Le porte del destino

di Kristal98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - 10 anni prima ***
Capitolo 2: *** L'inizio di una storia già scritta ***
Capitolo 3: *** L'Accademia Cross ***
Capitolo 4: *** L'irraggiungibile Night Class ***
Capitolo 5: *** Occhi freddi come il ghiaccio ***
Capitolo 6: *** Tra le braccia di Aido ***
Capitolo 7: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 8: *** Una commissione in città ***
Capitolo 9: *** Occhi rosso sangue ***
Capitolo 10: *** Angolino dell'autore ***



Capitolo 1
*** Prologo - 10 anni prima ***


Quella notte in cielo non c'era neppure una nuvola. Tutte le stelle erano radunate intorno alla luna, che risplendeva in tutta la sua forma e bellezza. Una notte tranquilla come le altre per tutti gli abitanti del piccolo villaggio, che ormai si erano già chiusi in casa da ore per poter notare quella fitta colonna di fumo alzarsi nel cuore della foresta, lontano chilometri dal villaggio. Troppo lontano per poter vedere le fiamme e udire le grida di paura e disperazione. Grida di una bambina che risuonavano nell'aria e coprivano il rumore dei zoccoli di due cavalli in corsa che fuggivano.

- Papaà! Papaaaà! - la bimba continuò, svoltandosi a guardare la casa in fiamme mentre si faceva sempre più lontano -M…mamma, cosa facciamo?- rivolta verso la donna davanti a lei, si strinse forte, terrorizzata e in lacrime , sperando fosse solo un incubo.
- Andrà tutto bene. Lo zio ci sta portando al sicuro! Papà ci raggiungerà dopo. Andrà tutto bene!- le parole rassicuranti della madre, che cercava di nascondere la preoccupazione, zittì la bambina.

L'uomo in sella al cavallo davanti a loro li stava guidando verso la fine del bosco -Dobbiamo fuggire in fretta o ci raggiungeranno!-  La fuga continuò, erano quasi arrivati ma sfortunatamente il cavallo delle due giovani donne rimase bloccato fra le radici di un albero facendole cadere in un fosso. La situazione peggiorò. Lo zoccolo del cavallo rimase incastrato fra le radici, impedendogli di rialzarsi. L'uomo si fermò subito ad aiutarle quando capì che un numeroso gruppo di vampiri di livello E si stava avvicinando a loro, fin troppi per combatterli da solo in quella situazione.

- Salite su mio cavallo, subito! - La bambina stava bene e si rialzò, ma ricadde subito sulle ginocchia quando si accorse che la madre non poté fare altrettanto. Nella caduta si era slogata una caviglia e aveva battuto la testa. Gocce di sangue le scendevano dalla fronte.
- Mamma! Stai bene? Riesci ad alzarti?

La donna era conscia ma non poteva certo proseguire la fuga. I livello E si stavano avvicinando e cominciavano a farsi sentire. La donna se ne rese conto subito e capì che quel cavallo non poteva reggere tre persone. Alzandosi con fatica, strinse le braccia intorno alla figlia un'ultima volta e la baciò sulla fronte - Sali sul cavallo dello zio! ti porterà via di qui, tesoro!

La bambina non capì, ma quando cominciò a pregare alla madre di alzarsi era già in lacrime - s..se tu non vieni, non vado neanch'io! Non ti lascio qui! - alla donna si spezzò il cuore ma se fossero rimasti lì ancora per un po', era certo che nessuna delle due si sarebbe salvata. Con le lacrime agli occhi, rassicurò per un'ultima volta la figlia - Amore devi stare tranquilla, la mamma ti raggiungerà dopo con tuo padre - e cadde la prima lacrima - tu sei il nostro tesoro più prezioso, un miracolo impossibile che ha portato gioia nelle nostre vite, non permetterò che ti facciano del male!.

La bambina cominciò a piangere ancora più disperatamente e non dava segni di cedimento. Le sue urla stavano attirando i vampiri, che arrivavano a gran velocità. Gli occhi della madre erano fissi sui suoi, poi li chiuse e con un sospiro si alzò con sforzo e si mise in mezzo alla strada, in attesa dei vampiri. La bambina continuò a piangere e a lamentarsi singhiozzando, allontanando lo zio. Lo zio, avendo capito le intenzioni della donna, a malincuore zittì la nipote con un colpo alla nuca e la portò subito in sella al cavallo.

- L'affido a te.
-Me ne occuperò io, sorella…

E a tutta velocità l'uomo riprese la fuga a cavallo, senza più dire una parola e senza mai voltarsi.

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Capitolo 2
*** L'inizio di una storia già scritta ***


Era arrivata la primavera. Il sole aveva ormai preso il posto alle nuvole di pioggia , la foresta era tornata viva e rigogliosa e finalmente gli animali erano usciti dalle loro tane.
 Gli uccelli cinguettavano volando in giro e gli scoiattoli saltavano da un ramo all'altro. In questa tranquillità risuonavano i passi lenti di un uomo accompagnato da un enorme cane bianco.
Seguirono il sentiero già segnato per poi inoltrarsi nella fitta foresta. Chiunque si sarebbe perso lì in mezzo , ma in fondo quella era casa sua. Era quasi arrivato quando ad un tratto si fermò,così come il cane, senza voltarsi nè muovere un dito. 
Non c'era nessuno, eppure l'uomo avvertiva qualcosa di insolito. Il cane tese le orecchie in allerta. Nel silenzio si percepivano solo le foglie degli alberi scossi dal vanto.
Fu allora che il cane cominciò ad abbaiare e qualcosa si mosse. L'uomo si voltò si scatto e una figura agile e slanciata lo assalì dall'alto. Tutto si svolse in pochi secondi. L'uomo alzò il volto e con un movimento forte e veloce del braccio trattenne la ragazza che gli era appena volato addosso e la caricò sulle spalle, ignorando i suoi tentativi di liberarsi. Mostrava in volto una certa età, ma aveva ancora abbastanza forza per fermare sua nipote.
-Quante volte te lo devo dire di non saltare giù in questo modo?! Potresti farti male e ferirti,Akemi!- Rimproverò la ragazza in tono serio. La ragazza sbuffò.
-Dai zio, volevo solo prenderti di sorpresa! Ti stavo aspettando da più di mezz'ora là su!- disse Akemi sorridendo.
-Ti ci vorranno anni prima di riuscirci!- disse l'uomo liberando la ragazza. Insieme cominciarono a dirigersi verso casa, poco lontana da lì.

La loro casa era piccola e semplice, circondata dagli alberi nel cuore della foresta. 
-Ehi zio Rob, ti ricordi che giorno è oggi?- Disse allegra Akemi, guardandolo con occhi brillanti.
-Tranquilla, dopo che me l'hai ricordato per più di tre mesi, non me lo scorderei mai.- Disse lo zio sospirando. Da una tasca della sua giacca tirò fuori un pacchettino rosso con un fiocco storto, lo guardò e poi si girò verso la ragazza.
- Buon sedicesimo compleanno, Akemi!- disse goffamente porgendole il regalo. Lei tutta eccitata e saltellando di gioia prese il regalo, abbracciò lo zio e iniziò a scartarlo. Il regalo scivolò fuori dal pacchetto e cadde tra le sue mani. Akemi rimase senza parole.
-....era di tua madre, glielo regalò tuo nonno quando aveva la tua età...- lo sguardo dello zio si fece nostalgico. Akemi guardò meravigliata la delicata e fine collana che teneva in mano: una sottile catenina d'argento con un piccolo e semplice ciondolo che racchiudeva una pietra rossa.
Gli occhi verdi smeraldi di Akemi si fecero lucidi. - Era della mamma?! - pensò la ragazza. 
Quella era la prima volta che suo zio la nominava in una conversazione. Cercava sempre di evitare certi argomenti, come la sua nascita o il motivo per cui vivevano lontano da tutto e tutti. Non si ricordava niente di sua madre, nè di suo padre, nè della sua infanzia, tranne una casa in fiamme nel cuore della notte, ma non era sicura del fatto che fosse un ricordo o un incubo. 
Tutto quello che sapeva l'aveva imparato dai libri, l'unico contatto con il mondo al di là della foresta. Tante volte aveva fantasticato sul mondo, su com'erano gli altri ragazzi, sui loro vestiti, su com'erano fatte le città e soprattutto su com'erano i suoi genitori e tante volte lo aveva chiesto allo zio Rob ,ma ogni volta taceva o cambiava discorso, rimanendo pensieroso per ore.
Fino ad allora non sapeva niente su sua madre e adesso aveva una cosa che era appartenuta a lei. Akemi guardò dubbiosa lo zio negli occhi, senza sapere cosa domandarli per prima.
-Sei uguale a tua madre...- borbottò fra sè e sè guardando la nipote... -Lo so che fino ad ora ti ho tenuta sempre all'oscuro delle tue origini, ma ormai credo che tu sai abbastanza grande per capire...- disse sedendosi su una sedia e guardando pensieroso verso il basso.
-Tu non sei come le altre ragazze della tua età... e c'è un motivo se ti ho sempre tenuta lontana qui....tu...- stava finendo la frase che da fuori della casa l'abbaiare di Egon, il cane, li colse di sorpresa. Egon non abbaiava mai la sera. Akemi si spaventò e corse verso la porta ma venne fermata dallo zio -Tu non ti muovere da qui! Resta in casa! Hai Capito?- il suo tono di voce era talmente serio ed autoritario che Akemi si pietrificò e non disse niente.
L'uomo prese il suo fucile e la sua borsa e uscì di casa sbattendo la porta. Akemi rimase sola in casa, terrorizzata e in lacrime. Cosa doveva fare? Era la prima volta che vedeva lo zio così serio e correre fuori di casa con le armi. Chi c'era là fuori? Da cosa si stavano nascondendo? pensò Akemi.
Uno sparo!  Akemi impallidì e tenne fissi gli occhi sulla porta. Egon continuava ad abbaiare.
Un'altro sparo!   Akemi si nascose in un angolo della casa, tenendo in mano arco e freccie, continuando a tremare.
Non si sentiva più niente. Quel silenzio preoccupava la ragazza ancora di più.  -Cosa faccio adesso? Aspetto... o vado a vedere cos'è successo?...
Dei passi in lontanza si dirigevano verso la casa. Erano passi pesanti e scostanti. Uno dopo l'altro si avvicinavano.
Akemi, ancora pallida e tremante, era pronta a scoccare una freccia verso chiunque fosse intenzionato a varcare quella porta.
Ora era lì dietro la porta. la maniglia si girò e Akemi prese la mira. 

Akemi non provò altro che sollievo quando vide lo zio Rob varcare quella porta. Scoppiò in lacrime e corse verso di lui, ma rimase scioccata quando vide la gamba sinistra dello zio tutta sporca e sanguinate, così come la mano destra.
L'uomo si stese sul divano, accompagnato da Akemi ed Egon. Le parole dell'uomo erano sconnesse e troppo insensate per rispondere alle domande della ragazza. "Sangue", "livello", "vampiri", parole che per Akemi non avevano senso, da cui lo zio Rob l'aveva tenuta lontana per tutti quei anni.

Il giorno dopo l'uomo si svegliò di sovrassalto dopo un incubo. Aveva la gamba sinistra e la mano destra fasciata e Akemi dormiva profondamente accanto a lui. Pianse così tanto che le sue lacrime avevano lasciato un alone bianco sui suoi vestiti.
Finalmente gli ritornò in mente i fatti dell'altra sera e capì che non era un incubo, ma la triste realtà. Triste perchè durante lo scotro aveva capitò che ormai era vecchio ed era fortunato di poter essere ancora vivo e poterlo pensare. 
-Se ieri ce ne fossero stati due in più ora non sarei qui...- la prova era quella gamba gravemente ferita e la mano fasciata. -Un tempo avrei potuto affrontarne una centinaia... Non sono più in forma come una volta...- pensò nostalgico ai vecchi tempi e il ricordo lontano della sorella gli ritornò in mente.
- Mi dispiace sorella, non potrò proteggere Akemi fino alla fine...- guardò la nipote e le accarezzò il viso.

Il sole splendava alto in cielo quando Akemi si svegliò. Si allertò subito dopo che vide il divano davanti a lei vuoto. Corse fuori sperando di trovare lo zio in giardino ma non c'era,trovando solo Egon accucciato davanti alla porta. Andò subito in panico.
-Dove può essere? In quelle condizioni poi... - pensò Akemi e le venne un colpo quando una voce la sorprese alle spalle -Era ora che ti svegliassi!
-Oh mio dio! Mi hai fatto prendere un colpo! Che ti salta in mente di alzarti? Non devi sforzar... e quelli cosa sono?- Disse Akemi puntando un dito verso lo zio. 
-Ehm sono valigie...e sono tue.- disse lo zio sorridendo verso la ragazza.
-A cosa mi servono le valigie adesso?- disse Akemi senza capire e sempre più preocuppata per la gamba dello zio.
-Oh deciso di partire per un viaggio e tu non puoi venire con me, nè rimanere qui da sola e così ho deciso di portarti da un mio vecchio amico!
La ragazza rimase senza parole, convinta che il dolore e la perdita di sangue abbiano fatto impazzire lo zio, -Calmati zio, siediti e ne parleremo con calma.- disse in modo cauto.
-Tranquilla, sto benissimo! Le ferite rendono gli uomini veri uomini! - disse sorridendo. Guardò Akemi e capì che ormai non era più una bambina e si convinse sempre di più della sua decisione; Akemi invece si convinse della sua pazzia e cercò di farlo sedere.
-Devi riposarti! Zio! 
-Ci ho riflettuto a lungo e sono convinto che sia la decisione giusta...- la sua voce era calma e decisa, facendo a capire ad Akemi che stava facendo sul serio.  Non aveva mai pensato a lasciare lo zio e a cambiar casa.
-Ma dove devi adare? E in quelle condizioni poi? Perchè non posso venire con te?
-è meglio così, te l'assicuro... e poi così troverai le domande alle tue risposte...- disse guardandola dritta neglio occhi.
Per Akemi quelle parole furono come un'illuminazione ma l'idea di lasciare lo zio non le andava giù e si formarono le lacrime.
-Ma...ma poi tornerai giusto?
-Sicuro! Verrò a prenderti appena sarò tornato! Su, su, non ci metterò tanto!- disse asciugando le lacrime di Akemi
-E dove starò?
-Da un mio vecchio amico, so che ha fondato un collegio. Ci saranno un sacco di ragazzi della tua età. Ti troveria bene! - Akemi era divisa da due desideri contrepposti: da una parte voleva restare con lo zio nella casa dove era cresciuta mentre dall'altra voleva andare a scuola e trovare degli amici e scoprire il mondo.
-Chi è questo tuo amico?
-Eravamo colleghi un tempo e abbiamo svolte qualche lavoretto insieme... ti puoi fidare di lui!
-Come si chiama?
-Kaien Cross.

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Capitolo 3
*** L'Accademia Cross ***


I nostri passi risuonavano lungo i corridoi deserti dell'accademia. Mi sembravano tutti uguali e non si vedeva anima viva. Era mattina presto e il cielo era sereno, ma dalla finestra i raggi del sole arrivavano come annebbiati. Quest'atmosfera non mi convinceva... 
- Devo veramente stare qui? Non posso venire con te?- guardai verso mio zio tirandogli la manica della camicia.
- Quante volte me lo avrai chiesto da quando siamo partiti? Te l'ho detto, questo è il posto più sicuro per te. 
Le sue parole non mi convincevano molto.... Da cosa sarei dovuta essere al sicuro? Dopo quella notte i dubbi e le domande si moltiplicarono, ma anche lo zio divenne più silenzioso e continuava a deviare l'argomento...
L'idea di stare qui non mi piacque.... C'era qualcosa di strano, come un presentimento...
Zio Rob si fermò davanti ad una porta e bussò. Si sentirono dei passi e la porta si aprì.
 Una ragazza dai capelli castani e con grandi occhi scuri ci comparì davanti, invitandoci ad entrare.  Di fronte a noi sedeva un uomo con i capelli raccolti e un poncho verde.
Era lui l'uomo di cui parlava lo zio? Eravamo nell'ufficio del preside a quanto pareva.
La ragazza chiuse la porta alle mia spalle. 
- Buongiorno Cross, da quanto tempo! Quanti anni saranno passati dalla nostra ultima missione insieme?
- Un bel po' direi .- disse Cross ridacchiando- dimmi, è lei la ragazza di cui mi hai parlato?
- Si, è mia nipote, Akemi.- feci un formale inchino, non sapendo cosa fare...
- Eheh , l'avevo intuito, è identica a sua madre... - mi osservò da dietro la scrivania.
Quindi anche lui conosceva mia madre? Avrei voluto chiedergli di più ma temevo la reazione di mio zio, quindi rimandai l'interrogatorio.
Da quando entrai nella stanza sentivo una strana presenza...
- Quindi da oggi frequenterai la nostra accademia, Akemi. Tuo zio mi ha già vagamente spiegato la situazione. é la prima volta che frequenti un istituto, vero?
- Si, signore, ho sempre studiato da sola.
- Forse ti dovrai abituare a certi sistemi, ma credo che non avrai problemi.- disse sorridendo.
Sorrisi a mia volta annuendo e facendo un leggero inchino in avanti. Non mi sembrava una cattiva persona. Mi ero fatta delle idee completamente diverse.
- Adesso i due guardiani, Yuki e Zero, ti mostreranno la scuola e il dormitorio. Se hai dubbi o incomprensioni puoi rivolgerti a loro o anche a me.
- Due guardiani?- mi voltai verso la ragazza,Yuki e mi venne un colpo nel notare che dietro di lei ci fosse anche un ragazzo, appoggiato alla parete nell'angolo della stanza. 
Non l'avevo neanche notato. Era sua la presenza che sentivo prima?!
- Ehm....Zero è fatto così, non spaventarti,tranquilla che non morde. Sono i miei figli, di loro ti puoi fidare.- disse notando la mia faccia dubbiosa.
Stavo per ringraziarlo e per fare un altro inchino quando Yuki mi prese per un braccio e mi trascinò via. 
-Ci vediamo dopo!- Disse lo zio mentre uscivo dalla stanza.

-Vedrai che la scuola ti piacerà!- disse con una voce forte e acuta. - Devi sapere che la scula è divisa in due gruppi, la Night Class e la Day Class. I due dormitori sono separati ma l'accademia è la stessa e la si usa a rotazione. Tu frequenterai la Day Class e sarai in classe con me e Zero. E non preoccuparti del programma, ti daremo noi una mano se sei indietro. 
Yuki parlava molto e velocemente, ma mi faceva sentire a mio agio e trasmetteva una forte grinta. 
Al contrario Zero rimase in silenzio limitandosi ad accompagnarci. Sentivo i suoi occhi che mi scrutavano da dietro, facendomi venire i brividi....

*Intanto, nell'ufficio del preside...
-...Quindi la ragazza non sa nulla?
- Niente di niente. Molto probabilmente cercherà delle risposte da te. So che per certe cose sei molto discreto... conto su di te. Dille solo quello che ritieni neccessario...la lascio nelle tue mani.
- Tu che farai adesso?
- Farò qualche ricerca...se veramente quella donna è viva, la troverò....
- Fai attenzione...non hai più l'agilità di una volta.
- Eh eh...lo so... invece tu li porti bene i tuoi anni- disse Rob sorridendo a Kaien.
Dopo una breve chiacchierata Rob salutò il preside e uscì dalla stanza alla ricerca della nipote, per poterla salutare e poi partire.

Kaien sospirò guardando la figura del vecchio compagno allontanarsi. Tornò nell'ufficio e si avvicinò alla finestra. Il cielo si stava facendo nuvoloso e si stava alzando un leggero venticello.
- Devi dirmi qualcosa, Zero?
Il ragazzo alto e con i capelli chiari di prima entrò in quel istante nella stanza.
- Chi è quella ragazza? Ha qualcosa di strano! Non mi convince?
- Ve l'ho già detto,no? é la nipote di un mio caro amico che adesso non può più badare a lei e quindi starà con noi. Non ti devi allarmare, è innocua.
- Sarà... ma c'è qualcosa di diverso in lei... Non mi piace affatto....
- Comunque dove sono adesso le ragazze? 
- Yuki la sta portanto a visitare il dormitorio.
*Nel frattempo, nel dormitorio della Day Class...
Arrivammo al dormitorio, e stranamente Zero sparì senza dirci una parola...
Yuki mi mostrò la mia stanza. Era una camera doppia. Adesso la mia compagna di stanza era a lezione... l'avrei conosciuta tra qualche ora.
- Io dormo dall'altra parte dell'edificio, anche se passo la maggior parte del tempo a sorvegliare l'accademia... 
- Deve essere dura fare la guardiana....
- Ah non tanto... recupero le ore di riposo dormendo in classe....- disse Yuki ridendo.
Stavamo facendo un giro per tutto il dormitorio quando vidi mio zio salire le scale.
- Hey zio Rob, che fai qui? Pensavo che mi aspettassi nell'ufficio del preside.
- Sono venuto per salutarti! Devo andare adesso.
- Di già? Non rimani qui ancora per un po'?
-Non posso, ho un impegno che non può essere rimandato. Te l'ho detto, appena avrò finito tornerò a prenderti.
-.... torna presto... Mi mancherai...- furono le uniche parole che riuscì a pronunciare...
- Anche tu!- Si avvicinò e mi baciò sulla fronte, pungendomi con la sua barba ormai bianca.
Si voltò e si allontanò salutandomi con la mano.

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Capitolo 4
*** L'irraggiungibile Night Class ***


Stavo correndo. Era tutto buio e gli unici suoni che sentivo erano le foglie secche ai miei piedi e il mio respiro affannoso. Correvo da un pezzo, ma il sentiero era sempre lo stesso. Dove stavo andando? 
Ad un tratto sentì dei passi in lontanza, ma erano passi lenti, chiunque fosse non stava correndo, ma per quanto io corressi veloce riusciva a starmi dietro... Io velocizzai i passi, ma quell'ombra riusciva in qualunque modo ad avvicinarsi. Un ombra, ecco cos'era. 
Io continuai a correre. Pensai a chi potesse essere, ma quando mi voltai ormai era solo a pochi metri da me.
Sfortunatamente inciampai e quando mi girai quell'ombra era ferma davanti a me. Si avviccinò e allungò la mano. Dal suo volto si vide un'enorme sorriso, ma non un sorriso buono. Era un sorriso inquietante che mi pietrificò e dalle labbra spuntavano delle cose agguzze bianchissime. Cosa sono? Chiusi gli occhi in attesa che quelle lunghe e grosse mani mi raggiungessero...

Rimasi seduta per un bel po' sul mio letto.... Un sogno? Veramente? Era così realistico che avevo ancora la pelle d'oca e il respiro affanoso.
Mi svegliai di soprassalto, senza svegliare la mia compagna di stanza. Era ormai l'alba e così mi alzai e mi vestì. Provai per la prima volta la mia nuova divisa. Giacca, gonnella e calze lunghe. Tutte di color nero, nero come quell'ombra.... Mi riaffiorò in mente il mio incubo, ma probabilmete era solo e semplicemente un incubo... In quel momento si svegliò anche la mia compagna, Eylis.
-Hey, vedo che sei mattiniera....- disse sbadigliando rumorosamente.
-Eheh non riuscivo a dormire.
- Sei ansiosa per il tuo primo giorno?
Vero... Era il mio primo giorno alla Cross Accademy... Fra poco avrei conosciuto i miei compagni di scuola... per la prima volta in vita mia avrei incontrato altri ragazzi....
- Tranquilla, ti ambienterai subito e poi sono ragazzi normali, mica mordono!- disse Eilis ridacchiando.

Il tempo volò in un attimo e in un batter d'occhio ero davanti alla porta della mia classe.
Ero lì davanti titubante quando Yuki mi assalì da dietro le spalle.
- Buongiorno Akemi! Che fai? Hai paura? Su forza ti presento io agli altri!- pronunciando quelle parole aprì la porta e dopo due secondi sentì decine e decine di occhi puntati verso di me?
Si sentì un leggero bisbigliare e poi molti ragazzi si avvicinarono a noi.
Mi ero fatta un idea completamente diversa da loro... Erano molto simpatici e spontanei...
Forse lo zio aveva ragione, forse mi sarei trovata bene lì. La campanella suonò e in quel momento entrò un signore con dei libri in mano, doveva essere il professore. Tutti i studenti si sedettero ai loro posti e le lezioni cominciarono.

Tutto si svolse senza intoppi e avevo già fatto conoscenza di alcune ragazze sedute vicino a me. Notai che dopo la fine delle lezioni tutte le ragazze sparirono poco a poco. 
Scarlet, una delle mie compagne di banco, notando la mia faccia curiosa mi prese per mano e mi guidò lungo il corridoio.
- è vero che sei appena arrivata! A quanto pare non hai ancora visto la parte più importante della scuola!- disse con gli occhi che le brillavano.- Vedrai che appena incrocerai i loro sguardi anche tu cadrai nella loro trappola!
Io la seguì senza capire di cosa parlasse, ma parlando di trappole la cosa non mi convinceva...

Era quasi sera e il cielo si era ormai tinto di giallo e rosso...
-Non dovremmo rientrare al dormitorio?
-Nah, è ancora presto! E poi è quasi giunta l'ora.
Passarono pochi minuti e ad un tratto si sentirono delle ragazze urlare, ma non dalla paura... era più che altro...  di gioia... 
Subito dopo tutte le ragazze sembravano in delirio, compresa Scarlet che era affianco a me.
Essendo bassina le altre ragazze creavano una barriera fra me e questi idoli delle folle.
-Kaname! Kain! Shiki!- Le ragazze iniziarono a formare delle parole con un senso- Aidoh! Guarda da questa parte!
Cominciai a capire cosa stava succedendo. 
Vidi Yuki che cercava di tenere indietro le ragazze e Zero,a cui nessuna ragazza osava avvicinarsi. Gli bastava un'occhiata per trattenerle. Non riuscivo a vederli con tutte quelle ragazze...
Eccitazione della folla si fece sempre più rumorosa per poi pian piano placarsi. A quanto pare quei ragazzi erano entrati nell'accademia. 
- Chi erano quelli?- chiesi a Scarlet mentre tornavano al dormitorio.
- Non l'hai ancora capito? Erano i studenti della Night Class! La prossima volta dovremo arrivare prima!

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Capitolo 5
*** Occhi freddi come il ghiaccio ***


Il suono della campanella segnò, come gli altri giorni, la fine delle lezioni. Tutti i suoi compagni erano pronti per andare via e divertirsi mentre Akemi doveva rimanere seduta al mio posto in attesa dei corsi extra intensivi. 
- Hai i corsi anche oggi?- disse Scarlet mentre metteva via i libri.
-Già...finche non riuscirò a risolvere un problema da sola...ma devo dire che sto migliorando!- rispose allegra Akemi.
- Peccato...guarda che bel cielo! La bellezza di Kaname-sempai risalterà ancora di più sotto questo sole!- disse guardando verso la finestra -Persino tu rimarresti attratta dal suo fascino! é un vero spreco non poterlo ammirare per risolvere problemi di matematica chiusa qui dentro!
In quel momento il professore si avvicinò al loro.
-Mi dispiace molte Akemi, ma oggi non posso aiutarti con gli esercizi.  Nella sala docenti c'è un po' di confusione e devo dare una mano. Visto i tuoi progressi oggi ti lascio andare prima.
- Veramente?!- Dissero le ragazze contemporaneamente.
- Eheheh, veramente! Vai pure con la tua compagna.- disse il professore verso le ragazze già dirette verso la porta.
- Grazie mille!- rispose Akemi.

"è passato poco più di una settimana dal mio arrivo all'accademia. Le giornate passano in fretta tra lezioni,compiti e i vari tentativi di ricordarmi dov'è la mia classe.  Le mie compagne mi aiutano molto, anche se spariscono tutte dopo le lezioni. Scarlet e le altre sono forse tra le fan più accanite dei ragazzi della Night Class. Dopo il mio primo giorno di lezione non sono ancora riuscita ad unirmi alle altre per andare vederli. Il professore mi costringe a dei corsi extra per star dietro al programma.
Dopo quella volta davanti ai cancelli del dormitorio mi è rimasta addosso una strana sensazione, come di disagio. Sentì una strana atmosfera nell'aria, ma la cosa non mi preoccupa molto. 
In questo momento la cosa che più mi rattrista é la lontananza dello zio. Vorrei scrivergli una lettera, ma non so nemmeno dove si trovi in questo momento ... Provai a chiedere al preside, ma disse di non saperne niente. è la prima volta che non lo vedo per così tanto tempo..."

-Muoviti! Siamo già in ritardo!
-Anf... tranquilla ti sto dietro!
Quando si trattava della Night Class, Scarlet correva come un fulmine! 
Eravano quasi arrivate davanti al portone e le grida delle ragazze in delirio cominciavano a farsi sentire, proprio come l'ultima volta.
Si sentiva distintamente la voce Yuki, che spiccava fra le altre, nel tentativo di calmare le ragazze. 
-Oh no, siamo arrivate troppo tardi!- Disse Scarlet mentre indicava i  portoni che stavano cominciando a chiudersi e i ragazzi della Night Class allontanarsi.
- Non ci penso proprio di tornare al dormitorio senza aver prima visto Kaname-sempai!- Disse così e prese per mano Akemi velocizzando il passo e cercando scorciatoie fra gli alberi per arrivare prima.
"Una corsetta come quella l'avrei fatta ad occhi chiusi, come quando vivevo con lo zio nella foresta"  pensò Akemi.
con la testa fra le nuvole in pochi secondi si ritrovò a terra con Scarlet che le tirava ancora la mano, prima di voltarsi. Era inciampata sulla radice di un albero.
-Oh mio dio! Stai bene? Sei tutta intera?
- Ehm penso di si! N...non è niente! 
-Scusa! Non avrei dovuto tirarti così forte!- disse Scarlet mortificata.
-Tranquilla! Tu non centri!
Ad un tratto un brivido le salí sulla schiena e sentì il corpo farsi pesante. La stessa sensazione di essere una preda in trappola davanti al predatore. Si guardò in giro e le si raggelò il sangue.
Gli occhi di tutta la Night Class erano puntati verso di lei,  minacciosi e fissi sui suoi. Erano fermi immobili oltre la folla. Nonostante leragazze Akemi riusciva a sentire la loro presenza e a scorgere i loro occhi.
-Perché  non vanna? Perchè mi fissano in quel modo?- pensò Akemi. 
Era come se la stessero scrutando fino in fondo..... pronti a saltare sulla preda.
-Perchè bisbigliano? Perchè si guardano tra di loro?
 L'aria si era fatta tesa. In quel momento nella mente di Akemi c'era  solo lei e quegli occhi.
Sentí il viso impallidire dall'ansia. 
- E adesso cosa faccio?- pensò lei...
Stava per perdere i sensi. Non senti l'impercettibile suono di passi leggeri che le si avvicinavano. Non sentiva neanche le grida intorno a lei delle ragazze in delirio che non si erano neanche accorte che era a terra.
Nemmeno le braccia di Scarlet che cercavano di reggerla.
Tutto le si offusco e svenne.
Delle mani delicate ma forti la sollevarono da terra. 
Akemi perse i sensi in tempo per non  sentire li caos che si creó intorno a lei. Scarlet sembrava pietrificata dall'emozione, ma fece in tempo a riprendersi per rendersi conto della situazione. 
-Sta bene? Dove la portate? In infermeria? Vengo con voi! - disse preoccupata.
- Non temere, dolce fanciulla! è solo un graffio. Dev'essersi  emozionata un po'... basterà lasciarla riposare. La porterò dentr.... 
-Aiduo!- un urlo attirò l'attenzione del ragazzo.
-Lasciala subito! I studenti della Night class devono iniziare i corsi!- disse Zero in modo piu minaccioso del solito accompagnato da Yuki, che si era appena accorta dell'incidente.
- Lascia fare a noi e muovetevi ad entrare!- disse Zero fissando Aido negli occhi.
- è della day class! Ce ne occuperemo noi!- interveni in fretta Yuki, temendo che Zero perdesse la calma.
Le ragazze intorno erano con il fiato sospeso notando la tensione creata fra Zero e Aido. Il brusio ricomincio solo con l'arrivo di un ragazzo alto dai capelli scuri.
- Aido! Cosa stai facendo? - disse in un tono tranquillo e autoritario.
- Kaname! Ho visto questa ragazza svenire e l'ho soccorsa! Niente di male!- rispose subito Aido.
- Lascia fare ai guardiani. Sembrano molto preoccupati per la sua sicurezza...
- Ma... lei...è ferita...- disse aido lanciando uno sguardo assetato verso la gamba di akemi.
- E... il suo sangu...- lasciò in sospeso la frase.
In quel momento Aido si accorse che due grandi occhi verdi storditi lo fissavano, persistenti e curiosi. 
Akemi si era svegliata.






++Nota per i lettori++++++
Ciao a tutti! Scusate se ho modificato così all'improvviso questo capitolo. Per chi l'ha già letto potrebbe preferire la vecchia versione o questa nuova..... fatemi sapere! La storia è in continuo rinnovo, con nuove idee e svolte.... Pubblicherò presto il prossimo capitolo e spero che vi piaccia! é la prima storia che scrivo in assoluto e se qualcuno ha qualche suggerimento o idea per la storia mi faccia sapere! 
Grazie mille a tutti quelli hanno seguito la storia fino ad adesso!
Grazie! Grazie mille!

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Capitolo 6
*** Tra le braccia di Aido ***


In quel momento i loro occhi si incrociarono per un istante. Quelli  freddi come il ghiaccio di Aido erano fissi su quelli verdi smeraldo di Akemi. Era raro che Aido rimanesse senza fiato. Forse era l'odore persistente del sangue di Akemi che lo attirava, così  come attirava tutti i studenti della Night class. O forse erano semplicemente i suoi occhi che appena svegli e storditi studiavano curiosamente  il viso di Aido. Lui non capì il perché... ma in lei c'era  qualcosa che lo attraeva e non solo  il sangue...
"Ma cosa...?" Pensò Aido in quel istante.
- ADESSO BASTA! Mettila giù! Va portata via da qui!- La voce agressiva di Zero riportò Aido al presente.
-C...cos'è  successo?- borbottó Akemi.
-Akemi! Sei caduta e hai avuto un giramento! - disse Scarlet preoccupata.
In quel momento ad Akemi ritornò in mente l'immagine dei studenti della Night Class che la guardavano con occhi minacciosi e sentì di nuovo l'aria tesa e ansiosa di prima.
Alzò lo sguardo e vide Scarlet di fianco a lei e Yuki che tratteneva Zero sul punto di perdere la calma.
Gli unici che non non conosceva era il ragazzo alto e slanciato con la divisa bianca in piedi tra lei e Zero e il ragazzo biondo che la teneva in braccio. Fissò i suoi occhi un altro attimo e fu come se un getto d'acqua gelida le scivolò sulla schiena.
Solo in quel istante Akemi si rese conto di essere tra le braccia di uno sconosciuto che la fissava con bellissimi occhi azzurri e di essere anche ferita al ginocchio. 
Il suo viso divenne rosso come un peperone e di colpo cercò  di liberarsi da lui, sorprendendo Aido che quasi la fece cadere a terra.
- Ehm... adesso sto benissimo! Non dovete preoccuparvi! - disse sorridendo in imbarazzo, ma un dolore alla caviglia la fece traballare.
- ATTENTA!- rispose di scatto Aido che la trattenne per un braccio.
- Devi esserti slogata la caviglia! Ti porto al dormitorio! - intervení in fretta Yuki temendo la reazione di Zero e insieme a Scarlet la accompagnò  verso il dormitorio .
La mano di Aido la lasciò  forzatamente, ma continuò  a tener fissi i suoi occhi su di lei.
- Le lezioni  comiceranno tra poco...- disse Zero fulminando Kaname e Aido - dovreste essere già all'Accademia!- la sua voce faceva intuire tutta la sua rabbia.
- Hai ragione Kiryu. Mi scuso per i problemi causati da Hanabusa. - rispose Kaname inchinandosi leggermente mantenendo un aria calma e controllata e si voltò dirigendosi verso l'accademia.
- Che cosa ti è successo?  Ti sei comportato in maniera avventata. Cosa pensavi di fare?- disse stavolta rivolto a Aido con tono autoritario.
- Mi dispiace Kaname. Ma l'odore del sangue di quella ragazza mi ha dato alla testa...
- Vedi di controllarti la prossima volta. 
- N...non succederà mai più...- rispose a testa bassa, pensando ancora a lei.

**poco dopo**
- A posto! Così  dovresti guarire subito!- la voce squillante di Yuki ruppe il silenzio nell'infermeria mentre finiva di fasciare la caviglia di Akemi.
- La slogatura non è grave... penso che tra una settimana riuscirai a camminare normalmente.
- Grazie mille Yuki! Sicura che non ti crea problemi stare qui con me? Non dovresti aiutare Zero?- disse Akemi preoccupata.
- Tranquilla! Zero se la caverá anche da solo! Le ragazze hanno paura di lui.- disse Yuki seguita da Scarlet che annuiva.
- Bene, adesso vado! Devo avvertire il preside dell'accaduto.- disse Yuki dirigendosi verso la porta.
- Ah grazie ancora di tutto! 
Il silenzio tornò nella stanza. Scarlet non aveva detto una parola da quando avevano lasciato Aido e Zero. Era strano che una come lei che non teneva  mai la bocca chiusa rimanesse in silenzio.
- ehm... Scarlet, tutto a posto? 
Allora Scarlet alzò lo sguardo e due occhi in fiamme puntarono verso Akemi.
- AIDO HANABUSA ti ha portata sulle sue braccia per ben 10 minuti e KANAME si trovava a meno di un metro da te, e tu mi chiedi se è  tutto a posto?! Voglio una descrizione dettagliata di come è  stato ritrovarsi così vicini a loro!- innondó Akemi con tutta la sua aura da fan sfegatata.
In quel momento  Akemi ripensó all'accaduto.
*Com'è stato?* pensò. 
* Perché la Night Class mi è parsa così inquietante? è stata solo una mia impressione? Le altre ragazze non se ne erano nemmeno accorte di me... ed erano molto più  vicine... come hanno fatto loro a sapere che ero caduta? * i dubbi cominciarono ad affiorare nella sua mente, ma tutta la sua ansia e insicurezza passò in secondo piano quando ricordò i bellissimi occhi azzurri del ragazzo che la prese in braccio.
*...Aido? Si chiama così?...* la sua mente stava navigando tra i ghiacciai nei suoi occhi. *Anche lui è della Night Class, ma è diverso dagli altri...* pensò Akemi.
- ALLORA? Racconta!- insistette Scarlet impaziente.
Akemi non riuscì a descrivere a parole le sue sensazioni e alla fine, pensando ancora a lui, disse solo - I suoi occhi sono freddi come il ghiaccio.


Il suo sangue era  particolare, diverso da quello delle altre persone e di questo se ne erano accorti in molti. In molti si sono chiesti chi fosse questa ragazza e una delle pochissime persone che ne erano al corrente era proprio lì, fermo in piedi dietro la scrivania della presidenza, rivolto verso la finestra al chiaro di luna.
- Il tempo stringe.... non le rimane molto tempo. Tra poco la piccola Akemi dovrà affrontare il suo destino.

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Capitolo 7
*** Tra sogno e realtà ***


-M...mamma? Papà?  Dove siete?- una voce esile e insicura di una bambina risuonava nel silenzio.
Era tutto buio e non c'era niente intorno. I suoi leggeri passi si fecero sempre più vicini.
"Ah, eccola!" pensò  Akemi.
- Dove vai, piccolina? Che ci fai in un luogo simile?- disse Akemi rivolta alla bambina.
- Hey... sono qui...- borbottó Akemi, accorgendosi che la piccola non la sentiva, né la vedeva.
- Hey, vieni! Mi puoi dire perchè siamo qui...?!- la voce le si spezzò in gola.
La bambina continuava a correre finché non si sentì in lontananza un passo, non leggero e di corsa come i suoi, ma uno fermo e deciso. 
E ne seguì un altro, e uno dopo ancora. 
I passi si fecero sempre più forti e vicini.
- Dobbiamo scappare! Si sta avvicinando! Chi è? - urlò  Akemi in preda all'ansia rivolta verso la bambina che non la sentiva.
- Dobbiamo...!
I passi si fermarono.
Silenzio.
"Se n'è andato?"
Akemi si guardò intorno... non c'era nessuno... 
La bambina era affianco a lei rivolta verso lontano. Akemi,in ginocchio, appoggiò la sua mano sulla spalla della bambina. 
Si girò di colpo, guardando dritta verso gli occhi di Akemi.
-Hey, adesso mi senti?- bisbiglió la ragazza.
- Mi vedi? Sai dirmi il tuo nome?
La bambina non si muoveva. Continuava a fissare Akemi con i suoi ingenui occhi verdi.
-Che cosa hai...?- notò che il suo sguardo era fermo dritto verso gli occhi di Akemi, come ipnotizzati.
- Stai bene?- allungò la mano, ma le sue dita attraversarono il viso della bambina, come un fantasma.
Akemi notò solo allora che negli occhi della bimba si rifletteva qualcosa di rosso,  due luci rosse.
-Cosa sono quelle luci?- e un brivido le salí sulla schiena. All'improvviso senti un freddo respiro proprio sul suo collo. 
Un'aria gelida le congeló il sangue. 
Akemi si voltò e due occhi rosso sangue erano di fronte a lei! 
La sua bocca accennó un sorriso agghiacciante e spuntarono due bianchi canini appuntiti. 
Le sue mani tenevano strettamente le braccia di Akemi prima ancora che lei potesse accorgersene.
"La bambina!" pensò Akemi.
- Scappa! Devi allontanar...!- si girò verso di lei, ma non c'era nessuno, l'oscurità più totale.
Le forte mani della creatura strisero Akemi ancora più  forte e la avvicinavano a lui. Dalla sua bocca iniziò a gocciolare sangue, finché non la spalancò mostrando i suoi canini aguzzi e pronto ad affondarli sulla pelle pallida di Akemi, incapace di liberarsi.
-A...Akemi....- La mente di Akemi si paralizzò nell'udire il suo nome pronunciato da quell'essere.
"Sa chi sono?"
Akemi sentì chiaramente i suoi due freddi e pungenti canini appoggiarsi sul suo collo. 
"Cosa mi succede? Non riesco a muovermi... e adesso? Moriro? Mi succhierá via tutto il sangue? Qualcuno mi aiuti?!" Cercò di spingerlo via, cominciò  a tremare, ad agitarsi, ad urlare. 
Sentí le vene del suo corpo raggelarsi e il suo sangue essere rissucchiato da quel mostro.
Un dolore allucinante  le annebbió i sensi.
Tentò  di chiedere aiuto, ma i suoi occhi si oscurarono...




Quella mattina tirava un leggero vento freddo che si intrufolava silenziosamente  nella stanza del dormitorio. Il leggero fruscio era coperto da un respiro pesante e affanoso.
- Hai dormito male, vero? Ieri notte pensavo che ti fosse venuta la febbre- disse Eylis appoggiando la mano sulla fronte di Akemi.
- Ehm... forse un incubo...- borbottó Akemi seduta sul letto con gli occhi persi nel vuoto - Era molto realistico...
- Ti sei agitata un po' nel sonno...e sei anche tutta sudata! Cos' hai sognato? Il prof di matematica?- sdrammatizzó la compagna 
- Adesso stai bene?
- Adesso pensò di sì... dopotutto era solo un sogno.- disse sollevata Akemi, pensando che era lì, con gli occhi aperti, sana e salva e senza punture sul collo.
- Hey è domenica! Che programmi hai per oggi?
- Ehm, non saprei, non ho pensato a nulla. Forse potrei fare stare qui a ripassare e riposare un p...
- AKEMI!- in quel momento, con la sua solita voce squillante, entró Yuki - Hey, meno male che sei già sveglia! Il preside ti vorrebbe vedere!
- Adesso? Per cosa? Mi devo preparare... arrivo tra dieci minuti!- rispose Akemi saltando giù dal letto.
- Fai in fretta! Dice che è urgente! Io devo andare, ci vediamo dopo!- così dicendo, Yuki corse fuori con la stessa velocità con cui era entrata.
- è sempre così energica... anche a quest'ora- disse Eylis sbadigliando. quando si girò vide Akemi già vestita e pettinata - Ma anche tu non scherzi! Sei un fulmine!
- Ha detto che è urgente, chissà di cosa vuole parlarmi... 
Dal suo arrivo all'accademia Akemi aveva incontrato molte volte il preside Cross. Gli aveva chiesto già una decina di volte di rivelarle il luogo misterioso dove suo zio era diretto, ma niente. Sperava che quella fosse la volta buona.  
"Magari ha cambiato idea...."pensò mentre usciva dalla stanza.

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Capitolo 8
*** Una commissione in città ***


Passò poco più  di una settimana dall'incidente con la Night Class.
La caviglia di Akemi era quasi guarita del tutto e riusciva ormai a camminare da sola nonostante a volte delle leggere fitte la colpivano improvvisamente alla gamba.
Quella mattina tutto pareva esser tranquillo: il cielo sereno, l'aria fresca e gli uccellini che svolazzavano fuori. 
E questa tranquillità Akemi l'aveva notata... anche troppo...
Akemi era lì, di fronte alla porta del preside. Neanche un rumore, non uno studente che passasse di lì per sbaglio.
-Cosa mi deve dire di così urgente?- disse fra sé e se nervosamente...
-É domenica... che cosa ci sarà di così importante...?Forse finalmente mi dirà dove si trova mio zio...
Fece un profondo respiro.
Stava per bussare alla porta, ma una voce la precedette.
-Avanti! Vieni pure!
Akemi sorpresa aprì la porta.
Con un passo timido entró nella stanza, ma la mano forte e decisa del preside la prese per mano e la trascinò dentro.
- Scusa se ti fatto chiamare così presto! Ma avevo un urgente bisogno di te per una faccenda da sbrigare subito!- disse velocemente il signor Cross saltellando per la stanza
- Di cosa si tratta?- disse Akemi, intimorita dal pensiero di cosa si potesse trattare.
- Devi solo fare una piccola commissione per me! - disse tirando fuori una busta - Dovresti andare giù in paese e portare questa lettera ad una mio caro vecchio amico. Pensavo di chiedere ai miei figliocci ma loro devono tener d'occhio i studenti della Day Class. Sei l'unica a cui possa chiedere....- i suoi occhi si fecero implorevoli ed divenne difficile rifiutare
- N...non c'è nessun problema! Ma non conosco la strada…
- Ah stai tranquilla! Devi solo seguire i il sentiero fino in fondo! Il villaggio si trova abbastanza vicino all'accademia! E poi ti ho segnato anche l’indirizzo. Sarà facile vedrai!
- E.. e riguardo a mio zio?- bisbiglió Akemi.
Il signor Cross si fermò -Te l'ho già detto! Neanch'io so di preciso dove si trovi. - rispose rivolgendo lo sguardo pensieroso fuori dalla finestra.
 
 
Akemi cominciò a prepararsi per la commissione dopo esser tornata nella sua stanza.
- Una commissione!? È strano che il preside chieda a te di fare una cosa del genere... di solito chiede ai guardiani...- riflettè perplessa Eylis.
- Ha detto che oggi avevano da fare... comunque è un compito facile! Ha detto che in un ora o poco più dovrei già essere di ritorno.
- Ma fai attenzione! Allora ci vediamo dopo!- disse la Eylis frettolosamente ad Akemi che era già alla porta.
 
Era la prima volta che usciva dai cancelli dell'accademia e un po' temeva di perdersi, ma teneva in mente il percorso indicato del signor Cross e non sembrava un' impresa ardua.
Da molto lontano, nell'accademia, invece qualcuno teneva sott'occhio la giovane ragazza.  
- Hai capito cosa devi fare?
- Si, Kaname senpai. D...devo seguire Akemi e non perderla di vista.
- Mi raccomando! Non devi farti vedere da lei. Ti accompagnerà Kain.
- Devo seguire solo una ragazzina! Posso farlo da solo! Non mi serve il suo aiuto...- Aido si bloccò, stava rispondendo ad un ordine di Kaname...
Kaname rimase in silenzio.
- ... scusa.... seguirò i tuoi ordini...- disse così e uscì  dalla stanza insieme a Kain.
Kananme dalla finestra seguiva con gli occhi Akemi, che si stava allontanando dall'Accademia.
- Sei sicuro che sia una buona idea?- disse così  e da dietro la porta uscì  il signor Cross.
- Deve affrontare ciò che l'attende e vedere con i suoi occhi i pericoli che la circondano.
- Ne è certo? Non mi sembra molto preparata per questa verità- disse Kaname.
- Lo deve essere...in questo momento non se lo immaginerebbe mai...ma il tempo stringe.- disse Cross avvicinandosi alla finestra vedendo Akemi svanire in lontananza.
 
***Mezz'ora più tardi***
- Mi scusi? Mi sa dire dove si trova questa via?
Akemi era giunta fino al centro del paese, ma le case si assomigliavano tutte.
Erano tutte vecchie casette grigiastre e po’ corrose dal tempo.
" Questo paesino è piuttosto deserto... non c'è molta gente qui..." Pensò lei dopo aver fermato uno dei pochi abitanti che aveva trovato dopo essere arrivata.
" Forse è ancora presto... saranno tutti a casa a dormire... Ah eccolo!!"
Akemi arrivò finalmente davanti alla casa dell’amico del signor Cross. Una casetta come le altre, ma sembrava ancora più grigia e anonima in confronto a quelle dei vicini.
Akemi si sistemò velocemente i capelli e bussò alla porta.
Non ci fu nessuna risposta. La ragazza, allora, controllò la via e il numero, ed era giusto. Ma non c’era nessuno…
Bussò un’altra volta, un po’ più forte di prima.
Ma niente…
Akemi si guardò in giro. Neanche un passante…
Stava per mollare e tornare indietro quando la cigolante porta di legno si aprì di pochi centimetri.
Akemi si sorprese e indietreggiò.
Dalla porta si sentì una voce molto profonda e roca – Cosa vuoi?
-Ehm… sono Akemi, mi manda il signor Cross… dovrei consegnarvi questa busta…- disse cercando di capire con chi stesse parlando.
La portà si aprì di poco e l’uomo tenne la mano, in attesa della busta.
Akemi la tirò fuori dalla tasca e gliela consegnò, spaventandosi notando che l’uomo, coperto da un mantello scuro, la stesse osservando attentamente in penombra.
Una volta in possesso della lettera l’uomo chiuse subito la porta.
Akemi era rimasta lì immobile con ancora in mente lo sguardo freddo e inflessibile di quell’uomo.
“….mette proprio i brividi….quest’atmosfera non mi piace, sarà meglio andare….”
Erano solo le 10 del mattino, ma l'aria si stava facendo stranamente fredda e un leggero vento si era alzato.
"Cavolo! Sta per piovere?! Non ho portato l'ombrello..." Pensò guardando le grosse nubi che si stavano avvicinando.
"Hey.... non c'è piu un anima viva qui..." pensò guardandosi intorno. Quei pochi abitanti che aveva visto prima erano spariti. 
"E adesso? se inizia a piovere adesso?! “
Il cielo era coperto da pesanti nubi grigie.  Akemi sentì le prime piccole gocce rigarle il viso.
"Questa non ci voleva... E ora dove vado?
I negozzi erano tutti chiusi e le case tutte sbarrate. Non c'erano posti dove potersi riparare...
Stava iniziando a piovere forte e Akemi affrettò il passo.
Cominciò a correre e mezza fradicia si fermò sulla soglia di una vecchia casa, anche se non riparava un granché. 
"E quello che cos'è?"
A una quindicina di metri da lì si intravedevano le rovine di una vecchia chiesetta. Sì, erano rovine ma avevano un'aria solida e perfetta per ripararsi dall'acqua.
Akemi non ci pensò due volte e subito corse verso quelle vecchie mura.
La chiesa doveva essere abbandonata da un bel po'; da un punto il tetto aveva ceduto e in alcune zone era cresciuto del muschio. Non era grande, giusto quattro vecchie mura e delle finestre rotte decorate con vetro colorato. 
"L'atmosfera non è delle migliori... mi mette i brividi questo posto...e non per l'acqua..." pensò Akemi sedendosi vicino all'entrata, preoccupata anche per la caviglia che aveva ripreso a far male.
Il rumore della pioggia si fece forte e ripetitiva...
"Zio Rob... dove sei? Mi sento così sola qui.... " pensò portando le ginocchia al petto e nascondendo la testa fra le braccia.
 I pensieri di Akemi riaffiorarono e si fecero nostalgici.
Con la testa fra le nuvole e il rumore della pioggia battente Akemi non si accorse del piccolo sassolino che cadde per terra.
Da qualche parte qualcosa si mosse e stavolta attirò l'attenzione della ragazza.
-C'è... C'è nessuno? - chiese con voce intimorita...
Da un angolo buio quel "qualcosa" calciò un'altro sassolino.
- Ehm... disturbo? Scusate, ma pensavo fosse abbandonato...-disse lei.
-  N... non... dis…..- Borbottò dall'angolo...
"Parla? Quindi è una persona?" pensò ingenuamente la ragazza.
- Cosa hai detto? Non ho capito...- disse avvicinandosi.
Si sentirono dei lamenti... Iniziò a tossire e ad ansimare...
- S-Stai ben....!?- Akemi non fece in tempo a finire la frase che una mano le afferrò il braccio.
- B...be-benis-simo...

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Capitolo 9
*** Occhi rosso sangue ***


Il suono incessante della pioggia, i boati improvvisi dei tuoni e il vento che soffiava e smuoveva le nubi, tutto era grigio e freddo e il paesaggio si apriva desolato e senza vita. Aveva iniziato a piovere da poco, ma l’acqua aveva sovrastato ogni cosa. Tutti gli abitanti del villaggio erano come volatilizzati, chiusi in casa lontano dal temporale. Questo scenario continuo venne smozzato dal passaggio frettoloso di due figure insolite.
《Dove cavolo si è cacciata?!》 disse il ragazzo leggermente più basso. I suoi capelli avevano una tonalità più fredda dell’altro; i suoi occhi erano seri e scrutavano in giro alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno.
《Aidou, si sarà nascosta da qualche parte! Non penso sia così stupida da rimanere sotto la pioggia…》 disse annoiato il secondo 《Non c’è bisogno di allarmarsi cosi… e vai piano! Non mi sono ancora svegliato del tutto e non mi capacito ancora sul perché dobbiamo seguire una ragazzina!》 concluse in modo annoiato e scocciato, alzando le braccia in aria, incurante della pioggia.
《Kaname ci ha incaricati di seguirla! E noi l’abbiamo persa di vista!》 disse più a sé che all’altro, 《c’è sicuramente qualcosa che non ci hanno detto…》 disse infine lasciando in sospeso i suoi dubbi 《I suoi occhi, il suo sangue…》mormorò Aidou fra sé e sé, 《Non riesco a torgliermeli dalla testa…》
《Ci stanno nascondendo qualcosa…》rispose pensieroso.
《Non ti sembra stranamente tranquillo in questo villaggio?》 disse Kain fermandosi.
《 Forse hai ragione…ho uno strano presentim….!》
Le parole di Aidou vennero bruscamente interrotte da un grido di terrore proveniente da una chiesa poco lontana.
******


Akemi rimase immobile pietrificata: quella creatura mostruosa si scagliò su di lei ad una velocità impressionante, i suoi occhi la scrutavano fissi languidi e affamati mentre le sue mani alzate e tese verso il suo collo sembravano tremare dell’eccitazione. La mente di Akemi smise di funzionare, non riusciva più a ragionare e tutto ciò che sentiva erano i battiti sfrenati, quasi dolorosi del suo cuore; tutto sembrava muoversi a rallentatore. In tutta la sua vita non si era mai sentita così debole, indifesa e in trappola. Cresciuta nei boschi aveva già avuto a che fare con lupi e cinghiali selvatici, ma mai e poi mai era rimasta paralizzata dalla paura, come in quel momento. Nonostante fosse seduta con la schiena appiattita al muro, le sue gambe iniziarono a tremare e il viso perse ogni traccia di colore.
Quel mostro era ad un passo dalla ragazza e i suoi lunghi canini già pregustavano il sapore dolce e afrodisiaco del suo sangue. Akemi in quel momento strinse le gambe a sé e si coprì il viso con le mani e lanciò un grido terrorizzato che risuonò e sovrastò il rumore della pioggia battente. In quel millesimo di secondo, Akemi alzò un attimo gli occhi, in tempo per poter imprimere nella sua mente il mostro che avrebbe terminato la sua vita, illuminato da un lampo improvviso: la sua pelle vellutata e grigia stonava con gli stracci luridi e macchiati che la rivestivano; le sue mani dalle dita innaturalmente lunghe erano affilate da lunghi artigli giallastri e appuntiti che puntavano verso la ragazza; il viso era completamente contratto in una smorfia famelica e solcato da profonde rughe, la bocca aperta faceva risaltare i lunghi canini  ma soprattutto i suoi occhi catturarono la mente di Akemi: il rosso esplodeva nelle sue pupille come due sfere di sangue marcio ipnotizzanti.

Il rosso è sempre stato il colore preferito di Akemi, così come il verde: le ricordava le rose rosse, il collare del suo cane Egon o la copertina del suo libro preferito.
Ma in quel istante, nella mente di Akemi quegli occhi riportarono alla luce un ricordo sfocato e ovattato: un uomo, con una camicia bianca, dagli occhi rosso sangue che si china su di lei con lo stesso sguardo famelico e intenso di quel mostro, pronunciando il suo nome con voce profonda, nel farlo un liete sorriso scopre in canino bianco come l'avorio.
Lo sguardo di Akemi fissò il vuoto.
*Che cos’è stato?*  questo pensiero si fece strada nella sua mente. Fu come una doccia gelata che risvegliò i sensi della ragazza e lavò via la depressione dal suo corpo.
Fece in tempo a scostarsi per un pelo dall’attacco del mostro che conficcò i suoi artigli tra i mattoni alle spalle di Akemi, facendo crollare le rovine i bilico. Non gli ci volle molto per liberarsi, ma Akemi aveva riacquistato le sue forze e l’adrenalina nel suo corpo la fece scattare di lato, e ricreare un minimo di distanza tra di loro.
Il mostro sbraitò parole arrabbiate e sconnesse e si focalizzo subito di nuovo sulla sua preda.
Akemi solo allora decise di mettere in pratica tutti gli allenamenti e gli anni vissuti a cacciare con suo zio nel bosco. Nelle sue vene il sangue venne pizzicato da scariche di adrenalina e in men che non si dica era già in piedi e pronta a correre verso l’uscita. Fece vari metri prima di voltarsi e vedere che il mostro non si era arreso e che tra un verso e l’atro la intimava di fermarsi.
Il villaggio era più desolato che mai e la pioggia fitta creava problemi sulla visuale.
Akemi corse con tutte le sue forze ben presto creò qualche metro di distanza tra lei e il suo inseguitore; si girò a controllare, gli occhi rosso sangue si distinguevano anche a metri di distanza. Provo a nascondersi in qualche vialetto nascosto, ma inutilmente. Non c’era neppure niente con cui difendersi.
Raggiusero uno spazio inabitato e deserto, appena fuori dal villaggio, senza casa o negozi, c’erano solo alberi e vegetazione.
Il suolo fangoso e gli abiti zuppi e pesanti di Akemi non giovavano la ragazza, che si era subito pentita di essere corsa fin lì, senza riparo e senza nascondigli.
Dopo una corsa sfrenata durata diverso tempo, il corpo di Akemi dava i primi segni di debolezza. L’aria umida e pesante rendevano difficile persino respirare.
Bastava qualsiasi piccolo movimento o sbaglio per determinare la sua fine e questo lo sapeva bene.
《Che cosa sei?》chiese senza fiato, 《 sai parlare, male, ma lo sai fare… sei umano?》chiese esitando all’ultima parola. Non credeva veramente che fosse umano, ma aveva due braccia, due gambe e un volto umano, seppur contratto in una smorfia orribile.
La creatura davanti a lei non mostrava segni di cedimento, anzi, sembrava sempre più agitata e affamata.
Akemi non sapeva più che fare, era completamente scoperta, e i suoi occhi tenevano fissi quelli dell’avversario, sempre rossi e luminosi.
*Dove li ho già visti?* si domandò dubbiosa, più ci pensava e più la visione di prima sembrava reale.
Più il tempo passava e più una impercettibile pazzia prendeva il controllo del mostro davanti a lei. Solo quando cominciò ad agitarsi e a dimenarsi, Akemi si accorse di qualcosa che non andava : il mostro stava perdendo il controllo su di sé e quando i suoi occhi insanguinati si riposarono sulla ragazza, questi avevano perso ogni briciola di lucidità e con essa l’umanità. Tutto il resto fu talmente veloce che Akemi a malapena realizzò ciò che stava per accadere.

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Capitolo 10
*** Angolino dell'autore ***


Volevo scusarmi con tutti i lettori che mi hanno seguita e che hanno apprezzato la mia storia. In cambio, tutto ciò che vi ho dato io è stata un’attesa infinita di quasi due anni e un’abbandono totale della storia. Ho veramente lasciata EFP per tutto questo tempo, sono stata molto presa dalla scuola e dalla famiglia, e ho iniziato anche a lavorare, perdendo tutta la voglia e tutto il tempo per scrivere. Recentemente ho deciso che in un modo o nell’altro dovrò terminare tutto ciò che ho iniziato, cominciando da questa storia. È ancora in continuo cambiamento e non ho ancora deciso il mio stile. So solo che la storia è ispirata a quella di Vampire Knight, ma non so se seguirà la storia originale o prenderà pieghe diverse. Come storia mi sono fermata all’anime, quindi non so cosa succede nel manga. Spero che i personaggi vi piacciano, ho cercato di dar loro una certa personalità, anche se sono in continua crescita. Son ben disposta per qualsiasi critica, suggerimento o commento, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate o se avete qualche idea. Detto ciò, spero che la storia sia di vostro gradimento, e personalmente cercherò di portarla a termine e di scrivere regolarmente. Grazie mille di cuore, Kristal98

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