero stati altri membri con altre qualità.

Per questo decisero di chiamarsi Survivors, dato che erano gli unici sopravvissuti all’attacco inflitto al loro villaggio.



 


 
___spazio autrice
salve Minecraftiani! Spero che il capitolo non vi abbia deluso, anche se è corto..
ho scritto una breve (si, certo xD) trama della storia, in cui ho segnato tutte le cose importanti.. quindi come idee sono a posto, devo solo trovare il tempo per disporle bene in ogni capitolo :)
mi dispiace di non essermi soffermata troppo sui personaggi.. ma secondo me c’è poco da dire..
Vi basti sapere che sono due femmine (Amy e Lane) e due maschi (Barry e Red), e per le loro avventure mi ispirerò a quelle che ho vissuto io stessa su minecraft :)


 
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3.




Un piccolo castello si ergeva nella foresta. Aveva quattro torri, una per ogni angolo, ed era fatto in pietrisco. L’interno era ancora poco arredato e spoglio, ma presto ci avrebbero aggiunto qualcosa. Su ogni torre campeggiava una bandiera, portava la scritta Survivors.

Era piccola per essere la base di una fazione, ma erano solo in quattro e per adesso se la facevano bastare.


In una notte senza stelle, mentre infuriava un temporale, qualcuno bussò insistentemente al portone del castello.

Barry e Amy si precipitarono ad aprire temendo il peggio. Di certo una fortezza, anche se piccola, non poteva passare inosservata e il nemico era sempre in agguato.

Con le spade in ferro strette in mano, aprirono il portone e si ritrovarono davanti cinque ragazzi bagnati fradici.

In un primo momento furono senza parole.

“chi siete?” chiese Amy, pronta ad usare la spada.

“cerchiamo un rifugio per la notte, vi prego di farci entrare” disse uno di loro, avvicinandosi di un passo.

La ragazza si voltò per incrociare lo sguardo di Barry, e capire se per lui andava bene farli entrare.

“e sia” disse il ragazzo spostandosi di lato per far entrare i cinque.

Erano dei ragazzi come loro, e sembravano stanchissimi. Erano protetti solo da parti di armatura in cuoio e uno di loro aveva una spada di legno. Gli altri erano completamente indifesi.

“da dove venite?” chiese Amy avvicinandosi a un ragazzo che aveva una grossa ferita sulla guancia destra.

“vivevamo in un villaggio qui vicino, ma siamo stati attaccati. Il villaggio è stato distrutto e solo noi siamo riusciti a scappare” spiegò. "abbiamo percorso la foresta correndo finché non abbiamo visto il vostro castello poco distante da noi, e l'abbiamo raggiunto sperando che ci avreste dato rifugio per la notte.. per fortuna che non ci avete attaccati anche voi."

“è successo lo stesso a noi..” disse Barry avvicinandosi. “chi vi ha attaccato?”

“gli Warriors
..” rispose tristemente un altro ragazzo, avvicinandosi al primo.

In quel momento li raggiunsero anche Red e Lane, che si trovavano in una stanza lì vicino.

“allora non siamo gli unici, gli Warriors stanno distruggendo i villaggi di questa zona” disse Lane.

“così sembrerebbe” aggiunse il ragazzo con la spada.

“ho una proposta” disse Red. “volete unirvi alla nostra fazione?”

I cinque annuirono senza esitare.
Subito vennero condotti nella sala adibita a zona letti, dove occuparono qualche letto costruito in più.


La mattina dopo vennero forniti di spade e armature in ferro.

Divisi in due gruppi, si sparpagliarono per la foresta in cerca di cibo, legno e pecore da cui avrebbero ricavato la lana per altri letti.


Tornati a casa, videro ripetersi lo scenario della notte precedente: uno dei nuovi arrivati, salito in cima a una delle torri, aveva avvistato una decina di ragazzi che si avvicinava al loro castello.

Red e Barry uscirono subito e aspettarono il loro arrivo.

Erano effettivamente dieci ragazzi: disarmati, feriti e con qualche bruciatura sul viso, si erano avvicinati per chiedere aiuto.

"cure, cibo, e un letto per la notte. Solo questo vi chiediamo" li implorò uno di loro, buttandosi in ginocchio davanti ai due ragazzi.

"vi daremo anche di più, se lo desiderate" disse Red, offrendogli una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi. "siamo una piccola fazione, volete unirvi a noi?"

Un altro villaggio era stato messo a ferro e fuoco, sembrava che gli Warriors stessero cercando di conquistare tutto il territorio.

"certo, combatteremo al vostro fianco." rispose quello che sembrava il capo del gruppetto.


 
 
___


 
 
In una stanza buia, nella base degli Warriors, una ragazza attendeva di parlare con qualcuno. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, spettinati e sporchi, e una cicatrice che le attraversava la parte sinistra del viso, dalla palpebra alla guancia. Dall'aspetto sembrava che ne avesse passate tante.

Davanti a lei, protetto dalla penombra, un misterioso ragazzo sedeva su una specie di trono.

“state facendo un ottimo lavoro con i villaggi della foresta” si complimentò la ragazza.

“ne sono consapevole” rispose il ragazzo, annoiato. “voi avete ucciso tutti i sopravvissuti?”

“a proposito di questo.. mi è giunta voce che i superstiti dei vostri attacchi si sono riuniti e hanno formato una nuova fazione”


Il ragazzo scoppiò in una risata malefica. “puoi occupartene da sola, porta con te un gruppo di soldati. Sono solo vigliacchi, scappati dalla battaglia, fuggiti solo grazie alla fortuna. Non avranno speranze contro te e i tuoi uomini.”

La ragazza annuì compiaciuta e uscì dalla stanza.
 







___spazio autrice
ma salve :) eccomi tornata con questo capitolo!
allora, che ne dite? i nostri protagonisti stanno mettendo su una bella fazione, o no? e cosa succederà nei prossimi capitoli?
spero che mi darete un vostro parere, un commento insomma. Voglio capire se questa storiella piace a qualcuno u.u
alla prossima!
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


4.




Passarono una manciata di giorni e i membri della fazione continuavano ad aumentare, ormai si era sparsa la voce del piccolo castello nella foresta, che accoglieva i sopravvissuti agli attacchi degli Warriors.



Red era appena uscito dalla base insieme a Barry per raccogliere legna e lana, quando uno dei membri andati in esplorazione gli corse incontro.
Era partito insieme ad altri quattro, il loro compito era quello di visitare i villaggi vicini per veder quali erano stati distrutti e quali no, e sarebbero dovuti tornare il giorno dopo.

“Red!” urlò al leader, che si voltò e si accorse della sua presenza, mentre ancora si avvicinava correndo.

“che succede, dove sono gli altri?” gli chiese.

“tutti morti”

“eh?” fece Barry sgranando gli occhi.

“ci stavamo avvicinando ad uno dei villaggi ai margini della foresta e siamo stati attaccati da un gruppo di uomini. Fra poco arriveranno qui!”

“dobbiamo tornare dentro e avvisare tutti” si affrettò a dire Red, e insieme corsero dentro.

“stiamo per essere attaccati” urlò Barry, appena entrato.

Il via vai che si era creato nel castello si fermò di colpo, e tutti si avvicinarono.
“degli uomini hanno ucciso i nostri esploratori, presto arriveranno qui” continuò il ragazzo.

Tutti velocemente presero armi e armature. Probabilmente gli uomini in arrivo erano degli Warriors, quindi avrebbero finalmente avuto un’occasione per vendicarsi. Ma il rischio di morire era più alto della possibilità di vittoria, dato che erano la fazione più pericolosa di tutte.

Si udirono due tremendi colpi al portone del castello, che subito dopo cadde a terra distrutto. Una decina di uomini con armature di diamante erano riusciti a sfondarlo.

Prima che qualcuno dei Survivors potesse attaccare, uno di quegli uomini si fece avanti, apparentemente calmo.

“chi è il vostro leader?” chiese a gran voce.

“io” rispose Red, avvicinandosi a sua volta.

“ho una proposta da farvi” continuò il nemico. “distruggi il castello e sciogli la fazione, oppure lo faremo noi con la forza”

“voi Warriors avete distrutto il mio villaggio, non mi tiro indietro davanti alla battaglia!”
rispose Red.

“Warriors? No..” il nemico si tolse l’elmo, da cui comparvero un volto femminile con una cicatrice dalla parte sinistra e un mucchio di capelli aggrovigliati. “sono Tesha, leader dei Builders. Ma c’eri quasi, siamo alleati con gli Warriors”

La ragazza terminò il discorso con una risatina malefica. “ma che bel gruppetto di gente avete raccattato.. guardatevi, non avete speranze contro di noi”

Red impugnò la spada che teneva fissata in vita. “questo lo vedremo”

Fu Tesha a sferrare il primo colpo, ma Red lo parò con un semplice movimento. Intanto i Builders si facevano avanti e attaccavano gli altri Survivors.

Combatterono per meno di mezz'ora, entrambe le fazioni si ritrovarono con molti feriti.

“quanto fate pena!” urlò Tesha dopo aver colpito con violenza la spada di Red con la sua, e avergliela tolta di mano.

Inaspettatamente mise via la spada.
“prendilo come un avvertimento. I Builders torneranno, è meglio se sciogli la fazione”

Chiamò i suoi uomini in ritirata e, veloce come erano arrivati, se ne andarono.



 


 
 
___spazio autrice
salve lettori! mi rendo conto che la battaglia che ho descritto qui non è un gran che, ma è solo l'inizio di quello che succederà ai Survivors.. ci saranno combattimenti più avvincenti in futuro, ve lo assicuro. Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


5.




“hai visto che è successo!” esclamò Red mentre insieme a Lane aiutava i feriti.

“certo, siamo stati attaccati e abbiamo fatto schifo” rispose la ragazza, sconsolata.

“non è vero, siamo riusciti a resistere. Questo significa che dobbiamo solo allenarci un pochino e i Builders non saranno più un problema” continuò lui.

“forse hai ragione.. ma devi considerare che erano pochi uomini quelli contro cui abbiamo combattuto, i Builders sono molti di più”

“vedrai che aumenteremo di numero anche noi”


Red chiamò con sé Lane, Amy e Barry per parlare. Erano i generali della fazione, dovevano prendere insieme qualsiasi decisione.
Il ragazzo propose di spostare la base, o li avrebbero ritrovati facilmente. I tre concordarono pienamente.
Nel castello iniziarono i preparativi per la partenza, e quando terminarono, della base non rimase altro che un mucchio di pietra. Forse tornando lì avrebbero pensato che la fazione si fosse sciolta sul serio.

Il gruppo di superstiti si mosse verso nord, allontanandosi così dalla zona attaccata dagli Warriors e dai Builders.
Dopo qualche ora di cammino si ritrovarono in una pianura. Stavano per segnare il perimetro della nuova base quando si resero conto che in quel modo li avrebbero trovati di nuovo. Dovevano trovare un posto diverso, più nascosto.
Optarono per la costruzione di una base sotterranea.
Presto si organizzarono gli scavi e tutti ebbero un compito da svolgere. Vennero scavati degli scalini nella roccia, che scendevano formando una specie di scala a chiocciola. Si fermarono solo quando giunsero molto in profondità, quindi coprirono l'accesso alle scale e lo nascosero meglio che potevano.
Come ultima cosa scavarono delle stanze e le arredarono.

La base risultò molto grande e articolata.
C'era qualcosa che non andava, però, in quella zona. Durante tutti gli scavi non trovarono mai acqua o lava, e non ne sentirono nemmeno il rumore. Più si scendeva in profondità e più i minerali scarseggiavano. Ad aumentare era il rumore che facevano i mob, sembrava che ce ne fosse un intero esercito a pochi passi da loro.
Ma per quanto potessero scavare, non riuscivano proprio a trovarne. Forse era meglio così.
A base terminata, ognuno scelse in che stanza stare. Le stanze erano molte più dei membri, e ognuna aveva 4 letti. Ormai non erano più una fazione tanto piccola, erano più o meno in trenta e ogni generale aveva il suo vice, mentre Red, il leader, ne aveva 2.


 
Qualche giorno più tardi, un gruppo di esploratori si fece strada nella roccia per ampliare la base e vedere se trovavano qualcosa, del tipo mob, minerali o acqua. A guidare l'esplorazione c'era uno dei vice di Red.
Una manciata di minuti dopo, Red lo vide venirgli incontro.

"Nate, già di ritorno dalla spedizione?"

"si, purtroppo. C'è qualcosa che non va in questo posto, l'avevo capito subito" esordì.

"che vuoi dire?"

"è bastato scavare qualche blocco che siamo stati attaccati da un'allegra famigliola di Silverfish, per poco non staccavano un braccio ad uno dei miei uomini"

Red rimase senza parole.

"e c'è di più, scavando nella pietra abbiamo trovato dei mattoni muschiati. Scommetto quanto vuoi che là dietro non c'é niente di buono"

Appena finì di parlare si sentì un tonfo sordo proveniente dalla galleria che avevano scavato.
Nate imprecò e insieme al leader si recò lì.
Rimasero scioccati nel vedere che un gruppo di ragazzi avevano sfondato il muro e si dirigevano verso di loro con le armi in mano.

Velocemente i due ripercorsero il cunicolo al contrario raggiungendo la sala comune, e avvisarono gli altri giusto qualche secondo prima di essere raggiunti.
Tutti impugnarono prontamente le spade mentre altri correvano a chiamare chi non si trovava lì al momento.
Red, determinato a scacciare il nemico dalla loro nuova base, combatté a denti stretti menando colpi a destra e a sinistra che venivano sempre parati, e parando a sua volta i colpi dell'avversario.

Mentre parava un colpo dato con un po' più di forza rispetto ai precedenti, la lama di diamante del nemico si discostò abilmente dalla sua e gli scivolò su un fianco.
Accadde tutto così velocemente che se non fosse stato per il dolore non se ne sarebbe accorto.
Il misterioso nemico era riuscito a ferirlo al fianco, lo sentiva bruciare e pulsare allo stesso momento. Riuscì ad abbassare lo sguardo e vedere in che stato l'avesse ridotto con quell'unico, velocissimo colpo. La lama gli era penetrata abbastanza nella carne da lasciare un solco dolorante come nient'altro in vita sua.

Appena rialzò lo sguardo ricevette un colpo alla testa con la spada girata di piatto. Non riportò ferite ma il colpo fu così forte da farlo barcollare per un attimo. Quando riprese conoscenza si rese conto di aver lasciato cadere a terra la spada in quell'attimo di disorientamento.
Si abbassò e l'afferrò più velocemente che poté, ma l'avversario fu più veloce e pestò con forza l'impugnatura dell'arma, sulla quale si era appena stretta la mano di Red. Il dolore fu tale da fargli mollare la presa, di nuovo.

Tentò di rialzarsi ma ricevette un potente calcio allo stomaco che lo fece finire in terra nuovamente, e lo disorientò ancora per qualche secondo.
Red sapeva bene che avrebbe dovuto rialzarsi, ma non ci riusciva. Il dolore si era propagato ovunque nel suo corpo, e non aveva più la forza di alzarsi. Quasi gli mancava anche la forza per respirare.
Vide Lane correre in suo aiuto e parare un colpo di spada evidentemente diretto a lui, per poi contrattaccare, dopodiché perse conoscenza.

 
 


 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


6.




Red aprì gli occhi e si sentì avvolgere da una calda sensazione di tranquillità e pace.
Pensò di essere morto, poi gli occhi si riabituarono alla luce e si accorse di trovarsi in un comodo letto nella sua stanza.
Si guardò intorno in cerca di qualcuno, ma non c'era anima viva. D'improvviso si ricordò tutto: stavano combattendo, era stato ferito ed era svenuto.
Come poteva essere successo? perché si era lasciato battere così facilmente?
Ma soprattutto, chi erano quei misteriosi nemici?

In quel momento dalla porta della stanza entrò Barry, che subito lo vide e gli fece un sorriso.
"come ti senti?" gli chiese, correndogli incontro.
"molto bene, è come se non avessi combattuto.. cosa mi avete dato?"
"una pozione, è tutto merito di Dilan"
"di chi?"
chiese Red confuso, iniziando a preoccuparsi.
Per un attimo Barry restò interdetto, poi riprese a parlare: "quasi dimenticavo il motivo per cui sono qui, abbiamo bisogno di te in sala riunioni"



I due ragazzi si precipitarono nella sala riunioni. Lì, attorno al grande tavolo, stavano da una parte alcuni Survivors e dall'altra degli altri ragazzi. Tra questi riconobbe chi lo aveva quasi ucciso in battaglia.
"vedo che ti sei ripreso, amico" gli disse quel ragazzo.
Red ignorò completamente la frase e si avvicinò al tavolo, dalla parte della sua fazione.
"chi siete e cosa diavolo è successo?"
"io mi chiamo Dilan, sono il leader della fazione dei Miners. Viviamo nell'oscurità del sottosuolo, raccogliendo minerali e allenandoci nel combattimento. L'altro giorno ci siamo accorti dei vostri uomini che si avvicinavano alla nostra base, così abbiamo deciso di attaccare per primi."
"la battaglia non è stata vinta da nessuno, hanno detto che gli dispiace di averci attaccato"
lo interruppe Lane, voltandosi verso Red. "e abbiamo pensato che si potrebbe stringere un'alleanza"
"assolutamente no"
il ragazzo non dovette nemmeno pensare prima di dare quella risposta.
"ehi, vi ho già fatto le mie scuse per l'accaduto. Non si ripeterà più nulla del genere" gli disse Dilan, speranzoso di trovare un accordo.
"Red, ragiona.." Amy gli sussurrò all'orecchio. "dobbiamo battere gli Warriors e i Builders, da soli non ce la faremo mai"
Il ragazzo abbassò lo sguardo, ragionando sul da farsi.
"e va bene, alleiamoci"
"è così che si parla!"
Dilan allungò una mano e lo stesso fece Red. Se la strinsero in segno di amicizia.



"che presuntuoso"
"Red, cos'hai contro di lui?"

Lane e Red erano seduti su un divanetto in sala comune, e guardavano dall'altra parte della stanza Dilan e i suoi che raccattavano le loro cose per andarsene.
"mi ha quasi ucciso, è normale che io ce l'abbia con lui! se non fosse stato per il tuo intervento io adesso non sarei qui.. devo ringraziarti"
"no, non devi. Era un mio dovere"
sorrise. "comunque Dilan è stato gentile"
"gentile? ma dove! abbiamo dovuto anche firmare il suo stupido accordo.. 'voi non metterete piede nella nostra base, e in cambio noi vi insegneremo cosa significa combattere', ma chi si crede di essere?"
si lamentò, imitando la voce del leader alleato.
"tutto l'aiuto che ci viene offerto è sempre ben accetto, sai bene che dobbiamo farcela a tutti i costi contro gli Warriors quindi vedilo come un piccolo prezzo da pagare."

Lane spostò lo sguardo da Red al gruppo di Miners e si accorse che Dilan si stava avvicinando.
"è tutto pronto, stiamo partendo. Fra qualche giorno ritorneremo qui per allenarci un po' insieme. Red, spero che tu prenda parte all'allenamento, non ti farebbe male"
"senz'altro"
rispose cercando di dimostrare gratitudine anche se quello era palesemente un insulto.
"e tu, Lane, la tua bravura nel combattere mi ha lasciato senza parole" le prese la mano e gliela baciò.
Lei arrossì leggermente.

Dopo un ultimo saluto il ragazzo si allontanò, seguito dal gruppetto dei suoi.
"adesso è tutto chiaro.."
Lane si voltò verso Red con sguardo interrogativo.
"altro che allearsi per sconfiggere gli Warriors, altro che piccolo prezzo da pagare.. sta succedendo qualcosa tra te e quello là.."
La ragazza diventò rossa di colpo. "non dire assurdità! sono solo riuscita a fronteggiarlo in combattimento, cosa che tu non sei riuscito a fare, dovresti prendere esempio da me!" esclamò velocissimo, senza quasi far sentire gli spazi tra una parola e l'altra.
Red scoppiò in una fragorosa risata.


 
Qualche giorno dopo, come promesso, Dilan era tornato alla base dei Survivors accompagnato da una schiera di uomini in armatura di diamante.
"amici cari, abbiamo dei regali per voi!" annunciò.
I suoi uomini iniziarono a distribuire armi e armature in diamante. Fu un pensiero molto gentile, anche perché molti Survivors non avevano armatura o comunque non in diamante.
"bene, direi che possiamo iniziare. Red, vieni e combattiamo"
Il ragazzo sentì il sangue ribollire nelle vene mentre raggiungeva l'alleato.
Parò i suoi colpi con disinvoltura, ma la forza di uno di essi gli fece perdere l'equilibrio e rischiò di finire a terra.
Dilan scoppiò a ridere, seguito dai Miners presenti. La risata si diffuse anche tra alcuni Survivors, ma non era fragorosa come la loro.
In ogni caso, Red si sentì umiliato.
E quella non fu l'ultima volta: Dilan ricominciò a menare colpi forti per disorientarlo, e quando ormai aveva imparato a parare anche quelli lo prese alla sprovvista con un pugno in pieno viso.
Questa volta il ragazzo finì a terra, ma subito si rialzò.
"basta giocare, attaccami!"
Prendendo la rincorsa, Red si fiondò su di lui con la lama sollevata e pronta a colpire ma Dilan si spostò e il colpo andò a vuoto, facendolo barcollare.
"tecniche di disorientamento dell'avversario. è chiaro che non ne conosci e io le considero fondamentali. Queste sono la prima cosa che noi Miners insegneremo a tutti voi"

Altro che pacifici minatori, come chiunque poteva aspettarsi. I Miners erano veri e propri guerrieri, abili nel combattere tanto quanto lo erano nel trovare minerali.
E se i Survivors consideravano loro degli assi nel combattimento, non avevano nessuna speranza contro gli Warriors.






___spazio autrice
salve lettori minecraftiani! mi scuso per il ritardo nel pubblicare e spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
che mi dite di Dilan? quali sono le vostre impressioni su di lui? hanno fatto bene ad accettare di allearsi?
fra un po' pubblico il prossimo capitolo :) alla prossima!

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


7.



Era passato almeno un mese dall'alleanza con i Miners.
I Survivors erano riusciti ad imparare molto da loro per quanto riguarda il combattimento, e alcuni degli alleati erano entrati a far parte della loro fazione. Questo per via di una storia comune: anche alcuni di loro erano sopravvissuti ad attacchi degli Warriors.
Ogni sera, Lane e Dilan si ritrovavano in segreto e lei veniva condotta nella loro base, dove secondo il patto nessuno dei Survivors sarebbe dovuto entrare.
Quella notte Red, solo nella sala comune, sentì il rumore di passi in lontananza. Provenivano dal cunicolo che conduceva alla base dei Miners, così lo percorse fermandosi soltanto quando sentì i passi abbastanza vicini. Si nascose dietro ad una sporgenza e restò a guardare.
Da lì comparvero Lane e Dilan, restarono a parlarsi per qualche secondo dopodiché lui tornò indietro e lei proseguì verso la propria base. Dopo qualche passo si accorse della presenza del leader e rimase pietrificata.
"Red.. non è come pensi" sussurrò con un filo di voce.
"e cosa dovrei pensare?" ribatté uscendo dal suo nascondiglio. "è ovvio che lo hai seguito alla sua base, da quanto va avanti questa cosa?"
"diciamo.. da quando abbiamo stipulato l'alleanza.."

Red sgranò gli occhi, stupito.
"secondo il patto nessuno doveva andare nella loro base, come mai tu ci vai ogni sera?"
"beh.. Dilan mi ci ha invitato e non ho rifiutato"

Red la fissò senza aggiungere altro. Per qualche motivo non approvava che lui e Lane si vedessero, ma non capiva perché. Forse perché lo considerava come un'infrazione al patto di alleanza o semplicemente perché ancora non sopportava Dilan e sperava che nessuno dei suoi ci parlasse. Si, era sicuramente per quello.
"va bene. Forza, andiamo a dormire" annunciò il leader, tornando nella base senza aspettarla.


 
Il giorno dopo, la maggior parte dei Survivors lavorò insieme per ampliare la base. Quel giorno non dovevano allenarsi nel combattimento, quindi Red era rilassato. Doveva ammettere, però, che quelle lezioni gli erano state utili.
Poco prima di iniziare con gli scavi, Nate si accorse che tra di loro c'era un piccolo gruppetto di Miners.
"ehi voi, chi vi ha dato il permesso di stare qui?" chiese avvicinandosi a loro.
"volevamo sapere se vi serve una mano.. abbiamo visto che avete imparato velocemente le nostre tecniche di combattimento, e per questo abbiamo stima di voi. Pensiamo che ora potremmo essere noi a imparare qualcosa da voi" gli rispose uno di loro, facendosi avanti.
"delle braccia in più fanno sempre comodo" sorrise Nate, sentendosi lusingato dalle sue parole.
Subito si allontanò dal gruppetto e vide che tutti si stavano preparando con picconi e pale pronti all'uso, quindi raggiunse Red che stava parlando con i generali.
"Red, mi sembrano tutti pronti. Avete deciso quale zona ampliare?" gli chiese.
"si, questa qui. Così la nostra sala comune sarà più spaziosa e magari ricaveremo anche qualche minerale per armi armature"
Detto questo, Nate diede l'ordine di iniziare con gli scavi e tutti obbedirono subito.
Ancora una volta, guardando il gruppo di Miners, i Survivors si stupirono delle loro abilità.
Erano i più veloci di tutti e in pochissimo tempo erano riusciti a raccogliere anche un bel po' di pietrarossa e qualche diamante.
Dopo neanche cinque minuti a scavare. Questi si avvicinarono a Lane che teneva in mano il progetto dello scavo e chiacchierava con Amy, e la interruppero momentaneamente.
"scusaci Lane, dove mettiamo questi minerali?"
"ah, non volete tenerli?"
chiese lei, stupita.
"non ci sembra giusto, è territorio della vostra fazione."
La ragazza sorrise. "potete metterli in quella cassa laggiù, ma tenete per voi la metà di tutto ciò che trovate".
 
A fine giornata, i Miners chiesero di rimanere a dormire da loro. Red acconsentì alla loro richiesta, chiedendosi se anche loro si sarebbero ufficialmente uniti alla fazione. E anche se a Dilan sarebbe dispiaciuto che si trovassero lì, e non nella loro base.
Lane si sedette sul letto accanto a lui, sospirando.
"non è ora di incontrare Dilan?" gli chiese.
"non sta sera, ha da fare. Comunque non è tanto negativa come cosa, finalmente posso recuperare il sonno perduto" sbadigliò.
"mi sembra giusto".
Ci fu un attimo di silenzio nella stanza.
"ma dimmi, cosa fate voi due quando vi incontrate di sera?"
Lane arrossì improvvisamente.
"parliamo" rispose in modo sbrigativo e si mise sotto le coperte. "buonanotte"
 
 
 
Nel frattempo, nella base degli Warriors, Tesha stava in silenzio aspettando di sentir parlare l'alleato. La solita penombra della stanza lo nascondeva e gli copriva il viso in modo che nessuno, neanche la leader dei Builders, potesse vederlo.
"e così, mi stai dicendo che i sopravvissuti ai nostri attacchi si sono spostati in fretta e furia.." esordì, con tono calmo.
"esatto. Non hanno lasciato tracce, penso volessero farci credere di aver sciolto la fazione"
Il ragazzo batté un pugno sul tavolo davanti a sé, facendo sobbalzare l'alleata.
"dovevate ucciderli quando ne avevate l'occasione" esclamò.
Dal tono di voce si sentiva che stava perdendo la pazienza.
"scovateli e sterminateli. A tutti i costi." disse infine, scandendo bene ogni parola.
Tesha deglutì il groppo che le si era formato in gola e annuì.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


8.




La mattina seguente, Red fu tra i primi ad alzarsi.
Insieme a Nate si trovava nella sala comune quando improvvisamente spuntarono Dilan e tre dei suoi uomini. Subito i due li notarono e si chiesero che cosa volesse.

"Red, ho bisogno di parlarti" annunciò appena gli fu abbastanza vicino. "in privato" aggiunse spostando lo sguardo su Nate.

"lui è il mio vice, per quanto mi riguarda può restare" gli disse Red.

"non sono d'accordo" ribatté l'alleato con tono di autorità.
Doveva essere successo qualcosa di grave.

"va bene, andiamo"
Insieme giunsero alla sala privata del Leader, che era principalmente un deposito di casse per gli oggetti raccolti ma c'era anche un salottino.

"ieri cinque dei miei uomini sono spariti" gli disse, sedendosi su uno dei divanetti.

"erano usciti in superficie?"

"non che io sappia. Se lo hanno fatto, non è stata una cosa autorizzata da me" rispose.

"alcuni dei tuoi uomini sono stati qui nel pomeriggio, e si sono fermati a dormire"

"cosa?" Dilan sgranò gli occhi sorpreso.

"volevano aiutarci ad ampliare la base, e a quanto ho capito anche imparare qualcosa da noi"

"oh, non so che ci trovino i miei uomini in voi, ma non sta succedendo niente di buono. Questa situazione non mi piace per niente"

Il ragazzo si alzò e si mise a fare avanti e indietro per la stanza.
Sentendo le sue parole, a Red ribollì il sangue nelle vene.
"sarà perché siete tutti sopravvissuti a degli attacchi, perché vi credono imbattibili, si sarà per questo che passano il loro tempo con voi.."

"Dilan, non intendo mica rubarteli"
lo interruppe, ma malgrado il suo intervento l'alleato continuò a farneticare.

"non è questo il problema!" sbottò all'improvviso, fermandosi. "degli uomini hanno sentito dire che questa notte sono stati rapiti degli abitanti dei villaggi vicini. Per quanto ne sappiamo questi villaggi potrebbero essere i prossimi sulla lista degli Warriors, ma che senso avrebbe rapire e torturarne i cittadini? questi cercano noi, anzi voi"

Il leader rimase a bocca aperta.
Teoricamente gli abitanti di quei villaggi non li avevano visti neanche passare di lì, ma se si sbagliava.. significava che presto sarebbero stati scoperti.

"quest'alleanza è pericolosa per me e i miei uomini. Ti sto invitando ad andartene, a levare le tende, a trovare un'altra base per la vostra fazione. Se restate noi verremo sicuramente coinvolti!"
"quando hai chiesto l'alleanza dovevi sapere che ci stavamo preparando per questa guerra, e come nostri alleati sareste rimasti coinvolti anche voi"
sbottò Red, incredulo per le parole che stava ascoltando.

"e infatti lo sapevo, ma pensavo che avremmo avuto più tempo per prepararci. E invece non è così, e per di più i miei uomini ci abbandonano per unirsi a voi. Non ne posso più di questa situazione!" gli urlò.

"allora basta, non siamo più alleati. Ce ne andiamo" concluse Red, calmo ma visibilmente arrabbiato.
Si precipitò fuori dalla stanza seguito da Dilan e raggiunse Nate nella sala comune.

"Nate, và a svegliare tutti. Dì loro che dobbiamo prendere la nostra roba e andarcene"
 
 


"non è possibile, è come se ci stessero cacciando da casa nostra!" esclamò Lane, incredula. "vado a parlarci"

"no no no"
Red l'afferrò per un braccio, fermandola. "è tutto inutile. Gli Warriors hanno capito che siamo in questa zona e torturano gli abitanti dei villaggi vicini. I Miners hanno troppa paura per unirsi a noi in questa guerra, si sono tirati indietro."
La ragazza non voleva crederci, ma rispettò comunque gli ordini e prese con sé tutte le sue cose.

Ormai erano tutti pronti ad andarsene.
Amy, Barry ed altri ragazzi stavano aprendo la via che conduceva alle scale per salire in superficie. Red si avvicinò a loro per vedere a che punto erano e si accorse che i ragazzi che li stavano aiutando erano i Miners rimasti a dormire quella sera, e ce n'erano alcuni che non aveva mai visto.

"salve Leader! abbiamo deciso di unirci a voi, se non vi dispiace"

Red sorrise, compiaciuto.
Probabilmente erano solo Dilan e pochi altri ad aver paura di andare in guerra, dato che molti li avrebbero seguiti.


 
Aperto il passaggio, i Survivors salirono la lunga serie di scalini che li separava dall'aria aperta. In pochi minuti furono arrivati, e cautamente si aprirono una via d'uscita nel terreno.
La luce del sole li accecò per un attimo. L'aria fresca inebriò loro i polmoni. Da quanto tempo erano rimasti chiusi là sotto? adesso che erano in superficie, sembrava essere stato un tempo infinito.

A poco a poco tutti furono usciti e gli ultimi richiusero l'accesso alle scale. Si sedettero sull'erba e Red, in piedi davanti a loro, poté ammirare quanto si fosse ingrandito il suo esercito. Rinchiusi sottoterra non era mai riuscito a vederli tutti assieme, e solo ora si rendeva conto del numero che erano diventati.

"ascoltatemi bene" disse, attirando l'attenzione di tutti. "in questi mesi siamo aumentati di molto e abbiamo imparato anche nuove cose importanti, ma ricordate che qualsiasi cosa noi facciamo, gli Warriors la sanno fare meglio. Se impariamo una tecnica di combattimento alla settimana, loro nello stesso tempo ne imparano tre e subito le padroneggiano alla perfezione. Questo però non deve demoralizzarci, al contrario deve spingerci a cercare sempre di fare il massimo. Cercare sempre di migliorarci."

I presenti applaudirono in assenso.

"adesso mettiamoci in marcia, andremo verso il mare!"










___spazio autrice
Eccomi tornata dopo un'assenza scandalosa.. spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere :)


 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


9. 



 
Erano in marcia da ore in una grande pianura, e ormai alcuni di loro cominciavano a preoccuparsi. Pianura significava niente alberi che li proteggevano da sguardi indiscreti, quindi se gli Warriors o i Builders li avessero trovati in quel momento sarebbe stata la fine.

Nate corse in testa alla fila, dove si trovavano Red e i tre generali.

"leader!" esclamò, attirando la sua attenzione. "posso chiederti cosa ti ha detto precisamente Dilan?"

"niente di che, mi ha fatto capire che presto ci avrebbero trovati e non volevano essere coinvolti"
rispose, cercando di mantenere la calma.

"che vigliacchi.. comunque questa cosa mi preoccupa molto. Forse ci hanno già trovato, hanno stretto un'alleanza con i Miners e questo era solo un tentativo di farci uscire allo scoperto per ucciderci tutti"

Il leader rabbrividì.

"cerchiamo di pensare positivo, ok?" si intromise Lane.

Nate annuì e tornò dietro.

Red fissò Lane per un secondo.

"che c'è?"

"credi che Nate abbia ragione?" le chiese.

"tutto può essere" sospirò. "i Miners non sono una fazione numerosa, un aiuto da parte della fazione più potente e numerosa di tutte gli farebbe solo comodo. Pochi come sono, mi chiedo come abbiano fatto a conquistarsi una base come quella che hanno.."

Red assunse un'espressione interrogativa e lei subito se ne accorse.

"non saranno più di una ventina in tutto, senza contare che alcuni di loro si sono uniti a noi. E la loro base è un Dungeon dell'End, non lo occupano tutto essendo che sono pochi ma comunque una buona parte è loro. Per questo sentivamo continuamente i versi dei mob, perché una parte è ancora territorio selvaggio non appartenente a nessuna fazione." spiegò.

"tu credi che fossero alleati degli Warriors sin dall'inizio?" domandò Red, sospettoso.

"non so a cosa credere.. sarebbe più rassicurante sapere che non lo sono e basta"

Barry si avvicinò a loro, interrompendo il discorso.

"quanto manca a raggiungere il mare?" chiese.

Lane estrasse una mappa dall'inventario e la consultò.

"ormai manca poco" disse alzando lo sguardo. "eccolo lì!"

Una distesa azzurra cristallina si estendeva davanti ai loro occhi. Subito furono investiti dalla fresca brezza di mare, che respirarono a pieni polmoni.

Leader e generali avevano già consultato la mappa e trovato un'isola su cui stabilirsi. Era abbastanza lontana dalla terra ferma e quindi difficilmente sarebbero stati trovati dai nemici, ma dovevano ancora raggiungerla.

"ancora un piccolo sforzo, ragazzi" li incitò Red, prendendo tutta la legna che aveva nell'inventario per farci delle barche.

 Gli altri fecero lo stesso e ognuno craftò la propria imbarcazione.

Presto la distesa di mare diventò una distesa di barche, tutte in movimento verso lo stesso punto: un'isola lontana, ancora impossibile da vedere all'orizzonte.

Si era fatta notte ed erano solo a metà strada, per fortuna in mare non rischiavano di fare brutti incontri con i mob. Malgrado il buio e la stanchezza non si fermarono un minuto e il pomeriggio seguente furono finalmente giunti a destinazione.

L'isola si estendeva maestosa davanti ai loro occhi. Era anche più grande di quanto pensavano, e non vedevano l'ora di stabilircisi.

Si fermarono sullo strato di sabbia finissima dove abbandonarono le barche, e cercarono un modo per salire sulla collina che era la zona più verde dell'isola. Sopra di essa c'erano un bel po' di alberi di giungla, una piccola foresta insomma.

Già alcuni immaginavano come costruire la loro base. Avevano pensato ad una fortezza che occupava lo spazio di tutta la collina e si estendeva anche sugli alti alberi, probabilmente convertiti in torri.

Come prima cosa costruirono una grande stanza in legno per stare protetti per il momento.

Dentro ci misero dei letti, in cui poter subito riposare. Dopotutto, non avevano dormito quella notte.



Quando si svegliarono, si accorsero di non essere soli.

Degli uomini a loro sconosciuti si erano piazzati davanti alla porta, e probabilmente fuori ce n'erano degli altri. Lane si avvicinò per saperne di più e questi la fermarono, spingendola indietro.

Erano forse una fazione nemica?

Red si avvicinò all'amica e fissò quegli uomini con sguardo interrogativo.

"chi siete e cosa volete da noi?"

In quel momento la porta si spalancò e ne uscì un uomo abbastanza alto con un paio di piccoli occhiali appoggiati sul naso e una folta barba bianca.

"vedo che vi siete svegliati" disse. Aveva una voce grossa e minacciosa. "sono Sam, leader dei Sailors. Noi siamo una fazione pacifica, ma ci da comunque fastidio che venga invaso il nostro territorio"

I due sgranarono gli occhi.

"non sapevamo che fosse il vostro territorio" si difese Red.

"ora lo sapete. Sei il leader di questa fazione?" domandò.

"si, mi chiamo Red e noi siamo i Survivors. Cosa intendete fare ora che siamo qui?"

"questo lo domando a voi. Ti chiedo di andartene, potrete benissimo fermarvi altrove. Non vogliamo grane qui."

"non siamo qui per darvi grane, ve lo assicuro. Ci siamo spostati dalla nostra precedente base per colpa di un'alleanza finita male.. è una lunga storia"
spiegò.

"se è una nuova alleanza quella che cercate, penso si possa fare. La nostra base si trova su un'isola poco distante da qui, direi che se ci alleiamo questa terra potrà essere vostra"

Red ci pensò su solo qualche secondo. Sam aveva fatto tante storie per niente, non aveva nemmeno dovuto proporgli di allearsi.. aveva fatto tutto da solo.

Il leader annuì, segno che accettava.

Accanto a lui, Lane era contrariata ma Red neanche se ne accorse. Dopo l'alleanza finita male con i Miners non sapeva più se era il caso di fidarsi. Secondo lei forse sarebbe stato meglio proseguire da soli.

"che ne dite, potreste venire da noi per trattare le condizioni per la nostra alleanza" propose Sam.

"ci sto" disse Red, felice di aver trovato dei nuovi amici in quel territorio per loro inesplorato. "Lane, sveglia gli altri generali, verranno con noi."



Lontano da lì, in una foresta, stava marciando un gruppo di uomini. Si fermarono quando ormai era già notte e si sentivano versi di mob in lontananza. Il loro comandante si guardò in torno per assicurarsi di non essere osservati, dopodiché si tolse l'elmo in diamante. Era Tesha, la ragazza con la cicatrice sul volto.

"Builders, siamo arrivati!" esclamò per incitare i suoi uomini. "esploratori, venite qui!"

Velocemente degli uomini con l'armatura di maglia le si avvicinarono. Avevano degli occhiali dalle lenti scure sul viso, erano oggetti che si vedevano di rado in giro.

Fissarono il terreno spostandosi avanti e indietro sopra di esso, come in cerca di qualcosa.

"poca lava, poca acqua. Non vedo molti materiali" disse uno di loro. "è insolito. Sicuramente qualcuno è passato di qui"

"ci sono delle casse, laggiù. E una porta"

"e delle torce" aggiunse un'altro ancora.

"finalmente ce l'abbiamo fatta.. i Survivors non ci scapperanno questa volta" disse Tesha soddisfatta.

Altri uomini le si avvicinarono mentre quelli con l'armatura di maglia si toglievano gli occhiali a raggi x e li riponevano nell'inventario.

Impugnarono pale e picconi e si diedero da fare per aprirsi un passaggio nella roccia.

Sul viso di Tesha comparve un ghigno malefico. Finalmente aveva trovato la base dei Survivors, finalmente li avrebbe uccisi tutti senza pietà. Uno per uno.





 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


10.



 
"aaaaaaaah!" Tesha urlò arrabbiata e scagliò la spada contro una parete, mandandola in frantumi.
"non è possibile, non ci credo!" continuò.
Afferrò per la gola il nemico e gliela strinse. Dai suoi occhi si capiva che voleva veder scorrere altro sangue.
"b-b-a..sta" disse lui, respirando a fatica.
Tesha e i Builders erano riusciti ad entrare in quella che credevano essere la base dei Survivors, e invece si erano ritrovati in quella dei Miners. Questi avevano opposto molta resistenza, ma i Builders li superavano numericamente ed erano riusciti ad uccidere la maggior parte di loro.
A Tesha questo non bastava, voleva sfogare la sua rabbia uccidendo anche il leader della piccola fazione di minatori-guerrieri.
Mollò la presa sul collo di Dilan, che tossì un paio di volte e prese a respirare affannosamente.
"grazie.." sussurrò.
In risposta ricevette un potente pugno allo zigomo da parte della ragazza.
"dovevano essere qui, che fine hanno fatto?" gli domandò.
Dilan non chiese nemmeno a chi si riferisse, aveva già capito. Aveva anche già immaginato che quello sarebbe accaduto, ma in cuor suo sperava non li avrebbero trovati.
"li abbiamo cacciati qualche giorno fa, quando abbiamo saputo che stavate arrivando. Non volevamo essere coinvolti nella vostra stupida guerra!"
Gli arrivò un altro pugno, nello stesso punto del precedente, e gli provocò ancora più dolore.
"allora è per colpa vostra che i Survivors sono ancora vivi. Voi dovete pagare per questo!"
Rivolse il palmo della mano alle sue spalle e uno dei suoi uomini le passò un'altra spada.
"dì le tue preghiere, Dilan, leader dei Miners. Stai per incontrare la morte"
"aspetta, posso aiutarvi" la pregò. "prima che se ne andassero, ho sentito che dicevano qualcosa a proposito del mare. Credo siano andati lì"
"interessante.."
ammise Tesha, abbassando l'arma. "vivrai, per ora. Dicci tutto quello che sai."
 
Nate fu il primo a rientrare alla base, seguito da Red e da tutti gli altri generali. Il resto della fazione si avvicinò a loro, erano curiosi di sapere i risultati della trattativa.
"da oggi siamo alleati con i Sailors" annunciò Red, sorridente.
I Survivors esultarono felici.
"io continuo a non essere d'accordo" gli disse Nate.
Anche Lane non era d'accordo, ma restò in silenzio ad ascoltare.
"pensavamo che i Miners non ci avrebbero tradito.. e invece è successo. Adesso abbiamo riposto fiducia nei Sailors, potrebbero tradirci anche loro"
"potrebbe succedere qualsiasi cosa"
lo interruppe Red, prima che potesse aggiungere altro. "ma abbiamo bisogno di costruirci una base qui, stare lontani dai nostri nemici per un po'.. allenarci in pace. Per il momento, va bene così. E speriamo che quest'alleanza duri"
Nate annuì, ancora poco convinto.


I giorni passavano velocemente sulla tranquilla isoletta dei Survivors. Tutti insieme si erano costruiti una grande base, degna di una grande fazione, e avevano con i Sailors molti rapporti commerciali.
Di quando in quando Red andava a trovare Sam direttamente alla loro base, aveva stabilito con lui un forte legame. Insieme passavano ore a discutere in proposito a molti argomenti, ridere e a volte addirittura si sfidavano a duello, il tutto in un'armonia di pace e amicizia.
In una stanza apposita, nel piano -1 della loro base, ogni giorno i membri della fazione si allenavano nel combattimento. Ad insegnare loro erano coloro che precedentemente facevano parte dei Miners, o anche chi conosceva qualche tecnica da sé. Ognuno condivideva quello che sapeva, come in una grande famiglia.
C'era addirittura stato un naufragio pochi giorni prima, e i superstiti erano stati accolti a braccia aperte da Red e gli altri generali. La fazione, ancora una volta, si stava ingrandendo e diventava sempre più forte.
A motivare Red era il ricordo di quel lontano giorno in cui avevano tenuto testa ai Builders. Ora avevano sicuramente più possibilità di vincere e, chissà.. forse anche sopravvivere ad un confronto con gli Warriors.

Una mattina, tutti insieme uscirono dalla base e si accorsero di essere stati accerchiati. Intorno a loro, i Sailors gli impedivano di lasciare l'isola.
"cosa significa?" chiese Red, sorpreso.
Sam si fece strada tra gli uomini e lo raggiunse.
"mi dispiace amico, la nostra alleanza finisce qui. Oggi un messaggero ci ha riferito che siete in guerra con due potenti fazioni e questo noi non possiamo accettarlo. Siamo una fazione pacifica, neutrale, e così ci avreste coinvolto. Per fortuna lo siamo venuti a sapere in tempo"
Il leader spalancò la bocca incredulo.
"intendete cacciarci? questa terra è nostra, non ve lo permetteremo" gli disse.
"no, vogliamo catturarvi. Sarete prigionieri nella nostra base finché i Builders non verranno a prendervi"
"cosa?"
scioccato e incredulo, come gli altri componenti della sua fazione, Red vedeva per la seconda volta un'alleanza che veniva interrotta. Per la prima volta, un'amicizia che veniva interrotta.
Non opposero resistenza alla cattura. Anche se pacifici, i Sailors erano molto meglio armati di loro. Dopotutto, loro si erano appena svegliati ed erano usciti senza aspettarsi il pericolo.


Altri giorni passarono nelle prigioni dei Sailors. Tutti i Survivors erano stati messi in una grande stanza e delle sbarre di ferro li separavano dalla libertà.
"Red, buone notizie"
Era la voce di Nate a chiamarlo.
Il leader si alzò da dove stava seduto e lo raggiunse.
"con i materiali che ci sono rimasti siamo riusciti a mettere insieme un piccone, e abbiamo individuato una parte di roccia dove si può scavare"
Gli occhi gli si illuminarono.
"mostramelo"
Nate estrasse dall'inventario un piccone in pietra e glielo consegnò. Red lo esaminò alla poca luce che filtrava nella sala. Capì che si poteva fare, che sarebbero riusciti a scappare prima dell'arrivo dei Builders.
"ce ne andiamo" disse, determinato, puntando gli occhi in quelli del vice.







___spazio autrice
Salve a tutti :) vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo! spero che la storia non vi stia annoiando, prometto che i prossimi capitoli si faranno più lunghi e interessanti.. ci saranno cambiamenti in positivo, insomma :) 
Il capitolo di quest'oggi è molto corto, ma intendo pubblicare presto il prossimo.. spero comunque che vi sia piaciuto! ^-^


   

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


11



 
"hai fallito.." la voce roca del misterioso leader degli Warriors raggiunse le orecchie di Tesha.
A quelle parole si sentì ferita, ma era ancora determinata a portare a termine la sua missione.
"non è così. Abbiamo sparso la voce che li stiamo cercando, prima o poi una fazione lì incontrerà e ce li consegnerà"
"le tue parole non hanno alcun valore per me. Hai fallito per la seconda e ultima volta, di loro dovrò occuparmi da solo.."

Tesha si sentì raggelare. Fu felice di non trovarsi al posto dei Survivors, avrebbero avuto una bella gatta da pelare.

Il leader si alzò dal trono e le si avvicinò. Anche se era buio, la ragazza sentiva i suoi gelidi occhi posati su di lei. Inaspettatamente le sferrò un potente calcio in pieno viso che la fece finire contro la parete della stanza. La violenza di quella sua azione la lasciò sconcertata, raccolse le forze e lentamente si rimise in piedi.

Non lo colpì a sua volta, in quanto era consapevole che sarebbe stato inutile. Sarebbe servito soltanto a far aumentare in lui la rabbia distruttiva che aveva dentro, e a volerla sfogare ancora su di lei. Con il prossimo colpo le avrebbe potuto rompere qualche osso.

Il ragazzo riprese a camminare, le passò accanto come se non esistesse e uscì dalla sala.

Era da tanto che non andava direttamente ad affrontare un nemico, dopotutto. Era da tanto che un nemico non resisteva tanto da arrivare a doversi confrontare con lui. Aveva proprio voglia di far scorrere del sangue.
Uscì all'aria aperta e sentì il vento tra i capelli. Era una sensazione che gli mancava, ma ancora di più gli mancava quella della velocità.
Con un balzo felino saltò giù dalle alte mura della fortezza e, senza alcuna ferita, prese a correre sparendo dietro alla collina.


 
 
"ci siamo quasi!"
Un ultimo sforzo e i Survivors furono all'aria aperta.
Uscirono  dal cunicolo nel quale si erano infilati l'uno dietro l'altro. Erano liberi.

Ora dovevano sbrigarsi, in poco tempo i Sailors si sarebbero accorti della loro fuga e avrebbero dato il via alle ricerche.

Si guardarono intorno, spaesati. Erano in un territorio a loro sconosciuto. Davanti a loro si estendeva un'ampia pianura e qualche collina e il cielo era grigio, come carico di pioggia.

Lane estrasse la mappa che portava sempre con sé, ma si accorse che quel luogo non vi era segnato.

Decisero di fermarsi poco più in là, giusto per riprendere le forze e velocemente ricrearsi un arsenale.
Fu così che in poco tempo ognuno di loro si riguadagnò un'armatura e delle armi, e furono pronti a ripartire. Non tutti, però. Red aveva deciso che solo lui, Nate, Barry e pochi altri avrebbero esplorato i dintorni per poi ricongiungersi con gli altri.

"mettiamoci in cammino" li incitò il leader.

Il gruppetto si diresse verso le colline poco distanti e, arrivati in cima, videro una bandiera che non gli era affatto sconosciuta.
"Warriors.. non ci credo" disse Nate. "siamo finiti nel loro territorio"

"a quanto pare si"
confermò Barry, guardandosi intorno furtivo.

"conviene andarsene" propose allora Nate.

"no, aspettate. Potremmo dare un'occhiata alla loro base, giusto per farci un'idea"
L'idea di Red sembrava una follia, ma accettarono comunque. Tutti loro erano curiosi di sapere cosa li aspettava.
Percorsero un sentiero che si faceva strada tra le montagne e si ritrovarono davanti ad un immenso castello. Restarono a bocca aperta.

Quando si ripresero dallo shock iniziale, Red si chiese se fosse il caso di avvicinarsi di più oppure no. Alla fine decise che un'occhiata l'avevano data ed era il caso di andarsene prima di esser scoperti.
Stava per comunicarlo ai compagni quando lo colpì un forte dolore alla gamba destra. Abbassò lo sguardo e vide una freccia conficcata nel suo polpaccio.
Altre frecce vennero scoccate contro lui e i suoi compagni, che tentarono inutilmente di schivarle o intercettarle con le proprie spade. Pensavano ci fossero degli scheletri nella zona, nascosti tra gli alberi, e invece erano uomini. Warriors.

Dopo l'ennesima freccia andata a segno, Red perse i sensi e così anche il resto dei suoi compagni.


La prima cosa che sentì al suo risveglio fu un forte mal di testa.
Aprì gli occhi, si guardò intorno e per un attimo credette di essere tornato nella prigione dei Sailors, o che quello fosse stato solo un sogno e non l'avevano mai lasciata. Qualche secondo dopo si rese conto che il posto era diverso.

Gli venne d'istinto controllare in che stato fosse e si accorse che le ferite procurate dalle frecce erano sparite.

Scosse Nate, che stava accanto a lui, e questo si svegliò. Era deciso a svegliare anche Barry, ma non lo vedeva da nessuna parte. Si preoccupò.

"ehi, ben svegliati!"
Una voce femminile li fece voltare entrambi verso le sbarre, al di là delle quali stava una figura familiare.

"Tesha.."

"uh, vedo che ti ricordi di me. Anche io mi ricordo di te e della tua piccola fazione, purtroppo"

Red strinse i denti. Quella ragazza, con il suo tono scherzoso, lo stava facendo arrabbiare. Lo faceva per prenderli in giro, perché erano finiti in trappola senza che nessuno ce li avesse attirati.

"cosa ci fai tu qui, non è la base degli Warriors?"

"esattamente, e la mia fazione è loro alleata. Io passo molto tempo qui, a discutere con il loro leader"
disse loro.

"fammi parlare con lui" le ordinò Red.

Tesha si avvicinò di più alle sbarre, arrivando con il viso molto vicino al suo. Solo in quel momento Red si accorse che la ragazza aveva un grosso livido scuro sul volto.
"tu non vuoi conoscerlo. Pensi di volerlo conoscere, di essere pronto, ma non è così. Tu e la tua insignificante banda di sopravvissuti non siete nulla in confronto agli Warriors e al loro leader. Potrebbe uccidervi tutti da solo, a mani nude"
Quel cambio improvviso di tono, da scherzoso a gelido, lo fece rabbrividire.

La ragazza si allontanò e riprese il tono di prima.
"comunque sia, Fenix è via. Per parlare con lui dovrai aspettare, è uscito per esplorare i dintorni. Ma sono sicura che anche lui è impaziente di poterti conoscere.."
Detto questo si voltò e uscì, lasciandoli soli.

Red sperò con tutto il cuore che il leader degli Warriors, questo Fenix, non avesse trovato i loro compagni.
Guardò Nate e si accorse che anche lui era preoccupato, la sua espressione diceva tutto.
"dobbiamo trovare un modo per uscire da qui"



Barry aveva corso a perdifiato per un bel po' e quando aveva visto l'accampamento di fortuna dei Survivors si era gettato a terra, privo di forze.
Lane e Amy lo avevano raggiunto subito, preoccupate, portandogli dell'acqua.

"c'è stata un'imboscata" disse il ragazzo dopo aver ripreso fiato. "ci hanno attaccati con frecce intrise di pozione del sonno, gli altri sono tutti svenuti e li hanno catturati. Io ho schivato le frecce e sono fuggito.. Dobbiamo andare a salvarli"

Senza esitare Amy radunò le truppe. Lei e Lane li avrebbero guidati verso la base degli Warriors, dove sapevano bene che avrebbero potuto trovare la morte. Ma dovevano farlo, dovevano salvare il loro leader.

La preoccupazione li invase quando videro comparire davanti a loro la fortezza. L'enorme fortezza.
"qui, è qui che ci hanno attaccati" disse Barry fermandosi e guardandosi intorno. "ora sembra che non ci sia nessuno.."

"proseguiamo"
disse Lane, rimettendosi in marcia per prima.

Ormai erano arrivati, dovevano soltanto prendere coraggio e assaltare la fortezza nemica.

"dove credete che siano le prigioni?" domandò Amy, studiando con lo sguardo la fortezza.

"sicuramente ai piani inferiori. Forse c'é una grata o qualcosa che può aiutarci a saperlo con esattezza.. il problema è che dobbiamo per forza avvicinarci e rischiamo di essere scoperti" rispose Barry.

"vado io, voi restate qui"
Lane si allontanò dal gruppo e attraversò velocemente il territorio che separava loro dalla fortezza nemica. Non smise mai di guardarsi intorno, consapevole che avrebbero potuto vederla facilmente. Diede una veloce occhiata anche alla torre più vicina, ma era vuota.. forse era successo qualcosa e le sentinelle erano distratte.

Raggiunse in fretta la struttura e ne percorse il perimetro finché non vide delle sbarre all'altezza del terreno. Sperò che fossero della prigione.
Si abbassò e ci guardò dentro. Si sentì sollevata quando vide dei volti conosciuti.

Barry e Lane, da lontano, la osservavano ancora, con il fiato mozzato. Anche loro furono sollevati quando videro che la ragazza stava facendo loro cenno di avvicinarsi. Tutti i Survivors si mossero velocemente verso di lei con i picconi in mano e in pochi secondi riuscirono e demolire silenziosamente le mura e tirare fuori i compagni.

Red fu uno dei primi ad uscire, seguito da Nate.

"ragazzi.. sono felice di rivedervi" disse riabbracciando i generali. "forza, leviamoci da qui"



La sala del trono degli Warriors era vuota da circa un giorno quando il loro leader vi tornò, entrando dalla finestra. I suoi occhi erano infiammati e nel suo cuore trovava posto solo la rabbia.
Attraversò la sala con velocità e raggiunse la stanza delle pozioni, dove alchimisti e strateghi si stavano consultando. Buttò giù la porta facendo saltare il cuore in gola a tutti, che subito si voltarono e rabbrividirono vedendolo così arrabbiato.

"spero che abbiate pensato a qualcosa di buono in mia assenza. Questi Survivors si stanno dimostrando più forti di quello che sembrano e io non lo posso accettare"

Senza battere ciglio gli alchimisti gli mostrarono le nuove pozioni che avevano preparato e Fenix sorrise per un attimo, compiaciuto.
"bene. Strateghi, voi venite con me. E qualcuno mi porti le sentinelle della torre Ovest"

Qualche minuto dopo Fenix era di nuovo seduto al suo trono, con gli strateghi da un lato e alcune guardie dall'altro. Davanti a lui c'erano tre sentinelle, in ginocchio e tremanti. Era presente anche Tesha, stava appoggiata al muro affianco alla porta e si godeva la scena a distanza di sicurezza.

Era risaputo che alcuni uomini trascurassero i loro compiti quando il leader era assente, ora Fenix sapeva anche che alcuni di questi uomini erano le sentinelle.

"il vostro compito è quello di sorvegliare il territorio visibile dalla torre Ovest, o sbaglio?"

"si, leader" rispose una delle sentinelle.

"allora cosa stavate facendo quando i prigionieri fuggivano?"

"che cosa?" rispose la stessa sentinella, incredula.

Anche Tesha era rimasta scioccata dalle parole del leader alleato. Era stata in visita alle prigioni poco prima che lui tornasse e i prigionieri erano ancora lì.

Intanto dalla finestra alle loro spalle si poteva vedere chiaramente che una tempesta era in arrivo. Le nuvole scure annunciavano che avrebbe presto cominciato a piovere e si sentivano dei tuoni in lontananza.

"li ho visti andar via con i miei occhi. Erano in gruppo, credo ci fosse l'intera fazione. Sono molto numerosi adesso, e non escludo che abbiano portato con loro anche gli altri nostri prigionieri. Non ho voluto attaccarli io stesso per vedere cosa avreste fatto voi.. che in realtà neanche vi eravate accorti della loro fuga" disse, con un tono di voce aggressivo.

"ci dispiace leader, non accadrà più" rispose la sentinella, abbassando lo sguardo.

"questo è certo" gli disse Fenix, con tono nuovamente calmo.
Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole un fulmine attraversò la finestra e colpì le tre sentinelle. I loro corpi carbonizzati ricaddero a terra all'istante, erano morti sul colpo.

"guardie, andate ad ispezionare le prigioni e riferitemi chi manca all'appello" disse e si alzò.
"che la loro fine sia di esempio per tutti voi" continuò, spostando lo sguardo prima sui cadaveri delle sentinelle e poi su Tesha.

La ragazza non aveva il coraggio di avvicinarsi a lui per fargli il resoconto di tutto ciò che era successo in sua assenza. Restò ferma, ancora scioccata, appoggiata alla parete.

Fu Fenix stesso a raggiungerla, con passo lento e calmo.
"avrei dovuto affidare la fortezza ad un mio generale anziché a te. Non ti sei accorta di nulla, mi hai deluso ancora una volta"

"lo riconosco.. credo che i Survivors siano scappati dalla prigione proprio quando io li ho lasciati soli.."

"e dimmi, c'era anche il loro leader tra loro? vorrei che me ne parlassi"

"c'era anche lui. Mi è sembrato un tipo determinato, non troppo bravo a combattere.. ma è passato del tempo dal nostro ultimo scontro. Ah, voleva parlare con te"
spiegò, tenendo lo sguardo basso.

"bene, io e lui ci incontreremo presto. I miei strateghi stanno preparando un piano di attacco, dicono che adesso non hanno una base fissa e quindi è un ottimo momento per attaccarli, a patto che gli esploratori riescano a trovarli. Ora và, voglio che torni qui con la testa di ognuna delle guardie assegnate alle prigioni" le ordinò.

"subito" rispose la ragazza, chinò il capo in segno di rispetto e uscì.


Gli esploratori degli Warriors erano già in viaggio e sarebbero stati presto raggiunti da quelli dei Builders. Erano esploratori specializzati in diversi tipi di ricerca, perciò Fenix aveva ritenuto necessaria la collaborazione da parte di entrambe le fazioni. Era stato il leader in persona a dar loro l'ordine di ricerca ed erano determinati a portare a termine la missione.


Nel frattempo i Survivors si muovevano in fretta, attraversando i biomi in cerca di una giungla. Red era certo che gli alti alberi della giungla li avrebbero protetti, almeno per un po', e li avrebbero tenuti lontano da occhi indiscreti. Non aveva detto nulla ai generali di ciò che era successo nella prigione e Lane si stava preoccupando.
"Red, ti stai concentrando soltanto sulla meta da raggiungere" gli disse lei, dando un'occhiata alla mappa che aveva in mano "sicuro di stare bene? sento che qualcosa non va"

"va tutto per il meglio, non devi essere preoccupata"
rispose lui, tagliando corto.

La ragazza sospirò e abbassò lo sguardo. Decise di chiedere a Nate cosa fosse successo.
Lasciò la testa del gruppo e raggiunse il vice, che si trovava poco più indietro.

"Nate, avrei bisogno di parlarti un attimo" lo chiamò.

"ehi, Lane. Cosa c'è, siamo quasi arrivati?"

"temo di no, dobbiamo camminare ancora per un po'. Non è di questo che volevo parlarti, volevo chiederti se è successo qualcosa mentre eravate prigionieri degli Warriors. Red mi sembra strano"

"ah, capisco. In effetti qualcosa è successo, ha parlato con la leader dei Builders"
le disse.

"Tesha? e cosa gli ha detto?"

"per prima cosa ha preso in giro la nostra fazione.. poi Red le ha detto di voler parlare con il leader degli Warriors, e a quel punto la ragazza ha cambiato completamente tono di voce e l'ha messo in guardia, dicendo che lui avrebbe potuto distruggerci da solo e a mani nude"

"sembra impossibile.. credi che Red si sia spaventato?"
gli domandò, pensierosa.

"non è il tipo che si spaventa per così poco.. erano solo parole. Forse a spaventarlo è stato il livido che Tesha aveva in faccia, quello si che faceva paura"

Lane rimase in silenzio, non sapendo come rispondere a quelle parole. Subito pensò che forse era stato il leader stesso a procurarle quel livido.

"ah, prima che me ne dimentichi: quando ci avete salvato si sono uniti a noi gli altri prigionieri degli Warriors.. e credo che tra loro ci sia qualcuno che vuole parlare con te" le disse Nate, suscitando in lei curiosità.

Lane lo salutò, domandandosi chi potesse essere, e raggiunse velocemente le retrovie del gruppo dove si trovavano i nuovi arrivati. Subito lo vide e rimase senza parole.
"non ci posso credere.."



 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


12 




 
Le guardie di Fenix erano tornate nella sala del trono per comunicargli che tutti i prigionieri erano spariti. Tra di loro c'erano importanti fonti di informazioni sui loro nemici. In lui si accese di nuovo una potente ondata di rabbia. L'avrebbe sfogata su quelle guardie se non gli fosse venuta in mente un'idea migliore. C'era infatti qualcuno, in quella fortezza, che lo aveva deluso a lungo e meritava una punizione severa. Si era sempre trattenuto, ma non sarebbe riuscito a farlo quella volta. Per lui anche quello che era successo quel giorno era colpa di Tesha.


Red sospirò, in testa al gruppo. Sperava con tutte le sue forze di raggiungere presto la giungla, anche se le mappe indicavano che era ancora molto lontana. Fu in quel momento che Nate gli si avvicinò.
"Lane mi ha detto che c'é qualcosa che non va in te. Le parole di Tesha ti hanno spaventato?"

Red sospirò di nuovo. "non è possibile quello che ha detto riguardo al loro leader, vero?"
Anche se lo riteneva impossibile, era comunque preoccupato.

"solo se non è chi immagino.."

"cosa intendi dire?"

"non l'ho voluto raccontare a Lane per non farla preoccupare ulteriormente, ma antiche leggende narrano di un essere dagli illimitati poteri. Egli sarebbe capace di grandi cose, tra cui volare e.. beh, essere immortale. Niente sarebbe in grado di scalfirlo"
disse a malincuore.

Red rimase a bocca aperta.
"scherzi vero? sono solo leggende.. non puoi crederci veramente" disse abbozzando un sorriso, anche se una parte di lui stava iniziando a crederci.
"e come veniva chiamato questo essere?" domandò al suo vice.

"ho sentito dire che lo chiamavano admin"



Tesha aveva dovuto combattere da sola contro le guardie della prigione. Non avevano certo deciso di farsi uccidere da lei come se niente fosse, e malgrado questo lei era riuscita comunque a farlo, proprio come Fenix le aveva ordinato. Aveva però il viso pieno di lividi e delle profonde ferite sul corpo, quasi non si reggeva in piedi.

Era appena tornata nella sala dove si erano stabiliti gli altri Builders che si trovavano lì con lei, per farsi medicare, quando Fenix la raggiunse. Appena lo vide si mise sull'attenti e un calcio del leader la fece finire con la schiena a terra, in un tonfo doloroso.

"perché questo?" domandò disperata, in preda al dolore.

Gli occhi del ragazzo si riempirono ancor più di rabbia. La sua bocca era tesa in un ghigno che avrebbe intimorito chiunque.
Gli bastò un gesto della mano perché le porte della sala si chiudessero e le torce si spegnessero. Colpì uno ad uno i suoi uomini, facendoli prima cadere a terra per poi spaccandogli il cranio.

Anche se a luci spente, Tesha riusciva a percepire gli spostamenti del ragazzo e i gemiti dei suoi uomini morenti. E sentiva che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della sua vita. Gli occhi le si riempirono di lacrime ed iniziò a tremare.

Pochi secondi dopo le torce si riaccesero e la ragazza si alzò da terra, lentamente. C'era sangue ovunque e nessuno degli uomini era rimasto in vita. Indietreggiò rapidamente, con gli occhi sgranati e lo shock dipinto in volto. Il battito del cuore le si era fatto molto veloce e così anche il respirò, tanto che l'ossigeno faceva fatica ad arrivarle alla testa e si sentiva mancare.

Senza rendersene conto si ritrovò contro la parete mentre il leader le stringeva la gola in una presa mortale. Lei annaspava, tentava di dire qualcosa ma non aveva abbastanza forze perché la voce le uscisse di bocca.

"tutti i prigionieri sono stati liberati per colpa tua. Tu e i tuoi uomini siete solo dei deboli. Sappi che la loro morte è solo causa tua, e meriti di morire anche tu"
Detto questo lasciò la presa, facendola cadere a terra.

Tesha si ritrovò in ginocchio sul pavimento di pietra, a tossire sangue, con il volto abbassato.

"ma voglio lasciarti in vita. Andrai in esilio, consapevole di essere la mano che ha ucciso i tuoi stessi uomini"

"F-Fenix.."

"zitta!"
le urlò, sferrandole un altro calcio in pieno viso. "non sei degna di pronunciare il mio nome. Non voglio sentire mai più la tua voce"
Il ragazzo si voltò e con passo sicuro uscì, lasciandola sola in quella stanza.

Dopo qualche minuto Tesha riuscì a rialzarsi e andarsene anche lei. Era ferita, si sentiva a pezzi. Addosso aveva il suo sangue e quello dei suoi uomini. Scioccata e in quelle condizioni, le era difficile credere di non essere la colpevole della morte di quegli uomini. Non poteva far altro che dare ragione al suo ormai ex alleato.
 


Lane non credeva ai suoi occhi. Davanti a lei aveva l'ultima persona con cui avrebbe voluto parlare.

"Lane.. sei proprio tu? oh, quanto mi sei mancata!" esclamò il ragazzo, andandole incontro.

La ragazza gli fece segno di starle lontano e spostò lo sguardo, non voleva nemmeno guardarlo in faccia.
Era malandato, con i vestiti strappati e dei lividi qua e là, ma era sempre lui.. Dilan, il ragazzo che aveva tradito la sua fiducia e quella di tutti i Survivors.


Dopo due giorni di viaggio i Survivors erano finalmente arrivati alla giungla. Davanti agli occhi di Red, in testa al gruppo, c'erano i primi alberi alti che segnavano l'inizio di questo bioma.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e, seguito dai compagni, si addentrò nella giungla.

Né lui né i generali erano mai stati in un posto del genere. C'erano alberi ovunque, sia alti che bassi, e le fronde rendevano difficile il loro passaggio. Ogni tanto il terreno scendeva e presentava un laghetto con qualche fiore, poi risaliva e si tornava tra gli alberi fitti. Gli animali erano pochi e ben nascosti dalla vegetazione, e il cibo scarseggiava. Raccolsero qualche chicco di cacao sul cammino, ma potevano farci ben poco.

"Red, gli uomini non ce la fanno più" gli disse Barry.

"dobbiamo camminare ancora un po'. Presto farà buio e ci serve un buon posto per accamparci"

Il generale annuì, capendo che il leader aveva ragione.

Era ormai il tramonto quando Red notò una luce in lontananza, tra gli alberi, che non era quella del sole. Fece segno ai compagni di fare silenzio e muoversi lentamente, quindi avanzarono.

Dopo qualche metro si ritrovarono davanti un'immensa struttura in legno di giungla, illuminata da lampade di glowstone e completamente nascosta nel fitto degli alberi.

"non posso crederci.. questo posto è immenso" sussurrò Barry, osservando la struttura da dietro alcuni rami.

Qua e là si vedevano delle persone che passeggiavano, parlavano con qualcuno o stavano seduti accanto alle lampade. Indossavano armature in pelle variopinte e davano l'impressione di essere pacifici. Era come se la guerra non li avesse mai toccati.

"io dico di avvicinarci e chiedere riparo per la notte.. e magari anche del cibo, dobbiamo rimetterci in sesto" propose Red, cercando l'approvazione del generale.

"non so se è una buona idea.. potrebbero farci prigionieri" si oppose, pensieroso.

"dobbiamo comunque tentare. Fra qualche minuto sarà notte e se non ci accampiamo subito saremo presto nei guai. Non abbiamo più cibo e la mappa indica solo giungla, è impossibile orientarsi qui"

"hai ragione, bisogna provare" concordò.

Red fu il primo a spostarsi da dietro i rami e avanzare lentamente verso la grande struttura in legno, mentre riponeva la spada nel fodero. Dietro di lui, i compagni fecero lo stesso.

Le persone che vivevano lì subito li notarono, smisero di fare ciò che stavano facendo e si riunirono intorno a loro, tenendosi comunque a distanza di sicurezza. Tra tutti spiccava uno di loro in particolare: era un uomo con barba e capelli rossi, che indossava un'armatura in ferro e aveva una spada con sé. Si fece avanti, andando incontro a Red. Rimase in silenzio, aspettando che fosse lui il primo a parlare.

"abbiamo bisogno di aiuto" disse Red, guardando l'uomo che gli era andato incontro. "ci serve un posto dove passare la notte e del cibo.. potreste ospitarci?"

L'uomo osservò prima Red e poi i suoi compagni, per poi riportare lo sguardo sul leader.
"questo posto è da sempre il rifugio di chi ha bisogno di aiuto. Io sono Bart, leader dei Rebels, e vi do il benvenuto nella nostra dimora"

Red fu stupito del fatto che Bart avesse accettato subito di farli rimanere. Chinò il capo in segno di rispetto e fece segno ai suoi uomini di avvicinarsi.
"mi chiamo Red e sono il leader dei Survivors" si presentò a sua volta. "vi siamo grati per la vostra ospitalità"

"cosa vi ha spinti ad attraversare la giungla, amico mio?"

"abbiamo pensato che la giungla sarebbe stato un posto sicuro, dove poterci nascondere facilmente dai nostri nemici"
spiegò.
Il leader dei Rebels sembrò interessato.
"come possiamo ricambiare la vostra gentilezza?" gli domandò Red.

"raccontandoci la vostra storia, questa sera, nella grande piazza. Prima però dovete mangiare, seguitemi"

Bart offrì loro della carne di mucca cacciata il giorno stesso da alcuni suoi uomini, dopodiché gli fece vedere la stanza dove avrebbero passato la notte.

Quando ebbero finito di mangiare andarono a quella che veniva chiamata "grande piazza", che era uno spiazzo d'erba molto grande, al di sotto della struttura. I lati erano completamente aperti e ovunque c'erano lampade di glowstone ad illuminare e fare atmosfera.

Lì si erano già radunate un sacco di persone, probabilmente tutti i Rebels. I Survivors si misero seduti sull'erba insieme a loro mentre Red e i generali, davanti a tutti, raccontarono la loro storia.
Non tralasciarono nessun particolare, a parte uno: non dissero che c'era la possibilità che il loro nemico fosse un admin, dato che a saperlo erano solo Red e Nate.

Alla fine del racconto, Bart si alzò in piedi.
"amici miei, potete fermarvi qui quanto volete. La giungla è sicura, nessuno ci si è mai addentrato, nemmeno il vostro nemico lo farà"






___spazio autrice
Molto bene amici miei, siamo giunti ad un punto cruciale della storia! dato che i Survivors ne hanno passate veramente tante, mi sento in dovere di assicurarvi una cosa: Bart sarà un buon alleato e non caccerà i nostri amici minecraftiani (almeno lui!!). Detto questo, vi chiedo gentilmente di segnalarmi eventuali errori e di dirmi, secondo voi, cosa potrebbe succedere dopo: Fenix è veramente un admin? cosa farà Tesha? quale sarà la prossima mossa degli Warriors? Dilan e Lane si riappacificheranno? ditemi anche altro se volete, ma al momento questo è ciò che mi è venuto in mente xD Ovviemente ho già scritto il resto (aimé, non fino all'ultimo capitolo!) quindi ciò che mi direte non influenzerà il corso della storia, è solo per sapere cosa vi aspettereste che succeda :3
Se vi va lasciatemi una recensione per dirmi qualsiasi cosa vogliate riguardo alla storia, insomma. Anche se avete consigli, eh! E vi informo che più recensioni ricevo e prima pubblico il prossimo capitolo u.u
Durante il corso di queste vacanze natalizie cercherò di terminare la storia, così da potervela pubblicare con calma pian piano.. quest'anno ho la maturità, quindi posso scrivere adesso o mai più!
Ultima cosa, ma non meno importante: AUGURI!
Al prossimo capitolo :)
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


13



 
Quel giorno i Survivors si svegliarono sereni, come non succedeva da tanto tempo. Una parte di loro chiese il permesso a Bart di allenarsi nella grande piazza, dove molti dei Rebels si riunirono curiosi a guardarli.

Red e altri, tra cui Lane e Nate, andarono a cacciare. Erano stati invitati dai cacciatori dei Rebels, che ogni giorno portavano a casa grandi quantità di cibo. Red aveva immaginato che, per sopravvivere nella giungla, sarebbe stato fondamentale anche per loro imparare a cacciare.

La ragazza a capo dei cacciatori, Kia, diede loro arco e frecce e disse di non allontanarsi dal gruppo, o si sarebbero persi.

Erano un gruppo molto piccolo, ma sembravano essere anche molto bravi.
Kia stava in testa al gruppo, muovendosi silenziosamente e spostando di tanto in tanto delle foglie per guardarci attraverso. Altri ragazzi scrutavano invece il terreno in cerca di tracce.

Subito il rumore di un ramo che si spezzava attirò la loro attenzione. Kia si nascose tra le foglie di un cespuglio e così fece anche Red, per vedere meglio cosa lei stava per fare.
Oltre il cespuglio c'era una mucca e non li aveva visti.

"ecco, ci siamo" disse Kia, appena prima di scoccare la freccia.
La mucca non fece in tempo a capire di essere stata colpita, era già morta. I ragazzi che stavano in coda al gruppo raccolsero la sua carne e si rimisero tutti in cammino.

"se ce n'era una, presto ne troveremo delle altre" disse la ragazza, guardandosi intorno con attenzione.


Quando tornarono alla base avevano raccolto una grande quantità di carne di mucca e anche un po' di carne di pollo. Red e gli altri erano soddisfatti della spedizione, avevano capito come individuare la posizione degli animali e come ucciderli in fretta.

I ragazzi che trasportavano la carne la consegnarono tutta alle donne che erano incaricate delle cucine.

"Lane, eccoti finalmente. Non vedendoti più mi stavo preoccupando" le disse Dilan, andandole incontro. "potevi avvisarmi che stavi partendo con i cacciatori, sarei venuto con te"
La ragazza roteò gli occhi, spazientita. Gli aveva già detto di non voler avere più niente a che fare con lui, ma lui non lo accettava e continuava a starle intorno.

Red ascoltò in silenzio le sue parole, restando in disparte. Anche lui non voleva aver nulla a che fare con Dilan, non dopo quello che era successo. E malgrado Red lo avesse liberato dalla prigione degli Warriors, Dilan non dimostrava nessuna gratitudine nei suoi confronti.

"che hai da guardare tu? sto parlando con Lane, vorrei un po' di privacy" gli disse Dilan, notandolo.

"non credo che lei la pensi allo stesso modo" si intromise Red, avvicinandosi a lui.

"ehi, questo non è affar tuo" ribatté il ragazzo.

Red sospirò rumorosamente. "come ti pare" rispose e si allontanò insieme a Nate, lasciando la ragazza sola con lui.

"ehi leader, non hai paura che quei due tornino a comportarsi come un tempo?" gli domandò Nate, mentre camminavano verso la grande piazza.

"ce l'ho con lui perché ha tradito la mia fiducia e quella di tutti i Survivors, non mi interessa quello che fa con Lane.. anche se penso che lei sia quella che è stata ferita di più" rispose, guardando in basso.

"credo che Dilan non sia benvoluto da nessuno infatti. Non hai pensato di abbandonarlo da qualche parte?" propose il vice.

"veramente no, ma credo che potrebbe in qualche modo esserci utile. Forse sa qualcosa su Fenix che noi non sappiamo"

"allora è meglio andare a parlarci subito, prima che lo dica a Lane invece che a noi" suggerì Nate.

Red alzò lo sguardo di colpo, rendendosi conto che sarebbe stato meglio farlo subito. Non aveva senso tenere nascosti i loro sospetti a Lane se poi Dilan le diceva tutto.
Fece dietrofront senza dire nulla, parlare non serviva. Nate aveva capito che aveva intenzione di parlarci.

"Dilan" lo chiamò.

"oh, cosa vuoi ancora?" domandò scocciato il ragazzo.

"penso di meritarmi un po' di gratitudine, dopotutto ti ho salvato. Vieni con me, ho bisogno di parlarti"
Dilan sbuffò, ma lo seguì senza aggiungere altro.

Tutti e tre si fermarono solo quando ebbero raggiunto la grande piazza, dove si sedettero in un punto appartato.

"so che non mi sopporti e io non sopporto te, ma la vittoria dei Survivors in questa guerra porterà conseguenze positive anche a te, dovresti immaginarlo"

Il ragazzo non disse niente ma dall'espressione sul suo viso pareva che fosse contrariato.

"dimmi tutto quello che sai sul leader degli Warriors"

Dilan sembrò sorpreso della domanda, guardò negli occhi Red per un attimo prima di spostare di nuovo lo sguardo altrove.
"come mai questa domanda?"

"sei stato prigioniero nella loro base per più tempo rispetto a noi, dovresti sapere qualcosa su di lui. Magari lo hai anche incontrato. Io e Nate abbiamo dei sospetti che.. vorremmo fossero sbagliati" spiegò.

Dilan sbuffò, infastidito. Non disse niente.

"l'unico motivo per cui ti sei unito a noi è per stare con Lane, non è così?" gli domandò allora Red. "dandoci quest'informazione dai una mano anche a lei"

"potrei dirlo direttamente a lei allora" rispose, con menefreghismo.

"veramente io vorrei che la cosa restasse tra noi tre, almeno finché non abbiamo delle certezze. Non vorrei farla preoccupare"

Dilan lo guardò di nuovo negli occhi, dopodiché abbassò lo sguardo e annuì.
"va bene, mi avete convinto. Non l'ho mai incontrato, ma dopo essere stato catturato da Tesha ho avuto l'impressione che fosse impaurita.. forse lui l'avrebbe punita per il fallimento, dato che al posto vostro avevano trovato me e la mia fazione. Poi, prima del vostro arrivo nelle prigioni, ho sentito le guardie dire una cosa del tipo che il leader era uscito in perlustrazione da solo, saltando giù da una finestra.. che cosa insolita. Non so altro"

"è già qualcosa" disse Nate, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

"voi cosa sospettate?" domandò allora Dilan, che si era incuriosito.

"beh.. Tesha ha detto delle cose su di lui che mi hanno fatto pensare ad un'antica leggenda" gli spiegò Nate. "è la storia di un uomo a cui sono stati dati dei poteri divini. Quest'entità è capace di fare qualsiasi cosa voglia e non può morire"

Dilan venne percorso da un brivido.
"se è veramente così.. capisco perché Tesha fosse impaurita"

Nate annuì, pensieroso.
"allora per il momento manteniamo la cosa tra noi tre" disse Dilan, guardando Red.


A discorso finito i tre, dato che ormai si trovavano lì, decisero di allenarsi anche loro insieme agli altri.

Dopo un po' li raggiunse anche Bart.
"siete bravi con la spada" disse loro, guardandoli da lontano.

"ci alleniamo da molto tempo" gli disse Red. "vuoi unirti a noi?"

"noi Rebels non siamo fatti per combattere" rispose Bart, dopo averci riflettuto un attimo.

"ma siete molto bravi con l'arco. I vostri cacciatori sono fenomenali"

Bart annuì. "non posso negarlo"


Esplorando la grande base dei Rebels, Red e Nate videro che avevano anche una miniera. Decisero quindi di chiamare con loro alcuni uomini e andare a cercare dei minerali, dato che le loro armature non erano messe molto bene. Con loro andarono anche Dilan e Lane.

La miniera era molto grande e presentava un sacco di tunnel diversi. Per fortuna in ognuno di essi c'erano delle indicazioni per tornare in superficie, o si sarebbero sicuramente persi. Dopo aver camminato un po', andando sempre più in profondità, raggiunsero un piccolo gruppo di Rebels che stava minando.

"possiamo unirci a voi?" domandò loro Red.

"certamente" rispose uno di loro.

"ehi Red, che ne dici di una gara?" gli propose Dilan, con il piccone in diamante stretto in mano. "chi trova più diamanti vince"

"ci sto" rispose lui, lanciandogli uno sguardo di sfida.
I due non persero tempo e iniziarono a minare.

Intanto Lane era con Nate, felice di poter stare un po' lontana da Dilan.
"sbaglio o è successo qualcosa tra quei due? sembra che siano diventati.. amici" domandò a Nate.

"amici è una parola grossa" rispose lui, trattenendo una risata. "diciamo che hanno deciso di collaborare per ottenere la vittoria sugli Warriors"

Lane annuì, restando però sospettosa.

Era quasi ora di cena quando tornarono in superficie. Posarono tutti i materiali raccolti in una cassa che si trovava proprio accanto all'entrata della miniera, ma prima di farlo Dilan e Red contarono i diamanti che avevano raccolto.

"52 diamanti!" esordì Dilan, con una risata.

"non è possibile.. devi aver imbrogliato!" esclamò Red, incredulo.

"pensavi davvero di poter vincere contro il leader dei miners? povero illuso!" rise ancora e posò anche i suoi diamanti nella cassa.

"siamo sotto attacco!" una voce echeggiò nella giungla, proveniente da una torretta di avvistamento che si trovava su un albero molto alto.
Red, sorpreso, impugnò la spada in diamante.

La loro pace era stata interrotta troppo presto, non immaginava che li avrebbero trovati così in fretta.
Insieme agli altri corse verso la zona da cui ormai proveniva molto rumore, domandandosi se a trovarli fossero stati Builders o Warriors.






___spazio autrice
Ma salve. Mi scuso per il ritardo a pubblicare il capitolo, ho avuto altro a cui pensare in questi giorni.. sono andata avanti a scrivere la storia, ma purtroppo ancora non l'ho finita.. quindi procederò un po' più lentamente con la pubblicazione dei prossimi capitoli e dovrete aspettare un po' per il finale.. quest'anno ho la maturità e sono in alto mare, ancora non ho idea dell'argomento su cui scrivere la tesina >.<
Comunque, come avrete sicuramente notato questo era un capitolo molto calmo, mi sembrava giusto concedere una pausa ai poveri Survivors.. se la meritano! Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo: Red e Dilan diventeranno amici o la cosa finirà male di nuovo? Dilan si farà più simpatico in futuro o è senza speranze? Quanti diamanti ha trovato, secondo voi, Red? Spero che il finale vi abbia incuriosito :)
Buona Epifania a tutti e buon rientro a scuola! (piango) <3


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


14



 
Red e gli altri raggiunsero la zona in cui si trovavano i nemici e videro che i cacciatori dei Rebels e i Survivors stavano combattendo insieme per sconfiggerli. I nemici in questione indossavano però un'armatura insolita: alcuni di loro ce l'avevano in ferro mentre altri in maglia, ma al posto dell'elmo avevano tutti quanti degli strani occhiali, poggiati sulla testa.

Red rimase fermo per un attimo a fissare il combattimento, sorpreso, chiedendosi a quale fazione appartenessero.

"sono gli uomini che hanno trovato la mia base!" esclamò Dilan, indicandoli.
Subito prese in mano la sua spada e si scagliò all'attacco, seguito da Red e dagli altri Survivors.

Il leader raggiunse uno di loro che combatteva con una spada in ferro. Alcuni cacciatori gli stavano lanciando delle frecce ma lui riusciva a intercettarle tutte con la lama della sua arma. Red con un abile colpo di spada riuscì a fargliela cadere di mano e per lui non ci fu scampo.

L'uomo che stava combattendo contro Dilan era forse più abile nel combattimento, ma non poteva competere con il minatore. Dilan era molto agguerrito e sferrava ogni colpo con decisione e velocità. Riuscì a fargli perdere l'equilibrio e lo finì con un affondo della sua arma.

Anche Nate e Lane se la stavano cavando bene, combattendo schiena a schiena contro ogni nemico che gli capitava sotto tiro. I cacciatori dei Rebels non erano da meno, tenevano testa ai nemici con una pioggia quasi continua di frecce.

Bastò poco tempo per sconfiggere tutti loro, che erano poco armati e non troppo abili a combattere. Fortunatamente nessuno di loro era sopravvissuto, l'ubicazione della base dei Rebels restava quindi ancora un mistero.


Dilan stava armeggiando con gli occhiali raccolti da uno dei cadaveri quando Red lo raggiunse.
"hai detto che sono stati loro ad attaccarvi" gli disse, cercando di capire cosa stesse facendo.

"non proprio. Loro hanno trovato la nostra base, ad attaccarci sono stati gli altri Builders. Credo che fossero soltanto esploratori" rispose.

Il leader annuì, guardandosi intorno, per poi riportare lo sguardo su Dilan.
"che stai facendo con quei cosi?" gli domandò.

"sto cercando di capire come funzionano" rispose, appena prima di indossarli.
Il ragazzo sobbalzò per via di quello che stava vedendo.
"non ci credo.. qui sotto ci sono minerali di ogni tipo! e riesco a vederli tutti quanti.. ma così a minare non c'é più gusto!"
Restò un attimo in silenzio guardando sotto di sé, poi spostò lo sguardo su Lane, che stava alla sua sinistra, poco distante.
"e sulle persone non funzionano" aggiunse. "sono proprio inutili"

Li tolse e li lanciò in terra con sprezzo, quindi si voltò e se ne andò, ignorando completamente Red che si trovava ancora davanti a lui.

Il leader lo guardò andare via, chiedendosi di cosa stesse parlando. Raccolse gli occhiali, che si erano crepati cadendo, e ci guardò attraverso. Fu sorpreso nel vedere di cosa erano capaci quegli occhiali X-ray. Decise di tenerli, gli sarebbero stati sicuramente utili in una prossima sfida con Dilan.


Dopo essersi accertato che tutti i suoi uomini stessero bene, e che chi era ferito ricevesse le cure necessarie, Red raggiunse Bart all'interno della struttura. L'uomo stava parlando con alcune persone e sembrava preoccupato.
"ah, Red, amico mio" disse, quando lo vide entrare nella stanza.

"Bart.. mi dispiace per quello che è successo oggi, quegli esploratori stavano cercando la mia fazione. Mi scuso a nome di tutti i Survivors" gli disse, dispiaciuto.

"non hai di che preoccuparti, non rischiamo niente dato che nessuno di loro è sopravvissuto. Inoltre avete combattuto valorosamente per difenderci" gli rispose l'uomo.

"abbiamo fatto solo quello che era necessario per sopravvivere.. e i tuoi arcieri sono stati di grande aiuto"

Bart annuì, sereno.
Red decise allora di salutarlo e tornare dai suoi compagni, felice che Bart non fosse arrabbiato con lui.
 

Nessuno di loro immaginava che uno degli esploratori, appartenenti alla fazione dei Builders, era sopravvissuto. Egli raggiunse nel giro di un paio di giorni la sua base, felice di poter comunicare al leader della sua fazione l'esatta ubicazione dei Survivors.

Al suo arrivò trovò Tesha nella sala centrale, stava riposando per far si che le sue ferite guarissero.

"leader, uno degli esploratori è tornato dalla spedizione" le annunciò il suo vice, che accompagnava l'esploratore.

Sorpresa, la ragazza spostò lo sguardo su di lui. Era malconcio, e oltretutto era l'unico ad essere tornato.

"siediti e raccontami tutto mentre qualcuno ti porta del cibo" gli disse.

Il ragazzo annuì e obbedì agli ordini di Tesha.
"l'attuale ubicazione dei Survivors è la base di una fazione non identificata, si trova in una giungla" mentre parlava le consegnò una mappa dove aveva segnato indicazioni e coordinate per raggiungere il luogo. "appena siamo arrivati ci hanno scoperti e attaccati, sono l'unico sopravvissuto"

Tesha rimase per un attimo in silenzio, a riflettere. Le dispiaceva per i suoi uomini morti, ma era felice che anche gli esploratori degli Warriors lo fossero. Questo significava che solo i Builders sapevano dove si trovasse quel luogo.

"ben fatto" disse al ragazzo, mettendogli una mano sulla spalla. "Kroil, raduna degli uomini. Questa sera lasceremo la Città di Cristallo per raggiungere la base di questa fazione" disse al suo vice, consegnandogli la mappa. "se ci accoglieranno pacificamente anche il resto dei Builders ci raggiungerà"

Kroil annuì e uscì dalla sala, deciso a chiamare con sé alcuni degli uomini migliori.

Anche se Fenix non era mai stato alla Città di Cristallo, Tesha temeva che una base così grande sarebbe stata facile da trovare per lui. E se veramente fosse riuscito a trovare la loro base, li avrebbe sicuramente uccisi uno per uno. Aveva deciso quindi di spostarsi, cercare l'alleanza dei Survivors e tentare di sconfiggere Fenix.

Dopotutto lei amava la Città di Cristallo, costruita molto tempo prima dalle popolazioni della zona, che si erano in seguito riunite a formare la fazione dei Builders. Non era in grado, però, con i pochi uomini che erano rimasti in vita, di proteggerla. Trovò quindi saggio abbandonarla momentaneamente, sarebbe tornata lì a guerra terminata.

Lei stessa riconosceva che la vittoria contro gli Warriors fosse un obbiettivo difficilmente realizzabile, ma valeva la pena di provare. Oltretutto, forse sapeva anche come sconfiggere il loro leader.
Si alzò dal letto, incurante del fatto che le ferite sul suo corpo non si fossero ancora del tutto rimarginate, e andò a prendere la sua armatura.
 




___spazio autrice
Molto bene ragazzi, ci siamo. Forse Tesha sa come sconfiggere Fenix, ed è disposta ad allearsi con Red per riuscire nel suo intento.. che ne dite, il ragazzo accetterà di allearsi con lei, che lo ha da sempre ostacolato e ridicolizzato? Presto metterò il prossimo capitolo, intanto spero che mi lascerete una recensione per dirmi se questo vi è piaciuto e cosa vi aspettate che succeda nel prossimo :)
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


15


 
La vita procedeva tranquilla nella base dei Rebels. Ogni giorno i Survivors si allenavano nella grande piazza e ai loro allenamenti avevano preso parte anche alcuni membri dell'altra fazione, Bart compreso. Chi non si allenava passava le mattinate a caccia con Kia e il suo gruppo di cacciatori, mentre altri avevano preso l'abitudine di aiutare alle cucine, e altri ancora si recavano spesso sulle torrette di guardia, soprattutto per ammirare il panorama della giungla vista dall'alto. Malgrado gli alti alberi, da lì si riusciva a tenere d'occhio tutto il perimetro della base ed era quasi impossibile non accorgersi dell'arrivo di qualcuno.

Molte volte Red si era ritrovato ad affrontare la sfida dei diamanti proposta da Dilan, e dopo innumerevoli sconfitte aveva deciso di cedere alla tentazione e utilizzare gli occhiali X-ray per batterlo. Imbrogliare gli era però stato inutile, dato che Dilan lo superava di gran lunga in velocità, e quindi il leader si era arreso all'idea di essere stato battuto. Comunque, grazie alle loro continue sfide, la fazione aveva guadagnato una grande quantità di diamanti e altri minerali preziosi.

Una sera Red non aveva nulla da fare, perciò aveva deciso di sedersi sull'erba e riposarsi un po'. Quello non poteva essere un riposo totale, in quanto con lui c'era anche Dilan, ma era sempre qualcosa. Inoltre i due vennero raggiunti da Kia, che non li vedeva da un po', e così tutti e tre passarono del tempo seduti a chiacchierare insieme. Erano piacevoli per tutti quelle giornate di allenamento, divertimento e riposo, ma la cosa più piacevole era ritrovarsi lì la sera. La freschezza della brezza tra gli alberi e il buio affievolito dalla luce soffusa delle lampade di glowstone rendevano il luogo ancora più bello.

Quella sera anche Lane non aveva niente da fare. Avrebbe voluto passare un po' di tempo con Amy, ma la ragazza avrebbe passato la notte su una torretta di guardia insieme a Barry per guardare le stelle, e a Lane non piaceva l'idea di dormire esposta all'aria fredda della notte. Aveva quindi raggiunto una zona tranquilla dove rimanere un po' da sola e rilassarsi, ed era la stessa in cui si trovavano i tre compagni. Si sedette in disparte, guardandoli da lontano.

Poco dopo anche Nate passò di lì, in cerca di Red. Vedendo Lane da sola le si avvicinò e si sedette con lei.

"ehi, serata tranquilla" le disse, guardandosi intorno.

"eh già. Si sta così bene qui" rispose lei, accennando un sorriso.

"senti.. vorrei chiederti una cosa" le disse Nate, dopo aver riflettuto un po'.
La ragazza si voltò verso di lui, rivolgendogli la sua completa attenzione.

"te ne stai qui da sola a guardare Dilan e Red, non è che sei innamorata di uno dei due?" domandò.

"ma no, non farti strane idee" rispose lei, spostando lo sguardo.

"non sarebbe poi così strano, prima Dilan ti piaceva.. e sembra che lui ci tenga davvero a te"

"non è che proprio mi piacesse.." rispose, sbuffando. "io piacevo a lui e volevo stare con lui, tutto qui"

"in che senso?" le domandò Nate, che non si aspettava una risposta del genere e non aveva idea di cosa volesse dire.

Lane sbuffò ancora. "te lo dico solo se prometti di mantenere il segreto"

"lo prometto, anzi lo giuro sulla mia spada migliore" disse il vice, annuendo.

"se lo dici a qualcuno mi prendo veramente la tua spada" puntualizzò lei, guardandolo dritto negli occhi.

"non lo dirò ad anima viva" le assicurò, curioso.

Lei aspettò un attimo prima di parlare, per scegliere bene le parole da usare. Stava per confidargli una cosa che non aveva mai detto a nessuno.
"io sono da sempre innamorata di Red.. ma lui mi ha sempre dato l'impressione di non essere interessato all'amore. Io gli sono indifferente.. e guardalo adesso, sta parlando con Kia senza pensare che lei è una donna, la vede solo come una guerriera.. una guerriera come lui. Mi sono arresa molto tempo fa all'idea di non essere ricambiata, e speravo di riuscire ad innamorarmi di Dilan.. con lui stavo bene e ci stavo anche riuscendo.."

"ma lui ha tradito la tua fiducia"
la interruppe Nate, conoscendo già il finale della storia.

"esattamente.. e non voglio che lo faccia di nuovo"

Dopo avergli fatto quel discorso la ragazza era diventata improvvisamente triste e Nate, non sapendo come consolarla, aveva cambiato argomento.


Una mezz'ora dopo un membro della fazione dei Rebels raggiunse Red, correndo. Il leader si alzò in piedi, pensando che fosse successo qualcosa di grave.
"sono arrivate delle persone che vogliono parlare con te" gli disse.

Red annuì e lo seguì, insieme ai compagni che erano con lui. Non riusciva ad immaginare chi potessero essere ed era molto curioso.
Quando ebbe raggiunto la grande piazza fu veramente sorpreso per quello che stava vedendo. Tesha e una decina dei suoi uomini si trovavano lì, seduti al centro dello spiazzo d'erba.

Si avvicinò lentamente alla ragazza, che appena lo vide si alzò in piedi e lo raggiunse, seguita da uno dei Builders.

"Tesha, che piacevole sorpresa. Come ci hai trovati?" le chiese, con ironia, aspettandosi lo stesso tono anche da lei.

"uno dei miei esploratori è sopravvissuto" rispose, tagliando corto. "mi rendo conto che può sembrarti strano, ma sono qui per chiederti di formare un'alleanza"

Red fu veramente sorpreso da quelle parole, tanto che prima di risponderle aveva dovuto aspettare un attimo per domandarsi se avesse sentito bene.
"voi Builders siete alleati degli Warriors, è chiaramente una trappola"

"non siamo più alleati.. Fenix ha ucciso a sangue freddo tutti i miei uomini che si trovavano nella sua base" abbassò lo sguardo, intristita.
Red l'ascoltò con attenzione, pensieroso.

"non capisco comunque perché mi stai chiedendo di allearci" le disse.

"te lo sto chiedendo perché noi Builders siamo stanchi di essere maltrattati dagli Warriors. Loro hanno sconfitto un sacco di nemici e hanno come obbiettivo quello di sconfiggere ogni altra fazione rimasta ad ostacolarli. Vogliono conquistare l'intero mondo, non risparmieranno di nuovo me e i miei compagni. Mi rendo conto che tra di noi ci sono state divergenze in passato, ma stavo solo obbedendo agli ordini di Fenix perché non vedevo altra possibilità"

Il leader non disse nulla, domandando a se stesso se sarebbe stato il caso di accettare o no. Fino ad allora le uniche alleanze che aveva stipulato gli si erano rivoltate contro, e sapeva che un'alleanza con i Builders sarebbe stata la più rischiosa di tutte.

"Red, vogliamo entrambi la stessa cosa e cioè la sconfitta di Fenix e la sua fazione. Io forse so come fare, ma non posso farcela da sola"

Il ragazzo puntò nuovamente gli occhi in quelli di Tesha, senza parole. Si rese conto che lei era la persona che conosceva meglio Fenix, ma fu comunque sorpreso nel sentire che forse sarebbe stata in grado di sconfiggerlo.  Inoltre lei si stava comportando in modo completamente diverso rispetto al solito, non stava prendendo in giro i Survivors. Sembrava che lo stesse implorando di accettare.

"raccontaci tutto quello che sai sugli Warriors e la tua strategia per sconfiggerli, dopodiché parleremo delle condizioni dell'alleanza" le disse.

Gli occhi di lei si illuminarono, sembrò improvvisamente speranzosa. Annuì, sicura di sé.
"ah, lui è Kroil, il mio vice" disse facendo cenno al suo compagno di avvicinarsi.

"piacere di conoscerti" gli disse Red, stringendogli la mano.

"il piacere è mio" Kroil chinò il capo in segno di rispetto.

"vi presento i miei generali più tardi, ora è tempo che ci raccontiate tutto"
 

In breve tempo tutti gli abitanti della struttura si erano radunati nella grande piazza, illuminata soltanto dalla luce prodotta dalle lampade di glowstone. Al centro della piazza si trovavano Tesha e i suoi uomini.

"come già saprete, gli Warriors sono la fazione più numerosa e più forte in assoluto" iniziò la sua storia, catturando subito l'attenzione di tutti. "io ho vissuto per molto tempo nella loro base, conosco bene la loro fazione. Quando si tratta di prepararsi per una battaglia, il loro leader lascia interamente il compito in mano agli strateghi, che gli propongono le strategie di attacco migliori. Importanti sono anche gli alchimisti, che producono pozioni sempre nuove da dare ai soldati per le battaglie. La loro fortezza non ha mai subito nessun attacco, tutti hanno sempre avuto troppa paura per attaccarli" continuò.

Red stava seduto insieme ai generali e vicino a loro stavano anche Dilan e Nate. Ascoltava attentamente, ansioso di sapere qualcosa in più sul leader nemico.

"Red, come mai hai accettato l'alleanza con loro?" gli domandò Barry, che non capiva affatto quali motivazioni avesse avuto.
D'altronde, nessuno di loro lo capiva.

"l'ho fatto perché lei vuole sconfiggere Fenix e sa anche come fare" rispose, senza togliere gli occhi da Tesha, che stava raccontando.

"in che senso? basta combattere direttamente con lui" continuò Barry.

"non credo che sia così semplice, io e Nate sospettiamo che abbia un qualche tipo di potere sovrumano" gli disse.

"cosa?" esclamò, sorpreso.

Quella risposta aveva sorpreso tutti loro, che adesso ascoltavano ancora più attentamente il racconto della leader alleata.

"quello che pochi sanno è che il vero punto di forza degli Warriors non sono i guerrieri, gli alchimisti o gli strateghi. Il loro vero punto di forza è il loro leader, Fenix. Lui è quello che antiche leggende chiamano admin". Tesha rimase un attimo in silenzio, mentre tutti i presenti bisbigliavano tra loro, sorpresi o spaventati. "si dice che un admin sia in grado di volare e sia immortale, ma in realtà è capace di molte altre cose. Ero presente quando ha evocato un fulmine con l'uso del pensiero, e così facendo ha ucciso alcuni dei suoi uomini. Anche quando ha ucciso tutti i Builders presenti nella loro base, lo ha fatto da solo e ad una velocità disarmante. Questo è quello che so, ma sono certa che è capace di molto altro"

Tutti i presenti si erano improvvisamente zittiti ascoltando le sue ultime frasi. La ragazza si guardò intorno, notando la preoccupazione negli occhi di tutti.

"c'é però un'antica leggenda che prescrive il rituale con cui lo si può sconfiggere. Non sarà facile, ma se ci aiutiamo a vicenda possiamo farcela"


Red e Nate, insieme agli altri generali, si trovavano in una stanza con Tesha e Kroil, per definire i termini della loro alleanza. Con loro c'era anche Bart, che dopo aver ascoltato tutta la storia aveva deciso di allearsi con loro, così da poterli aiutare nella loro guerra.

Tesha chiese che l'ubicazione della loro base, la Città di Cristallo, restasse segreta, e di poter riunire alla base dei Rebels tutti i suoi uomini in attesa della battaglia con gli Warriors. Disse inoltre che per supportare al meglio la loro guerra avrebbe portato grandi quantità di minerali preziosi e li avrebbe regalati a tutti loro. I Builders erano ricchi e la loro base era enorme e interamente fatta di blocchi preziosi, condividere un po' di minerali non sarebbe stato un problema.

Bart chiese che i suoi uomini non fossero coinvolti totalmente in guerra, dato che la maggior parte di loro non aveva mai combattuto. Disse, però, che metteva a loro completa disposizione i cacciatori e chiunque sapesse combattere o fosse intenzionato ad imparare. Inoltre avrebbe continuato ad accogliere i membri delle due fazioni nella sua base, che era spaziosa abbastanza per tutti.

Infine Red chiese che, dopo la guerra con gli Warriors, tutti loro collaborassero per ripristinare la pace tra le fazioni.

Conclusi gli accordi Tesha si schiarì la voce, pronta a dir loro cosa dovevano fare per sconfiggere Fenix.
"come ho detto prima, per sconfiggere un admin bisogna compiere un rituale.. ingredienti fondamentali di questo rituale sono due pietre leggendarie: la Pietra Rossa e la Pietra Nera. Trovarle non sarà facile, anche perché si narra che non si trovino in questo mondo.. Se per voi non è un problema, voglio essere io a compiere il rituale, dato che ho subito le sue violenze per molto tempo" disse, quindi guardò Red in cerca di approvazione.

"questo dovremmo deciderlo insieme" disse lui, contrariato.

"cosa c'é, ancora non ti fidi di me? mi dispiace ma non intendo dirti cosa si deve fare durante il rituale, penso che mi spetti di diritto" ribatté la ragazza.

"va bene, come vuoi tu" acconsentì, sbuffando.
Era contrariato, gli sarebbe piaciuto farlo lui stesso.. ma in fin dei conti bastava riuscire a sconfiggerlo.

"immaginavo che avresti voluto farlo tu, ma a te spetterà il compito più difficile" continuò Tesha. "il rituale non è efficace da solo, bisogna compierlo mentre Fenix si è abbassato al livello umano.. dovrai quindi convincerlo a rinunciare momentaneamente ai suoi poteri per combattere con te alla pari"

"cosa? questo potresti farlo tu!" 

"no che non potrei. Quello mi odia, è un miracolo che mi abbia risparmiato la vita fin ora.. se mi vede ancora mi uccide senza pietà" gli disse Tesha, sicura di quello che stava dicendo. "e poi so che Fenix è ansioso di conoscerti"
Red pensò per un attimo a quello che aveva detto, dopodiché annuì.

"andiamo con ordine, la prima cosa da fare sembrerebbe quella di cercare le pietre leggendarie" disse poi Red. "da dove iniziamo?"

"purtroppo non lo so, non è possibile trovarle in questo mondo. So solo che aspetto hanno" gli disse Tesha.

"forse io posso aiutarvi" intervenne Bart, rimasto in disparte durante tutto il discorso. "le lampade di glowstone che illuminano la nostra base sono fatte con un materiale che proviene da un altro mondo. Il più vecchio tra i Rebels, che si fa chiamare Vecchio Bill, ne possiede in gran quantità. è stato lui a donarcele"

Appena ebbe finito di dirlo, tutti quanti concordarono di dover parlare con lui. Ci andarono solo Red e Bart, lasciando gli altri a discutere insieme del da farsi. Tesha però, per prima cosa, disse a Kroil di andare a chiamare il resto della sua fazione e condurli lì.


Il Vecchio Bill non viveva nella struttura insieme a tutti gli altri, ma in una zona poco più in là, con un laghetto e qualche cane addomesticato a fargli compagnia.

Bart bussò alla porta di casa sua, che subito venne aperta da un signore anziano molto basso, con una lunga barba grigia e la testa quasi del tutto pelata.

"Red, lui è il Vecchio Bill" disse Bart.

"è un piacere conoscerla. Abbiamo bisogno di farle delle domande" gli disse Red.

"giovanotto, non c'é bisogno di essere così formali. Entrate, potete chiedermi tutto ciò che volete"
I due seguirono il vecchio all'interno della casa, che era molto piccola e illuminata da una sola torcia di glowstone.

"volevamo chiederti dove hai preso questo materiale e come arrivare nel posto in cui lo hai trovato" Bart andò dritto al sodo, indicando la lampada.

"l'ho raccolto moltissimi anni orsono insieme ad alcuni amici ricercatori, in un posto chiamato Nether. Raggiungerlo non è facile, serve un portale. Se è la glowstone quella che volete, ne ho tantissima inutilizzata, posso darvela" rispose Bill, accomodandosi su una sedia.

"a dire il vero dobbiamo andare in quel mondo per cercare delle pietre leggendarie.." gli rivelò Red, che non sapeva bene come dire la cosa. Non sapeva nulla su queste pietre.

"conosco la leggenda.. se esistono, sono sicuramente nel Nether. Voglio aiutarvi: potete trovare il necessario per costruire il portale in quella cassa laggiù" indicò una piccola cassa in un angolo dell'abitazione. "ma dovrete capire da soli come farlo funzionare, la mia memoria non è più quella di un tempo"

Red si avvicinò alla cassa e l'aprì senza esitazione, curioso. Al suo interno trovò solamente alcuni pezzi di ossidiana e un accendino. Li prese con sé e, dopo aver ringraziato l'uomo, i due uscirono e tornarono alla base.






___spazio autrice
Salve salvino, lettori minecraftiani. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se è molto lungo e discorsivo.. almeno rispetto al solito. Il prossimo sarà più movimentato e inizierà col botto (almeno secondo me!), presto lo pubblicherò ^-^ scherzo, penso che lo metterò domenica prossima xD
Pensavate che a Tesha sarebbe dovuto spettare un bel po' di potere? ecco qui, spero che quello che le ho dato basti! certo che compiere quel rituale non dovrà essere qualcosa di semplice, dipenderà tutto da lei xD e non temete, nei prossimi capitoli lei e Red saranno i personaggi principali. Mi dispiace ma Red non si tocca, è il protagonista indiscusso! (anche se all'inizio era una pippa..)
Allora allora, siamo arrivati al momento del "secondo voi cosa succederà poi". Bene, ditemi un po': Red saprà come costruire un portale per il Nether? lui e Tesha diventeranno amici o ci sarà sempre questo atteggiamento di "rivalità" tra loro? Dilan si farà da parte o starà sempre tra le palle? Lane rinuncerà per sempre a Red e si terrà a distanza anche da Dilan? forse ad alcuni questa cosa di Lane non è piaciuta, ma a me si e quindi va bene u.u
Ok, per oggi ho finito di cianciare.. spero che mi lascerete una recensione e mi direte un po' di cose sul capitolo! Grazie mille per il tempo speso a leggere ^-^
Alla prossima! 
 



 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


16



 
Red aveva passato una notte insonne a cercare di capire, inutilmente, come utilizzare ciò che il Vecchio Bill gli aveva dato.
La mattina dopo si era recato ad uno spiazzo d'erba libero vicino alla base per cercare di posizionare i blocchi in qualche modo, e aveva così scoperto che essi erano molto resistenti e ci voleva una buona quantità di tempo prima di riuscire a spaccarli per recuperarli. Aveva perciò deciso, a malincuore, di chiamare Dilan con sé, dato che lui era il minatore più veloce che conosceva. Credeva che con il suo aiuto avrebbe potuto fare diversi tentativi e non avrebbe dovuto aspettare troppo per recuperare quei blocchi.
All'arrivo di Dilan, però, il leader aveva già perso la pazienza. Il minatore lo trovò seduto sull'erba, con un blocco scuro in mano, e non faceva altro che fissarlo come se ci fosse scritto ciò che doveva farci.

"ehi capo, sono arrivato" gli disse il ragazzo, dopo un po', già spazientito. "mi hanno detto che hai bisogno di me, il che è insolito ma.. mi lusinga. Comunque muoviamoci, avrei altro da fare"

"temo che non riusciremo a finire in fretta" disse il leader, alzandosi in piedi con ancora lo sguardo fisso sul blocco.

"almeno dimmi a cosa ti servo" sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "aspetta, ma quella è ossidiana! per un abile minatore come me, quello è un materiale abbastanza comune, e non capisco come uno scarso minatore come te ne abbia trovato uno"

"ha-ha, divertente" gli rispose a tono Red, tutt'altro che divertito. "me l'ha dato il Vecchio Bill, un esperto di.. viaggi in un altro mondo, credo"

"arriva al punto" protestò Dilan, infastidito.

"ciò che ci serve per sconfiggere Fenix non si trova in questo mondo, e questo materiale può condurci in un altro mondo, ma non ho idea di cosa ci debba fare" gli disse.

"ora capisco.. per tua sfortuna non so nulla di queste cose, a noi minatori interessano solo i minerali di questo mondo.. ma immagino il motivo perché tu mi abbia voluto qui: sei troppo lento a spaccare i blocchi di ossidiana" disse Dilan, impugnando prontamente il suo piccone di diamante.

Red sbuffò, non c'era stato bisogno di chiederglielo.
"allora, proprio non hai idea di cosa potrei fare con quest'ossidiana? ho provato a piazzare i blocchi, ma non è successo nulla"

"prova a formarci una porta, è un portale quello che ti serve, no?" propose il minatore.

Red non perse tempo, piazzò una crafting table e provò a posizionare i blocchi come per craftare una porta. Non successe niente, e inoltre gli avanzavano alcuni blocchi.
Alzò lo sguardo e lo puntò su Dilan, che lo stava guardando malissimo.

"non è successo niente.. e non guardarmi così!" esclamò, ancora più spazientito.

"non ti stavo suggerendo di craftare una porta in ossidiana, ma di mettere a terra i blocchi come per formare una porta" sbuffò e abbassò lo sguardo, quindi gli si avvicinò. "dammi qua, faccio io"
Il leader obbedì dandogli subito tutti i blocchi che aveva con sé e rimase a guardare. Dilan velocemente mise dei blocchi a terra, altri a formare i lati e altri ancora sopra, a formare il tetto del portale.

"genio, non è successo nulla!" gli disse Red sedendosi a terra di nuovo, come se quella posizione lo aiutasse a pensare.

"eppure la mia idea sembrava buona.. non ti ha dato altro il vecchio?" domandò, studiando il portale con lo sguardo.

"un accendino, ma credo si sia sbagliato.. non ha senso che me lo abbia dato"

"forse invece ha senso, ma sei tu a non capirlo. Prova ad usare la fantasia" rispose Dilan, rimproverandolo.

"perché, tu lo capisci? bah!"
Il leader si alzò e si avvicinò al portale. Toccò con una mano il lato destro del portale, domandandosi se fosse possibile dare fuoco al materiale.
Spostò lo sguardo su Dilan per domandarglielo, ma il ragazzo lo stava nuovamente guardando male.

"non chiedermi se il fuoco può distruggere l'ossidiana, perché sarei io a distruggere te" gli disse lui, che non era stato ancora interpellato.

Red non disse nulla e tornò con gli occhi puntati sul portale, quindi ci avvicinò l'accendino e provò ad accenderlo, ma i blocchi non volevano saperne di prendere fuoco. Sbuffò un paio di volte, pensò nuovamente che il vecchio si fosse sbagliato e si allontanò, quindi prese a camminare avanti e indietro con l'accendino ancora in mano.

"Red, così non risolvi nulla" lo rimproverò di nuovo il minatore, con fare superiore.

"senti, non dirmi più niente perché sono stanco di sentire la tua voce petulante. Sei inutile, almeno mettiti a demolire quei blocchi così provo a trovare un'altra soluzione!" gli urlò contro.

"e invece non intendo farlo, mi hai chiamato solo per sfruttarmi e urlarmi addosso, quando sei tu quello che non è capace di fare nulla!" rispose Dilan, urlando a sua volta.

"ti ho detto di stare zitto!" Red aveva perso completamente la pazienza. Non riuscì più a trattenersi e scagliò l'accendino contro Dilan, che riuscì a spostarsi prontamente e l'oggetto finì contro la base del portale. L'impatto generò una scintilla che accese all'istante delle fiamme sulla base del portale. Ciò lasciò sorpresi entrambi, ma non sembrò comunque cambiato nulla finché all'interno del portale non apparve una strana sostanza viola, che riempiva tutti i blocchi precedentemente vuoti e aveva anche soffocato le fiamme.
I due ragazzi si guardarono negli occhi per un attimo, sorpresi, e senza dirsi nulla si allontanarono insieme per andare a chiamare gli altri.


Come di consueto, i generali della fazione si trovavano nella grande piazza ad allenarsi insieme agli altri membri e ad alcuni Rebels. Tra di loro c'era anche Bart, che sembrava divertirsi a combattere con la sua nuova spada.
I generali sapevano che Red era alle prese con il portale, quindi vedendolo arrivare accompagnato da Dilan capirono tutti che c'erano stati degli sviluppi, e quindi smisero di allenarsi e si avvicinarono a lui, curiosi.

"ragazzi, sono riuscito a costruire il portale. Preparatevi, perché presto partiremo alla volta di questo nuovo mondo.. non sappiamo quali pericoli ci aspettano al di là del portale, quindi è meglio essere pronti a tutto"

Tesha, seduta in disparte insieme a Kroil, si era avvicinata per sentire meglio e aveva presto raggiunto il fianco di Red.
"il resto dei miei uomini sta arrivando, dopodiché potremo partire" gli disse.
Il leader annuì, senza aggiungere altro.

Pian piano ognuno tornò a quello che stava facendo, oppure si allontanò dalla grande piazza per andare a craftarsi armatura ed equipaggiamento. Altri andarono nelle miniere a cercare del diamante o altri minerali resistenti per le armi.

Con Red restarono i generali della fazione, Tesha e Bart. Insieme dovevano decidere nei minimi dettagli cosa avrebbero dovuto fare da quel momento in poi.
 

I membri delle fazione alleate trascorsero i successivi giorni ad allenarsi, equipaggiarsi e raccogliere provviste. Queste ultime consistevano in una grande quantità di carne, soprattutto di mucca ma non solo, che avevano raccolto con l'aiuto dei cacciatori dei Rebels. Red si accorse di avere da parte anche della polvere di cacao raccolta poco dopo essersi addentrati nella giungla, ma non era chissà quanto utile.

Quando vennero raggiunti dai Builders tutti i preparativi erano già stati fatti. I nuovi arrivati passarono alla base soltanto una notte, giusto per riposarsi e riacquistare le energie consumate durante il viaggio. La mattina seguente prepararono le loro armature e armi in diamante e ricevettero provviste da chi era già pronto. Avevano inoltre portato molti minerali preziosi con loro, che furono utili solo ai ritardatari che ancora non avevano l'equipaggiamento pronto.

Si era deciso che ogni singolo Survivor e Builder avrebbe attraversato il portale, mentre i Rebels, ancora non molto abili nel combattimento, sarebbero rimasti lì ad aspettarli. Neanche i cacciatori di Kia si sarebbero uniti a loro, ritenevano di essere più utili alla loro base.

Dato che i preparativi erano fatti, tutti insieme raggiunsero il portale. Questo si trovava poco lontano dalla base, in uno spiazzo d'erba libero, proprio dove Red lo aveva lasciato, ma intorno ad esso era stato costruito un piccolo edificio: i Rebels lo avevano ritenuto necessario per impedire ad animali o bambini di entrarci ingenuamente, e anche per essere sicuri che nessun mob ostile raggiungesse il loro mondo e li attaccasse.

Bart aveva deciso di accompagnarli fino all'edificio per salutare Red e gli altri.
"amico mio, vi auguro buon viaggio" disse al leader. "fate molta attenzione, non abbiamo idea di cosa troverete al di là del portale. Cercate di non morire, abbiamo un nemico da sconfiggere in questo mondo!" si raccomandò.

L'amico annuì, sicuro si sé, e i due si salutarono.

Red era in testa al gruppo, doveva entrare per primo. Evitò di domandarsi cosa avrebbe potuto trovare dall'altra parte del portale, così da evitarsi una preoccupazione inutile. Prese un respiro profondo, tenendo gli occhi fissi sulla sostanza viola che stava per attraversare. Spostò lo sguardo su Nate e poi su Lane, che stavano al suo fianco, per farsi coraggio. Gli bastarono un paio di passi per attraversare il portale e scomparire, provando una forte sensazione di nausea, seguito dai sui generali e da tutti gli altri membri delle due fazioni.




___spazio autrice
Salve a tutti! Capitolo tranquillo quello di oggi.. spero non vi sia dispiaciuto troppo! come avrete capito, nel prossimo capitolo i nostri amici si troveranno nel Nether.. chissà cosa faranno, e chissà se troveranno subito quello che cercano.. In ogni caso, la battaglia finale si avvicina! Vorrei dirvi che ho già scritto il capitolo finale, ma non è così.. o meglio, l'ho fatto ma ha ancora bisogno di molti ritocchi.
Una cosa però ve la dico: intendo scrivere (con estrema calma) il seguito di questa storia. Non so voi, ma io mi sono affezionata ai personaggi.. quindi intendo "riproporveli in un'altra veste" (?). Beh, vedrete! Fatemi sapere se l'idea di un seguito potrebbe piacervi xD
Presto metterò il prossimo capitolo, spero che intanto mi lascerete una recensione! grazie mille per aver letto anche questo :)

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


17
 

 

Fenix batté un pugno sul tavolo davanti a sé, irritato. Non credeva che i Survivors fossero andati così lontano, eppure i suoi esploratori non erano ancora tornati. Con un veloce gesto della mano destra sbatté a terra tutte le mappe che stava consultando e si alzò in piedi, in preda all'ira. Gli strateghi che si trovavano nella sala rabbrividirono, alcuni di loro sobbalzarono. Dato che il loro leader non poteva più sfogarsi su Tesha, credevano che lo avrebbe fatto uccidendo alcuni di loro.

Furono sorpresi quando, senza dire nulla, Fenix saltò sul lungo tavolo e si mise a correre per poi lanciarsi fuori dalla finestra aperta, lì davanti. Molti dei presenti vi si affacciarono e lo videro correre via, oltre le mura della fortezza, per poi scomparire dietro le colline.

Il leader degli Warriors aveva capito che era inutile contare sui suoi uomini, che erano solo degli incompetenti. Se voleva veramente trovare i Survivors doveva farlo da solo.

Attraversò ad alta velocità molti biomi in cerca di una qualsiasi traccia del loro passaggio o della loro nuova base. Passò un giorno intero ad esplorare le vicinanze della sua base e spingendosi anche molto oltre, ma non trovò nulla. Come ultimo tentativo consultò anche delle mappe che i suoi alchimisti avevano incantato, avrebbe preferito trovare i nemici con il solo aiuto delle sue capacità, ma aveva fallito.

Più arrabbiato di prima srotolò una mappa e la consultò. Essa copriva una porzione di territorio molto vasta e cambiava a seconda di dove lui si spostava, aggiornandosi continuamente. Al centro presentava un puntatore colorato, il quale indicava la sua posizione. Secondo i suoi alchimisti ci sarebbe dovuto essere un altro puntatore che indicava l'esatta posizione dei Survivors, ma non c'era nulla. Nemmeno un'indicazione a margine che poteva suggerirgli dove spostarsi.

Si arrese che ormai era il tramonto, e lui si era seduto su una collina a guardare il sole che scendeva e il cielo tinto di rosso. Intorno a lui erano già spawnati alcuni mob, che si muovevano lentamente come se non lo vedessero. Lui però era ancora arrabbiato, non era riuscito a sfogarsi in nessun modo. Scatenò quindi dei fulmini che colpirono in modo preciso i mob che si trovavano lì, uno dopo l'altro. Restò quindi a guardare scheletri e zombie che andavano a fuoco, soffrendo per il dolore. Sorrise, anche se ormai sapeva che i suoi nemici non si trovavano più in quel mondo.
 

Non era passato troppo tempo da quando, in preda alla nausea, Red e gli altri avevano raggiunto quello strano mondo. Il leader stava avendo un mancamento mentre attraversava il portale, ma si era sentito ancora peggio una volta giunto dall'altra parte. Davanti a lui si estendeva un terreno rosso, di cui alcuni blocchi bruciavano di un fuoco eterno, con una grande quantità di lava e altri materiali sconosciuti. L'aria di quel luogo era a dir poco soffocante, per il fatto che fosse estremamente calda e appiccicosa. Fu difficile abituarsi all'inizio. Tutti insieme avevano scavato una caverna di fortuna nella roccia rossa di quel mondo, giusto per organizzarsi.

Tesha raggiunse Red, che si era seduto con i suoi generali.
"Red, conosco questo posto.. ne ho sentito parlare" subito lui le prestò attenzione, e così anche chi era vicino. "ascoltatemi tutti quanti" disse la ragazza, guardandosi attorno per assicurarsi di avere l'attenzione di ogni singolo membro delle due fazioni. "ci sono leggende su questo mondo. Si chiama Nether ed è un posto orribile.. pieno di mob spaventosi e molto forti. Siamo qui per trovare la Pietra Nera e la Pietra Rossa, quindi cerchiamo di sbrigarci e andarcene al più presto. è probabile che per ottenerla dovremo sconfiggere molti mob ed esplorare le fortezza che si trovano in questo luogo.. non diamoci per vinti, possiamo farcela!"

Terminato questo discorso di incoraggiamento passò a raccontare ciò che sapeva sui mob del posto. Tutti ascoltarono attentamente e si promisero di ricordare ogni singola parola. Avrebbero incontrato i Pigman Zombie, da non attaccare assolutamente, i Ghast, molto pericolosi, i Blaze, ancor più pericolosi, per non parlare degli Wither Scheleton. Inoltre c'erano anche i Magma Cube, descritti dalla ragazza come simili agli Slime, ma fatti di lava.

Quando tutti si sentirono pronti uscirono dal loro nascondiglio, guidati dai leader.
Incontrarono i primi Pigman, armati di spada d'oro, da cui si tennero alla larga. Uccisero qualche Magma Cube, cosa che non fu poi così difficile. Il difficile arrivò quando comparvero i primi Ghast. Erano in 3 e li sentirono quando ancora erano lontani. Il loro verso era inquietante, ma seppero che si trattava di loro solo quando li ebbero davanti. Le creature non esitarono e li attaccarono lanciando delle palle di fuoco. Red ne schivò un paio, la terza stava quasi per prenderlo e per difendersi la colpì con la sua spada in diamante. La palla di fuoco tornò al mittente, ferendolo. Il leader sorrise, aveva capito come sconfiggere quei mob.

"dovete colpire le palle di fuoco e mandargliele contro! usate anche le frecce se le avete!" incitò i compagni.

I membri delle due fazioni si armarono quindi di molto coraggio, smisero di schivare gli attacchi nemici ed iniziarono ad usarli contro di loro. Erano una lama a doppio taglio.

Grazie alle informazioni date da Tesha le perdite furono contenute. Il Nether si era rivelato sin da subito essere un ottimo campo di allenamento per le battaglie future.. anzi, per la battaglia che avrebbero combattuto contro gli Warriors.

Ci volle poco prima di trovarsi davanti alla prima fortezza. Furono tutti sorpresi di vederla e, titubanti, vi entrarono. Pur essendo molto numerosi si ritrovarono in grande difficoltà ad affrontare la grande quantità di mob che c'era al suo interno. Molti rimasero anche gravemente feriti, altri rischiarono più volte di morire, mentre Dilan e i più veloci a minare spaccavano i mob spawner.

La prima notte la passarono in quella fortezza, in una grande stanza alla quale chiusero gli accessi.

Gli uomini erano stanchi, altri sconsolati. Anche Red lo era, ma era comunque felice che fossero riusciti ad affrontare tutti quei mob.

"ehi Red, tutto bene?" gli domandò Tesha, con tono gentile, sedendosi accanto a lui.

"si.. mi dispiace solo che non siamo riusciti a trovare le pietre" sospirò.

"è solo il primo giorno, è troppo presto per arrendersi! vedrai che domani andrà meglio.. e presto le troveremo. Ne sono sicura"

Le sue parole per la prima volta lo rincuorarono. Sorrise e abbassò lo sguardo, stanco.

Fu in quel momento che la ragazza si accorse che lui era ferito, aveva infatti una manica della maglietta inzuppata di sangue.

"ehi, ma sei ferito!" esclamò, preoccupata.

"si, ma non è niente. Sono solo stato colpito da un Blaze" le disse, dando poco peso alla cosa.

"guarda che è una cosa seria, dobbiamo curare subito la ferita" ribatté lei.

"e chi lo farà, tu?" domandò sarcastico.

"certo, perché no?"

"beh.. è solo che mi sembra strano" rispose, sorpreso dalle sue parole.

"togli subito la corazza che ti medico" gli ordinò mentre prendeva una pozione di cura.

Sbuffò.
"e tu, non sei ferita?" le domandò Red.

"no, io sono una brava combattente, cosa credi" rispose a tono, ridacchiando.

"e allora cosa sono tutti i lividi e la cicatrice che hai sul viso?"

Tesha abbassò lo sguardo, improvvisamente intristita.
"non sono nulla.. solo attacchi da cui non mi sono potuta difendere" gli rispose, sempre tenendo lo sguardo basso.

"è stato Fenix a farteli?" le chiese.

La ragazza annuì, bagnando uno straccio con la pozione di cura che aveva appena preso.

"non preoccuparti, non te ne farà più" le disse, tentando di rassicurarla.

Lei alzò lo sguardo e gli sorrise, ma aveva gli occhi lucidi. Si voltò subito da un'altra parte sperando che lui non lo avesse notato, ma era troppo tardi. Red comunque non disse nulla, tolse la corazza e si lasciò medicare dalla leader alleata.


Una settimana era passata da quel momento. Da quel primo giorno nel Nether entrambe le fazioni si erano molto rafforzate, diventando ormai abili nel combattimento con quei mob. Stavano imparando a conoscere materiali e oggetti di quello strano mondo, e la cosa migliore era che in pochi erano morti. La cosa peggiore era che non avevano trovato nessuna pietra.
Non si lasciavano però prendere dallo sconforto, e continuavano giorno dopo giorno a combattere, fianco a fianco.

"guardate, c'é un'altra fortezza" disse Lane, che si trovava in testa al gruppo insieme a Dilan.

Red subito la raggiunse. La struttura che avevano davanti questa volta sembrava molto più grande delle altre, aveva infatti un sacco di ponti che la collegavano ad altre strutture. Alcuni di essi erano rotti, ma potevano collegarli velocemente con dei blocchi di pietra. Il leader sperò che quella fosse la volta buona, e cioè di trovare al suo interno almeno una delle due pietre.

Senza esitazione vi entrarono e si ritrovarono subito addosso un esercito di Blaze. I mob scesero dall'alto emettendo il loro verso metallico e sparando contro i visitatori le loro palle di fuoco. Presi alla sprovvista, alcuni di loro vennero feriti, mentre altri riuscirono a schivarle per un pelo. Red si fece strada tra gli uomini e si diresse al Blaze più vicino, fece un salto e lo colpì con forza utilizzando la sua fidata spada in diamante. Vicino a lui, Tesha attaccava un altro Blaze colpendolo ripetutamente con un'ascia, anch'essa in diamante ed incantata. Si sentì poi un urlo, Lane era inciampata e un Blaze molto vicino stava per attaccarla. Non avrebbe fatto in tempo ad alzarsi e schivare, sarebbe stata colpita. Fortunatamente Dilan le si parò davanti, non poté far altro che prendersi il colpo al posto della ragazza. Malgrado ora andasse a fuoco, resistette al dolore e attaccò il mob con tutte le sue forze, per poi prendere una pozione di resistenza al fuoco e berla.

Alcuni di loro trovarono finalmente lo spawner e lo distrussero in fretta. C'era però un altro spawner, posto più in alto e nascosto, che venne trovato da Barry solo per caso. Fu un vero colpo di fortuna, ancora qualche secondo e dei nuovi Blaze li avrebbero attaccati alle spalle.

Quando la stanza fu ripulita salirono le scale in mattoni del Nether e svoltarono l'angolo, ritrovandosi su un ponte distrutto. C'erano molti blocchi che separavano quella parte di ponte dall'altra estremità, dovevano assolutamente sbrigarsi.

Dei ragazzi avevano già i blocchi in mano, si avvicinarono quindi alla fine del ponte e iniziarono a piazzarli. Si fermarono, però, quando in lontananza sentirono un rumore agghiacciante.
Era chiaramente il verso di alcuni Ghast, sembravano moltissimi e si stavano avvicinando velocemente.
Loro erano all'aperto, su un ponte molto in alto.. se non si sbrigavano rischiavano di morire tutti quanti.





___spazio autrice
Ma che sorpresa, ho messo il capitolo oggi anziché domani! mi rendo conto che cambia ben poco, e infatti l'ho fatto solo perché domani avrò tempo solo per studiare (fantastico).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Riguardo al capitolo finale, devo ancora finire di scriverlo.. e ho una sorta di blocco, mi sto accorgendo che scrivo sempre cose che non stanno né in cielo né in terra, e mi riferisco a quello che scrivo in generale, non a questa storia. Mi raccomando, se ho scritto delle cavolate correggetemi.. ho iniziato a giocare a Minecraft molti anni fa, ma non ci gioco da una vita! sono informata (e poco) sulle novità solo perché seguo alcuni youtuber che giocano principalmente a quello.. quindi se ho sbagliato correggetemi senza farvi problemi!
Interessante il dialogo tra Red e Tesha.. non trovate? ok, forse queste piccolezze interessano solo a me, che curo più i dialoghi delle battaglie.. ma giuro che mi sono impegnata a scrivere bene ogni cosa!
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e cosa sperate che succeda dopo.. ci tengo!
Grazie per aver letto, alla prossima :)


 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


18



All'aperto, su un ponte situato molto in alto, Survivors e Builders rischiavano di morire. I Ghast li avevano ormai raggiunti, si capiva dai loro versi fin troppo vicini.

Red impugnò saldamente la sua spada e puntò lo sguardo sui ragazzi che stavano tentando di collegare il ponte distrutto alla sua estremità.
"fermatevi, ormai è troppo tardi" ordinò loro. "prepariamoci a combattere!"

Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole, i mob volanti comparvero da sopra di loro. Con poche frecce a disposizione, i ragazzi preferirono impugnare le spade e prepararsi a rispedire al mittente le palle di fuoco. Questi Ghast però, stranamente, non li avevano ancora attaccati.

Mentre scendevano verso di loro, Red non smise mai di tenerli d'occhio. C'era chiaramente qualcosa di strano in loro, ma non capiva cosa. In ogni caso, era bene essere pronti al loro attacco.
E seppur non stessero ancora attaccando, erano moltissimi. Un intero esercito, non ne avevano mai visti così tanti insieme. Tesha era a bocca aperta, sorpresa e spaventata, mentre stringeva la sua ascia in diamante, e non era l'unica ad essere incantata da quello spettacolo spettrale.

Un Ghast, il più vicino di tutti, si fermò davanti a loro, proprio dove il ponte si interrompeva, e tutti i presenti furono ancora più sorpresi nello scoprire perché non stavano attaccando: c'era una persona a cavallo di quel Ghast, che lo teneva buono con una corda.
Era un ragazzo dai capelli biondi, che indossava una strana armatura nera e aveva uno sguardo sicuro di sé e privo di paura.

Anche gli altri mob si avvicinarono, mettendosi alle sue spalle, e tutti quanti erano cavalcati da persone.
"benvenuti nel Nether, visitatori" disse il ragazzo biondo, studiandoli con lo sguardo. "dal vostro abbigliamento pare che veniate dall'Overworld. Questo mondo è il nostro regno, il regno dei Devils, e voi lo avete invaso. Verrete con noi alla nostra fortezza" continuò, con tono calmo.
Detto questo si alzò in volo, mentre gli altri Ghast si abbassavano.

Red, turbato, rivolse uno sguardo a Nate, che gli stava vicino. Anche il suo vice pareva turbato, ma malgrado questo nessuno dei due osò dire nulla. Era vero, avevano invaso il loro territorio anche se non ne erano consapevoli, quindi entrambi ritenevano giusto seguire quegli uomini alla loro base e parlarci.
Anche se questo significava mettere momentaneamente da parte la loro ricerca della Pietra Rossa.

Gli uomini di Red e Tesha vennero fatti salire l'uno dopo l'altro sui Ghast, che si alzarono in volo verso una meta ignota e chissà quanto distante, che si trovava oltretutto molti livelli in alto rispetto alla loro posizione attuale.


La fortezza dei Devils non era poi così diversa da tutte le altre fortezza presenti nel Nether, se non perché più grande e con molti più ponti, che collegavano tra loro ogni struttura di cui era composta. Si estendeva infatti su una larga porzione di territorio, ed era molto estesa anche in altezza.

Tutti loro vennero condotti in una stanza che sembrava essere un atrio ed era molto ampia, dopo la quale c'erano le scale. Il ragazzo che aveva parlato sul ponte salì alcuni gradini per essere in alto e poter vedere tutti, quindi parlò di nuovo.
"chi è il vostro leader?"

Red e Tesha si fecero avanti, insieme.

"bene. Venite qui"

I due obbedirono e si avvicinarono a lui, che nel frattempo si era messo seduto sul gradino.

"cosa vi porta nel nostro mondo?" domandò con un tono di voce più basso, che avrebbero potuto sentire soltanto loro due.

"il nostro mondo è in guerra da molto tempo" disse Red, dopo essersi schiarito la voce. "non pensavamo che qui vivesse qualcuno, siamo qui solo per cercare quello che ci serve per uccidere il nostro nemico. Le nostre due fazioni si sono unite per questo motivo" terminò, guardando Tesha.

"fazioni.. capisco. I nostri antenati sono venuti in questo mondo proprio per via della guerra, ma quello che volevano era trovare la pace in un nuovo mondo. è da questo loro intento che è nato il regno dei Devils" disse lui, pensieroso.

"siete una fazione?" domandò Tesha.

"no, siamo un popolo. I Devils non sono mai stati una fazione, non hanno mai voluto prender parte alla guerra dell'Overworld. è questo che dicono le leggende. Personalmente, credo che questo significhi scappare. Chi è il vostro nemico?"

"si chiama Fenix, è a capo della fazione degli Warriors. Nessuno è in grado di sconfiggerlo, e il suo unico intento è quello di conquistare l'intero mondo" spiegò Tesha.

Il ragazzo si fece ancora più pensieroso e turbato.
"gli Warriors sono nominati anche nelle nostre leggende. Sono il motivo per cui i nostri antenati hanno lasciato il vostro mondo per venire qui.. in questo mondo ostile. E credete di poterli sconfiggere?" domandò loro.

"se troviamo quello che stiamo cercando, si" rispose Red, sicuro di sé.

Il biondino si alzò in piedi, animato dall'entusiasmo. "se non ho capito male, sconfiggerli significherebbe un ritorno alla pace.. e quindi un ritorno all'Overworld" disse, guardando un punto indefinito davanti a sé. "venite, vi porto dal nostro re. Forse possiamo aiutarvi"

 
Il ragazzo li condusse su per le scale e infondo ad innumerevoli corridoi, fino a raggiungere un portone massiccio. Vi bussò per tre volte e chiese il permesso di entrare, dopodiché dall'interno della stanza una voce li invitò al suo interno.

"Enmity, sei qui per accettare di sposarti? non credevo che ti saresti deciso così in fretta, sembravi irremovibile" disse un uomo alto e massiccio, girato di spalle.

Il ragazzo sospirò.
"padre, io sono irremovibile. E non sono qui per questo" gli rispose, infastidito.

L'uomo si voltò rivelando il suo aspetto. Aveva gli occhi rossi, come quelli del biondino, e i capelli grigi, così come la lunga barba incolta. Osservò i due visitatori con sguardo ostile, senza dire nulla.

"loro vengono dall'Overworld, sono qui per via della guerra" disse a suo padre.

"cercano un rifugio sicuro?" gli chiese l'uomo, senza rivolgersi direttamente a loro.

"no, sono qui in cerca di qualcosa con cui sconfiggere il loro nemico, che è lo stesso dei nostri antenati" spiegò, abbassando lo sguardo.

L'uomo scoppiò in una fragorosa risata. "se quello che mio figlio dice è vero, dovreste sapere che è impossibile, i nostri antenati sono venuti in questo mondo proprio per questo motivo" disse poi, voltandosi per cercare qualcosa in uno scaffale.

Quando tornò girato dalla loro parte aveva in mano un grosso libro impolverato, che appoggiò sul tavolo davanti a lui. Dal rumore si poté intuire che fosse anche pesante.
Soffiò via la polvere che lo copriva, rivelando una copertina dal colore rosso fiammante, decorata con dettagli in pelle marrone. Su di essa c'era una scritta: "il grande libro dei Devils"

L'uomo lo sfogliò, fermandosi quasi a metà.
"ecco qui" disse indicando quello che c'era scritto, per poi cominciare a leggere. "e l'imbattibile nemico scese dal cielo, seguito dai suoi Guerrieri via terra. Al suo passaggio seminava terrore e morte. Non riduceva in schiavitù nessuno, non aveva nessuna pietà. Alcuni uomini, dopo aver constatato l'impossibilità di sconfiggerlo, decisero di rifugiarsi in un altro mondo: il Nether. Essi diedero vita al florido regno dei Devils, che esiste tutt'ora" smise di leggere e chiuse il libro, per poi posare lo sguardo su loro due.
"siete pazzi se pensate di poterlo sconfiggere, quando neanche gli antichi ci sono riusciti. Se davvero il vostro nemico è lo stesso di cui parla questo libro, allora non avete speranze" disse loro.

"ho ragione di credere che non è così" ribatté Tesha, che lo sorprese per quanto appariva determinata. "è vero che quest'uomo è un admin e perciò è imbattibile, ma le leggende raccontano anche di un modo per sconfiggerlo. Questa è l'unica possibilità che abbiamo, e intendiamo almeno provare"

L'uomo rise ancora, divertito dalle sue parole.

"padre, dovresti avere fede in loro. Se non falliscono, potremo ritornare nell'Overworld" suo figlio provò a farlo ragionare.

"l'Overworld? quello è il mondo dei nostri antenati, e ormai è un mondo perduto, devastato dalla guerra, in continuo conflitto. Tu sei nato qui, io sono nato qui. è questo il nostro mondo"

"io non lo accetto. I nostri antenati sono scappati perché non potevano fare niente contro il nemico, ma noi adesso abbiamo l'occasione di agire e stiamo scappando ancora!" ribatté.

"questo non è scappare, è restare nel nostro mondo. Gli affari dell'altro mondo non ci riguardano"

"invece io credo di si. Il libro della nostra storia dice che quel mondo è più sicuro di questo. Padre, non mi interessa se non sei d'accordo, io intendo aiutarli. Prenderò alcuni uomini con me, andiamo" disse ai due leader, che lo seguirono e uscirono dalla stanza.

"Enmity!" lo chiamò il re.
Il ragazzo si voltò, infastidito.
"puoi fare tutto quello che vuoi per aiutarli, a patto che accetti di sposarti. In caso contrario verrai rinchiuso nelle segrete e i tuoi nuovi amici verranno rispediti con la forza nel loro mondo. E in ogni caso, nessuno dei miei uomini metterà piede nell'Overworld senza il mio permesso" disse con voce imperiosa, che non ammetteva repliche.

Lui abbassò lo sguardo, pensieroso e rattristato. "va bene" acconsentì.
Senza aggiungere altro si voltò e si allontanò insieme ai due per tornare nell'atrio dove si trovavano tutti gli altri.

 
"mi dispiace di non essermi presentato prima" disse loro, mentre ancora camminavano per un lungo corridoio. "sono Enmity, principe dei Devils. Il re è mio padre e non pensa ad altro che a trovarmi moglie, anche se in realtà io non ho nessuna intenzione di sposarmi"

"io sono Red, leader della fazione dei Survivors" disse il primo, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza.

"e io sono Tesha, leader dei Builders. In passato le nostre fazioni erano nemiche, poi ci siamo uniti per sconfiggere Fenix"

"quindi è così che si chiama.. e cosa hai detto che è?" domandò a Tesha.

"è un admin. Le leggende dicono che è possibile ucciderlo grazie ad un rito, ma per farlo servono due oggetti provenienti da un altro mondo: la Pietra Rossa e la Pietra Nera"

Enmity si fermò di colpo e puntò lo sguardo su di lei. "Pietra Rossa hai detto?"
Lei annuì, sorpresa per via della sua reazione.
"forse so di che si tratta. Noi la chiamiamo Pietra Sacra, è stata forgiata dagli antichi nel vulcano più alto del Nether. è un oggetto unico, loro credevano li proteggesse. Venite, la custodiamo in un tempio qui vicino"

Svoltarono a destra e camminarono fino a raggiungere una piccola stanza poco illuminata. Al centro di essa, protetta da alcuni pannelli in vetro, si trovava una pietra rossa grande quanto un pugno.

"la riconosco, è lei!" esclamò Tesha, entusiasta. "è proprio come la leggenda la descrive.."

"sarò felice di portarla con me quando sarà il momento di partire. Ora torniamo dai vostri amici, dovete rimettervi in sesto e io ho degli uomini da radunare. Credo di sapere chi custodisce la Pietra Nera"


 

___spazio autrice
Sono tremendamente mortificata. So che speravate in una battaglia coi fiocchi.. e invece niente. Fidatevi, mi farò perdonare con il capitolo della battaglia finale, a cui tra poco darò gli ultimi ritocchi.
L'ispirazione mi è tornata, quindi passerò il pomeriggio a scrivere un po' di questo e un po' di quello, nella speranza di mettere un punto fermo a questa fanfiction.. e riuscire a prepararmi alla pubblicazione del seguito, perché si. 
Spero che in generale il capitolo non vi sia dispiaciuto. Ecco qui un nuovo personaggio: Enmity, principe del Nether. Cosa vi aspettate da lui? fin ora si è dimostrato molto di aiuto ai nostri protagonisti, che hanno finalmente trovato la prima pietra.. ma chi avrà la seconda? Lo scopriremo presto, amici miei!
Il prossimo sabato/domenica metterò il capitolo successivo, intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questo ^-^



 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


19
 


 
Quando tutti gli uomini furono riuniti in un unica stanza, Enmity salì su un gradino in modo da poter vedere tutti e parlò.
"Voglio innanzitutto ringraziare tutti i Devils che si sono uniti come volontari a questa missione. D'ora in poi possiamo considerarci una vera e propria fazione. I visitatori dell'Overworld sono Survivors e Builders, e il loro nemico è lo stesso che ha spinto i nostri antenati a rifugiarsi in questo mondo. Hanno trovato un modo per sconfiggerlo e noi li aiuteremo, così da riportare la pace che i nostri antenati amavano tanto. Per sconfiggerlo, però, a loro serve la nostra Pietra Sacra, che io ho già accettato di portare con noi, e non solo. Le loro leggende parlano di una Pietra Nera, credo si tratti della reliquia che custodiscono gli Shadows. è da quando abbiamo fatto l'ultimo scambio con loro che non andiamo nel loro mondo.. da quando ci hanno dato le nostre armature. Non so se accetteranno di aiutarci o vorranno scambiare la reliquia con qualcosa, in tal caso dobbiamo essere pronti"

I Devils presenti annuirono, mentre gli altri non capivano bene di cosa stessero parlando.

"bene, andiamo al portale"

Enmity venne subito raggiunto da Red e Tesha, che avevano bisogno di spiegazioni.

"chi sono questi Shadows?" domandò il ragazzo.

"si tratta di persone scappate dalla guerra, come noi, ma che lo hanno fatto molto tempo dopo di noi. A volte ci incontriamo nel nostro o nel loro mondo per degli scambi, dato che anche loro vivono in un mondo pericoloso. Ma non preoccupatevi, i miei uomini sono qui per proteggervi. L'ultima volta  abbiamo dato loro delle pozioni di vario genere in cambio di queste armature in pelle di Enderman, molto resistenti e immuni al fuoco. Ci hanno detto che non si deteriorano neanche con l'acqua, ma in ogni caso nel Nether l'acqua è l'ultimo dei problemi" spiegò.

"e dove vivono loro?" chiese allora Tesha.

"nell'End"


Gli uomini che Enmity aveva preso con sé non erano molti, probabilmente perché non si aspettava di dover affrontare gli Shadows in battaglia. Il ragazzo aveva inoltre detto a Red e Tesha di non portare con loro molti uomini, così decisero che nell'End oltre a loro due sarebbero andati i loro generali, i vice e in via eccezionale Dilan, che non voleva separarsi dal gruppo. Presto si ritrovarono davanti ad un portale. I Devils lo conoscevano bene, mentre Builders e Survivors non avevano mai visto nulla del genere. Il portale era posizionato a terra, sui blocchi che lo componevano erano incastonati degli oggetti simili a occhi e al suo interno si vedeva una sorta di cielo stellato in movimento. Quella materia sembrava molto densa, o almeno più densa di quella che bisognava attraversare per andare nel Nether.

Red si voltò per un attimo, sperando di poter trovare in fretta Dilan con lo sguardo. Fortunatamente lo trovò e il ragazzo si accorse subito di avere lo sguardo del leader puntato su di lui.
"non tutti i portali sono a forma di porta" gli sussurrò, abbastanza forte perché lui potesse sentirlo.
Dilan roteò gli occhi e fece finta di non aver sentito.

"Red, attraversando questo portale si arriva nell'End, regno degli Shadows" gli disse Enmity, che gli era accanto. "io ci sono stato una volta soltanto ed ero molto piccolo, allora era mio padre che si occupava delle trattative.. sarebbe ancora compito suo, ma per questa questione è meglio non coinvolgerlo ulteriormente" continuò.

Dopo aver parlato a Red si girò per rivolgersi a tutti.
"per quelli che non sono mai stati nell'End, devo fare alcune premesse. Gli Shadows sono un popolo pacifico, ma non provate a farli arrabbiare, non li conosciamo a fondo e non si può mai sapere come potrebbero reagire. Per sicurezza lasciate parlare me. La zona in cui ci troveremo dopo aver attraversato il portale dovrebbe essere sicura, ma non è detto. Potremmo ritrovarci invece in una zona all'aria aperta, e questo sarebbe un problema perché l'End è pieno di Enderman. Se ne vedete alcuni non dovete assolutamente guardarli negli occhi, o vi attaccheranno. Bene, ora possiamo andare"
 
Enmity fu il primo a saltare nel portale, seguito dai suoi uomini e poi da quelli di Red e Tesha. La sensazione di neusea che Red aveva provato attraversando il portale del Nether era ormai un ricordo lontano: con questo portale era diverso, aveva semplicemente sentito il mondo attorno a sé girare sempre più forte, e infine si era sentito mancare. Non era però svenuto, e si era infatti ritrovato in una stanza interamente fatta di ossidiana, vicino ai suoi compagni.

Vide che il biondino, poco più avanti, stava parlando in disparte con due uomini dall'aspetto insolito. Avevano i capelli neri e lunghi, l'armatura in pelle di enderman come quella dei Devils e sul volto avevano una strana maschera viola. Intorno a loro, quando si muovevano, comparivano delle finissime particelle dello stesso colore della maschera.

Gli uomini annuirono e uscirono dalla stanza passando per un corridoio che stava lì davanti, quindi Enmity tornò dagli alleati che lo stavano osservando con curiosità.
"erano guardie assegnate al portale" disse loro "sono andati a chiamare il loro re"

Red, stordito per il viaggio, si domandò a quale portale si riferisse. Si voltò e fu sorpreso di vedere che alle sue spalle c'era un portale per il Nether e non uno per l'End, e oltretutto non ricordava di esserci uscito. Gli era parso di comparire in quel mondo dal nulla.

Le guardie tornarono in fretta nella stanza e fecero cenno ai presenti di seguirli. Ubbidirono, con il principe dei Devils in testa al gruppo.

Attraversato il lungo corridoio si ritrovarono in una stanza fatta di uno strano materiale giallognolo che non avevano mai visto, nel quale erano incastonati dei vetri che permettevano di guardare il paesaggio cupo all'esterno della struttura. Red buttò lo sguardo attraverso uno di essi e vide solo tanta oscurità, e qualche Enderman che camminava qua e là.

Davanti a loro, adesso, si trovava un piccolo gruppo di uomini, vestiti in modo identico alle guardie che avevano visto prima. Uno di loro si fece avanti, avvicinandosi ad Enmity. Sollevò la maschera mostrando la carnagione lattea del suo viso e così tutti notarono che era l'unico tra loro coi capelli corti.

"Gauly, sei proprio tu? non ci vediamo da.. anni" gli disse il biondo, accennando un sorriso.

"Enmity, che strano vederti qui.. quando le guardie mi hanno avvisato che dei visitatori erano qui per uno scambio, ho immaginato che avrei rivisto tuo padre" disse l'altro, che aveva una voce profonda anche se dall'aspetto si poteva dire che fosse giovane.
Pareva avere la stessa età di Enmity, che era probabilmente poco più giovane di Red.

"ho preferito non coinvolgere mio padre nella questione.." rispose il principe del Nether, suscitando curiosità nel suo interlocutore. "ma dimmi, è successo qualcosa a tuo padre e Gryta? hai i capelli corti, se le vostre tradizioni non sono cambiate questo significa che il re sei tu"

"mio padre è venuto a mancare qualche mese fa. C'è stata una falla nel sistema di sicurezza e degli enderman sono penetrati nella base. I loro attacchi si stanno facendo molto frequenti ultimamente. Gryta sta bene, ma non è stata riconosciuta come regina in quanto femmina" spiegò il ragazzo.

"ah, mi dispiace per la tua perdita" rispose Enmity, chinando il capo in segno di rispetto. "perdonami se vado dritto al dunque, ma non abbiamo tempo da perdere. I miei amici qui vengono dall'Overworld, sono in cerca di un'arma per sconfiggere un potente nemico. Il suo nome è Fenix, forse nei vostri libri antichi c'é qualcosa su di lui"

Gauly venne scosso da un tremito quando sentì il suo nome.
"come è possibile che quell'uomo sia ancora vivo dopo tutto questo tempo?" domandò, sconcertato.

"è vivo perché è immortale.. e sconfiggerlo è l'unico modo per mettere fine alla guerra nell'Overworld" gli rispose.

"Enmity, stai forse pensando di riportare i tuoi uomini nell'Overworld? ricordo che da piccolo avevi una grande passione per quel mondo, ma non credo che.."

"l'Overword è un mondo sicuro" disse, interrompendo il discorso di Gauly. "non dovrai più preoccuparti dei massicci attacchi degli enderman, anche i tuoi uomini saranno al sicuro lì"

Il ragazzo dai capelli neri si grattò il mento, pensieroso. "mi hai convinto. Se è vero ciò che dici, farò quello che posso per aiutare la vostra causa"

"benissimo. Loro sono in cerca di due potenti oggetti: la Pietra Sacra del Nether e la vostra reliquia"

"cosa? dovremmo cedere la nostra Reliquia Sacra? e a cosa vi serve?"

Enmity restò un attimo in silenzio, non sapendo come rispondere. Il suo amico d'infanzia si stava alterando, la reliquia era importante per lui come per il suo popolo.

"scusate l'interruzione" disse Tesha facendosi avanti, ignorando gli avvertimenti di Enmity "ma a questa domanda posso rispondere io. Queste due pietre ci servono per un rituale con cui intendiamo uccidere Fenix, il rituale lo compirò io stessa"

"anche ammesso che il vostro rituale possa funzionare, non potete aspettarvi che il mio popolo ceda la Reliquia Sacra senza avere nulla in cambio. Si tratta di qualcosa di molto importante per noi, risale ai tempi dei primi colonizzatori dell'End"
disse lui, che dopo aver ascoltato Tesha sembrava essersi calmato un po'.

"cosa possiamo offrirvi in cambio?" domandò allora la ragazza, sperando di poter soddisfare la sua richiesta.

"qualcosa che provenga dal vostro mondo. Noi viviamo qui da generazioni, alcuni materiali che avevano con loro i colonizzatori li abbiamo conservati con cura e li utilizziamo ancora oggi, ma di altri non ne è rimasta traccia se non nelle leggende. Cosa avete con voi?" chiese lui.

I presenti esaminarono il proprio inventario, rifiutandosi a prescindere di cedere la propria armatura o l'armamentario. Red si maledisse per essersi svuotato l'inventario prima ancora di entrare nel Nether, con sé aveva solo lo stretto necessario e della roba inutile, tra cui della polvere di cacao.
Dilan stava per proporre come merce di scambio l'unico smeraldo che aveva con sé quando Red si fece avanti con in mano un sacchetto colmo di polvere marrone.
"non so se può andare bene, ma io ho questa" disse, tenendo alto il sacchetto.

Gli uomini di Gauly presero a sussurrare tra loro:
"quello è cacao!"
"ci si fa il cioccolato!"
"cioccolato? lo voglio!"

Gauly stesso era stupito in quanto stava vedendo con i suoi occhi la materia prima per creare il cibo che i suoi antenati tanto amavano.

"direi che è uno scambio equo" disse a loro, allungando entrambe le mani per prendere subito il sacchetto con sé.

 
Tutti quanti i presenti erano stati condotti in una grande sala poco distante da lì , al centro della quale, protetta da pannelli di vetro, si trovava una scaglia nera molto spessa. Tesha diede loro la conferma del fatto che quella era proprio la Pietra Nera di cui le leggende narravano.

"non si tratta di una pietra" disse Gauly, appoggiando delicatamente una mano sul vetro che la proteggeva. "quando i colonizzatori giunsero in queste terre non le trovarono abitate soltanto dagli enderman: a regnare su di loro c'era un enorme drago. Lo sconfissero grazie alle loro grandi abilità nel combattimento e del suo cadavere rimase solo questa. è una scaglia della sua pelle" raccontò, con voce solenne.
"potete prenderla con voi a patto che un rappresentante del mio popolo vi accompagni" continuò.

Da un angolo in ombra della stanza uscì una ragazza, anche lei indossava una maschera e i suoi movimenti erano accompagnati da particelle viola. Enmity spalancò la bocca all'istante, sorpreso.
"Gryta.." sussurrò.

La ragazza, sollevata la maschera, gli rivolse un lieve sorriso e annuì. Il suo viso era inespressivo.

"fratello, sarò felice di accompagnarli nella loro guerra" disse a Gauly, inchinandosi davanti a lui.


Poco dopo il gruppo era di nuovo nella stanza del portale, dove avrebbero salutato gli Shadows.
"vi auguro buona fortuna per la vostra guerra" disse loro Gauly, dopodiché se ne andò insieme ai suoi uomini, lasciando nella stanza solo le due guardie e Gryta.

Lei e Enmity erano in disparte, lui le teneva entrambe le mani ed era ancora sorpreso di averla rivista.
"quando ho capito che tuo fratello è il re ho temuto il peggio" le disse, abbassando lo sguardo.

"mi dispiace.. il mio popolo non mi ha riconosciuta come regina, anche se essendo la primogenita avrei dovuto regnare io. Sono sicura che anche mio padre avrebbe voluto vedere Gauly a governare, ma questa decisione fatico comunque ad accettarla" gli disse lei, seria.

Ogni traccia di emozione era scomparsa dal suo volto. Enmity lo aveva notato.
"sei cambiata un sacco" disse, guardandola.

"è passato tanto tempo da quando abbiamo giocato insieme quella volta. Eravamo piccoli, anche tu sei cambiato molto"

Mentre i due continuavano a parlare, Tesha si avvicinò a Red. Pareva molto agitata, il ragazzo se ne accorse subito.
"cosa succede?" le domandò, prima che lei potesse parlare.

"ora abbiamo tutti gli ingredienti per il rituale, ma sto iniziando ad aver paura di non essere all'altezza. Se dovessi fallire.. non ci saranno seconde opportunità" abbassò lo sguardo, non aveva fiducia in se stessa.

"stai tranquilla, andrà tutto bene. Io credo in te, so che ce la puoi fare" la rassicurò lui, mettendole una mano sulla spalla.

La ragazza sollevò il viso, già più serena, e nel farlo una lacrima le scese dall'occhio destro. Allarmata, si affrettò ad asciugarla con la mano e si voltò, allontanandosi da lui.
Red aveva appena visto un altro lato della ragazza.

Quando Enmity tornò da loro tutti erano pronti per partire.





___spazio autrice
Ed ecco qui anche il capitolo di oggi.. tranquillo e sereno come al solito xD ma la battaglia finale si avvicina.. e soprattutto, presto pubblicherò un capitolo extra di cui vado molto fiera!
Auguri a tutti i Valentini e le Valentine, e anche a tutte le coppiette felici! senza farlo apposta, proprio oggi ho pubblicato un capitolo in cui si parla di cioccolato xD spero di avervi
 almeno strappato un sorriso u.u
Alla prossima! :)

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


20




Red sperò di non provare mai più quella forte sensazione di nausea e tirò un sospiro di sollievo quando si accorse di essere tornato nel Nether.

"tutto bene?" gli domandò Enmity, appoggiandogli una mano sulla spalla.

"si, ma questi viaggi da un mondo all'altro mi disorientano" rispose lui, sincero.

"capisco.. anche a me succede, dopo un po' ci si abitua" lo rassicurò.

Red annuì e accennò un sorriso, anche se la sua testa girava ancora. "dobbiamo prepararci per tornare nel nostro mondo, prima partiamo e meglio è"

"suggerisco invece di fermarci a cenare qui, nella nostra fortezza" disse il biondo, che aveva ormai spostato la sua mano dalla spalla dell'alleato per portarsela in vita. "è tardi e dobbiamo essere completamente in forze. Potremmo partire domani"

"va bene" accettò Red.

Il leader non riusciva a immaginare come facesse Enmity a capire che ore fossero, ma decise di fidarsi di lui.

Purtroppo, però, avrebbero dovuto passare un'altra nottata lì. L'idea non gli piaceva affatto, e neanche ai suoi uomini, dato che nel Nether non si poteva dormire nei letti. Lo avevano scoperto a loro spese poco dopo aver messo piede in quel mondo.

Dopo cena il biondino li condusse tutti in una stanza che era stata preparata per loro, per passare la notte. Nella stanza non c'erano letti, ma della lana era posata sull'intero pavimento. Era abbastanza comoda, ma mai come un letto.

Survivors e Builders, pur essendo in molti, avevano abbastanza spazio per dormire comodamente in quella stanza. Con loro c'era anche Gryta, che non aveva accettato l'offerta di Enmity di dormire in una stanza da sola.
La ragazza si era però accomodata in un angolo e aveva indossato nuovamente la sua maschera, e così era parso a tutti che volesse restare da sola e quindi nessuno aveva avuto il coraggio di avvicinarsi e scambiare qualche parola con lei.


La mattina seguente Enmity si svegliò molto presto. Voleva prepararsi al meglio per partire e non sapeva cosa aspettarsi dall'Overworld, anche se le leggende del suo popolo ne parlavano. Entusiasta, aprì una cesta che si trovava nella sua stanza da letto e vi estrasse la sua armatura migliore, che era in perfette condizioni. Scelse una delle spade che possedeva e, felice, decise di dirigersi alle cucine per prendere alcune provviste.

Passò davanti alla stanza di suo padre, che aveva la porta aperta. L'uomo era all'interno e vedendolo passare si era subito domandato cosa stesse facendo.

"Enmity" lo chiamò.
Il ragazzo, voltandosi, si ricordò di aver parlato con suo padre il giorno prima. Si ricordò di avergli promesso di sposarsi, probabilmente voleva parlargli di quello.

"che ci fai con quell'armatura addosso?" gli domandò il re, raggiungendolo nel corridoio.

"sono pronto per andare nell'Overworld con i miei nuovi amici a combattere una guerra" gli disse, temendo la reazione di suo padre.

L'uomo lo guardò incredulo, ma evitò di commentare la cosa.
"figlio mio, non puoi andare adesso. Il tuo matrimonio è stato organizzato per oggi"

"cosa?" domandò, sorpreso. "non mi posso sposare oggi, è importante che io vada nell'Overworld"

"il matrimonio non si può rimandare, la tua promessa sposa è arrivata da molto lontano per conoscerti" gli disse, estraendo da una tasca dei pantaloni una foto e dandogliela.
La foto ritraeva una bella ragazza bionda che sembrava essere poco più grande di Enmity. Aveva gli occhi rossi come tutti loro e un bellissimo sorriso.
Enmity storse il naso e allungò la mano per restituire la foto.

"tienila, la foto è tua" lo esortò il padre.

"non mi serve una foto, vedrò questa ragazza ogni giorno, per tutta la vita" ribatté, serio e sul punto di arrabbiarsi. "come hai potuto organizzare tutto senza dirmi nulla?"

"ti conosco meglio di quanto credi, avresti rimandato"


"certo che lo avrei fatto, è il giorno della partenza" sospirò. "se proprio vuoi che il matrimonio si celebri oggi allora sappi che lo sposo non ci sarà. Ci vediamo al mio ritorno, padre"
Corse via senza degnarlo di uno sguardo, arrabbiato.

La ragazza della foto era bella ma lui non la conosceva. Lei non gli interessava per niente. Cercò di non pensare al suo matrimonio che, prima o poi, si sarebbe celebrato, e si affrettò a raggiungere le cucine.
Dopo aver preso le provviste si recò alla sala del portale, dove i compagni di viaggio lo stavano già aspettando.

I più vicini al portale erano Red, Tesha e Gryta, con cui nessuno di loro aveva ancora parlato, e il principe il raggiunse.
"eccomi, possiamo andare" disse loro e Red annuì.

Il leader prese un respiro profondo, pronto ad attraversare il portale. Sperò che quella fosse l'ultima volta.

Fu il primo a mettere piede nel loro mondo. Quando vide l'interno della stanza del portale costruita dai Rebels fece un sospiro di sollievo e aprì la porta per uscire. Tutti gli altri attraversarono il portale e uscirono da quella porta, per ritrovarsi all'aria aperta, nella giungla.

Enmity fu molto sorpreso di vedere quel mondo per la prima volta. La forte luce del sole, seppur attenuata per via degli alberi, lo accecò per un istante e gli ci vollero alcuni minuti per abituarsi ad essa. Anche Gryta fu accecata, ma trattenne lo stupore mostrandosi, come sempre, priva di emozioni. Dopo aver guardato quel mondo a lei sconosciuto con i suoi occhi si rimise la maschera sul volto, come se potesse proteggerla dalla luce.

"è tutto così chiaro, luminoso.." disse Enmity. "quest'aria fresca.. non ho mai sentito nulla del genere in vita mia"

"ti ci abituerai presto" gli disse Red sorridendo.
Erano tutti felici di essere tornati a casa.

Presto raggiunsero la base dei Rebels che si trovava poco distante. Come immaginavano, Bart si trovava nella grande piazza insieme ad alcuni dei suoi compagni. Quando li videro arrivare furono molto felici, alcuni applaudirono mentre correvano loro incontro.

"amici miei, finalmente siete tornati" disse il leader alleato, accogliendoli.

Li invitò ad entrare nella base e si recò nella sala delle riunioni insieme agli altri leader. Con loro c'erano anche Enmity e Gryta, che fecero la sua conoscenza.

"mi chiamo Bart, sono il leader dei Rebels. Vi ospiterò volentieri nella mia base per tutto il tempo necessario" disse loro l'uomo, amichevolmente.

"io sono Enmity, principe dei Devils. Porto con me la Pietra Rossa. Lei è Gryta, rappresenta il popolo degli Shadows ed è custode della Pietra Nera" disse Enmity, sorridendo al nuovo amico.
Gryta si tolse la maschera per mostrare il suo viso e la sua espressione apatica e chinò il capo in segno di rispetto.

"bene, ora che le presentazioni sono state fatte, dobbiamo parlare" disse Tesha, richiamando l'attenzione di tutti. "ci sono delle cose riguardo al rituale che non vi ho ancora detto"
Tutti quanti si sedettero intorno ad un grande tavolo, pronti a sentire cosa stesse per dire.

"il rituale per sconfiggere Fenix deve essere compiuto ad una distanza minima da lui. Ovviamente ci ucciderebbe se ci vedesse farlo, quindi io e Kroil abbiamo pensato ad una soluzione. Dovrò farlo sotto terra, proprio sotto al punto in cui lui e Red combatteranno. Immagino che i custodi delle pietre vorranno prendere parte al rituale, per questo non ci sono problemi" disse infine, guardando Enmity e Gryta. "c'è un'ultima cosa. Fenix deve pensare che io sia morta, oppure non vedendomi sul campo di battaglia capirà che qualcosa non va"

Red annuì, comprendendo la situazione. "dobbiamo scegliere il posto dove si combatterà la battaglia" disse quindi. "io forse ne conosco uno perfetto. Non troppo lontano da qui si trova una grande pianura, l'abbiamo attraversata cercando di arrivare a questa giungla"

"giusto"
intervenne Lane, cercando qualcosa nell'inventario. "ecco qui, ho una mappa che potrà esserci utile per tornare lì"

"ottimo" disse Tesha, sorridendo soddisfatta. "vado subito lì con alcuni dei miei uomini a preparare la stanza per il rituale"
I presenti annuirono e la ragazza uscì dalla sala insieme a Kroil.

Non ci volle neanche un giorno per preparare a dovere il campo di battaglia, e nel frattempo tutti gli altri si prepararono allo scontro. Combattendo tra loro nella grande piazza si resero conto di quanto i Rebels fossero migliorati e ne furono felici.

In quanto ad armatura e armi erano tutti pronti, ma per sicurezza presero delle altre provviste e chi era ferito per gli ultimi scontri nel Nether si fece medicare nuovamente.

Al ritorno di Tesha si decise che tutti si sarebbero accampati nella pianura in attesa dell'arrivo di Fenix e, dopo aver completato gli ultimi preparativi, partirono.


 
Un messaggio per Fenix era in viaggio verso la sua base. A portarlo era un esploratore dei Builders, l'unico sopravvissuto allo scontro con i Rebels, e il messaggio era stato scritto da Red in persona.

Quando il ragazzo ebbe raggiunto il luogo dove sorgeva la base degli Warriors, si accorse che essa non c'era più. La grande fortezza della fazione era stata demolita quasi interamente.

Il ragazzo capì che i nemici si erano spostati perché ormai i Survivors conoscevano l'ubicazione della fortezza, ma ciò non fu per lui un problema. Trovò subito le tracce del loro spostamento e le seguì attraverso i biomi.


Nella sua stanza della nuova fortezza, in cima ad un'alta montagna, Fenix guardava il paesaggio invernale dalla finestra. Stava cadendo la neve, ma questo non lo rallegrava per niente. Nella sua vita aveva visto cadere la neve così tante volte che ormai non era più un evento degno di nota.
Era serio in volto e pensava ai suoi nemici. Per precauzione aveva deciso di spostare la base, non tanto per la sua sicurezza o per quella dei suoi uomini, ma per proteggere la fazione che aveva quasi ottenuto il dominio sull'intero mondo.

Si voltò, sentendo che qualcuno stava bussando alla sua porta, e disse di entrare.

La guardia che aveva bussato non era sola. Era in compagnia di un ragazzo a lui sconosciuto, che si fece avanti.

"leader degli Warriors, sono qui per consegnarti un messaggio" disse.

Fenix si voltò verso di lui, interessato.
"devi essere un esploratore.." disse, osservando il ragazzo. "complimenti per aver trovato la mia base" sorrise, ma non era affatto felice. Quello che si era formato sul suo volto era un ghigno pauroso.

Il ragazzo non si lasciò intimidire e gli diede il foglio su cui era scritto il messaggio, chinando il capo in segno di rispetto verso il leader nemico.

Fenix lo prese e fu sorpreso per quello che si trovava scritto su di esso. Il messaggio diceva: 

Fenix, leader degli Warriors, ti mando questo messaggio per informarti che noi Survivors, Builders e Rebels dichiariamo guerra alla vostra fazione. Il messaggero ha con sé una mappa che indica dove puoi trovarci, ti aspettiamo.
Red, leader dei Survivors.


Il ragazzo, vedendo che il leader aveva finito di leggere, gli consegnò prontamente la mappa.

"bene bene.. che cosa insolita. Pare che finalmente avrò l'occasione di conoscere il leader dei Survivors e ucciderlo con le mie mani" il suo sorriso si fece più pronunciato e spaventoso. "torna alla tua base e digli che non mancherò"





___spazio autrice
Bene bene.. come potete immaginare, il prossimo capitolo sarà quello della battaglia.. ma prima vi devo mettere un capitolo extra! Spero che sarete curiosi di sapere di cosa parla e che mi lascerete una recensione per dirmi cosa vi aspettate e se vi è piaciuto questo capitolo "di transizione".
Alla prossima! :)


 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


21. Capitolo extra: Fenix's story
 

La storia di questo capitolo è ambientata moltissimi anni prima delle vicende di Peace is not real.



Il ragazzo si svegliò molto presto quella mattina. Dopo essersi preparato adeguatamente uscì dalla casa in cui viveva insieme alla sua famiglia e raggiunse alcuni amici, con cui sarebbe partito per una spedizione. Non troppo lontano dal loro villaggio era stato trovato, sotto terra, uno strano portale. Alcuni uomini lo avevano attraversato ma in pochi erano tornati, raccontando che esso conduceva ad un mondo pericoloso in cui regnava un enorme drago nero. Erano stati i sopravvissuti a dare a quel mondo il nome di End, non solo perché era abitato da moltissimi enderman, ma anche perché era lì che la vita di molti avventurieri si era conclusa.
Il ragazzo e i suoi amici amavano l'avventura ed erano molto bravi a combattere. Inoltre erano ben equipaggiati, con le loro armature e spade in diamante. Avevano con loro anche arco e frecce, con cui se la cavavano abbastanza bene.
Erano d'accordo di incontrarsi all'ombra di un albero lì vicino, appena fuori dal loro villaggio, e fu proprio lì che li trovò.
"Fenix, eccoti finalmente" gli disse uno di loro, alzandosi in piedi. "sei sempre l'ultimo ad arrivare"
"scusate, mi stavo preparando per la battaglia" sorrise.
"credo che quel drago ci darà molto filo da torcere.. ma non troppo. Siamo giovani, ma siamo anche molto esperti quando si tratta di combattere" disse un altro, sicuro di sé.
"è meglio se ci muoviamo o dovremo fare la fila per affrontarlo e qualcuno potrebbe sconfiggerlo al posto nostro" disse il terzo, sorridendo.
Insieme si diressero al portale, entusiasti perché stavano intraprendendo una nuova avventura. All'inizio di ogni avventura i ragazzi non sapevano cosa aspettarsi, ma tutte le avventure vissute insieme si erano rivelate entusiasmanti e divertenti. Si aspettavano, quindi, di divertirsi anche quella volta.
Era una battaglia molto dura quella che li aspettava nell'End, più dura di quanto potessero immaginare. Non esistevano leggende su quel mondo o sul drago, quindi le uniche informazioni che avevano erano quelle fornite da chi era sopravvissuto allo scontro con lui. Quasi tutti uomini sconvolti, e feriti gravemente.
Nella lugubre sala del portale si erano ritrovati molti uomini. Alcuni si stavano equipaggiando per partire, altri raccontavano quello che avevano visto una volta entrati in quel mondo.
I quattro ragazzi si fecero strada verso il portale, vicino al quale si trovava una guardia.
"ragazzi, siete sicuri di volerlo fare? state andando a morire" disse loro, serio in viso. "io ci sono stato, dall'altra parte. Il gioco non vale la candela" terminò, battendo la lama della propria spada in ferro contro una delle sue gambe, che era in legno.
"vecchio, noi quattro combattiamo da tutta la vita. Siamo abili e ben equipaggiati, torneremo vittoriosi e tutti interi" ribatté uno di loro.
Non gli lasciò dire altro, salì i gradini che conducevano al portale e ci saltò dentro, scomparendo davanti ai loro occhi.
Gli altri due fecero lo stesso, senza dire altro all'uomo di guardia.
Fenix gettò un ultimo sguardo a quell'uomo e alla sua gamba prima di seguire i compagni. Pensò che probabilmente era stato il drago a strappargliela, e che forse avrebbero rischiato grosso anche loro. Si voltò verso il portale e guardò il colore della sostanza che lo componeva. Era un nero profondo e pareva in movimento. Doveva andare, seguire i suoi compagni. Aveva fiducia in loro e credeva con tutto sé stesso che sarebbero presto riemersi dal portale, vittoriosi.
 
Il mondo che comparve davanti ai loro occhi era incredibile. Dalla piattaforma in ossidiana su cui si trovavano potevano ammirarlo in tutta la sua desolazione: si trattava di una terra estesa, ma comunque molto piccola, sospesa nel vuoto. Il materiale di cui era composta era molto strano, non lo avevano mai visto. Era di un color giallo smorto. Qua e là il terreno era cosparso di alte torri in ossidiana, sulle quali erano situati degli strani cristalli scuri.
Percorsero il ponte in ossidiana che li avrebbe condotti su quello strano terreno, stando attenti a dove mettevano i piedi. Sarebbe bastato un passo falso per farli precipitare nel vuoto e morire. Quando raggiunsero il terreno tirarono un sospiro di sollievo.
Subito videro che ovunque c'erano molti enderman, non ne avevano mai visti così tanti insieme.
"ragazzi, è meglio se ci teniamo alla larga da loro. Non guardiamoli o potremmo ritrovarci in grossi guai" suggerì uno di loro, impugnando la spada.
Improvvisamente sentirono un ruggito risuonare sopra di loro. Alzarono lo sguardo e nel cielo scuro di quel mondo riuscirono a distinguere una figura. Era un drago e veniva nella loro direzione.
"ecco, finalmente, la bestia!" esclamò uno dei ragazzi, sollevando al cielo la spada in segno di battaglia.
Era sicuro di sé, ma corse via vedendo che il drago si stava abbassando e puntava a lui.
"attento!" urlò Fenix, preoccupato.
Il suo amico riuscì a spostarsi al momento giusto e il drago non lo prese per un soffio. Intanto gli amici si avventarono su di lui con le loro spade. Emise un urlo di dolore e si sollevò velocemente in cielo, dove non potevano colpirlo.
"stai bene?" domandò Fenix all'amico fortunato, offrendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.
"si, sto bene" rispose lui, accettando l'aiuto.
Tutti e quattro prepararono gli archi e spararono una pioggia di frecce sul drago, che soffriva visibilmente ad ogni colpo ricevuto.
La bestia passò accanto ad una torre e dal cristallo che aveva in cima partì un raggio che lo colpì. I ragazzi erano sorpresi, ma non sapevano cosa stava accadendo. Mentre girava attorno a quella torre uno di loro gli sparò una freccia, che però colpì il cristallo al posto del drago.
Il cristallo esplose all'istante.
La bestia si ferì nell'esplosione, ma subito si allontanò da quella torre per raggiungere la cima di un'altra, dove un nuovo raggio lo colpì e sembrò essersi rimesso un po' in sesto.
"ragazzi, forse ho capito.. quei cristalli gli curano le ferite, se non li distruggiamo non abbiamo speranze di sconfiggerlo" disse, guardandosi intorno.

Con fatica i ragazzi riuscirono a distruggere tutte le pietre che il drago usava per ricaricare la sua vita, e fu ancora più faticoso attaccarlo senza rimanere feriti.
Fenix era preoccupato ogni volta che vedeva il drago avvicinarsi a lui o a uno dei suoi amici, ma quella preoccupazione si era presto trasformata in odio. La bestia era molto resistente e le ferite che aveva inflitto loro erano profonde.
Uno dei suoi amici corse incontro al drago, che puntava verso di lui. Lo trafisse con la spada ma la creatura lo sbalzò in aria, facendolo cadere rovinosamente.
Anche gli altri due fecero la stessa fine. Si lanciarono contro al drago agitando le loro spade, in un ultimo tentativo di ucciderlo. Lo ferirono soltanto, mentre il drago feriva a morte loro.
Fenix era ancora vivo, anche se faticava a tenersi in piedi per via della stanchezza e delle ferite. Aveva visto i suoi amici morire e non aveva potuto fare nulla per difenderli. Ora, con le ultime forze che gli rimanevano, era intenzionato a vendicare la loro morte o morire provandoci. Odiava quella creatura che volava minacciosa sopra di lui e che aveva strappato la vita dei suoi compagni. Meritava di morire.
Scagliò una raffica di frecce contro di lui, che riuscì a schivarne solo alcune e subito dopo si diresse verso di lui per finirlo.
Il ragazzo era pronto, teneva la spada puntata verso il drago nella speranza di poterlo ferire almeno un'altra volta prima di morire. Il suo sguardo era fiammante d'odio e determinato, non si sarebbe lasciato uccidere senza lottare. Quando il drago si abbatté su di lui venne trafitto dalla spada e quella ferita gli fu fatale.
Il suo corpo iniziò a sprigionare una luce innaturale e si distrusse davanti agli occhi di Fenix, che non avrebbe mai immaginato di vedere qualcosa del genere. Del corpo del drago rimase solo una scaglia nera della sua pelle, che cadde a terra.
Il ragazzo si lasciò cadere sulle ginocchia, stremato, e raccolse la scaglia. Era un oggetto curioso, grande quasi quanto il palmo di una mano, ed era caldo. Si accorse che toccandolo gli si erano macchiate le mani di uno strano inchiostro nero. Trovò la cosa insolita, soprattutto quando quell'inchiostro prese a brillare sulla sua pelle. Lasciò cadere la scaglia per lo stupore e continuò a guardare quel luccichio innaturale che aveva sulle mani, mentre sentiva le forze tornargli e le ferite guarire. Quando il luccichio sparì il ragazzo era ancora stupito per quello che gli era appena successo. Raccolse nuovamente la scaglia, che questa volta non lasciò nessuna traccia sulle sue mani, e attraversò il portale per tornare a casa.
Si promise di non tornare mai più in quel mondo crudele che gli aveva portato via i suoi unici amici.

Fenix ricomparve nella sala del portale con la scaglia in una mano e la sua spada in diamante nell'altra. Gli avventurieri presenti nella sala furono molto sorpresi di vederlo tornare, soprattutto perché lui sembrava in gran forma.
Nessuno dei presenti si aspettava di rivedere anche soltanto uno di quei quattro ragazzi, dato che molti uomini forti, avventurieri famosi, non avevano fatto ritorno.
Si avvicinarono a Fenix, chiedendo a se stessi cosa fosse successo dato che non aveva nessuna ferita sul suo corpo.
"ragazzo, è sorprendente vedere che sei tornato senza nemmeno una ferita" disse la guardia dalla gamba di legno. "i ragazzi che erano con te dove sono?"
"sono tutti morti" rispose lui, abbassando lo sguardo.
"mi dispiace per la tua perdita. Forse questo drago è veramente imbattibile come alcuni dicono" continuò l'uomo non sapendo come consolarlo. Si guardò intorno cercando l'approvazione degli altri avventurieri presenti, che rimasero in silenzio accanto a lui.
"anche il drago è morto" disse Fenix, mostrando a tutti la pietra scura che teneva in mano.
Tutti i presenti erano increduli. Alcuni di loro senza prima ribattere all'affermazione del ragazzo attraversarono il portale solo per controllare che dicesse il vero. Quando videro che il drago non c'era più e che tutte le torri erano state distrutte tornarono dell'Overworld e fecero al ragazzo i loro più sentiti complimenti. Era sorprendente come un ragazzo come lui fosse riuscito a sconfiggere quel mostro sanguinario.
Fenix sorrise lievemente sentendo tutti quei complimenti inaspettati, pur rimanendo triste per la morte dei suoi compagni. Lasciò a quegli uomini la scaglia, non gli interessava averla con sé. Non voleva portare con sé nulla che gli ricordasse di quell'esperienza.
La storia del ragazzo che aveva ucciso l'Enderdragon rimanendo illeso si propagò in fretta per tutto il mondo, tanto che nel suo villaggio e in quelli più importanti venne eretta una statua in suo onore. La statua era in oro e raffigurava Fenix con la spada alzata verso il cielo, pronto a trafiggere il nemico. Sotto di essa era riportata una targa che diceva: Fenix Blackfire, il ragazzo che ha ucciso l'Enderdragon.
Statue e complimenti a parte, la vita del ragazzo era rimasta la stessa di un tempo, anche se ora le sue avventure erano in solitario.
Una sera era uscito da casa e si era diretto in una foresta lì vicino. Voleva combattere contro alcuni mob, in memoria dei vecchi tempi, di quando lo faceva insieme ai suoi amici.
Subito aveva sorpreso un tranquillo gruppo di scheletri che, accorgendosi della sua presenza, avevano preso a lanciargli contro le loro frecce. Lui riuscì a schivarle tutte quante e ucciderli uno dopo l'altro, ma l'ultimo rimasto in vita riuscì a colpirlo sul polpaccio. Il ragazzo percepì appena il dolore e, dopo aver ucciso anche quello scheletro, rimosse la freccia dalla gamba e vide la ferita rimarginarsi davanti ai suoi occhi. Non ebbe neanche il tempo per rimanere sorpreso: proprio in quel momento un creeper sbucato da dietro un albero gli esplose alle spalle. Fenix sentì il rumore dell'esplosione e un lieve dolore alla schiena. Venne sbalzato a terra, ma senza riportare alcuna ferita. Si alzò e si domandò se non stesse sognando, quindi ricordò il luccichio dello strano inchiostro sulle sue mani e la sensazione delle ferite che venivano guarite. I suoi effetti erano a lungo termine.
Alcuni mob avevano assistito all'esplosione ed erano sorpresi quanto lui, se non di più, di vederlo ancora vivo e vegeto. Provarono ad attaccarlo a loro volta ma nessuno riuscì a ferirlo. Il ragazzo li lasciò fare, curioso anche lui di vedere cosa sarebbe successo. I loro attacchi gli provocavano un dolore minimo e le ferite che generavano si rimarginavano automaticamente.
Da quel momento in poi tutti i mob decisero di ignorarlo, mai più uno di loro lo avrebbe attaccato.
 
Gli anni passavano sereni e Fenix si rendeva conto che i suoi poteri non si limitavano alla guarigione delle sue ferite, si era accorto anche di non invecchiare. Intorno a lui i bambini crescevano fino a diventare adulti, ma il suo aspetto non cambiava.
Ogni giorno aumentava in lui la curiosità verso quei poteri, si domandava infatti se gli fosse possibile sopravvivere ad ogni cosa o soltanto agli attacchi dei mob. Provò ad infliggersi una ferita al braccio utilizzando una delle sue spade incantate e il risultato fu quello che sperava: l'arma non lasciò nessun segno sulla sua pelle.
Era notte quando fece la scoperta più grande, mentre i mob gli camminavano tranquillamente attorno. Si trovava in cima ad una montagna molto alta e voleva vedere se, cadendo, non avrebbe riportato proprio nessuna ferita. Si lanciò quindi nel vuoto, chiuse gli occhi per il timore e quando li riaprì si accorse che era sospeso in aria. Poteva volare.
Inizialmente la cosa lo spaventò, soprattutto perché non sapeva come gestire quel potere. Fece qualche tentativo di muoversi e si accorse di potersi spostare liberamente in aria, come se stesse camminando su un pavimento invisibile.
 
Man mano che scopriva un nuovo potere il fatto di aver sconfitto l'Enderdragon gli sembrava sempre più una benedizione. Era felice per via di quello che era in grado di fare.
Almeno, fino al giorno della morte di suo padre. Fu in quel giorno che si rese conto che avrebbe assistito alla morte di tutti i suoi cari senza poter fare niente per salvarli. Davanti a sé aveva una lunghissima vita piena di tristezza.
Quando tutti i suoi familiari furono morti, Fenix si fece prendere dalla disperazione e decise che l'unico modo che aveva per essere felice era quello di vivere da solo, in isolamento. Ma intanto la voce che il ragazzo che aveva ucciso l'Enderdragon non poteva invecchiare né morire si era diffusa in lungo e in largo.
Fece di una grotta la sua casa, arredandola con tutto ciò che gli serviva e addobbandola con ricchi materiali. Sperava di poter vivere tranquillo lì, senza essere mai scoperto da nessuno.
Ogni giorno usciva a fare una passeggiata nel cielo e a cercare del cibo, anche se era consapevole che mangiare non gli serviva più. La notte faticava a dormire, era passato molto tempo dalla morte di tutti quelli che conosceva ed era triste ripensando a loro e ai bei momenti passati insieme. Questo gli succedeva ogni notte e vedeva i loro volti anche in sogno.
L'ennesima notte di disperazione ebbe inizio e Fenix decise di uscire a prendere una boccata d'aria. Pensava che il ricordo dei suoi cari non lo avrebbe mai abbandonato e ritenne di aver bisogno di distrarsi facendo qualcos'altro. Si mise seduto a guardare il cielo e la distesa di mob che si trovavano nella pianura lì davanti. Tutti loro, come ormai facevano da troppo tempo, si muovevano qua e là ignorandolo completamente. Allungò una mano verso un ragno lontano e improvvisamente un fulmine lo colpì.
Ritrasse la mano, incredulo. Gli sembrava impossibile che quel fulmine fosse stato causato da lui, doveva essere stata una coincidenza. Decise di riprovare, questa volta con un enderman. Allungò la mano verso di lui e pensò ad un fulmine. L'evento si ripeté anche quella volta.
Concentrato sul nuovo potere che aveva scoperto, Fenix non si accorse che nella pianura c'erano anche delle persone che stavano combattendo contro i mob. Queste persone avevano visto che alcuni di essi erano stati fulminati, ma non ci avevano fatto troppo caso e non si erano accorti di avere compagnia.
Quando Fenix li notò decise di aiutarli. Fulminò tutti i mob della pianura contemporaneamente, che morirono bruciati e dropparono a terra alcuni materiali. Gli uomini, sorpresi, raccolsero i materiali e, visto che ormai nella pianura non c'erano altre figure, notarono che non erano soli.
Fenix si spaventò quando vide che loro gli andavano incontro, non aveva un contatto umano da troppo tempo ed era certo che li avrebbe spaventati. Capì di aver fatto un errore. Quegli uomini si stavano avvicinando lentamente a lui, incuriositi dal fatto che un ragazzo stesse passando la notte seduto tranquillo, senza preoccuparsi dei mob. Era insolito, come i fulmini che avevano ucciso tutti i mob davanti ai loro occhi. Fenix si alzò in volo e scappò via, sparendo tra le montagne. Così facendo aveva rivelato i suoi poteri, ma era l'unico modo che conosceva per andarsene in fretta.
L'indomani si trovava fuori per la caccia giornaliera nei dintorni di casa e non si accorse che, nascosti tra gli alberi, degli uomini lo stavano spiando. Lo circondarono e quando meno se lo aspettava sbucarono fuori rivelando la loro posizione e puntandogli contro le proprie armi. Il ragazzo, preso alla sprovvista, rimase pietrificato.
"abbiamo visto cosa puoi fare" gli disse uno di loro, che sembrava il capo del gruppo. "adesso non fare storie e vieni con noi"
La voce di quell'uomo, malgrado fosse malintenzionato, aveva un suono piacevole alle orecchie di Fenix, che aveva quasi dimenticato che suono avesse la voce umana. Non sapendo cosa fare e non volendo attaccarli aveva deciso di seguirli. Ormai avevano scoperto i suoi poteri. Inoltre decise di rimanere in silenzio, così da mantenere le distanze con loro.

Il mondo che aveva davanti gli sembrava del tutto nuovo. Si chiese quanto tempo avesse passato da solo in quella grotta e nei suoi dintorni.
Li seguì senza dire nulla fino ad un grande villaggio. Gli abitanti si erano riuniti intorno alla strada principale e parlavano sottovoce tra loro mentre guardavano Fenix passare. Venne condotto in un castello e gli dissero di sedersi su un lettino in una piccola stanza. Obbedì, domandandosi cosa volessero da lui.
Dopo un po' alcune persone si ritrovarono fuori dalla porta di quella stanza. Stavano parlando tra loro, ma Fenix riuscì a capire solo la parola innocuo. Subito dopo la porta si aprì e ne entrò un uomo molto vecchio che indossava una tunica nera.
"ciao, ragazzo" disse l'uomo.
Fenix non rispose.
"gli uomini che ti hanno portato qui dicono che sei innocuo, ma non si può mai sapere" disse e tirò fuori dalla tasca uno strano medaglione.
Per quanto l'uomo sembrasse minaccioso, quel medaglione lo era ancora di più. Era nero e aveva inciso in bianco il disegno di un drago. Il ragazzo osservò l'oggetto come ammaliato da quel disegno e nella sua mente prese forma un ricordo: quello della battaglia con l'Enderdragon.
L'uomo glielo mise al collo con la forza e Fenix, preso alla sprovvista, non riuscì ad impedirglielo.
Appena ebbe il medaglione al collo si sentì pesante e si lasciò ricadere sul letto, incapace di muoversi.
"ecco fatto. Il sigillo ti terrà buono mentre ti studiamo, mostro"
Il cuore di Fenix si riempì di dolore quando si sentì chiamare in quel modo. Voleva alzarsi e scappare ma per quanto si sforzasse non poteva compiere nessun movimento.
Il vecchio prese un pugnale dalla tasca della tunica e glielo piantò con forza nel petto, proprio dove stava il cuore. Il ragazzo, ormai impaurito, si sentì trapassare il corpo da un fulmine di dolore, che però fu soltanto lieve.
L'uomo dovette impiegare molta forza per estrarre il pugnale, ma quando lo fece la ferità che aveva provocato si rimarginò all'istante e si accorse che l'arma non era macchiata da nemmeno una goccia di sangue. Incredulo, uscì dalla stanza senza dire nulla.
 
Con il passare dei giorni molti uomini si presentarono nella sua stanza per ferirlo. Insistendo si erano accorti che alcune ferite non scomparivano e da esse prelevavano del sangue per farci chissà cosa. Mentre lo ferivano non parlavano, se non per insultarlo, chiamandolo mostro senza averne alcun motivo.
Inizialmente anche lui era sorpreso di vedere che delle ferite non guarivano, poi ci aveva fatto l'abitudine e gli era sembrata la cosa più naturale del mondo. Era apatico davanti a tutti gli uomini che ogni giorno lo colpivano con insistenza, trapassandogli la carne con le loro spade finché la ferita non rimaneva, e raccoglievano il suo sangue. E ogni volta che lo insultavano il suo cuore diventava sempre più nero e i sentimenti si spegnevano. E le notti, quando era lasciato solo, non faceva che pensare a tutte le persone care che aveva perso nel corso della sua lunga vita. Sperò di morire e raggiungerli, finalmente.
Un giorno però le cose cambiarono. Nessuno si stava presentando da lui e quello era insolito. Le sue ferite, ormai cosparse su tutto il corpo, erano ancora aperte e non facevano dolore, e nessuno era lì a procurargliene di nuove. Poi la porta si aprì e Fenix pensò che stavano per ricominciare a ferirlo.
Fu sorpreso di vedere che chi era entrato questa volta era una ragazza. Era vestita in modo semplice, aveva la pelle molto chiara e dei lunghi capelli biondi. Lei non lo guardò in faccia, prese una sedia e si mise accanto a lui. Aveva con sé delle bende e delle pozioni di cura. Era chiaramente intimorita.
Versò una pozione su alcune bende e gliele avvolse intorno al braccio con cautela. Fenix sentì subito l'effetto benefico della pozione e la pelle che si rimarginava sotto le bende.
La ragazza stava per passare al busto quando notò il medaglione. Prese in mano il ciondolo con il disegno del drago e lo osservò curiosa, quasi si fosse dimenticata di non essere sola in quella stanza.
Spostò appena lo sguardo sul viso di lui e si accorse di essere osservata. Spaventata lasciò la presa sul medaglione, che ricadde sul petto del ragazzo. Continuò a guardarlo negli occhi senza dire nulla.
"non avere paura" sussurrò lui, con fatica. "anche se potessi non ti farei nulla"
"mi hanno detto che tu non potevi parlare" rispose lei, con voce tremolante.
"si sbagliano. Per favore, guarisci anche le altre ferite" le chiese.
"adesso lo faccio, ma temo che ci vorrà del tempo prima che guariscano del tutto" disse, sempre con voce tremolante.
"non credo, alza le bende"
La ragazza fece ciò che lui le aveva detto e fu sorpresa di vedere che le ferite sul braccio si erano perfettamente rimarginate. Non erano rimaste nemmeno le cicatrici.
Spalancò la bocca per lo stupore davanti a quella pelle priva di segni, come se non fosse mai stata sfiorata da nessuna lama.
Velocemente prese un'altra benda e continuò il suo lavoro, guarendo completamente il corpo del ragazzo. Anche le poche ferite che aveva sul viso erano ora scomparse.
"è sorprendente.. non capisco come sia possibile" disse lei, posando l'ultima ampolla di pozione vuota nel cesto. "chi sei tu?"
"mi chiamo Fenix, sono un ragazzo come qualsiasi altro.. ma non posso morire e ho qualche altro potere" rispose con voce sicura, dato che aveva recuperato le forze.
"li hai dalla nascita?" domandò, ancora più curiosa.
"no.. ho sconfitto l'Enderdragon e ho ricevuto questi poteri" spiegò.
La ragazza fece una faccia strana, non capiva di cosa lui stesse parlando.
"Enderdragon?" gli chiese poi.
Lui fu molto sorpreso di sentire che la ragazza non aveva idea di cosa fosse. Si domandò quanti anni avesse passato in quella grotta, isolato dal resto dell'umanità. Forse così tanti che la storia di come aveva sconfitto quel mostro era andata perduta.
"era un drago che viveva in un altro mondo. Uccideva chiunque vi entrasse e io sono riuscito ad uccidere lui"
La ragazza sembrava interessata, ascoltava in silenzio tutto ciò che lui le diceva.
Improvvisamente la porta si aprì e ne entrò il signore anziano con la tunica nera. La ragazza sobbalzò e si alzò in piedi.
"bene, vedo che hai finito di medicarlo. Come immaginavo tutte le ferite sono guarite all'istante" disse lui, compiaciuto. Infilò una mano nella tasca e ne estrasse il coltello, lo stesso con cui aveva pugnalato il cuore di Fenix. "ora và, ho del lavoro da fare" disse alla ragazza.
Lei senza dire nulla prese il cesto e uscì dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
"ragazzo, c'è un ordine naturale a questo mondo e non può essere capovolto. I mob attaccano gli umani e gli umani cacciano i mob per difesa o per ricavarne materiali. Tu sei un mostro ma non puoi essere cacciato" detto questo affondò la lama nel suo collo.
Fenix emise un gemito di dolore, il primo che l'uomo gli sentiva da quando era prigioniero lì. Dalla ferita uscì del sangue che l'uomo raccolse prontamente con una boccetta di vetro.
"questo è l'unico modo che ho per ricavare dei materiali da te"
Fenix rabbrividì mentre glielo sentiva dire. Lui voleva il suo sangue.
"è sorprendente come io possa trapassarti il collo da parte a parte col mio pugnale senza ucciderti.."
Detto questo uscì dalla stanza, lasciandolo con la ferita aperta.
 
Passò una settimana prima del ritorno di quella ragazza. Fenix fu felice di rivederla, era la prima persona con cui parlava da moltissimo tempo ed era anche l'unica amichevole con lui.
Appena entrata nella stanza gli fece un debole sorriso e si sedette, pronta a medicarlo. Lui non disse niente, privo di forze, e aspettò di sentire le ferite che si rimarginavano.
"non posso credere che ti stiano torturando in questo modo" gli disse, applicando la prima benda. "ho sentito dire che con il tuo sangue stanno creando una pozione per curare le malattie, tutte quelle che le classiche pozioni di cura non possono far sparire"
Il ragazzo fu sorpreso di sentire ciò. Pensava che usassero il suo sangue per scopi meno nobili.
"e sta funzionando?" le chiese.
"ancora non lo so" sospirò. "loro ti considerano un mostro, ma non ti conoscono affatto" continuò lei, preparando un'altra benda.
"come ti chiami?" le chiese Fenix, mentre lavorava.
"ah, non mi sono ancora presentata. Sono Lexia"
 
Fenix aveva ormai accettato di essere prigioniero in quel castello, e il fatto di sapere che con il suo sangue stava aiutando qualcuno lo faceva sentire un po' più in pace con se stesso. Non sapeva, però, che tutte le persone che erano state curate con il suo sangue erano poi morte.
L'anziano, arrabbiato per il risultato ottenuto, si presentò nella sua stanza durante le torture giornaliere e ne prese parte. Lasciarono cadere a terra tutto il sangue che fuoriusciva dalle ferite e perciò Fenix capì che qualcosa non andava.
L'uomo però non gli disse niente.
Fu ancora una volta Lexia ad informarlo della cosa, una settimana dopo. Si era spaventata nel vedere tutto quel sangue per terra e tutte quelle ferite sul suo corpo, e aveva capito che aveva bisogno di essere curato in fretta.
Fenix non capiva come mai il suo sangue avesse ucciso quelle persone, ma si sentiva in colpa come se le avesse uccise con le sue mani.
"malgrado questo non vogliono liberarti" disse lei. "pensano che ci uccideresti tutti per vendicarti di quello che ti hanno fatto. Dato che non sanno come ucciderti vogliono tenerti qui e torturarti per sempre" sospirò.
"non posso crederci.." rispose lui, sconvolto.
"ascolta, io voglio aiutarti. Non credo che tu sia capace di uccidere, se mi dici cosa devo fare sarò felice di darti una mano"
Fenix istintivamente posò gli occhi sul medaglione, causa della sua immobilità. Guardò poi la ragazza negli occhi, che aveva già capito cosa fare.
"questo significa tradire il mio popolo" disse lei, mentre cautamente gli toglieva il medaglione, con le mani che tremavano.
Fenix sentì subito il potere scorrere dentro di lui, si sentiva rinato. Fece due respiri profondi, come se non respirasse da tanto tempo. Poi le prese le mani e la guardò negli occhi, mentre si metteva seduto.
"grazie per avermi aiutato. Se vuoi puoi scappare con me, ti proteggerò"
La ragazza, intimorita e con gli occhi lucidi, annuì. Lasciò cadere a terra il medaglione, sul quale, per l'impatto, si formò una grossa crepa.
Bastarono un paio di pugni per sfondare la parete della stanza e ritrovarsi all'aperto. Fenix prese in braccio la ragazza e senza esitazione  si sollevò in volo, provando di nuovo il piacere del vento fresco sul viso.
Lexia era spaventata per l'altezza e la velocità a cui si stavano muovendo, si strinse a lui.
Era la ragazza che lo aveva liberato e per questo Fenix era deciso a proteggerla per sempre. Sapeva che un giorno avrebbe perso anche lei, ma le avrebbe dato una vita felice.

Il rumore della parete che veniva sfondata aveva attirato l'attenzione delle guardie del castello, che ora inseguivano a cavallo i due ragazzi su un'ampia pianura. I due erano rimasti sorpresi dalla velocità con cui quegli uomini li avessero raggiunti, ma Fenix era certo di poterli seminare.
Gli uomini presero i loro archi e iniziarono a sparare contro di lui una pioggia di frecce. Alcuni urlavano "uccidete il mostro", come se non sapessero che ucciderlo era impossibile.
Ma Lexia non aveva la stessa fortuna. Una freccia la colpì al collo trapassandole la gola. La ragazza emise un gemito di dolore, guardò Fenix e lui vide che aveva il terrore negli occhi.
"no, Lexia!" urlò, senza smettere di volare.
Gli occhi della ragazza si spensero mentre erano puntati in quelli di lui. Lasciò ricadere la testa all'indietro e mollò la presa che prima era salda sulle spalle di Fenix. Era morta.
Il ragazzo si fermò, sconvolto, con il cadavere di Lexia tra le mani. Si abbassò e appena ebbe toccato terra vi appoggiò il corpo senza vita di lei. Lo fece con cautela, incurante degli uomini armati che gli si avvicinavano sempre di più.
Quando alzò lo sguardo e puntò gli occhi su di loro non era più lui, era una persona diversa. Una parte di lui era morta per lasciare spazio ad una nuova. I suoi occhi erano infiammati e pieni di odio, incutevano terrore solo a guardarli. Gli uomini si fermarono di colpo, spaventati, ed iniziarono a correre nella direzione opposta, cercando di tornare in fretta al castello prima che la furia di Fenix si abbattesse su di loro.
Ma era troppo tardi, il castello era troppo lontano e Fenix era troppo veloce per loro.
Uccise il primo uomo con un solo pugno ben assestato, che gli frantumò il cranio. Gli prese la spada e la usò per trapassare il corpo del secondo uomo, che morì sul colpo. Con quella spada continuò a mietere vittime, finché la pianura su cui si trovava diventò una distesa di cadaveri.
Lasciò cadere la spada a terra, furioso, e si alzò in volo nuovamente. Tutti i sentimenti negativi che aveva provato, specialmente in quell'ultimo periodo, si stavano riversando dentro di lui come un fiume in piena. Non poteva controllarli, poteva solo sfogarli uccidendo chiunque si trovasse sul suo cammino e nel castello.
Gli era stato impossibile trovare la felicità isolandosi e la possibilità di vivere felice insieme a Lexia era stata distrutta. L'unica possibilità che gli rimaneva era quella di distruggere tutti coloro che gli capitassero davanti.
Il vecchio uomo con la tunica si era nascosto in un armadio nella speranza di non essere trovato. Purtroppo per lui Fenix capì che si trovava lì e sfondò un'anta con un pugno.
"no, non uccidermi!" lo implorò, mentre il ragazzo lo sollevava per la gola.
Fenix non lo ascoltò. Lasciò cadere a terra la spada e gli mise una mano in tasca, dove sapeva che lui teneva il pugnale con cui lo aveva torturato.
"no! sei solo un mostro!" urlò ancora.
"mostro? io? voi umani siete i veri mostri. Io sono un Dio!" esclamò, pieno di rabbia, conficcandogli il pugnale nel petto.
 
Nessuno nel castello venne risparmiato,  nemmeno nei territori circostanti. La voce di un mostro che sterminava interi popoli si diffuse così velocemente che un folto gruppo di persone, tutti uomini forti e bravi combattenti desiderosi di potere, raggiunta la conclusione che sconfiggerlo era impossibile avevano deciso di unirsi a lui nel seminare distruzione. Solo loro vennero risparmiati dalla sua furia. Da quel momento in poi Fenix non fu più solo, era nata la fazione degli Warriors, la prima delle tante fazioni in cui il mondo si sarebbe presto diviso.
Il nuovo obbiettivo di Fenix era quello di conquistare l'intero mondo, distruggendo chiunque si opponesse al suo potere.
Riteneva che gli uomini fossero inferiori a lui, che non capissero. Era per colpa loro che lui era infelice, per questo dovevano pagare. Tutti quanti, uno dopo l'altro.
Dal giorno della morte di Lexia la pace aveva smesso di esistere.







___spazio autrice
Tutto è bene quello che finisce bene! ovviamente scherzo.. grazie mille per aver letto fino a qui! è il capitolo più lungo della storia, averlo letto tutto vi fa onore xD
E ora conoscete la storia del nostro caro Fenix.. mi sembrava giusto parlare un po' del suo passato prima di passare alla battaglia finale.
Che ne dite? ve l'aspettavate così oppure no? settimana prossima (tempo permettendo, so già che avrò molto da fare) pubblicherò il capitolo della battaglia.. che sarà il penultimo, eh si! quindi mi raccomando di passare a leggere anche quello :) Alla prossima!
 
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


22

 

 
Le tre fazioni alleate si erano spostate sul campo di battaglia in attesa dell'arrivo del nemico, ed erano stati presto raggiunti dall'esploratore. Il ragazzo diede al leader la conferma che Fenix aveva letto il messaggio e si sarebbe presentato.
Il campo di battaglia era una grande pianura verde, priva di laghetti, alberi o altri impedimenti. Al centro di essa, però, una parte di terreno era stata sostituita con una piattaforma in pietra. Sotto di essa si trovava la stanza del rituale, era quindi lì che Red e Fenix avrebbero combattuto.
Il leader era agitato. Sapeva che avrebbe presto combattuto contro un nemico forte e immortale, e quindi che avrebbe rischiato molto. Anche Tesha era agitata, aveva tutto ciò che le serviva per il rituale e sperava di non fare errori nell'esecuzione.
I due leader cercarono di rassicurarsi a vicenda una sera, mentre erano insieme all'esterno della loro base provvisoria sulla pianura, a guardare le stelle.
Erano lì da soli ed entrambi erano preoccupati, sapevano che presto Fenix sarebbe arrivato.
"ho un po' paura, noi due abbiamo il compito più difficile in questa battaglia" disse la ragazza, tenendo lo sguardo fisso sul cielo.
"già, anche io non riesco a stare tranquillo. Rischio di morire combattendo contro Fenix"
"e io rischio di rovinare tutto sbagliando il rituale, e così morirebbero tutti" continuò lei.
Il ragazzo si voltò a guardarla. I lividi sul suo viso erano quasi del tutto spariti ma le cicatrici erano ancora molto pronunciate. Lei si accorse di essere osservata e si voltò a sua volta verso di lui, leggermente imbarazzata e per un attimo distratta dal pensiero della battaglia.
"dobbiamo farci forza" le disse lui, sicuro di sé. "è vero che l'esito della battaglia dipende da noi, ma non dobbiamo farci prendere dal panico. Io credo in te, anche se io dovessi morire.. so che tu ce la farai"
"grazie.. anche io credo in te" rispose, imbarazzata. "però spero che tu sia migliorato nel combattimento, perché l'ultima volta che io e te ci siamo affrontati facevi pena" gli disse, scherzosamente.
"ma cosa stai dicendo, ero così bravo che sono riuscito a tenerti testa! e comunque sono migliorato molto, te lo posso assicurare" rise.
"va bene, allora dimostramelo" lo sfidò la ragazza.
Presero entrambi dal proprio inventario una spada di legno e si alzarono, pronti a combattere sotto a quel cielo stellato.
Fu Red a sferrare i primi colpi, tutti parati o schivati con maestria da lei, che prontamente contrattaccava.
Continuarono per qualche minuto dopodiché si fermarono, affaticati. Era meglio risparmiare le forze per la vera battaglia.
"devo ammetterlo, sei diventato bravo" disse lei, rimettendosi a sedere.
Da lì, oltre al cielo stellato, si poteva vedere la pianura in tutta la sua vastità e i mob che erano presenti su di essa. Fortunatamente appena si erano accampati lì avevano deciso di creare un fossato intorno alla base provvisoria, così da poter stare al sicuro durante la notte, se non lo avessero fatto si sarebbero trovati in grossi guai.
"sto molto bene con te, Red. Peccato che abbiamo cominciato col piede sbagliato, avremmo potuto allearci contro Fenix sin da subito" gli disse, abbassando lo sguardo.
"meglio tardi che mai" rispose lui, sorridendo.
Calò il silenzio tra i due, ma entrambi avevano più fiducia in loro stessi. Improvvisamente Tesha si alzò in piedi e gli puntò un dito contro. "vedi di non farti ammazzare" gli ordinò, improvvisamente seria. "ora andiamo a dormire, dobbiamo essere pronti in qualsiasi momento"
Il ragazzo annuì sorridendo, notando solo in quel momento che da un po' di tempo Tesha si stava comportando come se fosse il suo capo. Non ribatté, la ragazza aveva ragione e lui lo sapeva bene.
Si alzarono e si separarono per andare ognuno nella rispettiva stanza.

 
L'indomani Red venne svegliato dalle urla delle sentinelle che annunciavano qualcosa. Solo dopo essersi messo a sedere si svegliò completamente e capì quello che stava succedendo: il nemico era arrivato.
Fu meravigliato dalla velocità con cui Fenix si era presentato sul campo di battaglia, ma riteneva anche che la cosa fosse perfetta. Prima mettevano fine alla guerra e meglio era.
Velocemente indossò la sua armatura migliore, in diamante, che era stata incantata negli ultimi giorni. Con quella era sicuro di poter incassare un bel po' di colpi, anche se preferiva non doverne prendere neanche uno. Anche la spada era perfetta per l'occasione, in diamante e incantata. Per sicurezza portò con sé anche un arco e un bel po' di frecce, del cibo, una pozione di cura e poco altro.
Raggiunse i suoi generali, che erano già sulla pianura insieme a tutti gli altri uomini. Il loro esercito era costituito dai Survivors, che erano molto numerosi, i Builders, altrettanto numerosi e molto capaci, e i cacciatori e i guerrieri dei Rebels, tra cui c'era anche Bart. La loro fazione combatteva da poco, ma si erano dimostrati in grado di imparare in fretta ed erano pronti per lo scontro anche loro.
L'esercito nemico era invece costituito solo da Warriors, la fazione più potente, agguerrita e numerosa di tutte. Numericamente erano probabilmente superiori a tutti loro messi insieme, ma dalla sua posizione attuale Red non lo riusciva a capire.
Tesha non era con loro, neanche Enmity e Gryta. I tre erano già spariti nel tunnel che li avrebbe portati alla stanza del rituale, scavata qualche giorno prima da alcuni Builders e Tesha stessa.
"va bene, avviciniamoci con calma. Seguite me" disse Red.
Il ragazzo piazzò dei blocchi di terra per superare il fossato che separava la loro base provvisoria dal resto della pianura e così fecero anche gli altri, seguendolo. Giunse in prossimità della piattaforma di pietra ma non ci salì, rimanendo di qualche blocco più indietro.
Da lì riusciva a vedere bene l'esercito degli Warriors ed era veramente immenso. Inoltre riusciva a vedere anche Fenix. Il leader nemico si trovava sospeso in aria, sopra al suo esercito.
In quel momento Red ebbe conferma di tutte le supposizioni fatte sul suo conto, era veramente il temibile nemico che si diceva. Quella sarebbe stata la prima volta che si affrontavano in battaglia, e anche l'ultima. Se tutto andava secondo i piani, Fenix sarebbe presto morto. In caso contrario tutti loro sarebbero morti.
Kroil, vice di Tesha, raggiunse il fianco di Red.
"sei pronto?" gli domandò, con tono sicuro. Kroil era un ragazzo poco più grande di Red e Tesha, e anche lui come la sua leader aveva alcune cicatrici sul viso. Aveva la solita espressione determinata e seria che Red gli aveva sempre visto in volto e da questo il leader aveva dedotto che doveva essere un bravo combattente. Non lo aveva mai visto combattere, ma si fidava dell'impressione che aveva avuto.
"non so se si può essere veramente pronti ad una cosa del genere" rispose, domandandosi quale strategia avrebbe usato il nemico.
"andiamo" disse Kroil, dopo avergli dato una pacca sulla spalla.
I due raggiunsero la piattaforma di pietra e quindi il centro della pianura e Fenix, capendo che volevano palare con lui, atterrò e li raggiunse.
"e così tu devi essere Red.. la tua fazione ha dato parecchio filo da torcere alla mia, non mi aspettavo che tu fossi così giovane" gli disse in tono altezzoso, con lo sguardo infiammato d'odio.
"anche tu sei giovane, mi aspettavo che fossi un uomo" ribatté Red, in tono di sfida ma calmo.
"non farti ingannare dall'aspetto esteriore, ho vissuto molto più di quanto puoi immaginare" rispose, sorridendo malignamente. "Kroil, vedo che ci sei anche tu. Dove si sta nascondendo Tesha? voglio ucciderla con le mie mani una volta per tutte"
Red strinse la mano intorno all'impugnatura della spada, desideroso di attaccare Fenix il prima possibile.
"Tesha è morta dopo averci detto cosa hai fatto ai Builders che si erano stabiliti nella tua fortezza. Hai ucciso il nostro leader e hai ucciso i miei uomini, pagherai per questo" disse Kroil, con tono serio e determinato.
Il sorriso maligno sul viso di Fenix si allargò. "che peccato, avrei preferito essere presente nel momento della sua morte. Se avessi saputo che sarebbe presto morta le avrei dato il colpo di grazia all'istante"
Anche se la storia della morte di Tesha era una bugia, Kroil si infiammò di rabbia. Malgrado questo riuscì a mantenersi calmo e farsi vedere sicuro di sé davanti al nemico, ma era chiaramente arrabbiato e Red lo aveva capito, dato che oltretutto anche lui provava lo stesso.
"non abbiamo più niente da dirci" aggiunse infine il nemico, voltandosi per tornare in volo dai suoi uomini.
"quel tipo.. vorrei poterlo uccidere con le mie mani" disse Kroil, che non riusciva più a trattenersi.
"pazienta, presto sarà morto. Prepara il tuo arco, cerchiamo di fare bene la nostra parte" gli disse Red, desideroso di mantenere il sangue freddo.
Il generale dei Builders annuì e i due tornarono dai loro uomini.
"cosa è successo?" domandò Lane, vedendo che entrambi erano arrabbiati.
"niente, pensiamo solo ad ucciderlo in fretta" le rispose Red, stringendo ancora più saldamente l'impugnatura della sua arma.
Lane, preoccupata, annuì. "ti guardo le spalle" gli disse.


Red fece qualche passo avanti, quindi si voltò, per rivolgersi a tutti i suoi uomini.
"compagni, questa battaglia cambierà il destino del mondo. Cerchiamo di dare il nostro meglio, ricordate che se moriremo lo faremo da eroi" urlò loro, per infondergli coraggio. "e ora all'attacco!"
L'esercito di Red si riversò nella pianura e così fece anche quello nemico, senza esitazione. Red raggiunse subito la piattaforma di pietra e si accorse di aver perso di vista Fenix. Il nemico si trovava sopra di lui e segnalò la sua presenza colpendo la spalla di Red con una freccia, fortunatamente aveva l'armatura. Subito anche Fenix venne colpito da una freccia, era di Kroill, poco distante da Red. Estrasse la freccia dal suo braccio e la lasciò ricadere a terra, quindi mirò al generale dei Builders, lanciandogli contro una scia di frecce. Il ragazzo riuscì però a schivarle tutte, sorprendendolo. Intanto anche Red si era munito di arco e aveva preso a lanciare frecce contro Fenix, che però non sembrava provare alcun dolore per quelle che lo colpivano. Continuava infatti a concentrarsi su Kroil. Quando ormai la sua gamba sinistra si era riempita di frecce decise di spostare la sua attenzione a Red e sparare frecce a lui. Il ragazzo, dopo aver schivato abilmente le prime due frecce e aver rischiato di essere colpito in pieno viso dalla terza, prese in mano la sua spada e utilizzò la lama come scudo.
Intanto un guerriero di Fenix raggiunse Kroil e gli si scaraventò contro con un colpo di spada. Il ragazzo non se lo aspettava e fermò la lama con il suo arco, che però venne distrutto. Estrasse allora la sua spada in diamante e contrattaccò il nemico, riuscendo ad ucciderlo velocemente. Un altro nemico lo raggiunse e fece presto la stessa fine del precedente. Doveva concentrarsi sulla battaglia e lasciare Fenix a Red.
 Intanto anche Lane combatteva, poco più indietro, contro un uomo bassino armato di ascia. Malgrado la sua statura era molto forte, riusciva a tenerle testa. Nate stava invece lanciando delle frecce a qualunque nemico gli capitasse sotto tiro, ma era stato costretto a metter via l'arco per combattere con un uomo che gli si era avvicinato un po' troppo. Anche Dilan stava dimostrando tutta la sua tecnica combattendo con un nemico, a furia di schivare i suoi attacchi lo aveva fatto stancare ed era stato facile fargli perdere l'equilibrio e ucciderlo. Continuò con la sua strategia finché non si ritrovò ad affrontare due nemici alla volta, trovandosi quindi un po' in difficoltà. Era costretto a schivare gli attacchi di entrambi senza la possibilità di attaccare a sua volta, questo finché Barry non era arrivato alle spalle di uno dei due e lo aveva ucciso. Amy si trovava più indietro, con arcieri di tutte e tre le fazioni. Insieme coprivano gli alleati più vicini attaccando i nemici con cui stavano combattendo, davano una mano fondamentale soprattutto ai guerrieri dei Rebels. I membri di questa fazione si aiutavano l'un l'altro, concentrati soprattutto a proteggere il loro leader, Bart, che comunque se la cavava molto bene in battaglia.
E intanto Red era alle prese con le frecce di Fenix. Il nemico lo sorprese quando anziché lanciargli delle frecce gli lanciò una spada in diamante. Prontamente il leader la schivò e la vide conficcarsi nel terreno, a pochi centimetri da lui. Era ora di dare un taglio a questa storia.
"combatti da uomo! rinuncia all'uso dei poteri e raccogli la spada!" gli urlò, indicando l'arma conficcata a terra.
Fenix sorrise. Non aveva nulla da perdere, niente poteva ferirlo. Senza dire nulla si abbassò e rinunciò momentaneamente all'uso dei suoi poteri.
"come vuoi, Red, ma non riuscirai comunque ad uccidermi. Sono più forte e più bravo di te" disse e corse verso di lui. Raccolse la spada senza la minima fatica e raggiunse Red, salendo così sulla piattaforma di pietra.
Lo attaccò più volte a gran velocità, tanto che Red dovette rimanere fermo con la spada per parare ogni singolo colpo. Il nemico era molto forte, temeva che gli spezzasse la spada a suon di colpi.
Finita la raffica di colpi si fermò un secondo per prepararsi ad attaccare di nuovo, alzò la spada al cielo ma, prima che potesse abbassarla su Red, il ragazzo  aveva affondato la spada nel suo ventre.
Fenix restò fermo, con la spada sollevata in aria, a guardare negli occhi Red. Era serio, poi improvvisamente sorrise. Mise le mani sull'impugnatura della lama di Red e indietreggiò, estraendola dal suo corpo. La ferita si rimarginò davanti agli occhi del leader, incredulo.
Intanto, intorno a loro, gli alchimisti degli Warriors erano entrati in scena lanciando pozioni sconosciute contro Survivors, Rebels e Builders, chiunque capitasse nel loro campo visivo. Quelle pozioni provocavano stanchezza e debolezza, erano tutti nei guai.
Proprio in quel momento Tesha, nella sala sotterranea, stava iniziando il rituale. Aveva alla sua sinistra Gryta, con la Pietra Nera in mano, alla sua destra Enmity, che teneva la Pietra Rossa. Davanti a lei si trovava un altare d'oro al centro del quale era posto un calderone. Versò al suo interno il contenuto di due pozioni, dopodiché prese la sua spada e si fece un taglio sul palmo della mano sinistra. I due ragazzi, non conoscendo la ricetta del rituale, la osservarono sorpresi senza dire nulla. Allungò la mano verso il calderone facendo cadere al suo interno alcune gocce di sangue, che appena toccarono il liquido che conteneva lo fecero diventare rosso.
Tesha sfregò le mani tra loro, trattenendo una smorfia di dolore per la ferita che si era inflitta, quindi le allungò verso i ragazzi per farsi dare le pietre.
La lama di Red non si era per niente sporcata con il sangue di Fenix, che continuava a sorridere compiaciuto. Il ragazzo tornò concentrato appena in tempo per parare un altro suo attacco, dopodiché riuscì ad attaccarlo a sua volta facendogli quasi perdere l'equilibrio. Fenix iniziò a perdere la pazienza, assestò un veloce colpo alla corazza del ragazzo frantumandola in tanti piccoli pezzi. Red era scioccato, aveva impiegato così tanta forza da rompergli l'armatura in diamante. Il leader nemico gli colpì prima una spalla, poi il fianco, evitando di colpire i punti vitali, poi gli arrivò con la lama alla gola e qui si fermò.
"potrei ucciderti adesso, mi basterebbe uno sforzo minimo" lo provocò.
Red recuperò la sua determinazione e con la sua spada colpì quella di Fenix spostandola con violenza, anche se questo gli provocò una ferita superficiale al collo. Il nemico intanto rideva, divertito, sicuro che presto avrebbe vinto.
"il conto alla rovescia per la tua morte sta per esaurirsi. Presto attraverserò il tuo corpo da parte a parte con la mia lama" gli disse, pronto ad attaccare di nuovo.
Red non ribatteva, ma si arrabbiava. Sfruttava la rabbia per colpire più forte, riuscendo a trapassargli una spalla ma senza risultati. Era sfiancante continuare a colpire un nemico che non poteva essere ferito.
Intorno a loro molti tra gli alleati avevano sperimentato gli effetti delle pozioni degli Warriors, che fortunatamente non duravano più di due minuti. Questo tempo, però, poteva bastare a chiunque per ucciderli. Difendersi era diventato più difficile e attaccare era quasi impossibile e molto rischioso.
Un nuovo attacco di Fenix venne parato dalla lama di Red, che sorprendentemente si spezzò. Ora il leader aveva in mano solo mezza lama dall'estremità obliqua e inutile.
"adesso basta, per te è finita" urlò Fenix.
Si lanciò con forza contro il ragazzo, con la spada pronta a colpire il suo ventre. Red era stremato, faticava a muoversi e non aveva nulla con cui parare quell'attacco. Non sarebbe riuscito a schivare anche quel colpo. Lane assistì alla scena da lontano, pensò che quella sarebbe stata veramente la fine. Corse da lui e si mise prontamente sulla traiettoria della spada, facendosi ferire al posto del suo leader.
"no!" urlò Red vedendo la ragazza mettersi davanti a lui e cadere a terra, con la spada conficcata nel ventre.
Fenix aveva mollato subito la presa sull'arma perché a vedersi improvvisamente davanti la ragazza dai lunghi capelli biondi era stato scosso da un ricordo. Restò fermo a guardare la scena, con un'espressione scioccata sul volto.
Red strinse i denti e lanciò a Fenix uno sguardo pieno d'odio. Impugnò la sua spada, anche se era rotta, e si lanciò contro di lui conficcandogliela con forza nel torace.
Fenix, tremante, si accasciò a terra, mentre Red lo lasciava perdere per andare a soccorrere la sua amica.
 Red si era messo in ginocchio e lei aveva la testa sulle sue gambe.
"perché l'hai fatto?" le chiese, disperato.
"dovevo proteggere il mio leader" disse lei, con un filo di voce.
Rimase allibito.
"Lane!" urlò Dilan, che aveva visto tutto.
Le si avvicinò e si mise in ginocchio anche lui, iniziando ad accarezzarle la testa e i lunghi capelli. Guardò la ferita e rimase scioccato.
"no, Lane.. non avresti dovuto.." continuò il minatore, disperato, chinandosi su di lei. "non ti azzardare ad abbandonarmi"
La ragazza, con le poche forze che ancora aveva, gli prese la mano e gliela strinse debolmente. Non disse altro ma gli sorrise.
"Red, possiamo curarla. Dobbiamo provare" disse Dilan, speranzoso.
"possiamo provare" acconsentì Red, preoccupato. Ma la battaglia non era ancora finita. Prese la bottiglia di pozione della cura che aveva con sé e la diede da bere alla ragazza.
"la affido a te" disse poi al minatore.
Spostò delicatamente la testa di lei sul terreno e si avvicinò a Fenix che si trovava ancora sulla piattaforma, tremante. Non aveva rimosso la spada dal suo torace e non sembrava intenzionato a farlo.
Tesha, proprio sotto di lui, stava immergendo entrambe le pietre nel liquido del calderone. Iniziarono a bruciare a contatto con la sua pelle, ma non poteva lasciarle andare. Spinse le pietre l'una contro l'altra e sentì che il liquido in cui aveva immerso le mani si stava asciugando. Ora le pietre bruciavano così tanto che la ragazza non riuscì a resistere e le lasciò andare. Si fusero insieme e si alzarono in volo davanti a loro, rimanendo sospese in aria. Sprigionavano un'innaturale luce bianca che accecò per un attimo tutti e tre. La luce si spostò ancora verso l'alto, attraversando lo strato di roccia che separava loro da Fenix.
"Lexia.." sussurrò Fenix, sconvolto, quando luce lo raggiunse ed iniziò ad inglobarlo dal basso. Dal suo occhio destro uscì una lacrima, era nera come l'inchiostro. Non appena la lacrima cadde sulla pietra sottostante la luce gli pervase completamente il corpo. Il ragazzo si lasciò andare ad un urlo straziante di dolore prima di sparire nel nulla insieme a quella luce.


"il leader è morto!" urlò incredulo uno degli Warriors.
Sentendo il suo grido i compagni di fazione smisero di combattere. Erano allibiti, come tutti i presenti. Red non si aspettava nulla del genere e stava ancora fissando la spada mezza rotta con cui aveva trafitto Fenix, la quale ora si trovava a terra davanti ai suoi occhi. Dopo un attimo si chinò a raccoglierla e la strinse in mano.
"è tutto finito.. è finita.." sussurrò, con lo sguardo fisso sull'arma.
Kroil gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. Quando Red si voltò gli vide un'espressione diversa dal solito: anche lui era sorpreso, ma soprattutto sembrava sollevato. Finalmente ce l'avevano fatta, avevano vinto.
"Red, sei stato grande. Ora non ci resta che ristabilire definitivamente la pace su questo mondo" gli disse il generale.
Il leader annuì, sicuro di sé.
Gli Warriors intanto avevano buttato le armi a terra, come se non avessero più intenzione di combattere. Alcuni di loro si erano avvicinati ai due ragazzi come per chiedere spiegazioni, ma non parlavano.
"tu hai sconfitto il nostro leader" disse uno di loro, guardando Red.
"si.. ma non l'ho fatto da solo" rispose.
Dopo aver parlato si rese conto di aver lasciato qualcosa in sospeso. Si voltò e raggiunse Lane, sdraiata accanto a Dilan. Il ragazzo sembrava essere tornato tranquillo e lei aveva ripreso colorito, tutto merito della pozione di cura. Non era però stata sufficiente a rimarginare la ferita, che era ancora aperta e poteva infettarsi da un momento all'altro.
"Dilan, come sta?" gli chiese.
"un po' meglio.. ma non possiamo stare qui. Servono più pozioni e anche delle bende"
Red annuì, spostando lo sguardo sull'amica che ora dormiva.
"dobbiamo fare tutto il possibile.. non permetterò che muoia, quell'attacco era destinato a me" aggiunse.
"deve volerti veramente molto bene" rispose il minatore, intristito, abbassando lo sguardo.
 
Quando Red disse agli Warriors di arrendersi lo fecero senza problemi. Era vero, non avevano più alcun motivo per combattere. Anche loro, come i Builders, avevano subito per molto tempo le cattiverie di Fenix, e rischiato di essere uccisi molte volte. Dato che ormai si era fatto tardi decisero di passare la notte lì, nella base provvisoria. Qui gli Warriors non vennero rinchiusi, rimasero insieme a tutti gli altri, ma erano comunque tenuti d'occhio.
Red stava per fare un discorso quando Tesha lo raggiunse insieme a Enmity. Il leader sorrise vedendoli tornare e gli andò incontro.
"Tesha, sei stata fantastica" si congratulò.
"grazie.. Kroil mi ha detto che anche tu non sei stato male" rispose lei, felice.
"dov'è Gryta?" domandò poi, guardando Enmity.
"mi ha detto di voler restare un po' da sola.. ci raggiungerà tra poco, e domattina partirà per tornare nel suo mondo. Purtroppo non può restare più a lungo, o suo fratello potrebbe arrabbiarsi" gli disse il biondino, che come sempre parlava un po' troppo.
"va bene. Venite a sedervi, stavo per iniziare un discorso"


Nella grande sala si trovavano quasi tutti gli uomini appartenenti alle diverse fazioni. Mancavano solo i feriti, che stavano ricevendo le cure di cui avevano bisogno in un'altra stanza.
Chi davanti, seduto a terra, chi infondo, chi appoggiato alla porta. Tutti quanti. Red non aveva molto spazio, ma non gli interessava. Gli bastava stare in piedi per vedere tutti, ed era questo l'importante.
"amici miei, vecchi e nuovi. Oggi c'è stata una grande battaglia e l'abbiamo vinta.. tutti quanti. Tra le nostre fazioni ci sono state delle divergenze, ma spero che potremmo metterle da parte per costruirci un futuro migliore. Warriors, mi rendo conto che alcuni di voi dovevano essere fedeli a Fenix, ma era impossibile, con lui vivo, arrivare alla pace. è questo quello che noi tutti vogliamo, la pace sull'intero mondo. Quello che vi sto chiedendo è di collaborare insieme a noi per realizzare questo scopo, così che tutti potremo vivere felici. Ovviamente non mi riferisco solo ai presenti, ma anche ai popoli che hanno lasciato il nostro mondo per scappare dalla guerra. Saranno i benvenuti a patto che si manterranno pacifici con gli altri. Da questo momento dichiaro sciolta ogni fazione: saremo popoli, d'ora in poi. Chi è d'accordo con me?"
Nella stanza si levò un grido di gioia e di consenso.






___spazio autrice
Bene.. io mi sono impegnata a scrivere questo capitolo, e spero si sia notato! devo dire che sono abbastanza soddisfatta di come è venuto.. fatemi sapere cosa ne pensate voi :)
Come potete immaginare, l'ultimo capitolo non è questo: ne manca ancora uno. Sarà un piccolo capitolo conclusivo che mi sembrava doveroso fare.. e poi (prima o poi) verrà il seguito di questa storia.
Spero di riuscire a ritoccare l'ultimo capitolo in questa settimana, perché non ho molto tempo.. e in caso contrario dovrete aspettare.. non mi sembra giusto, non vedo l'ora di pubblicarlo!
Alla prossima ^-^


 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


23. Afterbattle
 


Tesha e Kroil, in testa ai loro uomini, fecero ritorno trionfanti nella Città di Cristallo. Attraversarono le strade di smeraldo accolti da chi era rimasto nella città, felice di vederli tornare. La leader non si fermò per parlare con nessuno, come invece alcuni dei suoi uomini facevano. Si diresse subito al castello, sua dimora, dove avrebbe potuto riposare un po'. Era felice di poterlo finalmente fare.
Il riposo durò poco, perché doveva dar via ai preparativi: aveva invitato molti dei suoi alleati lì per una festa che si sarebbe tenuta alcuni giorni dopo.
Ormai la posizione della Città di Cristallo non era più un segreto, non c'era nessun motivo per cui rimanesse tale.
Pochi giorni erano passati dalla battaglia, ma molto era già cambiato. Dopo essersi fermati una notte nella base provvisoria sulla pianura l'avevano abbandonata tutti quanti. I Survivors e i Rebels erano tornati nella giungla, dove avevano salutato Enmity e Gryta, in partenza per i loro rispettivi mondi. Anche i Survivors avevano poi salutato i Rebels, dovevano trovare il luogo perfetto per far sorgere la loro città.
Gli Warriors, invece, si erano divisi per fondare diversi villaggi qua e là, villaggi di cui un tempo il mondo era pieno.
Ora non erano più fazioni in lotta tra loro, erano popoli impegnati per mantenere la pace.
 
La sera della festa era arrivata e il castello era pieno di persone. Era strano ospitare una festa alla loro città, non era mai accaduto prima. Tesha si fece strada tra gli invitati, salutando ognuno di loro. La conoscevano tutti quanti, quindi era un po' troppo al centro dell'attenzione per i suoi gusti. Quando aveva organizzato tutto non ci aveva pensato.
Oltre ai suoi alleati erano presenti tutti gli abitanti della città, per questo c'era moltissima gente.
Per l'occasione indossava un vestito nero elegante con cui si sentiva un po' a disagio. Preferiva di gran lunga i suoi soliti vestiti e la fidata armatura in diamante.
Finalmente tra la folla riuscì a trovare Red, che si trovava in disparte con Nate.
"Tesha, eccoti finalmente" le disse il ragazzo, vedendola per la prima volta in tutta la serata.
"non riuscivo a trovarti, forse ho invitato un po' troppe persone" sorrise, imbarazzata.
"notevole questo castello, non avevo mai visto tanti blocchi di diamante tutti insieme.. anche il resto della città è meraviglioso" continuò lui, stupito.
La Città di Cristallo era chiamata così proprio perché era interamente fatta di materiali preziosi.
"è stato tutto costruito grazie alle risorse trovate in miniera o conquistate in battaglia dai nostri antenati" disse lei, fiera delle sue origini.
Sentendoglielo dire Red pensò che lei avesse il sangue di una minatrice oltre che di una guerriera, e che forse poteva essere una miglior minatrice di Dilan. Trattenne una risata al pensiero che il minatore si stava perdendo quella festa, situata in un posto così maestoso da potergli far provare invidia a vita.
Mentre parlavano, Nate si allontanò silenziosamente. Aveva intuito di essere di troppo.
"volevo chiederti, come sta Lane? spero che si sia ripresa in questi giorni"
"è ancora debole ma per fortuna è stabile. Dilan si sta prendendo molta cura di lei" rispose.
"ne sono felice"
Red si intristì per un momento.
"cosa succede?" gli domandò Tesha, che non capiva il perché di quella reazione.
"dovrei essere io quello gravemente ferito, non lei. Questo non è giusto" le spiegò, abbassando lo sguardo.
"per questo dovresti solo esserle grato.." disse lei. Il ragazzo alzò lo sguardo, curioso di sentire cos'altro aveva da dire. "Lane credeva in te, credeva che avresti sconfitto Fenix.. per questo lo ha fatto. Se Fenix ti avesse colpito, probabilmente lui non sarebbe morto e nessuno di noi sarebbe qui adesso. Sei un grande leader, Red"
Lui si sentì rincuorato dalle sue parole e lusingato per il complimento.
"ora vieni, ho una sorpresa per te!"
Seguì Tesha facendosi strada tra la miriade degli invitati e insieme raggiunsero una stanza molto grande, dove c'era più libertà di movimento. La ragazza si fermò e si guardò intorno.
"Bert!" disse, guardando un ragazzo che era di spalle.
Lui sentendosi chiamare si voltò e li raggiunse. Era un ragazzo dai lunghi capelli marroni, vestito in modo stravagante. Red non lo aveva mai visto prima.
"Red, lui è un mio caro amico, si chiama Bert. Fa lo scrittore ed è molto amato in città.. gli ho proposto di scrivere la nostra storia"
"cosa?" domandò Red, incredulo.
Il ragazzo annuì. "è proprio così, sarò felice di scrivere le vostre gesta eroiche. Avete fatto qualcosa di molto importante, vi meritate un posto d'onore nella nostra storia"
Red non riusciva ancora a crederci, ma era molto felice.
"se non ti dispiace, mi piacerebbe ospitarti qui al castello per i prossimi giorni.." lo invitò Tesha. "così potrai raccontare tutto nei dettagli a Bert"
 
Nel frattempo la nuova città dei Survivors, o meglio degli Heroes, veniva ultimata. Tutti si erano messi al lavoro, ognuno all'opera con qualcosa di diverso, per finire in fretta ogni cosa. Il castello era stato costruito per primo ed era già finito, qui erano stati messi i feriti gravi. Lane, però, non era con loro. Aveva una stanza tutta sua, la sua stanza. In quanto generale della fazione, se l'era meritata.
Era sdraiata sul suo comodo letto quando Dilan entrò, con delle bende in mano.
"ah, sei sveglia" le disse, leggermente sorpreso.
"si.. penso di aver dormito fin troppo per oggi" rispose lei, con voce flebile.
"è il momento di cambiare le bende" fece un lieve sorriso e si sedette vicino al letto, su una sedia.
"Dilan, c'é qualcosa che non va? di solito mi stai sempre vicino ma ora.. ti fai vedere solo quando è il momento di curarmi, e non sembri più lo stesso.." domandò, preoccupata.
Il ragazzo sospirò ed iniziò a togliere le bende che lei aveva addosso.
"è che.. ho capito che tu tieni moltissimo a Red. Lo ami, non è così?" chiese con lo sguardo basso, impaurito all'idea di guardarla negli occhi.
"n-no.. forse un tempo, ma ora non più.." sussurrò lei, con gli occhi che le diventavano lucidi.
"vorrei che lo dimenticassi. Lui dov'è ora? a prendermi cura di te ci sono io!" esclamò, come se non l'avesse sentita. "non puoi farmi questo, io ti amo.." confessò.
"io.." iniziò lei, non sapendo cosa dire. "tu hai tradito la mia fiducia.. non so cosa provo per te, faccio fatica a fidarmi"
"ti prego, fidati di me. Sono cambiato, non sono più quello di una volta. Io credo che una volta mi amavi e che mi ami ancora, ma non vuoi ammetterlo"
"Dilan.. io non lo so" delle lacrime iniziarono a sgorgarle dagli occhi.
Il minatore se ne accorse e ne rimase sorpreso. Gliele asciugò delicatamente con le dita e le rivolse un altro lieve sorriso. La colse di sorpresa baciandola e, anche se ormai aveva finito di cambiarle le bende, il ragazzo non uscì dalla sua stanza.
"io so che ho ragione.. e non ti lascerò a Red. Rimarrò in questa stanza finché non ti sarai rimessa in sesto"
 
 
Il mattino dopo Lane si sentiva fresca e riposata. Una nuova vita stava iniziando per lei, ne era sicura. Una nuova vita al fianco di Dilan, avrebbero ricominciato da capo. Forse era presto per ricominciare a fidarsi di lui, ma intendeva provarci.
Dilan però non era più lì, al suo posto c'era una lettera che diceva:
"mi dispiace lasciarti così, ma non avevo il coraggio di dirtelo in faccia. Dopo quello che ci è successo ho iniziato a credere nelle leggende più che mai, e secondo una di esse esiste una terra che corrisponde al paradiso per i minatori. Sto andando lì, in cerca di ricchezze.
Addio, Dilan."
La disperazione lasciò presto spazio all'odio e la ragazza strappò la lettera, sconvolta. Aveva fatto un grande errore fidandosi di lui, non lo avrebbe mai più perdonato.
 
Nei giorni passati al castello di Tesha, lei e Red diventarono uniti più che mai. Così uniti che decisero di andare insieme al matrimonio di Enmity.
Il ragazzo non aveva cambiato idea, ma suo padre voleva a tutti i costi che si sposasse, quindi non aveva avuto altra scelta.
La cerimonia era celebrata in una radura tra gli alberi, in cui c'erano molti fiori. Un posto calmo e tranquillo in mezzo alla natura, nell'Overworld. Gli invitati erano pochi, per lo più amici del suo popolo e i leader delle ormai ex fazioni.
Enmity indossava uno smoking nero con cravatta rossa, che si abbinava fin troppo bene ai suoi occhi, ed era abbastanza nervoso. Quando la sua sposa arrivò lui la osservò attentamente. Era bionda e bella, con gli occhi rossi come lui, e indossava un abito nero decorato con pizzo rosso. Era la prima volta che si incontravano e malgrado questo lei pareva felicissima, come se quello fosse il giorno più felice della sua vita.
Quando il padre di Enmity, che celebrava la cerimonia, iniziò a parlare, il ragazzo guardò tra gli invitati in cerca di qualcuno, ma non lo vide. Ancora più triste di prima, si rese conto che non poteva in nessun modo evitare quel matrimonio.
Red e Tesha avevano capito che non voleva sposarsi. Dopotutto lo sapevano già, glielo avevano sentito dire quando si trovavano nella fortezza del Nether. Red pensò che probabilmente era già innamorato di qualcun altro, qualcuno che non era presente in quel momento.
"vuoi tu, Enmity Skyfaller, sposare la qui presente Dena Moonefire?" domandò il padre.
"si, lo voglio" rispose lo sposo, anche se poco convinto.
Erano giovanissimi, eppure si stavano sposando. Era una cosa impensabile per Red, che era di poco più grande di lui. Suo padre doveva essere veramente severo, oppure quella di sposarsi giovani era una tradizione del loro popolo.
Red prese la mano di Tesha, seduta accanto a lui. La ragazza sobbalzò per la sorpresa e arrossì.
"c-cosa c'é?" gli domandò, sottovoce.
"niente, stavo solo pensando che mi dispiace che lui debba sposarsi con una ragazza che non ama"
Tesha arrossì ancora di più, domandando a sé stessa per quale motivo lui le stesse tenendo la mano, ma lui aveva già smesso di parlare. Forse si era mosso senza rendersene conto.
"si, lo voglio" rispose anche Dena, alla domanda del re.
"vi dichiaro marito e moglie!" annunciò quest'ultimo, che era probabilmente il più felice tra i presenti, insieme alla sposa.
 
I leader delle diverse fazioni si concessero ancora qualche giorno di spensieratezza prima di tornare ai loro doveri. Avevano ancora molto da fare.
 


Flashback
Tesha e Enmity erano appena usciti dalla stanza del rituale e Gryta si trovava ancora lì. Sul suo viso era stampata la solita espressione seria e impassibile, ma dentro di sé era incredula. Le due pietre usate per il rituale si erano fuse insieme davanti ai suoi occhi, ed erano poi sparite. Si domandò se suo fratello non si sarebbe arrabbiato nel vederla tornare nell'End senza la loro Reliquia Sacra, ma alla fine non gli importava molto di lui. Anzi, lo odiava.
Lei desiderava governare sul suo popolo sin da piccola e suo fratello lo sapeva, ma aveva comunque accettato senza obiezioni la corona.
Solo ripensando al momento della sua incoronazione le ribolliva il sangue dalla rabbia.
Decise che era rimasta in quella stanza anche troppo, era ora di tornare nel suo mondo e avvertire il suo popolo che avrebbero avuto l'opportunità di trasferirsi nell'Overworld. Con gli attacchi degli enderman fatti più intensi, era certa che avrebbero accettato subito quell'opportunità.
Mandò un'ultima occhiata al calderone, parte integrante del rituale che Tesha aveva appena compiuto. Al suo interno non era rimasto niente, nemmeno una goccia di pozione.
Stava per incamminarsi per tornare in superficie quando notò che invece qualcosa era rimasto, ma non si trovava al suo interno, era sul bordo. Era una goccia di liquido nero.
La osservò attentamente, domandandosi da dove fosse uscita. Le pozioni usate per il rituale non erano nere né prese singolarmente né quando mischiate insieme.
Raccolse la goccia misteriosa con un dito e la osservò per un altro paio di secondi, per poi pulirsela sui vestiti. Non doveva essere nulla di importante.


 
 
 
___spazio autrice
Grazie mille per aver letto fino a qui! questo vi fa onore! mi dispiace aver pubblicato questo capitolo in ritardo ma ho potuto finalmente dedicarmi al relax più totale.. e non mi è dispiaciuto affatto!
Come già saprete questo è il capitolo conclusivo, e non è niente di che.. appunto, serve solo per dire come sono andate le cose e.. beh, in un certo senso sarà il "punto di partenza" per il seguito.
Mi dispiace ma per il seguito dovrete aspettare un po'.. prendetevela con chi ha inventato l'esame di maturità.
Mi raccomando di farmi sapere le vostre considerazioni riguardo al capitolo.. è l'ultimo, quindi ci tengo particolarmente! ditemi magari cosa vi aspettate dal seguito (che tanto non sarà come ve lo aspettate, muahaha). Per farmi perdonare dal ritardo, vi informo che sto per pubblicare una one shot ambientata nel mondo di minecraft. Eh si. Dateci un'occhiata, la trovate tra un attimo sul mio profilo :)
Alla prossima!

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