A Song 4 You

di Rain Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Konoha School of Arts ***
Capitolo 2: *** Coincidences ***
Capitolo 3: *** 3. Ancora tu?! ***
Capitolo 4: *** 4. Litigio ***
Capitolo 5: *** 5. Nuove amicizie ***
Capitolo 6: *** 6. Una notizia sconvolgente... o almeno per me ***
Capitolo 7: *** 7. Lettera ***
Capitolo 8: *** 8. Ripetizioni? ***
Capitolo 9: *** 9. Una lunga serata (prima parte) ***
Capitolo 10: *** 10. Una lunga serata (seconda parte) ***
Capitolo 11: *** 11. Una lunga serata (terza parte) ***
Capitolo 12: *** 12. Primo bacio ***
Capitolo 13: *** 13. Notizie ***
Capitolo 14: *** Touch ***
Capitolo 15: *** Pedinamenti ***
Capitolo 16: *** Partenza ***
Capitolo 17: *** Una ‘sorpresa’ dai capelli rossi ***
Capitolo 18: *** AVVISO!! ***



Capitolo 1
*** Konoha School of Arts ***


DISCLAIMER: Ho chiesto a Masashi Kishimoto di cedermi i diritti di "Naruto" e i suoi personaggia ma lui ha rifiutato… chissà perché… xD
I personaggi hanno un’età compresa tra i 17 e i 18 anni, per cui sono maggiorenni. Purtroppo a pubblicare questa storia non guadagno una cicca, ma se proprio volete mandarmi dei soldi sono a vostra completa disposizione 24h su 24! XD

 

 

 

Capitolo Uno

 

 

 

 
 

Era una monotona e fredda mattina di fine Settembre e, come al solito, un ragazzo dai biondi capelli color del grano e dagli occhi talmente azzurri da far invidia anche al cielo più limpido e sereno, correva a perdifiato per le vie della sua città natia, Konoha.
« Dannazione, dannazio- Oh, mi scusi! Permesso, permesso! » gridò, facendosi largo tra la folla della stazione e riuscendo per un soffio a prendere l’ultimo treno.
Proprio non riusciva a capire perché, proprio quella mattina, la sua sveglia avesse potuto rompersi. Eppure era più che sicuro di averle cambiato le batterie poco tempo fa…
D’accordo, forse il “poco tempo fa” in questione doveva risalire a circa due, forse tre mesi prima, visto lo stato di decomposizione in cui aveva trovato quest’ultime, ma perché proprio quella mattina la sveglia doveva porre fine alla sua esistenza? Cosa gli aveva mai fatto di male?!
Ne era più che certo, se fosse arrivato di nuovo in ritardo Iruka Umino - il suo amato-odiato professore di storia - non gliel’avrebbe fatta passare di nuovo liscia e l’avrebbe irrimediabilmente mandato, per l’ennesima volta da quando aveva iniziato il suo ultimo anno in quell’istituto, da quella vecchia megera della Preside… e allora si che sarebbe stato in guai seri!
Il ragazzo ricordava ancora perfettamente quando per punizione, durante lo scorso anno, Tsunade gli aveva fatto pulire l’intero cortile scolastico da solo… in poche parole, aveva passato un intero pomeriggio in compagnia di foglie secche e del vento freddo che soffiava inarrestabile, facendo svanire, per l’appunto, come foglie al vento il suo lavoro… gli tornavano i brividi solo a pensarci!
Correndo a perdifiato, il ragazzo continuò la sua corsa scatenata per altri cinque minuti buoni, fino a quando, tra gli spintoni e i vari insulti della gente, non riuscì ad arrivare davanti ad un enorme edificio che, con le alte mura in pietra ed il gigantesco giardino a circondarlo, assomigliava molto più ad una grande reggia che ad un istituto scolastico.
Eppure quella era proprio la Konoha School of Arts – come citava a caratteri cubitali la targa dorata appesa vicino al cancello in ferro battuto dell’entrata - una delle più importanti e famose scuole tra gli istituti artistici del mondo e che si vantava di avere molti degli insegnanti artistici più prestigiosi e importanti di tutto il globo.
Il ragazzo rimase fermo ad osservare quell’edificio per qualche secondo, immobile e ansimante come ben poche volte era stato. Dopo aver riacquistato un po’ di fiato ed essersi asciugato la fronte imperlata di sudore, però, Naruto riprese quasi immediatamente la stessa corsa sfrenata di poco prima, percorrendo velocemente il lungo viale alberato e fiondandosi come una furia all’interno dell’edificio.
Dopo essersi cambiato le scarpe ed aver posato le sue al solito posto, salì a due a due i gradini delle scale fino al terzo piano, rimanendo scioccato quando, arrivato davanti alla sua aula, trovò la porta chiusa.
« Cazzo », imprecò tra i denti mentre estraeva frettolosamente il suo cellulare dalla tasca della divisa e controllava l’ora. Le otto e un quarto. Aveva quindici, dannatissimi, minuti di ritardo!
Ormai rassegnato ad una nuova punizione, dopo aver pregato gli dei per una qualche grazia divina, il biondo cercò di sistemare alla bell’e meglio la stravolta divisa scolastica ed i capelli arruffati, per poi farsi coraggio ed aprire con un secco movimento la porta.
Non appena ebbe la completa visuale della sua classe, Naruto rimase incantato per qualche minuto, gli occhi azzurri fissi sulla cattedra vuota a pochi metri da sé. Non poteva crederci: il professore non era ancora arrivato!
Sospirò, sollevato. Le foglie, per il momento, avrebbero dovuto aspettare, pensò mentre, spossato, si trascinava verso l’ultimo banco della fila adiacente alle finestre e lasciava pesantemente cadere la borsa ai suoi piedi.
« Ehi, ritardatario! Non si saluta? » lo salutò ironicamente un suo compagno di classe.
« ‘Giorno, Kiba » ricambiò il saluto, soffocando uno sbadiglio proprio nel mentre si voltava verso l’altro, che lo guardava con un sorriso sghembo dipinto sul volto e le braccia incrociate sotto al petto. Kiba Inuzuka, suo migliore amico fin dai tempi dei pannolini, era uno strambo ragazzo della sua stessa età, con corti capelli castani accuratamente scompigliati e due insoliti tatuaggi rettangolari di colore rosso sotto agli occhi, anch’essi di un inconsueto colore tendente al dorato. Si erano conosciuti in tenera età grazie ai loro genitori, grandi patiti dell’ora del tè e delle colazioni in compagnia, e da allora non si erano mai separati, per nessun motivo, ritrovandosi quasi inevitabilmente a frequentare le stesse scuole, le stesse amicizie e a praticare gli stessi interessi.
Naruto sbuffò, lasciandosi cadere pesantemente sulla sua sedia nello stesso momento in cui il suo migliore amico si sistemava al suo rispettivo posto, proprio di fronte al suo.
« Vorrei proprio sapere come fai a non arrivare mai in orario, amico. »
« Ed io vorrei proprio sapere da dove la tiri fuori tutta questa ironia di primo mattino, amico… »
« Ah ah ah… molto spiritoso, davvero. Ad ogni modo, penso proprio che tu oggi abbia ufficialmente stabilito il tuo miglior record degli ultimi due anni. Quindici minuti di ritardo… wow. Io non ci sarei mai riuscito. »
« Non è colpa mia, idiota. » borbottò il biondo in risposta, seppellendo la testa nella borsa ed iniziando a tirare fuori tutto l’occorrente per la prima ora di lezione. « È colpa di quella maledetta bastarda di una sveglia! A quanto pare oggi dovrò andarmene a comprare un’altra, visto che si è rotta… »
« Di nuovo?! »
« Già… »
« Dio, Naruto, non sai tenere una sveglia in vita per più di tre mesi! Se continuerai così, le toglieranno tutte dal commercio mondiale solo per colpa tua! »
« Kiba, ti sto odiando... »
« Si, certo, certo, come no… » lo sminuì Kiba, accompagnando le sue parole con un flebile gesto della mano. Naruto lanciò un’occhiataccia all’amico per poi scuotere la testa, sconsolato. Lasciò che i suoi occhi lasciassero la figura esuberante di quest’ultimo e cominciò a guardarsi intorno, cercando tra i vari compagni la figura del terzo membro del suo trio.
« Ehi, ma dov’è Shikamaru? » chiese dopo un po’ a Kiba. « Non dirmi che ha marinato di nuovo le lezioni per rimanere in terrazza a guardare le nuvole come suo solito! »
Naruto conosceva bene Shikamaru Nara e sapeva anche della grande passione che il suo amico provava per il “dolce far niente”. Semplicemente Shikamaru era solito mettersi steso su un prato e dormire per ore… oppure passava quest’ultime, appunto, ad osservare le nuvole.
Una volta Naruto ci aveva provato anche lui, così, per curiosità, me non aveva resistito neanche cinque minuti. In una sola, semplice parola: noioso.
« No, oggi ha deciso di spirare sul suo banco. » ridacchiò il castano mentre con l’indice della mano destra indicava il soggetto della loro conversazione che, sentendosi chiamato in causa, alzò stancamente una mano nella loro direzione in segno di saluto, continuando comunque a rimanere con la testa abbandonata sopra la sua borsa, improvvisata a mo’ di cuscino.
« Buongiorno anche a te, Shika! »
« Allora, Uzumaki? » lo richiamò immediatamente Kiba, scuotendolo per un braccio per attirare la sua più totale attenzione.
« Allora cosa? »
« Dio… Oggi? Sveglia? Centro commerciale? Ti dicono niente tutte queste parole insieme? »
Naruto alzò gli occhi al cielo e rise, ma non fece in tempo a dire nulla che la porta della classe si aprì all’improvviso, lasciando entrare il professor Umino, un uomo che da poco sembrava aver superato la trentina e che si distingueva tra la folla di insegnanti per i lunghi capelli sempre legati in una bassa coda e per la lunga e misteriosa cicatrice che gli percorreva orizzontalmente il volto all’altezza del naso.
« Buongiorno ragazzi! » salutò questo mentre si affrettava a firmare il registro di classe e gli alunni si sedevano ai loro posti. « Scusate il ritardo, ma ho avuto alcune faccende da sbrigare, ed ho una comunicazione da parte della Preside da riferirvi, quindi per cortesia fate silenzio. » spiegò rovistando tra le sue cose e tirandone fuori alcuni fogli, sospirando non appena ebbe finito di sistemare il tutto e riuscì finalmente a sedersi sulla sua sedia per qualche secondo di riposo. Osservò i suoi alunni con attenzione, sorridendo nel vederli guardarsi tra loro in cerca di risposte, curiosi di sapere la novità del giorno, e poi sospirò di nuovo, guardando quel plico di fogli che dal tavolo gli trasmetteva l’arrivo di un insieme di cattive notizie e nient’altro.
« Allora, ragazzi, mi è stato detto di riferirvi che da domani, e molto probabilmente fino alla fine dell’anno, avrete dei nuovi compagni di classe e-»
Come Iruka si era aspettato, nella classe scoppiò il caos.
« Nuovi compagni di classe? E sono più di uno?! » chiese sconcertato qualcuno, subito seguito da altri.
« Ragazzi, per favore! »

 
Naruto assistette all’intera scena in religioso silenzio, limitandosi a far vagare lo sguardo tra i vari compagni di classe e ad assumere un’espressione perplessa nell’udire i commenti scocciati di Kiba, che non la smetteva di “che gran rottura di palle sarebbe stato avere altre persone presuntuose e permalose tra i piedi” e di scrocchiarsi le dita delle mani con fare nervoso. Sospirò, voltandosi verso la finestra ed osservando disinteressato il mondo al di fuori, per niente emozionato o sconvolto.

Probabilmente sarà qualche raccomandato figlio di papà, pensò soltanto quando i suoi occhi incrociarono la figura di un passerotto, che sul ramo dell’albero vicino saltellava da un punto all’altro.
Naruto non aveva mai visto di buon occhio quella scuola, se proprio doveva essere sincero. Non di certo per la struttura organizzativa o per l’ottimo corpo docenti che la mandava avanti, ovviamente, ma per tutti gli odiosi figli di papà che la frequentavano pur non eccellendo particolarmente nelle discipline che con tanto impegno dicevano di studiare.
Altra cosa che odiava, poi, era il fatto di essere costretto a frequentare quel posto contro la sua volontà.
Nella Konoha School of Arts, infatti, Naruto Uzumaki era  famoso per essere l’unico studente a non eccellere in nessuna disciplina musicale e a non frequentare alcun tipo di lezione che riguardasse questo ambito e, proprio per questo motivo, era fin da sempre stato catalogato come “diverso” dagli altri suoi compagni – altro punto a sfavore per loro.
Ma Naruto non se l’era mai presa, rimanendo sempre in silenzio ai vari insulti e alle voci che giravano sul suo conto. Dopotutto… cosa potevano saperne loro? Loro che erano lì solo per diventare “famosi”, per diventare “qualcuno”, e non per fare ciò che amavano? Loro che si erano limitati a catalogarlo come un buono a nulla, fermandosi alle apparenze, non chiedendosi il perché della sua presenza lì?
Poveri stolti…
Il passerotto volò all’improvviso, interrompendo la linea dei suoi pensieri proprio nello stesso momento in cui il professor Iruka richiamava la classe all’ordine, facendo cessare tutti quegli schiamazzi.
« Ragazzi, fate silenzio adesso! Parleremo di ciò e risponderò alle vostre domande al momento opportuno. Adesso prendete i libri ed apriteli a pagina duecentotrentacinque. »

 

Nello stesso momento, anche se in un'altra ala della Konoha School of Arts, una porta si apriva cigolando, lasciandone uscire un ragazzo di bell’aspetto, con corti capelli neri sistemati accuratamente, due occhi neri e la pelle chiara.
« Arrivederci, signor Uchiha, ci vediamo domani. » lo salutò una voce femminile dalla stanza, ma il ragazzo non rispose, uscendo definitivamente dall’ufficio con passo sicuro e richiudendosi la porta alle spalle. Percorse rapidamente il corridoio e scese la prima delle quattro rampe di scale che era stato costretto a salire per raggiungere l’ufficio della Preside di quell’inutile posto, non smettendo di chiedersi come avesse potuto farsi convincere a frequentare quella scuola da quattro soldi in un momento così pieno com’era la sua vita in quel momento.
« Sasuke-kun! »
Sasuke Uchiha, questo era il nome del ragazzo, fece giusto in tempo a voltarsi e ad intercettare il fulmine rosse che come una furia si dirigeva nella sua direzione, prima di schivarlo con eleganza e lasciare che questo si scontrasse con il pavimento.
« Ahi! » si lamentò la ragazza dai lunghi capelli rossi lunghi fino alle spalle che aveva appena evitato, massaggiandosi il sedere che aveva appena sbattuto a terra. « Sasuke-kun, non dovevi evitare il mio abbraccio! »

Certo… così adesso avrei dovuto esserci io al posto tuo, no? Ironizzò tra sé e sé il ragazzo, osservando senza alcuna espressione quella che, per sua sfortuna, era la sua manager mentre, dopo aver raccolto i suoi occhiali dalla montatura nera ed esserseli rimessi sul naso, si alzava dal pavimento, sistemando il corto completo nero che fasciava il suo corpo.
« Sasuke-kun, ho appena finito di parlare con Iruka Umino, il tuo nuovo professore di storia, e mi ha detto che non dovrebbero esserci problemi con le stupide ragazzine petulanti che frequentano questa scuola. E poi ci penserò io a proteggerti! »

Già, e chi mi proteggerà da te?
Sasuke alzò gli occhi al cielo, indossando velocemente il berretto nero ed il paio di Ray-Ban che aveva infilato in tasca un’ora prima. « Vado in centro, tu torna pure da sola ed avverti il capo. » dichiarò incominciando ad incamminarsi verso l’uscita.
« Eh? Che bello, abbiamo un appuntamento! »
Sasuke strinse i denti, infastidito, e stava per mandarla al diavolo quando delle urla, provenienti evidentemente da qualche classe, attirarono l’attenzione della rossa, permettendogli di filarsela.
Quella giornata era in assoluto da catalogare come una delle peggiori della sua vita.

 

***

 

Le ore scolastiche passarono come sempre lentamente, come se il tempo non volesse far uscire i poveri studenti da quell’odiato-amato edificio. Suonata la campanella che decretava la fine delle lezioni, tutti gli studenti si riversarono nei corridoi per incominciare i loro corsi pomeridiani.
Tutti, tranne due ragazzi che, camminando lentamente e senza far troppo caso alle strane occhiate indirizzategli dagli altri studenti, raggiunsero il cortile ed uscirono dalla scuola.
« Professore del cazzo! Per colpa sua dovrò rimanere tutto il fine settimana rinchiuso in casa a studiare matematica se non voglio tenermi quello schifosissimo cinquantacinque! »
« Kiba, sapevi che oggi c’era il compito… potevi pensarci prima a studiare. »
« Ma finiscila, Naruto! Come potevo studiare quando in TV davano il concerto live dei Gazette?! E poi senti un po’ da che pulpito… hai preso solo un punto in più di me, non sei mica un genio. »
« Sì, però ho pur sempre avuto un volto più alto del tuo. In matematica. » precisò il biondo, facendo infuriare l’amico.
« Sì certo, come no! »
« A proposito, come mai Shikamaru non è venuto? Se non mi sbaglio oggi non aveva lezione, visto che il suo professore si è dato malato. »
« Già. Ma a quanto mi ha detto ieri, i suoi genitori gli hanno chiesto di tornare prima a casa per badare a Yuko-chan mentre loro andavano a fare spese. »
Naruto scoppiò a ridere, mettendosi una mano sulla bocca per non attirare troppo l’attenzione dei passanti. « Oh mio Dio, mi immagino proprio come baderà a lei… legherà la poverina ad una sedia, gli metterà un cerotto sulla bocca e poi si butterà sul divano a sonnecchiare. Un classico! »
« Già… povera Yuko-chan, chissà cosa avrà mai fatto di male per meritarsi un fratello del genere. » concordò Kiba assumendo una falsa espressione di compatimento, per poi cambiare completamente umore e sfoggiare un sorriso a trentasei denti. « Piuttosto, sbrighiamoci Naruto, dai! Il negozio di musica mi aspetta, non posso farlo aspettare! »
« Scusa, ma non stavamo andando in centro perché io ho bisogno di una svegli nuova? »
« Certo, certo! Come no! » rispose l’altro, e in men che non si dica il biondo si ritrovò arpionato per un braccio e trascinato da Kiba verso la stazione.

 
Arrivarono in centro che erano ormai le cinque passate e, dopo essersi fermati un attimo in un bar a mangiare un gelato, nonostante fossero a metà Novembre, i due cominciarono a girovagare per i negozi. Non ci volle più di un paio di minuti prima che Naruto riuscisse a trovare un posto abbastanza carino, in cui venivano venduti molti oggetti decorativi per la casa ed altre cose che, senza alcun dubbio, dovevano essere indirizzati più ad una clientela infantile, piuttosto che a ragazzi della sua età.
Pupazzi di varie grandezze, peluche, lampade dalle forme più strane, migliaia di portachiavi di diverso tipo… in pochi erano a saperlo, ma, bé, lui adorava quelle cose!
Rimasero al negozio per parecchi minuti, finché il biondo non trovò una sveglia a forma di una rana verde, molto simile a quella che possedeva prima.
« Ehi Kiba, non trovi anche tu che questa sveglia assomigli a Gama-chan? » chiese questo osservando con uno sguardo tra l’adorante e l’ammirato l’oggetto che teneva in mano.
Kiba lo guardò accigliato. Naruto aveva dato un nome alla sua sveglia? La sua sveglia aveva un nome?! Ma stava scherzando, vero?
« Sì, sì, certo… è un’ora che salti da una parte all’altra del negozio urlando “che carino” ovunque! Sembri una ragazza, cazzo! Prendi quella cavolo di sveglia e sbrighiamoci ad andare al negozio di Cd! » lo sgridò esasperato, voltandosi e dirigendosi come una furia verso l’uscita.
Naruto sbuffò sonoramente, scocciato, e si diresse a grandi falcate verso la cassa, dove una ragazza dall’aspetto molto gentile lo accolse con un gran sorriso sulle labbra.
« Buongiorno. »
« Buongiorno! Prendo questi. »
« Bene, devo fare un pacchetto regalo? »
« Oh, no, ecco… sono per me. » rispose il biondo imbarazzato. Proprio mentre prendeva i soldi dal portafoglio, però, la sua attenzione venne attirata da degli strani portachiavi colorati, ognuno dei quali era a forma di un nome diverso. Naruto li osservò per qualche secondo, scorrendo l’intero espositore con gli occhi fino a quando non trovò anche il suo, che aveva al suo fianco una piccola volpe .

Che strana coincidenza, pensò tra sé mentre prendeva tra le mani l’oggetto e lo porgeva alla cassiera.
« Ehm… senta, scusi, prendo anche questo. »
« Certamente! »
Naruto pagò velocemente e poi si diresse fuori dal negozio, dove un Kiba alquanto impaziente l’aspettava battendo nervosamente un piede sulla strada e controllando in continuazione l’orologio. Se solo avesse avuto una coda vaporosa sul fondoschiena e delle lunghe e candide orecchie bianche sulla testa, pensò Naruto, sarebbe stato la perfetta rappresentazione del famoso coniglio di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
« Ce l’hai fatta! Pensavo di dover chiamare i soccorsi per venirti a recuperare, brutto idiota! » si lamentò questo, per poi cominciare a dirigersi a passo spedito verso il negozio di musica in fondo alla strada.
« Ma si può sapere cosa devi comprare così urgentemente? E non chiamarmi idiota! » rispose a tono, velocizzando la sua andatura per riuscire a stare al passo con l’altro.
Kiba ghignò.
« Lo vedrai quando arriveremo. »

 

 

To be continued…

 

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Capitolo 2
*** Coincidences ***


Ok, visto che sono buona e che non potevo lasciarvi solo con mezzo prologo, lo posto oggi in via del tutto eccezionale!!!
Inoltre vorrei tutte le persone che mi hanno lasciato un commentino (Grazieeeeee, vi amo tutti!!!) e tutte le persone che hanno messo nei preferiti ( 15 O__O )
Naturalmente ringrazio anche chi ha solo letto. ù_ù
Ed ora vi lascio al capitolo!

 

 

 

Capitolo Due

 

 

 

 
Arrivarono al negozio dopo qualche minuto e mai avrebbero anche solo potuto immaginare la scena terrificante che gli si presentò davanti: un’enorme massa di ragazzine isteriche che entravano ed uscivano da quest’ultimo, urlando come delle galline.
« Kiba… sei ancora sicuro di voler entrare lì dentro? » chiese il biondo mentre osservava scioccato la scena e indicava il negozio di fronte a loro.
« Ma certo che sì! » rispose completamente convinto il castano mentre cominciava a rimboccarsi le maniche, in attesa della tremenda lotta che di lì a poco lo avrebbe visto protagonista. « Tu nel frattempo aspettami su quella panchina laggiù. Se entro mezz’ora non sono tornato, chiama la polizia. » e detto questo l’Inuzuka si precipitò verso l’enorme massa, scomparendovi all’interno.
Naruto sospirò; il suo amico era davvero fuori di testa. Si diresse verso la panchina, sedendosi tranquillamente su di essa. Probabilmente la cosa avrebbe tirato per le lunghe, quindi decise di giocherellare con i suoi acquisti. Estrasse dalla busta il portachiavi che aveva appena comperato e lo osservò meglio. La scritta del suo nome era rossa con delle sfumature gialle mentre la volpe era di un’arancione acceso e con gli occhi rossi.
Forse era stato il fato, o forse più semplicemente il caso, ma quel portachiavi riportava alla mente molte cose, piacevoli e non, del suo passato.
Chiuse gli occhi e fu tutto, per l’ennesima volta, come rivedere la pellicola di un vecchio film in bianco e nero: il palco… il pubblico impaziente e scatenato per ogni sua canzone… la sua foce forte e sicura che riusciva a trasmettere con quelle note tutti i sentimenti che, a parole, non sarebbe mai riuscito a rivelare… e poi lui, quella persona che gli aveva rovinato la vita.
Riaprì gli occhi di scatto e non si sorprese più di tanto di ritrovare il proprio respiro affannato; portò una mano all’altezza del cuore e cercò di calmarsi. Nonostante fossero passati degli anni, nonostante non l’avesse più rivisto, la paura che provava nei suoi confronti non era ancora scomparsa.
Dopo che il suo respiro fu tornato normale, estrasse il suo cellulare dai pantaloni della divisa e controllò l’ora, stupendosi nell’apprendere che da quando il suo amico era entrato in quel negozio erano passati più di venti minuti.
Preoccupato per la sorte dell’Inuzuka, Naruto si alzò dalla sua postazione e, dopo essersi infilato il portachiavi in tasca, si diresse verso il negozio - che è ancora sotto attacco, maledizione!
Ricevendo e dando spinte un po’ qua e là, il biondo riuscì con non poca fatica ad entrare all’interno del negozio, dove una lunga fila di ragazzi e ragazze faceva bella mostra di se.
Cominciò a guardarsi intorno nella speranza d’individuare la capigliatura sconvolta di Kiba, ma la sua attenzione fu attirata da una ragazza dai lunghi e strambi capelli rosa, un fisico perfetto e due bellissimi occhi verdi che lui conosceva fin troppo bene.
Sakura Haruno, questo era il suo nome, era una sua ex compagna di classe delle elementari e, attualmente, frequentava anche lei la Konoha School of Arts. Era una bellissima ragazza di cui era stato in passato molto innamorato, fino a quando a causa di vari eventi Naruto non l’aveva più vista fino a qualche anno prima, quando si erano inevitabilmente incrociati nei corridoi scolastici. Da quel momento i due avevano preso a vedersi spesso, visto che frequentavano lo stesso gruppo di amici, ma Naruto si era da subito accorto del cambiamento che aveva subito il carattere della ragazza, facendola apparire ai suoi occhi come una persona molto più frivola rispetto al passato.

Ma va bene così, si era detto Naruto, dopotutto il tempo cambia le persone, e non aveva dato troppo peso alla cosa.
« Sakura-chan! »
« Mh? » sentendo chiamare il proprio nome, la ragazza si voltò di scatto, assumendo poi fin da subito un’espressione scocciata. « Oh, Naruto… Sei solo tu. »
« Ma cosa ci fai qui? »
« E dove dovrei essere, scusa? »
« A scuola, forse? »
« Oh, Naruto, sei davvero irrecuperabile! Oggi è il grande giorno, capisci? Devo prendere quel Cd ad ogni costo! Secondo te come facevo ad eseguire alla perfezione i miei vocalizzi con la costante paura di non riuscire poi a trovarne neanche più una copia? » sospirò quella con tono sconsolato portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. « A proposito, prima ho visto il tuo amico sfigato che andava verso la sala d’ascolto… non riesco a capire come abbia fatto ad agguantare il Cd prima di me, quel dannato! Ed ora sciò, via, aria che ho da fare! » e senza dargli il tempo di replicare, la rosa si girò e ricominciò ad infiltrarsi nella massa per agguantare il misterioso Cd sotto gli occhi scioccati di Naruto.

Oh Dio, qui sono tutti matti! pensò osservandola tirare i capelli ad una ragazza e scalciare come un’indemoniata. A passo spedito, Naruto si diresse verso la sala d’ascolto - una stanza isolata, rispetto al vero negozio, in cui si poteva tranquillamente ascoltare la musica appena acquistata o leggere un libro in santa pace - dove vi trovò Kiba, tutto concentrato ad ascoltare il suo nuovo acquisto.
A quella visione, non poté fare a meno di infuriarsi e, giunto alle sue spalle, picchiettare con forza il dito sulla schiena del castano per attirare la sua attenzione.
« L’ho trovato! » esclamò con entusiasmo l’Inuzuka togliendosi le cuffie, ma l’unica risposta che riuscì ad ottenere da Naruto fu un pugno ben poco gentile sulla testa.
« Brutto cretino! Ed io che pensavo che ti avessero ucciso e ti sono venuto a cercare! E invece ti ritrovo qui ad ascoltare, come se nulla fosse, il tuo stupidissimo Cd! » urlò.
« Shhh! Abbassa la voce che ti stanno guardando tutti! »
Il biondo si guardò attorno imbronciato, accorgendosi che il tutti in questione altro non era un tipo che, all’apparenza, sembrava molto sospetto e che li stava osservando in una maniera alquanto scocciata… o almeno era questo quello che lui credeva, visto che il suo volto era quasi completamente coperto da degli occhiali scuri e da un cappello.
« E poi questo non è uno stupido Cd… questo è il Cd! »
« Certo, come no, e cosa dovrebbero avere di speciale questi… SNS? » Naruto sottrasse il Cd dalle mani di Kiba e non poté fare a meno di scoppiare a ridere non appena i suoi occhi rilessero il nome del gruppo in questione. « Oh mio Dio, hanno sul serio un nome tanto assurdo da assomigliare a quello di uno spray anti-zanzare? »
« Ma no, idiota! » lo rimbeccò l’altro, riprendendosi il suo disco. « Possibile che tu non li conosca? Non fanno che parlare di loro da quando, l’anno scorso, sono sbucati dal nulla ed hanno scalato le vette delle classifiche dei singoli più venduti. Pensa che, dopo neanche un paio di esibizioni in un piccolo pub del centro, sono subito stati notati da una delle più importanti agenzie discografiche del Giappone ed hanno sfondato fin da subito. Una cosa fenomenale e – senti senti – si dice in giro che il loro vocalist sia sulla buona strada per arrivare ai livelli di Kyuubi! Non pensi sia fantastico? »
A quelle parola l’espressione di Naruto si rabbuiò ed un sorriso amaro di andò a formare sulle sue labbra; ogni volta che sentiva quel nome non poteva fare altrimenti, e Kiba dovette accorgersene subito, visto che in men che non si dica si portò le mani alla bocca per evitare di lasciarsi scappare altro.
« Oh merda amico, scusami… ero troppo preso a spiegare, non mi sono proprio accorto che- »
« Ma cosa stai dicendo? Ti stai scusando senza motivo Kiba, sul serio! » lo rassicurò cercando di tirar su un sorriso per non farlo preoccupare più del dovuto. « Piuttosto, cosa stavi dicendo di questi… tizi? » cercò di cambiare discorso, riuscendoci.
« Oh, giusto! Dopotutto è per questo che volevo trascinarti qui. » affermò sovrappensiero il castano, prendendo le cuffie usate fino a poco prima e mettendole sulla zazzera bionda di Naruto con un gesto secco.
« Trascinarmi qui? »
« Già. Mi serviva un tuo parere. »
« Un mio parere? »
« Smettila di ripetere quello che dico! »
Naruto scosse la testa e sospirò e, ormai rassegnato, non poté fare a meno di accomodarsi accanto al castano e di chiudere gli occhi, concentrandosi automaticamente. La musica lo avvolse non appena Kiba spinse il tasto play, seguita subito dopo dalla voce del cantante poco prima menzionato da Kiba. Naruto  ascoltò con attenzione e quasi gli scappò un sorriso quando si ritrovò ad ammettere a sé stesso che il cantante non era davvero niente male, ma ancora alle prime armi. Probabilmente fra un paio di anni avrebbe potuto mirare molto più in alto.
Passarono così una manciata di minuti e quando la prima canzone del disco fu terminata e Kiba mise in pausa, il biondo si tolse le cuffie dalla testa e se le restituì all’amico.
« Allora? Che ne pensi? »
Naruto arricciò le labbra e si guardò attorno, sovrappensiero.
« Non saprei. Sono senz’altro bravi, non lo metto in dubbio. »
« … Però? » lo incalzò Kiba, facendolo sospirare.
« Però le parole sono banali. E lo strumentale, ad ogni modo, non c’entra nulla con il testo, perché ha una musicalità troppo attiva e rock per una canzone come questa, che invece dovrebbe mantenersi su toni più pacati e lenti. Non dico che sia una brutta canzone, ma si sente che non è farina del loro sacco. »
« Intendi dire che non l’hanno creata loro? »
Naruto scosse la testa in segno affermativo. « Esatto. Sai bene che in determinate grandi agenzie alcuni gruppi si limitano solo a suonare, mentre a creare le loro canzoni ci pensano altri del settore. In certi casi i “piani alti” non se la sentono di rischiare e preferiscono semplicemente andare sul sicuro. È una questione di marketing. Ma con questo non voglio comunque screditare nessuno, potrei anche sbagliarmi dopotutto. » ridacchiò.
Kiba alzò gli occhi al cielo. « Vorrei tanto dire il contrario, ma purtroppo credo proprio che su queste cose tu non ti sbagli mai, amico. »
« Non esageriamo! Non sono Dio! »

« E per fortuna, sennò sai che guaio! » lo prese in giro Kiba, guadagnandosi un nuovo broncio da parte di Naruto. « Piuttosto, del famoso vocalist che mi dici? Non ti sembra un po’ troppo impostato? »
« Impostato? No, affatto. Mi piace la sua voce, ha una bella tonalità e penso che ascoltarlo dal vivo, invece che su un Cd registrato, sarebbe decisamente interessante. Ma è comunque uno dei tanti. Non sento nulla dalla sua voce. »
Naruto sospirò, alzando gli occhi al soffitto e rimuginando per qualche secondo.
« Gli do un cinque e mezzo. Non un punto di più, non un punto di meno. » aggiunse infine sotto lo sguardo di Kiba, che come sempre rimase ad ascoltarlo in silenzio, senza parole. Nonostante conoscesse da anni la dote intuitiva dell’amico, infatti, Kiba non riusciva ancora a capire come Naruto riuscisse a capire così tante cose su di un cantante o di un musicista solamente ascoltandolo cantare o suonare. Era una cosa assurda e quasi surreale da raccontare, ma le volte che in tutto quel tempo Naruto si fosse sbagliato potevano benissimo contarsi sulle dita di una mano.

 
Sasuke Uchiha, nascosto dietro i suoi Ray-Ban ed il suo cappello, naturalmente, aveva accuratamente seguito la discussione dei due fin dal momento in cui quella sottospecie di scimmia tinta di biondo non aveva deriso il nome del suo gruppo paragonandolo ad uno schifoso insetticida.
Ma come diavolo si era permesso? E soprattutto, come faceva a sapere che quella canzone non era opera loro? Sasuke ne era più che sicuro, quelle informazioni non erano mai uscite al di fuori dei loro uffici! Possibile che l’idiota ci fosse semplicemente arrivato da solo?  No, assurdo.
Determinato come non mai, Sasuke chiuse con forza il libro che stava leggendo e si alzò, avvicinandosi a quei due idioti che avevano già ricominciato a chiacchierare tra di loro. Si fermò proprio davanti a loro e li fissò da dietro agli occhiali da sole fino a quando Naruto non si accorse della sua presenza, osservandolo con sospetto.
« Te l’ha mai detto nessuno che non si fissano le persone? » gli chiese infastidito il biondo.  
Sasuke si ritrovò inspiegabilmente a trattenere un sorriso divertito. E così la scimmia ha le unghie, eh? pensò assottigliando gli occhi e squadrando la figura di quello strambo biondo che, ne era più che certo adesso che lo guardava da vicino, doveva aver già visto da qualche parte.
… Forse in uno Zoo.
« Oh, scusami. Pensavo fossi una scimmia da circo, e non un essere umano. Pardon. » sogghignò il moro, soddisfatto, godendosi l’espressione di Naruto alle sue parole e guardandolo mentre dapprima sgranava gli occhi dalla sorpresa e poi iniziava ad assumere pian piano svariate tonalità di rosso, decisamente infuriato.
« Sc-Scimmia? Ma come ti permetti, bastardo! » rispose a tono, e gli sarebbe anche saltato a dosso se non fosse stato per la mano di Kiba, che l’aveva trattenuto giusto in tempo. « Si può sapere che diamine vuoi? Non mi conosci neanche e mi vieni ad insultare! Cos’è, vuoi fare a botte per- »
« Comunque sia, » lo interruppe Sasuke, ignorandolo « scimmia, » sogghignò « voglio sapere secondo quali criteri tu puoi affermare che quelle canzoni siano da “cinque e mezzo”. »
« Voglio? »
« Non farmi ripetere. Non lo faccio mai. »
« Aspetta, aspetta, aspetta… tu sei venuto qui e mi hai insultato per sapere questo? »gli chiese scioccato, alzando le braccia al cielo. « Tu sei pazzo! Un pazzo che non conosce la buona educazione, per giunta! Non lo sai che è maleducazione non togliersi gli occhiali da sole quando si parla con una persona? Inoltre siamo in un ambiente chiuso, e negli ambienti chiusi ci si toglie il cappello, lo sanno anche i bambini! E non si ascoltano le conversazioni altrui, non te l’hanno insegnato per- »
« Senti, » lo interruppe di nuovo l’Uchiha, irritato. L’idiota voleva il gioco duro? E il gioco duro avrebbe avuto. Si guardò velocemente intorno e, notando come quella parte del negozio fosse praticamente vuota ad eccezione di loro tre, prese la sua decisione. « voglio solo sapere i motivi della tua critica, ok? Mettiamo caso che io decida di assecondarti, tu mi darai una risposta? »
Naruto lo fissò stranito da capo a piedi; non riusciva proprio a capire il perché a quello strano ragazzo interessasse cosi tanto sapere le motivazioni di quel suo semplice commento su quello stupido Cd, ma annuì lo stesso.
« Bene. » sbuffò Sasuke, togliendosi prima il cappello e poi gli occhiali. Il mondo tornò così ai suoi colori originari, e Sasuke poté finalmente scrutare con attenzione quegli strambi tipi che aveva davanti, rimanendo a dir poco sorpreso. Capelli biondi naturali – ebbene sì, aveva dovuto incredibilmente ricredersi -, pelle caramellata, fisico sottile ma non troppo e un paio d’occhi di un tale azzurro che, se non fosse stato per gli occhiali da vista che ne limitavano la completa visibilità, avrebbero potuto rappresentare perfettamente il colore che il cielo assumeva durante le belle giornate estive. Insomma, quella scimmia gialla era… decisamente bella, a conti fatti. Di certo non poteva negarlo.
« Ma tu sei il cantante! » l’urlo sorpreso di Kiba riportò al presente sia Sasuke che Naruto, che a sua volta era rimasto a dir poco sorpreso dalla figura che infine si era completamente rivelata ai suoi occhi. Quel ragazzo, quel bastardo-senza-nome-che-si-divertiva-ad-insultare-la-gente-sconosciuta, aveva un non sapeva cosa di già visto. I capelli erano neri, come anche gli occhi, ed entrambi risaltavano sulla carnagione lattea in modo particolare. Naruto aggrottò le sopracciglia, cercando di ricordare dove avesse visto quel tipo, ma l’insistente presa di Kiba sul suo braccio, che non la smetteva di tirargli la giacca della divisa scolastica, interruppe i suoi ragionamenti bruscamente.
« Naruto, è il cantante, quello degli SNS! »
« Chi? »
« Dai, cazzo, quello che hai appena ascoltato! » lo rimbeccò l’amico mettendogli sotto il naso il Cd di poco prima. Al centro della copertina e di un forte color rosso, la scritta SNS faceva bella mostra di sé, mentre sullo sfondo tre ragazzi erano fotografati di schiena: il primo aveva lunghi capelli castani legati in una bassa coda, mentre il terzo aveva dei corti e semplici capelli neri; il secondo, invece, quello posto al centro fra i primi due, doveva essere decisamente il ragazzo che aveva di fronte, a giudicare dal taglio di capelli.
« Ma certo! » esclamò il biondo dopo averci pensato un po’, battendo il pugno della mano destra sul palmo dell’altra. Sasuke sogghignò, internamente soddisfatto nel sapere che anche a quella stramba scimmia gialla, nonostante tutto, il suo nome non fosse sconosciuto.
… O almeno, questo era quello che pensava.
« Ecco chi era che adorava Sakura-chan, come ho fatto a non pensarci prima? »
« Chi? »
« Quindi sei tu quello che è uno dei tanti! Scusa se te lo dico, ma certo che dal vivo i tuoi capelli assomigliano davvero al didietro di una papera… ma sono così naturali o te li piastri? » gli chiese punzecchiando con un dito la cima della sua acconciatura corvina.
« Non toccare i miei capelli, razza di idiota » lo sgridò Sasuke allontanando quella mano violentemente. « Come diamine ti permetti di prendermi in giro in questo modo, eh?! Chi ti credi di essere per giudicare il mio taglio di capelli e il mio modo di fare musica? Una persona ignorante come te non dovrebbe neanche- »
« Guarda che io posso esprimere un mio parere su chi mi pare! » lo interruppe il biondo, che a quelle parole e al tono di voce assunto dall’Uchiha aveva cominciato ad irritarsi seriamente.
« Non penso proprio. »
« E io invece penso proprio di sì », Naruto assottigliò lo sguardo e si avvicinò a Sasuke, alzandosi leggermente sulle punte dei piedi per far arrivare i suoi occhi alla stessa altezza di quelli dell’altro. « Non me ne frega un emerito cazzo di chi tu sia o di quanto tu ti creda di essere importante. Per me potresti anche essere il Re del Giappone, o il grande Mozart in persona, ma non cambierebbe nulla ugualmente. Sei un comune essere umano, non un dio sceso in terra. E da come ti comporti, a quanto pare, devi essere anche peggio di quello che appari. »
Sasuke si ritrovò a stringere i denti in maniera talmente violenta che il loro stridere gli sembrava quasi potesse essere udito anche da Kiba, che in disparte, lontano dai due, seguiva la scena guardingo e pronto ad intromettersi in caso di bisogno. Sasuke sondò la figura del moro, chiedendosi se sarebbe intervenuto o meno in caso di un’eventuale rissa, e poi tornò con lo sguardo su Naruto, che ancora nella stessa posizione di prima continuava a guardarlo con fare strafottente.
« Cosa vorresti insinuare, stupida scimmia? » ringhiò tra i denti.
« Semplice: non hai un briciolo di umiltà. Con quello che fai, dovresti essere aperto alle critiche, imparare da loro. E invece fermi sconosciuti per strada solo per criticare il fatto che abbiano opinioni diverse dalle tue o perché non gli piace la tua musica. Sei patetico. » Naruto scosse la testa con fare sconsolato, scompigliandosi i capelli con una mano e allontanandosi dal moro, ma non riuscì a fare più di qualche passo indietro che si ritrovò a cadere nel vuoto e a sbattere il sedere a terra.
Sasuke abbassò il pugno con cui aveva colpito il biondo e lo osservò sorpreso. Aveva appena tirato un pugno ad una persona? In un luogo pubblico e, per giunta, senza indossare nessun cappello o paio di occhiali che potessero proteggere la sua identità? Si osservò intorno con impeto, accertandosi che quel luogo del negozio fosse ancora deserto come qualche minuto prima, e quasi si sentì di lasciarsi sfuggire un sospiro di sollievo nel constatare che oltre a loro non ci fosse ancora nessuno.
« Ehi ma sei impazzito tutto d’un tratto? »
Sasuke osservò con sdegno Kiba, che nel frattempo si era affrettato a raggiungere l’amico e a dargli una mano a tirarsi in piedi, domandandogli più volte se andasse tutto bene e non si fosse rotto nulla, ricevendo in risposta solo dei mugugni indistinti e dei borbottii che dovevano in realtà essere delle imprecazioni. Si avvicinò ai due, rimettendosi nel frattempo il cappello in testa e sollevando le stecchette degli occhiali.
« Metti un guinzaglio al tuo patetico amichetto ed insegnagli le buone maniere, se non vuoi vederlo prenderle ogni volta di santa ragione. » sogghignò.
« Cosa! Ma come- »
« Kiba, adesso basta. »
Kiba sgranò gli occhi osservando con sorpresa Naruto, che nel frattempo si era rimesso gli occhiali sul naso arrossato e fissava l’Uchiha con espressione apparentemente impassibile.
« Ma Naruto… » cercò di replicare, ma non ci riuscì. Vide il biondo abbassare lo sguardo assorto verso il pavimento ed infilarsi le mani in tasca, per poi puntare l’attenzione su di lui ed alzare gli angoli delle labbra in un sorriso appena accennato.
« E’ inutile continuare tutto questo, non ne vale la pena. Torniamocene a casa. » gli spiegò facendogli cenno di seguirlo ed incominciando a dirigersi fuori di lì.

 
Sasuke seguì il biondo con lo sguardo, vedendolo uscire in fretta e furia dal negozio, e poi fece lo stesso con il suo amico, che non mancò di mandarlo al diavolo con un dito medio ben alzato prima di sparire anche lui dalla su vista. Sospirò, stropicciandosi gli occhi con due dita ed infilandosi gli occhiali da sole, quando una macchia rossa poco distante da lui attirò la sua attenzione. Fece giusto due passi e poi si chinò sulle ginocchia, osservando quello che doveva essere un portachiavi e raccogliendolo.

Probabilmente è caduto a quell’idiota quando l’ho mandato al tappeto, pensò il moro rigirandoselo tra le mani e percorrendo con i polpastrelli la scritta del nome del biondo e la sagoma della piccola volpe arancione che vi era a fianco. Lo osservò senza particolari espressioni o pensieri, limitandosi a tirare fuori dalla tasca del cappotto che portava un mazzo di chiavi e ad affiancare il suo portachiavi a quello che aveva appena trovato. I due  oggetti erano praticamente identici, tranne che per i colori – uno sfumava dal rosso al giallo, mentre l’altro dal blu scuro all’azzurro – e per gli animali che accompagnavano i rispettivi nomi – in uno vi era una volpe arancione, mentre nell’altro un algido gatto nero.
Che assurda coincidenza, si ritrovò infine a pensare mentre si tirava in piedi con ancora i due oggetti in mano. Li osservò ancora per qualche secondo e poi sbuffò, infilandoli entrambi in tasca ed uscendo a passo spedito anche lui da quel posto. Chissà perché, ma ho come l’assurdo presentimento che questa non sarà l’ultima volta che incontrerò quell’assurda scimmia gialla.
E forse Sasuke non se ne rese neanche conto, ma a quel pensiero le sue labbra non poterono fare a meno di piegarsi fino ad assumere la forma di un piccolo sorriso.

 

 To be continued…

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Capitolo 3
*** 3. Ancora tu?! ***


Salve a tutti, gente!!!

Visto che ho quasi finito di scrivere il 5 capitolo e che in questa settimana di vacanze conto di scriverne altri due o tre, vi posto il largo anticipo il terzo capitolo di questa impresa!
Inoltre vorrei ringraziare chi ha commentato ( Mi piace tantissssimo leggere i vostri commenti!!!) e chi ha messo nei preferiti ( 38 O___O …. *sviene*)!!!
Naturalmente ringrazio anche chi ha solamente letto ù__ù sci sci!! XD
Visto che ho intenzione di continuare a ciarlare giù in fondo, vi lascio subito al capitolo!!
Buona lettura ^^ !!! <3

 

 

 

A Song for You
3. Ancora tu?!

 

 

 

 

Close your eyes,
so many days go by.
Easy to find what's wrong,
harder to find what's right.

(RED – Dance with the devil)

 

 

In un appartamento nei pressi del centro di Konoha, una povera sveglia a forma di rana suonava ormai da più di dieci minuti, provocando nel suo proprietario dei grugniti di disapprovazione.
Al di sotto di un grande ammasso di coperte, Naruto Uzumaki, un giovane dalla capigliatura bionda e dagli occhi azzurri, cominciò finalmente ad uscire dal suo bozzolo di coperte e ad alzarsi, spegnendo quella dannatissima sveglia che, nonostante avesse comprato solamente il giorno prima, già gli stava antipatica. Poi si stropicciò gli occhi ancora assonnati con le mani e lanciò un’occhiata alla sveglia, controllando l’ora.
Rimase immobile per qualche minuto, come in stand bye, finché una frase non apparve nella sua mente.

- Sono in ritardo, dannazione! -
Si alzò velocemente e andò in bagno, lavandosi e vestendosi alla velocità della luce.
Fu in questo modo che, senza neanche pettinarsi i capelli o fare colazione, si fiondò fuori dal suo appartamento, iniziando così la sua giornaliera corsa contro il tempo per arrivare in orario a scuola.

- Uzumaki, sei di nuovo in ritardo! – fu con queste parole che il professor Iruka Umino lo accolse in classe non appena ebbe aperto la porta della sua aula. L’uomo sospirò, chiudendo il registro sul quale aveva appena finito di segnare le presenze, per raggiungere il suo alunno. – Naruto, non so più cosa fare con te. Ti avevo avvertito che la prossima volta che saresti arrivato in ritardo avrei dovuto mandarti dalla preside e pensavo che dopo la punizione dell’anno scorso avessi capito la lezione, eppure continui ancora ad arrivare costantemente in ritardo. –
Narruto tirò su il suo solito sorriso di scuse, portandosi nel mentre una mano a massaggiare il punto della sua testa in cui pochi secondi prima era atterrato un gessetto bianco.
- Scusi Iruka-sensei, ma stamattina non ho sentito la sveglia. – confessò, ridacchiando.
- Naruto, tu non senti mai la sveglia. – precisò il suo professore, sospirando. Poi gli mise una mano sulla testa e lo spinse indietro, fuori dall’aula. - Questa volta, purtroppo, non posso proprio lasciar correre Uzumaki, quindi ora vai, tanto la strada la conosci. –
- Ma… per favore, Iruka! –
- A scuola sono Iruka-sensei, ragazzino. E adesso vai! – e detto ciò gli chiuse la porta dell’aula in faccia.
Il biondino, sapendo che sarebbe stato inutile tentare di replicare ancora, si diresse con passo strascicato all’ufficio della preside. Arrivato davanti alla porta della presidenza prese un profondo respiro e poi bussò. Uno scocciato – Avanti. - gli concesse il permesso d’entrare, e così fece.
L’ufficio era una stanza molto grande, in cui facevano bella mostra solo due enormi librerie, un tappeto arabo e una scrivania dietro la quale si trovava la preside. Tsunade, questo era il nome della preside, era una bellissima donna dai lunghi capelli biondi, legati in due codini che cadevano sui seni eccessivamente prosperosi, e dagli occhi castani. Aveva un carattere forte e fiero e, proprio per queste sue caratteristiche, era molto temuta da tutti gli studenti… tranne uno.
- Ciao baa-chan! Ti trovo ringiovanita, come stai? – la salutò il biondino, sorridendo allegramente alla donna. Quest’ultima posò uno dei fogli che aveva in mano e gli mandò una truce occhiata, fulminandolo con lo sguardo.
- Ragazzino insolente, quante volte devo dirti di non chiamarmi così?! – gli urlò contro la donna, vedendo che il suo avvertimento era stato del tutto ignorato. – Inoltre, non dovresti essere così contento, Uzumaki. La tua presenza in questa stanza sta a significare solamente una cosa, e penso proprio che un altro allegro pomeriggio con le foglie non te lo toglierà nessuno, domani. –
Naruto sobbalzò, facendo qualche passo verso la scrivania.
- No, ti supplico baa-chan! – l’ennesima vena pulsante adornò la fronte tirata della donna. – Farò qualsiasi cosa, ma non le foglie! Non so… non hai qualche altro lavoretto per me? – la supplicò con lo sguardo, guardandosi intorno. – Tipo stirate, spolverare, riordinare… cose così, insomma… -
- No, le foglie andranno benissimo. – confermò la donna, per poi bloccarsi all’improvviso. Ma si, quasi quasi… pensò tra se e se Tsunade, per poi rivolgere lo sguardo verso una delle due poltrone che vi erano dinnanzi alla sua scrivania. – Anzi, forse qualcosa potresti fare. –
Gli occhi di Naruto si illuminarono, speranzosi.
- Davvero? –
La preside annuì, sorridendogli. – Già. Farai da guida al nuovo studente, così nel frattempo ti svegli un po’ e chissà, magari riesci anche a perdere questa tua maledetta abitudine di arrivare in ritardo… - borbottò infine la donna, alzandosi.

Nuovo alunno? Pensò tra se Naruto, per poi illuminarsi.
- Ah, sì! Il ragazzo nuovo della nostra classe, giusto? E chi è, come si chiama? - chiese curioso il biondo avvicinandosi alla fatidica poltrona, dalla quale si sporse una persona che conosceva fin troppo bene. Il biondo sgranò gli occhi, puntando un dito verso il nuovo arrivato e assumendo un’espressione inorridita. – Tu! Cosa diamine ci fai tu qui?! - esclamò sconvolto quando la testa di Sasuke Uchiha spuntò dalla poltrona, che di sicuro, aggiunse il biondo tra se e se, in tempi remoti doveva essere appartenuta al diavolo in persona.
Il moro, che fin dall’inizio aveva riconosciuto la voce di Naruto e si era goduto la scena, lo guardò per qualche secondo con sufficienza, quasi con strafottenza, finché non si degno di rispondergli.
- Ci studio, Dobe. -
- Smettila di chiamarmi in quel modo, Teme! –
Tsunade batté le mani, soddisfatta di come erano andate le cose
- Ma bene, vi conoscevate di già… ma allora non c’è nessun problema! – affermò la donna, contentata di essersi tolta la grana di doversi occupare del nuovo, arrogante arrivato. Naruto la guardò incredulo, per poi puntare il dito su di lei.
- No, no! Baa-chan, mi rifiuto categoricamente di andare in giro con questo qui! Le foglie andranno benissimo. -
- Nah, sciocchezze. Sei stato tu a chiedermi se c’era qualcos’altro da fare, io ti ho solo accontentato. E poi lo sai, io sono così impegnata che non avrei proprio tempo da perdere così… - si lamentò Tsunade, per poi decretare con tono indiscutibile: - E ora non fare storie e vai, penserò io ad avvertire Iruka della tua nuova punizione. –
Naruto rimase senza parole per qualche secondo, osservando il volto sorridente della sua preside nel mentre tornava ad accomodarsi alla sua poltrona preferita e ad accantonare i fogli sparsi per il tavolo da una parte. Impegnata? Ma se scarica sempre tutto il suo lavoro alla sua assistente e passa le giornate ad oziare?
- Aspetta, dannata vecchiaccia, ma non riesci a capire che io con questo individuo non voglio avere niente a che fare? Mi ha offeso senza neanche conoscermi, e… -
- Insomma ora basta! – tuonò Tsunade sbattendo, in contemporanea, una mano sulla scrivania - Non m’interessa del rapporto che hai con Uchiha. Se senti la mancanza delle foglie vorrà dire che oggi pomeriggio toglierai anche quelle! Ed ora fuori, prima che le punizioni diventino tre. – ordinò, con tono severo.
– Dannazione! - il biondino, irritato al massimo da quella situazione, batté con forza un piede a terra.  – E va bene! Grazie mille baa-chan, hai appena trasformato la mia giornata in un inferno! E tu, muoviti! Prima finiamo, prima mi libererò di te! – e detto ciò incominciò ad avviarsi fuori dall’ufficio con al seguito un Sasuke ghignante.
Quel biondino lo divertiva, ed era una cosa più che rara.

Tsunade sospirò pesantemente non appena i due furono usciti dalla stanza, continuando ad osservare con sguardo vacuo la porta che era stata appena chiusa. Quel casinista di suo nipote gli dava ogni giorno una grana in più, mai una volta che riuscisse a stare fermo e tranquillo.
Sorrise tristemente, armeggiando con uno dei cassetti della scrivania e tirandone fuori una fotografia che ritraeva tre persone. A sinistra, un uomo dai capelli biondi e gli occhi azzurri di circa trent’anni teneva un braccio posato sulle spalle di una giovane donna, dai lunghi capelli biondi e gli occhi di un verde bottiglia molto acceso. Nel mezzo, un bambino biondo di circa sette anni sorrideva felicemente tra le braccia di Tsunade, comodamente seduta su una delle panchine di ferro del parco della città.
Erano passati oramai dodici anni da quando quella foto era stata scattata.
Sospirò.
- Minato, Kushina… se solo voi foste ancora qui, forse lui ora… - lo scorrere delle sue parole fu fermato dal bussare di qualcuno. Ripose velocemente la foto e asciugò una piccola lacrima che era sfuggita ai suoi occhi, al ricordo di quei giorni felici.
- Avanti. –
- Buongiorno Tsunade-sama. Spero di non averla disturbata -
La porta si aprì, rivelando un uomo alto quasi un metro e ottanta e dai corti capelli argentati, inusuali per la sua giovane età. Il volto, quasi completamente ricoperto dalla sciarpa che indossava quasi in ogni occasione, era segnato la una lunga cicatrice che partiva dal sopracciglio destro e scendeva giù, passando per tutto l’occhio e terminando sulla zigomo. Nonostante ciò, però, non si poteva di certo non affermare che Kakashi Hatake rimaneva pur sempre un bell’uomo.
- No, nessun disturbo Kakashi. Piuttosto… - lo scrutò con sguardo indagatore. – se non mi sbaglio, e fidati, accade raramente, tu dovresti essere dai tuoi alunni, a far lezione. –
- Bè, effettivamente… - l’uomo rise, portandosi una mano nei capelli e scompigliandoli ancora di più; poi si fece più serio. – Però, se permette, volevo parlare con lei di alcune cose riguardante la verifica che si farà prima delle vacanze di Natale. Vorrei sapere se posso cominciare ad avvertire gli studenti, in modo tale che possano organizzarsi –
- Oh, certo. Direi di procedere alla fine della prossima settimana. Avvertili che avranno due settimane precise per prepararsi e, per favore, occupati tu di quell’idiota di mio nipote. Vorrei evitare le maniere forti, questa volta. -
Kakashi rise, divertito.
- Ok, preside. Non si preoccupi.-
- C’è qualcos’altro? – chiese poi Tsunade, vedendo che l’uomo non si era ancora congedato.
- Bè, ecco… a dire la verità, sì. Pare che l’arrivo degli altri due membri degli SNS sia confermato per domani. –
Tsunade sospirò, portandosi due dita a massaggiarsi una tempia.
- Che scocciatura… –

 


 

§§§

 

 

Era più di un’ora e mezza che camminavano per la scuola, e Naruto stava per suicidarsi.
Il silenzio costante era spezzato solo dai loro passi e, ogni tanto, dalla sua voce monotona e scocciata che indicava il nome delle varie aule o dei vari professori, quando queste erano occupate.
Naruto sospirò, irritato.
Non aveva mai notato che quella scuola fosse così immensa!

E l’essere costantemente fissato da quegli occhi spaventosi non aiuta, pensò lanciando una veloce occhiata al moro dietro di lui. Inoltre, io odio il silenzio. Lo detesto!

 

- E questa è l’infermeria, nel caso dovessi accidentalmente cadere dalle scale, mentre da quella parte c’è la mensa. – si fermò di botto, voltandosi verso Sasuke, he a sua volta lo aveva imitato e lo stava osservando scocciato. - Bene il giro turistico è finito, quindi, ora, addio! – esclamò, girandosi di nuovo e tornando sui suoi passi.
Non voglio tornare in classe, pensò sbadigliando e mettendosi le mani in tasca. Poi girò verso destra, imboccando un nuovo corridoio, e raggiunse le scale, incominciando a salire i primi gradini che lo avrebbero portato sul tetto. Fece la prima rampa, per poi voltarsi irritato verso la fonte dei suoi problemi. - Si può sapere perché diamine continui a seguirmi? –
Sasuke lo guardò apparentemente impassibile, ma internamente divertito.
Chissà, forse aveva trovato un nuovo hobby nello stuzzicare quel ragazzo biondo.
- Non mi hai ancora fatto vedere le aule che riguardano i corsi pomeridiani. –
Naruto sgranò gli occhi, agitato.

Cazzo, me le ero completamente dimenticate! Sicuramente quella vecchiaccia l’ha fatto a posta, pensò il biondo mentre un velo di tristezza andava ad oscurargli il volto.
– Bè, puoi andare a vederle anche da solo. – si voltò, ricominciando a salire la seconda rampa. - Di sicuro troverai la strada. –
Naturalmente quel cambio d’espressione non era passato in osservato allo sguardo attento del moro, il quale, però, pensando fosse dovuto alla scarsa voglia del ragazzo di passare dell’altro tempo insieme, non ci diede molto peso, continuando a seguirlo con lo sguardo.
- Ma la preside ha detto che devi farmi vedere tutta la scuola… e per tutta s’intende anche le aule pomeridiane. È la tua punizione, no? – ghignò, contento di fare un piccolo torto a quel tonto di Uzumaki.
Naruto ringhiò, digrignando i denti.
- Questa me la paghi, Uchiha! È una promessa. – gli disse con rabbia, tornando indietro e sorpassandolo, imboccando un’altra rampa di scale che li avrebbe portati al piano di sotto.
Ben presto si ritrovarono in un lungo corridoio pieno, come gli altri, di porte e di aule. Le uniche differenze che non lo accumunava alle altre erano il diverso colore delle pareti, che invece di crema erano viola, e le varie etichette colorate posizionate su di ogni porta.
Sasuke si guardò attorno in modo alquanto interessato.
- In questo piano ci sono quaranta aule insonorizzate in cui il pomeriggio quasi tutti gli studenti vengono per fare i loro corsi musicali. Sono disposte in ordine alfabetico, a seconda degli strumenti o delle materie che si seguono. – spiegò il biondo, per niente a suo agio.
Non si era mai spinto in quell’ala della scuola, ne aveva quasi paura.
Anche se…
Si voltò alla sua destra e analizzò da capo a piedi Sasuke, che si osservava attorno con sicurezza.
Un senso di sicurezza e protezione, ecco cosa gli trasmetteva quell’arrogante ragazzo.
Due cose che lui non possedeva più, ormai.
Sorrise.
- Ehi Dobe, vuoi degnarti di rispondermi invece di sorridere come un ebete? –
Naruto sospirò, scuotendo la testa.

Un senso omicida, altro che quelle stronzate!
- Come scusa? –
Sasuke sbuffò
– Lo vedi che sei un Dobe? Ti ho chiesto se le aule sono chiuse a chiave o se sono aperte -
- Ehi, non chiamarmi in quel modo, Teme! Comunque no, dovrebbero essere aperte, ma non–
- Bene. - 
Sasuke ghignò, interrompendolo, e Naruto non fece in tempo a fermarlo o a dire qualcos’altro che il ragazzo spalancò la prima porta che ebbe sott’occhio, rivelando una stupenda aula nera con al centro, posizionato in bella vista, un bellissimo e costosissimo pianoforte a corda bianco.

 
 

 
Le dita fine e bianche si muovevano delicate su quei tasti bianchi e neri, e lui non poteva fare a meno di osservarle incantato.
- Mamma ancora, dai! Un’altra volta! – gli chiese, tirandogli il lungo vestito verde che la donna indossava sempre quando suonava per lui.
Poi la vide ridere, scuotere la testa e riposizionare le mani sui tasti.
- D’accordo, piccola peste. Ma poi a nanna, chiaro? –
- Sì! -
Naruto rise, contento.
E il pianoforte ricominciò.

 

 

Fuori nevicava e neve rossa cadeva dal cielo, depositandosi sulla città.
Lui attendeva, aspettava, ma forse invano.
- Purtroppo, l’uomo aveva molte lesioni interne dovute all’impatto e la donna una grave emorragia celebrale e… -
Le speranze vane.
- Ma ora stanno bene, giusto? – pianse. – La prego, mi dica che sono fuori pericolo, che sono ancora vivi! La prego! –
Fuori nevicava e neve rossa cadeva dal cielo, depositandosi sulla città.
Il sangue è rosso.
La morte anche.


 

- Naruto, conosci già Orochimaru-sama, vero?
Annuì.
- Bene. Era un caro amico dei tuoi genitori, lo sai. -
Lo osservò, rabbrividendo quando quegli occhi gialli si fermarono su di lui, scivolando per tutto il suo corpo.
- Da oggi si occuperà lui di te. –
Si inchinò, in segno di saluto.
L’uomo rise, una sua mano gli accarezzò una spalla.
Spalancò gli occhi.
Rabbrividì.
Pianse.

 

 

 
 

- Ehi Uzumaki, non fare scherzi! Ehi! –
Naruto riaprì gli occhi di scatto, sobbalzando quando si ritrovò il viso preoccupato di Sasuke Uchiha a pochi centimetri dal suo.
Ma quando li aveva chiusi?
- Ehi, tutto ok? Ti senti male? – gli domandò il moro, vedendolo spaesato e in stato confusionale.
- No, io… - era accucciato per terra, aveva il respiro corto e tremava. Cercò di calmarsi. – Non è niente… scusa, sul serio. – gli rispose, mentre mandava un’ultima occhiata al pianoforte.
Il sopracciglio di Sasuke si sollevò, per nulla convinto.
- Sicuro? Forse è meglio se ti porto in infermeria.-
- N-no, Davvero. – poi il biondo si alzò di scatto, scostando il moro e cominciando ad avviarsi a sguardo basso verso le scale. – Ci conviene tornare in classe prima che suoni la campanella della pausa pranzo, così il professore potrà presentarti al resto della classe. – borbottò poi, iniziando a salire le scale sotto lo sguardo per nulla convinto dell’altro ragazzo.
Il tragitto fino alla classe fu silenzioso più di quello dell’andata, ma visto che entrambi erano persi nei rispettivi pensieri, nessuno dei due ci fece troppo caso. Una volta davanti all’aula, il biondo prese un enorme respiro e posò la mano sulla maniglia della porta, ma prima che potesse aprirla Sasuke gli afferrò un polso trattenendolo.
- Sicuro di star bene? – gli chiese, scrutandolo con attenzione.
Naruto non lo guardò, continuando a fissare la porta davanti a lui, per poi scrollarsi di dosso la presa del moro e spalancare con forza la porta con un enorme sorriso stampato in volto.
- Kakashi-sensei, gli ho portato il nuovo alunno! – proclamò, alzando una mano chiusa a pugno verso l’alto e marciando verso la cattedra.
- Uzumaki, ben tornato tra noi. Noi tutti speriamo che dopo questo lungo giro lei abbia cercato di perdere il suo brutto vizio di ritardare, la mattina. – borbottò il professore, chiudendo il libro che aveva in mano. Naruto rise quando notò, come al solito, il libricino nascosto all’interno del libro di testo, per poi annuire con vigore. Kakashi sospirò. –Facciamo finta che ha imparato la lezione e che non succederà mai più. Va a sederti al tuo posto, ora. –
Naruto non se lo fece ripetere due volte e corse al suo posto, mettendo più distanza che potesse tra lui e quell’Uchiha.
- Allora, nostro eroe e spazzino personale, quante foglie dovrai raccogliere questa volta? –
Kiba, seduto al posto dietro di lui, non mancò di fare qualche battutina ironica, facendo sbuffare il biondino.
- Kiba, c’è poco da scherzare! Non solo oggi pomeriggio dovrò pulire le foglie, ma ho dovuto far fare anche il tour dell’edificio scolastico a quell’idiota! – rispose scocciato.
Kiba lo guardò perplesso.
- Intendi il nuovo arrivato? Oh… e dimmi, com’è? Spero sia simpatico, almeno. –
Naruto rise divertito, per poi farsi improvvisamente e incredibilmente serio.
- Simpatico? Oh, ma certo, come no. Simpaticissimo. – poi puntò la porta con l’indice. – Guarda un po’ chi renderà questa scuola ancora più odiosa, da oggi in poi. -
Kiba lo guardò stranito, per poi voltarsi verso la direzione indicata da Naruto e rimanere a bocca aperta… come tutta la classe, del resto.
- Ma… ma è… -
- Chiudi la bocca, Kiba. Ti entrano le mosche. – borbottò irritato Naruto, accomodandosi meglio sulla sedia e incrociando le braccia.
- Ragazzi, lui è Sasuke Uchiha. – cominciò a parlare il professore di matematica, indicando il moro affianco a lui. – Non penso ci sia bisogno delle presentazioni ufficiali, sono più che sicuro che tutti voi lo conosciate già. – sospirò, quando l’espressione ebete delle ragazze venne a contatto con i suoi occhi. – Sia ben chiara una cosa, però: nonostante faccia parte di un gruppo in pieno esordio, dovrete trattarlo come ogni altro vostro compagno. Senza favoritismi. Ed ora, se volete porgli qualche domanda, potete farlo. –
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Nella mente di Kakashi passarono esattamente cinque secondi e, da lì, si scatenò praticamente l’inferno. Nell’aria si sentivano solo parole, naturalmente riferite all’Uchiha, come ‘cibo preferito’, ‘numero di telefono’, ‘mettiti con me’… insomma sembrava di stare in un mercato!
Continuò così per una decina di minuti, finché Kakashi non decise d’intervenire.
- Ora basta, fate silenzio! Potrete continuare dopo con le vostre interessantissime domande. – poi si voltò verso Sasuke, indicandogli un banco. - Bene Uchiha. Visto che hai già fatto amicizia con Uzumaki, vorrà dire che ti siederai al banco vicino al suo. -
Una gran quantità di proteste giunsero al professore, mentre un biondino alquanto sconvolto picchiava la sua testa sul banco.
Prima lo incontrava in quel negozio di CD e ci litigava alla grande.
Poi se lo ritrovava a scuola e lo costringeva a scendere nell’ala di musica.
Ma che fosse addirittura suo vicino di banco proprio no! Non poteva sopportarlo.
Cantante famoso o meno, lui non sopportava Sasuke Uchiha!
- Ehi, volpe… se continui a sbattere la testa sul banco te la romperai.- gli fece notare Kiba.
- Kiba, ma ti rendi conto?! Dovrò sopportarlo fino alla fine della scuola! E io che pensavo di non incontrarlo mai più! – si lamentò con tono sconsolato mentre continuava a sbattere la testa sul banco.
- Dai, smettila! Sennò ti farai male sul serio! – lo bloccò con una mano prima che potesse scontrarsi ancora con la superficie liscia del banco.
- Tsk… tanto quella testa è vuota, di sicuro il danno che si farebbe sarebbe minimo. – si intromise Sasuke, posando la borsa sul tavolo e accomodandosi al suo posto.
- Uchiha! – si alzò, puntandogli un dito contro. – Ti sia chiara una cosa: io non voglio avere niente a che fare con te! Chiaro? -
Sasuke sorrise impercettibilmente, per poi ghignare.
- E’ una dichiarazione di guerra? –
- Ovvio! –
Il moro rise, dandogli le spalle.
- Tsk… e chi mai vorrebbe avere a che fare con un Dobe come te? –
Naruto non fece in tempo a mandare a quel paese il moro che la campanella suonò, annunciando a tutti la tanto attesa pausa pranzo. Kiba lo tirò per un braccio.
- Dai, andiamo Naruto! Gli altri ci aspettano. –
E così, facendo una linguaccia al moro, Naruto si avviò trascinato dall’amico alla mensa scolastica lasciando dietro di se un Sasuke Uchiha ghignante e sommerso dalle fan.

 

 

 

 

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

 

Bè, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto tanto quanto gli altri!!!
(lo spero, visto tutto il lavoro che ci fai fare… ndSasu)
( zitto tu!! ndMe)
Ed ora passiamo alle risposte delle recensioni!!

 

StUpId_LiTtLe_DoLl: Ma sciao! È già, Sasu e Naru si sono incontrati, e come hai potuto vedere da questo chappy saranno a stretto contatto!!XD ma non gli darò vita facile… perché ho intenzione di torturarli un po’ prima di approfondire il loro rapporto! XD (lo so, sono sadica… ma è questo il bello!!! *o*) Per il passato di Naru purtroppo ci sarà d’aspettare un pochettino, tipo tre-quattro chappy. Tra i preferiti *o* Grassie *me salella per tutta la stanza*. Alla proxxima!! Kissono
( Minacciarmi? Nooo, mai pensata una cosa del genere *me si nasconde dietro a sasu* ndMe Ehi tu! Togliti! Non sono mica il tuo scudo ndSasu Zitto tu, sennò niente lemon! ndMe ….ndSasu )
Kurachan: Grassie mille per i complimenti! ^///^ Sono contenta che l’idea ti piaccia! Ti aspetto alla prossima!!! Kiss <3
akatsukina fur immer: Che la storia ti piaccia, puoi dirmelo tutte le volte che vuoi! Se vuoi puoi fare anche un commento con scritto solo quello!! XD Già, diciamo che il nostro Naru-chan è mooooolto professionale, e all’Uchiha gli darà molto filo da torcere! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto!! Un Kissone!!
ryanforever: Ma sciao!!! Già già, avevi proprio ragione ù__ù Per quanto riguarda gli SNS avrai le tue risposte al quarto chappy, ma per il momento posso dirti che hai azzeccato Neji ( e come poteva mancare una NejixKiba, dopotutto XD). Per quanto riguarda il nostro Naruchan *si porta un fazzoletto agli occhi*… gli sono successe brutte cose… *si riprende* Ma ora ci penserà Sasuke a farlo riappacificare con la musica… o almeno speriamo XD Un kissone, e alla prossima!
bellissima90: Davvero continuerai a seguirmi *fa occhioni dolci* Ma grassieee!! E grazie anche per i complimenti per l’altra ficcy!! XD Sono onorata che questa sia l’unica fanfic yaoi che commenti çoç *me si inchina* Un MegaKissone
Hoshiro: Venerarmi? Ma no, non ce n’è bisogno^^ e come vedi ti ho anche postato il new chappy in anticipo!! Sono contenta che il loro incontro ti sia piaciuto, e, come hai visto da questo chappy, i due saranno a “stretto contatto” XD Alla prossima! Un superfantasmagorico Kissone!!
sumire01: Sono stracontenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto!^^ è già, le tue intuizioni su Orokeccha e sul vecchio lavoro di Naru-chan sono esatte!! Con il tempo tutti i misteri verranno al pettine *o* Alla prossima KISS<3
Tensai86: *me si inchina* me onoratissima che questa ficcy ti piaccia !!! purtroppo quella battuta sui capelli di Sasuke ci voleva proprio… dopotutto è la verità XD (scherzo)!!! Per i ciondolini… ANCHE IO LI VOGLIOOOOO ç____ç !!!! Magari esistessero…. ç__ç
Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere!!! Alla prossima. Un supermegakissone <3
miiky: Me contentissima che ti piaccia!!! Spero che anche questo non sia da meno! Alla prossima! KISS

 

 

Me lo lascerete un altro commentino, vero *me fa occhioni dolci* ?
Uno piccolo piccolo piccolo… ç____ç

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Capitolo 4
*** 4. Litigio ***


abc

Salve gente!!! Come va? Spero bene (anche se in questi ultimi giorni ne sono successe di tutti i colori ç__ç)
Oggi la mia testa è completamente impallata @__@… sono due giorni che stò cercando di concludere il 6 capitolo! Mi sta facendo impazzireeee!
( come al solito ndSasu)
(zitto tu!! ndMe)
Cooooomunque, me tanto tanto tanto felice che la storia piaccia!! Inoltre mi piacciono molto i vostri commenti!!! Me tanto felice!!! Inoltre ringrazio anche chi ha messo nei preferiti (50 O___O …. *me presa da infarto*) e chi ha solo letto !!! ù__ù già già!!
Vabbè, ora vi lascio al capitolo!!! 

Buona lettura ^^ <3

 

 

 

 

A Song for You
4. Litigio

 

 





 

There might have been a time
When I would give myself away.
Ohhhhh
Once upon a time I didn’t give a damn
But now
Here we are
So whataya want from me

(Adam Lambert - Whataya want from me)

 

 




Dopo essere usciti dall’aula ed essere scesi al piano terra, Naruto e Kiba arrivarono in pochi minuti in un’enorme sala in cui erano riuniti tutti gli studenti della loro scuola, ad eccezione di quei pochi che avevano avuto il coraggio di godersi l’ultimo sole caldo di quell’anno prima che arrivasse l’inverno.
Come ogni giorno, comunque, la mensa era molto affollata e i due decisero di mettersi da subito in fila per prendere il loro cibo. Rimasero in silenzio per la maggior parte del tempo quando alla fine il castano parlò.
- Senti, ma come mai oggi hai fatto così tardi? Eppure ieri sera, quando mi hai telefonato per quelle cose di matematica, mi avevi detto che andavi subito a letto... e non rifilarmi la scusa che la sveglia ti si è rotta, perché non ci credo! – borbottò Kiba mentre la fila procedeva.
Naruto lo osservò per qualche secondo, come per accertarsi se fosse nel pieno delle proprie facoltà mentali, per poi rispondergli: - Figurati… sono solo rimasta fino alle tre a cercare una cosa che avevo comprato ieri, ma non l’ho trovata... – confessò, per poi ghignare e scompigliare i capelli all’amico con forza. – Scusa, mammina. Non lo farò mai più, lo giuro. – lo prese in giro, per poi scoppiare a ridere.
Kiba lo allontano con malagrazia, dandogli una pacca sul braccio.
- Tu! Non osare mai più chiamarmi in quel modo, ingrato! - disse, mettendo su una specie di broncio mentre prendeva il suo pranzo. Poi, una volta che anche Naruto ebbe preso le sue solite due ciotole di ramen, i due si allontanarono dalla fila, guardandosi intorno.
- Ehi, ragazzi! Da questa parte! – li chiamò Ino, una loro compagna di classe.
Individuato il tavolo, i due si diressero verso di esso e salutarono tutti i loro amici, sedendosi ai loro posti.

Il primo, sia per importanza sia per svogliatezza, era Shikamaru Nara, un ragazzo tremendamente pigro e che mostrava il suo interesse solamente quando si parlava di musica o di shoji, in cui era un vero campione. Prediligeva in particolar modo la musica classica e studiava in particolar modo vari tipi di chitarra, sia classica che elettrica. Era amico di Naruto dalle medie insieme a Kiba e a Ino, la sua ragazza.
Ino Yamanaka era una ragazza tutta pepe. Alta, slanciata, occhi azzurri e lunghi capelli biondi spesso e volentieri legati in un’alta coda di cavallo, oltre ad essere la più bella ragazza della scuola era anche la più promettente in vampo vocale insieme alla sua amica/rivale Sakura Haruno, con cui era in continua competizione.
Poi c’era Hinata Hyuuga, una ragazza molto carina, dai lunghi capelli neri con qualche riflesso blu e gli occhi talmente chiari da sembrare quasi bianchi. Frequentava il corso di musica classica ed era specializzata soprattutto nell’utilizzo del violino, nel quale si era più volte distinta. Il suo unico difetto? Era terribilmente timida e non parlava quasi mai, come anche il suo amico Shino, un tipo molto strano che indossava sempre un paio di occhiali scuri e il suo cappuccio sulla testa ed amava gli insetti in un modo quasi spaventoso.
Rock Lee e Ten Ten, poi, erano un duetto veramente divertente! Erano fidanzati da quasi due anni, ormai, e cantavano insieme da cinque. Non si era ancora capito come un tipo calmo come Ten Ten potesse sopportare un tipo esuberante come Lee, ma insieme formavano davvero una bella coppia ed erano amici di Naruto da circa una anno e mezzo.
E per ultimo, ma di certo non meno importante, c’era Chouji, un ragazzo molto robusto specializzato nella batteria. Amava le patatine e qualunque altra cosa che si potesse ingerire e digerire  ed era il migliore amico di Shikamaru, Naruto e Kiba fin dalle medie.

- Ehi, Salve ragazzi! – li salutò la bionda non appena si furono sistemati. – Allora, com’è il vostro nuovo compagno di classe? -
Naruto sospirò.
– Lascia perdere Ino, lascia perdere… - e detto questo si occupò del suo ramen, cominciando a mangiare.
Kiba rise, non riuscendo più a trattenersi.
- Oh, ragazzi… non potete neanche immaginare. Dovete sapere che in realtà è un ragazzo che abbiamo conosciuto ieri al centro commerciale e con cui Naruto ha avuto un’apertissima discussione. Non potete neanche immaginare l’espressione che Naruto aveva quando è entrato in classe con il nuovo arrivato al suo seguito, era impagabile! -
Naruto gli diede una pacca sulla schiena per farlo smettere.
- Già… e ho anche dovuto fargli fare il giro della scuola come punizione, oltre che pulire nuovamente il giardino da quelle maledette foglie. Dannata vecchiaccia e dannato Uchiha! -
A quel nome Ino e Sakura s’irrigidirono, negli occhi una strana luce...
Si sporsero sul tavolo fino ad arrivare a pochi centimetri dalla faccia del biondo, il quale aveva ripreso a mangiare con rabbia.
– Uchiha? Quel Sasuke Uchiha? – chiesero in coro.
Naruto le guardò interrogativo, la bocca completamente piena.
– Si, perché?-
Le due si guardarono per qualche secondo per poi cominciare a correre molto probabilemte verso la classe del biondo.
Solo in un secondo momento Naruto si ricordò che le due erano le Fan numero Uno di quel Teme.
- Quelle due sono completamente pazze. – affermò  Ten ten mentre condiva la sua insalata.
- Già. - confermò, Shikamaru.
- Ehi Shika, guarda che una delle pazze è la tua ragazza! Non dovresti difenderla?-
- Kiba, se la mia ragazza è pazza, è pazza… non c’è nulla o nessuno da difendere. –

 

§§§




 

- Adesso prendete a pagina centonovantadue. –
Naruto sbuffò, abbandonando la matita sul banco.
Quelle ore sembravano non passare mai. Continuava a fissare fuori dalla finestra come ipnotizzato, ripensando a quello che era successo quella mattina.
Erano anni che non vedeva uno strumento musicale, perché aveva troppa paura che tutti i brutti ricordi di quello che aveva passato potessero ritornare a galla. E infatti così era stato… o almeno in parte.
Aveva rivisto quei tremendi attimi della sua vita davanti agli occhi, li aveva sentiti, aveva avuto paura… ma, quando poi aveva rivisto per la seconda volta quel pianoforte solo una cosa gli era venuta in mente, solo una cosa il suo corpo voleva: suonare.
Già, avrebbe voluto avvicinarsi a quel pianoforte e cominciare a far scorrere le dita su quei lisci tasti bianchi e neri.
Voleva sentire la melodia che vi sarebbe venuta fuori.
Voleva sentire di nuovo quelle sensazioni che si provavano suonando.
Girò involontariamente lo sguardo alla sua destra, verso Sasuke.

Ma cosa mai ci troverà d’interessante quel tipo nel sentir ciarlare uno stupido vecchio?, si ritrovò a pensare nel vedere il moro tutto impegnato nel prendere appunti e a seguire la lezione.
Fece scorrere gli occhi sul suo viso pallido, che si alzava ed abbassava per cercare di vedere la lavagna dalla sua scomoda posizione, poi li spostò ai capelli, che si muovevano insieme al viso e sui quali la luce creava quegli strani ma attraenti riflessi blu elettrici, e infine li fissò su quegli occhi scuri che osservavano dapprima la lavagna, e poi il quaderno, poi di nuovo la lavagna, il quaderno, lui, e poi di nuovo…
Ehi, aspetta un attimo… mi fissavano?
Naruto e Sasuke si ritrovarono ad osservarsi reciprocamente, il primo completamente colto sul fatto e il secondo molto divertito dalla situazione. Poi il biondo arrossì come un peperone, distogliendo velocemente lo sguardo e portandolo al suo quaderno quasi completamente bianco.
Cazzo, cazzo, cazzo. Sono impazzito, forse: fissavo quel teme dell’Uchiha! Oddio, chissà cosa penserà adesso… mi prenderà in giro fino alla morte, ne sono certo! Sarà anche un bel ragazzo, certo, ed è stato gentile stamattina, voleva perfino portarmi in infermeria, e…
Naruto si diede una scappellotto in testa da solo.

Ma che diamine sto pensando!? Maledizione, maledizione!

 
Mentre il nostro eroe era preso da una crisi isterica, una pallina di carta si schiantò sulla sua testa e ricadde, poi, sul banco
Il biondino la osservò attentamente, confuso, per poi prenderla ed aprirla.

 

Non disperarti, Dobe. Lo so che sono bellissimo e che nessuno può resistermi… del resto come potrebbero? Dì la verità, da quanto mi stavi fissando? Venti minuti? Mezzora? Oppure dall’inizio della lezione?
Non pensavo di piacerti fino a questo punto.



Ok, tutto quello che aveva pensato solo pochi attimi fa era una vera e propria cazzata!
Come cavolo aveva fatto a dire certe cose di ad un narcisista simile che si autodefiniva “ bellissimo e irresistibile”?
E poi chi aveva mai detto che gli piaceva il moro? Lui no di certo!
Prese di corsa la sua penna, per poi cominciare a rispondere, con rabbia, sullo stesso bigliettino.

Disperarsi?! E chi si dispera!
Non ti stavo “fissando”, stavo solo pensando a quanto grande fosse quel brufolo che hai nella testa… se non mi sbaglio dovrebbe chiamarsi cervello, e poi… piacermi? Ma per favore! Non potrebbe mai piacermi uno che si autofinisce “bellissimo ed irresistibile”! Teme! XP

 

Finita la sua opera, accartocciò con rabbia il pezzo di carta e lo scagliò con forza sulla testa del moro che, dopo averlo letto, cambiò la sua espressione da divertita a infuriata.
Anche lui iniziò a rispondere con foga e rabbia.

Bè, anche se è un brufolo, io il cervello ce l’ho, a differenza di un certo Dobe che scrive “autofinisce” invece di “autodefinisce”… Non riesco proprio a capire come un Dobe come te possa essere entrato in una scuola prestigiosa come questa.
Le cose sono due: o sei un Dobe super riccone entrato con una super raccomandazione fatta dal tuo papino, o la tua mammina è la migliore amica della preside.
Allora quale delle due?
Di sicuro escluderei l’ipotesi che tu capisca qualcosa di note e strumenti musicali.
 

Quando Naruto ricevette quella risposta il cuore gli si fermò in gola, mentre un grande senso di nausea cominciò a farsi sentire. Aveva bisogno d’aria. Questa volta quello stronzo aveva proprio esagerato. Come si permetteva di offendere i suoi genitori?
Rispose in fretta al moro, per poi alzare la mano ed attirare l’attenzione del professore.
- Sì, Uzumaki? – chiese quello con tono scocciato.
- Professore non mi sento molto bene… potrei andare in infermeria? –
Il professore osservò il suo alunno .
- Bè, effettivamente non hai un bel colorito… va bene, puoi andare. –
E ricevuto il permesso Naruto si alzò, lanciando il biglietto al moro ed uscendo dall’aula, dirigendosi velocemente verso l’infermeria. 

Sasuke, che quando aveva sentito la richiesta di Naruto aveva subito pensato che fosse il suo modo per darsi alla fuga, dovette ricredersi quando quest’ultimo gli lanciò il bigliettino contenente la risposta. Senza aspettare oltre, lo aprì velocemente, sgranando gli occhi subito dopo averlo letto.

Finora sono passato sopra a tutto, ma ora posso dirti con sicurezza che con me non
avrai più niente a che fare. Io, Naruto Uzumaki, TI ODIO Sasuke Uchiha!
Vai a farti fottere, brutto stronzo!

Strappò con rabbia il bigliettino. Lui era Sasuke Uchiha e nessuno poteva insultarlo in quel modo. Nessuno!
E poi cosa aveva detto per far arrabbiare in quel modo il biondino? Insomma, oltre che offendere il suo modo di scrivere e il fatto che fosse in quella scuola, non aveva detto nulla di male. Giusto?
Preso nel dubbio, riprese i pezzetti del bigliettino e lo ricompose, analizzandone il contenuto. Forse se l’era presa per la scuola? No, no… chi mai si sarebbe offeso in quel modo se qualcuno avesse detto che a scuola va male o che non sa scrivere? Nessuno.
Per il fatto delle cose dette sulla sua famiglia? Insomma, non aveva mica detto che la madre si faceva sbattere da tutti i professori per farlo stare lì dentro. Aveva parlato solo di soldi e amicizia.
- Scusi, sensei. Vorrei avere il permesso di andare a vedere come sta Uzumaki, visto che è da più di un’ora che è fuori -
La voce dell’Inuzuka, l’amico di quel Dobe, lo riscosse dai suoi pensieri.
Dette un rapido sguardo al suo orologio, stupendosi di come fosse passato il tempo da quando il biondo era uscito. Non si era neanche accorto del cambio del professore.

 
Kiba, nel frattempo, non era riuscito a capire perché Naruto fosse andato via in quel modo. Sapeva che era una scusa, visto che neanche quando aveva la febbre andava in infermeria, quindi qual’era stato il problema?
- Sì, Inuzuka… - gli concesse il professore, guardando il suo orologio. - Forse è il caso che tu vada a vedere. –
Appena ebbe il consenso dell’insegnante, si precipitò subito fuori dalla classe, cominciando a cercare l’amico.
Passò mezz’ora, ma di Naruto non c’era traccia. Kiba aveva controllato dappertutto: in infermeria, nelle aule vuote del terzo piano, in presidenza, nel cortile, nel loro “posto segreto”… nulla! il biondo sembrava scomparso!
- Ma dove diavolo ti sei andato a cacciare?! – urlò il moro, sull’orlo della disperazione.
Non era da Naruto scomparire in questo modo.
Decise di ritornare in classe e di avvertire il professore… non c’era altra scelta.
Poi all’improvviso, passando davanti alle scale, gli venne in mente il terrazzo.
Si batté una mano sulla fronte.

Ma certo! Il terrazzo. Kiba sei un’idiota, perché non c’hai pensato prima?
, si disse mentre saliva le scale.
Arrivato, spalancò la porta e si guardò intorno. Apparentemente non sembrava esserci nessuno. Sospirando, decise di ritornare indietro quando, d’un tratto, sentì un singhiozzo provenire dalla sua destra. Continuando a seguire i rumori giunse in un angolo del terrazzo che non sapeva neanche esistesse, talmente era nascosto. Lì, accovacciato a terra, c’era Naruto. Le gambe al petto, le mani che andavano a stringere, con forza, i capelli. Le spalle erano scosse da pesanti singhiozzi. Piangeva.
Dopo un attimo d’esitazione, il castano si avvicinò velocemente al biondo che, spaventato, aveva alzato lo sguardo sul nuovo arrivato. Si guardarono per qualche secondo finché Kiba non si sporse per abbracciare il biondo, che si aggrappò con forza alla sua camicia, continuando a piangere.
- Naruto, cosa è successo? – gli chiese il castano non appena gli sembrò che l’amico si fosse calmato. - Questa sarà la terza volta da quando ti conosco che ti vedo piangere.-
Naruto tirò su con il naso, asciugandosi alla meno peggio gli occhi.
- I-io… bè, ecco… - balbettò indeciso. - P-pensavo al passato… -
Kiba sospirò.
– E come mai pensavi al passato? –
Naruto s’irrigidì.
Non poteva dirgli quello che era successo quella stessa mattina, e di sicuro non poteva dirgli che le parole dell’Uchiha gli avevano fatto sentire la mancanza dei suoi genitori.
Insomma, sarebbe andato da Sasuke e gli avrebbe spaccato la faccia!
Ne era sicuro!
Non che la cosa gli dispiacesse, ma non voleva che il suo amico si cacciasse nei guai per colpa sua.
Si staccò di colpo da Kiba, si asciugò le lacrime e si alzò.
– Nulla, Kiba… Lasciamo perdere. Forse è meglio ritornare in classe. – e detto questo Naruto cominciò a dirigersi verso le scale. Non fece in tempo ad aprire la porta, però, che un Kiba infuriato lo prese per il polso e lo allontanò dall’uscita.
- Naruto… tu non uscirai da questo terrazzo finché non mi avrai detto cosa diamine è successo! Hai promesso che mi avresti detto tutto, tutto quello che ti succedeva… dall’andare a comperare del ramen al finire sotto un’auto! Me lo hai detto tu due anni fa, cazzo! Ed ora sputa il rospo! Subito! – gli disse il castano con un espressione che non ammetteva repliche.
Naruto sospirò. Sapeva che quando Kiba diceva una cosa non cambiava mai idea.
- Il Teme… - solo due parole e un’occhiataccia.
- Il teme? Vuoi dire l’Uchiha? –
- Già… - strinse i pugni per cercare di reprimere la rabbia.
- E cosa ti avrebbe detto per ridurti in quel modo? –
- Ci ho litigato. E non voglio averci più niente a che fare! – confessò abbassando lo sguardo e lasciando che la frangia coprisse i suoi occhi.
- Naruto, guarda che l’avevo capito che ci avevi litigato… il punto è: cosa ti ha detto? –
- Mah… nulla di che. Forse è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tutto qui. –
Kiba non era per niente convinto, ma decise di lasciar perdere. Di sicuro l’Uchiha aveva tirato fuori qualche argomento pesante per il biondo.
Forse doveva fare due chiacchiere con il suo nuovo compagno di classe, tanto per mettere in chiaro le cose…
- Ok, va bene… torniamo in classe, tanto tra un po’ suona la campanella. Che ne dici se dopo andiamo a prenderci un gelato? -
Per non far preoccupare ulteriormente l’amico, Naruto sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi e rispose allegramente.
– Ok, Kiba… però invece del gelato andiamo a mangiare ramen! –
Kiba sospirò: quel ragazzo era sempre lo stesso.
– Uffa… ramen, ramen, sempre e solo ramen! Uno di questi giorni mi sentirò male! –
- ‘ttebayo!!! Ramen aspettami, sto arrivando!!! -
E tra le varie risate si diressero in classe, dove furono accolti da un preoccupato professore.
- Oh! Finalmente siete tornati. Stavo quasi per venirvi a cercare personalmente. –
- Ci scusi professore, ma Uzumaki non si sentiva ancora molto bene –
- Va bene, va bene… ora, però, sedetevi ai vostri posti. – e detto questo, i due ragazzi si sistemarono ai loro posti.

 
Nel frattempo Sasuke aveva osservato interessato la scena e, naturalmente, non gli era passata inosservata l’occhiataccia infuriata che l’Inuzuka gli aveva lanciato quando era entrato nell’aula.

Ma cosa diavolo vuole quello?
Rivolse una fugace occhiata al biondo al suo fianco, che da quando era entrato non gli aveva rivolto nemmeno uno sguardo. Osservandolo meglio, vide i suoi occhi rossi e leggermente gonfi.
Possibile che quel Dobe sia talmente stupido da mettersi a piangere per una semplice presa in giro?
La campana suonò e tutti gli studenti uscirono dalle loro aule per andare ai loro corsi pomeridiani.
- Ehi, Naruto, andiamo prima che l’Ikiraku chiuda! -
- Chiuda? Ma cosa cavolo dici Kiba? Guarda che è aperto ventiquattr’ore su ventiquattro! –
- Sì, ok… basta che andiamo, che sto morendo di fame! –
E dopo questo breve scambio di battute uscirono dall’aula sotto lo sguardo indifferente del moro. Dopotutto lui era un Uchiha, e agli Uchiha non interessa nulla degli altri.

Già, chiudiamo la questione biondino e pensiamo a noi stessi. Dopotutto cosa me ne importa di lui? Nulla. Assolutamente nulla.
E pensato questo uscì dall’aula per iniziare anche lui le sue lezioni pomeridiane.

Mai pensiero fu più sbagliato.

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°

Bè, spero che anche questo chappy vi sia piaciuto e che non vorrete il cadavere di Sasuke Uchiha, perché mi serve ancora vivo ^^ ( casomai quando la ficcy sarà finita…ndMe) (cosa vorresti dire, scusa? NdSasu) (nulla nulla… tu non preoccuparti^^ *me nasconde il coltello dietro la schiena*) (Non mi convinci per niente… ndSasu)

Risposte alle recensioni:

ramoso: Me tanto contenta che la ficcy ti piaccia! È già, sasu è un vero teme e, come hai potuto vedere in questo chappy, è davvero un Teme coi fiocchi !! Per quanto riguarda quello che è successo a Naru-chan dovrai pazientare un pochettino XD Alla prossima un kissone <3
ryanforever: Ciao! Già, diciamo che Sasuke sarà… ehm… sommerso dalle sue fan quasi 24h su 24 !! No vabbè, scherzo XD. È già, fidati che in questa ficcy voglio far preoccupare quel sasuke fino allo sfinimento bwahahahah *me impazzita*!!! Per sapere se le tue supposizioni sono esatte dovrai aspettare ancora un paio di chappy, ma niente di esagerato (spero…), e no, il terzo componente degli SNS non è Sai!! Nel prossimo chappy si scoprirà chi è, quindi devi pazientare (anche se di sicuro quando lo saprai dirai “Oh non ci avevo pensato!”)!! Penso che il prossimo chappy lo posterò in anticipo, quindi… alla prossima!!! Un bacio <3
bellissima90: Ciao! Mi disp, ma nn posso fare spoiler… ma presto (?) i tuoi dubbi verranno svelati!!! Un bacione <3
Tensai86: Ma sciao! Già, qui naru è davvero sfigato -.-, infatti pensavo di comperargli un amuleto portafortuna…XD SI orochiok centra… ma non posso fare spoiler!! Alla prossima! Un bacione <3
StUpId_LiTtLe_DoLl:Oh, me ti ringrazia! Infatti Sadica è il mio secondo nome XD (come facevi a saperlo?? O.o) Per il terzo membro dovrai apettare il prossimo chappy che conto di mettere mercoledì o giovedì… Un kissone <3
Kronos333: Oh, me ti ringrazia tanto! Alla prossima! Kiss <3
krikka86: Ciao! Sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto e ti ringrazio per avremi segnalato quell’errore che ho subito corretto *me si inchina /(_ _)\*!!! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto!! Un kissone e alla prossima <3
miiky: addirittura “bellissimo”! ^///^ spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Baci e alla prossima <3
Steffa: Ciau! Sono contenta che trovi la storia interessante e sarei davvero curiosa di sapere le tue ipotesi ( di sicuro avrai già centrato qualche punto!!! ) E poi addirittura tra le preferite!! Me ti ringrazia tanto!! Un kissone e alla prossima!!! <3

 

 

E AUGURI DI BUONA PASQUA A TUTTI!!!!!! <3


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Capitolo 5
*** 5. Nuove amicizie ***


abc

Salve a tutti gente! Passate delle buone vacanze?
Bè, di sicuro le vostre saranno state meglio delle mie (-.-) … un via vai continuo…

Vabbè, tralasciando questo piccolo particolare, parliamo del capitolo. Devo dire che mi piace molto come è venuto, e che, forse, è il miglior capitolo che abbia mai scritto… forse…
Vi comunico che qui finalmente si scoprirà l’identità del membro misterioso, che è… Purtroppo ho notato che le recensioni sono un po’ scese, e questo mi ha rattristato un po’ ç____ç
Comunque, vorrei tutte le persone che mi hanno lasciato un commentino (GRAZIEEEEEEEEE!!!) e tutte le persone che hanno messo nei preferiti ( 53 O__O  *me morta* ) e a chi ha messo nelle seguite (ambra_smile , blumoon, elie84, redangel250492, shinku66)
Naturalmente ringrazio anche chi ha solo letto. ù_ù 
Chiedo venia se ci sarà qualche errore, ma non ho avuto molto tempo per riguardarlo.

 
Ed ora vi lascio al capitolo!!! <3

 

 

 

 

A Song for You
5. Nuove amicizie

 


 

 

Count on me through thick and thin
A friendship that will never end
When you are weak, I will be strong
Helping you to carry on

 

(Count on – Withney Houston)

 

 

 

 

Naruto era lì, seduto come ogni giorno al suo solito banco; la mano destr che gli sorreggeva la testa e lo sguardo vuoto indirizzato alla finestra. La mente persa nei suoi pensieri.
Da quella disastrosa giornata era passata esattamente una settimana.
Una settimana in cui tutto era andato al meglio per il biondo: i suoi voti erano leggermente migliorati, aveva cominciato un lavoro part-time al chiosco dell’Ikiraku e, in più, il Teme non gli aveva più rivolto la parola.
Certo, un po’ gli dispiaceva ma se davvero a quel Teme gli fosse interessato qualcosa di lui avrebbe dovuto inginocchiarsi ai suoi piedi e chiedergli scusa mille volte, per ricevere il suo perdono.
Peccato che Naruto non avesse ancora capito con chi aveva a che fare …
In quelle due settimane Sasuke lo aveva bellamente evitato.
Non una parola, non un’offesa, non uno sguardo… insomma, nulla!
Inoltre, era stato molto occupato a ciarlare con i suoi strambi amichetti, ovvero gli altri membri degli SNS: Neji Hyuuga e Suigetsu Hozuki .
Sorrise.
Erano arrivati il giorno dopo il moro e Naruto ricordava perfettamente di quando Neji Hyuuga era entrato nella sua nuova classe.


 

- Inizio Flashback -

Naruto non riusciva proprio a capire come mai tutti i nuovi studenti venissero nella sua stessa classe.
Quello che gli avevano affibbiato era più che sufficiente, no?
“Spero solo che non sia un altro Teme scorbutico…” pensò il biondo mentre sbirciava il volto impassibile dell’Uchiha. Forse aveva sbagliato a rispondergli in quel modo. Dopotutto lui cosa sapeva della sua vita? Nulla. Quindi, in realtà, qual era la sua colpa? Nessuna… o quasi.
- Ehi Naruto. Secondo te come sarà questo nuovo? – gli chiese curiosamente Kiba.
- Kiba, forse non ti sei accorto di un piccolo particolare: non ho una sfera di cristallo! Mi spieghi come faccio a saperlo? L’importante è che non sia come
quell’altro… - disse, facendo un segno con la testa nella direzione in cui si trovava il moro.
Kiba sospirò.
– Naru, forse hai esagerato ieri… penso che magari dovresti chiedergli scusa. Dopotutto non poteva sapere, che colpa ne ha? –
- Già, forse hai ragione tu…- rispose con tono malinconico. -… ma dimmi una cosa. Tu pensi che se la situazione fosse stata diversa non mi avrebbe ferito in egual modo? Se quelle offese fossero state rivolte ai tuoi genitori, tu avresti lasciato correre? – finì, con tono e sguardo deciso.
Il castano sembrò pensarci su, per poi negare convinto.
- Appunto… ecco perché io non gli chiederò mai scusa. -
A quell’ultima affermazione del biondo seguì un breve silenzio e quando sembrò che Kiba volesse ribattere la porta si spalancò, rivelando il volto sorridente della professoressa Kurenai.
- Buongiorno ragazzi.-
- Buongiorno professoressa!-
- Allora, come avrete sentito dalle “voci” che sono circolate per la scuola, i due restanti membri, nonché colleghi di Sasuke Uchiha, degli SNS, Suigetsu Hozuki e Neji Hyuuga, si sono trasferiti nella nostra scuola. Mi raccomando, lo stesso discorso che il prof. Iruka vi ha fatto ieri vale anche per loro. Chiaro?   – detto questo, si rivolse verso la porta e fece segno di entrare. – Prego, ora puoi entrare –
Dalla porta entrò un bellissimo ragazzo, alto, magro, con lunghi capelli castani legati in una bassa coda e degli occhi talmente chiari da sembrare bianchi.
“Mi sembra una persona familiare…”pensò il biondo.
- Ragazzi questo è Neji Hyuuga ed è il vostro nuovo compagno di classe. Bene, direi che potrai sistemarti laggiù, davanti al banco di Uchiha. Se volete, prima di cominciare la lezione potrete fare
qualche domanda al vostro nuovo compagno. –
E mentre le solite domande venivano rivolte al castano creando il solito baccano, Naruto, ghignando, spostò lo sguardo su un Kiba immobile (avete presente le pietre? Ecco, uguale), con occhi e bocca spalancati.
- Ehi, Kiba… ma quello non è quel bel ragazzo rappresentato su quei poster che hai attaccati per tutta la tua stanza? –
Kiba, si girò di scatto verso il suo amico, arrossendo come un pomodoro.
– Sshhh! Zitto! Vuoi che lo venga a sapere tutta la scuola?! –
- Ma come, non sei contento? Hai il tuo idolo come compagno di classe e come vicino di banco. Cosa vuoi di più dalla vita? – disse Naruto, mentre ridacchiava, a un Kiba sempre più rosso.
- Morire, essere inghiottito dalla terra, venir chiamato dalla preside o qualunque altra cosa! Come farò fino alla fine dell’anno? – disse, prendendosi la testa tra le mani. - Non ce la posso fare… il mio cuore non può sopportarlo… insomma, lui… è
lui, dannazione! – e, mentre Kiba continuava il suo delirio, Naruto si accorse di una cosa… che fece allargare ancora di più il suo ghigno.
Colpì la testa del moro per farlo tornare sulla terra.
– Ahi! Naruto, ma sei scemo? –
- Kiba, il tuo bello ti sta fissando.- comunicò Naruto, tenendo lo sguardo fisso sullo Hyuuga.
- C-cosa?! Idiota, dai… n-non scherzare…- disse, riacquistando il suo color rosso pomodoro.
- Ma io non sto scherzando. Ti sta fissando, o meglio ‘esaminando’, dall’inizio del tuo delirio… saranno si e no cinque minuti buoni. – disse, serio.
- C-che?! Ma no, di sicuro… di sicuro starà guardando qualcun altro… perché mai dovrebbe fissare me? Ti stai sbagliando. – concluse, ridacchiando nervosamente.
- Bene, e allora perché non ti giri e controlli con i tuoi occhi? –
Dopo un attimo d’esitazione, Kiba si girò lentamente fino a posare il suo sguardo in quello del castano. Quando occhi color oro e occhi color panna s’incontrarono, i rispettivi proprietari sobbalzarono, rimanendo a fissarsi per un tempo indeterminato.
Neji, non sapeva il perché, ma mentre stava esaminando la classe il suo sguardo si era come incantato quando era passato su uno strano ragazzo dall’aria vivace e sbarazzina.
Capelli marroni fino alle spalle, carnagione scura, occhi di un insolito color oro e due strambi tatuaggi triangolari, di color rosso, sotto gli occhi. Un individuo normale.
Però, non sapeva il perché, era come attratto da quel ragazzo.
Si fece addirittura scappare un mezzo sorriso quando lo vide disperasi, con il suo amico, per un qualcosa a lui ignoto.
Ed ora, ora che si era lentamente voltato verso di lui e aveva puntato i suoi occhi dorati nei suoi, tutto il mondo sembrava essersi fermato. Non sentiva più neanche le voci di quelle petulanti oche che gli facevano quelle domande inutili. Sentiva solo il suo cuore che batteva come impazzito e quello sguardo.
Kiba, dal canto suo, quando aveva visto che effettivamente il
suo Neji lo stava guardando e aveva posato i suoi occhi in quelli dell’altro, si sentì perso. Completamente perso.
Mai aveva immaginato che dal vivo quel ragazzo fosse così dannatamente bello.
Ed ora erano lì… e si fissavano in un modo talmente intenso…
Il rumore di un qualcosa che cadeva, probabilmente un quaderno, riportò alla realtà Kiba, che resosi conto di quello che stava facendo arrossì del tutto e volse lo sguardo verso Naruto, dando così le spalle allo Hyuuga.
- Hai visto che avevo ragione? – disse un Naruto ancora ghignante.
- G-già…- rispose balbettando il castano, che ancora non riusciva a credere a quello che gli era accaduto.
Calmati Kiba! Dopotutto hai solo incontrato il suo sguardo… diamine hai solo incontrato lo sguardo del tuo grande idolo e amore segreto, cazzo!
- Ragazzi, ora basta! Continuerete con le vostre domande in un altro momento. - disse Kurenai, battendo le mani sulla cattedra.- Ora, se vuole accomodarsi signor Hyuuga.-
Neji fece un segno affermativo con la testa per poi dirigersi verso il suo banco. Ad ogni suo passo il cuore di Kiba accelerava. Non sapeva perché, ma aveva un brutto presentimento… che si avverò nel momento in cui lo Hyuuga si fermò davanti al suo banco.
I due si guardarono per qualche secondo, finchè Neji non gli rivolse un bellissimo sorriso.
- Piacere, Neji Hyuuga. – disse, porgendo la sua mano al castano. Kiba, dopo un attimo di smarrimento e dopo essersi accurato che stesse parlando realmente con lui, porse la sua mano, rispondendo balbettante. Oddio, sembrava una ragazzina in preda agli ormoni!
- P-piacere, i-il mio n-nome è… è Kiba I-inuzuka! –
Appena le mani si furono unite il sorriso del castano si trasformò in un ghigno.
Con un unico strattone Neji tirò a se Kiba, facendo congiungere le loro labbra.
 

Allora, la situazione era questa: la professoressa e l’intera classe avevano gli occhi e la bocca spalancati dallo stupore, Shikamaru guardava la scena annoiato, Choji stava per strozzarsi con le patatine, Sasuke sorrideva, o meglio ghignava, mentre Naruto guardava la scena stupito.
Per quanto riguarda Kiba… beh, era rimasto pietrificato e con gli occhi spalancati.
 

Alla fine del bacio, Neji si avvicinò all’orecchio del castano sotto di lui e gli bisbigliò maliziosamente – Il piacere è tutto mio… spero che diventeremo
ottimi amici… Kiba. – e sussurrato il suo nome se ne andò tranquillamente al suo banco, lasciando alle sue spalle un Kiba completamente perso in un mondo tutto suo.
- Io te l’avevo detto che ti fissava.- disse sorridendo Naruto al suo amico, prima di cominciare a prestare attenzione alla lezione di inglese.

 
 
-Fine Flashback –


 
Naruto ridacchiò.
Quel giorno era stato davvero divertente… peccato che Kiba non fosse più venuto a scuola e che fosse una settimana che non lo vedeva.
Scosse la testa e sospirò.
Quello stupido lo aveva lasciato davvero in una brutta situazione: Neji che gli chiedeva tutti i giorni dove era finito il suo amico, le ragazze dell’intera scuola che continuavano a chiedergli del rapporto tra Kiba e il loro “adorato” Neji… per non parlare di un Suigetsu più sanguisuga che mai sempre tra i piedi!
Ancora ricordava perfettamente l’espressione contenta di Sakura quando glielo aveva presentato, mentre trascinava a mensa un Kiba ancora sconvolto.

 

-Inizio Flashback –

Trascinando per il colletto il suo amico, ancora imbambolato per quello che era successo quella mattina, Naruto era appena arrivato alla mensa quando una Sakura tutta contenta gli si era avvicinata. Era attaccata al braccio di un ragazzo alto, con gli occhi di un marroncino chiaro e i capelli di un insolito azzurrino chiaro.
“Guarda se questo non è l’altro amichetto del Teme…” pensò il biondo.
- Ciao, Sakura-chan! -
- Ciao Naruto! Ti presento Suigetsu
Hozuki, il terzo membro degli SNS! Mi raccomando non farmi fare figuracce. – gli sussurrò poi con una strana espressione Sakura.
Naruto squadrò per qualche secondo il ragazzo.
– Ma il terzo componente sulla copertina del CD non aveva i capelli corti e neri? –
Suigetsu a quella domanda rise, divertito.
– Già, non sei l’unico che me lo chiede. Sai, è stata un’idea dei produttori discografici… per loro i miei capelli risaltavano troppo sulla tonalità cupa dello sfondo. Inoltre quello scatto è di qualche mese fa e da allora non mi sono più tagliato i capelli. Volevo cambiare look. -
- Mmmh… Capisco… Comunque piacere, Naruto Uzumaki. – Disse, sfoderando uno dei suoi magnifici sorrisi mentre porgeva la sua mano al ragazzo.
- Il piacere è tutto mio, Naruto-kun… - disse stringendo la mano al biondo e continuando a fissarlo. - Lo sai, sei davvero bello. Peccato che tu non sia una ragazza… ma a questo si può sempre rimediare, no? Sei bisex  per caso? - concluse, sorridendo maliziosamente.
Naruto, a quelle affermazioni e a quella domanda, arrossì. Tolse violentemente la sua mano da quella dell’altro e indietreggiò.
Non sapeva perché, ma quel Suigetsu gli ricordava tanto uno squalo che girava attorno alla sua preda.

 

- Fine Flashback -

 

Da quel momento quel ragazzo per lui era stato una vera e propria maledizione.
Lo incontrava praticamente ovunque, ma naturalmente Suigetsu non mancava di specificare che era un semplice caso… sì, come no!
Nonostante questo “piccolo” particolare, non era un cattivo ragazzo, anzi, al contrario, era molto simpatico e spiritoso, anche se a volte se ne usciva con battutine su Naruto che poteva benissimo evitare.
Naruto sbuffò. “Ma come diavolo faranno quei due a stare sempre con quel Teme?” pensò, mentre con lo sguardo ritornò al posto vuoto davanti a lui.
“Penso proprio che oggi andrò a fare una bella visitina a quell’idiota di Kiba…”.

 

§§§

 

In casa Inuzuka regnava il silenzio… cosa molto strana, visto chi vi viveva.
Kiba Inuzuka, infatti, era sepolto in posizione fetale da un’intera settimana sotto le sue coperte, con le dita che accarezzavano continuamente le sue labbra.

Il mio idolo, il ragazzo che appare sempre nei miei sogni, il mio amore segreto… mi ha baciato!
Era questo quello il ragazzo si ripeteva di continuo come un mantra da quel giorno.
Aveva pensato talmente tanto all’accaduto che alla fine, per un paio di giorni, era stato a letto con la febbre alta. Ora che era guarito, però, aveva il terrore di tornare a scuola. Aveva paura che in realtà il gesto del suo idolo fosse stato dettato solo dal capriccio del mettersi in mostra.
Dopotutto era una star… una bellissima e fottutissima star! Come poteva a una star piacere un normalissimo ragazzo come lui, quando poteva avere chiunque?
Aveva paura di venir umiliato ancora e proprio non voleva soffrire di nuovo.

 

La porta della sua stanza si aprì con un tonfo. Prima o poi sua madre l’avrebbe rotta quella porta!
- Kiba, è venuto Naruto-kun a trovarti. -
- Ehi Kiba, come va? – lo salutò, solare, il biondo.
- … -
- Volete qualcosa da mangiare? – chiese la madre di Kiba.
- Oh, per me nulla signora, grazie. Sa… ho mangiato un po’ di ramen per strada, quindi sono a posto! – rispose ridendo.
- Si come no… per «un po’» intendi cinque ciotole, per caso? – mugugnò Kiba da sotto le coperte.
- No, ma cosa dici Kiba! – e da li scoppiarono in un’allegra risata.
Quando la madre di Kiba se ne fu andata, il biondo si avvicinò al letto dove si trovava il suo amico e sollevò le coperte, rivelando un Kiba sorpreso con tanto di occhiaie.
- Naruto, restituiscimi immediatamente le mie coperte! – ordinò.
- Uffa… stai diventando noioso, Kiba! Insomma si può sapere perché non vieni più a scuola? Oramai la febbre ti è passata, no? –
- Non sono affari tuoi! Ed ora ridammi quelle maledette coperte! – disse, alzandosi e allungandosi per riprendere le sue coperte.
Naruto, sbuffando, poggiò le coperte sul letto e vi ci sedé sopra. Almeno adesso Kiba l’avrebbe ascoltato, forse.
- Ma cosa diavolo vuoi?! – gli chiese, irritato, ma l’altro sembrò non ascoltarlo.
- Kiba, sbaglio o sei stato tu l’altra settimana a dire che “dobbiamo dirci tutto”? Era una promessa, no? - a quelle parole il castano si calmò e abbassò lo sguardo sul pavimento.
Il silenzio prevalse per alcuni minuti.
- Ho paura… - un sussurro che però non fu ignorato dall’altro.
- E di cosa hai paura, Kiba? –gli chiese Naruto, con tono esasperato.
- Ho paura che quel bastardo mi abbia baciato per puro divertimento, ecco di cosa ho paura! Tu lo sai che lui per me è un idolo. Sai che sono un suo fan, che non mi sono mai perso una sua intervista alla tv, che non mi sono mai perso un articolo che solo accennava a lui… lo sai che mi è sempre piaciuto, dannazione! – urlò, oramai con le lacrime agli occhi. – All’inizio ho pensato di vivere il più bello dei miei sogni… ma poi ho realizzato che in realtà il mio era solo il peggiore degli incubi. Dopotutto lui è pur sempre una persona famosa, e si sa che le persone famose pensano solo a divertirsi… - finì, dicendo l’ultima parola con tono schifato.
Naruto sorrise. Il suo amico era proprio cotto.
- Kiba, se proprio lo vuoi sapere è una settimana che il tuo “boy” mi tartassa di domande per sapere se stai bene e perché non vieni a scuola. Sto rischiando l’esaurimento, lo sai? -
All’espressione stupita del castano, il sorriso del biondo si ampliò.
– Penso proprio che tu gli interessi davvero, e se così non fosse e ti avesse baciato solo per un capriccio… beh, allora… potrà considerarsi morto! Inoltre, mio caro, devo ricordarti chi eri e chi sei? – finì, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta.
- Ora devo andare, sennò farò tardi al lavoro. Ci vediamo domani mattina al solito posto, così andiamo a scuola insieme. E non tardare, baka! – e detto ciò usci dalla stanza, lasciandosi alle spalle un Kiba ancora sconvolto.

 
Mezz’ora dopo…
- H-ha c-chiesto di… m-me? – chiese alla stanza vuota.
lo sguardo su uno dei tanti poster appesi al muro che rappresentavano lo Hyuuga.
Sorrise.
- Grazie Naruto… -

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza °°°° 

Bè spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto^^ e, come avete visto, ho finalmente svelato il “componente misterioso”, che altri non era che… Suigetsu!!
Vi avrò stupito almeno un po’? Bè, io spero vivamente di si!

Ed ora le risposte hai commenti!!!  \^o^/

 

Risposte alle recenzioni:

 
ryanforever: ciao! Lo so, lo so… Sasuke è stato un vero bas****o… ma lo costringerò a farsi perdonare *_*!! Per quanto riguarda il “componente misterioso” … mi dispiace non era Sasori, ma, come hai potuto vedere Suigetsu. Lo so, ho fatto penare un po’ tutti per questo personaggio… dopotutto sennò che divertimento c’era? XD (Psicopatica… ndSasu)(Zitto infame! Ti ricordo che hai fatto soffrire il nostro amato Naru-chan!! ndMe)( Ma se sei tu quella che scrive la fiction… casomai sei tu che l’hai fatto soffrire! ndSasu)(… ndMe)
Comunque spero che questo chappy ti sia piaciuto! Un bacione <3

miiky: Me ti ringrazia tanto per i complimenti! ^^ comunque una mano per uccidere sasuke mi farebbe davvero comodo! (anche se non penso che noi siamo le uniche a volere la sua morte... ) Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Alla prossima <3
krikka86: già lo so… la curiosità è una brutta cosa… ç_ç (se avessi una sfera di cristallo, o una qualunque cosa per predire il futuro, la prima cosa che farei è andare a vedere cosa accade nelle varie ficcy XD) Per quanto riguarda Sasuke... ihihih… si farà perdonare a tempo debito. XD
Un bacione <3

blumoon: ma sciao! Spero che le risposte che ti ho dato nella mail (ti è arrivata vero? No perché a volte non me le manda per non si sa quale arcano motivo…) abbiano risolto alcuni dei tuoi dubbi. Come ti avevo detto in questo capitolo ho svelato il “componente misterioso”. Alla prossima. Un bacione <3

Naturalmente grazie anche a chi ha solo letto, ha chi ha messo nei preferiti, nelle seguite e a tutti gli altri!!!!

ME LO LASCERETE UN ALTRO COMMENTINO, VERO? UNO PICCOLO, PICCOLO, PICCOLO… ç__ç

 
Alla prossima <3

 

 

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Capitolo 6
*** 6. Una notizia sconvolgente... o almeno per me ***


Passata una buona settimana? Di sicuro meglio della mia… ho studiato più questa settimana, di quanto abbia mai studiato nella mia vita!!!La notte mi sognavo addirittura i numeri che mi chiedevano di unirmi con loro in uno strano girotondo… mah…
Comunque, parlando d’altro… Sono davvero contenta di aver trovato così tante recensioni!!! Davvero, mi avete fatto davvero felice!!!Comunque, vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno lasciato un commentino (GRAZIEEEEEEEEE!!!) e tutte le persone che hanno messo nei preferiti ( 54 O__O *me saltella per la stanza come un coniglio* ) e a chi ha messo nelle seguite (15)

Naturalmente ringrazio anche chi ha solo letto. ù_ù

 Ed ora vi lascio al capitolo!!! <3

 
Buona lettura!! ^o^

 

 

 

 

A Song for You
6. Una notizia sconvolgente… o almeno per me!

 

 

 

I'm floating in the space
watching my world in flames
the sky will never burn forever
I'm waiting for that day
when everything will change
the sky will never burn forever

(3° moon- linea77)

 

 

 

 

Come promesso, la mattina dopo Kiba si era presentato all’appuntamento mattutino con il biondo.
Mentre si dirigevano a scuola, Naruto raccontò all’amico tutto quello che era successo durante la sua assenza e che si era perso, compresa una certa notizia che scandalizzò non poco il ragazzo con i tatuaggi rossi…
- Sakura ha fatto entrare Neji, Sasuke e Suigetsu nel nostro gruppo? Ma con quale diritto, scusa? -
Naruto sospirò, sconsolato.
- Già… non ne parliamo. – borbottò tristemente.
- Non hai ancora risolto con Uchiha, vero? – gli chiese Kiba non appena vide lo stato d’animo in cui versava il ragazzo al suo fianco. Sospirò, vedendo Naruto scuotere il capo negativamente.

Lo immaginavo, pensò tra sé e sé.
- Dai, si risolverà tutto. – gli batté una mano sulla spalla, in segno d’incoraggiamento.
- Lo spero… - sussurrò il biondo. Un sorriso malinconico sulle sue labbra.
Arrivarono a scuola dopo circa dieci minuti di cammino e non ci misero molto a trovare il loro gruppo di amici, leggermente più grande del solito.
- Ciao Naruto! – Ino gli corse incontro per salutarlo ma si bloccò non appena vide Kiba, che gli sorrise in segno di saluto. – Oh, finalmente! – gli rispose quella, per poi rivolgersi agli altri. – Ehi, ragazzi, Kiba è resuscitato dall’oltretomba! – urlò, per poi posare un grande bacio sulla guancia dell’Inuzuka.
- Buongiorno gente! – salutarono in coro Naruto e Kiba.
- Allora, disgraziato, si può sapere che fine avevi fatto? Ci hai fatto preoccupare… potevi almeno farti vivo, no? – lo sgridò Ino, arrabbiata e offesa allo stesso tempo.
- Dai, ho soltanto avuto la febbre. - Kiba la abbracciò, sorridendo  imbarazzato, ma Ino non fu del suo stesso avviso e gli diede una gomitata nel costato, scrollandoselo di dosso.
- Idiota! -
Ci fu una leggera risata generale, finchè Sakura non si mise davanti a Kiba trascinando con se un Suigetsu sorridente.
- Kiba, lui è Suigetsu, il mio nuovo compagno di classe! Suigetsu, lui è Kiba Inuzuka ed è nella stessa classe di Naruto. -
- Piacere, Suigetsu Hozuki. – si presentò, porgendo la mano al castano.
- Piacere mio! Kiba Inuzuka! – rispose sorridente, mentre andava a stringere la mano di quello strano ragazzo dai capelli azzurri che aveva iniziato a squadrarlo dalla testa ai piedi.
- … lo sai, neanche tu sei tanto male, proprio come il tuo amico… sei libero per caso? – gli chiese, sorridendo maliziosamente.

“Ma questo qui si presenta così con tutti?!” pensò indignato Naruto.
Kiba, imbarazzato come non mai, cercò di lasciare la mano di Suigetsu, ma invano. Era sul punto di dirgli di lasciargliela, quando un Neji leggermente arrabbiato prese violentemente il polso del suo amico facendogli lasciare, così, la presa.
- Ahi! Neji, ma sei impazzito? Mi hai fatto male! – urlò l’albino.
- Tsk. La prossima volta cerca di non toccare la roba altrui… e poi lo stavi importunando.- e detto ciò si girò e cominciò ad avviarsi verso l’edificio.
Kiba aveva osservato rapito la scena.

M-mi ha aiutato… o mi sbaglio?
Rimase immobile per un po’, finché non si sentì spingere.
Si girò infuriato, ritrovandosi davanti un Naruto super sorridente.
- Hai ancora dei dubbi? Dai, vai a ringraziarlo! -
Kiba osservò per qualche minuto il suo amico, per poi sorridere imbarazzato e cominciare a correre dietro al suo salvatore.

“Sono contento per te Kiba…” pensò Naruto, mentre un sorriso malinconico andava a dipingersi sulle sue labbra.

Esisteva una persona che avrebbe potuto amarlo in quel modo? 

Fece scomparire quell’espressione ridicola dal suo volto e la sostituì con uno dei suoi soliti sorrisi di circostanza senza accorgersi che, il tutto, era stato osservato da un paio di penetranti occhi color pece.

 

 

§§§

 


 

Neji non riusciva proprio a capire cosa poteva essergli preso. Comportarsi in quel modo con uno dei suoi migliori amici… per di più davanti a tutti! Non che fosse una novità, visto che, al suo primo giorno di scuola, l’aveva baciato davanti all’intera classe, insegnante compresa.
Eppure, quando aveva visto quella scena… quando aveva visto Suigetsu chiedergli quelle cose… quando aveva visto Kiba in difficoltà… non ci aveva più visto, e non aveva pensato due volte ad intervenire.
Aveva quasi varcato l’entrata, quando, una mano delicata e abbronzata, lo strattonò, facendolo fermare.
Si stupì nel ritrovarsi davanti un Kiba con il fiato corto e le guance accaldate, che stava cercando di riprendere fiato.
- Kiba? C-cosa c’è? – chiese, stupito.
- Anf… anf… N-neji…i-io…anf…- Kiba fece un respiro profondo. – Volevo ringraziarti per prima. Mi hai tolto davvero da una brutta situazione! Ahahah! – concluse sorridendo.
- Ah, bè… prego. -

Cadde il silenzio…

Entrambi erano troppo imbarazzati per riuscire a trovare un qualsiasi argomento di cui discutere.
- B-bè… allora io… t-torno dagli altri, cosi tu puoi… andare – disse Kiba, finendo con un sussurro. Fece per girarsi quando Neji gli afferrò saldamente il polso destro.
- C-cosa…? –
- Andiamo insieme. – disse, con decisione.
- Andiamo insieme… dove? – Kiba non riusciva a concentrarsi. Quella mano che teneva saldamente il suo polso, quelle labbra morbide che si muovevano… era forse in uno dei suoi soliti sogni sconci?
- Andiamo insieme in classe. –
- A-ah… o-ok… -
Il tragitto fu lungo e silenzioso. Solo quando arrivarono in classe e si furono separati, Kiba si accorse di sentire freddo alla mano destra.

Si erano tenuti per mano per tutto il tempo.

§§§



 

Quando la campanella annunciò l’inizio delle lezioni tutti gli studenti entrarono nelle loro classe, sedendosi ai loro posti per incominciare un’altra lunga e noiosissima giornata infernale. Naturalmente, tra questi, vi era anche un certo Naruto Uzumaki che non vedeva l’ora di sapere cosa si erano detti il suo migliore amico e la sua storica fiamma…
- Allora? – gli chiese sottovoce Naruto, sporgendosi sul suo banco.
- Allora cosa? – fece vago.
- Dai, Kiba! Cosa vi siete detti? –
- Ma… ma nulla, davvero! – arrossì. – L’ho raggiunto e l’ho ringraziato, tutto qui. – gli rispose, abbassando lo sguardo verso il pavimento per la vergogna.
- Oh. - Naruto assunse un’espressione molto delusa. – Tutto qui? E io che pensavo che vi fosse messi insieme… ma qualcosina di sconcio c’è scappato o… -
- Shh! – Kiba lo zittì prima che potesse dire altro. – Ma vuoi abbassare la voce, idiota? E poi… sì, c-ci siamo tenuti la mano fino in classe… contento? – confessò in un bisbiglio, arrossendo sempre più.
Il biondo sorrise, contento ed eccitato.
- Ma è fantastico! Allora siete ufficialmente una coppmpf. – non fece in tempo a terminare la frae che una mano gli andò a tappare la bocca con violenza.
- Naruto, ti ho detto di non urlarlo ai quattro venti! – lo minacciò con lo sguardo, mentre lo liberava.
- Uffa… ma io scherzavo… - sbuffò. I due continuarono a parlare del più e del meno per quasi mezz’ora, finché non si presentò il loro professore, puntualmente in ritardo.
Kakashi Hatake sospirò, raggiungendo con passo lento la cattedra e posando su quest’ultima libri e valigetta. Poi sorrise ai suoi alunni e li salutò con un cenno della mano.
- Buongiorno, ragazzi. Scusate il ritardo ma… avevo perso la retta via. – borbottò l’uomo.
Naruto si alzò in piedi, puntandolo con un dito.
- Kakashi-sensei, ogni giorno se ne inventa una. Lo dica che non le va di venire a scuola! – lo sgridò mentre l’intera classe rideva.
- Oh, Uzumaki… attivo fin dal primo mattino, vedo. –
- Come al solito! – gli rispose, sorridendo allegramente e tornando seduto.
Quel professore gli stava veramente simpatico.
- Bene, ora però passiamo alle cose importanti. -  annunciò l’uomo, fissando tutti seriamente. Nella classe scese il silenzio più assoluto, segno che tutti erano pronti ad ascoltare attentamente.

Che qualcuno mi assista… pensò tra sé il professore.
Si sedette sulla cattedra e, dopo aver preso un profondo respiro, iniziò a parlare.
- Sicuramente questa notizia, per quasi tutti voi che frequentate i corsi pomeridiani, non sarà una novità. Prima delle vacanze di Natale, ad Ishikawa, ci sarà una gara… una competizione musicale a cui parteciperanno tutte le più importanti scuole del Giappone, compresa la nostra. Dovete considerarlo un evento molto importante per due semplici motivi: primo, perché vi farà capire quali difficoltà e quanta competizione troverete in questo ambiente; secondo, perché riceverete una valutazione da alcuni dei più importanti e famosi critici e produttori discografici del mondo. –
Fece una piccola pausa, mentre i primi bisbigli si andarono a diffondere nell’aula. Passò in rassegna tutti i volti dei suoi studenti, alcuni dei quali erano sconvolti, altri preoccupati e, altri ancora, eccitati a quella notizia. Poi continuò.
- Voi siete una delle due classi che sono state scelte dalla preside Tsunade per partecipare e naturalmente tutti, nessuno escluso, sarete costretti a partecipare, visto che la valutazione che riceverete influenzerà il vostro voto di fine anno. – concluse, rivolgendo un’occhiata significativa alla zazzera di capelli biondi che riusciva a vedere dalla sua postazione.
- E come pretendete che noi riusciamo a prepararci in così poco tempo, tra i compiti e le lezioni pomeridiane? – domandò Shikamaru, l’unico che era rimasto indifferente alla notizia.
- Ottima domanda, Nara. – Kakashi gli sorrise, annuendo. – Proprio per questo motivo, infatti, la Preside ha deciso  di organizzare una gita scolastica di una settimana in un posto a metà strada tra Konoha e Ishikawa, in modo tale che avrete più tempo per prepararvi e organizzarvi. Ovviamente sarete liberi di scegliere se formare gruppi o esibirvi singolarmente, a voi la scelta, ma le canzoni e le composizioni dovranno essere create completam-
Le parole di Kakashi vennero stroncate dal forte rumore di una sedia che cadeva, facendo sobbalzare tutti i presenti. L’uomo sospirò, posando i suoi occhi in quelli azzurri di Naruto, che lo guardava infuriato.

Eccolo che inizia…
- Mi rifiuto! – il grido rabbioso del biondo rimbombò nell’aula, stupendo i presenti.
- Uzumaki, calmati… -
- Non voglio calmarmi, voglio essere escluso da tutto questo! – ripeté, sbattendo i pugni sul proprio banco. – Non frequento nessun corso e non ne voglio sapere di partecipare! -
- Queste direttive sono state scelte dalla preside in persona, la tua partecipazione è obbligatoria. - sospirò, sfregandosi la base del naso con due dita. – Per quanto riguarda i corsi… bè, per te non dovrebbe essere un problema superare questa gara, no? La bocciatura non mi sembra una buona soluzione. –
- Non m’interessa essere bocciato e sì, per me è un problema. Non voglio partecipare a una cosa del genere! – insistette, alzando la voce.
- Naruto, ora basta. Calmati, risolveremo tutto! –
Kiba cercò di calmarlo ma il biondo, completamente in preda alla rabbia e all’agitazione, lo allontanò malamente da sé facendolo cadere a terra.
- Uzumaki, sei forse impazzito? – lo rimproverò Neji, che subito era corso al fianco del compagno per aiutarlo a rialzarsi.
- Non immischiarti, Hyuuga. E lo stesso vale per te, Kiba! – lo interruppe Naruto, guardando di sfuggita l’amico; poi tornò con lo sguardo verso il suo professore, che lo guardava lievemente sorpreso per come aveva reagito. – Se lei non può fare nulla, allora parlerò direttamente con Tsunade! – e detto ciò si precipitò di corsa fuori dall’aula, sotto lo sguardo sconvolto dell’intera classe.

 

 
Immobile al suo posto, nonostante indossasse la sua solita maschera d’indifferenza, Sasuke era rimasto internamente scosso per queI suoi occhi indagatrici si spostarono su kakashi, che rispondeva impassibile ad alcune domande poste dagli altri suoi compagni, sia sllo a cui aveva appena assistito.
Durante quelle settimane aveva più volto udito i vari pettegolezzi che giravano attorno al suo compagno di classe, ovvero che odiasse per qualche strano motivo la musica in sé, ed aveva anche cercato d’indagare, senza però riuscire a scoprire nulla.
Tutti affermavano o pensavano che Naruto Uzumaki fosse solamente un incapace  che frequentava quella scuola solamente per pietà della preside, ma per qualche strano motivo lui non era riuscito a credere a quelle chiacchiere inutili, arrivando alla conclusione che, quindi, avrebbe dovuto chiedere al diretto interessato.
Quante volte aveva provato a chiederglielo?
Nessuna, ovviamente.
Ogni volta che ci provava o anche solo pensava gli ritornavano in mente quelle parole che Naruto gli aveva scritto in quel bigliettino ed ogni volta, inevitabilmente, il suo lato bastardo prendeva il sopravvento, portandolo ad affermare che in fondo di quello strano e complessato Dobe biondo non gli importava assolutamente nulla.

Solo che…
Sasuke prese un respiro più profondo degli altri, lo sguardo fisso sulla sedia di Naruto, abbandonata a terra.
… chi avrebbe mai immaginato che quell’idiota potesse reagire in quel modo tanto violento?
I suoi occhi indagatrici si spostarono su Kakashi, che rispondeva impassibile ad alcune domande poste dagli altri suoi compagni.

«Per quanto riguarda i corsi… bè, per te non dovrebbe essere un problema superare questa gara, no? La bocciatura non mi sembra una buona soluzione.»
Che diamine voleva dire? Che quell’idiota non sia uno che accetta la compassione altrui ne sono più che certo, ma… che diamine ci fa qui dentro, allora?!

Sasuke digrignò i denti, irritato da tutte quelle strane cose che ruotavano attorno al biondo e di cui lui non aveva la più pallida idea.
- Immaginavo sarebbe successa una cosa simile… - il borbottio di Kakashi lo riportò alla realtà e fuori dai suoi pensieri. Osservò l’uomo portarsi una mano alla testa mentre si avvicinava al suo alunno, ancora a terra. – Inuzuka, tutto bene? – gli chiese senza però ricevere una risposta, visto che il ragazzo era troppo preso a fissare la porta da cui poco prima era uscito in tutta corsa il suo amico e non aveva sentito la domanda.
- Inuzuka? – Neji lo scosse leggermente, richiamandolo.
- Oh, sì… - il ragazzo annuì, mettendo su un triste sorriso. – Scusate. Sto bene, nulla di rotto. -
- Bene. - Kakashi sospirò pesantemente, voltandosi e facendo per uscire dall’aula. – Vado a vedere se il vostro compagno è ancora nelle vicinanze… non fatevi ritrovare in giro per i corridoi, al mio ritorno. Nara, controlla la situazione. – e detto questo uscì.
Il silenzio che lasciò dietro di sé, però, durò davvero un attimo soltanto.
- Secondo me è solo un pazzo. – affermò ad un certo punto Korai, uno dei tanti studenti. Poi rise, quasi divertito dalla situazione. – Spero venga finalmente espulso, questa volta…sapevo che non era normale, ed ora ne abbiamo tutti avuto la conferma. – e prese a ridere ancor più fragorosamente, subito seguito dai suoi amici.
Non potendo sopportare oltre ed irritato già di suo, Kiba si liberò della presa di Neji e si diresse verso il suo compagno di classe, prendendolo per il colletto della camicia.
- Ripetilo, se ne hai il coraggio! – lo minacciò.
- Oh, scusa. Quasi mi ero dimenticato di questo piccolo particolare che vi accomuna… - gli ghignò direttamente in faccia, avvicinandosi al suo orecchio in modo tale che quelle parole gli arrivassero ancor meglio al cervello. – ma dimmi un po’, sei tu che ti fai scopare da lui o è lui la puttanella della situazione? –
Kiba sgranò gli occhi, inorridito.
- Ma come osi? – ringhiò mentre cercava di colpire con un pugno il suo avversario che però, essendo riuscito ad evitarlo, lo colpì a sua volta con un rovescio, sbalzandolo all’indietro e finendo a terra insieme a Neji, che aveva cercato di prenderlo al volo per evitargli un’altra caduta.
Korai rise, avvicinandosi ai due.
- E’ la seconda ipotesi, non è vero? In effetti dovrei provarlo anche io il suo bel culetto, sono più che sicuro che per lui non sarebbe affatto un problem-
Il ragazzo non fece in tempo a terminare la frase che Sasuke lo aveva afferrato per il colletto dell’uniforme, colpendolo poi al volto con un pugno ben assestato.
Tutti gli sguardi erano puntati su di loro.
Naji sorrise, divertito.
- Goditi lo spettacolo… Sasuke non ci va mai leggerlo con la feccia. – sussurrò all’orecchio di un Kiba più che sorpreso, che sorrise leggermente al compagno per poi riportare lo sguardo alla scena che si stava svolgendo di fronte a lui.
- Uchiha, ma che diamine fai? – gli chiese Korai, sconvolto, mentre tentava di rialzarsi da terra mente si massaggiava la guancia ferita. Sasuke per tutta risposta gli diede un calcio sullo stomaco e lo riprese per il colletto, avvicinando meglio il suo volto a quello lamentoso dell’altro ragazzo.
-Provaci ancora a dire cose simili e ti ammazzo con le mie mani, chiaro? – gli sussurrò minacciosamente all’orecchio, per poi lasciarlo di colpo. - Uzumaki è una persona infinitamente migliore di te, ricordalo. -
- Nh… ma come – Korai non riuscì a finire di parlare, visto che un ulteriore pugno lo andò a colpire nuovamente sul volto, sulla parte opposta.
- Silenzio. – gli ordinò con tono tagliente l’Uchiha e con uno sguardo che fece venire il latte alle ginocchia al suo avversario, che si limitò a stringere i denti e a chinare lo sguardo, fissandolo sulle proprie scarpe. Annuì, quando i passi lontani e la voce scocciata del loro professore gli giunse alle orecchie, facendo si che tutti tornassero ai loro posti.
- Kiba, il tuo braccio sanguina… - gli fece notare una loro compagna mentre si stava rialzando da terra.
- Eh? – il castano si osservò il braccio, stupendosi quando notò la manica della divisa strappata e leggermente sporca di sangue e la ferita al di sotto di essa. – Oh, forse prima quando sono caduto ho sbattuto da qualche parte… - borbottò, per poi lamentarsi. – Mia madre mi ucciderà, è la terza camicia da settembre che faccio fuori… -
- Cosa diamine avete combinato? - tutti si girarono verso il professore che, rientrando, si era ritrovato un Kiba con un braccio sanguinante e un Korai con un labbro spaccato. – Nara, non ti avevo detto di controllare tutti? –
Il ragazzo alzò le spalle, scocciato.
- Senta, in realtà le cose… -
- …glielo spiegheremo dopo. – Neji interruppe l’inizio della spiegazione di Kiba e lo afferrò per il braccio sano, avvicinandoselo. – Accompagno Inuzuka in infermeria. – affermò con espressione seria mentre si dirigeva fuori dall’aula.
Kakashi sospirò, strofinandosi il volto con entrambe le mani.

Uno studente scomparso, uno con un braccio squartato e un altro con un labbro gonfio quanto una mongolfiera… oggi dovevo proprio rimanermene a casa, aveva ragione l’oroscopo, borbottò tra sé e sé mentre si lasciava ricadere sulla sedia. Poi passò in rassegna i volti dei suoi studenti e ne indicò uno, facendogli poi segno di uscire.
- Tu che mi sembri una persona in grado di farlo ragionare, vai fuori e cerca quel casinaro di Uzumaki… sperando che la preside non lo abbia già strangolato con le sue mani… -

 

 

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

 

Bè spero che anche questo capirolo vi sia piaciuto^^ !! Lo so, forse la reazione di Naruto sembrerà un po’… ecco… da pazzoide ... ^^"
(PAZZOIDE?! Ma se mi hai fatto sembrare un matto scappato da una casa di cura per malati mentali! Ma io dico! NdNa) 
(Su su, Naru… sono solo dettagli… ^^ ndM) 
(*_* *prende in mano un coltello, e sta per colpire, ma viene fermato da Sasuke che lo trascina via in un'altra stanza*)

Comunque sia, almeno in questo chappy Sasuke si è reso utile a qualche cosa!

Ma ora, chi sarà la persona che Kakashi ha inviato a cercare Naruto?

(P.s. scusate se le risposte alle recensioni sono corte, ma ho avuto poco tempo)

 

Risposte alle recenzioni:

 
nana97: Sono contenta che la sveglia ranocchi osa ti sia piaciuta! Anche io la vorrei… ç__ç Un bacio <3
Ninja767: Ciao! Mi fa molto piacere che la mia storia ti piaccia, e ti ringrazio molto per averla messa tra i preferiti^^ Per l’aggiornamento purtroppo non posso prometter5ti nulla, perché, come ben sai, queste sono le ultime settimane di scuola, e sono molto “impegnata” con interrogazioni, compiti, e tutte quelle altre cose sgradevoli che non voglio nominare… comunque cercherò di fare il possibile. Almeno un aggiornamento a settimana te lo posso garantire, e anche qualche cosa in più se dovessi avere tempo. I portachiavi sbucherà fuori tra un paio di capitoli (pensavi me lo fossi dimenticato, vero? Donna di poca fede. >o<), come anche il passato di Naruto. Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto. Un Kissone! <3
Sumire01: Sciao! ^^ Già, lo so… purtroppo, la mia, è una mente malata… non so neanche io come abbia a farmi venire quell’idea della copertina…. Mah! Sono onorata che mi seguirai per tutta la ficcy!! Spero di non deluderti! Un bacione!! <3
ryanforever: Ciao^^!! No, non sei tu che sei scema, ma è la mia che è una mente perversa! ^^’’ Già, Kiba è rimasto un po’ shokkato, ma penso che ora abbia capito che i “ritiri spirituali” (mi sono messa troppo a ridere quando l’ho letto XD) non servano a molto, piuttosto le cose vanno affrontate. Come hai visto in questo chappy Sasuke si è reso utile a qualcosa, anche se ciò non lo discolpa da quello che ha fatto! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un KISSONE <3
Regina Oscura: Ma sciao! Bhe, diciamo che nel momento in cui c’è stata la scenetta tra Naru e Suigetsu, Sasu non c’era, e che, quindi, non è al corrente del fatto che a Suigetsu piaccia un po’ Naruto. Certo, con il tempo, però, non è detto che questo non possa dargli fastidio… dopotutto si parla sempre di Sasuke, no? XD Per quanto riguarda Kyuubi… chi ha mai detto che un a un musicista non possa suonare/piacere sia la musica classica che quella rock? XD Non ti dirò di più, ma comunque…
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Alla prossima! Un baciozzo <3

miiky: Ma sciao! Sono contenta che il chappy ti sia piaciuto! ^^ per quanto riguarda Sasuke… ihihihih… però prima devo finire la fic, e poi lo potremo torturare/uccidere!! Si accettano iscrizioni!! Kiss<3
krikka86: Ciao^^ Sono contenta che ti piaccia un Kiba fan! Per Narue e Sasu, non preoccuparti… dopotutto sono sempre loro, no? Un bacio <3
Nalhia: Ciao!!^^Non preoccuparti, Gaara arriverà presto… molto presto… Per il passato di Naru non posso spoiler are nulla… voglio farvi soffrire della malattia del non sapere, bwahahah!!! … No scherzo!XD E poi… Confondere la mia umile ficcy con Baratro profondo – Rewind di Tensai86 che è una delle mie preferite… no daiiiii!!! Comunque thank’s per i complimenti!! Un bacione <3
pbarby_81: Ciao^^ sono contenta che la fic ti piaccia! Già, la coppia Neji/ Kiba non avrà molti problemi, a differenza di quegli altri due -.- ……. Vabbè! Alla prossima!! Un bacione <3
bellissima90: Ciao^^ Me ti ringezia tanto per i complimenti *inchino*!! E poi Naru già stà rimuginando su quello che è accaduto. Alla prossima! Un bacione <3
 

Naturalmente grazie anche a chi ha solo letto, ha chi ha messo nei preferiti, nelle seguite e a tutti gli altri!!!


ME LO LASCERETE UN ALTRO COMMENTINO, VERO? UNO PICCOLO, PICCOLO, PICCOLO… ç__ç

 

Alla prossima <3

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Capitolo 7
*** 7. Lettera ***


Salve a tutti!
Passata una buona settimana? (ormai questo è diventato il mio saluto ufficiale…)

La mia è stata bellissima! Una settimana senza scuola…*gli occhi gli sbrilluccicano, mentre ripensa alle belle giornate in cui poteva svegliarsi a mezzogiorno passato e scrivere tutti i capitoli che voleva*
Ma ora… ora devo ricominciare a studiare ç __ç … E NON MI VAAAA!!!

Vabbè, ora che mi sono sfogata, passiamo al capitolo… Sono davvero contenta di aver trovato così tante recensioni!!! Davvero, mi avete fatto davvero felice!!!

E… WOW… Siamo arrivati alle 1000 visite!

Comunque, vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno lasciato un commentino (GRAZIEEEEEEEEE!!!) e tutte le persone che hanno messo nei preferiti ( 64 O__O *me svenuta… di nuovo* ) e a chi ha messo nelle seguite (22)
Naturalmente ringrazio anche chi ha solo letto. ù_ù

Ed ora vi lascio al capitolo!!! <3

Buona lettura!! ^o^

 

 

 

A Song for You
7. Lettera

 

 

 

So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trusting who we are
And nothing else matters

 (Nothing else matters- Metallica)

 

 

 

Mani in tasca, sguardo indifferente e passo strascicato, Sasuke Uchiha percorreva il corridoio che lo avrebbe portato verso l’ufficio della preside di quella scuola, Tsunade.
Erano più di dieci minuti che camminava, ma del biondo neanche l’ombra.
Sasuke strinse i denti, irritato.
Era da poco più di due settimane che lo conosceva e quell’idiota gli aveva creato già troppi problemi, per i suoi gusti… e come diavolo gli era venuto in mente di intervenire contro quel tipo, Korai, per prendere le parti di Naruto in quello schifoso scontro verbale?
E se fosse stato sospeso?
Che ne sarebbe stato della sua reputazione?
Poteva già vederlo il titolo che molti giornali avrebbero usato per stabilire il suo declino verso la fine della sua carriera…

 «Sasuke Uchiha, cantante famoso per la sua indole indifferente e calma, aggredisce un suo compagno di classe per proteggere un “Dobe”.»

 
In meno di venti minuti quasi tutti i suoi impegni televisivi e le sue interviste sarebbero state depennate per sempre, e i biglietti dei suoi concerti completamente buttati nei cessi.
Sbuffò.

Ma la cosa peggiore è che non mi sono minimamente pentito di quello che ho fatto…
Già, ed era proprio questo che lo lasciava perplesso.

 
- Non se ne parla, non ne voglio sapere nulla! –
Un urlo riscosse Sasuke dai suoi dubbi e dalle sue riflessioni. Con un sopracciglio alzato, si avvicinò alla porta socchiusa della presidenza e sbirciò all’interno, riconoscendo la figura di Naruto e quella di Tsunade, seduta come sempre dietro alla sua scrivania.
Vide la donna sospirare, abbattuta.
- Naruto, non so più cosa devo fare con te… -
- Lasciarmi in pace, forse? – gli chiese ironicamente il ragazzo, alzando le mani al cielo.
Tsunade rimase in silenzio per qualche secondo, osservando l’espressione decisa del ragazzo in piedi davanti a lei. Poi affinò lo sguardo.
- Ti stai lasciando sopraffare troppo, Naruto. Lo so che è per lo stesso motivo per il quale hai abbandonato la musica che non vuoi partecipare, ma non voglio più rimanere a guardare. Non questa volta. – affermò la donna.
- Tsunade, sai che non voglio parlarne! – ringhiò il biondo, stringendo i pugni e sbattendoli sulla scrivania della donna con rabbia. – Non mi rimangerò mai quello che mi promisi quel giorno, perciò finiscila con queste tue assurde scappatoie. Ed ora voglio l’esonero dalla gara! -
La donna sospirò per la centesima volta, chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie.
- Naruto, non posso, lo sai. Ho promesso hai tuoi genitori che ti saresti diplomato anche tu in questa scuola come loro, prima che morissero, e stai certo che ciò avverrà. Che tu lo voglia o no dovrai partecipare, e il discorso termina qui. – concluse, fissandolo attentamente negli occhi come per sottolineare la sua convinzione.
- Ma io non ce la faccio! – gridò allora il biondo, frustrato. Gli occhi gli si fecero lucidi, una o due lacrime caddero, ma cercò comunque di rimanere in sé e di non fare una scenata. – Vuoi capirlo o no? Non riesco più a suonare, perché dovete farmelo pesare così tanto? Non riesco neanche ad avvicinarmi ad uno strumento senza andare nel panico, maledizione! Non ci sono riuscito in due anni, come pretendi che ci riesca in un paio di settimane? –
- Non lo so… - a quelle parole Tsunade abbassò lo sguardo, malinconica. – ma rimango della convinzione che i tuoi genitori non avrebbero mai voluto che tu non suonassi più, nonostante tutto ciò che è successo. – era un colpo basso quello, lo sapeva, ma forse era l’unico modo per fargli superare quel trauma. Alzò lo sguardo e lo fissò in quello di Naruto, la sua espressione dura e decisa. – E’ per questo motivo che non cederò, questa volta. Tu parteciperai, punto. Ed ora fuori di qui, prima che scatti anche una sospensione! –
- No! Non posso, io-
- Ho detto fuori! –
Naruto sgranò gli occhi, indietreggiando di qualche passo.
Tsunade aveva usato poche volte quel tono con lui, ma erano state abbastanza per fargli capito che non ci sarebbe stata una vittoria per lui, quella volta. Così aveva deciso e così sarebbe stato.
Arrabbiato, Naruto si asciugò alla meglio che poté gli occhi e gli diede le spalle senza degnarla di un’ulteriore sguardo, voltandosi e spalancando la porta.

No…
I suoi occhi si spalancarono, la sua espressione diventò inorridita e il suo cuore iniziò a battere ancora più forte.
Davanti a lui Sasuke Uchiha, l’ultima persona che mai avrebbe pensato di ritrovarsi davanti in quel momento e che avrebbe voluto ascoltasse quella conversazione era di fronte a lui, gli occhi sgranati per la sorpresa.
- Da quanto… –
Sasuke lo osservò, bloccato.
Davanti a lui non c’era il solito Naruto Uzumaki che aveva visto in quei giorni, no.
Non era lui, non aveva il suo carattere impulsivo, il suo sorriso che ti scaldava il cuore o quell’adorabile broncio che metteva su quando lo prendevi in giro.
- … sei qui? - gli chiese esitante e con la voce tremante.
No.
Davanti a lui c’era una persona completamente diversa.
Un Naruto triste, con gli occhi di un azzurro spento e cupo e, soprattutto, senza il suo solito sorriso.
Sasuke lo osservò con attenzione, soffermandosi sui suoi occhi.
No, quello non era il suo Naruto.

Mio? Ma da quando è mio?
Il biondo, dal canto suo, vedendo che Sasuke non accennava a rispondergli ma soltanto a fissarlo in quel modo pietoso, arrivò alla conclusione che avesse ascoltato tutto.
Strinse i pugni, digrignò i denti.
- Spero che lo spettacolo sia stato di tuo gradimento, allora! – gli urlò contro, scappando via subito dopo. Sasuke fece per seguirlo ma la voce autoritaria di Tsunade lo bloccò, costringendolo a fermarsi.
- Ehi, Uchiha. Dove pensi di andare? – lo fermò. Poi gli fece cenno di avvicinarsi. – Entra e chiudi la porta. -
Nonostante avrebbe volentieri preferito mandare a quel paese quella donna che si permetteva di dargli ordini ed inseguire il biondo per avere delle spiegazioni, Sasuke fece come la preside gli aveva detto, avvicinandosi alla scrivania dietro la quale Tsunade beveva da una tazza.
- Sì può sapere cosa ci facevi fuori dalla tua classe? –
- Kakashi-sensei mi ha chiesto di riprendere Uzumaki. – le rispose, calmo. – L’ho sentito urlare. –
- Capisco… e da quanto ascoltavi? – gli chiese, lo sguardo serio.
Sasuke le lanciò un’occhiataccia.
- Ho sentito della morte dei suoi genitori, se vuole sapere questo. E della sua fobia. – rispose stizzito.
Tsunade sospirò pesantemente, portandosi poi una mano sugli occhi.
- Quel ragazzo mi porterà sempre più problemi… -
- Visto che ormai ho ascoltato, potrei sapere come mai Uzumaki non vuole partecipare alla gara? – chiese dopo dei minuti di profondo silenzio il moro, cercando di mascherare la sua curiosità.
Tsunade lo squadrò per qualche secondo, per nulla stupita da quella domanda più che ovvia. Poi sbuffò.
- Sei vuoi sapere, chiedi al diretto interessato. Non ho nessun diritto di raccontarti della sua vita privata. -
La lingua di Sasuke schioccò.

Immaginavo una risposta simile.
- Però, - continuò poi la donna, attirando di nuovo l’attenzione del ragazzo su di sé. – posso confermarti che sì, dopo la morte dei suoi genitori Naruto ha sviluppato una sorta di fobia per quasi qualsiasi genere di strumento musicale. È per questo motivo che non vuole partecipare, mentre io voglio che lui parta, che vada ad Ishikawa. -
Ecco perché quel giorno, quando gli ho dato quel bigliettino, se l’è presa in quel modo, pensò il moro riportando alla mente quella giornata. Poi le immagini cambiarono, facendolo ritornare al primo giorno, quando era arrivato in quella scuola e il biondo gli aveva fatto fare il giro della scuola. Ed ecco perché ha avuto quella reazione vedendo quel pianoforte.
Senza che se ne accorgesse Sasuke pronunciò quei suoi pensieri ad alta voce facendo scattare in piedi la preside, che lo prese per il colletto avvicinandolo a lei.
- Hai appena detto che… Naruto ha visto un pianoforte? – gli chiese, più che seria.
- A quanto pare… - gli rispose atono, liberandosi violentemente dalla presa della donna. – e le sarei grato se non mi mettesse le mani a dosso. – puntualizzò poi, risistemandosi l’uniforme mentre la donna rimaneva immobile a fissare il vuoto.

Più che prestigiosa questa mi sembra un manicomio, pensò.
Tsunade, dal canto suo, proprio non capiva.
Erano anni che cercava di far avvicinare Naruto ad un qualche strumento, ma niente, il biondo non aveva mai né voluto saperne, né tantomeno vederne uno.
Ed ora quel ragazzino viziato veniva a dirgli che…
- E come avresti fatto, esattamente? –
- Ho aperto una porta a caso senza ascoltarlo. – grugnì il moro.
- Che strumento c’era? – gli chiese, sospettosa.
- Un pianoforte. –

L’aula di pianoforte, pensò scioccata la preside. Ha visto un pianoforte e non ha avuto nessun tipo di crisi, tranne per i primi cinque minuti.
Osservò meglio il ragazzo che aveva di fronte e sorrise.
Forse aveva trovato la soluzione hai suoi problemi.
Aprì di corsa il secondo cassetto della sua scrivania e ne tirò fuori una cartellina blu, dalla quale tirò fuori un plico di fogli di carta. Li scorse velocemente, alla ricerca di qualcosa, e poi ghignò.

Sì, il mio giorno fortunato che da anni aspettavo deve essere finalmente arrivato.
- Sasuke Uchiha, - iniziò a parlare, guardandolo divertita. – a quanto vedo sei arrivato da noi per imparare a suonare il piano, non è così. – rise. – Strano incontrare un Uchiha che non sappia fare qualcosa. –
Le mani di Sasuke si strinsero in una presa ferrea, mentre la sua mente lanciava ogni tipo di insulto esistente sulla faccia della terra alla donna che aveva di fronte.
- Arrivederci. – gli rispose quindi con tono tagliente, mentre cominciava ad avviarsi verso la porta.
- Aspetta. Ti propongo un accordo. -
– Non m’interessa. –
- Ne sei proprio sicuro? – gli chiese lei, con tono divertito.
Sasuke si fermò per poi voltare la testa, in modo tale da vedere la donna in volto.
– Ho detto che non m’interessa. –
Tsunade ridacchiò.
– Ah, si? E allora perché ti sei fermato? –
I pugni di Sasuke si strinsero ancora di più. Non rispose.
La donna accavallò le gambe e si sistemò meglio sulla poltrona, le braccia incrociate sotto il petto abbondante.
- Ti propongo un accordo. – ripetette. – Se riuscirai a far partecipare Naruto alla gara, allora hai la mia parola che ti farò assistere nei tuoi studi dall’insegnante più in gamba che tu abbia mai conosciuto. Cosa ne dici? –
Sasuke inarcò un sopracciglio, per nulla convinto.
- E chi dovrebbe essere questo genio? – domandò, sarcastico.
Quello che sapeva essere il migliore in quel campo, era proprio l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare. Quella stolta aveva perso già in partenza.
- Senti, Uchiha. Non mi stai a genio, ma visto come si sono messe le cose e visto che tengo a quella peste molto più di quanto possa sembrare, per questa volta ho bisogno del tuo… aiuto. Inoltre, se pensi che io stia pensando ad Itachi… bè, ti sbagli di grosso. – gli disse, per poi sfoggiare di nuovo quel ghigno euforico. – Inoltre, per come la vedo io tuo fratello è nettamente inferiore rispetto a colui che ti sto proponendo. –
A quelle parole Sasuke sgranò gli occhi, sorpreso.
Qualcuno migliore di mio fratello? Impossibile.
- Non mi prenda in giro. –
- Non lo sto facendo, Uchiha. Sono terribilmente seria. –
Sasuke osservò l’espressione della donna: era sicura di quello che diceva.
Ghignò.
- Cosa dovrei fare, esattamente? –
Tsunade prese carta e penna e cominciò a scrivere.
- Trova Naruto e dagli questo da parte mia. – gli disse quando ebbe finito, porgendogli il foglio che aveva appena piegato. – Gli ho scritto che da oggi dovrà recuperare le ore di lezione che ha perso fino ad oggi. Naturalmente invece del professore troverà te. – gli sorrise. –Per quanto ti riguarda, puoi fare come vuoi, non mi importa sapere in che modo lo convincerai: per me l’importante è che partecipi, chiaro? –
Sasuke annuì, afferrando la lettera e dirigendosi alla porta. Poggiò la mano sulla maniglia e si fermò, porgendo alla donna quella domanda che per tutto il tempo era rimasta penzoloni sulle sue labbra.
- Potrei sapere il nome di questo famoso genio, se mi è permesso? –
Tsunade scoppiò in una fragorosa risata, scuotendo la testa.
- Tutto a tempo debito, Uchiha, hai la mia parola che non te ne pentirai… sempre che tu riesca a portare a termine il tuo compito, ovviamente. – concluse con tono di sfida.
Sasuke tirò verso il basso la maniglia, aprendo la porta.
- Invece di vaneggiare pensi a contattarlo e a dirgli che può già considerarmi un suo alunno. – e detto questo uscì, chiudendosi la porta alle spalle.

 

 

§§§

 

Si sedette meglio contro il muro e tirò su con il naso, asciugandosi gli occhi con la manica della giacca; poi alzò il volto verso il cielo, osservando come il vento giocava con quelle nuvole grigie e cupe, trasportandole ed ammucchiandole dove più preferiva.
E lui, adesso, cosa era: una nuvola o il vento?
Un sospiro sfuggì alle sue labbra.
Forse una volta era stato il vento: deciso, caldo, amichevole.
Adesso, invece, era solo una comunissima nuvola che si lasciava trasportare dagli eventi.
- Ma a cosa diamine mi metto a pensare… - si rimproverò mentre una mano si andava a seppellire in mezzo ai capelli dorati, stringendone con forza le ciocche.
Sobbalzò, sentendo l’improvviso rumore della porta del terrazzo, probabilmente malamente chiusa.
Controllò l’ora sul cellulare e constatò che erano solamente le undici del mattino, troppo presto per essere già la pausa pranzo.
Sentì svariati passi e poi di nuovo lo sbattere della porta. Sospirò.
Chiunque fosse ora non c’è più… problema risolto, pensò. Chiuse gli occhi quando una fredda folata di vento invernale lo investì.
L’inverno stava tornando, e con esso anche i ricordi… odiava l’inverno.
- Ma cosa diamine sto facendo… - domandò, più al vento che a se stesso. Naturalmente non si aspettava una risposta, e quando quella arrivò per poco non gli fece prendere un colpo.
- L’idiota, ecco cosa. –
Riconoscendo quella voce, ben impressa nella sua mente, naruto si lasciò scappare un grugnito di disapprovazione e aprì lentamente i suoi occhi azzurri, indirizzandoli verso l’ultima persona che avrebbe nuovamente voluto vedere quella mattina.
- Uchiha… che diamine vuoi? – sbottò con tono freddo e distaccato.
- Tieni, - gli disse dopo un paio di secondi di silenzio il moro, lanciando la lettera vicino alle gambe stese di Naruto. – te la manda la preside. – e detto questo si voltò, tornando indietro.
Naruto lo fissò senza alcuna particolare espressione in volto; poi prese la lettera e se la rigirò tra le mani. Spero non sia un’altra punizione, pensò indignato. Stava per aprirla quando le parole di Sasuke lo fermarono, attirando nuovamente la sua attenzione.
- Non pensavo fossi un codardo. –
Naruto si voltò di scatto verso il moro, che gli dava le spalle e continuava a camminare.
- Cosa? – gli chiese, nella voce una leggera traccia d’ira.
Sasuke si fermò, girandosi leggermente con la testa verso il biondo e facendo incontrare nuovamente i loro occhi.
- Sei un codardo che non fa altro che scappare. –
Naruto ringhiò, alzandosi in piedi con uno scatto e avvicinandosi al moro, puntandolo con un dito.
- Tu non sai nulla! Non permetterti di giudicarmi, nella tua ignoranza! – gli disse con rabbia.
- Sciocchezze. – gli rispose quello voltandosi del tutto verso il biondo, fronteggiandolo. – Non so nulla, è vero, ma posso comunque affermare che tu sia un inutile codardo che scappa per paura di dover affrontare le proprie paure. Una persona del genere non può essere definita in nessun altro modo. -
- Non sono un codardo, non sto… - Naruto strinse forte i pugni e digrignò i denti. Non credeva neanche lui alle proprie parole, sapeva che Sasuke aveva ragione. Stava scappando perché non voleva soffrire di nuovo, non voleva ricordare. Non voleva. Chinò la testa verso il pavimento, lasciando che i capelli gli andassero a coprire in parte la sua espressione consapevole.
- Ne sei davvero sicuro? – infierì nuovamente il moro con tono sarcastico, osservandolo. Poi riprese quasi subito la parola, vedendo come l’altro non avesse intenzione di dargli una risposta. – I problemi, le paure… i sentimenti, per quanto dolorosi o spaventosi possano essere, ricorda che vanno sempre affrontati. Non puoi permettere che il passato influenzi il tuo futuro. – gli disse, per poi voltarsi ed avviarsi silenziosamente verso l’uscita.
Naruto rimase immobile in quella posizione per qualche minuto, ripensando in continuazione alle parole dell’Uchiha. Poi, all’improvviso, iniziò a piovere, costringendolo a raccogliere velocemente la lettera da terra e a raggiungere anche lui la porta del terrazzo. Una volta dentro all’edificio scolastico si sedette con un tonfo sulle scale, sbuffando.
Aprì l lettera e iniziò a leggerla.

 


Mio caro nipote, mi aspetto delle scuse molto sentite, da parte tua.
Non la passerai liscia neanche stavolta, perciò preparati, perché da oggi pomeriggio rimarrai a scuola per delle lezioni di recupero. Tre volte a settimana, fino a Natale.
Già, hai capito benissimo, quindi non venire di nuovo nel mio ufficio perché sennò sarò costretta a cacciarti via in un modo molto meno raffinato del solito.
Le tue lezioni saranno dalle 15.30  fino alle 17.30 come quelle pomeridiane… e se scopro che ne salti anche solo una preparati a sgomberare il cortile dalle foglie fino alla fine della tua permanenza in questa scuola.
Con affetto,
la tua cara zietta,

 

Tsunade.

 

Naruto sgranò gli occhi mentre migliaia di imprecazioni si facevano largo nella sua mente.
- Lezioni di recupero… ma stiamo scherzando?! -

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

 
Bè spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto^^ !! Come molti di voi avevano detto, la persona mandata a cercare Naru era proprio Sasuke! In più, abbiamo visto anche la discussione tra Naru e Tsunade, e quello che si sono detti. Ovvero, ora si sa perché Naru è 'costretto' a stare in quella scuola. XD

Ed ora cosa succederà? E come farà Sasuke a convincere Naruto a partecipare alla competizione? (io un'idea ce l'avrei... >//o//<)  

Il tutto, nella prossima puntata XD

(Ok... sembra Beautiful... -.-)


Risposte alle recenzioni:


miiky: Ciao^^! Sono contentissima che lo scorso chappy ti sia piaciuto! Visto? La persona mantata a cercare il nostro piccolo, adorabile Naachan era proprio il teme XD! Per quanto riguarda l’operazione “uccidiamo tutti insieme il Teme malefico” (gli ho dato un nome XD) ho già diverse persone che si vorrebbero unire all’impresa… non so se mi spiego *me ghigna malefica, mentre nasconde la sua ascia preferita dietro la schiena* (ecco, spiegami… così almeno ci capisco qualcosa pure io e magari evito anche qualche danno alla mia regale persona. ù_ù ndSasu) (ma no mio ‘adorato’ Saachan… non c’è nulla da spiegare o da evitare ^^ *me impugna meglio il manico dell’ascia* ndMe) (… non mi convinci per niente… -.- ndSasu).
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Alla prossima! Kiss <3

ryanforever: Ma sciao!^^ *me guarda fuori dalla finestra fischiettando* Passato? Quale passato?? .....No, dai, scherzo! XD
Già, Kirai ha avuto proprio una bella lezione, ma penso che questa non sarà la sua ultima apparizione… sai com’è… antagonisti! Chi li capisce è bravo! XD
si, la persona mandata da Kakashi è proprio Sasuke! Inoltre si può dire che, come hai potuto vedere, abbiano avuto una “mini conversazione civile” (insomma, parliamo sempre di Sasuke Uchiha, quello che durante l’anno dirà, si e no, ¾ frasi che superino le 5/6 parole… ndMe)(cosa vorresti insinuare, scusa?  ndSasu) (che, se non ti conoscessi, ti avrei scambiato per un muto… -.- ndMe) (Tsk! ndSasu). Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Me aspetta altri tuoi commenti *o*!
Un kissone <3

bellissima90: Ma sciaoooo^^! Me? Un… genio? *me va di là e cerca la parola sul vocabolario. Rimane a fissare la definizione per qualche minut, per poi cominciare a ridere come una pazza* Ahahah! No, proprio non lo sono! (basta vedere la mia pagella XD)
Comunque, scherzi a parte… sono davvero molto contenta che la ficcy ti piaccia e ti ringrazio molto per i complimenti ^///^ !! Visto? Era proprio Sasuke che ra andato a cercare Naruto! Per quanto riguarda Kiba… ihihihi… nel prossimo chappy se ne vedranno delle belle!
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un bacio <3

ramoso: Ciaooo^^!! Me tanto contenta che il chappy ti sia piaciuto! Hai ragione, a Sasuke, anche se ancora non se n’è reso conto, interessa già Naru. Diciamo che gli viene istintivo pensare a Naru cone una sua proprietà, anche se non ne riesce ancora a capire il motivo ( che noi conosciamo fin troppo bene… ihihih… *me ghigna malefica*). Alla prossima Un kissone <3
just_a_girl: Ciaoooo^^!! Sono davvero felice che la storia ti piaccia! Spero di non deludere le tue aspettative in futuro! Un baciozzo <3
Sumire01: Ma sciaooo! Me commossa ç___ç … sono contenta che seguirai fino alla fine la mia ficcy e che lo scorso chappy ti sia piaciuto ^^. Come hai visto, era proprio Sasuke l’”inviato” mandato a cercare Naruto! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un kissone <3
nalhia: Ma sciao! ^^ Già, poverino… sarà costretto a cantare e ad essere adorato da tutti… naturalmente io farò parte di questi “tutti” che lo adorano XD!! Lemon durante la settimana di vacanza? … mmmh… chissà XD! Come hai potuto vedere il ragazzo mandato a cercare naruto era proprio sasuke… ed è da ora che comincia il bello *o*! Spero che il chappy ti sia piaciuto! Kiss <3
krikka86: Ciaoooo^o^! Lo so… la curiosità è una brutta cosa… ù__ù
Tranquilla, Tranquilla! Come hai visto, era sasuke e non Korai… va bene che sono sadica, ma non fino a questo punto! XD Spero che il chappy ti sia piaciuto! Alla prossima! Un bacio <3

kiby chan: Ma sciaoo ^O^!! Non ti preoccupare per i commenti, anche io, ogni tanto, commento a storia inoltrata ^^ ( ma se commenti una storia su dieci… -.- nd Sasu) (ma tu zitto mai? Torna a fare il muto… sciò! ndMe) (Tsk! ndSasu) Comunque sono molto contenta che la storia ti piaccia e che ti sia piaciuta la scena del “Sasuke assassino” ( sai, non sono molto brava con le descrizioni, e stò cercando di migliorare. Poi, con le scene di violenza… non ne parliamo, và -.- …).
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Alla prossima!^^ Un kissone <3

Naturalmente grazie anche a chi ha solo letto, ha chi ha messo nei preferiti, nelle seguite e a tutti gli altri!!!!

ME LO LASCERETE UN ALTRO COMMENTINO, VERO? UNO PICCOLO, PICCOLO, PICCOLO… ç__ç

 

Alla prossima <3

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Capitolo 8
*** 8. Ripetizioni? ***


A Song for You
8. Ripetizioni?

 

 

 




 

Neji aprì con decisione la porta dell’infermeria della scuola e vi entrò, trascinando con se un Kiba dolorante.
- C’è nessuno? – chiese il ragazzo sperando che vi fosse il medico. Controllò tutta la stanza ma di quest’ultimo neanche l’ombra.
Sospirò.
- Siediti lì. – indicò a Kiba  uno dei tre lettini dell’infermeria e si avviò verso l’armadietto dei medicinali. - Io intanto cerco la cassetta del pronto soccorso. –
Tornò dopo appena pochi secondi con in mano una grande scatola bianca con su disegnata una croce rossa. La posò sul lettino e fissò l’altro ragazzo.
- Togliti la giacca. – gli disse, facendo sobbalzare l’altro ragazzo.
- C-come? – balbettò mentre le guance assumevano un colore tendente al rosso.
Neji ridacchiò.
- Se non ti togli la giacca come faccio a disinfettarti il taglio? – gli rispose divertito.
- A-ah… Ahah. Giusto… - rispose imbarazzato mentre il rossore sulle sue guance si faceva sempre più accentuato. Si tolse velocemente la giacca, notando il grande squarcio sulla manica che si era formato sia su quest’ultima sia sulla camicia.
- Dannazione, mia madre mi uccide! Dovrò senza’altro richiedere una giacca di ricambio…- sospirò con tono rassegnato mentre Neji cominciava a tirargli su la manica della camicia scoprendo la ferita.
- Invece di preoccuparti della divisa, preoccupati del taglio. Se fosse stato più profondo avrebbero dovuto metterti dei punti. – lo rimproverò con tono atono mentre puliva accuratamente il taglio, incominciando poi a disinfettarlo.
- Ahi! – si lamentò Kiba quando il disinfettante entrò in contatto con la sua ferita.
- Scusa. Lo so che brucia, ma cercherò di sbrigarmi. – 
- O-ok… - rispose, imbarazzato.
Dopo che ebbe finito di disinfettare il taglio Neji prese della garza e la avvolse sul braccio.
- Ecco fatto. – gli disse mentre riponeva tutto dentro alla cassetta del pronto soccorso e si avviava all’armadietto dei medicinali.
Kiba osservò attentamente tutti i suoi movimenti mentre mille domande affollavano la sua mente.

Avrà ragione Naruto? Sarà vero che gli interesso? Oppure lo sta facendo solo per prendermi in giro? Eppure oggi ci siamo tenuti per mano, e in classe mi ha aiutato…
- Ehi, torniamo in classe? – chiese il moro ma Kiba continuava a rimanere immobile, mentre con sguardo vacuo continuava a fissare il pavimento. – Inuzuka? – riprovò sventolando una mano davanti agli occhi del compagno, ma nulla.
Inoltre ora si è anche preoccupato della mia ferita… ma forse questo non vuol dire niente… Ooooh!! Non ci capisco più niente! Basta, ora glielo chiedo e…
I pensieri di Kiba si bloccarono non appena le sue labbra vennero a contatto con quelle di Neji.
Fu solo un leggero sfiorarsi di labbra che durò qualche secondo, ma fu più che sufficiente per far sobbalzare Kiba dalla stupore e farlo ritornare alla realtà. Poi, non appena si furono separati, Kiba si fece ancora più indietro e mise una mano sul petto dell’altro, allontanandolo.
- Ma cosa… - fece per chiedergli, imbarazzato, ma Neji lo precedette.
- Ti ho chiamato una decina di volte ma non rispondevi, quindi ho dovuto adottare delle “misure drastiche” per risvegliarti dal tuo stato di trance…-
A quelle parole gli occhi del castano s’incupirono mentre la sua espressione passò da sorpresa e imbarazzata ad offesa e arrabbiata.
- Capisco… - sussurrò, i pugni stretti. – Quindi anche l’altra volta era per farmi riprendere, eh Hyuuga? –
Neji si irrigidì e non rispose, interdetto.
- Lo sapevo! – scese dal lettino. – Sono uno stupido, come al solito… sapevo sarebbe successo di nuovo! – cercò di raggiungere l’uscita ma prima che potesse poggiare una mano sul pomello della porta Neji lo fermò, bloccandolo per un braccio e voltandolo verso di lui, facendolo sbattere con la schiena al muro.
- Lasciami. – Kiba lo strattono, cercando di divincolarsi dalla presa. Gli diede anche dei calci, cercò di dargli una testata, ma non vi riuscì. – Ti ho detto di lasciarmi. – ripetette con rabbia.
- No. – la presa sui suoi polsi venne stretta ancora di più. – Prima devi ascoltarmi. –
- Non m’interessa! -
Kiba lo fulminò con lo sguardo, dando un altro strattone, ma dovette fermarsi quando con sorpresa Neji lo baciò di nuovo. Diversamente da prima, però, questo fu un bacio in piena regola, molto più profondo e sentito. Dopo un attimo d’incredulità e d’esitazione, Kiba si ritrovò a lasciarsi un poco andare, rispondendo al bacio.
Si staccarono con il respiro corto, ma gli occhi continuarono a rimanere a contatto tra loro.
- Mi piaci, Kiba. Mi sei piaciuto fin dall’inizio, da quando ti ho visto per la prima volta. – confessò, serio in volto. – Mi spiace se ti ho dato un’idea diversa di quello che in realtà sono, ma non vado in giro a baciare qualunque persona mi piaccia, non ho ogni giorno una persona diversa nel mio letto. Se mi prendo cura di te è solo perché mi preoccupo, se ti bacio è solo per dimostrarti che mi piaci davvero, nonostante ti conosca da pochissimo tempo. – gli lasciò i polsi, prendendogli il viso tra le mani. – Voglio una possibilità. –
Kiba lo fissò completamente sconvolto, le mani ancora ferme a mezz’aria.
- Pensi sul serio… questo, di m-me? – sussurrò dopo attimi di silenzio, incredulo.
- Certo. – gli rispose serio, senza il minimo dubbio.
- Davvero, sul serio? – chiese di nuovo.
- Davvero davvero. –
Kiba ghignò.
- Davvero, davvero, davvero? –
Neji alzò gli occhi al cielo, capendo al volo che ormai il suo compagno si era calmato. Lo zittì coinvolgendolo in un nuovo bacio.
- Davvero all’infinito. – soffiò sulle sue labbra lasciando che Kiba lo afferrasse per il collo e lo facesse abbassare di nuovo, baciandolo ancora, e ancora, e ancora…
Sobbalzarono violentemente quando la porta vicino a loro si spalancò all’improvviso.
Naruto, con il respiro accelerato a causa della corsa e i capelli un poco umidi a causa della pioggia, sgranò gli occhi alla vista del suo migliore amico e di Neji, arrossendo.
- Oh, ehm… - si portò una mano alla testa, scompigliandosi la zazzera bionda. – Ho forse interrotto qualcosa? – chiese imbarazzato, ma cambiò subito espressione quando Neji si intromise tra lui e Kiba, osservandolo seriamente.
- Io… - Naruto spostò lo sguardo su Kiba, che l’osservava incuriosito. Aveva notato la sua agitazione, ne era certo. – Scusa Kiba. Non dovevo risponderti in quel modo in classe e… non dovevo spintonarti in quel modo. – si scusò, per poi tornare a fissare Neji. – Scusami anche tu, Hyuuga, e grazie per aver aiutato Kiba. –
Kiba scansò Neji, che vedendo la serietà nello sguardo di Naruto aveva accettato le sue scuse, per poi posizionarsi davanti all’amico. Gli diede un potente scappellotto dietro al collo e gli tirò un’orecchio.
- Scuse accettate, Uzumaki. Ma vedi di non farmi mai più una scenata da donnetta isterica del genere, chiaro? –
- Donnetta isterica? – gli chiese tra un lamento e l’altro; poi si liberò dalla sua presa e lo guardò indispettito. – Non sono una donnetta isterica! –
- Oh, sì che lo sei, volpe. – annuì con fare convinto, rischiando di sbilanciarsi e cadere quando il biondo lo abbracciò di slancio e con forza, ringraziandolo sottovoce per averlo perdonato. Kiba si lamentò, dolorante.
- Kiba, - Naruto lo lasciò di colpo e osservò preoccupato il suo braccio, ancora scoperto dalla camicia e appena fasciato. – ma cosa hai fatto al braccio? – gli chiese mentre Neji si avvicinava velocemente al fianco del castano, rimproverandolo con lo sguardo per aver sbattuto il braccio.
- Niente di che, mi sono fatto male quando sono caduto. – spiegò, ma vedendo lo sguardo colpevole sul volto dell’amico subito si diede dell’idiota, specificando: - Ma non è stata colpa tua! –
- Sono io che ti ho spinto, come fai a dire che non sono stato io? –
Kiba sospirò.
- Aspetta, non è così. – lo bloccò Neji.
- Già, quando te ne sei andato… diciamo che ho avuto una piccola discussione con Ishizaki. –
Naruto lo guardò stranito. - Con Korai? –
- Già. - Kiba annuì. Gli raccontò cosa era successo, le accuse e le offese di Korai verso di loro e di come si fosse procurato quella ferita; poi sospirò, vedendo come ad ogni parola uscita dalle sue labbra l’espressione di Naruto si fosse fatta sempre più dura e malinconica. - … ma poi è intervenuto Uchiha e la cosa è finita lì. – concluse.
- Quel teme è intervenuto? – chiese incredulo, sbattendo più volte gli occhi quando Kiba annuì.

Dopo tutti questi giorni in cui non ci siamo filati a vicenda, dopo tutte le parole che gli ho detto quel giorno lui… mi ha difeso?
Si passò stancamente una mano sul volto.
E mi ha anche detto quelle cose in terrazza. Che idiota!
- Ragazzi, penso che sia ora di ritornare in classe. – suggerì a quel punto Neji mentre passava un braccio attorno alle spalle di Kiba.
Naruto, vedendoli, mise su un’espressione offesa.
- Kiba… ora che sei impegnato chi mi offrirà il ramen, il venerdì sera? –
- Idiota! – Kiba arrossì, mollando una gomitata nel suo costato, irrigidendosi subito dopo.

Oh-oh… cazzo, cazzo, pensò in preda al panico fissando un piccolo particolare che ornava le guance del biondo. Poi, prima che Neji potesse accorgersene, una lampadina si accese nella sua testa. Con un balzo, abbracciò di slancio l’amico, facendogli quasi perdere l’equilibrio.
- Oh, Naruto. Come farei senza un amico idiota come te? –
Il biondo lo osservò sbigottito, lanciando ogni tanto qualche fugace sguardo allo Hyuuga, per niente contento di quello slancio improvviso di affetto  nei confronti di una persona che non fosse lui. Gli mandò uno sguardo di scuse, cercando di allontanare l’amico da lui.
- Kiba, soffri di sbalzi di umore? Staccati, che quello mi ammazza! – gli sussurrò, spingendolo
- Idiota. – gli grugnì all’orecchio l’altro, rafforzando la presa. – Le cicatrici. Alla guancia destra ti si è tolto il trucco. – gli sussurrò, in modo tale che Neji non potesse sentire.
Naruto sbiancò, irrigidendosi.
- Assecondami. Ci penso io a tirarti fuori dai guai… come al solito. – borbottò, voltandosi verso lo Hyuuga, che li fissava a braccia conserte. – Neji, tu avviati pure. Noi andiamo un attimo in bagno. – affermò mentre girava il biondo dalla parte opposta e cominciava a spingerlo in corridoio, verso il bagno. –
Neji li fissò in silenzio sparire dietro al primo angolo, interdetto. Poi sospirò, facendo spallucce e voltandosi dalla parte opposta, incamminandosi verso la propria classe.
Tanto prima o poi avrebbe scoperto cosa gli nascondevano quei due…

 
Naruto e Kiba entrarono nel primo bagno che incontrarono durante la loro corsa, richiudendosi la porta alle spalle e cercando di regolarizzare il respiro.
- Naruto, ti sto odiando. – borbottò il castano. – Cerca di stare più attento, la prossima volta. Per poco Neji non ti ha visto! – sospirò, mentre il biondo si avvicinava ad uno dei tre specchi a muro che vi erano in quel bagno, osservando la propria immagine rifessa e facendo una smorfia infastidita.
- Che rottura! – si lamentò, aprendo nel mentre il rubinetto e lavandosi poi il viso. Quando ritornò a guardare nello specchio sei linee orizzontali, rispettivamente tre a destra e tre a sinistra, ornavano le sue guance abbronzate donandogli un aspetto ancora più felino. Sbuffò irritato, estraendo un barattolino di plastica bianco da una tasca dei pantaloni. Lo aprì, prese un po’ di crema marroncina e la distese sulle guance, facendo a poco a poco scomparire quelle cicatrici.
- Ecco fatto. – borbotto riponendo il barattolino. – Si vedono ancora? – chiese all’amico che, dopo averlo osservato attentamente, negò con il capo. – Ok. Allora possiamo andare. – affermò poi, aprendo la porta e iniziando a dirigersi verso la loro classe. Poi si fermò di colpo all’improvviso, ricordandosi improvvisamente qualcosa. – A proposito! -  esclamò, voltandosi. – Naturalmente dopo voglio sapere tutto quello che è successo in infermeria… e per tutto intendo tutto! – gli disse, facendogli l’occhiolino e iniziando a correre.
- Idiota, se ti prendo ti ammazzo. – lo minacciò Kiba, rosso come un peperone, mentre iniziava a rincorrerlo.


§§§ 

 


- Finalmente. – li accolse il professore non appena varcarono la soglia dell’aula.
Dopo aver rivolto le sue scuse a tutta la classe, soprattutto al professore, Naruto raggiunse velocemente il suo posto e vi si sedette, non mancando di lanciare un’occhiataccia a Korai, che lo ricambiò.
Le ore di lezione passarono molto velocemente, quel giorno, e quando arrivò la pausa pranzo il gruppo di Naruto si riunì come al solito a mensa, per chiacchierare.
Peccato che l’atmosfera non risultasse delle migliori…
Sasuke, infatti, era molto più silenzioso del solito. Dopo aver finito il suo pranzo, si era alzato e se n’era andato con la scusa di dover ripassare per il pomeriggio, ignorando i lamenti di Sakura ed Ino, che lo pregavano di rimanere.
Naruto, dal canto suo, non era stato da meno del moro, rimanendo anche lui stranamente silenzioso per tutto il tempo, continuando ad osservare il suo pranzo come se fosse la cosa più interessante del mondo.
La gara, le lezioni di recupero, quell’idiota dell’Uchiha… aveva troppi pensieri per la testa!
Si portò le mani alla testa e sospirò più e più volte, sotto lo sguardo sorpreso e curioso dei suoi amici.
- Shika, - lo richiamò la bionda dandogli un pugno sull’avambraccio. – cos’ha Naruto? È da quando ci siamo seduti che è in quello stato catatonico. – gli sussurrò all’orecchio, ignorando l’occhiataccia che il ragazzo gli aveva indirizzato.
- Lascialo perdere, – borbottò in risposta Shikamaru, strofinandosi il braccio leso. – si starà complicando la vita come al solito. Quella gara sarà una maledizione per tutti noi… - sbuffò infine posando la testa sul tavolo.
- Oh, già, la gara. – annuì la bionda, afferrandolo per i capelli e tirandolo su. – In effetti, quando ci hanno riferito che noi saremo la seconda classe oltre alla vostra ad andarci, temevo che quell’idiota si sarebbe fiondato dritto dritto dalla preside. –
Shikamaru digrignò i denti, cercando di liberarsi dalla sua presa.
- L’ha fatto. – gli disse quando riuscì nell’impresa, massaggiandosi la cute. Poi si slegò i capelli, lasciando che quest’ultimi ricadessero scompostamente sulle spalle.
- Cosa? – Ino l’osservò sconvolta, per poi dargli una nuova gomitata allo stomaco. – Legati quei capelli, idiota. Non voglio uno stuolo di ragazzine urlanti intorno! – sbuffò, irritata.
Shikamaru sospirò, facendo come ordinato e rimettendo su la sua solita coda.
- Che scocciatura… - borbottò.
Nel frattempo, dall’altra parte della tavolata, Kiba decise di fare una proposta, per cercare di risollevare quella tremenda giornata.
- Ehi, gente, che ne dite di andare tutti all’Eclipse, stasera? Dopotutto non abbiamo ancora festeggiato il compleanno di Chouji e, come ormai sappiamo, con questa gara e la sua preparazione saremo tutti impegnati fino al collo. – borbottò, scocciato all’idea di dover rimanere rinchiusa in casa per preparare quel maledetto esame.
- Oh, Kiba. – Sakura lo guardò meravigliata, sporgendosi poi sul tavolo. – Per una volta hai stranamente avuto un’ottima idea! –
- Ehi, cosa vorresti dire? – la fulminò con lo sguardo. - Io ho sempre idee ottime. –
- Si, certo, come no… - borbottò Shikamaru dalla sua postazione. – Devo ricordarti la splendida idea che hai avuto di andare sulle montagne russe dopo che Chouji aveva mangiato tutti quei panini al salame? – ricordò, inorridito.
- O quella volta in cui ci hai costretto ad accamparci in mezzo al boschetto dietro casa tua, rischiando di essere praticamente sbranati vivi? – gli ricordò rabbrividendo Ino.
- O quella volta ancora in cui ci hai… -
- Ok, Ho capito! – li bloccò, arrossendo fino alla punta dei capelli.
- Allora, Naruto – gli chiese Sakura, scuotendolo per un braccio. – che ne dici? –
- Eh? – fece, visto che non aveva prestato la benché minima attenzione alla conversazione.
Sakura sbuffò.
- Kinba ha proposto di andare all’Eclipse, stasera. Vieni, non è vero? –
Naruto temporeggiò, non sicuro di volersi muovere da casa per quella sera.
- No, ecco… in realtà io non so se-
- Dai, Uzumaki! – lo interruppe Kiba, avvicinandoglisi. – Se non ci sei tu non ci si diverte! – piagnucolò.
- Ma… - Naruto sbuffò, sconfitto. – Mi devi due ciotole di ramen, questo venerdì! –
- Evviva! - Kiba sorrise vittorioso mentre un braccio andava a circondare le spalle dell’amico. – Stasera si beve, gente! –

 

 

§§§

 

 
Erano le tre e mezza del pomeriggio e tutti gli studenti erano impegnati a seguire i loro corsi pomeridiani. Nella scuola troneggiava il silenzio, interrotto solo da alcuni passi o da alcune note solitarie che giungevano alle orecchie dei passanti.
Naruto sbuffò, sedendosi meglio sul proprio banco, lo sguardo fisso sullo stupendo panorama che s’intravedeva dalle finestre della sua classe.

Un altro giorno che finisce, pensò tra sé il biondo.
Sospirò pesantemente, prendendo il suo cellulare per controllare l’ora.
Erano quasi le quattro e del professore non vi era ancora traccia.
Che avesse sbagliato giorno o ora?
Prese velocemente la lettera inviatagli da Tsunade e controllò.
- Qui c’è scritto proprio oggi pomeriggio! – confermò a se stesso, riponendo il foglio nella borsa.
Il sole stava tramontando, nonostante fosse ancora il primo pomeriggio, e grazie ad esso tutto attorno a lui aveva preso una leggera tonalità arancione. Dopotutto quello era il suo colore preferito, come poteva non piacergli quello spettacolo?
Sospirò di nuovo e chiuse gli occhi.
Sorrise quando una moltitudine di puntini colorati apparve davanti al buio che lo circondava.
Cominciò ad unirli, come quando lo faceva da piccolo mentre ascoltava la propria madre o suo padre suonare, e iniziò a formare tante diverse note musicali, come se nella sua mente ci fosse uno spartito vuoto da riempire.
Mugolò una, due volte, iniziando poi a mimare quella melodia tra sé e sé facendola propagare per la stanza deserta, dove solamente i muri e i banchi vuoti poterono goderne.

 

 

- Okaa-san, Okaa-san! Guarda cosa ti ho portato! – un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri correva con in mano un mazzo di margherite bianche verso la sua mamma, seduta sotto il loro albero di ciliegio.
Era a pochi passi dalla madre quando inciampò, sbattendo il musino per terra e riempendosi di petali di ciliegio.
- Naru-chan! – chiamò preoccupata mentre correva verso di lui. – Naru-chan, tutto apposto? – gli chiese aiutandolo ad alzarsi e a pulirsi il viso.
Naruto alzò i suoi occhioni azzurri verso la sua mamma, una donna di vent’anni con due grandi occhi color acquamarina e lunghi capelli rossi che le ricadevano sulle spalle e le incorniciavano il viso. Le fece un enorme sorriso, porgendole il mazzo di fiori.
- Mamma, guarda! Ho preso dei fiori belli come te! -
La donna, dopo un attimo di confusione, prese i fiori e donò un’enorme sorriso al suo bambino. – Grazie Naru-chan… sono bellissimi. – e detto questo gli diede un sonoro bacio sulla guancia, facendolo arrossire.
All’improvviso Naruto si sentì sollevare. Si girò interrogativo, intravedendo il viso di suo padre, un uomo di venticinque anni, con corti capelli biondi che gli ricadevano sulle spalle e due enormi occhi azzurri.
- Ehi marmocchio, la mamma è mia! – disse con espressione divertita.
- No! La mamma è mia! Lei è la mia fidanzata e quando sarò grande ci sposeremo! – controbatté il bambino mettendo su un dolcissimo broncio. Il padre, a quell’affermazione, cominciò a ridere, seguito a ruota dalla moglie, mentre il piccolo angelo arrossì, ma sempre mantenendo la sua espressione imbronciata.

 

 
Naruto riaprì lentamente gli occhi, fissandoli nuovamente sul caldo arancione del tramonto.
Una lacrima gli solcò il volto, e solamente in quel momento, mentre i ricordi tronavano improvvisi e quella goccia salata scendeva, si rese conto di non avere più lacrime da versare.
 

«I problemi, le paure… i sentimenti, per quanto dolorosi o spaventosi possano essere, ricorda che vanno sempre affrontati. Non puoi permettere che il passato influenzi il tuo futuro.»
 
Già, il futuro…
Sasuke aveva ragione.
Non poteva sprecare la sua vita in questo modo, piangendosi a dosso e scappando.

 «Sei un codardo che non fa altro che scappare.»
«Tu non sai nulla! Non permetterti di giudicarmi, nella tua ignoranza!»
«Non so nulla, è vero, ma posso comunque affermare che tu sia un inutile codardo che scappa per paura di dover affrontare le proprie paure. Una persona del genere non può essere definita in nessun altro modo.»

 
Le unghie affondarono nel legno del banco su cui era seduto.
Cosa avrebbero detto i suoi genitori se avessero potuto?
Loro che lo avevano sempre spronato ad andare avanti, lo avevano sostenuto, lo avevano consolato, lo avevano incoraggiato… cosa avrebbero detto? Lo avrebbero considerato un codardo?

No… mi avrebbero aiutato come sempre, pensò sorridendo. Già… ma loro non ci sono più.
Il rumore della porta scorrevole che si apriva lo distolse dai suoi pensieri, costringendolo a voltarsi verso il nuovo arrivato. Sgranò gli occhi incredulo quando la figura di Sasuke Uchiha si presentò ai suoi occhi ed entrò nell’aula dopo un attimo d’esitazione, richiudendosi la porta alle spalle.
Si fissarono qualche secondo, pensando rispettivamente cose diverse tra loro.
- Cosa ci fai tu qui? – gli chiese Naruto, titubante. Proprio non riusciva a capire cosa ci facesse il moro lì, invece di essere a lezione.
Sasuke lo osservò in silenzio per qualche secondo, scrutandolo.
- Perché piangi? – gli chiese fissando seriamente quell’unica scia umida sulla sua guancia.
Naruto sobbalzò, andando subito ad asciugarsi l’occhio con la manica della giacca della divisa.
- Mi era entrato un granello nell’occhio. – mentì spostando lo sguardo altrove. – E non chiamarmi Dobe, bastardo! –
- Come no, idiota… -
- Insomma, si può sapere cosa diamine vuoi? – sbottò, scendendo dal banco ed alzandosi in piedi. – Se sei venuto qui solo per rovinarmi ancora di più la giornata, togliti di torno! Ne ho avuto abbastanza per oggi. – grugnì, indicandogli malamente la porta.
Ignorando le urla del biondo, Sasuke camminò fino al suo banco vuoto e rovistò al di sotto di esso, estraendone un libro dalla copertina bianca e blu.
- Calmati, Uzumaki… sono solo venuto a riprendermi il mio libro – spiegò con voce atona sventolandogli sotto il naso il libro in questione. – e per riferirti che il tuo professore non verrà, oggi. –
A quell’ultima rivelazione Naruto sgranò gli occhi, irritato più che mai.
- Non verrà…? –
Raccolse velocemente le sue cose, infilandole malamente nella borsa.
- Maledetta vecchiaccia. Lo sapevo che sarebbe andata a finire così… - borbottò, fiondandosi fuori dalla classe senza degnare l’Uchiha di un ulteriore sguardo.

 

Sasuke sospirò, spostando lo sguardo verso il sole ormai quasi del tutto tramontato. Il suo cellulare vibrò, segno che qualcuno lo stava chiamando.
- Chi è? –
- Sasuke-kun, ma dove sei finito? – gli chiese la voce agitata della sua manager dall’altra parte della linea telefonica. – I ragazzi sono già qui e lo studio è già-
- Arrivo. – la bloccò il ragazzo, attaccandogli il telefono in  faccia.

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** 9. Una lunga serata (prima parte) ***


A Song for You
9. Una lunga serata
(prima parte)

 

 

 

 

This town is colder now, I think it’s sick of us
It’s time to make our move, I’m shaking off the rust
I’ve got my heart set on anywhere but here
I’m staring down myself, counting up the years
Steady hands, just take the wheel…
And every glance is killing me
Time to make one last appeal… for the life I lead


(One Republic – Stop and stare)

 

 

 

Spinse con più forza l’acceleratore, aumentando la velocità.
Era strano, lo sapeva, ma correre lo rilassava.
Accelerò ancora di più, incurante di tutto quello che aveva intorno.
Schivò con maestria un paio di auto troppo lente per i suoi gusti e girò, svoltando a destra.
I clacson che sentiva al suo passaggio non lo toccavano minimamente.
Sorpassò l’incrocio pochi secondi prima che il semaforo diventasse rosso e iniziò a decelerare quando arrivò nei pressi di un’enorme villa bianca a due piani. Le finestre e le porte che davano sull’esterno, tranne quella che era la porta d’ingresso della casa, erano tutte composte da grandi vetrate ricoperte da candide tende del medesimo colore – così almeno la tua casa sarà più luminosa e allegra, così gli aveva spiegato sua madre quando si era lamentato. Tutto intorno, un bellissimo e grandissimo giardino verde e pieno di piccole aiuole di fiori colorati faceva bella mostra di se, attraendo gli sconosciuti che si ritrovavano a passare davanti a quell’abitazione.
Il cancello automatico si aprì, richiudendosi subito dopo che fu entrato ed ebbe raggiunto con un’ultima accelerata il garage, parcheggiandovi la propria moto.
Chiunque avesse notato quella casa, mai avrebbe pensato appartenesse al distaccato, taciturno e dannato Sasuke Uchiha.
Si tolse il casco, sistemandosi i capelli e guardandosi attorno.
Raggiunse velocemente la porta di casa sua e vi entrò, schivando per un pelo l’assalto dei suoi due Labrador, uno nero e l’altro color panna, che avevano tentato di mandarlo a terra. Imprecando li allontanò da sé, carezzandogli più volte la testa e fermandoli quando questi tentavano di leccargli il volto.
- Buoni. –
Si diresse in cucina, sorprendendosi quando trovò sua madre intenta a mettere in ordine la spesa che aveva appena fatto. Mikoto, una signora con lunghi capelli neri legati un una bassa coda e il fisico fine e delicato, si voltò verso di lui non appena lo sentì avvicinarsi.
- Oh, bentornato Sasuke. – lo salutò abbracciandolo e dandogli un leggero bacio sulla guancia, alzandosi sulle punte dei piedi per raggiungerlo.
- Mamma, non mi aspettavo di trovarti qui. – gli disse, osservandola sospettoso. – Pensavo fossi ancora a New York con papà. –
La donna sbuffò, facendo spallucce.
- Infatti stasera ho il volo per raggiungerlo. Ho fatto un salto per vedere come te la cavavi da solo… e come pensavo la dispensa era quasi completamente vuota. Per non parlare della tua stanza… un disastro! –
Sasuke alzò gli occhi al cielo, scocciato. Sapeva perfettamente che la sua stanza era perfettamente pulita ed in ordine, ma mai che sua madre si risparmiasse quei piccoli ed inesistenti rimproveri.
- Cercherò di migliorare. – la accontentò.
Soddisfatta, Mikoto tornò a sistemare la spesa al fianco di Sasuke, che gli diede una mano.
- Allora, come va con la nuova scuola? –
- Nh… noiosa come al solito. –
- E non ti sei fatto nessun nuovo amico? –

Nuovi amici?, si chiese Sasuke sarcastico.
- Sì, alcuni. – rimase sul vago.
- Davvero? – chiese la donna, stupita ed entusiasta allo stesso tempo. Era raro che suo figlio, con quel carattere che si ritrovava, suscitasse l’interesse di altre persone ad essere suoi amici. – Che bello, ne sono davvero contenta! Non vedo l’ora di conoscerli. –
- Dubito che succederà. –
- Speriamo di no. - Mikoto rise, per poi dargli una leggera gomitata sul fianco ed aggiungere con tono malizioso: - E dimmi… qualche persona interessante l’avrai pur vista, no? –
A quella domanda il viso sorridente di un certo biondino apparve davanti agli occhi di Sasuke, che sussultò. Scosse leggermente la testa per cacciare via quell’immagine dalla sua mente e lanciò un’occhiataccia alla madre, che lo aveva guardato per tutto il tempo interessata, quasi compiaciuta.

Ma perché ora gli veniva in mente quell’idiota?
- Nessuno. – borbottò sistemando delle scatole di pomodoro nella dispensa.
- Non sei mai stato bravo a mentire alla tua mamma, Sasuke. – rise la donna, scompigliandogli amorevolmente i capelli ignorando le occhiatacce del figlio.

 
Subito dopo cena Sasuke salutò la madre, promettendogli che sarebbe andato al più presto a trovarla a New York e che gli avrebbe portato il nuovo CD che stavano registrando. Poi, non appena l’ebbe vista uscira dal cancello a bordo della sua macchina, il ragazzo tornò in casa e si diresse in camera sua, buttandosi pesantemente sul letto e posandosi un braccio a coprirsi gli occhi. La sua mente, inevitabilmente, ritornò in automatico a pensare a Naruto.

Come risolvere il problema dello stupido Dobe? Si chiese sospirando.
A prima vista non sembrava affatto essere una cosa semplice, constatando il forte carattere del biondo. Era cocciuto e di sicuro avrebbe dovuto puntare sulle maniere forti… senza turbarlo troppo, ovviamente.
Sbuffò, ricordando quando quello stupido di Kiba Inuzuka era venuto da lui…

 

 

 
 

- Allora, si può sapere cosa vuoi Inuzuka? – gli chiese scocciato il moro. Aveva di meglio da fare, che essere trascinato nel retro della scuola da una persona qualunque.
Kiba si guardò per un attimo in giro, assicurandosi che non ci fosse nessuno, per poi tornare con lo sguardo all’Uchiha, squadrandolo da capo a piedi.
- Allora? – chiese ancora, alquanto scocciato, Sasuke.
- Senti Uchiha, tu non mi sei piaciuto fin dall’inizio. Certo, sono un fan del vostro gruppo, ma non pensavo fossi così… Vabbè, lasciamo perdere e passiamo al punto. - borbottò guardando dritto negli occhi il moro. – Il punto è che tu a Naruto stai simpatico. Lui è gentile, è sempre positivo e vede del buono in tutti, o almeno ci prova. Non sopporto vederlo giù di morale perché ha litigato con te, e soprattutto detesto vederlo piangere. Quindi vorrei sapere solo cosa gli hai detto quel giorno. –
Rimasero per un po’ di tempo a fissarsi.
- Gli ho semplicemente rinfacciato il fatto che lui stia in questa scuola nonostante non frequenti nessun corso pomeridiano. Inoltre gli ho chiesto se i suoi genitori pagavano o avevano qualche amicizia per farlo stare qui. – gli disse atono.
Kiba sospirò.
– Questo me lo ha già detto Naruto… volevo sapere se oltre a questo gli hai detto qualcos’altro… - gli chiese portandosi una mano a massaggiarsi una tempia.
- Tsk… no. – gli rispose atono il moro per poi cominciare ad andarsene.
- Visto che i suoi genitori sono morti, ti sarei grato se non li offendessi più. – disse ad un tratto il castano, facendo fermare Sasuke. Voleva essere sicuro che l’Uchiha non ferisse più il suo migliore amico.
- Morti, hai detto? – chiese senza sapere il perché, con uno strano interesse.
- Già, in un incidente… sempre se lo era… - sussurrò le ultime parole con rabbia, mentre i pugni si andavano a chiudersi spasmodicamente.
- Cosa intendi dire? – domandò curioso Sasuke, ma Kiba se n’era già andato…


 

Il suo cellulare squillò, riportandolo alla realtà.
- Sono io. – rispose scocciato senza neanche vedere chi fosse.
- Sono Neji. –
- Dimmi. –
- Volevo solamente dirti che stasera uscivamo con gli altri, io e Suigetsu. Andiamo a bere in un locale al centro… Vieni? –
Sasuke sbuffò. – D’accordo. –
- Ok, allora ci vediamo alle dieci nella piazza vicino al centro commerciale. Sai dov’è, giusto? –
- Sì. –
- A dopo, allora. – e senza aspettare un saluto che non sarebbe mai arrivato, Neji attaccò.
Sasuke sbuffò nuovamente, dirigendosi in bagno per farsi una doccia. Una volta finito, indossò un paio di jeans neri e una camicia bianca, che lasciava intravedere il suo fisico magro ma scolpito.

Le nove e mezza, pensò non appena ebbe finito di prepararsi e fosse entrato in cucina, ho giusto il tempo di mangiare un panino.
Mentre masticava la sua attenzione venne attirata da un libro di matematica poggiato sul tavolo. Ai avvicinò ghignando ad esso e lo aprì. Sulla prima pagina il nome di Naruto Uzumaki troneggiava proprio in mezzo. Quello stupido non si era neanche accorto che era il suo, il libro che aveva preso.
- E’ davvero un’idiota… - si disse mentre l’immagine del volto sorridente di Naruto gli tornò prepotentemente alla mente, facendolo fremere.
Richiuse malamente il libro, prendendo la giacca e uscendo di casa.
Aveva bisogno di rilassarsi.
Aveva bisogno di guidare.

 
 

§§§

 

 
Nel frattempo, in un’altra zona di quella cittadina denominata Konoha, un ragazzo biondo e dall’aria scombinata correva a perdifiato per raggiungere il luogo in cui aveva appuntamento con i suoi amici.
Era di nuovo in ritardo, e tutto per colpa della matematica che lui tanto detestava!
Naruto, infatti, dopo aver passato quasi tutto il pomeriggio ad aspettare un professore inutilmente ed aver incontrato per l’ennesima volta l’Uchiha, era tornato a casa e si era fatto una doccia veloce. Poi, visto che mancavano ancora due ore all’appuntamento, aveva deciso di provare a fare un po’ di compiti di matematica per il giorno dopo… tanto per dimostrare che ci aveva provato.
Il risultato?
Il suo libro di matematica era scomparso, completamente volatilizzato.
Lo aveva cercato per più di un’ora, ma nulla.
Alla fine, sfinito da quell’estenuante ricerca, aveva finito per sbuffare e lasciarsi cadere sul divano per riposarsi un po’, ma si era addormentato…
- Ehi, sta attento! –
… aveva perso l’ultimo autobus e…
- Mi scusi! –
… e adesso si ritrovava a correre come un disperato per cercare di arrivare in tempo.
Insomma, quella non era proprio la sua giornata!
- Ragazzi! – urlò ad un certo punto iniziò ad intravedere in lontananza i suoi amici, attirando la loro attenzione. Sakura gli fu accanto non appena si fermò, le mani poggiate sui fianchi e un’espressione spazientita in volto.
- Naruto, dove diavolo eri finito? È più di mezz’ora che ti aspettiamo! – lo sgridò.
- Scusa, Sakura-chan, ma mi sono addormentato e ho perso l’autobus. -
Naruto le sorrise, in segno di scuse. La ragazza sbuffò, seguita a ruota da Ino, che era arpionata al braccio di un come al solito annoiato Shikamaru. Salutò con un cennò l’amico, che lo ricambiò annoiato.
- Naruto, ma come diamine ti sei vestito? – borbottò Kiba alle sue spalle, scrutandolo attento.
Naruto lo fissò perplesso, guardandosi. Indossava dei semplici pantaloni bianchi, una maglia senza maniche a collo alto e un paio di All Star nere.
- Perché, cos’ho che non va? – chiese.
Kiba gli scompigliò amichevolmente i capelli, sorridendo malizioso. – Sembra tu abbia scritta la parola scopatemi su ogni parte del corpo. – spiegò bisbigliando. – Devi andare a rimorchio, stasera? –
- Idiota! - Naruto arrossì come un peperone, dandogli un gomitata nello stomaco irritato dal poco tatto dell’amico in certe imbarazzanti situazioni. – Non dire cavolate e pensa per te! – borbottò squadrando con aria corrucciata i jeans strappati in vari punti strategici e la maglia attillata del suo amico.
- Figurati, io non devo-
- Già, non deve. – sottolineò Neji, arrivando alle spalle del castano e mettendogli una mano sulla testa, l’espressione seria. Kiba sogghignò all’amico per poi sorridere al suo ragazzo, che lo fissò impassibile.
Naruto sbuffò, voltandosi verso gli altri quando i due iniziarono a guardarsi in modo imbarazzante – per lui che era il terzo incomodo del momento, naturalmente. Sobbalzò quando incontrò lo sguardo di Sasuke, seduto sulla sua moto nera a pochi metri da lui. Oh, bè… pensò tra sé e sé osservando l’abbigliamento dell’altro e il suo mezzo di trasporto, ignaro che anche il moro, dentro di sé, stava pensando le sue stesse identiche cose sul suo vestiario.
- Sasuke-kun, non vedevo l’ora che arrivassi! – Sakura si agganciò al braccio del moro all’improvviso, interrompendo la sua analisi. Vide Sasuke guardarla con astio e allontanarla bruscamente, risistemandosi la camicia.
Naruto arrossì di nuovo, questa volta per un diverso motivo, però. Si voltò, fissando sconcertato il pavimento asfaltato.

Perché lo stavo fissando così? E perché lui ricambiava? Si chiese, stupito. Perché ci fissavamo così?
- Naruto, ma quando entriamo? Io sto congelando! – si lamentò Ino scuotendolo per un braccio, irritata.
- Ecco, sì… - le rispose, scuotendo con forza la testa; poi alzò il braccio verso l’alto, facendo segno a tutti di seguirlo. – Andiamo… e qualcuno recuperi quei due, prima che mattano su uno show a luci rosse! – borbotto scocciato indicando Kiba e Neji, che continuavano ad amoreggiare in disparte.
Il gruppo si diresse verso un edificio molto alto, formato forse da sette, otto piani, dove una scritta lampeggiante al neon illuminava quasi tutto il vicolo in cui si trovava, indicando ai passanti il nome del locale. Davanti all’Eclipse un enorme buttafuori faceva la guardia all’entrata, squadrando con attenzione chiunque volesse entrare all’interno del posto ed assicurandosi che tutti, nessuno escluso, possedessero gli appositi inviti.
- Buonasera. – lo salutò allegramente Sakura, nuovamente attaccata al braccio dell’Uchiha.
- Buonasera. – il buttafuori, un uomo massiccio e sulla quarantina, con lunghi capelli brizzolati legati in un codino e un paio di occhialetti dalle lenti nere sul naso, la fermò posizionandosi meglio davanti alla porta, impedendogli l’entrata. – Desiderate? –
- Entrare, forse? – gli rispose acidamente la rosa dove averlo osservato scetticamente.
- Avete l’invito? – chiese quello porgendogli il palmo aperto sotto il naso.
- Invito? – Sakura corrucciò la fronte, perplessa. – Quale invito? –
- Senza invito non si può entrare. – precisò il buttafuori incrociando le braccia al pette e guadagnandosi uno sguardo di puro odio da parte di Sasuke. – Adesso fuori dai piedi, mocciosi! –
- Ehi, modera i termini, non sai davanti a chi stai parlando? – gli rispose Sakura indicando il moro al suo fianco, che la guardò scocciato.
- Sparite. – ripeté quello, indurendo la voce e facendo sott’intendere che quella sarebbe stata l’ultima volta che gliel’avrebbe detto.
Sasuke strinse i pugni da dentro le tasche dei pantaloni, irritato.

Come si permette questo idiota? Sono un’Uchiha, ed entro dove voglio, con o senza invito, pensò tra sé il moro, ma quando stava per sorpassare l’uomo imponendo la sua superiorità e la sua decisione di entrare egualmente una zazzera bionda si piombò davanti ai suoi occhi, fermandolo.
- Ehi Riku, come va? – lo salutò allegramente Naruto, sorridendogli mentre con una mano gli dava delle pacche amorevoli su una spalla. – E’ da tanto che non ti vengo a trovare, né? – ridacchiò scompigliandosi i capelli. L’uomo lo squadrò da capo a piedi, stupito. Poi si tolse gli occhiali scuri da sopra il naso, sbattendo più volte le palpebre per assicurarsi di non avere delle allucinazioni dovute al freddo o alla stanchezza.
- Uzumaki Naruto? – chiese, più a sé stesso che al diretto interpellato.
- In carne ed ossa! –
- Oh. – l’uomo sorrise, prendendolo per le spalle e scuotendolo un poco. – Caspita, è da più di un anno che non ti fai vivo da queste parti… quasi due! Pensavo fossi un fantasma. –
- Non esagerare, Riku-san! – lo riprese Kiba presentandosi davanti al buttafuori insieme a Shikamaru e Chouji, che lo salutarono chi con un cenno della mano e chi con una pacca sulla schiena.
- Cavolo, ci siete tutti! Come hai vecchi tempi. – esclamò l’uomo accarezzando la testa bionda di Naruto, che cercò di tirar su uno dei suoi personali sorrisi di circostanza. Kiba vide l’amico annuire all’uomo e lo prese per un braccio, cercando d’ignorare quell’espressione triste che lo aveva colpito all’improvviso.
- Ehi, Ricchan, - lo prese in giro il castano sogghignando all’espressione inorridita dell’uomo, che da sempre aveva odiato quel nomignolo troppo dolce con il quale quelle quattro pesti erano solite prenderlo in giro. – allora, ci fai entrare? – gli chiese tirandogli la manica della camicia.
- Kiba, sai che senza invito non posso. –
- Dai, sai che con me posso far entrare chi voglio! – s’intromise Naruto. – E poi, se ci dovessero essere problemi mi assumerò io la responsabilità con quei due. – lo rassicurò alzando gli occhi al cielo ripensando ai due gestori del locale.
L’uomo lo fissò indeciso, analizzando bene la situazione. Poi, sotto lo sguardo stupito di Sakura ed il resto del gruppo, si spostò da davanti l’entrata, sospirando.
- Grazie mille Riku! –
- Cercate di non fare danni. –
- Tranquillo, ci penso io! – lo rassicurò Naruto, salutandolo poi allegramente ed incominciando ad avanzare nel locale fischiettando, seguito a ruota dagli altri.
- Naruto, - lo richiamò ad un certo punto una titubante Sakura, - ma tu lo conoscevi di già quel buttafuori? –
Naruto annuì, portandosi le mani dietro alla testa con noncuranza. – Già. –
- Oh. – la rosa si voltò a lanciare un’ultima occhiata all’uomo, rivolgendosi poi di nuovo al biondo. – Mi sembrava ti trattasse come un dipendente o un’ospite o… qualcosa del genere. – borbottò gesticolando con la mano che non si teneva al braccio di Sasuke, che osservava la schiena del ragazzo davanti a loro con attenzione e curiosità.
- Dettagli. – si affrettò a rispondere Naruto con voce atona; poi si fermò davanti ad un’enorme porta rossa dalla quale proveniva l’eco di una forte musica. – Ragazzi, questo locale è composto da tre piani. – disse poi al gruppo, elencandole mano a mano sulle dita. – oltre questa porta c’è il locale vero e proprio, mentre di sopra vi è una piccola area relax per chi non vuole più rimanere dentro o vuole un po’ di tranquillità… - sogghignò, rivolgendosi verso il suo amico Kiba con aria maliziosa, che gli mostrò senza tanti complimenti il dito medio, arrossendo come al solito.
- E il terzo piano… - lo invogliò a parlare Neji, che nel frattempo aveva iniziato a scompigliare i capelli al proprio compagno.
– Quello è riservato al personale, non vi conviene andarci. - Naruto fece spallucce, aprendo la porta e facendo cadere nel mutismo assoluto tutti i membri del gruppo che non erano mai stati in quel posto.
- W-wow… - commentò estasiata Sakura, facendo pochi passi.
Il locale era, in due semplici parole, enorme e fantastico.
L’intera sala era addobbata da vari drappi colorati agganciati al soffitto e annodati in varie combinazioni tra loro, dietro i quali s’intravedevano delle luci ancora spente. Evidentemente quella sera avrebbe dovuto esibirsi qualcuno. La musica, a volume altissimo, si estendeva nella sala attirando centinaia di persone verso il centro di essa per ballare, mentre il bancone del bar si estendeva per quasi tutta la parete destra della sala. Sul lato sinistro, invece, erano posizionati dei tavolini e una scala, che conduceva ai piani superiori. Sul fondo del palco, allestito anch’esso con strascichi colorati, un Dj svolgeva il proprio lavoro, remixando alla perfezione.
Naruto sorrise, contento di constatare che quel posto non era poi cambiato quasi per nulla, da quando vi era stato l’ultima volta. Si sentì prendere per un braccio da Kiba e si fissarono, sogghignando come ai vecchi tempi.
- Ci si diverte, gente! -

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

Bhe, spero che anche questo chappy vi sia piaciuto^^ Ora tutte voi vi starete chiedendo: Ma Sasuke sta cercando di svaligiare la casa di Naruto? O semplicemente ha incominciato una “Naru’s collection”?
Bhe, state tranquille, non è niente di tutto questo, semplicemente il libro di mate del biondo gli serve per il suo piano malefico di conquistare il mondo, bwahahahah! *O*
Ok, forse il troppo studiare di questi giorni mi ha dato letteralmente alla testa… -.-
Purtroppo neanche oggi ho tempo per rispondere ai vostri bellissimi commenti ç__ç perché devo tornare a studiare italiano e a scrivere il 12 chappy (N.B. sono due settimane che lo deve finire, ma non trova mai il tempo -.- nbNaru), ma spero che la prossima settimana riesca a rispondere decentemente.
*me sente il rumore dei passi di suo padre che, sentendo il battere della tastiera, si avvicina minaccioso alla povera scrittrice*
O.O forse è meglio se torno a studiare mentre, tra una pagina e l’altra, continuo a scrivere il 12 chappy.
Un bacione a tutti!!! <3

 

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Capitolo 10
*** 10. Una lunga serata (seconda parte) ***


A Song for You
10. Una lunga serata
(seconda parte)

 

 

 

Stop and stare
I think I’m moving but I go nowhere
Yeah I know that everyone gets scared
But I’ve become what I can’t be, oh
Stop and stare


(One Republic – Stop and stare)

 

 

 

 

 

 

 

- Sono loro, sono davvero loro! –
- Shh! Non farti sentire sennò… cavolo, mi ha guardato, Suigetsu-kun mi ha guardato! –
- Ma avete visto quanto è bello Sasuke-kun dal vivo? Mille volte meglio che in televisione! –
- Neji-kun, guardami, sono qui! -

 

 

 

 

Sasuke sbuffò, scocciato da tutto quello.
Dannate ochette da strapazzo...
Ovunque si girasse vedeva sempre, solamente e costantemente delle ragazzine petulanti ed irritanti che gli saltavano a dosso, estasiate di vedere i loro piccoli idoli in quello strano e lussuoso posto.
Era da meno di mezz’ora che erano in quel locale e già non né poteva più.
Non che non ci fosse abituato, ovviamente, ma quella sera non era proprio dell’umore adatto per sopportare le sue scatenate fan.
- Kiba, ti sei fatto valere, sono fiero di te! – affermò Naruto continuando a ridere da ormai un paio di minuti, divertito da come il suo amico si era abilmente sbarazzato della concorrenza. Dopo più di un quarto d’ora di occhiatine maliziose e di palpeggiamenti puramente casuali al suo neo-ragazzo, infatti, l’infuriato Inuzuka non ci aveva più visto e aveva baciato il suo ragazzo davanti a tutte le irritanti fan, sconvolgendole e facendo si che la maggior parte di esse capisse l’antifona, allontanandosi da loro e regalandogli un po’ di tranquillità.
- Gli sta bene. – borbottò sorseggiando la sua birra. – Così imparano ad importunare i ragazzi altrui. –
Sakura ed Ino quasi si strozzarono con le loro bibite a quella dichiarazione improvvisa. - C-cosa? – chiesero in coro mentre cercavano di riprendersi. – Voi state insieme? Davvero? –
Kiba arrossì, annuendo con vigore mentre Neji gli passava un braccio intorno alle spalle.
-  Qualcosa in contrario? – gli chiese quest’ultimo, sogghignando.
- Assolutamente no! – si sbrigò a precisare la bionda, fissando poi in modo malizioso l’amico. – E così, Kiba, alla fine hai conquistato il tuo famoso ido- non riuscì a terminare l’ultima parola che un Kiba color porpora le aveva tappato la bocca con una mano.
- Un’altra parola e ti uccido a colpi di basso. – la minacciò.
- E perché mai, scusa? – gli domandò la bionda, controllando attraverso lo schermo del cellulare che l’atto avventato dell’altro non le avesse sbavato il rossetto. – T’imbarazza così tanto confessare che la tua cam-
- Ti uccido, Ino. Un’altra sillaba e sei morta. –
Ino alzò gli occhi al cielo, riponendo il cellulare.
Sasuke, nel frattempo, aveva continuato ad osservare alternativamente la sala e quella ridicola conversazione. Sospirò, quando la risata di Naruto gli arrivò per l’ennesima volta alle orecchie.

Quell’idiota… non può ridere in modo meno scimmiesco? Si chiese mentre posava il suo bicchiere vuoto sul tavolo.
- Ehi, Uchiha. – Naruto lo chiamò, attirando la sua attenzione. – Vuoi che prenda un’altra birra anche a te? –
Sasuke gli rivolse una sguardo sbieco per poi distogliere i suoi occhi da quelli dell’altro, che non appena lo avevano visto fissarlo si erano velocemente spostati verso il pavimento.

E pensare che se solo tenesse quella ciabatta chiusa sarebbe perfetto…
- Non da te, Uzumaki. – gli rispose con sarcasmo, calcando l’utilizzo del suo cognome.. Lo vide stringere violentemente i bicchieri vuoti tra le mani e dirigersi velocemente al bancone del bar, senza minimamente rispondere al suo insulto.
- Ma cos’ha Naruto stasera? – chiese Ino, stupita dal comportamento dell’amico. Shikamaru sbuffò, mentre Kiba guardò in cagnesco l’Uchiha.
- Certa gente dovrebbe farsi un esame di coscienza. – ringhiò.
Sasuke lo ignorò, continuando a seguire il biondo con lo sguardo. Poi s’irrigidì, alzandosi di scatto con un’espressione infuriata in volto e con i pugni stretti; gli occhi socchiusi e freddi.
Gli altri lo guardarono stupiti.

 

 

§§§

 

 

 

- Due birre, per favore. –
- Arrivano subito. – il cameriere gli sorrise e prese i boccali vuoti, buttandoli nel lavandino dove molti altri aspettavano di essere lavati.
Naruto sospirò, sedendosi su uno dei tanti sgabelli vicino al bancone e posando i gomiti su quest’ultimo. Erano troppe le domande che in quel momento affollavano la sua mente.

Ma perché mi comporto così con lui? Perché non riesco a fingere come con gli altri, dannazione!
Quel Sasuke… incontrarlo era stato come una maledizione, una punizione divina! Ci aveva più volte litigato, gli aveva imprecato contro, gli aveva intimato di stare alla larga da lui e specificato di non volere avere nulla a che fare con lui… e Sasuke lo aveva fatto. Quindi qual era il problema?
Naruto sbuffò, stringendo le ciocche bionde con violenza.
Il punto è che tutto questo mi da fastidio, e non so il perché!
Sì, purtroppo era giunto a quella spiacevole conclusione.
Gli dava fastidio non avere nulla a che fare con quel bastardo.
Gli dava fastidio non essere insultato da lui, sentirgli dire che fosse un buono a nulla.
Gli dava fastidio che si comportasse come se lui stesso non esistesse.
 

«Non da te, Uzumaki.» 

Gli dava fastidio che l’avesse chiamato per cognome.
Si prese la testa tra le mani, irritato.
Ma cosa pretendeva?
Cosa avrebbe voluto che l’altro facesse, dopo che lui stesso gli aveva chiesto tutto quello?
- Sono un’idiota… - sospirò tra un pensiero e l’altro.
Naruto sobbalzò quando due dita richiamarono la sua attenzione, facendolo voltare con uno scatto.
- Ehi, biondino, brutta serata? – gli chiese con voce melliflua il primo dei due, un uomo di circa vent’anni e con corti capelli neri tenuti su da grandi quantità di gel. Lo sconosciuto lo squadrò dalla testa ai piedi, divertito. – Vieni a divertirti con noi… vedrai, sapremo risollevarti il morale… - gli sussurrò avvicinandosi al suo orecchio, facendolo rabbrividire.
- No, grazie. – si allontanò deciso, voltandosi verso il barman e ringraziandolo per le due birre.
- Dai, su… - lo pregò l’altro ragazzo, molto simile all’altro fisicamente. Gli circondò il collo con un braccio e lo tirò all’indietro, stringendoselo addosso. – Non farti pregare… -
Naruto storse il naso, disgustato per l’odore alcolico che fuoriusciva dalle bocche dei due non appena aprivano bocca. Erano ubriachi fino all’osso del collo.
- Ho detto di no. – ringhiò liberandosi dalla presa, ma subito venne riacciuffato dall’altro, che iniziò a tirarlo verso la pista da ballo. – Lasciatemi! – gli intimò, strattonandoli.
- Avanti, su! – lo spinse anche l’altro, cingendolo per la vita e strusciandogli il naso sul collo, ridacchiando.

Dannazione, Naruto, gli psicopatici li becchi sempre tu, si maledisse mentre il panico cominciava a prendere il sopravvento. Si guardò attorno per vedere se poteva chiedere aiuto a qualcuno, ma niente, nessuno sembrava far caso a loro, tutti erano troppo occupati a divertirsi. Cercò di chiamare i suoi amici, di attirare la loro attenzione, ma anche in questo modo non ci riuscì, visto che erano troppo lontani e che la sua voce era coperta dalla musica troppo alta.
- Dai, su… non fare il prezioso. – uno strattone più potente al braccio lo fece mugugnare di dolore.
- Mi state facendo male! – ringhiò, ma non fece in tempo a provare nuovamente a liberarsi della presa che il braccio che gli cingeva la presa sparì e un pugno andò a colpire il naso del ragazzo che lo teneva per un braccio, facendolo finire a terra. Naruto guardò stupito la scena e si voltò, sgranando gli occhi quando il braccio di Sasuke andò a sostituirsi a quello dell’altro ragazzo, anche lui a terra e con il naso sanguinante.
- Sasuke… - balbettò incredulo osservando lo sguardo duro del moro, ancora fisso sui suoi aggressori.
-  Bastardo… - lo insultò uno di loro massaggiandosi la zona lesa, mentre l’altro rimase in silenzio, cercando di rialzarsi a fatica a causa dell’alcol che ancora gli annebbiava i sensi. – Chi ti credi di essere? –
- Chi mi credo di essere? - Sasuke attirò maggiormente a sé Naruto per la vita e fissò i due minacciosamente. Una scossa elettrica percorse l’intera colonna vertebrale di Naruto, facendolo rabbrividire. – Sono quello che vi manderà all’ospedale, se non sparite entro due secondi dalla mia vista. – gli rispose con un tono talmente tagliente e sicuro che i due sparirono così come erano venuti, in un nanosecondo.
Naruto, ancora teso per l’accaduto, si fece scappare un sospiro di sollievo, mentre tutta l’adrenalina che aveva accumulato in corpo andava man mano scemando, facendolo sentire più leggero. Sicuro di essere nel pieno delle proprie facoltà fisiche e mentali, spostò lo sguardo dal pavimento dove fino a qualche secondo prima vie erano i due ragazzi a Sasuke, sussultando nel momento in cui i loro occhi s’incontrarono.
- Ecco… - iniziò imbarazzato, tentando di dire qualcosa d’intelligente.
- Idiota. –
Naruto strabuzzò gli occhi. – Cosa? –
­- Sei uno stupido Dobe! – lo sgridò Sasuke dandogli uno scappellotto dietro al collo, facendolo mugugnare di dolore. – Si può sapere come diavolo fai a cacciarti in certi casini? Pensa se non ti avessi visto e non fossi intervenuto che fine avresti fatto, saresti carne da macello, ormai! –
Naruto l’osservò stupito, fermando a mezz’aria la mano che stava massaggiando la zona lesa.
- Sai, Sasuke… - borbottò ad un certo punto, spezzando quel piccolo silenzio che si era creato. – Non ti ho mai visto parlare da così tanto da quando ti conosco. –
Il modo in cui annuì per sottolineare quell’affermazione fece sospirare Sasuke, che si portò una mano alla fronte, sconsolato.
- Dovevo lasciarti dov’eri… -
- Ehi! –
- Sei proprio un Dobe senza speranza. –
- Ma come ti permetti, maledetto Teme! – lo insultò cercando di voltarsi meglio per fronteggiarlo, senza successo. Arrossì quando il braccio con il quale il moro gli cingeva la vita gli tornò sotto gli occhi, facendolo rendere conto dell’imbarazzante ed equivoca posizione in cui erano. – Vuoi a-abbracciarmi ancora per molto, Uchiha? – borbottò imbarazzato, spostando lo sguardo altrove. Sasuke lo liberò quasi immediatamente, e a Naruto quasi prese un colpo quando vide un debole color rosa distendersi sulle sue guance.
È… è arrossito o mi sono completamente impazzito? si chiese il biondo mentre lo osservava voltarsi ed incominciare ad incamminarsi per tornare al loro tavolo. Si riscosse giusto in tempo per prenderlo per la camicia e fermarlo, attirando su di se lo sguardo scocciato dell’altro.
- Aspetta. –
- Cosa vuoi, ancora? –
- Ecco… - il biondo strinse con più forza la camicia, come per assicurarsi che il moro non scappasse da un momento all’altro, ignorandolo di nuovo. Poi arrossi ancora. – Grazie. –
Sasuke annuì, come per intendere che aveva capito.
- Mi sembra il minimo, e non montarti la testa. Ti ho aiutato solo per non averti sulla coscienza. –
- Grazie mille per aver specificato… - borbottò il biondo guardandolo di sbieco, per poi tornare quasi subito serio. – Comunque non era solo per quello… - aggiunse mentre tornava a fissare nuovamente il pavimento, imbarazzato dal sentire lo sguardo curiose dell’altro su di sé. – Kiba mi ha detto di quello che è successo oggi con Korai dopo che io… dopo, ecco. Mi dispiace che anche tu sia stato coinvolto nonostante non c’entrassi nulla. – concluse, liberando la presa sulla sua camicia e portandosi una mano a scompigliarsi i capelli. Rise, ma all’improvviso sembrò ricordarsi di qualcosa che lo portò a sporgersi verso l’Uchiha e a scrutarlo con attenzione, preoccupato. – Non ti sei fatto nulla, vero? –
Sasuke continuò a fissarlo in silenzio, impassibile.

Possibile che questo idiota, tra i tanti problemi che ha, vada a preoccuparsi degli altri, invece di se stesso? Di me, oltretutto, che non faccio altro che insultarlo? Pensò, osservando meglio il viso paffuto del biondo. Gli venne quasi da ridere. Che tipo…
- No, nulla. – gli rispose senza palesare il suo divertimento, al che Naruto sospirò, sollevato.
- Meno male, almeno tu… -
Rimasero nuovamente in silenzio, mentre intorno a loro la musica continuava a far muovere a tempo le persone che erano scese in pista.
- Certo che le conversazioni con te sono molto coinvolgenti, Uchiha. – gli disse ironico il biondo, ricevendo in cambio un’occhiataccia.
- Senti un po’, Uzumaki, ma tu non avevi detto che non volevi avere più niente a che fare con me? –
Naruto gelò sul posto, sentendo con quanta freddezza gli era stata posta quella domanda.
- Io, ecco… -
- Tu? –
Naruto sospirò. – D’accordo, forse non avrei dovuto insultarti in quel modo. – confessò. – Non mi piace che si insultino i miei genitori, non lo sopporto. Per me la famigli è una cosa sacra, ecco perché ti ho risposto in quel modo, quando ho visto la tua risposta. –
- No. – lo interruppe il moro. – Non avrei dovuto arrecare un’offesa a loro, piuttosto dovevo sottolineare la tua idiozia. –
Naruto sgranò gli occhi, sorpreso. Non poteva credere che quello che era accaduto, fosse davvero successo…

Sasuke Uchiha che mi chiede scusa? Non posso crederci.
Conosceva praticamente tutto del carattere che caratterizzava l’Uchiha dal resto delle persone normali: freddo, scostante, pieno di se, indifferente a tutto e tutti e, soprattutto, orgoglioso. Molto orgoglioso. Glielo aveva detto Sakura in uno dei suoi ultimi monologhi su quanto fosse bello, tenebroso e sexy Sasuke-ku.
Da far rivoltare lo stomaco.
- Aspetta un attimo. Mi stai chiedendo scusa, forse? –
Il moro gli rivolse uno sguardo stupito. – Ma certo… -
Naruto sentì una stretta alla bocca dello stomaco e uno strano calore che si faceva strada sulle sue guance. Stava arrossendo di nuovo, dannazione! Possibile fosse diventato una ragazzina isterica solo perché l’orgoglioso Uchiha gli stava rivolgendo le sue scuse?
Oh, doveva raccontarlo immediatamente a Kiba…
- … che no. –
- Eh? –
- Ma certo che no, idiota. Non chiedevo scusa a te, ma hai tuoi genitori. –
Lo sguardo serio e la sicurezza con cui l’affermò fecero cadere tutti i castelli costruiti dalla mente troppo positiva di Naruto.
- Bastardo di un’Uchiha! Sei un Teme, uno stupido-
- Whaaaaaa! –
I suoi insulti verso il moro vennero coperti da delle urla, talmente forti da sovrastare addirittura la musica. Come tutte le persone del locale, Naruto e Sasuke si girarono in contemporanea, chi interessato e chi scocciato, verso il punto da cui esse provenivano riuscendo a scorgere un ragazzo biondo, piegato in due a terra e che piangeva, e un altro ragazzo dai capelli rossi, che invece continuava a dirgli di calmarsi mentre, invano, cercava di farlo alzare.
- E’ un disastro, Sacchan, un disastro! Come faremo, ora? Come sfameremo i nostri figli? – si lamentò il biondo, continuando a piangere e a rotolarsi a terra incurante degli sguardi curiosi e divertiti che lo fissavano.
- Non abbiamo figli, idiota. – lo riprese il rosso, strattonandolo per farlo alzare. – Alzati, che stai dando spettacolo. –
- No! Siamo spacciati. – piagnucolò quello mettendosi seduto e tirando su con il naso in modo teatrale. Sasori, questo era il nome del rosso, sollevò gli occhi al cielo scocciato.
- Deidara non sei un bambino, smettila. Troveremo qualcuno che possa sostituirla. –
- Ma sasori, hai visto i soldi che abbiamo speso per tutto questo? – indicò i vari drappi colorati che calavano dal soffitto e il nuovo impianto di luci, depresso. – Non troveremo mai un sostituto in tempo… -
Sasori si portò una mano in mezzo ai capelli per massaggiarsi la testa, esausto da tutto quel piagnucolare del suo ragazzo. Odiava quando faceva così.
- Sasori, Deidara… cosa vi è successo? –
I due si voltarono in contemporanea verso colui che gli aveva posto quella domanda, sgranando gli occhi quando la zazzera bionda e l’espressione perplessa di Naruto venne loro incontro.
- Sacchan, dimmi che anche tu vedi chi vedo io. –
Naruto rise dell’incredulità del biondo, per poi barcollare quando le braccia di quest’ultimo lo circondarono con foga. Subito tentò di allontanarlo per cercare di non soffocare.
- Naruto, caro Nacchan! Che bello riaverti qui tra noi! – esclamò entusiasta Deidara.
- Sì, Ok… va bene, ma ora lasciami… soffoco… -
- Ops. - Deidara lo lasciò immediatamente.- Scusa, Nacchan, ma ero così contento di rivederti che non sono riuscito a trattenermi! –
- Non fa nulla, tranquillo. Dopotutto anche io sono contento di rivedervi, capi. – gli sorrise per sottolineare quanto fosse veramente contenti del loro incontro in quel posto pieno di ricordi. Poi si guardò attorno sospettoso. – Piuttosto, mi meraviglio che questo posto non sia ancora saltato in aria, con due proprietari come voi… -
- Già… - affermò sconsolato Deidara, asciugandosi un’immaginaria lacrima al bordo dell’occhio. – Sacchan mi ha sequestrato tutte le mie adoratissime bombe, sai? Ha detto che le potrò avere solo quando avremmo ripagato i piccoli danni dell’altra volta… -

Bombe? Si chiese stupito Sasuke, non credendo alle sue orecchie.
- Piccoli danni? Tu quelli li consideri piccoli? Ti rendi conto che hai fatto quasi saltare in aria l’intero edificio? – lo rimproverò il rosso.
- E’ stato solo un’incidente. – sbuffò Deidara spostando lo sguardo altrove. – Mi sono sbagliato, d’accordo? Invece di sette chili di polvere da sparo ne ho messi dieci, e allora? Ti ricordo che anche tu il mese scorso hai quasi ucciso un cliente, con quel tuo strano aggeggio spara coltelli! –
Aggeggi spara coltelli?
Sasuke osservò i due con aria corrucciata, per poi fissare il biondo al suo fianco. Possibile che quell’Uzumaki non riuscisse ad avere a che fare con persone normali?
- Non è uno strano aggeggio lancia coltelli. È una marionetta lancia coltelli. –
- Ehi, calmatevi! Piuttosto, cosa vi è successo? – chiese Naruto mettendo fine, così, al litigio tra i due. Proprio non sopportava vederli litigare… anche perché la maggior parte delle volte il tutto finiva in un modo alquanto… BOOM!
- Oh, giusto. – si ricordò il biondo tornando al suo stato depresso. – Lo spettacolo… -
- Stasera doveva esibirsi una cantante, - spiegò Sasori. - ma dieci minuti fa ci ha gentilmente comunicato che non può più venire perché ha avuto un contrattempo, e adesso-
- Insomma, siamo fregati! - lo interruppe il biondo portandosi le mani tra i capelli. - Abbiamo speso un mucchio di soldi che potevo benissimo impiegare in acquisti esplosivi e non abbiamo nessuno spettacolo da proporre, stasera, e- sobbalzò, rendendosi conto improvvisamente di aver trovato una soluzione. Rivolse un’occhiata complice al rosso. – Pensi anche tu quello che penso io? – gli chiese, ignorando poi la sua risposta negativa.
- Davvero? – gli chiese Naruto, sorridendo poi contento per loro.
- Oh, sì. – Deidara rise, indicandolo. – Sei tu, ovviamente. – ghignò, certo del successone che avrebbero avuto.
Naruto abbassò lo sguardo verso il pavimento, colpevole. Si sentiva colpevole perché proprio non poteva aiutarli e, ancora una volta, si stava dimostrando un codardo.
- Mi spiace, io… -
- Dai, Nacchan, una canzoncina sola. – lo pregò, intrecciando le mani in segno di preghiera. – Chitarra classica, elettrica, un pianoforte, un basso… dimmi cosa ti serve e te lo procurerò, su. –
Naruto lo fulminò con lo sguardo, irritato. – Ho detto di no! – urlò, facendo sobbalzare tutti. Poi prese un profondo respiro e cercò di calmarsi. – Sentite… era una ragazza la persona che doveva esibirsi? –
- Sì. Hai qualcuno in mente? – gli chiese Sasori, visto che Deidara era rimasto completamente in silenzio. Naruto annuì, indicando la direzione in cui vi era il tavolo dei loro amici.
- Vado a chiamare Ino, sono certo sarà felice di darvi una mano. – e detto questo, dopo aver preso le due birre dimenticate sul bancone, si diresse velocemente verso la sua meta.
Sasori sospirò, seguito a ruota da Deidara.
- Non gli è ancora passata. – affermò quest’ultimo fissando irritato il pavimento.
- Gli passerà. – lo rassicurò il ragazzo accarezzandogli la lunga coda.
- Sono passati quasi due anni, Sasori. Quel maledetto gli ha frantumato l’anima, lo ha distrutto in tutti i sensi. – urlò infuriato, stringendo violentemente i pugni. – Lo odio, lo odio, lo odio. Se solo potessi lo farei saltare in aria come un pezzo di legno. –
Notando come Sasuke li ascoltasse con attenzione, Sasori richiamò il suo compagno e gli fece segno di finirla lì, per quella volta. Deidara osservò attentamente il moro davanti a lui e fece una smorfia disgustata.
- Uchiha. –
Sasuke non poté fare a meno di fulminarlo con lo sguardo, sentendo il tono con cui il suo cognome era stato pronunciato.
- Qualcosa in contrario? – chiese minaccioso.
- Oh, più di quante credi. – gli soffiò il biondo, sarcastico. – Sei proprio un piccolo bastardo come tuo fratello. –
- Non ho un fratello.
- Oh, ma certo… chissà perché ma questa frase mi sembra familiare… -
- Cosa? –
Daidara rise, continuando a fissarlo con quel misto di divertimento e sfrontatezza che, a quanto pareva, facevano sì che l’Uchiha junior lo guardasse con un’espressione sempre più dura.
- Già, immagino che il tuo caro fratellino non ti abbia mai raccontato delle nostre frequenti avventure notturne… Tipica vostra caratteristica. Piuttosto, come sta? – chiese poi sarcastico. Sasuke non gli rispose.
- Deidara, basta. – Sasori lo fermò prima che potesse continuare, stringendo una mano sulla sua spalla e ricevendo uno sguardo di scuse dal proprio compagno. Per fortuna, proprio in quel momento arrivò Naruto.
- Ehi, eccola! – gli urlò per farsi sentire, sbracciandosi con un braccio mentre, con l’altra mano, trascinava Ino, che tentava di farlo rallentare per non inciampare a causa degli alti tacchi che portava.
- Naruto, rallenta, dannazione! – la bionda si liberò dalla stretta con uno strattone proprio a pochi metri dal punto d’arrivo. Si sistemò il vestito e salutò con un sorriso i due proprietari, scansando malamente Naruto. – Sasori, Deidara che bello rivedervi! –
- Ino, quanto tempo. Come va? –
- Oh, tutto come al solito, Dei. -  enfatizzò la risposta con un annoiato cenno della mano che fece lo fece ridere.
- Non dirmi che ancora stai con quella noia di Shikamaru! –
- Già, quello scansafatiche… purtroppo ancora lo sopporto. – sbuffò. – Anche se vedo che anche voi andate ancora d’amore e d’accordo. –
- Oh, sì. – rispose maliziosamente Deidara, per poi allacciare le braccia attorno al collo di Sasori e saltargli sulle spalle ridacchiando. – Il mese prossimo sono tre anni! –
Sasori sbuffò scocciato, ma quasi tutti potevano vedere una piccola colorazione rosata sulle sue guancie.
- Ma non ci stavamo disperando per uno spettacolo, fino a cinque minuti fa? –
- Oh, è vero! – si ricordò Deidara, scendendo da sopra al suo ragazzo e trascinare Ino dietro le quinte. –Ino, sei la nostra salvezza! – esclamò sparendo dietro al tendone.
- Naruto, vado a controllare che quell’idiota non faccia danni. Ci vediamo dopo. – lo salutò borbottando il rosso, sparendo anche lui dopo avergli dato un piccolo e leggero bacio sulla guancia destra.

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°


Salve a tutti!
Passata una buona settimana?
La mia un’inferno… di nuovo! Ma sono contenta, perché finalmente mi sono fatta interrogare in tutte le materie \(^o^)/ !!! Certo, mi mancano ancora diritto e italiano… e poi devo fare ancora tre compiti questa settimana… ma questi sono solo piccoli dettagli… ( -.-“ ndNaru&Sasu ).
Forza e coraggio, che oramai mancano pochi giorni (la parola “settimane” è stata abolita dalle mie parti >.<) alla fine della scuola.
Comunque… Me felice che molti continuino a seguire la storia e a commentare!! Inoltre ho notato che sono aumentate anche le persone che leggono… me felice!! X3
Mi dispiace molto che questo capitolo sia corto, ma non ho proprio avuto il tempo materiale per mettermi al computer e sistemarlo. Inutile dire che sono ancora ferma al 12 chappy ç__ç… insomma, un incubo!

Non è che avete qualche ideuzza sul nome che posso dare alla band di Kyuubi? Io avevo pensato a Bijuu, ma non ne sono molto convinta...

>>> Risposte alle recensioni <<<

 
Ninja767: Ciau ^^! Sono felice che lo scorso capitolo sia piaciuto. Hai ragione, quei portachiavi sono nella storia per un motivo ben preciso, e, sinceramente, non vedo l’ora che quel “motivo” arrivi! Far comparire l’Akatsuki? Ma certo che siii!! Dire che li amo è poco! Li adoro! Infatti, come hai potuto vedere, in questo capitolo ho fatto comparire Deidara e Sasori, i due che, in questo periodo, mi stanno piacendo di più ^o^! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Alla prossima, Un kissone <3!!
Nalhia: Ciao ^o^!! Me contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto! Anche a me non mi sarebbe dispiaciuto vedere un Kiba e un Neji farlo sull’asfalto davanti a tutti OçççO.......... *me si asciuga la bava* Purtroppo non si è esibito Gaara, ma si esibirà Ino. Non è ancora il momento per l’entrata in scena di Gaaruccio_caro, ma prometto che, quando ciò avverrà, non ti deluderò *.* !! Certo che Temari ci sarà, che domande ù_ù… anche se ancora non so se la faro mettere con Shika, tradendo, così, Ino… ma poi, così, mi si sfascia il gruppo… Mah! Non saprei, devo pensarci su! Non è una cattiva idea, comunque!^^ Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto!! Kiss Kiss<3
ryanforever: Ma sciaoooo!!!^^ Hai ragione Naru è proprio *ççç*!! Non è che il buttafuori sappesse del passato di Naru, o pensasse che fosse morto… solo che non lo aveva più visto, e pensava si fosse trasferito o una cosa del genere. Insomma, si è stupito quando se lo è ritrovato davanti, dopo tanti anni. Per quanto riguarda il nome del locale… bhe, mi hai beccata! In effetti non sapevo che nome dargli, ma poi mi sono girata ( ho la brutta abitudine di mettermi a scrivere sul letto, sopra il quale ho una mensolina con sopra un “paio” di libri) e ho visto il libro di Eclipse…. E mi si è accesa la lampadina (che fatica… -.- nd Naru) (zitto tu! E torna al locale, sciò! ndMe). Ma non è solo per quello… non so come, ma la mia mente bakata ha connesso il nome Eclipse (= eclissi) con la doppia identità di Naru/Kyuubi… insomma, penso che il mio cervello abbia fuso del tutto -.- per quanto riguarda Sai, apparirà, ma più avanti. Insomma, tempo al tempo ^o^!! Spero che anche questo chappy tio sia piaciuto! Alla prossima, un Kissone <3
Ocatarinetabelasciscix: Ciao^^!! Lo so, purtroppo le zecche non sono facili da uccidere ù_ù però, anche se all’inizio Sakura sarà molto appiccicata a Sasuke, spero di riuscire a liberarmene il prima possibile!! Vedo che anche tu non te la passi bene in questo periodo stressante ç_ç e ti assicuro che non sei l’unica sclerata, perché anche io non scherzo… ma perché hanno inventato la scuola??? Possibile che non avessero nulla da fare, tranne che rovinare l’adolescenza alle generazioni future?? Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un bacione <3
RavyKira: Sciao^^!! Sono felice che la storia ti piaccia ^///^ !!! Già, Sasuke ci è rimasto davvero male, poi visto il suo “caratterino orgoglioso”… bhe, queste due parole dicono tutto, no?? Lo so, Kiba è un mito! Amo troppo quel ragazzo, soprattutto il suo carattere! E poi, insieme a Neji… OççççO
Spero di ricevere altri tuoi commenti, e non preoccuparti, non mi hai annoiato per niente!! Per quanto mi riguarda, potresti anche descrivermi la tua intera settimana! Alla prossima! Un kissone <3

miiky: Ciaooooo ^^!! Me felicissima che la ficcy ti piaccia sempre di più ^///^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!! Un bacione <3
Love90: Sciaoooo ^o^!!! Innamorata della mia ficcy? O.O ………… Ma grassie!! Me felicissima! Lo so, purtroppo il Teme è quello che è -.- lo hanno fatto così, che vuoi farci?? Poi, col fatto che è un star famosa… è ancora più montato!! Sai in mezzo alle scatole?! No, ASSOLUTAMENTE NO!! Non lo sopporterei neanche io che devo scrivere ç_ç Ti ringrazio molto per l’incoraggiamento, visto che mi ci vuole proprio ç_ç stò decisamente sclerando! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un bacione <3
EWILAN: Ciao^^! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia *.* !! Cercherò di svelare i misteri quanto prima, e per quanto riguarda la musica, già dal prossimo chappy si comincerà a vedere qualcosa! Per l’amore…. Uhuhuhuh *^*…Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto e di non deludere le tue aspettative future. Alla prossima! Un bacione <3
Chocokokoro183: Sciaoooo!!! Sono contenta che la ficci ti piaccia (oddio! L’hai letta tutta insieme?) sono onorata e sorpresa che questa sia una delle poche fiction che ti ha conquistata ^///^ !! Insomma, è pur sempre la mia seconda ficcy, e non mi aspettavo piacesse così tanto >o
E, naturalmente, ringrazio Capitatapercaso per le sue bellissime mail, che, ogni volta, non vedo l’ora che arrivino! Sono troppo divertenti, e, ogni volta scoppio a ridere davanti allo schermo del computer come una scema! (con i miei fratelli che mi guardano come se fossi un’aliena… X3)

 

 

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Capitolo 11
*** 11. Una lunga serata (terza parte) ***


A Song for You
11. Una lunga serata
(terza parte)

 

 

 

 

Stop and stare
I think I’m moving but I go nowhere
Yeah I know that everyone gets scared
But I’ve become what I can’t be
Oh, do u see what I see…

(One Republic – Stop and stare)

 

 

 

 

 

 

 

Naruto rimase a fissare il punto da cui era scomparso Sasori, imbambolato. Mai si sarebbe aspettato un gesto tanto affettuoso da quello che una volta era il freddo e solitario ragazzo senza né parenti o amici.
Un sorriso nostalgico andò a disegnarsi sulle sue labbra. Gli era mancato questo posto, ma soprattutto gli erano mancati quei due pazzi di Deidara e Sasori. Per lui erano stati come quei fratelli che non avevano mai avuto e non avrebbe mai dimenticato le risate che si erano fatti insieme, nel periodo in cui aveva lavorato lì. Ancora ricordava quella volta in cui avevano messo una mini marionetta assassina dentro al frigorifero degli alcolici… povero barista, per poco non gli era venuto un infarto! O ancora, quella volta in cui avevano posizionato una mini bomba all’entrata per cercare di uccidere un topo che da un po’ di tempo bazzicava indisturbato da quelle parti… per poco Riku non era saltato in aria!
Si portò una mano alla guancia, ripensando al rosso e a quel suo gesto insolito.
Sorrise. Allora anche a loro lui era mancato davvero.
Sospirando si voltò per tornare dai suoi amici, ma sobbalzò quando ritrovò il viso di Sasuke a pochi centimetri dal suo.
- Uchiha, pensavo fossi andato via. Mi hai fatto prendere un colpo! –
Sasuke era rimasto in silenzio per tutto il tempo ad osservare la scena. Quel bacio, chissà per quale arcano motivo, gli aveva dato fastidio, e non poco. Ma poi, quando aveva visto il biondo con quell’espressione nostalgica e malinconica al tempo stesso, come attirato da una calamita, aveva cominciato ad avvicinarsi fino ad essere a pochi centimetri da lui. Ed ora era lì, a fissarlo, cercando di capire come mai quel biondino lo attirasse così tanto.
- Ci sei? – chiese Naruto, sventolandogli una mano davanti agli occhi, visto che il moro continuava a fissarlo in silenzio.
- Quei due. -
- Cosa? –
- Sei molto affezionato a quei due. –
 Naruto arrossì.
- Ehm… si vede molto, vero? – chiese imbarazzato portandosi una mano alla testa a scompigliare le ciocche bionde.
- Come se avessi un cartello in fronte, Dobe. – rispose ghignando.
- Finiscila di chiamarmi in quel modo, bastardo! Se non lo hai ancora capito io ho un nome, non dovrebbe esserti molto difficile pronunciarlo e… Ehi, dove diavolo stai andando? - Sasuke, non volendo ascoltare oltre, aveva cominciato ad avviarsi. - Fermati immediatamente e finisci di ascoltare la gente quando ti parla! – e detto ciò, tra insulti ed imprecazioni, raggiunse velocemente il moro.
 

- Ragazzi, finalmente. Pensavamo vi foste uccisi a vicenda. – li accolse Kiba non appena si furono seduti ai loro posti. Rise, vedendo l’espressione irritata del biondo e le continue occhiatacce che continuava ad inviare a Sasuke. – D’accordo, mi sa che ci stavate andando molto vicini, a quanto sembra… -
- Puoi dirlo forte! –
- Naruto, ma dov’è Ino? Dove l’hai portata? - chiese Sakura non vedendo più l’amica, riattaccandosi saldamente al braccio del moro. Naruto proprio non capiva perché vedere l’amica attaccata a Sasuke gli desse così fastidio, ma cercò d’ignorarlo e di rispondergli normalmente.
- Sta aiutando due nostri vecchi amici… - spiegò, ma si bloccò non appena la musica del DJ smise di rimbombare per quelle mura ed un insolito silenzio pervase il locale. – Oh, eccola. – Naruto sorrise, indicando allegramente il palco, ancora completamente buio. All’improvviso, però, due luci, una gialla ed una rossa, andarono ad illuminare tre figure girate di schiena e posizionate in fondo al palco. Al centro vi era Ino con un cappello da scena nero in testa, mentre ai lati vi erano due ragazzi, molto probabilmente dei ballerini.
Sentendo l’inizio della canzone, la bionda iniziò a canticchiare la melodia fino a quando questa non partì definitivamente, provocando i primi complimenti e i primi fischi d’approvazione.
Sakura la guardò sorpresa.

 

Oh baby, baby 
Have you seen Amy tonight?
Is she in the bathroom ?
Is she smokin' up outside?
(Oh!)

 

Oh baby, baby
Does she take a piece of lime
For the drink that Imma buy her
Do you know just what she likes?
(Oh!)

La musica continuava, mentre Ino cominciava a cantare e a muoversi sul palco. Camminò fino al bordo del palco, dove cominciò a seguire le parole del testo della canzone, guardando a destra e a sinistra, muovendo, ogni tanto, anche il cappello che aveva in testa. I ballerini, dietro di lei, la seguivano, cercando di “sedurla” e di trattenerla a ballare con loro.

Love me hate me
Say what you want about me
But all of the boys and all of the girls are beggin' to If You Seek Amy
Love me hate me
But can't you see what I see
All of the boys and all of the girls are beggin' to If You Seek Amy


Ino continuava a muoversi sensuale sul palco, mentre i ballerini dietro di lei continuavano a ballare.
Il pubblico era in delirio. Gente che urlava, gente che fischiava, gente che ballava.
- Vai Ino! – urlò Kiba che, insieme a Naruto, si era messo a ballare.

 

Amy told me that she's gonna meet me up
I don't know where or when and now they're closing up the club
(Oh!)

I've seen her once or twice before she knows my face
But it's hard to see with all the people standing in the way
(Oh!)

 

La bionda andò ad uno dei due pali, posti ai lati del palco, e cominciò a ballare intorno ad essi. Tutti urlarono più forte mentre si lasciavano trasportare dal ritmo.
- Ehi, Shikamaru… penso che la tua vita non sarà più tanto tranquilla d’ora in avanti… - gli disse Suigetsu, ghignando.
Shikamaru gli rivolse uno sguardo scocciato.
- Che seccatura! –

 


So tell me if you've seen her (let me know what she was wearing and what she was like)
Cause I've been waiting here forever (let me know where she was going I don't mind)
Oh baby baby
If You Seek Amy tonight
Oh
Oh baby baby
We'll do whatever you like *

 
Dopo il ritornello, la musica cominciò a rallentare. Ino ora era ferma e fissava, sorridendo, Shikamaru, il quale la guardava imbarazzato. Le ultime parole erano per lui.
E poi di nuovo il ritmo ricominciò, Ino continuava a muoversi sul palco e intorno ai pali, continuando a cantare gli ultimi pezzi della canzone. Appena la musica finì, un grande boato, tra applausi, urla e fischi, invase la sala. Ino si tolse il cappello e fece un inchino al pubblico, per poi ritornare insieme ai due ballerini dietro le quinte.

 
Naruto e Kiba, che si erano alzati per andare a ballare, ritornarono con calma dai loro amici.
- Hai visto Naruto? Ino li ha stesi, è stata davvero brava! – esclamò entusiasta Kiba.
- Già! E poi hai visto come si muoveva sul palco? Sembrava che, invece di una cosa improvvisata, fosse tutto programmato! –
- Allora com’era visto da laggiù lo spettacolo? – gli chiese Suigetsu.
Naruto percorse, correndo, gli ultimi metri che lo distanziavano dagli altri.
- Bellissimo! Ho fatto proprio bene a chiedere ad Ino, avete visto che roba? È stata brava o no? –
Tutti annuirono, esclusa Sakura che fissava ancora il palco, ora vuoto.
- Ehi, Sakura-chan? – la chiamò preoccupato Naruto, avvicinandosi a lei. – Va tutto bene? –
Sakura spostò lo sguardo dal palco al biondo, per poi abbassarlo, in modo tale che la frangetta andasse a coprire gli occhi.
- Naru? – lo chiamò.
- Nh? –
- Perché? –
Naruto alzò un sopracciglio. – Perché, cosa? –
Sakura, a quelle parole, saltò a dosso al biondo, buttandolo a terra, mettendogli le mani al collo e cercando di strozzarlo.
- Perché non hai fatto andare me a esibirmi? Eh? Non sono forse la tua migliore amica? –
- Waaah… p-pensavo che forse Ino era… più adatta, perché… abituata…A-aiuto, non respiro! –
- Tu, traditore! –
- Ma che bella scenetta… -
Nel sentire quella voce tutti si girarono verso i nuovi arrivati, compresa Sakura, che allentò la presa su Naruto permettendogli di tornare a respirare.
- Ehi, Naruto… non mi avevi detto di avere amiche così carine! – disse Deidara avvicinandosi al biondo e alla rosa. Aiutò Sakura ad alzarsi, per poi fargli il bacia-mano e dirgli – Per me è davvero un picere conoscerti e sarei onorato se, qualche volta, volessi venire a esibirti al nostro locale, sempre se la cosa non ti disturba. –
Sakura, ripresasi dallo shock iniziale, arrossì, per poi farfugliare – N-no… no, per me sarebbe un onore! –
Ino, nel frattempo, si era andata a sedere accanto a Shikamaru, mentre, Sasori, aveva affiancato il suo ragazzo.
Il biondo, poi, aiutò Naruto ad alzarsi, mormorandogli, divertito, nell’orecchio – Mio caro Naachan, mi devi un favore per averti liberato da quella piattola. –
- Tsk! Lo immaginavo! – si lamentò il biondo, mettendo su uno dei suoi soliti bronci. - Comunque… ragazzi, questi sono due miei carissimi amici, nonché proprietari del locale: Deidara e Sasori. -

 

 

 

 

* We’ll do whatever you like / faremo qualsiasi cosa tu voglia [stanotte]




 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

 
Salve a tutti!
Passata due buona settimana?
*me sbircia fuori dal cespuglio da dove si è riparata* Ehm… Lo so, sono passate due settimane dall’ultimo chappy, e mi dispiace.
L’altra settimana sono partita per il ponte del 2 giugno tranquilla, pensando di aver già messo il chappy nuovo, quando invece non era così. 

Devo dire quattro cose molto importanti:

 

1  Purtroppo devo darvi la brutta notizia che, probabilmente, dovrò cambiare gli aggiornamenti da settimanali a bisettimanali ç__ç quindi, se vedete che ritardo, date per scontato che aggiornerò la settimana che segue.
(Se volete linciarmi o uccidermi… fate pure ç__ç *me si mette a “T” e chiude gli occhi in attesa* ndMe)(*prende dei kunai e comincia a prendere la mira* ndSasu)(Teme! Ma cosa diamine stai facendo? Metti giù quei Kunai NdNaru)(E perché mai, scusa? Ha detto che vuole essere ucisa, no? E io l’accontento *^* ndSasu)(si, certo certo… e poi chi la finisce la ficcy? Babbo Natale? Ma fammi il favore e metti giù quei cosi! ndNaru) (*abbassa i kunai* Uffa! E io che pensavo che finalmente potevo sbarazzarmi di lei…Tsk ndSasu)
Comunque, se qualcuno se lo ricorda, l’avevo detto nel primo chappy che i capitoli sarebbero stati ogni 10/15 giorni, e penso sia solo un miracolo se fino ad ora io sia riuscita a mantenere questo ritmo settimanale nonostante la scuola. Lo so, ora che la scuola è finita (si! Posso finalmente dire che per me la scuola è F.I.N.I.T.A) dovrei avere più tampo per scrivere… o almeno questo era quello che avevo pensato -.- . diciamo che le mia amiche mi hanno praticamente costretta a delle estenuanti giornate al mare… brrrr, mi vengono i brividi solo a pensarci! Mi faranno diventare un semaforo! 

2  Sono contenta di aver ricevuto risposte con dei suggerimenti con i nomi ^^ anche se, nonostante siano carini e tutto, non mi convincono granché ... ç_ç Siccome nel prossimo chappy mi serve un nome, io proporrei o Bijuu (che avevo già detto l'altr volta) o, semplicemente, Kyuubi, senza mettere in evidenza il gruppo in se, anche se non mi pare tanto giusto... ç__ç AIUTO! fatemi sapere cosa ne pensate o se avete ( sicuramente) altre idee.
3  Ammeto che non mi piace molto la parte descrittiva dell’esibizione di Ino, perché la trovo un po’ magra, con pochi particolari. Prometto che appena troverò il tempo l’amplierò. 
4  Passatemi quella ... cosa scritta in neretto, quando Sasu e Naru ballano ç__ç non ero in me quando l'hol scritta.
Vabbé, tralasciando tutto ciò, passiamo a cose più importanti. (era ora… ndSasu) (O Gesù! Ma tu sempre in mezzo stai? ndMe) (Si ndSasu)
Me felice che molti continuino a seguire la storia e a commentare!! Ogni volta che vedo un commento non potete capire la felicità e la soddisfazione che provo!
Ed ora…

 

>>> Risposte alle recensioni <<<

 
ryanforever: Hai visto bene, sasu ha già inconsapevolmente deciso che nacchan è suo… certo, questo non vuol dire che le cose per loro saranno facili, dopotutto si parla sempre di uno stupido/orgoglioso/hentai/maniaco/teme Uchiha, no? (Sé, come no! Confessa, ti piace farci soffrire, non è così? ndNaru) (già, per una volta sono d’accordo con il dobe. ndSasu) (Noooo! Ma cosa dite mai! ^o^’’ ndMe)
Shikamaru geloso? Bé, a me più che geloso è parso parecchio scocciato… insomma, avere una ragazza come Ino de comportare parecchie “scocciature” (come direbbe lui XD)
Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un kissone <3

miiky: Sono contentissima che lo scorso chappy ti sia piaciuto! Spero che sia lo stesso per questo! Un baciozzo <3
Ninja767: lo so che quei due sono uno spasso XD!! Infatti sono stati i primi personaggi a comparire al di fuori del contesto scolastico ù__ù
Gaara? Ovvio che comparirà *^* ihihihihih!! ( * me è partita per uno dei suoi viaggi mentali…*)
Comunque (*me tornata*) diciamo che il nostro Sasuke suderà ben più di sette camicie per avere il nostro nacchan! (me moooolto sadica ù__ù).
Mah, forse la parola “fox” non c’entra più di tanto, perché più che al gruppo in se si riferirebbe solamente a Kyuubi. Per quanto riguarda il gruppo di Sasuke: S (Sasuke) N (Neji) S (Suigetsu). Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un kissone <3

Nalhia: grazie per le iddee per i nomi, anche se hai ragione: sembrano un po’ nomi per scout XD! (chissà… forse posso far vestire Naru&Co. Da scout e mandarli sul palco così… ndMe) (NO!! ndNaru&Co) (ok, ok… era solo un’idea… ndMe) (appunto! Una pessima idea ndNaru) (>.> ndMe) Ti ringrazio per i complimenti e spero che anche questo chappy ti sia piaciuto.
Ocatarinetabelasciscix: Ciao^^!!  Ti ringrazio molto per i complimenti e sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto ^^.
Esatto, come hai visto Ino si è esibita ed è stata particolarmente apprezzata (ma se parevo una cubista, invece di una cantante! -.- ndIno)(era solo per fare un po’ di scena, sennò non ti si sarebbe filata nessuno ù__ù ndMe) (grazie, eh! ndIno). Diciamo che lei non faceva proprio parte del gruppo di naru, piuttosto aiutava come voce secondaria femminile o cose così… era un componente extra, insomma, perché lei è principalmente una solista, quindi si esibisce da sola.
Bé si, diciamo che sasuke, a modo suo, e per quanto il suo neurone glielo permetta, stà cercando di capire alcuni aspetti di quella che è, e che era, vita di Naruto. sta raccogliendo informazioni. (sono un block notes, in pratica… ndSasu).
Si, devo dire che sarebbe stato più facile far esibire gli SNS, ma, proprio per questo, non sarebbe stato… scontato?Si, insomma, magari tutti avevano associato  “serata al locale= SNS che cantano”, no? Ma, non preoccuparti, Sasuke &Co. Avranno molte occasioni per esibirsi! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! ^^ Un kissone <3

karolalpha: Ciao! Che bello, sono contenta che la mia storia ti piaccia ^o^!!! spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Un bacione <3
RavyKira: Mmmmh… vedo che la tua settimana è stata molto, ehm… tragica ç__ç!!! Sono contenta che il chappy ti sia piaciuto! Già, purtroppo il teme è proprio… un teme coi fiocchi! (Ehi! Cos’è questa storia dei fiocchi? Sul contratto e sul copione non c’era scritto nulla al riguardo! ndSasu) (-.- ndMe&Naru) (Cosa c’è? ndSasu) (nulla, nulla… che dici Naru, glielo dico che era solo un modo di dire? ndMe) (ma no… tanto è solo fiato sprecato… -.- ndNaru) (Ehi! Allora, volete spiegarmi cos’è questa storia dei fiocchi?) (appunto -.-‘’ ndNaru&Me). Non preoccuparti, la tua immaginazione sentirà presto cantare Naru XD Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto! Alla prossima! Un bacione <3

E, naturalmente, ringrazio Capitatapercaso per le sue bellissime mail (Oddio! È scoppiato tutto! Dei-chaaan! Quante volte ti ho detto che i fili vanno messi per gradazione di colore, dal più chiaro al più scuro?).

 

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Capitolo 12
*** 12. Primo bacio ***


A Song for You
12. Primo bacio

 

 

 

Lately people got me all tied up
There’s a countdown waiting for me to erupt
Time to blow out
I’ve been told who I should do it with
You keep both my hands above the bl-an-ket
When the lights out

(Britney Spears – I wanna go)

 

 

 

 
Naruto socchiuse lentamente gli occhi, per poi richiuderli subito dopo a causa di uno stramaledettissimo raggio di sole che, proprio quella mattina, aveva deciso di accecarlo per buona parte della giornata. Nonostante la testa gli dolesse tremendamente, cercò di mettersi a sedere e provò di nuovo ad aprire gli occhi, parandoseli dal sole con una mano. Sbadigliò e poi si guardò attorno, massaggiandosi nel frattempo una tempia con quest’ultima.
Era steso su un letto ad una piazza e mezzo, ricoperto con delle lenzuola bianche e una trapunta nera e posto a ridosso della parete. Aveva dei colori inquietanti, per i suoi gusti, ma tastandolo con il palmo arrivò alla conclusione che aveva un materasso molto comodo e morbido, rispetto al suo.
Di fronte a lui, dall’altra parte della stanza, si trovava invece una grande scrivania e due enormi librerie piene zeppe di libri e CD, mentre sul lato sinistro della stanza, a fianco alla porta, c’era un grande armadio ad angolo.
Naruto si stropicciò gli occhi e si girò alla sua destra, verso la grande portafinestra che dava su di un piccolo balcone. I raggi solari entravano nella stanza attraverso le tende bianche e candide, che contrastavano pesantemente con il blu scuro delle pareti e si muovevano sinuose grazie alla leggera brezza autunnale che proveniva dall’esterno.
- D’accordo, Naruto… - borbottò grattandosi la testa e scompigliandosi i capelli. – calmiamoci e cerchiamo di ricordare cosa diamine abbiamo fatto ieri sera. – si disse, cercando di riportare alla mente i vari episodi che avevano caratterizzato la sera prima.
Pochi minuti dopo sbuffò, schiaffeggiandosi la fronte e dandosi dell’idiota totale.
No, proprio non ricordava.
Cercando di fare il minor rumore possibile, Naruto si tolse le pesanti coperte di dosso e si sedette sul bordo del letto, accorgendosi solo quando un brivido lo percorse che aveva a dosso solamente i suoi jeans. Si guardò freneticamente attorno e sospirò di sollievo quando vide la sua maglietta e le sue scarpe posate sulla sedia della scrivania. Imprecò quando, alzandosi, una nuova forte fitta alla testa si fece sentire.
- Ma guarda te… - si disse con tono di scherno mentre scorreva i titoli dei libri posti sugli scaffali. – di sicuro devo essere finito a casa di qualche secchione, guarda qui che roba. – ne sfilò uno e ne lesse il titolo, riponendolo subito dopo. – Più che libri sembrano mattoni. – borbottò infine, lasciando perdere quegli strani volumi e spostando la sua attenzione alla scrivania al suo fianco.

E questi? si chiese quando la sua attenzione fu attirata da una piccola pila di fogli con varie e pesanti cancellature. Si sporse per prenderne uno o due e li lesse attentamente, stupendosi quando si rese conto che quelli altro non erano che spartiti musicali e bozze di testi di varie canzoni. Niente male… pensò, riponendoli e prendendone altri, osservandosi curioso. Sono capitato a casa di qualcuno che di musica se ne intende e non di un maniaco, per fortuna. Anche se…  Naruto aggrottò le sopracciglia, perplesso. Prese altro due fogli e li lesse.
- … c’è qualcosa che non va… - arrivò a questa conclusione, posando i fogli e guardandosi meglio attorno. Ricominciò la sua ispezione e sgranò gli occhi per la sorpresa non appena si rese conto di quanti CD vi erano in quella che, dal letto, aveva creduto fosse un’altra libreria. Vi erano addirittura dischi ed edizioni speciali di cui ne erano state prodotte solo poche copie al modo e che solo poche persone avevano avuto il privilegio di acquistare.
Rimase ad osservare con devozione tutti quei CD per almeno un quarto d’ora, fino a quando la sua attenzione non fu attirata da un enorme scatolone grigio posto sull’ultimo scaffale di quella libreria.
Diede una veloce occhiata alla porta della stanza, assicurandosi che fosse ancora chiusa e che nessuno lo stesse osservando mentre ficcanasava in giro; poi, troppo curioso, cercò di arrampicarsi per afferrare quello strano scatolone. Riuscì a toccarlo con le dita, ce l’aveva quasi fatta quando, sbilanciatosi a causa del peso dell’oggetto, Naruto perse l’equilibrio e cadde rovinosamente all’indietro, sbattendo il fondoschiena a terra e facendo sparpagliare tutto il contenuto della scatola sul pavimento.
- Ahi, - si lamentò massaggiandosi la zona lesa, - ma che diamine ci tengono lì dentro? – si chiese, riaprendo gli occhi che aveva  chiuso per lo spavento ed osservare i vari oggetti sparsi sul pavimento. Rise. Bene, a quanto sembrava si era imbattuto anche in un accanito fan di qualche gruppo, oltre che in un musicista provetto.  Sogghignò tra sé e sé per la bizzarra coincidenza e osservò con ironia tutti quegli oggetti: CD, vecchi biglietti di concerti, poster, articoli, riviste…
Naruto scosse la testa, prendendo in mano uno dei tanti dischi.
- Ma… - s’irrigidì, gli occhi sgranati fissi sull’oggetto che aveva tra le mani. – M-ma cosa… -
La copertina di uno dei CD che aveva preso, come gli altri sparsi a terra, ritraeva tre ragazzi che si abbracciavano e sorridevano alla macchina fotografica che li stava fotografando, pronta ad immortalare quel momento e quelle espressioni.
Naruto la osservò malinconicamente. A sinistra vi era un ragazzo con lunghi capelli castani che gli arrivavano fin oltre le spalle, spettinati, gli occhi dorati e un enorme sorriso stampato in faccia.

Kiba, pensò passando le dita tremanti sulla sua figura. Spostò la sua attenzione sul ragazzo posto alla destra, anch’esso con lunghi capelli castani ed un sorriso in volto. Quasi sorrise quando la vecchia immagine del suo amico gli si presentò sotto agli occhi dopo così tanto tempo.
Shikamaru.
Le dita si fermarono, il suo sguardo si soffermò sulla figura del suo amico per più tempo.
Sospirò, rivolgendo finalmente l’attenzione al terzo membro, a se stesso.
Al centro vi era un ragazzo di circa sedici anni.
I capelli biondi presentavano diverse sfumature rosse, sicuramente non naturali ma dovute a qualche geniale parrucchiere, che insieme agli occhi color rubino ed alle cicatrici a forma di baffi felini, lo facevano assomigliare a quel famoso demone volpe da cui aveva preso il nome.
- Kyuubi… - sussurrò, passando più volte le dita tremanti su quella figura sorridente.
I Kitsunetsugi erano di nuovo davanti ai suoi occhi, tutti insieme, e lui…
Da quanto tempo non vedeva una loro foto di quei tempi felici?
E perché lui, proprio lui che aveva fatto di tutto per dimenticare, lui che li aveva costretti ad abbandonare tutto quello, adesso sentiva quell’incredibile nostalgia di quei tempi, di quei momenti?
La porta si aprì, riportandolo alla realtà.
- Possibile che non posso lasciarti solo per un paio di minuti che subito mi distruggi la stanza? –
Il rimprovero di Sasuke venne recepito solo in parte da Naruto, il quale era troppo occupato a seguire con occhi sgranati la figura del moro avvicinarsi a lui e fissarlo con cipiglio irritato.
- Questa è… casa tua? – chiese titubante.
- Di chi pensavi fosse? – Sasuke alzò gli occhi al cielo, scocciato. Si chinò vicino al biondo, ancora seduto a terra, e iniziò a raccogliere i vari oggetti sparsi sul pavimento. – Ma tu guarda che macello che hai combinato… -
Naruto distolse lo sguardo, colpevole.
- Scusa. – si scusò mentre le sue mani stringevano con più forza il CD che tenevano.
Notando il suo tono amareggiato, Sasuke fece spallucce, prendendo delle riviste e mettendole nello scatolone. L’espressione ancora malinconica che pervadeva il volto del ragazzo non gli passò affatto inosservato, ma preferì non fargli domande.
- Ti… t-ti piacciono? – la domanda incerta di Naruto ruppe quel breve silenzio che si era creato. Sasuke si fermò e spostò lo sguardo sul biondo, che continuava a fissare tutto tranne che lui e gli oggetti a terra. – Loro, intendo. – precisò Naruto non udendo alcuna risposta.
Sasuke annuì, rispondendo con un laconico: – Già… -
- Hai… hai tante cose… -
- Nh. –
- … e CD… -
- Tranne l’ultimo. –

Quello che non abbiamo mai finito, pensò malinconicamente Naruto, spostando finalmente lo sguardo su Sasuke, che nel frattempo aveva ricominciato a rimettere gli oggetti al loro posto.
- Io… - lo osservò mentre riponeva con cura tutte quelle cose. – Mi dispiace. –
Sasuke lo guardò confuso, la fronte aggrottata e gli occhi ridotti a due fessure, indagatrici.
- Ti ho già detto che non fa nulla. –
Naruto scosse la testa.
- No, io… Mi dispiace. Mi dispiace e basta. –
- Sei davvero strano, Uzumaki. -
Sasuke sospirò, lasciando perdere. Quel ragazzo alle volte si dimostrava ancora più strano ed irritante del solito, ed era per questo motivo che non poteva sopportare di averlo sempre intorno.
- Anche tu. – gli rispose Naruto, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento. – Non pensavo potessi essere un fanatico di qualcosa o qualcuno… -
Sasuke fece spallucce, ignorando il tentativo dell’altro di sapere qualcosa di più.
- Anche a me piacciono delle cose o delle persone. –  gli rispose semplicemente, minacciandolo con lo sguardo non appena Naruto scoppiò in una debole ma reale risata. – Che hai da ridere, idiota? –
- Oh, niente… non mi aspettavo questa risposta, tutto qui. –
- Idiota. –
- Ehi! –
- Lo sei, se ti metti a ridere per certe cose. –
Naruto scoppiò di nuovo a ridere, questa volta più forte di prima.
Sasuke lo lasciò perdere. – Sei strano. –
- Anche tu, se è per questo! –
- Perché mi piaceva Kyuubi? – gli chiese perplesso il moro.
Al suono di quel nome detto con così tanta naturalezza da qualcun altro dopo così tanto tempo, Naruto s’irrigidì, stringendo tre le mani con maggiore forza uno dei CD.

 

- Voglio un nome fichissimo, uno che non si scorderanno neanche tra dieci… anzi, cent’anni! –
Shikamaru sbuffò, dandogli una pacca sulla spalla e dandogli dell’idiota.
- Naruto, con quella faccia che ti ritrovi potrai avere solo il nome di un gattino. – lo prese in giro Kiba prendendo una patatina dal pacchetto di Chouji.
– Grazie, ragazzi. Davvero, senza di voi non andrei avanti. – Naruto sbuffò, alzando gli occhi al cielo. - Comunque, Kiba, devo confessarti che ci sei andato molto vicino. –
Il castano lo fissò confuso.
- Ti chiamerai Neko-chan? –
- No, idiota. – rise, scuotendo con forza il capo in segno negativo. – Voglio chiamarmi come la volpe protagonista delle storie che mi leggeva la mamma da piccolo. –
Kiba si alzò di scatto in piedi. – Oh, sì! Me le ricordo! –
Anche Shikamaru e Chouji annuirono.
Naruto sorrise, scendendo dalla sua scrivania a alzando i pugni in aria in segno di vittoria.
- Bene! Da oggi Kyuubi ed i Kitsunetsugi entreranno nella storia! -

 
Sasuke mise a posto l’ultimo oggetto nella scatola e si voltò verso il biondo, riscuotendolo dai suoi pensieri con una spinta poco gentile.
- Sveglia, Uzumaki. –
Naruto non gli rispose, ma legò i propri occhi a quelli dell’altro, completamente perso.
- Ti… piaceva? –
Sasuke sospirò, richiudendo la scatola ed alzandosi in piedi. Rimisi il contenitore al suo posto originario e tornò a posizionarsi davanti al biondo, osservandolo mentre continuava a tenere lo sguardo fisso sul punto in cui fino a pochi secondi prima era seduto il moro.
- Mi piaceva, sì, ma ora non più. –
- P-perché? –
Lo sguardo di Sasuke s’indurì.
Non amava parlare di quel gruppo, tantomeno che qualcuno gli facesse così tante domande.
- Hanno abbandonato la musica anni fa. – gli rispose, - Hanno avuto dei problemi. –
 Naruto sembrò quasi tornare in se da uno stato di trance.
- Problemi? –
Oh, lui sapeva benissimo quali problemi avevano avuto, quale era stata la causa del loro abbandono… ma possibile che qualcuno sapesse? Possibile che delle notizie fossero trapelate e che lui non ne fosse entrato a conoscenza?
Vide Sasuke spostare lo sguardo verso la portafinestra ed aggrottare la fronte.
- Non lo so. Nessuno è ancora riuscito a rintracciarli… –
Tirò un sospiro di sollievo, che però dovette ritirare subito dopo.
- Ma secondo me sono tutte cazzate. - affermò convinto Sasuke. – Erano uniti, amavano quello che facevano, si sentiva. Ricordo un’intervista in cui lo stesso cantante aveva affermato che vivevano per la musica, per creare musica. Sono sicuro che avranno avuto dei motivi, devono averne avuti. Una persona del genere non decide di buttare all’aria i propri sogni da un giorno all’altro e di eliminare la musica dalla propria vita come un giocattolo rotto. –
Naruto sgranò gli occhi, sorpreso dalla durezza di quelle parole.

Come un giocattolo rotto? L’avrei eliminata dalla mia vita come un giocattolo rotto? Si chiese mentre la familiare sensazione di colpevolezza lo percorreva da capo a piedi.
Un sorriso amaro si dipinse sulle sue labbra mentre il CD che teneva stretto tra le sue mani gli veniva sottratto da Sasuke, che raggiunse di nuovo lo scatolone e ve lo inserì.
- Idiota, se volevi rompermelo dovevi dirmelo già da subito. –
- Eh? – Naruto si riscosse ed osservò Sasuke mettere a posto il disco. – Oh, scusa. Non mi ero accorto di averlo ancora in mano. – rispose portandosi una mano a scompigliarsi i capelli, imbarazzato. Seguendo l’esempio del moro si alzò, ma, non appena lo fece, una forte fitta alla testa lo fece lamentare di nuovo.
- Dovevi aspettartelo, dopo tutto l’alcool che hai bevuto l’altra sera. –
Naruto lo guardò confuso. – Alcool? –
Il moro sbuffò mentre gli porgeva un’aspirina e il bicchiere d’acqua che gli aveva preparato.
- Non ricordi nulla di ieri sera? –
Naruto ingoiò la pasticca e bevve, pensandoci sopra.
- Ricordo che siamo andati al locale, abbiamo ballato, abbiamo visto la lite tra Kiba e Deidara… quella scena me la porterò impressa fin nella tomba. – rise, tornando poi serio non appena notò lo sguardo per nulla divertito del moro. – Ehm… scusa. – borbottò, illuminandosi subito dopo. – Oh, sì! Ora ricordo… Kiba mi aveva sfidato a chi beveva più bicchieri di birra e poi… poi… -
- E poi non ti ricordi più nulla. –
- Ehm... già. – rispose imbarazzato; poi un’idea balenò nella sua mente. – Ma come mai sono a casa tua? – gli chiese guardandosi attorno.
Sasuke sospirò, dirigendosi nel contempo verso l’armadio ad angolo ed aprendolo. – Visto che quasi tutti se n’erano andati, il tuo amico ringhioso era anche lui completamente ubriaco e che tu eri nelle sue stesse condizioni, abbiamo deciso che saresti venuto a casa mia, visto che non sapevamo dove abitavi. –
- Eh? Ma Shikamaru sapeva dove-
- Se n’era andato con la Yamanaka. – gli spiegò, lanciandogli degli abiti in pieno volto.
- Ehi, ma sei impazzito?
- Forse è il caso che ti fai un bagno, idiota. – gli disse ignorandolo e storcendo il naso. – Non hai per niente un buon odore, dopo quella doccia di birra che ti sei fatto ieri sera. –
- Cosa?! –
- Già… ed anche un piccolo spogliarello gratis, se è per questo. –
- Uno s-spogliarello?! – chiese ancora più sconvolto.
- Non preoccuparti, ti abbiamo fermato prima che potessi toglierti anche le mutande. – lo rassicurò indicandolo. – I tuoi amici non volevano avere ulteriori problemi. –

Amici un corno! pensò Naruto stringendo i pugni per la rabbia. Ucciderò quel bastardo di Kiba, che mi ha fatto bere, e poi anche Shikamaru, che ha preferito imboscarsi con Ino, piuttosto che fermarmi.
Arrossì, imbarazzato.

E poi mi suiciderò, visto che tutti, compreso questo bastardo, mi hanno visto in mutande!
- Teme, dov’è il bagno? – gli chiese, alzandosi da terra e guardando di sottecchi il moro, che gli indicò la porta di fronte a quella camera. Prese gli abiti puliti ed uscì velocemente dalla stanza, barricandosi in tutta furia nel bagno e lasciando dietro di se un Sasuke più che divertito.
- Che idiota. – sussurrò tra sé e sé quest’ultimo, uscendo anche lui dalla stanza e dirigendosi al piano inferiore. Come puoi credere che ti avrei fatto spogliare davanti a tutta quella gente?

 

§§§

 

 

Naruto si era fatto una doccia più lunga del solito, ma almeno adesso si sentiva molto più rilassato di prima. Asciugatosi con l’accappatoio che aveva trovato sul bordo della vasca, Naruto si era sfregato i capelli con un asciugamano ed aveva indossato i vestiti che gli aveva dato Sasuke.
- Ma che razza di taglia porta? – si chiese, constatando quanto quei vestiti gli andassero larghi. Sbuffò, raggiungendo lo specchio ed osservando quelle cicatrici che, libere dal trucco, ornavano perfettamente le sue guance, rendendolo sul serio quasi uguale ad un gatto o ad una volpe. Frugò nella tasca dei suoi pantaloni e ne tirò fuori il tubetto di trucco delle emergenze che teneva sempre con se. Dopo che le ebbe coperte alla bene e meglio, uscì dal bagno e tornò nella stanza del moro, sorprendendosi della sua assenza.
Mentre continuava ad asciugarsi i capelli la sua attenzione venne, però, nuovamente attirata da quei fogli poggiati sulla scrivania. Prese di nuovo ad esaminarli, cercando di capire quale fosse il punto debole in quei testi all’apparenza praticamente perfetti. Era talmente perso e concentrato da non accorgersi neanche della presenza di Sasuke, che lo fissava appoggiato allo stipite della porta.
- Possibile che ti ritrovo sempre a ficcanasare in giro? –
Naruto sobbalzò, preso alla sprovvista.
- Vuoi per caso farmi venire un colpo? –
Sasuke gli si avvicinò senza rispondergli, togliendogli dalle mani uno dei fogli che aveva in mano.
- Che stavi facendo? –
- Niente. – Naruto fece spallucce, tornando a leggere quello che aveva in mano. – Li hai scritti tutti tu? –
Sasuke alzò gli occhi al cielo e schioccò la lingua.
- Secondo te? – gli chiese a sua volta con tono sarcastico.
Naruto sbuffò, tornando poi ad osservare quei testi.
Eppure c’è qualcosa che non mi convince… pensò.
- E’ inutile che ti sforzi, idiota. Dubito che tu riesca a leggere degli spartiti. –
Naruto gli rivolse uno sguardo truce ed irritato.
- Bastardo, guarda che io li so leggere perfettamente! –
- Ah sì? – gli chiese, beffardo.
- Ovvio che sì! – affermò, per poi aggrottare la fronte perplesso. – Stavo solo cercando di capire cosa non va. –
- Cosa non va? – ripeté scioccato il moro.
- Sì, manca… qualcosa, penso. – borbottò il biondo. – Le parole vanno bene, le note anche, però, forse… - si illuminò, prendendo al volo una matita ed indicandogli un punto preciso sul foglio. – Qui, in questo punto, le note sono sbagliate. –
- Cosa? –
- Sì, sono sbagliate. – affermò. – Secondo me la parte melodica verrebbe molto meglio se tu facessi… - scrisse qualcosa sul foglio e mostrò la parte corretta al moro. – … così. Che ne dici, potrebbe andare? –
Sasuke osservò per qualche minuto il punto cambiato da Naruto.
Era vero, il Dobe aveva ragione. In quel modo, quel punto che non lo aveva mai convinto, andava molto meglio.
Spostò il suo sguardo sorpreso dal foglio al biondo, che lo guardava pieno d’aspettativa. Ma come diavolo aveva fatto ad identificare un errore che lui, in tre mesi, non aveva mai trovato?
- Allora? Cos’è, non va bene? – gli chiese Naruto, vedendo che non era per niente entusiasta.
- Come hai fatto? - gli chiese, infine, Sasuke.
Naruto lo guardò stranito. - Come ho fatto, cosa? –
- Come hai fatto a risolvere un errore che io, in due mesi, non avevo trovato? –
Naruto s’irrigidì.
Cazzo, ho fatto l’ennesima cazzata. E adesso?
- Un… u-un caso, - balbettò mentre gli occhi vagavano per la stanza, scappando da quelli indagatori del moro. – è stato solo un caso. – proferì infine, rivolgendogli uno sguardo che lo pregava di non chiedere altro.
Sasuke continuava a guardarlo con uno sguardo scrutatore.
Quel ragazzo non lo convinceva per niente.
Non solo tempo fa, quando si erano incontrati per la prima volta in quel negozio di CD, gli aveva espressamente detto che le sue canzoni non erano il massimo, ma ora gli veniva anche ad individuare errori nei testi delle sue canzoni.
Strinse violentemente la presa, creando delle increspature nello spartito che teneva in mano.
- Ehi, se continui a stringere così lo romperai! – gli tolse lo spartito dalle mani. - Ma si può sapere cosa ti prende? –
Sasuke non rispose, indurendo lo sguardo e continuando a guardarlo.
- D’accordo, ora mi stai facendo veramente paura, stai–
- Perché? –
Naruto lo guardò confuso.
– Uchiha, se continui a parlare a monosillabi, non ti capirò mai! –
Il moro strinse i pugni. – Perché quando ci siamo incontrati per la prima volta mi hai detto che le mie canzoni non erano sufficienti? - chiese, con tono di voce duro.
Naruto abbassò lo sguardo, sospirando pesantemente e portandosi una mano a massaggiarsi una tempia. Le conversazioni con il moro di sicuro non giovavano al suo mal di testa. – Perché ti interessa così tanto saperlo? –
- Perché l’altra volta non me lo hai detto.– lo incastrò l’altro riferendosi alla sua richiesta, costringendolo a parlare.
- Senti, Uchiha. – indurì lo sguardo. – Ho soltanto espresso la mia opinione, tutto qui. Per me quella canzone non era altro che un oggetto qualunque, non mi ha trasmesso nulla tranne odio e rabbia. – gli rispose posando, nel frattempo, il foglio sulla scrivania. – Ora, a me non interessa sapere cosa tu voglia ottenere da tutto ciò, ma ti consiglio di cominciare a prendere la musica sul serio, invece di usarla per poi buttarla via come niente. –
- Come hai fatto tu? – lo schernì Sasuke, facendolo sussultare.
- C-cosa? –
- Tu hai fatto la stessa cosa, no? Fino a quando i tuoi genitori erano in vita l’hai usata, per poi buttarla, scartarla dalla tua vita non appena essi sono morti… non è andata forse così? – gli chiese beffardo.
Sasuke sapeva che si stava addentrando in un campo minato, ma una delle tante cose che aveva appreso da quando aveva conosciuto il biondo era che, se voleva delle informazioni da lui o delle risposte, il modo migliore per ottenerle era farlo arrabbiare.
– Ritira subito quello che hai detto. – sibilò minaccioso il biondo.
- No. –
- Ritira subito quello che hai detto! – urlò, questa volta, battendo un piede a terra.
– E perché mai dovrei? Ah, giusto… naturalmente perché è la verità, non è vero? – disse ghignando.
- No, che non hai ragione! Io non ho fatto come te, io non l’ho sfruttata per poi gettarla via! –
- Cazzate! Alla prima difficoltà ti sei allontanato per paura. Dimmi, non è forse la stessa cosa che ho fatto io? – non riuscì a finire del tutto la frase che una furia bionda lo aveva travolto, buttandolo a terra. Sasuke osservò lo sguardo infuriato di Naruto e sentì le sue mani artigliargli il colletto della maglia che portava fino a quanto un primo pugno non andò a scontrarsi sulla sua mascella.
- Io non sono come te. – ringhiò. – Io ho dovuto farlo, mi sono dovuto allontanare, capisci? Dovevo proteggerli… dovevo proteggerli, dannazione! – urlò, completamente fuori controllo. Un nuovo pugno venne assestato sulla guancia di Sasuke, che incassò il colpo ascoltando, però, anche le parole di Naruto. – Sono stato costretto. Sono la mia famiglia, tutto quello che mi resta… come potevo farli rischiare in quel modo? Come? – gli chiese, strattonandogli la maglietta. – E lui… lui continuava, capisci? Continuava e… - delle lacrime caddero dagli occhi di Naruto andando ad infrangersi sul volto del moro, che lo guardava sconvolto.  – Continuava e non potevo farci nulla, non riuscivo a contrastarlo… gli avrebbe fatto del male. Loro avrebbero sofferto, e tutto si sarebbe ripetuto un’altra volta ancora, e ancora, e ancora… -
Naruto poggiò la fronte sul petto del moro, continuando quell’ultima litania.
Sasuke fissò il soffitto con occhi sgranati, continuando a sentire i lamenti del biondo e le sue lacrime bagnargli la maglia. Poi, non riuscendo a frenare quella voglia, le braccia del moro andarono a circondare le spalle di Naruto e lo strinsero a sé, facendo incastrare perfettamente la sua testa tra la sua spalla e la sua testa.
Sospirò.

Dovevo farmi gli affari miei, pensò stringendolo con più forza.
Rimasero in questa posizione per diversi minuti, in cui il biondo piangeva e il moro lo cullava, stringendo l’abbraccio ogni volta che sentiva l’altro ricominciare a piangere più forte.
Quando le lacrime furono finite, rimasero ancora in quella posizione, beandosi del calore dell’altro finché Naruto non si staccò leggermente, asciugandosi le lacrime e tornando poi nella posizione di prima, strusciando involontariamente il volto sul collo del moro.
- Grazie… -
Anche se fu solo un sussurro Sasuke riuscì lo stesso ad udire quel piccolo ringraziamento da parte del biondo. Rafforzò la presa attorno alle sue spalle e lo fece rotolare con delicatezza di lato, stupendosi quando sentì le braccia dell’altro ricambiare la stretta e cingergli la vita.

Non so perché ma… è bello.
- Va meglio? – gli chiese quando vide che si era calmato, ma non ricevette risposta. Lo allontanò lentamente da se con una delicatezza che neanche sapeva di possedere, per vedere in che condizioni fosse. – Ehi, tu. Alzati, non puoi dormire sul pavimento! – lo scosse non appena ebbe scoperto che il biondo si era beatamente appisolato addosso a lui.
- No, cinque minuti… - mugugnò nel sonno, stringendosi maggiormente al moro in cerca di calore.
Non che la cosa desse particolarmente fastidio a Sasuke, ma il calore in questione, dalle sue parti, si stava pericolosamente spostando in zone che lo stavano portando a fare pensieri non troppo casti sul biondo…
Sasuke sospirò, portandosi una mano alla testa. Quell’idiota gli stava procurando veramente troppi problemi.
Rimase per qualche istante a fissarlo, partendo dai capelli biondi, ancora bagnati dalla doccia e che ricadevano scomposti sul pavimento,  fino ad arrivare al suo volto, sul quale era dipinta un’espressione tranquilla e beata. Sulle guance arrossate dall’agitazione erano ancora visibili le scie d’acqua salata lasciate dalle lacrime.
Si alzò leggermente con l’aiuto di un braccio e si chinò sul suo viso per togliere quelle scie, passandovi sopra le dita. Aggrottò le sopracciglia quando, al contatto con una di quelle guance paffute, sentì al tatto dei solchi. Pulì la guancia con più forza e si portò le dita davanti agli occhi.
Ma che cosa... trucco? Si chiese, perplesso. Stava per ripetere il gesto quando gli occhi azzurri di Naruto si aprirono, fissandosi nei suoi.
Solo in quel momento Sasuke si accorse che il suo viso era a pochissimi centimetri da quello di Naruto, che adesso lo fissava stupito, ma anche imbarazzato.
E poi accadde.
Così, improvvisamente.
Non si chiese come mai lo avesse fatto, né come mai non si fosse fermato.
Non si chiese nulla, semplicemente lo fece.
Si avvicinò al suo volto e lo baciò – per la seconda volta.
Il suo cuore, che era certo non battesse in quel modo da anni, perse un battito e ricominciò poi a battere più forte, accelerando all’improvviso.
E non gli dispiaceva affatto.
Tutte quelle sensazioni - sentire il respiro dell’altro sul volto, saggiare quelle labbra, sentirne la morbidezza ed il loro sapore d’arancia – non gli dispiacevano affatto, anzi, gli piacevano.
Naruto, dal canto suo, rimase completamente immobile non appena sentì le labbra di Sasuke posarsi sulle sue. Chiuse gli occhi solo un istante, assaporando quell’attimo di quasi assoluta perfezione, mentre la presa sul suo avambraccio diventava quasi dolorosa e il bacio si trasformava in qualcosa di meno di un semplice contatto di labbra.
Lunghi e pericolosi brividi di piacere corsero fino al suo ventre, facendolo tremare leggermente, portandolo quasi a pensare che attorno a loro non vi fosse più niente.
Un affinità quasi mistica che pensava di non poter mai provare in vita sua.
Con la punta della lingua saggiò la bocca dell’altro, azzardandosi a volerne scoprire la consistenza ed il sapore, rimanendo stupito. Quel ragazzo aveva un inaspettato sapore fruttato, dovuto forse ad una caramella mangiata in precedenza o ad un dentifricio particolarmente saporito.
La sua mano lasciò la presa sulla maglietta dell’altro e la portò dietro la nuca del moro, per rendere il bacio più profondo. Più intimo.
Sussultò quando le loro lingue s’incontrarono, dapprima timidamente e poi con maggiore enfasi, intrecciandosi tra di loro con bramosia.
A causa di quel bacio Naruto aveva il cervello totalmente in black out, ma gli piaceva… gli piaceva da matti.
Realizzando ciò, la magia che lo aveva avvolto si spezzò, portandolo ad allontanare malamente il moro da se e ad alzarsi in piedi, mettendo la maggior distanza possibile tra lui e Sasuke.
- No, non posso…. – affermò, impaurito.

Un’altra persona da legare a me… no, non posso. Anche lui no.
Sasuke lo guardò stranito, per poi alzarsi anche lui. Fece per raggiungerlo ma il biondo fu più veloce di lui e, raccolte le sue scarpe da terra, uscì velocemente dalla stanza, lasciandolo basito.

 

 

 

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

 

Salve a tutti, gente!
Come vi sentite senza la scuola? Io una favola… tranne per il fatto che sono completamente bruciata e sono quasi annegata, ma questi sono solo dettagli^^
Per non parlare del caldo che ha fatto in questi giorni O.O… anche se ora, qui da me, sta piovendo a dirotto… pazienza *me fa spallucce*.
Purtroppo devo darvi un’altra brutta notizia: per tutto Luglio non ci sarò, quindi non posso garantirvi aggiornamenti ç__ç… però, è si, c’è un però, mio padre dovrebbe portare la chiavetta di internet x portatile, quindi non dovrei avere problemi nel postare, anche se non vi prometto niente… ma troverò una soluzione! >.</°< span>
La buona notizia, invece, è che la prossima settimana dovrei postare prima, visto che non so come si metteranno le cose a Luglio, almeno questo regalino posso farvelo, no? (ma sei sicura che per loro sarà un regalo? No, perché io avrei qualche dubbio… -.- ndSasu) (aaaah! E stai un po’ zitto tu! Sempre in mezzo! ndMe)
Vabbé, tralasciando ciò, spero che nuovo chappy vi sia piaciuto!
Inoltre ringrazio di cuore Ninja767 per il nome della band di Naruto!!! XD
Ed ora le risposte ai commenti (scusate se sono corte, ma volevo sbrigarmi in modo tale da andare a finire di scrivere il nuovo chappy XD)

 

>>> Risposte alle recensioni <<<

 
ryanforever: lo so, anche io odio gli aggiornamenti settimanali, ma non ho potuto fare altrimenti ç__ç, visto che sono rimasta indietro con i chappy per mancanza d’ispirazione (e tutto per colpa del 13 chappy -.-). Come hai visto il bacio c’è stato, anche se quel teme riesce a rovinare sempre tutto! Sono contenta che la parte in grassetto ti sia piaciuta! Un baciotto e alla prossima <3!!
Ocatarinetabelasciscix: ciao! La canzone che cantava Ino era di Britney Spears, If you seek Amy (mi pare si scriva così, ora non mi va di andare a controllare XD). Già, mi sono divertita troppo a scrivere la parte in cu Deidara stuzzicava Kiba, e non preoccuparti, tra non molto il mio caro Neji dovrà entrare in quella camera, e allora… uhuhuhuh…*o* Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto, alla prossima! Un kissone <3
miiky: tre mesi O.O? oddio, speriamo che non tu non debba mai aspettare così tanto per un mio aggiornamento XD!!! Comunque, sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto, e spero che lo stesso sia per questo^^. Un bacione, e alla prossima!!
Nalhia: Davvero hai saltellato per la stanza appena visto il mio aggiornamento O.O? Oh, beh, sono molto contenta ^///^, e fidati che non sei l’unica ad avere questa reazioni quando si vedono degli aggiornamenti (anche io molte volte faccio queste scenate XD), e grazie per avermi concesso la grazia di vivere XD. Per il tuo dubbio, come hai visto in questo chappy, loro nella loro carriera, erano leggermente diversi, soprattutto Naruto. E poi, si parla comunque di 2/3 anni fa…  e non preoccuparti, non li manderò in scena vestiti da scout XD sarebbé troppo per la mia salute ù_ù. Un bacione, e alla prossima <3
blackberry: Lo so, quei due sono un po’ tardi -.-, ma cercherò d’indirizzarli sulla giusta via >_  P.s. Kyuuby era il nome che adottava naruto nella sua carriera
Hoshiro: Ciao! Sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto, e devo darti assolutamente ragione sul fatto che hinata è un mito ù-ù! Davvero pensi che la parte  scritta in grassetto sia la parte migliore in assoluto? Ma grassieeee >>o<<3
Ninja767: Ciao!! Sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto!! Già, anche io non vedo l’ora di far apparire il mio adorato Gaachan  *ç*!!! Lo lovvo troppo!! (non si vede, vero? XD). No, Kiba non ha buttato via tutto il suo “oscuro materiale” su Neji… e non vedo l’ora che quest’ultimo entri nella stanzetta del castano *.*uhuhuh*.*!! Oh, quasi mi scordavo la cosa più importante: *me si inchina* ti ringrazio dal più profondo del cuore, anima o qualunque altra cosa! Quei nomi che mi hai suggerito mi sono piaciuti un sacco e, come hai visto, ho deciso di mettere “Kitsunetsuki”. Devo dire che tutti, in un modo o nell’altro, m’ispiravano qualcosa, soprattutto Youkai e “The KnK”, ma mi è troppo piaciuto quel nome e il fatto che, effettivamente, tutto il gruppo potrebbe essere posseduto dalla volte, nonché loro capo. Ti ringrazio davvero e spero che anche queto chappy ti sia piaciuto!! Un kissone, e alla prossima. P.s penso che mi farò aiutare da Sasuke e Naruto per costruirti una statuetta in tuo onore (aiutare, eh? Si come no… contaci -.- nd Sasu)(cero che ci conto… ricordi la famosa soluzione numero 3, no? *w* )(O.O…… x.x ndNaru)(Oddio, è svenuto! Si si, come vuoi sarò il tuo schiavo a vita ndSasu) (Bene^^ ndMe)
karolalpha: lo so, mi dispiace per questi aggiornamenti bisettimanali (io li odio!) ma non ho potuto fare altrimenti, visto che sono rimasta indietro con i capitoli e non ho molto tempo per scrivere (soprattutto ora che iniziano le vacanze…), ma spero di risolvere presto. Io volevo riuscire a dare un nome che comprendesse tutto il gruppo, perché, insomma… è sempre di Naruto che si parla, no? Anche se era il “leader” del gruppo, non penso che avrebbe voluto escludere i suoi amici dal successo del gruppo… oddio, mi sono spiegata uno schifo, non so se mi sono fatta capire … oddio, ma che sto a dì @.@!!! *me si dà qualche schiaffetto* Ok, sono aveglia! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto, e alla prossima!!!
RavyKira: già, hai ragione, si parla pur sempre di un Uchiha, no? Lo so che Kiba è un mito! Io lo amo troppo quel ragazzo, è troppo spassoso! E poi mi piace scrivere i lui, visto il suo carattere >.<

 

 

Naturalmente grazie anche a chi ha solo letto, ha chi ha messo nei preferiti (85) e chi ha messo nelle seguite (40)
P.s. non vi ho messo perché sennò mi venivano più lunghi gli elenchi che il chappy XD

 

ME LO LASCERETE UN ALTRO COMMENTINO, VERO? UNO PICCOLO, PICCOLO, PICCOLO… ç__ç

 

 

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Capitolo 13
*** 13. Notizie ***


A Song for You
13. Notizie

 

 

 

 

 

 

Don´t let your fears, hold you back
Life isn´t meant, to be easy
Find justice for what you lack 

(Angtoria - Thats What The Wise Lady Said)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Percorse velocemente gli ultimi metri che lo separavano dal cancello della scuola; poi girò velocemente il manubrio verso sinistra, entrando dentro al parcheggio e inchiodando a pochi centimetri dal muro dell’edificio scolastico. Spense il motore, sospirando mentre recuperava le chiavi dal cruscotto.
No, di sicuro quella non sarebbe stata una delle sue migliori giornate.
Prese la borsa e il casco con violenza sotto lo sguardo shockato di alcuni studenti. Rivolse un’occhiataccia alla massa, per poi cominciare ad avviarsi verso il punto di ritrovo del gruppo.
Chiunque avesse passato due notti insonni sarebbe stato nervoso, no? E pensare che era tutta colpa di quel Dobe da strapazzo e del suo corpo che si era mosso da solo, se ora si trovava in quello stato! Per non parlare della “confessione”, se così si poteva chiamare quella  sottospecie di miscuglio di parole, fatta dal biondo nel mezzo di quella sua crisi isterica… aveva avuto quelle parole in testa per due giorni consecutivi, senza però riuscire a capire cosa volessero significare.
Insomma, oltre alla consapevolezza di aver compiuto un gesto decisamente avventato, il moro si ritrovava a convivere anche con il nervoso che gli provocava il non sapere qualcosa.
Come poteva non essere di pessimo umore?
Mentre si trascinava verso gli altri, il solito gruppo di ochette starnazzanti lo aggredì, impedendogli di proseguire.

 
- Sasuke-kun! Ti prego esci con me! –
- No! Non ascoltare questa sgualdrina ed esci con me! –
- Come osi! Tu, brutta stupida! Il mio Sasuke-kun non uscirà mai con una come te! –
- Tuo? Ma starete scherzando, spero. Lo sanno tutti che Sasuke-kun è attratto da me! –
- Ma non dire baggianate! -
 

La sua pazienza era al limite, e il suo mal di testa e la sua stanchezza non aiutavano. Quella mattina non era proprio dell’umore adatto per sopportare quelle piattole, perciò, dopo aver urlato un freddo – Toglietevi dai piedi! -, accompagnato da uno sguardo minaccioso, abbandonò le sue ammiratrici al loro destino e raggiunse, a passo spedito, la sua meta.
- Buongiorno Sasuke-kuuun! – lo salutò felicemente Sakura, attaccandosi, come suo solito, al braccio del povero malcapitato. Non cercò di scrollarsela di dosso, perché sapeva che, tanto, sarebbe stato del tutto inutile: era una vera e propria piattola!
- Nh… - rispose (?) semplicemente, per poi guardarsi intorno, alla ricerca di una zazzera bionda.
- Ehi Sasuke, come mai quelle occhiaie? Mica sarai andato a divertirti senza di noi, vero? -
- Fatti i fatti tuoi Suigetsu! – gli rispose irritato, per poi spostare il suo sguardo sulla parte più rumorosa del gruppo che, quella mattina, era stranamente silenziosa.
- Hai visto? Sembra che stiano per partecipare ad un funerale. – gli disse Neji, notando lo sguardo indagatore del moro.
Non rispose, continuando ad osservare quell’insolita scena. Shikamaru, di solito sempre calmo e indifferente a tutto ciò che accadeva intorno a lui, faceva avanti e indietro, nervoso, mentre Ino, che lo seguiva, cercava di calmarlo. Lì vicino, Choji teneva lo sguardo fisso sul terreno; il pacchetto di patatine buttato a terra.
- Ma cosa gli è successo? – chiese poi l’albino, incuriosito da quella scena.
- Non ne ho la più pallida idea. Nara continua a farneticare cose senza senso, come “lo ammazzo” e “se non lo vedo arrivare entro dieci minuti, giuro che lo vado a cercare e poi lo uccido”, da quando è arrivato. – li informò lo Hyuuga.
- Ma a chi si riferisce? –
- Non ne ho la più pallida idea. –
Continuarono ad osservare quella scena per qualche minuto, finché non fece la sua apparizione un Kiba ansante a causa della corsa appena fatta.
- Sh… Shikamaru! – lo chiamò, attirando la sua attenzione. Il castano si avvicinò velocemente all’amico, seguito da una Ino e un Choji visibilmente preoccupati.
- Era ora che ci degnassi della tua presenza! Allora, cosa hai scoperto? –
- Falso allarme. Era tutta una farsa inventata da uno stupido giornalista. E scusa tanto se non so volare! – gli rispose, mentre cercava di riprendere fiato.
Shikamaru a quella risposta sospirò. - Meno male. – disse, portandosi una mano ai capelli. – E Naruto? Non gli avrai detto nulla, spero. –
Kiba sbuffò, incrociando le braccia e guardandolo serio. – Ma per chi mi hai preso? Ovvio che non gli ho detto nulla! A proposito di Naruto, ma non è ancora arrivato? –
Un attimo di silenzio.
- Kiba, ti prego… dimmi che lo hai avvertito che oggi non facevate la strada insieme – disse la Yamanaka, al che Kiba si portò una mano alla bocca, come per soffocare un urlo.
- Oh Kami! Mi sono dimenticato! –
- Sei sempre il solito… spera solo che, quando arriva, non ti uccida.- sospirò Shikamaru, mentre riassumeva la sua solita espressione annoiata.
- Qualcosa non va ragazzi? – chiese la rosa, ancora saldamente arpionata al braccio dell’Uchiha.
Kiba e Ino sobbalzarono, non appena si furono ricordati che non erano soli, mentre Shikamaru rimase calmo, rispondendo.
- No, va tutto bene. – e detto questo, prese la sua borsa e si diresse verso l’entrata dell’edificio, seguito a ruota da Ino e Choji.
Kiba sussultò nel momento in cui la mano di Neji andò a posarsi sulla sua spalla. Lentamente si girò, incontrando gli occhi del suo ragazzo, che lo scrutavano indagatori.
- Sicuro che non ci siano problemi? – gli domandò, continuando a fissarlo.
Kiba sorrise, per poi sporgersi e dare un lieve bacio sulle labbra al suo ragazzo. – Tutto bene. Non preoccuparti. – lo rassicurò, per poi prenderlo per mano e cominciare ad avviarsi nella stessa direzione presa dai suoi tre amici, prima che potesse fargli altre domande.
Sasuke, che da una parte aveva osservato tutto, storse il naso alla scenetta “romantica” cui aveva appena assistito e che gli aveva fatto ritornare in mente gli avvenimenti di due sere prima.

No, quella non sarebbe proprio stata una bella giornata.

 

 

§§§

 

 

 
Oramai tutti gli alunni erano nelle loro classi e i corridoi della Scuola Musicale di Konoha erano completamente vuoti… o quasi.
Un ragazzo biondo correva più forte che poteva verso la sua classe, imprecando. Era riuscito a entrare a scuola proprio nel momento in cui la campanella aveva suonato ed ora sfrecciava nei corridoi, sperando che il professore non si fosse ancora presentato.

Dai Naruto! Un ultimo sforzo! si disse mentre percorreva i pochi metri che lo separavano dalla porta dell’aula. Arrivato, aprì con forza quest’ultima, per poi cominciare a esultare quando si rese conto che, effettivamente, il loro professore non era ancora arrivato.
- Waah! Sono un mito! Non ci posso credere, ho fatto in tempo! Il grande Naruto Uzumaki colpisce ancora! – esultò, saltellando un paio di volte su se stesso, per poi fermarsi quando una mano si posò sulla sua spalla.
- Naruto, siamo molto contenti che tu sia riuscito ad arrivare “in orario” anche oggi, ma visto che voglio cominciare la mia lezione, forse è il caso che tu la smetta di dare spettacolo e che ti vada a sedere al tuo posto. – lo informò Iruka, facendo scoppiare nella classe una risata generale.
Il biondo, resosi conto dello spettacolo appena dato, spostò lo sguardo più e più volte dal professore ai suoi compagni, mentre le guancie cominciarono a tingersi di rosso.
Fu in uno di questi spostamenti di sguardo che i suoi occhi incontrarono “casualmente” quelli color pece dell’Uchiha. Immediatamente quanto successo due sere prima, e a causa di cui non aveva dormito per due notti consecutive, gli ritornò prepotentemente alla mente. Distolse velocemente lo sguardo, spostandolo sul pavimento, mentre le sue guance assunsero una tonalità molto vicina al rosso acceso. Rapidamente, raggiunse il suo banco, evitando d'incrociare di nuovo lo sguardo del moro, e lanciando un occhiataccia a Kiba che, al suo passaggio, aveva innalzato un fogliettino –o meglio, una sottospecie di striscione di carta- con su scritto a caratteri cubitali “SCUSA”.
Mai che quell’idiota si ricordasse di avvisarlo quando non potevano fare la strada insieme la mattina!
- Allora ragazzi, oggi utilizzeremo quest’ora di lezione per parlare della competizione che avverrà fra due settimane, e che sarà molto importante sia per il vostro futuro sia per la vostra promozione. – iniziò Iruka dopo aver fatto l’appello, attirando su di se l’attenzione dell’intera classe.

Ecco! Mi ci mancava solo questa… Buona giornata Naruto! pensò il biondo, per poi portarsi le mani alla testa.
- Qui ho i moduli che i vostri genitori dovranno firmare per darvi il consenso a partire. – disse sventolando il mucchio di fogli. – Ricordate: senza di questo non potrete partire, quindi cercate di riportarlo firmato al più presto. Yamanaka, per cortesia distribuisci i moduli alla classe. –
Ino, anche se leggermente scocciata, si alzò dal suo posto prendendo i moduli e cominciare a distribuirli. Cercò di sorridere quando arrivò a consegnare il modulo al biondo, che era ancora visibilmente turbato, e gli posò una mano sulla spalla in segno d’incoraggiamento. A quel contatto Naruto alzò leggermente lo sguardo sulla sua amica e cercò di ricambiare il sorriso, nonostante si vedesse che quest’ultimo fosse assolutamente forzato.
Ino sospirò, per poi finire di consegnare i fogli agli ultimi compagni e ritornare al proprio posto.
Quando tutti i documenti furono consegnati, il professore ricominciò a parlare. – Come potete vedere, oltre al foglio per l’adesione, avete anche sia il programma della gita di una settimana, sia il programma della competizione di Ishikawa. Leggetelo e fatelo leggere molto bene hai vostri genitori, in modo tale che potrete organizzarvi con i bagagli. Inoltre, come avrete sicuramente notato, il soggiorno ad Ishikawa durerà tre giorni, durante i quali i primi due vi esibirete mentre, per quanto riguarda l’ultimo giorno, di mattina ci saranno altre esibizioni e al pomeriggio verranno esposti i risultati. Gli orari delle partenze li avete scritti sui fogli, e mi raccomando, siate puntuali. – disse, evidenziando in particolare l’ultima parola. – Ora, se avete delle domande potete farle. –
E da lì si susseguirono domande su domande, soprattutto da parte delle ragazze che chiedevano se dovevano portarsi dei bei vestiti o se erano previste delle uscite serali per andare in qualche locale del posto.
Naruto, dal canto suo, per tutto il tempo era rimasto con lo sguardo fisso sul mucchietto di fogli e con le mani saldamente ancorate ai suoi capelli. Non ce la poteva fare. Non sarebbe mai riuscito a ritornare a suonare in meno di due settimane e, soprattutto, sarebbe stato bocciato.
Sospirò. Forse l’idea della bocciatura non era tanto male. E poi, in questo modo, non sarebbe dovuto ritornare a suonare, no?
- Naruto… -
Venne risvegliato dal suo stato comatoso da Kiba, che lo guardava tra il serio e il preoccupato.
- Allora, che farai? Verrai? – gli chiese, speranzoso.
Naruto non rispose e riposò il suo sguardo sul suo modulo. Prese un angolo della carta tra le dita e cominciò a torturarlo per il nervoso.
- Naruto non puoi scappare per sempre. Questa mi sembra un’ottima occasione per provare a ritornare a suo–
- Non lo so! – lo interruppe il biondo. – Non lo so … -
A queste parole il castano si voltò verso il professore, sconfitto e convinto che il suo amico avesse oramai deciso di non partecipare a quella maledetta competizione e di perdere, così, l’anno.
Ma non sapeva che si sbagliava.
Non aveva visto l’indecisione che vi era in quegli occhi azzurri, appositamente nascosti dalla frangia.
Naruto, infatti, non sapeva più cosa fare o pensare. Tutti gli dicevano di andare avanti… certo, era facile per loro! Non erano loro quelli che avevano perso i genitori. Non erano loro che avevano sofferto le pene dell’inferno per due lunghi anni.
Però era anche vero che non poteva lasciarsi sopraffare dagli avvenimenti passati e continuare quella insulsa vita di maschere, falsi sorrisi e bugie. Voleva che tutto tornasse come prima… come quando la sua era una vita felice.
Rimase in quella posizione per l’intera mattinata mentre, dentro di lui, due pareri opposti si scontravano, contendendosi la supremazia.

 

 

§§§

 

 

Le ore di lezione passarono lentamente come al solito e, suonata la solita campanella che decretava l’inizio della pausa pranzo, gli studenti si recarono affamati verso la mensa o, per i più coraggiosi, verso il cortile.
- Kiba sei sempre il solito! Almeno potevi avvertirmi che non venivi perché avevi da fare, così mi sarei risparmiato la corsa per arrivare in tempo… – si lamentò Naruto mentre si dirigeva con Kiba e Shikamaru alla mensa.
- Te l’ho detto, mi sono dimenticato. È’ che andavo talmente di fretta che non ho proprio pensato di chiamarti… - gli spiegò il castano
- Sì, sì… come no! Non inventare scuse e dillo che stanotte hai fatto le ore piccole con Neji! – gli disse in modo malizioso il biondo, facendo arrossire fino alle punte dei capelli Kiba.
- M-ma… basta! Ma ci avete scambiato per dei conigli? –
- Perché, non è forse così? –
- No! E poi noi… n-noi non… non… - balbetto, ritornando color gambero.
- Voi non? … Oh! Voi non avete ancora… -
Kiba abbassò lo sguardo sul pavimento. - Già… - disse, per poi sospirare. – e non penso di essere ancora pronto a fare un passo del genere… -
- Oh… non c’è nulla di male, Kiba. Dopotutto lui è il tuo primo ragazzo, è naturale avere paura. Non è vero Shika? –
- Mmh … sì… - rispose svogliatamente il Nara, giusto per supportare Naruto.
- Visto? Te lo dice pure Shika… E non fare quella faccia triste! Tirati su, idiota! – gli disse, dandogli una potente pacca sulla spalla e facendolo sbilanciare in avanti.
- Ma sei scemo? Potevo cadere! – si lamentò restituendo la pacca al biondo.
- Ahah! Dai Kiba, stavo scherzando! –
 Tra una risata e l’altra raggiunsero  la mensa, dove si misero subito in fila per prendere da mangiare, per poi dirigersi al solito tavolo dove il loro gruppo li stava aspettando.
- Ehi, ragazzi! Finalmente. Ma dove eravate finiti? – gli chiese Ino, visibilmente scocciata per il ritardo del suo ragazzo e dei suoi due amici.
- Quei due si erano messi a parlare di cose sconce strada facendo… - rispose tranquillamente Shikamaru, mentre andava a sedersi vicino alla bionda.
Naruto e Kiba, a quella tranquilla affermazione, arrossirono di botto, per poi urlare in contemporanea – Non è vero! –
Stavano per sedersi anche loro, ma si bloccarono nel momento in cui una Sakura e una Ten Ten super agitate arrivarono di corsa al tavolo, mancando di poco i due poveri malcapitati che erano ancora con i vassoi del cibo in mano.
- Ragazzi! Ragazzi, non potete capire che scoop che abbiamo trovato! – urlò Sakura, saltellando su se stessa insieme a Ten Ten.
- Di sicuro vi faremo rimanere a bocca aperta! –
Tutti le guardarono curiosi mentre le due continuavano a saltellare su loro stesse, euforiche.
- Ovvero? – chiese curiosa Ino, sporgendosi sul tavolo.
Sakura ghignò. – Mia cara Ino, questa volta ti ho di gran lunga superato! Guarda qui! – disse, aprendo il giornale che aveva in mano, per poi sbatterlo sotto il naso dell’amica.
Ino rimase per un attimo impassibile, per poi assumere un espressione sempre più terrorizzata, mano a mano che andava avanti nella lettura. – No… - disse, per poi prendere la rivista e cominciare a strapparla.
- Ehi! Ino ma cosa diavolo stai facendo?! Sei forse impazzita? – le urlò contro la rosa, ma Ino non l’ascoltava, continuando a ridurre il giornale a pezzettini, in modo tale che nessuno avesse potuto leggerne il contenuto.
- Ino… - la fermò Shikamaru, prendendole le mani con le sue. – calmati…-
Ino rivolse al suo ragazzo uno sguardo tra il disgustato e il dispiaciuto. – Calmarmi? Come posso calmarmi? –
- Tsk! Ino, non pensavo che lo scoprire quanto io fossi superiore, rispetto a te, ti provocasse questo scatto d’ira... – le disse, sorridendo, ricevendo in cambio un’occhiataccia da parte della bionda. – ma non fa nulla! Non è vero Ten Ten? –
- Già… - rispose sorridendo. - … perché noi ne abbiamo un altro! – disse entusiasta, tirando fuori da dietro la schiena un altro giornale, identico a quello che era stato appena fatto fuori da Ino.
- TU! NON PROVARE A LEGGERE! – le urlò contro la bionda, minacciandola di una morte lenta e dolorosa con lo sguardo.
- Tsk! Se pensi che io mi faccia intimorire da te, Ino-pig, ti sbagli di grosso! – le disse la rosa, per poi prendere il giornale, aprirlo e cominciare a leggere. – Allora, dov’era… Ah! Ecco… “Si sospettava che l’ex cantante appartenente al famoso gruppo dei Kitsunetsuki, Kyuubi, fosse stato ritrovato nella città di Konoha da un giornalista che, per puro caso, aveva individuato un ragazzo apparentemente uguale al cantante. Purtroppo si è scoperto che il povero ragazzo, in realtà, non fosse il famosissimo ex cantante, in quanto privo delle sei cicatrici caratterizzanti. Nonostante ci siano ancora giornalisti e fan che lo stiano ancora sperando in un suo ritorno, molti personaggi famosi del mondo della musica, ritengono inutile continuare le ricerche, mentre altri, tra cui il produttore discografico Orochimaru-sama, ritengono  che sia necessario continuare cercarlo e a sperare di ritrovarlo al più presto”
Il rumore di piatti che si scontravano con il terreno fece sobbalzare la rosa, impedendogli di continuare a leggere. Tutti si girarono verso la fonte di quel rumore, rimanendo di sasso quando i loro occhi si posarono su un Naruto dall’espressione letteralmente sconvolta e la divisa sporca di ramen.
- N-naruto…? – lo chiamò Sakura, riscuotendolo.
- Eh?… ah… s-scusa… te…
Ahah… ma guarda che stupido. – rise, cercando di mascherare il suo stato d’animo - Forse è meglio se vado a lavarmi la camicia, prima che… si macchi. – e detto questo, senza nemmeno aspettare una risposta, si girò e si diresse di corsa fuori dalla mensa.
- Ma cosa gli è preso? – fu Suigetsu a rompere quel silenzio che durava, ormai, da parecchi secondi, in cui tutti avevano cercato di trovare una risposta al comportamento del biondo, ma senza successo.
- È tutta colpa tua! – urlò Ino indicando la rosa. – Io te l’avevo detto di stare zitta, ma tu nulla! Spero che ora tu sia contenta! –
- Ma cosa diavolo c’entro adesso io? – si lamentò Sakura, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia.
La bionda stava per ribattere ma venne prontamente fermata da Shikamaru. - Ino, calmati. È inutile che continui a urlare in questo modo... dovresti saperlo che non è colpa sua, no? –
La bionda abbassò lo sguardo, colpevole. - Lo so, ma… - rivolse il suo sguardo su Sakura, che la osservava confusa. Sospirò. – Hai ragione Shika… scusa fronte spaziosa, non avrei dovuto comportarmi così. –
- Ehi! Non chiamarmi in quel modo, Ino-pig! – dopo questo scambio di insulti, le due cominciarono a litigare come loro solito, completamente dimentiche di quello che era successo pochi minuti prima e di essere osservate da quasi mezza mensa.
- Shika… - lo sguardo di tutti gli occupanti del tavolo si spostò dalle due ragazze a Kiba, il quale era stato affiancato da Neji, che ora li guardava con espressione visibilmente preoccupata. – forse è meglio se andiamo a cercarlo... –
Shikamaru sospirò nuovamente. – Già… forse è meglio. Ino tu rimani qui, nel caso in cui dovesse tornare. – e detto ciò uscì dalla mensa con l’Inuzuka, sotto lo sguardo degli altri.
- Ehm… q-quindi ora c-cosa d-dobbiamo fare? – chiese titubante Hinata, che anche se non lo dava a vedere era molto preoccupata.
- Nulla… aspettiamo. – le rispose Ino, facendo spallucce.
- M-ma… -
- Già, Hinata ha ragione. Non sarebbe il caso di andare a cercarlo anche noi? – intervenì Neji che, nonostante fosse anche lui curioso, era molto più preoccupato per il suo ragazzo che per il biondo.
- No! Shikamaru non ha chiesto nessun aiuto, quindi ora calmatevi e tornate a mangiare. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. – nonostante l’espressione poco convinta della bionda, i due annuirono, per poi sedersi.
- Tsk! Ino ha ragione, anche se non riesco ancora a capire cosa diavolo gli sia preso a quel baka – disse, per poi sorridere e girarsi verso l’occupante del posto accanto al suo. – Tu cosa ne pensi Sasuke-ku… Eh? Ma quando…–. Tutti si girarono prima verso l’Haruno, e poi verso il posto vuoto dell’Uchiha.
Silenzio.
- Ma… dov’è andato? –

 

§§§

 

POV SHIKA

- Kiba, ci conviene dividerci. – dico, appena usciti dalla mensa. Lui si gira verso di me, e fa per pensarci su.
- Già, hai ragione… così lo troveremo prima. –
Annuisco. -Tu vai da quella parte, mentre io vado da questa. Ci rivediamo qui tra mezz’ora. – lui mi fa segno con la testa di aver capito, per poi girarsi e cominciare a correre nella direzione indicatagli da me. Un sospiro fugge dalle mie labbra mentre mi volto e comincio ad avviarmi verso la mia zona da perlustrare.
Devo ammettere che questa situazione, nonostante vada avanti da un paio d’anni, stia diventando sempre più pesante. Pensavo che con il tempo tutto si sarebbe risolto, e invece… niente. È tutto rimasto come prima. Il problema di Naruto è rimasto come prima.
 
Apro l’ennesima porta ritrovandomi davanti un’altra aula vuota. Sospiro, per poi richiuderla e ricominciare la mia ricerca.
 

Il problema di Naruto. Forse, più che problema, dovremmo chiamarlo fobia, paura, terrore. Nonostante lui cerchi di nascondercelo, io me ne sono accorto già da parecchio tempo. Dopotutto lo conosco da quando aveva cinque anni e con il tempo ho imparato a riconoscere tutte le sue espressioni e i suoi stati d’animo.
Ricordo ancora alla perfezione quel giorno di metà giugno in cui lo incontrai per la prima volta…

 

Un bambino di circa cinque anni, con capelli castani legati in uno strano codino, era steso sul prato di un grande parco, situato nel centro residenziale di Konoha. In quel piccolo posto silenzioso e isolato, rispetto alle altre zone in cui si riunivano i bambini per giocare, il bambino praticava il suo passatempo preferito: osservare le nuvole.
Gli piaceva vedere come quelle strane chiazze bianche, che si muovevano lentamente o velocemente, a seconda del vento, andavano a formare strane forme, tutte completamente diverse tra loro. A volte assumevano la forma di un piccolo coniglietto bianco e soffice, a volte la forma di un bambino che rincorreva un pallone, altre volte, invece, la forma di un enorme uccello… mai una volta che avesse visto per due volte la stessa immagine.
Quel giorno, come al solito, si era ritrovato lì, da solo, allontanato dagli altri bambini a causa del suo carattere poco socievole, ad osservare quelle macchie bianche. Non che a lui importasse gran che di rimanere da solo, sia chiaro. Era, sicuramente, il bambino più intelligente dell’intera Konoha e, probabilmente, dell’intero Giappone, e non aveva la minima intenzione di perdere tempo con dei marmocchi.
Stava guardando tranquillamente il cielo quando, all’improvviso, un’ombra non andò a intromettersi tra lui e il cielo, impedendogli di continuare il suo passatempo.
- Ciao! – una voce squillante e pericolosamente alta travolse in pieno i timpani del bambino, il quale, anche se non riusciva a vedere il volto di quella voce a causa del sole, rivolse un’occhiataccia scocciata al disturbatore, sicuro che l’altro, invece, lo vedesse alla perfezione.
- Togliti. – unica risposta, secca e atona…  peccato che non ebbe l’effetto sperato; il disturbatore, infatti, invece che andarsene intimorito dal tono dell’altro, si spostò e si mise seduto accanto al castano, il quale sbuffò sonoramente ritornando al suo passatempo… o quasi. Insomma, come faceva a rilassarsi e a scatenare la sua immaginazione se quel bambino continuava a fissarlo? Possibile che non avesse nient’altro da fare o nessun’altro da importunare?
Con uno scatto si mise seduto, per poi girarsi verso lo scocciatore per dirgliene quattro e mandarlo via… peccato che i suoi propositi furono completamente stroncati non appena i suoi modesti occhi color nocciola incontrarono quelli straordinariamente azzurri dell’altro. Strano, eppure lui di “azzurri” se ne intendeva, viste le intere giornate, sia estive che invernali, che aveva passato ad osservare il cielo, ma mai aveva visto un azzurro puro, limpido e lucente come quello degli occhi di quello strano bambino che gli stava davanti, e che ora gli sorrideva radioso come il sole.
Che il cielo si fosse tramutato in un bambino? No, impossibile…
- Ehi, ci sei? – lo richiamò il biondino, sventolandogli una manina davanti agli occhi, la quale fu subito allontanata dal castano, il quale gli rivolse un altro sguardo scocciato.
- Come mai sei qui tutto da solo? – chiese il biondo, ignorando il gesto poco cortese dell’altro. – Per caso non ti piace giocare con gli altri? –
Il castano, scioccato dall’insistenza e dalla stupidità dell’altro nel non capire che tutti quei piccoli gesti che gli stava facendo significavano che doveva lasciarlo in pace, fece spallucce.
- No, preferisco rimanere per conto mio e osservare le nuvole. –
Il biondino si mise una manina sotto il mento, in posa pensosa, per poi battere il pugnetto sul palmo della manina aperta, ed esclamare un acutissimo – Ho capito! –.
- Hai paura del mostro del bosco, non è vero? – continuò poi, sotto lo sguardo incredulo dell’altro che non riusciva proprio a capire da dove fosse spuntato fuori quello strano, o per meglio dire, strambo bambino: possibile che l’unico essere senza cervello esistente sulla faccia della terra dovesse capitare a lui?
- Come scusa? –
- Ma sì, il mostro del bosco! Quello che si dice esca fuori dal bosco e spaventi i bambini cattivi o che fanno i capricci! Sai, la mia mamma mi ha detto che se faccio il bravo e mi comporto bene con gli altri bambini, il mostro non mi spaventerà! – disse, tutto contento, mentre l’altro continuava guardarlo scioccato.
- Il mostro… del bosco? – chiese, ricevendo come risposta un vistoso cenno affermativo. La sua mano andò a schiantarsi, con forza, sulla propria faccia. Questo era proprio il colmo. – Certo che sei un tipo proprio stupido… -
- Ehi! Ma come ti permetti?-
- Mi permetto eccome. Possibile che tu creda ad una simile sciocchezza? –
- Perché, tu non ci credi?- chiese l’altro, confuso. Tutti i bambini a cui avevano raccontato quella storia si erano talmente spaventati che erano o scoppiati a piangere o si erano terrorizzati a tal punto che non avevano più voluto avvicinarsi al boschetto.
- Ovvio che non ci credo! Di sicuro è una storiella raccontata dalle nostre mamme per non farci fare i capricci e per non litigare con gli altri bambini. Mi chiedo come tu abbia potuto crederci… -
Il biondo abbassò lo sguardo, sconsolato, per poi sussurrare un triste – Peccato… -, il che portò il castano ad alzare un sopracciglio e a chiedersi se quel bambino fosse normale o meno.
- Perché dici così, scusa? Non sei contento di sapere che lo spaventosissimo mostro non esiste? –
- Semplice, perché volevo diventare suo amico! – gli rispose risoluto il bambino; due piccole goccioline s’intravedevano ai bordi dei suoi occhi.
- C-cosa? C-cioè, fammi capire… tu volevi diventare amico del mostro? – gli chiese, scioccato, il castano, il quale si chiese se gli alieni avessero conquistato il mondo quando l’altro gli rispose affermativamente. Forse in queste situazioni essere il bambino più intelligente del mondo non serviva proprio a niente…
- Ma certo! Tu pensa a quanto si possa sentire solo quel mostro! Senza nessuno con cui parlare, senza nessuno con cui giocare… senza nessun amico. Forse è per questo che lo chiamano mostro, perché forse è solo e quando cerca di avvicinarsi agli altri bambini nessuno lo vuole. –
Il castano non rispose, continuando ad esaminare quello strano biondino il quale obbiettivo, probabilmente, era quello di riuscire a farsi amici tutti i bambini del mondo.
- Scusa, posso sapere perché sei venuto da me a dirmi queste cose? –
- Beh… ecco… - il biondino arrossì – in realtà… io ti ho sempre visto da solo… non giocavi mai con nessuno… quindi… ecco… -
In poche parole, quello strano, ma simpatico, bambino gli stava chiedendo di giocare con lui. Che baka…
- Vuoi essere mio amico? –
Bingo. Aveva indovinato ancora una volta. Senza rispondere, si alzò e si pulì i pantaloni, per poi girarsi e, con le mani in tasca, cominciare ad avviarsi.
- E… ehi! Ma dove vai? –
- A cercare il mostro, no? Non avevi detto che volevi fartelo amico? – disse, fermandosi e girandosi verso il biondino che ora lo guardava ancora più confuso.
- Ma scusa… non avevi detto che in realtà non esiste? -
- Si, si… ma chi lo sa, magari mi sbaglio. – disse facendo spallucce e ricominciando a camminare. – Allora, ti vuoi muovere? Guarda che ti lascio qui. –
Il biondino, senza farselo ripetere due volte, si alzò e raggiunse di corsa l’altro.
- Shikamaru Nara – disse ad un certo punto mentre cominciavano ad entrare nel boschetto. – è il mio nome. – si affretto poi ad aggiungere nel momento in cui lo sguardo del biondo si fece nuovamente interrogativo.
- Naruto! Naruto Uzumaki! – si presentò l’altro sorridendogli, felice di aver trovato un nuovo amico.
- Senti, Naruto, toglimi una curiosità. Qual è il tuo sogno? –
Naruto sorrise, per poi affermare con il suo solito urletto – Diventare amico di tutti i bambini del mondo! –
Shikamaru sorrise. Come pensava, quel cielo era proprio strambo.
- Beh, allora buona fortuna. –


Sorrido, mentre apro un’altra porta e controllo l’interno vuoto della stanza, per poi richiuderla.
Da quel pomeriggio io e Naruto non ci siamo più separati, diventando con il tempo migliori amici. Poi, quando entrambi raggiungemmo l’età di otto anni, a noi due si aggiunsero Kiba e Chouji.
Certo, non che ci mancassero gli amici, sia chiaro, di quelli eravamo pieni, ma con loro si era creato uno strano affiatamento che è rimasto tale nel tempo.

 Blocco i miei pensieri quando, passando davanti ai bagni del secondo piano, intravedo attraverso la porta socchiusa una macchia nera. Sospiro ed entro, rendendomi conto che quella macchia altro non è che la giacca di una divisa scolastica; quando la sollevo la sento per gran parte bagnata e, subito, delle tracce di ramen attirano la mia attenzione. L’ho trovato.
Lentamente comincio a controllare ad uno ad uno i bagni, finché non mi blocco quando trovo la terzultima porta chiusa dall’interno.
- Naruto – chiamo, ma non mi giunge nessuna risposta. – Naruto… per favore apri… - provo di nuovo e questa volta in risposta mi viene un gemito sommesso.
Sospiro e prendo il cellulare dalla tasca destra dei pantaloni; mando velocemente un messaggio a Kiba, in cui lo avverto che ho trovato Naruto e che deve raggiungermi, per poi posare il cellulare e poggiarmi sul lavandino posto di fronte alla porta chiusa.
- Naruto, per favore – lo prego appena sento i singhiozzi aumentare. Sta piangendo, sta soffrendo… non mi sono mai sentito così inutile come in questo momento. Sospiro e rimango in silenzio, mentre lui, da lì dentro, continua a piangere; poi i singhiozzi diminuiscono e io ne approfitto per parlare.
- Non è stando chiuso dentro un bagno che risolverai il problema, quindi apri questa porta e parliamone. –
- Non c’è niente di cui parlare. – è un sussurro, ma riesco a sentirlo perfettamente.
- Niente, dici? Io non direi proprio, e tu lo sai bene. Sono molte le cose di cui dovremmo parlare… di cui tu mi dovresti parlare. – sbuffo. Irritato, prendo il pacchetto di sigarette e ne estraggo una, portandola alle labbra e accendendola. So che all’interno dell’edificio scolastico è assolutamente vietato fumare, ma in questo momento ne ho veramente bisogno.
- Naruto, nonostante siano anni che cerco di capire quale diavolo sia la causa di questa tua fobia, io non ti ho mai costretto a parlarmene… anche se avrei voluto che lo facessi, che ti confidassi con me. – sospiro. – Questo non è mai accaduto, ma di una cosa sospettavo e dalla tua reazione di oggi al sentire il suo nome, oggi ho avuto la mia conferma: in tutta questa storia centra Oro-
- Non dirlo! – urla non lasciandomi finire, per poi riprendere a singhiozzare più forte di prima.
Spengo la sigaretta, oramai consumata, sul lavandino e butto la cicca in un angolo del bagno dove giacciono altre sue compagne. – Chissà perché, ma lo immaginavo… quel tipo non mi era mai piaciuto. - dico a bassa voce mentre cerco di trovare una soluzione.
- Naruto, io non ho la più pallida idea di cosa diamine ti abbia detto o ti abbia fatto quel bastardo, ma sono passati anni dall’ultima volta che l’abbiamo visto. – gli dico, nel tentativo di farlo uscire da quel maledetto bagno. Non è vero quello che gli ho detto, perché in realtà qualche idea di cosa gli abbia fatto o detto ce l’ho, ma non l’ho presa in considerazione. Non voglio assolutamente prenderla in considerazione.
- Tu non capisci… - lo sento sussurrare; i singhiozzi leggermente diminuiti.
- Perché tu non mi fai capire. –
- Tu NON devi capire! – la porta si apre di scatto, facendomi sobbalzare leggermente, mostrando un Naruto completamente in lacrime e arrabbiato. In quello stesso momento un Kiba ansante per la corsa appena fatta fa irruzione nel bagno.
- Kiba. –
- Naruto! Ma perché cavolo sei scappato in quel modo?! – comincia ad urlare mentre avanza velocemente verso Naruto. – Ma lo sai che, per colpa della tua bakosità ho dovuto perlustrare tutta la parte est della scuola? No, dico, mi sono fatto di corsa sei rampe di scale e controllato più di quaranta aule, solo perché tu sei un emerito idiota! –
- AHIO! – si lamenta il biondo, non appena il pugno di Kiba va a scontrarsi con la sua testa. – Ho capito Kiba, ma non c’era bisogno di farmi male! –
Kiba, per tutta risposta, incrocia le braccia e si gira dalla parte opposta di Naruto. - Tsk! Te lo meriti, baka. –
A quella scena, le mie labbra si curvarono in un piccolo sorriso. Quei due sono impossibili; una vera forza della natura.
- Ehi, voi due. Non so se ve ne siete accorti, ma la campanella è suonata già da qualche minuto, quindi smettetela di litigare come due bambini e sbrigatevi, se non volete prendervi una bella sgridata. – gli dico, bloccando i loro inutili schiamazzi.
- Uffa… agli ordini mamma! – mi risponde scherzosamente Naruto, ricevendo una mia occhiataccia,  per poi dirigersi al lavandino vicino al mio. Mentre lui si sciacqua il viso, sposto lo sguardo su Kiba che, in risposta, mi lancia uno sguardo preoccupato; ha ascoltato il nostro discorso, lo so, e dalla sua espressione capisco che nel pomeriggio avremo una lunga discussione a proposito.
- Ecco fatto! Ora possiamo andare. – dice, non appena ha finito di nascondere le sue cicatrici; l’espressione sconvolta che aveva fino a pochi minuti fa, completamente scomparsa.
Secondo me avrebbe dovuto provare a fare l’attore, altro che il cantante…penso, mentre lo vedo recuperare la giacca della divisa ed affiancarsi a Kiba.
- Ehi Shika, ti vuoi muovere? – la voce di Kiba mi riscuote dai miei pensieri, facendomi rendere conto che, mentre io sono rimasto nella stessa posizione di prima, loro due sono già fuori dal bagno.
- Voi andate pure… io mi fumo un’altra sigaretta e poi vi raggiungo. - dico, mentre infilo la mano destra nella tasca e prendo il solito pacchetto. Loro annuiscono e si avviano.
Sospiro mentre ne prendo una e me la porto nuovamente alle labbra. Accendo la mia amica fidata e aspiro la prima boccata di fumo; lo sguardo, prima indirizzato verso la porta, ora è fisso verso il soffitto bianco, talmente stravolto e distrutto che non basterebbero trenta paia di mani per contare le crepe presenti.

 
Appena non sento più i passi di Naruto e Kiba, dalle mie labbra, oltre al fumo, fuoriesce un rumoroso sbuffo.
Ora comincia la vera seccatura.
- Se ne sono andati, ora puoi anche uscire da lì. – dico, per poi riportarmi la sigaretta alle labbra ed inspirare nuovamente. Dopo pochi secondi, sento la sicura scattare e la porta aprirsi. Con espressione apparentemente neutra, sposto lentamente il mio sguardo sulla persona appena uscita e, contemporaneamente, espiro il fumo.
- Nara. – mi saluta quello con tono sprezzante.
- Uchiha. – ricambio il saluto -  Non pensavo fossi uno di quelli che si mettono ad origliare le conversazioni altrui. Spero che, almeno, ti sia goduto lo spettacolo. –
Sasuke Uchiha: un nome, una seccatura.
E pensare che fino a pochi mesi fa mi ero convinto che, oramai, non avrei mai più avuto a che fare con certi individui. Lui continua ad osservarmi con la sua solita espressione indifferente e gelida, caratteristica della sua famiglia.
- Ma non potevo aspettarmi nient’altro, viste le volte precedenti… - visto che non intendeva rispondermi, ho ricominciato a parlare. Ho notato il suo interesse per Naruto e, per evitare disgrazie future, ho intenzione di sapere che intenzioni ha con lui. Conosco bene gli Uchiha e il loro orgoglio, e proprio per questo voglio mettere subito le cose in chiaro. Naruto ha già sofferto abbastanza per i miei gusti.
- Cosa intendi dire? –
- Mi riferisco alla lite tra Naruto e la preside di qualche settimana fa. –
- Ero da quelle parti e ho sentito. Comunque, non devo giustificarmi con te di quello che faccio, quindi… -
- Voglio sapere quali sono le tue intenzioni nei suoi confronti. –
Lui mi guarda con un sopracciglio alzato. – E se io non volessi dirtelo? –
Senza dargli il tempo di accorgersene, mi avvicino velocemente a lui e l’afferro per il colletto della divisa. - Uchiha, non ti conviene scherzare con me. Ricorda, cantante famoso o meno, tu per me non sei nessuno. So essere molto convincente se voglio, soprattutto quando si tratta del mio migliore amico. – gli dico, apparentemente calmo, per poi lasciarlo andare nel momento in cui lui porta le sue mani sulle mie, stringendole.
- Tsk! D’accordo… ma ad una condizione. –
- Sarebbe? – una condizione, eh? Beh, non c’è che dire, è davvero furbo.
- Io do delle informazioni a te, e tu dai delle informazioni a me. –
- Uno scambio equo. –
- Esatto. – dice ghignando.
Ok, ora è un dato di fatto: io questo tipo non lo sopporto! Certo, di sicuro mi è andata meglio di quanto credessi, visto che qui si parla pur sempre di un Uchiha, no? Tsk, mi chiedo cosa avesse in mente colui che li ha creati in quel momento. Eppure mi pare che di disgrazie, al mondo, ce ne siano già abbastanza, no?
E poi quella faccia strafottente… ah, se solo non fossi così pigro e così intelligente, gliel’avrei già spaccata.
Rimango per qualche secondo a pensare alla sua condizione, per poi accettare.
- Ok, ma comincio prima io. – lui fa spallucce. – Bene. La mia domanda è sempre la stessa. –
Lui incrocia le braccia e si appoggia alla parete. – Quel giorno, durante quella lite, la preside mi ha scoperto. Mi ha chiesto di fare in modo che quella testa quadra partecipi alla competizione, ed io ho accettato. Le lezioni pomeridiane sono per quello.–
- Si, come no… e perché mai avresti dovuto accettare? –
Lui assottiglia lo sguardo e mi fissa come se volesse incenerirmi. – Mi stai dando del bugiardo? –
- Può darsi – dico, sostenendo il suo sguardo. – Non riesco a capire cosa può averti offerto la preside per aver attirato la tua attenzione e averti fatto accettare. –
- Nara, quello che mi è stato offerto da quella pazza non sono affari tuoi. – mi dice, con un tono talmente gelido che rabbrividisco.
- Tsk! Ok, mettiamo il caso che quello che dici sia vero, allora come intenderesti procedere? – gli dico, mantenendo la mia solita tranquillità. Lui sposta lo sguardo verso la finestra e fa come per pensarci su.
- Sinceramente parlando, qualche idea in mente l’avrei… - dice poi, girandosi verso di me e attirando subito la mia attenzione. – il problema è che mi mancano informazioni su di lui. Io non so nulla su Uzumaki. –
- Insomma, vorresti che io ti raccontassi di Naruto, non è vero? – dico, lasciando perdere l’insulto e capendo subito dove vuole andare a parare.
- Esatto. –
Sospiro, buttando la sigaretta ormai completamente consumata nell’angolo, insieme alle altre. – Mi dispiace, ma se vuoi sapere qualcosa devi chiedere a Naruto. Io non ho il diritto di parlare della sua vita a sua insaputa. – gli rispondo, ricevendo in cambio uno sguardo furente. – Sono più che sicuro che se andrai da lui e glielo chiederai, di sicuro sarà lui stesso a raccontarti di lui. – dico poi, senza dargli il tempo di ribattere, spostando lo sguardo su di lui. – Tu, nonostante tutto, gli stai simpatico, Uchiha, e a quanto vedo la cosa è reciproca. Ti ho osservato bene in questi giorni, soprattutto l’altra sera all’Eclipse, e mi sono accorto di come lo guardi e di come, anche se involontariamente, cerchi la sua attenzione. –
- E con questo cosa vorresti insinuare? – mi dice, assottigliando lo sguardo.
- Beh, niente… o tutto, forse. Chi lo sa. – gli rispondo, sorridendo divertito e irritandolo. Devo dire che è divertente stuzzicare un Uchiha… già, davvero divertente. – In ogni caso, visto che le tue intenzioni nei suoi confronti non sono malevole, diciamo pure che ti “affido” Naruto. –
Lui rimane fermo, mentre io mi giro e mi dirigo verso la porta.
- Uchiha. –  lo richiamo.
- Nara. –
Sospiro . - Non farmene pentire. – e detto questo, senza aspettare una sua risposta, esco dal bagno. Dopo pochi passi un sorriso spunta sulle mie labbra.
Uchiha e Uzumaki… così diversi, ma così uguali…
Già, insieme starebbero proprio bene.

 

 

°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°


Salve a tutti, gente!
Come promesso, ecco qui, in via del tutto speciale (quindi, per questi mesi, non fateci l’abitudine XD) il tredicesimo chappy, che è venuto, stranamente, mooolto lungo.
Contente?
Bhe, che dire… dopodomani finalmente parto XD Il mare mi aspetta! (e chissene frega! ndSasu)
Purtroppo penso che mi prenderò un mese sabbatico per quanto riguarda il postare, visto che purtroppo per la chiavetta non se ne fa nulla ç_ç
Però, in questo mese, ho già in programma un paio di bozze per AS4Y, qualche mini longfic e qualche Oneshot!
Oh, a proposito di Oneshot! GRAZIEEEEEE! Davvero grazie a chi ha letto (e se non l’avete ancora fatto andateci subito XD), recensito(12) e messo nei preferiti(32) e nelle seguite (3) la mia prima shot, “ASCENSORI… CHE PROBLEMA!” XD
Sono molto contenta che vi sia piaciuta!
Beh, spero che anche questo chappy di AS4Y vi sia piaciuto (anche se a me non molto, visto che mi ha fatto penare le pene dell’inferno -.-) e se c'è qualche errore passatemelo, visto che non ho avuto molto tempo per rivederlo XD.
Ringrazio tantissimo chi ha commentato, ma purtroppo oggi non ho proprio il tempo per rispondere ai vostri meravigliosi commenti ^^” tra valigie da preparare, cose da sistemare ed altro, è già tanto se ho trovato il tempo per finire il chappy e postarlo XD Me promette che nel prossimo chappy metterà anche le risposte sullo scorso chappy ù_ù
Bhe, che dire… buone vacanze e ci vediamo ad Agosto (o se qualcuno mi farà la grazia di regalarmi una penna wireless, a metà luglio XD)
*me prende valigie, canottino e ciambella, e scompare nel nulla*

P.s. Anche se in ritardo (mi scordavo sempre di metterlo -.-) In bocca al lupo a tutti quelli che devono sostenere gli esami di maturità!


Naturalmente grazie anche a chi ha solo letto, ha chi ha messo nei preferiti (97) e chi ha messo nelle seguite (43)
P.s. non vi ho messo perché sennò mi venivano più lunghi gli elenchi che il chappy XD

ME LO LASCERETE UN ALTRO COMMENTINO, VERO? UNO PICCOLO, PICCOLO, PICCOLO… ç__ç

Un bacione e alla prossima <3

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Capitolo 14
*** Touch ***


Prima di lasciarvi al chappy devo fare una piccolo comunicazione: chiedo venia ma l’altra volta mi sono sbagliata nello scrivere le Anticipazioni, anticipando, così, quello che è il prossimo capitolo (il caldo non mi fa molto bene -.-…). Ho già modificato quello che avevo scritto nello scorso chappy Chiedo ancora scusa e vi lascio al chappy    ^-^”

 

CAPITOLO 13: TOUCH

Non era possibile.
Non era assolutamente possibile fare una vita del genere.
Ma cosa pretendevano i Kami da lui? Che iniziasse a fare miracoli? Non bastavano i problemi che aveva già di suo, no… ora pure un Teme professore doveva avere?
Era con questi pensieri in testa che, da ormai qualche mattina, Naruto faceva il suo solito percorso casa-scuola.
Continuando a sbuffare e a lanciare, ogni tanto, insulti di ogni genere a un certo essere di nome “Uchiha-Teme”, il biondo scese dall’autobus, ignorando gli sguardi degli altri passeggeri del mezzo che, incuranti di essere scoperti, lo fissavano, chi curioso e chi scocciato, da quando era salito.
Rimase fermo alla fermata del bus per un buon quarto d’ora, osservando distrattamente la sua scuola mentre ripensava a quel maledetto giorno che gli aveva complicato ulteriormente l’esistenza…


- Inizio Flashback –

- Ok, se questo dannato professore non arriva entro cinque… massimo dieci minuti, giuro che prendo giacca e borsa e me ne vado! – l’esclamazione furibonda del biondo si espanse nell’aula deserta, rimbombando.
Naruto era di nuovo lì, da solo, nella sua classe, ad aspettare un ignoto professore che era, per la seconda volta consecutiva, dannatamente in ritardo! Non era bastata un’altra giornataccia, no, ora pure in “dolce attesa” doveva stare!
Aaah… ma quando lo avrebbe avuto davanti… neanche una catastrofe naturale avrebbe potuto salvarlo da quello che aveva in serbo per lui! Per prima cosa l’avrebbe legato talmente stretto da farlo assomigliare a un salame… ooh si, stretto stretto…  poi, una volta avuto a sua completa disposizione, lo avrebbe lasciato da solo con le sue paure, come lui lo era stato in quella maledetta classe vuota ad annoiarsi. Assolutamente. Per finire, passate dodici ore, sarebbe entrato nella cella, si sarebbe seduto proprio davanti a lui e si sarebbe messo a mangiare una bella ciotola di ramen fumante. Proprio sotto i suoi occhi, che lo supplicavano di dargli qualcosa da mangiare.
Aaaah… non aveva mai visto di buon occhio la vendetta in se, ma doveva ammettere che, vista in quella prospettiva, non era tanto male… avrebbe dovuto farci un pensierino…
- Aaaah! Stare da solo e senza far nulla mi fa pensare a cose idiote! – si lamentò, accortosi di star pensando cose assolutamente senza senso.
- Tu pensi sempre cose idiote…- una voce, a lui ben nota, interruppe il suo delirio, facendolo sobbalzare – per non parlare della scoperta che tu sai pensare… sconvolgente. –
A quest’ultimo insulto, Naruto si girò velocemente, puntando i suoi occhi azzurri e irati in quelli d’onice e tranquilli dell’altro. - Teme, cosa diamine ci fai di nuovo qui? –
Sasuke ghignò divertito, chiudendo la porta alle sue spalle e cominciando ad avanzare verso il biondo, tranquillamente seduto su di un banco.
- Semplice, Dobe: sono venuto a fare lezione. –
- Eh? Ma cosa diavolo stai dicendo, Teme? Sei sicuro di stare bene? – gli chiese, non capendo il significato di quelle parole e di quello strano ghigno divertito, che non ne voleva sapere di scomparire dalle labbra del moro. Non è che aveva una paralisi facciale in quel punto?
- Tsk! Quanto sei Dobe. – sbuffò il moro, facendo arrossire l’altro dalla rabbia. Già, si sarebbe proprio divertito nel vedere le varie espressioni del Dobe quando gli avrebbe svelato il suo vero ruolo in quella faccenda...
- Ehi! – il biondo, dal canto suo, proprio non capiva cosa diamine voleva quello stupido teme da lui e sperava vivamente che non fosse venuto per avvertirlo che il professore era nuovamente assente –anche se un po’ ci sperava.
- Insomma Teme si può sapere cosa vuoi? Se sei venuto qui solo per rovinarmi ancora di più la  giornata, quella è la porta! – disse, indicandola.
Il ghigno sul volto del moro si allargò a dismisura, tanto che il biondo pensò seriamente che, in quel momento, chiamare un bravo esorcista fosse la cosa più saggia da fare.
– Uzumaki, ti sembra questo il modo di parlare al tuo professore? –
A quelle parole seguirono svariati minuti di silenzio da parte del biondo, tanto che Sasuke, se non avesse visto il suo torace alzarsi e abbassarsi, avrebbe scommesso fosse morto. Naruto, dal canto suo, proprio non riusciva a capire se quelle parole fossero veramente uscite dalla bocca di Sasuke o se si fosse immaginato tutto.
- C-cosa?! – chiese sperando nella seconda opzione.
- Sono io la persona che ti fa le lezioni di recupero. – spiegò, facendo spallucce e osservando divertito un Naruto dall’espressione completamente sconvolta.
- M-ma… - in quel momento la faccia del biondo assunse diverse espressioni nel giro di pochi secondi: sconvolta, pensierosa, arrabbiata, talmente arrabbiata da far diventare la faccia completamente rossa. - Ma stiamo scherzando, spero! E sentiamo, cosa dovresti insegnarmi? Ad essere un bastardo come te? No grazie, preferisco rimanere così come sono. Ed ora, se vuoi scusarmi, ho cose ben più importanti da fare che essere preso in giro. – disse, mentre prendeva la sua borsa e cominciava ad avviarsi verso l’uscita.
- Dobe, io se fossi in te non uscirei da quest’aula… a meno che tu non voglia incorrere nell’ira di una certa preside psicopatica… non so se mi spiego… - gli disse, bloccandolo per la borsa.
Naruto si girò di scatto verso il moro, lasciando che la borsa cadesse a terra. – Non offendere Tsunade, chiaro? E poi, si può sapere cosa diamine vuoi da me? –
Sasuke non rispose, lo prese per la felpa e lo costrinse a sedersi su un banco. Poi si girò e cominciò ad armeggiare con una strana borsa, sotto lo sguardo furioso e curioso del biondo.
Quando il moro si girò, mostrandogli cosa teneva in mano, Naruto sgranò gli occhi, indietreggiando inconsapevolmente.
- Suona – ordinò al biondo, porgendogli la chitarra classica. Per superare una paura non c’era rimedio migliore della paura stessa, era questa la conclusione a cui era arrivato.
- NO! Allontana subito quella cosa da me! – urlò spaventato, mentre continuava ad indietreggiare.
- Non uscirai da questa stanza fino a quando questa chitarra non avrà emesso un suono grazie alle tue dita, quindi… Suona! – disse autoritario Sasuke, con uno sguardo che non ammetteva repliche.
Naruto continuò ad indietreggiare spaventato, fino a quando non si ritrovò intrappolato tra il muro e la chitarra. La testa che continuava incessantemente a muoversi in segno di diniego.
Sasuke sbuffò, mentre si apprestava a fare una cosa che non faceva da tanto tempo: urlare. – Naruto, sei un codardo! Non sei capace di affrontare le tue paure e il tuo passato! Cosa pensi che direbbero i tuoi genitori se ti vedessero in questo momento? Cosa penserebbero di te? –
Naruto aveva gli occhi sgranati, ma, soprattutto, non riusciva a credere alle sue orecchie. Certo, lui aveva ragione, ma solo fino a un certo punto. Sasuke non sapeva nulla di quello che era successo dopo la morte dei suoi genitori. Non sapeva quanto aveva lottato. Non sapeva quanto aveva sofferto. Non sapeva proprio un bel nulla!
Il biondo abbassò lo sguardo, facendo si che la frangia andasse a coprire gli occhi.
- Per te è facile… dire così… - un sussurro, ma che venne ugualmente recepito dal moro. – Per te è tutto così dannatamente facile! Tu non sai nulla di me! Non sai cosa ho sofferto! Non sai quello che ho passato e subito dopo la morte dei miei genitori! TU NON SAI NIENTE! TU NON SAI NIENTE, COME TUTTI GLI ALTRI!!– Continuò ad urlare contro un Sasuke apparentemente indifferente, fino a quando non ebbe più fiato e fu costretto a fermarsi.
Rimasero a fissarsi, in silenzio, finché Sasuke, dopo essersi seduto su un banco vicino, non ricominciò a parlare. - È vero, non so cosa si provi a perdere delle persone care, ma ne ho una vaga idea… ed è anche vero che non so un bel niente di te e di quello che hai passato… Ma devi reagire. Devi cercare di andare avanti. Quindi ora prendi questa cazzo di chitarra e muovi queste stramaledettissime corde! – disse, con voce calma. La chitarra ancora protesa verso il biondo, che la fissava con indecisione.
- I… io …- cercò di rispondere al moro, ma le parole non uscivano dalla sua bocca. Continuava solo a scuotere la testa e a spostare lo sguardo dal moro alla chitarra. Si lasciò scivolare contro la parete, mettendosi seduto e portandosi con le braccia le gambe al petto. La testa nascosta tra esse.
Cosa doveva fare?
La risposta più ovvia sarebbe stata: prendi quella chitarra, suona e supera le tue paure!
Certo facile a dirsi, ma non a farsi!
E pensare che fino a poche ore prima se lo era detto anche da solo… ed ora che si presentava l’opportunità lui che faceva? Scoppiava in una crisi isterica e continuava a scappare.
Sasuke sbuffò, per poi alzarsi e posare la chitarra su di un banco. Come pensava l’insistere sui genitori e su quello che loro avrebbero voluto da lui, non era servito a un bel niente.
Dopotutto, quelle che aveva detto erano cose che, ne era certo, sapeva anche il Dobe.
Erano parole scontate.
E pensare che, inizialmente, aveva creduto che sarebbe riuscito a risolvere il problema in meno di una settimana… peccato che non avesse calcolato il fatto che il Dobe avesse bisogno di uno psicologo, più che di un aiuto da una qualunque persona, obbligata da una preside molto più psicopatica del biondo.

Comunque, la cosa non era rilevante, visto che quell’idea gli era stata proposta da quella donna psicopatica e non era stata farina del suo sacco
–che poi, è risaputo che la “farina” Uchiha è la migliore al mondo, no?
Era ora che cominciava la vera “Operazione Dobe”.
- Bene, Dobe. Allora facciamo così. –gli disse il moro, in tono serio e calmo, girandosi verso di lui, che era ancora nella stessa posizione. – Faremo finta di continuare normalmente le nostre lezioni pomeridiane come vuole la preside; io mi farò i miei affari e tu i tuoi… ma ricorda, nel caso in cui tu decidessi di accettare il mio, chiamiamolo, aiuto… beh, allora… - lasciò la frase in sospeso, consapevole del fatto che il biondo avesse capito il concetto, per poi fare spallucce e dirigersi verso il suo banco in silenzio.
Silenzio che durò per tutto il pomeriggio…

 

- Fine Flashback –

 
POV NARUTO


Mi riscuoto dai miei pensieri solo quando un ragazzo della mia stessa scuola non mi viene a dosso, facendomi andare a sbattere contro il muro. Almeno scusa potrebbe chiedermelo, però!
È in quello stesso momento che mi accorgo di essere arrivato, inconsapevolmente, davanti alla mia aula… Ma quando mi sono mosso?
Da fuori, nel corridoio, riesco a distinguere perfettamente le voci dei miei compagni, tra cui quella di Kiba, che sta urlando qualcosa di non ben identificato riguardante dei compiti e dei cuscini, e quella di Ino e un’altra sua amica che, ne sono sicuro, se fossi stato più attento, avrei potuto benissimo sentire dal piano terra.
Sospiro pesantemente prima di portare la mano sulla maniglia della porta e far scorrere quest’ultima, aprendola. Incredulo, sbatto un paio di volte le palpebre per capire se quella scena che si sta svolgendo davanti ai miei occhi è vera o se è solo frutto della mia immaginazione.
Kiba si trova vicino al banco di Shikamaru, con il quale sta parlando… o meglio, Kiba urla mentre Shika fa finta di starlo a sentire mentre sonnecchia tranquillamente; Ino, invece, sfoglia con energia quello che dovrebbe essere uno dei suoi tanti giornali di gossip giornalieri insieme alle sue vicine di banco… e fidatevi se vi dico che è meglio non sapere cosa stanno guardando con così tanto interesse da avere delle fuoriuscite di bava…
Ma non è questo che mi scandalizza, visto che queste sono cose normali, da tutti i giorni; quello che mi chiedo è: perché mai gli altri si comportano come se fosse stata annunciata la data e l’ora della fine del mondo? E poi perché c’è chi si strappa i capelli e chi si consola a vicenda? Non sarà morto qualcuno, spero.
Aah… sono assolutamente convinto che se un qualsiasi sconosciuto entrasse in questo preciso momento e vedesse questo casino, penserebbe di sicuro di aver sbagliato indirizzo e di essere finito per sbaglio in una casa di cura per malati mentali.
Timoroso di quello che potrei vedere, sposto lentamente lo sguardo verso il mio banco trovandolo, per fortuna, in una zona tranquilla… certo, l’unica zona tranquilla perché occupata dall’Uchiha e dallo Hyuuga!
I due se ne stanno tranquillamente seduti ai loro posti ma, mentre lo Hyuuga è super-impegnato a osservare Kiba e a lanciargli fugaci sguardi inquisitori, il Teme si guarda distrattamente intorno, posando, ogni tanto, lo sguardo sul suo libro di testo i storia. Appena, però, si accorge di me, e i suoi occhi color pece vanno a fissarsi nei miei, sento una scarica di rabbia percorrermi il corpo e nella mia mente si materializzano immediatamente poche parole che, però, hanno un enorme significato: a morte il Teme!
Assottiglio pericolosamente gli occhi non appena noto, come se non bastasse, le sue labbra incurvarsi in quel solito ghigno divertito che sembra come annunciarmi la sua vittoria prossima.
“Tsk! Bastardo, se pensa di averla vinta si sbaglia di grosso.” Penso, richiudendo con rabbia mal celata la porta e provocando nel Teme una sottospecie di risatina divertito-isterica.
Da quel disastroso pomeriggio in cui ho appreso la tragica notizia riguardo le mie vere lezioni di recupero, sono stato praticamente costretto a trascorrere i miei interi pomeriggi con l’Uchiha.
Esatto, da quelle che erano due volte alla settimana, le sue lezioni si erano ampliate a tutti i pomeriggi, fino al tramonto… e tutto per colpa di quella pazza –e qui ho dovuto, purtroppo, dare pienamente ragione al teme- di Tsunade! Glielo avevo addirittura chiesto per favore, e come sono stato ripagato? Con un bel calcio nel sedere, una montagna d’insulti e nuovi e asfissianti pomeriggi da trascorrere con il mio “amichetto”… Tsk!
E pensare che è passata solo una settimana…
Sospiro mentre mi dirigo, con passo lento e pesante, verso il mio banco… il banco su cui, da alcuni pomeriggi, viene regolarmente poggiato una stramaledettissima chitarra da uno stupido Teme!
Aah… ho bisogno di una vacanza, prima che questo Uchiha faccia diventare pazzo anche me… Ma a cosa cavolo penso?!
- Uffa! – sbuffo mentre, con molta nonchalance, poggio delicatamente la borsa sul banco.
A essere sinceri, non ho ancora capito cosa spera di ottenere Sasuke con questo gesto alquanto, secondo me, inutile. Semplicemente arriva, posa la borsa a terra, mette la chitarra sul mio banco e poi, come se niente fosse, va a sedersi al suo posto e comincia ad occuparsi di vari fogli, che ho individuato essere spartiti e bozze di canzoni, mentre io lo guardo dal punto della classe più lontano dall’oggetto malefico.
Ed è stato così per ogni stancante, silenzioso, maledettissimo pomeriggio… o almeno finché, stufo di stare per ore ed ore in silenzio, non mi ero deciso a spostarmi dal mio angolino e ad avvicinarmi al Teme per vedere cosa combinava…

 
- Inizio Flashback –

Naruto non ce la faceva più. Le gambe e la schiena gli facevano male, le corde vocali pregavano di essere utilizzate e la noia lo stava divorando. No, stare per ore ed ore in piedi, senza far nulla, proprio non gli faceva bene… quindi le soluzioni erano due: o si trovava qualcuno con cui parlare o qualcosa da fare, oppure si suicidava, perché così non poteva andare avanti.
Irritato da quella situazione, si guardò più volte intorno, cercando con lo sguardo crepe da contare o qualcosa da osservare… peccato che, in quel momento, l’unica cosa che in quella stanza poteva definire interessante, fosse un certo Teme di sua conoscenza!
Sbuffò sonoramente, sperando di essere sentito dall’altro e di avergli fatto capire come gli scocciasse tutta quella situazione, ma quest’ultimo non diede segno di aver recepito il messaggio, continuando a scrivere sui suoi fogli.
Naruto strinse i pugni. Quel Teme scarabocchiava tranquillamente mentre lui soffriva le pene della noia… no, quella situazione non gli andava bene per niente! Approfittando del fatto che il moro gli dava la schiena, il biondo si mise a mimare tutta una serie di boccacce, comprendenti linguacce, gestacci e altro… di molto meno educato, ecco. Peccato che, dopo poco tempo, il nostro eroe si rese conto che, fare il cretino da solo, non fosse molto divertente e, quindi, lasciò perdere, ritornando a subire le pene della noia.
Si guardò in torno ancora per qualche secondo, ma il suo sguardo ricadde di nuovo sul moro e la sua mente cominciò, automaticamente, a porsi domande del tipo: Chissà che note sta scrivendo su quello spartito? E il testo? Come sarà? Triste, allegro, romantico, rock… e che parole starà usando?
Scosse violentemente la testa per togliersi dalla testa quei pensieri che, però, ritornarono più forti di prima. Non c’era niente da fare, quando si trattava di musica la sua curiosità si sprigionava tutto d’un tratto, svanendo solo nel momento in cui sarebbe stata colmata del tutto.
Stava prendendo seriamente in considerazione di staccarsi da quella parete e andare a disturbare un po’ quel Teme, quando un piccolo particolare gli ricordò che non poteva; il suo sguardo si spostò immediatamente sul banco a fianco a quello dell’Uchiha –il suo, per la precisione- dove faceva bella mostra di se il suo problema: una chitarra.
Ora, chiunque l’avrebbe preso per pazzo, ma lui proprio non voleva avvicinarsi a quella… cosa. No, non se ne parlava neanche! E poi, in questo modo, voleva dire che la dava vinta a quello stupido Teme!
Ricominciò a guardarsi in giro, senza però trovare di nuovo nulla d’interessante, mentre lo sguardo continuava a cadergli sulle ampie spalle del bel moretto che si trovava a pochi metri da lui.
“Beh, tutto gli si può dire tranne che non è un fico pazzesco...” Si disse il biondo, arrossendo immediatamente e distogliendo lo sguardo non appena si rese conto di cosa aveva appena pensato. “NO, Naruto! NO! Non pensare queste cose, chiaro? Quello è solo un esemplare di Teme, e non certo un gran bel ragazzo, equipaggiato di occhi penetranti e… un fisico decisamente niente male… e poi i capelli… chissà se sono morbidi e sottili al tatto come sembr-! Aaah, nooo! Non devo pensare queste cose, non devo pensare queste cose!” era talmente rosso che poteva benissimo essere scambiato per un pomodoro.
Dopo essersi calmato, ovvero dopo venti minuti buoni, e aver ceduto alla noia, prese la sua decisione: sarebbe andato a disturbare il teme! Dopotutto lui era pur sempre Naruto Uzumaki… poteva rimanere per ore senza far nulla? Ma assolutamente no! Già era tanto se c’era riuscito in quei due giorni di tremenda agonia…
Dopo aver preso un profondo respiro, fece un passo avanti, staccandosi dalla parete, seguito subito da un secondo. Beh, forse non era così difficile come sembrava, si disse mentre continuava ad avanzare verso la sua meta. Vacillò un attimo quando si accorse di avvicinarsi sempre di più al suo problema, ma, stringendo i pugni e passando per la corsia opposta, continuò ad avanzare… finché non inciampò nella gamba di un banco, cadendo rovinosamente a terra. Inutile dire che fece un rumore assurdo.
- Ahio… cavolo che male… -
- Usuratonkachi, si può sapere cosa diavolo stai facendo? –
Massaggiandosi ancora la parte lesa, Naruto si girò velocemente verso il suo interlocutore, con le guance rosse dall’imbarazzo per l’orrenda figuraccia appena fatta.
- Fatti gli affari tuoi, Teme! –
- Tsk! Dobe – fu il suo unico commento, mentre si alzava dalla sua postazione e si avvicinava al biondo; senza nessuno sforzo fisico, come se pesasse quanto un sacco di patate, lo prese per un braccio rimettendolo in piedi, per poi ritornare tranquillamente alle sue faccende, sotto lo sguardo sbigottito di suddetto “sacco di patate”.
Ripresosi dal suo stato leggermente sconvolto, il biondo si avvicinò lentamente al banco, cominciando ad osservare distrattamente i fogli sparsi su di esso. Non riuscendo a leggere bene, senza pensarci su due volte si abbassò col busto arrivando, con la testa, alla stessa altezza dell’altro che, dopo vari minuti, parlò.
- Interessante? – il fiato caldo del moro si scontrò direttamente contro la sua guancia, facendolo sobbalzare. Lentamente voltò il viso verso la sua sinistra arrossendo visibilmente non appena si rese conto di trovarsi a poco più di tre centimetri dall’Uchiha.
Rimasero in quella situazione per qualche secondo, tempo che servì a Naruto per riprendere il pieno controllo delle sue azioni, finché quest’ultimo, con un movimento fin troppo veloce, non si rimise in posizione eretta, spostando lo sguardo verso un punto imprecisato dell’aula.
- Tsk! C-certo che no… s-stavo solo vedendo c-cosa facevi, ecco... – balbettò, al che sul volto dell’Uchiha si dipinse un’enorme ghigno soddisfatto, che però nascose subito dietro la sua solita espressione indifferente per poi fare spallucce.
- Dobe… non m’interessa quello che fai, basta che non mi disturbi. –
- Non chiamarmi Dobe, Teme! –
- Ok… usuratonkachi. -  disse, per poi tornare al suo “lavoro” e scatenando, così, pensieri omicida nell'altro

 
- Fine Flashback-


Sospiro mentre poso la borsa sul banco.
Da quel momento abbiamo passato, praticamente, tutti i pomeriggi in quel modo: lui scriveva e io “osservavo”, esprimendogli, ogni tanto, le mie idee e i miei consigli. Insomma, senza considerare i soggetti, è una situazione abbastanza normale e tranquilla… ed è proprio questo che mi preoccupa!
Sono più che certo che quel Teme sta macchinando qualcosa… ma cosa?
La cosa certa è che non devo assolutamente abbassare la guardia… con gli Uchiha non si sa mai.
- Na-ru-to! – nel sentire il mio nome, mi riscuoto dai miei pensieri e mi giro, ritrovandomi osservato dagli occhi dorati di Kiba.
- Oh… buongiorno. –
- Ma quale buongiorno e buongiorno? A me sembra che tu sia ancora nel tuo letto! Sono più di cinque minuti che ti chiamo e che tu continui a tenere lo sguardo fisso fuori dalla finestra come un ebete! Possibile che tu abbia sempre la testa tra le nuvole? –
Mentre lui mi fa la solita ramanzina, sbuffo indispettito e sposto la mia attenzione sulla mia borsa, dalla quale comincio a tirare fuori i libri della prima ora.
- Piuttosto, hai saputo la notizia? – mi chiede tutto emozionato.
Lo guardo interrogativamente e con un sopracciglio leggermente alzato. – Quella che, per la fretta, ti sei dimenticato i compiti sotto al cuscino? –
Lui arrossisce leggermente per l’imbarazzo. – Ma no! Quella non è una notizia… è una disgrazia! –
- Ah… e allora quale sarebbe questa grande novità? –
- Nacchan… indovina un po’ chi farà parte della commissione dei giudici, ad Ishikawa? –
- Tu? – gli dico scherzosamente, celando il terrore a quella brutta risposta che, per un attimo, mi è passata per la mente.
- Si, esat… No! Ma cosa mi fai dire? –
- Ahahah! Guarda che hai fatto tutto da solo, baka! –
- Tsk! Comunque, la risposta esatta era: Jiraya-sensei. –
A quel nome mi blocco. - D-davvero? Dici sul serio?–
- Ti sembra forse che stia scherzando? – sbuffa, al che anche sul mio viso si fa largo un enorme sorriso, risultato dell’enorme felicità che provo in questo momento.
Ero-sens… cioè, Jiraya è un uomo sulla cinquantina che, da ormai molti anni, fa parte del mondo dello spettacolo. Ha iniziato la sua carriera quando era molto giovane, all’incirca alla mia età, formando una band che, nel giro di pochi anni, è entrata a far parte della storia della musica. Devo purtroppo aggiungere che, oltre a questo, nel tempo libero si dedica alla scrittura dei suoi romanzi che io, personalmente, non ho mai avuto il coraggio di leggere.
Quando lo scrittore è un maniaco che pensa 24 ore su 24 alle donne, e che ha rischiato per più di dieci volte di finire dentro per molestie… beh, penso di aver già detto tutto, no?
Ma prima di tutto, oltre al grande musicista quale è, e oltre al suo essere uno scrittore, lui  per me è come un secondo padre; una persona che mi è stata vicino nel momento in cui ne avevo più bisogno e che mi ha aiutato. E poi è grazie a lui se sono iscritto in questa prestigiosa scuola. Pare, infatti, che anche baa-chan facesse parte della sua band e che i due siano ottimi amici… ahahah, avrei proprio voluta vederla mentre ci dava dentro sul palco!
- Che bello! Non vedo l’ora! – urlo entusiasta, attirando su di me gli sguardi increduli della mia intera classe… per non parlare di quelli che erano in corridoio e che, sorpresi e curiosi, si sono affacciati alla porta dell’aula, per vedere lo stupido che aveva osato dire quell’atrocità… cioè, me.
- Uzumaki, non dire stronzate! Qui non c’è da esultare ma da piangere… anzi, no, da disperarsi! – mi risponde un mio compagno di classe, con tono alquanto… sconvolto.
- Eh? E perché mai, scusa? – Lui mi guarda come se per capire se ho qualche problema o se sono affetto da qualche grave malattia o disturbo mentale.
– Perché? Perché?! Ma stai scherzando spero! Ti rendi conto che siamo tutti fottuti, vero? – urla, mettendosi le mani nei capelli e cominciando a tirarli leggermente.
Ok, questo tipo ha bisogno di uno psicologo… un bravo psicologo.
- … non capisco… - alla mia risposta, quello mi prende per le spalle e comincia a scuotermi avanti e indietro… ho mai accennato al fatto che soffro di mal di mare?
- Cosa c’è da capire nella parola fottuti? Ma vuoi renderti conto che quello ci darà un punteggio minimo e ci farà bocciare tutti quanti? –
A quelle parole comprendo, e una piccola risata sfugge dalle mie labbra, facendo cessare il mio shakeramento. – Ahahah… bocciare? Ahahah, questa è bella! -
- Uzumaki… mi stai facendo preoccupare… -qa
- Ma quale preoccupare e preoccupare? Se quell’Ero-sensei sarà trai i giudici, dovete stare più che tranquilli! Di sicuro darà minimo una sufficienza a tutti quanti già in partenza! -
- Una sufficienza… in partenza? –
- Esatto! Se dovete preoccuparvi, invece che a lui, pensate agli altri giudici… sono quelli che dovrete impressionare. – gli dico, trattenendo a stento un’altra risata. Ecco perché erano tutti così agitati… ma come hanno fatto a credere, o anche solo a pensare, a quelle cose su quel maniaco? Di sicuro si sono confusi con qualcun altro!
A interrompere quella conversazione ci pensa l’entrata del nostro professore di storia, che ci ordina di fare silenzio e di mettersi tutti al proprio posto, per poi iniziare la solita cantilena.

La giornata passa velocemente e, ben presto, la campanella suona, annunciando la fine delle lezioni e l’inizio dei corsi pomeridiani. Con l’entusiasmo andato a farsi benedire, comincio a mettere a posto tutto il mio materiale scolastico nella borsa il più lentamente possibile. Naturalmente non manco di rispondere con un’occhiataccia al Teme che, prima di uscire dall’aula per andare insieme a Neji non so dove, mi ha ghignato divertito.
Tsk, se penso che ora devo rimanere ancora in quest’aula, per ben tre ora, da solo con quel Teme… aaah! Non ce la posso fare!
Spero che almeno oggi abbia portato testi o spartiti più decenti di quelli dei giorni scorsi. Per carità, non che fossero orrendi, al contrario sono molto belli e ben impostati, ma… io continuo a pensare che il suo problema sia sempre e solamente uno: il sentimento. Insomma, lui ha tutto: fama, bella voce, basi perfette, scrive testi e spartiti che sono stupendi… e sì, lo ammetto, è pure un gran bel ragazzo!… ma poi, quando canta… nulla. Non trasmette assolutamente nulla. Eppure è proprio per trasmettere i propri sentimenti, le proprie emozioni, le proprie idee, che viene usata la musica.
- Naruto, noi andiamo. – alzo la testa verso Kiba e Shikamaru che, uno affianco all’altro, con le borse già in spalla, si stanno sistemando i cappotti. Nello stesso momento, però, non posso evitare di posare lo sguardo sulla porta, dalla quale entrano un Sasuke tranquillo e un Neji… letteralmente incazzato nero! Lo vedo assottigliare gli occhi e fulminare con lo sguardo prima Kiba, che ricambia l’occhiataccia per poi distogliere lo sguardo, e poi Shikamaru, il quale, avendolo notato, lo ignora completamente, peggiorando il suo umore.
- Ah… ehm… ok… ma non avete lezione oggi? – chiedo, al che vedo Kiba voltarsi verso Shika, il quale mi risponde con una semplice alzata di spalle e un magro: - Oggi saltiamo… volevamo andare a prendere dei biglietti per un concerto. –
- Ah… - come nei giorni precedenti, la cosa è sospetta. Molto sospetta. – Senti Kiba, posso parlarti un attimo… da soli? – specifico e, senza dargli il tempo di rispondermi, lo trascino nei bagni.
- Che modi… guarda che so camminare da solo! –
- Zitto e spiegami una cosa. – lo guardo dritto negli occhi e poi gli chiedo: - Hai litigato con Neji per caso? –
Ha un sussulto. Lui mi guarda per qualche secondo, per poi abbassare lo sguardo e annuire. Piano, si lascia scivolare lungo la parete del bagno, sedendosi per terra a gambe incrociate.
Sospiro, portandomi una mano alla testa e scompigliandomi i capelli. Mi sembrava strano che in questi giorni non li avessi mai beccati in situazioni imbarazzanti.
- E come mai? A me sembravate così affiatati… non ti avrà mica tradito, spero! – gli dico dopo essermi seduto vicino a lui, ricevendo un movimento negativo della testa come risposta.
- E allora cosa? –
Lo vedo fare un profondo respiro, per poi cominciare a raccontare l’accaduto.

 
- Inizio Flashback –

 
Kiba era comodamente seduto sotto uno dei grandi aranci, che ornavano il cortile della sua scuola, e aspettava il suo –finalmente- ragazzo: Neji Hyuuga.
Aah, ancora non riusciva a crederci: quel ragazzo che da sempre occupava i suoi muri, i suoi cassetti, il pavimento sottostante il suo letto, i suoi armadi, la sua scrivania, i suoi pensieri, i suoi sogni e molto, ma
molto altro ancora… era diventato il suo ragazzo. E lo amava.
Glielo aveva detto chiaramente e, ogni volta che ci ripensava, quelle parole scorrevano chiaramente nei suoi pensieri.
Aprì gli occhi, che aveva chiuso per godersi quel poco e debole sole autunnale-invernale che c’era, sorridendo nel momento in cui vide Neji dirigersi, con la sua solita espressione seria in volto, verso di lui.
- Ehi, sei in ritardo! – gli urlò il castano più piccolo, alzandosi e correndogli incontro, per poi posargli un lieve bacio sulle labbra che, però, venne subito brutalmente approfondito dall’altro. Neji, infatti, aveva velocemente portato una sua mano dietro la testa dell’altro, avvicinandolo sempre di più a se, mentre con l’altra aveva cominciato ad accarezzargli l’addome. 
Kiba, a quei gesti improvvisi, si spaventò e s’irrigidì, per poi portare le sue mani alle spalle del castano più grande ed allontanarlo violentemente da se.
- Neji… ma cosa… - ma si bloccò nel momento in cui vide lo sguardo irato e frustato del suo ragazzo. – Neji, cosa c’è che non va? È successo qualcosa? – gli disse, poggiandogli una mano sulla spalla, che però venne violentemente allontanata.
-
Cosa c’è, dici? Beh… perché non me lo dici tu, Kiba? – il tono di voce con cui pronunciò il suo nome, fece rabbrividire l’Inuzuka.
- Eh? Ma cosa cavolo dici? -
- Rispondi sinceramente, Inuzuka – gli disse, assottigliando lo sguardo e guardandolo fisso negli occhi. – Tu te la fai con Nara, non è vero? –
Quella sorpresa iniziale che aveva colpito Kiba quando si era sentito chiamare per cognome, si raddoppiò, se non triplicò, nel momento in cui gli venne posta quella domanda.
- Ma che cazzo dici? Ti sei impazzito, per caso? Come ti è venuta in mente questa cazzata? – gli rispose imbufalito, non tanto per essere stato accusato di tradimento, ma per il tono convinto e sprezzante con cui glielo aveva chiesto Neji.
- Ti ho fatto una domanda e voglio una risposta. –
- Sai benissimo qual è la risposta! –
Lo Hyuuga incrociò le braccia al petto e gli rivolse un piccolo ghigno. – Si, certo che la so… allora dove andate a farlo, a casa tua o a casa sua? -
Kiba strinse violentemente i pugni, tanto che le nocche cominciarono a diventare bianche. Questo era veramente troppo! Come si permetteva anche solo di pensare che lui potesse avere una storia di sesso con Shikamaru che -Neji lo sapeva benissimo- era uno dei suoi migliori amici?
- Neji… se ti sei fumato o fatto qualcosa prima di venire qui, questo è il momento giusto per dirmelo. – ringhiò, provocando nell’altro una leggera risata sarcastica.
- Si, certo, qui sono io quello fuori… ma fammi il favore! È una settimana che praticamente mi ignori! Stai sempre a parlare con quell’idiota, ci torni a casa dopo scuola e ogni volta, durante la pausa pranzo, sparite per mezz’ora, imbucandovi non so dove! Allora, come mi spieghi tutto questo? –
Solo in quel momento, Kiba capì. E doveva ammetterlo, il castano aveva ragione sul fatto che, ultimamente, passava molto tempo con il suo amico, ma non certo per fare sesso!
- Beh… in realtà – si bloccò. No, non poteva dirgli che l’oggetto delle loro discussioni era Naruto. Non poteva dirgli che stavano cercando un modo per risolvere la sua fobia. Non poteva raccontargli di
loro. Non poteva raccontagli che temevano per il biondo, dal momento che lui sarebbe potuto tornare da un momento all’altro.
– Io… io non posso dirtelo… - disse, abbassando lo sguardo e facendo scomparire il ghigno divertito dal volto dello Hyuuga.
- Dimmelo –
Kiba scuote il capo. – Non posso… mi dispiace. -
- Allora è vero. – parlò, dopo vari secondi di silenzio, Neji, guardandolo seriamente. – Allora è
tutto vero. Tu e lui… -
- NO! – lo interruppe l’Inuzuka. – Io e lui siamo solo ami-
-
Amici, certo! Lo sapevo che non dovevo fidarmi… che sotto la tua facciata da angioletto si nascondeva un approfittatore, come negli al– lo Hyuuga si bloccò come vide il viso dell’altro. Kiba, troppo colpito da quelle parole, e troppo deluso dal sapere che l’altro non riponeva la minima fiducia in lui, non era riuscito a trattenere le lacrime, scoppiando inevitabilmente a piangere.
- Ki… - cercò di chiamarlo, ma si zittì subito non appena l’altro cominciò a parlare.
- Tu non ti fidi... Tu non ti fidi minimamente di me! – urlò, mentre le lacrime aumentarono. – Va al diavolo, Hyuuga! Va al diavolo insieme ai tuoi stupidi pensieri e alle tue stupide supposizioni! – e detto questo, se ne andò di corsa, lasciandolo l’altro da solo.

 
- Fine Flashback –

 
Dopo il racconto, cala il silenzio.
Sospiro. Ok, anche io ho notato gli atteggiamenti furtivi e le continue sparizioni di quei due… ma di certo non sono andato minimamente a pensare che se la intendevano o cose del genere!
- Dai Kiba… non ti preoccupare, si risolverà tutto. Neji è un tipo intelligente, di sicuro capirà che le sue supposizioni erano completamente sbagliate. – cerco di confortarlo, poggiandogli una mano sulla spalla in segno d’incoraggiamento. Lui, in risposta, schiocca la lingua.
- Già, anche io pensavo così, ma è passata una settimana e lui, oltre a occhiatacce assassine e sguardi indagatori, non mi sembra che abbia ancora preso in considerazione un ripensamento… maledetto bastardo orgoglioso! –
Sentendo quelle parole, una piccola risata scappa dalle mie labbra nel momento in cui nei miei pensieri appare il volto di Sasuke. Si vede proprio che sono amici quei due… si comportano allo stesso modo.
- Dai su, andiamo prima che quel noioso di Shikamaru ti lasci qui e che Neji cominci a pensare che tu abbia una relazione anche con me… e con una buona metà della scuola! – dico, scoppiando a ridere, seguito subito da Kiba.
Al nostro ritorno, in classe troviamo solo Sasuke, che è già sui suoi fogli, e Shikamaru, il quale, appena ci vede, prende Kiba per un braccio e lo trascina fuori dall’aula, dandomi appena il tempo di salutarlo. Sospiro, ripensando alla situazione di Kiba e Neji, per poi girarmi verso il Teme e sorprendendomi nel ritrovarlo ad osservarmi.
- Né, Teme… dov’è Neji? –
Lui sbuffa per poi fare spallucce e riportare lo sguardo al suo lavoro. - Aveva qualcosa da fare. – mi risponde, al che sorrido.
- Ah… ok. – e detto ciò mi avvicino e mi siedo vicino a lui…  naturalmente molto lontano dall’aggeggio malefico occupante, come al solito, il mio banco. Eppure lo sa che io non mi avvicinerò mai e poi mai a quella cosa, quindi cosa spera d’ottenere insistendo?
Passiamo le prime due ore in silenzio, e io, troppo perso nei miei pensieri, non faccio caso neanche a quello che il Teme sta scrivendo, continuando a fissare la chitarra con sguardo vacuo. Mi riscuoto solo nel momento in cui Sasuke si alza dalla sua postazione, per poi mettersi le mai in tasca e uscire dall’aula in silenzio, sotto il mio sguardo stupito.
Rimango a fissare la porta per qualche secondo; forse deve andare in bagno, penso, per poi fare spallucce e riprendere la stessa posizione di prima.
Come impostati su automatico, i miei occhi cominciano a fare un’accurata scansione dell’oggetto posto davanti a me: è una chitarra classica, verniciata interamente di nero fatta eccezione per il manico, dove si riuniscono le corde per poi diramarsi in sei direzioni diverse.
Senza pensarci più di tanto, troppo preso, mi alzo e comincio ad avvicinarmi all’oggetto, osservandolo da più vicino. Le corde sembrano parecchio usate ma molto resistenti… devono essere di ottima qualità. Non ne ho mai visto un tipo così, deve essere un nuovo modello uscito negli ultimi anni. Chissà com’è il suono…
Come in trans, lentamente comincio ad avvicinare la mia mano alle corde e mi riscuoto dal mio stato solo quando ne sento una vibrare sotto il mio tocco ed emettere un suono che rimbomba per tutta l’aula. Un brivido mi attraversa dalla punta dei piedi fino a quella dei capelli.
Spaventato sia da quella reazione, sia dal mio stesso gesto, faccio per togliere le dita, ma qualcosa, o meglio qualcuno, me le blocca facendole rimanere leggermente appoggiate sulle corde.
Fisso lo sguardo su quella mano candida poggiata sopra la mia, riconoscendone subito il proprietario e sorprendendomi di quanto, a dispetto delle apparenze, sia calda e morbida. Piano mi giro immergendomi in due pozzi neri come il petrolio che mi guardano fissi e sicuri, senza smettere di rimanere legati ai miei, scossi, spaventati, sfuggevoli; persi in quelle troppe sensazioni.
Lo sento circondarmi la vita con il braccio libero e avvicinare la mia schiena al suo petto, avvicinandosi e arrivando a farmi sentire il suo respiro sul mio orecchio; il suo cuore che batte quasi all’altezza del mio. Troppo imbarazzato per mantenere quell’intreccio di sguardi, mi giro verso la finestra mentre sento la sua mano rafforzare la presa sulla mia.
- Lasciami… - volevo dare alle mie parole un tono duro, autoritario, invece dalle mie labbra riesce a fuoriuscire solo un futile e patetico sussurro strozzato.
- No – tono autoritario, severo… quello che non sono stato in grado di utilizzare io, un debole.
- Lasciami… per favore… -
- Perché? –
- Perché ho paura. – Non te l’aspettavi che confessassi così in fretta, vero? Ma è la verità, che motivo avrei di mentirti? Dopotutto l’hai vista tu stesso la paura nei miei occhi, no?
- Di cosa? –
Non rispondo. Non è la domanda esatta.
- Di chi hai paura, Naruto? –
- Di lui. – e le lacrime cominciano, per abitudine, a scendere copiose, infrangendosi sul pavimento e sul suo braccio, mentre la tua stretta si rafforza ancora, come se volesse inglobarmi dentro di se. Cerco di allontanami, di opporre un minimo di resistenza, di sfilare la mia mano dalla tua, ma tu continui a stringerla e a tenerla al suo posto, a sfiorare quelle corde… come sospesa tra due mondi: quello in cui continuo a scappare e quello in cui vado avanti.
- Vai avanti, Dobe… tu non sei solo. Non avere paura e affrontalo, sconfiggilo, non farti rovinare la vita da una feccia del genere. Dalla tua parte ci sono l'Inuzuka, Nara, la Yamanaka, la preside... io. – quell'ultima parola viene sussurrata direttamente nel mio orecchio, come se fosse una confidenza tra me e lui… come se fosse un nostro segreto.
I nostri corpi a contatto, quella mano intrecciata alla mia, quel braccio che mi stringe a te e che mi fa sentire protetto… Perché? Perché Sasuke, nonostante ora stia affrontando la mia più grande paura, mi sento tranquillo e al sicuro? Perché appena sei arrivato e mi hai stretto a te, tutta la paura che stavo provando si è sciolta come neve al sole? Perché ora sento che con te al mio fianco potrei affrontare tutto, compreso questo?
Ed è in quel momento che prendo la mia decisione.
Cerco di rilassarmi e nel farlo mi appoggio al suo torace; le mie dita si intrecciano meglio alle sue, per poi allungarsi e cominciare a tirare, muovere, far vibrare quelle corde. Chiudo gli occhi per bearmi di quel brivido –non di terrore, no, ma di felicità… quella felicità che ti parte direttamente dal cuore- e di quella sensazione nel sentire di nuovo le corde muoversi ed emettere suoni sotto il mio tocco. E tra le lacrime un sorriso si fa spazio tra le mie labbra, mentre sento Sasuke liberarmi dal suo abbraccio, prendere la mia mano libera e cominciare a farla scorrere sul manico dello strumento… sembra quasi che la stia carezzando, coccolando… che mi stia scusando per non averla suonata per tanti anni.
Rimaniamo in quella posizione per secondi… minuti… o forse ore. Non mi rendo conto di quanto tempo è passato, ma quando riapro gli occhi il sole è ormai basso e nel cielo si può perfettamente vedere il giorno lasciare spazio alla notte.
Ma le mie dita non smettono di fare quella dolce carezza. Non vogliono smettere. Non vogliono smettere di rievocare ricordi.

Rimango a ripetere quel movimento per quasi un’altra ora, finché decido che le mie dita ne hanno abbastanza e che forse è meglio se vado a casa, se non voglio rimanere a dormire in questo dannato edificio.
Sobbalzo nel momento in cui, cercando di muovermi, mi accorgo che Sasuke è ancora lì, con le mani, che prima erano sulle mie, poggiate sui miei fianchi e che mi tengono attaccato a lui. Prendo un profondo respiro, prima di voltarmi verso di lui e perdermi di nuovo nell’oscurità penetrante dei suoi occhi. Per tanti, troppi motivi, non posso fare a meno di arrossire.
- Dobe… pensavo di dover chiamare un’ambulanza… o peggio un’esorcista, sai?- mi dice mostrandomi il suo solito ghigno divertito che a me dà tanto fastidio.
- Tsk, Teme! – rispondo, mettendo su il solito broncio e incrociando le braccia al petto. – Non ti ho chiesto di rimanere, sai? –
- Ma se non fossi rimasto, tu non avresti mai superato il tuo piccolo problema, no? Consideralo un punto a mio favore, Dobe. –
- Io non ne sapevo niente di questa storia dei punteggi… e comunque non è una gara, Teme! – lo informo, guardandolo di sottecchi.
- Ah no? E io che invece pensavo il contrario. –
- Aaah! Tu un giorno di questi mi farai impazzire! Ti ho già accennato al fatto che sei un Teme e che non ti sopporto più? –
- Mmmh… si, una cosa del genere, mi pare... –
Dopo quel piccolo scambio di battute non posso fare a meno di scoppiare in una leggera risata. Ok, il Teme avrà tutti i difetti del mondo –che a quanto pare vedo solo io-, ma devo ammettere che è divertente battibeccare con lui!
Lo vedo osservarmi un attimo, stupito probabilmente dalla mia reazione insolita, per poi fare una piccola smorfia e lanciarmi un debole: - Dobe -.
- Né Teme, certo che qualche volta potresti anche ridere un po’, sai? – dico, ricevendo in risposta un’altra smorfia e ricominciando a ridere. Effettivamente devo ammettere che non ho mai visto il Teme ridere…
Curioso, porto le mani ai lati del suo volto. Lo sento sobbalzare e legare per l’ennesima volta in quella giornata i nostri sguardi … Buffo, sembra quasi che i nostri occhi stiano giocando a rincorrersi. Piano poggio i pollici agli angoli delle sue labbra, sentendone la consistenza morbida, e comincio a tirarli su, fino a formare quella che dovrebbe essere la brutta riproduzione di un sorriso.
- Sai Teme, saresti molto più bello se sorridessi ogni tanto… raddoppieresti la tua strage di cuori giornaliera! - dico, regalandogli uno dei miei migliori sorrisi, per poi cominciare a ridere subito dopo. – Ahaha… con… con questa faccia sembri… ahahah… sembri una mummia, Teme!... ahahah –
Lui non risponde alla mia piccola provocazione ed io, sperando di non averlo offeso, riapro gli occhi che avevo chiuso per il troppo ridere e alzo lo sguardo su Sasuke; smetto di ridere e ricambio il suo sguardo intenso non appena mi rendo conto che mi sta osservando… chissà perché, ma questa situazione comincia a non piacermi per niente…  
Lo sento spostare le mani dalla mia vita e cominciare a salire, percorrendo i fianchi, il petto, gli avambracci, i gomiti, i polsi… poggia le sue mani calde sulle mie, facendo sobbalzare entrambi; i nostri sguardi ancora incatenati. Scende lentamente, come a rallentatore, su di me, facendo sfiorare le mie mani con i suoi capelli corvini; sento le gambe diventare gelatina e il cuore saltare un battito, per poi cominciare a battere talmente forte da entrarmi nelle orecchie.
Un brivido mi percorre la colonna vertebrale facendomi rabbrividire, mentre le sue labbra, sottili e perfette, sfiorano leggermente le mie.
Ma quello che non avevo previsto in quella situazione fu la mia reazione.
Dopo un primo momento di sorpresa, sento il mio intero corpo fremere d’eccitazione e il sangue ribollire nelle vene. Intreccio le dita nei suoi morbidi capelli color petrolio,stringendolo a me; le mie labbra bruciano al contatto con le sue e io, senza pensarci su, le dischiudo per assaporare meglio il sapore e la consistenza.
A quel mio gesto, Immediatamente lo sento rabbrividire per poi irrigidirsi. Mi allontana da se con uno spintone abbastanza violento mandandomi a sbattere contro il banco dove è poggiata la chitarra, la quale cade rumorosamente a terra.
Senza darmi il tempo di dire nulla, lo vedo girarsi e andare a raccogliere le sue cose e rimetterle velocemente nella sua borsa; poi, senza salutarmi o dirmi altro, se ne va in silenzio, sotto il mio sguardo confuso e scioccato.
- Ma cosa… - sussurro, fissandomi i palmi delle mie mani che, fino a pochi minuti prima, stringevano ciuffi corvini.
Resto in piedi immobile, stentando a credere a quello che è successo e continuando a fissare in modo assente i palmi delle mani.
Non può essere… tutto questo non è reale, continuo a ripetermi.
- Io non… io non posso averlo… - biascico con voce tremante, portando le dita delicatamente sulle labbra ancora calde e gonfie per il bacio di prima, mentre la consapevolezza della mia azione si fa chiara nella mia mente.


- L’ho baciato… io ho baciato Sasuke. –

 

Continua….

 

 
°°°° Angolino della pazza schizofrenica °°°°

Salve a tutti, gente!
Eh sì, non avete visto male… sono tornataaaa!!! *risata malefica e lampi di sottofondo, con tanto di effetti grafici* ( evviva… non vedevamo l’ora, guarda… -.- ndTUTTI )
Innanzi tutto chiedo nuovamente venia per lo sbaglio fatto nel capitolo scorso per quanto riguarda le Anticipazioni ç_ç, ma mi sono accorta solo verso la fine di Luglio, mentre ricontrollavo varie cose, dell’errore… SCUSATEEE!! >o<
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto e che non sia venuta fuori una schifezza, però, visto che le cose procedono abbastanza a rilento, volevo velocizzare i tempi per arrivare a questa beneamata competizione e andare avanti (cosa che verrà tra due chappy… spero).

Lo so, nell’ultima parte (che io giudico tremendamente ridicola… e che, in un certo senso, sembra presa dal film “Ghost ”) Sasuke può sembrare TREMENDAMENTE OOC, però, in quel momento, il mio piccolo e malato cervellino aveva in mente il fatto che “Sasuke lo fa solo per conseguire il suo piccolo scopo”... (cercate di capirla, ha un po’ di problemi e… ndSasu )(cosa?! <.< *me con in mano il contratto in cui si attesta che ci sarà più di una lemon sasunaru* ndA) (O.O … ehm… nulla, nulla    ^^” ndSasu) (-.- …. Bene ^^ ndA)

Poi devo dire tre cose:
1. ho notato che molti hanno pensato che nel chappy “Confessioni - La scoperta del terribile segreto” si svelerà il passato di Naru…. Ehm… beh, ecco… *me si ripara dietro a un muro di cemento armato costruito apposta per l’occasione* non è esattamente così ^^”
2. Non so se si è notato ma, piano piano, sto cercando di aumentare la lunghezza dei capitoli (in questo sono 12 con Arial a 11 *-* )
3. Spero non sia un problema già a storia inoltrata ma, già dallo scorso chappy, stò cominciando a mettere dei POV per cercare di spiegare, e in un certo senso allenarmi, gli stati d’animo e i pensieri dei personaggi ^^”
Bene, e detto questo, vi lascio alle risposte alle recensioni!! ^^

 

 

-Risposte alle recensioni-

 
ryanforever: Ciao tesò! Hai ragione Shikamaru è un mito *-* io AMO quel ragazzo (Kiba, Shika, Naru… lo so ne amo un po’ troppi XD) . Mi dispiace che ti ho fatto aspettare per un intero mese un capitolo che in realtà non ci doveva ancora essere… me chiede scusaaaa!!! Ma si sa, il caldo non fa bene alla salute ù_ù. Mi dispiace che tu sei bloccata per gli esami di università ç_ç… forza e coraggio!!! Un kissone!
Yaoi4ever: Ciao! Sono contenta che la storia ti piaccia! Un bacione e… W il grande Shika!!!
karolalpha: Davvero si è diffusa questa malattia O_ò???... ma allora ne sono super-affetta anche
io XDD !!!come ho già detto, oltre al mio sbaglio, deve esserci stato anche un piccolo malinteso… Un bacione e alla prossima!!

Ninja767: Ciao tesò!!! Sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto e mi dispiace molto averti lasciata senza ficcy per un mese ç_ç Inoltre… è quasi il momento in cui farò spuntare i portachiavi *-* buahahahah!!! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto!!! Un bacione!!
P.s. davvero il tuo compleanno è ad agosto O.ò?? Ma anche il mio!!! XDDD che bello!!! Chissà se anche lo stesso giorno…??

Nalhia: ciao tesò!! Me molto contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto e ti do pienamente ragione: Shikamaru è un genio e Sasuke è un vero e autentico idiota con la “I” maiuscola!  Me dispiaciuta che questo non è il chappy di cui avevo scritto nelle anticipazioni, ma si sa: il caldo è micidiale, soprattutto per chi ha un solo neurone funzionante ù_ù Un bacione e alla prossima!!!
Capitatapercaso: Fiiiu… *me tira un lungo sospiro di sollievo* sono contenta che Shika ti sia piaciuto, perché non sono ancora molto brava nel caratterizzare i personaggi come vorrei veramente e quindi temevo fosse OOC. Molte volte (cioè quasi sempre… -.-) leggendo i vari lavori su efp, e confrontandoli con i miei, mi viene da deprimermi… Ma come cavolo fanno? mi chiedo sempre, ma poi mi rendo conto che sotto quell’aspetto sono ancora piccola e inesperta, e quindi mi impongo di continuare e provare a migliorarmi ^^”. Comunque, ti ringrazio per il commento e spero che anche questo chappy ti sia piaciuto ^^ Un bacione!!!
miiky: Ciao! Come al solito sono contenta che il chappy ti sia piaciuto e spero altrettanto questo!! Kiss
ch_cullen: Ciao! Sono contenta che la storia ti piaccia e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Nonostante i momenti alti e bassi, ho tutta l’intenzione di completarla quindi… tranquilla!!! XD Un bacione
viic: sono contenta che la storia ti piaccia e che la trovi originale ^^ Lo so, anche io non vedo l’ora di arrivare a scrivere quel punto +__+… anche perché ho in mente una certa cosetta… bwahahahah!!! Un kissone!!!
letizia1002: Ciao! ^//^ sono contenta che la storia ti piaccia così tanto e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto (nonostante non fosse quello che voi tutte aspettavate ^^” eh eh). In ogni caso, non preoccuparti… quando scoprirà di Naru la bocca di Sasuke sarà talmente a terra che comincerà a gareggiare con quella dei rotoloni Regina (non finiscono maiiiii!!! XDD)!!! Un bacione e alla prossima.
act: ciao! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto!!! Un bacione

Naturalmente grazie mille anche ha chi ha messo nei preferiti (108   O.O), nelle seguite ( 47 ) e chi ha solo letto ^^

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Capitolo 15
*** Pedinamenti ***


A Song 4 you

 

 

CAPITOLO 15: PEDINAMENTI
Ovvero: La scoperta del “terribile segreto”

 

 
Erano passati più di dieci minuti da quando, con atteggiamento furtivo e al dir poco sospetto, era uscito velocemente dall’edificio scolastico che frequentava e si era nascosto dietro quell’albero, ma delle sue prede non vi era ancora traccia.
“Dannazione!”
Il forte senso di nervosismo che da giorni gli scorreva addosso aumentò ancora, portandolo a stringere spasmodicamente i pugni e a conficcare le unghie nei palmi delle mani; la sua mente continuò a replicare una lunga serie d’imprecazioni, che si ripetevano e ripetevano da molto prima del suo appostamento.
Quanto era passato? Giorni? Settimane? Anni?
Ebbene, da quando Neji aveva litigato con Kiba, la situazione non aveva avuto nessun tipo di sviluppo. Nessuna nuova discussione, nessun tipo di dispetto, nessun tipo di scenata.

Niente.
Inoltre, il fatto che l’Inuzuka continuasse, imperterrito, a incontrare, parlare e uscire con Shikamaru Nara come se niente fosse successo, diminuiva in modo spropositato la sanità mentale dello Hyuga, che tentava in tutti i modi di convincersi che la cosa non doveva interessargli minimamente e che lui non era affatto geloso.
E Neji non ce la faceva davvero più. Era sempre nervoso, la notte non dormiva per pensare a cose –o meglio, a persone- di cui non avrebbe dovuto importargliene niente e, come se non bastasse, non riusciva a tenere lo sguardo posato su Kiba per più di cinque secondi, che subito migliaia di emozioni contrastanti tra loro si facevano sentire… insomma, era decisamente stanco di quello schifo di situazione!
“Ah, ma lo fa apposta, ne sono sicuro. La sua è solo una stupida e subdola tattica per farmi ingelosire e costringermi a capitolare… Tsk, Ingelosire! Io, Neji Hyuga, ragazzo desiderato da quasi un quarto della popolazione femminile e, addirittura, maschile, geloso di uno stupido ragazzino incontrato meno di due mesi fa e che, oltretutto, non è neanche un gran che? Ma per favore!” o almeno erano stati questi i pensieri del castano prima di venire a sapere dell’uscita imminente tra il suo ex(?) ragazzo e Shikamaru, e ritrovarsi, così, appostato dietro ad un albero come un perfetto pedinatore, in attesa dei due per seguirli.
E sia chiaro, lui non era assolutamente geloso.
Tutto quello lo stava facendo solo per semplice e insana curiosità. Curiosità, chiaro?
E poi, appostarsi dietro un albero per pedinare il suo ex, non doveva per forza significare che era geloso… no?
Bloccò i suoi pensieri non appena la sua attenzione venne attirata dall’ennesima coppietta che usciva dallo stesso cancello da dove era uscito alcuni minuti prima. Si soffermò per qualche secondo sui due, osservandoli: entrambi nella norma per quanto riguardava l’aspetto fisico, si sorridevano teneramente a vicenda mentre si tenevano tranquillamente per mano e si dirigevano verso la fermata dell’autobus.
Sospirò.
Ma a chi voleva darla a bere? Anche se non voleva ammetterlo, anche se non lo dava a vedere, a lui mancava terribilmente Kiba, quello stupido e rumoroso ragazzino che, in meno di due mesi, era riuscito ad entrare come se niente fosse nella sua vita e a rivoltarla come uno spiedino.
Ma come aveva fatto a ridursi in quello stato? Come aveva potuto farsi soggiogare da un ragazzino qualunque? Eppure era ben consapevole del fatto che “il mare è pieno di pesci” e che, alla fine, non avrebbe faticato per niente a trovare un qualsiasi ragazzo o una qualsiasi ragazza con cui spassarsela… uno schiocco di dita e puff!, il gioco era fatto.
Malgrado ciò, ogni volta che prendeva seriamente in considerazione quest’ipotesi o che cercava di andare un po’ più in là con un qualunque individuo, puntualmente il volto di Kiba –ogni volta con un’espressione diversa in volto- gli si parava davanti agli occhi e un grosso peso all’altezza del cuore si faceva sentire.
Ansia? Senso di colpa? Un principio d’infarto? Neji non ne aveva la più pallida idea e, dopo essere andato per precauzione da un cardiologo, ricevendo da quest’ultimo solo l’indirizzo di un bravo psicologo, aveva ormai lasciato perdere, cercando di non dargli troppa importanza.
Ed eccola la fine che aveva fatto…
- Ahaha! Baka! -
Assottigliò pericolosamente lo sguardo non appena vide le sue tanto attese prede uscire tranquillamente dal cancello e dirigersi nella direzione opposta a quella in cui si trovava lui; le dita graffiarono con le unghie la corteccia dell’albero su cui erano artigliate, quando notò Kiba, il suo Kiba, ridere e scherzare con quello sfigato di Shikamaru Nara. Sperava vivamente per quest’ultimo che avesse una buona assicurazione sanitaria e che i suoi genitori conoscessero dei buoni medici, perché quando avrebbe finito con lui ne sarebbero serviti di soldi, medici e chirurghi plastici.
Aspettando di essere distante dai due quanto bastava per non essere scoperto, lo Hyuga si caricò meglio lo zaino in spalla e cominciò a seguire, incurante degli sguardi sospettosi che attirava su di se, i due per le stradine affollate e movimentate di Konoha, fino ad arrivare nel quartiere dove erano situate le abitazioni delle famiglie più importanti e ricche della città.
Sbuffò irritato non appena li vide entrare nel portone di una delle grandi ville, scomparendo dalla sua visuale.
- Maledetto Nara! Scommetto che te lo sei portato nella tua casa super sorvegliata per spassartela con comodo e senza essere disturbato, vero? Bastardo! – disse ad alta voce, attirando su di se l’attenzione di due vecchiette che, ricevuto uno dei suoi soliti sguardi intimidatori e penetranti, si allontanarono velocemente, impaurite da quello che sembrava in tutto e per tutto un tipo decisamente sospetto.
“Tsk! Ficcanaso.”pensò il castano, ignorandole e ritornando a pensare al miglior modo in cui avrebbe potuto agire.
Di entrare in territorio nemico non se ne parlava, visto che di certo non voleva essere arrestato per violazione di proprietà privata! Cosa avrebbero pensato i suoi fan e i suoi colleghi di lavoro, poi? Per non parlare dell’enorme soddisfazione che avrebbe dato a quell’idiota di Nara!
Tuttavia, era anche vero che non poteva assolutamente permettere a quei due di restare da soli e di permettere, così, all’infido essere di approfittarne.
Frustrato, diede un potente pugno al muro alla sua sinistra, facendo arrossare le nocche della mano sinistra. Non c’erano altre soluzioni, doveva rimanere appostato lì fuori e vedere come si mettevano le cose.
Sbuffò, per lasciarsi andare all’indietro e appoggiarsi pesantemente sul muro alle sue spalle, imprecando non appena poggiò la testa su quest’ultimo, sbattendola su qualcosa di appuntito.
- Ma che cazzo… - con uno scatto fulmineo, si girò fulminando il colpevole, che altro non era che una vecchia lastra di metallo dorata, sulla quale era scritto qualcosa di ormai praticamente illeggibile a causa della ruggine… probabilmente il cognome della famiglia proprietaria dell’enorme villa circondata dalle mura su cui si era poggiato.
“Maledetti… potrebbero anche toglierla.”si disse il castano, massaggiandosi la parte lesa e spostandosi in un punto più sicuro.
Quella era decisamente una delle peggiori giornate della sua vita.    

 

XXX

 

- Basta! Al diavolo i colleghi, i fan e i soldi che i miei dovranno sborsare per pagarmi la cauzione! Volevamo andare a prendere dei biglietti per un concerto, si come no! Ma cosa pensano che sia io, stupido? – borbottò tra se e se lo Hyuga mentre si staccava dalle mura a cui era addossato e si avviava a grandi passi verso il punto in cui erano scomparse le sue prede più di mezz’ora prima.
Esatto, dopo tutti i vari pensieri e tentennamenti, a Neji era bastata solo una misera mezz’ora per mandare al diavolo tutti i suoi propositi e lanciarsi in un’impresa che, quasi sicuramente, si sarebbe conclusa con il suo arresto.
Ma dopotutto cosa non si faceva per “curiosità”, no?
Arrivato, cominciò a cercare il modo più conveniente con cui entrare.
Di scavalcare le alte e spesse mura bianche che circondavano la villa, non se ne parlava. D'accordo che voleva entrare senza attirare l’attenzione, ma passando da lì si sarebbe sicuramente rotto qualcosa, finendo in ospedale e lasciando dietro di se uno sghignazzante e vittorioso Nara… no, quell’opzione era assolutamente da eliminare.
Sbuffando, spostò lo sguardo sul cancelletto alla sua destra e poi sul piccolo citofono che lo affiancava, pensando se suonare o meno, quando la sua attenzione fu attirata da un piccolo quanto fondamentale particolare: quella non era la casa di Shikamaru Nara.
Stupito, rimase immobile ad analizzare quella lastra dorata e luccicante, decorata con una piccola famiglia di Dalmata nella parte in basso a destra, sulla quale era senza dubbio scritto a caratteri cubitali:

“Villa Inuzuka”

- Non ci credo… - disse, sbattendo violentemente le palpebre per essere sicuro che i suoi occhi funzionassero a dovere. Non sospettava minimamente che il ragazzo possedesse una casa del genere e che, per giunta, abitasse a pochi isolati da lui.
Insomma, era… era… strano?
Ancora leggermente intontito dalla recente e incredibile scoperta, Neji spostò la sua attenzione sull’enorme cancello in ferro battuto posto davanti a lui; l’ultima, e forse la sola accettabile, opzione. Era alto, certo, ma di sicuro non avrebbe rischiato di vincere un biglietto di sola andata per l’ospedale più vicino…
Dopo aver controllato più e più volte la via, per assicurarsi che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, senza troppi complimenti il castano scavalcò con agilità la cancellata, sorprendendosi nuovamente per quanto si trovava davanti ai suoi occhi.
“Forse ora capisco perché le poche volte che abbiamo fatto la strada insieme dal ritorno da scuola, o che siamo usciti insieme, Kiba mi diceva sempre che non mi conveniva accompagnarlo…” pensò mentre osservava l’ambiente circostante, convincendosi del fatto che l’Inuzuka non avesse voluto confessargli di essere ricco sfondato… non quanto lui, sia chiaro: casa sua era nettamente più grande della villa che aveva davanti agli occhi.
Peccato, però, che non fosse effettivamente quello il motivo per cui lo Hyuga non era mai stato in quel posto, bensì un altro che, bene o male, avrebbe scoperto molto, molto, ma molto presto…
Ma torniamo a noi.
La casa, per quanto grande, altro non era che una normalissima costruzione moderna giapponese, con le pareti esterne completamente pitturate di bianco e con le finestre sottoforma di grandi vetrate; il muro destro era ricoperto per metà da delle piante rampicanti, molto ben curate e dalle quali si potevano tranquillamente scorgere dei fiorellini bianchi e fucsia sparsi qua e là.
Il giardino poi, doveva ammetterlo, era un vero e proprio spettacolo: dalla sua postazione Neji poteva perfettamente intravedere un piccolo laghetto nella parte nord-est e una piscina nella parte opposta mentre, per il resto, per tutto il giardino si estendeva un semplice e soffice manto erboso ricoperto, in alcuni punti, da margherite e svariati fiori di campo di ogni genere; ai lati, perfettamente accostati alle mura di cinta, cespugli, siepi e piante facevano bella mostra di loro, circondando la casa. Era talmente ben curato che, anche nella sua semplicità, avrebbe incantato chiunque.
Venne riscosso dalla sua contemplazione quando sentì un qualcosa alla gamba destra toccargli, tirargli ripetutamente l’orlo dei pantaloni della divisa e, infastidito, scosse violentemente l’arto, liberandosi di quella seccatura.
“Dannata erbaccia.” pensò il castano, per poi assumere un’espressione accigliata quando, tornando ad osservare il tutto, lo sguardo gli cadde su una specie di casetta secondaria posta ad un paio di metri dal laghetto. Era di legno e, dalle dimensioni e dalle reti di ferro poste in vari punti, sembrava essere una stalla o qualcosa del genere.
Senza perdere altro tempo, lo Hyuga cominciò a percorrere con passo veloce e sicuro il lungo vialetto di pietra fino a giungere dinnanzi alla porta dell’abitazione.
- Ok, Neji. Ora suona, irrompi dentro casa, becca Kiba nel mentre ti tradisce, mandali al diavolo e poi ritornatene tranquillamente alla tua vita con un peso in meno… semplice, no? Due minuti e potrai tornare a dormire la notte. – si disse, osservando il suo indice posto a pochi millimetri dal pulsante del campanello.
Naturalmente, come solito essere, a parole –in questo caso, a pensieri- era tutto semplice, ma poi a fatti… era un vero e proprio dilemma. Era vero che dietro quella porta si trovava la risposta a tutte le domande e i dubbi che lo avevano tormentato in quella settimana, ma se quella risposta non gli fosse piaciuta? Era davvero sicuro di voler sapere la verità?
Senza perdere altro tempo in quelli che lui ormai catalogava come inutili pensieri, Neji prese un profondo respiro e stava per suonare quando sentì, di nuovo, quel movimento fastidioso alla caviglia destra. Irritato da quell’insistenza, e vedendo che quella cosa non aveva la benché minima intenzione di lasciarlo in pace, abbassò lo sguardo verso il suo piede destro, rimanendo poi un attimo perplesso quando la sua mente elaborò chi fosse in realtà lo scocciatore, che altro non era che un piccolo cagnolino intento ad attaccare, inutilmente, la sua scarpa.
Con un movimento fluido, Neji si piegò sulle ginocchia e lo prese per la collottola, sollevando da terra la piccola palla di pelo, la quale cominciò a dimenarsi e a ringhiargli contro; era un cucciolo, doveva avere non più di tre o quattro mesi, ed era bianco con le orecchie marroni.
- Senti coso… - cominciò il castano, guardando dritto negli occhi il cagnolino e intimandogli con lo sguardo di stare ben attento a quello che stava per dire. – Primo, non azzardarti mai più a mordere le mie scarpe e i miei pantaloni, se non vuoi fare una brutta fine e finire in un negozio di pellicce. Secondo, devi decisamente crescere e allenarti se vuoi cercare d’incutere paura a chiunque non sia un in setto o una formica. Terzo, e indiscutibilmente il punto più importante, ora non ho tempo da perdere con te, quindi vedi di non rompere e di tornartene da dove sei venuto, chiaro? –
Naturalmente, come era prevedibile, nonostante il tono di voce e lo sguardo dello Hyuga non ammettessero repliche, il cane non diede il minimo segno di aver recepito il messaggio, continuando imperterrito ad agitarsi, cercando anche di mordere la mano che lo teneva prigioniero.
- …Ok, l’hai voluto tu. –
Sebbene il tono di voce fosse calmo e tranquillo, sul volto di Neji le labbra si tirarono in un ampio quanto terrificante ghigno, il quale si accentuò ancora di più quando, dopo essersi alzato, si posizionò davanti a uno dei due grandi vasi posti ai lati del portico sotto cui si trovava, utilizzati probabilmente come portaombrelli.
- Bye bye. – disse, per poi buttare la petulante bestiola all’interno del vaso e osservarla compiaciuto nel mentre cercava il modo di evadere dalla sua “gabbia”.
Soddisfatto del suo operato, dopo aver rivolto un’ultima occhiata al suo prigioniero, lo Hyuga tornò dinanzi alla porta della casa ma, proprio nel momento in cui fece per suonare il campanello, quest’ultima si aprì di colpo, rivelando una ragazza di circa vent’anni, dai lunghi capelli castani raccolti in una coda alta, gli occhi color nocciola e il fisico slanciato.
- Mamma, io vado! Ci vediamo stase… - non appena il suo sguardo incontrò quello dello Hyuga, la giovane si bloccò. Cominciò ad osservarlo bene, dalla testa ai piedi, per poi, con espressione apparentemente neutra, rientrare velocemente in casa e chiudergli con un sonoro “Sbam!” la porta in faccia.
Neji rimase fermo e con il dito ancora a mezz’aria mentre fissava la porta in legno davanti a se.
Ma chi era quella pazza? E soprattutto, come si era permessa di squadrarlo come se fosse un cartellone pubblicitario e poi chiudergli la porta in faccia?
Indignato più che mai per quel trattamento, fece per suonare di nuovo ma, come prima, la porta si riaprì mostrando, questa volta, ben due figure femminili: la ragazza di prima e quella che, se non fosse stato per i capelli corti e scalati, sembrava essere la sua gemella.
Le due, come successo in precedenza, lo squadrarono da capo a piedi, per poi chiudere nuovamente la porta prima che potesse dire qualcosa o anche solo aprire bocca.
“Questo è troppo!” pensò il castano dopo un nuovo attimo di smarrimento, per poi, irritato più che mai, tentare di portare il suo dito su quel maledetto pulsante e suonare il campanello… peccato, però, che, come le volte precedenti, la porta si riaprì, mostrando le due ragazze di prima e una bambina di circa dodici anni.
La stessa scena si ripeté per un paio di volte, portando Neji all’esasperazione… e di sicuro quell’insistente tic all’occhi sinistro non era un buon segno. Insomma, non poteva mandare al diavolo tutte quelle maledette donne e intrufolarsi in casa come se niente fosse, era pur sempre uno Hyuga!
Dopo essersi passato stancamente una mano sul volto, e dopo essersi imposto di rimanere calmo qualunque cosa dovesse accadere, il castano cercò nuovamente di suonare il campanello e puntualmente, come le volte prima, la porta si spalancò nuovamente rivelando, questa volta, ben sei figure femminili. Alle prime tre si erano aggiunte una ragazza di circa vent’anni, una bambina di dieci e una donna che, su per giù, avrà avuto circa quarant’anni.
Mentre veniva esposto all’ennesima scansione, cercò di prepararsi all’ennesima porta sbattuta che, però, con sua enorme sorpresa, non avvenne.
Le donne si guardarono attentamente tra loro, dicendosi forse un qualcosa con lo sguardo che Neji non voleva né capire, né tanto meno sapere, per poi annuire e spostare nuovamente lo sguardo sul povero ragazzo che, a quel cambiamento e a quelle iridi divertite, s’irrigidì.
- Ciao. – a parlare fu la donna sorridente che gli si trovava di fronte.
- Ah… s-salve. – nonostante doveva ormai essere abituato ad essere al centro dell’attenzione, mai come in quel momento si era sentito così agitato e sotto pressione.
- Posso aiutarti? –
- B-beh, ecco… io cercavo Kiba Inuzuka. – rispose balbettando leggermente mentre la donna continuava a guardarlo con quel dolce sorriso disegnato sul volto; le altre, a quelle parole, invece, scoppiarono in risolini e sussurri.
La cosa cominciava decisamente a inquietarlo…
- Oh, certo. È in casa con un suo amico. –
Il tono divertito con cui l’amabile signora aveva pronunciato quella parola fece risvegliare lo Hyuga dal suo stato leggermente traumatizzato, portandolo a stringere saldamente i pugni e facendo aumentare le risatine delle altre donne presenti.
- Posso sapere chi è che lo sta cercando? –
- Neji Hyuga, un suo compagno di classe. – rispose, indietreggiando leggermente di un passo non appena notò lo scintillio appena apparso nei loro occhi.
- Hyuga? Quel bel ragazzo che fa parte di quella famosa band? –
- Precisamente. –
- Oh, davvero? Non è una cosa stupenda che il nostro Kicchan abbia così tanti amici, ragazze? – chiese battendo le mani e ricevendo un cenno della testa affermativo da parte delle altre come risposta. – Ma prego, entra pure e non fare complimenti. Fa come se fossi a casa tua. – gli disse poi, invitandolo ad entrare.
- Ehm… g-grazie. –
- Appoggia pure lì il cappotto mentre le scarpe puoi tranquillamente lasciarle in quell’angolino. – gli disse indicandogli un appoggia abiti e un angolo dell’ingresso vicino alla porta.
“Kami, ma dove cavolo sono capitato? In una casa degli orrori?” pesnò il castano mentre si toglieva le scarpe e le appoggiava a terra, dove notò vi erano anche quelle di Kiba e Shikamaru.
- Prego, da questa parte. – enunciò la donna, per poi cominciare a fargli strada insieme alle altre.
“Non è che ora mi portano in uno sgabuzzino, mi legano e poi cominciano a violentarmi a turno… vero?” pensò il povero ragazzo, osservando timoroso le sei donne mentre camminavano perfettamente all’indietro, senza distogliere nemmeno un secondo lo sguardo da lui.
- Eccoci qua. Kiba è in quella stanza laggiù. – gli disse indicandogli la seconda porta a sinistra, per poi osservare, insieme alle altre, il ragazzo camminare verso di essa.
Oramai a due passi dal suo agognato obbiettivo, Neji tirò un’impercettibile sospiro di sollievo; fece per ringraziare le sue accompagnatrici, ma, una volta giratosi, subito si bloccò non appena si accorse che le donne erano completamente sparite.
Deglutì rumorosamente, chiedendosi anche come fosse possibile una cosa del genere, quando la sua attenzione fu attirata da due voci provenienti dal salotto…
- Oh, insomma Shika! Io sto parlando di cose serie e tu fai… fai questo! –
- Uffa… Kiba, ti ho già detto che non c’è nulla di cui preoccuparsi per il momento... piuttosto lasciami fare-
- Lasciami fare un corno! E poi perché tu stai lì sopra e io qui sotto? –
- Perché qui sopra è il mio posto e lì sotto è il tuo. Semplice no? –
- Ma non se ne parla proprio! Quindi ora togliti da lì e riprendiamo la nostra discussione! –
- No. –
- Sì. –
- Ti ho detto di NO. E ora lasciami fare una sana– a quel punto Neji, che per tutta la durata della conversazione aveva cercato di tenere a bada il proprio istinto omicida e aveva stretto energicamente i pugni per l’ennesima volta in quella giornata, non ce la fece più ed entrò senza troppi complimenti nella stanza. Dopotutto era stata quella strana donna a dirgli che poteva fare come se fosse a casa sua, no?
- Adesso è troppo! –

 

 

 

 

POV KIBA

 

Scocciato dal suo comportamento, continuo ad osservare trucemente Shikamaru, il quale è tranquillamente steso sul mio comodissimo e costosissimo divano bianco. Sbuffando, incrocio meglio le gambe e prendo a stringere gli sfilacciamenti del tappeto persiano sotto di me, irritato.
- Oh, insomma Shika! Io sto parlando di cose serie e tu fai… fai questo! –
- Che seccatura… Kiba, ti ho già detto che non c’è nulla di cui preoccuparsi per il momento... - dice, affondando maggiormente la testa nel cuscino posto sotto la sua nuca - piuttosto lasciami fare-
- Lasciami fare un corno! E poi perché tu stai lì sopra e io qui sotto? – lo interrompo, indicando prima il divano su cui lui è steso e poi il pavimento su cui io sono seduto.
- Perché qui sopra è il mio posto e lì sotto è il tuo. Semplice no? –
- Ma non se ne parla proprio! Quindi ora togliti da lì e riprendiamo la nostra discussione! –
- No. –
- Sì. –
- Ti ho detto di NO. E ora lasciami fare una sana–
- Adesso è troppo! –
La frase di Shikamaru viene smorzata da una voce che conosco fin troppo bene e che mai mi sarei immaginato di riuscire a sentire in questa casa. Sorpreso, caccio un grido per lo spavento, sobbalzando e avvinghiandomi alla poltrona dietro di me, per evitare di cadere rovinosamente all’indietro e sbattere la testa sul pavimento. Distintamente, sento Shikamaru mormorare un: -Che seccatura. -, per poi alzarsi lentamente a sedere e rivolgere uno sguardo seccato a Neji che, sulla soglia della porta, ci osserva con uno sguardo tra l’irato e l’imbarazzato.
- N-neji? – mormoro, incredulo. – M-ma cosa… c-cosa ci fai a casa mia? – gli chiedo, sbattendo più e più volte le palpebre, per capire se quella che sto vivendo è la realtà o solo una stupida illusione.
- Io credevo… insomma… - dice qualche secondo dopo, continuando ad osservarci incredulo, come se si fosse aspettato di vedere me e Shikamaru che ce la…
- Credeva che ce la stessimo spassando. – interviene Shikamaru, dando voce ai miei pensieri e ricevendo in pieno un’occhiataccia assassina da Neji. – Non è forse così, Hyuga? -
Aspettate un attimo, quindi lui veramente credeva che io e Shika… arrossisco, anche se non so bene se a causa dell’imbarazzo o se a causa di quella rabbia che, all’improvviso, sento scoppiarmi dentro.
- A quanto ho visto, e sto vedendo, tu hai un serio problema: sei tremendamente geloso. – riprende il discorso Shikamaru, visto che Neji non accenna a rispondere, per poi infilarsi le mani in tasca.
- E il fatto che io lo sia ti crea forse dei problemi? –
- A me nessuno… ma alla vostra relazione si, a quanto pare. – Neji incassa il colpo consapevole che, effettivamente, quella è la pura realtà dei fatti, ma come al solito il suo orgoglio non si dà per vinto, facendo aumentare la mia irritazione.
- È a causa tua se sono arrivato a questo punto. –
- Non puoi incolpare gli altri per il fatto che sei geloso di tutto quello che solo si avvicina a Kiba. Io ho semplicemente passato più tempo del normale con lui. Inoltre, se non te ne fossi accorto, sono felicemente etero e fidanzato da più di tre anni con una tale scocciatura di nome Ino Yamanaka.–
- e allora perché vi vedevate sempre di nascosto? -
- Per parlare. –
- Di cosa? –
- Non penso che siano cose che ti possano int-
- BASTA! – alzando la voce, interrompo il loro botta e risposta e mi alzo dal pavimento, mettendomi tra i due e puntando il mio sguardo in quello di Neji. – Insomma, ma possibile che tu proprio non voglia proprio fidarti? Eppure non mi sembra di essere una persona inaffidabile o, peggio ancora, un traditore. –
- Non è questo il pu-
- Non dirlo. Non provare a dire una simile cazzata o giuro che ti faccio uscire da casa mia a calci, perché è proprio questo il punto. Io non vado a regalare il mio culo al primo che passa e, tanto per la cronaca, non sono mai andato in giro a scoparmi la prima puttanella di turno, cosa che di certo non posso dire di te! – a queste mie ultime parole, vedo i suoi occhi allargarsi e la bocca socchiudersi per lo stupore. Tsk, se lo merita! Se pensava che fossi una “donnetta” fragile e insicura, che scoppia sempre a piangere per qualsiasi cosa, si sbaglia di grosso! Anche io ho le mie carte da scoprire, e la storia delle sue “frequenti avventure da una sera” è una di queste.
Solo i Kami sanno quante volte ho rischiato di strappare le pagine delle riviste o dei giornali mentre leggevo di lui che, ogni sera, cambiava accompagnatrice.
- E allora? – mi risponde lui, dopo aver riacquistato la sua solita calma. – Sono giovane e amo divertirmi. –
- Oh, certo… ma anche io sono giovane, e allora perché non posso divertirmi come fai tu? - assottiglio pericolosamente lo sguardo mentre lo vedo stringere i pugni.
- È diverso! –
- No che non lo è! Shikamaru ha ragione, tu sei fottutamente geloso e non vuoi ammetterlo! Cazzo, ma cosa diamine ti costa mettere per una volta da parte il tuo fottuto orgoglio e amm-
- IO NON SONO GELOSO! –
Sobbalzo nel sentirlo urlare, cosa che, da quanto ne so, non è mai avvenuta. Con la sorpresa dipinta in volto, osservo la sua espressione seria mista ad imbarazzo, e allora capisco tutto. Non so come, non so perché, ma è come se guardandolo, in questo momento, riuscissi a capire tutte quelle cose che, in realtà, vorrebbe dirmi, ma che per orgoglio non pronuncia. Ed è geloso. Oh, eccome se lo è. Ora mi sembra quasi di vederglielo scritto sulla fronte…
- Lo sei. – dico, ghignando divertito.
- Non è vero! –
- Sì, invece! –
- No, invece! –
- Ce l’hai scritto in faccia, dannazione! –
- Va al diavolo, Inuzuka! – e detto questo si volta e si avvia a grandi falcate, quasi correndo, verso la porta. Dopo un attimo di smarrimento, la mia mente elabora quello che sta succedendo e, senza pensarci sopra più di tanto, anche io comincio a percorrere velocemente il lungo corridoio, rincorrendolo.
- Hey, dove pensi di andare? Torna subito indietro Hyuga, o giuro che la prima cosa che faccio quando ti raggiungo è quella di ammazzarti con le mie stessa mani! –
- Al diavolo! – mi risponde aprendo con forza la porta e uscendo fuori, cosa in cui non riesce visto che, per un pelo, riesco ad afferrarlo per la manica e a fermarlo giusto sulla soglia della porta. Con uno strattone lo giro verso di me e, senza dargli il tempo di dire nulla, lo bacio. Sorrido quando, dopo un attimo forse d’incredulità, lo sento rispondere al mio bacio con vigore, quasi come se quel contatto gli fosse mancato come ad un eroinomane è mancata la sua dose preferita di eroina.
Quando la sua lingua comincia a leccare il mio labbro inferiore, chiedendo tacitamente il permesso d’entrare, socchiudo le mie labbra, cominciando, così, un lungo bacio che ci lascia senza fiato.
- Lo sei… - soffio sulle sue labbra, sorridendo; il fiato corto.
- Al diavolo, Inuzuka. – mi risponde, prendendo nuovamente possesso delle mie labbra e cominciando così un altro bacio. Che baka, penso mentre porto una mano ad afferrare i suoi capelli, avvicinandolo maggiormente a me.
Continuiamo a baciarci per quello che a me pare un tempo infinito, quando ad interromperci interviene uno strano rumore che mi porta a staccarmi, anche se malvolentieri, da Neji.
- Cos’è stato? –
- Mh? –
- Ho sentito uno strano rumore. – dico mentre mi volto e controllo il corridoio, il quale, però, è completamente deserto.
- Io non ho sentito nulla. Forse te lo sarai imm-
- AKAMARU! – urlo quando, tornando a girarmi verso di Neji, lo sguardo mi cade su uno dei grandi vasi che usiamo come porta ombrelli, all’interno del quale vedo il mio cane saltare per tentare di uscire. – Ma che diavolo… ma come ci sei finito lì dentro? –
Peccato che, proprio in quel momento, grazie ad un movimento più forte da parte del cane, il vaso comincia ad oscillare pericolosamente, facendomi bloccare il respiro in gola. Come a rallentatore, vedo il contenitore cadere a terra e cominciare a rotolare pericolosamente verso il vialetto, ed è allora che mi riscuoto dal mio stato di trance. Spintonando di lato Neji, mi precipito all’inseguimento del vaso rotolante, riuscendo miracolosamente a bloccarlo prima che cominciasse a prendere velocità.
- Cazzo… ci è mancato poco… - dico col fiatone, estraendo Akamaru dal vaso prima che possa combinare altri guai. – Baka, mi hai fatto prendere un colpo! – dico, osservando il cane scodinzolante che sto tenendo sospeso per la collottola.
Dopo aver messo a terra Akamaru, recupero il vaso e mi dirigo verso il portico, dove Neji mi aspetta tranquillamente a braccia incrociate.
- Quel cane è un idiota. –
A quest’affermazione, lancio un’occhiataccia al mio ragazzo, per poi posare il vaso al suo posto.
- E ce l’ha a morte con i miei pantaloni. – dice poi, scrollando la gamba dov’è attaccato Akamaru.
Sorpreso, osservo prima la lotta senza speranza del mio cane e poi l’espressione scocciata di Neji, il quale continua a muovere ininterrottamente la gamba nel tentativo di staccare da se il suo aggressore.
- Non dirmi… non dirmi che sei stato TU a infilarlo lì dentro. – dico scioccato, indicando il vaso di ceramica. Neji posa il suo sguardo su di me, per poi fare spallucce e tornare ad osservare Akamaru.
Non ci posso credere… ha infilato il mio cane in un vaso? Ma siamo impazziti?!
- Ma sei impazzito? Poteva farsi male! –
- E se ne farà veramente se non l’allontani immediatamente da me. –
Prendendo in considerazione il fatto che il tono con cui ha detto quelle parole non è per niente rassicurante, anche se contrariato, prendo in braccio Akamaru e mi avvio verso il giardino, cominciando ad aggirare la casa, fino ad arrivare ad una casa recintata in legno. Sicuro del fatto che Neji mi stia seguendo, procedo con passo sicuro verso la costruzione, per poi aprire la porta in rete d’acciaio ed entrarci dentro.
- Rimani qui, baka, e cerca di non combinare altri guai. – dico ad Akamaru, poggiandolo all’interno della casetta e osservandolo mentre raggiunge il resto della sua famiglia.
- Non pensavo allevassi cani. – mi dice Neji, osservando da una delle tante finestrelle gli abitanti di quell’inusuale gabbia.
- È un vizio di famiglia… - rispondo mentre richiudo la porta con il lucchetto. – Sono nati tre mesi fa. Quattro femmine e un maschio. Ho adottato io Akamaru per… diciamo, solidarietà. – dico, prendendolo per mano e ritornando sui miei passi. In meno di pochi minuti ci ritroviamo di nuovo in salotto, sorprendendoci nel ritrovarlo vuoto.
- Ma… dov’è andato Shikamaru? – dico, osservandomi interrogativamente in torno, aspettandomi di ritrovarlo su qualche punto del pavimento a sonnecchiare tranquillamente. Nonostante i sommessi borbottii di Neji, continuo a cercare con lo sguardo il mio amico, finché una voce da me temuta non mi fa sobbalzare e stringere maggiormente la mano di Neji.
- È andato via poco fa. –

 

POV NEJI

 
Nel sentire quella voce, un brivido mi percorre la schiena, portandomi a ricambiare la presa ferrea di Kiba. Con un movimento calcolato, lentamente entrambi ci giriamo, ritrovandoci ad un palmo dal naso i volti ghignanti di sei donne. M’irrigidisco.
- M-mamma? -
- Oh… caro, vedo che poi alla fine ti sei riappacificato con mio figlio. – mi dice la donna, per poi rivolgersi di nuovo verso il figlio. - Ma Kicchan, certo che sei proprio maleducato… non ci hai ancora presentato il tuo nuovo amico. – dice, lanciandomi uno sguardo indecifrabile.
Al mio fianco vedo Kiba alzare un sopracciglio, per poi assumere un’espressione accigliata. - Mamma, non chiamarmi in quel modo e, soprattutto, finiscila con questa farsa. Ogni volta la solita storia… –
- Non capisco di cosa tu stia parlando, Kicchan. – lo interrompe, sorridendogli. – Piuttosto, avevamo portato il thè. Nami, perché non poggi sul tavolo il vassoio? –
Dalla massa, vedo uscire quella che dovrebbe essere la componente più piccola della famiglia con un grande vassoio tra le mani, sul quale è posata una ciotola con dei biscotti e una teiera.
Nami annuisce e comincia ad avviarsi verso il basso tavolino posto al centro della stanza, ma all’improvviso, inciampando in qualcosa d’invisibile, cade a terra con tutto il vassoio, facendo finire il thè tiepido addosso a Kiba, il quale indietreggia immediatamente, sporcandosi però i pantaloni.
- Oh Kami! Kicchan, Nami tutto a posto? – vedo la signora Inuzuka raggiungere velocemente i figli e controllare che nessuno dei due si sia fatto male. Dopo aver aiutato la figlia ad alzarsi e dopo averla rassicurata sul fatto che non era successo nulla di grave, la vedo girarsi verso Kiba e, con espressione addolorata, suggerirgli di andarsi a cambiare e di mettere subito i pantaloni a lavare, per evitare di far rimanere la macchia.
- Sì, hai ragione… Neji, torno subito, non muoverti da qui! –
Ed è in quel momento che inizia l’inferno.
Rimango con lo sguardo fisso sulla soglia della porta da cui è scomparso il mio ragazzo, ascoltando i suoi passi affrettati salire le scale, per poi scomparire.
Nella sala regna il più assoluto dei silenzi.
Anche se con esitazione, mi azzardo a posare lo sguardo sul gruppo di arpie che, in silenzio, continuano a darmi le spalle, mantenendo lo sguardo fisso sul corridoio.
Po, all’improvviso, tutte insieme si voltano verso di me, fissandomi serie; l’aria amichevole di poco prima scomparsa come polvere al vento.
Nonostante sia intimorito da quelle che sembrano in tutto e per tutto delle pazze, mantengo lo sguardo fisso in quello della signora Inuzuka, la quale ricambia con sicurezza e superiorità malcelata.
- Neji Hyuga… - il tono con cui pronuncia il mio nome non ha niente a che fare con quello che ha usato fino a pochi minuti fa. Con passo sicuro e sguardo affilato, la vedo avvicinarsi a me, fino a quando non me la ritrovo ad un palmo dal naso; le altre, da lontano, ci osservano in silenzio. - Spero tu ti renda conto del rischio che corri se una cosa del genere dovesse accadere di nuovo, vero? –
- Non capisco di cosa sta parlando. –
- Senti, noi non siamo tipe di molte parole… in sintesi, fa piangere di nuovo il nostro Kicchan e ti giuro che ti renderemo la vita da perfetta a impossibile, chiaro? –
- Non c’era bisogno me lo dicesse. -
- Bene. - mi risponde tornando alla sua solita espressione sorridente, per poi voltarsi e, insieme alle altre, cominciare a dirigersi fuori dalla sala. - Oh, un’ultima cosa. Terza porta a destra.- dice, per poi scomparire.
Scettico, rimango immobile a fissare la soglia della porta, finché nella mia mente non si accende una lampadina e una vocina m’informa che mi è appena stato dato il “via libero”.
Hai capito la signora, penso mentre mi dirigo velocemente verso la rampa di scale e comincio a salire al piano di sopra.
Seguendo le indicazioni datemi dalla madre di Kiba, individuo con lo sguardo il mio obbiettivo e mi dirigo a grandi passi verso la porta socchiusa alla mia destra., per poi aprirla e rimanere letteralmente a bocca aperta.
Incredulo, non posso fare a meno di entrare nella stanza e guardarmi intorno. Le pareti, la scrivania, il pavimento e… addirittura il soffitto! Ogni superficie di questa stanza è completamente occupata da poster che mi ritraggono o da riviste che parlano, o anche solo accennano, di me.
Non posso crederci, penso mentre mi osservo incessantemente intorno, impressionato da quanto ho appena scoperto.
Cioè… Kiba è un mio… fan? No, assolutamente. Questa parola riduce, e di molto, la cosa, in questo caso. Forse “ossessionato da me” è l’espressione giusta.
- Cosa diamine ci fai tu qui! –
Non do il tempo a Kiba di dire altro che, in un impeto di non so cosa, lo afferro per il gomito e lo lancio sul letto. Prima che possa alzarsi o anche solo replicare, mi siedo a cavalcioni su di lui, per poi baciarlo con passione, voglia di sentire quelle dannate labbra che non ho potuto assaporare per una settimana intera.
- Inuzuka, ammettilo: tu sei ossessionato dal sottoscritto. – gli sussurro sulle labbra, ghignando divertito quando vedo le sue guancie andare letteralmente a fuoco.
- Non… NON E’ VERO! –
- Oh… si che è vero Inuzuka. –

 

 

 

 

 

 

POV SASUKE

 

Con un gesto secco, chiudo la manopola dell’acqua e subito sento il getto caldo che prima m’investiva, svanire. Con lo sguardo fisso sui miei piedi, osservo l’acqua gocciolare dal mio corpo e raggiungere il resto del liquido trasparente sul pavimento, dove forma un piccolo mulinello e svanisce nel piccolo tombino bucherellato. Sento le ferite provocate dalle corde della chitarra che ho suonato per tutto il pomeriggio, bruciare, ma non me ne curo più di tanto.
Sospiro, per poi uscire dalla cabina della doccia e infilarmi l’accappatoio. Con calma, mi dirigo in camera, dove mi infilo i boxer e i pantaloni della tuta del pigiama, per poi andarmi a sedere alla scrivania.
Osservo per qualche secondo i vari spartiti musicali sparpagliati sul tavolo, per poi ignorarli e puntare lo sguardo sul portachiavi del Dobe.
Sei un’idiota, mi dico mentre prendo tra le mani il piccolo oggetto e lo esamino per la millesima volta. Non va bene, ormai sto perdendo il controllo… più tempo passo con Uzumaki e più fatico a tenere a bada quest’insistenti sentimenti che continuano a tormentarmi. E non va bene. Non va assolutamente bene.
Sbuffo, alzandomi e lasciando cadere il portachiavi sulla superficie lignea del tavolo, per poi dirigermi verso la finestra ed osservare la città addormentata. Ed è proprio in questo momento che lo vedo. Con in spalla quella che sembra essere la mia chitarra –quella che ho dimenticato a scuola. -, lo vedo attraversare velocemente il viale, per poi ritornare indietro e, senza più lo strumento in spalla, scomparire nel nulla, così com’è arrivato.
Con un entusiasmo mai provato, quasi correndo mi fiondo al piano terra, spalancando con forza la porta e prendendo tra le mani lo strumento prima che possa cadere a terra.
Lo osservo per molto tempo, fino a quando non arrivo a una sola conclusione.

Naruto Uzumaki è un Dobe di prima categoria.

 

 

 

 

 

 

°°° Angolino della pazza °°°

 
Non mi sembra vero… ho aggiornato! *______*
*una montagna di oggetti di ogni genere viene scagliato sull’autrice*
Ok, lo so, lo so… sono due mesi che non aggiorno la fic, ma non l’ho abbandonata, assolutamente. Chiedo perdono a voi tutte, ma ho avuto solo un paio di problemi, tra cui l’inizio di una cosa inutile e dolorosa di nome scuola… in più sono stata bloccata dai miei tremila contest a cui sono segnata e con uno che ho aperto, il che è tutto dire. U________U
Ad ogni modo, come avete visto, questo chappy è concentrato su Neji e Kiba. Lo ammetto, mi sono divertita un sacco a scrivere delle “disavventure” di Neji durante il suo pedinamento, come anche scrivere della famiglia Inuzuka, formata solo da donne – lo so, ne ho aggiunte un paio, ma questi sono solo dettagli.
A proposito… oltre ad andare avanti nella stesura dei capitoli, stò riscrivendo e sistemando quelli vecchi (naturalmente senza cambiare la storia in se), dove ho già ripubblicato il primo.
Il prossimo capitolo (devo finirlo di scrivere, quindi non vi garantisco nulla su quando lo pubblicherò… naturalmente non tra mesi, ovvio. -___-) s’intitolerà “Partenza”, il che dice già tutto U_____U

 

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI:

 
miiky: ovviamente si U____U. Un’Uchiha è pur sempre un Uchiha, e si sa che quando ci sono di mezzo i sentimenti sono proprio degli sciocchi. Ma non preoccuparti, dal prossimo capitolo ne vedremo delle belle! XD
june107: dai tempo al tempo mia cara U___U. in ogni caso, dal prossimo capitolo se ne vedranno delle belle visto che arriva Gaara *___*. Un bacio e alla prossima
STACY: Che dire… sono contenta che la storia ti piaccia, e spero continuerai a seguirmi nonostante i miei mostrosi ritardi ^_____^” Non preoccuparti, dal prossimo capitolo arriverà finalmente il bel rossino che tanto amiamo *___* e fra non molto farò cantare finalmente Naruto \^o^/. Per gli aggiornamenti… >___>… me purtroppo non può garantire nulla, ma di sicuro non vi farò aspettare altri due mesi U_____U. Un bacio.
P.s. grazie per la pubblicità xD

ryanforever: Ciao stellì! Me si stà ancora maledicendo per il mostruoso ritardo, ma purtroppo si sa: le disgrazie non vengono mai da sole U___U. Sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto, e concordo con te sul fatto che Sasuke Uchiha è un teme. Sono contenta che secondo te Sasuke non è venuto troppo OOC… era la mia unica paura, a dire il vero. E poi…  beh, dal prossimo capitolo arriva Gaara *me ghigna malefica*.
Un bacione e alla prossima xD.

Ninja767: Ciao tescoro! Me un sacco dispiaciuta per il mostruoso ritardo, ma purtroppo per cause di forza maggiore (leggasi: rottura del computer, con tanto di tre capitoli scritti buttati al vento) non ho potuto mantenere la mia promessa di aggiornare settimanalmente ç_____ç. Sono contenta che lo scorso chappy ti sia piaciuto e non preoccuparti, perché i portachiavi hanno un ruolo fondamentale nella storia, quindi salteranno fuori quando meno te lo aspetti *me ghigna*… e fra un po’ arriva Gaara *il ghigno si allarga mostruosamente*. Visto come hanno fatto pace quei due? xD Un bacione e alla prossima!
fullmetal: tu parle française? Moi aussi! xD A parte gli scherzi, sono molto contenta che la fic ti piaccia e mi dispiace moltissimo per il ritardo con cui ho aggiornato .______. In questo chappy il rapporto di Kiba e Neji si è riappacificato e… beh, dal prossimo capitolo arriva un certo rossino di nostra conoscenza *me ghigna malefica* E se ne vedranno delle belle xD
Un bacio e alla prossima!

L_Yasha Shaman Slayer: Ciao! Wow, te la sei mangiata in una sera? O____O Me felicissima! >___< Sono contenta che la storia ti piaccia e per la caratterizzazione dei personaggi… bhe, ho sempre pensato di avere delle doti ESP, effettivamente. U____U A parte gli scherzi, sono contenta che ti piace come ho caratterizzato sasuke, perché io personalmente lo reputo un personaggio abbastanza complesso da descrivere, e molte volte non sono sicura di come lo caratterizzo all’interno della fic. Per Kiba… bhe, spero che in questo capitolo te l’abbia fatto piacere un po’ di più. Diciamo che gli ho fatto prendere in mano la situazione ù____ù. Per il terzo punto a favore (xD)… ti ringrazio, perché mi serviva proprio qualcuno che, oltre a giudicare gli avvenimenti, mi desse un parere anche su come è cambiato il mio modo di scrivere da sei mesi a questa parte. Quindi grazie, sia per i punti a favore, sia per aver messo la mia storia nei preferiti. Anche con te mi scuso per l’enorme ritardo, ma in questo periodo la fortuna proprio non ne vuole sapere di passare dalle mie parti -___-. Me aspetta un altro tuo super commentone (che non disturbano mai ù___ù) e ti saluto, sperando che anche questo chappy ti sia piaciuto xD
Nalhia: *Me si inginocchia umilmente ai tuoi piedi.* perdono, me chiede umilmente perdono per lo spaventoso ritardo, ma proprio non sono riuscita a fare di meglio. Non ho dubbi sul fatto che Itachi, al posto di mini-uchiha, sarebbe saltato subito a dosso al biondo, ma si sa: Sasuke Uchiha è un teme, e ciò non cambierà mai U____U. E preparati perché… dalla prossima volta uscirà fuori Gaaruccio*__*
Sarhita: Sono contenta che la storia ti piaccia e spero che, nonostante i mostruosi ritardi (che spero non accadono più), continuerai a seguirmi. Come reagirà sasuke quando scoprirà che naruto è Kyubi? *me sorride malefica… * Sapessi…
LaGrenouille: Ciao! Sono contenta che la fic ti piaccia e spero che continuerà a piacerti anche nei prossimi capitoli^^. Beh… diciamo che io non odio Sakura, o almeno non quella dello Shippuden U____U dove finalmente è trattata da DONNA e non da ragazzina-isterica-con-i-complessi-d’inferiorità. Per lo sbaglio… si, me ne sono accorta anche io, ma non è che non sappia come si scriva, è solo che mi è venuto di scriverlo così ^______^”. Lo correggerò non appena ne avrò il tempo, parola di scout ù____ù.
P.s. No, non abbandonerò questa fic per dedicarmi all’altra, non preoccuparti. Sono un tipo che preferisce finire le cose che fa e non gli piace lasciarle a metà U____U. Per quanto riguarda la fic che ho cancellato… beh, l’ho fatto perché non mi piaceva come era scritta, era troppo affrettata invero; inoltre non mi piaceva come avevo caratterizzato i personaggi (stile ficcina, insomma, e penso che il sito ne sia già abbastanza pieno, senza che aggiunga anche la mia U_______U).
Un bacio e alla prossima ^____^

NaruYondaime: Ciao! Lo so, non ho messa le anticipazioni perché mi sono dimenticata, e penso che non le metterò più in futuro (a parte il nome del titolo), visto che potrebbero esserci dei disguidi come è successo l’altra volta. Sono contenta che la storia ti piaccia sempre di più, e spero che, nonostante il mio ritardo, continuerai a seguirmi^__^. Un bacio e alla prossima.
ch_cullen: Sono contenta che la storia ti piaccia e spero che, nonostante il mio dannatissimo ritardo, continuerai a seguirmi, anche perché… dal prossimo chappy arriva Gaara*w*
act: Ciao! Spero che anche questo chappy ti sia piaciuto^^. Un bacione
Any Ikisy: Me chiede perdono ç______ç. Spero che questo chappy ti sia piaciuto e … bhe, dal prossimo chappy arriva Gaara**. Un bacione e alla prossima.
Lily Evans 93: Wow l’hai letta tutta d’un fiato? O_____O Me felicissima >____<. Perché Sasuke ha reagito così, dici? Beh, ovvio… perché è un teme U_____U. Un bacione e alla prossima xD

 

E NATURALMENTE ANCHE TUTTE LE PERSONE CHE HANNO MESSO NEI PREFERITI, NELLE SEGUITE O CHE HANNO SOLO LETTO.   U____U 

ME LO LASCIATE UN COMMENTINO PICCOLO PICCOLO? *ME FA OCCHI DOLCI*

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Capitolo 16
*** Partenza ***


Scusate i possibili errori, ma non ho avuto il tempo materiale per ricontrollare il capitolo ^^”

 

 
 

A Song 4 you

 

 
 

CAPITOLO 16: PARTENZA

 

 
Con l’umore ben al di sotto della suola delle scarpe, Naruto sollevò la sua gonfia e pesante valigia arancione e la lanciò nell’ampio portabagagli del pullman, aggiungendola alle altre.
Ignorando gli sguardi intimoriti di tutti quei ragazzi che, nell’udire il forte tonfo prodotto dal bagaglio, si erano voltati verso di lui, squadrandolo, il biondo alzò lo sguardo tagliente e irato verso il cielo.
Quel giorno soffiava un vento terribilmente freddo e, come se ciò non bastasse, quei nuvoloni neri che svolazzavano minacciosamente sopra la sua testa promettevano di far scoppiare un temporale con i fiocchi da un momento all’altro.
Quando una goccia s’infranse sul suo naso, mormorando insulti di ogni genere, immerse maggiormente la testa nella sciarpa di lana che gli avvolgeva il collo e affondò le mani nelle tasche del cappotto, per poi voltarsi e marciare verso il punto dove si trovava il resto della sua classe, i quali, a un paio di metri da lui, discutevano vivacemente tra loro. Tsk, cosa avevano da essere così entusiasti, poi…
Cercando di non essere colpito in pieno dagli ampi gesti di Sakura e Ino, le quali avevano incominciato un’animata discussione riguardante le loro valigie e tutto ciò che queste contenevano, il biondo si lasciò sedé a peso morto su una delle tante panchine presenti nel cortile scolastico.
Sbuffando sonoramente, si addossò meglio allo schienale di legno, per poi lanciare una breve e fugace occhiata prima a Shikamaru, il quale stava beatamente sonnecchiando alla sua destra, e poi a Shino, che osservava, completamente rapito, un’enorme farfalla colorata che gli si era posata sulla manica del lungo cappotto nero che portava.
- Smettila. Con il tuo continuo sbuffare stai disturbando il mio sonnellino. – si lamentò il Nara socchiudendo stancamente gli occhi e puntandoli in quelli azzurri e adirati dell’altro, che, in risposta, sbuffò nuovamente.
- Me la pagherete. Me la pagherete tutti quanti, nessuno escluso. –
- Mmh… è una frase presa da qualche film mafioso? –
- No, quella che inciderò sulle vostre lapidi una volta che vi avrò ucciso. –
- Si, certo… -, sbuffò, - fidati, ci ringrazierai. Chissà, magari questo viaggio potrebbe rivelarti delle sorprese, no? – affermò poi Shikamaru mentre infilava una mano nella tasca dei pantaloni e ne estraeva il solito pacchetto di sigarette; un piccolo sorriso divertito dipinto sulle labbra. Non avrebbe mai dimenticato l’espressione sconvolta e sbigottita del biondo quando, all’alba di quella stessa mattina, se li era ritrovati tutti e quattro –lui, Kiba, Ino e Tsunade- davanti all’uscio di casa ed era stato costretto, soprattutto grazie alle minacce di morte più che convincenti della vecchia, a preparare i bagagli e a seguirli fino a scuola.
- Tsk! Non dire stronzate! – grugnì il biondo, immergendo completamente il naso nella sciarpa e osservando il fumo prodotto dal suo fiato caldo dissolversi dinnanzi ai suoi occhi.
Ormai il giorno che tanto aveva temuto era arrivato e, come aveva immaginato, non era riuscito ad evitare di rimanerne coinvolto, pensò osservando imbronciato i ragazzi delle varie classi chiacchierare tra di loro, elettrizzato da quell’imminente partenza.
Velocemente, estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans ed osservò fugacemente i numeri lampeggianti scritti sul display. Le otto e venti. Mancavano solo dieci minuti… chissà, forse era ancora in tempo per scappare, meditò guardandosi attorno e cercando si calcolare il tempo che avrebbe impiegato a raggiungere, correndo, il cancello in ferro battuto del parcheggio.
Shikamaru era troppo pigro per corrergli appresso e Shino troppo preso dalla sua nuova amica. Per non parlare di Kiba che, da quando la settimana prima si era riappacificato con lo Hyuga, era decisamente entrato nella modalità “love-love, amore pucci pucci” e quindi era troppo occupato a chiacchierare –se così si poteva chiamare quello sbaciucchiarsi ogni dieci minuti- con il suo ragazzo piuttosto che preoccuparsi di lui. Ino, poi, era troppo presa dall’interessantissima conversazione intrapresa con Sakura e altre quattro ochette per poter prestare attenzione ad una sua possibile e futile fuga.
Nonostante tutto, pensò, le possibilità di riuscire nell’impresa erano abbastanza alte…
- Non so se ti conviene tentare la fuga… La preside sa dove abiti e ti ricordo che ha un certo intuito nello scovare le persone… soprattutto te. –
… se poi non interveniva un certo genio e abbatteva i tuoi sogni di gloria.
Naruto serrò violentemente le dita attorno al cellulare e fulminò con lo sguardo Shikamaru, il quale, però, lo ignorò bellamente, continuando ad osservare come se niente fosse gli spessi nuvoloni grigi e carichi di pioggia che fluttuavano sopra le loro teste.
Già, Tsunade… si era dimenticato di quel segugio del demonio travestito da donna…
- Non stavo tentando la fuga! – mentì, nonostante sapesse che l’amico non ci avrebbe mai creduto.
- Bugiardo… - ribatté Shikamaru, per poi sbadigliare e, dopo essersi alzato dalla panchina, stiracchiarsi. – Andiamo, il prof sta raggruppando le classi. – e detto ciò, tra uno sbadiglio e l’altro, cominciò ad allontanarsi con passo strascicato.

Che palle, pensò il biondo mentre osservava la schiena del Nara allontanarsi, per poi sbuffare sonoramente e alzare lo sguardo. Proprio in quel momento, alcune gocce cominciarono a scendere dal cielo plumbeo e s’infransero irrimediabilmente sul suo viso, accecandolo ad un occhio.
- Cazzo! – imprecò, indirizzando subito il volto verso l’asfalto sotto i suoi piedi e massaggiandosi l’occhio colpito.
Bene… quella sì che si preannunciava come una perfetta giornata da dimenticare!

 
- Naruto, da questa parte! –
Il biondo si voltò non appena ebbe sentito urlare il suo nome, arrestando la propria camminata ed evitando per un pelo di essere travolto da un Lee abbastanza esagitato. Sbigottito, osservò quel ragazzo interamente vestito di verde continuare a correre da una parte all’altra del parcheggio, inseguito da una Ten Ten abbastanza furibonda, che lo rincorreva intimandogli di fermarti.
Francamente, Naruto non aveva ancora capito come quei due potessero stare insieme… o meglio, forse la frase esatta era: non riusciva ancora a capire come una ragazza carina ed educata come Ten Ten potesse essere la ragazza di un tipo con due enormi e folte sopracciglia, fissato con la “forza della giovinezza”, e via dicendo, come Rock Lee.
Bah, i misteri della vita…
- NARUTOOO! –
Sbuffò.
Scocciato ed ancora abbastanza irritato da tutti gli avvenimenti negativi che gli erano capitati fino a quel momento, si voltò nuovamente verso un punto poco lontano da lui, dove una capigliatura bionda si distingueva dal resto della folla grazie agli ampi segnali che faceva sventolando le mani per aria.

Cavolo, sembra essere ad una di quelle svendite in cui le donne si massacrano tra loro per una maglietta, pensò il biondo che, anche se con un po’ di fatica, riuscì a raggiungere il resto della propria classe facendosi largo tra la folla.
- Era ora! Ma dov’eri finito, baka! – lo riprese Ino mollandogli uno scappellotto, per poi arpionarlo per un braccio e, senza neanche dargli il tempo di lamentarsi per il colpo appena ricevuto, trascinarlo verso il pullman.
- Ragazze, l’ho trovato! – annunciò la bionda non appena furono arrivati davanti al mezzo, dove Sakura e altre tre ragazze aspettavano impazienti e alquanto irritate. A quanto pare non sono l’unico, questa mattina, a non essere calmo, in questo parcheggio…
- Seccatura non c’è bisogno che urli… ci sentiamo ancora, sai? – si lamentò Shikamaru mentre sollevava faticosamente un’enorme valigia viola, evidentemente più alta di lui, e la gettava nel portabagagli. A questa scena, Naruto non poté fare a meno di ridacchiare, guadagnandosi un’occhiataccia scocciata dal suo migliore amico. – Ridi, ridi pure. Tanto toccherà anche a te. – gli disse, per poi afferrare un’altra valigia e cercare di caricarla nel bus.
- Taci, scansafatiche, e vedi di darti una mossa prima che il pullman parta. E stai attento ai fiocchi, idiota! – lo rimproverò la Yamanaka quando vide uno dei grandi fiocchi rosa appesi ai suoi bagagli –a dir poco orrendi, secondo il biondino- urtare contro il petto del suo ragazzo e stropicciarsi. – E tu, muoviti e aiuta Hinata a caricare le valigie, invece di star senza far nulla. Uomini… se non sono le donne a costringerli, aspetta e spera che facciano qualcosa! – disse poi a Naruto, cominciandolo a spingere nella direzione di Shikamaru.
- No, aspetta! Ma perché io, scusa? – domandò in panico, puntando i piedi per terra per cercare di fare resistenza. Chiunque, dopo aver visto la montagna di valigie viola della Yamanaka e quella rosa confetto dell’Haruno, sarebbe stato terrorizzato all’idea di dover caricare altrettanti bagagli e a ritrovarsi, quella stessa sera, con un mal di schiena degno di un vecchio di novant’anni.
- N… Naruto-kun… - nell’udire la timida voce di Hinata, Naruto si voltò lentamente verso di lei, legando il proprio sguardo al suo. Non riesco ancora a concepire come possano esistere persone con occhi tanto chiari, pensò mentre osservava le iridi quasi biancastre della Hyuga. – S-se non vuoi a-aiutarmi… n-non fa n-nulla… - balbettò la ragazza mentre un intenso rossore gli si estendeva sulle guancie e gli occhi prendevano a fissare l’asfalto sotto i suoi piedi.
- Ehm… no, ecco… io, in realtà… - proprio nel momento in cui cercava gentilmente di negargli il proprio aiuto, lo sguardo di Naruto cadde casualmente alle sue spalle, dove sostavano due valigie di media grandezza. Solo quelle?, si chiese il biondo, per poi porre la stessa domanda anche alla Hyuga, la quale gli rispose con un piccolo movimento affermativo della testa.
- Oh, be’… allora va bene! – gli sorrise, per poi afferrare le due valigie, che scoprì essere veramente leggerissime, e dirigersi verso il pullman.
- Ecco fatto! –
- G-grazie mille N-naruto-kun e… s-scusa per il d-disturbo… -
- Disturbo? Ma no, cosa dici… - la tranquillizzò per poi, dopo essersi assicurato che nei paraggi non fossero nei paraggi, sporgersi verso di lei e sussurrargli: - E’ solo che temevo ti fossi portata, anche tu, tutto il guardaroba a presso come quelle due. Lo ammetto, ho temuto il peggio. Non vorrei essere nei panni di Shika quando stasera si ritroverà con un super mal di schiena. – sogghignò portandosi contemporaneamente una mano a scompigliarsi i capelli. Hinata, invece, emise una risata leggera e delicata, anche se il colorito che aveva acquisito preoccupò non poco il biondo.
- Hinata-chan sei tutta rossa… - dichiarò, osservando l’insistente rosso peperone che continuava a tingere le guancie della ragazza.
- C-come? –
- Sei sicura di stare bene? Non sarà che hai un po’ d’influenza? –
- N-no… s-sto benissimo… è s-solo che… io …-

 

 

 

POV NARUTO

 

- Ecco fatto! –
- G-grazie mille N-naruto-kun e… s-scusa per il d-disturbo… -
- Disturbo? Ma no, cosa dici… - la tranquillizzo, per poi guardarmi sospettosamente intorno; non penso che Sakura ed Ino, quelle due streghe travestite da liceali, sarebbero molto felici di ascoltare la mia piccola confessione. - … è solo che temevo che anche tu ti fossi portata a presso tutto il guardaroba come quelle due. Lo ammetto, ho temuto il peggio! Non vorrei essere nei panni di Shika quando stasera si ritroverà con un super mal di schiena. – le confesso avvicinandomi, per poi ritornare in posizione eretta e portarmi una mano a scompigliarmi i capelli. Quando, questa sera, le lamentele e le imprecazioni di Shikamaru contro una certa “Seccatura” riecheggeranno per l’Hotel, ci sarà da ridere!
- Hinata-chan sei tutta rossa in volto… – dico poi, osservando preoccupato il forte rossore che si è impossessato delle sue guancie. Insomma, quel color pomodoro… anzi, peperone… no, ora è decisamente un color rosso semaforo… insomma, quel colore non è affatto rassicurante o normale.
- C-come? – mi risponde lei, ed ecco quel rossore aumentare… non starà avendo un collasso, spero!
- Sei sicura di stare bene? – le chiedo, portandole una mano alla fronte e sentendole la temperatura. – mmh… non mi pare tu abbia la febbre… -
- N-no… s-sto benissimo… è s-solo che-
- EHI, VOI DUE! SMETTETELA DI FARE I PICCIONCINI E SALITE SUL PULLMAN, SE NON VOLETE PERDERLO! – le urla fastidiose di Kiba le impediscono di terminare la frase, ma ci fanno sobbalzare entrambi. Rosso in volto e terribilmente imbarazzato, alzo lo sguardo e lo punto sul mio migliore amico, il quale se la ride sguaiatamente insieme agli altri che hanno assistito alla scena, tranquillamente affacciato al finestrino del pullman.
 - Kiba, non sei affatto divertente! –
- Tu dici? Eppure mi pare che stiano ridendo tutti quassù. –
- BAKA! –
- Anche io ti voglio bene, Nacchan! –
Questo. E’. davvero. Troppo. posso accettare che il mio migliore amico sia un emerito cretino, come posso anche accettare di essere preso in giro, ma essere chiamato Nacchan… non sono un cane, cazzo! Dopo essermi frettolosamente scusato con la Hyuga per il comportamento di Kiba, raggiungo velocemente il posto in cui si trova quest’ultimo per mollargli un pugno abbastanza potente da fargli rimanere un bernoccolo sulla fronte a ricordargli di non chiamarmi mai più in quel modo a dir poco osceno.
- Ahahah… Naruto, prenderti in giro è la cosa più appagante del modo! Sai, eravate proprio carini insieme, tu e la Hyuga… perché non ci fai un pensierino, eh? -
- Smettila idiota! –
- Pff… guarda che faccia! Ahaha, sembri proprio un pomodoro maturo, Uzumaki! –
- Pensa alla tua di faccia, deficiente! –
- Guarda Shika, il nostro Nacchan è imbarazzato! –
- Vedo… anche se più che imbarazzato a me sembra inca-
- AHI! –
- Ecco, appunto… - conclude Shikamaru sbadigliando, per poi tornare ad osservare dal suo comodo sedile, posto due file dopo quella di Kiba e Neji, un certo cagnaccio che si massaggia una spalla dolorante.
- Cazzo… Naruto, mi hai fatto un male cane! –
- Te lo meriti, baka! Ti avverto, prova a chiamarmi ancora una volta in quel modo osceno e giuro che dovranno ingessartelo, il tuo adorato braccio. – lo minaccio per chiarire bene il concetto, per poi girarmi e dirigermi con passo pesante verso l’ultima fila di sedili, al mio posto.
Non appena mi sono seduto, non posso fare a meno di sbuffare rumorosamente e appoggiare con poca delicatezza la fronte al finestrino, da dove ho una perfetta visuale del desolato parcheggio scolastico.
Cominciamo proprio bene, penso mentre lancio una fugace occhiata al sedile vuoto accanto al mio… al suo sedile, mi correggo mentalmente, per poi riportare lo sguardo a vagare alla ricerca di un qualcosa che mi possa distrarre da questi stupidi pensieri.
Perché sì, oltre al fatto che sono stato obbligato, e sottolineo, obbligato a partecipare a questa insulsa gita scolastica, indovinate un po’? Chissà come mai, i posti sono in ordine alfabetico. E provate un po’ ad indovinare chi mi si dovrebbe sedere accanto proprio perché, nella lista, ha il cognome prima del mio?
Irritato, stringo violentemente i poggia gomiti del sedile, mentre lo strano stridio che producono i miei denti sfregandosi tra loro attira l’attenzione dei due che mi si trovano davanti, i quali mi guardano come si guarda uno psicopatico.

Sasuke Uchiha.
Un solo nome, infinite disgrazie.
Ma perché i Kami hanno dato proprio a lui un cognome che inizia con la “U”? Perché? Cosa ho fatto di male nella mia povera vita? Cosa? Eppure non ho mai rubato o ucciso nessuno, di questo ne sono più che certo, e non mi sembra neanche di comportarmi da bullo o cose simili.
Sbuffo, rallentando la presa sui braccioli e cercando di distendere i nervi… cosa non facile, vista l’enorme rabbia che mi bolle dentro.
Sì, sono arrabbiato… arrabbiato con me stesso. Da quando quel pomeriggio è successo quello che è successo, se vogliamo essere precisi su tutti i fronti.
Tre giorni, diamine… da quello mi sono rinchiuso in casa e, con la scusa che avevo la febbre, non mi sono presentato a scuola per ben tre giorni di fila, scappando come un codardo. Lo ammetto, ero spaventato da tutto quello che  era accaduto e che mi stava ancora accadendo in quel momento.
Steso sul letto e con lo sguardo fisso sul bianco soffitto della mia stanza, ogni qualvolta che con la mente tornavo a quel bacio, i battiti del mio cuore aumentavano a dismisura, mentre uno strano calore mi attraversava tutto il corpo, fino a stabilirsi sulle mie guancie… e questo non andava bene, non andava assolutamente bene.
Insomma, l’avevo baciato! Io, Naruto Uzumaki, avevo baciato lui, Sasuke Uchiha, la persona più odiosa ed spocchiosa che avessi mai incontrato in tutta la mia vita. E la cosa che mi scandalizzava era che mi era anche piaciuto. Molto piaciuto.

“Naruto, sei giovane e nel pieno periodo della pubertà, quindi è normale che il proprio corpo si senta attratto da qualcuno, non è una tragedia”, mi sono ripetuto queste parole, come un mantra, per ore ed ore, ma a quanto sembrava i miei ormoni impazziti non ne volevano proprio sapere.
Sarò ripetitivo ma… non andava bene. Sentirmi attratto da quell’Uchiha del cavolo, non andava assolutamente bene.
Passati i tre giorni di riflessione, la mattina del quarto giorno, un Kiba furente e uno Shikamaru annoiato si erano presentati davanti l’uscio di casa mia e mi avevano minacciato di una morte lenta e dolorosa se non li avessi seguiti fino a scuola e non gli avessi raccontato, per filo e per segno, cosa mi aveva ridotto in quello stato disastroso. Già, sembra proprio che essere sballottolato da una parte all’altra, contro la mia volontà, vada di moda quest’anno…
Ad ogni modo, quando arrivammo a scuola –naturalmente a Kiba e Shika avevo raccontato una delle mie solite scuse- tutta la preoccupazione e l’ansia che mi avevano attanagliato da quando avevo oltrepassato i cancelli del parcheggio, si trasformarono in un’enorme delusione quando mi accorsi che Sasuke Uchiha era assente.
Da tre giorni.
Da quel giorno, insomma.
Da quanto ero riuscito a sapere da Kiba, lui e gli altri membri del suo gruppo erano stati costretti a passare i giorni che precedevano la gita scolastica a registrare negli studi discografici a causa della loro manager psicopatica –testuali parole di Neji Hyuga.
Ed io, che mi ero preparato psicologicamente ad un eventuale tệte-à-tệte con lui, ero rimasto particolarmente deluso dalla sua assenza.
E prima che vi creiate strane idee in testa, vorrei precisare che non è che Uchiha mi piaccia, sia chiaro, è solo che il mio corpo si sente attratto da lui, tutto qui. Sono cose che capitano, no?

Lasciamo perdere, va… tanto lo capisco benissimo da me che questa è una scusa bella e buona.
- Ragazzi, un momento di silenzio, per favore! – al richiamo del professore tutti i ragazzi presenti sul pullman, tranne qualcuno che continua a ridacchiare per una qualche battutina fatta alcuni secondi prima, si ammutoliscono immediatamente.
- Allora, ora faremo l’appello, quindi quando sentirete chiamare il vostro nome alzate una mano e dite “Presente”, chiaro? – disse e, dopo il “sì” strascicato di tutti gli studenti per quella pratica alquanto inutile, cominciò a chiamare i nomi scritti sul foglio che teneva in mano.
- Ohaara. –
- Presente. -
- Nara. –
- Dorme, professore. -
- Già, immaginavo… Samui. –
- Presente! –
- Takahashi. –
- Eccolo, prof! -
- Uchiha. –
A questo nome mi tendo come una corda di violino, mentre quasi tutte le ragazze presenti sul mezzo si voltano a guardare il posto vuoto del Teme, per poi spostare i loro sguardi affilati su di me e cominciare ad analizzarmi, come se aspettassero di vedermi tirar fuori il cadavere senza vita del teme da sotto il sedile, da un momento all’altro. Va bene che il 90% del tempo che abbiamo passato assieme l’abbiamo trascorso a litigare, ma non sono così disperato da volerlo uccidere, per diamine!
- Qualcuno mi sa dire che fine ha fatto Uchiha? –
- Lui e Hozuki ci raggiungeranno con un mezzo privato, professore. – lo informa Neji, per poi ritornare a chiacchierare con Kiba, nonché suo vicino di posto.
- Con un mezzo privato, dici? Mmmh… bene, considerando di chi stiamo parlando, non credo ci siano problemi. Allora, dove ero… Uzumaki. –
- P-presente. –
Oh, Kami… se in appena due ore mi è successo tutto questo, non posso e non voglio immaginare cosa potrà succedermi in due settimane! Che qualcuno mi aiuti!

 

 
Tra urli e pisolini vari, in circa tre ore di viaggio, siamo arrivati a destinazione. Ah, finalmente! Non ne potevo davvero più!
Com’era prevedibile, dopo appena dieci minuti che siamo partiti, ha cominciato a piovere, e poi a grandinare. Per non parlare dei fulmini, talmente grandi che temevo veramente si abbattessero da un momento all’altro sul nostro pullman, e dei tuoni, forti a tal punto da far vibrare i vetri. A quanto ho sentito da un mio compagno a metà settimana ci sarà anche una probabile nevicata. Perfetto! Io amo la neve. Quella cosa bianca ed umida che non ti permette di camminare decentemente e ti bagna tutti i vestiti. Davvero, la amo da morire.
Inoltre, in queste ore ho cercato di non pensare a nulla. Sasuke, la competizione, lui… ho confinato tutti i miei problemi in un angolo della mia mente e mi sono concentrato, solo ed esclusivamente, sul panorama. Sugli alberi… sul cielo… sui suoi occhi scuri… sull’asfalto… sulle sue labbra morbide… sulle piante… va bene, lo ammetto, la storia del guardare la natura non mi è stata per nulla utile, ma almeno mi ha impedito di buttarmi dal finestrino del pullman e di avere uno scontro diretto con uno dei tanti tir di passaggio.
- Naruto, hai visto che roba! A quanto pare, questa volta la vecchia non ha badato a spese. –
- Già… - rispondo, osservando lievemente sorpreso l’enorme struttura che mi è di fronte. Situato sulla cima della collina  e immerso nel verde, vi è il nostro Hotel. Anche se il nome reggia sarebbe molto più appropriato, secondo me. Grande non so quanto, e contenente non voglio nemmeno immaginare quante stanze, è un edificio moderno alto dodici piani e con una struttura assomigliante molto alla lettera H.  
- Dai, Naru, su con la vita! Ormai sei in ballo, quindi… balla! –
- Non sono capace a ballare, Kiba. – borbotto, continuando ad osservare la fitta boscaglia che circonda l’enorme spiazzo al centro del quale è collocato quello che, per la prossima settimana, sarà il posto dove sarò costretto a stare.
- Impara. – mi risponde, facendo spallucce e dandomi una pacca sulla schiena, in segno di conforto. – Dai, baka, questa è un’ottima occasione per ricominciare da capo. Non sprecarla in questo modo. E chissà, magari questo viaggio potrebbe rivelarti delle sorprese, no? –
- E’ la stessa cosa che mi ha detto Shika stamattina. – gli dico, guardandolo tra il confuso e il sorpreso. Lui ridacchia, togliendo la mano dalla mia spalla e scuotendo leggermente la testa. Qui qualcosa non quadra…
- Davvero? Sarà un caso. –
Sì, qui qualcosa non quadra. Di sicuro, quei due, mi stanno nascondendo qualcosa. Qualcosa di grosso. Qualcosa che, forse, è meglio che non sappia, se non voglio davvero rischiare di finire in un istituto psichiatrico.
- Certo, certo… - borbotto, sospirando. – E sentiamo… quali dovrebbero essere queste “sorprese”? – No, no, no, no. Cavolo, perché gliel’ho domandato? E perché mi guarda in quel modo… sadico? No, no… anzi, sì. Dannazione a me, alla mia boccaccia e ai miei neuroni impazziti.
- Mmmh… - Mentre continuo ad insultarmi con il pensiero, osservo Kiba scrutare prima il cielo, analizzandolo in ogni sua piccola sfumatura, e poi portare la sua attenzione sul display del suo cellulare. – Mmh… se non mi sbaglio, dovresti scoprirne una fra appena… mmh… cinque min-
Non riesco a sentire la fine della sua frase che un potente rumore, sempre più forte mano a mano che passano i secondi, come se si avvicinasse, mi assorda. Velocemente porto le mani alle orecchie doloranti, riuscendo ad attutire di poco il suono, mentre un leggero venticello comincia a soffiare su tutti noi.
- Ma che diavolo sta succedendo? – urlo a Kiba, sperando che riesca a sentirmi. Intanto, con la coda dell’occhio, osservo tutte le ragazze impegnate a reggere le proprie gonne che, a causa del vento notevolmente aumentato, continuano a svolazzare da una parte all’altra, per la felicità dei ragazzi.
- COSA??? –
-Ho detto: COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO??? – ripeto, e questa volta capisco che mi ha sentito grazie all’enorme sorrisone che fa mentre mi indica, con un movimento della testa, un punto dietro alle mie spalle.
Senza pensarci su due volte, con mi volto velocemente e, prima che altri sentimenti possano manifestarsi in me, un’espressione di potente sorpresa mi si dipinge in viso non appena poso il mio sguardo su quello che è, senza alcun dubbio… un elicottero?!

 

Continua…

 



 

°°° Angolino della pazza °°°

 

Scusate, scusate, scusate, scusate! ** me si prostra davanti ai vostri piedi*
Mi dispiace molto per questo nuovo ritardo, ma non sono riuscita davvero a fare di meglio.
Come avete visto, questo purtroppo è stato un altro capitolo di transizione, dove finalmente i nostri eroi partono per questo famoso concorso (Era ora, eh? xD).
Lo ammetto, doveva essere decisamente più lungo e doveva apparire (finalmente!) Gaara, ma visto che ero già in ritardo e che non volevo farvi aspettare ulteriormente, ho optato per pubblicare questa prima parte. Nel prossimo capitolo, cominceranno i primi diabolici sviluppi *_____* e cercherò di analizzare meglio i pensieri dell’Uchiha.

Il prossimo capitolo (devo finirlo di scrivere, quindi non vi garantisco nulla su quando lo pubblicherò… -___-) s’intitolerà “Sorprese”, il che dice già tutto U_____U


Ringrazio enormemente ci ha commentato lo scorso capitolo: ryanforever, Capitatapercaso, emy1993 (cara, per la casa, a dire il vero, ci sto ancora pensando, ma di una cosa sono certa e, in uno dei capitoli precedenti, ho dato anche un piccolo indizio xD ), Any Ikisy, Ninja767, Lucylu, Nalhia, LaGrenouille (grazie mille per le tue preghiere, perché un po’ di fortuna, in questo periodo, mi ci vuole proprio xD), act (cara, non so’ davvero se passerò al Raiting Rosso, anche se in molte aspettano proprio quello xD Ad ogni modo stai tranquilla che, per il momento, le cose resteranno “arancioni” ù____ù), Ocatarinetabelasciscix, Shimi, STACY. Ragazze, vi adoro! I vostri commenti sono sempre stupendi e, ogni volta che li vedo, gongolo come una psicopatica XD

 

 

 

E NATURALMENTE ANCHE TUTTE LE PERSONE CHE HANNO MESSO NEI PREFERITI (), NELLE SEGUITE () O CHE HANNO SOLO LETTO.   U____U 

ME LO LASCIATE UN COMMENTINO PICCOLO PICCOLO? *ME FA OCCHI DOLCI*

 

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Capitolo 17
*** Una ‘sorpresa’ dai capelli rossi ***


 

 

 

°°° A Song 4 You °°°
-17. Una ‘sorpresa’ dai capelli rossi-

 

 

 

- Io davvero non riesco a capire, - borbottò Suigetsu, inclinando la testa all’indietro e appoggiandola al poggiatesta del sedile. – Davvero, non riesco proprio a capire… -
Sasuke, completamente addossato al sedile posteriore di pelle dell’auto su cui stavano viaggiando, osservava senza particolare interesse il panorama che s’intravedeva attraverso il finestrino.
- Insomma, - sbuffò poi l’albino, tirando su la testa con uno scatto e cominciando, come suo solito, a gesticolare con le braccia. -  alberi qui, alberi lì, alberi laggiù… ma cosa diamine ci siamo venuti a fare su questa collina sperduta nel nulla? Ci sono solo alberi! Ah, ma mi sentirà quel vecchiaccio quando torniamo… chiusi in casa discografica a lavorare per più di una settimana per cosa, poi? Per questa schif-
- Suigetsu… -
- Sì, lo so che ho ragione, ma quest-
- Sta zitto. –
L’Hozuki, scettico, si voltò lentamente verso la figura signorile del moro, il quale non gli stava più prestando la benché minima attenzione –o almeno questo era quello che pensava, visto che indossava sempre quella maschera di indifferenza che, oramai, lo caratterizzava. Dopo un po’ sbuffò, alzando gli occhi al cielo e tornando a fissare dritto davanti a se, esaminando l’asfalto attraverso il parabrezza. 
Era sempre la stessa, identica storia: qualunque discussione cercasse di iniziare con lui, quel bastardo dell’Uchiha finiva sempre per zittirlo, scocciato dalla sua sola presenza e dalla sua vocina petulante –così lo definiva lui.
“Signorino dei miei stivali!”, pensò Suigetsu incrociando le braccia al petto, scocciato.
Certo, era anche vero, però, che da quando lo aveva conosciuto (circa quattro anni fa) la situazione era un po’ migliorata, visto che nei primi mesi il povero Hozuki non aveva ricevuto il permesso o l’onore di poter anche solo chiamare l’Uchiha per nome – figuriamoci iniziare un discorso, tsk!
E distrarlo dai suoi principali obbiettivi, naturalmente, tra cui quello di essere il migliore in tutto, di essere meglio di tutti e bla, bla, bla

Sì, forse dire che non lo sopportava era alquanto riduttivo.
Nel frattempo, come se fosse dotato di vita propria, l’indice della mano destra dell’Uchiha si posò su uno dei pulsanti dell’mp3 che teneva poggiato sulle gambe, alzando il volume al massimo prima che la bocca dell’altro si aprisse di nuovo e ricominciasse a disturbare la sua mente, già abbastanza compromessa dai fastidiosi problemi che gli erano sorti in quegli ultimi giorni.

 

 
Nonostante le stradine insipide e tortuose che li avevano accompagnati per tutto il viaggio, la loro auto arrivò a destinazione appena venti minuti dopo la scenetta –se così si poteva chiamare- che si era svolta tra i due compagni di band.
- Siamo arrivati a destinazione, signore. –
Lo avvertì l’autista, aprendogli la portiera con un debole inchino. Sasuke scese immediatamente dalla Mercedes metallizzata , osservandosi noiosamente attorno e notando subito come il grande parcheggio che lo circondava fosse quasi completamente occupato dai pullman delle varie scuole.
“A quanto pare, sono in molti a partecipare a questa insulsa gara.”
- Ehi, i nostri sono quelli laggù, vero? - sghignazzò Suigetsu, scendendo dal lato del passeggero ed indicando, con un movimento appena accennato della testa, la massa febbricitante di ragazzi che era a distanza di diversi metri da loro.
Sasuke non gli rispose, mettendosi gli occhiali da sole che fino a quel momento aveva tenuto in testa e incominciando a dirigersi a grandi passi verso quella che, senza alcun dubbio, erano i suoi compagni di scuola.
Chi altro avrebbe potuto emettere tutti quei versi, se non quegli idioti?
- Uchiha, potresti anche aspettarmi, cavolo! – sbuffò l’albino affiancandolo e tentando di tenere la sua stessa andatura veloce, quasi frenetica. Cosa decisamente strana, per uno come lui.
Suigetsu ghignò. Quella situazione era davvero… divertente.
E pensare che, quando il loro produttore discografico gli aveva comunicato che avrebbe dovuto trasferirsi a Konoha, lui aveva cercato di opporsi con tutte le sue forze. Decisamente, aveva dovuto ricredersi, perché da quando aveva traslocato la sua vita aveva appunto preso una piega alquanto piacevole.
- Allora, - cominciò l’Hozuki, cercando di nascondere quel ghigno che, prepotente, cercava di modellare nuovamente le sue labbra. - come va con il tuo ‘allievo’? –
Come negli ultimi giorni, la reazione di Sasuke non tardò ad arrivare.
- Smettila di dire stronzate! – gli urlò contro il moro, fermandosi di botto e indirizzandogli un’occhiataccia, la quale, però, a causa degli occhiali, non fu affatto notato dall’albino, il quale continuò, rincarando la dose e continuando a prenderlo in giro, divertito dalle insolite reazioni del suo amico.
- Eh? Non capisco a cosa ti stai riferendo. Io ho solo chiesto come andava con il bel biondino, tutto qui. – gli rispose con un sorriso derisorio. Oh, come amava vedere il grande Sasuke Uchiha in difficoltà!
- Ti avverto, oggi non sono in vena. –
- Quindi? Uh, toh… guarda guarda chi sta venendo verso di noi. A quanto pare Uzumaki ti ha letto nel pensiero e ti sta raggiungendo. – gli disse poi, fissando un punto preciso e ricominciando a camminare, velocizzando il passo.
Sasuke sobbalzò, guardandosi attorno, per poi emettere una specie di ringhio cupo e stringere i pugni quando si rese conto che del biondino, in realtà, non vi era la benché minima traccia.
“Quel bastardo mi ha fregato!”, pensò quando la risata sguaiata di Suigetsu, che nel frattempo aveva quasi raggiunto il gruppo, gli giunse alle orecchie, irritandolo.
- Giuro che l’ammazzo. Entro oggi, io, lo ammazzo. – borbottò.
E dopo questa solenne promessa di vendetta fatta a se stesso, il moro raggiunse l’amico, il quale era stato già catturato dal gruppo di ragazze che formavano il suo Fan club ufficiale.
- Ehi, ehi. Calma ragazze, calma. Non vorrete stritolarmi, vero? – la frase dell’Hozuki, accompagnata dal suo solito sorrisino, riscosse molto entusiasmo nelle ragazze, viste le urla che esse lanciarono e che andarono a colpire, senza alcuna pietà, i timpani dell’Uchiha.
“Idiota.”, pensò quest’ultimo, stizzito, per poi allontanarsi non appena i suoi occhi ebbero avvistato, a vari metri da dove si trovava, un’arruffata capigliatura bionda di sua conoscenza.
- Certo, certo… - anche se circondato dalle urla delle varie piattole che continuavano a stargli a dosso nonostante gli avesse ripetuto più e più volte di lasciarlo in pace, il moro sentì distintamente il borbottare tipico dell’Uzumaki, seguito da uno sbuffo. – E sentiamo… quali dovrebbero essere queste ‘sorprese’?
- Certo, certo… - anche se circondato da urla, il moro sentì distintamente il borbottare tipico dell’Uzumaki, seguito da uno sbuffo. – E sentiamo… quali dovrebbero essere queste ‘sorprese’?
Alla parola ‘sorprese’, il moro addrizzò involontariamente le orecchie, per sentire meglio.
- Mmmh… - dopo aver guardato sadicamente il biondino, Sasuke vide l’Inuzuka scrutare prima il cielo, e poi il display del suo –antiquato- cellulare; molto probabilmente per controllare che ore fosserol, suppose.
 “Bene. E’ impazzito del tutto, finalmente.”
- Mmmh… se non mi sbaglio, dovresti scoprirne una fra appena… mmh… cinque min-
Furono queste le ultime parole che il moro riuscì ad udire, prima che anche i suoi timpani fossero storditi da un potente rumore che, mano a mano che passavano i secondi, diventava sempre più forte, assordandolo.
“Ma che diamine…!”, pensò Sasuke, portandosi subito le mani a tappare le orecchie, nel vano tentativo di attutire anche solo di poco il suono, mentre un leggero venticello cominciava a soffiare su di lui e il resto dei ragazzi che lo circondavano. Confuso, si guardò attorno, vedendo di sfuggita l’Uzumaki urlare qualcosa al suo amico, ma senza riuscire a capire cosa stessero dicendo; Kiba, al secondo richiamo, fece un’enorme sorrisone mentre, con un gesto del capo, gli indicò un punto imprecisato dietro le sue spalle.
Curioso, l’Uchiha puntò lo sguardo nella stessa direzione del biondo, stupendosi non appena ebbe avvistato un elicottero che, velocemente, si avvicinava alla loro posizione.
“Quello è un elicottero privato, cosa cavolo ci fa qui?”, si chiese il ragazzo mentre osservava il mezzo di trasporto poggiarsi, lentamente, sul grande spiazzo che fungeva da aeroscalo; a quanto sembrava, in quel posto non mancava veramente nulla. 

 
Mentre i primi mormorii cominciarono a diffondersi nell’aria, l’Uchiha continuò ad osservare, esaminare il grande elicottero nero e rosso ormai fermo, per poi stringere spasmodicamente i pugni non appena intravide una sgargiante capigliatura rossa, seguita da altre tre di diverso colore, scendere dalla scaletta del mezzo e togliersi gli occhiali da sole che portava, mostrando a tutti i presenti i suoi insoliti occhi verdi smeraldo.

 
- Ehi, guardate laggiù! -
- Ma… ma quello non è… -
- Ma perché sono qui? –
- Ma come, non lo sapevi? Anche loro frequentavano la nostra scuola, qualche anno fa!-
- Come?! Davvero? –

 

- G… Gaara? –
Anche se era stato uno dei tanti mormorii increduli che in quel momento riempivano l’aria, , Sasuke riuscì ugualmente ad udire la voce di Naruto pronunciare quel nome.
Il biondo, dal canto suo, era rimasto veramente molto stupito da quell’improvvisa apparizione di quel ragazzo che non vedeva da… Dio, non ricordava neanche lui quanto tempo, ormai!
Ancora incredulo, si voltò verso di Kiba, il quale si esibì in uno dei suoi soliti sogghigni divertiti, per poi inclinare leggermente la testa di lato; dietro di lui, Shikamaru lo guardava nella stessa, identica maniera.
- Sorpresa. – affermarono entrambi nel medesimo momento, appena in tempo prima che il biondo partisse come un razzo e si lanciasse in una corsa sfrenata, che terminò quando balzò, letteralmente, addosso al rosso, facendo cadere entrambi a terra; la posizione equivoca in cui si ritrovarono provocò in molti uno scoppio di risate, mentre in altri ulteriori borbottii a riguardo.
- Te l’avevo detto che l’avrebbe travolto in pieno e che lo avrebbe fatto finire spiaccicato a terra! Ora sgancia i soldi della scommessa, amico! – enunciò, vittorioso, l’Inuzuka al ragazzo ananas, il quale sbuffò, prendendo dalla tasca dei pantaloni alcuni spicci e posandoli sul palmo della mano aperta davanti a lui.
- Ehi, ma non sono tutti! Cosa sono questi pochi spiccioli?! –
- Arrangiati, Inuzuka. Sono a corto, in questo periodo. –
- Tsk! Spilorcio. –
- Da che pulpito… - borbottò tra se e se Nara, posando nuovamente lo sguardo sulle due figure in lontananza che ora si stavano rialzando; sorrise, contento della piena riuscita di quella piccola sorpresa che, sapeva e sperava, al biondo facesse solamente del bene in quelle due settimane.

 
- Yaah! Gaara, Gaara! Sei tornato, finalmente! – Naruto continuò a ripetere quel nome all’infinito, stringendo sempre di più il collo del ragazzo sotto di se.
- Ehi, moccioso, se non allenti la presa fra non molto non riuscirà più a respirare. – ridacchiò una delle tre persone alle sue spalle, tirandolo leggermente per il bavero della maglia.
Naruto arrossì, rendendosi conto solo in quel momento del piccolo spettacolo che stava dando. Ma non lasciò la presa, no. Si limitò solo ad allentare la sua morsa e a sollevarsi dal rosso quel tanto che bastava per riuscire a scorgere, in contemporanea, sia il viso di quest’ultimo sia quello delle altre tre persone che li circondavano, divertiti.
- Smettila di chiamarmi ‘moccioso’, Kankuro! – sibilò all’armadio a due ante che aveva parlato poco prima, per poi tornare a legare i suoi occhi con quelli di Gaara, il quale, aveva continuato a rimanere immobile e a non dire una parola.
Era contento, Naruto. Molto contento. Perché, nonostante fosse passato molto tempo da quando erano stati costretti a dirsi arrivederci – poiché il biondo aveva categoricamente vietato al rosso di considerare quello che si erano scambiati quel giorno, all’aeroporto di Seattle, come un addio – Gaara non sembrava affatto cambiato.
Certo, rispetto a lui, la cui fisionomia arrotondata lo rendeva ancora molto, troppo simile ad un bambino troppo cresciuto, i suoi tratti si erano fatti indubbiamente più spigolosi, più adulti; ma escluso ciò, fondamentalmente, sembrava essere rimasto il solito ragazzo con cui aveva passato la sua intera infanzia.
- Lo sai? Mi sei mancato un sacco, Gaara. – affermò dopo qualche minuto di silenzio, esibendosi in uno dei suoi soliti sorrisi sgargianti.
Il rosso, dal canto suo, non rispose. Piuttosto, continuò ad osservare il volto del biondo per qualche altro minuto, analizzando tutti quei cambiamenti fisici che si era perso in quegli anni. Perché i tratti del biondo che lo sovrastava erano rimasti leggermente infantili, era vero, ma su di lui continuavano ad esercitare quella stessa attrazione che lo aveva perseguitato per tutto il tempo in cui erano stati insieme.
- Anche tu. – anche se il suo fu solo un sussurro, emesso mentre sollevava una mano per andare ad accarezzare una delle soffici ciocche dorate che penzolavano dalla testa bionda, capì che per l’altro era stato come se lo avesse urlato ai quattro venti quando si ritrovò ad osservare un sorriso composto da ben più di cinquantadue denti. – Anche se non posso dire la stessa cosa dei tuoi assalti. Dovrò rifarci l’abitudine, penso. – terminò poi, con un piccolo ghigno divertito.
Naruto, anche se un po’ stupito dall’umorismo dell’amico, sbuffò.
- Siamo diventati più loquaci, eh? Fantastico! – borbottò, alzandosi da sopra l’amico e porgendogli poi la mano, per aiutarlo ad alzarsi a sua volta. Non appena furono di nuovo in piedi, però, il braccio muscoloso e abbastanza pesante di Kankuro si posò con ben poca grazia sulle spalle di Naruto, facendolo sobbalzare.
- Allora, moccioso, cosa ci racconti? Come te la passi qui in Giappone, eh? Dì la verità a zio Kankuro, le ragazze fanno la fila per te, eh?! –
Naruto, irritato, e anche abbastanza imbarazzato, si liberò dalla presa del ragazzo e lo osservò imbronciato. Anche lui, in quegli anni, non era cambiato affatto. Stessi capelli castani lunghi fino alle spalle, stesso fisico robusto, stessa aria strafottente… le uniche cose che in quegli anni erano aumentate, forse, erano la sua massa muscolare e il suo numero di tatuaggi, che ora erano arrivati a ricoprirgli completamente le braccia.
E pensare che, all’inizio, si aveva voluto farsi tatuare solo una piccola marionetta dietro la scapola per paura di rovinare il suo bellissimo corpo…
- Non sono un moccioso! – borbottò acido e con le guance arrossate. – E come diamine fai a stare a maniche corte con questo gelo? – sostenne poi con una smorfia, rabbrividendo al solo pensiero di come doveva essere stare al suo posto.
- Non siamo tutti fragili come te, moccioso. – sogghignò, sottolineando l’ultima parola. – E poi… non vorrai girare attorno all’argomento, vero? – continuò, prendendolo per le spalle ed esibendosi in un’espressione tra il sadico e il maniacale. – Allora, come sono le ragazze qui in Giappone? Belle, brutte, brave a let-
- Ma cosa glielo chiedi a fare, Kankuro? – lo interruppe il ragazzo moro che era alle sue spalle, con voce apparentemente incolore. – Lo sai che il piccolo Naruto non è il tipo da certe cose, no? -
- Sai! Non sei neanche arrivato e già inizi con questi doppi sensi?! – imbarazzato al massimo, Naruto si staccò dal più grande dei tre Sabaku, il quale era scoppiato a ridere sguaiatamente, e si voltò verso l’alto ragazzo moro che lo osservava con il suo solito sorrisetto divertito stampato in volto.
Alto, occhi neri, capelli del medesimo colore e tremendamente odioso… chissà perché ma, ora che lo osservava meglio, trovava un’inquietante somiglianza con quel teme del suo compagno di classe. Chissà, forse erano parenti…
- Doppi sensi? Non capisco a cosa tu ti riferisca, Naru-chan. –
- Hai detto piccolo! E smettila con quel nomignolo, lo sai che lo odio! –
- Aah, certo. Piccolo. Allora è vero che il tuo pen-
- Aaaah!! – urlò il biondino, tappandogli la bocca con una mano prima che potesse terminare la frase.
- Sai, smettila subito o giuro che Gaara sarà obbligato a trovarsi un altro bassista! – Naruto fece appena in tempo a minacciare il sorridente moro, che venne tirato all’indietro e venne stretto in una morsa quasi letale.
- Nanerottolo, ci sei mancato, sai? -
- Tem… Temari, non… non respiro! –
- Oh, scusa. –
Non appena fu liberato, Naruto tornò a respirare.
“Anche lei, non è cambiata per niente.”, pensò il biondo osservandola ragazza bionda che lo aveva travolto. Aveva i capelli biondi e stepposi legati in due alti codini, gli occhi azzurri e un fisico abbastanza robusto, ma delle curve decisamente femminili. Se non fosse stato per il suo caratteraccio che la rendeva molto più simile ad un incrocio tra genere maschile e femminile, Temari no Sabaku sarebbe stata una donna perfetta.
“Già, sono rimasti tutti uguali. Come ai vecchi tempi...”, si ritrovò a pesare l’Uzumaki osservando i quattro componenti dei ‘Last Minute’, i quali lo osservavano a sua volta.
Sorrise.
- Ragazzi, voglio sapere per filo e per segno cosa avete combinato in questi anni! -
- Nanerottolo, non li leggi i giornali? – gli rispose Temari, sogghignando e puntando le mani sui fianchi.
- Certo che sì, ma quelli non mi bastano mica! –

 

 

(°)∞∞∞∞∞(°)

 

 

 

- Ragazzi, fate silenzio, per favore! –
Shizune sospirò, lasciando il microfono e portandosi la mano a massaggiarsi una tempia. Quella gita scolastica era cominciata da appena due ore e lei non ce la faceva già più.
Spossata, osservò attentamente i volti dei duecento ragazzi che aveva dinnanzi, i quali non avevano dato segno di aver minimamente recepito le sue richieste/suppliche.
- Oh, Kami… -
- Dà qua! Ci penso io a questi marmocchi. – la voce squillante di Tsunade, che si stava avvicinando a grandi passi al leggio posto al centro del palco, arrivò alle orecchie della povera ragazza appena in tempo prima che le urla di suddetta donna si espandessero nell’aria, distruggendo i timpani di tutti i presenti, compresi i suoi.
- FATE SILENZIO, STUPIDI MOCCIOSI! –
Nella grande sala per conferenze dell’Hotel scese un inquietante silenzio tombale.
- Ecco fatto. – borbottò soddisfatta la donna, per poi voltarsi verso la mora, ancora stupita e leggermente assordata. – Se non ti dispiace, ora ci penso io. –
Shizune annuì, ringraziando i Kami per aver esaudito la sua piccola supplica, e si volatilizzò, riparandosi dietro alle quinte.
- Bene, ragazzi, ed ora ascoltate attentamente quello che ho da dirvi. –
Prima di iniziare il discorso vero e proprio, Tsunade passò in rassegna i volti di tutti i ragazzi che aveva dinnanzi, sorridendo appena quando intravide, nelle ultime poltrone, l’espressione allegra di Naruto e la chioma sgargiante di Gaara, sedutogli a fianco.
- Come ormai già sapete, noi tutti passeremo l’intera settimana qui, in questo splendido albergo del signor Tashima, il quale si è gentilmente offerto di tenere l’intera struttura libera per ospitarci. – disse indicando l’anziano signore che era seduto in prima fila, insieme al resto degli insegnanti.
- Come preside della ‘ Scuola di Arti Musicali di Konoha’, e come rappresentante di tutti gli altri direttori delle altre scuole qui presenti, spero vivamente che voi tutte abbiate preso questa esperienza che vi apprestate ad affrontare seriamente. E, soprattutto, mi auguro che in questi giorni darete del vostro meglio nell’organizzazione dei pezzi musicali che intenderete portare la prossima settimana. –
Fece una piccola pausa, schiarendosi la voce.
- A partire da questo istante, i professori saranno tutti disponibili, dal primo all’ultimo. Per qualunque chiarimento o consiglio, siete liberi di chiedere a loro. Inoltre, nell’ala nord dell’albergo, troverete delle aule insonorizzate che potrete utilizzare a vostro piacimento. Gli strumenti delle vostre scuole sono stati trasferiti tutti lì, quindi, per chi non avesse strumenti musicali personali come strumenti a corde o a fiato, potrete liberamente esercitarvi con quelli.
Le vostre giornate saranno come normali giornate scolastiche: vi alzerete alle otto e massimo per le undici di sera dovrete essere tutti nelle vostre rispettive stanze. A proposito di quest’ultime, troverete l’elenco delle camere nella hall, mentre le chiavi potete chiederle direttamente alla segreteria. Non si accettano lamentele su cambiamenti di camere o di compagni di stanza. Per quanto riguarda la competizione che si terrà ad Ishikawa, invece, potrete trovare l’intero regolamento e tutte le informazioni necessarie sempre alla segreteria dell’albergo. –
Si interruppe, riprendendo un attimo fiato.
- Penso che questo sia tutto, ragazzi. A me e agli altri insegnanti, a questo punto, non resta che augurarvi buona fortuna. Mi raccomando, fatevi valere. –


(°)∞∞∞∞∞(°)

 
 

- Insomma, se ci pensate bene, alla fine non abbiamo fatto un così grande tour. Abbiamo visitato solo gli USA e poi ci siamo stabiliti per un po’ di tempo in Europa, giusto per farci qualche concerto. – spiegò Temari, portandosi alla bocca un abbondante cucchiaio di sorbetto al limone.
Dopo le raccomandazioni date da Tsunade e gli altri insegnanti poche ore prima, tutti gli alunni erano stati invitati a spostarsi nel gigantesco ristorante dell’albergo, dove era stato servito loro il pranzo. Nel frattempo, il personale del posto era occupato a scaricare le loro valigie dai pullman e, successivamente, a depositarle negli appositi alloggi.
- Allora siete stati anche in Europa. – sbuffò l’Inuzuka, addossandosi maggiormente alla sedia di legno e mettendo su un’espressione sconsolata. – Che palle…  anche  a me piacerebbe tornarci, laggiù… - borbottò.
- Già, – sghignazzò Naruto, ingoiando il grande boccone di tiramisù che stava masticando. – A te piacerebbe tornare specialmente a Parigi! Com’è che si chiamava quella francesina? Marie? –
- Monique. – lo affiancò Shikamaru, stando al gioco.
- Ah, giusto. –
Imbarazzato al massimo, ed anche un po’ infastidito, a dire il vero, l’Inuzuka sbattè violentemente i palmi delle mani sul tavolo e si allungò in avanti, attirando l’attenzione delle poche persone che erano rimaste nel ristorante.
- Smettetela con questa storia! – grugnì tra i denti. – Sono passati millenni, cavolo. –
- Solo qualche anno, a dire il vero. – precisò Chouji, per poi schiaffeggiare la mano di Kankuro che, furtivamente, cercava di rubare un pezzo della sua crostata di mirtilli. – Provaci un’altra volta e giuro che ti taglio la mano. –
Kiba sospirò, ritornando nella sua posizione iniziale e sperando, con tutte le sue forze, che l’argomento di cui stavano discutendo fosse passato nel dimenticatoio di tutti.
Ricordava perfettamente quella ragazzina petulante; quella Monique. Una ragazzina di dieci anni dai lunghi boccoli dorati e due grandi occhi nocciola, che, durante uno dei pochi tour Europei dei Kitsunetsugi nella grande capitale francese, era stata la sua persecuzione.
- E chi sarebbe costei? – domandò come se niente fosse lo Hyuga, il quale, insieme al resto del suo gruppetto e a Sakura ed Ino, era seduto al tavolo posizionato dietro le loro spalle.
- Nessuno, nessuno. – borbottò l’Inuzuka, rabbrividendo nel sentire il fiato caldo di Neji scontrarsi con la pelle semiscoperta del suo collo, per poi alzarsi di scatto e voltarsi verso il suo ragazzo, prendendolo per un braccio e obbligandolo a seguirlo. – Assolutamente nessuno. – ripeté mentre si allontanavano dagli altri, onde evitare che quell’idiota di Naruto continuasse con le sue battutine pericolose.
- Ahahah! Se la sono data a gambe, eh? –
- No, Ino. Kiba se l’è data a gambe. – puntualizzò Naruto, suscitando una risata generale nei due tavoli.
- Beh, ragazzi, penso che ormai sia ora di uscire da qui dentro e di andare a vedere come è fatto questo posto! Che ne dite? – enunciò Temari, alzandosi e sgranchendosi le ossa; gli altri fecero tutti lo stesso, approvando in pieno la sua idea.
O meglio, tutti tranne Naruto, il quale continuò a mangiucchiare il suo dolce come se niente fosse.
- Nanerottolo, tu non vieni? – domandò la bionda, abbassando il volto in modo tale da ritrovarsi davanti, a pochi centimetri di distanza, quello dell’Uzumaki. Quest’ultimò scosse la testa, per nulla imbarazzato dall’eccessiva vicinanza con la ragazza.
- No, finisco il dolce e vi raggiungo. –
- Mmh… - Temari l’osservò perplessa per qualche attimo, per poi tirarsi su e annuire. – Ok. Gaara, rimani con lui a fargli compagnia. – e detto ciò la ragazza si congedò, raggiungendo gli altri.
Naruto sospirò, per poi portare alla bocca una nuovo pezzo di dolce.
- Non c’è bisogno che resti a farmi da balia… - borbottò, masticando.
Gaara, seduto accanto a lui, non smise di fissare dritto davanti a se e diede l’impressione di non averlo sentito minimamente.
- Ok, ho capito. – sbuffò Naruto. Conosceva abbastanza bene il ragazzo da poter quasi completamente affermare che quel suo costante silenzio, tradotto nella lingua dei comuni mortali, significasse un “non dire idiozie e finisci quel dolce”.
- Ti sta fissando. –
L’affermazione di Gaara lo colse abbastanza impreparato da farlo sobbalzare.
- Eh? –
- Quel tizio. –
Seguendo lo sguardo di Sabaku, Naruto finalmente assimilò: al bancone del bar del ristorante, giù in fondo alla sala, Sasuke Uchiha lo stava fissando –o meglio, li stava fissando- mentre beveva una tazzina di quello che pensava essere caffè; accanto a lui, Suigetsu continuava imperterrito a parlare lanciandogli, ogni tanto, occhiatine divertite.
- Ah, lui… - sospirò, ritornando ad osservare come il cucchiaino che teneva in mano affondava nel tiramisù. - Già. A volte lo fa. –
- Non sapevo che l’Uchiha si fosse iscritto a questa scuola. –
- Li conosci? – chiese stupito Naruto. Davvero, non sapeva si conoscessero.
- Sfortunatamente, sì. – dise Gaara, per poi distogliere la sua attenzione dal moro e riportarla sul biondo al suo fianco. – Cosa vuole da te? – domandò poi.
Naruto lasciò che il cucchiaino ricadesse nell’ammasso ormai informe che vi era nel piatto e si addossò completamente alla sedia. Già, cosa voleva quel teme da lui?
- Tsunade lo ha incaricato di farmi da baby-sitter - brontolò, incrociando le braccia al petto e guardando, corrucciato, l’orlo della tovaglia color panna che ricopriva la superficie rotonda del tavolo. – La vecchia vuole che partecipi per forza a questa dannata competizione, e io non voglio! Così, per farmi tornare sulla retta via, mi ha affidato a quel teme. Senza chiedermi nulla, per giunta. – sbuffò infine.
Gaara ascoltò quelle poche parole con attenzione, per poi, senza rispondere all’altro, ritornare a ricambiare lo sguardo di Sasuke, che in quel momento lo stava osservando con sguardo di sfida. Affilò lo sguardo, ostile.
Quel tale, quell’Uchiha, non gli era mai piaciuto.
Da quando tempo addietro lo aveva incontrato per la prima volta, aveva sempre provato un forte senso di ostilità nei suoi confronti. Strano, considerando che si erano visti per circa dieci secondi e che nessuno dei due avesse mai sentito la voce dell’altro, vero?
- Nh… capisco. – gli rispose dopo qualche minuto, richiamando alla mente l’immagine della preside della sua vecchia scuola. Un familiare senso di rabbia si fece sentire, portandolo ad affilare maggiormente lo sguardo e ad osservare con maggiore ostilità Sasuke.

 
Lui sapeva.
Lui sapeva perfettamente cosa aveva passato.
Lui sapeva tutto


Continua...

 

 

 

Angolino della pazza:

 
Io… non so davvero cosa dire. Farvi le mie scuse per questo lungo Ritardo (con la R maiuscola, sì.) penso sia d’obbligo, ma in questo periodo avevo completamente perso la voglia di scrivere. Un po’ per problemi personali, un po’ per il fatto che credo di essere stata vittima anche io del famoso ‘blocco dello scrittore’, ogni volta che aprivo una pagina di Word la mia mente si rifiutava di collaborare.
Eppure la voglia di scrivere c’è… eccome se c’è.
Mah, spero di uscire presto da questo ‘blocco’, perché è davvero… frustrante, ecco.
Bene, parte deprimente a parte, ora passiamo al capitolo :D Per tutte quelle persone che credevano fosse l’Uchiha quello sull’elicottero… beh, pensate che io sia davvero così prevedibile? *kukukukukuku* Vi sbagliavate!! xD Inoltre, per la gioia di alcune di voi, finalmente è apparso Gaaruccio *w* Aaaah, finalmente!! Era ora, vero? xD
Coooomunque, ringrazio, come sempre, tutte le persone che continuano a mettere la mia storia nei preferiti (140), nelle seguite (81) e che leggono soltanto.
Inoltre, l’altro giorno ho scoperto anche che ben 24 persone O.O mi hanno messo tra gli autori preferiti! Davvero, vi ringrazio di cuore!!!! ç___ç *me piange dalla gioia*

E poi, vorrei ringraziare anche tutte quelle persone che hanno commentato/letto/messo nei preferiti o seguite le mie due shot ‘Famiglia’ e ‘Mission Failed’. Davvero, grazie di cuore!

Ed ora…

 

 

Risposte alle recensioni:

 

Andromeda Hanekawa: Ola! Purtroppo non sono una persona che confida nel fatto che l’amore sia una cosa che cresca in poco tempo, al contrario, invece, penso sia una cosa che due persone debbano maturare nel tempo. Ora, so benissimo che tutto questo non centra assolutamente nulla con la tua prima domanda ^^”, ma purtroppo ho questa ‘cosa’ in mente, quindi non aspettarti una dichiarazione d’amore o simile nel prossimo capitolo. Ad ogni modo, con questo non sto assolutamente dicendo che impiegherò altri venti capitoli per far mettere quei due insieme o far succedere ‘qualcosa’(per carità! xD), ma penso dovrai aspettare altri 3-4 capitoli (nel peggiore dei casi). Per quanto riguarda il segreto di Naruto, per quello ci vorrà sicuramente un po’ più di tempo (purtroppo, perché anche io non vedo l’ora di scrivere quel capitolo!! xD). Bene, ed ora, dopo essermi fatta odiare per queste risposte xD, ti ringrazio moltissimo per i complimenti; sono contentissima che la storia ti piaccia, e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
 Ninja767: Ciao tessora! Ti sono mancata? Oh, troppo gentile cara, ma spero che tu non mi lincerai per questo nuovo e lunghissimo ritardo =___=. Hai visto? Quello sull’elicottero era proprio Gaara (tutti pensavano che fosse l’Uchiha-teme… mah, chissà perché… *sadic-mode*xD) ed ora si comincerà a ballare, mia cara *_____* perché i giochi iniziano!!! *bwahahahah*
 Any Ikisy: Salve cara! Come è andata, poi, a Lucca? Spero bene! Mi dispiace, ma la sottoscritta, purtroppo, alla fine riesce a concludere i capitoli in due soli modi: o vi lascia sulle spine, o dà tutto per scontato (xD) –della serie, tanto lo so come va a finire… *si è capita da sola*… Vabbé! Meno male che non ci sono stati errori nello scorso capitolo *tira un sospiro di sollievo*, e lo so, era molto, molto, molto vago, ma dovevo scrivere qualcosa di… insignificante, ecco. Ad ogni modo, spero che anche questo capitolo –vago anche questo…- ti sia piaciuto. Alla prossima!!!
P.s. cara, io amo la carne arrostita *w*
karolalpha: mia cara, sono fiera di annunciarti che, come hai visto, non era l’Uchiha quello in elicottero xD bensì il caro Gaara e tutta la sua compagnia! Ad ogni modo, ci siamo quasi, perché dal prossimo capitolo l’Uchiha comincerà a muoversi e a cercare di vincere questa scommessa con la cara, vecchia Tsunade, nonostante i vari pensieri su Naruto.  Insomma, in sintesi, spero continuerai a seguirmi per sapere come andrà a finire!! xD Baci, alla prossima!! xD
act: E invece no, non era Sasuke sull’elicottero!! xD (me contenta, perché ci siete cadute tutte!!! Ihihihihi    *è impazzita…*) Mia cara spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, e ti do appuntamento alla prossima!!! Kisss

ryanforever: Ciao carissima!! No, non era Sasuke quello sull’elicotteroooo!!! Ci sei caduta anche tu, a quanto vedo xD Ehi, ricordati che non c’è solo l’andata nei viaggi… ma anche il ritorno!! *w* kukukukuku! Un bacio e alla prossima!! XD
emy1993: O.O Mia cara lo ammetto: quando ho visto la lunghezza della tua recensione mi è quasi venuto un accidente xD

Cooomunque, a parte ciò, sono molto contenta che lo scorso capitolo, nonostante fosse di transizione, ti sia piaciuto. Hai visto? Kiba, alla fin fine, non nascondeva questo gran che u.u solo l’arrivo di un certo rossino per via aerea (non avrai mica pensato che quello sull’elicottero fosse Sasuke, vero? xD).
Ed ora passiamo alle tue domandine u.u:
1) diciamo che in un certo senso è così… d’altronde nessun gruppo nasce dal nulla, no? :P
2) O.O questa, mia cara, è stata la reazione che ho avuto quando andando a ricontrollare, effettivamente, avevo scritto veramente 2C! allora, qui è stato un mio errore… cioè, ora ti spiego: quando sono andata a scegliere la classe, vedendo che i personaggi avevano 17/18 anni, ho preso in considerazione i diciassette anni e ho messo 2C O:O Ok, non so se sono riuscita a spiegarmi (sicuramente no =.=) ma questa è la famosa storia del “perché l’autrice ha messo 2C invece di 5C” =.=.
3) Yesss!!
4) Lo ammetto: a quale punto ti riferisci esattamente? Perché non sono riuscita a trovarlo xD
5) l’età è giusta, ma il perché lo scoprirai solo più avanti J
Se comunque qualcosa non ti è chiaro, o se trovi altre ‘strane cose’, sentiti libera di chiedermele/dirmele pure, per me non è un problema! Anzi, io mi diverto a rispondere alle recensioni xD Alla prossima!!

Ocatarinetabelasciscix: già, FINALMENTE si parte! xD E nell’elicottero non c’erano Sasuke e Suigetsu, bensì Gaara e il resto del gruppo! Inoltre, mia cara, anche io amo gli Uchiha gelosi *__* sono una vera gioia per gli occhi *kukukukukuh*
Attendo altre tue ipotesi (che non guastano mai) con ansia! Alla prossima!! xD
LaGrenouille: *me si prostra davanti ai tuoi piedi* Oh, divina, sono fiera di essere riuscita nella mia ‘missione tenerezza’ \(_ _)/… Ooook!! xD Mettendo un secondo da parte l’attimo pazzoide, passiamo ad altro. u.u Alloooora, per il pezzo di Hinata, è stata una mia scelta. Cioè, mi andava di farlo sia in un modo e sia in un altro, tutto qui. Lo so, non era ‘utile’, ma ho preferito farlo in questo modo per riagganciarmi al pezzo dopo U.U Ecco svelato uno dei misteri della vita! xD
Kiss e alla prossima!!
sherlock holmes216: Ciao! Innanzi tutto, grazie mille per i complimenti che mi hai fatto. Davvero, forse non me ne merito veramente così tanti, ma grazie. Per quanto riguarda la pubblicazione dei capitolo, non ti preoccupare. A quanto (purtroppo)hai visto, sono abbastanza lenta con le pubblicazioni, anche perché a volte mi capita di riscriverli per quattro, cinque volte, prima di arrivare alla forma che mi piace di più :D Alla prossima!! Bax!!
elisettaxsempre: Oddio, ti ho fatto prendere un Quattro? O.O Oddiooooo!!! Lo ammetto, da una parte ne sono rammaricata , ma dall’altra sono anche contenta che tu abbia preferito la mia storia allo studio xD…. Ok, basta dire stupidaggini u.u’

Sono contenta che ti piaccia la storia in se e, nonostante sia un po’ lenta con gli aggiornamenti, non ho intenzione di lasciarla incompleta, perché non è da me. E non preoccuparti, cercherò di svelare tutti gli enigmi nel minor tempo possibile, in modo tale da non farti rodere più il cervello (poverino!!)! xD Cooomunque, eccoti il nuovo capitolo, che spero ti sia piaciuto. Un kiss e alla prossima!! (che spero non sia fra altrettanti mesi =_=)
Agito: Caspita, tutta d’un fiato? O.O Ne sono onorata! xD Lo so, mi sono accorta degli errori di distrazione ma, aimè, sono troppo svogliata per correggerli e modificare il capitolo… sorry!!! ^__^” (Sono idiota, lo so… =__=) Cooomunque, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e ti ringrazio per i complimenti!!! xD Kiss!!! Alla prossima! xD

 

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Capitolo 18
*** AVVISO!! ***


Salve a tutti gente! ^____^

Mi dispiace molto per questo mio lungo periodo d’assenza dal sito e delle mie mancate pubblicazioni, ma purtroppo la scuola è diventata insostenibile e, per evitare la bocciatura, ho dovuto allontanarmi dal computer e ridurre di molto, purtroppo, il tempo che prima dedicavo alla scrittura. .______.

Sia il prossimo capitolo di A Song 4 You sia quello di I Got You sono pronti, ma sto cercando di terminare al più presto i seguenti per evitarvi altri lunghi periodi di attesa e per essere, quindi, più costante con gli aggiornamenti delle storie.

Scusate ancora, ed inoltre, ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito lo scorso capitolo e che continuano a seguirmi nonostante tutto. ^o^

Cercherò di sostituire al più presto (un paio di giorni, spero) questo avviso con il capitolo vero e proprio

Sani ♥

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